Seconda Stagione: La guerra delle Serpentine.

di Alex Ally
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Richieste d'aiuto e informazioni ***
Capitolo 3: *** Reclutamento(parte 1). ***
Capitolo 4: *** Reclutamento(parte 2). ***
Capitolo 5: *** Acqua ***
Capitolo 6: *** Paura ***
Capitolo 7: *** Pesce fuor d'acqua ***
Capitolo 8: *** Voglia di essere amati ***
Capitolo 9: *** Imboscata. ***
Capitolo 10: *** Catturati ***
Capitolo 11: *** In amore e in guerra. ***
Capitolo 12: *** Libber e Libby ***
Capitolo 13: *** Un matrimonio elletrizzante(parte 1). ***
Capitolo 14: *** Un matrimonio elletrizzante(parte 2). ***
Capitolo 15: *** Ritorno al monastero ***
Capitolo 16: *** Superare i propri scogli ***
Capitolo 17: *** Cuore aperto ***
Capitolo 18: *** L'ingano ***
Capitolo 19: *** Decisioni disperate ***
Capitolo 20: *** Amore famigliare ***
Capitolo 21: *** Rabbia e perdono ***
Capitolo 22: *** Una nuova speranza ***
Capitolo 23: *** Il processo ***
Capitolo 24: *** La lettera del destino ***
Capitolo 25: *** Ambra ***
Capitolo 26: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.

Era appena passato il solstizio d'inverno eppure la neve era caduta in abbondanza tanto da ricoprire quasi ogni angolo di Ninjago. Ciò però non impediva alla guerra di propagarsi.
Una figura avvolta da un pessante giaccone blu foderato di pelliccia bianca si ergeva alle pendici di una mantogna su la qualle si poteva vedere la figura di un'edificio.

Wu controllo il thè, era quasi pronto. Nelle lunghe sere invernali non c'era niente di meglio di un buon thè caldo. Senti qualcuno bussare sul portone del cortile, lasciando cadere malamente sul tavolo ciò che aveva in mano corse ad aprire.
«Morro...?!» disse con gli occhi nocciola pieni di speranza, ma tale sentimento si trasformo in delusione quando vide chi c'era effetivamente davanti a lui.
«Salve Yukio.» disse il maestro della creazione a quello del ghiaccio in tono decisamente poco gentile.
«Anche per me è un piacere vederti Wu.» rispose Yukio tirandosi già il capuccio del giaccone che idossava lasciando esposti i capelli e la barba bianchi come la neve che gli circondava.
«La situazione sta peggiorando... dobbiamo parlare.»

Angolo dell'autrice: sono tornata! Vi do ufficialmente il benvenuto a questa seconda stagione. Per ora spero che questo piccolo prologo vi sia di gradimento e che stuzzichi la vostra curiosià. Un bacio e alla prossima.

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Capitolo 2
*** Richieste d'aiuto e informazioni ***


Capitolo uno: Richieste d'aiuto e informazioni.

Per molti anni le Serpentine e gli abitanti di Ninjago avevano vissuto in pace, gli uni accanto agli altri... ma poi tutto è cambiato.
I dissapori verbali sono diventati sempre più forti fino a trasformarzi in risse, poi in attacchi alle persone e alla città e infine... era scoppiatta una vera e propria guerra.
Molti abitanti di Ninjago avevano cercato di mettere fine a questa minaccia, ma ciò che all'inizio sembrava gestibille adesso era diventata una situazione sempre più critica e disperata. Infatti solo la disperazione avrebbe convinto il maestro del ghiaccio ad andare di sua spontanea volontà da Wu al monastero, quando deceni fa se n'era andato aveva gridato che non sarebbe mai tornato in un posto del genere.
Un posto abitato da mostri come Wu e Garmadon.
Eppure eccolo lì comodamente seduto a bere il thè offertogli dal secondogenito del Primo Maestro di Spinjizu come se niente fosse.
«Non mi hai ancora detto perchè sei qui.» disse Wu.
«Devi aiutarmi a rintraciare gli altri maestri degli elementi.» disse senza mezzi termini Yukio sorsegiando la sua tazza. «Ormai la situazione sta peggiorando sempre di più perciò ho pensato che forse è il momento che noi maestri elementari usciamo dalla nostre case e assieme scacciare quei viscidi serpenti.»
«Non mi stai dicendo tutta la verità, giusto?» domando Wu.
Conosceva Yukio, l'aveva visto crescere e sapeva quanto fosse cocciuto e orgoglioso non sarebbe mai venuto a chiedere aiuto a meno che non fosse un'emergenza e per quanto la situazione attuale lo fosse allo stesso tempo non credeva che fosse cosi facile per il maestro del ghiaccio ingoiare l'orgoglio.
«Va bene.» sbotto Yukio. «Io e Isaac abbiamo già provato a diffendere le nostre case, ma i serpenti sono troppi e noi stiamo iniziando ad invechiare perciò speravo in un aiuto.»
«Non saprei dove trovare altri maestri elementari.» spiego Wu, a parte Ray aveva perso le traccie di tutti gli altri discedenti.
«Quella vecchietta fissata con il thè non potrebbe aiutarti?» chiese Yukio. «Sembra sempre sapere tutto.»
«Intendi Mystake?» disse Wu. «Forse potrebbe aiutarci, ma...»
«Sei il figlio del primo maestro di Spinjiztu!» grido Yukio. «Vuoi davvero che quei rettili disgustossi si prendano ciò che tuo padre ha creato? È tuo dovere combattere per Ninjago altirmenti avrai disonorato il nome di tuo padre.»
Wu sgrano gli occhi a sentire ciò.
Yukio aveva ragione, era suo dovore proteggere Ninjago e sopratutto non poteva di nuovo deludere suo padre... non dopo averlo fatto cosi spesso in gioventù e poi diffendere Ninjago significava diffendere anche Misako. Wu non era sicuro di come avrebbe potutto prenderla se per caso alla giovane donna fosse successo qualcosa solo perchè lui non aveva fatto niente.
«D'accordo Yukio, cerchiamo i maestri degli elementi... e sconfiggiamo una volta per tutti quei serpenti.» disse Wu.
Infondo lui stesso aveva un conto in sospesso con le Serpentine, era stata colei che veneravano a portargli via sua fratello.

«Vuoi sapere dove trovare i maestri elementari?» chiese Mystake.
Aveva ascoltato l'idea di Wu e Yukio, non sopredendosi che da lei fosse venuto solo il primo, e inefetti lei stessa pensava che forse era il momento di prendere in mano la situazione di Ninjago. Almeno adesso ci avrebbe pensato Wu e lei avrebbe potutto rimanere comodamente nel suo negozio.
«Si, mi servono tutte le ubicazioni che conosci anche quelle più vecchie.» rispose Wu. «E poi mi devi un favore visto che hai rivellato a Misako che io e Garmadon siamo in parte Oni e Drago.»
Mystake sbuffo poi andò sul retro tornando poco dopo con un vecchio libro logoro e polveroso. Prese carta e penna da sotto al tavolo e inizio a scrivere.
«Conosco l'ubicazione di ombra, acqua, terra e forma.» disse la donna. «E comunque è stata la tua amica ad insistere per bere il thè della verità perciò non prendertela con me se è un'impicciona.»
«Solo questi?» chiese Wu. «Non n'è conosci altri?»
«Ho perso le traccie del maestro del fulmine, non so nemmeno se qualcuno abbia ereditato tale elemento da Libber, per quanto riguarda invece Kohaku è meglio se non provi nemmeno a cercarlo, ha già abbastanza problemmi con la sua stessa prole per poter anche solo pensare di aiutarti in questa guerra.»
«E l'elemento del tempo?» domando Wu.
«Fidati di me, non cercargli.» disse brusca Mystake consegnandogli il foglietto con gli indirizzi. «C'è qualcosa in loro che non mi piace, anche se tanto so che farai di testa tua.»
«Se tu non credi che ci saranno utili allora gli cerchero solo come ultima risorsa.» disse Wu mettendosi il foglietto in tasca e uscendo. «Grazie Mystake, sei un'amica.»
Mystake sbuffo, quel ragazzo a volte era proprio impossibille, ma in cuor suo sperava che riuscise a riunire i maestri elementari anche se molto probabilmente alcuni di loro non vorrano partecipare alla guerra in particolare dubitava che il vecchio maestro dell'acqua avrebbe lasciato andare la figlia a combattere.
In ogni caso ormai il percorso che avrebbe portato alla fine di questo conflitto era stato messo in moto adesso si poteva solo vedere dove avrebbe portato.
Nel bene e nel male.

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Capitolo 3
*** Reclutamento(parte 1). ***


Capitolo due: Reclutamento(parte 1).

Il maestro della terra era il più vicino perciò Wu penso di iniziare con lui.
L'indirizzo che Mystake gli aveva datto lo porto davanti ad un'erboristeria davanti alla qualle c'era una bambina che leggeva un libbro davanti all'entrata, aveva i capelli neri raccolti in due odango.
«Ciao, piccola.» disse Wu. «Conosci un certo Haru?»
«Si, è mio padre.» rispose la bambina. «Io sono Lilly, tu invece chi sei?»
«Mi chiamo Wu e vorrei parlare con tuo padre se non ti spiace.» disse lui sorridendole.
Lilly annui e mettendo da parte il libro lo accompagno all'interno del negozio dove un uomo robusto con la barba stava sistemando della merce.
«Papà questo ragazzo vuole parlare con te.» disse Lilly.
«Lei è Haru, giusto?» chiese Wu e quando l'uomo accosenti capì che era arrivato il momento di chiederglirlo. «Signore mi chiamo Wu e sto reclutando i maestri elementari per aiutare a liberare Ninjago dalle Serpentine, perciò chiedo umilmente il tuo aiuto maestro della terra.»
Haru lo guardo con uno sguardo che sembrava carico di compassione, se dipendesse da lui avrebbe volentieri aiutato, in realtà un po' gli mancavano le risse che faceva nei suoi anni più giovani, ma se entrava in guerra chi si sarebbe occupato di Lilly?
Quando il suo piccolo e delicato giglio era nato aveva perso sua moglie lo stesso giorno perciò non aveva parenti ai qualli dare sua figlia. Voleva combattere per darle un futuro migliore però come faceva se non c'era nessuno ad occuparsi del suo presente?
Prima che potesse rispondere fu la stessa Lilly ad intervenire.
«Papà andrà a combattere come gli eroi del mio libro! È fantastico!» disse la bambina ecittata.
«Lilly non sono sicuro di unirmi a questa alleanza.» disse Haru. «Se io vado chi si occuperà del negozio e di te.»
«Sono abbastanza grande per fare entrambe queste cose da sola.» disse Lilly gonfiando le guance e cercando di darsi un tono dignitosso.
«Se è questo il problemma allora sua figlia può venire con lei.» disse Wu. «Ho intenzione di ospitare i maestri elementari al mio monastero e lì lo spazio non manca.»
«Hai sentito papà? Ti prego dì di si.» supplico Lilly.
«Va bene!» disse Haru scompigliando i capelli della figlia. «È ora che quei serpenti provino cosa vuol dire farsi prendere a calci dal solo e unico maestro della terra.»

Dawn non era sicura di ciò che quel ragazzo biondo, si chiamava Wu, le aveva appena chiesto.
Sua madre aveva sempre detto che i suoi poteri erano un dono però da qui ad usargli su un vero campo di battaglia era ben diverso. E poi sincermanete non credeva che il suo elemento fosse cosi indispensabille... cosa avrebbe potutto fare lei oltre a qualche giochetto con le ombre?
Sopratutto perchè non sapeva combattere, aveva sempre vissuto nella fattoria di famiglia al massimo sapeva catturare le galline.
«Sei proprio sicuro di volermi in questa tua alleanza?» chiese Dawn. «Infondo sono solo una contadina senza esperienza.»
«L'esperienza è qualcosa che si può sempre ottenere.» disse Wu. «Ho bisogno di quanti più maestri degli elementi possibile e l'elemento dell'ombra sarà una preziosa risorsa.»
«Stai dicendo che se accetto mi insegnerai a combattere come un ninja?» domando Dawn ancora un po' scettica.
«Non per forza come un ninja, ma si imparerai a combattere e fidati di me il luogo da cui provienni non influisce su ciò che puoi diventare si ti impegni.»
Dawn ci penso su per un po', avrebbe dovutto parlarne ai suoi che ormai avevano una certa età, ma a parte questo doveva ammettere che l'offerta era alletante. Inoltre se doveva essere sincera era stnaca di arrare terra tutto il giorno.
«D'accordo biondino, ci sto.» disse Dawn alla fine.

A dispetto di ciò che il suo elemento poteva far pensare in realtà era abbastnaza semplice trovare il maestro della forma per chi lo conosceva. Wu si agirava di notte per i vicoli di una città, sapeva che doveva venirlo a cercare qui anche senza l'aiuto di Mystake infondo qui vivveno le persone più ricche e influenti di Ninjago... ovvero le prede preferite di Yannick.
«Sapevo di aver sentito odoro di thè alla menta.» disse una voce.
«Ciao, Yannick.» disse Wu alzando lo sguardo, seduto sull'insegna di un negozio c'era un uomo su i trent'anni con lunghi capelli biondi legati in una coda di cavallo e con un fisico piuttosto esile per un uomo tanto che in molti avrebbero potutto dire che Yannick aveva una corporatura piuttosto androgina.
«Ehi, amico dov'è tuo fratello? Di solito siete sempre assieme.» disse Yannick sorridendogli come una volpe.
«Non sono fatti tuoi.» rispose Wu sapendo bene che non era una buona idea dare troppe informazioni personali al maestro della forma. «Piuttosto perchè tu sei da solo? Avevo sentito in giro che avevi trovato un'apprendista.»
«Ah, si una ragazzina cosi prometente.» disse Yannick scuottendo la testa. «Peccato che fosse troppo ambiziosa. Se n'è andata chissà dove, non ho più sue notizie da mesi. Ma basta parlare di me piuttosto passiamo al perchè tu sei qui. Vuoi che mi unisca alla tua piccola alleanza, vero?»
«Come lo sai?» chiese Wu.
«Dovresti saperlo le voci girano in fretta.» disse Yannick saltando giù dal cartello e atterando davanti a Wu con un'aspetto completamente diverso. «Sopratutto quando puoi essere chi vuoi quando vuoi. Sicuro di volere una feccia della legge come me al tuo fianco?»
«Sappiamo entrambi che se le Serpentine vincono tu ti ritroverai senza lavoro.» puntualizzo Wu. «E poi per quanto cerchi di nasconderlo so che sei una delle persone più leali di Ninjago.»
«D'accordo Wu, salviamo la nostra casa assieme.» disse Yannick. «Ma lo sai che c'è sempre un tornaconto nella vita.»
«Cosa vuoi?» chiese Wu.
Conosceva bene Yannick, era una brava persona anche se alcune sue scelte di vita erano decisamente discutibilli però la maggior parte delle volte quando interaggiva con lui si limitava a prenderlo in giro in maniera tuttosomatto innocente. Yannick sapeva quando non tirare troppo la corda e sopratutto con chi non farlo mai.
«Scusa amico mio mi sono spiegato male.» disse Yannick tornando al suo solito aspetto e mettendosi una mano sul cuore. «Sono io che ho qualcosa per te... luoghi dove trovare maestri elementari di cui la nostra cara Mystake di sicuro non ti ha detto.»

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Capitolo 4
*** Reclutamento(parte 2). ***


Capitolo tre: Reclutamento(parte 2).

Metalo e suono ecco gli elementi che Yannick conosceva o per meglio dire aveva visto durante i suoi “viaggi di lavoro”. Il problemma era che l'ubicazione di metallo era abbastanza lontana anche di più rispetto ad acqua quindi si sarebbe dovutto organizzare ad un vero e proprio viaggio che di sicuro sarebbe durato ben più di qualche giorno e c'era solo una persona della qualle si fidava a lasciare l'alleanza e il monastero.
Era il momento che andasse da Ray.

Come al solito nella fucina dell'amico c'era un caldo quasi insoportabille solo Ray come maestro del fuoco e Wu grazie ai suoi geni di drago riuscivano a sopportare quel calore.
«Wu!» grido Ray appena lo vide andondogli incontro e abbraciandolo. «Ero preoccupato da morire! Sono andato al monastero, ma tu non c'eri e questo vecchio scorbutico con il giaccone di lana continuava a dire che dovevo andarmene. Pensavo ti fosse successo qualcosa.»
«Sto bene Ray, ma ho bisogno di parlarti.» disse Wu. «Magari possiamo farlo davanti ad una tazza di Thè?»
Ray annui e fece entrare l'amico in casa, qui Wu gli racconto dell'alleanza che stava formando e che voleva che fosse lui a controllare il monastero mentre non ci fosse stato visto che non si fidava del tutto di Yukio per più di un paio di giorni.
«Sarà solo per pochi giorni.» specifico Wu. «Forse un mesetto o due, ma poi potrai tornare qui e continuare la tua vita, ti prego Ray ho bisogno di te.»
«Non mi vuoi nella tua alleanza?» fu la domanda di Ray. «Non mi credi in grado di aiutarti?»
«Cos... no! Ma sei il mio migliore amico e non ti chiederei mai di rinnunciare alla tua vita e metterti in pericolo in quel modo.» rispose Wu. «Se ti capitasse qualcosa per colpa mia non me l'ho perdonerei mai.»
«E se invece qualcosa capitasse a te perchè io non c'ero a guardarti le spalle sarei io che non mi perdonerei mai.» ribatte Ray. «Mentre cercherai gli altri maestri starò al monastero, ma non per fare da guardia ma perchè ho intenzione di partecipare a questa guerra al tuo fianco.»
«Ray...» inizio Wu, ma l'amico lo interruppe.
«No!» grido il fabbro. «Quando mi sono trovato in difficoltà tu eri lì ad aiutarmi quindi ora farò lo stesso per te.»
Wu non disse niente commosso dalla lealtà che l'amico gli stava mostrando.

Il maestro del suono, Rashid, si guadagava da vivvere come musicista girovago con il suo sitar. Wu lo trovo davanti ad un locale nella più remote località desertiche di Ninjago che cercava di convincere i passanti a dargli qualche spicciolo.
«Vorrei tanto che fosse la prima volta che vedo un'artista non apprezzato per il suo talento.» disse Wu mettendo una monetta d'oro nel fez dell'uomo. «Purtroppo però non è cosi.»
«Questa generosa mancia è dovutta ad un motivo particolare?» chiese Rashid guardando il giovane davanti a lui con sospetto.
«In realtà si.» rispose Wu. «So che sei il maestro del suono e vorrei il tuo aiuto.»
«Non sei per caso in computta con quel Yannick perchè se è cosi allora digli pure...» inizio Rashid, ma Wu lo fermo.
«Si, Yannick mi ha detto dove trovarti, ma ti giuro che non c'è niente sotto.» spiego Wu. «Ho davvero bisogno del tuo aiuto per salvare Ninjago.»
Rashid lo guardo stupito, negli occhi nocciola di quel giovane poteva vedere riflessa solo sincerità perciò decise di ascoltarlo.
Alla fine prese il suo sitar e si mise incammino verso il monastero perchè se poteva fare qualcosa per aiutare la sua casa allora Rashid avrebbe accetato subito senza pensarci due volte.

L'aria pesante non lascio indiferente Wu, anche se lui stesso viveva su una montagna queste catene montuosse erano decisamente qualcosa a cui non era abituatto. La città, grande come non n'è aveva mai viste, brullicava di persone che andava e venivano e tutte avevano in comune una cosa: erano ingengieri.
C'è chi lavorava a qualche veicolo chi invece usava la sua conoscenze per creare cose completamente nuove. Colei che stava cercando lavorava in un hangar a qualche specie di veicolo volante.
«Sto cercando... Tatyana.» disse Wu entrando.
«L'hai trovata.» disse una donna robusta e molto più alta di lui, indossava una tutta sporca di olio motore e nonostante la stazza gli stava sorridendo calorosamente.
«Sono venuto qui dopo giorni di viaggio perchè...» inizio Wu.
«Quanti giorni?» domando Tatyana.
«Bè alcuni, forse qualche settimana vengo dai presi di Jamankai e...» rispose Wu.
«Ma è lontanissimo!» esclamo Tatyana per poi stringere a se Wu mettendogli un braccio attorno alle spalle. «Devi essere stanco e affamato. Parleremo a casa mia al caldo e davanti una buona zuppa.»
Wu voleva obbiettare visto che aveva fretta però Tatyana lo stava stringendo cosi forte che non riusciva quasi a respirare.
Davanti al cammino della casa sopra al qualle c'era una foto di Tatyana con un uomo molto più piccolo di lei, entrambi in abiti eleganti, Wu stava finendo di mangiare la sua zuppa visto che era chiaro che non avrebbe potutto parlare prima di aver mangiato.
«Allora perchè mi cercavi piccolo straniero?» chiese Tatyana.
«Vorrei che tu maestra del metallo entrassi a far parte dell'alleanza degli elementi in modo da poter battere le Serpentine.» disse Wu tutto d'un fiato per paura di essere interrotto di nuovo.
«Ok.» rispose Tatyana. «Vado ad avvertire mio marito che parto per un po'.»
“Bè è stato più facile del previsto.” penso Wu.
Adesso che anche questa era fatta doveva tornare su i suoi passi e andare a cercare l'elemento dell'acqua.
Prossima destinazione: Stiix.

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Capitolo 5
*** Acqua ***


Capitolo quattro: Acqua.

Stiix era una fiorente città di pescatori che anche adesso in inverno passavano le loro giornate in mare e a commerciare il loro pescatto.
Non era strano che la famiglia del maestro dell'acqua si foste satbilità in un posto cosi conesso al loro elemento Wu sperava solo che trovarlo e convincerlo non fosse troppo complicato.

Maya si sveglio come al solito in tarda mattinata mentre sua madre preparava la colazione e suo padre era di sicuro sulla barca a pescare. Di solito Maya andava con il genitore, ma il padre la lasciava a casa durante i giorni festivi per farla riposare infondo un giorno sarebbe stata lei a mandare avanti il pescerecio di famiglia perciò i suoi le facevano godere la sua giovinezza finchè poteva.
Certo non era più una bambina, ma una giovane donna come potevano confermare i suoi svariati ammiratori però i suoi continuavano a ripertele che solo perchè era grande ciò non significava che era pronta per la vita adulta. Infondo lei stessa infatti non aveva alcuna fretta di crescere.
Si lego i lughi capelli neri nella sua solita coda di cavallo prima di scenere in cucina dove, come immaginava, la madre stava mettendo i piatti in tavola.
«Buongiorno, Maya. Dormito bene?» chiese la madre dandole un bacio in fronte.
«Si, mamma.» rispose educatamente lei. «Papà quando dovrebbe tornare?»
«È partito con l'equipaggio addiritura prima dell'alba perciò direi che sarà qui a momenti.» rispose la madre.
Proprio in quel momento la porta d'ingresso della loro casa si apri sbattendo violentemente, Maya si alzo da tavola e andò a vedere. Lì suo padre guardava in modo molto arrabbiatto un giovane con i capelli biondo cenere e gli occhi nocciola.
«Per favore mi lasci solo parlare con...» stava dicendo il ragazzo biondo prima che i suoi occhi si fissasero su di lei. Maya senti un brivido quando vide quegli occhi pieni di sagezza e che le davano la senzasione di poter svellare tutti i misteri e le domande del mondo.
Suo padre guardo verso di lei e il suo sguardo si induri ulteriormente, Maya fu certa di vedere una venna comparigli sul collo.
«Fuori da casa!» strillo suo padre.
«Non può negare per sempre ciò che sta accadendo attorno a noi!» grido a sua volta il giovane. «E non può decidere al posto di sua figlia! Mi lasci parlare con lei perchè solo da lei accetero un no come risposta.»
Suo padre fece un ringhio quasi animalesco e afferro lo sconosciutto per il coletto della camicchia per poi scaraventarlo in cortile in malo modo.
«Se ti fai vedere di nuovo ti farò diventare cibo per pesci!» grido suo padre chiudendo la porta sbattendola cosi forte da rompere i cardini.
«Papà, chi era?» chiese Maya non avendo mai visto prima suo padre tanto arrabbiatto con qualcuno.
Mako guardo la figlia fece un respiro profondo e poi con dolcezza le accarezzo i capelli.
«Solo un altro ammiratore che voleva il permesso di corteggiarti.» spiego suo padre, ma Maya non era convinta.
Si, suo padre non era entusiasta all'idea che sua figlia fosse corteggiata però non era mai stato cosi con nessuno degli altri ragazzi che si erano presentati alla loro villa sul mare. Ci doveva essere qualcosa sotto e lei avrebbe scoperto di cosa si trattasse nel fratempo penso solo a finire la colazione con i genitori.

«Tutto bene, piccolo sensei?» chiese Tatyana mentre Wu sputtava la sabbia che aveva ingoiatto.
«Si, io... penso che anche solo parlare con Maya sarà un'impressa.» disse Wu alzandosi in piedi.
Quando aveva chiesto in giro di Mako fu sorpresso di sapere che aveva una figlia, un informazione che Mystake ovviamente si era dimenticata di dargli, però quando aveva raggiunto la loro lussuosa abitazione proprio nel momento in cui Mako tornava dalla pesca era andato a parlargli della guerra e dell'alleanza.
L'ex maestro elementare si era infuriatto strilalndogli che la guerra non avrebbe mai raggiunto Stiix e che sua figlia non sarebbe andata con lui a rischiare la vita, ma sarebbe rimasta lì al sicuro da ogni pericolo. Wu aveva ribatutto che Maya non era una bambina e che poteva decidere da sola a quel punto la discussione era entrata in casa e lui era finito con la faccia nella sabbia.
Avrebbe rinnunciato all'elemento acqua solo e unicamente se la stessa Maya avesse rifiutato
«Scusa Tatyana, ma dovremmo fermarci qui ancora per qualche giorno.» disse Wu guardando con determinazione la casa.

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Capitolo 6
*** Paura ***


Capitolo cinque: Paura.

Il sole stava tramontando colorando l'acqua di un colore rossato molto suggestivo, ma Maya seduta su un molo non era interessata a quello spetacolo, la sua mente continuava a pensare all'incontro avuto quella mattina.

Erano passati due giorni da quando quello strano giovane si era presentato a casa sua e di certo Maya non si aspettava di rivederlo lì in cortile seduto a bere del thè.
«Cosa ci fai qui?» chiese Maya. «Mio padre ti aveva detto di non tornare più.»
«Lo so, ma devo assolutamente parlare con te.» disse il ragazzo.
«Bè io non ho voglia di parlarti.» disse Maya mettendosi in posizione da caombattimento, suo padre l'aveva addestrata fin dall'infanzia per controllare i suoi poteri raccontandole spesso anche la storia della prima maestra dell'acqua Nyad perciò sapeva benissimo come difendersi.
«Non sono venuto qui per farti del male, ma solo a chiederti il tuo aiuto per la guerra contro le Serpentine.» disse Wu.
«Qualle guerra?» chiese Maya abbasando la guardia.
«Forse non lo sai perchè la guerra non è arrivata fino a questa parte di Ninjago, ma siamo in un periodo di crisi e mi serve il tuo aiuto. Sei disposta ad ascoltarmi?» chiese Wu.
Maya ci penso un po' su e poi annui, Wu le spiego allora tutto su la situazione disastrata che stava vivvendo il resto di Ninjago e su come stesse cercando i maestri elementari per pore fine a tutto questo.
«L'acqua nonostante non sia un elemento della creazione è comunque tra quegli più potenti per questo penso che il tuo aiuto sarà indispensabille.» continuo Wu allungando una mano verso di lei. «Per favore Maya, ti chiedo di aiutarmi a salvare Ninjago.»
«Io...» balbetto Maya indecissa.
Quello che Wu le stava chiedendo era troppo da assimilare tutto in una volta, non poteva abbandonare i suoi genitori, la sua casa e il suo futuro per andare a rischiare la vita in guerra.
Il cuore le batteva a mille e si sentiva tutto il corpo tremare, lei....aveva paura.
«Non posso.» disse allontanandosi da Wu. «Mi spiace non posso.»
«Capisco.» disse Wu comprensivo continuando a sorriderle. «Se mai cambierai idea allora sai dove trovarmi.»


“Sono stata una fifona.” penso Maya mentre lanciava dei sassolini in acqua solo che non poteva andarsene.
Non era mai uscita da Stiix dalla sua casa sicura e protetta e la paura di farlo la bloccava non sarebbe mai potutta andare in guerra e poi un maestro elementare in più o in meno non avrebbe fatto di certo la differenza.
Lei semplicemente non poteva farlo.
Si alzo pronta a tornare a casa, alla sua solito vita dimenticandosi di tutto questo, ma mentre tornava in città vide le colone di fumo che si inalzavano da Stiix.
Corse immediatamente più veloce che poteva e lì le vide: le Serpentine che attacavano persone, che bruciavano le case e le barche.
E Maya era lì a guardare quello che stavano facendo a casa sua, alla sua gente senza riuscire a muovere un muscolo a meno che non si contasse il fatto che tremava come una foglia per il terorre.
“Cosa faccio? Cosa faccio?!” penso Maya, ma non riusci a muoversi nememno quando vedeva quei serpenti venire verso di lei.
Fu solo all'ultimo che ripresse controllo delle sue gambe scappando lontano da lì. Voleva andare a casa sua per controllare i suoi genitori, ma non riusci ad arrivarci quando qualcosa la colpi nella parte posteriore della testa.
Poteva essere di tutto visto il caos che la circondava, ma alla fine Maya non pote fare a meno di cadere a terra l'ultima cosa che vide prima che diventasse tutto nero erano le fiamme che circondavano e distruggevano tutto.

«Maya, Maya rispondimi.» disse una voce e gli occhi azzurri di Maya incrociarono un paio color nocciola.
«Wu.» disse lei portandosi una mano alla testa che pulsava.
«Mi spiace non essere arrivato prima.» disse il ragazzo.
Maya si guardo attorno, Stiix era completamente distrutta e lei non potè fare a meno di scoppiare a piangere. Avrebbe potutto impedire tutto questo... avrebbe dovutto impedire tutto questo. Aveva perso tutto perchè era stata una codarda, ma promisse a se stessa che non sarebbe successo di nuovo.
«La mia proprosta è ancora valida, maestra dell'acqua.» disse Wu tedendole una mano.
Maya la guardo poi si volto verso ciò che restava della sua vita fino a quel momento.
Tutto ridotto in cenere, non poteva permettere che accadesse ancora.
Si asciuggo le lacrime con la manica e poi afferrò la mano di Wu.

Da lontano in mezzo ai ruderi delle città c'era qualcuno che osservava la scena.
“Bisogno avertirlo dei nuovi svilluppi.” penso prima di calarsi maggiormente il capuccio in testa e andarsene.

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Capitolo 7
*** Pesce fuor d'acqua ***


Capitolo sei: Pesce fuor d'acqua.

Quando finalmente rimisse piede al monastero Wu non potè fare a meno di fare un sospiro di sollievo.
Finalmente era tornato a casa.
Indico a Maya e a Tatyana dove erano le stanze in cui sarebbero state, visto che lo spazio stava iniziando a scarsegiare disse alla prima che avrebbe condivisso la stanza con Dawn.
«Wu sei tornato!» grido Ray adandogli incontro.
Maya si sporse da dietro Wu per vedere il nuovo arrivato e subito fu come su un fulmine l'avesse colpita appieno. Non aveva mai visto un ragazzo cosi bello, con i capelli neri spettinati e gli occhi castani.
«Ray vorrei presentarti Tatyana maestra del matello e Maya maestra dell'acqua.» disse Wu.
«Piacere di conoscervi io sono Ray maestro del fuoco.» si presento lui porgendo la mano verso di loro, Tatyana la strinse subito mentre Maya si senti troppo in imbarazzo anche solo per parlare e cosi si limito a distogliere lo sguardo mentre arrossiva violentemente.
«Molto bene, adesso che ci siamo tutti domani iniziamo l'allenamento.» proclamo Wu.

La stanza era decisamente più piccola, molto più piccola, rispetto a quella a cui era abituata e il fatto che doveva condividerla non rendeva la cosa molto alletante, ma Maya prese coraggio e si disse che era un problemma da poco.
Dawn era una ragazza molto solare nonostante ciò che poteva far pensare il suo elemento, le raccontava dell'infanzia passata alla fattoria con i genitori. Maya era stupita da quei racconti, lei e Dawn avevano la stessa età eppure quest'ultima aveva faticato molto più di quando Maya aveva mai fatto in tutta la sua vita. Questo pesniero la imbarazzo un po' perciò quando Dawn le fece domande sulla sua vita si limito a taccere e a chiedere dove fossero i letti visto che erano stranamente assenti nella stanza.
«Niente letti, dormiamo su i tapettini.» disse Dawn indicando le coperte e i cuscini per terra.
«Cosa sono i tappetini? Non si dorme solo su i materassi?» chiese Maya.
«Bè io alla fattoria dormivo sulla paglia perciò... no, i materassi non sono cosi necessari.» rispose Dawn scrollando le spalle e Maya capì che sarebbe stato meglio se non avesse aperto bocca.

A cena le cose non migliorarono per Maya, quando fini il suo piatto chiese a Wu il bis, quanto il giovane le disse che non c'era abbastanza riso per il bis Maya replico chiedendo se era cosi  allora poteva passare alla portata successiva.
Tutti la guardarono in modo strano come se le fosse spuntata una seconda testa o altre due braccia.
«Mi spiace Maya, ma la ciotola di riso è tutta la cena.» rispose Wu. «Ma se hai ancora fame posso darti della frutta.»
«Ma questo riso è a malapena un antipasto...» disse Maya.
«Il tuo “antipasto” per alcuni è più di quanto potrebbero mangiare in una settimana.» disse Yukio con voce tagliente guardandola male.
«Non dire cosi vecchio scorbuttico.» la difesse Dawn. «Maya non è abituata alla crisi di guerra per le proviste.»
Non sapeva il perchè, ma le parole della maestra dell'ombra non la faceva sentire minimamente meglio.
Si scuso alzandosi da tavola e andando in camera sua.

Maya penso che un bagno caldo l'avrebbe aiutata a rilassarsi prima di dormire, solo che non si aspettava che la vasca fosse già occupata da Dawn e Tatyana. Le due la invitarono ad entrare e con rilutanza Maya fece come dicevano.
Come prima fece di nuovo la domanda sbagliatta chiedendo perchè stavano facendo un bagno caldo assieme, Tatyana con voce gentile e materna le spiego che non c'era abbastanza legna per troppi bagni caldi cosi bisognava usare la vecchia vasca più persone alla volta.
Maya sprofondo nell'acqua, mentre lei a casa aveva addiritura due bagni il resto di Ninjago lottava per le materie prime a causa della guerra.
Non si era sentita cosi fuori posto in tutta la sua vita.

Guardare le stelle era una cosa che le era sempre piaciutta, da piccola Mako la portava in mezzo all'oceano sulla loro barca per ammirarle. Però nemmeno la loro belezza riusciva a farla sentire meglio, aveva detto e fatto talemente tante cose cosi... cosi inadeguatte che voleva solo scomparire.
Una parte di lei voleva rinnunciare dopo nemmeno un giorno.
«Tutto bene?» chiese Ray avvicinandosi a lei.
Maya sobbalzo nel vederselo all'improvisso accanto.
«Io... stavo ammirando le stelle.» disse Maya.
«Lo facevo spesso con mio padre.» disse Ray sedendosi vicino a lei. «Posso rimanere?»
Soprafatta Maya si limito ad annuire.
«Tuo padre deve essere molto preoccupato per te.» disse Maya.
«Mio padre se n'è andato alcuni anni fa.» confesso Ray con sguardo triste.
«Mi spiace io... io non sono proprio adatta a questo posto.» disse Maya coprendosi il viso con le mani per la vergogna.
Un tocco gentile le afferrò i polsi togliendole delicatemente le mani dal viso.
«Penso invece che tu sia proprio nel posto giusto.» disse Ray. «Fidati di me non puoi arrenderti alle prime difficoltà che la vita ti mette davanti, prima o poi vedrai che la vita ti ha datto ciò di cui hai sempre avuto bisogno. Devi solo aver pazienza e continuare a provare.»
Maya lo guardo incantata e penso che forse non avrebbe dovutto aspettare tanto che la vita decidese di aiutarla.
L'aveva già fatto facendole incontrare Ray.

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Capitolo 8
*** Voglia di essere amati ***


Capitolo sette: Voglia di essere amati.

«È veramente troppo salato.» disse Garmadon con una smorfia in volto. «Pensavo che sapessi cucinare molto meglio di cosi.»
«Non ho mai usato questa ricetta prima tutto qui.» brobotto Misako rossa in volto per l'imbarazzo.
Garmadon vedendo quella reazione scoppio a ridere. Da quando Garmadon era partito per allenarsi sotto il maestro Chen, Misako gli scriveva e lo andava a trovare spesso ovviamente faceva la stessa cosa anche con Wu tanto che un giorno Garmadon le chiese se non fosse stancante fare tutta quella strada da Ninjago City... stancante e pericoloso vista la situazione.
Però Misako lo rassicurava ricordandogli che sapeva badare a se stessa anche se ancora preoccupato per lei Garmadon era felice di sentirla parlare cosi.
Erano passati anni da quando era scappata di casa e vedere come si era lasciata alle spalle l'influenza dei genitori era un sollievo.
Mentre Misako continuava a parlare del suo stage su un vero sito archeologico che purtroppo era stato rimandatto a causa del conflitto in corso Garmadon cerco di concentrarsi su ogni cosa tranne quanto fosse bella Misako, o sul come il suo cuore battesse all'impazzata nel petto o peggio sulla voglio di baciarla.
Come aveva imparato in questi anni più cercava di spingere a fondo le sue emozioni e più queste combattevano per tornare a gala più forti di prima, in uno strano modo erano anche più difficili da combattere rispetto al veleno che aveva nelle vene.
Per darsi forza e ricordarsi il perchè lo stava facendo continuava a rivivere nella propria mente il giorno in cui aveva perso sua madre e il dolore, l'assoluto crepacuore che aveva visto sul volto di suo padre.
No, lui non voleva provare niente del genere... ma ciò non gli aveva impeditto di innamorarsi perduttamente di Misako.
Una parte di lui voleva urlare ad alta voce questi sentimenti che provava mentre l'altra voleva solo andare avanti dimenticandoli e poi... poi c'era il veleno che gli sussurava di prendere ciò che voleva di non lasciare che un'altro si avvicinasse a Misako... sopratutto non suo fratello.
Ed ecco che i vecchi rancori e gelosia nei confronti del fratellino riaffioravano a causa dei quel maledetto veleno che n'è era certo un giorno sarebbe stato la sua fine.
«Comunque questa guerra dovrebbe finire presto.» stava dicendo Misako facendo uscire Garmadon dai suoi pensieri. «Tuo fratello e le sua alleanza degli elementi stanno guadagnando molte vittorie anche se siamo ancora in svantaggio sono certa che la situazione cambierà molto presto.»
Garmadon annui, ci sono molte aree di Ninjago che non sono state toccate dalla guerra anche se l'attacco a Stiix dell'anno scorso ha avuto un grosso impatto sull'umore delle persone.
Inoltre Garmadon sapeva dove voleva verametne andare a parare Misako quando parlavano di queste cose: capire perchè Garmadon non tornasse a casa ad aiutare suo fratello.
Il problemma era che c'erano millioni di motivi per farlo, ma allo stesso tempo altretanti motivi per non farlo.
«Io vado, questa guerra ha reso più difficile riuscire a beccare un treno in orario.» disse Misako alzandosi per andarsene.
Garamdon la vide andare via non riusciundo a distogliere lo sguardo da lei.
«L'amore giovane è veramente meraviglioso.» disse una voce e voltandosi di scatto Garmadon vide lì in piedi il maestro Chen.
«Maestro Chen io non vi avevo sentito arrivare.» disse Garmadon icnhinandosi a lui e nel mentre rimproverarsi mentalmente per non averlo notato prima.
Che era stato addestrato alle tecniche ninja dal padre se si faceva cogliere alla sprovista cosi facilmente?
«Immagino, immagino.» disse Chen sorridendogli. «La tua mente aveva altro a cui pensare come al bella ragazza che ti vienne sempre a trovare.»
«Non è come pensa...» disse Garmadon. «Mio caro allievo cosa credi? Anch'io sono stato innamorato un tempo.» disse Chen possandogli una mano sualla spalla in segnio di conforto. «Non c'è niente di male in questo, ma mi sbaglio se dico che non ti sei ancora dichiaratto?»
«È complicato.» rispose Garmadon.
«Mio caro ragazzo ognugno di noi merita qualcuno al suo fianco.» disse Chen. «E dobbiamo far di tutto per prenderci ciò che vogliamo prima che sia troppo tardi non importa cosa infondo in amore e in guerra tutto è amesso, no?»
Garmadon ingoio a vuoto, quelle parole gli ricordavano i pensieri che aveva quando il veleno diventava troppo forte da controllare.
«Ma adesso basta parlare di questo.» disse Chen. «Devi andare a riposare domani è un giorno importante.»
Già, Garmadon strinse i pugni a quel pensiero. Domani avrebbe affrontato Clouse in uno scontro... non vedeva l'ora di poter finalmente aver l'occassione di spaccare il muso a quel mago da strappazzo.

Per sua fortuna riusci a raggiungere il treno in tempo, visto che praticamente c'e n'era solo uno al giorno per raggiungere Ninjago City. Non le andava di passare di nuovo la notte nella locanda lì vicino fino al giorno dopo.
Una volta a bordo si mise davanti ad un finestrino a pensare e ripensare ancora e ancora sul problemma che continuava apersistere.
Ma perchè proprio lei si doveva innamorare di due ragazzi?
Non sapeva chi scegliere, sentiva una forte conessione con entrambi: Wu condivideva il suo amore per la soria e lo studio e la trattava in maniera cosi dolce mentre Garmadon si sentiva più naturale nei suoi confronti come se non la mettesse costantemente su un piedistallo.
Non si era dichiarata a nessuno dei due aspettando che fosse uno dei due fratelli a fare la prima mossa.
Stava aspettando che il destino le desse un segnalle.

Angolo dell'autrice: sono certa al 90% che il titolo del capitolo non corrisponda ad una canzone d'amore degli anni 80... presumo.

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Capitolo 9
*** Imboscata. ***


Capitolo otto: Imboscata.

Quell'estate era particolarmente torrida e queso non rendeva facile concentrarsi durante gli allenamenti.
Maya e Dawn si stavano scambiando qualche mossa di sparring anche se la prima aveva la testa altrove come succedeva sempre quando Ray si allenava nel cortile a pochi passi dalla maestra dell'acqua.
Maya era cosi concentratta a fissarlo che non vide l'amica sparire nell'ombra per poi riapparirle da dietro e buttarla a terra.
«Non potrai avere la vita che immagini se non presti attenzione.» disse Dawn aiutandola ad alzarsi. «
Scusa Dawn è più forte di me.» si scuso Maya suscitando una risatina all'amica. Nell'ultimo anno le due si erano molto avvicinate ed era anche grazie all'amicizia con Dawn che Maya aveva trovato il coraggio di restare. Anche la vita al monastero era migliorata sebbene la guerra complicasse le vite di tutti grazie a Dawn e Haru erano riusciti a creare un loro orto.
E inoltre Isaac il maestro della gravità si era scoperto essere un'ottimo cuoco al contrario di Yukio.
Maya invece si teneva lontana dai fornagli non aveva mai cuccinato in vita sua e ad essere sincera non voleva di nuovo avere gli sguardi di tutti adosso a causa di questa sua incapacità.
Si cercava di andare avanti come si poteva.
All'improvisso Wu e Yannick irrupero nel cortile ansimando.
«Abbiamo avuto una soffiatta sul prossimo attacco delle Serpentine.» disse Wu. «Preparatevi ad un nuovo scontro.»
Tutti i presenti annuirono.

Se c'era una cosa che conosceva erano le ombre e quelle di stanotte non le piacevano per niente. Dawn avrebbe affidatto la sua vita a Wu però sentiva che c'era qualcosa che non andava in quella situazione.
Perchè le Serpentine dovevano attacare questa desolata zona forestale di notte?
No, c'era decisamente qualcosa che non andava.
«È una trappola!» grido all'improvisso Rashid.
Dawn si volto appena in tempo per non farsi colpire in pieno dal veleno dei Venomari, ma le colpì lo stesso il braccio.
Maya fu subito da lei mentre l'alleanza veniva circondata dai Venomari e dai Constritai. Wu si guardo attorno non potendo credere a ciò che stava succedendo, erano in netto svantaggio numerico e avevano giù subito un ferito.
Come aveva fatto a cedere in una trappola cosi ovvia?
Era stato proprio uno stupido.
I suoi pensieri furono interrotti da un constritai che lo lego con la sua coda bloccandogli l'aria.
«Wu!» grido Dawn ignorando il dolore al braccio e andando da lui, colpi il serpente in pieno volto con un calcio liberando il maestro della creazione.
«Grazie Dawn.» disse Wu cercando nel contempo di rimmettere più aria possibille nei polmoni.
«Dobbiamo ritiarci!» grido Maya cercando di scacciare le Serpentine con i suoi getti d'acqua.
«No!» strillo Yukio. «Rimaniamo e combattiamo!»
Proprio in quel momento il Maestro del Ghiaccio fu ferito all'adome da una lancia, Isaac andò subito dal suo amico che era caduto inginocchio dolorante.
«Ray! Maya!» grido Wu. «Create un diversivo per la ritirata! Tatyana copri loro le spalle!»
I tre annuirono iniziando ad usare i loro poteri per scacciare i serpenti anche cosi l'alleanza venne ferita però riusci ad uscire dalla foresta ancora tutta intera.
«Bisogna subito portare i feriti al monastero e curargli.» disse Rashid.
Wu annui e si volto verso Ray per chiedergli aiuto, ma non vide l'amico da nessuna parte.
«Ray? Ray!» inizo a chiamarlo con voce sempre più urgente.
«Anche Maya non si trova.» disse Dawn quasi sull'orlo delle lacrime.

Chen era seduto nella sua stanza davanti a lui una persona con abiti larghi e un capuccio in testa aveva appena finito di raccontare come la loro trappola all'alleanza elementare era stata un successo. Le Serpentine avevano anche fatto prigionieri il maestro del fuoco e la maestra dell'acqua.
«Ottimo lavoro.» disse Chen togliendogli il capuccio e accarezandogli dolcemente il viso. «Per questo sei la mia spia preferitta.»

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Capitolo 10
*** Catturati ***


Capitolo nove: Catturati.

Wu era seduto in camera sua tenendosi la testa tra le mani, era stato un completto disastro.
E Ray e Maya erano stati addiritura catturati dalle Serpentine... perchè era un cosi pessimo leader?
«Wu, tutto bene?» chiese Dawn entrando nella camera e mettendosi vicino a Wu, aveva il braccio fasciato e anche quello era la prova dell'incopetenza del maestreo della creazione a diffendere la gente di Ninjago.
«So che sei preoccupato, lo sono anch'io.» inizio Dawn predendogli la mani tra le sue. «Ma conosco Maya e so che lei e Ray se l'ha caverano abbi fiducia in loro come c'è l'ho io... come c'è l'ho in te.»
«Dawn...» inizio Wu, ma qualunque cosa stava per dire non fu mai pronunciatta quando Rashid entro nella stanza.
«È successo qualcosa? Un altro attacco?» chiese Wu.
«No, si tratta della figlia di Haru.» disse Rashid. «È svenuta all'improvisso e ha la febbre alta.»

Maya continuava a stratonare le corde che le legavano i polsi, ma tutti i suoi sforzi sembravano inutili.
«Puoi smetterla di muoverti tanto non funzionerà.» disse Ray sbuffando.
Erano legati assieme ad un palo in quella che sembrava una rovina delle Serpentine. «Io almeno sto facendo qualcosa per cercare di liberarci!» strillo Maya di rimando. Ray trattene a pena un ringhio per la frustazione, ancora non capiva come erano finiti in questo pasticcio ad attendere solo che le Serpentine tornassero e secegliaro di fare loro chissà cosa. Per di più non potevano fare niente solo aspettare visto che il palo al qualle erano legati era fatti di Pietra della Vendetta che anullava i loro poteri elementari.
Odiava sentirsi cosi inutile, gli faceva tornare in mente brutti ricordi.
Nel fratempo Maya continuava a divincolarsi sicura che prima o poi sarebbe riuscita ad ottenere un risultato, ad un certo punto fece una pausa e in quel momento alzo lo sguardo vedendo che la colonna non arrivava completamente al soffitto.
Certamente, le Serentine l'avevano fatto in fretta e furia per far in modo che non usasero i loro poteri.
«Ray ho un'idea!» disse e spiego ciò che aveva in mento al maestro del fuoco.
Lui ascolto attentamente scuottendo la testa in segno di disaprovazione: odiava un lavoro fatto in fretta e male però Maya aveva ragione e avrebbero potutto usare questo a loro vantaggio.
Non fu facile coordinarsi all'inizio, ma dopo un po' ci pressero la mano e si arrampicarono sul palo fino a liberarsi, certo erano ancora legati, ma una volta che fossero stati abbastanza lontani i loro poteri sarebbero tornati permettendo loro di tagliare le corde attorno ai loro polsi.
«C'è l'abbiamo fatta!» grido Maya.
«Shh!» la zitti Ray.
La ragazza abbasso il capo chiedendo scusa.
Uscirono dall'edificio in cui si trovavano vedendo che a guardia c'erano un Constritai e un Venomari, stavano però dormendo perciò per quanto essere legati assieme rendesse difficile i movimenti cercarono di camminare il più silenziosamente possibille.
Ray si guardava attorno cercando di capire dove fossero, non gli ci volle molto per immaginare che non erano troppo lontani dal luogo della trappola visto che il paesaggio ricordava abbastnaza una foresta anche se il buio della notte rendeva difficile individuare ogni dettaglio visisvo.
Forse però avrebbe fatto meglio a guardare invece dove metteva i piedi visto che fini per calpestare un rametto e svegliare le guardie.
Il maestro del fuoco si senti un groppo in gola, non sarebbero mai riusciti a combattere legati in quel modo però vedendo il viso di Maya sembrava che lei avesse tutt'altra opinione. Infatti la senti prendere un respiro profondo prima di corerre con uno scatto fulmineo verso le Serpentine o per essere più precissi verso le lance che stavano puntando loro contro.
Nella foga della corsa Maya inciampo su i suoi piedi, ma ciò cambio l'obbiettivo dell'arma del Constritai che fini per tagliare le corde che gli legavano assieme ora libero nei movimenti Ray capì che era stato il piano di Maya fin dall'inizio.
Mentre era ancora a terra Maya afferro la caviglia del serpente stratonandolo e facendolo cadere a terra permettendo cosi a Ray di rubargli l'arma. Lo scontro tra le due lance inizio mentre Maya cercava di attacare con ciò che aveva a dispozisione, la Pietra della Vendetta era ancora troppo vicina per consitere loro di usare i poteri. Ciò nonostante Ray e Maya riuscirono a soprafare gli avversari e a fuggire.
«Stanno scappando!» grido il Venomari. «Dobbiamo inseguirli.»
«No.» rispose il Constitai.
«E allora cosa proponi di fare?» chiese il Venomari.
«Chiamiamo il generale Arcturus.» dichiaro il Constrictai.

Non sapeva per quanto tempo avesse corso, ma Maya si sentiva ancora l'adrenalina pomparle nelle vene.
«Complimenti, le tue idee sono state ottime.» le disse Ray. «Ora dobbiamo solo trovare la strada per il monastero.»
Maya stava ascoltando ciò che diceva Ray solo in parte, aveva il cuore a mille e cosi pressa dall'impulso si avvicino a lui e lo bacio. Ray sgrano gli occhi prima di spingere via la ragazza.
«Maya io... io non... non...» balbetto Ray e Maya si senti il cuore infrangersi in mille pezzi.
Era stata veramente una schiocca.
«Certo, capisco io... mi spiace.» disse Maya scuottendo la testa. «Troviamo la strada per tornare.»
Maya si avvio cercando di non far cadere le lacrime mentre Ray la fissava con sguardo triste.
«Mi dispiace...» sussuro mentre il suo stesso cuore si spezzava guardando la ragazza che amava allontanarsi da lui.

Wu usci dalla stanza che Haru condivideva con la figlia, a quanto pare Lilly era sempre stata cagionevole di salute fin dalla nascità per questo Haru era sempre cosi riluttante a lasciarla da sola.
Per fortuna la febbre era passata perciò si poteva tornare a pensare a come salvare Ray e Maya.
«Wu!» grido Yukio andando verso di lui, non sorpredentemente non si era nemmeno avvicinato alla stanza della malata. Yukio aveva la fobia per i germi era risaputto.
«Yukio che succede?» chiese Wu avendo orribilli flashback con il precedente incontro con Rashid.
Penso che non poteva sopportare altre brutte notizie.
«Ray e Maya sono tornati.» gli disse Yukio sorridendo. «Sono salvi e stanno bene.»

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Capitolo 11
*** In amore e in guerra. ***


Capitolo dieci: In amore e in guerra.

Non avrebbe dovutto farlo, era una violazione della privacy non solo di suo fratello, ma anche di Misako.
Quelle parole cosi piene d'amore, fin troppo sdolcinate per i gusti di Garmadon, erano cosi sincere non avrebbe mai detto che i sentimenti di Wu fossero cosi profondi.
Come aveva fatto Chen a metterci le mani sopra?
Aveva parlato di spie, ma... perchè spiare la posta di suo fratello?
Sopratutto adesso che la situazione sembrava essere più equilibrata.
Scaccio quel dubbio, ci avrebbe pensato più tardi adesso doveva capire cosa fare della lettera che aveva in mano. Sapeva che la cosa giusta era fara in modo che arrivasse a destinazione, ma una parte di lui avrebbe semplicemente voluto bruciarla.
I suoi occhi si fissarono sull'inchiostro e la penna che il maestro Chen gli aveva messo davanti. Ingoio a vuoto, non poteva prendersi il merito per ciò che c'era scritto.
Aveva già deciso che non era giusto seguire i suoi sentimenti... ma non si tratava più di ciò che era giusto, ma di quello che voleva lui.
E lui voleva Misako. Non gli importava di nient'altro, solo di lei e basta.
Contro ogni pensiero logico o razionale voleva passare la vita con lei anche se brevemente.
Fece un respiro profondo predendo la penna cancellando con essa il nome di Wu in modo da sostituirlo con il suo.
«Ben fatto Garmadon.» si complimento il maestro Chen. «Ricorda devi sempre fare ciò che è necessario per vincere.»
Garmadon non disse niente, annui lentamente mentre pensava che per una volta avrebbe tanto voluto sentire il veleno sussurargli all'orecchio. Perchè mentre stava facendo quell'azione ignobille il veleno era rimasto completamente muto.

Suo padre gli ripeteva sempre che l'equilibrio era fragile, bastava poco per spostare l'ago della bilancia.
E Garmadon doveva ammettere che suo padre aveva ragione. Dopo anni di conflitti la famiglia reale di Ninjago aveva deciso di intervenire e cosi sia gli abitanti di Ninajgo che le Serpentine avevano fatto delle concessioni all'altra parte del conflitto.
Sembrava quasi che una soluzione pacifica fosse alla porte, ma non bisogna mai fidarsi di un serpente perchè mentre c'era ancora in vigore la tregua temporanea stabilità le Serpentine attaccarono e per peggiorare le cose adesso anche gli Anacondrai la tribù più forte era scessa in campo.
Sembrava che la vittoria per Ninjago si stesse allontanando sempre di più.
E a quanto pareva anche il maestro Chen aveva questa opinione.
«Gli Anacondrai sono impossibilli da battere anche per la piccola patetica alleanza del tuo fratellino.» stava dicendo. «Però come dice quel provebio: “se non puoi battergli unisciti a loro.”»
«Unirsi alle Serpentine?» chiese Garmadon sorpresso. Sapeva che i metodi di Chen non erano... bè propriamente “coretti” però qui si parlava di tradire la loro stessa casa, tutta Ninjago per unirsi a coloro che gli stavano attacando.
«Garmadon ragiona.» continuo Chen. «Se ci alleiamo con le Serpentine non solo vinceremo la guerra con loro, ma pensa al potere che avremmo in caso di vittoria... so che non gli usi spesso, ma i tuoi poteri sarebbero veramente molto utili.»
Garmadon si rifiutto di guardare Chen in faccia, era dalla morte del padre che ne lui che Wu usavano i loro poteri elementari era come un tabù non detto tra di loro.
Però... l'offerta di Chen gli faceva gola doveva ammetterlo. I sussuri tornarono e mentre i suoi occhi diventavano rosso sangue si immagino in battaglia sul lato nemico mentre schiacciava i suoi avversari fino alla sottomissione.
Poi però la vide: occhi verdi, una traccia castana.
Scosse la testa allontando quei pensieri dalla testa mentre i suoi occhi tornavano marroni.
Non poteva farlo, non poteva perderla.
Non in questo modo.
«No.» disse Garmadon alzandosi dal tavolo. «Non tradiro in quel modo la terra di mio padre.»
«Molto nobile da parte tua sopratutto dopo aver già tradito tuo fratello.» disse Chen sorridendogli come suo solito. «Forse non capisci che questa è un'occasione unica, pensaci bene Garmadon possiamo fare grandi cose assieme, la vittoria deve essere afferatta non importa il costo.»
«E invece importa! Sopratutto se non sono disposto a pagare quel costo.» rispose Garmadon mentre lasciava la stanza delle riunioni. «Ci sono ancora delle cose per cui voglio combattere... che voglio proteggere.»
«Rifutta questa offerta e potrai dire addio ai miei insegnamenti Lord Gamadon!» grido Chen.
Garmadon non disse niente limitandosi a guardare il suo ex maestro prima di sbattere dietro di sé la porta.

Dopo aver lasciato Chen, Garmadon non sapeva dove andare.
Per la prima volta in vita sua non aveva idea della prossima mossa da compiere sul suo cammino perciò decise di fermarsi in una locanda lì vicino, non sembrava in belle condizioni però sapeva che aveva resistitto alla guerra e questo gli bastava almeno per ora.
Non vedendo nessuno al bancone della recption si sedette su una dei divani rattopatti che c'erano lì vicino.
«Posso aiutarla, in qualche modo?» chiese una ragazza con lunghi boccoli biondi e occhi blu.
Garmadon la guardo per qualche motivo le pareva famigliare poi sgrano gli occhi non credendo a ciò che stava vedendo.
«Libber?»

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Capitolo 12
*** Libber e Libby ***


Capitolo undici: Libber e Libby.

Libby sgrano lo sguardo, come faceva questo sconosciuto a conoscere il suo nome completo era impossibille.
Da quando lavorava qui non l'aveva più pronnunciato da dopo il colloquio di lavoro essendo sempre e solo Libby per tutti.
«Tranne che per i capelli tu sei identica a Libber.» continuo lo sconosciutto. «Sei per caso sua parente? Vista l'età forse sei sua nipote.»
«Come fa a conoscere mia nonna?» chiese Libby capendo a qualle “Libber” si riferiva, ma era comunque strano visto che sua nonna era morta molto prima della sua nascità. Questo ragazzo era troppo giovane per conoscerla.
«L'ho incontrata tempo fa... le somigli molto.» rispose lui.
Libby scosse la testa pensando che fosse semplicemente pazzo, ma un cliente era un cliente sopratutto in tempi come questi per ciò chiamo la signora Gordon per dare al ragazzo una camera.
«Comunque io mi chiamo Garmadon.» disse il ragazzo salendo le scale.
«Io sono Libby.» rispose lei.

Era quasi ironico che si era ritrovato sotto lo stesso tetto della nipote della vecchia maestra del fulmine, si chiese se oltre al nome Libby condividesse altro con sua nonna.
Ma se la sua ipotesi era corretta allora perchè Wu non l'aveva reclutata?
Forse non sapeva nemmeno che poteva essersi un nuovo maestro del fulmine in giro, dopo la scomparsa di Libber si erano persi i contati con la famiglia della donna.
Però da ciò che ricordava loro non abitavano in questa parte di Ninjago perciò che ci faceva Libby, qui?
Garmadon decise di chiederglirlo.
La trovo che stava disegnando su un quaderno sul retro della locanda, non voleva sbirciare però riusci a dare un'occhiatta a ciò che stava facendo.
Sembrava il disegno di un abito da sposa.
«Che stai facendo?» chiese Libby notando la sua presenza e chiudendo di scatto il quaderno.
«Disegni molto bene.» disse Garmadon. «Ti stavo cercando per chiederti una cosa.»
«Sono già fidanzata.» disse brusca Libby.
«Non quello.» specifico Garmadon. «Volevo sapere se hai ereditato i poteri di tua nonna... se sei tu la nuova maestra del fulmine.»
Libby sgrano gli occhi e sbianco, sembrava aver appena visto un fantasma.
«Non so di cosa stai parlando.» disse allontanandosi da lui.
«Tua nonna era una maestra elementare, il suo potere non può essere scomparso con lei perciò tu o uno dei tuoi genitori...» continuo Garmadon.
«Non parlare dei mie genitori!» strillo Libby all'improvisso mentre le sue mani brillavano facendo comparire un fulmine che per poco non colpì Garmadon.
Libby guardo spaventata la scena davanti a sé, l'aveva quasi fatto di nuovo.
Si morse il labbro e scappo via lasciando cadere dietro di sé il quaderno dei suoi schizzi.

Era sdraita a letto con la faccia inmersa nel cuscino mentre piangeva.
Perchè dopo tanto tempo quella... quella maledizione con cui era nate era tornata?
Ripenso alle parole di Garmadon... allora era a causa di sua nonna se aveva quegli strani poteri, ma perchè era capitato proprio a lei e non a qualcun'altro. Si era nascosta dalla sua famiglia per proteggergli dove aver ferito suo padre e adesso quel... quel tipo strano tornava facendo scattare in lei di nuovo quei poteri.
Se la signora Gordon l'avesse scoperto l'avrebbe cacciata e di sicuro Cliff non l'avrebbe più sposata.
Questo era un incubo che diventava realtà.
Senti bussare alla porta.
«Vattene via!» grido Libby lanciando il cuscino contro la porta.
«Libby ascoltami ti prego.» disse la voce di Garmadon.
La ragazza era veramente tentata di aprirgli la porta solo per prenderlo a schiaffi però alla fine decise di sentire cosa aveva da dirle.
Dall'altra parte della porta Garmadon fece un profondo respiro per la prima volta da molto tempo desiderava che suo fratello fosse al suo fianco.
«Ascolta Libby io... io non sono bravo a parole come mio fratello.» disse Garmadon. «Non riesco a capire perchè ciò che ti ho detto ti ha sconvolto tanto e sinceramente non voglio nemmeno saperlo, dirmelo è una tua decisione però io posso dirti questo: hai dei poteri unici e incredibilli e non potrai fuggire da loro per il resto della tua vita. Se vuoi sono disposto ad aiutarti.»
Non ricevendo risposta Garmadon si volto per andarsene, ma proprio in quel momento senti il suono della porta che si apriva.
«Tu... puoi davvero aiutarmi con questi poteri?» chiese Libby titubante. «Puoi aiutarmi a non ferire mai più nessuno?»
Garmadon la vide riconoscendo quello sguardo, lo stesso che aveva avuto lui da piccolo quando non sapeva ancora controllare la sua stessa distruzione.
«Certamente.» le rispose sorridendole.

In sole poche settimane Libby era riuscita ad ottenere il pieno contorllo dei suoi poteri, era ancora una principiante però almeno adesso poteva creare i fulmine a piacimento senza rischiare di farlo per sbaglio.
Dire che Libby era grata a Garmadon per il suo aiuto era un eufemismo, la ragazza aveva anche chiesto al maestro della distruzione di farle da testimone alle nozze. Inizialmente Garmadon voleva rifiuttare, la sua intenzione era di andarsene presto però vedendo come Libby lo guardava, con quegli occhi da cucciolo non potè fare a meno di accetare.
Infondo non aveva altro posto dove andare.

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Capitolo 13
*** Un matrimonio elletrizzante(parte 1). ***


Capitolo dodici: Un matrimonio elletrizzante(parte 1).

Si guardava allo specchio ammirando il suo vestito, non poteva ancora credere al fatto di averlo veramente indossato... un vestito disegnato da lei il giorno delle sue nozze per giunta!
Quando era scappata aveva rinnunciato ai suoi sogni, ma ora grazie a Garmadon aveva ritrovato un po' di sicurezza tanto da cucirsi da sola l'abito da spossa e chissà adesso che i suoi poteri erano acqua passata poteva tornare a sognare.
Garmadon entro in camera sua chiedendole aiuto per sistemarsi il pappilion.
«Sono abituato ad abiti più... tradizionali.» spiego lui mentre Libby l'h aiutava a sistemarsi. «Comunque stai davvero bene con quel vestito.»
«Grazie.» rispose Libby. «Non solo per il complimento, ma anche perchè grazie a te sono più serena, finalmente ho chiuso con quei poteri.»
Garmadon la guardo sorpresso chiedendosi cosa intendesse esattamente con “finito”.
«Libby il tuo addestramente è solo all'inizio.» disse Garmadon. «Non puoi smettere di allenarti proprio adesso. C'è ancora molto che devi scoprire su i tuoi poteri.»
«No, non c'è più niente che devo sapere.» ribatte Libby. «L'unica cosa importante è che adesso posso gettare tutto sotto un ponte e dimenticarmi una volta per tutte di questa faccenda.»
«Non puoi ignorare i tuoi poteri!» disse Garmadon. «Fanno parte di te! Sono una parte di te come un... come un braccio. Non puoi semplicemente fingere di essere ciò che non sei.»
«Invece posso e lo farò.» rispose Libby. «L'ho fatto per anni e posso continuare per altretanto tempo.»
Garmadon strinse i pugni, conosceva bene quel sentimento, il voler dimenticare ciò su cui non avevi controllo e che ti rendeva diverso, che ti allontanava dagli altri. Però semplicemente ingnorare il problemma non era la soluzione, questa non era una cosa dalla qualle potevi scappare.
Semplicemente non si poteva fare e lui questo lo sapeva per esperienza personale.
«Sei una stupida se pensi che questa tua idea funzionerà in eterno!» grido Garmadon. «Se vuoi davvero vivvere la tua vita devi accetare questa parte di te è l'unico modo!»
«Non dirmi cosa fare e non osare nemmeno darmi della stupida!» strillo Libby. «Non hai alcun diritti di dirmi come vivvere la mia vita!»
«Invece né ho!» ribatte Garmadon. «Hai accetato il mio aiuto e sappi questo l'unica persona che sta rovinando la tua vita sei tu! Perchè hai troppa paura di un lato di te stessa che non vuoi accetare! Smetti di fare la fiffona e affronta la tua paura o alla fine sarà lei a vincere!»
«Fuori di qui non ti voglio più vedere!» grido Libby lanciandogli contro la prima cosa che trovo.
Garmadon schivo l'oggetto e poi usci dalla stanza sbattendosi la porta alle spalle.
«Tanto non ci volevo nemmeno venire a questo matrimonio!» disse Garmadon uscendo.
Libby si sedette sul letto predendosi il viso tra le mani cercando di calmarsi. Doveva pensare solo alle cose belle e positive di quel giorno, tutto qui... eppure le parole di Garmadon le risuonavano in testa.
Quelle e il fatto che per un momento a Libby gli occhi di Garmadon furono sembrati rossi.

Cammina per la navata con il cuore in gola non sapeva se per l'emozione o per l'ansia, ma non le importava perchè in ogni caso non poteva essere più felice. Anche se Garmadon se n'era andato Cliff era lì e l'aspettava una nuova vita assieme a lui.
Alle nozze c'erano tutti gli abitanti del vicino villaggio, aveva senso infondo in un momento buio come questo qualsiasi motivo per celebrare era ben accolto da tutti. Serviva a dare speranza che un giorno tutto sarebbe tornato alla normalità con pace e serenità senza più paura.
E la stessa Libby aveva lavorato tanto per far in modo che questo giorno fosse perfetto, una luce nel buio per tutti e non avrebbe lasciato che le parole di Garmadon glielo rovinassero.
Lei e Cliff si scambiarono i voti quando all'improvisso proprio prima del bacio si senti una forte esplosione prima che gli invitati se n'è potessero rendere conto la locanda era ridotta in cenere mentre dei Fangpyre iniziavano ad attacare gli ospiti indifessi.
Libby guardo la scena con le orecchie che ancora le fischiavano innoriditta e spaventata dalla svolta che aveva preso il suo matrimonio.

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Capitolo 14
*** Un matrimonio elletrizzante(parte 2). ***


Capitolo tredici: Un matrimonio elletrizzante(parte 2).

Garmadon sbuffo mentre si allontnava dalla locanda.
Come se le scelte stupide di quella stupida ragazzina fossero fatti suoi?!
Lei non poteva nemmeno sperare di arrivare ad un quarto dei suoi anni e di vedere tutte le cose che aveva visto lui perciò come si permetteva di parlargli in quel modo?
Era una sciocca e un giorno le sue decisione le sarebbe esplose in faccia peggiorando solamente la situazione.
In ogni caso non era un problemma suo, che Libby si arrangiasse.
Poi vide il fumo proveniente dalla locanda e inizio a correre verso quella direzione.

Non si ricordava nemmeno più perchè fosse a terra, se era stata spinta da qualcuno che scappava in preda al panico, se era stata attacata da un Fangpyre o se fosse semplicemente inciampata come suo solito.
Si alzo barccolando, aveva il vestito sporco di terra e strappato inoltre aveva vari graffi sul corpo, guardandosi attorno vide e senti il caos che la circondava. Libby si copri le orecchie cadendo inginocchio, doveva essere un giorno felice, il giorno più felice della sua vita e invece si era trasformato in un incubo.
Le veniva da piangere.
Ma più di questo era arrabbiatta.
Arrabbiatta con Garmadon che se n'era andato, arrabbiatta con le Serpentine che erano venuti a distruggere la vita che si era costruita con tanta fatica.
Ma sopratutto era arrabbiatta con se stessa perchè se avesse datto retta a Garmadon adesso non se né starebbe lì a piangersi addosso, ma avrebbe cacciatto personalmente quei viscidi serpenti da lì.
Poteva controllare i suoi poteri, ma non poteva combattere con loro.
Non poteva fare niente...
“Tu puoi fare tutto ciò che vuoi Libby.”

Libby mostro ai suoi genitori i disegni che aveva fatto.
«Sono bellissimi amore.» disse sua madre dandole un bacio su i boccoli castano-rossici.
«Davvero?» chiese la bambina con la gioia che brillava nei suoi profondi occhi blu.
«La mamma ha ragione sono fantastici.» disse suo padre.
«Allora pensate che un giorno riuscirò a fare la stilista?» chiese ancora Libby.
«Ma certamente Tesoro.» disse suo padre scompigliandole i capelli.
«Ricorda questo: tu puoi fare tutto ciò che vuoi Libby, devi solo crederci abbastanza.»


Strinse i pugni.
Suo padre aveva ragione, poteva fare tutto ciò che voleva compresso combattere.
Si alzo di nuovo in piedi e predendo un respiro profondo penso a tutto ciò che Garmadon le aveva insegnato.
Non avrebbe più avuto paura. Lei controllava i suoi poteri, quei poteri che erano una parte di lei dalla qualle non sarebbe più fuggita.
Senti l'elletrici scorrerle per le vene era arrivato il momento di insegnare a quei serpenti che nessuno poteva rovinare il suo matrimonio e restarne inpunito.
Senti dentro di sé qualcosa partirle dal petto, era una senzasione piacevole, naturale e che le dava una forza che non aveva mai sentito prima. Per la prima volta da molto tempo era in pace con se stessa e questi poteri non la rendevano meno Libby di prima.
Quello che era successo a suo padre era stato solo un incidente... e adesso era pronta ad accetarlo.

Garmadon corse verso la locanda e fu non poco sorpresso di vedere le Serpentine fuggire terorrizate da lì.
Non gli ci volle molto a capire anzi a vedere il motivo di tale attegiamento. In qualche modo Libby stava usando i suoi poteri per affrontare quella minaccia e non solo. 
Garmadon vedeva come i suoi brillavano, l'aveva già visto in molti maestri elementari in passato. Non sapeva se fossero state le sue parole o altro, ma Libby nonostante le sue reticene era riuscita a sbloccare il suo vero potenziale.
Sorrise ogoglioso e felice per l'amica.
Vide però che c'erano ancora molti altri serpenti in giro e cosi decide di dare a Libby una mano.
Era da quando aveva lasciato Chen che non combatteva seriamente un avversario e per quanto battere Clouse fosse molto più divertente decise che si poteva arrangiare con ciò che aveva.

«Avevi ragione.» disse Libby sedendosi vicino a lui quando tutti i Fangpyre se n'erano andati fortunatamente senza causare troppi feriti. «Per poter finalmente trovare la pace dovevo accetare i miei poteri, doveva accetare chi ero non averne paura.»
«Potresti ripetere non mi dicono che ho ragione molto spesso.» scherzo Garmadon dandole una piccola pacca sulla spalla. «In ogni caso adesso puoi concludere il tuo matrimonio... se vuoi posso ancora farti da testimone.»
Libby annui, ma sembrava essere assorta in tutt'altri pensieri.
«Voglio fare di più per Ninjago.» disse alla fine Libby. «Voglio ancora sposarmi con Cliff e avere una vita con lui, ma... oggi ho capito che ho delle responsabilità. Voglio aiutare, Garmadon ti prego aiutami ad aiutare Ninjago!»
Garmadon la guardo stupito, non si era aspetatto una richiesta del genere.
Rimase in silenzio per un po' perchè lui sapeva cosa potevano fare per aiutare, ma aveva davvero il coraggio di tornare al monastero?
«Se proprio vuoi allora lascia che ti pargli di mio fratello e dell'alleanza degli elementi.» rispose Garmadon.

Non era stato semplice riparare il suo vestito, ma alla fine c'è l'aveva fatta e anche se c'erano molte meno persone di prima Libby non poteva che essere felice.
Cliff voleva ancora sposarla le aveva detto che i suoi poteri non lo scoragivano anzi gli piaceva che nel loro rapporto ci fossero un po' di “scintille”. Assieme i due avevano deciso di sposarsi prima che Libby prendesse parte attiva alla guerra, per la luna di miele ci sarebbe stato tempo dopo.
Mentre guardava Libby attraversare la navata Garmadon si sentiva come un condanatto al patibollo perchè una vola conclusse le nozze sarebbe finalmente tornato a casa.

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Capitolo 15
*** Ritorno al monastero ***


Capitolo quattrodici: Ritorno al monastero.

Le scale per arrivare al monastero non era mai sembrate cosi pessanti come in quel momento e nemmeno cosi faticose. Eppure tra qualche gradino lui e Libby si sarebbero trovati davanti al portone d'ingresso... e se doveva essere sincero Garmadon voleva solo scappare e tornare indietro.
Chissà cosa avrebbe detto Wu dopo tutti questi anni dopo che per un certo periodo aveva anche aiutato Chen.
Il veleno dentro di lui gli sussurava che non gli doveva importare però... però cosa sarebbe successo se suo fratello non avesse più voluto vederlo?
Ovviamente non ebbe molto tempo di pensare perchè Libby si mise a bussare freneticamente alla porta apparentemente ignara dei tumulti emotivi del maestro della distruzione.
Il portone si apri e subito Wu spalanco gli occhi e la bocca nel vedere Garmadon lì in piedi dopo tanto tempo.
Subito il minore dei due fratelli si lancio su Garmadon abbracciandolo stretto.
«Non andartene più...» sussuro Wu mentre qualcosa di umido toccava il collo di Garmadon.
A quel punto il maggiore capì che suo fratello stava piangendo per lui.

Rivedere Garmadon dopo tanto tempo era... strano.
Insomma anche lui era un suo caro amico pericò Ray era felice di rivederlo, ma allo stesso tempo non sapeva cosa pensare di lui in qualche modo sembrava cambiato.
Era sempre lo stesso, ma diverso.
Mentre era assorto nei suoi pensieri non si accorse di aver sbatutto contro qualcuno.
Con suo ororre vide che si trattava di Maya. La ragazza gli diede un rapido sguardo prima di continuare a camminare verso la sua stanza.
“Stupido.” penso Ray mentre si schiaffegiava una mano in fronte.
Tra i due le cose erano diventate piuttosto tese da quando l'aveva rifiuttata, Maya non aveva mai fatto niente per mostrare il suo dispiacere apertamente però era chiaro che la sola presenza di Ray la mettesse a disagio.
E lui non voleva questo, l'aveva rifiutata solo per il suo bene infondo cosa c'entrava la bella figlia di un ricco pescattore come lei con qualcuno come lui?
No, era meglio se l'ho dimenticava e cercava qualcuno migliore... qualcuno che non era lui.
«Perchè quel muso lungo?» domando una voce alle sue spalle.
Ray sussulto Yannick era sempre molto bravo ad apparire alle spalle della gente e fargli prendere dei colpi.
Wu gli aveva raccontato che Yannick conosceva qualche tecnica ninja e che nonostante l'aspetto proprio come lo stesso Wu anche Yannick nascondeva la sua vera età grazie ai suoi poteri.
«Non sono affari tuoi Yannick.» ribatte Ray voltandosi per andarsene però Yannick lo blocco predendo l'aspetto di Maya.
«Problemmi con la bella maestra dall'acqua?» disse di nuovo il maestro della forma predendolo palesemente in giro.
«Lasciami in pace!» grido Ray.
«Tasto dolente?» chiese Yannick tornando al suo aspetto regolare. «Senti volevo solo scherzare un po', ma se hai dei problemmi puoi parlarmene, forse non si direbbe ma ho avuto una discretta lista di amanti nel corso della mia vita.»
Ray alzo gli occhi al cielo non si era confidatto nemmeno con Wu riguardo alle sue pene d'amore e adesso avrebbe dovutto farlo con Yannick, ma se nessuno lì sapeva nemmeno qualle fosse il suo vero volto.
«Seriamente Ray è palese che vi piacete a vicenda perciò non vedo il problemma.» continuo Yannick non volendo mollare l'osso.
«È proprio questo il problemma!» strillo a quel punto Ray. «Io... io non merito di essere amato da qualcuno come Maya.»
«Perchè?» chiese semplicemente Yannick.
«È... è complicato.» rispose Ray. «Ho fatto cose di cui mi pento e se Maya le sapesse, se qualcuno le sapesse...»
Yannick riconobbe quello sguardo e capendo il problemma sorisse.
«La vuoi sapere una cosa?» chiese il maestro della forma. «Sono un ladro e un truffatore.»
«Cosa?» disse Ray pensando che scherzasse.
«Sul serio con un potere come il mio questo lavoro diventa piuttosto facile.» continuo Yannick con tono serio. «E vuoi sapere un'altra cosa? Wu, Garmadon e persino Yukio lo sanno... ma almeno ai primi due non interessa.»
«Cosa... cosa c'entra tutto questo con me?» chiese Ray iniziando a sentirsi agitato, era impossibille che Yannick lo sapesse... giusto?
Nessuno doveva saperlo altrimenti avrebbe perso tutto.
Sentiva la gola che gli si serrava almento finchè Yannick non gli mise la mani sulle spalle costringendolo a guardarlo dritto negli occhi.
«Ascolta Ray, non so cosa hai combianto in passato però è chiaro che ti sei lasciato quella vita alle spalle e non dovresti lasciarti condizionare da qualcosa che ormai non c'è più.» disse Yannick. «Si, avrai fatto degli sbagli come tutti però l'importante quando sbagli non è ciò che hai fatto, ma ciò che fai per rimediare.»
«Ho rubato.» confesso infine Ray non sapendo nemmeno lui perchè lo stesse dicendo. «Io e mio padre, quando quest'ultimo era ancora vivo, eravamo disperati. Avevo appena scoperto i miei poteri e c'era il rischio che non superassimo l'inverno... è stata una sua idea fare in modo che usasi le mei nuove abilità per rubare, ho sempre fatto attenzione a non ferire nessuno, ma... pensi davvero che i miei crimini possano essere redeti?»
«Non lo so Ray, è una cosa che dipendo solo da te.» rispose Yannick. «Qui a Ninjago però c'è un detto che mi piace molto: “Il passato è il passato, ma c'è pur sempre il futuro”.»
Ray guardo il maestro della forma allontanrsi, sentiendossi in qualche modo molto più leggero infondo Yannick non era cosi male come molti suoi attegiamenti portavano a pensare.
E aveva ragione ciò che aveva fatto era nel passato, non doveva lasciarsi condizionare da una persona che ormai non era più. Che importanza aveva il luogo da dove veniva, se era ricco o povero... lui sapeva di valere qualcosa.
I suoi crimini erano il suo passato, Wu e Maya il suo futuro.

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Capitolo 16
*** Superare i propri scogli ***


Capitolo quindici: Superare i propri scogli.

Quel giorno si era svegliata molto presto ancora prima dell'alba perciò fece attenzione a non svegliare Dawn, l'amica non era per niente una persona mattiniera. Fu sorpressa di sentire dei rumori provenire dalla cucina, chi altro oltre a lei si era alzato dal letto cosi presto?
Sbiricio dalla porta e vide Libby che preparava la colazione per tutti.
«Ciao Maya.» disse Libby. «Mattiniera anche tu?»
«Io... a volte non dormo bene.» rispose Maya vedendo come Libby nonostante fosse qui da poco si muovesse con estrema disinvoltura nella cucina si vedeva che era abituata ad alzarsi cosi presto per cucinare.
«Tu sai dove sono le verdure?» chiese Libby.
«No, io non entro quasi mai per cuccinare.» confesso Maya leggermente in imbarazzo. «Non ho mai imparato a farlo.»
«Bè non è mai troppo tardi per imparare.» disse Libby avvicinandosi a lei con un grambiulle e mettendoglielo.
Da quel momento ogni mattina prima dell'alba Libby insegno a Maya a cuccinare, quest'ultima doveva ammettere che era un'attività molto divertente. Mentre c'erano queste lezioni le due chiacchierarono molto, conoscendosi meglio e stringendo una forte amicizia.
«Sai a volte mi sembra di essere ancora un'estranea qui dentro.» confesso Maya un giorno. «Se non fosse per Dawn... anche Ray da quando gli ho confessato ciò che provo mi evita.»
«Non è facile trovare il proprio posto io lo so bene.» rispose Libby.
«È solo... è solo che a volte mi sento in colpa per essere stata cosi agiata nella mia vita mentre tutti qui hanno dovutto combattere con le unghie e con i denti per andare avanti nella vita.» disse Maya passandosi le mani sul viso. «Per di più in confronto agli altri io mi sento cosi inutile.»
«Dai Maya non dire cosi.» cerco di consolarla Libby.
«Ma è vero!» esclamo la corvina. «Dawn coltiva l'orto, Haru è un'esperto di erbe medicinali, Ray e Tatyana possono fabbricare cose incredibilli, Wu e Garmadon hanno entrambi ottime capacità di leadership e infine tu sai cuccinare e cuccire... io al confronto non so fare niente! Sono la persona più inutile di tutta Ninjago!»
Libby vide Maya scoppiare a piangere, sorpressa da tale reazione abbraccio l'amica cercando di consolarla.
Però non sapeva cosa dire, dov'era Garmadon quando c'era bisogno di lui?
«Sai perfettamente che non è cosi, Maya.» disse una voce e le due videro Dawn sulla soglia della porta.
«Sei la persona più gentile che io conosca, quando qualcuno ha un problemma sei sempre la prima a cercare di farlo stare meglio.» disse Dawn. «Poteri o non poteri non potremmo mai fare a meno di te Maya.»
«E pensi davvero che queste qualità valgano qualcosa in tempi come questi?» chiese la maestra dell'acqua tirando su con il naso.
Non le sembrava di essere la persona che Dawn stava descrivendo, consolare gli altri, giocare con Lilly quando nessun'altro poteva stare con la bambina, stare semplicemente lì ad ascoltare i problemmi degli altri o quando avevano nostalgia di casa(come quella volta che Tatyana le aveva parlato per due ore intere su Metalonia) erano tutte cose che secondo Maya chiunque poteva fare e non c'era niente di speciale in loro.
«Sopratutto in tempi come questi.» rispose Dawn.

Non si erano mai visti avversari cosi difficili, Garmadon per quanto non volesse doveva ammettere che Chen aveva ragione quando elogiava cosi tanto gli Anacondrai doveva affrontare il fatto che erano davvero più forti e più veloci di tutte le altre Serpentine e per quanto gli dolesse doveva anche riconoscere la loro superiorità nelle strategie militari.
Tutti tranne Haru, che era rimasto al monastero a causa del riafiorare della malatia della figlia, si erano schierati in quella battaglia anche nel trampusto si erano separati in gruppi.
Con lui c'erano Rashid, Libby e il nuovo arrivato nell'alleanza Jet Turner il maestro della velocità che lui e Libby avevano icnontrato mentre tornavano al monastero. Solo qualche settimana dopo gli aveva ragiunti e si era unito a loro.
Dall'altra parte dle campo di battagli poteva vedere suo fratello con Maya, Ray e Dawn in realtà aveva notato che la maestra dell'ombra era quasi sempre vicino a Wu durante gli scontri.
“Se lui non c'è più... se lui non c'è l'ha fa... non dovrai temere che il tuo segreto venga mai alla luce...” Garmadon sobbalzo visibilmente quando quel pensiero gli passo per la mente, tale distrazione gli fu fatale perchè un Anacondrai lo colpi in testa facendolo cadere a terra. Libby colpi con un fulmine il serpente disarmandolo per poi permettere a Jet di farlo cader colpendolo alle spalle.
Garmadon si lascio aiutare a rimettersi in piedi a parte un leggero giramento di testa gli pareva di stare bene.
Wu da lontano vide come il fratello si troavava in difficoltà, ma non poteva spostarsi per andare da lui.
Allo stesso tempo si chiese come stavano gli altri membri dell'alleanza, non riusciva a vedergli e aveva un brutto presentimento su quella battaglia. Un urlo proveniente da dietro di lui lo face concentrare di nuovo sulla situazione attuale.
Ray e Dawn erano feriti e circondati non sembrava esserci niente che Wu poteva fare quando anche a lui fu puntata un'arma contro. Maya invece stava indietregiando fino alla fine del molo in cui l'avevano inchiodata gli Anacondrai.
La maestra dell'acqua sentiva il cuore esploderle nel petto vedendo la situazione disperata in cui si trovavano.
«Vediamo se adesso riesci ad uscire da questa situazione maestrina dell'acqua.» disse l'Anacondrai. Maya si morse il labbro nonostante fosse circondata dal suo elemento non sapeva cosa fare, non poteva fare niente per aiutare i suoi amici... era inutile. Inutile come al solito!
«Cosa pensi di fare? Piangere non ti aiuterà.» la canzono ancora il serpente.
«Maya non ascoltarlo!» grido Ray. «Quella volta in cui siamo stati catturati sei stata tu a salvarci!»
«Ray ha ragione.» disse Dawn. «Te l'ho già detto Maya tu non sei inutile, sei...» Dawn non riusci a finire ciò che stava dicendo perchè fu ferita allo stomaco, Maya si porto una mano sulla bocca vedndo ciò che era stato fatto alla sua amica.
Provava ororre... e rabbia.
Senza pensarci diede un pugno all'Anacondrai davanti a lei, ma sembrava che il serpente non avesse subito alcun danno anzi ridacchio come se qualcuno gli avesse fatto il sollettico. Anche adesso era inutile... no, non lo era.
Ripenso alle parole di Dawn e vedendo l'Anacondrai che continuava a ridere di lei prese una decisione.
Inutile o no, non sarebbe più stata debole da quel momento in poi sarebbe diventata più forte per proteggere coloro che amava perchè... perchè lei valeva qualcosa.
Prese un respiro profondo e dopo essersi sciolta la coda di cavallo getto il suo nastro per capelli in mare.
I suoi occhi azzurri brillavano come mai prima d'ora.
«Non sarò mai più debole d'ora in poi!» grido mentre con i suoi poteri creava alle sue spalle una gigantesca onda.
«Non avreste dovutto sfidarmi nel mio elemento!» grido ancora Maya mentre lanciava il suo attacco spazzando via gli Anacondrai dal campo di battaglia.
Non si era mai sentita cosi vicina al suo elemento come in quel momento, le sembrava che come le onde che si infragono anche lei era riuscita a superare i propri scoglio... come l'aveva chiamato suo padre?
Vero Potenziale o qualcosa del genere?
In quel momento non le importava si sentiva cosi in pace che niente poteva rovinarle quel momento sopratutto quando tutti si congratualrono con lei per il modo in cui gli aveva salvati.
Decisamente non era inutile, era sempre lì per loro e adesso vedeva che anche loro erano sempre lì per lei.

Yukio senti il fracasso da lontano fu felice che anche gli altri fossero riusciti a respingere gli Anacondrai, ma c'ora in poi sarebbe stato tutto molto più difficile per colpa di quei nuovi serpenti squisanti.
«Yukio vienni qui presto!»grido Isaac.
Il maestro del ghiacchio raggiunse l'amico e riamse innoridito da quello che vide.
Yannick giaceva inmobille a terra.

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Capitolo 17
*** Cuore aperto ***


Capitolo sedici: Cuore aperto.

Wu sedeva in cucina da solo al buio tormaneta dal ricordo di quella mattina e con un solo pensiero che gli rimbobava costantemente nella testa: “Se ci fosse stato suo padre tutto questo non sarebbe mai successo.”

Ray non era nuovo alla perdità, l'aveva già sperimentata con suo padre anni prima però faceva male lo stesso sapere che Yannick non c'era più e che lui non aveva potutto fare niente per aiutarlo se aveva trovato il coraggio di guardare veramente avanti al suo futuro lo doveva a lui e quando era Yannick ad aver avuto bisogno... Ray strinse i pugni e diede un forte pugno al muro della sua stanza.
Stare qui a darsi la colpa non sarebbe servito a niente doveva calmarsi altrimenti avrebbe potutto farsi guidare dalle sue emozioni a far qualcosa di cui si sarebbe pentito come dare retta alla parte di lui che gli diceva di andare a cercare gli Anacondrai per vendicarsi. Non doveva farlo, non era giusto. Poi oltre alla rabbia era arrivata anche la paura... paura che ciò potesse capitare di nuovo.
Ray non sarebbe riuscito a sopportarlo di nuovo sopratutto se fosse successo a Wu... o a Maya.
No, quel pensiero non riusciva nemmeno a considerarlo senza sentire che stava dando di matto.
E peggio ancora penso alla possibilità che succedesse senza che lui fosse riuscito a trovare il coraggio di confessarle i suoi sentimenti, perderla per sempre facendole credere che non ricambiasse il suo amore.
Decise che avrebbe aperto il suo cuore a Maya in quell'esatto momento perciò andò verso la camera che condivideva con Dawn proprio nel momento in qui quest'ultima usci dalla stanza.
“Perfetto.” penso Ray, ma non si aspettava che nella stanza ci fosse al posto di Dawn la piccola Lilly che piangeva in grambo a Maya.
«Ray cosa ci fai qui?» chiese Maya, si vedeva che aveva gli occhi rossi e gonfi però anche se si notava come le tirava il viso cercava comunque di mettere su una faccia serena per non far trasparire il suo dolore.
«Io... io sarei venuto a parlarti.» disse Ray lanciando uno sguardo a Lilly, Maya capì che qualunque cosa volesse dirle era meglio che la ragazzina se n'è andasse cosi la fece alzare dicendole di andare da suo padre.
Lilly annui e corse fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle, i due maestri elementari pensarono di non aver mai provato un silenzio più oprimente di quello in tutta la loro vita.
«Allora Ray cosa...» inizio Maya.
«Ti amo!» sbotto il maestro del fuoco all'improvisso. «Io ti amo Maya.»
Maya sgrano gli occhi di tutto si era aspettata tranne una confessione d'amore.
«Avevo paura.» continuo Ray. «Avevo paura che un giorno tu scoprissi chi sono veramente: un poveraccio che si era messo a rubare per sopravivvere, ma non sono più cosi e non l'ho sarò mai più. Pensavo di non essere abbastanza per te.»
Maya non disse niente si avvicino a Ray in silenzio guradandolo dritto negli occhi e avvicinadnogli una mano al viso.
Lo schiaffo che Ray ricevette fu tanto veloce quanto doloroso.
«Sei un'idiota!» sbotto Maya. «Non mi interessa tutto questo! Mi sono innamorata della persona che sei oggi non di quella che eri in passato!»
«Ho fatto molte cose sbagliatte...» disse Ray con un filo di voce.
«E non sto dicendo che hai fatto bene, rubare è sbagliato non importa cosa, ma... considerando ciò che mi hai detto sulla tua infanza posso capire perchè ad un certo punto tu abbia sentito l'obbligo di farlo.» disse Maya. «Non... non stai ancora rubando alle persone, giusto?»
«No! No!» grido Ray in risposta. «Mi sentivo male ogni volta che l'ho facevo, cosi disgustato da me stesso, non ho più rubato a nessuno da dopo la morte di mio padre e ti posso giurare che non ho mai ferito nessuno.»
«D'accordo.» disse Maya annuendo. «Perchè non mi hai detto tutte queste cose quando ti ho baciatto?»
«Ti ho già detto che avevo paura, ma un paio di consigli di Yannick mi ha aiutato a mettere chiarezza dentro di me.» spiego Ray. «Non importa da dove vengo, io sono io ed è questo ciò che conta davvero.»
«Cosa ti aspetti che accada adesso?» chiese Maya.
«Probabilmente un altro schiaffo.» disse Ray riconoscendo che le sue paure avevano ferito Maya e lo stavano facendo sembrare uno stupido.
«Risposta sbagliatta.» disse Maya afferandogli il viso e baciandolo e stavolta Ray ricambio il bacio.
Il maestro del fuoco non senti il cambiamento che stava avvenendo dentro di lui, come il fuoco che aveva dentro si era tramutato in un incendio che lo riscaldava dal profondo.
E se avesse avuto gli occhi aperti avrebbe notato quanto brillavano.
Essersi aperto a qualcuno, ma averlo fatto veramente su ogni cosa gli aveva permesso di sbloccare l'ultimo ostacolo che lo tratteneva.

Finalmente dopo ore di pianto Haru era riuscito a mettere a letto la figlia, lui stesso era sicuro che non sarebbe riuscito a dormire.
Aveva fatto solo un breve pisolino quando Maya si era offerta di badare a Lilly per un po' prima.
Si lascio sfuggire un sospiro rassegnato lo stress e il pianto avevano fatto tornare a Lilly la febbre e visto che stava di nuovo arrivando l'inverno voleva dire che molto probabilmente si sarebbe aggravata con i primi venti freddi.
Si prese la testa tra le mani non sapendo cosa fare.
Avrebbe fatto di tutto per non perdere il suo piccolo giglio.
Qualunque cosa.

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Capitolo 18
*** L'ingano ***


Capitolo diciasette: L'inganno.

Stava iniziando a chiedersi se venire lì non fosse stata una pessima idea, ma ricordo a se stesso che lo stava facendo per sua figlia.
Il posto scelto per l'incontro era piuttosto isolato, ma Haru sentiva comunque il bisogno di fare in modo che meno persone possibilli potessero vederlo, sinceramente non sapeva nemmeno con certezza se non fosse stato seguito da qualcuno sopratutto visto la capacità di Dawn di viaggiare nelle ombre era sempre possibille ritrovarsela accanto all'improvisso.
In ogni caso ormai era tardi per tornare indietro, il Maestro Chen lo stava aspettando.

Quando gli era stata recapitata quella lettera non sapeva cosa pensare anzi a dirla tutta il suo primo pensiero era stato quello di stracciarla però spinto da non sapeva bene qualle curiosità l'aveva aperta e letta... poi gli venne di nuovo l'impulso di stracciarla.
Chen lo stesso Chen che stava dalla parte delle Serpentine tradendo tutta Ninjago gli aveva chiesto un incontro. Era assurdo Haru non aveva alcuna voglia di vedere quell'uomo poi però rileggendo l'invito cambio idea, c'era scritto che voleva incontrarlo per un'offerta di lavoro e che solo andandoci gli avrebbe datto un anticipo... Haru penso che forse quei soldi l'avrebbero potutto aiutare.
Non era povero, ma se fosse riuscito a permettersi medici migliori allora forse Lilly non avrebbe più avuto cosi tante ricadutte. Valeva la pena provarci al massimo poteva creare un terremoto con i suoi poteri e andarsene senza concludere nulla.
«Maestro Haru è un piacere vederla.» grido Chen in maniera plateale mentre si trovavano l'uno di fronte all'latro.
«Solo Haru, va bene.» rispose Haru guardandosi attorno e vedendo che all'incontro erano presenti solo lui, Chen e un altro uomo che immagino fosse Clouse. Garmadon aveva parlato loro del braccio destro di Chen, un suo studente che era anche esperto di magia nera.
Haru penso che in caso di pericolo Clouse sarebbe stato la minaccia più importante da affrontare perciò decise che non avrebbe distolto lo sguardo da lui nemmeno per un secondo.
«Niente formalità, d'accordo.» disse Chen. «Immagino allora che possiamo passare direttamente agli affari.»
«È per questo che sono venuto.» disse Haru con tono gelido.
«Bene allora sarò franco non ho bisogno di spie o di qualcuno che mi sposti i mobili pessanti ho già degli uomini di fiducia per quello.» disse Chen. «Da te voglio qualcosa di diverso... vorrei che nella prossima battaglia combatessi assieme agli Anacondrai.»
Haru direbbe una bugia se sostenesse di essere sorpresso da questa richiesta, alla fine i suoi sospetti si erano dimostrati fondati.
«Scordatelo!» rispose Haru quasi ridendo.
«Mentireri se ti dicessi che sono sorpresso da questa tua risposta.» disse Chen scrollando le spalle.
Haru fu sorpresso da questo se Chen era cosi sicuro che avrebbe rifiuttato allora perchè convocarlo... poi gli venne in mente.
Perchè in qualche modo sapeva che era un padre con una figlia malata per la qualle avrebbe fatto di tutto anche rischiare ad andare all'incontro con un nemico. E c'era solo una cosa che un uomo come Chen poteva fare con quell'informazione: organizzare una trappola.
Non ci penso su per più di due secondi prima di usare i suoi poteri contro di loro, ma purtroppo dal terreno sotto di lui spunto un Constrictai che gli blocco i polsi con delle manette realizzate con la Pietra della Vendeta.
Ringhiando frustato Haru fisso Chen pieno di rabbia anche se sapeva che aveva solo se stesso da biasimare.
«Ora sono certo che riconsidererai la mia offerta.» disse Chen.
L'ultima cosa che Haru senti fu il suono dei sonagli.

Per la prima volta da quando erano comparsi gli Anacondrai... stavano veramente vincendo. Per questa battaglia erano Wu e Garmadon che stavano guidando gli altri maestri elementari contro le Serpenti e grazie alla ledership congiunta dei due fratelli forse questa era la volta buona per mettere finalmente fine a tutto questo.
In quel momento Ray si fece avanti, ma sorpredentemente il suo fuoco fu bloccato da Haru.
«Haru?» disse Wu sorpresso di vederlo dall'altra parte del campo di battaglia, il maestro della terra lo guardava con occhi inespressivi e con un riflesso rosso.
Senti qualcuno afferarlo per la vita facendolo cadere a terra evitando cosi di venir colpito dalle rocce che Haru aveva fatto spuntare.
Garmadon guardo verso il fratello che era stato appena salvato da Dawn, per poi spostare lo sguardo verso Haru, non gli importava cosa stava succedendo o il perchè.
Haru gli stava tradendo questo era tutto ciò che importava.
La battaglia ricomincio e a causa di quel piccolo cambiamento le sorti vennero completamente ribaltate alla fine l'alleanza torno a casa sconfitta e con una nuova perdita che gravava sulle loro spalle, ma la cosa più importante era un'altra: Chi l'avrebbe detto a Lilly?

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Capitolo 19
*** Decisioni disperate ***


Capitolo diciotto: Decisioni disperate.

Tiro fuori i biscotti dal forno respirando a pieni polmoni il profummo che emeanavano.
Libby mise sul vasoio le tre cioccolate calde e inizio a dirigersi verso la stanza della piccola Lilly, alla notizia del tradimento del padre era giustamente rimasta sconvolta continuando a gridare che suo padre non avrebbe mai fatto niente del genere e adesso Libby e Maya si erano presse la responsabillità di farla sentire meglio.
La maestra del fulmine invidiava quanto fosse facile per Maya aggire come una madre, lei invece non si era mai vista in quel ruolo nonostante fossero sposati lei e Cliff non avevano mai veramente parlarto di bambini. Forse Libby avrebbe discusso di questo argomento con il marito dopo che sarebbero finalmente riusciti a fare la loro luna di miele.
Era cosi presa da questi pensieri che non si accorse di aver completamente sbagliatto strada e di essere andata dalla parte opposta del monastero rispetto a dov'erano le stanze dei maestri elementari.
Si rese conto del suo sbaglio solo quando finì quasi contro Garmadon appena uscito da una stanza.
«Scusa non ti ho visto.» disse Libby cercando di riprendere l'equilibrio.
«Cosa ci fai?» chiese Garmadon guardandola accigliato, per qualche ragione non sembrava molto felice che lei fosse in quell'ala del monastero.
Senza pensarci due volte Libby appoggio il vassoio a terra ed entro nella stanza da cui era appena uscito Garmadon.
«Fermati!» le grido Garmadon, ma era troppo tardi e la curiosità di Libby l'aveva già spinta oltre la soglia. Rimase delusa quando vide che non c'era niente di che lì dentro, solo le Armi d'oro dello Spinjiztu che loro non potevano toccare.
«Questa stanza me l'ha immaginavo più emozionante.» commento ad alta voce mentre Garmadon la afferava per il gomito tirandola fuori da lì.
«Spiacente di deluderti, ma adesso torna nell'ala del monastero dove dovresti stare.» disse il maestro della distruzione.
Libby però si fermo puntando i piedi e stratonando forte riusci a liberarsi dalla presa di Garmadon fino ad andare dritta nell'unica cosa che non avrebbe mai dovutto vedere.
«Cos'è questa?» chiese togliendo una pergamena dal muro e iniziando a leggerla.
«Niente ridamella!» disse Garmadon quasi strappandogliela di mano, ma Libby inizio a correre per la stanza leggendo ad alta voce ciò che c'era scritto sul foglio con un sorisso enorme in volto probabilmente divertita dal cipiglio di Garmadon.
Se solo si fosse trattato di qualunque altra cosa tranne quella allora sarebbe stato bene felice di vedere Libby di nuovo cosi allegra, ma visto che si trattava di quella cosa allora doveva togliergliela dalle mani il prima possibille.
«Un ninja si eleverà su gli altri e diventerà il leggendario Ninja Verde.» lesse Libby saltelando di qua e di là come un coniglio. «Colui destinato...»
Finalmente Garmadon riuscì ad afferare l'amica e a riprendersi la pergamena, ma era già troppo tardi.
Libby l'aveva letta e inizio a tempestarlo di domande e cosi alla fine Garmadon fu costretto a dirle tutto.

«Perchè glil'hai detto?!» grido Wu contro il fratello con il viso contorto in una smorfia tra la rabbia e il terorre più totale.
Garmadon guardava il fratello fare avanti e indietro enlla stanza urlando con il viso rosso per la rabbia, da una parte capiva perchè fosse cosi arrabbiatto, ma l'altra si chiedeva perchè se la stesse predendo con lui quando in realtà era tutta colpa di Libby.
Aveva raccontato all'amica la leggenda del Ninja Verde facendole promettere di non dirlo a nessuno... e come volevasi dimostrare meno di un'ora dopo tutti i maestri elementari erano a conoscenza della profezia scherzzando tra loro se per caso questo fantomatico “salvatore profetizzato” fosse uno di loro. Ovverro era successo esattamente ciò che Wu aveva tentato di evitare a tutti i cosi... che potesse ripresentarsi la stessa identica situazione di Morro.
Garmadon ricordava ancora le lettere che il fratello gli spediva dove parlava del suo allievo e poteva leggere in quelle pagine l'orgoglio che Wu provava... e il dolore quando Morro se n'è andò senza mai tornare.
«Wu, calmati non è successo niente.» disse Garmadon cercando di calmare il fratellino. «Stanno solo scherzzando nessuno intende sul serio quando dice che potrebbe essere il Ninja Verde.»
«Per ora, ma se poi inizisero a voler essere davvero il Ninja Verde... se n'è diventassero ossesionati come Morro?» strillo Wu.
Per ora gli unici che non sembravano minimamente interessati alla cosa erano Ray e Libby, ma gli altri invece si erano dimostrati incuriossiti da ciò.
«Se la cosa ti preoccupa tanto allora stacca quelle armi impolverate dal muro e fai una prova!» strillo a sua volta Garmadon. «Cosi almeno tutto tornerà come prima.»
«No!» grido Wu. «Se scoprissero che nessuno tra loro lo fosse sarebbe peggio!»
«Wu ascolta...» disse Garmadon mettendogli un braccio sulla spalla, ma Wu si stacco di colpo guardandolo furioso.
«Come hai potutto tradire la mia fiducia in questo modo?!» domando Wu con gli occhi lucidi.
“Come hai potutto tradire cosi la sua fiducia di nuovo?” sussuro il veleno alle orecchie del fratello maggiore.
«Parliamo di fiduccia infranta?» chiese Garmadon in tono velenoso mentre stringeva i pugni. «Allora sentiamo chi ti ha datto il permesso di dire a Misako del veleno?»
Wu sussulto come faceva sempre quando gli occhi di Garmadon passavano dal marrone al rosso sangue.
«Ti ho già detto che mi dispiace, ma...» inzio Wu.
«Eri troppo impegnato a farti sembrare migliore di me agli occhi di Misako!» grido Garmadon. «Perchè sai che l'unico modo per far si che qualcuno ti consideri è far sembrare gli altri peggiori di te! Perchè ammetilo Wu sei debole, patetico e inutile! Nessuno ti vuole per questo Morro se n'è andato non perchè non era destinato ad essere il Ninja Verde, ma perchè era stuffo di vivvere sotto lo stesso tetto di un patetico verme senza spina dorsale come te!»
Wu idnietreggio finchè non andò a sbattere contro la parete, durante le “cadute” di Garmadon succedeva spesso che lo attacasse in questo modo, ma stavolta era peggio perchè ciò che diceva erano praticamente le conferme di tutti i peggiori pensieri di Wu.
«È colpa tua se Morro se n'è andato! È colpa tua se il male mi scorre nelle vene! È colpa tua se Haru ci ha traditto e sopratutto e colpa tua se Yannick è morto!» urlo Garmadon a scuarcia gola mentre un'energia viola creava creppe su i muri e il pavimento della stanza.
Il silenzio calò tra i due fratelli almeno finchè gli occhi di Garmadon tornarono al loro colore naturale e a quel punto si rese conto di ciò che aveva detto a Wu.
Al suo stesso fratellino.
Wu era lì contro il muro rannichiatto e tremante con lacrime silenziose che gli rigavano il viso... Garmadon si senti tornare indietro alla proprio infanzia quando Wu si faceva male e doveva consolarlo.
Allungo una mano verso il fratello, ma Wu usci dalla stanza cosi velocemente che forse nemmeno Jet sarebbe riuscito a fermarlo.
Garmadon cade inginocchio vedendo cosa i suoi poteri avevano fatto alla stanza si sentiva molto più male consapevole di ciò che le sue parole avevano fatto a Wu.
«Cosa ho fatto?» sussuro a se stesso mentre il veleno dentro di lui rideva.

«Wu per favore apri.» disse Garmadon bussando sulla porta della camera del fratello, certo quella era anche la sua stanza perciò poteva entrarvi senza problemmi però dopo la discussione di quel pomeriggio non se l'ha sentiva di farlo.
«Wu non c'è.» disse Dawn apparendo alle spalle di Garmadon.
«Come sarebbe a dire non c'è?» domando Garmadon.
«Wu se n'è andato.» spiego la maestra dell'ombra. «Ha detto di essere diretto a reclutare nuovi maestri elementari.»
Garmadon sgranno gli occhi non credendo alle sue orecchie, ma perchè Wu avrebbe dovutto fare una cosa del genere senza avvertirlo?
“Tu lo sai bene il perchè. Non riesce a sopportare la verità perciò ha preferitto scappare con la coda tra le gambe... adesso avrai il pieno commando. Infondo la tua vita non sarebbe molto più semplice senza di lui?” Garmadon scosse la testa cercando di mettere a tacere quelle voci.
«Dov'è andato?» chiese Garmadon afferando energicamente le braccia di Dawn.
«Ha detto dai maestri del tempo.» rispose Dawn.

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Capitolo 20
*** Amore famigliare ***


Capitolo dicianove: Amore famigliare.

Acronix e Krux si erano ambientati abbastanza bene all'interno dell'alleanza elementare, ma d'altronde tutti poteva benissimo percepire la tensione che c'era tra gli altri fratelli che vivvevano al monastero.
Mentre questo non aveva affatto influitto su i(pochi)progessi in battaglia, di certo non aiutava il morale generale per di più sia Garmadon che Wu si rifiutavano di dire cosa fosse successo tra loro era un mistero e nemmeno Ray aveva fatto progressi nei suoi tentativi di capire cosa fosse successo. Maya cercava di far parlare i due pensando che forse sarebbe bastatta una bella chiachieratta per aggiustare le cose, ma anche tenergli da soli in una stanza non portava risultati visto che stavano tutto il tempo seduti in silenzio.
Alla fine si era colletivamente deciso che qualunque fosse il problemma dei due fratelli avrebbero dovutto risolverlo da soli e se volevano continuare a comportarsi come bambini allora era una loro scelta.
Intanto bisognava preparare il prossimo scontro, gli Anacondrai e gli Hypnobrai stavano attacando le città sulle coste e ai confini delle foreste perciò si era deciso di dividersi in due gruppi.
Libby, Yukio, i gemelli, Jet e Maya sarebbero andati sulle coste mentre Tatyana, Dawn, Wu, Garmadon e Rashid nelle foreste.
Isaac sarebbe rimasto al monastero per occuparsi di Lilly.
Il maestro della gravità aveva appena finito di preparare il pranzo per la bambina quando si accorse che mancava dal monastero.

Non aveva mai corso cosi tanto in vita sua anche perchè suo padre non voleva che facesse cosi tanti sforzi, ma lei doveva andare nelle foreste il più velocemente possibille e quindi non si sarebbe fatta abbattere dalla sua costituzione debole.
Avrebbe resistitto e raggiunto suo padre, certo Lilly non aveva l'assoluta certezza che fosse lì però visto che era il maestro della terra dubitava che fosse a combattere sulle coste.
Lei sapeva che suo padre non avrebbe mai tradito l'alleanza senza un buon motivo, gli adulti non l'ascoltavano, non le credeva perchè era solo una ragazzina quindi Lilly decise che avrebbe preso in mano la situazione ed è cosi che era riuscita a sfuggire alla soverglianza di Isaac.
Poteva sentire i rumori della battaglia fin da dove si trovava e cosi allungo il passo finchè non arrivo a destinazione e come aveva pensato lì c'era suo padre adesso doveva solo trovare il modo di avvicinarlo.
Non dovette aspettare tanto visto che Garmadon scappo dal campo di battaglia appena si mostro un uomo che Lilly non aveva mai visto, era vestito di rosso e viola con i capelli neri legati in un codino, la ragazzina fece una smorfia quando vide quanto sembravano unti anche da lontano.
Wu segui il fratello e cosi approfitando del fatto che suo padre fosse libero dai suoi avversari corse verso di lui.
«Papà basta!» grido Lilly mettendosi davanti ad Haru con le braccia spalancate.
Suo padre la guardo come se non la riconoscesse, ma la ragazzina non si mosse di un milimetro e non abbandono la sua pozisione mostrando una sicurezza che gli altri maestri elementari non avevano mai visto.
Haru non disse niente continuando a fissare sua figlia con gli occhi spenti ed espressione vuota in viso.
«Io non lo so perchè stai facendo tutto questo, ma ti devi fermare!» continuo Lilly. «Devi smetterla di combattere contro i tuoi stessi amici! Non è giusto!»
Il viso di Haru si contrasse leggermente, ma poi si senti un suono nell'aria e subito Haru torno alla sua espressione vuota ed attacco Lilly, l'unico motivo per cui la ragazzina non si fece male era perchè Ray era intervenutto per toglierla dalla tagliertoria.
Però fu allora che Ray lo vide gli occhi di Haru rossi e cosi simili a quegli degli Hypnobrai... possibille che...?
Una roccia fu scagliatta verso il maestro del fuoco, ma Tatyana si mise in mezzo e con i suoi poteri fece da scudo.
«Ray non distarti!» disse la maestra del metalo.
Nel fratempo Lilly continuava a dibbatersi per sfuggire alla presa di Ray fu allora che si senti di nuovo quel suono.
«Proviene dal generale!» disse Rashid e tutti guardarono l'unico Hypnobray con la coda che la muoveva ritmicamente.
«È colpa sua se mio padre si comporta cosi!» strillo Lilly e Ray non poteva darle torto.
Adesso era chiaro che Haru era stato ipnotizzato, bisognava trovare un modo per liberarlo da quella condizione però non aveva idea di cosa fare. Ma dov'erano andati Wu e Garmadon?
Se c'era qualcuno che sapeva cosa fare erano loro.
«Papà!» grido Lilly liberandosi dalla presa di Ray e correndo di nuovo verso suo padre.
«Papà sono io Lilly.» disse la ragazzina. «Sei la persona più forte e buona del mondo non puoi lasciare che quei viscidi serpenti ti controllino! So che puoi! Per favore papà!»
Haru stavolta non mostro alcuna esitazione mentre usava i suoi poteri per attacare la sua stessa figlia, ma nonostante le ferite Lilly rimase in piedi guardando il padre con uno sguardo cosi determinato e amorevole che non mostrava nessuna tristezza o altro.
Perchè Lilly aveva fiducia in suo padre e continuava a chiamarlo, non le importava delle roccie che le venivano getate contro, della terra sotto i suoi stessi piedi che la trattava come una nemica.
Lilly non vacillava.
«Papà ti prego... torna da me papà!» strillo Lilly prima di cadere inginocchi ormai completamente esausta. «Ti voglio bene papà.»
Haru preparo un nuovo attacco facendo alzare due enormi porzioni di terreno si mise in pozisione per lanciarle, gli altri maestri elementari corsero per raggiungere Lilly, ma non ci fu bisogno perchè l'attacco Haru l'aveva lanciato contro le Serpentine.
«Nessuno può controllare il maestro della terra!» grido Haru per poi correre a soccorere la figlia.
«Papà!» strillo Lilly sorridendo e saltando al collo del genitore.
«Mio piccolo giglio mi dispiace cosi tanto.» disse Haru stringendo a sé la figlia. «Non avrei mai voluto farti del male.»
«Lo so papà.» rispose Lilly. «Per questo sapevo che non avresti mai potutto tradirci di tua volontà.»
«Già e a proposito grazie di avermi salvato.» disse Haru.
«Detesto interompere questo momento, ma che n'è dite di riprendere la battaglia?» disse Rashid.
Haru sembro esitante, ma quando Ray gli offri la mano la accetto subito.
Il maestro della terra era tornato.

Alla fine l'alleanza aveva vinto scacciando gli Hypnobrai adesso dovevano solo capire dove fossero finiti i due fratelli.
Proprio in quel momento la terra tremo e dalla sue crepe era visibille una forte luce viola.

Angolo dell'autrice: so che per far smettere il controllo degli Hypnobrai serve l'antidoto nello scettro, ma stavolta l'amore tra padre e figlia è stato più forte e più potente di qualsiasi antidoto. E non preoccupati la prossima volta scopriremo che hanno fatto Wu e Garmadon per tutto questo tempo. A presto!

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Capitolo 21
*** Rabbia e perdono ***


Capitolo venti: Rabbia e perdono.

Appena l'aveva visto lì sul campo di battaglia non ragiono più, la vecchia rabbia torno e subito lo insegui nel fitto della foresta.
Dopo gli ultimi giorni aveva bisogno di sfoggare la propria rabbia e Clouse capitava al momento giusto per fargli da sfoggo.
«Ti credevo un po' più furbo.» disse Garmadon guardando con un cipiglio il vecchio compagno d'allenamento. «Invece ben sapendo che ti consideriamo un nemico sei venuto in mezzo a noi completamente da solo.»
Clouse non disse niente limitandosi a soghigniare come se ciò che avesse appena detto Garmadon fosse una batutta o roba simile. Ciò fece solo infuriare di più il maestro della distruzione aumentando la sua voglia di prendere l'altro a pugni in faccia.
«La tua patetica magia stavolta non ti aiuterà!» strillo Garmadon sempre più furioso e sempre più alla ricerca di una reazione da parte di Clouse era come se stesse parlando ad un muro.
Sentiva il sangue ribbolirli nelle vene, sentiva il veleno ribbolirli nelle vene.
“Attacalo, sfoga su di lui tutto ciò che vuoi... puoi farlo infondo lui non è dalla tua parte.” gli sussuro il veleno e per la prima volta in vita sua era d'accordo con quei sussuri che cercava il più possibille di ignorare.
Urlando talmente forte da sentire la gola bruciargli Garmadon carico contro il suo avversario solo per venire bloccato all'improvisso da qualcosa che lo fece cadere a terra.
«Sei tu che sei venuto da solo qui... Lord Garmadon.» disse Clouse chiamandolo con il suo titolo con quanto più disprezzo possibille. Garmadon ringhio e guardando alle sue spalle vide che erano state le ombre stesse a bloccarlo a terra molto probabilmente anzi sicuramente animate dalla magia da quattro soldi di Clouse.
“Dov'è Dawn quando c'è bisogno di lei?” penso Garmadon cercando di liberarsi.
Ad un certo punto Clouse lo afferro per i capelli tirandogli su la testa con forza.
«Tu non sai da quanto tempo aspetto questo momento.» disse Clouse sorridendogli. «Il grande Lord Garmadon ai miei piedi.»
«Posso batterti anche legato!» rispose Garmadon, ma ancora una volta Clouse non cambio minimamente espressione.
«Non sarò io a darti ciò che ti meriti.» gli sussuro Clouse all'orecchio mentre gli lasciava finalmente i capelli.
Fu allora che dal terreno spuntarono dei golem di pietra animati dalla magia nera, erano gradni quanto gli alberi che gli circondavano e Garmadon inizio a preoccuparsi in quelle condizioni non poteva diffendersi o contratacare.
Uno dei golem alzo il pugno verso di lui e il maestro della distruzione chiuse gli occhi aspettando di sentire il dolore dell'impatto, ma questo non arrivo mai.
Riaprendo gli occhi Garmadon vide Wu davanti a lui che usava il bastone del padre per bloccare il golem.
Usando lo Spinjiztu il minore dei due fratelli riusci a far cadere il golem per poi andare ad affrontare Clouse, lo stregone non si aspettava questa svolta degli eventi quindi fu facile per Wu colpirlo facendogli perdere la concentrazione e liberando Garmadon dall'incantessimo che lo teneva legato.
Finalmente libero Garmadon non si mise molto a sconfiggere i golem di Clouse. Si volto per andare ad aiutare suo fratello contro Clouse e nel momento esatto in cui lo fece vide la scena davanti a lui con una chiarezza assoluta.
Clouse e Wu stavano comabattendo tra loro e dopo un iniziale svantaggio Clouse riusci a disarmare Wu usando il suo stesso bastone di bambù per colpirlo cosi forte che il maestro delal creazione cade all'indietro sbattendo la testa su una roccia lì vicino.
«Wu!» grido Garamdon correndo dal fratello, ma quest'ultimo non gli rispose.
Garmadon non senti più niente, gli sembrava di aver le orecchie piene di cottone perchè l'unica cosa attorno a lui in quel momento fu il silenzio assoluto, quello e... rosso.
Rosso sangue.
“Vendicatti, vendicatti.” sussuro il veleno e mentre Garmadon senti dentro di sé una rabbia cosi profonda che fu certo di non averla mai sentita prima.
Si volto verso Clouse con gli occhi rossi e le zanne scoperte. Con un urlo che tutto poteva essere definito tranne umano si lanciò contro l'avversario mentre le sue mani brillavano dell'energia viola della distruzione.
Clouse sembro capire di aver spinto Garmadon troppo oltre e cerco di scappare, ma non fu abbastanza veloce che Garmadon lo teneva sollevato per il collo stringendo sempre più forte la presa.
L'essenza elementare di Garmadon che per cosi tanto tempo era rimasta inutilizzata inizio a fuoriuscire dannegiando ogni cosa che aveva attorno, ma a Garmadon non importava. Per quanto lo riguardava l'intera Ninjago sarebbe potutto venir divissa in due dalla sua distruzione se ciò significava farla pagare a Clouse dandogli ciò che si meritava.
Stinse il pugno della mano libera e si prepraro a colpire l'ex compagno d'allenamento. Clouse capendo la situazione in cui si trovava chiuse gli occhi mentre piagnucolava di essere rispormiatto.
«Troppo tardi!» grido Garmadon con una voce che non sembrava la sua.
Scaglio il pugno, ma qualcosa gli fermo il braccio.
Voltandosi per affrontare chiunque lo avesse fermato, con l'intenzione di farlo soffrire spalanco gli occhi vedendo che si trattava di Wu.
«Non... non farlo.» disse suo fratello con il fiatone, si vedeva che la ferita che aveva in testa era grave e si chiede come faceva Wu a stare in piedi, ma in realtà vederlo cosi ferito non fece altro che aumentare la rabbia di Garmadon e la presa al collo di Clouse si strinse ulteriormente.
«Se l'ho merita!» disse Garmadon.
«Lo so!» disse Wu. «Ma questa non è la strada giusta e tu lo sai... per favore Garmadon non lasciare vincere il veleno.»
Garmadon non disse niente limitandosi a ringhiare, in cuor suo sapeva che Wu aveva ragione per quanto Clouse se l'ho meritasse non poteva compiere un atto cosi vile, ma poi c'erano anche i sussuri del veleno che lo incoraggiavano a mettere fine a Clouse una volta per tutte.
«Per favore fratello... non farlo.» disse ancora una volta Wu e i sussuri nella testa del fratello maggiore finalmente smissero.
Facendo un respiro profondo per calmarsi Garmadon lascio cadere Clouse a terra.
«Vattene.» gli disse gelido e lo stregone tremando come una foglia fuggi a gambe levate.
Garmadon si lascio cadere inginocchio mentre sentiva Wu abbraciarlo stretto.
«Mi dispiace.» disse Wu piangendo. «Mi dispiace tanto per tutto.»
«Anche a me dispiace.» disse Garmadon ricambiando l'abbraccio.
Ad un'occhio esterno poteva sembrare che fosse tornato tutto alal normalità, che tutto fosse finito bene. Ma Garmadon sapeva il contrario perchè mentre stringeva a sé il fratello vide il suo riflesso in una pozza d'acqua.
I suoi occhi potevano essere tornati normali, ma le zanne che gli erano cresciutte... quelle erano rimaste.

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Capitolo 22
*** Una nuova speranza ***


Capitolo vent'uno: Una nuova speranza.

Haru fu riaccolto nell'alleanza con molta gioia persino Garmadon sorisse nel rivederlo al monastero.
Il problemma era un altro: Chen.
Il suo coinvolgimento nella guerra non rendeva le cose facili a nessuno e gli Anacondrai, in particolare quelli guidati dal generale Arcturus, sembravano sempre un passo avanti a loro. Garmadon voleva andare a fermare Chen, poteva essere pieno di trucchetti, ma nemmeno lui avrebbe potutto sconfiggere cosi tanti maestri degli elementi anche Haru era d'accordo con lui. Voleva farla pagare a Chen per averlo reso un burratino nelle mani dei serpenti.
Se doveva essere sincero una parte di Wu era d'accordo con questa strateggia Chen si era dimostrato pericoloso e si era scoperto che molte loro sconfitte avevano il suo zampino però non potevano lasciare i cittadini di Ninjago senza protezione... no, le Serpentine erano e rimanevano il problemma più urgente da affrontare.
Il problemma era che nessuno di loro sapeva come farlo. Lo stesso Wu aveva cercato per ore e ore tra le pergamene di suo padre, era persino andato nelle loro vecchia casa in rovina però nemmeno lì c'erano le risposte che cercava.
Ad un certo punto si sentiva cosi disperato che penso di ricorrere allo Spinjitzu Proebitto, visto che aveva già funzionato in passato con Aspheera, ma suo padre aveva nascosto le pergamene e si era portato il luogo in cui le aveva messe nella tomba.
Si penti subito di quel pensiero perchè gli venne di nuovo in mente Morro e la ricerca che aveva intrapresso per dimostre il suo valore al destino.
“Mystake aveva ragione non avrei mai dovutto affretare il destino.” penso Wu passandosi una mano sul volto.
«Dovresti riposare.» disse Dawn portandogli una tazza di thè.
«Non finchè questa guerra non sarà finita.» disse Wu, mai come in quel momento si sentiva tutto il peso del mondo sulle spalle.

Anche se l'alleanza elementare era la risorsa principale della guerra questo non voleva dire che gli altri cittadini di Ninjago non facessero niente.
C'erano alleanza più piccole che invece di combattere su larga scala si limitavano alla protezione del proprio villaggio o città, quel giorno Garmadon era andato ad aiutarne una nei presi di Jamanakai. Ci avevano impiegato tutta la notte per respingere le Serpentine e adesso con le prime luci dell'alba stavnao tornando a casa, Garmadon era felice che uno dei membri della resistenza di Jamanakai gli aveva offerto ospitalità dubitava di avere le forze per tornare al monastero.
Fu in quel momento mentre il maestro della distruzione aveva lo sguardo basso che senti il suono di un flauto.
Non sapeva perchè quel suono lo attirasse tanto, ma quando vide la fonte ringrazio quella sua curiosità perchè gli aveva ridatto la speranza.
Davanti a lui un uomo stava suonando un flauto incantando un serpente, non era una Serpentina, ma un serpente perfettamente normale però Garmadon penso che forse c'era una piccola possibilità che funzionasse.

Stavolta Wu non ebbe niente da ridire sulla sua idea, ma un semplice flauto non sarebbe servito a fermare la Serpentine, serviva qualcosa di più ed era per questo che Garmadon, Rashid e Tatyana erano partiti per creare qualcosa che riuscisce a repplicare il suono che facevano gli incantatori di Serpenti, ma in modo diverso.
Più forte che riuscise a dar loro il vantaggio di cui avevano bisogno.
Una melodia speciale che solo il maestro del suono poteva creare e per evitare che la gente n'è abbusasse, bisognava che fosse possibille ripordurla solo con un determinato strumento e per crealo sarebbe servita la conoscenza e l'abilità della maestra del metallo.
Ci volle tempo, ma finalmente dopo settimane di duro lavoro era pronto: il Flauto Sacro la cui melodia poteva indebollire le Serpentine o addiritura controllarle anche se in maniera limitata però era tutto ciò che serviva all'alleanza.
Per vedere se funzionava Haru si offri volontario e andò dai Constritai, il maestro della terra voleva rimediare ai suoi erorri e cosi inizio a suonare non particolarmente preoccupato se il tentativo avrebbe funzionato o meno.
Con grande sorpressa di tutti il Flauto Sacro si rivellò un successo e cosi facendo poterrono raggrupare e rinchiudere le Serpentine.
Ray si era offerto di imprigionare gli Aancondrai e cosi dopo che Maya gli avesse datto un bacio di buona fortuna gli fece viaggiare per tutto il deserto fino alla prigione dove sarebbero rimasti in modo da non poter mai più crare guai alla gente di Ninjago. Cosi fecero anche gli altri maestri elementari come la stessa Maya.
A imprigionare gli Hypnobrai fu Libby che gli rinchiuse tra i ghiacchiai di un monte inevatto, la maestra del fulmine non si accorse fino all'ultimo, quando ormai era impossibille da recuperare che la mappa su cui aveva anotato la pozisione  altretombe le era caduta. Libby scrollo le spalle infondo nessuno sarebbe stato cosi sconsiderato da aprire le tombe delle Serpentine e di sicuro gli Hypnobrai non potevano uscire perciò che avessero o meno la mappa non faceva alcuna differenza.
Gli unici che non furono catturati erano i generali Anacondrai e Chen e Clouse i qualli avrebbero avuto un processo per decidere al loro pena.
Quando pressere il suo ex sensei Garmadon fu sicuro che ci fosse qualcuno alle sue spalle che gli osservava, ma voltandosi non vide nessuno perciò penso di esserselo immaginato.

Nascosta alla vista altrui una figura incappuciatta osservava i maestri elementari portare via Chen e Clouse.
Ringhio per non averlo potuto impedire, ma non importava avrebbe ritrovato il suo maestro e poi assieme si sarebbero vendicati di questa sconfitta.
Ninjago sarebbe stato loro esattamente come Chen aveva promesso.

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Capitolo 23
*** Il processo ***


Capitolo ventidue: Il processo.

Clouse continuava ad andare avanti e indietro per la cella in cui avevano rinchiusso lui e il maestro Chen. Da lì a poco sarebbero stati processati e puniti per i crimini contro Ninjago e lui aveva paura della punizione che avrebbero avuto sopratutto perchè tra la giurira c'era Garmadon.
Il loro ultimo scontro lo perseguitava ancora nei suoi incubi e non ci teneva ad averne uno nuovo almeno finchè non fosse sicuro di riuscire ad affrontarlo, se solo non avesse avuto il vantaggio dei suoi poteri elementari allora di certo Clouse sarebbe stato colui che n'è sarebbe uscito vincitore, né era certo.
«Clouse ti vuoi calmare.» disse Chen in tono tranquillo. «Questo tuo continuare a muoverti mi sta facendo venire il mal di mare.»
«Perdoni la mia franchezza maestro, ma perchè lei è cosi tranquillo?» domando Clouse.
«Perchè so che non c'è niente di cui agitarsi.» rispose Chen alzando gli occhi al cielo. «Ho un asso nella manica già pronto per essere giocato.»
«Ma certo la piccola spia.» borbotto Clouse.«Sono certo che arriverà a salvarci da un momento all'altro.»
«Clouse.» disse Chen in tono freddo e guardando l'allievo con sguardo glaciale. «Non osare più rivolgerti a lei con quel tono, mi sono spiegato?»
«Si, maestro Chen.» disse Clouse abbasando la testa, non aveva mai visto il maestro Chen cosi serio perciò decise che era meglio non dire più niente e aspettare che questo “asso” gli togliesse dai guai.

Non riusciva proprio a capire cosa l'avesse convinta a farlo, partecipare alla giuria per condanare i generali Aancondrai.
Lei era una ex singora della guerra, ora impressaria di certo non un giudice però sembrava che tutti fossero d'accordo nel darle quel ruolo. Non pensava che le persone che aveva conosciutto nei suoi innumerevoli anni di vita provassero cosi tanto rispeto per lei, ma in ogni caso si sedette al suo posto vicino ai due fratelli mentre nell'aula si percepiva un silenzio teso adesso era lì e avrebbe fatto il suo lavoro nel migliore dei modi.
I generali Anacondrai fecero il loro ingresso con a capo Acturus.
«Voi siete accusati di aver attaccatto cittadini innocenti di Ninajgo e aver datto inizia ad una guerra le cui conseguenze sono troppe per poterle elencare tutte.» inizio Mystake.
«Ci rendiamo conto che ciò che abbiamo fatto ha dannegiato Ninjago il che non era il nostro obbiettivo.» disse Acturus. «Per questo motivo chiedo che ci venga concessa una seconda occassione per rimediare ai nostri erorri.»
Mystake incarno un sopraciglio, non stavano seriamente chiedendo ciò che pensava lei, giusto?
«Chiediamo la grazia.» disse Acturus facendo un inchino.
Bè aveva chiesto alla Oni sbagliatta.
«Grazia non n'è ho mai sentito parlare.» disse Mystake. «Per i vostri crimini vi condanno alla pena più severa: sarete confinati nel Regno Maledetto.» Si levarono mormoriri all'interno dell'aula, ma alla fine Mystake passo a Garmadon un libro di magia oscura.
Il maestro della distruzione non esito un'istante a leggere l'incantessimo per bandire i generali, se doveva essere sincero lui, Wu e Mystake avevano già parlato di questo possibille esito ed era stato proprio Garmadon a voler recitare l'incantessimo.
Era un modo indiretto per vendicarsi del Great Devour, ma questo Wu non aveva bisogno di saperlo meglio credere che Garmadon fosse solo molto fedele alla causa.
Dopo aver inflitto la pena ai generali fu il turno di Clouse e Chen.
Wu potè sentire il fratello irrigidirsi al suo fianco e sperava veramente che riuscisce a mantenere il controllo durante il processo e non si faceve prendere dalle sue emozioni personali.
Dopo che Mystake ebbe finito di leggere le accusse a carico di Chen quest'ultimo si limito a sorridere e disse qualcosa che nessuno in aula si aspetteva.
«Ametto tutte le colpe.» disse Chen e persino Clouse al suo fianco sgrano gli occhi.
«Maestro Chen per i tuoi crimini contro Ninjago tu e tutti i tuoi sottoposti verrette banditi.» decreto Mystake. «Non potrette mai e poi mai rimettere piede qui a Ninjago.»
«E io acetto tale punizione.» continuo Chen abbasando il capo con aria colpevole. «Me l'ha merito.»
Garmadon si alzo in piedi sbattendo le mani sul banco.
«Tu ti meriteresti molto peggio!» grido il maestro della distruzione.
«Garmadon basta!» grido Mystake. «La punizione di Chen è stata decisa fine della storia.»
Garmadon si rimese a sedere stringendo i pungi e non riuscendo a trattenere un ringhio.
«Forse il mio ex allievo sta predendo tutto troppo sul personale, ma vorrei rassicurarlo del fatto che ho capito i miei erorri e sono pronto a subirne le conseguenze.» commento Chen e gli sguardi di tutti in aula si spostarono su Garmadon, il qualle sapeva che Chen stava mentendo, ma non aveva alcun modo per dimostrarlo cosi strinse i pugni e non disse più niente mentre quasi l'intera aula si faceva abbindolare dalle bugie di Chen.
Proprio come lo stesso Garmadon in passato.

Alla fine della giornata Chen e Clouse furono messi su una barca diretta su un isola sperdutta molto lontana dalle coste di Ninjago.
Wu vedendo il fratello accigliatto gli mise una mano sulla spalla.
«È finita.» disse Wu sorridendo.
«Si, è finita.» rispose Garmadon anche se sentiva il tattuaggio sulla schiena bruciargli come ad avvertirlo che quella non era la fine.

«E adesso come usciremo da questa situazione maestro?» chiese Clouse.
«Clouse c'è un motivo se tu sei l'allievo e io l'insegnante.» disse Chen sorridendo. «Non capisci che bandendoci quegli sciocchi hanno fatto proprio il mio gioco?»
«Non capisco maestro.» disse Clouse confusso.
«Forse non siamo riusciti a conquistare Ninjago adesso però questa è la nostra occassione per farlo.» spiego Chen. «Adesso ricostruiremo ciò che ci hanno tolto e lo faremmo lontano dai loro occhi, non si accorgerano nemmeno di noi finchè non sarà troppo tardi.»
E mentre diceva tutto questo Chen sorisse, non importava se gli ci fossero voluti anni alla fine avrebbe riavuto il suo impero e Ninjago sarebbe cadutto sotto di lui.
Perchè non importava se non poteva più mettere piede a Ninjago visto che in questo modo i maestri elementari non avrebbero potutto sovvergliarlo di continuo.
Credevano di aver vinto e invece erano riusciti a dargli i mezzi per la sua rivincita.
Adesso doveva solo aspettare e un giorno lo sapeva sarebbe arrivata la sua vittoria.
La sua e quella di Sam.

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Capitolo 24
*** La lettera del destino ***


Capitolo ventitre: La lettera del destino.

“Cara Misako, vorrei tanto dirti di persona ciò che provo, ma non so se avrò mai il coraggio di farlo visto però la situazione attuale in cui ci troviamo penso sia meglio non tenermelo più dentro.
Io ti amo.
Dal primo momento in cui ti ho vista sapevo che ciò che provavo per te era la cosa più forte che potessi mai sentire, sei ciò che mi sveglia al mattino e il mio ultimo pensiero quando vado a dormire. Ogni volta che sei al mio fianco mi sento come se il sole mi illuminasse anche nelle giornate più buie mentre se non sei con me sento dentro un vuoto che niente e nessuno può colmare.
Io ti amo Misako, più della mia stessa vita.
Garamdon.”


Misako rilesse la lettera, cosa che ormai faceva almeno una volta al giorno, e come al solito rimase toccata dalle parole scritte sul foglio.
Non avrebbe mai immaginato che Garmadon, sempre cosi diretto e schietto potesse scrivere una lettera del genere, ma era successo e Misako penso che quello era il segno che aspettava.
Il destino le aveva detto chi scegliere e lei era ben felice di appoggiare tale decisione per questo stava andando al monastero, la guerra era finita da pochi giorni perciò c'erano ancora varie cose da sistemare a Ninjago come i trasporti e altre cose del genere.
Lei però non poteva più aspettare perciò decise di andare da Garmadon e parlargli.
Busso alla porta e ad aprirle fu Wu, che appena la vide sgrano gli occhi e avampo.
«Misako che ci fai qui?» chiese lui con il cuore che gli batteva in gola.
Non aveva più ricevutto sue notizie a causa della guerra, sapeva che stava bene però... c'era la questione della lettera alla quella non aveva risposto e per un certo periodo Wu aveva temuto che fosse stata persa.
Ma adesso Misako era qui e forse... forse questo voleva dire che ricambiava i suoi sentimenti e che...
«Sono qui per vedere Garmadon.» rispose Misako. «Devo parlargli con urgenza.»
Wu senti il suo cuore prima irrigidirsi e poi infrangersi in millioni di pezzi.
Voleva urlare, urlare il perchè Misako stesse cercando Garmadon, perchè non lui... perchè?!
«È nella sua stanza.» disse Wu abbasando lo sguardo e lasciando passare Misako.
La giovane gli sorrisse prima di entrare nel monastero.

Garmadon si stava guardando allo specchio, era solo una sua impressione o era diventato più pallido?
«Avanti.» disse quando senti bussare, immaginava che fosse Libby infondo tutti i maestri elementari erano ancora al monastero, ci era voluto tempo per radunargli e ci volleva tempo anche per sciogliere la loro alleanza.
Con sua enorme sorpressa vide Misako entrare in camera sua, il cuore gli balzo nel petto quando vide la giovane tirare fuori dalla borsa una busta.
Garmadon la riconobbe all'istante.
Era il momento della verità, il momento che più aveva temuto da quando aveva messo il suo nome su quel foglio.
Ora o Misako aveva deciso di stare con lui oppure aveva riconosciutto che quella non era la sua grafia ed era venuta a dirgli che non voleva più vederlo.
«Ho letto la tua lettera e...» inizio Misako. «Bè so che sarà difficile con il veleno e tutto, ma... anch'io ti amo.»
Garmadon guardo la giovane con aria sorpressa e felice al tempo stesso, si avvicino a lei stringendola forte.
«Grazie.» sussuro prima di baciarla.

Non risciva a concentrarsi, di solito la meditazione lo aiutava a mettere ordine tra i suoi pensieri, ma quel giorno non gli era d'aiuto.
Sapeva che arrabbiarsi non serviva a niente, Misako aveva scelto suo fratello e questo lo rispettava però non poteva controlalre quella senzasione di gelosia che gli brucciava nel petto.
«Wu, tutto bene?» chiese Dawn sedendosi vicino a lui. «Sembri preoccupato.»
«Non è niente Dawn, tranquilla.» rispose Wu.
«Si tratta di Misako e Garmadon?» domando Dawn.
«Si...» confesso Wu dopo un'attimo di esitazione.
Dawn gli afferro le mani e lo guardo dritto negli occhi con un sorisso dolce.
«Wu ascolta so che starai soffrendo, ma Misako non è l'unica ragazza a Ninjago.» disse Dawn. «Sono certa che da qualche parte ci sia quella giusta per te... qualcuna che ti ami e che con quell'amore ti farà superare il dolore che provi adesso.»
«Lo pensi davvero?» chiese Wu. «Perchè ora come ora non credo di poter smettere di amare Misako.»
«Io sono certa di ciò che dico infatti...» inizio Dawn arrosendo un po'. «Io... insomma io sono innamorata di te.»

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Capitolo 25
*** Ambra ***


Capitolo ventiquattro: Ambra.

Erano anni, troppi da contare, che non metteva più piede nella sua vecchia casa d'infanzia, ma con Chen esiliatto non aveva altra scelta.
Entro dalla finestra proprio come faceva da giovane quando non voleva che suo padre scoprisse le sue fuge notturne.
Sam si abbasso il capuccio della felpa lasciando che i lunghi capelli scarlatti le ricadessero sulla schiena, poi si tolse la felpa gettandola malamente sul letto. Libera dal quel capo d'abbigliamento largo e ingombrante si vedeva molto bene la corporatura feminille della ragazza.
Quanto odiava quella felpa, troppo larga e ogni volta che la metteva moriva di caldo anche durante l'inverno però indossarla era una tattica. Il capuccio le copriva il viso mentre il resto della felpa impediva a chiunque di capire che fosse uan ragazza, sospettava che nemmeno gli altri studenti del maestro Chen sapessero che “Sam” era una femmina e non un maschio.
Meno persone sapevano chi era e meglio lei sarebbe riuscita a fare il suo lavoro nel migliore dei modi.
«Samantha!» grido una voce che conosceva bene.
La giovane donna alzo gli occhi al cielo e si volto mettendo su un sorisso ironico e falsamente gentile.
«Ciao, papà come stai?» chiese Sam quasi sibillando.
Kohaku guardo la figlia con sguardo duro, sarà stata un decenio, un poco più un poco meno, che non la vedeva da quando Yannick gli aveva detto di essere scappata anche da lui.
Samantha era sempre stata problemmatica, fin da piccola però Kohaku non aveva mai pensato che quella fase ribella si trasformasse in un vero stille di vita, più volte Samantha era stata fermata per furto o aggressioni.
Alla fine quando era scappata di casa poco più che maggiorenne aveva contatato il suo vecchio amico Yannick, se proprio sua figlia voleva essere una criminale almeno che lo fosse al fianco di qualcuno fidato. Ma essere l'apprendista di Yannick l'aveva annoiata in fretta e cosi di lei si erano perse le traccie.
Almeno fino a quel momento.
«Cosa ci fai qui, Samantha?» chiese Kohaku cauto, poteva vedere negli occhi della figlia la totale mancanza di pentimento e sopratutto l'odio nei suoi confronti che non aveva mai cercato di nascondere.
Se era tornata a casa dopo tanto tempo c'era decisamente qualcosa sotto.
«Bè non sono di certo tornata perchè mi mancavi.» disse Sam. «Ho solo bisogno di un posto dove stare mentre si calmano le acque.»
«Cosa hai combianto questa volta?» chiese Kohako.
«Forse sono stata dalla parte sbagliatta di un conflitto.» rispose Sam scrollando le spalle come se niente fosse.
«Ti sei alleata con il maestro Chen e le Serpentine, vero?» domando Kohaku putandole contro il bastone che usava per camminare.
«Complimenti papà conosci ancora un po' tua figlia.» disse Sam ridachiando. «E adesso che farai mi negherai asilo? Mi consegnerai alle autorità? Abbandoneresti la tua unica figlia nel momento del bisogno?»
Kohako strinse gli occhi, dopo anni ecco che sua figlia era diventata davvero una criminale alleandosi con quegli della peggior specie, poteva vedere il tattuaggio sul suo braccio visibille a causa della canottiere che Sam indossava.
Avrebbe dovutto avertire gli altri maestri allementari era quella la cosa giusta da fare.
«In casa valgono le stesse regole di quando era piccola.» disse Kohaku. «E finchè sei qui non attirare troppa attenzione su di te.»
Già, la cosa giusta era ciò che non avrebbe mai avuto il coraggio di fare... non a sua figlia.
«Farò del mio meglio papà.» disse Sam. «Ma ricordati che non c'è niente che puoi fare contro di me. Sono io la maestra dell'ambra adesso non tu.»

Angolo dell'autrice: Finalmente il mistero è svellato anche se forse molti di voi l'aveva già capito. Comunque in origine questo doveva essere l'ultimo capito, ma ho aggiunto alla storia un piccolo epilogo perciò... alla prossima!

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Capitolo 26
*** Epilogo ***


Epilogo.

Caldo, aveva caldo. Ma non si sarebbe arresso, avrebbe settacciato ogni centimetro di queste grotte per trovare ciò che stava cercando. Non importava quanto fosse stanco o affamatto, gliel'avrebbe fatta vedere al destino, non avrebbe permesso a nessuno di dirgli che non era abbastanza.
Mai più.
Morro aveva combattuto per tutta la sua vita e non si sarebbe fermato proprio adesso... anche se ora che ci pensava meglio c'era stato un periodo nella sua vita in cui non aveva combattuto tutto il tempo.
Un periodo in cui aveva abbassatto i muri... ed era stato ripagatto con... con niente!
Perchè non era abbastanza per il destino? Cosa c'era di sbagliatto in lui?!
Ma gliel'avrebbe fatta vedere... l'avrebbe fatto vedere a tutti, però... però era cosi, cosi stanco.
Si appoggio ad una parete sentendo gli occhi che si chiudevano.
Era tutta la vita che combatteva fino al limite delle sue capacità, ma forse solo per un minuto avrebbe potutto riposarsi.
E cosi Morro chiuse gli occhi abbandonandosi ad un sonno eterno dal qualle non si sarebbe più svegliatto.

Angolo dell'autrice: ed eccoci finalmente giunti alla fine! E stavolta sono seria. Con un'ultimo(in tutti i sensi)sguardo a Morro si conclude questa seconda stagione. Come avrette intuito però c'è ancora molto da dire in uan futura(molto futura)terza stagione. Quindi per ora vi saluto, vi mando un bacio e alla prossima!

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