Il Signore delle stelle

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno strano sogno ***
Capitolo 2: *** Il cammino dei sogni: l'incontro con Morgoth ***
Capitolo 3: *** La luce del Valar ***
Capitolo 4: *** L'unione della luce ***



Capitolo 1
*** Uno strano sogno ***


Si dimenava come un bambino innocente e indifeso.
Eppure i suoi movimenti erano descritti dalla paura di venire catturato e di non riuscire a svegliarsi dal suo incubo.
Era tutto terribile dinanzi a lui.
Combatteva. Combatteva fino allo stremo delle forze.
Le sue lenzuola ricoprivano quel corpo esile ma ben allenato di un giovane mezz’uomo che avrebbe conosciuto il male mentre divorava i suoi sogni.


Svegliandosi di soprassalto, Eldarion non riusciva a capire dove si stava trovando.
Spaesato e con le parole che gli si rompevano in gola, Eldarion si alzò dal suo letto e si avvicinò alla sua finestra.
Era una bellissima giornata nel regno di Gondor e la gente animava le strade di Minas Thirith con tale fervore che sembrava ogni giorno una bellissima festa.
I pensieri del giovane uomo venivano ridestati dall’arrivò dei domestici che gli davano il buongiorno e lo avvertivano che la colazione era già in tavola.
< Non ho voglia di mangiare nulla > mormorò il ragazzo fissando il sole.
> Ma voi dovete tenervi in forza, mio Signore. Sapete bene quanto vostro padre ci tenga alla vostra forma. Un giorno dovrete… >
< So cosa devo fare! > tuonò senza ritegno il giovane Eldarion < Eppure non mi sento ancora pronto per questo. Mi sento una nullità e nessuno mi sta aiutando. >
I domestici, non comprendendo le preoccupazioni del giovane erede, non poterono fare nulla per consolarlo ma solo dargli la giusta grinta per continuare ad andare avanti in un momento che sembrava davvero molto difficile per lui.


Giungendo in sala da pranzo, Eldarion non s’imbatté in suo padre, uscito presto per addestrare i suoi soldati più fedeli in battaglie fino all’ultimo sangue, ma andò ad imbattersi in sua madre mentre stava divorando la sua ultima parte di colazione.
< Buongiorno, madre > si limitò a dire il giovane ragazzo.
> Buongiorno, Eldarion. Dormito bene? >
Il giovane mezz’uomo non sapeva da dove poter cominciare a raccontare i suoi timori di un’oscurità che diventava sempre più reale ai suoi occhi.
> Sapete madre, è da molto tempo che non faccio altro che fare incubi. >
< Che tipo di incubi? > domandò l’elfo interessata.
< Non lo so… L’unica cosa che riesco ad intravedere è un essere oscuro che sguaina la sua spada e mi sfida a duello.
Io faccio di tutto per resistere ai suoi colpi, ma lui è molto più preparato di me. È fortissimo e riesco sempre a perdere in ogni occasione. >
< Da quanto tempo hai questi incubi? >
< Non lo so con certezza, ma non è poco tempo. >
< E tu me lo dici soltanto adesso? >
< Non pensavo che fosse una cosa importante, madre. Io… credevo che fosse tutto normale. >
Guardandolo dritto negli occhi, Arwen cercò di capire tutta la sua preoccupazione.
Le carezze sulla sua fronte sembravano l’unica cura rapida possibile per il suo unico figlio, mentre l’oscurità cercava di annidarsi nella sua mente fino a portarlo alla distruzione.
< Non permetterò che ti accada niente di male, Eldarion. Tu sei la luce dei miei occhi. Non puoi continuare a soffrire in eterno. >
< Madre, ma io non sto soffrendo. >
< Dici così perché non vuoi il mio aiuto… Ma ogni giorno che ti risveglierai dai tuoi incubi, sarai sempre più debole. Riesco a percepirlo benissimo. >
< Ma madre, cosa posso fare. >
< Dovrai essere più forte dei tuoi sogni, tesoro mio. Combattere non sarà mai sufficiente. Devi sforzarti di credere in te stesso. Solo così riuscirai a ritrovare la pace necessaria per sconfiggere il male che ti opprime. >
< Ma madre, questo male sembra davvero reale! >
< Non lo è, figliolo. Ma se dovesse continuare ancora… >
Arwen non aveva una risposta esaustiva per riuscire ad andare incontro a suo figlio.
Oppure voleva soltanto che fosse soltanto lui a riuscire ad arrivare a risolvere il suo problema?
in fondo il suo amore era condizionato dall’amore di Aragorn, fedele e devoto come marito, ma spietato e tutto d’un pezzo come padre.
I vari addestramenti che Eldarion ha dovuto subire sulla sua pelle si erano solamente interrotti grazie all’insistenza della madre che non sopportava di veder soffrire suo figlio.
Ma adesso che i problemi e le intemperie folgoravano la sua mente ancora debole dall’essere protetta dalla sua forza di volontà, Arwen stava capendo che il suo passato iperprotettivo era stato costernato da errori indelebili che avrebbe pagato in maniera indegna.


Non c’erano risposte.
Non c’era nessuna prova da incorrere nella sua vivace e spensierata vita.
Doveva solo rendersi conto che l’oscurità di Mordor poteva avvicinarsi e tornare a farsi viva, con un passato che nessuna era poteva davvero capire.
Era tutto contornato da un male invisibile che nei vicoli di quella città era custodito e scritto su pergamene antiche.
Nemmeno suo padre riusciva a raccontargli il suo passato da guerriero che gli aveva restituito il trono di re degli umani.
Sembrava una storia segreta. Oppure era solo il primo pretesto per non fargli seguire le proprie orme?
La verità odierna che Eldarion si sentiva solo e abbandonato.
E solo una vecchia conoscenza del padre gli fece capire che stavolta non c’era in mezzo l’anello del potere che il male voleva impossessargli.
ma l’unica cosa che l’oscurità voleva era proprio lui.

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Capitolo 2
*** Il cammino dei sogni: l'incontro con Morgoth ***


< Eldarion. Che cosa ci fate qui? >
< Sono venuto in cerca di risposte, mastro libraio. E solo voi potete darmele. >
< Sapete bene che i vostri genitori non saranno d’accordo nel trovarvi qui. >
< Loro non riescono a capirmi. È per questo che ho bisogno di voi. >
Confuso e con una precisa idea in testa, Eldarion voleva scoprire chi era l’oscurità che si stava impossessando della sua debole mente.
IL nemico sembrava davvero avanzare in maniera invisibile e silenziosa e solo l’erede di Gondor poteva fermare tutto questo.
Ma non poteva farcela da solo.
Nel mentre i suoi incubi continuavano imperterriti a frastonargli nella mente, il proprietario della biblioteca più antica di Minas Thirith era divenuto il miglior amico e confidente dell’erede di Aragorn.
Conoscendosi meglio, il bibliotecaio aveva cercato in ogni modo di rimanere alla larga dal giovane e dirompente soldato, ma la sua insistenza andava ben oltre la sua stessa verità.
Eldarion era fermamente convinto che sarebbe stato proprio lui ad aiutarlo. Lui e nessun altro.
< I vostri genitori che cosa dicono? >
< Niente. è questo che mi manda in bestia. Non fanno niente per aiutarmi. >
< Secondo me siete voi che non volete farvi aiutare. >
< Non è affatto così, mastro bibliotecaio. E voi lo sapete bene. >
L’uomo, che a primo impatto sembrava un essere inutile ma dall’intelligenza sopraffina, nascondeva il suo corpo e il suo volto agli ignari abitanti che decidevano di consultare le sue storie scritte in maniera millenaria che descrivevano fatti importanti di tutta Arda, soprattutto il passato recente dove Aragorn ha combattuto fianco a fianco ai suoi compagni e suoi amici.
Perché anche se l’oscuro signore era stato sconfitto, i ricordi sarebbero stati indelebili per sempre e quelle macchie che avevano colpito tutta Gondor avrebbero rimaste indelebili per sempre.


Sfogliando libri su libri, Eldarion conosceva quella storia passato che aveva costituito il mondo di Arda.
Ma alcune scritture oscure e incomprensibili, avevano attirato la sua attenzione.
> Mastro libraio, che cosa significa tutto questo? >
Guardando il libro per niente interessato, l’uomo si limitò a fumare la sua pipa e a rimanere in silenzio.
< Perché fate così? >
< Perché non posso aiutarvi. >
< Non volete aiutarmi. Ormai l’ho capito. >
< Eldarion, dovete capire… >
< Siete voi che fate finta di niente! > sbraitò il ragazzo alzandosi di scatto < E voi, come mio padre, fate di tutto per farmi arrabbiare. Non volete aiutarmi? Fate pure. Me la caverò benissimo da solo. >
Sbattendo a terra tutto quello che aveva dinanzi, il povero Eldarion non aveva nessun rifugio per scaricare la sua ira più funesta e la città di Minas Thirith non era stata così piccola prima d’ora.
Nascondigli sembravano essere svaniti agli occhi del giovane principe che si apprestava a diventare uomo.
E la sua collera più funesta sarebbe stata scandita dal signore più oscuro che aveva dato vita all’oscurità più scellerata.
 

 


Riordinando le scartoffie che Eldarion aveva gettato a terra, il bibliotecaio si apprestava a riordinare il tutto sotto lo sguardo attento di Aragorn.
> Aragorn, sai bene quanto non mi piaccia mentire. >
< Eldarion è troppo giovane per sapere la verità. Una verità che potrebbe fargli male. >
< Io non voglio mettere assolutamente becco tra te e la tua famiglia, Aragorn. Ma sappi che la verità talvolta deve essere giusta per essere rivelata. Eldario ha bisogno di sapere. >
< Non ora, Gandalf. Come ti ho detto, non è ancora il momento. >
E scambiandosi quegli sguardi incompresi che potevano portare ad una rottura imprevedibile. Gandalf rimase ignaro della sua stessa magia, contornando il suo nuovo mondo da essere umano senza nessun potere che poteva contrastare il pericolo doi Eldarion.


Dimenandosi nel sonno cercando ancora di liberarsi, la figura di Eldarion veniva sottomessa da un’oscura presenza che lo teneva stretto in pugno, cercando di infilzarlo a cuore mentre le minacce diventavano sempre più insopportabili.
la lingua del suo nemico era sconosciuta, ma le sue intenzione erano molto chiare: ucciderlo a sangue freddo.
ma se era una lotta nel più completo sonno primordiale, non c’era davvero nessuno che sarebbe riuscito ad aiutarlo.
Solo la più profonda oscurità avrebbe dato accesso alla luce della giustizia e della bellezza.

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Capitolo 3
*** La luce del Valar ***


“Chi diavolo siete voi?”
La disperazione mista a determinazione aveva trasformato Eldarion in un umano irriconoscibile.
Intimorito e pauroso, si difendeva a spada tratta contro un nemico all’apparenza invisibile ma che gli rimaneva talmente vicino e pronto a farlo fuori in qualsiasi momento.
“Ho aspettato questo momento da molti millenni. La luce bruciava dentro di me come una punizione che avrei dovuto subire per l’eternità.
ma il gioco delle menti mi ha ridato la forza necessaria per imprimermi dentro di te, stupido umano. Con la consapevolezza di riuscire a estinguere la razza umana e imporre il mio comando una volta per tutte.”
Eldarion non voleva arrendersi in quel momento.
i suoi occhi impauriti si trasformavano in un moto d’orgoglio ricordando i momenti trascorsi con suo padre mentre si allenava insieme a lui.


“Devi riuscire ad alzarti se non vuoi che il tuo nemico ti faccia soccombere. È molto importante imparare questa lezione, Eldarion.”
“Per voi queste lezioni sono tutte importanti” fece il ragazzo massaggiandosi la schiena dopo essere caduto rovinosamente.
< So che il terreno di casa tua possa essere duro, ma quando un giorno dovrai combattere…”
“Padre, siamo in un momento di pace. È davvero necessario tutto questo?”
“Eldarion, sei l’erede della razza degli uomini. Tu un giorno dovrai guidarli e dovrai essere pronto malgrado qualsiasi avversità. Purtroppo non ho il dopo dell’immortalità e tu dovrai essere…”
“Padre, non ditemi questo. Non sono pronto.”
Inorridito da come suo figlio si stava comportando, alla fine Aragorn dovette usare la maniere forti per fargli capire che il suo atteggiamento era tremendamente sbagliato.
“Ascoltami bene: o combatterai senza mai fermarti, oppure sarò io che ti farà soccombere.”
Attaccandolo in maniera decisa per fargli capire i suoi profondi errori, Eldarion si stava difendendo con maestria mentre suo padre non conosceva la minima pietà.
“Combatti e difenditi. La miglior difesa e l’attacco e tu dovrai impararlo, Eldarion.”
“Padre, non sono pronto!”
“Non è così, figliolo. Sei tu che non vuoi impegnarti.”
“Sono ancora piccolo per capire la vera realtà del guerriero perfetto, padre. Io non riesco…”
Ma quandpo suo padre ferì di strascio la sua mano destra, Eldarion cadde una seconda volta cercando di stringere i denti per il colpo subito.
Mentre gli stava ribollendo la grinta e la determinazione, fu quel colpo subito che fece capire ad Eldarion che era il momento per attaccare il suo maestro.
E senza che suo padre se ne potesse minimamente accorgere, fu gettato a terra con fare dirompente e disarmato come non gli era mai capitato prima d’ora.
“Siete stato sconfitto, padre. È giunto il momento di darmi la vittoria sperata.”
Alzandosi, Aragorn sorrise sommessamente prima di abbracciare suo figlio.
“Sapevo che prima o poi ce l’avresti fatta, figliolo.”
“E’ stata solo fortuna, padre.”
“Tu non hai fiducia in te stesso. Per questo non sarai mai un grande guerriero… Ma sei sulla strada giusta per imparare. Devi soltanto volerlo.”
Ascoltando attentamente le parole del padre, Eldarion non sapeva se fare il grande passo come suo padre oppure no.
“Padre, secondo voi un giorno di questi dovrò partire e lasciare casa mia?”
“Perché dici questo?”
“Perché come potrò crescere se non uscirò mai da queste mura?”
la domanda di suo figlio, colse impreparato il vecchio Aragorn.
“Figliolo, ti partirai quando ti sentirai davvero pronto. Non c’è fretta. Se un giorno dovrai intraprendere un viaggio che ti porterà lontano da qui, tu pensa che non sarai mai da solo.”
“Voi avete avuto la fortuna che ci fossero stati degli amici al vostro fianco. Amici di cui vi potevate fidare.”
“Lo so bene. Ma ti prometto che tu non sarai mai solo.”
ma quelle parole, quelle ultime parole, avevano gettato via le speranze di Eldarion, mentre si trovava a combattere con un mostro all’apparenza davvero invincibile.


L’oscurità più malleabile e invincibile gettarono nello sconforto il giovane erede di Gondor.
Mentre si vedeva avvicinare la sua fine, una luce immensa colpì quel male opprimente prima di restituire la speranza al giovane uomo dove il male lo stava velocemente opprimendo.
“Quella luce così liberatoria e così contrastante… Ma che sta succedendo?”
mentre la confusione si stava appropriando della sua mente, Eldarion vide che quel male sarebbe stato cancellato in quel primo incontro, ma che la guerra era ancora molto lontana nell’essere vinta.
mentre l’oscurità si era improvvisamente dissolta, lo stupore di Eldarion fu incommensurabile e impossibile da tenere nascosto.
Quella luce così splendente prese la forma apparente di un essere fantastico così magnifico che Eldarion non poté fare altro che rimanere silenzioso e immobile.
< Ma voi… Chi siete?>
E mentre il vento soave e quel calore così rilassante si stavano appropriando del suo incubo trasformato in sogno, quella luce salvatrice fu il primo pretesto per sentirti sicuro di quello che sarebbe accaduto in un futuro prossimo.
< Colei che non ti lascerà mai da solo, Eldarion. Credi in te stesso e vincerai. >
E una volta svegliatosi di soprassalto, le nuvole dell’oscurità nella sua mente si erano diradate per sempre, ma la minaccia di un nuovo male stava incombendo verso il regno di Gondor che avrebbe dovuto proteggere anche a costo della sua stessa vita.

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Capitolo 4
*** L'unione della luce ***


“Non ci posso essere sempre queste nuvole minacciose all’orizzonte. Il male si sta avvicinando e tutto quello che stava incombendo nella mia testa, si sta rivelando tremendamente reale. Devo fare qualcosa. Da solo.”
Nel mentre diceva ciò, qualcosa dentro Eldarion era cambiato.
Sentiva la presenza di sua madre dietro di sé mentre Galdalf cercava di consolare la sua tristezza.
< Galdalf, perché io non posso aiutare il mio stesso figlio? >
< Perché questo è un cammino che deve fare da solo > mormorò lo stregone < Il suo sentiero tortuoso si concluderà vincente. Devi solo credere in lui. >
< Io credo in lui. Ma è ancora troppo giovane per una simile missione. Perché il male vuole distruggere quello che ho fatto di buono? Non è giusto. E quello che mi fa’ più arrabbiare, è che mio marito Aragorn non fa’ niente per contrastare. >
< Aragorn ha capito che se suo figlio vuole crescere ed essere un degno erede, deve riuscire a sconfiggere colui che ha creato il male nel nostro mondo. Non devi avercela con lui. >
Arwen capiva le parole di quello stregone così saggia che insieme erano riusciti a sconfiggere un male impossibile che affliggeva l’intera esistenza di quel mondo fantastico ma così reale.
Ma tutto ciò era tremendamente frustrante nel vedere suo figlio così ammaliato e così vulnerabile di fronte a tale minacce.
E mentre le nuvole del male stavano per giungere fino alla città degli uomini, Eldarion sapeva dove poter trovare colei che gli aveva fatto conoscere la luce.
< Eldarion, dove stai andando? > gli domandò sua madre mentre lo vedeva lasciare la sala del trono.
< Voi e Gandalf sapete benissimo quale è la mia missione. È inutile scandirvi parole che sapete già. >
< Eldarion… devi stare molto attento. È troppo pericoloso. >
< Se io non dovessi farcela madre… >
< Non dire questo ti prego > replicò subito la donna mentre le sue lacrime scandivano il suo viso < Io ti amo più della mia stessa vita e non sopporterei vederti soccombere. >
< Ma voi non mi vedrete mai morire. Voi e vostro padre mi avete insegnato il vero significato della vita… Ed ra che ho conosciuto anche la luce, posso finalmente dirmi promto. >
< Ma chi è questa fantomatica luce? >
< Voi siete un elfo, madre. Una creatura giusta e bellissima: la forza della vostra razza sta nel vostro bene e nella vostra consapevolezza… Sapete molto bene a chi mi sto riferendo. E colei che mi attende, sarà il nuovo giorno che tutto il mondo di Arda sta aspettando da secoli. La vittoria del bene verrà scandita ancora da questa guerra che si svolgerà ai confini della mia mente. Per questo è un viaggio che devo fare da solo. Assolutamente. >
< Io vorrei tanto aiutarti ma… >
< Madre, so molto bene che siete impossibilitata. Per questo non dovete preoccuparvi. Andrà tutto bene. >
Arwen non aveva mai visto so figlio sotto tale luce.
Determinato e cambiato, non era più un bambino di dodici anni, ma un valoroso guerriero che andava dritto in guerra contro un male all’apparenza invisibile, ma che con i suoi occhi poteva toccare.
< Se incontrerò tuo padre gli dirò che sei finalmente degno del trono e di tutto quello che lui è riuscivo a riconquistare a fatica. >
< No, madre. Li sa già dove può portare il mio cuore. Non scomodatelo con tale ripetizioni… Anche perché riesco a sentire la sua presenza molto vicina a me. >
E uscendo dalla sala del trono, la spada che aveva accompagnato suo padre durante le sue ultime battaglie, passò proprio a Eldarion, orgoglioso per tale passo e per riaver riaffermato un legame che sembrava essersi spezzato per sempre.
Stavolta non c’era di mezzo la guerra per il potere di un anello che aveva cambiato il destino di molti, ma l’unico destino che stava davvero cambiando era quello di Eldarion, in procinto di rigettare Morgoth e tutto il male creato alle pendici dell’inferno più profondo e sconosciuto.


Chiudendo gli occhi, Eldarion si sentiva mescolato in un altro mondo.
Uscendo da quei confini della città degli umani, Morgoth e il suo male si ergeva a cavallo di una creatura sconosciuta e talmente terribile alla visione dei suoi occhi.
Il fuoco nero che ardeva nella sua armatura, faceva sprigionare tutto il suo potere.
Risvegliatosi dopo mille e dopo molte ere, Eldarion sentiva il suo cuore caldo e l’amore della luce che non l’avrebbe mai abbandonato.
< Signore degli umani… Siete pronto a morire? >
< Non oggi, Morgoth. È il vostro momento per lasciare queste terre una volta per tutte. La vostra forza è solo scandita dal vostro odio che avete per me e per tutta la gente che ho promesso di proteggere. Ma vi confesso che non mi fate paura. Ed io, degno erede di mio padre Aragorn e di tutti i raminghi, porterò in alto il loro nome tra le selve oscure della mia mente mentre la luce mia assisterà la mia sola forza. >
< Nessuno potrà salvare la vostra anima, Eldarion. Per questo non riuscirete mai più a risvegliarvi. >
< Non ne sarei tanto sicuro. >
Sguainando la spada di suo padre, la paura di Eldarion si dissolse per sempre dalla sua mente e inflisse il colpo ai suoi timori più grandi di non essere capace di riuscire nell’intento di guidare un popolo nel percorso delle stelle che il suo stesso universo stava costruendo ogni giorno che passava.
Perché se le sue paure erano state contornate da incubi più profondi, grazie all0aiuto di Varda, Morgoth venne ricacciato nelle tenebre più profonde, dinanzi alle porte di quel paradiso splendente che Eldarion non era mai riuscito a vedere prima d’ora.


< Ma cos’è successo? > domandò confuso il giovane ragazzo a Varda.
< E’ finita, Eldarion. Sei riuscito a sconfiggere le tue paure. >
< Che volete dire? >
< Che hai superato la prova dei tuoi timori. Le tue paure irriverenti erano solo un pretesto per riuscire a farti capire che il mondo fantastico in cui devi ancora intraprendere il percorso della tua stessa vita è scandito da una forza di volontà incredibile. E Morgoth, rispedito nelle tenebre grazie al tuo immenso volere, ha fatto capire a tutto il male che cercherà di tornare a conquistare queste terre che non c’è posto per loro. Tu sei la più grande risorsa di questo presente e di tutto il futuro che ti accingerai a scoprire da solo. >
< Ma io… durante quella battaglia, non mi sono mai sentito solo. Ho sentito il calore di mio padre, di mia madre… e il tuo. È stata una sensazione che non può essere descritta a parole. >
< Infatti non mi devi dire niente, Eldarion. Io veglio e veglierò per sempre su tutte le tue decisioni e riuscirai a prendere decisioni sagge che cambieranno il corso di questa era. >
< Il futuro dipende tutto da me? Ma io… non mi sento ancora pronto. >
< Lo sarai, piccolo mio. Guarda di fronte a te e dimmi cosa vedi. >
E una volta che Eldarion riaprì improvvisamente gli occhi, vedeva suo padre e sua madre che si amavano come non avevano mai fatto prima d’ora in una terra benedetta dai loro giusti valori che avevano solo bisogno di essere riconosciuti da un figlio che non li avrebbe mai abbandonati nemmeno dopo la loro morte.
< Madre. Padre… E’ finita. >
< Che cosa vuoi dire, Eldarion? >
< Il limbo in cui la mia mente e le mie paure si erano gettate per sfuggire a tutto questo. Ora capisco quale è il significato del mio cuore e della mia forza di volontà. E devo ringraziare quello sguardo pieno di luce che non poitrò mai dimenticare. >
< Stai forse parlando di Varda? >
< Sì. È lei che è riuscita a guidarmi nella selva oscura delle mie paure. Ed io non potrò fare altro che ringraziarla. Per sempre. >
E nel dire ciò, Eldarion non poteva attendere oltre un abbraccio sincero e commovente verso quei genitori che lo avrebbero amato incondizionatamente per tutta la loro conoscenza.
In questa vita e in quella dopo.

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