La figlia di Capitol

di Nini1996
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La caduta di Capitol ***
Capitolo 2: *** Ho bisogno del tuo aiuto ***
Capitolo 3: *** Il nuovo ministro delle comunicazioni ***



Capitolo 1
*** La caduta di Capitol ***


Per diversi interminabili istanti Piper non sentì altro che urla, fumo, fiamme e un terrificante fischio nelle orecchie.
I ribelli erano giunti alle porte del palazzo presidenziale ma anche la gente di Capitol che correva all'impazzata per sfuggire alla rabbia cieca del nemico.
Piper si pulì il volto dal sangue e dalla polvere.
Era stata scaraventata all'indietro per diversi metri dallo scoppio di una bomba, una di Capitol, sganciata da un hovercraft e scesa sulla folla con dei droni. Gli stessi che venivano usati durante i giochi per portare viveri ed armi ai tributi.
Stava conducendo la diretta nei pressi del palazzo quando Snow aveva avuto la geniale trovata di bombardare i ribelli e la propria gente per tentare la fuga.
Una delle sue idee peggiori.
Forse era svenuta perché non ricordava molto di quello che era successo dopo lo scoppio.
Provò ad alzarsi in piedi ma continuava ad inciampare nei cadaveri delle persone uccise e ferite nel bombardamento macchiandosi irrimediabilmente di sangue.
L'uomo che la stava riprendendo durante le ultime fasi del conflitto era stata sventrato da una bomba, anche lei era rimasta ferita ma non in modo grave.
Jill, la sua assistente, afferrò la telecamera da terra. La giovane del distretto sette era ricoperta di sangue e ferite, doveva soffrire molto ma questo non la fermò.
-Cosa fai?- la interrogò Piper stranita. Lei stava pensando solo a mettersi in salvo da quell'inferno.
-Che razza di domanda! Il tuo microfono funziona ancora?-
Piper asserì, i suoi vestiti erano un disastro ma il microfono sembrava intatto.
-Ottimo. Continuo a registrare, sei in diretta su Rebels News.- affermò Jill con sicurezza.
La donna annuì, le fischiavano ancora le orecchie per via dell'esplosione di prima. Prese fiato, respirava davvero a fatica a causa di tutto quel fumo.
-Siamo qui, davanti al palazzo del presidente Snow.- esordì lei:-Sto bene ma il mio cameraman è stato colpito ed ucciso da una bomba nemica. Come potete vedere i ribelli hanno preso possesso di Capitol e-
Booom. Una seconda esplosione.
Questa volta Piper non venne investita dall'onda d'urto ma Jill sì e con lei la telecamera che andò in mille pezzi e smise di registrare.
-Bombe a scoppio ritardato...- realizzò con orrore mentre le persone attorno a lei piangevano ed urlavano in preda al panico.
.
Farsi mettere i punti senza anestesia non fu una passeggiata ma perlomeno era sopravvissuta al bombardamento.
Anzi, al doppio bombardamento.
-Avevi tre scheggie nel braccio e due nella gamba.- le disse uno dei dottori mentre la ricuciva:-Una di queste era a soli due centimetri dalla femorale. Ti è andata bene.-
Pip però non lo stava ascoltando, continuava a tenere lo sguardo fisso verso l'altra stanza dove una ragazza dai capelli scuri stava venendo medicata. Era messa piuttosto male.
-Credevo fosse al sicuro.-  commentò con un sospiro rassegnato.
-Stará bene.- la rassicuró il medico bendandole la gamba:-Le sue ustioni non sono gravi.-
-Credevo fosse al sicuro.- ripetè lei:-Non doveva far parte della retroguardia? Cos'è successo?-
Un uomo sulla quarantina entró nella stanza:-Sai com'è fatta Katniss. Ha fatto di testa sua, lei e Gale.-
-Katniss sarà impulsiva ma non è certo una stupida.- affermò la donna poi abbozzò un sorriso:-Ti trovo bene Haymitch.-
-Sono ancora vivo e sobrio. E tu sei viva.- commentò lui:-Questo è un nuovo inizio per tutti noi, Capitol è caduta.-
-Questa è solo la degna conclusione di un capitolo fin troppo doloroso.- Piper scese dal lettino con un saltello:-Ho intenzione di fare ritorno al distretto 4 il prima possibile.-
Haymitch non sembrava molto convinto:-Credi davvero che la Coin e Plutarch ti faranno partire ora che hanno più bisogno di te?-
-Non hanno bisogno di una reporter sul campo Haymitch, la guerra è finita.-
-Vallo a dire alla Coin. È così assetata di vendetta, odio. È pronta a scannare Capitol con le sue stesse mani se necessario.-
Piper lo zittí:-Dovresti fare attenzione a come parli.-
L'uomo seccato fece per andarsene:-A proposito, la Coin ti vuole vedere. Ti aspetta nel suo ufficio.-
-Ottimo, così le comunicherò le mie intenzioni.-
Lui sbuffò irritato:-Buona fortuna, ne avrai bisogno.- poi uscì sbattendo la porta.
Piper indossò gli abiti nuovi che il dottore aveva trovato per lei:-Lo preferisco da ubriaco.-

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Capitolo 2
*** Ho bisogno del tuo aiuto ***



Piper prese un respiro profondo prima di bussare alla porta dell'ufficio della presidente Alma Coin.
Lo stesso ufficio che pochi giorni prima apparteneva all'ex presidente Coriolanus Snow.
Prese coraggio e bussò diverse volte, la donna l'invitò ad entrare.
Piper fece come richiesto e si ritrovò in una stanza bianca, così bianca che faceva quasi male alla vista.
-A Snow piaceva il bianco, come il cognome suggerisce.- commentò Alma Coin indicando a Piper la sedia di fronte alla scrivania:-Sedie bianche. Rose bianche. Pareti bianche.-
-L'ho notato.-
Alma era austera come al solito. Nonostante la guerra fosse finita ed avesse lasciato il suo vecchio distretto alle spalle Alma non aveva rinunciato alla rigidità nei modi e nel vestire.
Non che per lei fosse diverso. Al momento indossava una delle orribili tute in dotazione al distretto 13, sembrava l'operaia di una fabbrica.
La presidente, con indosso un vestito grigio fumo come i suoi occhi, sorrise appena:-Sai perché ti ho convocata nel mio ufficio?-
Lei ammise di no.
-Sei uno dei volti più noti ed amati di questa rivolta, ho bisogno del tuo aiuto.-
Piper la guardò confusa:-Del mio aiuto?-
La Coin sorrise ancora con una calma quasi innaturale:-Hai svolto un eccellente lavoro come inviata sul campo. Hai raccontato i crimini e la conquista di Capitol con una tale naturalezza da convincere molti capitolini a passare dalla nostra parte. Plutarch ha grande stima di te ed anch'io.-
-Con il dovuto rispetto presidente Coin non sono stata io a convincere quelle persone a cambiare schieramento ma il comportamento folle di Snow.-
La donna non sembró ascoltarla:-Tutti ti conoscono ed apprezzano Piper. I distretti hanno potuto godere della caduta di Capitol in diretta grazie a te.-
-E al mio staff.-
-Sì, sì.- Alma Coin scrisse qualcosa su un foglio e lo porse ad una delle sue segretarie.
Non pareva darle particolare attenzione, forse aveva troppi pensieri per la testa.
-Sono certa adorerai lavorare al fianco di Plutarch. Durante la guerra eravate una coppia davvero affiatata.-
Piper venne presa alla sprovvista da quell'affermazione:-Presidente Coin mi spiace contraddirla ma non ho alcuna intenzione di restare a Capitol city.-
-Perchè?-
-Il distretto 4 è la mia casa.- rispose Piper cercando di essere più decisa e chiara possibile:-È lì che ho vissuto la maggior parte della mia vita, manco da troppo tempo.-
La Coin si alzò a fatica dalla sedia ed andò alla finestra, stava iniziando a nevicare. Sospirò.
-Sei a conoscenza di quello che Snow ha fatto al tuo distretto?- disse senza voltarsi.
-Sì.-
-Io temo di no. Dubito vorresti tornare così precipitosamente in un distretto raso al suolo.- controbattè la donna:-Hai idea di cosa sia successo al villaggio dei vincitori del distretto 4?-
-Sì.-
-Non mentirmi.-
-Perchè dovrei mentirle? Ho vissuto laggiù, quella era casa mia!- ribatté Piper con una veemenza tale che non piacque troppo alla Coin. La guardò dritta negli occhi.
-So quanto hai sofferto ragazza mia. Tuo padre è stato ucciso dai pacificatori durante la seconda ribellione. Tobias Redwin e Ken Faggi sono stati massacrati in quanto ribelli. La famiglia Cresta e Odair non esistono più. La tua famiglia non esiste più, la tua casa è stata rasa al suolo dalle bombe di Capitol.- le disse in tono triste, sembrava sull'orlo delle lacrime:-So che ti senti sola e un po' spaesata ma non è così. Ci siamo noi, la tua seconda famiglia.-
-Mi trovo costretta ad insistere.- Piper prese fiato per non mettersi a piangere di fronte a lei:-Mio padre è stato sindaco del distretto per moltissimi anni. Devo occuparmi della mia gente, lui avrebbe fatto lo stesso.-
La Coin non sorrideva più. Il suo volto era imperscrutabile ma Piper sapeva che contraddirla era una pessima idea.
Aveva sentito alcune storie nel distretto 13 che non l'erano piaciute per niente. Le punizioni per chi non rispettava le regole o certi ordini erano molto severe.
Piper non aveva alcuna intenzione di finire in galera, soprattutto perché i pacificatori erano fuori controllo dopo l'arresto di Snow.
-Comprendo il tuo dolore, dico davvero. Anch'io ho perso la mia famiglia tanti anni fa.- proseguí lei, la prese per mano:-Saró sincera con te. Sei l'unica in grado di aiutarci Piper, hai delle capacità che a noi servono.-
-Non sono l'unica inviata di Rebels News.- fece notare lei:-Ci sono Mick Tayler e Tabitha Jackson, senza contare i reporter minori.-
La Coin prese un respiro profondo:-Piper nessuno gode della tua popolarità. Plutarch ti vuole così tanto al suo fianco che ti ha riservato un appartamento molto spazioso dove risiedevano i tributi del tuo distretto, ti troverai benissimo.-
-Non sono in grado di occuparmi di propaganda come lui. Sono una giornalista.-
-A proposito di propaganda.- continuò lei in tono affabile:-Non possiamo permetterci di abbassare la guardia e dare la possibilità al nemico di riprendere il controllo sulle comunicazioni, sarebbe una catastrofe. Capisci?-
Piper capì di non avere scelta e di dover restare al servizio della ribellione, Haymitch lo aveva compreso prima di lei.
Era tuttavia consapevole di essere l'unica reporter ribelle con esperienza sul campo, l'unica sopravvissuta almeno. Alma Coin aveva DAVVERO bisogno di lei.
-Cosa dovrei fare?- domandò di rimando la giovane donna:-Diventare il nuovo volto di Capitol TV?-
-Nient'affatto, ho in mente qualcosa di grandioso per te.- la rassicurò la Coin accompagnandola alla porta:-I capitolini ti rispettano, attraverso di te saremo in grado di mostrare alla gente l che questo governo è migliore rispetto a quello di Snow.-
Piper non aveva ben chiare le sue intenzioni ma annuì ed uscì dalla stanza. La porta si chiuse di colpo alle sue spalle. 
Uno degli uomini a servizio della Coin le diede un pass e una carta con inciso il nome di una suite.
L'avevano sistemata in quelli che un tempo erano stati gli appartamenti del distretto 4 e non a casa Snow dove vivevano Katniss, la madre di lei, Haymitch ed altri ribelli.
Erano le stesse stanze che avevano ospitato suo padre in quanto mentore.
Piper si diresse all'edificio con scarso entusiasmo. Per qualche strano motivo il palazzo era stato risparmiato dai combattimenti.
-Piper.- la chiamò una voce familiare mentre attendeva l'ascensore all'ingresso.
La giovane donna sorrise:-Beetee.-
L'uomo era rimasto paralizzato dalle gambe in giù dopo i 75° Hunger games. Chissà se sarebbe mai tornato a camminare.
I due entrarono in ascensore.
-Terzo piano?-
-Esatto.-
Piper teneva lo sguardo basso e Beetee dovette accorgersene.
-Va tutto bene?-
Lei annuì nonostante fosse angosciata all'idea di dover dormire dove erano stati ospitati i tributi del suo distretto per oltre vent'anni anni:-Stavo solo pensando.-
-Anch'io.- rispose l'uomo con un sospiro:-Pensavo a tuo padre.-
-Davvero?-
-Era davvero un grand'uomo. Generoso, intelligente, molto simpatico nonostante i suoi tic nervosi all'occhio.- ricordó Beetee con un sorriso malinconico stampato in volto:-Non ti ho mai fatto le condoglianze per la sua perdita. Era un buon amico.-
-Ed io per Wiress.-
L'ascensore arrivò al terzo piano e le porte si aprirono.
Beetee raggiunse il suo appartamento:-È stato bello rivederti Piper.-
Lei si limitò a sorridere mentre le porte dell'ascensore si chiudevano.
Arrivò al quarto piano, fece scorrere la tessera davanti ad un sensore ed entrò nell'appartamento.
Era uno dei più belli e spaziosi che avesse mai visto, nonostante lo stile capitolino non la facesse impazzire.
Sospirò cercando di non scoppiare a piangere.
Lì erano stati ospitati suo cugino di secondo grado Frank, Finnick, Annie ed altri molteplici tributi.
Frank non aveva vinto gli Hunger games, non era neanche stato sorteggiato. Si era offerto volontario al posto del suo fidanzato.
Era morto il primo giorno dei giochi durante il bagno di sangue, non aveva mai avuto chance di vincere.
Si sedette sul divano ed accese la TV.
Solo poche settimane prima avrebbe visto ovunque la faccia sorridente di Caesar Flickerman ma ora sembrava sparito nel nulla, fece zapping per un po' e alla fine si soffermó su una noiosissima soap opera.
Senza rendersene conto si addormentó ancor prima della fine della puntata.

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Capitolo 3
*** Il nuovo ministro delle comunicazioni ***



Piper si svegliò verso le nove e mezzo del mattino, era ancora sdraiata sul divano davanti alla televisione accesa.
Aveva la schiena e il collo a pezzi.
Chiuse la TV, prese le sue poche cose rimaste sul pavimento e le portò nella stanza da letto dove con sua grande sorpresa trovó Annie intenta a fissare il vuoto.
La donna sobbalzò quando se la ritrovò davanti:-Come hai fatto ad entrare? Mi hai fatto prendere un colpo!-
Annie le mostró un pass identico al suo:-La Coin mi ha permesso di soggiornare qui. Non sopportavo l'idea di stare sola, non dopo la morte di Finnick.-
Piper non rispose, sistemó i suoi averi nell'armadio accanto al letto senza dire una parola.
Annie sospirò, per Piper era solo una palla al piede. Un inutile peso da portare sulle spalle.
Probabilmente odiava la sua presenza lì, forse doveva togliere il disturbo e tornare a casa Snow. 
-Vuoi che me ne vada?- disse lei con voce sottile.
Piper sorrise ironica:-Perchè? Vuoi davvero tornare a casa Snow assieme alla Coin?-
Annie negò con forza.
-Appunto.-
-Sei così gentile Piper. Una vera amica.- Annie si stava commuovendo.
-Prendi l'altra stanza però. Questa mi piace di più, ha una vista migliore sul parco.- ribatté Piper con un certo distacco.
Non era mai stata una grande fan delle dimostrazioni d'affetto e tendeva a respingere ogni genere di attaccamento. Amore compreso.
Forse per questo nessuna delle sue relazioni aveva mai davvero funzionato.
Annie Cresta si limitò ad annuire ed uscì dalla camera senza riuscire a trattenere le lacrime.
Piper si lasciò cadere sul letto e nascose il viso fra le mani. Perché l'aveva trattata così?
Dannazione! Era l'unica vincitrice dei giochi del suo distretto ad essere sopravvissuta a Capitol!
Faceva parte della grande famiglia dei vincitori del distretto 4. Megs, Finnick, il vecchio Rufus, Jake e suo padre Theo, ovviamente.
Nessuno di loro ce l'aveva fatta. Nessuno tranne Annie.
Certo, se sopravvivere significava passare l'inferno ed essere torturata per mesi...
-Quella ragazza è incredibilmente coraggiosa.- pensó Piper mentre indossava una giacca pesante ed usciva dal suo appartamento.
Aveva tutta l'intenzione di fare due passi e visitare la città nonostante il freddo pungente.
Erano passati diversi giorni dalla caduta di Snow e Capitol restava per la maggior parte inagibile a causa della grossa quantità di bacelli ancora in funzione.
I pacificatori si stavano dando da fare per mettere in sicurezza la città ma la situazione era ancora critica.
Camminò quindi nella cosiddetta zona sicura, l'area che comprendeva gli isolati attorno al palazzo presidenziale.
Senza troppe difficoltà raggiunse il parco cittadino, era nevicato da poco e il terreno era un pantano unico.
C'era stato un tempo non molto lontano dove trascorreva giornate intere in quel parco.
Frequentava l'università, aveva degli amici, una famiglia. Tempi felici, tempi migliori. 
Era una privilegiata, figlia di uno dei vincitori degli Hunger games a cui era stato permesso studiare e vivere a Capitol.
Amata da tutti, simbolo di quanto i giochi potessero cambiare la vita alle famiglie dei vincitori concedendo loro fama e ricchezza.
 La figlia di Capitol. 
Odiava la propaganda perché lei ERA frutto della propaganda di Capitol, di Snow.
Piper si fermò all'ombra di ciò che rimaneva dell'albero più rigoglioso del parco. Un tronco a pezzi ed annerito dallo scoppio di una bomba.
Ricordó quanto adorava sedersi all'ombra delle sue fronde e leggere il più possibile, era assetata di conoscenza. Voleva saperne di più sul mondo prima di Panem e sulla storia di Capitol city.
Sapere è potere, almeno così le avevano sempre detto.
-Il vecchio acero rosso aveva resistito all'assedio di 76 anni fa.- gracchiò una voce alle sue spalle.
Piper si voltò, vide un vecchio raggrinzito e piegato sul suo bastone:-Lo ricordo come se fosse ieri.- continuó lui.
-Un albero davvero meraviglioso.- commentò con una vena di malinconia lei.
L'anziano signore si avvicinò alla giovane barcollando:-Venne piantato l'anno della fondazione di Panem.-
-Più di duecentosessanta anni fa.- ricordó allora Piper:-Dal primo presidente di Panem. Horatio Marcus Gant.-
Il vecchio annuì ancora:-Voi dei distretti conoscete la storia di Panem? Credevo foste del selvaggi senza cervello.- osservò al solo scopo di infastidirla.
Piper sorrise a metà, aveva studiato a Capitol ma non aveva mai perso l'accento del suo distretto.
L'avevano presa in giro per anni ma ora non ci dava più peso, era orgogliosa di provenire dal distretto 4.
La donna si voltò verso di lui:-È un vero peccato che  i capitolini non conoscano la vera storia di Capitol, la cosa distruggerebbe le vostre deboli certezze. Non siete migliori di noi, solo più arroganti.-
L'uomo furioso provó a colpirla col bastone ma un gruppo di pacificatori, spuntato da chissà dove, lo trascinò via e lo riempì di botte.
Piper osservó la scena con orrore fino a quando Plutarch le si affiancó:-Fortuna che veglio su di te "figlia di Capitol".-
-Non chiamarmi così.- ribatté lei irritata:-Era solo un vecchietto indifeso. Tutto questo non era necessario.- 
Lui non rispose:-Seguimi.- disse facendole cenno di stargli accanto.
I due si diressero al palazzo presidenziale e presero posto in una grande stanza vuota.
-Questa era la stanza dove avvenivano le cene diplomatiche fra Snow e i membri del suo governo.- spiegò lui invitando Piper a sedersi.
Lei rimase in piedi ad osservare il tavolo di mogano lucidato a specchio e le sedie perfettamente in ordine:-Intendi i membri del governo che Show non aveva avvelenato?-
-Sadico, vero? Quasi quanto i giochi stessi.- 
Lei non se la sentì di dissentire.
-A proposito di questo.- Plutarch tiró fuori diversi fogli dall'interno della giacca:-La Coin ti ha proposto come conduttrice di uno show televisivo tutto tuo.-
Piper sorrise a metà:-Cos'è? Uno scherzo?-
Lui scosse la testa:-Sei una grande giornalista dalle enormi capacità comunicative, piaci a tutti. Sei sprecata come reporter, meriti la prima serata.-
-Per fare cosa?-
-Intervistare persone, raccontare la nuova Panem, tenere la gente incollata al televisore.-
-Distrarla mentre il loro vecchio leader viene giudicato da un branco di idioti incompetenti.-
-Come siamo perspicaci.- commentó Plutarch non riuscendo a trattenere una risata:-Verranno indette nuove elezioni a breve, elezioni democratiche. Sai bene quanto la propaganda sia fondamentale durante una campagna elettorale.-
Piper scosse la testa ridendo:-Allora Caesar Flickerman faceva bene a chiamarmi " la mia brutta copia ."-
-Non scherzare, lui è decisamente più bravo di te. È solo che è stato...esonerato dal servizio.-
Piper prese i fogli e diede una rapida occhiata:-Un talk show?-
-Non volevi un programma tutto tuo?-
-Sì quando ero ambiziosa e non avevo la minima idea di cosa ci fosse dietro ad un programma del genere.- fece notare lei con un certo disappunto.
-E non sei più ambiziosa?- Plutarch incroció le braccia sul tavolo:-Se tutto va bene sarò il nuovo ministro delle comunicazioni. Voglio una persona capace come te al mio servizio.-
Piper si mise a ridere:-Dimmi Plutarch. Chi fra noi due è il più ambizioso?-
Plutarch rise a sua volta. Gli piacevano l'arroganza e la sfacciataggine della giovane Piper Lookwood, avrebbe fatto carriera.
Lei accettó l'incarico senza pensarci troppo, in fondo era quello che voleva.
E sì, vedersi in televisione non era malaccio dopo tutto. 
-D'accordo.- disse lei:-Accetto.-
-Eccellente.-
-Tuttavia.-
-Hai delle condizioni.- l'anticipó lui fingendosi sorpreso.
-Nessuno, neanche la Coin, deve avere il diritto di dirmi cosa fare o cosa dire. Voglio essere libera, non un burattino del governo.-
-Mi pare giusto.-
Piper uscì dalla stanza tronfia del successo appena ottenuto poi tornò indietro:-Che ne è stato di quel vecchio al parco?- domandò.
-Lo hanno messo a tacere.-
Piper capì e non aggiunse altro.

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