Monster allergy - Un mondo mostruoso

di SamBluefire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Tra spettri e mostri. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: La città sospesa. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Fantasmi affamati. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Arriva Charlie Schuster. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: La caccia comincia. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Strada per la redenzione ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Non esiste la pace. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Un male per il bene. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Il Mugalak. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Domatori. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Vita nell'armeria. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Guai separati. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: Cambio di stile ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Arriva Moog Magister. ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Il risveglio. ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16: L'ultimo cardine. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Tra spettri e mostri. ***


MONSTER ALLERGY – Un mondo mostruoso.

Capitolo 1: Tra spettri e mostri.

Tutto ha inizio a Bigburg, una di quelle città americane che non si fermano mai, con palazzi così grandi, che oscurano le case dei quartieri lontane dal centro abitato.
La gente di queste città di solito va sempre di fretta, così tanto che persino il tempo è perennemente in ritardo.
Se solo quelle persone si fermassero un secondo, potrebbero ammirare le piccole meraviglie che le circondano, meraviglie che non si fanno notare.
Ma dobbiamo spostarci nel quartiere più vecchio di Bigburg: Oldmill village. Un tempo noto come il precedente centro della città, alle sue origini si intende.
Può sembrare un quartiere vecchio e noioso, ma ogni luogo racconta una storia, e finchè sarà così continuerà a vivere... anche quando tutto ciò che ne rimarrà di quel luogo saranno i fantasmi.

Siamo all'ultimo mese prima dell'inizio dell'anno scolastico, e una famiglia con una figlia e in attesa di un'altro membro della famiglia, si era da poco trasferita nel vecchio quartiere abitando nella casa più moderna del quartiere.
Gli addetti ai traslochi indaffarati coi mobili desideravano solo sbrigarsi per poter andare in pausa pranzo, la signora della famiglia, una donna bionda con gli occhiali, nonostante i suoi limiti per via della gravidanza continuava il suo ruolo di Interior Designer per rendere la loro nuova casa stilosa.
Suo marito, fuori dal lavoro, aveva due passioni: il cibo e la scultura. Ai tempi della scuola la sua prima scultura fu la riproduzione di un grande capo nativo americano, ci era molto affezionato, anche se questa sua passione è passata in secondo piano dopo il matrimonio e la prima figlia.
"Harvey Aspetta." lo richiamò la moglie, lei voleva che facesse una buona prima impressione nel suo nuovo posto di lavoro, gli pettinò i pochi capelli rimasti, gli sistemò la cravatta e lo salutò con un bacio "A più tardi Julie -si abbassa all'altezza della pancia- e tu si gentile con la mamma mentre non ci sono." diede un bacio anche alla pancia prima di correre verso la macchina e il suo posto di lavoro: la sede di una catena di supermercati che ha da poco aperto a Oldmill. Quando il signor Harvey se ne andò, la signora tornò a svuotare i pacchi e a sistemare i mobili, tutto mentre la figlia poltriva leggendo dei fumetti.
Dopo circa un'ora dall'uscita di Harvey qualcuno suonò alla porta, Julie pensando che fosse il tappezziere chiese alla figlia di aprire alla porta, dato che lei era occupata con degli scatoloni non ancora svuotati.
La bambina dai capelli arancioni come il padre marciò a passo deciso fino alla porta seguita dal suo gatto, quando lei aprì la porta due ragazzine più o meno della sua stessa età: una aveva dei lunghi capelli blu e dei grossi occhiali che portava un piatto di frittelle appena fatte, l'altra aveva i capelli marroni, ricci e corti, entrambe vestivano allo stesso modo: camicia, gonna e gilet. Entrambe salutarono con un enorme sorriso mentre si presentarono "Io sono Patty." disse la bruna "Io sono Tatty." disse l'altra e poi all'unisono dissero "Siamo le vostre nuove vicine." mentre porgevano il piatto di frittelle come omaggio alla padrona di casa, lei ringraziò e si presentò "Io mi chiamo Elena Patata." "Patata? Hihihi è per via del naso scommetto, è un soprannome carino." commentò Tatty, solo per essere ripresa dalla sua amica che le fece notare che quello era il suo cognome.
Chiarito il malinteso le bambine, e il gatto, si spostarono in cucina e Patty prese parola "Vedrete che vi troverete bene qui, il vicinato è in-can-te-vo-le." e Elena rispose "Lo so, prima abitavamo in un'altra zona di Bigburg." al che Tatty la interruppe "Ma grazie al nuovo lavoro di tuo padre vi siete spostati nella zona giusta della città." Elena rimase basita mentre le due ragazze aggiunsero "Non pensare che siamo strane, è che ci piace tenerci informate." "C'è gente che dice che siamo 'due ficcanaso' ma tu non dargli retta, soprattutto quella pettegola della vedova Pym… Oh, quasi dimenticavo, ti abbiamo portato anche una lista con i nomi dei ragazzi del quartiere, sono divisi in: okay, così e così e da evitare. Così saprai di chi fidarti qui a Oldmill." Elena ringraziò mentre prese la lista e iniziò a leggere i nomi, poi commentò "Tra le persone da evitare c'è solo un nome: Ezechiele Zick. Chi è?" Patty e Tatty fecero un'espressione annoiata, mentre indicarono la vecchia, ma enorme casa accanto che si vedeva dalla finestra, poi dissero "Oh, lui abita lì... non ti conviene parlargli, non ha molti amici e non è molto socievole di suo." "A parte la scuola se ne sta sempre chiuso in casa, parla da solo e dice di avere tutte le allergie possibili e immaginabili. Ma se vuoi un mio parere sono tutte scuse, è lui che è tardo e per questo la madre non lo fa uscire." "Mio padre dice che tutti in quella famiglia sono un po' fuori di testa come se fosse ereditario." al che Elena intrigata si avvicinò alla finestra per vedere meglio la casa del suo vicino, e non potè non paragonarla a una casa infestata mentre Patty e Tatty, sghignazzando, dissero scherzando "Ehi! Se ti capita di vederlo, fatti raccontare dei mostri." "Mostri?" chiese Elena incuriosita "Si mostri che Zick vede, te l'ho detto che è tardo." "Una volta sono stata a casa sua e l'unica cosa mostruosa che è hanno in casa è il loro gatto senza pelo... per quanto mi piacciano i gatti, la bestia di Zick non la toccherei nemmeno con un bastone... insomma ti conviene stargli alla larga." ma le due si accorsero subito che Elena guardava con sempre più curiosità la casa vicina.
"Scusami, ti abbiamo detto che lui è DA EVI-TA-RE, non ci hai sentito prima?" "Sì, ma ora sono proprio curiosa di conoscerlo, sembra interessante." rispose Elena mentre Patty e Tatty fecero una faccia tra il confuso e il disgusto "Sapete una volta un saggio disse: a volte le cose sono più di quello che appaiono." disse Elena "Nessun saggio sano di mente ha mai detto una cosa simile, e il tuo è un modo velato per dire 'vado a mettermi nei guai'." Elena sorrise beffarda, mentre Patty e Tatty si scambiarono un sguardo confuso, ma che bastò per far capire alle ragazzine di lasciare la casa.
"Sai Sfruscio, credo che siamo finiti nella lista sbagliata." disse Elena al suo gatto con tono scherzoso.

Quando lo sguardo di Elena si posò nuovamente sulla casa a fianco potè vedere il gatto calvo del vicino.
Stava rientrando in casa passando dal giardino, Elena ne approfittò considerandola la scusa perfetta per conoscere il suo fantomatico vicino, prese il suo gatto e lo portò sul porticato vicino per farlo giocare col gatto calvo.
Sfruscio provò a fare amicizia con lui, ma finì per ricevere un'artigliata sul muso, Sfruscio corse dalla sua padrona mentre il gatto rientrava in casa dalla porticina.
Elena cercò di calmare il suo gatto, ma non aveva intenzione di arrendersi, dopo aver conosciuto le due "perfettine" del quartiere, voleva conoscere il loro nemico numero uno, così provò a far entrare il suo gatto dalla porticina, ma rimase incastrato.
Elena provò a spingere Sfruscio dentro per farlo entrare mentre quest'ultimo si dimenava e miagolava forte come a chiedere aiuto.
Quando a un tratto qualcuno aprì la porta, Elena cadde, e guardando in alto vide quella che sembrava la faccia di un'enorme mosca che la fece balzare indietro per lo stupore e la paura.
Ma guardando meglio, era una maschera antigas indossata da un ragazzino coi capelli blu, lui si tolse la maschera per guardare meglio la ragazza e rivelare un volto un po' pallido ma non brutto.
"Scusa per lo spavento, è che sono allergico hai peli di gatto… a proposito, credo che questo sia tuo." disse il ragazzino indicando Sfruscio, Elena lo tirò fuori dalla porticina e aggiunse "Devi scusarlo, stava giocando col tuo gatto e ha provato a seguirlo in casa tua, dovremmo farli giocare insieme più spesso vanno così d’accordo." disse Elena "Se lo dici tu, ciao." disse lui mentre chiudeva la porta "Aspetta, io sono Elena, sono la tua nuova vicina." "Piacere Ezechiele, anche se tutti mi chiamano Zick… ora scusa ma devo chiudere la porta non vorrei far entrare della polvere, ed io sono allergico alla polvere." concluse Zick tossendo un pochino, Elena provò a insistere facendo dei complimenti per la casa, ma Zick persistette finchè non chiuse la porta lasciando Elena lì confusa.

Zick tirò fuori dalle tasche il suo spray per le allergie, prese un respiro e sentì meglio mentre il suo gatto lo fissava con uno sguardo torvo.
"Tipo interessante questa Elena non trovi?" disse Zick e il gatto gli rispose "Sì proprio particolare, un tipo che non mi piace e a cui dovresti stare alla larga." con tono severo mentre Zick alzò gli occhi al cielo esasperato "Zick datti una svegliata, lo ha fatto apposta a metterci il suo gattaccio in casa per ficcanasare!" "Timothy me ne sono accorto e ti dico che mi sembrava gentile." mentre Timothy protestava Zick si diresse in soggiorno e pur di non sentire più le sue lamentele, gli chiuse la porta in faccia, "Ingrato." commentò Timothy infastidito mentre Zick appoggiava sulla porta e prendeva un respiro profondo.
"Tutto bene figliolo?" chiese un uomo anziano dai folti baffi, non più molti capelli in testa e vestito elegante seduto sulla poltrona del salotto, seduta sul divano invece c'era da una donna anziana poco più bassa dell'uomo "Ho solo avuto un'altra discussione con Timothy, niente di speciale nonno." la signora si alzò e si avvicinò al ragazzo "Sai tesoro anch'io prima ho notato quella ragazzina coi capelli rossi… sembrava simpatica." commentò lei, Zick guardò la finestra, poi disse "Ho percepito le sue emozioni, era davvero desiderosa di conoscermi… ma ho avvertito anche molta solitudine." disse Zick con aria dispiaciuta "In tal caso è tuo compito in quanto uomo risollevarle il morale." disse il nonno di Zick "Ma… l'ho a malapena conosciuta." "Sta tranquillo Zick, tuo nonno esagera come a suo solito… ma tu non la vuoi conoscere? Prima con Timothy pensavo di aver capito che ti era simpatica." intervenne la nonna "Si ma… non lo so, come mi dovrei comportare nonna? Non ho mai incontrato nessuno così desideroso di conoscermi." disse Zick "Semplice caro, la prossima volta che la vedi, non scappare e parlale… prenditi il tuo tempo e vedrai che il resto verrà da se, ma devi essere deciso! Se non ricordo male dopodomani alla tua scuola usciranno gli annunci sulla riassegnazione delle classi, se adesso abita a Oldmill è probabile che andrete nella stessa scuola e la l'incontrerai lì."

I due giorni successivi volarono, alla scuola elementare di Oldmill molti ragazzi occupavano vialetto per parlare e giocare, anche se il motivo principale per cui erano tutti lì: era per vedere in che classe erano finiti nell'anno entrante. Elena non era un'eccezione, non l'entusiasmava l'idea che mancava meno di un mese all'inizio della scuola, e l'idea che sarebbe andata nella stessa scuola delle “perfettine” le piaceva ancora meno.
Mentre controllava la bacheca per vedere in classe era finita, dietro di lei si avvicinarono tre ragazzi: uno grasso con l'apparecchio fisso ai denti e i capelli rasati, uno mingherlino con gli occhiali e capelli a pettine, e in fine uno ragazzo biondo un po' più robusto con un discutibile taglio di capelli a scodella. Anche loro stavano controllando la bacheca "A-a-avete visto ra-ragazzi? Quest'anno sa-saremo in classe con una pa-pa-patata." disse il biondo facendo ridere i suoi amici, il ragazzo più grosso disse "Ahahah 'Elena Patata' che nome ridicolo, sono proprio curioso di vedere com'è." a Elena non sono mai piaciute le battute sul suo cognome e tanto meno quelle sul suo naso, ma aveva promesso che non si sarebbe messa nei guai a sua madre, quindi fece un respiro profondo e fece finta di niente, ma poi il ragazzo grosso tra una risata e l'altra aggiunse "Oh ragazzi, sento che ci divertiremo quest'anno, oltre a strapazzare Zick ora possiamo contare anche su miss Patata, e meno male lo zombie cominciava ad annoiarmi, se solo reagisse ogni tanto." al sentire come prendevano in giro anche Zick, Elena perse la pazienza si rivolse ai ragazzi e urlò "E se io reagissi per entrambi?!" e diede un calcio nei genitali del ragazzo.
"Ma sei scema! Ma che ti è preso?! E poi chi sei?!" disse il ragazzo mentre si teneva dolorante i genitali con un tono di voce acuto dovuto al dolore "Due secondi fa eri curioso di conoscermi, beh sappi che sono IO Elena Patata!" disse Elena con un tono di sfida, il biondino si avvicinò a lei e disse "S-s-sei fortunata, per-perchè noi non pi-pi-picchiamo le fe-femmine." Elena in tutta risposta sorrise e diede un pugno dritto in faccia al ragazzo, per un attimo il ragazzo temette che lei gli avesse rotto il naso, ma appena si rialzò, lui e i suoi amici hanno schioccato le ossa delle mani e iniziarono una zuffa con Elena.
Anche se Elena era da sola contro tre bisognava ammettere che sapeva il fatto suo, la zuffa attirò l'attenzione di praticamente tutti i ragazzini, quando Zick arrivò e venne a sapere della rissa corse a vedere.
"SMETTETELA! LASCIATELA STARE!!!" urlò Zick più che poteva, tutti si fermarono, al che il biondino rispose "St-stanne fuori Z-Zick!" Zick lo prese per il colletto e aggiunse con tono trattenuto "Lasciala. Stare. O preferisci che prenda il suo posto? Dai vediamo chi vince tra me e te, Dedevid." il ragazzino deglutì spaventato e iniziò a balbettare "C-c-c-calma Zick, ti p-prego calmati, st-stavamo solo scherzando." mentre Elena si rimetteva in piedi il ragazzo con gli occhiali disse al suo amico "Ma Devid ha cominciato lei." "St-st-stai zitto! -si rivolge di nuovo a Zick preoccupato- mi d-dispiace Zick n-non sapevo fosse amica tua... p-perdona i modi in-in-inurbani ma è ciò che la gente si aspetta da noi." "Non si ripeterà più spero." disse Zick con tono seccato "Ga-garantito... ma posso continuare a prenderti in giro? Ho una rep-reputazione da di-di-difendere." Zick con uno sguardo annoiato si mise a guardare le bacheche, trovò quello che stava cercando, fece cenno a Elena di seguirlo e disse a Devid "Fa come ti pare." con un tono inespressivo, Devid tirò un sospiro di sollievo, poi resosi conto che lo stavano fissando tutti urlò ai due ragazzi "A-a-andate via sba-sbabboni! Non finisce qui!"

Mentre Zick e Elena uscivano da scuola, Zick notò l'occhio nero di Elena "Fa male?" chiese Zick con tono calmo "Un pochino." rispose Elena "Ascolta, so che non sembra, ma Dedevid è un vero tipaccio ti conviene tenerti a distanza." "Me ne sono accorta... ma perchè lo chiami così?" "Lo chiamerei solo Devid… se non balbettasse." Elena si mise a ridere, Zick poi le chiese "Ma perchè stavate litigando prima?" "Niente di importante." rispose Elena con indifferenza, ma Zick diede di nuovo un occhiata alla sua testa e… sorrise, Elena per provare a cambiare argomento disse "Ehm, quel Dedevid picchia forte, ma di te ha paura." "Sì, se lo volessi metterei in ginocchio lui, Ford e Soup… ma non lo faccio perchè sono migliore di quel trio di dementi." Zick e Elena chiacchierarono del più e del meno per tutto il tempo della strada per il ritorno.
Quando si ritrovarono di fronte alle rispettive case, Zick le disse "Non vorrai mica tornare a casa con quell'occhio nero, vero?" "Ehm, posso usare il tuo bagno per darmi una pulita? Ho promesso alla mamma che non mi sarei cacciata nei guai." "E la cosa capita spesso?" "Più di quanto non dovrebbe." Zick la fece entrare in casa e ad accogliere i due ragazzi c'era una donna: lunghi capelli biondi, un paio di occhiali, un medaglione simile a un acchiappa sogni la cui rete intrecciata raffigurava un quadrifoglio e una bellezza invidiabile. Stava armeggiando con dei vasi e delle piante, sembrava quasi una ninfa della natura, era la madre di Zick, appena vide Elena si fece avanti "Ciao e tu chi sei?" Zick rispose per Elena "Lei è la nostra nuova vicina mamma, si chiama Elena." "Piacere, io sono Greta e… o cielo, cos'è successo al tuo occhio?" chiese Greta sorpresa e preoccupata, Elena provò a balbettare una scusa ma Zick si mise a mimare un pugile alle sue spalle, e sua madre capì subito "Suvvia non è importante saper che è successo, basterebbe coprire livido per non far prendere un colpo a mia madre… può aiutarmi in qualche modo?" disse Elena pregandola, Greta si portò la mano sul mento e cercò di farsi venire in mente un idea, poi disse "Se mi date un minuto per pensare forse mi verrà in mente l'idea giusta, intanto… Zick, perchè non la porti in soggiorno e aspettate lì?" Zick ubbidì.

Timothy che stava sonnecchiando nel soggiorno sentì le voci di Elena e Zick avvicinarsi, questo lo fece scattare in piedi.
Quando i due entrarono, Elena non smise di fare commenti positivi sulla casa "Non ti fa paura? Tutti dicono che è un posto orribile." chiese Zick "Dall'esterno sembra una casa infestata, come quelle dei film, per questo è bella.” Elena si avvicinò a un comodino che aveva sopra delle foto, alcune di queste rappresentava Greta da giovane, e un uomo coi capelli blu con un barattolo pieno di insetti "Chi è lui?" chiese Elena, Zick le rispose con tono triste "Lui… è mio padre, lui era una specie di scienziato, uno di quelli che studiano gli insetti… prima che nascessi è partito per l'Amazzonia per studiare degli esemplari… e non è più tornato." Elena si intristì "Oh mi dispiace." "Non preoccuparti, ci sono abituato." Elena provò a cambiare argomento "Ma in questa casa enorme ci vivi solo tu?" "Beh sì ci siamo solo io, mia madre e un gatto, prima c'erano anche i miei nonni materni… in effetti questa era casa loro… prima." Elena un po’ a disagio, provò di nuovo a cambiare argomento e con tono eccitato chiese "Ehi! Ho sentito dire in giro che vedi i mostri, volevo chiederti… è vero?" Zick la guardò sorpreso, guardò di nuovo nella testa della ragazza e percepì la genuinità e curiosità, con un grande sorriso le disse "Certo che è vero." poi si avvicinò a Elena e le sussurrò "In questo momento ce ne sono tre che stanno cantando su quella mensola, -indicò il punto- poi c'è uno che perde i pezzi nascosto dietro il divano, una coppia di gelatinosi sul soffitto, sulla poltrona ce n'è uno grasso che non fa altro che mangiare… e infine un gatto parlante che non ha niente da dire." concluse Zick sfottendo Timothy, il quale se andò offeso chissà dove per la casa.
Tra una chiacchiera e l’altra passarono circa una decina di minuti, quando Greta entrò in soggiorno con una scatola piena di trucchi e l'idea per mascherare il livido di Elena.

Mentre Julie stava preparando il pranzo sentì il campanello suonare, aprì e si ritrovò davanti Elena e Zick con le facce dipinte, i due ragazzi dissero alla signora che a scuola, per festeggiare il quasi inizio dell'anno nuovo, c'erano dei truccatori professionisti per trasformare i ragazzi in tutto ciò che volevano, Zick era truccato da zombie e Elena da panda.
A Julie ha fatto piacere vedere che la figlia si era fatta un amico praticamente subito, che fortuna volle che fosse anche il suo vicino di casa e compagno di scuola, per celebrare questa amicizia fece una foto dei due ragazzi insieme prima che Zick tornasse a casa sua.

Quando Zick rientrò, prese un respiro del suo spray e passando dal soggiorno vide Timothy e i mostri che aveva descritto a Elena guardarlo ridacchiando, tutti tranne Timothy.
Zick disse al mostro grasso di restituirgli le scarpe che gli aveva rubato, poi si ritirò in camera sua mentre Timothy lo guardava con uno sguardo torvo.

Tre giorni dopo, Zick e sua madre ricevettero la visita di: un'anziana signora, circa sessant'anni, vestita di rosso, la pelliccia di una volpe come accessorio intorno al collo, un po' grassa e con tante rughe. Greta forzò un sorriso mentre la accolse in casa, "Ciao zia, che piacere vederti." disse Greta "E' un piacere anche per me vederti cara… e dov'è il mio nipote preferito?" "Adesso arriva… Zick è venuta a trovarci la zia Ermelia vieni a salutarla!" lo chiamò Greta.
Zick fino a quel momento se ne stava nella sua stanza parlando Timothy e il grasso mostro arancione che provava a rubargli le scarpe.
Zick iniziò a disperarsi sul suo letto "Nooooooooh! La zia Ermelia Nooooooooh! Non ce la faccio, non posso farcela." "Zick! Ubbidisci a tua madre!" ordinò Timothy "Hmmm, Bombo mettiti i miei vestiti e vai giù, nessuno noterà la differenza." "ZICK! SMETTILA DI FARE L'IDIOTA E SCENDI!" lo sgridò Timothy al che Zick trovò di malavoglia la forza di alzarsi e scendere "Me che fa? scende?" chiese Bombo "NO!" gli rispose Timothy.

Greta preparò un po' di tè e dei pasticcini per la zia, mentre parlavano della salute del marito di Ermelia e del negozio di fiori di Greta, Ermelia decise di cambiare argomento, uscì una sigaretta e iniziò a fumare.
"Di un po' Greta, il bambino ha sempre le visioni? Voglio dire, fa sempre i suoi discorsi strani?" chiese Ermelia, dopo qualche primo attimo di confusione Greta prese parola "Zia, stai esagerando, Zick ha solo molta immaginazione ma per il resto è un bambino normalissimo." intanto Zick si presentò con addosso la sua maschera antigas affiancato da Timothy "Ah eccoti qui, dai saluta e… di qualcosa di carino alla zia." disse Greta con imbarazzo, Zick si tolse maschera "Ciao, hai un po' di spinaci tra i denti… eh…" a Zick scappò uno starnuto in quel momento e Ermelia chiese "Ancora queste brutte allergie? Cosa ti fa starnutire?" "Sei tu." Greta si alterò "ZICK!" "Ma è vero, sono allergico alla naftalina." dopo un attimo di confusione, Ermelia spiegò alla nipote che effettivamente, la volpe che portava al collo l'aveva tirata fuori di recente dall'armadio, "Ma a parte questo Greta, diciamocelo, la verità è che questa vecchia casa non è salutare per il bambino, ci sono ragnatele e polvere ovunque." "Zia una casa nuova costa, e poi questa era la casa dei miei genitori e a noi piace così." si udirono degli scricchiolii e Ermelia rivolse uno sguardo serio a Greta "Sono i mobili antichi, l'antiquario dice che hanno un certo valore." in realtà era Bombo che si era seduto su un mobile.
"Che fai lì?! Scendi!" lo sgridò a voce bassa Zick "Perchè te tratta male Bombo? Me ti fa ridere." rispose Bombo mentre scese dal mobile "Che vuoi?" "Biscotti!" "Non. Adesso!" "Se Bombo fa ridere te, te da a Bombo biscotti?" "Non ho voglia di ridere." rispose Zick seccato, al che Bombo si mise a ridacchiare e si mise il dito nel naso per estrarre un lungo filo di moccio, Zick rimase schifato, poi lo attaccò addosso a Ermelia e si mise a correre intorno a lei per avvolgerla nel suo moccio.
Zick a quel punto perse la sua compostezza e scoppiò in una fragorosa risata attirando le attenzioni di sua madre e della zia, quando si calmò Bombo si ripresentò "Allora me riceve premio?" Zick continuava a ridacchiare ma riuscì a dire "Scordatelo! Non posso permettermi di ridere senza motivo." "Nessuno resta serio con Bombo." affermò il mostro mentre faceva una boccaccia, solo che poi gli scappò un piccolo rutto, gli uscì un occhio dall'orbita che cadde in una tazza da tè "Oh porco bollo! Bombo ha perso occhio… ah eccolo." in realtà quello che ha preso era un limone, ma se ne accorse troppo tardi quando se lo mise nell'orbita e cominciò a pizzicargli.
Bombo si mise a urlare e a correre, inutile dire che questo fece ridere ulteriormente Zick, il quale recuperò l'occhio di Bombo e gli andò dietro, ma per quanto Bombo l’avesse aiutato, era ancora desideroso di mettere le distanze tra lui e la sua appiccicosa zia.
Guardando fuori dalla finestra si poteva vedere Elena passare il tempo col suo gatto, e lì gli venne un'idea, aprì la finestra e urlò a Elena una richiesta “Ehi Elena! Io vado a farmi un giro, vieni con me?” Elena accettò.
Così Zick ebbe la sua scusa per stare alla larga da sua zia, e prima che Greta o Timothy lo fermassero, lui era già uscito di casa e con la sua amica si diresse in direzione del bar più vicino.

"Non mi avevi detto che si era finalmente fatto un'amica." commentò Ermelia mentre Greta ridacchiò nervosamente, mentre Timothy era visibilmente infastidito dal comportamento di Zick.
Zick e Elena passarono un pomeriggio piacevole tra battute e risate, alcune incomprensioni come il credere che Zick fosse pazzo o su come funziona quella storia del vedere mostri e spettri.
"Li puoi vedere ovunque i mostri e i fantasmi?" chiese Elena "Beh no, li ho sempre visti solo a casa mia… ma i miei nonni fantasma mi spiegano sempre tutto, anche dopo la morte restano persone fantastiche." rispose Zick, a quel punto Elena intrigata voleva sapere di più "Perchè ci sono dei mostri solo in casa tua?" "Loro la chiamano 'oasi di detenzione' in pratica quei mostri sono vacanza forzata, non sono criminali, sono solo immaturi." "E tu li tieni d'occhio, ma come fai a controllarli tutti e evitare che evadano?" "E' questo il bello, loro sono immaturi mica scemi, Oldmill è quello che loro chiamano 'contrada fantasma' è così che chiamano i quartieri e le vie più vecchie delle città, più un quartiere è vecchio, più brulica di fantasmi… e da quel che mi ha detto il nonno, non tutti i fantasmi sono buoni nei confronti dei mostri, non lo so perchè, ma sta di fatto che le contrade fantasma sono un buon punto per delle oasi per mostri."

Dopo un paio d'ore di passeggiata, i due tornarono ognuno nelle proprie case, e ad aspettare Zick all'ingresso c'era Timothy. "Credevo di averti detto di starle alla larga?" chiese Timothy con tono seccato "Dovevo farlo, la mia allergia alla zia Ermelia è la più pericolosa tra tutte per la mia salute." scherzò Zick "Certo, continua pure con le battute, tanto sarò io a ridere per ultimo, quando passerai il resto del mese in punizione nella tua stanza." "Cosa?! Non puoi farlo!" "Io POSSO farlo e lo farò, in questa casa comando io e dico che non uscirai più per un bel po'." "Tecnicamente è la casa dei miei nonni!" "Loro sono morti! E ora che sono fantasmi fanno parte del Poddum-sì e devono obbedire alle sue regole, cioè a me." "Ma mia mamma è…" "Sono quattrocento anni più vecchio di lei, io c'ero prima che nascesse lei, i tuoi e nonni e dei nonni dei tuoi nonni. E anche se non lo fossi sono pur sempre un tutore e…" i nonni di Zick si misero tra i due litiganti "Basta così!" urlò il nonno "Tesoro, forse è meglio se vai in camera tua, qui ci pensiamo noi." gli disse sua nonna.
Zick ubbidì, salì le scale e si chiuse in camera, ma che lo volesse o meno riuscì comunque a sentire la loro conversazione.
"Siete stati voi vero? Ovvio! Siete sempre troppo teneri con lui… ma quand'è che vi siete rammolliti?!" disse Timothy con un tono seccato "Ti prego, cerca di capire, è solo un bambino, lui… lui ne ha bisogno, non c’è niente di bello nella sua vita… che poi, sei qui da sempre sei praticamente parte della famiglia." provò la nonna a ragionare con lui "I sentimentalismi non sono previsti sul lavoro, se Zick non fosse quello che è, la sua situazione sarebbe sicuramente diversa… ma, non è così… deve sotto stare queste regole." rispose Timothy "Ma non c'è l'hai un cuore? Non può farsi amici o uscire per piacere, quanto ancora deve soffrire quel ragazzo per te?" chiese il nonno infastidito dall'atteggiamento di Timothy "Lasciate che velo dica, voi due siete troppo emotivi, vi siete affezionati così tanto a lui che avete dimenticato il pericolo che rappresenta per tutti noi mostri." la nonna provò a balbettargli qualcosa "M-m-ma lui non è-" "Come gli altri? Staremo a vedere, perchè ultimamente non mi ha dimostrato niente di diverso dagli altri… se continua così sarò costretto a prendere dei provvedimenti sempre più DRASTICI." concluse Timothy, i nonni raggiunsero Zick nella sua stanza per fargli un po' di compagnia.

Nonostante Timothy lo avesse punito, Zick il giorno dopo andò a trovare Elena per parlare di fumetti, anche se Zick aveva maggiore interesse per i libri che i fumetti super eroistici, Timothy era esasperato dal comportamento ribelle di Zick e anche gli altri mostri della casa lo avevano notato.
Uno dei gelatinosi propose di aiutare Timothy a gestire meglio Zick, anche se il tutore era contrariato da questa loro idea, solo che mentre Timothy era distratto, Bombo aiutato dall'amico che perde i pezzi si misero a cercare, su ordine del loro compagno gelatinoso, una cosa che molto probabilmente Timothy aveva nascosto da qualche parte in casa.
Rovistando in soffitta, trovarono una scatolina con all'interno ciò che stavano cercando: un seme nero. Quando Zick tornò a casa ovviamente Timothy lo rimproverò e presto la loro discussione si trasformò in una scenata, a quel punto tutti i mostri uscirono armati di zappa e la scatola col seme nero, corsero nel giardino di casa di Elena, si assicurarono che non ci fosse nessuno e lì iniziarono a discutere "Avanti Bombo, vai e piantalo." disse il gelatinoso "Me? perchè deve essere me Ben Talak?" chiese Bombo spaventato "Perchè tu sei il prescelto, tu hai le braccia, braccia che non sono di gelatina." rispose Ben Talak mentre dalle mani gli cadde la zappa "Ma anche Sgnakuz Bu ha le braccia." disse Bombo indicando il mostro in questione, ma lui preferì staccarsi tutte e quattro le braccia e nasconderle dietro Ben Talak e aggiunse "Quali bvaccia?" lasciando intendere al suo grasso "amico" che doveva farlo lui.
Bombo sbuffò, prese la zappa, la scatola col seme nero e iniziò a scavare, tutti gli altri mostri si nascosero dietro il muretto della casa per prepararsi al peggio.
Ma dopo circa un minuto Bombo tornò pimpante dai suoi compagni "Me lo ha fatto!" "Ti ha risparmiato? FANTASTICO! Adesso preparatevi amici, presto per la signorina Patata, fonte dei problemi di Timothy, avrà la lezione che si merita state a guardare!"

Rimasero lì a guardare il giardino, per ore, finchè non scese la sera, tutti rimasero lì, ma non succedeva niente, alla fine si sono addormentati lì mentre aspettavano che succedesse qualcosa.

Il mattino dopo, Harvey uscì per andare a lavoro mentre Elena rimase a casa per aiutare la madre, e non era ancora successo niente nel giardino.
Quando i mostri si svegliarono, rimasero delusi "Che fvegatuva!" disse Bu indignato e Ben Talak aggiunse "Pazzesco non è cresciuto nemmeno un viticcio, manco lo avessimo piantato con tutta la scatola… … …perchè lo hai tolto dalla scatola, prima di piantarlo, vero Bombo?" lui sorrise nervosamente.

Bombo fu costretto a disseppellire e recuperare la scatola, sta volta tutti si assicurarono che prendesse il seme e lo piantasse.
Tutti e sette i mostri erano nervosi, a Bombo tremavano le mani più di tutti, mise il seme nella buca con delicatezza avendo paura che si arrabbiasse, poi lo seppellì rapidamente… e tutti corsero ai ripari dietro il muretto.
Dopo circa un minuto di attesa diedero una sbirciatina al giardino e videro che era cresciuta una piantina, nuovamente delusi decisero di rincasare mentre Ben Talak continuava a rimproverare Bombo, dandogli la colpa del risultato ottenuto.

Quando i mostri rientrarono in casa, Timothy e Zick stavano di nuovo litigando, il motivo era lo stesso dell'ultima volta.
Approfittando di quella distrazione, i mostri si sono rintanati in soffitta, da lì potevano vedere meglio una piccola parte del quartiere, ma soprattutto il giardino di casa Patata "Non capisco, una volta piantato sarebbe dovuto nascere velocemente un orribile mostro vegetale, dove sono i viscidi tentacoli e le fauci inesorabili?!" pensò a voce alta Ben Talak "Fovse ti sei infovmato male Ben, o magavi Timothy ha distvutto il seme tempo fa." suggerì Sgnakuz Bu "Non è possibile distruggere una Pianta digerente, se muore la pianta, essa genera subito un nuovo seme da cui può fiorire una copia di se stesso, e il seme della pianta è praticamente indistruttibile, l'unica soluzione è rinchiuderlo e tenerlo lontano dalla terra." "Forse Me lo ha piantato al contrario." disse Bombo guadagnandosi solo occhiatacce da parte dei suoi compagni.

Elena a casa sua, per ordini della madre, doveva aiutarla con le faccende domestiche, in particolar modo pulire il bagno.
Lei mentre stava sgrassando il lavandino, sentì uno strano suono, un suono metallico. Quando il suono si fermò lei rimase lì confusa, poco prima che potesse dire alla madre di chiamare un idraulico, sentì qualcosa di viscido toccarle la gamba.
Lei saltò indietro urlando per lo spavento, ma non vedeva niente, non poteva essere il gatto, era in camera sua a sonnecchiare, poco dopo lo sentì di nuovo ma su entrambe le gambe.
Lei corse fuori dal bagno ma inciampò e sentì quella che sembrava una stretta alle caviglie, una forza invisibile la stava tirando e la voleva trascinare chissà dove.
Elena oppose resistenza tenendosi forte al telaio della porta e scalciando qualsiasi cosa l'abbia presa, non vedeva niente, non sapeva dove colpire ma con un po' di fortuna riuscì a liberarsi e a correre da sua madre.
"Elena cos'è successo? Cos'era tutto quel baccano?" chiese Julie preoccupata alla figlia, quando lei le corse incontro e si nascose dietro di lei "C-c-c'è qualcosa in bagno, qualcosa che… che…" balbettò Elena senza concludere la frase, Julie si diresse in bagno per vedere se si era rotto qualcosa, e capire cosa ha terrorizzato sua figlia… ai suoi occhi sembrava tutto apposto, pensò che Elena si era lasciata andare troppo all'immaginazione, sbuffò e tornò di sotto.
"Dovremmo chiamare qualcuno." propose Elena "Tesoro non era niente, calmati." "Ma io ho seriamente sentito qualcosa afferrarmi per le gambe e trascinarmi per… per… Oh porca bomba è stato terrificante!" "Forse dovresti smettere di leggere quei fumetti, non ti fanno bene." concluse Julie prima di dirigersi in cucina, solo per poi vedere che il pranzo che stava preparando era sparito, lei non capiva.

Elena non sapendo cosa fare, uscì e si diresse dal suo vicino, le aprì Greta "Oh ciao, non ti aspettavamo, ti ha invitato Zick?" chiese Greta "No signora, sono io che passavo perchè ho bisogno di parlare con Zick." rispose Elena entrando e cercando Zick, il quale era occupato nella sua stanza a cercare nella pancia di Bombo le scarpe che lui gli ha rubato.
Quando Zick sentì la voce dell'amica uscì dalla bocca di Bombo con un paio di scarpe, che aveva mangiato il mostro, e si diresse dalla sua amica, "Ciao Elena, cosa ti porta qui?" disse Zick con calma mentre Elena era in preda al nervoso, Timothy sentendo la voce di Elena si diresse verso la camera di Zick per origliare "Oh porca bomba, non so nemmeno da dove iniziare per spiegarti cosa è successo…" disse Elena in preda al panico, Zick la tranquillizzò, dopo aver fatto un respiro profondo parlò "Ero in casa mia e stavo pulendo il bagno, quando a un tratto ho sentito qualcosa prendermi per le gambe, pensando al gatto all'inizio non ci ho fatto molto caso, ma poi mi sono ricordata che Sfruscio non era con me in quel momento e subito dopo ho di nuovo sentito quella presa sulla mie gambe… la cosa che mi ha lasciato più a disagio è che non ho visto niente, era come se un animale invisibile mi avesse preso e volesse trascinarmi nella sua tana." disse Elena lasciando di stucco Zick e Timothy "Sei sicura?" "Sono sicura Zick, è stato terrificante, ti prego tu vedi i mostri puoi vedere che cos'era e aiutarmi a scacciarlo." "A-a-aspetta non è cos… eh…" a Zick in quel momento scappò uno starnuto e iniziò a grattarsi il naso, Timothy vedendo Zick fare così capì che effettivamente c'era qualcosa che non andava.

Timothy corse fuori di casa e si diresse alla casa di Elena, si arrampicò su un albero, e usando le sue unghie scassinò la serratura delle finestre, entrò dalla camera della ragazzina e iniziò a girovagare per la casa finchè non trovò il bagno, e lì vide quella che sembrava una pianta farsi largo dai tubi di scarico.
la pianta occupava tutta la stanza, da essa si potevano vedere diversi baccelli rossi, con dei lineamenti simili a bocche con denti affilati spuntare dai quei tentacoli vegetali.
Dopo qualche primo momento di stupore, Timothy illuminò il suo petto facendo apparire uno strano simbolo simile a una stella, da esso lanciò un raggio di energia abbastanza forte da respingere la pianta e farla ritirare nei tubi fino a farla sparire.
Ovviamente Julie si accorse dei suoni e si diresse verso la loro origine, Timothy si affrettò a correre fuori di casa senza farsi vedere e ritornare a casa sua in fretta.

Quando Timothy rientrò si diresse spedito verso la soffitta, lì c'erano tutti i mostri che giocavano a carte per ammazzare il tempo, si mise a cercare in tutta la soffitta in modo frenetico e sempre più seccato, sentendo il rumore che stava facendo, Zick lasciò un attimo Elena per controllare la soffitta e a lui si affiancarono i suoi nonni fantasma.
“Lo sapevo!” urlò Timothy guardando storto i mostri della casa “Cosa lo sapevi?” chiese la nonna “C’è una pianta digerente in giro! E curiosamente la scatola dove avevo conservato il seme di quella pianta, è sparita!” disse Timothy lasciando quasi tutti di stucco, poi rivolse la sua attenzione sui mostri “Voi babbei ne sapete qualcosa?” a quel punto Bombo crollò ai piedi del tutore in lacrime e confessò tutto “Me chiede scusa, essere stati noi.” disse lui mentre i suoi compagni si misero le mani in testa.
Mentre Timothy li guardò tutti con disappunto, Ben Talak si fece avanti “Cerca di capire Timothy noi volevamo aiutarti…” “Liberando un mostro pianta contro una ragazzina?” “…beh detta così non sembra una bella cosa, ma suvvia la pianta strapazza ma non ammazza, volevamo solo rimescolarle un pochino le mostrine.” il nonno intervenne “Gli umani non hanno le mostrine, noi siamo fatti di sangue, ossa, carne, muscoli!” “Cosa sono le mostrine?” chiese Zick e sua nonna rispose “Sono come le cellule umane, ma… più brutte, tanti piccoli mattoni che formano i mostri.” “E anche la pianta che questi cialtroni hanno liberato!” aggiunse Timothy “Ma mi spieghi perché avevi qui un seme simile?” chiese Zick “Prima che Oldmill diventasse il quartiere più vecchio di Bigburg era un’ampia zona di campagna, quando ancora c’erano pochi umani in questa zona, c’era anche annidata la pianta digerente e IO per evitare che facesse danni l’ho combattuta, e quando finalmente l’ho battuta per evitare che rinascesse ho preso in custodia il suo seme.” “Non puoi abbatterla si nuovo?” “Certo che posso, il problema è che quelle piante sono dure a ‘morire’ ho dovuto combatterla per una settimana prima che si stancasse… e adesso che il quartiere si è sviluppato così tanto, sarà dura combatterla senza dare nell’occhio.” i nonni di Zick si scambiarono uno sguardo, era evidente che entrambi stavano pensando la stessa cosa. “Sai Timothy io conosco un modo per facilitarti il compito… basta solo che tu porti Zick dalla pianta.” disse il nonno “ASSOLUTAMENTE NO!!! Lui non si avvicinerà alla pianta digerente!” “Quindi che intendi fare? La combatterai di nuovo per una settimana?” “Per prima cosa devo fare rapporto, poi se riesco a ottenere la complicità dei tutori massimi forse potrò occuparmi di quella maledetta pianta… per quanto riguarda voi due… azzardatevi a dire qualcosa a Zick e siete doppiamente morti!” disse Timothy mentre si diresse fuori dalla soffitta, trovandosi di fronte Elena, lui miagolò e poi se ne andò.
Quando Zick scese lei gli disse “Ma con chi stavi parlando? Ho sentito delle urla.” “Niente è solo il mio gatto che ha un caratteraccio.” commentò Zick mentre si grattava il naso sperando di non starnutire ancora “Comunque, prima quindi hai sentito…” “Più o meno, non ci ho capito molto, solo chi urlava in un certo senso ho sentito chiaramente… ma chi era che urlava?” “Il gatto.” rispose Zick con indifferenza lasciando Elena confusa.

Quando Elena se ne andò Zick venne raggiunto nella sua stanza dai suoi nonni fantasma, “Dimmi la verità figliolo, lei ti piace eheheh.” chiese il nonno dandogli dei colpetti col gomito facendogli l’occhiolino, al che la nonna lo prese per le spalle e lo allontanò da Zick “Theo, lascialo stare, non vedi che lo metti in imbarazzo?” disse la nonna mentre suo marito continuò a sghignazzare “Nonno scusa, perché prima avevi proposto di far provare me a gestire la pianta mostro?” i suoi nonni impallidirono in un secondo “Beh ecco…” il nonno rivolse di nuovo lo sguardo verso la moglie in cerca di aiuto e lei disse “Pensavamo che un aiuto potesse essere utile a Timothy.” “E come? Gli faccio da stuzzicadenti?” “No… tecnicamente non so come funziona, ma se le… o gli vai a parlare, e ordini con convinzione dovrebbe obbedirti.” rispose il nonno “Mi sembra solo un modo per farmi masticare da un mostro.” fece notare Zick “Puoi anche pensarla così caro, ma ciò non toglie che non sei come gli altri… tu sei… speciale.” gli disse la nonna “Solo perché vi vedo e sento?” “Zick, sul serio… se c’è qualcuno che può mettere fine in fretta a questo problema sei tu… forse non te ne rendi conto, ma hai un potenziale che… è così grande da fare spavento, e se non credi al fantasma di un vecchio, prova a credere ai tuoi occhi.” concluse il nonno prima di sparire attraverso una parete con sua moglie, lasciando Zick confuso ma ispirato.

Zick dalla sua finestra guardò la strada per un po’, voleva capire che cosa voleva dire suo nonno, ma mentre rifletteva, vide che dei tombini si stavano aprendo e facevano spazio a quelli che sembravano degli steli.
Zick corse subito a cercare suo nonno e lo avvertì di ciò che aveva visto, “Mi venisse un colpo!” “Un altro?” “Nonno, la situazione è preoccupante se davvero posso fermare tutto questo ho bisogno di sapere come.” gli disse Zick “Per prima cosa dobbiamo vedere quanto si è espansa la pianta, aspettami qui.” il nonno attraversò il pavimento.
Il vecchio Theo si diresse spedito verso le fogne per vedere la situazione e li la pianta lo minacciò di staccargli la testa con un morso, fortuna che era già morto, lui ritornò subito da suo nipote “Zick, la faccenda è grave, di questo passo si espanderà in tutta Oldmill.” “Cosa posso fare per fermarla?” “Raggiungila nel suo ambiente e ORDINA di fermarsi, oppure catturala.” “Cosa!?!? E come?” “Lo ammetto non lo so, ma so che puoi farcela… coraggio ragazzo fatti valere.” Zick non era sicuro di ciò che doveva fare, ma il sentirsi dire insistentemente di agire alla fine lo convinse di malavoglia a fare qualcosa, si armò con una pala, si diresse verso uno dei tombini che la pianta aveva scoperchiato, si tappò il naso e si calò giù, solo che mentre scese, non si rese conto di essere osservato dalla sua vicina.

Quell’ambiente umido, buio e puzzolente era un incubo per uno come Zick, ma bene o male riuscì a farsi strada fino a trovare il fulcro della pianta digerente.
La pianta era cresciuta fino ad occupare tutto lo spazio del tunnel, e diversi tentacoli con quei baccelli simili a bocche e si avvicinarono a lui e gli parlò, la sua voce era una e allo stesso tempo mille diverse tutte insieme “Faaaaameeeee.” Zick inghiottì un groppo di saliva cercò di schiarirsi la gola “Capisco… ma state provocando dei danni al quartiere la sopra, per ciò se potreste… no, dovete calmarvi!” “Noi abbiamo sempre fame… anche dopo aver consumato il quartiere… nel nostro stomaco rimarrà il vuoto…” Zick iniziò a fare dei passi indietro maledicendo mentalmente il nonno, quando sentì alle sue spalle una voce chiamarlo “Elena! Che fai qui?!” chiese Zick sotto shock “Che ci fai tu qui? Ti ho visto scendere e mi chiedevo cosa avessi in mente!” rispose Elena secca, mentre intorno a lei la pianta cercava di avvicinarsi a lei con le fauci spalancate.
In quel momento dentro Zick un’emozione si fece sempre più forte, e senza rendersene conto “Non toccarla!” urlò Zick, Elena guardò l’amico con uno sguardo abbastanza spaventato, i suoi occhi erano diventati di un rosso accesso che brillava al buio.
Zick non era sicuro di come o di cosa avesse fatto, ma la pianta effettivamente aveva preso le distanze dalla ragazzina, e si rivolse nuovamente tutta la sua attenzione su Zick “Tu hai… usato il Dom… sei un domatore… sei un pericolo!” disse la pianta, Zick non capì di cosa stesse parlando la pianta e prima che potesse anche solo farsi un’idea, la pianta gli chiuse la bocca con i suoi tentacoli e subito dopo lo sollevò di peso.
Elena assistette alla scena a bocca aperta, il suo amico era a mezz’aria e si dimenava come se non potesse muoversi, la ragazza capì in un secondo cosa stava accadendo e desiderosa di aiutare Zick, pur non sapendo come, iniziò a dare pugni al vuoto, il suo avversario era invisibile ma era lì, matematicamente doveva cercarlo con gli altri sensi per trovarlo e combatterlo, o al meno nella sua testa questo ragionamento aveva senso.
Elena riuscì a dare un pugno a qualcosa, pur non vedendolo, ma quando stava per dargli un altro pugno anche lei venne immobilizzata e sollevata da terra.
La pianta avvicinò i due ragazzini alle sue bocche, ma prima che fosse troppo tardi, Zick riuscì a liberare la bocca dai tentacoli vegetali, e urlare sempre con quella sensazione di forza in corpo “Fermatevi!” e subito dopo “Liberateci!” la pianta ubbidì, dopo averli lasciati provò ad avvicinarsi come un enorme branco di animali feroci, mordono l’aria in segno di minaccia, soffiano, ringhiano e ruggivano ma Zick con il suo potere la teneva a distanza tutto sotto gli occhi attoniti di Elena,la quale non capiva cosa stesse succedendo, ma sembrava che qualsiasi cosa stesse facendo Zick funzionasse.
Alla fine stanco di dover tenere a bada la pianta, Zick prese un respiro profondo e urlò a pieni polmani “Fermatevi! Per! Sempre!” la s’immobilizzò all’improvviso, la pianta era paralizzata, sembrava una statua tanto era rigida, Zick prese un respiro di sollievo e si tranquillizzò, la luce rossa che avevano i suoi occhi svanì e Elena lo notò, prese l’amico sotto braccio e chiese “Zick ma che cosa è successo?” “Credo di aver risolto la situazione per il momento, non so ancora come farlo sparire, ma di certo so come gestirlo.” “Mi devi raccontare tutto!” esclamò Elena spaventata ma al tempo stesso eccitata, anche se loro non se ne accorsero, ad assistere alla scena da un angolo buio c’era Timothy.
Quando i due ragazzini uscirono dalle fogne, Timothy si fece avanti con uno sguardo serio e impassibile, e con un raggio di luce bruciò viva la pianta mostro, finchè della pianta non rimasero le ceneri e un nuovo seme nero.

Elena e Zick passarono il resto della giornata seduti sul muretto, a parlare e cercare di capire lo strano potere di Zick, che a proposito, lui notò che Elena era piena di felicità, molto di più della prima volta che si sono incontrati.
Quando entrambi decisero di rientrare, Zick prese il suo spray per alleviare i sintomi delle sue allergie e subito dopo corse da suo nonno.
Quando trovò i sui nonni fantasma in camera sua iniziò a parlare molto velocemente, tanto era pieno di domande e di energia dovuta all’adrenalina di quanto accaduto, i suoi nonni provarono a far calmare Zick o farlo tacere, ma lui non sembrò ascoltarli preso dal discorso frenetico.
“Dunque è così? Avete disubbidito ai miei comandi.” disse Timothy dall’ingresso della camera di Zick mentre stringeva tra le zampe il seme nero “Mi dispiace Timothy, ma il nostro compito prima di morire era aiutare i mostri a tenere la vostra esistenza segreta e quella pianta si stava diffondendo peggio di una piaga…” disse la nonna prima di essere interrotta da Timothy che alzò la zampa, il tutore rivolse uno sguardo inquisitorio verso Zick, poi ritornò a guardare i fantasmi “Capisco le vostre buone intenzioni, ma avete permesso a un domatore di sviluppare il potere della voce e già SOLO questo e grave… perché comunque un umano si è reso conto della pianta… o meglio, un’umana.” Zick e i suoi nonni impallidirono, i nonni guardarono Zick e lui sorrise imbarazzato “Mi vedo quindi costretto a prendere delle precauzioni.” concluse Timothy quando a Zick ritornarono gli occhi rossi luminescenti “Lasciala stare!” ordinò Zick “Come osi usare il tuo Dom contro di me!” Zick rimase confuso mentre sul petto di Timothy riapparve il simbolo luminoso, ed era prossimo a fare chissà che cosa quando i suoi nonni si misero in mezzo “Calma calma calma! Timothy ti prego calmati! Lui non sa cosa sta facendo.” “Sbagliato Theo! Lui lo sa bene, credi forse di controllare ME?!” rispose Timothy mentre la luce sul suo petto si fece più intensa “Timothy no! Zick lo promette! Non lo farà più… ti prego è solo un bambino.” aggiunse la nonna, il tutore guardò prima i fantasmi, poi Zick, i suoi occhi tornarono normali mentre confuso e in cerca di risposte guardava i suoi nonni.
Timothy continuò a guardarlo storto mentre il suo simbolo e la luce sparirono “Che non succeda mai più… ricordatevi che in questa oasi di detenzione comando io, e io vi tengo d’occhio… tutti!” Timothy si allontanò, i nonni di Zick tirarono un sospiro di sollievo, poi si rivolsero al nipote "Per il tuo bene Zick, non farlo mai più." disse la nonna "Ma che cosa è successo? Perchè non ha funzionato? Cos'era quello stemma? E poi… come facevate a sapere che sarei riuscito a… domare la pianta mostro?" i suoi nonni sospirarono quasi in segno di esasperazione "Ascolta figliolo, come ti ho detto prima, non posso dirti molto, anche se ci sono cose che vorremmo dirti… ma un po' per ordini di Timothy, e per il tuo stesso bene non possiamo dirteli, non sei pronto a sapere…" Greta fece irruzione nella stanza "Non una sola parola papà!" l'attenzione dei tre si concentrò su di Greta, la quale con tono e sguardo serio guardava tutti.
Lei incrociò le braccia e i sui genitori sparirono dalla stanza del nipote, Zick si rivolse alla madre interrogativo, ma lei lo guardò tristemente prima di lasciare la stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Greta poggiò la schiena sulla porta e si lasciò scivolare fino a toccare terra, venne raggiunta dai sui genitori, che provarono ad abbracciarla, anche se lei non poteva percepire il loro tocco, percepì il loro affetto.

"Messaggio telepatico, messaggio telepatico… consiglio dei tutori massimi di Bibbur-sì, qui è il tutore stellato Timothy Moth, il domatore in mia custodia sta cominciando a ribellarsi ai miei comandi sempre di più… oggi ha affrontato una pianta digerente e l'ha domata sviluppando il potere della voce… vi chiedo di essere pronti a intervenire se la situazione dovesse peggiorare." "Collega tutore stellato Timothy Moth, qui parla il tutore massimo Deputhy Deth, purtroppo abbiamo dei problemi qui nella città sospesa e non potremo intervenire tanto presto, ma avviseremo tutti i tutori più vicini alla tua zona per darti supporto immediato." "Chi c'è nelle mie vicinanze se posso chiedere?" "Molti sono tutori stellati come lei collega, i tutori che non hanno in custodia dei domatori saranno molto probabilmente i soli che potranno agire, tutori come Marilys Mis, Barbegio Bigio, Mercyrius Marx e molti altri… sarà difficile che lascino le proprie oasi e i loro tutelati." "Immaginavo, infondo anche loro hanno a che fare con dei domatori." "Li avvertiremo comunque collega tutore stellato, in caso di emergenza manderemo subito un membro del consiglio in tuo supporto, nel frattempo dovrebbero venire nella sua zona i tutori residenti più disponibili." "Molto bene, la ringrazio tutore massimo Deputhy Deth, qui Timothy Moth passo e chiudo."

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: La città sospesa. ***


Capitolo 2: La città sospesa.

Circa due giorni dopo l'incidente della pianta digerente qualcuno si avvicinò a casa Barrymore, e miagolò.
Timothy sentendo il miagolio andò ad aprire affiancato da Greta, alla porta c'era un gatta grassa col pelo color grigio chiaro, legata al collo c'era una corda che la legava a tre mostri: un bombo, uno violaceo senza braccia e con più facce e uno bianco che sembrava un pagliaccio che indossava un paio di tacchi e una cintura che gli sprofondava nella pancia.
Il petto della gatta s'illuminò mostrando un simbolo simile a tre cerchi "Benvenuta collega, ti ringrazio per la tua disponibilità." disse Timothy "Nessun problema collega stellato, io sono la tutrice Larraley Tuth." "E loro chi sono?" chiese Greta "Loro sono i miei tutelati, sono sotto arresto e in fase di rieducazione, non potevo di certo lasciarli da soli nell'oasi." rispose la tutrice "E che cosa la porta qui tutrice Larraley Tuth?" chiese sempre Greta "Ho fatto rapporto al consiglio di Bibbur-sì l'altro giorno, in parole povere, ho preso provvedimenti." disse Timothy con tono serio "Fammi capire bene? Da adesso loro vivranno qui?" chiese Greta leggermente alterata "Fino a nuovo ordine sì, ma stia tranquilla signora Barrymore non si accorgerà della nostra presenza." disse la tutrice mentre si faceva largo in casa e trascinò dentro i suoi mostri.

Zick si stava rilassando leggendo un libro, una storia horror su un personaggio fittizio "la donna spaventosa" e la sua storia.
Quando all'improvviso sentì delle risate provenire dal soggiorno, chiuse il libro e scese a vedere, e vide i mostri parlare e fare amicizia con degli altri mostri che non conosceva, mentre li guardava interrogativo vide Timothy con una gatta "Buongiorno Zick, ho l'onore di presentarti la mia collega Larraley Tuth e i suoi tutelati saranno qui con noi per un po'." disse Timothy, Zick salutò leggermente con la mano mentre i due tutori raggiunsero i mostri in soggiorno "Va bene gente tutti in riga!" ordinò la tutrice "Come ben saprete, per un po' saremo coinquilini in questa casa, per ciò io e il mio collega stellato abbiamo parlato per rivedere le regole della casa, modo da evitare di-" Larraley venne interrotta quando si udì il rumoroso suono di un peto, tutti i mostri nella stanza iniziarono a lamentarsi e incolparsi tra di loro "Bombo mannaggia a te!" disse Bu "Ma non è stato me, è stato Bombo." "Aha! Allora lo ammette." disse Ben Talak ma poi Timothy si fece sentire "Signori calmatevi! Permettetevi di ricordarvi un dettaglio importante: tutti i Bombi si chiamano Bombo. Per questo motivo, con il consenso della mia qui presente collega, abbiamo deciso di ribattezzare il Bombo SUO tutelato: Numero 2. Che è stato condannato otto volte per rumori molesti, e presto le condanne diventeranno nove." concluse Timothy con sguardo serio verso il Bombo in questione, il quale rispose "Suvvia, me scherzava." "Numero 2 questa non è casa tua, questi scherzi non sono tollerati, ora di nuovo tutti in riga." disse Larraley "Sissignora." disse il mostro a più facce, ma poi una delle sue facce si rivolse all'altro e disse "No non voglio!" e l'altra faccia disse "Ti prego non fare il difficile ubbidisci se no è peggio." "Perchè ogni volta che la cicciona ordina devo sempre dire 'sì' io mi rifiuto! Io protesto!" Larraley si diede una zampata in fronte esasperata, mentre il mostro a più facce a cominciato a prendersi a calci e a morsi da solo.
Zick a quella scena si mise a ridere, anche se non capiva perchè quel mostro si comportava così, per sua fortuna suo nonno, che passava di lì gli spiegò la situazione "Vedi Zick, quel mostro: è uno Zamurro. E come puoi vedere sono mostri collettivi, quindi per evitare di fare danni a se stessi e agli altri, devono essere equilibrati e tutte le personalità devono andare d’accordo… tutti sono così, tranne lui naturalmente." concluse il nonno facendo ridere di nuovo Zick, Larraley alla fine perse la pazienza e con un raggio fotonico lanciato dagli occhi, mirando al pavimento, riottenne l'attenzione di tutti "E' mai possibile che mi dobbiate far fare queste figure di fronte a… fermi tutti! Lui dov'è? Dov'è Chumba Bagingi?!" Disse Larraley, con l'aiuto di Timothy si misero a cercare il mostro in questione.
Zick decise di aver visto e abbastanza e stava per ritornare a leggere in camera sua, ma sua madre lo chiamò per aiutarla a spostare delle scatole, con gli effetti personali della tutrice appena arrivata, Zick prese la scatola più piccola e notò che era molto pesante.
Mentre faticava per salire le scale, la scatola si ruppe da sotto e il mostro che i tutori stavano cercando cadde lungo le scale, quando i tutori e Chumba incrociarono lo sguardo, Chumba fece il gesto dell'ombrello e si mise a correre su per le scale scavalcando Zick e Greta.
Larraley gli corse dietro urlandogli contro "Fermati! Teatrante da strapazzo!" al sentire le parole della tutrice, Greta impallidì, Zick la guardò interrogativo "Lo sai che i mostri rispettano la legge dell’invisibilità, per il bene di tutti… ma alcuni non resistono e si mettono in mostra per il solo gusto di essere visti, per i mostri è un grave crimine." concluse Greta mentre Timothy corse per le scale per dare supporto alla collega.
Chumba si chiuse in soffitta e da dietro la porta disse con tono di superbia "Ahah! Il grande Bagingi saluta e se ne va! Addio squallida galera! Bentornata libertà! ahahah." purtroppo Chumba non aveva calcolato i raggi energetici dei tutori, con un colpo abbatterono la porta, Chumba corse verso la finestra e la sfondò con il suo corpo.
Chumba si arrampicò sul tetto e si mise a correre alla ricerca di qualcosa, quando trovò i cavi della corrente si tolse la cintura e la usò come una carrucola per lanciarsi di sotto urlando "Libertà!!!" ma il suo peso era troppo e si schiantò di faccia sul marcia piede, subito dopo i cavi si raddrizzarono catapultando Chumba in aria.
Chumba precipitò e si schiantò nel giardino, o meglio, nella serra di Greta distruggendo tutto, lei non la prese molto bene, raggiunse ciò che restava della serra con marcia decisa, prese Chumba per i tentacoli che aveva in testa e lo trascinò di nuovo dentro casa.
"Io protesto! Non potete trattarmi così, tentare l'evasione è un mio diritto!" disse Chumba "Certo, e tenerti rinchiuso è un mio dovere." rispose Larraley "Non mi sarei accorta della vostra presenza eh?" disse Greta "Mi occuperò personalmente delle riparazioni della tua serra, Chumba mi aiuterà, che lo voglia o no." "Non puoi costringermi a farlo!" "L'hai rotta tu, la ripari TU!" mentre i tre stavano discutendo, qualcuno suonò il campanello.

I due tutori fecero rinchiudere in soffitta tutti i mostri mentre Greta andò ad aprire la porta, erano Elena e sua madre e avevano entrambe l'aria di essere preoccupate "Oh salve, lei deve essere la madre di Elena." disse Greta "Si signora, è un piacere incontrarla, scusi il disturbo ma prima abbiamo sentito dei rumori, che cosa è successo?" rispose Julie "Oh niente di grave, solo un teppista che ha vandalizzato la serra in giardino." disse Greta con tono ironico mentre accolse in casa le due ospiti.
Greta e Julie si sistemarono in soggiorno e si misero a parlare del più e del meno, specie di come i loro figli andavano d'accordo, Elena invece si diresse al piano superiore per cercare il suo amico.
Elena trovò quasi subito la stanza di Zick e lo trovò sul suo letto a leggere "Oh ciao Elena come va?" disse Zick "Va che sei sparito da due giorni! E non mi hai detto più niente del mostro nelle fogne." rispose Elena "Ah già, scusa è che… ho cercato risposte ma non sono riuscito a ottenerle." "Hai qualche teoria?" "Solo che oltre a vedere i mostri li posso… domare, non so come faccio ma è pazzesco." "Porca bomba, ma non puoi chiedere informazioni hai mostri che hai in casa? Che a proposito, dove sono? Sono qui?" "Per prima cosa a chi credi che abbia chiesto risposte? Primo, secondo, loro non sono qui ci siamo solo noi… e credo che nessuno mi darà le risposte che cerco." "In questo caso, dovremo cominciare a cercare le risposte per conto nostro Zick… Ehi magari quando arriverà Charlie potremo fondare un team e…" "Aspetta, deve arrivare chi?" "Oh giusto, è uno dei miei amici più cari, si chiama: Charlie Schuster. Lui viaggia sempre, ma prima che inizi la scuola dovrebbe arrivare nel quartiere." "Ehm… non sono sicuro, non so se non te ne sei accorta, ma io di solito non piaccio alla gente." "Non temere Charlie va d'accordo con tutti vedrai, comunque senti io devo portare per conto di mia madre una cosa da mio zio Ronny, lui abita in centro a Bigburg ti va di accompagnarmi?" chiese Elena tirando fuori dalle tasche dei biglietti per il bus "In centro? N-non lo so, non ci sono mai stato." rispose Zick, Elena rimase stupita per qualche secondo, poi prese una decisione al posto dell’amico, gli prese la mano e iniziò a trascinarlo, Elena avvisò sua madre di quanto stava per fare ed era pronta ad uscire, ma quando aprì la porta si ritrovò davanti la zia Ermelia poco prima che toccasse il campanello.
Se prima Zick non era convinto per via delle sue allergie e l'inesperienza, la presenza della zia gli fece cambiare idea in un secondo e i due corsero alla fermata del bus più vicina.

Una volta nel bus, Zick prese diverse volte il suo spray per le allergie e stabilizzare naso e gola, lungo il viaggio era preso dall'ansia e Elena cercava in tutti i modi di farlo distrarre.
Una volta scesi dal bus si fecero una bella passeggiata, perdendosi e ritrovandosi per le vie della megalopoli, mentre camminavano Zick notò che sui palazzi più alti, c’erano dei mostri di specie che non aveva mai visto prima che si arrampicavano sulle pareti, indossavano delle selle che trasportavano altri mostri verso l'alto.
Guardando meglio sopra la sua testa, nel centro di Bigburg sorgeva un'altra città, composta da bozzoli, ascensori, mostri da trasporto, ponti ma soprattutto mostri.
Mostri come quelli che vivevano a casa sua e mostri che non aveva mai visto, alcuni erano per strada e si confondevano tra gli abitanti pur tenendosi a distanza di sicurezza.
Zick rimase incantato alla vista, Elena ha dovuto scuoterlo per farlo rinsavire, avrebbe tanto voluto: salire su un ascensore, visitare quella città sospesa e voleva sapere come fosse possibile che ci fosse un'altra città, enorme, sospesa nel vuoto che si appiglia ai palazzi come una ragnatela.
Ma perchè nessuno si accorse di niente?
Che anche la città fosse invisibile come i mostri?
Mentre Zick si faceva domande a cui non avrebbe avuto risposta, per un attimo, solo per un istante, si sentì strano… la sensazione era simile a quella che ha provato contro il mostro pianta, ma diversa era come se avvertisse una presenza, una presenza che lo attirava, un richiamo che istintivamente gli diceva di raggiungerlo.
Ma alla fine Elena lo prese per mano e ricominciò a trascinare "L'ho capito che non sei mai stato in centro e sei meravigliato da tutto quello che vedi… ma non puoi fermarti ad ogni angolo per stupirti di tutto." gli disse Elena, Zick non disse nulla, perchè non trovava le parole per dirle della città dei mostri, e di quelle strane presenze che avvertiva, perchè ne percepì diverse lungo la via per la casa dello zio di Elena e tutte lo stavano chiamando.

Una volta raggiunto l’indirizzo, conosciuto lo zio e il cuginetto di Elena, lei consegnò alcune lettere che il postino consegnò per sbaglio aveva spedito a suo padre, mentre Zick ammirò da un po' più vicino uno dei bozzoli di quella città sospesa, a un certo punto su uno ponti sospesi passarono un Bombo e un Gingi, erano abbastanza vicini da poterli vedere dalla finestra, quando i due si resero conto di essere osservati da Zick diressero i loro sguardi su di lui.
Zick in tutta risposta li salutò con la mano, ma per qualche motivo i due mostri si misero a correre fino a sparire dalla sua visuale.
Zick non capì il comportamento di quei mostri, ma non ci pensò più di tanto e tornò da Elena e da suo zio, dopo pranzo i due ragazzi lasciarono la casa dello zio e si diressero verso la fermata del bus più vicina per tornare Oldmill, Zick rimase di nuovo incantato dalla città sospesa, avrebbe voluto scoprire prima della sua esistenza.
Ma ciò che lo lasciava perplesso erano quelle strane presenze che avvertiva, avrebbe voluto seguire il richiamo e scoprire cosa lo chiamasse, ma Elena lo richiamò "Ma si può sapere che ti prende? E perchè hai i fanali accesi?" scherzò Elena vedendo gli occhi di Zick brillare di rosso, Zick cercò di formulare una frase di senso compiuto ma non ci riusciva, non sapeva come spiegarlo, a Elena non piaceva questo mugugnare di Zick e voleva che l'amico gli parlasse chiaro, alla fine raggiunsero la fermata del bus.
Era vicina al municipio della città dove in quel momento un numero spropositato di giornalisti erano presenti, dalla strada principale che conduceva al municipio vi erano diverse persone che esultavano, sventolavano sia le bandiere americane che quelle di un partito politico.
A quanto pare qualcuno avrebbe dovuto tenere un discorso come candidato nuovo presidente, che i due ragazzi lo volessero o meno si ritrovarono ad ascoltare prima le grida di felicità degli adulti, facendo un chiasso ingiustificato, se non fosse arrivato in tempo il bus, avrebbero dovuto ascoltare anche il discorso di quell'uomo: era vecchio, vestito con un completo elegante, pochi capelli in testa, ed era piuttosto grosso di corporatura.
Mentre l'uomo in questione, affiancato da due guardie del corpo, salì le scale dell'ingresso del municipio, lui scorse Zick che lo fissava da lontano, non ci avrebbe fatto caso più di tanto, se non avesse visto gli occhi di Zick diventare rosso luminoso.
Una delle sua guardie del corpo lo scosse e gli ricordò del discorso che doveva tenere, lui si sistemò la cravatta e si diresse sul leggio.
"Buongiorno Bigburg, è un piacere essere qui per dare nuova voce al partito 'Nuova America' per rappresentare il volere di tutti noi VERI americani: rendere il nostro glorioso paese di nuovo grande! -seguirono applausi scroscianti- Per chi ancora non mi conoscesse io sono: Montgomery Magnacat. È per me un onore farmi carico, di questo sogno… no, questa missione… morale, visto il desiderio di cambiamento del mio partito, per questo nuovo capitolo che vogliamo portare all'America, abbiamo deciso di cambiare il nome e il logo del partito… è con orgoglio che vi comunico che da oggi in poi non saremo più 'Nuova America' ma 'I visionari'…" seguirono altri applausi scroscianti per lui, e per fortuna dei due ragazzi il bus arrivò e loro poterono tornare a Oldmill, poco prima che Zick salì, ebbe una visione, un mostro che non aveva mai visto: con tentacoli come gambe, tutto verde scuro bitorzoluto, tre occhi e nella sua testa percepì una forte sensazione di astio nei confronti di Zick.

Finito il discorso, Montgomery, affiancato dalle sue guardie del corpo, salirono una macchina nera e se andarono, si fermarono ai piedi di un grattacielo, signor Magnacat venne accolto da quella che sembrava la sua segretaria, gli stava ricordando la sua agenda tra incontri con i suoi colleghi del partito, altre conferenze e vita privata.
Ma al momento egli aveva altri pensieri per la testa e doveva fare un'altra cosa altrettanto importante, salì sull'ascensore e salì fino all'ultimo piano del palazzo con le sue guardie, una volta sul tetto lui e le sue guardie cambiarono aspetto, fino ad assomigliare ai mostri con tre occhi che vide Zick prima.
I tre mostri allungarono i tentacoli delle gambe più del dovuto per salire sul ponte più vicino della città sospesa, e da lì in poi si misero in marcia per una destinazione ben precisa: il bozzolo centrale della città sospesa. Il bozzolo più grande di tutti, decorato con un simbolo simile a un triangolo rovesciato con tre occhi sui lati.
Chiesero alle guardie di entrare e loro li lasciarono passare, salirono al primo piano, dove a un tavolo rotondo c'erano quattro mostri, tutti della stessa specie: tre occhi, visi pallidi, pelle azzurro scuro, con lo stesso simbolo che è inciso all'esterno del loro bozzolo sul petto, con indosso solo dei mantelli con delle piume sulla parte del colletto.
"Chiedo scusa per il disturbo tutori massimi." disse il mostro "Sei arrivato in fretta Magnacat." commento uno di loro, "Mi stavate aspettando?" chiese Magnacat, l'unico membro del consiglio con gli occhiali prese parola "Avevamo in programma di convocarti qui, e discutere di questa tua… iniziativa." "Quale iniziativa tutore massimo Jeremy Joth?" chiese Magnacat e Jeremy rispose tirando fuori dal mantello un giornale con su scritto: Montgomery Magnacat nuovo volto del partito di estrema destra. "Ti volevamo convocare per sapere di questa pagliacciata." Magnacat dopo qualche attimo di sorpresa prese parola "Cari tutori massimi, potete credermi se vi dico che non ho agito per scherzo, ma con uno scopo preciso." "E sentiamo quale sarebbe questo 'scopo'?" chiese Deputy Deth con tono sarcastico "Se riesco a farmi eleggere come presidente degli stati uniti, avrò accesso a tutto! Chiavi della città, l'esercito e ovviamente… il loro arsenale nucleare…" Jeremy Joth intervenne "Non starai suggerendo di muovere guerra a caso?" "Non a caso, contro i domatori, gli umani sono immuni al loro potere del controllo, potranno tornarci utili in un modo o in un altro per vincere la guerra contro i domatori." concluse Magnacat con un largo sorriso e lì un altro tutore massimo si alzò indignato "Usare gli umani come carne da cannone?! Ma sei pazzo?! Gli umani non sono pronti a sapere del Poddum-sì! E di certo non possono scoprirlo così." "Sono d’accordo come il collega tutore massimo Carnaby Croth, non possiamo coinvolgere gli umani nei nostri affari, le guerre ancora meno, il potere dei domatori è troppo forte! Le armi umane non saranno mai abbastanza efficaci e sacrificarli per poterci portare alla vittoria è ESCLUSO." concluse Jeremy, Magnacat fece un espressione delusa "Direi che siamo d'accordo, questo tuo gioco è finito, ritirati dalle elezioni… e ora vai via di qui." concluse il tutore massimo Deputhy Deth "Io non sono venuto qui per parlarvi del mio programma elettorale, o almeno non solo per quello." disse Magnacat con tono sicuro "Mentre ero per strada… sono più che sicuro di aver visto un domatore." disse Magnacat lasciando stupiti i suoi accompagnatori, che avevano passato tutto il giorno con lui, ma non si sono accorti di niente "Un domatore? E dov'è la novità? Lo sappiamo che ci sono dei domatori a Bigburg." Magnacat rimase basito dalla risposta dei tutori "Come sarebbe 'lo sapevate'? La più grande minaccia del mondo dei mostri si muove a piede libero per la città degli umani, e voi glielo lasciate fare?!" rispose Magnacat indignato "E' per questo che esistono i tutori stellati… almeno finchè sono da soli si possono gestire, e la fortuna di Bigburg è che anche se si percepissero tra loro, non si troverebbero mai." "E se si trovassero e coalizzassero? Dovrebbe prendere questa situazione con più giudizio se vuole un mio parere tutore massimo Bartley Bath." "Tu pensa a far finire questa pagliacciata del politico, mentre noi pensiamo a Bibbur-sì e i domatori presenti in città." rispose Bartley seccato, prima che Magnacat potesse rispondere, il tutore massimo Jeremy Joth chiamò i tutori guardia e fece scortare fuori, lui e i suoi accompagnatori.

Magnacat, lasciò scontento il bozzolo dei tutori massimi con i suoi tirapiedi e mentre percorrevano il ponte sospeso uno si fece avanti "Signore, lei aveva ragione a essere preoccupato per quel domatore." disse uno dei suoi tirapiedi "Ti ringrazio Omniquod, è bello sapere di avere supporto almeno da un mostro." disse Magnacat mentre continuava a camminare verso la sua via "Signore guardi che anche io sono d'accordo con lei." disse anche l'altro suo tirapiedi "Grazie, ma il vero problema ora... è quel domatore che ho avvistato, sono sicuro che ha percepito la mia natura di mostro... il fatto che ci siano dei domatori qui rende la città degli umani pericolosa per i mostri." pensò Magnacat a voce alta "Signore, forse dovremmo rintracciare i domatori e svolgere il motivo della nostra esistenza: combatterli e annientarli. E' sempre così che hanno fatto i Gorka." "Omniset sai quanto mi piacerebbe tornare a combatterli però il problema è la loro capacità di controllare i mostri, è questo il problema... sapete cosa? Andiamo 'alla tana del sollazzo' a farci un cocktail, ho bisogno di un drink dopo una giornata di politica." disse Magnacat e così lui, Omniset e Omniquod si diressero al locale in questione.
Dopo aver preso posto e ordinato i drink che gradivano di più i tre Gorka ritornarono a discutere "Quindi, adesso che facciamo?" chiese Omniquod "Io resto dell'idea che gli umani dopo anni di problemi ci possono finalmente essere utili per sbarazzarci dei domatori una volta per tutte... per quanto riguarda i domatori sparsi per la città... come facciamo a farli sparire?" ragionò Magnacat "Possiamo mettere delle trappole! Lì attiriamo in posti isolati che pullulano di spiriti neri e lasciamo che loro li mangino, oppure in tane dei mostri più pericolosi che conosciamo." propose Omniset "Hmmm, non mi convince -prese un sorso del suo drink- anche se li attirassimo nella tana di mostri come Mugalak o Purpidoch andrà a finire allo stesso modo: con loro che li domano, anche se sono da soli contro quei mostri. Sugli spiriti neri non mi esprimo, finiremo in bocca agli spettri prima di riuscire ad attirarli in trappola e io vorrei vivere fino a mille anni possibilmente." rispose Magnacat "Ma allora cosa possiamo fare?" "Per il momento continuerò la campagna elettorale, per quanto riguarda i domatori, vedrete che riusciremo a inventarci qualcosa."

Zick rientrò in casa e prese un un respiro del suo spray, ad attenderlo all'ingresso c'erano i due tutori. "Stai oltrepassando il limite." disse Timothy con tono seccato "Sto solo passando il tempo con una mia amica." rispose Zick "Lei è una piaga! Non è consentito lasciare l'oasi senza motivo e senza autorizzazione da parte del sotto scritto!" "Ho passato tutta la mia vita chiuso qui per te, a parte la scuola non ho mai visto niente di ciò che c'è la fuori, che a proposito, perchè non mi avete mai detto della città di mostri che sta in centro?" chiese Zick "Sei stato in città?! E hai visto la città sospesa?!" esclamò Timothy "Beh lo zio di Elena abita lì... e poi ho visto un mostro orribile con tre occhi che si fingeva un umano per..." "ORA BASTA!!!" urlò Timothy a pieni polmoni attirando l'attenzione di tutti i presenti in casa, mentre lui riprendeva fiato Larraley si fece avanti "Quello che ha fatto è grave collega certo, ma forse la situazione è recuperabile... di un po' ragazzo, mentre eri lì, è successo qualcosa di... strano?" "Ho visto un mostro verde con tre occhi che si fingeva un politico... conta?" i due tutori si guardarono negli occhi un attimo, al che Larraley ripropose "No... io intendevo, hai incontrato qualcuno di particolare? O percepito qualcosa?" Zick ci mise un po' a capire a cosa si riferiva, poi gli vennero in mente le presenze che hai percepito per strada.
Avendo paura che i tutori si arrabbiarono, Zick decise di mentire, Timothy ordinò a Zick di andare in camera sua e poi si mise in salotto con la sua collega "Siamo stati fortunati." disse Larraley "Quel ragazzo è davvero una fonte di problemi, di questo passo dovrò definitivamente tenerlo chiuso in casa oppure dovrò farlo trasferire in un'oasi di massima sicurezza." pensò a voce alta Timothy "Non sono sicura che i parenti lo permetterebbero, ultimamente i rifugiatori mi sembrano... come posso dire? Come se si fossero rammolliti nei confronti dei domatori." "E Greta è solo un esempio, dai rapporti della città sospesa, negli ultimi cento anni questo fenomeno si sta diffondendo a macchia d'olio... ma il vero problema è lui, tratta la nostra esistenza come un gioco per quella ficcanaso, lei era anche presente quando ha domato la pianta... sa troppe cose." Greta fece irruzione nella stanza "Forse ho la soluzione, posso renderla parte del Poddum-sì se mi permettete." "Stavi origliando la nostra conversazione?" Greta non disse nulla, fece una smorfia e incrociò le braccia "Ci tieni proprio tanto a lui vero? Se è così dovresti aiutarci a tenerlo sotto controllo, magari dicendogli quelle frasi copia incollate 'è per il tuo bene' invece di proporre cose impossibili." disse Timothy con tono sarcastico "Tutore stellato Timothy Moth io sono serissima, posso rendere Elena come me e non ci sarebbero più problemi se..." "Non è da te arrampicarti sugli specchi Greta, lo sai che non tutti possono far parte del Poddum-sì." "Zick mi ha detto che Elena pur non vedendo la pianta l'ha sfidata e..." "Perchè è un incosciente, non doveva essere lì in primo luogo e da che è arrivata nella vita di Zick non ha fatto niente per dimostrare di poter fare parte del Poddum-sì, anzi mi sta rendendo il lavoro più difficile." "Ma lei rende la vita di Zick meno... triste." disse Greta "Lui è come ogni altro mostro in quest'oasi, se vuole degli amici si deve accontentare di chi c'è qui." Greta delusa dalla risposta di Timothy fece per andarsene, quando Timothy la richiamò "Ah Greta un'ultima cosa, non farti venire in mente strane idee, ci manca solo che anche tu disubbedisca ai miei ordini." concluse Timothy prima che Greta lasciò la stanza.

Quella sera Zick aveva difficoltà a dormire, i suoi sogni sembravano più strani del solito, vedeva le sue mani che allo stesso tempo erano le mani di qualcun'altro illuminarsi di luce e sparare un raggio di energia dalla mani, poi le sue mani cambiarono all'improvviso e faceva dei gesti che immobilizzavano e facevano volare dei mostri simili al suo amico Bombo ma con i colori in negativo, poi cambiarono di nuovo vedendo le mani fare dei gesti che liquidò un mostro gigante e lo imprigionavano in una lattina vuota, era come se stesse vedendo dal punto di vista di qualcun'altro e potesse vedere tutto ciò che faceva.
Al risveglio si sentì poco riposato, si alzò di malavoglia e andò a fare colazione, mentre lui e sua madre si godevano quella tranquilla mattinata alla TV si parlava delle ultime notizie sul discorso di Montgomery Magnacat tenuto il giorno prima sul suo voler "dimostrare la forza del paese" Greta infastidita dalle notizie spense la TV, roteò gli occhi pensando "Come può certa gente votare per un uomo con una mentalità simile?" per distrarsi provò a instaurare un dialogo col figlio, anche perchè era preoccupata dell'aspetto poco riposato di Zick.
"Non è niente mamma." disse Zick "Ho solo fatto dei sogni strani, combattevo mostri e li mettevo in salamoia-" Greta in un secondo chiuse la bocca a Zick pregando mentalmente che i due tutori non lo avessero sentito, per fortuna di madre e figlio Timothy e Larraley erano occupati a impedire a Chumba di evadere.
Greta sembrava in ansia dopo ciò che gli disse il figlio e sapeva che di questo dovevano parlare, ma non poteva farlo in presenza dei tutori, se avessero origliato anche per sbaglio avrebbero potuto pensare chissà che su Zick, così disse a Zick di prepararsi così sarebbero usciti a fare compere.

Al supermercato di Oldmill, c'era di tutto, ma la cosa più importante era che lei e Zick avevano un attimo di privacy.
"Mamma tu sai qualcosa su ciò che ho sognato?" chiese Zick con tono calmo anche se dentro moriva dalla curiosità "So solo che non dovresti parlarne... se i tutori ti sentissero sarebbe un dramma, e poi tesoro diciamocelo, va bene che finalmente hai un'amica... ma dovresti comunque fare attenzione a non esagerare, i tutori non sono il tipo di mostri con i quali puoi scherzare, non sai tutto su di loro." gli rispose Greta seria "Non ho chiesto niente di tutto quello che mi è capitato nella vita, eppure ce l'ho, il fatto è che non riesco a vivere sereno se non so in cosa sono coinvolto... so che tu, i nonni e Timothy sapete tutto ma non me lo dite, perchè?" "Perchè la verità che cerchi..." Zick percepì l'ansia e le preoccupazioni della madre "...sarebbe troppo per te, non sei pronto, per ciò Zick ti prego, ti supplico... cerca di seguire i loro ordini." Greta abbracciò il figlio, e Zick percependo il dolore emotivo di sua madre, ricambiò l'abbraccio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Fantasmi affamati. ***


Capitolo 3: Fantasmi affamati.

Le tenebre avvolgevano tutto l'ambiente come un'enorme coperta, quell'ambiente scuro e terribile che sembra promettere di tutto e di più, tra ricchezze e pericoli pochi oserebbero avventurarsi in ambienti così bui e terrificanti e sono ancora di meno chi vi entra e vi ritorna.
Mille o più occhi rossi illuminavano quell'ambiente vuoto, un continuo sussurrare disturbava il normale silenzio di quel luogo, mentre i proprietari di tutti quegli occhi si univano e pensavano insieme come un unico grande cervello.
"La loro resistenza è notevole ma noi siamo più forti, possiamo vincere, dobbiamo restare uniti, presto torneremo a casa, non possiamo perdere, non ora."

Mancano due settimane all'inizio della scuola, Elena e Zick non si sono più visti dopo la loro "gita" in centro, Zick rimase in casa sua passando il tempo aiutando sua madre, leggendo libri e fumetti, giocando con Bombo e gli altri mostri, parlando con i suoi nonni fantasma e ubbidendo agli ordini dei tutori.
Quando non faceva niente di tutto questo guardava fuori dalla finestra con desiderio, guardava la casa di Elena, finalmente aveva trovato qualcuno che lo accetta ed era costretto a starle lontano.
Spesso faceva delle riflessioni su se stesso quando guardava il suo riflesso semi-visibile della finestra, riesce a vedere dentro chiunque e di recente sembrava che il suo potere stesse aumentando, eppure non riesce a vedere dentro se stesso, la notte poi non era meglio del giorno, quella persistente sensazione di infelicità sembrò tornare più forte di prima, mista ai sogni strani che Zick faceva, il suo desiderio di passare di nuovo il tempo con Elena si faceva sempre più forte.

Per sua fortuna ma allo stesso tempo sfortuna, gli venne autorizzato di uscire, ma non per piacere, doveva aiutare sua madre a portare delle nuove piante dalla serra al negozio che gestiva Greta, lei aveva il pollice anche fin troppo verde, vista la quantità di piante che dovevano trasportare.

Zick mentre spostava le piante dalla macchina all'interno del negozio, sentì qualcosa, non era come quando era stato in centro, era come se una voce sussurrasse al orecchio, e guardandosi meglio attorno lo vide: un uomo, vestito di stracci, occhi rosso cremisi, pelle viola putrescente, senza neanche più un capello e all'apparenza sembrava trasparente. Quando vide un passante che gli passò a traverso ebbe la conferma che quello era un fantasma, ma non sembrava come i suoi nonni.
Quando Greta si accorse di cosa stesse facendo Zick lo trascinò con forza dentro il negozio, Greta sbirciò dalla porta assicurandosi che il fantasma non li avesse visti.
Zick provò a chiedere alla madre quale fosse il problema "Fai finta di niente, se quel fantasma si avvicina, per te non esiste!" disse Greta prima di uscire a prendere il resto delle piante dalla macchina, quando finirono, Zick potè tornare a casa, ma prima che si incamminasse la madre lo fermò preferendo che il figlio restasse con lei, Zick rimase lì per tutto il tempo che Greta lavorava giornalmente al suo negozio.
Zick passò il tempo aiutando sua madre, pulendo e annaffiando le piante, quando poi si fece l'orario per tornare a casa, preferì restare altri cinque minuti per volere di sua madre, la quale decise di fargli un discorso a proposito di fantasmi.
"Ascolta Zick questo è un discorso molto complicato, non si sa come, non si sa perchè, ma quando un umano muore prende parte del Puddum-sì: la realtà dei mostri. Questo non significa che diventano mostri, appartengono alla razza umana... ma è quando si muore che si vede la vera natura di una persona, se un uomo nella vita era un essere sereno, senza rimpianti, soddisfatto diventa uno spirito bianco, prendi i miei genitori come esempio, loro sono spiriti bianchi perchè hanno vissuto un vita di cui sono soddisfatti, hanno trovato pace dopo la morte... ma se in vita quella persona era tormentata o insoddisfatta, quando morirà avrà un irrefrenabile desiderio di tornare in vita! Cercherà in tutti i modi di interagire col mondo materiale, illudersi di essere ancora vivo... tutta via questo comportamento lo allontana dalla purificazione portandolo a uno stadio più predatorio, diventerà uno spirito nero, e a quel punto istintivamente inizierà a dare la caccia ai mostri, perchè se uno spirito divora la materia di cui sono fatti i mostri ritornerà materiale e visibile alla gente... questo finchè non digerirà il mostro, una volta digerito ritorna incorporeo, inconsistente, più nero e più ottuso di prima... e più il tempo passa in questo modo, più la sua fame di materia crescerà fino a fondersi con la fame e l'oscurità... il punto è: che non dobbiamo attirarlo verso la nostra oasi." concluse Greta facendo venire la pelle d'oca al figlio, lui non sapeva di questa distinzione tra i fantasmi e questo lo sconvolse parecchio, non solo, Zick percepì dell'esagerata preoccupazione provenire da sua madre.

Lungo la strada del ritorno, Greta vide attraverso lo specchietto retrovisore, lo stesso spirito nero che avevano avvistato vicino al suo negozio e così si mise ad accelerare e allungare la strada per cercare di seminarlo.
Greta ci mise mezz'ora a farlo sparire dalla sua quello spettro, probabilmente ha favorito al buco dell'ozono con questa scelta, ma siccome doveva tenere al sicuro i mostri della sua casa era un piccolo prezzo da pagare.

Quella notte, mentre Zick sognava ancora di essere qualcun'altro che combatteva i mostri, i due tutori si misero di guardia all'esterno della casa, Greta li aveva avvisati dello spirito nero e per assicurarsi che non li avesse effettivamente seguiti fino a casa di prepararono a passare la notte all’addiaccio.
Timothy e Larraley non videro niente fino a prima mattina, quando gli abitanti adulti di Oldmill cominciavano ad alzarsi per andare a lavorare, quando anche Zick e Greta si alzarono e fecero colazione insieme ai mostri, sia in TV che alla radio, portava le notizie del partito di sinistra “forza del popolo” il suo rappresentante: Sasha Addams. Ha donando una modica quantità di denaro a un'associazione che cercava da tempo di commissionare i lavori di restauro del vecchio parco di Oldmill, ripulendolo dalla spazzatura, piantando nuovi alberi e mettendoci dei giochi per i più piccoli, poi si passò alle notizie del partito di destra “I visionari” dove Montgomery Magnacat finanziò una squadra di demolizioni che procedette con l’abbattimento delle case più vecchie e diroccate del quartiere per far sorgere nuove abitazioni, o possibili nuove infrastrutture.
Questa notizia spiegava con semplicità lo spirito nero in giro per le strade, cercava un nuovo rifugio, e non sarebbe stato il solo spirito.
Intanto Elena, a casa sua, non capendo perchè Zick ultimamente si fosse recluso in casa e non gli ha più parlato dalla loro gita in città, quando bussava alla porta nessuno rispondeva se non Greta, la quale col cuore in mano era costretta a mentirle per tenerla lontana da Zick, all'improvviso la solitudine ritornò ad essere una costante della vita di Elena.
Lei agognava la compagnia di qualcuno, sua madre e suo padre non erano esattamente le persone più adatte, un po' per il lavoro di Harvey che lo teneva sempre occupato, un po' perchè la gravidanza di Julie le rendeva difficile anche respirare, loro non avevano ne il tempo ne l'energia di passare del tempo con la loro bambina, e comunque, secondo Elena, anche se le dedicassero più tempo loro non capirebbero i suoi interessi, specialmente l'intesa che ha con Zick tra interessi e conoscenze... come l'esistenza degli esseri invisibili.
Per quanto frustrante fosse la situazione, lei provò comunque in maniera ostinata a bussare alla porta del suo vicino, anche quando sapeva che non avrebbe ricevuto risposte.
Quello che Elena non sapeva era che quasi sempre Zick era lì a guardarla dalla finestra, la vedeva venire, bussare e poi andarsene e ogni volta che si avvicinava, lui percepiva la sua tristezza e solitudine... e vedeva se stesso.

Per strada gli spiriti neri erano così frequenti da far desiderare a chiunque li vedesse di non averne la capacità, Greta ogni volta che usciva cercava con tutte le sue forze di non farsi notare da loro, a volte era costretta a chiudere gli occhi per non fissarli troppo.
I mostri stavano lontani dalle finestre, chiusero tutte le tende e non potevano più uscire in giardino per fare un minimo di attività, Timothy e Larraley dissero che presto dalla città sospesa avrebbero inviato dei tutori guardia che si sarebbero occupati del trasferimento dei fantasmi, il problema è che non sapevano quando sarebbero arrivati.
E più il tempo passava più Greta doveva avere a che fare con sempre più fantasmi...
E un giorno, Greta per entrare sfondò la porta urlando come una pazza dando l'allarme, alla fine la sua resistenza e attenzione l'hanno tradita e uno spirito nero ha scoperto che può vederla e ha diffuso la voce a molti altri fantasmi che si sono messi a seguirla in massa per attaccare la sua oasi.

Le macabre risate dei dannati riecheggiava per tutta la casa, i mostri correvano e urlavano in preda al terrore mentre i tutori con i loro raggi energetici facevano dissipare più spiriti possibile come se fossero ombre, anche i nonni fantasma parteciparono alla lotta.
Greta corse in soffitta a cercare qualcosa mentre era inseguita da tanti spiriti che lanciavano addosso una sostanza viscida e appiccicosa color carne putrefatta cercando di fermarla, ma Greta con la sua forza si è liberata, un po’ rompendo la casa, ma si è liberata.
Raggiunta la soffitta, la mise a soqquadro con i fantasmi alle calcagna mentre cercava qualcosa, quando alla fine i fantasmi la immobilizzarono con quella strana melma non si resero conto che lei un secondo prima di finire immobilizzata ha trovato e preso quello che cercava: uno scettro, la cui estremità c'era un simbolo simile a una "O" con delle estensioni a "T" sulla parte superiore, era decorato con delle piume, le stesse che i tutori massimi usavano per i loro mantelli. Quello scettro emise un'onda di luce che allontanò i dannati e allo stesso tempo liberò Greta, da quel momento anche lei avrebbe combattuto e con l'aiuto dello scettro ha dissipato quelle ombre maledette proprio come i tutori al piano di sotto.
Eliminati diversi fantasmi, Greta si fece strada fino al piano di sotto per dare supporto ai suoi genitori e ai tutori, proteggendo i mostri e suo figlio, solo che dopo un po' anche Zick decise di intervenire, i suoi occhi grigi iniziarono a brillare di rosso mentre grido a pieni polmoni "FERMATEVI!!!".
L'urlo di Zick fu abbastanza forte da essere sentito persino dai vicini, attirando l'attenzione, soprattutto di Elena che sentendo le urla uscì subito di casa preoccupata, mentre all'interno di casa Barrymore tutti i fantasmi rivolsero la loro attenzione su Zick.
"Un domatore!" disse uno spirito mentre tutti gli spiriti neri sorrisero maliziosi mentre si avvicinavano sempre di più a Zick, lui provò a dare un nuovo ordine ai fantasmi, ma nessuno si fermò facendo aumentare la sensazione di paura in Zick.
"Zick! Zick presto!! SCAPPA!!!" gli urlò la madre mentre col suo scettro cercava di dissipare più spiriti possibile insieme ai tutori cercando di aprire una via di fuga per lui, appena Greta riuscì a creare un'apertura tra i fantasmi, Zick con una botta di adrenalina fece un balzo che presto si trasformò in una corsa verso l'uscita della casa.
All'esterno Elena vide Zick correre in preda al terrore e quando provò a fermarlo per chiedergli spiegazioni, lui la ignorò e corse via mentre alle sue spalle si vedevano fasci di una strana melma.
Elena capì subito che Zick era di nuovo nei guai con qualche altro mostro invisibile e si mise a seguire Zick per dargli supporto.

Zick corse, corse e corse, non capiva perchè non potesse controllare quei fantasmi, ma poi ricordò del discorso che tempo fa gli fece sua madre sui fantasmi che non sono mostri.
Il problema era anche che quei fantasmi a differenza di Zick non si stancavano, potevano continuare a inseguirlo per ore, e quando Zick fece il passo falso di svoltare in un vicolo isolato e si ritrovò con le spalle al muro di una strada chiusa.
Quando pensò di essere spacciato provò a fare un'ultima disperata difesa usando il suo potere, ma venne solo ricoperto da quella schifezza che lo immobilizzava, quando Elena lo raggiunse, lei era senza fiato, ma riusciva comunque ad assistere a quella orribile scena, Zick che cercava di difendersi ma sta volta qualsiasi cosa lo stesse attaccando non ubbidiva agli ordini, e quando vide la maglietta di Zick strapparsi mostrando la spalla e subito dopo iniziare a sanguinare seguendo una linea simile a una dentatura umana, lei non potè trattenere le sue grida di terrore mentre sempre Zick si dimenava e su di lui si intensificavano quei morsi.
Elena prese dalla spazzatura il bastone di una vecchia scopa e provò colpire gli assalitori di Zick, ma qualsiasi cosa facesse era inutile era come cercare di colpire l'aria.
Quando all'improvviso una luce accecante illuminò tutto il vicolo, era Timothy, aveva seguito Zick e con il suo potere fece sparire uno dopo l'altro tutti gli spiriti lasciando Elena a bocca aperta.
Zick era sanguinante e senza forze, ma vivo, dopo qualche secondo cadde a terra ma col sorriso vedendo che Timothy lo aveva salvato, Elena voleva aiutarlo ma non sapeva come fare "Vicino ai cassonetti ho visto un vecchio telo, vallo prendere presto." le disse Timothy lasciando Elena sbalordita "M-m-ma tu parli! Zick il tuo gatto parla!" "Lui lo sa già! Senti se vuoi renderti utile fa come dico se ci tieni a lui." disse Timothy con tono severo mentre Elena mise da parte la sua paura e sopresa per seguire passo passo le indicazioni di Timothy.

Lo avvolsero nel telo e poi Elena iniziò a trasportarlo mettendoselo sotto sulle spalle, con la guida di Timothy fecero una strada lontana dagli sguardi della gente anche perchè con Timothy aveva attirato un po' troppo l'attenzione con il suo potere, ci misero un po', forse più del dovuto, ma alla fine ritornarono alle rispettive case.
Elena vide la porta sfondata e il resto della casa disastrata, mentre Greta riprendeva fiato, apparentemente non c'erano più spettri, tranne i nonni di Zick s'intende.
Greta vedendo Zick in quelle condizioni le saltò il cuore in gola, lo prese dalle spalle di Elena senza chiede o dare spiegazioni, lo portò sul tavolo in cucina, con un colpo di braccio tolse tutta la roba che stava sul tavolo e iniziò a vedere la situazione del corpo di Zick.
Vederlo così malconcio e pieno di morsi la faceva stare male e per poco non si mise a piangere, ma resistette perchè poteva aiutare il figlio ma doveva avere la mente lucida e il necessario per agire, ordinò a Elena di andare in bagno dove tenevano la cassetta del pronto soccorso, prenderla e portagliela mentre lei avrebbe usato il telo per tamponare le ferite.
Elena ubbidì e le portò la cassetta, Greta prese una mascherina, dei guanti, disinfettante, cotone, bende, ago e filo, ripulì Zick e iniziò a mettere i punti sulle varie ferite, ottenendo un risultato di circa 35 punti per 5 ferite su tutto il corpo.
Quando Greta finì, prese il corpo di suo figlio e lo portò al piano superiore e lo mise a letto, per poi sedersi vicino a lui, il suo respiro e il battito cardiaco sembravano stabili, ma sia Greta che Elena avevano l'ansia che non ce l'avrebbe fatta.
Elena voleva avvicinarsi, ma Timothy glielo impedì "Qual'è il tuo problema?!" disse Elena con tono seccato "Sai troppe cose." rispose Timothy mentre veniva raggiunto da Larraley "E allora? Intendi cancellarmi la memoria o cosa?" "Di questo me ne occuperò dopo, ora m'interessa che il mio protetto stia bene..." "Se è per questo anch'io voglio sapere se Zick sta bene." "Non so se l'hai notato ma venite da mondi diversi." "Eppure ti serviva il mio aiuto per portarlo in fretta qui! E poi comunque non mi impedirai di stargli lontano, lui è mio amico e andremo anche nella stessa scuola, anche se mi cancellassi la memoria lo rincontrerò lo stesso e ridiventeremo amici hai la mia parola!!!" rispose Elena con tono di sfida "Stai giocando col fuoco signorina, non hai idea di cosa io-" "Collega..." intervenne Larraley, lei scosse la testa mentre diede un messaggio telepatico a Timothy, Elena non capì, semplicemente Timothy subito dopo qualche minuto di silenzio con quella gatta disse a Elena "Va via." lei mise la braccia incrociate in segno di protesta, poi vedendo i petti di entrambi i gatti brillare, decise di obbedire alla fine.
"Prima ai chiamato il domatore 'tuo protetto' o ho capito male io?" chiese Larraley "Hai capito bene cara collega, anche se è un potenziale pericolo è comunque sotto la mia responsabilità tenerlo d'occhio e potenzialmente rieducarlo come gli altri elementi dell'oasi... e poi diciamocelo, non è una bella cosa vedere un ragazzino sbranato vivo dagli spiriti dei dannati." "Sì ti do ragione collega stellato... Ma sei sicuro che sotto sotto non ti sei affezionato a Ezechiele?" chiese Larraley con l'intenzione di sfottere il suo collega, lui protestò e poi si diresse nella camera di Zick e si sedette accanto a Greta, di fronte al letto del ragazzino.

Intanto in centro città, o meglio su un palazzo in centro, su cui era attaccato un bozzolo della città sospesa, Magnacat era lì in piedi in attesa dell'arrivo di qualcuno.
Tre piccioni si appollaiarono dinanzi a lui e cambiarono forma rivelando di essere tre Gorka "Finalmente, allora che notizie avete per me?" chiese Magnacat "Signore abbiamo setacciato tutta Oldmill village in cerca dei domatori e grazie alla sua idea, è stato facile trovare più di un solo domatore in quel quartiere." "Eccellente Vizioset... quanti ne avete trovati per il momento?" "Grazie agli spiriti neri abbiamo localizzato una decina di oasi detentive, otto di quelle avevano dei domatori... i tutori di quelle oasi hanno sconfitto gli spiriti venendo dipinti come eroi agli occhi dei giornalisti della moster gazzete." Magnacat fece una smorfia quando venne a sapere del numero di oasi con domatori, poi la sua espressione cambiò "Abbiamo localizzato dei domatori, ottenuto dei voti extra per la mia campagna elettorale e abbiamo dimostrato che i tutori sono gli eroi dei mostri ancora una volta... che tripletta... ora che li abbiamo individuati ora però... come facciamo a farli fuori?" ragionò Magnacat a voce alta "Signore, veramente ora noi abbiamo un'altra domanda a cui rispondere: il consiglio dei tutori massimi non si arrabbierà per questo?" chiese Omniset "Certo che si arrabbieranno, ma non potranno farci niente perchè questa mia idea è stata supportata dai miei colleghi del partito, posso dare agli umani la colpa." "E per la questione della sua candidatura?" "Ascolterò le loro lamentele... e poi le ignorerò almeno fino alla fine delle elezioni." "E se ci scoprono?" "Non succederà, e se lo faranno sarà un mio problema a cui so già cosa fare... voi piuttosto, cercate di non farvi scoprire, e continuate a tenere d'occhio i domatori trovati, io cercherò di farmi venire in mente qualcosa che li distrugga una volta per tutte."

Quella sera Zick si risvegliò, un po' dolorante, ma era vivo, sua madre lo strinse forte a se mentre Timothy tirò un sospiro di sollievo.
"Ma cosa è successo? Perchè gli spiriti mi hanno attaccato?" chiese Zick confuso, Greta provò a farsi venire in mente qualcosa ma venne intercettata da Timothy "Hanno scoperto che sei un domatore." Greta e Zick guardarono il tutore mentre quest'ultimo aggiunse "Greta... credo sia giunto il momento di dire la verità, hai fatto un ottimo lavoro, ora ci penso io." Greta si morse le labbra mentre si fece da parte, ma senza lasciare la stanza "Anche la pianta digerente mi ha chiamato così, cos'è questa storia?" "Semplice Zick, tu e tua madre potete vedere la realtà del mondo dei mostri perchè siete più due esseri umani... Greta è una rifugiatrice, un'umana col potere di vedere i mostri, dalla grande empatia, forza fisica, forza mentale e spirituale, adatti a comunicare col Puddum-sì, il compito dei rifugiatori è aiutare i mostri come possono... Tu invece -il tono di Timothy si fa più cupo- tu sei un domatore, un umano speciale come un rifugiatore... ma molto, molto, MOLTO più forte, un essere dal potere apparentemente illimitato... fenomenali poteri cosmici, in un minuscolo spazio vitale." "Cosa stai cercando di dirmi?" "Tu puoi controllare i mostri, Greta no, siete umani, eppure non siete umani... e nonostante siete madre e figlio, non avete niente in comune..." Zick impallidì mentre Greta guardava il pavimento continuando a mordersi il labbro "...hai capito adesso perchè non posso lasciarti fare come ti pare? Per quanto riguarda gli spiriti neri, loro tornano visibili e tangibili agli umani quando mangiano dei mostri, ma se mangiano un domatore, corrono più rischi... ma possono tornare in vita..." a Zick venne la pelle d'oca "...se esci e sei un domatore sei in pericolo, ma a tua volta sei un pericolo, per i mostri... il mio compito in quanto tutore stellato è tenerti recluso come i mostri che stanno al piano di sotto, anzi devo tenerti rinchiuso più di loro vista la tua natura... questo è il tuo diritto di nascita." concluse Timothy, Zick guardò sua madre la quale sembrava sul punto di piangere.

Da quel giorno Timothy, Larraley e una squadra di mostri carpentieri provenienti dalla città sospesa hanno passato giorni a riparare la casa dai danni della battaglia con gli spiriti neri, per questo motivi Timothy alla fine non ha più fatto niente con Elena, almeno momentaneamente, Zick da quel giorno veniva sempre viziato dai suoi amici mostri, Bombo che gli dava il buongiorno con un delizioso cappuccino, Ben Talak che leggeva con lui storie dagli sfondi horror ma dal forte significato filosofico, Clak Ritak (l'altro gelatinoso) che insieme ai Bolli suonava il violino per Zick e infine Sgnakuz Bu che aiutava Greta col cambio dei punti, mentre guariva dalle ferite chiariva anche molte incomprensioni con sua madre sorte dal discorso di Timothy, ma anche se aveva risolto quelle incomprensioni restava comunque il fatto con non poteva più vedersi con l'unica amica che abbia mai avuto.
Ci vollero dieci giorni per riparare la casa, ci avrebbero messo di meno se Chumba non avesse continuato a tentare l'evasione, mancava meno di una settimana all'inizio della scuola e Zick nonostante tutto era felice, anche se non aveva la libertà di altri ragazzini della sua età poteva comunque andare a scuola e lì poteva vedersi con Elena finalmente.
Mentre Zick pregustava il momento, qualcuno suonò alla porta, andò lui stesso ad aprire, era un ragazzino di circa la sua stessa età coi capelli castano chiaro, indossava una collana con un anello e il suo modo di vestire era molto simile a quello di un appassionato di tracking.
All'inizio il ragazzo sembrò confuso mentre fissava Zick, poi Zick chiese "Posso aiutarti?" il ragazzo si tranquillizzò in fretta e sfoggiò il suo sorriso più amichevole "Ciao, scusa il disturbo il fatto è che mi sono perso, sto cercando la casa di una mia amica, non è che sai dirmi dove abita una ragazza coi capelli rossi di nome Elena Patata?" conosceva Elena e le definì sua amica, a rigor di logica, lui era la persona di cui Elena gli aveva parlato: Charlie Schuster. Zick alzò il sopracciglio mentre guardava Charlie e lo esaminava dalla testa ai piedi, poi annuì e indicò la casa accanto, Charlie ringraziò e si diresse subito alla casa accanto mentre Zick rientrò con delle domande che gli vorticavano in testa... domande come: perchè non ho percepito alcuna emozione da lui?

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Arriva Charlie Schuster. ***


Capitolo 4: Arriva Charlie Schuster.

Mancava un giorno all'inizio della scuola e Zick non riusciva togliersi dalla testa Charlie, non sembrava un cattivo ragazzo o che avesse qualcosa di speciale, eppure il fatto che Zick non abbia percepito emozioni da lui lo incuriosiva.
Durante l'ora d'aria dove i detenuti dell'oasi potevano passare un po' di tempo in giardino, Zick prese in disparte Bombo e si diressero verso casa di Elena, perchè Charlie da quando era arrivato si era stabilito a casa della ragazza e da quando c'era lui Elena sembrava più sorridente, evidentemente i due si conoscevano da molto tempo.
Zick desideroso a sapere di più su Charlie decise di tenerlo d'occhio, salì sulla testa di Bombo per provare a sbirciare dalla finestra del primo piano della casa di Elena, per la precisione nella sua stanza, dove in quel momento c'erano lei e Charlie.
Zick non ci arrivava alla finestra e chiese a Bombo di alzarsi di più, senza successo ovviamente, a quel punto a Bombo venne un'idea: usare la sua enorme pancia come un trampolino. Intanto Elena e Charlie stavano guardando delle foto del suo ultimo viaggio in giro per il mondo "Hai davvero visto un leone a quella distanza?" chiese Elena meravigliata "Già, i leoni non sono esattamente come il tuo gatto, ma, per citare la nostra guida: se sai come trattarli non sono diversi dai gatti." rispose Charlie, entrambi si misero a ridere, quando Elena si accorse di una figura alla sua finestra.
L'idea di Bombo funzionava ad ogni rimbalzo Zick saliva più in alto, solo che a un certo punto ha preso un rimbalzo con troppa forza ed è decollato fino al tetto di casa Patata, Elena e Charlie aprirono la finestra per controllare e mentre Elena si guardava intorno, Charlie prese parola "Stai indietro Elena! Non ti sporgere! C'è un mostro nel giardino!" Elena sentendo le parole dell'amico rimase sorpresa e anche Zick dal tetto "Tu... Tu vedi i mostri?" chiese Elena "Tu no? Eppure è bello grosso!" rispose Charlie, la curiosità di Zick nei confronti dell'amico di Elena era salita notevolmente, desideroso di saperne di più si sporse per avvicinarsi alla finestra, ma perse l'equilibrio e cadde dal tetto finendo nella bocca di Bombo.
"Almeno quello lo hai visto?" chiese Charlie e Elena annuì, "Zick te sta bene?" chiese Bombo con ancora in bocca Zick "Bombo ti supplico portami via, abbiamo fatto una figura da Bolli." Bombo con in bocca Zick si rialzò e si diresse spedito verso casa Barrymore.

Il giorno dopo arrivò in fretta, anche perchè non accadde nulla di eccezionale per il resto dell'ultima giornata.
Per i nuovi arrivati alla scuola elementare di Oldmill, quel giorno era l'inizio di un nuovo capitolo della loro vita, per quelli dell'ultimo anno erano le ultime battute di quel capitolo prima delle scuole medie.
I più giovani venivano a scuola accompagnati dai genitori, mentre i più "maturi", come Elena e Zick andavano e venivano a piedi e quel giorno non erano solo loro due, c'era anche Charlie, la cosa più sorprendete fu sapere che sarebbe venuto nella loro stessa scuola, avrebbe frequentato lo stesso anno e sarebbe stato anche loro compagno di classe.
"Pazzesco!" commentò Zick fingendo di essere sorpreso "Già... ma, Zick tu... come stai? Non eri messo bene l'ultima volta che ti ho visto." chiese Elena "Sto bene tranquilla." "Non mi sto tranquilla! Col mostro delle fogne lo hai messo accuccia, perchè con quello dell'altra settima ci sei quasi morto?" "Ah giusto... Beh, quello non era un mostro... erano tanti, tanti fantasmi oscuri... e apparentemente non posso controllarli." "FANTASMI?!?!" esclamò Elena tra lo stupore e il terrore, prima che potesse chiedere qualcos'altro, Charlie si mise in mezzo "Di che state parlando voi due?" chiese quest'ultimo.
Zick sapeva che Charlie non era un ragazzino qualsiasi, vedeva i mostri, e come se non bastasse Zick non riusciva a percepire niente da lui.
Lungo la strada verso la scuola Zick provò più volte a parlare con Charlie per cercare di scoprire con chi avesse a che fare "Quindi anche tu sei amico di Elena, wow, non ci siamo ancora presentati." disse Charlie "So chi sei, me lo ha detto Elena... io sono Ezechiele Zick, ma tutti mi chiamano solo Zick." "Ezechiele? So che è il nome di un profeta." "E anche il nome di un lupo." scherzò Zick facendo ridere entrambi "Zick devi sapere una cosa incredibile su Charlie che forse non ti aspetti! Lui vede i mostri!" disse Elena piena di entusiasmo "Sul serio? E' come me? O a bisogno di una camicia di forza?" scherzò nuovamente Zick "Mi puoi prestare una delle tue? abbiamo la stessa taglia." rispose Charlie facendo ridere Elena "Hai sempre la battuta pronta tu?" "Un po' come te amico mio... ma dimmi una cosa, cos'è questa storia che vedi i mostri?" chiese Charlie intrigato "Preferisco non parlarne... almeno per il momento." rispose Zick con tono schivo "Piuttosto tu, Charlie, Elena mi ha detto che viaggi molto, posso sapere perchè?" chiese Zick e Elena rispose "Non lo decide lui, ma il lavoro dei suoi genitori lo portano in giro per il mondo." "Bello, e... che lavoro fanno per viaggiare così tanto?" chiese Zick, Elena e Charlie risposero allo stesso tempo dando due risposte diverse, Charlie disse "Campioni di golf." Elena invece "Agenti segreti." Zick rimase in silenzio confuso mentre Charlie guardava Elena e subito dopo si mise la mano in faccia per massaggiarsi le palpebre, da Charlie come sempre non percepì niente, ma percepì la verità nelle parole di Elena mentre quest'ultima sorrideva nervosamente "Vaaaaaaa bene, visto che la frittata è fatta, è inutile nasconderlo... ma tieni la bocca chiusa a riguardo!" disse Charlie prima di avvicinarsi all'orecchio di Zick per sussurrargli "I miei lavorano per il governo... ma sotto copertura." Zick fece finta di credergli.

Senza nemmeno accorgersene i tre raggiunsero la scuola, Elena si fermò al cancello mentre Zick e Charlie proseguivano, si fermò per guardare meglio la scuola, prese un respiro e disse a se stessa di potercela fare.
Quando raggiunse l'ingresso della scuola ad attenderla c'erano le due perfettine Tatty e Patty, "Benvenuta della B." disse Patty sorridendo e poi Tatty aggiunse "Sai... abbiamo una buona notizie per te." "Cambiate sezione?" chiese Elena sorridendo a sua volta "Oh no! Vogliamo darti un'altra possibilità... Vedi, a scuola molte cose cambiano, si creano nuove alleanze... si perdono vecchie amicizie..." "...tipo, Zick?!" concluse Elena incrociando le braccia, le perfettine sorrisero compiaciute "Statemi a sentire, lui è mio amico... e lo rimarrà, che vi piaccia o no!" concluse Elena prima di dirigersi velocemente in classe.
Quando Elena entrò in classe, venne accolta da degli sguardi sorpresi, molti ragazzi si ricordavano della rissa che ha causato settimane prima e i tre bulli: Devid, Ford e Soup. Si ricordavano molto bene di lei, infatti si avvicinarono a lei con passo sicuro "Guarda un po' chi c'è?!" disse Soup con tono di sfida a quel punto Devid prese parola "G-già! prima di conoscere la lo-lottatrice qua, le ra-ra-ragazze non le picchiavamo." Elena vide Charlie e Zick prendere posto suoi banchi della seconda fila e desiderosa di raggiungerli in fretta aggirò i tre ignorandoli "Ehi! Noi a-a-abbiamo un conto in so-sospeso!" urlò Devid "E così rimarrà testa di fungo." disse Elena prendendosi gioco della pettinatura di Devid facendolo diventare rosso di rabbia, lui avrebbe voluto rispondergli a tono, ma vedendo che la maestra stava entrando in classe, prese un respiro profondo e si mise a sedere coi suoi amici.
Elena si mise a sedere accanto a Charlie e Zick, quando miss Swift entrò si affrettò a fare l'appello e Zick notò subito l'assenza del nome di Charlie Schuster, poteva essere che ci fosse stato un errore mentre preparavano il registro e che magari in futuro lo avrebbero aggiornato.
Ma nessuno sembrava rendersi accorgersi che i numeri non tornavano e semplicemente si dedicarono alla lezione del giorno.
Anche se la cosa insospettì Zick, lui decise comunque di dare alla maestra il beneficio del dubbio... ma ben presto passarono tre settimane dall'inizio della scuola e ancora niente, eppure Charlie era sempre accanto o a Elena o a Zick, e durante la ricreazione spesso Charlie sembrava sparire dalla vista di tutti solo per riapparire seduto al suo posto in classe mentre sorrideva a chi rientrava, poi a fine giornata ritornava a casa fianco a fianco con Elena e Zick, e poi entrava nella casa di Elena perchè apparentemente abitava lì finchè i suoi non si stabilizzavano tra lavoro e la ricerca di una casa, e la cosa non faceva altro che insospettire Zick.

Una mattina come le altre, Ford e Soup decisero di divertirsi a modo loro con una delle loro compagne di classe: Annie Van Mousse. Una ragazzina mingherlina e dall'aria innocente, con degli occhiali tondi sempre sul naso e con i capelli di un rosso più intenso di quelli di Elena, spesso li teneva legati in due chignon dietro la testa.
"Bleah, verdura! Che merenda pezzente la tua ragnetto!" disse Ford mentre agitava il panino di Annie "E' un sandwich vegetariano e a me piace così!" rispose Annie cercando riprendere ciò che è suo mentre Soup la prendeva in giro su quanto fosse scarsa in quanto forza fisica in confronto a lui e Ford.
Quando Elena, Zick e Charlie entrarono nell'aula e videro la scena ne rimasero a dir poco delusi e disgustati dalle loro azioni "Ma guardali, sembrano dinosauri: tutto muscoli e niente cervello." commentò Charlie per descrivere i due bulli, Elena e Zick misero da parte le loro cose e si affrettarono a raggiungere Annie per darle supporto, con le maniere forti s'intende "Aspettate ragazzi, non vorrete mica iniziare una rissa?" disse Charlie mettendosi davanti alla loro via "Veramente si, finchè se la prendono come me può anche andarmi bene, ma devono lasciar stare gli altri." disse Zick "Wow Zick sei davvero un guerriero, ma... io avrei un'idea migliore per aiutarla senza ricorrere alle mani, hai mai sentito il detto 'ne ferisci molti di più con la lingua'?" chiese Charlie sogghignando un po' "Che dovrei fare? sputargli addosso?" Charlie e Elena ridacchiarono "No, non intendevo questo... ma qualcosa di più sottile, come una battuta..." Charlie si avvicina all'orecchio di Zick e gli suggerì di dire cosa dire a Ford "Scusa, perchè non glielo dici tu?" chiese Zick "Preferisco dare a te i meriti, ormai ti conosco e Elena non fa che parlarmi bene di te, dai adesso via!" Charlie diede uno spintone a Zick per avvicinarlo ai bulli e alla loro vittima.
"Ehi Ford! Perchè non te lo mangi quel panino?" disse Zick attirando l'attenzione dei bulli "Stai parlando con me zombie?" "Se guardo te vuol dire che parlo con te o quello che ti sta dietro." Ford si guardò alle spalle e non vide nessuno, poi quando ritornò a guardare Zick lui si era avvicinato un bel po' e gli disse "Dico sul serio prova mangiarlo ti potrebbe piacere e ti farebbe... bene... sai dovresti darci un taglio con tutte quelle merendine, giusto per non correre rischi..." concluse Zick affondando il suo dito nella pancia di Ford mentre quest'ultimo non capiva "...non so se lo sai ma in certi punti la crosta terrestre è spessa solo 400 chilometri." concluse Zick facendo ridacchiare Annie, Elena e Charlie.
"Ford, mi sa che ti ha dato del ciccione." disse Soup "Davvero?" chiese lui "Non ho detto questo." rispose Zick "Ha ragione! Non l'ha detto." "Ma è come se lo avesse fatto! Ha fatto l'ironia!" spiego Soup…
"Wow." disse Ford stupito "Idiota!!! Ti sta prendendo in giro!!!" gli urlò Soup e solo in quel momento Ford si rese conto della situazione.
"Che su-succede?" chiese Devid entrando nell'aula "Stavamo prendendo la merenda a ragnetto quando la faccia da cadavere si è messo in mezzo!" disse Ford, Devid guardo Zick che fissava il nulla con uno sguardo inespressivo e poi guardò Annie, riprese il panino da Ford e lo restituì alla ragazza, mentre Ford arrabbiato minacciò Zick di dargli un pugno.
Zick sorrise compiaciuto mentre indicava a Ford di guardarsi le spalle, miss Swift era entrata e non era contenta di quello che stava vedendo, lei avrebbe potuto punire Ford, ma preferì mantenere la calma e dire "Ti conviene ripensarci Ford... se ci tieni a essere dei nostri domani." Ford abbassò subito il braccio, ma continuò a fissare Zick storto.
Una bambina si fece avanti e chiese alla maestra “Che succede domani miss Swift?” lei rispose “Domani ci sarà una gita all’acquario cittadino…” non ci fu nessuna reazione da parte dei suoi studenti “...significa niente scuola domani.” concluse la maestra, seguirono grida di felicità da parte di tutta la classe, dopo che la maestra li ha fatti calmare poterono iniziare la lezione.

Intanto nella città sospesa, uno Sgnakuz con sempre indosso una cintura piena di attrezzi e un paio di occhiali protettivi stava pulendo, quando all’improvviso entrò qualcuno “Oh tutore massimo Jeremy Joth, quale onore averla qui, cosa la porta nella mia umile bottega.” disse lo Sgnakuz lasciando perdere la scopa “Lavoro ovviamente signor Uzka, ho bisogno che mi trasformi.” disse secco il tutore massimo, Uzka accompagnò il tutore vero un macchinario simile a un sarcofago, il tutore venne chiuso al suo interno e a quel punto Uzka azionò la macchia.
Quella sua strana invenzione iniziò a fare un rumore non da poco e dopo circa un minuto si fermò, Uzka prese in fretta una ciotola e la mise vicino a un rubinetto che sporgeva dal lato sinistro della macchia e la riempì con un liquido azzurro brillante, poi da uno scaffale prese uno stampo a forma da gatto e lo riempì col liquido azzurro e quando fu pieno iniziò a scuoterlo come se stesse preparando un cocktail.
Quando finì aprì lo stampo e ne uscì un grosso gatto marrone della specie Scottish Fold “Grazie Uzka, metti tutto sul mio conto.” disse il gatto “Arrivederci e buona fortuna tutore massimo Jeremy Joth.”

Il giorno della gita arrivò in fretta e Zick si affrettò a raggiungere lo scuolabus quando si fermò vicino casa sua, era quasi pronto gli mancava solo lo zaino, il quale per qualche motivo era pesantissimo.
Zick venne fermato dai due tutori, avevano di nuovo perso Chumba Bagingi ma vedendo Elena e Charlie salire sullo scuolabus disse frettolosamente “No” e corse al verso il veicolo, quando Zick salì venne accolto da Annie che per ringraziarlo della sua gentilezza mostrata il giorno prima aveva deciso di fare un regalo a Zick: una collana di denti di squalo. Zick la indossò subito e corse ai posti in fondo dove si erano sistemati Elena e Charlie, c’erano solo loro due in fondo al bus.
Quando finalmente si tolse lo zaino potè tirare un sospiro di sollievo e allo stesso non capiva come mai fosse così pesante il suo zaino, quando lo aprì per controllare da esso spuntò fuori un mostro dall’aspetto ridicolo: Chumba. “Oh porca bomba un mostro! E lo vedo!!” disse entusiasta Elena mentre il Chumba mostrò un sorriso a sessantaquattro denti e fece un inchino, Zick e Charlie provarono ad acciuffarlo ma Chumba si lanciò di prepotenza verso la finestra del bus sfondandola, tutti si girarono versa la direzione del suo e Zick dovendosi inventare una scusa in fretta disse “Qualche vandalo ha lanciato una pietra contro il finestrino.” disse Zick, Elena avrebbe voluto dire la verità ma Charlie le fece cenno di fare silenzio.
Intanto Chumba si era arrampicato sul tetto dello scuolabus e si era messo a cantare e fare balli ridicoli, ma soprattutto quando vide che i tutori si erano finalmente accorti della sua evasione si mise a fare loro diversi gestacci in segno di derisione, Chumba aveva giocato bene le sue carte sta volta, ne Zick ne i tutori potevano agire senza attirare l’attenzione e rischiare di far venire certi sospetti ai presenti.
Quando il bus partì Chumba esultò “Ahahah il grande Bagingi ha vinto! Nessuno può mettere l’arte in gabbia.” l’unica cosa di cui non si è reso conto in questo suo modo di fare era che lo hanno visto anche un paio di spiriti neri, Zick, Elena e Charlie si misero vicino alle finestre del bus per assicurarsi di non perdere di vista il Gingi sul tetto, o meglio, Zick e Charlie lo stavano facendo Elena voleva solo guardare meglio il primo mostro che era riuscita a vedere e per tutta la durata del viaggio fino all’acquario ha provato chiedere a Zick più informazioni riguardo ad esso.
Il viaggio durò quindici minuti e una volta arrivati Chumba ritornò invisibile e corse velocemente nell’acquario, Zick voleva corrergli dietro ma per colpa dei suoi compagni troppo lenti a scendere non fu possibile.
Quando finalmente scese venne accolto da Devid che lo fissava tristemente “Ehm posso aiutarti?” chiese Zick “Po-po-possiamo parlare per fa-favore?” Zick guardò l’ingresso dell’acquario e fece un smorfia, tanto ormai aveva perso Chumba e poi conoscendolo sapeva che era questione di tempo prima di ritrovare quel buffone “Parlare di cosa?” chiese Zick, Devid gli fece cenno di avvicinarsi e iniziò balbettare riguardo la loro compagna Annie, Zick guardandosi un attimo indietro fece cenno a Charlie e Elena di tenere gli occhi aperti per Chumba.

L’acquario cittadino era gigantesco, c’erano esposti a grandezza uno a uno riproduzioni di animali marini, dai terrificanti pesci abissali ai possenti cetacei, le pareti erano tappezzate di cornici che custodivano pezzi di giornale sulle scoperte scientifiche su animali marini, abissi più profondi documentati, eventi di guerra in cui erano rappresentati navi portaerei e sommergibili e ovviamente non mancavano enormi vasche che partivano dal pavimento e raggiungevano il soffitto e contenevano pesci tropicali e pesci abissali.
Iniziò la visita guidata per l’acquario, il gestore del posto era un vecchio uomo che ha pilotato un sommergibile durante la guerra, prima di iniziare avvertì i ragazzini che verso la fine avrebbe fatto fare un giro in sottomarino, dall’esterno poteva non sembrare, ma l’acquario era stato costruito sulla costa infatti in fondo all’edificio c’erano dei punti di osservazione del fondale marino per ammirare quegli animali nel loro ambiente e al centro un enorme sottomarino giallo, il gestore era un fan dei Beatles.

Quando finalmente iniziarono la guida del posto, Zick Elena e Charlie poterono guardarsi meglio attorno in cerca del fuggitivo, intanto dietro una tenda del lato ovest dell’acquario c’erano un Bombo con un basco in testa, uno Sgnakuz dalla carnagione leggermente scura e un mostro dal grosso naso con indosso una sciarpa si stavano organizzando.
Quando all’improvviso alle loro spalle apparve Chumba “Chumba Bagingi?! Ma che ci fai qui? Pensavo ti avessero messo dentro?!” disse il mostro dal grosso naso “Ohoh mio caro amico Ah, nessuna oasi di detenzione potrebbe fermarmi, infatti appena uscito mi sono messo a cercare il mio gruppo di teatranti preferito.” disse Chumba “Ah sei troppo buono amico mio, arrivi anche appena in tempo c’è una gita scolastica in corso e ci sarà da ridere.” disse lo Ah mentre si strofinava le mani “Oh lo so! Sono venuto con loro, e poi sembra che questi marmocchi di Oldmill siano molto sensibili agli spaventi.” disse Chumba lasciando tutto il gruppo a bocca aperta “Oldmill?! Tu vieni da Oldmill?! Come hai fatto? Grasso anti-spettro? Che cosa hai usato per proteggerti?” chiese lo Sgnakuz “Proteggermi? Proteggermi da che?” chiese Chumba sorridendo come un idiota “Chumba… amico mio… mi stai dicendo che hai attraversato una contrada fantasma in pieno giorno senza protezioni?” chiese lo Ah sorridendo nervosamente mentre cercava di trattenere la rabbia “Sì e sul tetto di un autobus.” rispose Chumba con orgoglio, al che lo Ah lo prese per i tentacoli che ha in testa e da libero sfogo alla rabbia “IDIOTA!!! Questo è esattamente il modo più facile di attirare uno spirito nero!” gli urlò lo Ah.
Proprio in quel momento il Bombo fece notare ai suoi amici, la presenza di due spiriti dannati all’interno dell’acquario e i mostri in preda al panico si misero a correre in cerca di un posto sicuro dove nascondersi prima che gli spiriti li trovassero, lo Ah propose di nascondersi dentro il sommergibile e il gruppo si nascose lì nell’angolo più buio.

La scolaresca si godé la mattinata che si rivelò più interessante del previsto, la guida sapeva alternare bene scienza e battute, un fascino che pochi hanno, anche se Elena Zick e Charlie erano impegnati a cercare Chumba.
“Ma che voleva Dedevid da te?” chiese Elena “Niente voleva solo dei consigli su come avvicinarsi a lei.” rispose Zick con nonchalance lasciando Elena di stucco, lei avrebbe voluto fare altre domande all’amico, ma quando si rese conto che Zick era impallidito all’improvviso lei cambiò argomento “Che succede?” chiese Elena “Sp-sp… spiriti neri.” balbettò Zick mentre viveva un flashback di quando venne attaccato da un’orda di quei fantasmi dannati, gli venne il fiato corto, gli girava la testa, si sentiva quasi sul punto di vomitare.
Elena lo prese per mano e gli disse di respirare, Zick prima prese il suo spray e per placare le sue allergie almeno per un po’, poi con l’aiuto di Elena ha stabilizzato il respiro, lei lo teneva per mano mentre lui prendeva dei respiri profondi.
I due rimasero indietro ma a loro non importava, Zick aveva bisogno di calmarsi, non appena Zick si riprese “Cosa facciamo adesso?” chiese Elena “Sono ancora al sicuro, basta che non lascio intendere a loro che posso vederli e potrebbero pensare che non sia un potenziale spuntino… e ora che ci penso… potrebbero considerare sul menù anche Chumba, quindi dobbiamo trovarlo prima noi!” disse Zick prima di raggiungere il resto del gruppo con Elena al suo fianco.
Finalmente arrivò il momento di salire nel sommergibile, i ragazzi scalpitavano all’idea di potere far un giro in fondo al mare e lì Zick trovò il fuggiasco che si nascondeva coi suoi compari, loro sapevano che se si fossero mostrati in quel momento avrebbero attirato troppo l’attenzione soprattutto quella degli spiriti neri, solo per quel motivo rimasero in silenzio e non si mostrarono.
Il sommergibile scese di diversi metri, dagli oblò si potevano vedere la flora e la fauna marina meravigliando i ragazzi, miss Swift era soddisfatta di come stava andando la gita e curiosa del lavoro della loro guida volette fargli delle domande sul suo lavoro e sul sottomarino.
Tutto andava bene, fin quando lo Ah affacciandosi all’oblò non vide i due spiriti neri di prima, si erano messi a cercarli pure sott’acqua, Zick con l’aiuto di Elena e Charlie hanno aiutato i mostri a nascondersi, speravano che gli spiriti non li avessero visti se si fossero messi ad attaccare il sottomarino sarebbe stata dura combatterli.



Tutto tacque, solo i loro compagni parlavano, ma per Zick il suono dei suoi pensieri e preoccupazioni erano così forti da non fargli sentire nient’altro, sembrò che le preghiere di Zick vennero ascoltate quando dopo un paio di minuti non accadde niente, ma proprio quando fece un sospiro di sollievo le luci del sottomarino si spensero.
A intermittenza delle luci rosse lampeggiavano illuminando tutti i presenti che in secondo passarono da gioiosi e felici a spaventati e preoccupati, la guida impostò i la rotta per tornare in superficie ma il sommergibile sembrava non rispondere ai comandi, pensando che ci fosse un guasto nei sistemi si precipitò a recuperare una cassetta degli attrezzi e iniziare a riparare.
Quello che non sapeva era che sono stati gli spiriti neri a mandare in avaria il sistemo di comando del sommergibile e anche il motore bloccandolo con la loro melma, iniziarono a ricoprire di melma anche il sottomarino facendo pressione cercando di romperlo come una noce.
Si sentivano suoni di metalli che si piegavano, alcuni vetri degli oblò s’incrinarono e tutti iniziarono ad urlare e andare nel panico, i mostri più di tutti avevano paura, Chumba cercò persino di forzare il portello del sottomarino per uscire ma era bloccato, Zick con il suo potere gli ordinò di smetterla non voleva che il sottomarino si riempisse d’acqua per colpa sua… anche se effettivamente la pressione in aumento sul sottomarino era diventata abbastanza da far filtrare da dei piccoli buchi dei piccoli getti d’acqua.
“Zick! Cosa possiamo fare?!” urlò Elena, poi aggiunse “Non puoi controllare quei fantasmi come i mostri e dirgli di smettere?!” “Non posso non controllo i fantasmi!” rispose Zick, al che Charlie gli prese la mano e gliela fece appoggiare sulla parete del sottomarino.
“Che stai facendo?!” “Io so come allontanare quegli spiriti dannati! E la risposta sei tu Zick!” rispose Charlie con tono serio Elena e Zick urlarono in coro “COSA!!!” “Charlie ma sei impazzito?! Zick non può combatterli! L’ultima volta che ha avuto a che fare con quegli spettri è quasi morto!” gli urlò Elena “So quello che faccio e so che Zick può farcela, se vogliamo uscire tutti vivi da qui dovete fidarmi di me, anche perché non credo che voi abbiate delle idee migliori!” rispose Charlie, Elena e Zick si guardarono negli occhi preoccupati “Fidatevi!” “Ma come fai ad esserne così sicuro?” chiese Zick “Segui le mie istruzioni e il resto verrà da se… -Charlie riprese la mano di Zick e gliela fece posare sulla parete- concentrati, pensa di essere lì, imponiti di essere lì! Concentrati, ordina al tuo corpo di essere LI’!” Zick segui i consigli di Charlie alla lettera e senza rendersene conto era diventato più leggero, così leggero da oltrepassare la materia che lo confinava nel sottomarino, nell’acqua non sentiva niente, era come se non avesse più bisogno di respirare per sopravvivere.
Guadandosi indietro potè vedere lo sguardo sbalordito di Elena e Charlie che gli faceva l’ok, poi gli indicò gli spiriti e Zick ingoiò la sua paura e prese fiato fino a sentirsi scoppiare e ordinò a fantasmi di smetterla.
Ma proprio come accadde settimane prima, i fantasmi iniziarono a focalizzarsi solo su di lui, non era esattamente quello che si aspettava, ma quando uno dei sue spiriti si avvicinò a lui per dargli un morso Zick nel dimenarsi per mettere distanza tra lui e lo spirito gli ha dato un pugno e lo ha colpito.
Qualsiasi cosa Charlie gli ha fatto fare si era rivelata più utile del previsto e non aveva intenzione di fermarsi, anche se non era sulla terra ferma stava comunque riuscendo a reagire contro gli spiriti ferendoli, uno bloccò le mani di Zick e dopo aver malevolmente riso provò a dargli un morso, Zick spostò la testa per non farsi azzannare e subito dopo diede una capocciata allo spirito facendogli perdere la presa sulle mani di Zick e lui ricominciò a prenderlo a pugni.
Elena dal suo punto di vista vedeva solo Zick agitarsi negli abissi, ma grazie a Charlie che gli faceva da telecronaca capì cosa stava succedendo e anche i mostri facevano il tifo per Zick, a un certo punto gli spiriti, stanchi di giocare, ricominciarono a lanciare quella melma appiccicosa, immobilizzarono Zick e desiderosi di vendicarsi su di lui, i due spiriti dannati iniziarono ad alterare pugni e morsi, proprio quando Zick era guarito dalle ferite della sua ultima esperienza con gli spiriti dei dannati, si ritrovò di nuovo a sperimentare sulla sua pelle i morsi di quelle anime dannate.
Più i due fantasmi andavano avanti, più si intensificavano morsi causando ferite gravi a Zick facendogli man mano perdere la concentrazione, prima che se ne rendesse conto, il suo corpo, era ritornato normale e lui aveva un disperato bisogno di aria.
Quello fu il momento perfetto per i due fantasmi di iniziare a consumare il domatore, mentre quest’ultimo impotente li guardava avvicinarsi, poco prima che Zick chiudesse gli occhi per sempre, vide il sommergibile, vide tutti i suoi compagni urlare di paura e poi vide Elena che lo fissava dall’oblò… no, non lo stava guardando e basta, stava piangendo, sbatteva i pugni sul vetro, soffriva con lui, dal movimento delle labbra sembrava che stesse urlando qualcosa, il nome di Zick.
Quando il giovane domatore se ne rese conto, sentì qualcosa, una nuova sensazione simile alla stessa che ha provato quando ha domato la pianta digerente crescere del profondo del suo corpo e farsi più forte, i fantasmi notarono che gli occhi di Zick si erano fatti all’improvviso rossi ma non ci fecero molto caso quando lo videro spiare… ma un piccolo dettaglio li lasciò perplessi: la bolla che sembrava l’ultimo respiro di Zick non stava volando verso l’alto, si stava ingrandendo fino ad avvolgere tutta la testa di Zick e subito dopo il suo intero corpo. I due fantasmi lo guardarono confusi mentre Zick riprendeva fiato e li fissava con i suoi ardenti occhi rossi, la bolla che avvolgeva Zick iniziò a brillare leggermente diventando di un colore simile all’azzurro chiaro e da essa si vedevano delle scintille di scariche elettriche avvolgere la bolla.
I fantasmi iniziarono a indietreggiare preoccupati mentre Zick con una mossa fece implodere la bolla generando un’onda d’urto di energia che travolse gli spiriti facendoli dissipare come se fossero ombre, anzi ha fatto di più, il colpo di Zick ha colpito anche il sommergibile rompendo la melma che faceva pressione.
Zick riprese la concentrazione ridiventando di nuovo capace di attraversare le pareti e si trascinò fino al sommergibile, e quando ritornò all’interno di esso Elena e Charlie si lanciarono su di lui abbracciandolo, fu uno degli abbracci più dolorosi che Zick abbia mai sperimentato, ma era felice di essere vivo e di aver salvato tutti.
Elena si tolse la giacca e la usò per coprire le ferite di Zick modo che non desse troppo nell’occhio, nel frattempo dopo infiniti attimi di attesa finalmente ritornò la luce e il sommergibile ritornò a funzionare e impostarono subito i motori al massimo per tornare in superficie.

Una volta fuori dall’acqua miss Swift si assicurò che stessero tutti bene, prima di svenire, mentre Zick cercava di tamponare le ferite e limitare la perdita di sangue, cercava di non farsi sfuggire Chumba tenendolo stretto per i tentacoli della testa.
“Zick, ma quello non è il tuo gatto?” sussurrò Elena all’amico indicando l’ingresso dell’acquario, dopo che Elena e Zick si assicurarono di non essere visti, si avvicinarono a Timothy con in mano Chumba.
“Ehilà gatto!” disse Elena sogghignando un po’ “La tua fortuna si esaurirà prima o poi ragazzina, sappi che presto o tardi mi occuperò della tua memoria, ma prima… Zick… in nome dei tutori eccelsi che ti è successo?!” disse Timothy guardando Zick perdere sangue, Zick indicò Chumba e poi disse “Un piccolo incidente con degli spiriti neri…” Timothy spalancò la bocca “...ma va tutto bene, li ho fatti sparire.” “E’ stato grandioso ma anche spaventoso, Zick aveva attraversato le pareti ed era finito in acqua per combatterli e poi quando pensavo che fosse spacciato li ha distrutti con colpo energetico e…” disse Elena frettolosamente “COS- -Timothy si tappò la bocca per trattenere le urla- Cosa! Dove diavolo hai imparato a fare tutto questo?!” disse Timothy con tono arrabbiato ma trattenuto “Non lo sapevo di poterlo fare, semplicemente Charlie mi ha detto che lo potevo fare e…” Zick venne interrotto da Elena “Aspetta un secondo, ora che penso… che fine ha fatto Charlie?” Elena aveva ragione, Charlie non si vedeva più da nessuna parte, come se fosse sparito “Bah, non mi interessa adesso, su questa storia faremo i conti dopo caro Ezechiele Zick! Ma ora se non ti dispiace questo pagliaccio torna a casa con me!” disse Timothy secco.
Zick non sapeva come facesse, sia quei suoi strani poteri, che la sua resistenza, le ferite facevano male e non smettevano si sgorgare, ma riuscì a resistere fino a quando non tornò a casa e potè farsi di nuovo curare dalla madre.
Dopo circa un’ora dall’arrivo di Zick a casa, rientrarono anche Chumba e Timothy “Lasciatelo dire tutore spellato, non hai il minimo rispetto per l’arte.” disse Chumba per provocare Timothy “Se per arte in tendi ‘credere di piacere alla gente’ facendo l’idiota in pubblico, allora sì!” rispose Timothy, ma poi venne raggiunto da Larraley “Timothy grazie agli eccelsi sei tornato abbiamo un problema!” disse la tutrice “Solo uno?! Zick è diventato più forte!” rispose Timothy lasciando Larraley a bocca aperta “Sì, ha imparato ad attraversare la materia e generare campi di forza, di questo passo tutto il lavoro di una vita per contenerlo non sarà servito a niente!” sfogò Timothy “Questo è grave… e questo ci riporta al problema che ti dicevo.” disse Larraley portando Timothy in soggiorno dove c’era un grosso gatto marrone seduto su una poltrona.
“E’ un brutto momento? Tutore stellato Timothy Moth?” “Aaaaaah! J-Jeremy Joth.” “Preferisco essere chiamato tutore massimo Jeremy Joth! È più professionale e meno personale, specie perché sono qui per lavoro io.” disse Jeremy “L-l-lavoro?” balbettò Timothy mentre Larraley si nascondeva dietro di lui “Sì! Vedete colleghi, sono qui per due motivi: uno è perché sono stato sorteggiato io come supporto per contenere il tuo domatore tutore stellato… l’altro è per sottoporre quest’oasi a un’ispezione. Il consiglio ha saputo da una fonte autorevole, che stai fallendo nel tuo compito di tutore.” disse Jeremy Joth “Q-quale fonte autorevole?” chiese Timothy “Un Gorka che ultimamente non si sta facendo i fatti suoi… ma vedo che dopo tutto non aveva torto… abbandono di oasi, evasioni, indisciplina da parte dei detenuti, rieducazione fallimentare e per finire adesso scopro che il TUO domatore si rafforza sempre di più! Sei proprio nei guai tutore stellato, c’è il serio rischio che tu debba restituire quella stella.” concluse Jeremy.

Zick dopo essere stato curato dalla madre, si mise a riposo finché non si sentì meglio, più o meno nel tardo pomeriggio.
Si mise una maglietta pulita, ma soprattutto tutta intera, e uscì di corsa per raggiungere i vicini approfittando di un momento di distrazione dei tutori, quando suonò il campanello di casa Patata gli aprì Julie “Oh ciao Zick, stai cercando Elena? Dovrai aspettare un po’ è appena andata dal dentista con suo padre.” disse Julie “Salve signora e… no, in realtà sono qui per vedere Charlie.” “Charlie?” “Charlie Schuster, è qui da voi no?” Julie si fece pallida per un attimo e Zick percepì una strana sensazione provenire da lei, Julie invitò Zick dentro casa e a sedersi con lei in salotto.
“Quindi lei ti ha parlato di Charlie eh?” disse Julie con tono triste “Si… me ne ha parlato Elena e me ne ha sempre parlato bene di lui… ma questo che c’entra mi sembra normale che…” Zick venne interrotto da Julie “Zick, da quanto tempo conosci Elena?” “Poco più di un mese.” “E tu hai visto che ragazza è, intelligente, sveglia, vivace, sola e con molta fantasia…” “Cosa sta cercando di dirmi?” “Sto dicendo che Charlie non esiste, è il suo amico immaginario.” Zick impallidì di colpo, un po’ per la rivelazione improvvisa, un po’ perché Charlie apparve all’improvviso alle spalle della donna e aveva un’espressione triste in volto “Vedi Zick, non è la prima volta che noi ci trasferiamo, il lavoro di Harvey lo porta spesso a doversi trasferire per ordini dei suoi superiori, con tutti questi spostamenti Elena non è mai stata in grado di fare delle amicizie durature, e poi Harvey che è occupato nella gestione del supermercato tutta la settimana, la mia gravidanza… tutti questi fattori devono averla fatta sentire ancora più sola…” in quel momento Zick vide Charlie attraversare un parete fino allo sparire dalla sua vista “...ma, ora che ha te, credo che lei possa migliorare e dire addio al suo Charlie Schuster… ma… ti prego, non dire niente a Elena.” concluse Julie, Zick fece il segno della croce sulla bocca e annuì prima di lasciare casa Patata.
Quando mise piede fuori si ritrovò davanti Charlie Schuster “E così adesso lo sai.” disse lui con tono triste, Zick gli sorrise e lui sorrise a sua volta, i due si spostarono sul vialetto della casa di Zick e iniziarono a parlare “Come vanno le ferite?” Zick tirò su la manica e mostrò i punti sul bicipite e sulla spalla “Mi hanno fatto male, ma mia madre è davvero un maga in questo.” “Meno male… sai per un attimo ho avuto paura, pensavo di averti mandato al macello quando ti avevo detto che potevi salvarci.” confessò Charlie “Anche io ho avuto una fifa… ma in compenso avevi ragione ho vinto io alla fine…” “Da quel che mi ha detto Elena, tu eri terrorizzato dagli spiriti dei dannati… ora che li hai battuti non hai più paura?” chiese Charlie “No… ho solo affrontato le paure, non le ho vinte…” “…” “...parlando d’altro, come funzione questa storia dell’amico immaginario?” chiese Zick “Sapevo che l’avresti detto, per prima cosa, preferisco essere chiamato ‘immaginario’ e basta, è un po’ difficile da spiegare come funziona… la fantasia è una cosa: sono i sogni degli esseri viventi. Un immaginario come me è un’altra cosa: è come se una parte del subconscio di una persona si separasse e prendesse vita e cerchi di aiutare la persona come può. Una cosa che non sapevo era che a seconda di chi mi può vede posso sbirciare nel suo subconscio.” concluse Charlie guardando Zick “Per questo sapevi che potevo battere quei fantasmi! Hai visto nel mio subconscio qualcosa che nemmeno io sapevo di poter fare! È una figata!” disse Zick meravigliato “Eheheh, già… è utile… oltre che figo… ma la mia… è un esistenza inautentica Zick, sono vivo solo perché esiste chi mi vede, ma a seconda di chi lo fa il mio aspetto varia, tua madre per esempio mi vedrebbe come un uomo della sua stessa età… è un po’ come se io, che lo voglia o meno, indossassi una maschera che nasconda la mia in-autenticità… tutte le mie emozioni sono false, la mia personalità non esiste, faccio parte del Poddum-sì in un piano della realtà che mi rende inferiore a un fantasma, che se ci pensi, è solo l’ombra della persona che era… io invece… -le lacrime iniziano a rigare il volto di Charlie- chi mai potrebbe capirmi se la mia vita è così finta?” concluse Charlie… per la prima volta Zick, percepì un emozione provenire da Charlie, non per via del suo potere, ma dalla sua empatia umana e influenzato dal discorso che Charlie, si sentì colpevole per la sua curiosità e strinse Charlie in un abbraccio.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: La caccia comincia. ***


Capitolo 5: La caccia comincia.

Magnacat continuava ricevere richiami da parte del consiglio di Bibbur-sì, specie perché si ostinava a continuare quella sua “recita” del candidato politico.
Lui non prendeva mai molto bene questi rimproveri, era convinto di essere nel giusto, anche quando il consiglio dei tutori massimi lo minacciava di esiliarlo non solo dalla città sospesa, ma dalla stessa Bigburg, lui restava fermo e impassibile, come se avesse il pieno controllo della situazione.
Dopo aver lasciato il bozzolo del consiglio dei tutori massimi, Magnacat decise di passare a un’azione più decisa per i domatori della città, decise che avrebbe sperimentato modi per distruggerli usando i domatori di Oldmill village come cavie finché non avrebbe trovato un modo definitivo per distruggerli tutti.

A casa Barrymore la situazione era al quanto cambiata ma non di molto, una volta ogni tanto veniva la zia Ermelia a trovare la nipote e il pronipote e a giudicare il reddito di Greta e di alcune sue scelte, come sempre, Charlie ha cominciato a passare molto tempo a casa di Zick per parlare con lui e per sbirciare nel suo subconscio altre cose che Zick non sapeva di poter fare, mentre i tutori si occupavano di far rispettare le regole della casa ai tutelati.
“Ribrezzo, fai ri-brez-zo!” disse Jeremy “Perchè te insultare Bombo?” chiese Bombo “Non fare il finto tonto e ammetti le tue colpe detenuto! Hai otto condanne per rumori molesti in luogo pubblico è tutto scritto sulla tua scheda.” “Ma Bombo, Bombo no ha fatto puzzetta.” rispose Bombo “Chiedo scusa collega tutore massimo Jeremy Joth, credo sia opportuno che la corregga.” intervenne Timothy “Ha qualcosa da ridire tutore stellato Timothy Moth?” “Solo che sta facendo confusione collega, questo Bombo è il Bombo della MIA oasi di detenzione ed è qui perché è un ladro di scarpe… il Bombo a cui si riferisce per quelle otto condanne è quello della nostra collega Larraley, ovvero il Bombo denominato: Numero 2.” disse Timothy “Grazie per l’informazione collega, però sta di fatto che in base alla mia esperienza… molto più vasta della tua, io sappia riconoscere un mostro colpevole da uno innocente, vero Bombo?” disse Jeremy mentre Bombo continuava a insistere che non fosse stato lui, Jeremy si avvicinò a un posacenere del soggiorno “Tutti i Bombi si somigliano, stessi gusti, stessi bisogni…” continuò Jeremy mentre prese il posacenere facendo cadere il centrino che stava sotto di esso “Che cosa vuole fare con quello collega?” chiese Larraley “Pensavo di svuotarlo l’odore del fumo mi stava dando fastidio e… oh che sbadato, Bombo ti dispiace prendere quel centrino?” chiese Jeremy mentre sogghignava, Bombo si piegò per prenderlo, quando all’improvviso per tutta la casa si udì un suono simile a un tuono.
Greta, i nonno fantasma, Zick e Charlie scesero in soggiorno per vedere cosa fosse successo e sentirono nell’aria un odore pungente mentre dal soggiorno si potevano sentire le voci dei tutori e dei mostri “NON CI POSSO CREDERE BOMBO!!! Che figure mi fai fare?!?!” urlò Timothy mentre strappava e bruciava con il suo potere il centrino “Me chiede scusa Timothy, me è stato ingannato.” “Silenzio! Per questo scherzo ti sei meritato una bella punizione, tappati in soffitta fino a domani… e guai a te se poi la sento puzzare!” gli urlò Timothy, mentre Bombo con le lacrime agli occhi si diresse verso la soffitta.
In quella casa stava diventando sempre più difficile abitare, specie da quando è arrivato Jeremy e le sue regole, l’unica fortuna era che non poteva seguirli a scuola o che gli fosse passato per la testa di far studiare Zick a casa.

Un giorno alla scuola elementare di Oldmill durante la ricreazione Elena, Zick e Charlie stavano parlando di alcune cose che Elena aveva notato riguardo i suoi due amici “Ultimamente voi state facendo un po’ troppo comunella, cosa state confabulando?” chiese Elena con un tono di sospetto mentre mangiava il suo panino “Non è per cattiveria… è che volevo conoscere meglio Charlie, all’acquario il suo aiuto è stato determinante… e stavo pensando a quella proposta che mi hai fatto tempo fa.” rispose Zick, Elena lo guardò confusa non ricordandosi di cosa stesse parlando l’amico “Sai che ti dico? Facciamolo! Formiamo una squadra noi tre!” disse Zick con decisione facendo apparire un largo sorriso sul volto di Elena, lei subito dopo aver lasciato accidentalmente cadere il suo panino strinse i suoi due amici in un abbraccio.
“E’ una notizia fantastica! Già vedo il nostro futuro: avventurieri impavidi. Con le magliette col nostro logo, che va a caccia di misteri e mostri… uh dovremo trovare un nome accattivante per la squadra!” pensò ad alta voce Elena piena di energia “Al nome io aspetterei… anzi io aspetterei a fare tutto, cerchiamo di non esagerare.” disse Charlie con tono calmo “Hai ragione, prima dobbiamo farci conoscere… e-” “Elena! Non ho intenzione di rivelare dei mostri a nessuno.” precisò Zick, Elena lo guardò confusa e spiazzata “Ma scusa, non hai intenzione di provare a tutti che non sei pazzo come tutti dicono?” chiese lei “Vorrei, ma non voglio, ne posso…” “Quello che Zick sta cercando di dire è che lui vorrebbe avere una vita normale come la tua dopo tutto.” intervenne Charlie “Ma per favore ma chi la vuole un vita normale? Non è poi questa gran cosa quando tu puoi vedere mostri e fantasmi e combatterli… a proposito, Charlie tu non mi hai spiegato come facevi a sapere che Zick aveva il potere di salvarci tutti quando eravamo nel sottomarino… cos’è anche tu hai dei poteri speciali e non me lo hai mai detto?” “Beh Elena se ti dicessi tutto subito ti toglierei il gusto della scoperta, la gioia della sorpresa… però sì ho in un certo senso un potere, ma è molto diverso da quello di Zick se te lo stessi chiedendo… il mio è più mentale che potere per combattere o inscatolare mostri.” rispose Charlie con la sicurezza che lo caratterizza “Mostri in scatola?!” dissero Elena e Zick allo stesso tempo “Puoi fare anche quello? Cioè sai come prendere un mostro, dissezionarlo e conservare le sue parti?” chiese Elena “No no no, io… è da settimane che faccio dei sogni strani, mi vedo combattere contro dei mostri che non ho mai visto e alcuni di quei mostri li… inscatolo tutti interi in dei barattoli, pensavo che fossero solo dei sogni senza senso ma adesso che Charlie ha portato l’argomento…” “Uh uh dobbiamo assolutamente provare, con Charlie dalla nostra può vederti nella testa e vedere come si fa, poi facciamo pratica coi mostri a casa tua.” suggerì Elena “Non possiamo, a casa di Zick è da poco arrivato Jeremy Joth.” disse Charlie spezzando l’entusiasmo di Elena “E chi è?” “Un altro gatto parlante per farla breve.” “Un altro? Ma scusate… va bene che da quel che ho visto i gatti a quanto pare sanno parlare e sparare raggi laser… ma-” “No Elena non hai capito, loro non sono davvero gatti, sono dei tutori, sono dei mostri travestiti da gatto, loro apparentemente sono la massima autorità del Poddum-sì: la realtà dei mostri. E da quel che ho visto questo Jeremy è davvero un tutore importante, forte e rigido… e mia madre mi ha detto: che non devo neanche parlare di questo argomento dei mostri in scatola… almeno non in loro presenza.” spiegò Zick “Non c’è un altro posto dove ci sono mostri con i quali provare?” i tre rimasero in silenzio per circa un minuto per riflettere "C'è un posto che brulica di mostri: il centro città." ragionò Zick "Aspetta cosa?" "Sì c'è un'intera città di mostri nel mezzo della città... il problema è che anche quella è invisibile per gli umani normali, e poi scommetto che ci sono anche più tutori che a casa mia." "E siamo punto e capo... ma scusa? I luoghi abbandonati e che vengono considerati infestati dopo l'abbandono, sono solo leggende metropolitane o effettivamente c'è qualcosa?" chiese Elena "Beh dipende, ci possono essere dei mostri come ci possono essere dei fantasmi e se non ti dispiace... vorrei evitare di dover aggiungere degli ALTRI punti." concluse Zick mostrando le sue ultime medicazioni, "Forse posso aiutare io... io vedo mostri e spettri, ma a differenza di Zick io non rischio niente." propose Charlie "E' un'ottima idea, puoi andare in avanscoperta per noi e poi ci metteremo all'opera." "Vado subito allora." "Ehi aspetta, la scuola non è finita." "Tranquilla, me lo posso permettere qualche giorno di assenza, tanto presto o tardi me ne andrò." concluse Charlie lasciando Elena amareggiata, lei rivolse lo sguardo verso Zick e lui le mise la mano sulla spalla, aveva percepito la sua tristezza, quando Elena si rigirò verso la direzione dove prima c'era Charlie, vide che lui se n'era già andato, sparito, proprio come all'acquario.

Passò una settimana da quel loro dialogo, la famiglia di Elena si stava preparando ad accogliere il nuovo arrivato in famiglia, che ormai mancava davvero poco, massimo una settimana.
Zick continuò con la sua vita, studiando, leggendo libri dei suoi autori preferiti, andando a scuola e aiutando sua madre in casa, l'unica cosa che gli dava davvero fastidio erano i tre tutori che lo tenevano d'occhio ad ogni ora del giorno, da quando era arrivato Jeremy gestire le continue evasioni di Chumba era diventato più facile, ma le regole dell'oasi si erano fatte più rigide.

Poi per fortuna alla fine Charlie ritornò e i tre ragazzi si poterono riunire per parlare, si incontrarono nel giardino di Elena, Zick ottenne il permesso di uscire a patto che restasse dove almeno uno dei tutori lo potessero vedere.
Elena portò con se il suo gatto per far sembrare agli occhi dei tutori che stessero solo giocando col gatto "Ti sei fatto attendere lo sai?" disse Zick con tono scherzoso "Sì... è stato più difficile del previsto, ho visitato diversi posti abbandonati, così tanti che ho preso il conto... ma sono riuscito a trovare un posto dove non ci sono spiriti e ci vive solo un mostro." concluse Charlie facendo l'occhiolino ai suoi amici "Bello! Che mostro hai adocchiato?" chiese Elena emozionata "Un mostriciattolo che abita nella vecchia acciaieria abbandonata nella zona industriale... il problema è che puzza così tanto da far scappare una puzzola e sporca tutto ciò che lo circonda in modo atroce." commentò Charlie facendo una faccia schifata, al che anche Elena e Zick fecero una faccia poco convinta "Non potevi scegliere qualcosa che ci avrebbe portato a vivere un'avventura vera? Magari più pulito?" chiese Elena "No, uno più grosso avrebbe attirato troppo l'attenzione, e poi a parte sporcare non fa niente di troppo pericoloso, se deve essere la nostra prima... chiamiamola 'avventura'? Se ti fa piacere, meglio cominciare con qualcosa di piccolo, anche perchè Zick lo può bloccare in un secondo." spiegò Charlie, Elena e Zick si fissarono negli occhi per un paio di secondo, tutti sapevano che Charlie aveva ragione "Va bene, ma manca ancora un dettaglio... forse ti sei dimenticato che dobbiamo provare a fare una cosa col mostro in questione... quindi, come faccio a inscatolarlo?" chiese Zick, Charlie gli mise le mani in testa un secondo per controllare meglio "E' facile, è tutta una serie di gesti con i quali controlli le cellule dei mostri... la tua voce ne comanda le azioni, le tue mani la struttura del corpo, con quei gesti gli togli il peso, lo fai diventare semi-liquido e lo rimodelli per farlo entrare tutto intero in un barattolo... a proposito, Elena puoi andare a prendere un barattolo vuoto dalla cucina? Ci servirà per inscatolare il mostro, nel frattempo io e Zick faremo pratica coi gesti di imprigionamento." Elena ubbidì e corse in casa a prendere il primo contenitore vuoto che sarebbe riuscita a trovare, mentre Charlie mostrava a Zick come muoversi e lui lo imitava per imparare i movimenti.
Quando Elena tornò con un barattolo vuoto, i tre di fretta e furia presero le bici e prima che i tutori di Zick sospettassero qualcosa sparirono nella direzione della zona industriale della città.

Zick non era sicuro di aver imparato i gesti da fare, ma voleva provare, e quando raggiunsero il posto che Charlie aveva indicato... sia Elena che Zick rimasero sconvolti, quella vecchia struttura metteva i brividi, sembrava sul punto di cadere a pezzi da un momento all'altro.
Il recinto di separazione era sfondato, evidentemente qualcuno aveva già provato ad entrare senza permesso e quel passaggio aperto in precedenza poteva permettere a chiunque di entrare, infatti è da lì che Elena, Zick e Charlie sono entrati.
I ragazzi fecero solo pochi passi prima che Zick tirasse uno starnuto violento, lo presero come un buon segno, vista la sua allergia ai mostri, ma allo stesso tempo si resero conto di aver commesso un errore.
Anche se Zick si soffiava il naso o prendeva un respiro del suo spray per le allergie, il povero ragazzo non riusciva a smettere di starnutire e ben presto si ritrovò con gli occhi gonfi e il naso che sembrava un rubinetto rotto.
Ma non sarebbe stato questo a fermare i tre ragazzi "Ma sei sicuro Zick? Non sembri in forma." "Do do, posso fadcela." disse Zick anche se non suonava convincente "Ma quindi ora che facciamo? Zick è fuori gioco e io non vedo i mostri." disse Elena "Io invece li vedo, posso farti da navigatore fino a trovare il-" Zick mollò uno starnuto così forte che rimbombò per tutto l'edificio abbandonato "-mostro... e addio all'elemento sorpresa." concluse Charlie.

All'interno della struttura c'era muffa ovunque, scie di fango secco sul pavimento, polvere su qualsiasi superficie e macchie di umido sulle pareti e sul soffitto, ma soprattutto una puzza pungente di marcio appestava l'aria del posto.
I tre, o meglio i due, ragazzi avanzavano con passo lento e orecchie aperte, soprattutto Elena che non vedeva i mostri e doveva anche guidare Zick lungo il percorso modo che non si perdesse, Charlie invece era davanti a entrambi e li guidava alla ricerca del mostro.
"Ma cosa stiamo cercando esattamente?" chiese Elena "Non conosco le specie di mostro, ma questo è grande come un pallone da calcio da quello che ho visto... sperando che non se n'è andato." rispose Charlie poco convinto mentre Zick continuava a soffiarsi il naso, dopo qualche minuto di silenzio e esplorazione, il gruppo sentì un suono simile a un rantolo "Lo abbiamo trovato!" esultò Charlie mentre guidava i suoi amici verso l'origine del suono.
In un angolo di quel luogo abbandonato, c'era un specie di grossa vasca arrugginita piena di fango verde dove il mostro stava sguazzando allegramente, sparpagliando quella schifezza ovunque "Che aspeddo ha?" chiese Zick col naso dolorante "Sembra un grosso ragno peloso... non credo si velenoso." lo descrisse Charlie "Spero per te che sia così, ma come lo prendiamo intanto che Zick è fuori uso?" chiese Elena, proprio in quel momento il mostro li avvistò e iniziò a dimenarsi e agitarsi spargendo ancora più fango di prima "Che succede?" "Sta scappando dobbiamo fermarlo!" urlò Charlie poco prima di buttarsi nella vasca e tagliare le vie di fuga al mostro mentre quest'ultimo gli lanciò un faccia una palla di fango.
A quel punto anche Elena si tuffò a capofitto nella vasca e si mise a cercare il mostro con lo sguardo, certo non lo vedeva, ma facendo attenzione poteva individuare la sua posizione.
Charlie si tolse in fretta il fango dalla faccia e si mise ad aiutare Elena, le indicò il punto esatto in cui si trovava il mostro e entrambi gli saltarono addosso, dal punto di vista di Elena sembrava che avessero preso solo un pugno di fango, ma il suo senso del tatto le diceva di aver afferrato una creatura pelosa e agitata.
Elena e Charlie facevano fatica a trattenerlo, si dimenava così tanto che sembrava sul punto di scappare e trascinare via con se i due ragazzi "Zick sbrigati!" urlò Charlie, Zick prese il barattolo, cercò di mettere a fuoco la vista e... "Fermo mosdro!" e il mostriciattolo si calmò di colpo, Elena non poteva vederlo, ma lui era ancora molto agitato, semplicemente era paralizzato.
"Alla buon'ora." commentò Elena seccata "Scusate." Zick tirò su col naso e preparò il barattolo ed era pronto a fare la serie di gesti che servivano a inscatolare il mostro, prima porre la propria mano in avanti tenendola come se stesse stringendo qualcosa, Zick in quel momento sentì veramente qualcosa, era come se avesse stretto il mostro tra le mani ma non era così e allo stesso tempo il mostro ha iniziato a levitare e a lamentarsi come se fosse stato stretto in una morsa, Zick iniziò a spostare la mano in varie direzioni e il mostro mentre fluttuava seguiva la direzione che Zick stava puntando.
Zick lo sentiva stava controllando il mostro e poteva farne ciò che voleva, di scatto girò la mano mostrando il palmo verso l'alto, il mostro iniziò a farsi più liquido e a perdere forza e peso, poi di colpo strinse il pugno e lo tirò verso di se e il mostro partì come una freccia verso il barattolo vuoto e Zick lo chiuse dentro.
Charlie e Zick erano i soli ad aver visto effettivamente cosa fosse successo e Zick per quanto malconcio per colpa delle sue maledette allergie, era il più estasiato di tutti, aveva appena preso il suo primo mostro.

Finalmente i tre lasciarono quel posto e Zick potè un pochino riprendersi dalle allergie, ma soprattutto ritornare a casa.
Lungo tutta la strada fino a casa i tre parlarono allungo di quanto fosse successo, delle sensazioni che ha provato Zick mentre lo controllava, di ciò che Elena non ha visto... quando finalmente raggiunsero le rispettive case si era ormai fatto il tramonto, e il trio si rese conto solo a quel punto di alcuni dettagli: Elena e Charlie erano sporchi fino all'osso e puzzavano come porci, mentre Zick aveva con se un barattolo con un mostro dentro. Due dei tre se fossero stati scoperti sarebbero finiti in guai serie se i rispettivi parenti li avessero visti.
Quando se ne resero conto, i tre iniziarono di fretta e furia a pensare per farsi venire in mente un'idea per evitare i guai, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa Julie chiamò sua figlia con tono seccato ordinandole di rientrare, mentre dalla porta della casa di Zick c'era Timothy che lo fissava furioso.
Charlie sparì dalla vista di Zick prima che lui se ne rendesse conto, lasciandolo solo col suo tutore.
Zick provò a nascondere dietro la schiena il barattolo mentre malediceva mentalmente Charlie per averlo abbandonato a se stesso, Zick rientrò in casa "Dove! Sei! Stato?!" disse Timothy prossimo a far esplodere la sua rabbia "In giro?" rispose Zick "Ehm senti Timothy mi dispiace ma..." "FA SILENZIO!!! Non voglio le tue scuse!" ruggì Timothy mentre veniva raggiunto dai suoi colleghi, ma prima che Timothy potesse sgridare Zick ulteriormente, Jeremy prese parola "Fermi tutti! -annusa l'aria e fa una smorfia- cos'è questo tanfo?" "Non è stato numero 2 collega, l'ho rinchiuso in soffitta insieme all'altro Bombo." rispose Larraley, poi i tre tutori si misero a guardare Zick "Che c'è?" "Zick... cosa stai nascondendo?" chiese Timothy visibilmente preoccupato, in quel momento si fece più forte un suono simile a un rantolo soffocato misto ai suoni del vetro quando si rompe, provenivano da Zick.
Lui sbirciò solo un attimo dietro di se e si rese conto che il suo trofeo di caccia si stava muovendo e sembrava sul punto di esplodere... il barattolo scoppiò e un'ondata di fango investì Zick, i tre tutori e allagò il pavimento dalla porta d'ingresso fino alla porta della cucina.
Per sfortuna di Zick, lui ricominciò a starnutire come all'acciaieria mentre i tutori indignati volevano delle spiegazioni, Greta sentendo il forte rumore accorse e vide il disastro, inutile dire che anche lei si arrabbiò col figlio.
"Che... SIGNIFICA TUTTO QUESTO?!?!" urlò Timothy, Jeremy intervenne di nuovo "Ma questo è... è un Lurrido!" il tutore massimo aveva trovato il mostro che Zick aveva catturato, senza forze e mezzo liquefatto in mezzo al fango, al che tutti i tutori si rivolsero a Zick con uno sguardo stupito e inorridito, mentre Greta impallidì di colpo "Zick... tu... tu hai... sei stato tu?... hai inscatolato un mostro?!" disse Timothy, Zick provò a dare spiegazioni o a carcere una scusa al volo, ma le sue reazioni allergiche non gli davano tregua e sentiva la gola bruciare.
Il tutore massimo ordinò a Greta si prendere suo figlio, di portarlo in camera sua e chiuderlo lì dentro, Greta ubbidì prese Zick e lo portò al piano di sopra, una volta in camera Zick percepì la delusione della madre mista alla rabbia "Perchè?... Perchè?... Perchè lo hai fatto Zick!?" lo sgridò Greta "Credevo che fossimo d'accordo! Ne avevamo parlato! Non lo capisci che loro hanno il potere di farti passare la vita in prigione?... di portarti via da me?" gli occhi di Greta iniziarono a lacrimare, Zick non disse niente, sua madre aveva ragione e lui l'unica cosa che poteva permettersi di dire era "scusa".

Zick venne punito, gli fu affidato il compito di ripulire il danno fatto dal Lurrido che ha portato, e non si sarebbe fermato fino a che non avrebbe finito.
In tanto i tutori si occuparono del Lurrido e iniziarono a discutere, anche Greta prese parte alla discussione, infondo si parlava del suo unico figlio.
Più tardi verso la mezzanotte, Zick non aveva ancora finito di pulire, ma sua madre quando finalmente uscì dal soggiorno gli disse "Puoi continuare domani se sei stanco." lo disse con un'espressione che lui non riuscì a decifrare, ma che lui interpretò come: vacua. Da lei percepì molta tristezza, aveva il cuore spezzato.
Lui entrò nel soggiorno dove erano riuniti tutti i mostri e i nonni fantasma, Timothy era seduto sulla finestra e guardava il cielo con la stessa espressione vacua che aveva Greta, mentre soffiava un leggero vento autunnale rinfrescava la serata e il viso del tutore.
"Che succede?" chiese Zick preoccupato "Ezechiele Zick... tu sei molto sfortunato, ma anche molto fortunato." disse Jeremy "Dopo quella tua bravata del Lurrido in scatola, ho dovuto fare rapporto al consiglio dei tutori massimi di Bibbur-sì, loro hanno parlato e hanno deciso che verrai trasferito in un'oasi di detenzione di sicurezza assoluta." gli cominciò Jeremy "Cosa?!" "Sta calmo, come ho detto sei anche fortunato, i miei colleghi sono indaffarati con la gestione della città e di un Gorka che sta giocando un po' troppo con la fortuna, quindi sì te ne andrai un giorno, quando non lo so, ma è stabilito che il prima possibile verrai trasferito nell'oasi di un tutore stellato-anziano." Zick rimase sconvolto dalla notizia, nessuno disse niente, tranne Timothy "Speravo di non arrivare a questo, mi dispiace Zick, ma stai volta hai esagerato." Zick vide che i mostri tutelati di Timothy, si erano messi a piangere per la tristezza, Zick con lo sguardo chiedeva spiegazioni ma sembrava che nessuno volesse dargliene "C'è un'altra notizia che devi sapere giovanotto, il consiglio ha stabilito che vista l'inefficienza nel suo ruolo, il tutore stellato... no, il tutore Timothy Moth è stato sollevato dall'incarico di tutore di casa Barrymore." aggiunse Jeremy, mentre Zick assisteva incredulo a Timothy che con un balzo uscì dalla finestra e subito dopo sparì.
Zick si avvicinò subito alla finestra per guardarlo dov'era finito, ma non lo vedeva da nessuna parte "A questo punto, rimane solo una notizia da comunicare da parte del consiglio... da ora in avanti in quest'oasi tutti dovranno ubbidire a Jeremy Joth... e con questo, è tutto." concluse Jeremy mentre Zick fissava la finestra e se da una parte vedeva la libertà che ha sempre bramato, dall'altra vedeva la nuova prigione che lo aspettava.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Strada per la redenzione ***


Capitolo 6: Strada per la redenzione.

Il giorno dopo i mostri erano tristi per la partenza di Timothy, ma soprattutto erano costantemente ripresi da Jeremy che non tollerava molto certi loro comportamenti, durante il contrappello nascosero la testa di Sgnakuz Bu per fare uno scherzo e Jeremy ha ordinato di ricomporlo o avrebbero passato una settimana in punizione.
Elena furiosa in compagnia di Charlie si diressero verso la casa di Zick, lei aveva qualcosina da dirgli vista la lavata di capo che i suoi genitori le fecero quando è tornata a casa quella sera.
Bussava alla porta, ma non rispondeva nessuno, qualche minuto dopo vide Greta parcheggiare, lei non diede il tempo a Greta di scendere dall'auto che le si avvicinò e pretese di sapere dov'era Zick.
"L'ho accompagnato a scuola prima di andare a lavoro." rispose Greta senza alcuna emozione, Elena non se ne accorse mentre Charlie se n'era accorto e aveva una bruttissima sensazione.

A scuola la situazione all'apparenza non era diversa ma Zick era più silenzioso del solito, anche quando Elena provò a parlargli per vomitargli addosso tutta la sua frustrazione dovuta a ciò che ha passato il giorno prima, dall'immergersi nel fango al rimprovero e la punizione che le fecero i suoi genitori, Zick rimase in silenzio, fermo, imperturbabile... almeno agli occhi di Elena e la cosa le dava fastidio si è data una calmata solo quando Charlie le impose di smettere.
Iniziò la lezione e per tutto il tempo rimase muto, anche quando Soup e Ford provavano a sfotterlo mentre l'insegnante non guardava, Zick era come un corpo defunto.

Durante la ricreazione quando uscirono nel cortile Zick si sedette a una panchina, guardava la terra e la polvere mentre era perso nei suoi pensieri, Elena e Charlie si avvicinarono, Elena provò a farlo parlare a fargli dire qualsiasi cosa ma Zick rimase muto.
A quel punto Elena non era più arrabbiata era solo preoccupata e quando Zick percepì questo cambio di emozioni finalmente parlò "Ieri sera tutti noi abbiamo passato dei guai... dei guai grossi, non so che tipo di punizione hai subito per essere così arrabbiata con me, ma sei stata fortunata." disse Zick "Cosa... è successo?" chiese lei "Quel Lurrido mi è esploso in mano e i tutori hanno capito subito cosa avevo fatto... e secondo loro ho superato il limite sta volta." "In che senso 'è esploso'?" "I Lurridi continuano a sporcare e inquinare anche da inscatolati, e quindi nessuno contenitore li può contenere allungo senza poi scoppiare... ma ritornando ai tutori, Timothy è stato licenziato, e io molto probabilmente verrò trasferito." concluse Zick "Tr-trasferito?" "Esatto, non so ancora dove, ma è sicuro che sarà lontano e non mi sarà mai più permesso uscire o... qualsiasi altra cosa." Elena impallidì, e un forte senso di vergogna si fece largo in lei, come poteva prendersela con lui solo per essersi sporcata quando lui ha dovuto subire una punizione molto peggiore.
Elena fece dei passi indietro guardando per terra, spostò lo sguardo su Charlie in cerca di aiuto ma anche lui sembrava non sapere che dire "Mi dispiace Zick è colpa mia, sono stata io ad avere l'idea e..." "Elena, io non voglio le tue scuse." disse Zick secco con un tono inespressivo, Elena e Charlie si allontanarono da lui, e non provarono più a parlargli per il resto della giornata.

Finita la scuola Greta venne a prendere Zick, e una volta a casa lui voleva solo provare a distrarre la mente e provare a calmarsi, anche se si atteggiava a impassibile dentro era furente, entrò in camera sua e prese uno dei suoi libri dell'orrore preferiti: Le mille paure dell'uomo mutilato. Scritto dallo stesso autore de "La donna spaventosa" mentre leggeva Jeremy Joth entrò in camera "Elemento Zick, sei in ritardo dal tuo periodo di lezione scolastica." Zick lo ignorò "Sto parlando con te domatore, cosa stai complottando?!" Zick strinse di più la presa sul libro "Domatori... indisponenti sin da piccoli." commentò Jeremy, quando fu a un passo dall'uscire disse a Zick "Se sei offeso per quello che è successo ieri, te la sei cercata." Zick prese il suo libro e lo lanciò contro la porta facendola sbattere chiudendosi sulla coda di Jeremy.
Zick premette la faccia sul cuscino e soffocò un urlo, i tutori gli dissero di dare tempo al tempo e presto sarebbe stato trasferito chissà dove lontano dalla madre e dagli amici mostri e dalla sua sola amica umana, più ci pensava più sentiva il suo animo bruciare, l'ansia cresceva nella sua testa, e l'ansia diventava panico, per quanto non gli piacesse niente di quanto stava per accadere il fatto che non sapeva quando sarebbe accaduto lo stava facendo impazzire, voleva quasi che si sbrigassero a fare quello scempio così avrebbe smesso di soffrire, anche se sapeva di star mentendo a se stesso e che avrebbe comunque sofferto anche dopo il trasferimento e tutti quei pensieri e ragionamenti facevano venire il mal di testa a Zick fino a farlo scoppiare in lacrime sul suo letto.
Zick saltò il pranzo, si era addormentato piangendo e solo nel tardo pomeriggio riaprì gli occhi e vide Bombo di fianco al suo letto, aveva tra le mani una tazza con un cappuccino "Me pensare volere aiutare." disse Bombo "Sei gentile Bombo, ma ho paura che tu non possa fare niente." rispose Zick "A mancare Timothy? A Bombo tanto..." "Se n'è andato ieri sera." Bombo posò il cappuccino sul comodino di Zick "Me può almeno fare stare meglio te?" Zick non rispose mentre Bombo si mise le dita nel naso e tirò fuori due grosse palle di muco che in primo luogo disgustarono Zick, ma poi vide Bombo rimodellare quel moccio fino a renderlo una copia di Jeremy Joth più appiccicosa, Bombo provò a imitare la voce di Jeremy mentre muoveva il fantoccio facendo una caricatura del loro nuovo tutore.
Zick dovette ammetterlo, Bombo era riuscito a farlo ridere e poi non sapeva dire di no al cappuccino preparato dal suo grosso amico, quando Bombo finì di giocare prese il suo fantoccio di muco e fece sparire ingoiandolo, inutile dirlo, a Zick venne quasi da vomitare... quasi.

Intanto a casa Patata la situazione era leggermente migliore, leggermente perchè anche se Elena era in punizione i suoi genitori si erano calmati, anche perchè diedero alla bambina una notizia importante, erano appena tornati dall'ospedale con le ultime notizie sulla gravidanza di Julie e sembrava che Elena non avrebbe avuto un solo fratellino, ma due.
La notizia scioccò Elena più di quanto i suoi genitori si aspettassero, dopo aver saputo che avrebbe potuto perdere il suo migliore amico, lei non sapeva cosa fare o come reagire a notizie più leggere, Charlie provò a consolarla, a parlarle, ma lei non era in vena di niente e si ritirò nella sua stanza.
A quel punto Charlie non potendo fare niente si è diretto verso qualcun'altro che aveva bisogno del suo aiuto in quel momento, senza problemi entrò a casa Barrymore e raggiunse Zick, Charlie voleva parlare con l'amico anche se non sapeva come iniziare il discorso, provò a dirgli e a imitare il gesto che serve a far ritornare un mostro normale dopo che lo ha inscatolato, il gesto era simile a come una persona imiterebbe un fiore che sboccia, ma questo non cambiò l'umore di Zick.
"Senti... mi dispiace, per tutto... cercavo solo di rialzare il morale di Elena... e non pensavo sarebbe finita così male." disse Charlie mentre si sedette sul letto "Io non sono arrabbiato con te o con Elena, quella era... una decisione su cui eravamo tutti d'accordo... il mio malcontento... non so da che cosa è dovuto, so solo che almeno per adesso voglio restare da solo." "Quindi intendi chiuderti in te stesso fino al trasferimento?" "Ho altre opzioni? Jeremy non è come Timothy, e per questo è stato licenziato, pensi che se non ci fosse un modo per rimediare non lo farei?" "Non puoi fare proprio nulla?" Zick non rispose "Troveremo una soluzione te lo prometto." disse Charlie prima di lasciare casa Barrymore.

Il giorno dopo era domenica e mentre tutti i compagni di scuola di Zick si permettevano di dormire a oltranza, Zick si alzava presto per passare più tempo possibile con sua madre e i suoi nonni, anche se erano faccende domestiche, se un giorno li avrebbe lasciati voleva costruire con loro dei ricordi felici e di sicuro avrebbe fatto la stessa cosa con Elena e Charlie.
Che a proposito di Elena, anche lei non riusciva a dormire fino a tardi e si diresse a casa Barrymore per parlare con il suo amico, bussò delicatamente alla porta, quando Zick le aprì lei con tono calmo chiese il permesso di entrare temendo che Zick fosse arrabbiato con lei.
Lui la fece entrare e notò che la ragazza aveva al collo una macchina fotografica, una di quelle che stampano subito le foto "A che ti serve quella?" chiese Zick "Possiamo parlarne dopo per favore? Prima ho un discorso da fare." disse Elena, Zick si sedette in soggiorno vicino a Jeremy Joth mentre sonnecchiava e lì Elena iniziò a parlare "Ascolta Zick, mi dispiace di essermi arrabbiata con te e essermela presa con te, dicendoti tutte quelle cose, sono stata egoista... ho agito senza pensare alle conseguenze che poi hai dovuto subire... io non so se vorrai perdonarmi, ma volevo che tu sapessi che sei una delle persone più incredibili che io conosca persino più di Charlie, e in un certo senso ero gelosa del mondo i cui vivi e volevo entrarci, perchè pensavo fosse meglio della mia... normale, tranquilla, sicura, noiosa, monotona e soffocante vita... quello che sto cercando di dire è... ti prego... torniamo amici... se davvero un giorno te ne andrai, vorrei poter fare qualcosa per ricordarmi di te e tu di me." Zick sorrise leggermente, mentre tutti i mostri invisibili della casa stavano piangendo in preda alla commozione.
Anche Greta assistette alla scena e si offrì lei di fare un paio di foto ai ragazzi, dal punto di vista di Elena erano solo loro due che facevano il segno della pace mentre da quello di Zick c'erano quasi tutti i suoi amici mostri.
Elena guardando la sua foto si accorse della presenza di Jeremy e non potè restare calma, si avvicinò al tutore con uno sguardo serio "Ehi... Ehi tu, è inutile che fai il finto gatto, so che sei stato tu a cacciare Timothy e a recludere Zick." Jeremy si svegliò e con calma le sorrise e miagolò, Elena si infastidì ancora di più "Scusami Greta posso andare un attimo in cucina a prendere una cosa?" chiese Elena, Greta acconsentì, lei prese un sacchetto di carta e lo gonfiò.
Mentre Jeremy era tornato a sonnecchiare, lei si avvicinò di soffiato e fece scoppiare il sacchetto facendo spaventare Jeremy, Elena con la sua macchina fotografica fece al volo una foto del tutore.
Mostrò la foto a Greta e Zick, e involontariamente anche i mostri presenti nella stanza videro la foto "Che dici? Ci facciamo un poster o una maglietta?" disse Elena indicando la foto, poco dopo tutti i presenti tranne Jeremy scoppiarono a ridere, Jeremy infastidito se ne andò e subito dopo anche Greta.
In quel momento rientrò in casa Larraley con Chumba tra gli artigli "Che succede? Vi si sente dalla strada." disse Larraley, Elena le mostrò la foto e anche la tutrice non riuscì a trattenere una risatina ma si ricompose subito "Va bene va bene ridere dopo l'ultimo periodo, ma vi ricordo di non tirare troppo la corda... specie col tutore massimo Jeremy Joth, è pur sempre un'autorità." disse Larraley "Se lo dici tu tutrice Larraley Tuth..." disse Zick prima di sedersi sul divano e riassumere un espressione infastidita "Che c'è? Sei ancora triste per la storia del trasferimento?" chiese Elena "Sì... no... non lo so se è quello, però non sono triste, sono arrabbiato." rispose Zick "Con quel trombone di Jeremy Joth?" chiese Larraley mentre Elena venne colta dall'ansia e azzardò a chiedere "Con me?" "No... con me perchè sono stato stupido, e con Timothy." la tutrice e Elena lo guardavano confusi "Perchè con lui? Pensavo non ti piacesse stare ai suoi ordini." chiese la tutrice "E' così... eppure, non lo so, dovrei essere felice che se n'è andato, e invece sono più arrabbiato che mai perchè se n'è andato e tutto è peggio... non capisco, come può mancarmi qualcuno che mi trattava come uno dei mostri che deve controllare in casa?" si sfogò Zick, nessuno delle due le rispose, Larraley si allontanò mentre Elena si sedette di fianco a lui, i nonni fantasma apparvero da una parete e si misero vicino al loro nipote.
"Sai Zick... io e tua nonna sappiamo cosa provi, cioè non è la stessa cosa, ma quella sensazione di confusione che sembra inspiegabile, anche noi l'abbiamo provata una volta e ci abbiamo messo anni a capire cosa fosse." gli disse il nonno, Zick alzò lo sguardo per guardare il nonno "Penso sia giunto il momento per te di sapere una cosa, mostri come i tutori e umani domatori come te... si sono sempre combattuti, per loro è sempre guerra, e lo stesso è per gli umani rifugiatori, come me, tua nonna e tua madre... noi da quando esistiamo vogliamo aiutare i mostri e per questo... abbiamo sempre odiato i domatori..." gli confessò il nonno con il cuore in mano, Zick non disse niente, lo ascoltava e basta "...per anni abbiamo pensato che i domatori fossero i veri mostri, poi quando Greta se ne andò all'università, e aveva smesso di mandarci lettere per farci sapere come stava… non abbiamo avuto sue notizie per quasi otto anni, quando poi un giorno all'improvviso tornò a casa... con una pancia da gravidanza... intuimmo tutti quanto accaduto, ma poi sei arrivato tu e tutto era diverso... quando vedemmo che eri un domatore, eravamo furiosi... non mi sembrava vero che mia figlia avesse fatto una cosa del genere, che non ci avesse detto niente e che voleva tenerti... Timothy quando fece rapporto ai tutori massimi a riguardo, venne proclamato stellato e fu deciso che saresti rimasto con noi, pensavo non avrei mai accettato che il sangue del mio sangue sarebbe mi avrebbe dato un nipote domatore... ma col tempo, lo hai visto anche tu, era impossibile odiarti… ho capito che nonostante tutto, ero felice di essere nonno, di raccontarti storie e vederti fare 'oh' e vederti sorridere… ci eravamo affezionati a te Zick, avrei solo voluto capirlo prima di essere un uomo morto, voglio che tu sappia, che ti voglio bene figliolo." lacrime iniziarono a rigare il viso di Zick, in quel momento capì cosa voleva dire il nonno, anche se non era sicuro che fosse effettivamente quello ciò che provava, ma gli venne una mezza idea su cosa fare.

Elena se ne andò prima di pranzo, mentre Zick si mise a cercare Jeremy Joth e Larraley Tuth, li trovò in soffitta e Zick si mise a origliare la loro conversazione "Trasferimento?" disse Larraley "Il consiglio è stato chiaro, i tuoi mostri si sono rivelati una spina nel fianco da gestire e se devo tenere d'occhio un domatore ribelle fino alla sua partenza ho bisogno di un po' più di libertà." "Ma collega tutore massimo, è sicuro di riuscire a gestirlo da solo?" "Posso farcela e poi le ricordo collega tutrice che ci sono altri tutori nel quartiere, presto o tardi qualcuno si farà vivo, penso che fino al loro arrivo io sia più che sufficiente." "Va bene collega, se lo dice lei e il consiglio... ma ora dove vado?" "Avevamo localizzato già da un po' un'oasi disponibile, nei pressi di Port Reef: un paesino di pescatori. lì il rifugiatore guardiano di un faro in disuso si è dato disponibile per ospitare te e i tuoi mostri, si chiama: Roy Reboolaz. E da quello che ho sentito dire è un uomo con la testa sulle spalle, in passato ha ospitato anche dei mostri criminali." "In effetti un aiuto simile mi farebbe comodo." ragionò Larraley "Bene, parlando del viaggio, Port Reef è molto distante da qui, a piedi saranno circa tre giorni di viaggio salvo incidenti." gli comunicò Jeremy, in quel momento Zick fece irruzione nella soffitta sorprendendo i due tutori "Che fai qui?! Non avrai mica origliato la nostra conversazione!?" urlò il tutore massimo "Invece l'ho fatto e sono contento di averlo fatto, tutore massimo Jeremy Joth ti prego mandami in viaggio con la tutrice Larraley Tuth le farò da scorta." "CHE?!?!" dissero i due tutori all'unisono "Sei pazzo?! Assolutamente no! Tu non andrai da nessuna parte!" strillò Jeremy "Aspettate lasciatemi spiegare... non voglio essere trasferito chissà dove e non-" "Dovevi pensarci prima di giocare a fare ‘il grande cacciatore.’" gli disse Jeremy secco "No, non hai capito voglio rimediare... voglio un occasione di redimermi, potrei usare il mio potere per aiutarvi... mi serve solo un'occasione dimostrarvi che posso aiutare e che sono meglio di così... e poi non voglio lasciare casa mia." Larraley lo guardò dispiaciuta mentre Jeremy ribadì "Ripeto... dovevi pensarci prima." Zick deluso lasciò la soffitta e ma non ancora sconfitto gli venne un'idea, un po' malata ma che voleva a tutti i costi fare.
Si diresse in camera sua, dove ad aspettarlo c'era Charlie che parlava con Bombo "Charlie... dobbiamo parlare! -Charlie lo guardò interrogativo- ascolta ho l'occasione di rifarmi per il guaio che ho causato l'altro giorno, certo mi hanno detto di 'no' ma è pur sempre un occasione che non posso lasciar perdere." "Cos'hai in mente?" "Larraley Tuth domani mattina all'alba partirà per una nuova oasi a Port Reef, se le faccio da scorta aiutandola coi mostri e gli spiriti neri posso guadagnarmi un modo per restare qui." "E perchè lo dici a me?" "Dai ho bisogno di supporto, vai a comunicarlo a Elena e dille di prepararsi... andremo all'avventura." "Mi sembra un po' forzata come idea, ma so che non basterà questo a farti cambiare idea... dammi cinque minuti." e Charlie sparì dalla casa di Zick.
Elena di nascosto ai suoi genitori preparò il suo zaino: con provviste per diversi giorni, sacco a pelo, bussola, cartine e un barattolo vuoto per ogni evenienza. Zick a casa sua preparò il suo zaino con più o meno le stesse cose, il vero problema era che i due dovevano dormire fuori e ci voleva qualcosa per non far preoccupare genitori e tutori.
Elena optò per il vecchio trucco "Io dico che dormo da te e tu dici che dormi da me" almeno con i suoi genitori doveva funzionare, Zick con l'aiuto dei suoi nonni riuscì a trovare un modo per distrarre Jeremy e far stare tranquilla sua madre con lo stesso raggiro di Elena.

All'alba del giorno dopo, Larraley Tuth con al guinzaglio i suoi mostri si era messa in viaggio per Port Reef, quando finalmente le prime luci del giorno si fecero visibili lei e i suoi mostri avevano lasciato il centro abitato.
Ma fu solo allora che numero 2 si accorse che non erano soli, ma seguiti dai tre ragazzini fuggiaschi "Che ci fate voi!?" urlò Larraley "Secondo te che facciamo? Veniamo con te." rispose Zick "No, non se ne parla, già tu sei nei guai con Jeremy Joth vuoi forse peggiorare la tua situazione?" "Sono qui perchè voglio migliorarla, ma se aspetto l'autorizzazione di Jeremy Joth non ce la farò mai." gli rispose Zick, Elena si intromise "E dai Lardine non c'è l'hai un cuore?" "Mi chiamo Larraley, mi spiace ma non posso permettervi di venire con me, se lo permettessi chi lo sente il consiglio? Forza tornate a casa." Elena cominciò ad alzare la voce "Forse non ci siamo spiegati, non stiamo chiedendo il permesso, noi verremo con te che ti piaccia o no e voglio proprio vederti gestire noi tre insieme a quei tre." concluse Elena indicando i suoi mostri mentre cercavano di correre in direzioni separate, dimenticandosi che sono tutti legati tra loro.
Larraley guardò i suoi mostri e poi guardò i tre ragazzini, si mise la faccia tra le zampe e esasperata disse "Va bene! Fate come vi pare tanto Jeremy se ne accorgerà e a quel punto saranno cavoli vostri, poi non dite che non vi ho avvertito." il gruppo si mise in viaggio, ma nessuno si rese conto che erano pedinati da tre mostri.
Il gruppo proseguì spedito verso la loro via, all'ora di pranzo si fermarono per mangiare e poi riprendettero la marcia, certo come avventura per il momento non era niente di più di un campeggio tra amici, ma a Elena non dispiaceva, nel tardo pomeriggio raggiunsero la costa rocciosa.
Erano stati particolarmente fortunati, il mare era calmo, anche se si affacciava sull'acqua alta, la zona era vuota e tranquilla, vicino c'era uno scoglio la cui formazione rocciosa lo faceva sembrare naturalmente un trampolino con tanto di scale per risalire, erano tentati di farsi un bel bagno, ma essendo ottobre la temperatura non era esattamente la più adatta per fare il bagno.
Decisero di fare una pausa prima di fare l'ultimo tratto prima che facesse buio, Elena si sedette e si mise a guardare il cielo con uno sguardo sognante, mentre Charlie e Zick parlavano a voce non troppo alta per non essere sentiti da Elena "Sai Zick, tra poco avverrà." disse Charlie "Avverrà cosa?" "La nascita dei fratellini di Elena, e sento che con il loro arrivo me ne andrò io... non so se tornerò, ma credo che sia giunto il momento di rivelare a Elena la realtà del mio essere... e che non so quando ci rivedremo, ma mi puoi promettere una cosa?" "Certo dimmi tutto." "Puoi prenderti cura di Elena quando io non ci sarò." "Charlie te lo prometto, prometto che io-" a Zick pizzicò il naso, e subito dopo fece uno starnuto, e proprio in quel momento dall'acqua saltò fuori un mostro marino.
Il mostro era tutto rosso, le sue dimensioni erano due volte quelle di un Bombo, non sembrava avere occhi e la sua bocca era irta di denti aguzzi, addentò numero 2 e lo trascinò in acqua e con lui, lo Zamurro, Chumba e Larraley provarono a salvarlo ma vennero trascinati in acqua anche loro, Elena si svegliò di colpo spaventata dal rumore, Zick invece senza pensarci due volte si tuffò a capofitto in acqua e vide con orrore che c'era un intero branco di quei mostri marini che stavano accerchiando Larraley e i suoi tutelati, la tutrice provò a sparare dei raggi energetici per scacciare quelle bestie ma era troppo difficile senza ossigeno e con i movimenti rallentati dall'acqua.
Zick si fece una bolla d'aria per respirare e ordinò ai mostri di fermarsi, ma l'unica risposta che ottenne fu che quei mostri si accorsero della sua presenza e cominciarono a circondare anche lui, a quanto pare oltre a non avere gli occhi non avevano nemmeno le orecchie per sentire gli ordini di Zick, il quale provò subito con i gesti ma non ci riusciva visto che a ogni movimento il suo corpo si muoveva come non dovrebbe, a quel punto in preda alla disperazione e al panico chiuse gli occhi e senza accorgersene mentre pregava mentalmente che quei mostri si fermassero, sentì un potere sconosciuto in lui, i suoi occhi si tinsero di rosso e fu pronto a giurare di aver sentito la sua mente urlare "FERMATEVI!!!" e i mostri si fermarono.
Larraley assistette alla scena e non potè credere ai suoi occhi, mentre Zick teneva fermi i mostri, lei e i suoi tutelati poterono nuotare fino a uscire dall'acqua.
Quando uscirono si misero subito a correre per mettere distanza tra loro e l'acqua, subito dopo uscì anche Zick dall'acqua ricoperto di alghe viscide "Ecco perchè odio il mare e l'estate." commentò Zick mentre si ripuliva, Elena confusa lo raggiunse e chiese "Ma che è successo? Chi vi ha aggredito?" Larraley si fece avanti "Erano delle Forre, mostri d'acqua aggressivi, sono gli squali del Poddum-sì…" a Elena venne l'ansia "...tranquilla non mangiano gli umani, piuttosto tu…" Larraley si rivolse a Zick mentre si asciugava "...ti conviene fare attenzione a non sviluppare troppo le tue capacità, se vuoi evitare future scocciature con i tutori massimi." "Cosa hai fatto?" chiese Elena curiosa "Non ne sono sicuro, non sono riuscito a comandarle con la voce, ma credo che abbiano sentito il mio pensiero." rispose Zick lasciando Elena sconvolta "Sai fare anche quello?" Charlie mise le mani in testa a Zick e potè confermare che Zick aveva appena imparato a comunicare telepaticamente, il gruppo riprese a camminare tenendosi ben lontani dal mare.

Quella sera prima di dormire, i ragazzi si misero a fare un fuoco di bivacco per ammazzare un po' il tempo prima di dormire e riprendere il viaggio… il giorno dopo, Zick con un ordine ha impedito a Chumba di scappare, hanno fatto colazione con delle merendine e poi si sono rimessi in marcia.
Per tutta la durata della giornata, Elena non ha fatto altro che fare domande alla tutrice "Senti Lardine-" "Mi chiamo Larraley!" "Scusa… volevo solo chiedere una cosa, ormai io so dei mostri più di quanto non dovrei, e dopo l'incidente col… Zick come si chiamava il mostro che hai preso?" "Lurrido." "Ecco col Lurrido ho pensato di 'come faccio a migliorare' ma soprattutto 'se ora mi riconosceste come parte del vostro mondo potrei aiutare' -Larraley rivolse uno sguardo a Elena- voglio sapere, come posso diventare come Zick e vedere i mostri?" Larraley alzò lo sguardo al cielo e borbottò qualcosa prima di rispondere "Ragazzina stammi a sentire, domatori. Non. Si diventa… punto." Elena rimase delusa dalla risposta della tutrice "Mi spiace, ma domatori si nasce, anche perchè, per fortuna, hanno dimenticato come si può far diventare un umano un domatore." disse la tutrice "C'era un modo per diventare domatori?" chiese Zick "Sì ma è roba che risale alla preistoria... quando i primi domatori hanno notato che i loro figli potevano vedere i mostri in modo innato, hanno smesso di praticare… qualsiasi cosa gli permettesse di vedere i mostri all’epoca." "Ma mia madre non è una domatrice, non potrebbe diventare una rifugiatrice come lei?" propose Zick attirando le attenzioni di Elena "Hmmm... visto il soggetto sarebbe difficile, ma non impossibile." rispose Larraley "Davvero?! E come si fa? Come? Come? Come?" chiese Elena in modo insistente "Ci sono due modi, o tra i tuoi parenti e amici c'è almeno un rifugiatore che può donarti il potere, oppure ti devi rivolgere al papa." "Il papa?" "Tutti i papi... o meglio, quasi tutti, sono rifugiatori e possono darti loro il potere se ti ritengono degna." rispose Larraley secca "Non ho capito, posso diventare almeno quello si o no?" chiese Elena confusa "Questo è da vedere." rispose Larraley.
La giornata proseguì senza intoppi, Elena fece diverse foto ai paesaggi che trovavano, mentre Zick e Charlie facevano pratica coi gesti e la telepatia.

Il giorno dopo arrivò in fretta, erano quasi arrivati a Port Reef, ma in tanto a Oldmill, mentre Greta si stava per gustare un tazza di tisana rilassante, qualcuno suonò freneticamente al campanello di casa Barrymore.
Greta con il cuore in gola aprì la porta e poi tirò un sospiro di sollievo vedendo che erano i suoi vicini, "Salve, tutto bene?" chiese Greta mentre la sua espressione passò dal serena e felice a preoccupata e sorpresa guardando Julie che faceva fatica a tenersi in piedi e faceva respiri profondi "Sì sì certo, tutto bene, vero amore?" disse Harvey visibilmente agitato, poi aggiunse "Scusa per il disturbo, siamo passati a prendere Elena prima di andare in ospedale, può andare a chiamarla per favore?" Greta non capì, e chiese "In che senso? Elena non è qui." "Ma ci aveva detto di voler dormire da voi per un po'." rispose Harvey, Greta impallidì di colpo.
Chiarito il malinteso, Greta diede a Harvey un po' della sua tisana per farlo rilassare mentre quest'ultimo in preda all'ansia non riusciva a tenere le mani ferme "Non posso credere di essere caduta in questo vecchio trucco, e pensare che ragazzate del genere le abbiamo fatte anche noi alla loro età!" disse Greta per sfogarsi di quanto è successo, mentre Hervey sorseggiava la tisana disse "No, io non l'ho mai fatto..." al che Julie con fatica chiese "Uff! Uff! Ha idea di dove si siano cacciati? Uff! Uff!" "No, mi spiace... spero solo che non facciano sciocchezze."

All'ora di pranzo, il gruppo di viaggiatori si fermò per mangiare, e Elena continuava a tempestare di domande Larraley.
"Se posso permettermi una precisazione, chiamare i rifugiatori 'super-uomini' non ha senso, sono forti e tutto il resto ma non questo non li rende 'super'." concluse Elena dando un morso al suo panino "Perchè qual'è la tua definizione di 'super'?" chiese Larraley "Supereroe." rispose Elena con la bocca piena "Tutto qui? Credo che adesso sia tu a commettere un errore." Zick si intromise "Elena abbiamo capito che sei curiosa, ma non ti pare di star esagerando?" "Scherzi? Voglio sapere tutto, così poi so se ne vale la pena farlo o meno." rispose Elena "Nah tu pur di vedere i mostri accetteresti senza battere ciglio." commentò Zick prima di rii-addentare il suo panino, solo che presto notò che era sparito.
Mentre Zick si guardava intorno, sentì dei bisbigli provenire dai cespugli, lui li mosse per controllare e vide uno Ah con la sciarpa, uno Sgnakuz e un Bombo con un Basco in testa.
Quel Bombo si lasciò scappare un rutto lasciando intendere che è stato lui a rubare il panino di Zick "Oh porca bomba! Dei mostri! Vedo dei mostri! E sono uno più brutto dell'altro." disse Elena, i tre mostri sorrisero nervosamente mentre fecero un inchino.
"Teatranti..." disse Larraley con tono scocciato "...io ODIO gli esibizionisti." Larraley arrestò all'istante i tre mostri e li mise al guinzaglio, e in meno di un secondo quei tre mostri si ritrovarono a far parte dei tutelati di Larraley.
"Si può sapere che ci fate voi qui?" chiese Chumba "Noi volere salvare te e amici." disse il Bombo teatrante "Facendovi catturare?" "Non era questo il nostro piano, il suo stomaco ha rovinato tutto." rispose lo Ah scocciato "Silenzio voi, forza tutti in marcia e mi raccomando, tutti invisibili, il primo che si fa vedere lo do in pasto alle Forre." ruggì Larraley prima di riprendere la marcia.

Mentre a casa Barrymore, Harvey chiamò un taxi su ordine di Julie "Tesoro ti supplico calmati." "NO! Uff! Uff! Io non mi calmo! Uff! Uff! Mentre io mi faccio accompagnare in ospedale TU vai a cercare Elena! ADESSO! Uff! E farai meglio a trovarli perchè io non partorisco se non vedo Elena!" ordinò Julie, Harvey prese la moglie sotto braccio e la portò verso il taxi ma prima disse "Torno subito signora, prendo la macchina e passo a prenderla, va bene?" chiese Harvey rivolgendosi a Greta, lei annuì e quando la coppia dei vicini lasciò la casa, lei si accasciò a terra mentre Jeremy potè finalmente dare sfogo alla sua rabbia repressa.
"NON CI POSSO CREDERE!!! Sono scappati e IO, idiota, ti ho dato retta, 'fallo essere felice prima che se ne vada' e guarda come è andata a finire!" ruggì Jeremy "Lo so, lo so... quel ragazzino sorprende anche me... ma ora la vera domande è dove sono andati?" rispose Greta cercando di distrarre un pochino il tutore massimo, il quale si mise il mento in mano e iniziò a ragionare... ripensò a le ultime parole di Zick e in un secondo gli venne una possibile idea su dove siano andati.
Greta si mise il cappotto, prese Jeremy e si diresse verso la macchina di Harvey, il quale vedendo il gatto gli venne spontaneo chiedere "Ma... perchè si è portata dietro il gatto?" Jeremy gli ringhiò contro "Può non sembrare, ma il suo fiuto è incredibile..." disse Greta tirando fuori un cappello che appartiene al figlio, Jeremy fece finta di annusare e si preparò all'azione "...ci aiuterà lui a trovarli." concluse Greta mentre Harvey pensò: Mi avevano detto che i Barrymore erano eccentrici, ma questo per lei è un eufemismo... speriamo solo che i ragazzi non siano andati troppo lontano.

Il gruppo riuscì ad avvicinarsi a Port Reef abbastanza da poter vedere il paesino da lontano, l'obbiettivo del loro viaggio era stato raggiunto, Zick era soddisfatto di come si era svolta la "missione" e anche Larraley dovette ammettere che la loro compagnia e il loro aiuto le serviva davvero tanto.
L'unica che non sembrava felice era Elena, mentre si avvicinavano a Port Reef aveva questa espressione triste, forse perchè era già finita la loro piccola avventura?
Pensò Zick, ma poi le chiese "Stai bene?" "Sì... ma ora che siamo arrivati dovremo tornare, potresti dover partire di nuovo nello stesso momento in cui ritornerai a casa... e dovrò cercare di restare sana di mente con dei genitori che si prendono cura di due gemelli." rispose Elena, Charlie s'intromise "Ehi, guarda il lato positivo: avrai compagnia con due fratellini... e poi anche se Zick dovesse andarsene, potrai pur sempre contare su di me." disse Charlie lasciando Zick tra il felice del suo intervento e l'offeso "Ma, non presto o tardi non partirai anche tu?" chiese Elena, Charlie prese un respiro profondo e dopo un minuto di riflessione decise che fosse arrivato il momento di fare il salto della fede "Beh sì, è inevitabile... ma il ruolo di un immaginario è di sostenere chi lo ha creato nei momenti difficili." Elena rimase scioccata dalle parole di Charlie "Ch-che cosa stai dicendo?" chiese lei, Charlie le sorrise leggermente mentre la guardava tristemente "Questo è il motivo della mia esistenza, ma non dura per sempre, e ne può durare per sempre." rispose Charlie, Elena comiciò a sentire le lacrime accumularsi nei suoi occhi "Non è possibile, Zick ti vede, i mostri ti vedono, anche mamma e papà ti vedono... se è uno scherzo non è divertente." disse Elena in preda alla confusione cercando di non singhiozzare e trattenendo le lacrime che sentiva di dover fare, Charlie la guardò con il suo sorriso migliore prima di darle quello che sembrava un lungo abbraccio d'addio.

Nel frattempo, lungo la strada della periferia, la macchina di Harvey si fermò a un incrocio, Jeremy indicò di andare a destra e Greta comunicò a Harvey la direzione da prendere, si stavano anche loro avvicinando a Port Reef.
Mentre Elena e Charlie passavano il poco tempo che avevano parlando e consolando Elena, Larraley, Zick e i mostri notarono che la presenza di una palla da demolizioni vicino al vecchio faro.
Un uomo sulla quarantina con la barba corta stava discutendo aspramente con quelli che sembravano il sindaco di Port Reef e il capo della squadra di demolizione, i ragazzi e mostri si avvicinarono il minimo indispensabile da poter ascoltare le loro conversazioni, ma non essere avvistati da nessuno, "Roy come te lo dobbiamo dire? I termini dell'evacuazione sono scaduti, il signor Magnacat ha già pagato per far abbattere il faro." disse il sindaco "Ma non ci sono ragioni per abbattere il mio faro!" disse Roy alzando la voce "E' vecchio, pericolante e non funziona... va sostituito." ribadì il sindaco "Quel faro è casa mia, e non sarà il primo non-presidente apparso dal nulla a distruggere la mia casa." mentre Roy discuteva sentì un animale strusciarsi sulla sua caviglia miagolando, era Larraley, Roy chiese un minuto e si allontanò con la gatta in braccio.
"In nome degli eccelsi che sta succedendo?" sussurrò seccata Larraley al rifugiatore "Sono arrivati sta mattina con l'ordine di abbattere il vecchio faro, ma io ho sempre fatto un'accurata manutenzione dell'edificio, non funziona ed è vecchio, ma è stabile." i tre ragazzi con i mostri si avvicinarono alla tutrice e il rifugiatore "Forse ho un idea per convincerli a lasciar stare il faro, ma ho bisogno di entrare nell'edificio per..." prima che Larraley potè finire la frase si accorse che quattro dei sei mostri si erano liberati, trovarono per terra un coltellino ricoperto di una strana bava verde.
I quattro teatranti si diedero alla fuga approfittando che Larraley non poteva mostrare in pubblico i suoi poteri, si resero anche visibili per fare ciò che sanno fare meglio, mandando in panico i lavoratori dove per un secondo gli sembrò di vedere un essere mostruoso che in un secondo spariva e poi riapparire in tutto un altro posto.
Larraley digrignò i denti prima di dire a denti stretti "Io ODIO gli esibizionisti." "No Larraley, è perfetto!" disse Elena "E' la distrazione perfetta, tu entra nel faro, ai mostri ci pensiamo noi, signore mi aiuti a far tornare la calma tra i lavoratori, Zick vai a ripescare i fuggiaschi." spiegò Elena senza perdersi in chiacchiere.
Larraley corse spedita verso il faro, Roy e Elena si misero d'impegno a calmare il panico creato dai teatranti, Zick con il suo comando telepatico bloccò i teatranti uno ad uno, l'ultimo da fermare era il Bombo, il quale provò a fermare Zick facendogli uno scherzetto, simile a quello che farebbe Numero 2.
Ma Zick nonostante l'insopportabile odore riuscì a fermare il Bombo, vicino alla gru con la palla demolitrice, mentre Zick riprendeva fiato per aver rincorso quei quattro mostri, dal mare saltò fuori la Forra più grande che abbia mai visto, abbastanza grande da divorare in un boccone la palla da demolizioni.
Il mostro marino con quel balzo, distrusse parte della scogliera, si riempì la bocca con Zick, il Bombo teatrante e la stessa palla demolitrice e quando ricadde in acqua trascinò con se la gru in mare.
"Oh porca bomba! Ma che è successo?!" disse Elena in preda allo spavento per la caduta della gru "Una Forra gigante l'ha trascinata con se insieme a Zick e il Bombo." le disse Charlie, lei e l'immaginario si avvicinarono alla scogliera per vedere cosa succedeva, o meglio, Charlie vedeva e riferiva a Elena.
Intanto Greta e Harvey si stavano avvicinando molto al faro "Forse sono qui." esclamò Greta "Spero di no, ho saputo che devono abbattere il faro perchè non funzio-" prima che Harvey potè finire la frase, il faro si accese emanando una luce azzurra.
Jeremy preso dall'agitazione saltò fuori dal finestrino e si mise a correre a perdifiato lasciando indietro l'uomo e la donna "E' normale che faccia così? Cioè, li ha trovati?" chiese Harvey preoccupato "Lo spero per lui, se no lo trasformo in uno zerbino." rispose Greta, i due si rimisero in marcia seguendo il gatto.
Zick nella bocca della Forra protesse se stesso e il Bombo generando un campo di forza che lo protesse dal venire masticato dalla Forra, le diverse file di denti del mostro acquatico continuavano a muoversi come se fossero diverse seghe circolari pronte a tritare qualsiasi cosa, il Bombo in preda alla paura si teneva forte a Zick mentre quest'ultimo si concentrava per mantenere il campo di forza e allo stesso tempo comandare la Forra con un la telepatia.
Dalla scogliera Charlie seguiva i movimenti della Forra, la vide agitarsi e nuotare verso la spiaggia, con Elena al suo fianco si diresse verso la spiaggia dove la Forra stava nuotando, ovviamente il mostro era molto più veloce di Charlie e Elena e in poco tempo raggiunse quel mostro si ritrovò spiaggiato.

Quando Elena e l'immaginario lo raggiunsero, quel mostro era senza forze, respirava profondamente.
Dalla bocca della Forra fecero la loro comparsa il Bombo teatrante e Zick, illesi ma stanchi, soprattutto Zick.
Elena abbracciò l'amico con tutta la sua forza, mentre tratteneva le lacrime "Ehm scusate se rovino il momento... ma cosa ne facciamo adesso della Forra spiaggiata?" chiese Charlie, Elena si mise a frugare nel suo zaino fino a trovare un barattolo vuoto "Io avrei un'idea." "Stai scherzando?! Col Lurrido è andata a finire male, vuoi peggiorare la mia situazione?" disse Zick sconvolto "Fidati di me, so quello che faccio, ma per funzionare ho bisogno di quel mostro qui dentro forza." rispose Elena, Charlie le mise le mani in testa e vide cosa aveva in mente, garantì per lei e anche lui incoraggiò Zick a catturare il mostro.
Dall'alto della pianura prima della spiaggia arrivò Jeremy Joth senza fiato, mentre assisteva a un evento tanto straordinario quanto spaventoso.
Zick col suo potere fece come ha fatto col Lurrido, sollevò la Forra, le tolse il peso, la forza, la liquefò e le ridusse le dimensioni il minimo indispensabile per farla stare tutta dentro il barattolo.
Jeremy si rimise a correre fino a raggiungere i ragazzi sulla spiaggia, Elena si accorse quasi subito di lui e allargò un sorrisetto compiaciuto "Guarda un po' chi c'è." disse lei, Charlie e Zick rivolsero la loro attenzione su di Jeremy Joth che era rosso per la rabbia e per la stanchezza "COSA... AVETE... FATTO!?!?" Urlò Jeremy, Elena con sicurezza maneggiava il barattolo con la Forra e si fece aventi "Dunque... abbiamo scortato Lardine..." "Si chiama Larraley." "...insomma lei, abbiamo tenuto d'occhio i suoi mostri, abbiamo giunto un paio di teatranti alla sua cricca, Zick li ha salvati dall'attacco di un branco di mostri d'acqua, ho fatto domanda per diventare rifugiatrice (anche se volevo essere una domatrice), abbiamo salvato il faro dalla rovina e abbiamo come aggiunta un trofeo migliore del mostro dello sporco... a occhio e croce quanto è grosso questa bestia?" chiese Elena rivolgendosi a Charlie e Zick "E' grande quanto un pullman." rispose Charlie, Elena sorrise mentre Jeremy stringeva i denti "Fammi indovinare, sei frustrato vero? Beh da quando sei arrivato tu anche noi lo siamo! Scommetto che vorresti farmi il lavaggio del cervello o mettere ai domiciliari a vita Zick, o qualcosa di simile? Fallo! Voglio proprio vedere come reagirebbero i tuoi colleghi quando sapranno che sotto la TUA supervisione Zick è riuscito comunque a scappare e a catturare un mostro ben più grosso di un Lurrido..." Elena ritornò a sorridere "...io al tuo posto farei il possibile per tenere segreta tale umiliazione, anche perchè credo che la tua carriera sarebbe a rischio se qualcuno lo scoprisse." concluse Elena lasciando Jeremy di sasso, Zick capì il piano di Elena e si aggiunse "Possiamo trovare un accordo per questo, tutore... devi solo riconoscere che ho fatto un buon lavoro e convincere gli altri tutori massimi a non trasferirmi... siamo d'accordo?" disse Zick piano di rinnovata sicurezza, Jeremy ringhiò, poi sibilò "Bene." Elena, Zick e Charlie si diedero un cinque alto in preda alla gioia, ma poi Charlie vide una macchina parcheggiare sulla collina.
Zick mise il barattolo nello zaino mentre dalla macchina uscirono correndo i genitori dei rispettivi ragazzi, Greta corse ad abbracciare Zick e lo stesso fece Harvey con sua figlia "Ma che vi è saltato in mente?! Ci avete fatto prendere un infarto!" alzò la voce Greta, prima che Zick o Elena potessero dire qualcosa Harvey si fece avanti "Greta, mi permetta di darti del tu, scusami se ho dubitato del fiuto del tuo gatto... è stato bravissimo e avevi ragione." "Si va bene... ma forse per quanto riguarda la ramanzina che questi due si meritano, è meglio rimandarla a dopo, non credo che Julie possa aspettare oltre." disse Greta facendo ricordare a Harvey che sua moglie è in ospedale, tutti si affrettarono a tornare in macchina... tranne uno.
Elena mentre si sedeva al suo posto, dal finestrino vide Charlie fermo sulla spiaggia che tristemente e lentamente salutava con la mano, prima di diventare trasparente, così trasparente da diventare completamente invisibile agli occhi attoniti di Elena, lei ricambiò il saluto mentre le lacrime iniziarono a rigarle il viso.

Larraley col suo potere riusciva a emulare perfettamente la luce del faro, ammaliando chiunque fosse nei paraggi e dando a Roy la scusa perfetta per convincere il sindaco a non abbattere il faro.

All'alba del 17 ottobre 2010 nacquero i due gemellini, Julie era senza forze, ma felice di essere viva con i suoi bambini.
Dalla porta apparvero, suo marito, la sua vicina di casa, Zick e Elena, tutti riuniti per lei e conoscere i gemelli.
Erano due adorabili gemelli etero zigoti, un maschio e una femmina, Julie invitò Elena a conoscerli "Fai piano, Violet si è addormentata..." disse Julie indicando la neonata "...vuoi tenere in braccio il tuo fratellino?" Elena accettò, anche se le tremavano le mani, il bambino la fissò con occhi stanchi ma curiosi, voleva conoscerla. "Come si chiama lui?" chiese Elena "Veramente, non avevamo ancora deciso... vuoi scegliere tu il suo nome?" chiese Julie, Elena lo guardò, e più lo guardava più le veniva in mente una persona "Charlie." rispose Elena sorridendo al fratellino.

"Messaggio telepatico, messaggio telepatico, qui è il tutore massimo Jeremy Joth consiglio dei tutori massimi di Bibbur-sì mi ricevete?" "Forte e chiaro collega tutore massimo, qui è il tutore massimo Carnaby Croth, che succede collega?" "Il mio domatore ha insistito di contattarvi perchè aveva una richiesta da fare." "Che richiesta?" "Chiede di annullare il trasferimento all'oasi di detenzione di un tutore stellato-anziano, ha chiesto un'occasione di redimersi usando i suoi potere per aiutare sul lavoro." "...questo non me lo aspettavo." "Non sono convinto che sia veramente pentito, ma ha sicuramente attirato la mia attenzione, anche la madre ha supplicato per questa proposta." "... ... ...su una cosa siamo concordi collega, questa sua richiesta è interessante, anche il tutore Timothy Moth ha ammesso che il potere del domatore come supporto gli è stato molto utile prima della sostituzione, sospenderemo le pratiche per il trasferimento del domatore, ma non le annulleremo, se proverà a fare qualcos'altro di strano, verrà per davvero trasferito." "Ricevuto." "Passo e chiudo."

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Non esiste la pace. ***


Capitolo 7: Non esiste la pace.

Il tempo passava, la punizione che Elena e Zick furono costretti a subire durò fino a quando i genitori dei rispettivi ragazzi non stabilirono che fosse abbastanza, rimasero chiusi in casa fino ad Halloween, poi tutto ritornò alla "normalità" Elena continuava a fare richieste a Jeremy di farla diventare rifugiatrice e lui faceva l'evasivo.
Per il resto i ragazzi si vedevano a scuola, giocavano nell'intervallo, studiavano e poi a casa ognuno il suo, Zick leggeva libri, Elena si prendeva cura del gatto e di malavoglia cambiava i pannolini ai gemellini.
La routine dei due ragazzi fu questa fino all'inizio di dicembre, la neve iniziava a ricoprire le strade e tutto era ghiacciato. Viste le imminenti vacanze natalizie e la fine del primo semestre, la loro scuola organizzò un evento: uno spettacolo da ogni classe. Per il resto delle giornate prima delle vacanze, anziché studiare avrebbero fatto pratica per una piccola sceneggiatura, ogni classe quinta doveva scegliere una favola o qualsiasi cosa volessero, riadattarla modo che durasse dieci minuti o un quarto d'ora.
Ogni classe avrebbe fatto uno spettacolino diverso, ognuno diede la sua idea e poi si votava la migliore, Zick per la sua classe propose una piccola parte di uno dei suoi libri, la parte iniziale del libro: La chiesa di Chernobyl. Inutile dire che nessuno era d'accordo, in fondo quasi nessuno leggeva e tanto meno apprezzavano i libri con storie dell'orrore, mentre la proposta di Elena fu quella vincente, riprodurre la storia delle origini del supereroe dei fumetti: Ghosto il super fantasma. Tutti leggevano i fumetti e leggevano Ghosto, e poi essendo un fumetto avevano già la sceneggiatura pronta, bisognava scegliere solo gli attori, trovare i costumi e riscrivere tutto per farlo durare poco.

Ogni giorno alla TV e alla radio si sentiva oltre alle notizie del giorno, i dibattiti che avevano come protagonisti i due partiti "forza del popolo" e "i visionari" dove Sasha Addams aveva un programma per eliminare le emissioni passando completamente alle rinnovabili e la collettivizzazione, invece Montgomery fece dei tagli enormi alla NASA definendo la corsa allo spazio "Una questione inutile per comunisti." preferendo finanziare e incrementare il complesso militare americano.
Anche se la notizia che attirava di più l'attenzione era quella di misteriosi attacchi, una bestia non identificata ha cominciato a fare irruzione nei magazzini dei super mercati di Oldmill e mangiare quanta più carne cruda congelata potesse.
Per gli esperti, la probabilità maggiore era che un branco di lupi particolarmente aggressivo, ma soprattutto anomalo, consideravano impossibile per un singolo individuo capace di fare tutti quei danni e a mangiare così tanta carne, purtroppo non avevano molti indizi sui responsabili degli attacchi, le guardie non lo sentivano arrivare e arrivavano troppo tardi quando si accorgevano del danno, i segni dei morsi sulle carni e le ossa avanzate non erano riconducibili a nessun animale conosciuto e le uniche tracce che rimanevano erano dei profondi segni di artigli sul pavimento e sulle pareti.

Ermelia rideva leggendo al giornale queste notizie mentre si riempiva la bocca dei pasticcini della nipote "Ah! Lupi... uno più scemo dell'altro a scrivere gli articoli, ci credo che tuo figlio è strambo, gli permetti di leggere non solo quegli stupidi libri, ma anche questa spazzatura." commentò Ermelia "Zick è abbastanza maturo da scegliere da solo le sue letture, è un ragazzo precoce, sensibile, responsabile, ma soprattutto normale-" Greta venne interrotta dal suono di qualcosa che si attaccava alla finestra, lei e la zia si girarono e videro Zick attaccato ai vetri della finestra "...ehm, ho già detto vivace?" disse Greta nervosamente, mentre Zick lentamente scivolava verso il basso facendo un rumore fastidioso.
"Greta, sai cosa penso? Penso che forse sarebbe meglio prendere dei provvedimenti per il bambino." a Greta tornarono alla mente le parole di Timothy "Credo che Zick meriterebbe qualcosa di... diverso." disse Ermelia facendo uno sguardo inquisitorio mentre Zick si staccò dalla finestra portando con se alcuni vetri, Greta a quel punto le venne spontaneo chiedere "In che senso?" "Nel senso che se avessi avuto dei figli li avrei educati diversamente... certo forse penserai che io non sia la persona più adatta a darti lezioni su come crescere un bambino... ma di questo ne riparleremo." concluse Ermelia prima lasciare la casa.
Greta passò qualche secondo a massaggiarsi le palpebre, poi aprì la finestra per controllare Zick, il quale era sdraiato nella neve circondato dai suoi amici mostri che cercavano di staccargli i vetri dalle mani, lei si mise a ridacchiare vedendo il figlio.
"Potrei sapere che succede qui?" chiese Jeremy Joth "I ragazzi mi stavano aiutando a prepararmi per la recita scolastica." rispose Zick, Jeremy guardò prima i mostri, che lo fissarono sorridendo nervosamente, Zick gli mise la mano in testa per accarezzarlo e distrarlo un po', ma così Jeremy notò che le sue mani sembravano... viscide.
"Perchè sei appiccicoso?" chiese Jeremy mentre la sua testa rimase attaccata alla mano di Zick, intervenne Bombo a quel punto "Bombo li chiama: effetti speciali. saliva collosa di Bombo è meglio di feltro." Zick senza volerlo sollevò Jeremy nel tentativo di separare la mano dalla testa del tutore "Ti servono questi 'effetti speciali' per cosa?" chiese Jeremy, Zick chiese aiuto ai mostri per separarli, mentre Zick si teneva stretto alla finestra i mostri avrebbero tirato via Jeremy "Te l'ho detto per la recita, devo interpretare Aracno e ho promesso a Elena che mi sarei appiccicato ai muri." Jeremy nel venire tirato in quel modo era come cercare di strapparsi i capelli, ma alla fine riuscì comunque a staccarsi da Zick "L'ora d'aria è finita! Tutti dentro!" strillò Jeremy mentre i mostri si incamminarono verso la porta "Non essere duro con loro, volevano solo aiutare." "Non ammetto pagliacciate del genere nella mia oasi di detenzione capito?! E per quanto riguarda quel tuo show... arrangiati da solo." concluse Jeremy prima di rientrare, Zick decise di rientrare e di darsi una lavata, fece una doccia veloce, si mise comodo e iniziò a fissare il paesaggio innevato del suo periodo dell'anno preferito.
All'improvviso dalle pareti apparvero i nonni fantasma "Elena ci rimarrà male, le avevo fatto una promessa." disse Zick "Vedrai che capirà, è una ragazza intelligente." gli disse la nonna, il nonno lo raggiunse e gli disse "Ci tieni molto alla tua amica eh? A me puoi dirlo." il nonno diede delle leggere gomitate al nipote facendogli l'occhiolino "Theo Barrymore! Lascialo stare, non lo vedi che lo fai diventare rosso?" lo riprese la nonna "Un po' di colore non gli farà male." rispose il nonno scherzando facendo ridere un pochino il nipote.
"Comunque nonno, sì ci tengo a lei, ma non è come pensi tu se ho deciso di partecipare è per una ragione ben precisa..." disse Zick, il nonno lo fisso con un sorrisetto compiaciuto sotto i baffi "Ah si? E quale sarebbe?" "Lei ha bisogno di me, da quando se n'è andato Charlie Schuster e sono arrivati i gemellini, Elena mi è sembrata confusa, contenta ma molto triste... cerca di nasconderlo facendo la dura, ma non può nascondersi da me... la verità è che sto solo cercando di starle accanto e farla sentire meglio." concluse Zick sorridendo ai nonni "Bravo ragazzo è così che si fa." lo lodò il nonno.

Il giorno dopo la classe iniziò le prove, alcuni ragazzi il giorno prima avevano addirittura creato dei cartelloni con sopra raffigurati i suoni onomatopeici dei fumetti, per dare un tocco di classe alla loro recita, la prima scena dovrebbe rappresentare un rissa stando al fumetto, ma siccome Ford e Soup dovevano occuparsi dei cartelloni fecero un po' di confusione su quali suoni mostrare durante la scena.
In quel momento, arrivò il preside accompagnato da miss Swift per vedere come stessero lavorando i suoi alunni, in un primo momento sembrò soddisfatto, ma poi dalla porta entrò Zick, che aveva fatto ritardo, vestito con una tuta nera che aveva dei segni rossi simili a graffi e cicatrici ovunque con in testa una maschera bianca che sembrava il cranio di un insetto.
"Zick ti avevo detto che la prova costume l'avremo fatta dopo." le disse Elena mentre quest'ultimo sorrise nervoso, il preside lo guardò con disappunto, non gli erano mai piaciuti i ritardatari.
Quando il preside e miss Swift lasciarono l'aula i ragazzi ritornarono a provare la scena, in quelle ore la classe scoprì un dettaglio di Elena che nessuno di loro aveva mai visto, le sue manie di perfezionismo, voleva ad ogni costo che tutto fosse perfetto nel dettaglio e di conseguenza ogni volta che qualcuno sbagliava la battuta, il cartellone o l'azione lei si arrabbiava e urlava.
Inutile dirlo, in poco tempo Elena perse tutto il supporto della classe e fine giornata più nessuno voleva continuare e stavano considerando di provare qualcos'altro, Zick dovette trattenerla per impedirle di iniziare una rissa, lungo la strada di casa mentre Elena e Zick parlavano della recita, Zick non potè fare a meno di guardarsi intorno... si sentiva osservato.
"Ma ti pare essere trattata così? Se non volevano fare le cose a modo mio perchè hanno accettato la mia proposta?" disse Elena non tanto per cercare una risposta da Zick, ma solo per sfogo personale mentre il suo amico l'ascoltava "Riesci a vederlo? Il sipario si apre e all'improvviso appare il super fantasma Ghosto, seguito da Lady Ombra, la sua nemesi il dottor Gritrock e il terribile antieroe Aracno… Con questa idea avremmo stracciato le altre classi, ma sai che ti dico? Al diavolo! Chi ha bisogno di loro?!" disse Elena con tono sicuro, Zick finalmente ruppe il suo silenzio "Tu! Ascolta, non dovresti buttarti sempre a testa bassa, e poi ultimamente sei troppo nervosa, prova a essere diplomatica…" Zick non fece in tempo a finire la frase che Elena iniziò a strillare "AH SI' SAI CHE TI DICO?!" Zick la guardò torvo e lei si rese finalmente conto di star esagerando "...hai ragione… scusami, ma ultimamente mi sento… strana, come se una rabbia feroce non facesse altro che crescere e farmi venire voglia di spaccare tutto o di urlare." "E allora grida, che aspetti? Forse ti sentirai meglio." Elena prese un respiro profondo, accumulò la frustrazione repressa e si preparò a gridare… ma quando aprì la bocca non si sentì niente se non un verso soffocato "Non posso farlo, mi vergogno troppo a mettermi a urlare per strada." confessò la ragazza "Forse non stai poi così male, o ti sei calmata un pochino, direi che è un bene per la tua salute, ora dormici su, e vedrai che le cose andranno meglio." la incoraggiò Zick mostrando il suo sorriso migliore, Elena sorrise a sua volta e gli disse "Grazie Zick… e scusa, per prima." quando i due ragazzi arrivarono alle rispettive case Elena fece una piccola riflessione "E' un vero amico, se fossi stato in lui mi avrei mandato a quel paese da un pezzo." quando entrò a casa e provò a salutare la famiglia ma venne interrotta dalle urla dei bambini, i suoi genitori arruffati e stanchi correvano da una parte all'altra della casa in cerca di pannolini, biberon e altre cose che potevano servire per calmare i neonati, a Elena improvvisamente ritornò la voglia di urlare.

Il giorno dopo, le notizie del momento erano l'ennesimo attacco del predatore notturno, un contadino a cui l'aggressore ha fatto fuori dieci galline e dodici anatre ha riportato la sua testimonianza, riferendo che era un singolo individuo, ma che non era ne un lupo ne un orso ma una bestia dall'aggressività ingiustificata.
Poi si passò alle solite polemiche politiche, mentre madre, figlio e mostri finivano la colazione, qualcuno bussò alla porta in modo frenetico, dalla voce sembrava essere Elena e chiamava in continuazione Zick.
Quando Zick prese lo zaino e aprì la porta, Elena gli saltò addosso come se fosse impazzita "Elena calmati, che succede?" chiese Zick, Elena lo prese per un braccio e lo trascinò fuori facendogli vedere la strada, e quello che vedeva lui, e il resto del vicinato, non era bello: una scia di distruzione caratterizzata segni di artigli che scavavano nella asfalto, parte dei muretti dei giardini delle case abbattuti come se sfondati. La bestia delle ultime notizie era ufficialmente in giro per le strade del quartiere, e nessuno era più al sicuro.
La polizia era per tutto il vicinato e cercava di mantenere la calma tra i cittadini agitati e spaventati, Zick si avvicinò ai segni di artigli, e gli venne subito in mente un mostro particolarmente aggressivo, anche se non capiva da dove fosse saltato fuori e perchè si era messo a fare danni per il quartiere.

Mentre Zick era perso nei suoi pensieri e cercava di ricostruire il percorso del mostro, e provare a farsi un immagine mentale su di esso, venne riportato alla realtà dal membro più dedito al suo lavoro del corpo di polizia di Oldmill: agente Amelia Jackson. Una corpulenta e all'apparenza minacciosa poliziotta, si avvicinò a Zick e Elena e disse ai ragazzini "Non dovreste essere a scuola voi due? Venite, vi do un passaggio, queste strade non sono più tanto sicure." Elena e Zick accettarono e si fecero tutta la strada fino a scuola comodi e… al sicuro.
A scuola la situazione era diventata ridicola, tutti i ragazzi si erano messi non solo a riproporre la storia, ma si erano messi a proporre varianti di storie già esistenti improvvisate sul momento, ma anche se avevano delle idee interessanti, era difficile dare un po' di trama in più alle storie, sembravano delle fanfiction hollywoodiane delle storie originali, rovinando le storie.
Durante la ricreazione Zick e Elena stavano discutendo di tendenzialmente qualsiasi cosa, dalla situazione familiare di Elena ai problemi che aveva con la classe "Ultimamente la mia vita mia sembra fuori controllo." commentò Elena mentre si riempiva la bocca del suo panino "E' per via della recita? Lasciala perdere, prima che sia troppo tardi la faranno finita con questa buffonata del-" "Non parlavo di quello... cioè si, un pochino si... ma il motivo principale credo sia per l'arrivo dei miei fratellini e la scoperta che uno dei miei migliori amici non esiste." precisò Elena "Ho capito... beh non può piovere per sempre, prima o poi tornerà la serenità sia in famiglia che nella tua testa... e poi, chi lo sa? Magari Charlie un giorno tornerà." le disse Zick, a quel punto a Elena venne spontaneo fare una domanda "Non te l'ho mai chiesto, ma come ti senti riguardo... le persone che mancano della tua vita? Da chi hai conosciuto per anni e chi invece non hai mai conosciuto?" "Ti riferisci a mio padre vero? Io... io non lo so, so solo che hai miei nonni non piaceva... anche la mamma non ne parla molto, onestamente da quando ho scoperto di essere un domatore ho cominciato a farmi molti sospetti su quello che mi dicono." "Pensi che fosse un domatore anche lui?..." chiese Elena, Zick annuì "...capisco, ma io non mi riferivo a lui, ma a Timothy." Zick s'incupì di colpo "Io... io non lo so... si può provare affetto per chi non te ne vuole?" Elena e Zick decisero di smettere di parlare, quella conversazione non stava aiutando nessuno dei due.

Tornati a casa di nuovo scortati dalla polizia, come tutti gli altri ragazzi della loro scuola, decisero di dover distrarre le loro menti dai loro problemi interni provando a risolvere dei problemi esterni, si rivolsero subito a Jeremy per cercare un nuovo incarico che potessero adempiere per quelle giornata.
"Non c'è niente che possiamo fare?" chiese Elena "Siete davvero strani voi due, tutti gli altri marmocchi non vogliono nemmeno studiare, mentre voi volete lavorare." disse Jeremy con tono sarcastico "Tu lo chiami lavoro, per noi è un'avventura e abbiamo bisogno di una nuova." "Io avrei una proposta, riguardo l'animale anomalo che ha provocato scompiglio per le strade sta notte, che cosa sai? E' un mostro non è vero?" chiese Zick "Te ne sei accorto eh? Beh io e il consiglio di Bibbur-sì siamo convinti che si tratti di un mostro, il problema è che neanche noi riusciamo a identificarlo, abbiamo controllato la profondità dei segni lasciati dal suo passaggio, dai segni di mostro sulle sue prede e le impronte che lascia... non abbiamo mai visto niente del genere nella fauna del Poddum-sì." riferì Jeremy "Perfetto ci mettiamo all'opera." disse Elena con disinvoltura "FERMI!!! Voi non andrete da nessuna parte." urlò il tutore massimo "Cosa? Perchè?" Jeremy prese un respiro profondo e disse "Primo, abbiamo a che fare con qualcosa di nuovo e altamente pericoloso, secondo anche se sei un domatore sei ancora troppo immaturo, terzo nessuna persona sana di mente manderebbe a caccia di una bestia simile due bambini facendo rischiare a loro la vita, quarto se ne sta già occupando qualcuno e quinto LEI non è ne un domatore ne un rifugiatore, se venisse si farebbe solo male." "Ti ricordo che Zick ha domato una Forra gigante, e io tutte le volte che lui ha avuto a che fare con dei mostri ne sono uscita senza neanche un graffio." disse Elena in segno di protesta "Come ho già detto, se ne sta già occupando qualcun'altro." "Ma Jeremy, quella... cosa! E' qui! Se questo 'qualcun'altro' non si muove a fermarlo finirà che la sua prossima preda sarà qualcuno del vicinato." disse Zick "E poi sia io che Zick dobbiamo farci valere ai tutori massimi." aggiunse Elena "E poi possiamo ancora dire ai tuoi colleghi della Forra catturata da Zick." Jeremy fece un espressione imbronciata "Siete due ricattatori, va bene se volete andare a mettervi nei guai per gioco accomodatevi pure, ma vi dovrete arrangiare da soli in questa faccenda." concluse Jeremy prima di lasciare la stanza e andare a controllare i mostri.

Zick e Elena si riunirono nella stanza di Zick con una cartina di Oldmill e delle copie di giornale degli ultimi giorni.
Con dei pennarelli si misero a segnare sulla mappa tutte le zone dove il mostro ha colpito, da quando è apparso la prima volta dall'altra parte del fiume Quick silver, all'ultima traccia nel vecchio magazzino dove un tempo venivano costruite le navi, sempre vicino al Quick silver.
Stando ai punti segnati sembrava che il loro bersaglio stava facendo un giro in una zona vicino al fiume, forse aveva designato tutta quella zona come suo terreno di caccia?
Di certo tentare di raggiungerlo al fiume non era un cattiva idea, Zick avrebbe voluto prendere un contenitore vuoto dalla cucina per catturare anche quel mostro, ma Jeremy fu categorico, combattere ma non catturare, con l'inviato del consiglio non era saggio cercare di fare pratica come cacciatore di mostri.
Zick e Elena uscirono dalla porta sul retro e presero una via lontana dalla strada, da quando il mostro era arrivato, dovevano esserci diverse pattuglie di servizio a tenere d'occhio la situazione.
Con non poca fatica, finalmente raggiunsero la parte di Oldmill più vicina al fiume a quel punto dovettero solo raggiungere il vecchio magazzino, mentre si avvicinavano all'obiettivo non si erano resi conto che due loro compagni che abitano da quelle parti li hanno avvistati e hanno deciso di seguirli dalla distanza, erano Devid e Annie.
Quando raggiunsero le sponde del fiume iniziò a piovere, il magazzino era molto grande, infondo lì una volta ci costruivano le navi ed era diviso in due parti, una a est e una a ovest, scelsero di esplorare prima la parte a est.
Quando a Zick venne da starnutire era chiaro a entrambi che il mostro che stava cercando era lì, quei vecchi magazzini erano anche fin troppo grandi, c'era persino una scalinata che portava verso il basso che conduceva a una specie di catacomba.
Il luogo pur essendo ingiustificatamente enorme dava un orribile sensazione di claustrofobia, spesso per terra capitava di vedere segni di artigli molto familiari, una volta ogni tanto si vedevano anche topi morti mezzi sbranati, alcuni senza la parte anteriore del corpo, altri schiacciati come da se travolti da un grosso animale e poi c'era qualche sopravvissuto che scappava non appena veniva illuminato dalle torce dei due ragazzi.
Elena si armò di un pezzo di tubo che, seppur misera come arma, sentiva il bisogno di sentirsi difesa e di combattere, passo dopo passo i graffi sui muri aumentavano mentre sul pavimento si vedevano gli avanzi del mostro che si era portato dietro dai suoi ultimi attacchi.
All'improvviso si sentì riecheggiare nell'aria un forte ruggito che fece tremare il luogo, a Zick e Elena vennero i brividi, ma poi videro che da uno dei corridoi appariva della luce, una luce azzurro chiaro quasi bianco, si accendeva a intermittenza mentre i versi e i lamenti del mostro che stavano cercando si facevano sentire sempre di più.
Elena e Zick percorsero il corridoio e trovarono uno spiazzo che sembrava un'arena, e lì in mezzo a combattere c'era il mostro che stavano cercando, sembrava raggiungere i due metri e mezzo stando solo su quattro zampe, su tutte e quattro le zampe aveva dei lunghi artigli rovinati, un manto marrone scuro, orecchie lunghe, occhi rossi come il sangue e dei lunghi canini ben visibili.
"Oh porca bomba!" urlò Elena perchè quel mostro lo vedeva, ma la cosa che sconvolse ancora di più i ragazzi era il suo avversario, un gatto calvo che sparava dei raggi fotonici, era Timothy.
Il mostro era davvero veloce e agile, con salto raggiungeva il soffitto e con la forza che aveva nelle zampe anteriori si dava la spinta per lanciarsi verso il basso, in questo modo evitava i raggi di Timothy e poi si lanciava su di lui cercando di colpirlo con i suoi artigli, ma Timothy essendo in forma gatto era anche lui veloce, agile e un bersaglio più piccolo da colpire per il mostro, la strategia che Timothy aveva deciso di adottare per combattere quel mostro era simile al mordi e fuggi, lasciava che il mostro si avvicinasse per attaccare, poi all’ultimo Timothy schivava e poi colpiva coi raggi energetici.
Gli attacchi di Timothy non era molto forti, perché lui puntava al tramortire l’avversario, il problema era che la bestia sembrava non stancarsi mai e quando non colpiva Timothy comunque faceva dei danni all’ambiente che lo circondava, ma nessuno dei due si fermava neanche per un secondo saltando da una parte all’altra e quando Timothy finalmente decise di dare un colpo secco con uno dei suoi raggi mise al tappeto l’avversario.
Il tutore quando si avvicinò alla bestia per osservarla meglio ricevette un calcio sul fianco da essa, aveva fatto una finta, Timothy venne scaraventato con un muro e la violenza dell’impatto ha fatto crepare la parete, Timothy era ancora vivo ma dolorante, forse si era rotto un osso.
Il mostro si rialzò in fretta e con un balzo raggiunse Timothy e lo prese per il collo, spalancò le fauci e avvicinò il tutore alla bocca.
Solo che venne distratto dal grido di battaglia di Elena che con il tubo in mano corse verso di lui come se stesse impugnando un’ascia e diede una botta al muso del mostro, la forza di Elena era misera per fare un danno serio all’aggressore ma è stato sufficiente per fargli perdere interesse per Timothy.
Il mostro ruggì in faccia a Elena così forte che Elena sentiva la sua faccia come se stesse per volargli via, e quel mostro glie l’avrebbe sicuramente staccata morsi se Zick non l’avesse raggiunta e generato un campo di forza che impedisse al mostro di fare del male ai due ragazzi.
Il mostro graffiava e provava a mordere lo scudo per penetrarlo, ma Zick con una mossa repentina diede un pugno allo scudo facendolo esplodere e generando un’onda d’urto che fece volare l’aggressore, prima che il mostro potesse ritornare all’attacco venne colto alla sprovvista dal raggio di energia di Timothy che lo colpì sugli occhi accecandolo.
Mentre il mostro si lamentava per il dolore, Timothy che a fatica si reggeva in piedi si rivolse ai due ragazzini “Cosa ci fate voi due qua?!” disse Timothy scioccato “Sai com’è ci trovavamo a passare, stavamo dando la caccia a quel… coso, cosa credi che stavamo facendo?!” rispose Elena “Ma io… non capisco tu non dovresti… aspetta, tu lo vedi?” il ruggito prolungato del mostro si fece più forte quasi a facendo tremare la stanza.
I tre decisero di rimandare a dopo le spiegazioni e pensare a combattere, Elena lasciò perdere il tubo e prese Timothy per aiutarlo, poi lo puntò contro il mostro e Timothy iniziò a spare raggi a raffica.
Molti colpi il mostro li subiva ma non per questo si fermava ha cominciato a rimbalzare in tutta la stanza ad alta velocità per poi attaccare Elena alle spalle, ma Zick con un altro campo di forza l’ha salvata e Timothy gli lanciato un raggio energetico più forte dei precedenti che ha permesso di mettere un po’ di distanza tra i tre e il mostro.
“Zick cosa stai aspettando fermalo!” gli urlò Elena, Zick lanciò l’ordine “Fermati!” ordinò Zick, ma il mostro continuò furioso e tornò all’attacco, Zick rialzò lo scudo e protesse tutti “Forse è duro d’orecchi prova con un ordine telepatico.” propose Elena ottenendo le attenzioni di Timothy, Zick provò anche l’ordine telepatico ma senza successo di nuovo e Zick si stava stancando a tenere su lo scudo e provare dare ordini a un mostro che sembrava inarrestabile.
Timothy per fortuna intervenne con una serie di raggia fotonici, “Porca bomba ma come fa a resistere così?” pensò Elena a voce alta “Ho il sospetto che questo non sia un mostro.” rispose Timothy ottenendo le attenzioni dei due ragazzi, ma questa distrazione è costata cara al gruppo, la bestia ha cominciato a evitare i raggi e approfittando della distrazione ha caricato Zick come un toro e lo travolse, riuscì a metterlo con le spalle al muro e avrebbe potuto fare di peggio se Zick non fosse diventato impalpabile e avesse attraversato il corpo dell’aggressore.
La bestia cominciò a tirare una lunga serie di artigliare contro di Zick, ma lui rimase per tutto il tempo impalpabile e i colpi della bestia non erano un problema, Timothy ne approfittò, prese la mira e caricò il colpo più forte che potesse lanciare, un colpo più forte dei precedenti che a Zick fece il solletico mentre la bestia si ritrovò travolto dall’energia del tutore.
Finalmente sembrò che la bestia si fosse fermata, dopo quell’attacco cadde al suolo, i tre non si avvicinarono nel caso stesse facendo un’altra finta, Zick si avvicinò e si tenne pronto a ritornare impalpabile nel caso stesse effettivamente fingendo.

Gli toccò il collo e sentì il battito rallentare, stava morendo, Timothy scese dalle braccia di Elena e zoppicante si avvicinò alla creatura “Che razza di scherzo della natura è mai questo?” pensò a voce alta il tutore, annusò la pelliccia scura dell’essere, non percepì niente, prese un campione della pelliccia e poi si rivolse ai due ragazzi “Ora che questa faccenda è conclusa… POSSO SAPERE CHE CI FATE VOI QUI?!?!” “Stavamo dando la caccia al mostro per fermarlo.” rispose Zick “Non ti è bastato il guaio in cui ti sei cacciato con quel Lurrido?” “Perchè continuare a tirare in mezzo questa storia? Ormai è roba vecchia, nel caso non ti abbiano aggiornato, noi stiamo cercando di rimediare riguardo quella faccenda.” s’intromise Elena “Cercando creature che Zick non può controllare e che tu non puoi combattere? Tu devi essere pazza.” “Voglio fare parte anch’io di tutto questo, sono quel tipo di persona che è meglio avere dalla propria parte in caso di problemi, come ad esempio riportarti a casa ferito come sei.” rispose Elena, Timothy la guardò torvo, stava per dirle qualcos’altro ma si trattenne quando sentì uno strano suono… un suono di corrente… corrente d’acqua.
Dalle crepe delle pareti e del soffitto stava iniziando a gocciolare acqua sempre di più, dai muri avevano cominciato a comparire delle piccole fontanelle che più comparivano più diventava forte il getto d’acqua allagando la stanza, solo in quel momento i tre si ricordarono di essere sotto il Quick silver e iniziarono a scappare, Elena prese Timothy e lo mise nello zaino mentre scappava a perdifiato con Zick e il livello dell’acqua che saliva alle loro spalle, ma anche la scalinata e il corridoio che portavano al piano superiore erano allagati e ad ogni passo i due ragazzi rischiavano di scivolare.
Ad un passo dall’uscire da quelle le pareti e il soffitto cadettero completamente e un’enorme massa d’acqua travolse i due ragazzi, la violenta corrente del fiume spinse Zick così forte da non permettergli di nuotare o di usare i suoi poteri, e quando Zick ci provò la forte corrente lo spazzo via facendogli sbattere la testa contro una roccia.

Per Zick tutto divenne nero, il suo corpo perse le forze di reagire mentre il suo fiato si esauriva, non era sicuro di pensare da svenuto, ma gli sembrava davvero di credere che sarebbe morto così, poi si rese conto di sentire delle gocce cadere sul suo viso e nuova aria riempigli i polmoni.
Zick si svegliò di soprassalto e si mise a tossire rumorosamente vomitando anche un po’ d’acqua che aveva ingerito, quando la sua vista rimise a fuoco, vide Elena che lo guardava mentre faceva una risata nervosa, di fianco a loro c’erano Annie e Devid “Cosa? È successo?” chiese Zick “Stavate per affogare ma noi vi abbiamo salvato.” disse Annie “St-stai bene?” chiese Devid, Zick era ancora un po’ intontito dall’esperienza e sentiva le ossa diventargli di ghiaccio, ma apprezzò molto l’altruismo dei suoi compagni di classe “Grazie Devid.”

Elena e Zick prima di tornare a casa salutarono Timothy, il quale si preparò a fare ritorno alla città sospesa con l’ausilio di un mostro da trasporto, “Ehi Timothy, ci faresti il favore di non dire ai tuoi superiori di averci incontrato? Ti permettiamo di tenerti tutta la gloria.” disse Elena, Timothy non rispose e agli occhi di Elena lui sparì salendo sulla sella di un qualcosa di invisibile.
Una volta a casa Barrymore, Greta vedendo i due ragazzi, bagnati fradici sembrava sul punto di esplodere dalla rabbia, evidentemente Jeremy aveva fatto la spia almeno con lei per farli punire almeno un pochino, Greta disse ai due di andarsi ad asciugare prima che perdesse veramente la pazienza.
Mentre i due si asciugavano con degli asciugamani vennero raggiunti da Jeremy “Allora che progressi avete fatto?” chiese il tutore massimo “Non era un mostro quello che abbiamo trovato, ma era comunque pericoloso, siamo stati fortunati che il tutore che si stava occupando di quella cosa fosse Timothy… il peccato è che abbiamo avuto poco tempo per parlare, è subito corsa alla città sospesa.” disse Zick “Aspetta a dirlo… piuttosto, in che senso non era un mostro?” “Zick ha provato a controllarlo in più modi, ma qualsiasi cosa facesse non funzionava, perciò o Zick ha perso il tocco magico oppure quello non era un vero mostro.” rispese Elena, Jeremy si mise la mano sul mento e iniziò a ragionare “Questa faccenda non mi piace per niente…” Elena e Zick lo fissarono con uno sguardo interrogativo “…non aspettatevi una risposta da me, ne so quanto voi…” Elena e Zick rimase delusi dalla risposta del tutore, Jeremy se ne andò chissà dove mentre Elena e Zick finivano di asciugarsi.
Poco prima che i due ragazzi scesero al piano inferiore dove li stava aspettando Greta per fare una bella ramanzina a quei due, prima che Greta potesse iniziare a fare qualsiasi cosa qualcuno bussò alla porta.
Elena e Zick rimasero fermi in cima alle scale e aprirono bene le orecchie, alla porta c’era la zia Ermelia e non era sola, con lei c’era un’altra donna più o meno della sua stessa età, ma molto più magra di Ermelia.
“Zia… non mi aspettavo la tua visita.” disse Greta sorpresa “Infatti non sono qui per piacere…” disse Ermelia entrando in casa con l’altra signora “…ti vorrei presentare una mia cara amica: Miranda Smurk. Lei è un’eccezionale assistente sociale.” Greta rimase confusa, le tre donne si sedettero in soggiorno dove Miranda diede alla padrona di casa dei documenti allegate con delle foto, foto di Zick.
“Vedi cara, il mio istinto mi diceva di preoccuparmi e aveva ragione, che vita fai fare a tuo figlio?” nelle foto si vedeva Zick con addosso il costume di Aracno e lui in una macchina della polizia “Che significa?” chiese Greta visibilmente indispettita “Va in giro vestito come un burattino, portato via dalla polizia, lui che parla da solo… mi sembra ovvio che come madre non sei adatta, e vorrei passare la responsabilità della custodia di Zick a me.” rispose Ermelia con tono freddo “Cosa?!” Miranda intervenne “Signora la prego, sii ragionevole, la signora Ermelia è solo preoccupata per suo figlio, per il suo bene.” “Avete pedinato e fotografato un bambino di dieci anni e ora mi volete portare via il mio unico figlio?!” disse Greta alzandosi in piedi “Sì… non ho coinvolto la legge perché mi sembrava troppo impersonale per la questione, anche se un giudice mi darebbe ragione per la mia decisione.” rispose Ermelia “Non puoi farlo.” “Posso e lo farò Greta, ti ho dato il beneficio del dubbio per fin troppo tempo… sei arrivata un punto che non posso più tollerare… ma so che farai la cosa giusta se gli vuoi davvero bene.” “Molto più di te, io ti conosco zia, che cos’è che non so?” disse Greta con tono di sfida, Ermelia rimase con fredda “Se davvero mi conosci sai che io in un modo o in altro ottengo ciò che voglio.” concluse la donna prima di rialzarsi e uscire con l’assistente sociale.
Greta rimase lì, solo quando le due donne uscirono di casa, lei si accasciò sulla poltrona, sapeva che sua zia era una donna piena di risorse e sorprese, ma non si sarebbe mai aspettata che arrivasse a tanto.
Elena pensò che fosse meglio lasciarli da soli, erano punto e a capo, qualcuno voleva portare via Zick e aveva il potere di farlo… Zick voleva parlarle, voleva consolarla, ma non sapeva cosa dire, vedere sua madre in lacrime era uno spettacolo straziante e secondo lui un semplice “mi dispiace” non era sufficiente.
Con un po’ di coraggio alla fine si diresse dalla madre e con il cuore in mano si sedette di fianco a lei, Greta tirò su col naso e mentre si asciugava le lacrime chiese “Hai sentito tutto vero?” Zick non rispose, si limitò ad appoggiare la testa sul braccio della madre e le mise una mano sull’avambraccio per darle delle piccole pacche di consolazione.
Greta strinse il figlio a se, gli diede un bacio sulla testa e gli disse “Non permetterò che ti portino via sta volta.” “Anche io non voglio lasciarti.” Zick ricambiò l’abbraccio facendo nuovamente piangere Greta, ma non per la tristezza, quando i due si separarono Greta dovette di nuovo asciugarsi gli occhi e guardando Zick sorriderle leggermente… sentì qualcosa spezzarsi.
“Sai cosa Zick… penso che non debbano esistere segreti tra noi.” disse Greta piena di rinnovato vigore “Sono d’accordo.” “Dammi il tuo spray.” ordinò Greta, Zick la guardò confuso “Dammelo.” insistette la madre e alla fine lui obbedì “Ora vieni con me.” disse Greta invitando il figlio a seguirla nella sua serra.
“Immagino che ormai lo avrai capito Zick, da chi hai preso quel tuo potere.” disse Greta con tono serio “Avevo dei sospetti, ma non ne ero sicuro… quindi, anche mio padre era un domatore, la storia dello studioso di insetti era una balla.” “Tuo padre era un entomologo, ma anche un domatore.” “Ed è morto combattendo.” “No…” Greta portò Zick di fronte alla cassettiera che lei teneva nella serra e gli mostrò il primo cassetto pieno fino all’orlo di lettere.
Erano lettere scritte a mano dalla stessa persona, dalle date sembravano avere un distacco temporale di circa uno-due mesi l’una dall’altra ed erano tutte firmate da: Zobedja Zick. Zick l’ultima portava la data di due settimane fa, Zick la lesse in fretta, parlava del suo stato d’animo, delle sue speranze, le sue paure e della sua stanchezza.
Zick rivolse uno sguardo interrogativo alla madre “Il vero motivo per cui Zob se n’è andato, è perché avevano bisogno di lui.” “Per cosa?” “La guerra…” Zick impallidì di colpo “…tutori e domatori si combattono sin dalle origini, e col tempo è diventata una vera e propria guerra senza quartiere, la più spaventosa e lunga guerra che la storia abbia mai conosciuto, i tuoi nonni paterni, tuo padre e tu siete nati nel bel mezzo del conflitto più grande.” “Da quanto di preciso va avanti?” “...dalla preistoria.” finalmente Zick iniziò a capire molti degli atteggiamenti che i tutori hanno nei suoi confronti “Ascolta Zick, mi è stato detto di tenerti all’oscuro per ordini dei tutori, sperando che se non sviluppavi alcuna forma di potere potevi vivere una vita normale, ma è chiaro che tutto quello che hanno fatto, che ho fatto è stato vano… e a questo punto voglio che tu diventa la versione migliore di te e che tu abbia la forza per essere pronto a tutto anche quando le cose andranno male.” gli disse la madre, Zick guardò sua madre, poi guardò le sue mani, si prese un minuto per riflettere… i suoi occhi si tinsero di rosso.

Il tempo delle prove era finito, come previsto da Zick, alla fine la classe smise di perdere tempo in litigi e proposte per altri spettacoli da portare e riconoscendo che l’idea di Elena era la migliore, misero da parte le divergenze e si concentrarono su quello e Elena con l’aiuto di Zick si era finalmente ammorbidita un pochino con tutti.
Una cosa che Zick aveva notato da quando la madre gli tolse lo spray per le allergie, il suo corpo era diventato più, tonico, si sentiva sempre pieno di energie e persino il suo naso non gli dava più fastidio, aveva cominciato a starnutire di rado e questo cambiamento Elena lo ha notato.
Mancava poco tempo all’inizio dello spettacolo della loro classe e Elena stava controllando che tutti si ricordassero le battute, se i costumi erano apposto ma soprattutto, finalmente aveva il tempo di parlare col suo amico “Zick… ultimamente mi sembri diverso, stai bene? Voglio dire dopo quello che è successo settimane fa…” “La zia ha deciso di darci il tempo delle vacanza natalizie, un po’ paraculo come mossa se vuoi un mio parere, per il resto… onestamente non mi sono mai sentito meglio in vita mia… forse è meglio se ne parliamo dopo sta per arrivare il nostro turno.” Elena e Zick si diedero il cinque e si augurarono buona fortuna a vicenda prima di prendere posizione.
Il sipario si aprì, i genitori di tutta la loro classe erano lì, c’è chi era pronto con le telecamere per riprendere lo spettacolo e chi invece era ansioso di vedere i propri figli su un palcoscenico per la prima volta.
Zick non avrà mantenuto la sua parola di appiccicarsi ai muri, ma di sicuro ha fatto del suo meglio per il suo ruolo di Aracno mentre interaggiva con Devid che ha avuto l’onore di interpretare il protagonista, se è andato bene lo spettacolo? Solo gli applausi dei genitori possono dire quanto siano stati bravi quei piccoli artisti.

“Messaggio telepatico, messaggio telepatico tutore Timothy Moth, qui è il tutore massimo Deputhy Deth mi ricevi collega?” “Forte e chiaro collega, è successo qualcosa?” “Il consiglio voleva sapere come stavi, fa ancora male la gamba?” “Sì, il dottore mi ha anche prescritto un corso di riabilitazione quando mi toglieranno il gesso, ma non credo che mi abbiate contattato solo per sapere come sto.” “Esattamente, abbiamo finalmente i risultati delle analisi del campione di DNA che ci hai portato collega.” “Che cosa dice?” “Non ci crederai, nemmeno noi ci abbiamo creduto quando lo abbiamo visto la prima volta e siamo stati costretti a fare le analisi più volte per essere sicuri di non star sbagliando.” “Scusi collega ma cosa sta cercando di dire?” “I campioni indicano che si tratta di pelliccia di coniglio.” “COSA!?” “Già, sembra assurdo ma è così, ma lascia che ti spieghi, abbiamo fatto altre analisi ancora più invasive e abbiamo scoperto presenze di diverse sostanze che in natura non esistono.” “In che senso?” “Ci sono sostanze che si ottengono solo lavorando un po’ con la chimica avanzata artificiale che si ottiene mischiando insieme sostanze che di norma non si combinerebbero mai, chimica avanzata che usa come base mostrine e altri elementi di origine di mostro.” “Per gli eccelsi… collega…” “Riprenditi presto collega, non sappiamo se davvero presto avremo a che fare con loro, o quali siano le loro intenzioni, ma abbiamo bisogno di tutte le forze a nostra disposizione nel caso la situazione vada terribilmente male… per i mostri.” “Per i mostri.” “Per la città sospesa.” “Per la città sospesa.”

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Un male per il bene. ***


Capitolo 8: Un male per il bene.

Le vacanze di Natale sono il periodo migliore dell’anno, per molta gente sì, ma non per tutti.
C'era chi combatteva per raggiungere i suoi obbiettivi, e pur di raggiungerli era pronto a tutto, anche a ferire degli innocenti.

Ma tornando a casa Barrymore, per la vigilia Greta ha deciso di invitare per la cena di Natale i suoi vicini: i Patata. Per la prima volta dopo anni Greta festeggiava il periodo natalizio anche con altre persone, per il figlio invece era la prima volta.
Dopo un banchetto di diverse portare, tra risate chiacchiere e abbuffate, Greta raccontò la sua storia: nata e cresciuta in quella casa, figlia di un ex pilota di mongolfiere e di un'infermiera, decise di andare a trovare la sua strada in un'università di Wonderville per studiare botanica e lì conobbe un tipo bislacco che frequentava il corso di entomologia "Zobedja Zick" l'inizio della loro storia era reciproca rivalità, semplicemente i due non si sopportavano, ma poi dopo un anno e mezzo per via di uno scherzo del destino si ritrovarono a collaborare, per vincere hanno messo da parte i loro pregiudizi e iniziare a usare la testa, e si sono accorti che i loro pregiudizi che l'uno aveva per l'altro erano insensati, il resto è storia, Zob è partito per l'Amazzonia e regalò il suo medaglione a forma di acchiappa sogni alla donna che amava, per poi non tornare mai più. Per Elena e la sua famiglia era bello sapere un po' di più dei loro vicini.
Presto si fece mezzanotte e arrivò il momento di aprire i regali, Elena ricette da Zick un edizione limitata di un pupazzetto di Ghosto, mentre Elena regalò a Zick un libro: La maschera rossa. Libro scritto da uno degli autori preferiti di Zick, con tanto di dedica, Greta regalò ai suoi vicini dei vestitini per i gemellini mentre i coniugi Patata, non sapendo cosa regalare alla vicina, optarono per una semplice cartolina con all'interno un po' di denaro.
Finita la serata i Patata cominciarono a avviarsi verso la loro rispettiva casa, però Greta si permise di trattenere Elena ancora per cinque minuti.
"Mi deve dire qualcosa?" chiese Elena "Solo chiudi gli occhi un attimo." Elena obbedì e Greta mise le sue mani sui suoi occhi per coprirli "Questo è il mio regalo di Natale per te Elena, vedrai il mondo in modo diverso da oggi in poi." intuirono tutti cosa Greta aveva intenzione di fare, quando Elena ebbe il permesso di riaprire gli occhi, li sentì più sensibili e la luce le dava fastidio, ma quando finalmente si stabilizzò ad accoglierla c'erano i mostri di casa Barrymore.
Per Elena era un sogno che si avverava, poter vedere i mostri sempre e comunque, toccarli, abbracciarli, parlare con loro, non le sembrava vero ciò che ha fatto Greta per lei.
Jeremy ovviamente si fece sentire "Scusami Greta, ma sei sicura delle tue scelte?" "Elena è una brava ragazza, ci ha aiutato così tante volte che come minimo un premio se lo meritava." "Ha anche fatto cose sbagliate, ci tengo a ricordarlo." Elena sentendo le parole del tutore s'innervosì "Non capisco perchè continui a tirare fuori i miei errori, non puoi perdonarmi e basta?" "Mi tieni sotto ricatto da mesi... ma ora anche tu devi fare attenzione a come ti comporti perchè come Greta ti ha dato il potere IO te lo posso togliere." Elena gli ringhiò contro "Staremo a vedere, io su questa cosa punto i piedi!" Elena sbatté il piede per dare dimostrazione della sua determinazione, ma finì col bucare il pavimento, "Oh... ho scordato di dirti di fare attenzione, il potere del rifugiatore non si limita a vedere i mostri." le disse Greta, Elena presa dalla curiosità si avvicinò a Bombo e lo sollevò con una mano sola, tanto era diventata forte e questo ovviamente le ha dato ancora più euforia per questo nuovo mondo di cui era ufficialmente entrata a fare parte.
"Va bene basta così Elena mettilo giù." disse Jeremy, Elena ubbidì e fece una smorfia al tutore "Stammi a sentire, anche se ora hai il potere questo non fa di te una rifugiatrice a tutti gli effetti, sei ancora una bambina e come tale devi ancora crescere e seguire un addestramento specifico fino alla matura età dove solo allora verrai riconosciuta come rifugiatrice ufficiale, fino ad allora sei sia in prova che in allenamento... quindi vedi di rigare dritto." concluse Jeremy prima di lasciare il soggiorno, Elena tornò a casa di buon umore, e determinata a non rinunciare al potere promise a se stessa di fare del suo meglio come rifugiatrice.

Nei due giorni successivi, Elena ha fatto un po' di danni per la casa, doveva ancora abituarsi alla sua nuova forza, e i suoi genitori, stanchi di vederla rompere tutto per casa decisero di darle dei biglietti del bus e andare dallo zio per portagli un regalo da parte del fratello.
Elena lungo la strada vide diversi tipi di mostro e quando finalmente raggiunse il centro, rimase esterrefatta dalla città sospesa, poco prima di raggiungere la casa dello zio Ronnie ha addirittura aiutato un piccolo Sgnakuz a recuperare la testa che gli era caduta.
Arrivata a casa dello zio, a stento riusciva a ascoltare o a prestare attenzione a ciò che le dicevano, era per lo più presa a guardare la città dei mostri dalla finestra, ora che poteva vederla avrebbe tanto voluto esplorarla e quello era un motivo in più per tenersi il potere.
Dopo diverse ore, quando finalmente lasciò la casa dello zio, mentre camminava si scontrò con un mostro: era grosso come un Bombo, ma viola, con quattro occhi e quelle che sembrano corna branchiali come quelle degli axolotl ai lati della testa. Guardava dritto davanti a se come se fosse ipnotizzato, Elena se ne accorse e mentre il mostro si allontanava, lei potè giurare che lui avesse bisbigliato "aiuto".
Elena dopo qualche attimo di confusione decise seguire dalla distanza il mostro in questione, e lo vide dirigersi in un vicolo dove ad attenderlo c'era un ragazzo, non si riusciva a vedere la faccia per via del cappuccio che indossava, ma Elena era sicura di aver visto due occhi rossi brillare al buio.
Teneva la mano tesa verso il mostro, e lo guidava su dove andare, Elena continuò a tenersi a distanza e a seguirli facendo attenzione a non perderli, camminarono tantissimo, ore e ore fino al tramonto, finchè non uscirono del tutto dalla zona urbana raggiungendo il "Bosco di Ciam." a est della città, solo allora il ragazzo misterioso tirò fuori dalle tasche un barattolo e rinchiuse il mostro al suo interno.
Elena imprecò per la sorpresa fecendosi scoprire, il ragazzo si mise a correre nella boscaglia sparendo dalla visuale, Elena provò a corrergli dietro, grazie al suo potere era diventata velocissima, ma nonostante ciò lo perse in mezzo agli alberi.
Lei sapeva che lui la stava guardando, avrebbe voluto combatterlo, ma il sole stava sparendo e le temperature si stavano drasticamente abbassando, i suoi genitori si sarebbero preoccupati di sicuro se non fosse tornata e poi se i suoi sospetti erano corretti, lei non poteva vincere da sola.

Elena dovette correre per tornare a casa, ma ben presto si rese conto che non si stancava mai, correva più veloce di quanto avesse mai fatto in vita sua e non sentiva la fatica.
Arrivò a casa in men che non si dica, ma preferì passare dalla casa del suo amico domatore, dalla finestra del soggiorno vide Greta, stava discutendo aspramente con sua zia e l'assistente sociale.
Non volendo disturbare preferì entrare dalla finestra del primo piano, con un salto altissimo raggiunse la finestra di Zick e iniziò a bussare.
Zick lasciò perdere la discussione che stava avendo col tutore massimo e fece entrare Elena "Lo sai che esistono le porte?" disse sarcastico Jeremy "Non ho tempo per questo, vi devo dire qualcosa di importante... a parte che questi poteri sono meglio del previsto! Ho anche visto un domatore controllare e catturare un mostro." Zick e Jeremy rimasero a bocca aperta "Come sarebbe a dire?!" disse Jeremy "E' così, ero in giro e ho visto un tizio con la mano tesa e un mostro che lo seguiva, poi fuori città all'inizio del bosco e lo ha catturato, poi però è sparito nella natura." "..." "Non me lo sto inventando! Dobbiamo fare qualcosa." Jeremy si rivolse a Zick "Ehi tu, solo un domatore può far ritornare normali i mostri inscatolati e trovare un altro domatore, perciò l'indomani vi voglio sulle traccie di questo rapitore e che liberiate il mostro rapito." Elena e Zick si fissarono negl'occhi e dopo uno sguardo che comunicava la loro complicità si strinsero la mano come solo due amici possono fare, anche se Elena strinse troppo la presa.

Il giorno dopo i due ragazzi si ritrovarono a casa di Zick per parlare della loro strategia, il domatore in questione era scomparso nel bosco, Elena non sapeva dire se lo aveva fatto perchè sapeva di essere pedinato oppure se nel profondo del bosco c'era il suo nascondiglio o qualcosa di simile, ma dato che è stato l'ultimo punto dove lei lo ha avvistato sembrava un buon punto dove iniziare le ricerche.
La mattina passò in fretta, e subito dopo pranzo i due ragazzi si misero in marcia per il bosco di Ciam.

Quando arrivarono, si fermarono a vedere il bosco innevato, si diceva di tutto e di più su quel bosco, tipo che fosse infestato dai fantasmi della gente morta in quel bosco, degli alberi che camminano facendo perdere l'orientamento a chi ci entra, di avvistamenti spaventosi e altre storielle strane.
Che fossero vere?
Non era il momento di farsi certe domande, c'era un domatore a piede libero da trovare e fermare, perciò Zick e Elena entrarono senza pensarci due volte.
Elena provò a ripercorrere gli eventi del suo inseguimento, anche se non era facile visto che era quasi buio quando è successo, arrivarono a un punto morto, era facile perdersi in quel bosco non era una sorpresa che Elena avesse perso l'obiettivo.
Non riuscendo a trovare traccie che segnavano il passaggio di un essere umano, provarono a cambiare strategia, ma prima dovevano uscire dal bosco, Cartesio diceva "che quando ci si perdere bisogna andare sempre avanti e non deviare mai, prima o poi ne uscirai" anche se questa volta non ebbe proprio ragione visto che si ritrovarono in una zona del bosco che non avevano mai visto: la parte vecchia del bosco. Piena solo di alberi secchi e senza foglie, donando al bosco un fascino inquietante che solo un vecchio bosco sapeva dare.
Elena propose di andare nella direzione opposta visto l'errore, ma poi si accorse che gli occhi di Zick si erano illuminati di rosso.
Zick si sentì attratto da qualcosa dentro la foresta, proprio come la prima volta che andò in centro città, la presenza gli sembrava chiara e lui, sta volta, istintivamente corse in mezzo agli alberi, Elena gli corse dietro, per sua fortuna Zick non era più veloce di lei e per quanto volesse strattonarlo dal suo stato di semi incoscienza, decise di vedere dove l'avrebbe portata.
Zick si fermò davanti a un ceppo bruciato, davanti a lui c'era un ragazzo biondo che indossava un giubbotto di pelle nero, sembrava essere poco più grande di Zick, ma soprattutto aveva dei brillanti occhi rossi.
Zick e il ragazzo si fissarono, Zick improvvisamente si sentì... connesso a quel ragazzo, era come se fosse nella sua testa e vedeva dai suoi occhi, non aveva mai provato niente del genere.
Entrambi i ragazzi disse "Tu sei come me." Elena li raggiunse e i due spensero il brillio che avevano negli occhi, Zick si sentì stordito per qualche secondo, era difficile da spiegare la sensazione che provava, era come se non riconoscesse più se stesso misto a un senso di solitudine e smarrimento… "Tu!" disse Elena con tono di sfida "Sì sono io… fratello perchè sei in giro con una ragazzina?" chiese il ragazzo, Zick non rispose subito “Non sei abituato alla connessione vedo, se ti può consolare anch’io sono ai primi passi, anche se sono più avanti di te.” disse il ragazzo, quando Zick si stabilizzò rispose “Posso percepire le emozioni delle persone e controllare i mostri con il pensiero… ma non mi era mai capitato niente di simile.” “Con la pratica e il giusto maestro imparerai e diventerà normale, o almeno questo che dicono a me, ma tornando alla mia domanda fratello… lei chi è?” "Lei è amica mia." "Aspetta Zick, tu lo conosci?" chiese Elena "Mai visto prima, ma... la sua presenza mi fa sentire, strano, era come se condividessimo i pensieri." "E’ normale che ti sei sentito così, noi domatori siamo fatti per stare insieme, la nostra forza sta nell'unione." disse il ragazzo "Io sono Zick, Ezechiele." "Tedduja Thaur, ma puoi chiamarmi Teddy." "Elena e sono una rifugiatrice." si fece avanti Elena con tono scocciato mentre guardava Teddy storto, Teddy fece una smorfia infastidita "Lo avevo capito che eri una rifuggifuggi, dovresti migliorare le tue tecniche di 'pedinamento'." disse Teddy con l'intenzione di provocare "E tu come domatore fai pena se ti fai sgamare così!" Zick s'intromise "Calma voi due... piuttosto tu, è vero che hai catturato un mostro dalla città?" "Da quello che ho visto nella tua testa sai il fatto tuo, ma anche che hai fatto errori che nemmeno io alle prime armi ho fatto... posso aiutarti a diventare un domatore potente se vuoi." "Rispondi alla domanda." insistette Zick, Teddy sbuffò "E va bene sì è così, ma ho una buona ragione." "Ah sì? Sono proprio curiosa." disse Elena con tono provocatorio "Se non ti fidi di me, fidati di mio fratello." disse Teddy prima di sedersi sul ceppo e far di nuovo brillare i suoi occhi di rosso.
Zick sentì di nuovo quella sensazione di connessione con Teddy, e iniziò a vedere cosa Teddy aveva in testa, Zick iniziò a descrivere a voce alta quello che Teddy gli stava facendo vedere "C'è una donna malata a letto, ha il cancro... è sua madre, vuole salvarla ma non hanno abbastanza soldi per permettersi le cure dell'ospedale... voleva provare a chiedere una cura al Poddum-sì, ma non poteva avvicinarsi alla città sospesa, quindi cercò un modo alternativo... dopo settimane di ricerca ha trovato un libro su i miti più famosi della storia sperando in una cura in uno di quei miti... trovò la storia delle fattucchiere commercianti 'le anguane' scoprendo nel libro che loro sono abili alchimiste, stando al libro, loro hanno dei nascondigli in tutto il mondo e uno dei più importanti è proprio nel bosco di Ciam, lo ha esplorato da cima a fondo finchè alla fine non ha trovato un albero cavo da cui provenivano delle voci e le ha trovate... loro possono avere la soluzione alla situazione di sua madre... ma proprio come gli ospedali anche loro richiedono un patrimonio per pagare qualsiasi loro servizio, ma lui è riuscito a trovare un accordo: uno scambio. Lui avrebbe portato a loro un mostro in scatola e loro lo avrebbero aiutato." concluse Zick sentendosi di nuovo con la testa sottosopra, Elena rimase a bocca aperta "Allora adesso ti fidi?" chiese Teddy sogghignando "Forse..." rispose Elena "...ma sei sicuro che ti aiuteranno? Se sono davvero delle streghe, potrebbero fregarti." "Non lo faranno se vogliono arricchirsi, e io non sono così facile da fregare, se proveranno a fare le furbe vedranno di cosa è capace un domatore furente!" disse Teddy con tono deciso, Elena e Zick si scambiarono uno sguardo "Ehm, quindi, basta che dai a loro il mostro che volevano, e poi è tutto finito?" chiese Elena "Purtroppo non ancora, loro volevano che portassi almeno un mostro per guadagnarmi la loro fiducia, ma per comprare qualsiasi cosa devo catturare altri mostri, so che sembra una follia ma loro hanno la capacità di fare una pozione che cura ogni male, è l'unica soluzione che mi resta o presto mia madre morirà... ma forse potete aiutarmi voi, se mi aiutate a catturare altri mostri farei più in fretta che da solo." disse Teddy "Frena frena frena, siamo già finiti nei guai una volta per questo motivo e abbiamo rischiato grosso, non succederà di nuovo." disse Elena con decisione "Sì Elena ha ragione, non so quanto posso aiutarti." disse Zick "Mia madre... sta... MORENDO! Non ho altre opzioni per salvarla, a costo di farlo da solo io lo farò." disse Teddy prima di prendere il suo zaino e mettersi in marcia.

Mentre Teddy camminava si rese conto che Elena e Zick lo stavano seguendo, lui sorrise "Sapevo che mi avreste aiutato." disse Teddy con un sorriso compiaciuto "Vogliamo vedere se possiamo contrattare con queste... come si chiamano?" "Anguane." "Ecco con queste anguane, abbiamo convinto un tutore massimo a fare come vogliamo, forse ci riusciamo anche con loro con il modo giusto." "Vi avverto che sarà difficile, lasciate parlare me e tutto andrà bene." disse Teddy, mentre guidò Elena e Zick a un albero millenario, il più alto e raccapricciante della foresta, scuro come se fosse stato bruciato e sulla cui corteccia appaiono strani disegni simili a volti sofferenti.
Teddy indicò a Elena un buco sulla sommità dell'albero, che fa da entrata naturale, mentre lui e Zick si fecero trasparente e passarono attraverso la corteccia, Elena con una serie di acrobazie e salti potenziati dal suo essere rifugiatrice raggiunse l'ingresso dell'albero e vi entrò.
Elena atterrò letteralmente come un'acrobata professionista ottenendo a un applauso da parte dei due domatori, l'albero non era solo cavo, c'era una grotta sotto le sue radici, una grotta che si estendeva in un lungo corridoio di roccia decorato con le radici degli alberi che si estendono per il soffitto e le pareti, lungo il corridoio erano presenti diversi bracieri che illuminavano l'ambiente con le loro fiamme.
Mentre Elena e Zick esploravano con lo sguardo l'ambiente, Teddy li guidava verso il villaggio delle anguane: Cupiditas. Solo che quando svoltarono l'angolo di un intersezione della grotta, si ritrovarono davanti tre anguane, erano orribili da vedere, sembravano delle donne anziane, senza capelli, con talmente tante rughe in faccia che coprivano un po' gli occhi e si afflosciavano penzolanti dalla testa.
I tre ragazzi lanciarono un urlo terrorizzato che rimbombò per tutte le caverne, quando i tre smisero di urlare, l'anguana più grassa di quel trio con l'aria annoiata si pulì le orecchie con il mignolo e poi disse "Avete finito?" Teddy si mise a ridacchiare nervosamente prima di prendere parola "Scusate non mi sono ancora abbituato alle vostre... facce?" Elena e Zick anche se ancora scioccati e disgustati dalla vista di quelle streghe, forzarono un sorriso e salutarono con le mani.
L'anguana più secca del gruppo si fece avanti "Ehi biondino... ti ricordi cosa ti aveva detto l'anguana di Er?" "Ehm... forse possiamo trovare un accordo?" "Non. Portare. Nessuno!!!" strillò l'anguana "Ma loro sono un'eccezione, sono come me, sono qui perchè vogliono aiutarmi con la caccia ai mostri." lei guardò le sue compagne anguane e si riunirono in cerchio per discutere.
Quando le tre streghe si rivolsero di nuovo ai tre ragazzini, "Detto proprio onestamente nessuna di noi è convinta che possano entrare nel villaggio... specie perchè oggi c'è la fiera delle streghe, e l'anguana di Er sarà occupata tutto il giorno, quindi non potrai parlare con lei." disse l'anguana più grassa "Devo proprio?" "E' meglio non avere segreti con lei... tira certi schiaffoni." Zick si fece avanti "E se noi ordinassimo di farci parlare con lei, ORA?!" le tre streghe si misero a ridere "Certo che ti circondi di gente intelligente lo sai!" disse una delle tre, Zick non capiva, pensava che si sarebbero piegate al suo volere.
"Lezione numero uno marmocchio, le anguane sono umane, il tuo potere è inutile contro di noi... ma sai cosa? Noi tre potremo anche farvi passare, al giusto prezzo s'intende." "Che volete?" "Solo un bel mostriciattolo in scatola come ha fatto il tuo amico biondo." Elena si fece avanti "Potremo anche accontentarvi, ma prima vorremo la certezza di parlare con la capoccia del vostro circo e chiarire un paio di cose." "Non ti fidi di noi pel di carota? Complimenti sai che siamo infami... Ehm Creola che facciamo?" chiese l'anguana "Tranquilla Ziara ci penso io... noi vi portiamo al villaggio, ma TU, tu ci devi dare la tua parola di domatore che ci porterai un mostro in scatola, ti conviene accettare, noi non facciamo niente per niente." Zick rimase confuso mentre Elena si morse le nocche "Te l'ho detto che è difficile." disse Teddy "E adesso che faccio?" chiese Zick "Devi accontentarle o non andremo da nessuna parte." "E come faccio a dare la mia parola?" "Usa la voce del domatore per fare una promessa all'apparenza solenne." Zick guardando le anguane sorridere soddisfatte sentì un forte senso di disgusto nei loro confronti, prese un respiro profondo e... "Io Ezechiele Zick prometto solennemente di portare a voi tre mummie un mostro inscatolato." Elena e Teddy si misero a ridacchiare mentre le anguane sembravano trattenersi dal strozzarlo.
Le tre streghe scortarono i tre ragazzi infondo al corridoio fino a un vicolo cieco, a quel punto le tre streghe, a mani nude, iniziarono a spostare macigni e a lanciarli come se fossero pigne liberando così il percorso.

Il passaggio che le streghe aprirono, portava al loro villaggio, era pieno di bancarelle, gazebo, pozioni e tante, tantissime anguane, un vero e proprio mercato che fa da altare al capitalismo più estremo.
Creola svegliò i tre ragazzi dal loro stato di stupore, e si fecero strada tra le bancarelle e le anguane che vendevano di tutto oltre alle pozioni "Psss, Tedduja, ma chi è questa anguana di Er di cui le tre befane non fanno altro che parlare? E' lei il capo?" chiese Elena a bassa voce "Non ne sono sicuro, non sembra molto diversa dalle altre streghe della congrega, ma di sicuro è molto importante e anche molto ricca, sia in termini di denaro che in possesso di elementi rari, e nella loro gerarchia questo fa di lei una strega di grado superiore." rispose Teddy "Cosa state bisbigliando voi?" disse un'anguana "Oh ehm... ci stavamo solo meravigliando della presenza di umani qui." disse Zick nervosamente indicando una donna di mezz'età coi capelli rossi in mezzo alla folla "Ah ho capito, diciamo che alcune di noi si preferiscono con la parrucca e la pelle tirata anche a casa... anche se è scorretto il nostro motto è 'una volta anguane ti devi piacere con le rughe'... ma a proposito di parrucche, i tuoi capelli ragazzina, sono bellissimi quanto vuoi per quelli?" Elena si coprì i capelli con la giacca "Aspetta... anguane si diventa?" chiese Zick confuso "Beh certo, non ci siamo nate con la possibilità di vivere per secoli e con una forza sovrumana." "IRMA!!! Smettila di perdere tempo!" la riprese Ziara e lei e i ragazzi si affrettarono a seguirle.
Andando avanti seguendo le tre anguane si ritrovarono davanti a una folla di streghe davanti a un gazebo, quello che a detta della folla, apparteneva all'anguana di Er.
Creola disse ai ragazzi "Ci vorrà un po' prima di poter parlare con la venerabile, vedete di restare a portata di orecchio." i tre ragazzi si misero a esplorare il posto con lo sguardo per ammazzare la noia "Teddy che altro sai dirci sull'anguana in questione?" chiese Zick "E'... la migliore nel suo campo, se cerchi o vuoi qualcosa è molto probabile che lei c'è l'ha, il problema è che è pure molto, molto cara, come minimo ci vorranno dieci mostri in scatola per la pozione che cerco... mentre l'antipatia credo sia una cosa tipica di tutte loro... ma ora che ci penso, come avete intenzione di contrattare con lei? Ha secoli di esperienza in questo campo." fece notare Teddy "In effetti, credo che ci siamo sopravvalutati... ma vedrai che in un modo faremo." rispose Elena "Ma perchè mi state aiutando?" "E' stata una mia idea..." disse Zick "...non avevo mai conosciuto un altro domatore prima, e dato che sto cercando di cambiare le cose per tutti, vorrei che uno dei miei 'fratelli' venga incriminato perchè voleva salvare una persona cara." concluse Zick dando a Teddy una pacca sulla spalla, Teddy sorrise e diede un nocchino a Zick.

Quando finalmente arrivò il turno delle tre anguane che hanno accompagnato Elena, Zick e Teddy, l'anguana di Er le accolse "Creola, Irma, Zaira... cosa vi porta qui? Credevo che voi pezzenti tutte insieme non fosse in grado di permettevi niente da me." "E' così venerabile, il fatto è che il domatore che ieri ha portato un mostro in segno di accordo è pronto a trattare e ha portato con se un paio di amici." disse Irma "Dice che possono aiutarlo a procurarsi più in fretta i mostri." aggiunse Zaira, l'anguana di Er si fermò a riflette per qualche minuto "Portateli qui, devo giudicarli prima di dare un parere." le tre anguane ubbidirono e andarono a chiamare i tre ragazzi.
"Siete sicure che non proverà a fregarci?" chiese Zick sospettoso "Non promettiamo niente." rispose Creola, "Quella voce, Ezechiele Zick!" esclamò l'anguana di Er sorprendendo tutti "Ci... ci conosciamo signora Er?" chiese Zick un po' preoccupato "Direi proprio di sì, e conosco anche questa graziosa signorina dal naso a patata." Elena si fece leggermente indietro mentre Teddy guardava confuso Zick "Vedi... il fatto è che di solito noi ci incontriamo in posti un po' più eleganti di una fiera delle streghe, e di solito ho il tempo di rifarmi il trucco..." l'anguana di Er iniziò a raccogliere le sue rughe e a tirarle indietro per far vedere la sua faccia ai ragazzi, lasciandoli di sasso.
"No! Non ci voglio credere! Non è possibile! No! Non tu!" disse Zick incredulo e sconvolto "Coraggio Zick, da un bacio alla zia Ermelia."

Mentre Ermelia si sistemava le rughe e si metteva una parrucca in testa, le tre anguane e Teddy fissarono sbalorditi Zick, "L'anguana di Er è tua zia!?" disse Teddy sconvolto "A saperlo non sarei venuto." rispese Zick con un tono privo di emozione "Sì siamo parenti..." intervenne Ermelia "...è il mio pro pro pro pro pro nipote, e onestamente lo sapevo che Greta mi stava tenendo nascosto qualcosa." Zick prese un respiro profondo e mandò un messaggio telepatico a Teddy, gli disse tutto, su come lei stava minacciando di portarlo via dalla madre e di che tipo di persona fosse.
"Quindi... i miei sospetti erano fondati, sei un domatore." disse Ermelia allargando un sorriso "No, non so domare i leoni." rispose Zick con nonchalance mentre si fece avanti Teddy "Ehi vecchia mia sono venuto a presentarti dei miei amici, li hai conosciuti ora noi ce ne andiamo se non-" Ermelia mise una mano in faccia a Teddy interrompendolo e spingendolo via, Ermelia si rivolse alle anguane che lo hanno scortato "Non è vero ha provato a usare il suo Dom su di noi." disse Zaira "Non è vero ho solo fatto la voce grossa..." disse Zick "...ora scusa ma dobbiamo andare." concluse Zick mentre cercava di allontanarsi con Elena, ma poco prima che loro potessero iniziare a correre, Creola, Zaira e Irma presero di peso i tre ragazzi e li portarono in una galleria dietro il bancone del gazebo di Ermelia.
Quella galleria sembrava essere il laboratorio di Ermelia, c'erano scaffali pieni di libri di tutti i tipi, alambicchi, pozioni, gabbie con creature strane, tra tutte spiccava una gigantesca le cui sbarre sono state sfondate da qualche bestia dagli artigli giganti visti i segni di artigli su di essa, avevano un che di familiare, Elena scorse anche un leggio su cui era poggiato un libro con la copertina giallo scuro, su di esso c'erano dei simboli in inchiostro nero.
Davanti a un calderone in mezzo alla stanza c'era un'altra anguana molto secca che si sistemava le rughe e la parrucca, era Miranda Smurk "Dovevo immaginarlo che anche l'assistente sociale era un strega." ringhiò Zick mentre Miranda sghignazzava.
I tre ragazzi erano circondati dalle streghe, ma questo non significava che si sarebbero arresi "Di un po'... zia..." disse Zick con una nota di disgusto "...perchè tutta questa pagliacciata? Che cos'è che vuoi da me?" chiese Zick, Ermalia sorrise "Semplice nipote... tanto tempo fa anguane e domatori erano soci in affari, loro cacciavano i mostri, noi li pagavamo, e con i mostri che compravamo facevamo le pozioni migliori senza faticare e lucravamo tantissimo... ma poi la loro stupida guerra è diventata più importante del fare soldi ed è finita la golden age della nostra società..." Ermelia lanciò uno sputo verso il muro "...ma io ero convinta che non tutti i domatori se ne fossero andati, e avevo ragione, voglio che voi lavoriate per me... dai facciamo fitifiti." Teddy s'intromise "Io voglio solo la pozione che guarisce ogni male, e mio fratello ha scelto di aiutarmi solo per questo, sono stato-" Ermelia spinse di nuovo via Teddy facendolo sbattere contro il muro della grotta.
Le anguane iniziarono a sghignazzare mentre li circondavano "Forse non ci siamo capiti..." disse Ermelia con tono cupo "...secondo te, perchè ho cercato di portarti via da tua madre quasi legalmente? Tu e quell'altro idiota lavorerete per me... volenti o dolenti!" Elena si fece avanti "Lo sai che è sfruttamento minorile?" "E tu lo sai che con te mi ci faccio una parrucca?!" rispose Ermelia sempre con tono di minaccia.
Ma all'improvviso un raggio di energia che passò tra Ermelia e Zick li separò, proveniva da Teddy il quale con gli occhi rosso fiammante disse "Il nostro accordo è saltato." prima di sparare dalle mani un altro raggio che allontanò ulteriormente Ermelia e Miranda da Zick, il quale anche a lui si accesero gli occhi e dalle sue mani iniziò a concentrarsi sempre più energia fino a fuoriuscire sotto forma di raggio energetico come Teddy.
Elena avrebbe voluto stupirsi di ciò che il suo amico e Teddy s'erano messi a fare, ma preferì combattere anche lei affondando il suo pugno nella pancia di Creola, Irma e Zaira le cercarono di fermarla ma Elena dimostrò di avere una forza pari a quella delle sue avversarie, parando e rispondendo a pugni.
Intanto Zick e Teddy schiena a schiena sparavano raggi energetici aiutando un pochino Elena mentre combattevano contro le altre due anguane presenti nella caverna, alternando campi di forza e raggi fotonici rendendo più difficile la vita alle anguane.
A un certo punto Zick e Teddy cessarono il fuoco e all'unisono dissero "Forse hai scordato una cosa importante brutta strega, noi domatori quando siamo insieme siamo invincibili... adesso tu farai come vorremo noi, volente o dolente." Ermelia ringhiò, poi si mise a strillare a pieni polmoni "ALLARME!!!" e subito dopo anche le altre anguane nella caverna iniziarono a strillare richiamando tutti gli altri membri della loro congrega all'esterno della caverna.
"Sarete anche forti insieme, ma vediamo se tre bambocci in croce riescono a vincere contro un'orda di streghe agguerrite." disse Ermelia, Zick e Teddy si concentrarono, Zick plasmò la sua energia dandogli un aspetto simile al fuoco, mentre Teddy prese un respiro profondo, la sua energia si concentrò e poi soffiò un vento gelido sulla palla di fuoco di Zick facendo alzare una nube di vapore che riempì in poco tempo la grotta.
Mentre le anguane si affrettavano a entrare nella parte di caverna riservata all'anguana di Er, vennero investite dall'onda di vapore dei due domatori restando quasi accecate, e nel frattempo Elena, Zick e Teddy uscirono dalla parte di caverna grazie alla velocità e agilità di Elena e la capacità di diventare impalpabili dei domatori.
Solo che quando uscirono si ritrovarono comunque circondati dalle anguane, a quel punto Zick e Teddy all'unisono mirarono verso il soffitto della caverna e sparano due globi energetici che esplosero quando toccarono il soffitto provocando una frana.
Tutte le anguane si ritrovarono indaffarate a con i macigni che cadevano distruggendo la loro preziosa merce, mentre i tre ragazzi correvano verso l'uscita lanciando ogni tanto un'altra bomba energetica per continuare a far franare tutto e distrarre le anguane.
Quando finalmente uscirono dal mercato e raggiunsero l'entrata, Zick e Teddy insieme lanciarono un ultimo raggio energetico che distrusse completamente l'entrate, forse non le avrebbe fermate per sempre, ma di sicuro avrebbe fatto guadagnare loro un po' di tempo.

Zick e Teddy usarono di nuovo il loro potere di trasparenza per uscire dal sottosuolo mentre Elena con un balzo e un pugno sfondò la terra e le radici dell'albero da cui sono entrati per uscire.
Quando Ermelia e le altre anguane sono uscite dalla caverna, e hanno visto il disastro che hanno fatto che quei ragazzini, rimase indignata "Signora Ermelia..." disse Miranda "Un intero villaggio di streghe, distrutto da tre stupidi ragazzini... questa umiliazione la pagheranno cara." disse l'anguana di Er.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Il Mugalak. ***


Capitolo 9: Il Mugalak.

I tre ragazzi corsero, corsero e corsero, non sapevano se le anguane li stavano seguendo e non volevano saperlo, dovevano innanzitutto trovare un posto sicuro e riorganizzare le idee.
Oltre il bosco di Ciam, da una parte c'era la civiltà, mentre dall'altra parte delle montagne, corsero fino a raggiungere i piedi della montagna e si misero alla ricerca di un posto dove poter riposare almeno per cinque minuti.
Elena trovò una grotta, prese un grosso masso dalla vegetazione circostante e lo usò per chiudere la grotta con i tre ragazzi all'interno.
Teddy con il suo potere generò una piccola palla di fuoco tra le mani per fare un po' di luce, tutti si presero un minuto per riposare, soprattutto Zick che stavolta i suoi pensieri erano davvero confusi, Elena prese parola "Porca. Di quella. Bomba... cioè voi domatori potete davvero fare anche questo?" disse Elena riferendosi alla palla di fuoco e Teddy rispose "Sì... siamo come degli arsenali che camminano." Zick si mise la mano sulle tempie e se le massaggiò mentre guardava Teddy che maneggiava quella palla di fuoco, provò a concentrare il suo potere come aveva fatto contro le anguane, ma per qualche motivo non ci riusciva, Teddy se ne accorse e lo riprese "Ehi guarda che ci vuole molto allenamento per imparare a controllare l'energia Dom." "Ma prima lo avevo fatto senza problemi." "Perchè eravamo in sintonia, sapevi quello che so sapevo fare io perchè al tuo fianco c'ero io... in parole povere, devi esercitarti un bel po' se vuoi farlo da solo questo… e fino ad allora, io limiterei il pensiero collettivo se non vuoi de personalizzarti." disse Teddy.
Zick fece una smorfia, poi disse "Ma-" venne interrotto da Teddy "Tranquillo ti insegnerò un giorno di questi." "No non quello, tua madre, non la vuoi più salvare?" "La voglio salvare, ma le anguane sono state una pessima idea, non so quanto tempo le resta... ma ora dovrò fare in fretta a trovare un'altra soluzione." Elena finse un colpo di tosse per ottenere l'attenzione dei ragazzi "Non ci servono quelle mummie..." disse Elena mentre tirava fuori dalla maglietta un libro dalla copertina bruna "...abbiamo tutto quello che ci serve qui, sono pronta a scommettere il mio gatto che questo è il libro di magia di Ermelia." "Il suo grimorio!" dissero Teddy e Zick con entusiasmo.
I tre si misero subito a sfogliare le pagine del libro e si misero a cercare la pozione che serviva a loro, forse non serviva essere una strega per fare pozioni, bastava un po' di buon senso, la guida giusta e gli ingredienti necessari.
Nel libro non c'era ne un glossario ne un indice, quindi dovettero sfogliare e leggere pagina per pagina per trovare la pozione che cercavano, fortuna che Zick era un avido lettore e divorava pagine su pagine fino al ritrovamento di ciò che stavano cercando.
"Pozione per togliere le rughe… pozione per farsi venire le rughe… pozione del terzo occhio… … …Pozione di cura, l'ho trovata!…" disse Zick ottenendo le attenzioni di Elena e Teddy "...allora ci vogliono: una pentola di dimensioni a piacere pieno di acqua in ebollizione, un pizzico di lavanda, tre oleandri rossi, del miele di rododendro e... fiato di un Mugalak?... cos'è un Mugalak?" "Mai sentito." rispose Teddy "Forse è il nome di un mostro." propose Elena "Va beh lasciamo perdere, ora che sappiamo cosa fare, vediamo di iniziare a prepararci, riguardo il mostro di cui parla il libro ci penseremo dopo." disse Teddy "Alle piante ci penso io, sono figlio di una botanica esperta." disse Zick "Il miele non dovrebbe essere difficile da trovare, credo, qualcuno sa se c'è un apicoltore a Bigburg?" chiese Elena "La mia vera domanda è cos'è un Mugalak, spero che mia madre lo sappia... appena saprò qualcosa, vi verrò a cercare io." disse Teddy convinto.
Elena spostò leggermente la roccia per assicurarsi che non ci fossero anguane, ma prima di aprire del tutto le venne in mente una cosa "Un attimo, Zick, tu avevi promesso a quelle tre pazze un mostro in scatola, hai pure dato la tua parola di domatore." fece notare Elena "Sarà anche stata una promessa solenne, ma onestamente non dovresti aiutarle, non se lo meritano." disse Teddy "La penso come te Teddy ma... preferisco rispettare gli accordi." concluse Zick facendo uno strano sorriso, a Elena non serviva la telepatia per sapere che Zick voleva vendicarsi a modo suo, Elena aprì la grotta e i tre ricominciarono a correre ma sta volta verso casa.

Zick e Elena tornarono a casa che era il tramonto, e quando entrarono Jeremy volette delle spiegazioni, ma sia Zick che Elena non gliele diedero correndo subito da Greta.
"Ragazzi calmatevi, che succede?" chiese Greta "Non ci crederai, è successo di tutto mentre eravamo via, ma ora abbiamo bisogno di alcune cose che sono sicuro siano nella tua serra mamma." disse Zick prima di dirigersi verso il giardino e la serra, Greta guardò interrogativa Elena "Abbiamo trovato il nascondiglio di una congrega di streghe brutte come la fame avide d'oro, e abbiamo conosciuto un altro domatore la cui madre è malata con il quale abbiamo combattuto le streghe e io ho rubato un libro di pozioni dal loro capo per aiutare la madre di quel domatore, che a proposito la strega a cui ho rubato il libro è anche tua zia." disse Elena lasciando Greta e Jeremy a bocca aperta.
"Le anguane esistono? E mia zia è pure la loro leader? Questo spiega molte cose, appena la rivedo io-" Greta venne interrotta da Jeremy "Non vogliamo sapere cosa romperai a tua zia, piuttosto voi due state aiutando un domatore che ha commesso un crimine?!" "Beh sì, ma era prima che prendessi il suo libro, ora possiamo aiutarlo senza rivolgerci più a quelle streghe... anche se ho paura che torneranno... a proposito, la pozione che serve a noi ha tra gli ingredienti il respiro di un mostro che appartiene alla specie: Mugalak. Che tipo di mostro è? Dove lo si può trovare?" rispose Elena lasciando nuovamente scioccati Grete e Jeremy "Che cosa hai detto?! Mugalak?! Assolutamente no!" "Oh andiamo Jeremy, non c'è l'hai un cuore?" "Non hai capito, un Mugalak è un Gaiga-moster, un tipo di mostro a cui è meglio stare alla larga, sono dei mostri predatori più grandi di questa casa, andare a cercarne uno è un suicidio." rispose Jeremy "Ma abbiamo due domatori dalla nostra parte, e poi ci serve solo il suo fiato." Jeremy si diede un zampata in fronte esasperato, Greta si fece avanti "Elena, so che tu e Zick avete il cuore al posto giusto e che avete imparato dai vostri errori... ma ci sono casi in cui non sempre le cose vanno come si vorrebbe." "E per questo dovremmo rinunciare? Abbiamo le capacità per salvare una persona, non fare nulla sarebbe come condannarla a morte." "Elena, i Gaiga-monster non sono solo dei giganti, sono anche difficili da controllare persino per i domatori, molti non sentono e hanno un sistema nervoso diviso in diversi cervelli dislocati nel corpo questo solo negli esemplari di Gaiga più piccoli, quelli più grossi solo camminando potrebbero scatenare un terremoto, non ho intenzione di lasciare andare dei bambini da un mostro." spiegò meglio Jeremy "Vuoi venire con noi?" chiese Elena tra il sarcasmo e il serio "No ovviamente, e voi non andrete da nessuna parte, e anche se ve ne andaste, non avete la più pallida idea di dove andare a cercare un mostro del genere... fine della discussione." Zick dalla porta del giardino sentì tutto, e con un messaggio telepatico disse a Elena di tenere occupato Jeremy.

Zick con il suo potere risalì la sua casa fino alla soffitta silenzioso come un fantasma, si mise alla ricerca di qualcosa, poi sempre con il suo potere uscì di casa corse per le gelide strade notturne di Oldmill fino al supermercato dove lavorava il padre di Elena sperando nella fortuna.
Facendo attenzione a non farsi vedere dalle telecamere, spostandosi attraverso le pareti iniziò la sua ricerca almeno del penultimo ingrediente prima di iniziare la ricerca del Mugalak.
Guardò tutti i prodotti della zona alimentare, il miele non mancava, il problema era che essendo buio dovette sforzarsi per leggere bene le varie etichette fino a trovare quello di rododendro.
Quando Zick lasciò il supermercato, si diresse verso la casa di Teddy, i tre ragazzi si erano scambiati gli indirizzi di casa prima di separarsi, raggiunse la casa e percepì due presenze, una debole e l'altra che si avvicinava a lui e da quella casa apparve Teddy con attraversando le pareti.
"Che ci fai qui? E dove la tua amica rifuggifuggi?" chiese Teddy "Non chiamarla così, ho praticamente tutto ciò che ci serve per preparare la pozione, manca solo il respiro di Mugalak." rispose Zick "Si, a tal proposito, vedo che sai quanto è pericoloso il mostro in questione... e non solo, da quel che ho scoperto dalle conoscenze di mia madre i Mugalak sono mostri solitari che vivono sottoterra, in zone paludose, vulcaniche o dove si formano strutture geologiche dette 'sifone'... siamo punto e accapo." disse Teddy tristemente, Zick rimase deluso, aveva commesso un furto per niente e aveva lasciato Elena con Jeremy per... "Aspetta un attimo... hai detto 'sifone'?" chiese Zick "Si..." Zick si mise la mano sul mento "Ricordo che in un libro ho letto qualcosa di simile, quelle strutture sono la base della formazione dei geyser." Teddy rimase confuso da questa riflessione dell'amico "Ma che razza di libri leggi?" chiese lui "I libri di 'Nemo Critaba' lo scrittore horror più numero uno della storia recente, sa mischiare horror, filosofia, diverse scienze come biologia e geologia e nella serie di libri: le lacrime della terra. Ha trattato di questo particolare." "Un tuttologo quindi..." Zick guardò storto Teddy dopo il commento che ha fatto "...ma adesso che c'entra?" "C'entra perchè fuori Bigburg, a due ore di pullman, c'è il Drinkwater park, una riserva naturale per la fauna protetta che ha come attrazione naturale un geyser... forse lì ci vive un Mugalak."

Zick dormì da Teddy quella sera, per fortuna la tutrice di casa Thaur non c'era, probabilmente stava cercando Teddy per le strade.
Alle prime luci, i due ragazzi si prepararono, Teddy prese una spugna per raccogliere il respiro del mostro e in caso di pericolo anche il contenitore più grande che potesse trovare, Zick fece i biglietti per entrambi e alle 9:30 presero il pullman che li avrebbe portati al Drinkwater park.
Per passare il tempo del viaggio i due domatori si leggevano la mente l’un l’altro in una vera e propria conversazione silenziosa, insieme studiavano ogni eventuale piano di fuga o di battaglia per il Mugalak e una volta arrivati al parco la caccia ebbe inizio.

Il parco era molto vasto, e nonostante dovesse essere una riserva per la fauna protetta, l'uomo, ovviamente, ha fatto costruire degli edifici che fanno da punti ristoro, trappole per turisti, e osservatori per ammirare da lontano gli animali nel loro habitat e naturalmente, anche il geyser, nei cui pressi molto spesso le persone si fermavano a fare dei picnic o far giocare i bambini, e guardare il geyser da un po’ più vicino, ma non troppo.

Intanto, sottoterra, nelle caverne sotto il geyser, qualcuno si aggirava nell'ombra: le tre anguane a cui Zick doveva un mostro. "Creola mi spieghi perchè ci hai trascinate qui? Vuoi farci fare la sauna? O vuoi farci finire in bocca al Mugalak?" chiese Irma "Ieri sera, i fondi della mia tisana al cavolfiore mi hanno parlato e-" Creola venne interrotta dalle sue compagne "Ci risiamo! Crede di essere la strega dei fratelli Grimm." disse Zaira con sogghignando, poi Irma aggiunse "Creola, noi anguane, non abbiamo poteri, noi commerciamo non leggiamo i fondi del caffè o le sfere di cristallo." facendo ridere Zaira "Mia nonna Scaraffa aveva dei poteri! Poteva vedere il futuro." rispose Creola infastidita "Se è per questo pensava di poter volare su una scopa e non aveva previsto di rompersi l'osso del collo." rispose Irma sorridendo facendo arrabbiare ancora di più Creola "INSOMMA!!! Ho visto il domatore che ci deve un mostro passare di qui con il suo amico, dovrebbero passare di qui da un momento all'altro." Zaira e Irma si misero a ridere come iene mentre prendevano in giro Creola.
Ma un rumore improvviso le fece smettere di ridere, le tre streghe rimasero in silenzio, sembrava il suono di rocce che si spostano o che cadono, le tre streghe si nascosero in un angolo buio, poi da un buco del soffitto apparvero Zick e Teddy.
Irma e Zaira rimasero stupite, mentre Creola sorrideva soddisfatta, "Molto bene, statemi a sentire teste di grinza, dobbiamo seguirli, se si fanno mangiare non avremo il mostro che ci devono." disse Creola mentre Irma e Zaira annuirono.
L'ambiente di quelle caverne era davvero caldo, Zick e Teddy furono costretti a togliersi giacca e maglietta per stare un minimo più freschi, procedevano in punta di piedi e se dovevano comunicare usavano la telepatia, non potevano permettere al Mugalak di scoprirli, capirono di star avvicinando alla tana quando iniziarono a trovare per terra delle ossa, ossa umane, alcune molto vecchie e sparse per l'ambiente, altre accumulate in piccole montagnette, forse era il modo del Mugalak di segnare il territorio?

Il loro avanzare nella direzione delle ossa li portò dinanzi a lui, il Mugalak, era davvero enorme, a prima vista ricordava un drago delle storie medievali, ma senza ali, con delle strane pustole rosse sulla schiena che facevano da contrasto a tutto il corpo verde del mostro.
Il mostro stava dormendo per fortuna, Zick dovette trattenere uno starnuto, non poteva permettersi di svegliarlo, se quello che ha detto Jeremy era vero, combatterlo sarebbe stata dura.
Teddy prese dallo zaino la spugna e si preparò ad avvicinarsi al mostro, ma venne sorpreso da un movimento improvviso del mostro, sembrò che si stesse svegliando, si alzò su due zampe e all'improvviso dalle sue pustole iniziò a uscire vapore, quelle non erano pustole era degli sfiatatoi da cui il Mugalak rilasciava un getto molto forte e caldo di vapore, che seguiva il naturale sistema di sifoni fino a fuori uscire in superficie sotto forma del getto del geyser del parco.
Quando il mostro smise di emettere vapore si accucciò a terra, non si era svegliato, aveva solo lo stimolo di rilasciare vapore.
L'aria dell'ambiente si fece ancora più caldo, Zick e Teddy stavano sudando, sia per il nervoso che per la temperatura, Teddy per lo spavento aveva perso la spugna e se ne rese conto solo quando era troppo vicino al Mugalak.
Teddy cercò con lo sguardo la spugna, nel mentre faceva piccoli passi all'indietro, solo che quando si girò per vedersi le spalle, vide le tre anguane nascoste tra le ombre della caverna.
Zick si accorse che Teddy era distratto da qualcosa, ma mentre cercava di capire cosa stesse guardando Teddy mise piede su un osso rompendolo.
Il Mugalak sembra non essersi svegliato per quello, ma i due domatori erano sicuri che il sonno del mostro sembrava agitato, arrivati a quel punto sarebbe bastato poco a farlo svegliare.
I domatori rimasero in allerta mentre le anguane tiravano un sospiro di sollievo, ma Creola facendo un passo indietro per sicurezza, schiacciò con tutto il peso il piede di Irma, la quale tirò un urlo il cui eco riecheggiò per tutta la caverna svegliando il mostro.
Il Mugalak si alzò emanando un ruggito che fece tremare la caverna, Zick e Teddy maledissero mentalmente le anguane che li hanno seguiti e si prepararono alla battaglia.
Proprio come contro le anguane al loro villaggio, Zick e Teddy iniziarono a collaborare come se fossero uno e iniziarono a sparare raggi fotonici contro il mostro, la sua pelle era spessa, anche se non si fece un graffio di sicuro gli ha fatto male.
I passi pesanti del Mugalak facevano tremare il pavimento mentre come un gigantesco coccodrillo caricava i due domatori a fauci spalancate, Zick e Teddy evitarono il mostro separandosi, il Mugalak si rialzò su due zampe e dalla bocca fece uscire un vapore diverso da quello che usciva dai suoi sfiatatoi, si poteva capire che era diverso dall'odore, non era solo acqua calda c'era qualcosa in quel vapore che lo rendeva gradevole da annusare, quello era il fiato che i due domatori erano venuti a prendere.
Zick e Teddy si sentivano bene ad annusare quel gas che come riempiva i loro polmoni riempiva anche la stanza, avevano in continuazione la ridarella, la loro concentrazione si attenuava sempre di più mentre la voglia di ridere di faceva largo.
Il mostro con un colpo di coda spazzò via sia Zick che Teddy, i due si sarebbero spiaccicati al muro se non avessero generato dei campi di forza che hanno avvolto completamente i loro corpi e attenuto l'impatto.
Zick mentre era nel campo di forza, si rese conto che la voglia di ridere stava svanendo, mentre Teddy che era fuori dallo scudo continuava a ridere, mentre il Mugalak correva a fauci spalancate per divorare Teddy in un boccone, Zick usò il potere del gesto per fermare il mostro.
Zick stava faticando per tenerlo fermo, il mostro era troppo grosso per essere intrappolato da un solo domatore, serviva almeno un altro che gli togliesse il peso, la forza e la forma fisica mentre Zick lo teneva fermo, ma l'unico altro domatore stava perdendo tempo a ridere e non si stava connettendo con Zick come avevano fatto prima, e poi il contenitore era ancora nello zaino di Teddy.
Le braccia di Zick facevano male a tenere fermo il Mugalak, alla fine, prese un respiro profondo e annullò il suo campo di forza per usare il suo potere di oltre passare la materia, si tuffò nel pavimento e quasi nuotando nella roccia raggiunse Teddy e creò un nuovo campo di forza che proteggesse entrambi.
Il Mugalak si mise in bocca la sfera protettiva dei due domatori e con tutte le sue forze cercava di infrangerla, Zick resistette fino a quando Teddy smise di ridere, Zick era stanco e alla fine lasciò cadere il campo di forza facendoli finire in bocca al Mugalak, ma prima che li potesse masticare o ingoiare, Teddy lanciò una bomba energetica nella sua gola.
Zick e Teddy vennero sputati dal mostro, una volta fuori i due domatori si riconnettessero e si fecero dei campi di forza più piccoli per le loro teste, così da non preoccuparsi più del gas che emanava il Mugalak.
I due domatori, bombardarono il mostro con tutte le loro forze, lanciandogli addosso raggi, bombe, palle di fuoco e si difendevano diventando impalpabili, mentre il mostro, caricava, mordeva, graffiava e colpiva.
Zick e Teddy dopo un po' che procedevano con questo ritmo stavano iniziando a stancarsi mentre il mostro non si fermava mai, era un prova di pazienza e resistenza e il Mugalak non aveva intenzione di perdere così come i domatori, i quali stanchi di sentire i continui ruggiti del mostro che per poco non li assordava e a evitare i suoi continui attacchi, decisero che fosse arrivato il momento di catturarlo.
Teddy aprì lo zaino per prendere il contenitore, ma era troppo grande, non riusciva farlo uscire dallo zaino mentre il mostro come treno si dirigeva verso di loro furioso.
Zick si mise ad aiutare l'amico, ma non riuscivano lo stesso a tirarlo fuori, Teddy rinunciò al contenitore fermando con il suo potere del gesto il mostro, questo non lo avrebbe fermato per sempre ma era un modo per guadagnare tempo.
Mentre Zick cercava di disincantarlo, si rese conto che il coperchio non era bloccato, si poteva aprire anche se era nello zaino, senza pensarci due volte Zick lo aprì e venne in aiuto di Teddy, mentre Teddy lo tratteneva, Zick gli tolse forma, peso e forza e per concludere i due domatori in simultanea usarono il gesto che pose definitivamente fine alla lotta chiudendo il mostro nel barattolo.
Con il Mugalak finalmente sigillato i due poterono finalmente riposare e respirare normalmente, ma mentre riprendevano fiato, le anguane dal loro nascondiglio si erano messe ad applaudire e fischiare come se fossero allo stadio.
Zick e Teddy misero i loro zaini in spalla e si prepararono ad accogliere le anguane che si avvicinarono a loro, "E voi che fate qui?" chiese Teddy irritato "Vogliamo il mostro in scatola che il tuo amico ci aveva promesso... anche perchè mi pare che ora avete le tasche piene." disse Irma sorridendo compiaciuta "Dopo quello che è successo ieri ve lo potete anche scordare!" disse Zick con tono seccato "Siete sicuri di poter gestire un altro combattimento? Mi sembrate stanchi, potremo far finire tutto più facilmente se ci date quel Mugalak." disse Creola con un sorriso perfido in faccia, Zick sbuffò, "Va bene, datemi solo un secondo." Zick fece finta di guardare nello zaino di Teddy, e invece di dare loro il contenitore col Mugalak, diede alle tre anguane un contenitore molto più piccolo, Creola guardò il barattolo alzando un sopracciglio "In questo... c'è il Mugalak?" chiese sospettosa "Ho solo tenuto fede alla parola data, ma se non lo volete..." Zick non fece in tempo a finire la frase che Creola se lo mise in tasca e si mise a ridere e gioire con le sue compagne pensando di avere un mostro tra le mani con cui armeggiare.
Mentre i due domatori si misero in marcia per lasciare quella caverna, Zick vide qualcosa per terra, la spugna che aveva perso Teddy, era umida e piena, ad annusarla si sentiva un odore molto gradevole.
Zick e Teddy si guardarono negli occhi e subito dopo si diedero il cinque.

Dopo diverse ore di viaggio, Zick e Teddy, raggiunsero casa di Teddy, entrarono dalla porta con così tanta foga che per poco non abbatterono la porta, una gatta persiana che stava dormendo vicino alla porta d'ingresso si svegliò di soprassalto e vide i due ragazzi correre in cucina.
Teddy prese un pentolino e iniziò a scaldare l'acqua, Zick prese il telefono e chiamò casa di Elena chiedendole di correre subito a casa Thaur, dopo un quarto d'ora, l'acqua stava bollendo mentre Elena arrivò con il grimorio e subito si misero a seguire la ricetta.
Mischiarono l'acqua con gli oleandri finchè l'acqua non assumeva un colorito rosso, poi misero la lavanda e il miele, mischiarono tutto per un minuto per far cambiare colore nuovamente all'acqua, prima di aggiungere l'ingrediente finale, strizzarono la spugna liberando il respiro di Mugalak e poi ricominciarono a mescolare.
La pozione era pronta, bisognava solo farla raffreddare un attimo, farla bere alla persona malata e poi aspettare.

Teddy diede la pozione alla donna, magra e pallida come un cadavere, che sentiva dolore a ogni movimento brusco, Teddy ha dovuto aiutarla persino a bere prima di rimetterla a letto.
Teddy rimase lì, a guardare sua madre, teneva le mani in segno di preghiera sperando di non aver sbagliato niente nella ricetta, Zick e Elena lasciarono la casa mentre Teddy non distaccava lo sguardo dal corpo della madre.
A quel punto la persiana si avvicinò al domatore "Tedduja Thaur esigo una spiegazione." disse lei, Teddy non rispose "Sei sparito per due giorni, ti ho cercato per tutta la notte e all'improvviso ritorni, porti a casa dei ragazzini e vi mettete a giocare a fare i cuochi mentre tua madre sta male." aggiunse la tutrice "Non adesso Marilys." "Per te sono la tutrice stellata Marilys Mis, porta rispetto giovanotto, io mi faccio un mazzo così dalla mattina alla sera pe-" "Ho detto non adesso!" ruggì Teddy facendo innervosire di più la tutrice e ben presto i due iniziarono a litigare.

Mentre Elena e Zick camminavano per la strada di casa, Elena fece all'amico una domanda per colmare il silenzio che c'era tra i due "Allora... posso sapere come intendi rispettare i patti delle anguane?" Zick ghignò "L'ho già fatto, quelle tre mummie ci hanno seguito nella tana del mostro, e sapendo che sarebbero venute a cercarci in qualsiasi momento mi sono preparato e ho dato loro un mostro." rispose Zick "Tutto qui? Niente scherzi?" chiese Elena confusa "Volevano un mostro, io le ho dato un mostro, spero si divertano con il mio Lurrido." "HAI DATO ALLE ANGUANE UN LURRIDO?!?!" rispose Elena sorpresa "Sì, Jeremy lo teneva conservato in una macchina speciale che lo conteneva e rilasciava lo schifo che il Lurrido produce, aveva intenzione di mandarlo a Bibbur-sì per farlo curare dai tutori massimi... ma io l'ho ripreso, trasferito in un contenitore diverso e lo lasciato fermentare." Elena si mise a ridere "Non posso credere che hai dato un Lurrido pronto a esplodere alle streghe, è doppiamente divertente, mentre non c'eri ho letto il grimorio e a quanto pare i Lurridi sono inutili per le pozioni delle anguane..." Elena ridacchiò "...inconsapevolmente, oltre al danno pure la beffa gli hai fatto." Elena e Zick risero immaginandosi la scena, prevedibile ma comunque divertente.

Infatti quella sera le tre anguane si riunirono nel loro laboratorio privato nella caverna, gongolavano all'idea di tutti i soldi che avrebbero fatto con un Mugalak alla faccia dell'anguana di Er.
Ma mentre preparavano gli alambicchi, le bottiglie per le pozioni, e i libri di ricette, iniziarono a sentire una puzza pungente.
Poi sentirono qualcosa muoversi, la puzza e i rumori provenivano dal barattolo, il quale iniziò a muoversi sempre di più finchè alla fine non esplose rilasciando una quantità spropositata di liquame denso e puzzolente che allagava il pavimento, rovinava i libri di ricette delle streghe e le investì come un'onda anomala.
"Oh no la mia roba!" gridò Irma "Non ci posso credere, quel moccioso ci ha fregate!" gridò Creola indignata "In che senso?" "Non è chiaro idiota?! Questo non è un Mugalak è un dannoso e inutile Lurrido! E' stato bravo... MA GIURO SU MIA NONNA SCARAFFA CHE AVRO' LA MIA VENDETTA!!!" strillo istericamente Creola.

Quando Zick tornò a casa la sua situazione non era migliore, sua madre e Jeremy erano arrabbiati con lui, per volere della madre lui rimase in punizione a tempo indeterminato mentre Jeremy iniziò a seguirlo ovunque andava, tranne nel bagno.
Zick se lo aspettava, ma lo aveva fatto per una buona causa, l'unica consolazione che si permetteva di avere era di aver salvato una vita, ma la situazione non era cambiata più di tanto, Ermelia lo voleva a tutti i costi e se alla fine avesse coinvolto la legge degli umani... la situazione si sarebbe fatta critica, non potevano di certo dire la verità per difendersi, da un punto di vista umano lei aveva il coltello dalla parte del manico.
Il tempo passava, Zick era ancora in punizione e come se non bastasse le vacanze erano quasi finite, e Ermelia si sarebbe fatta sentire al più presto.
Zick non riusciva nemmeno a godersi i suoi libri al pensiero di dover di nuovo affrontare quella strega si sua zia, ma un giorno, mentre stava sul divano a parlare con Elena e Greta provando a trovare una soluzione, Zick percepì due presenze avvicinarsi a casa loro.
Quando quelle presenze si avvicinarono all'uscio di casa, Zick aprì la porta e vide un donna poco più alta di lui, un po' in carne, con un caschetto di capelli bruno castani e portava al collo un medaglione a simile ad un acchiappa-sogni come quello di Greta, ma le corde intrecciate formavano un immagine che sembrava un orso, e con lei c'era Teddy Thaur.

C'è l'avevano fatta!

Avevano salvato la madre di Teddy!

E durante il periodo in cui non si sono visti aveva recuperato la vitalità e il peso perduto, Greta li accolse confusa, ma poi vide il medaglione della donna e capì subito chi era "Ehm salve." disse Greta cercando di essere gentile "Buongiorno a lei signora... mi scusi per il disturbo, mi presento io sono: Johanna Tulasech in Thaur. Possiamo entrare?" chiese Johanna con il suo miglior sorriso in volto, Greta li fece entrare.
"Voi siete..." Greta non fece in tempo a concludere la frase che Johanna la interruppe "Sì, sono la donna che suo figlio ha salvato, aiutando qualcuno qui presente -disse Johanna mentre guardava Teddy storto- se non fosse stato per il suo aiuto, non credo che sarei sopravvissuta al cancro... mi sento in debito con voi." disse Johanna "Zick è motivo di orgoglio, ma anche preoccupazione." commentò Greta "E' naturale, almeno per un genitore... ma non divaghiamo, io sono qui perchè Teddy mi ha detto di quella congrega di streghe che vuole suo figlio... se posso permettermi, lui è uguale al vecchio Zobedja." disse Johanna ottenendo le attenzioni di Greta e Zick "Lei... conosceva mio marito?" "Certo che sì, lui e mio marito: Terrence Thaur. Erano amici-rivali da giovani, e entrambi hanno preso parte alla guerra lasciandoci a prenderci cura dei bambini... abbiamo i numeri giusti per essere amiche." "Amiche?" "Il punto è questo, voglio aiutarvi, posso accogliere Zick a casa mia e posso addestrarlo come ho addestrato Teddy." Greta la guardò incredula per un secondo "Vuole che Zick si trasferisca da lei?" chiese Greta "So che può suonare male, ma noi abitiamo a Oldmill, potrà venire a trovarci ogni volta che vorrà, e poi… diciamocelo… meglio noi che siamo domatori che la zia anguana, vi garantisco che con il mio aiuto Zick diventerà un vero guerriero! E già così lui e Teddy le hanno suonate per bene a quelle streghe, e erano solo loro due!" "Aspetti, ci sono altri domatori a Oldmill?" chiese Zick sorpreso "Oh sì, ci sono i miei cugini Tulasech, le Mamery, i Luseney, i Clash, i Machaby, i Messignè e questi sono solo quelli che mi vengono in mente adesso che abitano a Oldmill poi c'è un intera megalopoli all'orizzonte, lì per forza ci sono molti domatori che non hanno preso parte alla guerra per un motivo o per un altro." Zick guardava con sguardo sognante Johanna, mentre Greta sembrava preoccupata, Johanna si accorse dell'espressione di Greta e percepì la sua preoccupazione "Capisco, ma ci pensi un attimo, è per il bene di suo figlio, e anche se io non le piaccio... chi le piace di più tra me e vostra zia?" chiese Johanna, Greta si fermò un attimo a riflettere "Va bene... ma non fate niente di strano con mio figlio." disse Greta convinta "Stia tranquilla, come ho detto, lo addestrerò e non gli permetterò che gli accada niente..." Johanna prese un pezzo di carta e ci scrisse sopra qualcosa "...questo è il mio indirizzo, venga pure quando vuole." "Mi prometta che proteggerà mio figlio." ordinò Greta, Johanna fece croce sul cuore e insieme a Teddy aiutarono a fare i bagagli di Zick.
Elena prese Zick in disparte "Non posso crederci che dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per convincere i tutori massimi a non farti trasferire, tu te ne debba andare alla fine." disse Elena sconvolta "Mi dispiace Elena, ma la situazione ha richiesto per la mia sicurezza, e forse è meglio che anche tu ti guardi le spalle." rispose Zick "Promettimi solo che non diventerai come Teddy... e, che ci terremo in contatto." Zick promise e strinse Elena in un abbraccio.

Zick prese i suoi vestiti, i suoi libri e una foto che lo ritraeva con sua madre, certo non era un addio, ma il pensiero di doversene andare lo faceva sentire come se lo fosse.
Greta strinse un'ultima volta Zick tra le sue braccia prima che si separassero, e vedesse suo figlio andarsene con i Thaur.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Domatori. ***


Capitolo 10: Domatori.

Quando Zick mise piede a casa Thaur venne accolto dalla tutrice di casa, Zick salutò con lentamente con la mano "Io sono la tutrice stellata Marilys Mis, il mio collega, il tutore massimo Jeremy Joth mi ha comunicato la tua situazione, per quanto non sia d'accordo all'idea di ospitare un altro domatore, è anche vero che se le anguane stanno cercando i domatori per i loro scopi, non possiamo permetterlo per il bene dei mostri." disse la tutrice "E lui non ti preoccupi?" chiese Johanna indignata "Un bambino costretto a stare lontano dalla madre e dalla sua casa perchè delle streghe lo vogliono rapire è già tanto, non metterci anche tu a trattandolo così Marilys." la tutrice e Johanna si misero a discutere mentre Teddy mostrò la casa a Zick, gli mostrò la cucina, il bagno e la camera da letto, Zick e Teddy avrebbe diviso la camera.
Quella sera, dopo cena, Zick e Teddy decisero di fare le ore piccole e parlare "A cosa pensi?" chiese Teddy "A quanto poco so di questo mondo... ogni volta che credo di averlo capito scopro che mi sbagliavo, non so se è perchè agli adulti piace tenere segrete le cose oppure sono io che nonostante i miei 'doni' sono cieco." rispose Zick "Se ti può consolare anche io so davvero poco di questa terra, sapevo dell'esistenza di altri domatori, ma tu sei il primo che incontro." disse Teddy "Credi che le anguane ci rintracceranno?" chiese Zick preoccupato "Le hai viste, sono testarde, ci cercheranno a loro rischio e pericolo." rispose Teddy con tono sicuro "I domatori quando sono uniti sono invincibili, anche se ci rintracciassero NOI le prenderemo a calci nel sedere, e se le cose si faranno critiche andremo alla ricerca degli altri domatori di Oldmill e Bigburg e come se fossimo un solo grande domatore le sconfiggeremo!" Zick dovette ammettere che l'ottimismo di Teddy era incoraggiante, di certo ha ispirato Zick a diventare più forte per difendere se stesso, per resistere alle anguane e a sua zia, non importa cosa stessero tramando quelle streghe, loro non si sarebbero arresi alla loro sete di potere.

Le vacanze finirono e Zick, Teddy e Elena dovettero ricominciare ad andare a scuola, per Zick era bello rivedere Elena, anche se sia lui che lei dovevano tenere un profilo basso, nascondere il volto sotto il cappuccio di una felpa o con occhiali da sole e cappelli, soprattutto per strada, dove qualunque donna anziana può essere un'anguana camuffata.
Quando si vedevano a scuola, nel poco tempo che avevano a disposizione cercavano di parlare come le persone normali che si vedono occasionalmente, senza dover sempre avere il sospetto che le anguane li stessero cercando, almeno in quel momento volevano rilassarsi, Zick descriveva come Johanna fosse davvero una donna amorevole e gentile, ma quando si tratta di combattimento è molto decisa e feroce, come un'orsa.
Anche Elena si stava allenando, per volere di Greta, ogni rifugiatore aveva il diritto di avere uno scettro della luce, ma che sappia come usarlo, e Greta si è appunto offerta di istruire Elena sia sull'uso dello scettro che dell'arte marziale del rifugiatore detta: seicho. Non solo, Greta decise di sottoporre Elena alla stessa educazione che i suoi genitori sottoposero lei, scuola, allenamento con lo scettro, lezione di primo soccorso, allenamento di seicho, compiti di scuola.
Zick invece aveva ancora delle difficoltà a concentrare la propria energia per sparare raggi energetici da solo, sentiva l'energia fluire, passare da una parte all'altra del suo corpo ma non riusciva a farla uscire, anche se il suo argomento preferito era la telepatia e la mente ad alveare dei domatori, Johanna gli ha spiegato gli step da seguire durante l’allenamento mentale:
primo passo, imparare a vivere insieme, studiare, divertirsi e lavorare insieme.
Secondo passo, rinunciare alla proprietà privata.
Terzo passo, condividere i propri sogni.
Quarto passo, comunicare telepaticamente con una sola persona alla volta.
Quinto passo, trovare una ragazza o un ragazzo speciale con cui essere connesso ogni ora.
Sesto passo, trovare un gruppo con cui essere perennemente connesso.
Settimo passo, entrare in un macro gruppo di almeno 250 persone connesse tra loro.
Ottavo passo, entrare nella mente alveare solo per le discussioni importanti come politiche, militari, notizie importanti da comunicate a tutti.
Nono passo, connettersi alla mente alveare a ritmi regolari.
Decimo passo essere sempre connesso, essere uniti a tutti i fratelli e sorelle domatori come se fossero un solo essere.
Zick era ancora tra il terzo e il quarto passo.

Entrambi i ragazzi s’impegnavano nei rispettivi campi, dovevano essere pronti a tutto, e promisero a loro stessi e tra di loro che sarebbero diventati più forti.

Ogni quindici giorni, nel week-end, Greta e Elena non si allenavano, ma andavano a trovare Zick a casa Thaur e passavano la giornata lì.
Zick ogni volta che poteva rivedere sua madre la stringeva in un abbraccio come se fosse l’ultima volta che la potesse abbracciare, anche se la maggior parte del tempo lo passavano per ragionare tutti insieme “Nessun segno di Ermelia e delle sue streghe?” chiese Zick, Greta gli rispose “Sono venute un paio di volte per te, ma quando hanno capito che non ti avrebbero mai trovato a casa hanno smesso di venire e credo che abbiano cominciato a pensare fuori dagli schemi.” i domatori percepirono la preoccupazione di Greta “Crede che ci stiano cercando?” chiese Teddy “Onestamente ho la sensazione di essere spiata ogni volta che esco… e ho paura per la mia famiglia.” disse Elena e il fatto che non ci fossero segni delle streghe era davvero preoccupante, perché nessuno poteva prevedere cosa avevano intenzione di fare.

Intanto nel profondo del bosco di Ciam, sotto terra, nel villaggio di Cupiditas, l’anguana di Er e le sue seguaci tutte riunite stavano confabulando qualcosa. Nonostante sia passato poco più di un mese da quando i due domatori hanno distrutto il villaggio, le anguane stavano faticando a ricostruirlo, non era un problema la frana che hanno causato, ma la merce che non sono riuscite a salvare che è andata distrutta.
Molte erano depresse per aver perso contro tre ragazzini, una dei quali non era una domatrice, Irma, Creola e Zaira erano furiose per lo scherzo del Lurrido, ma la loro collera non era niente in confronto all'ira dell'anguana di Er.
Da quando ha scoperto che Zick non era più con la madre ha smesso di perdere tempo con la sua lontana parente e concentrato tutte le sue energie nella ricerca del nipote, nella ricostruzione del villaggio, la ricerca del suo grimorio rubato e gli esperimenti sulle sue cavie animali.
Anche se era difficile rendere l'utile al dilettevole quando ci sono dei domatori a piede libero che poteva sfruttare, e voleva davvero tanto metterli in catene e costringerli a ricostruire il villaggio prima di mandarli a caccia di mostri, sempre se fosse possibile domare un domatore.
"Così non va..." pensò a voce alta Ermelia "...un umiliazione così grande non passerà di certo inosservata, se il maestro lo viene a sapere chissà cosa penserebbe di me!" "Suvvia Ermelia, non è così grave." disse Miranda cercando di calmare Ermelia "Quei mocciosi me la pagheranno cara, non m'interessa quanto sono forti, le anguane sono molte di più e tutte insieme li schiacceremo!" "Ehm, capisco, e come intende farlo? Ha elaborato un piano o-" Miranda non fece in tempo a finire la frase che Ermalia riprese a parlare "Non ho intenzione di perdere tempo con dei piani inutilmente complicati e ridicoli, voglio solo distruzione, quando li troveremo, andremo all'attacco." "Ma potrebbero essere ovunque venerabile." "Non avrò il mio grimorio, ma ricordo a memoria tutte le pozioni, una pozione del terzo occhio è quella che fa al caso nostro, mi servono solo: un occhio di Sgnakuz, l'emolinfa di calabrone, polvere di quarzo rosa e un campione di DNA di chi voglio trovare. Sono sicura che a casa della mia 'cara' nipote c'è un pezzo di Zick che possiamo sfruttare, e una volta che li avremo trovati, andremo tutte all'attacco." spiegò Ermelia "Molto bene molto bene, ho solo una domanda venerabile... che significa 'tutte'?" chiese Miranda confusa, Ermelia si rivolse alla sua assistente con un sorriso inquietante "Quando dico 'tutte'... significa... TUTTE!!!"

Greta e Johanna parlarono a lungo sul da farsi, decisero che era meglio se non si separavano, da quel giorno in poi dopo scuola non sarebbero tornati a casa prima del tramonto, ma sarebbero stati tutti insieme ad allenarsi e a studiare.
O al meno quella era l'idea, perchè quando Greta tornò a casa, trovò la porta sfondata, Jeremy privo di sensi, i mostri terrorizzati e la casa messa a soqquadro.
Greta si rivolse subito ai suoi genitori "Sono state le donne più brutte che io abbia mai visto, sono sicuro che siano le streghe di cui ha parlato Zick." disse Theo "Sono venute per i mostri?" chiese Greta, al che si mise in mezzo la nonna "No cara, o al meno, non ne siamo sicuri... sono entrate di prepotenza distruggendo la porta, all'inizio pensavamo fossero qui per i mostri, ma mentre Jeremy li nascondeva in soffitta lo hanno tramortito colpendolo alle spalle, poi si sono messe a distruggere tutto, cercando qualcosa... poi non so perchè si sono ritirate, non hanno preso neanche un mostro... ho paura che stessero cercando te e Zick." Greta si mise a guardare fuori dalla finestra, sentiva degli occhi addosso, e quella sensazione non le piaceva.
Quella notte, le anguane che hanno devastato casa Barrymore, si diressero subito dall'anguana di Er con ciò che avevano trovato: una ciocca di capelli blu.

Ermelia rimase sveglia tutta la notte per preparare la pozione del terzo occhio, anche Greta non dormì, un po' per medicare Jeremy e riparare i danni a casa sua, al meno un pochino, anche se non era proprio il suo campo di competenza tra i tanti che ricopriva, un po' perchè non si sentiva al sicuro, ogni suono anche minuscolo la tenevano sull'attenti, rimase seduta nel suo letto con il suo scettro a portata di mano.
La mattina dopo, Greta non si sentiva riposata, intorno alle tre e mezza del mattino si addormentò senza rendersene conto e quando suonò la sveglia lei la distrusse per lo spavento.
I mostri operai della città sospesa vennero per riparare tutto quello che avevano distrutto le anguane, Jeremy per fortuna si riprese e non era da solo, Greta quando scese le scale e vide che affianco a Jeremy c'era Timothy, venne colta da una sensazione di sorpresa e confusione.
"Buongiorno Greta dormito bene?" chiese Timothy "Che ci fai tu qui?" chiese Greta incredula, si intromise Jeremy "Ieri sera ho fatto rapporto ai miei colleghi tutori massimi, loro hanno inviato la squadra di riparazione e con loro un tutore che ci avrebbe aiutato a difendere la casa dalle anguane, il qui presente tutore Timothy Moth." Greta sorrise felice nel rivedere il suo tutore, mentre quest'ultimo stava a petto in fuori per sentirsi importante.
Greta si diede una sciacquata alla faccia, fece colazione velocemente, prese il suo scettro, lasciò una lettera nella cassetta delle lettere di casa Patata per Elena e lasciò l'abitazione con Timothy che la seguiva.
Quando Greta raggiunse la casa di Johanna mentre i ragazzi erano a scuola, le due donne si sistemarono in salotto per parlare, mentre i due tutori le ascoltavano.
"Quindi le anguane hanno deciso di passare all'attacco..." pensò Johanna a voce alta "...è ufficiale, dobbiamo cominciare a correre ai ripari." "Posso sapere cosa intende dire, signora?" chiese Timothy alzando un sopracciglio "Dovremo cambiare la nostra routine, non siamo più al sicuro nelle nostre case..." Johanna venne interrotta da Timothy "Solo Greta non è più al sicuro in casa sua." Johanna guardò il gatto torvo, poi proseguì "...abbiamo bisogno di un nuovo rifugio dove poter stare tutti insieme al sicuro, i ragazzi dovranno lasciare la scuola per un po' e ci serve aiuto, magari da altri domatori." Marilys e Timothy sgranarono gli occhi "No no no, un momento Joh, sei sicura di quello che dici? Loro voglio principalmente i domatori, per il momento, non sanno ancora dove abitiamo e-" Marilys venne interrotta da Johanna "E se loro non stavano cercando Zick? Io non conosco quelle streghe se sono stupide o meno, ma da quello che ho visto dalle menti dei ragazzi sono insidiose e vendicative, se davvero la loro leader è parente di Greta e sa dove abita potrebbe prenderla in ostaggio o qualcosa di simile pur di arrivare a Zick." Marilys e Timothy rimasero in silenzio e si fissarono negli occhi, riconobbero che Johanna aveva ragione.

Quando i ragazzi tornarono da scuola, decisero di applicare sin da subito i cambiamenti, per prima cosa quello era l'ultimo giorno di scuola di Elena, Zick e Teddy, poi ogni volta che si sarebbero allenati lo avrebbero fatto nella stessa area, ma non a casa di Johanna.
Il nuovo luogo di allenamento sarebbe stato l'estremo est di Oldmill, poco prima del bosco di Ciam, poco dopo che una cascata che partiva dalle montagne e formava il fiume Quick silver, è stata un'idea di Johanna anche se non si è esattamente capito il motivo sul perchè tra tutti i posti ha scelto quello.
Nel cuore della notte, quando la maggior parte delle persone erano a dormire, loro erano svegli per praticare la lotta, la telepatia e l'energia Dom dei domatori.
Certo i cambiamenti sono fastidiosi, ma se si vuole sopravvivere bisogna adattarsi, ma quella era solo una soluzione temporanea poi in futuro gli adulti si sarebbero inventati qualcos'altro.
Zick e Elena rimasero stupiti nel rivedere Timothy mentre quest'ultimo sorrideva soddisfatto come a dire "Non vi libererete di me facilmente", Zick provò una strana sensazione nel rivedere Timothy, era felice, e non sapeva nemmeno il perchè, ma allo stesso tempo provava qualcos'altro, una specie di mal di testa e per tutto il tempo sentiva il suo occhio sinistro tremare come se facesse fatica a tenerlo aperto o a controllarlo, la cosa preoccupò Zick, ma pensando che fosse una cosa temporanea non ci pensò più di tanto.
"E' bello rivederti gattaccio, noti niente di diverso in me?" disse Elena mentre teneva con orgoglio lo scettro, Timothy la guardò contrariato, poi guardò Greta sempre con lo stesso sguardo "Che c'è?" chiese Greta "Avevo accettato a proteggere tuo figlio dalle anguane, non anche questa peste, e tra tutte le persone esistenti perchè lei?" chiese Timothy seccato "In un modo o in un altro lei viene coinvolta negli affari del Paddum-sì, almeno col potere del rifugiatore non si farà troppo male." "E' pessima idea." commentò Timothy mentre Greta si diresse verso Elena e cominciarono ad esercitarsi su come incanalare l'energia, e lo stesso faceva Johanna con Zick.
Zick sentiva una... "forza" crescere in lui, la stessa sensazione di quando usa il suo potere per comandare o difendere, ma più intenso e concentrato per trasformarlo in una forma di attacco.
Ma per colpa del tremore all'occhio non riusciva a concentrarsi più di qualche minuto prima di perdere quella sensazione di forza, e le battutine provocatorie di Teddy non aiutavano.
Marilys e Timothy rimasero in disparte facendo la guardia e Marilys per ammazzare la noia non potè fare a meno di provocare il suo collega, "Alloooooora... da quando ti hanno degradato cosa fai di interessante? Il baby-monster-sitter? O ti sei dato all'alcol alla tana del sollazzo?" chiese Marilys con un sorrisetto compiaciuto in faccia, Timothy non rispose, fece un sguardo imbronciato e continuò a osservare Greta e Johanna allenare i giovani... e nel mentre li osservò, notò il tremore all'occhio di Zick farsi sempre più fastidioso.
Lui conosceva Zick da una vita, tra le sue forme di allergia, non c'era niente che gli infastidiva gli occhi... e poi, si sentiva osservato... quasi come se tra le tenebre del bosco si nascondessero dei pericoli che aspettano il momento giusto per attaccare, mentre a ogni secondo che passava qualcosa li circondava.
Timothy si mise in piedi e cominciò a far brillare il suo petto mentre il suo sguardo si spostava da una parte all’altra della sua vista periferica, Marilys si accorse dell’atteggiamento di Timothy e anche lei aguzzò occhi ed orecchie e si preparò ogni possibile attacco a tradimento.
I due tutori rimasero in silenzio, mentre il vento soffiava ululante portando un’onda gelida a chi non era abbastanza coperto, alle orecchie da gatto dei tutori parve di sentire sinistre risate femminili ma dal tono basso, ma non n’erano sicuri, sentivano di sottofondo le voci di Greta e Johanna mentre parlavano coi ragazzi, e sembrava che persino i domatori non percepissero niente.
"Hmm... Zick scusa... perchè fai così con l'occhio?" chiese Timothy sospettoso, Zick non capì "Ehm, non lo so, è da questo pomeriggio che mi da fastidio e vedo sfocato." rispose Zick mentre si massaggiava l'occhio.
Timothy si concentrò, chiuse gli occhi, le sue orecchie si alzarono e piano piano ogni suono s'intensificava... poi quando sentì suono di passi poco distanti, sgranò gli occhi si diresse verso l'origine del suono e subito dopo un urlo lanciato da Timothy ci fu una luce abbagliante illuminare l'ambiente.
Tutti corsero a raggiungere Timothy terrorizzato, ma di fronte non c'era niente, all'inizio pensarono che si fosse spaventato per la pressione della situazione, ma era strano, non era da lui dare così di matto senza motivo.
Poi all'improvviso Greta si sentì presa per il collo da qualcuno alle sue spalle, qualcosa di forte l'aveva presa e la stava trascinando, all'inizio nessuno capì, ma poi Greta istintivamente diede una gomitata a qualsiasi cosa la stesse tenendo e si liberò, poi lo prese e fece una proiezione e il suono di schianto al suolo fece capire a tutti che avevano a che fare con un nemico invisibile.
I domatori illuminarono di rosso i loro occhi e sincronizzarono, ma uno dopo l'altro iniziarono a sentire colpi e prese provenire dal nulla, delle prese così forti che per liberarsi dovevano usare la loro abilità di diventare trasparenti, ma il vero problema era contrattaccare, come facevano a colpire qualcosa di invisibile?
Che dire, una situazione ironica la loro, anche Timothy e Larraley erano nei guai, subivano colpi e non riuscivano a difendersi, motivo per cui dopo poco tempo persero la pazienza.
I corpi dei due tutori s'illuminarono d'immenso e la loro forma si modificò assumendo una forma quasi umanoide, quando la luce svanì, tutti videro il vero aspetto dei due tutori, erano uguali ai tutori massimi, solo senza il terzo occhio e il simbolo sul petto diverso, per la precisione il simbolo del loro grado di tutore.
I due tutori dopo la trasformazione diventarono invisibili anche loro, certo non per i domatori e le rifugiatrici, ma di sicuro lo erano per i loro aggressori.
"Potete fare un po' luce?" chiese Marilys con un tono scherzoso, al che Johanna con una sfera energetica che lanciò in cielo, fece illuminare tutto l'ambiente come una specie di fuoco d'artificio più luminoso e dalla durata di tempo più lunga.
Praticamente tutta Oldmill e pochi palazzi di Bigburg videro la luce di Johanna, molti pensarono fosse uno spettacolo di luci nella loro ignoranza, ma altri capirono che non era un effetto speciale.
La luce di Johanna aveva illuminato l'ambiente e si potevano vedere le ombre delle figure che li stavano attaccando e già solo poterle vedere ha riequilibrato la situazione, Zick, Teddy e Johanna sparavano raggi energetici cercando non di uccidere ma di stordire con colpi non eccessivamente forti per conservare le energie fino alla fine e lo stesso fecero i tutori con il loro di potere, mentre le rifugiatrici poterono mostrare la loro forza con le tecniche della loro arte marziale.
Anche se avevano trovato un modo per individuare i nemici, erano davvero tanti, per quanti ne mettessero KO non finivano erano un orda di chissà che cosa, mentre si difendevano Zick percepì qualcosa e anche Teddy e Johanna lo percepirono, dai loro nemici non preveniva nessuna emozione quindi erano come trasparenti per loro, ma all'improvviso percepì una presenza che emanava una strana emozione, un desiderio difficile da descrivere, ma che si avvicinava.
Proprio in quel momento la luce dell'energia di Johanna iniziò a svanire, e le ombre stavano sparendo, Johanna stanca di sparare provò a proteggere tutti alzando uno scudo con Teddy e Zick che la aiutavano.
Gli unici che non erano all'interno del campo di forza dei domatori erano i due tutori, che decisero si nascondersi nelle ombre quando ha cominciato a spegnarsi la luce, pensavano che un attacco a sorpresa sarebbe stato efficace per far riprendere un po' di fiato ai domatori, ma subito si fermarono quando vennero immobilizzati dai loro nemici tenendoli stretti quasi come se li volessero spremere come dei limoni.
Ma come si sono accorti che erano nascosti?
Prima non riuscivano a vederli, ma poi ebbero la risposta quando dal nulla apparve lei, l'anguana di Er, ma c'era qualcosa di diverso, solo un piccolo particolare, sulla sommità delle rughe che le ricoprivano la faccia spuntava un singolo, disturbante e spropositatamente grosso, occhio.
A Zick cominciò a prudere l'occhio sempre di più mentre Ermelia sogghignava indicando il terzo occhio, "Bello vero? E' tutta un'altra storia vedere il mondo come lo vedi tu nipote caro, a proposito, grazie per l'occhio." commentò Ermelia mentre Zick digrignava i denti, "Non potete nascondervi in quella bolla per sempre." Elena tenne stretto lo scettro mentre Greta avvicinava al limite dello scudo per trovarsi faccia a faccia con sua zia "Quindi è questa la tua vera faccia, il detto brutta fuori bella dentro non vale per te immagino." ringhiò Greta "L'importante è sapersi accettare per quello che si è..." rispose Ermelia sogghignando "...onestamente non capisco perchè resistere, sappiamo tutti come andrà a finire, voi vi stancherete e non avrete più difese e se decideste di combattere... beh voi siete cinque, senza i tutori, mentre noi..." in quel momento l'occhio che Ermelia aveva sulla fronte si chiuse fino a sparire e Zick allo stesso tempo iniziò a sentire sollievo all'occhio, mentre finalmente loro poterono vedere i loro aggressori che uno alla volta diventavano visibili, i domatori iniziarono a percepire anche le loro emozioni, anche se sempre più anguane apparivano nella vista del gruppo come se fossero fantasmi.
Zick digrignò i denti e colpì la barriera facendola esplodere e allontanando le anguane più vicine, l'onda d'urto ha colpito anche le anguane che avevano preso i due tutori facendole perdere la presa su di loro.
Una volta liberi Timothy e Marilys iniziarono a sparare raggi energetici a raffica colpendo sempre più anguane, Elena nel corso della battaglia si rese conto di una cosa, le anguane quando erano tornate visibili non si sono subito messe ad attaccare, ma stavano cercando qualcosa nelle loro tasche e alcune di queste stavano bevendo dei liquidi strani da delle boccette che si erano portate, e subito dopo, quelle anguane sono diventate invisibili.
Una tattica... interessante, per Elena era come quando non poteva vedere i mostri, e la cosa non le piaceva, per quanto le facessero schifo le anguane e le loro facce da mummia.
Johanna lanciò in aria un'altra sfera luminosa, ma proprio come prima facevano fatica a gestire i nemici per via dello svantaggio numerico e lo stesso valeva per Zick e Teddy che più volte hanno sentito colpi così forti che facevano venire dubbi sulla resistenza delle loro ossa e degli organi interni, pur troppo anche Timothy e Marilys non erano molto protetti nonostante il vantaggio dell'invisibilità, le anguane facilmente capivano dove si trovassero e tutte insieme colpivano con sempre più violenza i tutori fino a metterli in ginocchio, tutto mentre Ermelia, che non stava facendo niente, se non guardare compiaciuta la battaglia ridendo, si vantava di come la sua intelligenza le stava portando alla vittoria.

Quando tutti furono stanchi al punto che non riuscivano a restare connessi, le anguane catturarono i domatori e le rifugiatrici tenendoli per una leva articolare sui polsi, Ermalia si fece avanti compiaciuta "Fatemi indovinare, state riprendendo fiato..." disse Ermelia sorridendo "...come tutti quando hanno chiaramente perso, è ironico, voi domatori uniti siete forti ma noi anguane unite siamo più forti." si mise a ridere seguita delle sue tirapiedi, Zick sputo in faccia all’anguana, facendo sparire il sorriso di Ermelia e per un attimo si vide della rabbia in lei, ma si contenne facendo un respiro, ma la rabbia rimase e prese Zick per il mento e con un tono che tratteneva la rabbia disse "Tu pensi di essere tanto furbo vero? Beh non lo sei, sei solo un moccioso che gioca a fare l'eroe coi suoi amichetti strambi, con o senza quegli effetti speciali che ti escono da dentro... TU... non sei niente!" concluse Ermelia mentre stringeva la presa sulla mascella di Zick.
Ma all'improvviso Zick sgranò gli occhi i quali s'illuminarono all'istante di rosso e lo stesso accadde a Teddy e a Johanna, Ermelia guardando i domatori fece una smorfia, ma prima che potesse dire qualcosa una pioggia di fulmini si abbatté su di loro.
Ermelia guardò il cielo, era buio ma si poteva chiaramente vedere che non c'erano nuvole, dopo qualche secondo sentì la mano di Miranda che la strattonava per farle vedere qualcosa che la preoccupava non poco.
Dalle ombre tantissimi occhi rossi luminosi apparvero attirando l'attenzione delle anguane, Johanna si mise a sghignazzare, poi disse "Siamo qui." e iniziò a emettere energia Dom sotto forma di elettricità da tutto il corpo liberandosi dalla presa e subito dopo lanciò dei fulmini Dom per liberare tutti i suoi alleati e subito dopo ricominciò il confronto.
Ermelia era faccia a faccia con Zick, il quale la fissava con uno sguardo che lei non sapeva descrivere mentre Zick prese parola "Da soli non siamo niente... ma insieme possiamo far sentire le nostre voci, e abbiamo la forza di lottare per ciò in cui crediamo, tra di noi non esiste il 'nessuno'... siamo centomila..." Zick venne raggiunto da Teddy, un altro ragazzo poco più basso di Teddy, altri due ragazzini più bassi di Zick e una ragazza che era poco più alta di Teddy e tutti insieme all'unisono dissero "...E SIAMO UNO."
In un secondo tutte le anguane, invisibili e non, iniziarono a urlare e a scappare mentre quel gruppo di domatori lanciavano come coriandoli bombe energetiche, fulmini Dom, lingue di fuoco Dom e persino folate di vento energetico che le spazzava via le anguane come foglie.
Con un gruppo di domatori più numeroso era diventato molto più facile gestire quelle streghe capitaliste, sempre più streghe venivano ferite dai colpi energetici dei domatori e sempre più anguane scappavano e si disperdevano, la coordinazione dei domatori era terrificante e in un secondo hanno ribaltato la situazione.
Ermelia e poche altre anguane che non sono scappate o gravemente ferite dalla lotta hanno cominciato a farsi indietro, mentre tremanti e terrorizzate guardavano le loro compagne stese a terra prive di sensi, e i loro carnefici che troneggiavano fieri su quei corpi con sguardo severo, occhi rossi che apparivano dalle tenebre, anche se le anguane non sapevano leggere il pensiero, guardando i loro nemici capivano che gli stavano dando l'opportunità di scappare e di non farsi più vedere, Ermelia batté il ritirata lasciando lì le sue compagne, ma ben presto anche loro iniziarono a scappare.
Quando tutto finì Zick crollò in ginocchio, essere connesso a troppe persone allo stesso tempo al suo livello attuale era molto più faticoso che con una o due persone, è stato un miracolo che non abbia perso la sua individualità.
Elena lo aiutò a rialzarsi mentre entrambi ringraziarono i loro soccorritori, intanto Johanna era al settimo cielo e abbracciava con gioia i fratelli e sorelle Domatori, Greta rimase stranita, guardò i domatori e nervosamente fece a loro un saluto con la mano, a cui solo un'anziana e grassa signora di origini asiatiche dai capelli viola pallido ricambiò il saluto sorridendo.
Elena e Zick poterono guardare meglio i giovani domatori che li hanno aiutati, sembravano essere allo stesso livello di Zick e Teddy nella mente alveare visto che sembravano storditi dalla loro connessione, c'erano due ragazzini si somigliavano molto, forse erano gemelli, avevano perennemente uno sguardo truce in volto, le occhiaie, e entrambi avevano i capelli di un bruno rossiccio e per nascondere il fatto che erano poco curati li nascondevano con dei cappelli con la visiera, l'altro ragazzo aveva dei lunghi capelli biondo pallido e aveva uno spazio tra i denti superiori, la ragazza invece sembrava essere la più grande tra i giovani in fatto sia di altezza che età, gli occhi a mandorla, aveva un caschetto di capelli blu con delle ciocche ai lati della faccia tinti di rosa e uno sguardo quasi annoiato guardando i ragazzi con i quali aveva lottato.
Dopo un silenzio imbarazzato Zick prese parola "Ehm, grazie per l'aiuto, io sono Zick." "E io sono Elena." disse la sua amica subito dopo, il ragazzo dai capelli lunghi sorrise e disse "Piacere, Robert Clash, ma per gli amici sono Bobby." i due gemelli dissero il loro nomi all'unisono, uno disse "Paul Luseney." l'altro "Raul Luseney." la ragazza fece il segno della pace con la mano e disse "Lay Mamery." poco prima che Zick potesse fare altre domande, dei gatti con il fiatone affiancati da diverse persone che impugnavano degli scettri simili a quelli che aveva Elena apparvero dal nulla.
"Colleghi." dissero Marilys e Timothy per accogliere quei gatti, mentre una donna dai capelli rossi che dal modo di vestire sembrava un avvocato si avvicinò a passo deciso verso un uomo coi capelli biondi acconciati come quelli Elvis Presley, l'uomo in questione iniziò a balbettare mentre la donna sembrava sul punto di rimproverarlo.
"C-c-ciao amore." disse l'uomo "Spero che tu abbia una spiegazione per tutto questo!" rispose la donna seccata "Amore ti chiedo scusa, ma c'era una richiesta d'aiuto non potevo ignorarla, e nemmeno loro." disse l'uomo indicando più o meno tutte le persone presenti, la donna, che molto presumibilmente era sua moglie, lo ha squadrato mentre un gatto nero si fece avanti "Hai detto 'richieste d'aiuto'? Quindi tutti voi siete Domatori? Qualcuno mi può spiegare che sta succedendo qui?!" disse il gatto ottenendo l'approvazione degl'altri gatti che sono venuti di corsa con lui "Te lo spiego io collega stellato Mercyrius Marx." si fece avanti Marilys "I miei protetti Domatori, si sono messi nei guai con la congrega delle streghe anguane e hanno coinvolto quel ragazzino e quelle rifugiatrici e per questo il consiglio mi ha ordinato di proteggerli, sembra che abbiano cominciato a cercare i Domatori perchè vogliono il loro potere per i loro scopi." "Le anguane esistono?!" disse uno dei gatti sorpreso, Mercyrius si fece avanti "Ma le anguane da quel che so sono prive di poteri, posso capire che vogliano l'aiuto dei Domatori, ma non capisco, perchè sfidare i Domatori se loro sono più deboli?" ragionò a voce alta Mercyrius "Non lo sappiamo, ma di sicuro sono determinate ad averlo a qualsiasi costo e la prova è il fatto che sono consapevoli di rischiare la vita." rispose Marilys, una gatta si fece avanti e chiese "Quindi ora gli ordini sarebbero proteggere... loro?" "Se non credi a me collega, chiedi al consiglio." "Io penso che loro si possono difendere da soli da quello che vedo, anche ammesso che si rifacciano vive le anguane i Domatori non corrono rischi." Timothy s'intromise "Vero, ma siamo comunque stati affidati ai Domatori per tenerli d'occhio e assicurarsi che non facciano i furbi e-" Timothy venne interrotto "Detto da un ex-stellato sembra una barzelletta." Timothy divenne rosso di rabbia ma venne trattenuto da Marilys prima che facesse una scenata.
“Posso capire il prendere precauzioni per i domatori e per le anguane… ma perché tra tutti i posti proprio qui dove c’è la loro tana?” chiese Mercyrius, Johanna si fece avanti “Era per essere vicini alle montagne, seguiteci e capire.” disse Johanna mentre affiancata dagli altri si diressero verso le montagne vicine al bosco di Ciam.

Rifugiatori, tutori e giovani Domatori non capivano cosa passasse per la mente dei domatori adulti, la loro intelligenza collettiva era molto più sviluppata e solo loro potevano sapere cosa stavano pensando, in quel momento tutti i giovani domatori avrebbero tanto voluto essere al livello degli adulti per sapere i loro pensieri.
I tutori tenevano brillanti i loro simboli sul torace per illuminare la via e per essere pronti a qualsiasi bravata i domatori avessero intenzione di fare, in fondo quando sono uniti possono essere una minaccia non da poco, Lay si avvicinò a una ragazza che sembrava poco più grande di lei, aveva un caschetto di capelli castani e gli occhi a mandorla, evidentemente era la sorella maggiore, Lay le chiese qualcosa telepaticamente ma la sorella si limitò a dire col pensiero “Abbi pazienza.” lasciando Lay con una smorfia infastidita in volto mentre la sorella tornava a comunicare telepaticamente con gli adulti.
Raggiunti i piedi della montagna, circa a qualche chilometro di distanza dalla grotta dove Elena, Zick e Teddy si nascosero dalle anguane settimane prima, il gruppo si fermò davanti a una parete liscia e un uomo molto corpulento vestito da motociclista con una folta barba biondo scuro prese parola “A tutti i non Domatori e a chi non è parte della mente alveare, dopo ore di discussione telepatica, io e i miei fratelli e sorelle domatori abbiamo preso una decisione importante…” l’uomo si girò verso la parete e la sua mano si caricò di energia Dom, posò la mano sulla parete e all’improvviso sembrò che la montagna avesse iniziato a tremare, dal nulla sulla parete si iniziarono a vedere tratti di una porta di pietra che non appena si aprì svelò un lungo corridoio illuminato da dei bracieri da cui alte e fiere bruciavano delle fiamme che avevano un colore innaturale, erano le fiamme più rosse mai viste ed erano disseminate per tutto quell’infinito tunnel.
Quel tunnel metteva inquietudine, sulle pareti c’erano incisi degli strani simboli, era sempre li stessi cinque ripetuti all’infinito: un simbolo che ricordava un cervello anche se modificato, un altro sembrava un occhio anche questo modificato, poi uno che ricordava una bocca umana aperta come se stesse urlando, poi un corpo umano su cui si vedevano i vasi sanguigno e in infine una sorta di meteora. Più ci si addentrava nel tunnel più ci si perdeva, sembrava un labirinto ma non un labirinto “normale” nel senso che rispettava la geometria euclidea, ogni qual volta si ritrovarono ad un incrocio o un angolo c’erano mille bivi, mille strade alternative, i possibili percorsi che loro potevano percorrere si espandevano anche sul soffitto del tunnel e anche sotto il pavimento, quel posto non era normale, ma in che razza di posto li hanno portati i Domatori?
Timothy più volte si fece mentalmente questa domanda, e ripensando a come il Domatore ha aperto l’entrata dal nulla gli venne un dubbio, forse sapeva dove stavano andando e il pensiero che potesse essere quello che sospettava gli fece allargare un sorriso sul volto e sentiva l’emozione crescere in lui.
Elena guardando Timothy nella sua vera forma pensò (Ero così abituata a vederlo come gatto, che adesso è così strano vederlo nella sua vera forma.) poi si rivolse a Zick e gli bisbigliò “Ma non puoi connetterti a un Domatore qualunque e vedere dove ci stanno portando?” Zick le rispose con la telepatia “Non è così facile, loro hanno una connessione di un livello più alto di quello a cui mi trovo al momento, se ci entrassi adesso rischierei di perdere me stesso, e già un miracolo che non è successo prima durante la battaglia.” mentre camminavano Zick provò a parlare con, finalmente, con gli altri giovani domatori “Non vi ho ancora ringraziato per averci aiutato prima.” disse Zick incerto di quale sarebbe stata la reazione dei domatori, Bobby sbuffò spostando un ciuffo di capelli che gli era finito in faccia “Tu avresti fatto lo stesso al nostro posto, anche se sei scarso con l’energia Dom.” “Avrei voluto conoscere prima altri Domatori, mi sembra di essere rimasto indietro, neanche sospettavo ci fossero così tanti domatori solo a Oldmill.” Lay prese parola senza voltarsi “Credo che il sentimento è condiviso da tutti, o almeno solo noi ‘ragazzini’ cresciuti nell’ombra.” Elena prese parola “Aspetta, questa è la prima volta che tutti voi v’incontrate?” tutti i giovani Domatori annuirono “Ma se questa è la prima volta che v’incontrate perché-” Elena venne interrotta da Lay “Sembra che ci conosciamo da una vita? Solo gli adulti si conoscono, tranne mia sorella Lyu, se dovessi azzardare un motivo è perché eravamo stanchi di fare la muffa nelle nostre oasi di detenzione e volevamo un po’ di azione…” ben presto Lay si rese conto di essere osservata da tutti i giovani Domatori “…ma forse ero solo io ad annoiarmi, per quanto riguarda la connessione tra domatori… è strana ma piacevole.” “E’ come se fossimo fatti per stare insieme.” aggiunse Teddy facendo l’occhiolino a Lay, la quale roteò gli occhi e si fece più avanti per raggiungere la sorella e l’anziana signora.

Il cammino durò un po’, ma finalmente raggiunsero una porta di pietra simile a quella da cui sono entrati e esattamente come la quella porta, ci voleva l’energia Dom per farla aprire.
Oltre quella porta vi era una scalinata che portava per il basso, in quella che sembrava una piazza, tanto era ampia, e seguendo il perimetro della piazza videro altre scalinate che portavano a delle porte, mentre scendevano le scale Elena e Zick si avvicinarono a Timothy, il quale proprio come gli altri tutori guardava quel posto con sguardo sognante, anche se non si capiva perché tanto stupore ed eccitazione quando di base non c’era niente.
“Timothy, tu sai dove siamo?” chiese Zick, Timothy non rispose, era perso nei suoi pensieri, Zick provò ad alzare la voce “Timothy! Dove siamo?!” sta volta riuscirono ad ottenere una risposta dal tutore “Ah giusto voi non sapete niente…” Timothy alza lo sguardo e nota che insieme ai due ragazzini c’erano anche gli altri giovani Domatori “...così come loro, e va bene ve lo spiego io.” disse Timothy mentre iniziarono a scendere le scale per raggiungere la piazza “Questo è uno di quei posti di cui hai solo sentito parlare, di cui sai l’esistenza ma non hai mai avuto l’occasione di vederlo dal vivo… questa è un’armeria dei Domatori! Sono ufficialmente uno dei primi tutori che ci mette piede, riesce a non perdersi e a vedere la piazza delle cento porte.” i due gemelli si avvicinarono affascinati a Timothy e dissero “Armeria?” “Non fatevi strane idee, da quello che ho sentito dire non ci sono armi, anche perché i domatori non ne hanno bisogno, è semplicemente una tana di Domatori.” spiegò Timothy “Una tana?” chiese Elena “Sì, questo posto è una tana per Domatori dove tutti insieme si riuniscono per pianificare, allenarsi, dormire, eccetera eccetera, è una casa lontana da casa per i Domatori dove si riuniscono per stare tutti insieme e per assicurarsi che non vengano trovati da nessuno sono nascoste, con dei meccanismi che si attivano con l’energia Dom e che la zona abitabile, la piazza delle cento porte, sia circondata da un labirinto gigantesco a cui solo chi ha accesso alla mente alveare dei domatori può esplorare senza perdersi, ma allo stesso tempo grazie a quei tunnel si può arrivare ovunque, nella zona in cui si trova il centro dell’armeria s’intende e queste armerie sono diffuse ovunque ma nascoste… è praticamente un enorme formicaio.” spiegò Timothy “Certo che ne sai tante sulle armerie dei Domatori.” disse Lay alzando il sopracciglio “Sono un ex-tutore stellato, mi sono informato come potevo sui Domatori, solo che molte sono solo ipotesi che ho sentito dire da chi ha provato a profanare questi luoghi, senza successo.” Lay fece il cenno a Timothy che lei lo teneva d’occhio.

Mentre tutti esploravano con lo sguardo la piazza delle cento porte, un uomo dai lunghi capelli neri e col pizzetto dello stesso colore salì di un paio di gradini di una delle scalinate della piazza e prese parola, gli si illuminarono gli occhi di rosso e iniziò a parlare a nome di tutti i domatori presenti “Tutori, rifugiatori e i domatori non ancora connessi alla mente alveare, io John Messignè, in nome dei qui presenti clan di domatori: le amazzoni Mamery, i Clash, i Tulasech, i Luseney e i singoli elementi dei clan Zick e Thaur. Vi diamo il benvenuto nell’armeria di questa parte del paese, dopo un’accesa discussione telepatica siamo giunti ad un accordo, viste le difficoltà riscontrate con le anguane, abbiamo preso questa decisione, da ora in poi noi domatori resteremo uniti nell’armeria, seguiremo l’addestramento dei più giovani e contatteremo altri domatori da Oldmill e da Bigburg affinché si uniscano a noi per tenerli al sicuro da eventuali attacchi di anguane… voi tutori e rifugiatori potrete restare e allenarvi con noi se volete, avrete il permesso di restare finché non vi dimostriate ostili, o che iniziate a pianificare qualcosa, vogliamo darvi fiducia per la situazione che preoccupa entrambe le nostre fazioni, noi sappiamo riconoscere quando abbiamo bisogno di collaborare con ente esterno per il bene superiore di tutti, ma vi terremo d’occhio… TUTTI.” quest’ultima parola venne detta da tutti i domatori connessi nella piazza.
Tutti i tutori e alcuni dei rifugiatori iniziarono a riunirsi per discutere dell’offerta dei domatori, aiutarli poteva essere vantaggioso ma anche pericoloso e in quel momento loro erano il vantaggio numerico e considerato la loro coordinazione non potevano permettersi di combatterli, non adesso.
Venne stabilito che i tutori avrebbero aggiornato i tutori massimi sulla situazione, ma che non avrebbero alzato i loro poteri contro di loro, il loro compito era sorvegliare, non combattere, sebbene le anguane non sono un problema per tutti i domatori uniti, era comprensibile la preoccupazione per i loro fratelli e sorelle che potrebbero finire nei guai con le anguane se non avvisati per tempo o isolati.
Si potè dire che la loro era un tregua momentanea, il tempo di capire cosa potrebbe spingere delle streghe prive di potere a cercare i domatori e rischiare la vita combattendoli e poi si sarebbero mossi per fermale, i Luseney scherzarono dicendo che quelle streghe per due centesimi avrebbero volentieri rischiato la pelle, per quanto divertente conoscendole, non sembrava realistico.
Elena venne accompagnata dai domatori fino all’uscita così che potesse tornare a casa, non poteva permettersi di far preoccupare i suoi genitori.

Quando Elena finalmente arrivò a casa era più che tardi e quando mise piede in casa, i suoi genitori rimasti svegli fino a quell'ora per aspettarla, le fecero una lavata di capo che le sembrò durare per ore.
Elena venne punita per almeno una o due settimane, niente fumetti, niente cartoni e niente uscite improvvisate dopo scuola, neanche per andare dai vicini... "Se solo sapessero." pensò Elena prima di appisolarsi sul letto.

Intanto le anguane, ritornate nel loro villaggio, stavano medicando le ferite, mentre l'anguana di Er, chiusa nel suo laboratorio con Miranda stavano discutendo al telefono con una persona.
"Mi deludi così Ermelia." "Mi dispiace venerabile, ma ultimamente gli affari non stanno andando molto bene, senza mostri è difficile improvvisare nuove pozioni e comprare ingredienti rari è molto più costoso dei-" "Fermati! Credo che tu abbia frainteso, io non sto parlando di soldi..." Ermelia rimase stranita dalla rivelazione "...il motivo per cui ho chiesto di aumentare la ricerca di nuove pozioni, è perchè recentemente ho raggiunto un punto della mia vita dove il denaro non è più abbastanza." "Mi scusi maestro, ma non capisco." "Per tutta la vita ho sempre voluto solo la ricchezza, in tutte le sue forme, oggi sono praticamente l'essere più ricco di questa terra, eppure non sono soddisfatto... e un giorno ho realizzato di volere di più... ora voglio... che questa terra appartenga a Moog Magister."

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Vita nell'armeria. ***


Capitolo 11: Vita nell'armeria.

Finalmente, dopo tre settimane di punizione, Harvey e Julie hanno deciso di perdonare Elena.
Finalmente lei avrebbe ricominciato a vedersi con Greta e Zick, e non avrebbe dovuto cambiare il pannolino ai gemelli, e poi doveva dare a Zick i compiti di scuola, dopo essersi inventata un virus improvvisato per giustificare l'assenza di Zick agli insegnanti, e loro hanno insistito che lei portasse i compiti a Zick affinché li recuperasse.

Quando Elena tornò a casa trovò Jeremy aspettarla sull'uscio di casa Barrymore e Elena con uno sguardo capì.
Elena si sbrigò a mangiare, fece i suoi compiti più in fretta che poteva e quando finì corse verso casa Barrymore, Jeremy l'accolse in casa e le diede un dono: un mantello. Un mantello marrone chiaro con sopra il simbolo dei tutori eccelsi: un occhio al centro di una croce fatta di ali. Grazie a quel mantello si potevano riconoscere i rifugiatori, era in un certo senso la parola segreta, infatti quando Elena raggiunse il punto dove settimane prima era entrata nell'armeria c'era una donna di guardia, e indossare il mantello era la parola d'ordine per convincerla a farla entrare.
Dentro il labirinto, all'incirca a meta strada dalla piazza delle cento porte, incontrarono l'uomo motociclista che andava nella direzione opposta per dare il cambio alla sua compagna.

La piazza era molto, molto più animata e popolata dell'ultima volta che Elena l'aveva vista, c'erano molti più domatori e c'erano anche persone con un mantello identico a quello che indossava Elena, c'erano anche dei tutori stellati e anche altri mostri, probabilmente i tutori che avevano anche altri mostri sotto tutela hanno deciso di portare quei mostri con loro, infatti aveva visto delle facce familiari: i mostri di casa Barrymore. Infatti venne avvistata da Bombo e quest'ultimo le corse incontro e la strinse in un abbraccio.
Tutti stavano occupando la piazza, anche se mostri, tutori e rifugiatori si tenevano a distanza dai domatori.
Tutti facevano avanti e indietro tra i vari corridoi, si potevano vedere i domatori adulti pensare e ragionare insieme, alcuni invece si allenavano nel combattimento, corpo a corpo oppure colpendo dei bersagli che sembravano apparire dal nulla, proprio come la porta da cui è entrata Elena.
Anche i rifugiatori si allenavano, soprattutto insieme ai tutori, praticavano l'arte marziale e il combattimento con lo scettro, Elena avrebbe voluto prendere parte agli allenamenti, ma prima voleva vedere Greta e Zick.
Con l'aiuto di Bombo è stato facile trovare Greta e con lei si diressero verso la sala dove Zick e gli altri ragazzini domatori si allenavano, o meglio quasi tutti, il piccolo gruppetto che aveva conosciuto settimane fa aveva raggiunto con Zick il sesto passo della mente alveare ed ora erano tutti connessi tra di loro e con il numero di domatori che aumentava sempre di più nell'armeria presto sarebbero passati al settimo passo.
A guidare i più giovani c'erano dei domatori giovani adulti che si occupavano di addestrarli per usare l'energia Dom e la mente alveare, al gruppo di Zick era stato affidato un ragazzo di colore di una ventina d'anni, che portava anche lui al collo un medaglione simile ad un acchiappa-sogni, ma la rete intrecciata formava la forma di un lupo, membro della dinastia dei Tulasech, il suo nome era Dan.
Quando Greta presentò Dan a Elena e a quest'ultima venne in mente una cosa "Sei davvero cugino di Johanna?" Dan rispose "Sì, ma sono di un ramo della famiglia un po' più distante da quello di Johanna, ma non pensiamoci... posso sapere come posso aiutarvi?" chiese Dan e Greta si fece avanti "Volevamo solo vedere Zick... Sai Elena per un po' non è potuta venire." "Non penso sia il momento adatto, i ragazzi si stanno concentrando, presto saranno a settimo passo ma prima devono riuscire a mantenere la propria individualità mentre sono tutti connessi." in quel momento l'attenzione di Dan venne catturata da una persona, Lyu gli aveva mandato un messaggio telepatico mentre lo fissava con uno sguardo scocciato, Elena e Greta potevano solo immaginare cosa lei gli avesse detto, finita la conversazione telepatica decisero di prendersi una pausa e di far fare un pausa anche ai ragazzini.
Zick si lasciò cadere sulla schiena e pensò a voce alta "Che fatica mentale." poi guardando in alto, vide sua madre, Bombo che sorrideva e Elena che ghignava "Ti sei tenuto occupato mentre non c'ero." disse Elena, Zick si alzò di scatto e abbracciò la sua amica e Bombo preso dall'emozione abbracciò entrambi ridendo di gioia.
"Ehi rifuggifuggi, che fine avevi fatto?" chiese Teddy con tono beffardo "Sono stata impegnata..." "Mamma Elena punita lei." disse Bombo con nonchalance guadagnandosi una gomitata da Elena, Lay si alzò e si stiracchiò un pochino prima di dirigersi verso l'uscita della sala insieme agli altri giovani domatori.
Tutti i domatori e rifugiatori si diressero verso il centro della piazza delle cento porte, tutti risalirono le scale ma non presero nessuno dei corridoi, dovevano solo fare un po' di spazio a dei domatori che con la loro energia Dom attivarono un altro meccanismo nascosto che modificava la piazza, facendo sparire i manichini d'allenamento, i bersagli e gli spiazzi separati dove praticare arti marziali, facendo invece apparire delle gradinate trasformando la piazza in un'arena.
Elena chiese "Che succede?" e Zick le spiegò tutto "Ogni giorno viene selezionato uno dei gruppi di giovani domatori, e per verificare le loro potenzialità di combattimento li fanno lottare contro un membro anziano dei domatori." "Uno contro tanti?" "No solo due domatori che hanno un'intesa molto alta..." Zick guardando il centro dell'arena indicò cosa intendeva, in quel momento scesero in campo le Mamery, sorelle e nonna.
Era il stato sorteggiato il gruppo di Zick e i primi a combattere erano le sorelle Mamery contro la loro nonna Zay "Ecco un esempio." commentò Zick.
L'anziana signora unì le mani e fece un inchino e così fecero le due sorelle prima di mettersi in posizione di guardia, e quando si sentirono pronte iniziò la sfida, le sorelle Mamery da quando furono affidate alla loro nonna si sono allenate insieme sotto la sua rigida guida, infatti ogni volta che sono le sorelle Mamery a combattere è sempre lei a esaminare la loro forza.
Quando si sentirono pronte a iniziare la lotta, Lay e Lyu si lanciarono in contemporanea contro di Zay e più volte hanno provato a confonderla incrociando e scambiando i loro nella corsa, e quando furono abbastanza vicine Lyu diede alla sorella una spinta per farla andare in alto e lì Lay si preparò plasmando la sua energia Dom sotto forma di energia elettrica mentre Lyu dal basso stava caricando un raggio energetico.
Lay lanciò fulmini e saette mentre Lyu il suo raggio energetico in contemporanea, ma Zay si difese con un campo di forza a cui diede un pugno per farlo scoppiare e generare un'onda d'urto che ha annullato il raggio e i fulmini delle due sorelle, anzi le ha respinte facendole volare indietro di qualche metro.
Le due sorelle non si arresero e proprio come prima corsero in direzione della nonna, si separarono subito e come due animali predatori hanno iniziato ad accerchiare Zay e quasi subito dopo hanno iniziato a bombardarla lanciandole addosso quanti più colpi esplosivi che potevano, ma Zay senza scomporsi unì le mani e plasmo la sua energia Dom come vento e con una giravolta generò un piccolo tornado che l'avvolse e la protesse dai colpi energetici assorbendoli e facendo ingrandire il vortice che ha travolto le due sorelle mettendole a terra.
Lay e Lyu si rialzarono e Lay plasmò la sua energia sotto forma di fuoco mentre Lyu cercò di avvicinarsi per colpirla con un attacco più diretto, Elena assistendo al combattimento le venne da commentare "Sembra un combattimento uscito da un anime... ma perchè si stanno facendo umiliare da quella anziana?" Zick rispose "Perchè Zay ha più esperienza." mentre Zay parava e respingeva le sue nipoti.
Quando sia Lay che Lyu si stancarono, lo scontro si concluse, Zay le aiutò a lasciare l'arena e fare spazio ai prossimi, i fratelli Luseney e il loro esaminatore, l’uomo biondo con una pettinatura alla Elvis Presley.

Elena per quanto si stesse divertendo a vedere i domatori pestarsi a vicenda per sport, si stava annoiando e voleva vedere meglio l’armeria e chiese a Zick di farle vedere in giro.
Zick le fece vedere la mensa, le stanze dove tutti dormivano, i bagni e le altre sale d’allenamento attrezzate con di tutto: pareti per fare scalate, enciclopedie che contenevano tutti i tipi di piante suddivisi in commestibili, tossici, curativi ecc. degli angoli adibiti al campeggio per praticare la sopravvivenza, manichini per provare le tecniche di arti marziali, percorsi ad ostacoli, contenitori che contenevano dei mostri di varie dimensione per praticare le tecniche di cattura e ovviamente dei bersagli per praticare gli attacchi a distanza. Zick decise di mostrare alla sua amica una cosa, aveva finalmente imparato per conto suo a sparare raggi fotonici e ora si allenava per plasmare la sua energia in altre forme.
Zick colpì sei bersagli su diedi e solo due di questi sono stati colpiti perfettamente al centro, provò poi a lanciare un fulmine, ma l’energia si disperse prima che potesse lanciarlo, Elena prese un sasso da terra “Non dovresti avere fretta, sei ancora sotto allenamento.” disse Elena prima di lanciare il sasso colpendo un bersaglio centrando il centro “Detto da te che hai tutto potenziato senza allenamento sembra una presa in giro.” rispose Zick irritato, Elena sorrise e poi si lanciò contro i manichini.
I manichini erano progettati per resistere a qualsiasi cosa modo che non dovessero procurarsene dei nuovi ogni volta, e funzionavano come un pupazzo a molla per fare in modo che resti sempre in piedi, Elena ne caricò uno e gli diede una spallata, ma il pupazzo l’ha respinta facendola cadere, ma Elena atterrò sulle mani e si diede subito la spinta per lanciarsi di nuovo sul manichino e colpirlo con un doppio calcio, dopo essere atterrata in piedi cominciò a prendere a pugni e calci il pupazzo che ogni volta dondolava e a volte colpiva Elena quando riceveva una spinta troppo forte.
“L’ho capito che sei forte, non serve che ti vanti di quanto ti senti speciale.” disse Zick infastidito dal comportamento di Elena “Forse non l’hai notato, ma molte cadute non erano volute, quello che volevo dimostrare non era che sono fortissima, ma che anche dove si sbaglia si può rimediare e migliorare… l’ho imparato quando ci siamo messi nei guai mesi fa coi tutori massimi, mi sorprende che non l’hai capito anche tu dopo tutto questo tempo.” rispose Elena con aria di sfida “Volevi darmi una lezione di vita? Ma a me sembrava che mi stessi sfidando.” “Forse è così.” affermò Elena impugnando il suo scettro, a Zick s’illuminarono le mani cominciando a generare energia e allo stesso tempo anche lo scettro ha iniziato a brillare.
Zick lanciò un raggio d’energia sapendo che anche Elena l’avrebbe fatto e i due raggi collisero a metà strada tra i due ragazzi annullandosi a vicenda, Elena con uno scatto raggiunse Zick e si preparò a colpirlo con un pugno, ma Zick divenne trasparente lasciando che Elena lo attraversasse, Elena perse l’equilibrio ma con una capriola è riuscita a non cadere e a rimettersi subito in piedi e a reagire al pugno di Zick con una leva articolare lo ha immobilizzato.
Zick si liberò creando un campo di forza che intorno al polso facendo prendere la scossa a Elena, quando Elena lo lasciò andare lui cercò di colpirla con un calcio, lei parò e reagì con un pugno che Zick schivò, Elena con il suo scettro generò un’onda energetica che travolse e allontanò Zick, ma quest’ultimo riuscì a non perdere l’equilibrio e a lanciare un raggio energetico contro Elena.
Con il potere dello scettro Elena creò uno scudo energetico che la protesse, e subito dopo iniziò ad attaccare Zick alternando pugni, calci e bastonate, Zick si difendeva parando, attraversando e rispondendo ai colpi.
Per loro era divertente, sembrava quasi un gioco sfidarsi per vedere chi fosse il più bravo, la cosa buffa era che Zick e Elena si stavano divertendo come mai prima, forse era perchè ne l'uno ne l'altro era tipo da giochi e giochetti come i loro coetanei compagni di scuola, oppure perchè dopo tutto quello che hanno passato affrontarsi tra loro a confronto era uno scherzo.
Zick preso dall'entusiasmo del momento si sentì confidente nel provare a plasmare una palla di fuoco con la sua energia Dom, in quel momento non stava pensando, stava agendo e sentiva di potercela fare... riuscì a plasmare al primo colpo una palla si fuoco con la sua energia con successo e la lanciò contro Elena, lei con i suoi super riflessi nonostante la sorpresa deviò la traiettoria della palla di fuoco con il suo scettro, la palla volò dietro di Elena esplodendo poco dopo e allo stesso tempo si sentì la voce di Bombo.
Solo in quel momento Zick e Elena si accorsero che non erano soli, c'erano i mostri di casa Barrymore, Timothy, Marilys Mis e Greta che lo osservavano, a quanto pare la palla di fuoco era esplosa in faccia a Bombo, ma per fortuna si è solo bruciato un po' la faccia.
"Da quanto tempo siete lì?" chiese Zick "Da un po', giusto il minimo indispensabile per vedere il vostro livello di potenza." disse Timothy sorridendo "E poi vi stavamo cercando per dire a Elena che si sta facendo tardi, non vorrai essere di nuovo messa in punizione?" disse Greta facendo salire l'ansia alla ragazzina, la quale di fretta e furia salutò tutti e corse verso la prima uscita trascinandosi dietro il primo domatore che ha trovato, Zick non ebbe il tempo di salutarla ma era felice del poco tempo trascorso insieme... "Scusa per la palla di fuoco Bombo." disse Zick "Fa niente, palla bollente no è stata male... troppo... ha aiutato naso di Bombo a stapparsi." rispose Bombo "Ah si?" "Si si, aspetta aspetta..." Bombo si mise ad annusare l'aria "...Bombo sente odore di peli del naso bruciati, sudore di Zick e pizzicotto di muschio." Zick guardò stranito Bombo, poi il mostro si mise ad annusare la sua ascella e dopo aver fatto un verso di apprezzamento aggiunse "Sei giorni." Zick rimase schifato e si affretto a raggiungere sua madre, o Timothy o qualunque altro domatore.
"Sai collega, questo posto è impressionante, non mi sorprende che i domatori la considerano una seconda casa." disse Marilys telepaticamente a Timothy "Già, la cosa davvero sorprendente è che i domatori ci hanno fatto entrare e con tutti questi mostri che proliferano nell'armeria è un miracolo che non abbiano provato a catturarne mezzo." rispose Timothy "Hai ragione, ti dirò la verità, all'inizio sentivo puzza di trappola lasciarli riunire così, ma ormai siamo qui da settimane e... non so se, non c'è nessuna trappola o stanno aspettando il momento giusto." "Io credo che ci stanno tollerando perchè in questo momento la loro attenzione è concentrata sulle anguane... comunque collega tutrice Marilys Mis, avere un luogo simile come punto riunioni o avamposto segreto sarebbe molto comodo, oltre ad essere bello esteticamente." Marilys diede una strana occhiataccia a Timothy "Li ammiri? Può essere pericoloso." commentò Marilys a voce alta prima di lasciare Timothy da solo per andare prendersi qualcosa da bere nelle cucine.

Quella sera, Ermelia e Miranda guidarono verso una zona ben precisa: la zona industriale di Bigburg. La stessa zona dove Zick ha catturato un Lurrido, ma non troppo vicino alla vecchia acciaieria.
Parcheggiarono difronte a quella che sembrava una fabbrica di macchine abbandonata, dall'esterno si poteva vedere una luce accesa provenire dal terzo piano.
Ermelia e Miranda entrano forzando la porta con la loro grande forza, percorsero le scale e i corridoi che portavano all'ufficio da cui si vedeva la luce... e quando lo raggiunsero sfondarono la porta facendo sobbalzare la donna all'interno dell'ufficio.
"Oh venerabile anguana di Er, mi ha fatto prendere un colpo." disse la donna tenendosi una mano sul petto mentre si sistemava gli occhiali, Ermelia la guardò torva prima di dire "Voi vedere che adesso te lo do IO un colpo?!" in segno di rimprovero "Sono settimane che stai chiusa qui dentro, non sto spendendo su di te i miei sudatissimi preziosi per farti poltrire qui!" disse Ermelia indicando il disordine della stanza, con bicchieri vuoti di caffè, confezioni di cibo cinese d'asporto, libri e documenti appesi a una parete con delle puntine e collegate tra loro da dei nastri e una lavagna con su scritto calcoli e progetti.
"Venerabile posso spiegare." "Non voglio le tue spiegazioni, io voglio i fatti, presto o tardi arriverà il maestro e lui ha grandi piani per tutte noi e dobbiamo essere pronte." disse Ermelia con severità "Le do ragione venerabile... ma sono pur sempre da sola a lavorare a questo progetto tecnologico e non mi è stato nemmeno fornito un laboratorio adeguato." "Non è un mio problema... perciò adesso stammi a sentire testa di grinza, il tempo è denaro e non aspetta nessuno, ma siccome sono buona prima di trasformarti in un 'topo' di laboratorio in senso letterale, ti concedo 24 ore entro le quali voglio dei risultati." concluse Ermelia dirigendosi verso l'uscita dell'ufficio, l'anguana prova a protestare, dicendo che aveva bisogno di più tempo ma Ermelia la ignorò e lasciò l'ufficio rimettendo in piedi la porta e subito dopo sbattendola così forte da far crepare le pareti vicine.
L'anguana guardò l'anguana di Er e la sua assistente lasciare la struttura e salire in macchina, appena le vide andare via lei andò nel panico, così poco tempo, si lasciò andare alla rabbia un pochino colpendo le pareti aumentando il numero di crepe e buchi nell'ufficio mentre malediceva l'anguana di Er e vomitava odio nei suoi confronti.
Quando finalmente finì di sfogarsi, si accasciò a terra e cominciò a fare mente locale, dopo essersi calmata si ricordò che da un po’ di tempo a questa parte nel computer di casa sua aveva un suo programma personale a cui stava lavorando da anni che poteva esserle utile nella sua situazione, ma che era incompleto, e le venne spontaneo chiedersi "Come faccio in poco tempo, a costruire anche solo un prototipo di un marchingegno che ci possa permettere di vedere i mostri sempre?" in quel momento il suo sguardo si spostò senza motivo verso la scrivania, e la sua attenzione venne catturata da un oggetto riflettente proveniente da sotto la scrivania, che fosse sempre stato lì fino a quel momento?
Erano un paio di occhiali, l'anguana li raccolse e subito dopo, allargò un sorriso.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Guai separati. ***


Capitolo 12: Guai separati.

Quella sera, il 7 marzo per la precisione, era il compleanno di Zick, tutti i domatori che hanno visto nella mente sia di Greta che di Zick avevano diffuso la notizia a chi si occupava del preparare i pasti e visto quante ne avesse passate ultimamente il loro fratellino, decisero che avrebbero fatto qualcosa di carino per loro, almeno una torta il giorno dei suo compleanno se lo meritava.
Quando Zick entrò nella mensa con Bombo, tutti lo accolsero con un applauso e cantando "Tanti auguri a te." mentre diversi domatori servivano, non una, non due, ma diverse torte dello stesso tipo per condividerle con tutti i loro fratelli e sorelle domatori... e anche gli scrocconi nelle vicinanze, le torte erano uno spettacolo per gli occhi e a Zick piaceva il pensiero che loro avevano fatto per lui, ma avrebbe voluto che ci fosse stata anche Elena a condividere il dolce e il momento e questo un po' lo rattristava.

Quando Elena tornò a casa si beccò nuovamente una lavata di capo dai genitori "Elena mi spieghi dove sparisci così all'improvviso per fare così tardi?" Harvey e Julie le facevano spesso questo tipo di domande e Elena ogni volta faceva finta di niente, s'inventava una scusa e faceva la vaga.
I suoi genitori erano sia preoccupati che incuriositi dal suo comportamento, certo avrebbero potuto punirla di nuovo o modificare le regole che doveva seguire, ma con i gemelli ancora piccoli e il lavoro era difficile trovare le forze di fare certi sforzi, anche emotivi, era già tanto che con tutto lo stress che hanno in corpo non siano esplosi.
Alla fine decisero l'avrebbero tenuta d'occhio più di prima, per quello che potevano fare, Elena si chiuse in camera sua e sbirciò dalla finestra per... qualsiasi cosa, da quando c'è stato l'attacco delle anguane invisibili per lei era un miracolo riuscire a prendere sonno quando è letteralmente l'unica che non può andare a vivere nell'armeria insieme ai domatori, tutti insieme e al sicuro, se solo i suoi genitori fossero come lei… potrebbe trasformarli, ma di certo i tutori massimi non sarebbero stati d'accordo col rendere anche la sua famiglia dei rifugiatori e poi lei non sapeva come fare a trasmettere il potere.
Elena si sdraiò sul letto e si mise a fissare il soffitto, il momento prima che il sonno prendesse il sopravvento si rese conto, che si stava allontanando da Zick.

La mattina dopo, Elena si seguì la sua normale routine, si svegliò e si preparò ad andare a scuola e ad ogni gesto pensava di dover modificare la sua routine per avere il tempo di arrivare all'armeria, allenarsi e passare un po' di tempo con Zick, il fatto che gli è rimasto solo lui dopo gli eventi di Charlie Schuster... le ha dato una motivazione per non perdere l'unico vero che abbia mai avuto.
Mentre ci pensava andando a scuola s'imbatté in Devid e Annie “Ehy, Pa-pa-patata.” disse Devid, Elena lo ignorò mentre si dirigeva verso la scuola superando i due, Annie guardò Devid e gli disse “Sai fare di meglio…” poi raggiunse Elena fino a camminare fianco a fianco “...Zick sta ancora male?” chiese lei, Elena annuì senza guardarla, Devid raggiunse e le ragazze, fece un respiro profondo e disse “Elena, scu-scusa per prima, cer-cercavo di essere a-a-amichevole…” Elena rivolse uno sguardo annoiato a Devid e lui le allungò una busta sigillata “...i-ieri io e Annie volevamo da-da-dare questo a Zick per il com-compleanno.” Elena spalancò gli occhi sorpresa, “Da quando tu e lui siete in buoni rapporti?” chiese Elena guardando Devid con sospetto “S-s-sto provando a-a essere una per-persona migliore.” rispose Devid, Elena guardò Annie e lei le fece l’occhiolino, poi Annie fece una proposta “Se vuoi dopo la scuola possiamo aiutarti a scegliere un regalo che possa piacere a Zick e-” Annie venne interrotta da Elena “Io so cosa piace è Zick, è solo che non sapevo che ieri era il suo compleanno.” “Per colpa del virus questa faccenda è passata in secondo piano, però sì ieri era il compleanno di Zick e io e Devid volevamo fargli un regalo.” mentre i tre ragazzini discutevano riguardo la questione del compleanno passato di Zick e della sua falsa malattia, qualcuno stava facendo ritorno a Bibbur-sì e riprendere il suo precedente ruolo in quella città.
Jeremy Joth finalmente ritornò a casa sua, e i suoi colleghi avevano bisogno di aiuto, sempre più domatori di cui si sapeva o meno l’esistenza a Bigburg e Oldmill lasciavano le proprie case per riunirsi nell’armeria, rifugiatori e tutori che mandano messaggi telepatici in continuazione facendo rapporti sull’abbandono dell’oasi e il trasferimento forzato all’armeria e come se non bastasse, Magnacat era prossimo alle elezioni, la sua propaganda sull’America forte che combatte e un nemico non meglio specificato che l’ossessiona gli ha fatto guadagnare molta attenzione mediatica e il favore di voto dalle lobby delle armi ma soprattutto dei conservatori, e come se non bastasse continuava a fare pressione al consiglio dei tutori massimi sul suo piano di coinvolgere gli umani nella loro guerra.
Il consiglio era in crisi, da una parte la loro guerra storica, dall'altra i domatori non combattenti che si uniscono e si rafforzano e Magnacat che continuava la sua politica.
Jeremy Joth impallidì sentendo dai suoi colleghi le notizie che si è perso nell'ultimo periodo, era incredibile come Magnacat fosse riuscito a resistere così tanto senza finire nei guai col consiglio sfruttando come copertura l'accumulo di problemi minori dei cittadini mostri e i problemi maggiori rappresentati dai comportamenti dei domatori, la cosa che preoccupava di più il consiglio era soprattutto come tutto questo sfuggisse al loro controllo.
In tutto questo c'era chi ne traeva vantaggio, Magnacat più di tutti riusciva a non subire le conseguenze delle proprie azioni facendo distrarre il consiglio con le notizie che gli riferivano giornalmente le sue spie e nel mentre continuava indisturbato il suo progetto.

L'anguana che Ermelia minacciò la sera prima finalmente uscì dal suo ufficio, la sua idea era quasi ultimata, quasi perchè mancavano gli ultimi ritocchi, qui non si parla di chimica ma tecnologia e un invenzione simile è sì utile per lo scopo delle anguane ma è anche difficile da ottenere visto che nessuno ci ha mai lavorato.
Per far sì che funzioni bisogna fare dei test con dei mostri, l'unica idea che le venne in mente era di andare alla ricerca di Gaiga-monster, gli unici mostri che non possono diventare invisibili, e usare loro per i le sue ricerche.
L'anguana quella mattina tornò a Cupiditas e svuotò tutto il suo portafoglio per comprare dalle sue compagne anguane quante più pozioni possibili, d'invisibilità, di occultamento delle emozioni, di stordimento e chi più ne ha più ne metta, tanto non aveva nulla da perdere e se ci fosse riuscita nel suo progetto, tutti i soldi che ha speso li avrebbe centuplicati o almeno così pensava lei.
Ironicamente fece delle spese anche dall'anguana di Er, tra cui la copia di una mappa dove erano segnate le tane dei Gaiga a cui l'anguana di Er faceva teneva conto dell'esistenza nel caso un giorno le tornassero utili, di sicuro servivano adesso e con tutta quella preparazione era pronta ad affrontare la specie più piccola di Gaiga.

Dopo aver guidato per ore fino alla discarica fuori città, si preparò a portata di mano le pozioni e si tappò il naso mentre si aggirava per l'ultimo luogo dove lei avrebbe voluto essere, molto probabilmente in mezzo ai rifiuti c'erano chissà quanti nidi di Lurrido, ma a lei interessava un altro tipo di mostro in posto maleodorante: il Tulku-sporco. Stando alle teorie che diverse anguane si sono fatte su questi mostri, sono il risultato di una selezione naturale dove dei Gaiga noti come: Tulkumani. Hanno trovato una nicchia ecologica che si è adattata a vivere e sopravvivere in mezzo alla spazzatura e all'inquinamento e con il tempo si è evoluto darwiniana-mente fino a diventare una specie simile, ma diversa.
I Tulku-sporchi: sono dei Gaiga minori, grandi quanto un uomo adulto, sono simili a delle lumache giganti color grigio scuro e con macchie nere sparse su tutto il corpo, alcuni sono ricoperti di macchie viola, il numero di macchie e il colore indicano i livelli di tossicità dei singoli individui, più il colore è acceso e tendente al viola più è velenoso.
Quei mostri dai mille occhi piccoli come dei pistacchi, sono estremamente difficili da gestire senza venire avvelenati, anche solo il contatto con la loro pelle, la loro saliva acida che brucia qualsiasi cosa tocchi rilasciando dei gas tossici, sono solo esempi delle proprietà tossiche di questi mostri.
Tra tutti i Gaiga che poteva scegliere si è rivolta a loro solo perchè a differenza dei loro cugini, ci vedono molto peggio e non sono molto veloci, e poi tutti gli altri o erano troppo lontani da Bigburg oppure troppo grandi da essere affrontati da soli… o comunque troppo pericolosi da essere affrontati in generale.

Quei Gaiga storpiati dai rifiuti, erano l'unica opzione con la quale si poteva avere una minima chance di sopravvivenza, lei camminava in punta di piedi tenendo il naso chiuso e con occhiali di protezione per proteggerli sia dai cattivi odori che da eventuali schizzi di veleno dei Tulku-sporchi, ad ogni passo faceva attenzione a dove metteva i piedi, le uova di questi mostri hanno un aspetto simile alle buste di plastica e i loro albumi sono ovviamente velenosi, oppure c'era la possibilità che ci fossero i genitori nei paraggi.
Trovarli non è esattamente facile, i Tulku-sporchi si nascondono sotto i rifiuti durante il giorno l'unica cosa che lascia un segno della loro presenza erano i nidi che dovevano stare al caldo.
L'anguana prese un tubo vecchio dai rifiuti e lo usò per testare il terreno e ogni busta che intravedeva per assicurarsi che fosse un uovo.
Dopo ore di ricerca passate a colpire spazzatura e plastica in cerca dei mostri in questione, l'anguana era quasi sul punto di rinunciare alla ricerca e tornare a casa, anche se questo avrebbe portato ad una umiliazione clamorosa oltre al dolore che l'avrebbe fatto provare l'anguana di Er se avesse fallito, mentre era persa nei suoi pensieri finalmente trovò un nido di Tulku-sporchi quando sentì il suono di un guscio rompersi.
Rimase immobile, il suo sguardo nella vista periferica si spostava a destra e a sinistra cercando di limitare i movimenti, soprattutto quelli bruschi.
Doveva tenere le orecchie bene aperte, preparò una bottiglia con la prima pozione che aveva a portata di mano, all'improvviso sentì un suono simile a un grugnito proveniente da dietro una collinetta di immondizia, l'anguana si avvicinò e sbirciò oltre essa, ma prima di esporre tutta la testa la ritrasse per evitare di essere avvistata dal Tulku-sporco che stava passando.
Il nascondersi nell'angolo la salvò dall'incontro ravvicinato di quel mostro che strisciando si avvicinò al nido, all'inizio l'anguana pensò che fosse il proprietario, ma poi lo vide mangiare l'uovo che si era rotto senza farsi problemi, l'anguana sbirciando nella direzione da cui il mostro era venuto si assicurò che non ci fossero altri della sua specie e dopo essersi assicurata che ci fosse solo quello lanciò la pozione addosso al mostro mentre era distratto.
La pozione che le lanciò contro rimbalzò sul corpo molle del mostro e la bottiglia venne respinta, l'anguana la schivò in tempo, ma la bottiglia si ruppe rumorosamente e da essa uscì la pozione incendiaria che conteneva.
Il suono allarmò il mostro che cominciò a ruggire, l'anguana iniziò a correre, il mostro le strisciò dietro ad una velocità preoccupante per l'anguana, ogni volta che provava a fare zigzag tra la spazzatura per confondere il mostro, il mostro come se fosse un ariete sfondava gli ostacoli a testate mentre cercava di colpire l'anguana sputandogli addosso il suo veleno.
Lei provò a lanciare delle altre pozioni contro il mostro cercando di fermarlo, provò a non mirare al mostro ma davanti alla sua traiettoria così che finisse in mezzo al fuoco o qualche altra sostanza strana che aveva comprato, il mostro passò sopra fuoco, schegge di vetro, sostanze acide, profumi soporiferi e altri stupefacenti ma il Tulku-sporco ignorava il dolore e continuava a caricare e a inseguire l’anguana, fino a metterla spalle al muro sui resti di un vecchio camion distrutto.
Quando l’anguana si ritrovò davanti il mostro velenoso, notò che le pozioni che gli ha lanciato contro, almeno quelle esplosive e incendiarie, hanno ferito un minimo il mostro e infatti stava annaspando ed erano evidenti delle bruciature, essendo velenoso e appartenente ad un ambiente estremamente contaminato il suo sistema immunitario è uno dei più potenti esistenti, quindi l’anguana non può sperare che una possibile malattia l’ho indebolisca ancora di più.
L’anguana strinse tra le mani il tubo e si preparò a lanciare qualche altra pozione incendiaria, mentre il Tulku-sporco ringhiava e grugniva l’anguana gli corse in contro per picchiarlo fino a fargli esaurire le forze, il Tulku-sporco sputava acido, vomitava veleno, mordeva e caricava.
L’anguana faceva di tutto per non entrare a contatto diretto col mostro, ma mentre combatteva ruppe il tubo e il mostro spalancò la bocca minacciando di divorarla viva, ma l’anguana lanciò la sua ultima pozione incendiaria nella bocca del mostro lasciandola esplodere all’interno del Tulku-sporco.
Il mostro si riempì di fiamme e il suo corpo iniziò a brillare mostrando la posizione degli organi interni e la loro forma, mentre tutto bruciava fino al punto in cui il mostro non cadde al suolo privo di vita.
L’anguana tirò un sospiro di sollievo quando il mostro morì, ma non era ancora finita, doveva pur sempre prendere il corpo del mostro, portarselo dietro, sperimentarci sopra e tutto ciò facendo molta, MOLTA attenzione a non farsi avvelenare.
L’anguana con indosso guanti, mascherina, occhiali protettivi e usando dei tubi vecchi trovati nella spazzatura iniziò a trattare il corpo del mostro, non poteva trascinarlo fino alla macchina, l’avrebbero vista e avrebbe destato sospetti, così preferì dissezionarlo e mettere in delle buste quel poco che le serviva, si prese quanti più occhi possibile, campioni di mostrine, diversi pezzi di carne, un cuore e tre dei cervelli che possiede il mostro.

Guidò di fretta e furia fino alla vecchia fabbrica e si mise subito al lavoro, tolte le lenti dal paio di occhiali che ha trovato iniziò a lavorare con lo scheletro di quel vecchio utensile, con i pezzi degli scanner che delle stampanti, dai computer e dai macchinari più grandi della fabbrica che si trovavano nella parte di assemblaggio della fabbrica.
Passò le ore a pulire dalla polvere, smontare e ricostruire i suoi materiali fino a rifare completamente gli occhiali, le lenti rotte e riunite con gli scanner, due porte di input e output ai lati per collegare la sua invenzione ai computer e iniziare a programmare e i campioni dell’entità che quegli scanner visivi dovevano individuare nel loro raggio d’azione.
Finito di costruire il corpo del prototipo, doveva iniziare a lavorare sul software e farlo specializzare nell’identificazione delle mostrine e produrre un’immagine nelle lenti o quanto meno segnalare la presenza di una di queste ultime.
Tornò a casa sua dove teneva un computer più al passo coi tempi e che funzionasse a differenza della maggior parte di quelli nella fabbrica, per prima cosa mise sotto carica gli occhiali, poi iniziò ad analizzare le parti del corpo del Tulku-sporco e iniziò caricare sul programma le sostanze che lei ha scoperto guardando al microscopio le mostrine.
Finito di caricare sul programma la lista di sostanze base delle mostrine e le loro possibili combinazioni, mancava solo uno step: il test. Gli occhiali erano carichi e gli scanner specializzati sull’individuare le mostrine bisognava solo assicurarsi che funzionavano, ma quando finì di ultimare gli occhiali, guardando l’orologio, erano scadute le 24 ore e sentiva già qualcuno bussare alla sua porta molto forte.

Ermelia buttò giù la porta di casa della sua sottoposta scienziata, con passo lento, pesante e sicuro si muoveva per la casa e ogni rimbombo dei suoi passi la povera anguana sentiva l’ansia aumentare e consumarla.
Quando finalmente Ermelia la trovò disse con tono altezzoso “Bene, bene… bene… allora hai delle novità interessanti? O una patetica scusa?” l’anguana non rispose, non subito, sudava per il nervoso e non sapendo se la sua “invenzione” funzionasse.
Ermelia abbassò lo sguardo sulle mani della sua sottoposta e vide gli occhiali tecnologici, con prepotenza li prese dalle mani tremanti dell’anguana e gli diede un’occhiata annoiata, dopo aver esaminato gli occhiali rivolse il suo sguardo annoiato all’anguana e poi fece una smorfia divertita commentando “E questi? Cosa sono? Sono parte per un costume da mosca per quelle fiere strane dove la gente si veste in modo ridicolo mentre comprano fumetti?” l’anguana si schiarì la gola e iniziò a parlare “Questo è il prototipo del progetto a cui stavo lavorando.” disse l’anguana con tono tremolante “E funziona?” rispose Ermelia ghignando, l’anguana incrociò le dite e accese il dispositivo.
Ermelia indossò gli occhiali e iniziò a guardarsi attorno, insoddisfatta dai risultati della sua sottoposta stava per prenderla per il collo, ma poi sobbalzò per lo spavento lasciando la sua sottoposta confusa “C-che succede?” chiese lei mentre Ermelia si tolse gli occhiali, poi li rimise e li ritolse diverse volte, l’anguana confusa e insospettita provò a guardare nella direzione dove stava guardando l’anguana di Er: fuori da una finestra. Una scintilla di speranza si accese nell’anguana mentre Ermelia era ammutolita.
“Che cosa vede?” chiese l’anguana sorridendo “Credo che sia uno spirito nero…” rispose Ermelia stranita, poi lei rivolse lo sguardo verso la sua sottoposta “...congratulazioni, hai tenuto fede hai patti e hai trovato ciò che ti avevo chiesto… se continuo a investire in queste invenzioni riesci a farmene altri che posso vendere al villaggio?” chiese Ermelia mentre la sua anguana fece schioccare le dita con sicurezza, Ermelia fece per andare, ma si girò un’ultima volta verso la sua anguana “Ah prima che me ne dimentichi, se ci riesci cerca di migliorare l’aspetto estetico di questi… cosi… perché sono ridicoli e danno troppo nell’occhio così.” concluse Ermelia lasciando la casa.

Il giorno dopo per fortuna di Elena non c’era scuola e lei potè passare l’intera giornata all’armeria, e la prima cosa che fece fu il trovare Zick e spiegargli perché non è venuta all’armeria il giorno prima: indaffarata con Annie e Devid a prendere un regalo per Zick. Annie e Devid avevano fatto un regalo collettivo: il libro “L’arte della paura” della scrittrice Iulia Phantera. Mentre Elena aveva scelto il libro: I tredici sensi. Di Nemo Critaba. Zick apprezzò molto il pensiero di Elena, Annie e Devid.
“Sai che non era necessario.” disse Zick “Era il tuo compleanno, dovevo rimediare per non essere stata presente e… ora che ci penso, perché non me lo hai detto prima?” chiese Elena “Mi era passato di mente.” disse imbarazzato Zick ricevendo un pugno sulla spalla da Elena, in quel momento Dan chiamò Zick e una tutrice chiamò Elena, era l’ora di allenarsi.

Finita la sessione di allenamento era arrivato il momento di vedere i progressi dei giovani, i fratelli Luseney sono stai i primi a scendere in campo contro il loro stesso padre: Paco Luseney. Subito dopo è toccato a una coppia di domatori che Lyu seguiva e scontro dopo scontro a Elena venne spontanea una domanda “Perchè non scendi in campo anche tu?” “Non ho nessuno con cui fare squadra…” rispose Zick, poi aggiunse “...e qui io ti volevo fare una richiesta…” Zick non finì neanche di formulare la domanda che Elena capì all’istante cosa stesse per dire e disse di “Sì! Ma si può fare?” chiese Elena, Zick fece spallucce ma in quel momento una figura si fece avanti e disse: “Vi servirà un esaminatore.”

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: Cambio di stile ***


Capitolo 13: Cambio di stile.

Quando anche l’ultimo scontro si concluse, tutti erano pronti a dedicarsi ad altro, come al cibo per esempio.
Ma poco prima che lasciassero gli spalti dell’arena videro tre figure entrare nell’arena: Zick, Elena e Timothy. I domatori mille e uno allo stesso tempo pensarono all’unisono “Ma che fanno?” mentre tra mostri e rifugiatori circolavano voci incontrollate.

Elena si mise in posizione di guardia e lo stesso fece Zick mentre un’aura elettrica illuminava le sue mani e i suoi occhi si tinsero di rosso, Timothy era l’unico in una posa composta, fredda e austera mentre schioccava le ossa delle dita.
Il petto di Timothy iniziò a brillare, poi disse “Sapete? Più volte in passato da che vi conosco ho desiderato di darvi una ‘lezione’ di vita, per non farvi trattare il Poddum-sì come un gioco… è buffo che adesso ci affronteremo per vedere come si sono evolute le vostre capacità.” dal simbolo di Timothy venne lanciato un raggio energetico di media potenza per fare d’avvertimento, ma ne Zick ne Elena si mossero sapendo che lui non stava mirando direttamente a loro infatti il raggio passò in mezzo ai due ragazzi e colpì le pareti dell’arena.
Vedendo ciò Timothy si mise in posizione di guardia e Zick ed Elena partirono all’attacco, Elena raggiunse Timothy per prima e si preparò a dargli un pugno, Timothy prontamente generò uno scudo energetico dall’aspetto simile al suo simbolo e bloccò il colpo, ma in quel momento Zick plasmò la sua energia Dom in due lingue di fuoco energetico che aggirarono lo scudo e minacciarono di colpire Timothy ai lati.
Sia Timothy che Elena fecero un balzo indietro per evitare il fuoco, Elena ripartì subito all’attacco addentrandosi nel fumo dell’esplosione ma venne sorpresa da Timothy che ha avuto la stessa idea e l’ha anticipata facendole una leva articolare che l’ha immobilizzata a terra.
Quando Timothy alzò lo sguardo per iniziare a sparare raggi energetici dagli occhi contro Zick lui non lo vide da nessuna parte, era sparito, Timothy alzò la guardia ma quando sentì una presa alle sue gambe e subito dopo una scossa elettrica, perse la presa su Elena la quale si diede una forte spinta con le mani e diede un calcio doppio al torace di Timothy.
Da sottoterra Zick apparve come un fantasma sorridendo e facendo l’occhiolino a Timothy mentre le sue mani ritornarono a brillare e lo stesso fece lo scettro di Elena anche lei pronta a sparare, Timothy fece uno sguardo torvo mentre anche il simbolo sul suo petto iniziò a brillare e da lì a breve iniziò una vera e propria sparatoria ma solo Zick e Timothy sparavano raggi energetici, Elena invece si mise a correre in mezzo al fuoco parando ogni raggio che le veniva incontro avvicinandosi sempre di più a Timothy.
Quando Elena era praticamente a un passo di distanza da Timothy, lui smise di sparare e alzò nuovamente lo scudo per ma Elena anziché attaccare fece un salto e scavalcò lo scudo e atterrò difronte a Timothy sbattendo forte lo scettro a terra generando un’onda d’urto energetica che travolse Timothy e per poco anche Zick se non si fosse protetto alzando un campo di forza.
Mentre Timothy veniva spazzato via dall’onda di Elena riuscì a rimettere i piedi per terra e ancorarsi al suolo, l’onda continuava a spingere ma Timothy con la sua forza iniziò a opporre resistenza spingendola indietro, a piccoli passi si avvicinava a Elena sempre trattenendo l’onda finché alla fine non la raggiunse e con il suo potere annullò l’onda e iniziò uno scontro di pugni con Elena.
Lo scontro di arti marziali di Elena e Timothy era propriamente impari vista l’elevata esperienza del tutore, Elena nonostante le sue capacità si ritrovò a incassare i colpi del suo avversario, Zick li raggiunse e con le mani cariche di energia cominciò a dare dei pugni elettrici a Timothy che destabilizzarono e da quel momento in poi Zick e Elena iniziarono a combattere fianco a fianco mentre Timothy cercava di parare i colpi di entrambi.
Timothy a un certo punto bloccò una mano a testa ai ragazzi e prima che loro facessero qualsiasi cosa li sollevò da terra e li lanciò in alto, così in alto che i due potevano vedere l’intera circonferenza dell’arena, e anche Timothy che caricava un raggio energetico nel suo simbolo, un colpo molto più forte degli altri.
Zick unì e cominciò a concentrare la sua energia Dom in una sfera energetica e Elena con il suo scettro si preparò anche lei a lanciare un raggio contro l’avversario, quando tutti furono abbastanza carichi lanciarono i loro attacchi energetici che collisero in mezzo allo spazio tra gli sfidanti, Timothy era davvero forte, riusciva a tenere testa a due potenti attacchi energetici contemporaneamente con il suo solo raggio, dopo circa un minuto le diverse energie concentrate hanno cominciato a mescolarsi fino a diventare una una sfera instabile alla fine esplose un bagliore accecante che illuminò l’arena.
Quando la luce si dissolse Timothy vide Elena e Zick dentro un campo di forza creato da quest’ultimo per proteggerli dall’esplosione, quando Zick dissolse il campo di forza Elena partì all’attacco alternando un pugno con colpo energetico di scettro, un pugno un colpo energetico, Timothy parava e respingeva e quando gli si presentò l’occasione rispose all’attacco con un pugno, ma il suo pugno venne fermato da Zick che rispese dandogli un pugno in faccia.
Da quel momento la sfida prese questo ritmo: Zick attaccava e si sfidava in una prova di abilità nell’uso del potere misto al corpo a corpo, poi Elena gli dava il cambio a intervalli irregolari e iniziava un prova di forza fisica mista ad abilità marziale con l’avversario mentre Timothy si difendeva da entrambi. I due ragazzi non erano deboli semplicemente si alternavano quando uno dei due aveva bisogno di riprendere fiato o era in difficoltà, è stato allora che Timothy si rese conto che Zick aveva costantemente gli occhi rossi, ma non per il potere Dom che concentrava ma per la telepatia, Elena forse non era una telepate ma Zick poteva mandarle dei messaggi mentali e dirle eventuali piani di azione.
Timothy sorrise affascinato dalla loro strategia e abilità e pensò che fosse abbastanza, appena mise un po’ di distanza tra lui e i ragazzini disse a voce alta “Io mi arrendo!” e l’incontro si fermò.
Elena e Zick sospiravano, Timothy li aveva fatti sudare “Avete un’ottima tecnica e capacità di adattamento che vi permette di collaborare senza problemi, ma devo rimproverarvi sulla vostra tecnica, Elena sei indietro con il seicho e Zick devi lavorare di più sulle diverse forme che il tuo Dom può assumere, sei troppo limitato se usi solo raggi fotonici e palle di fuoco, cerca di essere più creativo.” disse Timothy con tono, autoritario ma prima che potesse dire qualcos’altro, dalla platea si udirono applausi da parte di rifugiatori e mostri, gli unici a non applaudire erano i domatori impegnati in una conversazione collettiva e i tutori che erano increduli a quello che Timothy, Zick e Elena avevano appena fatto.

Quando i tre lasciarono l’arena, diversi elementi delle varie fazioni si avvicinarono a loro, i tutori presero in disparte Timothy mentre rifugiatori e domatori si misero a parlare con Elena e Zick, “Ma che fai?!” disse Mercyrius Marx dandogli una botta sul braccio “Che ho fatto?” “Come ti è saltato in mente di combattere con quei ragazzini?! Volevi una scusa per abbattere un domatore inesperto qui dove siamo letteralmente circondati da domatori?!” disse Mercyrius “Loro volevano lottare in squadra, io li ho fatti lottare in squadra, ho solo fatto da esaminatore non avevo cattive intenzioni.” rispose Timothy mantenendo la calma mentre Mercyrius gli fece il gesto che lo teneva d’occhio, ognuno dei tutori presenti dissero la loro sul modo di fare di Timothy, c’era chi era d’accordo, chi non lo era, chi pensava fosse un modo per studiare da più vicino i loro “nemici”.
Ma nel mezzo della discussione vennero interrotti da alcuni domatori che chiesero di parlare con loro e tutti insieme si allontanarono mentre Elena e Zick si salutarono per quella giornata e Elena si mise in marcia per tornare a casa.

Quando Elena tornò a casa tardi, di nuovo, i suoi genitori sta volta non le fecero una lavata di capo, era già da diverso tempo che stavano avendo dei sospetti su quello che faceva Elena quando uscita tornava a orari preoccupanti.
All’inizio pensavano fosse solo lei che perdeva la cognizione del tempo, ma quando in alcuni di questi episodi la videro tornare con dei graffi, per le volte in cui ha affrontato le anguane, hanno cominciato a preoccuparsi seriamente e partorire teorie su teorie, da che potevano sembrare semplici incidenti a gli evidenti segni di lotta come lividi causati da calci e pugni.
Seguire Elena era impossibile, quando usciva spariva all’istante e non riuscivano a stare dietro alla sua velocità, ma non per questo Harvey e Julie si arrendono, anzi hanno deciso di insistere ancora di più per scoprire i segreti della figlia e decidere se intervenire.
Quella sera stessa dopo cena, Harvey la vide in camera sua mentre faceva esercizi quali piegamenti, flessioni e pratica delle tecniche seicho per lo più pugni dandogli la conferma che la sera lei usciva per partecipare a delle risse con altri ragazzi, forse bulli di scuola o di qualche altro quartiere, chi lo sa?
Può essere tutto.

Allo stesso tempo a Cupiditas le anguane correvano avanti e indietro, avanti e indietro come delle ossesse da chi entrava con degli sacchi pieni di materiali da costruzione e di alchimia insieme a dei mostri di piccola taglia come Bolli e Girti.
Mentre da una parte le anguane si dannavano per costruire i “monster-scanner” così venivano chiamati gli occhiali creati dalla loro collega, dall’altra s’impegnavano a catturare mostri e produrre pozioni, ma nessuna scambiava o comprava, producevano a ritmo industriale sempre più pozioni e scanner ma il commercio… era come morto, nella culla del capitalismo.
L’anguana di Er attraverso un megafono non faceva altro che urlare “Avanti! Più svelte! Caricare! Scaricare!” facendo andare ancora più veloci le anguane nel ritmo di produzione di monster-scanner e raccolta dei materiali, il ritmo era diventato da tachicardia e se non fosse stato per il corpo potenziato delle anguane, con tutti quei secoli alle spalle sarebbero morte dopo pochi minuti.
Diverse volte Ermelia sentì le sue anguane lamentarsi della piega che aveva preso la loro vita da quando hanno smesso di commerciare, spesso si sentivano commenti come “Non è così che fanno le anguane.” oppure “Non mi piace lavorare gratis.” e altri commenti di lamentela, ogni volta che Ermelia li sentiva si poteva vedere una vena gonfiarsi sulla sua fronte prima di dare un paio di botte pesanti alle responsabili delle lamentale prima di fare un discorso “Il maestro ha grandi piani e dobbiamo essere pronte o non ci sarà posto nel futuro che sta costruendo, se volete farne parte dovete LAVORARE!!!” disse Ermelia prima di far rimettere a lavorare ancora più di prima le sue anguane.

Un’ora dopo Miranda raggiunse Ermelia e le disse che il maestro doveva parlare con lei e le altre anguane venerabili tutte insieme in una video-chiamata collettiva, Ermelia diede l’amministrazione della produzione a una sua sottoposta molto robusta e insieme a Miranda si chiuse nel suo laboratorio, il fatto che il maestro Moog abbia ordinato una chiamata via computer per parlare contemporaneamente con tutte le anguane venerabili presenti in tutto il mondo le diede la scusa per usare il computer per la prima volta, con l’aiuto di Miranda riuscì ad accendere il computer senza romperlo, connettere la webcam e a prendere parte alla chiamata su SkyEye.
Ermelia, in quel momento per la prima volta si ritrovò a ringraziare la tecnologia, per partecipare a una riunione importante, senza dover per forza incontrarsi con le altre venerabili che non sopportava, c’erano tutte, Wildtrude G. Adelgund dalla Russia, Giovanna Melo dall’Italia e così via.
Tutte in attesa del discorso del maestro, quando poi prese parte anche lui, iniziò il suo discorso, dato che c’erano anguane da tutto il mondo Moog ha fatto in modo che mentre insegnava loro l’alchimia e i segreti per allungare la vita anche le altre lingue, certo non tutte erano tagliate per questo extra e quindi dopo aver fatto parte del discorso lo ripeteva in altre tre lingue: arabo, tedesco e cinese.
“E’ bello rivedervi, mie pupille, le streghe migliori che io abbia mai istruito…” tradusse questa prima frase “...dopo tanto tempo vi richiamo, per parlarvi del mio nuovo progetto, un progetto che vi coinvolge tutte…” si ferma e traduce anche questa frase “...se ho deciso di coinvolgervi è perché ho bisogno del vostro aiuto, spero che la mia fiducia non sia mal riposta…” tradusse anche questa frase “...mi aspetto che il prima possibile tutte voi abbiate scorta di pozioni d’ipnosi e le bombe, ma soprattutto che le vostre sottoposte sappiano collaborare.” dopo aver tradotto quest’ultima frase nelle altre lingue, l’anguana Giovanna Melo perse parola “Ou, maestro, me scusasse, ma dubbiamo pefforza cullaborà co ste… racchie?” disse quest’ultima parola con una nota di disgusto, ovviamente lo disse in dialetto per non farsi capire dalle altre anguane venerabili, anche se qualcuna aveva capito che Giovanna stava parlando male di loro dal tono che ha usato.
Lo sguardo del maestro Moog si posò nell’inquadratura dove si vedeva Giovanna, a quest’ultima in quel momento sentì mancarle l’aria, dopo attimi di silenzio Moog riprese a parlare “...per quanto possa dare fastidio… sì… da questo momento è di cruciale importanza che ogni singola anguana delle rispettive sotto congreghe sia armata a dovere, il che significa che la produzione di pozioni e bombe sia funzionante e produttiva come una fabbrica, dato che ogni secondo è prezioso mi aspetto che tutte voi siate pronte, perché per quanto io voglia sin da subito iniziare il progetto, non sono pronto, vi do due mesi di preparazione chi non saprà rispettare i tempi… non sarà più degna di essere un’anguana.” poco prima che Moog potesse tradurre anche questo discorso, si potè udire la risata altezzosa di Ermelia “Non si preoccupi altissimo, con la nostra tecnologia del monster-scanner trovare e catturare i mostri per le nostre pozioni e armi è uno scherzo.” disse Ermelia sorridendo soddisfatta mentre le altre anguane venerabili iniziarono a insultarla in tutti i modi possibili nelle rispettive lingue, poi tutte si fermarono quando Moog tolse l’audio a tutte la sua immagine riempiva completamente lo schermo di tutte le anguane.
“Non c’è niente di vostro che non sia anche mio.” disse Moog Magister rivolgendosi ad Ermelia, perché non lo ripetette in altre lingue, mentre quest’ultima perse la sua arroganza e inghiottì un groppo di saliva in preda al nervoso.
Moog Magister risistemò la chat collettiva come all’inizio e disse “Verrete messe al corrente del mio progetto tra due mesi, fatevi trovate pronte come vi ho detto o non ci sarà posto per voi nel futuro che voglio costruire…” tradusse anche questa frase “...un’ultima cosa… per essere sicuro che non ci siano ritardi, imprevisti, sabotaggi, imbrogli o qualsiasi altra cosa… voglio che mi facciate un rapporto giornaliero sulla produttività.” tradusse anche quest’ultima frase e poi chiuse la chiamata.

Una ad una le anguane venerabili iniziarono a lasciare la chat, Ermelia ritornò dalle sue anguane lavoratrici e impose delle nuove regole sul lavoro che andavano diffuse a tutte le anguane sotto il suo comando: ogni pausa, sia per mangiare che per necessità di usare il bagno, non può durare più di dieci minuti, da quel giorno in poi le ore lavorative sarebbero state abolite e sostituite con con un numero minimo di prodotti realizzati e solo allora le anguane si posso permettere di riposare, ma solo per otto ore, il minimo di sonno prima di ritornare a lavorare. Il numero in questione di almeno mille pozioni di ipnosi più diversi esplosivi, una somma che le anguane in un giorno non sono riuscite a raggiungere nemmeno a metà, molte, anzi, tutte le anguane si sono lamentate di questo improvviso cambiamento, dicendo “è troppo” o “non ce la faremo mai” oppure “è una follia” oppure ancora facendo domande su questa decisione e Ermelia in risposta a tutto ha strillato con terrificanti acuti.
“STATEMI BENE A SENTIRE TESTE DI GRINZA!!! Questi sono gli ordini del maestro Moog Magister, vuole la collaborazione di tutte, dovreste essere contente che vi è stata data l’occasione di prendere parte al suo prossimo piano, invece di lamentarvi come delle ingrate dovreste rimboccarvi le maniche e impegnarvi nel lavoro se volete un posto nel piano, abbiamo una scadenza che se non verrà rispettata non ci sarà posto per nessuna, abbiamo due mesi di tempo perciò o ci diamo da fare o non andremo da nessuna parte… io non so voi ma voglio esserci tra due mesi accanto al maestro nel grande giorno, se volete esserci anche voi, lavorate e vedete di ottenere i risultati che vi ho chiesto, capito?” concluse Ermelia prima di far lavorare le sue anguane anche più di prima.

A Bibbur-sì la situazione era peggiorata ancora di più da quando diversi mostri della città sono spariti, e giravano voce che fossero stati rapiti, persino il giornale della monster-gazzete ne ha parlato con l’aggiunta di un particolare che fece andare ancora di più nel panico la popolazione di mostri della città, la Gingi giornalista Lali Bergingigonz aveva addirittura scritto sul titolo del giornale: tutori amici dei domatori vendono mostri. E l’articolo parlava di interviste ad alcuni mostri che aveva amici o parenti in delle oasi di detenzione a Bigburg che si sono misteriosamente svuotate, e che alcune di queste, stando alle ultime conversazioni avute coi mostri all’interno da parte dei parenti, contenevano domatori.
Jeremy Joth, Bartlely Bath, Deputyh Deth e Carnaby Croth erano nel panico, da una parte c’erano le streghe anguane confermate esistenti pronte a fare chissà che, da un’altra parte i domatori della città tutti uniti nell’armeria e infine i mostri della città che sono passati dalle lamentele della crisi economica a protestare urlando ai tutori “TRADITORI” e strillavano per la verità e le dimissioni dei tutori massimi che attualmente gestivano Bibbur-sì.
“Colleghi la situazione e grave.” disse Jeremy con le mani sulle tempie in preda allo stress accasciato sulla scrivania “Sei il solito ottimista Jeremy! La situazione non è ‘grave’ è terribile.” “La penso come il collega tutore massimo Deputyh Deth, la situazione c’è ufficialmente sfuggita di mano, se prima quel Gorka che sfidava la fortuna era il problema più grave, adesso suona come uno scherzo e se non ci muoviamo subito perderemo la città sospesa, in tutti i sensi possibili.” disse Bartley “Stando ai rapporti dei tutori stellati stabiliti all’armeria i domatori a parte allenare i più giovani e ragionare telepaticamente non sembra stiano facendo altro, oltre ad allargare il loro numero accogliendo domatori da tutta la megalopoli e dalle cittadine vicine, pare che permettano anche ai rifugiatori di raggrupparsi e allenarsi lì, così come i tutori che li hanno seguiti.” disse Carnaby “Niente di nuovo quindi.” “No, niente di nuovo… ho parlato telepaticamente con la tutrice stellata Marilys Mys e il tutore Timothy Moth, a parte le loro teorie sulle intenzioni dei domatori e su come funzionano le armerie, niente di rilevante.” rispose Carnaby “Teorie tipo?” chiese Jeremy “Tipo i meccanismi nascosti, pare che la loro energia venga usata per alimentare tutti i meccanismi dell’armeria, che a loro volta sono un mix di banale materia che si trova in natura e energia Dom per renderla mimetica all’esterno e capace di reagire solo all’energia Dom, è sulle intenzioni dei domatori che non si capisce cosa-” “Lasciamo perdere questi discorsi inutili, io dico di lasciare che siano i tutori all’armeria a occuparsi dei domatori, già così abbiamo troppi problemi da gestire!” disse Deputyh interrompendo Carnaby “Forse stanno aspettando…” disse Jeremy Joth ottenendo le attenzioni dei suoi colleghi “Di cosa sta parlando collega tutore massimo Jeremy Joth?” “Stavo pensando al comportamento attuale dei domatori, hanno permesso a dei mostri, tutori e rifugiatori l’accesso a un’armeria, li lasciano radunare come loro si radunano all’armeria e mangiano, dormono e si allenano quasi tutti insieme… non hanno mia fatto nulla di simile, potrebbe essere una trappola visto che quei colleghi e quei mostri sono nella tana del nemico, ma io credo che loro, i domatori, si stiano preparando per qualcos’altro.” “Crede che ci sia qualcosa di diverso dal vincerci?” “E’ solo una teoria, ma sì, e in questo caso io mi chiedo… cosa c’è peggio di noi da convincere i domatori a lasciare le rispettive oasi e nascondigli per riunirsi e armarsi il prima possibile?” “Ora che mi ci fa pensare, all’inizio loro dicevano che volevano tenere al sicuro i loro simili dalle anguane… ma da quello che ci hanno detto i nostri colleghi, loro non sono poi così pericolose per i domatori, almeno quando si riuniscono tutti insieme.” ragionò Carnaby “Cosa sta cercando di dire collega?” chiese Bartley “Credo convenga anche a noi prepararci a… qualcosa, mandiamo messaggi telepatici a tutti i tutori guardia, stellati e normali di stare pronti a qualsiasi evenienza e di dedicare almeno un paio d’ore all’allenamento fisico e energetico.” “Ma questo non sistemerà quei complottisti che leggono le bufale della moster-gazzette.” fece notare Deputyh “Ci penserò io a loro, sono il più diplomatico e ragionevole in questa stanza, saprò farli ragionare.” disse Carnaby Croth “Ma collega tutore massimo-” Bartley venne interrotto da Carnaby “Sono sicuro della mia scelta, se dobbiamo dare fiducia ai nostri colleghi all’armeria per sistemare la questione dei domatori, e stare pronti a una possibile espansione della guerra qui, io non posso restare con le mani in mano, devo almeno provare a far ragionare quei mostri spaventati là fuori.” concluse Carnaby lasciando la stanza, i restanti tutori massimi ricominciarono a discutere “Dobbiamo prepararci.” disse Deputyh Deth.

Una settimana dopo, tutto cambiò, Carnaby Croth giornalmente teneva discorsi pubblici a tutti, o quasi tutti i mostri che abitavano Bibbur-sì sulla questione delle sparizioni, i domatori e le fake-news della monster-gazzette.
Ad ogni ascensore, bozzolo abitativo attaccato a un palazzo e le strade della città c’erano squadre di tutori guardia, nessuno poteva lasciare la città sospesa senza un permesso speciale ammesso dai tutori massimi, e chi usciva aveva un tempo limite da passare fuori dalla città e non poteva allontanarsi troppo dalla zona dell’ascensore.
Chi invece era fuori da troppo tempo o era in un’oasi quando sono state imposte le nuove regole, veniva portato subito al bozzolo ospedale, per assicurarsi che non avesse danni o malattie, perquisito, accertato la proprietà degli oggetti rinvenuti e posto a un interrogatorio da parte dei tutori massimi, e infine è stato istituito un coprifuoco non è permesso uscire dai bozzoli dopo le 10 di sera e si può uscire solo dalle 7 e mezzo.
Ovviamente la monster-gazzette ne approfittò per dare il messaggio che il consiglio dei tutori massimi fosse dittatoriale, ingiusto e corrotto, e scoppiavano proteste per la “libertà” dalla “dittatura transitoria” senza capire che questi sono i provvedimenti per tenerli al sicuro.
Le anguane visto i controlli di sicurezza dei tutori guardia e delle altre misure di sicurezza che i mostri hanno adotta, sono state costrette a rinunciare ai mostri della città sospesa e a dedicarsi esclusivamente dei pochi mostri che riuscivano a trovare e a prendere per le strade più isolate.
Erano tutte stanche, mescolavano sostanze, producevano, cacciavano, lavoravano e costruivano più di quanto mangiassero e dormissero, e chi crollava per la fatica veniva punita a suon di frustate dalla stessa anguana di Er.
Ermelia già dopo il primo giorno che sono state costrette a lasciar perdere la città sospesa ha dovuto aggiungere come regola le punizioni sia per motivare le anguane a darsi comunque da fare, ma le punizioni peggiori erano quelle che subivano chi crollava di fatica, se si crollava una volta 39 frustate, se si crollava due volte 78 frustate, se si crollava tre volte 100 frustate e chi crollava per la quarta volta i suoi averi venivano sequestrati e la strega veniva lobotomizzata, alla strega in questione vengono tolte le parti del cervello adibite alla personalità e il libero arbitrio, diventando delle macchine umane fatte solo per ubbidire agli ordini finché non si rompevano del tutto, sfruttate fino alla fine.

Nell’armeria invece, Zick aveva cominciato a fare coppia fissa con Elena durante gli allenamenti, la maggior parte del tempo la passava con il suo gruppo di giovani domatori dove si dedicavano all’intelligenza collettiva, pensando e ragionando insieme nei loro attuali limiti, poi dedicavano un po’ di tempo all’allenamento fisico, per il quale Zick era abbastanza negato, e alla pratica del Dom, ora Zick poteva lanciare raggi di energia Dom, palle di fuoco energetico, fulmini e bombe.
Anche Elena aveva una rigida scheda da seguire, andare a scuola, finire in fretta i suoi compiti, allenarsi nel seicho all’armeria e tornare a casa facendo molta attenzione a non insospettire troppo i suoi genitori, o almeno non più di quanto già non siano.
Ma quando si trattava di entrare nell’arena per esaminare la loro affinità con il compagno più fidato e le tecniche di combattimento, Elena e Zick erano sempre fianco a fianco, non solo, dopo la loro prima lotta insieme, anche altri giovani domatori e rifugiatori hanno iniziato a fare squadra insieme, l’intesa che c’era tra Zick e Elena era una su migliaia uguali, bambini e ragazzi di diverse fazioni che si uniscono in amicizia e tra gli adolescenti e giovani adulti, spesso le relazioni erano romantiche.
Ora all’armeria, durante i pasti, almeno tra i più giovani, ai tavoli le fazioni si mescolavano formando nuove amicizie, persino i mostri delle oasi si univano a quei ragazzi per ridere e scherzare insieme mentre si mangia, i tutori invece erano ancora molto scettici riguardo questo comportamento, Timothy invece con piacere supervisionava i più giovani e dava consigli, è grazie a lui se Zick poteva lanciare fulmini e ha dato delle lezioni di seicho extra a Elena per farle recuperare i passi dell’allenamento che saltava, e quando poteva esaminava i ragazzi nell’arena affrontandoli.

Non tutti erano entusiasti di questi cambiamenti, soprattutto le anguane, ma tutti ammettevano che c’è n’era bisogno. Mentre il tempo volava, ogni individuo ragionava e pianificava, tra le anguane Creola, Ziara e Irma stavano aspettando l’occasione per vendicarsi dello scherzo del Lurrido di Zick, mentre Ermelia era l’unica che attendeva con ansia il momento della verità sui piani del maestro… e ad ogni rapporto incrociava le dita per essere giudicata positivamente.
Tra i rifugiatori solo chi aveva dei buoni rapporti con i domatori, in un modo o nell’altro, dormiva sonni tranquilli, ma avevano comunque il terrore che qualcuno, tra i tutori e i rifugiatori rompesse quel clima di quiete e collaborazione che era nato.
I tutori e i domatori erano gli unici a non pensare, perché i tutori erano sicuri che i domatori si stessero preparando per affrontarli e metterli contro rifugiatori e alcuni tutori, infatti la maggior parte manteneva le distanze.
Mentre i domatori, erano concentrati sui propri obbiettivi cercando di distrarsi il meno possibile, o almeno gli adulti si comportavano così, mentre i ragazzi facevano per lo più quello che volevano.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Arriva Moog Magister. ***


Capitolo 14: Arriva Moog Magister.

Mancava una settimana al grande giorno e le anguane lavoravano come pazze, tutte tremavano guardando l’anguana di Er, da poco più che una settimana il numero dei mostri che riuscivano a catturare era drasticamente diminuito, e chi tornava a mani vuote veniva punita.
Ormai nessuno a Cupiditas dormiva e mangiava, mentre erano sempre di più le anguane che non pensavano più, gli occhi di Ermelia erano iniettati di sangue tanto erano rossi e non dormiva.

Quel giorno, Miranda, che cercato di mettere le distanze da Ermalia per evitare la sua ira ingiustificata, si è presentata a lei col fiatone e tutta sudata urlando il suo nome.
“CHE VUOI?!?!” strillò Ermelia quando si ritrovò davanti Miranda “Mi scuso per aver osato disturbarla, ma c’è una notizia importante che deve sapere venerabile.” rispose Miranda terrorizzata mentre Ermelia la guardava con uno sguardo inquisitorio che vece perdere la forza nelle gambe a Miranda “Beh!?” disse Ermelia innervosita mentre Miranda indicò tremante l’entrata del villaggio.
Ermelia si girò di scatto e vide… lui, il reggente di tutte le anguane in persona: Moog Magister, così anziano da essere l’apoteosi della vecchiaia, magrissimo, senza più capelli, con così tante rughe che lui ha raccolto in una lunghissima coda di cavallo, occhi neri e fossati tranne le iridi gialle, con i denti esposti all’esterno non riuscendo più a chiudere la bocca normalmente e sempre vestito con una tunica color turchese su cui erano incise delle rune. Guardava dall’alto in basso tutte le anguane presenti nel villaggio, mentre passo dopo passo cercava con lo sguardo… qualcuno.
Ermelia corse subito da lui dandogli il benvenuto, s’inchinò difronte a lui poggiando la testa a terra, subito dopo alzò di scatto la testa e strillò a tutte le anguane di smettere di lavorare e venerare il maestro, tutte fecero come ordinato mentre Moog guardando il villaggio e le sue abitanti rimase disgustato.
Lui ordinò a tutte di tornare a lavoro, mentre prese da parte l’anguana di Er per una conversazione privata “Mi scusi maestro, m-ma che cosa ci fa lei qui?” chiese Ermelia “Ero in viaggio, già da un po’, per arrivare qui.” rispose il maestro “Per quale motivo scusi?” “Quando ho saputo che stavi avendo dei problemi, con i domatori, e questo… NON... MI... PIACE...” Ermelia inghiottì un groppo di saliva “...e considerato che TU, sei stata l’unica che è riuscita farsi nemici i domatori… NON NE SONO... FELICE!” concluse Moog Magister “Quindi… è venuto ad aiutarmi?” chiese nervosa Ermelia, Moog si avvicinò a lei e la guardò dritta negli occhi “No!” rispose secco il maestro “Sono qui per valutare di persona, se vale la pena averti nel mio piano, e da quel che ho visto… credo che tu e le tue sotto poste siete di troppo.” Ermelia si mise a pregarlo in ginocchio “NO! Per favore maestro, posso migliorare, la prego mi dia un’occasione… non la deluderò, le porterò le teste dei domatori che hanno osato-” “Silenzio!” Moog ammutolì l’anguana “Forse non ti è chiara la situazione, ogni singolo nemico che ci facciamo, è una potenziale minaccia, poteva anche starmi bene qualche stupido umano semplice, o perché no, i mannari, i succubi o addirittura gli arcidemoni… ma i domatori… no.” Ermelia si rimise in ginocchio in un inchino profondo, Moog Magister era prossimo a lasciare quel villaggio, quando riecheggiò la voce di un’anguana che strillava entrando nel villaggio “Venerabile l’abbiamo trovata! L’armeria dei do-” l’anguana si fermò quando vide la presenza del maestro, gli fece subito un inchino mentre quest’ultimo si avvicinò all’anguana e le sussurrò all’orecchio “Hai trovato… cosa?” chiese lui “L’armeria… dei domatori.” rispose lei, Moog Magister si mise una mano sul mento e ragionò per qualche minuto, poi chiese “Dove si trova?”

Intanto nell’armeria, i più giovani erano prossimi al settimo passo della mente alveare, dovevano abituarsi ad essere connessi con ancora più persone insieme, e non perdere la loro individualità in quel mare di pensieri.
Elena invece con il suo impegno era stata la prima a seguire il “cambio della cintura” nel seicho, passando dal rango “piede tenero” a “primi passi” e di conseguenza il suo addestramento si sarebbe intensificato da quel momento in poi.
Timothy seduto sulla scalinata, all’altezza di una delle porte, osservava sorridendo la piazza delle cento porte piena di rifugiatori, domatori e mostri, mentre era perso nei suoi pensieri venne raggiunto dal tutore stellato Mercyrius Marx “Tutto bene collega?” chiese Mercyrius mentre si sedeva accanto a Timothy “Sai collega, è strano… guardali, i ragazzini vanno d’accordo anche se di fazioni diverse, e i mostri giocano con loro senza paura… fino a qualche mese fa una visione del genere mi sembrava impossibile… adesso che la vedo… mi piace, e non capisco il motivo.” “Già… è strano, ma è possibile, una via che non è la guerra, con i domatori poi.” “E la cosa più assurda è che a dare il via a tutto questo sono stati Ezechiele e Elena, un mio ex-tutelato e un’esterna che è entrata a forza nel Puddum-sì.” commentò Timothy “Per me ha senso, sono l’ennesima prova che i tempi stanno cambiando, umani di buona volontà si avvicinano al Poddum-sì ripudiando il Poddum-ska, e sempre più domatori che non voglio combattere contro di noi.” “Sento che da questo momento in poi le cose non possono che migliorare.” disse Timothy pieno di positività.

Ogni domatore al turno di guardia aveva il suo modo di sorvegliare l’esterno dell’armeria, il modo del clan Machaby era: nascondersi. Sfruttando la capacità di attraversare la materia, si nascondono nei muri, alberi o qualsiasi altra superficie, l’importante era essere nascosti lasciando solo gli occhi all’esterno per controllare la situazione. La domatrice Wally Machaby era nel suo turno di guardia e si stava annoiando, lei era sempre stata considerata la “pecora nera” della famiglia vista la sua poca pazienza e la predisposizione al combattimento, infatti tra uno sbadiglio e l’altro, aspettava che il suo turno finisse o che le si presentasse una sfida che l’avrebbe aiutata a ammazzare la noia.
Poco prima che il suo turno finisse, qualcosa dal bosco catturò la sua attenzione: un uomo magrissimo, brutto come la fame e così pieno di rughe da averle raggruppate in una lunga cosa di cavallo. Lei non sapeva se era un uomo o un mostro, ma quello spettacolo la disgustava, lei rimase ferma e zitta, voleva sapere cosa stava cercando di fare quel… qualunque cosa fosse.
Wally vide della luce tra le mani scheletriche dell’intruso, e subito dopo lo sentì dire: nebbia della verità. E dalla sua mani si generò una nebbia che non accecava, era semi-trasparente, quando la nebbia toccò la parete da cui si entrava per l’armeria, vide delle ombre azzurre, ombre di persone che indicavano la porta ed entravano tutte tranne una, che si appoggiò al muro e si mise dove si era nascosta lei.
Wally se ne accorse e sentì un campanello di allarme risuonarle nella testa, infatti anche l’intruso si accorse che la sua magia aveva evidenziato la sua presenza, Wally vide una piccola nube blu generarsi intorno alle mani dell’intruso e quando lui le puntò nella verso di lei, dalla nube partì un raggio di energia color verde acido che la puntava.
Walle saltò subito fuori dal suo nascondiglio evitando l’attacco, entrambi si misero in posizione di guardia, i due si scrutarono e poi l’intruso lanciò un altro raggio in direzione di Wally, lei protesse con un campo di forza e subito dopo iniziò a sparare sfere energetiche dalle mani.
L’intruso indietreggiò con diversi balzi per evitare le sfere e le esplosioni che generavano quando colpivano qualcosa, dopo averne schivate cinque iniziò una corsa contro il fuoco nemico, cercando di avvicinarsi a Wally evitando di farsi colpire dai suoi attacchi.
Wally vedendo che il suo avversario si stava avvicinando decise di cambiare approccio, disegnando dei cerchi nell’aria con la sua energia Dom ha creato degli anelli, quando l’intruso si avvicinò troppo a lei, Wally lanciò un anello di energia contro di lui.
L’intruso lo evitò prima che lo toccasse, ma Wally controllandolo a distanza ha fatto moltiplicare l’anello in tre che si lanciarono su di lui e lo immobilizzarono, l’intruso era legato e Wally sorridente gli fece l’occhiolino prima di fare che causò la detonazione degli anelli, lei pensò di averlo battuto, ma dal fumo provocato dall’esplosione partì un raggio che la colpì.
Wally cadde in ginocchio mentre si teneva la mano sullo stomaco bruciato dal nemico, l’intruso uscì dal fumo, era tutto bruciato e quei pochi peli che aveva addosso stavano bruciando, eppure sembrava non sentire dolore.
L’intruso guardò Wally e disse “Quello è tuo posto… in ginocchio dinanzi a Moog Magister!” mentre si preparava a sparare un altro raggio, Wally con un po’ di fatica si rese intoccabile e si nascose sotto terra, ovviamente Moog usò di nuovo la “nebbia della verità” per seguire i suoi movimenti e si mise a sparare raggi energetici cercando di centrare l’avversaria, Wally non stava un attimo ferma mentre Moog la bersagliava, sembrava quasi che lei gli stesse girando in torno per confonderlo, o per accerchiarlo.
Moog ben presto perse la pazienza, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, Wally uscì dal terreno, guardando meglio il terreno vide delle piccole scintille, tante piccole scintille che lo circondavano.
Alzando lo sguardo vide Wally ghignare mentre schioccava le dita lasciando cadere un’altra scintilla dalle mani, e come una miccia prossima a far esplodere una bomba, quando la scintilla toccò terra provocò una serie di esplosioni a catena.
Walle riprendeva fiato mentre il fumo si dissipava, Moog finalmente era a terra e lei iniziò a ridacchiare, si avvicinò al corpo di Moog ridendo, poi disse “Grazie per avermi intrattenuto, mi stavo annoiando.” ma quando Wally si avvicinò troppo a Moog, lui la prese per le caviglie e disse “Inferno sensoriale.” e una forte scarica elettrica percorse tutto il corpo di Wally.
Quando lui lasciò la presa, Wally a fatica riusciva a mantenersi in piedi mentre Moog si rialzava, Wally ad ogni passo sembrava sul punto di cadere, non riusciva più a coordinare i suoi stessi movimenti e quando provava a usare la sua energia Dom, raggi energetici partivano fuori controllo dalle sue mani e distruggevano qualsiasi cosa, tranne il bersaglio che lei voleva colpire, per fermare i suoi stessi raggi doveva fare uno sforzo immane, specie perché doveva forzare le sue braccia per fermarle.
Wally rivolse uno sguardo di rabbia pura nei confronti di Moog, mentre quest’ultimo si avvicinava a lei sorridendo, le punta la mano pronto a spare un nuovo raggio.

Tutti i domatori dell’armeria si fermarono, tutti quelli connessi alla mente alveare per lo meno, sentirono qualcosa… un dolore lancinante alla testa misto a un forte sentimento di morte e gli unici che non se ne accorsero furono: i rifugiatori, i tutori, i mostri e i giovani ancora in allenamento.
Zick e Elena si stavano allenando sotto la guida di Timothy, lottare tra di loro è un buon modo per elaborare le strategie, le contromosse e verificare la propria forza.
Timothy doveva solo correggere le tecniche Elena sbagliava, e dare dei suggerimenti su come usa l’energia, ma per il resto doveva ammetterlo “Quelle due pesti ne hanno fatta di strada.” commentò mentre Elena faceva una leva articolare su Zick atterrandolo, ma Zick si fece impalpabile e prima si liberò dalla persa dell’amica, poi scomparve sottoterra e infine riapparve alle spalle di Elena lanciandole contro una palla di fuoco Dom.
Elena la deviò senza problemi, il vero problema, era che esplose di nuovo addosso a Bombo mentre cercava di scappare con una pentola piena di cibo rubato dalla cucina, il cibo si carbonizzò sul colpo mentre Bombo rimase immobile, dolorante e bruciato.
Elena e Zick si fermarono e andarono ad aiutare Bombo, mentre Zick cercava di rianimarlo a Elena cadde l’occhio su tutta la piazza, se da una parte si sentiva orgogliosa di essere stata l’ispirazione per i giovani rifugiatori e domatori, dall’altra parte, o meglio poco più in alto: all’altezza di una delle cento porte.
Vide una figura e pochi secondi dopo la vide diventare invisibile, lentamente, non sembrava un domatore che si spostava attraverso le pareti, ma le ricordò l’ultima volta che hanno avuto a che fare con le anguane.
Elena avvertì Zick e Timothy, loro all’inizio non erano sicuri delle parole dell’amica, si recarono sulla porta dove Elena aveva visto la figura, ma non c’erano traccie di alcun tipo e con Timothy in forma normale lui non poteva ricorrere al fiuto potenziato delle gatto-sembianze.
Fortuna che Bombo era altrettanto bravo con il naso, soprattutto quando si trattava di scarpe, quindi quando si riprese si mise all’opera “senti niente?” chiese Zick “Me sentire diverse scarpe, tutte sudate, alcune più puzzolenti di altre…” Bombo si leccò i baffi pensando a tutte quelle scarpe a portata di mano “Bombo concentrati!” lo riprese Timothy, Bombo ricominciò ad annusare “...me non sente molta differenza dal solito ma -si ferma all’improvviso e ritorna a fiutare- momento… me sente puzza di vecchio… molto molto vecchio… a Bombo piacciono scarpe stagionate.” concluse Bombo prima di rimettersi ad annusare la traccia che ha trovato.
Moog Magister era riuscito a intrufolarsi nell’armeria dopo aver battuto Wally, con un altro raggio energetico ha sfondato il muro del passaggio al labirinto dell’armeria, e con l’incantesimo “nebbia della verità” ha potuto tracciare il percorso migliore per la piazza delle cento porte, ora l’unica cosa da fare era: trovare la stanza dei trofei dove i domatori conservavano i loro trofei di caccia. Aveva già testato la forza dei suoi avversari, ma voleva provare una sfida vera: rubare dei mostri dall’armeria senza farsi notare, e nel caso fosse stato scoperto, avrebbe avuto l’occasione per verificare di persona la forza di altri elementi dei domatori locali. Insomma, almeno mentalmente, era pronto a tutto, anche a perdere.
Moog guardava in ogni stanza cercando la sala dove i domatori conservavano i mostri catturati, aveva anche preso da Cupiditas un paio di Monster-scanner per essere ancora più sicuro di trovare la stanza giusta, ma quel posto era un labirinto e sta volta nemmeno la sua nebbia lo avrebbe aiutato, perché sembrava che nessuno da tanto tempo andava a depositare le proprie catture, per un attimo pensò che non ci fosse una sala simile, “Ma è pur sempre un covo di domatori ci deve essere per forza!” si ripeteva mentalmente Moog mentre continuava a girare tra i corridoi.
Mentre esplorava raggiunse una stanza strana, piena di lanterne, c’erano solo lanterne colorate che emanavano luci di diverse sfaccettature di colore, anche se tutte avevano un colore molto chiaro, quasi tendente al bianco.
A un certo punto il suo incantesimo d’invisibilità si esaurì e prima che potesse riattivarlo sentì un urlo, un urlo proveniente dalle sue spalle, era di Bombo che gridava “Allarme! Allarme! Scarpe non autorizzate!!” e insieme a lui c’erano: Zick, Elena e Timothy. Bombo corse subito via ad avvisare tutti, mentre i tre rimasero faccia a faccia con lui.
Tutti si fissarono intensamente, e nonostante Elena e Zick sentivano lo stimolo di vomitare vedendo in prima persona l’essere più brutto mai visto, riuscirono a mantenere il sangue freddo e mettersi in posizione di guardia, Moog invece fece una smorfia per il fastidio dell’essere stato scoperto, poi commentò “Dei mocciosi? Tsk Ermelia è proprio messa male…” la mani Zick erano cariche di energia così come lo scettro di Elena e il petto di Timothy “…risparmiate le energie, inchinati ora a Moog Magister e avrete un posto nel mio mondo, opponetevi e sarò il simbolo della vostra paura.” i tre vennero raggiunti da altri domatori e rifugiatori, tutti pronti ad affrontare il nemico apparso dal nulla che aveva scoperto e profanato la loro casa.
In quel momento da uno dei tunnel apparve una sfera di luce azzurrina, attirava l’attenzione dei mostri e dei rifugiatori che non avevano ancora lasciato la piazza, la sfera si diresse dove erano ammassati la maggior parte dei residenti dell’armeria, si mise tra Moog Magister e i domatori, e lì cambiò forma assumendo un aspetto… umano.
I domatori rimasero di sasso, la figura che aveva assunto la sfera era: Wally Machaby. Solo con i colori azzerati, eccetto il l’azzurrino dell’energia che emanava, lei guardò i suoi fratelli tristemente, abbassò lo sguardo e dopo un minuto ritornò una sfera di luce e si diresse verso una delle lanterne vuote appese in quella sala.
Moog vide la scena e notò l’espressione scioccata dei domatori, lui sorrise e disse “Anche gli dei muoiono.” a tutti i domatori gli occhi si tinsero di rosso in ogni senso, tante piccole luci rosse illuminavano la sala e il loro sguardo era focalizzato su Moog Magister.
Dopo attimi di silenzio, i domatori partirono alla carica come bestie impazzite mentre i rifugiatori e i tutori rimasero indietro confusi.

Moog con le mani si mise subito a sparare raggi energetici contro gli aggressori, ma i domatori insieme si dimostrarono più forti di un singolo, mentre alcuni difendevano con dei campi di forza, altri bombardavano Moog con tutto il potere che avevano.
Moog parò quanti più raggi possibili, ma mentre si difendeva non si accorse che dei domatori attraversarono i muri della stanza e lo circondarono, quando saltarono fuori dalle pareti erano pronti a colpirlo con un fulmine Dom ravvicinato.
Dopo aver subito quel colpo in pieno, si liberò dai domatori che lo circondavano, alcuni con la sua sola forza fisica, altri con il suo “inferno sensoriale”.
I domatori colpiti vennero scaraventati addosso alle pareti e ai loro fratelli, chi ha subito l’inferno sensoriale perse il senso dell’equilibrio e il controllo del proprio corpo diventando dei bersagli facili per Moog Magister, ma i domatori non si fermano e continuano ad attaccarlo come dei forsennati sparandogli addosso raggi e bombe.

Ma come faceva a non sentire il dolore e la fatica?

Moog tra un colpo subito e uno inflitto agli avversari, decise di passare ad un altro incantesimo: le onde fotoniche. Che come onde del mare travolsero tutti e li respinsero indietro, la corrente di quelle onde era molto forte e veloce, travolse tutti prima ancora che riuscirono ad alzare delle difese, solo pochi domatori e rifugiatori riuscirono a trovare un punto d’appoggio dove potevano resistere alle onde.
Lay e Teddy sono riusciti in tempo ad alzare dei campi di forza che protessero loro e pochi altri, tra i quali Elena e Zick, loro due si divisero, Zick si nascose sotto terra mentre Elena concentrava l’energia del suo scettro e quando fu pronta insieme ad altre quattro rifugiatori, tra i quali Greta, quando Teddy e Lay rimossero lo scudo i rifugiatori sbatterono forte sul terreno i loro scettri generando delle onde d’urto la cui potenza rivaleggiava con quelle delle onde di Moog Magister.
Le onde di luce di Moog contro le onde d’urto dei rufugiatori, nessuna delle due sembrava prevalere sull’altra, ma poi alle spalle di Moog apparve Zick con le mani cariche di energia Dom, Zick colpì a tradimento Moog alle spalle con dei raggi Dom facendogli perdere la concentrazione sulle onde fotoniche finendo per annullarle permettendo alle onde d’urto dei rifugiatori di avanzare e travolgerlo spingendolo il più lontano possibile.
Zick schivò le onde nascondendosi sotto terra fino alla fine della tecnica, quando Zick uscì dal terreno allo stesso tempo Moog Magister si rialzò e si tolse un po’ di polvere dal vestito, i domatori rimasti partirono alla carica insieme ai rifugiatori, a metà strada per raggiungere Moog Magister, domatori e rifugiatori si separarono, i domatori lo accerchiarono e facendo attenzione a non avvicinarsi troppo, ricominciarono a sparare raggi Dom, mentre i rifugiatori gli andarono in contro frontalmente.
Zick e Elena rimasero indietro ad assistere alla scena: i raggi Dom dei domatori si alternavano ad un pugno dei rifugiatori, se un rifugiatore si avvicinava per colpire Moog, un domatore alle spalle di Moog gli sparava un raggio Dom alle spalle per distrarlo, poi mentre Moog era girato per rispondere al fuoco con una delle sue magie, due rifugiatori insieme lo colpivano e il ciclo si ripete. Ma la vera domanda era “Come fa a resistere così tanto?” chiese Zick, in quel momento Timothy riuscì a risalire le scale e a raggiungerli dopo essere stato spazzato via dalle onde fotoniche, mentre riprendeva fiato Elena e Zick gli chiesero “Tu hai idea di chi o cosa sia?” Timothy guardò il loro avversario tenere testa a quella squadra di domatori e rifugiatori, poi ripensò ai suoi poteri “Se non sbaglio ha detto di chiamarsi: Moog Magister. Non è un nome da mostro… e i suoi poteri sono un qualcosa di nuovo anche per me… ma perché siamo qui a perdere tempo!? Catturiamolo! Lo interrogheremo dopo!!” urlò Timothy prima di farsi avanti con il suo raggio.
Moog si accorse che il tutore si stava preparando ad attaccarlo con un attacco forte, ma quella distrazione gli costò un paio di pugni sulla faccia e i domatori che lo immobilizzarono con i propri corpi.
Timothy sparò il suo raggio, ma prima che colpisse l’obbiettivo, Moog si liberò e si protesse con due incantesimi: inferno sensoriale e bollarabbia. Con inferno sensoriale si liberò dalla presa dei domatori, poi con bollarabbia si “protesse”.
In realtà quando il raggio colpì la bolla color rosso scuro, che avvolse tutto il corpo di Moog, la bolla esplose in un onda di vento rosso che respinse il raggio di Timothy fino ad annullarlo e spazzare via tutti i presenti nella stanza, quasi tutti sbatterono contro le pareti perdendo i sensi, chi invece era vicino alla porta, come Timothy e Greta, vennero sparati all’esterno della stanza e con loro altri domatori e rifugiatori che provavano ad avvicinarsi al luogo del conflitto.
Solo Elena e Zick non vennero spazzati via, perché Elena prese di peso Zick e con lui si nascose dall’attacco dietro l’entrata della sala delle lanterne.
Quando i venti rossi si placarono, i due guardarono all’interno della sala Moog Magister troneggiare sui corpi dei suoi avversari feriti, lui si accorse di essere osservato dai due bambini, poi si rivolse a uno dei domatori che aveva atterrato “Patetici, un esercito sconfitto da un singolo uomo…” lui premette il suo piede sulla testa di uno dei domatori, mettendoci sempre più forza, il domatore soffriva mentre dalla sua bocca uscivano solo lamentele di dolore “...vi avevo avvertito, che sarei diventato il simbolo della vostra paura, vi ho domato e ora appartenete a me.” concluse Moog avvicinando la faccia a quella del domatore che stava tormentando, ma quest’ultimo appena vide la sua faccia gli sputò in un occhio.
Moog rimase impassibile, lui si rialzò, si pulì e poi disse “Quindi non hai intenzione di collaborare? Molto bene… allora farò di voi un esempio per i più giovani.”
Moog caricò il suo famoso raggio…

e lì iniziò…

il massacro.

Colpì mortalmente tutti gli avversari che aveva atterrato nella sala, Elena e Zick cercarono di fermarlo sparandogli addosso, ma Moog con maestria si difendeva dai loro attacchi energetici, i due ragazzini assistettero con orrore alla scena, ogni loro azione era inutile, ogni volta che Moog uccideva un domatore, Zick sentiva un brivido lungo la schiena, seguito da un urlo di dolore proveniente dagli altri domatori dell’armeria, che era uno e centomila insieme.
Quando Moog finì, si rivolse ai due ragazzini e lentamente si avvicinò a loro, Elena e Zick erano paralizzati, non riuscivano a scappare, non riusciva a far uscire le urla che sentivano di dover fare.
La paura era una sensazione a cui non erano più abituati a provare, pensavano di essere invincibili insieme, eppure questo… essere, era più spaventoso dei pericoli affrontati finora, nemmeno nelle storie horror che tanto amava Zick c’era un essere così inquietante e forte.
Quando Moog Magister si ritrovò a un passo da loro, lui disse “Inchinatevi a Moog Magister.” ma prima che potesse finire la frase, Greta apparve dal nulla colpendolo sui denti con una ginocchiata e subito dopo Timothy lo colpì con il suo raggio energetico.
Dopo questi attacchi, Moog perse il Monster-scanner, Greta e Timothy erano tra Moog e i ragazzini, Moog fece una smorfia infastidita al tutore e alla rifugiatrice adulta, poi il suo sguardo si posò sui due ragazzini e per lui vederli tremare era delizioso.
Diverse urla disumane provenivano dalla piazza delle cento porte, suono di moltissime persone in corsa udibile si faceva sempre più forte, Elena e Zick guardandosi alle spalle videro tutti i domatori, erano loro la fonte di quelle urla innaturali per un essere umano.
Quando fecero irruzione nella sala, Elena e Zick notarono un paio di dettagli che da lontano non si vedevano: era noto che ai domatori gli occhi s’illuminano le iridi di rosso quando usano il loro potere, ma non l’avevano mai visto con gli occhi completamente rosso luminescente, quasi come se fossero di fuoco… e c’erano dei segni sotto agli occhi, segni di… lacrime?

I domatori assatanati si buttarono su Moog Magister, Timothy e Greta quasi vennero travolti da quei domatori impazziti, Moog cadde all’indietro quando dei domatori gli sono saltati addosso e hanno cominciato a colpirlo con pugni e calci potenziati dalla loro energia Dom.
Zick e Elena li videro colpire con una furia e un astio spaventosi, ma la cosa strana… era che Moog Magister non stava reagendo, neanche ci provava a difendersi con i suoi poteri, li stava lasciando fare pur avendo la forza e il potere di sbaragliarli tutti in un secondo.
I domatori, colpo dopo colpo, sentivano la loro energia fluire sempre di più nei loro muscoli, potenziando i pugni… ogni pugno era più forte del precedente, e dopo circa un minuto di furia cieca e colpi così forti da deformare, anzi tremare la sala, che avrebbero ucciso chiunque o qualunque cosa, il cranio di Moog cedette, così come ogni altra parte del suo corpo.
Quando i domatori di calmarono di lui rimase solo un mucchio di… sassi? Non c’erano ossa, non c’era sangue e non c’era carne, è come se si fosse pietrificato sotto i colpi dei domatori, ma questo è impossibile… anche se per persone che fanno parte del Puddum-sì sanno che è piena di esseri e eventi strani.
Quando i domatori si calmarono, tutti si misero a guardare i corpi dei loro fratelli e sorelle caduti… e dopo lunghi attimi di silenzio, accadde: gli occhi dei domatori si riempirono di lacrime, ma prima di rilasciarle i loro occhi s’illuminarono… di blu, era la prima volta che che Elena e Zick videro gli occhi dei domatori illuminarsi di blu, e poi tutti i domatori uno dopo l’altro iniziarono a emettere degli strani suoni, dei suoni che sembravano dei lamenti ma con una certa musicalità. Zick stesso sentendoli “cantare” quella melodia incomprensibile ma bella sentì di dover far sentire la sua voce, in quel requiem.
Dai corpi dei domatori morti si alzarono delle sfere di vari colori chiarissimi, le sfere assunsero per poco tempo l’aspetto dei domatori da cui sono usciti, hanno fatto un saluto e sono entrati nelle lanterne vuote di quella sala.
Quando il requiem finì Elena fece una domanda a Zick, anche se in realtà aveva capito cos’era appena successo, lei sperava con tutta se stessa di sbagliarsi, Zick non rispose, al suo posto rispese l’anziana Zay “Quelli che vedi lì appesi, sono Domulacrum… quando un domatore muore, non diventa un fantasma, la sua energia Dom si separa dal corpo e prende posto qui, nel cimitero” quando Zay concluse, Elena e Zick crollarono, le gambe non avevano più forza e la loro mente aveva troppo da processare.

Intanto a Cupiditas, Moog Magister interruppe la sua meditazione, Ermelia si avvicinò a lui e chiese “Tutto bene maestro?” Moog Magister non rispose, sembrava scontento, “Maestro?” insistette Ermelia “Il ‘golemagico’ ha fatto il suo lavoro.” rispose lui mentre si rimise in piedi “E come andata?” “I tuoi nemici sono patetici, ma sono tanti…” Moog fece una pausa improvvisa per pensare, e Ermelia era visibilmente preoccupata non sapendo cosa avrebbe detto, Moog la fissò con severità e a Ermelia il cuore saltò in gola “...se tu mi prometti che per il grande giorno sarete pronte-” “Lo saremo maestro!” “...voi non mi deluderete… vero?” “Assolutamente!” Moog uscì dalla stanza e si mise a cercare qualcosa in una delle sue tasche, tirò fuori un seme fece cadere a terra, dopo un paio di secondi il seme s’interrò da solo e subito dopo crebbe come una pianta una tenda dal colore violaceo.
“Il giorno del giudizio si avvicina, visti i nostri ‘avversari’, credo sia meglio se io vi stia accanto.” disse Moog “Lei alloggerà qui?” “Non deludetemi.” concluse Moog facendo un cenno a Ermelia prima di ritirarsi nella sua tenda.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Il risveglio. ***


Capitolo 15: Il risveglio.

Nell’armeria tutto si era fermato, dopo la strage di Moog Magister bisognava onorare e seppellire i corpi dei caduti: dieci domatori e sette rifugiatori. Nell’armeria erano tutti silenziosi, nessuno lavorava o si allenava, dovevano fermarsi e metabolizzare quanto accaduto.
Ai funerali nessuno disse nulla, neanche con la telepatia, il silenzio regnava sovrano e gli unici a piangere furono i domatori, soprattutto gli adulti anche i membri ritenuti da tutti come “feroci guerrieri” ovvero: John Mesignè, Zay Mamery, Skylaja Clash e Raphael Sol Machaby. I tutori e rifugiatori avevano visto i domatori in tutti modi possibili e immaginabili: furiosi, felici, tristi, arroganti, ecc. Ma questa era la prima volta che li vedevano così… fragili. Un tristezza e una sofferenza grande da parte loro non si era mai vista, che siano sempre così i funerali dei domatori?
C’era chi voleva chiedere “è tutto normale?” ai domatori, ma avendo paura di essere irrispettoso rimaneva in silenzio, Elena guardava Teddy, Lay, Lyu e i gemelli Luseney e tutti sembravano ugualmente tristi, poi guardò Zick, che era proprio accanto a lei, lui più che triste sembrava… scosso.
Del resto solo loro due hanno avuto la sfortuna di assistere all’orrore di Moog Magister, da quando si erano riuniti i domatori e c’era questa tregua con i tutori e rifugiatori, si sentivano potenti, invincibili, che potessero fare tutto.
Poi all’improvviso arriva questo “Moog Magister” che riesce a entrare nell’inespugnabile armeria, da solo tiene testa a diversi domatori e rifugiatori insieme, e ha sia la forza che il sangue freddo necessari per ucciderli… e loro non hanno potuto fare niente, niente di utile, e se là fuori ce ne fossero altri come lui?
Che faranno tutti ora che l’armeria non è più sicura?
Dove andranno?
Cosa faranno?
Dopo interminabili minuti di silenzio, gli adulti domatori, mandarono i bambini e i preadolescenti nelle camere dove si dorme e di aspettare lì, glielo dissero con la telepatia.
Tutti i ragazzini lasciarono la piazza delle cento porte, lasciando gli adulti e i tutori a discutere sul da farsi.
“Non posso credere che la nostra casa non sia più sicura…” commentò Zay tristemente, non il migliore dei modi per iniziare un discorso dopo un funerale, ma non sapeva cos’altro dire, Greta chiese “Cosa facciamo ora?” “L’armeria non è più sicura…” disse John Mesignè “…dobbiamo lasciarla.” rifugiatori e tutori rimasero stupiti dalle parole di Mesignè, che in quel momento stava parlando a nome di tutti i domatori, un tutore si fece avanti “In che senso?” “Credevamo di essere stati chiari… dobbiamo andarcene, questo luogo non è più sicuro.” “M-ma, era solo uno.” “Appunto, era solo uno… e guarda che cosa ha fatto.” disse John “Forse per voi tutori è un concetto troppo complicato da capire… una persona normale soffre da morire quando subisce un lutto… noi soffriamo dieci volte tanto…” l’espressione di tutti i non domatori cambiò in un’espressione scioccata “...noi siamo centomila…” disse John, “...E siamo uno.” dissero tutti i domatori insieme.
“Voi sapete cosa si prova a morire? Chi ha combattuto ed è morto lo sa… e lo sappiamo anche noi che proviamo ciò che provano i nostri fratelli morenti, mentre una parte di noi se ne va per sempre lasciando un vuoto che non può essere colmato, un dolore paragonabile alla morte ci tormenta, è uno degli svantaggi dell’essere tutti connessi… i lutti li metabolizziamo molto lentamente…” disse John, si fece avanti Dan Tulasech “...tra i quelle vittime c’erano amici… fratelli… genitori… figli… -prese un profondo respiro- per questo dobbiamo lasciare l’armeria, se ce ne sono altri come… quello… dobbiamo pensare proteggere i nostri cari, e non è restando dove ci hanno trovati che lo faremo.” concluse Dan.

I domatori non permisero ai rifugiatori e ai tutori di rispondere, chi provava a parlare con loro non veniva ascoltato, chi usava la forza veniva ignorato.
Loro erano abituati a combattere, ma non alla guerra e ai loro orrori, troppo distanti dai parenti ancora di leva, la morte non naturale per loro era terribile, ma ancora di più il fatto che ci fossero altri esseri oltre ai tutori abbastanza forti da abbatterli.
I rispettivi clan fecero le valigie, le coppie miste dovettero separarsi, i mostri vennero nuovamente trasferiti, ma se c’era una cosa che accomunava tutti: era il fatto che nessuno sapesse cosa fare da quel momento in poi, lontano dall’armeria.
Di certo non potevano tornare nelle loro vecchie case, anche se a qualcuno, Zick, mancavano i suoi nonni fantasma.

Elena tornò di nuovo a casa tardi, trovò la sua cena nel microonde e i genitori esausti sdraiati sul divano insieme ai neonati.
Lei aspettò a mangiare la sua cena, prese i suoi genitori e li mise a letto, fece la stessa cosa con i suoi fratellini. Una volta pronto da mangiare… non toccò cibo, non le piaceva farlo da sola, si mise a guardare fuori dalla finestra con uno sguardo perso, cosa pensava?
Lo sapeva solo lei, non sembrava esserci pace da quando ha deciso di fare parte di quel mondo, ripensava ai suoi genitori che faceva preoccupare ogni giorno, forse non è stata una buona idea diventare una rifugiatrice.
Spruscio si strusciò sulla sua gamba, lei lo prese in braccio e lo strinse a se.
Una settimana dopo.
Era il primo giorno di maggio, da quando i domatori hanno abbandonato l’armeria, Elena non ha più visto Zick e ne si è sentita con Greta, o con qualsiasi altro rifugiatore.
Si erano come volatilizzati, guardandosi in giro cercava con lo sguardo il suo amico domatore, si sentiva costantemente triste, quando sembra che le cose possano andare bene e durare succede sempre qualcosa che rovina tutto, sembrava aver perso la voglia di socializzare a scuola, non reagiva a nulla se non alla maestra e presto passo dall’essere presa in giro per il suo naso, all’essere presa di mira per il suo atteggiamento.
A Bibbur-sì si radunarono tutti i tutori per aiutare i tutori massimi a gestire la situazione, certo rischiarono di essere declassati o peggio, puniti con la gattivizzazione permanente per aver lasciato andare i domatori, ma Carnaby Croth e Jeremy Joth riuscirono a calmare i loro colleghi. Timothy, Marilys e Mercyrius ora erano un squadra di semplici tutori, il loro unico compito era di difendere la città sospesa da eventuali minacce, c’erano altre squadre come le loro, composte principalmente dai tutori che hanno vissuto all’armeria.
I mostri tutelati nelle oasi ottennero il permesso di ritornare nella città sospesa e abitare con le proprie famiglie, ma vennero comunque messi ai domiciliari per impedire loro eventuali ricadute.
All’ora di pranzo, Timothy e la sua squadra si fermò su uno dei tanti ponti di cui era composta la città sospesa, seduti con le gambe a penzoloni mentre mangiavano dei panini e guardavano la città dall’alto, Marilys si rese conto che Timothy guardava il suo cibo senza addentarlo “Ti senti bene collega?” chiese lei “Ti sembra che sto bene?” rispose Timothy con tono secco, Marilys disse “No.” e Timothy rispose “Ora hai la risposta.” lanciando giù dal ponte il suo panino, “Sei ancora contrariato per questo cambio di lavoro? Guarda che anche noi non siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo.” disse Mercyrius, “Non si tratta del lavoro.” rispose Timothy “Eppure dovrebbe, per un tutore non esiste altro che il dovere.” “Mercyrius Marx, non stai capendo la mia situazione, per me si sta ripetendo quello che è successo quando ho perso la tutela di casa Barrymore-” “Con il titolo di Stellato.” s’intromise Marilys “Ho dovuto salutare per sempre Greta e Zick…” precisò Timothy, Mercyrius lo guardò confuso “Il domatore? Posso capire la rifugiatrice, ma perché anche il ragazzino?” chiese Mercyrius “…” “Perchè?” “… …” “Collega Timothy Moth Esigo una risposta!” “Io non l’ho mai odiato! Ho solo capito come si sente un genitore…” Mercyrius e Marilys rimasero confusi dalla rivelazione di Timothy “...L'ho trattato come un detenuto tutta la sua vita, poi quando me ne sono andato, ho visto nei suoi occhi quelli di Greta… forse mi sono effettivamente rammollito a vivere con loro, ho vissuto quattrocento anni in quella casa, con quella famiglia, ho visto molti bambini nascere e altri morire, ma se c’era una cosa che mi ha sempre reso orgoglioso: era vedere quei bambini le persone che sono diventate nella loro vita. E anche se all’inizio l’ho negavo a me stesso, con Zick ne avevo perso l’occasione una volta e odiavo l’idea di come sono stato con un bambino che aveva bisogno di un padre.” concluse Timothy lasciando di sasso i suoi colleghi, i quali non seppero come rispondere o cosa dire.

Intanto a Cupiditas l’attesa era finita, i due mesi di tempo erano scaduti, Moog Magister si connesse al suo portatile e aspettò che si riunirono le anguane venerabili, stando ai rapporti le anguane di tutto il mondo erano pronte, tranne le anguane inglesi, quindi escluse.
Ermelia e ciò che restava delle sue sotto poste entrarono nella stessa stanza del loro maestro per assistere al discorso che doveva fare, Moog Magister iniziò a parlare “Mie allieve, mie anguane, vi ho dato il tempo per prepararvi, ma ora è il momento di agire!” si fermò per tradurre questa frase “Nel corso della mia lunga vita ho visto tutto il mondo, ho accentrato il mio potere, ho costruito una congrega di tutto rispetto…” si ferma e traduce “...eppure questo mondo, ha ancora altri segreti per me… o almeno, questo è quello che ho pensato, prima di scoprire gli antichi.” si ferma e traduce, tutte le anguane sembravano confuse, quali antichi? Di cosa parlava? “Nel corso dei miei viaggi, ho trovato il luogo di riposo di tutti, e ripeto, TUTTI i Gaiga-monster giganti.” si ferma e traduce lasciando le anguane a bocca aperta.
“Avete capito bene anguane, gli antichi mostri giganti, dormienti da millenni su questa terra, più volte l’umanità ha rischiato di svegliarli con i loro test atomici e le loro guerre…” si ferma e traduce “...ma per fortuna non si sono mai svegliati, ma mi hanno permesso di trovarli più facilmente…” si ferma e traduce “...la prima volta che vidi uno di quei giganti, mi sono sentito piccolo e impotente, e lì ho capito che dovevo fare mia la loro infinita forza e usarla… PER DOMINARE SUL MONDO!!!” si ferma e non traduce, continua col suo discorso “Ormai li ho mappati tutti, dalle montagne più alte agli abissi più profondi, nemmeno uno è sfuggito al mio sguardo, e ora sono pronti a essere svegliati e dominati da me per conquistare il mondo.” si ferma e traduce, inizia a illustrare nel dettaglio il piano e come procedere “Vi mando in questo momento la copia delle mappe dei vostri rispettivi paesi e continenti dove ho segnato i Gaiga più vicini.” si ferma e traduce “Il vostro compito è: raggiungere i luoghi segnati, piazzare le bombe, preparare le pozioni d’ipnosi e domare i Gaiga.” si ferma e traduce “Una volta domato un gigante, mi aspetto che vuoi conquistiate i vostri paesi… per me, e una volta che il mondo si sarà arreso al mio potere… AVRÀ INIZIO! UNA NUOVA ERA!!!” concluse Moog Magister, le anguane dopo lunghi attimi di silenzio sorrisero e esultarono al piano del loro maestro.

Le anguane di tutto il mondo si armarono di: esplosivi, pozioni d’ipnosi, respiro subacqueo e visione notturna. Si divisero in squadre, distribuirono le mappe e stabilirono quali Gaiga approcciare per evitare fraintendimenti.
Nei vari angoli del mondo, che fosse giorno o che fosse notte, le anguane si muovevano nei punti stabiliti, ma anche se li raggiungevano non significava che dovevano subito bombardare a tappeto la zona, dovevano prima addentrarsi all’interno delle caverne e avvicinarsi il più possibile ai Gaiga dormienti.
L’ideale sarebbe piazzare le bombe abbastanza vicino da non ferirli, ma solo disturbare il loro sonno per farli svegliare.
Le anguane fremevano all’idea che potevano avere dei mostri giganti al loro servizio, ma dovevano aspettare, aspettare il segnale del loro maestro, sarebbe stata una forma di mancanza di rispetto svegliare un Gaiga prima di lui e Moog Magister aveva in mente un Gaiga preciso che sarebbe stato il suo “animaletto”, e infatti ce n’era uno proprio non molto lontano da Bigburg, nelle vicinanze di Port Reef per essere precisi, Moog Magister e le anguane del bosco di Ciam passarono ore a guidare fino al paesino di pescatori.
Con la forza si fecero largo tra la città attirando l’attenzione dei cittadini terrorizzati, e non solo loro, anche la città sospesa locale con il suo consiglio dei tutori massimi li vide, ma prima che le loro squadre di tutori guardia potessero scendere per fermarli, avevano già preso il largo con dei pescherecci.

Moog Magister e le sue anguane si allontanarono così tanto dalla terra ferma che non si vedeva più a occhio nudo, Moog controllava più volte la mappa, era anche lui ansioso di mettere le mani su un Gaiga, al suo fianco c’erano Ermelia e Miranda, onorate di essere in prima linea al fianco del maestro.
Circa verso mezzogiorno, finalmente Moog Magister e la sua piccola squadra raggiunsero il punto che cercavano, Moog mandò Ermelia e Miranda in mare per raggiungere almeno i 450 metri di profondità, prima di lasciar cadere le bombe a orologeria, perché il Gaiga che stavano cercando era ancora più in profondità e dato che la durata del respiro subacqueo era limitato, come il tempo delle bombe prima di esplodere, dovevano agire velocemente, calcolare bene le distanze e evitare di farsi male.
Per assicurarsi che le bombe raggiungano l’obbiettivo, le fecero appositamente super pesanti, apposta per non essere spostate da qualche corrente marina dopo che le sganciarono.

Moog attese sorridendo sul peschereccio, il cielo era limpido con solo qualche nuvola e il mare calmo, per ora, le sue anguane si erano immerse da all’incirca un’ora, quando all’improvviso Ermelia e Miranda spuntarono fuori dall'acqua e si affrettarono a risalire sulla barca, infreddolite dalle acque gelide si misero al sole per asciugarsi e riscaldarsi, non avendo portato l’asciugamano non avevano altra scelta.
Mentre le due anguane si riprendevano, Moog Magister chiese “Avete sganciato le bombe?” Ermelia rispose “Certamente maestro, arrivati a questo punto, credo che le bombe raggiungeranno il fondale e il Gaiga prima che esplodano.” “Quanto manca?” “Se non erro cinque… o dieci minuti arrivati a questo…” Ermelia venne interrotta quando si udì un violento botto proveniente da lontano, mentre dal mare iniziarono ad alzarsi le onde “...oppure adesso.” concluse Ermelia.
Moog Magister fece preparare le pozioni d’ipnosi, si sporse verso il mare cercando con lo sguardo il Gaiga in questione.
Dopo circa un minuto iniziarono a salire ammollo pesci morti, mentre il mare si faceva più scuro fino a diventare nero, una gigantesca ombra proveniente dal profondo dell’inconscio rimasta per tutto quel tempo dormiente si era svegliato.
Le onde si alzavano sempre di più mentre un suono si faceva sempre più vicino, un suono simile a un ruggito, un ruggito che non apparteneva all’odierna fauna marina, il peschereccio di veniva sbalzato dalle onde facendo andare nel panico le anguane, Moog era l’unico che sorrideva mentre un’onda infinitamente più grande di tutte si alzò come un geyser verso l’alto.
Prima che si alzasse troppo, Moog, Ermelia e Miranda saltarono su di essa abbandonando la loro imbarcazione, non salirono sulla testa ma alla base del collo su una spalla, per sfortuna, ma almeno erano sopra il mostro.
Il Gaiga solo emergendo sembrava raggiungere l’altezza di un grattacielo, da lontano sembrava un montagna che cammina, Moog e le anguane si tapparono le orecchie quando il mostro una volta emerso emise il suo ruggito.

Il ruggito del Gaiga era così forte che venne udito da tutta Bigburg, pur essendo lontano chilometri e chilometri.
I cittadini rimasero ammutoliti dal ruggito innaturale, fece preoccupare i umani, i domatori e i rifugiatori, ma terrorizzò i mostri, soprattutto i tutori, i quali capirono all’istante che quel ruggito era un segnale di pericolo al massimo livello possibile.
Tutti i tutori guardia e normali vennero mobilitati sui palazzi e preparati ad affrontare l’inferno, mentre i mostri cittadini vennero fatti evacuare di fretta e furia, dovevano lasciare la città sospesa il prima possibile e nascondersi, la stessa, sequenza di eventi si verificò negli altri centri abitati della zona dove si è risvegliato il Gaiga.

Moog Magister, Ermelia e Miranda, non con poca fatica riuscirono a scalare il corpo del mostro fino a raggiungere il muso, una volta lì spruzzarono come un profumo le pozioni d’ipnosi facendolo inalare al mostro.
Dopo qualche attimo in stato confusionale, il mostro fu pronto, tutti i suoi cervelli erano svuotati per essere manovrati da Moog Magister, il quale diede alle altre anguane in giro per il mondo il segnale che stavano aspettando tramite messaggio radio.
Una dopo l’altra, ogni squadra finalmente azionò le bombe e si preparò ad assaltare il Gaiga che hanno puntato.

Intere montagne si sbriciolavano dinanzi agli occhi attoniti degli abitanti delle città vicine, dal sottosuolo enormi crateri si aprivano da cui sorgevano delle creature così grandi che non potevano esistere, con bocche che possono inghiottire navi da guerra in un boccone, bestie alate che solo volando oscurano il sole e provocano correnti d’aria così forti da far volare dei camion come se fossero foglie secche.
Quando la gente ha visto l’orrore di questi mostri ha chiamato le rispettive forze speciali, le forze armate di tutto il mondo si mossero quasi all’unisono con carri armati, caccia e missili, il governo russo e il governo americano erano tentati di rispondere con le loro armi nucleari verso quei mostri.
Ma per via del trattato INF i due paesi non poterono ricorrere alle armi nucleari, poteva passare per un attacco e avrebbero scatenato una nuova guerra mondiale, quindi i rispettivi eserciti dovettero arrangiarsi senza nucleare.

A Bigburg regnava il panico, mostri e umani scappavano a cercare rifugio, scavalcandosi e spintonandosi come pazzi, i bambini piangevano e la gente urlava, mentre caccia armati fino ai denti miravano alle gigantesche mostruosità volanti.
I tutori massimi lasciarono la stanza del consiglio, vedendo dei Gaiga di taglia titano, svegli, non potevano restare seduti a discutere, dovevano fare quanto in loro potere per combatterli… e non solo loro, per la città sospesa non c’erano solo i vari tutori, guardia e non, ma c’erano anche dei Gorka, Bonz Mangiatutto, Bomber Back insomma tutti i mostri che combattevano i domatori si unirono per aiutare i tutori a combattere questi avversari giganteschi, o quasi, guardando meglio le strade non c’erano solo i Gaiga titani, ma anche minori come i Tulkumani e Tulku-sporchi, evidentemente il risvegli dei giganti ha fatto lasciare ai Gaiga minore le loro tane e habitat facendoli entrare nel panico spingendoli fino ai centri abitati.
Le forze armate umani non ebbero alcuna possibilità contro i Gaiga, a fatica un missile riusciva a fare dei graffi sulle loro pelli e esoscheletri, mentre ai Gaiga bastava uno starnuto per distruggere i loro caccia, portaerei, carri armati e bombardieri.
Le anguane mentre cavalcavano i Gaiga ridevano come pazze, quasi a rendere un gioco il distruggere il maggior numero di forze armate possibile, finché non ne sopravvissero neanche uno.
Quando i Gaiga fecero un massacro dei soldati, devastarono le città facendo crollare il palazzi e paralizzato la popolazione impotente di fronte alla loro forza, le anguane in groppa ai Gaiga con dei megafoni, iniziarono un discorso indirizzato a tutta la popolazione.
“La vostra forza è inutile, la vostra paura è il nostro potere, le vostre città cadranno, tutto il mondo verrà distrutto per essere ricostruito in un glorioso mondo, riconosceteci come vostri padroni e avrete la pietà, in nome di Moog Magister reclamiamo il diritto di possedere le vostre città e le vostre vite!” mentre le anguane di tutto il mondo facevano lo stesso discorso a tutta l’umanità, venendo anche riprese dai giornalisti e trasmesse sulle televisioni di tutto il mondo.

In un luogo buio e lontano, qualcuno osservava e giudicava le loro azioni “Maestro!” disse una ragazza all’uomo che ascoltava il discorso delle anguane alla televisione “Maestro! Dobbiamo andarcene, è iniziata la fine del mondo! Se non ce ne andiamo sarà la fine e-” il maestro della ragazza alzò la mano facendo segno di fare silenzio, poi disse “Bravo Mugmug, vedo che hai fatto tu la prima mossa… sei sempre stato impaziente di prendere tutto ciò che vuoi…” la ragazza lo osservava confusa rivolgendo il suo sguardo verso il televisore “...considera questa esperienza come una lezione.” disse il maestro “Non farti prendere dal panico, impara ad aspettare il momento giusto, giudica la situazione e i giocatori che hai davanti… ma soprattutto, impara… guarda.” disse il maestro indicando la televisione.

Nelle città i tutori guardia, Gorka e Bonz Mangiatutto combattevano con tutti loro stessi per fermare almeno i Gaiga minori, a terra, in cielo ci pensavano i Bomber Back affiancati da dei Gorka che si fecero spuntare le ali e anche da altri mostri alati, tutto mentre i tutori, massimi e non con i loro raggi energetici cercavano di buttare giù i Gaiga titani.
Limitare i danni alle città era impossibile, e spesso i tutori si ritrovarono a indietreggiare dinanzi ai Gaiga che si erano avvicinati troppo.
Zick e Elena assistettero alla scena con orrore, Zick dal centro città, Elena dalla scuola, il terrore che provavano era così grande che era difficile concettualizzarlo, nemmeno l’attacco di Moog Magister di qualche settimana fa li aveva sconvolti così tanto, se quel giorno aveva visto un vero mostro tra i mostri, ora stavano assistendo alla fine del mondo che conoscevano.
Era davvero quella la fine?
Loro che scappavano come topi su una nave che affonda, mentre il mondo brucia loro non potevano fare niente, anche gli altri domatori sembravano aver perso la forza di combattere fuggendo dai Gaiga minori.
Dopo che l’ennesimo palazzo crollò facendo separare Zick da sua madre nella fuga, per Zick divenne tutto nero e le sue orecchie fischiavano, e mentre lui cercava di rimettere a fuoco la vista e l’udito, vide con la coda dell’occhio due cose: prima le anguane che ridevano come pazze da uno dei mega schermi pubblicitari dei palazzi, poi un altro palazzo crollare, ma che su di esso c’era parte della città sospesa e il palazzo distrutto aveva su di esso un dei cardini più importanti che facevano restare sospesa la città invisibile. Per Zick sembrava che tutto andasse a rallentatore, non poteva fare niente mentre il mondo bruciava, il cielo era diventato nero per l’accumulo di fumo dovuto agli incendi causati dai Gaiga, e i ogni suono veniva azzerato dal rimbombo del suo cuore, ad ogni battito sentiva una rabbia ingiustificata crescere.
Quando Zick raggiunse il punto di rottura, puntò uno dei palazzi più grandi ancora in piedi e si mise a correre in quella direzione.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16: L'ultimo cardine. ***


Capitolo 16: L’ultimo cardine.

Zick correva spedito per la sua via, lungo la strada usò il suo Dom per liberarsi la strada dai Gaiga minori che invadevano le strade, dopo circa un quarto d’ora di corsa e di lotta, si ritrovò nel mezzo di una guerra totale, c'erano Bonz e Gorka che combattevano i Gaiga minori, ma erano in svantaggio numerico.
Zick si caricò di energia e lanciò una serie di fulmini Dom che uno dopo l’altro folgorarono a morte i Gaiga, ovviamente non tutti, ma ha aiutato a bilanciare lo scontro.
I Bonz e i Gorka rimasero scioccati, uno dei Gorka si avvicinò a lui e gli chiese “E tu da dove salti fuori? E perché ci hai aiutati?” Zick non rispose, il suo sguardo era focalizzato sul palazzo adocchiato, in quell’esatto momento, un altro cardine della città venne spezzato, Zick digrignò i denti e senza pensarci due volte diede un ordine al Gorka “Spiega le ali e portami lassù!” il Gorka preso alla sprovvista si ritrovò a ubbidire, si fece spuntare le ali e portò Zick fino alla cima del grattacielo.
Zick per tutto il viaggio si stava maledicendo, sapeva che quello che stava facendo era un’idiozia, che avrebbe fatto meglio a scappare... ma ormai era arrivato fino a metà strada, gli sembrava giusto tentare.
Una volta in cima al palazzo, il Gorka minacciò di colpire Zick, ma lui gli diede un nuovo ordine “Chiudi le ali!” il Gorka le chiuse e si ritrovò a cadere, fortuna che allungò le braccia per aggrapparsi e fermare la caduta. Zick era terrorizzato, guardando quei mostri che nemmeno nei suoi libri s'era mai immaginato, sentiva una formica contro un branco di elefanti, ma in qualche modo quella paura che provava sembrava trasformarsi in forza. Sentiva l’energia scorrere nel suo corpo sempre di più e accumularsi, doveva usare quella forza.
Zick prese un respiro profondo, chiuse gli occhi, concentrò la sua energia Dom tra le mani generando una sfera energetica.

Moog Magister dal suo posto sentiva con soddisfazione notizie da tutto il mondo, notizie di resa, notizie di politici che lasciavano il loro posto per “donarlo” volentieri a lui.
Anche Ermelia e Miranda sorridevano al pensiero che tutto andava come previsto, e che presto avrebbero fatto una scalata sociale importante nel nuovo mondo del loro maestro.
Quando… all’improvviso Ermelia, guardando l’orizzonte, vide una luce azzurra in lontananza, che sia un faro?
Non era possibile, non era buio, e poi chi accenderebbe un faro nel bel mezzo della loro conquista del mondo?

La fonte di quella luce era a Bigburg, Zick stava concentrando così tanto la sua energia Dom in quella sfera che l’energia emessa era abbagliante.
Da lontano poteva sembrare un faro, un faro di speranza che potesse essere visto da chiunque, ma che avrebbe attirato tutti i mostri.
Greta resasi conto della situazione corse come una forsennata nel tentativo di raggiungere suo figlio, la situazione dal suo punto di vista era critico, non permetteva a niente e a nessuno di intralciare la sua strada, qualunque ostacolo si ritrovò davanti lo distruggeva con la sua forza.
Anche Elena vide la luce che emanava Zick, e senza pensarci due volte, scappò da scuola saltando dalla finestra, corse fino a casa sua per armarsi di scettro e subito dopo ricominciare a correre verso il centro.

I tutori dal loro punto di vista le azioni di Zick erano considerate “folli” cosa pensava di fare quel ragazzino da solo?
Deputyh diede l’ordine di fermarlo qualsiasi cosa stesse facendo, anche se prima ancora che desse l’ordine, Timothy si era già mosso per raggiungere Zick, saltò di palazzo in palazzo, di ponte in ponte, salì in groppa a un mostro da trasporto con zampe simili a quelle di un gecko, la sua capacità di arrampicarsi sulle pareti lisce e scalarle era utile.
Doveva raggiungere Zick il prima possibile, ma il mostro che stava cavalcando era troppo lento, quindi con il suo potere ruppe i vetri delle finestre e decise di prendere l’ascensore.

Su uno dei Gaiga titani volanti, c’erano tre anguane che Zick conosceva molto bene: Creola, Irma e Ziara. Le quali quando videro Zick, ebbero un’idea malata: da quando Zick le ha truffate con un Lurrido hanno serbato un certo rancore e attendevano con ansia il momento della loro vendetta. Creola prese il controllo del mostro e lo indirizzò contro Zick.

Zick aveva accumulato così tanta energia che a fatica riusciva a contenerla, delle piccole scariche fuoriuscivano dalla facendo crepare il pavimento, lui stesso era accecato dal suo potere.
Tutto accadde molto in fretta, i tutori stavano provando a raggiungere Zick, Timothy aveva raggiunto l’ultimo piano prima del tetto, Greta e Elena raggiunsero a fatica il quartiere dove si trovava Zick e il Gaiga comandato dalle anguane era vicinissimo all’uccidere Zick... ma Zick si decise a rilasciare la sua energia lanciando un’onda energetica il cui solo rilascio ha fatto tramare il palazzo.
L’onda d’urto fu così violenta che distrusse i vetri del palazzo, sbalzò indietro i tutori che cercavano di raggiungerlo, tranne Timothy, essendo all’interno sembrava quasi un terremoto per lui.
L’attacco di Zick era abbastanza forte da trattenere il Gaiga, ma non era abbastanza per ucciderlo, le anguane ridevano mentre si avvicinavano a lui, in quel momento Zick lanciò un urlo e con uno sforzo ulteriore diede ancora più potenza all’attacco che, finalmente, non solo trapassò completamente il corpo del Gaiga, ma ne distrusse la maggior parte, lasciando integri solo: il cranio, le ali e le zampe posteriori. Le quali si sfracellarono al suolo.
Quando Zick si fermò, cadde a terra svenuto, lo sforzo immane che aveva fatto lo lasciò senza forze.

Quando Timothy finalmente riuscì a raggiungere il tetto e vide Zick svenuto, lui corse subito da Zick e posò l’orecchio sul suo cuore, per fortuna batteva ancora, Timothy lo strinse a se sollevato.
Ma subito dopo si rese conto che Zick aveva appena ucciso un Gaiga, da solo, neanche lui si aspettava una potenza simile da un ragazzino di a malapena undici anni.
Timothy non ebbe il tempo di stupirsi che venne contattato telepaticamente da Jeremy Joth “Messaggio telepatico, messaggio telepatico, tutore Timothy Moth mi ricevi?” “Forte e chiaro.” “Rapporto sullo stato del domatore.” “Zick è- mi scusi, il domatore è vivo e vegeto, ma è molto stanco, quell’attacco di prima deve averlo sfinito.” al che s’intromise Carnaby Croth “Ma ha ucciso il Gaiga…” tutti i tutori massimi si rivolsero verso di lui, conoscendo Carnaby gli altri tutori massimi sapevano esattamente cosa stava pensando “Non se ne parla neanche collega tutore massimo Carnaby Croth! Noi non chiederemo aiuto ai domatori!” strillò Deputyh Deth “Ma colleghi, abbiamo altre opzioni? I Gaiga sono ovunque e anche tutti insieme non gli facciamo nient-” prima che Carnaby potesse finire la frase, si sentì un forte tonfo, e guardandosi attorno videro la loro città sospeso crollare, si resero conto che era rimasto solo un cardine a tenere su la città sospesa.

Carnaby non perse tempo, corse verso l’ultimo cardine gridando a pieni polmoni “Per la città sospesa!” lasciando lì i suoi colleghi.
Bartely Bath, Deputyh Deph e Jeremy Joth si scambiarono uno sguardo, si lessero la mente a vicenda e poi diedero dei messaggi telepatici a tutti i tutori, ordinarono di trovare i domatori e di farli prendere parte alla battaglia, d'altronde non avevano altre opzioni.

Le azioni di Zick scossero tutti, gli umani ovviamente rimasero a bocca aperta, i rifugiatori anche e i mostri non sapevano più di cosa aver paura, se i Gaiga o i domatori, ma soprattutto... le anguane lo videro e una dopo l’altra persero il sorriso tutte quante.
Quando Moog Magister venne a sapere che un Gaiga è stato abbattuto, da un ragazzino, s’innervosì un pochino e ordinò via radio a tutte le anguane di distruggerlo al più presto, strillando che era solo un colpo fortunato.
Le anguane più vicine si precipitarono sul luogo dell’attacco di Zick coi rispettivi Gaiga, ma Timothy lo portò al riparo saltando da un palazzo all’altro pregando che Zick si svegliasse.
Greta e Elena non rimasero in stasi tanto a lungo, si fecero largo tra i Gaiga minori, ma non provarono a sfidare i titani, dovevano raggiungere il responsabile dell’uccisione di un Gaiga.

I domatori che assistettero alla scena si misero a comunicare a tutta la loro mente alveare, comunicarono a tutti i loro fratelli e sorelle quanto accaduto, era incoraggiante pensare che i Gaiga potessero effettivamente morire, ma ne avevo la forza o era solo un caso isolato?
Mentre ci pensavano e si consultarono, i ragazzini che non erano ancora connessi alla mente alveare, si misero a correre e a prendere parte nel conflitto ispirati da Zick, Lay con un vortice Dom ha spazzato via i Gaiga minori, Teddy bombardava con tutto il suo potere il titano più vicino, i fratelli Luseney sparavano palle di fuoco Dom e venti freddi Dom e così via, sempre più domatori prendevano coraggio e iniziavano a opporre resistenza.

E quando gli adulti vennero raggiunti dai tutori che letteralmente pregavano la loro forza, anche gli adulti lasciarono i loro dubbi alle spalle e si lanciarono nella mischia.
Ogni Gaiga venne preso di mira da squadre di diversi domatori che univano le loro forze, combinando le energie dei loro attacchi poterono causare danni seri.
Per abbattere un titano alato i domatori usarono la tecnica degli anelli Dom, unendo le loro energie crearono degli anelli giganti che potessero bloccare il Gaiga.
Ma quando lanciarono gli anelli, il Gaiga gli schivò e vennero avvistati dalle anguane che li cavalcavano, ma Zay con l’aiuto di un Bomber Back, riprese gli anelli e li rilanciò contro il Gaiga puntato, e sta volta lo immobilizzarono.
Zay poco prima di cadere diede il comando che fece esplodere gli anelli Dom, una violenta esplosione fece precipitare il titano, Zay si diede una spinta di vento Dom per atterrare sul tetto di un palazzo vicino, ma poco prima che potesse scendere per aiutare gli altri domatori, un esercito di Tulkumani che avevano scalato il palazzo la circondarono.
Era sola e contro chissà quanti Gaiga, Zay fece un respiro, i suoi occhi s’illuminarono di rosso e disse “Ho cresciuto da sola due ragazzine testarde, a confronto non siete niente… sono pronta ad affrontarvi… e sono pronta a morire.” concluse mentre si mise in posizione di guardia.

Ogni Gaiga della zona di Bigburg subiva gli attacchi combinati dei domatori, se Zick da solo a fatica ne aveva ucciso uno, tutti i domatori insieme che collaborano ne poterono abbattere quanti ne volevano.
Alcuni domatori collaboravano con rifugiatori e tutori, controllando le mostrine aprivano dei buchi nei Gaiga, e poi attaccavano dall’interno distruggendo le ossa e gli organi interni del mostro, e quando uscivano, restava un solo il corpo del mostro senza vita.

La città era un campo di battaglia, i mostri combattevano, i rifugiatori combattevano e i domatori combattevano.
I Gaiga minori erano i più facili da gestire, con i titani era un po’ più difficile, ma da quando Zick aveva abbattuto quel primo gigante ne caddero altri sette.

Quando Ermelia e Miranda dissero al loro maestro che la situazione a Bigburg stava peggiorando per loro, divenne visibile una vena gonfiarsi sulla fronte del maestro, ma prima che lui dicesse qualsiasi cosa ricevette una serie di messaggi radio da parte delle anguane di tutto il mondo.
Ogni singola anguana riportava dei problemi gravi, causati da chi gli opponeva, che non erano umani normali, ma i rifugiatori e domatori dei rispettivi paesi.
Moog imprecò in tutte le lingue che conosceva, tutori e domatori avevano mandato dei messaggi telepatici ai loro simili degli altri paesi.
Moog strinse i pugni così forte che le unghie gli entrarono nella carne, Miranda e Ermelia non dissero nulla, non lo avevano mai visto così arrabbiato.
Quando lui rivolse il suo sguardo indemoniato verso di loro, le prese il collo e le gettò in bocca al suo Gaiga “INUTILI!!! Se vuoi un lavoro fatto bene, fattelo da solo!” esclamò Moog Magister mentre diresse il suo Gaiga verso Bigburg.

Elena e Greta con il loro lavoro di squadra sgominarono i loro nemici, ma fu quando vennero raggiunte da Timothy che videro la situazione di Zick, vivo ma privo di sensi, “Ti sembra il momento di dormire?!” lo rimproverò Elena come se la potesse sentire, ma Zick non reagì.
Certo sarebbe stato meglio se tutti facessero la loro parte, ma era anche vero che Zick ha consumato molta energia, quindi potevano solo sperare che si svegliasse al più presto per aiutare, in compenso i Gaiga che invadevano la città erano drasticamente diminuiti di numero e le anguane che li possedevano, o morivano o diventavano prigioniere di guerra.

Zick riprese conoscenza quando Elena gli diede una piccola scossa col suo scettro, Zick si sveglio con i muscoli delle braccia doloranti, lo spettacolo che aveva davanti era paragonabile alla guerra dei mondi, ma in compenso, almeno all’apparenza sembrava che stessero vincendo loro.
Non solo, vide pochi metri di distanza Lyu lottare fianco a fianco con Mercyrius Marx, e la stessa cosa la stavano facevano gli altri domatori non solo coi tutori, ma con tutti i mostri che avevano preso parte alla battaglia.
Il numero di Gaiga titani e minori era diminuito a tal punto che tutto si fece silenzioso, anche se, alzando lo sguardo vide che a Bibbur-sì era un disastro, gran parte della città sospesa era caduta con Bigburg.

Zick si rimise in piedi, sua madre non sapeva se essere arrabbiata perché era scappato e sfidato i Gaiga, o felice che stesse bene e ne avesse abbattuto uno da solo, nel dubbio ignorò quei pensieri e preferì abbracciare suo figlio, all’abbraccio si unirono anche Timothy e Elena, in fondo avevano tempo per permetterselo.
Ma all’improvviso tutti sentirono la terra sotto i piedi tremare... tremava a intermittenza, aveva un ritmo: tremore, minuto di silenzio e di nuovo tremore.
Si ripeteva sempre con questo ritmo mentre la potenza delle scosse si faceva sempre più forte.
Tutti cercarono con lo sguardo la fonte, avevano già capito di cosa si trattasse, si misero in posizione di guardia, anche se Zick non era nel massimo delle sue potenzialità, lui voleva contribuire, anche perché si era avvicinato abbastanza da essere visibile: il Gaiga più grande di tutti. Un vero e proprio alfa tra i Gaiga.
Il ruggito del Gaiga incuteva terrore in chi lo sentiva da lontano, e chi era vicino sentiva la terra tremare, ma come faceva Moog Magister a stargli sulla testa?
Carnaby Croth affiancato a Deputyh Deth quando lo videro, capirono subito che era il responsabile di tutto quel caos, Carnaby rimase a difesa dell’ultimo cardine mentre Deputyh corse verso uno dei bozzoli ancora integri.
Moog Magister, arrabbiato come non mai, fece un respiro profondo, fece un incantesimo che fece oscurare il cielo: dal nulla nuvole nere di tempesta iniziarono ad oscurare tutta Bigburg, fulmini e saette iniziarono a uscire dalle nuvole e diversi fulmini colpirono il Gaiga che stava cavalcando.
Quell’incantesimo era la “collera degli dei” ogni fulmine che colpiva il Gaiga lo caricava di un energia che lo potenziava, le vene del Gaiga iniziarono a illuminarsi di un blu elettrico.
Ad ogni ruggito del Gaiga, potenti onde d’urto facevano tremare la terra e generavano correnti d’aria che facevano crepare i palazzi, Carnaby per non essere spazzato via e impedire che cadesse anche l’ultimo cardine, alzò il suo scudo energetico, a fatica riuscì a resistere a un singolo colpo, ce l’avrebbe fatta fino alla fine?
Moog Magister iniziò a parlare “Questo mondo è mio! Ho reclamato il mio diritto quando ho risvegliati gli antichi Gaiga! Arrendetevi o diventerete parte delle fondamenta del nuovo mondo!” dalle nuvole una fredda pioggia nera iniziò a scendere mentre altri fulmini caricavano di energia il Gaiga.
Moog non ricevette risposta, guardando in basso, potè vedere chiaramente, decine di migliaia di occhi rossi che brillavano nel buio, piccoli come formiche ma anche numerosi e questo per lui bastava come dichiarazione di guerra. Un ennesimo fulmine colpì il Gaiga, ma sta volta colpì anche Moog Magister e anche lui iniziò a brillare come il suo Gaiga, dopo di che urlò “CARICA!!!” e il Gaiga emise ancora una volta il suo ruggito prima di iniziare a caricare i suoi bersagli.
Timothy prese Zick per aiutarlo a muoversi più velocemente, e tutti insieme si misero a correre per cercare un riparo, mentre loro si spostavano, gli altri domatori attaccavano il Gaiga lanciandogli addosso tutte le varianti possibili e immaginabili della loro energia Dom: bombe, anelli, raggi, fuoco, fulmini e altro ancora. Anche i tutori e i rifugiatori con i loro attacchi energetici attaccarono il Gaiga, non era per abbatterlo ma per distrarlo mentre altri domatori si avvicinavano di soffiato per abbatterlo dall’interno come avevano fatto con gli altri.
Ma quando provarono ad attraversare il corpo del mostro, una potente scossa li respinse, non riuscivano a controllare nemmeno le mostrine del mostro per aprirsi dei buchi, ogni strategia era inefficace.
Quando i domatori lo comunicarono ai loro fratelli dovettero cessare il fuoco e battere il ritirata, Moog Magister di certo non rimase fermo, mentre i suoi avversari iniziarono a correre iniziò a prenderli di mira con i suoi raggi energetici, per lui era come bruciare vive le formiche con una lente d’ingrandimento, era divertente per lui.
Ma mentre sghignazzava sentì un forte dolore alla schiena, la sua veste era rovinata e la sua schiena era bruciata, lui si guardò intorno ma non vide nessuno, quando all’improvviso sentì un dolore alla faccia, un dolore simile a quello di un pugno tra i denti, e poi lo sentì di nuovo e di nuovo.
Era da tanto che non provava il dolore sulla sua pelle, e il pensiero che qualcosa o qualcuno lo stesse ferendo lo faceva inferocire, ma non si capiva cosa lo stesse attaccando era come se il suo avversario fosse… invisibile.
Dalle tasche tirò fuori un monster-scanner e si sbrigò ad indossarlo, vide un mostro alato da soma, e un tutore massimo che lo guardava con astio.
“Lurido mostro…” disse Moog Magister “...come ti permetti di toccarmi!” “Sono il tutore massimo Deputhy Deth, il mio compito è proteggere la MIA città!” rispose il tutore mentre il simbolo sul suo petto iniziò a brillare, Moog repentinamente gli sparò un raggio contro ma venne bloccato dallo scudo energetico di Deputhy.
Moog e Deputhy si sfidarono mentre il Gaiga continuava a camminare, cercando di schiacciare e divorare i suoi nemici, i domatori riuscivano a salvarsi attraversando il terreno e nascondendosi sotto terra, tutori e rifugiatori dovevano correre oppure generare degli scudi energetici, anche se poco efficaci.
I mostri alati come i Bomber Back e i Gorka volavano in cielo, attaccavano la montagna che cammina come potevano, ma ottenendo scarsi risultati.

Zick notò una cosa guardando il cielo, la presenza di mostri alati che non aveva mai visto, ma che Deputhy Deth ha cavalcato per raggiungere in fretta la testa del Gaiga e il suo padrone, evidentemente per sbaglio li aveva liberati tutti.
A quel punto gli venne un’idea: con un ordine telepatico avrebbe ordinato ad alcuni di quei mostri di atterrare, poi li avrebbero usati per volare e combattere in cielo. Inviò subito un messaggio telepatico agli altri domatori, i quali a macchia d’olio diffusero a tutti gli esterni della mente alveare l’idea di Zick, e tutti insieme hanno richiamato quei mostri.
Quando domatori, rifugiatori e tutori furono tutti in groppa ai mostri alati la battaglia divenne aerea, su ogni mostro alato c’erano almeno due persone, una che guidava il mostro e l’altra che sparava con i propri raggi.
Zick non essendosi ancora ripreso si mise a guidare il mostro mentre Elena con il suo scettro attaccava il mostro, lo stesso fecero Timothy e Greta, con Timothy che guidava e Greta che attaccava.

Intanto sulla testa del mostro, Deputhy stava avendo la peggio contro Moog Magister, la gran varietà di incantesimi che possedeva il maestro delle anguane lo rendeva un avversario temibile.
Ma non per questo Deputhy si arrese, strinse i denti, e anche se non aveva una gran varietà di mosse aveva una forza considerata “invidiabile” dagli altri tutori, non è mai stato in guerra, ma questo non lo rendeva inferiore ai suoi colleghi, visto che più volte i suoi raggi energetici hanno annullato quelli di Moog.
Moog d’altro canto era stanco di questo “contrattempo” e provò lanciargli contro le “onde fotoniche” ma Deputhy con il suo potere divise le acque luminose e un raggio, colpì Moog Magister.
Moog rimase destabilizzato dall’attacco, a quel punto Deputhy restrinse la distanza tra lui e Moog e lo scontro divenne un corpo a corpo, per impedire a Moog di ricorrere ad altri incantesimi.
Deputhy affondò un pugno nello stomaco di Moog Magister, poi uno in faccia dall’alto, poi uno in faccia dal basso, ma prima che potesse colpirlo oltre, Moog gli fermò la mano e gli sparò un raggio a distanza ravvicinata.
Deputhy si scansò in fretta uscendone con solo un graffio sulla guancia, e da quella distanza sparò dal petto un raggio che distrusse ulteriormente la veste di Moog e lo ferì, Deputhy provò a colpirlo di nuovo con un pugno, ma venne anticipato da Moog che gli diede un calcio sul fianco, e poi un altro e poi un altro ancora.
Deputhy riuscì a dargli un altro pugno in faccia prima del prossimo calcio, ma prima che potesse colpirlo di nuovo, il Gaiga divenne irrequieto.
I movimenti del Gaiga erano diventati… strani, era l’unico modo che avevano tutti i presenti per descriverlo, Moog non capì, ma vedendo che il Gaiga si agitava quasi a volerlo disarcionare, gli venne in mente una cosa che non gli piaceva per niente: l’effetto della pozione d’ipnosi era finito. Il Gaiga si stava dirigendo verso i palazzi ancora in piedi per andarsi a schiantare volontariamente, cercava di togliersi di dosso il tutore e il maestro delle anguane.
Moog faceva fatica a stare in piedi sul suo Gaiga, voleva usare di nuovo le pozioni d’ipnosi, ma il Gaiga non glielo permise, nel distruggere i palazzi fece cadere sia Deputhy che la riserva di pozioni di Moog.
Deputhy per fortuna si aggrappò alle scaglie del Gaiga, ma cadde comunque dalla testa lasciando solo Moog Magister, il quale non fece altro che strillare “Stupido Mostro! Io sono il tuo padrone! Devi obbedirmi!” ma il mostro continuò furioso, ignorando i mille avversari che aveva attorno che lo bombardavano, lui si diresse verso altri palazzi su cui provò a grattarsi via Moog e Deputhy.
Dopo aver distrutto tre grattacieli puntò verso il prossimo, quello dell’ultimo cardine difeso da Carnaby, il quale con tutto il suo potere alzò uno scudo energetico enorme che bloccò il mostro dallo schiantarsi, ma questo fece solo irritare il gigante, che cominciò a dare una serie di testate furiose contro lo scudo di Carnaby intenzionato a distruggerlo.

Testata dopo testata, Carnaby sentiva che le sue forze non sarebbero bastate a fermarlo per sempre, era stanco per la lunga lotta, i suoi colleghi erano lontani, il Gaiga era fuori controllo e la battaglia non era finita, doveva resistere anche a costo di morire, doveva fermarlo, per la città sospesa. Man mano che il Gaiga cercava di distruggere lo scudo di Carnaby, il suo corpo perdeva luminosità, diventando di conseguenza di nuovo un bersaglio facile per i domatori, mancavano poco e la luce sarebbe sparita del tutto.
I domatori attendevano impazienti, mentre Moog faticava a restare in piedi e lanciare di nuovo l’incantesimo, e allo stesso tempo Deputhy si arrampicava per risalire l’enorme corpo del Gaiga, mentre Carnaby resisteva con il suo scudo.

Quando finalmente il mostro perse del tutto la protezione dell’incantesimo, tutti i domatori, anche Zick, si lanciarono sul mostro ed entrarono nel suo corpo.
Il mostro si fermò e emise un forte ruggito, un ruggito di dolore, i domatori lo stavano distruggendo e a Moog Magister questo non piacque, neanche un po’.
Ma nonostante il mostro avesse perso alcuni cuori, diversi organi vitali non funzionavano più e qualche cervello esplose, era ancora ben lungi dal morire come gli altri Gaiga e ricominciò furioso a prendere a testate lo scudo di Carnaby, ancora più forte di prima, lo scudo energetico di Carnaby stava crepando, il tutore massimo era in ginocchio mentre Jeremy e Bartely cercavano di raggiungerlo prima che fosse troppo tardi.
Zick affiancato da Bobby e Lay tra un osso rotto, un cuore scoppiato e qualche altro organo che non conosceva veniva distrutto, iniziarono una scalata verso l’alto, verso la testa del Gaiga per distruggere il cervello più grande tra tutti, quello più importante.
Deputhy riuscì a raggiungere Moog, il quale si teneva stretto alle squame del Gaiga, Moog si accorse della presenza di Deputhy e provò a sparargli contro, Deputhy si protesse con il suo scudo, mentre lentamente faceva passi avanti per avvicinarsi a Moog.
Quando fu abbastanza vicino i due ricominciarono a combattere corpo a corpo, ogni pugno dei due, che fosse di Moog Magister o Deputhy Deth, il Gaiga sembrava andare a tempo con le testate che infliggeva allo scudo.
Carnaby resistette più che potè, ma alla fine il suo scudo venne distrutto e lui era consumato dalla fatica, Carnaby cadde, il suo corpo non gli ubbidiva più, la sua vista si fece sfocata, mentre il Gaiga si preparava a dare un’altra testa. Carnaby chiuse e gli occhi, e con un filo di voce sussurrò “Per… la ci… la città… so… sospesa…” in quel momento Zick, Lay e Bobby raggiunsero il cervello, era grande quanto una casa, motivo per cui decisero di fare le cose in grande e tutti insieme concentrarono la loro energia Dom in un’unica, grande, bomba Dom.

Poco prima che il Gaiga colpisse l’ultimo cardine, un la sua testa esplose lasciando uscire una quantità elevata di energia Dom.
Dopo l’esplosione, il corpo del gigante rimase bloccato lì, non cadde, non si mosse, senza il cervello principale i cervelli secondari rimasti si spensero e quell’enorme corpo rimase immobile.
I domatori all’interno del corpo quando si resero conto che era fermo, uscirono sembrava tutto finito, nessun Gaiga titano in vista, i Gaiga minori venivano o catturati dai domatori, allontanati dalla città e scappavano chissà dove, oppure facevano la stessa fine dei cadaveri dei Gaiga titani rimasti: mangiati dagli spiriti neri. Quando anche i giovani domatori uscirono dal corpo del Gaiga, videro i domatori adulti… piangere, avevano tutti lo sguardo verso il cielo, la pioggia causata dall’incantesimo di Moog Magister era cessata e si poteva vedere il cielo prossimo al tramonto, e anche diverse… stelle cadenti, non ne avevano mai viste così tante tutte insieme… ma quelle non erano stelle cadenti, una di quelle luci scese e si fermò davanti a Lay e assunse l’aspetto di… Zay.
Lay rimase incredula nel vedere sua nonna, in quello stato, non le sembrava vero che avesse fatto per davvero quella fine, specie perché lei e Lyu sapevano quanto era forte la loro nonna.
Zay le sorrise e le poggiò la mano sulla guancia, Lay non sentì niente toccarla e quando l’immagine di Zay sparì con la sua luce, Lay contattò telepaticamente Lyu e insieme si misero a correre a cercare loro nonna, non voleva credere che fosse davvero successo, mentre tutti i domatori intorno a loro, tra le lacrime e il dolore collettivo, intonarono di nuovo quel requiem che cantarono all’armeria.

Tutti piangevano la perdita di qualcuno, tra i domatori e i non domatori, quanti erano morti?
Chi erano?
Probabilmente Zick e Elena non li avrebbero mai conosciuti.
I mostri assistettero alla scena, erano davvero così i domatori di cui avevano paura?
Mentre Timothy riprendeva fiato ricevette un messaggio telepatico da… Deputhy Deth! Era sul Gaiga con Moog Magister, sono stati coinvolti nell’esplosione chiedeva aiuto.
Timothy si affrettò a cercare il tutore massimo Deputhy Deth, lo trovò... con le gambe rotte e tutto sanguinante, di fianco a lui c’era Moog Magister... già morto.
Timothy si avvicinò al suo collega e provò ad aiutare Deputhy, provò a soccorrerlo, chiamò telepaticamente un squadra medica di mostri, usò la sua energia per tenerlo cosciente, quando finalmente la squadra arrivò il battito cardiaco di Deputhy era drasticamente rallentato.

Jeremy Joth e Bartely Bath finalmente raggiunsero l’ultimo cardine e il loro collega Carnaby Croth, ma quando lo videro privo di sensi si bloccarono, era morto.
E guardando ciò che restava della città sotto di loro, e udirono il requiem dei domatori… sentirono qualcosa nel profondo, una sensazione di amarezza che nemmeno chi ha vissuto l’orrore della guerra aveva mai provato, la tristezza per il nemico.
Quando i loro colleghi gli parlarono di questo comportamento dei domatori, all’inizio non ci credettero, ma ora che la loro amata città era in rovina e il loro collega era morto, era difficile non essere tristi, e la tristezza dei domatori in un certo senso li ha contagiati, hanno assaporato la perdita di un amico.

L’intervento d’urgenza a cui era sottoposto Deputhy Deth sembrava compromesso, diverse ossa erano rotte, gli organi interni non funzionavano come dovevano e l’ospedale della città sospesa non esisteva più, Timothy provò a offrirsi volontario offrendo i suoi organi per salvare Deputhy, ma quest’ultimo stesso parlò “Collega… i-io ri-rifiu-to…” disse Deputhy facendo fatica a respirare “Ma che sta dicendo?! Vuole morire?! Non posso permetterlo! io-” Timothy venne interrotto da Deputhy “Non voglio… c-che… qual-cu-uno… muoia… per salva-rmi… ho… lotta-to, per la cit-ttà so-sospesa… a me… sta bene… mo-rire così, mi da… un senso…” “Ma abbia pazienza collega, ma che senso c’è nel morire quando la possiamo salvare?!” “Uno… c’è l’ha… per me…” i medici non poterono fare niente, anche perché non avendo del sangue dello stesso gruppo del tutore massimo non potevano operarlo, non c’era il tempo di rimuovere gli organi di Timothy, il tutore massimo sarebbe morto nell’attesa che prendessero i suoi organi, alla fine anche il tutore massimo Deputhy Deth morì quel giorno.

Quando gli umani uscirono dai loro nascondigli, nessuna parola poteva descrivere le loro emozioni e i loro pensieri, era surreale la situazione: mostri giganti hanno attaccato la città, persone con poteri speciali li hanno fermati e stando alle notizie dei giornalisti in giro per il mondo, gli stessi eventi si sono verificati in ogni angolo del mondo. I tutori massimi rimanenti, presero subito un paio di decisioni importanti: per prima cosa con il potere di persuasione dei Gorka, fecero il lavaggio del cervello a tutti gli umani normali, convincendoli che la causa della caduta di Bigburg è stato un terremoto, eliminando i Gaiga dai loro ricordi, e poi finalmente diedero al Gorka Magnacat la sua punizione per essersi finto umano e provato a prendere il controllo del paese, venne esiliato a vita dalla città umana e sospesa.
Quando gli spiriti neri finirono di consumare i corpi dei Gaiga titani diedero il via all’operazione “revisione mentale”.
I corpi dei mostri, rifugiatori, domatori, tutori caduti vennero presi dai tutori massimi per loro ordine per un “progetto” futuro, i domatori si opposero, ma i tutori con i quali hanno condiviso le giornate all’armeria li convinsero ad accettare ed aspettare. I domatori lessero nelle loro teste, ma videro solo un pensiero che diceva “E’ giusto così, abbi pazienza.” e anche se riluttanti i domatori accettarono.
Le anguane sopravvissute e catturate vennero condannate al carcere a vita nella città sospesa, e dato che la maggior parte erano morte rifugiatori e domatori poterono tornare nelle proprie case, almeno quelle ancora integre, come quelle di Oldmill village, che a parte un paio di case, erano ancora tutte in piedi.
Zick, Elena e Greta tornarono ognuno a casa sua, Zick e Greta erano felici di essere tornati, ma a sorridere di più al loro ritorno erano i nonni fantasma.
Elena strinse a se sua madre, suo padre e i suoi fratellini quasi a non volerli lasciare andare dopo aver visto la morte in faccia, e in quel momento promise a se stessa due cose: che avrebbe sempre protetto la sua famiglia e che prima o poi avrebbe reso rifugiatori anche loro. Per questi due motivi lasciò alle spalle i suoi dubbi sul suo potere, perché da quel momento in poi sarebbe stato la chiave per mantenere quelle promesse.

Dopo tre giorni dalla battaglia, l’operazione “revisione mentale” venne compiuta con successo, e tutti i domatori, rifugiatori e mostri vennero convocati sul palazzo dell’ultimo cardine di Bibbur-sì.
Sul tetto del palazzo non c’era spazio per tutti, perciò chi poteva volare stava in zona volando, chi faceva parte della mente alveare dei domatori mandavano pochi membri che avrebbero ascoltato per tutti.
Quella scena sul tetto era surreale, c’erano venti tutori difronte a tutti i sopravvissuti al disastro dei Gaiga, diciotto normali e i due massimi, dietro di loro c’era uno squadrone di mostri alati, gli stessi che avevano cavalcato per affrontare l’ultimo Gaiga, sulle loro schiene c’erano legate delle bare piene di fiori, c’erano tutti i caduti del conflitto, mostri, domatori e rifugiatori.
I due tutori massimi restanti si fecero avanti, “Credevamo che fosse giusto dare un ultimo addio a tutti questi valorosi combattenti, tutti insieme.” disse Jeremy Joth “Domatori, abbiamo discusso con i nostri colleghi, sin da prima del conflitto di tre giorni fa… e dopo quanto è accaduto, non possiamo più negarlo… il vostro aiuto è stato determinante per la vittoria… crediamo, che sia giunto il momento… quel momento che stavamo aspettando da secoli.” “Vogliamo proporre una tregua.” disse Bartely Bath, John si fece avanti “Anche noi da anni attendevamo questo momento, ma come possiamo fidarci di voi? Non abbiamo garanzie che non ci tradirete prima o poi, e lo stesso vale per voi, come potete fidarvi di chi ha il potere di sottomettere i mostri alla propria volontà?” Jeremy rispose “E’ vero, nessuno ci può dare garanzie, ma è anche vero che noi stessi siamo stati sciocchi e ciechi a non vedere che è possibile la convivenza, abbiamo visto nelle menti dei nostri colleghi, voi non avete più bisogno della carne dei mostri per vivere e se siete disposti a rinunciare al controllare i mostri e cacciarli, noi tutori saremo disposti a non combattervi più, so che siete ragionevoli, e voi sapete che dopo tutto lo siamo anche noi… lasciamoci il passato alle spalle e facciamo di questo cardine, l’ultimo cardine che tiene sospesa Bibbur-sì, sia il primo per una nuova città sospesa e una nuova era per tutti noi…” Jeremy si fece avanti e alzò la mano attendendo che un domatore la stringesse in accordo, John discusse telepaticamente con tutti i domatori, la maggioranza era favorevole, perciò alla fine raggiunse Jeremy e gli strinse la mano a nome di tutti i domatori.
I mostri alati volarono in alto, lasciando cadere i petali dei fiori dalle bare, mentre tutti con il cuore in mano diedero l’ultimo addio ai caduti.

Due mesi dopo, piena estate, ogni città del mondo si stava riprendendo dalla catastrofe, le città più grandi come Bigburg, Wondervile, Milano, ecc. ci misero più tempo di tutte a rimettersi in piedi, viste le dimensioni non era una sorpresa, la vera sorpresa fu che Zick, prima che finisse del tutto la scuola, riuscì a farsi promuovere per passare alle scuole medie, convincendo i suoi insegnanti a fargli fare un esame speciale, che ha passato mesi a preparare con l’aiuto di Elena riuscendo a recuperare tutti gli arretrati.
Per loro dopo tutto era andata bene, ma non per questo la vita era rosa e fiori, i domatori hanno ottenuto l’accesso alle città sospese, ma i mostri continuavano a guardarli con paura, alcuni addirittura con odio gridando loro “Torna di sotto! Sei diverso!” e poi c’erano gli orfani di guerra… come le sorelle Mamery.

Lyu e Lay avevano solo la loro nonna a prendersi cura di loro e Lyu non era ancora maggiorenne, quindi presto o tardi quando avrebbero finito di ricostruire la città sarebbero venuti i servizi sociali, che probabilmente le avrebbero fatte finire in un orfanotrofio.
Lyu e Lay faticavano a trovare un lavoro part-time per pagare le bollette e il cibo, presto sarebbero rimaste senza niente, certo potevano chiedere aiuto ai loro fratelli e sorelle domatori, ma sapevano che anche loro erano messi male, chi più chi meno, e che non potevano chiedere aiuto all'infinito senza aver trovato una soluzione al problema.
Mentre le due erano perse in discorsi telepatici dove parlavano presso che qualsiasi cosa, all’improvviso avvertirono una presenza appena fuori casa loro.

Le due uscirono e… videro una donna, una donna domatrice di origini asiatiche, non la vedevano da dieci anni, ma la riconobbero subito: Leniley Mamery. La loro madre, Lay e Lyu le corsero in contro e l’abbracciarono, avrebbero dovuto prevedere che con la tregua i domatori di leva potevano tornare a casa dalle loro famiglie, infatti ogni famiglia di domatori ricevette una visita inaspettata ma molto piacevole.
Johanna e Teddy riabbracciarono Terrence, Dan Tulasech rivide suo padre Cal, Bobby suo padre e suo fratello, e così via.

Mentre Greta stava curando il giardino con affianco il gatto Timothy, una macchina si parcheggiò di fronte a casa loro, Zick dalla sua camera percepì delle presenze sconosciute, si affrettò a scendere le scale e ad aprire la porta d’ingresso.
Quello che vide lo lasciò senza parole, sua madre stava abbracciando un uomo, un uomo che era identico a lui, era come guardarsi a uno specchio tra qualche anno, lo aveva visto solo in foto: Zobedja Zick. Suo padre.







Fine primo arco.

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