In Cerca di Ash

di ElectricSneeze
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una Questione Ancora Aperta ***
Capitolo 2: *** Le Fontane della Conoscenza ***
Capitolo 3: *** Il Filo Rosso del Destino ***
Capitolo 4: *** Migliaia di Vite in Pericolo ***
Capitolo 5: *** # Scene tagliate # ***



Capitolo 1
*** Una Questione Ancora Aperta ***


CAPITOLO UNO
UNA QUESTIONE ANCORA APERTA

La folla è ancora in delirio dopo l’ultimo pezzo. I Thunder Rats sono a metà concerto ed è tempo per placare gli animi con un pezzo romantico. Dopo aver bevuto un sorso, Ash Ketchum, cantante e leader della band, torna al microfono «Questa canzone l’ho scritta per una persona speciale. Una persona speciale che per colpa mia persi molti anni fa… Ma se sei la fuori da qualche parte questo è per te!»

[Soundtrack: Ratt - You’re Givin’ Yourself Away]
«You say you don’t want me
You say you don’t care
You say that your heart
Ain’t got no room for me there
You say you don’t need me
But I know that it’s just a lie
‘cause when you call me in the night
Tellin’ me your life is better off without me
How come you’re sleepin’ all alone
Tellin’ me you don’t ever think about me...
…Hey, you’re givin’ yourself away
It's there in every move you make
You can’t hide your heartache away
Hey, it’s somethin’ you don’t have to say
It's written in the tears on your face
I see through the part that you play
Your givin’ yourself away
...»

Lentamente la musica si fa più distante, come in una lunga dissolvenza… Misty apre gli occhi «Era un sogno», pensa, mentre è ancora abbracciata al cuscino. Sbuffa e si raggomitola ancora un po’ tuffando il volto nel guanciale.
*knock knock* «Misty? Pigrona, stai ancora dormendo?» Esclama Daisy.
Si ode un mugugno che somiglia a un sì.
«Misty, ti sei dimenticata che giorno è oggi? Dai fatti bella e scendi, gli ospiti stanno già arrivando!»
Misty si mette seduta sul letto e guarda l’ora: sono quasi le 10 di mattina. Ieri lei e le sorelle hanno fatto tardi coi preparativi per l’inaugurazione della nuova piscina all’aperto. Pensa che forse avrebbe dovuto invitare Ash… Scuote la testa: ma no, che va a pensare, non si vedono da un sacco di tempo e non le sarebbe nemmeno balzato in mente se non fosse stato per quel sogno. Così si alza e si va a preparare.

È passata mezzora e Misty scende al piano terra. Ha i capelli corti sciolti e veste un elegante kimono rosa che ricorda vagamente quello che indossava da bambina a motivo seaking e bolle.
«Eccola qui la sorella dormigliona!» Lily la accoglie all’uscita della palestra.
«Guarda quanta gente è venuta all’inaugurazione!» Esclama Misty sbalordita.
«E abbiamo appena cominciato, ne arriveranno molti altri per lo spettacolo! Dai, vai a cercare qualcuno di carino là in mezzo!»
«Lily!» Esclama Misty imbarazzata.
«Ho visto un tipo interessante prima da qualche parte. Vallo a prendere tigre!»
«Se permetti me li so cercare da sola i tipi carini!»
«Non sembrerebbe…» Replica Lily allontanandosi con fare di sufficienza.
«GRRR!» Ruggisce Misty imbestialita con la sorella già di prima mattina. In qualche modo Lily riesce sempre a farle saltare i nervi, ma anche le altre due non scherzano. Poi un imprevisto accade…
«PSYYY!! PSYYY!! *blub blub* PSYYY!!» Psyduck è scivolato in acqua e sta annegando… In qualche modo annegando… Sì insomma, lo so che è un’anatra ma lui ci riesce.
«Ah quanto è tonto!» Sbuffa Misty, mentre sta già correndo alla piscina. Velocemente si sfila il kimono rimanendo in costume da bagno e si tuffa in suo soccorso riportandolo a terra. Intanto Violet arriva con un asciugamano mentre un gruppetto di persone si è radunato per vedere cosa sta succedendo.
Avvolta nell’asciugamano Misty si china su Psyduck abbracciandolo «Psyduck, ti sei spaventato?»
«Psy…» Esclama il papero con voce triste.
Misty si rimette in piedi e sconfortata gli dà un colpetto in testa «Tonto!»
«Psahi!»
«Forse avremmo dovuto tenerlo d’occhio», si scusa Violet, «ma c’è così tanta gente oggi che non abbiamo un minuto libero».
«A proposito di minuti liberi, meglio che me ne prenda qualcuno per asciugarmi».
«Sì hai ragione, ma non abusare di questa scusa per sottrarti ai tuoi doveri di padrone di casa. Ricorda: sorridi e sii gentile con gli ospiti!»
«Sembra proprio la mia descrizione!» Risponde sarcastica Misty congedandosi da Violet.
Ancora avvolta nell’asciugamano, Misty raccoglie il suo kimono da terra e si dirige verso la palestra. Cammina in mezzo agli ospiti asciugandosi i capelli con l’asciugamano, poi una voce richiama la sua attenzione «Scusami, sei Misty la capo palestra, giusto?»
Lei si volta. Impossibile non notarlo: è un bell’uomo sulla quarantina, elegante sia nel vestito che nel portamento. Potrebbe essere lui il tipo a cui si riferiva Lily?
«Sì sono io…» Risponde lei non potendo far a meno di ammirarlo, “ma se sei qui per un incontro devo dirti che la palestra riaprirà domani».
«Ma certo che no, non sono un allenatore di pokémon», risponde lui sorridendo. «Sono rimasto colpito dalla tua determinazione! Non hai perso un secondo di tempo e ti sei subito tuffata in acqua per salvare il tuo psyduck. Vedo che le voci sul tuo conto sono ben riposte».
Ancora coi capelli umidi e arruffati Misty si sente lusingata e un po’ imbarazzata «Oh beh… grazie…»
«Sai anch’io una volta salvai un mio amico dall’annegamento. È una storia emozionante… Ma fa freschino qui, penso che potrei raccontartela dopo che ti sarai cambiata d’abito».
«Ok», risponde lei sempre imbarazzata, «ci vediamo qui tra qualche minuto». Entra in palestra e scompare in camera sua.

La piacevole sensazione dell’aria calda del phon in testa viene rovinata solo dal suo fastidioso suono, ma Misty ha ben altri pensieri in testa. È certamente un uomo di un certo fascino, non c’è che dire, anche se odia dar ragione a sua sorella. Forse Misty è un po’ impacciata quando si tratta di relazioni sentimentali, come se perdesse improvvisamente la sua sicurezza e il suo caratteraccio, ma c’è un altro ma: Ash. Proprio lui. Non lo vede da vent’anni eppure eccolo apparire nei suoi pensieri ogni volta che conosce qualcuno. Ma non questa volta: è da più di un mese, infatti, che è ricomparso nella sua mente, questa volta apparentemente senza motivo. Perché la sua mente la tormenta così? Ash è stata una cottarella da bambini! Ok, magari la sua prima cotta, il primo ragazzo che le è mai piaciuto, l’unico ragazzo con cui si trovava davvero bene… Ma è ora di finirla! Il mare è pieno di pesci e uno di loro la sta aspettando di sotto. Deve dargli una possibilità! Così, convintasi dell’insensatezza dei suoi pensieri e con nuovamente indosso il suo kimono, Misty torna giù dal tipo.
«Hey lo sai che sei proprio deliziosa con quel kimono?» Esclama lui appena la vede.
«Grazie», esclama lei sempre un po’ imbarazzata, «non mi hai ancora detto il tuo nome».
Il tipo sembra imbarazzarsi un poco, si agita e si passa la mano davanti alla bocca «Il mio… hem… nome è… Pincopallino».
«Oh», esclama lei imbarazzata per lui, «beh, senz’altro un nome… facile da ricordare?» Cerca di essere gentile e a stento di trattenere il sorriso.
«Ma lasciamo perdere il mio, hem, nome, perché l’importante è la mia azienda! Sai, faccio belle cifre con l’aerotrasporto merci…»
«Sei un pilota?»
«Quando ero più giovane sì. Ho trasportato merci in tutto il mondo e conosciuto tante persone e culture diverse. Ora sono io a dare gli ordini e volo solo nel tempo libero. Sai, mandare avanti un’azienda è una bella responsabilità, ma a grandi sforzi corrispondono grandi ricompense!»
«Ah sì, credo di capire quel che dici, anch’io mi impegno molto per essere sempre all’altezza di essere una capo palestra di una delle otto palestre ufficiali della Lega Indigo! L’altro giorno è venuto questo allenatore che…»
Lui la interrompe «Sì, beh, non è proprio la stessa cosa sai…»
Misty è perplessa «Che cosa intendi dire?»
«Gli incontri di pokémon… Un lavoro che richiede una certa abilità, certo, ma non è paragonabile alla responsabilità del trasporto merci. Aziende di tutto il mondo necessitano consegne integre e puntuali per essere produttive. Senza offesa eh!»
Misty però si offende lo stesso e la sua personalità “vera” riemerge «Hey! Ci vuole impegno e dedizione per allenare pokémon! Non credere sia un lavoro che possa improvvisare un qualsiasi bambino di dieci anni!»
«Beh se Psyduck è il tuo risultato migliore…»
Misty ha sgranato gli occhi e gli sta per saltare al collo quando arriva Daisy sorridendo «Misty, vedo che hai conosciuto Pincopallino! È grazie a lui se abbiamo potuto installare quelle splendide mattonelle di marmo ceruleo di Alola che vedi in piscina!» Mette una mano a lato della bocca e sussurra «Il dirigente dell’azienda è un suo amico e ci ha fatto un ottimo prezzo…»
«Se volete scusarmi…» Ruggisce Misty, voltandosi e rientrando in palestra.

Passa un’altra mezzora e ritroviamo Misty a trafficare in piscina, intenta a sistemare cose e spostarne altre (esatto, non ho idea di come si chiamino gli oggetti che stanno intorno alla piscina). L’elegante kimono rosa ha ceduto il posto ad una semplice maglietta e, soprattutto, è ancora irritata.
Le tre sorelle al completo la raggiungono «Misty! Si può sapere che ti prende? C’è una festa la fuori!» Esclama Violet.
«Le feste mi danno sui nervi!» Sbuffa lei, senza degnarle di uno sguardo, continuando a trafficare con l’attrezzatura.
«Te l’ho detto Violet: ha litigato con Pincopallino», continua Daisy.
«Il bonazzo?» Domanda Lily.
«Sentite, ho un sacco di lavoro da fare, perché non tornate alla festa e non ne riparliamo più?»
«Io ve l’avevo detto che ha qualcosa che non va…» Sbuffa Lily con sufficienza.
«GRRR!» Pensa Misty tra sé e sé.
«Misty, siamo preoccupate per il tuo atteggiamento…» Esclama Daisy.
Misty abbandona quello che sta facendo e si volta aggressivamente «Il MIO atteggiamento?? Perché non quello di mr. pinco pallino super importante? Scusatemi se non ci ho fatto amicizia, ma penso che sopravviveremo lo stesso!»
«Non intendevo con lui in particolare, mi riferivo al tuo atteggiamento verso gli uomini in generale».
«Oh no, non di nuovo…» Sbuffa lei, abbassando testa e braccia afflitta.
«Dicci solo perché continui a scappare da tutti i tuoi corteggiatori», chiede Violet.
Misty rialza la testa e urla stringendo i pugni «Ma perché non vi fate i fattacci vostri impiccione!!»
Violet continua «Pincopallino non ti sta simpatico, ok; Marco pigliamosche no perché odi gli insetti; Luigi cervellone no perché emanava cattivo odore; John marinaio no perché era inaffidabile; Tobias rischiatutto aveva il vizio del gioco; Karl mangiafuoco no perché… Beh d’accordo, lui era comunista… E la lista è infinita, Misty! Cavolo, l’unico ragazzo con cui andavi d’accordo era…»
«ASH!» Urla Lily, interrompendo sua sorella. «Tu stai ancora pensando ad Ash!»
*blush* Misty diventa rossa come un peperone.
Passa qualche secondo poi Daisy rompe il silenzio «Ora si spiega tutto…»
«Questa cosa richiederà anni di terapia…» Pensa ad alta voce Lily.
«Era una cotta infantile!» Incalza Violet, «capisco la nostalgia ma ci sono molti altri uomini interessanti!»
«Intanto con lui stavo bene…» Replica Misty, incrociando le braccia e distogliendo lo sguardo.
«Sii realista: sono passati vent’anni, lui non è più il bambino che ricordi!»
«Umpf, non è detto!»
«Le persone cambiano, crescono… Sarà sposato ormai!»
«Non stava assieme a quella… Come si chiamava? S… Sara? Serranda? Serena!» Lily mette il dito nella piaga.
«NON MI IMPORTA DI LUI!» Sbotta Misty, «io voglio stare con qualcuno che mi faccia stare bene e caso vuole che sia fatto come Ash, ma non dev’essere per forza lui!»
«Violet ha ragione: le relazioni sentimentali tra adulti sono diverse e se continui a paragonare gli uomini adulti all’idea infantile che hai di Ash…»
Daisy cerca di essere realista ma viene interrotta da Misty «Diverse in cosa?? Cosa gli impedisce di essere rimasto lo stesso bambino di un tempo??»
«Beh ad esempio l’aver scoperto la…»
Lily viene interrotta da Misty «BASTA COSÌ! Sono stufa di voi tre impiccione! E sono stufa dei vostri continui consigli di saggezza non richiesti! Sono perfettamente in grado di cavarmela da sola! Troverò Ash e chiuderò questa faccenda una volta per tutte!» Termina, passando in mezzo alle sorelle, spingendole via poco educatamente e scomparendo in camera sua.

Passano solo cinque minuti e Misty sta già scendendo le scale con shorts, maglietta gialla, bretelle e sacca rossa.
«Misty, dai, sii ragionevole! Non volevamo…» Daisy si interrompe da sola dato che Misty ha già sbattuto le porte della palestra non degnandole di uno sguardo.
«Infantile come sempre», esclama saccente Lily.

«Psyduck, rientra!» Il raggio laser richiama il papero nella sua sfera mentre Misty cammina a grandi passi infuriata. E dove va una donna quando è infuriata? Esatto: al buffet! Per fare provviste per il viaggio s’intende.
«Vedo che sei di buona forchetta ma, se vuoi un consiglio, credo ti donasse di più il kimono…»
Misty riconosce la voce, si volta e gli ruggisce in faccia «Questo perché sei solo un pinco pallino qualunque! E non perderò più un secondo di tempo con te!» Poi si allontana, mentre lui rimane pietrificato sul posto. Quel rude maschiaccio non può essere la stessa ragazza che ha conosciuto prima!

E così Misty afferra la sua bici e scompare all’orizzonte in direzione Pallet town. Riuscirà a trovare Ash? E se sì che cosa gli dirà? Riuscirà ad accettare che l’Ash reale e l’Ash nella sua testa non sono più la stessa persona? E a quel punto, ci metterà una pietra sopra, tornerà a casa e farà meno la schizzinosa? Lo scopriremo nelle prossime puntate di Pokémon

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Capitolo 2
*** Le Fontane della Conoscenza ***


CAPITOLO DUE
LE FONTANE DELLA CONOSCENZA

Dopo aver sgranocchiato qualcosa rubato al buffet, Misty riprende a pedalare lungo un sentiero in un bosco da qualche parte tra Cerulean city e Pallet town, in un bel pomeriggio di sole. È passata qualche ora da quando ha litigato con le sue sorelle, o loro hanno litigato con lei, a seconda di come la volete vedere, ma è determinata a porre fine a questa storia. Non può continuare a pensare ad Ash, deve mettere fine a questa ossessione se vuole sbloccarsi con gli uomini. Certo, la relazione con Ash è stata speciale, ma deve capire che appartiene al passato. Come dicevano le sorelle: oggi lui sarà una persona diversa.
Misty scrolla la testa «No! Non possono aver ragione loro!» E continua a pedalare, cercando di scappare da ciò che in fondo sa essere la verità.

Poco più avanti ecco apparire una coppia di ciclisti che, fermi ad una fontana, si trovano nel bel mezzo di una litigata. Misty si ferma controllare che vada tutto bene. Non ci vuole molto a capire da chi abbia preso l’impiccionaggine…
«Non è bucata, sei tu che non l’hai gonfiata prima di partire!» Sbuffa lei cattedratica.
«So riconoscere una gomma bucata quando ne vedo una!» Risponde arrabbiato lui.
«Già, non ti sfugge mai nulla guarda…»
«Se magari mi dessi una mano a trovare il buco potrei ripararlo…»
«Beh se non ci arrivi da solo non c’è niente che io possa fare…»
«Sai, a volte mi sembra di stare assieme ad un vegetale! Un vegetale che sta sempre a lamentarsi ma non fa mai niente per cambiare le cose!»
«Oh certo è tutta colpa mia! Sei stato TU a voler iniziare questa relazione e adesso stai dando la colpa a ME se non funziona?»
«Io ce la sto mettendo TUTTA!»
«E non è abbastanza!»

Misty scuote la testa irritata e riprende il suo viaggio. Mai aveva visto un tale scarico di responsabilità! Come hanno fatto quei due a mettersi assieme? Poi un brutto pensiero le balena in testa: è spaventosamente simile a quello che accadde con Ash! Dopo che la bici fu riparata e lei dovette tornare a casa, Ash non fece nulla per fermarla! D’accordo, la chiamò “grande amica” ma la lasciò andare! Perché quell’idiota non l’ha fermata? Avrebbe dovuto prenderla per un braccio, tirarla a sé e baciarla! Inchioda la bici in mezzo al sentiero «È tutta colpa sua!» Esclama, lei era cotta marcia e lui l’ha lasciata andare! «No un momento…» Misty comincia a dubitare di questa versione della storia, «io non sono un vegetale! Sono la capo palestra di Cerulean city e lo ero anche allora! Non certo una che si lascia mettere i piedi in testa tanto facilmente. Avrei dovuto fare qualcosa! Avrei dovuto dirgli…» Si blocca, poi sbuffa abbassando la testa e chiudendo gli occhi «Come avrei potuto? Non avrei potuto reggere il suo rifiuto. Ash per me era l’unico ragazzo che abbia mai… Beh insomma, era importante per me…» Una lacrima le scorre sul volto «Avrei voluto viaggiare con lui in eterno e quando mi ha chiamato grande amica mi sono sentita un po’ morire dentro…» Sospira, rialza la testa, si asciuga la lacrima e sorride «Ma non l’ha fatto apposta: era così ingenuo, haha!» Ridacchia e conclude «Penso che la responsabilità sia stata di entrambi e non ha senso entrare in conflitto su questo. Non voglio diventare come la coppia di prima!» Nuovamente la motivazione torna sovrana e la bici riparte alla volta dell’Mt Moon.

Dopo aver decimato la popolazione di zubat che vi dimorava, meritandosi il primo posto come rischio biologico per la sopravvivenza della fauna locale, finalmente Misty ha l’Mt Moon alle spalle e la strada davanti tutta in discesa. «WEEE!!» Sfreccia giù dalla collina provando il brivido della velocità, con il vento che le accarezza la pelle e si infila tra i capelli raccolti, fino a quando non incontra un’altra coppia che litiga vicino ad un’altra fontana. Pinza i freni per andare a curiosare, perché proprio non riesce a resistere dal ficcare il naso in faccende che non la riguardano!
«E me lo dici così?» Esclama lui scioccato, quasi in lacrime.
«Scusa… Non sapevo come dirtelo». Risponde lei un po’ scocciata.
«Pensavo andassimo alla grande! Come hai potuto??»
«Oh adesso non farne un dramma! Dopotutto è una cosa normale, tutti lo fanno…»
«IO NO!»
«Perché sei un imbranato! Senti, le persone tradiscono, è un fatto. La vita è una sola e va vissuta al massimo! E io non voglio perdermi nulla!»
«Quindi io sono solo un peso per te? Un giocattolo per farti divertire?»
«Ma certo che no, sciocchino! Io sto bene con te, ma non mi chiedere l’esclusiva! Io amo conoscere persone stimolanti, ampliare i miei orizzonti, vedere gente e fare cose…»
«Ma perché creare relazioni clandestine?? Io non vado a letto coi miei amici!»
«Sei davvero così ingenuo? Non mi dire che non hai nemmeno pensato a cercare qualche amica speciale…»
«Cavolo no!»
«Tsk, ovvio, sei un imbranato…»

Per la seconda volta Misty se ne va sbuffando irritata. Come si fa ad essere così opportunisti e senza cuore? Quel tipo sembrava sinceramente coinvolto e lei lo tratta come uno tra tanti? Dannazione, lei non lo farebbe mai con Ash! E non accetterebbe mai che Ash lo facesse con lei! Poi, pedalando, improvvisamente una domanda le cetaceo in testa: e se stesse sprecando i suoi anni migliori con l’uomo sbagliato? Effettivamente la vita è una sola e non viverla appieno è un crimine. Chi le impedisce di stare con qualcuno e contemporaneamente mantenere relazioni clandestine? Occhio non vede, cuore non duole, dice il detto. Potrebbe ottenere molto di più di quello che otterrebbe da una relazione sola! Il pensiero la tenta, ma poi «Idea allettante, ma come la mettiamo con Ash?» Misty se la prende con sé stessa «Ammettendo che oggi sia finalmente in grado di capire cos’è una relazione sentimentale, soffrirebbe come quel povero disgraziato di prima sapendo che l’ho ingannato! Una relazione è basata sul rispetto e sulla fiducia reciproca, usarlo così, come se non avesse sentimenti e la sua esistenza fosse esclusivamente assoggettata al perseguimento dei miei interessi personali, come fosse un mio schiavetto o un mio animale domestico… Cavoli, non lo farei con Psyduck e dovrei farlo con Ash?» Poi però deve ammettere che «E se Ash non facesse lo stesso per me? Se fosse lui quello con le relazioni clandestine, a cui non basto io sola e che rincorre il desiderio di avere una vita piena? Non è quello che ha fatto? Andarsene per la sua strada mettendo i suoi sogni davanti a me e Brock?» Ci pensa un attimo e poi «Eravamo bambini e oggi non posso sapere come agirebbe. Se lo facesse… allora avrei la prova che non è il mio Ash!»
Misty prosegue il suo viaggio con la consapevolezza che, se le cose non andranno come previsto, dovrà avere la forza di lasciarlo andare.

Viridian Forest le fa sempre un po’ paura: pokémon coleottero spuntano da ogni cespuglio, oltre agli stormi di beedrill che attaccano spesso e volentieri gli ignari passanti. Vien da chiedersi perché la gente ami tanto passeggiare in questa foresta, tipo quella coppia laggiù, che sta litigando vicino ad una fontana.
«Tutto qui? Solo per il sesso?» Domanda lui sconsolato.
«Come solo? È una cosa bellissima!» Risponde lei stupita, come se fosse una cosa ovvia.
«Certo che è bellissimo, ma tutto il resto? Tutte le cose che abbiamo fatto insieme come i lunghi discorsi, gli abbracci affettuosi, l’esserci l’uno per l’altro, i progetti futuri…»
«HAHA! Non essere ingenuo! Quando siamo andati al cinema, al nostro primo appuntamento, pensavi davvero che me ne importasse qualcosa del film?»
«Quindi quando abbiamo passato la serata a parlare del film ti sei annoiata?»
«Beh all’inizio pensavo fossi un po’ timido e ti ho dato tempo…»
«E tutto il resto che abbiamo fatto insieme? Non ti è mai importato niente? Avevi solo un obiettivo in testa?»
«Beh è brutto dirla così… Diciamo che è buona educazione fingere che non ci stiamo frequentando solo per portarci a letto, ma alla fine è così. Le cose che facciamo assieme servono solo a temporeggiare».

Ancora una volta Misty riprende il cammino con disdegno. Quando vuoi solo andare a letto con qualcuno perché fingere che non sia così? Non sarebbe meglio dirglielo direttamente o perlomeno farglielo capire senza troppi giri di parole? Rendi note le tue intenzioni e le tue relazioni ne gioveranno! Incontrerai molte persone con i tuoi stessi obiettivi e non ingannerai o confonderai le altre! Poi un pensiero le capodoglio in testa «E se io stessi pensando ad Ash solo per… No! Non è possibile! La nostra relazione non ha niente a che fare con quello! Cioè sì, ovvio che voglio… ma non è solo quello, credo…» Prende in considerazione l’eventualità «E se dopo aver fatto l’amore il mio interesse per lui svanisse? Per quanto assurdo sia potrebbe accadere. Ciò mi renderebbe una brutta persona? Beh certo che no! Però tutto quello che penso di lui, di me, di noi, sarebbe tutto sbagliato. Forse ho solo bisogno di portarmelo a letto e non lo voglio ammettere…» Poi, pensandoci un attimo, cambia idea «No, io so quello che voglio! Ash non è solo questo per me. Ne abbiamo passate tante insieme ed è stato un grande amico, una figura importante nella mia vita. Si è sempre dimostrato premuroso nei miei confronti e mi ha aiutato a crescere e affrontare le sfide che ogni giorno ci si presentavano davanti. Ci siamo spalleggiati a vicenda migliorandoci l’un l’altro nel nostro percorso per diventare allenatori di pokémon. Anche se alla fine ci siamo persi di vista… Ma io ho continuato a pensare a lui perché è diventato una parte di me e quell’Ash vivrà sempre dentro di me, anche se l’Ash reale si dimostrerà diverso».
Chiarita la natura della sua relazione con Ash, Misty si accorge di essere ormai uscita da Viridian Forest. Assorta nei suoi pensieri si era completamente scordata della sua paura degli insetti.

Pedalando attraverso Viridian city, Misty non può non notare un delizioso negozio di abiti da sposa. Sebbene lei non si voglia sposare, in qualche modo gli abiti da sposa hanno sempre un certo fascino: così eleganti e costosi… Sospira e volta la testa con noncuranza, notando una fontana.
«Oh no! Non di nuovo!» Fa appena in tempo ad esclamare, prima che una coppia si fermi a guardare la stessa vetrina.
«Guarda caro! Non è il più delizioso abito che abbiamo visto oggi?»
«A me sembra uguale a tutti gli altri: lungo e bianco».
«Ah gli uomini… Proprio non capite quanto queste cose sono importanti per noi!»
«È che non sono convinto… Mi sembra stia succedendo tutto così in fretta…»
«Ma cosa dici, ciccino? Noi ci amiamo e il matrimonio sarà il picco più alto della nostra relazione!»
«Quindi dopo non potremo fare altro che scendere?»
«Umpf! Il matrimonio è il coronamento ultimo dell’amore! O forse non mi ami?»
«Certo che ti amo! Ed è proprio per questo che non capisco perché tu sia così ossessionata dal matrimonio! Io non voglio forzare le cose. Io non ho bisogno di nessun anello o contratto scritto per stare con te. Io sto con te perché ti scelgo ogni giorno!»
«Senti bello, io DEVO sposarmi! E se non mi ami abbastanza per farlo troverò qualcun altro disposto a mettermi un anello al dito!»

Misty rimonta in bicicletta stizzita. Quel ragazzo aveva ragione: quando ami qualcuno lo scegli ogni giorno senza aver bisogno di firmare contratti. Sembra che quella ragazza fosse più innamorata del matrimonio che del suo partner! Poi un pensiero le megattera in testa «E se io sentissi questa spinta a stare con qualcuno solo perché devo? Solo perché le mie sorelle continuano a insistere?» Si ferma proprio davanti alla palestra di Giovanni, ammirandone l’imponenza «Io sono una capo palestra! Amo il mio lavoro! Forse è la mia ossessione per Ash unita alle insistenze delle mie sorelle a farmi pensare che debba per forza stare con qualcuno. Forse io sto bene da sola». Ci pensa solo un momento e poi tutto le è chiaro «No, io volevo bene ad Ash e gliene voglio ancora! E sorelle a parte, non voglio passare il resto della mia vita da sola. Ma per sbloccarmi ho bisogno di chiarire questa cosa con Ash!»
Chiarito che il suo bisogno di relazioni è naturale e non forzato da nessuno, Misty esce dalla città continuando a pedalare con il grande sole rosso che tramonta alla sua destra.

Quella sera, avvolta nel suo sacco a pelo, Misty sta guardando il cielo stellato. I pidgey stanno dormendo sulle piante e le foglie sono mosse dalla leggera brezza. È tutto così tranquillo da poter udire persino il debole suono dell’acqua che scorre da una fontana distante. Misty sta pensando a ciò che le sue sorelle le hanno detto: più che essere un dolce ricordo, Ash potrebbe essere un’ossessione. Un’ossessione che le sta impedendo di vivere una relazione sana con qualcun altro che non sia lui. Un’ossessione che la sta corrodendo nel profondo e che le impedirà di lasciarlo andare anche una volta chiarito che non è più il bambino di un tempo. Perché fare tutto questo? È tutto troppo cinematografico! Lei che parte per un viaggio alla ricerca di un vecchio amico per chiudere una questione in sospeso… Potrebbe funzionare in una fanfiction ma nella realtà no. Il viaggio è solo metaforico, qualcosa che avviene solo nella sua testa. Poi un pensiero le misticeto in testa: dovrebbe iniziare a comportarsi da adulta, tornare a casa, dare una possibilità al prossimo bel tipo che incontra e imparare a vivere una relazione apprezzandola per quello che è e non per quello che si aspetta che sia. In altre parole, dovrebbe smettere di cercare Ash in ogni nuovo tipo che incontra e prendere le persone per quelle che sono. Ora è tempo di dormire, ma si ripromette che domani si sveglierà, farà colazione e tornerà a casa, dove dimenticherà tutta questa storia e inizierà a comportarsi da adulta

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Capitolo 3
*** Il Filo Rosso del Destino ***


CAPITOLO TRE
IL FILO ROSSO DEL DESTINO

È una bella mattinata, il sole è già alto nel cielo e Misty raggiunge Pallet town. Forse la sua è un’ossessione, ma ormai è arrivata fin qui, tanto vale fargli un saluto, no?
«Buongiorno signora Ketchum!» Esclama Misty, fermando la bici di fronte alla casa.
«Misty!» Delia, che si stava occupando del giardino come ogni buon cinquantenne che si rispetti, è felice della visita. «È un secolo che non ci vediamo! Cosa ci fai da queste parti?»
«Un secolo? Ma no, sono solo vent’anni…»
«Voglio dire che sei cresciuta! Avevi dieci anni l’ultima volta che ti ho visto, proprio come Ash. Oh eravate così giovani…»
«A proposito, Ash è in casa?»
«Mi è dispiaciuto molto quando ho saputo del vostro addio. Stavate così bene assieme…»
«Oh… Beh sì, sono cose che capitano…» Misty cerca di evadere il discorso perché le fa male pensare al momento in cui si persero di vista.
«Sei stata la sua prima grande amica, sai? Magari non te ne sei accorta ma ti ha voluto molto bene».
Misty fa un bel respiro per calmarsi «Sì, grazie Delia, ora però…»
«Pensavo sareste rimasti assieme per sempre. Tutti lo pensavano…»
«Delia…»
«Vi immaginavo girare il mondo assieme per diventare dei grandi maestri di pokémon…»
«Delia!»
«Poi i vostri figli…»
«DELIA!!»
«Eh? Ah scusami Misty, a volte mi perdo nei miei pensieri, hahaha!»
«Lasciamo perdere la questione separazione, ok?» Replica lei, respirando lentamente cercando di mantenere la calma.
«Oh scusami se ti ho turbato in qualche modo. Vieni dentro che ti preparo un tè!»

Così Misty appoggia la bici allo steccato ed entra in casa. È un po’ diversa da come se la ricordava: alcuni mobili non c’erano, altri erano diversi e deve aver cambiato gli infissi, ma il profumo se lo ricorda bene: ogni casa ha il suo e questo sa di Ash.
Entrando in cucina Delia esclama «Allora, Misty, sei ancora la capo palestra di Cerulean city? Come vanno le cose?»
«Sì, lo sono! E c’è molto lavoro da fare! Prendere cose di qui e metterle di là, svuotare la piscina e riempirla di nuovo, accendere e spegnere le luci… Tutte quelle cose che conosce bene chi lavora in quell’ambiente, mi capisci? Ah! E ci stiamo ingrandendo! Proprio ieri abbiamo inaugurato la piscina all’aperto!»
«Oh, ma è meraviglioso! Mi spiace d’aver mancato il piacevole evento, sarai al settimo cielo!»
«Mica tanto…» Mormora, scuotendo la testa come a voler glissare.
Mentre mette l’acqua a bollire e prende due tazze, Delia continua «Allora, dimmi, sei venuta qui per Ash, non è vero?»
Misty si imbarazza un poco abbassando leggermente il mento «Sì… Pensavo a lui e ho pensato di passare per vedere come sta. Non ci sentiamo da… da quando eravamo piccoli».
Delia la vede un pochino triste «Ash mi ha parlato spesso di te». Misty alza lo sguardo sorpresa e Delia continua «Ogni volta che ritornava a casa mi raccontava qualcosa dei suoi viaggi e in qualche modo il tuo nome veniva sempre fuori. Quando ha catturato Quagsire ha detto che ne saresti stata invidiosa; un’altra volta ha incontrato un allenatore così megalomane e presuntuoso che tu l’avresti preso a pugni, haha!» Ridacchia coprendosi la bocca con la mano.
«Ma perché??» Sbotta Misty, in un impeto emotivo, poi cerca di contenersi e far finta di nulla «Voglio dire… Perché parlare di me? Cosa c’entro io?»
L’acqua inizia a bollire, Delia prende il pentolino e la versa nella teiera.
«Te l’ho detto, sei stata una grande amica per lui e non è una cosa che si trova tutti i giorni».
Misty incrocia le braccia sulla difensiva ma dentro di sé prova una grande tristezza. Se Delia ha ragione e lui ha continuato a pensare a lei, perché non ricontattarla? Nel frattempo Delia la invita ad inginocchiarsi a tavola per bere il tè caldo.
Delia continua «AAAH! SCOTTAAA! Ho provato a dirgli di contattarti ma ha sempre cambiato argomento. Mi ricorda un po’ suo padre…»
«È vero! Ha fatto AAAH! LA MIA LINGUA!! poi ritorno il signor Ketchum? Mi piacerebbe conoscerlo!»
«Puvtvoppo mio marifo è fempve in gifo fev lavovo e le volte che tovna a cava fono vave. Ma pev fovtuna ci sentiamo pev telefono!»
«Wow, io non viuscivei a viveve così…» Misty va dritta al sodo.
«Hai ragione, mi piacerebbe che stesse qui con me, ma quando ami qualcuno non hai bisogno di vederlo tutti i giorni, ti basta sapere che c’è».
«Ma nemmeno non vederlo mai!»
«Siamo stati assieme per anni prima che partisse. Potrà sembrarti inaccettabile, ma un amore maturo può tollerare la distanza. C’è una grande stima e fiducia tra noi. Non vogliamo stare distanti, ma abbiamo concordato che fosse un compromesso accettabile. Se ciò non fosse, ci saremmo già separati».
Misty rimane in silenzio. Non vorrebbe mai vivere una relazione così, anche se forse qualcosa di simile la sta già vivendo. Potrebbe essere più simile a Delia di quando non credesse. Ma sarebbe in grado di accettare la lontananza se fosse per causa di forza maggiore? Esisterà davvero un amore così forte da superare tutto questo? Poi un pensiero le “mammifero acquatico, dall’aspetto di un pesce, che allatta i cuccioli, con sangue a temperatura costante e polmoni” in testa: e se Ash somigliasse a suo padre? Potrebbe girare il mondo con lui, non le dispiacerebbe affatto, ma lui farebbe lo stesso? Sarebbe in grado di fermarsi a Cerulean city per lei? Le rinunce mica sono a senso unico!
«Non dico che tu ed Ash dobbiate fare grandi rinunce per stare assieme, ma solo se sei disposta a farle puoi dire di amarlo davvero».
Misty spalanca gli occhi, tornando nel mondo reale, e guardando Delia dritta nei suoi «EH? Cosa? Come amare Ash?»
«Haha!» Delia ridacchia sottovoce, «Misty, ce l’hai scritto in faccia che gli vuoi bene! Gli volevi bene vent’anni fa così come gliene vuoi oggi, per questo sei qui!»
Misty diventa tutta rossa in volto: sembra che Delia riesca a leggere i suoi pensieri!
«Non so esattamente cosa sia successo, cosa vi siete fatti o detti per perdervi di vista, ma so che anche lui ti vuole bene!»
Misty non sa cosa dire. Delia ha ragione ma non può certo ammetterlo e allora fa come fa sempre in questi casi: incrocia le braccia, chiude gli occhi e volta la testa sbuffando, fingendo irritazione «Umpf! Forse un tempo gli volevo bene, ma ci siamo persi di vista, siamo cresciuti e non siamo più gli stessi bambini di vent’anni fa! Mi è semplicemente tornato in mente e sono venuta qui a salutarlo. E poi se avesse voluto mi avrebbe cercato lui!»
«E così è per questo che non l’hai mai cercato? Perché stavi aspettando che lo facesse lui?»
Misty si gira verso Delia, imbarazzata «NO! Non è quello che ho detto!»
Delia sorride divertita. Poi il suo umore cambia e posa lo sguardo sulla tazza da tè che tiene ferma sul tavolo con entrambe le mani «Sono sicura che gli farebbe piacere rivederti. Se solo fossi arrivata qualche giorno fa…»
L’imbarazzo di Misty cambia presto in apprensione «Perché? È successo qualcosa?»
«Credo si sia invischiato in qualcosa di grosso… Non è la prima volta, certo, è sempre stato attratto dal pericolo, ma io non posso fare a meno che stare in pensiero per lui».
Anche se è passato tanto tempo, Misty non lascerebbe mai che succeda qualcosa di brutto ad Ash «Forse posso fare qualcosa! Dov’è andato?»
«È partito per Cinnabar island per… Come ha detto? Evitare la caduta… Migliaia di vite in pericolo…»
«Sembra una cosa grave! Ci sarà di mezzo il Team Rocket?»
«Oh Arceus, spero di no! È da un po’ di tempo che non si fanno vedere ma potrebbero essere tornati in attività!»
Misty scatta in piedi e mette le mani sui fianchi esclamando impavida «È tipico di Ash cacciarsi nei guai! Delia, non ti preoccupare, vado io ad aiutarlo!»

E così Misty lascia la bici a casa di Delia e parte alla volta di Cinnabar island in groppa al suo starmie. Lei voleva solo chiarire le cose con Ash, ma ora lui potrebbe essere in pericolo e non può fare a meno di correre in suo soccorso, come del resto ha sempre fatto

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Capitolo 4
*** Migliaia di Vite in Pericolo ***


CAPITOLO QUATTRO
MIGLIAIA DI VITE IN PERICOLO

«Starmie, ritorna!» Messo piede sulla banchina di Cinnabar island, Misty richiama il suo starmie nella sfera. Si guarda intorno pronta al peggio ma l’isola sembra essere tranquilla, tranquilla come appariva già da lontano durante la traversata. Delia non le ha dato molte informazioni, per questo durante il viaggio aveva avanzato l’ipotesi di un’eruzione vulcanica, tuttavia il vulcano sembra essere inattivo. Allora era giusta l’ipotesi del Team Rocket? Non sembrerebbe: le persone vanno e vengono senza mostrare segni di preoccupazione. Forse il Team Rocket sta lavorando a qualche piano segreto e in qualche modo Ash ne è entrato a conoscenza? E impulsivo com’è sta provando di nuovo a sconfiggere l’intera organizzazione da solo? «Oh Ash!» Esclama, in pena per lui. Non avendo la minima idea di dove iniziare a cercarlo, si mette a camminare per la cittadina in cerca di un qualsiasi indizio.
«Cavolo Ash, perché non sei venuto a chiedermi aiuto? Lo so che non ci vediamo da anni ma eravamo amici! Ti avrei aiutato e lo sai! O almeno dovresti saperlo…» Alla fine Misty deve ammettere che ciò che passa per la testa di Ash è fuori dalla sua conoscenza. Il loro bel rapporto di vent’anni fa potrebbe essere cambiato. Ash non le ha chiesto aiuto perché nemmeno ha pensato a lei. Chissà quante persone avrà conosciuto in questi anni… Lei non è certo al centro del mondo. Però Delia dice il contrario: dice che Ash le vuole ancora bene. A chi credere? Beh non c’è tempo per i sentimentalismi ora: il pericolo incombe!
Misty pensa meglio alle parole di Delia «Evitare la caduta e salvare migliaia di vite in pericolo. Mmm… Ma la caduta di cosa?» Si gratta il mento pensosa. «Potrebbe essere che il Team Rocket stia progettando di…»
«PIKÀ!» Una voce nota interrompe i suoi pensieri. Misty fa appena in tempo a voltarsi che Pikachu le salta in braccio, abbracciandola e sfregando la guancia contro la sua.
«HAHAHA! Pikachu! Mi sei mancato!» Esclama lei, abbracciandolo teneramente.
E dove c’è Pikachu ovviamente c’è anche… «Misty??»
Lei guarda oltre al suo amico giallo «Ash!»
Difficile dire per quanto tempo quei due si guardino senza riuscire a dire una parola. Ad un occhio esterno potrebbero sembrare pochi secondi ma per loro sono probabilmente molto di più.
Nessuno ha il coraggio di fare la prima mossa e allora ci pensa l’amico di Ash: Blaine, il capo palestra «Voi due sembrate conoscervi… Di’ un po’, tu non avevi un togepi una volta?»
«Esatto!» Risponde lei, mentre Pikachu le sale in spalla.
«AH! Lo sapevo! Ho una memoria di ferro!» Blaine si vanta con le mani sui fianchi. «Rispondete a questo: non è bello, spesso è freddo e si fa sentire solo quando vuole, ma quando gli dai la mano e lo guardi, sai che non potresti vivere senza. Che cos’è?»
«Oh no, un altro dei tuoi indovinelli…» Esclama Ash sconsolato.
«Potrebbe essere… È il frigorifero!»
«Brava Misty! Sei sempre un passo avanti ad Ash con gli indovinelli!»
«MA CHE C’ENTRA?? È UN INDOVINELLO STUPIDO!»
«Ricordati di controllare la rabbia, Ash! È male per quella cosa di cui abbiamo parlato…»
«Sigh… Allora forse venire qui è stata una brutta idea…»
Blaine si gratta il mento: non si è dimenticato di come quei due si sono guardati prima «Sai cosa penso? Penso che sia meglio che io torni alla palestra e ti lasci con la tua amica. Avete l’aria di avere parecchie cose da dirvi… Per il resto sai dove trovarmi!»

Così Blaine saluta i nostri amici lasciandoli da soli. Ash e Misty sono un po’ imbarazzati e nessuno osa prendere la parola. Cosa potrebbero dirsi dopo vent’anni di silenzio?
Ash rompe il ghiaccio «Mi fa piacere rivederti, Misty. Anche Pikachu è molto contento. Non sei cambiata affatto!»
«Grazie Ash. Anche tu sei proprio come mi ricordavo. Beh forse più alto di come mi ricordavo…» Se prima lei era leggermente più alta di lui, ora lo guarda dal basso verso l’alto.
Poi improvvisamente «Psy!» Psyduck esce dalla sua sfera proprio in mezzo a loro due.
«Hey Psyduck! Ti ricordi di me?» Domanda Ash, piegandosi sulle ginocchia.
«Psy?» Il papero si porta le zampe alla testa e appare confuso.
«Pikapì!»
«Duck!» Psyduck riconosce immediatamente il suo piccolo amico giallo.
«Moan… Perché tutti si ricordano di Pikachu e nessuno si ricorda mai di me?» Esclama Ash, sconsolato, abbassando la testa. Poi si ricompone «Misty, che ci fai qui?»
Lei mette da parte l’imbarazzo e torna a pensare al pericolo «Sono venuta qui per aiutarti! Tua mamma mi ha detto che eri in pericolo!»
«Cosa?» Domanda lui stupito, “aspetta, come mia mamma?»
«Ero a Pallet town e sono passata a salutarla», risponde lei un pochino imbarazzata.
«Eri a Pallet?»
Misty si imbarazza di più «Hem… Questo non è importante! So che stai affrontando una grande impresa. Che devi… mmm… evitare la caduta e salvare molte vite. Sono venuta qui per aiutarti! Non potevo lasciarti da solo!»
Ash appare commosso da tale gesto «Misty, io non so che dire… Sono davvero contento che tu abbia a cuore questo problema e che ti sia precipitata qui ad aiutarmi, ma non capisco in che modo tu possa farlo… Io e Blaine siamo perfettamente in grado di gestire la cosa».
Misty è confusa «D’accordo, ma vuoi dirmi cosa sta succedendo? La caduta, le vite in pericolo…»
Ash si toglie il cappello «Vedi il buco qui dietro? È qui che iniziano a cadere!»
Misty rimane ferma, impassibile, come se l’avessero spenta. Non una smorfia, un sospiro, niente.
«Misty? Stai bene?» Domanda Ash preoccupato.
Misty esplode «La caduta… DEI CAPELLI??»
«Pikaaa!» Pikachu, spaventato, salta giù dalle spalle.
«Non scaldarti così!» Risponde lui cercando di calmarla, «lo so che è una cosa grave ma c’è modo di arginare il problema!»
«MIGLIAIA DI VITE IN PERICOLO??» Urla lei, con le mani strette a pugno.
«Hehe…» Ash ridacchia, imbarazzato, grattandosi la nuca, «credo che mia mamma abbia preso le cose un po’ troppo alla lettera…»
Misty lo guarda fisso, rossa in volto di rabbia e buttando fuori aria dal naso come un toro inferocito «E il Team Rocket??»
«Che c’entra il Team Rocket?»
Misty fa un bel respiro, chiude gli occhi e abbassa la testa ringhiando qualcosa di incomprensibile, cercando di trattenere gli istinti omicidi.
Ash cerca di consolarla «Misty io… volevo dirti che, anche se è stato tutto un grosso malinteso, sono felice che tu sia venuta qui per aiutarmi!»
Lei scuote la testa e guarda da un’altra parte. La sua rabbia sta ormai cedendo il posto alla rassegnazione «Ok. Non importa. Dimentichiamo tutto».
«Visto che sei qui ti va di fare una passeggiata? Ho molte cose da raccontarti e scommetto che anche tu ne hai altrettante!»
Misty, continuando a guardare altrove, accetta la proposta. Perlomeno, dato che non c’è più nessun pericolo, potrà finalmente concentrarsi sulla sua questione in sospeso.

E così Ash e Misty si incamminano per le strade della cittadina balneare. Parlano tanto, raccontandosi aneddoti sulle loro vite, ridendo e scherzando come un tempo e anche litigando, ma sempre in modo infantile come erano soliti fare da bambini. Hanno molto da dirsi ma non toccano mai l’argomento separazione. Girano il centro, camminano nel parco e infine prendono un gelato vicino al molo. Passeggiano tranquillamente sul lungomare, dove Ash se la prende con un wingull che gli ha rubato il gelato e Misty si mette a ridere. Mentre le onde illuminate dal sole si infrangono contro la scogliera, producendo il classico suono, Misty capisce che sta bene assieme a lui. Molto bene. Delia aveva ragione: Ash non è un’ossessione, lei gli vuole bene davvero. Se fosse stata un’ossessione le cose non avrebbero funzionato fin dal principio eppure, anche dopo vent’anni, entrambi sembrano essere rimasti gli stessi bambini di un tempo, con la stessa sintonia.
Ad un tratto, Ash interrompe i pensieri di lei «Misty, non mi hai detto cosa ci facevi a Pallet».
Lei si rattristisce. Si è appena resa conto di provare qualcosa di forte e sincero e adesso deve già scoperchiare il vaso di Pandora. Dopo un insolito attimo di silenzio risponde «Stavo facendo un giro in bici, ero da quelle parti e ho pensato di venire a salutarti».
Ash nota qualcosa di storto «Un giro in bici… fino a Pallet? Sono parecchi chilometri…»
Che fine ha fatto la sicurezza di Misty? Ora che è sicura di quello che prova perché non dirglielo apertamente? Sembra che Ash la intimorisca ancora, proprio come quando era piccola. Non vuole sentirsi rifiutata da lui. Non potrebbe sopportare un altro “Sei una mia grande amica”. Però è qui per questo e in qualche modo deve dirglielo.
«Ash io… Sono passati vent’anni dall’ultima volta che ci siamo visti…» Fa un bel respiro e lo guarda negli occhi sperando che capisca «Mi sei mancato».
«Ti sono mancato?» Risponde lui, poi il suo volto si incupisce «E te ne accorgi adesso? Dopo vent’anni?»
Misty rimane amareggiata «No! Ma che dici? Non è andata così!»
«E com’è andata allora?»
«Mi è capitato di pensare a quando eravamo piccoli e viaggiavamo assieme… Mi piacerebbe viaggiare ancora con te!»
Ash la guarda storto «È una sorta di crisi dei trent’anni? Forse le cose non vanno bene in palestra?»
«Cosa?? No! Ma che ti prende??»
«Senti Misty», cerca di essere educato, «mi ha fatto piacere rivederti ma finiamola qui finché siamo in tempo, ok?»
Lei non riesce a dire una parola, si limita a fissarlo, ferita, non capendo cosa gli sia preso.
«Addio Misty», la saluta, prima di voltarsi e andarsene. Pikachu rimane qualche attimo fermo tra i due, guardando prima uno e poi l’altro, poi la saluta con un triste «Pi» e raggiunge il suo allenatore correndo.
Misty guarda Ash allontanarsi, incapace di reagire. Andavano d’accordo, che cosa gli è preso? Perché la tratta male? Gli ha solo detto che gli manca! Forse non gli è mai importato di lei? Per questo l’ha lasciata andare e non l’ha più cercata? E perché Delia le ha mentito? Molte domande le scorrono nella mente, ma una certezza ce l’ha: non lo perderà di nuovo! Non senza chiarire tutto quanto!

Ash ha percorso solo un centinaio di metri sul lungomare quando si accorge di non essere da solo e si volta seccato «Perché continui a seguirmi?»
Misty si ferma a una decina di metri, seccata a sua volta. Basta avere paura! È il momento di andare all-in! Urla «PERCHÉ CON TE STO BENE!»
Si fissano infuriati, come se dovessero azzuffarsi, ma si legge anche tristezza nei loro occhi. Nessuno dice una parola e percepisce l’elettricità nell’aria come ad un duello alla Sergio Leone. Ash ha capito tutto e spara per primo «E DOVE DIAVOLO SEI STATA FIN ADESSO?»
«DOVE SEI STATO TU FIN ADESSO! Io stavo sempre al solito posto! Lo sapevi dove trovarmi!»
Lui punta il dito «TU sei quella che doveva dirmi qualcosa! Avresti dovuto dirmelo prima!»
Lei allarga le braccia «Perché cavolo ti arrabbi?? Cosa ti importa se te l’ho detto adesso invece che prima?»
«Perché se me l’avessi detto prima non ci saremmo mai persi di vista!»
Lei viene come colpita da un fulmine «Ma… allora anche tu provi qualcosa! Per questo sei arrabbiato!»
Lui gira lo sguardo, imbarazzato, incrociando le braccia «Questo non ha alcuna importanza…»
«E perché DIAVOLO non hai fatto niente quando ci siamo separati??» Urla lei facendo un passo avanti.
«Perché TU mi trattavi sempre male! Cosa diavolo avrei dovuto fare??» Urla, facendo anch’esso un passo avanti.
«Ero scontrosa con te perché non potevo dirtelo! Come hai fatto a non capire??» Urla lei avvicinandosi ancora.
«Ma ti senti quando parli? Come potevo capire? Pensavo fossi contenta di andartene!» Urla lui fermandosi proprio di fronte a lei.
Ora che sono a portata di pugni, dietro alla loro maschera, entrambi possono scorgersi come due bambini con gli occhi lucidi che non sanno come dirsi che si vogliono bene, e Misty può urlargli dritto in faccia «Come hai fatto ad essere così stupido?? Siamo stati assieme un sacco di tempo! Abbiamo condiviso tutto! Come hai potuto lasciarmi andare??»
E poi finalmente, con uno scatto simultaneo, si abbracciano. Si stringono forte con le lacrime agli occhi. La loro relazione che si era chiusa per stupidità infantile ora è rinata sempre in modo infantile. Perché due bambini come loro non cresceranno mai e gli eterni bambini, in un mondo di adulti, sono destinati a cercarsi per tutta la vita, e qualche volta, a trovarsi.
[Soundtrack: Ratt - You’re Givin’ Yourself Away]
 
Directed by Electric Sneeze

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Capitolo 5
*** # Scene tagliate # ***


Finale alternativo 1
E poi finalmente, con uno scatto simultaneo, si abbracciano. Si stringono forte con le lacrime agli occhi. La loro relazione che si era chiusa per stupidità infantile ora è rinata sempre in modo infantile. Perché due bambini come loro non cresceranno mai e gli eterni bambini, in un mondo di adulti, sono destinati a cercarsi per tutta la vita, e qualche volta, a trovarsi.
Poi, improvvisamente, Ash si toglie il cappello passandosi una mano in testa «Guarda Misty! I miei capelli sono tornati!»
«Oh mio dio, è proprio una magia!»
«OH OH OH!» Esclama un tizio volante in cielo che guida una carrozza trainata dagli stantler. Ash e Misty lo guardano allontanarsi lasciando una scia sbrilluccicante dietro di lui.
«WOW!» Esclama Ash, «Karl Marx ha fatto la magia del Natale!»
«Quello non è Karl Marx, stupido! È Babbo Natale! L’uomo che ogni anno porta doni ai bambini di tutto il mondo!»
«Oh giusto! Marx era quello dei milioni di morti… Ma se Babbo Natale mi ha donato una folta chioma, a te cos’ha portato?»
Lei lo abbraccia dal collo sorridendogli dolcemente «Io ho tutto quello che mi serve».

Finale alternativo 2
E poi finalmente, con uno scatto simultaneo, si abbracciano. Si stringono forte con le lacrime agli occhi. La loro relazione che si era chiusa per stupidità infantile ora è rinata sempre in modo infantile. Perché due bambini come loro non cresceranno mai e gli eterni bambini, in un mondo di adulti, sono destinati a cercarsi per tutta la vita, e qualche volta, a trovarsi.
E se un giorno farete un viaggio su un’isola e vi capiterà di passeggiare sul lungomare, fermatevi un momento ad osservare il mare! E se allora un bambino vi viene incontro, se ride, se ha i capelli d’oro, se non risponde quando lo si interroga, voi indovinerete certo chi è. È il demone bambino di Blaine, il capo palestra deceduto molto tempo fa, invidioso di chiunque esibisca una folta chioma e tornato dal regno dei morti per uccidere.

Finale alternativo 3
E poi finalmente, con uno scatto simultaneo, si abbracciano. Si stringono forte con le lacrime agli occhi. La loro relazione che si era chiusa per stupidità infantile ora è rinata sempre in modo infantile. Perché due bambini come loro non cresceranno mai e gli eterni bambini, in un mondo di adulti, sono destinati a cercarsi per tutta la vita, e qualche volta, a trovarsi.
«E stop! Buona!» Urla il regista (che poi sarei io).
Le luci si accendono e lo staff inizia a smontare l’attrezzatura parlottando tra loro.
«Uff, che giornata faticosa! Eh Satoshi?»
«L’hai detto, Kasumi! Non vedo l’ora di tornare a casa a farmi una bella doccia!»
«Aspetta!» Esclama lei rincorrendolo, «non è che magari… ti andrebbe di prendere un caffè o qualcosa?»
«Oh… Mi dispiace, Kasumi, credevo lo sapessi…»
Pikachu entra sul set con la sua moto, con stivali, jeans, giacca di pelle nera e occhiali «Hey ragazzo, salta su!»
«Pikachu?? Ti stai frequentando con Pikachu??»
«L’hai detto, pupa!» Replica arrogante il topo e *VROOOM* la moto riparte, uscendo dagli studios

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