Horrible Dream-Quando decisi di incasinarmi la vita da sola!

di Cherasade
(/viewuser.php?uid=44243)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capelli rosso cangiante e una famiglia stralunata ***
Capitolo 2: *** Attrazione Fatale e Superquark ***
Capitolo 3: *** Incontri e scontri tra piedistalli ***
Capitolo 4: *** Cuba Libre e Balli Ravvicinati ***
Capitolo 5: *** Quando Alvaro mi disse che i sogni son desideri ***



Capitolo 1
*** Capelli rosso cangiante e una famiglia stralunata ***


blanke

 

Horrible Dream-Quando decisi di incasinarmi la vita da sola!

 

Capelli rosso cangiante e una famiglia stralunata

Si sa spesso le cose finiscono per complicarsi,spesso basta un attimo per incasinarti la vita e farti piombare in una spirale di avvenimenti,che intrecciandosi fra loro non fanno altro che mandarti a spasso nei meandri dei sentimenti,facendoti perdere anche un po’ il lume della ragione e la consapevolezza di quello che accade o sta per accadere.

Spesso quei momenti si fanno densi,pieni di significati che poi alla fine gli attribuisci solo tu … ogni tanto ti spaventi e credi di impazzire,ma nonostante questo ogni giorno ti guardi allo specchio e sai con precisione che sei tu quella riflessa e non uno stupido ologramma che ti somiglia e ti guarda con la faccia da deficiente e ti scruta senza motivo.

Così ti rassegni e pensi che in fondo ormai non ci puoi fare molto se sei quella che sei,se ti capita quello che ti capita,e ti convinci in una maniera o nell’altra ad affrontare quello che arriva facendo affidamento in quelle forze,che poi spesso non sai di avere.

Dalia.

Il mio nome è questo,e in effetti fa anche un po’ di scena sentito così,buttato là a brucia pelo come se mi chiamassi che so … Giovanna … nome contro cui io non ho perfettamente nulla …  ma che sicuramente è più diffuso del rognosissimo Dalia …

Se un anno fa avessi saputo quello che adesso vi sto raccontando probabilmente avrei aperto una grossa crepa nel terreno e mi ci sarei conficcata a mo di ombrellone pur di evitare tutti i guai che ne sarebbero venuti dopo.

Sapevo già dalla tenera età di 7 anni di essere una sfigata predestinata,da quando mia sorella in un gesto di delicatezza suprema mi aveva offerto un po’ del suo lecca lecca,di quelli simpatici,rosa e che se fischi suonano,ed io contenta avevo anche accettato,spinta da quell’improvvisa sua gentilezza … che si dimostrava tre volte l’anno feste comprese.Peccato che con tutta la delicatezza che si ritrovava quel diavolo in gonnella ,quella maledettissima caramella unita al suo esile braccino si dimostrò peggio di un gancio destro sferrato da un pugile.Arrivò sul mio dente diritto e preciso fracassandomelo irrimediabilmente,all’inizio nemmeno mi resi conto dell’accaduto per la velocità degli eventi,ma quando vidi il sangue sgorgare a mo di fontanella dalla mia gengiva lesa incominciai a piangere a dirotto maledicendo il mio triste destino,mia sorella e quei maledettissimi lecca lecca attenta denti del cavolo .

Mi ero abituata all’idea di essere inseguita dalla sfiga, di conviverci e sapere che ogni cosa avrei mai fatto,me la sarei ritrovata fra le scatole come una fastidiosa  zanzara nella calura afosa di agosto.

Ma certamente la mia fervida fantasia mai si sarebbe potuta immaginare di cadere nel più banale e stupido dei cliché esistenti su questa faccia di pianeta.

Mai avrei pensato di poter perdere COMPLETAMENTE la testa per la persona meno appropriata fra tutte.

Mai e dico e giuro ,facendo il patto di sangue avrei creduto di innamorarmi,

Della persona sbagliata ,nel momento sbagliato, e perfino nel posto sbagliato.

Se non si chiama sfiga questa!

 

Driiiin driiin … uno,due,tre,quattro BOOOOOM !!!

Ed ecco che la sveglia fa un bellissimo volo fracassandosi contro la parete di fronte,era quasi simpatica

Se solo non avesse osato svegliarmi alle sette di mattina il mio primo giorno di vacanze forse,e dico forse,troneggerebbe ancora simpaticamente sul mio comodino.

In fondo quella sveglia mi era simpatica…anni addietro me l’aveva regalata Sabrina,la mia migliore amica,accampando la scusa che io ero priva di qual si voglia senso del tempo ,e che visto che la mattina facevo sempre tardi ed il suo scooter certamente si era rotto a furia di aspettarmi con il motore acceso,aveva trovato giusto regalarmi quell’orribile aggeggio infernale … Peccato insomma che la sua morte non era stata delle migliori… avrei dovuto spiegarglielo, se me ne avesse dato il tempo prima di azzannarmi al collo in stile Vampire!

Pigramente mi rigirai dall’altra parte del letto trascinandomi anche le coperte che ormai quasi non servivano più,stavo ancora ringraziando ogni santo in paradiso per aver fatto concludere nel migliore dei modi il mio quarto anno di liceo classico,e quale modo migliore se non continuare a dormire beatamente dopo un lungo anno di stress ed affanni dovuti a quel carcere che gli altri erroneamente definivano SCUOLA?

Ripresi a sonnecchiare,gustando quella pace ritrovata ma che ahimè durò poco.

Nemmeno tre secondi dopo la mia guerra con la sveglia ,un enorme baccano arrivò in camera mia,facendomi svegliare del tutto,mi misi seduta al centro del letto con l’aria di chi avrebbe volentieri soffocato chi aveva osato interrompere i suoi amati sogni,e appresi che il motivo di tanto baccano era l’allegra combriccola entrata in camera mia.

Mio fratello Manuel più grande di me di cinque anni e con una scia di cuori infranti dietro di sé al contrario della sottoscritta,armeggiava fra i miei scaffali cercando qualcosa di indefinito,non prestando affatto attenzioni al suo telefono che come un indemoniato aveva deciso di lanciarsi nella reinterpretazione di “nothing else matters” dei Metallica a più non posso.

Mia sorella Gaia che invece era più piccola di me di tre anni e decisamente precoce in questioni di cuore,frugava nel mio armadio facendomi domande a raffica su un tipo di quarta che aveva adocchiato e che secondo lei sarebbe stato perfetto per essere il suo ragazzo.

Ma io rincoglionita come ero non avevo colto nemmeno la metà delle domande che mi poneva e continuavo a guardare come una matta dall’espressione indecifrabile quello che stava accadendo in camera mia ,e che mi ricordava una crociata o una guerra di secessione in piena regola,avrei voluto urlare e dire a quei due matti di uscire immediatamente ma la mia voce evidentemente aveva deciso di andare a festeggiare la fine della scuola in qualche località turistica ,abbandonando me in quell’estrema situazione di pericolo.

Così senza nessun’altra speranza di continuare a dormire,mi alzai avvilita dal mio dolce lettino maledicendo ancora una volta il mio triste destino,incominciando a bestemmiare mentalmente chiunque avrebbe osato da oggi in poi di fare una cosa del genere.

Arrivai in cucina e mi sedetti su una delle sedie impagliate che avevamo comprato qualche mese prima per arredare casa nuova,ci eravamo trasferiti in preda ad un raptus.Mia madre improvvisamente aveva deciso che la nostra vecchia casa non si adattava più alla sua pace interiore e che sarebbe stato più consono trasferirsi in una zona più propizia all’energia positiva che cercava.Così dall’oggi al domani ci eravamo trovati con i bagagli fuori dalla porta e nostra madre che tutta contenta ci elencava i numerosi vantaggi karmici che avremmo ottenuto da tale inusuale trasferimento e nostro padre che assecondandola ci sorrideva bonariamente con l’aria di chi la sa fin troppo lunga.

La tazza di latte che avevo davanti mi sembrava un mondo meraviglioso,certo c’era da dire che ero ancora abbastanza addormentata da immaginare un mondo alternativo nel liquido eppure,era così bianco e così tremendamente buono che facevo fatica a respirare,non sapevo da dove provenisse quell’amore per quella bevanda eppure ogni volta che ne facevo un sorso mi mandava in estasi,perché pur essendo semplice era la cosa più genuina che avrei mai potuto trovare in giro con i tempi che correvano.

-tesoro se hai finito sparecchia tu io ho da fare con Alvaro pensa che quel matto ancora non si è abituata alla casa nuova ! Quindi non posso far altro che stargli vicino!- Cantilenò contenta mia madre,Alvaro altri non era che il suo fantasmino personale,mia madre agli occhi della gente sicuramente poteva risultare un po’ stramba con tutte le sue manie,e certamente lo era,non era da tutti conversare amabilmente all’ora del thè con un fantasma di nome Alvaro che per giunta le suggeriva come arredare casa e come realizzare ottimi manicaretti.Però era l’unica donna che avessi mai conosciuto a saper tirar fuori il lato positivo di ogni singola cosa,era capace di essere ottimista anche durante un attacco alieno o un’esplosione atomica in piena regola… a volte la invidiavo avrei voluto essere davvero come lei,sempre così solare con la testa fra le nuvole,una persona che nonostante l’età si dimostrava sempre bambina dentro,cosa che secondo mio padre era un suo pregio e un suo difetto allo stesso tempo.

Io invece mi trovavo ad essere anche troppo “lugubre” … certo non vestivo con abiti simil Dark,non mi truccavo come Moira Orfei al gran galà del circo oppure non andavo enumerando in giro le mie gigantesche tragedie,ma certamente non sprizzavo allegria da tutti i pori sempre e comunque … poco da dire in fondo cosa mai ci sarebbe stato da essere tanto contenti nel vivere in una piccola cittadina nei dintorni di Napoli dove la cosa migliore che puoi fare è startene a casa il sabato sera.

Spesso mi sentivo in gabbia,come rinchiusa in un posto che non mi apparteneva,per modi di pensare e per personalità,andavo decisamente contro corrente dalle mie parti. Non ero per nulla quella che gli altri avrebbero definito una “Napoletana verace” no signore!  Ero l’esatto opposto,non che non amassi Napoli,ma certe volte la mentalità spesso rimasta all’antica delle persone si faceva notare e questo mi infastidiva e mi faceva sentire come in un mondo a parte dove molte cose che per gli altri erano all’ordine del giorno, per me diventavano sogni utopistici,una cosa difficile da sopportare per una ragazzina con grandi sogni ed ambizioni più grandi di lei.

In definitiva non vedevo l’ora di scappare anche se sembrava tremendamente brutto da dire e da fare.

-amoreeeeee  il campanello vai ad aprire è Sabry!- sentì mia madre urlare dallo spazio

“conversazione” ,ovvero lo spazio adibito per le chiacchierate con Alvaro.

Andai ad aprire la porta e venni letteralmente travolta da una furia dai capelli rosso cangiante che faceva girare ad una velocità inverosimile una borsa…che certamente non avrei mai voluto essere io.

-ma che cavolo è mai possibile che i miei devono rompere le palle già di primo mattino? Ma dico io non hanno una vita loro da controllare invece di pensare sempre alla mia? Quesssstaa coscia nun va propo benne-aveva addentato la MIA brioche e continuava a parlare come se fossi in grado di tradurre il papuaniese

-gentilmente Sabry potresti smetterla si mangiare la MIA colazione e parlare in modo decente visto che non capisco un “H” di quello che stai farneticando?e visto che ci sei perché non spieghi dall’inizio?così evito di ricorrere ai miei poteri di sensitiva per capire quello che succede!-Ironizzai io guadagnandomi un’occhiata degna di Hannibal Lecter in persona.

-ho detto che questa cosa non va proprio bene…stanno sempre a dire “e non fare questo qua e non fare quello là”…ma insomma ,sarò anche in grado di prendere delle decisioni per conto mio!-urlò in preda ad una crisi isterica ingoiando l’ultimo boccone delle mia brioche e guardandomi come se si aspettasse una risposta a breve termine e per di più anche sensata,

-ed esattamente quale decisione vorresti prendere di grazia?-le chiesi scettica inzuppando un biscotto nel latte,sapevo com’era fatta quella pazza di Sabry e sapevo perfettamente come erano fatti i genitori,erano persone logiche e ragionevoli e se le andavano contro in una decisione ,cosa che facevano assai raramente visto che lei era figlia unica,non c’era altra spiegazione se non che fosse una cosa completamente assurda o pericolosa,come l’ultima volta che aveva deciso di praticarsi un piercing labiale da sola.

-voglio tingermi i capelli…-dichiarò con l’aria da bambina innocente sbattendo anche le lunghe ciglia nere alla bambi che si ritrovava.

-ancora!? Non ti sembra un po’ prestino? E di che colore poi ,dopo il giallo fluo, il rosso cangiante ,ed il blu elettrico? Te li vuoi forse fare viola metallico?-buttai là ironica sapendo il suo smisurato amore per i colori eccentrici e le tinture improbabili.

-oh ma come hai fatto?Allora è vero che sei sensitiva!!!-La guardai come si potrebbe guardare la fatina dei denti dopo che si è venuta a fregare il dentino ,appena caduto, da sotto il cuscino …

-tu sei tutta matta ti ritroverai a 30 anni senza nemmeno un pelo e dovrai comprare le parrucche sintetiche per avere una parvenza di capelli e non sembrare un alieno-affermai lapidaria con il mio solito ottimismo alle stelle.

-non ti sembra di avere una visione del futuro piuttosto tragica? Insomma…me li sarò tinta si e no tre o quattro volte…ci sono donne che passano la vita a tingerseli!-ribattè lei in cerca di una ragione che sapeva che da me non sarebbe arrivata,ero decisamente d’accordo con i genitori…anche se poteva sembrare antipatico quando ci voleva ci voleva!

-Sabry fa n’po’ come ti pare tanto la testolina bacata è tua e anche i capelli…cosa vuoi che m’importi se ti cadranno tutti entro i 25 anni-mi guardò in cagnesco e afferrò un’altra merendina stizzita dall’evidente sconfitta,

-lo sai che quando ti ci metti sei molto più efficace dei miei? Dovrebbero ingaggiarti e darti uno stipendio mensile per tutte le cose stupide che riesci a non farmi fare…diventeresti straricca e compreresti una villa tipo quella di quell’antipatica di  Paris Hilton-la sua faccia assomigliava ad un’emoticon di MSN…una di quelle che aveva gli occhi chiusi e la bocca curvata ad “u” e faceva segno di si…avessi potuto l’avrei convertita in emoticon per quanto era verosimile e spassosa.

-e che mi dici del tuo caro amorino Cristian?...avete litigato di nuovo o il mare è tranquillo per oggi?-sogghignò con espressione malefica.

Lei e Cristian,il mio ragazzo da tre anni,non andavano d’accordo per nulla,non facevano altro che prendersi a battutacce e con risposte velenose,era un odio che era nato dal primo momento che si erano conosciuti ,e da allora non ero riuscita a far cambiare idea sull’altro a nessuno dei due nonostante le varie uscite insieme ,e le varie volte che li avessi supplicati di provare ad andare d’accordo.

Ma con Cristian ultimamente le cose non andavano nella migliore delle maniere,anzi forse non andavano affatto.

Stavamo insieme da tre anni eppure il nostro rapporto sembrava essere arrivato ad una situazione di stallo irreversibile,specialmente da parte mia.Sentivo che qualcosa dentro di me era cambiato e che si ribellava di rimanere in silenzio.Non facevamo altro che litigare per le cose più disparate e stupide,riuscivamo a stare senza vederci in completo silenzio per giorni durante un litigio ,almeno finché uno dei due non decideva di fare il primo passo verso la tanta agognata riappacificazione.

Sapevo fin dall’inizio che Cristian non era propriamente fatto per me,non avevamo molto in comune,anzi forse quasi nulla,ci piacevano cose diverse e difficilmente trovavamo punti di incontro o compromessi perché paradossalmente l’unica cosa che avevamo in comune era il carattere fin troppo forte ed orgoglioso che spesso ci metteva in contrasto e ci faceva litigare.

-mmmm-la mia più che una risposta fu una smorfia abbastanza esplicativa,visto che Sabry scoppiò a ridere come un’ossessa,si divertiva troppo…LEI!

-allora per cosa avete litigato stavolta? Ancora qualcosa di stupido o vi siete evoluti allo stadio successivo?Quello in cui le cose importanti sono il colore delle scarpe e quanto fa 2+2?-continuò a sollazzarsi ironica morendo dal ridere al pensiero delle MIE precedenti litigate con il MIO ragazzo

-bha…quello si è ammattito,dice che il mio tono di voce quando litighiamo lo infastidisce…ma non mi posso mica cambiare le corde vocali santo Dio…vorrei proprio sapere che cavolo vuole da me,se non gli si dice si a tutto e non si fa la bambolina senza cervello ,non è contento-sparai tutto d’un botto per liberarmi da quel peso che dalla sera prima mi opprimeva il petto.

-non credi sia ora di prendersi un po’ di tempo per riflettere? Secondo me lo sai anche tu che fondamentalmente non è più con lui che vuoi stare…a mio sempre modesto parere non l’ami più altrimenti non litighereste per queste stronzate e oltretutto sentireste il bisogno di vedervi invece di stare lontani per scempiaggini-continuò diventando seria e tornando a mettersi composta su quel povero sgabello,

-uhm…è difficile Sa!Come faccio? Sono anni che sto con lui,non posso prendere e lasciarlo di botto come nulla fosse,è una parte importante della mia vita,e non la vedo senza di lui. Solo che forse se sapessi di poter continuare ad essere sua amica sarebbe tutto più facile,almeno non avrei il terrore di perderlo irrimediabilmente,è quello che mi blocca ! Il sapere che quel cretino una volta che ci saremo lasciati si dimenticherà anche come mi chiamo…non so che cazzo fare!- farfugliai lasciando cadere la testa sul tavolo disperata.

Sabry mi abbracciò e sorrise comprensiva arruffandomi il pagliericcio che avevo in testa al posto dei capelli.

-stasera lo vedi?-mi chiese in maniera dolce sorridendomi ancora…mostrandosi comprensiva,

-si…mi ha chiamata mi ha chiesto se stasera volevo uscire con una combriccola di amici suoi…è tornato uno dei suoi migliori amici  da una vacanza in Russia…e gli hanno organizzato una festicciola di ben tornato…non che la cosa mi alletti molto…sai come sono fatti gli amici…sono quei classici tipi tutti “yo” che se la tirano da morire…eviterei volentieri di andarci anche perché ogni volta che mi vedono non fanno altro che rompermi le palle…ma se rifiuto è capace di martellarmi come un chiodo e non ne ho proprio voglia-asserì rassegnata al mio triste destino accasciando nuovamente la testa sul tavolo

-non fare la depressa Dal!...Se vuoi vengo con te e ti faccio compagnia… pensa che enorme sacrificio faccio pur di non farti abbattere da sola-rise lei contenta,le sorrisi di rimando.Per fortuna avevo lei che era pronta a sorbirsi una serata di frecciatine velenose pur di farmi stare su di morale.

-Mamma che caldo oggi…non ho nemmeno un cavolo da fare mi annoio da morire-Manuel fece la sua scenica entrata in cucina con tanto di petto nudo,la sigaretta gli penzolava dalle labbra ancora spenta e i pantaloncini lasciavano davvero poco da immaginare,specie alla povera Sabry che era cotta di mio fratello da tempo immemorabile,ogni volta che lo vedeva o se ne parlava ,incominciava a cambiare colorito passando dalle tonalità del viola, per finire al rosso acceso simile ai suoi capelli cangianti.

In sua presenza non riusciva a spiaccicare mezza parola,anche perché lui non faceva altro che prenderla in giro per il suo carattere così timido,gli avevo ripetuto svariate volte di evitare di farlo ma Manuel si divertiva troppo e lo faceva non solo con lei,ma con tutti…un difetto per me ma un pregio per molti.

Lo guardai di sottecchi andare al frigorifero a prendere una limonata,passai il mio sguardo su Sabry,gli occhi le luccicavano e le guancie le si erano imporporate di un bel colorito rosso…Ah l’amour!

-Manu saresti pregato di evitare di girare per casa come se non ci fossero persone normali-sbraitai io infastidita dal suo comportamento arrogante e pretenzioso

-scusa e chi sarebbero le persone normali?...Tu per caso?-disse incominciando a ridere,lo fulminai e mi alzai per andargli incontro furibonda

-come osi brutto beota! Non lo sai che dovresti trattare con i guanti la sorellina minore invece di fare il deficiente!-gli urlai contro ergendomi in tutta la mia altezza,che era almeno 10 cm in meno a lui ,puntandogli contro il mio famoso indice accusatore

-ahhh ma sta zitta tappa..-disse dandomi un leggero buffetto sulla fronte per liquidarmi e chiudersi in camera sua,classico atteggiamento di mio fratello.

Mi voltai verso Sabry che in tutto questo non aveva proferito parola standosene buona buona seduta sullo sgabello di fronte al bancone blu della cucina,

-mi chiedo perché non riesci a dirgli nemmeno “buongiorno coglione”-sbuffai io

-lo sai che sono timida e poi tuo fratello è un tipo particolare…mi vergogno troppo-biascicò diventando di nuovo viola al solo pensiero di lui,

-per particolare intendi stronzo,sbruffone ed egoista?-le chiesi sinceramente interessata all’opinione che avevano le persone di quel beota di mio fratello,lei mi guardo di traverso come avessi detto un’eresia,una blasfemia sul suo Dio personale

-ma che dici stupida! Lui è solo un tipo solare- affermò convinta,anche se non sapevo esattamente da dove l’avesse presa tutta quella convinzione,la conversazione più lunga che avevano avuto era stata quando lei si era fatta male venendo in bici da me ,mio fratello la incontrò a metà strada intenta a piangere disperatamente con le ginocchia sbucciate,vedendola in quello stato anche Mr cuor di ghiaccio decise di darle una mano e se la portò in spalla fino a casa visto che la sua bici era talmente sfasciata che era impossibile rimetterla in piedi.

Credo che  sia stata quella la volta in cui Sabrina vide il mio antipatico fratello sotto un’altra luce,facendola innamorare perdutamente di chissà che cosa. Forse un giorno l’avrei scoperto…o magari compreso come minimo.

 

 

Angolo Autrice:

Ok il primo capitolo è andato!

Spero che qualcuno sia sopravvissuto fino alla fine e mi dica un po' cosa ne pensa xD

Mi piacerebbe ricevere qualche recensione per sapere se ne vale la pena di continuare a scrivere questo

sclero momentaneo!

Arrivederci a presto Chera ^______^

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Attrazione Fatale e Superquark ***


blanke

 

 

Attrazione Fatale e Superquark

 

Ero depressa.

Ebbene ,ero in piena crisi depressiva,avevo mille motivi per esserlo,non per ultimo il fatto che guardandomi nello specchio avrei volentieri dato mille capocciate per romperlo, e togliermi dalla faccia quell’aria attonita e distrutta di chi ha appena dichiarato guerra all’immagine riflessa.

Insomma avevo i fianchi troppo larghi,il sedere troppo all’insù…mi chiedevo da dove fossero venuti all’improvviso questi attributi esagerati che prima non c’erano,dovevano essere sicuramente stati tutti i gelati e le schifezze trangugiati con la Giò ,durante le ore scolastiche a cazzeggiare.

Fanculo al vestito bianco che evidenziava tutta la ciccia! Pensai mentre con stizza lo toglievo e lo gettavo malamente sul letto come fosse stato l’arma del delitto appena compiuto.Sbuffai sonoramente passandomi una mano nei capelli castani che,come degli indemoniati ,dopo tre quarti d’ora di fatica,mezza bottiglietta di balsamo,e tanto ma tanto olio di gomito ,adesso sembravano,e ci tengo a sottolineare il “sembravano”, quasi ordinati e lisci.

Mi buttai sul letto a peso morto,sperando che nel quarto d’ora successivo succedesse una qualche tipo di catastrofe che per “sfortuna” non mi avrebbe permesso di andare a quella maledetta festicciola fra scimmie analfabeti e puzzolenti.

Odiavo ritrovarmi in mezzo a quei ragazzi,non che io fossi di chissà quale finezza,anche io spesso mi lasciavo andare a gare di rutti e epiteti poco carini degni di uno scaricatore di porto in una stazione di sosta ,ma almeno conservavo un minimo di dignità e amor proprio…o comunque un po’ di rispetto per chi avevo intorno senza la necessità incombente di urlare ogni sette secondi una parolaccia…

A volte erano davvero insopportabili,specie quando decidevano di giocare al gioco “chi prende più in giro Dalia vince il premio” erano viscidi,stupidi e maniaci e la cosa più oltraggiante era che il mio presunto ragazzo,non solo non faceva nulla per metterli a freno,e legare la loro lunga lingua in un nodo ben stretto,anzi! Si Univa anche lui al loro simpatico gioco ripetendomi come una mitraglietta spara tutto che erano solo battute fra amici …si amici SUOI però!

Avevo perso il conto di tutte le volte che per questo avevamo litigato,spesso Cristian mi aveva ripetuto che facevo troppo la schizzinosa e che non sapevo stare agli scherzi e subito mi offendevo…ma cosa ci potevo mai fare io, se i suoi amici non capivano dove terminava quella striscia sottile chiamato confine? L’avrei volentieri strozzato.

Mi rialzai dal letto,decisa a mettere fine a quella tortura il più presto possibile.

Sconsolata e disperata aprì il mio armadio con la faccia di chi si stava preparando all’imminente battaglia del secolo,mi ci tuffai letteralmente dentro e incominciai a tirarne fuori ogni singolo straccio pur di trovare qualcosa che mi stesse bene e al tempo stesso non mi facesse sembrare una balena sottoposta a una liposuzione urgente dai risultati discutibili.

-TADAAAAN!-urlai trionfante uscendo tutta felice da quella giungla fatta di abiti conturbanti,avevo tirato fuori tutta contenta un vestitino viola semplicissimo,con delle stampe floreali che amavo da morire qualche tempo prima ,ma che ,per qualche strana ragione avevo dimenticato di possedere…

Il mio armadio a volte era peggio degli armadi sparitori di Harry Potter.

Lo indossai in fretta e furia ,prima che la mia testa potesse ripensarci e mandare impulsi poco attendibili al mio corpo,infilai un paio di ballerine del medesimo colore e mi truccai con un quasi inesistente strato di trucco…che non amavo troppo visto che mi faceva sentire “appiccicaticcia” d’estate.

Mi catapultai fuori dalla porta ormai pronta e mi diressi in soggiorno battagliera.

In fondo mancava ancora una mezz’ora abbondante prima che Sabry e Cristian passassero da me ed era meglio perdere un po’ di tempo davanti alla Tv a criticare qualcuno,ultimamente era diventato il mio sport preferito.

Ovviamente la tv era occupata da mio fratello che si stava ingozzando di patatine e qualche altro genere indefinito di porcheria mentre guardava uno stupido reality su MTv …quello dove dei genitori invasati con un serio problema di idolatria per il proprio figlioletto prediletto,decidevano di rovinargli la sua relazione tentandolo con qualche puttanella di turno che gli si strusciava addosso con fare da pornodiva.

-ma è possibile che tu debba guardare solo queste porcherie in televisione? Non puoi guardare qualcosa di più istruttivo?-chiesi a mio fratello sedendomi sul divano al suo fianco appoggiando i piedi sul tavolinetto di legno massello,con il rischio che se mi avesse visto mia madre probabilmente sarei finita a far compagnia ad Alvaro.

-ed è possibile che tu non ti fai mai i maledettissimi fatti tuoi? Cosa dovrei guardare sorellina? Superquark forse? Che c’è fai sogni erotici su Piero angela?Hai il fetish per il marciume adesso?-sfoderò uno dei suoi sorrisetti malefici,che volentieri gli avrei strappato dalla faccia a suon di pizzichi piccoli e cattivi

-sempre meglio fare sogni erotici su Piero Angela che perdere il pomeriggio a guardare quattro sgallettate che perdono il loro tempo appresso ad un tipo che in più è anche fidanzato!-ribattei io convinta

-almeno quelle sgallettate sono sexy…tu invece mi sembri un panda uscito da una lavastoviglie accesa…e credimi questo è un complimento-lo guardai di traverso,mi chiedevo perché dovesse sempre essere così antipatico nei miei confronti,non faceva altro che dirmi quanto fossi indecente…era vero che il bello della famiglia era lui con quei folti capelli nerissimi e gli occhi color del ghiaccio uniti al suo fisico muscoloso-ma-non-troppo,ma non c’era bisogno di ricordarmi ogni giorno quanto somigliassi ad uno sbaglio genetico,o ad un obbrobrio mostruoso , piuttosto che ad una ragazza di diciassette anni .

-ma fammi il piacere,l’unica cosa che hanno quei coccodrilli in calore sono due tette e un culo,anche Sabry è meglio di loro…!-sbottai io arrabbiata,anche se cercavo di non darlo a vedere visto il mio troppo presente orgoglio,

-Sabry?-l’espressione di mio fratello si corrucciò,spostò lo sguardo altrove e si grattò la testa con fare lascivo,

-ed ora che c’entra Sabry?-mi chiese innocentemente,anche se a me la sua reazione puzzava e non poco,

-non so se te ne sei accorto preso come sei ad usare le ragazze come Kleenex,ma Sabry è una bellissima ragazza,e non una di quelle lì matte e oche…oltre ad essere bella ha un cervello…ma tu cosa ne puoi mai capire se il concetto più elevato che comprendi è “albero buono,fuoco cattivo”-conclusi velenosa sperando di averlo colpito e affondato.

Manuel sorrise sghembo inclinando la testa di lato come a voler riflettere per un secondo

-certo che me ne sono accorto-affermò-e l’unico motivo per il quale non ho usato anche lei come un “kleenex” come dici tu è perché è amica tua…altrimenti un giro sulla “Sabry Mobile” me lo sarei fatto molto volentieri da tempo-lo guardai stupita da quell’improvvisa confessione.

Non avevo mai scorto nessun tipo di interesse da parte di mio fratello nei confronti di quella che era la mia migliore amica,a volte sapeva fingere davvero bene.

Forse se Sabry l’avesse saputo sarebbe stata contenta,ma io non lo ero altrettanto,sapevo perfettamente quanto mio fratello sapesse diventare cinico con le ragazze.

Me ne ero accorta l’anno precedente,quando dopo essere andato a letto con una ragazza dell’ultimo anno della mia scuola,l’aveva lasciata ancora prima di uscire dalle lenzuola.

La poverina ci era rimasta talmente male da arrivare a pregarlo di darle una possibilità,come se fosse colpa sua il comportamento ignobile di mio fratello,che tra l’altro non sapevo da dove provenisse…in fondo non eravamo stati educati così…i nostri genitori per quanto pazzi e sclerotici,avevano sempre avuto un amore saldo e forte non certamente così incostante come i suoi.

 Lui di tutta risposta ci provò con la migliore amica.

Sfasciò un’amicizia.Fu davvero bastardo all’epoca,e ancora oggi dubitavo del fatto che se ne fosse realmente pentito.

Manuel si alzò e mi lanciò il telecomando con noncuranza,

-buona fortuna con Piero…spero che sappia soddisfarti meglio di quel cretino che ti ritrovi come fidanzato-sogghignò ancora andando via con la sua solita espressione da “io sono il padrone del mondo!”

ODIOSO.

Ecco l’unica parola che avrebbe potuto descriverlo ai miei occhi,sicuramente c’era qualcosa che non mi avevano detto,sicuramente quando era nato l’avevano scambiato con il mio vero fratello,ed ora la sua copia buona si ritrovava a vivere una vita davvero orribile per colpa sua!

Decisi di smettere con i miei vaneggiamenti mentali,altrimenti sarei diventata pazza prima di vedere se saremmo davvero morti tutti nel 2012 o se i Maya avevano cannato di brutto.

Sbuffai ancora una volta e guardai l’orologio,mancavano dieci minuti e la tortura avrebbe avuto inizio.

Che strazio atroce sarebbe stato.

Riversai la testa all’indietro sul divano,chiudendo gli occhi appena,non feci in tempo nemmeno a sbadigliare che il campanello suonò come un ossesso.

Mi alzai e andai ad aprire.

Quello che mi trovai di fronte fu una Sabry corrucciata e lievemente nervosa.

La guardai stralunata per quell’improvviso stravolgimento d’umore,insomma l’avevo sentita  solo qualche ora prima al telefono ed era felice come una pasqua perché sua sorella l’avrebbe portata con sé a Londra a fine estate,sapeva essere davvero lunatica anche lei.

-che hai ?-le chiesi di getto ,non sopportando di vedere quell’espressione afflitta sul suo bel volto

-nulla…mi sono solo resa conto che sono infelice!-mi dichiarò come fosse la cosa più normale da pensare in un caldo pomeriggio di giugno con il sole che ti sbatte in faccia l’estate appena nata,

-infelice? E perché mai? Ti sei ammattita nel tragitto da casa tua a casa mia forse?-la rimproverai facendola entrare in casa per aspettare Cristian,

-mi sono resa conto che ho bisogno di qualcuno al mio fianco,voglio un fidanzato DAAAA!-piagnucolò lei aggrappandosi al braccio e facendo una faccina disperata delle sue,

-se vuoi te lo regalo al compleanno-proposi,lei mi guardò tutta contenta

-davvero?-gli occhi le sbrilluccicavano,un emoticon vivente!

-certo che si!-affermai risoluta!

-o al massimo se vuoi mi offro io per una notte se paghi bene-all’improvviso Manuel sbucò dal nulla,guardando Sabry in maniera piuttosto maliziosa,

se non avesse già avuto i capelli rossi,sarebbero arrossiti anche loro fino alla radice e oltre.

-su Sab…non mi diventare così rossa adesso…hai tempo per esserlo…in altre situazioni…magari più…come dire calde?-Ammiccò sempre lui mandandola KO,

Stavo seriamente sperando che Sabry non decidesse di svenire in quel momento,aveva una faccia sconvolta,come chi ha appena visto un asino volante con le ali viola a poise bianchi.

lo guardai di traverso per l’ennesima volta in quella giornata che si stava rivelando davvero più lunga del previsto.

-Manuel perché non vai a dire le tue sconcerei in camera tua davanti alle porcherie che hai sotto il letto e di cui mamma non sa niente!-sbottai ,facendo riferimento alla sua piccola collezione personale di porno in cassetta e similari.

Lui tentennò un secondo ,passando dall’incazzato al divertito.

-e tu come fai a saperlo? Per caso ne hai avuto bisogno sorellina?-disse e rise sguaiatamente mentre se ne tornava in camera sua tutto felice.

-mio fratello è capace di farmi uscire fuori dai gangheri…non lo sopporto-ma Sabry non dava segni di ripresa,sembrava essere entrata in uno stato di trance non reversibile,coma cerebrale.

Le sventolai una mano aperta davanti agli occhi

-ohyy terra chiama Sabry ,terra chiama Sabry rispondete!-le  urlai in un orecchio con tutta la voce che avevo in corpo.

-scusa…ma lo sai tuo fratello mi fa quest’effetto…specie se dice certe cose-sussurrò con aria trasognata!...

Non la capivo,cavolo si era offerto come gigolò mica come fidanzato a vita!

A volte credevo che ,per stare con mio fratello avrebbe accettato anche una cosa del genere contro ogni mia aspettativa e ogni suo principio.

Improvvisamente però cambiando le previsioni,si riscosse e mi guardò soddisfatta,anche troppo per i miei gusti,

-che carino il tuo vestito…-sogghigno-me lo presti vero?-chiese con l’aria da cucciolo coccoloso ,sapeva come farsi dire di si la ragazza!

Ora che lo notavo anche lei era davvero carina,aveva messo una mini di jeans con una canotta nera e delle converse jackass nere,il tutto le stava bene sul suo fisico asciutto anche se non troppo slanciato,e poi Sabry era bravissima con i particolari,indossava sempre collane e bracciali perfetti con quello che metteva,facendo risaltare l’insieme e donando a tutto un tocco di originalità che la contraddistingueva,e in più i suoi capelli erano identici a quelli di Blake Lively* come pettinatura e forma,in effetti era uno schianto,anche se non credevo se ne rendesse pienamente conto a volte.

Il campanello suonò per l’ennesima volta,e ancora una volta andai ad aprire,ogni minuto più annoiata ed esasperata per quello che avrei dovuto sopportare di li a poco.

Stavolta era Cristian,più scorbutico del solito che mi guardava con aria di rimprovero,

chi sa stavolta che avevo combinato senza nemmeno saperlo,forse avevo pestato una formica che gli era simpatica,o magari avevo pensato qualcosa che gli aveva dato fastidio o magari,ancora,avevo sognato qualcosa che non gli andava bene…che stress!

-non ci dovevamo incontrare in piazza?-esordì arrabbiato mentre mi dava un bacio sulla guancia,mantenendo comunque il tono a metà fra l’esasperato e il nervoso.

Cavolo era vero! Me l’ero completamente dimenticata,era difficilissimo trovare parcheggio nei dintorni di casa mia…ero davvero imbranata,stavolta aveva ragione!

-scusa scusa scusa scusa – chiesi a raffica ,sperando di essere ancora in tempo ,e di riuscire ad evitare di litigare per quella sera almeno.

-ok non fa niente,ma la prossima volta scrivitelo…magari in fronte così lo leggi mentre sei intenta a specchiarti-buttò lì velenoso,facendomi ricordare i miei dissapori con quella stupidissima lastra riflettente.

-Cristian-salutò Sabry che in tanto ci aveva raggiunti.Certo non era il più felice dei saluti,ma almeno ci provava.

-Sabrina-salutò a sua volta Cristian,a volte…anzi spesso mi sembravano due bambini intenti a farsi la lotta.

Mi chiedevo come era possibile essersi tanto antipatici a vicenda senza nemmeno conoscersi in realtà.

Era una cosa che non mi andava molto giù,specie perché odiavo chi giudicava dalle apparenze,anche se dovevo ammettere che Cristian sin dal primo momento non era stato gentilissimo con la mia migliore amica.

Presi le chiavi di casa,salutai mia madre lasciando perdere mio fratello di proposito,che ancora guardava Sabrina come si guarda una torta alla nutella,e ci avviammo all’auto per andare alla festa che si sarebbe tenuta in una piccola saletta che il mio ragazzo ed alcuni amici avevano affittato qualche mese prima per cazzeggiarci quando volevano.

*************

Aleksey,detto Alek, era da sempre stato uno dei migliori amici di Cristian,si conoscevano dai tempi della scuola ed erano sempre andati d’accordo visto il legame fraterno che li legava.

Io dal canto mio non lo conoscevo molto,e l’avevo visto in tutto si e no due volte.

Non era una persona che conoscevo bene quindi,ma in un certo modo,anche se era un controsenso con quello che professavo,a pelle non mi era molto simpatico.

Forse perché, anche lui come me,spesso rimaneva sulle sue e non si lasciava conoscere facilmente dalle persone esterne alla sua cerchia di amici…pochi eletti ovviamente.

Sapevo poco di lui,giusto quel tanto che all’inizio mi aveva raccontato Cristian,per darmi un’idea generale di lui e non fare figuracce quando l’avrei incontrato.

Lui era di origine Russa,ma da piccolo era stato adottato insieme al fratello più grande da una famiglia italiana.

La loro infanzia sicuramente non doveva essere stata molto facile,al contrario dell’adolescenza,che per quanto ne sapevo era stata davvero ottima visto il meraviglioso legame,che a detta di Cristian,aveva instaurato con i genitori adottivi.

La saletta dove arrivammo pochi minuti dopo era un posto ASFISSIANTE!

Dentro c’erano stipati più di una ventina di ragazzi e ragazze,compresi noi,che non erano molti,ma considerando il ridotto spazio del posto,consumavano anche troppo ossigeno!

Tutti ridevano,bevevano e una nuvola di fumo denso e grigio si alzava sopra le nostre teste minaccioso e maleodorante,sarei voluta tornare a casa all’istante!

Era perfino meglio stare a litigare con mio fratello Manuel piuttosto che quello.

Mi voltai verso Sabry,che aveva un’espressione alquanto corrucciata,probabilmente ,vista la sua faccia,non la pensava in maniera tanto lontana dalla mia.

-dopo essere entrata in questo posto sono sicura che avrò un cancro ai polmoni e morirò entro i venti anni-annunciò catastrofica dirigendosi al tavolo dove c’era da bere,

-concordo pienamente,non ho visto tutto questo fumo nemmeno durante l’attacco delle torri gemelle…-Cristian ci lanciò uno sguardo alquanto contrariato,poi sbuffò e andò ad abbracciare l’amico che non vedeva da un po’.

Alek,come tutti lo chiamavano,non era cambiato molto dall’ultima volta che l’avevo visto.

Portava sempre i capelli biondi,lunghi fino alle spalle e rasati ai lati,raccolti in un codino.

L’espressione era sempre quella imperturbabile di qualche tempo fa,solo lo stile nel vestire si era evoluto in qualcosa che a primo acchito mi sembrava davvero obbrobrioso.

Vestiva di nero,in stile Cybergoth, gli occhi color del ghiaccio erano pesantemente truccati di matita nera e rossa, e qualche piercing si era aggiunto dalle parti della bocca a quelli che prima già c’erano.

Uno scolapasta vivente insomma.

Mi voltai dall’altro lato per non fissare oltre quella scena raccapricciante,

Non capivo perché un ragazzo si dovesse conciare così,dire che si era imbruttito era un eufemismo bello e buono.

Di solito quello stile mi era sempre piaciuto,sempre…si però addosso alle ragazze…addosso ad un ragazzo aveva un che di raccapricciante.

-Dalia a che pensi?...-mi chiese Sabry vedendomi assorta

-ad Alek-risposi criptica,lei sogghignò “sotto i baffi”

-ahaha…che c’è fascino per il proibito?-

-no Sabry raccapriccio per il proibito-ci tenni a precisare in maniera breve e concisa,

-ma dai non dire cazzate che te lo stai mangiando con gli occhi-la guardai stupita e scioccata,

-ma che dici!!!...è davvero raccapricciante…guarda come è vestito,è davvero inquietante!-affermai risoluta;

-sarà…-mi rispose poco convita continuando a bere la sua red bull corretta alla vodka alla fragola.

Sabry a volte aveva certe idee assurde!

 

Angolo Autrice:

 

In questo capitolo ho voluto risaltare il rapporto che ha Dalia con il Fratello Manuel,sono entrati in scena nuovi personaggi

come Cristian che ha fatto la sua prima comparsata e Aleksey il suo migliore amico.

So che questi capitoli possono risultare un po' lenti e tediosi,ma sono l'inizio,mano mano diventeranno migliori (si spera xD)

Spero di non avervi annoiato troppo xD

 

*-Blake Lively è l'attrice che in "Gossip Girl" Interpreta la protagonista ,Serena Van Der Woodsen,per il modo di portare i capelli di Sabry mi sono ispirata a lei visto che ha una "chioma" di tutto rispetto,per chi fosse interessato allego il link per darvi un'idea di come me li immagino,ma ovviamente Rossi--->

http://images.askmen.com/photos/blake-lively/39626.jpg

 

Angolo recensioni:

Mab-Ciao Matta! Grazie per la recensione sei stata anche fin troppo buona xD sono contenta che i personaggi ti risultino verosimile e che lo scritto ricalchi l'idea originale xD renderò sicuramente onore al DYLIBOY (L) xD...Alla prossima Darling!

Alyssa Ryan-Ciao e grazie per la recensione xD avevo quasi perso le speranze,pensavo non avrebbe recensito nessuno xD...Sono contenta che il mio modo di scrivere e il primo capitolo ti risultino piacevoli,per quanto riguarda Manuel...bhe...non c'è che dire nella mia testa è sicuramente il personaggio con maggiore bellezza fisica di tutta la storia...quindi in definitiva si è un gran figo xD Alla prossima spero continuerai a seguirmi Kiss!

GiuGiu_94-Grazie molte per la recensione ^____^ sei stata davvero gentilissima e anche troppo buona...Ancora non sono abituata a sentirmi dire che scrivo bene xD quindi la tua recensione mi ha fatto molto più che piacere,spero di essere stata abbastanza celere nell'aggiornamento,ho fatto prima che ho potuto...spero continuerai a leggere visto che mi farebbe molto piacere! Alla prossima Kiss

Inoltre ringrazio:Mab e Alyssa Ryan per avermi aggiunta nei preferiti e le 61 persone che hanno solo letto.

Alla prossima Chera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Incontri e scontri tra piedistalli ***


blanke

 

Incontri e scontri tra piedistalli

 

Fumo,fumo ovunque dalla prima all’ultima particella sub atomica di quella saletta era annichilita dal fumo e ne trasudava da ogni singolo poro.

Non si respirava,tossivo ogni tre secondi in cerca di uno spiraglio d’aria che tardava ad arrivare,o che forse probabilmente in tutta sincerità,mai sarebbe arrivato.

Sabry in preda ad una crisi isterica si era fatta venire a prendere dal padre un quarto d’ora pirma ,chiedendomi perdono mille volte per il fatto che mi abbandonava al mio triste destino fumoso e cialtrone.

Ma in fondo la capivo ,come si faceva a rimanere in un posto del genere senza morire di intossicazione era ancora un mistero anche per me.

Mi sedetti sulla prima sedia disponibile ,accanto al tavolo delle bevande,guardando gli ALTRI divertirsi come matti.E ovviamente fra gli ALTRI era compreso anche il mio ragazzo,tutto preso nel fare la lotta con un tipo di nero vestito e pieno di catene ovunque,temevo seriamente che più che farsi male con le mani si sarebbe fatto male con tutta quella ferraglia penzolante,degna di un negozio di ferramenta ben fornito.

Mi versai un po’ di vodka alla fragola,per la serie “affogo i dispiaceri nell’alcool” e bevvi in un sorso solo nella vana speranza di ubriacarmi,sapendo che in ogni caso non ci sarei mai riuscita visto che ero completamente immune alle sbronze,che sfiga!

Ero troppo presa da quei sentimentalismi con il mio cervello ansante,anche per accorgermi che qualcuno si era seduto al mio fianco e mi fissava sbilenco con aria interrogativa e perplessa insieme.

-Ti annoi?-quella domanda così diretta mi sorprese,mi voltai di scatto e mi scontrai con un paio di occhi ghiaccio che conoscevo,non mi aspettavo di certo una domanda da lui,specie una domanda del genere,così a bruciapelo,come se mi avesse chiesto l’orario,o che so,di passargli la bottiglia.

Alek mi fissava in attesa di una risposta ,che tardava ad arrivare,grazie al momentaneo scollegamento del mio cervello,decideva di abbandonarmi sempre nei momenti meno opportuni ,LUI.

Non sapevo perché ma c’era qualcosa che mi aveva legato la lingua e non mi permetteva di emettere anche il più piccolo e insignificante suono,dalla mia bocca,ancora mezza aperta,non usciva nulla.

-Il gatto ti ha mangiato la lingua per caso?-mi chiese versandosi a sua volta qualcosa da bere,sorridendo beffardo,finalmente ripresi le mie facoltà mentali e con non poco sforzo riuscì a rispondere,

-si in effetti non mi sto divertendo…e anche se avessi un gatto sta sicuro che la lingua la terrei al sicuro IO -risposi velenosa come al mio solito,restando sulla difensiva,anche se magari non ce n’era tanto bisogno.

-magari-ponderò lui-se non fossi troppo occupata a startene sul tuo piedistallo personale,anche tu ti divertiresti un po’ non ti pare?-buttò lì con noncuranza, senza nemmeno guardarmi in faccia,lo guardai con tanto d’occhi,chi era lui per venirmi a parlare di piedistalli? A stento mi conosceva il ragazzo!

-Forse io me ne starò su di un piedistallo,ma il tuo è decisamente più alto del mio…e poi si sa che i piedistalli sono posizioni precarie ,da lì non si può far altro che cadere…tu da quanto sei caduto?-le mie risposte velenose però,sembravano sortire l’effetto contrario che avrei voluto,lui sembra divertirsi sinceramente.

-ma brava hai fatto i compiti a casa…lo sai che non si studia solo teoria ma anche pratica?-rispose caustico,ignorando deliberatamente la mia domanda-frecciatina,lo guardai torva,con un occhiata di fuoco,

-ti ripeto che non sono su nessun piedistallo-risposi arrabbiata per la sua presunzione che mi stava dando anche troppo sui nervi per i miei gusti,senza contare il fatto che per quella sera la mia dose di infinita pazienza era affogata,solo lei,nei bicchieri di vodka che felici e contenti sguazzavano nel mio stomaco provato.

-si vede lo sai?...ecco perché sei seduta qui in disparte a parlare da sola e a bere vodka alla fragola,hai la socializzazione di un bradipo morto…da quando se n’è andata la tua amica non hai nemmeno provato a parlare con altre ragazze…hai per caso paura che ti mangino? Qui non commettiamo atti di cannibalismo non ti preoccupare vai tranquilla-il suo sarcasmo era di quelli indisponenti e menefreghisti,se prima mi faceva orrore per come si vestiva e conciava,adesso mi era anche antipatico in una maniera allucinante,non sopportavo quel suo modo di fare, mi rimproverava dicendomi di essere altezzosa,quando per primo il suo comportamento era superbo e da pallone gonfiato,magari avessi avuto uno spillo con me per sgonfiarlo una volta per tutte!

-Guarda che non sei esattamente nessuno per venirmi a dire come mi devo comportare…io di certo non ti vengo a dire come vestirti…e credimi un paio di diritte le avrei anche,ma rispetto il tuo comportamento e il tuo modo di pensare,quindi evita di farmi la paternale se non voglio socializzare con un branco di scimmie analfabete e puzzolenti-ero arrabbiata,e si vedeva,anche se lui di rimando mi guardava divertito,quel suo comportamento mi ricordava mio fratello,avrei voluto prenderlo a testate e vedere il sangue sgorgare,ero più arrabbiata di King Kong e Godzilla messi insieme in una partita di football americano.

-non capisco come facciate tu e Cristian a stare insieme,siete due mondi a parte, in comune non avete nulla…è vero che l’amore è proprio cieco ma con voi deve aver presto proprio una gran sbandata-ironizzò ancora,divertendosi palesemente ad osservare la mia reazione anche troppo cristallina,visto il colorito che sicuramente aveva tinto le mie guance color rosso carminio.

Sulla mia fronte si scavò un solco profondo quanto un burrone,il nervosismo alle stelle,le mani che si torturavano a vicenda e le orecchie mi fischiavano per la rabbia,ero incapace anche a parlare per quante gliene avrei dette.

Lui rise ancora,alzandosi,

-insomma lui è il giorno e tu sei la notte,lui è il bianco e tu sei il nero…non siete simili per niente…siete un’accoppiata poco vincente…tu sei…più simile a me-concluse,sorprendendomi di nuovo,per poi voltare le spalle e tornare in mezzo alla mischia come se non ci fossimo mai nemmeno detti “ciao”.

Improvvisamente ogni tensione si sciolse,e i muscoli si rilassarono lasciando spazio alla perplessità.

Avevo appena avuto la mia più lunga conversazione con Aleksey,che mi aveva fatto capire che non saremmo mai andati d’accordo,eppure lui affermava che ,eravamo simili.

Gli uomini! Mai una volta che ti facessero capire qualcosa.

Afferrai sottomano un tramezzino e ancora perplessa lo addentai con noncuranza,ero davvero stanca,e quella serata sembrava non voler finire mai,avrei pagato oro per riavere il mio letto ,che quella mattina mi era stato indegnamente rubato!

 

*****************

-DALIAAAAAAA DALIUCCIAAAAAAAAAAAAA DALIA DALIA DALIA DALIAAAAAAAAA-Una voce,una voce che mi chiamava,una voce INSISTENTE ,che continuava a chiamarmi.

Mi infilai indecentemente sotto le coperte,la tragedia si stava ripetendo,ANCORA!!!

La porta della mia camera si aprì e con un tonfo sbatté contro la parete lilla della mia camera.

Manuel a peso morto si lanciò sul letto,rompermi le scatole era indubbiamente il suo sport preferito!

-ma che cavolo vuoi!-strillai ,con la voce ancora completamente impastata dal sonno,lanciandogli in faccia il cuscino nella speranza che almeno quella mattina la smettesse.

Ma di tutta risposta,il mio caro fratellino cominciò a parlare a macchinetta,a farneticare di qualcosa che ,non mi sembrava avere un senso,qualcosa di veramente assurdo per essere solo le dieci e due minuti di mattina.

-Manuel perché non te ne vai fuori dai coglioni e non mi lasci dormire in santissima pace?!-bestemmiai sperando che capisse.

-Ma come,io invito te e la tua amica,alla festa più IN di tutta l’estate e tu mi mandi al creatore? Che ingrata che ho come sorella!-mi rispose lui indignato,intanto la sua affermazione era riuscita a catturare la mia attenzione,come ridestata, misi mezza testa fuori dalle lenzuola per guardarlo in faccia.

-Festa? Quale festa?-chiesi io curiosa,

-come non sai nulla delle feste che organizza Andrea frascati per inaugurare l’estate? –lo guardai sconvolta,sveglia del tutto,mettendomi a sedere sul letto con le gambe incrociate,stile Buddha.

-Ma fai sul serio?-ero praticamente incredula,tutti conoscevano le feste di Frascati,dalla matricola più insulsa al diplomando più figo di quasi tutti gli istituti superiori della città,e l’unica cosa certa,era che se non c’eri sulla lista non saresti mai entrato,nemmeno a pagar oro.

Si narravano cose indicibili su quelle feste,dal consumo di droga gratuito,a stanze del sesso.Non che io volessi fare cose del genere intendiamoci,anzi per la maggiore ero fortemente contro la droga,

e poi molto probabilmente non tutte le cose che si blateravano in giro erano vere,ma la curiosità di andarci l’avevo da quando avevo cominciato il ginnasio ,e ne ero venuta a conoscenza,sentendone parlare da due oche di quinta,che come squinternate si vantavano del fatto di essere sempre invitate sin dal primo anno.

Non ero mai riuscita a procurarmi quel famoso posto sulla lista,nonostante le conoscenze che avessi,era praticamente impossibile,era come chiedere oro gratis!  

-Manuel tu menti!-dissi guardandolo arrabbiata e risoluta, puntandogli contro il petto il mio indice accusatore,

-no che non mento cretina,ho la possibilità di portare due persone!...quindi se volete venire tu e quella svitata della tua amica per me va bene,tanto i miei amici non ne hanno bisogno ,e sono posti in più-concluse  lui,io sorrisi felice,e gli saltai addosso come presa da una strana e inquietante frenesia,

-ahhhh ma che belllooooooooo allora non sei inutile come credevo! A qualcosa servi anche tu!-ovviamente mio fratello mi guardò di sbieco,e dopo avermi scaricato come un sacco di patate di nuovo sul letto, mi guardò con aria di superiorità come suo solito.

-Non credere che questo sia un favore,ovviamente vorrò qualcosa in cambio,non so cosa ,e non so quando.Ma sappi che te lo chiederò,e quando lo farò la risposta giusta non sarà “no”-concluse profetico,quasi mi terrorizzava.

Ma decisi di non pensarci per il momento,in fondo cosa mai avrebbe potuto volere da me di così improbabile,da farmi pentire di aver accettato?

-ok!...ehm…la festa…quand’è?...e dov’è?-gli chiesi,ricordandomi di non saperne nulla

-La festa è al Nocturna sabato...quindi dopodomani…vedi di avviarti da adesso,per il restauro che ti serve ,due giorni sono anche pochi-concluse chiudendosi la porta alle spalle.

Il solito stronzo,nulla di cui stupirsi o prendersela,ormai c’avevo fatto il callo.

Felice saltellai giù dal letto,pronta a dare la buona notizia a Sabry.

Il Nocturna* era uno dei locali più in voga nella mia città,non era il classico locale da fighettini stra griffati,ben si un posto alquanto alternativo ma molto frequentato.

Anche lì entrarci era un’impresa,non solo per il costo abbastanza alto del biglietto,che tendeva a svuotare le tasche del povero malcapitato,ma più che altro perché era a numero chiuso,la famosa lista comandava anche lì!

Vi ero entrata solo una volta,grazie all’amicizia che aveva mio fratello con un buttafuori,e ancora,estasiata,ricordavo com’era fatto.

Dentro vi era un’atmosfera davvero singolare,

sul tutto il perimetro del locale erano disposti divanetti in pelle nera , con tavolini bassi del medesimo colore,ma lucidi e brillanti come diamanti di cristallo.

Le finestre che affacciavano sul mare erano ricoperte di tende di seta rosso sangue e pizzo nero,legate agli angoli con legacci di velluto scuro e morbido,in stile tardo barocco;

Il bancone situato un po’ più in alto rispetto al resto della sala,era illuminato da luci psichedeliche fra il rosso,il fucsia e il verde acido,ed era fatto di un materia lucidissima,nel retro facevano bella mostra di sé ogni tipo di alcolico possibile e immaginabile ,ed intorno vi erano disposti molteplici sgabelli sempre in pelle,ma rossi stavolta.

Il piano di sopra possedeva un pavimento trasparente,che quindi faceva in modo che di sotto si vedesse quello che accadeva sulla pista da ballo,ai quattro angoli della sala c’erano cubiste vestite a tema;

La sera in cui io per pura fortuna riuscì ad entrarci,erano vestite da infermiere,ma non in stile porno soft come nel resto delle discoteche,

si avvicinavano molto di più allo stile fetish-dark.

In fondo l’atmosfera che si respirava in quel locale era quella,fra divanetti in pelle,luci psichedeliche e tendaggi di pizzo nero.

Nel complesso era uno dei locali più particolari e suggestivi che avessi mai visto,e ritornarci,stavolta con un invito,non mi dispiaceva affatto,anche se mi ci avrebbe di nuovo riportato quell’antipatico presuntuoso di mio fratello,e questo non avrebbe fatto altro che gonfiare il suo ego,già così tronfio a dismisura.

Sabry dall’altro lato della cornetta aveva raggiunto uno stato di esagitazione di livelli inimmaginabili,non tanto perché saremmo andate finalmente ad una festa decente,no certo che no,

quanto perché a quella festa ci avrebbe portate Manuel.

Sabry aveva una concezione davvero strana di mio fratello,probabilmente era persa non di lui,

quanto dell’idea che aveva di lui,visto che non lo conosceva poi molto,e quel poco che lo conosceva,era sotto mentite spoglie,peggio di un agente dell’FBI in copertura.

Chiusi la chiamata,per cercare di conservare almeno un minimo di udito e sensibilità al mio orecchio destro.

Ma sulla mia testa già si era fatto strada un enorme dilemma,che per dimostrare la sua ingombrante presenza,faceva campeggiare un enorme punto interrogativo grosso e nero sulla mia testa,a mo di marchio nero dei mangiamorte.

Cristian.

Un nome tutto un programma,mi potevo anche dimenticare di andare a quella festa con il suo consenso,non me l’avrebbe mai permesso senza la sua presenza,nemmeno fosse stato sotto stupefacenti,

e non sapevo come fare.

Dirglielo o non dirglielo? Questo era il dilemma.

Sapevo benissimo che,in caso avessi fatto outing avremmo litigato a morte,e molto probabilmente non mi avrebbe rivolto la parola per una settimana,ma se in caso contrario non gliel’avessi detto,non solo avrei tradito la sua cieca fiducia nei miei confronti,ma avrei anche rischiato la rottura irreparabile fra noi due e la nostra relazione già fin troppo provata e strascicata di suo.

Non mi raccapezzavo,volevo andarci era vero,ma non a costo di perdere il mio ragazzo.

L’unico modo sarebbe stato non dirgli nulla,e pregare tutti i santi in paradiso che lui non lo scoprisse da solo.

Avevo deciso,per quei due giorni successivi avrei passato mezza giornata al giorno,a pregare tutti i santi da me conosciuti e non.

I due giorni successivi li passai nel terrore più totale di tradirmi da sola,

misuravo ogni parola,ero attenta ad ogni sillaba che usciva dalla mia enorme boccaccia,non ero brava a mentire,specie alle persone a cui fondamentalmente tenevo,e tutta la mia incapacità la stavo dimostrando in quel momento.

-amore stasera che fai?-Cristian mi guardò interrogativo,mentre passeggiavamo tranquillamente per il centro il sabato mattina.

Lo guardai terrorizzata,come se al posto di una semplicissima domanda,mi avesse posto un quesito alla “saw”,deglutì forzatamente,mentre il mio cervello si metteva in moto per trovare una scusa plausibile nei successivi tre secondi e otto millesimi

-stasera?-chiesi infine arrendendomi al fatto che,al mio cervello servivano sicuramente più di tre secondi.

-si stasera,sei forse sorda?-disse guardando distrattamente una vetrina e lanciandomi poi uno sguardo in obliquo per nulla convinto

-Mary…ehm…mia cugina Mary è venuta da Milano e volevo passare un po’ di tempo con lei visto che si ferma pochissimo-la mia faccia rasentava il rosso più rosso di tutta la scala cromatica,il mio sguardo si era abbassato e improvvisamente il pavimento monotono del centro commerciale diventò la cosa più interessante da osservare nel raggio di qualche kilometro,mentre le mie mani avevano deciso di lanciarsi in un tango forsennato e davvero poco carino a vedersi.

-Mary ? Ma non era venuta appena due settimane fa? Che ci fa di nuovo qui ,non ha da fare con l’uni?-mi chiese sinceramente interessato,ma lanciando me nel pallone.

Incominciai ad arrotolarmi una ciocca di capelli attorno ad un dito,e a balbettare come una balbuziente grave e afona

-ehm..uhm…eh eh…-risi cercando di mascherare il palese nervosismo,attirando l’attenzione del mio ragazzo che intanto si era voltato,non trovando più interessanti i boxer in vetrina

-eh bhe si…però sai com’è Mary…non ha mai voglia di studiare ed è tornata perché…ehm perché…deve prendere non so che cosa dalla vecchia casa-inventai al momento,rimanendo sul vago il più possibile.

Cristian mi guardò davvero poco convinto,e per un attimo temetti sul serio che avesse capito

-si so com’è tua cugina. Allora credo che stasera me ne starò a casa a studiare,sono un po’ indietro con filosofia e mi voglio portare un po’ avanti-tirai un sospiro di sollievo che per fortuna non era stato notato.

Ma mi ripromisi di non mentire più per almeno altri trenta,o quarant’anni.

 

*****

Sempre la stessa storia,jeans per aria,scarpe sul pavimento,magliette buttate alla rinfusa sul letto in cerca di quella giusta,che però sembra proprio non esserci.

Manuel bussava alla porta ripetutamente come un forsennato,avevo solo altri dieci minuti e le mie condizioni certamente non erano delle migliori.

Il trucco non era finito,i capelli erano ancora mezzi lisci stile spaghetto,e mezzi ricci stile pettinatura di Maria Antonietta di Francia alla corte di Versailles ,avevo su un paio di jeans a sigaretta,ad un piede un decolleté nero con il tacco altro,all’altro una ballerina tempestata di paillettes sempre nere, ovviamente non avevo deciso quale delle due mi avrebbe sopportato per tutta la serata.

Attonita,come al solito,guardavo le maglie disposte sul mio letto che a loro volta sembravano guardarmi in attesa della loro esecuzione lenta e agonizzante,sbuffai inviperita,il tempo sembrava sempre andare decisamente contro di me.

Manuel bussò per l’ennesima volta

-e che cavolo ma che stai facendo? Una seduta di chirurgia Extreme all’ultimo secondo? Guarda che se fai schifo,fai schifo non ci puoi fare molto eh!- mio fratello un giorno avrebbe vinto il premio nobel per la gentilezza e la premura.

Avrei voluto tanto aprire la porta,e pestargli un piede con la scarpa tacco 12,ma non lo feci.

Sapevo perfettamente che vederlo nel suo tale splendore,mi avrebbe fatto cadere in uno stato catatonico peggiore di quello in cui già imperversavo da tre quarti d’ora abbondanti.

Chiusi gli occhi,e pescai una maglia a casaccio per tagliare la testa al toro.

Mi capitò fra le mani un top nero che dietro era completamente aperto,e i due lati si tenevano fra di loro,solo grazie a dei cordoncini dorati.

Lo guardai scettica.

Poco male,ormai il destino aveva scelto per me, non l’avrei scomodato una seconda volta.

Infilai il top come un’ossessa,finì di truccarmi il più velocemente possibile,anche se questo comprendeva il mettermi la matita nera sugli occhi come una non vedente,infilai l’altra scarpa con il tacco.

E poi me ne resi conto.

La mia testa era divisa,in due fazioni ,come se l’una avesse litigato con l’altra e non si decidessero chi delle due avrebbe dovuto averla vinta.

Bella roba.

Non avevo tempo per lisciarli,ma nemmeno per arricciarli,e certamente non potevo lasciarli così.

DISASTRO.

L’unica mia possibilità era tirarli su in una coda di cavallo serratissima.

Guardai l’orologio e mi accorsi che entro due minuti mio fratello,se non mi fossi trovata fuori da quella casa e in macchina,avrebbe scatenato l’armagaddon molto meglio di qualsiasi cavaliere dell’apocalisse venuto da chissà dove.

Presi la spazzola e veloce legai l’ammasso informe che avevo in testa e ogni tanto osavo definire capelli,e mi precipitai,borsetta e cellulare alla mano,giù da Manuel,che mi guardava spazientito.

-te l’avevo detto io che non avresti concluso nulla,sei un cesso uguale-concluse gurdandomi dall’alto in basso come suo solito,mia madre lo guardò contrariata e Gaia,vittima anche lei dei continui “complimenti” di mio fratello mi guardò comprensiva

-sta zitto cretino!-l’apostrofò lei-sei uno schianto sister!-mi disse facendomi sorridere

-Manuel ogni tanto potresti anche mostrare un po’ di gentilezza alle tue sorelle,sei sempre così scorbutico e malefico nei loro confronti-disse mia madre,senza nemmeno alzare la testa dal mazzo di “carte dell’angelo” che aveva comprato in chissà quale mercatino new age dei miei stivali.

-io non sono scorbutico e malefico-rispose lui risentito-sono solo realista,preferisco dirglielo io ,così almeno lo sanno che lo dico per il loro bene-lo guardai sconvolta,a volte i suoi ragionamenti contorti erano peggio delle chiacchierate di mamma con Alvaro,o delle fantasticherie di Gaia su Michael Jackson,pace all’anima sua.

Lo afferrai per un polso e lo trascinai fuori dalla porta sgraziatamente,trascinandomi su quei trampolini che avevo al posto delle scarpe,quanto mi mancavano le mie converse!

-Andiamo sottospecie di troglodita, non ho intenzione di restare oltre ad ascoltare le tue manie di protagonismo…CIAO MAMMA CIAO GAIA-le due mi risposero in coro con un sonoro “ciao” divertito,e finalmente salimmo in macchina pronti per andare a prelevare Sabry dal suo personale manicomio.

 

 

Angolo Autrice

* Il Nocturna ovviamente è un locale completamente inventato da me,magari ne esistessero di così dalle mie parti!!

Avendo notato che il personaggio di Manuel ha un forte ascendente,ho deciso di fare dei capitoli dal suo punto di vista più in là,e anche dal punto di vista della nostra povera Sabry,così almeno molte cose,e molti comportamenti,specialmente quello di Manuel nei confronti di Dalia,verranno spiegati.Ovviamente ogni cosa a tempo debito xD.

Recensioni

Mab-sono contenta che ami me e Manuel,mi fa proprio piacere,ho notato che comunque è un personaggio che piace,e molto presto ci sarà un bella sorpresina per i fan della coppia Sabry/Manuel,ovviamente,da brava malefica non anticipo niente xD ,tu continua a seguirmi (e a farti rompere le palle su msn) e vedrai che non ti deluderò muhahaha.xoxo Chera

GiuGiu_94-Ebbene Alek in effetti non passa inosservato,è un personaggio molto importante ai fini della storia,ma non anticipo nulla,anche se ho notato di avere lettrici perspicaci xD,non ti scusare se ci hai messo tempo,l'importante è che tu in ogni caso abbia letto e mi fa davvero piacere,anche se le recensioni sono pochine,mi fate sentire meno abbandonata! Da quanto ho capito sei anche tu una fan di Manuel,vorrei capire come mai abbia preso così tanto questo personaggio visto che probabilmente è il più antipatico e scontroso della storia,il fascino del bello e bastardo per caso?...ti farà piacere sapere che a breve su di lui e Sabry ci sarà una bella sorpresina,che spero gradirete! Grazie ancora per i complimenti,non tutti meritati xD,ci sentiamo alla prossima (spero) xoxo Chera.

Inoltre ringrazio Alice102 per avermi inserita fra i preferiti e nelle seguite,e OOgloOO per avermi aggiunta nei seguiti.Un grazie di cuore anche a chi ha solo letto e ha perso un po' di tempo sulla mia storia.

Alla prossima Chera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cuba Libre e Balli Ravvicinati ***


blanke

 

 

Cuba Libre e Balli Ravvicinati

Io e Manuel eravamo posteggiati sotto casa di Sabrina,che stranamente tardava ad arrivare.Uno dei suoi più grandi pregi era senza dubbio la puntualità,non capitava spesso che facesse tardi,o che la dovessi aspettare per più di tre o quattro minuti,anche perché per lei valeva la regola del “non fare agli altri quello che non vorresti venisse fatto a te”,ovviamente questa regola si scontrava un po’ con la mia poca puntualità cronica,ero sempre in ritardo a differenza sua,ma in tutti quegli anni in cui lei aveva passato la metà delle ore ad aspettarmi non me l’aveva mai fatto pesare.Per questo la definivo una santa.

Manuel dal canto suo stava perdendo evidentemente la pazienza,annoiato,picchiettava le dita affusolate sul volante,sbuffando di tanto in tanto,giusto per ricordarmi che non gli andava di aspettare.

Ovvio,Manuel nella sua ancora breve vita,non aveva mai dovuto attendere per nulla,nemmeno per il caffè la mattina.

Tutto quello che voleva in una maniera ,o nell’altra ,lo riceveva tre secondi esatti dopo averla chiesta.

Che si trattasse di un bicchiere o di uno stuolo di donne con ormoni esagitati non faceva differenza.Lui aveva tutto e subito.

-mi sa che anche a Sabrina serve una sveglia,a Natale gliela regalo io-ironizzò ,fissando ancora una volta le lancette del suo orologio da polso in acciaio e pelle nera,che inesorabili scandivano il tempo che passava.

-vedrai che tra poco arriva,non è da lei fare tardi,sicuramente ci sarà una spiegazione.Magari è solo in crisi pre festa e non sa cosa mettersi- gli risposi ,facendo spallucce e tornando a fissare il grande portone di mogano scuro ancora chiuso.

-Non capisco perché voi ragazze dobbiate farvi tutte queste turbe mentali.Nella maggior parte dei casi in feste del genere,tutto quello che qualche ora prima avete scelto con cura per indossarlo,finisce sul pavimento di un privè o sulla moquette di una macchina malandata.Allora a che scopo agghindarsi come alberi di Natale,che tra l’altro a volte vi rendono anche ridicole,insomma se una è brutta; non capisco perché voglia arrivare ad una bellezza artefatta.bisognerebbe essere coscenziose accettare il proprio destino,rassegnarsi,e avanti la prossima-concluse magistralmente il suo discorso con un retrogusto piuttosto maschilista.

In un certo senso aveva anche ragione,ma non capivo il suo accanirsi,e il suo ricercare la ragione sempre e comunque,anche quando non ce n’era un evidente bisogno.

Lo lasciai perdere,tornando a sbuffare in direzione del finestrino mezzo aperto,che lasciava entrare il vento già caldo di giugno.

Finalmente Sabry fece la sua trionfale apparizione.

Di tempo sicuramente ce ne aveva messo,ma il risultato su di lei faceva completamente un altro effetto.

Era perfettamente in tema con la serata,non c’erano assolutamente dubbi.

Aveva indossato una mini,davvero mini,di pelle nera,con un corsetto dello stesso materiale; che sul davanti si allacciava con nastri di organza rossi e risaltava il suo seno prosperoso e il suo fisico asciutto e ben proporzionato.

Un paio di stivali che le arrivavano al ginocchio,le calzavano i piedi,fasciandoli su due trampolini davvero vertiginosi,ma che su di lei non davano segno di dare l’effetto di un equilibrista.

I capelli rossi erano sciolti ,lievemente arricciati,e le contornavano il viso perfettamente truccato.

Era bellissima,non avrei potuto usare parole differenti,l’avrebbero sminuita e non di poco.

Mi voltai verso Manuel,per osservare la sua reazione,evidentemente dalla sua faccia non discordava troppo dalla mia,vista la sorpresa che era scritta a chiare lettere cubitali in grassetto nero sul suo volto.

Risi sorniona,divertendomi un mondo a vedere tutte le teorie di mio fratello crollare come castelli di carte,e ironicamente gli offrì un tovagliolino di carta

-asciugati la bava,non vorrei sporcassi la tappezzeria-gli dissi mentre Sabrina saliva in auto raggiante ed euforica come poche volte l’avevo vista.

Mio fratello mi guardò torvo,e passò ad osservare dallo specchietto retrovisore Sabry,facendo finta di niente.

-scusatemi tanto ragazzi per il ritardo,ma non riuscivo a trovare le chiavi di casa,e i miei stasera non ci sono,e poi Inferius oggi ha deciso di miagolarmi intorno come un assatanato,non so cosa gli sia preso,prima o poi quella palla di pelo mi farà impazzire-sbuffò lei pensando al suo gatto,Inferius appunto.

-i tuoi sanno che stasera torni tardi o non gli hai detto direttamente nulla?-chiesi divertita,conoscendo già l’enorme fantasia che aveva Sabry nel raccontare storielle ai genitori,che altrimenti non le avrebbero fatto fare esattamente nulla ,oltre casa scuola e chiesa ovviamente.

-naaa non ho detto nulla,sono entrambi fuori per lavoro,e a telefono gli ho detto che sarei stata a dormire da te per stanotte perché da sola mi annoiavo,se la sono bevuta,speriamo solo non chiamino a casa tua per sapere come sto,non saprei davvero che scusa inventarmi e non vorrei mettere te nei guai-

-ma dai figurati,i tuoi in dieci anni che vieni a dormire da me il sabato non hanno mai fatto una telefonata,figurati se gli passa per la testa di farla proprio oggi-

-i miei sono imprevedibili,pensano sempre che sia nascosta dietro a qualche angolo a pomiciare con il primo teppista che mi capita a tiro-

-e non è così?-si intromise Manuel nel nostro discorso,guardando Sabry,che intanto si era ammutolita,dallo specchietto retrovisore

-no…cioè…no io non sono proprio così…non pomicio ad ogni angolo-farfugliò facendo ridere di gusto Manuel

-non ad ogni angolo? Allora dove,ad ogni traversa?-

-no…non intendevo in questo senso! Intendevo che non vado pomiciando in giro con il primo che mi capita a tiro…non la trovo una cosa divertente-alla fine della frase sparata fuori come un cannone spara la palla,Sabry aveva preso il colore delle frecce di direzione dell’auto.

-però con me ci pomiceresti al primo angolo,vero?- l’espressione del bastardello era delle più ingenue che si potessero vedere in giro,come se le stesse facendo quella domanda,davvero in maniera genuina,senza malizia o secondo fine.

Sabry spalancò gli occhi,nonostante mio fratello la punzecchiasse continuamente,ancora non era abituata a quelle sue battutine che avevano tutto tranne castità.

-io ecco…io non credo che sia una domanda da farsi-balbettò davvero poco convinta,torcendosi le mani.

-e perché mai?...insomma non c’è nulla di male,per esempio io pomicerei volentieri con te ,sai?-

Sabrina Longobardi,detta Sabry assunse un colore violaceo,simile ad una melanzana matura,che mi fece seriamente pensare che stesse per avere una congestione.

Mollai uno scappellotto dietro la testa di mio fratello,con la rabbia che intanto mi montava dentro.Non sopportavo che si comportasse così con Sabrina,per me lei era una sorella.

Intanto eravamo arrivati davanti al Nocturna,il locale era strazeppo perfino fuori.

Un centinaio fra ragazze e ragazzi se ne stavano pazienti e non,fuori all’uscita,aspettando che il buttafuori cercasse i loro nomi sulla lista per farli entrare.

Alcuni abbattuti per non esserci litigavano con gli omaccioni posti alle porte,altri sconfitti e sconsolati se ne tornavano alle loro macchine a testa bassa,maledicendo il fatto di non avere avuto conoscenze migliori.

Istintivamente un sorriso si allargò sul mio volto,io quell’anno ce l’avevo fatta,dentro di me esultava di felicità a mò di cartone animato giapponese.

Sabry mi strinse la mano contenta,non rendendosi conto che,su di sé attirava molti sguardi,e di certo non la guardavano perché sembrava una ragazza intelligente.

Un po’ la invidiavo,aveva quella bellezza così prorompente,mentre io al suo confronto sembravo una formichina spaurita in attesa del raggio di luce regalatole dalla grande regina madre.

Ma in fondo mi andava bene anche così,ero contenta di quella che ero,e in ogni caso di me non avrei cambiato nulla,nemmeno i fianchi troppo larghi e il sedere troppo sporgente per i miei gusti.

Mio fratello si guardava intorno,come se cercasse qualcuno con lo sguardo e non riuscisse a trovarlo,eppure che io sapessi i suoi amici erano tutti già dentro,e di ragazze da usare quella sera ancora non ne aveva trovate.

-Manuelll che bello allora sei venuto mi fa davvero piacere-una voce calda e maschile ci arrivò alle spalle.

Non era una voce che conoscevo,cos incuriosita mi voltai per vedere chi fosse.

Manu si sciolse dall’abbraccio amichevole,e fui scioccata nel vedere che niente popodimenoche ,l’organizzatore della festa,Andrea,il tipo che eternamente nessuno conosceva di persona ma che era comunque un Dio,abbracciava mio fratello come se lo conoscesse da un eternità o due.

La mia bocca di aprì,come per voler dire qualcosa,ma in stile trota la richiusi senza trovare nulla di intelligente da dire.

Anche Sabrina sembrava abbastanza sorpresa,e mi guardava con aria interrogativa come se io avessi dovuto sapere qualcosa in più su questa faccenda.

-e dimmi chi delle due è tua?-sentì la voce del fantomatico Andrea,porgere questa “gentile” domanda a mio fratello,che per nulla scandalizzato,al mio contrario ,sorrise guardandoci.

-nessuna delle due in realtà.Lei è Dalia mia sorella e lei è Sabrina la sua migliore amica-disse lui presentandoci a Mr.posso tutto perché sono un Dio.

Lui ci guardò come si guardavano delle pietanze servite in maniera impeccabile e dall’aria succulenta,già mi dava sui nervi!

-piacere di conoscervi Andrea-disse poi porgendoci la mano in segno di saluto

-Dalia-risposi atona,senza mostrare il benché minimo interesse,

Sabrina dal canto suo,guardava allegramente oltre il ragazzo,come se non si fosse nemmeno accorta della sue esistenza,come se fosse solo un insetto.

Andrea la guardò infervorato,come se la cosa lo divertisse,come se fosse una specie di sfida.

-e tu meravigliosa creatura devi essere Sabrina-le chiese richiamando la sua attenzione che fino a qualche secondo prima era catalizzata sul cielo e le stelle.

Lei lo guardò come fosse una mosca sulla sua torta di compleanno,ed arricciò lievemente le labbra infastidita.

-si in effetti mi chiamo proprio Sabrina-la sufficienza nella sua voce era chiaramente palese,cosa che fece ridere Manuel,Andrea lo guardò scettico.

-ragazzi venite vi faccio entrare io-disse poi porgendo il braccio a Sabry,che per quella volta lo lasciò fare.

 

Il locale all’interno era esattamente come lo ricordavo,a parte la musica ancora più alta dell’ultima volta,le troppe persone e il fumo colorato che invadeva ogni singolo centimetro cubico.

Manuel si staccò da me,e in un nano secondo lo persi fra la folla,disorientata guardai davanti,e vidi Sabry che stava per essere risucchiata a sua volta da quel vortice di persone che ballavano,le afferrai un braccio e lei si lasciò tirare indietro,mentre lasciava andare il braccio di un non troppo contento Andrea.

-ammazza se c’è casino qui oh-esclamò forte per far si che anche se c’era musica potessi ascoltarla.

-non ci vedo nulla! È tutto troppo,troppo…fumoso ecco-non si vedeva ad un palmo dal naso,peggio della nebbia in dicembre inoltrato,

-dai facciamoci spazio e andiamoci a prendere qualcosa da bere che qui si muore-mi prese la mano e ci facemmo spazio fra la folla a spallate varie,suscitando un sacco di sguardi non troppo benevoli.

Arrivammo al bancone,e miracolosamente riuscimmo perfino a sederci mentre sorseggiavamo i nostri Cuba libre.

Ma dieci metri più in là,su un divanetto che tanto avevo adorato la prima volta che ero entrata in quel locale,vidi qualcosa che mi inorridì e mi pietrificò come se,mi trovassi in un libro di Harry Potter e mi avessero appena lanciato un “pietrificus totalus”.

Aleksey,se ne stava seduto in mezzo ad altri amici a sorseggiare divertito un drink,e a chiacchierare nonostante la musica altissima.

Lasciai andare il bicchiere terrorizzata.

Se c’era lui,poteva esserci potenzialmente il mio ragazzo,e potenzialmente se mi avesse vista io sarei morta.

Afferrai il braccio di Sabry e la guardai terrorizzata

-oddio oddio oddio-piagnucolai guadagnandomi occhiate perplesse

-cosa c’è Dal?-disse guardandosi intorno e cercando di individuare la causa del mio cambio d’umore.

-guarda lì,guarda lì…no anzi no non guardare…oddio-dicevo come una forsennata,indicando il salotto dove era seduto Alek,Sabry si voltò con discrezione

-oh oh…qui c’è qualcuno che potrebbe essere nei guai-mi disse mentre aveva perfettamente afferrato il concetto.

-e adesso? E se mi vede? E se lo dice a Cris? O cazzo sono fritta-esclamai frustrata,

-allora,la discoteca è piena,quante possibilità ci sono che vi incrociate o che Cris sia qui quando ti ha detto che se ne stava a casa? Sta tranquilla,ora ci alziamo e ci defiliamo il più lontan-

-Daliaa-non fece in tempo a finire la frase che il biondo sorridente e perplesso si dirigeva verso di noi,bicchiere alla mano.

Mi portai una mano alla fronte disperata,bene ero pronta al plotone di esecuzione,sentivo già la puzza di cadavere.

-hey ciao!-disse sorridente avvicinandosi a me e Sabry

-ciao-risposi più atona di prima,stavo facendo progressi

-e tu cosa ci fai qui? Cris mi aveva detto che eri con tua cugina…e lei non mi sembra una tua cugina-finì ironico come al suo solito,ammiccando in direzione della mia migliore amica non proprio casta quella sera,per tutte le barbe di merlino,in che casino mi ero cacciata!

Sorrisi nervosamente.

-eh eh bhè…sai come vanno queste cose…tu ci sei,poi cambia…poi succedono…e alla fine sono successe-conclusi con ovvietà senza sapere nemmeno io cosa andavo blaterando,Sabrina mi guardò contrariata,non ero brava a inventare scuse al momento,Alek invece mi guardava palesemente divertito,se tutto era andato bene,aveva già perfettamente capito che ero lì in incognito.

-non credo che Cristian sarebbe contento che tu sia qui sai-mi punzecchiò il biondo,divertendosi

-lo so…ma io…oh cavolo-abbassai la testa affranta,Sabry mi diede una pacca sulla spalla in segno di consolazione.

-Dai Dal non fare quella faccia,per stavolta faccio finta di non averti vista…a patto però…-

-a patto?-chiesi scettica,non sapendo dove voleva andare a parare,

-a patto che balli con me,da solo mi annoio e non trovo una degna accompagnatrice,quindi-

-quindi ti serve una ruota di scorta e giustamente hai pensato a me-conclusi io acida al suo posto

-bhè se preferisci posso sempre andare a fare una telefonata-ribattè lui mentre si accingeva ad andare

-no no …ok ok…ma non più di un paio di balli,io non sono capace-accettai rassegnata il mio angoscioso destino,fatto di bugie e balli.

-bene-disse sorridendo lui-poso il bicchiere e torno,non sparire-

Si inabissò fra la folla,e sconsolata guardai Sabrina,

-è palese-se ne uscì lei come avesse appena risolto un caso importante,degno della signora Fletcher

-cosa è palese- il fatto che ero perplessa lo era di sicuro

-più ti guardo e più sono sicura che lui ti piaccia-spiegò la rossa con ovvietà

-ma che vai dicendo,ma se non lo sopporto nemmeno,è più attraente una lucertola di quel coso biondo e strano-

-oh Dal ma a chi la vuoi dare a bere,te lo mangi con gli occhi,e ti conosco abbastanza bene da sapere che non balleresti mai solo per non rischiare la pelle,lui ti piace,ne sono convinta-

Guardai Sabrina come di solito guardavo mia madre mentre conversava con Alvaro.

-Sabry il cuba libre deve proprio averti dato alla testa-

-Dalia il cuba libre non l’ho nemmeno finito,lui ti piace ne sono certa-

-chi ti piace?-chiese Alek,sbucato da chissà dove,facendo diventare me stavolta come il colore della pelle rossa del sediolino

-oh nessuno nessuno,non ascoltarla è brilla e l’auto non le fa bene,probabilmente sta già impazzendo prima del rincoglionimento senile-dissi mentre convinta lo trascinavo in pista per un braccio.

Peccato che,Dalia e Ballo,non erano due parole che andavano d’accordissimo nella stessa frase,anzi nello stesso periodo.

Ero un piccolo legnetto,che si atteggiava a libellula,non ero nemmeno capace di muovere qualche passetto elementare,zero spaccato,zero con il codino.

Alek di tutta risposta invece,sembrava essere nel suo ambiente naturale.

Ballava rapito dalle frenetiche note di “Horrible Dream “ di Ayria,la testa all’indietro,gli occhi chiusi,le labbra invitanti socchiuse come a volerti richiamare,mentre con la lingua giocherellava con quel maledettissimo piercing che aveva proprio al centro del labbro inferiore.

Avrei voluto strapparglielo a morsi,e vedere cosa si provava a sfiorare quelle labbra,che,ora che le guardavo più attentamente erano così belle e perfette da sembrare disegnate .

Mi stupì dei miei stessi pensieri,non capivo esattamente da dove provenissero,da dove nascesse quell’improvviso impulso,provavo ad attribuire tutto all’alcool,ma sapevo di non essere nemmeno lontanamente brilla.

E sapevo anche che,me ne stavo al centro della pista,senza muovermi o accennare alcun chè come un’ebete a fissarlo,e a desiderare delle cose non proprio pure.

Dovevo essere decisamente impazzita,magari quei fumi colorati spacciati per effetti di scena,in realtà altri non erano che fumi tossici che mi avevano dato al cervello.

Non c’era altra spiegazione plausibile a quei miei pensieri.

Alek riaprì gli occhi e mi guardò sorridendo.

Si avvicinò al mio orecchio,e le sue labbra sfiorarono la mia pelle,una serie di piccole scosse si propagarono per tutto il mio corpo,facendomi venire la pelle d’oca,la sua voce mi carezzava la pelle,e il suo profumo mi bruciava le narici,averlo così vicino non mi faceva per niente bene.

-quando ti ho chiesto di ballare,non intendevo che devi stare ferma al centro della pista a fissarmi mentre IO ballo,mi piacerebbe se muovessi il sedere anche tu,per almeno tre secondi-mi disse tagliente,mi vergognai profondamente,si era accorto che lo fissavo,che figura da cretina beota

-te l’ho detto non son tanto capace-replicai debolmente,

in risposta lui si avvicinò ulteriormente al mio corpo,poggiò le mani saldamente sui miei fianchi facendo aderire anche troppo i nostri bacini,e mi guidò

-vedi,segui me,magari sembri più intelligente-disse,mentre tornava a ballare non facendosi nemmeno passare per l’anticamera del cervello l’idea di staccarsi da me.

La sua vicinanza,e il suo tocco,mi confondevano,mi inquietavano,e non riuscivo a capire perché,non mi davo pace.

Che avesse avuto ragione Sabry?

Possibile che nemmeno me ne fossi accorta?

L’unica percezione che conservavo in quel momento,erano le sue mani che mi guidavano,e la sua bocca vicinissima al mio collo.

Fu inevitabile,mi lasciai andare,facendo finta che il resto non esistesse,mi sentivo in balia di me stessa,e avrei voluto che non finisse presto.

Sapevo che era sbagliato,e fondamentalmente non volevo ammetterlo nemmeno a me stessa,ma l’unica cosa che volevo era che continuasse.

Non ci capivo più nulla,tutto ruotava intorno a me vorticosamente,mi scostai e guardai Alek in volto,per poi fare bruscamente un passo indietro.

Non potevo continuare,non capivo cosa stava accadendo,il perché di quelle sensazioni così forti con la sua vicinanza,il perché quando mi era così vicino non volevo altro che ci restasse per sempre.

Era qualcosa di inspiegabile.

-che ti prende?-mi chiese mentre lo guardavo con gli occhi spalancati,dovevo sembrare una matta.

-io…ecco…io io…non posso-dissi semplicemente,lui mi guardò come se fosse appena cascato dalle nuvole

-e perché non puoi?-nella sua voce trapelava un misto di ironia e curiosità-guarda che non ti mangio-

-non è per questo,è….il ballo…non riesco a lasciarmi andare,non fa proprio per me-buttai lì,cercando di essere il più credibile possibile.

-ma se fino a tre secondi fa ti eri lasciata andare,dai ! Non dire cazzate-cercò di tirarmi di nuovo,ma non volevo,dovevo assolutamente trovare un modo per andarmene e far finta che,quello non fosse mai e mai accaduto

-e tu chi saresti?-Manuel come suo solito sbucò al mio fianco dal nulla,guardò Alek con aria di superiorità,e tirò me per la mano.

Mi sentivo bistrattata.

-Aleksey-rispose semplicemente,come se il suo nome dovesse bastare a presentare la sua intera persona,si guardarono in cagnesco qualche secondo,.

-e tu chi saresti?-non mi piaceva per nulla la piega che quella serata che tanto avevo aspettato aveva preso,davvero per nulla.

-Manuel,suo fratello-Vidi l’espressione tirata di Alek rilassarsi,ed aprirsi in un sorriso divertito,come se gli avessero tolto un’enorme preoccupazione

-ah bhè,in questo caso scusa,pensavo fossi qualche stupido…sono un amico di Dalia comunque-Anche Manuel si era visibilmente rilassato,e mi aveva lasciato andare il braccio

-a dire il vero ho pensato la stessa cosa-sorrise divertito-comunque se ci devi provare con mia sorella,possibilmente fallo quando non ci sono-guardai Manuel diventando di tutti i colori,come gli venivano certe idee ,doveva aver fatto due chiacchiere con Sabrina!

-non ci stavo provando con tua sorella-rispose risentito,anche se non riuscivo a leggere sul suo volto il resto delle sue emozioni,come se ci fosse qualcosa che l’angosciasse.

-si si come no,e io sono babbo natale sceso dal polo sud per farsi una birra-l’ironia di Manuel a volte era davvero fuori posto.

Alek era evidentemente scocciato,era tornato a fissare mio fratello in cagnesco.

-io vado Dalia,i miei amici mi aspettano,ci vediamo in giro-concluse dandomi un bacio sulla guancia e sparendo tra la folla.

Guardai Manuel inviperita,e gli tirai uno schiaffetto sul braccio

-ahio!-

-ma perché devi essere sempre così stronzo e cretino-gli urlai contro dirigendomi verso l’uscita,dove Sabry mi aspettava.

Per mettere fine a quella penosa e traballante serata.

Angolo Autrice

Come vedete qualcosa nella testolina della povera Dalia incomincia a smuoversi qualcosa,mentre il suo solito fratello non fa altro che punzecchiare lei e la povera Sabry all'infinito.

Chissà che questo suo comportamento non nasconda altro.

Ho notato in ogni caso che questa storia non risquote un gran successo,non riesco a raggiungere nemmeno le 5 recensioni per capitolo xD e questo è davvero demoralizzante,mi toglie ogni voglia di scrivere,mi piacerebbe se qualcuno recensisse,anche per dirmi che fa schifo,almeno sarebbe un inizio!

Ho deciso in ogni caso che,se per i prossimi due o tre capitoli non vedrò nessun miglioramento,di non postarla più,e di tenerla solo per me,visto che in ogni caso ci sono affezionata.Spero di arrivare almeno alle 5 recensioni per capitolo...ci spero davvero tanto ç____ç

In attesa ringrazio quelli che hanno solo letto,e Cupidina 4ever per avermi aggiunta nei preferiti (un'anima Pia xD)

Chera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Quando Alvaro mi disse che i sogni son desideri ***


blanke

 

 

Quando Alvaro mi disse che "I sogni son desideri"

 

Tic Tac.Sono una stronza.Tic Tac.mi sento male.Tic Tac.Quest’orologio ha rotto.Tic Tac.Adesso lo spengo.Tic Tac.Ma perché deve andare sempre così?.Tic.

Do un pugno alla sveglietta ed è la seconda che rompo questo mese.Fanculo.

Ho mal di testa,è mattina presto,mio fratello è di sotto,e io sono una stronza.

-evviva Dalia è depressa-sbraito contro il comodino,dove ho battuto per l’ennesima volta l’alluce,vedo le stelline girarmi intorno alla testa a mo di corona,come nei cartoni animati giapponesi.

-ma quanto sono sfigata,ma tutte a me devono capitare-mugugno contro lo specchio,mentre cerco di dare un contegno a quello strano essere che ci vedo riflesso e che ha due borse sotto gli occhi degne della collezione autunno-inverno 2009 di Louis Vuitton.

Mi do una spazzolata,cerco di struccarmi con una salviettina struccante dai residui della sera prima.

Già la sera prima,bella serata,davvero bellissima,da perderci la testa.

Ma che razza di cretina che sono stata,sarei dovuta restarmene a casa a guardare “colazione da Tiffany” con una mega vaschetta di gelato al cioccolato sulle gambe,accucciata sul salotto di casa mia con Alvaro che mi faceva compagnia come al solito.

Avrei sicuramente evitato brutti incontri e strani pensieri.

Davvero strani.

Tutta colpa di quella maledetta di Sabrina e di quello stupido di mio fratello.

Mi voltai indietro,e guardai Sabry ancora addormentata come un sasso sul mio letto.

Accidenti a lei e alle idee malsane che mi mette in testa,deve essersi ammattita andando dietro a mio fratello,che poi quello si sa è già matto di suo,quando è nato deve aver sbattuto la testa forte forte…non ci sono altre spiegazioni plausibili altrimenti.

Sabry borbottò qualcosa nel sonno,ma feci finta di non sentire,aveva la brutta abitudine di parlare anche quando dormiva,come se non bastasse quello che diceva da sveglia.

Mi diressi come uno zombie appena resuscitato,in cucina.

Mia madre trotterellava allegramente fra i fornelli,preparando latte,caffè e altra roba strana che mangiava solo lei,sotto lo sguardo contrariato di mio padre,che come un santo,pucciava i suoi “abbracci” nella tazza di latte mattutina.

Mio fratello se ne stava seduto al tavolo,intento a leggere un giornale con la sua solita aria annoiata,Gaia invece se ne stava allegramente spaparanzata sul divano a fare zapping fra i programmi demenziali della Tv lasciando poi acceso sulla simpaticissima Mtv.

-buongiorno-borbottai ,cercando di attirare meno attenzione possibile.

Mio fratello alzò lo sguardo dal giornale,e mi regalò uno dei suoi soliti sorrisetti strafottenti

-dormito bene sorellina?...o i sensi di colpa ti attanagliavano lo stomaco? Ho sentito che ti lamentavi-mi chiese,facendo riferimento alla scorsa serata,che ancora vivida campeggiava nella mia testa già troppo provata.

Lo guardai disgustata,non sopportavo le sue allusioni,specie se erano solo le nove di mattina e io non ero riuscita a chiudere occhio,Tra i tripli salti mortali di Sabry,e i pensieri incombenti che non ne volevano proprio sapere di andare a farsi un giro lontani da me,

 -sensi di colpa? Quali sensi di colpa cara?-mi chiese la mamma preoccupata

-nessuno-risposi atona,cercando di troncare quella stupida discussione sul nascere,e non dare adito a mia madre,che aveva la fantasia fin troppo galoppante,di ricamarci su.

-Ah nessuno? Tu lo chiami nessuno il tipo con cui ieri ti strusciavi al centro della pista tutta contenta?-mi chiese mio fratello tornando a guardare il suo giornale

-non mi strusciavo,quello è il migliore amico di Cristian-precisai,sperando che capisse che non c’era nulla di anormale,più o meno…

-ah davvero? Ma il tuo ragazzo i migliori amici se li sceglie tutti così? Si vedeva da lontano un miglio che ti faceva il filo,sono sicuro che se non fossi arrivato io avrebbe allungato anche le manine quel perfido elfo domestico-

-ma che cavolo dici Manu,ma è possibile che incominci a sparare cavolate già di primo mattino,ma non vai mai in pausa?-gli chiesi esasperata,incominciando a bere la mia solita tazza di latte e pan di stelle

-santo Dio Dalia,a volte mi sembri una poppante,ma secondo te uno che ti mette le mani sul sedere e si struscia come un gatto in calore,non ci sta provando?-

-i gatti maschi non vanno in calore Manuel- ribattei piccata io

-si si,come vuoi…ma quello ci stava provando,sono un ragazzo e certe cose quando si tratta dei miei simili le capisco-

-tuoi simili? Guarda che non ci sono simili tuoi al mondo,tu sei unico-

-si si lo so lo so che sono unico nel mio genere e che altri esseri al mio confronto sono sporca plebaglia mia cara sorellina,ma sai da Dio quale sono capisco il comportamento di voi umili mortali,e ti ripeto che sono sicuro che quello se avesse potuto avrebbe allungato le manine-

-è vero è vero!-sbucò Sabry dalla mia camera,tutta pimpante pronta ad appoggiare la tesi traballante di mio fratello,mentre in una mano teneva ancora il tubetto di dentifricio straboccante e lo spazzolino,che agitava a più non posso per richiamare su di lei la nostra attenzione.

-oh sta zitta Sabry,mi hai già creato troppi impicci-

-ma guarda che è vero,tu te lo mangi con gli occhi,e lui sarebbe prontissimo a farsi mangiare come un bel budino al cioccolato-ammiccò lei con uno sguardo che tutto aveva,tranne sensualità

-buooono il budino al cioccolato!-urlò Gaia deficientemente da sopra il divano,mi misi una mano sulla fronte,perché le persone che conoscevo dovevano avere il quoziente intellettivo pari a quello di un babbuino con metà cervello di prima mattina?

-vedi Dal,ieri sembrava proprio che cercasse il contatto fisico con te…e mi sono chiesta,da brava genia che sono,se non fosse perché tu gli piaci,per quale motivo dovrebbe ricercare un contatto? Inoltre sapendo che sei la fidanzata del suo migliore amico? Non c’è altra spiegazione,senza contare che io da lontano vi osservavo,e lo vedevo come si avvicinava! Qui gatta ci cova-disse poggiando il mento sul dorso della mano,tipico segno di qualcuno che prova a ragionare…peccato che lei sragionasse palesemente!

-ma quale gatta cane e canarino!-sbraitai io,già avevo mille grilli per la testa,se poi mio fratello e Sabry si coalizzavano nell’ opera “rincoglioniamo Dalia” era la fine.

-Voi dite solo stupidate,a lui non piaccio,lui è il migliore amico di Cris capite? Non farebbe mai una cosa del genere,si conoscono dall’asilo,sarebbe una carognata assurda,quindi smettetela e mettete da parte queste idee kamikaze che vi vengono per la testa,se mai ne avete una,sto seriamente incominciando a pensare che siete fatti per stare assieme voi due- Sabrina come suo solito arrossì e abbassò lo sguardo,Manuel distolse il suo e tornò a guardare il giornale,

-io te l’ho detto come la penso,poi vedi un po’ tu,quando ti ci metti sei di coccio sorella-concluse non badando più a noi.

Mi rinchiusi in bagno,cercando un po’ di quella privacy che a casa mia sembrava non esserci mai.

La mia abitazione era qualcosa a metà fra un accampamento per poveri disabilitati mentali,barboni e simil Darkettoni senza casa e un accampamento profughi della papuasia,

c’era da aspettarselo in ogni caso,i miei genitori adoravano avere gente intorno ad ogni ora,si divertivano tantissimo,specie se quelle persone erano amici strani miei o di mio fratello,con mia madre ci andavano a nozze,e sicuramente anche Alvaro apprezzava.

Mi rintanai sotto il getto caldo e rassicurante della doccia,sperando che in qualche modo l’acqua riuscisse a lavare via le sensazioni della serata prima,che se,da una parte mi avevano fatto contorcere le budella per la sensazione di vitalità,dall’altra mi avevano quasi fatto dare di stomaco al pensiero della mostruosità che ero arrivata a pensare.

Desiderare il migliore amico del mio ragazzo.

Che carognata assurda.

Improvvisamente,in quell’accordo magico di pensieri e acqua calda qualcosa venne a mancare…

-MANUELLLLLLL CHIUDI QUELLA SCHIFOSISSIMA ACQUA FREDDA PER L’AMOR DEL CIELO!!!-urlai esasperata,sempre la stessa storia,si divertiva troppo a farmi congelare sotto la doccia.

E anche quel giorno la mia pausa di tre minuti e nove secondi era andata a farsi benedire.

******

-amore che hai ? Sei strana-passeggiavo placidamente per le vie piene di negozi di Napoli,

Cristian mi guardava con aria interdetta,come se d’improvviso mi fossero spuntate due antennine luminose al posto delle orecchie e avessi cominciato a parlare il Marziano,ovviamente lui non poteva immaginare che il mio problema era cinque passi più avanti,aveva i capelli di un colore improbabile e si chiamava Aleksey.

-non ho nulla ‘mo…tutto ok-sorrisi io,cercando di dare una parvenza di serenità che non c’era,con l’effetto opposto,visto che Cris mi strinse di più la mano,già sudaticcia da fare schifo,e con aria trafelata mi tirava per raggiungere Alek

-dio sono stanchissimo,stanotte non ho chiuso occhio,ho fatto tardissimo-disse disse il biondo,come per voler rompere il silenzio che si era creato,così denso da poter essere tagliato con il coltello,

-ah ma poi sei andato alla festa di Frascati?-tirò in ballo il mio ragazzo,facendomi andare di traverso la coca cola,e guardare in tralice il suo amico,che mi sorrise rasserenante.

-si ci sono andato,ma comunque non è stata un gran che,dopo tutte le cazzate che sparano e solo una festa piena di fighettini da fare schifo che si tirano a lucido per la vetrina-decretò lui,stiracchiandosi appena,sedendosi su una panchina di fronte alla stazione,

-quindi niente conquiste all’orizzonte?-ovviamente Cristian fremeva dalla voglia di arrivare a quel particolare,quando ci si metteva era peggio di me e Sabry messe insieme a spettegolare di Gossip Girl.

-Nemmeno per idea,le ragazze lì dentro sembravano incellophanate dalla testa ai piedi,avevo il terrore che se ne avessi toccata una avrei dovuto pagare alla cassa la confezione rotta-ironizzò Alek,con l’aria disgustata al pensiero della sera prima.

Da una parte fui felice che non accennò nemmeno a me,ma dall’altra desiderai che facesse anche un piccolo riferimento al nostro ballo,anche solo per farmi capire che non mi considerava come quelle pseudo barbie glitterate da mettere nel cestone dei giocattoli,anche se all’epoca non capivo da dove nascesse quel desiderio.

-ah bhè mi dispiace,ultimamente vai sempre in bianco-rise sguaiatamente il mio ragazzo,facendo allusione a qualcosa che sicuramente non avrei voluto ascoltare,anche se presi com’erano dai loro discorsi da maschi sembravano completamente dimentichi della mia fantasmina presenza lì con loro.

-meglio così,non ci tengo ad andare con dei manichini vestiti chanel-sbadigliò incurante,e quasi scocciato,guardandosi la punta delle scarpe vacuamente,

-bha…non so te ma ogni tanto i bisogni “umani” li dovresti anche soddisfare,mica puoi andare avanti con i film porno-ed ebbi la conferma che,si erano sicuramente dimenticati di me,certi particolari avrei davvero fatto a meno di saperli,con tutta la felicità possibile ed immaginabile.

-io non guardo i film porno-Rispose Alek indignato,come se gli avessero appena detto qualcosa di orribile e raccapricciante,

-si si certo e io sono Ghandi e non mi sono mai fatto una sega-la delicatezza del mio ragazzo spaventava anche me,mi chiedevo come si comportasse quando io non c’ero,visto che quando c’era certamente non sembrava un gran stinco di santo.

-Cristian hai la finezza di un elefante che cammina su una gamba sola in una cristalleria-

-ma cavolo è vero! Da quant’è che non vai con una? Uno,due mesi?,io impazzirei…dovresti trovarti una ragazza,almeno avresti sempre una pronta ad “aiutarti”-a quel punto,lo guardai davvero contrariata,non potevo credere che quelle parole uscissero dalla sua bocca,e io cos’ero il tappetino per i piedi?

-sei un porco quando ti ci metti guarda-gli disse il biondo,sempre più apatico e indignato.

-ancora? Non sono un porco sono solo realista,vero amore?-Lo guardai con lo sguardo più incattivito che avevo nel mio vasto repertorio,quello avrebbe dovuto bastargli per tacere.

-certo…davvero realista-ironizzai,arrabbiata e leggermente delusa dalle sue parole.

-non mi dire che te la sei presa-sembrava veramente sorpreso,come si faceva ad essere così insensibili e menefreghisti ancora me lo stavo chiedendo.

-ma no guarda,perché avrei dovuto? Solo perché consideri una fidanzata al pari di una bambola gonfiabile? Mica sono matta è una cosa normalissima-mi guardò torvo,se c’era una cosa che non sopportava era il mio sarcasmo,ogni volta lo mandava in bestia,

-ma dai,non farla tragica,alla fine lo sai che ti amo-cercò di raccapezzare lui,cosa che serviva molto poco a quel punto.

-in effetti Dalia non ha torto,non sei stato per nulla delicato-si intromise Alek,lo guardai sorridendo appena,cosa che a entrambi passò inosservata…anche perché all’inizio nemmeno me ne ero resa conto da sola.

-come faccio ad essere delicato se è quello che penso?-continuò lui,convinto di avere più che ragione.

-Evidentemente pensi male-tagliai di nuovo corto io,cercando di mettere fine a quella patetica e inutile discussione a tre.

-Dalia evita di alterarti,stiamo solo scherzando-disse,anche se quello che si era alterato,era evidentemente lui.

-a me non sembra proprio sai,a volte mi chiedo come fai ad avere idee così poco …poco…NORMALI ecco!-Vidi la sua faccia tramutarsi letteralmente in una maschera di rabbia,mi morsi il labbro inferiore,forse un po’ avevo esagerato

-Dalia se devi sparare queste cazzate saresti pregata di andarti a fare un giro lontana da me-il sguardo si era notevolmente incattivito,e Alek passava in rassegna il suo sguardo da Cris a me,incerto sul da farsi

-su ragazzi smettetela non mi sembra il caso di litigare per una stronzata del genere-disse,cercando di quietare le acque fin troppo mosse accendendosi un’altra di quelle che sembravano sigarette…

Cristian lanciò a terra il mozzicone della sua sigaretta appena finita,

-ti accompagno a casa andiamo-disse infine ,avviandosi avanti e lasciando me ed Alek indietro a guardarci confusi.

 

Il portone di casa mia era sempre aperto,ogni volta che ci arrivavo davanti stavo per cinque secondi a chiedermi per quale motivo nessuno mai si prendesse la briga di chiuderlo oltre a me,

se un giorno fossero entrate persone poco raccomandabili l’unica colpa sarebbe stata dell’impudenza delle persone.

Era a questo che pensavo mentre Cristian mi baciava per salutarmi prima di entrare,sotto lo sguardo attento,anche fin troppo,di Alek appoggiato ad un auto rosso sporco poco più in là.

-tu vai a casa ora?-gli chiesi,più per abitudine che reale interesse,

-no,ho delle cose di cui parlare con Aleksey-la sua espressione si fece pensosa e mi rivolse uno sguardo preoccupato,che ricambiai con perplessità,non aveva mai chiamato Alek con il suo nome intero,non era un bel segno.

-ok…ci vediamo domani allora-salutai io prima di lasciarli e rivolgere un ultimo sguardo fugace al biondo che continuava a fissarmi.

Entrai in casa trafelata,come una che è appena scampata all’esecuzione della pena di morte,e stanca mi lasciai andare sul divano accanto a mia sorella,che da quando me ne ero andata qualche ora prima,sembrava non essersi mossa di un centimetro da lì.

Cantava un motivetto che avevo già sentito da qualche parte,ma che la mia testa si rifiutava probabilmente di ricollegare a qualcosa,anche perché se tutto fosse andato secondo i piani,sarei arrivata ad uno di quei gruppetti novelli che non sapevano nemmeno dove stava di casa la musica vera.

-ma sei qui da quando me ne sono andata?- le chiesi sconcertata,lei mi guardò da dietro i suoi occhiali da vista Dolce&Gabbana con il suo solito sguardo acquoso e vacuo,

-si…la mamma mi ha detto di stare ferma perché appena faccio qualcosa combino guai…e che lei non poteva starmi dietro perché doveva parlare con Alvaro oggi a proposito di non so che cosa…sta diventando sempre più matta,a volte mi chiedo se la storia di Alvaro sia una cosa normale,va bhè che lei è sempre stata stramba…ma insomma un po’ di chiarezza non sarebbe male non trovi Daliuccia?- Se c’era un soprannome che io odiavo e che lei usava sempre era “Daliuccia”,la guardai di traverso

-Gaia se mamma ha deciso di intraprendere un’amicizia trascendentale con  un fantasma invisibile di nome Alvaro,saranno anche fatti suoi,insomma finche non nuoce nessuno non vedo dove sia il problema se poi Alvaro esiste o non esiste…è un po’ come avere un amico immaginario con cui sfogarsi,non cambia molto non trovi?-feci spallucce,seriamente poco propensa ad andare a dire a mia madre che la storia di Alvaro era davvero pazzoide.

-bha…non so te ma io gli amici preferisco averli veri-disse lei risoluta

-ma va…a te piace averli punto e basta.-biascicai e le strappai il telecomando dalle mani,togliendo finalmente Mtv dalla mia vista.

********

“sentivo una voce pronunciare dolcemente il mio nome all’ orecchio,era sensuale e mi sfiorava dolcemente la pelle con quel solletico leggero. Due occhi cristallini fecero capolino e mi incantarono,non riuscivo più a muovere nemmeno un muscolo,e sembrava che l’aria non filtrasse più dai polmoni,che non entrasse più nel mio corpo,tanto immobile da non sembrar vero.Delle dita affusolate si intrecciarono con quelle della mia mano,rendendola calda e piacevole,una sensazione di benessere mi invase completamente.

Tutto era ovattato,immerso in qualcosa di surreale e silenzioso,una nebbiolina opaca in quel posto inesistente mi impediva di vedere chi avessi di fronte,ma nonostante questo quegli occhi erano così vividi e lucenti...

Un dito mi accarezzò delicatamente il contorno del volto,e poi improvvisamente come un fulmine nel più sereno dei cieli,qualcosa di morbido e terribilmente bello si poggiò sulle mie labbra donandomi un bacio che potei quasi sentire sul serio bruciarmi la bocca.

-Solo tu Dalia…solo tu-“

 

Sobbalzai nel letto,svegliandomi all’improvviso,avevo il lenzuola attorcigliato intorno al corpo,sintomo che nel sonno dovevo essermi agitata parecchio,ancora ansimavo,avevo la fronte imperlata di sudore e la bocca arida come il deserto.

Nonostante tutto ancora ricordavo perfettamente quegli occhi nel mio sogno,

maledivo il fatto di essermi svegliata,avrei voluto continuare a vagare in quel posto e scoprire chi era che mi aveva donato quelle sensazioni tanto vivide e reali,anche se in fondo al petto qualcosa mi sussurrava un nome indesiderato.

Mi asciugai la fronte con una mano stancamente ,e guardai la nuova sveglia rosso fiammante,saldamente incollata al comodino,segnare le 03.24,c’era ancora tutta la notte davanti.

Poggiai i piedi a terra,e un senso di nausea e instabilità mi colse d’improvviso,aspettai qualche secondo e accendendo la lucina sul comodino mi avvicinai alla scrivania per prendere l’acqua e fare un sorso.

Fu lì che notai qualcosa fuori posto,un piccolo fogliettino ripiegato su se stesso,faceva bella mostra di sé lì sulla mia scrivania,dove la sera prima non c’era nulla.

Incuriosita lo sollevai e lo esaminai come se potessi trovarvi chissà quale strana traccia,o chissà cos’altro.

Lo aprì,e una piccola frase scritta in calligrafia piccola e aggraziata campeggiava al centro del foglio,era tanto ben delineata e tanto ricercata come scrittura da sembrare arrivata direttamente dall’ottocento.

“I sogni son desideri.

Alv.”

Lo rilessi più e più volte,cercando di dare una conclusione logica a quello che accadeva,

Ma quella frase e quella firma proprio non sparivano,e sembravano leggermi dentro come un indovino,poi sorrisi,e ripiegai il piccolo biglietto poggiandolo da dove l’avevo preso quasi con riverenza.

-Hai proprio ragione Alv-sussurrai alla stanza vuota continuando a sorridere mesta e tranquilla.

In fondo in fondo mia madre,non era poi tanto matta,pensai prima di riaddormentarmi serena.

 

Angolo Poco Serio dell'autrice

Che bello poter postare di nuovo! Da quando è ricominciata la scuola non ho avuto un attimo di tempo,nonostante avessi il capitolo già bello e pronto.

Come vedere le cose si complicano,Dalia è confusa e Sabry e suo fratello non l'aiutano di certo.

Cristian si insospettisce e soprattutto di che mai dovrà parlare con Alek di così importante?

Spero che vi interessi abbastanza da continuare a leggere!

E poi le sei recensioni e gli 8 preferiti mi hanno resa davvero contenta! Vi ringrazio tanto e spero che continuerete

a leggere e commentare,perchè mi aiuta molto...se voleve potete anche esprimere qualche consiglio o opinione ^______^

 

Recensioni:

Alina 95-Ti straringrazio per i complimenti mi hanno fatto sciogliere davanti al pc...me non merita tanto x'D...comunque tranquilla la continuerò...sarebbe un peccato non farlo del resto,come hanno detto le altre!...Spero continuerai a seguirmi e recensire...e ti ringrazio tantissimo per avermi aggiunta fra i preferiti è davvero un onore!

Vannagio-Ringrazio tantissimo anche te! Implori umilmente? Oddio non mi dire queste cose che poi mi monto x'D scherzo scherzo,comunque tranqui continuerò,tu continua a seguirmi mi fa tanto piacere,un bacio!

Mab-Come al solito ci prendi xD in effetti il bello ancora non è PER NULLA arrivato,e il carattere di Cristian l'hai inquadrato alla perfezione! è davvero proprio così...anche se un po' per lui...meglio che mi sto zitta xD che poi dico troppo....XDEbbene ebbene...che belli gli amori galeotti...quand'è che avrò il piacere di leggere qualcosa di tuo? Sei bravissimissima anche tu! Un bacio e Onore al DYLIBOY!

Ukyu93-Grazie per la recensione mi ha fatto tanto piacere sapere che hai voglia di sapere come continua! Ho proprio deciso di continuarla quindi tranquilla...spero solo che continuerai a seguirmi e recensire mi farebbe immensamente felice oltre ad essere un grande onore ! Un bacio e alla prossima !

Cupidina 4ever-Ciao! che bello risentirti,è stato un piacere nominarti nel chap! le tue recensioni mi fanno sempre piacere e sapere che il capitolo ti è piaciuto è davvero una cosa che mi da tanta voglia di continuare a scrivere questa storia. Tuo fratello si chiama Manuel? ahahaha che coincidenza! è un nome che adoro particolarmente,anche se il mio Manuel è un po' bastardello xD ma vedrai che ci saranno sviluppi interessanti per entrambe le coppie scoppiate xD Mi fa piacere sapere che per te la mia storia merita di essere letta...è un gran onore! Spero di risentirti alla prossima recensione ^_________^ un bacio e scusa se mi sono tanto dilungata!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

This Web Page Created with PageBreeze Free HTML Editor

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=389352