Il volto della sirena

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notte: l'istinto di essere nascosti agli occhi di tutti ***
Capitolo 2: *** Anime divise prima dell'irreversibile ***
Capitolo 3: *** Una creatura infima e maledetta ***
Capitolo 4: *** La furia del capitano ***
Capitolo 5: *** La leggenda della sirena abbagliata dalla luna ***



Capitolo 1
*** La notte: l'istinto di essere nascosti agli occhi di tutti ***


Era nascosta tra gli alberi di una piccola isola che sembrava non esistere.
Eppure quel luogo era il posto da favola di tutti i bambini che ignoravano la volontà di diventare adulti.
Perché adulti voleva dir dimenticare l’infanzia.
Adulti voleva dire prendere scelte che non volevamo fare.
E anche se la piccola Wendy, la giovane primogenita di una famiglia benestante di Londra, avrebbe inseguito un destino che solo Peter Pan avrebbe potuto fermare.
Ma il giovane ragazzo che non riusciva a pensare come un adulto, credeva solo al divertimento.
L’Isola che non c’è nascondeva insidie che nemmeno lui poteva credere, e la prima insidia nascosta si trovava all’avamposto delle sirene dove la giovane bambina era riuscita ad arrivare camminando tutta sola nel buio.
Non sentiva la paura invadere il suo corpo, soltanto la voglia di scoprire un fatto che all’inizio era solo una leggenda.
Perché le dicerie sull’Isola che non c’è erano molte e le verità molto poche.
Quando la luce lunare illuminava il mare rispecchiando uno spettacolo nascosto e magnifico allo stesso tempo, Wendy accarezzò il mare sentendo il sapore dell’acqua così fresco e limpido.
Ma la giovane bambina non era giunta fin lì per ber e per passare una notte diversa, ma per parlare con una delle sirene che abitavano tale luogo.
Wendy sapeva benissimo che non era mai riuscita ad andare d’accordo con le creature del mare, ma sapeva che niente era irrimediabile ai loro occhi e al loro modo di fare.
Mentre il timore stava prendendo il sopravvento, ecco che alcuni rumori dell’acqua riscossero dentro i suoi pensieri.
Loro erano lì che la stavano spiando, ma la giovane bambina non riusciva a vederli nel buio.
Pensava che si stessero prendendo gioco di lei, irritandola notevolmente.
< So che mi state guardando. Perché non vi fate vedere? >
Ad un certo punto, sentiva alcune risate di scherno mentre la paura stava facendo spazio alla follia.
Sembrava tutto incredibilmente surreale, ma loro erano lì in attesa di fare la prima mossa.
Accasciandosi su uno scoglio chiudendo gli occhi, Wendy cercava di scordarsi il suo passato di Londra per far spazio ad un futuro tanto nefasto quanto incredibile.
La sua volontà principale era di diventare una sirena, ma nessuno riusci9va a capire perché.
Peter Pan e tutti i bimbi sperduti l’avevano sempre avvertita che il luogo delle sirene poteva nascondere segreti e misteri tanto limpidi quanto oscuri, ma Wendy non ha mai voluto ascoltarli.
Aveva bisogno di un’avventura diversa perché anche lei voleva esser una creatura speciale.
Ma se ciò voleva dire entrare nelle grazie di quelle creature marine, molto prestò la piccola ragazza inglese avrebbe avuto un tremendo risveglio.
< Perché sei giunta fin qui? Che cosa vuoi da noi? >
Alzandosi dallo scoglio per vedere quella sirena illuminata dalla luna, Wendy non riusciva a rispondere.
< Hai tanta paura nel vedermi così? >
< No. perché dovrei averne? >
< Perché lo vedo dai tuoi occhi, bambina mia. Hai forse timore di qualche dispetto com’è accaduto qualche giorno fa’? >
< Io non sono una bambina. Sono abbastanza grande per prendere simili decisioni. >
< Del tipo? Far parte della nostra vita. >
< Esatto. Voglio capire come ci si sente ad essere come voi. Non ho più interesse di essere umana. Perché non provate… >
< Non potrai mai diventare una sirena, Wendy. Ci devi nascere. >
< Questo è quello che ho sempre creduto… Ma sono sicura che esiste un modo segreto che voi creature del mare nascondete gelosamente. >
Nel sentire tale parole, la sirena esplose in una fragorosa risata prima di richiamare le altre all’ordine.
< Come ti chiami? > gli domandò Wendy.
< Perché lo vuoi sapere? >
< Mi sembra educato presentarsi, non credi? >
< Come mi chiamo io non deve interessarti, sciocca ragazzina. Vattene subito da qui prima che le altre sirene ti facciano pentire di aver disturbato il nostro sonno e aver varcato il nostro territorio. >
Ma Wendy, essendo molto insistente, non avrebbe mai acconsentito a tale volere.
< Rimarrò qui finché voi non mi avrete fatto sentire una di voi. Che vi piacica o no. >
< Vuoi forse fare il gioco duro con noi, Wendy? Non ti conviene, sai? >
< Le minacce non m’intaccano affatto. È molto tempo che sono su quest’isola e la paura di morire non mi spaventano per niente. >
< Credi che noi sirene possiamo arrivare al punto di ucciderti? >
< Ci sono molte dicerie sulle creature del mare come voi: e non è per niente vero che voi siete delle buoniste. Ammaliate solo gli stupidi uomini con la vostra bellezza prima di ucciderli. >
< E chi ti ha detto queste cose? >
< Anche se sembro ancora molto piccola, so molte cose. Tante cose che voi non potete immaginare. >
< Ti ritieni una creatura intelligente? Molto bene… Ma se vuoi davvero diventare una di noi, dovrai superare una prova. >
< Del tipo? >
< Dovrai uccidere una di noi. Solo così potremmo capire dove il tuo istinto può spingerti. >
< Uccidere una di voi? Perché? >
< E’ la nostra legge. E se vuoi seguirla, devi ubbidire. >
Ma Wendy, capendo che tutto ciò era una trappola, sapeva bene che la sirena dinanzi a lei stava mentendo.
< Io… non sono un’assassina… >
< Allora torna nella giungla più oscura. Qui non servi a niente. >
Nel dire ciò tutte le sirene scomparvero improvvisamente, lasciando da sola la piccola bambina.
Sentendosi abbandonata ancora una volta, Wendy non voleva darsi per vinta.
Li avrebbe attese ancora una volta, anche fino allo spuntare del sole.
Perché anche se le sirene non la volevano, lei non voleva far parte dei bimbi sperduti.
Voleva stare lontano da Peter Pan che la trattava come una semplice ragazzina.
Se doveva reprimere la sua voglia di crescere, doveva diventare qualcos’altro.
Ma nel mentre il buio sull’Isola che non c’è diventava sempre più fitto, Peter Pan vagava volando per la foresta alla ricerca di lei.
Perché anche se non l’aveva promesso, avrebbe protetto lei e i suoi fratelli a qualsiasi costo.
Ma stavolta non era implicato il malvagio Capitan Uncino.
Sentiva i suoi timori diventare reali mentre il silenzio era sempre più palpabile.
Fino a quando arrivando sulle sponde del mare non venne attaccato alle spall da una creatura sconosciuta.
< Non riesci a vedere al buio, vero Peter? >
< Chi diavolo sei tu? >
< Colei che ti farà capire che l’Isola che non c’è non è solo il tuo territorio. Tu te ne dovrai andare, altrimenti non rivedrai mai più la tua Wendy. >
Nel sentire quel nome, Peter divenne pallido in viso.
< Se gli hai fatto del male… >
< Potrai vederla tra poco. E quello che ti dirà, non ti piacerà per niente. >

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Capitolo 2
*** Anime divise prima dell'irreversibile ***


Peter Pan aveva lo sguardo spaventato dopo che la sirena gli aveva rivelato che avrebbe visto la sua Wendy.
La giovane bambina non doveva vagare da sola sull’Isola che non c’è, soprattutto nelle ore notturne.
Il pericolo era sempre dietro l’angolo e Peter non avrebbe mai accettato che gli potesse succedere qualcosa di male.
Cercando di richiamare la sirena che inizialmente l’aveva intrappolato, Peter si sentiva impotente.
Volare non era la soluzione a tutti i problemi e l’avrebbe scoperto di lì a poco quando Wendy avrebbe mostrato il lato oscuro di sé.
Camminando nel buio saltando da uno scoglio all’altro, Peter fu bloccato da una creatura che non gli lasciava scampo.
Completamente terrorizzato, Peter cercò di scappare via, ma senza successo.
< Che cosa vuoi da me?! Lasciami in pace! >
Peter, sentendosi intrappolato, non poteva credere che la sua fine potesse giungere così improvvisamente.
Ma quando vide che la creatura che lo aveva preso per le gambe non era altro che la sua Wendy, un velo di sorpresa ricoprì il suo volto.
< Wendy, ma che cosa… >
< Non saresti mai dovuto arrivare fin qui, Peter. >
Fissando lo sguardo oscuro e privo di vita che aveva il suo volto, Peter capì subito che quella non era la Wendy che aveva conosciuto.
< Wendy, ma cosa ti sta succedendo? Ti vedo… >
< Sono sempre la solita, Peter. Soltanto mi sento la vera persona che ho desiderato essere da sempre: una creatura invincibile che possa vivere nelle profondità marine nascoste di quest’isola. >
Peter, non capendo perché la giovane ragazza potesse fare tutto questo, cercò di saperne di più sul suo conto.
L’Isola che non c’è l’aveva profondamente cambiata e questo Peter non riusciva a spiegarselo.
< Wendy, che cosa vuoi diventare? >
< Una sirena, stupido. Perché rimanere una sciocca bambina senza mai diventar egrande? Che cosa c’è di così avventuroso e speciale essere sempre la solita per tutta una vita? >
< Perché essere bambini… non so. È una sensazione che ti fa’ sentire libero. >
< Ed è per questo che non vuoi mai crescere? Perché vuoi sentirti libero? >
< Esatto. Guarda tu stesso Capitan Uncino: lui è un uomo adulto ed è pieno di problemi. Io non voglio mai essere come lui. >
< Lui ti da’ la caccia perché lo vuoi gettare in pasto al coccodrillo come hai fatto con la sua mano. >
< Questa è una sciocchezza! Non farei mai un abominio del genere. >
Ma Wendy, tralasciando l’argomento della faida tra lui e il Capitano Uncino, voleva concentrarsi su quella che sarebbe diventata: la creatura perfetta di tutti i mari sconosciuti.
< Wendy, perché vuoi incorrere in una vita che non ti appartiene? Il tuo posto è accanto a me con i tuoi fratelli e con i bimbi sperduti. Perché vuoi diventare una sirena? >
< Per liberarmi della vostra oppressione > rispose la ragazza con tono duro < Pensi davvero che passerò tutta la mia vita raccontandovi favole privi di senso solo per farvi sognare? Già tutto questo che gira intorno a noi non è reale. >
< Tu non vuoi credere a noi, Wendy. Per questo non percepisci la nostra realtà. >
< Sto solo dicendo che io non faccio parte di questo mondo e non voglio far parte di una vita che non mi piacerebbe vivere. >
< Stai dunque pensando che risolverai tutti i tuoi problemi diventando una sirena? >
< Questo lo scoprirò vivendo con i miei simili. >
Ma Peter, udendo quella risposta, voleva andarsene lontano da lei cercando di dimenticarla.
< Non ti ho portata qui sull’Isola che non c’è per voltarmi le spalle in questo modo… Vuoi tornare a casa? Ebbene, posso farlo. basta che tu me lo dica. Ma pensare che tu diventerai presto una creatura diversa da quello che sei, mi rende molto triste e arrabbiato. >
< Non devi esserlo, Peter. È una decisione che spetta solo a me. >
< Molto bene, Wendy. Quindi io e te non abbiamo nient’altro da dirci. >
Ma la giovane bambina, per quanto potesse tenere a Peter, non avrebbe mai voluto che il loro rapporto si potesse concludere in questo modo.
< Peter, io non voglio dimenticarti… >
< Ma lo farai molto presto. Una volta che ti getterai in queste acque maledette, tu mi dimenticherai. E dimenticherai di essere stata un’umana piena di intelligenza. E forse anche qualcos’altro… >
Ma Wendy, che non credeva di essere entrata nel cuore del giovane Peter, lo cacciò malamente intimandogli di non cercarla mai più.
< Stai tranquilla, Wendy. Non lo farò mai. >
E nel dire quelle ultime parole, Wendy attese il momento del suo destino completamente da sola prima che lo spuntare dell’alba potesse inondare un’Isola piena di contraddizioni9 e di misteri.
< Ho dato l’addio definitivo a Peter Pan > fece Wendy alla sirena < Ora sono pronta per il grande passo. >
< Molto bene. Alla fine hai preso la decisione definitiva. Sei sicura che non te ne pentirai mai? >
< Anche se dovessi pentirmene… non ci penserò mai. Ormai ho preso la mia decisione. >
< Capisco… Non ci sarà bisogno che tu uccida una di noi. sei pronta per far parte di noi, Wendy. Preparati alla tua trasformazione. >

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Capitolo 3
*** Una creatura infima e maledetta ***


Wendy non voleva immaginare che cosa sarebbe successo da lì a poco.
La vecchia vita da bambina spensierata stava per finire per sempre dopo che le sirene l’avrebbero cambiata per sempre.
Anche se era ancora molto piccola, la bambi9na non aveva paura di niente.
Il suo immaginario fantastico stava per prendere il sopravvento e il mare la stava per avvolgere il suo corpo.
< Che cosa devo fare adesso? > domandò Wendy.
< Seguici negli abissi e lo scoprirai. >
Non sapendo ancora il nome della sirena che sembrava comandare tutte le altre, Wendy si sentiva intimorita ma audace.
Non c’era tempo per cambiare idea: il destino che aveva scelto per sé stava per diventare una sorta di condanna che la giovane bambina non riusciva ad immaginare.
Credeva ancora che sull’Isola che non c’è non sarebbe successo niente di grave, lasciandola in disparte da pericoli che non poteva credere.
L’addio a Peter Pan e alla sua vecchia vita non era poi stato così doloroso, ma presto la nostalgia l’avrebbe colta impreparata.
Perché se da un lato non faceva altro che vedere acqua e oscurità, la luce della rinascita diventava sempre più debole e la solitudine avrebbe attanagliato la sua mente ancora non del tutto matura.
La sua intelligenza non gli sarebbe servita in qule frangente di tempo, perché la sirena era tutta bellezza e furbizia: e questo Wendy non l’aveva messo in conto.
Come poteva diventare bella come le altre tralasciando il suo viso angelico e innocente? Crescere per lei non era mai stato un problema e diventare una sirena adulta ra solo un passo verso una dimensione sconosciuta e per niente appagante.
Con questi giri di parole e di pensieri, Wendy riusciva a nuotare incredibilmente sott’acqua senza correre il rischio di affogare.
Con i suoi occhi riusciva a vedere animali marini mai conosciuti prima, mentre non perdeva di vista l sirene.
Non avrebbe mai creduto che il territorio di quelle creature marine fosse così espansivo e molto grande.
< Nessun essere, a parte noi, ha il permesso di entrare nel covo del teschio. Questo è il luogo dove noi sirene ci riuniamo per stare alla larga dal mondo che tu e tutti gli altri dell’Isola che non c’è conoscete. Un mondo fantastico dentro un mondo fantastico. Se tu hai deciso di seguire le nostre orme, allora dovrai dimenticare tutto quello che ti circonda e considerare solo un fatto: la sopravvivenza. >
Wendy, che non voleva essere intimorita da tali parole, mormorò che non aveva paura di morire.
< Forse dici così perché non sai cosa fanno le sirene dell’Isola che non c’è… ebbene, credi davvero che stiano tutto il tempo a straparlare e a rendersi ogni giorno più belle? Ebbene, questo fatto è solo l’apparenza degli abitanti di quest’isola. Il nostro scopo è di giungere sulla terra ferma per sommergerla con il nostro canto e cacciare per sempre i nostri invasori. >
< Invasori? Ma Peter Pan e i bimbi sperduti… >
< Loro sono0 invasori, Wendy. Ci hanno tenuti lontani dal nostro habitat per troppo tempo. Ma adesso è giunta l’ora di farla finita. Una volta per tutte… E tu potresti essere la nostra salvezza in tutto questo. >
Mentre i raggi lunari ricoprivano il corpo di umano della piccola Wendy, quest’ultima si sentì come avvolgere da un incantesimo potente e incontrollabile che l’avrebbe trasformata per sempre in una creatura mistica e maledetta.
Non riuscendo a capire da che punto potesse derivare tanta forza, la povera Wendy si ritrovò ad essere una creatura ricoperta di squame mentre tutte le altre sirene si apprestavano a ridere di lei.
< Credevi davvero di poter far parte del nostro gruppo, stupida ragazzina? Sie più sciocca di quello che vuoi far credere. >
< Ma che diavolo è successo? Io… >
< Sei già fortunata che non ti sei trasformata in schiuma di mare. Hai la pelle molto dura, sai? >
Guardando il suo corpo disgustoso ricoperto da pelle blu mentre i suoi occhi erano di un nero oscuro, Wendy non riusciva a vedere più la luce, mentre le creature dinanzi a lei continuavano a ghermirla.
< Perché mi avete fatto questo? Io non riesco più a vedere niente. >
< Rimarrai cieca per tutta la vita… Almeno che non ti consegniamo a Capitan Uncino. Lui ci pagherebbe molto bene e lascerebbe per sempre i nostri territori che ci appartengono. >
< Che cosa? volete vendermi a Capitan Uncino? >
< E’ quello che ti meriti, ragazzina. Te l’ho detto prima che le sirene non sono così buone come puoi credere > rispose la sirena con ghigno malefico < E’ giunta l’ora che tu capisca quale è il tuo posto. E sicuramente non è nel nostro gruppo. Prendetela! >
Dopo averla circondata e legata contro la sua volontà, Wendy fu trascinata nelle profondità marine per un tempo che sembrava infinito, prima di giungere su un vascello dove la sua fine era segnata dalla malvagità di creature umane e marine che avevano unito le loro forze per un bene comune: il potere incontrastato sull’Isola che non c’è.

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Capitolo 4
*** La furia del capitano ***


Mentre il buio era ancora vivido sull’Isola che non c’è, l sirene che teneva in ostaggio la povera Wendy si muovevano nel mare cercando di fare il meno rumore possibile.
Ma Spugna, sempre allerta quando si trattava di strani rumori, si recò nella cabina del capitano con l’intenzione di svegliarlo.
< Capitano! Presto! Qualcuno sta attaccando la sua nave! >
Ma Uncino, per niente preoccupato per l’allarme di Spugna, gli intimò di tornare a dormire prima che lo potesse gettare nel mare personalmente.
< Spugna, è notte fonda. Vattene subito dalla mia cabina, altrimenti… >
Ma quando un rumore sordo invase le orecchie del vecchio capitano, egli non poteva credere di trovarsi dinanzi a delle sirene bellissime.
Per niente sconcertato dal loro arrivo, Uncino si rivestì il più velocemente possibile aiutato da Spugna.
< Presto, Spugna! Il mio abito migliore. >
< Sì, capitano. >
< Faccia pur con comodo, Capitano. Noi non abbiamo nessuna fretta. >
< Spero che il vostro arrivo sulla mia nave sia importante svegliarmi così in piena notte, non è per niente consigliabile. >
< Quando vedrà cosa abbiamo portato per lei, cambierà subito idea. >
Mentre la curiosità lo stava attanagliando, Uncino intimò Spugna di lasciarlo da solo, mentre le sirene si muovevano nella camera del Capitano come se fossero dei perfetti esseri umani.
< Ci siamo abituate a muoverci sulle superfici non marine. Di questo non si deve preoccupare. Capitano. >
< Con chi ho il piacere dio fare affari? >
< Il mio nome è Mary. >
< Molto bene, Mary. Che cos’ha lei e le sue sirene in quel sacco? Se si tratta di un tesoro sepolto che Peter Pan mi ha rubato, potrete usufruire di una piccola parte del bottino. >
< Non è niente del genere, Capitano. >
< Ah no? allora illuminatemi. >
Quando Wendy fu gettata in mezzo alla stanza sotto lo sguardo attento del Capitano, Uncino non riconobbe la disgustosa creatura.
< Che diavoleria è questa? >
< Sapevo che lei non l’avrebbe riconosciuta. Ma guardatela attentamente negli occhi. >
Ma Uncino, irritato per quella creatura orribile, non riuscì a vedere nessun segno distintivo in grado di fargli capire che si trattava della piccola Wendy.
< Mary, parli chiaro una volta per tutte. Chi è questa creatura? >
< Si tratta di Wendy, Capitano. Davvero non riuscite a riconoscerla? >
< Che cosa? questo è impossibile. Wendy non ha… >
Ma quando i suoi occhio divennero improvvisamente di un azzurro limpido,. Uncino si sconcertò a quello spettacolo.
< Che razza di stregoneria è questa? >
< Arti magiche di noi sirene. La piccola Wendy voleva diventare come una di noi e abbiamo cercato di aiutarla il più possibile. Peccato che sia impossibile trasformarsi in una creatura come noi…, A questo punto, non sapendo che cosa farne di lei, abbiamo pensato subito… >
< Avete avuto un’idea magnifica. Tutte quante… Peter Pasn rimarrà sconvolto quando saprà che la piccola Wendy verrà uccisa questa notte. >
Nel mentre Uncino stava richiamando la sua ciurma di pirati, le sirene dell’Isola che non c’è volevano assolutamente avere qualcosa in cambio.
< Dovrete prometterci che abbandonerete per sempre il mare, Capitano. È il nostro habitat e noi abbiamo bisogno di riconquistarlo. >
< Ah, davvero? Per quale motivo dovrei farlo? non avete un territorio abbastanza grande per vivere e nuotare? >
< Lei acconsenta al nostro volere, Capitano. Non chiediamo altro. >
Ma Uncino, per niente d’accordo sul desiderio delle sirene, ordinò alla sua ciurma di ributtar in mar quelle creature.
< No! maledetto! >
< Non prendo ordini da nessuno, dannate creature. Soprattutto da alcune sirene come voi. Io sono il padrone indiscusso di questi mari. Non acconsentirò a lasciare il mio habitat per fare spazio a delle creature insulse come voi. >
< E noi che pensavamo che rispettasse gli accordi. >
< Sono un bravo Capitano, mia cara Mary. Acconsento sempre ad ogni accorto. Ma alla fine decido quale sia il più soddisfacente. Il mare riguarda m e la mia vita. Peccato che tu e tutte le tue creature abbiate pensato il contrario. Adesso portatele via! >
Una volta cacciate malamente le sirene, il Capitano poté pensare solo esclusivamente a Wendy.
La povera bambina, diventata una creatura ignobile e paurosa, doveva cercare di riconquistare il suo corpo da umana prima di venire uccisa dall’efferabile Capitano.
Ma chi poteva davvero salvarla? Peter Pan sarebbe arrivato in tempo?

 

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Capitolo 5
*** La leggenda della sirena abbagliata dalla luna ***


Capitan Uncino fissava Wendy con sguardo disgustato inorridito.
Nel vederla trasformata in una creatura reietta e sconosciuta, gli faceva ribollire il sangue.
< Wendy, come hai potuto pensare di fidarti delle sirene? Lo sanno tutti sull’Isola che non c’è che sono creature crudeli e inaffidabili. E tu volevi far parte del loro gruppo? Che sciocchezza! Potevi cambiare vita in un altro modo, non ti pare? Oppure ti sei già stufata di rimanere qui sull’Isola che non c’è? >
< Di quello che penso e voglio fare, non sono affari tuoi. >
< Si la solita mocciosa sgarbata. Ma questa volta no0n ci sarà il tuo Peter Pan a salvarti. Andrai in pasto ai pescecani proprio adesso. >
Illuminata dalle torce di fuoco dei pirati, Wendy avanzava verso il ponte della nave per essere buttata in mare.
< Un ultimo desiderio prima di morire, Wendy? >
La creatura, per niente terrorizzata da quello che gli sarebbe successo, fissava il Capitano con sguardo sorridente e compiaciuto.
< Perché mi stai guardando così? Che succede? >
< Capitano, non capisci che uccidendomi scatenerai la furia di Peter? Lui non si darà per vinto nell’ucciderti. Ti conviene lasciarmi viva, altrimenti… >
< So tenere a bada quel moccioso, non preoccuparti. Adesso vedi di buttarti in mare o lo sparo della mia pistola risuonerà in tutta l’Isola che non c’è. >
Wendy, capendo che il suo destino era ormai segnato definitivamente,e fissò un’ultima volta la luna prima di gettarsi in mare.
Quella notte sembrava molto diversa e molto più luminosa del solito mentre la speranza stava proprio sparendo nel buio.
< Allora?! Che cosa aspetti?! Buttati! >
Buttandosi in acqua senza guardare il mar,e subito dopo Wendy si ritrovò trasformata incredibilmente in una sirena mentre il Capitano e tutta la sua ciurma stavano festeggiando la fine di quella ragazza.
Urla compiaciuti e brindisi echeggiavano a bordo di quella nave mentre il Capitano non poteva credere a quello che sarebbe successo da lì a poco.
Un rumore soave simile ad un canto flebile risuonò nelle orecchie dei pirati mentre stavano cercando di capire da dove potesse provenire quel suono.
Spugna, che non aveva mai sentito niente di simile come tutti gli altri, mise in allarme il Capitano dicendogli che era tutta una trappola.
< Eppure questo suono mi fa’ venire voglia di dormire. >
Mentre tutta la ciurma di pirati si stava accasciando a terra senza energie, Spugna era l’unico rimasto ancora sveglio.
Avendo la percezione che la luna nel cielo si era avvicinata alla nave di Uncino, Spugna non poteva credere a quello che stava vedendo.
Una creatura marina dalle sembianze bellissime fissava il vecchio mozzo mentre continuava a cantare con la sua dolce voce.
< Allora sei tu… >
< Quando il Capitan Uncino si risveglierà, avvertilo che la creatura più bella dell’Isola che non c’è è viva e libera dalla sua oppressione e dalla sua voglia di potere. >
< Ma tu chi diavolo sei? >
< Colei che è rinata dalla luce della luna… Colei che è riuscita a coronare il suo sogno. >
E nel dire quelle ultime parole, la misteriosa creatura nata dalla luna scomparve dagli occhi di spugna, mentre un silenzio surreale cadde sul vascello e su tutta l’Isola che non c’è.

 

Poco prima dello spuntar dell’alba, la creatura lunare nuotava indisturbata vicino alla riva dell’Isola che non c’è.
Credendo che fosse da sola, continuava a cantare accogliendo l’inizio di un nuovo giorno.
Ma proprio vicino a li, non poteva immaginar che ad attenderla ci sarebbe stato proprio Peter Pan.
Mentre i due sguardi si incontrarono l’un l’altro, Peter capì che la sua piccola Wendy di cui era segretamente innamorata, non esisteva più.
Esisteva invece una creatura diversa dalle sirene che popolavano l’isola, lontana dalla cattiverie e dalla furbizia di tali creature marini ma dalla bellezza unica nel suo genere.
< E così… sei riuscita a coronare il tuo sogno di diventare una sirena. >
< Ebbene sì, Peter… Non avrei mai creduto che tu mi avessi riconosciuta così velocemente. >
< Non potrei mai dimenticare il tuo sguardo e il tuo viso, Wendy. I tuoi lineamenti sono molto simili anche quando eri un essere umana. >
Felice di sentire quelle belle parole, Wendy non avrebbe voluto dire addio a Peter.
Anche se era stata lei la padrona del suo destino, non poteva pensare di potergli vivere accanto fino alla fine dei loro giorni, anche se il tempo si era fermato per sempre.
Wendy doveva stare con i suoi simili e Peter doveva combattere Capitan Uncino per tutta la sua vita infinita.
< So che sarai un bambino diverso da quello che mi ricorderò. Rimarrai per sempre nel mio cuore e non ti dimenticherò mai. >
< Quindi mi stai dicendo addio, Wendy? >
< No… Il mio è solo un arrivederci. >
Avvicinandosi a riva quanto basta per riuscire a raggiungere Peter, Wendy gli donò un flebile bacio sulla guancia prima di riemergere nelle profondità marine.
Guardando quello spettacolo marina e quel canto così bello quanto ipnotico, Peter Pan rimase a fissarla tutto il tempo necessario attendendo l’arrivo di un nuovo giorno, perché quel momento non se lo sarebbe mai scordato.
Non poteva dimenticare una storia tanto coraggiosa quanto un lieto fine degno di un racconto di favole che proprio Wendy gli aveva sempre raccontato.

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