Lord of the Rings Darkness Returns Stagione 3

di asia20
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Episodio 1: La nebbia agli irti colli ***
Capitolo 2: *** Episodio 2: Makar ***
Capitolo 3: *** Episodio 3: I nodi vengono al pettine ***
Capitolo 4: *** Episodio 4: Brucino le navi! ***
Capitolo 5: *** Episodio 5: La morte di un Maia ***
Capitolo 6: *** Episodio 6: Nuove Alleanze ***



Capitolo 1
*** Episodio 1: La nebbia agli irti colli ***


Lord of the Rings: Darkness Return
Stagione 3

 

Episodio 1: La nebbia agli irti colli

 

Primula

*Sono giorni che si allena sotto l'occhio vigile di Vader. E non solo, ché quando si decide a mandarla a riposare dopo averla stremata e strizzata come un cencio la ragazzina testardamente aspetta di essersi ripresa appena un minimo prima di riprendere gli esercizi nel segreto della sua camera.*

Evvai! Cinque su cinque! Non vedo l'ora di fargli vedere che riesco a prendere la spada laser già da 10 metri di distanza.

*Nuovamente richiama la Forza, quel suono ronzante e ormai familiare e rassicurante come le fusa di un grosso gatto che ora riesce a distinguere sempre, come un sottofondo a tutti gli altri rumori che la circondano.

Di nuovo il cilindro argentato scatta dal pavimento e atterra piatto al centro del suo palmo.*

Voglio che sia fiero di me. Voglio essere la migliore allieva.

*Il tono deciso, un impegno dichiarato con tutta la determinazione della sua gioventù.

La Forza vibra nella stanza.

Come quando Vader si avvicina a grandi passi per insegnarle e guidarla. Come se lui la spingesse fisicamente al suo passaggio.*

Vader!!! Vader!!!!

*Non ha mai sentito la Forza vibrare così decisamente. E un attimo di timore la pervade, forse ha sbagliato qualcosa e sente improvvisamente il bisogno di aver accanto il suo Maestro.*

 

   

Vader: *Vader chiude brevemente gli occhi, aprendosi alla Forza e collegandosi mentalmente con l'allieva.

Solo cinque giorni prima, il suo controllo sul tessuto dell'universo era poco più forte di un giovane padowman alle prime armi.

Ora? Sarebbe stata per lo meno in grado di difendersi adeguatamente in una rissa contro avversari non troppo addestrati.

Un netto miglioramento, ma aveva ancora molta strada da fare prima di potersi considerare un'apprendista accettabile.

Tuttavia, meritava almeno qualche elogio, se non altro per cimentare ulteriormente il loro attaccamento.*

Noto con piacere che il tuo controllo telecinetico è aumentato considerevolmente. Ottimo lavoro *dice attraverso la maschera, mentre le accarezza la testa con movimenti gentili* Hai ancora spazio per migliorare, ma nel frattempo dire che possiamo passare alla prossima fase del tuo addestramento... l'uso della spada laser.

 

   

Primula

*L'arrivo di Vader è un sollievo per la ragazzina e sente distintamente che la vibrazione della Forza torna a essere più controllata, come se lui l'avesse calmata con la sua presenza.

Le posa una mano guantata sulla testa e la accarezza gentile, un gesto più da cucciolo che da ragazza ma che stranamente la conforta e non le offende.

I suoi occhi si accendono di gioia alle parole di lode e di entusiasmo e eccitazione alla menzione della spada laser*

La spada! Evvai!!! Vader grazie! Non vedevo l'ora di cominciare a imparare a usare la spada!

*Saltella di entusiasmo e muovendo la mano usando la Forza per pavoneggiarsi un po' si fa atterrare nuovamente il cilindro argentato sul palmo teso.*

Ecco! Sono prontissima!

*Gli sorride fiera di sé stessa, con la gioiosa allegria di una ragazzina *

Cominciamo? Che devo fare?

 

Vader: *In tutta risposta, Vader mette la mano sotto il mantello... ed estrae una coppia di spade di spade di legno, una delle quali porge tra le dita dell'elfa.

Per prima cosa, ho bisogno di farmi un’idea delle tue capacità di combattimento.

Ha quanto ho notato fino ad ora, le creature di questo mondo prediligono l’uso dell’arma bianca, il che potrebbe rivelarsi un vantaggio a lungo termine… ammesso che tu ne abbia mai impugnata una.

*Inclina la testa, scrutandolo curiosamente*

Hai familiarità con l’uso della spada?

 

  

Primula

*Lo guarda basita mentre le posa sul palmo una spada di legno.

L'entusiasmo che cede il passo ad un senso di ingiustizia, come se lui si stesse facendo beffe di lei.

Fremendo di rabbia batte i piedini sul pavimento come una bimbetta capricciosa*

Mi prendi in giro? Hai detto spada laser! Ce l'ho in mano la spada laser!

*Non appena però le parole impertinenti le lasciano le labbra si pente dello sfogo infantile e impulsivo.

China la testa con un piccolo broncio.*

Scusa Vader.

*Sospirone...molto maturo...*

Scusa Vader. Ho familiarità con la spada ma è molto che non mi esercito.

*Risponde poi con tono sommesso e contrito.

Proprio come l'arma bianca che già sa usare la impugna correttamente e assume la posizione di difesa. Spada in avanti, punta in alto, braccio piegato e corpo di lato a offrire il minor bersaglio possibile. Gambe leggermente piegate e pronte a muoversi con agilità.*

Ai tuoi ordini.

*Dice per fargli capire che è pronta a seguire i suoi insegnamenti.*

 

 Vader: *Vader si limita ad agitare una mano con fare sprezzante*

Non sono offeso. Ma in futuro...

*Prima che l'elfa possa reagire, solleva la propria spada e glie la tira in testa. Non abbastanza forte da lasciarle qualche livido, ma certamente la farà desistere dal comportarsi di nuovo in un modo così infantile... almeno durante il loro addestramento*

cerca di trattenerti *la avverte, mentre anche lui assume una posizione pronta al combattimento*

Non userai una spada laser fino a quando non sarò sicuro che potrai impugnarla attiva senza il rischio di tagliarti una mano. Tutti i giovani Sith hanno cominciato dal basso, e così farai anche tu. è una tradizione vecchia quanto l'ordine stesso.

*Solleva la spada...*

Ora prova a bloccarmi!

*E la abbassa con forza*

 

    Primula

*La reazione di Vader è immediata e talmente veloce che la ragazzina non ha modo nemmeno di cercare di evitare di essere colpita*

Ahi!

*Una lacrima spunta all'angolo di un occhio, scendendo lentamente lungo la guancia. Non è dovuta al dolore del colpo ma al dispiacere causato dal disprezzo del rimprovero.*

Scusa Vader

*Ripete una terza volta con un tono che lascia intendere che la lezione è stata appresa.

È dispiaciuta che il suo comportamento infantile abbia rovinato il momento. Il tono di Vader è secco e brusco, non più permeato di orgoglio per i suoi progressi.*

"Voglio che prima della fine della lezione sia di nuovo contento di me"

*Quando Vader alza la propria spada si mette in posizione cercando di tenere la spada come le è stato insegnato dagli Elfi.*

La spada di Vader cala con forza, spietatamente. E lui è molto più forte e imponente di lei. Riesce a pararlo per un pelo ma colpo riverbera tremendamente sul legno e la ragazzina sente una fitta al braccio anche se riesce con uno sforzo di volontà a non mollare la presa.

Lo guarda timidamente, incerta, in cerca di approvazione, temendo di sentire ancora la disapprovazione e anelando invece una lode*

 

   Vader: *Invece, il Sith mena un altro fendente che la ragazza è costretta a parare*

Ti ho forse dato il permesso di fermarti? In un vero combattimento, un avversario non ti offrirà mai del tempo prezioso per lasciarti recuperare le forze, a meno che non voglia schernirti.

Come puoi pensare di tenere in mano una spada laser, quando non puoi affrontare un semplice allenamento?

*Ad ogni parola, muove la spada di legno sempre più veloce, facendo indietreggiare la ragazza. I colpi, dapprima lievi, diventano veri e propri fendenti capaci di percuotere i muscoli dell’avversario, e presto gli effetti di quegli assalti cominciano a farsi sentire anche sul corpo dell’elfa.

Finché… l’ennesimo colpo non le toglie la sua spada dalle mani, facendola cadere al suolo.

Vader riprende una posizione rilassata*

Vedo che abbiamo un po’ di lavoro davanti a noi. Ma non disperare, poiché non sei la prima allieva che prendo sotto la mia ala… e ho intenzione di renderti una guerriera degna dei Sith. Riprendi in mano quella spada e prova a imitare i miei movimenti. Non avere fretta, sei qui per imparare.

 

    

 

Primula

*Alza la spada e di nuovo para il colpo. Le parole secche di Vader bruciano come sale su una ferita, ma riaccendono la rabbia e la danno la forza di reagire.

I primi colpi sono lievi seppur veloci e i riflessi prontissimi della giovane elfa le permettono di controbattere.

Ma Vader è tanto più forte, impossibilmente più bravo e ha tutto il vantaggio dell'altezza. Per Primula è impossibile resistere all'assalto, ad ogni suo passo in avanti lei ne fa almeno tre indietro cercando di mantenere la posizione e la distanza.

Ma i fendenti sempre più forti, più veloci, percuotono il legno e di riflesso il braccio della ragazzina.

Lacrime di fatica e dolore le scorrono sul viso fino a quando, inevitabilmente, un fendente micidiale le fa volare la spada dalla mano.

Ansante Primula porta il braccio al petto, quasi reggendolo con l'altra mano.*

"Che figuraccia. Faccio schifo"

*Pensa la ragazzina sconfitta, le emozioni scritte sul visetto arrossato dallo sforzo.

Ma le parole di Vader non lasciano tregua.

Usa la Forza con naturalezza per riprendere la spada. Un gesto fatto non per impressionare, ma risultato inconscio dei giorni di addestramento.

Il braccio trema mentre imita la posizione del Maestro. Ma testardamente la ragazzina squadra le spalle e con un sospiro stringe i denti e forza i muscoli a restare saldi e non tremare.*

Sono pronta Vader.

 

Vader: Eccellente *si complimenta Vader, annuendo soddisfatto* Ricorda: il fallimento rimane tale finché non viene usato per migliorarsi. Solo allora l'errore diventa una lezione, e da quella lezione siamo in grado di apprendere nuovi modi per superare gli ostacoli. è così fin dall'alba dei tempi... ed è il principio alla base di ogni allenamento.

*A quel punto, Vader mena un altro fendente, e presto i due si ritrovano coinvolti in un altro duello.*

Usa la forza *la incita* Non serve solo per far fluttuare gli oggetti. Può anche aiutarti a concentrare i tuoi sensi...a renderti vigile, più veloce... a prevedere le mosse del tuo avversario.

Ascolta, proprio come hai fatto in questi giorni...

 

   

Primula

*La lode di Vader giunge come un balsamo. Lenisce e infonde nuova forza e le parole incoraggianti terminano di rinfrancare lo spirito e il fisico della ragazzina.

Di nuovo le spade di legno cominciano a incrociarsi in un turbine di fendenti sempre più veloci a cui Primula riesce a ribattere, per un pelo e sempre in difesa, cedendo di un passettino ogni volta.*

Usa la Forza

"Eh mica posso chiudere gli occhi "

Oppure sì. Il rischio di prendere un colpo? No. Vader si arrabbierebbe: quale nemico ti lascerebbe il tempo di chiudere gli occhi e concentrarti?"

*Le parole sferzanti di prima le risuonano nelle orecchie.

A occhi aperti e cercando di non farsi colpire richiamare la Forza è ben più difficile. Eppure...eccola!!*

Frrrr

*Il suono lieve che le sfugge dalle labbra probabilmente rende ancora più ovvio al maestro che è riuscita.

La spada della ragazzina arriva ora con un millesimo di anticipo, il corpicino esile minimamente più reattivo.

Ma lo sforzo si fa sentire, Vader non è affatto leniente e la presa di Primula sulla Forza si sfalda in pochi minuti.

Ansante, tremante di fatica, il braccio ormai intorpidito dai colpi parati, per non arrendersi la ragazzina elfa passa velocemente la spada all'altra mano. Ma ora non ha più scampo. La sinistra non è allenata, la presa non è salda e sicura. I colpi feroci le mandano fitte sempre più dolorose e richiamare la Forza non le riesce. È ormai stremata.*

Vader... Vader

*Il sussurro è una richiesta di aiuto. L'allieva si rivolge al Maestro in cerca della sua guida*

 

    Vader

*Vader abbassa la lama verso Primula... ma si ferma, prima che questa possa colpirla effettivamente.

Riesce a percepire la sua stanchezza e il suo dolore, che riecheggiano attraverso il loro legame come una triste melodia. Vader ha imparato ormai da tempo a celare le proprie emozioni... ma anche lui non può ignorare la profonda connessione tra un Maestro e un Apprendista, e così allontana l'arma e si avvicina alla giovane elfa, sostenendola prima che possa cadere. *

Hai fatto bene, mia giovane apprendista *si congratula* In poco tempo sei riuscita ad adattare i tuoi sensi alla Forza per migliorare le tue abilità di combattimento. Sei una brava allieva.

*Comincia pian piano ad usare i suoi poteri per allontanare la stanchezza e il dolore*

Ora riposati. Continueremo domani, quando sarai nuovamente in forze. Sappi che sei sulla buona strada per diventare una vera Sith... una grande Sith.

 

Primula

*Il colpo che la ragazzina sente che non sarebbe più riuscita a parare cala e l'esile corpicino si prepara stancamente a subirlo inerme. Ma la lama si ferma, questa volta clemente, senza causarle altra sofferenza.

Un esausto sospiro di sollievo accoglie la tregua e Primula si accascia lasciando che il maestro sostenga il suo lieve peso.

Troppo stanca per reagire alla sua lode con il solito vivace entusiasmo gli rivolge un sorriso grato.*

Grazie Vader... Non ce la facevo proprio più. Domani farò meglio.

*Promette spronata dalla lode.

E lo guarda con meraviglia e riconoscenza quando sente il suo potere circondarla come una calda coperta e allentare la morsa del dolore sui muscoli contratti dalla fatica*

Oh. Vader. Grazie.

*Le parole escono lentamente, mentre la sua massiccia presenza confortante la rilassa e la ragazzina fiduciosamente chiude gli occhi per riposare.

Qualcosa intanto sembra vibrare appena al limite della sua coscienza ormai quasi abbandonata al sonno*

Frrrrrrr

*Le labbra della ragazzina tremano nel mimare il suono che esce appena percettibile. Chiaro solo per il maestro.*
 

Minas Morgul
 

Coralith*Minas Morgul era immensa. Coralith esplorava sale e corridoi alla ricerca del posto migliore dove impiantare i nuovi laboratori che servivano...Pandora era stata estremamente chiara e concisa nel dare istruzioni su quanto dovevano fare, lasciandole carta bianca per le sue ricerche personali. Ma la Mon Calamari aveva ben capito che erano arrivati su Arda nel bel mezzo di una crisi, ed era ben lieta, in primis, di poter aiutare la sua amica. Il resto poteva aspettare.
Cercando macchinari potenzialmente utili, si ritrovò a lottare con un vecchio armadio a muro con la porta di metallo, chiuso ermeticamente da chissà quanti secoli... Aggrappata con tutte le ventose alla maniglia, tira tira, stava per andare a chiamare Glaruk che le desse una mano quando la lastra cedette e lei si trovò per terra mentre uno strano oggetto rotondo cadeva da una mensola interna sfiorandole la testa e cominciando a rotolare allegramente per tutta la sala.*
- Ouch!...Ma che?... - *protestò sfregandosi il bernoccolo e guardando la boccia che se ne andava per i fatti suoi. Era grossa, vitrea, luminescente, sembrava avesse qualcosa al suo interno che si muoveva...* - Pandora!...Glaruk!...Che cos'è quella roba? - *strillò*
 

Glaruk
*È impegnato con alcuni compagni a sistemare e ripulire alcune stanze che erano state giudicate adeguate a diventare laboratori per poter procedere più in fretta a produrre il vaccino per il virus. Prima faranno più persone potranno salvare.
Il richiamo della Mon Calamari lo fa accorrere in fondo ad un altro corridoio dove la trova intenta a strofinarsi un bernoccolo e guardare con sospetto una specie di palla di vetro luminescente che aveva qualcosa all'interno che si muoveva*
Non saprei signora Coralith
Vi siete fatta male?
*Chiede sollecito poi fa per prendere su la boccia e riporla nell'armadio da dove doveva essere caduta quando appena la sfiora viene invaso da una specie di visione.
Una torre nera si stagliava contro un cielo scuro come se assorbisse tutta la luce residua. Sulla torre un uomo dagli occhi di fiamme.
Con un grido strozzato si fa indietro inciampando e cadendo pesantemente sul didietro.
Senza nemmeno rialzarsi comincia a chiamare con voce piena di paura*
Pandora! Pandora!
 

Pandora
*Affaccendata correva su e giù per il laboratorio principale, poiché già ne stavano allestendo un paio nelle sale di sotto, impartendo ordini e nello stesso tempo calcolando a mente dosi e tempi.
Attorno era tutto un caos di uruk che correvano da una parte e dall'altra, parenti e amici di Uruk che arrivavano "per un salutino" e che lei faceva finta di non vedere lasciando che si trovassero da sé un posto dove stare...da quando si era sparsa la voce che da lei gli uruk erano protetti, Minas Morgul era diventata una meta agognata ..
L'urlo di Coralith la fa scendere veloce nel sotterraneo, preoccupata
Chissà cosa si nasconde ancora a Minas Morgul, tra segrete e stanze murate, probabilmente nulla di buono..*
Eccomi, che accade? Oooohhhh
*Resta a bocca aperta mentre gli occhi ancora increduli le brillano cupamente*
Un Palantiri...dammelo presto
*Dice prendendo la sfera e coprendola velocemente sotto un lembo del vestito*
È un'antica pietra veggente...serviva nel passato, remoto passato, per comunicare.
È un oggetto che se usato incautamente può ritorcersi contro chi lo osserva, perciò l'ho coperto
*Spiega*
Uh che brutto bernoccolo cara
*Guarda preoccupata l'amica*
Vieni che ho qualcosa da metterci
 

Coralith
- No...no, tranquilla...non è niente, mi ha solo preso di striscio! - *Si rialza da terra ancora un po' scossa, ed i suoi occhi notano subito Glaruk, seduto per terra spalmato contro un muro, con un'espressione tra lo sconvolto e il terrorizzato dipinta sul volto...*
- Glaruk! Che succede? - *i suoi occhi si spostano su Pandora, che regge in braccio cullandola come fosse un bebé quella palla misteriosa che ha subito coperto e che le ha spiegato chiamarsi Palantir.*
- Oh, quella cosa che è saltata fuori dall'armadio!... - *punta il dito contro il fagotto* - Glaruk l'ha raccolta...probabilmente ci ha anche guardato dentro... - *Si precipita verso l'uruk, controllandogli gli occhi e i riflessi, poi torna a rivolgersi a Pandora con espressione preoccupata*
- Guarda...sembra in stato catatonico...per gli Dei, ma cosa può aver visto per ridursi così? Cosa possiamo fare per lui? - *In cuor suo, considerando la struttura fisica robusta e massiccia dell'uruk, crede possa riprendersi da solo con un po' di riposo, ma la sua mente?....*
 

Glaruk
*Il terrore si impossessa del giovane uruk strisciandogli addosso come vermi e chiudendogli la mente in una gelida morsa.
Come fosse intrappolato nella sfera, rivive quello che ha visto prima, la nera Torre su cui si staglia una figura di uomo con gli occhi di fuoco. Ma ora, ora lo sguardo bruciante della figura è proprio volto a lui, lo inchioda e non gli permette di sottrarsi alla sua vista.
Chiudere gli occhi è impossibile.*
"Aiuto"
*Il rombo del panico nelle orecchie esclude qualsiasi altro rumore o parola. Non sente il richiamo della Mon Calamari.*
"Aiuto"
*Il pensiero intrappolato non riesce a raggiungere le sue labbra che rimangono immote; eppure nella sua mente, sotto lo scrutinio impassibile della figura il giovane grida, grida, grida implorando l'aiuto della sua signora*
"Aiuto Pandora"
*E, nella sua mente, la figura si fa improvvisamente attenta*
 

Pandora
Glaruk! Hai guardato...oh Glaruk maledizione
*Grida voltandosi e vedendo l'Uruk in un angolo, gli occhi vacui e sbarrati, il corpo sbattuto da violenti spasmi. Inginocchiandosi prende le mani del suo assistente chiudendole tra le sue e sussurrando parole in una lingua arcana incomprensibili alle orecchie di Coralith.
Respira profondamente mentre con la sua mente attraverso il contatto delle mani viaggia verso le mente di Glaruk
Il volto teso, raccoglie dentro sé in un'unica corrente ogni sua energia, mentre apre gli occhi e vede ciò che Glauruk vede attraverso il suo sguardo . È un passato remotissimo ma troppo potente ancora per una mente come quella di un Uruk
Deve portarlo via da lì prima che perda il senno ..*
"Glaruk, con me"
*Gli ordina cingendogli il collo con un braccio e coprendo il suo sguardo col suo corpo, mentre l'altro braccio si leva in gesto di monito verso la figura stagliata sulla torre oscura*
"Questo non è il tuo tempo, ombra
Torna nell'oblio"
Un fragore come di onda che scuota tutta la terra diparte dalla cupa figura, che si dissolve in lontananza disperdendosi in minuscoli frammenti di polvere.
Con un respiro profondo e consumando le ultime energie Pandora torna indietro, tenendo stretto Glaruk a sé.
Riapre gli occhi e sono di nuovo nella stanza, il corpo dell'Uruk trema ancora ma gli occhi sono tornati vigili, coscienti.
Lo osserva per assicurarsi che stia bene, annuendo compiaciuta*
È tutto finito, Glaruk, quello era il passato*
Si accascia a terra, sfinita, mentre si concentra per recuperare le forze*
Molte cose può mostrare un Palantiri..cose che furono, cose che sono...e cose che potrebbero essere.
*Quella figura era Mairon, ai tempi della terza era... questo deve essere il suo Palantiri dunque, il terzo che si suppose andò distrutto con il crollo di Barad-Dur...*
 

Coralith
*Non capisce bene quello che sta succedendo, ma se ne tiene discosta comprendendo bene che quella è una cosa che non le compete e su cui non può agire. Lei non è nata su Arda, non sa nulla della cosmologia e della mitologia locale, quindi lascia che Pandora si occupi di tutto. Vede che la sua amica è sfinita, dopo essersi occupata di Glaruk, e si siede per terra vicino a lei prendendole una mano per dimostrarle la sua vicinanza...il giovane uruk sembra essersi ripreso, fortunatamente, e ora c'è da occuparsi di lei.*
- Pandora....va meglio? - *si volta preoccupata verso di lei* - Vuoi andare a stenderti? Non pensare più a quell'aggeggio, non ho capito bene cosa sia ma non lo voglio sapere...fossi in te lo nasconderei nel posto più segreto di Minas Morgul, e me lo dimenticherei. A meno ovviamente che tu non sappia già cosa farne o come utilizzarlo, ma secondo me deve essere tenuto ben lontano da tutti, e tranne noi che eravamo qui nessuno dovrà sapere della sua esistenza...Glaruk, hai capito? Non dire a nessuno, ma proprio a NESSUNO. di questa cosa... -
 

Glaruk
*Torna al presente con un sussulto, il corpo ancora scosso da un forte tremore e brividi di un freddo che è dato dal residuo di paura.
Eppure un'emozione potente si fa strada nel suo cuore, riconoscenza e adorazione per Pandora che è accorsa in suo aiuto e lo ha salvato *
Grazie mia signora, non dimenticherò mai questo giorno
*Le sussurra avvicinandosi e prendendole l'altra mano con gesto reverente e deponendovi un bacio che esprime una tale emozione da fargli vincere la sua abituale ritrosia.*
Certo signora Coralith, non dirò nulla a nessuno, i miei compagni sarebbero curiosi e non voglio che vedano quello che ho visto io
*Promette serio il giovane uruk mentre un ultimo brivido gli scorre lungo la schiena*
Mi permetto di dirmi d'accordo con la signora Coralith. Quella palla dev'essere nascosta a tutti.
*Dice mentre man mano riguadagna la sua compostezza.*
Volete stendervi nella vostra stanza e riposare un poco mia signora, vi posso portare, sarebbe un onore
*Propone con adorante imbarazzo arrossendo leggermente*
 

Pandora
*Non riesce a trattenere un sorriso alle parole di Glaruk, mentre stringe con affetto la mano di Coralith*
Grazie, starò bene presto, non ti preoccupare... è che usare i miei poteri mi toglie energie
"E mi lascia anche con una bella emicrania di qualche ora ma vabbè"
*Poi china il capo osservando la sfera la cui forma si intravede da sotto la stoffa del vestito*
Queste pietre, chiamate Palantiri o pietre veggenti, sono state create da ..un genio folle, diciamo, ere fa
Sono state create per servire semplicemente come mezzo per comunicare da una parte all'altra della terra di mezzo, in un'era in cui non esistevano holocall o simili..
Poi però purtroppo
*Sospira mentre si perde nei ricordi*
C'è stato chi...chi non ne ha fatto buon uso.
Chi le ha corrotte all'oscurità
Di per sé sarebbero state innocue, come un'holophone.
Comunque sì, va nascosto, concordo con voi
Neanche io so se sarò in grado di usarlo da subito, mi servirà allenamento e concentrazione.
Anche se mi piacerebbe trovare un modo di analizzarlo in sicurezza, chissà se può esserci qualcosa in esso collegato in qualche modo alla tua materia Coralith, che dici?
*Osserva guardando l'amica*
Lo nasconderò subito
*Dice alzandosi lentamente*
A che punto siamo con i laboratori? E Glaruk bisogna mandare qualcuno a fare ulteriori provviste.
*Evita di specificare per chi tanto sa che lui ha capito benissimo a cosa si riferisca.
Se continua così quello che non servirà da laboratorio servirà come camerata...*
 

Coralith
*In attesa che Pandora si riprenda completamente o quasi, resta qualche minuto in silenzio soppesando le sue parole e riflettendo con attenzione*
- Si, alla fine dovremo nasconderlo, ma forse si potrebbe aspettare...Per ora non perdiamolo di vista, questo..."palantir"...e non appena ti sarai rimessa completamente vorrei fare un esperimento - *La guarda, conscia della potenziale pericolosità di quello che ha intenzione di chiederle*
- Questo oggetto è stato costruito su Arda. E' stato, da quanto mi dici, modificato e corrotto da qualcuno appartenente a questo pianeta...ma originariamente era solo un mezzo di comunicazione. Glaruk ha visto in quell'oggetto qualcosa appartenente ad Arda, che l'ha terrorizzato perché fa parte di qualcosa che conosce essendo nsto qui. Ma io? Io sono una Mon Calamari, appartengo ad un altro pianeta, non ho nulla in me che mi colleghi ad Arda, a parte degli amici - *stringe di più la mano di Pandora e fa quello che per una Mon Clamari rappresenta un sorriso*
- Quando starai bene, vorrei provare a guardarci dentro....mal che vada, farai per me quello che hai fatto per Glaruk -
 

Glaruk
*Si è appena ripreso dal terrore vissuto prigioniero nelle spire oscure del Palantiri.
Il fatto che Pandora tenga la sfera coperta lo rassicura e sussulta sorpreso e preoccupato alle parole della Mon Calamari*
Signora Coralith, siete sicura? Quell'affare è terrificante.
Non so se è una buona idea
*Osa avanzare la sua obiezione con tono nervoso, temendo che lei possa trovare offensive o impertinenti le sue parole.*
Vado a controllare e dare istruzioni mia signora
*Risponde a Pandora con un inchino e velocemente esce dalla stanza per correre sia a vedere se i laboratori sono già operativi e soprattutto di mandare una squadra o due a fare incetta di provviste.
Se tutti i parenti e amici li raggiungeranno la popolazione uruk di Minas morgul triplicherà come minimo.
Forse, pensa con una punta di preoccupazione, ho forzato un po' troppo la mano a Pandora. *
 

Pandora
*Riflette pensierosa sulla richiesta di Coralith, mentre osserva compiaciuta come Glaruk si stia affrettando ad eseguire il suo compito, stringendo ancora la veste attorno al globo*
Non appartieni ad Arda, vero. Ma appartieni come tutto l'universo alla Creazione dell'Uno, Iluvatar.
Quindi... potresti vedere qualcosa, sì, potresti
*Sospira, indecisa. Da una parte la preoccupazione che qualcosa di brutto possa accadere alla sua amica scrutando il globo, dall'altra la curiosità di un possibile studio sul Palantiri la tenta moltissimo, erano millenni che sognava di averne uno a disposizione...*
Va bene allora, d'accordo.
Recupererò le energie presto, se vuoi già stasera potrai guardarlo, ed io sarò con te.
*Poi un dito sul mento, mentre pensa e riflette, gli occhi che guardano un punto indistinto in alto*
Non mi avevi parlato di quel rilevatore di non-particelle? Potresti tenerlo con te mentre guardi e così già stasera potremmo iniziare qualche ricerca...e...un localizzatore anche, si ..se qualcosa si vede nella pietra veggente è perché c'è un'altra pietra da qualche parte che riceve.
Potrebbero non funzionare entrambi i dispositivi, sia chiaro e noi fare un bel buco nell'acqua.
Ma se non tentiamo, non sapremo mai, giusto?
*Le brillano già gli occhi al pensiero, mentre rivolge uno sguardo di complicità alla Mon Calamari.
Ha davvero trovato la creatura giusta.
Assetata di sapere e disposta a mettersi in gioco per la conoscenza*
 

Coralith
- Certamente...Ho trovato in un armadio un rilevatore che posso facilmente modificare per renderlo attivo alla negatività molecolare. Non mi ci vorrà più di una mezz'oretta... -
* E' eccitatissima al pensiero di provare a guardare nel Palantir, del resto sa che qualsiasi scoperta scientifica si basa, dopo la necessaria teoria, sulla sperimentazione...ed è quello che vuole fare, sa di correre dei rischi ma ne ha già corsi così tanti, in vita sua, con le sue ricerche...Le sembra che Pandora si sia ripresa, e la guarda con l'analogo di un sorriso mentre va a prendere l'apparecchiatura di cui ha parlato. La sinergia che si è sviluppata tra di loro è perfetta, sa che insieme potranno fare grandi cose.
Poco dopo torna con lo strumento, che posa su un bancone e su cui comincia a trafficare*
- Ci serve ancora il localizzatore...Glaruk, per piacere, puoi andare a prenderne uno? Passami il Palantir ben coperto, lo tengo io... - *L'uruk sparisce per eseguire l'ordine, e lei resta appoggiata di schiena al bancone tenendo saldamente in braccio il fagotto*
- Caspita, quanto pesa questo coso...ha una massa notevole!... Beh, cara, non appena torna Glaruk io finisco con il rilevatore poi quando vuoi possiamo cominciare. Voglio solo che tu ti sia ripresa completamente, non dobbiamo correre troppi rischi -
 

Glaruk
*Il giovane uruk ha controllato lo stato di allestimento dei vari laboratori, dato qualche istruzione qua e là ai compagni perché qualche cosa fosse sistemata in maniera più pratica o più ordinata in base all'uso.
Ha istruito altri per la preparazione di camerate per l'accoglienza dei rifugiati e ora, con il localizzatore stretto al petto con attenzione, sta tornando indietro.
È preoccupato per la Mon Calamari, teme che anche lei possa rimanere intrappolata nella oscura magia della sfera.*
"Non augurerei una cosa simile nemmeno al mio peggior nemico. Bè, forse a qualcuno sì. Ci restasse dentro mica sarebbe male"
*Pensa con un guizzo di ribelle divertimento senza però nemmeno osare sillabare nella mente il nome oscuro che è tornato a portare il terrore nel mondo*
Eccomi signora Coralith
*Posa il localizzatore sul bancone e lo prepara.
Guarda con un brivido di profondo disagio la sfera occultata dalla stoffa che la Mon Calamari sembra reggere a fatica.
Eppure sa già quale sia il suo dovere*
Datela a me signora Coralith, è troppo pesante perché la reggiate a lungo
*Si offre cortesemente anche se il tono suo malgrado tradisce il nervosismo che prova*
 

Pandora
*Sul volto di Glaruk sono stampate a chiare lettere terrore e preoccupazione, ma nonostante ciò si offre di reggere la sfera
Avverte molta ammirazione in quel momento per il suo assistente e ne sorride compiaciuta
Gli si avvicina posandogli la mano sulla spalla, gesto che ha notato spesso lo calma*
Stai tranquillo... sappiamo bene che è rischioso ma sappiamo anche meglio quanto sia importante riuscire a capire cosa si nasconda nella pietra
Può esserci di grande aiuto se gestita bene o darci preziose informazioni su ciò che ancora non sappiamo.
Tu piuttosto sai cosa dovresti fare, prima dell'esperimento?
Reclutare qualche volontario tra gli Uruk che sono arrivati ultimamente per un piccolo prelievo di sangue.
Gli uruk presenti sicuramente hanno già sviluppato qualche forma di anticorpi, ma dobbiamo sapere come reagisce l'organismo degli ultimi arrivati.
Servono vaccini il prima possibile.
Quando li hai trovati e fatto prelievo, mandalo ad esaminare in lab3 e poi torna qui se vuoi.
Se non te la senti capiremo, se invece vuoi esserci ti basterà non guardare nella sfera, resterai girato verso il muro e ti volterai solo quando ti chiamerò, intesi?
Coralith, io sono quasi pronta
*Dice sgranchendosi ironicamente gambe e braccia come prima di un allenamento*
E.. vediamo se riusciamo ad entrare un po' nella tua essenza, caro, antico, volubile e folle Palantir...folle esattamente come quel folle del tuo artefice
 

Coralith
*Fa una risatina, per nulla preoccupata per quanto si accinge a fare. Si rende conto di essere parecchio incosciente, ma sa di aver messo da anni la ricerca scientifica al primo posto tra gli interessi della sua vita...In un certo senso qualsiasi nuovo esperimento ha in sé qualcosa di esaltante, e non vede l'ora di guardare dentro il manufatto*
- Su, su, diamoci sotto...vediamo che succede, Glaruk ha preparato tutto - *dice* - piuttosto fissiamo per terra questo coso, non vorrei che rotolasse di nuovo dappertutto - *Si siede per terra posando davanti a se il fagotto* - Apro? - *chiede, eccitatissima, e senza neanche aspettare una risposta scopre la Pietra Veggente...*
- Mh...niente di orribile, per ora...vedo solo oscurità. Però è strano, sembra un'oscurità "viva", c'è qualcosa che si muove. Ah, ecco...il buio si dirada, si vede un luogo molto alto, potrebbe essere una stanza in cima ad una torre. Oh...un respiro. Profondo, peggio di quello di Vader attraverso la maschera. Credo che anche tu conosca il Signore dei Sith, vero?...Aspettiamo ancora, vediamo se lo scenario cambia. No...ma l'Oscurità mi ha visto, sento che mi guarda e osserva in giro, per quanto il buio abbia occhi per guardare. Ma non provo paura, anzi, l'Oscurità ha visto qualcosa vicino a me che l'ha, per così dire, "ammorbidita". Non capisco...Credi che basti per oggi o aspetto ancora? Comunque nessun effetto negativo, forse perché sono di una razza estranea ad Arda -
*Si sente un po' stanca e anche se Pandora non le ha ancora risposto sta per distogliere lo sguardo dalla pietra quando la sentì...Una voce...profonda, gutturale, come se uscisse dagli abissi del tempo. Questa volta non se lo aspettava, ed ha uno scatto all'indietro, sorpresa e spaventata.*
- Chiedile se mi è sempre fedele -
 

Glaruk
*Seguendo le direttive di Pandora il giovane uruk esce nuovamente dalla stanza e va a cercare il primo gruppo dei nuovi arrivati.
Li trova raccolti nella sala di svago in attesa di avere assegnata una stanza man mano che vengono approntate*
Amici, fratelli uruk, la mia signora chiede se qualcuno di voi si offre volontario per un prelievo di sangue. Servirebbe a creare un vaccino per il virus.
*Sebbene titubanti in diversi alzano la mano. Probabilmente sentono di doversi rendere utili per paura di essere cacciati se fossero in troppi. Ma al momento non c'è tempo di andare per il sottile. Penserà più tardi a rassicurarli sulla genuina gentilezza della sua signora.*
"Ora che ci penso, potrebbero arrivare anche rifugiati contagiati"
*Senza perdere tempo si affretta e va ad allertare il gruppetto di uruk che sta allestendo i laboratori di selezionare anche stanze capienti da allestire a ospedale e di cercare tra i nuovi arrivi chiunque abbia qualche genere di competenza medica e preparare un presidio.*
"Spero che Pandora approvi"
*Per quanto spaventato e nervoso però non vuole lasciarle sole ad affrontare la sfera.
Rientra giusto in tempo per vedere la Mon Calamari fare uno scatto all'indietro.*
Che succede? Signora Coralith?
*Chiede incerto volgendo lo sguardo a Pandora in cerca di indicazioni*
 

Pandora
*Siede concentrata e tesa accanto alla Mon Calamari, cercando di cogliere sul viso ogni minimo mutamento di espressione che possa far intendere difficoltà, pronta ad intervenire
Ma tutto sembra procedere per il meglio, il localizzatore lampeggia raccogliendo i dati, chissà se il rilevatore anche se sta funzionando... freme dalla curiosità ma cerca di mantenere la calma, non vuole compromettere la raccolta di informazioni e segnali con vibrazioni nervose.
Poi mentre aspetta lo sente.
C'è lui, dall'altra parte della sfera, il suo Maestro è lì... sarà passato presente..o futuro?
Speriamo presente... c'è molto bisogno in Arda di un po' di ordine e ristabilimento di ruoli, oltre che di qualcuno abbastanza illuminato di ragione da riuscire a guardare avanti.
Improvvisamente vede Coralith trasalire spaventata e gettarsi all'indietro, istintivamente la sostiene posandole una mano dietro la schiena.
Il contatto con il corpo della sua amica, con i suoi sensi ancora allertati dall' intervento su Glauruk, le fa percepire con le sue orecchie quello che lei sta sentendo in quel preciso momento...
Un sorriso si dipinge sul suo viso*
Rispondi di si. Digli: sempre fedele, Maestro
*Le sussurra all' orecchio
Alza poi il viso verso Glaruk che le guarda preoccupato, facendogli un cenno col capo ed unendo pollice ed indice della mano in un cerchio, a far intendere che va tutto bene
Hanno scoperto quel segno con le dita durante la loro gita su Coruscant, quando hanno incontrato viaggiatori che sostenevano di aver visto il futuro e che lo chiamavano okkei se ricorda bene ...*
 

Coralith
*Si riprende presto da quel piccolo shock, del resto quella voce era una cosa che non si aspettava...Guarda Pandora, che sorride. Ha udito anche lei, sembra che la sua amica sappia cosa sta succedendo e di chi è quella voce ultraterrena. Prende coraggio, punta gli occhi alla sfera e risponde.*
- Si...Pandora dice "Sempre fedele, Maestro" - *Non sa che altro fare, la sfera ora tace, ma l'oscurità al suo interno persiste. Guarda Pandora, incerta e decisamente emozionata...non vede l'ora di controllare cosa hanno registrato le apparecchiature.*
- Pandora, cosa facciamo? - *Vorrebbe chiederle CHI ha parlato attraverso la sfera, perché mai lei l'ha chiamato Maestro, ma ha l'impressione che dovrebbe tenersi al di fuori di quella storia che riguarda solo Arda, e Potenze al di fuori dalla sua comprensione. Ha una gran voglia di coprire nuovamente il Palantir e di non pensarci più per un bel po', ma la curiosità è davvero tanta.*
- Pandora....di chi era quella voce?... - *Non sa se l'amica le risponderà, e se non lo farà andrà bene lo stesso.
Ma solo ora, al termine dell'esperimento, si accorse di tremare leggermente e di sentirsi un po' spaventata da quello che è successo.*
 

Glaruk
*II giovane uruk trasalisce di paura quando realizza Chi ha parlato attraverso la Sfera.
Teme che l'arrivo di colui che è ancora l'incubo che infesta i sonni degli uruk da intere ere sia sempre più imminente.
E solo il gesto e il sorriso che Pandora gli rivolge per rassicurarlo lo ancorano al presente e alla certezza che Lei sia l'unica loro speranza di salvezza*
"Pandora ha detto che ci proteggerà e io ho fiducia in lei"
*Con questo pensiero in testa le rende il gesto imparato su Coruscant, quasi un segnale segreto con cui comunicare che ha compreso*
"La signora Coralith sembra scossa"
*Tuttavia indicando con gli occhi la Mon Calamari che ora ha iniziato a tremare leggermente il giovane uruk propone sollecito*
Tutte queste emozioni direi che meritino un buon thè e qualche tramezzino.
*Guarda Pandora per ottenere la sua approvazione.*
E forse è meglio mettere al sicuro la sfera fino alla prossima volta. Direi che fare esperimenti sia stancante in questo caso
 

Pandora
Credo che sia un'ottima idea ..pausa, riposo e qualcosa da mangiare, grazie mille Glaruk
*Dice prendendo la sfera e coprendola con un lembo del vestito*
Intanto che mangiamo vediamo i dati raccolti e se è il caso di settarli diversamente, poi vorrei guardare io stavolta, ma ho bisogno di concentrarmi un attimo...
Coralith come stai? Tranquilla, passa presto
*Le sorride mentre le tocca un tentacolo trasmettendole un po' della sua energia*
Ti è piaciuta come esperienza? Sicuramente più interessante di una fredda chiamata in holo suppongo
*Ridacchia servendosi del tè e di un tramezzino che il lesto uruk ha già prontamente approntato davanti a loro.
È un po' come fare un picnic, pensa divertita vedendo come si sono sistemati a terra.
Guarda la sua amica e le sembra di vedere il viso riprendersi un po'*
È molto stancante guardare il Palantiri se non si possiede sufficiente energia mentale
Perché è stato creato da un Eldar per comunicare con altri Eldar
*Poi chiede a Glaruk come è andata con i prelievi, annuendo soddisfatta nel sapere la partecipazione*
Ottimo, speriamo che almeno il vaccino per gli uruk sia pronto entro domani..non perché sia di parte eh
*Sghignazza ironica lasciando intendere che si... è di parte*
Ma anche perché se iniziamo ad ammalarci qui non avremo sufficiente personale per lavorare agli altri vaccini
*Poi con un sospiro si rivolge a Coralith, raccontandole succintamente la storia di Arda, dagli inizi della Creazione fino alla guerra d'Ira e al confinamento di Melkor nel vuoto*
Quello che hai visto, che ti ha parlato... è lui.
È stato mio Maestro per molti secoli, da lui ho appreso tanto...ed ora è tornato, non so come ma è tornato.
*Si rilassa mentre sorride rassicurante a Glaruk*
E voi, ripeto, non temete.
Farò tutto ciò che è in mio potere per proteggervi, non tradirò la vostra fiducia così come voi non avete mai tradito la mia.
Ma dubito fortemente che gli uruk siano l'interesse di Melkor, al momento...se lo conosco bene avrà molto da sistemare altrove
*Dice mentre uno scintillio cupo e sadico le brilla negli occhi scuri*
"Peccato solo che mi perdo lo spettacolo..."
 

Coralith
- Glaruk, se tu non ci fossi bisognerebbe inventarti!...Che meravigliosa merenda! Grazie! Devo ammettere di essere un po' provata da questa esperienza - *Fa i complimenti al giovane uruk che ancora una volta si dimostra premuroso, gentile e capace. Si sta riprendendo, ed ascolta piena di interesse le spiegazioni di Pandora. A dire il vero non sa cosa pensare...quel Melkor, anche da quanto ha visto lei nel Palantir, dovrebbe rappresentare il Male puro, ma se è stato il Maestro di Pandora, stenta a crederlo.
Mentre sorseggia lo splendido thé di Arda, le viene da chiedersi cosa significa l'espressione di Pandora "Peccato solo che mi perdo lo spettacolo...". Indubbiamente succederà qualcosa, nel breve futuro, ed è divertita dal fatto che la sua vacanza, invece di essere un periodo di studio, riposo e relax come si preannunciava, stia diventando una vera avventura...
- Ora sto bene, sì...è stato solo molto stancante - *dice a Pandora* - Cara, mi raccomando...anche tu, non fare cose avventate. Come hai detto ora controlliamo i dati, poi vedi tu se devi guardare nella sfera...comunque tu sai come stanno le cose, e sai cosa fare. Non voglio solo che tu corra pericoli -
 

Glaruk
*Arrossisce per i complimenti schermendosi con palese imbarazzo, ma gli occhi gli brillano di orgoglio per le lodi e soprattutto di assoluta fiducia alle parole di Pandora.*
"Speriamo che altrove abbia modo di sfogarsi"
*Pensa il giovane uruk pur sentendo una punta di rammarico e vergogna.
Ma in tempi oscuri il vecchio detto mors tua vita mea diviene veramente il metro della possibilità di sopravvivere. E alla vita, è inutile dirlo, il giovane uruk tiene eccome.*
Mia signora!! Aspettate!! E se la sfera vi intrappolasse? Noi non siamo in grado di fare quello che avete fatto voi!
*Esclama spaventato nel sentire Pandora progettare di affrontare la Sfera.
Il suggerimento della Mon Calamari è sensato, prima è bene controllare i dati.
Velocemente e con cura sgombera i resti della merenda e sistema in modo che possano rivedere i dati. È chiaro che la sua signora è impaziente di provare lei stessa in prima persona*
"Ah i ricercatori!"
*Pensa con un sorrisetto, in fondo beh consapevole che anche lui avrebbe provato gli stessi sentimenti se non avesse provato quell’agghiacciante terrore *
 

Pandora
Uh non preoccuparti per me Glaruk, non mi creerà alcun problema, sono una Maia.
Grazie però del tuo pensiero
*Gli sorride facendogli una breve carezza sul viso*
Si si, assolutamente prima i dati
*Controlla con Coralith, gli impulsi rilevati dal localizzatore non le riservano alcuna sorpresa sulla locazione... Barad-Dur, ovviamente.
Pensosa riflette...da dove potrebbe essere arrivato per sbucare a Barad-Dur? Perché sicuramente non è stato liberato... poi un pensiero improvviso le sovviene, la porta della stanza segreta di Mairon!! Ma certo, dava nel Vuoto e la spada laser del Signore dei Sith l'aveva lasciata aperta...ogni tanto anche Measse fa la cosa giusta allora, sogghigna divertita.
I dati del rilevatore intanto vengono prontamente inviati da Glaruk al computer decriptatore, ci vorrà qualche minuto ancora per vedere eventuali risultati... intanto ora è più curiosa che mai di guardare finalmente anche lei nella sfera.
La solleva con una mano tenendola dritta di fronte a sé, scrutando curiosa ed attendendo...sul momento nulla, poi dal centro della pietra sembra nascere una luce, come una stella di una galassia lontanissima...attorno alla luce si delinea qualcosa
Pandora corruga la fronte mentre l'immagine diventa via via più nitida ..*
Vader: *Il mondo cambia improvvisamente.
Dapprima, sembra crollare su se stesso, come se la realtà fosse scossa da un titanico terremoto capace di annientare qualsiasi cosa si trovi nelle vicinanze. A quella visione catastrofica, segue un pallido bagliore, che nell’oscurità di una notte senza stelle comincia a diventare sempre più intenso, creando una patina bianca tutt’attorno.
Poi… crepe color pece cominciarono a diramarsi su quella pallida superficie, trasformandola in un mosaico spezzato. Frammenti grandi come montagne crollano in mezzo alle spettatrici, infrangendosi come lastre di vetro e lasciando il posto ad un sistema solare in miniatura.
Ci sono pianeti, lune, satelliti, stelle lontane… e dopo qualche istante di assoluta immobilità, un’ombra cala su quei corpi celesti. Un’alta figura d’ebano, con il volto coperto da una maschera scheletrica illuminata da orbite rosso sangue.
Nella mano destra regge qualcosa… un oggetto vermiglio che brucia più intensamente del sole stesso. Viticci neri cominciano a diffondersi dalla misteriosa figura, avvinghiandosi attorno ai pianeti, inglobandoli, rendendoli corpi sferici di nera pece… quasi li stesse trasformando in un’estensione di se stesso… come se li stesse divorando…*
 

Coralith: *E' piuttosto preoccupata, ma lascia ovviamente che Pandora gestisca a modo suo il Palantir...Sa cos'è quella strana sfera, sa come funziona. Ma la vede corrugare la fronte...Coralith non sa cosa sta vedendo la sua amica, di certo non quello che ha visto lei, ma per la Mon Calamari questa volta la sfera resta vuota ed inerte. *
- Glaruk, hai inserito nel computer tutti i dati? Quando saranno pronti i risultati? - *chiede al giovane uruk, che osserva la sua maestra alle prese con il Palantir in silenzio ma senza riuscire a mascherare la sua preccupazione.*
- Caro ragazzo, stai tranquillo, Pandora sa bene cosa sta facendo, lasciamola tranquilla - *cerca di calmarlo e, dopo aver controllato che la sua amica non dia segni di sofferenza, si avvicina alla strumentazione. Prende in mano il nastro con i dati che sta uscendo dalla stampante e gli dà un rapido sguardo, scorrendo le cifre ed i simboli. Ed improvvisamente si blocca, trattenendo il respiro...Non è possibile! Non riesce a credere che la risposta ad anni ed anni di studio potrebbe infine trovarsi in una boccia di vetro costruita nella notte dei tempi in un pianeta per lei alieno...*
 

Glaruk
*Da lontano la Sfera resta oscura, non sa cosa stia vedendo la sua signora ma è teso per l'ansia mentre la osserva in silenzio, timoroso di disturbarla e ancora di più di non individuare un possibile segnale di stress o che indichi qualcosa che non va.
La voce della Mon Calamari lo distrae e il giovane uruk si ricompone e si mette coscienziosamente a controllare i dati per essere sicuro di non avere fatto errori.*
Stanno uscendo ora signora Coralith
*Resta perplesso quando ella si blocca fissando la pagina con l'espressione basita di chi sta avendo una epifania*
Signora Coralith? Tutto bene? Ho forse fatto un pasticcio?
*Chiede preoccupato di aver fatto perdere dati preziosi e di deluderle.*
 

Pandora
*La luce che brilla in fondo alla sfera improvvisa esplode come in un collasso cosmico, senza alcun rumore, lasciando intorno a lei vuoto e infinito...il velo della realtà si sgretola, cadendo come frammenti di vetro di in bicchiere rotto.
Intorno a lei??
Pandora si guarda attorno, allibita: come in un sogno vede se stessa a terra con in mano il Palantiri, vede Coralith e Glaruk chiacchierare davanti al rilevatore...alza gli occhi, contemplando una terribile e meravigliosa visione di un sistema solare che ruota tutto sopra di lei, trattiene il respiro quasi per non rovinare quell'incanto.
Di colpo lo vede. Arriva come un drappeggio di oscurità che si abbatte sul sistema...una figura a lei nota appare.
È il Signore dei Sith, Vader.
Pandora lo conosce bene di fama, dai racconti in egual misura tra entusiasti e terrorizzati di chi lo ha visto in azione.
Lei personalmente l'ha intravisto solo di sfuggita, a Barad-Dur quando venne a liberare Measse, ma la sagoma è unica ed inconfondibile.
Oscuro, terribile e ammantato di potenza.
Socchiude gli occhi per vedere meglio cosa lui tenga in mano, una luce rosso intenso pulsante come una stella in procinto di implodere: che artificio è mai quello che sembra fungere da tramite e legame tra il Sith e i pianeti? Rovi di pece sembrano dipartirsi dal suo corpo ed inglobare ogni cosa attorno ... Pandora avverte un fremito di paura e meraviglia.
Qualsiasi cosa sia quello che sta vedendo, deve essere qualcosa di terribilmente potente.
La sua mente scientifica cerca di memorizzare ogni dettaglio della visione, prima di vederla dissolversi come nebbia al sole ..
Un istante dopo avverte di nuovo il peso della sfera nella sua mano .. è tornata.
Stranita distoglie lo sguardo dal globo ormai spento, fissandolo su Coralith e Glaruk*
Ho visto...un possibile futuro, almeno credo
*Dichiara con voce bassa e grave, mentre pensa quanto sarebbe interessante poter scambiare conoscenze scientifiche e tecnologiche con qualcuno come Vader, se solo non fosse anche lui un tirapiedi di Measse come quell'inutile Emrys..*
"Che fine ingloriosa per il Comandante dei Sith"
*Pensa scuotendo la testa*
 

Coralith
- No, no, Glaruk...anzi, hai fatto un ottimo lavoro! - *Mentre è ancora attonita e basita da quanto ha letto nel flusso di dati, percepisce improvvisamente su di sé lo sguardo di Pandora. Sembra stia bene, è rimasta per molto tempo a guardare nel Palantir ma a quanto pare ora la visione è finita, e fortunatamente la sua amica sembra non averne risentito in alcun modo.*
- Va tutto bene? Sei stanca? - *Accorre vicino a lei sempre stringendo il nastro dei dati in mano. Non lo poserebbe da qualche parte per nessuna ragione al mondo, è troppo prezioso... Non vede l'ora di parlare con Pandora di quello che ha scoperto, ma aspetta che sia lei a raccontare cosa ha visto nel globo, se vorrà farlo...*
- Un possibile futuro?... - *E' incuriosita. Potrebbe anche darsi che il Palantir abbia una funzione pandimensionale alternativa e temporale, che mostri cose che si verificheranno solo in base al concetto di azione/reazione...Ha la testa che le scoppia. Troppe cose tutte assieme...Si sfrega la testa con una mano* - Ho...bisogno di stendermi... - *sorride rassicurante a Pandora e Glaruk* - Tranquilli, sto bene, devo solo riposare un po'. Poi dovremo parlare... -
 

Glaruk
*Sospira di sollievo nel vedere Pandora riscuotersi e posare la Sfera.
La signora sembra stare bene anche se ha uno sguardo a metà tra il malinconico, il meravigliato e il deluso assieme.*
"Forse sperava di vedere il suo Maestro. Meglio così secondo me"
*Le parole della Mon Calamari però sono alquanto sibilline, e aprono scenari assai preoccupanti. Se davvero pensare un'azione consultando la Sfera potesse dare una previsione del risultato finale di tale azione*
Oh mio Dio!
*Borbotta io giovane uruk. Nelle mani sbagliate potrebbe essere un'arma terribile.
E forse, persino pericolosa per qualche affamato di conoscenza. Potrebbe portare a mettere in secondo piano la prudenza fidarsi troppo delle previsioni di quell'artefatto spaventoso*
Mettiamola al sicuro. Penso che per oggi sia meglio smettere e riposare
*Si chiede cosa la signora Coralith abbia da dire loro, ma non oserebbe mai insistere per farla parlare quando è evidente che abbia bisogno di tranquillità e riposo*
Venite signora Coralith, vi accompagno alla vostra stanza e mi assicurerò che abbiate tutto il necessario a riposare e riprendervi
*Offre il braccio con cortesia, sempre servizievole e attento.*
 

Pandora
*Sembra riscuotersi dalla visione che ancora adesso le sembra di vedere nitida e vivida, accorgendosi della sua amica tremante e visibilmente ancora scossa*
Oh Numi, cara...si si, hai bisogno di riposo, te lo avevo detto che poteva essere davvero sfiancante guardare nella sfera.
Glaruk occupati tu per favore di accompagnarla a riposare e falle portare qualcosa da mangiare, metti qualche goccia di Vigorilla dentro
*Sua personale invenzione a rapido effetto rinvigorente, poche gocce e recupero forze immediato...che in effetti avrebbe potuto mandarne un po' a Mairon ma la cosa le sovviene solo ora .. vabbè, pensa facendo spallucce, tanto lui recupera benissimo da solo
Osserva attenta il nastro del rilevatore che Coralith sembra tenere come un tesoro, chissà cosa ha scoperto...non vede l'ora di saperlo, ma dovrà pazientare che la sua amica stia meglio, anche se sarà durissima attendere.*
Vai tranquilla a riposare adesso cara, quando starai bene ti racconterò tutto ciò che ho visto e tu mi dirai di ciò che abbiamo scoperto
*Dice mentre Glaruk si occupa di scortare la Mon Calamari nella sua stanza.
Poi appena sola crolla su una sedia, pensosa.
A mente adesso fredda e lucida rivede passo passo e analizza di nuovo la visione, immagine dopo immagine...quella luce tra le mani di Vader doveva essere un artificio in grado di estendere il suo potere al cosmo? O in grado di farlo diventare un tutt'uno con esso?
In grado di influenzare semplicemente la fisica planetaria o anche di dominarla ..?
Tutte le ipotesi erano ugualmente e tremendamente affascinanti ai suoi occhi
Non aveva dubbi su quali terribili effetti potessero accadere, la visione dei pianeti intrappolati come un passero in un cespuglio di rovi era fin troppo chiara..
Il Palantiri aveva mostrato qualcosa che sarebbe potuto accadere o che stava per accadere?
In ogni caso la curiosità era troppo forte, doveva sapere .. non le restava che un modo per iniziare la sua indagine, contattare Measse per aggiornarla sui vaccini e riuscire ad avere qualche informazione su dove si trovasse ora Lord Vader e cosa stesse facendo...
Prende la sfera avvolgendola in un panno e poi in un vecchio baule, mettendosi in tasca la chiave.
Avrebbe anche lei riposato un attimo e poi avrebbe chiamato Measse, questa volta forse meno malvolentieri del solito…
 

Minas Tirith, palazzo del Re
 

Inmwe
*Dopo aver compiuto il giro delle case di guarigione cercando rimedi ed erbe medicamentose e nello stesso tempo assicurandosi che si stesse facendo tutto il possibile per i feriti e dopo aver purtroppo contato i morti ..tanti, cittadini di Minas Tirith e assalitori ..tutti morti allo stesso modo, torna verso la stanza di Mairon.
Non si sente stanca adesso, anzi sembra che l'adrenalina della battaglia scorra ancora in lei
Si sente molto giù però, speriamo che Mairon nel frattempo abbia recuperato le forze ..
Apre piano la porta, timorosa di ciò che potrebbe vedere ..e vede Mairon, steso a letto che sembra dormire con Adar e Myrelyn vicino a lui
Si avvicina tremante, non osa quasi dirlo...*
Dorme ..vero? Vero che dorme soltanto?
 

Adar/Maglor: *Adar allunga una mano e la poggia sul polso dell'Oscuro Signore, per assicurarsi che sia ancora vivo... o meglio, che il suo spirito non abbia abbandonato questo corpo per ricongiungersi ai Valar e al resto dei loro cagnolini.
Con suo sollievo, avverte il battito cardiaco sottostante, e così si rivolge al resto degli occupanti nella stanza.*
Vivrà, ma gli ci vorrà un po' di tempo per rimettersi in sesto. Non sono un guaritore esperto, ma il mio consiglio è di lasciarlo riposare fino a domani mattina ed evitargli qualsiasi situazione potenzialmente stressante per permettere alla medicina di fare il suo lavoro senza complicazioni.
 

Myrelyn
*Si lancia tra le braccia di Inmwe e la stringe forte*
È vivo! Vivrà vedrai, gli abbiamo dato le medicine che ci ha mandato una signora di nome Pandora. Ho mandato i falchi a prenderla!
*Le racconta in fretta per rassicurarla e toglierle l'espressione tormentata dal viso. Poi si avvicina e posa la manina sulla fronte del Re.*
Prima era più pallido, l'antidoto sta facendo effetto
*Evita di dire freddo come un morto per non rigettarla nel panico*
E più tardi posso venire a cantare ancora così riposerà meglio
*E se devono lasciare dormire il Re vorrà dire che le mille domande che ha sulla punta della lingua dovranno trovare risposte da qualcun altro. Qualcuno a cui non permetterà di sfuggire.
Con quel pensiero in testa torna ad affiancarsi all'uruk.*
 

Alcare
* entra nella camera in penombra ed il suo sguardo cambia vedendo il sovrano in stato d'incoscienza nel letto. Tuttavia udite le parole di Adar , viene invasa da un senso di sollievo*
Non siate in ansia vostra maesta'. Il Re si riprendera' completamente ma ora è necessario si riposi, sarà meglio uscire.
*così dicendo esce lentamente dalla stanza e senza dire una parola va nelle cucine: sono tutti digiuni da ore quindi si mette a preparare qualcosa da mangiare.
Circa un'ora dopo torna al piano di sopra con piatti acqua, bicchieri ed una torta di verdure da dividere con gli altri*
 

Sauron: *sento la voce di Inmwe, anche se sembra lontana ed inarrivabile. Ho sentito l'amaro dell'antidoto...e la voce di Adar....Cerco di muovermi, di cercare la mano di Inmwe...ma tutto ciò che ottengo è muovere due dita. Spero lo abbiano visto...è un mio tentativo di comunicare* In.....m....we....
 

Inmwe
È vivo... è vivo, si salverà
"Singhiozza mentre lacrime di gioia e sollievo iniziano a rigarle le guance.
Ricambia contenta l'abbraccio di Myrelyn ripetendo*
È vivo!! Starà bene!
Poi si ferma e di colpo si avvicina a Mairon, sedendo dolcemente a bordo letto per non rischiare di svegliarlo.
Ha mosso le dita e l'ha chiamata nel sonno, ne è sicura...ma anche se non fosse così non ci sarebbe un altro posto al mondo ora dove vorrebbe stare che accanto a lui
Allunga delicatamente una mano sfiorandogli il viso*
Amore sono qui...va tutto bene, starai bene
*Sussurra sporgendo il viso per posargli un bacio in fronte*
Adar, hai indicazioni sul medicinale se deve prenderlo ancora ed in che dosi? E ogni quanto?
Voi andate pure a mangiare qualcosa e riposare.
Resto io qui con lui, nel caso si svegliasse
 

Adar/Maglor: *Adar riflette attentamente sulla domanda della regnante.
Visto che non è stato lui personalmente a preparare le medicine, non può essere davvero sicuro al cento per cento di come dovrebbero comportarsi... ma basandosi sulla rapidità degli effetti, riesce comunque ad elaborare una stima approssimativa.*
Applicategliela dopo che si sarà svegliato, monitorando attentamente i suoi cambiamenti fisici. Data la sua... natura, non credo che avrà bisogno di una terza dose, ma per qualsiasi problema non esitate a contattarmi.
*A quel punto, offre alla donna un rapido inchino*
Con permesso *borbotta, per poi fuoriuscire dalla stanza*
 

Myrelyn
*Mi affretto dietro ad Adar salutando Inmwe con una mano e un sorriso e appena a pochi passi di distanza dalla camera del Re non esito a bloccargli la strada appendendomi al suo braccio.*
Adar aspetta! Devo farti un milione di domande!
*Non gli do tempo di cercare di scrollarmi via che come un fiume la domanda più pressante mi sfugge dalle labbra*
Adar chi è Aiwendil? Mairon ha detto a quella signora che è mio padre. Ma il mio papà si chiama Radagast e io non so nulla di lui. Non l'ho mai visto in vita mia. Tu sai chi è?
*Il tono è implorante e la ragazzina lo guarda con gli occhioni azzurri che brillano di un misto di curiosità e apprensione a causa del mistero*
E la signora? Chi è Pandora? Come ha fatto a curare il Re?
E perché quel uruk ti ha chiamato Padre? Sei suo papà? Pensavo che i tuoi figli fossero piccoli.
*Le domande escono a raffica mentre la piccola elfa lo stringe con tutta la forza che ha per il timore che lui voglia sottrarsi all'interrogatorio.
Un attimo per riprendere fiato e un altro particolare le sovviene*
E tu Adar? Chi sei davvero? Canti come un elfo, conosco la canzone che hai cantato.
E perché devi nascondere quello strano sassetto lucente?
Adar chi è questo tizio che sta arrivando? Perché ti fa paura?
*Parole alla velocità della luce, domande a volte facili e a volte terribilmente dolorose che la ragazzina gli pone guardandolo con piena fiducia, certa che lui abbia le risposte, e inconsapevole di quali emozioni scatenino nel granitico uruk al quale è attaccata come una tellina allo scoglio*
Timorosa, come se il gesto potesse essere un passo grande e pericoloso quanto saltare un burrone, alza lentamente una mano a sfiorargli il viso deturpato dalle cicatrici in una lieve carezza*
Per favore Adar, per favore dimmelo
*Lo prega con voce sottile*
Sono tua amica Adar, ti aiuterò. E ti proteggerò con il mio canto come al vulcano. Te lo giuro.
*Promette solenne in un tono incredibilmente autorevole per una elfa così giovane e di solito ancora piuttosto infantile*
 

Sauron: *dopo quelle che mi sono sembrate ore, riesco a sentire di nuovo il calore della mano di Inmwe. Mi sto riprendendo....Pandora ha detto la verità, l'antidoto sta agendo. Presto...sarò di nuovo me stesso...Sorrido, sperando che Inmwe sia ancora accanto a me.*
 

Inmwe
Amore...amore mi senti? Non parlare, non fare sforzi ..se puoi sentirmi stringimi la mano
*Sussurra prendendogli la sua e avvicinandosi ancora di più, sfiorandogli la guancia con le labbra
Lo guarda teneramente, non si è mai sentita più vicina a lui e mai così bene come adesso che lo vede pian piano riprendersi, sorride felice.
Poi si gira verso il comodino afferrando il flacone della medicina, corruga un attimo la fronte vedendo l'etichetta quasi completamente sbiadita...beh farà come le ha detto Adar e gliela darà appena si riprende.
Poi nota un altro flacone, questo contiene pillole ..due medicine?*
 

Alcare
*entra lentamente con in mano il vassoio del cibo : nota il sollievo sul volto della regina nel vedere il marito riprendersi pian piano *
Vostra Maesta' il re ha bisogno di riposo, comprendo la vostra voglia di stargli accanto ma dovreste mangiare qualcosa
*dice posando la torta sul tavolo di fronte al letto: anche lei nota i due flaconi ma non sapendo il tipo di trattamento cui Adar ha sottoposto il re non ci fa molto caso*
 

Sauron: *le stringo la mano....quanto vorrei continuare a dormire...ma ho del lavoro da fare...devo assolutamente svegliarmi, prima che il mio potere sul popolo di Gondor svanisca del tutto. Anni di lavoro...buttati nel nulla da una ferita avvelenata. Anche la mente di Inmwe è leggermente annebbiata, ora. Non riesco a leggere bene i suoi pensieri o a comunicare con lei...* "le pillole sono per te. Per proteggerti dal virus....credo.."
 

Inmwe
Per me dunque ..
*Dice prendendo in mano il flacone ed osservando in controluce*
Va bene allora, le prenderò
*Svita il tappo e si fa scivolare due delle capsule blu in bocca, accompagnandole con un bicchiere d'acqua preso dal vassoio che Alcare ha portato*
Grazie Alcare...si, ora mangeremo qualcosa, tu hai mangiato?
*Le chiede preoccupata mentre versa in un cucchiaio un po' del liquido della prima boccetta allungandolo verso la bocca di Mairon*
Amore ..ce la fai a prenderlo? Fai uno sforzo su ..apri la bocca che arriva il Nazgul
*Ridacchia mimando il gesto di imboccare un neonato*
 

Alcare
*taglia un paio di fette di torta e ne porge una ad Inmwe *
Non ancora, se volete posso mangiare con voi: è una torta di verdure, spero vi piaccia l'ho fatta io. Inoltre non va bene prendere medicine a stomaco vuoto
*dice con un lieve sorriso *
 

Sauron: *è amaro, ma so che devo prenderlo...se voglio combattere il veleno che ancora sta infiammando il mio corpo. Apro leggermente la bocca...Riesco a comunicare solo mentalmente, per ora. Non ho nemmeno le forze per aprire gli occhi.* "grazie per ciò che stai facendo per me, Inmwe....nonostante il mio potere su di te...sia quasi nullo, ora." *è vero....ci vorrà del tempo prima che io possa corrompere Gondor...ma riuscirò. Ne sono certo. Sempre che Melkor mi lasci il controllo di Minas Tirith*
 

Inmwe
*Sospira sollevata vedendolo inghiottire, seppure con sforzo, la medicina.
Questa è la seconda dose, dovrebbe riprendersi in fretta ormai*
"Amore non mi ringraziare...senza di te la mia vita ormai non sarebbe più la stessa, ti amo...e non hai bisogno del tuo potere per me. Io sono tua comunque"
*Gli accomoda la coperta fin sotto il mento, assicurandosi che stia al caldo*
Credo per lui sia presto per mangiare qualcosa, ora ha bisogno solo di riposare.
Io invece prenderò volentieri la tua torta e ti ringrazio moltissimo di aver pensato al mangiare!
*Dice sentendo lo stomaco brontolare voglioso al profumino che si sprigiona dal piatto..*
 

Alcare
Non c'è di che, siamo tutti molto provati da quello che abbiamo passato, certo il re avrà tutto il tempo di mangiare, ho sentito che questo virus ha fatto molti morti, siamo stati fortunati
*dice prima di addentare un pezzo di torta*
 

Sauron: *sorrido ...a quanto pare, ha già le voglie. Spero capisca presto di essere incinta...avremmo molto da organizzare per l'arrivo del piccolo Feanor.* "non preoccuparti, non ho freddo. Sto bene. Devo solo riprendere le forze...e, credo...entro domattina di essere già in grado di comunicare a parole. Adar è fuori, vero?" *non percepisco la presenza del silmaril....deve essere uscito dalla stanza dopo avermi dato la prima dose di antidoto. Spero stia bene...se Melkor dovesse arrivare, lui dovrà proteggere Inmwe....*
 

Adar/Maglor: *Adar reagisce istintivamente.
La paura e il nervosismo accumulatisi nel corso delle ultime ore ruggiscono come una bestia impazzita desiderosa di liberarsi, graffiando e ringhiando le pareti della sua mente.
Sorpreso dall'assalto improvviso di Myrelyn, solleva la mano destra con tutta l'intenzione di colpirla... ma si blocca nell'istante in cui i suoi occhi terrorizzati e furiosi in egual misura incontrano quelli supplichevoli dell'Elfa, così desiderosa di risposte.
Deglutisce a fatica e abbassa lentamente la mano, rammentando a se stesso che lei non è sua nemica, che vuole solo aiutarlo... che non merita di essere ferita solo per il suo grande cuore.
Così prende un lungo respiro calmante e cerca di frenare il battito impazzito del proprio cuore.*
Mi dispiace *borbotta* sono solo un po' nervoso, non avevo alcuna intenzione di ferirti.
*La fissa seriamente, valutando l'idea se risponderle o meno. Potrebbe restare in silenzio... ma in fondo, lei non merita di essere un'altra vittima della rete di bugie fabbricata da Sauron, e così decide di accontentarla. Le deve almeno questo, dopo averla quasi colpita.*
Per rispondere alla tua prima domanda...Aiwendil era il vero nome di tuo padre Radagast. Un nome vecchio quanto il primo silenzio... poiché apparteneva ad uno dei Maia di Yavanna. Un membro della stessa razza di Mairon.
 

Myrelyn
*La mano destra di Adar si alza di scatto, minacciosa e pronta a colpirla, fortunatamente i suoi occhi pieni di paura ritrovano la lucidità in tempo per fermarsi prima di farle male*
Non mi hai colpito, sono io che dovrei scusarmi per averti preso alla sprovvista.
*Poi le parole di Adar svelano il mistero dietro la figura di mio padre.*
Maia? Tipo un semidio? Mio papà è un semidio?
*Lo guardo scioccata mentre la realtà si fa strada lentamente nella mente.*
Aspetta hai detto che Mairon è un maia come papà. Ma allora quanti anni ha? È una specie di zio?
* Altre domande a raffica.*
Ehi aspetta un minuto! Anche io sono una po' semidea? E tu? Quanti anni hai tu?
*Sconvolta sì, ma in fondo non sembra poi malaccio la cosa.*
Gli occhioni che gli punto in viso contengono altri milioni di domande ed evidente da come alza gli occhi al cielo che ha già capito che dovrà armarsi di tanta tanta tanta pazienza*
 

Adar/Maglor: *La mano di Adar scatta in avanti... ma questa volta, non per colpire la giovane Elfa, bensì per tapparle la bocca in modo stranamente gentile.*
Una domanda alla volta *la ammonisce, con tono severo* Ma sì, possiamo dire che tuo padre era una specie di divinità... e una molto vecchia, più della stessa Arda. Questo rende te una creatura molto speciale, qualcuno che cammina a metà tra due mondi... e la ragione per cui il tuo canto è così potente.
*Si tira indietro, liberandole la bocca*
Non sono vecchio quanto tuo padre, ma anche io sono un essere molto antico. Ho camminato su questa terra per millenni, visto cose che i comuni mortali non potrebbero nemmeno sognare in cento vite... io ero lì, quando Melkor e la sua bestia, Ungoliant, provocarono la distruzione degli alberi di Valinor. E sarò ancora qui quando i mortali di questo regno esaleranno il loro ultimo respiro, a meno che il fato non mi sia avverso.
 

 

Myrelyn
*Assorbe ogni sua parola ad occhi sgranati, grata che la mano gentile che le tappa la bocca impedisca alle mille domande di uscire.
Bisogna riflettere su ciò che sta apprendendo. Sia su sé stessa che su quello che le ha confidato di sé stesso.*
Grazie Adar, grazie!!!
*Irruente come sempre lo abbraccia di slancio e di nuovo, ma questa volta senza timore e con gli occhi che riflettono l'affetto per lui, gli accarezza il viso per sciogliere la tensione e il cipiglio provocati dal nominare Melkor e quello che ha visto e vissuto*
"Sono veramente una bimbetta ai suoi occhi"
*Realizza la ragazzina elfa ora comprendendo meglio la sua burbera esasperazione ai suoi scherzi e la pazienza riluttante degli inizi della loro conoscenza.*
Adar, ho ancora mille domande da farti. Ho capito che questo Melkor deve essere una pessima persona. Ma io ti prometto che sarò al tuo fianco qualunque cosa accada.
*Lo dichiara serissima, il visetto alzato a guardarlo negli occhi con tutta la testarda incrollabile sicurezza di chi ha vissuto ancora solo l'infanzia.*
"Essere mezza Maia deve servire a qualcosa."
*Un attimo e la ragazzina ha come un flash: lei schierata a scudo di Adar, gambe ben piantate a terra e braccia spalancate, davanti a una figura oscura con lunghi capelli neri svolazzanti.
Un battito di ciglia e il viso di Adar è di nuovo davanti a lei.*
"Cos'era?"
 

Adar/Maglor: *Adar sbuffa al termine usato dalla giovane Elfa, quasi divertito*
Definirlo semplicemente una “pessima persona” sarebbe alquanto riduttivo.
Ricordo ancora la prima volta in cui mi ritrovai alla sua presenza… era come svuotato. Non aveva coscienza, non sentiva, anche nel senso più rudimentale, né gioia, né amore, o la minima distinzione tra cosa fosse giusto o sbagliato. Era…Spaventoso.
*Chiude gli occhi, deglutendo al ricordo.*
Un essere con una faccia atona, bianca, completamente spenta. E gli occhi neri... occhi senza fondo. Vuoti…
*All’improvviso, una sensazione di pesantezza si abbatte sull’Uruk, come se un masso invisibile gli fosse appena caduto sulla schiena.
Sente lo stomaco contrarsi e il desiderio di vomitare, così si porta una mano davanti alla bocca.
Quella libera si stringe istintivamente attorno alle dita di Myerelyn, in cerca di conforto.*
Per i Vala… lui è qui *sussurra, con voce gracchiante*
 

Myrelyn
*Sentire Adar sbuffare divertito alle sue parole è un sollievo e la ragazzina gli rende un sorriso allegro e una mezza linguaccia, impertinente monella come sempre.
Allegria che si spegne alle parole che seguono e soprattutto al cambiamento nel tono di Adar che si fa sempre più basso e esitante.
Gli si fa più vicina nel vederlo chiudere gli occhi e deglutire con sforzo.*
"Diamine sto Melkor mi sta già più antipatico di quell'altra"
*Pensa la ragazzina elfa notando che l'uruk sembra lottare per non vomitare.
E quando le stringe la mano intorno alle dita in cerca di conforto, smarrito mentre sussurra* lui è qui* con un tono spezzato Myrelyn non può fare altro che mantenere immediatamente la promessa.*
Ci sono io Adar!
*Svincolando dalla sua stretta gli si pone davanti, piedi ben piantati a terra e braccia aperte. Visetto alzato testardamente.*
Se sei qui fatti vedere! E non provare a fargli male o ti faccio vedere io!
*L'incoscienza della più innocente giovinezza e tutta la forza dell'affetto per l'uruk burbero e gentile che ha trovato un posto speciale nel suo cuore.*
"Chi cavolo è che sghignazza?"
*Dietro la sua schiena Adar trema leggermente, ma non capisce se solo di paura o di una esasperata risatina*
 

Melkor: *La figura dell'individuo in piedi sul punto più alto della Torre espanse i propri sensi entrando in risonanza con la materia circostante: quella Terra era sottovalutata, nella Pietra Veggente l'aveva vista spoglia e derelitta eppure possedeva le potenzialità per offrirgli tutto ciò di cui aveva bisogno in questo momento.
A suo tempo, in un' Era lontana, aveva consumato tutto il proprio Essere per infondere la sua essenza nella materia del Mondo ed ora quella forza gli veniva restituita triplicata.*
Arda, mia amata
Arda, desiderata
Arda, con disperazione bramata!
Per tutta la vita ho dato ogni fibra di Me stesso per te!
Ho disperso la mia Forza per te!
Ho accettato esilio ed umiliazione per te!
È giunto il tempo della mia ricompensa!
*Levò gli occhi verso il cielo, senza vederlo davvero, concentrato nella natura astrale di tutto ciò che lo circondava; allargo le braccia disegnando lentamente un arco sopra il proprio capo, rapidamente sabbia, detriti, roccia, schegge di vetro ed altro materiale cominciò a vorticare velocemente intorno alla sua persona.
La materia parve turbinare con violenza in mille direzioni, fino a disgregarsi, per poi ricomporsi infine in nuovi materiali e nuove forme. Un veicolo dalla forma bizzarra, frutto di un sogno folle generato nel Vuoto, prese forma sul belvedere della Torre Oscura: pareva un sedile di foggia antica, intrecciato di maglie dorate, un complesso timone anch'esso dorato e due console asimmetriche assemblate sui braccioli, l'intera struttura era incastrata in una serie di cerchi metallici e concentrici, alcuni fissi ed altri mobili che, ad una mente fantasiosa, sarebbero sembrati la riproduzione di un sistema solare complesso.*
Non male, dalle visioni del mio sogno non speravo sarebbe riuscito qualcosa di così elegante.
Dovrò trovargli un nome prima o poi...
*Prese posto sul veicolo appena costruito, tracciando la rotta con la forza del pensiero. I cerchi metallici presero lentamente a roteare, a due a due, in verso e direzioni opposte, crepitando ed generando fulmini ogni qualvolta gli ingranaggi si sfioravano. L'umidità nell'aria ando concentrandosi intorno al enorme meccanismo roteante del velivolo, generando una nube temporalesca via via più grande e minacciosa.
Gli Uruk che abitavano nelle vicinanze della Torre Oscura compresero che c'era qualcosa che non andava nel momento in cui videro i fulmini e le nubi addensarsi sulla cima, intorno alle guglie più alte della stessa.
Un'ombra crepitante di lampi, densa e minacciosa si andò allargando, impossessandosi del cielo, riempiendo i loro cuori di un timore antico ed arcano.
Quando si librò in cielo il tempo sembrò fermarsi, come se l'aria stessa restasse a guardare l'Oscurità fatale pronta a mettersi in moto.
Poi la nube colossale si spostò rombando verso ovest, seminando vento, pioggia grandine e inquietudine, lasciando la Torre Oscura, superando le Montagne, il Grande Fiume e la pianura, andando ad oscurare la distesa di ciò che fino a poco prima era stato un feroce campo di battaglia.
Fermandosi infine sopra la Città Bianca, che si ergeva incastonata nelle sue sette muraglie.
Chiunque avesse guardato il cielo dagli spalti della città, avrebbe visto il giorno diventare notte e la notte diventare tempesta furiosa.
Il fulmine parlava con la voce del tuono e il tuono sembrava una voce tonante e trionfale.
Ma solo pochi avrebbero colto quelle parole, perché solo pochi conoscevano la lingua di coloro nati prima che il Tempo stesso fosse creato.*
Infine sono giunto
Padrone del mio stesso Destino,
Io sono il Primo, l'Unico e il Solo,
Io sono il Dio del Regno Venturo,
Venuto infine a riscuotere il proprio Premio!
 

Sauron: *sono ancora steso a letto, pare che l'antidoto stia facendo effetto, perchè mi sento pieno di energie. Inmwe dorme accanto a me...ed Alcare è uscita da poco. Ad un certo punto, sento chiaramente la voce di Melkor...risuona nelle mie orecchie come il rombo di un tuono. Percepisco la sua rabbia, ogni sua parola è come una frustata, una corda discordante che suona una melodia acre e dolorosa. D'istinto stringo la mano di Inmwe....devo proteggerla da lui...devo proteggere nostro figlio.* Non mi avrai, Morgoth, non mi avrai. Sono cambiato...*sono parole in Valarin...che solo lui può sentire e capire...parole che, di certo, lo renderanno più infuriato...ma...non penso sia tornato al suo potere originario, altrimenti i Valar sarebbero già qui...Sentirei la risata di Tulkas, il galoppo di Orome. Oh, quanto vorrei sentirli ora. Abbiamo bisogno estremo di aiuto.*
 

Inmwe
*Si sveglia di soprassalto da un sogno lunghissimo e terribile, in cui vedeva Mairon steso a terra ai suoi piedi che sembrava disintegrarsi sotto alte fiamme e fumo, la stanza ne sembrava intrisa...lei provava a salvarlo ma le sue mani sembravano attraversare la materia come fossero le mani di un fantasma, mentre nelle orecchie le risuonava una risata crudele e sardonica*
"Mairon ..amore. "
*Ricambia forte la sua stretta di mano, cercando energia e sicurezza più che dandone in quel momento*
"Ho avuto un incubo terribile amore...qualcuno vuole farti del male, tanto male...e ho sognato che stava arrivando.."
*Si gira verso di lui, osservandone il bel viso che le era così caro come potesse non vederlo mai più
Come in trance si alza andando di corsa verso la porta, chiudendola a chiave...poi si gira osservando i mobili, corre verso il gigantesco tavolo in marmo e legno di noce sospingendolo con tutte le sue forze verso l'uscio
Si sente un po' sciocca a dare tanta importanza ad un incubo, ma da un po' di tempo la differenza tra sogno e realtà sta diventando sempre più fievole ai suoi occhi, come ci fosse solo un manto di stoffa trasparente a separarle*
 

Sauron: *per un attimo, la osservo stranito...so benissimo che Melkor riuscirà ad entrare...è un Vala, non ha un vero bisogno di porte. Sta solo ritardando il suo arrivo...ma prima, dovrà superare le guardie che ho messo all'entrata del palazzo....ed Adar...* Amore, non servirà....è Melkor. E' tornato....e se vuole vendetta verso di me, l'avrà...con ogni modo possibile. *il mio sguardo incrocia il suo....la vedo stanca, provata dalla battaglia e dalle mie debolezze...ma ancora fedele e piena di amore per me* non preoccuparti per me...starò bene. Ma tu....devi scappare il più lontano possibile da Minas tirith, con Adar e Mirelyn....trovate un luogo dove ripararvi da Melkor....e restate li, finchè io non potrò tornare da te. Ti prego, fallo per me...e per il bambino.
 

Inmwe
Bambino??
*Balbetta allibita, mentre freneticamente cerca di fare i conti del suo ciclo...Melkor.. Melkor...se la stessa divinità che le avevano insegnato a venerare e adorare fin da piccola stesse davvero arrivando...le scappa una risatina isterica, pensando al tavolo con cui ha cercato di fermare la porta*
Non esiste, non lo dire neanche per scherzo...dove sei tu sono io e se qualcosa accadrà io sarò vicino a te...e ci sarò anche dopo, quando sarà finito tutto e avrai bisogno di me, non ti lascerò solo ad affrontare una cosa del genere Mairon
*Ribatte guardandolo decisa*
Sono una donna di Gondor.
E sono la regina.
Non scappo davanti al pericolo che minaccia le persone che amo Mairon
*Va poi vicino a lui, sedendoglisi accanto e prendendogli la mano*
Aspetteremo ciò che accadrà, insieme
 

Sauron: *arrossisco per un attimo...ma torno subito serio, non posso permettermi di mostrare emozioni, ora....non con Melkor qui* beh....ricordi quella notte di luna piena ...sull'Orodruin, noi due...soli. Direi....due giorni dopo il matrimonio...Quando mi dicesti che avresti voluto che quella notte non finisse mai....*noi due, soli....attorno a noi, solo i fumi del vulcano ed il calore del magma....la luna piena, unica testimone di quella meravigliosa notte*
 

Adar/Maglor: *Nonostante i suoi migliori sforzi di impedirlo, il corpo di Adar comincia a tremare, permeo di quella nuova - quanto familiare - sensazione di terrore che ha cominciato a farsi strada dentro di lui, come una specie di malattia.
Melkor... no... Morgoth è qui. Il nemico in persona, colui che lo ha mutilato e torturato per secoli, trasformandolo in uno dei primi Uruk... l'unico essere in tutto il creato ad essersi guadagnato il suo eterno timore.
Subito, i suoi occhi scattano verso Myrelyn, impanicati.*
Che stai facendo?! *le sibila a bassa voce* Sai chi stai cercando di deridere? Quell'essere non conosce alcuna pietà! Pensi davvero che non ti farà del male solo perchè sei giovane? Oh, forse proverà ad ingannarti con false promesse e parole gentili... poi ti userà come sua cavia e ti torturerà fino a quando non avrai esalato il tuo ultimo respiro!
Dobbiamo andarcene di qui SUBITO...
 

Myrelyn
*Guarda piccata l'uruk tremante a cui stava facendo da scudo. Troppo giovane per capire, troppo irruente per riflettere*
Ti stavo proteggendo. Sai?
*Ma l'evidente panico di Adar, che per lei rappresenta il non plus ultra del coraggio e della forza resiliente dei sopravvissuti finalmente scalfisce la patina di apparentemente sicurezza.*
Dobbiamo andarcene? Ok. So come fare! Ho esplorato.
*Gli indica i pesanti tendaggi del corridoio.*
C'è un passaggio che porta alle cucine e poi fuori. Starai un po' stretto con quelle spalle larghe ma ci passi.
*Glielo dice strizzando un occhio e cercando di allontanare il panico dal suo viso.
Alza la manina per fargli una carezza incoraggiante *
Dobbiamo anche nascondere quel cosetto che la signora ti ha detto di non farti trovare addosso
*Sussurra allungandosi sulle punte dei piedini per parlargli all'orecchio.
Poi lo prende per la mano e apre il pannello segreto celato nel muro*
Andiamo!
 

Alcare
*era rimasta nel corridoio di guardia alla camera di Inmwe e Mairon nel caso qualcuno avesse provato ad entrare, tuttavia l'elfa non era tranquilla, qualcosa la turbava anche se non sapeva ancora definire cosa. Una forza strana si agitava dentro di lei e non sa cosa sia.
O forse si .
Vede passare Adar e Myrelyn e istintivamente decide di seguirli tanto ormai il pericolo sembra essere passato, non sa dove stiano andando a quell'ora né perché ma lo fa lo stesso , il vestito verde e bianco a mezze maniche le sfiora le caviglie, qualcosa la attira irresistibilmente , un oggetto bianco e brillante che è sicura di aver visto...
L'elfa prova un misto di sensazioni tutte insieme che non sa descrivere, cosa rara per lei, certo non sempre mostrava i suoi sentimenti belli o brutti che fossero ma in generale sapeva sempre perfettamente cosa provava e perché.
In quel momento, mentre seguiva i due le stavano affiorano in testa parecchi ricordi, la sua famiglia, suo padre, sua madre.
Il giuramento*
Maglor...
*mormora avvicinandosi a Myrelyn ed Adar*
 

Adar/Maglor: *Adar sospira, cercando di frenare il battito impazzito del proprio cuore*
Io... mi dispiace. So che stavi solo cercando di aiutarmi, ma non hai idea di cosa quel mostro potrebbe farti. E per quanto tu possa essere esasperante, non ho alcuna intenzione di vederti morire tanto presto... o peggio *aggiunge, mentre entrambi cominciano ad allontanarsi rapidamente.
Può solo sperare che questo passaggio si rivelerà effettivamente utile per fuggire da questo luogo... e che la presenza di Sauron basterà quantomeno a rallentare il Maligno.
Nel momento in cui Myrelyn gli ricorda del Silmaril, riesce a malapena a trattenere un sussulto nervoso.*
Sì, la considero un'ottima linea d'azione *borbotta a bassa voce* Morgoth è sempre stato ossessionato da questi oggetti... e per nulla al mondo dovremmo lasciare che entrino finalmente in suo possesso.
*Un sussurro improvviso richiama la sua attenzione, costringendolo a fermarsi.
Inclinando appena lo sguardo, nota una terza figura che si avvicina a loro*
Alcare! *esclama sorpreso* come sapevi che eravamo... non importa.
*Scuote la testa*
Dobbiamo assolutamente andarcene di qui. Il Nemico è tornato e sta per ridurre questo luogo in cenere!
 

Myrelyn
*Alle parole affettuose e burbere reagisce con un abbraccio stretto stretto, impulsivo. Poi ricomincia a guidarlo per lo stretto passaggio sempre tenendolo per mano. In realtà la sua mano forte che circonda la sua ben più piccina la rasserena. Non è sola nel cercare di fuggire dal nemico in arrivo. E per quanto spaventato è sempre un guerriero esperto, veterano di millenni di battaglie. Il suo corpo reagirà in automatico, con l'istinto sviluppato nei secoli.*
Maglor
*Il sussurro della voce di Alcare che evidentemente li ha seguiti senza che nemmeno se ne accorgessero per la fretta ferma l'incedere di Adar.*
Maglor? Maglor il menestrello? Sei tu Adar? Ecco perché il tuo canto lo conoscevo ed era così bello!!!
Sei un elfo! Conosco tutte le tue canzoni! Perché non me lo hai detto?
*Continua a trascinarlo a passo di corsa lungo il passaggio ma le domande escono a raffica con il tono accusatorio e petulante di una ragazzina offesa.*
Appena saremo fuori mi devi dire tutto! Sai?
*una svolta e la ragazzina apre un passaggio ancora più stretto. Devono procedere più lentamente, ma l'odore umido e freddo rende evidente che sono molto al di sotto delle mura. *
Ancora poco, spicciati!!! In fondo alla discesa c'è l'uscita!
 

Melkor: *La Città Bianca pareva piegarsi sotto il peso della pioggia e della grandine, proiettili di ghiaccio che cadevano dal cielo scheggiando gli edifici e devastando i giardini, sollevando un fragore assordante, accompagnato dal sordo rumore della pioggia e dai rimbombi irregolari dei tuoni.
Dal cuore della tempesta un turbine di nuvole nere si staccò vorticando, depositando una figura slanciata, svolazzante e oscura sul bastione più alto, di fronte a quello che sembrava il Palazzo del Re.
Un prato verde sobrio e curato, un piazzale della struttura geometrica, un edificio di marmo bianco e nero, dalle curve antiche ed il portamento solenne.
Il bastione era deserto. Mentre la bufera infuriava intorno il cuore della perturbazione restava tranquillo e solo un leggero soffio di vento gli disturbava le vesti. I suoi passi risuonavano sul selciato ed era strano ascoltare i propri passi dopo così tanto tempo.*
Mairon tu sei qui, si avverte la tua presenza! Questa città è letteralmente trattenuta dal filo sottile del Tuo pensiero. Non male per uno che era finito seppellito vivo sotto la propria Torre. Dici di essere cambiato? Certo! Sei abile ad ingannare gli altri, non tentare di ingannare anche te stesso... potresti rimanere deluso!
*Distolse lo sguardo dalla visione sublime della città devastata, per osservare più attentamente lo spazio che si offriva davanti a lui, fu allora che lo vide veramente: un grande Albero Bianco, splendido e orgoglioso che si ergeva solenne nel centro dello spiazzo, le fronde rigogliose rivolte verso il cielo, abbracciando tutto lo spazio intorno, il vento dondolava tra le sue fronde sciogliendo l'incantesimo davanti ai suoi occhi. Non era bianco ma nero, poderoso ed elegante, intrigante, celato.
Sorrise compiaciuto: era palese l'opera di Mairon. L'inganno plateale celato in piena luce. Lasciò il parapetto e dirigendosi verso la pianta oscura le rivolse la parola, con la voce della mente e delle labbra.*
Chi sei, splendida creatura? Tu non sei come appari, eppure sei unica della tua specie. Da dove provieni? Vuoi parlare con me...?
*Appena il palmo della propria mano si posò delicatamente sulla ruvida corteccia dell'albero, uno spazio ed un tempo estranei si spalancarono davanti ai suoi occhi: una distesa di lava scura ed un alto vulcano all'orizzonte, un albero morente sotto il giogo del fuoco ed un piccolo seme portato via dal vento incandescente per essere raccolto dalla mano di un Maia, una presenza che lui conosceva bene, che aveva trasportato quel seme nella propria tasca per così tanto tempo da impregnarlo nella notte del suo cuore, una notte che l'aveva reso nero, ma capace di sentire, vedere ascoltare e comprendere l'animo degli umani e dell'intera città; così mostro la corruzione e la decadenza, l'ipocrisia e le cose celate, la brama di potere ed il culto oscuro dell'Antico Se Stesso che da secoli perdurava, nascosto dietro una facciata rispettabile...
Era questo il Mondo in cui era tornato dunque? Un Mondo abbandonato a se stesso? Dov'erano le Potenze dell'Ovest? Non era stato in nome di questo Mondo che si erano permessi di distruggere la sua casa, umiliarlo e bandirlo? Erano solo parole dunque? miserabili e bugiardi! Ipocriti!*
Hai visto e patito molto, solitaria creatura, ti capisco sai? Ma non preoccuparti, la tua lunga veglia ti verrà ricompensata. Presto.
*La visione offerta dall'Albero Nero era durata parecchio, si guardò intorno ma il bastione più alto della Città Bianca era ancora deserto. Mairon mi aveva sentito, lo sapeva eppure non aveva intenzione di mostrarsi?*
Il tempo può scorrere tanto a lungo quanto vuole, ma a quelli come Noi non è concesso di dimenticare. Ti sei costruito un bel angolino in questo Regno, ma se dall'alto del tuo trono non hai il coraggio di farti avanti sarò io a stanarti, sulla carne e sul sangue dei tuoi stessi sudditi!
*La Terra era salda sotto i suoi piedi e sentì che gli apparteneva, si mosse ancora in direzione dei bastioni allargando le braccia coi palmi rivolti verso il cielo, chiuse gli occhi espandendo i propri sensi col temporale che furiosamente vorticava sopra di lui, il vento soffiava, la città diventava tutt'uno nella sua mente e tutta la campagna intorno non aveva segreti per lui, penetrando la montagna, la pianura, il fiume, fino alle fondamenta della terra ed allora si fermò, tanto bastava. Con forza strinse i pugni liberando tutta la forza del proprio risentimento e la Terra rispose al suo ordine, fremendo e rombando, si scosse e tremò.*
 

Sauron: *sento chiaramente i piedi di Melkor che toccano la piana dei Re, il parapetto del Palazzo Reale di Minas Tirith....dove ha sede il magnifico Albero dei Re. Sento la terra tremare...e subito faccio appello al mio potere per aprire la porta chiusa da Inmwe. Non sono un codardo, non mi farò trovare tremante in un angolo...no!, io sono Sauron, il Re degli Uomini, il Re di Arda stessa. Non tremerò, non cadrò.* Inmwe....la spada e la mia armatura. Non mi farò trovare chiuso in una stanza. Anche se debole, devo proteggere il mio popolo, il nostro popolo. La terra trema, ma noi siamo più forti. Noi abbiamo l'Amore dalla nostra. Un sentimento più forte dell'Oscurità di Melkor.
 

Inmwe
*Silenziosa lo aiuta ad indossare l'armatura lucente e finemente cesellata, prendendosi un attimo per osservarlo, orgogliosa di ciò che vede.
Gli sorride mentre gli porge la sua spada*
A te, mio Re
*Poi gli prende il viso tra le mani e lo bacia dolcemente sulle labbra calde.
In quel momento il pavimento inizia a tremare facendole perdere l'equilibrio, vacilla e si aggrappa al braccio di Mairon*
Un terremoto... questo è lui, vero Mairon? È il suo richiamo per farti uscire..e allora usciamo ed affrontiamolo, una volta per tutte
*Sussurra con un filo appena di voce. Sente una morsa come di dita ghiacciate stringerle convulsamente lo stomaco, il sangue sembra aver fermato il suo scorrere nelle vene, fredde goccioline di sudore le imperlano la fronte.
Ma si sente più determinata che mai ad accompagnare il marito, qualsiasi cosa là fuori lo attenda.. .e pronta anche a sacrificare se stessa se questo potesse servire a salvarlo*
Andiamo amore
 

Myrelyn
*Gli ultimi metri del passaggio sono stretti, le spalle di Adar sfregano da una parte e dall'altra la pietra umida e scivolosa mentre Myrelyn continua a tirarlo e incitarlo.*
Ci siamo, vedrai dove siamo !
*Sta aprendo il passaggio quando la terra trema e si scuote, rombi di tuono e pioggia battente accolgono l'apertura del pertugio in cui la ragazzina elfa si infila, sbucando ai piedi della città, a poche centinaia di metri dal fiume dove Mairon le aveva trovate pochi mesi prima.*
Adar! Ricorda di nascondere quel coso! Non lo deve trovare nessuno. Ho un'idea per un nascondiglio se ti fidi di me
*La sensazione di pericolo pare alleggerirsi, o forse è solo l'illusione dell'apparente successo della fuga fino a quel momento*
Muovetevi dai!!! Non avrete mica paura di due gocce?
*Minimizza la ragazzina impertinente rivolgendosi ai compagni con una linguaccia ma in realtà quella tempesta che impazza e strapazza i dintorni e l'ha già infradiciata come un pulcino non le sembra affatto normale *"Certo che infilarsi nella foresta con i lampi potrebbe non essere un'idea geniale. Bè, tornare indietro non se ne parla "
Avanti miei prodi!!!
 

Adar/Maglor: *Gli occhi di Adar si spalancano come piatti al sentire quel nome*
Come… come mi hai chiamato?
*Maglor… il nome che aveva da tempo dimenticato. Il nome del suo vecchio io, prima che Melkor lo deturpasse, rendendolo un’aberrazione. Il nome di un’anima pura, immutata dall’oscurità… e dall’ossessione per la pietra che ora nascondeva alla stessa entità che lo aveva torturato per secoli. Il nome di uno dei figli di Feanor.
Ma come poteva Alcare conoscere il suo nome, quando pure lui era rimasto ignorante per troppo tempo di ciò che era stato quando il mondo era un posto ancora giovane? A meno che… a meno che non si fossero conosciuti in passato…*
Come fai a sapere chi sono? *le sussurra, quasi disperato per una risposta.
Poi rammenta della situazione in cui si trovano e scuote la testa*
No… ora non c’è tempo per soffermarsi su certe questioni…
*Devono continuare a fuggire, sperando che Melkor non si accorgerà di loro. Così continua a seguire Myrelyn, seguendo le sue istruzioni di malavoglia, anche quando giungono in quel luogo umido e pieno di odori sgradevoli. Sembra quasi una fogna.*
 

Alcare
*vede gli occhi di Adar farsi enormi: ha capito perfettamente . È lui. C'è suo fratello maggiore sotto quell'involucro da creatura crudele che ha di fronte.
Non riesce a credere di averlo ritrovato dopo tutti quei secoli: credeva di essere l'unica soppravvissuta della loro famiglia e invece no.
Chissà cosa ti hanno fatto, povero fratello mio.
Pensa guardandolo mentre in lei riaffioravano i ricordi del dolce canto e della gentilezza di Maglor.
Al suo sussurro risponde guardandolo dritto negli occhi come per dire : sono tua sorella lo so.
Ma ora non c'è tempo di chiacchierare, meglio continuare a procedere in quel luogo desolato*
 

Makar: *emergo dall'acquitrino di fronte a loro...si, non è il luogo migliore dove nascondersi...ma li osservo da tempo....ed è giunta l'ora per svolgere il mio piano....e portarli in dono a Melkor...* no...no...no....dove state andando voi tre? la festa è là, in alto....e voi tre verrete con me...vivi o morti, voi verrete con me...*punto lo sguardo su Adar ed Alcare* ohh...due Figli di Feanor in un colpo solo. Voi siete come la muffa...più vi si elimina, più tornate....*i tre restano come sospesi in aria, immobili...nelle catene invisibili che sto creando per loro* forza...forza...non c'è motivo di lamentarsi...su, su....fino a Melkor.
 

Sauron: *Eccolo....ora che sono di fronte a lui, la paura di perdere tutto ciò che ho creato finora...mi attanaglia le viscere. È come se il veleno fosse tornato a farmi del male, a distruggere il mio corpo pezzo per pezzo. Il solo sguardo di Melkor è sufficiente per farmi tremare. Sento le gambe piegarsi da sole ed in un attimo sono a terra, inginocchiato di fronte a tanta potenza * Melkor, mio unico maestro. Torno a te, come discepolo fedele e piegato alla tua volontà. * con lo sguardo controllo Inmwë, spero che lui non le faccia del male*
 

Melkor: *Lo sente avvicinarsi mentre la terra lentamente si stabilizza sotto i suoi piedi.
Il cielo oscuro, il palazzo bianco, il cortile verde, l'Albero Nero tutto sembra disposto alla perfezione.
Lo guarda, dopo tanto tempo può nuovamente possare lo sguardo su quella creatura che per tutta la sua vita è stato quanto di più prezioso avesse mai avuto, dopo i tre Silmaril.
Lo osserva con attenzione e non può fare a meno che restare colpito dalla sua bellezza, ancora, come la prima volta: il volto pulito, i lineamenti nobili, i capelli castani che elegantemente gli incorniciano il viso, quegli occhi azzurri che parlano di onestà, tutto quanto straordinariamente ordito. Il tempo e la sventura non avevano scalfito la sua capacità di costruire splendide maschere.
Vestito in armatura, si era messo in pompa magna per lui ed ora si inchinava i suoi piedi.
Non potè trattenere un sorriso compiaciuto.*
Eccoti! Sei arrivato finalmente! Ti rendi conto ho dovuto scuotere la Terra per staccarti dalle tue stanze? Se il tuo Regno ha sofferto è stato solo per causa tua!
*Percorse il largo piazzale a passi lenti e cadenzati, andando oltre l'Albero Nero e dirigendosi solennemente verso le due figure che si avvicinavano.*
Sei splendido... veramente splendido! mio antico compagno, mio discepolo, mio consigliere, mio confidente... mio traditore!
*Si fermò di fronte a loro, statuario, pronunciando l'ultima frase con la durezza di una lama di ghiaccio*
 

Sauron: Sbagli, Melkor. Non ti ho mai tradito. Nel mio profondo, sono ancora totalmente fedele a te...ed a te soltanto. * so che non sono tornato da lui dopo l'attacco di Huan e Luthien a Tol in Gauroth...ma non potevo fare altrimenti, avrei dovuto sentire il dolore del suo sguardo sul mio spirito nudo....Avevo bisogno di tempo per riprendermi e cercare di continuare ciò che lui aveva iniziato * Se vorrai punirmi, sono qui....sono tuo, ma ti prego di non fare del male a Inmwe. * mi volto leggermente quando sento i passi di Makar....e con dispiacere, vedo Alcare, Adar e Mirelin in trappola* State lontani! Nessuno si metta in mezzo! é un ordine!
 

Melkor: E così mi sbaglio... davvero?
*Un gesto frenetico delle sue dita ed una spada lucente in acciaio brunito si genera nella sua mano. La impugna e nel giro di un attimo la lama raggiunge il collo del Maia inginocchiato a pochi passi da lui, tagliando la carne quanto basta per macchiare la superficie del suo sangue.*
Dovrai fare molto meglio di così per giustificarti dopo tutto questo tempo...
*Poi mosse lo sguardo dal suo servo inaffidabile alla donna ancora in piedi poco distante di lui, sembrava impietrita e lo fissava: Inmwe dunque, era questo il suo nome, l'aveva vista nella visione offerta dall'Albero Nero, insieme ad un uomo che sembrava suo padre, compiere sacrifici umani in Suo nome. I capelli biondi di un oro purissimo, la pelle candida, gli occhi azzurri... non poté fare a meno di notare la sua straordinaria bellezza e la gelosia gli morse le viscere, con un impeto feroce che fece fatica a trattenere, facendo sì che la spada tremasse, affondando ancora un poco nella carne di Mairon. Al di là delle sue parole di circostanza il suo cuore temeva che egli lo avesse davvero messo da parte.*
Tu lo sai chi sono, Regina? Sai chi è l'essere al tuo fianco? Sai cosa ha fatto? Sai perché sto per dargli una lezione che non dimenticherà per tutte le Ere che restano a questo Mondo?
 

 

Inmwe
Si, lo so chi sei e so perché
*Avanza con le gambe che sembrano non reggere più il peso seppur lieve ormai del suo corpo da quanto trema, il viso più pallido che mai, gli occhi lucidi ma rispettosamente abbassati
Arrivata di fronte a Lui non ha neanche tempo di inginocchiarsi che le gambe le cedono, prostrandosi a terra*
Oh potente ed immensamente divino Melko, io ti invoco affinché tu ascolti la mia umile supplica
*Resta muta qualche secondo, ma nessuna risposta...solo silenzio dalla scura figura di fronte a sé a cui non osa rivolgere uno sguardo che vada più in alto dei piedi*
Non oso supplicarti di frenare la tua giusta collera, fermare la tua lungamente attesa vendetta verso colui che ha nome Mairon .. perché so che immensamente grande è la tua ira e altrettanto immensamente giusta e meritata la vendetta.
Ti imploro solo, divino Melkor che ho imparato a venerare e adorare fin dall'infanzia, di accettare me in cambio di Mairon...
*Sussurra quasi le ultime parole, la gola chiusa da cui pare passare appena un filo d'aria, mentre sente le sue guance iniziare a bagnarsi di lacrime*
Ti offro me e il figlio che porto in grembo, fa di noi ciò che vuoi e ciò che ti piacerà...per la salvezza dell'uomo.. .che amo
 

Sauron: * sento il freddo della lama di Melkor nella mia gola....sono troppo concentrato su Inmwe per sentire dolore, ma le mie mani si sporcano del mio sangue....e cerco di restare concentrato e lucido. Sento chiaramente le parole di Inmwe...e vorrei urlare, se solo potessi.* "non farlo, nemmeno per sogno, Inmwe. Non sai a cosa andresti incontro....un Destino anche più crudele della morte. Non farlo" *poi appoggio le mani sulla lama, spingendola....* Fallo Melkor, affossa la tua lama in me. So che vuoi farlo. Lo leggo nei tuoi occhi, nel tuo pensiero....*il mio pensiero va ad Adar, Mirelin ed Alcare...ancora prigionieri di Makar...sono ormai di fronte a noi, costretti a guardare.* loro non hanno colpe, liberateli....prendete me...ed andatevene entrambi. Non avrete nulla da Adar ed Alcare, nulla. *spero solo che Mirelin trovi la forza di cantare....forse può guadagnare tempo*
 

Melkor: E così... tu lo ami. Comprensibile, Egli fa questo effetto sulle persone...
*Ancora per qualche istante osserva la donna con interesse, disturbato da un pensiero così scomodo da risultare sconvolgente, inconfessabile.*
Una nobile offerta la tua, ma non posso accettarla, bambina. Non hai vissuto abbastanza a lungo ed i tuoi peccati non possono neppure lontanamente pareggiare le sue colpe.
*Fece un lungo respiro e proseguì*
Questo non è uno scambio di prigionieri, ma una lezione che lui deve imparare! Meglio tardi che mai, perché troppo a lungo ho lasciato correre accecato dal suo ascendente su di me...
*Bilanciandosi sui piedi rigiro la lama sul collo del prigioniero, costringendolo a mollare la presa, sbilanciandosi di lato e chinandosi ancor più profondamente.*
Fai silenzio verme ignobile e pensare che il tuo nome è... "Mairon"
*Si chinò verso il Maia, avvicinando il proprio volto al suo e rivolgendosi ancora alla Regina.*
"Marion", l'Ammirevole, forse il più antico ed il primo fra i suoi nomi, quello con cui si presentò a me la prima volta. Lui non è mai come appare, ma quando te ne accorgi ormai è troppo tardi. Lui ti sceglie, ti ammalia, ti vincola, ti usa... e poi ti abbandona.
È così che funziona con lui...
È il futuro che ti attende se decidi di restare al suo fianco.
 

Inmwe
*Istintivamente alza di scatto la testa, trovandosi a fissare in volto Colui che ora tiene la vita di Mairon crudelmente ed elegantemente in punta di spada...vede un volto giovane e bellissimo, contornato di lunghi e ondulati capelli neri, come fosse un suo coetaneo e nello stesso tempo molto antico... lineamenti affilati e nobili, occhi dorati e caldi come miele e nello stesso tempo ardenti come lava. Occhi profondi, tristi e rabbiosi come una tempesta..con un singhiozzo si trova stupita come a guardare se stessa riflessa in quegli occhi, mentre le ultime parole ancora aleggiano nell'aria sembrano fare eco fin nel suo profondo*
"Ti usa..ti abbandona...il tuo destino"
*Cerca di soffocarle, annegarle di rabbia e diniego ma come onde in un lago le parole continuano a riproporsi, propagarsi, rimbalzare nei suoi sensi e nella sua mente con la forza dirompente della verità amara, ineluttabile e potente come un veleno senza antidoto, intossicando ogni fibra del suo essere
"Ti usa, ti abbandona...il tuo destino..il tuo destino"
Una cupa disperazione la stringe e un urlo soffocato di rabbia e dolore le trabocca dalla gola contratta fino alle labbra; abbassa lo sguardo sull'uomo ora completamente sottomesso a terra, poi guarda di nuovo Lui e un'accecante comprensione ed accettazione sembra trafiggerla come la punta di quella lama trafigge ora la carne, scavando rossi e profondi solchi..*
Io..io ti capisco. Tu lo ami, come me.
*Sussurra meravigliata e incredula, mentre una cruda consapevolezza si fa strada in lei.
China il capo, rassegnata e nello stesso tempo partecipe del dolore che aleggia come una corrente su di lei, attorno a lei, attorno a loro
Dolore che può provare e sentire come fosse la lama sulla sua stessa pelle*
Abbi la tua vendetta... è giusta. Ti supplico solo di poter restare qui per ...per aiutarlo... dopo... se l'amore che hai provato e che provi ancora ti farà salvare qualcosa di lui.
E oso anche, nella mia misera persona ai tuoi occhi, o potente Melkor, supplicarti di non far male ad Adar, Myrelyn, Alcare...sono la nostra famiglia e non hanno fatto nulla che meriti la tua punizione...ti prego, considera la mia umile offerta valida anche per loro e la loro vita
*La voce le muore in gola mentre le ultime parole faticosamente diventano suono udibile.
Dopodiché, affranta e nello stesso tempo lucidamente cosciente di cosa inevitabilmente accadrà, si accascia in terra, lo sguardo verso Mairon.
Abbandonerà anche lei, ora lo sa ...ma ci penserà dopo, se mai ci sarà un dopo per loro.
Adesso l'unica cosa che vuole è restare lì, pur se il legame tra loro dovesse farle sentire come fosse sulla sua stessa pelle i tormenti a cui verrà sottoposto, attende silenziosa e tremante che il destino ineluttabile si compia*

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Capitolo 2
*** Episodio 2: Makar ***



Episodio 2: Makar

Minas Tirith, Gondor


Myrelyn
*Eravamo quasi riusciti a fuggire. Poi è arrivato questo altro tizio, deve essere un Maia anche lui, che ci ha bloccato e sollevato come piume solo con il pensiero.
Lotto e mi dibatto invano, mentre levitiamo nella tempesta fino ad arrivare al piazzale dell'albero bianco.
E quello che ci troviamo davanti agli occhi è peggio che terrificante. Un bellissimo uomo dai capelli neri sta davanti a Imwe e Mairon.
È impensabile, incredibile e spaventoso vedere il Re in ginocchio.*
"Non avevo così paura nemmeno quando pensavo che stesse per morire"
*Le parole di Imwe, il sacrificio che propone*
no Inmwe!!!
*quelle di colui che deve essere Melkor hanno un tono di gelida furia.
Ferisce Mairon al collo*
Noooooo!
"Devo fare qualcosa"
*Lotto contro questa magia che ci impedisce di muoverci ma non riesco, vorrei correre da loro e aiutarli. Avverto il divertimento
dello sconosciuto nemico e questo rinfocola la rabbia e il senso di ribellione.
Continuo a cercare di scrollarmi di dosso queste catene fantasma e finalmente riesco a toccare l'albero con la punta della dita di una mano. *
"Quel dannato che mi tiene avrà una sorpresa "
*Pensa la ragazzina elfa con odio e rabbia*
"Albero, aiutami con la tua forza."
*Sento l'energia dell'albero fremere, come scricchiolante sotto le dita.
Piano un ramo si muove, come scosso dal vento, e colpisce con forza la testa del carceriere*
"Beccati questo! "
*Pensa la ragazzina elfa cercando di muoversi, ma le catene non cedono*
"Albero! Aiutami!" Le dita ancora in contatto con la corteccia lancio la mia richiesta di aiuto con tutta la disperazione che provo.*
 

Alcare
*si sente sollevare in aria legata da catene invisibili: dunque il giorno è finalmente arrivato e Melkor è di nuovo lì. Sapeva che non poteva essere così semplice che non sarebbe bastato lanciare il silmaril nell'oceano quando era adolescente per potersene liberare del tutto ma ora doveva fare qualcosa. Qualcosa di più.
Vede la ferita di Mairon al collo e avverte il suo dolore, compreso quello di Inmwe e la rabbia di Myrelyn, a quel punto pensa alla sua famiglia, a suo padre, i suoi fratelli specialmente Maglor che chissà cosa aveva sofferto.
A quel punto le torture a cui doveva essere stato sottoposto le si pararono tutte davanti agli occhi e un'ira mai provata s'impossessa di lei: non avrebbe mai permesso che facesse del male ai suoi sovrani o a Myrelyn o a chiunque altro.
Non senza combattere sino alla morte se necessario.
Vede quello che stava provando a fare Myrelyn e facendo appello a tutte le sue forze decide di darle una mano anzi di dare una mano a tutti formando una sorta di scudo che se non può evitare che Melkor gli faccia del male può pero' attenuare di molto i danni *

Makar
*sento la botta dell'albero sul mio capo...per fortuna, l'elmo attutisce il colpo. Mi volto verso la ragazzina con un pugnale in diamante in mano...* un altro passo falso, piccola...e quella bella manina andrà in pasto ai lupi di Melkor, è chiaro? *la guardo dritta negli occhi...le mie pupille diventano di fuoco* Non ti hanno insegnato il rispetto per le Potenze di Arda? *avverto il tentativo di Alcare di creare una griglia di protezione sui suoi amici....sarà vana. Melkor avrà pensato anche a questo....non si lascerà certo mettere le mani fra le ruote da tre Elfi...* voi due....Alcare e Maglor...vedete di comportarvi bene. Avete qualcosa che vale molto per Melkor...
 

Maglor/Adar: Ma Adar non risponde. Semplicemente si ritrova incapace di parlare. Il suo corpo si rifiuta di muoversi, e ogni rumore che giunge alle sue orecchie appuntite pare ovattato da un brusio grottesco e senza fine. Non reagisce nemmeno al tentativo di Myrelyn di liberarli.
Tutto sta accadendo semplicemente troppo in fretta, così rapidamente che il suo cervello riesce a mala pena a registrarlo.
Il ritrovamento del Silmaril, la scoperta che Alcare lo conosceva quando era ancora un Elfo immutato dalla corruzione, il ritorno di Melkor… Melkor!
Quel nome gli rimbomba nella testa come un tuono, facendolo sussultare.
E ad esso si accompagna quell’aura opprimente che ha percepito pochi minuti prima… un’aura che porta con sé l’odore della morte e dell’oscurità nella loro forma più pura e distorta: l’aura del Nemico in persona, di Morgoth.
E proprio lì, davanti a lui, e a quel punto neppure l’essere catturati da Makar sembra così terrificante rispetto al pensiero di rivedere il suo vecchio torturatore. Può solo restare in silenzio, tremante, mentre un milione di ricordi e sensazioni dolorose si fanno strada dentro di lui, graffiandogli il cranio e deridendolo.
Adar è terrorizzato come mai prima d’ora. Non può fare altro che aspettare… e sperare che Morgoth abbia pietà di lui.
 

Melkor: Bene!
*E la sua voce assunse la rudezza graffiante di un ruggito.
Ora la tempesta infuriava sopra di lui, i bastioni erano spazzati da un vento irregolare e frenetico, non vi era altro rumore al di fuori di quello del vento e della pioggia.
Fu questione di un attimo, la lama scivolò nell'aria disegnando un'ampia curva, raggiungendo il petto del Maia e trapassandolo da parte a parte senza difficoltà. Questi emise un gorgoglio strozzato, vomitando sangue, mentre il Vala affondava la spada fino all'elsa. Proseguendo sulla scia di quel movimento, quale fosse stato tutt'uno con l'arma, sollevò la propria vittima a mezz'aria sopra il suo capo, scaraventandola dall'altra parte dello spazio aperto con un grido feroce.
Il corpo di Mairon rovinò al suolo sulle pietre bagnate, con un suono sordo ed agghiacciante, inerte, mentre una gora di sangue si andava allargando intorno a lui dalle ferite fresche.
A grandi passi si diresse verso il corpo immobile, la spada stretta in pugno sulla sinistra, osservò il sangue sulla lama fermandosi un momento all'altezza dell'Albero Nero, ripulì il dorso dell'arma col palmo cospargendo con il sangue la corteccia di quest'ultimo e proseguì la sua marcia.*
Dimmi Mairon, sai cosa si sente ad avere le gambe recise e venire scaraventato contro la Porta della Notte
 

Sauron
*nonostante il dolore sia lancinante, cerco di restare lucido. Inmwe sta vedendo tutto...e sento il legame fra noi che si stringe sempre di più....* La...sci...a..li An..da...re...Que...sta bat..ta..glia è...so...lo no...stra. *Non voglio che loro vedano....non voglio che scoprano la verità. Vorrei muovermi, ma il mio corpo è completamente inerte. So che Melkor non si fermerà finché non mi vedrà giacere ai suoi piedi, martoriato e inerme.* Fal...lo....get..ta...mi nel Vuo...to....Sa....rò...so...lo un am...aro ri...cordo. Non....vo...glio...ve..der..li sof..fri..re.
 

Melkor
*Parole sconnesse, era prevedibile, dopo un simile schianto persino un essere della sua natura avrebbe fatto fatica a restare cosciente... ma poco importava, era anche a beneficio del testimoni ciò che stava per succedere ancora, perché tutti sapessero che cosa sarebbe accaduto a tradire Melkor.
La pioggia cadeva ancora, ridotta ormai ad un una fastidiosa nebbiolina d'acqua, che rendeva l'aria satura ed appiccicosa.
Osservò con disprezzo l'involucro materiale del suo antico discepolo: era finito a terra in una posizione innaturale, come fosse un'orrenda bambola rotta, ma l'armatura degli Uomini dell'Ovest sembrava aver svolto bene il suo lavoro, si era rovinata ma non resa ancora inservibile, ancora per poco.
Il vento era cessato, così il suono stridente del metallo accartocciato e quello sordo delle ossa spezzate furono gli unici rumori ad udirsi nell'aria, una, due, tre, quattro volte, mentre il piede di Melkor esercitava sui suoi arti tutta l'efferatezza della propria forza.
Quel corpo sussultava ad ogni impatto, patetico ed inutile.
Lasciò la spada, che rimbalzò sul terreno con un clangore metallico ed afferrò il proprio prigioniero per la collottola, sollevandolo da terra.*
Osservatelo adesso! Sauron l'Abominevole! Gorthaur il Crudele! Ha cercato di tradire Melkor ed è stato punito!
 

Sauron
*Sento ogni ossa del mio corpo che si spezza...nemmeno il mio spirito può guarirmi in fretta, ora. Mi lascio andare al dolore, cercando di usare le mie ultime forze per comunicare con Inmwe e con nostro figlio che le cresce in grembo* "sappi...che, ovunque io sia, non ti dimenticherò mai, Inmwe. Cresci nostro figlio....e dagli il nome che gli spetta. Perchè, un giorno sarà lui a portare la vittoria ai Popoli Liberi" *mi lascio andare completamente....il suono delle parole di Melkor mi arriva ovattato...quasi non capisco cosa stia dicendo....ma posso sentire lo sguardo di Mirelin ed Alcare su di me.,...ed i pensieri del mio popolo che volgono a me....ora sanno chi sono....ora sanno che li ho ingannati. Non avrò mai più la loro fiducia....Vorrei lasciarmi andare ad un grido di sconfitta..ma non posso. Non posso nemmeno abbandonare il corpo, Melkor mi tiene segregato*
 

Myrelyn
*La minaccia del maia sconosciuto mi ghiaccia il sangue nelle vene, la mente vola a mesi prima, quando un Uruk sprezzante minacciava similmente e il peso dello stivale chiodato sul mio piede era terrificante quanto questo pugnale che ora mi sfiora il polso*
No no no
*La supplica mi sfugge tra le labbra e la mano si contrae per il terrore perdendo il contatto con l'albero. Ma esso è già in movimento un'altra volta.
Un ramo colpisce il braccio armato del nemico scostando la minaccia.
Ora però i miei occhi sono fissi su una scena agghiacciante.
Melkor ha colpito Mairon trafiggendo fino all'elsa e poi lo ha sbagliato via come una bambola di pezza.*
Mairon! Mairon!!!
*Un sussurro, lo guardo e cerco di trasmettergli tutto l'affetto.
Le lacrime mi scorrono sul viso appannando la vista, ma posso sentire il rumore osceno e straziante delle ossa che si spezzano quando l'essere di furia infierisce sul suo corpo.*
Noooooo
*Poi Melkor lo chiama con un nome antico, un nome che mi hanno insegnato a odiare fino dalla culla*
"Non è possibile! Non può essere. Lui non è mai stato cattivo. È il mio Re. Ha riso delle mie impertinenze e dei miei scherzi"
*Volgo lo sguardo all'uomo morente che giace in un lago di sangue e vedo che mi guarda con disperazione e, credo, dispiacere*
Mairon...
*Vorrei allungare una mano, non so nemmeno bene perché ma non posso muovermi.*
Lasciami, ti prego lasciami!
 

Melkor
*La propria voce emise un basso e graffiante ruggito, mentre il suo braccio destro scagliava Sauron lontano ancora una volta. Questi andò a schiantarsi fragorosamente contro i battenti del portone sul Palazzo del Re, in parte sfondandolo, per scivolare infine sugli scalini più alti della scalinata a pochi metri dalla Regina, lasciando una scia di sangue sul legno antico.
Il Vala tornò sui propri passi, dirigendosi ancora una volta verso l'edificio principale.*
Dimmi Mairon, sai cosa si prova ad avere il proprio corpo divorato dal Vuoto e non poter fare nulla per evitarlo?
*Adesso non giunse nessuna risposta dalla propria vittima, le altre voci per lui non erano altro che rumori di sottofondo.
Aveva notato la presenza di un un suo antico sodale, accompagnato da prigionieri, ma si sarebbe occupato di loro più tardi...
Il sangue del Maia sulla corteccia dell'albero veniva assorbito e ormai sulla superficie era praticamente svanito.
Mairon, Re di Gondor, ormai ridotto ad una massa informe ai piedi del proprio palazzo, giaceva immobile mentre sua moglie, ancora inginocchiata sulle pietre fredde, pareva incapace di qualunque reazione.*
La materia si sfalda, ti sfugge, il Vuoto di divora, ti dilania, ti squarta con un dolore lancinante e ti lascia nudo. E tu non puoi fare niente per impedirlo...

Inmwe
*Giace a terra, come incollata sul freddo selciato, schiacciata dalla potenza del dolore nel suo stato più primordiale.
Un dolore che sembra far urlare le ossa fin nel midollo, sente distintamente ogni nervo ed ogni fibra del corpo gemere come se fossero torti e spezzati, come fosse lei stessa ora sotto la vendetta di Melkor.
Un solo punto del suo corpo sembra isolato da tutto ciò che prova, ed è un punto in fondo al suo grembo ..come se la creatura dentro di esso si trovasse in uno spazio al di fuori della realtà, protetto.
"Grazie amore"
Un privilegio che a lei è negato.
Ma lo strazio che prova a sapere cosa sta provando il suo amore è ancora più lacerante, come se oltre il dolore potesse esistere qualcosa di peggio...
Spasmi così acuti che il corpo stesso non riesce a trovare uno sfogo nella voce, finché tutto attorno a lei diventa un brusio indistinto e una fitta coltre nebbiosa sembra avvolgerle la mente...ma non c'è pace neanche nell'oblio dei sensi, oscure parole sembrano rincorrerla e ancora più terribili pensieri sembrano materializzarsi come figure distinte e pararsi davanti a lei e dentro di lei, mentre fugge tra la nebbia che ora la circonda le parole riecheggiano all'infinito, i pensieri le si parano davanti e la fissano...
Vorrebbe ammantarli di menzogna, ma la cappa che prova disperatamente a mettervi sopra non regge, crollando miseramente ad ogni suo tentativo *
Ti sceglie.
Lui ti sceglie
Inmwe di Gondor, ti ho scelto fin da bambina...
Noo no nooo
Vieni con noi Inmwe
Ti sceglie
Entrambi Inmwe .. entrambi
Ti ammalia, pozze di luce nell'acqua i tuoi occhi Inmwe... Ricordi la fontana Inmwe ricorda la fontana!
Noooo non è vero no!
Ti ammalia
Ti vincola
.....
Ti vincola
Vieni con noi Inmwe
Chi siete?
Noi siamo te Inmwe..tu sei noi
Io ti donerò la vita eterna Inmwe...staremo insieme per sempre
No ..ti prego no questo no, non farmelo ..
*Apre gli occhi portando la mano con l'anello che lui le ha dato di fronte al suo viso, guardandolo come lo vedesse per la prima volta
No, non è possibile...non lo farebbe mai, perché dovrebbe farlo? Lui sa che io lo amo pur sapendo chi è..Ti vincola, ti usa... nooo nooo state zitte tacete, voi.. voi siete menzogna!
Convulsamente chiude la mano attorno all'anello, per sfilarlo ..ma non riesce, non può... non vuole.
Il suo stesso corpo la tradisce, ribellandosi al suo debole volere...debole perché in fondo sa che non vuole privarsi di lui, di ciò che prova?...non vuole o non può? Neanche lei stessa lo sa più...
E d'improvviso tutto il dolore fisico che sta sentendo con Mairon e attraverso Mairon si annulla e si sgretola, lasciando il corpo insensibile e freddo, diventando niente assoluto di fronte a quello che arriva secco ed affilato a pugnalarle il cuore e l'anima
Il tuo futuro Inmwe
Il tuo futuro
 

Makar: *il secondo ramo mi fa cadere il pugnale di mano, ma non sposto il piede da quello di Mirelin, per tenerla ferma...ed inerme. Sposto lo sguardo su Adar, è catatonico da quando ha visto Melkor...forse sta rivivendo i suoi anni in compagnia del dolore e delle torture psicologiche e fisiche alle quali deve essere stato sottoposto....Scambio un veloce sguardo con Melkor, annuendo....e rido, quando sento Sauron che viene totalmente annichilito. Sulle strade che portano al punto più alto della città, si sta ammassando una certa folla...vorranno avere un po' della carne di Sauron...* Ecco!....Guardatelo...ora non fa più paura a nessuno...Ecco...ammirate il vostro salvatore, Melkor il Grande. Colui che vi ha liberati da questo infame Mostro....perchè...è questo che eri, Sauron....solo questo. Non sei mai stato un Re.
 

Myrelyn
*Scuoto con forza la testa alle parole del nemico che beffardo e crudele mi trattiene senza il minimo sforzo, negandole. Negandole.
Nonostante quello che ho appreso su di lui non riesco a sovrapporre il crudele tiranno Sauron alla figura di Mairon. Le parole sprezzanti e quelle ancora più feroci di Melkor non spengono l'affetto che provo per lui come un lumicino nella tempesta, ma desidero che Mairon senta di avere ancora vicino una persona amica.*
"Non ti dimenticherò mai Inmwe. Cresci nostro figlio..."
Cosa?? O misericordia nooooo!
*Non so come o perché ma le parole struggenti di Mairon mi arrivano come un bisbiglio e portano nuove lacrime a scorrere copiose sul mio viso al pensiero di questo bimbo privato del Padre prima ancora del primo abbraccio*
Mairon! Mairon!!
*Il richiamo mi esce a voce più alta e nonostante lo strazio fisso gli occhi in quelli del re oltre la cupa figura oscura e drammaticamente bellissima che gli incombe implacabile sul corpo così spietatamente martoriato trasmettendogli tutto il bene che gli voglio.*
"Sarò pure telepatica?"
*Non ne ho idea, di quello che possa significare essere mezza maia non ho ancora scoperto nulla. Non ho avuto il tempo di interrogare Adar.
Tuttavia fissandolo negli occhi cerco di inviargli un pensiero*
"Ti voglio bene Mairon. Per me tu sei Mairon il Re, non quello che dicono loro. Mi senti? Ti voglio ancora bene."
*Solo per lui, anche se non so se mi possa sentire davvero, solo nella mente e senza fare uscire un solo suono intono la melodia della ninna nanna che gli avevo già cantato.*
"Sentimi ti prego."
Poi i miei occhi tornano a mettere a fuoco tutto il resto. Inmwe impietrita a terra, spero per lei ormai incosciente, Alcare immobile e Adar*
Oh Adar no, no!
*Il mio amico, l'uruk altero e invincibile è completamente smarrito nel terrore. Trema, gli occhi vacui e sfocati, sicuramente persi nel suo atroce passato*
Adar! Adar!
*La mia voce non sortisce il minimo effetto, nessunissimo lieve cenno che riesca a sentirmi e vedermi. Mentre i singhiozzi irrefrenabili mi scuotono rivolgo un'occhiata che è furore puro all'essere che mi tiene prigioniera*
Lasciami andare! Lasciami andare!
*In preda alla frustrazione, alla disperazione, senza più alternative, tremando come una foglia, con la voce esile di una bambina rivolgo la mia richiesta proprio a colui che ne è la causa*
Digli di lasciarmi
 

Melkor: *Arrivato di fronte all'ingresso del Palazzo del Re si fermò ad osservarlo ancora una volta. La sua rabbia, il suo rancore, il suo desiderio di vendetta stavano scemando finalmente, lasciando il posto ad un dolore rovente che gli stringeva il petto: nessuno l'aveva mai conosciuto a fondo come Mairon, con nessuno si era mai mostrato senza maschera, con nessuno si era mai concesso come con lui, ma poi aveva trascorso tre Ere del Sole in esilio e lui non c'era.
Si chinò verso di lui, i capelli quasi a sfiorare il viso pallido ed esanime dell'altro, quel volto bellissimo ora deformato dal dolore, vittima della Sua ira.*
Forse puoi ancora sentirmi...
*Disse piano.*
Lo sai che cosa sei? Sei un essere volubile e bugiardo, ma non riesco a fare a meno di te. Sei un bastardo...
*Ora i loro volti si sfioravano l'uno con l'altro.*
Gehal... Eka... Inyth…( Ti amo ancora )
*Le sue labbra sfiorarono appena la fronte gelida ed insanguinata di Mairon, poi si ritrasse.
Ripercorse i gradini a ritroso, fermandosi alla base della scalinata, levò le braccia davanti a sé quasi abbracciando a distanza il corpo della propria vittima.
Fu allora che lo spazio intorno parve distorcersi ed il corpo di Mairon sembrò quasi di liquefarsi lentamente, scomparendo fra le parti ammonticchiate della sua armatura. Il metallo, privato del volume sottostante, rotolò svuotato, rimbalzando con un fragore sordo.
Sul primo gradino, dove prima si trovava il sovrano di Gondor, ora era disteso un grosso gatto rosso dal dorso tigrato, sdraiato sul dorso che sembrava addormentato.
Il Vala infine sedette sugli scalini, lasciandosi cadere pesantemente: era stanco, terribilmente stanco ora se ne rendeva conto. Rivolse lo sguardo al Mairon-gatto e poi alla sovrana di Gondor.*
Vi piacciono i gatti, Regina?
 

Inmwe
*La nebbia nella sua mente lentamente si dirada, mentre gli occhi si rifocalizzano sul mondo circostante: gli oggetti tornano ad assumere contorni definiti e noti, silenti seppur non assenti sono ora le voci che le avvelenavano l'anima...ma ci penserà domani, forse ..
Si riscuote tornando a percepire il suo corpo e il contatto col terreno.
Placata è la tempesta, non solo quella sopra di loro ..alza finalmente il viso preparandosi rassegnata all'inevitabile, ma la bocca le si spalanca di stupore e dolcissima incredulità di fronte alla trasformazione di Mairon in un gatto...un gatto che sembrava dormire, ma le cui membra anche da lì apparivano sane e non distrutte dalla furia della vendetta.
Un bellissimo, sano gatto rosso
Prova ad alzarsi ma le gambe troppo a lungo prone non la reggono ancora, appoggia istintivamente le mani di fronte a sé e camminando carponi raggiunge lentamente la divinità ora placata che siede stanca sui gradini
Si lascia cadere accanto a lui, guardando fisso il suo Mairon ora tramutato*
Mairon ..lo hai ..tu lo hai salvato..,vero? Non è morto...non è morto, vero?
*Domanda ancora incredula mentre un flebile sollievo sembra riscaldarla da dentro*
Grazie...divino Melkor... grazie di cuore
*Osa girare il suo volto per osservare quello della potenza che ora appare un volto esausto, di una tristezza mortale e feroce.
Nessuna traccia di rabbia o furore ora
Solo una cupa, infinita disperazione lunga come ere e pesante come il Vuoto
Quello che legge sul suo viso le stringe il cuore...sa bene che un tale gesto può metterla a rischio, Lui è il Sommo ...ma dopo ciò che ha appena vissuto ogni rischio sembra piccola cosa ormai.
Per un attimo accanto a lei siede soltanto qualcuno che condivide con lei il tormento e lo strazio di amare qualcuno che ti ha fatto soffrire e che sai che continuerà a farti soffrire
E che comunque non puoi fare a meno di amare
Osa appoggiare delicatamente una mano sulla sua, stringendola appena, sentendosi terribilmente vicina al suo dolore*
Grazie ...io ti sono debitrice o Potente Melkor per la tua magnanimità
*Mormora a fior di labbra
Poi, incredibilmente e senza che lei possa evitarlo un lievissimo sorriso le increspa le labbra mentre rivolge nuovamente ancora lo sguardo tornato limpido verso il suo Mairon*
Mi piacciono molto i gatti o Immenso...credo che lo chiamerò Tevildo
Ti piace come nome?
 

Makar
*Ammiro ciò che Melkor ha appena fatto a Sauron....che umiliazione deve essere per colui che si è dato il titolo di Re degli Uomini....Leggo il terrore negli occhi di Adar ed Alcare. Entrambi....attendono solo il giudizio di Melkor su ciò che hanno con loro....e non credo che il Signore Oscuro sarà compiacente con la progenie del suo più grande nemico* Melkor...che ne faccio di questi due e della piccola impertinente? *sbatterli in cella a vita, sarà divertente....ce li caveremo dal mezzo* ah proposito....posso lasciare andare questa...? *indicando Mirelyn...Non ne posso più della sua impertinenza e voglia di fuggire*
 

Emrys: * sono chiuso in cella da giorni, ormai...giro e rigiro l'anello che ho al dito, quello con la scheggia del Silmaril che ho consegnato a Maglor..., ma nessun segnale da Ashla o da Measse...probabilmente, stanno tornando a Mordor...e mi verranno a riprendere appena le acque si saranno calmate. Strano, nessuno è venuto ad interrogarmi...o a portarmi cibo. Quella ragazzina Elfa, ha attratto la mia curiosità, ma non si è più vista...Forse Sauron è stato colpito ed ora giace a letto, inerme...* ahahah....* mi viene da ridere al solo pensiero di aver vinto...di aver liberato Arda da Sauron una volta per tutte...chissà i festeggiamenti a Mordor ed in tutto il Pianeta. La grande Measse...è riuscita ad evitare il ritorno di Melkor e di Sauron....la staranno acclamando. Mentre io sono qui...a marcire in una cella umida e buia..senza finestre che mi permettano di vedere il cielo...Aspetta...ha appena tremato violentemente l'intero Pianeta..come se qualcosa lo avesse scosso dall'interno.
La rabbia dei Valar si sta per gettare su di noi...Sento chiaramente i tuoni ed i lampi che si abbattono sulla città....deve essere la morte di Sauron...perché lo sto sentendo urlare di dolore...*
 

Sauron
*Anche se il dolore è lancinante e non riesco a muovermi, sento le parole di Melkor...e le sue labbra vicino alle mie...solo un sibilo esce dalla mia bocca, ormai insanguinata...ma riesco a sputargli il sangue in gola...Poi...le parole di Mirelyn riecheggiano nella mia mente...la melodia che sta cantando calma il dolore e le mie membra sembrano quasi rilassarsi....prima che altro dolore si aggiunga. Mi ritrovo nel corpo di un gatto, so di aver perso tutto....in questa forma, non potrò comunicare con Inmwe...ma so di avere un'alleata nel mio piano, Mirelyn....quell'Elfa si sta dimostrando più utile di quanto mi aspettassi* "Mirelyn, so che puoi sentirmi. Devi mettere Adar ed Alcare in salvo. Se Melkor prendesse il Silmaril, saremmo tutti in pericolo. Probabilmente, Makar vi terrà d'occhio per ordine di Melkor...ma è un Vala molto volubile, potrebbe anche cercarsi una taverna in cui divertirsi...a quel punto, loro due devono fuggire." *Cado in un sonno cullato dal canto dell'Elfa. Ma avrò la mia vendetta contro Melkor, in questa vita o nell'altra....*
 

Melkor
Tevildo, è un bel nome credo che gli si addica...
*Avverte il tocco della mano della Regina sulla propria, non riuscendo ad evitare un leggero sussulto: è strano, da millenni ormai non veniva più toccato da nessuno, nonostante sia una semplice umana questa donna è sicuramente coraggiosa. Le sorride, hanno qualcosa in comune in fondo.*
Quelli come Noi non sono facili da abbattere, Mairon poi ha la tempra dell'erba cattiva... una con dei fiori particolarmente belli.
*Trasse indietro la propria mano da quella di Inmwe, allungando il braccio per afferrare il gatto per la collottola traendolo a sé. Quello si svegliò, soffiandogli contro furiosamente e provando ad allungare una zampa verso di lui.*
Piano con quelle unghie Signore dei Gatti! Non vorrai fare del male alla tua regina!
*Così dicendo lo mise delicatamente fra le braccia di quest'ultima.
Fu allora che si accorse delle altre presenze nel piazzale, c'era Makar, l'aveva visto nella Pietra Veggente ed a quanto pareva non aveva mai veramente lasciato le Terre Mortali. Si trascinava dietro tre prigionieri che a prima vista sembravano... elfi? Un'adulta dalla chioma ramata, abbigliata come una guerriera, una ragazzina coi capelli biondo platino ed un maschio che a prima vista sembrava... possibile che fosse proprio lui? Non poteva sperare fosse ancora vivo, l'universo era diventato interessante, molto interessante.*
Vieni avanti Makar, vecchio mio!
*Disse al Vala in armatura, enfatizzando le sue parole con un gesto del braccio.*
È un piacere rivederti ancora sopra questo Mondo! Ti sei dato molta pena a trascinare quella gente fin qui, vieni avanti ora! Portali da me!
 

 

Makar: con piacere, Melkor...*tirando le catene, porto i tre prigionieri verso Melkor...* e muoviti, Maglor....muoviti...non vorrai far arrabbiare il tuo benefattore...no? *è l'unico che è atterrito dal terrore...le altre due non sanno chi hanno di fronte....o non lo ricordano. La mente dell'Elfa adulta è difficile da scrutare...per quanto riguarda la giovane, è talmente inesperta da aver mandato messaggi a Sauron, senza sapere che la stavo osservando....ingenua...come suo padre* sarai molto felice di scoprire....che ho due figli del tuo peggior nemico. Ed hanno un regalo per te....


Myrelyn
*Ho sentito le parole di Mairon nella mente. Cercherò di fare come vuole.*
"Sì Mairon, proverò a aiutarli se mi sarà possibile"
*Penso intensamente in risposta, rivolta al gatto rosso che ora giace in braccio a Inmwe.
Nel muoverci finalmente le catene hanno gioco e posso avvicinarmi a Adar. Gli prendo nuovamente la mano sperando di dargli conforto con il mio tocco e cercando di riuscire a entrare con il canto nella sua mente ottenebrata dal panico come feci la volta dell'incubo.
Le parole così crudelmente strafottenti di Makar, così si chiama evidentemente questo nemico, mi colmano di rabbia e quando mi volto a incenerirlo con lo sguardo credo mi possa leggere in faccia quanto vorrei poterlo prendere a calci negli stinchi.
Adar si muove come un sonnambulo, tirato più dalle catene e continuo a stringergli con forza la mano*
"Adar! Svegliati! Sono qui, sono Myrelyn"
*Gli canto nella mente con tutte le forze, cercando di non farmi sentire da altri. Forse Mairon si è accorto di quello che sto tentando di fare...sento il suo sguardo su di me.
Le catene invisibili ci impongono di fermarci a pochi passi di distanza da Inmwe e Mairon.*
"Vorrei potermi buttare tra le braccia di Inmwe, ho tanto bisogno di un abbraccio "
*e soprattutto dal bellissimo divino dai capelli neri e dagli occhi d'oro che ora solleva lo sguardo su di noi.
Un brivido gelido mi attraversa, e il canto che ancora stavo intonando nella mente si blocca di colpo spezzando una parola.
Indietreggio di istinto, finendo per aderire alla più massiccia figura di Adar. Mi sono sempre fatta scudo di lui nel pericolo. Gli stringo forte la mano implorando tutte le potenze perché sia ancora il mio protettore.*
Adar
 

Maglor/Adar: *Adar deglutisce a fatica, mentre gli ultimi eventi lo colpiscono con la stessa forza di uno speeder lanciato a tutta velocità.
Aveva odiato Sauron per molto tempo, ma neppure lui avrebbe potuto condonare una simile umiliazione.
Non c'è alcun onore nel costringere un Maia ad una sola forma... sarebbe stato meglio metterlo fuori dalla sua miseria, piuttosto. Ma il fatto che Melkor abbia deciso di punirlo in quel modo è solo l'ennesima prova di quanta crudeltà sia davvero capace l'Oscuro Signore. Una crudeltà che sicuramente sarebbe più che felice di infliggere a qualcuno come lui, figlio del suo odiato nemico.
Vorrebbe solo poter scomparire e tornare dalla sua famiglia, lontano da questa tragedia... ma nonostante la sua paura, non può lasciare che Myrelyn e Alcare soffrano lo stesso destino che anni orsono lo tramutò in un mostro. Non può lasciare che accada all'elfa a cui si è affezionato... e a sua sorella, perchè ormai conosce la natura del suo legame con Alcare.
Quei giorni lontani sono stati riportati alla luce dalla ricomparsa del maligno, chiari come il sole. Li rammenta bene... così come rammenta l'amore che provava per lei, quando era ancora pura innocente, nient'altro che una bambina desiderosa di conoscere il mondo. E non permetterà che quei ricordi vengano deturpati dalle mani di Morgoth, proprio come accadde a lui.
Così, sceglie di fare appello ad ogni oncia di coraggio che gli è rimasta... e tira fuori il Silmaril da sotto la veste.*
M-mio signore Melkor *balbetta, cercando di incontrare lo sguardo del Maligno senza vacillare* In cambio della sopravvivenza di queste Elfe, vi offro in dono l'oggetto dei vostri desideri... e la mia vita, se basterà a comprare la vostra misericordia.

Alcare
*respira a fondo senza togliere lo sguardo dall'Oscuro o Morgoth come l'avevano sempre chiamato, colui che le aveva rovinato l'adolescenza e la giovinezza, togliendole la sua famiglia, costringendola a vagare per settimane e mesi. Separandola da Maglor il quale poi era stato torturato a lungo per poi diventare Adar e per uno strano scherzo del destino facendoglielo ritrovare.
No! Non avrebbe permesso che si sacrificasse!*
Maglor! Non arrenderti non farlo. Io sono qui. Siamo stati separati per molte ere, ora ...non posso perderti di nuovo. Non dargliela vinta. Ci ha già rovinato abbastanza la vita, togliendoci la nostra famiglia e separandoci, non permettiamogli di farlo ulteriormente.
* cerca di farsi strada tramite la telepatia nella mente del fratello comunicandogli quelle parole per scuoterlo. Non avrebbe mai permesso il suo sacrificio *
 

Melkor "Quindi l'erede prediletto di Finwe aveva anche una figlia..."
Progenie di Feanor e siete ancora in due! Volevo sperare che in tutti questi secoli il Mondo si fosse liberato dalla piaga della vostra presenza, invece a quanto pare...
"Siete più tenaci delle blatte!"
*Rimase seduto ad osservare i prigionieri, parlando più a se stesso che agli altri presenti. Non ricordava di aver mai visto o incontrato l'elfa dai capelli rossi, probabilmente era ancora troppo giovane quando Egli si aggirava fra il suo popolo, ma la dinamica fra i due fratelli era eloquente, gli restava poco chiaro il ruolo della ragazzina, appariva come un elfo ma aveva qualcosa di strano... un'aura come la sua Egli l'aveva già incontrata. Ma quando?
Il Vala stava ancora rielaborando questi pensieri quando le parole Maglor colpirono la sua attenzione e la presenza del Silmaril disturbo i suoi sensi.
Scattò in piedi all'istante, il suo corpo si mosse in un riflesso involontario, mentre realizzava quel che stava facendo, riuscendo a fermarsi poco prima di inciampare nei gradini.
Il Silmaril brillava di vita propria, placido, imperturbabile ed immacolato, Maglor lo teneva in una mano ed era come se reggesse una stella, un fulcro splendido di infinita sventura.
Si ricompose, guardando in volto prima il figlio del suo Nemico, poi il gioiello e poi tutti gli astanti.
Era di nuovo in grado di controllare il suo corpo, ma le sue mani tremavano, strette in pugno.*
Non è possibile...
*modulava a fatica*
Quella gemma non dovrebbe neanche trovarsi qui! L'avevo visto nella Pietra Veggente! Uno in Cielo, uno in fondo Mare ed uno nelle profondità della Terra...
CHI È STATO!
*Gridò di un fiato, facendo sussultare l'aria stessa urtata dalla sua voce.*
CHI È STATO COSÌ SCIAGURATO DA PENSARE FOSSE BUONA IDEA SOTTRARLO AL LUOGO IN CUI LE POTENZE HANNO DECISO CHE DOVESSE RESTARE?!
CHI E' STATO?
*Calò il silenzio, un silenzio così denso che sembrava che il tempo si fosse fermato.
Riprese di controllo, ancora una volta, trasse un profondo respiro e pronunciò quasi in un sussurro.*
Rispondetemi. Se non è vostra la responsabilità, nessuno dei presenti si farà del male...
 

Myrelyn
*Ancora scioccata dalle parole di Adar, terrorizzata dalla possibilità che la bellissima divinità che stava imperversando lo prendesse in parola e lo trucidasse ora davanti ai suoi occhi la ragazzina elfa salta quasi all'indietro al grido belluino*
CHI È STATO!
*L'aria stessa aveva tremato con violenza e poi il silenzio era calato. Denso e pesante, minaccioso più dello scoppio di grida.*
Rispondetemi. Se non è vostra la responsabilità, nessuno dei presenti si farà male...
*Il nemico dai capelli neri e dagli occhi dorati lo sussurra ora, e la calma e la promessa improvvisamente scuotono la ragazzina elfa che impulsivamente fa un passo in avanti a pugni stretti piazzandosi davanti agli altri due*
Non hai notato l'esercito nemico fuori dalla città Signor Terrore? Il sassetto lucente lo ha fatto cadere Emrys, l'uomo- falchetto, quando lo abbiamo catturato! E avevano quasi ammazzato Mairon con un veleno e noi l'avevamo appena curato e poi tu ...tu... Guarda cosa gli hai fatto!!
*La voce della piccola peste si alza e poi si spezza per l'emozione. Trema di rabbia e grosse lacrime le rotolano sulle guance*
Ma si può sapere chi sei? Cosa vuoi! Perché hai fatto questo a Mairon? E perché tanto baccano per uno stupido sassetto lucente? L'ho raccolto io e dato a Adar quando me lo ha chiesto. Quindi?
*La cascata di domande si interrompe nel tono che si affievolisce mentre Myrelyn si rende pian piano conto delle espressioni piene di orrore e terrore che sfuggono ai testimoni della sua tirata.*
Ehm, se ti chiedo scusa?
*Domanda ora guardandolo di sotto in su con gli occhioni azzurri imploranti e colmi di improvviso e ben giustificato timore *
 

Maglor/Adar: Perdonatela, mio signore *si affretta a dire Adar, sperando con tutto se stesso che la pazienza assai sottile del Vala non sia ulteriormente diminuita nel corso della sua prigionia* Questa Elfa è ancora giovane e inesperta... e non conosce le vostre imprese, né ha mai udito il vostro nome al di là di storie e racconti per bambini.
Può sembrare irrispettosa, ma con il giusto incentivo sarebbe un'ottima risorsa.
*Deglutisce a fatica, cercando di sostenere lo sguardo dell'Oscuro Signore* Per quanto riguarda la vostra domanda... la ragazza dice il vero, è stata lei a consegnarmi questo Silmaril. Eppure, nessuno di noi è a conoscenza di quali forze lo abbiano riportato alla luce, quando si credeva perso per sempre.
Ve lo posso giurare sull'anima di mio padre, o primo e più possente di tutti i Valar. Ma se davvero non mi credete... allora leggete la mia mente, e lì troverete la risposta ai vostri dubbi.
Solo, vi prego... non uccidetela.
 

Alcare
*tiene gli occhi bassi ma dentro di sé gioisce come non mai a vedere Morgoth terrorizzato alla vista della piccola pietra lucente. Certo lei era troppo giovane per ricordare gli eventi che lo avevano coinvolto in passato ma ora era qui e non tutto era perduto .
Cerca di schermare la propria mente per impedirgli di percepire i suoi pensieri e contemporaneamente cerca di comunicare sia con Maglor che con Myrelyn .
Stai tranquillo fratello. Tutto si risolverà e riusciremo ad uscire da questa situazione senza che nessuno perda la vita .
Myrelyn, è una storia lunga: ti basti sapere che molto molto tempo fa, ha fatto del male a me, Maglor ed alla nostra famiglia. Io ero ancora più giovane di te e dovetti fuggire separandomi da lui. Ora calmati. Ce la faremo. *disse mentalmente nel solito tono calmo *
 

Melkor
*Da quanto riusciva a comprendere, la città era stata assediata da colei che aveva come servitore il Maia Emrys ed era attraverso di lui che il Silmaril era giunto nelle mani di Maglor. Poi c'era la questione del veleno... il figlio di Feanor non aveva tutti i torti, la bambina non conosceva il rispetto ma possedeva il dono della sintesi: la Montagna Solitaria, il Silmaril, l'assedio, il veleno... Signor Terrore.*
Signor Terrore?
*Scambiò velocemente un'occhiata con Makar, che fece spallucce.*
Mi hai veramente chiamato Signor Terrore? Razza di piccola bambina insolente... *Allungo il braccio destro, afferrandola per il bavero e tirandola a sé.*
L'ultimo che ha osato mancarmi di rispetto in questo modo è stato Hurin figlio di Galdor...!
*La frase rimase in sospeso per qualche secondo mentre il Vala osservava lo sguardo smarrito ed il volto pallido della giovane Elfa.*
...ma immagino che nessuno ti abbia mai raccontato neanche questo.
*Vorse lo sguardo verso la Regina dove il gatto rossiccio si appiattiva vistosamente sulle ginocchia della sovrana.*
Mi sembra di capire che questa bambina fosse a carico tuo, dovresti vergognarti Mairon!
La lasciò andare e quella si afflosciò sorreggendosi al braccio di Maglor, il Vala tacque ancora qualche secondo, Incrocio le braccia lasciandosi sfuggire un profondo sospiro.*
Ebbene figlio di Feanor, mostraci il gioiello!
*Il Silmaril sulla mano di quest'ultimo tremò leggermente e levitò per aria, fluttuando lentamente fra Myrelyn ed il Vala oscuro.*
Definire un Silmaril un semplice "sassetto lucente" non solo è scorretto, ma è quasi offensivo. Il Silmaril non è un gioiello qualunque, esso è un contenitore purissimo ed indistruttibile, un contenitore per qualcosa di unico e prezioso, qualcosa che nella sua forma originale ormai è andato perduto...
*La Gemma cominciò a ruotare lentamente su se stessa davanti agli occhi di Myrelyn, la sua flebile luce d'un tratto parve accecante e davanti agli occhi della ragazzina si spalancò un ampio spazio verdeggiante.*
Prova ad immaginare questa piccola e semplice Luce, moltiplicata per decine e centinaia di volte in bellezza e maestà... *Diceva la voce di Melkor, così ella vide sconfinati prati verdi ricamati da fiori di campo, bianchi, gialli, azzurri e rossi, c'era un fiume che scorreva gorgogliando ed oltre i campi rigogliose foreste, al di là delle foreste un basso colle e sopra il colle una Bianca Città. Leggiadra e maestosa, la Città Bianca si ergeva verso il cielo, decorata di torri, palazzi e terrazze, sembrava dovesse sollevarsi fra le nuvole da un momento all'altro.
La luce non sembrava provenire da un orizzonte troppo lontano e fu allora che si accorse della straordinaria fonte di luce in lontananza: due alberi in cima ad una collina, più alti, grandi e rigogliosi di quanti ne avesse mai visti in vita sua e poi splendenti, brillanti di luce propria, uno d'oro, l'altro d'argento.
Il vento soffiava leggiadro fra i loro rami, disperdendo nell'aria circostante una brina leggera, una nebbia di luce che si depositava lentamente sulla vegetazione circostante.
Il suono del vento assumeva la forma di una melodia leggiadra e nella sua mente si formò l'idea che potessero essere gli stessi Alberi a produrla...
C'era una figura maschile in piedi al suo fianco, era Melkor, ma in qualche modo sembrava più giovane, indossava un cerchio d'argento e portava una treccia lunghissima.
La visuale si ridusse rapidamente, come un battito di ciglia, il paesaggio scompare lasciando il posto ad uno spazio buio, le gemme erano tre, imprigionate in una corona di ferro, appuntita come guglie di una torre: c'era Melkor seduto su un trono, sembrava dormisse, era vecchio, consumato e crudele, era solo.
La visione si dissolse ancora e le guglie della Corona Ferrea divennero le tre torri di una fortezza spaventosa, fumo, fuoco e roccia nera.
Fu allora che la voce del Valà la raggiunse di nuovo, riportandola al suo mondo.*
I Silmaril erano tre e vennero costruiti da Feanor, Principe dei Noldor, per proprio vanto e per custodire la luce degli Alberi, distrutta a suo tempo per mano mia... e di Ungoliant. Sono tutto ciò che rimane della Luce di Valinor.
*Il gioiello fluttuava ancora placido fra di loro ed ora il Vala dagli occhi dorati la fissava in viso.*
Io sono il primo ed il maggiore fra le Potenze del Mondo. La luce degli Alberi era quando più vicino esistesse al mondo alla Luce della Vita, la Fiamma Imperitura che dà origine ad ogni cosa. Al tempo ritenevo che il loro possesso fosse un mio diritto.
*Sorrise, stanco.*
È sufficiente per la tua petulanza?

Makar
*facendo leva sulla distrazione di Melkor e di Maglor...allungo la mano....no, aspetta, non ancora...Aspetta.....aspetta il momento in cui potrai approfittare della guardia bassa di Melkor....Sfilo il pugnale dalla cintura di Alcare, e faccio finta di osservarlo, di controllare la perfetta fattura...deve essere antico, sembra proprio forgiato a Valinor, magari proprio da Feanor, di cui reca le iniziali e lo stemma. Sicuramente, è l'unica cosa che le resta di suo padre, oltre al Silmaril. Finalmente, dopo quelle che sembravano ore, il Silmaril si posa di nuovo sul palmo aperto di Maglor. E' in quel momento che lo vedo, la sua luce sta chiamando me...mi sta travolgendo. Dalle parole di Melkor, capisco quanto sia debole ora. Non è nemmeno in grado di afferrare quel Silmaril...così vicino...Così bello, lucente....incantato* sei un codardo, Melkor....proprio come pensavo...* sussurro, credendo che lui non senta. Allungo la mano....ma sento una forte resistenza, come se qualcosa mi tenesse il braccio*
 

** Ma la mano di Makar si ferma a pochi millimetri dal Silmaril, ancora un poco e le sue dita affusolate avrebbero toccato il cristallo. Ancora un poco...ed avrebbe scatenato l'ira dei due figli di Feanor. Un vento gelido da Ovest spira fra i presenti, avvolgendo Adar ed Alcare e facendo muovere le loro vesti. Attraverso le nubi di Melkor, un raggio di pura Luce illumina i tre Elfi... e "Che sia amico o nemico, dannato o innocente,
progenie di Morgoth
o luminoso Vala,
Elfo o Maia, o Creatura ancora non vivente,
Uomo ancora non nato sulla Terra di Mezzo,
né leggi, né amore, né legioni di spade,
né terrore, né perigli, né il Fato stesso,
difenderanno da Fëanor, o dalla stirpe di Fëanor,
colui il quale giammai nasconda, possieda, afferri,
trattenga o porti via seco
un Silmaril.
Questo giuriamo tutti insieme:
morte gli daremo, fino alla fine dei Giorni,
sventura,
fino al collasso del mondo!
Ascolta le nostre parole, o Eru, Padre-di-tutti!
Alla Tenebra Eterna condannaci, se mancheremo ai nostri propositi.
Il Sacro Monte ci ascolti in testimonio,
e ricordate il nostro voto,
Manwë e Varda!". Per qualche istante, la voce di Feanor risuona nelle menti di Adar, Alcare e Mirelyn. Mentre la luce del Silmaril si fa più accesa e brucia la mano di Makar. Nella Sala del trono di Barad Dur...Measse lancia un grido di dolore**
 

 

Maglor/Adar: *Adar si prodiga subito per sostenere Myrelyn.
Sebbene non abbia ancora subito l'intera portata della crudeltà di Melkor, egli sa bene quanto gli effetti della sua contaminazione possano essere gravi anche se promulgati per pochi secondi.
Entrare in contatto con la mente dell'Oscuro Signore lascia un segno, a volte momentaneo... a volte eterno, capace di macchiare per sempre anche l'anima più pura, tormentandola ad un livello inconcepibile per le menti mortali.
Non sa cosa la piccola elfa abbia visto, ma in cuor suo è sicuro di una cosa: niente di buono, poiché ora riesce a percepire il dolore e l'angoscia che turbinano dentro di lei.
E basandosi sulle parole del Vala, può almeno intuire una parte di ciò che Myrelyn ha testimoniato... qualcosa per cui una mente ancora giovane come la sua non era assolutamente preparata.*
Va tutto bene *tenta di rassicurarla, stringendola delicatamente* Sono qui... non era reale, era solo nella tua testa. Non ci pensare... quei tempi sono ormai finiti e non torneranno... tu sei al sicuro e continuerai ad esserlo, te lo... te lo prometto.
*Pronuncia quelle parole con stanchezza ed esitazione, perchè in fondo non sa se riuscirà davvero a mantenere un simile giuramento... ma per lo meno, ci proverà con tutte le sue forze.
All'improvviso, un lampo di luce inonda la sua vista, e l'Uruk si porta una mano alle tempie, nel tentativo di frenare il dolore successivo. E in mezzo a tutto questo, vede un volto... un volto fin troppo familiare...*
 

Alcare
*sente la voce di Malgor, di suo padre e degli altri suoi fratelli nella sua mente come se fosse un'eco lontana... e il momento in cui lei stessa gettò il silmaril in mare per poi vagare in solitaria....giorni...mesi...anni.
A quel pensiero mosse la mano destra fino a mostrare nitidamente la cicatrice come una bruciatura sulla mano destra, ricordo indelebile di quei terribili momenti.
D'un tratto sente una forza che le sfila il pugnale per osservarlo, la percepisce forte e chiara così come percepisce il suo tentativo di toccare il silmaril, fa appello a tutte le sue forze e la ferma come se fermasse un braccio.*
fallo e spanderò i tuoi pezzi per tutta Arda.
*sibila in un tono di voce che sembra non appartenerle *

Myrelyn
*La domanda che Melkor mi rivolge con tono minaccioso ma anche stranamente incredulo non ha risposta, perché immediatamente allunga un braccio e mi afferra traendomi a lui in maniera irresistibile, come se pesassi meno di una piuma nella sua mano.
La sua aura collide con la mia, la sua è fuoco vivo, energia elettrica allo stato puro, accecante e bruciante. La mia si fa piccina, tremante e inconsciamente cerco di aggrapparmi alla melodia dell'acqua per resistere.
Appena mi lascia non posso fare altro che accasciarmi senza più un briciolo di forza e mi aggrappo al braccio di Adar. Ora che la sua aura non mi sfiora più il cambiamento è come essere immersa nell'acqua ghiacciata.
Ma quando il Silmaril comincia a levitare e brillare come una piccola stella la voce di Melkor, sognante e vibrante, le schiude la porta di un luogo straordinario: una vallata risplendente di pace e bellezza e gli Alberi, così infinitamente maestosi, abbaglianti. La meraviglia della ragazzina non ha termini di paragone.
Poi la visione cambia, diventa cupa e spettrale, la luce dei Silmaril un feroce contrasto con l'oscurità che li circonda e li imprigiona.
Gli occhi antichi e pieni di sconfinata solitudine della divinità le perforano la mente e le torri in fiamme le stringono attorno spire di desolazione e dolore.
Sensazioni troppo vivide, troppo potenti nella loro violenza per non trasparire sul visetto pallido della giovanissima elfa che sgrana gli occhioni azzurri fissi su qualcosa che solo lei può vedere.
Quando la realtà le ripiomba addosso ha un lievissimo sospiro di sollievo, ma le forze le mancano di colpo e si stringe alla mano amica prima di lasciarsi andare senza un solo fiato, quasi perdendo conoscenza, sopraffatta.
Ed è allora, mentre la voce di Adar la rassicura penetrando appena la mente ancora gravata dalle immagini che Melkor le ha mostrato che una Luce intensissima e una voce profonda ma stranamente corale pronuncia le parole terribili di un giuramento infrangibile.
Tutto è troppo per le forze ormai allo stremo della piccola elfa che trasalisce irrigidendosi in una smorfia di palese dolore. Porta una mano alla fronte strizzando forte gli occhi.*
Ahi! Fallo smettere! Adar! Adar!
*Il gemito si spezza in un singhiozzo e un sussulto. Un tremito lieve e Myrelyn cede e perde completamente conoscenza tra le braccia di Adar*
 

 

Inmwe
*Mairon, accoccolato sulle sue ginocchia, al momento sembra completamente rilassato.
Con un sorriso tende la mano per accarezzare dolcemente il suo collo, passando amorevolmente la mano sulla schiena morbida e setosa, avvertendo sotto le dita il vibrare di leggere fusa*
Tornerai tu, amore mio, non ti preoccupare
*Sussurra avvicinandosi col viso al musetto della bestiola*
Qualsiasi cosa sarà in mio potere io la farò, per te.
Fidati di me
Ti amo Mairon, ti amerò per sempre anche se...anche se qualsiasi cosa mi accadrà, ecco, sappi che ti ho amato dal primo istante che ti ho visto.
E che preferirei una dannazione eterna ma con te che una pace eterna senza di te ..
*Conclude mentre una lacrima si affaccia all'angolo dell'occhio, rotolando giù per la guancia
Chissà se lui può ancora capirla, sentirla ..se può comprendere le sue parole
Ma non c'è tempo di pensarci, in questa terribile e lunghissima notte sembra che tutto il tempo del mondo non sia sufficiente a coprire ciò che accade...i secondi sembrano dipanarsi veloci come lampi nel buio e lenti come ere...i figli di Feanor, Adar e Alcare i figli di Feanor..il Silmaril, quella luce così splendida e nello stesso tempo spaventosa nella sua potenza che ora brilla sulla mano di Adar come una stella sia atterrata davanti a loro
Per un attimo anche lei si perde ad osservarne la magnificenza della luce *
Myrelyn!
*Singhiozza quando la ragazzina viene presa e sollevata da Melkor, allunga istintivamente una mano nell'impulso di fermare quel braccio ma qualcosa la ferma come paralizzata*
"Vi supplico o Immenso Vi supplico...non fate loro del male"
*Prega dentro di sé rivolgendo uno sguardo supplichevole verso la Potenza accanto a lei, senza osare parlare né muoversi, inchiodata da venerazione per Colui che le hanno insegnato ad adorare e che avverte vicino a sé non solo fisicamente e terrore di poter dire o fare qualcosa che peggiori la situazione.
Ma dentro di lei anche una stranissima sensazione che Lui non farà loro del male e un dolce sentirsi protetta...ricorda le parole di suo padre quando lo accompagnava bambina ad offrire a Melkor vittime umane *
"Inmwe, il Potente e Sommo Melkor accetterà i sacrifici se compiuti nel suo Nome, ma solo se ciò che offri sarà offerto spontaneamente e con animo riverente ed umile di fronte alla Sua Magnificenza allora sarà degno di essere accolto da Lui"
*Si domanda se la sua offerta in cambio della salvezza dei tre, alla quale non ha mai avuto una risposta, sia stata valutata ed accolta...*
 

Nei pressi del Cancello Nero, Mordor

Measse *metà dell'esercito è già pronto a partire, gli altri...stanno preparando i cavalli. Le navi di Umbar sono partite ieri. Presto questo accampamento sarà solo un brutto ricordo. Ho fretta di partire....e poi mandare spie a liberare Emrys, quando le cose si saranno calmate. Al momento, Minas Tirith è in preda a Melkor...non penso sia sicuro farsi vedere lì* Ashla. prepara i cavalli, dobbiamo partire. Non voglio che Melkor volga le sue attenzioni al nostro accampamento. *ma soprattutto, avverto la presenza di Makar....*

 

  

 

Ashla *Dopo un attimo di panico, la Maia ha recuperato la calma ed il controllo della situazione...A parte il virus, l'arrivo di Melkor ha ribaltato le cose ed ora bisogna mantenere a tutti i costi la lucidità. Fortunatamente in questo momento l'attenzione del Vala è completamente rivolta a Sauron, è lui la sua attuale priorità, quindi devono essere veloci a sgomberare il campo ed a riparare a Mordor.

Si volta di scatto verso Measse, nell'udire le sue ultime parole* - Makar?...Non ci voleva... - *Sibila tra i denti...Un altro problema da risolvere, ci mancava proprio...Non dice più niente e dà ai soldati ed agli uruk ancora validi gli ultimi ordini per lo sgombero del campo* - Siamo pronti, mia Signora - *grida* - date l'ordine quando meglio vi aggrada... -

 

Hellabor

*Dopo un breve ma sufficiente pisolino ristoratore, resta ancora un po' pigramente sulla brandina a stiracchiarsi*

"Beh devo dire che non si mangia male in questo accampamento, per essere in guerra si trattano bene direi!"

*Poi si alza e si affaccia a fare capolino dalla tenda: ehy ma che succede? Sembra che si stiano preparando a partire di gran fretta... soldati che corrono per il campo smontando velocemente le tende, altri che raccolgono gli ultimi feriti caricandoli sulle barelle ..come se una forza sconosciuta le muovesse il viso, rivolge gli occhi alla sua sinistra, in alto dove c'è la città.

Sgrana gli occhi nel vedere un'enorme nube nera sopra di essa... e solo sopra di essa, il cielo appena al di fuori appare limpido.

È troppo innaturale come fenomeno, arriccia il naso subodorando guai... l'aria sembra satura, non sa se sono le esalazioni dei cadaveri, il sangue di cui il terreno è intriso o qualche sortilegio che renda il respirare pesante come sollevare un macigno*

Thamiel....ho l'impressione che sia meglio spicciarci ad andarcene da qui ..il prima possibile.

Il vecchio Gandalf diceva che nel dubbio bisogna seguire sempre il proprio naso...ed il mio mi ha appena consigliato di andarcene il prima possibile

*Sussurra all'amica appena dietro di lei*

   

Thamièl Aldaymir

*E' appena rientrata nella tenda dopo aver visto quella nube nera e opprimente sospesa sopra la città. Non sa cosa sia, ma questo fenomeno unito alla lunga vibrazione del terreno sotto ai suoi piedi, ed alle espressioni terree della signora Measse e di Ashla, non la lascia certo tranquilla... Raramente nella sua vita ha provato il Terrore, quello con la T maiuscola, quello che raggela lo stomaco e blocca le membra, che lascia incapaci di connettere e getta la mente nel caos. Ma questa è una di quelle volte...lei ed Hellabor devono fuggire, ed anche in fretta*

- Hai ragione, dobbiamo filarcela - *risponde alla mezz'hobbit con un sospiro simile ad un ringhio sommesso. Ma come? Measse ed Ashla se ne accorgerebbero sicuramente, non deve dimenticare che molti dei suoi pensieri sono connessi a quelli della Valië, e lei può spesso accorgersi delle sue intenzioni, anche se in quel momento sembra abbia tutt'altro di cui occuparsi.*

- Il tuo naso per caso ti ha anche detto dove trovare uno speeder? - *sbraita verso Hellabor, pentendosene subito dopo...è lei, alla fine, che ha portato la ragazza in quella situazione, e gliene ha già fatte passare un bel po'. Le da la mano tentando di sorridere per rassicurarla, ed alza un lembo della tenda* - Andiamo...Vediamo che si può fare per salvare la pelle... -

   

Measse 

*Dovrò portare Thamiel con me....ora che possiede Narya, potrei legarla all'Unico...Ottimo piano per iniziare ad avere Elfi ed Uomini sotto il mio controllo...* "Thamiel, voi verrete a Mordor con noi. Ho piani per te..." *almeno, le fermo sul nascere...so che proveranno a fuggire. Ma non è certo il momento per andarsene in giro, non con Melkor qui.* Appena saremo a Mordor, aprimi una chiamata con Pandora, ho bisogno di parlare con lei riguardo i progressi per i vaccini. Dobbiamo essere i primi ad averli. Per quanto riguarda Makar, me la vedo io con lui. *salgo a cavallo, pronta a partire in testa all'esercito* Marciate verso Mordor, marciate verso casa. *in lontananza, il Monte Fato erutta in tutta la sua potenza, dando il segnale per muoversi*

 

   

Ashla

*Entra nella tenda dove si trovano l'elfa e la mezz'hobbit, giusto nel momento in cui le due stanno tentando la fuga di soppiatto tanto da andare quasi a sbatterci addosso*

- Voi siete pronte? - *Le guarda leggermente sospettosa* - L'esercito si sta muovendo per rientrare a Mordor, e la Signora Measse vuole che veniate con noi...Su, svelte, non c'è tempo da perdere! - *Le fa strano averle viste tutte e due ad una piccola uscita latrale della tenda, come se avessero intenzione di sgattaiolare via di nascosto, ma poi pensa che probabilmente è la tensione nervosa che le fa vedere atteggiamenti strani dappertutto...* - Prendete questo cavallo- *porge loro le redini di un grosso stallone* - e restate vicino a me -

 

Shagrat

*L'esercito è in ritirata, una ritirata scomposta e caotica.

Gli altri generali sono alla testa dell'esercito, vicino a Measse.*

Codardi!!!

*Lui rallenta e invece resta nella retrovia a controllare che anche gli ultimi, le salmerie e gli ospedali abbiano la necessaria assistenza.

Guarda verso Minas thirit, Adar è là, ora nemico. *

"Chissà se sta bene."

*gli Uruk feriti lasciati nelle retrovie arrancano e faticano. Si sorreggono a vicenda e cercano come possono di reggere le barelle.*

"Abbandonati come al solito"

*Pensa con rabbia.*

    

Measse:  Ashla, assicurati che nessuno degli Uruk in retroguardia diserti....*sanno qual è la pena in caso disertino...Nessuno se ne va impunito dal Magnifico Esercito di Mordor e Rhun. Nessuno...Sento Makar molto vicino...sta usando il nostro potere per tenere in scacco tre Elfi....e tre Elfi importanti. Vorrei essere là per salvare la situazione, far capire loro che ho agito per salvarli da Sauron e da Melkor...ma so che non posso, Morgoth mi distruggerebbe con il solo sguardo. Sono negli Aratar, vero....ma il mio potere non è nulla in confronto a Melkor. Come disse Manwe....Makar ed io non siamo altro che i Maiar di Illuvatar....e temo che anche Melkor la pensi così* Thamiel, Hellabor....cavalcate in prima fila con me. Ci sono molte cose di cui dovremmo parlare, piccola Hobbit...e....di molte mi pento. Ma purtroppo, non posso rimediare al danno fatto, ormai. *sarà complicato per lei capire la verità....forse, Thamiel potrà aiutarmi in questo difficile compito*

 

    Ashla

*Cavalca lungo le file di soldati e dei carri che trasportano le vittime del virus che ancora lottano contro la malattia. Nessuno verrà lasciato indietro a morire, pensa Ashla, affranta per come sono andate le cose...Avrebbe dovuto essere una cavalcata fiera e già con la vittoria contro Sauron in pugno, ma con l'inaspettato arrivo di Melkor si è dovuta trasformare non in una sconfitta, quella no...mai...in un ripiegamento strategico, ecco.

Mille pensieri affollano la mente della Maia. Come ha potuto liberarsi Melkor? Come ha potuto tornare? Come è riuscito a spezzare Angainor, forgiata da Aulë? Ha un attimo di cedimento, poi si riscuote nel vedere gli uruk, con Shagrat a controllare le retrovie, che tentano di mantenere un certo ordine in quella che può sembrare una ritirata...*

- Coraggio, truppe! - *grida sguainando la spada e facendo impennare il cavallo* - Per Mordor!...Per la nostra Signora!... -

 

Hellabor

*All'invito dell'elfa comandante a raggiungere la prima fila, Hellabor storce il naso...sperava davvero che avessero potuto confondersi tra l'esercito in marcia e pian piano sgusciare via inosservate, ma a quanto pare questa ipotesi sfuma...lancia un'occhiata rassegnata a Thamièl*

Mi sa che ormai ci tocca arrivare a Mordor con loro, volenti o nolenti...in fondo le ho offerto anche i miei servigi in cambio della vendetta contro Sauron

*Parla con l'amica riflettendo sulla questione*

Quindi in effetti il mio posto è qui...ma c'è qualcosa che non mi quadra del tutto al momento, qualcosa che mi sfugge...forse ora stando vicino a lei capirò cosa? Boh...va beh andiamo allora? La maestra ci chiama alla lavagna

*Osserva ridendo verso la sua compagna di viaggio che cavalca accanto a lei.

Nota come sembra ancora più fiera e bella Thamièl in sella alla maniera elfica e le rivolge un grande sorriso affettuoso*

Non so cosa ancora accadrà sai? Però qualsiasi cosa sia, sono grata al destino che mi ha portato ad incontrarci!

Ti voglio bene amica mia

    

Thamièl Aldaymir

*La guarda e le sorride, sentendosi terribilmente colpevole. Anche lei le vuole bene, Hellabor è forse l'unica persona al mondo a cui si è affezionata veramente, i suoi rapporti con le altre persone si sono sempre limitati ad un pragmatico dare/prendere, anche alla Signora non può dire di essere affezionata...la ammira, condivide la sua visione di Arda, ha deciso di seguirla e di lavorare per lei ma, affettivamente, non prova nulla.

E' terrorizzata quando pensa al momento in cui la mezz'hobbit scoprirà la verità...perché prima o poi questo dovrà accadere, e gli scenari che si prospettano sono tutti disastrosi. La odierà di certo, non capirà, i sentimenti prenderanno il sopravvento sulla razionalità che, invece, in questi casi dovrebbe essere la cosa più importante.

Come fare a farle capire che la Signora Measse, a cui anche lei senza sapere nulla, ha offerto i suoi servigi, è una delle Potenze di Arda? Cosa può capirne un hobbit? O forse riuscirebbe a comprendere che le decisioni degli Ainur sono imperscrutabili, e si rassegnerebbe a ciò che è stato?*

- Eh si, mia cara, ora dobbiamo proprio andare a Mordor... - *Non ha il coraggio di aggiungere altro, sperando che nessuno veda le lacrime che lentamente le stanno riempiendo gli occhi.*

 

 Shagrat

*Rimane sorpreso nel vedere ritornare Ashla alle retrovie.

Avrebbe scommesso che non si sarebbe staccata dal fianco della sia signora e padrona.

L'incoraggiamento della Maia, il suo gesto ormai perfettamente inutile in una ritirata che se pure non è una sconfitta è un'implicita ammissione di debolezza e paura verso la potenza che ha interferito nei piani.*

Truppe! Cercate di mantenere il passo!

*E nel mentre l'amara realizzazione su fa strada nel generale.

La Maia è lì solo a sorveglianza. Che gli uruk non osino sottrarsi al loro destino di carne da macello. Ben sa che la pena per i disertori è solo una e definitiva: la morte.

Tuttavia aveva accarezzato l'idea di distanziare il grosso dell'esercito e virare verso Minas Morgul, dove pare venga offerto asilo agli uruk che riescono a fuggire dalla pandemia e dalla tirannia degli altri governanti.*

"Non è questo il giorno. Ma tornerò a essere un Uruk libero "

*Promette a sé stesso seguendo rassegnato la colonna in marcia verso Mordor.

 

   Ashla

*La Maia, dopo aver controllato la lunga fila dell'esercito in ripiegamento, sta per far fare dietrofront alla cavalcatura e tornare a fianco della Signora quando il suo sguardo incrocia per una frazione di secondo quello di Shagrat. Negli occhi dell'uruk, anche se il contatto è breve come un sospiro, riesce a leggere emozioni che per lei sono come un pugno nello stomaco...

Distoglie subito la sua attenzione da quanto ha percepito, ma la sensazione è inequivocabile. Insoddisfazione...rancore...scontento... Stringe le labbra mentre si dirige in testa alla colonna, per parlarne con Measse. Il morale dei soldati è bassissimo, e non solo per la malattia inaspettata e per quella che a loro appare come una ritirata vergognosa. C'è altro...e deve scoprire che cos'è prima che l'animo degli uruk sia esasperato ed esacerbato dal malcontento.*

 

   Hellabor

*Raggiunge al galoppo la testa del corteo insieme a Thamièl, affiancandosi (ma non troppo perché è una mezzhobbit ben educata che rispetta le gerarchie quando si ricorda) alla signora luminosa che l'ha convocata...le viene in mente solo ora che non sa neanche come si chiama ma è tardi per chiederlo a Thamièl, sono già arrivate*

Ehm .. eccoci signora...lady ...altezza??

*Balbetta impappinandosi*

So che ci ha convocato, aveva bisogno dei nostri servigi?

*Continua cercando di darsi un tono sicuro e tranquillo, impresa che si rivela più difficoltosa del previsto.

L'occhio le cade improvvisamente su un anello dorato al dito della signora, anello che sembra ricordarle qualcosa... possibile?

Si gira di scatto verso Thamièl per cercare una conferma nei suoi occhi ma il bagliore dell'anello della compagna sembra brillare di rimando all'altro*

"Hellabor respira e calmati...quello che ti manca è solo una bella pipata, rilassante, sei troppo nervosa e hai le allucinazioni, ecco"

*Dice a se stessa*

   

Thamièl Aldaymir

*Hanno raggiunto la testa del convoglio, e si avvicinano a Measse. Thamièl, ancora preda di pensieri cupi, si permette un sorriso nel vedere l'emozione di Hellabor davanti alla Valië e decide di cercare d toglierla dall'imbarazzo e di andarle in aiuto, per quanto può fare.*

- Hellabor, la Dama davanti a te è Measse Tahenys Isilme, Valië, Signora di Mordor e Protettrice di Arda... -

*Ha notato il lampo nello sguardo della mezz'hobbit quando ha visto l'anello al dito di Measse, e trattiene il fiato temendo il peggio ma per il momento, con tutte le cose che sono accadute, probabilmente la sua amica è ancora piuttosto scossa e confusa, e non è in grado di mettere i tasselli del rompicapo al loro posto. Meglio così, pensa l'elfa, lasciandosi sfuggire un lievissimo sospiro di sollievo. E prega tutti i Valar che il momento della rivelazione sia ancora lontano.

Cercando di sdrammatizzare il momento, si sporge dal suo cavallo e da una leggera gomitata ad Hellabor* - Stiamo per arrivare a Mordor...vedrai che luogo meraviglioso sta diventando, grazie alle cure della Signora Measse! -

 

Measse:  *entro nella mente di Hellabor, quel tanto che basta per capire che cosa le trafigge il cuore. Dal primo momento in cui l'ho vista, ho capito che le è successo qualcosa di veramente tragico....glielo si legge nello sguardo, anche un Incarnato potrebbe capirlo...* "Mi dispiace per la tua perdita. Per ciò che hai dovuto vedere ed affrontare. Non ero ancora in controllo dell'Unico, quando ho mandato Vader a recuperare i due Anelli che Sauron vi aveva consegnato. Makar mi ha usata...ha ordinato a Vader di eliminarli. Mi dispiace, ma non posso prevedere le sue azioni." *L'unico ha appena brillato....sente Mordor vicina...o sta avvertendo di un imminente pericolo. Mi fermo...lascio che l'esercito si fermi di fronte a noi* ormai non c'è più motivo perché non vi avverta dell'imminente pericolo. Melkor è tornato! Non so come sia potuto accadere...ma potrebbe attaccarci, cercare di prendere Mordor...o meglio...Calathrim...voi Uruk siete liberi di andare, se così volete. Non siete miei schiavi e mai lo sarete. Chi di voi vorrà dimorare nel mio regno, potrà farlo. Ma..quelli di voi che preferiscono andarsene, sono liberi di farlo. Minas Morgul potrà accogliervi. *so che alcuni di loro stavano disertando...purtroppo ci lascerà uno dei migliori generali di Sauron...spero che Shagrat cambi idea e resti a Calathrim. Incrocio lo sguardo di Ashla* "torneremo a liberare Emrys, Ashla"

   

Hellabor

*Tutto si aspettava di udire tranne quelle parole..per un attimo scuote velocemente il viso come per svegliarsi, poi comprende...ho mandato Vader...getta uno sguardo stralunato a Thamièl e ciò che vede scritto a chiare lettere sul suo viso la ghiaccia...lei sapeva.

Torna a guardare la Valie e istintivamente la mano va veloce sull'elsa della spada, la visione di lei che con un colpo le stacca quella testa con quella falsissima espressione dispiaciuta dal collo le si para dinanzi agli occhi.

Ma la mano trema sull'impugnatura senza muoversi. Guarda di nuovo gli anelli alle dita delle due, guarda i loro visi e l'esercito distrutto e sconfortato che le circonda, l'aria di rivolta e disperazione che aleggia pesante come piombo*

"Hellabor, qualsiasi cosa fai non farà tornare indietro Borin o i Nani. Non cancellerà i tuoi incubi.

Aggiungerà solo altro odio e veleno in un mondo dove paiono solo tutti incastrati nel desiderio di possesso e morte ..dove un oggetto materiale vale più di una vita, di un sentimento...guardati attorno, ricorda la montagna...guarda cosa lascia l' odio, vuoi davvero essere come loro, Hellabor?"

*Dice a se stessa, mentre leva la mano dall'elsa, tirando le redini per far indietreggiare il cavallo.

No, non sarà come loro, schiavi di anelli vari e menzogne, pronti ad ogni crimine pur di ritagliarsi un pezzettino di potere cercando poi di giustificare ogni azione con vuote parole di rammarico o ineluttabilità

Lancia un ultimo sguardo a Thamièl carico di disprezzo e pena*

"Guarda cosa fa il pensiero di possedere uno di quegli anelli maledetti Hellabor...guarda quella che credevi tua amica e che sapeva tutto ma ti ha condotto ubbidiente ed ipocrita fin dalla sua "padrona"

Lasciale al destino che si sono volontariamente scelte"

*Senza parlare si stacca lentamente dalle due, gira la cavalcatura verso sinistra e senza più guardarsi indietro veloce corre via, senza fermarsi finché l'esercito e tutto ciò che è in esso diventa fisicamente lontano e dimenticato dal suo cuore*

 

Thamièl Aldaymir

*Il momento che paventava da tanto è arrivato. E' arrivato di soppiatto, strisciando come un serpente velenoso, quando lei ancora sperava ci sarebbe stato tempo per aggiustare le cose...Sente gli occhi di Hellabor su di sé, grandi, innocenti, increduli, e vorrebbe sparire, essere inghiottita dall'Orodruin, tutto pur di non dover sostenere quello sguardo accusatore e disperato.*

- Hellabor!...No!...Aspetta... - Un singhiozzo le esce dalla gola, ha i sensi appannati da un gelo subdolo che si dirama nelle sue ossa, e le orecchie le rombano come vi fosse all'interno la voce di Rauros.*

- Aspetta....esistono al mondo cose più grandi di noi, cerca di capire... - *Non vede più niente, ha gli occhi appannati dal pianto...la sua unica amica...l'unica a cui ha voluto veramente bene da quando si sono incontrate, nelle desolate terre del nord, dopo la tragedia che ha così profondamente segnato la mezz'hobbit e di cui lei non sapeva ancora che la mandante fosse Measse...Guarda tra le lacrime la bellissima, potente Valië che sembra quasi incurante di quanto le sta accadendo intorno, compresa la quasi disfatta del suo esercito, e il cavallo di Hellabor che si allontana nella pianura fino a lasciare dietro di sé solo una nuvoletta di polvere....e poi neanche più quella.

Ha giurato fedeltà a Measse, e non intende tradirla. Ma ora la Signora può fare a meno di lei, i suoi problemi con Melkor sono tali per cui una semplice elfa ha ben poca utilità nelle cose che si dovranno fare...

Deglutisce, si asciuga gli occhi, si erge sulla sella...* - Hellabor!!!... - *grida senza guardare indietro e lanciando il cavallo al gran galoppo verso nord.*

   

Measse:  * un luccichio nell'Unico mi avverte che siamo vicini a Mordor...vicini a casa....a quel luogo che, presto, diventerà parte di Valinor...Calathirm, la Terra della Luce....ma avverto anche altro, Hellabor deve aver capito male ciò che le ho detto...ma non ha senso mandarle gli Uruk dietro per riportarla indietro, in modo che possa spiegarle meglio che non c'entro nulla nella morte di quei Nani...che, anzi...se avessi potuto, li avrei salvati. Sento anche la disperazione di Thamiel....e...."vai, va con lei. Capisco perfettamente il vostro dolore. Trovate pace, fuori da questi luoghi. Recati a Lothlorien, ti appartiene ora. Quei pochi Elfi che ancora dimorano in queste terre hanno bisogno di una guida. E tu sei all'altezza del compito" *vorrei averglielo detto a voce, a Mordor....ma abbiamo da organizzare un assedio a Minas Tirith...e questa volta, non mi lascerò mettere i bastoni fra le ruote da Pandora....o da nessuno altro. Questa volta, Melkor non la passerà liscia* Ashla...lasciale andare. Il loro destino non è con noi.

 

Ashla

*La Maia ha seguito attentamente tutto quello che è accaduto tra Measse, Thamièl e la mezz'hobbit. Sinceramente non capisce il perché di tutto quel dramma e di quella disperazione. Non capisce neanche il perché della fuga delle due, proprio ora che stavano arrivano a Mordor. Elfi, umani, hobbit....chi li capisce? Ci sono degli ordini da eseguire? Lo si fa. Punto.

Era pronta ad inseguire le due fuggiasche, ma l'ordine della Signora l'ha bloccata, Measse avrà avuto le sue ragioni, quindi va bene così...Sospira, riprendendo la strada ed affiancando come sempre la sua Comandante, con un ultimo sguardo al fondo della strada dove sono svaniti i due cavalli...Scrolla le spalle e riprende la marcia, decisa a non pensarci più.*

 

Shagrat

*Il generale uruk continua a guidare la marcia delle retrovie.

Appena arriveranno a Mordor ha intenzione di raccogliere gli uruk che sceglieranno di seguirlo e condurli dove tanti altri stanno già trovando rifugio, accoglienza e protezione.*

"Purché siano liberi e al sicuro dai capricci dei potenti li condurrei anche in capo al mondo"

*Pensa Shagrat con risolutezza.

Notizie giunte di bocca in bocca raccontano di questa signora degli uruk. Una divinità che li guardava miracolosamente con gentilezza e compassione.*

"E se il destino lo vorrà forse un giorno avremo la vera libertà"

 

   

Measse:  *i Cancelli si aprono appena le sentinelle avvistano i nostri cavalli e di vessilli di Calathrim. * vai, Turin, cavalca con il vento...portami a casa! *sprono il cavallo perchè corra nelle nuove pianure di quella che un tempo era una landa nera e desertica...ora, piena di acqua, alberi, fiori. Mordor sta rifiorendo,...anche grazie al potere dell'Unico Anello.. Ho il tempo di salutare gli Uruk che hanno deciso di vivere liberi nei villaggi all'interno della cerchia di montagne che fa da barriera naturale. Loro...sono protetti, non si sono ammalati...dovrò parlarne a Pandora.* Turthur, occupati del mio cavallo...sarò di ritorno tra qualche minuto *ho sentito una chiamata...sono certa che sia Pandora, capita proprio al momento giusto*

 

 Ashla

*Prova un incredibile sollievo quando finalmente vede i cancelli di Calathrim aprirsi...ed anche la sua Signora ha ripreso il sorriso nel tornare a casa e vedere i suoi sforzi così ben ripagati. Il territorio, una volta desolato e calcificato, una distesa di rocce nere vetrificate e contorte, è divenuto grazie a lei un sorta di piccola Valinor...ed è certa che col tempo si ingrandirà e diventerà sempre più bello.

Il tempo di scendere da cavallo ed ecco il suono di un'holocall...ha uno scatto di nervi. Dopo tutto quello che hanno dovuto passare, l'epidemia, Sauron, il ritorno inaspettato di Melkor, Measse ha diritto ad un po' di riposo...nonostante sia una Valië, la tensione è stata terribile.*

- Prego, Measse... - *Si fa da parte lasciandole il passo. Sembra che la sua Signora si aspettasse la chiamata, e spera che sia almeno Pandora con delle buone notizie. Da parte sua, non vede l'ora di potersi togliere l'armatura e di assumere di nuovo un aspetto come si conviene ad una Maia.*

Measse 

*entrata in una delle stanze private di Barad Dur, apro la chiamata con Pandora...mostrandomi abbastanza calma* Pandora....vorrei poter dire che è un piacere risentirti...*in un certo senso lo è..almeno potrò sapere come curare parte del mio esercito* Ho visto Melkor arrivare a Minas Tirith...non ho ancora informato Manwe, però

 

  Pandora

Measse ..

*Sospira in tono mellifluo*

Come vorrei dire lo stesso di te, almeno in qualcosa andiamo d'accordo

*Ridacchia*

Si...lo so, è tornato. L'ho avvertito appena messo piede in Arda.

Aaahhh per questo usi il mio nome giusto adesso eh

*Scuote la testa guardandola divertita*

Ah e lascia che ti presenti Coralith, una mia amica conosciuta a Coruscant.

È professoressa di ingegneria della non-materia, scienziata e grande astrometafisica, ci sta dando un grandissimo aiuto in questi giorni con i vaccini qui

*Con una mano chiama la Mon Calamari facendola arrivare di fronte al dispositivo*

Coralith, cara...ti presento Measse

    

Coralith

*Si avvicina all'apparecchio, curiosa di vedere finalmente la Signora di cui ha sentito tanto parlare. Nessun dubbio che sia bellissima, secondo i canoni di venustà di Arda, sembra che una luce abbagliante emani dalla sua persona, e risulta difficile staccare gli occhi da lei. Piega leggermente la testa di lato, in segno di saluto e di rispetto.*

- Oh, sono veramente lieta di conoscervi, finalmente, Lady Measse...ho sentito molto parlare di voi, sia a Coruscant che qui...Ho conosciuto laggiù Pandora, e ho accettato il suo invito a trasferirmi su Arda per qualche tempo. Vista la contingenza che abbiamo trovato al nostro arrivo, le do una mano molto volentieri... -

*Non ha ancora capito bene il rapporto che lega la sua amica a quella donna potente ed influente, ma i Mon Calamari sono famosi, oltre che per le loro capacità scientifiche, anche per quelle diplomatiche. Dalle sue labbra non uscirà mai una parola meno che perfetta in ogni situazione...*

 

Measse 

*saluto la Mon Cala nella sua lingua, dopo tutto...sono Magistra Jedi, ho conosciuto molti della sua specie* Ho conosciuto molti di voi durante i miei anni a Coruscant. Ancora condoglianze per la perdita dell'Ammiraglio Ackbar. *abbasso il viso in rispetto, poi mi rivolgo a Pandora* é Silfren il tuo nome, non Pandora. Quello è solo un nomignolo che ti ha dato Melkor....Ma ti chiamerò come vuoi..d'altronde, ormai non ha senso continuare a sperare in un aiuto dall'Ovest....*e non credo che Este si muoverà per aiutare....ha preso malissimo l'allontanamento di Pandora* Lascia i convenevoli per altri incontri, Pandora...come procedono i vaccini? *mi guardo intorno, cercando di capire se ci sia qualcuno in ascolto* Qui, a Calathrim....l'Unico Anello sta tenendo gli uruk liberi...al riparo dal tuo virus. Il suo potere di conservazione sta funzionando...

  

Pandora

Gli Uruk di Mordor

*Dice accentuando bene il nome*

Stanno bene perché in questi giorni, mentre tu eri impegnata a fare la guerriera, hanno ricevuto già i vaccini con i nostri droni.

Tutti gli Uruk sono praticamente coperti, grandi e bambini

Abbiamo dovuto sintetizzare subito prima il vaccino per gli Uruk, perché se si fossero ammalati quelli che stanno lavorando adesso...puoi immaginare.

Quindi quello che li sta proteggendo è il vaccino e non il tuo anello ..ah poi se pensi che ti basti quello a proteggere dal virus beh, che dirti? Non ti serve il mio aiuto si vede...ma a questo punto non capisco perché tu mi chieda a che punto sono con i vaccini.

*Fa un profondo respiro contando fino a dieci*

E il mio nome è Pandora

Sarò libera di scegliere il mio nome o no?

*Sbuffa, riprendendo*

Stiamo lavorando per le altre razze, ci vorrà ancora un po', una settimana circa forse...e ..Measse, avrei bisogno di un favore da parte tua.

Ho bisogno di contattare Lord Vader, il Comandante dei Sith..

So che è lì da te, se puoi avvisarlo per favore che avrei bisogno di parlargli.

  

Measse 

*oh...certo...ora si vuole prendere i meriti...quella Maia.....* non credo che Vader sia libero, ha una padawan da addestrare...e le sta dedicando tutto il tempo necessario a formarla come si deve. Presto, anch'io avrò da fare....per aiutarlo *mi prenderò qualche tempo per allenare Primula, devo...o lui la porterà completamente al Lato Oscuro....e non posso permetterlo, non a Calathrim....* per quanto riguarda la tua ospite, vorrei poterla cooscere meglio. Posso invitarvi nelle mie nuove Sale? *è anche un modo per tentare di riportare Pandora sulla via della Luce*

 

Coralith

*Ha seguito con grande attenzione il dialogo tra le due donne, e quanto ha sentito l'ha lasciata abbastanza perplessa. E' innegabile che tra Measse e Pandora non corra buon sangue, e la loro conversazione le è parsa una danza sul filo del rasoio. L'acredine con cui la Signora ha apostrofato Pandora con un nome che lei, evidentemente, non ama affatto, la dice lunga. Deve comunque far buon viso a cattivo gioco...*

- Vi ringrazio per le vostre gentili parole, Signora...la perdita dell'Ammiraglio Ackbar è stata un duro colpo per tutti noi. E vi ringrazio per il vostro invito...Sarà un vero piacere per me conoscervi, naturalmente in occasione del colloquio con Lord Vader che graziosamente otterrete per la mia amica Pandora. Sono certa che, nonostante i suoi molti impegni, il Signore dei Sith accetterà per compiacervi, se glielo chiederete voi... -

 

Pandora

*Senza far trapelare alcuna espressione dal viso tira di nascosto dall'holoscreen una leggera gomitata nei fianchi della Mon Calamari*

Ehm ..ti ringrazio molto della tua gentilissima offerta e sicuramente ci farà molto piacere visitare lo splendore del tuo palazzo quando questa pandemia sarà passata

"Se sarà ancora in piedi"

*Pensa sarcasticamente*

Ho intenzione di mostrare a Coralith molte cose in Arda

Per ora purtroppo è impensabile sia per noi spostarci che per chiunque farlo...almeno se si ha buon senso e un pizzico di cervello, direi

Non c'è alcun bisogno che tu mi passi Lord Vader, non era mia intenzione parlargli adesso.

Basta che tu gli riferisca che, appena può, avrei piacere di parlargli.

In privato

*Specifica col volto serio, prendendo poi un data pad*

E adesso appena puoi inviarmi per favore numeri esatti di quante dosi ti occorrono e per che razze.

E se hai ammalati sarebbe importantissimo per noi sapere sintomi, da quanto ne hanno, valori pressione e temperatura corporea.

  

Measse *le sorrido....so bene che teme che Melkor rivolga la sua ira verso di noi...ma è difficile che avvenga....é troppo interessato a Sauron, ora....a quanto pare, c'è stato uno scontro sanguinario fra loro. Beh, starà lontano dai giochi per un po'..dandomi il tempo per organizzare Valinor* appena potrò, manderò il mio messaggero con i dati e ciò che che di serve. So di malati a Ovest, nella Contea....E, qualche focolaio fra i Nani di Khazad Dum, per ora.

    

Pandora

*Socchiude gli occhi, riflettendo*

Uhm... addirittura Contea. Accidenti, non pensavo arrivasse così lontano.

E non ci sono Hobbit qui per sintetizzare un vaccino adatto a loro, dovremo andare ad intuito... speriamo bene

E neanche Nani ora che mi ci fai pensare...in effetti non ne vedo uno da anni qui...mah

Va bene, allora attendo i tuoi dati.

Ah se hai bisogno di mascherine, gel disinfettante o altro fammi sapere, ho buone offerte con prezzi interessanti per i Valar e family...

*Conclude sorridendo*
   

Minas Morgul
 

Glaruk

*Esausto a furia di correre a destra e sinistra il giovane uruk si ferma un attimo al fresco di un muro ombreggiato e seduto a terra inizia a spuntare una lunghissima lista.

- creare un elenco di tutti i nuovi arrivati e della loro sistemazione

- creare un elenco dei mestieri che

sanno svolgere e metterli a frutto

- costruire nuove abitazioni

- controllare lo stato di salute.

Etc. Etc. Etc.*

Sì, sì, sì e sì!

*Borbotta, stanco ma orgoglioso di sé e dei compagni. Ogni cosa procede bene.

È giustamente fiero di poter riferire alla sua signora che gli elenchi sono aggiornati e anche la costruzione della Casa degli Uruk è già iniziata e procede a spron battuto.

Si alza e ne approfitta per sgranchirsi la schiena e il collo, poi si reca nei laboratori dove controlla a che punto è arrivata la produzione del disinfettante e di altri medicinali vari.*

"Anche qui tutto a puntino. Pandora sarà soddisfatta di noi."

*Pensa il giovane uruk arrossendo lievemente e sperando in una lode.

A passi resi nuovamente vivaci dalla prospettiva si reca nel laboratorio principale e interrompe un attimo il lavoro di Pandora per riportarle le novità.*

Signora, perdonate l'interruzione, volevo riferire l'arrivo e l'opportuna sistemazione di altri 343 uruk, le squadre edili sono già a buon punto nella costruzione della Casa degli Uruk.

*Sciorina tutto d'un fiato per farle perdere meno tempo possibile*

E la produzione di disinfettante e medicinali sta procedendo a pieno regime, abbiamo già scorte sufficienti per noi e diverse migliaia di dosi pronte per chi ne facesse richiesta.

*Resta quieto in attesa del verdetto. Spera in una lode e teme di aver dimenticato qualcosa o di aver mal interpretato le sue indicazioni precedenti.

L'agitazione è evidente nel modo in cui stropiccia i pantaloni tra le dita nervose mente cerca di restare in una posizione quasi sull'attenti.*

 

   Pandora

Allora, al mio tre partite, ok?

*Quattro gruppetti di giovanissimi uruk sono in posizione di partenza di fronte al boschetto: ciascun gruppo ha un foglio con su disegnata una pianta medicinale e tre sacchi da riempire...

Le ci mancava solo far da diversivo ai piccoli uruk di cui Minas Morgul traboccava ma li aveva trovati a curiosare in laboratorio due e le era scappato un urlo che li aveva ammutoliti e terrorizzati

Si era sentita molto in colpa guardando i loro occhioni spauriti e aveva deciso di farsi perdonare proponendo loro un gioco che era molto utile anche a loro nel lavoro, oltre a garantire che restassero fuori dai piedi per qualche ora...salvare uruk e cavoli come si suol dire*

Buona fortunaaaa e vinca il migliore eh

*Gli grida e poi con un sospiro di sollievo rientra in laboratorio, dove viene raggiunta da Glaruk che preciso e perfezionista come sempre la aggiorna in tempo reale su tutto*

Ottimo lavoro Glaruk, grazie davvero...a volte mi chiedo come farei senza di te

*Sospira mentre si avvicina al microscopio pronta a ricominciare le ricerche...i vaccini per gli uruk sono pronti già da ieri e li stanno distribuendo ovunque.

Poi solleva la testa ricordando una cosa che gli doveva chiedere*

Ah Glaruk, ascolta...appena torna il droide da Cirith Ungol, mandalo a Minas Tirith con tre flaconi di Vigorilla, quella potenziata

*Dice mentre su in foglio scribacchia al volo qualcosa per la Regina

Allegaci questo foglio

*La mattina non ha resistito e di nascosto è andata a guardare di nuovo nel Palantiri, sperando di rivedere qualcosa sullo strano artificio di Lord Vader, ma con suo stupore la pietra le ha mostrato quello che era appena successo a Minas Tirith e la trasformazione di Mairon in gatto.

Ha osservato tutto senza il solito sarcasmo, non si sono mai sopportati più di tanto lei e Mairon (ma chi è che la sopportava del resto?) tirando un sospiro di sollievo nel vederlo tramutato ma salvo ..il suo Maestro era sempre stato così, rapido ad accendersi di terribile ira e altrettanto rapido a sbollire una volta calmato.

E poi lei sapeva quanto amasse il suo discepolo.

Mairon però era stato uno dei pochissimi a trattarla sempre abbastanza decentemente...del resto, tra reietti degli Ainur c'è solidarietà*

E come sta Coralith, si è svegliata?

  

Coralith

*Il sonno dei Mon Calamari è leggero, le è bastato stare un po' sdraiata per riprendersi perfettamente da tutte le emozioni di quella giornata anzi, ora si sente anche in colpa per aver lasciato Pandora e Glaruk da soli alle prese con tutto quello che c'è da fare.

Improvvisamente si alza sul letto mettendosi a sedere, l'attenzione nuovamente focalizzata sul nastro di dati. Dov'è? Si guarda attorno in preda al panico...Dove l'ha messo? Ah, eccolo...è ancora nella sua mano, ha dormito con quel nastro di carta stretto tra le dita come se fosse stato la cosa più preziosa del mondo, come in effetti per lei è.

Trae un profondo respiro ed esce dalla camera, avviandosi lungo i corridoi per raggiungere Pandora e Glaruk nel laboratorio due. Durante il tragitto viene quasi investita da un nugolo di piccoli uruk schiamazzanti e ridenti che corrono brandendo pezzi di carta.* - Andate piano!... - *urla loro dietro* - Vi farete male!... -

*Apre la porta del laboratorio* - Buongiorno cari...avevo proprio bisogno di un po' di riposo...Tutto bene qui? - *Si dirige al bancone sfiorando Pandora e passando le sussurra all'orecchio* - Devo parlarti da sola...subito. Si tratta del Palantir -

  

Glaruk

*Il giovane uruk arrossisce alle parole di lode che Pandora gli indirizza*

Grazie mia signora! Troppo buona, è un onore servirvi

*Risponde schermendosi con modestia.

Sta quasi per proporre di andare a controllare quando la Mon Calamari entra nel laboratorio con aria riposata*

Vado a occuparmi del droide e vi lascio in buona compagnia. Ben svegliata signora Coralith!

*Con un inchino cortese ad entrambe le signore il giovane afferra il foglio che Pandora gli tende e si congeda per andare a preparare le dosi di Vigorilla potenziata.

Appena il droide torna Glaruk gli inserisce nello scomparto di carico le tre fiale debitamente sigillate e imballate, il foglietto con le istruzioni e, in un improvviso pensiero, un biglietto scribacchiato velocemente indirizzato al Padre Adar per sapere come vanno le cose e offrire eventualmente rifugio e la protezione di Pandora.

Si sente un po' in colpa ad aggiungere il messaggio senza avvisarla, ma è preoccupato per l'uruk che da secoli li protegge e li guida come un Padre. Come il Padre, espresso nel nome che ha scelto per sé stesso.

Il droide si avvia ronzando piano e il giovane uruk lo guarda svanire con un sospiro*

"Spero di aver fatto bene. Che la signora mi perdoni per questa iniziativa"

    

Pandora

*Guarda compiaciuta Glaruk uscire spedito per la commissione che gli ha chiesto, poi risponde alla Mon Calamari*

Dimmi...e poi anche io devo dirti qualcosa riguardo al Palantiri... qualcosa che non ho capito bene cosa sia

*Sospira, la fronte corrugata, poi si alza e corre a chiudere la porta dall'interno*

Ecco fatto, sole e così non rischiamo che qualche uruk entri all'improvviso!

Dimmi tutto cara...ah nel frattempo che mi racconti, vuoi una tisana? Ne ho una davvero speciale, mia ricetta

*Domanda mentre si alza andando verso il bancone laterale, dove sposta un boiler rivelando un perfetto angolino attrezzato per thè e bevande*

   

Coralith

- Grazie, cara....una tisana...meraviglioso! - *Si siede di fronte a Pandora, fissandola grata per quel piccolo rinfresco piacevole e rilassante. Una volta bevuto, sposta a lato la tazza stirando con le mani il nastro di dati che ha stropicciato a furia di stringerlo per ore. Quando si sente pronta si rivolge all'amica, sentendosi un po' in colpa per non aver coinvolto anche Glaruk nella conversazione, ma l'argomento è troppo importante, e forse l'uruk, che lei comunque adora e che ritiene estremamente capace, non avrebbe capito la necessità dell'assoluta cautela e segretezza a proposito di quello che dovrà rivelare a Pandora.

- Hai detto che il Palantir è un antichissimo manufatto di Arda utilizzato come strumento di comunicazione. Bene...ma non è solo quello - * Si permette un lungo sospiro, per un attimo incerta su quanto ha letto nei dati. Li riguarda, fa alcuni calcoli, controlla...è tutto regolare, e mette il nastro sul tavolo al contrario, sotto il naso di Pandora, perché possa vedere bene*

- Guarda qui...- *il suo dito scivola lungo la sequenza di numeri e simboli fino a fermarsi in un punto ben preciso, ed i suoi occhi tornano a fissarsi in quelli dell'amica. * - Queste sono molecole di polvere presenti sul Palantir...normali molecole rilevate dagli strumenti, dalla composizione atomica comunissima...ora guarda qui...sono sparite...sono diventate non-molecole. Non ci sono più ma... - *fece scorrere ancora il dito* - Rieccole...sono tornate. Nel momento della loro sparizione c'è stato un picco nella rilevazione dell'energia, il medesimo picco si è riformato nel momento della loro ricomposizione. Perché si, quelle molecole di polvere si sono negativizzate per poi svanire e successivamente riassemblarsi e ricomparire sulla superficie del Palantir, dove erano prima...Non ti dice niente questo? A me dice moltissimo...Il tuo Palantir è anche un mezzo di teletrasporto...anche se non ho ancora la più pallida idea di come possa funzionare... -

 

   Pandora

*Ascolta attenta e silenziosa le spiegazioni dell'amica, mentre gli occhi via via si fanno sempre più grandi e scuri, iniziando a mandare riflessi cupi e lampeggianti.

Prende in mano il nastro, ripassando col dito passo passo tutte le sequenze allineate per ben due volte, fermandosi poi a guardare Coralith con un'espressione estasiata*

È... è...oh per tutti i Numi è SPETTACOLARE!!

*Si sporge lungo il bancone abbracciando la Mon Calamari e rovesciando allegramente le tazze per fortuna vuote*

Dobbiamo approfondire... assolutamente approfondire..e parlarne assolutamente col Maestro ora che ritornato, si si..

*Poi si ferma un secondo e fissa Coralith improvvisamente seria e pensosa in viso*

Io ..io invece volevo dirti che quello che ho visto... è strano

*Si alza versandosi un altro po' di tisana, poi si risiede e fa un respiro profondo*

Ho visto Lord Vader.

E aveva in mano qualcosa che brillava come una stella in procinto di implodere.

E..i pianeti..tutti i pianeti attorno a lui, di colpo sono stati avvolti e come connessi a lui, tramite lunghi rovi spinosi, perdona il paragone pessimo ma non so come rendere l'idea, che si dipartivano dal suo corpo

  

Coralith

*Si abbracciano e saltellano un po' per il laboratorio, tutte e due entusiaste per la scoperta, anche se capiscono entrambe che ci sarebbe voluto molto molto tempo per capirci qualcosa, con esperimenti a non finire....Una volta ripreso il controllo, la Mon Calamari si siede di nuovo al tavolo e comincia a pensare a quanto le ha appena detto Pandora a proposito della sua strana visione nel Palantir.*

- Certo, hai visto qualcosa di molto strano... - *dice sfregandosi le tempie con le dita*

- Potrebbe darsi che Lord Vader stia in qualche modo cercando di prendere il controllo di una grossa parte della galassia utilizzando qualcosa....qualcosa che non so ancora definire. Potrebbe essere un oggetto, o un'arma...Di certo vuole il potere sopra ogni altra cosa, ed è disposto a tutto per ottenerlo, Al tradimento, alla sopraffazione, all'utilizzo smodato del lato oscuro della Forza... -

*Non disse più niente, rimanendo per un po' a pensare* - Quel qualcosa che secondo te tiene in mano....probabilmente catalizza il suo potere... -

 

   Pandora

Immagina

*Esclama guardando in alto estatica, gli occhi diventati grandi e sognanti*

Immagina di poter riuscire a capire e controllare il teletrasporto nello spazio ..e magari nel tempo?

*Si ferma, improvvisamente preoccupata*

Nel tempo ...oh Numi, questo sarebbe terribile.

Pensa se fosse possibile ad esempio tornare nel passato, come basterebbe un niente per fare qualcosa che influenzerebbe il futuro irrimediabilmente!

Un futuro già compiuto e che verrebbe azzerato..

E se una cosa del genere capitasse nelle mani sbagliate... brrr

*Si ferma un attimo a riflettere sulle parole dell'amica, alzando un sopracciglio perplessa*

Per quanto riguarda il Lord...

Uhm...no, non direi che sembrasse catalizzare il potere.

Direi che sembrasse quasi connettere e...come dire? Legare, avvinghiare a lui gli altri pianeti, come fossero un tutt'uno.

Devo riuscire assolutamente a parlare con Lord Vader

*Dice iniziando a passeggiare nervosamente su e giù per la stanza, le braccia conserte*

Potrei aver visto qualcosa che se accadesse cambierebbe le sorti della galassia?

Qualcosa di così terribile e allo stesso tempo magnifico...

*Continua fermandosi un attimo nel camminare e perdendosi a guardare in un punto indefinito dinanzi a sé*

Qualcosa che chissà che potenziale può avere, chissà a quali strade porta ...se, ecco, se usato bene

*Sussurra con la voce diventata improvvisamente bassa e cupa*

E so che il Lord è a Mordor e che è al servizio di

*Smorfia indispettita*

Measse ..che prima o poi conoscerai sicuramente, una Potenza di Arda inviata qui a "portare luce" e che a quanto pare a me invece sta portando solo a compimento interessi personali e guai...ma vabbè lasciamo stare

Devo chiamarla e chiedere di Vader, senza far intuire a cosa mi serva

*Conclude aspettando la risposta dell'amica*

  

Coralith

*Osserva l'amica andare su e giù per il laboratorio in preda all'agitazione ed all'entusiasmo per la scoperta di quell'inaspettato utilizzo del Palantir, scoperta peraltro assolutamente casuale...Non la interrompe, lasciando che elenchi tutte le infinite possibilità di quella sfera. Solo quando Pandora cita l'eventuale possibilità di viaggiare nel tempo, balza su dalla sedia inorridita*

- Oh, No!...anche se alla fine si rivelasse possibile, ma io non lo credo, il tempo non si tocca!... Il pericolo è troppo, nulla del passato può essere modificato, qualsiasi pur minimo cambiamento avrebbe risultati devastanti. Concentriamoci piuttosto sullo studio di quanto abbiamo scoperto ma senza dimenticare le situazioni contingenti...ora ci sono cose più urgenti da fare, come per esempio parlare con Lord Vader e sistemare tutti questi uruk -

*Si avvicina alla finestra, osservando con un sorriso la pattuglia di ragazzini che si aggira per il boschetto raccogliendo sacchi di erba come ha detto loro di fare Pandora*

- Per esempio, mi preoccupa molto il Sarlacc, con tutti questi piccoli uruk scatenati in giro... -

 

   Pandora

Priscilla? No, tranquilla...le sto dando uno speciale composto predigerito e altamente saziante.

Il problema del Sarlacc è che hanno una pessima digestione... volendoci migliaia di anni per digerire una preda è normale che abbiano perennemente fame.

Ho preparato anche qualcosa per riuscire a raccogliere in sicurezza i suoi succhi gastrici e cellule parietali da analizzare

* Dice dando un'occhiata in giardino e notando come sia tutto tranquillo*

Ma ora...la parte pesante della giornata

*Sospira sedendosi rassegnata di fronte all'holocall e facendo partire la chiamata*


Barad Dur, Mordor

Vader

*Vader era impegnato a meditare nelle sue stanze quando avverti una firma energetica familiare attraverso la Forza.

I suoi occhi si spalancarono al di là della maschera, mentre la sua anima canticchiava in armonia con quel potere indomito e primordiale, riconoscendone all’istante la natura e l’origine.

Ricadde dolcemente a terra, gli oggetti fluttuanti attorno a lui fecero lo stesso, e a quel punto cominciò a seguire la firma, fuoriuscendo dal palazzo in cui lui e Primula avevano alloggiato negli ultimi giorni.

Eseguì una piccola deviazione per recuperare i frutti della sua missione, poi si recò in una zona nascosta del regno… ove trovò l’entità che affermava di averlo generato. Una dei possenti Valar che secondo i testi di questo mondo avevano contribuito alla sua creazione a quella della Galassia.*

Madre *la salutò con tono rispettoso* Dal tuo ritorno, posso solo immaginare che la tua missione sia andata per il meglio, proprio come la mia.

 

   

Measse 

*ricambio il saluto di Vader...ed abbasso lo sguardo* purtroppo, non è andata bene. Melkor è tornato...ancora non sappiamo come...ma è qui, cammina su queste terre. *per fortuna, qui a Calathrim potrò finalmente capire come ha fatto a tornare* Temo che Sauron sia stato punito...ci sono arrivate voci di uno scontro vi0lento fra i due. *avverto la presenza di qualcuno di abbastanza potente nella Forza..* e quel che è peggio...è che Makar è qui...è con Melkor, a Minas Tirith. Ma....dimmi un po?...hai una Padawan, per caso?

 

   


Vader

*Dietro la maschera, Vader inarca un sopracciglio*

Sembra una situazione alquanto… preoccupante. Ho solo udito storie di colui che si fa chiamare Melkor, e quasi tutto lo dipingevano come una forza da non sottovalutare. Per quanto riguarda questo Makar… temo che la sua identità mi sia sconosciuta, a meno che non l’abbia sentito nominare con un appellativo diverso. Se non altro, la sconfitta di Sauron ci ha appena tolto un nemico da sotto le scarpe.

*Inclina leggermente la testa, non sorpreso che la donna sia riuscita a percepire la presenza di un secondo praticante della Forza entro i confini del regno.*

Di padawan al momento ne ho molti, quasi tutti al di fuori del pianeta. Ma se ti riferisci alla mia ultima aggiunta… allora sì, mentre ero di ritorno a Mordor sono incappato in un’altra potenziale recluta alla nostra causa. O quantomeno, qualcuno degno dei miei insegnamenti.

*Si girà verso una roccia, riconoscendo una firma familiare nascosta dietro ad essa*

Viene pure fuori, mia apprendista fin troppo curiosa. Non ti hanno insegnato che origliare è da maleducati?

 

    Primula

*In uno dei momenti di pausa del mio addestramento stavo giocando, ehm cioè... praticando il controllo con la Forza... insomma stavo camminando per un corridoio facendo svolazzare il mio mantello rosso come fa Vader quando incede con quel passo marziale e inarrestabile che sembra una valanga e che mi costringe a correre per stargli dietro*

"Se mi avesse visto probabilmente mi avrebbe tirato le orecchie."

*Quando l'ho visto passare senza notarmi, assorto in qualcosa che teneva in mano la curiosità della mia parte Tuc ha rizzato le antenne.

Così, lesta e silenziosa come un topolino mi sono affrettata sulla sua scia. Praticamente come passare in Valinor, la Forza non si era ancora richiusa al suo passaggio.

Appena si ferma in un punto nascosto in cui mai mi aveva condotto prima mi acquatto dietro una piccola roccia, più che sufficiente per schermarmi e poter curiosare non vista*

Madre...

"Urka! Adesso sì che sono curiosa! Vorrei poter sbirciare"

*Ma le parole della donna, una voce molto bella e ben modulata sono una doccia ghiacciata*

Hai una padawan, per caso?

"Oh no! No! Adesso sono nei Guai"

*Un attimo e la risposta di Vader all'inizio sembra essere sorpresa ma educata, mi lascia sperare per un battito di ciglia di poterla passare liscia*

Vieni pure fuori...

*Come non detto, ancora non sono spuntata alla vista e già il suo sguardo di biasimo e il rimprovero mi pesano addosso.

Raccolgo il coraggio e mi mostro cercando di apparire tranquilla, ma temo che quando saremo soli non sarà affatto contento di me e me ne darà dimostrazione.*

Scusa Vader.

*Chino la testa cercando di sembrare contrita. Lo sono davvero, ma la curiosità è tanta.

Rialzo appena lo sguardo*

Buonasera signora, perdonate l'intrusione. È, è... è un piacere conoscervi.

*Mormoro perché la signora è abbagliante e bellissima. E troppo giovane per essere la madre di Vader.*

Forse è meglio che torni alla mia stanza

*Spero di potermi dileguare e rimandare il confronto con Vader. Ma non oso muovere un muscolo senza il suo consenso, sono già fin troppo nei pasticci per non comportarmi al meglio.*

 

Measse 

*sorrido alla piccola....il suo viso mi ricorda qualcosa...qualcuno che ho già visto. Le sfioro la mente quel tanto che basta per capire chi sia...e..trovo, con mia meraviglia, il ricordo di sua sorella, Hellabor...la hobbit che ho conosciuto al campo, la collega di Thamiel...Per ora, terrò le informazioni per me. Faccio cenno a Vader di attendere, gli spiegherò chi è Makar...a tempo debito* non preoccuparti, piccola. Non ti farò del male. Mi incuriosisce la tua fluttuazione nella Forza. Sei potente...ma...uno spirito libero, che non ha ancora trovato un sentiero segnato. Ti stai scavando il sentiero a tuo piacimento...e questo mi intriga. Chiederò al tuo maestro di poterti dare qualche lezione personalmente...*lancio una veloce occhiata a Vader....non penserà di averla tutta per sé...*

 

Vader 

*Vader assottiglio leggermente lo sguardo al di là della maschera.

Non era inaudito che un’apprendista Jedi potesse usufruire delle lezioni di diversi maestri, ma i Sith erano sempre stati particolarmente possessivi dei loro padawan.

Tuttavia… dovette rammentare a se stesso che lui, ormai, non era più un semplice Sith. Sebbene si riconoscesse ancora come tale, aveva deciso di elevarsi rispetto ai dogmi fin troppo limitanti degli altri ordini per abbracciare una nuova filosofia, una che gli aveva permesso di sfruttare entrambi i lati della Forza per esprimere il suo vero potenziale.

Avrebbe quindi permesso a Primula di partecipare a qualche lezione con la Vala, se non altro per capire meglio quali tipi di vantaggi avrebbe potuto offrirgli… ma si sarebbe assicurato di tenere d’occhio le lezioni.*

Non ho alcun problema a riguardo *rispose con tono pacato, per poi rivolgersi a Primula* Anche se prima dovrò disciplinarla un po’ per insegnarle le buone maniere. Credo che la pulizia di un paio di stanze occupate dagli orchi potrebbe fare al caso nostro…

 

   Primula

*Rimane un attimo basita alla risposta di Vader, quasi spaventata all'idea che lui la ceda alla signora lucente lavandosi le mani di lei e delle sue impertinenze.

Sta quasi per implorare un diniego ma si trattiene, è già abbastanza nei pasticci.

Quando lui le fa pesare addosso lo sguardo celato dalle ottiche rosse e minaccia di disciplinarla la ragazzina ha un sussulto di timore. I colpi di Vader possono essere duri e lo ha già provato.

Le parole seguenti le strappano un mormorio di puro sconforto*

Le stanze degli orchi no, sono peggio di porcili

*Ma sa benissimo di non potersi permettere di fare capricci o rimostranze. Ha sbagliato e quella è la punizione che dovrà sopportare.

A testa china sussurra*

Scusa ancora Vader, accetterò qualsiasi punizione riterrai opportuna

*Il tono è contrito, l'espressione sincera*

E scusatemi anche voi signora

*Mormora restando poi in quieta attesa di essere congedata*

 

    Measse 

*temo che Vader sia stato troppo duro con lei....glielo leggo negli occhi, povera piccola....* so che dovrei chiedere permessi al maestro...ma posso accompagnarla personalmente nelle stanze degli Orchi....? *così avrò modo di conoscerla meglio e capire cosa le ha fatto Vader....e come sta andando l'addestramento. Sono felice che abbia una ragazzina da addestrare...ma lo terrò d'occhio. Ancora non conosco i suoi veri piani....* da sola, Vader....da sola. *poi rivolgo un sorriso alla ragazzina, per tranquillizzarla* tranquilla, andrà tutto bene. Non ho intenzione di trasformarti in un gerbillo...

 

   

Vader

*Vader le mette una mano sulla spalla, in un gesto rassicurante.*

Ogni azione ha delle conseguenze, mia apprendista, siano esse buone o cattive. La prossima volta, chiedimi semplicemente di accompagnarmi. Siamo maestro e apprendista, no? Non ho alcuna intenzione di rinchiuderti in una gabbia dorata per il resto della vita. Al contrario, desidero solo che tu possa esprimere il potenziale che si cela dentro di te.

*Con quelle parole incoraggianti non vuole semplicemente metterla a sua agio, ma anche sopprimere il timore che ha cominciato a farsi strada dentro di lei. Dopotutto, non rinuncerebbe mai ad un'apprendista così promettente... e vuole che lei ne sia consapevole.*

Forse due stanze sono un po' troppe... ridurrò la punizione a una sola, ma che sia splendente una volta che avrai finito.

*Bastone e carota... il modo migliore per assicurare la lealtà di qualcuno, pur senza offrirle troppa libertà.

A quel punto, si rivolge a sua madre.*

Come volete, madre. La affido alle vostre cure.

*Ma si assicurerà di tenerla d'occhio attraverso il loro legame*

 

    Primula

*La proposta della signora è gentile*

"Cavolo sarà poi un gerbillo?"

*Ma è la grande mano guantata che Vader le posa sulla spalla a toglierle di dosso il timore, rassicurante come sempre.

Ha l'istinto di chinare il viso verso il dorso della mano del maestro, sfiorando il guanto con la guancia come a cercare una carezza.*

Sì Vader, hai ragione. Non farò più una simile sciocchezza. Ti chiedo perdono per la mia mancanza.

*Risponde la ragazzina sollevata e quando lui riduce la pena della metà non può fare altro che accettare lo sconto con entusiasmo e gratitudine*

Oh Vader, grazie! Grazie! Sarà splendente te lo prometto! Scintillerà!

*Rivolge al Maestro un sorriso felice e birichino poi si rivolge alla signora*

Sono pronta! Prima inizio e prima avrò finito! E voi potrete dirgli quanto ho fatto! Vero signora?

*Le si rivolge educata ma dalla voce sottile è chiaro che traspare quanto ingenuamente non abbia minimamente capito a chi si sta rivolgendo.

Ma d'altronde, ancora non sa bene nemmeno chi sia il suo Maestro...*

   

Measse 

*prima di andare con Primula....mi viene in mente che devo avvertire Vader di una cosa importante...* Vader, Pandora mi ha chiesto se puoi contattarla...vorrebbe parlarti di una cosa...ma non mi ha detto altro *spero di essere lì quando parleranno..voglio sapere che piani ha quella Maia con mio figlio...* andiamo, ragazzina...le stanze degli Uruk ti aspettano

 

Primula

*Precede la signora con un sospiro da martire e saccheggia uno dei ripostigli caricandosi di scopa, spazzolone, secchi e stracci in quantità.*

"Sperando che bastino."

*La stanza è una specie di camerata, otto letti a castello, sporca all'inverosimile e talmente puzzolente da dare il voltastomaco. A terra e su alcuni tavolacci avanzi di cibo e bevande hanno lasciato chiazze unte e appiccicose.

Vestiti e lenzuola sudici giacciono abbandonati in un mucchio in un angolo*

"Misericordia. Prossima volta lo implorerò di battermi piuttosto"

*Pensa la ragazzina tappandosi il naso con una mano e correndo ad aprire una finestra dal vetro talmente tanto lurido da sembrare oscurato.

L'aria pulita che entra smorza almeno un pochino l'odore acre di corpi mal lavati e cibo ammuffito.*

Bleah che schifo!

*Borbotta a mezza voce la ragazzina pensando con ribrezzo di dover toccare simile zozzeria*

"Pensa Primula!"

*E la voce di Vader sembra risuonarle nella mente, suggerendo e istruendo*

"La Forza! Ma certo!"

*Chiude gli occhi e ecco che il suono che cerca dentro di sé si fa subito più chiaro*

Frrrrrrr, frrrrrrr

*Una mano si muove piano e il mucchio informe di vestiti e lenzuola e solleva quanto basta perché possa sveltamente cacciarlo in un sacco.*

Yay!!!

*Esulta soddisfatta di sé stessa. E un po' con abbondante olio di gomito e fatica, un po' aiutandosi con la Forza come se avesse un alleato invisibile, la ragazzina riesce a ridare alla stanza un aspetto ordinato e lindo. Tutto splende, anche il sole attraverso il vetro ora limpido della finestra, e profuma di pulito.*

"Bè, se Vader mi dovesse mai mandare via farò fortuna come impresaria di pulizie"

*Pensa infine Primula sempre impertinente e ironica.

Stanca morta ma sicura di aver fatto un ottimo lavoro la ragazzina riporta gli attrezzi nello sgabuzzino e infine si rivolge alla signora lucente*

Ecco fatto. Spero che gli direte che sono stata diligente e accurata.

*Sorride con evidente stanchezza. Passandosi una mano sulla fronte sudata e lasciandovi una striscia di sporcizia di cui non è consapevole.*

"Uff! Fortuna che me ne ha abbuonata una, non ce l'avrei fatta altrimenti."

 

  

Vader

*Avvertendo la soddisfazione della giovane Elfa, Vader fa la sua comparsa all'entrata della stanza, accompagnato dal suo inconfondibile respiro sibilante.

Rapidamente si guarda attorno e passa un dito guantato sul pavimento sottostante, constatando la totale assenza di polvere e macchie.*

Un lavoro eccellente, mia apprendista. Ancora una volta hai superato le mie aspettative *si congratula con lei, mentre le si avvicina.

Ancora una volta le posa una mano sulla spalla, in un segno di cameratismo.*

Visto l'ottimo lavoro che hai fatto e il modo eccelso con cui hai continuato ad affrontare i tuoi studi, credo che tu sia pronta per cominciare la prossima fase del tuo addestramento.

 

    

Measse 

*ammiro anch'io il lavoro perfetto di Primula, veramente, impeccabile. Sarà un'ottima Padawan...ma...i metodi di Vader sono un po' duri, vedrò di smorzarli con un po' di luce. In lei vedo grandi cose....ma nel Lato Chiaro...non come Sith. Un cuore così puro non può perdersi nell'Oscurità* impressionante per una padawan, Primula, davvero impressionante...sono d'accordo con Vader. Continueremo il tuo addestramento quanto prima....*avrei da parlare con lui, prima...ci sono cose che deve sapere, soprattutto riguardo Makar....e ciò che ha fatto ai Nani dei Monti di Ferro...ma, ora meglio organizzare per l'allieva. Chissà...potrebbe essere la prima padawan di un futuro Tempio Jedi in Arda...* Vader....quando avete finito, vorrei tu provassi a contattare Pandora....è una Maia di Melkor, ti darò il suo codice

    

Primula

*Vader compare come evocato dalle sue parole. Il sibilo della maschera un suono che le è divenuto caro e familiare.

Il faccino della giovane elfa si illumina di gioia alla lode e ancora inclina la testolina a carezzare il dorso guantato della grande mano posata sulla sua spalla.*

Oh grazie Vader!!!

*Risponde la ragazzina felice e quando lui continua promettendo di iniziare la fase successiva lo guarda con entusiasmo scattando sugli attenti*

Oh sì! Evvivaaaa! Grazie Vader!

*La sua gioia è incontenibile e la ragazza dimentica il contegno.

Le parole della signora, anche esse di lode e approvazione la rendono orgogliosa, eppure teme il tempo che dovrà trascorrere con lei se il Maestro accetterà di farla addestrare anche dalla signora.

Vader è un maestro severo e a volte inflessibile, ma le mostra anche apprezzamento e una sorta di burbera tenerezza. O almeno, lei così interpreta i gesti gentili.

Ma la signora è stata brusca prima. E i suoi occhi intensi che la seguivano senza staccarsi mai la intimidiscono.*

"Però non so se dirglielo, è sua madre e potrebbe offendersi."

Grazie mille signora!

*Risponde alla lode con educazione*

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Capitolo 3
*** Episodio 3: I nodi vengono al pettine ***


Episodio 3: I nodi vengono al pettine
 

Hellabor

*La corsa veloce sembra portarsi via col vento nei capelli tristezza e rabbia, ripulendola e lasciandola libera.

In lontananza mura imponenti ed eleganti, un grande e scuro fiume porta verso la città incanalandosi verso un ponte levatoio, fortunatamente abbassato*

"Quella deve essere la famosa Osgiliath"

*Pensa mentre rallenta e, superato il ponte, arriva nel viale che porta alla cittadella.

Si guarda intorno, cercando ciò che possa fare al caso suo.

L'insegna di una taverna la tenta, ma al momento ha cose più urgenti a cui pensare...

Finalmente si ferma dinanzi ad una piccola ed oscura bottega, dove però sono esposti per strada molti mezzi dall'appartenenza vecchi e riadattati*

"Vendo-Scambio-Baratto Tutto seconda e terza mano"

*Recita il promettente cartello.

Smonta da cavallo assicurandolo al palo appena fuori ed entra*

Ehm, buongiorno...ho letto che fate anche baratto..interesserebbe un cavallo? Un cavallo da battaglia eh addestrato e ben nutrito

*Dice rivolta al negoziante, un uomo basso e dal volto rugoso intento a far conti*

Un cavallo?? Un cavallo?? Ma bambina cara ma hai dato un'occhiata a ciò che sta accadendo fuori o scendi dalle nuvole?? C'è una pandemiaaaa, negozi chiusi, nessuno esce nessuno spende...cosa me ne faccio di un cavallo io adesso eh? Me lo mangio tutt'al più!

*Pazientemente Hellabor inizia una lunga e complessa contrattazione, fortunatamente salvata in extremis dalla chiacchiera hobbit che la porta a ritrovarsi col negoziante lontani parenti da parte di quarti cugini Salcinforo-Tuc.

Abbracci di rito e accordo per andarsene poi a festeggiare il ritrovamento in taverna, Hellabor scambia il suo cavallo con uno sprinter nero e rosso, ridipinto da poco e con qualche pezzo che sembra incollato grossolanamente, ma non è che può mettersi a far le pulci sul baratto ora ..e poi sono parenti e per gli hobbit finché parlando si è in grado di risalire all'ascendenza comune è come se ci si conoscesse da una vita*

Questo non solo sfreccia Hellabor!! Questo vola! Garantisco io, garantisce Omorzo e che mi si rompa la pipa se non dico il vero!

*Le tocca poi rinunciare alla sua bella tabaccheria di quarzo rosa in cambio del pieno al mezzo, malinconica vede Omorzo, così si chiama il negoziante, deporla in bella vista in vetrina per la vendita. Parenti sì ma gli affari sono affari...

Finalmente d'amore e d'accordo i due escono per una bella pinta insieme, mentre Hellabor stringe felice in mano le chiavi del suo nuovo..o almeno di terza mano...sprinter.*

    

Thamièl Aldaymir

*L'esercito di Mordor è ormai svanito alle sue spalle, e Thamièl cavalca come in trance lungo la strada polverosa, senza neanche rendersi conto di dove sta andando, Si, sa che sta dirigendosi a nord, ma in mente ha solo gli occhi di Hellabor, che la guardano in un modo, in un modo....Beh, avrebbe preferito essere morta piuttosto di essere costretta ad affrontare quello sguardo.

E'' già da un bel po' che costeggia l'Anduin e le sembra di essere quasi arrivata in Anòrien... - Dov'è andata?...Dov'è andata? - si chiede continuamente - Ti troverò, disgraziata mezz'hobbit, ti troverò e ti costringerò ad ascoltarmi.... - *

- La sua mente, mentre il cavallo galoppa e si avvicina a Cair Andros, torna continuamente al momento in cui Hellabor è uscita fuori dalla boscaglia in compagnia di un pony. Stanca, lacera, dall'espressione affamata e disperata...Le si era affezionata da subito, e rammentando le loro avventure sorride, per subito dopo scoppiare nuovamente in un pianto dirotto che non le permette neanche più di vedere la strada che sta percorrendo...*

- Maledetta Measse....Maledetto Vader.....Maledett.....AHIA!... - *Ormai è l'imbrunire e tra la disperazione, le lacrime e l'oscurità che inizia a calare non capisce più niente. Ma viene velocemente riportata alla realtà da qualcosa di duro contro cui la sua testa va a schiantarsi... Solo per un colpo di fortuna non è stata disarcionata, e scende da cavallo massaggiandosi il bernoccolo e cercando di capire cos'è successo.

Allibita, si asciuga gli occhi per vedere meglio...Si trova in mezzo al bivio per Cair Andros, e sopra di lei, in mezzo alla strada, troneggia un grosso, vetusto e mezzo rinsecchito salice, con un cartello di legno che penzola cigolando da uno di rami più bassi. Si siede per terra affranta, leggendo inebetita la scritta*

<----DA BOB - LOCANDA, OFFICINA, ACQUISTO E VENDITA CAVALLI DI SECONDA MANO

 

    

Hellabor

*Dire che lo sprinter volasse era come dire che lei fosse nata con le ali...filava veloce ed ogni tanto partiva per conto suo schizzando verso l'alto per poi planare rumorosamente a terra, procedendo a tutti gli effetti a salto di rana..*

Garantisce Omorzo..eh sì garantisce lui, figuriamoci...

*Borbotta mentre sfreccia nella campagna, allontandosi da Osgiliath e percorrendo il corso dell' Anduin per cercare di raggiungere Lorien.

Aveva riflettuto molto prima, quando si era fermata per sgranocchiare qualcosa e farsi una fumata.

Continuava a ripensare a Thamièl, a quanto le mancasse essere con lei, al bene che le aveva voluto e che nonostante tutto le volesse ancora

A come si sarebbero divertite sullo sprinter saltellante

A come avrebbe voluto portarla a conoscere i suoi parenti di Lorien

Quando era scappata via da lei e Measse il vento le aveva portato la voce di Thamièl che la chiamava, aveva percepito parole che la sua amica le aveva urlato ma si era rifiutata di dar loro ascolto.

Ascoltare cosa poi? Scuse o giustificazione per portarla ad accettare che quello che era successo fosse giusto, necessario, inevitabile?

Che ci sono interessi superiori in politica che vuoi che sia la vita di un nano o più di uno...che è stato uno sbaglio eh spiacente sai come succede, fai un anello magico e poi ti scappa la mano...

Aveva bisogno di arrivare a Lorien e parlare con Twilden, la sua prozia.

Era l'unica che da sempre riuscisse a farla sentire capita, compresa.

Twilden avrebbe saputo consigliarla su cosa fare, le avrebbe detto della voce che la chiamava da Mordor fin dall'inizio del suo viaggio e che l' aveva spinta a partire e che ancora adesso spesso sentiva e la prozia non la avrebbe presa in giro per questo come facevano i suoi parenti hobbit

C'era qualcosa che la attendeva a Mordor e avrebbe voluto solo sapere cosa fosse...e Mordor per un attimo era vicinissima e ora di nuovo lontana.

Mentre rifletteva con un ultimo disperato saltellante volo lo sprinter atterrò rovinosamente su una collinetta di terra schiantandosi: dal motore uscì uno sbuffo di fumo nerastro che sembrava l'ultimo respiro di un morente mentre tutte le luci del mezzo si spegnevano...*

Accipicchia e maledizione!!

*Sbottò nervosamente scendendo dal mezzo ancora fumante e guardandosi attorno.

A bocca aperta dallo stupore proprio un po' più avanti di fronte a lei un grosso e vecchio salice dai cui rami penzolava un cartello che le fece stropicciare gli occhi per essere sicura di non aver perso il senno*

Da Bob.... officina...da Bob?

*Come in un sogno cammina verso il sentiero accanto al salice, quasi aspettandosi di avere ancora Thamièl al suo fianco, come quando erano sulla via di Minas Tirith e "Bob" salvò il loro speeder...*

 

Thamièl Aldaymir

*Continuando a guardare di storto il salice ed a massaggiarsi il bernoccolo, decide di risalire a cavallo e di prendere la strada indicata dal cartello contro cui ha rischiato di ammazzarsi. Poi realizza...la locanda la prima volta che l'ha vista era ad ovest delle Montagne Nebbiose, come fa adesso a trovarsi ad est? Meglio lasciar perdere, anche perché un lungo perfido ramo contorto molla una frustata al deretano del povero cavallo facendolo partire al gran galoppo nella direzione giusta (o perlomeno quella voluta dal salice).

Ormai è buio, ma la luce delle stelle è sufficiente per vedere la via finché, lontana, ecco una piccola luce...Thamièl si avvicina guardinga alla porta, facendo finta di non vedere chi è tornato a piazzarsi, radici e tutto, d fianco all'ingresso...

- Ohoo!...Ma che bel destriero!...Lo vendi? Te lo pago bene! - Esclama con voce allegra Bob, sempre con cappellino e stivali gialli che sbuca da dietro la locanda spingendo una carriola piena di letame.*

- Vieni, vieni, intanto legalo qui, andiamo a parlarne davanti ad una bella pinta di birra! - *esclama il locandiere-meccanico-stalliere pulendosi le mani con uno straccio bisunto.*

- Bacc...Geltrude, per piacere, portaci due birre! - *Thamièl non ha più la forza di controbattere. Tace, lasciandosi trasportare dagli eventi, dalla stanchezza e dal dispiacere per quanto è successo. Si lascia cadere su una panca e ricomincia a piangere senza vergogna...*

- Ohi ohi ohi!...Ma che ti succede, elfa?...Perché sei così disperata?... Hai perso qualcosa che ti era caro? - *Bob si china verso di lei, togliendole una lacrima dalla guancia ed osservandola attentamente come se fosse un orefice alle prese con un piccolo diamante.*

- Peggio! - *Risponde lei singhiozzando* - Ho perso la mia unica amica... -

 

Hellabor

*Il sentiero conduce ad una piccola radura al cui centro spunta una locanda ben nota ai suoi occhi...inghiottendo un groppo nervoso resta un attimo basita a guardarla, aspettandosi di vedere arrivare "Bob" saltellante nei suoi stivaletti gialli e tenuta da meccanico*

"A saperlo facevo a cambio con lui al posto di Omorzo ..sicuro che non avrei avuto problemi col mezzo"

*Avverte una presenza alle sue spalle, si gira guardinga la mano già sull'elsa ..il salice?

Guarda indietro dalla direzione da cui è venuta...non è un altro, è lo stesso...lo guarda*

Senti Vecchio Salice io ti voglio bene ma questi scherzi non me li fare più ti prego che già sono nervosa come una molla di mio...

*Come fosse la cosa più normale del mondo, si siede su una grossa radice e inizia a parlargli*

Scusa ..non ce l'ho con te.

È che...ecco .. è una giornata no

*Mentre parla lacrime lungamente trattenute iniziano a rigarle le guance*

Ti spiace se fumo?

*Domanda tirando fuori pipa e tabacco ed iniziando a caricarla*

Io..io mi fidavo di lei e lei mi ha tradito! Avrebbe potuto dirmelo ha avuto mille occasioni per dirmelo! Magari mi sarei arrabbiata ma lo avrei capito, ne avremmo parlato ma così... così...sentirlo dire da quella là col tono come se stesse annunciando che sono finiti i biscotti di mele per l'ora del thè..non lo sopporto ecco

*Sbotta tirandosi un pugno sulla coscia*

Ahia...

*Osserva malinconica la luce calda che trapela dalle finestre della locanda... non vede l'ora di un pasto caldo, un bagno...rivedere la gioviale ostessa e chiedere aiuto a Bob per lo sprinter.

Ma non può far altro che guardare la locanda mentre i ricordi le invadono la mente.

I rami del salice ondeggiano al vento, sfiorandole il viso...sembra che le stiano asciugando le lacrime*

 

Thamièl Aldaymir

*Come se improvvisamente si fossero rotti gli argini della disperazione, in quella piccola accogliente locanda, davanti ad una pinta di ottima birra e circondata dalla materna e gioviale Geltrude che non le lesina affettuose pacche sulle spalle (pacche che stroncherebbero un bufalo, ma lei è robusta...) per consolarla, e Bob che la guarda sorridendo con i suoi occhietti azzurri, comincia a vuotare il sacco tra un singhiozzo e un sorso di birra.

Sente che in quel luogo può parlare liberamente, che i suoi segreti sono al sicuro, ed inizia a parlare...parlare...parlare. Racconta tutto. Il suo rapporto con Measse, il suo incontro con Hellabor, le loro avventure insieme...La scoperta da parte della mezz'hobbit di chi era stato il mandante del'assassinio dei nani, la sua rabbia per non averle detto la verità, il suo considerare un tradimento il fatto che lei lavorasse per la Valië...Tutto, tutto esce dalla sua gola come un fiume in piena.*

- Io faccio il mio lavoro, cerco di farlo bene...Measse sta facendo grandi cose, a Mordor...io mi fido di lei... Non è colpa sua se l'amico di Hellabor è morto, è Vader che ha esagerato ed ha equivocato gli ordini... - *e giù lacrime e singhiozzi come se nella sua lunga vita non avesse mai fatto altro che piangere. Bob la guarda, e la lascia sfogare prima di intervenire...

- Mhh, sempre detto io che gli abitanti della Terra di Mezzo dovrebbero starsene ben lontani dagli affari dei Valar e dei Maiar...Macché, voi elfi sempre in mezzo ci dovete stare, e non solo voi... - *Poi tende l'orecchio ad un suono che proviene dall'esterno della locanda. Sembra il rumore di una caffettiera che sta esalando l'ultimo respiro...

- Uh, serata di visite e di affari...bene, bene! - *Si stropiccia le mani* - Aspettiamo che il nostro nuovo cliente si palesi e si decida ad entrare... -

 

Hellabor

*Dopo aver consumato un bel po' sia della scorta di erba pipa che di lacrime, sente un gorgoglio fin troppo familiare risuonare dalla sua pancia*

Va bene Helly, adesso basta piangere.

Adesso ci vuole qualcosa da mangiare e soprattutto da bere e poi domani pensiamo a tutto il resto, ok?

*Si gira un attimo e in uno slancio abbraccia il grosso e nodoso tronco del salice*

Grazie mille di avermi ascoltato...

*Sembra tutto normale, anche sfogarsi con un albero e poi abbracciarlo, il tempo sembra scorrere per vie e percorsi propri attorno alla piccola locanda, come un'aura felice e misteriosa*

"Io lo avevo detto a Thamièl che era il Messere ma lei ovviamente non mi credeva figuriamoci...appena la rivedo glielo devo racc...ah ma io mi sa che non la rivedo più"

*Sconfortata nuovamente spinge la porta della locanda lasciandosi avvolgere dal calore e dal buon profumino che aleggia nella stanza: vecchi mobili in legno, vasi di bianco coccio con verdi frasche e mughetti e calle bianche e proprio di fronte a lei che la guarda perplesso e sorridente c'è proprio Bob...e Thamièl??

Si immobilizza in procinto di salutare, sbattendo gli occhi incredula*

Tu?? Qui??

 

Thamièl Aldaymir

*La porta della locanda si è aperta cigolando, tra le lacrime intravede Bob che guarda verso il nuovo cliente e lei prontamente si asciuga gli occhi e ricaccia indietro un singhiozzo. Non vuole farsi vedere piangere da estranei, anche se dal suo attuale aspetto chiunque può arguire che nelle ultime ore non ha avuto altra occupazione a cui dedicarsi...Finalmente i suoi occhi riescono di nuovo a mettere a fuoco quello che ha intorno, e la vede....*

- Hel...Hella...HELLABOR!!!... - *Non può crederci, non può essere vero. Si alza in piedi ma, tra il pianto e la birra, barcolla e non riesce a fare quello che avrebbe voluto, cioè correre ad abbracciarla. Ma poi pensa che forse non sarebbe stato opportuno, e resta lì ferma impalata ad osservare la porta aperta con la mezz'hobbit davanti, ferma a guardarla come se fosse stata uno spettro.

Non sa cosa dire, non sa cosa fare....Ha solo il terrore che Hellabor si riscuota, giri sui tacchi ed esca, col pericolo di non vederla mai più. Ma con la coda dell'occhio nota un qualcosa di grosso e contorto muoversi all'esterno della locanda e piazzarsi davanti all'ingresso, ostruendo completamente il passaggio. Evidentemente lì "qualcuno" vuole che loro due parlino e si chiariscano. Come in un sogno sente la voce di Bob...*

- Vieni...siediti....Geltrude, porta una pinta e tutto quello che desidera la nostra nuova ospite! -

 

  Hellabor

*Resta piantata sulla porta mentre in mente le escono improperi irripetibili e il cuore inizia a battere forte di un inopportuno sentimento di gioia*

Tu ..tu qui

*Ripete cercando di apparire fredda e distaccata mentre dentro è un subbuglio di emozioni contrastanti

Poi un sorrisetto cinico le si dipinge sul volto*

Che caso incontrarsi qui eh ..e come mai? Libera uscita o esegui al solito ordini della tua "Signora" che ti ha spedito a cercarmi?

Chissà stavolta in cambio di che...beh un bell'anello ce l'hai già, magari ti regala un paio di orecchini e fai pendant

*Sbuffa stizzita andandosi a sedere dalla parte opposta del tavolo occupato da Thamièl*

Grazie Bob...una pinta andrà benissimo e quello che hai da mangiare, mi va bene tutto

E...ehm...se puoi dare un'occhiata quando hai tempo al mio sprinter che è..uhm.. alquanto rotto direi

*Sospira mentre cerca in ogni modo di non rivolgere lo sguardo all'altra parte della sala che sembra invece attirarla come una calamita

Per darsi un tono tira fuori dallo zaino un vecchio taccuino e inizia a sfogliarlo*

 

  

Thamièl Aldaymir

*Sono solo poche ore che si sono lasciate, ma le sembrano anni...Ora, passato lo shock nel ritrovarsi Hellabor davanti, non vuole più fare la parte della colpevole e decide di affrontarla. Beve un lungo sorso di birra e la guarda in cagnesco*

- Sono in giro per i fatti miei, cara...e qui la birra è troppo buona per non fermarsi. Dovresti saperlo, no? Mi sembra che tu sia già stata ospite di Bob e...Geltrude... La "mia" Signora non mi ha mandato da nessuna parte, ha altre cose da fare in questo momento, non ha lavoro per me -

*Poi alza la mano che porta Narya all'anulare, e se la guarda... - Mh...si, bello è bello, anche se non serve più a niente, credo...Beh, dovrò pur farmi pagare i contratti, no? Beati voi hobbit, felici e contenti senza problemi a meno che non andiate a cercarveli, che poi qualcuno deve tirarvi fuori dai guai... -

*Vorrebbe urlarle "Hellabor, ti voglio bene, sei la mia unica amica!..." ma percepisce che l'astio della mezz'hobbit nei suoi confronti è ancora troppo vivo. Forse il sarcasmo non conduce da nessuna parte, ed è ora di mettere le carte in tavola, con la massima calma, senza strepiti e senza cattiveria. Prende la pinta e si alza dal tavolo per andare a sedersi davanti a lei.*

- Ora basta...Adesso tu parlerai ed io ti ascolterò, poi parlerò io e tu mi ascolterai. Se ci siamo ritrovate qui non è un caso, qualcuno più importante di noi l'ha voluto, e non mi sto riferendo alla mia cosiddetta datrice di lavoro... - *dice lanciando uno sguardo a Bob, che le osserva dal bancone con l'espressione di chi la sa lunga...*

   

Hellabor

*Beve un lungo sorso dal boccale guardandola astiosa*

Anche noi Hobbit abbiamo i nostri problemi sai? Magari essere Hobbit salvasse dai guai...ma

*Dice alzandosi leggermente sulla panca e puntando le mani sul tavolo*

Non cercheremmo mai e poi mai di risolvere i nostri problemi lavorando per...per assassini

*Abbassa la voce nelle ultime parole, fissandola dritta negli occhi*

E non tradiremmo mai la fiducia di chi consideriamo persona amica

Mai, neanche in cambio di tutto l'oro che esistesse a questo mondo e questo posso giurartelo su qualsiasi cosa vuoi

Siamo esseri semplici ed umili rispetto a voi alti luminosi saggi elfi sicuramente...e magari ai vostri occhi sembriamo sciocchi, noi che preferiamo una serata in taverna con amici ed una buona pinta dopo una giornata di lavoro nei campi al potere ed alle ricchezze che tanto attirano i desideri della gente alta, ma conosciamo la lealtà...

*Termina lasciandosi ricadere sulla panca, inghiottendo un groppo amaro e un'altra sorsata

Poi le scappa un sospiro ed un singhiozzo, la guarda con tristezza e malinconia*

Perché non mi hai mai detto nulla? Perché dimmelo ti prego.. occasioni ne hai avute ed io avrei capito..non è colpa tua quello che è successo ma tu..tu sapevi e nonostante tutto mi hai portato dritta da lei

Perché non mi hai detto nulla, perché?

*Conclude mentre di fronte a loro sembrano materializzarsi dal nulla due caldi piatti fumanti, tanta è la delicatezza con cui l'ostessa li posa davanti a loro sorridendo

Lo stomaco le sembra spalancarsi tipo fauci alla vista, prendendo le posate guarda l'elfa di fronte a lei*

Mio bisnonno Hector Piè di lepre diceva sempre che è meglio discutere a stomaco pieno perché sennò parla la pancia al posto della bocca..che ne dici di una pausa? E dopo ci facciamo portare un'altra birra e riprendiamo a parlare, ti va?

*Dice prendendo anche un panino fragrante dal cestino al centro tavola per aiutarsi a spazzolare il profumato spezzatino ed iniziando a divorarlo come non mangiasse da secoli*

Il cibo qui sembra sempre il migliore del mondo, vero?

*Bofonchia tra un boccone e l' altro, senza accorgersi che le sta parlando come avrebbe fatto prima di quel giorno e senza realizzare ancora che era lo stare al tavolo con la sua amica che rendeva il cibo così buono*

 

    

Thamièl Aldaymir

- Questo E' il cibo migliore del mondo... - *Annuisce alle parole di Hellabor e annusa rapita il sontuoso profumo di quei piatti succulenti, inghiotte bocconi dello straordinario stufato che sembra dire "mangiami mangiami", fa scarpetta nei piatti con un pane così fragrante da ricordarle i banchetti elfici della sua giovinezza. La guarda di sottecchi masticando ed accennando un mezzo sorriso, poi si rende conto che forse ha osato troppo e torna ad abbassare gli occhi sui piatti...

Il calore di quella piccola accogliente e misteriosa locanda si trasmette al cuore. Già solo il sapere che la mezz'hobbit è lì, seduta al suo tavolo, che divora il suo stesso cibo come sta facendo lei, la fa stare bene, come se non fosse mai successo nulla di quello che le ha allontanate. Alza gli occhi dal piatto e si guarda intorno...Al bancone, Baccador/Geltrude infila un giglio nel cappellino di Bob/Tom, che la guarda di rimando sorridendo. In quella casa è tutto pace, amore, tranquillità. Il fuoco scoppietta nel camino, i gigli e gli altri fiori galleggiano nelle ciotole d'acqua sparse in ogni dove...Le verrebbe da piangere, se non avesse già esaurito tutte le sue lacrime, ma di quel pianto dolce, che fa bene all'anima.

Sospira, inghiottendo un pezzo di torta...non sa se a Valinor ci siano pasticceri, ma quel dolce farebbe la sua bella figura alla corte dei Valar...*

- Io volevo solo che tu non corressi pericoli... - *pensa* - Per quello ti ho portato con me. Non ho mai avuto la minima intenzione di portarti da Measse...e quando mi ha detto che potevo portarti con me non credevo ci fosse niente di male... -

 

  

 

Hellabor

Uuuhh ho la pancia che credo stia per scoppiare felicemente!!

*Esclama stiracchiandosi dopo che anche il delizioso dessert è ormai scomparso dal piatto senza lasciare traccia*

E quanto mi mancava mangiare con te!

*Sobbalza rendendosi conto solo dopo di cosa le sia appena sfuggito dalla sua maledetta bocca che ogni tanto parte per conto suo*

Ehm ..allora, dove eravamo rimaste

Ah si, Bob per favore ci faresti altre due pinte?

*Lancia uno sguardo pieno di affetto ai due che ora sono intenti a riempire e sigillare alcuni vasetti di un miele biondo e dorato*

Quando puoi eh senza fretta

*Poi si schiarisce la gola e si rivolge a Thamièl, ancora un po' imbarazzata dell'espressione che le è sfuggita di bocca, cerca di darsi un contegno distaccato e formale*

Ecco sì ..eravamo a... perché? Perché non me lo hai detto?

 

   

Thamièl Aldaymir

*Anche lei è piena come un uovo, e si affloscia contro lo schienale della sedia, Le è sembrato di udire delle parole carine uscire dalla bocca di Hellabor, ma non sa ancora se quella mezz'hobbit dura come il granito si stia davvero ammorbidendo o no. Meglio non rischiare, per il momento...

Le pinte sono arrivate, dandole ancora qualche secondo per raccogliere le idee. Tira un lungo sospiro preparandosi a rispondere a quell'accusa che le fa veramente tanto male.*

- Io non te l'ho detto perché non lo sapevo...Measse non sempre mi mette al corrente delle sue intenzioni... "Vieni qui", "Vai lì", "Portami questo o quello". Io eseguo, senza farmi domande...E' il mio lavoro. Lei sa che non ucciderei mai per suo conto degli innocenti, l'abbiamo stabilito secoli fa, in occasione del nostro primo incontro, quando mi ha proposto di lavorare per lei...Quando ci siamo incontrate, io non sapevo assolutamente che era stata lei a mandare Vader. Non è cattiva, Hellabor...ha un sogno per il bene della Terra di Mezzo, ed ha un enorme potere - *La guarda con occhi imploranti facendosi quasi andare la birra di traverso* - Se dice che Vader ha travalicato i suo compiti, io le credo. Deve aver equivocato la sua richiesta ed è finita così...Io non conosco Vader, so solo che il Signore dei Sith è freddo come il ghiaccio ed estremamente pericoloso -

*Un sorso, un ruttino molto poco elfico...* - Non ti ho mollato da qualche parte perché mi sei piaciuta da subito, con i troll sei stata bravissima, mi sono accorta immediatamente che avevi delle doti straordinarie, ma non c'è stato il tempo di insegnarti come difenderti da sola e per quello ho continuato a tenerti con me. Non basta saper usare un Blaster per essere invincibili...E poi, la bomba è scoppiata quando siamo state infine davanti alla Valië e ti ha parlato...-

*Si stropiccia gli occhi, sentendo le lacrime di nuovo in agguato* - Mi manchi...per gli dei, non hai idea di quanto mi manchi... -

 

Hellabor

Anche tu mi manchi tanto...ed è assurdo perché saranno passate solo poche ore ma mi sembrano secoli

*Ammette candidamente finendo la pinta ed attaccando quella nuova mentre riflette

Soppesa le parole udite, prendendosi tempo per analizzarle, pensarci...gli occhi sul piatto vuoto gioca con il cucchiaino del dolce mentre dentro di sé cerca di dipanare la matassa.

Una cosa le è chiara però e quella la sente vera e limpida come acqua

Non lo sapeva...o almeno non lo sapeva fino a poco prima della rivelazione, ma in quel caso ci sta che una persona non sappia come comportarsi, si senta in difficoltà..? Ci sta ..

Solleva lo sguardo incrociando quello chiaro dell'amica e leggendovi sincerità*

Allora scusami...per l'ingiusta accusa, mi dispiace e spero tu non ce l'abbia con me

*Non è mai facile ammettere di aver sbagliato ma le hanno insegnato sempre che anche se difficile va fatto lo stesso perché "un Hobbit troppo orgoglioso non andrà mai troppo lontano Helly"

Sospira stancamente, mentre continua a riflettere sulle parole udite*

Non è cattiva..ha un sogno per la Terra di Mezzo...e io posso credere anche a questo se lo dici tu ma ricorda che anche Sauron voleva e faceva lo stesso...altra parte forse ma stessi modi e stessi mezzi..sempre di potere parliamo

*Poi un brivido la scuote, mentre la voce le scende automaticamente di molti toni diventando poco più che un sussurro*

Lord Vader... freddo e pericoloso, sì.

*Mormora lanciando sguardi preoccupati attorno come se potesse vederlo apparire da un momento all'altro*

E lavora per Measse..un altro tassello a ciò che penso.

Ma

*Scrolla le spalle prendendo dallo zaino tabacco e pipa ed iniziando a caricarla*

Non mi riguarda...non mi riguarda più

Né lui né tantomeno lei.

Non mi fa più male, l'ho superato...

   

Thamièl Aldaymir

*Si sporge attraverso il tavolo afferrandone i bordi, la guarda quasi con disperazione*

- Mi dispiace...mi dispiace tanto per tutto quello che è successo. Io ti prometto che d'ora in avanti ti dirò tutto, tutto quello che succede e che mi viene riportato, tutti gli ordini che ricevo, tutto quello che penso...Non ti garantisco che non succedano altre cose spiacevoli, Measse non mi dice tutto quello che fa, tante cose no le so proprio, come non conosco il legame che la lega a Vader...ma come ti ho detto condivido la visione che ha di Arda, e la aiuto per questo... -

*Fruga nella mente, alla ricerca di cose non ancora dette. Quella deve essere la notte dell'Amicizia e della Verità...* . Devo ancora dirti due cose...Measse può leggermi nella mente, e quando mi parla attraverso il pensiero io posso risponderle. Ma non lo fa sempre, solo quando ha bisogno di me. E poi, prima che corressi via alla tua ricerca, mi ha detto che mi donava Lothlorien... - *Fa una breve risatina un po' amara, abbassando lo sguardo sulle sue mani aggrappate al bordo del tavolo. Le sposta, andando a cercare quelle di Hellabor e stringendole, dimenticando ogni scrupolo*

- Che me ne faccio, io, di Lothlorien? Tu mi vedi come regina? E' assurdo...Ma posso fare una cosa, per gli elfi e gli hobbit che ancora vivono lì... Aiutarli e difenderli, qualora ne avessero bisogno. Ma non potrò restare sempre con loro -

*Non sa cosa altro dire, spera ardentemente di non aver dimenticato nulla di importante poi ricorda Narya, che splende al suo dito. Lo guarda... - Questo anello...non so se ha potere o no, non ne ho idea, non dovrebbe...ma mi è comunque caro perché è una reliquia della Seconda Era, e del passato della mia gente.. - *Alza gli occhi fissandoli in quelli della mezz'hobbit* - Torna a viaggiare con me...andiamo a Lothlorien, poi a Mordor, a Rhun, dappertutto... -

    

Hellabor

*Resta un attimo a guardarla mentre dentro sente come se stesse rinascendo in quel momento... è sempre sua amica, sono sempre amiche e nulla finora può cambiare questo

Ricambia la stretta delle sue mani, cercando di ascoltare pazientemente tutto senza interromperla*

Ma tu non devi dirmi tutto... è il tuo lavoro, non il mio.

È giusto e sacrosanto che tu possa svolgerlo nei tempi e modi che ritieni opportuni e io non mi permetterei mai di chiederti particolari.

A meno che non lo faccia come Assistente

*Ridacchia*

E a meno che, ecco, non coinvolga direttamente me o i miei cari, nel qual caso sì che mi aspetto come amica che tu mi avvisi, ma così come io farei con te nel caso opposto

*Le sorride apertamente ora, cercando di trasmetterle affetto*

Magari può darsi che io mi sbagli su questa Measse e che abbia ragione tu, non escludo nulla ..io..io ecco non so nulla di queste cose e tu sicuramente ne sai invece più di me.

*Poi sembra ricordarsi un particolare e spalanca gli occhi estasiata*

Lorien... Lothorien è tua? Ti è stata affidata quindi, ma questo è stupendo!!

Si sono sicura che potrai essere di grande aiuto agli elfi che vivono ancora lì, sono pochissimi ormai e chiusi nel passato.

Io lo so bene perché ho i miei parenti lì e avevo giusto l'idea di andarli a trovare prima che si rompesse lo sprinter e prima di incontrare..Bob

*Gira il volto sorridendo grata ai due a cui vuole ora più bene ancora se possibile

Poi guarda l'anello che porta al dito e la preoccupazione torna a dipingerle il viso..*

Tu dici che non dovrebbe avere potere ..mah, non so

Considerando che parliamo di qualcuna che ti parla con la mente e che ha spedito Vader mica un soldato qualsiasi eh a riprendere due anelli di Sauron...scusami, ma su questo punto dubito di essere tranquilla come te

*Scrolla le spalle*

Ma è il tuo lavoro e la tua vita, come ti ho detto

E non vorrei mai che le tue scelte sul lavoro possano essere influenzate da un mio possibile giudizio...non è giusto questo, anche una semplice mezz’hobbit come me lo capisce . sperando, ecco

*La guarda molto seriamente ora*

Sperando di trovarci comunque sempre dalla stessa parte della barricata in questa guerra .. perché se accadesse il contrario...io...non so se ce la farei

 

Thamièl Aldaymir

*Ha come l'impressione che un enorme peso le sia improvvisamente scivolato via dalle spalle, e le sorride ancora un po' incerta continuando a stringerle le mani ma sentendo che il legame tra di loro si sta rinsaldando.*

- Forse hai ragione...Forse Narya non è proprio innocuo come pensavo. Ma non posso gettarlo, Measse se ne accorgerebbe subito e si insospettirebbe...Poi ci tengo, è comunque una reliquia del mio Popolo – *Stacca per un attimo le mani dalle sue, si sfila l'anello e lo ripone nuovamente nel taschino interno della sua giacca.*

- Starà meglio qui dentro... - *dice convinta* – Ma voglio ancora dirti una cosa, anche se credo di aver già condiviso con te tutto quello che so...tra noi non devono esserci più segreti. Sei la mia Assistente, no? - *sorride* -Ma possono essere accadute altre cose, mentre eravamo in giro per la Terra di Mezzo. Cose di cui non sono mai stata al corrente e che potrebbero non piacerti quando e se le verremo a sapere. E voglio che tu sappia già da ora che io ero all'oscuro di tutto, se capiterà... -

*Si asciuga una lacrimuccia malandrina nell'angolo dell'occhio. Non crede ancora che tutto sia nuovamente a posto tra di loro* – Amica mia, che ne dici di passare la notte qui e domani partire per Lothlorien? -

*Si volta verso il bancone e vede Bob e Geltrude appoggiati l'uno all'altra, che guardano sorridenti le due amiche ritrovate. Si sente sprofondare e si china verso Hellabor per dirle sottovoce all'orecchio*

- Secondo me hanno organizzato tutto quei due... -

 

  Hellabor

*Tira senza accorgersi un gran sospiro di sollievo quando finalmente Thamièl si sfila l'anello riponendo nel taschino.. continua ad avere una gran brutta sensazione riguardo il monile ma cerca di non pensarci e soprattutto di onorare la promessa fatta all'amica di non interferire con il suo lavoro*

D'accordo...io ti credo.

So che non faresti mai nulla di male, mi sembra di conoscerti da una vita...

*Risponde guardandola seriamente*

Mi sembra un'ottima idea, bagno, nanna...quello che ci vuole e domattina si vola a Lorien! Letteralmente se Bob fa il miracolo di riparare quel coso là fuori

*Si gira anche lei a guardare sorridendo la coppia, mormorando un grazie nel profondo del suo cuore

Ovviamente una gran bella lunga pipata digestiva si accompagna bene alla splendida cena, per fortuna il salice sembra tornato al suo posto... sempre se abbia un suo posto fisso ma ormai ne dubita fortemente.

Stanche ma finalmente serene le due vanno in camera e Hellabor si concede una lunga e schiumosa sguazzata nella vasca incredibilmente, ma non più di tanto incredibilmente, già pronta e poi si buttano a letto, crollando in un sonno tranquillo e sereno perché non entra nulla nella locanda di Bob che lui non voglia...

  

Thamièl Aldaymir

*E così si ritrovano nella stessa graziosa cameretta dell'altra volta...Tutto è come prima, tutto è dimenticato....Mentre Hellabor sguazza starnazzando come una papera felice nell'acqua saponata calda, lei si è già buttata a corpo morto sul letto, a guardare il soffitto aspettando che la sua amica abbia finito di allagare la stanza. Lei farà il bagno l'indomani, tanto sa già che Hellabor ronferà alla grande fino a chissà che ora, con tutto quello che ha mangiato e bevuto...

Non ha dubbi che al mattino lo speeder con cui la mezz'hobbit è arrivata alla locanda, e che ha sentito arrivare sputacchiando e gorgogliando come una pentola di fagioli in ebollizione, sarà stato come per incanto rimesso in perfetta efficienza. Ha deciso di lasciare a Bob il suo cavallo, in cambio di tutto quello che ha fatto per loro tutte e due le volte che la locanda è magicamente apparsa sulla loro strada.

Sorride al soffitto e pensa "Non c'è due senza tre...Ci ritroveremo ancora?".

A questo punto crede di essersi affezionata anche al Vecchio Salice, nonostante il bernoccolo che le fa ancora male, e chiude gli occhi pensando a Lothlorien, per cui partiranno domani - Regina di Lorien? Ma cosa le è venuto in mente, a Measse? - borbotta... - Boh...Vedremo -

 

   Hellabor

*Il mattino sorge roseo ed incantevole, tenui e rosati raggi di luce filtrano dalla finestra fin sui loro visi, risvegliandole

Si stiracchia emettendo piccoli squittii di soddisfazione mentre già pregusta la colazione*

Colazioneeeee

*Salta sul letto mentre si veste lottando in modo buffo con pantaloni e camicia, ridendo e cantando

Pane e miele vorrei gustare

Burro e sale poi assaggiare

Pane dorato ad accompagnare

E questo canto voglio cantare

Della locanda nella foresta

Nascosta eppur così in vista

Se da Bob tu qui verrai

Cose belle ti vivrai!

Col Vecchio Salice farai un balletto

Dritto il Giglio svetta sul berretto

Versa Geltrude birra di malto

Mentre Bob accompagna col salto!

Yeahhhhh

Che te ne pare?

*Domanda girandosi verso l'amica*

È come se mi fosse salita spontanea proprio adesso anche se ammetto che a comporre canzoni sono bravina specie ehm .. dopo qualche pinta.

Corro a vedere se intanto è pronto lo sprinter e inizio a caricarci il bagaglio, ti aspetto giù per la colazione, ok?

 

    

Thamièl Aldaymir

*Mentre Hellabor dormiva ancora della grossa lei ha fatto il bagno, si è vestita ed ora guarda la sua ritrovata amica, appena sveglia, saltellare già come un canguro sul letto intonando una canzoncina in onore di Bob e Geltrude, tipica ballata hobbit evidentemente composta sul momento ed inneggiante, oltre che naturalmente ai loro ospiti, ad un consistente numero di vettovaglie...La lascia fare per il tempo necessario alla vestizione poi le tira un cuscino*

- Sei bravissima, si si, e ora vogliamo scendere per la colazione? - "Che domanda inutile" pensa..."ho appena chiesto ad un'hobbit se vuole mangiare...". Prendono le loro cose e si incamminano scendendo le scale, per trovarsi nella sala comune dove un tavolo è apparecchiato praticamente con ogni leccornia esistente nella Terra di Mezzo, tutto a loro disposizione. Si siedono ed attaccano con voracità quella splendida colazione.*

- Ho paura che stando assieme a te prenderò delle brutte abitudini, mia cara... - *ridacchia masticando una fetta di pane e marmellata dalle dimensioni considerevoli* - un elfo non ha mica bisogno di mangiare così tanto...Ma già che ci siamo... - * si lecca voluttuosamente dalle dita i residui di confettura* - Poi siamo ancora lontane da Lothlorien, tanto vale fare rifornimento... -

 

    Hellabor

Uuuhh giusto ... provviste per il viaggio, si si

*Annuisce alzandosi per prendere lo zaino ed iniziando a mettervi dentro panini e frutta dal tavolo.

D'un tratto sente un tocco gentile sulla spalla, si gira e Geltrude è lì che le sorride porgendole un grosso involucro*

Alla Locanda da Bob servizio vettovaglie incluso

*Dice dolcemente mentre Bob rientra in quel momento con mani e tuta unte di nero e sporco ma braccia colme di fiori freschi e fronde*

Geltrude ha bisogno di fiori freschi e Bob glieli porta...e il vostro cavallo meccanico lì fuori adesso ha davvero le ali

*Esclama giulivo andando ad abbracciare Geltrude e sommergendola di fiori

Hellabor sente gli occhi inumidirsi...per un attimo pensa a come sarebbe meraviglioso poter restare con loro per sempre, senza più guai o problemi a cui badare ma solo gioia, fiori e affetto

Un sospiro le esce dal petto, di slancio va ad abbracciare entrambi mentre un giglio dell' enorme mazzo le cade sul naso*

Grazie... grazie di tutto, vi voglio bene

*I due ridono apertamente ricambiando l'abbraccio, dopo di che si gira verso Thamièl*

È ora di partire mi sa...

Dopo che anche la sua amica li ha salutati caricano lo sprinter che sembra luccicare adesso, Hellabor accende i motori e con uno scatto silenzioso e potente il mezzo si solleva a mezz'aria

Si girano entrambe a guardare ancora i due sulla porta che le salutano, il salice, la locanda ..ciao Bob, ciao Geltrude...alla prossima*

 

 

Thamièl Aldaymir

*Lo sprinter rinato a nuova vita dopo le amorevoli cure di Bob fila che è un piacere nella verde campagna della piana dell'Anduin. Hellabor ormai è diventata una pilota provetta, sorride Thamièl da dietro la sua schiena, non ha proprio più nulla da insegnarle sulla guida degli speeder... Anche lei pensa a quei due, a Bob e Geltrude, a chi sono veramente, a quale realtà appartengono...Spiriti di tempi remoti, che si sono adattati ai cambiamenti del Mondo restando nella Terra di Mezzo, forse per poter aiutare, a loro discrezione, piacimento e nei modi che preferiscono, chi ne ha bisogno...*

- So già che mi mancheranno...ma chissà perché, sono quasi sicura che li rivedremo ancora, almeno una volta... - *dice all'orecchio di Hellabor, mentre procedono sollevate a pochi metri da terra, con l'erba lunga e verde che si piega sotto di loro. - Sono davvero curiosa di vedere come è diventata Lothlorien. L'ultima volta che ci sono passata era molto triste, abbandonata da quasi tutti gli elfi, già dopo la partenza di Galadriel e Celeborn...Ma credo che sia ancora bella, Potremmo stabilirci lì per un po', e cercare di riportarla ai fasti del passato...Che ne dici? Per il momento io non ho incarichi, ho avuto il permesso di venirti a cercare ma nessuno mi ha detto quando tornare o quanto tempo metterci...- *sogghigna,

saltellando sul sedile dello Sprinter e rischiando di far cadere tutte e due, ma ha visto che Hellabor ormai tiene saldamente i manubri del mezzo.*

- Yu-huuu!...Siamo in vacanza!...divertiamoci! -

 

   Hellabor

Uuuhh allora io ci sono stata .. vediamo... l'ultima volta era tipo un paio di anni fa che sono andata a trovare i miei parenti.

Si, ne sono rimasti pochi ma quei pochi sono molto radicati al territorio e affezionati alle loro usanze che ancora mantengono, incluso il preparare lembas e ti garantisco che il loro è insuperabile!

E la mia prozia è bravissima a tessere, fanno certi mantelli e vestiti... vedrai che meraviglia!

E hanno ancora l'uso di costruire le case sugli alberi!

Ti adoreranno appena ti vedono, credimi

*Racconta mentre guida divertendosi a innalzarsi sugli alberi a tratti e poi riplanando dolcemente verso terra*

Non vedo l'ora di rivedere Twilden, che è appunto la mia prozia dalla parte di nonna Ewin quella che si era sposata con nonno Thendor che...ma vabbè sto divagando al solito, non farci caso!

*Ridacchia lanciandosi come all'inseguimento di un branco di caprioli e poi superandoli al volo*

Yuuuuuhhh

Voglio parlare alla mia prozia e dirle della voce che sento sempre, che mi ha spinto a partire per andare a Mordor...e che credo continuerò a sentire finché non sarò lì.

Mi inquieta questa cosa, voglio sentire lei che ne pensa...

 

   

Thamièl Aldaymir

*La giornata è splendida e Hellabor logorroica al punto di farle venir voglia di imbavagliarla. Non sarebbe difficile, considerata la sua posizione seduta dietro di lei sullo Sprinter...Ma grazie alle sua chiacchiere Thamièl sta incamerando informazioni utili sulle condizioni di Lothlorien ad oggi.

Non riuscirà mai a fare la regina, pensa, per Measse sarà stata anche una cosa normale dirle “Ti regalo Lothlorien, è tua, adesso” ma a lei viene da ridere solo al pensiero...e poi, la popolazione di Lothlorien la accetterebbe, come regina? Qualcuno li ha avvisati che la Valië avrebbe mandato loro una sovrana?

C'è da farsi venire il mal di testa. “Grazie, Measse...”

pensa sfregandosi gli occhi con due dita, “avevo proprio bisogno di un problema in più”...

Hellabor è molto ottimista sull'accoglienza che riceveranno ma ha dei parenti lì, conosce il posto, lei invece è una perfetta sconosciuta, un'elfa sindarin forestiera che accampa diritti su quella contrada.*

- Speriamo che sia come dici tu... - *parla sempre all'orecchio della mezz'hobbit, che si diverte ad andare su e giù a balzelloni, senza pensare che a lei sta venendo il mal di mare e che gli ammortizzatori del povero sprinter hanno cominciato a gran voce a gridare vendetta...*

- Però sai che ti dico? Mi piacerebbe tanto provare a riportare Lothlorien all'antico splendore! -

 

Hellabor

Guardaaaaa!! Lì lì davanti guarda Tham!!

*Urla entusiasta alzandosi in piedi sullo sprinter e indicando col dito un chiarore dorato venato di riflessi verdi che sembra ardere dolcemente al centro di un enorme bosco che sembra stendersi a macchia d'olio immenso e sconfinato proprio a poche miglia da loro ormai*

Lorien ..la dolce Lothorien, torno a metà casa. ...

*Sussurra estatica girando al massimo la manopola dell'acceleratore

Lo sprinter sembra impennarsi in alto poi sfreccia in avanti lasciando dietro di sé una nuvola di fumo biancastro, con un'abile manovra Hellabor si incunea col mezzo sotto un basso arco di alberi e rallentando percorre il sottobosco senza un attimo di esitazione superando rivi e fiumiciattoli tra sponde ricoperte di alti canneti e profumati intrichi di bosso e lavanda.. conosce la strada a memoria*

Casa!! Casaaaa zia Twildeeeeen sono qui!!

*Grida felice *

  

Twilden: *è da molto che quella pestifera di Hellabor non passa da qui. Nel frattempo, in tutti questi anni, sono nati molti bambini qui a Lothlorien.* ehilà, ben tornata, piccola Helly! *in Sindar, tanto so benissimo che la madre ha istruito sia lei che la sorella come perfette Elfe di nobile casata.* Vedo che hai portato un'amica. Come ti chiami? Sembri provenire dal vecchio regno di Thranduil...*noto ora l'anello che porta al dito, li conosciamo bene....è uno dei Tre. Credevamo fossero stati persi tutti* Venite...venite.

   

Thamièl Aldaymir

*Sono arrivate...incredibile, anche perché con Hellabor alla guida dello Sprinter ha seriamente temuto di essere costretta ad andare a conoscere Mandos anzitempo...invece tutto è andato bene e finalmente sono arrivate a Lothlorien...E' bella come se la ricordava, anzi deve dire che è molto meglio di come l'ha vista l'ultima volta che è passata di lì.

Scendono dallo Sprinter, e neanche il tempo di respirare che Hellabor si lancia come un razzo ad abbracciare un'elfa alta e bella, che sembra molto felice di vederla e le ha salutate in sindarin.*

- Twilden? La zia di Hellabor?...Sono molto felice di conoscerti, tua nipote mi ha parlato per giorni di te... - *Le sorride, guardandosi intorno* - Erano secoli che non venivo a Lothlorien, e devo dire che l'avete resa di nuovo splendida. Io mi chiamo Thamièl Aldaymir e si, sono nata nel Reame Boscoso alla fine della Terza Era - *Poi si guarda la mano con Narya, che ha rimesso al dito prima di arrivare.come se quell'anello potesse in qualche modo conferirle autorità o supporto* - Si, è Narya...me l'ha affidato la Valië Measse Tahenys Isilme, per custodirlo. Sinceramente, però, non so che fine abbiano fatto gli altri due... -

*Si sente un po' in imbarazzo...cosa ci è venuta a fare, a Lothlrien? Lì sembrano stare benissimo anche senza di lei...*

 

    Hellabor

Ziaaaaa una notizia splendida, splendida!!!

*Grida felice prendendo le mani dell'elfa ed improvvisando un girotondo salterino di gioia*

Thamièl ha ricevuto l'incarico di occuparsi di Lorien!!

Proprio così, pensa!!

Anche se in effetti sembra che qui ve la caviate alla grandissima da soli...wow tutto come sempre, meraviglioso..

*Felice si guarda intorno riconoscendo ogni albero ed ogni fiore*

Sai che zia Twilden mi ha insegnato un sacco di cose sulle piante? Usi benefici, ad esempio o quali piante evitare e ci sono addirittura piante e fiori in cui è solo la dose a fare la differenza tra vita...o morte

*Conclude fissandole con aria cupa e godendo delle loro facce interdette, poi esplode in una risata cristallina*

Daiiii che sono una brava mezzhobbit e mai userei ciò che so per scopi men che ottimi!

Anzi zia poi ti devo raccontare di quando grazie al fiore spina io e Borin abbiamo salv...

*Di botto sembra spegnersi, diventando muta e pensierosa*

Ci sono molte cose di cui devo parlarti prozia, e molte altre ancora di cui ignoro il perché ed il perché..sono venuta qui per il tuo consiglio ma ..non potremmo salire su un talan e fare merenda prima? È già passata l'ora del tè da un bel po' e sai che il mio stomaco non sbaglia mai

*Prende una mano ciascuna delle due elfe iniziando a tirarle impaziente verso la direzione del talan di Twilden*

   

Twilden: Measse, hai detto? *strano, non la conosciamo....non è negli Annali di Aman...e nemmeno nel Libro Rosso della Contea....deve essere una dei Valar che non sono discesi in Arda agli inizi...anche se mi sembra di ricordare qualcuno che veniva chiamato Isilme...* ah, si...venne qui durante i suoi viaggi,....negli anni del ritrovamento dell'Unico Anello. a metà della Terza Era, si faceva chiamare Tauriel ai tempi....*ed era amante di un Nano, da quello che raccontano gli Annali di Arda. Poi mi guardo intorno, ripensando a com'era Lothlorien quando Dama Galadriel era qui* non fiorirà mai più come un tempo. Dama Galadriel se ne è andata da tempo. Noi abbiamo solo piantato alberi e cercato di far rinvigorire la foresta, ma i Mallorn non crescono più...Caras Galadhon è quasi desertica. I possenti alberi sono marciti secoli fa. *forse, lei può far rifiorire la capitale di Lothlorien...riportarla alla grandezza di un tempo* noi siamo solo un'ombra di ciò che era questo luogo nella Terza Era. *guardo verso Hellabor...* certo, venite...stavo proprio preparando un po' del nostro te...e sarete affamate....ho dell'ottimo Lembas.

 

Thamièl Aldaymir

*Cercare di fermare la loquacità di Hellabor era una sfida persa in partenza, quindi sorrise alla sua amica e la lasciò parlare a raffica senza interromperla. Invece era molto bello stare ad ascoltare Twilden, calma e pacata com'era...*

- Si, è proprio lei...Tauriel. E' stata inviata su Arda direttamente da Iluvatar, da quanto ne so, ed a volte mi affida degli incarichi - *disse mentre salivano sul talan.* - Ti ringrazio tanto per l'ospitalità, Twilden...spero davvero di poter fare qualcosa per restituire Lothlorien al suo antico splendore, anche se mi rendo conto che non potrà mai tornare ad essere come un tempo...Ma cercherò di fare del mio meglio, anche se non potrò stare sempre qui -

*Il tè era delizioso, e sgranocchiò con compunzione un pezzettino di lembas, ritrovando nel gusto di quel pan di via il sapore e le sensazioni perdute della sua giovinezza....* - E' buonissimo...era da tanto che non ne mangiavo -

*Il suo imbarazzo si stava dileguando. Le sarebbe piaciuto moltissimo contribuire alla rinascita di Lothlorien, e ci avrebbe messa tutta la sua buona volontà. Forse non sarebbero riuscite a farla tornare com'era, quello era praticamente impossibile, senza mallorn, ma renderla nuova e diversa, quello avrebbero potuto farlo... *

 

  

Hellabor

*Sorseggia con gusto il tè, aveva sempre quel sapore speciale ed unico che non trovava mai in nessun altro luogo.

Ed il Lembas era sempre il migliore di tutta Arda se non forse dell'universo intero.

Dopo essersi saziata si accomoda ancora meglio sui morbidi tappeti del talan e fissa la zia, pensierosa.

Poi lentamente, cercando di andare per ordine, inizia a raccontarle tutto, fin da quando era in Contea e sentiva una voce che la chiamava a Mordor

La locanda, il probabilmente finto Gandalf, l'incontro con Borin, la prigione di Sauron e gli anelli avuti, la montagna e la strage dei nani..

Si ferma un attimo con un groppo in gola, si versa un altro po' di thè per darsi coraggio e va avanti con la narrazione.

L'incontro con Thamièl, Minas Tirith, il cadavere del re, la fuga, la rivelazione della Valie...e ancora quella voce che sembrava chiamarla a Mordor, come se lì ci fosse qualcosa da fare per lei.

Tralascia solo la parte della locanda; quello è il piccolo segreto suo e di Thamièl e non sa se Bob sarebbe felice di venire rivelato e scoperto.

Poi alla fine si ferma e riflette, in attesa della risposta della prozia.*

E quindi sono venuta qui per chiederti...cosa devo fare ora zia? Aiutami a capire, tu ci riesci sempre e sai vedere oltre le cose... dov'è il mio posto, qual è il mio compito se ne ho uno?

Deve esserci una risposta in tutto ciò e magari è chiara e palese ma io non riesco a trovarla...

*Guarda dalle finestre gli alberi, anche lì su arriva il loro profumo e la luce tenue che sembra risplendere nella foresta*

Mallorn...eh già, servirebbero i Mallorn

Potremmo provare a vedere se riusciamo a trovarne qualche seme da qualche parte, che dici Thamièl?

 

  

Thamièl Aldaymir

- Oh si, certamente! - *esclamo continuando a masticare pezzetti di lembas come se non ci fosse un domani* - Non capisco...erano alberi così belli, come hanno fatto ad estinguersi? Forse li manteneva in forze e in salute la presenza della Dama...andata via lei, tutto è cambiato -

*Il crepuscolo scendeva su quella bellissima terra verde e oro. Thamièl era riuscita finalmente ad accantonare giorni e giorni di tensione, pericoli e fughe precipitose, culminati con il dispiacere forse più grande che mai avesse dovuto sopportare nella sua lunghissima vita da elfa: la perdita di Hellabor. Ma quel dolore, per grazia dei Valar, si era infine dissolto come neve al sole grazie anche all'intervento provvidenziale del Messere...perché era lui, ormai ne era sicura, che era cambiato e si era adattato agli attuali tempi tanto mutevoli e strani , e che amava a tal punto la Terra di Mezzo da voler restare nonostante tutto, sempre pronto ad aiutare chi secondo lui ne aveva bisogno...*

- Io penso... - *La sua espressione si fece sognante* - che forse un posto dove trovare dei semi di Mallorn ci sia. Molto lontano, e non so neanche se esso sia ancora abitato, ma un tempo era un centro di bellezza e cultura, dove si mantenevano vive le storie e le scienze del popolo elfico...Imladris...Gran Burrone. Dopo Mordor potremmo andare a vedere, Hellabor...che ne pensi? -

*Lei già si vedeva sfrecciare sullo Speeder insieme alla sua amica lungo le verdi pianure dell'Eriador...Poi realizzò improvvisamente che Hellabor aveva chiesto consiglio a Twilden a proposito di Mordor, ed aspettava ancora una risposta dalla sua prozia. L'elfa sembrava assorta nei pensieri, e lei tacque riprendendo a sorseggiare quel thé così aromatico e delizioso.*

 

     

 

Twilden: *non posso dirle che la sorella è a Mordor...addestrata da Vader. No...lo scoprirà con il tempo, quando sarà abbastanza saggia da accettare la situazione* tu sola conosci la tua strada, piccola Helly. Solo tu. Il tuo Destino è già scritto nell'Antica Musica....devi solo scoprirlo e prendere la via giusta di fronte al bivio. *poi rispondo a Thamiel..* il potere di Dama Galadriel e del suo Anello, Nenya, teneva questo luogo in uno stato di conservazione...al pari di Valinor. Ma...ormai...dopo secoli dalla sua partenza, il potere dell'Anello non rischiara più queste terre. *lancio uno sguardo a Narya* ma sono certa che tu sarai all'altezza del compito che ti è stato offerto. Vieni....è ora che impari a preparare il Lembas. Un giorno sarai tu a consegnarlo ai viaggiatori Elfi che troveranno soggiorno e riposo qui.

 

    

Hellabor

*Resta pensierosa rigirandosi la tazza tra le mani, mentre ripensa alle aprile della prozia*

"Io conosco? Conosco la mia strada? Ma dove, quando...come? "

Pensa confusa mentre sorridendo mestamente osserva l'amica seguire Twilden dietro una specie di paravento, dove si intravede un piccolo angolo con utensili per cucinare e cibo

Distoglie lo sguardo, sospirando

Poi si sdraia sul tappeto, fissando la luce che penetra tra le fronde dal soffitto e lentamente chiude gli occhi e si assopisce ..*

 

  

Thamièl Aldaymir

*Abbassa gli occhi pensierosa alle parole di Twilden, pervasa da una certa insicurezza che non è proprio da lei. Non era sua intenzione andare subito a Lothlorien, si era solo lanciata all'inseguimento di Hellabor senza aver in mente niente altro che l'urgenza di ritrovarla e di fare pace con lei...ed ora si ritrova accettata come sovrana di un posto meraviglioso, quello si, ma dove non potrà certo restare in pianta stabile. Ne parlerà con Twilden, ma per ora rimanda la cosa, osservando con un sorriso Hellabor che è crollata come una pera cotta cedendo finalmente ad un bel sonno ristoratore in un luogo sicuro.*

- Io... - *sorride impacciata alla prozia di Hellabor – Non sono proprio una gran cuoca...so solo arrostire selvaggina – confessa, ma decide che se deve imparare a fare il lembas, beh, lo farà...Comunque ha già intenzione di devolvere a Twilden tutte le cose importanti da fare per il bene di Lothlorien, tranne quello che sa di poter fare bene. E mentre comincia a pasticciare con la farina sotto l'attenta guida dell'elfa, inizia a chiedere* – Come siete messi qui, in quanto a difesa del territorio? Avete un corpo di guardia? Gente addestrata per la difesa?...Purtroppo questi non sono tempi tranquilli -

    

Twilden: siamo protetti solo dai Nani di Khazad Dum, loro tengono lontani gli Uruk da qui...e ci avvisano in caso ci siano pericoli all'interno della foresta. *controllo attentamente che stia lavorando bene....* allora, iniziamo...ti darò gli ingredienti man mano...sei pronta? *preparo la ricetta che Galadriel lasciò a poche persone fidate...e inizio a preparare gli ingredienti per il prezioso pane elfico. Finalmente, passerà di nuovo nelle mani di una Regina degli Elfi* ok...rompi due uova intere in una ciotola, aggiungi 40 grammi di mandorle, 120 grammi di miele e mescola.

 

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    2 sett

 

Thamièl Aldaymir

*Hellabor ronfa tranquilla e soddisfatta nel suo angolino, e lei guarda angosciata lo spiegamento di ciotole e ingredienti in bella mostra davanti a lei...una ricetta tramandata addirittura da Dama Galadriel. A lei che non sa neanche cosa vuol dire un uovo "intero". Intero come? Che non deve essere rotto? Guarda la ciotola con le due uova come se un mostro dovesse da un momento all'altro saltarne fuori ed attaccarla agli occhi...

e...come fare a sapere le dosi degli altri ingredienti? Lo scoraggiamento inizia a farsi strada dentro di lei...Mille volte meglio organizzare una guarnigione di difesa nei boschi e addestrare le truppe che cucinare. Ma presto si riscuote. Deve farlo? Bene...lo farà!*

- Sono pronta! - *Afferra la ciotola delle uova e con un cucchiaio comincia a sbatterle con entusiasmo, senza avere la minima idea se sta facendo o no la cosa giusta... *

 

Twilden: brava...vedi che stai imparando? non è una ricetta difficile, ci riuscirai...con il mio aiuto...*sono brava a mentire....almeno, credo....e poi, Narya dovrebbe amplificare il suo potere interiore...cosa che non sta venendo benissimo* a parte che...le uova le dovevi rompere....ok...passiamo alla farina...240 grammi di farina a cui devi aggiungere 30 grammi di burro, vaniglia e 50 grammi di zucchero. Poi...devi unire le uova in cui avrai miscelato il miele...al composto di farina

 

   

Hellabor

*Si sveglia di soprassalto dopo un’immagine apparsa in sogno, chiara e limpida *

Contea!!

*Esclama tirandosi su in piedi di colpo*

Thamièl! Ziaaa Contea!!

Abbiamo un mallorn in Contea, l'albero della festa è un mallorn, quello che Samvise l'Impavido ebbe in dono da Dama Galadriel!

Sciocca sciocca Helly a non averci pensato subito

*Conclude tirandosi delle pacche sulla fronte*

Andiamo in Contea e prendiamone un seme, uno ne basta ..con lo Sprinter ci mettiamo poco ..se poi tagliamo attraverso Moria anche meno

 

   

Thamièl Aldaymir

*Per i Lembas alla fine sono state sacrificate 14 uova, forse immolatesi volontariamente di fronte alla nuova regina di Lothlorien ed in suo ossequio...Thamièl è distrutta e Twilden poco ci manca, ma ora un bel piatto di Pan di Via elfico troneggia in mezzo al tavolo...Per qualche oscuro motivo entrambe evitano accuratamente di guardare cosa è finito per terra attorno al piano della cucina, ma si sorridono rimandando a più tardi le pulizie.

Meno male che il vassoio di Lembas è rimasto al sicuro sul tavolo, perché urla belluine si alzano improvvisamente dall'angolo dove Hellabor era sprofondata nel suo sonnellino.

Tutte e tre si guardano entusiaste alle parole della mezz'hobbit* - Solo uno? Anche di più, per precauzione!...Che meraviglia, se attecchissero... - *concorda Thamièl* - Hellabor, dobbiamo subito preparare un piano di viaggio, prima la Contea, poi di nuovo qui, poi Mordor...Ne abbiamo di cose da fare... -

Minas Tirith, palazzo del Re

Melkor
Lascialo a me figlia di Feanor! Egli si è appena dimostrato indegno della mia fiducia.

*Aveva appena finito di occuparsi dell'impertinenza di quella giovane elfa, quando si avvide del voltafaccia improvviso di Makar. Avrebbe dovuto prevederlo: si era forse dimenticato che razza di essere sanguigno e volubile fosse? Eppure non solo osava vantare pretese sul gioiello, ma si sentiva anche abbastanza temerario da insultarlo.

Cominciava a sentirsi stanco, era vero, ma non abbastanza da esimersi a rimettere al proprio posto un simile verme strisciante.

Pensava davvero di passarla liscia?

Quando si rivolse all'altro Vala il suo sguardo e le sue parole erano rabbia incandescente.*

Tu non sei nessuno per chiamarmi codardo! Non sei altro che un mercenario sleale! Come osi anche solo pensare di poter sfidare il Primo fra le Potenze!

*L'altro si bloccò dove si trovava e quella mano tesa a brevissima distanza dal Silmaril si contrasse in uno spasmo violento, le dita scricchiolarono in modo agghiacciante ed il polso ripiegò su se stesso in un movimento innaturale.

Melkor ora era rivolto verso di lui, la sua mano tesa, l'indice rivolto in direzione del petto del traditore.*

Non mi serve a niente un simile alleato fallace... fuori dalla mia vista!

*Makar fece appena in tempo ad emettere un grido strozzato che il suo corpo fu spinto con violenza da una forza invisibile al di là del parapetto dei bastioni, oltre la città, al di là delle mura, scomparendo alla vista oltre la foschia.

I suoi tre prigionieri rimasero dov'erano, illesi, le catene spezzate e scomparse, ora erano liberi.*

La pietra veggente mi aveva avvertito. *Proseguì il Vala rivolgendosi ora a Maglor ed alla sorella.* Ero consapevole di tutto il danno che anche un solo Silmaril è ancora in grado di provocare, ma non potevo immaginare che il pericolo fosse già così vicino.

*Guardò ancora l'orizzonte.*

Che addirittura mi inseguisse...

*In tutto questo la gemma pareva osservarli indifferente, immutabile nel suo luminoso splendore. Il Valà la fisso ancora una volta, mentre un nodo di dolore, di ricordi e di rimpianti gli cresceva nel petto.

Chiuse il gioiello intorno alla mano del elfo, nel personale intento di non rivederla mai più.*

Maglor figlio di Feanor, non ritengo necessario che tu debba separarti dal Gioiello della tua Famiglia: me lo hai offerto in cambio della salvezza dei tuoi compagni, ma già una volta la brama per la Luce degli Alberi mi ha divorato la vita e la sanità mentale, non ripeterò di nuovo lo stesso sbaglio.

*Proseguì, facendo un passo indietro.*

Le tue mani e quelle di tua sorella sono ora il luogo più sicuro su tutta la Terra di Mezzo. Portala con te il più lontano possibile da questa città... e da me.

 

Maglor   

*Gli occhi di Maglor si spalancano sbalorditi, ed è solo per pura forza di volontà se l’Uruk riesce a trattenersi dal sussultare.

La brama di Morgoth per i Silmarils era ormai divenuta leggendaria, così come l’inimicizia tra il Vala e la sua famiglia a causa delle azioni di Feanor… eppure, non solo l’Oscuro Signore aveva deciso di risparmiarlo, ma aveva addirittura rinunciato alla possibilità di ottenere l’oggetto dei suoi desideri. E come per affondare il coltello nella piaga, aveva pure deciso di lasciarlo nelle sue mani!

Si sentì invadere da una rabbia indomita.

In quel momento, era come se tutte le sofferenze patite da lui e dal suo popolo fossero state per niente, solo un capriccio passeggero nella mente di questa entità. Lui era stato pronto a rinunciare alla sua ossessione… ma ancora una volta, il fato aveva deciso di prendersi gioco di lui.

Lentamente, prese un respiro profondo. Non poteva lasciarsi abbandonare all’ira proprio adesso, non quando la vita delle persone a cui teneva era ancora al sicuro.*

Vi ringrazio infinitamente, mio signore *sussurra, chinando la testa e cercando di mantenere i nervi saldi* Accetterò con piacere questo onore… e la vostra misericordia.

 

   

Inmwe

*Posa il gatto dolcemente a terra, alzandosi per andare verso Adar e aiutarlo a sorreggere Myrelyn ancora svenuta*

Dalla a me..

*Dice guardandolo triste; ha capito che se ne sta per andare e probabilmente chissà se lo rivedrà e quando e sicuramente Alcare seguirà il fratello e chissà se rivedrà mai anche lei..

Maledice per un secondo dentro di sé quella pietra e chi l'ha creata...sembra che abbia portato e continui a portare solo guai e dolore a dispetto della sua straordinaria bellezza

Allunga una mano per fargli una carezza*

A presto spero ..Adar. E mi raccomando qualsiasi cosa sai ..sapete che qui avete una casa e noi che vi aspetteremo sempre

*Sussurra sporgendosi per abbracciare Alcare mentre sente gli occhi inumidirsi

Poi si volta, col braccio sorregge la sua dama e abbassando rispettosamente lo sguardo si rivolge a Lui*

Posso chiedervi il permesso o Sommo di portarla nella sua stanza e farla assistere?


Alcare

*ricambia dolcemente l'abbraccio della sua regina , non era avvezza al contatto fisico ma ciò non significava che lo disprezzasse del tutto *

Vostra Maesta ' mi duole dirvelo così dopo tutte le sofferenze che voi e vostro marito avete patito ma io credo di dovervi lasciare...per ora. Io e mio fratello abbiamo un compito da svolgere ed è mio dovere stargli accanto almeno finché non si riprenderà

*a quelle parole abbassa lo sguardo verso Myrelyn ancora svenuta: si era affezionata alla giovane elfa e le dispiaceva alquanto mancare alla promessa che aveva fatto a legolas ma sapeva che la regina se ne sarebbe presa cura *

Arrivederci Myrelyn , che Eru ti protegga

*afferra Maglor ancora sotto shock per Reggerlo *

Fatti coraggio fratello mio, ora dobbiamo pensarci noi , come sempre.

*dice fissandogli la mano che teneva stretto il silmaril*

 

   

Melkor 

Mia Nobile Sovrana, non avete bisogno di chiedermi permesso nella Vostra casa.

*Disse il Vala tornando a sedere sui gradini del palazzo del Re.*

Occupatevi della vostra amica nel modo che riterrete più opportuno, non subirà conseguenze, avrà solo imparato ad usare più prudenza nel soddisfare la propria curiosità. Inoltre, temo avrò bisogno di abusare della vostra ospitalità fin quando non avrò trovato la mia dimora. Vi pregherei infine di condurmi dal vostro prigioniero, appena ne avrete la possibilità, quel Emris il Maia di cui proprio la giovane Elfa mi aveva parlato. Quando tornerete mi troverete qui.

*Così dicendo la lascio andare e quando anche gli eredi di Feanor si furono ritirati, egli rimase da solo nel bastione del Re.

Respiro a fondo, sapere che il Silmaril si sarebbe allontanato da lui era come togliersi un grosso peso dalle spalle. Si sentiva liberato una seconda volta. Tre Ere del Sole nel Vuoto l'avevano aiutato a ragionare sulla propria vita, ma il risultato non era stato ciò che i suoi congiunti avrebbero sperato. Non era lui quello sbagliato, ma loro ad essere ciechi.

La sua tempesta formidabile diradava rapidamente sopra il suo capo e il vento soffiava leggero, offrendogli lo scenario silenzioso della propria ira su quella città. l'Albero Nero lo fissava dal centro della piazza, le fronde cullate dalla brezza che soffiava sulla pianura ed Vala sorrise.*

Hai ragione amica mia, una promessa è una promessa... ESSIA!

*Il cuore della pianta palpito e fu così che ebbe luogo il prodigio: nuovi rami nacquero lungo il fusto, rigogliosi di foglie brunite e decorati di fiori di un luminoso azzurro cielo, iridescente del riflessi del tramonto.

Fiori che dondolando con grazia liberarono nell'aria i propri petali in una pioggia di meraviglia azzurra che si posava con solenne eleganza sulla città.

Osservò compiaciuto il proprio miracolo, quale annuncio del inizio di una nuova Primavera. Fu allora che si accorse che, il gatto rossiccio che era stato Mairon, sedeva ancora sulle scale e lo fissava.*

Mi odierai per sempre, vero Mairon?

*Sospirò.*

Dovrò imparare a sopravvivere anche a questo...

   

Sauron 

*avrei voluto rispondere ad Inmwë con la mia voce, abbracciarla e rassicurarla con il mio calore...ma Melkor mi ha impedito di stare con lei. Ed ora...senza Adar, sono solo. Temo che Melkor abbia visto in Mirelyn una sua prossima apprendista....quasi vorrei aiutarla a fuggire da Minas Tirith prima che possa cadere preda delle parole incantevoli di Morgoth....come me, nei primi giorni di Arda.* Dopo ciò che mi hai fatto...vuoi che il mio perdono, Melkor?

*Maglor ed Alcare avranno anche visto Melkor quasi redento....quando ha lasciato loro il silmaril...ma temo che lui stia solo aspettando il momento giusto per prenderlo......mentre lo osservò...noto l'albero che fiorisce* "bell'esempio di potere... Melkor. Ma con me non funziona. So leggere le tue menzogne fra le parole. Stai solo aspettando il momento per prendere ciò che vuoi....sai bene che lasciare il silmaril nelle mani dei due figli di Feanor porterà alla loro rovina....e lo condurrà nelle tue mani, un giorno..."

 

   Melkor

Insieme nella buona e nella cattiva sorte' così diceva...

*Il Vala sussurrava appena, nella propria lingua natia, osservando l'orizzonte senza vederlo in realtà.

Un'immagine emerse nella propria memoria: una grotta sotterranea e sotto di essa un lago dalle acque fosforescenti, nei toni del verde e del viola, che rifletteva le proprie luci sulle pareti di roccia lucente. Due figure maschili sedevano l'una di fronte all'altra su un'isola nel mezzo del lago, le mani giunte, i loro volti vicinissimi a sfiorarsi. Una era più alta, i lunghissimi capelli neri legati in una treccia, l'altra aveva i capelli di un biondo cenere che gli cadevano con eleganza sulle spalle.*

...'ne lo Spazio, né il Vuoto, né il Tempo, ne l'Oblio sciolgano ciò che la volontà ha deciso di unire, fino ai limiti della Nostra esistenza. Io ti scelgo, a questo mi attengo, così sia compiuto'...

*Fu allora che osservò la propria mano destra, ove un segno lucente ed argenteo apparve e scomparve d'un tratto.*

'E qualora uno di Noi dovesse mancare ai propri voti, che l'altro gli faccia conoscere in egual misura il male che ha provato'. Ti è chiaro adesso?

*Allungò il braccio afferrando il gatto per la collottola e poggiandolo sulle proprie ginocchia, mentre quello si divincolava.*

Stai buono Tevildo, mi piacciono i gatti ma non forzare la mia pazienza!

*Disse mentre lo tratteneva con una mano e con l'altra gli accarezzava il dorso.* La Regina sta per tornare, non vorrai farti vedere da Inmwe mentre manchi di rispetto all'ospite.

 

  

   

Sauron *cerco di divincolarmi e morderlo quando lui mi prende in braccio...ma non posso fare altro che arrendermi. Non so nemmeno se posso accedere al mio potere in questo stato...mi vendicherò, Melkor...un giorno capirai* "non ricordarmi il nostro giuramento..risuona ancora nella mia mente. So bene a cosa sarei andato incontro...ma non mi aspettavo che arrivasse così presto" *sento la presenza di Inmwë, mi volto a guardarla...vorrei poterle parlare... rassicurarla, sfiorare il figlio che sta crescendo in lei..* "fra soli 5 mesi, lei partorirà...ti chiedo di prenderti cura di nostro figlio, se io sarò ancora in questo stato. E ti prego di dargli il nome che ho scelto per lui.... Feanor"

 

Inmwe

Grazie o Sommo... grazie

*Sussurra con un inchino, dopo di che solleva delicatamente tra le braccia l'elfa e si avvia dentro casa, lanciando uno sguardo al gatto accoccolato sui gradini*

"Hanno bisogno di stare soli e parlare adesso... cioè parlare ...comunicare insomma "

*Pensa mentre entrando nel palazzo si imbatte, come già prevedeva, in un Edgar bianco in viso più del latte, spaventato e nello stesso tempo serio ed inappuntabile come al solito.

Sicuramente avrà assistito come da abitudine a tutto da dietro il tendaggio ma si guarderà bene dal fare la benché minima osservazione

Quel maggiordomo era una garanzia...*

Edgar oh per fortuna ..aiutami a portarla nella sua stanza, presto

E ..Edgar...

*Continua trafelata mentre arrivati in stanza la depongono delicatamente sul letto*

Metti qualcuno che le stia vicino, che non si risvegli e che si trovi sola! Dillo a Nienori che se non ricordo male è anche brava nell'arte della guarigione

*Fa una pausa guardando la ragazzina ancora svenuta e si china sfiorandole la fronte con le labbra*

È fresca .. starà bene, ha solo bisogno di riposare per adesso

Edgar, fai preparare la stanza dei cigni neri per favore, il Sommo ci ha accordato l'onore di essere nostro ospite per qualche tempo

*La faccia cerea dell'impassibile maggiordomo diventa se possibile ancora più bianca mentre compostamente annuisce senza proferir verbo*

Ora io devo andare ma per quando torneremo voglio che il nostro ospite trovi la tavola imbandita ed un bagno caldo, mi raccomando...ed abiti puliti ovviamente e fai preparare una cuccia e tutto l' occorrente per il gatto nella mia stanza

*Continua uscendo dalla camera e dirigendosi verso la propria per prendere la sua fida spada nera

Con le dita già sulla maniglia si rivolge ancora al maggiordomo*

Ah e assegna Horel e Tholdion come servitori personali ed esclusivi del Sommo...che restino a turno sempre a disposizione per qualsivoglia evenienza o desiderio.

E Edgar!! Cerca Hamal, mandalo fuori da me

*Hamal è una delle guardie del trono, la più robusta e spietata.

Gli occhi le si incupiscono al pensiero di far visita a quell'Emrys... mandato appositamente lì oltre che per il Silmaril affinché da fuori potessero tracciare la posizione di Mairon e lanciare frecce avvelenate, ne è sicura...

Bene, se il Potente le avesse permesso di farlo, avrebbe impresso sulla pelle di quell'Emrys cosa significasse attentare a suo marito affinché lo ricordasse per sempre...e quella Measse, la stessa che aveva inviato i mannari sotto il vulcano per ucciderli, avrebbe ricevuto sul corpo del suo vassallo che aveva così cinicamente sacrificato i saluti personali dalla Regina di Gondor, pensa mentre un acerbo desiderio di vendetta le sale dentro insieme ad un dolcissimo e spietato sorriso sulle labbra

Uscendo sul piazzale si avvia verso il Divino e Tevildo-Mairon, restando allibita e stupefatta di fronte alla meravigliosa vista dell'albero fiorito...

Si avvicina come in un sogno alzando le mani per raccogliere i petali profumati che piovono su lei, sul piazzale e sulla città, sorride estasiata adesso e per un attimo tutto il resto è lontano e quasi dimenticato, esiste solo lei e una nuova vita per il suo regno nella pioggia di petali profumati

Rivolge uno sguardo di pura gratitudine alla Divinità di fronte a lei*

Grazie... è semplicemente meraviglioso, grazie! A nome mio e del mio popolo o Potente ancora grazie

*Sussurra inchinandosi riverente*

Sono pronta a condurvi dal prigioniero o Divino e Hamal ci accompagnerà se per voi va bene

*Dice con un gesto rivolto alla guardia che silenziosa è già spuntata dalla porta.

Poi si abbassa verso il gatto steso sulle ginocchia di Melkor*

Vuoi venire con noi amore? O preferisci che ti porti dentro a riposare?

*Poi realizza che lui forse adesso non può capirla e non può comunque risponderle e scuote affranta il capo*

      

Maglor

*Adar solleva lo sguardo, rivolgendo i suoi pensieri non solo alle enormi mura di Minas Tirith, ma anche a coloro che sarà costretto a lasciarsi alle spalle in questo momento critica.

Inwe e Myrelyn, in particolare, saranno abbandonate a loro stesse… o meglio, alla merce del redivivo Morgoth, ma non c’è niente che l’Uruk possa fare per contrastare le decisioni dell’Oscuro Signore.

Può solo sperare che saranno abbastanza forti da sopravvivere senza di lui… e per la prima volta da quando ne ha memoria, rivolge anche una preghiera nei confronti di Sauron, affinchè possa riguadagnare le forze per proteggerle entrambe.

Con il cuore pesante e uno stanco sospiro, si rivolge ad Alcare*

Dobbiamo andare, sorella mia. Questo posto non è più sicuro per noi… e abbiamo bisogno di riorganizzarci.

 

Alcare

*il tono col quale suo fratello le si era rivolto era stanco e tradiva preoccupazione perciò fece del suo meglio per rincuorarlo*

Hai ragione. Purtroppo per ora è urgente che ci allontaniamo e soprattutto che tu ti rimetta in forze *dice pensando anche al dover tenere al sicuro il silmaril*

Ma comprenderai che non possiamo andarcene senza salutare le loro Maestà e Myrelyn. Tu soprattutto dovresti farlo *dice mettendogli la mano sulla spalla*

 

   

Maglor

*Adar distolse lo sguardo, provando un'improvvisa vergogna.*

Come potrei guardarle negli occhi, con la consapevolezza che presto le lascerò in balia dell'essere più crudele della Terra di Mezzo? Cos'altro potrei scorgere nei loro sguardi se non tradimento e disprezzo verso colui che li lascerà alle spalle...e per cosa, poi? Per tornare alla mia famiglia? Per vivere il resto dei miei giorni come un gioielliere glorificato?! Per vivere il resto dei miei giorni nel rimpianto e nella vergogna?! Io... io non so cosa fare...

*Stringe le mani a pugno, i denti digrignati per la rabbia e la frustrazione*

Mi sento perso, in balia del Fato. Ho sempre considerato Sauron un mostro per la sua incapacità di provare empatia verso la mia razza... ma sono forse diverso da lui, quando sto per abbandonare i miei compagni in modo tanto vile?

 

    Alcare

* capisce quanto suo fratello si senta un vigliacco in questo momento: è sempre stato così orgoglioso sin da ragazzo*

Non devi dire così Maglor: tu eri pronto a sacrificarti per tutti noi, andartene ora non fa di te un vigliacco è stata una dura prova per tutti. I sovrani e Myrelyn saranno comprensivi nei nostri riguardi, sanno che staremo via il tempo necessario affinché tu ti rimetta e poi torneremo

*dice prendendogli le mani tra le sue*

 

    Maglor

*Adar chiude gli occhi, le mani strette attorno a quelle della sorella in cerca di conforto.

Vorrebbe poter scorgere la verità nelle sue parole... ma come può esserne sicuro, quando lui stesso ha sempre vissuto nell'incertezza di un futuro infausto?

D'altro canto, Alcare ha ragione. Qualunque siano i suoi sentimenti sulla questione... Inwe e Myrelyn meritano almeno una chiusura. O quantomeno, la promessa che tornerà per loro. *

Molto bene *borbotta, mentre torna a guardare la sorella dritta negli occhi* Andiamo da loro.

 

    Myrelyn

*La ragazzina elfa si sveglia di soprassalto e si rende conto con stupore di giacere illesa sul letto della propria stanza.

Gli eventi trascorsi le rivivono in un istante davanti agli occhi*

"Inmwe! Mairon! Adar! Alcare!"

*Ai visi delle persone care si sovrappone quello di devastante bellezza di Melkor nel momento in cui l'ha tratta a sé. Poi nota con allarme che seduto accanto al letto non c'è nessuno di loro, solo Niniane, una delle domestiche del castello.

Un Improvviso senso di urgenza la coglie e la piccola peste scatta in piedi e corre alla porta sorda ai richiami della donna*

Inmwe! Mairon! Adar! Alcare!

*La voce della ragazzina chiama, vibrante di angoscia e di uno strano senso di premonizione, mentre veloce corre verso le loro stanze trovandole però vuote.*

Inmwe! Adar! Alcare!

*Di nuovo i nomi delle persone care le escono dalle labbra, tremanti di paura, non ricevendo risposta tranne gli sguardi spaventati e a volte compassionevoli di alcuni membri della servitù*

Dove sono? Dove sono tutti?

*Chiede afferrando il braccio di una guardia di passaggio che, muta e pallida, indica il corridoio che scende alle prigioni*

Oh no! Che cosa vuoi fare ancora Signor Terrore?

*Il panico le stringe il cuore ma le mette le ali ai piedi e con quelle parole mormorate al vento si precipita lungo i corridoi temendo quello a cui potrebbe andare incontro e tuttavia incapace di restare ad attendere il suo fato chiusa nella sua stanza come un uccellino in gabbia.

Ma all'ennesima svolta presa a tutta velocità la ragazzina sbatte contro una schiena ampia e forte cadendo sul sedere.*

Ahia!

*Si lamenta provando un senso di déjà vu. Alza lo sguardo su Adar e Alcare che la guardano sorpresi ed esasperati*

Adar ! Alcare ! State bene??

O grazie a Eru state bene!

*Con un grido di gioia si lancia tra le braccia di Adar gettandogli le braccia al collo.*

Ho avuto tanta paura quando mi sono svegliata e non c'eravate!!!

Lui...lui è ancora qui?

 

   Alcare

*quando l'aveva vista giacere sul letto priva di sensi si era spaventata ma la domestiche l'avevano rassicurata che non era in alcun modo ferita e che doveva solo riprendersi dalle forti emozioni della giornata: il cuore le era balzato nel petto quando l'aveva vista buttare le braccia al collo di suo fratello*

No. Non è qui Myrelyn stai tranquilla. Stiamo tutti bene solo che ecco... io e Adar dovremmo stare via per un po

*dice calma tenendo ben allacciata la tasca dell'abito dove si trovava il silmaril *

 

   Maglor

*Adar è visibilmente sorpreso dalla reazione della giovane Elfa.

Non rammenta quand’è stata l’ultima volta che qualcuno che non fosse della sua famiglia lo avesse abbracciato, e ad un simile gesto il suo cuore macchiato dalle tenebre non può che sussultare ancora più dolorosamente.

Con movimenti esitanti, restituisce l’abbraccio, già preparandosi mentalmente per la tempesta imminente.*

Mia sorella dice il vero, Myrelyn *sussurra, stancamente* Io e lei dovremmo andarcene via per un po’… e tu dovrai restare qui fino al nostro ritorno.

 

   Myrelyn

*Le braccia forti di Adar mi rendono l'abbraccio seppure in modo esitante, quasi non si ricordasse come si fa.

Poi le parole dei due fratelli fanno breccia nella gioia di averli trovati sani e salvi.*

Dovremmo andarcene...tu dovrai restare...il nostro ritorno

*Parole che come schegge di ghiaccio, gelide e feroci trafiggono o il cuore della ragazzina che li guarda incredula, ferita e smarrita*

No! No Adar! Non lasciarmi qui da sola ti prego!

*Lo implora piangendo e stringendo convulsamente le braccia intorno al collo del granitico uruk *

Hai visto cosa ha fatto a Mairon!

*Non le riesce di pronunciare l'altro nome fra i singhiozzi irrefrenabili che la scuotono*

Hai detto che mi avresti protetto! Lo hai detto! Che c'eri tu!

*Gli occhioni azzurri traboccanti di lacrime e di dolore trafiggono quelli di Adar con accusa e senso di tradimento.*

È tutta colpa di quel sassetto malefico vero? Lancialo nel fiume e resta con me! Per favore Adar! Non mi lasciare.

*lo prega ancora, con un filo di voce e gli occhi tormentati di una bimba con il cuore spezzato.

Resta aggrappata a lui con tutte le sue forze, scossa dal pianto accorato che non cessa.*

Ma se proprio non puoi restare poi torni vero? Promettilo che non mi lasci sola per sempre tra le grinfie di Signor Terrore!

*Chiede infine con voce esile e guardandolo nuovamente con affetto e fiducia, stringendolo in un abbraccio convulso*

   

Maglor

*L'Uruk scuote tristemente la testa*

Mi dispiace, Myrelyn... ma non posso restare. Ho una famiglia che devo controllare, orchi che hanno bisogno del mio aiuto tanto quanto te... e che purtroppo non hanno il lusso di un'amica come Inwe a proteggerli. Devo assicurarmi che stiano bene.

*Le orecchia di Adar si contraggono appena. In verità... non sa se riuscirà davvero a tornare, ma questo non può certo dirglielo.

Non solo rischierebbe di spezzarle il cuore, ma la consapevolezza di essere stata abbandonata potrebbe renderla più suscettibile alle infide macchinazioni di Melkor.

Così si limita a sorriderle in modo incoraggiante, sebbene non sia più molto abituato a quel tipo di espressione.*

Tornerò... te lo promette *le risponde, dolcemente* Tu dovrai solo resistere fino ad allora, quindi cerca di non testare l'ira di Morgoth... e per favore, trattalo con il massimo rispetto. Non vorrai mica farmi tornare qui solo per scoprire un cadavere affumicato nel tuo letto, dico bene?

   

Melkor 

Non datevi troppa pena per lui Nobile Regina, comprende perfettamente quello che dite... e sono abbastanza sicuro che intenda venire con noi. Rimarrà in questa forma finché la sua aura non sarà pienamente rimarginata e con un corpo più piccolo impiegherà meno tempo *disse liberando il gatto, così che questi salto a terra andando incontro alla Sovrana.*

Sembra che non si fidi di lasciarvi sola... o qualcosa del genere. Una volta non eri così protettivo, Tevildo, ma di questo parleremo più tardi *prosegui con un tono leggermente più gelido all'indirizzo del felino, che lo ignorò, infine si alzò a sua volta dagli scalini spolverandosi le vesti.*

Solo una cosa, Mairon *e nel pronunciare il nome del suo vecchio discepolo la sua voce assunse una sfumatura particolarmente dura* per nessuna ragione il prigioniero dovrà sospettare che tu sia qualcosa di diverso da un semplice gatto. Ci penserò io stesso a velare la tua aura, ma tu dovrai fare la tua parte, sono stato chiaro?

*Questa volta Tevildo si fermò a fissarlo, compiendo un gesto di assenso con la coda. Il Vala raggiunse Inmwe alla base del Albero Nero e le porse uno dei fiori azzurri che pendeva da uno dei rami più bassi* Se siete pronta Mia Ospite, voi e la vostra guardia potete condurmi dal prigioniero.

*Lasciò che la Regina lo guidasse, avviandossi per un accesso laterale al Cortile del Re, penetrando nel monte che offriva il proprio sperone alla città. *

Dalle parole della vostra amica... Myrelyn é questo il nome, giusto? Costui, Emrys, appartiene alla stessa stirpe di Mairon, è un Maia, di conseguenza immagino la sua non sia una semplice prigione. *fece una breve pausa* Sapreste dirmi tutto quello che sapete su di lui e come ve lo siete ritrovato fra i piedi?

 

 Inmwe

*Ascolta attentamente nella tenue speranza di riuscire ad afferrare un qualcosa che possa dirle quando tornerà Mairon...non osa chiederlo esplicitamente, sa che il permanere della forma animale è parte della punizione per il tradimento del loro legame.

E non osa spingere la sua confidenza oltre il limite del personale.

Conosce cosa voglia dire dolore e tanto le basta.

Nel sentire che non appena guarirà l'aura Mairon tornerà se stesso non riesce a trattenere un moto di pura gioia, anche se per fortuna riesce a fermarsi di scatto nello slancio di abbracciarlo. Arrossendo si schiarisce la voce*

Scusatemi ...Oh grazie davvero Sommo... grazie sarò sempre in debito con Voi e con la Vostra magnanimità

Mentre camminano riflette sulle domande*

Allora...eravamo sul piazzale, stavamo respingendo l'ennesimo assalto al settimo cancello, quando questo "falco" evitando abilmente ogni freccia ha iniziato a dirigersi verso di noi.

Mairon deve averlo riconosciuto perché ci ha dato l'ordine di abbatterlo, cosa che Alcare ha fatto alla perfezione

Ho notato uno scintillio nel suo becco mentre cadeva ma ero presa dalla difesa dei cancelli e nello stesso tempo dal cercare di capire cos'era che stesse falciando i soldati come spighe mature a settembre e non me ne sono più preoccupata, tanto sapevo che era ... uhm... in buone mani diciamo

*Spiega*

La prigione non ha poteri particolari...ma credo lo abbiano messo nelle segrete riservate ai nemici del regno, nel qual caso la fuga è impossibile, soprattutto per un maia ferito... sbarre spesse e strette, enormi pietre alle pareti, nessun pertugio...isolata.

Si può urlare per giorni se si è lì e non si sente nulla da fuori

*Conclude lanciandogli un'occhiata divertita di intesa*

Grazie del fiore .. è davvero incantevole

*Conclude portandosi la corolla alle narici per annusarne il profumo*

Non credo di aver mai visto fiori così ...non che ricordi almeno

  

Melkor 

È così... *affiancò la Regina lungo il corridoio in penombra, la guardia apriva la fila e Tevildo subito dietro i due, l'altezza notevole del Vala faceva apparire la sovrana quasi una bambina* costui volava sulla città in forma di falco, portando con sé il Silmaril? *riflette un istante* Quei gioielli sono gravati da un incantesimo che ferisce a vita chiunque sia colpevole di ribellione contro i Valar o Illúvatar stesso... ne so qualcosa *contemplo il palmo della propria mano destra, ora immacolata* e questo Emrys ne è immune. Un bravo damerino di Valinor, insomma.

*Giunsero alla fine del corridoio per proseguire lungo una rampa di scale, scavate nella roccia, che conducevano verso il basso. Aprendosi infine in un largo spiazzo delimitato da arcate sulle cui pareti si aprivano diverse celle, chiuse da porte in legno massiccio e metallo*

Eseguiva sicuramente degli ordini... di qualcuno che temo proprio di sapere chi sia. Una spia oppure un'esca. La gemma era un'ottima stratagemma... oh! Siamo forse arrivati?

 

    

Sauron 

*Mi infilo tra le gambe di Melkor, per provare a farlo inciampare...anche se sono bloccato in questa forma, non accetto che lui insinui sentimenti in Inmwe. Lei è mia, e mia soltanto. Spruzzo sulle sue gambe* "non ti permettere di intortarla...lei e mia,..e mia soltanto. Non osare..."

*spero che Emrys vada incontro ad un destino migliore del mio, in fondo è potente quanto Eonwe...Speriamo che Melkor trattenga l'ira. Emrys potrebbe essere la mia vita di uscita da questa situazione*

   

Inmwe

Io credo di sapere chi ci sia dietro a tutto

*Sibila mentre sente la rabbia lungamente trattenuta rinfocolarsi sotto la cenere degli ultimi avvenimenti che l'hanno distolta dal pensarci*

È la stessa che quando accompagnammo Mairon al Vulcano ci mandò contro i Mannari per ucciderci...ci salvammo a stento grazie al canto di Myrelyn e al fatto che eravamo tutti armati.

Non so chi sia e non so perché ce l'abbia con noi ma so che si chiama...Measse

*Il nome le esce quasi sputando di disprezzo*

E avrò la mia vendetta verso di lei, dovesse costarmi la vita stessa lo giuro sui miei avi e sulla corona d Gondor

Perché non saremo mai sereni finché quella sarà libera di attaccarci

Ma nel frattempo...O Immenso, eccoci qui

*Dice indicando una piccola e stretta porta in mithril e acciaio ed estraendo una lunga e ferrosa chiave dalla veste*

A Voi l'onore di entrare per primo

*Apre la porta scansandosi a lato e accennando un leggero inchino*

    

Melkor 

Non mi sbagliavo quindi, si tratta proprio di Measse...

*Il Vala si concesse un attimo per aggiustarsi le maniche del vestito.*

Io so chi è, l'ho già incontrata in passato, mio malgrado *proseguì volgendo lo sguardo prima alla porta della prigione e poi alla Regina* costei appartiene alla mia Gente, una Valie, ma non di quelle che compaiono nei vostri libri.

*Proseguì.*

Venne da me ai tempi della mia prigionia a Valinor per esprimermi la sua lealtà, poi *è qui la sua voce divenne grave* me la ritrovai sull'altra sponda, nel momento dell'Ultima Battaglia che mi costò l'esilio. È bugiarda è inaffidabile...

*Sorrise ad Inmwe accanto a lui.*

Abbiamo qualcos'altro in comune Mia Signora, entrambi abbiamo subito un torto dalla stessa persona.

*Spinse lentamente la porta della prigione* Possiamo cominciare *fino a spalancarla del tutto*

Emrys...

 

  

Emrys

*Rinchiuso nell'oscurità della sua cella, Emrys percepisce qualcosa di abominevole... una presenza oscura e contorta che non sentiva da molto tempo, più precisamente dagli ultimi giorni della Guerra dell'ira.

Quella presenza maligna si fa sempre più vicina, suscitandogli un brivido lungo la spina dorsale... e quando la porta della cella si apre, essa prende la forma del più grande nemico che Vala e Maia abbiano mai affrontato.

LUI... l'Oscuro Signore originale... il flagello di Arda, primo fra tutti i Valar... Melkor, ora conosciuto ai più con il soprannome di Morgoth.*

Non può essere... *gracchia Emrys, il cui spirito è ora pregno di timore e rabbia in egual misura* Tu... tu dovresti essere nel Vuoto! Come... come puoi essere qui? è stato Sauron a liberarti? La sua mente contorta non conosce fine alla depravazione?!

 

    

Melkor 

Buonasera anche a te! *disse beffardo* È un piacere fare la tua conoscenza, benché mi renda conto che il sentimento non è reciproco.

*Proseguì il Vala, ergendosi in tutta la propria altezza, senza sprecare il minimo sforzo nel celare il proprio disprezzo.*

Quelli della tua schiatta non si smentiscono mai, piccoli parolieri di Aman! Eppure sono solo un ospite in questo luogo... *Si scostò leggermente di lato, cedendo il passo alla regina* Mia Signora, desiderate essere voi a fare gli onori di casa prima che io estragga da costui le risposte che voglio?


Inmwe

Grazie dell'onore che mi concedete o Immenso

*Avanza di fronte al Maia, fermandosi e sorridendogli brevemente.

Poi fa un passo di lato e con una mano sembra accarezzargli i capelli*

Che morbidezza...dovrai dirmi il tuo segreto dopo, se farai il bravo e ti resterà ancora la lingua per parlare

*Gli sussurra dolcemente. Poi afferra la capigliatura stringendola e tirandola prima piano poi più forte dando un colpo in avanti, facendone sbilanciare il corpo fino a farlo cadere a terra con un tonfo

Si porta accanto al suo fianco e posa un piede sulla testa, schiacciandogliela sul pavimento*

Fronte a terra innanzi al Primo tra i Primi... cos'è, un giorno in cella e già ti scordi il protocollo? Ahi ahi....e io che pensavo fossi un buon cortigiano

E adesso fai il bravo servo dei Valar e rispondi bene rapido e preciso al Sommo, o la mia spada berra' il tuo sangue...e non è un modo di dire

*Conclude posandogli la punta della lama sulla nuca, premendo quel tanto che basta affinché possa sentirla...*

   

Melkor 

La Nostra Signora è comprensibilmente 'indispettita' come puoi notare, del resto mi dicono i tuoi abbiano cercato di uccidere suo marito *andò incontro al prigioniero a passi lenti, ove questi giaceva al centro della cella, prono* temo comunque che come e perché del mio ritorno sarà l'ultimo dei tuoi problemi, se non sarò soddisfatto delle tue risposte, solo una cosa *prosegui con voce glaciale, chinandosi quel tanto che bastava perché l'altro potesse percepire il suo alito dietro l'orecchio* non osare MAI PIÙ accostare il termine 'depravazione' quando parli... di Mairon, c'è molta più depravazione nella vostra immacolata Aman che in tutte le Terre Mortali! Ma voi ormai siete così assuefatti da non comprendere più il senso della realtà... ma adesso basta!

*Un gesto rapido e brusco della sua mano e, dal muro davanti a loro, emersero dei ceppi e delle catene, robuste, brunite, con strane e rilucenti venature rosse: non erano fatte di semplice metallo, del resto quello non era un semplice prigioniero.*

Tiratelo su!

*La grossa guardia prese il prigioniero di peso, sbattendolo contro il muro in malo modo, vincolandolo ai ceppi, così che questi si ritrovo immobilizzato, gambe e piedi divaricati, schiena contro il muro.

Il Vala stava al centro della cella, ai lati Inmwe, Regina di Gondor e la fidata guardia, dietro di loro, di poco scostato dalla porta, Tevildo osservava la scena.*

Partiamo dalle questioni più pressanti: mi confermi di essere al servizio di Measse, la Valie Errante? Si? *fece un passo in avanti* Che cosa ci fa qui? Per quale motivo i miei Congiunti si sono dati tanta pena? Perché questa è una loro decisione, o sbaglio? *un altro passo ancora* Che cosa gli dà il diritto di muovere guerra contro una città degli Uomini? *infine giunse a pochi centimetri dal Maia* Fossi stato io al suo posto, ora quelli come te urlerebbero allo scandalo!

   

Emrys

*Emrys si trattiene dall'urlare, cercando di ignorare il dolore improvviso. Un essere umano avrebbe anche potuto cedere di fronte a simili torture e minacce, ma non certo un Maia che ha combattuto per secoli contro il Maligno e le sue forze.

Invece, fissa Morgoth dritto negli occhi... e gli sputa in faccia*

La tua ipocrisia non conosce davvero limiti. Come osi guardarmi dall'alto in basso, quando abbiamo attaccato questa città solo per salvarla dalle infide macchinazioni di Sauron?

Tu, che hai bruciato interi regni solo per gioire del dolore e della paura di coloro che li abitavano!

Io e la mia padrona siamo stati mandati sulla Terra di Mezzo solo per fermare il tuo orrido servitore ed evitare un'altra guerra... anche a costo di eliminare pochi per salvare tutti. Quindi non provare nemmeno a farmi la morale, mostro!

    

Melkor 

*Si ripulì la guancia da quel oltraggio, facendo del proprio meglio per contenere la collera e con la stessa mano gli restituì il favore, sotto forma di un possente schiaffo.*

Insolente! *Lo afferrò per la mascella tenendogli il mento all'insù, così da poterlo guardare in volto* Dovresti imparare a parlare con più rispetto di un Sovrano davanti alla sua Sposa!

*Fu a questo punto che il suo volto si contorse in un ghigno malvagio, disturbante* Uno come te dovrebbe saperlo, che siano Umani o Elfi una volta morti non provano più né dolore né paura. La morte è una liberazione! Sono un Dio magnanimo, anche se tu non lo comprendi, perché i dogmi ti hanno ostruito la mente! *fece un paio di passi indietro, così da poterlo inquadrare meglio.*

Non preoccuparti comunque, non sarò magnanimo con te e soprattutto... la tua resistenza al fuoco dovrebbe essere più alta di quella di un comune mortale *Da queste parole si udì un sordo crepitio ed una piccola sfera di magma comparve lievitando e vorticando nella mano destra del Vala.*

Ma adesso dimmi, quali sarebbero, secondo la tua Padrona, i piani del mio vecchio Luogotenente?

   

Emrys

*Emrys si trattiene dal deglutire. Per quanto vorrebbe affermare il contrario, non può negare il terrore viscerale che Melkor è in grado di suscitare in tutti coloro che lo hanno visto all'opera al suo peggio... lui compreso.

Tuttavia, non può nemmeno lasciare che quella paura intrinseca e primordiale prenda il controllo del suo giudizio, e così incontra lo sguardo del Maligno senza vacillare, tentando di ignorare la stretta dolorosa al collo.*

Se la morte fosse una liberazione... *gracchia, sentendosi mancare il respiro* credi davvero che nostro padre avrebbe concesso alle creature della Terra di Mezzo la possibilità di passare le loro flebili esistenze su questo mondo? Tutto fa parte del suo disegno, un ordine naturale e perfetto che volevi plasmare a tuo piacimento... ma visto che non ne avevi il potere, hai così deciso di deturparlo in nome della vendetta e del risentimento. Non sei diverso da un bambino che fa i capricci... tutto perché suo padre non voleva dargli il giocattolo che desiderava. Mi... mi fai pena...

*Alla comparsa della sfera, ispira bruscamente*

E non rivelerò mai i segreti della mia signora. Noi siamo venuti qui per fermare il tuo discepolo... non hai... non hai bisogno di sapere altro...

    

Melkor 

"Tanto perfetto e tanto onesto appare il Sommo Eru ad una mente ottusa..." Oh ma certo, la logica perfetta ed imperturbabile di Nostro Padre! *Le sue labbra si arricciarono in un sorriso appena accennato, mentre la sfera di lava rovente nella sua mano saliva fluttuando, andando a sfiorare appena la guancia sinistra del prigioniero, ustionando la pelle quel tanto che bastava a lasciargli il sentore di una sofferenza che di lì a poco, sarebbe potuta aumentare a dismisura* Se solo tu sapessi di cosa Egli è veramente capace rimarresti sconvolto, ma sei una marionetta inconsapevole, come tutti gli altri, e non puoi comprendere che cosa si prova *un breve gesto del polso e la sfera ritornò rapidamente presso il suo padrone* la 'vendetta' ed il 'risentimento' come li chiami tu sono solo la punta dell'iceberg.

*Fu un gesto repentino, il tizzone sferico di magma incandescente penetrò nel petto del prigioniero, bruciando le vesti, lacerando la pelle e facendosi strada fino alle sue interiora: un odore pungente di carne bruciata invase lo spazio della cella, accompagnato da un agghiacciante sfrigolio*

Il dolore è qualcosa di particolare, non trovi? Il Nostro essere non è composto di materia, all'inizio di tutto non eravamo neppure vincolati a questo Mondo, la nostra forma visibile non è altro che una veste... *Il Vala parlava senza scomporsi, con una voce lenta, calma e suadente, mentre quel incandescente strumento di tormento si faceva strada dentro il corpo della sua vittima* Eppure, il nostro Augusto Genitore, dall'alto della sua bontà, non ha ritenuto che questo Nostro guscio dovesse essere esente dal dolore. In alcune circostanze anche la nostra forma astrale può soffrire. Non è curioso? immagino che anche questo faccia parte del suo perfetto disegno, non credi?

*Sorrise ancora, famelico ed i suoi occhi si chiusero a fessura, la sua voce ora era un sibilo.*

Della tua pena non me ne faccio nulla: risparmia le energie ed usala per te stesso.

*Melkor stette in piedi di fronte al prigioniero, incrocio le braccia godendo lo spettacolo dell'altro che subiva il supplizio: stringendo i denti, divincolandosi ed ansimando, il suo strazio a stento trattenuto dalla sola forza della sua determinazione.*

Ho una cattiva notizia per te: il vostro piano per eliminare Mairon non ha funzionato, il vostro assedio ha fallito e la tua Signora, cui ti dichiari tanto leale, è letteralmente sfuggita quando mi ha visto arrivare... abbandonandoti qui, alla mia mercé. *La sfera incandescente fermò la propria traiettoria, tornando indietro e fuoriuscendo dal corpo martoriato della vittima, dalla stessa orrenda ferita da cui era entrata* Sei proprio sicuro di voler patire tutto questo per lei?

*La sfera di lava ora fluttuava a metà strada fra Melkor ed il suo prigioniero, il Vala piego la testa leggermente di lato, così da poter incrociare lo sguardo ormai vaquo dell'altro.*

Quello che voglio sapere adesso, e cerca di essere più esauriente di come hai fatto finora, il veleno, quello con cui avete tentato uccidere il mio discepolo da dove viene? Dove l'avete trovato?

   

Sauron 

*volto lo sguardo verso le sbarre della cella, quando la sfera di magma incendia le vesti di Emrys e si fa spazio in lui...le sue urla risuonano nelle mie orecchie come se tutta Arda stesse soffrendo. Se solo Manwe fosse qui per fermare la mano di suo fratello....se solo non avessi mai dato la mia fiducia a Melkor. In tutti questi secoli, ho capito quanto io sia rimasto ammaliato....quanto io fossi stato cieco. Riesco a voltarmi verso Emrys, verso il mio fratello martoriato...solo quando Melkor ritira la sfera...e cerco di comunicare mentalmente con lui...sperando possa ancora capirmi dopo tutto quel dolore* "digli la verità...e cerca di avvertire Manwe....so che puoi....Emrys. Sai benissimo che Tahenys ti ha lasciato qui perchè sapeva di non poterti liberare da Melkor...per lei è troppo potente"

 

   

Emrys

*La sfera si avvicina, eppure Emrys non sente niente.

Per un brevissimo attimo, il Maia crede che l'incantesimo di Melkor abbia fallito nel suo intento... prima di rendersi conto che quella è solo la calma prima della tempesta.

Si sente invadere da un calore indomito e viscerale che lo percuote da capo a piedi, tanto intenso da far impallidire qualsiasi sofferenza patita durante la sua lunga vita.

Nemmeno le ferite riportate durante la guerra dell'Ira potrebbero mai essere paragonate all'orrore che sta vivendo in questo momento. è tutto semplicemente troppo straziante, troppo doloroso... e brucia, "come il fuoco di Udun" è lo scontatissimo paragone che gli viene in mente, prima che tutto cessi.

Ansimante, con il volto madido di sudore e il corpo che sembra ormai pronto a sgretolarsi sotto i suoi piedi, riesce a malapena a distinguere i pensieri di Sauron... eppure, in un breve attimo di lucidità, non può che lasciarsi guidare dalle sue parole, spinto da una disperazione che credeva impossibile da provare. *

P-pandora *borbotta, incapace di fermarsi* è stata... Pandora a darci il veleno...

    

Melkor 

Pandora? La MIA Pandora?

*Il Vala lo fissò dall'alto in basso, scettico, mentre la sua mente faceva fluttuare la sfera di lava intorno a loro ed intorno alla cella, generando ombre mutevoli ed inquietanti.*

È se ti dicessi che la tua risposta non mi convince? *Melkor avvicinò il proprio volto a quello del prigioniero, riuscendo quasi a sentirlo ansimare* Lei conosce la tua Padrona, SA cosa mi ha fatto, dubito profondamente che verrebbe a patti con quella che mi ha tradito!

*Con le mani bianche dalle dita affusolate strinse il volto madido di sudore di Emrys, sollevando le palpebre con le dita in modo da poter così guardarlo negli occhi* Diamo un'occhiata qui dentro, che ne dici? I ricordi non mentono... e guai a te se provi ad opporre resistenza!

*Si sarebbe volentieri risparmiato quell'operazione laboriosa, se solo quello stupido faccendiere dei Valar si fosse limitato a rispondere alle domande tutto si sarebbe svolto molto molto più in fretta, e invece ora gli toccava scavare e non si sarebbe curato di causare ulteriore danno e dolore: la mente di un Maia era un mare sconfinato ed egli doveva cercarvi un singolo pesce, apparentemente un'operazione impossibile, ma Egli si sarebbe mosso col metodo; potevano esserci altre cose importanti nella mente di costui, ma non aveva intenzione di spenderci più tempo del necessario.*

La tua mente mi dice, piuttosto, che tu L'HAI RUBATO! *Lasciò andare bruscamente il capo del suo prigioniero e questi ricadde in avanti, inerte* Così ha più senso per me... ti avevo avvisato.

*Rapidamente il globo infuocato fu di nuovo tra di loro, penetrando nel corpo di Emrys dal basso ventre.*

Questa era per aver osato mentirmi!

*Il corpo si scosse, in preda a uno spasmo convulso ancora una volta e fu allora che Melkor si avvide del chiaro scintillio sulla mano destra del Maia. Ritirò la sfera, che ritornò a fluttuare lugubre sulle loro teste, ed il Vala estrasse l'anello dalle dita di quella mano curata.*

Ma cos...?!

*Lo osservò con cura, reggendo l'anello accuratamente sulle dita, studiandolo da ogni angolazione.*

Non è possibile! Questo anello... questa gemma è fatta di Silime! É inaudito... *E nel pronunciare queste parole gli mancò il respiro.

*Si voltò verso Emrys, incapace di contenere il proprio sconcerto.*

DOVE L'AVETE PRESA??!

*Lo afferrò per il bavero, attirandolo a sé entro i limiti consentiti dalle catene ed i ceppi.*

La Silime era fatta per essere infrangible, Feanor si è portato il segreto di questo cristallo nella tomba, ho custodito i Silmaril per secoli e neppure io sono riuscito a scoprirlo!

*Lo scosse con violenza, la sua voce salì di intensità riempiendo l'aria.*

PARLA MISERABILE! E potresti ancora rivedere la luce del giorno! Sei servo di due padroni, l'ho visto nella tua mente: se Measse o Manwe in persona sono causa di questo prodigio ora me lo dirai! *disse in un gelido sibilo* Non esistono le coincidenze nelle Nostre esistenze...

    

Emrys

*La paura comincia a impossessarsi del Maia, ricoprendolo da capo a piedi come un velo invisibile e pesante, quasi volesse schiacciarlo al suolo e ridurlo ad una pozza informe e tremante.

Emrys non ha mai testimoniato di prima persona la rabbia dell'Oscuro Signore... e ora, di fronte a questa furia indomita e grottesca che gli ribolle davanti come lava vulcanica appena eruttata, non può che sentirsi piccolo, impotente... solo, come mai prima d'ora.

In fondo vorrebbe sperare che la sua padrona tornerà a salvarlo... ma come può anche solo immaginare un futuro in cui uscirà vivo da questa cella, quando Melkor non desidera altro che farlo soffrire?*

Io... io non lo so *balbetta, mentre dolore e paura si mescolano ancora una volta, strazianti a tal punto da farlo lacrimare* Lo giuro! Il Silmaril è eruttato dalla montagna di fuoco e poi... e poi si è scheggiato... ma lo giuro, non so come sia possibile... devi credermi, ti prego!

*E così continua ad urlare, ripetendo quel mantra ancora e ancora, sperando che il maligno avrà pietà di lui*

    

Melkor 

Quindi è così che è andata *le sue labbra si incresparono in un sorriso cattivo, lasciò andare la presa sul suo prigioniero che ricadde in avanti con un gemito strozzato* Il Silmaril di Maedhros è stato rigettato dalla Terra, generando una gemma minore... che la tua Padrona ti ha forse donato come pegno per la tua lealtà? *gli sorrise perfido* Come puoi vedere non ti ha fatto un gran favore, i Silmaril attirano sventura e così sembra anche la loro progenie...

*Con la punta delle dita sollevò il mento di Emrys, ormai semi cosciente.*

Vedi, non esistono forze dentro questo Universo in grado di infrangere la Silime, ma fuori da qui ce ne sono altre che potrebbero, se la cosa fosse loro utile in qualche modo, sai a cosa mi riferisco? *l'anello cominciava a bruciargli sulle dita, come se gli servisse un'ulteriore conferma sulle sue origini, stizzito lo lascio andare a mezz'aria e questo levitò, vorticando come privo di peso.*

QUESTO è sicuramente un altro dei Suoi giochetti perversi *proseguì parlando più a se stesso che ai presenti, mentre il Maia logorato dai tormenti ricadeva pesantemente, trattenuto dalle catene* non faccio neanche in tempo a liberarmi di quello originario che già mi ritrovo fra le mani la sua discendenza senza neanche cercarli! Quelle Gemme sono la mia maledizione... *disse con voce graffiante mentre anello e sfera di lava cominciavano a ruotare rapidamente l'una intorno all'altra, finché il primo non venne inglobata dalla seconda, accendendosi come un piccolo sole, per poi infrangersi in miriadi di scintille, che scomparvero prima di toccare terra, mentre l'anello rimaneva intatto* Ovviamente! E va bene, questo anello lo terrò con me, sono proprio curioso di vedere fino a che punto puoi spingerti... Padre!

*Mentre l'anello fluttuando finiva al sicuro nella sua tasca, Egli si chinava ancora una volta verso la propria vittima, parlandogli quasi all'orecchio.*

Capisci adesso? Lui ti ha usato: sei dovuto passare attraverso la mia collera perché egli riuscisse a forzarmi la mano; comprendi ora che cosa intendevo quando ti dissi che non avevi idea di che cosa Nostro Padre potesse essere capace?

*Con un gesto delicato della mano discostò i capelli dal volto* Non morirai qui, non adesso, rivedrai ancora la luce del giorno, vivrai quanto basta per riferire il mio messaggio alla tua Padrona: digli che Melkor non dimentica e sta venendo per lei!

*Fece un passo indietro, la cella, ora illuminata solo dalla torcia, era prega del fetore della tortuta* Ho finito con te, anche se credo che le nostra Regina abbia ancora qualcosa da dirti *concluse rivolgendosi alla Sovrana che, dietro di lui, manifestò la sua presenza sguainando la spada.*

  

Sauron *vorrei poter fermare la mano di Inmwe....ma so che non posso, non mi è possibile nemmeno comunicare con lei. Ora capisco...non dovevo portarla nell'Oscurità con me...le ho dato un destino crudele, da cui non potrà mai fuggire....e se Melkor lo scoprisse, potrebbe accelerare il processo.* "Emrys, se mi senti....avverti Tahenys che Adar ed Alcare stanno viaggiando verso Mordor. Il silmaril deve essere messo al riparo" *spero mi abbia sentito....spero che avverta Tahenys prima di lasciare il suo corpo. Dobbiamo agire*

 

Inmwe

Grazie o Sommo

*Guarda il prigioniero per qualche istante silenziosa, come studiandolo.

Poi lentamente si avvicina e gli si piazza di fronte, gli occhi grigi come tempesta, guarda il volto del Maia deformato in modo quasi innaturale dal dolore e dalle lacrime , cercando dentro di sé compassione o pietà, senza trovarne alcuna traccia

Ricorda a se stessa che se avesse potuto lui avrebbe ucciso Mairon....e forse anche lei.

Gli schiaffeggia con colpi leggeri il viso fino a che gli occhi tornano a riacquistare un barlume di coscienza.

Slancia indietro il braccio che impugna la spada e la porta in avanti piantandola dritta nel polmone sinistro, un colpo secco*

Tienilo su Hector

*Dice alla guardia vedendo il corpo quasi afflosciarsi*

Dritto su ..mi ascolti, Emrys? Voglio che mi ascolti...

*Gli prende il mento con le dita fissandolo negli occhi*

Questo è da parte di Mairon

*Bisbiglia estraendo la spada che lascia un cupo buco da cui inizia a sgorgare sangue*

Sono sicura adesso che, per il restante tempo in cui sopravvivrai, ogni volta che userai la tua voce cerimoniosa ti ricorderai con ogni parola di cosa significa attentare alla vita di mio marito...vero?

*Lo guarda ancora un attimo come godendo della smorfia di dolore sul viso del prigioniero, che ansima con un respiro ora irregolare e sibilante.

Poi fa qualche passo indietro*

Hector tienigli su la testa..bene su

*Con la punta della spada inizia ad incidere accuratamente sulla fronte dei segni, affondando abbastanza da sentire sotto l'acciaio la durezza dell'osso cranico

La nera lama sembra assorbire in parte il sangue che sgorga copioso e quasi cantare nella sua mente in armonia con le urla soffocate, gorgoglianti e strazianti del Maia

Dopo aver inciso l'ultima lettera, le iniziali del suo nome, ammira la sua opera sorridendo soddisfatta

Torna vicino al prigioniero afferrandolo per i capelli e tirando a sé la testa fino ad avvicinare e quasi sfiorare con le sue labbra l'orecchio del Maia*

Non ti scordare, prima di schiattare, di dire alla tua padrona che Inmwe di Gondor le manda i suoi saluti, mi raccomando

*Gli sussurra soavemente, poi lascia andare i capelli allontanandolo da sé e rivolgendosi alla guardia impassibile*

Caricalo su un land speeder e portalo ai cancelli di Mordor, voglio che lo lasci proprio lì davanti.

In bella vista

*Poi girandosi verso Melkor lo guarda come in cerca di una conferma*

Questo potrebbe essere il mio capolavoro, che ne pensate o Divino?

 

    

Emrys

*Emrys avverte le parole di Mairon, come un eco mosso attraverso una patina di ghiaccio, flebile e ovattato... ma comunque comprensibile.

In circostanze diverse avrebbe anche potuto rispondere al consiglio del Maia con una replica pungente... ma visto il suo stato attuale non può che convenire che l'aiuto di Tahenys sarebbe l'unica cosa capace di ribaltare le sorti della sua situazione.

Con le poche energie che gli sono rimaste, cerca di connettersi mentalmente alla Vala.*

"Mia signora..." sussurra mentalmente "Melkor... lui è qui. Mi ha... mi ha catturato e..."

*Si ferma, perché si rende conto che non può permettersi di essere egoista in un momento tanto critico. Per quanto vorrebbe poter fuggire dal maligno, la salvezza della Terra di Mezzo è una questione molto più importante.*

"I figli di Feanor... viaggiano con un Silmaril... Dovete portarglielo via... dovete metterlo al sicuro..."

*Spera solo che il messaggio giunga a destinazione.*

 

  Barad-Dur, Mordor (Calathrim)

       

Measse *Seduta sul trono, contemplo la maestosità del potere dell'Unico. Non mi aspettavo che Mordor rispondesse così bene alla mia Luce. Anche gli Uruk che sono rimasti a Mordor stanno diventando più simili ai loro antenati Elfi.

È tutto così idilliaco e beato che....potrei quasi dimenticare di essere nella terra che, un tempo, era dell'Oscuro Signore Sauron.

Mi rigiro l'Anello sul dito quando....un dolore lancinante mi colpisce la mano destra....come se avessi toccato del metallo incandescente.* Ashla! Chiama Lotus....*anche se sono una Valië e non avrei bisogno di un medico...ho comunque un centro di cura a Barad-Dur....per ogni evenienza* digli che....qualcosa non va nella mia mano destra. * Continuo ad osservare quella strana ferita...finché non realizzo che cosa è appena accaduto Makar...* il silmaril...noo...non può averlo preso lui.

 

Ashla

*Finalmente a casa...Ashla, in piedi a fianco della sua Valië, osserva il meraviglioso paesaggio oltre le finestre della sala del trono. E' quasi commossa, non avrebbe mai creduto che Mordor sarebbe potuto diventare così bello...

Il sussulto di Measse la coglie di sorpresa, la vede afferrarsi la destra con l'altra mano, come se improvvisamente fosse stata ferita da qualcosa. Alla sua richiesta si precipita fuori dalla sala alla ricerca di Lotus, sperando di trovarlo subito e di farlo intervenire con urgenza. Ad un primo veloce sguardo sembrava un'ustione, ma ci deve essere sotto qualcos'altro.

Entra come un fulmine nella Casa di Cura di Mordor* - Lotus, presto!...la Signora ha avuto uno strano incidente ad una mano! Corri! -

  

Lotus

*il medico stava riordinando le sue ampolle quando la porta si spalancò all'improvviso : le parole di Ashla lo turbarono*

Che tipo di incidente? Vengo subito

*afferrò la sua borsa da lavoro e la segue fino alla reggia, una volta arrivato si fa guidare fino alla sala del trono *

Buongiorno Signora, ditemi cosa succede?

Ah, non è proprio una bella scottatura ma nulla cui io non possa porre rimedio

*dice versandoci del disinfettante e bendandola*

 

   Measse

*quando mi prende la mano per controllare la ferita....sento un dolore lancinante...quasi vorrei ritrarla..ma so che potrebbe alleviare il dolore. Quello che Lotus non sa...è che il dolore potrebbe restare per sempre....come successe a Melkor. * va’ piano....*per fortuna, non ha posto domande su come me la sia provocata....non ho intenzione di rivelare chi sono tutti gli Elfi che lavorano per me...*

    

Ashla

*Osserva con apprensione il medico che armeggia attorno alla mano di Measse. Non si capacita di cosa possa esserle successo, e non capisce perché la Signora ha fatto chiamare Lotus e non ha aggiustato da sola quella strana ferita facendola rimarginare con il suo potere... Ci deve essere sotto qualcosa, pensa la Maia, e si propone di chiedere apertamente spiegazioni non appena saranno nuovamente sole.*

- Va meglio, Measse? Il dolore è passato? Lotus, mi raccomando, maneggiate la sua mano con la massima delicatezza....Se posso fare qualcosa ditelo... - *lancia uno sguardo di sottecchi alla Valië, come per farle capire di essersi accorta della stranezza di quella ferita, che sembra l'ustione provocata da qualcosa di rovente che Measse abbia afferrato proprio con quella mano...*

 

   

Lotus

Non preoccuparti, non ho bisogno di nulla *dice aprendo la borsa e mettendo sulla mano della Signora la crema disinfettante per poi bendarla*

Ecco fatto. Dovrebbe guarire in qualche giorno. Come se l'e' procurata? *chiede alla Signora *

 

    Measse 

*guardo verso Ashla..ed abbasso lo sguardo...Non so se voglio dirglielo....non so se voglio veramente aprirmi con loro..ma so che devo. Lui è il mio medico fidato, lei la mia migliore Maia....sospiro, cercando di non badare al dolore...* Makar, mio fratello fra gli Ainur, ha toccato il Silmaril che ora è nelle mani di Maglor. Il nosro legame ha fatto il resto....le ustioni di un Silmaril sono molto potenti...l'energia ha creato un ponte fra noi...e mi sono ustionata anch'io

    

Ashla

*Ha un sussulto, a quelle parole, che le fa portare le mani davanti alla bocca in un moto improvviso ed istintivo di sorpresa, e per nulla piacevole. Ecco la ragione di quella ferita, si dice...non è un sciocchezza, come prevedeva, e non sa davvero come può aiutarla se c'è di mezzo Makar.*

- Lotus, mi raccomando...discrezione assoluta su quanto ha confidato la Signora. Nessuno deve sapere...Speriamo che almeno il dolore passi in fretta -

    

Lotus

Si capisco. Allora mi raccomando, stia il più possibile a riposo ehm ecco...cerchi di pensare il meno possibile a suo fratello. So che detto così sembra brutto ma per un po è necessario, di certo ciò non intacchera' l'affetto che c'è tra di voi e potrà guarire prima possibile

Naturalmente tutto ciò resta in questa stanza *replica con un sorriso *

  

Measse

 grazie, Lotus. *cerco di sorridere...ma il dolore è ancora forte...ma riuscirò a resistere, devo* puoi andare. Ashla....resta qui. Vorrei che tu cercazsi di comunicare con Pandora...ed avvertirla della ferita. Forse lei sa cosa fare....ha curato Melkor...*forse, c'è la possibilità che io possa guarire....in fondo, non l'ho toccato direttamente*

 

   Ashla

*Il medico fa un breve inchino e si eclissa. Lei guarda preoccupata la mano di Measse, ora fasciata a regola d'arte, sperando che nonostante l'origine di quell'ustione il dolore si attenui presto. Non è contenta di dover fare la chiamata a Pandora, di certo quella Maia opportunista chiederà qualcosa in cambio, nel caso avesse un rimedio...

Mette in funzione l'holocall. Fortunatamente dopo pochi secondi l'immagine olografica della scienziata dalla pelle nera appare sul tavolo di comunicazione*

- Pandora, ti chiedo scusa ma abbiamo un problema...Measse ha riportato una grave ustione ad una mano, molto probabilmente causata dall'effetto di riflesso di un Silmaril toccato da Makar...Hai per caso un qualche rimedio per un caso del genere? Per ora abbiamo messo solo degli unguenti lenitivi ed una fasciatura...e le fa molto male 

   

Pandora

*Il suono acuto ed insistente dell'holocall la sveglia da una specie di sogno ad occhi aperti in cui si era immersa, mentre osservava le cifre del rilevatore di Coralith dopo la visione nel Palantir...

Alza la testa aggrottando le sopracciglia nel riconoscere il codice, una gran voglia di far finta di non sentire..poi sbuffa e scrolla le spalle, premendo il pulsante*

Capisco...uuuh ma quanto mi dispiace... chissà che male eh? Rimedi ne ho a bizzeffe ma dovrei capire esattamente il tipo di bruciatura per darvi quello più adatto... aspetta aspetta hai detto Silmaril? Bruciatura da Silmaril??

*Gira le testa coprendosi decorosamente la bocca mentre una lunga sfilza di improperi in almeno tre linguaggi diversi le esce dalla bocca*

Ma quand'è che la pianterete con sti accrocchi del passato? Ma davvero tutti i guai finora patiti non vi bastano? Se volete altri guai posso pensarci io eh basta chiedere e senza necessità di pietre o anelli garantisco ..

*Sbotta, poi si calma un attimo e riflette*

Allora, è una rogna la bruciatura da Silmaril

Posso lenirla e curarla si anche se ci vuole tempo e pazienza ma dubito di riuscire ad eliminare del tutto la cicatrice..quella resta, almeno finché Measse non cambiera' corpo.

Per il dolore posso darle qualcosa anche ma continuerà a sentirlo a lungo, anche se man mano più soffuso e lieve.

Ma meglio così che magari le serve da promemoria per il futuro...

Mi occorre un giorno almeno per preparare ciò che occorre, spedirò domani sera credo un droide da voi con tutto ciò che serve, vi allego istruzioni.

  

Measse 

non l'ho toccato io, non direttamente...è mio fratello che non pensa alle conseguenze delle sue azioni. *sicuramente avrà attirato anche la rabbia di Melkor....oh...finalmente ce lo potremmo essere tolto dalle scatole....* Aspetterò il tuo rimedio...e verrai ricompensata. E...ancora grazie per il vaccino per i nostri uruk....*le sorrido, nonostante il dolore ed i nostri trascorsi. So che le cose non andranno mai bene fra noi....non con Melkor in circolazione*

   

Ashla

*Chiude la chiamata, per poi girarsi verso la Valië* - Beh, è andata meglio di quanto pensassi... - *si permette un lungo sospiro, sa che quando c'è di mezzo quella Maia non si sa mai come possono andare a finire le cose. Anche per quello lei preferisce chiamarla Pandora e non usare il suo vero nome...Un po' di diplomazia a volte non fa male.*

- Speriamo che il rimedio arrivi presto...e che soprattutto funzioni. Vi fa molto male, mia Signora? - La osserva, preoccupata, mentre si tiene con l'altra mano quella ferita e fasciata da Lotus. "Come fa a sopportare questo dolore terribile?" si chiede, profondamente ammirata.*

 

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Capitolo 4
*** Episodio 4: Brucino le navi! ***


Episodio 4: Brucino le navi!


Alqualonde, Valinor.  1485 Terza Era degli Alberi,
 

Feanor *Finalmente arrivati ad Alqualonde, spero che i Falmari ci lascino le loro navi senza opporre resistenza e capiscano che questa terra non è più nostra. Al di là del mare ci attende la Terra di Mezzo, ciò che Eru ha scelto per noi....ciò che Morgoth sta deturpando con le sue azioni malefiche....e là, ci attendono i Silmaril, prigionieri della sua malvagità* figli miei! Cavalchiamo le onde! Prendete le navi!

   

Caranthir

Le prenderemo ..le prenderemo comunque padre, perché qualcosa mi dice che ci verranno negate

*Mormora col volto cupo ed un'oscura sensazione nel cuore ..gli sguardi che lanciano loro, l'atmosfera...l'aria stessa che sembra pregna di anticipazione ed ansia, tutto fa presagire che non otterranno quelle navi così facilmente

Sente già dentro di sé montare l'ira, ma si sforza di trattenerla..

    

 

Findelion: *sono a guardia del porto, stasera....non che sia sera, ma ormai c'è solo la luce delle stelle a rischiarare la nostra splendida città...da quando gli Alberi sono stati spenti da Melkor, non abbiamo più la luce beata dei Valar a rischiarare le nostre giornate. Vedo chiaramente i Noldor che si avvicinano al porto...dove pensano di andare* ehi voi! fermatevi! Cosa ci fate qui? *sappiamo che i Valar li hanno esiliati....in seguito ad un Giuramento....ma non credevamo potessero arrivare a cercare di rubarci le navi*

 

   

Amrod

*L'ordine di nostro Padre è semplice e secco.*

Prendete le navi!

*Scatto avanti di corsa passando veloce e dando uno spintone alla guardia che ci apostrofa cercando di fermarci.*

Spiacente amico! Ma ci servono le navi, con le buone o le cattive le avremo.

*Gli rispondo, dispiaciuto di non aver trovato un accordo ma fedele a mio padre e obbediente ai suoi ordini.

Arrivo vicino a una delle navi, bellissima nella eterea eleganza della forma affusolata con la prora scolpita a forma di testa di cigno, candida come la neve, leggera sull'acqua come una piuma*

"Sono opere d'arte"

*Penso ammirato, ma ho solo il tempo di un battito di ciglia, gli equipaggi hanno ritratto le passerelle per rallentarci e dobbiamo trovare un modo per salire a bordo e conquistarne abbastanza per tutti noi.

Una corda robusta, lunga e arrotolata in un angolo attira la mia attenzione.

Come il migliore cacciatore della mia famiglia assieme al mio gemello ho una mira infallibile.

Assicuro la corda ad una delle frecce dall'impennaggio rosso che mi contraddistingue e la scaglio a piantarsi sull'albero maestro della nave più vicina.

Il colpo va a segno senza errore, ovviamente, la freccia ferisce il legno bianco con un rumore sordo e cupo che mi risuona addosso come un eco, come un presagio e un senso di dolore. Come se la nave, creatura viva, avesse gridato di dolore.*

"Sciocchezze!"

*Scuoto la testa e mi afferro alla corda iniziando a salire contando che i miei fratelli evitino e rispondano alle contromosse del nemico*

Avanti!! Fratelli! Amras!!

    

 

Maedros: * estraggo la spada....chiunque ci eviti di riprendere i Silmaril, merita la morte per mano delle nostre spade...ed ora, i Falmari ce lo stanno impedendo.* Dateci le navi....o non rivedrete la luce, se mai ce ne sarà un'altra. Parola di Maedros. *punto la spada alla gola della guardia, come monito per i marinai che stanno cercando di non farci salire*

   

   Alcare

Prendete le navi *aveva detto nostro padre e non me lo feci ripetere due volte: per nostra fortuna era presente una sola guardia, avanzavo tendendo l'arco davanti a me e direzionandolo verso le navi *

Coraggio signori, non deve finire necessariamente male ma non vi conviene far arrabbiare mio fratello. È già parecchio alterato *dico a voce alta*

 

    Maglor: *Maglor fa una smorfia alle parole della sorella, pur cercando di ostentare un atteggiamento freddo e minacciosa.

Tutta questa situazione non gli piace affatto. Agire nell'ombra, rubare navi... non è così che dovrebbe comportarsi un elfo, eppure suo padre gli ha ordinato di compiere atti tanto scellerati.

Non vorrebbe altro che poter tornare alle sue canzoni e godersi la natura rigogliosa di Valinor... ma non può certo disobbedire ad un ordine diretto del genitore, e soprattutto non può lasciare che sua sorella affronti questa situazione da sola.

Così assottiglia lo sguardo in direzione della guardia, la mano destra poggiata sul manico della spada in un chiaro intento ostile.*

Purtroppo per te, mia sorella dice il vero *sussurra freddamente* Lasciateci prendere questa imbarcazione senza complicazioni e vi assicuro che non vi sarà bisogno di alcuna violenza.

 

    

Curufin

*Avanzando alla testa del nostro Popolo, insieme ai miei fratelli, ci accingiamo a percorrere in armi le vie di Alqualonde, la città dei nostri cugini del mare, accingendoci ad occupare il porto, prendere le navi e seguire il nostro destino, qualunque esso sia.

Il mio cuore è pesante: la mia amata sposa, timorosa dell'ira dei Valar, si è rifiutata di seguirmi rimanendo nella nostra natia città, ma nostro figlio Celebrimbor cavalca ora il mio fianco e tanto dovrà bastarmi come forza e conforto.*

Avanti valorosi Noldor! Verso il porto! il vostro principe e sovrano è stato abbastanza chiaro!

*La penombra di Valinor è greve su di noi, abituati come eravamo alla Luce Beata degli Alberi, ora non possiamo fare affidamento su nient'altro che su torce e fuoco da campo. L'appetito cieco del Nemico ci ha portato via quanto avevamo di più caro, siamo stati derubati e offesi! Ma nessuno, nessuno in questa terra ci ha aiutato, Nostro padre ha ragione: è solo in noi la forza per riprenderci la nostra dignità!

Scuoto le redini per accelerare la marcia del cavallo voglio avvicinarmi a Nostro padre. È vero il nostro intento è nobile, ma prima di usare la forza possiamo ancora usare un ultimo tentativo di accordo.*

Padre! Padre! Temo che i miei fratelli si stiano facendo guidare dal furore! Ma vorrei solo ricordarti che il sovrano e signore di questa gente un tempo era legato da rapporti indiretti di amicizia con il nostro defunto sovrano, tuo padre Finwe. Possiamo provare a parlare con lui, in nome di questa antica amicizia!

    

Feanor 

*ascolto le parole di Curufin, uno dei miei figli più cari dopo Maglor e Maedhros. Alzo la mano, per fermare chi ancora non è partito per prendere le navi con la forza* fermi! ciò che dice Curufin è vero, andrò personalmente a parlare con Olwe. Avremmo le navi...senza lottare. Domani, salperemo da queste terre che ci tengono prigionieri e ci riprenderemo ciò che è nostro! Parola di Feanor! *chiederò udienza appena le acque si saranno calmate ed i miei figli saranno radunati, in attesa dell'ordine di partire* Spero....che accetti..altrimenti, dovremmo scavalcare il suo giudizio....e non voglio sguainare le spade contro i nostri fratelli. Curufin, raduna gli altri. Tornate al campo, aspettate ordini.

   

 

Caranthir

*Stringe le labbra per evitare di pronunciare parole inappropriate...si era già preparato alla battaglia, a conquistare le navi una ad una nel caso fosse servito, disposto anche ad uccidere coloro che avrebbero dovuto essere loro fratelli e invece palesemente erano loro nemici...ma non si poteva disattendere la parola del padre, fece un profondo sospiro rassegnato*

E sia...ma non credo onestamente, padre, che caverai alcunché da nessuna richiesta o trattativa.

Ma come tu ordini, aspetteremo...

*Conclude attendendo il segnale di raduno da Curufin*

 

    

Amras

*Raggiungo di corsa Amrod, non siamo mai molto distanti uno dall'altro, anche io ho spintonato qualcuno dei marinai che non sembravano propensi a farci salire liberamente sulle loro navi.

Però sono riluttante a ferire seriamente, obbedisco a nostro padre, ma non mi piace l'idea di arrecare danno ai nostri fratelli Elfi.

Il mio gemello inizia a salire arrampicandosi su una corda. Lo seguo, tanto i nostri fratelli maggiori sono poco distanti e certamente ci guarderanno le spalle.*

Spicciati fratello! Sei lento come un bradipo!

*Istigo Amrod, sono poco più veloce ad arrampicare e non glielo ho mai fatto dimenticare... è lui il maggiore tra noi, batterlo è sempre una vittoria.*

Stiamo quasi per salire quando Curufin dà l'ordine di ritirarci.*

E adesso? Siamo già a cavalcioni della murata!

*Guardo mio fratello accanto a me e gli altri fratelli sul pontile.*

"Ma sempre e solo noi in queste situazioni."

Maglor? Maedros?

 

    Alcare

Come desideri padre *dice abbassando l'arco * ma temo che Caranthir abbia ragione, non sono sicura che ne otterrai qualcosa


Maglor: *Maglor riesce a malapena a trattenere un sospiro di sollievo alle parole del genitore.

La sola possibilità di poter risolvere questa situazione senza inutili spargimenti di sangue è sufficiente per regalargli un po' di speranza... ma in fondo, sa bene più di molti altri quanto un concetto del genere possa essere flebile, specie in circostanze tanto tese come quelle attuali.

Basterà un solo passo falso per far deragliare qualsiasi risoluzione pacifica... e allora il sangue scorrerà a fiume, e Maglor il menestrello sarebbe stato conosciuto come un assassino di partenti.*

"No"*si rimprovera mentalmente*"Non devo neppure pensarlo. Mio padre non è una persona violenta... sono sicuro che sarà in grado di raggiungere un accordo pacifico".

*O almeno, è ciò che continua a ripetersi per mantenere i nervi saldi.*

Nostro padre sa quello che fa, fratelli miei. Abbiate fiducia. Ma nel caso le cose si mettessero male...

*Si rivolge al genitore*

Io sarò pronto ad agire di conseguenza.

 

    Curufin

*Al segno di ritirata alcune voci, tra i membri del suo popolo, manifestano il proprio scontento ed egli, cavalcando nel mezzo della propria schiera, seguito da suo figlio, prende la parola: la situazione è incerta, capisce che il proprio rango potrebbe non bastare a mantenere il controllo della propria gente in preda al furore, dovrà fare uso di tutto il carisma di cui è capace.*

Camerati! Capisco il vostro disappunto, ma dobbiamo essere saggi e non forzare la mano dei nostri fratelli del mare se non è necessario! Mio Padre e vostro Re ora parlerà al suo pari, Sire Olwe, Sovrano di questa città. Attendiamo al campo la risoluzione del colloquio, agendo di conseguenza!

*Gli animi si placano quel tanto che basta, i Noldor a piedi ed a cavallo tornano lentamente sui loro passi, sta per dirigersi a testa della marcia quando alcuni, di ritorno dal pontile, gli fanno sapere che i gemelli stavano già prendendo possesso di una nave... *

Per l'amor di Varda! Celebrimbor, resta con loro e dirigiti in cima alla schiera, insieme ai tuoi zii, io ti raggiungo tra poco.. *e cavalca via, con un senso di urgenza particolarmente pressante*

"Quei due mi faranno perdere il senno un giorno, ne sono sicuro! Poi chi lo sente nostro padre se dovessero farla grossa?"

*Giunto al porto individua la nave e... Eccoli! Non è difficile scovarli: le uniche due teste ramate, arrampicate su una corda.*

Ehi, voi due! L'ordine è di tornare indietro! Scendete e non fatevelo ripetere! *con un gesto deciso, scuote le redini e si allontana rapidamente: se la cavassero da soli una volta tanto!*

 

 

Amrod e Amras

*I due gemelli sono, si potrebbe dire, metà di qua e metà di là. A cavalcioni della murata della leggiadra nave bianca che ondeggia eterea sull'acqua. Di fronte a loro l'equipaggio della stessa li osserva, sul chi va là, pronti a difendersi ma non ancora apertamente minacciosi seppur lievemente ostili a causa del danno inferto al legno dell'albero maestro.*

Ehi voi due! L'ordine è di tornare indietro! Scendete e non fatevelo ripetere!

*L'ordine di Curufin li coglie alla sprovvista e dopo essersi guardati tra loro e stretti alle spalle i due gemelli si voltano agilmente e cominciano la ridiscesa a forza di braccia lungo la corda tesa. Era chiaro dalle espressioni dei marinai che non avrebbero fatto loro la cortesia di rimettere la passerella.*

Muoviti fratello!

*Stavolta è Amrod ad incitare il gemello.

Ma uno dei marinai con un sorrisetto sarcastico e estraendo un robusto coltello indirizza ai due con sarcasmo*

Credo dovreste rinfrescarvi le idee

*E senza che Amrod e Amras possano fare nulla per impedirlo con un colpo secco recide la corda facendo precipitare i due nell'acqua gelida.

Un tuffo inaspettato e alquanto sgraziato che solleva alti schizzi e le rimostranze colleriche dei due finiti a mollo*

Sempre colpa tua! Da quando siamo nati che finisco nei guai appresso a te!

*Accusa uno dei due schizzando l'altro che risponde alla stessa maniera*

Per una volta! Sentilo! Zitto e nuota che l'acqua è fredda

*Spintonandosi e litigando ad alta voce tra le risate beffarde dei marinai che li guardano dandosi pacche sulle spalle i due gemelli guadagnano infine il molo.

Uno fa per salire solo per essere trattenuto dal fratello che non vuole andare secondo*

Sono nato prima io! Salgo prima io!

*La zuffa continua fino a quando due mani robuste li agguantano entrambi per il colletto*

 

    

Alcare

* dalla sua posizione vicino a Maglor aveva seguito preoccupata la caduta in acqua dei gemelli per poi scoppiare a ridere sollevata vedendoli riemergere e schizzarsi a vicenda*

Beh non si può dire che Amrod ed Amras abbiano perso il loro spirito combattivo *dice a Maglor con un sorriso*

 

 

Feanor 

*distolgo lo sguardo dalla bravata di Amrod ed Amras, prima o poi metteranno la testa a posto e cresceranno....* Curufin, Maedros, Alcare...occupatevi dei gemelli...Vado ad incontrare Olwe....Maglor, Caranthir, Celegorm, con me. Tenete pronte le spade. *ho il sentore che Olwe non sarà facile da smuovere. Ormai, tutti sanno del nostro giuramento e della nostra fuga da Valinor...Ho come l'impressione che i Valar vogliano fermarci, tenerci prigionieri qui*

 

   Caranthir

*Non riesce ad evitare uno sguardo iroso verso i due marinai che hanno reciso la corda, provocando la caduta dei suoi fratelli in acqua...fissa bene i loro volti che ridono ancora sguaiatamente: se ci sarà battaglia per avere le navi, e lui ne è sicuro, le loro teste saranno tra le prime a cadere*

Si padre, arrivo

*Mugugna. Non ha bisogno di preparare la spada, essa è già salda nel suo pugno.

La luce delle gemme non abbandona mai la sua mente, brilla di continuo come una stella eterna nei suoi pensieri. Arde di un fuoco che sembra far vivere il suo stesso essere e la cui mancanza causa un senso di perdita e vuoto inenarrabile...passa con gli occhi i visi dei Teleri, visi che dovrebbero essere come suoi fratelli al suo cuore, ma che percepisce lontani e distanti...e pericolosi, come chi si frapponga tra un predatore e la sua preda.

Tenendo per sé i suoi pensieri segue silenzioso il padre*

 

   

 

Maedros: *lancio uno sguardo verso mio padre....avrei voluto essere al posto di Maglor....ed invece, pur essendo il primogenito, sono sempre in secondo posto....che ci vadano Caranthir e Celegorm a salvare i gemelli.....io ho altro da fare. In caso si vada in battaglia, me ne starò a proteggere il mio popolo....quei due...se la sanno cavare da soli* andate voi....io torno al campo a preparare la battaglia

 

   

Curufin

*Guardo suo fratello allontanarsi con un misto di esasperazione e sgomento.*

Maedros! EHI! MAEDROS!!

*Fece per inseguirlo, ma suo fratello era ormai abbastanza lontano per poter fingere con successo di non sentire il suo richiamo.*

Maledizione! *Finiva sempre così quando si trattava dei suoi fratelli minori: sembrava che tacitamente lui fosse stato designato a far loro da bambinaia, certo fra di loro lui era l'unico ad essere già diventato padre e questo gli faceva pensare che gli aspettasse di trattare con i ragazzini, d'altronde suo figlio era molto più maturo dei suoi fratelli più giovani- ma questo era un dettaglio.

Fu allora che sua sorella Alcare lo raggiunse, anche lei al galoppo.*

Sorella mia, non avrai intenzione di lasciarmi anche tu, vero? Andiamo!

*Ritornarono presso la banchina del Porto ed anche questa volta non fu affatto difficile individuare i gemelli: le risate dei marinai a bordo della nave e lo scrosciare degli schizzi erano chiaramente distinguibili.

Smontò da cavallo dirigendosi con passo svelto verso il bordo, si chinò su di loro quel tanto che bastava per poterli agguantare dalla collottola e, senza tante cerimonie, gli afferrò tirandoli a secco, trascinandoli per un bel pezzo sopra la banchina.*

Giuro su nostra madre che se non foste sangue del mio sangue, vi avrei lasciati volentieri annegare! *Disse con un sibilo.*

 

    

Feanor 

*fermo il cavallo fuori dal palazzo di Olwe, devo ammettere che le perle sono veramente lucenti. Hanno fatto un ottimo lavoro...veramente, notevole. Passo una mano sull'enorme porta in argento fabbricata dai fabbri Noldor...e mi compiaccio del fatto che le nostre gemme siano state usate a regola d'arte. La porta si apre in un enorme salone con colonne in oro e gemme preziose che rifletterebbero la luce, se solo ci fosse.* Potente Olwe, sono qui in veste di amico e principe. Chiedo a voi di poter avere la vostra flotta in prestito...e di non ostacolare il nostro viaggio verso la Terra di Mezzo. Come ben sapete, Morgoth ha ucciso mio padre e rubato ciò che avevo di più caro. Se accetterete di consegnare la flotta, avrete ricompense...una volta recuperati i Silmaril

 

    

Olwe

*Egli era Sovrano di Alqualonde e fratello di quel Elwe Mantogrigio che era stato fra i primi Eldar a vedere la luce degli Alberi, ancora ricordava come le parole di suo fratello gli avevano schiuso la meraviglia di quella Valle, come se la vedesse davanti ai suoi occhi eppure, quando dopo lunghe peregrinazioni erano finalmente giunti a destinazione, la meraviglia che egli stesso ed il suo popolo avevano provato di fronte alla luce di Valinor era eguagliabile allo stupore e la meraviglia provate di fronte alla maestosità del Mare.

Qui avevano stabilito la propria dimora e, la distesa d'acqua che ha un occhio inesperto pareva sì imponente ma sempre uguale, per loro era ricolma di infinite sfumature di bellezza e mutamento.

Era intento ad osservare il mare da l'ampia terrazza, afflitto da cupi pensieri, quando gli inservienti del suo palazzo gli annunciarono l'arrivo del principe dei Noldor: Feanor figlio di Finwe, succeduto improvvisamente al padre assassinato con violenza per mano di Colui che era causa di tutta la loro sventura.*

Ahimè! Queste sono ore cupe per tutti noi, comprendo il tuo dolore e ne sono partecipe, eppure mi sento di ammonirti dal seguire la strada della vendetta...

*Si allontanò dal parapetto, venendo lentamente incontro al proprio ospite cercando di essere il più conciliante possibile.*

L'urgenza e la collera sono pessime consigliere ed è un nemico infido ed estremamente potente quello che ti stai proponendo di braccare.

*Tacque, soppesando bene le parole prima di proseguire.*

Ascolta, perché ti parlerò da sovrano a sovrano, il nome della stima e dell'affetto che provavo per tuo padre: io sono responsabile non solo di me stesso ma anche del mio popolo, di conseguenza non ho intenzione di portare su di loro ne la collera dei Valar ne il destino incerto di decisioni avventate altrui, di conseguenza non ti cederò le mie navi.

*Disse infine.*

Il mio consiglio è il seguente: pondera bene le tue decisioni e scegli il da farsi a mente fredda.

 

    

Feanor *Lo osservo....e sento salire la rabbia ascoltando le sue parole....gli vorrei girare intorno, minacciarlo...ma so di essere nel suo palazzo e non intendo mancargli di rispetto, non fino a questo punto, almeno. A denti stretti* quelle navi ci servono....i miei uomini hanno il diritto di andarsene da qui! La bellezza del mare e la promessa di una terra beata ti hanno reso cieco?! *il volume della voce si alza, mentre la collera monta* I Valar ci tengono prigionieri ...in attesa che nella vasta terra giungano i Secondogeniti....quella terra è nostra e noi la libereremo dal giogo di Morgoth, per sempre! Se non volete aiutarci....faremo da soli. Ma avremmo quelle navi, con o senza il tuo permesso. *ho la mano sull'elsa, pronto a sguainare la spada*

 

   

Olwe

È triste constatare che la pensi in questo modo, *disse il Sovrano dei Teleri scuotendo la testa* eppure il mio pensiero non cambia e rinnovo il mio consiglio a ricrederti sulle tue intenzioni.

*Affiancó Feanor cercando di condurlo in direzione della terrazza.* Il mio Popolo non cederà le proprie navi, perché queste ci sono care come opera delle nostre mani e dei nostri cuori, così come le gemme ed i manufatti lo sono per voi Noldor.

*Mentre insieme ammiravano la splendida vista della città e del porto, Olwe si voltò verso il suo interlocutore, il cui volto nobile e risoluto era reso ancor più granitico dalla luce delle torce.*

Ma su una cosa hai ragione *proseguì* lasciare queste Terre è vostro diritto se così desiderate, così come è stato vostro desiderio venirvi. Ma io ed il mio Popolo non intendiamo unire il nostro Fato al Vostro, non avvertiamo alcuna prigionia o servaggio, come li chiami tu, e non lasceremo la nostra casa per l'incertezza.

*Notando la mano dell'elfo sull'elsa della spada, lentamente si allontanò, indietreggiando in direzione della sua scorta, ma senza alterare minimamente il suo contegno.*

Di conseguenza da soli sceglierete il vostro destino e da soli dovrete portarlo avanti. Posso solo augurarvi tutta la fortuna possibile nella vostra impresa, siete gente valente e coraggiosa. *Quando, infine, fu affiancato dalle sue guardie si fermò, allargando le braccia in segno di saluto.*

Così ho parato, guardie, riaccompagnate il Principe di Tirion dalla sua gente!

 

   

Feanor 

*appena fuori dalla grande sala del trono, affondo un pugnale nelle gole delle due guardie. Noi avremmo quelle navi....con o senza l'approvazione di Olwe. Lancio uno sguardo serio a Maglor, Celegorm e Caranthir...* andiamo a prenderci ciò che è nostro...preparate le armi, avvertite la retroguardia di muoversi. Siamo in battaglia....avremmo quelle navi...*uscito, il mio sguardo cade un'ultima volta sull'enorme porta intarsiata in oro e pietre preziose....non penso la rivedrò più.*

 

   

Caranthir

*Evita di parlare mentre procede deciso verso il porto insieme al padre ed ai fratelli.

Se lo sentiva, sono soli in questa battaglia...riempie lo struggimento del vuoto del suo cuore, che brama invano di vedere di nuovo la luce delle gemme, il loro tesoro, con la rabbia e il rancore verso coloro che pur appartenenti alla stessa sua stirpe fanno, inconsapevolmente o forse consapevoli? Tutto ormai può essere.. il gioco del loro Nemico, il Nemico che dovrebbe essere l'avversario di tutti.

E se fossero essi stessi pedine del Nemico?*

Toh ..ma guarda chi si rivede

*Esclama alzando il volto verso due visi ben noti che stanno camminando sulla banchina verso un approdo. Rinfodera la spada, non si meritano tanto onore..*

Ehi voi... abbiamo un conto in sospeso

*Nessuno dei fratelli riesce a trattenere il suo slancio verso i due marinai che si sono fatti dileggio dei gemelli, in pochi balzi è in mezzo a loro e, senza lasciare tempo di reagire, già il primo si ritrova a terra, steso da un pugno sul naso seguito da un sinistro rumore di ossa rotte

Il secondo guarda ancora stralunato il compagno a terra ma non ha tempo neanche di aprire la bocca per urlare che si ritrova catapultato verso la banchina, schiantato violentemente verso il legno della barca ed atterrando poi in acqua con un pesante schiocco

È avvenuto tutto in pochi secondi, Caranthir sguaina adesso la sua spada e si volta verso i fratelli*

Per nostro padre...per la luce dei Silmaril.

*Dice correndo verso la nave ed aggrappandosi alla corda iniziando a salire*

    

Amrod e Amras

*Corrono affiancati come sempre, i movimenti sincronizzati come solo i gemelli sanno fare, per essere ciascuno guardiano dell'altro.*

Per nostro Padre! Per la luce dei Silmaril!

*Ripetono in coro seguendo i fratelli lungo le banchine del porto.

E gioiscono rumorosamente battendosi il cinque quando Caranthir vendica l'affronto dei due marinai che li avevano fatti finire ignominiosamente in acqua.

Seguono il fratello e ripetono la scena della salita sulla nave.

Giunti sulla tolda iniziano a battagliare con i marinai buttandoli in acqua e scambiando colpi di spada con quelli armati*

   

 

Maedros: *vedo le torce dei miei fratelli e capisco che nostro padre ci sta chiamando all'attacco. Mi lancio verso i marinai con la mia compagnia e Maglor dietro di me...pronti a prendere quelle navi con la forza* Forza, Noldor, non indietreggiate! Quelle navi saranno nostre! Prendetene quante ne volete....non le vedranno mai più!

 

 

Alcare

*I suoi fratelli si erano lanciati all'attacco, dunque la conversazione di suo padre con re Olwe non si era conclusa bene, tutt'altro.

Senza aspettare altro tende l'arco verso i nemici correndo a sua volta verso le navi.

Per la gloria di Feanor!!! *urla scoccando frecce*

   

 

***

In pochi istanti Feanor e i suoi figli assaltano ferocemente le navi, ingaggiando scontri corpo a corpo con chiunque osi frapporsi

Il sangue inizia a scorrere sulle candide pietre del molo, mentre i Talari accorrono armati per cercare di difendere le loro imbarcazioni dalla presa dei feanoriani***

   

Curufin

*Fino all'ultimo aveva sperato non tanto che i Teleri si sommassero alla loro causa, ma che perlomeno fossero collaborativi e invece lo sguardo e le parole di suo Padre gli fanno capire che la mente del loro sovrano, Olwe il Marinaio, e del suo popolo sono chiuse alle loro ragioni... e quindi non resta altra scelta che usare la forza!

È frustrante! È frustrante rendersi conto come questa Terra e coloro che la governano siano in grado di ammorbare qualunque mente non sia abbastanza acuta da vedere l'inganno! Le comodità, la ricchezza e le lusinghe della bellezza, hanno reso i loro fratelli elfici ciechi e mansueti!*

E allora avanti! Avete sentito il Nostro Re! E che il Nostro destino si compia con la forza delle nostre stesse mani!

*Accodandosi alle schiere dei suoi fratelli Maedros, Maglor e Carantir, ritorna verso il porto per finire ciò che avevano cominciato: i gemelli hanno presto successo nel riprendersi la nave da cui in precedenza erano stati scacciati, ma nelle altre passerelle del porto la situazione si fa ben presto più difficile.

La sua spada è macchiata di sangue, non conta più quanti marinai siano caduti o feriti per mano sua. Per tre volte la sua schiera è sul punto di abbordare una nave, mentre suo Padre ed i suoi fratelli maggiori hanno più successo ma hanno difficoltà a mantenere le posizioni. I Teleri dagli alti edifici e dagli alberi delle imbarcazioni approfittano delle posizioni privilegiate e lo scontro sembra prendere una brutta piega per loro... Nella mischia ha persino perso di vista suo figlio ed è sul punto di voltarsi per cercarlo a vista sulla banchina, quando il suono di corni da battaglia in lontananza gli annuncia l'arrivo provvidenziale di Finarfin e Fingolfin, con il loro seguito di Guerrieri freschi ed armati!*

Mantenete le posizioni Noldor! Siate fieri, che il nostro popolo sta venendo a darci una mano!

 

   

Feanor *Alla guida del mio popolo, mi accingo a salire su una delle navi e gettare in mare i suoi marinai....Angrod ed Amras hanno già preso possesso di altre due navi. Abbatto il Teleri che stava tentando di colpirmi con una freccia dall'albero maestro ed inizio a svolgere le funi che la tengono ancorata in porto.* Celebrimbor! Attento, Resta vicino allo schieramento di tuo padre. Non vogliamo certo perderti qui. *quel ragazzo dovrà imparare a muoversi come un Noldor...è ingenuo e troppo avventato. Spero metta la testa a posto...o sarà facile sviarlo nei secoli* Alcare, attenta! dietro di te! *sono fiero dell'ultima nata...ha proprio il carattere che avrei voluto in ogni mio figlio. E' spietata come una tigre....Finalmente, sento il corno di Fingolfin, ce ne hanno messo di tempo.....*

   

Alcare

*all'avvertimento del padre si volta di scatto appena in tempo per vedere un soldato nemico calare la spada su di lei ma l'elfa fu più veloce e scocco' una freccia che lo prese in piena fronte. Voltandosi lancio' uno sguardo di ringraziamento al padre, sa quanto si preoccupi per Celebrimbor ma è convinta che suo nipote prima o poi riuscirà a tenere a bada l'impulsivita' che lo caratterizza e a diventare un buon guerriero come tutti i Noldor*

Ottimo. Ora si che si ragiona!

*commenta sentendo il suono del corno*

 

    ***Guidate da Fingolfin e Finarfin, truppe numerose irrompono nel porto precedute da possenti suoni di corni e guidate dall'errato pensiero che su ordine dei Valar i Teleri stessero attaccando i loro fratelli

I Noldor diventano involontariamente l'ago che fa pendere la bilancia dalla parte dei feanoriani.

La battaglia divampa tra scontri a sangue nel più totale caos e mortale confusione, fuoco e rovina, delirio e follia, i primi fratelli e ora nemici combattono per le navi o per la morte.

Il fratricidio è iniziato.

Lasciando una scia di sangue sulle acque Feanor ed i suoi figli riescono a prendere alcune navi ed a partire, ma la maledizione della Sorte di Mandos li seguirà per sempre...

***

   

 

Garthayris: * Non appena le navi lasciano il porto, una nebbia sbarra loro la strada....La nebbia assomiglia ad una figura elfica....o, meglio...ad un Maia...* Noldor, vi porto un messaggio dai Valar.* vedo rabbia nei loro cuori...non credo torneranno mai indietro...* Lacrime innumerevoli voi verserete; e i Valar fortificheranno Valinor contro di voi e ve ne escluderanno, sì che neppure l'eco del vostro lamento varcherà le montagne.

Sulla Casa di Fëanor, l'ira dei Valar piomberà da Occidente fino all'Oriente estremo, ed essa sarà anche su tutti coloro che ne seguiranno i membri. Il loro Giuramento li impellerà, e tuttavia li tradirà, per sempre privandoli di quei tesori che hanno giurato di perseguire. A un'infausta fine volgeranno tutte le cose che essi ben cominciano; e questo accadrà per il tradimento dell'una stirpe verso l'altra, e per la paura di tradimento.

Gli Spodestati, essi saranno per sempre. Voi avete sparso ingiustamente il sangue dei vostri fratelli e avete insozzato la terra di Aman.

Sconterete il sangue col sangue, e fuori da Aman dimorerete nell'ombra di Morte.

Ché, sebbene Eru vi abbia destinati a non morire in Eä e sebbene le malattie non vi assalgano, pure potete essere uccisi, e uccisi sarete: da armi e tormento e dolore; e i vostri spiriti raminghi verranno poi a Mandos. Ivi a lungo dimorerete bramando i vostri corpi, e troverete scarsa pietà sebbene tutti coloro che avete ucciso impetrino per voi.

E coloro che perdureranno nella Terra di Mezzo e non verranno a Mandos, finiranno per essere stanchi del mondo come di un greve fardello, e deperiranno e diverranno quali ombre di rimorso agli occhi della razza più giovane che verrà. I Valar han detto

 

Caranthir

*Ritto a prua, scruta l'orizzonte da dove la figura immensa del Maia ha proferito loro tremende parole...ma cosa possono le parole ad un fato già segnato, un destino tracciato da quando quel giorno, ridendo, si affianco' a suo padre, abbracciando il giuramento?

La nebbia sembra precederli, racchiuderli, seguirli...ombre fugaci passano davanti ai suoi occhi che si spalancano nel cercare di capire se è un'allucinazione o una realtà...vede un regno sotterraneo, alti fusti argentati come pareti e verdi ed oro fronde ombrose come tetto

Vede la luce della gemma, la vede così vicino che sembra quasi poter allungare una mano e toccarla..poi dalle pareti sgorga sangue, buio incombe, perduta è la luce

Immobile deglutisce, posa la mano sull'elsa come a cercare contatto con la realtà

Svanisce la visione, la nave veleggia veloce...*

 

 

Amrod e Amras

*La nave stava veleggiando veloce quando la figura enorme del Maia si era distinta e tremende profezie di morte erano state pronunciate.

I gemelli si guardano e si stringono in un abbraccio, cercando l'uno dall'altro conforto e protezione.

Poi i loro occhi si perdono nella nebbia, dalla quale emerge una visione scioccante: una battaglia di Elfi lungo l'argine verdeggiante di un fiume impetuoso. L'erba e l'acqua che scolorano causa il rosso del sangue che le insozza e le profana.

Sono soli, isolati, spalla a spalla contro nemici soverchianti. Le loro spade rosse del sangue di molti avversari già sconfitti sempre più pesanti, i respiri ansanti e il braccio sempre più stanco. Poi un sibilo e un grido, dal petto di uno dei due protrude una freccia mortale. Lo sguardo d'orrore del fratello mentre l'altro gli si accascia davanti. Un altro sibilo, un altro strale che centra il bersaglio. Due teste rosse vicine, due mani intrecciate negli ultimi respiri. Gli occhi fissi l'uno nell'altro che piano si svuotano delle luce dell'anima.

Insieme alla vita, insieme nella morte.*

Hai visto?

*Chiede l'uno tremante leggendo la risposta nell'espressione atterrita e sconvolta dell'altro*

Sempre insieme

*Conferma il fratello stringendolo forte.

Immobili, chiusi nella disperazione restano muti a fissare le vele spiegate che li spingono incontro al loro destino.*


Alcare

*voltandosi dopo aver scoccato l'ennesima freccia scorge una figura comparire in quella strana nebbia e dalla sua voce ode terribili parole ma ancora più terribile è la visione che si profila davanti ai suoi occhi: lei ed il suo adorato fratello Maglor che duellano, duello che si conclude con lei colpita a morte ed il silmaril nella sua mano preso da qualcuno...

L'elfa spalanca gli occhi scioccata. Se la profezia è veritiera la loro famiglia sarà presto spazzata via *

  

 

Curufin

*Le parole di quel presagio di sventura penetrano nella sua mente come il gelo della nebbia gli penetra nelle ossa. Si aggrappa al parapetto della nave quando scorge un guizzo bianco di fronte ai suoi occhi farsi sempre più nitido e chiaro: una donna dalla candida veste fugge in preda al terrore fra i passaggi sotterranei di una grotta maestosa, scortata da alcuni soldati, un bianco fiore di giglio in fuga, lui sa chi è e sa di doverla raggiungere per fargli una semplice domanda "dov'è la Gemma?!"

Si sente inciampare, nella sua mente impreca, la donna si sta allontanando ed ha quasi raggiunto l'uscita... non può permetterlo! La sua lancia sibila nella sua direzione e la raggiunge trafiggendola sulla schiena, vede la donna cadere con un gemito, sente i suoi figli gridare di terrore chiamando la madre, sente se stesso correre in quella direzione... senza mai raggiungerla. I soldati di scorta alla bianca dama sono su di lui e prima che lui possa fare qualunque cosa, viene trafitto a sua volta da innumerevoli lame.

Le sue forze svaniscono, i suoi sensi si disperdono nel fragore di urla e lo schianto di armi, l'ultima cosa che vede sono due chiome di capelli rossi chine su di lui che chiamano il suo nome...*

Padre? Padre?!

*La voce di suo figlio lo richiama alla realtà e mentre la nebbia svanisce si rende conto di essere ricoperto di sudore freddo, le sue mani tremano e compie uno sforzo immane nel dissimulare il proprio sgomento.*

Si, si figliolo. Io sto bene è tutto a posto...

*Si allontana lentamente da Celebrimbor, continuando ad appoggiarsi al parapetto; il suo cuore è attanagliato dall'angoscia, perfettamente conscio che se mollasse la presa le sue gambe lo lascerebbero cadere. Suo figlio non ha sottoscritto il giuramento, lui non l'ha permesso e forse è stata l'unica cosa saggia che abbia fatto in tutta la sua vita, perché ora lo ha visto davanti a sé ed ora lo capisce, che l'unica cosa che potrà liberarli dal proprio destino è la morte, ma senza prima averli resi tutti quanti indegni della vita.*

 

   

Feanor 

*resto impassibile di fronte al Maia...ma sento un vento freddo ed, oltre la nebbia, scorgo un enorme esercito di Orchi....subito estraggo la spada, ed il vento cambia...ora sento caldo, molto caldo...quasi il calore zampillante di un fuoco...un fuoco malvagio e letale. Sento le mie vesti che bruciano, il mio cavallo viene scagliato a terra da un'orda inferocita di Orchi e Lupi...mentre il mio corpo è scosso da spasmi. Mi aggrappo alla fune della vela, incapace di restare in piedi. Il dolore è impressionante, ma devo restare cosciente...devo arrivare all'accampamento vivo....non posso abbandonare i miei figli ora, Mandos non mi avrà così facilmente.* Sto bene, Caranthir, tranquillo....sto bene....*era un sogno, un incubo...o cosa....*
 

Minas Morgul, Palazzo di Pandora


Pandora

*Osserva soddisfatta la rete di protezione montata attorno a Priscilla, il Sarlacc.

Pianta? Animale? Entrambe le cose? Nessuna delle due cose??

Boh ancora non aveva avuto modo di classificarla, ma tra non molto avrebbe forse potuto scoprire qualcosa in più...tra le mani stringe un decaedro di acciaio, la superficie ricoperta di minuscoli fori al cui interno si trova un potente collante, ottenuto dalla stessa sostanza secreta dai mitili durante il loro ancoraggio agli scogli.

Il decaedro è ricoperto in più da un ricco impasto proteico predigerito ed altamente nutriente, che sarà immediatamente... più o meno suppone...assimilato da Priscilla, liberando così la sostanza collosa che fuoriuscirà dai fori, sostanza su cui si incollerano succhi gastrici e cellule parietali, durante i movimenti del decaedro nelle pareti dello stomaco.

Il decaedro verrà poi risputato .. almeno secondo i suoi calcoli e speranze...dal Sarlacc, permettendole di esaminarne succhi e cellule.

Sarebbe stata la prima nell'intero Universo ad avere questa possibilità... sfregandosi le mani soddisfatta, si accinge a rientrare, quando il suo senso Maia la fa fermare di colpo all'altezza delle statue dei Watchers; i sensi allerta fissa lo sguardo nelle profondità del bosco di fronte al viale

Bosco che sembra vuoto ma che non lo è... qualcosa.. qualcuno? Sta arrivando, portando con sé una terribile aura di disperazione e rabbia, freddezza e cinismo ...un mix altamente interessante secondo i suoi gusti e che la incuriosisce

Un'aura già sentita. ..ma dove? Quando?

Getta il decaedro nelle fauci del Sarlacc, mentre improvvisamente ricorda dove ha sentito quell'aura ...a Barad-Dur, il giorno che Lord Vader arrivò per far uscire Measse e Emrys dalla trappola.

Aggrotta la fronte, pensosa

Si aspettava una semplice holocall da lui non una visita diretta, specie da un essere umano in un laboratorio in tempo di pandemia..

Qui c'era qualcosa che non quadrava e presto avrebbe scoperto cosa ..*

 

Vader:    

* Darth Vader attraversa i boschi che circondano Minas Morgul con passo pesante, accompagnato solo dal suono sibilante del suo respiratore. Animali e piante si ritraggono al suo passaggio, avvertendo l’oscurità intrinseca di cui è pregno il suo corpo, quasi emanasse tanti viticci invisibili capaci di scacciarli con un semplice tocco.

Guardandosi attorno, il Sith fa appello alla Forza e percepisce l’ondata di nera tenebra che per anni ha volteggiato per le stanze, i corridoi e i confini di questa roccaforte, facendosi teatro di eventi indicibili e grotteschi per mano del suo costruttore… Sauron.

Vader assapora la sensazione di morte e decadenza, abbracciandola come una vecchia amica, beandosi della sua oscurità, poi comincia a seguire la firma energetica di un altro essere… una molto simile ai Maiar che ha incontrato fino ad ora… una familiare.*

So che sei qui *dichiara con la sua voce profonda e tonante* Posso percepirti. Desideravi un'udienza con me? Bene… eccomi. Quindi mostrati alla luce…e parliamo.

   

Pandora

*Estrae dalle capienti e perennemente piene tasche una lunga, pesante e ferrosa chiave, chiudendo accuratamente le porte di Minas Morgul mentre a mezze labbra pronuncia un incantesimo di bloccaggio

Se fosse uscito un solo uruk e il Lord si fosse beccato il virus ..i rapporti tra lei e Measse erano già predisposti naturalmente al declino verso lo scontro e il fastidio perenne e reciproco, non servivano ulteriori incentivi, pensa divertita

Poi ritorna verso le statue vedendolo arrivare in lontananza mentre attorno a lui le sagome sembrano farsi indefinite e cupe*

La sua fama la precede Lord Vader

Sono qui, in piena luce già da un po' veramente.. benvenuto a Minas Morgul intanto Comandante Supremo dei Sith

*Accenna un leggero inchino avvicinandosi cautamente.

La visione del Palantir è ancora scolpita nella sua mente e le sembra di vederla ogni volta che chiude gli occhi, non vede l'ora di poterne parlare liberamente ed indagare.

Ma prima deve assicurarsi bene che non vi sia dietro di lui una presenza sgradita in attesa di preziose informazioni...*

Sono onorata della vostra visita e di questo la ringrazio di cuore

*Dice senza alcun tono della solita ironia nella voce*

Desidererei chiedervi prima di tutto però, e mi perdonerà ma sono sicura comprenderà perfettamente le mie motivazioni, come mai è venuto di persona sapendo del virus in circolo e proprio qui dove sperimentiamo e sintetizziamo vaccini..e non solo quelli

*Dice con un leggero sogghigno*

Mi sembra un rischio un po' avventato da parte sua... sinceramente mi sarei aspettata una più sicura holocall.

Comunque sia adesso è al sicuro, ho serrato le porte e non uscirà nessuno che possa inavvertitamente contagiarla

*Si sofferma a guardarlo gustandosi l'aura di terrore e gelo che lo attornia, resistendo alla tentazione di sondarla per verificare come facesse

Le indagini scientifiche in altro momento...*

È vero, ho chiesto di parlarle

E vorrei parlare con lei soltanto, sicura che nessun altro orecchio possa ascoltare o attendere notizie...

Ha corso il rischio per conto suo Lord Vader?

Perché ciò che ho da dirle dipende da chi ho adesso di fronte

O...al posto del Comandante dei Sith ho di fronte il Comandante Simamminaobbedisco?

Vado ascolto e riferisco?

*Domanda gentile senza riuscire ad evitare stavolta un sorrisetto ironico, schietta e diretta, intuendo che chi ha di fronte non sia portato a giri tortuosi...e neanche lei lo è, specie con una questione così importante da affrontare.

Lo fissa direttamente negli occhi rossi della maschera, mentre attende una risposta*

 

  Vader: *Vader inclina la testa, scrutando la misteriosa Maia con velata curiosità*

Io… ti riconosco. Eri presente il giorno in cui giunsi su questo pianeta attratto dal richiamo di mia madre.

*Ma il semplice fatto che l’abbia contattato con mezzi apparentemente pacifici lo fa desistere dallo sguainare la spada e tentare di abbatterla seduta stante. Dopotutto, per quanto apprezzi provocare morte e distruzione ovunque metta piede, Vader ha passato anni ad apprendere l’arte della diplomazia dal suo vecchio Maestro, così da sfruttarla per i propri scopi.

Agita una mano con fare sprezzante alla domanda della Maia.*

La mia tuta è progettata in modo tale da resistere a qualsiasi condizione ambientale ostile, persino all’assenza d’aria o allo spazio più profondo. Finchè non viene danneggiata in modo irreparabile, sarà più che capace di contrastare malattie o patogeni.

*Tuttavia… è la successiva domanda della Maia a farlo riflettere seriamente.

Dopo quasi un minuto buono di assoluto silenzio, la sua voce baritonale riecheggia ancora una volta nella struttura.*

Io sono semplicemente ciò che ho bisogno di essere, mia signora. Sono Darth Vader, Signore Oscuro dei Sith… guerriero, comandante e sovrano. E ogni azione che compio, non importa quanto possa sembrare crudele, assurda o illogica, è svolta con il solo e unico scopo di aumentare ciò che ho sempre desiderato…

*Solleva una mano e la stringe a pugno*

Il potere. Puro, indomito… illimitato, qualcosa che nessuno dei miei predecessori è mai riuscito a guadagnare. Io sarò il primo Sith ad ottenerlo… e con quel potere, ho intenzione di portare pace, ordine e sicurezza in tutto l’universo, a qualunque costo.

*Compie un ulteriore passo in avanti, avvicinandosi allo spirito con le sembianze di una donna mortale*

Chi sono, mia signora? Io posso essere un nemico… ma anche un alleato per coloro che sanno aiutarmi. Un alleato potente e dalle mille risorse, qualcuno capace di guidare interi mondi e conquistarli con la stessa facilità con cui un gigante schiaccia una colonia di formiche sotto i suoi piedi. La vera domanda ora è… che cosa sei tu per me? Un’alleata? Un nemico? Scegli saggiamente…

    

Pandora

Sì, sono io ma ..Risponda alla mia domanda ed io risponderò alla sua, Comandante

*Incrocia le braccia come chi aspetta pazientemente*

So chi è lei e conosco le sue gesta, la sua storia...e la divertirà forse sapere che addirittura qualcuno degli uruk che abitano qui ha appeso in camerata il suo ritratto

*Sospira mettendosi la mano sul viso e scuotendo la testa*

E conosco la sua sete di potere...la percepisco, è come una dannazione per lei.

Ma forse ancora non lo sa che è la sua dannazione, vero? Non importa...

*Sorride leggermente*

A me non interessa il potere invece, minimamente.

O meglio, non il tipo di potere che interessa a lei o alle "Alte Sfere" che passano Ere a litigare per un pezzetto di terra..per farci che poi, mah non lo sanno neanche loro mi creda e li conosco...da sempre

E non è un modo di dire..

Quello che io voglio è conoscere, scoprire, indagare...tutto ciò che si possa finché si possa

*Prosegue allargando le mani indicando tutto attorno*

La conoscenza è ciò che ci permette di vivere senza restare in balia del mondo che ci circonda.

Possiamo essere spettatori trascinati dallo spettacolo davanti a noi o essere noi a condurre lo spettacolo, è solo nostra la scelta.

Possiamo rassegnarci che ci siano mali incurabili e veleni inarrivabili o possiamo acuire lo sguardo e migliorare le conoscenze per raggiungere quei veleni...o guarire quei mali, dipende dal caso, ovviamente

E scoprire mondi che non sapevamo neanche esistessero fino alla molecola prima ..

*Mormora sognante perdendosi un attimo con lo sguardo*

Certo, lungo è il percorso del sapere e spesso necessita di fallimenti, vittime, errori...ma questo nulla toglie all'importanza del traguardo, non crede?

Mi hanno detto che "sovvertivo l'ordine naturale"

Io, capisce? Come se fosse l'ordine a far muovere l'universo e non una sola, unica, disarmonica entropia che segue una musica tutta sua..e comprende tutto in essa

Anche una Maia reietta come me, pensi un po'

*Si ferma a riflettere, un dito sul mento osservandolo*

Forse questa eterna e perenne ricerca è la mia dannazione tutto sommato, come il potere è la sua..e se così fosse saremmo destinati a provare di continuo ad avvicinarci, senza mai raggiungere la meta

*Passeggia avanti ed indietro, pensosa*

Si va bene ma a cosa ero rimasta? Cos'è che volevo chiedere?? Uff...ah si!

*Si volta*

Non ha risposto alla mia domanda.

Devo essere forse ancora più chiara?

Lo sarò dunque

È venuto qui con l'intenzione di riferire a Measse ciò che ci diremo o qualsiasi cosa io debba dirle resterà tra noi?

Perché anch'io posso essere una buona alleata Lord Vader.

Con potenti risorse ..

O una subdola, silente e pericolosa nemica e in quel caso neanche la sua tuta potrà proteggerla, può credermi..a lei la scelta, ovviamente.

Io sinceramente preferirei sedermi con lei a chiacchierare davanti ad una tisana ma nel caso intuisca che è qui per poi riferire a sua madre ciò che le dirò...

*Lo guarda con gli occhi che si incupiscono*

E se le cose stanno così lo intuiro' stia pur sicuro ..non saprà nulla di ciò di cui vorrei parlarle e che la riguarda personalmente a quanto pare.

E sarebbe un gran peccato, per entrambi.

Ma non darò a sua madre un'ulteriore occasione di interferire nei miei affari...e credo che, a prescindere dalla sua risposta, questo possa comprenderlo, vero?

Ma ciò non vuol dire che tralascerò poi la questione.. semplicemente la continuerò per conto mio, con i miei mezzi e conoscenze

    

Vader

*Vader contempla le parole della Maia, riconoscendo in loro una certa familiarità.

Dopotutto, era stata proprio la sua situazione unica ad alienare il Consiglio Jedi contro di lui, trasformandolo in un Cavaliere da trattare con diffidenza e sospetto, intrappolato all’interno di un ordine bigotto e miope con l’unico scopo di tenerlo d’occhio e sotto controllo.*

Caos e ordine sono spesso componenti intrinseche di una medesima forma… *dice dopo qualche attimo di silenzio* e per certi versi, la Forza rappresenta proprio questo concetto. Dopotutto, la Natura è un conflitto… quindi lo è anche la Forza. Anche il mio Impero prospera attraverso il conflitto, poiché é guerra resa manifesto. Ecco perché l’ho sempre trovato perfetto. Un mezzo per raggiungere l’ordine attraverso il caos… una metafora della vita pura e semplice nella sua efficienza.

*Allunga una mano verso di lei, in un gesto conciliante*

Sono fermamente convinto che l’Impero possa accogliere qualsiasi risorsa, guidare gli individui più disparati verso un prospero futuro, siano essi guerrieri in cerca di battaglie… o scienziati che desiderano sfruttare le sue risorse per ottenere la conoscenza che tanto anelano, purché in cambio possano a loro volta contribuire alla macchina imperiale. È l’unica cosa che ho sempre chiesto a tutti i miei sottoposti o alleati… ed è ciò che potrei offrire anche a te: la possibilità di mettere a tua disposizione le mie risorse per visitare qualsiasi pianeta tu voglia, per studiarlo… per ottenere più conoscenza di quanto tu potresti mai immaginare.

*Le ottiche della sua maschera lampeggiano di una luce vermiglia*

Ma naturalmente, un accordo del genere non sarà per forza vincolato alla mia alleanza con colei che chiamo “madre”. Dopotutto… Ho vissuto tutta la mia vita senza conoscerla, e di certo il fatto di averla ritrovata non influirà sul mio giudizio, né sui miei obiettivi. Lei è un mezzo utile, qualcuno che sarei felice di proteggere… ma non mi controlla, né avrà mai alcun diritto su coloro che considero miei alleati. Ragion per cui, se deciderai di offrirmi i tuoi servigi, sappi che lei non lo scoprirà… non da me, almeno. Ti basta come assicurazione?

 

    

Pandora

*Non si aspettava sinceramente una proposta di collaborazione da lui...inutile dire che la cosa era oltremodo insperata e allettante, specie riguardo i suoi progetti futuri verso un certo pianeta... allunga la mano verso la sua poi si ferma esitante appena prima di afferrarla, mentre un pensiero estrapolato dalle parole del Sith si affaccia in mente fulmineo. Ne ha sentite parecchie su infauste collaborazioni con l'Impero..*

Mi sono affrancata dalla sudditanza alla Valie a cui ero stata assegnata come Maia da molte ere ormai, Lord Vader...assegnata per volere di Eru Iluvatar e me ne sono liberata, comprende?

Lei che ha per madre una Valie può forse immaginare bene cosa possa comportare una scelta simile e quanto possa costare il compierla

Sono io e solo io che scelgo se offrire i miei servigi ed a chi ed eventualmente in cambio di cosa.

Non ho lottato per la mia libertà, finendo col diventare una presenza rinnegata e fastidiosa per tutti i miei parenti come la polvere da nascondere sotto il tappeto in caso di ospiti improvvisi, solo per ritrovarmi poi in rapporto di sudditanza del suo Impero, pur con tutte le infinite possibilità di conoscenza e sapere che possiate offrirmi

E ho sentito di troppe occasioni in cui il comportamento dell'Impero è stato senza alcuna motivazione scorretto verso chi collaborava con esso...mi conferma, vero?

Voglio che questo le sia ben chiaro, ci tengo alla precisione ed alla trasparenza e ricambio correttezza con correttezza, rispetto con rispetto, sincerità con sincerità

*Abbassa il tono di voce*

E ricambio anche nei casi contrari ma in questo forse siamo simili, suppongo, quindi non ho bisogno di specificarlo, giusto?

Non mi sono piegata al volere dei Valar, tolto l'Unico che ho io stessa scelto di seguire come Maestro e non mi pieghero' mai neanche al vostro

E non costringetemi mai e poi mai a dovermi difendere da quest' evenienza... o da voi

*Afferra alfine la mano del Sith stringendola con fermezza e decisione, sorridendo*

Accetto però molto volentieri una collaborazione con Lei personalmente e la ringrazio dell'onore accordatomi, in un rapporto paritario di scambio tra le sue conoscenze e le mie, se ovviamente anche a lei sta bene

Può chiamarmi Pandora e non signora però la prego...

*La sua mente non può fare a meno nel toccare la stoffa che ricopre la mano di sondarla automaticamente, attraversando ed analizzando consistenze, materiali, elementi..*

Una tuta in grado di proteggere da qualsivoglia agente patogeno o virus, interessante se posso permettermi...possono nascere grandi cose dall'unione delle nostre forze Lord Vader

*Archivia le informazioni qualitative e quantitative ottenute per poterle studiare con calma, dopo..

Stringe poi di più la mano tirando leggermente verso di sé quella del Sith per avvicinare i volti e fissarlo bene nelle orbite di fuoco*

Una precisazione. Temo che ci sia stato un fraintendimento...a me non interessa niente se sua madre sappia o meno di un'eventuale collaborazione tra di noi.

A me interessa che Measse non sappia il motivo per cui le ho chiesto udienza...

Perché? Perché non mi fido di sua madre, Lord Vader e ho i miei motivi per non farlo e perché soprattutto quello per cui l'ho cercata

*Si perde un attimo a contemplare di nuovo la visione magnificamente terribile, che custodisce nella sua mente ben schermata da intrusioni indesiderate*

È qualcosa che riguarda lei Comandante, solo lei.

Ma suppongo che possa usare la nostra futura collaborazione come giustificazione per la visita se le facesse domande, non ho problemi in questo anzi

Uhm ..forse riflettendoci una volta che scoprirà cosa ho da chiederle sarà proprio lei stesso a non volerne far parola con Measse, chi lo sa

*Sogghigna divertita*

Posso invitarvi a due chiacchiere più approfondite di fronte ad una tisana? Possiamo metterci in veranda, tuta o non tuta non correrò il rischio di farla entrare finché non sarà pronto anche il vaccino per la sua specie... che dovrebbe arrivare a breve se siamo sulla giusta strada

E quando arriverà sarà il benvenuto a Minas Morgul

   

Vader

*Vader annuisce lentamente in conferma alle parole della Maia*

L'Impero sotto il mio precedente insegnante aveva parecchi difetti *ammette* Molti dei quali scelsi volutamente di ignorare per il semplice fatto che non ero ancora abbastanza potente per affrontarlo. Ma ora? Ho fatto del mio meglio per trasformare l'Impero in quello che avrebbe sempre dovuto essere, un governo in cui sono i risultati a dettare la vita di una persona, non il rango o la famiglia, e neppure la crudeltà. Io sono giusto nei confronti dei miei collaboratori, sottoposti o alleati finchè loro sono giusti con me... ne più ne meno.

Ma naturalmente, comprendo il motivo della vostra riluttanza... dopotutto, se appartenente alla stessa specie di Sauron, di certo dovete essere una persona potente, qualcuno che accetterebbe di sottomettersi solo alla più alta autorità dell'Universo.

Tuttavia, se davvero credete di non aver bisogno di alcuna protezione da parte mia...

*Allunga una mano, estraendo la sua fidata spada con una presa telecinetica*

Perché non dimostrarmelo qui e ora? Un duello amichevole, niente che potrebbe impedirci di prendere il tè in seguito... solo uno scontro tra due potenziali alleati che decidono di testarsi a vicenda.

Che ne dite? O forse le vostre affermazioni erano solo i vaneggiamenti di una Maia?

    

Pandora

Un duello amichevole... Fantastico, ammetto che non ne ho mai avuti prima, solo per difesa ... E no, solitamente non uso i miei poteri perché preferisco metodi...uhm... alternativi? se proprio devo attaccare qualcuno. Ma capita di rado, sono una persona pacifica io

*Sussurra con un grande sorriso innocente*

Accetto il confronto Lord Vader con sommo piacere

E sono contenta di sapere che sotto di lei l'Impero sia diverso dal passato... sarà ancora più' interessante allora collaborare

Sono stata di recente a Coruscant e devo dire che è molto più splendida di come la ricordassi dal periodo dell'epidem....ehm da parecchio tempo fa insomma

*Risponde allontanandosi leggermente mentre fissa curiosa il cilindro della spada laser aspettando di vederla illuminarsi

*Raggiunge poi una piccola china e si ferma, alzando le braccia verso il cielo

L'aria attorno alle sue dita sembra come crepitare, mentre dai gas dell' atmosfera dipartono scariche elettriche e lampi azzurrini che si riuniscono attorno alle sue mani in un agglomerato caotico e turbinante di elettroni e particelle impazzite in assurde traiettorie; le luci roteano senza alcun orbita precisa respingendosi o schiantandosi tra loro, provocando schizzi di accecante bianca energia e cupi boati

Abbassa le mani tenendo di fronte a sé questa specie di scudo da cui preleva una piccola sfera di particelle erranti. Le fissa un attimo: erano millenni che non le usava, l' ultima volta era stata contro quell' antipatico di Curunir, quando si rifiutò di aiutarlo nel migliorare la sua nuova razza di Uruk-hai..quel maleducato che si permise di pretenderlo senza neanche un per favore...ora guardandole si domanda cosa sarebbe potuto accadere se fosse riuscita a scindere una di loro, magari quella di idrogeno che sembrava la più semplice per iniziare..."Pandora non ti distrarre adesso su, ci penserai in un altro momento" ricorda a se stessa concentrandosi sul duello*

Chi si arrende per primo prepara il tè...ci sta?

*Propone*

 

    Vader

Ottimo *risponde Vader, mentre attiva la sua spada laser.

L’istante dopo, un bagliore vermiglio illumina il campo di battaglia, mentre una lama scarlatta si allunga rapidamente dall’elsa e intercetta uno dei lampi sprigionati dalla sfera, generando un turbinio di scintille tutt’attorno.

Alcune ricadono a terra senza provocare danni, altre serpeggiano fino alle foglie di piante e cespugli, incendiandoli all’istante, mentre rosso e blu si fondono in una danza di scariche.*

Notevole *osserva Vader, mentre scruta con sincero interesse quest’abilità piuttosto familiare* Una tecnica davvero notevole. I Sith possono realizzare qualcosa di simile attraverso il Lato Oscuro.

*Mentre pronuncia tali parole, l’Oscuro Signore allunga la mano libera e comincia a fare appello all’oscura energia che permea il tessuto della realtà, raccogliendola attorno alle dita sotto forma di zampillanti scariche di natura elettrica*

Questa era la tecnica preferita del mio vecchio maestro. E con il tempo, pure io sono riuscito ad apprenderla… e a migliorarla.

*A quell’affermazione, lampi rosso sangue scaturiscono dall’arto del Sith, andando a infrangersi contro quelli di Pandora. Il mondo attorno a loro comincia a crepitare di mille colori, mentre il suolo ai piedi della coppia sembra incenerirsi sotto la potenza dei due attacchi, quasi stesse reagendo alla loro natura.

Lo stallo perdura per quasi un minuto buono, fino a quando entrambi i lampi non esplodono in un turbinio di scintille vaganti, nel mezzo del campo di battaglia.*

 

    

Pandora

*Osserva per un attimo estasiata le scintille spargersi attorno e il terreno incenerirsi, mentre dallo scudo di energia trae fuori come un nastro bianco usandolo contro i lampi rossastri dell'avversario provocando un'ulteriore pioggia di particelle accecanti ed incandescenti

Un sorriso le sale spontaneo ammirando il turbine di elettricità*

Movimentiamo un po' la situazione, che dice Lord Vader? Son sicura che sarà d'accordo con me

*Dice mentre dal suo piede si diparte prima una lieve scossa sul terreno bruciato, scossa che prende man mano potenza e forma allargandosi in una miriade di crepe sottili, mentre il sentiero sotto i loro piedi vibra divenendo instabile e cedevole e una nube di polvere e fuliggine si solleva aleggiando tra i due*

Adoro quando la natura si esprime liberamente

*Mormora sognante*

Ho sempre pensato che lato Oscuro e lato Chiaro, come dice lei, o Oscurità e Luce, come si dice qui in Arda, non fossero altro che due correnti interconnesse ed indispensabili l'una all'altra... purtroppo siamo davvero pochi però a pensarla così, i più considerano l' Oscurità solo come un nemico da combattere...il Maestro di cui parla era il tristemente famoso Palpatine, vero?

*Chiede mentre saltella agevolmente sulla terra che si muove in sussultanti e ondeggianti sobbalzi

Di colpo fa partire il nastro bianco di particelle impazzite verso le caviglie del Sith, girandogliele attorno come serpenti e stringendo il capo nel momento in cui sotto i piedi dell'avversario una spaccatura improvvisa del terreno ne causa una perdita momentanea di equilibrio, prontamente recuperato*

Uhm... potremmo dire uno a zero per me?

*Ridacchia *

Adesso aspetto il suo pareggio però, so che non mi deluderà

* Poi aggiunge*

Ora sono molto curiosa di domandarle in che modo e come ha migliorato la tecnica del suo Maestro..

 

    Vader

*Vader puntò le mani verso il basso, generando una spinta telecinetica che riuscì per miracolo a mantenerlo in equilibrio. Il contrattacco della Mia era stato certamente inaspettato quanto rinfrescante per la sua brutalità distruttiva, e proprio per questo non sarebbe stato da meno.*

Sono propenso a concordare con la sua tesi *disse, mentre contemplava il paesaggio circostante* In fin dei conti, Luce e Oscurità non sono altro che termini arbitrari creati unicamente per controllare le masse. Bene e Male? Non esistono... poiché esiste solo il potere e quelli troppo deboli e spaventati per poterne usufruire.

*Con un movimento sottile delle dita, cominciò a guidare alcune radici verso la Maia. Silenziose come serpenti, strisciarono lungo il campo di battaglia, puntando verso i suoi piedi*

Per quanto odi ammetterlo, è stato proprio Darth Sidious a gestire il mio apprendistato come Sith. L'uomo era certamente potente, dotato di un intelletto smisurato... ma anche fin troppo volenteroso di infliggere dolore e tormento ai suoi sudditi, a discapito dell'efficienza. Non gli importava dell'ordine e del benessere della Galassia, voleva solo mantenere il suo potere con ogni mezzo necessario... al punto da cercare di sostituirmi con il mio stesso figlio, un affronto che non poteva restare impunito.

Nonostante il nostro pessimo rapporto, ho comunque fatto tesoro dei suoi insegnamenti, mescolandoli a quelli Jedi per realizzare un connubio di attacchi basati sia sul Lato Chiaro che il Lato Oscuro della Forza. Ora posso usare il meglio dei Sith e dei Jedi!

*A quelle parole, aprì la mano destra e lasciò che le radici si avvolgessero attorno al corpo di Pandora, stringendola in una morsa*

Sembra che ora siamo pari, mia signora...

 

    

Pandora

Pari direi ..si

*Conferma lasciandosi avvolgere completamente prima di far partire dal corpo una scossa elettrica con cui brucia le radici che cadono a terra carbonizzate*

E direi che a questo punto potremmo anche darci del tu Comandante...se però mi chiami ancora signora invece che Pandora ti dichiaro guerra eh

*Risponde facendo un occhiolino e lasciando disperdere le scariche attorno a sé

Un suono inquietante e inaspettato come di gorgoglio cupo e profondo alle sue spalle seguito da un botto tipo esplosione la fa mettere sull'allerta, si gira per verificare cosa sia successo*

Attento!

*Sposta con le mani il sith proprio un attimo prima che un ammasso metallico ricoperto da una strana sostanza collosa e maleodorante atterri nel luogo dove si trovavano un attimo prima*

Priscilla!! Oh Priscilla cara amore di mamma!!

*Esclama estasiata alla visione del decaedro incredibilmente già risputato, non si aspettava una così breve attesa

E l'ammasso informe e gelatinoso che lo ricopre si presenta altamente promettente per le sue ricerche...

Felice batte le mani girando attorno all'ammasso rimirandoselo*

Comandante questa è una cosa straordinaria! Sarò la prima creatura in tutto l'Universo conosciuto a poter analizzare le cellule del Sarlacc e i suoi processi digestivi!

Pensa, pensa che meraviglia! E ho già chi aspetta dei risultati...

*Sogghigna sfregandosi le mani al pensiero dell'Istituto di ricerca contattato a Coruscant che pagherà una bella sommetta per i risultati delle analisi e anche al pensiero di come si avvicini il momento di migliorare la genetica del...fiore pianta animale boh ma adesso forse capirà in che genere classificarla

Forse

Con le sue capacità digestive l'essere potrebbe rivelarsi una soluzione importante allo smaltimento delle scorie del laboratorio..o delle industrie anche.

Sempre forse...*

Direi che è il momento di festeggiare con una bella tisana e se ti piacciono ho anche dei biscotti, ricetta uruk molto gustosa

*Si avvia verso la veranda prendendo sottobraccio l'ospite*

E giacché siamo rimasti pari la preparerò io in onore all'ospitalità .. così finalmente parliamo di ciò per cui ti ho cercato

*Soggiunge a voce bassa guardandosi attorno per verificare non ci siano orecchie indiscrete*

 

  Vader

*Vader fissa sorpreso l'improvvisa apparizione della creatura.

A quanto può rammentare, i Sarlacc erano esseri viventi nativi esclusivamente di un pianeta: Tatooine, il suo mondo di nascita e l'unico che ha sempre cercato di evitare dal giorno della sua resurrezione.

Trovarne uno qui può solo voler dire che questa donna sia riuscita in qualche modo ad allevarne uno... e con grande successo, a giudicare dalla loro interazione piuttosto affettuosa.*

Sembra che le tue capacità vadano ben oltre la semplice creazione di patogeni *commenta pensieroso, mentre scruta il Sarlacc da un'estremità all'altra* Queste creature sono considerate tra le più letali della Galassia, eppure sei riuscita a guadagnare la sua lealtà. Un'impresa certamente notevole.

*Detto questo, riflette attentamente sulla proposta della donna.

In verità, stava cominciando ad apprezzare questo scontro amichevole... ma sicuramente in futuro avranno altre occasioni di confrontarsi. Ora è il momento della diplomazia, e così annuisce in accordo.*

Molto bene, accetto l'offerta *risponde, mentre le offre un braccio* Fammi pure strada. Sono davvero curioso di assaggiare le bevande di questo mondo.

 

    

Pandora

Uhm..letali non è l'aggettivo che userei. Sono creature stanziali, tranne in giovanissima età quando si possono spostare leggermente nei dintorni, ma solo se si ha la sfortuna di caderci dentro sono letali.

E da lì sono partita, da quel punto

*Spiega mentre fa accomodare il sith al tavolo della veranda, un piccolo patio ombreggiato da statue con sembianze antiche ed oscure trovate dentro Minas Morgul e portate all'esterno.

Prende poi da una nicchia della fiancata, attrezzata tipo cucinino di emergenza, un enorme vaso di vetro contenente un misto di erbe e fiori essiccati, iniziando a scaldare l'acqua e apparecchiando con il necessario*

Mi sono chiesta, perché ci mettono un migliaio di anni a digerire?

Perché sicuramente hanno qualche problema genetico che gli causa cattiva digestione; se gli ci vuole un migliaio di anni per assimilare i nutrienti di una preda, è ovvio che per mille anni continueranno ad essere perennemente affamati..e continueranno ad ingurgitare la qualsiasi senza mai sentire senso di sazietà poveretti.

*Prosegue riempiendo la tazza del sith e offrendo con un gesto il vassoio dei biscotti*

Prego, serviti pure

Perciò da un po' di tempo sto nutrendo Priscilla con uno speciale composto altamente digeribile e nutriente, ideato da me e perfezionato con Glaruk, il mio assistente, e infatti da quando la nutriamo così è molto meno vorace e molto più...ecco, tranquilla, diciamo.

Chiunque sarebbe letale se avesse fauci che possano inghiottire una creatura intera senza neanche bisogno di masticarla ed una fame praticamente perenne...e con queste analisi che farò grazie alle sostanze catturate dal decaedro nel suo stomaco, forse potrò capire come migliorarne le capacità digestive...ma accidenti a me che mi sto perdendo di nuovo fuori dal tema! Ufff...

*Inizia a sorseggiare la sua tisana mentre riflette su come cominciare il discorso...*

Io ..ho visto qualcosa.

*Sussurra pensierosa fissando un punto indefinito davanti a sé*

Qualcosa che sono sicura appartenga ad un futuro probabile o possibile..premettendo che spesso gli artifici che mostrino il futuro lo facciano vedere "come potrebbe essere se .."

E in questo qualcosa c'eri tu Comandante.

E avevi in mano ..non lo so, qualcosa di...

*Cerca le parole per descrivere le sensazioni di ciò che ha visto senza trovarle .. all'improvviso è impossibile più che difficile fargli capire non solo ciò che ha visto ma ciò che ha provato, mentre la visione le si svolgeva tutta attorno.

Poi un'idea su come poterglielo mostrare le sovviene.

Rovista nelle immense e numerose tasche della sua veste traendone fuori uno specchio ovale, la cornice in argento brunito dal tempo ma ancora visibile la meravigliosa cesellatura, la superficie opaca e spenta.*

Uno scambio con un vecchio amico bravissimo artefice, molte ere fa ..prima che andasse fuori di testa portandosi dietro tutta la discendenza...ma va beh altra storia.

*Posa la mano sulla superficie mentre chiude gli occhi richiamando l'immagine nella sua mente e trasmettendola allo specchio.

Lo allunga poi verso il sith*

Ecco, qui dentro puoi vedere cosa ho visto... così come l'ho visto e così come è ancora vivo e vivido nella mia mente.

L'immagine durerà solo pochi minuti, se continuerai a guardare dopo che ciò che vi ho trasmesso svanirà, lo specchio ti mostrerà la tua vera natura...quello è il suo potere principale, ma ovviamente sei libero di guardare dopo la mia visione o meno, come preferisci.

*Posa poi il gomito sul tavolo, appoggiando il mento sulla mano*

Che ..che terribile meraviglia è?

*Domanda sognante*

 

   Vader

*Curioso, Vader afferra lo specchio con cautela.

Conosce bene il pericolo in cui si gettano tutti coloro che cercano di scrutare attraverso le sabbie del tempo, specie quando si tratta del futuro. Lo sa meglio di tanti altri... poiché fu proprio la sua capacità di scrutare gli eventi avvenire a contribuire più di qualsiasi altra cosa alla sua caduta. Le visioni della morte di sua madre... e poi quelle di Padme che lo avevano spinto a tradire i suoi amici e alleati con l'unico obiettivo di salvarla.

Anakin Skywalker era stato debole, terrorizzato da un futuro che lui stesso aveva finito con il realizzare... ma mentre lui aveva vissuto perennemente nel terrore di perdere i propri cari, Darth Vader non avrebbe commesso lo stesso errore.

Lui ormai è forte dove il suo io passato era debole. Non teme il futuro... perchè non esiste altro esodo se non quello che lui può fabbricare con le proprie mani.

E così osserva. Scruta nella visione, scorge l'enorme sagoma nera che come un gigantesco pilastro di oscurità si erge in mezzo a quella catastrofe, un bagliore rosso nella sua mano destra.

Sembra così... familiare, come se l'avesse già visto. E man mano che osserva, quella sensazione diventa sempre più forte, concreta... fino a quando è proprio lo stesso Vader a ritrovarsi in mezzo alla catastrofe, la mano guantata che stringe un bagliore vermiglio... un bagliore che conosce molto bene... uno che credeva perso da tempo immemore.

All'improvviso, tutto si ferma. La mente del Sith ritorna alla realtà.*

Quindi esiste ancora... *sussurra contemplativo* Non è stata distrutta...

 

   Pandora

Esiste ancora cosa? Cos'è quell'artificio? Lo conosci quindi?

*Sussurra sporgendosi verso il sith, osservandone preoccupata l'espressione*

Ehi...Va tutto bene?

*Muove una mano davanti ai suoi occhi, per assicurarsi che stia bene e che non sia caduto in trance o altro...Poi lui risponde e si tranquillizza, per un attimo ha avuto timore che dato la sua natura umana fosse stato un rischio sottoporlo ad una visione simile...

Osserva lo specchio che nel frattempo è ritornato opaco e vuoto, l' immagine è scomparsa.

Pensosa, incrocia le mani sotto il mento*

Vorrei sapere di cosa si tratta non per scopi di potere, sia chiaro questo se ancora non si fosse capito ..ti ho detto che quello che mi interessa è la conoscenza e il sapere

Perciò vorrei sapere cos'è, come funziona.. è stato creato? Generato? Esiste di suo da sempre? È... è potenzialmente gestibile, migliorabile?

Se dobbiamo essere alleati Comandante ho bisogno di sapere di cosa si tratta.

E quello che mi dirai resterà tra noi soltanto, lo giuro sulla mia essenza.

*Continua versando nelle tazze un altro po' di tisana*

 

  Vader

*Dopo essersi ripreso dalla visione, gli occhi di Vader indugiano contemplativi in quelli di Pandora, analizzando attentamente i pro e i contro che potrebbero nascere se dovesse risponderle onestamente.

Certo, ora sono alleati... ma il Sith non è ancora pronto a fidarsi completamente di lei, non dopo tutti gli inganni a cui è stato sottoposto quando era ancora Anakin Skywalker. Quelle esperienze, per quanto sgradevoli, hanno contribuito a plasmarlo nell'uomo che ora governa la fazione più potente della Galassia, e di sopravvivere a molti tentativi di assassinio.

Tuttavia, ciò non significa che non possa soddisfare una piccola parte della sua curiosità.*

Si tratta di un oggetto con cui entrai in contatto molti anni fa, quando ero ancora agli inizi del mio addestramento Sith *risponde con tono pacato* All'epoca tentai di utilizzarlo per riportare in vita una persona defunta che mi era molto cara... ma l'intervento di un Jedi mi impedì di raggiungere il suo pieno potenziale.

*Si porta una mano alla maschera, strofinandosela pensieroso*

Pensavo che fosse stato distrutto nello scontro, ma a quanto pare sono stato ingannato. Per ora, è tutto quello che posso dirti... almeno fino a quando non ti sarai dimostrata degna dei miei segreti.

 

   

Pandora

Uhm .. comprendo perfettamente e mi fa piacere anzi moltissimo avere un alleato cauto.

Collaborare è un conto, fidarsi completamente... è molto diverso e lunga e difficile la strada

*Riprende lo specchio riponendolo nelle sconfinate tasche della sua veste*

Può essere non sia stato distrutto o può essere lo sia stato e magari venga ricostruito.. il futuro è variabile, imprevedibile a volte perché dipende dalle nostre azioni nel presente.

Quindi può anche darsi che quella visione...non si realizzi mai

*Sospira col mento appoggiato sulla mano*

E qualcosa mi dice che sarebbe un gran peccato non vederla realizzarsi...bene, direi che allora siamo d'accordo.

In questi giorni siamo ancora sotto pressione per terminare tutti i vaccini per le varie razze, ma non appena questo disastro sarà risolto potrò tornare ad occuparmi delle mie ricerche... c'è un pianeta che ho adocchiato come futura sede spaziale dello staff di Minas Morgul, sicuramente conosci Felucia...

Comunque sono contenta Comandante di aver avuto modo di conoscerti, sono sicura che nel futuro realizzeremo grandi cose..mi piacerebbe moltissimo presentarti i miei due assistenti, permetti?

*Si alza andando verso una finestra leggermente aperta e si sporge leggermente indirizzando la voce all'interno*

Glaruk! Glaruk! Mi senti? Mettiti la mascherina e vieni qui e chiama anche Coralith! No no non uscite ancora, venite qui alla finestra sulla veranda, c'è qualcuno di speciale che voglio presentarvi!!

 

   Glaruk

*Ha seguito gli avvenimenti esterni tramite le telecamere che monitorano le mura.

Quel tizio lo intimorisce parecchio, certo non gli ispira il bieco terrore che solo il nome di colui che è tornato dal vuoto riesce a fare.

Al richiamo della sua signora si affretta a coprirsi il viso con una mascherina pronto anche a darle le buone notizie che sono appena giunte dai laboratori.*

Eccomi mia Signora! Lord Vader.

*Saluta con educazione accennando un inchino cortese per quanto reso difficoltoso dal davanzale.*

Io sono Glaruk, l'assistente della signora Pandora

*Si presenta il giovane uruk con voce che tradisce il giusto orgoglio per la posizione conquistata *

Mia Signora! Sono lieto di poter riferire che anche il vaccino per gli esseri umani è finalmente pronto nelle prime 1000 dosi.

*Annuncia con gli occhi che scintillano di soddisfazione certo che la signora sarà contenta del suo lavoro e che potrebbe degnarlo di una lode.*

Ho fatto chiamare la signora Coralith e dovrebbe arrivare subito

*Conclude il giovane uruk restando in attesa e osservando il nuovo venuto cercando di capire a intuito se possa essere un pericolo per la sua signora e per tutti loro e le centinaia di Uruk rifugiati*

 

   Coralith

*Sta studiando attentamente al microscopio la particolare conformazione di alcune molecole quando la voce squillante di Glaruk, entrato di corsa nel laboratorio, la fa sobbalzare. Il giovane uruk sembra eccitatissimo, mentre le comunica che è desiderata alla finestra della veranda...*

- Grazie Glaruk, arrivo subito! - *Registra gli ultimi dati e spegne gli strumenti, indossa una mascherina e si dirige alla finestra – Eccomi!... - dice affacciandosi, e rimanendo basita nel vedere Pandora in compagnia dell'inconfondibile figura del Signore dei Sith.

Nella sua mente, un groviglio di domande che si accavallano una sopra l'altra...cosa ci fa qui Lord Vader? Cosa ha in mente la sua amica? non importa...Coralith non si è mai interessata di politica, dell'Impero o della Repubblica. Le basta che chiunque sia al comando nella galassia le lasci fare in pace il suo lavoro di scienziata...Ma la diplomazia richiede che si presenti ed è quello che fa senza più esitare.*

- Lord Vader!...che sorpresa!...Pandora, non mi avevi avvisata che attendevamo un ospite così importante!... - *China leggermente la testa di lato in un cenno di saluto e rispetto, pensando che ci sono certamente delle novità per aria a Minas Morgul...*

 

    Vader: *Gli occhi di Vader indugiano brevemente sulla coppia di ricercatori, soffermandosi in particolare sull’Uruk.

A quanto ricorda, mai una volta nei suoi numerosi viaggi è entrato in contatto con una specie del genere, intuendo quindi che si tratta di una creatura nativa di questo mondo. Per quanto riguarda la Mon Calamari, di certo non si aspettava di trovare un membro di quella dannata razza ribelle su un pianeta così sperduto.

Trattiene a stento la rabbia al ricordo di tutte quelle occasioni in cui i Mon Calamari – specie il famigerato Ammiraglio Akbar – hanno provocato non pochi danni alle campagne imperiali, ma dopo qualche respiro calmante riesce a mantenere i nervi saldi e a rammentare a se stesso che non dovrebbe incolpare un singolo individuo per le azioni bellicose del suo popolo.

Se Pandora ha deciso di prendere questa Mon Calamari sotto la sua ala, di certo avrà avuto le sue buone ragioni, e così offre a entrambe le creature un cenno accogliente.*

Saluti *offre a entrambi* Basandomi sulle vostre reazioni, immagino che le presentazioni sarebbero superflue. Sappiate solo che da oggi in avanti mi vedrete molto più spesso in compagnia di Pandora.

*Si rivolge alla Maia*

Abbiamo stretto un’alleanza che sono sicuro si rivelerà vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte. Non vedo l’ora di poter lavorare con tutti voi… e naturalmente, di farvi conoscere i MIEI collaboratori. Finchè vi dimostrerete efficienti, andrete d’amore e d’accordo.

 

    

Pandora

Glaruk!! Ma che splendida notizia, bravissimo! Non potrei contare su un assistente di laboratorio migliore!

*Rivolge un caldo sorriso all'Uruk alla notizia delle prime mille dosi di vaccino per la razza umana. Un ulteriore passo avanti per sbrogliarsi da questa maledetta pandemia con tutte le sue dannate complicazioni e iniziare a fare seri progetti per il futuro*

Comandante se vuoi approfittare e vaccinarti puoi farlo anche adesso.

*Dice al sith prendendo nel frattempo il vassoio dei biscotti ed allungandolo ai due assistenti*

Direi che possiamo anche permetterci di festeggiare, Glaruk stasera torneo di Abbatti il Vala, che dici??

*Sghignazza al pensiero di uno dei giochi preferiti degli uruk e in fondo un po' anche il suo...l'enorme ed antico trono di Minas Morgul posizionato al centro della sala relax con varie sagome dei Valar da abbattere e riuscire a far cadere a suon di palle di gomma pesante*

Ora resta da sintetizzare quello per nani e hobbit ed è la cosa piu' rognosa

*Fa una smorfia al pensiero di quanto si stia rivelando difficile trovarne una versione adattabile a quelle razze...passi gli hobbit che non si capisce bene da dove vengano e forse per loro basta ridurre in proporzione massa corporea il principio attivo del vaccino per umani..forse...ma quello per i nani si sta rivelando un ostico rompicapo..in mente invia cordiali improperi all'indirizzo di Aule e di che roba complicata abbia fatto. Ma ce la faranno a breve anche li

Come soleva ripetersi "quello che si imbroglia in qualche modo si sbroglia"

Torna poi a rivolgersi al Comandante*

Sara' un piacere conoscere i suoi assistenti, sono sicura...e se anche loro si dimostreranno collaborativi e preparati nel loro campo come Glaruk e Coralith lo sono nel loro allora le cose andranno davvero alla grande.

La nostra Coralith ad esempio è una grande e famosa esperta a livello galattico di molecologia della non materia

 

    

Glaruk

*Il giovane uruk arrossisce di vera gioia e orgoglio alla lode di Pandora, soprattutto visto che e fatta di fronte al Signore dei Sith che gli incute un certo timore reverenziale.

Fa un passo avanti mostrando una piccola scatola di metallo sterile*

Mi sono permesso di portarne una dose con tutto l'occorrente, così che se il Lord acconsente potreste vaccinarlo immediatamente.

*Dice chinandosi cortesemente e porgendo la scatola immaginando che Lord Vader volesse esaminarla *

Oh! Fantastica idea mia Signora! Farò subito preparare la Sala. E spero che la signora Coralith mi concederà la rivincita! Ha una mira pazzesca!

*Commenta ammirato rivolgendo un sorriso alla Mon Calamari e dimenticando un attimo il contegno serio del perfetto assistente.

Sorriso che scema alle parole di Lord Vader, dando loro una connotazione minacciosa e ben poco amichevole.*

"Non mi piace affatto. Vedremo questi collaboratori, ma starò molto attento"

*Rilassa le spalle nel sentire Pandora rintuzzare parola per parola, la nuova lode che riporta colore sul suo viso e calore nel suo petto. Il giovane Uruk cova infatti un vero senso di adorazione verso la sua signora e ogni lode lo scalda e lo accresce*

 

    Coralith

*Mentre approfitta di quel momento di relax la Mon Calamari si concede una piccola risata gorgogliante dopo le parole di Glaruk a proposito della sua mira*

- Mio caro, quando la natura ti concede una vista a 360° non hai colpa se ti ritrovi ad avere una mira perfetta...ma in ogni caso vedere voi ragazzi giocare è impagabile! Mi diverto troppo a guardarvi -

*In ogni caso, nonostante l'atmosfera apparentemente distesa percepisce l'acredine del Signore dei Sith verso di lei in quanto Mon Calamari, e grazie alla sua empatia riesce a comprenderla. Meglio mettere subito le cose in chiaro, pensa, in vista di questa nuova collaborazione. Si sporge leggermente verso Lord Vader rivolgendogli la parola con il dovuto rispetto, soprattutto per non creare eventuali futuri problemi alla sua amica Pandora.*

- Lord Vader, posso capire perfettamente i dubbi che potete avere verso di me a causa della mia razza...tengo a precisarvi che la politica è l'ultimo dei miei interessi anzi, non mi interessa assolutamente. Ho già avuto abbastanza problemi con le organizzazioni religiose che hanno sempre ostacolato il mio lavoro, e non mi interessa quale fazione è al vertice del potere nella galassia. Desidero solo poter lavorare in pace...immagino comprenderete il mio punto di vista -

*Spera davvero di poter continuare a lavorare nel modo più tranquillo...è certa che con Pandora al suo fianco potrà fare grandi cose.*

 

    Vader

*Vader inclina leggermente la testa, sondando lievemente i pensieri della Mon Calamari in cerca del minimo accenno di menzogna o inganno. Non trovandone alcuno, si concede finalmente la possibilità di rilassarsi, pur mantenendo i sensi sempre all'erta*

Capisco perfettamente *le risponde con tono più cordiale* La politica è sempre stata uno degli aspetti più fallacei della Repubblica, ancora prima che l'Imperatore Palpatine infilasse le sue mani nelle viscere del dibattito intergalattico. Fu grazie all'inefficienza dei senatori e degli organi di governo se la sua presa di potere fu così rapida... e lo stesso si può dire per la mia.

*Scosse la testa*

Speravo che la Nuova Repubblica avrebbe imparato dagli errori della precedente per realizzare un governo più capace... invece, si rivelò nient'altro che l'ennesimo scherzo burocratico fatto di senatori corrotti e incapaci di prendere decisioni che andassero a vantaggio del popolo nel suo insieme. Ecco perchè così tanti sistemi stellari scelsero di unirsi al mio nuovo Impero e staccarsi dai loro cosiddetti "salvatori".

Alla fine, la storia non fa altro che ripetersi ancora e ancora... ma io mi assicurerò di porvi fine. Una fine che andrà a vantaggio di tutti coloro che sceglieranno di seguirmi.

*Detto questo, si rivolge a Pandora*

Di che tipo di vaccino stiamo parlando? Non ero a conoscenza del fatto che su questo pianeta vi fosse un'epidemia in corso... ma è anche vero che sono qui da pochi giorni.

 

    Pandora

*Sospira affranta scuotendo la testa*

Un grande grandissimo impiccio che mi sta togliendo tempo che potrei dedicare a cose più piacevoli e soprattutto redditizie...erano secoli che stavo studiando un virus capace di rafforzare gli organismi viventi, per renderli immuni dalla buona parte delle malattie da cui vengono costantemente afflitti, sovraccaricando spesso il sistema sanitario specie in alcuni periodi dell'anno.

Per non parlare di industrie e fabbriche, ma non solo, che da un momento all'altro si ritrovano a dover rimpiazzare lavoratori ammalati...

Ed eravamo a buon punto... purtroppo durante il viaggio mio e di Glaruk a Coruscant la teca che conteneva le cavie che stavamo studiando si è crepata causandone la fuga e una diffusione per via aerea incontrollata ed istantanea di un virus non ancora perfezionato e che si è rivelato quindi letale per quella parte della popolazione umana, uruk, nanica, hobbit che ha avuto la sfortuna di beccarlo...perciò come vedi usiamo le mascherine

Manca poco comunque ad avere i vaccini per ogni razza.

*Prende dalle mani di Glaruk la scatola con il necessario per il vaccino posandola di fronte al sith*

Ovviamente non sentirti obbligato a farlo, ognuno sceglie per la propria vita secondo me e ogni tanto una sfoltita ci vuole, il sovraffollamento è un pericolo per le risorse del pianeta.. mi hai detto che la tua tuta ti protegge anche dagli agenti patogeni quindi tua scelta se viverci dentro finché non passa la pandemia o vaccinarti e poterla magari togliere ogni tanto senza rischiare.

*Lo guarda sogghignando divertita*

Anche se secondo me questo outfit ti dona moltissimo

Comunque stiamo continuando a studiare questo virus e forse questa pandemia non è venuta invano, ci sta permettendo di monitorare in poco tempo risultati per cui sarebbero serviti anni e anni di test ed analisi.

 

  

Glaruk

* il giovane uruk ascolta attentamente le parole di Lord Vader ma non ne capisce molto di politica e solo l'espressione rilassata della signora Coralith e la confidente sicurezza con cui Pandora scherza con lo straniero gli permettono di rilasciare la postura rigida e contratta e assumere un atteggiamento leggermente più disinvolto*

Ecco, se posso permettermi Signore, vi consiglio di approfittare della incommensurabile bravura di Pandora nel campo medico.

* Poi, la cronica timidezza e quel paralizzante timore di essere troppo sotto l'occhio dei potenti che è stato inculcato in ogni uruk dai metodi crudeli di Melkor e Sauron lo colpiscono e il giovane uruk ammutolisce di colpo ritraendosi e rattrappendosi quasi sotto lo sguardo compassionevole delle due signore e quello disincantato e inquisitorio del Lord.*

 

   Coralith

*Si rende conto che il Signore dei Sith l'ha lievemente sondata per percepire eventuali pecche nelle sue asserzioni, ma non se ne preoccupa avendo detto solo ed esclusivamente la verità. E' ovvio che un personaggio come lui, nella sua posizione, debba essere assolutamente certo delle intenzioni delle persone con cui entra in contatto.

Le viene da ridere nel pensare a quello che è diventata quella che doveva essere solo una piacevole vacanza su Arda, ma ne è contenta...finalmente può lavorare con scienziati esperti che si sono rivelati anche persone piacevoli, senza dover viaggiare da un'Università all'altra sotto scorta per evitare che le navette con cui si trasferisce da un luogo all'altro possano essere bersaglio di attentati...e poi c'è Glaruk, un ragazzo delizioso, rispettoso e servizievole che la fa spesso ridere con la sua timidezza e la sua paura di sbagliare, cosa che dovrebbe farsi passare al più presto perché la sua bravura come assistente di Pandora è indiscutibile.

E' ancora incerta e incuriosita dalla presenza di Lord Vader a Minas Morgul. Può essere dovuta solo a quanto Pandora ha visto nel Palantir?Cosa ha in mente la sua amica? Prima o poi lo saprà.*

 

    Vader

*Vader rimase brevemente in silenzio, contemplando attentamente le sue prossime opzioni.

In circostanze diverse, non avrebbe mai permesso ai membri di un pianeta così primitivo di vaccinarlo. Inoltre, la sua maschera e armatura erano sempre state più che capaci di filtrare qualsiasi sostanza nociva presente nell'atmosfera, per non parlare della sua resistenza innaturale a virus e batteri dovuta ai midichlorian nel suo sangue.

Tuttavia, se perfino una Maia si era sentita in dovere di prendere tutte queste precauzioni per una malattia che lei stessa aveva partorito... allora c'era la concreta possibilità che il virus sarebbe stato in grado di aggirare il suo sistema immunitario, un'eventualità che non poteva rischiare.*

Molto bene *rispose, mentre scopriva il braccio destro* Ma spero vivamente per voi che niente di ciò che inietterete nel mio corpo avrà effetti negativi sulla mia fisiologia.

  

Pandora

Non esistono vaccini sicuri al 100%

*Spiega pazientemente mentre procede rapidamente a preparare la dose*

Ci possono essere raramente lievi effetti collaterali ma nulla di preoccupante...qualche linea di febbre o un po' di stanchezza, due giorni e passa tutto

Come ogni vaccino ..

*Procede poi ad iniettare velocemente e con precisione il vaccino al Sith*

Ecco fatto, a posto ...

*Richiude la scatola accuratamente passando tutto a Glaruk*

Allora è stato davvero un piacere Comandante, ci rivedremo presto spero così avremo modo di parlare di affari...nel frattempo grazie ancora di aver risposto alla mia chiamata e di essere venuto

*Saluta il Sith che si appresta col suo passo lento e marziale ad avviarsi verso l'uscita, poi si gira entusiasta verso i due collaboratori*

Priscilla ha risputato il decaedro .. possiamo iniziare la scoperta del metabolismo del Sarlacc finalmente!

*Esclama alzandosi e pronunciando la frase di scioglimento dell'incantesimo bloccante, prima di aprire la porta e rientrare*

Nei pressi di Lorien, verso Khazad Dum

 

Hellabor

*La mattina della loro partenza sorge chiara e radiosa, illuminando alberi e fiori di una luce rosea e perlata

Hellabor controlla che lo sprinter sia a posto mentre carica tutto ciò che può servire, inclusa un'abbondante scorta di Lembas di quello cucinato da Twilden e Thamièl*

Allora vediamo...acqua ne abbiamo sì ...coperte, tenda, blaster...una torcia.

Potrebbe servirci una torcia sotto Moria, si si

*Parla tra sé e sé girando attorno al mezzo

Quando le sembra sia tutto apposto corre verso il talan su cui le due elfe stanno ancora riposando o forse chiacchierando per chiamare la sua amica*

Tham!! Thaaam!! È tutto pronto per partire

 

   

Thamièl Aldaymir

*Abbraccia Twilden e la ringrazia per la sua pazienza e per l'accoglienza calorosa. Ora che si tratta di andarsene, almeno momentaneamente, da Lothlorien, si rende conto che ne sente già nostalgia ancor prima di essersi lasciata alle spalle quella splendida terra densa di significato per la sua stirpe. Non credeva che il rivederla questa volta le avrebbe fatto così effetto, pur se continua a non sentirsene ancora la regina, e non sa se riuscirà mai ad entrare nella parte...

Ma ora come ora, la regina sparisce per lasciare nuovamente spazio all'avventuriera. La strada la chiama, ed è di nuovo con Hellabor...*

- Certo che ci serve la torcia - *risponde all'amica*- e tutto quello che è necessario per affrontare l'oscurità. Se incontreremo dei Nani ci andrà molto bene, ma Moria è talmente grande che non possiamo saperlo e soprattutto non sappiamo quali aree abbiamo risanato ed occupato... -

*Osserva Hellabor tutta felice che finisce di caricare lo Sprinter* - Non esagerare...Non potremo entrare a Khazad-dum con lo speeder, dovremo portarci tutto a spalle...e non potremo neanche sorvolarla, è troppo pericoloso - *Già...pensa...che ne facciamo del veicolo? Forse, una volta uscite dalle caverne, col localizzatore ed il pilota automatico potremmo recuperarlo...*

 

    Hellabor

*Si slancia verso la zia con un salto abbracciandola forte e ricoprendole le guance di baci*

Grazie di tutto prozia .. grazie, sei sempre un punto di riferimento per me e lo sarai per sempre...e vedrai come tornerà bellissima Lorien, te lo prometto

*Dice prendendole le mani e guardandola seria e compunta.

Poi con un ultimo sguardo al bosco, si gira verso Thamièl*

Ecco ..io veramente pensavo di attraversare Moria IN sprinter.

È quasi tutto vuoto ormai dentro, pieno di crepacci e ponti crollati da secoli...anche se c'è qualche nano ancora dentro dubito che l'abbiano riportata al vecchio splendore.

Però forse è un piano un po' avventato

*Ammette pensierosa, la mano sul mento*

Oppure , poiché comunque usciremo dalla parte opposta a quella dove lo lasceremo, potremo inserire il pilota automatico e mandarlo direttamente ad aspettarci all'uscita, in effetti...

*Mentre parla è già in sella, attende solo che salga la sua amica e poi accende, sfrecciando veloce attraverso il bosco mentre la luminosa Lorien scompare pian piano dalle loro spalle*

 

   

 

Thamièl Aldaymir

*Un ultimo saluto a Twilden agitando la mano, mentre l'alta figura dell'elfa rimpicciolisce sempre di più fino a scomparire per la lontananza e la nuvola di polvere sollevata dallo Sprinter. Thamièl sospira, quelle poche ore a Lorien hanno decisamente rinfrancato il suo spirito, ha imparato a cucinare i Lembas ed ha giurato a se stessa che, viva o morta, i mallorn torneranno a crescere a Lothlorien come una volta...e diventeranno nuovamente dei palazzi aerei meravigliosi.

Si riscuote dalle sue fantasticherie...Hanno deviato ad ovest, dirigendosi verso le montagne che appaiono ora sempre più vicine. Lancia un'occhiata di sbieco al Caradhras, ancora lontano ma già minaccioso alla vista. Gelo, ghiaccio, roccia e morte...solo a questo riesce a pensare guardando quel lontano scintillio bianco che svetta verso il cielo. E sotto, nelle profondità della montagna, l'oscurità che dovranno attraversare...Non più terrificante come un tempo, ma comunque piena di insidie.

- Ci siamo quasi... - *dice ad Hellabor* - Ancora un'oretta di viaggio e saremo all'ingresso est di Khazad-dum...Scaricheremo lo Sprinter, lo programmeremo per farci venire a prendere e lo nasconderemo per bene sotto sassi e frasche...E poi via! - *da un'affettuosa gomitata alla mezz'hobbit e le sghignazza all'orecchio* - Tanto sono sicura che a te piace il buio!... -

 

   Hellabor

Ahahahaha noooo! Mi terrorizza anzi quindi credo che ti starò incollata, sappilo!

*Sghignazza mentre guida accelerando ancora di più e guizzando allegramente incosciente tra rami penduli, tronchi atterrati e rocce aguzze

Dopo aver colmato la distanza, fermano il mezzo programmando il pilota automatico per la ripartenza*

Allora, direi, a occhio e croce, ci vorranno un paio di giorni... uhm no anche tre per attraversarlo.

Salvo imprevisti..

*Le rivolge un'occhiata come a farle capire che dubita che nel loro caso il viaggio sarà scevro di sorprese...sembra che a volte siano i guai a cercare loro e non il contrario

Impostano il timer a tre giorni, regolando approssimativamente la posizione, poi insieme nascondono il mezzo sotto un cumulo di rami, sterpaglie e fogliame, in mezzo al sottobosco*

Va bene direi ..ci siamo

*Lancia uno sguardo timoroso ma deciso all'entrata, o perlomeno il punto in cui dovrebbe essere situata, che spicca in lontananza cupa e tetra per l' effetto delle ombre della montagna circostante come un pugno in un'occhio nel paesaggio circostante che seppur brullo e roccioso, sembra al confronto traboccare di luce e vita

Deglutisce nervosa*

Andiamo quindi? Vai avanti tu io ti seguo eh

*Si raddrizza lo zaino colmo all'inverosimile sulle spalle, fino a qualche tempo fa non sarebbe stata in grado di sollevare un tale peso.

Si incamminano poi verso la salita che porta all'ingresso orientale di quella che Ere fa fu la gloriosa Khazad-Dum*

 

    

Thamièl Aldaymir

*In piedi davanti alla porta rocciosa contornata da antiche iscrizioni in lingua nanica, che si apre su tenebre così fitte da sembrare quasi tangibili, restano entrambe ferme con un assai poco rassicurante pensiero che frulla indesiderato nelle loro teste: "Avremo fatto bene a voler passare di qui?Ma ormai è fatta, devono entrare...*

- Hai tutto? - *chiede all'amica* - blaster, torce...questo è quello che ci serve al momento. La torcia in una mano e un'arma nell'altra. E che i Valar ce la mandino buona... -

*Si assestano gli zaini sulle spalle e si incamminano nell'oscurità...prima di partire ha consultato delle mappe che le ha dato Twilden, e confrontandole col sentiero che stanno ora percorrendo le sembra che fossero attendibili. Poi si vede che qualcuno ha pulito un po' la strada. A questo punto le piacerebbe trovare i Nani, ma chissà dove sono...le torce illuminano a sufficienza il cammino, e le pareti di roccia sembrano anche avere una certa luminescenza, non sa se dovuta a muffe o da vene di mithril celate nelle profondità della pietra...*

- Tutto bene? - *volta leggermente la testa per guardare Hellabor, che cammina dietro di lei. La mezz'hobbit è stranamente taciturna (il che non è affatto un male), ed ha l'espressione tesa ed attenta mentre procede con attenzione sul sentiero un po' sdrucciolevole per l'umidità. Thamièl torna a guardare davanti a sé e sorride...è proprio fiera di lei, Hellabor finora si è sempre dimostrata all'altezza in ogni situazione.*

 

   Hellabor

Tutto...bene, si. Suppongo

*Sussurra seguendo Thamièl mentre continua a lanciare occhiate indagatrici al paesaggio attorno a loro, per scoprire se abita davvero qualcuno lì.

La galleria nella quale si trovano ora sembra ospitare in effetti tracce di qualche "passaggio".

Cumuli di rocce impilate lungo i muri, vecchie assi marcite accatastate in ordine, alcune nicchie nelle pareti con dentro lampade vuote, come a servire di scorta...la galleria sbuca poi su un largo bordone affacciato su vuoto vertiginoso, istintivamente fa un passo indietro addossandosi alla parete*

Tham... attenta

*Sussurra allungando la mano per afferrarle il braccio, in un istintivo gesto di protezione

Si guarda ai due lati: il costone roccioso su cui sono arrivate sembra proseguire in entrambe le direzioni, non arriva alcuna luce all'estremità di entrambi per poter valutare quale dei due percorsi sia il più sicuro da seguire, dovranno affidarsi al caso...o al loro naso

Sporge il viso chiudendo gli occhi ed annusando prima a sinistra e poi a destra, cercando di cogliere sensazioni o accenni al di là dell'odore di polvere, roccia e umidità*

Il mio naso mi dice a sinistra...arriva un filo d'aria da quella parte e mi pare di sentire un rumore lontanissimo, come quello di un picchio su un faggio

 

    

Thamièl Aldaymir

- Penso anch'io che a sinistra sia meglio - *annuisce dopo essersi fermata un attimo a considerare le alternative* - questo picchiettare è meglio della puzza di marciume che arriva da destra... - *Decide di prenderla in giro, ed abbassa la torcia in modo che dal basso la luce proietti ombre sinistre sul suo volto* - In effetti, molte aree interne di Moria non credo siano state ancora bonificate, e l'idea di finire a sbattere contro un mucchio di cadaveri lasciati a marcire da chissà quale creatura emersa da questi abissi di roccia non mi sorride affatto -

*L'espressione tra il terrorizzato e il disgustato di Hellabor le strappa una risatina che fa capire alla sua amica che si trattava di uno scherzo e le fa guadagnare un calcio negli stinchi. Ma il tanfo di marciume c'è davvero, anche se lontano, per cui meglio non indagare. Inoltre, stanno procedendo lisce come l'olio verso nord-ovest, la direzione giusta, e spera che nessun ostacolo si frapponga tra di loro e l'uscita da Moria...di Nani finora neanche l'ombra, e si chiede se i rappresentanti del popolo di Durin che sono tornati a vivere lì si siano accorti della loro presenza... Immagina di sì, e pensa che abbiano deciso che un'elfa ed una mezz'hobbit non costituiscano un pericolo per loro, quindi le lasciano attraversare le gallerie ignorandole bellamente. E spera che sia così...Infatti sembra proprio che il passaggio sia stato in qualche modo "facilitato" e ripulito dalle macerie per aiutare eventuali viaggiatori nell'attraversamento di Khazad-dum*

- Secondo la mappa che mi ha mostrato la tua prozia più avanti dovrebbe esserci un laghetto...io direi di arrivarci e poi di fare una piccola sosta riposante con spuntino. Sei d'accordo, socia? -

 

    

Hellabor

Sempre d'accordo per soste e spuntini, lo sai

*Ridacchia mentre ora che si sente più sicura saltella allegramente lungo il bordone, fermandosi ogni tanto per guardare al di sotto: le pareti scendono cupe e frastagliate, irte a tratti con spuntoni affilati. Qui e là trapelano lampi di luce argentea, fugaci e lievi.

Il picchiettio si fa leggermente più intenso man mano che si avvicinano, cessando poi di colpo*

Ci hanno avvertito

*Sussurra all'orecchio di Thamiel, fermandosi guardinga a scrutare nel buio.

Poco più avanti una pendenza laterale della roccia indica una probabile discesa, una scala o forse un vialetto.

Alle sue orecchie dritte in attento ascolto giunge un lievissimo e lontano rumore di gocciolio...deve essere il laghetto

Poco più avanti compare di fronte a loro una grossa roccia che ostruisce quasi completamente il passaggio. Segni chiari di picconate ne intaccano la superficie, a terra sassetti e ciottoli*

Ecco cos'era il picchiettio che sentivamo...e scommetto che chiunque sia adesso non è molto lontano e magari nascosto adesso ci sta anche osservando

*Sussurra guardandosi attorno con circospezione aspettandosi quasi di riuscire a scorgere tra le pietre la punta di qualche strano cappello nanesco*

Tham avevi ragione.... c'è un laghetto proprio lì sotto e ora vedo chiaramente la scala che vi porta ..

*Dice incamminandosi ed iniziando cautamente la discesa. I gradini sono piccoli, umidi e disallineati nei punti dove scosse di terremoto del passato o battaglie di chissà quali malefiche creature hanno divelto i sostegni di base e le fondamenta*

Se riesco a scendere senza rompermi l'osso del collo mi do una medaglia da sola guarda

 

 

Thamièl Aldaymir

*Lancia un'occhiata sghemba ai piccoli ciottoli staccati dalla pietra, in effetti uno dei Nani forse stava lavorando e sentendoci arrivare ha tagliato la corda non volendo incontrare nessuno...Molto probabile, pensa, conoscendo quanto i nani possano essere solitari e scorbutici.

Meglio così...lei ed Hellabor potranno fare merenda in santa pace in riva al laghetto. Lei adora i laghetti sotterranei, sono così gelidi e limpidi, con quegli strani pescetti senza occhi che nuotano qua e là...

Riescono senza troppe difficoltà a scendere il viottolo umido e ripido, non senza prima aver controllato che ci fosse una via di risalita più comoda dall'altro lato. C'è...molto bene, pensa, non correremo il rischio di restare bloccate...*

- Ohh, finalmente! - *Con un ultimo saltello atterrano proprio sulla riva del lago...piantano le torce per terra ed iniziano a tirare fuori un po' di lembas, della frutta secca e dell'idromele disponendo tutto su una grossa pietra piatta. Ora che sono sedute comode possono rilassarsi un attimo ed ammirare quella immensa fantastica grotta ricca di stalattiti e stalagmiti che, illuminate dalle torce, assumono bellissime sfumature rosa e perla. Con un sospiro di soddisfazione Thamièl allunga la mano verso la ciotola di frutta secca.....

-Hellabor!...Ma ti sei già scofanata tutta la frutta? - *Protesta armeggiando con la mano nella ciotola vuota...*

 

   Hellabor

Io?? No giuro, hobbit vabbè ma mica faccio incantesimi per far sparire il cibo eh

*Osserva perplessa contemplando incredula la ciotola vuota.

Ciotola che Thamièl aveva posato quando? Pochi secondi prima?

E che ora era completamente vuota... neanche una briciola di frutta secca dentro, il nulla

Allora, dovete sapere che gli hobbit sono famosi per saper ridere e divertirsi, ma fate molta attenzione a non scherzare col cibo ..il loro lato più oscuro e viscerale se stuzzicato può provocare conseguenze devastanti, anche se solitamente di brevissima durata perché per' non togliere troppo tempo alle cose piacevoli della vita non farebbero mai durare un'arrabbiatura più di qualche minuto.

Hellabor si alza in piedi, furente

Le orecchie vibrano e i capelli sulla nuca si rizzano leggermente, in assetto da guerra mezz’hobbit (busto leggermente piegato in avanti, braccia alzate pronte ad afferrare la qualsiasi) si guarda attorno cercando il ..o i .. colpevoli

Pietra e ancora pietra e stalattiti e stalagmiti e poi ancora pietra ..non c'è nient'altro attorno e nulla dove una qualsiasi creatura possa celarsi, nessun riparo*

Non c'è niente e nessuno qui Tham...siamo sol...

*Non fa in tempo a finire la frase che l'occhio le cade sulla pietra dove fino a pochi secondi prima troneggiava una pila di lembas...ne mancano due se non tre*

Eh no però eh ..ma allora sei tu Tham, dimmelo che mi stai prendendo in giro su! Li hai nascosti insieme alla frutta daiii ammettilo

*Ride battendo la mano sulla spalla dell'amica per incoraggiarla a rivelare la celia*

È stato molto divertente ma adesso tira tutto fuori e mangiamo dai che sto morendo di fame!

 

   

Thamièl Aldaymir

*Balza in piedi e si guarda intorno, improvvisamente sul chi va là...Lei non è stata, Hellabor dice che non è stata, ma una ciotola di noci e nocciole e un po' di preziosi Lembas sono scomparsi nel nulla in un nanosecondo, come se nessuno li avesse mai tirati fuori dagli zaini....*

- Zitta, Hellabor... fai silenzio! - *Le sussurra con voce piuttosto dura* - Io non sono stata, tu non sei stata quindi...CHI è stato? - *E' furiosa...andava tutto così bene, stavano facilmente seguendo il percorso della mappa della prozia di Hellabor che fino ad allora si era rivelata perfettamente attendibile per l'attraversamento di Moria ed ora.....Quello che un po' la tranquillizza è il fatto che il misterioso ladro di vettovaglie ha dedicato la sua attenzione solo al loro cibo, senza degnarle di uno sguardo, ma lei deve assolutamente scoprire chi o cos'è.*

- Vieni... - *Riempie velocemente la ciotola di altra frutta secca e le fa cenno di andare con lei a nascondersi dietro ad una grande roccia. Armi alla mano, trattenendo il fiato, aspettano...aspettano finché un piccolo arto piumato esce da dietro la roccia piatta dove hanno posato il cibo, seguito da due grandi occhi neri e rotondi e da una bocca vorace che si getta sulla ciotola polverizzandone immediatamente tutto il contenuto.*

- E' impossibile!... - grida Thamièl incredula uscendo dal nascondiglio, ottenendo come effetto delle sue parole un urlo da 130 decibel che l'esserino le spara direttamente in faccia rimanendo poi lì tremebondo, paralizzato dal terrore e con la bocca piena di noccioline*-

- Un Porg?...UN PORG???...Che diamine ci fa un Porg a Khazad-dum?... -

    

Hellabor

Un...cheeee??

*Sobbalza stupefatta mentre quel coso che sembrava una patata con occhioni e bocca trema ancora più forte guardandole con.. con quegli occhioni dolci, grandi e tondi come occhi di un pupazzo*

Uuuhh..ma nooo piccolino, non avere paura

*Dice a voce bassa mettendosi carponi ed avanzando lentamente verso la patata-palladipelo e fermandosi a poca distanza. Fa per allungare la mano per toccarla, poi ci ripensa vedendo quegli occhioni diventare ancora più tondi e grandi, scavandosi subito un pezzettino nel suo cuore e piantandovisi dentro.

Prende invece un lembas e lo tende con un sorriso alla patata piumosa*

Tieni piccolo...porg-tata o come diamine ti chiami...mangia

*L'animaletto in un lampo afferra il lembas facendolo scomparire nella bocca ancora spalancata e inghiottendolo insieme alle noccioline in un baleno.

Hellabor resta ad ammirarlo a bocca aperta, massimo rispetto per la sua voracità anche se sotto sotto spera che ora sia sazio, poi pian piano tende la mano e gliela posa sul dorso, accarezzandolo*

Oddio ...oddio che morbido che sei...uuh piccolo patatone

E che ci fai tutto solo qui, eh? Chissà che paura in queste grotte buie e pericolose...ma ora hai trovato noi, sei al sicuro

*Mormora commossa mentre si scioglie di tenerezza nel vedere come la creaturina solleva un po' il dorso accettando le carezze ed anzi quasi chiedendole*

Tham...tham è.. è... bellissimo.. possiamo tenerlo? Ti prego

*Dice guardando l'amica con occhioni supplicanti, mentre il patata-porg zampettando le si avvicina strusciandole la testolina sul viso*

 

  

Thamièl Aldaymir

*Dopo un comprensibile sospiro di sollievo alla vista del Porg, si siede su un sasso guardando Hellabor che dà già inequivocabili segni di essersi perdutamente innamorata dell'esserino, coccolandolo e ciangottando facendogli vezzose vocine idiote.

Osserva pensierosa quel botolo piumoso che è così inaspettatamente piombato nelle loro vite già di per loro alquanto complicate...E adesso? Non vuole ancora pensare cosa fare del Porg, prima devono uscire sane e salve da Kharad-dum.*

- Un Porg... - *cerca di spiegare ad Hellabor* - Un Porg è un animaletto che proviene mi sembra dal pianeta Ahch-To, un posto lontanissimo e praticamente sconosciuto. Pare che qualche contrabbandiere di passaggio li abbia scoperti e ne abbia portato qualcuno con sé, per poi rivenderli come animali da compagnia ai ricconi della galassia...Loro amano stare in compagnia dei loro simili, pensa questo, poverino, da quanto tempo è solo...Credo sia caduto da qualche Speeder di turisti che visitavano la zona di Moria e che si sia perso... -

*Da brava cacciatrice di taglie, sa che qualsiasi fonte di profitto deve essere ben tenuta e conservata con cura. Quel Porg dovrebbe essere restituito ai legittimi proprietari, dietro ricompensa, ed allo spazioporto di Mordor ci sarà certamente una segnalazione di smarrimento della creaturina. Ma guardando gli occhi a cuoricino di Hellabor, ha il fondato timore che il bestio alla fine si rivelerà un problema...*

- E' carino, vero?...Ha un solo difetto. Quando si agita o si spaventa, urla come 12 bantha messi assieme... -

 

   

Hellabor

Cos'è un Mantha? Bantha? Fhanta o come lo hai chiamato...

Tieni Pataporg

*Dice allungandogli un altro pezzetto di lembas che il cucciolo afferra e mangia un po' meno voracemente di prima, si vede che finalmente ha saziato la fame che aveva da chissà quanto*

Mangiamo anche noi adesso, prima che gli passi l'appetito dai

*Ride iniziando a servirsi anche lei dei lembas, poi mentre mangia riflette a voce *

Dunque.. dici che ama stare tra i suoi simili ma se viene da un pianeta lontano e sconosciuto..lo vedo un problema riportarlo lassù.

Dovremmo ritrovare i proprietari in effetti se dici che si è perso

*Sospira già rammaricata al pensiero di lasciare il Pataporg ma consapevole che se ha una famiglia va riunito ad essa*

Per ora non possiamo far altro che portarlo con noi comunque, non se ne parla di lasciarlo qui.

Poi fuori..ecco ..vedremo che bisognerà fare

*Dopo aver mangiato e bevuto un po'd'acqua ed idromele, caricano nuovamente lo zaino con ciò che è rimasto e si rimettono in cammino, costeggiando il laghetto fino a giungere ad una delle sue estremità dove la roccia è stata chiaramente livellata per fungere da passarella fino ad un basso arco dal quale parte una discesa.

Una discesa? Sarebbe stato logico una salita da laggiù, ma perché altrimenti si sarebbero preoccupati di livellare la roccia per garantirsi il passaggio se non perché l'arco conduce a qualcosa?

Il porg sonnecchia beatamente posato sul suo zaino ed accoccolato con le braccia (o ali chissà che sono) penzolanti sulla nuca di Hellabor*

Tra un po' se si sveglia e non cammina veloce facciamo a cambio eh...sto cosetto pesa porca miseria

*Si lamenta iniziando ad incamminarsi dentro l'arco*

E bisognerà trovargli un nome, a meno che non ti piaccia Pataporg!

Uuhhh..ma che è sta puzza ora

*Si tappa il naso volgendo il viso verso Thamièl*

 

   

Thamièl Aldaymir

*Improvvisamente si ferma* - No...non mi piace... - *sussurra Thamièl davanti alla discesa, come se parlasse sia a se stessa che alla sua compagna di viaggio* - Sembra invogliare troppo a scendere e "non tutto quel ch'è oro brilla"...Temo sia una trappola, torniamo indietro! Questa puzza... - *si tappa il naso* - ...se non è il tuo Pataporg il colpevole, deve provenire per forza da lì sotto, quindi maggior ragione per non andarci -

*Torna in riva al laghetto, guardando con attenzione il punto da cui erano scese. Non è facile, ma con un po' di buona volontà e qualche corda ce la possono fare. Il Porg si è svegliato, e si stringe ad Hellabor come se già avesse capito di chi avere fiducia...*

- Allora...dobbiamo per forza tornare al sentiero da qui...Prima salirò io, poi ti manderò giù la corda e salirai tu. Sarà meglio che per sicurezza tu leghi il Porg e te lo tiri dietro... - *Dopo aver enunciato il piano all'amica inizia a slegare dalla corda che teneva arrotolata alla cintura...E' corda elfica, sottile ma resistentissima. Fa velocemente un cappio e lo lancia sopra di sé, ad agganciare uno sperone di roccia...pochi minuti, ed è tornata sul sentiero che hanno percorso fino a prima della deviazione per il laghetto*

- Ci sono! - *assicura per bene la corda e poi ne lancia l'estremità ad Hellabor* - Forza, legati bene addosso il tuo amichetto poi arrampicati...non è difficile... -

*Non è difficile....appena il tempo di pronunciare quelle parole che lo

sguardo le cade sull'arco con la discesa dove si trovavano tutti poco prima... Qualcosa si muove nel buio, qualcosa di sinuoso e serpentino, di melmoso e viscido. Un enorme tentacolo appare sotto l'arco, annaspa e si contorce come alla ricerca di qualcosa...*

- Hellabor!...sbrigati!... - *grida. Dopo il suo grido il Porg si spaventa e comincia ad urlare pure lui...si maledice per aver lasciato il blaster alla mezz'hobbit, ma ormai è tardi. Carica velocemente la balestra...*

- Corri!!!...Fai in fretta!!!...Più in fretta che puoi!... -

   

Hellabor

*Resta un secondo come pietrificata dal terrore, mentre osserva neri tentacoli sgusciare fuori da sotto l'arco, inerpicandosi sul terreno in un ammasso unto e fangoso.

Qualcosa brilla cupamente nel buio dell'entrata, occhi ..?

È abbastanza per scuoterla, indietreggia senza distogliere lo sguardo dal mostro mentre con la mano destra cerca il blaster sotto il mantello

Lo impugna e continuando ad indietreggiare verso il punto dove Thamièl le ha gettato la corda, prende la mira ed inizia a sparare nel buio, dove dovrebbero esserci gli occhi spera...e qualcosa ha sicuramente colpito, la creatura lancia un urlo agghiacciante e i tentacoli iniziano a saettare come impazziti tutto attorno, passandole di striscio sulle gambe.

Dall'oscurità emerge come una fauce circolare spalancata su un vuoto fatto di zanne e bava nerastra

In quel momento Pataporg si spaventa e lancia un grido che definire assordante è poco , mentre la creaturina si abbarbica convulsamente al suo collo

Tutta la montagna sembra tremare al riverbero dell'eco, il mostro tentacolare stesso sembra fermarsi e rattrappirsi, Hellabor resiste alla fortissima tentazione di tapparsi le orecchie con una smorfia di dolore

Ecco , è il momento.

Si gira e in un paio di balzi è attaccata alla corda, spingendosi con i piedi che cercano appigli dove posarsi sulle rocce

Dei sibili sul suo capo le fanno capire che Thamièl sta usando la sua balestra per colpire il mostro

Arrivata circa a metà della salita sente qualcosa di viscido e bagnato sfiorarle la caviglia: rabbrividisce mentre abbassa lo sguardo e vede una delle appendici della creatura cercare di risalire la roccia per afferrarla..con un urlo di terrore, seguito subito dal controcanto del Porg, impugna il blaster mentre con l'altra mano cerca disperatamente di restare attaccata e di non perdere il puntello del piede.

Facendo perno su se stessa rivolge la mira verso il tentacolo, sparando e ferendolo: l'appendice sembra scuotersi e si ritrae, mentre un rivolo putrido inizia a scorrere dalla ferita*

Tham tiraci su, presto!

*Urla continuando a sparare colpi di Blaster verso l'enorme fauce spalancata*

 

   

Thamièl Aldaymir

*Non c'è tempo per pensare...Hellabor sta facendo del suo meglio con il blaster ma è, giustamente, terrorizzata e mette a segno un colpo su cinque...e di questo passo l'arma tra breve sarà scarica. Ormai urlano tutti...lei, Hellabor, il Porg...* - Tieni quella cosa a distanza con la torcia, cerca di salire ancora un po' e poi passami la bestia!!...Ci sei quasi!... -

*Sente qualcosa volarle sulla testa...Hellalor ce l'ha fatta, un Porg urlante è atterrato proprio vicino a lei, e corre strillando a rifugiarsi dietro una roccia. Thamièl armeggia con la sua sacca finché trova due quadrelli incendiari. Ne carica uno sulla balestra e gli da fuoco con l'acciarino*

- Ora spara!...Fagli aprire la bocca!... - Dal rumore si sente che il blaster sta esalando l'ultimo respiro, ma ormai Hellabor è quasi in cima, e con l'aiuto dei Valar il colpo va a buon fine. Il mostro agita i tentacoli spalancando le fauci ed il dardo infuocato di Thamièl si conficca profondamente nella sua gola...Un sibilo, uno sciaquìo, un qualcosa a mezzo di uno stridìo ed un urlo, e quell'orrore tentacoluto pian piano inizia a ritirarsi gorgogliando per tornare nella sua tana lasciando sulle rocce della caverna strisce di bava verdastra e di sangue nero, con pezzi di tentacoli e ventose sparsi qua e là...

Thamièl si affloscia contro la roccia, tirando la corda per recuperare Hellabor più in fretta possibile, ma sembra che ormai sia finita...la bestia non dà più segni di vita ed ora sono finalmente tutti in salvo. Il Porg esce dal suo nascondiglio precipitandosi addosso ad Hellabor, e lei, guardando nel nulla, riesce a malapena ad articolare qualche parola.

- Mai...Mai cercare di prendere la strada che sembra più comoda o più facile... -

 

    

Hellabor

Mai.. capito, mai tranquilla

*Farfuglia mentre stesa a terra cerca di riprendere fiato e far rallentare un attimo il cuore che sembra battere come un tamburo impazzito.

Pataporg le è subito addosso strusciandosi e facendo strani versetti*

Paura eh pata? Anche io... tranquillo.. o tranquilla boh... è tutto a posto adesso

Tham come stai?

Quello era un Osservatore, vero? Come quello che cercò di catturare Frodo dalle Nove Dita!! Oh wow se lo sapessero a casa che l'ho visto davvero, non mi crederebbero!!

*Si rialza con l'animaletto abbarbicato al petto stile marsupiale, lo accarezza e lo abbraccia teneramente.

Il contatto col morbido cucciolo sembra avere effetto rilassante*

Wow... Tham!! Prova, accarezzalo! Trasmette calma e serenità, giuro prova!

*Guardandosi poi attorno studia la situazione*

Allora se da sotto non si passa e tornare indietro non se ne parla bisogna oltrepassare questa roccia

*L'enorme macigno occupa praticamente tutto il sentiero, si domanda come abbia fatto un masso di quella grandezza e portata a finire lassù, non si è staccato dal soffitto...sembra quasi esserci stato messo per ostruire appositamente il passaggio e non osa immaginare la creatura o artificio capace di muovere e sollevare l'enorme blocco roccioso; in alcuni punti il precedente lavoro di picconamento ha creato dei piccoli avvallamenti, si possono usare come appiglio per arrampicarsi*

Aspetta un attimo qui

*Dice staccandosi il porg dal petto e posandolo tra le braccia dell'amica. Lo fissa un attimo poi sorride all'elfa*

Certo che potremmo provare ad allenarlo a lanciare quegli urli, eh? Immagina Tham!

*Mima con le mani un combattimento*

PATAPORG! LANCIA URLO ULTRASONICO!

E lui urla e stordisce l'avversario wow!!

*Ridacchiando prende una piccola rincorsa e si slancia sopra la roccia, aggrappandosi agli appigli con mani e piedi agilmente arriva in cima e si ferma ad osservare*

Allora ..la strada prosegue dritta per sembra un centinaio di piedi, poi non riesco a vedere perché curva a sinistra.

La via è sgombra, non ci sono tracce di passaggio.

Almeno sembra

*Si affaccia sporgendo la testa in giù*

Se mi passi zaino e porg intanto li poso di là, poi passiamo noi

 

 

Thamièl Aldaymir

*Mentre riprende il fiato ascolta senza prestare molta attenzione iò cicaleccio di Hellabor che si coccola il Porg. Poi apre gli occhi e guarda il masso che ingombra la strada* - Osservatore? Si, può essere. Credevo che Moria fosse stata ripulita dalle creature pericolose ma a quanto pare non è così. Dobbiamo continuare a fare molta attenzione... -

*Intanto pensa anche da quante ore sono entrate nelle caverne di Khazad-dum, compresa la sosta al laghetto prima che le loro voci risvegliassero quel mostro... Molte...a fiuto le sembra di essere a tre quarti del percorso, ma ovviamente non ne è certa. A malincuore si alza da terra, ma ha ragione la mezz'hobbit, bisogna proseguire.*

- Toh, prendi... - *le passa zaini e Porg, poi si arrampica anche lei sul macigno passando dall'altra parte. Una volta che saranno al sicuro dovrà fare un discorsetto ad Hellabor riguardo al Porg, E'adorabile, certo, ma non si deve affezionare troppo a quella bestiolina, i Porg di contrabbando sono rari, vengono pagati a peso d'oro dai possidenti della galassia che amano gli animali esotici, quasi certamente dovranno restituirlo ai proprietari ed Hellabor innegabilmente ne soffrirà....Il codice dei Cacciatori di Taglie però parla chiaro...Se tu hai in mano merce di scambio preziosa, la devi restituire e ti spetta una ricompensa.

Bofonchiando fra se e se, si rimette in testa al gruppetto con spada sguainata e balestra carica in pugno. ll sentiero è leggermente in salita, impervio e sassoso...camminano a lungo, ancora provate dalla recente brutta esperienza finché, mooolto in lontananza, le sembra di intravedere una fievole luce. Si ferma e sussurra ad Hellabor*- Vedi anche tu?...Non so, ma potrebbe essere l'uscita da Moria...Continuiamo a camminare con calma, niente corse...massima cautela e armi in pugno...e tieniti Pataporg vicino... -

 

   Hellabor

Vedo sì..ma dubito sia l'uscita, ricordi il viaggio della Compagnia che ci mise tre giorni per attraversare Moria? Noi siamo circa a metà o poco più..

*Mentre camminano la luce diventa più nitida, delineando ben presto col riverbero sui muri alcune ombre gigantesche...troll? Goblin? Creature misteriose da chissà quale Galassia?

Rallentano iniziando a strisciare lungo il muro, silenziose: incredibilmente anche Pataporg è muto, come intuendo un probabile predatore, si stringe tremante al collo di Hellabor quasi soffocandola*

Buono... tranquillo Pata su

*Bofonchia sottovoce allungando dietro una mano per accarezzare il cucciolo e fargli mollare un po' la presa

Ogni tanto emette qualche flebile squittio e lei si domanda ancora come faccia un esserino così minuscolo ad emettere urla così acute ed assordanti

Cerca di non pensare a quando arriverà il momento di separarsi da Pataporg..quando accadrà ci penserà, per ora un grosso ed amaro groppo in gola la attanaglia

Nel frattempo una curva quasi ad U, sulla parete di fronte a loro la luce riflessa sulla roccia da quello che sembra un fuoco, sulla parete si muovono enormi ed inquietanti ombre mostruose: lunghe braccia nodose, da alcune mani pendono quelle che sembrano armi mortali e pericolose con forme stregate ed innaturali, una strana appendice si prolunga dal viso delle creature fin quasi a toccare terra.. rabbrividendo Hellabor guarda Thamièl mimando le parole con le labbra*

Che diamine facciamo ora?

*Spera che la sua amica abbia capito*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Anche lei ha visto il riflesso del fuoco e le ombre grottesche di strani esseri proiettate sul muro di roccia, ma i suoi sensi stranamente non le mandano segnali di pericolo imminente. Si guarda intorno, facendo segno ad Hellabor di rimanere da parte assieme al Porg mentre lei si avvicina ad una larga fessura della parete rocciosa da cui filtra la luce delle fiamme...

Un profondo respiro di sollievo esce dalla sua gola. Nani!...Non sa come hanno fatto, ma sono incappate in una fucina dove alcuni nani stanno lavorando alacremente alle prese con martelli, pinze ed incudini.*

. Hellabor, sono Nani!... - *sussurra all'amica* - Ora dobbiamo presentarci, sperando che prendano bene la nostra irruzione nei loro territori... - *Si è tranquillizzata, ma è un po' preoccupata comunque. I nani sono possessivi e scorbutici, ma ricorda che Twilden ha detto loro che Lothlorien è in buoni rapporti con Khazad-dum, quindi spera che una volta saputo da dove arrivano le intruse, siano compresivi e collaborativi.*

- Dobbiamo farci vedere... - *dice* - Tu avevi il tuo amico nano, forse sai meglio di me come dobbiamo comportarci con loro...Che si fa? - *Le dispiace aver dovuto riportarle alla mente un brutto ricordo, ma in quel momento è necessario. Non possono permettersi di commettere passi falsi nel loro primo incontro con i padroni di casa....*

 

 Hellabor

Nani!! Aufff meno male, e io che pensavo chissà che mostri

*Si da delle pacche sulla fronte ridacchiando sollevata, poi torna seria e riflette sulle parole di Thamièl*

Allora, da quel che ricordo, ci tengono molto intanto alla presentazione: cioè dire il proprio nome sì ma se ci aggiungi figlia di che era figlio di e magari ancora figlio di sono molto contenti, ci tengono molto e in questo un po' li capisco perché anche tra hobbit si fa così, anche se da noi lo scopo il più delle volte è risalire a qualche parentela in comune

Poi sono anche molto ligi ai loro ruoli e competenze, congratularci con loro e col loro lavoro ad esempio, partendo ovviamente da quelli di rango superiore, per quello che abbiamo visto finora in Moria è un'ottima cosa.

Non guasterebbe neanche un dono per ringraziarli del passaggio attraverso le loro miniere, mettiamo insieme qualche gemma tra me e te di quelle che trovammo nella tana dei troll...io ne ho ancora qualcuna nello zaino se serve..e poi, vediamo, che altro?

Ah si...ehm ecco

*Struscia i piedi imbarazzata mentre non sa come affrontare la preoccupazione maggiore riguardo i nani*

Io non so come dirtelo ma...forse già lo immagini

Non hanno ALCUNA simpatia per gli elfi, anche Borin quando parlavamo faceva sempre riferimento a me solo come hobbit e si straniva quando tiravo fuori argomenti su elfi o roba elfica..quindi ecco, questo direi che è un problema che ci toccherà affrontare

Magari saranno un po' scorbutici ma non aggressivi come fossimo uruk, specie se come ha detto Twilden sono in buoni rapporti di vicinato con Lorien

Ecco, potremo dir loro subito che veniamo da lì direi, si si

Aaahhh e importantissimo davvero!! NON chiamarli nani, per nessun motivo al mondo!

Chiamali Khaza mi raccomando

E Borin era un khaza di qui, di Moria..oddio

*Lancia uno sguardo disperato all'indirizzo della fucina mentre realizza qualcosa di preoccupante*

Dovrò dir loro di Borin...oddio come farò?

Non ce la posso fare, questo no...

*Pensa divenuta d'un tratto triste e pensierosa, mordendosi le dita, mentre il porg inosservato dalle due intente a parlare è sgusciato intanto silenzioso verso il fuoco ed i nani in cerca di cibo da sgraffignare...*


   

 

Thamièl Aldaymir

- Allora, direi che per prima cosa potremmo anche dir loro una mezza verità...Io vengo da Lothlorien e stiamo andando alla Contea per recuperare un seme di mallorn da piantare al posto di quelli ormai morti nel Bosco d'Oro. La capa della spedizione sei tu ed io ti accompagno solo perché sono un'esperta botanica e devo verificare lo stato dei semi per vedere se sono in grado di attecchire... Il resto, ho capito... -

* Comincia a frugare nella sacca e trova ancora qualche bella gemma, che consegna ad Hellabor* - Ai convenevoli pensaci tu, io non ho grande esperienza nei rapporti con i nani... -

*Si volta verso l'apertura nella roccia, e sobbalza accorgendosi con orrore che, mentre loro stabilivano il da farsi, Pataporg è entrato di soppiatto nella fucina e saltella qua e là squittendo e sbattendo le alucce tutto entusiasta...*

- Maledetta patata semovente... - *ringhia. Non hanno più scelta, ormai devono farsi vedere prima che il Porg rischi di fare una brutta fine. I Nani hanno fatto cerchio attorno a lui con i loro attrezzi in pugno, ma incerti...basta guardare l'esserino piumoso per capire che non è una minaccia, ma probabilmente si stanno chiedendo da dove è saltato fuori.

E rimangono vieppiù basiti nel vedere due facce femminili sorridenti che si affacciano dall'apertura nella roccia agitando la manina a mò di cordiale saluto...* - Buongiorno Khaza!...Perdonateci l'intrusione!...Siamo solo di passaggio, ma avendovi fortunosamente incontrati non possiamo fare a meno di farvi i complimenti per la vostra meravigliosa Khazad-dum... -

 

  

Hellabor

*Inghiotte nervosamente un groppo in gola e si schiarisce la voce, uscendo dall'angolo e facendosi vedere per intero prima di precipitarsi frettolosamente a prendere in braccio il porg con un rapido* Scusate

*Fa subito dopo uno dei suoi migliori hobbitinchini*

Liete di avere l'onore di incontrare i famosi khazad della magnifica Khazad-Dum, possano le vostre barbe crescere sempre abbondanti

Io sono Hellabor Tuc dalle Selve figlia di Lindorel dalle Selve e Maeles Tuc, nipote di Rosmarina Tuc e di Twilden di Lorien per servirvi

Io e la mia...ehm .. assistente siamo in viaggio per la Contea alla ricerca di un seme di Mallorn per riportare Lorien agli antichi splendori, sperando di riuscire ad avvicinarci almeno un poco alla meravigliosa Khazad-Dum che state così mirabilmente ricostruendo.

*Accarezza poi la testolina del porg avendo notato con preoccupazione come la bocca già iniziava ad aprirsi in direzione del gruppo di nani*

Vogliate scusare il nostro cucciolo, lo abbiamo raccolto sperduto vicino al laghetto e ci siamo prese l'onere di riportarlo a chi l'ha smarrito

Portiamo con noi un sicuramente piccolo ed inadeguato ma speriamo comunque gradito dono per ringraziarvi dell'ospitalità attraverso le vostre miniere

*Infila la mano nella tasca tirandone fuori alcune gemme e tendendo la mano con un altro leggero inchino per offrirle

Poi si rialza e guarda le facce dei khaza che le fissano ancora in silenzio e sospettosi, un altro volto sembra sovrapporsi a coloro che osserva e trova il coraggio di parlare ancora, mentre gli occhi le si inumidiscono senza che possa farvi nulla*

E io ..sono stata per un tratto compagna di viaggio dell'eroico e glorioso figlio della Montagna, Borin Mandimartello... finché ..ecco ..fino alla sua morte

*Conclude abbassando lo sguardo ed attendendo che Thamièl la raggiunga di fronte al fuoco, che poi era effettivamente una fucina e bella grossa pure...*

 

    

Thamièl Aldaymir

*I Nani sembrano ancora lievemente pietrificati dalla sorpresa ma hanno abbassato pinze, mazze e martelli, il che appare un segnale rassicurante. Guardano lo strano terzetto perplessi ed incuriositi... Thamièl decide di cogliere il momento apparentemente favorevole per presentarsi, consapevole che deve dosare bene le parole in considerazione dell'antica inimicizia tra Elfi e Nani.

Mette la mano destra sul cuore in segno di rispetto, chinando la testa mentre inizia a parlare...*

- Bentrovati, Signori della meravigliosa Khazad-dum!... io sono Thamièl Aldaymir, figlia di Thuygur Aldaymir e di Dama Elderien. Sono nata nel Reame Boscoso il cui re, Thranduil, combatté a fianco dei possenti Khazad nella mai sufficientemente decantata e ricordata Battaglia dei Cinque Eserciti. Ora vivo a Lothlorien, e viaggio assieme ad Hellabor Tuc delle Selve che è stata incaricata da Twilden di Lorien di recuperare semi di Mallorn da trapiantare nel Bosco d'Oro, essendo ahimé gli esemplari preesistenti ormai seccati...Sono una botanica, ed il mio compito è quello di esaminare i semi per controllare che siano ancora vitali e trapiantabili...-

*Ha paura di esagerare o di fare qualche passo falso parlando troppo, quindi tace e si posiziona leggermente dietro ad Hellabor. Spera che i Nani siano rimasti convinti dalla loro sceneggiata, che non le macellino seduta stante con i loro attrezzi da lavoro e che (magari!) le aiutino a trovare la via d'uscita dalle caverne di Moria.*

   

Bulgar

*Dal gruppetto di nani ..ops khazad, che è di fronte, si stacca ed avanza qualche passo verso di loro quello che sembra il più anziano, la barba grigia arriva fin quasi i piedi, superbamente pettinata ed intervallata a tratti da ciuffi bianchi ed orpelli di cuoio e pelle intarsiati intrecciati ai fili, mentre gli altri restano muti a fissarle*

Benvenute a Khazad-Dum Hellabor e Thamièl

Io sono Bulgar, figlio di Baglar, figlio di Bifur centosedicesimo

Possano le vostre pance essere sempre piene e i vostri panciotti sempre lustri

*Dice compitamente ricambiando l'inchino*

I nostri sforzi qui per ricostruire la nostra casa sono ben lungi dal vedere la via della conclusione, ma sono contento che abbiate notato i piccoli progressi fatti.

*Allunga la mano prendendo le gemme dalla mezzhobbit*

Non abbiamo un Re ancora, sono io che al momento mi occupo di governare Khazad-Dum

Accettiamo con piacere il vostro pedaggio

*Poi si ferma e le guarda, come soppesando le parole da dire*

Riguardo al nostro Borin, che manca da molto tempo ormai, vorrei mi diceste di più.

Dite che è morto.

Come, dove? Per mano di chi?

Perché non crollato come le macerie di quella che era Moria e non seppellito dalla polvere delle Ere è l'orgoglio dei Khazad e se la morte di Borin ha uno o più responsabili...se la vedranno con noi

*Sussurra minaccioso mentre lo sguardo si incupisce e la voce assume un tono cupo e profondo*

Vi aiuteremo ad attraversare le miniere più agevolmente che andando a piedi, nel nome dell'antica e fraterna amicizia che ci lega agli hobbit e ..

*Si agita irrequieto*

Nel nome anche della tregua che abbiamo stabilito con gli elfi di Lorien, finché loro rispetteranno i patti così faremo noi

Ma nel frattempo

*Fa un passo di lato indicando con la mano una piccola porticina alle sue spalle*

Siate nostre ospiti per un frugale pasto

Voi e anche ovviamente il ...ehm... vostro cucciolo di nonsocosa.

   

 

Thamièl Aldaymir

*Alle parole di Bulgar, figlio di Baglar, figlio di Bifur ecc. ecc., si sente le ginocchia tremare per il sollievo e solo con uno sforzo riesce a stare in piedi. La diplomazia non è il suo forte, soprattutto quando si tratta di aver a che fare con i Nani, ma evidentemente il poco che ha detto per presentarsi l'ha detto bene...Per il momento pare che nessuno le ucciderà, ma decide comunque di nominare sul campo e seduta stante Hellabor sua A.P.R.D.I. Addetta Plenipotenziaria alle Relazioni Diplomatiche Interrazziali....

Continua a stare zitta non volendo rischiare di rovinare lo splendido lavoro che ha fatto finora la mezz'hobbit, riuscita ad ottenere non solo un piacevole ed inaspettato pranzetto, ma anche un mezzo di trasporto per uscire da Khazad-dum. Di quale mezzo di trasporto si tratti non ne ha la più pallida idea, ma qualsiasi veicolo sarà oltremodo gradito.

La cosa che la preoccupa molto, invece, è quello che dirà Hellabor a proposito del suo amico Borin...Non può fare niente e non può suggerirle alcuna strategia, per poter mantenere il suo apparente status di subordinata nella spedizione. La sua amica dovrebbe simulare un attacco di fuorilegge, il furto da parte di briganti di qualcosa che possedeva Borin, considerare l'avvenimento come frutto della cattiva sorte...senza citare un personaggio di cui i Nani di Moria molto probabilmente non conoscono neppure l'esistenza e che nel futuro potrebbe provocare infauste ripercussioni...

Entrano nella stanzetta del "frugale" pasto. Hellabor ha quasi un mancamento non appena gli occhi le cadono sul "rinfesco", e Thamièl si trova a dover sorreggere la mezz'hobbit con una mano, ed a trattenere con l'altra un'aluccia del Porg prima che si catapulti sulla tavola...*

 

Hellabor

*Il "frugale" pasto consisteva in una ricca tavola imbandita con ogni ben di dio: enormi arrosti dall'aspetto succulente e fumanti, larghi vassoi di patate e FUNGHI I FUNGHIII, pagnotte dorate e profumate, appesi in attesa del loro destino sul tagliere una bella e lunga sfilza di salumi ed insaccati e, in bellissima vista lungo la parete, pile di botti che contenevano sicuramente ottima birra o ottimo vino.

Rivolge uno sguardo strabiliato a Thamièl e poi verso Bulgar*

Siamo davvero onorate di poter dividere con voi il cibo messer Bulgar, che Aule vi protegga sempre e mantenga sempre affilate le vostre asce!

*Il khaza ricambia contento degli apprezzamenti sorriso ed inchino, poi siedono a tavola ed Hellabor senza farsi troppo notare prepara subito una ciotola per Pataporg che sotto il tavolo inizia a rosicchiare felice emettendo squittii

Cerca di mangiare lentamente per prendersi il tempo per riflettere su come raccontare ai khaza di Borin...e cosa soprattutto.

Pensa intanto che sicuramente se già non lo sanno poco mancherà ma un intero regno scomparso col suo re e i suoi nani non è una cosa che possa essere nascosta... dovrà dirglielo questo e incrociare le dita che i khaza non preparino rappresaglie...verso chi?

Se è vero che l'ordine della Valie è stato mal interpretato, seppur lei dentro di se consideri la cosa alquanto con le pinze, una rappresaglia dei nani in questo momento con la pandemia, la guerra appena trascorsa, la fragile pace che si sta cercando di raggiungere...rischiatutto di crollare

E un pensiero ancora più terrificante la congela...cosa se il Comandante dei Sith decidesse di attaccare Khazad-Dum? Che speranze avrebbero i Khazad, seppur forti e coraggiosi, con il potere ai suoi occhi immenso e misterioso di...di quello là insomma

Ne risulterebbe una seconda carneficina e lei non potrebbe sopportarlo.

Inghiotte un boccone con mestizia, mentre alza il capo e rivolgendosi a Bulgar*

Per quanto riguarda Borin.

Ecco, io posso solo dirvi che è morto da vero figlio della Montagna, combattendo.

È caduto con gloria ed onore...e con lui tutti i nani del Reame sotto la Montagna.

Che...che non c'è più.

Non conosco chi li ha uccisi purtroppo, mi ero nascosta per...per paura. E sono stata l'unica a salvarmi, purtroppo

Mi dispiace

*Sospira chinando il capo. E almeno questa era una verità

Un triste silenzio scende sulla tavolata, mentre Hellabor lotta con le immagini che prepotenti vogliono tornarle in mente, respingendole.

Allontana da sé il piatto ancora mezzo pieno e va verso il fondo della stanza, caricando la sua pipa nervosamente.

L'occhio le cade su un arco laterale da cui si intravedono binari sospesi e carrelli posati sulle traverse...forse intendono quello i khaza come mezzo di trasporto per la miniera?*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Dopo aver reso onore alle patate ed ai succulenti funghi, per stemperare la mestizia che ha colto la compagnia al racconto della dipartita di Borin si permette di intervenire brevemente...* - Una volta espletata la nostra missione, non mancheremo di decantare sia nella Contea che a Lothlorien quanto i Khazad siano stati cortesi ed ospitali con due umili viaggiatrici, e quanto essi si stiano prodigando per far tornare le miniere di Khazad-dum alla magnificenza di un tempo... -

*Hellabor ha comunque dimostrato ancora una volta che la sua promozione ad A.P.R.D.I. della "Premiata Società Cacciatrici di Taglie Thamièl Aldaymir ed Hellabor Tuc s.r.l." è stata più che meritata...ancora una volta ha detto e non detto, destreggiandosi con maestria in una situazione oltremodo spinosa. Quando saranno a Mordor, la porterà alla Sede della Gilda e la farà promuovere da Apprendista a Socia Effettiva...

Lancia un'occhiatina sotto il tavolo...Pataporg ha divorato l'inverosimile ed ora ronfa beato appoggiato contro le sue gambe, una palla di piume felice...Hellabor si è alzata dalla sedia ed ora si dedica all'erba pipa per rilassarsi un po'. Anche lei ha ora visto l'arco che da sulla galleria con i binari ed i carrelli...Certo che anche quello è un buon modo per uscire da Moria senza più affaticarsi, ma ovviamente aspetta che siano i Nani a proporlo. Di certo ora si rende conto che di quelle caverne ne ha avuto davvero abbastanza, inaspettato (e indesiderato) incontro con l'Osservatore compreso, e dubita molto di voler fare la stessa strada quando dovranno tornare indietro...Ma ci penseranno poi...*

 

   Hellabor

*Mentre fuma pensosa avverte Bulgar che le si avvicina, anche lui ha una pipa in mano

Dopo uno scambio di convenevoli sulla bellezza e perfezione delle reciproche pipe e un baratto improvvisato anche della rispettiva erbapipa, il khaza le indica i carrelli*

Ecco, noi di solito usiamo quelli per spostarci agevolmente da una parte all'altra di Khazad-Dum

Non sono veloci ma sono comodi e soprattutto ci permettono di evitare faticosi sali e scendi in alcuni punti in cui ancora ci sono rovine e macerie pericolanti, burroni profondi e oscuri crepacci ...i binari arrivano fin quasi la porta occidentale, quando sarete lì vi basterà fare un piccolo ponte ed una breve galleria e sarete fuori, ma lo vedrete dalla luce che filtra.

Se vi occorre servitevi anche del nostro cibo per fare provviste, è ancora lunga la strada verso la Contea...

*Poi si schiarisce la voce e le sussurra*

Borin non dava confidenza e difficilmente stringeva amicizia con chicchessia

Che sia stato il vostro compagno di viaggio mi fa capire che dobbiate essere una persona davvero speciale o che lo siate stata per lui

Anche per questo vi aiuteremo

Informeremo i suoi familiari del triste avvenimento, ma non avendone più notizie da mesi qualcosa del genere ce lo aspettavamo...il Regno sotto la Montagna non c'è più...questo è terribile

*Mentre parlano si avvicina Thamièl col porg addormentato in braccio che ronfa sonoramente, le sorride e le spiega come attraverseranno la miniera*

Quando vuoi partire io sono pronta

E Bulgar ci ha invitato gentilmente a poter rinnovare le nostre provviste di viaggio col loro cibo

*Sorride al khaza oramai più serena e risollevata*

Sai che non vedo l'ora di provare quei carrelli come mezzo di trasporto? Mi sembra eccitante e divertente si si!

*Gioisce già entusiasta all'idea battendo le mani.

In quel momento Pataporg si sveglia, socchiude gli occhioni e vedendo il vuoto oltre l'arco propompe in un urlo terrorizzato ed acuto che costringe tutti i presenti a tapparsi le orecchie mentre il riverbero del suono rimbalza sulle pareti amplificandosi*

 

 

Thamièl Aldaymir

*Si precipitano tutte e due a blandire, accarezzare e cercare di tranquillizzare l'urlante tubero piumoso, che sinceramente Thamièl non vede l'ora di sbolognare ai legittimi proprietari con buona pace di Hellabor... Sa che per lei sarà un dispiacere, ma si è resa conto che, a parte il fatto della possibile ricompensa nel restituirlo e che notoriamente i porg amano vivere in branco, quel delizioso esserino potrebbe rappresentare un notevole pericolo, se si mettesse a strillare in un momento poco opportuno...

D'ogni modo, deve ammettere che l'incontro con i Nani si è rivelato un vero e proprio colpo di fortuna. Una volta finito di occuparsi di Pataporg, Thamièl ed Hellabor si dedicano a preparare qualche fagotto di provviste, sotto l'occhio vigile e compiaciuto di Bulgar. L'idea di dover percorrere tra poco gallerie scavate nella roccia in un trabiccolo sferragliante su rotaie sospese nel vuoto non le sorride affatto, ma ormai è disposta a tutto pur di uscire da Khazad-dum al più presto ed a non doverci entrare mai più.

- Andiamo pure... - *risponde ad Hellabor dopo aver riposto le provviste gentilmente offerte da Bulgar negli zaini, poi fa un leggero inchino al gruppetto dei Khazad* - Ancora grazie, Popolo di Durin, per la vostra ospitalità e benevolenza. Che Aulë vegli sempre su di voi! - *Piglia Pataporg stringendolo in una presa ferrea, mentre Bulgar da alla mezz'hobbit le ultime istruzioni su come pilotare quel dannato carrello che lei vede già spiaccicato, assieme a loro tre, in qualche voragine senza fondo.* - Sono pronta! - *dice ad Hellabor, sperando che non si senta troppo il battito dei suoi denti...*

    

Hellabor

*Tra Hellabor e i khazad ovviamente inizia il rituale dei saluti, inchini e abbracci intervallati dalla promessa di rivedersi quanto prima e di ricambiare l'ospitalità, accompagnati da auguri di lunga vita e prosperità in svariate formule e declinazioni, cosa che per entrambi i popoli è importante e imprescindibile

Dopo di che, preparati gli zaini, salgono entrambe leggermente esitanti ma Thamièl più esattamente quasi terrorizzata sul trabiccolo da miniera, dopo aver ricevuto alcune vaghe indicazioni su come manovrarlo ed eventualmente frenare al bisogno.

Sistemano il porg ai loro piedi assicurandolo allo zaino con la cinghia, poi si guardano appoggiandosi le mani sulle spalle per darsi coraggio, mentre i khazad abbassano una leva che fa muovere il mezzo .. lentamente in effetti, cosa ottima che da loro il tempo di abituarsi al leggero rollio e di osservare con occhi spalancati il paesaggio che magicamente appare proprio sotto di loro: centinaia ma forse migliaia di khazad sparsi come stelle nel cielo nell'oscurità, ciascuno impegnato a livellare, picconare, smussare, innalzare... installazioni di legno e pontili per raggiungere le varie aree del vuoto che in alcuni punti presenta già accenni di future meravigliose sale e colonne e porticati

Nell'intrico di corde e passanti i khaza si muovono veloci e cauti, trasportando come nulla fosse enormi ed all'apparenza pesantissimi strumenti di lavoro

Qui e là giungono loro dei canti lontani seguiti da eco, come se cantassero alle rocce e le pietre per incanto rispondessero ..*

Sono un popolo meraviglioso

*Mormora ammirata*

  

Thamièl Aldaymir

*Con una mano tiene fermo il porg, con l'altra si afferra alla sbarra di fronte al piccolo sedile, e con i piedi si puntella al fondo del carrellino elevando con voce leggermente stridula antiche preghiere ed invocazioni di ogni genere in Quenya, dirette ad ogni Vala e Maia di Arda conosciuti e non....poi, una volta constatato che l'aggeggio a rotelle sembra robusto e ben stabile sulle rotaie, si permette di rilassarsi e di lanciare qualche occhiata in giro...

Quello che vede la lascia senza fiato...rimane basita e incantata ad ammirare le immense caverne di roccia quasi iridescente dove centinaia di Nani stanno lavorando alacremente sulle impalcature aeree che raggiugono i punti più impervi delle sale di pietra. Con sapienti colpi di martello e scalpello sagomano con perizia stalattiti e stalagmiti dando loro forme di inusitata bellezza. Era nata tardi, non aveva mai visto con i suoi occhi Menegroth e ne aveva sentito parlare, da bambina, solo da coloro sfuggiti alla rovina del Doriath...ma il paragone le viene naturale, pensando come sarebbe tornata ad essere Khazad-dum una volta ricostruita.*

- Ti stai divertendo, vero?... - sibila ad Hellabor che, seduta a quelli che dovrebbero essere i comandi e che sembrano essere, alla fine, solo una misera leva ed un pedale, si lascia andare a commenti ammirati ed entusiastici* - Comunque hai ragione, sai...sono davvero un popolo meraviglioso... - *Ha rivalutato moltissimo i Nani, con cui nei secoli ha sempre avuto molto poco a che fare...li ha sempre considerati sospettosi, aggressivi e rancorosi, ma ora si è accorta che non è così...bisogna solo sapere come prenderli, ed in questo Hellabor si è dimostrata una vera maestra. Molto probabilmente Hobbit e Nani sono due razze estremamente compatibili.*

- Ohi ohi ohi!... - *Picchietta con le dita sulla spalla dell'amica* - Continueranno ancora per molto queste rotaie? -

 

Hellabor

Uuh..vorrei saperlo anche io!

*Sospira distogliendo a fatica lo sguardo dal vuoto vivo sotto di loro ed aguzzando la vista in avanti, cercando di scrutare la fine dei binari*

Per ora da qui mi pare prosegua ancora un po', va così lento sto coso ..e se provassimo a dargli una piccola accelerata?

*Subito squadra attentamente i due comandi a loro disposizione, deve esserci un modo di aumentare un poco la velocità, pensa.

Inizia ad armeggiare cautamente con la leva alzandola e abbassandola in varie posizioni e premendo in più fasi il pedale ma il carrello continua placido ed imperturbabile ad avanzare a passo di lumaca*

Auffffff

*Sbuffa stizzita dando un colpo rabbioso alla leva*

Niente, bisogna rassegn...

*Improvvisamente la leva fa uno strano rumore come di scatto metallico, il carrello sembra come impuntarsi su se stesso sbalzandole leggermente in avanti e poi di colpo riparte mentre la velocità inizia pian piano ad aumentare*

Yeahhhh

Ce l'ho fatta! Non so come eh forse a caso ma finalmente ci si muove decentemente oh!

*Si accomoda sul sedile contenta e sorride all'amica, non vede l'ora di posare di nuovo i piedi sulla terra ferma ed uscire a rivedere il sole

Distende i piedi incrociando le braccia dietro la testa, rilassandosi, mentre la velocità del carrello aumenta gradualmente passando da lumaca a trotto di cavallo a gazzella...gazzella??

Si rialza ma ricade pesantemente a sedere mentre il mezzo continua ad acquistare velocità, rollando e beccheggiando pericolosamente, sente urla allarmate provenire da sotto di loro mentre sbiancando in viso si acquatta aggrappandosi al legno con una mano e allo zaino col porg con l'altra*

Thamieeeel stai giù non ti muovereeee

*Urla flebilmente controllando che la compagna sia al sicuro mentre il carrello ormai sfreccia tipo saetta imboccando curve e rettilinei senza dare alcun segno di voler rallentare*

Il pedale, il pedale

*Mormora ricordandosi le indicazioni di Bulgar: freneticamente si rialza un po' fino ad arrivare col piede a premerlo ma il comando sembra non rispondere più alle sollecitazioni*

Tham. ..la vedo malissimo

 

    

Thamièl Aldaymir

- Si, certo, va un po' lento ma ti prego, non toccare niente che tu non sia certa di saper manovrare perfettam.....AAAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!!... - *Il carrello ha uno scossone e pian piano abbandona la tranquilla velocità di crociera che aveva tenuto fino a quel momento (e che per lei era già più che sufficiente...) per lanciarsi in una folle corsa attraverso l'immensa caverna sottostante.*

- Tu sei pazza!!!...Rallenta...RALLENTAAA!!!... - *Hellabor annaspa cercando di schiacciare il pedale che secondo le istruzioni di Bulgar dovrebbe essere il freno, ma un rapido sguardo alla sua espressione orripilata dice a Thamièl che l'aggeggio pare non funzionare. Lasciando Pataporg legato allo zaino nella parte posteriore del trabiccolo si fionda al posto di guida e unisce i suoi sforzi a quelli della mezz'hobbit per cercare di sbloccare il pedale.*

- Si...la vedo malissimo anch'io... - *ringhia. Lei voleva solo avere un'idea di quanto tempo ancora ci volesse per raggiungere l'uscita, l'aveva buttata lì solo per conversazione...e adesso il loro estemporaneo mezzo di trasporto fila come una scheggia impazzita tra le urla dei Nani che se lo vedono sfrecciare sopra le barbe...

- Schiaccia il pedale!... Schiaccia... Più forte...SCHIA...No, tiralo, TIRALOOOO!... -

*Infila una mano tra il pedale e il fondo del carrello e ne estrae un piccolo frutto coriaceo, un qualcosa di simile ad una mini noce di cocco...Il carrello comincia a rallentare mentre Hellabor riprende a manovrarlo con sicurezza. Lei si volta, e torna a sedersi sul sedile posteriore fissando con due occhi fiammeggiati un coso piumoso dagli occhioni sbarrati spiaccicato sul fondo del mezzo.*

- PATAPORG!!!...Io...io ti...CHE COSA HAI RUBATO???...Per poco ci fai ammazzare! -

 

    Hellabor

*Ritorna a sedere con le gambe ancora tremanti, mentre riprende fiato e si guarda addosso ed intorno per controllare che sia tutto a posto*

Scusami .. davvero, scusami

*Balbetta mortificata all'amica che la guarda con occhi giustamente fiammeggianti*

Credevo fosse più semplice...eh? Cosa? Cos'era che non faceva funzionare il pedale? Fammi vedere..

*Dice prendendo tra le dita lo strano oggetto trovato incastrato e rigirandoselo per osservarlo da tutti i lati*

Questo è un seme...un seme di albero precisamente o comunque di un grande arbusto.

Solo che .. è strano ..non ricordo di aver mai visto un seme simile e sai che con zia Twilden ho studiato botanica e conosco tutte le piante, fiori ed alberi di Arda

*Pensosa lo osserva in controluce, una leggera sostanza oleosa sembra ricoprire il seme, conferendogli un'opaca e fioca lucentezza al riverbero delle lampade, poi guarda il Porg che al tono arrabbiato di Tham è andato a raggomitolarsi tremante sotto i comandi ed è lì immobile emettendo preoccupati squittii*

Uuuhh piccolo. .no non avere paura

*Gli sussurra accarezzandolo teneramente*

Ma sei sicura lo abbia preso lui? Non ricordo di aver visto semi nella stanza dei khaza dove abbiamo mangiato...e se fosse stato già incastrato lì da tempo?

*Fa spallucce, scrollando la testa*

Va beh ..non lo sapremo mai da dove viene ..io però devo riuscire a capire che seme è perché...ecco no, lasciamo stare è un'idea folle.

Potrebbe essere...potrebbe

*Mormora tra sé e sé mentre all'improvviso un SDONK seguito da un contraccolpo del carrello fa capire loro che sono arrivate al capolinea*

Oh siiii si scende finalmente!!

*Esclama gioiosa riponendo il seme nel taschino e balzando agile a terra*

Passami tutto Tham! Siamo arrivate siamo arrivateeee!! Si esce finalmente si torna a vedere il sole yeahhhhh

*Mentre afferra porg e zaino che l'amica le passa posandoli a terra solo dopo aver fatto fare loro un allegro girotondo saltellante*

E ora Bulgar aveva detto, prima una galleria e poi un ponte o prima un ponte e poi una galleria?? Non ricordo uff

*Sospira guardandosi attorno nello spiazzo in cui sono arrivate, una specie di larga e liscia piattaforma sospesa nel vuoto, da dove si diramano almeno due ponti e sicuramente almeno tre gallerie*

 

   

Thamièl Aldaymir

*Finalmente la corsa del trabiccolo è finita, e tutte e due scendono dal carrello un po' ammaccate ma sane e salve. Dopo aver recuperato zaini, armi, provviste e porg, rimangono sulla piattaforma a guardarsi in giro non molto convinte...* - Se ricordo bene Bulgar aveva detto prima un piccolo ponte e dopo un breve galleria, poi avremmo dovuto trovare l'uscita occidentale...andiamo un po' a vedere! - *Dice ad Hellabor, e si avviano verso il primo ponte, quello più vicino, per controllare la situazione.

Mentre lo attraversano Thamièl pensa al coso rotondo che, incastrato sotto al pedale, per poco non l'aveva spedita dritta e filata da Mandos...A lei era sembrato un frutto, ma la mezz'hobbit parlava di un seme. E se fosse stato il seme di un mallorn? Se i Nani, avendo appreso che lo stavano cercando e, guarda caso, ne avessero avuto uno sottomano, avessero voluto far loro un regalo-sorpresa mettendolo nel carrello a loro insaputa? Alla fine, se fosse andata così il povero Pataporg era stato da lei accusato ingiustamente ed avrebbe dovuto chiedergli scusa, prima o poi.

A questo punto magari potrebbero anche risparmiarsi il viaggio fino alla Contea, pensa, ma solo andandoci avranno la sicurezza che quel seme è effettivamente quello di un mallorn. Devono paragonarlo con quelli dell'Albero della festa...e poi Hellabor è da troppo tempo lontana da casa e merita di rivedere, anche se per poco, la sua famiglia ed i suoi amici.

Procedono in fila indiana lungo il ponticello, con Pataporg che trotterella tutto contento in mezzo a loro.*

- Vedi qualcosa alla fine del ponte? Dovrebbe esserci una galleria...se non c'è niente torniamo indietro e proviamo un'altra strada... -

 

   

Hellabor

*Mentre cammina seguendo Thamièl riflette sul seme.

Fosse stato davvero un seme di mallorn...sembrerebbe che nulla accada loro per caso e questo pensiero un po' la conforta e un po' la spaventa l'idea di un'entità superiore che decida per loro in anticipo cosa accadrà e cosa no ..

Ma deve esserci un senso più profondo in quel seme che non è capitato sicuramente per caso nel loro carrello.

Lo estrae dal taschino e lo osserva ancora. Poi guarda gli scavi che da lì si intravedono in lontananza, sente il ticchettio delle piccozze e dei martelli, pensa a tutto l'enorme lavoro che stanno facendo i khazad senza sosta né riposo per ricostruire la loro casa, a dispetto della distruzione, delle macerie, della morte ..senza un Re, senza un regno, solo la loro unione e il loro orgoglio, il desiderio di riportare in vita quello che fu il glorioso regno dei khaza ..riguarda il seme e ha come un'intuizione, si ferma*

Tham...io credo ..anzi ne ho la certezza, che questo seme non sia per caso che sia venuto da noi. Ma che non sia venuto per noi.

Se anche fosse un seme di mallorn non ci sarebbe destinato, ne troveremo comunque in Contea

Io credo .. ecco credo e sento che qualcosa ce lo abbia fatto trovare per qui

Per Khazad-Dum. Guarda, lì si esce

*Indica col dito una luce fioca da dietro la curva della galleria, curva da cui arriva un refolo di aria fresca*

Usciamo e piantiamolo fuori, di fronte alle loro porte.

Perché anche questa terra merita gioia e felicità, come Lorien

Perché fosse un mallorn suggellerebbe con ogni foglia ed ogni fiore una possibile e duratura amicizia tra elfi e nani

E se non fosse un mallorn ma un'altra pianta...ecco, comunque appartiene qui, a questi luoghi.

Me lo sento dentro

*Resta silenziosa mentre svoltando l'angolo finalmente escono in uno spiazzo erboso, circondato da resti di un muro in pietra e con un avvallamento del terreno al centro in cui crescevano sterpaglie e rovi intricati

Il porg entusiasta saltella annusando l'erba e i fiori*

Quello doveva essere il lago dell'Osservatore che incontrò la compagnia...e questa

*Dice girandosi ed indicando la parete rocciosa da cui sono sbucate*

Era la famosa porta di Durin, costruita da Celebrimbor... possiamo solo immaginarla, non ne è rimasto alcun segno

*Osserva mestamente, poi nota guardandosi attorno , a poca distanza, una lieve collinetta e un'immagine sembra stagliarsi di fronte ai suoi occhi*

Lì...

*Dice indicandola*

Quello è il posto per il seme..sento che ci attende

*Guarda la sua amica*

 

  

Thamièl Aldaymir

*Finalmente è finita....pochi metri di galleria ed ecco la luce del sole filtrare tra le rocce, ed una brezza leggera portare con sé profumo di erba e di fiori. Sbucano all'aperto su di un piccolo terrapieno e lei si volta a guardare i resti della Porta di Durin. La sua vista elfica riesce ancora a leggere parte delle iscrizioni ormai quasi cancellate dai secoli e dalle intemperie...Caccia indietro un groppo alla gola e si volta ad osservare il paesaggio sottostante mentre ascolta le parole di Hellabor.*

- Credo tu abbia ragione, amica mia... - *risponde con i capelli scompigliati dal vento, lo sguardo fisso sulla vallata inondata di sole* - Quel seme, da qualsiasi parte sia arrivato nelle nostre mani, di qualsiasi albero sia, non è nostro...Piantiamolo dove vuoi tu... - *Si avvicina alla collinetta indicata da Hellabor e cominciano a smuovere la terra fino a scavare una buca abbastanza profonda per accogliere agevolmente il seme. Dopo averlo alloggiato e ricoperta la buca di terra, si fermano a guardare per un attimo il loro lavoro, ognuna persa nei propri pensieri mentre Pataporg corre qua e là sbattendo le alucce e cercando di acchiappare le farfalle con la bocca...*

- E ora di chiamare lo Sprinter... - *dice mettendo mano al telecomando. Schiaccia un bottone e si siedono sull'erba ad aspettare...Pochi minuti ed ecco apparire un puntino in alto nel cielo...un sibilo, ed il mezzo scende atterrando proprio vicino a loro. Prendono armi, bagagli e Porg e corrono a prendere posto...*

- Contea, arriviamo!!!... -

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Capitolo 5
*** Episodio 5: La morte di un Maia ***


    


Episodio 5: La morte di un Maia

 

Sala Colazione, Palazzo reale di Minas Tirith

 

Myrelyn

*La ragazzina elfa, con il visetto triste ancora bagnato di lacrime, si sporge dalla finestra a salutare con la mano Adar e Alcare che si avviano lontano*

"Tutta colpa di quel malefico sassetto lucente"

*Pensa la piccola con un moto di stizza. Li chiama ancora*

Adar! Adar! Alcare!

*e poi, mettendo il Cuore e l'anima e tutto il potere nella voce gli canta *

Ti voglio bene non lo dimenticare,

Vai se devi ma vedi di tornare.

Ti sia sempre chiaro amico mio

Questo tra noi non è un addio!

*Il tono della voce è musicale, melodico ma ipnotico, un canto dolce ma solenne come una promessa. Ma gli occhioni azzurri brillano di una luce nuova, di quel potere che il suo canto ha già provato, mentre le parole che vogliono essere testimonianza di affetto e incoraggiamento si scolpiscono nella mente e nel cuore di Adar. Spinta ad andare e richiamo a tornare.*

"Che Eru vi protegga!"

*Canta ancora, la voce rotta dal pianto, due uccellini entrano a cui la ragazzina elfa affida un fiore ciascuno preso da un vaso lì accanto e li invia agli amici in partenza. Una rosa rossa per Alcare e un giglio giallo chiaro per Adar che i piccoli messaggeri alati consegnano ai due Elfi.

Non appena si voltano riprendendo il cammino la piccola elfa si accascia sul divanetto in singhiozzi.

Pianto che viene interrotto da un leggero schiarirsi di gola*

    

Adar

*Mentre procedono a cavallo al di là dei confini di Minas Tirith, Adar ode il canto di Myrelyn riecheggiare come una pioggia di note nella sua testa, avvolgendolo in un abbraccio invisibile.

Chiude gli occhi, lasciando che le sue parole gli infondano la forza tanto necessaria per affrontare il viaggio imminente. Non una traversata del corpo... ma della mente, poiché i pensieri dell'Uruk non potrebbero essere più in subbuglio a causa di tutti gli avvenimenti vissuti negli ultimi giorni.

Adar... viene ancora chiamato con quel nome, nonostante non sia quello con cui suo padre Feanor lo indirizzava quando era ancora un giovane menestrello. Forse dovrebbe tornare a farsi chiamare Maglor?*

"No" *pensa con una punta di rassegnazione* "Maglor è morto nelle prigioni di Melkor... o forse quando prese la sua prima vita, contravvenendo alle leggi di Eru? Ormai non ha più importanza. Ho perso il diritto di portare un nome del genere... ora resta solo Adar, padre degli Uruk, e così verrò chiamato fino a quando la mia anima non tornerà nelle sale di Mandos."

*Offre così una preghiera silenziosa alla piccola elfa, sperando che saprà affrontare le terribili prove dei prossimi giorni. Poi, si rivolge a sua sorella, rendendosi conto che non ha avuto modo di conversare propriamente con lei da quando ha recuperato i suoi ricordi.*

Sono felice di rivederti, Alcare *comincia, cercando di rompere il ghiaccio* è passato molto tempo dall'ultima volta in cui ci siamo visti... e noto con piacere che il tuo amore per i libri non è certo calato nel corso dei secoli.

 

Alcare

Anche io sono felice di rivederti Maglor, no affatto. I libri sono sempre stati per me dei compagni fedeli come ben sai anche se di certo non possono sostituire i miei fratelli in carne ed ossa *dice accennando ad un leggero sorriso* dopo...beh dopo la sconfitta di Morgoth io ho vagato senza meta per molto tempo. Settimane. Forse addirittura mesi. Se non fosse stato per Galadriel ...*dice fissando l'orizzonte *

 

Inmwe

*Cammina lentamente risalendo il corridoio accanto al Vala, mentre cerca il coraggio e la forza di chiedere ciò che le sta tormentando cuore e anima dalla sera prima*

Sommo, volevo chiedervi, se posso...perche' non ho nessun altro a cui chiedere al momento.

Cosa mi sta succedendo?

*Si ferma un attimo e lo guarda mostrandogli la mano con l'anello del matrimonio*

È...e'per colpa di questo? O di altro? Cosa mi ha fatto Mairon? Perché le vostre parole ieri e ...alcuni pensieri ecco...io voglio solo sapere cosa mi sta accadendo.

Perché a volte mi sembra di stare come scomparendo...ditemi la verità vi prego Divino..io...io sto morendo?

*Sussurra con voce quasi impercettibile*

Entrano poi nella sala da colazione con passi stanchi, tutto ciò che è successo dalla battaglia di ieri al "colloquio" col prigioniero da cui sono appena tornati, sembra di botto piombarle addosso come una cappa di sfinimento

Tevildo che li ha seguiti sale su una sedia accoccolandosi

La tavola è già perfettamente imbandita con cibi di ogni provenienza e sorta e bastanti per sfamare una decina di persone pure.

Le pietanze negli scaldavivande esalano un profumo delizioso solleticandole lo stomaco ed aspettano solo di essere servite

Le lacrime di Myrelyn però le fanno scordare stanchezza e pensieri, si precipita dalla ragazzina sedendole accanto ed abbracciandola forte*

Cara...no, non piangere, non sei sola ci sono io con te...ci siamo noi

*Mormora cullandola, poi si gira verso Edgar che oltre ad un leggero schiarimento di voce non ha come al solito proferito verbo e discreto come sempre si limita a scansare la sedia del posto a capotavola per far accomodare il Vala. Soddisfatta Inmwe lancia al maggiordomo un cenno di assenso con la testa*

Edgar fai servire la colazione intanto

Myrelyn, mi ascolti?

*Le dice prendendole il viso ed alzandoglielo, mentre cerca in tasca un fazzoletto per asciugare le lacrime che rigano il visetto*

Adar ed Alcare torneranno ..loro sono parte di qualcosa molto più grande ed antico di noi, stanno solo seguendo il loro destino

E se vuoi ti diremo tutta la loro storia così capirai che non avrebbero mai potuto fare altrimenti

Ma torneranno non dubitare, te lo prometto. E..

*Le sorride accarezzandole i capelli per farla rilassare*

Tornerà anche Mairon. Da Mairon. Non appena la sua aura sarà totalmente guarita, per ora la forma animale era l'unico modo per risparmiargli sofferenze atroci e facilitarne la guarigione.

*Poi torna ad abbracciarla sentendo con sollievo che il respiro si sta calmando*

Non siamo noi a poter scegliere cosa accadrà nella vita. Però possiamo scegliere cosa fare nel tempo che ci è concesso di vivere.

E Adar ed Alcare hanno scelto di seguire il loro destino

E adesso vieni a fare colazione con noi, va bene?

*Conclude alzandosi e prendendole le mani per portarla a tavola*

Vorrei che potessi conoscere il Divino che ci ha concesso l'onore di restare qualche tempo da noi e parlare con lui.

Con calma e tranquillità stavolta e...

*La guarda seriamente cercando conferma negli occhi*

Rispetto e modi corretti. Non facciamo vedere che alla Corte di Gondor non sappiamo come comportarci di fronte ai Valar, vero? Questo, storia o non storia, da te me lo aspetto, va bene?

    

Melkor *Dopo il fetore buio ed umido di quella cella, entrare nelle stanze della Regina era come una sorsata d'acqua fresca dopo un lungo viaggio. I vincoli della materia erano qualcosa di inevitabile, dei quali cominciava lentamente a rendersi conto, i concetti di "fame" e "stanchezza" ne facevano parte, benché nel suo caso diventassero una necessità psicosomatica più che reale, ma avevano comunque dei vantaggi quando la tua ospite governava sul regno più florido di quella regione.

Il rituale del cibo non gli era del tutto nuovo, ma quando l'aveva Imparato la prima volta risiedeva ancora a Valinor guardato a vista dagli emissari di suo fratello, i suoi ricordi erano veramente vaghi e visto il comportamento che aveva tenuto finora, poteva essere certo che Tevildo non gli sarebbe stato di supporto.

La sala era larga e quadrata, illuminata con cura da quello stesso tipo di bulbi luminescenti che aveva avuto modo di osservare anche nei sotterranei della torre di Mordor, eppure le prime luci dell'alba si infiltravano già attraverso le ampie finestre, infondendo ulteriore limpidezza nei colori e nelle forme della sala.

Gli odori fragranti dei cibi solidi e delle bevande era invitante ed in lui il desiderio di nutrirsi si fece ancora più impellente.

Il finestrone davanti a loro era spalancato, la brezza mattutina penetrava dentro l'ambiente e la giovane elfa dai capelli color platino era affacciata verso l'esterno, evidentemente si era ripresa anche se sembrava ancora un po' turbata, al punto che la sua ospite sentì la necessità di confortarla.

Con passo lento andò a sedersi nel posto che gli era stato assegnato osservando con soddisfazione l'abbondanza di cibo allestita sul tavolo.

La sedia era comoda, la tavola elegante, il cibo abbondante, lo spazio accogliente, la servitù ben disposta, la sua ospite oltremodo preparata... ma Egli si rese conto improvvisamente di non avere la più pallida idea di come comportarsi: il rituale del cibo richiedeva una procedura precisa, un prima e un dopo, degli accostamenti di sapori definiti, ma doveva ammettere con se stesso che non sapeva minimamente da che parte iniziare.

Si guardò intorno mascherando l'imbarazzo come chi osserva ammirato la ricchezza della sala, prese in mano la tazza, poi la ripose, prese in mano il cucchiaio o era forse la forchetta? Maledizione! Ripose educatamente anche quella, diede un'occhiata a Tevildo, acciambellato su una poltrona non troppo lontano da lui, che proprio allora alzò la testa- forse intuendo quel che stava succedendo e sicuramente pronto a godersi lo spettacolo, disgraziato.

Infine si decise ed allora si rivolse alla Regina, che intanto si era accomodata alla sua destra, la giovane elfa- Myrelyn?-, si era messa a sedere in una poltrona poco più in là.*

Mia Signora... ehm, per quanto riguarda la domanda che mi avete fatto poco fa risponderò adeguatamente, anche se gli elementi il mio possesso in questo momento sono molto pochi, ma prima vi chiederei gentilmente di rispondere voi alla mia domanda... *ed accennò alle varie leccornie sistemate sul tavolo* Da dove posso iniziare? Ehm, l'ultima volta che ho partecipato al rituale del cibo mi trovavo ancora fra gli elfi di Valinor...

*Decise di guardare da qualsiasi altra direzione che non fosse nel luogo in cui sedeva Mairon.*

 

Inmwe

*Edgar si era avvicinato e aveva preso la cuccuma pronto a servire il tè ma lo fermò, alzandosi. Non avrebbe rischiato di vedere il Divino in imbarazzo di fronte alla servitù, si fidava del maggiordomo ma poco dei camerieri*

Edgar per stamattina va bene così, potete ritirarvi tu e i camerieri, penserò io personalmente alla colazione del nostro ospite

Grazie

*Attese che gli allibiti domestici uscissero ordinatamente dalla sala e che la porta fosse chiusa, prima di rivolgersi al Vala sorridendo con tenerezza*

Vogliate scusarmi ..ho fatto le cose troppo in grande e non mi sono resa conto che per Voi, dopo tre Ere nel Vuoto, è sicuramente tutto nuovo e tutto strano

*Dice prendendo la cuccuma e versando una tazza del liquido profumato e di un dorato intenso. Vi aggiunge una zolletta di zucchero e dopo averlo mescolato con un cucchiaino, la porge al Vala*

Questo è thè nero, una pianta che da un aroma ed un gusto particolare alla bevanda, tenete. Chiudete gli occhi e annusate il suo profumo prima di berlo e lasciatevi scaldare le mani dal calore della tazza, è delizioso

*Poi, muovendosi lentamente in modo che Egli possa vedere bene quali siano i gesti ed utensili, prende dal vassoio una fetta di pane tostato e con un coltellino taglia una piccola porzione di burro dal piattino, spalmandovelo su*

Questo burro è speciale...viene dalla Terre del Mark, un Regno nostro amico ed antico alleato.

Io lo adoro, certe mattine mangerei solo pane e questo burro, giuro

*Spezza un pezzetto della fetta e lo avvicina alla bocca del Divino per farglielo assaggiare*

Sentite la morbidezza, la fragranza...

*Continua a parlare mentre imburra un' altra fetta passandola a Myrelyn, poi taglia alcune fette di arrosto posizionandole nei loro piatti e aggiungendo con le apposite pinze uova strapazzate, funghi e verdure in un bel contorno*

So che per Voi il cibo non è una necessità di vita e non oso immaginare come potesse essere inteso il cibarsi a Valinor, ma da noi...

*Continua mentre inizia sempre lentamente a mangiare tagliando pezzi di cibo col coltello e portandoli alla bocca con la forchetta, ogni tanto nettandosi le labbra col tovagliolo e controllando senza parere che il Vala riesca a districarsi tra le pietanze*

Da noi, tra noi umani il cibo è...tanto.

È necessità di sopravvivere sì ma non solo. È piacere di gustare e mangiare fine a se stesso, di scoprire nuovi abbinamenti, è conforto nei momenti cupi e soddisfazione dopo begli avvenimenti

È momento di incontro e condivisione ed intimità

Questo arrosto viene dai nostri allevamenti, le uova anche e verdure e funghi dai nostri boschi

Assaggiate sul pane imburrato anche un po' di questa marmellata di lamponi

*Dice porgendogli un vasetto dal bel colore rosso violaceo*

E non vi preoccupate di nulla, lasciatevi guidare dal Vostro naso e dal Vostro appetito e mangiate quello che più vi ispira e come più vi viene spontaneo, siamo tra noi solo ed in completa tranquillità

Pensavo...

*Continua mentre sistema in un piattino alcuni bocconi per Tevildo*

Che, se può esservi utile, ad Osgiliath abbiamo un'antichissima e molto ben fornita biblioteca, costantemente aggiornata da me personalmente con nuovi volumi e recentemente anche risistemata e riordinata.

Là potrete trovare moltissimo materiale su cui aggiornarvi da ...ecco dal momento della Vostra assenza fino ad oggi.

C'è tutto ciò che riguarda Arda lì, comprese le storie dei Grandi Avvenimenti delle Ere fino alla distruzione dell'Unico Anello e anche un'intera Enciclopedia su Usi, Costumi e Tradizioni delle genti di Arda

C'è anche una sala dedicata interamente alla letteratura e documentazione sulla Repubblica Galattica e dell'Impero, la volle mia madre ..e alcuni modellini e prototipi di droni e macchine, completi di istruzioni e spiegazioni: considerate tutto a Vostra disposizione, Sommo

Ma prima

*Alza un dito come ad ammonirlo scherzosamente sorridendogli*

Prima voglio che mangiate e poi vi riposiate

Nelle vostre stanze ho fatto preparare un bagno caldo che vi attende a qualsiasi ora, ho dato disposizioni che fuori dalla porta ci sia sempre un servitore a Vostra esclusiva disposizione per qualsiasi evenienza e mi sono permessa, sperando di farvi cosa gradita, di farvi preparare alcuni vestiti nel caso voleste mettervi a vostro agio o cambiarvi.

E poi, se vi va

*Continua assicurandosi nel frattempo che il Vala riesca ormai a mangiare con confidenza*

Mi piacerebbe molto farvi provare l'ebbrezza di cavalcare...io e Mairon amavamo galoppare al tramonto, lungo la vallata

*Dice sorridendo con occhi lucidi al gatto e facendogli dei lievi grattini sulla testa e sotto il collo*

Vero amore? Mi manchi tanto...ma sai che ti aspetto, vero?

    

Sauron 

*sento le parole preoccupate di Inmwë....sta iniziando a capire...e forse, è meglio così. Meglio che sappia cosa le sta accadendo ed a cosa andrà incontro...così sarà pronta a servirmi quando sarà il momento* "sei quasi patetico, Melkor .." *rido sotto i baffi quando lo vedo in difficoltà con la colazione...ormai, per me era diventato mangiare in compagnia. Prendere il the, la cioccolata calda...portarmi dietro provviste per il viaggio. Guardo sconsolato verso la mia pipa...spero che lui non decida di provarla. È una pipa che risale alla Seconda Era, quella non si tocca...è un reperto storico di grande pregio. Sento la tristezza della piccola Mirelyn, le salto in braccio...e mi accoccolo sulle sue ginocchia* "ti proteggerò da Melkor, te lo prometto. Non verrai corrotta dalla sua malvagità. Conta su di me" *lancio un miagolio felice quando sento profumo di cibo...e le parole di Inmwë. Si....un giorno tornerò...e saremo di nuovo insieme. Nessuno potrà dividerci*

 

    

Myrelyn

*La giovanissima elfa al delicato schiarirsi di gola del maggiordomo alza gli occhi e rimane sconvolta nel vedere Inmwe precedere nella sala Melkor; i singhiozzi che la scuotono non accennano a calmarsi fino a che la Regina non la abbraccia e la conforta. La piccola le si avvinghia al collo convulsamente, ascoltando quanto Inmwe le dice con voce dolce ma con il tono deciso della regina.

Rivolge uno sguardo intimidito e ancora imperlato di lacrime al Vala che si è seduto a capotavola osservando la scena con occhi stranamente pensosi mentre segue Inmwe al tavolo della colazione solo perché è tenuta saldamente per mano, incerta su come affrontare colui che tanta sofferenza ha causato. Appena si siede il gatto rosso che è adesso la forma di Mairon le salta in braccio e le promette mentalmente di proteggerla, Myrelyn lo stringe piano per fargli capire che ha inteso. *

Tornerai presto hai sentito?

*sussurra piano carezzandolo e posando un bacio sulla testolina pelosa* “ti aiuterò a guarire in fretta. Posso lo sai? E potrei mandare i falchi di nuovo dalla signora Pandora e chiederle una medicina.” *gli si rivolge con la mente continuando a carezzarlo e osservando Inmwe servire la colazione per tutti e descrivere ogni cosa al bellissimo e spaventoso Vala che sembra guardarsi attorno spaesato.*

“davvero Signor Terrore non sa che fare?” *chiede telepaticamente a Mairon nascondendo una risatina impertinente nel pelo morbido e folto del gatto, tradita solo dal lieve tremare delle spalle. Osserva il Vala di sottecchi, mentre mangia ciò che Inmwe le ha preparato e imbocca il gatto di pezzetti di cibo presi dal proprio piatto. Qualche sorriso sinceramente divertito le sfugge ogni volta che il Vala gusta e sembra apprezzare un nuovo sapore tra quelli che Inmwe gli propone con garbo.

Poi per finire in bellezza la ragazzina si serve una tazza di cioccolata calda, aggiungendovi una buona dose di panna montata e spolverando di piccole caramelline colorate*

Ahh! Il cibo degli dei! *dice dopo averne assaporato una cucchiaiata colma e inconsapevole di avere le labbra sporche di cioccolato*

Dovreste proprio assaggiarla Signor T…

*tronca la parola e prosegue precipitosamente* Divino!

*conclude piano guardando ora allarmata e imbarazzata Inmwe e Melkor con aria di scuse. Abbassa il visetto impaurita, nascondendosi con gli occhi chiusi come farebbe una bimba nel pelo del gatto e stringendolo abbastanza forte da strappargli un miagolio di protesta*

"Mairon! Se si è arrabbiato mi ucciderà vero? Ho paura"

*Non sa nemmeno se ha solo pensato o pronunciato le ultime parole mentre immobile e tremante attende le conseguenze di una impertinenza, sfuggita senza voler realmente mancare di rispetto, che potrebbe costarle la vita.*

    

Melkor 

*L'idea di imparare qualcosa di nuovo lo faceva sempre sentire come quella giovane intelligenza astrale che era stato all'inizio della propria esistenza, eppure c'era una bella differenza fra apprendere in un luogo non luogo, privo di tempo e di materia ed avere a disposizione Cinque Sensi ed un infinità di oggetti, che profumavano, avevano forme, colore e sapore.*

Vi ringrazio infinitamente Nobile Inmwe, ogni cosa sembra estremamente invitante e non ho intenzione di fare torto alla vostra ospitalità *aggiunse, abbassando leggermente la voce in un tono più confidenziale* e tantomeno alla vostra comprensione... Rendermi conto di quanto tempo è passato nel mio esilio è stato un brutto colpo, ma probabilmente sono tornato in tempo quando il mondo comincia di nuovo a rendersi interessante!

*Sorrise leggermente e segui i suggerimenti della Regina: bevve il tè, che parlava di terra coltivata, di duro lavoro, ma anche di pomeriggi d'inverno seduti su una poltrona, mangio il pane ed il burro, che parlavano di prati verdi, animali al pascolo, ma anche di spuntini rubati ad un pomeriggio di lavoro fra le carte, assaggiò le uova, i funghi, l'arrosto ed altre immagini fugaci transitarono nella sua mente: questo di poter leggere la storia degli oggetti era una capacità che solo ora scopriva di possedere, probabilmente generatosi nel vincolo che aveva costruito fra Se Stesso e la materia di Arda, nei secoli della Prima Era. Avrebbe Imparato a controllarlo col tempo, prima che diventasse inutile fonte di distrazione.*

Potrei dichiararmi sazio *disse gustando l'ultima sorsata di te* eppure ho curiosità di provare ancora qualcosa... *Fu così che, sotto lo sguardo incuriosito della Regina e divertito della giovane Myrelyn, il Vala cominciò a provare le proprie combinazioni di cibo: volle assaggiare di nuovo il tè ma ne preparò una tazza con il latte ed un'altra senza zucchero, volle mescolare le uova con le verdure ed i funghi con la pancetta, i biscotti, le marmellate senza il pane, gli vennero in mente anche altri abbinamenti ma, l'espressione a tratti sorpresa a tratti divertita di Myrelyn, che non aveva mai smesso di fissarlo dalla propria sedia accanto alla Regina, gli fecero capire che forse non erano una buona idea- sebbene la ragazzina cercasse di nascondere il proprio viso con la pelliccia di Tevildo i suoi occhioni espressivi erano un libro aperto.

La vede prepararsi una tazza di cioccolata, affogarla in una sostanza bianca e soffice chiamata panna e gustarsela rumorosamente.

Egli sorseggiava la seconda tazza di tè ed aveva cominciato l'assaggio dei funghi e pancetta, quando una certa frase smorzata della bambina attirò definitivamente la sua attenzione.*

Il cibo degli dei! Dovreste assaggiarla signor T... ehm, Divino!

*Alzo lo sguardo dal suo piatto e lo diresse direttamente su Myrelyn, lasciando scorrere un lunghissimo momento di silenzio in cui la ragazzina parve improvvisamente sedersi su un angolo scomodo. Sorrise con malizia, sporgendosi in avanti mentre poggiava un gomito sul tavolo e puntava verso di lei il cucchiaino del tè.*

Ragazzina, Myrelyn è questo il tuo nome, giusto? Se mi chiamerai ancora una volta "Signor Terrore" avrai anche tu le orecchie da gatto e la coda ed imparerai a miagolare insieme a Tevildo, sono stato chiaro?

    

Inmwe

*Osserva sollevata e compiaciuta il Vala prendere confidenza col cibo e con gli utensili, gustandosi le varie pietanze con aria soddisfatta

Sorride mentre si versa un'altra tazza di thè, è in procinto di berlo quando le parole del Sommo col cucchiaino puntato all'indirizzo di Myrelyn e il visetto della bambina che sembra sparire nel pelo del gatto le provocano una risatina smorzata che le fa quasi andare di traverso il sorso di thè

Tossisce riprendendo fiato mentre cerca disperatamente di soffocare nel tovagliolo la risata che le sale in gola e tornare seria*

Ehm...cough cough..scusate

*Si nasconde il viso dietro il tovagliolo mentre cerca di recuperare un po' di compostezza*

Ecco. .va meglio.

Numi... va bene, passato

*Si accorge che i due la fissano perplessi e ciò non fa altro che farle tornare la voglia di ridere, ma forse è solo la tensione e tutta la paura, la preoccupazione, il terrore della sera prima che adesso stemperano in ilarità*

Myrelyn comportati bene che di gatto me ne basta uno sai?

*Dice mentre sente un'altra risata isterica gorgogliarle in gola

Un rumore improvviso come di un forte ronzio però la fa tornare immediatamente vigile ed attenta, dalla finestra aperta entra un drone di fattura sconosciuta

La macchina sembra fatta di un corpo motore quadrato, si intravede come uno sportello sul davanti, alcune luci verdi e gialle lampeggiano

Plana rumorosamente sulla tavola atterrando sul vassoio dei formaggi, lo sportello si apre mentre il ronzio cessa definitivamente, spegnendosi

Nell'incavo del mezzo tre boccette dall'aspetto familiare ed un biglietto.

Afferra boccette e foglio leggendolo*

Myrelyn! Questo deve essere da parte della stessa persona che ci ha dato l'antidoto contro il veleno..dice di dare questa pozione a Mairon tre volte al giorno per una settimana per farlo stare meglio

*Continua a leggere il biglietto mentre l'espressione si fa perplessa

Un messaggio per Adar ..da un certo Glaruk e sembra urgente

Strappa il foglietto a metà tenendo il pezzo con le istruzioni della medicina per sé, poi va verso un mobile e scuote un campanello dorato

Immediatamente si apre la porta e compare Edgar come se fosse rimasto tutto il tempo lì dietro pronto*

Edgar, manda subito qualcuno a raggiungere Adar, si è incamminato da poco e con lo speeder dovrebbero raggiungerlo subito

Fagli consegnare questa

*Dice mentre infila il mezzo biglietto in una busta di carta chiudendola e sigillandola prima di darla al maggiordomo*

Ad Adar e solo a lui, chiaro? E il prima possibile, dovrebbero aver superato Osgiliath da poco

*Poi si gira verso Tevildo sorridendogli*

Amore ...la tua amica ti ha mandato la medicina! Fai il bravo adesso per prenderla, va bene?

    

Myrelyn

*Alzo gli occhi, tremando, solo quando Melkor pronuncia il mio nome, e mi trovo puntato contro un cucchiaino da thè. Le parole seguenti mi gelano mentre Inmwe soffoca una risata nel tovagliolo. Anche il corpo di Mairon vibra sulle mie ginocchia.

Ma il Signor Terrore ha fatto una domanda e devo rispondere.

"Oh cavolo, e adesso?"

Oh vi prego Divino, perdonatemi!

*Esordisco guardando Inmwe come a cercare approvazione*

Non volevo essere irrispettosa giuro! Vi chiedo scusa, non lo farò mai più lo prometto! Ma per favore non fatemi male!

*Lo guardo con gli occhioni azzurri imploranti e lucidi, il labbro inferiore trema visibilmente come se stessi per piangere, le mani giunte come una bimba. È evidente che temo che faccia a me lo stesso che ha fatto a Mairon e il terrore mi fa vacillare e impallidire.

Di solito nessuno resiste ma lui non è certo chiunque.

Cerco di fare trasparire quanto realmente sono dispiaciuta.*

Per favore Inmwe, Mairon, ditegli anche voi che non lo faccio apposta.

E che voi avete sempre lasciato correre.

*Prego Inmwe e Mairon di intercedere, forse li ascolterebbe, sembra che provi simpatia per Inmwe.*

Oh, non intendevo che dovreste fare altrettanto voi, Divino!!!

*Mi affretto ad aggiungere rendendomi conto che potrebbe sembrare una richiesta e non è certo il momento di avazarne!*

"Mannaggia alla mia linguaccia"

*Lo guardo di sotto in su con un piccolo broncio, vorrei nascondermi.*

"Potessi raggiungere Adar! Chissà cosa deve dirgli l"uruk Glaruk "

*Resto in attesa stringendo forte forte Mairon*

    

Sauron 

*se fossi in forma umana, ora starei ridendo a crepapelle...Ma, in fondo, lo capisco...sono millenni che non vede una tavola imbandita. Vorrei saltare sul tavolo quando sento il drone di Pandora, ma Mirelyn mi sta tenendo fermo....* " un medicinale? per me? Non capisco....l'antidoto che mi aveva dato era sufficiente, no?" *ripenso a ciò che mi ha fatto Melkor....* e Melkor mi ha curato dalle sue tortur3 quando mi ha tramutato in gatto...." *non sarà semplice darmi quelle medicine....non mi fido di Pandora....anche se, potrebbe aver aderito alla rivolta....e sarebbe un'ottima alleata nel rovesciare il dominio dei Valar su noi Maia...forse, dovrei fidarmi*

    

Melkor 

Con occhioni come i tuoi devo ammettere che saresti un gattino adorabile *disse il Vala sorridendo malizioso, mentre appoggiava il mento sopra il palmo di una mano e con l'altra dondolava il cucchiaino da tè* però ha ragione la tua Regina, con Tevildo basta ed avanza per tutti quanti...

Tieni! *fece un gesto circolare con il cucchiaino ed un muffin al cioccolato galleggiò a mezz'aria, andando ad atterrare delicatamente di fronte al piatto della giovane elfa* Questo è in cambio delle tue scuse, l'ottimo cibo di Gondor e l'ospitalità della Nobile Inmwe mi hanno messo di ottimo umore, quindi per questa volta non dovrai miagolare per me. Va bene così?

*Disse questo intercettando lo sguardo di Tevildo, che sembrava ergersi a scudo fra se e la trepidante ragazzina* puoi chiedere a lui se hai dei dubbi *proseguì indicando il gatto* lui lo sa bene, so ricompensare adeguatamente chi si comporta bene con me, quando l'ho conosciuto non era altri che il cameriere di Aule, il Vala Artefice, ed al mio fianco è diventato un leader di primo ordine *rise di fronte allo sguardo perplesso della giovane.*

Ti stupisci? Si capisce perfettamente che sei in grado di comunicare con lui, non una dote qualunque, ma di questo ci occuperemo più tardi...

*Fu in questo momento che un ronzio dalla finestra attirò la sua attenzione e così vide uno straordinario e stranissimo oggetto volante entrare nella stanza, tanto fu il suo stupore e la sua curiosità che smise di mangiare, alzandosi lentamente dalla sedia. Dal comportamento dei presenti dedusse che doveva essere una cosa relativamente normale, ma lui non aveva mai visto una cosa del genere: era piccolo, metallico, una via di mezzo fra una grossa libellula ed un piccolo forziere trasportabile.*

Che cos'è questo prodigio? *disse, avvicinandosi all'oggetto ed osservandolo da ogni angolazione, dopo che Inmwe ebbe estratto gli oggetti del suo interno* una specie di insetto meccanico... straordinario! *proseguì, sollevandolo con cura* Mia Signora *disse infine rivolto alla Regina* posso chiedervi chi è l'amica di cui avete accennato prima?

 

Inmwe

*Non riesce ad evitare di ridacchiare sommessamente nascondendosi invano dietro la mano. Per un attimo avverte una sensazione familiare e bellissima: una tavola apparecchiata, cibo condiviso, risate...si sofferma a guardare la sua dama che sembra volersi mimetizzare con la sedia e la sua espressione tra stupefatta, dubbiosa e spaventata e il viso serio ma con occhi ridenti del Vala, Tevildo che alza il dorso e il pelo come a voler proteggere Myrelyn facendo tenerezza, Edgar che impassibile come al solito assiste silenzioso...

Allunga una mano e accarezza il gatto teneramente*

È un drone, così si chiama. Macchine volanti in effetti Sono iniziate a comparire in Arda da quando sono iniziati gli scambi commerciali con la Repubblica Galattica e l'Impero.

Sono alcune di quelle macchine di cui Le ho parlato, delle quali troverà prototipi ad Osgiliath.

Riguardo all' amica di Mairon...Non so chi sia, so solo che è stata lei a mandarci l'antidoto quando Mairon fu colpito dalla freccia avvelenata e ci diede anche alcune fiale tipo queste, fiale rinforzanti...e una medicina per me, per proteggere la gravidanza dal virus

Si, al momento c'è un pericoloso virus in giro per Arda, è stato dichiarato lo stato di emergenza pandemica

*Spiega nel notare lo sguardo interrogativo del Sommo*

Si chiama Pandora o qualcosa simile, così almeno sembra dalla firma sul biglietto...mi pare sia questo il nome vero Myry? Tu l'hai vista in holocall mi pare...

E dovremo sdebitarci in qualche modo prima o poi, è già la seconda volta che ci aiuta senza chiedere nulla in cambio

*Prende poi il foglietto in mano e legge a voce alta*

Qui dice... Questa è Vigorilla rinforzata per Maiar, diminuisce il tempo di recupero dell'aura del 30%

Più o meno

*Guarda la faccia perplessa di Myrelyn alle sue ultime parole*

Dice proprio così .. più o meno

*Fa spallucce e versa alcune gocce della pozione in un piattino avvicinandolo speranzosa al gatto*

Amore vero che bevi bravo bravo? Su dai che dopo ce ne andiamo tutti a riposare un po'...giuro sono stremata

*Sospira sedendosi stancamente. Si rende conto solo in quel momento che è dalla sera prima che non dorme, è già passata una notte ..intensa ..e una mattina quasi.*

Chissà, forse Tevildo che la conosce sa cosa potremmo fare per sdebitarci...

 

    

Myrelyn

*Sgrano gli occhi sorpresa e sollevata quando Melkor ricambia le mie scuse con un dolcetto delizioso.*

Grazie mille, grazie grazie grazie signor Divino!

*gli rispondo con un sorriso a mille watt, poi afferro il muffin e lo divoro allegramente sotto lo sguardo divertito di tutti.

Mairon si rilassa sulle mie ginocchia e Inmwe ridacchia.

Ma quando mi dice che posso chiedere a Mairon mi sorprende, non pensavo che si fosse accorto che posso capire il gatto.*

Oh!! Te ne sei accorto? Ehm, cioè...Lei Signor Divino? Scusatemi.

Vorrei proprio sapere quante cose sai fare Lei.

*Ci prova ma è indubbio che all' etichetta regale la ragazzina non è affatto avvezza, tra le risatine di Inmwe e Mairon che vibra sulle sue ginocchia.*

"Oh me lo potevi anche dire che lo sapeva! Un altro po' e cadevo dalla sedia per la sorpresa!"

*Sussurro nella mente sgridando Mairon e stringendolo e carezzando la testolina pelosa.

Ma il drone per fortuna distrae Signor Terrore ed è buffissimo vedere come si alza per andarlo a ispezionare.

Mi scappa una risatina divertita, ma non sembra offendersi per questo.*

Ne ho uno anche io, un giocattolo un po' più piccolo, potrei insegnarti a farlo volare se vuoi signor Divino.

* È così rapito che la proposta mi sfugge, spero che non mi consideri nuovamente impertinente. Nel dubbio lo guardo con gli occhioni da cucciolo e un sorriso che è a metà tra la domanda e la preghiera.*

Oh sì Inmwe, la signora Pandora è colei che ci ha mandato l'antidoto per il veleno con cui stavano per uccidere Mairon quando abbiamo catturato l'uomo falchetto con il sassetto lucente.

*Confermo il nome in seguito alle spiegazioni e alle domande di Inmwe, poi chiarisco guardando Melkor*

È una bellissima signora dalla pelle nera e lucente come una perla, gentile anche se è una Maia come Mairon, e come me, bè io solo per metà.

*Sento Mairon miagolare, come se fosse preso alla sprovvista dalle mie parole*

"Non glielo dovevo dire? Adesso si arrabbia di nuovo?"

*Poi ripenso a quanto ho appena detto e mi tappo la bocca con la mano*

Oh scusa! Giuro che non volevo essere impertinente ancora! Parola d'onore croce sul cuore!

"Meglio scusarsi una volta in più. Ma davvero, non ci ho pensato. E poi lui adesso è stato gentile, quindi non era rivolto a lui. Lo avrà capito?"

*Lo guardo con timore, ma azzardando un lieve sorriso, gli occhioni azzurri sinceri fissi nei suoi così straordinari, dorati e profondi e antichi come il tempo.*

    

Sauron 

*certo che sei stremata....ho accelerato la gravidanza...Feanor nascerà fra solo due mesi da ora....La osservo per un attimo, ho sentito ciò che ha letto e sono cosciente del fatto che devo tornare nella mia forma umana, entro due mesi....o non vedrò mio figlio nascere....* Miaooo *lecco il piattino, finendo la medicina sopra....e subito mi sento rinvigorito...oh...caro Melkor, un giorno avrò la mia vendetta....* "certo che lo sa....è uno dei Valar più potenti. Potrebbe sentire i nostri pensieri con uno schiocco di dita. Sta attenta..." *non voglio vederla accecata dalla malvagità di Melkor....ed asservita al suo volere. Noi Maiar meritiamo la libertà....*

    

 

Melkor *Continuando ad esaminare quell'insetto meccanico con estrema attenzione, egli fa anche in modo di seguire il filo dei discorsi di entrambe le sue ospiti.*

Da quello che mi dite non ho più dubbi che colei di cui stiate parlando sia proprio la mia Pandora... Oh sì, la conosco da molto tempo *proseguì, in risposta agli sguardi interrogativi delle due* è stata una dei miei discepoli nella Prima Era insieme a Mairon e mi rende estremamente felice sapere che cammini ancora su questo mondo, è una donna di grande intelligenza e maestria.

*Ora soppesava il drone con cautela in una mano, mimando il movimento del volo che aveva compiuto per entrare nella stanza* Mi piacerebbe veramente poter smontare questo... 'drone', per capire come funziona, ma credo proprio che Pandora non ne sarebbe affatto felice *infine lo fece atterrare con delicatezza sul tavolo, di fianco al vassoio dei succhi di frutta, così da poter finalmente finire la propria tazza di tè* Fra 'droni', 'repubbliche galattiche' ed 'imperi' credo di avere proprio bisogno della vostra biblioteca, mia Regina *restando in piedi, sorseggiava dalla propria tazza rivolgendo un ampio sorriso alla Sovrana* Ma ammetto di avere anch'io bisogno di riposo e tu, ora che hai preso la medicina puoi già cominciare ad andare a nanna...

*Fece un cenno della mano indicando Tevildo e questi si afflosciò, addormentato fra le braccia di una Myrelyn perplessa; il Vala si diresse verso di lei, ma avendo comunque cura di non arrivarle troppo vicino* E così, mia giovane Myrelyn, tu per metà appartieni alla mia gente? Interessante, molto interessante *si affiancò al tavolo con noncuranza, giocherellando con un tovagliolo dopo aver appoggiato la tazza* vedi, non è dato a quelli della nostra stirpe di lasciare eredi: noi viviamo in eterno, al di là di questo mondo, del tempo e della materia, e non abbiamo dei figli tranne in casi estremamente rari *proseguì con tono pensoso* che io sappia solo un'altra c'è stata prima di te... l'ho incontrata, molto tempo fa, per questo sapevo di aver già visto qualcuno con la tua stessa aura.

Lunga storia *si avvicinò a lei quel tanto che bastava per allungare il braccio e consegnarle il tovagliolo, che era diventato un uccellino di carta* te la racconterò quando saremmo in viaggio per Osgiliath.

*Tornò sui suoi passi, sembrando volersi dirigere verso una poltrona o la propria sedia* Quale fra i tuoi genitori proviene dal popolo dei Maiar? Sei forse sua? *accennò a Tevildo* No? Meglio così, sarebbe troppo per la mia gelosia... ci mancherebbe solo che ne avesse un altro oltre all'erede che porta in grembo la Nostra Regina- ed il figlio che ha generato con me...

*Parlò come se l'ultima frase gli fosse sfuggita di bocca e, rendendosene conto, tussicchiò, mandò giù un biscotto, bevve un sorso di succo di arancia e si accomodò in una larga poltroncina adagiata sul muro, accanto ad un enorme vaso di fiori. Mentre si sedeva Myrelyn, che intanto contemplava l'uccellino di carta, cadde anche lei addormentata scivolando suavemente sullo schienale della sedia, con il gatto sulle ginocchia.*

Ehm, Mia Regina, Inmwe... ora che siamo da soli posso chiamarvi per nome? *gettò uno sguardo al maggiordomo, sentinella impassibile dall'altro capo della stanza, poi si accomodo sulla poltrona, trovandosi ora di fronte alla sedia della regina* La giovane starà bene *accennando a Myrelyn* ho solo preferito che non ascoltasse quello che sto per dirvi, riguardo alla domanda che mi avete fatto prima...

*Accavallò le gambe sulla sedia e giunse le mani* Ho pochi elementi a mia disposizione, credo che Mairon sull'argomento si dimostrerebbe poco collaborativo, ma sono abbastanza sicuro che questi vi abbia messo con un piede nel Mondo dell'Ombra *calò il silenzio, solo il vento dalla finestra aperta produceva un lieve fruscio sulle tende* Mi baso su ciò che vedo nella vostra aura Inmwe e sull'anello magico che portate al dito *la Sovrana era impallidita, comprensibile, ed egli aveva provato qualcosa di strano all'altezza del petto, si costrinse ad andare avanti misurando attentamente le parole* la vostra forza vitale si sta lentamente consumando, eppure voi non state morendo della morte dei Figli di Illúvatar, vi state trasformando in qualcos'altro, qualcos'altro tenuto in vita dal potere della Negromanzia, il vostro anello appunto, sicuramente opera di Mairon.

*Fece una pausa, l'aria nella stanza sembrava ora gravida di una profonda amarezza* Date le vostre origini immagino siate cresciuta avendo dimestichezza dell'Opera dei Valar e dei Maiar: Mairon è un Maia, uno fra i più potenti della sua gente ed il figlio che portate in grembo non è quindi un comune bambino, è questo che vi sta consumando la vita *prosegui* il vostro corpo mortale non è abbastanza forte per contenere una simile forza e temo che la nascita di vostro figlio potrebbe quindi costarvi la vita.

*La conosceva appena ma era stata gentile con lui ed ora Egli stava provando difficoltà a proseguire il discorso* Mairon lo sapeva, ovviamente lo sapeva e per questo vi ha regalato quell'anello *la sua voce era diventata grave* per tenervi in vita artificialmente fino alla fine della gravidanza e, una volta usata per lo scopo primario, servirsi di voi come Spettro. Dipendente da Lui, dalla sua forza vitale e dalla sua volontà. Mi risulta non sia la prima volta che usa sistemi di questo tipo, il Palantir mi ha mostrato qualcosa a riguardo, una volta si chiamavano Nazgul...

*Cambiò posizione, sporgendosi leggermente in avanti in direzione di Inmwe, così da guardarla meglio in viso* Il processo e la gravidanza sono già piuttosto avanti e temo di non essere più in grado di fare nulla per salvare la vostra umanità, qualunque mio gesto potrebbe costare la vita di vostro figlio... ma posso ancora rendervi libera dalla prigionia della Sua volontà, se lo desiderate *si alzò dalla poltrona e lentamente fece i pochi passi che lo separavano da lei, si chinò verso la regina e le prese le mani, che erano diventate fredde e tremanti* il fiore che vi ho regalato, il primo fiore dell'Albero Nero non appassirà, da questo momento tenetelo con voi fino alla fine e questi Vi aiuterà a ricordare chi siete...

 

Inmwe

*Ascolta silenziosa, via via che le parole diventano quasi immagini chiarissime e nitide di fronte ai suoi occhi è come se cadesse un velo che le stava nascondendo la realtà, rivelando un mondo oscuro e distorto..un tremito di sudore freddo la assale, con brividi che le si abbattono addosso come docce ghiacciate improvvise.

Gira lo sguardo incredula verso il gatto che dorme, poi torna a guardare il Vala e poi di nuovo il gatto, come combattuta tra credere e negare...si aggrappa convulsamente alla stretta di mani di Colui che le parla, come stesse precipitando mentre il diabolico disegno ormai è limpido e ben delineato nella sua mente*

Perché non me lo ha mai detto, perché? Perché non mi ha spiegata, preparata... perché non mi ha dato la possibilità di scegliere, di decidere per me e per la mia vita, perché?

*È furente, la voce ora è bassa ma minacciosa come quella di una belva che attacca, Edgar senza una parola fa un inchino ed esce, sicuramente posizionandosi appena fuori dalla porta.

Sente le lacrime scenderle ma sono lacrime intrise di rabbia, rancore e odio in questo momento, mentre guarda Tevildo addormentato come se si augurasse di vederlo morire seduta stante ...o come se volesse ucciderlo lei stessa. Si appoggia al petto del Vala, mentre i singhiozzi trattenuti le scuotono il corpo*

Perché mi hai fatto questo, perché...io ti amavo..io ti ho scelto anche dopo aver scoperto chi fossi..mi sono fidata di te, a dispetto di tutto e ora..ora...io ti odio, ti odio, non ti perdonerò mai .mai..

*Prorompe fissando rabbiosa Tevildo che placidamente dorme sulle gambe di Myrelyn*

Un nazgul ..io, un nazgul. Uno spettro, per l'eternità...maledetta e dannata, senza pace né riposo

*Sussurra mentre abbassa gli occhi guardandosi la pancia. Posa una mano sul ventre, l'altra ancora stretta tra quelle del Vala, alza poi il viso incrociandone lo sguardo*

Non cambierà nulla se anche accettassi la vostra offerta, vero Sommo? Sarei comunque condannata, cambierebbe solo il chi...avevate ragione, Divino..mi ha usata. Non c'è amore in lui né sentimento che non sia quello del suo ego e del potere

Ma non so che dirvi ora perché, così di getto, vi direi "Si, fatelo per me vi prego, meglio schiava della vostra volontà che della sua..."

*Arrossisce di colpo rendendosi conto della loro vicinanza in quel momento e delle parole che ha appena pronunciato ma è venuto tutto così naturale, spontaneo...si sente accolta, capita e, pur nella paura del futuro, si sente protetta adesso che le è vicino

Lui così gentile e comprensivo, mentre le parla scegliendo e soppesando con cura e tatto ogni singola parola ..che differenza, pensa amareggiata

Ha una possibilità di scegliere il suo destino, si sofferma a pensarvi *

Ma adesso sarebbe una risposta dettata solo da rabbia e rancore, me ne rendo conto ..Vi ringrazio però e la valuterò, davvero...e grazie di avermi spiegato una cosa così orribile con tanto tatto e delicatezza

E conserverò per sempre il vostro fiore con me, qualunque cosa mi accada...

*Gli sorride lievemente, poi sembra come realizzare qualcos'altro all'improvviso e si accascia sulla spalliera della sedia, stravolta*

Un figlio ..Voi e Mairon avete...un figlio

Neanche questo mi ha mai detto, neanche questo...del resto, se per lui sono solo un qualcosa da usare, perché mai avrebbe dovuto trattarmi da persona, giusto?

Siete stato fin troppo caritatevole a tramutarlo in gatto...io al posto vostro...non lo so.

*Dice con un sorriso amaro e sarcastico, poi appoggia la fronte sulle mani ancora strette tra loro, trovando conforto nel contatto*

Ho bisogno di dormire sì... e anche di un lungo, caldo bagno e poi riposo, dormire, senza sognare, solo dormire...dimenticare.

E poi cavalcare, si, una bella lunga cavalcata nel vento

Voglio solo dimenticare, per un bel po'...e non voglio vedermelo attorno neanche da gatto per il momento

Tenetemelo molto lontano o rischia di brutto, potete credermi sulla parola...

    

Melkor 

Mia Regina... *Mentre sostiene la sovrana piangente fra le proprie braccia non sa bene cosa fare, sarebbe semplice restare indifferenti, lo è sempre stato per lui per interi secoli, ma ora non ci riesce, in fondo quella donna è esattamente come Lui* Inmwe, ascoltatemi: io sono quanto di più lontano ci possa essere da un benefattore *scioglie la presa da una delle sue mani e la stringe a se* nel mio passato non sono stato meno crudele e spietato di Mairon, ma probabilmente sono stato quello meno ipocrita... però, sebbene possa fare ben poco per lenire il vostro dolore, posso dirvi di comprendere perfettamente come vi sentite.

*Senza quasi accorgersene, china il proprio capo su di lei, quasi a sfiorare i capelli della regina con le proprie guance* Mio padre, Illúvatar, creò i miei fratelli perché fossero in grado di eseguire il suo disegno, rendendoli felici di non essere altro che semplici pedine.

E creò anche Me, rendendomi capace di comprendere quanto tutto questo fosse ingiusto... per il semplice gusto di vedermi da solo contro tutti gli altri. Perché faceva parte del suo progetto che il Mondo si muovesse basandosi sul nostro antagonismo, senza chiederci se fosse quello che volevamo. Senza chiedermi se fossi felice di essere diverso da tutti gli altri.

Prendetevi il vostro tempo Inmwe *proseguì, la sua voce ormai ridotta quasi a un sussurro* avete ancora quella parte di vita che vi è rimasta, fatela vostra fino all'ultimo secondo ed io mi assicurerò che non vi smarrite nell'Ombra.

*Sfiorò il fiore che la donna portava ancora sui capelli ed accarezzandogli la fronte con un leggero bacio, sciolse il loro abbraccio tornando ad inquadrare il suo bel viso rigato dalle lacrime.*

Mairon non ha mai saputo di avere un figlio *disse, asciugandole una lacrima con il dorso della mano* l'ho allontanato da Me subito dopo la sua nascita perché non avevo altra scelta... *il volto del Vala si rattristò, mentre distoglieva lo sguardo e le sue parole sembravano quasi graffiare l'aria di amarezza* era l'unico modo per tenerlo lontano dal Mio destino e da quello di suo padre.

*Continuò a parlare, come se le sue parole uscissero fuori dalla sua bocca per inerzia* Non so dove sia, non so quale volto abbia, ma sono consapevole che questa mia ignoranza sia l'unica cosa che può proteggerlo. Ve l'ho detto prima *proseguì* gli eredi fra quelli come Me non nascono mai per caso e se mio figlio è venuto al mondo è perché Illúvatar aveva un progetto per lui, tenerlo lontano da me è l'unico modo che conosco per salvarlo dal Suo gioco... e da gli altri Valar.

*Fece una breve pausa, nella quale parve riprendere possesso di sé quanto bastava per tornare a guardare in volto la regina* Durante tutta la Prima Era ho fatto il possibile per nascondere a chiunque la natura del mio rapporto con Mairon, non potevo permettere che qualcuno usasse il nostro legame contro di Noi.

*Chinando lievemente il capo verso di lei le baciò soavemente il dorso della mano, per poi guardarla direttamente negli occhi* Mia Signora, Inmwe, io... vi prego di mantenere al sicuro il mio segreto...

*Un mugolio leggero alle loro spalle gli distrasse dalle proprie parole.*

Credo che la bambina si stia svegliando Mia Signora... forse è il caso di seguire il vostro consiglio ed andare tutti quanti a riposare.

 

    

Myrelyn

*Si sveglia senza nemmeno rendersi conto di essere stata addormentata e non si rende conto del turbamento di Inmwe essendo ancora incantata a fissare l'uccellino di carta donatole da Melkor*

Oh! Grazie! È bellissimo! Puoi farlo volare come hai fatto con il sassetto?

*Il suo lato più infantile esce in una richiesta spontanea, data dalla meraviglia. Poi di colpo si rende conto di quanto la sua domanda sottovaluti il potere del Primo dei Valar*

Ehm...scusa Signor Divino! Non volevo essere impertinente di nuovo!

*La scenetta riporta un lieve sorriso sul viso di Inmwe e Myrelyn osa rivolgere uno sguardo birichino e incantevole al Vala.

Intanto un altro pensiero esaltante le torna alla mente*

Inmwe! Ho sentito del tuo bimbo quando Signor... ehmmm... quando Mairon è diventato un gatto. Avrò un cugino? Sarà come me? Che bello un bimbo da coccolare! Sarò la più fantastica delle babysitter!

*Investe la Regina di parole e entusiasmo, con il gatto rosso stretto al petto corre ad abbracciarla senza accorgersi in un primo momento che Inmwe si è ritratta per non toccarlo e lo guarda con rabbia e dolore struggenti. Ma ingenuamente pensa che il dolore negli occhi della Regina sia dovuto al mutamento del Re.

Lo guarda perplessa e gli carezza la testolina pelosa deponendovi un bacio.*

Dormi dormi bel gattino

Dormi e sogna un topolino

*Gli canticchia nelle orecchie con una risatina, monella e affettuosa come sempre.

Poi si rivolge a Melkor con tono più serio*

Secondo Mairon e Adar il mio papà è un Maia di nome Ainderin...no, non era così il nome...ma io non l'ho mai conosciuto. Mi ha cresciuto zio Legolas perché anche la mia mamma è morta quando ero molto piccola.

*Il visetto della ragazzina elfa si contrae in una smorfia addolorata, malinconica.*

Però tu dovresti conoscerlo!

*Ritrova l'entusiasmo con la stessa velocità di una montagna russa, come tutti i bambini*

Mi dirai di lui signor Divino, per favore?

*Gli occhioni azzurri che gli punta in viso brillano di speranza e curiosità.

È evidente che sta preparando un milione di domande, la ritrosia data dal timore momentaneamente dimenticata anche per la gentilezza che lui mostra verso Inmwe e che le dà il coraggio, o l'incoscienza, di interrogarlo come se fossero pari.*

 

Inmwe

Avrai un...un cugino, sì, possiamo dire così.

E dovrai occuparti di lui se io ..ecco metti che magari qualche imprevisto o impegno...se io non potessi farlo

*Gira il volto per nascondere il dolore che prova in quel momento e mascherare la gravità della situazione.

Ci sarà tempo perché la piccola sappia tutto. Ma non è questo il momento.

Forse non avrà neanche il tempo di tenerlo in braccio suo figlio..il pensiero fa risalire rabbia e sdegno come una marea e la fa ritrarre precipitosamente dal contatto col gatto quando Myrelyn le si avvicina chiacchierando senza sosta. Imbarazzata si sposta verso la porta aprendola e chiamando Edgar*

Edgar, noi adesso andiamo a riposare.

Che nessuno ci svegli prima dell'orario stabilito, mi raccomando.

Fai preparare tutto per..uhm diciamo tra un sette ore a partire da adesso? Per le 16

*Si gira verso il Vala cercando una conferma nei suoi occhi che l'orario vada bene*

Dovrò parlare al mio popolo ed informarlo di ciò che è accaduto, prima di rischiare che si spargano voci errate o inesatte.

*Si schiarisce la voce*

Contatta Denethor intanto, lui sa già chi convocare e cosa fare

Farò il discorso alle 16, partiremo per Osgiliath subito dopo

Ma ci sveglierai alle 15

*Guarda il Vala stavolta con un sorriso che le nasce spontaneo*

Perché il Sommo ci farà il grandissimo onore di accettare un dono dal tesoro di Gondor...per ringraziarlo di tutto ciò che le dobbiamo

E che io le devo

*Sussurra*

E fai preparare per quando ci svegliamo i cavalli, avvisa ad Osgiliath che per oggi chiudano tutti gli ingressi al pubblico, voglio che nessuno ci disturbi finché saremo lì...ah e ovviamente che sia tutto pronto per il thè massimo alle cinque, oggi lo prenderemo in biblioteca.

*Cerca di ricomporre il viso alla solita espressione e si gira verso Myrelyn sforzandosi di sorriderle*

Le domande più tardi, va bene? Adesso siamo entrambi più che stanchi e abbiamo bisogno di riposare.

Pomeriggio ad Osgiliath ti darò un libro su cui studiare la storia di Arda dalle origini ai giorni odierni..e dove troverai la storia anche di tuo padre e ...ecco, di una tua antenata che ha avuto un ruolo molto importante nella storia della Prima Era.

*Soffoca a malapena uno sbadiglio portando la mano di fronte alla bocca*

Numi che stanchezza... Myrelyn, forse tu non hai sonno, suppongo poiché hai già dormito.

Nel qual caso ti chiedo la gentilezza di occuparti del ...di Tevildo e assolutamente tienilo lontano dalla mia stanza. Non voglio sentire nessun miagolio, ho bisogno di dormire tranquilla

*Dice sperando che non si noti alcunché di strano nella sua richiesta..in fondo è lecito voler silenzio quando si dorme ..si, sicuramente Myrelyn non sospetterà nulla. E del resto, come potrebbe? Pensa tristemente.*

E adesso, noi andiamo a dormire finalmente

*Sospira uscendo seguita dal Vala.

Nel corridoio c'è già il servitore personale del Sommo che attende per scortarlo alle sue stanze*


Melkor 

*Si congedò da Inmwe e Myrelyn con un gesto del capo, lasciandosi condurre da uno dei servitori della Regina verso il luogo di riposo che gli era stato assegnato. Il giovane uomo, un tipo magro coi capelli cortissimi di nome Horel, gli illustrò rapidamente tutti i confort della camera, ritirandosi poi con un profondo inchino. Rimasto solo si guardò intorno stupito: l'ambiente era ampio e diviso in più stanze, le finestre ornate di drappeggi lasciavano entrare la limpida luce del sole, le pareti erano decorate con arazzi di cigni neri; nel corso dei secoli aveva abbondantemente sottovalutato la maestria degli esseri umani e solo ora se ne rendeva conto. Se Egli, nella propria fortezza di Angband, avesse provveduto ad avere tutte quelle comodità la sua esistenza nella Prima Era sarebbe stata notevolmente migliore!

Il letto accogliente, le lampade dell'illuminazione gradevole, le "tende" alle finestre, i "servizi igienici" a portata di mano, in un ambiente privato adiacente all'area dedicata al riposo, poi abiti nuovi e puliti e tutto il necessario per un "rinfresco". Considerando che, per secoli, Egli aveva sonnecchiato senza avere altro luogo all'infuori del proprio trono, questo ambiente di riposo sembrava un dono di grazia.

Si adagiò sul letto, sensazione formidabile! Era come giacere sulle nuvole: la testa appoggiata sul "cuscino", il proprio corpo disteso e le mani giunte, lasciarsi andare fu semplice come emanare un pensiero…

 

[Dreamlands]

* Essere un Vala aveva dei vantaggi quando si entrava nelle Terre del Sogno, la propria natura gli permetteva di planare soavemente sui Settanta Scalini del Sonno Profondo, giungendo rapidamente a vederne la fine.

Emerse da una botola, fra le catacombe di una città in rovina in una terra crepuscolare ove il sole non tramontava mai del tutto, generando ombre diffuse ed allungate, la sua gloria e il suo nome erano ormai perduti e seppelliti dalla polvere del tempo, ma egli ricordava che una volta era stata Inganok. Si allontanò da quel luogo a passo spedito, prima che l'odore di umidità e muffa di quel posto abbandonato gli penetrassero le vesti e gli turbassero i pensieri, ma soprattutto, non aveva alcuna intenzione di incrociare ancora gli sgradevoli sciacalli che ogni tanto si aggiravano fra quelle rovine, aveva già avuto a che fare con loro e non era stato affatto un bel incontro.

Quella dimensione non gli apparteneva, né a lui né a nessuno della sua Gente: la sua gloria, la sua forza, il suo potere in quel luogo non valevano nulla. Bisognava rispettare le sue leggi per potervi soggiornare in pace e fare quanto necessario per non indispettire i suoi Guardiani, forze più antiche, misteriose e potenti di qualsiasi Vala. Lui l'aveva imparato nel corso del tempo, prigioniero del Vuoto non vi era nessun altro posto in cui potesse andare.

Immerso nei propri pensieri raggiunse ben presto le rive del mare: la sua superficie sconfinata era increspata sottilmente da una brezza leggera, sembrava stendersi all'infinito mentre il vento penetrava l'entroterra caricando l'aria di una fragranza marina ed inebriante. La luce purpurea del Sole evanescente fra le nuvole, rendevano il tutto simile ad un impalpabile miraggio.

Respiro a fondo, le sue vesti e i suoi capelli mossi dal vento, la sua stessa forma divenne impalpabile e mutò: ora aveva le ali, aveva assunto le sembianze di un Magro Notturno, creatura della notte delle Isole del Sud, si levò sul mare, le grandi ali membranose distese ad abbracciare il vento, in direzione delle nuvole lontane.

Volava con il mare sotto di sé e gli sembrava di essere diventato veramente libero, avrebbe potuto gridare di gioia, avrebbe potuto cantare, ma si accontentava di ammirare il cielo, i colori delle nuvole, le forme del oceano, mentre la distesa del Mare Cerenariano si dispiegava sotto le sue ali e la sua meta era sempre più vicina.

Aveva appena schivato una tormenta marina di passaggio quando un riflesso dorato colpì il suo occhio ed allora la vide: leggiadra, maestosa, risplendente, la città fra le nuvole di Serranian, la residenza estiva di Re Kuranes, scrigno impalpabile di bellezza e meraviglia.

Adagiata sulla distesa celeste, coronata dalle stelle, costruita in marmo rosato, ornata da eleganti edifici, alte torri e verdi terrazze, Serranian sembrava incarnare ciò che il pensiero più ampiamente associava al sogno. Dalle terrazze collocate ad un livello superiore dal porto era possibile ammirare il tramonto ed era lì che si diresse. Alcune navi erano appena partite, dirette a Selephais, ed egli le osservava ammirato mentre riprendeva forma umana, navigavano sulle nuvole quasi fatte di schiuma.

Si era avvicinato all'elaborato parapetto, avendo notato il profilo della Luna inquietante che si affacciava appena all'orizzonte, quando il fruscio di un'aura familiare, alle sue spalle, attrasse la sua attenzione.

Si voltò lentamente in direzione del nuovo arrivato.*

Non osavo sperare di incontrarti In questo luogo, Fratello...

 

    

Manwe [Dreamlands] : * Il trono di Taniquetil, questa sera, è più calmo del solito. Sbadiglio un poco...strano, noi Valar non abbiamo bisogno di sonno...che diavoleria è mai questa. I miei occhi, lentamente, si chiudono e mi ritrovo un luogo che non ho mai visto...qualcosa di molto strano e pericoloso. Non so come sono arrivato qui, forse...il Destino ha voluto che io mi trovassi in questo luogo, ora. Di fronte a me, una lunga scala di cui non si vede la fine. Salgo sul primo scalino, poi mi libro nell'aria per oltrepassare quel lento ostacolo. Arrivato alla fine, noto due sacerdoti anziani....mi fermo..."sono Manwe, Re di Arda e dell'intero Universo, per volere del maestoso Illuvatar. Chiedo il permesso di oltrepassare questo cancello." Dall'annuire dei due, capisco che mi è permesso andare oltre. Passo di fronte a splendide rovine di quella che, un tempo, era una città rigogliosa e fiorente. Purtroppo, sembra che un cataclisma o una guerra l'abbai interamente svuotata dei suoi abitanti. Avverto la presenza di una forma conosciuta....uno spirito che non sentivo da tempo" Fratello.....*purtroppo, lo scorgo solo da lontano....è già sfuggito alla mia vista....Lo rincontrerò, vibrandomi nell'aria verso la Città delle Nuvole, sopra di noi. La vista di Melkor qui, mi inquieta....*

 

    

Melkor [Dreamlands]:  *Osservò la forma corporea dell'altro avvicinarsi velocemente come nuvola vorticante, per poi adagiarsi sulla terrazza a pochi metri da lui.*

Manwe! È bello rivederti!

*Li andrò incontro gioiosamente, allargando le braccia- era così strano rivedere suo Fratello dopo tanto tempo, così simile a lui eppure così diverso, coi capelli biondo oro e gli occhi di zaffiro che non conoscevano l'oscurità. Manwe si guardava intorno, stupito, cercando a stento di mascherare il proprio disorientamento e meraviglia.*

Accidenti fratello mio! Hai la faccia di qualcuno che non sa dove si trova e neppure capisce come ci è arrivato... *gli si fece incontro, conducendolo verso il bordo della terrazza* primo pisolino della vita?

*Si sporse in avanti respirando a pieni polmoni, mentre l'altro rimaneva un passo indietro di lui* Rilassati! Goditi il tramonto, contempla le navi volanti! Queste sono le Terre del Sogno, le VERE Terre del Sogno non il giardino del nostro Fratello Minore... *disse, con un pizzico di malizia* In questo luogo si arriva solo dormendo e non appartiene a nessuno in particolare, ma è di tutti quanti allo stesso tempo.

*I due si guardarono in volto, la perplessità faceva ancora fatica a dileguarsi dallo sguardo di Manwe.*

Non fare quella faccia! Ne tu né io abbiamo potere qui *proseguì Melkor, voltando le spalle al tramonto* questo è il Regno di un altro sovrano e siamo entrambi ospiti di Re Kuranes, la sua storia è parecchio interessante sai?

Sono stato qui diverse volte, ho dormito parecchio negli ultimi millenni, mentre ero nel Vuoto non c'era altro che potessi fare... *fece una pausa, volgendo un ultimo sguardo al sole poi, affiancando il fratello, Melkor lo prese sotto braccio portandolo via con sé* vieni! Ti porto a fare un giro della città e mi racconterai tutto quanto!

 

Manwe [Dreamlands]:: vorrei poter dire di essere lieto di vederti qui....ma non è ciò che pensa il mio cuore *Mi chiedo come abbia fatto a tornare, chi lo abbia aiutato....se c'entra qualcosa Mairon....l'ira dei Valar sarà tremenda su di lui* Sapevamo che Mairon era tornato, con più potere di quando è stato sconfitto...ma non ci aspettavamo un tuo ritorno. Questo cambia tutto, Melkor. *Mi sono reso conto di non essere nelle terre di Lorien....* ma.,..parla prima tu, voglio sapere come sei tornato...

 

Inmwe

*La vasca con acqua calda e profumata è una benedizione, veloce si spoglia e si immerge totalmente, lasciando che tutto il corpo si rilassi.

Dopo di che infila una fresca e leggera camicia da notte e si butta a peso morto sul letto, sfinita, piombando immediatamente in un sonno profondo...apre gli occhi di colpo sentendo il vento attraverso di sé, un urlo spaventato quando si rende conto che sotto di lei c'è il vuoto. Chiude gli occhi aspettando lo schianto, ma incredibilmente non accade ..deve essere un sogno, non c'è altra spiegazione.

Ma rispetto al sogno precedente questo è così... così...vero. Non sembra neanche un sogno.

Sotto di lei il suo regno, lontano, bianco ed immobile..prati, distese e colline, le brillanti mura di Osgiliath che rilucono all'orizzonte.

Si guarda attorno, spaurita ed incredula ..sta volando

Sta... davvero... volando

Muove le mani e la direzione del suo volo cambia virando verso est, sussulta di meraviglia..una risata spontanea ed argentina le sale in gola, mentre avverte un senso di libertà e leggerezza mai provato in vita sua.. il vento le scompiglia i capelli e si insinua nella veste, facendola vibrare e frusciare come una musica... è tutto così bello da lassù, come sembra tutto piccolo e perfetto.. sembrano non avere senso confini, città o mura lì in alto, vede solo ..la terra nel suo insieme.

Si diverte a roteare, sperimentare velocità e movimenti...

Le sembra di vedere distintamente il vento e le correnti, come un grande insieme di onde colorate che si muovono armoniose in una danza a volte congiunta ed a volte ciascuna per conto suo.

Inizia a seguirne una che brilla come argento puro, è così facile condividerne la traiettoria e anche farsi trasportare...uno stormo di tre cigni neri incrocia il suo volo, ridendo passa tra gli splendidi uccelli quasi accarezzandoli...si gira con uno svolazzo, i tre cigni neri adesso sembrano attenderla, precederla e guidarla...il paesaggio sotto di lei cambia velocemente, la città fa spazio ad un'immensa, sterminata campagna...in lontananza qualcosa brilla, è un palazzo! Ma quella è... è Meduseld, la Casa d'Oro di Rohan.

Qualcosa di bianco appare di fronte al palazzo, avvicinandosi l'immagine diventa man mano più nitida. È una donna più o meno della sua età, lunghi e biondi capelli mossi dal vento e una veste bianca. In piedi sulla terrazza sembra come attendere e ..e fissare proprio lei.

Inmwe si avvicina planando, i tre cigni sospesi nella corrente sopra di lei, le braccia spalancate facendosi portare dalla corrente...allunga una mano verso la donna che si ritrae con gli occhi azzurri sbarrati in un espressione di terrore che le è molto familiare...un turbine di vento improvviso sembra avvolgerla e farla roteare per un tempo indefinito.

Quando il vortice si placa il paesaggio di fronte a lei è totalmente diverso: vede il mare, una baia immensa ed azzurra, verdi macchie di foreste la circondano da un lato, una sterminata tundra verdeggiante dall'altro..e sempre i tre cigni neri davanti, come ad indicarle la strada? Sotto di lei appare una città. Rosse le sue mura, rossi i palazzi con cupole dorate. Plana leggera dentro la città, attraversando vie e viuzze strette e ricolme di fiori, volando seguendo un filo di corrente argentata..arriva in un cortile, due fanciulle giocano tra di loro: rosse di capelli, verdi gli occhi

Qualcosa sembra condurla verso la più piccola che la guarda stupita*

Chi sei?

*Le chiede ma ecco, un attimo prima che possa raggiungerla e rispondere un ostacolo le si para di fronte

Una persona dai capelli color platino, lo sguardo duro...per un attimo i loro sguardi si incrociano...e poi tutto sfuma nella nebbia*

 

Myrelyn

*La ragazzina elfa con un braccio tiene stretto il gatto addormentato che le ronfa piano sulla spalla e con l'altra mano prende con delicatezza l'uccellino di carta donatole da Melkor.

Cerca goffamente di improvvisare un inchino finendo quasi per lasciar cadere Mairon.*

Ops!

*Lo risistema e guarda Inmwe e Melkor con un sorriso allegro, senza accorgersi del disagio della regina.*

Sogni d'oro Inmwe! Non ti preoccupare ci penso io a lui!

*Si volge al Vala e sorride dolcemente*

Sogni d'oro signor Divino!

*Manda un bacio alla Regina con la mano che tiene l'uccellino di carta e esce dalla stanza saltellando e canticchiando.

Nella sua stanza si stende sul letto sul fianco, abbracciando il gatto addormentato e carezzandolo con delicatezza.*

Sogni d'oro Mairon

*Bisbiglia e poi inizia a cantare una dolce ninna nanna che la rilassa e le cui note soavi si spargono leggere e delicate lungo il corridoio. Sull'ultima nota la vocetta si spegne e la ragazzina si addormenta.

Il sonno però non è affatto sereno.

Nel sogno vede Adar e Alcare, i due fratelli che entrano attraverso un nero cancello nonostante l'atmosfera cupa e oppressiva sembri un presagio di sventura. Una figura in ombra sembra attenderli, celata, avvolta dal silenzio.

E il cancello che si chiude alle loro spalle pare diventare la grata di una buia prigione.

Una donna eterea compare al di là, mandata apposta per accoglierli, per instillare un senso di sicurezza.

Parole suadenti e infide, bugie e false promesse sussurrate con voce soave e inumana, come a illuminare l'oscurità. Ma che ne nascondono invece una ancora più profonda e terribile. Catene invisibili che sembrano avvicinarsi senza rumore, inaspettate, per ghermire i loro cuori. Catene che diventano un anello d'oro, dato come un gesto di accoglienza e invece teso a imprigionare la loro volontà*

Adar! Alcare! State attenti! Tornate indietro!

*Parole mormorate mentre la ragazzina si agita nel letto*

Il sogno prosegue inquietante, tre figure in fuga che cercano una via d'uscita, tengono in braccio un fanciullo e un fagottino. Ma non sono soli: nell'ombra più fitta qualcuno attende, pronto a cogliere l'occasione per riprendere il Silmaril che brilla come una lanterna pur celato dentro un sacchetto, occhi splendenti nel nero infinito che tramano*

Adar! Alcare! State attenti! Non vedete? È una trappola! È un inganno!

*La piccola elfa si agita, mormora mentre lacrime di disperazione le sgorgano dagli occhi chiusi prigioniera del sonno.

Un movimento, una mano tesa, un movimento ancora e la ragazzina cade dal letto svegliandosi di soprassalto*

"Devo chiedere aiuto! Sono in pericolo. Sento che non era solo un semplice incubo"

*Si rimette in piedi pensando a come poter portare loro aiuto, vagliando le ipotesi a voce alta*

Pandora! No, non è potente abbastanza, ha detto. Melkor! Più di lui non c'è nessuno! Deve aiutarmi!

*Si slancia verso la porta*

 

    

Melkor [Dreamlands]:  Ah! Mairon... si. Ha sempre dimostrato la tenacia dell'erba cattiva, è una delle ragioni per cui l'ho sempre apprezzato.

*Rise allegramente, mentre conduceva suo fratello per una stretta viuzza laterale, decorata di drappeggi colorati e profumati terrazzi ornati di fiori* Per un po' non dovrete preoccuparvi per lui: allo stato attuale può solo miagolare e leccarsi il pelo *l'altro lo guardò senza capire, Melkor continuò a camminare facendo spallucce* l'ho trasformato in un gatto! Fa parte della sua punizione per aver dissertato l'Ultima Battaglia che mi è costata l'esilio.

*Proseguirono ancora per un po', scendendo una ripida scaletta si ritrovarono in un altro vicolo contorto, in cui alcune piccole botteghe e taverne chiassose si affacciavano sulla strada con insegne colorate e profumi esotici, Melkor sembrò sceglierne una e si diressero in quella direzione, facendo attenzione a dove mettevano i piedi.*

Come sono tornato, dici? Beh, sembra che qualcuno abbia lasciato la porta aperta... No, non ho idea di chi sia, vuoi da bere?

*Casse, vasi di fiori e cesti di vimini colmi di mercanzie erano collocati ai due lati della strada, il che rendeva il vicolo ancora più stretto, infine si fermarono sotto la locanda con l'insegna che portava tre stelle gialle su fondo azzurro* Avevo una vecchia cassaforte, nelle profondità della mia fortezza, ad Angband, era costruita in Mithril ed una delle due aperture conduceva nel Vuoto, un'uscita secondaria di sicurezza, diciamo, in caso di necessità.

*Melkor fece strada, il biondo sovrano dei Valar subito dietro, ma la compagnia dentro il locale era così variegata e variopinta che due passavano perfettamente inosservati.*

A quanto pare il mio leale luogotenente se ne è impadronito e l'ha tenuta per sé nelle segrete della sua Torre Oscura, qualcuno per qualche ragione ci è entrato ed ha lasciato la porta aperta. Io ho sentito il mormorio del Mondo, l'ho seguito ed eccomi qui!

*Si avviarono verso il bancone, uno dei locandieri, un uomo senza età con il turbante, la carnagione olivastra, i lineamenti bellissimi e due lucenti occhi acquamarina, fece loro cenno di attendere.*

Sarebbe bello se tu provassi la stessa gioia che provo io nel rivederti *disse il maggiore dei due con amarezza, poggiando i gomiti sul bancone* ma è evidente che mi vorresti morto come tutti gli altri... Beh, non puoi uccidermi, Lui non vuole, è evidente che gli servo *il cameriere, ancora indaffarato, indicò loro un tavolo vicino alla finestra ed i due fratelli, sgomitando un poco, si diressero lì, Melkor fece accomodare Mamwe e poi prese posto* Gliel'ho chiesto, sai? Quando sono precipitato nel mio momento di più cupa disperazione in quel Vuoto infinito, l'ho chiamato, l'ho chiamato a gran voce, urlando per non so quanto tempo... *il suo volto si distorce in una smorfia mentre diceva queste parole, poi prosegui* Gli ho chiesto di uccidermi, di distruggermi, di 'porre fine al problema alla radice'. Lui si è rifiutato.

*Calò un silenzio d'imbarazzo fra i due, Melkor si voltò a guardare le ultime luci del Sole oltre le nuvole, finché il cameriere non giunse per prendere gli ordini*

Cosa preferisci? Offro io: idromele? Sidro? Birra? Io vado di sidro, una pinta intera, grazie! *taglio corto* Mando giù anche l'amarezza...


Manwe [Dreamlands]: il sidro andrà bene....*ho ascoltato le sue parole....ma è tempo che lui ascolti le mie. Mi siedo e lo guardo dritto negli occhi, serissimo....* Emrys...uno dei miei più fedeli Maia, affidato a Tahenys, o Measse, come la conoscevi tu....è tornato a Taniquetil...*dai suoi occhi, posso scorgere qualcosa....lui è cosciente del destino di Emrys* so che c'entri tu nella sua mort3. Aveva quel corpo da secoli....deve aver sofferto molto. *accolgo il mio sidro con un veloce sorso, in attesa di sentire le sue parole* Oh, beh...forse, Padre sa che tu verrai sconfitto solo nella Battaglia Finale, Fratello....

    

Melkor [Dreamlands]

*Il maggiore fra i due Valar calò il pugno sul tavolo con rabbia, facendo sobbalzare i bicchieri* Non ti ho portato con me per farmi raccontare la lezioncina! *prese la propria pinta e ne svuoto metà in un solo sorso* Allora quello era davvero un tuo uomo, giusto? Sì, sono stato io *proseguì con un ghigno crudele* quell'infame ha avuto la sfrontatezza di farmi la predica, si è rifiutato di rispondermi e mi ha mentito! Non sopporto queste cose e gli ho dato quello che si meritava! *Svuoto il resto del bicchiere, lo appoggio davanti a sé rumorosamente e guardo l'altro negli occhi* La prossima volta avrà imparato il rispetto!

Dovresti sceglierli con più cura i tuoi soldati quando li mandi a spasso con un Silmaril!

*Fece per alzarsi, facendo leva con le braccia si sporse in avanti avvicinandosi al volto del suo interlocutore* Ti svelo un segreto fratellino: qualunque vostra preparazione o sotterfugio questa volta saranno inutili *disse con un sibilo* non ho più bisogno di eserciti, di guerre o di forza per impossessarmi di Arda, perché essa è già diventata mia!

E soprattutto, non ho alcuna intenzione di morire se non sono io stesso a deciderlo. Addio! *Indietreggio, scostando la sua sedia in malo modo, portando con sé il suo bicchiere, diretto verso il bancone* Trovatela da solo la via di uscita, Signore dell'Occidente!

*Consegnò la propria pinta vuota al taverniere, scambiando delle monete ed uscì dalla locanda portando con sé due bottiglie.*

 

    

Inmwe

Mairon... amore...

*Sospira nel dormiveglia, mentre una mano si allunga nel cercare il marito accanto a lei, al suo solito posto..sente il suo profumo così vicino...*

Amore dove sei?

* Sussurra ancora con gli occhi chiusi, tastando e cercandone il corpo...ha così bisogno di lui, del suo contatto adesso...apre gli occhi, stringe tra le braccia il suo cuscino, ancora intriso del suo odore..si alza di colpo, realizzando dov'è, cosa è successo.

Cosa è successo...cosa succederà...

Guarda il cuscino ancora stretto a sé con rabbia, un urlo di stizza e lo scaglia furente lontano.

L'oggetto atterra sul mobile, provocando cadute rovinose di profumi e creme varie, si tappa le orecchie per il rumore, poi guarda il disastro provocato mentre l'olezzo di fragranze mescolate tra fiori e aromi si diffonde in camera e fa spallucce*

Dirò che c'era...uhm ...un topo, si, sul mobile

Se proprio mi dovessero chiedere qualcosa, ma ne dubito..

*Inanellando a mezze labbra svariati epiteti, assolutamente inadatti ad una regina, all' indirizzo del marito, sia in forma umana che felina, si alza per prepararsi.. pantaloni morbidi ed aderenti adatti alla cavalcata, una blusa anche morbida ed elegante, con destrezza raccoglie i lunghi capelli in uno chignon da cui lascia cadere qualche ciocca ad incorniciarle graziosamente il viso, fermandoli poi con un nastro nero...nero? Cosa doveva fare ancora, c'entrava il nero..aufff il discorso al popolo, accipicchia...sbuffando si guarda allo specchio, poi apre l'armadio storcendo il naso di fronte ai pesanti abiti del lutto imperiale...quel tessuto così fastidioso, quei merletti antiquati e ruvidi sulla pelle..poi vede lì nascosta una soluzione ottima ed inaspettata: ma certo, il mantello!! È nero, finemente decorato, il pizzo c'è e molto indicato all'occasione, coprirà con discrezione i suoi abiti da cavalcata e non avrà bisogno di cambiarsi nuovamente dopo la farsa del discorso.

Con un sorriso come di bimba in procinto di fare scherzi lo indossa, appuntandolo con una spilla di perle..uuuh le perle, aufff... maledetto protocollo e maledetta etichetta.

Collana, orecchini, il diadema...

Alla fine è pronta, inappuntabile e compunta come si conviene ad una Regina in lutto che sta per parlare al suo Regno.

Si guarda di nuovo con un cenno di assenso...ma manca qualcosa? Cosa manca? Un dettaglio ma importante...ma certo, il fiore! Dove ha messo il Suo fiore?

Ansiosa inizia a cercare nella stanza, deve averlo tolto prima del bagno, dov'è? Ah eccolo... l'aveva posato in un bicchiere con acqua, meno male..il fiore è ancora fresco e profumato come fosse appena colto, sorridendo se lo appunta fra i capelli rimirandosi.

Adesso sì che è pronta

Posa le dita sulla maniglia e la abbassa, uscendo.

Fuori nel corridori già schierati Edgar nella sua veste di Cerimoniere ed uno stuolo di camerieri in abito da gala.

Innanzi a loro avanza una figura alta e imponente, capelli grigio argento ed un volto nobile e dolce incorniciato da una folta barba anch'essa grigia, la guarda con affetto e tenerezza inchinandosi*

Sua Maestà...

*Risponde con un sorriso e un piccolo cenno del capo al suo indirizzo*

Ben ritrovato, Denethor

*Saluta il vecchio caro amico del padre, nonché Sovrintendente e Capo dei Servizi Segreti del Regno di Gondor*

 

Myrelyn

*Il brusco risveglio della piccola elfa ha il potere di svegliare anche il gatto rosso che le dormiva accanto.

Mairon la guarda allarmato ma Myrelyn è troppo sconvolta per notarlo e mettersi a raccontare il sogno fatto.

Il visetto della ragazzina è pallido e distorto dal panico, non perde nemmeno tempo a infilarsi le scarpe e con indosso solo pantaloni e tunica si precipita di corsa alla camera che sa essere stata assegnata a Melkor.*

Vieni Mairon presto! Presto!

*Arrivata davanti alla porta scansa senza tante cerimonie il servitore e sfrontatamente, senza pensarci minimamente, entra senza nemmeno bussare violando tutte le regole dell'etichetta e dell'educazione.

Si fionda all'enorme letto e saltandoci sopra dimenticando completamente la prudenza scuote il Divino investendolo di parole e lacrime e singhiozzi*

Melkor! Melkor! Svegliati!!!

Devi aiutare Adar e Alcare! Sono in pericolo! Qualcuno vuole il sassetto lucente! Melkor!!

*Quando gli occhi del Vala si aprono e la fissano sembra finalmente rendersi conto delle proprie azioni e del servitore allibito che cercava di ammonirla a un comportamento corretto.

Restituisce lo sguardo con un broncio adorabile e gli occhioni azzurri imploranti e lucidi di lacrime*

Non mi importa se mi trasformi in un gatto, non mi importa se mi fai male, ma salvali! Solo tu puoi! Solo tu. Per favore, ti prego signor Terrore.

*Il tono, per quanto tremante e rotto dal pianto è evidentemente sincero, ed è chiaro che la ragazzina crede fermamente ad ogni parola. La fiducia che lui possa fare quanto gli chiede schioccando semplicemente le dita è evidentemente scritta sul faccino bagnato di lacrime.

Come è evidente che il nomignolo irriverente le è uscito senza che se ne rendesse conto.

Le manine giunte, in ginocchio sul letto, è la rappresentazione perfetta della supplica.*

Signor Divino?

"Mairon? Perché non dice nulla? Ho fatto un disastro?"

*Si rivolge con la mente al gatto rosso che l'ha seguita dimenticando che Melkor può sentire i suoi pensieri*

 

Manwë [Dreamlands]: *le sue parole mi fanno quasi andare di traverso il sidro...so di averlo ferito... normalmente, non servo rancore...ma in questo caso, di fronte alla sofferenza di un mio Maia...non ho potuto non rinfacciarglielo. Lascio il boccale e un po' di mancia...e corro dietro a Melkor* Melkor, aspetta....io...non...non volevo ferirti. Ero solo pieno di rabbia per la sofferenza provata da Emrys. * Appoggio una mano sulla sua spalla...* Ehi...sai che non posso capire come ti senti, non è nella mia natura. Ma siamo qui...soli. forse...dobbiamo trovare un punto d'incontro..

    

Melkor Alcaron [Dreamlands]

*Uscendo dalla taverna aveva deciso di seguire la direzione opposta rispetto a quella da cui era arrivato. Il passo veloce, le bottiglie in mano, mandava giù lunghe sorsate di sidro senza badare bene dove stesse andando: salì un'altra scaletta, raggiunse un altro vicolo, attraversò una verde terrazza poi cominciò a salire, altre scale, altri vicoli.

Le ombre della sera calavano sulla città fra le nuvole, mentre l'alcool diffondeva l'ebbrezza attraverso il suo corpo. Si ritrovò a percorrere un largo viale lastricato di colori soavi, fiancheggiato da ambo le parti da alberi da frutto che diffondevano nell'aria la fresca fragranza degli agrumi. Camminava più lento ora, gli sembrava di fluttuare immerso in una specie di allegrezza vaga e sfuggente, dondolava leggermente quando raggiunse la larga terrazza panoramica che guardava verso sud.

Avvertiva a tratti l'aura di suo fratello dietro di sé, aveva fatto del suo meglio per seminarlo ma a quanto sembrava era ancora nei paraggi, si era quasi convinto che lo cercasse... si certo, per fargli ancora la predica. No grazie, meglio la bottiglia!

Si era appena appoggiato al tronco di una palma in vaso, quando avverti la mano di Manwe sulla propria spalla e fu allora che le sue ginocchia cedettero: la bottiglia rotolo vuota lontano da lui ed egli si ritrovò seduto in modo scomposto, per terra, ai piedi di suo fratello.*

Ancora qui Signore dell'Occidente? *disse con voce rauca ed incerta* Manwe il Grande ed Eccelso, Padrone dei Venti, Sovrano dei Valar sei venuto a goderti la decadenza del tuo fratello reietto? *allargò le braccia volgendo la testa all'indietro* Il Nemico! l'Oscuro Male del Mondo! Il Corruttore e non ricordo più come diamine mi abbiano chiamato ancora...

*Calò il silenzio, in cui sembrava che il Vala in preda all'ebbrezza avesse ceduto al torpore* tre Ere del Sole in esilio e in solitudine e non mi merito neanche un bentornato?

*Il Sole ormai era scomparso del tutto e solo il riverbero del tramonto ancora sostava sulle propaggini del cielo ad occidente, le stelle splendevano strane ed in forme inconsuete mentre le lanterne della città si accendevano rapidamente intorno a loro* Non mi vuole morto e non mi vuole neanche libero... *parlava rivolto al cielo, biascicando con voce strascicata* ci ha messo meno di un giorno per cominciare a giocare con me... il Silmaril! Quel maledetto gioiello sputato fuori dalla Terra stessa! L'ho lasciato andare, sai? Lui mi ha messo alla prova ma io l'ho lasciato andare... Poi ci ha riprovato ancora, e ancora così gli ho detto: d'accordo paparino, se vuoi giocare giochiamo!

*Giro la testa leggermente di lato, tornando a guardare di striscio il suo interlocutore, amplificato così l'effetto generale di disperazione e miseria.*

Ma ti assicuro che questo sarà il Tuo ultimo gioco!

*Una risata folle fuoriuscì dalla sua gola, finendo stroncata in un gorgoglio strozzato.*

    

Manwe [Dreamlands]: il Silmaril? *non sapevamo che fosse stato ritrovato un SIlmaril....non ne sapevamo nulla a Valinor.* Emrys non ha detto nulla riguardo il Silmaril....Come è stato ritrovato? *lo osservo...riconosco i segni che hanno gli Elfi quando bevono una sostanza chiamata vino....diventano imprevedibili, quasi febbrili...e barcollano* Hai...bevuto, Melkor? *tre Ere del Sole, non mi sembrava fosse passato così tanto tempo dall'ultima volta* Nessuno sta giocando, fratello...tu mi sei davvero mancato. Mandandoti nel Vuoto, abbiamo capito che le tue azioni erano necessarie per mantenere l'Equilibrio del Pianeta e dell'intero Universo. Arda...ed Ea, hanno bisogno di te....e di noi. *vorrei guarirlo dall'ubriacatura, ma non posso...i nostri poteri non funzionano qui.*

 

    

Melkor [Dreamlands]

Ma non mi dire... *si voltò a fissare il fratello con un sorriso stanco* Io sono il maledetto ingranaggio che muove l'evoluzione del maledetto Universo e Voialtri avete impiegato SOLO quattro Ere a rendervene conto? *proseguì mentre apriva la seconda bottiglia bevendone un sorso* Non male considerando che siete una ventina a dirigere la baracca, il vostro bel giardino incantato vi ha ovattato la mente... eh? Io ci ho provato, sai fratellino? Ma proprio non ce la faccio in quel vostro Paradiso Artificiale che chiamate Valinor: è sempre tutto fermo, tutto uguale, potrei impazzire in quel posto!

Dai siediti! *si ricompose incrociando le gambe e facendo un po' di posto per il fratello davanti a sé* Se ti sporchi le vesti nelle Terre del Sogno non succede nulla... in cima alla Tua Montagna rimarrai immacolato.

Tieni, assaggia... *gli porse la bottiglia* Non vogliamo certo sprecare dell'ottimo sidro di Serranian. Se lo mandi giù a piccoli sorsi non finisci come me...

*Adagiando la schiena sul grosso vaso della pianta, si voltò ad osservare le stelle sopra l'oceano, che giocavano a nascondersi fra le nubi all'orizzonte, mentre gli ultimi raggi del riverbero scomparivano in lontananza.*

Potrei parlarti di tutta la bellezza che c'è nello scorrere delle stagioni, in un mare in tempesta, di un vulcano che canta, di temporale, dei fulmini, di una stella che nasce e una stella che muore... ma potrei tenerti qui per secoli *proseguì con un sospiro* temo ormai tu sia troppo abituato a grogiolarti nel eterna e monotona primavera... Siamo così diversi anche se siamo nati dallo stesso pensiero...

*Si riprese la bottiglia dalle mani del fratello e bevendo un altro sorso continuò.*

Le stelle... queste non appartengono a Tua moglie, sai? Anche se i Sognatori degli Universi le hanno create anche grazie a quelle... ma cos'è che volevo dire a proposito di stelle? Vero! Il Silmaril! *Si rianimò a queste parole, cambiò posizione e continuò a parlare dondolando la bottiglia nella mano* Mi avevi chiesto del Silmaril beh, strano che il tuo uomo non ne abbia fatto parola, dal momento che è stato lui stesso a portarlo in volo fino alla città assediata dalla tua emissaria, consegnandolo ai figli di Feanor. Fratello e sorella. Lui poi, Maglor, aveva deciso di cederlo a me in cambio della salvezza dei loro compagni, ma non è stato necessario... io ho altri piani e quelle gemme non mi servono più. Come sia saltato fuori non ne ho idea, mi hanno detto sia emerso dalla terra con l'eruzione di un vulcano. Ma io non c'entro, eh! In quel momento ero ancora nel Vuoto...

*Posò a terra la bottiglia, lasciando l'ultimo sorso a suo fratello*

Ancora sidro?

    

Manwe [Dreamlands]: ottimo, devo ammetterlo. In Arda non abbiamo sidro così gustoso. Dovremmo portarne un po' con noi...* lancio uno sguardo verso le stelle indicate da Melkor...sono così diverse da quelle che vedo ogni notte da Taniquetil....mi manca quella montagna, mi manca Varda..e le nostre ancelle* So che Valinor non fa per te...e non ti costringerò a trasferirti da noi...ti chiedo solo un favore. Devo ancora parlarne con gli altri, ma...ti piacerebbe essere di nuovo annoverato negli Aratar? *do un sorso...mentre i miei occhi si perdono nella bellezza del cielo stellato* So dei due Figli di Feanor....chiederò consiglio a nostro padre per quanto riguarda il Silmaril....deve essere stata opera sua...anche l'eruzione di Erebor. Sai, le nubi hanno fatto il giro di Arda due volte.

 

Melkor [Dreamlands]

Un antico Adagio di Zura recita più o meno così...

"Si dice che le Stelle

ringrazino la Notte

poiché su altro paramento

non splenderebbero più belle.

E il bardo ringrazia le Stelle,

la Notte e all'Universo

dicendo che è colpa di quelle

se esistono Musica,

Canto e Verso"

*La notte si stava appena affacciando sulle terrazze della città fra le nuvole ed una luna inquietante e diafana si levava lentamente all'orizzonte, una nave diretta a Selephais era appena salpata dal porto occidentale ed ora galleggiava leggera fra le nuvole, candido lo scafo, candide le vele, era come una gemma di Silime che solcava il cielo... Fu allora che venne colto da una repentina visione: Melkor vide se stesso in Forma di Potenza ed armato di fulmini, librarsi nel cielo sopra le verdi distese di Endor, puntando l'Antica nave che da Ere custodiva il Silmaril del firmamento.

Mamwe stava ancora gustando l'ultimo sorso dalla bottiglia e non si accorse di nulla.*

Ohi... diamine fratellino, mi sei diventato un burocrate per caso? Sono passati cinquemila anni del Sole, secolo più secondo meno, dall'ultima volta che ci siamo incontrati e tu pensi al Novero? Povero me! Lo sai che non me ne è mai importato un granché di queste cose ufficiose ma se a te fa piacere per me va bene, rimettimi pure nel Novero, tanto gli altri continueranno ad odiarmi lo stess... *Lasciò la frase in sospeso come se qualcos'altro di invisibile avesse attirato la sua attenzione* devo andare, mi stanno svegliando... addio fratellino!

*Fece giusto in tempo a sporgersi verso l'altro adagiandogli un leggero bacio sulla fronte che svanì in uno sbuffo di nebbia, ritrovandosi nel proprio letto nella Reggia di Gondor.

Fu un brusco risveglio, la testa gli doleva, levò le mani sul volto stropicciandosi gli occhi mentre una vocina acuta ed agitata gli disturbava le orecchie.

Si tiro su a fatica, facendo leva sui gomiti solo per ritrovarsi un visino sconvolto, incorniciato da capelli biondo platino, che gli urlava cose incomprensibili.*

Ouch! Mi... Myrelyn? Che accidenti...? Mi hai chiamato ancora Signor Terrore? Te l'avevo detto... *proseguì con uno sbadiglio* se l'avessi rifatto saresti stata punita *si mise seduto alla meno peggio, puntando un indice traballante verso la ragazzina* adesso mostrami quanto sei brava a miagolare, poi mi racconterai tutto da capo...

 

    

Myrelyn

*Melkor si sveglia con fatica, sbadigliando e strofinando gli occhi come un comune mortale, e cavolo di tutte le parole che ho detto proprio sul nomignolo ha fatto attenzione.

Quando mi punta contro il dito ribadendo che mi avrebbe punito sento un brivido di paura scorrermi gelido lungo la schiena.*

Mostrami quanto sei brava a miagolare

*Le sue parole mi confondono, temevo di dover affrontare un processo lancinante e di ritrovarmi anche io nel corpo di un gatto. Invece sono ancora in ginocchio davanti a lui.

Ma quando provo a parlare l'orribile verità mi colpisce con tutta la raccapricciante realtà. Di bocca mi escono solo miagolii, come se fossi un micetto sotto forma umana.*

Miaooo! Miaooo! Miaooo!

"Mairon! Aiuto! "

*Invoco con il pensiero sperando mi senta e capisca e possa fare qualcosa per aiutarmi.*

Miaooo! Miaooo!

*Cerco di supplicare Melkor ma non so se lui può capire i miei miagolii o se si sta semplicemente divertendo un sacco con una punizione che, devo ammettere, è comunque molto meno tremenda di quanto poteva certamente fare*

Miaooo! Miaooo miao miao, mia!

"Per favore signor Divino! Perdono! Ti chiedo scusa, ero sconvolta!"

Penso cercando di indirizzare a lui i pensieri e infondendo quanto mi dispiace e tutta l'urgenza che provo in ogni pensiero e miagolio*

Miaooo! Miaooo!

*Lo guardo con gli occhioni azzurri imploranti, più da cucciolo triste e pentito che posso, ancora in ginocchio a mani giunte. Lascio affiorare le lacrime.*

"Ti prego signor Divino! Ho sbagliato lo so e mi dispiace tanto! Ma solo tu puoi aiutarmi! Solo Tu! Per favore ti prego signor Divino!"

*Tendo piano una manina verso di lui continuando a miagolare disperata e a inviargli i miei pensieri con tutte le forze che ho*

Miaooo! Miaooo!

"Ti prego, sono anche amici di Inmwe! Se non vuoi farlo per me fallo per lei. Per favore!"

*Sento Mairon avvicinarsi ma non oso distogliere lo sguardo da quegli occhi ambrati così incantevoli e profondi e antichi e malinconici e saggi*

"Oh cavolo spero non abbia sentito anche questi pensieri!"

Miaooo miao miao miao miaooo!


Tevildo

*Seguo Myrelyn ancora assonnato, mi ha addormentato sicuramente Melkor per combinare chissà cosa approfittando del mio sonno...Adar e Alcare in pericolo?*

"Melkor riprenditi dannazione e stai attento a trattare bene la piccola"

*Mi lecco la zampina odiandomi mentre lo faccio, ma in effetti mi viene spontaneo...non vedo l'ora di riavere il mio corpo, detesto sentirmi così impotente

Ma Adar e Alcare in che pericolo possono essere? Stavano andando verso Mordor.. uhm

Ecco...ora anche Myrelyn miagola, accidenti!*

*Non c'è nulla che possa fare, salgo con un balzo sul letto e mi accomodo fissando la scena senza riuscire ad evitare di sentirmi divertito.*

"Ehy voi due quando avete finito, io devo prendere la medicina.

Muovetevi "

*Lancio ad entrambi il mio migliore sguardo di disprezzo e supponenza felino ma continuano a NON CALCOLARMI?

Ora vi faccio vedere io cosa significa ignorarmi..

Mi alzo sulle zampe posteriori ed inizio a farmi le unghie sulla testiera del letto, avendo cura di prendere inavvertitamente, ovviamente, i capelli di Melkor sotto le unghie, strappandoli e tirandoli.. però, è davvero piacevole farsi le unghie così..*

Mewww…


Centro medico di Barad Dur, Calathrim (l’antica Mordor)

Emrys: *Il corpo di Emrys giace in una delle capsule curative, danneggiato come mai prima d’ora.

Bruciature, squarci, lividi… sembra che sia scampato per un soffio alle fauci di un Balrog.

Ma in verità, colui che lo ha ridotto in questo stato è ben più pericoloso di qualsiasi bestia partorita dalla sua mente diabolica, un essere la cui fiamma inestinguibile lascerà il suo orrido marchio non solo su quel corpo fatto di carne e sangue… ma anche sullo spirito che vive al suo interno.

Le pareti della sua forma mortale si stanno sfaldando con ogni secondo che passa, sempre più deboli, incapaci di contenere ulteriormente la sua energia.

Presto non saranno più in grado di confinarla sul piano mortale… e allora, l’anima del Maia tornerà nelle sale edificate al di là di questo mondo, ove concetti come la morte sono solo passeggeri se paragonati all’eternità dell’esistenza.*

Mia signora *gracchia Emrys, incapace anche solo di aprire gli occhi* Siete qui? P-per favore… fatemi sentire la vostra voce…

 

    

Measse*mi avvicino alla capsula medica...non sono ancora entrata nelle sale mediche per guardare come lo ha ridotto Melkor. Mi sono rifiutata di vederlo finché Lotus non mi ha convinta a salutarlo, almeno. Appoggio una mano sulla capsula....e noto le iniziali di Inmwë sulla sua fronte. Sanguinano ancora, nonostante alcune ferite siano state curate....* Sono qui....Emrys, faremo di tutto per salvare il tuo corpo. Andrà tutto....bene. *non riesco quasi a parlare tra le lacrime* Melkor non la passerá liscia, questa volta.

 

Ashla

*Da quando Emrys è stato messo nella capsula medica, Ashla non ha abbandonato neanche per un secondo il suo capezzale. Non riesce quasi a guardarlo...Come è possibile ridurre un corpo umano in quello stato? Cerca di trattenere le lacrime. Quello non è rigore o accanimento verso un nemico, no, quello è puro sadismo...Come è possibile combattere contro un essere così? Nella sua disperazione, occhi a terra, sente dei passi...E' lei...si chiedeva perché Measse non fosse ancora venuta a far visita al suo Maia, che le era sempre stato fedele al punto di farsi torturare e praticamente uccidere solo per lei.*

- Mia Signora... - *Si alza in piedi lanciandole uno sguardo disperato e torcendosi le mani* - Cosa possiamo fare? Cosa possiamo fare per lui? Cosa dice Lotus? - *ma ha paura di sentire la risposta....*

 

Lotus

*In piedi accanto alla capsula controlla con aria grave e fronte aggrottata i dati del monitor, prendendo con le dita affusolate il report cartaceo fuoriuscito e leggendolo attentamente

Poi fa un sospiro scrollando la testa e si rivolge alla Valie e alla sua Maia che lo fissano ansiosamente*

Mi spiace mia Signora...ho fatto tutto il possibile ma ..il suo corpo è spezzato.

E il suo spirito...ecco, è in uno stato ormai che travalica le mie possibilità di guarigione, Signora

Non c'è nulla e nessuno in Arda che possa salvarlo.

Facciamolo andare in pace ..ecco, questo posso farlo

Andar via dolcemente, senza dolore ... dolore ulteriore

Perché in tutta la mia vita di medico Signora le giuro non ho mai, mai, visto un tale scempio su un corpo

Mai.


Emrys: *Emrys fa appello alle poche forze che gli sono rimaste per arricciare appena le labbra in un sorriso stanco quanto addolorato... eppure felice, perchè sebbene consapevole che questi siano i suoi ultimi istanti in questo corpo mortale, almeno li passerà non solo in compagnia della sua signora ma di persone che hanno provato salvarlo e che nutrono sincera preoccupazione nei suoi confronti.*

Non... non piangete per me, amici miei... *sussurra* mia signora... sono giunto a questa situazione di mia spontanea volontà, conscio dei rischi che avrei corso una volta scelto di accompagnarvi in questo mondo... quindi non piangete, perchè so di aver fatto tutto il possibile per aiutarvi... quindi il mio cuore è in pace.

*Un'ombra gli cade sul volto*

Ho cercato di resistere all'interrogatorio di Melkor... ma sfortunatamente sono solo riuscito a guadagnare tempo, poiché le vie... le vie dell'Oscuro Signore sono fin troppo infide per qualcuno come me. Ma nel mentre io... io sono anche riuscito a cogliere preziose informazioni.

Ora so che due Elfi viaggiano con un Silmaril verso queste terre... inconsapevoli della vostra presenza... inconsapevoli della trappola in cui potreste imprigionarli...

*Tossisce, sputando rivoli di sangue vermiglio*

 

    

Measse 

*quindi....Melkor ha lasciato andare Adar ....o meglio....deve essere fuggito...molto interessante* grazie della preziosa informazione, Emrys. ti sei rivelato più utile di quanto mi aspettassi...*mi rigiro l'Unico sul dito...in attesa di poter parlare con il mio luogotenente e fermare Adar e la sua compagna...per avere quel Silmaril* Ricorda...di dire ad Eonwe che Melkor è tornato....di preparare le Armate dell'Ovest, in caso si arrivi alla battaglia. *ho sentito voci di una possibile rivolta dei Maia....devo stare attenta a coglierne ogni minimo accenno in Ashla o Emrys...*

 

Ashla

*Si rende conto improvvisamente che questi sono davvero gli ultimi momenti di Emrys come essere umano, tra poco tornerà nella sua forma spirituale e non lo vedrà mai più come lo ha conosciuto. Trattiene le lacrime, ha un incoercibile moto di rabbia nei confronti delle condizioni in cui i Maiar sono a volte costretti a vivere. Servire, aiutare, collaborare ma essere comunque sempre dei subalterni, e morire se è necessario alla loro missione...e con una sorta di orrore, guardando il corpo martoriato di Emrys, si accorge che lui sta morendo felice di aver servito la sua Signora fino all'estremo sacrificio...*

-No...No...non è giusto... - *Questa volta non riesce a reprimere i singhiozzi, e si torce le mani guardando gli occhi del Maia che si stanno a poco a poco spegnendo.*

 

Lotus

*Lo sguardo fisso sul diagramma del monitor, una linea verde come la speranza che non c'è più per il Maia, linea sempre più lenta ed irregolare, pensa quanti ancora dovrà vederne morire...ogni vita salvata non lenisce mai il dolore della perdita, pur se sa che per loro la morte terrena è solo un passaggio per le aule di Mandos da cui, sempre se è nel loro destino, torneranno per completare il loro dovere in Arda.

Stancamente si passa la mano sugli occhi, mentre la linea torna per un attimo come viva e vitale in un ultimo disperato singhiozzo, per poi diventare un suono sibilante e piatto*

Signora...lo spirito di Emrys ha iniziato il suo ritorno alle aule che lo attendono...mi spiace

*Sussurra chiudendo con un tocco lieve della mano gli occhi ancora sbarrati nel dolore del Maia*

 

Emrys: *Nell’istante in cui l’ultimo respiro di vita abbandona il corpo mortale di Emrys, il Maia si sente “tirare” verso l’alto da una forza invisibile.

Ma non è il suo corpo di carne e sangue a sollevarsi… bensì il suo spirito, che sotto forma di una massa di pura luce, informe e impossibile da descrivere con semplici parole mortali, attraversa tempo e spazio con la stessa facilità con cui una goccia d’acqua passa dalla foce di un fiume fino al mare, mescolandosi con tutte le altre.

Lo spirito di Emrys continua a salire, sempre più in alto, abbandonando concetti come il fisico e il materiale, spostandosi nel mezzo di infiniti eoni e distanze, fino a fermarsi bruscamente.

La luce lascia temporaneamente posto all’oscurità… e poi, un nuovo bagliore, pallido ed etereo, squarcia quel mondo di tenebra come fece il primo di raggio di sole nella notte un tempo eterno, permettendogli di distinguere i suoi dintorni ancora una volta.

Non si trova più sul piano mortale, e di certo non è più nella Terra di Mezzo. No… lui è in un altro posto, dove il dolore provato fino a pochi istanti prima non ha più la benché minima importanza, dove rabbia e delusione lasciano rapidamente posto a sollievo e contentezza.

E in mezzo a tutto questo… avverte una presenza familiare.*

I miei sensi mi stanno forse ingannando… oppure sei proprio tu, fratello mio?

 

Eonwe

Sono io, fratello... bentornato

*La luce sembra splendere ancora più vivida in milioni di fiammelle abbaglianti, come se la luce stessa esultasse di gioia nel riavere Emrys nella sua gloria.

Emrys il conciliante , il meditativo, Emrys luce della ragione e fermezza di intenti, saldo baluastro di dovere e raziocinio.

Eonwe tende le mani verso di lui prendendo le sue*

Felice è il mio cuore nel rivederti e nello stesso tempo triste poiché avverto che molto dolore e molta oscurità hai attraversato Emrys ed essi pesano sul tuo spirito come un'ombra di gelo improvviso ed inaspettato sulla bellezza di petali appena schiusi..dimmi, che notizie da Arda? Cosa è successo che ha causato il tuo ritorno?

*Attende una risposta mentre dentro di sé già immagina cosa abbia causato la morte terrena del Maia ..un altro sacrificio compiuto in nome del cieco dovere, il solo ed unico scopo per cui i Maiar sono stati creati. Servire, essere meri strumenti sacrificabili nelle mani del Vala di turno ..*

    

Ashla

*I suoi occhi si fissano sul monitor, su quella striscia verde ormai lineare, immobile, ineluttabile, definitiva. La speranza è morta. Emrys è morto, tutto è finito compresa, e quello almeno un poco le da sollievo, anche la sua sofferenza...Chissà se mai lo rivedrà, se avrà nuovamente il permesso di tornare in un corpo umano, di continuare a servire la sua Valië per cui ha dato la sua vita incarnata senza la minima esitazione.

Stringe i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi... Emrys...stupido Emrys...troppo hai amato Measse per accettare questa orribile fine...Ma non potevi fare altro, per tua stessa natura.

Ma, pur sapendo che le cose non avrebbero potuto andare diversamente, non può evitare di sentirsi ferita dalla sorte dei Maiar. Avrebbe avuto lei la forza di Emrys, se la sua Signora avesse deciso si scambiarne i ruoli? Non lo sa...è una domanda troppo pericolosa, meglio non pensarci. Si asciuga un'ultima lacrima a si volge a Measse alzando lo sguardo su di lei anche se ha ancora gli occhi rossi e lucidi di pianto.*

- Qui non abbiamo più nulla da fare, purtroppo...Signora, avete ordini? C'è qualcosa di urgente di cui occuparsi? -

    

Measse

*sorrido fra le lacrime....purtroppo non avremmo tempo di piangere la morte di Emrys...dobbiamo agire prima di Melkor....dobbiamo prevedere le sue prossime mosse* Conosco il dolore che provi...l'ho provato anch'io...quando Makar venne ferito gravemente nella Guerra delle Potenze. Un dolore insopportabile da parte mia. Ma...dobbiamo agire prima di Melkor, o lui avrà la meglio di nuovo....e non ci sarà ritorno dall'Oscurità. *mi avvicino a lei, asciugandole le lacrime* Due Elfi stanno per entrare a Mordor....e con loro hanno il silmaril che Emrys doveva consegnare a Maglor. Forse uno di loro...è proprio Maglor.

Intercettali....e portali qui. Intanto, cercherò di contattare Bogan....e, magari anche Manwe....visto che Emrys farà ritorno a Taniquetil

    

Ashla

*Le parole della Valië la riportano alla realtà e si lascia sfuggire un piccolo sorriso. Ora quasi si pente di aver avuto quei brutti pensieri...Ilùvatar li ha creati per assistere i Valar, il compito dei Maiar è quello, ed ora si rende conto che anche Measse ha sofferto terribilmente per quanto è accaduto a Emrys, anche se non l'ha dato completamente a vedere.

Bogan...chissà...se la sua controparte arrivasse forse le verrebbe restituito l'equilibrio che in questi giorni le difetta...Vedremo, pensa...ora occupiamoci degli ordini.*

- Signora...vado ad occuparmi di questa storia. Col vostro permesso... - *gira sui tacchi ed esce dalla sala capsule, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri agitati.*

    

Measse 

*rimasta sola, apro la capsula che teneva Emrys in vita...e abbraccio il suo corpo ormai vuoto....non riesco a smettere di piangere.* Manwe, ti prego..ascoltami. Lascialo tornare...lascialo tornare da me. Il suo compito non è terminato. Ti prego....ho bisogno di lui

    

 

Emrys: *Emrys abbassa tristemente la testa, consapevole del tumulto che le sue prossime parole potrebbero provocare al fratello... ma anche a tutti coloro che per molto tempo avevano vissuto nella convinzione che il Grande Male non avrebbe più macchiato la bellezza della creazione di Eru con i suoi infidi e disgustosi propositi.*

Temo di essere portatore di notizie tutt'altro che liete *sospira, sentendosi ancora stanco e dolorante nonostante l'assenza di un corpo fisico* In qualche modo che ancora non riesco del tutto a spiegarmi, Melkor cammina ancora una volta per la Terra di Mezzo, libero dalle catene del vuoto. E come puoi immaginare dal mio ritorno... non ha certo perso la sua propensione nel torturare e uccidere chiunque possa rivelarsi una minaccia o anche solo un fastidio per i suoi piani... che sia o meno un parente. Ho provato con tutte le mie forze a nascondergli la presenza e gli obiettivi della mia Signora, senza troppo successo.

*China la testa*

Di questo mi scuso profondamente, pregando il perdono dei Valar.

 

Eonwe

Il Maligno...libero

*Sussurra quasi, non volendo macchiare la pace e la luce col nome del peggior nemico di ogni Valar o creatura in Arda*

Se non lo sentissi dalla tua voce non lo riterrei possibile... la rabbia e lo sdegno dei Valar scenda e si abbatta come scure su legno secco su chiunque sia stato a causarne il ritorno

*Tuona mentre cerca di confortare il fratello stringendogli le mani sulle spalle*

Emrys... fratello mio, ascoltami

*Dice guardandolo negli occhi*

Ora vorrei dirti "Riposa in gloria fratello e scorda i tormenti terreni" ma sai che non spetta a me una tale decisione e neanche a te, purtroppo...noi Maiar non possiamo decidere, possiamo solo ..ubbidire e compiere il dovere che ci è stato assegnato e tu questo lo sai già.

Se altri ti richiameranno a seguitare il tuo compito terreno ..so che ubbidirai senza un lamento

Forse un giorno cambieranno le cose e anche noi avremo libertà..forse anche noi Maiar saremo liberi di decidere per noi stessi e scegliere la nostra strada..

*Sussurra come tra sé e sé*

Ma per ora ti dico: va', riposati. Recupera energia e pace fratello mio a cui vorrei augurare solo riposo ..

*Si sofferma a fissarlo prima di lasciarlo andare*


Emrys: *Emrys abbassa il capo in un gesto di reverenziale accettazione.

Per quanto vorrebbe poter dimenticare gli orrori subiti nella Terra di Mezzo, sa bene che un simile destino potrebbe toccare a tantissime altre creature innocenti, per non parlare dei suoi amati parenti.

Non può, in buona coscienza, starsene a guardare mentre Melkor continua a deturpare l'opera dell'Uno con i suoi oscuri propositi di dominio e potere. Ecco perchè riposerà quel tanto che basta per riguadagnare le forze... e poi, ancora una volta, farà del suo meglio per assistere i Valar e coloro che combatteranno per la salvezza di Arda.

E in particolare, metterà il suo corpo e la sua anima al servizio della sua Signora, pronto a sacrificarsi se necessario.*

Grazie, fratello *sussurra, accennando per la prima volta dal suo ritorno un debole sorriso* Sono al servizio dei Valar, come sempre... quindi continuerò a servire al meglio delle mie capacità. Così ho detto... e così sarà fino alla fine dei tempi.

 

Eonwe

*Osserva pensieroso Emrys che si allontana, scuotendo la testa fra sé e sé*

"Dubito che Emrys possa essere dei nostri...troppo legato al suo dovere, al sacrificio...troppa adorazione per Measse, non sarà mai in grado di agire in autonomia.

O forse sì?

Vedremo..."

*Sa che dovrà andare a riferire ciò che Emrys gli ha detto su Melkor, non sarà facile..e le conseguenze potrebbero essere preoccupanti.

Parlerà a Varda... sarà poi lei a riferire a Manwe.

Il suo dovere gli impone di riferire direttamente a lui ma Eonwe già da tempo agisce sottilmente in autonomia... arriverà il giorno della liberazione dei Maiar, ne è certo*

Cancello Nero, Calathrim (l’antica Mordor)


Adar

*Nell’istante in cui gli occhi di Adar scorgono l’alta sagoma del nero cancello, una profonda sensazione di sollievo comincia ad accarezzargli il cuore.

Presto potrà finalmente riabbracciare sua moglie e suo figlio… e allora, potrà anche dimenticare – anche solo temporaneamente – gli orrori e le sofferenze che è stato costretto a rievocare negli ultimi giorni, dalla sua prigionia per mano di Morgoth fino ad arrivare alla brutale umiliazione subita per spada di Sauron.

Tuttavia, man mano che il cavallo si avvicina e l’alta ombra del cancello li sovrasta… Adar comincia a sentire anche qualcos’altro.

Un brivido lo percorre da capo a piedi, come un avvertimento silenzio… il presagio che sia successo qualcosa di terribile. La sensazione di trovarsi davanti ad un periglio… e non uno qualsiasi, ma abbastanza serio da suscitare timore e prudenza anche in un guerriero millenario come lui.*

L’aria di Mordor sembra… strana *borbotta, mentre si rivolge a sua sorella* Lo senti anche tu? È come se fosse permea di qualcosa… qualcosa di sbagliato.

 

Alcare

*guarda il cancello ed una strana sensazione pervade anche lei*

Hai ragione ma non riesco a comprendere cosa sia... o magari sono io

*conclude con un piccolo sorriso*

 

Adar

*Adar rabbrividisce alla conferma della sorella... eppure, sono le sue parole successive a confonderlo, spingendolo a scrutarla con attenzione.*

Tu? *domanda con un pizzico di perplessità* Abbiamo avuto le nostre divergenze come tutti i fratelli di questo mondo, ma non rammento di aver mai provato un simile disagio in tua compagnia. Non vedo come potresti essere la responsabile di questa sensazione... a meno che tu non mi stia nascondendo qualcosa di cui ancora non sono a conoscenza...

 

    *Il ronzio di uno speeder in lontananza si intensifica fino ad avvicinarsi ai due viandanti.

Il mezzo ferma proprio accanto ad Adar, il pilota che indossa sull'uniforme lo stemma dei soldati di Gondor, allunga all'elfo una busta sigillata*

Da parte della Regina Inmwe Messer Adar, è urgente

*Dopodiché riparte in velocità allontanandosi da Mordor*

 

Alcare

Mi dispiace che tu ti senta a disagio in mia compagnia, il fatto che proviamo entrambi la stessa sensazione non significa necessariamente che sia colpa di uno dei due. Magari semplicemente è una prova del nostro legame *dice alzando le spalle: la verità è che avrebbe voluto abbracciarlo ma sapeva che probabilmente non avrebbe apprezzato . L'arrivo del messo la stupisce*

Una lettera? Che sarà successo?

 

Adar

*Sorpreso, Adar afferra la lettera e lascia correre il suo sguardo su di essa, contemplando ogni parola con estrema attenzione. Arrivato alla fine, la sua espressione passa da corrucciata a sinceramente toccata, mentre si rivolge alla sorella*

Sembra che uno dei miei parenti abbia deciso di offrirci asilo fino a quando le acque non si saranno calmate. A Barad-Dur, più precisamente... un luogo che ha sempre fornito rifugio e protezione a quelli della mia specie.

*Si rivolge al nero cancello*

Dopo aver prelevato la mia famiglia, immagino che sarà un buon luogo come un altro per attendere la fine di questa tempesta. Naturalmente sei libera di venire... sebbene sia consapevole del cattivo sangue che scorra tra gli elfi e gli orchi. Ma ti posso promettere che, fintanto che sarai in mia compagnia, non ti faranno alcun male.

 

Ashla

*Si materializza dietro al Cancello Nero, una figura alta e luminosa di donna che indossa un'armatura argentata. Ad un suo gesto il Cancello si apre e lei sorride ai due elfi*

- Benvenuti a Mordor, siete attesi entrambi a Barad-dur...Vogliate seguirmi, prego... - *Si volta e si incammina, i due la seguono ed il Cancello si richiude silenziosamente dietro di loro...*

 

Alcare

*osserva l'espressione del fratello cambiare e ne è sollevata*

Non ho nessun problema a riguardo e so che sarò al sicuro con te, in fondo i tuoi parenti sono anche i miei e tutto il resto...beh lo supereremo in un modo o nell'altro *dice con un lieve sorriso *

 

Adar

*Gli occhi di Adar si spalancano come piatti al cospetto di quella visione improvvisa.

La sensazione di essere al cospetto della Luce di Valinor stessa… quei lineamenti al limite della perfezione… la canzone che comincia a riecheggiare nella sua testa sotto forma di una musica lenta e calmante… questi sono tutti indizi sulla vera natura di colei che si è appena manifestata di fronte ai due Elfi: una Maia.

“Di questi tempi sembrano spuntare fuori come i funghi” *pensa con non pocca rabbia e preoccupazione, poiché non vede alcuna ragione per cui un servo dei Valar dovrebbe recarsi a Mordor… se non per epurare i suoi figli dalla faccia della Terra di Mezzo, compresa la sua famiglia di sangue.

Che Eru abbia deciso di estirpare una volta per tutte l’impronta di Melkor dalla sua creazione altrimenti perfetta? Oppure c’è un’altra ineffabile ragione che ha spinto questa Maia a raggiungere le terre oscure?

Cautamente, comincia a incamminarsi verso il Nero Cancello, lanciando un’occhiata laterale ad Alcare*

Tutto questo non promette affatto bene, cara sorella…

 

    

Ashla

*La Maia percepisce la tensione dei due elfi che camminano dietro di lei. Sorride... Dopo aver fatto chiudere con un semplice e quasi annoiato gesto il Cancello, per escludere qualsiasi via di fuga qualora i due sospettassero qualcosa, con ragione o meno, si volta verso di loro cercando di apparire serena e rassicurante*

- Stai cercando la tua famiglia, lo sento... - *dice rivolgendosi all'elfo maschio, di cui capta il desiderio e la fretta di riunirsi ai suoi cari* - Non temere, ti condurremo al più presto da loro, che ti stanno attendendo con ansia. Ma prima dovete incontrare chi regna in questo luogo, la persona a cui dovete la vostra salvezza e la salvezza di chi vi sta a cuore. Quindi seguitemi... -

*Riprende la strada verso Barad-dur...Measse deve essere davvero ansiosa di vedere quei due...*

 

Alcare

*ricambia l'occhiata preoccupata del fratello: il cancello si è chiuso un po troppo velocemente per trattarsi di una semplice visita di cortesia ma per ora meglio evitare di mettere la Maia in agitazione*

Naturalmente. Come potremmo rifiutare di incontrare la persona a cui dobbiamo la vita.

*risponde in tono basso e pacato*

    

Measse 

*appena avverto la presenza di Ashla all'interno della fortezza, preparo subito l'accoglienza per gli ospiti. La mia Dama di compagnia, un'Orchessa di nome Gashnack, si affretta ad acconciare la mia chiona alla guisa di Naboo e ad aiutarmi a sistemare l'abito impreziosito da gemme lucenti che indosso. Muovo la mano con l'Anello per pulire e spolverare il trono...e chiamo a gran voce il Maggiordomo di corte, Pregu.* Fa preparare del tè ed una buona selezione di pasticceria. I nostri ospiti avranno fame. Fai allestire il mio ufficio, sarò lì fra poco *mentre lui e la squadra di servitori Elfi, si affrettano ad eseguire gli ordini, sorrido a Grashnack...e le indico che può sedersi accanto a me. A volte, gli Orchi sono ancora timidi...hanno paura che possa tortur2arli..come faceva Sauron* Benvenuti, Maglor e Alcare, figli di Feanor.

 

    

Adar: *Gli occhi di Adar si spalancano in riconoscimento a quella voce fin troppo familiare. Perché come potrebbe mai dimenticarla, quando ha accompagnato i suoi pensieri fin dalla prima volta in cui la udì nel cuore della notte?*

Tu *borbotta, cauto e contemplativo in egual misura* Tu sei... colei che ha invaso i miei sogni. Non ti ho mai visto di persona, ma non potrei mai scordare il suono della tua voce.

*Compie un passo protettivo di fronte ad Alcare, poiché chiunque possieda una simile capacità potrebbe trattarsi di un Maia... e ormai ha passato troppo tempo in compagnia di Sauron per potersi fidare ancora una volta dei servi dei Vala. *

Chi sei? Come conosci i nostri nomi? E perchè affermi di avere diritto su queste terre, quando Mordor non ha più avuto sovrani dalla caduta di Sauron? Ormai gli Uruk sono un popolo libero!

 

Alcare

*rimane stupita dal gesto protettivo di Adar ma guarda la donna negli occhi e fa un piccolo passo in avanti*

Pare che tu conosca bene sia noi che la nostra famiglia, Dici che ti dobbiamo la vita ma noi non sappiamo nulla di te , dicci dunque chi sei e perché ci hai convocato qui. *dice in tono risoluto*

 

    

Measse 

*mi alzo dal trono e guardo Alcare dritta negli occhi, evitando lo sguardo indagatore di Maglor....* Tahenys Isilme, Valie dell'Energia Vitale, Protettrice della Fiamma Imperitura. Ultima fra gli Aratar, Figlio di Feanor. Voi Noldor mi conoscete come Measse, ma ho abbandonato quel nome da molto tempo *il mio tono non è minaccioso, non farò del male a loro...* la tua famiglia è al sicuro. Tua moglie ed i tuoi figli stanno bene. E...tranquillo, gli uruk non sono schiavi. Quelli che vedi qui, hanno ricompense per il loro lavoro a Barad Dur. Ricompense in denaro. Molti di loro...restano a Mordor perchè è loro desiderio. *stanno anche aprendo scuole e molti servizi sono già attivi....gli Uruk stanno diventando un Popolo al pari degli Elfi* i bambini vanno a scuola, alcuni anche fuori da Arda. Non preoccupatevi, siete al sicuro qui.

 

    

Adar

*Adar assottiglia ulteriormente lo sguardo, in parte sorpreso da una simile generosità... e in parte ancora più sospettoso, poichè mai prima d'ora una Vala aveva scelto di camminare su queste terre e assistere la razza maledetta da Morgoth. Era mossa semplicemente da altruismo... oppure, dietro le sue azioni c'era una motivazione molto più sinistra?*

Perchè adesso? *domanda inquisitorio* Gli Uruk hanno sofferto fin dal giorno in cui la nostra pelle venne esposta per la prima volta alla luce del sole. Perchè mai una Vala dovrebbe preoccuparsi della nostra razza... a meno che non abbia a che fare con il SUO ritorno? *aggiunge, in riferimento all'Oscuro Signore in persona*

 

    

 

Alcare

*sostiene il suo sguardo senza timore, c'è qualcosa in quella conversazione che non le piace*

Bene, gli Uruk sono al sicuro quindi presumo anche la moglie di Adar e i suoi figli. Ma non ci hai ancora detto come mai ci hai convocato qui. Cosa devi comunicarci?

 

    

Measse 

Non ha a che fare con il ritorno di Melkor, mio caro Maglor...*anzi... vorrei rispedirlo nel Vuoto* temo la sua venuta qui, come tutti voi. Vi ho convocati per mettere al sicuro il silmaril nelle Sale dell'Eterno Candore. Per proteggerlo da Melkor e Mairon e da chiunque possa cercare di appropriarsene *il mio sguardo si concentra su Alcare, so che lo ha lei* voi Uruk potete, finalmente, avere la libertà e vivere nella grazia di Eru. Sto aprendo scuole, università ed asili per coloro che vorranno studiare ed arrivare al pari degli Elfi di Valinor...dei Grandi del Passato.

*Lo sguardo di Maglor è fin troppo serio* ovviamente, non voglio il silmaril per me. È vostro e vi spetta. Ma qui sarà protetto....questa torre è tenuta in piedi dal potere dell'Unico. Nemmeno Melkor può entrare....sebbene, sappiamo che ha usato la stanza in Mithril per arrivare in Arda.

 

    

Adar

*Adar abbassa lo sguardo, rimuginando seriamente sulle parole della donna.

Da una parte, sembra fin troppo bello per essere vero... e se c'è una cosa che ha imparato dopo essere diventato un Uruk, è che sono davvero pochi i casi in cui qualcuno sceglie di fare del bene senza un qualche tornaconto personale.

Tuttavia... la presenza di una Vala su queste terre potrebbe effettivamente fornire a Mordor quel tipo di protezione tanto necessaria contro individui come Morgoth... specialmente alla sua famiglia.

Si rivolge ad Alcare.*

Tu cosa ne pensi? *le chiede con un sussurro* Starà dicendo la verità? Oppure è l'ennesima entità che aspetta solo il momento propizio per schiavizzare la mia specie?

 

Alcare

Non ne sono sicura, anche a me sembra troppo bello per essere vero, troppo facile.

Scusa e perché mai noi dovremmo fidarci sulla parola?

*dice stringendo inconsapevolmente il silmaril*

 

    

Measse: Non oserei mai chiedervi qualcosa senza offrirvi altro in cambio, di eguale valore. *Ho già fatto preparare due appartamenti per loro, colmi di ogni confort. * La tua famiglia, Maglor...è già nei suoi appartamenti...degni di un principe dei Noldor di Valinor. E...anche tu, Alcare, avrai un tuo appartamento privato accanto a quello di tuo fratello. Non siete prigionieri qui. Potete andare quando vorrete. *Anche se non vorranno consegnare il silmaril, qui saranno comunque al sicuro da Melkor e Sauron * anche se non vorrete consegnare il silmaril, esso sarà comunque al sicuro.

So che per i feanoriani è difficile fidarsi di una Valië....ma sono sempre stata amica di vostro padre. L'unica a dargli appoggio dopo il Giuramento....

 

Adar

*Adar chiude gli occhi, rimuginando attentamente sulle loro opzioni.

Di certo non possono semplicemente sputare su tanta - apparente - generosità senza apparire nel torto... e qualunque siano le vere intenzioni di questa Vala - siano esse benigne o meno - la sua famiglia risiede in questo regno... e al momento, è l'unica cosa che gli importi davvero.*

Molto bene *sospira, mentre torna a fissare la donna dritta negli occhi* se ciò che affermi è vero, ti prego di condurmi da mia moglie e mio figlio. E niente scherzi *aggiunge, accentuando quest'ultima affermazione con la mano appoggiata sull'elsa della spada.

Sa bene che non potrebbe mai ferire qualcuno come lei, ma ciò non significa che si comporterà in maniera accomodante senza prima essersi assicurato dello stato della sua famiglia.*

 

Alcare

Non ricordo che nostro padre ti abbia mai nominato ma sicuramente la memoria mi inganna in quanto ero molto giovane ai tempi, il fatto che qui la sicurezza del silmaril sia garantita mi rassicura e per ora accetto volentieri anche io la tua ospitalità *dice con un lieve inchino ormai impaziente di conoscere sua cognata ed i suoi nipoti*

 

Measse 

*non credevo che l'ultima figlia di Feanor potesse cedere così velocemente....devo tenere Maglor sotto controllo....potrebbe scatenarsi qualcosa di grave fra i due.* Lo terrò al sicuro, non preoccupatevi...*sto per allungare la mano per prenderlo, quando sento le parole di Maglor* certo, venite. Vi condurrò da loro. Tua moglie sarà felice di rivederti. *Noto la sua mano sulla spada ed ho un brivido...* Ho detto loro cosa ti ha fatto Melkor....e qual è il tuo passato. Tuo figlio sta studiando con degli ottimi precettori Elfi

 

Adar: *Adar trattiene uno sguardo di sorpresa alle parole della Vala.

Suo figlio, un mezzo Uruk... che riceve insegnamenti da parte degli stessi elfi che per così tanti secoli hanno perseguitato e ucciso la sua famiglia? Sembra fin troppo bello per essere vero. Sembra assurdo! Eppure, questa volta non percepisce alcun inganno nelle sue affermazioni.

Quando finalmente giungono a destinazione, il suo cuore sussulta alla vista di sua moglie... colei che un tempo lo curò dalle sue ferite per mano di Sauron, quando era in fin di vita a causa del suo tradimento. Nonostante fosse un Uruk, lei lo aveva accudito per anni, permettendogli di scampare a un destino altrimenti fatale.

Con il tempo, quell'incontro si era trasformato in amicizia, poi in amore... e da quell'amore, erano nati i suoi figli di sangue. *

Mia amata *sussurra, mentre corre verso di lei e la stringe tra le braccia* Sono tornato da te... proprio come avevo promesso.

 

Acharil

Adar! Lo sapevo che saresti tornato da noi,lo sapevo!

*Lo abbraccia felice mentre sente gli occhi inumidirsi di lacrime, è stata talmente tanto senza neanche una sua notizia...ma il suo cuore le diceva che lui stava bene e che prima o poi lo avrebbe rivisto*

Vieni a vedere come sono cresciuti in questi mesi, sembra che abbiano fretta

*Sorride asciugandosi gli occhi mentre gli prende la mano per portarlo dentro dove Arondir gioca al soldato ed Elenhyl guarda estasiata il fratello mulinare la spada giocattolo*

Amori cari, guardate chi è tornato...

*Si gira verso il marito e solo in quel momento si rende conto di una presenza estranea dietro di lui

Lo fissa perplessa*

Chi è quell'elfa? Ha un viso che mi ricorda come qualcuno di conosciuto...

 

Alcare

*il fatto che si sia mostrata accondiscendente non significa affatto che sia disposta a cedere il silmaril: fa un passo indietro quando la valie si avvicina e per fortuna poco dopo si avviano verso l'appartamento dove suo fratello si getta tra le braccia della sua amata sposa e ad Alcare per la prima volta spunta un sorriso di gioia*    

 

Arondir: padre! *Mi getto su di lui con grande gioia, finalmente è tornato da noi. Non vedevo l'ora. Lascio che la giacca bianca finemente decorata si stropicci su di lui...non mi interessa l'etichetta ora* sei tornato! Sei tornato da noi! *In perfetto Quenya...lo sto imparando da qualche mese e mi ci devo allenare* qui la vita è cambiata...in meglio. Prima avevamo paura del futuro....ora, siamo liberi. Liberi, capito? Nessun Uruk dovrà più piegarsi in ginocchio....siamo liberi di andare dove vogliamo...*a parte i confini con Gondor* alcuni di noi vivono a Minas Morgul...ma chi è rimasto qui, ha un lavoro, scuole....una dignità che prima non avete mai avuto.

 

    

 

Adar: *Adar è certamente scioccato non solo dall’entusiasmo del figlio, ma anche dalle parole che fuoriescono dalla sua bocca.

A quanto pare, le affermazioni della Vala non erano affatto menzogne… ma questo non fa altro che renderlo ancora più cauto.

Davvero Measse sta cercando finalmente di riparare i torti subiti dal suo popolo? Senza alcun secondo fine? Oppure la sua intuizione iniziale era corretta? Che tutto questo sia solo un articolato stratagemma per assicurare la fedeltà degli Uruk in preparazione ad una nuova guerra? Saranno nuovamente pugnalati alle spalle?

Scuote la testa per liberarsi da simili domande, perché in fondo – almeno per il momento – non hanno alcuna importanza. Tutto ciò che conta è che sua moglie e suo figlio stiano bene e siano felici. Tuttavia…*

Le tue parole mi scaldano il cuore, Arondir *dice, mentre restituisce l’abbraccio del figlio* Ma dimmi… ci sono stati problemi dopo che i nostri nuovi... "ospiti" si sono insediati? Sparizioni, segni di un conflitto imminente... qualsiasi cosa che potresti considerare "sospettosa".

 

Acharil

*La gioia dell'aver finalmente rivisto il marito cede il passo ad una strana ed inquietante sensazione di..qualcosa di sbagliato nell'aria. Una sopita e latente tensione sembra correre sui volti di Adar e dell'elfa dietro di lei che ancora non ha saputo chi è..eppure glielo ha chiesto, perchè Adar non le ha risposto? Che legame corre tra i due?*

Problemi? No anzi..poi sai noi amiamo stare per conto nostro e da fuori non avuto notizie

Sparizioni in che senso?

*Risponde allo sposo mettendo le mani sulle spalle del figlio*

Stiamo davvero bene caro..non ci manca nulla. Beh..ci sei mancato tu

*Gli sorride dolcemente*

Ma adesso che sei qui non c'è nient'altro al mondo che possiamo desiderare..

*Avvicina poi discretamente il viso al suo mentre lo abbraccia per sussurrargli all'orecchio*

Adar..ma quell'elfa con te...chi è?


Adar

*Adar trattiene un sospiro di sollievo alle parole della moglie.

Se davvero non vi sono state sparizioni durante la sua assenza, allora è improbabile che degli uruk siano stati usati come materiale per esperimenti dalla Vala... proprio come aveva fatto Sauron quando millenni orsono aveva cercato di scovare i segreti del mondo invisibile attraverso il sacrificio della sua gente. Qualcosa che non avrebbe mai più permesso.

Si rivolge ad Alcare.*

Mia cara moglie, questa è Alcare... la mia sorella perduta da tempo *le rivela, il viso adornato da un sorriso sincero* Alcare, permettimi di presentarti la mia famiglia. Lei è Acharil, la mia compagna di vita, mentre questo giovanotto è Arrndir, il mio primogenito.

*Da una pacca sulla spalla del giovane elfo*

Per quanto riguarda la piccoletta nella culla, si chiama Elenhyl, la mia secondogenita. Spero che con il tempo imparerai a considerarli come parte della tua famiglia.

    

Alcare

*a quelle parole la giovane non può che rivelare un gran sorriso, il primo dopo tanto tempo: certo, suo fratello era vissuto lontano da lei e non avevano potuto avere il classico rapporto che si ha solitamente tra consanguinei ma l'idea che sia riuscito comunque ad essere felice la riempie di gioia e ancora di più esserne finalmente parte*

È un vero piacere per me conoscerti Acharil. *dice tendendole la mano*

E anche tu Arondir *dice in Quenya al bimbo*


Arondir: *lancio uno sguardo divertito ad Alcare, sono felice di avere la sorella di nostro padre con noi...poi lancio una veloce occhiata seria alla Valie dietro, che è rimasta in silenzio per tutto il tempo....Probabilmente sta pensando a come irretire nostro padre e la sorella.....* madre, la zia può restare con noi, vero? *spero....perchè almeno avrò una zia che può parlare in Quenya, mi servirà per i miei studi. Do la mano ad Alcare* vieni, devi vedere la mia camera...ho un pugnale elfico lì !!

 

Acharil

Ma certo che può restare, ci mancherebbe altro!

*Sorride e va incontro l'elfa abbracciandola cordialmente*

Sii la benvenuta Alcare e fai come se questa fosse casa tua!

Arondil ma insomma

*Ride fermando l'irruenza del figlio*

Sono appena arrivati, falli riposare e mangiare qualcosa prima poi sono tutti per te e per noi!

*Vede solo in quel momento la Valie rimasta dietro il gruppo, quasi nascosta e la saluta con un cenno cortese*

Signora è un onore vederla ..grazie ancora di aver fatto tornare Adar, gliene saremo grati per sempre!

Venite, andiamo a mangiare qualcosa e poi Alcare ti mostrerò la tua stanza

*Continua incamminandosi verso la sala da pranzo tenendo il marito per mano.

Qualcosa continua a non tornarle però...cosa può essere? Dovrebbe esserci solo gioia e avverte pericolo, tensione...le sembra quasi di vederli aleggiare su di loro

China il capo verso il marito sussurandogli*

Adar, ho una strana sensazione...come se ci fosse un pericolo aleggiante sopra di noi

Non so spiegartelo bene...forse sono solo stanca, non ci far caso

*Minimizza poi andando ad apparecchiare la tavola.

Ci sarà tempo per parlare con lui quando sono soli e farsi raccontare tutto quello che gli è successo.

Ma non è adesso il momento giusto*

 

    

Adar *Adar trattiene una smorfia alle parole della moglie, mentre il suo animo si riempie nuovamente di tensione e disagio.

In quanto Elfa guaritrice, la connessione di Acharil è seconda a pochissimi abitanti della Terra di Mezzo, quindi avrà sicuramente percepito il ritorno di Morgoth, pur non immaginando la reale entità dell'evento.

Sa che prima o poi avrebbero dovuto affrontare l'argomento... ma in cuor suo aveva sperato fino all'ultimo di poterlo rimandare al giorno dopo e permettere alla sua famiglia di concedersi un'ultima notte senza incubi o orride premonizioni.

Si rivolge a Measse.*

Gli Uruk sanno della venuta del loro creatore? O avete cercato di nascondere il suo ritorno?

 

    

Measse: Measse: *cerco di sorridere ad Acharil, ma so bene che percepisce qualcosa di strano...qualcosa che potrebbe minare la beatitudine di Calathrim....e la pace che sia sta creando fra i popoli che vivono qui. Questa non è Valinor, il male può entrare...e tornare a devastare le vite di uruk, elfi, uomini...e nani. Ed io non credo di poter vincere contro Melkor....è troppo potente per me e Arda risponde al suo volere, non al mio* Non sanno nulla, sto cercando di tenerlo nascosto, ma è difficile. Da fuori arrivano voci. Abbiamo accolto sfollati da Minas Tirith...chi sa del suo ritorno e capisce cosa significa, sta fuggendo e cercando un luogo dove nascondersi dall'Oscuro Signore. Adar, non so quanto reggeremo....quanto potrò tenervi al sicuro. *abbasso lo sguardo, osservando la mano ferita ....il dolore è ancora forte, nonostante le cure mandate da Pandora* Per questo vorrei tenere il Silmaril al sicuro....evitare che Melkor lo prenda e lo corrompa. *Mandos disse che Melkor avrebbe distrutto Sole e Luna....prima della grande battaglia finale....probabilmente, non si riferiva ai due corpi celesti* Vai, ora....hai diritto a passare tempo con la tua famiglia. Ci rivedremo in sala del trono, Maglor.

 

    

Adar

Non sono più Maglor *borbotta, mentre le da le spalle* Non lo sono più da molto tempo... e oramai ho perso il diritto di usare quel nome millenni fa. Maglor era un sognatore e un cantastorie. Io? Sono un guerriero con le mani sporche di sangue... nient'altro.

*Compie un passo in avanti, prima di fermarsi bruscamente. A quel punto, rivolge un'ultima occhiata alla Valie.*

A proposito... Melkor ha già avuto la possibilità di corrompere il Silmarillion, eppure ha deciso di riconsegnarmelo. Per qualche ragione che ancora non riesco a comprendere, sembra che si sia allontanato dalla sua ossessione per quelle dannate pietre... e spero sinceramente che anche il resto di voi Valar seguirà l'esempio. I Silmaril non portano altro che dolore e sofferenza. Credimi... io lo so meglio di tanti altri.

*E dopo aver pronunciato tali parole, si allontana da Measse per ricongiungersi con la sua famiglia*

 

Alcare

*ricambia dolcemente l'abbraccio della cognata*

Tua madre ha ragione Arondir, prima mangiamo poi vedrò volentieri la tua camera ed il tuo pugnale elfico *sorride al nipote per poi guardare il fratello *

Tu sei Maglor e sempre lo sarai *dice poggiandogli una mano sulla spalla e si unisce ad Acharil nell'apparecchiare la tavola*

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Capitolo 6
*** Episodio 6: Nuove Alleanze ***


Episodio 6: Nuove alleanze


Melkor
*L'inatteso colloquio onirico con suo fratello era stato interrotto da due gatti: il primo sotto forma di ragazzina mezz'elfa dai capelli biondo platino, era rovinosamente saltata sul suo letto interrompendo il sogno, il secondo, ovvero Mairon nella sua sua forma attuale, ora graffiava la testiera dello stesso tirandogli i capelli. Il tutto era avvenuto così velocemente che gli sembrava di avere ancora un piede sul bel terrazzo di Serranian- chissà se suo fratello sarebbe stato in grado di ritrovare da solo la via del ritorno, ma in fondo gli sarebbe bastato svegliarsi... Come fosse possibile che Manwe, dal Trono nella sua Montagna, si fosse improvvisamente addormentato dopo tanti secoli, rimaneva un mistero, ma al momento aveva decisamente problemi più pressanti di cui occuparsi.

Mirelyn gli chiedeva scusa emettendo una serie di miagolii accorati e benché fosse ancora stordito ed indispettito dal essere stato sottratto alla placida terrazza, a suo fratello ed al buon sidro dei sogni, la sincera afflizione della ragazzina stava riuscendo a migliorargli l'umore.

Gli fu difficile non sorridere con malizia a quello spettacolo, distratto solo dal irriverenza di Tevildo che continuava ostinatamente nel suo tentativo di attirare l'attenzione: era decisamente entrato nella parte della peste felina...*

Va bene ragazzina *disse infine con una risatina cordiale* direi che hai capito la lezione, adesso basta così *allungò un braccio verso di lei e, con un dito lungo e affusolato, le premette leggermente il nasino come ad accarezzare il musetto di un gattino.*

Puoi riprendere a parlare adesso e raccontami tutto quello che è successo... *Cambio posizione per restare più comodo, incrociando le gambe sul letto e appoggiando la schiena sui cuscini, che ora riordinava alla rinfusa.*

I quanto a te *distolse la propria chioma dalla presa del gatto con naturale eleganza, prendendolo poi per la collottola e posizionandolo sopra le proprie ginocchia, incurante del fatto che questi cercasse in qualche modo di ribellarsi* abbiamo capito che vuoi la medicina, ma credo che la nostra Myrelyn abbia la precedenza adesso.

 

    

Myrelyn

*L'espressione tempestosa sul viso di Melkor si stempera mentre tra miagolii e pensieri gli esprimo quanto realmente mi dispiace di averlo chiamato signor Terrore e di averlo svegliato così maleducatamente.

Nei suoi occhi passa un lampo di malizia ma non lo lascia trasparire fino a quando con una risatina che esprime chiaramente il suo divertimento si allunga a premermi sulla punta del naso con un dito e finalmente mi libera e mi concede di tornare a esprimermi a parole.*

Grazie! Grazie signor Divino!

*Gli sorrido esprimendo riconoscenza e gioia per essere stata perdonata tutto sommato velocemente, poi mi sfugge una risatina quando stacca Mairon dalla testata del letto e dai suoi capelli mettendoselo in braccio e contrastando la vana ribellione del micio*

Ecco, ti stavo dicendo che ho fatto un sogno che sono sicurissima che non fosse semplicemente un sogno.

Adar e Alcare sono in pericolo perché c'è qualcuno che vuole il sassetto lucente e che li ha intrappolati. Solo tu puoi aiutarmi a salvarli perché chi vuole il sassetto è come te. Ma credo che tu sia il più forte.

Mi aiuti vero Signor Divino? Ti prego ti prego ti prego!

*mi rivolgo a lui con gli occhioni da cucciolo più irresistibili del mio repertorio, avvicinandomi pericolosamente sul materasso morbido che cede sotto le mie ginocchia, e sfiorando con la mia manina le dita lunghe e affusolate che tiene tra la pelliccia di Mairon in una presa ferma ma gentile*

Per favore Melkor! Ehm cioè...per favore Signor Melkor! Lo so che per te loro sono niente, ma per Inmwe Mairon e me sono amici.

*Sfiorargli le dita è come prendere la scossa, la sua aura brucia toccando la mia. Sembra quasi di vederla, piccole fiamme gialle e rosse che danzano sulla sua pelle.*

"Chissà come è la mia?"

*Probabilmente lui è stato attento a schermarla prima, ma io non so come si fa e sicuramente lui non si aspettava che gli franassi addosso un'altra volta.*

Scusa Signor Melkor!

*Cerco di ritrarmi goffamente sperando di non cadere dal letto e fare una figura barbina e intanto mi rendo conto di non essermi espressa in maniera formale come doveroso.

Un piccolo broncio mi si forma in automatico sulle labbra, come a esprimere che sono mortificata, anche se le sue parole di prima sembravano essere piuttosto accoglienti*

"Di questo passo mi punirà ogni giorno, povera piccola io"

Scusate Signor Divino, non volevo essere irrispettosa di nuovo. Giuro.

    

Melkor: Va bene così Myrelyn *disse il Vala tagliando corto con un gesto della mano* posso essere feroce se voglio, ma non serve scusarsi ogni due parole, in fondo neanche Mairon è mai stato troppo attento all'etichetta e, come vedi, se l'è cavata solo con un corpo di gatto *disse in un tono che doveva essere rassicurante, mentre strizzava leggermente un orecchio del gatto, il quale si dimenò cercando di ribaltarsi per mordergli la mano, ma fallendo nell'intento* stai buono tu!

*Melkor riposizionò il micio reticente in posizione seduta fra le sue ginocchia e proseguì*

Quindi... Dal tuo sogno sei riuscita a comprendere che Colei che ha intrappolato i tuoi amici fosse una Valie? Notevole! *disse enfatizzando con un gesto di approvazione della testa* I tuoi sensi devono essere molto più affinati di quanto non pensi piccolina, davvero molto bene.

*Continuò a carezzare suavemente la schiena del gatto, mentre questi si afflosciava sulle sue gambe con un gesto rassegnato.*

Trattandosi di una Valie che si trova a Mordor deve essere sicuramente Measse e quello che hai avuto doveva essere un sogno visionario, non è nulla di troppo strano per qualcuno con ascendenti come i tuoi... ma devi stare molto attenta: le visioni sono strumenti utili ma anche pericolosi, se ci si lascia condizionare troppo come rischi di fare tu *proseguì il tono più accademico* L'evento intravisto in una visione può trovarsi nel passato, nel presente o nel futuro, ciò che hai visto potrebbe avvenire, accadere in questo momento, verificarsi in futuro oppure non accadere mai.

*Annui ancora all'espressione sorpresa della ragazzina.*

Si, esiste anche questa eventualità in alcuni casi, di solito quando è in nostro potere cambiare le condizioni che li farebbero accedere. Ma purtroppo non penso sia questo il nostro caso... no non preoccuparti, quando avrò finito ti sarà tutto chiaro...

*Si spostò leggermente di lato, in modo che Myrelyn potesse sedere più comodamente davanti a sé* se lo hai visto in sogno probabilmente è già accaduto: quando la Regina ha spedito il messaggio ai tuoi amici a colazione loro erano già a metà strada verso Mordor, quindi il tutto deve essere accaduto quando dormivamo ma, come ti dicevo, non dobbiamo preoccuparci più del necessario.

Non nell'immediato almeno.

*Ora parlava osservando la finestra, da cui il sole dorato del pomeriggio faceva capolino disegnando una calda striscia sul pavimento.*

Conosco Measse, Lei non è come me *proseguì* non farà loro del male, non fisicamente e non subito, ma non escludo che cercherà di manipolarli ed ingannarli e queste cose richiedono tempo.

*Tevildo, inconsapevolmente, aveva cominciato ad impastare sulle gambe di Melkor, poi improvvisamente smise, forse per prestare più attenzione alla conversazione, forse per continuare ad essere ostentatamente ostile.*

Quel che intendo dire è che non userà la violenza su di loro, non apertamente almeno, e questo va a nostro vantaggio.

È un'ipocrita, come tutte le Potenze di Occidente, e cercherà di tenere su il suo teatrino per il maggior tempo possibile.

*Tentò di ribaltare Tevildo, così da accarezzargli anche il pancino, ma il gatto fece ogni sforzo da parte sua per difendere con forza la propria dignità, finendo avvinghiato ferocemente al braccio del Vala.*

Ma insomma! *disse guardando prima il gatto e poi la ragazzina* Vedi... beh, avevo già deciso di muovere contro di lei, ma quello che mi dici dissipa tutti i miei ultimi dubbi... andremo a prendere i tuoi amici, ma ho bisogno di tempo.

*Tiro Tevildo per la collottola finché questi non mollò la presa ed allora lo porse a Myrelyn perché se ne occupasse lei.*

Devi avere pazienza: sono mancato da questo Mondo per troppo tempo e non posso andare incontro ad un Nemico senza essere a conoscenza di qualunque cosa possa essermi utile. Le tecnologie di questa Era ed eventuali nuove forme di Potere...

*Si ripulì la manica della giacca, ormai irrimediabilmente sporca di pelo di gatto e graffiata.*

Ad ogni modo è strano, non credi? Prima quella donna fa lo sforzo di mandare il suo servitore fino a questa città per consegnare il gioiello ai due Figli di Feanor ed ora cambia idea e cerca di riprenderselo, perché ovviamente è questo che gli interessa, proprio come hai detto tu. Cambia idea velocemente, singolare non trovi?

*Rassegnato al danno sul suo vestito, si mise a sedere sul letto sfilandosi la vecchia giacca e cambiandola con quella nuova che la Regina aveva fatto preparare per lui, non poté fare a meno di notare gli sguardi di Mairon e Myrelyn posati su di lui ma fece finta di niente: se la sarebbe vista in privato con quella palla di pelo, a suo tempo!*

Dubito che non sappia che ho rinunciato al gioiello, se ha parlato con Maglor sicuramente glielo ha detto, eppure lo vuole con sé ugualmente.

Mmh... ci deve essere dell'altro. Aspettami qui.

*Si alzò dirigendosi verso i "servizi igienici" e non poté che apprezzare l'invenzione del "lavandino": lo scorrere dell'acqua fresca sul proprio volto era proprio un toccasana!* Andiamo, credo che anche Inmwe sia già sveglia!


Myrelyn

*Melkor taglia le mie scuse con un gesto della mano e mettendosi a giocherellare con Mairon che però sembra proprio recalcitrare alle coccole come molti mici poco socievoli. Strano che invece da me ha accettato le coccole senza ribellarsi.

Le parole di lode per le mie capacità, di cui non so ancora quasi nulla, manca poco che mi fanno cadere dal letto per la sorpresa.

Continua a spiegarmi le cose che ho fatto e visto, spostandosi in modo da essermi di fronte. Mi accoccolo con le ginocchia tirate su, circondandole con le braccia e guardando nei suoi occhi così profondi e incantatori.

Mairon intanto fa la pasta sulle sue gambe, immobilizzandosi dopo poco con aria attenta. E ribellandosi quando Melkor cerca di accarezzarlo sul pancino. Mi sfugge una risatina divertita che ottiene in cambio una gattesca occhiataccia e poi Melkor me lo passa e comincio a carezzarlo cambiando posizione per accogliere il micio sulle ginocchia incrociate.

Sgrano gli occhi quando Melkor si toglie la giacca e la cambia. E arrossisco senza sapere perché.

Aspetto come mi ha chiesto che torni dalla stanza da bagno mettendomi in piedi e tenendo il gatto in braccio.

Ma quando mi dice che dobbiamo andare mi sovviene un particolare importante*

Ehm Melkor? Scusa ma devo passare dalla mia stanza, non posso presentarmi davanti a tutti scalza e spettinata.

* mi stringo nelle spalle guardandolo da sotto in su, è un bel po' più alto, e poi abbassando gli occhi sui miei piedini nudi che affondano nello spesso tappeto davanti al letto*

"Cretina! Che figuraccia! Ma non potevi blaterare una scusa un po' meno imbarazzante?"

*Le guance mi vanno a fuoco mentre lo sento ridacchiare e anche Mairon vibra tra le mie braccia in una risata felina*

"Tu non ridere o non ti do la medicina. Prrrrrrrrrr!"

*Redarguito il gatto con il pensiero, molto maturamente come da mio tratto distintivo...*

Faccio in un lampo e do anche la medicina a Mairon!

*Dico mentre fuggo dalla stanza e dalla presenza di Melkor, troppo in imbarazzo per ricordare le buone maniere e salutarlo come si dovrebbe fare. E soprattutto senza chiedere il suo permesso.

Dell'ennesima impertinenza mi rendo conto con un sospiro davanti allo specchio, con la spazzola in mano e Mairon che lecca buono buono la medicina da un piattino di argento.*

"Mannaggia! Prima o poi davvero mi trasforma in un gattino"

*Un broncio mi increspa le labbra mentre lotto per intrecciare i capelli in modo elegante.

Apro la porta per chiedere a Edgar se Inmwe è già pronta e dove devo aspettarla.

Sperando che di non incontrare Melkor senza di lei a fare da cuscinetto.*

"Che imbarazzo!"

 

Inmwe

*Procede lungo il corridoio affiancata da Denethor, le teste vicine parlano a bassa voce tra di loro con numerosi cenni di assenso da parte dell'uomo.

Aveva in programma di andare prima alla sala del tesoro ma a quanto pare la comunicazione al popolo non poteva essere rimandata...

Ottimo, ha il suo pieno appoggio per la gestione della questione trono e Mairon, ma di questo non ne aveva mai dubitato.

Ora bisognava accordarsi anche col Primo Ministro Valandil, insieme a Denethor entrano nell'ufficio che apparteneva a suo padre ed ora a lei, chiudendo la porta dietro di loro, mentre Edgar resta fuori ad attendere con gli assistenti cerimonieri.

Dopo circa venti minuti Denethor apre la porta e fa accomodare il resto del gruppo, è giunto il momento del discorso...

Inmwe prende un profondo respiro e avanza fin verso la postazione da cui parlerà in holocall al popolo collegato in diretta.

Alza fieramente la testa prima di iniziare a parlare*

Popolo di Gondor, popolo di Arnor

Sono qui oggi davanti a voi non solo come vostra Regina, ma come vostra concittadina

Perché non solo io sono stata ingannata, tutti noi lo siamo stati

L'uomo che avevo sposato, che conoscevo come Principe del Rhun e che mi era stato destinato fin da piccola, era Sauron sotto mentite spoglie.. l' antico nemico del nostro popolo e di tutte le genti libere della Terra di Mezzo negli anni di Re Elessar,! A lungo sarebbe andato avanti il suo inganno e non sappiamo cosa sarebbe potuto accadere al nostro bel regno fiorente, alle nostre case, alle persone care che ci circondano...ma passato è il pericolo popolo mio!

Siamo salvi!

Tornato dal Vuoto il Divino Sommo Melkor ha smascherato l'inganno e distrutto la maschera dell'usurpatore, rivelando a tutti noi a quale terribile mistificazione abbiamo inconsapevoli dato spazio, trono, onori ..

Pesante è il mio cuore nel pensare a cosa sarebbe potuto accadere se il Divino non ci avesse degnato del suo aiuto!

Lodatelo e ringraziatelo!

Proclamo ufficialmente da oggi un mese di celebrazioni in onore del Grande Melkor!

Gioisci popolo mio, festeggia la liberazione ed esulta la rinnovata grandezza dell'Unico fra le Potenze che ha steso la sua mano pietosa su di noi!

*Dal gruppo attorno a lei si levano applausi, attende qualche secondo che ritorni il silenzio e continua a rivolgersi all'hololink ufficiale che sta diffondendo il suo messaggio nelle case del regno*

Il Primo Ministro Valandil ha accettato il gravoso incarico di occuparsi dell'amministrazione del Regno quando io avrò bisogno di riposo, dopo che avrò dato alla luce l'erede al trono.

E il legittimo Sovrano, il vero Re del Rhun, Lord Halbrand, a cui Sauron si era sostituito, verrà presto ad occupare il posto che gli spetta.

Grandi celebrazioni vi prometto o mio popolo per quei giorni che saranno lieti e gioiosi!

*Fa un attimo di silenzio, dopo di che riprende*

Per quanto riguarda la scossa di terremoto che si è abbattuta sulla nostra terra ieri notte, voglio rassicurarvi che il pericolo è cessato.

E non ci sono stati danni a strutture o persone ma di questo vi informerà più dettagliatamente Ostoher

*Spostandosi discretamente indietro di un passo cede il posto al Responsabile della Sicurezza e Protezione del Territorio che prende rapidamente posto al microfono iniziando a spiegare la situazione e a rassicurare gli ascoltatori

Un altro passetto indietro con discrezione e Inmwe abbandona con un sospiro malcelato di sollievo la postazione, dopo aver rivolto un breve cenno di intesa con Denethor, e Valandil, sgancia il mantello affidandolo ad Edgar*

Tieni, io dovrei aver finito...nel caso la Regina si è ritirata per una lieve indisposizione, chiaro?

Io vado

*Raggiunge di corsa Melkor e Myrelyn. Sorridendo abbraccia calorosamente la bimba e poi prende con affetto sottobraccio il Vala, avviandosi verso la Sala del Tesoro*

È giunto il momento di dimostrarvi la gratitudine del mio Regno, venite con me

*Dice portando l'ospite attraverso vari corridoi fino a giungere ad una porta riccamente intarsiata e sorvegliata da guardie in assetto di battaglia che alla vista della Regina si precipitano ad aprire la porta*

Che nessuno ci disturbi

*Si rivolge alle guardie entrando col Vala e con Myrelyn nella sala mentre Tevildo trotterella dietro di loro*

 

Melkor 

*In attesa di Myrelyn ed Inmwe decise di dare un ulteriore miglioramento al proprio aspetto e, dal momento che Tevildo aveva preso di mira i suoi capelli per dispetto, decise di legarli in una treccia. Si guardò allo specchio, restando alquanto soddisfatto del risultato: il volto allungato e dai lineamenti nobili, la chioma scura e fluente che incorniciava il viso, gli occhi dorati, aveva fatto del proprio meglio per ricreare la propria forma materiale come era stata all'inizio dei tempi, riuscendoci perfettamente a quanto sembrava. Aveva sempre apprezzato gli specchi, li aveva visti per la prima volta durante il suo soggiorno a Valinor, ma purtroppo poterli mantenere in buono stato nella propria vecchia fortezza era risultato impossibile, dopo un po' aveva desistito ad ordinare ai propri schiavi di ripulirli e mantenerli integri.

Scostò I tendaggi e si affacciò alla finestra, dalla propria stanza era possibile osservare il Cortile del Re, con l'Albero fiorito e... la propria macchina volante che ancora fluttuava al di sopra dello spiazzo! Con tutto quello che era accaduto nell'ultima giornata la propria creatura stava per sfuggirgli di mente; sorrise leggermente e con un breve gesto della mano la macchina volante, generatrice di fulmini, si adagiò soavemente sul terreno, con un leggero ronzio, atterrando accanto all'Albero.

Non fu troppo sorpreso di notare che l'incantesimo dell'Albero era svanito, e questi ora si mostrava ai sudditi ed alla Corte in tutto il proprio oscuro e rigoglioso splendore, coi fiori azzurri iridescenti che rimandavano scintillando i raggi del sole pomeridiano.

Chiuse la finestra, scostò le tende e si diresse verso la sala della colazione, dove Myrelyn già lo aspettava e poco dopo sarebbe stato raggiunto anche dalla Regina. Tevildo, adagiato sulla poltrona di fianco al grosso vaso di fiori, su cui prima era seduto lui stesso, lo inquadrava con sospetto e disapprovazione.*

"Cerca di non abusare troppo della mia pazienza soffice palla di pelo..." *si rivolse a lui col pensiero ed il gatto gli rispose soffiando.*

"Mi avrai intorno ancora per un bel po', quindi cerca di abituarti e comportarti bene, ti avessi lasciato in forma umana ora non potresti aggirarti in giro per il castello, né tantomeno acciambellarti sulla poltrona o farti coccolare da Myrelyn, quindi datti una calmata e mostra un minimo di gratitudine!"

*Saluto Myrelyn facendoli un buffetto sulla guancia, poi andò alla finestra ma rivolgendosi col pensiero ancora al gatto.*

"Chi non è mio alleato è mio nemico Mairon, e tu non hai ancora visto neanche la minima parte del mio potere ora che sono tornato... quindi zitto e fai le fusa!"

*In quel momento vennero raggiunti da Inmwe, che salutò la ragazzina e prese il Vala sotto braccio come se fosse la cosa più naturale del mondo.*

È giunto il momento di dimostrarvi la gratitudine del mio Regno, venite con me!

*Disse ed Egli si lasciò guidare dalla Regina attraverso una lunga serie di stanze e corridoi, fino ad un alto portone lavorato e sovrastato da un arco, si affacciava su un largo corridoio col soffitto a volta e illuminato grazie a un sapiente gioco di specchi, che filtravano la luce dentro la montagna attraverso strette feritoie scavate ingegnosamente.

Ingegneria Nanica, avrebbe scoperto più tardi. Anche l'ambiente straordinario al di là del portone era stato costruito allo stesso modo: scavato nella roccia viva, un alto soffitto di volte a crociera davano vita ad un ambiente rettangolare organizzato su tre corridoi, sui tre lati della stanza, nello spazio fra due colonne, si aprivano profonde nicchie chiuse da vetri, riparati da arazzi oppure in bella vista, altre casse, forzieri e teche erano disposti lungo i corridoi, lasciando un largo spazio rettangolare al centro occupato da un'unica grande teca ricoperta da un vetro. Due corone, una spada e diversi gioielli di grande pregio erano collocati al suo interno: ecco quindi il cuore del Tesoro del Regno di Gondor.

Era evidente si trattasse del più prestigioso fra i Regni degli Uomini nella propria Era e si guardò intorno con ammirazione, benché dovesse ammettere che anche la più elevata maestria degli umani solo raramente riusciva ad avvicinarsi alle cime raggiunte dagli Elfi, pensiero che ad ogni modo avrebbe lasciato per se.

Inmwe sembrava perfettamente a suo agio e in qualche modo ancora più fiera e splendida in mezzo alla ricchezza della propria eredità, mentre Myrelyn era semplicemente ammutolita d'ammirazione.

Fu allora che notò Tevildo strusciarsi insistentemente fra le gambe della ragazzina, probabilmente le stava dicendo qualcosa... ma notò anche dell'altro: evidentemente nella fretta Myrelyn si era confusa e aveva preso due scarpe di colore e forma diversa, una azzurra e l'altra verde.*

Belle scarpe piccolina.

*Disse divertito, cercando di mascherare una risatina.*

    

Myrelyn

*Devo sbrigarmi, devo sbrigarmi! Dove ho messo le scarpe? Con il gatto in braccio cerco le scarpe a tentoni tastando sul pavimento prima con un piede e poi con l'altro. Eccole!

Infilo i piedini e non mi accorgo che sono di due paia diverse, una azzurra e una verde, mentre mi scapicollo alla sala della colazione riuscendo a precedere Melkor. Mairon salta giù e di accoccola sulla poltrona dove prima era seduto il Vala e mettendosi a leccarsi le zampine.

Melkor entra e la ragazzina elfa resta a guardarlo a bocca aperta, i capelli neri raccolti in una treccia gli scoprono il volto enfatizzando i lineamenti nobili e gli occhi dorati che brillano di una luce ultraterrena.

Nota che Melkor e il gatto stanno parlando ma non riesce a captare nulla, è chiaro che entrambi sanno schermare i loro pensieri come lei invece ancora non sa fare.

Quando il vala si avvicina con un sorriso e le dà un buffetto gentile sul visetto lasciandola stupefatta a toccarsi la guancia.

L'ingresso di Inmwe e l'abbraccio sciolgono lo stupore della ragazzina elfa che si affretta a seguirli alla stanza del tesoro.*

Wow! Oh meraviglia!

*Senza nemmeno accorgersi la piccola peste comincia a sfrecciare per la Sala lanciando gridolini di meraviglia ad ogni tesoro che scopre, completamente dimentica degli altri, ogni tanto gira su sé stessa a naso in su allargando le braccia per ammirare le splendide volte del soffitto.

Dopo alcuni minuti finalmente si ferma abbastanza perché Mairon possa avvicinarsi e strusciarsi tra le sue gambe con insistenza per guadagnare la sua attenzione*

Myrelyn! Su piccola, è solo una stanza!

*Minimizza il gatto facendo le fusa e muovendo la coda intorno alla sua caviglia*

L'Elendimil, Myrelyn! Dì a Inmwe...

*Ma la voce mentale di Mairon viene interrotta dalla voce di Melkor che, in tono palesemente divertito le dice*

Belle scarpe piccolina

*La risatina soffocata e quella che sfugge a Inmwe convincono la ragazzina a abbassare lo sguardo e rendersi conto arrossendo di avere due scarpine diverse.

Un broncio adorabile le increspa le labbra prima di trasformarsi in una linguaccia e una risatina rivolte a entrambi*

È una nuova moda, nuovissima! Dovreste adeguarvi anche voi! *Risponde di getto la piccola peste senza nemmeno un'ombra di prudenza.*

Ah Inmwe! Mairon mi stava dicendo qualcosa su l'Elendil, Emendil ... qualcosa di simile??? Cos'è lo sai?

*Chiede senza ricordare esattamente il nome e soprattutto fraintendendo le intenzioni di Mairon che esprime il proprio disappunto piantandole le unghie nella caviglia cercando di fermarla*

Ahi! Mairon! Ti ho pestato la coda?

Scusa Re gattino!

*Dice chinandosi per prendere il gatto e farsi perdonare a suon di bacetti sulla testolina pelosa.

Le sfugge completamente il sorriso sornione di Melkor*

 

Inmwe

Elendilmir Myry...si dice Elendilmir

*Le scappa un sorriso divertito mentre corregge la ragazzina guardando una teca nel corridoio di sinistra seminascosta da un prezioso arazzo raffigurante la scalinata centrale della reggia, su cui una figura avvolta in un mantello dorato riceve uno scettro d'argento.

Una stella brillava sulla sua fronte

L'Elendilmir...il gioiello che Mairon aveva ritrovato chissà chissà come e che gelosamente conservava....rivolge uno sguardo al gatto che la fissa con gli occhi diventati sottili ed acuti, non può comunicare con lui ma le sembra di leggere bene il suo pensiero adesso e di percepire la sua rabbia

Un sorriso velato di rancore e tristezza le si dipinge sulle labbra, ricambia fermamente lo sguardo di Tevildo come sfidandolo.

Dunque Mairon voleva per se il gioiello; il suo gioiello poiché ella era discendenza di Numenor e spettava a lei e nessun altro.

Ma lei sarebbe diventata uno spettro ormai..

Mairon lo voleva ma non lo avrebbe avuto...meritava di pagare per quello che le aveva fatto senza lasciarle possibilità di scelta, trattandola come semplice merce da usare a suo piacimento a costo della sua stessa vita...forse questo gli avrebbe fatto capire cosa significava tradire la fiducia riposta.

Forse ..

Si gira sorridendo verso il Vala mentre gli occhi le brillano all' idea di potersi in qualche modo vendicare del marito e nello stesso tempo ricambiare Colui che adesso le era caro e a cui doveva gia' molto, timidamente gli prende la mano portandolo verso la teca*

Venga...forse ho un suggerimento per qualcosa di davvero speciale se mi permette di offrirglielo.

*Silenziosa si avvicina al vetro, posandovi sopra le mani e osservando, posata su un cuscino di seta dorata, la luce bianca e perfetta di una stella incastonata in un semplice ma elegante cerchio in mithril.

Si gira poi verso il viso del Vala*

Questo è l'Elendilmir, forgiato ere or sono per Silmariel, la figlia del Re di Numenor Tar-Elendil.

La chiamarono la Prima Stella.

*Inmwe sospirò mentre richiamava nella sua mente le storie che la accompagnavano da bambina nei piovosi pomeriggi invernali tra thè e caminetti accesi*

Attraverso varie vicissitudini arrivò nella Terra di Mezzo con Elendil, da lui passò a suo figlio Isildur.

Poi...alla sua morte fu perduta e per lunghi lunghissimi anni nessuno più ne ebbe notizie...fu ritrovata ancora e poi di nuovo perduta per molto molto tempo..e misteriosamente ed improvvisamente ricomparsa

Un po' come è avvenuto a lei, Sommo in effetti

*Ridacchia mentre apre la teca sollevandone il coperchio*

Ed è per questo che credo sia il dono che il mio Regno può fare a Lei, sperando che Lei ci faccia l'onore di accettarlo

*Dice prendendo delicatamente tra le dita il prezioso diadema e sollevandolo in alto: la luce riflessa dagli specchi si infrange e riverbera dalla gemma, moltiplicandone la luce e per un attimo davvero una stella sembra splendere tra le sue dita ed illuminare tutta la sala.

Inmwe si inginocchia abbassando il capo ed alzando le mani per offrire l'Elendilmir al Vala*

Per la salvezza del mio popolo...e per la mia

*Sussurra in modo che solo Lui possa udire le ultime parole*

    

Mairon: *osservo la scena impotente....non posso fare nulla per impedire che l'Elendilmir tocchi la fronte di Melkor....quanto vorrei poterla fermare....ma il mio spirito non può fare nulla in questa forma. Mi mordo la lingua, per la frustrazione....* "Quando tornerò in me....avrò la mia vendetta su quanto sta accadendo per mano di Melkor." *Tengo il pensiero per me, non voglio che Melkor scopra che sto tramando vendetta. Ciò che ha detto è vero...essere suo nemico è controproducente. Per ora lascerò che l'abbia lui....almeno finché non sarà nato nostro figlio*

 

    

 

    

Melkor *La gemma del Elendilmir, con la sua luce sfaccettata, risplendeva con la stessa dignità di un Silmaril: era intrecciata nel semplice cerchio argentato da una serie di fili sottili, come radici che proteggessero un frutto prezioso. Era un gioiello straordinario, probabilmente di fattura elfica ed Inmwe che glielo offriva, sembrava una creatura celeste scesa sulla Terra per fargli dono di una stella.

Un grande gioiello del Regno di Gondor, per il quale Mairon non nascondeva di provare un profondo desiderio, ora la Regina lo offriva alla Sua Persona ed Egli l'avrebbe accettato.

Con un gesto lento e solenne, prese la tiara dalle mani della Sovrana e fu allora che il monile gli parlò ed il tempo parve fermarsi: vide una grotta dalle pareti traslucide, specchiata sulle rive di un mare sotterraneo, i cristalli riducevano nella penombra e parevano palpitare come cuori di cristallo, vide le abili mani di artigiani dalle orecchie appuntite, che tagliavano con cura il cristallo grezzo facendolo rinascere e intrecciando attentamente i fili di Mithril che l'avrebbero custodito, vide una donna col gioiello indosso, dalla fronte candida, i capelli oscuri e gli occhi grigi, dai lineamenti soavi che negli occhi aveva la stessa nobiltà e la stessa forza della regina che gli stava davanti, vide navi dalle candide vele fuggire davanti a una terribile tempesta, vide un uomo circondato dai suoi soldati, sventolavano stendardi azzurri con un albero bianco coronato da stelle, vide una torre dalla cima appuntita travolta dalla furia di un alluvione ed un forziere fra le acque, infine... una caverna sudicia, un'elfa bassa, molto bassa e coi capelli corti e chiarissimi, con la tiara in mano, un altra donna elfica dai capelli neri ed infine Mairon, nella sua forma più recente, che la otteneva dalle mani di lei.

Il tutto accadde in pochissimi istanti, ma nel corso normale del tempo doveva essere trascorso qualche secondo, Inmwe lo fissava, sorridente, anche Myrelyn lo fissava, mentre tratteneva per le zampe anteriori un Tevildo che scalciava irritato ed impotente.

La voce mentale di Mairon l'avrebbe sicuramente raggiunto riempiendolo di ogni sorta di maledizioni, se egli non l'avesse prevenuto chiudendo la propria mente.

Sorrise leggermente, di un sorriso colmo di malizia e con delicatezza cinse la tiara sul proprio capo, si adattava perfettamente, non poteva vedere la propria immagine riflessa ma era sicuro che la tiara si sarebbe dimostrata un successore valido per la sua Corona di Ferro perduta.

Tese le mani, stringendo quelle di Inmwe e l'aiutò ad alzarsi, chinandosi verso di lei posò un leggero bacio sulla sua fronte, poi le parlo con voce soave e cordiale.*

Vi ringrazio infinitamente per il dono che mi fate, Inmwe. Questa gemma ha vissuto a lungo e visto molte cose prima di giungere a Voi, eppure lo scorrere del tempo non l'ha intaccata... Merita di continuare il suo viaggio alla luce del Sole, dove il suo splendore possa essere esaltato e per questo, per renderle meritato onore, d'ora in poi non abiterò più nascosto nei recessi della Terra come ho fatto in passato, quella vita è finita: troverò dimora sulla Terra e le mie sale saranno degne della stella avuta in dono dalla più splendida fra tutte le Regine!

*Insieme ad Inmwe e seguiti da Myrelyn, lasciarono la sala sotto lo sguardo stupito dei soldati di guardia.*

*Il largo viale che, fra scalinate e terrazzi, saliva fino al Cortile del Re, era aperto da un'arcata monumentale scavata su un fianco della montagna la quale si affacciava su uno ristretto piazzale, incastonato fra palazzi di pietra.

Il piazzale era ricolmo di curiosi e altra gente con appresso strane attrezzature- "giornalisti" avrebbe detto più tardi il maggiordomo-, tenuti doverosamente alla larga da un cordone di guardie impettite. Sotto l'arcata li attendevano un mezzo di trasporto basso, lucido ed affusolato ed un cavallo.

Procedevano lestamente lungo il viale ed avevano già percorso metà del tragitto quando vennero raggiunti dal vociare della piccola folla e da Edgar, il maggiordomo, insieme ai due servitori Horel e Tholdion, il più giovane dei due trasportava due valigie, mentre l'altro, insieme ad un terzo bagaglio aveva anche una gabbietta.*

Temo che, per regolamento stradale il nostro... ehm, compagno felino debba viaggiare nel trasportino... * disse il maggiordomo, Inmwe annuì e poi inquadrò Tevildo che però si dimostrò tutt'altro che collaborativo: sfuggì, con una certa agilità, ad entrambi i servitori ed al maggiordomo cercando rifugio, con fusa e miagolii, fra le gambe di Inmwe, che dal canto suo si limitò a scostarsi con freddezza e fissarlo severamente.*

Cerca di non farci perdere tempo con le sciocchezze, d'accordo?

*Poi diede altre disposizioni al maggiordomo che la precedette lungo la strada, Melkor si morse le labbra per non sorridere e segui la regina. Quando si voltò indietro un'ultima volta, prima di affrontare la piazza, vide Tevildo che scalciava, trattenuto da Myrelyn che con tutta la gentilezza del mondo cercava di infilarlo nella gabbietta che l'altro servitore le porgeva.*

MIAOH! "Inmwe! Non puoi trattarmi così...!" MIAOH! *Protestava Mairon*

Coraggio Re Gattino... non fare così! *Rispondeva Myrelyn*

*Re Gattino... l'immagine del gatto acciambellato in cima ad un trono di cuscini si affacciò nella sua mente: questa l'avrebbe fatto ridere molto a lungo!

Il suo ingresso nel piazzale fu accompagnato dallo scoppio fragoroso della folla, un rumoreggiare misto di eccitazione e stupore, era assai strano, gli era stato detto che la regina aveva parlato al suo popolo riferendosi alla Sua Persona come ad un difensore del Regno e quindi, a quanto sembrava, quella gente era tutta venuta a vedere lui... LUI! Se i suoi nemici del passato avessero potuto vederlo adesso! Inoltre indossava ancora l'Elendilmir e questo sicuramente accresceva lo stupore della gente: si senti improvvisamente rinvigorito ed invincibile. Imitando Inmwe sorrise e salutò la moltitudine mentre si dirigevano ai loro veicoli. Edgar era andato incontro al drappello armato di strambi apparecchi ed ora parlava brevemente con loro.*

La Regina non rilascerà altre dichiarazioni per il momento. Sappiate solo che la Sovrana ed il nostro Divino Ospite nei prossimi giorni risiederanno nella nostra capitale, Ostgiliath!

*Niente discorsi allora, peccato. Si sarebbe volentieri fermato a parlare con i "giornalisti", sembravano tutti così entusiasti! Invece Inmwe era già montata in groppa e Myrelyn prendeva posto nei sedili posteriori del veicolo, coi tre bagagli e la portantina di Tevildo, Egli prese posto accanto ad Edgard che, a quanto sembrava, avrebbe fatto loro da autista fino alla capitale.

Le guardie aprirono in due ali la folla ed Inmwe si lanciò al galoppo, aprendo loro la strada.*

*Il veicolo, che gli dissero chiamarsi "speeder", correva veloce fluttuando sulla strada dritta mentre, ai due lati, la campagna rigogliosa si disegnava in quadrati di un verde caldo e variegato, snodandosi in molteplici geometrie ai due lati della strada davanti a loro. Sul orizzonte, le imponenti ed oscure montagne che Egli aveva attraversato il giorno prima e in lontananza, le propaggini più alte e bianche di una grande città.

Il vento insidioso giocava infiltrando le proprie dita fra i suoi capelli, nel vano tentativo di sciogliere la sua acconciatura, mentre il suo compagno di viaggio, il maggiordomo Edgar, rispondeva pazientemente ai suoi dubbi riguardo al funzionamento del mezzo di trasporto.*

Questi veicoli sono relativamente nuovi nel nostro pianeta Eccellenza, sono stati introdotti non più di una cinquantina di anni fa, quando il nostro Mondo entrò a far parte della Repubblica Galattica. Si basano su una tecnologia piuttosto complessa, ma il funzionamento è relativamente semplice quando uno ci fa l'abitudine...

*Nei sedili posteriori Myrelyn sembrava godersi pienamente il viaggio, mentre Mairon ogni tanto dava segni di vita con miagoli brontolanti e sommessi, venendo ogni volta abbondantemente consolato e coccolato dalla ragazzina.*

"Non ho paura dello speeder maledizione! È tutta questa situazione ad essere maledettamente frustrante! Appena avrò ripreso le mie sembianze qualcuno me la pagherà amaramente!"

Sto imparando a guidare questo carro fluttuante, non distrarmi palla di pelo!

*Disse il Vala dopo l'ennesimo brontolio. Edgar gli stava illustrando le varie funzioni dei commandi di guida.*

Vedete Eccellenza, questa levetta regola le diverse velocità del mezzo, mentre questi comandi servono per fermarsi e ripartire...

*Melkor allungo una mano, per testare la sensibilità dei pulsanti e fu allora che il veicolo vivrò improvvisamente e scatto in avanti, fermandosi poi bruscamente con uno strattone.*

-STUND-

Ahia!

MIAAAUUUUUGGGGGRRRRGH!

*Un tonfo, un gridolino ed un miagolio furioso che si muto ben presto in un vero e proprio ruggito giunsero dal retro del veicolo.*

Ops! Tutto a posto la dietro?

*Chiese il Vala voltandosi a guardare.*

Re Gattino ha fatto un capitombolo!

*Fu la risposta da dietro. Tevildo si lasciò andare ad una serie di versi furibondi, mentre la voce di Mairon nelle sue orecchie era collera pura.*

"TI ODIO MELKOR! TI ODIO CON OGNI CENTIMETRO DEL MIO CORPO!!"

"Beh, poco male allora" *penso in risposta il Valà* "ho poco di cui preoccuparmi, significa che è un odio piuttosto piccolo..."

*Fortunosamente, la risposta mentale del Maia venne coperta dal sordo brontolio del motore, mentre Edgar riavviava il mezzo riprendendo il viaggio: sarebbero arrivati ad Ostgiliath da lì a poco.*

 

    

Myrelyn

*Il viaggio verso Ostgiliath è a dir poco burrascoso. Mairon è inconsolabile, prigioniero nel trasportino, e né moine né coccole lo tranquillizzano. Cerco di godermi il viaggio nei momenti di calma ascoltando la voce educata e calma di Edgar che risponde ai quesiti posti da Melkor con pazienza incredibile senza mai mostrare nessun segno di fastidio.

Il tentativo di Melkor ai comandi non ha molto successo, e Mairon ne sopporta le conseguenze peggiori. Il suo umore precipita ulteriormente.

Già mi ha sgridata a dovere per la corona. E il comportamento di Inmwe così scostante ci ha scosso. Non so dirgli che può essere successo perché lei sia così arrabbiata con lui.*

"È così strano, prima era affettuosa e ora... Lo ha quasi scalciato. Non ho mai visto Inmwe essere crudele."

*Sospiro di sollievo quando lo Speeder si arresta davanti a Ostgiliath.

Edgar e Melkor scendono per primi accolti dalla servitù schierata al completo. I valletti si precipitano a prendere i bagagli così posso scendere anche io tenendo il trasportino per evitare a Mairon l'umiliazione di essere scaricato come un bagaglio dai servi.*

Su Re Gattino siamo arrivati

*Appena lo tiro fuori vomita miagolando pietosamente. Barcolla e si lascia andare.

Svelta lo raccolgo tra le braccia accarezzando la testolina rossiccia.*

"Povero piccolo Re Gattino"

*Mentre seguo Edgar e Melkor a raggiungere Inmwe inizio senza pensarci su a cantare per Mairon per consolarlo e calmarlo. Le note leggere e dolci di una nenia, quella che già ho cantato per rilassarmi in camera prima di partire.

Il suo corpicino leggero si abbandona tra le mie braccia come addormentato; lo sistemo meglio, come un bimbo con la testolina sulla mia spalla e la coda che pende dal mio braccio. Continuo a cantare con voce dolce, senza accorgermi che Melkor mi sta guardando con sorpresa e uno sguardo stranamente inquisitivo.*

Inmwe! Hai fatto una bella cavalcata?

Mairon ha fatto un capitombolo e adesso è tutto scombussolato. Vuoi tenerlo un po' tu ?

*Resto sconvolta quando nega senza parlare facendo un paio di passi indietro.

La guardo senza parole, ammutolita e intristita dall'inspiegabile comportamento.

Mi rivolgo quindi al Vala al mio fianco.*

Melkor? Mairon starà bene vero? Non capisco... Cos'ha Inmwe? Melkor? Per favore! Mairon starà bene vero? Non si è fatto male prima, vero?

* lo guardo da sotto in su con gli occhioni pieni di confusione e timore e il labbro inferiore che trema come se stessi per piangere.

Oso prendere la sua mano preparandomi alla scarica bruciante del tocco della sua aura contro la mia.*

"Ahi! "

*Cerco di non lasciare la sua mano per non essere scortese ma la mia manina sembra bruciare.*

"Melkor? Fa male!"

 

Tevildo/Sauron

*Non credo di essermi mai sentito peggio in vita mia

Perlomeno nella mia attuale vita da gatto... costretto in un trasportino stretto e scomodo, ogni sobbalzo del veicolo mi provocava urti contro le pareti e come se non bastasse la guida disastrosa di Melkor mi ha totalmente messo sossopra lo stomaco.

Quando finalmente mi liberano mi parte un conato di vomito ma sfortunatamente Melkor si era già spostato o con che piacere gli avrei lavato le scarpe ..non so cosa abbiano sempre da confabulare lui ed Inmwe ma da ieri mattina l'atteggiamento di Inmwe verso di me è cambiato... Myrelyn non sa nulla, miaoooo che fastidio e che nervoso...

Mi prende in braccio, la sua canzoncina mi rilassa, faccio finta di cadere addormentato per spiare meglio la situazione: uhm ora è il momento, Myrelyn ha preso la mano a Melkor, la distanza è giusta ..veloce mi alzo leggermente dalle sue braccia slanciandomi con le zampe posteriori e puntando dritto verso il petto di Melkor.

Mi aggrappo con le unghie alla sua camicia mentre istintivamente lui non può far altro che sostenermi con una mano per allentare la presa delle unghie conficcate nella sua pelle.

Rapido gli allungo tre quattro zampate in faccia e sul naso col cuscinetto pim pim pam!! tanto l'importante è il messaggio e ancora più rapido mi giro (fantastico il corpo mobile e snodato del gatto) e scendo a terra, affrettandomi verso l'entrata della biblioteca...*

" Beccati intanto questa per la tua guida da cani!"

*Entro poi regalmente con la coda ben dritta nella MIA biblioteca di Osgiliath senza più degnare di uno sguardo le presenze dietro di me*

 

    

Trascorre una settimana da quando Melkor, Inmwe, Tevildo/Sauron e Myrelyn sono arrivati ad Osgiliath.

 

    

Inmwe

*Era già passata una settimana ad Osgiliath ma tra le mille faccende burocratiche rimaste in sospeso a cui aveva dovuto badare, se ne era accorta a malapena.

Adesso la buona parte degli arretrati era sistemata, Melkor passava quasi l'intera giornata seduto alla scrivania o comodamente sprofondato nella poltrona della serra, sfogliando e immergendosi nella lettura.

Doveva aver finito già un terzo di tutti i volumi e tomi presenti, ad occhio e croce

Myrelyn anche si era messa diligentemente a studiare, intervallando le letture con frequenti soste per coccolare il gatto e prendersene cura, mangiare biscottini e caramelle e girare per le immense ed antiche sale cantando canzoncine.

Avevano tutti e tre preso l'abitudine di farsi servire i pasti nella grande sala dedicata alla tecnologia spaziale, con i tavolini a forma di pianeti e galassie di luci ad illuminare l'ambiente.

Mangiavano e chiacchieravano tra loro come amici di lunga data ormai e i pasti erano spesso piacevolmente interrotti dalle bizze feline di Tevildo.

E Tevildo... Tevildo .

Inmwe si sentiva ancora molto ferita ed arrabbiata con lui, aveva passato i primi giorni evitandone la presenza come la peste.

Poi era capitato che mentre lei era assorta nel disbrigo della corrispondenza, una mattina, lui le saltasse improvvisamente sulle gambe.

Sovrappensiero aveva iniziato ad accarezzarne la morbida pelliccia, prima di realizzare e scrollarselo di dosso piccata.

Ma lui non aveva desistito ed era saltato fin sul tavolo, sdraiandosi comodamente sulle lettere aperte, fissandola con quei suoi occhi verdi magnetici.

Inmwe era rimasta qualche secondo a ricambiarne lo sguardo, per un attimo aveva avuto voglia di rovesciargli addosso tutto ciò che sapeva e tutto ciò che sentiva, ma poi riflettendo aveva capito che lui non avrebbe potuto comunque risponderle o perlomeno lei non avrebbe avuto modo di capire la sua risposta...avrebbe dovuto far intervenire Myrelyn o il Vala e preferiva aspettare che riprendesse forma umana per affrontarlo di persona.

Sospirò col mento posato sulla mano, guardando assorta il fiume che scorreva placido ed argentato al di là della finestra, quando il ben noto segnale dell'Holocall la destò.

Rapida prese la comunicazione, era Denethor.

Ascoltò ciò che lui aveva da dirle in evidente stato di agitazione, poi lo rasserenò dicendogli che si sarebbe occupata lei di sistemare la faccenda una volta per tutte... un tentativo di evasione dal carcere già era una cosa grave, aggiungendoci che il prigioniero in questione era uno spietato serial killer distruttore e assassino di molteplici famiglie ..il popolo era giustamente preoccupato e nervoso, bisognava fare qualcosa per risolvere la questione, fare giustizia e ristabilire la tranquillità...e forse lei aveva un piano, ma avrebbe dovuto parlarne col Vala..si alzò dalla scrivania ed si incamminò verso la sala dove Melkor stava come al solito leggendo.

    

Melkor *Il profumo del legno, della carta stampata e del caffè erano diventati parte della sua routine quotidiana dal momento del suo arrivo ad Ostgiliath. Non riconosceva quasi se stesso, si scopriva uno studioso curioso, metodico e infaticabile, una nuova versione di Sé che lentamente imparava a muoversi a proprio agio nel Mondo degli Uomini, imparando ad utilizzare a proprio vantaggio tutto ciò che questo gli offriva, fra libri, documenti, tecnologia e tazze di caffè.

Già, imparare a non bruciarsi la lingua con le tazze appena servite era un primo passo per sopravvivere alla sua nuova condizione.

Dalla fine del suo esilio questo era a tutti gli effetti un nuovo inizio: non ricordava di aver intrapreso uno studio così intensivo dai tempi della sua primissima giovinezza e ciò che stava imparando gli sarebbe stato estremamente utile per il suo progetto futuro.

Quella mattina si erano trasferiti in un nuovo settore della biblioteca e già da qualche giorno, grazie al paziente aiuto dei bibliotecari e di Myrelyn, stava prendendo dimestichezza con l'archivio multimediale. Aveva intrapreso lo studio delle esplorazioni geografiche e, sulla scrivania davanti a sé, una serie di tomi impilati in disordine contenevano svariate cronache di esplorazioni e viaggi degli ultimi cinquecento anni, mentre lo schermo olografico che scendeva dal soffitto- una larga superficie trasparente e sensibile al tatto-, illustrava le cartine geografiche dei quattro, anzi cinque continenti del pianeta: Arda, Alagaesia, Westeros ed Essos... e le Terre Oscure. A tutti gli effetti lo schermo olografico era come avere a disposizione un'altra scrivania, più larga ed in un certo senso più maneggevole, di quella in legno massiccio a cui era seduto, era possibile ingrandire e rimpicciolire a piacimento i materiali che si avevano a disposizione, spostarli in diversi punti della superficie trasparente, organizzarli in gruppi durante la visualizzazione e richiamarne altri attraverso l'archivio.

Al momento era impegnato a visionare un diario video risalente ad una cinquantina d'anni prima, di una pattuglia del Impero Galattico che si era recata nelle Terre Oscure alla ricerca di una fantomatica "base ribelle". Gli articoli a riguardo raccontavano che, dopo una settimana di ricerche, le comunicazioni con la base si erano improvvisamente interrotte e dei quattro membri della pattuglia non si era più saputo nulla... non era la prima volta, stando alle cronache che aveva letto ed ascoltato fino a quel momento, le Terre Oscure avevano dimostrato una autentica ostilità a qualsiasi tentativo di colonizzazione o anche solo esplorazione, c'era qualcosa che incuteva mistero e paura in quel luogo e ci teneva a rimanere nascosto. Cercò di fare mente locale, ma era abbastanza sicuro di non aver mai ordinato di scavare fino a quelle regioni ai tempi in cui aveva fatto costruire le vie di fuga dalle sue antiche fortezze, eppure non poteva averne la certezza, la forma del mondo era cambiata da quando ne era stato escluso...

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto da uno strano rumore acuto proveniente dalla finestra, interruppe il video e si alzò per dare un'occhiata: la lunga sala rettangolare dall'alto soffitto della biblioteca, da un lato si apriva verso uno dei cortili interni dal soffitto a vetrate, attraverso un sobrio porticato, dall'altro lato, tutta una serie di alte finestre si affacciavano direttamente sul Anduin, il grande fiume della città e non era raro vedere transitare imbarcazioni di vario tipo così come mezzi fluttuanti che levitavano viaggiano sull'acqua. Quel suono era stato la sirena di una "nave da crociera" che salutava gli osservatori dal Lungo Fiume sull'altra sponda, a giudicare dalle ghirlande e le bandiere doveva trattarsi di un'inaugurazione, probabilmente quella di cui aveva letto nel "giornale" del giorno prima, era veramente una bella nave, aveva già fatto ricerche riguardo ai viaggi di piacere, che erano uno dei passatempi più amati dalla gente di quest'epoca, e si era ripromesso di provarlo di persona un giorno, insieme ad Inmwe e Myrelyn.

La nave, si chiamava "Nimrodel", si era ormai allontanata ed Egli stava per tornare alla propria postazione quando avvertì dei passi leggeri attraversare la stanza, era Myrelyn che arrivava col giornale del mattino, la brocca del caffè ed il secondo giro di pasticcini della giornata.

Tevildo non era con lei ma la cosa non gli diede particolare preoccupazione: nell'ultima settimana Inmwe aveva ammorbidito il suo comportamento nei confronti del gatto, di conseguenza era assai probabile che ora Mairon si trovasse insieme a lei, per quanto lo riguardava, fra Se ed il suo vecchio discepolo si era stabilita una situazione di stallo, basata sulla reciproca indifferenza l'uno dell'altro, avrebbe sistemato definitivamente le cose con lui quando fossero entrambi stati in grado di comunicare a parole.

Tornato alla scrivania saluto cordialmente la ragazzina che andò a riprendere i suoi libri ed appunti dalle poltroncine poste poco più in là, si versò una tazza di caffè mentre ascoltava il racconto di Myrelyn riguardo alle sue disavventure col cameriere che aveva portato la colazione, poi diede un'occhiata distratta al giornale ed il titolo a quattro colonne attirò immediatamente la sua attenzione:*

TENTATA FUGA DEL "MOSTRO DI FORMOST"!

Allarme ieri nella notte nel Carcere di Massima Sicurezza di Ostgiliath!

Tentativo di fuga fallito del più pericoloso criminale dell'ultimo decennio!

 

Myrelyn

*La routine qui a Osgiliath ha portato a stringere una incredibile familiarità sia con Inmwe e Mairon sia che con Melkor. Signor T è perfino paziente alle mie domande, e in questi giorni gliene avrò fatte migliaia. La sua voce profonda dà vita a racconti così vividi che è come viverli in prima persona. E i suoi occhi dorati, a volte brillanti di malizia e divertimento fissi a controllare che stia attenta non so perché ma spesso portano il mio viso a ricoprirsi di rossore.

Arrivo nella sala dove è immerso nello studio portando il giornale, il caffè e i biscotti per la pausa di metà mattina. Se non ci fossi io non si ricorderebbe di fermarsi e mangiare.*

Melkor! Eccomi! Attento al caffè, scotta!

*Alza gli occhi e gentile fa spazio perché possa appoggiare il vassoio. Fa sempre meraviglia vedere le cose cominciare a svolazzare e andare a posarsi in modo da creare posto.

Gli ho già chiesto se mi potrebbe insegnare a farlo e ha riso come un matto ma dice che è una cosa esclusiva del Vala e io sono solo "patatina". Tutta colpa di una vecchia canzone di qualche secolo fa.

Mi guarda interrogativo notando che mi sono cambiata i vestiti da dopo colazione, mi caccio in bocca un biscotto con gesto furioso e esplodo*

C'è l'ho con Edmundo. Quel cameriere infingardo e carogna! Non voleva lasciare che ti portassi io il vassoio e alla fine me lo ha rovesciato addosso!! Oh Melkor! Vorrei che lo trasformassi in un rospo! Ecco!!!

*Melkor esplode in un risata roboante e gli faccio la linguaccia. Poi lo guardo con il broncio e gli occhioni azzurri imploranti da cucciolo. Sta probabilmente per rispondermi, di solito o minaccia punizioni terribilmente fantasiose oppure mi consola creando oggettini con la carta. Ho una collezione già in camera.

Ma la sua espressione cambia leggendo il titolo del giornale.

Poco dopo entra Inmwe con l'espressione serissima, da Regina, e mi manda a giocare con Mairon dicendomi che deve parlare di cose molto importanti con il vala!

Faccio un po' il broncio ma obbedisco, mi alzo e li saluto*

Va bene vado, a dopo Signor T! A dopo Inmwe!

*Scappo via prima che Melkor mi acchiappi ma l'occhiata divertita promette che me la farà pagare.

Ridacchio fino alla camera dove trovo il Re Gattino e mi metto a coccolarlo*

 

Inmwe

*La preoccupazione che l' ha assalita alla recente notizia si allevia un poco nel notare i due che amabilmente scherzano tra caffè e pasticcini e un rumorino del suo stomaco le ricorda che non ha ancora fatto colazione...

Si siede anche lei e subito un qualcosa di peloso e morbido le fa il solletico sulle caviglie, strusciandosi*

Tevildo... Tevildo...

*Sospira tra rassegnata e intenerita, mentre il gatto avvertendo un tono conciliante ne approfitta balzando prima sulle sue gambe e poi da lì con un movimento sinuoso ed elegante fin sulla scrivania, spaparanzandosi regalmente sul giornale spalancato e fissandola sornione.

Le scappa una risatina e gli allunga un grattino sul collo, poi lo sguardo felino si gira verso il Vala come in attesa di riceverne un altro.

Muta richiesta accontentata e Inmwe sospira di sollievo, forse c'è speranza per loro due di ricucire pian piano il loro rapporto..e tra lei e lui?

La rabbia cocente fomentata dal dispetto e rancore dei primi giorni si era raffreddata gradualmente, forse anche colpa dell' insistenza del gatto nel cercarla...o forse dipendeva anche dalla crescente consapevolezza che pur sapendolo da prima avrebbe potuto davvero accettare...c'erano ore ed anche giorni in cui la mancanza di Mairon accanto a lei era così intensa da far quasi più male del pensiero del suo futuro..

E giorni in cui lui gli sembrava lontanissimo, non solo fisicamente e vedeva invece un suo futuro arcano e misterioso ma in totale libertà, si vedeva volare come nel sogno e vedeva davanti a sé il Vala che le sorrideva...ma non era il momento di pensarci adesso, la questione che voleva sottoporre a Melkor era più pressante.

All' improvviso e senza alcuna spiegazione Tevildo si alza e scatta veloce via dal tavolo uscendo dalla stanza, sparpagliando col movimento rapido delle zampette fogli e appunti...Inmwe resta un attimo ad osservarlo allibita e perplessa, da indicazioni a Myrelyn di tenerlo un attimo a bada e non appena la ragazzina esce correndo dietro al gatto versa il caffè per entrambi e prende un pasticcino*

Vedo che ha già letto la notizia

*Dice con lo sguardo fisso sul titolo del giornale spiegato sulla scrivania*

È un grosso problema, specialmente alla luce dei recenti avvenimenti.

Avevamo tranquillizzato da poco il popolo ed ora questo..non ci voleva proprio adesso poi.

*Riassume al Vala ciò che Denethor le ha detto nella recente holocall*

Bisogna fare qualcosa presto. Anzi subito.

Qualcosa che rassicuri la popolazione che la situazione è sotto controllo e che quell' assassino non avrà una seconda possibilità di riprovarci

Che il Regno è ancora presente e vigilante e che quello che è accaduto da poco non ne ha intaccato potenza e autorità.

E pensavo. .

*Lo guarda con uno scintillio divertito negli occhi*

Che è fin troppo tempo che non celebriamo il rito di Offerta all' Oscurità...e soprattutto non abbiamo mai avuto occasione di farlo di fronte a Colui a cui è dedicato...se volesse farci questo grandissimo onore e favore gliene sarei davvero grata Sommo

Conclude posando delicatamente una mano sulla Sua senza aggiungere altro *

    

Melkor 

*Myrelyn se ne andò saltellando seguita dal gatto, probabilmente convinta di essersela cavata con poco per quella certa parolina di troppo, ma qualcosa gli diceva che, una volta arrivata in camera, la ragazzina si sarebbe ritrovata ad affrontare una ribellione di uccellini di carta ferocissimi che si sarebbero placati solo dopo averla sentita miagolare tre volte. Chissà se Tevildo sarebbe riuscito ad esserle d'aiuto nel risolvere la situazione prima che il vivace stormo in miniatura gli devastasse la camera...

Sorrise malizioso poi tornò a volgere la propria attenzione verso Inmwe, mise in pausa lo schermo olografico, sedette alla scrivania e prese in mano il giornale sfogliando le pagine dedicate al Mostro di Formost.*

Credo di aver capito *riprese con fare pratico* la tua idea sarebbe quella di giustiziare pubblicamente questo ignobile individuo Il mio onore, giusto? *Apri il giornale, fermandosi nelle due pagine che mostravano le numerose fotografie delle vittime in ordine cronologico, decine di persone, del resto quest'uomo aveva agito su tutto il territorio di Gondor e di Rohan per più di quindici anni* costui ha spazzato via intere famiglie, sorprendente per una persona sola, ci vuole notevole efferatezza ed una totale mancanza di empatia... ed io penso che sarò l'unica "divinità" sulla faccia di Arda che potrà mai avere l'onore di assistere ad una cerimonia in suo onore.

*Ripiego Il giornale, leggendo attentamente le didascalie correlate alle foto* Approvo la tua idea direi, sarà un'ottima occasione per istruire il popolo e rifondare il mio culto apportando qualche modifica... si *proseguì in risposta allo sguardo interrogativo della regina* io non ero presente quando Mairon lo institui per la prima volta, e francamente non ho ancora compreso se lo fece per reale lealtà o solo per strategia, ma in ogni caso ho intenzione di utilizzare la sua opera a mio vantaggio.

*Chiuse Il giornale e ripiegandolo lo posò sulla scrivania poi si rivolse ad Inmwe e con un leggero sorriso* Per questo, ovviamente, avrò bisogno anche del tuo aiuto Mia Regina *concluse con un elegante baciamano.*

    

Myrelyn

*Entro in camera seguita dal Re gattino e non appena la porta si chiude alle nostre spalle tutti gli uccellini di carta che Melkor mi ha regalato prendono immediatamente vita. In un lampo il piccolo stormo inizia a impazzare per la camera, svolazzando aggressivamente e mettendo sottosopra ogni cosa. Le tendine della finestra, gli altri soprammobili, il lampadario di cristallo, tutte le cose subiscono l'assalto vivace e ingestibile degli uccellini di carta.*

Melkor! Vala cattivo! Melkor!

*La ragazzina elfa capisce subito chi è il colpevole di tale scompiglio ma la scena è surreale e la pestifera impertinente è scossa da risate irrefrenabili, sa apprezzare lo scherzetto malizioso.

E bisogna ammettere che come punizione è comunque piuttosto blanda. Bè, se riesce a fermarli...*

Mairon! Come li rimettiamo a nanna?

*Prova a cantare loro come farebbe con gli uccellini in piume e ossa ma evidentemente non è così che li si può fermare.

Lo stormo inizia a vorticarle attorno, senza farle male ma uno tira e scioglie il nastro di una treccia, uno tira una manica uno quell' altra e la ragazzina si trova a danzare per la camera ridacchiando.*

Mairon! Aiuto!

Melkor! Scusa signor Divino!

*È abbastanza certa che lui possa sentire e in qualche modo godersi la scena, le sembra quasi di sentire la sua risata risuonarle nelle orecchie*

Il gatto rosso si è appiattito sotto una sedia dopo aver cercato di prendere gli uccellini a zampate e averne rimediato l'attacco difensivo del resto del piccolo stormo di carta.

Tra statuine che cadono a destra e sinistra, sedie rovesciate dal suo saltellare seguendo le mosse degli uccellini la stanza è ormai un disastro, sembra passato un ciclone.

Ridente ma un po' preoccupata di non riuscire a placare l'ira funesta dello stormo di uccellini, la ragazzina cerca di pensare a quale possa essere il modo di ottenere la calma.*

Ogni volta che mi chiamerai Signor Terrore ti troverai a miagolare

*Il ricordo spunta mentre anche l'altra treccia perde il suo nastro e una manica perde un bottoncino di perla.*

Miaooo! Melkor! Miao! Signor Divino scusami, non lo faccio più! Miaooo miao miao! Per favore Melkor!

*Tra miagolii buffissimi e scuse contrite seppure in tono ancora palesemente divertito dalla situazione la ragazzina chiede perdono al Vala per l'impertinenza.

Finalmente, trovato l'arcano, il piccolo stormo si placa e si posa sulla mensola.

Guandandosi attorno la ragazzina si accorge che ci vorrà una buona oretta a sistemare il disordine. Un piccolo broncio e uno sbuffo e si mette all' opera.

Ma prima chiama un servitore e lo manda nella sala da Melkor. Sul vassoietto un vasetto con un fiorellino in boccio cantato da lei stessa, e un biglietto ritagliato a forma di gatto con su scritto Scusa Melkor! Miaooo! Perdono, Myrelyn.*

Dai Re Gattino! Mi aiuti? Ti faccio i grattini sul pancino!!

*Ma Mairon si limita a acciambellarsi su un cuscino con aria divertita.

E la ragazzina rimanda il riordino di un po' per sedersi accanto e coccolarlo*

Comunque, credo che mi farò rivedere per cena contando sulla protezione si Inmwe

*Confessa all' orecchio del gatto rosso che fa le fusa sornione*

 

Inmwe

Grazie mille ... sarà un onore per me e credo resterà negli Annali del Regno una cerimonia simile

*Rispose alzandosi e ricambiando il baciamano con un sorriso ed un piccolo inchino*

Vado a dare indicazioni a Edgar che portino tutto il necessario, nel frattempo...le...ti auguro buona lettura mio Divino Melkor

*Disse dopo una leggera esitazione nella voce, era la prima volta che azzardava il tu al posto del lei nel rivolgersi a Lui ma ormai era come fosse di casa...una persona di famiglia anzi.

Gli sorrise e andò nel suo ufficio.

Accese l'holocall chiamando subito Denethor per informarlo della decisione presa al riguardo del serial killer e poi subito dopo chiamò Edgar dettandogli tutte le istruzioni per organizzare la cerimonia.

Sbrigate queste chiamate prese dalla sua libreria il Libro Sacro su cui c'era la descrizione di come svolgere il sacrificio e la ripassò, erano molti anni che non la eseguiva e voleva essere sicura di compiere nel modo ed ordine giusto tutti i passaggi.

Dopo una mezz'oretta di studio arrivarono i land speeder dalla corte con tutto l' occorrente, una cameriera salì da lei portandole il suo abito da cerimonia appena rinfrescato dopo un lungo oblio nell' armadio

La aiuto' ad indossare la lunga tunica che scendeva dritta fino a terra lasciando scoperte braccia e spalle si cui posò la stola nera ricamata di piccole stelle, avvolse più volte la lunga stoffa della stola attorno alle braccia fino ad arrivare ai polsi, prese la semplice coroncina di ferro con piccole punte a spina e con su incastonata una gemma a foggia di luna nascente fissandolo.

Ora forse capiva ancora meglio che allora il significato del metallo e delle spine ..legame con la terra, resistenza e dolore.

Si guardò allo specchio, l' abito le stava ancora bene.

Posò le mani sul vestito appiattendolo verso la pancia, delineando il contorno tondeggiante e morbido che cresceva dentro lei...stava diventando faticoso ogni giorno di più, sembrava che il bambino assorbisse ogni sua energia e ogni alimento che ingerisse, lasciandola frequentemente spossata e stanca.

Non sarebbe sopravvissuta a lungo al parto, ormai ne era certa.

A volte si ritrovava a pensare se anche lei dopo si sarebbe lasciata cadere in un prato rimanendo lì immobile , lasciandosi morire di sfinimento..

Non erano previsti gioielli per la cerimonia, solo la coroncina di ferro, che indossò dopo essersi lasciata spazzolare i lunghi capelli dorati che caddero vaporosi come a formare un manto.

Prese un lungo respiro profondo e si avviò a scendere.

Avrebbe ordinato a Myrelyn di restare in biblioteca, la ragazzina non era pronta ad uno spettacolo simile..e dubitava che dato la sua indole lo sarebbe stata mai.

Tornò nella stanza dove il Vala leggeva trovandolo ancora profondamente immerso in un enorme tomo*

 

    

Nella piazza principale, di fronte al fiume, viene eretta un'alta pira di legno di faggio e noce, la cui superficie viene ricoperta di un tappeto di fascine.

I cerimonieri col volto mascherato attendono con in mano le torce, ben presto una grande folla si raduna tutto attorno in attesa del sacrificio.

La banda musicale intona un inno sacro, un' ancella vestita di nero e oro con in mano il vassoio d'argento su cui sono posati gli olii profumati, atttende la Sacerdotessa Inmwe, che avanza tenendo tra le braccia un mazzo di iris e mughetti freschi

Il condannato viene fatto avanzare di fronte a lei legato e bendato, con gesti lenti e solenni la Sacerdotessa inizia ad intrecciare i fiori alle corde che stringono il condannato.

Alla cerimonia assistono Melkor e Tevildo/Sauron, Myrelyn è stata lasciata studiare in una sala le cui finestre danno sulla parte opposta a quella dove si tiene il sacrificio.

 

Melkor 

*La grande piazza centrale di Osgiliath, che si apriva sulla riva del fiume affiancando l'edificio monumentale del Planetario, la Cupola delle Stelle, era stata transennata intorno alla pira cerimoniale così da tenere gli astanti a distanza di sicurezza. Una tribuna era stata allestita sugli scalini del planetario, così da ospitare i rappresentanti della città, della Corte ed i familiari delle vittime del condannato.

Dal momento che Inmwe, la Regina, presiedeva alla cerimonia nel rango di sacerdotessa il suo posto nella tribuna era vuoto, doverosamente accudito da un gatto rosso che sedeva distinto, senza essere minimamente disturbato dalla folla e dal trambusto. Alla destra dello scranno regale sedeva Denethor, Capo del Servizio Segreto, mentre alla sua sinistra si trovava il Primo Ministro Valandil, che con difficoltà nascondeva il proprio disagio: aveva manifestato le proprie perplessità riguardo all'opportunità di una simile cerimonia in onore del Divino ospite, ma le sue rimostranze non erano state ascoltate, eppure il suo ruolo istituzionale lo obbligava a prenderne parte.

La piazza era gremita, perlopiù da curiosi, dal momento che pochi avevano idea di che cosa si intendesse davvero per "Culto di Melkor", eppure era rimasto chiaro fin da subito che la cerimonia avrebbe incluso un'esecuzione pubblica, eppure in pochi si erano tirati indietro.

Un fragoroso squillo di trombe aveva dato inizio al rituale, nel momento in cui la lunga processione, che aveva portato in piazza il condannato, si era fatta largo attraverso la folla raggiungendo lo spazio in cui si ergeva la pira.

Inmwe in persona aveva preparato la vittima al sacrificio, mentre un largo stuolo di officianti aveva accompagnato la scena col suono ancestrale di flauti, sistri, campane e tamburi, ed un cerimoniere d'eccezione, lo stesso Denethor, aveva ricordato alla folla la lunga scia di morte che costui aveva seminato nei regni di Gondor e Rohan, per quasi quindici anni.

Il cielo era terso, di un azzurro limpido come gli occhi di Manwe, e solo qualche nuvola si addensava sui monti e verso le pianure a sud.

Melkor era un piedi di fronte alla tribuna, alla quale volgeva le spalle concentrando la propria attenzione sull'uomo legato alla pira, la sua offerta, un largo mantello nero, foderato d'oro, gli copriva le spalle ed un cappuccio nascondeva il suo volto. Il condannato era bendato e confuso, agitandosi per quanto gli consentivano le corde che lo vincolavano.*

Do... dove sono?!

*Balbettò con voce rauca, mentre la benda gli cadeva dagli occhi rivelandogli lo spettacolo della sua esecuzione. Doveva essere stato un bell'uomo una volta, prima che i vizi e la depravazione criminale gli scavassero il volto ed il fisico.*

Questo è il patibolo dove oggi morirai e attraverso la morte sarai redento.

*Disse Melkor con voce tonante e la musica cessò all'istante. Con gesto teatrale tirò indietro il cappuccio, così che tutti nella piazza poterono vederlo: aveva indossato l'Elendilmir e la luce del sole di quel tardo mattino rifrangeva nella Gemma illuminandogli il volto.*

Il dolore indotto si emenda con la propria sofferenza ed il tuo supplizio sarà cruento, perché crudele è stata la morte che hai inflitto alle tue vittime.

*Proseguì avanzando lentamente verso il patibolo.*

Morirai tra le fiamme!

*A queste parole un mormorio eccitato si diffuse fra la folla, il condannato gemette, agitandosi.*

Signore, pietà!

*Melkor lo ignoro, ma una voce si levò dalle tribune, la voce di un uomo, rotta dall'emozione.*

Mia figlia era incinta e tu non hai avuto pietà di lei! Maledetto!

*La donna anziana seduta al fianco dell'uomo che aveva parlato si sciolse nei singhiozzi e Melkor proseguì il suo discorso.*

Attraverso il fuoco verrai purificato e dalle tue ceneri diventerai nuova vita.

Io sono la mano che si tende nel Vuoto ed attraverso di me la Morte si disperde...

*Continuò il Vala, allargando le braccia e rivolgendosi questa volta alla folla.*

Io capisco la paura del Vuoto perché l'ho conosciuto, quindi comprendo i timori degli Uomini. A che pro volgersi a coloro, bugiardi e indifferenti, che hanno rubato la Beatitudine del Mondo rinchiudendosi in un Antro senza Tempo per non vedere?

*La folla taceva e più di uno rivolgeva sguardi fugaci al proprio vicino, scambiandosi sguardi di assenso.*

Io potevo scegliere ed è questo il luogo dove ho scelto di tornare, per essere guardiano, maestro e genitore. Io ho visto oltre le Porte della Notte e vi dico questo:

non esiste altro Mondo aldilà di questo, non esiste altra gioia aldilà di questa Vita.

Udite la Mia Voce, seguite il mio consiglio ed ogni inquietudine del vostro cuore sarà estinta!

 

    

Inmwe

*Si avvicina alla pira, dove il condannato stesso agita disperatamente nel vano tentativo di sciogliere i nodi che lo assicurano ai legni.

Appeso alla sua tunica nera un sacchetto, lo prende in mano e da esso estrae dei pezzetti di oro posandoli man mano lungo il corpo steso di fronte a lei*

Dal cuore della Terra il nostro cuore vola a te, Primo tra i Primi.

*Scandisce con voce alta e chiara*

Perché non c'è tesoro più grande del mondo che ci hai donato e che ti affidiamo, come il nostro perduto fratello che ora ti offriamo affinché Tu lo salvi e lo renda di nuovo a noi un giorno, puro come l' oro

*Posa la mano sulle mani legate dell' uomo, facendovi scivolare tra le dita l'ultimo pezzo d'oro*

Ecco a Te l'offerta del nostro fratello perduto affinché possa ricongiungersi alla Tua essenza

*Poi si volta e prende dal vassoio dell' ancella la boccetta contenente gli olii profumati, alzando le braccia ne cosparge il corpo disteso*

Che gli iris e i mughetti del fiume lungo cui la prima volta ti incontrammo ti portino il nostro pensiero...che il profumo dei fiori tra cui nel passato camminavi portandoci la Luce della conoscenza e del tuo amore per noi, tuoi figli, ti rammentino che noi sempre ti aspettiamo

*Alza il viso sorridendo incontrando gli occhi del Vala*

E che ciò che oggi brucerà possa salire fin dove sei Tu o Sommo e farti ritrovare la via per la Tua Arda che ti aspetta...e oggi, così è stato e così sarà per sempre

*Conclude facendo qualche passo indietro e alzando le mani verso la Divinità che assiste.

Oggi le parole del rito sono più vere e compiute che mai. Melkor ha ritrovato davvero la strada di casa*

Il Re di Arda ha ritrovato la strada del suo regno e cammina di nuovo tra noi!

*Esclama mentre fa un gesto verso i cerimonieri che si avanzano fino alla pira, posando le torce nello stesso momento attorno al corpo steso da cui si alza subitaneamente il fumo resinoso e profumato.

Le urla del condannato vengono sommerse e coperte dall'esultanza della folla, che esplode in grida di gioia ed acclamazione verso il Vala*

 

Myrelyn

*Fuori, dall' altra parte della reggia, stanno compiendo un sacrificio. Inmwe, Mairon e perfino Melkor hanno cercato di proteggermi il più possibile evitandomi di dover assistere già dai preparativi.

Mi hanno concesso di restare in questa stanza a studiare. È la stanza più lontana e diametralmente opposta a dove si trovano loro.

Per non pensarci ho scelto un libro bellissimo, uno storico scrittore che narra la storia come un romanzo. Con accuratezza e precisione, ma così vividamente da poter immaginare di farne parte.

Tuttavia, nonostante la porta e le finestre chiuse le note solenni dell' inno riescono a raggiungere le mie orecchie con la loro straziante promessa di morte.

Chiudo gli occhi e mi tappo le orecchie con le mani quando il rumoreggiare della folla esaltata risponde al suono antico dei flauti, sistri e campane*

Non ci riesco!

*Ignorare quanto sta avvenendo è impossibile, la ragazzina si alza di scatto con il visetto pallido e gli occhioni azzurri lucidi di lacrime.

Come per un meccanismo di difesa inizia a cantare, la melodia vivace e vibrante come la primavera, un canto di Luce nella stanza si sovrappone al canto di oscurità. Un canto di vita e speranza.

La piccola elfa nel suo muoversi in sincronia con la melodia tocca una pianta in vaso, la accarezza con le dita sottili e ecco che spuntano boccioli di fiori a grappolo, i petali delicati e fragranti del viola intenso e vivido preferito di Inmwe.

Tocca ancora una pianta più grande, frondosa di foglie larghe e verde intenso, un delicato lucore avvolge la pianta e sbocciano fiori bellissimi, come iris, del colore dorato e brillante degli occhi di Melkor, il profumo inebriante.

Una terza pianta riceve il canto della ragazzina, e anche a quella spuntano fiori nuovi e mai visti prima, simili alle orecchie di un gatto e delle stesse ricche sfumature rossicce del pelo del Re Gattino.*

Sono proprio belle, spero che gli piaceranno e capiranno.

*Mormora a fior di labbra. Con un ripensamento aggiunge alle piante un biglietto. Perdono.

Ma l'interrompersi del canto e della concentrazione fa sì che le urla della folla tornino a irrompere nella stanza turbando ancora più la giovane elfa.*

No, non di nuovo

*Con un singhiozzo Myrelyn si raggomitola su un divanetto stringendo tra le manine un uccellino di carta donatole da Melkor prima della terribile cerimonia e lasciando che una lacrima scivoli sulla guancia intona un potente canto di sonno.

Bastano poche note e la ragazzina sprofonda nel sonno.

Così la troverà il giovane servitore mandato a chiamarla. Addormentata in un sonno da cui non riesce a svegliarla.

Scosso e intimorito il ragazzo corre dalla regina con la preoccupante notizia*

Mia Regina, lady Myrelyn è addormentata e non sono riuscito a svegliarla. Sembra incantata

*Sussurra il servitore inginocchiato*

 

Tevildo

*Acciambellato sulla poltrona di Inmwe mi preparo a godermi lo spettacolo.

IO l' ho creato, IO. Da solo. Numenor e la sua caduta...uno dei miei capolavori più grandi..mi alzo e poso il muso sotto la mano del Primo Ministro*

"Valendil inutile umano grattami la testa che almeno hai un senso"

*Mi ergo per vedere meglio, uhm forse ormai le parole del rito andrebbero modificate ..e forse andrebbe modificato anche il rito, siamo nella..miaooo grattami ancora umano!!...quinta era ormai ..*

"Melkor, allora che te ne pare eh? Vedi cosa ho fatto per te e in tuo nome? Ho liberato la nostra Arda da quello scoglio assurdo piantato lì senza senso e il bello è che hanno fatto tutto con le loro mani, Numenoreani e Valar!!

Avresti dovuto esserci, mi sono schiantato dal ridere... letteralmente, ehm ..

Potresti anche ringraziarmi comunque eh...miao"

*Mentre mi gusto il fuoco mi lecco una zampina, detesto fare queste cose ma non riesco a farne a meno ... cerchiamo di mantenere una dignità, sono sempre colui i cui nemici sussurravano il nome spaventati...meeew*

 

    

Melkor 

*L'uomo, disperato, implorò ancora una volta per la propria vita, piangendo, mentre grida e frasi di disapprovazione si levavano dai parenti delle vittime fra gli spalti, appena la folla si ebbe calmata un poco, Melkor gli rispose perentorio.*

La tua fine servirà ad insegnare al Popolo che su questa Terra ciascuno è responsabile delle proprie azioni, la tua morte sarà dolorosa ma rapida, questa è la mia Grazia!

*Inmwe proseguì con le ultime invocazioni del rituale.*

...il Re di Arda ha ritrovato la Via per il Suo Regno ed ora cammina di nuovo fra Noi!

*Melkor le sorrise, in segno di assenso e la pira venne accesa: il pianto dell'uomo venne presto sostituito dalle sue grida di dolore straziante, mentre le corde agghindate di fiori prendevano fuoco, avvolgendo la vittima in un abbraccio infuocato che gli bruciava le carni e gli straziava l'anima.

Così Inmwe intonò, parlando forte per sovrastare il supplizio del condannato.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*E Melkor, come ispirato dal momento, le rispose.*

Io conosco il Cuore della Materia,

io svelo I Segreti del Mondo!

*Presto l'uomo venne completamente avvolto dalle fiamme, ancora qualche secondo poi non ebbe più voce per gridare.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Alla litania della Regina si erano aggiunte le voci degli officianti e Melkor ancora una volta rispose.*

Io sono la Mano tesa sull'Abisso,

Io sono il conforto per il Cuore dell'Uomo!

*Il fuoco arse più forte del normale, ispirato dal potere di Melkor: prima il corpo si fosse consumato prima l'anima del miserabile sarebbe stata liberata.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Altre voci si aggregarono dalle tribune davanti al planetario...*

Io sorveglio il Cielo e governo sulla Terra!

Io sono la mano del Ghiaccio Perenne, io sono il Cuore del Fuoco Imperituro!

*Le fiamme si levavano alte sulla piazza, il fumo oscurava il cielo azzurro come gli occhi di Manwe.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Altre voci si unirono dal pubblico, dietro le transenne.*

Come il Sole mi levo da Oriente ad affrontare l'Occidente!

*I tamburi e le campane ripresero a suonare scandendo il ritmo della litania.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Melkor volto le spalle alla pira ardente e si rivolse alla folla levando le braccia al cielo.*

Come la Luna porto Mutamento e sorveglio le tenebre!

*La folla orante sotto gli occhi del cielo ormai era diventata una voce tonante.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*La voce di Melkor, musicale e potente, scandiva il ritmo del rituale a metà strada fra il canto e l'orazione.*

Io sono Colui che manifesta Conoscenza!

*La voce di Inmwe, limpida e forte, guidava la folla ed ella pareva danzare al ritmo della preghiera, come in trance.*

In Melkor Verità è manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*Il ritmo dei tamburi, che progressivamente aveva accelerato seguendo l'euforia della folla estatica, rullarono all'impazzata accompagnati dal suono irregolare dei sistri, Melkor, le braccia al cielo, assaporava appieno l'energia astrale concentrata in quella Piazza in suo onore: se ne sarebbe nutrito e ne avrebbe fatto buon uso a tempo debito. Inmwe danzava al ritmo della cerimonia e Melkor la accompagnò nell'ultima parte mentre, fra le fiamme, il corpo del sacrificio si consumava completamente e la cerimonia raggiungeva il culmine.*

Io sono Colui che si Erge in Potenza!

*Una vampata poderosa dal rogo parve accompagnare quest'ultima frase, mentre le fiamme si levavano più forti che mai, assumendo una forma assai simile a quella di un drago serpente e proiettandosi verso il cielo, scomparendo fragorosamente in una miriade di scintille, che lasciarono sulla pira nient'altro che una manciata di tizzoni anneriti e qualche piccola fiammella rimasta.*

In Melkor Verità e manifesta e viva ed io non temo il Vuoto perché Egli è con me!

*La piazza pronunciò per l'ultima volta e la sua energia parve esaurirsi, Inmwe venne meno, si piegò sulle ginocchia venendo prontamente presa fra le braccia dal Vala. Tevildo si liberò dalle premure del Primo Ministro e salto giù dallo scranno reale, venendo loro incontro.

Dal focolaio annerito si levava ora solo una sottile colonna di fumo nero che si snodava verso il cielo disegnando volute contorte ed indecifrabili.*

*Lo speeder cerimoniale procedeva lento aprendo in due ali la folla diretto verso il Palazzo Reale, Melkor sedeva al posto di onore, alla destra della Regina che sembrava essersi ripresa completamente. Dietro di loro Denethor ed un palidissimo Valandil. Dopo un'iniziale riluttanza, Tevildo aveva accettato di fare il viaggio di ritorno in braccio ad Edgar, insieme a tutti gli altri funzionari del Palazzo nei loro veicoli.

Giunti a destinazione appena rientrati nella riservatezza delle proprie stanze private il Vala e la Regina vennero raggiunti da un inserviente preoccupato.*

Mia Regina, Divino Melkor c'è qualcosa che non va con la giovane Myrelyn...

 

Inmwe

*Durante la cerimonia sembrava che le fiamme avessero consumato totalmente ogni sua energia corporea insieme al corpo della vittima...avvertiva braccia e mani molli come fossero arti di una bambola, il petto sembrava non avere forza sufficiente per respirare...eppure nello stesso tempo danzava e si muoveva come se la fiamma di fronte a lei ed al Vala sembrasse arderle dentro e muoversi, muoverla...ebbe la sensazione che fosse solo il suo spirito adesso a vivere e che il suo corpo fosse un mero involucro fine a se stesso.

Vedeva stelle nel cielo se alzava lo sguardo, così brillanti e nitide ..eppure era appena sera presto.

Ma le vedeva.

Le sembrava di vederle anche negli occhi dorati del Vala, stelle..un universo...molti universi....

Si riprese presto, mentre lo speeder li riportava ad Osgiliath salutava la folla come sempre, soliti gesti , solito sorriso ..ma dentro di lei qualcosa si era svegliato..o era arrivato dal fuori? Difficile dirlo ..si sentiva viva più che mai, si sentiva essenza e spirito.

Come se avesse potuto lasciarsi dietro le sue spoglie mortali e comunque continuare a vivere ..

Mentre viaggiavano veloci si tolse il fiore azzurro dai capelli per guardarlo*

Mi hai detto che questo mi aiuterà vero?

*Chiede sottovoce al Vala accanto a lei*

Ma ..come? E quando? O lo saprò quando servirà?

*Arrivarono finalmente alle stanze, riposo e un bel thè ecco cosa ci voleva adesso...poi un cameriere trafelato e preoccupato*

Non riusciamo a svegliarla...

*Si alza velocemente dalla poltrona in cui si era appena lasciata cadere*

Veniamo subito...


Melkor *Si concesse giusto il tempo necessario per spogliarsi dai paramenti cerimoniali, affidando l'Elendilmir nelle mani di Edgard, al sicuro da Tevildo, poi seguì Inmwe e l'inserviente diretti nella camera di Myrelyn.

Un lungo corridoio portava nella camera della ragazzina, un largo ambiente rettangolare con tre finestre che davano su uno stretto terrazzo, un letto a baldacchino, un armadio con gli specchi ed una serie di splendidi e colorati arazzi, che rappresentavano paesaggi ed animali in situazioni allegre.

Era impossibile non notare il grande numero di piante domestiche sistemate in giro per la stanza, alcune di queste esibivamo fiori colorati e dalle forme mai viste, molto suggestive.

La trovarono distesa su un divanetto, con la testa reclinata di lato, in una posa leggermente scomposta, nelle mani a coppa teneva uno degli uccellini di carta regalategli dal Vala.

Melkor si chinò su di lei mentre Inmwe le scostava i capelli dal viso. Il Valà si guardo intorno, un aura strana aleggiava sulla stanza ma non era in grado di individuarne l'origine, con le dita sfiorò leggermente l'uccellino di carta e questi sembrò sbattere appena le ali.*

Myrelyn? Myrelyn mi senti?

*Nessuna risposta, il Vala sì inginocchiò sul tappeto ai piedi della ragazzina per poterla osservare meglio, Inmwe sedeva sul letto, mentre Tevildo percorreva la stanza come in cerca di qualcosa, probabilmente l'aura anomala l'aveva avvertita anche a lui.*

Tu... sei stato l'ultima cosa che lei ha visto prima di addormentarsi *disse all'uccellino* ed ora sarai in grado di portarmi da lei...

*Detto, fatto, Melkor chiuse gli occhi e la sua coscienza scivolò altrove. Oltre questo Mondo, oltre il Mare, in una terra crepuscolare dei sogni.

Seguendo il volo dell'uccellino di carta, Melkor si ritrovò su un lungo viale alberato, ornato di pagode e piccole edicole, illuminato da lanterne appese ai rami degli alberi che conduceva verso uno splendido ed esotico giardino.

Il rumore dell'acqua, il canto degli uccelli, i profumi delle piante, il volo delle lucciole e quella atmosfera diafana che aleggiava su ogni cosa: Melkor lo riconobbe all'istante! Quello era il Sentiero dei Sogni Perduti che conduceva nei giardini Fatati di Zura.*

Oh, Miry... di tutti i luoghi delle Terre del Sogno, proprio nel più strambo dovevi finire?

 

Myrelyn

*Sto sognando, ne sono sicura. L'uccellino di carta che Melkor mi ha regalato e che stringevo in mano quando mi sono addormentata sta ora sulla mia spalla cinguettando e battendo le alucce fruscianti. Sono in in bellissimo giardino, pieno di sentieri e laghetti artificiali. Guardo incantata fiori enormi e bellissimi, uccelli dai piumaggi magnifici, alberi di cui non ho mai visto prima né foglie né frutti, pesci colorati che guizzano nell' acqua.

Eppure, eppure qualcosa mi inquieta. Il profumo dei fiori appare un attimo inebriante e poco dopo soffocante e stomachevole. Gli uccelli cinguettano ma il loro canto armonioso ad un tratto è stridente come il grido lugubre degli uccelli notturni, di uccelli da preda. Gli alberi stessi sembrano quasi protendere i rami come a volermi afferrare o farli oscillare come fruste. Perfino i pesci ora sembrano pericolosi, le bocche piene di denti aguzzi.

Guardo nell' acqua e il paesaggio è diverso, cupo, tragico, oscuro.*

Aiuto! Inmwe? Mairon? Melkor?

*D'improvviso spaventata inizio a correre lungo i sentieri cercando l'uscita. Ma le mille giravolte non sembrano condurre da nessuna parte.* Giro in tondo!

Melkor? Mairon! Inmwe dove siete?

C'è qualcuno? Aiuto!

*Un luccichio intravisto con la coda dell' occhio, una creaturina alata che svolazza più avanti.*

Chi sei? Cosa sei?

*Ali di farfalla e un corpicino minuscolo, come un colibrì di forma umana. Una fata?

La inseguo ma sfugge e scompare.*

Cos'è questo suono? Un flauto? Allora c'è qualcuno!

*Prendo il sentiero alla mia destra, corro seguendo il suono, eppure esso sembra beffarmi, più corro più sembra allontanarsi. *

Fermati! Fatti vedere! Chi sei?

*Corro ancora lungo il sentiero, poi inciampo non so nemmeno in cosa, le mani a terra, le ginocchia piegate.

E vicino alle mie dita una statuina di pietra verde, lucente come smeraldo. Un bellissimo drago di giada, il corpo sinuoso e le ali aperte, gli occhi rossi come rubini. È squisitamente intagliata.

Senza pensare la metto in tasca, come un amuleto e ho la sensazione che la sera che avanza porti una sembianza di pace. Forse un tranello, forse un attimo di requie.

Mi siedo nel punto che pare più tranquillo stringendo tra le mani il mio piccolo uccellino di carta, come se dovessi proteggerlo.

Una pesante malinconia mi coglie e inizio a piangere piano, le lacrime brillano come perle alla strana luce che fanno le lanterne che sono apparse come per magia*

Voglio tornare a casa.

*Un sussurro sottile diretto al capino della figurina di carta che batte piano le alucce fruscianti come ad incoraggiare e dare speranza.*

 

    

Melkor 

Uno, due

Torna suoi tuoi passi

*Percorrendo lentamente il Sentiero dei Sogni, Melkor estrasse un piccolo barattolo dalla tasca interna del cappotto, liberando una lucciola ogni volta che contava intonando la filastrocca.*

Tre, quattro

Conta le lanterne

Cinque, sei

Cerca le stelle

Sette, otto

Scivola la nebbia

Nove, dieci

L'incanto è sciolto!

*Le dieci lucciole volarono in cerchio davanti a Lui e vorticando diradarono la nebbiolina all'orata che aleggiava in fondo alla via, rendendo così visibile il grande giardino della Reggia di Zura.

Si avviò sul sentiero più largo che si apriva davanti a lui, guardandosi intorno, attento, l'acqua di una cascata cantilenava gorgogliando, mentre le ninfee diffondevano un profumo inebriante fino all'ossessione... era strano, ogni cosa sembrava tendere all'estremo la propria delizia fino a diventare morbosa, ingannevole, inquietante. Qualcosa di distorto stava inquinando l'atmosfera solitamente placida di quel giardino, lo conosceva molto bene: non era normale.

Possibile che fosse...?

La cosa lo preoccupò. La giovane Miry era sperduta da qualche parte in quel luogo anomalo, in quelle condizioni poteva risultare sconosciuto anche per lui. Era immerso in questi pensieri quando venne raggiunto dal lontano suono di un flauto e tutte le sue speculazioni trovarono conferma.*

Maledizione...

*Accelerò il passo, prendendo una direzione qualunque, ma si rese conto ben presto che quel sistema non poteva funzionare.

Poi si ricordò dell'uccellino.

Emise un cinguettio di richiamo, simile al verso di un merlo che si diffuse nell'aria, diffondendo brevi eco che si persero nei meandri del giardino, nelle giravolte dei labirinti di siepi, nelle pagode e nei tempietti isolati.

Trascorse qualche secondo, il sole ormai si nascondeva dietro le torri elaborate del palazzo reale, le nuvole nel cielo da bianche si tingevano di rosso e di viola, una brezza leggera carica di profumi turbinanti increspava l'acqua degli stagni e le fronde degli alberi, infine giunse un richiamo di risposta.

Lontano da qualche parte dentro il labirinto di siepi. Si avventurò all'interno, seguito da una nuvoletta di lucciole che lo circondava schiarendogli la via.

Giunse infine ad un lungo corridoio, in fondo al quale si apriva una piccola radura con un prato, uno stagno, diversi alberi nodosi ed una panchina, lì la trovò, pallida e spaurita col suo uccellino di carta che cinguettava mentre le svolazzava intorno.*

Myrelyn! *la chiamo* Per fortuna ti ho trovata...

 

Myrelyn

*Seduta su una panchina, raggomitolata con le ginocchia al petto e la testa affondata tra le braccia piango senza riuscire a smettere, le lacrime hanno già inzuppato le maniche lunghe della tunica. L'uccellino di carta svolazza intorno cinguettando, a volte mi si posa sui capelli come per fare una carezza.

Ho il cuore che batte frenetico, il timore strisciante di non poter mai più tornare indietro, di non rivedere mai nessuno, di restare per sempre prigioniera sola e sperduta in questo posto dalla bellezza tanto terribile da essere crudele mi opprime la mente.*

Voglio tornare a casa

*Il sussurro è appena percettibile ma nella mia mente è il grido di angoscia pura e spaventosa.

Poi, come per miracolo alle mie orecchie giunge la voce profonda e sollevata di Melkor*

Myrelyn! Per fortuna ti ho trovata...

*Alzo gli occhi tremando terrorizzata all'idea che sia solo un inganno e invece no, Melkor è veramente in piedi davanti a me, in carne e ossa e tutto il suo splendore.*

Melkor! Melkor!

*Salto in piedi e mi lancio tra le sue braccia, affondo il viso nel suo petto e lo stringo fortissimo, come un naufrago afferrerebbe un' ancora di salvezza. *

Sei venuto! Ti ho chiamato e sei venuto a prendermi! Portami via Melkor! Portami a casa!

*Il sollievo è immediato, ora non ho più paura, e nemmeno la tua aura che persino qui scotta sempre come una fiamma riesce a farmi staccare.*

Ahi Melkor, bruci sempre! Ma perché lo sento solo io?

*Nonostante tutto non riesco a lasciare la tua mano. Fiduciosa come una bimba lascio che tu mi conduca lungo i sentieri, camminiamo tra le lanterne fioche e la nuvoletta di lucciole che illumina la strada. L'uccellino di carta svolazza tra la mia e la tua spalla, posandosi ora su uno ora sull'altra.*

Melkor ma che posto è questo? Ho avuto così tanta paura! Come hai fatto a trovarmi?

*Mille domande, te le pongo aspettando le risposte, è così bello quando mi racconti delle cose che ti chiedo, anche se alzi gli occhi al cielo esasperato e minacci di non farmi parlare per una settimana poi però mi istruisci sempre con pazienza.

D'improvviso a una svolta davanti a noi, in lontananza vicino al margine opposto dello stagno appare un ragazzo che sta conversando con un nugolo di fate svolazzanti.

È un bellissimo giovane dai lunghi capelli castani intrecciati e occhi verdi. Alto ed elegante come un elfo ma con qualcosa di più. I suoi lineamenti perfetti ricordano i tuoi.* Melkor? Guarda! Quel ragazzo chi è? Mi sembra che ti somigli. Ma i colori sono quelli di Mairon! Melkor?

*Ti fermi improvvisamente, guardandolo intensamente, immobile come una statua, tenendomi al tuo fianco. Ma vedo nei tuoi occhi uno sconfinato dolore. Uno strazio rassegnato e composto eppure così lancinante da ferirmi di riflesso.

Ti abbraccio di nuovo, fortissimo. Non importa quanto brucia la tua aura, tu sei venuto a cercarmi e a salvarmi e io posso solo restare al tuo fianco.

Esitante, lentissimamente, alzo una mano a accarezzare il tuo viso.

Non dico nulla, solo la mia mano sulla tua guancia e il mio abbraccio che ti circonda rimango immobile come te*

 

    

Melkor 

*Il Valà venne letteralmente travolto dall'abbraccio accorato della ragazzina, finendo con la schiena contro la siepe e disperdendo tutto intorno, alla rinfusa, la nuvoletta di lucciole. Rispose goffamente al gesto di lei, lasciando che questa lo stringesse a sé ed accarezzandole suavemente i capelli.*

Va tutto bene piccolina *disse piano con voce conciliante* ora ce ne torniamo a casa. Prendi la mia mano e non perdermi mai di vista.

*Seguendo una breve serie di giravolte e con Miry letteralmente aggrappata al suo braccio, uscirono presto dal labirinto di siepi, diretti verso il sentiero principale.

Ormai era quasi notte, il placido tepore del tardo pomeriggio lasciava il posto alla frescura notturna, le stelle in cielo facevano capolino lentamente e solo le lanterne sparse permettevano di districarsi fra le ombre mutevoli, Melkor conosceva la strada, eppure il giardino sembrava fare del proprio meglio per trattenerli il più a lungo possibile, portandoli ogni volta in un posto diverso da quello in cui desideravano andare.

Così giunsero in una radura con uno stagno decorato da enormi ninfee su cui allegiavano altre lucciole; lampade di carta rotonde pendevano dai rami degli alberi e galleggiavano sullo stagno, così che il gioco di luci e riflessi conferivano al luogo un atmosfera surreale. Dall'altra parte rispetto a loro, che rimanevano nascosti da una larga siepe, su una panchina di pietra, sedeva uno splendido giovane dai tratti elfici ed i lunghi capelli castani, suonava la cetra davanti ad un nutrito pubblico di fatine che ascoltavano rapite, alcune svolazzando al suono della musica.*

Nel chiarore della Luna

Dove presto andrò a giocare

Dorme la Dea Fortuna

Aspettando l'albeggiare

Mia guardiana della Sorte

Pie leggero, viso in fiore

Che mi scampi dalla Morte

Con fortuna nel Amore...

*Parlando piano per non disturbare la musica, Myrelyn gli chiese se sapeva chi fosse quel giovane, Melkor tacque, tacque a lungo sia per poter meglio ascoltare la canzone, sia per decidere se rispondere o meno a quella dolorosa domanda: perché Egli sapeva fin troppo bene chi fosse quel ragazzo, dal momento che quella canzone era stata Lui ad insegnargliela, tanto tempo prima, in un'altra Era in un'altra vita.*

Lui è Lomion *disse in un sussurro* ne hai già sentito parlare, è... mio figlio, nato da me e da Mairon *poi, come intuendo le intenzioni della ragazzina, proseguì* non possiamo andare da lui adesso: in passato in sua presenza mi sono sempre mostrato in un'altra forma e non capirebbe, lui non sa tutto di me... mi crede un abitante dei suoi sogni e così deve restare finché non sarà il momento...

*Prese Myrelyn per mano e, sciogliendo la nuvoletta di lucciole, si avviarono lungo il sentiero. Ora il Giardino sembrava averli finalmente liberati dal suo incanto labirintico e la via del ritorno si mostrava chiara davanti ai loro occhi, mentre si allontanavano dallo stagno il suono della cetra e della voce di Lomion continuò ad accompagnarli ancora per un po' diventando sempre più debole.*

Sogno di cavalli erranti

Sogno il Vento del Sud

Sogno di piogge ridenti nelle valli del Sole lassù

Sogno di cose celate

Sogno in piena libertà

Sogno i miei giorni maturi

Sogno la Felicità!

*Ritornati sul Sentiero dei Sogni Perduti, ora libero dalla nebbia dorata, proseguirono ancora un poco, accompagnati dai versi dei grilli e del suono delle ali degli uccelli notturni. Si fermarono all'altezza di una piccola edicola col tetto a pagoda che si apriva sul fianco della strada, essendo troppo piccola per l'altezza del Vala, Melkor dovette piegarsi per spingere Il battente della porta lavorata in legno traforato, rendendo così visibile una stretta rampa di scale che scendeva a chiocciola verso l'abisso.

Comincio a scendere per primo, dopo aver creato un globo di luce per illuminare la strada, seguito a stretta misura da Myrelyn.

Prima che la porticina si chiudesse dietro di loro, riportandoli così nel mondo della veglia, l'ultima strofa della canzone di Lomion li raggiunse portata da un soffio di vento.*

Vedo la forma dei giorni

Come sono e sono stati

Che i miei giorni del domani

Solo ai sogni son svelati


Myrelyn

*Seguo Melkor in silenzio, lasciando che almeno possa ascoltare in pace la voce meravigliosa del figlio che in questo momento non può nemmeno salutare solo tenendolo strettamente per la mano. Non ho nessunissima intenzione di perdermi di nuovo. Ma al suo fianco fortunatamente il giardino perde l'aura inquietante e la canzone di suo figlio Lomion è bellissima, ha una voce meravigliosa e le parole stupende ci accompagnano fino all' uscita.

Mi dispiace moltissimo di non averlo potuto incontrare, soprattutto per Melkor.

Gli abbracci non possono fare molto e soprattutto di lui non possiamo parlare.* "Bè forse se saremo soli..."

*Melkor apre una porticina e inizia a scendere una stretta scala a chiocciola buia e ripida. Cerco di stare il più vicino possibile, solo un gradino dietro di lui, così che sono quasi alta uguale. E i suoi capelli morbidissimi comunque mi accarezzano spesso il viso. Tengo una mano sulla sua schiena, appena appena, ma non ho il coraggio di lasciarlo e il pensiero di restare indietro mi terrorizza.

Finalmente arriviamo alla fine della scala e un' altra porticina ci riporta nella mia stanza.

Tornati nel mondo reale apro gli occhi davanti al suo sorriso. Sono stesa sul divanetto e l'uccellino di carta è tornato a essere immobile. Gli dò un bacio sul capino.

Poi scendo dal divanetto e abbraccio di nuovo Melkor...ormai ci dovrà fare l'abitudine.*

Grazie Melkor, grazie grazie grazie per essere venuto a salvarmi.

*poi noto che Inmwe è addormentata su una poltroncina con Mairon in braccio.

Inmwe? Inmwe!!!

*Praticamente ti sveglio con un urlo fiondandomi ad abbracciarti. Te e Re Gattino che non ha fatto in tempo a defilarsi e rimane un po' schiacciato.*

Oh Inmwe! Non sai che paura ho avuto!!! Ma Melkor è venuto a prendermi.

Ero in un giardino magico, bellissimo e bruttissimo nel giro di un battito di ciglia. E non riuscivo a tornare!

E c'erano le fate e c'era....*

*Mi blocco appena in tempo e rivolgo un' occhiata di scuse a Melkor.*

C'era l'uccellino di carta che era vivo

*Completo salvandomi in extremis.

Poi vi indico le piantine che ho creato per voi.*

Melkor, per farmi perdonare ho creato quel fiore per te.

E quelli viola sono per te Inmwe. E quelli buffi per te Re Gattino.

Vi piacciono?

*Vi punto contro gli occhioni azzurri più speranzosi e irresistibili che ho in repertorio. Un piccolo broncio vezzoso a completare l'espressione perfetta di una bimba adorabilmente esasperante.*

    

Inmwe

*Si risveglia di soprassalto dal sonno in cui era piombata non appena sedutasi sulla poltrona, sbatte gli occhi sentendo un qualcosa di soffice e peloso schiacciato tra lei e Myrelyn*

O Numi.... Tevildo!!

*Recupera prontamente il gatto che, con un' espressione alquanto sdegnata ed offesa soffia alzando tutto il pelo e piantandole gli artigli nelle cosce*

Ahi!! Ma insomma scusami non l' abbiamo mica da apposta, su su ..

*Carezza testa e dorso del gatto per farlo rilassare mentre cerca di riordinare in mente le parole dell' elfa*

Fate? Giardino? Non ho capito molto ma credo doveva essere davvero un bel sogno, sono contenta che tu stia bene, mi ero preoccupata

*Si sporge per ricambiare l'abbraccio schiacciando di nuovo Tevildo*

Aaaahii!! Ma uffaaaa. Continua così e ti faccio tagliare le unghiiette, capito amore caro?

*Dice minacciosa sollevando leggermente il micio per la collottola e guardandolo negli occhi.

Poi guarda il Vala, ha un' espressione malinconica e triste, sembra guardare verso di loro e nello stesso tempo non vederle affatto... potrebbe essere stanco?

Si alza a fatica, anche lei è davvero molto stanca..*

Va bene, direi che adesso ce ne andiamo a nanna, che siamo stremati...

*Va verso la finestra e prende il vasetto col fiore viola, gli occhi le si riempiono di commozione*

È stupendo. Lo metterò sul comodino, grazie

*Torna ad abbracciare Myrelyn e poi si avvicina al Vala accarezzandogli timidamente il braccio per farlo riscuotere e notando solo in quel momento la strana statuina che tiene in mano ..che figura inquietante....da dove è sbucata ora? Ma è troppo stanca per pensarci...*

Credo sia ora di dormire un po' anche per te, Melkor, o quantomeno riposare

Vai a stenderti, ti farò portare una camomilla e qualche biscotto

*Esce poi dalla stanza insieme al Vala col gatto che li segue camminando fiero e con la coda alta, avviandosi ciascuno verso la propria camera, mentre Myrelyn si ributta subito a letto con un viso sereno adesso*

 

Tevildo

*Melkor starà combinando qualcosa chissà cosa con Myrelyn, mi sono accorto benissimo che è entrato nel suo sogno ..io invece ho approfittato di Inmwe che è crollata a dormire sulla poltrona per accomodarmi sul suo grembo, posso sentire da qui mio figlio che scalcia...e come scalcia! Avverto il suo respiro e sento la sua vita . Potente, intensa ..si sta avvicinando il momento del parto ormai.

Sbadiglio e mi arrotolo ancora più comodo, da quando sono gatto riesco se non proprio a dormire almeno ad appisolarmi e devo dire che la sensazione non mi dispiace...mi rilasso ulteriormente con qualche fusa mentre progetto future conquiste non appena tornerò in forma umana ..prrruuuuu pruuuuuuu.

Improvvisamente qualcosa mi schiaccia dolorosamente, ehy ma che modi!*

"Maledizione Myry"

*Pianto inavvertitamente gli artigli nella pelle di Innwe mentre finalmente torno a respirare...uhm dovrò farmi raccontare bene il sogno dalla ragazzina il prima possibile, il mio più furente sguardo sdegnato non basta però ad evitare che Inmwe mi schiacci di nuovo, stavolta le unghie non escono sole però e le pianto con gusto*

"Wee tagliare le unghie a chi? Ricordati sempre chi hai davanti*

Miaoooo fffffsssss

*Scendo a terra e mi avvicino a Melkor, strusciandomi sulla sua gamba*

Pruuuuuuu che bella statuetta caro, poi mi racconterai eh...

*Si abbassa un attimo grattandomi leggermente il dorso, apprezzo prima di incamminarmi regalmente verso l'uscita, ho intenzione di dormire con Inmwe stanotte e che non si provasse a scacciarmi stavolta che la affetto...*

 

Passano altre due settimane tranquille di studio e letture, senza altri accadimenti di rilievo.

Alla fine dell' ultima settimana un land speeder viene a prendere il gruppetto e si avvia in direzione di Minas Morgul.

Un gatto arancione troneggia fiero su un alto cuscino sul sedile.

Sulla via verso la Contea

Thamièl Aldaymir

*Era una splendida giornata di sole...gli uccellini cantavano felici cagando sulla testa degli ignari viandanti, le api ronzavano, in cerca di rotondità da pungere, le cicale frinivano rompendo i maroni, le mucche muggivano, invidiose dell'occupazione secondaria degli uccellini, e una leggera piacevole brezza estiva aleggiava sulle verdi pianure dell'Eriador scompigliando i capelli delle due fanciulle che, a cavallo di un vecchio, ma intrepido Speeder sferragliante, stavano finalmente per raggiungere la loro meta, la verdeggiante Contea, dopo un lungo e periglioso viaggio passato quasi totalmente cantando a squarciagola canzonacce degne delle peggiori taverne di Pelargir...

Chiunque fosse passato da quelle parti in quel momento si sarebbe reso subito conto, dalle roboanti ma fortunatamente inodori flatulenze prodotte copiosamente dai reattori del piccolo mezzo, ansante ma mai domo, che le due donzelle correvano seriamente il rischio di rimanere presto appiedate...ma grazie ai Valar lo capirono subito anche loro e tosto si fermarono per lasciare che gli agonizzanti accumulatori solari potessero ricaricarsi senza il pericolo di dover esalare l'ultimo respiro lasciandole sole in mezzo alla campagna...

Ora, vediamo che entrambe scendono giulive dal veicolo seguite da un similtubero piumoso e bitorzoluto che subito si mette a squittire correndo in giro e cercando di mangiare libellule.*

- Pataporg!...vieni qua!...Merenda!... - *Thamièl cerca di blandire ed attirare il porg sventolando un pezzetto di lembas ma rimane molto delusa nel constatare, per la millesima volta, che l'esserino a quanto pare continua a dare retta solo ad Hellabor, da lui eletta insostituibile ed adorata mamma adottiva fin dal primo istante in cui i suoi occhioni grandi come piatti si sono posati sulla scarmigliata ed affamata mezz'hobbit nelle caverne di Moria...*

- Quel coso mi odia...Tienilo a bada tu...non possiamo rischiare di perderlo - *sibila incarognita Thamièl passandole il pezzetto di cibo e crogiolandosi nel soave pensiero di quando raggiungeranno lo spazioporto di Mordor con l'annesso Ufficio Oggetti (e Altre Cose) Smarriti e potrà finalmente liberarsi del porg ed incassare la succulenta ricompensa per la sua restituzione.

E' da quando hanno lasciato Khazad-dum che viaggiano, e la noia si comincia a sentire nonostante la bellezza del paesaggio circostante. L'elfa resiste alla tentazione di prendere a calci il deretano...o la pancia, non ha ancora imparato bene a distinguere le parti anatomiche del detestabile pennuto, e rivolge l'attenzione alla sua compagna di avventure, che sta tirando fuori con entusiasmo dallo zaino tutto il necessario per un picnic improvvisato guatata con la bava alla bocca dall'odiosa, anche se schifosamente amabile, bestiola.*

- Che dici, Hellabor? Ci vorrà ancora molto? Vedo delle belle e verdi colline là in fondo... - *chiede speranzosa indicando col dito verso ovest mentre sgranocchia un pezzo di lembas...*

- ...Sarà già la Contea? -

 

    

Hellabor

*Saltella felice per il prato lanciando gridolini entusiasti mentre Pataporg la segue squittendo di gioia*

Siamo vicino casa siamo vicino casaaaa

*Poi prende Pataporg tra le mani e lo lancia in aria*

Hey Pata, facciamo vedere a Tham cosa hai imparato a fare, che dici? Pronto?

*Prende una noce dal cestino di frutta secca e si mette in posizione per lanciarla, mentre il Porg si abbassa ali indietro e testa in avanti*

Arrivaaaa

*Urla lanciando la noce verso la bocca del cucciolo che con un balzo la prende al volo inghiottendola*

Bravooooooo!!

Hai visto Tham? Ha visto?

*Si ferma compiaciuta aspettando i complimenti dall'amica, che però si limita a guardarla perplessa e silenziosa*

Uhm...dici che va perfezionato? Si forse..No non è ancora Contea ma quasi...quasi... sento profumo di casa

*Chiude gli occhi e respira a pieni polmoni l'aria fresca ed odorosa che le circonda*

Mancano circa dieci miglia, poi una foresta, poi la fattoria del Vecchio Pollack (dove potremmo fermarci per il pranzo oltretutto è un vecchio amico di famiglia) poi il Ponte sul Brandivino e poi saremo in Contea!

Conoscerai nonna Rosmarina e zia Malva, nonno Salcimpiede e zio Rovetto, i miei fratelli e sorelle Elanor, Thymo, Nathaniel (se è tornato da chissà dove), Mughetto, Primula la mia sorellina più piccola!! Li adorerai e ti adoreranno sono sicura!

Poi ti porterò dal Vecchio Gaffiere per la birra doppio malto e la crostata di more migliore della tua vita, giuro!!

*Chiacchiera come al solito senza sosta mentre mangia lanciando da varie posizioni e altezze pezzetti di cibo al porg che puntualmente lo prende senza mai farlo cadere*

Dobbiamo studiare un piano però, per trovare e prendere i semi dell'albero della Festa..sai, è l'unico Mallorn non solo della Contea, ma l'unico forse rimasto nella terra di mezzo.. potrebbero impedirci di coglierne i semi per non rischiare di danneggiarlo, per noi è un albero sacro...

 

    

Thamièl Aldaymir

- CIOE'... - *Thamièl smette di colpo di masticare e di ignorare volutamente le performances acrobatiche del suo attuale incubo piumato per fissare Hellabor con espressione assassina e gli occhi che gradualmente ma inesorabilmente si stanno iniettando di sangue – CIOE'... TU mi stai dicendo che i tuoi cari concittadini potrebbero anche NON volerci dare i semi di mallorn?....Stai cercando di dirmi QUESTO dopo che abbiamo praticamente promesso a tua zia di riportare i mallorn a Lothlorien e dopo che abbiamo attraversato Moria rischiando anche (tra le altre cose) di farci divorare da un Osservatore?... -

*Crolla a sedere su di un grosso sasso, la testa tra le mani, rimpiangendo amaramente di non aver portato con se in quello sciagurato viaggio il prezioso e rarissimo opuscolo “1001 modi fantasiosi per disfarsi di un Hobbit molesto con il minimo spargimento di sangue (e non)”. Peccato..., pensa, proprio nel momento in cui, da alcuni segni inequivocabili accompagnati da un lontano muggito, si accorge improvvisamente e con orrore che il sasso sul quale è andata a sedersi è troppo morbido per essere un sasso...

Si alza di scatto e rimane lì, lo sguardo fisso all'orizzonte, senza riuscire a profferir parola...Con la coda dell'occhio vede Hellabor che la guarda basita e stringe a se il porg, come a proteggerlo...e ne ha ben donde, considerata la situazione.*

- TU!... - *Cammina come in trance verso di lei, con il dito puntato e sibila squadrandola con gelide occhiate da crotalo* – TU...prenderai quel seme...non mi interessa come farai ma lo prenderai, con le buone o con le cattive...mia cara Apprendista, è ora di dimostrare le tue qualità...Noi non ripartiremo dalla Contea senza avere con noi quel seme...sappilo...Ed ora sparisci te e il tubero che vado a cercarmi un ruscello... -

*Gira sui tacchi e si allontana drizzando le spalle, dimostrando apparente nonchalance e fendendo l'erba alta con nobile portamento qual regale veliero beccheggiante negli oceani di Arda.

Sospira, tanto sa già che finirà per perdonare Hellabor...ma prima di ripartire deve pensare ai suoi vestiti...*

 

Hellabor

Uuuhhh...e mannaggino, qui sono guai se non troviamo modo di prendere quel seme

*Pensa preoccupata mentre osserva Tham andarsene via in chiaro stato di nervosismo ed agitazione.

Ci vuole un piano di emergenza nel caso non le facciano neanche avvicinare all'albero della festa, ma quale?

Pensosa si siede e tira fuori tutto il necessario per una pipata, di solito è un buon modo per schiarirsi le idee*

Uuhmmm...mumble mumble

*Bofonchia mentre si diverte a fare anelli di fumo che Pataporg prova ad acchiappare con agili saltelli... Pataporg ma certo! È lui la soluzione!

Entusiasta salta in piedi*

Pataporg!! Adesso mammina ti insegna un nuovo giochetto...vieni con me!

*Esclama correndo verso un boschetto di faggi*

Adesso io ti insegnerò ad arrampicarti sugli alberi e poi a prenderne i semi..

*Neanche il più sospettoso tra gli hobbit potrebbe avere nulla da ridire su un cucciolotto che si arrampicasse, ha avuto decisamente un'idea geniale...ora bisogna riuscire ad insegnare all'animaletto come prenderli e soprattutto prenderli senza mangiarli...e questa si prospetta la parte più difficile, sospira*

Al mio via seguimi, va bene?

*Dice al pelosetto puntando mani e piedi sul tronco per iniziare ad arrampicarsi e voltando la testa indietro per accertarsi che lui la segua e imiti.

Dopo non sa quanto tempo precisamente tra arrampicate, cadute, urla e imprecazioni il porg finalmente sembra capire e rispondere al comando di salire sull'albero.

Esausta si appollaia su un ramo, detergendosi la fronte sudata*

Va bene, il primo passo è fatto...bravo amore di mamma e adesso la seconda parte dell'addestramento

*Accarezza teneramente il cucciolo porgendogli pezzettini di lembas*

 

Thamièl Aldaymir

Seguita da un codazzo di mosche coprofaghe adoranti e ronzanti che l'hanno evidentemente scambiata per qualche loro misteriosa divinità, ed ancora decisamente fuori di se per la rabbia, Thamièl trova finalmente quello di cui era alla ricerca: un ameno boschetto attraversato da un grazioso, limpido e fresco torrentello popolato da sassi, erbe palustri, libellule e girini...Ci si tuffa dentro senza neanche togliersi i calzoni suscitando il disappunto e lo sdegno del nugolo di mosche che, offese, se ne vanno deluse disperdendosi nella campagna.

Dopo una buona mezz'ora di rilassanti abluzioni, l'elfa decide che è ora di tornare a vedere cosa sta succedendo nel loro accampamento improvvisato. Si reinfila camicia, giacca e stivali e, ormai sbollita, dopo una breve passeggiata giunge a destinazione...

Nessuno. Silenzio. Solo il ronzio degli insetti ed il frusciare dell'erba smossa dal venticello leggero. Gli accumulatori dello speeder sono ormai belli carichi, tutto è pronto per la partenza, mancano solo Hellabor e Pataporg...Si guarda intorno preoccupata, mano alla balestra, finché la sua acuta vista elfica non nota qualche strano movimento sopra un grosso albero fronzuto.*

- Disgraziata!... Mi hai fatto prendere un colpo...cosa state facendo là sopra?...Venite giù! - *Strilla rivolta alla cima dell'albero. Prima spunta il muso di Pataporg, che squittisce contento, e subito dopo ecco apparire un'allegra mezz'hobbit che fa capolino tra il fogliame, con l'espressione di chi la sa lunga e non vede l'ora di raccontarla...*

- E allora? - *Si risiede per terra, questa volta facendo MOLTA attenzione a dove posa le terga, e li guarda curiosa mentre ambedue atterrano davanti a lei sul prato esibendosi in un magistrale tuffo carpiato con doppio avvitamento a sinistra.* - Cosa bolle in pentola per farvi fare queste acrobazie?-

 

Hellabor

Oplaaaaa'

*Atterrata proprio ad un pelo dallo spiaccicarsi sulla pancia dell'amica, la guarda con gli occhi divertiti e furbetti come di chi sta per fare una grande rivelazione*

Ehm ehm

*Fa un passo a lato indicando con la mano il porg che la guarda perplesso*

Ho il piacere di presentarti colui che prenderà per noi i semi dall'albero senza destare alcun sospetto!

Signori elfi e signore elfesse, amici hobbit e semihobbit, ecco a voi...tatatadadaaaan!!

PATAPORG!

*Osserva compiaciuta Tham che però sembra guardare alternativamente lei e il batuffolo patatoso senza aver l'aria di capire alcunché*

Ci aiuterà lui! Gli sto insegnando come fare!! Credimi, in caso non ci lascino prendere i semi potremo contare su di lui! Chi è che sospetta di un cucciolotto? Gli ho già insegnato ad arrampicarsi, ora gli insegneremo a prendere i semi e a non mangiarli ma portarli a noi.

*Spiega mentre inizia a risistemare le restanti provviste nello zaino*

E tu mi aiuterai ad insegnargli, è ora che iniziate ad andare d'accordo!

Capperoni come mi farei un bagnetto...e anche Pataporg ne avrebbe bisogno. Allora, se non ricordo male qui vicino dovrebbe esserci un ruscello ..ci laviamo...e partiamo! Non abbiamo sapone ma sai che questo fiore

*Dice cogliendo da terra uno stelo sulla cui sommità poggia una delicata corolla rosa pallido*

Puoi strofinarlo sulla pelle mentre ti lavi e lascia un gradevole profumo.

E qui il prato è pieno

*Raccoglie quanti più fiori possibili, con un fischio poi chiama Pataporg e si avvia verso il laghetto*

Raggiungici con lo speeder, possiamo ripartire da lì!

Destinazione fattoria del Vecchio Pollack!! Aaah mi raccomando!!

*Torna indietro di corsa, prendendo la compagna per le spalle e guardandola molto seriamente*

Quando saremo lì da Pollack, non, ripeto NON cogliere assolutamente i suoi funghi! Ne è gelosissimo e potrebbe spararci davvero.

Tutti i funghi che si trovano fino anche a tre miglia di distanza dalla fattoria lui li considera come sua esclusiva proprietà, è un tipo un po' strano...

Ma è anche una persona gentile e sono sicura che sarà lui ad offrircene in un bel pranzetto!

 

    

Thamièl Aldaymir

Evitato per un pelo che il dolce peso di Hellabor si schiantasse sulla sua povera pancia, resta per qualche minuto seduta sul suo sasso a fissare alternativamente sia la mezz'hobbit che il porg con sguardo leggermente vacuo, ancora provata dai recenti avvenimenti ed incapace di porre freno all'incessante sproloquio di Hellabor da cui, e con grande fatica, riesce ad estrapolare solo le parole “arrampicarsi”, “semi”, “portarli a noi”. Poi, pian piano, le sinapsi del suo cervello che da poco avevano dichiarato sciopero ad oltranza, si impietosiscono e tornano al lavoro permettendole di cogliere il senso più ampio del discorso quando già la sua amica ed il porg si sono defilati verso il ruscello...

Con un sospiro di rassegnazione comincia a preparare lo Speeder per la partenza, pensando a tutto quello che ha detto Hellabor. E' riuscita finalmente, e con notevole sforzo, a ricostruire il puzzle delle parole della mezz'hobbit, vale a dire il suo folle piano per riuscire a trafugare il seme di mallorn con l'aiuto di Pataporg, e gli avvertimenti circa la gelosia maniacale del Vecchio Pollack per i suoi funghi. Deve comunque ammettere che l'idea della sua Assistente è veramente ottima, e finalmente la presenza con loro del molesto animaletto alieno avrebbe così avuto un suo perché vista alla luce degli strani giochetti di Mandos per quanto riguarda il destino di tutti gli esseri viventi di Arda...

Mette in moto il veicolo e si dirige verso il ruscello, dove trova i suoi compari a mollo intenti a giocare con l'acqua, in un fuggi fuggi di libellule e ranocchi offesi ed infastiditi dagli schiamazzi dei due sciagurati...

Li squadra severa dall'alto dello Speeder... - Avete finito di cazzeggiare?...Dobbiamo ripartire!... -

 

    


Hellabor

Come ripartire subito? Uffaaaa ma abbiamo appena iniziato a divertirci!!

*Sbuffa guardando desolata l'acqua limpida e fresca del ruscello dove sono in questo momento acquattati lei e il cucciolo, immersi fino al collo giocando a chi spruzza più in alto, poi chi spruzza più forte e poi ancora chi spruzza l'altro*

Un altro po' dai ti prego ti prego ti pregoooo

*Quattro paia di occhi tondi e dolci guardano Thamièl imploranti, riprendendo poi in un attimo a sguazzare felici non appena sul viso della compagna si dipinge un rassegnato assenso.

Poi si rialza e si avvia verso la riva imitata dal Porg, dove inizia ad asciugarsi scrollandosi velocemente corpo e testa saltellando tutto intorno.

Anche in questa operazione Pataporg si dimostra buon imitatore, alla fine sono entrambi asciutti e con capelli e pelo vaporoso mentre Thamièl, che senza accorgersi hanno schizzato da capo a piedi, li guarda gocciolante e furente*

Ops ...beh dai una rinfrescata ci vuole sempre con questo caldo, nevvero?

*Ridacchia passandole un asciugamano dallo zaino*

Adesso si parte, destinazione Vecchio Pollack!!

Salgono tutti e tre col cucciolo che si posiziona in mezzo a loro e dopo poco tempo si appisola tranquillo.

Hellabor sfreccia veloce e sicura tra le ben conosciute valli e collinette, mentre sente gli occhi inumidirsi ad ogni paesaggio che fino ad un attimo prima non pensava di ricordare... quanto tempo è passato dalla sua partenza? Pochi mesi...eppure sembra passata una mezza vita, l'Hellabor che torna non è più quella che un mattino seguì improvvisamente un sospetto finto Gandalf...*

Il viaggio prosegue silenzioso nella placida campagna tra bassi muretti a secco, campi coltivati e frutteti rigogliosi, finché quella che sembra non una fattoria ma qualcosa come tre splendide fattorie unite si profila all'orizzonte*

Eccoci arrivati!! Tham lì abita il vecchio Pollack!

Guarda guarda in pochi mesi ha allargato ancora la proprietà...non so dove potrà arrivare se continua così, mah... dovrà pur fermarsi ad un certo punto direi!

 

    

Thamièl Aldaymir

*L'afoso pomeriggio prosegue con il terzetto a cavallo dell'indomito Speeder su e giù per le verdi e dolci colline che annunciano l'approssimarsi della Contea. Thamièl, guardandosi attorno, si ritrova a pensare che pochi altri luoghi, nella Terra di Mezzo, sono capaci di rendere un viaggiatore così sereno e rilassato come il percorrere quel paesaggio quieto e lussureggiante, i piacevoli e curati sentieri, i prati verdi, i piccoli limpidi fossati a lato delle strade, le belle fattorie...

Mentre Pataporg, spiaccicato tra lei ed Hellabor, ciangotta felice, lei si accorge che la sua amica è ora stranamente silenziosa, probabilmente persa nei ricordi o intenta a vedere quali e quanti cambiamenti ci sono stati nel suo paese da quando l'ha lasciato per tuffarsi in avventure che mai avrebbe immaginato avrebbero lasciato un segno così profondo dentro di lei.

Improvvisamente la mezz'hobbit sobbalza e ritrova la parola* - Eccoci arrivati!!...Tham, lì abita il vecchio Pollack!... - *L'elfa si sporge dallo Speeder per guardare meglio e rimane basita nel vedere una grande e bellissima fattoria sul verde crinale della collina, circondata da un elegante steccato e ricca di aiuole colorate e di alberi e cespugli rigogliosi...e con accanto alla porta un proprietario, evidentemente il Vecchio Pollack armato di spingarda che, ancora prima di chiedere “Chi siete?” alle due visitatrici, comincia a sparare per aria scariche di pallettoni...

- Ehm...Hellabor?...Forse è meglio che ci parli tu... - *mormora alla sua amica. La mezz'hobbit rallenta avvicinandosi impavida con lo Speeder al cancello della fattoria, apparentemente incurante delle intemperanze del suo pericoloso concittadino e del suo archibugio, anzi, con un bel sorriso stampato sul volto... *

- Che i Valar ce la mandino buona... - *sussurra Thamièl schivando un pallettone vagante.*

 

    

Vecchio Pollack

*Il Vecchio Pollack se ne stava spaparanzato beato sulla sua sedia a dondolo, dormicchiando e fumando erba pipa tra un pisolino e l'altro, godendosi la pace bucolica della Contea.

I rumori che gli giungevano alle orecchie quelli familiari e naturali del canto degli uccellini e dello svolazzare di insetti e l'occasionale russare dei suoi fidati cani da guardia, Morso Zanna e Lupo come da tradizione di famiglia, accucciati ai suoi piedi.

Poi la quiete del meriggio assolato viene rotta dallo sferragliare meccanico e stridente del vecchio Speeder che si lancia giù per la collina dritto dritto verso il cancelletto della sua proprietà.

I cani si alzano sulle zampe rizzando il pelo e mostrando i denti e il vecchio afferra lesto la spingarda che tiene sempre pronta all'occorrenza e inizia a sparare pallettoni (caricati a sale ma questo loro non lo sanno) all'indirizzo degli screanzati che osano turbare il suo riposo post merenda.

Senza occhiali non s'è accorto che almeno uno dei passeggeri lo conosce assai bene*

Se siete amici non è ora di presentarsi e se siete nemici ho pallettoni a sufficienza per farvi pentire delle vostre cattive intenzioni!

*Grida con la voce rauca e gracchiante di un fumatore incallito e non più giovane mentre i latrati dei cani si fanno minacciosi e le bestie sembrano pronte a lanciarsi all'attacco.*

Buoni voi, che non sento!

*Richiama i cani che prontamente si accucciano nuovamente pur rimanendo chiaramente all'erta.*

Ordunque?

*Chiede cercando gli occhiali pince-nez nel taschino della camicia e poggiandoli sul naso. Finalmente mette a fuoco le occupanti del mezzo che ancora sferragliare al minimo*

Hellabor Tuc dalle Selve! Ma dico io, signorinella! È questo il modo di comparire dopo mesi di assenza? In compagnia di una elfa poi??

*Guarda la mezz'hobbit scuotendo la testa e borbottando tutta una filippica sui giovani d'oggi e le loro maniere, o meglio, sulla mancanza delle suddette*

Bè? Non state lì impalate come belle statuine! Venite in casa che ci sono thè e torta in abbondanza.

Dentro, ragazzi!

*Comanda ai cani che svelti si infilano in casa e si stendono in un groviglio di zampe e code davanti al focolare*

Moglie! Ragazzi! Abbiamo ospiti!

 

    

Hellabor

Vecchio Pollack! Che bello rivederti!!

*Salta al volo giù dallo speeder ancora in movimento, lasciando i comandi a Tham che fa appena in tempo a prenderli per frenare prima di schiantarsi contro una grossa balla da fieno.

Pataporg emette squittii preoccupati all'indirizzo delle tre bestione accovacciate, riparandosi tremante sotto il braccio dell'elfa.

Forse gli insegnamenti graduali di Hellabor stanno facendo man mano effetto, la bestiola non parte col suo solito urlo spaccatimpani.

La mezzhobbit si precipita ad abbracciare il vecchio amico improvvisando un girotondo di gioia*

L'elfa è la mia migliore amica nonché migliore compagna di viaggio nonché mia Capitana come Assistente nonché Cacciatrice di Taglie si chiama Thamièl Haldaymir e presto sarà anche Reggente di Lorien!

*Spiega mentre gli occhi del vecchio fattore diventano sempre più grandi e sospettosi ad ogni nuovo appellativo.

Hellabor sospira e scuote la testa...si è quasi scordata quanto la "gente alta" non goda della minima fiducia tra il suo popolo*

E non è un'elfa come gli altri. Lei è... speciale e puoi fidarti

*Conclude seriamente mentre annusa contenta il buon odorino di cibo che inizia a diffondersi nell'aria dalla porta aperta*

Belli...belli come state

*Si china accarezzando il testone dei tre cani*

Ora vi presento un amico...mi raccomando fate i bravi e non me lo spaventate, va bene?

Tham! Pataporg!! Venite!

*Si gira agitando la mano all'indirizzo dei due ancora vicino allo speeder*

Siamo tra amici, non abbiate paura

Si, mesi che sono via è vero...ma sapessi quante cose mi sono successe, se te le racconto non mi crederai... c'è un mondo sterminato fuori dalla Contea, davvero! Creature strane, nemici antichi, mostri, astronavi!! Astronavi!!

Non vedo l'ora di rivedere la mia famiglia, mi mancano molto...li hai visti o sentiti per caso? Sai se stanno tutti bene?

 

    

Thamièl Aldaymir

*Riesce appena in tempo a bloccare lo Speeder prima di dover distruggere un covone da dietro il quale, comunque, si danno alla fuga sbattendo le ali in un nugolo di piume e paglia due galline, una papera ed un'oca bianca che cerca di allontanarsi mantenendo un contegno nonostante la situazione incresciosa e inaspettata secondo il punto di vista di un'oca...*

- Ehm...ehm... - *Thamièl sorride giuliva al Vecchio Pollack, accennando un cordiale saluto agitando la manina con Pataporg che si stringe a lei preoccupato* – Buongiorno Signor Pollack!...Hellabor mi ha tanto parlato di lei, sono davvero tanto tanto felice di conoscerla!... - *Poi guarda Pataporg pensando che è il caso di presentare anche lui prima che il vecchio hobbit si accorga di quella strana bestia sconosciuta e decida di spararle perché “non si sa mai”* – Questo è il nostro animaletto alieno, Pataporg...l'abbiamo trovato lungo la strada e l'abbiamo raccolto. E' assolutamente a-do-ra-bi-le!...Vedrà! Non potrà fare a meno di amarlo... -

*Hellabor aveva ragione, alla fine il Vecchio Pollack si rivela essere un buon diavolaccio, burbero e pronto a sparare a chiunque invada il suo territorio ma anche generoso ed ospitale...Ma non osa pensare cosa avrebbe potuto succedere se non avesse avuto Hellabor con lei.

E com'è come non è, alla fine si ritrovano tutti seduti attorno ad un grande tavolo di quercia in compagnia della famiglia Pollack al gran completo accompagnata da un graditissimo contorno di torte, birra, thè e biscotti...*

 

    

Vecchio Pollack

*I miei nove figli e figlie si dispongono a tavola in ordine di età, aiutando la madre a preparare per tutti e facendo accomodare le ospiti.

Seduto a capotavola do il via alla merenda con le parole di benvenuto e benedizione del cibo e della compagnia.

La domanda della giovane Hellabor è spinosa, non credo stia a me discutere delle strane assenze verificatesi negli ultimi mesi.*

La tua famiglia prospera come sempre, sono sicuro che saranno ben lieti di riabbracciarti. Ma aspettati una ben meritata sgridata signorinella! Li hai fatti preoccupare da morire in questi mesi!

*Concludo severamente e mentalmente ringrazio il cielo che i miei figlioli abbiano i piedi e la testa ben piantati sulla Contea senza ghiribizzi di avventura.*

"Sarà la parte elfica, strani pensieri fa la gente alta"

*Pensa scuotendo la testa e tornando poi a dedicarsi al cibo con la passione comune a tutti gli Hobbit per il riempirsi la pancia di cose buone . Anche ai cani vengono allungati bocconi prelibati che le bestie accettano ben attenti a non litigarseli. Ben sanno che la signora Pollack li esilierebbe fuori di casa in un baleno se facessero troppa caciara.*

 

Hellabor

*Il cibo è ottimo e abbondante, il sorriso furbetto della signora Pollack verso di lei le preannuncia che stanno per arrivare anche i loro famosissimi funghi. Eppure qualcosa nel tono del vecchio lascia perplessa Hellabor*

"Non è da lui essere così criptico e generico...di solito è sempre molto disponibile e anzi propenso a sciorinare tutte le notizie da Hobbiville e non mi dire che non ha sentito nulla in questi mesi...qui c'è qualcosa che non quadra"

*Pensa mentre giocherella con la forchetta; gli altri continuano allegramente a mangiare, lei di colpo non ha più molto appetito mentre una sensazione vaga di preoccupazione e ignoto le stringe piano lo stomaco... inutile fare altre domande, conosce bene Pollack. Se avesse voluto dire di più lo avrebbe detto. Non le resta che affrettarsi verso casa e scoprire da sé cosa c'è che non va*

Grazie mille della splendida merenda . È bello trovare voi come prima cosa sulla via del rientro

*Sorride felice all'indirizzo della famiglia raccolta a tavola*

Noi purtroppo adesso dobbiamo ripartire subito..sono via da troppo tempo e non vedo l'ora di essere a casa

*Dice mentre lo sguardo le cade su Pataporg che ballonzola squittendo verso le ciotole dei tre cani ancora intenti a mangiare e un raccapricciante senso di terrore la invade*

Accidenti... Pataporg noooooo vieni qui da mamma fai il bravo su

*Sguiscia fuori dalla sedia precipitandosi a cercare di afferrare il cucciolo prima che il suo urlo lancinante scuota la fattoria dalle fondamenta o peggio ancora che il pelosetto entri a far parte della merenda dei tre bestioni come cibo però...

Incredibilmente però non fa in tempo a prenderlo che i tre cani al vederlo arrivare si ritraggono impauriti piagnucolando con la coda tra le gambe, mentre la patata pelosa annusa il cibo le loro ciotole ed inizia a servirsene tranquillamente*

Accipicchiolina... Tham guarda qui, questa mi è nuovissima

Non sapevamo di portarci dietro una creatura così pericolosa

*Sogghigna divertita*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Il pomeriggio scorre piacevolmente... Thamièl, che non ha mai avuto l'occasione di sedersi ad una tavolata hobbit, è sconvolta dalla quantità e dalla bontà dei piatti che la materna e gioviale signora Pollack continua a portare avanti e indietro dalla cucina. Non ha molto da dire riguardo ai pettegolezzi della Contea sciorinati dal Vecchio Pollack, quindi si limita ad ascoltare....Ascolta e intanto non può fare a meno di notare Hellabor che si irrigidisce impercettibilmente, come se la sua amica avesse percepito qualcosa di strano nelle parole del loro simpatico ospite.

Vorrebbe chiederle cosa c'è che non va, ma la situazione ed il luogo non sono i più adatti...anche perché l'ineffabile bestia piumata e patatosa sceglie proprio quel momento per adocchiare il cibo dei tre molossi del Vecchio Pollack, e si dirige ballonzolando entusiasta verso le ciotole canine...L'elfa indulge per qualche attimo nella confortante e piacevole visione di un turbinio di piume, di latrati famelici e poi...più nulla...quando improvvisamente realizza che il coso alieno deve ancora servire per rubare il seme di mallorn, e che non vuole assolutamente perdere la ricompensa per la sua restituzione al legittimo proprietario, ovunque esso sia.*

- Pataporg!...Fermo!... - *urla, alzandosi in fretta dal tavolo per lanciarsi a recuperare il temerario inconsapevole ingordo...solo per vedere, allibita, i tre cagnacci ritirarsi uggiolando davanti a Pataporg lasciando a lui tutta la loro pappa.*

- No...non ci credo... - *Mormora ad Hellabor scioccata ed allibita*


Pollack

*Resto allibito alla vista dei cani che indietreggiano terrorizzati da una specie di patata con le ali e le piume che si avventa sulle ciotole e le svuota con vorace velocità l'una dopo l'altra senza lasciare assolutamente nulla. Finito incredibilmente il pasto di tre bestie che sono ognuna almeno 10 volte tanto il piccolo mostriciattolo lancia un verso che potrebbe essere un rutto da record e barcollando torna tra le braccia di Hellabor addormentandosi quasi immediatamente *

Hellabor! Tieni quel pata-coso lontano dalla mia proprietà e dai miei funghi! O userò la spingarda!

*Minaccio, burbero e preoccupato per le risorse delle mie terre. Oltretutto, a parte i doveri di ospitalità temo che troppo tempo in compagnia di Hellabor e la sua amica elfa possano mettere idee balzane nelle teste dei figlioli. Che di famiglie di gente bizzarra ne abbiamo già abbastanza, da ere intere, come i Tuc e i Baggins e i Brandibuck.*

Signorinella, credo sia opportuno che tu torni a casa in tempo per lo a cena, ne avrai di cose da raccontare appena avranno finito di darti una lavata di capo di quelle che non si dimenticano

*Ignoro l'occhiata allibita di mia moglie e i mormorii dei figlioli, ma credo che sia giunto il momento che la ragazza scopra le conseguenze del suo andarsene a zonzo per mesi senza dare notizie. E non posso essere io a renderla edotta*

 

Hellabor

Uhm ..pare che il nostro amico venga percepito come un pericolo dai cani...o forse reagirebbero così anche le altre bestie di Arda? Può essere che avvertano che è un essere alieno?

*Riflette tra sé e sé, osservando il cucciolo, poi sembra riscuotersi*

Uuuhh si, non mi ci far pensare a quante me ne diranno..ma se sapessero che non ho potuto fare altrimenti, se solo sapessero.. Tham prepariamoci a ripartire!

*In quel momento arriva la signora Pollack con in mano un grosso cesto da cui emana un buon profumino di funghi...sorridendo glielo porge*

Questi sono per te e per la tua famiglia, e dì a tua nonna Rosmarina che la sua ricetta dello stufato alla birra è davvero speciale, ringraziala da parte mia e guai a te se ti scordi,va bene?

*Hellabor sorride contenta agguantando il cesto e nello stesso tempo slanciandosi ad abbracciare la signora rischiando di far rovesciare tutto il contenuto*

Ops ..ahaha no no tutto bene, non è caduto nulla...si si mi ricorderò e grazie ancora di tutto!

*Dopo aver salutato e abbracciato tutta la famiglia le due anzi i tre compreso il Porg sono pronte a ripartire, con uno sbuffo azzurrino lo speeder sfreccia verso Hobbiville.

Hellabor guida e intanto riflette..allora sicuramente qualcosa è successo, non qualcosa di gravissimo o glielo avrebbero detto, qualcosa però di abbastanza serio da farla preoccupare.

Cosa potrebbe essere?

Inutile arrovellarsi, la risposta la attende a casa...in lontananza intravede il ponte sul Brandivino, da tutta energia al mezzo passandoci sopra come volando*

Yeahhhhh casaaaaaaa

Di fronte a loro Hobbiville con le sue colline piene di porte rotonde e fiori, carretti colmi di fieno e frutta e attrezzi agricoli, vecchi e giovani hobbit seduti al fresco a fumare e parlare..e mille paia d occhi che le guardano arrivare, occhi fissi sospettosamente soprattutto su Tham..*

Tham, guarda... l'albero della Festa

*Dice fermando il mezzo ed indicandole un enorme e splendido mallorn che si erge maestoso su una collina al centro della città*

Io direi che hanno aspettato mesi e un'ora in più non fa differenza...direi di prendere subito i semi e poi andare a casa, che ne pensi?

*Sussurra girandosi verso la compagna*

Porg sei pronto?

*Da qualche carezza sulla testa della bestiola ancora ronfante per farlo svegliare*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Dopo aver messo in salvo i funghi dalle intemperanze di Pataporg, e salutato con rispetto e doverosa gratitudine, ovvero con tutti i salamelecchi hobbit del caso, la famiglia Pollack, ripartono allegramente sullo Speeder per arrivare finalmente ad Hobbiville...Thamièl non crede ai suoi occhi, immaginava, dalle parole di Hellabor, che la cittadina fosse un posto gradevole, ma non credeva certo che fosse così bella, con fiori, frutteti, steccati e giardini, sentieri puliti e acciottolati e quelle deliziose casette dalla porta rotonda scavate nei fianchi delle colline ricoperte d'erba verde...*

- Forse hai ragione... - *dice all'amica guardando il bellissimo fronzuto mallorn svettante verso il cielo azzurro* - Mandiamolo adesso a prendere il seme, così ci leviamo il pensiero – *dice ad Hellabor, preparandosi a fare la sceneggiata della fuga della bestia e della loro disperazione vedendolo salire sull'albero squittendo...* - Speriamo faccia le cose per bene...non avremo un'altra possibilità... -

*E' un attimo...mentre passano a lato dell'albero Pataporg lancia un urletto e salta giù dallo Speeder, correndo verso il mallorn sbattendo le alucce e cominciando ad arrampicarsi tra i rami...* - Pataporg!...NOOO, scendi di lì!...Ma cosa fai?...giù, giù, subitooooo!!!...Non è tuo quell'albero!... - *Entrambe si sbracciano chiamandolo ripetutamente senza esito e richiamando hobbit da ogni dove. Anche quelli intenti a prendere il fresco fumando davanti a casa corrono a vedere cosa sta succedendo, ed i ragazzini ridono e strillano nel vedere quello strano animale arrampicarsi sempre più in alto sull'Albero della Festa...

Finalmente Pataporg decide di terminare la sua incursione arborea e di scendere, e salta giù atterrando proprio in braccio ad Hellabor. Solo l'acuta vista elfica di Thamièl nota il velocissimo passaggio di qualcosa di rotondo da una zampetta ad una mano, e l'elfa si permette un sospiro di sollievo...A quanto pare, almeno questa volta, tutto è andato bene!...*

 

Hellabor

*Si gira verso la compagna strizzandole l'occhio*

Tutto bene .. Pataporg recuperato e seme anche

*Sussurra passando il prezioso seme ala compagna , prima di riaccendere lo speeder e partire verso la collina proprio di fronte a loro.

Dolcemente il mezzo curva percorrendone il perimetro fino arrivare dalla parte opposta, dove la collina digrada in un lieve pendio che corre tra cespugli di bosso e lauro fin verso la strada sottostante*

Casaaaaaa

*Urla entusiasta Hellabor parcheggiando lo speeder con un'azzardatissima e fortunosamente quasi ben riuscita inversione ad U, fermando il mezzo proprio di fronte il cancelletto dietro cui la tonda porta che non vedeva da tanto finalmente la attende

Scende dallo speeder quasi non riuscendo a credere di essere a casa...a casa.

Lentamente si avvicina alla porta, aprendola ed entrando*

Sono a casa... ciao

*Una vecchia hobbit intenta a spazzare l'ingresso si ferma e la guarda spalancando incredula gli occhi*

Helly?? Helly sei davvero tu...Helly!!

*Hellabor si precipita ad abbracciare la nonna, stringendola forte mentre sente gli occhi inumidirsi di già*

Si nonna sono io e sono a casa finalmente! E con me ho un'amica ma non solo, la mia Capitana come Cacciatrice di Taglie e Pataporg che è una strana bestiola aliena che...*

Hellabor fa cenno a Tham di entrare mentre con la nonna si avviano ciaccolando e parlottando verso l'interno della casa.

Nel lungo corridoio si aprono molte porte tonde e colorate ciascuna di un tono diverso, quando entrano in quella blu una piacevole caciara di voci, urla e risate le accoglie: tutta la famiglia è riunita nel salone principale, chi mangiando, chi bevendo, chi fumando e chi chiacchierando.

I fratelli e sorelle più piccoli di Hellabor circondano prima lei e poi l'elfa sommergendole di domande e chiacchiere e riempiendo loro le mani di noci e dolcetti di mela, come se fossero preoccupati che non mangiassero da settimane ed inaugurando il nuovissimo gioco del "salta fino a toccare la testa dell' elfa" mentre Hellabor è occupata a rispondere a tutte le domande che le piovono da ogni dove... nell'euforia e baldoria generale, mentre la ciurma dei piccoli è riuscita a terrorizzare anche il porg che corre da una parte all'altra della stanza inseguito dai marmocchi, Hellabor si rende conto che qualcosa non quadra...si stropiccia gli occhi e osserva meglio la famiglia..

Manca qualcuno...qualcuno che a quell'ora avrebbe dovuto essere lì..*

Primula!! Elanor dov'è Primula? Non mi dire che è già dal Gaffiere!

 

    

Elanor

*Seduta tranquilla nella sua poltrona nell'angolo più riparato con in mano la seconda tazza del suo thè preferito Elanor, la maggiore e più riflessiva dei fratelli Tuc, osservava la stanza controllando senza parere i giochi irruenti dei più piccoli.

L'ingresso di nonna Rosmarina è incredibilmente seguito da una delle sue sorelle scomparse e da una elfa dai capelli scuri.

Una strana bestiola causa un aumento del trambusto generale, insieme ai piccoli che prendono d'assalto Hellabor e la straniera con la loro solita esuberanza.

Ma Elanor sente salire la rabbia, a prevalere sul sollievo di avere almeno una delle sorelle a casa sana e salva.

Perché è colpa di Hellabor e della sua inestinguibile sete di avventura che la piccola Primula è partita e ora non si sa più nulla di lei da mesi.

Così quando finalmente la vagabonda nota l'assenza della sorellina minore e le chiede dove sia le emozioni che ha tenuto strette nel suo cuore per mesi scoppiano come il turacciolo di una bottiglia di spumante troppo agitato.*

Dov'è Primula? Dov'è Primula?

*Esordisce con voce resa stridula dalla forza del sentimento*

La nostra sorellina è scomparsa! Dopo che tu e la tua disgraziata voglia di partire ve ne siete andate insieme a chissà chi senza dare più notizie per mesi lei ha deciso di venirti a cercare!!!

*Le urla addosso vibrando di rabbia e della preoccupazione per la sorte della sorellina*

Non c'è stato modo di dissuaderla, l'ho persino chiusa nella sua stanza per evitare che partisse ma niente, è fuggita e da mesi non sappiamo nulla di lei.

È colpa tua Hellabor! Solo colpa tua!

*La voce di Elanor si spezza mentre le volta le spalle di scatto, come se non sopportasse la sua vista.

Il suono strozzato di un singhiozzo soffocato improvvisamente forte nel silenzio attonito che ha seguito la sfuriata*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Per una volta anche Thamièl si degna di dare a Pataporg un bel po' di grattatine sul capino per ringraziarlo dell'ottimo lavoro svolto...prende il seme dalla mano di Hellabor mettendolo al sicuro nella tasca interna della sua giacca, luogo fidato dove trovano sempre riparo gli oggetti più preziosi su cui le due riescono a mettere le mani.

E' palese, dall'entusiasmo della mezz'hobbit che riparte come razzo rischiando di far cadere tutti dallo Speeder, che la sua amica non vede l'ora di essere a casa e di rivedere la sua famiglia...Dopo qualche minuto, ecco la porta rotonda a cui Hellabor si avvicina lentamente, emozionatissima... poi entra e, non appena scorge la nonna, si precipita ad abbracciarla lasciando la vecchia Hobbit incredula e sconvolta dalla bella ed inaspettata sorpresa. Thamièl le va dietro titubante assieme a Pataporg, entrando in casa con un certo imbarazzo e senza sapere bene cosa fare se non salutare e sorridere a destra e a sinistra quando Hellabor fa la sua apparizione nella sala dove la famiglia è riunita. Tutto diventa improvvisamente un tripudio di urla, baci, abbracci, salti di gioia...un putiferio a cui a lei non resta che assistere impotente sperando che finisca presto, vista la sua poca propensione alle manifestazioni di giubilo...

Purtroppo si, il pandemonio finisce ma non come Thamièl si sarebbe aspettata o come avrebbe voluto finisse...la domanda “Dov'è Primula?” di Hellabor fa piombare il gelo su tutta la sala...all'elfa non resta che ascoltare impietrita lo sfogo e le accuse che la sorella maggiore Elanor scatena improvvisamente sulla testa della sua amica, dando a lei tutta la colpa per la sorte di Primula che, a quanto pare, è scappata di casa per emulare lei ed è scomparsa....*

 

Hellabor

*Resta basita a bocca aperta fissando la sorella come non riuscisse a credere alle sue parole*.

Primula...partita ..colpa mia

*Riesce solo a ripetersi mentre gli occhi si colmano di lacrime ed un pensiero ossessivo inizia a frullarle in mente*

"Mordor...la voce che sentivo che mi chiamava a Mordor, la voce che ho seguito partendo.. perché mi chiamava a Mordor?

Eppure non sono mai arrivata a Mordor e infatti ogni tanto la sento ancora ..avevo detto qualcosa a Primula di Mordor? Mi pare di sì...

Vuoi vedere che ..che Primula è lì? Ma come è possibile? La sentivo PRIMA di partire...forse era una voce...dal futuro??"

*Persa nella ridda dei suoi pensieri che un momento le sembrano sensati e il momento dopo completamente assurdi, non può far altro che piangere ormai, la famiglia cerca di stringersela intorno mormorando frasi indistinte alle sue orecchie di conforto o vicinanza ma li scosta nervosamente*

Scusatemi...No... è colpa mia allora, solo mia, ha ragione Elanor..ma la ritroverò e la riporterò a casa, giuro, fosse l'ultima cosa che faccio, Tham ripartiamo subito ti prego...scusami

*Guarda contrita l'amica torcendosi le mani nervosamente*

Non vi preoccupate...la troverò ovunque sia lo giuro

*Dice avviandosi senza voltarsi indietro verso l'ingresso, pronta a caricare immediatamente lo speeder e ripartire*

"Primula disgraziata che non sei altro, ma perché mi hai seguito così piccola, ma perché??"

*Pensa mentre nonna Malva, silenziosa ma attenta come sempre alle cose importanti, l'ha seguita con le braccia cariche di provviste, indumenti puliti e molte molte altre cose sicuramente utili se si sta in casa ma solo ingombranti e vane per viaggiare*

Nonna io ti ringrazio ma ..ehm ..a parte che non c'è posto sullo speeder per tutta questa roba, ma che me ne faccio di mollette da bucato, padelle e piatti per viaggiare??

*Domanda perplessa e rassegnata mentre la nonna le spiega come sia importante quando si viaggia avere tutto ciò che può servire incluso fazzoletti da viaggio, bicchieri e posate continuando a caricarle sulle braccia già colme ulteriori "necessità"*


Elanor

*Hellabor rimane immobile a bocca aperta, gli occhi pieni di lacrime ma come persi dietro a chissà quali pensieri e infine piange, realizzando le conseguenze della sua partenza.

Tutti le si stringono attorno e mi devo conficcare le unghie nei palmi per evitare di gridare loro di smetterla di coccolarla.

Io invece ho ancora voglia di scrollarla come un salice a vedere se le entra un po' di buon senso in quella testa matta.*

La troverò ovunque sia, lo giuro

*Lo promette ma come può fare? Potrebbe essere ovunque, potrebbe ...

*ha paura di esternare le terribili parole che cerca di evitare perfino di pensare ma che le gravano sul cuore e la torturano soprattutto quando giace insonne nel letto e il buio della notte rinfocola il timore di non ritrovarla mai*

Nonna. Nonna basta, Hellabor ha ragione, devono viaggiare veloci per poter cercare più in largo di quanto abbiamo fatto noi.

*Ferma l'andirivieni di nonna Malva mettendole le mani sulle spalle e indicando con un cenno della testa a Mughetto di liberare le braccia della sorella.

Poi guarda Hellabor e l'elfa con occhi incredibilmente severi e determinati.*

Andate a cercare Primula e riportatela a casa. E, Hellabor, questa volta dovrai dare tue notizie ogni settimana al massimo. Il vecchio Gaffiere ha fatto installare un aggeggio che si chiama holocall. Ci riferirà. Mi hai inteso sorella?

*Poi, prima che la sorella possa partire apre un cofanetto che da ere viene tramandato di generazione in generazione e ne estrae una spilla a forma di foglia che tende alla sorella*

Ha portato fortuna al nostro avo, che sia di buon auspicio al tuo viaggio.

Riportaci la nostra sorellina Hellabor!

*Le butta le braccia al collo in lacrime, la rabbia dimenticata davanti al dolore di vederla partire ancora*

Abbiate cura di lei

*Chiede in un soffio all'alta elfa che le sta accanto con in braccio la strana bestiola*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Gli animi si sono ormai calmati, e per la prima volta Thamièl prende la parola davanti ai Tuc posando per terra Pataporg, che la guarda stupito, e mettendosi dietro ad Hellabor posando le mani sulle sue spalle.*

- Siete davvero una famiglia meravigliosa! Hellabor è davvero fortunata... - *Li guarda uno per uno, con un sorriso che cerca di infondere sicurezza a tutti i presenti ed osservando soprattutto Elanor.*

- La troveremo...non so quanto tempo ci vorrà, ma io sfrutterò ogni contatto e conoscenza importante che ho in tutta la Terra di Mezzo...e credetemi, ne ho un bel po'... Dovete avere fiducia... - *Guarda Hellabor sogghignando... * - Voi non lo sapete, ma Hellabor si è rivelata un vero e proprio segugio, nei mesi in cui abbiamo viaggiato e lavorato insieme...ed ha acquisito delle capacità che non potete neanche immaginare. Troveremo Primula, e fino ad allora vi terremo aggiornati via holocall...e grazie della vostra meravigliosa accoglienza! -

*Si china a sussurrare poche parole all'orecchio della sua amica* – Vado a preparare lo Speeder...saluta tutti e sbrigati, non c'è tempo da perdere... - *Le da una pacca sulla spalla, le sorride ed esce portandosi dietro il porg. Le sarebbe piaciuto potersi fermare per la notte, ma la rimpatriata di Hellabor ha preso una piega che nessuno poteva immaginare, ed è meglio ripartire subito. Dormiranno sotto le stelle...e pensando alla famiglia Tuc, peraltro fantastica, si ritrova a pensare a quanto è ormai diversa da loro Hellabor, pur restando fondamentalmente e profondamente hobbit. Scaccia i pensieri finendo di preparare il veicolo, e si siede con Pataporg a guardare il cielo stellato in attesa di vedere la sua Assistente uscire dalla porta rotonda carica di pacchi, pacchetti, provviste e vettovaglie che non sa assolutamente come faranno a caricare sul povero Speeder.*

 

Hellabor

*Avanza sconfortata verso lo speeder, rivolge uno sguardo silenzioso a Thamièl indicandole con un cenno il mucchio di roba che posa per terra*

Eh...o riusciamo a sistemarlo o facciamo finta che ce lo scordiamo, con mia nonna non si discute è inutile! Mi ha dato pure un ferro da stiro renditi conto!!

*Sussurra all'orecchio della compagna.

Quando Elanor esce a portarle la spilla appartenuta al Capitano Tuc gli occhi le si inumidiscono nuovamente di lacrime.

Silenziosa se la appunta al mantello, così come il suo avo la indossava..*

Te lo giuro. Costasse la mia vita, ti riporterò Primula.

Non merita di pagare per colpa mia.

*Ricambia l'abbraccio della sorella stringendola forte*

Vi chiamerò ed aggiornerò ogni settimana, prometto.

*Insieme a Tham poi cercano di stipare sullo speeder e nel piccolo bagagliaio posteriore il possibile, nascondendo furtive quello che non riescono proprio a farvi entrare dietro un cespuglio.

Alla fine, schiacciate tra i bagagli col porg a sua volta spiaccicato beatamente tra loro, si preparano a partire.

L'intera famiglia è uscita sulla porta per salutarle, un ultimo cenno e un sorriso, Hellabor si imprime bene la loro immagine nella mente, con una sensazione improvvisa che quella potrebbe essere l'ultima volta che vede la sua famiglia*

"Perché pensi così ora? Perché ho giurato di riportare Primula a costo della mia vita e sento che è in pericolo adesso, anche se non riesco ad identificare quale.."

*Mentre così riflette tra sé e sé partono un po' meno velocemente del solito, lo speeder sembra metterci più del previsto a prendere velocità forse a causa del carico, ma alla fine della discesa che riporta sulla strada il mezzo inizia a sfrecciare come suo solito.

Hellabor si gira per cogliere un'ultima immagine della sua collina e della casa lì su...*

 

    

Thamièl Aldaymir

*Si è messa lei alla guida dello Speeder...non per mancanza di fiducia in Hellabor, ma di notte gli occhi di un elfo vedono meglio di quelli di un hobbit, e percepisce che la sua amica è ancora molto scossa dopo aver appreso le notizie a proposito di Primula. Non ha nessuna intenzione di andare a sbattere contro un albero per colpa di lacrime non desiderate che potrebbero fare la loro comparsa nel momento meno opportuno, per cui pilota lei in silenzio nell'oscurità con l'unico aiuto di un vecchio faretto laser applicato in mezzo al manubrio.

Hanno già percorso molte leghe in direzione delle montagne, ma ora devono fermarsi. E' ormai notte fonda, e Pataporg già ronfa della grossa schiacciato tra loro due quando in lontananza, sulla destra, il faretto illumina il rudere di un vecchio mulino. Lo indica col dito all'amica... * - Ottimo posto per fermarci e passare la notte! - *dice, dirigendo lo Speeder verso la costruzione, ed aggirandola per fermarsi sul retro.

Una volta spento il mezzo, scendono e si siedono contro un muretto sbrecciato avvolgendosi nei mantelli, con Pataporg che si sistema tra di loro e immediatamente ricomincia a ronfare...*

- Allora, dobbiamo subito stabilire un piano ed una tabella di marcia...intanto tira fuori le pipe e l'erba che ci dobbiamo concentrare – *dice* – Dunque, avremmo dovuto tornare a Lothlorien con il seme, ma ora abbiamo cose più urgemti da fare e poi qui... – *batte la mano sulla sua giacca in corrispondenza della tasca interna* -...è perfettamente al sicuro. Molto probabilmente la tua sorellina si trova a Mordor...lo deduco da quanto avevi detto, che ti sembrava che quel luogo ti stesse chiamando, o qualcosa del genere... - *Tace un attimo per riprendere fiato* – Quindi andremo a Mordor, come avremmo dovuto fare dopo quanto accaduto a Minas Tirith prima che tu te ne andassi ed io ti corressi dietro... Ora, dimmi, come arriviamo a Mordor? Abbiamo già approfittato molto della benevolenza dei Nani di Khazad-dum, quindi questa volta direi di non disturbarli ulteriormente e di passare attraverso la Breccia di Rohan. Hai qualche altra idea? -

*Alla luce della luna intravede l'espressione triste di Hellabor, che le spezza il cuore* – Vedrai, la troveremo... - *cerca di consolarla* - chiederemo aiuto alla Valië, lei ci aiuterà di sicuro... -

 

    

Hellabor

La devo trovare, a tutti i costi...anche solo per accertarmi che stia bene, magari anche lei come me sta trovando la sua strada... potrebbe essere, vero?

*Chiede come sperando di sentire una conferma al suo pensiero, mentre tira fuori le pipe e le caricano, inziando a fumare.

Un sospiro grosso come un macigno le esce, abbattendola di brutto..poi si decide a tirar fuori quello che continua a rimuginare senza venirne a capo, forse Tham con la sua saggezza elfica potrà aiutarla..*

Si..sono partita perché...so che sembra una cosa da pazzi ma ti giuro è vero, sentivo una voce che mi chiamava da Mordor.

La sento ogni tanto anche adesso...ma se Primula fosse davvero a Mordor come mi sento, allora come era possibile che quella voce mi avvisasse PRIMA della sua partenza?

Veniva dal... futuro?

*Sussurra quasi temendo che la sua compagna possa pensare che stia andando fuori di senno del tutto*

Non lo so...ho la testa pesante e confusa, dormiamoci su e magari domani le cose mi sembreranno meglio

*Spegne la pipa ed inizia ad accoccolarsi il più comodamente possibile sotto il mantello*

No, non ho idee sul tragitto quindi direi che la Breccia di Rohan vada benissimo, non ho mai visto quei luoghi!

Ma in effetti...prima di partire avevo visto pochissimo della Terra di Mezzo, chissà quante meraviglie ancora da vedere!

*Sospira chiudendo gli occhi nella speranza di riuscire a prendere sonno e di non avere incubi soprattutto*

La tua Valie...

*Mormora iniziando ad assopirsi*

Continua a non convincermi del tutto... C'è qualcosa in lei che ..mi sfugge.

Ma non riesco a vederlo ed a capire, avverto come un pericolo nascosto da troppa luce, come il ripieno di un krapfen che da fuori non vedi, non so se mi spiego.. comunque chiederle un aiuto non ci costa nulla, anche se non so con che faccia presentarmi da lei dopo aver praticamente disertato il servizio che io stessa le avevo offerto fuggendo proprio di fronte ai suoi occhi... potrebbe avercela con me

*Parlotta mentre pian piano scivola in un sonno confuso ed agitato*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Hellabor è crollata, dopo tutte le emozioni che le si sono presentate oggi, sia belle che brutte, ma tutte indistintamente forti e coinvolgenti, che hanno lasciato profondi segni dentro di lei.

E' meglio che riposi qualche ora, il viaggio verso la Breccia di Rohan sarà lungo, e Thamièl è da molto che non si reca in quelle contrade, non sa come vi vengono accolti oggi gli stranieri... ricorda che i Rohirrim sono stati sempre un popolo fiero, battagliero e sospettoso, divenuto più “morbido” nei confronti degli estranei solo dopo la fine della Guerra dell'Anello e la successiva fraterna alleanza con Gondor.

La notte è calda e quieta, e le ore passano mentre lei guarda sognante il cielo stellato dell'Eriador. Immaginava che Hellabor ancora non si fidasse di Measse, e non le da torto...neanche lei si fida completamente della Valië, anche se condivide la sua visione del futuro di Arda, e viene pagata sempre molto bene per qualsiasi lavoro lei le dia da svolgere. Un semplice elfo non potrà mai comprendere a fondo le intenzioni ed I pensieri di un Vala, figuriamoci un hobbit...ma la sua amica dovrà imparare ad essere più diplomatica e più subdola, se dovrà continuare a destreggiarsi tra Valar e Maiar...ed anche a tenere a freno la lingua.

Il nero del cielo trascolora in un morbido blu, le stelle iniziano a svanire....Un lieve bagliore rosato colora le cime delle Montagne Nebbiose laggiù all'orizzonte....Hellabor si gira nel sonno, sbuffando e rotolando sopra Pataporg, che fa “Sgnik...” e continua a dormire.

Thamièl sorride. Le dispiace svegliarli, aspetterà ancora mezz'oretta ma Rohan è lontana, devono partire.

La mezz'ora è passata...* - Su, dormiglioni!...Dobbiamo essere a Rohan prima di sera! -

 

    Hellabor

PRIMULAAA

*Urla svegliandosi dal sonno, sbatte gli occhi guardando fisso davanti a sé, tremante...Primula, l'ha vista nel sogno...ma...*

Tham...tham ho... visto Primula, nel sogno...e ...e..

*Trema mentre cerca con la mano il contatto con la compagna, come per ricevere conforto e tornare alla realtà.*

Tham..l'ho vista, era di fronte a me. Aveva qualcosa in mano che ora non ricordo cos'era ma che so bene di conoscere, qualcosa di luminoso...mi guardava come se non mi riconoscesse

*Stringe forte la mano dell'elfa mentre chiude gli occhi ripercorrendo le immagini del sogno*

La chiamavo, chiamavo il suo nome ma sembrava non mi sentisse ..allora sono andata verso di lei e improvvisamente..

*Respira lentamente per calmare il cuore che ancora batte affannato come dopo una lunga corsa*

... è apparsa un'ombra nera, gigantesca. È calata tra di noi e mi fissava .. l'ombra mi fissava Tham e aveva occhi di fuoco.

E io provavo a muovermi per andare da Primula ma ero come incollata a terra, non riuscivo a fare un passo..

*Inghiotte um groppo in gola, rovistando nervosamente nello zaino e tirando fuori un pacco di biscotti*

È stato solo un incubo, vero Tham? Solo un incubo perché sono preoccupata..non significa nulla, vero?

*Sgranocchia un biscotto e il masticare sembra rilassarla, Pataporg si sveglia e allunga subito una zampina verso il pacchetto che ha in mano gnaulando*

Tieni patata....

*Allunga un biscotto al cucciolo che lo divora in un secondo, poi sospira *

Dobbiamo ripartire..

*Si alza faticosamente, di botto è come se fosse stanca, molto stanca..ma forse è solo il nervosismo e l'agitazione per gli ultimi avvenimenti.*

Tham ti dispiacerebbe guidare ancora un po' tu? Appena mi riprendo ti do il cambio

*Chiede iniziando a preparare lo speeder per la ripartenza*

 

    

 

Thamièl Aldaymir

*Il sole sta sorgendo...Hellabor è ancora sconvolta dal brutto sogno, e Thamièl le prende le mani e gliele stringe cercando di confortarla* - Certo che è stato un incubo...cosa vuoi che sia stato? Mi sarei stupita se tu avessi dormito tranquillamente, dopo tutto quello che è successo ieri. Ora devi solo calmarti e pensare che Primula sta bene e che la ritroverai molto presto -

* Mentre sgranocchia un biscotto stiracchiandosi nella quiete dell'alba ed Hellabor prepara quasi svogliatamente, ancora turbata, lo Speeder per la partenza, pensa a quanto le ha raccontato la sua amica a proposito dell' incubo che l'ha svegliata di soprassalto facendola sobbalzare e poi tremare come una foglia. Non deve farsene accorgere per non agitarla, ma l'elfa non è affatto sicura che si sia trattato solo di un incubo...

Ha paura che ci sia di mezzo lo zampino di Ashla, in quel sogno...Nel racconto che le ha fatto Hellabor, ci sono dei segni riconducibili alla realtà...Cosa potrebbe essere la cosa luminosa che Primula tiene in mano? Rifiuta la possibilità , ma teme di saperlo. E la figura nera che si frappone tra Hellabor e la sua sorellina? Non potrebbe essere...Lui? Tutto avrebbe un senso, così, anche se la sua mente ancora non accetta questa spiegazione...Si sfrega gli occhi e scuote la testa. Non può fare niente, adesso, devono aspettare di arrivare a Mordor per capirci qualcosa...e non si farà scrupolo di affrontare Ashla per sapere perché ha mandato quell'incubo ad Hellabor, sempre che sia stata lei...

Ragione di più per affrettarsi...Salta al posto di guida, mentre gli altri si sistemano come possono ancora carichi delle provviste dei Tuc.*

- Forza!...- *Grida mettendo in moto* - Rohan ci aspetta! -

 

    Hellabor

*Le ansie del risveglio vengono ben presto spazzate via dal vento che scompiglia capelli, giacche e piume di porg durante il proseguio del viaggio: un vento forte che fortunatamente spira nella loro direzione, un vento profumato di fieno ed erica che invoglia ad alzare la testa ed aspirarne la fragranza, sospingendo ancora di più lo speeder nella corsa.

Attorno a loro vaste pianure brulle e sterminate, in lontananza le montagne sembrano piccole ed azzurrine nella luce del mattino.

Procedono veloci con Tham sicura alla guida, in poco tempo si profila all'orizzonte quello che sembra un bagliore rilucente e dorato su un alto colle*

Ooohhh....wow, Tham!! Cos'è quello, tu lo sai? Sembra fatto d'oro...

*Mormora incantata e la compagna le conferma che è effettivamente il Palazzo d'Oro di Edoras quello, antica sede della discendenza della casa di Rohan in secoli passati, prima dell'interruzione del lignaggio causa morte del Re senza eredi

Mentre spiega arrivano alle porte della città, una bassa e lunga costruzione in mattoni rossi con piccole finestre sbarrate a lato del cancello, davanti la quale due guardie sorvegliano gli arrivi*

ALT FERMATEVI IN NOME DEL MARK

*Urla uno dei due all'indirizzo delle viaggiatrici alzando la mano col palmo rivolto verso loro*

Chi siete e perché venite nella città di Edoras?

*Prosegue avanzando verso le due che rallentano ed arrestano poi il mezzo, mentre Hellabor cerca nello zaino i visti e i loro documenti di professione*.

Siamo in viaggio per lavoro..aspetti eh che le do i visti...aspetti solo un secondo eh... mannaggia nonna Malva scusate reggetemi questi sennò non riesco a trovare nulla

*Borbotta Hellabor mentre rovista invano nello zaino tirando fuori mele, biscotti, bottiglie di succo di frutta, stoviglie ed utensili vari posando tutto ciò che tira fuori man mano nelle braccia di Tham e della guardia che la osserva indignata ed ammutolita mentre una pila di fazzoletti da viaggio e un fornello da campeggio vanno a posarsi sul fucile spianato*

Eccoliiiiii!!

*Esclama poi trionfante la mezzhobbit, sventolando vittoriosa la busta che contiene i loro documenti*

 

    

Thamièl Aldaymir

* “E te pareva che non ci fosse qualche intoppo in agguato...” sbuffa Thamièl, costringendosi a sorridere seduttiva alle guardie ed aspettando pazientemente che Hellabor trovi i loro documenti tra avanzi di cibo, pentole e ciarpame. Le strappa di mano la busta, estrae i documenti e li porge al soldato*

- Io sono Thamièl Aldaymir, Cacciatrice di Taglie autorizzata dal governo di Gondor ed Arnor, e lei è la mia Apprendista Hellabor Tuc delle Selve - *Avvicina le labbra all'orecchio della guardia sussurrando* - Scusatela...siamo di ritorno dalla Contea, dove ci siamo recate per rendere visita alla sua famiglia, che Hellabor non vedeva da mesi...conoscete le abitudini hobbit...le hanno fatto un po' di regali - *Si discosta continuando a sorridere, sperando che la mezz'hobbit finisca in fretta di riporre negli zaini l'ammasso di cianfrusaglie...Nota lo sguardo della sentinella posarsi stupito su Pataporg, e si affretta ad intervenire*

- Oh, quello è un porg! Una bestiolina aliena che abbiamo trovato nelle vicinanze di Moria. La stiamo appunto portando allo Spazioporto di Mordor, per restituirla ai legittimi proprietari, una coppia di turisti di Coruscant che l'hanno persa durante un'escursione sulle Montagne Nebbiose...Sono stati già avvisati tramite holocall del ritrovamento - *mentì spudoratamente, per evitare che a qualcuno venisse in mente di trattenere Pataporg per intascarsi la ricompensa.*

- Bene – *dice la guardia, restituendole i documenti.* - Potete andare, ma prima dovrete recarvi a Meduseld, per rendere omaggio alla nostra regina Eowyn V. E' un semplice atto richiesto dalle nostre leggi ad ogni creatura senziente che attraversi Rohan, e non ci vorrà che uua decina di minuti, poi sarete libere di andare dove volete, voi e la vostra bestia. Prego, da questa parte... -

*”Oh no...anche questa...” pensa Thamièl rassegnata dopo essersi scambiata uno sguardo eloquente con Hellabor, mentre si avviano a piedi verso il Palazzo d'Oro che scintilla in cima all'altura.*

 

    

Hellabor

*Sobbalza nel sentire dell'avviso del ritrovamento di Pataporg guardando con occhioni disperati l'elfa, ma un suo sguardo di intesa le fa capire che è solo una bugia...forse per evitare che lo sequestrino per la taglia, grande Thamièl..*

Si si scusate tolgo tutto subito, ecco ...ehm mi scusi posso riprendere i fazzoletti dal fucile... grazie signora guardia

*Dopo aver conficcato non sa bene come tutto di nuovo nello zaino, lo assicura con un lucchetto al mezzo*.

Possiamo per favore lasciarlo qui? Pesa così tanto

*Supplica gentilmente le guardie con un sorriso dolce e al muto cenno di assenso di una delle due sospira di sollievo .. non aveva minimamente né voglia né forza di caricarsi quei chili sulle spalle.

Si incamminano per la salita che porta al Palazzo d'Oro che aveva intravisto in lontananza.

Osserva meravigliata come più che regalità e ricchezza il palazzo trasmetta solidità e tradizione.

Questa è la Terra del Mark, i famosi Rohirrim del glorioso passato, i signori dei cavalli..*

Tham credi che avremo tempo per una puntatina in taverna dopo che avremo visto la Regina? Non ho mai assaggiato la birra di qui ...

*Sussurra all'orecchio della compagna di viaggio mentre Porg esplora entusiasta il nuovo paesaggio correndo a destra e a manca, provocando urli spaventati e chiusure improvvise di porte e finestre .

I bambini che si avvicinano sorridenti al cucciolo vengono presi e portati frettolosamente dentro casa da genitori col volto decisamente preoccupato.

Hellabor osserva stupita tutto ciò, senza riuscire ad evitare un sorrisetto ironico*

Neanche stessimo passeggiando con un Balrog..ma che hanno queste persone di fronte ad un cucciolo??

Signori dei conigli...

*Le scappa irriverente a mezza bocca, mentre finalmente le porte del Palazzo d'Oro sono di fronte a loro ed una guardia si avvicina*

Deponete le armi prima di entrare al cospetto della Regina

 

    

Thamièl Aldaymir

*Thamièl è leggermente confusa...l'ultima volta che è passata nei territori dei Rohirrim, nessuno l'aveva fermata, nessuno le aveva chiesto di andare a porgere i suoi omaggi al regnante in carica che non si ricorda neanche chi fosse, al tempo. E la gente del posto, anche se sempre rustica, era più allegra e meno sospettosa....*

- Non dire niente, lascia fare a me, cerchiamo di cavarcela in fretta – *sussurra ad Hellabor*– Fai una riverenza come me quando saremo davanti al trono e tieni d'occhio Pataporg, che non combini disastri -

*Mentre si avvicinano alla regina, Thamièl non può fare a meno di osservarla attentamente, anche se cerca di non farsene accorgere...”che strana donna...” pensa, studiandone la carnagione quasi bianca, di un pallore malsano ma dove brillano due occhi azzurri e penetranti, che sembrano perforare chi le si trova davanti. Thamièl si inchina, imitata da Hellabor...*

- Maestà, siamo felici ed onorate di avere l'opportunità di porgere i nostri omaggi alla sovrana di Rohan...siamo solo due viaggiatrici di passaggio, e vi ringraziamo sentitamente per averci concesso l'onore ed il piacere di attraversare la vostra bellissima terra -

*Non c'è molto altro da dire...Eowyn V sorride e si alza dal trono, chinando graziosamente il capo davanti all'elfa ed alla mezz'hobbit a mò di ringraziamento...finché i suoi occhi non si posano sul porg, che Hellabor sta tenendo buono facendogli le grattatine sulla testa.

L'espressione della regina cambia...guarda la bestia, arriccia il naso, sgrana gli occhi e le sue labbra si piegano all'ingiù in una smorfia di stupore e disgusto. La sua mano trema mentre il suo dito indice si tende verso Pataporg*

- Cosa...cosa è QUELLO?...Che schifo!...Andate via da qui e portatevi via quell'orrore!... -

 

Eowyn V

*Due donne vengono fatte entrare nella Sala del trono per rendermi omaggio. È una buona strategia per tenere conto di chi passa per il mio regno. Si capisce quali regni confinanti stiano in buona salute e quali invece versino in difficoltà semplicemente guardando gli occhi e le espressioni delle loro genti.

Chi viaggia e chi fugge.

Le due che entrano, così diverse tra loro eppure così stranamente simili hanno ... Ecco hanno... Qualcosa di entrambi.

L'elfa alta dai capelli neri ha gli occhi antichi, è a casa ovunque e da nessuna parte. Forse è a casa accanto all'altra a giudicare da come quegli sguardi duri e guardinghi si addolciscono quando si posano sulla compagna.

L'altra invece ha negli occhi un recente dolore, una certa vulnerabilità, ma anche una sottotraccia di resilienza guadagnata a caro prezzo.

Sarei propensa a offrire loro di restare per una notte, ma poi vedo che viaggiano insieme ad una di quelle schifose bestiacce aliene.

Non le sopporta, ne ha ribrezzo e orrore.*

Portate via quella cosa. Immediatamente! Fatela sparire dalla mia vista! Fuori!

*Si chinano frettolosamente e escono di corsa.

Comando alle mie guardie di seguirle, anzi scortarle, il più velocemente possibile fuori dai confini. Loro e l'orrenda bestia.*

 

    

Hellabor

*Si era preparata le sue maniere migliori e sistemata addirittura i capelli, spolverato polvere del viaggio e piume di porg dalla giacca...almeno una buona parte delle piume...e aveva appena sfoggiato il suo migliore hobbitinchino per occasione regale quando le parole dure della sovrana la lasciano a metà inchino allibita e con la bocca spalancata in una immensa O di stupore...

Sta per approfittare della bocca già aperta e dire qualcosa alla regnante che osava prendersela con la sua soffice ed innocua patata pelosa quando la sua compagna lestamente e provvidenzialmente la prende per il braccio portandola via*

Ci scusi Maestà andiamo via subito ci perdoni ancora

*Mentre escono Hellabor continua a girare la testa indignata*

Ma Tham!! Ma ti rendi conto?? La gente che scappa, la Regina addirittura che se la prende con Pataporg...ma che gente è questa?

Ma povero chi ci capita qui, sbrighiamoci ad andarcene via davvero che se non era per te gliene stavo per dire quattro...

*Bofonchia nervosa mentre esce e si pulisce con disprezzo i piedi sul prezioso tappeto di fronte la porta*

Patata qui non ti apprezzano, andiamocene

*Dice girandosi per prendere in braccio il Porg...ma il Porg non è dove dovrebbe essere, accanto a lei.

Hellabor fissa preoccupata e già con cattivi presentimenti la sua amica, girando la testa verso l'interno della sala da cui sono appena uscite e da cui proviene un ciangottare fin troppo familiare...*

 

    Thamièl Aldaymir

*Thamièl guarda verso la porta del Palazzo, orripilata...*

- NOOOOOO!.... *urla prendendo Hellabor per le spalle e scrollandola come se fosse stata uno straccio*

- Maledizione! - *le abbaia in faccia* - ti avevo raccomandato di tenerlo d'occhio! Quando imparerai che quell'animaletto bisogna tenerlo a bada costantemente!...Adesso fila dentro di corsa e recuperalo, dovessi strisciare per terra profondendoti in scuse fino a domani!...Non voglio guai a causa sua - *Le dà uno spintone e la spedisce nella sala da cui erano appena uscite.

E furibonda...vuole andarsene subito e lasciare Rohan in men che non si dica, e spera che le lascino partire senza ulteriori problemi dopo l'ultima bravata di Pataporg. Quando saranno a Mordor dovrà parlare seriamente con Hellabor, riguardo a lui o lei che sia...quell'animale è una mina vagante, un costante pericolo per quello che può combinare, anche innocentemente. Dovranno prendere una decisione al riguardo al più presto.

Mentre aspetta i due sciagurati, recupera tutte le armi e salta sullo Speeder mettendolo in moto...e intanto pensa alla regina di Rohan. L'incontro con lei le ha lasciato addosso un senso di disagio, quasi di malessere. Spera di non essere più obbligata a rivederla, è certa che sia una persona malvagia, arrogante e piena di sè...

Sente provenire dall'interno del Palazzo strilli e scalpiccio di piedi in corsa. “Speriamo siano loro!”, pensa, dando gas allo Speeder per poter schizzare via non appena Hellabor e Pataporg abbiano nuovamente posato il loro malefico deretano sul veicolo, sani e salvi.*

 

    Hellabor

*Come Thamièl la sospinge all'interno si rende subito conto che in pochi minuti la corte è in uno stato di evidente agitazione...strilli spauriti e soldati che corrono da una parte all'altra dell'immensa sala.

Nascondendosi dietro le armature che fiancheggiano la navata scivola silenziosa e quasi invisibile verso la zona da cui sente provenire la voce di Pataporg, una piccola stanza si palesa in fondo al corridoio laterale

Si affaccia cautamente e non riesce ad evitare una risata che soffoca subito dietro la mano.

La stanza deve essere una specie di sala da thè reale, il Porg è salito sul carrello dei biscotti e se ne sta servendo beatamente spaparanzato dentro un vassoio mentre la Regina e le sue damigelle sono praticamente spiaccicate al muro fissandolo terrorizzate*

Ehm ...scusate, perdono Altezza ci è sfuggito

*Veloce come un lampo entra con un rapidissimo inchino, afferra in un sol colpo il cucciolo e il vassoio dei biscotti da cui pare la bestiola non si voglia staccare e si gira uscendo in volata.

Dribbla abilmente passando in mezzo a loro un drappello di guardie in armatura da battaglia addirittura che stanno correndo verso la sua direzione, zigzagando tra colonne e armature riesce ad imboccare l'uscita e si fionda sullo speeder schiacciando il vassoio tra se e l'elfa e poggiandoci il Por sopra, la compagna non ha neanche bisogno di farselo dire che il mezzo sembra spiccare il volo e sfreccia via giù per la discesa*

Più veloce Tham!! Veloceee si stanno preparando ad inseguirci

*Urla preoccupata mentre dal nervosismo prende un biscotto e se lo caccia in gola*

Gnam...buoni...assaggia Tham che meraviglia, ora capisco perché la patata non si voleva staccare dal vassoio...uh che bel vassoio oltretutto, sembra argento di alto livello... potremmo farci un mucchio di grana, questa è la giusta ricompensa per aver trattato così male la povera patata alata

*Ormai sono fuori dalla città e Edoras è già un punto lontano alle loro spalle*

Assaggia assolutamente!

*Prende un biscotto e lo mette dentro la bocca aperta dell' elfa che stava sicuramente per uscirsene in improperi e sfuriate varie ma che si ritrova ad addentare la profumata frolla*

 

Thamièl Aldaymir

- Io...(gnam)...vi....(gnam)...ucciderò...(gnam)... - *Biascica masticando mentre a tutto gas si allontanano da Rohan. Un altro posto dove per un bel po' non potrà tornare, almeno finché sarà viva Eowyn V, pensa inferocita e sconsolata nello stesso tempo. Quel porg sta facendo terra bruciata attorno a loro, però deve ammettere che quel biscotto è davvero buono...

Ora, giù di corsa lungo le verdi pianure di Rohan per raggiungere al più presto l'Anduin, oltrepassarlo ed arrivare al Morannon ed al Cancello Nero...Thamièl è pensierosa e taciturna, una volta sbollita la rabbia per il pericolo scampato ad Edoras. Devono essere successe molte cose, dal momento in cui ha abbandonato l'esercito di Mordor in fase di ripiegamento per correre dietro ad Hellabor, e di sicuro non tutte belle...ricorda il tremito percepito improvvisamente sotto le mura di Minas Tirith, e gli occhi di Measse e di Ashla che si incrociavano con un'espressione quasi di orrore. Cosa poteva essere accaduto, in quel momento, per sconvolgere così tanto una Maia e una Valië? Non lo sa...non sa nulla di quanto è successo dopo la sua partenza, ma è certa che lo saprà presto, una volta arrivata a Mordor.

Si volta a guardare Hellabor* - Fermiamoci e mangiamo qualcosa...sono ore che viaggiamo - *dice, sicura ormai che nessuno le ha seguite. A Rohan sono sempre stati molto tradizionalisti, e continuano a tutt'oggi ad essere convinti che l'unico mezzo di trasporto degno di questo nome siano i cavalli. Per quanto Thamièl li adori, quelle nobili bestie, nessun cavallo potrà mai competere con uno Speeder quanto a velocità...

Poi deve cominciare ad accennare alla sua amica il problema del porg. Deve farlo, anche se le piange il cuore a dover affrontare quell'argomento. Ma deve...deve almeno spiegarle al più presto cosa rischiano anche legalmente a continuare a portarsi dietro per Arda quella creaturina.*

Nei pressi di Isengard 


Vader

*Gli occhi di Vader spaziarono sui suoi dintorni, soffermandosi brevemente su ogni singolo aspetto del paesaggio che aveva di fronte.

Fin dal giorno in cui aveva accettato di seguire Measse e stanziarsi su questo pianeta per portare avanti i suoi piani, aveva passato molte ore a visionare le numerose carte geografiche della Terra di Mezzo alla ricerca del luogo ideale su cui poter edificare una fortezza imperiale da utilizzare come punto d'appoggio.

Dopo diversi giorni, questo luogo in particolare era riuscito a distinguersi rispetto a tutti gli altri: Isengard, una vecchia fortezza in decadenza costruita ai piedi della foresta di Fangor, un tempo abitazione dello Stregone Saruman. Realizzata nel mezzo di una piana circondata da montagne e con un facile accesso all'acqua, era certamente un luogo ideale e strategicamente vantaggioso.

Ecco perchè, una volta arrivato lì, aveva subito fatto chiamare la sua apprendista, non solo per constatare quanto fosse migliorata durante il suo breve viaggio ai domini di Pandora... ma anche perchè, attraverso la realizzazione di una nuova base, l'avrebbe guidata nella nuova fase del suo addestramento.

Il rumore di uno speeder alle sue spalle lo avvertì dell'arrivo della giovane mezz'elfa.*

Apprendista *la salutò con un cenno della maschera* Confido che gli ultimi giorni passati in mia assenza siano stati produttivi.

 

    Primula

*Seguendo le indicazioni del Maestro giungo con lo Speeder a Isengard.

Mi guardo attorno con stupore, le leggende e le storie dei tempi antichi, quando Saruman governava agli ordini di Sauron dalla Torre ora in rovina sembrano prendere vita per un attimo. *

Vader!

*Saluto con gioia avvicinandomi fino a doverlo per forza guardare da sotto in su*

Oh sì Vader! Ho eseguito tutti i compiti che mi hai affidato e mi sono esercitata tantissimo.

So reggere la Forza e sostenere il combattimento. Per quasi un'intera giornata!

*Dopo ero stremata, ma non glielo voglio dire. Voglio che sia orgoglioso di me.*

Che facciamo qui Vader?

*Chiedo curiosa*

 

Vader

*Vader sorride sottilmente dietro la maschera, in parte divertito dall'atteggiamento frizzante ed esuberante della sua apprendista.

Per certi versi, gli ricorda quasi colei che aveva addestrato per anni prima della sua caduta... Ahsoka, che nonostante i suoi tentativi di portare dalla parte dell'Impero aveva finito con il tradirlo come tutti i suoi vecchi amici.

Ma questa volta, si sarebbe assicurato che Primula restasse al suo fianco fino alla riuscita dei suoi piani... e questa era una promessa che avrebbe mantenuto ad ogni costo.*

Tutto a tempo debito, mia apprendista *le risponde con tono cordiale* Sappi solo che quest'oggi ci inoltreremo nella prossima fase del tuo addestramento. Ma prima...

*Estrae la spada laser, attivando la sua lama vermiglia*

Vorrei che mi mostrassi quanto sei migliorata nel tuo uso della spada laser. Sei ancora in forze per un piccolo longherone amichevole?

 

    Primula

*La lama del maestro, vermiglia, scatta mentre la sfida con un sorriso nelle voce*

Oh sì Maestro! Vedrai!

*Frrrrrrr. Lo mormora per abitudine, non ha più bisogno di chiamare la Forza imitandone il vibrare così come lo aveva identificato la prima volta.

Anche la sua lama scatta, e la ragazzina impertinente non aspetta e si lancia all'attacco del maestro, certa che lui non si farà cogliere impreparato.

Le spade cozzano vibrando, gli scambi fulminei mentre la giovane apprendista mette in mostra quanto ha migliorato.

Ma l'entusiasmo non ha cautela e il maestro ne approfitta per mettere a segno un'altra lezione fondamentale.

La superiorità fisica, tecnica e l'esperienza infinitamente maggiore non danno scampo alla ragazzina. Attendendo con calma divertita che ella perda le forze fino a trovare arduo mantenere la presa sulla Forza e la capacità di parare le fa volare la spada e colpisce.

Primula rotola a terra schivando il colpo di un soffio. Ma ormai è fatta.

Sconfitta la ragazzina si rialza e resta davanti al Maestro pronta ad accettare il rimprovero o la punizione.*

Vader. Volevo renderti orgoglioso. Sei arrabbiato maestro?

 

    Vader

Affatto *risponde Vader, mentre disattiva la spada laser e le posa una mano confortante sulla spalla destra* Sai quanti avversari ho combattuto dal giorno in cui impugnai per la prima volta un'arma simile? Migliaia... no... forse di più, anche troppi per poterli rammentare tutti.

Sono uno degli esseri più potenti di questa galassia, quindi non mi sono mai aspettato che potessi vincere... ma speravo che mi avresti tenuto testa, e così è stato.

Tra molti anni, forse avrai il potenziale per eguagliare alcuni dei miei avversari più agguerriti, ma fino ad allora mi assicurerò di istruirti al meglio delle mie capacità. In quanto tuo maestro, questa è la mia promessa... una che non ho intenzione di rompere.

*Compie un passo indietro e indica la vallata circostante*

Per quanto riguarda la tua prossima fase del nostro addestramento... beh, mi aiuterai a costruire la mia prima base militare su questo pianeta.

 

    

Primula

*La voce del maestro e la sua mano sulla spalla sono un conforto che la ragazzina assorbe come una spugna. China la testolina a strofinare la guancia sulla mano guantata di Vader, un gesto che lui le lascia compiere paziente.

Le sue parole sono un incoraggiamento e un complimento. E risuonano solenni nelle promessa di istruirla al meglio delle sue capacità.*

E io ti prometto che sarò l'allieva migliore che tu abbia mai avuto! E non romperò la promessa Vader, te lo giuro.

*La ragazzina risponde con fervore, forse non del tutto consapevole del valore dell'impegno preso.

Poi segue il suo gesto cercando di vedere la vallata secondo i canoni militari di uno stratega. Ma in questo campo ha ancora tutto da imparare.*

Certo che ti aiuterò! Da dove iniziamo?

*L'entusiasmo le ridà energia mentre lo interroga senza pensare che si possa infastidire.*

 

    Vader

Siediti con me *le ordina Vader, mentre prende comodamente posizione a terra con le gambe incrociate, le mani sulle ginocchia e lo sguardo rivolto al centro della piana*

Ciò che sto per insegnarti è una tecnica che appresi molti anni orsono da uno dei più famosi Sith della storia, Darth Momin... conosciuto anche come il Sith Costruttore. Aveva una padronanza della Forza così sviluppata da poter manipolare la superficie dei pianeti e usare i materiali contenuti nel terreno per realizzare imprese architettoniche di inimmaginabile bellezza, capaci di resistere ad un attacco orbitale.

*Inclina la testa verso di lei*

Sto per mandarti un immagine mentale attraverso la Forza. Ciò che vedrai, è la fortezza che costruii sul Pianeta Mustafar dopo aver appreso questa tecnica, uno dei miei più grandi trionfi. E oggi, sarà tuo compito aiutarmi a replicarla su questo mondo.

    

Primula

*Si siede di fronte al maestro replicando perfettamente la posizione e ascoltando attentamente le sue parole. Chiude gli occhi per facilitare la concentrazione.

Frrrrrrrr. Il solito mormorio a fior di labbra che immancabilmente stira in un sorriso appena accennato le labbra del Maestro sotto la maschera.

Nella mente della ragazzina compare nitidamente l'immagine di una altissima torre a due punte, oscura come il mantello del suo maestro, arroccata sulle rocce.*

Wow Vader

*Il tono della giovane mezz'elfa pieno di reverenziale meraviglia.

Gli occhioni della ragazzina si aprono cercando quelli di Vader dietro la maschera.*

Vader! Davvero io potrò aiutarti a costruire qualcosa di così magnifico?

*Il tono è incredulo. Non per mancanza di fiducia nel maestro ma per la consapevolezza di essere ancora solo ai primi passi nel cammino della conoscenza per padroneggiare la Forza.*

 

Vader

Sapevo che l'idea ti avrebbe elettrizzato *ridacchia Vader, mentre afferra cautamente la mano sinistra della giovane*

Sono passati molti anni dal giorno in cui usai una tecnica tanto dispendiosa, e non sono sicuro di poterla replicare in solitaria. Avrò bisogno del tuo aiuto... più precisamente, che i nostri poteri siano connessi, come potrebbe accadere solo tra un Maestro e un Apprendista.

*Una spiegazione logica... sebbene non sia tutta la verità. Vader vuole sfruttare questo momento non solo per costruire la fortezza, ma anche per approfondire il suo legame con Primula... e assicurarsi che sia effettivamente capace di connettersi a lui, in preparazione a ciò per cui gli servirà.*

Chiudi gli occhi... e visualizza il castello che ti ho mostrato nella mia mente. Immagina di poterlo dipingere attraverso una tela invisibile... e che la terra su cui poggi siano i colori che dovrai utilizzare. Usa il nostro legame come un pennello... la Forza farà il resto.

*Pronunciate tali parole, solleva una mano... e si immerge nel Lato Oscuro.*

 

    

Primula

*La ragazzina risponde con una risatina all'approvazione che sente nella voce del Maestro.

La sua mano grande e guantata che circonda con delicatezza la sua manina è calda e forte. La spiegazione che le dà viene accettata con fiducia.

Seguendo le sue indicazioni chiude gli occhi e si concentra per richiamare alla mente l'immagine della fortezza.*

Frrrrrrrr

*La Forza risponde alla sua chiamata, la connessione con il Maestro che ne rende la vibrazione molto più intensa, potenziata dall'immenso controllo che lui ne ha.

Ad occhi chiusi cerca di immaginare un pennello che tratteggia una linea verticale.

La sua manina sottile trema sensibilmente nella presa ferma di Vader. Qualcosa...qualcosa... *

Vader!

*Il mormorio della ragazza sottile, appena percettibile *

L'hai sentito? L'hai visto?

 

Vader

*In tutta risposta, Vader annuisce soddisfatto*

Sei una brava allieva *si complimenta con lei, mentre comincia a muovere la mano, presto imitato dall'apprendista.

Per un attimo, il paesaggio rimane completamente immutato, accompagnato solo dal frusciare occasionale delle piante dovuto al vento.

Poi, all'improvviso, sotto gli occhi di entrambi gli utenti Forza... la piana comincia a cambiare.

Dapprima, una patina di sabbia e terriccio s'innalza dal suolo, turbinando al centro dello spiazzo come una specie di tornado, facendo sprofondare il paesaggio in un sibilo sommesso.

Dopo qualche altro istante... la terra comincia a tremare. Una ragnatela di crepe si dirama dalla tromba d'aria, espandendosi fino a toccare i quattro angoli della piana.

Vader lascia che la Forza lo guidi attraverso quel delicatissimo processo, permettendogli di isolare i minerali metallici da quelli rocciosi, per poi mescolarli in unica patina.

Dapprima, lui e Primula cominciano a modellare lo scheletro della fortezza. Dopo dieci minuti, grandi blocchi d'ebano s'innalzano per centinaia di metri, raggruppandosi fino a formare un'alta torre.

Il mondo sopra di loro si tinge di nubi, mentre lampi e tuoni cominciano a bersagliare la costruzione, un monito per l'uso amplificato del Lato Oscuro... un potere indomito e illimitato.

Quando anche l'ultimo pezzo della costruzione è stato messo al suo posto, il Sith apre gli occhi.*

Osserva... la nostra opera.

 

    

 

    

Primula

*La ragazzina si illumina tutta alla lode del Maestro.

Con impegno lo segue e lo imita con fiducia assoluta.

Ci vogliono lunghi attimi di pazienza e poi, improvvisamente, un piccolo turbine si forma, crescendo in forma e velocità mette in moto un incredibile cambiamento.

Primula è completamente assorbita dal processo, assorta a modellare lo scheletro della fortezza sull'esempio del Maestro.

Il complicato processo necessita l'impegno di tutte le forze della giovane apprendista mentre grandi blocchi neri formano un'alta torre. Lampi e tuoni colpiscono la costruzione che ancora muta e cresce fino a quando anche l'ultimo blocco trova la sua collaborazione finale.

La voce di Vader la chiama*

Osserva...la nostra opera.

*Primula apre gli occhi e con meraviglia realizza che ciò che sembrava avvenire solo nella sua mente si è realizzato anche sulla piana.*

Vader! Ci siamo riusciti.

*La vocina della ragazzina è sottile, è stremata dallo sforzo richiesto per esercitare tale controllo sulla Forza.

Senza che se ne renda conto il suo corpicino esile si appoggia a quello molto più massiccio di Vader . La testolina si posa sulla spalla possente.

Sopraffatta dalla stanchezza la ragazzina chiude gli occhi.*

Sono... tanto...stanca... Vader

*La manina delicata si infila in quella grande e guantata mentre con un ultimo leggero sospiro infine scivola nell'incoscienza *

 

    Vader

*Vader si appresta subito a sorreggere la piccola mezz'elfa, avvertendo il suo svenimento imminente.

Immaginava che l'uso di una simile tecnica avrebbe potuto privarla di tutte le sue energie, motivo per cui non tenta nemmeno di svegliarla. Semplicemente, la avvolge con il suo mantello e la solleva da terra.*

Sei stata brava, mia giovane apprendista. Presto, il tuo ruolo negli eventi avvenire ti sarà chiaro...

*Poichè Primula gli ha appena dimostrato di essere capace di connettere la propria Forza alla sua... e quindi, contando anche i suoi nipoti, Vader ha attualmente un numero sufficientemente alto di apprendisti per portare avanti un piano che negli ultimi giorni ha cominciato a prendere forma nella sua mente.

Ora ha solo bisogno di ottenere la Bright Star... e a quel punto, entrerà in possesso di un potere capace di rivaleggiare addirittura con i più potenti esseri di questo mondo. E allora, riprenderà la sua conquista della Galassia per portare pace, ordine e sicurezza in ogni suo anfratto.

Con quel pensiero in mente, comincia a incamminarsi in direzione della sua nuova fortezza con Primula ancora tra le braccia. Ha molto lavoro da fare...*

 

    Primula

Sei stata brava mia giovane apprendista

*La voce profonda e orgogliosa di Vader giunge alla ragazzina solo attraverso il palpito lievissimo del legame con il Maestro che ancora, incredibilmente, mantiene la presa sostenuto dalla fiducia assoluta che la piccola mezz'elfa gli dona.

Sul visetto le labbra socchiuse fremono appena, quasi impercettibilmente, in un accenno di sorriso e il corpicino esile sembra accoccolarsi automaticamente tra le braccia forti che lo sostengono senza sforzo alcuno.

Non è la voce della ragazzina ancora incosciente a mormorare*

Vader

*Ma la sua stessa essenza, anima e mente rispondono all' unisono al legame con il Maestro.

La Forza freme vibrando come in approvazione.

Mentre i grandi passi del Maestro li portano ad addentrarsi nella nuova fortezza che si staglia ora sulla piana di Isengard un debolissimo suono accompagna l'avanzare di Vader*

Frrrrrrrr

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