Pezzi di vita

di AiMiyano
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Occhi ***
Capitolo 2: *** Montagna ***
Capitolo 3: *** Vecchio ***
Capitolo 4: *** Puntuale ***
Capitolo 5: *** Bianco ***
Capitolo 6: *** Corsa ***
Capitolo 7: *** Vergogna ***
Capitolo 8: *** Medaglia ***
Capitolo 9: *** Caccia ***
Capitolo 10: *** Libreria ***
Capitolo 11: *** Secondo ***
Capitolo 12: *** Clown ***
Capitolo 13: *** Quadro ***
Capitolo 14: *** Grembiule ***
Capitolo 15: *** Lento ***
Capitolo 16: *** Vetro ***
Capitolo 17: *** Tradimento ***
Capitolo 18: *** Grappolo ***
Capitolo 19: *** Incontro ***
Capitolo 20: *** Sigaretta ***
Capitolo 21: *** Pettegolezzo ***
Capitolo 22: *** Antidoto ***
Capitolo 23: *** Sabbia ***
Capitolo 24: *** Tremore ***
Capitolo 25: *** Manette ***
Capitolo 26: *** Mandorla ***
Capitolo 27: *** Compleanno ***
Capitolo 28: *** Nascondere ***
Capitolo 29: *** Argilla ***
Capitolo 30: *** Domino ***
Capitolo 31: *** Tomba ***



Capitolo 1
*** Occhi ***


OCCHI

Molte persone avevano paura di Gin, anche fra i più alti come rango. La ragione principale? I suoi occhi. Verdi, freddi come il ghiaccio, incutevano timore a praticamente tutti. Persino Vodka, anche dopo tutti quegli anni di lavoro insieme, era intimorito, soprattutto quando il freddo assassino era arrabbiato.

Vermouth si divertiva spesso a vedere tutta quella gente impaurita dell’uomo, mentre lei li trovava comuni. Se in Giappone gli occhi verdi erano rari, in America erano più frequenti. Spesso lo prendeva anche in giro, ma all’uomo non importava, soprattutto dopo un po’ di tempo.

A Gin non faceva alcun effetto, sapeva di far paura a tanti, ma non ci avrebbe mai fatto nulla. Si ricordava di quando qualcuno era palesemente terrorizzato di lui, e considerava il tutto come una cosa inutilissima e ridicola, quasi bambinesca.Parlando infatti di bambini si ricordava la piccola Sherry che era terrorizzata da lui, ma con il tempo ci aveva fatto l’abitudine. Perché lei non era più una bambina, era ormai una donna.

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Capitolo 2
*** Montagna ***


MONTAGNA

Se c’era un posto dove Rei andava spesso, quello era la montagna. Anche non troppo in alto, ma comunque bastava che fosse silenzioso. Gli dava molta calma, e spesso lo distraeva dallo stress, specialmente legato alla sua identità. Se essere un detective e un poliziotto gli era facile, essere infiltrato in un’organizzazione criminale gli sembrava impossibile, soprattutto dopo la morte di Hiro.

Il ragazzo era l’unico contatto suo con la normalità all’epoca, ma dopo quanto era successo era ormai solo. Senza nessuno che ora conoscesse veramente, doveva sorbirsi una banda di criminali che era composta da tutti i tipi di persone possibili.

Non sapeva quanto sarebbe durato, ma ora doveva continuare.

Aveva fatto una promessa a Hiro, quando era morto, di smantellare, anche da solo, tutta l’organizzazione.

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Capitolo 3
*** Vecchio ***


VECCHIO

spoiler volume 100 (pubblicato da Star Comics) e episodio 1079 (subbato da Detective Conan Family Subs)

“Capo siamo arrivati” annunciò l’autista.

“Perfetto.”

Rum scese, con un cappello da baseball in testa e un bastone, Aveva fermato Gin nell'incontrare Rye, ne avrebbe testato lui la fedeltà. Entrò nel magazzino facendo finta di reggersi con il bastone, essendo vecchio, e si sedette su una sedia lì vicino. Rye lo ignorò completamente, aveva capito che l’organizzazione lo stava testando. Improvvisamente un signore robusto si fece vedere, si era probabilmente nascosto dietro uno dei container.

“Signore, non dovrebbe stare qui… È pericoloso.”

Rum ghignò, poi si alzò e uscì. Entrò in auto e fece segno di partire. Scrisse a Gin che era tutto saltato. Chiamò poi il capo.

“Rye è un NOC. Probabilmente FBI.”

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Capitolo 4
*** Puntuale ***


PUNTUALE

Una cosa che era importante per Korn? La puntualità. Chianti, la sua partner di lavoro? L’esatto opposto di puntuale. Bisognava sempre dirle che il ritrovo fosse un’ora prima del previsto, o non sarebbe mai arrivata in orario. L’unica eccezione fu quando Calvados le aveva dato un passaggio. Il giorno dopo infatti sembrava che fosse partito il diluvio universale.

Come faceva quella ragazza a essere sempre in ritardo era un mistero per l’uomo con gli occhialini. Con il tempo c’era ormai abituato.

Calvados gli scrisse: ‘incontro alle cinque di pomeriggio.’

Rispose con un semplice ‘ok’ poi scrisse a Chianti: ‘ci si trova alle quattro di pomeriggio.’, per poi spegnere il telefono.

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Capitolo 5
*** Bianco ***


BIANCO

Vermouth decise di andare in ospedale dopo quanto era successo. Le costole non erano messe affatto bene. Maledetto Akai Shuichi e quella dannata gattina dell’FBI.

‘Tutto questo bianco mi fa male alla testa.’ pensò la donna.

Essendo cresciuta nell’organizzazione, il bianco per lei era proprio un colore no, molto meglio il nero. Per questo detestava andare in ospedale, non detestava mica il resto, non era una bambina, solo il colore bianco. Ma d’altronde dalla figlia del capo cosa ci si poteva aspettare? L’attrice chiuse gli occhi, evitando a vedere quel contrasto con il nero, che lei tanto amava.

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Capitolo 6
*** Corsa ***


CORSA

Eccola, la fortuna di non avere una mente come la sua sorellina. Poteva partecipare a tutte le attività scolastiche extra. Da quando era entrata nel club di corsa si riteneva più felice. Non aveva l’organizzazione che la controllava, ma comunque aveva dovuto chiedere loro il permesso. Non avevano battuto ciglio, alla sola condizione di venir seguita da loro durante le trasferte. Lei aveva accettato, nonostante questo non la rendesse particolarmente felice, ma almeno praticava uno sport che voleva.

Akemi smise di pensare a tutte queste cose, preparò la borsa, e uscì di casa, diretta al campo di allenamento.

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Capitolo 7
*** Vergogna ***


VERGOGNA

In quel momento stava provando un qualcosa di completamente nuovo: vergogna. La vergogna di non essere stato chiaro fin da subito, la vergogna di averle mentito e la vergogna di essere la causa della sua morte. Perché Gin aveva sparato, ma la pistola era stata caricata da lui. Non era possibile dire altro. Alcuni suoi colleghi gli avrebbero detto che aveva fatto il suo dovere come agente dell’FBI, ma lui non la pensava come loro. Soprattutto quella volta. Aveva fatto uccidere la sua ragazza, che amava veramente. Sapeva dei rischi, ma comunque aveva deciso di frequentarla, all’inizio come infiltrato, ma poi si era innamorato sul serio di lei. La vergogna di quello che aveva fatto era veramente grande, sapeva però che non poteva cambiare le cose. Shuichi tirò un dardo contro la foto della faccia di Gin, e poi si preparò ad andare all’ospedale di Haido.

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Capitolo 8
*** Medaglia ***


MEDAGLIA

 Ogni uccisione era come una medaglia. Forse era questo che piaceva a Chianti. Non le importava mai chi fosse la vittima, bastava che uccidesse qualcuno. Innocente o no, bambino o adulto, per incarico o per divertimento. Lei uccideva. Korn non la pensava completamente come lei. Rischiavano altrimenti di far venir a conoscenza l'organizzazione e non volevano di sicuro questo. Andare in un’angusta cella per poi venire uccisi non stava proprio nella mente di Chianti. Ma lei uccideva lo stesso. Il divertimento e l’adrenalina che provava ogni volta le facevano venire solo più voglia di uccidere qualcuno. E se quel qualcuno recentemente fosse diventato quell’attrice da strapazzo, ancora meglio.

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Capitolo 9
*** Caccia ***


CACCIA

La caccia era il momento preferito di Gin: dopo che aveva ricevuto un incarico doveva comunque passare almeno un giorno a pianificare bene il piano, ma quando poi usciva per uccidere era il momento migliore. In quell'ultimo periodo la caccia si era focalizzata su Sherry, che si era permessa di tradirli per una sciocchezza. Il problema era che Sherry non era facile da trovare. Era sparita nel nulla e ci era quasi riuscito a trovarla e ucciderla ad Haido, ma quel giovinastro gli aveva rovinato tutto il piano. E di nuovo darle la caccia. Ma la caccia contro la ramata la adorava, voleva mettere di nuovo gli occhi sulla bella gattina e poi farla soffrire lentamente.

“Presto sarai nuovamente mia, piccola Sherry.”

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Capitolo 10
*** Libreria ***


LIBRERIA
spoiler volume 95 (pubblicato da Star Comics) e episodio 942 (subbato da Detective Conan Family Subs)

Quello era il suo posto più sicuro. La libreria della villa Karasuma era grande, e conteneva libri di qualunque tipo, qualunque anno e qualunque lingua. Naturalmente Renya Karasuma non aveva letto tutti i libri, anche perchè lui leggeva sempre gli stessi: i libri di Arthur Conan Doyle, i libri di Sherlock Holmes. Faceva quasi anche ridere che un uomo come lui leggeva le gesta del più grande detective della letteratura mai esistito. Ma d’altronde ogni volta coglieva dei dettagli nuovi, che prima gli erano sfuggiti. Il capo dell’organizzazione in quel momento si dovette staccare dalla lettura, poiché Rum lo aveva appena contattato. Chiuse il libro, lo rimise a posto e uscì dalla stanza.

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Capitolo 11
*** Secondo ***


SECONDO

Essere il secondo nell’organizzazione a lui non importava. Lo era sempre stato, era una buona posizione. Sapendo anche di avere il quasi totale appoggio del capo, Rum faceva spesso come credeva che fosse meglio. Certo, alcune volte commetteva anche lui degli errori, ma erano sempre poco notati. Perché se c’era qualcuno che li notava era probabilmente solo il capo. Ma a parte questo nessuno si immaginava che pure Rum potesse commettere degli errori. E poi c’era GIn, che mal lo sopportava, ma che sapeva che non poteva fargli nulla. Essere il vice dell’organizzazione gli dava anche il vantaggio di sapere tutte le informazioni prima che le notizie trapelassero nei piani più bassi, e molto spesso era lui che le lasciava trapelare, come le voci sul suo aspetto fisico.

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Capitolo 12
*** Clown ***


CLOWN

Pareva assurdo, ma Chianti aveva paura dei clown. Fin da bambina ne era terrorizzata, poiché aveva visto IT quando era piccola. La paura le era rimasta fino a quando era un’adulta. Calvados la punzecchiava su questo, prendendola anche un pò in giro, ma a lei non importava minimamente, nonostante qualche volte lo minacciava di bucargli il corpo con dei proiettili, alchè l’uomo rispondeva sempre di provarci, che tanto non l’avrebbe mai fatto, cosa vera, tra l’altro. Fortunatamente non aveva alcun problema con gli incarichi dell’organizzazione, non doveva mai incontrare un clown. E se mai fosse dovuto succedere sapeva che se ne sarebbe occupato Korn al suo posto. 

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Capitolo 13
*** Quadro ***


QUADRO

Vermouth si trovava al MET. Aveva deciso di andare a visitare il museo del MET Gala da sola. Non molto consigliato, poiché era ancora Sharon, ma voleva farlo lo stesso. E poi in quando nessuno sapeva chi fosse lei veramente andava tutto bene. Il museo era veramente gigante, e conteneva opere da tutto il mondo e da tutte le epoche. Sharon si fermò nella galleria del Rinascimento Italiano, soffermandosi su un quadro. Se c’era un’arte che aveva sempre apprezzato era quella. Di colpo il suo telefono ricevette un messaggio. Era Gin.

“É tutto pronto. Domani muori.”

“Teatrale, eh Gin? D’accordo. Grazie.” rispose lei, per poi uscire dal museo e dirigersi verso casa sua.

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Capitolo 14
*** Grembiule ***


GREMBIULE

Vodka si mise il grembiule, l’ultima cosa che voleva fare quella mattina era sporcarsi i vestiti. Maledì la sveglia, suonata terribilmente tardi. Si preparò in fretta dei pancakes, erano veloci e semplici, poi si sarebbe riuscito a preparare con un pò più di calma. Anche se, lui di calma non ne aveva. Tra meno di 20 minuti sarebbe dovuto essere alla base dell’organizzazione per un incontro. Gin l’avrebbe ucciso se avesse fatto tardi. Fortunatamente casa sua era abbastanza vicina alla base. Fece colazione, aggiungendo del caffè in poco tempo, e poi uscì di casa. Raggiunse la base al pelo.

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Capitolo 15
*** Lento ***


LENTO

Hidemi iniziò a compilare il rapporto per la CIA. Ogni due mesi era tenuta a compilare, soprattutto aggiungendo ogni informazione che aveva trovato. Ma dopo il suo coma, era molto più difficile trovare informazioni, d’altronde Gin e il capo non si fidavano affatto di lei. Non che fosse proprio sbagliato, ma comunque, era snervante. Si fece un tè, anche per provarsi a calmare. Arrivata a metà pagina si accorse che il tè era veramente lento a raffreddarsi, ma lei non l’avrebbe mai bevuto lentamente. Arrivata alla fine della seconda pagina il tè era finalmente freddo. Si accorse che però non aveva fatto le solite cinque pagine ma solo due. Il nervoso era alto: non aveva lasciato che suo padre si suicidasse per poi non essere in grado di trovare informazioni sufficienti per distruggere l’organizzazione. Sperava, ormai, che l’FBI l’aiutasse.

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Capitolo 16
*** Vetro ***


VETRO

“Hidemi? Siete consapevoli che sia mia figlia?” chiese Ethan sorpreso.

“Sì, certo, ma dovreste incontrarvi due volte massimo.” rispose un’agente, prima di chiudere la chiamata.

Ethan appoggiò il telefono alla scrivania e inspirò: aveva appena ricevuto quella notizia che non avrebbe mai voluto ricevere: HIdemi si stava infiltrando nell’organizzazione. Aveva provato a proteggerla, impedendole di entrare, ma alla fine era stato vano. La campana di vetro era stata infranta. Hidemi aveva solo 23 anni, non ne era neanche sicuro che fosse mentalmente pronta. Certo, se doveva tenere conto che era stata ben addestrata dalla CIA allora si, ma Hidemi sapeva che lui era lì. Nessuno poteva assicurargli che sua figlia non avrebbe fatto alcun tipo di sciocchezze.

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Capitolo 17
*** Tradimento ***


TRADIMENTO

Akemi era morta. Queste parole stavano rimbombando nella testa di Shiho da fin troppo oramai. Non le importava perché. Akemi era morta. La sua sorellona era stata uccisa da dei freddi assassini. Akemi non c’era più. Aveva perso tutti. Aveva deciso di tradire l’organizzazione.

La mattina dopo Shiho si rifiutò di andare al lavoro. Quando le venne chiesto il motivo lei rispose con: “Avete ucciso mia sorella. Non lavoro più.” Gin allora le tese una trappola: le disse che avrebbero discusso meglio la cosa, e che lei sarebbe dovuta venire. Un pò riluttante, Shiho si presentò alla sede, ma venne condotta in una stanza, dove venne ammanettata a un palo. Se lo aspettava, e maledì la sua stupidaggine. Ma era pronta, sapeva che il tradimento era la cosa giusta da fare.

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Capitolo 18
*** Grappolo ***


GRAPPOLO

Akemi stava mangiando un grappolo di uva rossa, quando un pensiero le balenò nella testa. Lei era come un acino d’uva, uno dei più piccoli, mentre il grappolo era l’organizzazione. Gli acini più grandi erano i membri con il nome in codice, come la sua sorellina. Povera Shiho, costretta fin dalla tenera età a lavorare su cose fin troppo complicate e le davano così tanto lavoro… eppure era un’adolescente. Akemi ne era sempre più convinta: era ora di uscire dall’organizzazione.

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Capitolo 19
*** Incontro ***


INCONTRO

L’aveva già vista quella bambina, ne era più che sicuro. Ma dove? Chi era? Di colpo, come un lampo, un’immagine entrò nella sua testa. Sherry. La figlia più piccola dei Miyano, che era appena scappata dall’organizzazione. Ma ora Sherry aveva 18 anni, quella bambina che aveva visto ne aveva massimo 9. Cosa era successo? Come poteva essere Sherry? Senza che nessuno lo notasse prese il computer e cercò subito nel server dell’organizzazione una foto di Sherry. Appena vide la foto capì che non c’erano più dubbi. Quella bambina era Sherry. E quell’incontro fortuito era un chiaro segno che avrebbe dovuto riportarla indietro. Pisco spense il computer.

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Capitolo 20
*** Sigaretta ***


SIGARETTA

Gin aveva l’impellente bisogno di fumare. Voleva solo togliere quel dannato stress. Tra Vermouth e i suoi dannati segreti, Kir e il continuo sospetto che aiutasse l’FBI, Chianti e Korn che facevano di testa propria, l’uomo era sempre stressato. Vodka poi, avrebbe potuto essere più d’aiuto, ma quell’uomo era praticamente tutti muscoli e zero cervello. Afferrò una sigaretta, l’accese e iniziò a fumare. L’odore di nicotina iniziò a imprimere la casa. Come si iniziava a sentire meglio… inspirò a pieni polmoni l’aria impregnata di fumo. Iniziava già a sentirsi meglio. 

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Capitolo 21
*** Pettegolezzo ***


PETTEGOLEZZO

“Ma è vero che Kir sta con Gin?”

“Beh secondo te com'è che ha preso il nome in codice così velocemente?”

Hidemi stava per esplodere. Il suicidio di suo padre era diventato questo? Un pettegolezzo che stesse con Gin? Fra l’altro, come diamine facevano a pensare che qualcuno si potesse innamorare di quell’assassino? Era incredibilmente assurdo. Entrò in una stanza, grazie al cielo vuota, e si sedette per terra, mettendo la faccia tra le mani. Doveva calmarsi o avrebbe preso a pugni qualcuno. Non le piacevano proprio questi commenti, soprattutto visto che erano inerenti a come era morto suo padre. Si asciugò le lacrime, che stavano scendendo, si calmò e dopo un paio di minuti uscì come se nulla fosse successo.

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Capitolo 22
*** Antidoto ***


ANTIDOTO

“Ai come sta andando la creazione dell’antidoto?” chiese Conan.

“Kudo, come sempre. lenta e non facile.”

“Ok, appena riesci fammi a sapere.”

“Va bene ciao.”

Ai chiuse la chiamata e si distese sul letto. Certo che Conan era proprio cocciuto. Gli aveva sempre detto che ci sarebbe voluto un bel po ' prima dell'antidoto. E non era una cosa facile da fare. Oltre che lei aveva una vita. Era scappata dall’organizzazione anche per questo: non lavorare e basta. E sembrava che ora l’unica cosa che dovesse fare fosse l’antidoto. Altro lavoro, e molto stressante.

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Capitolo 23
*** Sabbia ***


SABBIA

“Mare o montagna?” chiese Kir.

“Mare. La sabbia è super rilassante.” rispose Vermouth.

In quel momento però le due erano Rena Mizunashi e Chris Vineyard, e la prima stava intervistando la seconda per il promo del suo ultimo film.

L’attrice accanto a Sharon la guardò sorpresa.

“Ma come? La sabbia rilassante?”

“Beh sì. Non da troppo fastidio.” rispose Chris.

“Ci sei mai andata da piccolissima, quando te la mangiavi o te la lanciavi addosso?”

“Beh no. Perchè tu sì?”

“Non lo fanno tutti?” chiese la collega, guardando Rena.

“Io sono più da montagna che da mare. Da bambina ci andavo raramente, non lo so.” ammise lei.

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Capitolo 24
*** Tremore ***


TREMORE

Akemi starnutì. Ma chi aveva avuto l’idea di non accendere ancora il riscaldamento? Oramai aveva freddo e era spesso in preda al tremore. Shiho riusciva tranquillamente a stare in quei posti congelati, probabilmente lavorare con dei fornelli aiutava. Stufa di stare lì, chiamò Rye.

“Hey, puoi venirmi a prendere? Qui hanno deciso di non accendere il riscaldamento.”

“Ma se siamo a dicembre? Ok va bene, dammi una ventina di minuti e sono lì da te. Poi ti porto a casa mia ok?”

“Perfetto. Grazie mille.”

I due terminarono la chiamata.

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Capitolo 25
*** Manette ***


MANETTE

Rei stava correndo, cercando un criminale che era sfuggito a Kazami. Appena riuscì a braccare la strada al criminale, questi provò ingenuamente ad aggredire Rei, scambiandolo per un passante. In effetti oggi non era proprio di servizio, ma comunque, aveva ricevuto una chiamata e si era messo ad aiutare. Atterrò il criminale e gli mise le manette ai polsi, per arrestarlo. Kazami arrivò in quel momento.

“Furuya-san! Mi dispiace…”

“Oramai è tardi per dispiacersi, capita. La prossima volta eviti proprio che cose di questo genere possano capitare.” disse Amuro, tranquillamente.

“Si certo. Mi scusi ancora.”

Amuro si allontanò, diretto verso il Poirot.

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Capitolo 26
*** Mandorla ***


MANDORLA

Era uno dei suoi primi incarichi ed era molto semplice: avrebbe dovuto avvelenare una persona che era diventata ormai scomoda per l’organizzazione. Anche il piano era semplice: si sarebbe introdotto da solo nella sala di ricevimento e avrebbe avvelenato il bicchiere. Essendo la vittima una persona con poca protezione sarebbe stato facile. Rum entrò nella sala e incontrò subito la vittima, che riuscì a distrarre sufficientemente da inserire nel bicchiere del cianuro.La vittima, un direttore di un’azienda, bevve quasi subito dopo la fine della loro breve conversazione il bicchiere, mentre Rum si allontanava. Notò, con suo compiacimento, che la vittima iniziò a star male. Quando quest’ultimo si accasciò a terra Rum poté sentire di già un odore di mandorla. Il piano era andato a buon fine. Il futuro numero due dell’organizzazione uscì.

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Capitolo 27
*** Compleanno ***


COMPLEANNO

Sharon si svegliò quella mattina già nervosa: era il suo compleanno. Se c’era un giorno che non le piaceva era proprio quello: il compleanno era un giorno dove si celebrava un anno passato, dove la gente cresce. Ma lei mica cresceva. Il suo telefono stava trillando in continuazione, probabilmente messaggi dai suoi colleghi attori. Maledetto il momento in cui disse la sua vera data di compleanno, anche se l’anno sbagliato. Iniziò a scrollare i messaggi fino a quando arrivò al messaggio di Gin. Che c’è? La prendeva in giro? Vermouth aprì il messaggio.

“Hai un nuovo incarico, è nella posta.”

Vermouth sospirò sollevata. Finalmente un qualcosa che non le ricordava che giorno fosse oggi.

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Capitolo 28
*** Nascondere ***


NASCONDERE
spoiler Film 26 (già uscito in Giappone, ma non ancora subbato in Italia)


Pinga iniziò a prepararsi. Un’altra giornata noiosa come mai al Pacific Buoy. Si fece delle trecce, che poi fu obbligato a nascondere sotto una parrucca. Come detestava oramai essere Grace. Non era lui, si sentiva finto. Ma d’altronde Grace era finta. Non esisteva sul serio. Legalmente? Sì, grazie all’organizzazione. Ma non era reale. Ma oramai ci aveva fatto l’abitudine, ogni volta a venir chiamato con un nome diverso, a rispondere con una voce falsa, a essere non lui. Trascurando questi sentimenti si vestì e si mise una sciarpa al collo, grazie al cielo leggera. Uscì poi dalla stanza e si avviò verso la main room.

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Capitolo 29
*** Argilla ***


ARGILLA

Akemi sbuffò. L’organizzazione le aveva appena assegnato un incarico per poi permettere a lei e a Shiho, la sua sorellina, di uscire definitivamente. La sua ansia era veramente alta, non poteva sbagliare nulla. In quel momento si sentiva come l’argilla. Era talmente delicata che un semplice tocco poteva distruggerla. E quel tocco era quello dell'organizzazione. Maledetti assassini. Volevano tenerle prigioniere per sempre, specialmente Shiho, troppo intelligente per loro. Ma non era giusto: le tenevano separate, Shiho era andata in America a studiare, lontana dalla sorella. Akemi sospirò, più stanca che mai. Prese il telefono e, ignorando i rischi, inviò una mail a Dai, sperando di ricevere una risposta e un aiuto.

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Capitolo 30
*** Domino ***


DOMINO

Curaçao era ben consapevole di cosa stesse facendo: quando avrebbe inviato le informazioni a Rum, nell’organizzazione si sarebbe scatenato un effetto domino in molti reparti, probabilmente. Nonostante fosse alla guida, afferrò il suo telefono e iniziò a scrivere il messaggio con la lista dei NOC, soffermandosi poi su i sospetti principali. Dei fari l’abbagliarono e fu quindi costretta a inviare l’e-mail, non completa. Sperava che Rum avesse inteso comunque il significato di quel messaggio.

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Capitolo 31
*** Tomba ***


TOMBA

Uccidere era una cosa che Gin adorava. Sentire la pistola rilasciare il proiettile, le ultime urla della sua vittima, prima di finire praticamente nella tomba, il silenzio gelido dopo la fine di tutto. Non importava chi fosse il povero malcapitato, se moriva andava bene. Era anche per questo che con il tempo era diventato uno degli assassini più freddi di tutta l’organizzazione, ma a lui non importava. Uccideva? Sì. E allora andava bene.

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