Sottosopra

di ChemistryGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Selezione Oc ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

 
 
“Ci hanno promesso che i sogni possono diventare realtà, ma hanno dimenticato di dirci che anche gli incubi sono sogni.”
(Oscar Wilde)
 
 
4 Novembre 2058,
Tottenham, Londra
 
 
Il dolore scemava dalle sue membra, allo stesso modo con cui il suo sangue fuoriusciva lentamente dalle numerose ferite che le costellavano il corpo martoriato. 
Ogni cosa pareva ovattata, lontana anni luce da lei: lo sferragliare del treno, le risate degli ubriachi, il rombo delle macchine, l’erba fresca su cui era distesa… Vedeva solo il cielo nero, nessuna stella, solo l’ultima falce di luna calante che pareva sbeffeggiarla con un ghigno crudele “Io muoio, ma risorgerò. Tu no.”
Il mondo si stava facendo offuscato. 
Il dolore era scomparso e al suo posto era subentrato un freddo gelido che, partendo dalle estremità, risaliva verso il suo cuore che si contraeva frenetico, quasi volesse battere tutti gli anni che gli erano stati strappati via precocemente.
Da lontano, una voce roca, ripeteva il suo nome con una tale disperazione da straziarla. Sapeva di non aver più alcuna speranza. Era troppo tardi. 
Nel suo campo visivo, ormai limitato e oscuro, comparve il viso di sua sorella. I capelli scarmigliati, gli occhi sgranati e i canini esposti << Alya! Alya, ti prego no! >>
La sentì gettarsi al suo fianco e percepì vagamente il suo calore quando la sollevò, per stringerla fra le braccia. Avrebbe voluto poter dire qualcosa, desiderava appropriarsi di quel gradevole tempore di cui Nashira pareva straripare, ma il gelo era giunto alle porte del suo cuore. Voleva avvertirla, dirle di stare in guardia, di non fidarsi, tuttavia le labbra non si mossero al suo comando e solo un breve ansito le sfuggì.
Era stata tradita.
Era morta.
 
 
§§§
 
 
24 Settembre 2062,
Highgate, Londra


 
Il Ginkgo Biloba è una delle piante più resistenti al mondo ed anche una delle più misteriose. Ha attraversato le epoche: dall’età del Carbonifero, passando per l’era Glaciale, fino a giungere a noi grazie Carlo Linneo che, nel 1771, scovò l’ultimo esemplare, protetto e venerato, in un tempio buddista. Simbolo di forza e resistenza, soprattutto dopo che un solitario Ginkgo fu l'unico albero a sopravvivere alla nube tossica della bomba atomica a Hiroshima. Inoltre molti sono gli usi e le credenze legate a questo albero, per i più superstiziosi sarebbe in grado di allontanare gli spiriti malvagi imprigionandoli all’interno dei suoi semi. Per questo quando uno di questi, dopo essere diventato frutto, si rompe rilascia un tanfo di morte e putrefazione indicando che il procedimento di purificazione è avvenuto nei migliori dei modi.
Mason Stabler, Capo Auror da quattro anni, faceva vanto del suo scetticismo; per quanto potesse essere strano, essendo stato circondato dalla magia fin da quando era nato. Spostando con la punta dello scarpone alcuni piccoli frutti caduti di Ginkgo, si ritrovò a pensare che, per una volta, avrebbe voluto che il suo cinismo fosse stato smentito. Avrebbe voluto che quell’albero centenario, posto a protezione del piccolo cottage di periferia, avesse avuto le proprietà magiche che gli attribuivano e avesse allontanato i mostri che si erano insinuati nella dimora. 
Tenendo in bilico una sigaretta fra le labbra, estrasse un accendino argentato dalla tasca del suo pastrano e lo fece scattare con un gesto secco del polso. Trasse un lungo respiro tenendo gli occhi stretti in due fessure, per poi rilasciare il fumo in una densa cortina. Passò distrattamente il polpastrello sul freddo metallo, sull’incisione che riportava sibillina tali parole: “Ogni cosa ha un suo perché.” L’angolo destro delle labbra ebbe un lieve fremito, come se stesse combattendo contro l’impulso di aprirsi in un sorriso amaro, però nulla di tutto ciò accadde. Semplicemente l’uomo ripose l’accendino nella tasca interna della giacca e si passò una mano fra i folti capelli scuri.
<< Capo, i tecnici hanno finito. Procediamo con le indagini? >> domandò una voce esitante alla sua destra. 
L’Auror non distolse l’attenzione dalla staccionata bianca, dietro alla quale si stavano affollando sia i semplici curiosi che i giornalisti. 
<< Hanno fatto i rilevamenti necessari? >> 
<< Sì. >> replicò con solerzia il giovanotto di cui non si ricordava il nome << Mi hanno consegnato il fascicolo. >>
Mason fece cadere un po’ di cenere sul terreno, mentre rivedeva davanti agli occhi i corpi senza vita della famiglia Brennan e il sangue che imbrattava ogni cosa, raggiungendo pure i soffitti. 
Diede le spalle ai curiosi e fissò gli occhi scuri e severi sul sottoposto. Allungando la mano destra afferrò il dossier del caso e lo aprì, lo scorse velocemente mentre il suo viso rimaneva inespressivo nonostante le atrocità lì riportate.
<< D’accordo. >> disse dopo un paio di minuti, sollevando lo sguardo sul ragazzo smilzo e dai capelli color stoppa << Fate il vostro dovere, raccogliete e catalogate ogni prova. Però lasciate la scena intonsa, sigillatela e fate in modo che nessuno vi possa entrare previa mia autorizzazione. >>
Il giovane Auror annuì, ma invece di correre a fare quanto ordinato rimase in stallo di fronte a lui, a disagio.
<< Devi dirmi qualcos’altro? >> 
<< E-ecco, il Ministro della Magia desidera vederla. Immediatamente. >> 
Mason strinse la mascella con forza, poi fece un secco cenno del capo che venne interpretato dal ragazzo come un congedo. 
Un flash improvviso e il rumore di uno scatto fotografico lo fecero voltare verso l’entrata della casa. Dalla quale, in un processo silenzioso, uscivano le quattro salme. Nonostante i sacchi neri che nascondevano i corpi era impossibile non distinguere le figure minute dei due bambini.
Dopo il primo un’altra serie di flash si susseguirono uno dopo l’altro, per poi essere accompagnati dalle domande insistenti dei report quando lui si avvicinò. Non degnò della benché minima attenzione quegli avvoltoi, si limitò a superarli e a dirigersi in luogo appartato dove smaterializzarsi.


 
§§§
 
 
Epping Forest, Essex
 
 
Il fuoco crepitava allegramente nella piccola radura, rischiarandola e creando un alone dorato tutt’attorno. 
Nashira, seduta su di un troco caduto ormai da tempo, sollevò lo sguardo dalle fiamme << Allora, avete intenzione di uscire allo scoperto o rimarrete lì nel buio come dei codardi? >> 
A quelle parole seguì un breve silenzio, poi il rumore di rametti calpestati diede conferma della presenza di altri esseri viventi. Tre figure uscirono dall’oscurità, avvicinandosi a lei con passi lenti e misurati. 
<< Codardi? >> domandò una voce cavernosa, sicuramente del capo di quel gruppo di cacciatori di taglie. Il kelpie inarcò le scure sopracciglia << Un po’ ipocrita da parte tua. >>
La vampira si alzò lentamente, mentre un mezzo sorriso le si delineava sul volto << Oh, sono tante cose e la maggior parte non belle, ma di certo non sono né una codarda né un’ipocrita. >> 
<< Allora come definiresti una persona che ha ucciso la propria sorella e poi è scappata? >> un secondo kelpie fece un passo avanti, estraendo nel mentre uno spadone a doppia lama. 
<< Quindi voi siete quel tipo di cacciatori di taglia. >> 
<< Quale tipo? >> chiese la selkie, che si stava spostando alla sua sinistra.
Con la coda dell’occhio, la mora notò che teneva in mano una glock17 e udì uno scricchiolio giungerle alle spalle. Dunque erano in quattro. Il mezzo sorriso si delineò completamente, intanto che manteneva una posa rilassata << I giustizieri imbecilli. >> 
Si spostò di lato, evitando l’affondo della katana, destinata a trapassarle la schiena, e con una piroetta lanciò il pugnale che, fino a quel momento, era rimasto assicurato alla sua coscia destra. La lama si conficcò nel cranio della selkie, che cadde inerme. La pistola ancora in pugno. 
Prima che i tre potessero capire cosa fosse successo, afferrò il vigliacco che gli era giunto alle spalle e con un movimento secco gli spezzò il collo di netto << Parente vostro? >> domandò, indicando con il mento il kelpie riverso fra loro. 
Due ringhi disumani riempirono la radura, facendo alzare in volo un piccolo stormo di corvi. Nashira si tuffò di lato, nel tentativo di prendere l’arco e le frecce appoggiate al tronco, ma venne fermata dallo spadone del capo, che calò dall’alto e spezzò in due il ceppo. 
Rotolò lontano, ma il sibilo di una seconda lama sopraggiunse troppo tardi e un dolore lacerante le percorse il fianco destro quando la scimitarra la colpì. Schivò un secondo e un terzo affondo, poi, quando ebbe acquisito abbastanza spazio spazzò il terreno, con la gamba destra stesa, colpendo con una tale forza l’avversario alle gambe da farlo cadere.
Si allontanò in fretta, evitando così di essere infilzata dallo spadone del secondo kelpie. Afferrata una manciata di terriccio, si alzò di scatto e con un gesto ampio del braccio scagliò la sabbia contro il volto dell’uomo, che urlò dal dolore momentaneamente accecato. La spada a doppia lama gli scivolò dalla mano, ma non toccò mai terra perché la vampira la afferrò al volo. Prese con entrambe le mani l’elsa e affondò la lunga lama nel ventre dell’avversario, poi la estrasse e, con un unico fluido movimento, decapitò il secondo, che si stava rialzando. Per un secondo ogni cosa rimase immobile, come cristallizzata, poi, quasi a rallentatore, la testa cadde, rotolando sul tappeto di aghi di pino, seguita dal resto del corpo.
Nashira lasciò la posa da combattimento e conficcò nel terreno la spada, per poi dirigersi verso il fuoco scoppiettante. Ignorando l’alta figura che sostava lì vicino, aprì le cinghie della giacca e se la sfilò, lasciandola cadere su una parte del tronco spezzato in due. 
Balthazar, con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni scuri, si guardò introno con un mezzo sorriso divertito, studiando con attenzione i quattro cadaveri << Non capisco perché continuo a preoccuparmi per te. Insomma è evidente che tu non abbia mai bisogno di un mio aiuto, è demoralizzante per un figlio. >> 
La vampira si sfilò la canottiera dalla testa, rimanendo con addosso solo il reggiseno sportivo << Saresti potuto intervenire quando ho rischiato di essere infilzata come un kebab. >> estrasse dalla sacca una fiaschetta ammaccata e ne bevve un lungo sorso. 
<< Nah, non volevo rovinarti il divertimento. >> aggrottando le sopracciglia, il kelpie l’additò << Spero per te, che tu non voglia sprecare quel whisky per disinfettarti la ferita. >>
La donna si immobilizzò nell’atto di fare proprio quello di cui veniva accusata. 
<< Kuku(1)… >> sospirò esasperato Balthazar di fronte all’espressione colpevole della mora. Si tolse dalla schiena le due spade e il Tomahawk(2), che depose contro un albero lì vicino, mentre il pugnale, il gemello di quello di Nasihra, rimase assicurato alla coscia. Prese dallo zaino una scatola per il primo soccorso, dopo di che le fece cenno di avvicinarlesi.
<< Mi domando come tu abbia fatto a sopravvivere tanto a lungo, se non sei in grado di curarti da sola. >> borbottò l’uomo, quando lei gli si fu accostata. Le afferrò la vita e la mise nella posizione più comoda per curarla. 
Nashira arricciò il naso, dandogli un colpetto sulla fronte intanto che lui si sedeva sul terreno: essendo più alto di lei di venti centimetri buoni non poteva fare altrimenti << Sai com’è, sono una creatura: mi rigenero più in fretta di un comune mortale. >> 
Il kelpie le lanciò un’occhiata severa da sotto le folte ciglia << Ma non sei immune alle infezioni. >> 
<< E secondo te perché mi stavo versando il whisky sulla ferita? >>
<< Non è una panacea per tutti i mali. >> 
<< Per me sì, soprattutto se è della Webster Distillery(3). >> la vampira prese un altro generoso sorso, mentre l’uomo, dopo aver ripulito il taglio, prendeva ago e filo e iniziava a richiudere i due lembi. 
<< Se ti piace così tanto perché sprecarlo? >> 
La mora non si prese la briga di rispondere e fissò lo sguardo sulle ombre che li circondavano << Dobbiamo muoverci in fretta, se questi quattro disperati ci hanno trovati vuol dire che hanno avuto una soffiata su di noi. Probabilmente qualcuno ci ha riconosciuto e ha venduto l’informazione al miglior offerente. >>
<< Dovevano essere già sulle nostre tracce. >> Balthazar concluse la sua operazione di cucitura strappando con un gesto secco il filo da sutura.
<< Non è necessaria la fasciatura. >>
Il kelpie lanciò un’occhiata severa alla donna << Sono io il medico da campo qui, decido io cosa sia necessario e cosa no. >> 
<< Guarda te questo moccioso che tenta di fare la voce grossa. >> borbottò la vampira tirandogli una sberla sul coppino, ma lasciandogli fare comunque come voleva.
<< Allora qual è il piano? >> le chiese Zar, posando con delicatezza un pezzo di garza sul fianco per poi assicurarlo con dello scotch.
<< Ripuliamo questo posto, non possiamo lasciare indizi. Poi ce ne andiamo. >> 
<< Per ripulire intendi… >> 
Nashira gli diede un buffetto di ringraziamento per la medicazione << Sì, diamo fuoco ai cadaveri. È il modo migliore per cancellare qualsiasi traccia. Prima però controllali, magari hanno qualche indizio interessante addosso, poi scatta qualche foto ai loro volti. >> 
<< E gli altri? >> 
Dopo aver arrotolato e infilato la maglietta macchiata di sangue nello zaino, se ne mise una pulita << Appena noteranno la colonna di fumo sapranno cosa fare. Non sono degli sprovveduti. >> lanciò un’occhiata rammaricata al taglio sulla sua giacca preferita, poi la indossò << Forza, mettiamoci al lavoro. >> 
Nel giro di dieci minuti ogni cosa era stata sistemata, furono persino eliminati gli schizzi di sangue della vampira. I due, con armi e zaini in spalla, studiarono per un paio di secondi la catasta di membra al centro della piccola radura. Il silenzio venne rotto dal sibilo di un fiammifero che veniva accesso e poi gettato sulle salme.
La vampira sollevò il viso al cielo, prendendo un profondo respiro << Sta arrivando una tempesta, da est. >> 
Balthazar non distolse lo sguardo dalle fiamme, che iniziavano a lambire i copri come lunghe dita che erano risalite dall’inferno stesso. Erano stati previdenti: l’incendio non si sarebbe esteso alla boscaglia circostante << Non sarà un problema? >> 
<< No, quando arriverà il fuoco avrà già compiuto il suo dovere. >> la donna si sollevò il cappuccio sul capo, in modo da nascondere il viso da possibili occhi indiscreti << Andiamo. >> 
 
 
§§§
 
 
Ministero della Magia Inglese, Londra
Livello Uno, Ufficio del Ministro della Magia
 
 
Mason si fermò di fronte alla porta nera, prese un profondo respiro e bussò, certo che quello che stava per affrontare non sarebbe stata una passeggiata. Dall’altra parte giunse una risposta secca, che gli ordinava di entrare e lui così fece.
L’imponente stanza, dagli alti soffitti e dai ricchi ornamenti, solitamente animata e piena di vita, era stranamente silenziosa. Solo i rintocchi dell’orologio spezzavano la quiete del luogo. Il Capo degli Auror non si fece intimidire dalla tensione che si percepiva chiaramente e, con espressione neutrale, fece un cenno di saluto al Ministro, che si trovava dietro la sua imponente scrivania, e ai tre ospiti che si trovavano dall’altra parte della stanza. 
Makoma Modjadji, una dei vampiri più antichi esistenti, gli restituì il saluto con un sorriso cordiale e uno scintillino divertito negli occhi. Al contrario dell’individuo che sostava dietro alla sua poltrona, dall’alto schienale. Il fedele maggiordomo della donna, Oliver Ramsey, imperturbabile e, come sempre, elegantemente vestito, estrasse dal panciotto un orologio da taschino, lo fece scattare e controllò l’ora. Dall’occhiata che il mago ricevette intuì di essere gravemente in ritardo, sapeva che l’uomo detestava chiunque faceva perdere del tempo alla sua signora. 
Fu però l’identità del quarto e ultimo componente della stanza a incuriosire Mason. Comodamente seduto sul divano, dall’altra parte del tavolino rispetto a Makoma, si trovava Walter Fawley, nipote dell’attuale Ministro della Magia, nonché uno dei migliori agenti della Magic Secret Inteligence. La sua presenza era alquanto insolita e per questo preoccupante. Il biondo, sentendosi osservato, si voltò verso di lui e, come saluto, gli regalò un occhiolino divertito.
<< Siediti pure, Mason. >> lo esortò il Ministro, circumnavigando la scrivania e facendogli cenno di seguirlo << Non sarà una conversazione semplice quella che stiamo per affrontare. >>
L’uomo più importante del mondo magico si sedette nell’ultima poltrona libera, al fianco della vampira, costringendo l’ex Corvonero a condividere il divano con il collega.
<< Conoscerai di certo Walter, mio nipote, e di certo non hai bisogno che ti presenti Makoma, qui in veste di rappresentante del Consiglio del Sottosopra. >> Ethan Fawley si adagiò sullo schienale imbottito e intrecciò le dita all’altezza della vita, con i gomiti appoggiati ai braccioli, fissando gli occhi glaciali sull’auror << Ragguagliaci su cosa è capitato a Highgate. >> 
Mason riferì tutto sull’omicidio della famiglia Brennan e di come le prove e le indagini preliminari indicassero che il responsabile fosse un vampiro, probabilmente in piena brama di sangue. Condizione che colpiva esclusivamente i componenti di quella specie: l’individuo era infatti in pieno delirio, non in grado di ragionare, e disposto a tutto per la sua dose successiva di sangue; simile a un drogato, ma decisamente più pericoloso. Solitamente, chi finiva in questo genere di vortice autodistruttivo ne rimaneva ucciso perché incapace di uscirne.  
<< Se aggiungiamo questo caso all’assassinio avvenuto a Brixton, dieci giorni fa, e causato da un lupo mannaro ancora ricercato, il quadro che si delinea non è dei migliori. >> il Ministro della Magia concentrò la sua attenzione sui due maghi sedutigli di fronte << E ovviamente i mass media non ci stanno aiutando in tal senso: seminano il terrore e aizzano la sfiducia, nei migliori dei casi, nei confronti delle creature. >> 
<< I rapporti sono sempre stati tesi fra le due comunità. >> osservò Walter, che fino a quel momento era stato in religioso silenzio. 
<< Vero, non si può negare che ci sia stata sempre un’enorme diffidenza e si perde il conto delle risse nate per questo. >> Makoma si sistemò i piccoli occhiali tondi sul ponte del naso << Ora però è a rischio la pace per cui abbiamo a lungo combattuto. È di vitale importanza individuare il o i responsabili e catturarli, ma cosa più importante è che le indagini siano eque. >> 
Walter passò distrattamente e dita della mano sui pantaloni, quasi a voleri ripulire da della polvere invisibile << L’opinione pubblica ha già il suo colpevole: Nashira O’Malley e i suoi compari. Tra le persone che la accompagnano c’è Balthazar Yowlachie, un kelpie. >> 
Mason aggrottò la fronte << Le ultime informazioni li davano in Cina. >>
L’agente MSI si voltò verso il superiore << Temo che le sue informazioni siano errate, sono stati avvistati sbarcare al porto di Felixstowe(4) il 30 Agosto. >> 
<< Come mai non ne sono stato informato? >> il tono di voce dell’ex Corvonero si fece duro e affilato. 
<< È stata una decisione del Consiglio e ci scusiamo di non averla condivisa prima. >> intervenne Makoma, anche se dal suo volto segnato dalle rughe non si affacciava il benché minimo rimorso << Non volevamo seminare il panico ed era nostro desiderio catturarli nel minor tempo possibile, in fondo è uno smacco per noi: sono latitanti da quasi cinque anni. Mi stupisco però che lei ne fosse a conoscenza, Agente Fawley. >>
L’uomo si strinse nelle spalle, gli occhi celesti accesi da un sottile divertimento << Ho le mie fonti e, con il lavoro che faccio, le informazioni sono la merce più importante di tutte, ancor più di soldi o armi. >> 
<< Capisco. >> mormorò la vampira, studiando con maggior attenzione il mago e inclinando leggermente il capo di lato << Nashira apprezzerebbe di certo il suo pensiero. Mia nipote ha sempre ritenuto estremamente importante la rete di informatori che si era costruita nel corso dei decenni. >> 
<< Probabilmente sono le stesse persone che ora la aiutano a nascondersi. >> suppose Walter << Immagino che non vi abbia confidato nessuno dei nomi dei suoi alleati. >> 
Gli occhi della donna brillarono pieni di divertimento << Ahimé no, è sempre stata parecchio paranoica e diffidente nei confronti del mondo e delle persone che la circondavano. Non li avrebbe mai messi in pericolo spifferando in giro le loro identità. >> 
Il Ministro della Magia, sistemandosi la cravatta perfettamente annodata, si schiarì la gola per richiamare l’attenzione sull’argomento della conversazione << Ovviamente non abbiamo prove che siano stati loro o una qualche motivazione che li colleghi a entrambi gli omicidi. Sta di fatto, però, che la situazione sia estremamente grave e pericolosa. Per quanto Nashira non goda di buona fama neanche fra le Creature, bisogna che la sua cattura e le indagini riguardanti gli omicidi siano fatti nella maniera più limpida possibile. >>
<< Dunque, qual è il vostro piano? >> Mason si sistemò meglio sul divano, con la strana sensazione che le parole successive non gli sarebbero piaciute. 
Lanciando una breve occhiata alla sua vicina, Ethan assunse la posa e il tono, che il nipote definiva da “non saranno tollerare obbiezioni di alcun tipo” << Dopo una lunga discussione io e Makoma siamo arrivati alla decisione di creare una task force composta da Auror e Custodi di cui tu, Mason, e il Capo dei Custodi sarete i responsabili. Avrete il compito di indagare su i recenti omicidi, senza farvi condizionare da pregiudizi o voci di corridoio. >>
Mason annuì << Avrò libera scelta sui componenti di questa squadra o… >> 
<< Certamente. >> Makoma piegò le labbra in un sorriso serafico << Vi è una sola condizione: dovrai metterti d’accordo con il Capo dei Custodi. Noi del Consiglio, come il vostro Ministro, non interverremo nella scelta dei componenti. >> 
Il mago si sentì leggermente sprofondare. Non aveva paura di dover scendere nel Sottosopra e non era infastidito dal dover collaborare con le Creature, in fondo lo aveva fatto per anni prima della morte di Alya, che aveva sancito la completa divisione del Sottosopra da Londra e bloccando qualsiasi tipo di collaborazione fra le due comunità. La cosa che detestava di più l’uomo era sapere che i componenti delle squadre avrebbero avuto diverse difficoltà a collaborare fra di loro e ciò significava atteggiamenti ostili, incomprensioni, omertà e, nei casi peggiori, delle vere e proprie litigate. Sarebbe finito a rivestire il ruolo di maestro dell’asilo, ne era certo. Un movimento al suo fianco però lo distrasse dai suoi lugubri pensieri. 
Walter sollevò l’indice sinistro, quasi a voler emulare un bambino a scuola che voleva fare una domanda. Lo zio dell’uomo, aggrottando la fronte confuso, gli fece un cenno del capo, dandogli il diritto di parola.
<< Sono davvero onorato di essere stato incluso in questa riunione. >> il biondo si passò il palmo della mano sulla mascella coperta da un velo di barba << Non capisco però quale sia il mio ruolo in tutto ciò, devo per caso aiutare Mason? >>
<< No, certo che no. >> negò Makoma, che si era tolta gli occhiali e li stava pulendo con il bordo della maglietta << Come ho detto prima, nonostante i nostri sforzi, in questi ultimi anni non siamo riusciti a catturare Nashira e i suoi compagni. Quindi, noi del Consiglio, abbiamo deciso di chiedere aiuto al Ministero della Magia, anche se sarebbe meglio dire che vi abbiamo passato la patata bollente. >> 
Ethan, vedendo il nipote inarcare il sopracciglio destro, intervenne per far maggior chiarezza << Visto le voci insistenti che girano, secondo cui i Custodi abbiano deliberatamente lasciato in libertà questi fuggiaschi, da ora in poi saremo noi i responsabili della caccia all’uomo. In poche parole te ne occuperai tu, Walter, e la tua squadra; insomma hai appena dimostrato di essere oltremodo informato sull’argomento. >> 
L’agente MSI sollevò leggermente il mento, mentre sul volto si delineava un mezzo sorriso << Capisco. Sono onorato di accettare questo incarico. >> 
<< Perfetto. >> disse la vampira che, dopo esseri rimessa gli occhiali, si alzò dalla sua poltrona, sistemandosi distrattamente il cardigan << Visto che abbiamo chiarito la situazione è meglio se ci mettiamo subito all’opera, non abbiamo tempo da perdere. >> 
 
 
 
 
 
 
(1)Kuku: è un termine lakota che significa “madre non naturale”
(2)Tomahawk: ascia dei nativi americani, sia per il combattimento corpo a corpo che da lancio
(3)Webster Distillery: distillerie scozzesi della famiglia Webster (grazie a Signorina Granger per aver creato questa speciale famiglia, soprattutto Joël)
(4)Felixstowe: è una cittadina di circa 23.000 abitanti che si affaccia sul mare del nord nel Suffolk, nel Regno Unito. Pur essendo una città di modeste dimensioni è uno dei porti commerciali più grandi del paese.

 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Salve a tutti! 
Per prima cosa vorrei ringraziare tutti quelli che sono arrivati fin qui, in particolare coloro che hanno già preso parte a questo progetto e che hanno deciso di ridarmi fiducia, provando a ripartire da zero insieme a me.
Per chi invece è approdato qui per sbaglio, mi presento: mi chiamo ChemistryGirl (ma potete chiamarmi Chemy) e, quasi due anni fa, diedi vita a un'interattiva parecchio ambiziosa, dove avevo creato un mondo, all’interno dell’universo di JK Rowling, popolato esclusivamente da creature. Purtroppo però, per diversi fattori, sono stata costretta a cancellarla, ma amando molto l’idea che avevo partorito, in un momento di pura follia, non me la sono sentita di abbandonarla ed ecco perché sono ritornata con un nuovo prologo. Insomma ho ripreso in mano la mia vecchia storia, ho sistemato i punti poco chiari, ho cambiato qualche aspetto e sono giunta fino a qui: lo stesso Sottosopra, ma con qualcosa di diverso. 
In poche parole spero che i vecchi autori mi abbiano perdonato e che i nuovi siano incuriositi da questa bislacca vicenda e che vogliate provare a partecipare, facendomi anche sapere che cosa ne pensiate (anche se non foste interessati potete darmi il vostro parere, sarà più che gradito). 
Prima di passare alla parte prettamente pratica credo che sia il caso di darvi un quadro degli eventi che hanno portato a quello che ho scritto in questo prologo. 
 
Sinossi
Dagli albori dei tempi, tra Maghi e Creature c’è sempre stata una guerra silenziosa, fortificata dalla diffidenza e dall’odio per ciò che veniva percepito come diverso. Durante gli anni bui (il Medioevo), i Maghi erano alla mercé della forza disarmante delle Creature; essi razziavano, uccidevano e si prendevano tutto quello che volevano, sterminando intere comunità magiche e babbane. 
Intorno al 1250 nacquero però i Cacciatori di Creature: maghi particolarmente abili, che si votarono alla difesa delle comunità magiche contro i nemici mostruosi. 
Con il passare dei decenni la situazione si ribaltò, finché furono le Creature a essere in pericolo: seviziate, rese schiave, torturate e trucidate. Ormai i Cacciatori non erano più dei difensori, bensì dei meri assassini. A nulla servirono i patti stipulati fra le due comunità, né quello del 1607 né quello del 1750: le Creature venivano sistematicamente cacciate e dimezzate, nonostante ormai, la maggior parte di loro, si fossero ritirate in piccole comunità e non costituissero una minaccia per nessuno. 
In questo scenario tragico e complicato si fece avanti Alya O’Malley, una vampira, che riuscì a fondare nel 2010 una città, nel sottosuolo di Londra, per le Creature di tutto il mondo. Il Sottosopra aveva come scopo quello di rappresentare un porto sicuro, ma anche un punto d’incontro per entrambe le comunità. 
Il sogno si infranse nel 2058 quando Alya venne uccisa dalla sua stessa sorella, Nashira O’Malley. Dopo quel giorno l’idea utopica paventata dalla vampira scomparve poco a poco e la diffidenza fra Maghi e Creature tornò più forte che mai.
 
Patti
1° Patto risale al 1607:  non venne poi molto rispettato visto che sostanzialmente andava a vantaggio quasi esclusivo dei Maghi. Venne sancito che, tutte le creature non pericolose avrebbero avuto un marchio, all’interno dell’avambraccio destro, in modo che i Cacciatori sapessero che erano innocui e quindi che non dovevano essere attaccati.
 
2° Patto fu stipulato nel 1750: fu formulato per proteggere di più le creature dagli attacchi dei cacciatori e dava delle linee guida per coesistere in maniera pacifica (venne incluso nello statuto di segretezza).
 
3° Patto venne redatto nel 2011: fu stipulato tra i maghi e le varie creature, dopo la creazione del Sottosopra. Un patto molto utopico e favolistico: i maghi avrebbero difeso la loro roccaforte e le creature si impegnavano a non attaccare e ad intervenire in difesa dei maghi e degli umani in caso di necessità. Perseguitare le Creature divvene illegale, di conseguenza vennero ufficilamente "dismessi" i Cacciatori di Creature.
 
4° Patto fu stipulato nel 2024: in seguito a una serie di disordini e attacchi deliberati alla sicurezza delle Creature, fu deciso che il Sottosopra sarebbe diventata una città stato e si sarebbe divisa dal Ministero della Magia Inglese. Tant’è che venne accolta l’idea di Nashira O’Malley di creare un corpo di polizia/esercito esclusivo per le Creature: i Custodi. Nonostante tutto, il desiderio di pace e di collaborazione fra le due comunità persisteva, tant’è che gli Auror e i Custodi collaboravano nelle indagini e nella difesa del paese. 
 
Sottosopra
È una città invisibile ai babbani e ai maghi (sono davvero pochi quelli che sanno come entrarci). L’unica cosa che si sa è che le sue entrate/uscite si trovano nelle stazioni o nei tratti abbandonati della metropolitana di Londra. 
La struttura della metropoli è la seguente: 
  • Nel centro si trovano tutti i luoghi pubblici, come la sede dei Custodi e del Consiglio (costituito dai Capi Clan delle varie razze), l’università, scuole, librerie, l’ospedale, ristoranti/bar/pub, cinema, centri commerciali, ecc… 
  • Più ci si allontana dal centro più le zone diventano settoriali, fino a raggiungere i quartieri residenziali che vengono divisi a seconda della specie. La periferia è dunque divisa in cinque “distretti”, in cui si trovano le case dei Capi Clan. 
 
Il tempo atmosferico riflette quello in superficie, quindi se a Londra piove così succederà anche nel Sottospra. Il tutto è ovviamente regolato da un potente e complicato incantesimo; tant’è che i vampiri possono uscire quando c’è il “sole” perché in realtà è una luce artefatta (insomma non bruciano a contatto con essa, ma non la amano comunque: è raro infatti vederli fuori nelle ore diurne). 
Nelle periferie si possono trovare anche dei parchi e delle radure. Inoltre la città è attraversata da un fiume sotterraneo, chiamato Igimat. Le zono più boschive sono i settori delle Fate e dei Kelpie.
 
Vi sono poi tre stazioni abbandonate sulla superficie di cui le Creature hanno preso possesso: 
  • una viene usata come dogana, 
  • un’altra come giardino e punto d’accesso e uscita per le autovetture dei Custodi  
  • l’ultima come mercato, questo è l’unico luogo dove Maghi e Creature si mescolano volontariamente per fare affari.  
 
Ci sono ancora parecchie Creature in superficie che vivono in comunità separate, infatti i Custodi si occupano anche di proteggere chi è al di fuori della città. Il Sottosopra è stato fondato per dare un luogo sicuro a tutte le Creature e per creare una sorta di comunità dove tutte le specie possano collaborare, essa funge da Capitale per le varie specie.
Le Creature possono venire da ogni parte del mondo, ma l'istituzione si occupa solo di Gran Bretagna, Scozia e Irlanda. Pian piano stanno sorgendo altre città simili al Sottosopra nelle città più importanti al mondo, come a Washington, Dubai e Tokyo. 
Gli abitanti del Sottosopra possono andare e venire come gli pare dalla città, chi invece è un forestiero deve passare dalla dogana. 
 
 
Sede dei Custodi
Attico Giardino
Camerate
Biblioteca
Uffici e Sale Riunioni
Laboratori
Palestra e Piscina
Infermeria e Spogliatoi
T Atrio e Sale Ristoro
-1° Armeria e Garage
-2° Sale interrogatori e Celle
Le camerate sono divise in due ali:
  • Est: esclusiva dei Novizi, in cui i dormitori sono divisi in maschi e femmine, con cucine e salotti in comune.
  • Ovest: sono formati da appartamenti singoli o doppi riservati ai Custodi che non hanno voluto prendersi una casa nel quartiere del loro Clan.
 
Classificazione dei Custodi:
Novizi= creature che si stanno addestrando a diventare Custodi. 
3° Classe = Assegnati a pattugliare i confini e l’interno della Sottosopra; si occupano dei casi minori (Babbani che hanno scoperto la città, risse, ecc.…).
2° Classe= Pattugliano e tengono d’occhio le creature al di fuori della città, occupandosi principalmente di Londra e delle zone limitrofe; risolvono casi di maggior spessore.
1° Classe= Fanno parte dell’Adunanza dei Custodi; sono i più forti, saggi ed abili; si occupano dei casi peggiori a livello nazionale e a volte internazionale; sono responsabili dei Custodi più “giovani”.
Classe S= sono la sezione degli assassini e delle spie, coloro che occultano e fanno sparire chi è un “problema”; sono i più spietati e non rispondono né al Consiglio né all’Adunanza, ma direttamente al Capo dei Custodi; hanno un “rappresentante” chiamato Capo della Classe S.
Vice-Capo= risponde unicamente al Capo dei Custodi, viene scelto per votazione dell’Adunanza dei Custodi e funge da ombra e consigliere per il Capo dei Custodi.
Capo= viene scelto dal Consiglio dei Clan e dall’Adunanza dei Custodi; risponde unicamente al Consiglio; Nashira era il Capo dalla loro fondazione (2024) fino alla morte della sorella (2058); dopo essere stata accusata di omicidio è stata destituita e al suo posto è salita un’altra Creature che è stata scelta di comune accordo dal Consiglio e dell’Adunanza.
 
Abbigliamento Custodi
I Custodi sono liberi di vestire come preferiscono, hanno solo l’obbligo di indossare delle giacche nere (lunghe o corte a scelta del singolo) con delle nappe sulle spalle, che a seconda del colore indica la Classe:
3° Classe = nappe bianche
2° Classe = nappe verdi
1° Classe = nappe bordò
Classe S = nappe nere
Vice Capo = nappe argentate
Capo = nappe dorate
 
I Novizi hanno giacche bianche e non nere, prive di nappe.
 
Quartier Generale degli Auror
È ubicato al 2° Livello del Ministero della Maglia e si apre con un grande locale disordinato in stile open-space, suddiviso in più cubicoli, le pareti dei quali sono coperte in maggior parte di foto segnaletiche dei maghi ricercati, ma anche di poster delle squadre di Quidditch e altre immagini più personali. Dietro di esso si trova un corridoio su cui si affacciano alcuni uffici personali (come quello di Mason e del suo Vice), le sale interrogatori, deposito prove, gli spogliatoi e una palestra. 
La sezione degli agenti della Magic Secret Inteligence si trova su questo fantomatico corridoio, nessun Auror ne ha visto l’interno poiché solo il personale autorizzato può accedervi. La porta è facilmente riconoscibile visto che ha uno stemma con il logo: MSI.
 
Gli Auror e gli agenti MSI, come i Custodi, non hanno una divisa, hanno più che altro un modo simile di vestirsi che si può esprimere con la parola praticità. 

Nel mio immaginario il Ministero e il Sottosopra sono ubicati ai due poli opposti della città; inoltre il Ministero è più un edificio che si estende in altezza che in larghezza, al contrario del Sottosopra che, essendo una città, è più espansa in senso orizzontale
 
 
Spero di essere stata esaustiva e chiara, ma se aveste qualche domanda non esitate a farmele: io sono qui per aiutarvi. 
Detto questo passiamo alla parte più “pratica”.
 
Posti disponibili e squadre:
 
LATITANTI AGENTI MSI
Nashira
Balthazar
2 posti disponibili
Capo: Walter (Profiler)
2 posti disponibili
 
Capacità necessarie:
Spia
Poliglotta
Abile duellante e combattente
Vasta esperienza del mondo babbano
 
Ruoli:
  • Spezza incantesimi ed esperto in Antiche Rune 
  • Medimago, Pozionista ed esperto in Veleni
CUSTODI AUROR
Capo: 1 posto (deve essere un abile diplomatico)
Vice-Capo: 1 posto
Capo Classe S: 1 posto
4 posti disponibili 
 
Ruoli:
  • Profiler
  • Medico legale e forense
  • Scienziato forense
  • Analista forense e Hacker
  • Chimico/esperto in esplosivi
  • Armaiolo
Capo: Mason
Vice-Capo: 1 posto disponibile
5 posti disponibili
 
Ruoli:
  • Profiler 
  • Medimago/Medico legale e forense
  • Pozionista/Scienziato forense
  • Esperto in tecniche d’interrogatorio
  • Spezza incantesimi 
  • Esperto in Antiche Rune
 
In tutto sono disponibili 17 posti, dunque non prenderò più di 17 Oc (perché se aggiungiamo i miei 3 personaggi principali arriviamo a 20 e sono già parecchi). Non è detto però che io arrivi proprio a quella quota, è mia intenzione prendere SOLO gli Oc che meglio si integrano con la trama e con le vicende che dovrò raccontare.
 
Regolamento


- Le schede vanno inviate entro: Sabato 6 Novembre 2021 alle 19:00; qualora ce ne fosse bisogno, concederò una proroga di un paio di giorni, ma solo se richiesta per tempo (dunque non chiedetemela l’ultimo giorno disponibile).

- Potete mandare fino a tre schede
Se volete mandarne due dovranno per forza essere di sesso opposto e facenti parte di fazioni diverse; se però volte farmi per forza due maghi o due creature rimane il fatto che devono far parte di due squadre diverse (Auror-MSI / Custode-Latitante). 
Se invece volte provare con tre schede la questione sesso dell’Oc decade, ma rimane il fatto che devano essere di gruppi differenti.
 
Nel commento indicate se
Mago: sesso, Auror/Agente MSI, ruolo (nel caso anche se volete farmi il Vice Capo), orientamento sessuale
Creatura: sesso, Custode/Latitante, ruolo (nel caso anche se volete farmi il Vice Capo o il Capo della sezione S – i latitanti non hanno dei ruoli quindi non dovete riempire questo campo), orientamento sessuale. 

Accetto
Oc parenti/amici fra di loro; nel caso di Creature potete fare dei parenti dei Capi Clan (compresa Makoma) purché mi facciate un trafiletto anche per questo personaggio nella sezione delle relazioni famigliari;
Legilimens e Occlumanti;
Metamorfomagus;
Animagus.

 
Non accetto
Oc imparentati con i Canon;
Veele e Licantropi [ho deciso di inserire solo Creature che JK Rowling non ha trattato o che vi ha solo accennato (come nel caso dei vampiri), quindi ho dovuto escludere queste due categorie);
Mary Sue e Gary Stu.

Essendo un’interattiva vi chiedo il favore di essere partecipi poiché da una parte io faccio molte domande di cui necessito ovviamente una risposta, dall’altra perché si perderebbe il senso si scrivere o partecipare a un progetto del genere. Perciò, come al solito, dopo 2 capitoli di assenza, al 3° il vostro Oc non comparirà e, se persisterete, al 4° verrà eliminato
Le autrici che noto esibirsi nel salto della cavallina, ovvero il lasciare un commento (di un paio di righe) ogni tre capitoli, verranno eliminate quando meglio credo (non rispettando quindi il punto precedente). 
Ovviamente se aveste dei problemi, di qualsivoglia natura, che non vi permettessero di recensire basta che me lo facciate sapere, ne discuteremo insieme e troveremo una soluzione. Sappiate però che io non sono esattamente Flash ad aggiornare, quindi non preoccupatevi troppo in merito. 

Specie del Sottosopra:
 
Vampiri
Abilità innate Punti deboli Caratteristiche distintive
Immune alla magia
Non possono essere feriti da nessun tipo di magia diretta, ma al contrario le pozioni e i veleni hanno effetto, come anche le barriere magiche.

Suggestione mentale
Forma più lieve del controllo mentale, possono far cambiare strada alle loro prede o renderli arrendevoli. 
I vampiri più potenti li possono anche “ipnotizzare”, ovvero li inducono a fare o dire qualcosa quando loro non sono presenti. Per esempio la preda sente una parola precisa, un odore o un rumore, qualsiasi cosa che risvegli la memoria, e, a quel punto, farà quanto gli ha detto il vampiro, come un burattino senza fili.
Solo gli Occlumanti più abili riescono a difendersi.

Manipolazione dei ricordi
Sono in grado di vedere e cancellare i ricordi delle prede da cui bevono direttamente il sangue.

Longevità
Non sono immortali, ma invecchiano più lentamente. Hanno una media di vita che sfiora i 700 anni.
Aglio
Non posso morire a causa di esso, ma è un ottimo deterrente. Causa ai vampiri un forte mal di testa e, più è intenso, più è destabilizzante: ad alti livelli è in grado di rallentare e poi immobilizzare il loro corpo.

Paletto di Frassino
Un vampiro può morire solo in tre maniere: 
-esposizione al sole 
-decapitazione 
-paletto di frassino nel cuore
In generale, il legno di frassino è un materiale estremamente irritante. Anche il solo taccarlo genera fastidio e urticaria nei vampiri.
Per il resto sono immortali, non possono per esempio morire per colpa di una pallottola nel cuore. 

Sole
Più sono vecchi e più sono sensibili alla luce (i giovani possono camminare al crepuscolo).
Quando un vampiro non è in modalità di caccia è pressoché impossibile riconoscerlo. Altrimenti quando, appunto, è in modalità d’attacco oppure sta provando un’intensa emozione ha: 
-Occhi rossi
-Canini
-Artigli
-Vene esposte
Informazioni utili:
  • I Vampiri si riproducono normalmente, ma gli accoppiamenti tra specie diverse sono molto rari; 
  • Tendono a vivere insieme formando dei Clan per proteggersi a vicenda, sono rari i casi di vampiri solitari (in qaunto sono un più facile bersaglio, chi riesce a sopravvivere per lungo tempo da solo è tenuto in gran conto da tutti i Vampiri);
  • Il rapporto con gli ibridi dipende molto dal Clan di provenienza, alcuni li accettano altri li rifiutano (soprattutto quelli che hanno sangue di strega, per via dell’odio che c’è fra le due specie);
  • Non possono vampirizzare qualcuno attraverso il morso visto che non sono velenosi, l’unico modo per diventare un vampiro è morire con il sangue di uno di loro all’interno del suo corpo e poi rinascere (una procedura molto pericolosa e che richiede la magia oscura, altamente sconsigliato);
  • Le uniche Creature con cui hanno un cattivo rapporto, fin dall’albore dei tempi, sono le Fate, è sempre stata guerra aperta fra i due popoli e ancora oggi si può notare l’antica animosità. Hanno invece un buon rapporto con i Selkie e con le Banshee. Condividono l’indole sanguinaria con i Kelpie, ma per il resto si tollerano; 
  • La prima caccia in solitaria la compiono intorno ai 16/17 anni, poi intorno ai 20 anni fanno un viaggio per il mondo insieme ad altri giovani come loro.

Curiosità:
  • I Vampiri possono mangiare anche il cibo umano in piccole quantità (quindi possono essere invitati ad una cena senza dovergli servire una caraffa di sangue). Questo stato, se viene mantenuto troppo a lungo, causa seri problemi di mal nutrizione visto che non ricevono l’energia sufficiente per restare in forze. Il caso più lungo di astinenza da sangue è stato di un anno, il poveretto dopo ha avuto bisogno di rimanere a letto con una flebo di sangue zero negativo per mesi; 
  • Sono stati creati solo per loro dei lecca-lecca al sangue e delle compresse ematiche per sostituire il sangue quando non possono andare a “caccia”;
  • Per i Vampiri è molto importante il Solstizio Invernale, quasi una festività sacra. Questa notte speciale solitamente si festeggia con il Clan, è un inno alla vita e alla natura vampiresca: si danza, si canta e ci si diverte in ogni modo possibile. Visto da fuori sembra quasi di essere tornati indietro nel tempo, durante i festeggiamenti celtici o latini. Ogni famiglia poi ha il proprio modo di festeggiarlo. In passato era estremamente difficile che venissero invitate altre specie e solo con l’avvento del Sottosopra il Solstizio  stato più inclusivo. Prima di allora, solo Alya, Nashira e Makoma avevano il coraggio di andare contro le tradizioni, invitando altre razze durante il solstizio.
 
Kelpie
Abilità innate Punti deboli Caratteristiche distintive
Mutaforma
Fin da piccoli hanno la capacità di trasformarsi in ogni genere di animale, poi con l’avanzare dell’età si stabilizzano. Un kelpie maturo riesce a mutare forma solo in cinque/sei animali, che saranno gli stessi per tutta la sua vita. Uno di essi è sempre un cavallo bianco o nero.
 
Manipolazione del fuoco
Sono in grado di genere fiamme dal nulla e, nei casi più estremi, paiono prendere fuoco. 
Non possono essere bruciati. 
 
Manipolazione dell’energia 
Possono assorbire l’energia vitale altrui e utilizzarla a loro. piacimento (per curarsi oppure ferire)

Longevità
Per età media possono arrivare a sfiorare i 600 anni.
Incantesimo Imposium
è il modo migliore per imbrigliare un Kelpie e avere la sua assoluta sottomissione. Solo i maghi più abili e potenti sono in grado di lanciarlo correttamente. 
 
Corpo ricoperto di tatuaggi
I maori presero da loro l’abilità nel tatuaggio e le immagini tipiche. Per i Kelpie i tatuaggi rappresentano il rango e l’abilità di chi li possiede.
 
Stazza imponente
I Kelpie maschi sono tutti più alti del metro e ottantacinque.

Canini

Occhi completamente neri (non si distingue la sclera dalla pupilla)
Assumono questa caratteristica quando stanno assorbendo l’energia ad un altro essere vivente oppure se sono preda di un’intensa emozione.
Informazioni utili
  • Sono tra gli esseri più violenti e pericolosi tra le specie senzienti del Sottosopra. Sono spietati e raramente danno dimostrazione di clemenza; 
  • Crescono in Clan dove vengono addestrarti fin da piccoli a diventare dei guerrieri formidabili, il cui scopo è proteggere la loro specie e la natura che li circonda; 
  • Si riproducono normalmente e gli ibridi sono molto rari. Quando accade il nascituro non viene mai accettato dai Kelpie, anzi è meglio se viene allontanato al più presto perché potrebbe rischiare la vita. Chi genera degli esseri del genere fa un affronto estremamente grave al suo Clan e viene ripudiato. Per un Kelpie è la cosa peggiore perché per loro il Clan è tutto e non possono vivere senza quelli della loro specie;
  • Hanno dei rapporti molto tesi con le varie specie: tollerano i Vampiri e i Selkie; ignorano le Banshee; detestano le Fate e odiano i Maghi e gli Umani; 
  • Possono cibarsi degli alimenti della terra e lo fanno volentieri, però preferiscono nettamente sottrarre la vita alle loro prede (dopo il patto possono farlo solo in casi eccezionali: per difendersi o per giusta vendetta);
  • Sono però molto riconoscenti, quando individuano un essere (di un’altra specie) degna del loro rispetto. Se poi questo ha salvato la vita ad un Kelpie, il diretto o diretta interessata gli sarà debitore a vita.  

Curiosità:
  • A differenza dei Vampiri, non festeggiano il Solstizio Invernale, bensì quello Estivo. I festeggiamenti durano tutto il giorno, dalle prime luci dell’alba fino al tramonto: vanno a caccia, fanno competizioni di vario tipo, si divertono e mangiano fino a stare male. Anche nel loro caso è un modo per festeggiare la vita, anche se è meno oscuro rispetto a quello dei Vampiri. Non sono i soli però a festeggiare il Solstizio Estivo, infatti anche le Fate e i Selkie lo celebrano, anche se in modo diverso;
  • Sono un popolo molto maschilista, la donna è relegata più alle faccende domestiche e alla gestione dei bambini e degli anziani. Le femmine che vogliono e riescono a diventare dei guerrieri sono poche e devono penare parecchio per raggiungere una posizione di rilievo all’interno del Clan. L’unica cosa positiva è che i Kelpie sono molto protettivi nei confronti delle loro donne, nessuno oserebbe mai alzare un dito su di loro;
  • Il primo tatuaggio viene fatto quando il bambino riesce a compiere una missione in solitaria, chi non ci riesce avrà una vita estremamente difficile. 
 
Banshee
Abilità innate Punti deboli Caratteristiche distintive
Emissione di onde sonore
Sono in grado di usare la loro voce, in particolare gli urli, come arma: onde sonore a frequenze e intensità diverse, come delle onde d’urto. 

Parziale chiaroveggenza 
Sono in grado di predire la morte di una persona poco prima che accada

Longevità
Se non si legano ad una famiglia vivono in media 200 anni, altrimenti sopravvivono finché vi è un discendete di tale casato (sostanzialmente, sono immortali).
La famiglia a cui si legano
Quando una banshee si lega a una famiglia è per sempre, sono infatti disposte a fare di tutto per proteggere i suoi componenti. Quando vengono private di tale famiglia è come se subissero il bacio di un Dissennatore: diventano un guscio vuoto privo d’anima. 
Si può considerare anche un punto di forza perché anche se viene colpita mortalmente la Banshee è in grado di ritornare in vita grazie alla famiglia a cui è legata (come una sorta di fenice).
Aspetto spettrale

Occhi bianchi 
Quando hanno una visione o sono preda di un’intensa emozione
 
Informazioni utili
  • Sono degli spiriti e non si sa molto sulla loro nascita. Si ritiene che siano donne (gli esemplari maschi sono pressoché inesistenti) decedute di una morte violenta. Non si ricordano molto della loro vita precedente e soffrono nei primi tempi di ricordi improvvisi, che però scompaiono con il passare del tempo.
  • Fintanto che non si legano a una famiglia non hanno né un nome né un ruolo, assomigliano in tutto e per tutto a dei fantasmi. 
  • Sono rari i casi di ibridi visto che le Banshee raramente distolgono l’attenzione dalla famiglia che hanno deciso di proteggere.
  • Sono guerriere formidabili anche se di rado danno mostra delle loro capacità, visto che il loro fine ultimo è proteggere.
  • Vanno bene o male d’accordo con tutte le altre Creature;
  • Le Banshee si legano a qualsiasi specie purché siano di loro gradimento, quindi possono legarsi a Vampiri, Kelpie, Maghi, Uomini… Solo gli ultimi non sono in grado di vederle, gli altri possono scegliere se accettarle o meno. 
 
Curiosità:
  • Loro non formano dei Clan, ma delle Congreghe. Sono molto protettive fra di loro, si riuniscono spesso per tenersi aggiornate e per proteggere quelle che non hanno ancora trovato una famiglia;
  • Le Banshee rimangono cristallizzate nell’età in cui sono morte, dunque non invecchiano e non ringiovaniscono mai;
  • Prendono il cognome della famiglia a cui si legano;
  • Non hanno bisogno di mangiare per sopravvivere essendo degli spiriti, diciamo che lo fanno più per sfizio, stessa cosa per il dormire.

Fate
Abilità innate Punti deboli Caratteristiche distintive
Dissimulare il loro aspetto
Sono in grado di modificare il loro fisico, diventando del tutto simili agli umani. Facendo quindi scomparire le ali e le orecchie a punta. Possono anche diminuire la loro stazza, tanto da poter essere racchiuse nel palmo di una mano. 
 
Volare
Fra le Creature sono le più agili e veloci
 
Magia elementale
Sono le uniche Creature in grado di usare la magia, anche se la loro è diversa rispetto a quella dei maghi perché è più legata agli elementi. Sono particolarmente legati all’elemento della terra e dell’aria. 

Longevità
Hanno una media di vita pari a quella dei vampiri, cioè 700 anni.
Forza fisica
Tra tutte le Creature sono le più “deboli” dal punto di vista del combattimento corpo a corpo
 
Ali
Una fata non può vivere senza le sue ali. Se vengono anche solo danneggiate rischiano di non riprendersi più.
 
Argento
Sono estremamente sensibili a questo metallo, il solo toccarlo le ustiona. 
 
Ali
Iridescenti e impalpabili, la cui grandezza varia da individuo a individuo.
 
Corpi slanciati e affusolati
 
Pelle rilucente
Paiono cosparsi di polvere dorata.

Orecchie a punta

Aspetto fatato
Possiedono una bellezza disarmante ed eterea.
Informazioni utili
  • Sono sia di sesso maschile che femminile;
  • Hanno in comune il fatto di essere molto vanesi e di sentirsi superiori alle altre Creature;
  • Non formano un Clan, ma un popolo. In quanto tale, hanno un Re e una Regina, egualmente importanti, e la nobiltà, i cui componenti hanno il compito di proteggere le Corti più importanti sparse per il mondo.
  • Nella maggior parte dei casi gli ibridi vengono accolti e allevati come Fate, anche se passano la loro vinta con l’onta di essere dei mezzosangue e quindi spesso mal visti;
  • Hanno in odio i Vampiri; tollerano i Selkie; hanno un buon rapporto con le Banshee; ignorano i Kelpie;
  • Sono particolarmente legati alla natura, in particolare ai boschi e alle foreste in cui abitano. Possono capire quando la vegetazione soffre e le Fate più abili sono in grado, in un certo senso, di parlare con la natura stessa, riuscendo a capire che cosa bisbiglia.
 
Curiosità:
  • Nel caso delle Fate, il Solstizio Estivo è un rito sacro, dove si inneggia alla vita e alla prosperità. È tutto molto colorato e pieno di allegria: si danza, si balla e si canta (tutto molto più pudico dei divertimenti dei Vampiri).
  • Come i Goblin e gli Elfi Domestici, le fate non hanno bisogno delle bacchette per compiere le loro magie;
  • Sono chiamati spiriti dei boschi proprio perché le loro case si trovano all’interno di foreste e radure;
  • Le fate possono avere i capelli di ogni colore possibile, possono per esempio nascere con i capelli rosa o verdi.
 
Selkie
Abilità innate Punti deboli Caratteristiche distintive
Mutaforma
Si possono trasformare solamente in foche

Manipolazione dell’acqua, delle tempeste e dei fulmini
 
Manipolazione di liquidi e sangue
I Selkie sono in grado di usare il loro stesso sangue come arma, ovvero si procurano una ferita e attraverso essa riescono a far fuoriuscire il sangue che viene manipolato a proprio piacimento. I più abili sono in grado di manipolare anche quello altrui.

Longevità
Hanno una media di vita pari a 500 anni.
Il loro manto
Se viene rubata la loro pelliccia non possono più ritrasformarsi in foche e tornare in mare, diventano dipendenti da chi ha il loro manto.
Occhi cangianti
Riflettono i colori del mare, quindi i loro occhi cambiano a seconda dell’umore (ricordano le variazioni di tinte tipiche del mare)
Informazioni utili:
  • Sono la specie più tranquilla e diplomatica tra quelle citate, odiano gli scontri non necessari e detestano la violenza;
  • Si riproducono normalmente e accettano i possibili sangue misto, solitamente crescono anche quelli ripudiati da altre razze (vedi i Kelpie);
  • Non hanno un buon rapporto con i Maghi e con gli Uomini perché questi hanno dato loro la caccia per la loro pelliccia pregiata e hanno dimezzato la loro specie. 
 
Ibridi (Creature che sono l’unione di due o più razze insieme)
Abilità innate Punti deboli Caratteristiche distintive
Dipendono dalla razza dei genitori, in generale non possiedono tutte le abilità ma solo alcune (stessa cosa per i punti deboli legati alle varie specie) Sono più deboli di una normale Creatura, non potranno mai paragonarsi a un Kelpie o un Vampiro, ma sono di certo più forti di una Fata. Come nel caso delle abilità e dei punti deboli, dipendono dai geni che hanno nel sangue.
Informazioni utili:
  • Gli Ibridi prendono più dalla parte materna rispetto a quella paterna. Se per esempio abbiamo un Oc la cui mamma è una strega e il papà è un kelpie, sarà sempre 50% e 50%, ma avrà la componente magica più sviluppata rispetto a quella del kelpie;
  • Grazie ad Alya è la prima volta che hanno un Clan tutto loro e vengono messi alla pari con le altre Creature.

Caratteristiche in comune fra tutte le Creature:
  • Tutte le creature hanno i sensi estremamente sviluppati;
  • Sono veloci e parecchio forti;
  • Sono dotati una rigenerazione decisamente più rapida di quella umana, ma sentono il doppio del dolore;
  • Lo sviluppo del loro corpo, per i primi 16/17 anni di vita, segue quello dell’uomo, poi comincia a rallentare, permettendogli di attraversare i secoli;
  • Le Creature più fortunate, nel corso della loro vita, possono trovare il loro imprinting, ovvero la loro altra metà. Solitamente il “riconoscimento” avviene con il primo tocco che i due individui si scambiano ed è un riconoscimento fra anime, una scossa leggera che attraversa tutto il corpo. Non è però una cosa immediata, la parte logica non l’accetta e infatti spesso non si capisce di essere di fronte al proprio compagno della vita, ma le due parti saranno inconsapevolmente e irrimediabilmente attratte l’uno verso l’altro.
 
 
NOTA: Queste caratteristiche le ho prese sia da quel poco che ha scritto J.K Rowling, ma anche da altri siti o addirittura di mia invenzione. 

Spero che, con questi trafiletti, di avervi dato una visione più chiara delle specie che abitano il Sottosopra. Però, come già detto, se aveste bisogno di ulteriori informazioni o chiarimenti io sono qui. 
Vi lascio di seguito le schede ed uno specchio dei miei personaggi.
A presto, 
Chemy
 


 
Schede Maghi


Scheda Auror
 
Nome e Cognome:

Soprannome*:

Età (minimo 28 e massimo 40 anni) e data di nascita:
 
Nazionalità:

Stato di sangue:

Orientamento sessuale:

Ex Casa:

Aspetto fisico e segni particolari:
 
Stile d’abbigliamento*:

Prestavolto:

Carattere:
 
Pregi e difetti:

Storia personale (tutto ciò che credete sia rilevante per comprendere meglio la sua storia e le sue azioni):

Famiglia e rapporto con essa:

Descrizione in breve del suo percorso scolastico (eventi salienti):

Motivazione che l’ha spinto a diventare un Auror:
 
Ruolo all’interno della squadra:

Abilità personali:

Come vive l’assegnazione a questo caso:

Che rapporto ha con le creature:

Che rapporto ha con Mason Stabler e i suoi compagni di squadra: 

Patronus:
 
Bacchetta:

Paure/Fobie:

Hobby/Passioni:

Cosa ama/odia: 
 
Appartamento/Casa (dove è ubicata e una descrizione in generale)*:

Amicizie/Inimicizie (tipologia di persona):

Amore (se desidera una relazione oppure no; se già impegnato e con chi; da che genere di persona potrebbe essere attratto):

Frase che lo rispecchia e colore preferito:

Altro*:
 
 
Agenti MSI
 
Nome e Cognome:

Soprannome*:

Nome in codice:
 
Età (minimo 28 anni e massimo 40 anni) e data di nascita:
 
Nazionalità:

Stato di sangue:

Orientamento sessuale:

Ex Casa:

Aspetto fisico e segni particolari:
 
Stile d’abbigliamento*:

Prestavolto:
 
Pregi e Difetti:

Carattere:

Storia personale (tutto ciò che credete sia rilevante per comprendere meglio la sua storia e le sue azioni):

Famiglia e rapporto con essa:

Descrizione in breve del suo percorso scolastico (eventi salienti):
 
Motivazione che l’ha spinto a diventare un Auror e poi un agente del MSI:

Ruolo all’interno della squadra:
 
Abilità personali:
 
Come vive l’assegnazione a questo caso:

Che rapporto ha con le creature:

Che rapporto ha con Ethan Fawley e i suoi compagni di squadra: 
 
Bacchetta:
 
Patronus:

Paure/Fobie:

Hobby/Passioni:

Cosa ama/odia: 
 
Appartamento/Casa (dove è ubicata e una descrizione in generale)*:

Amicizie/Inimicizie (tipologia di persona):

Amore (se desidera una relazione oppure no; se già impegnato e con chi; da che genere di persona potrebbe essere attratto):

Frase che lo rispecchia e colore preferito:

Altro*:
 
 
Scheda Creature
 
Disclaimer: Nella scheda vi domanderò che cosa ne pensa il vostro Oc della situazione di Nashira. Vorrei che teneste in mente che, la stragrande maggioranza delle Creature, ritengono la vampira coinvolta nell’assassino della sorella e sono dunque diffidenti nei suoi confronti. Questo perché, pochi giorni prima, dell’assassino di Alya le due hanno avuto una violenta discussione e molti testimoni hanno sentito Nashira affermare ciò: “Il potere ti ha dato alla testa, hai smesso di agire pensando a quale sia davvero la cosa migliore da fare e un buon leader non dovrebbe mai ragionare così. Forse il Sottosopra funzionerebbe meglio senza la tua presenza.” 
Per tale ragione si ritiene che l’omicidio di Alya sia stato un colpo di stato finito male.
Credo che solo le persone che conoscono bene Nashira ed estremamente legate a lei potrebbero avere qualche dubbio in merito.

Scheda Custodi

Nome e Cognome:

Soprannome*:

Età (minimo 50; non vi do un massimo perché è a discrezione vostra, basta che vi regoliate in base ai trafiletti che ho fatto per ogni specie) e data di nascita:

Specie:
 
Nazionalità:

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico e segni particolari:
 
Stile d’abbigliamento*:

Prestavolto:

Carattere:
 
Pregi e Difetti:

Storia personale (tutto ciò che credete sia rilevante per comprendere meglio la sua storia e le sue azioni): 

Famiglia e rapporto con essa:

Motivazione che l’ha spinto a trasferirsi nel Sottosopra (se ci è nato, allora il perché i suoi genitori ci si sono traferiti): 

Motivazione che l’ha spinto a diventare un Custode:

Ruolo all’interno della squadra e Classe (può fare parte della 2°o 1° Classe o della Classe S):
 
Abilità personali:
 
Come vive l’assegnazione a questo caso:
 
Che rapporto ha con le altre creature (compresi i maghi e gli umani):

Che rapporto ha con i suoi compagni di squadra:
 
Che ne pensa della fuga di Nashira e Balthazar? Li ritengono colpevoli? :

Arma/i:

Paure/Fobie:

Hobby/Passioni:

Cosa ama/odia: 
 
Appartamento/Casa (dove è ubicata e una descrizione in generale)*:

Amicizie/Inimicizie (tipologia di persona):

Amore (se desidera una relazione oppure no; se già impegnato e con chi; da che genere di persona potrebbe essere attratto):

Frase che lo rispecchia e colore preferito:

Altro*:
 
 
Scheda Latitanti
 
Nome e Cognome:

Soprannome*:

Età (minimo 50; non vi do un massimo perché è a discrezione vostra, basta che vi regoliate in base ai trafiletti che ho fatto per ogni specie) e data di nascita:

Specie:
 
Nazionalità:

Orientamento sessuale:

Aspetto fisico e segni particolari:
 
Stile d’abbigliamento*:

Prestavolto:

Carattere:
 
Pregi e Difetti:

Storia personale (tutto ciò che credete sia rilevante per comprendere meglio la sua storia e le sue azioni): 

Famiglia e rapporto con essa:

Motivazione che l’ha spinto a trasferirsi nel Sottosopra (se ci è nato, allora il perché i suoi genitori ci si sono traferiti): 

Motivazione che l’ha spinto a seguire Nashira e Balthazar:

Com’era la sua vita prima di diventare un ricercato:
 
Abilità personali:
 
Che rapporto ha con le altre creature (compresi i maghi e gli umani):

Che rapporto ha con Nashira e Balthazar:

Arma/i:

Paure/Fobie:

Hobby/Passioni:

Cosa ama/odia: 

Amicizie/Inimicizie (tipologia di persona):

Amore (se desidera una relazione oppure no; se già impegnato e con chi; da che genere di persona potrebbe essere attratto):

Frase che lo rispecchia e colore preferito:

Altro*:
 
 
 
I punti indicati con * non sono obbligatori, potete anche non riempirli. 

 
 
 
Personaggi Principali
 
Nashira O’Malley
Vampira, Irlandese-Spagnola, 232 anni, Eterosessuale, Disponibile 
Fuggitiva
Schiva, schietta e parecchio indipendente. Non è una che si lascia mettere i piedi in testa, combatte per quello in cui crede senza remore ed è molto protettiva con chi ama. Non è facile capire cosa stia pensando, né interpretare il suo umore. Solo chi la conosce bene riconosce i segnali, la sua dolcezza e la sua ironia. Testarda, vendicativa e piuttosto diffidente. 
  
Armi: arco e frecce + un pugnale a lama lunga
 
 
Balthazar Yowlachie
“Zar”
Kelpie, Nativo Americano (Lakota), 149 anni, Eterosessuale, Disponibile
Classe S, Esecutore, Spia e Medico da campo
Una persona audace e coraggiosa, non si lascia fermare da niente e da nessuno. Ha sempre un ghigno stampato sulla faccia e la risposta pronta per ogni situazione. Vive ogni cosa con passionalità e non si tira mai indietro davanti a una sfida, un vero attacca brighe. Ha però un animo dolce e cerca sempre di aiutare chi lo circonda. Leale fino alla morte e disposto a tutto per le persone a cui tiene. Impulsivo, orgoglioso ed irascibile.
 
Armi: Tomahawk + due spade e un pugnale a lama lunga  
 
 
Walter Fawley
“Mind”
Mago, Ex-Serpeverde, Purosangue, 39 anni, Eterosessuale, Disponibile
Agente speciale del MSI e Capo Squadra
Occlumante, Profiler e poliglotta 
Intraprendente, imprevedibile, anticonvenzionale e di indole ribelle, Walter è l’incubo di ogni superiore: fa sempre quello che ritiene più giusto e spesso senza pensare alle conseguenze. Fine intenditore dell’animo umano, nulla gli sfugge ed è anche un ottimo ascoltatore. Chi lo circonda sa che non riuscirà mai a comprenderlo completamente, ma è assodato che è un genio. È l’emblema dell’arroganza. 
 
Bacchetta: legno di pioppo bianco, piuma di fenice, lunga 11 pollici, flessibile + pugnale
 
Personaggi Secondari
 
Mason Stabler
Mago, Mezzosangue, Inglese, ex-Corvonero, 47 anni, Non Disponibile 
Capo Auror
Un uomo burbero e di poche parole, è infatti parecchio scontroso e poco avvezzo ad instaurare conversazioni civili. Non ha paura di sporcarsi le mani se questo significa fare giustizia. 

Bacchetta: legno di Cedro, corde di cuore di drago, 13 pollici, rigida

Makoma Modjadji
Vampira, Nigeriana, 586 anni, Non Disponibile
Capo Clan dei Vampiri
Donna sopra alle righe, schietta e molto saggia. Parecchio imprevedibile, tanto che riesce sempre a prendere in contro piede chi la circonda. Non si direbbe visto il suo atteggiamento amichevole, ma è un’astuta stratega.

 
-Consiglio-
 
Tanui Kerr
Kelpie, Neo Zelandese, 360 anni
Capo Clan dei Kelpie

 
Yvonne Durand
Banshee, Francese, 601 anni
Capo Clan delle Banshee

 
Eva e Daniel Ivanov
Fate, Russi, 452 e 478 anni
Regina e Re delle Fate
 
 
Caleb Alves
Selkie, Cileno, 385 anni
Capo Clan dei Selkie

 
Hynao Kimura
Kelpie-Vampiro, Giapponese, 145 anni
Capo Clan degli Ibridi

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Capitolo 2
*** Selezione Oc ***


SELEZIONE

 
 
Agenti MSI
 
 
Virginia Sandström
“Sheleg”
Anglo-Svedese (con origini israeliane), Mezzosangue, Ex Grifondoro, 28 anni, Eterosessuale
Medimaga, Pozionista, Esperta in Veleni e Animagus
È una donna tranquilla, pacata, riservata e di indole gentile. Estremamente razionale e pratica, è molto raro vederla scomporsi o alzare la voce, pare la personificazione della calma e del sangue freddo. Visto il suo lavoro è un’attenta osservatrice, non le sfugge nulla, e una brava ottima ascoltatrice, ispira grande fiducia nel prossimo. È anche però una vera stacanovista, orgogliosa e oltremodo testarda.
 
Bacchetta: legno di noce nero, nucleo di corda di cuore di drago, abbastanza rigida, 11 pollici e ¾ 
 
 
Ryu Tanaka
“Kaze”
Giapponese, Purosangue, Mahoutokoro, 33 anni, Eterosessuale
Spezzaincantesimi ed Esperto in Antiche Rune
Ryu lo si potrebbe definire un “uomo d’altri tempi”: elegante, cortese, cavalleresco, calmo e tutto d’un pezzo. Da quando si è trasferito dal Giappone corrono sul suo conto le dicerie più assurde e fantasiose, che però lui non ha mai confermato e men che meno smentito, aumentando così l’alone di mistero che lo avvolge. Possiede una mente estremamente brillante, ironico, insondabile, fiero e perfezionista.
 
Bacchetta: legno di ciliegio, crine di Thestral, rigida, 12 pollici e ½ + tantō
 
 
Auror
 
 
Helena Charlotte Schuyler
Inglese, Mezzosangue, Ex Serpevedere, 31 anni, Eterosessuale
Vice Capo Auror ed Esperta in Tecniche d’interrogatorio
Una donna affabile, solare e un’ottima ascoltatrice, in grado di far aprire anche i più restii senza che essi se ne accorgano. Grazie alla sua determinazione e le sue capacità di mediatore è riuscita a diventare Vice-Capo Auror in giovane età. È una persona pratica e oggettiva, cerca sempre di analizzare le situazioni a mente lucida, senza farsi prendere dal panico, valutando tutti i possibili scenari. Nonostante la sua natura aperta è parecchio riservata e anche orgogliosa.  
 
Bacchetta: legno di ontano rosso, corda di cuore di Nero delle Ebridi, 
 11 pollici e ¾, discretamente elastica
 
 
Gaspard Dubois 
Belga, Mezzosangue, Beauxbatons, 38 anni, Eterosessuale
Profiler
 Nonostante il suo aspetto fisico imponente possa trarre in inganno, Gaspard è un uomo profondamente buono e in grado di mettere a proprio agio chiunque lo circondi. Ha una grande pazienza, è infatti davvero raro che perda il suo aplomb, e una mente oltremodo brillante e arguta. Profondamente riflessivo ed equilibrato. Non è facile che si apra con il prossimo in quanto è molto riservato, rigido e silenzioso, anche se è sempre molto cortese nel suo modo di porsi. Benché il suo aspetto sia sempre impeccabile, è in realtà una persona estremamente disordinata.
 
Bacchetta: legno di cedro, 12 pollici, corda di cuore di drago, poco flessibile
 
 
Jason Perseus Underseaq
Irlandese-americano, Mezzosangue (1/8 selkie), Ex Tassorosso, 36 anni, Bisessuale
Esperto in Antiche Rune e Animagus
Jason ha una personalità estroversa, esplosiva e spensierata. Indipendente e curioso di natura, è sempre a caccia di avventure in cui buttarsi. È impossibile detestarlo o avercela a lungo con lui perché la quinta essenza della dolcezza. Sa conquistare chiunque lo circondi per via dei suoi modi affabili e il suo fascino. Gli piace spettegolare, ma senza cattiveria, e tende ad esagerare le cose, come solo una vera drama queen sa fare (basti pensare che i suoi fratelli lo hanno soprannominato “Drama Mama”).
 
Bacchetta: legno di cipresso, nucleo in peli del manto di selkie, 13 pollici e 2/3, non troppo elastica
 
 
Jordan Atwood 
Anglo-francese, Purosangue, Ex Serpeverde, 28 anni, Eterosessuale
Spezzaincantesimi 
Jordan è un esteta e un edonista, fa della ricerca del bello il suo ideale di vita. È insaziabile, mansueto e turbolento al contempo. Ama l’arte e la sregolatezza, l’eleganza e la curiosità del disordine. È intrigato dall’incomprensibile e incaponito dalle sfide. Ama essere al centro dell’attenzione, detesta essere surclassato, rimpiazzato o trattato con superficialità. È molto cauto e riflessivo, freddo e calcolatore, strategico, preferisce di gran lunga osservare il proprio interlocutore che interpellarlo. 
 
Bacchetta: legno di Acacia, nucleo di criniera di unicorno, 8 pollici e 1/2
 
 
Noelle Clarissa Simmons
Anglo-svedese, Nata Babbana, Ex-Corvonero, 28 anni, Bisessuale
Medimaga e Medico legale-forense
La si potrebbe definire un camaleonte vivente, riesce ad adattarsi ad ogni situazione e persona l’affianchi. Schietta e socievole, non ha problemi a spiattellare i fatti suoi a chiunque le presti attenzione. Non teme i cambiamenti, anzi la stimolano e la motivano perché odia la normalità, la routine e i programmi. Tende a essere parecchio distratta, solo quando lavora è sempre sul pezzo. Sembra possedere il dono dell’ubiquità, comparendo quando la gente meno se lo aspetta e causando non pochi attacchi di cuore.  
 
Bacchetta: legno di salice, nucleo in corda di cuore di Grugnocorto svedese, 11 pollici e 3/4, piuttosto flessibile
 
 
Sarah Campbell
Inglese, Mezzosangue, Ex Serpeverde, 30 anni, Eterosessuale
Pozionista e Scienziata forense
Una donna fredda e distaccata, stacanovista, scrupolosa e poco incline alle perdite di tempo. Determinata e testarda, se si prefigge una meta farà di tutto per raggiungerla e si impegnerà al massimo delle proprie possibilità. Odia più ogni altra cosa essere sottovalutata e sminuita, per questo pretende sempre il massimo sia da sé stessa che da chi la circonda. Meglio non farle un torto perché è parecchio rancorosa. Con le persone con cui si fida mostra il suo lato più aperto e gentile, è disposta a tutto per loro.
 
Bacchetta: legno di alice, cuore piuma di fenice, 11 pollici, semi-rigida
 
 
Custodi
 
 
Livari Lindgren
Svedese, Ibrido kelpie/vampiro, 239 anni, Eterosessuale
Capo dei Custodi
Livari ha la capacità di affrontare qualsivoglia situazione od ostacolo usando come arma il suo naturale problem solving, senza sforzarsi. Possiede una mente analitica e uno charme che lo rende un leader naturale, in grado di prendere quelle decisioni che pochi sono in grado di affrontare. È di fatti un uomo spietato, pronto a tutto per il suo scopo ultimo, pragmatico, calcolatore e manipolatore, ma è anche generoso, disponibile con i suoi sottoposti, alla mano, simpatico ed estremamente passionale.
 
Armi: Pistola con silenziatore, coppia di tirapugni e uno scramasax
 
 
Martin José Vasquez
Portoricano, Selkie, 280 anni, Eterosessuale
Vice Capo dei Custodi, Chimico ed Esperto in Esplosivi
Il tratto predominante di Martin è la sua natura schiva e riservata. Acido e sarcastico in particolar modo con chi non conosce bene, soprattutto se viene infastidito, perché altrimenti ricorrere alla sua tecnica preferita: il silenzio tombale. Le poche volte che parla è però molto schietto e va sempre diritto al punto, detestando le perdite di tempo inutili e quasi completamente privo di empatia. Ha un forte senso della giustizia, pronto a tutto per raddrizzare un torto, calmo e molto razionale in tutto quello che fa.
 
Armi: pistola con silenziatore, qualche siringa, veleni in pastiglie, liquidi e polverine varie nascoste nelle tasche
 
 
Hera Barrows
Scozzese, Vampira, 145 anni, Eterosessuale
Capo della Classe S e Profiler
Imperscrutabile, cauta e diffidente. Ha insita in sé la prudenza del serpente e l’accortezza di chi non può permettersi di compiere un passo falso. Donna diligente e con una mente analitica, che le permette di vedere al di là delle apparenze e che non si fa abbindolare facilmente. Un soldato perfetto pronto a svolgere il suo compito mettendo in pratica il proprio dovere, sacrificando perfino sé stessa, se necessario, in vista del raggiungimento di un obiettivo superiore. Sotto però questa scorza protettiva si nasconde però una natura irrequieta e sensibile, che mostra solo a pochi eletti.
 
Armi: due coltelli da lancio e una sig Sauer P226
 
 
Persephone Sibylle Farschee-Keening
Anglo-scozzese, Banshee, 144 anni, Eterosessuale
1° Classe e Medico legale-forense
Ha un animo dolce e gentile, con un forte istinto materno nei confronti dei più deboli. Difficile non volerle bene, anche se è parecchio introversa. Estremamente intelligente e indipendente, anche se è molto guardinga nei confronti di chi non conosce. La banshee tende a farsi un’idea (giusta o sbagliata) di chi le sta di fronte con una sola occhiata, decretando così se il soggetto in questione è degno della sua stima oppure no; è poi molto difficilmente che riesca a cambiare idea su queste persone. Di natura silenziosa, dice la sua solo se richiesto. Estremamente leale nei confronti della sua famiglia e dei suoi compagni, sarebbe disposta a tutto per loro.
 
Armi: un arco con faretra e frecce e uno spillone d’argento
 
 
Lucien Modjadji
Anglo-congolesi, Ibrido kelpie/babbana, 134 anni, Bisessuale
Classe S e Scienziata forense
Il silenzio fatta a persona, difficile notarla finché non lo vuole lei. Sempre educata e gentile, anche se tiene a debita a distanza praticamente tutti. Tende infatti a celare qualsiasi sensazione o emozione forte dietro un velo, inspessito dalle vicissitudini occorsele, di impassibilità o di un sorriso educato che pare voglia canzonare chi le presta attenzione. Ambiziosa e determinata, dà sempre il meglio di sé in quello che fa. Leale e dolce solo con le persone che ritiene degne di fiducia. Estremamente diffidente.
 
Arma: un arco con le frecce, in legno di ciliegio, speroni
 
 
Dagmar Moràvek Kalinovà
Ceca, Ibrido fata-vampiro, 154 anni, Eterosessuale
Classe S, Analista Forense e Hacker 
Come tutte le fate, Dagmar è provvista di un’alta percezione di sé stessa con una forte tendenza all’autocompiacimento, ma per sua fortuna è anche dotata di una vivace intelligenza che le permette di ironizzare sui suoi difetti. Sono tre i tratti caratterizzanti del suo carattere: una pungente ironia, eccessivo orgoglio e una tenacia fuori dal comune. È poi dotata di uno spiccato istinto di autoconservazione, superiore rispetto alla maggior parte degli individui, accompagnato da un rancore profondo nei confronti dei torti subiti. Per il resto Dagmar è la regina indiscussa dei nerd.
 
Armi: Chakram e un pugnale Kriss
 
 
Latitanti
 
 
Adam Joid
Inglese, Vampiro, 182 anni, Eterosessuale
Di primo acchito Adam sembra un giovane posato, angelico,  rassicurante ed innocuo. In realtà questo suo aspetto e modo di porsi sono fuorvianti: Adam Joid è sadico, calcolatore, temibile; in parole povere, il vampiro è un assassino nato. Silenzioso e spietato, nel suo lavoro è infatti il migliore soprattutto grazie alla sua meticolosità. Estremamente intelligente e scaltro, pensare di poterlo raggirare è impensabile oltre ad essere una mossa molto stupida. Un attento osservatore, nulla gli sfugge. Talvolta, sembra affetto dalla sindrome di Asperger: non riesce sempre a comprendere cosa ci sia sotto alle azioni/reazioni delle persone, in quanto ha difficoltà a provare empatia.
 
Armi: uno stiletto e una balestra moderna in fibra di carbonio
 
 
Nilüfer Yilmaz
Turca con origini russe, Fata, 150 anni, Eterosessuale
Donna dalla personalità spumeggiante e incontrollabile: dolce, divertente, leale e schietta oltre ogni dire. Ha una parlantina veloce, in grado di ammaliare e far sentire a proprio agio chiunque la circondi. Viceversa è estremamente testarda, orgogliosa, rancorosa, vendicativa e permalosa (in grado di tenere il muso con una persona anche per decenni se necessario). Estremamente elegante, dotata di una bellezza mozzafiato e pignola oltre ogni misura, ciò va spesso a scontrarsi con la sua vena pasticciona. Un’ottima ascoltatrice, oltre che acuta osservatrice: è molto curiosa e ama spettegolare, ma senza cattiveria. 
 
Armi: fucile a pompa, due kukri e due pistole semiautomatiche
 
 
Soho Kerr
Neo Zelandese, Kelpie, 199 anni, Eterosessuale
Soho è un vulcano di energia e questo risulta evidente a tutti coloro che entrano a contatto con lei. In continuo movimento perché le è praticamente impossibile rimanere ferma nello stesso luogo per troppo tempo e abbandonarsi all’ozio. Il modo migliore per descriverla è con una serie di aggettivi: irruenta, sboccata, violenta, facinorosa, oltranzista, stacanovista e impavida. Spirito libero come pochi altri, è in grado di coinvolgere chiunque nei suoi piani e ideali strampalati, non accettando mai un “no” come risposata. Anticonformista e indipendente, fa dell’emancipazione della donna nei kelpie il suo baluardo. È inoltre irriverente e non conosce il significato della parola pudore: ciò che le passa per la testa dice, ciò che vuole fare, farà.
 
Armi: due M-16 da lei “abbelliti” 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
 
Salve!
Voglio iniziare ringraziando tutti quelli che hanno deciso di partecipare, sia nuovi che vecchi. Fare la selezione non è stato semplice in quanto ho ricevuto molte schede valide, ma, proprio per evitare un sovraffollamento come nella prima versione della storia, sono stata costretta a effettuare una cernita più stringente. Quindi grazie davvero per il vostro impegno e dedizione.
Vorrei avvertirvi però che uno dei personaggi che è stato selezionato è mio, ovvero Ryu Tanaka in quanto non ho ricevuto nessun personaggio adatto al ruolo che lui ricopre. Di conseguenza gli Oc che ho selezionato sono 16 + i miei 4 principali fa un totale di 20 personaggi (non vi spaventate, nei primi capitoli metterò a inizio di ogni pezzo le foto dei vari PV). 
Ovviamente ho una domanda per voi (non sarei io se non fosse così): Basandovi sugli specchietti che vi ho fornito, quale fra gli Oc potrebbe stare simpatico al vostro bambino e chi invece no?
A presto spero,
Chemy

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Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


Attenzione! 
Questa storia tratta argomenti delicati ed è sconsigliata la lettura a un pubblico facilmente impressionabile. 
 
 
 
 

Capitolo I

 
 
“La diffidenza rende la vita più difficile tanto a chi la subisce quanto a chi la prova.”
(Roberto Gervaso)
 
 
24 Settembre 2062,
Essex, Epping
 
 
Soho   Nilüfer    Adam 
 
 
Soho, accovacciata su di un muretto, stava seriamente valutando due opzioni: la prima contemplava l’omicidio, ma poi se la sarebbe dovuta vedere con una Nashira adirata e questo non andava di certo bene per i suoi piani a lungo termine visto che contava di campare per un altro centinaio di anni; la seconda era di abbandonare al loro destino i due imbecilli che le stavano di fronte, ma con buone possibilità Adam, senza una supervisione, avrebbe dissanguato Nilüfer, grosso problema visto che comunque Nashira si sarebbe arrabbiata sia con l’assassino sia con quella che se n’era lavata le mani. Comunque la si mettesse la kelpie era destinata a perire per mano della sua migliore amica.
<< Ma dico, non potevi essere un po’ più discreto? >>
Adam squadrò da capo a piedi la fata che, con le mani sui fianchi in una posizione militaresca, ricambiava lo sguardo senza alcun indugio << Avevo fame. Credevo che ormai ti fossi abituata. >> 
Il dito indice di Nilüfer scattò in alto, a pochi centimetri dal naso diritto del compagno che andava un po’ a smussare i tratti troppo delicati del suo volto << Non sto mettendo in discussione il tuo modo di cibarti, ma come lo fai. >> 
Il vampiro, che stava trattenendo l’impulso di spezzarle il dito teso, inclinò il capo di lato << Cioè? >> 
<< Siamo in un piccolo villaggio inglese e tu, tranquillo e serafico, entri alle undici di sera in un pub per procacciarti la cena? Ringrazia che erano solo in tre in quel tugurio. >> la donna si passò una mano in mezzo ai folti e lunghi capelli color cioccolato << Non li hai prosciugati, vero? >> 
<< Secondo te? Certo che no. >> 
La fata atteggiò il viso in un’espressione di palese scetticismo << Ah, davvero? Allora perché Nashira ha mandato me e Soho per farti da balia? >> poi, voltandosi verso quest’ultima e ignorando il dito medio del collega, aggrottò la fronte << Credi che dovremmo entrare e controllare che non abbia fatto una strage? >> 
Soho, che non sapeva se ridere o prendere la testa di entrambi per sbatterle l’una contro l’altra, si massaggiò la tempia sinistra, nel vano tentativo di attenuare un’emicrania che stava crescendo sempre più d’intensità a ogni secondo che passava << Non c’è odore di sangue, quindi lo spargimento è stato minimo e poi sento fin da qui i cuori dei clienti e del barista battere in maniera tranquilla. >>
Prima che i due potessero tornare a stuzzicarsi, la kelpie saltò giù dal muretto e si mise in mezzo. Benché raggiungesse appena il metro e cinquanta e quindi si potesse perdere di vista con facilità anche dietro un cespuglio, la donna era difficile da non notare, non solo per via del fatto che fosse albiana, ma principalmente per i suoi eccentrici outifits. Quel giorno il suo vestiario comprendeva: un paio di Dr. Martens giallo fluo abbinati a un top fatto di paillettes del medesimo colore, un paio di pantaloni color sabbia e con il cavallo basso e in testa un cappello da aviatore. Dire che stonava con l’ambiente e con i due compagni, vestiti in maniera elegante e sobria, era dir poco, ma a lei non importava e guai mai dirle qualcosa a riguardo perché Soho si riteneva una vera icona di stile. 
<< Ora, bambini, è giunto il momento di andare. Potrete tornare a bisticciare una volti giunti all’accampamento. >> 
Avevano attraversato un paio di isolati, quando vennero raggiunti da un verso acuto e stridulo che si propagò nella notte. Nilüfer, riconoscendolo, alzò di scatto il viso e il braccio destro. Dopo pochi secondi un maestoso falco berigora le si depositò sull’arto, per poi strofinare la piccola testa contro la sua guancia.
<< Fammi vedere cos’hai per noi, Bernie. >> mormorò la giovane con un tono più dolce del miele, mentre gli apriva gli artigli di una delle sue zampette. Appena comprese cosa aveva in mano, aggrottò la fronte e sollevò lo sguardo verso i compagni, mostrando contemporaneamente che cosa aveva nel palmo << Il pezzo arrugginito di una targhetta? >>
<< Ragazzi, credo che quello sia un messaggio di Nashira e Balthazar. >> intervenne Soho, che dava loro le spalle e indicava la foresta ai limiti della città. 
Nel punto in cui sapevano si trovasse il loro accampamento, una colonna di fumo si innalzava maestosa sopra le fronde degli alberi centenari, mentre dense nuvole cariche di pioggia si ammassavano a vista d’occhio nel cielo. Lo stridore di una sirena lontana venne coperta dal rombo di un tuono spaventoso. 
Adam, sfilato delicatamente il pezzo di metallo dalle dita della fata, se lo rigirò fra le mani notando la parte di una lettera che pareva una B, poi lo avvicinò al naso. Per un attimo chiuse gli occhi, concentrandosi sugli odori che percepiva, poi, improvvisamente, capì e sollevò le palpebre, mostrando le iridi chiare << So dove dobbiamo andare. Seguitemi. >> 
 
 
§§§
 
 
25 Settembre 2062,
Ministero della Magia Inglese, Pian Terreno
 
 
Virginia    Ryu 
 
 
L’atrio era riempito da numerose voci concitate e il soffitto a volta aumentava la sensazione di cicaleccio continuo. Virginia Sandröm si avvicinò silenziosa agli ascensori, ignorando il nuovo gossip che rimbalzava di bocca in bocca, e si arrestò di fronte a quello che gli pareva avere meno persone davanti. Di fianco a lei, due donne di mezza età discutevano concitate e, inevitabilmente, la giovane agente MSI venne resa partecipe del perché tutti fossero così in fibrillazione. Avendo letto le notizie del giorno mentre faceva colazione, la strega immaginava che tutti stessero discutendo dell’orribile massacro avvenuto a Highgate, ma ovviamente si sbagliava di grosso. 
<< È tornata sul suolo inglese. >> disse concitata la più bassa delle due, i cui capelli color carota parevano una nuvola di zucchero filato per quanto erano cotonati << Mi auguro che i Custodi questa volta non se la facciano sfuggire. >> 
La bionda collega, i cui lineamenti del volto ricordavano vagamente quelli di un equino, sbuffò esasperata, mentre le porte degli ascensori si aprivano e la solita voce meccanica li accoglieva << Ti prego Mellony, non essere ingenua. Le creature non cattureranno mai lei e la sua combriccola, non vogliono. >>
Entrata in ascensore Virginia spinse il tasto per il secondo piano, intanto che le due donne continuavano a discutere ad alta voce tra loro.
<< Ritieni che in realtà li stiano aiutando? >> domandò piena di stupore Mellony, portandosi le dita dalle unghie laccate di rosso a coprirle le labbra sottili.
<< Mi pare evidente. >> replicò l’altra con un tono pieno di boria, spostandosi dal viso una ciocca sfuggita dall’alto chignon << Per tutti i mutandoni di Morgana: sono passati cinque anni e l’unica cosa che i Custodi sono stati in grado di fare è coprirsi di ridicolo inseguendoli per tutto il globo. >> 
<< Beh, se ci pensi Tanya però, a Cipro sono quasi riusciti a prenderli. >> 
La strega, dall’alto del suo metro e sessanta, che però riusciva a sovrastare con facilità la collega, la guardò con pietà e palese orgoglio, tipico di chi si sente più intelligente di chi lo circonda << Cielo Mellony, sei davvero così ingenua? È chiaro che fosse tutta una messinscena. Probabilmente Nashira O’Malley e i suoi non si trovavano neanche su quell’isola. >>
<< Io ho sentito che quando c’è stato il rendez-vous a Cipro in realtà lei e i suoi compari fossero in Ontario. >> si intromise quello che Virginia riconobbe come il Capo dell’Ufficio Trasporto Magico, Bernard White.
Le porte dell’ascensore, ormai completamente pieno, si chiusero con un sonoro tonfo, poi ci fu uno scossone e l’abitacolo andò inizialmente all’indietro, poi finalmente cominciò a salire. 
Le due complottiste, felici di aver qualcun altro con cui elucubrare le loro malignità, si fecero vicine all’alto uomo, facendo sì che l’agente MSI si potesse spostare davanti alle porte.
La voce di Tanya si fece vagamente stridula << Io invece ho sentito che si fossero nascosti a Taiwan. >> 
<< Poco importa dove fossero. >> sentenziò Bernard, sistemandosi i risvolti della giacca << Sta di fatto che i Custodi hanno dimostrato a più riprese di non essere in grado di compiere il loro lavoro. Spero ardentemente che il Ministro Fawley prenda in mano la situazione. >> 
La voce gracchiante dell’ascensore fece sapere che erano arrivati al secondo piano e, appena le porte si aprirono, Virginia sgusciò via, ma non prima di udire una frase preoccupante << Dobbiamo fare qualcosa, le creature stanno diventando ingestibili. >> 
La strega percepì grande tensione in quelle poche parole e, mentre si dirigeva verso la sua sezione, comprese che quello che stava accadendo in quei giorni poteva avere più ripercussioni di quanto si potesse minimamente immaginare. La paura, anche in minime quantità, poteva far diventare una persona a modo ed educata, sospettosa e troppo veloce nello sguainare la bacchetta. 
Superata la massiccia porta a due battenti, la giovane sbucò in un open-space sovraffollato, diviso in cubicoli e che ronzava di chiacchiere e risate. Virginia riconobbe alcuni dei suoi ex-colleghi, che salutò con un sorriso e un cenno del capo, mentre attraversava l’enorme sala in direzione del corridoio che si apriva sulla parte in fondo. Giunse nel lungo corridoio in pochi secondi, grazie alle sue lunghe e veloci falcate, e in altrettanto poco tempo si trovò di fronte a una porta blindata, nessuna targhetta o simbolo indicava cosa ci fosse al suo interno. Sul muro di destra vi era però un tastierino, sul quale la strega digitò il suo personale codice identificativo, che veniva cambiato periodicamente per sicurezza: era meglio non sbagliare la digitazione se non si voleva rischiare di essere circondanti e atterrati, per poi finire in una sala interrogatori buia e angusta. Almeno così gli aveva detto Walter durante il suo primo giorno di lavoro, anche se non sapeva quanto e soprattutto se credere a quello che gli aveva riferito: aveva uno strano senso dell’umorismo lui là. Per fortuna non ebbe modo di scoprire se le sue parole fossero vero o meno perché la porta si aprì, in modo tale che lei potesse entrare dentro un cubicolo di due metri per uno. Appena il battente si fu richiuso alle sue spalle la donna serrò gli occhi e rimase ferma immobile, mentre delle luci stroboscopiche la inondarono dall’alto e dai lati: questa misura di precauzione era ispirata alla cascata del ladro(1) nella Gringott. In questo caso non si rischiava di rimanere bagnati come dei pulcini, al contrario ci si giocava direttamente la vista se non si stava attenti. 
Finita la perquisizione, la strega entrò finalmente nella sala di controllo della Magic Secret Inteligence. Il luogo era ampio, circolare e poco luminoso, visto che la luce era principalmente data dai numerosi schermi che caratterizzavano l’ambiente e che mostravano immagini di ogni parte del globo. Un mormorio incessante, ma delicato, riempiva la stanza e le voci che si accavallavano parlavano ognuna una lingua diversa. La giovane provava un profondo rispetto per gli agenti di collegamento: più volte le loro informazioni e avvertimenti l’avevano salvata da una fine infausta quando era sotto copertura come spia. 
Silenziosamente attraversò la stanza e, prima di uscirne, incontrò una sua collega a cui era particolarmente legata, Corine, che stava tornando alla sua postazione con un’enorme tazza di caffè. Le chiese come stesse con il linguaggio dei segni a cui lei rispose prontamente, lamentandosi del fatto che, se avesse finito il turno sana di mente, sarebbe stato un miracolo. La strega ridacchiò e la salutò, augurandole buona fortuna e buon lavoro. 
Superata la sala ristoro, Virginia si introdusse nei cunicoli che caratterizzavano il luogo: era ormai più che convinta che li avessero fatti così arzigogolati per confondere un eventuale intruso. Giunse in fine di fronte alla porta del suo superiore alle nove e mezza spaccate e non si stupì di trovarla aperta, ma ciò che la sorprese fu il fatto che dietro alla scrivania scura non ci fosse nessuno.
<< Non mi dirai che sei stupita del fatto che Walter sia in ritardo. >> 
Virginia sobbalzò leggermente all’udire una voce profonda e ben conosciuta. Si voltò verso sinistra, individuando immediatamente Ryu Tanaka compostamente seduto sul divano addossato alla parete. L’uomo, con il suo completo elegante, pareva un po’ fuori luogo, sarebbe stato infatti meglio collocato in un ufficio del centro, dove l’odore di denaro impregna ogni cosa; visto i suoi pantaloni neri e la giacca di pelle, lei sarebbe potuta essere la sua guardia del corpo. 
<< Dal messaggio urgente che mi ha mandato questa mattina mi sarei aspettata quanto meno di trovarlo qui. >> la strega si guardò intorno sconsolata << Dove diavolo sarà finito? >> 
Il giapponese scrollò le ampie spalle che riempivano alla perfezione la giacca dal taglio sartoriale << Non ne ho la minima idea, sono qui da una decina di minuti e di lui nemmeno l’ombra. Hai per caso qualche idea del perché ci abbia convocato? >> 
La donna scosse la testa, mentre si sedeva compostamente su una delle due poltrone disponibili, ovviamente quella più vicina al collega << Non ha fatto nessun accenno al riguardo, ha solo sottolineato quanto fosse urgente che mi presentassi qui alle nove e mezza in punto. >> 
<< Quanto meno il tuo messaggio è stato più articolato, scommetto che ti ha scritto come stai e se hai fatto una buona colazione. >> vedendo che la strega annuiva, Ryu sollevò le sopracciglia << Io in compenso ho avuto una breve frase telegrafica “Nel mio ufficio alle nove e mezza.” Credo che sia vero quello che si dice su di lui. >>
<< Cioè? >> 
<< Che analizza i colleghi con cui lavora e che si diverte a irritarli fino a farli impazzire. >> 
Virginia si portò dietro le spalle i lunghi capelli scuri, per poi appoggiarsi contro lo schienale della poltrona << Tu dici? >> 
<< Fammi indovinare, il messaggio che ti ha scritto era tutto zuccheroso e poco professionale, vero? >>
I grandi occhi di un azzurro cristallino, ereditati dal padre, si fecero più cupi e si assottigliarono pericolosamente << Sì. >>
<< E dimmi, da quando sei un agente MSI, che tu sappia, quante squadre ha cambiato? >> 
<< Credo tre… oddio, non mi dirai che se ne sono andati tutti per colpa sua. >> 
<< I motivi ufficiali sono i più disparati, ma sostanzialmente sì. >> Ryu piegò leggermente il busto verso la giovane collega << I grandi capi hanno pure scommesso su quanto dureremo noi. >> 
Virginia si drizzò a sedere, orripilata da quello che aveva appena scoperto, ma stranamente la curiosità su un particolare irrilevante ebbe la meglio sulle domande che le affollavano la mente << Quanto credono che dureremo? >> 
<< Poco meno di un anno. >> 
<< Ma come osano! >> scattò su indignata la donna, mentre il loro capo squadra entrava nella stanza. 
<< Chi è che ha osato farti saltare la mosca al naso, Ginnina? >> 
La strega, all’udire quel soprannome tanto odioso, fulminò con lo sguardo il nuovo arrivato, poco importava che fosse il suo superiore e il nipote del Ministro della Magia Inglese: in quel momento avrebbe solo voluto strozzarlo. 
Walter, che era arrivato all’altezza della sua scrivania, estrasse dal porta matite il righello e lo puntò contro la sua sottoposta << Okay, visto il tuo sguardo assassino non voglio più saperlo, grazie. >> 
<< Hai qualche caso per noi? >> domandò Ryu, rimanendo comodamente seduto sul divano.
<< Sì, ma vi ragguaglierò al riguardo strada facendo. Dobbiamo andare la più presto nell’Essex, precisamente all’Epping Forest. No Virginia, tu vai per prima. Il tuo sguardo da psyco mi spaventa e perciò non ti voglio avere alle mie spalle. >>
 
 
§§§
 
 
Secondo Livello, Sezione Auror
 
 
Jason    Noelle 
 
 
Jason Perseus Underseaq agli Auror freschi di accademia incuteva un rispetto reverenziale e una sottile ma persistente paura, in fondo essere alto quasi due metri e possente come un dio norreno poteva produrre quell’effetto e di per sé questa cosa faceva oltremodo divertire l’uomo. In realtà era la persona meno minacciosa o pericolosa e quell’aria da duro la manteneva solo a beneficio dei cadetti che addestrava; per il resto era più assimilabile a un cucciolo pieno di energie ed estremamente dolce, impossibile da non amare o almeno era così per la maggior parte delle persone che incontrava lungo il suo cammino, ma qualche eccezione c’era sempre. Fatto sta che la sua stazza e le sue dimensioni lo avevano aiutato in diverse situazioni e anche quel giorno non fu da meno, visto che riuscì ad aprirsi un varco in mezzo a un gruppetto di Auror che stavano accalcati nel corridoio per non si sa quale motivo; ebbene, al suo solo comparire, tutti si fecero da parte, neanche Mosé era stato altrettanto veloce a far dividere in due le acque. 
Fischiettando contento, il mago salutò con un cenno del capo o della mano alcuni dei suoi colleghi, ma non si fermò a chiacchierare, visto che aveva un compito da svolgere, quindi superò in fretta l’allegra combriccola e si diresse verso l’obitorio. 
<< Ehilà, bella gente! >> salutò allegramente, varcando la soglia. Certo non si aspettava nessuna risposta dalle povere anime che sostavano all’interno di quel luogo, ma quanto meno si aspettava di trovarci Noelle. Si guardò intorno, ma di lei nemmeno l’ombra, solo un cadavere aperto sul lettino di metallo al centro della stanza gli diede il benvenuto.
Improvvisamente, con la coda dell’occhio, vide uno strano movimento, lo svolazzare di qualcosa di bianco e, benché Jason non credesse agli zombi o cose del genere, fu per lui naturale fare un balzo di lato e contemporaneamente sguainare la bacchetta. 
Noelle, con le sopracciglia inarcate, guardò prima la bacchetta e poi il collega << Ti andrebbe di abbassarla? >>
<< Per tutte le mandragole, Noelle! >> Jason fece quando richiesto e prese dalle mani della strega uno scatolone << La vuoi smettere di comparire all’improvviso? Prima o poi mi farai venire un infarto. >> 
Roteando gli occhi al cielo, la donna si diresse verso il suo gentile ospite che l’attendeva disteso sul tavolo delle autopsie << Sei venuto tu qui, esattamente come ho fatto a spaventarti? >> 
Appoggiato lo scatolone su di uno sgabello, l’uomo si voltò verso la collega << Sono entrato e tu non c’eri, non mi hai neanche risposto. Secondo te perché mi sono spaventato? Sul serio, smettila di fare queste tue entrate in scena silenziose, soprattutto qui, mi fai venire i brividi. Comunque dov’eri? >> 
La medimaga indicò con il capo la porta aperta, vicino all’ingresso da cui era entrato poco prima il mago << Ero andata nel magazzino prove per recuperare gli abiti del mio nuovo amico. Visto che Sarah non ha ancora avuto modo di analizzarli, sono stati messi lì. >> 
Jason, rimanendo ad almeno tre lunghi passi di distanza dal cadavere, aggrottò la fronte mentre la bionda si infilava i guanti di lattice << Come mai? Lei e Jordan non sono ancora tornati dallo Steel? >>
<< No, sono ancora lì a fare le ultime domande e a controllare che non ci siamo lasciati dietro qualche indizio importante. >> 
<< Non li invidio per niente. >> borbottò l’uomo, per poi avvicinarsi allo scatolone all’interno del quale Noelle stava rovistando << Cosa stai cercando? >> 
<< Residui della droga che lo ha fatto andare all’altro mondo. >> 
<< Beh, cosa ti aspetti? Che abbia delle pilloline nelle tasche? Improbabile. >> incrociando le mani al petto, l’Auror lanciò uno sguardo verso il volto fresco del giovane mago << Dal suo aspetto quasi non si direbbe che fosse un tossicodipendente. >>
<< Mai dire mai. >> mormorò Noelle, mentre cercava una qualche tasca segreta all’interno della giacca del defunto. 
Dopo qualche minuto si lasciò sfuggire uno sospiro di pura frustrazione, tant’è che attirò l’attenzione del collega. 
<< Che hai? >>
<< Non ha senso. >> sbottò la medimaga, mollando l’abito nello scatolone e indicando con la mano il cadavere << Non c’è un minimo di logica. >> 
Jason si strinse nelle spalle << Capisco che faccia rabbia vedere un ragazzo finire così, quanti anni avrà? Venti? Purtroppo però la dipendenza e l’overdose non guardano in faccia nessuno, poco importa l’età, il sesso o l’estrazione sociale. Abbiamo almeno scoperto come si chiama? >>
<< Sarebbe bello saperlo, ma la sua identità è ancora un mistero. Le impronte digitali non ci hanno portato a nulla, quindi non è mai stato schedato. >> la strega si piazzò dall’altro capo del tavolo rispetto al collega e spalancò le braccia << Non riesco a trovare un indizio che sia sensato. È tutto un fottuto mistero. >> 
<< Ti prego Noelle, sii più chiara. >> 
<< Va bene. Come sappiamo entrambi, visto che purtroppo abbiamo seguito troppi casi del genere, i tossicodipendenti scelgono la sostanza di cui farsi e difficilmente passano a qualcosa di completamente diverso, al massimo vanno su delle robe affini. Insomma chi vuole solo sballarsi si fa di marijuana, tranquillanti e hashish, al massimo, sporadicamente, si calano le ketamine. Giusto? >> vedendo il mago annuire, la donna continuò con la sua spiegazione, fomentata dal poter esporre ciò che aveva scoperto << Ebbene, dalle prove che ho catalogato, parrebbe però che questo ragazzo si facesse di ogni droga disponibile, cosa appunto impossibile. Guarda il naso, arrossato e irritato, si faceva di cocaina. Le braccia hanno invece i segni inconfondibili che si iniettava, con grande probabilità, l’eroina. Le sue dita giallastre invece ci dicono che era un grande tabagista, che di sicuro non fa bene ma è di certo il minore dei mali, però che insieme a quello si fumava anche l’oppio e il crack. Le leggere abrasioni della mucosa orale ci raccontano che gli piacevano anche le pillole di ecstasy e ice(2). >>
Jason rimase un attimo in silenzio, guardando il corpo disteso fra di loro: si poteva davvero arrivare a tanto? << Non puoi esserne certa finché non fate le analisi del sangue. Inoltre dal suo aspetto non si direbbe che si facesse di così tante droghe, insomma non è emaciato e la sua pelle è liscia, non ha nessuna imperfezione, se non si tiene conto delle leggere occhiaie. Il rossore al naso potrebbe passare per allergia o per un raffreddore e le dita >> l’Auror scosse le spalle << come hai detto tu sono indice anche di chi fuma troppo tabacco. Gli unici segni inconfondibili sono le punture sulle pieghe dei gomiti. >> 
Gli occhi di Noelle si illuminarono, come se fossero arrivati al nodo centrale della questione << Quindi da quanto diresti che è finito nel giro della droga? >> 
Il mago prese un profondo respiro, poi lo lasciò andare velocemente insieme alla risposta << Bah, un paio di mesi. >> 
<< Già, lo avevo supposto anch’io prima di aprirlo. >> disse la medimaga, per poi dargli le spalle per meno di un minuto e prendere così il fegato. 
L’ex Tassorosso, ritrovandosi l’organo a pochi centimetri dalla faccia, si scostò schifato << Per Tosca, Noelle! >>
<< Il suo fegato è completamente distrutto e così la maggior parte dei suoi organi interni e tutto ciò non ha senso. Visto le droghe di cui parrebbe si facesse e dello stato delle sue interiora avrebbe dovuto essere devastato anche all’esterno. I primi effetti di qualsivoglia sostanza stupefacente si hanno all’esterno e poi all’interno. Per arrivare a una tale distruzione degli organi ci voglio anni di abuso prolungato. Scommetto, che quando gli aprirò il cranio, troverò il suo cervello lesionato e forato in più punti. >> la strega si soffermò a guardare il volto del giovane sconosciuto e mormorò quasi fra sé e sé << Se non fosse stata per l’overdose, sarebbe comunque morto per il collasso di tutti gli organi interni entro un paio di giorni. >> 
Jason, che con il braccio destro si avvolgeva la pancia e con la mano sinistra si tappava il naso, si fece forza e si avvicinò di un paio di passi al cadavere. Guardò all’interno della cassa toracica aperta per verificare quanto gli aveva detto la collega, non che non si fidasse, ma gli sembrava giusto farlo, per provare a comprendere appieno la nuova informazione << Se è impossibile, che cosa significa allora? >> domandò con una vocina stridula, a causa delle narici che teneva strette tra il pollice e l’indice. 
Noelle, con ancora in mano il fegato, dischiuse le labbra, ma nessun suono ne uscì per diversi secondi, poi scosse le spalle << Non lo so. È la prima volta che vedo una cosa del genere: è eccitante e curioso, ma anche spaventoso. >> 
<< Perché spaventoso? >>
Riposto l’organo nella bacinella, la donna arricciò il naso << Temo il risultato delle analisi. >> 
Visto che la collega non aggiunse altro, il mago decise di non punzecchiarla perché sembrava persa dalle sue elucubrazioni e non voleva rischiare che lo coinvolgesse in qualche modo, magari costringendolo a fare da assistente << Hai riferito quello che hai scoperto ai superiori? >> 
<< Beh, non farei venire qui Helena o qualcun altro solo per una supposizione e poi non ho ancora finito l’autopsia, magari scopro qualcosa in più. >> detto questo prese in mano una piccola sega dalla lama circolare, l’attivò per poi spegnerla subito dopo << Poi, ora che ci penso, anche se volessi chiamare lei o Gaspard non potrei: sono usciti dal Ministero una quindicina di minuti fa. >>
L’Auror, che si era nuovamente allontanato dal tavolo quando la bionda aveva attivato la sega, aggrottò la fronte << Se ne sono andati? >> 
<< Sì, sono usciti insieme a Mason per non si sa bene cosa. >> indicando vagamente con la mano in direzione della porta, continuò << Quando sono andata a fare pausa caffè ho sentito che i nostri colleghi ne discutevano, non hai notato il campanello là fuori quando sei venuto qui da me? >>
<< Ciò significa che nessuno firmerà la mia richiesta di uscire prima? >> 
Il tono lamentoso del collega fece sorridere Noelle << Temo che dovrai attendere il loro ritorno, al momento chi è al comando è Gary Jones e, da quanto ne so, non ti sopporta. >>
<< Sei troppo buona, mi detesta quel nanetto. E io che speravo di tornare a casa in tempo per preparare il pranzo ai gemelli, che ingiustizia: è da giorni che cerco di vederli, ma sono sempre impegnati con gli allenamenti. >> il mago si appoggiò alla fredda parete stringendosi la mano al petto, all’altezza del cuore come una vera diva del cinema << Mi toccherà chiamarli e disdire l’appuntamento. >> 
<< Mi dispiace. >> la donna gli sorrise con compassione, poi sollevò le sopracciglia, come se le fosse venuta in mente un’idea geniale << Se hai bisogno di passare il tempo puoi aiutarmi con… >>
<< No, grazie. >> Jason non diede modo alla collega di terminare la frase e le sorrise calorosamente << Non ci tengo neanche un po’ a sporcarmi di sangue e di residui vari, quindi me ne andrò a spettegolare con gli altri. A presto, mia cara. >>
L’uomo si accomiatò con un vago saluto militare e poi fuggì velocemente dall’obitorio, lasciandosi alle spalle Noelle che lo salutò con un cenno della mano un po’ fanciullesco e divertito insieme. 
 
 
§§§
 
 
Londra, Steel
 
 
Sarah    Jordan 
 
 
Sarah osservava con aria critica il seminterrato del night club in cui avevano fatto la retata il giorno prima. Il luogo era perfettamente in ordine, identico a come lo avevano trovato. Chi ci lavorava se n’era andato con calma, visto che i piani di lavoro erano lucidi e gli armadietti spogli. Le uniche cose che si erano lasciati dietro era un vago odore di candeggina e un cadavere.  
La donna studiò nuovamente la piantina dell’edificio e come era successo poco pima la sua fronte nivea si corrugò per il disappunto. Non capiva il perché, ma aveva come la sensazione che qualcosa non tornasse nella struttura dello stabile, benché le dimensioni riportate in scala erano le medesime di quelle reali. 
Fissando lo sguardo sulla parte di fondo, come se questa gli potesse dare le riposte che andava cercando, sentì un rumore di passi cadenzati scendere lungo la scala. Non si prese il disturbo di voltarsi, avendo riconosciuto nel suono armonioso il passo tipico di Jordan.
<< Trovato qualcosa di interessante? >> gli domandò l’uomo appena messo piede nel laboratorio, senza però nessuna particolare inflessione nella voce. 
<< Solo una tremenda emicrania. >> come a voler sottolineare quanto detto, la bionda si massaggiò brevemente la tempia destra << I dipendenti ti hanno detto qualcosa di nuovo? >>  
<< Erano parecchio impegnati a svuotare i loro armadietti… >>
<< Non potevi aspettare che finissero prima di interrogarli? >> la strega lo interruppe con una nota infastidita nella voce, che venne ignorata dal collega, che si appoggiò con il fianco a uno dei tavoli immacolati. 
Lo Spezzaincantesmi le scoccò un sorriso indulgente che fece irritare ancor di più l’ex Serpeverde << Le persone tendono a non misurare le parole quando sono impegnate a fare altro, quindi intavolare una conversazione amichevole può portare a risultati inaspettati. >>
<< Conversazione amichevole? >> le domandò, inarcando il sopracciglio.
<< Sì, insomma avere un atteggiamento rilassato e meno impostato. >> 
<< Quindi ci hai chiacchierato. >> riassunse Sarah, incrociando le braccia al petto ed appoggiandosi ad una delle pareti.
<< Esatto, per l’esattezza ho anche flirtato con Dahlia, una delle bariste. >>
La donna roteò gli occhi al cielo << Allora hai scoperto qualcosa di interessante? >> 
<< Sostanzialmente hanno confermato quello che avevano detto nelle prime dichiarazioni: erano pagati per non fare domande per certe stranezze, come nel caso di vedersi comparire di fronte persone mai viste dal seminterrato, e non hanno mai avuto il piacere di conoscere il loro capo, visto che tutto era gestito dal manager del locale… >> 
<< Manager che è scomparso nel nulla. >> lo interruppe storcendo il naso, visto che la compagno non gli stava dicendo nulla di nuovo. 
Jordan si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito << Se mi lasciassi finire almeno un discorso sapresti che qualcosa di nuovo c’è in verità. >>
A quelle parole la strega si sentì colpito sul vivo, quindi si limitò a fargli un cenno con la mano in modo che proseguisse nel suo racconto. 
<< Ebbene tra i vari aneddoti che ho sentito oggi solo uno era davvero interessante. Billy, uno dei bodyguard, ha assistito a una discussione tra il nostro sfuggevole dirigente e del suo ancor più misterioso superiore. >>
Sarah si staccò dalla parete con gli occhi che luccicavano << Candice Adams, un vero e proprio fantasma. Mi vuoi dire che l’ha vista? >>
<< Mi dispiace deluderti, ma non ha avuto l’occasione di vederla poiché la nostra abile donna d’affari si trovava dentro una berlina. Ha solo sentito la sua voce minacciare Jack, il manager, dicendogli che era “compito suo trovarne altri e di liberarsi dei pesi morti se ci teneva alla sua paga esosa, ma ancor più alla sua vita”. >> 
I due Auror si voltarono contemporaneamente verso il pavimento, nel punto preciso in cui avevano ritrovato il corpo senza vita del giovane che ora era nell’obitorio del Quartier Generale.
Dopo un minuto di silenzio, la strega inclinò il capo perplessa << Ma trovare che cosa? >> 
L’uomo scosse le spalle << Billy non ne ha idea, ha sentito solo quella parte di conversazione perché poi è stato distratto da un tizio che ha tentato di superare la fila per poter entrare nel locale. Mi ha solo detto che Jack pareva essere terrorizzato da quella donna. >>
<< Non è riuscito a prendere la targa, vero? >>
<< Solo parziale. >> il mago estrasse il block-notes in cui aveva preso appunti << LA6, il che ci dice che è stata immatricolata qui a Londra, ma senza il resto è impossibile ritracciarla. >> 
Sarah, che aveva affiancato il collega, lesse velocemente le postille riportate con scrittura chiara ed elegante, quasi d’altri tempi << Non è molto, però è un inizio. È una pista su cui possiamo lavorare. Hai scoperto qualcos’altro? >>
Jordan rigirò rapidamente i fogli, ripercorrendo i brevi interrogatori che aveva condotto << Uhm, la mia amica Dahlia mi ha detto di aver visto il nostro amico defunto discutere con una ragazza. >>
<< Potremmo avere la nostra assassina quindi? >> 
Il mago arricciò il naso << Improbabile, la barista ha detto che questa discussione è avvenuta a inizio serata, intorno a mezzanotte, e che la giovane dopo la lite se n’è andata via dal locale. Visto che la morte del ragazzo risale poco dopo l’una e mezza è altamente improbabile. Ho pure chiesto a Billy se l’avesse incrociata e mi ha confermato di averla vista salire su un taxi e sparire nella notte. >> 
La strega aggrottò la fronte palesemente perplessa << La conoscevano? >> 
<< Già, era una assidua frequentatrice di questo locale, come il nostro caro deceduto. >> 
<< Fammi indovinare, non sanno i loro nomi. >> 
L’Auror si strinse nelle spalle << Venivano pagati il triplo rispetto a qualsiasi altro night club per non fare domande e ciò implicava anche che non dovessero interessarsi a i clienti, era severamente proibito intessere qualsivoglia relazione con loro. >> 
<< Cazzo. >> sbottò la donna passandosi una mano in mezzo ai setosi capelli << Ogni indizio ci conduce a un vicolo cieco. >>
Jordan, si infilò le mani in tasca e scrutò con attenzione la collega << Tu invece hai trovato qualcosa? >> 
<< No, purtroppo sono stati molto attenti ha ripulire bene prima di svignarsela. Però… però c’è qualcosa che non mi convince nella planimetria del locale. >> l’ex Serpeverde si avvicinanò nuovamente al tavolo sul quale aveva disposto i vari fogli << Penso che andrò a spulciare fra gli archivi del Ministero per trovare una cartina più vecchia. Questa riporta la data di tre anni fa, ovvero quando questo magazzino venne riconvertito in locale: potrebbero aver modificato qualcosa. >>   
<< Forse più che al Ministero dovresti fare un salto al Comune Babbano. Questo edificio faceva parte di una fabbrica di assemblaggio, quindi è probabile che loro abbiano ancora le vecchie piantine. >> 
<< Ci avevo già pensato, ma speravo di dovermi evitare tutte le scartoffie del caso. >> Sarah si lasciò sfuggire breve sospiro, per poi scuotere la testa << Va bene, torniamo al Quartier Generale per fare rapporto, poi mi metterò in moto per chiedere i permessi necessari. >>
Il mago seguì silenziosamente i passi della collega con un ghigno stampato sul volto: il male assoluto per ogni Auror non erano i delinquenti, ma sarebbero sempre state le scartoffie burocratiche.
 
 
§§§
 
 
Londra, Brompton Road
 
 
Helena    Gaspard    Mason    Livari    Makoma    Martin 
 
 
La facciata della stazione fantasma, in terracotta rossa, risaltava in mezzo alla via poco trafficata del quartiere e, benché fosse abbandonata da decenni, non aveva perso il suo smalto, tanto da riuscire ad attirare ancora l’attenzione dei londinesi distratti e dei turisti affascinati. Le arcate semicircolari, all’altezza del primo piano, erano talmente imponenti da costringere chi le osservava a inclinare indietro il capo per poterle osservare in tutta la loro bellezza. Le finestrelle bianche e l’oblò sopra l’entrata, invece, rallegravano l’edificio, tanto che era difficile credere che, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne usato come centro di comando dell’artiglieria antiaerea inglese. Helena, superando il battente scuro, si domandò quante cose potessero raccontare quelle mura erette più di centocinquanta anni fa. 
Il vociare concitato del mercato la avvolse e la ridestò dai suoi pensieri: passare dall’esterno, dove erano posti gli incantesimi di protezione, quieto e silenzioso, all’interno era una sorta di doccia fredda. Al pian terreno della vecchia stazione infatti era stato allestito il più grande agglomerato di bancarelle gestito da creature e maghi insieme. Nonostante la scissione avvenuta cinque anni prima, il “Bazar dell’Ovest” (così veniva soprannominato) era rimasto in piedi e sempre affollato, per quanto fosse sufficiente un non nulla per far partire una disputa o peggio ancora una rissa. Per tale ragione il luogo era piantonato sia da Auror sia da Custodi che scrutavano la folla come dei falchi e, allo stesso tempo, si studiavano con circospezione: nessuno aveva una vera giurisdizione, sembrava infatti di essere nel vecchio west. Sta di fatto che il mercato era una vera mecca per molti, sia maghi che creature, perché i commercianti mettevano in vendita cose che l’altra fazione voleva disperatamente e viceversa. Molti burocrati avevano provato a mettere fine a quel agglomerato improbabile e altamente pericoloso, insomma era come stare seduti su un cumulo di polvere da sparo, ma chiunque ci avesse provato aveva sempre perso o si era arreso di fronte alla testardaggine dei venditori e dei clienti.
Helena, affiancata da Gaspard e Maigret, seguiva silenziosa Mason che si muoveva sicuro nell’ambiente praticamente sconosciuto agli altri due. Salirono una rampa di scale, che li portò a una specie di balconata e sulla quale, un tempo, si affacciavano gli uffici della stazione. Il soffitto a botte era fatto di vetri che riflettevano il tempo all’esterno, ma che impedivano ai raggi solari di penetrare, più che altro una sorta di protezione per i rari vampiri diurni che mettevano piede fuori casa. Camminando verso la loro destinazione i tre passarono vicini a diversi Auror e anche a diversi Custodi, il comportamento di questi ultimi attirò l’attenzione della donna: molti li ignorarono, come se fossero invisibili o poco importanti, ma alcuni li scrutavano con sospetto e malcelato odio. Uno in particolare però fu più audace di tutti: era seduto sulla ringhiera e dalla borraccia che aveva legato alla gamba faceva uscire un filo di acqua con cui stava giocando distrattamente, appena il selkie notò il loro arrivo il sorriso divertito si trasformò in un vero e proprio ringhio, gli occhi azzurri divennero di un blu scuro, simile al mare in tempesta, e il filo d’acqua si cristallizzò in una lama di vetro. 
Gaspard, che aveva calato sul capo un cappellino di lana, le si avvicinò << Non ci vuole attaccare, ci vuole solo impaurire. >> 
Helena, che sapeva di potersi fidare delle parole del collega essendo il miglior profiler del Quartier Generale, strinse la mascella, mentre sosteneva lo sguardo del giovane Custode di Seconda classe << Perché? >> 
<< Occhio per occhio. >> la voce profonda e pacata del mago le fece distendere i nervi tesi << Lui ha paura di noi, ma non vuole che noi lo sappiamo, quindi ci vuole ricambiare con la stessa moneta. Mantieni per qualche secondo il suo sguardo, poi, con calma, distoglilo e mantienilo sulla schiena di Mason. >> 
La strega fece quanto detto dall’amico e appena lo ebbero superato, ogni traccia di tensione scomparve, lasciando dietro di sé però un vago disagio, che cercò si scacciare scrollando le spalle e drizzando la schiena. 
<< Devono sapere chi noi siamo visto come ha reagito. >> commentò Gaspard distrattamente, per poi dare una veloce carezza al pastore belga che lo affiancava e che non aveva reagito in alcun modo al ringhio del selkie << Bravo Maigret. >> 
L’animale sollevò il muso per meglio ricevere la coccola ed estrasse la lingua che penzolò da un lato, iniziando a trotterellare felice per i complimenti ricevuti.
<< Sì, sei proprio un bravo ragazzone. >> lo lodò nuovamente il mago, sorridendo in risposta al comportamento del cane. 
Giunti alla fine della balconata si arrestarono di fronte a una porta di vetro e metallo, che, come sapevano bene, custodiva una sala riunioni che era stata adibita apposta per gli incontri tra i vertici del Sottosopra e del Ministero, quando questi non volevano andare a “casa dell’altro” per così dire. 
Mason appoggiò la mano sulla maniglia, ma, prima di ruotarla, si voltò verso di loro << Vi ricordate cosa ci siamo detti? >> all’accenno di assenso di entrambi, il capo Auror annuì a sua volta << Diamo inizio al divertimento allora. >> 
Scivolarono all’interno della stanza uno dopo l’altro, come una processione silenziosa. Un enorme tavolo ovale occupava buona parte dell’ambiente; sulla parete di destra erano affisse cartine di Londra e del Sottosopra, insieme a una vecchia lavagna e a dei volantini babbani rimasti lì nel corso degli anni, la parete di sinistra era vuota e quella alle loro spalle, invece, aveva una piccola finestra che dava su Brompton Road. La parete infondo era al contrario caratterizzata da un porta posta vicino l’angolo sinistro, mentre il resto del muro era caratterizzato da una serie di ripiani di legno su cui erano riposti bicchieri, tazze, caraffe e almeno una ventina di bottiglie di varie dimensioni e colori. Livari Lindgren, Capo dei Custodi, si trovava proprio vicino agli scaffali, da cui aveva preso, poco prima, un bicchiere, dalla forma tronco-conica, e in cui aveva versato almeno tre dita di Gin. L’ibrido, alzando lo sguardo cristallino sui nuovi venuti, si esibì in un sorriso cordiale e quasi caloroso, in totale contrasto con il suo aspetto, che veniva reso cupo e pericoloso dal completo che enfatizzava il suo fisico slanciato, mentre i tatuaggi tribali, che sbucavano dal colletto della camicia, erano assimilabili a un silenzioso monito. L’uomo sollevò il bicchiere nella loro direzione, a mo’ di saluto e di domanda al tempo stesso << Volete favorire? >> 
Mason, che fra i tre era quello che di certo aveva più confidenza con le creature presenti, si esibì in un cenno di diniego << Siamo in servizio, ma grazie per l’offerta. >> poi lanciò una breve occhiata al drink << Credevo che ti piacesse di più il whisky. >>
Livari si portò il bicchiere alle labbra e annuì, dopo aver ingollato un lungo sorso, scoccò un sorriso al mago<< Non mi dovrei stupire della tua buona memoria, Alya mi ha sempre detto che avevi una grande attenzione per i piccoli dettagli. >> si strinse nelle spalle e infilò la mano libera nella tasca dei pantaloni scuri << Per tua informazione prediligo il whisky quando posso accompagnarlo con il cioccolato e qui purtroppo non c’è, con mio grande rammarico. >> 
Il Capo Auror sollevò leggermente le sopracciglia e inclinò il capo, ma non aggiunse altro, si limitò a continuare la sua camminata verso il fondo della sala, punto in cui erano seduti Makoma e Martin.
La vampira si sollevò con grazia dalla seggiola con l’alto schienale, aiutata al contempo da Martin che la prese con delicatezza dall’avambraccio per darle sostegno. Il Capo Clan regalò un veloce sorriso al selkie, dandogli un buffetto sul dorso e poi si diresse con regalità verso i nuovi venuti.
<< Grazie per essere venuti fino a qui. >> disse andando loro incontro, per poi fermarsi a pochi passi. Le labbra, rese nere dal rossetto scuro, si incurvarono in un sorriso educato, mentre studiava, da sopra il bordo degli occhiali rotondi, i due Auror alle spalle di Mason << Loro devono essere Helena Charlotte Schuyler e Gaspard Dubois, è un piacere conoscervi di persona finalmente. >> 
I due diretti interessati fecero un cenno del capo rigido, essere conosciuti da una donna che aveva attraversato letteralmente più di cinque secoli faceva una certa impressione, metteva addosso una soggezione e un rispetto quasi reverenziale. Non sapendo dunque bene come comportarsi in una situazione così banale si limitarono alle solite frasi di circostanza. 
La vampira non smise un attimo di sorridere ai due, annuendo ai loro saluti e ai loro brevi commenti, poi si chinò all’altezza del pastore belga, che era rimasto per tutto il tempo vicino al padrone: silenzioso e composto come una statua << E lui chi è? >> 
<< Ah, non lo conosci? >> intervenne Livari, appoggiando il bicchiere ormai vuoto su uno degli scaffali << Pensavo che avessi invitato qualcun altro oltre a noi senza dirmelo. >> 
La donna lanciò un’occhiata tra l’ammonitrice e il divertito all’uomo che le fece un occhiolino scherzoso di rimando.
Gaspard inclinò il capo di lato << Lui è Maigret. >> spiegò, mentre il cane annusava educatamente il palmo della mano che la vampira gli aveva allungato.
Vedendo che l’animale rimaneva al suo posto e non si sporgeva per annusarla ulteriormente o per chiedere qualche carezza, Makoma si sollevò e si girò verso il Capo degli Auror << Il detto “il simile attrae il simile” in questo caso è completamente fuori luogo: i tuoi sottoposti sono oltremodo gentili ed educati, a differenza tua che sei un vecchio brontolone. >> poi si rivolse a bassa voce ai diretti interessati, mettendosi al contempo una mano di fianco alla bocca come se non si volesse far sentire << Da quando lo conosco non l’ho mai visto ridere, neanche un minimo accenno. Assurdo, no? >> 
Mason, roteando gli occhi al cielo e ignorando una specie di risata mascherata da colpo di tosse di Gaspard, indicò le sedie << Credo che sia meglio completare le presentazioni e occuparci del perché siamo tutti qui. So che per voi il concetto dello scorrere del tempo sia diverso dal nostro, ma vi pregherei di non farcene perdere più del dovuto. >>
Makoma sollevò le mani in segno di resa << Va bene, brontolone che non sei altro. >> dirigendosi verso i suoi compagni, indicò prima uno e poi l’altro << Loro sono Martin José Vasquez e Livari Lindgren, rispettivamente Vice e Capo dei Custodi. >>
La piccola combriccola, concluse le dovute formalità dettate dalla buona eduzione, si ritrovò seduta in un segmento del lungo tavolo. 
Mason, che era accomodato a un braccio di distanza da Livari, andò diritto al punto << Suppongo che i tuoi sappiano che il caso dei fuggitivi è passato agli agenti MSI. >> 
A quelle parole, Martin, che si trovava alla sinistra di Makoma, sollevò il mento e gli occhi scuri si tinsero di un nero simile alla pece. 
A quanto pare questo passaggio di consegne non era stato per nulla gradito, si ritrovò a pensare Gaspard, che volutamente si era seduto il più lontano possibile da tutti, ma anche in una posizione ottimale per studiare la reazione di ogni attore coinvolto in quella strana recita.
Livari si sistemò meglio nella seggiola in cui si era adagiato placidamente, attirando così l’attenzione su di sé ed evitando al contempo che iniziasse un diverbio fin dalle prime battute << Sì, ci è stato riferito il cambio e lo abbiamo accettato, seppur a mal in cuore. >> l’ibrido si esibì in un mezzo sorriso, che sapeva di condiscendenza e sfida << Sono certo che i vostri agenti sapranno riuscire là dove noi abbiamo fallito. >> 
Mason socchiuse leggermente gli occhi << È quello che faranno. >> 
Helena, che fino a quel momento era stata in silenzio, prese la parola con voce delicata e pacata << Quando ritenete che le due squadre si potranno incontrare? >> 
Livari si grattò il mento, nuovamente rilassato come se nulla fosse accaduto << Io e Martin abbiamo già scelto i componenti, dobbiamo solo comunicare loro la situazione e avevamo intenzione di farlo dopo aver concluso qui. Da quanto ne so, la vostra è già rodata: la squadra Omega, se non sbaglio, giusto? >> 
<< Sì, sono tra i migliori. >> annuì il Vice-Capo Auror, spostandosi una ciocca di capelli biondi dal viso << Non li abbiamo però ancora messi al corrente, come voi volevamo attendere la fine di questo colloquio. >> 
<< Mi fa piacere che ci muoviamo allo stesso modo. >> constatò l’ibrido, voltandosi poi verso il suo Vice che rimaneva quieto e silenzioso << E tu che temevi che non saremmo andati d’accordo. >> 
<< Non ho mai detto che tu avresti avuto dei problemi. >> la voce di Martin parve ai maghi roca e graffiante, come se non fosse abituato a parlare molto. << È inutile fingere che le differenze fra di noi non siano un ostacolo: la diffidenza fra le due parti potrebbe essere un problema. >> 
<< Vi posso garantire che le persone della nostra squadra sono tutti di mentalità aperta. >> Gaspard interruppe le carezze che stava elargendo con placida noia a Maigret e si sporse leggermente sul tavolo per attirare l’attenzione << Non ci saranno episodi di razzismo o di insubordinazione. >> 
<< E voi? >> domandò Mason, inarcando il sopracciglio destro << Anche voi potete promettere la stessa cosa? >>
Un lento sorriso si aprì sul volto di Livari << Certamente. >> 
<< Uhm, ne sono felice. >> il Capo Auror si appoggiò allo schienale della seggiola << Avete portato i fascicoli dei vostri uomini? Voi sapete bene chi sono i componenti della nostra squadra, ma noi invece siamo allo scuro di chi avete scelto. >> 
<< Volete per caso metterci qualche paletto? >>
Mason sostenne senza problemi lo sguardo duro di Martin << Non è nostra intenzione, ma ci piacerebbe sapere con chi dovremo lavorare. >> 
<< Comprensibile. >> Livari sollevò una valigetta metallizzata che, fino a quel momento, era stata appoggiata sul pavimento tra la sua seggiola e quella di Makoma. La aprì ed estrasse un plico spesso e pesante che lasciò cadere con un tonfo sul tavolo << Tutto vostro. >> 
Gaspard frenò la corsa dei fascicoli spinti con energia dall’ibrido verso di lui, per poi lanciargli un’occhiata perplessa: perché mai darli a lui se era stato Mason a chiederli? 
Il Capo dei Custodi si strinse nelle spalle con nonchalance << Non sei tu il miglior profiler degli Auror? Sono certo che siano più utili fra le tue mani che in quelle dei tuoi superiori. Se dovessi ritenere che qualche elemento non sia adatto non esitare a riferirmelo. >> gli occhi chiari dell’uomo tornarono nuovamente sulla persona alla sua destra << Ora i vostri, prego. >> 
Al sopracciglio inarcato del Capo Auror, Livari rispose con un sorriso conciliante << Ovviamente sappiamo già chi sarà coinvolto, ma anch’io voglio essere preparato a ogni evenienza. >> inclinando la testa di lato con finta innocenza, l’ibrido gli tese la mano destra << Un “do ut des”. >> 
Mason sollevò leggermente il mento, infilando al contempo la mano dentro una tasca interna del suo lungo pastrano, dal quale estrasse un solo foglio piegato. Di fronte a cinque paia di occhi, picchiettò la pagina con la punta della bacchetta facendo così comparire i sei fascicoli richiesti. 
<< Grazie. >> l’ibrido prese la cartella contenente gli incartamenti e la ripose al sicuro all’interno della sua valigetta. 
Helena, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, si fece avanti << Per quanto riguarda il dove svolgere le indagini avevamo pensato di creare un passaggio bidirezionale tra una delle nostre sale riunioni e una delle vostre, in modo tale da evitare problemi di giurisdizione o semplicemente organizzativi. >> prima che le più che normali rimostranze prendessero forma, la Vice-Capo Auror rassicurò le tre creature che aveva davanti << Ovviamente imporremmo degli incantesimi in modo tale che solo le persone della squadra possano passare attraverso il portale. >> 
Makoma con i gomiti appoggiati ai braccioli della seggiola, intrecciò le dita e un sorriso soddisfatto le incurvò le labbra scure << Vedo con piacere che avete pensato a ogni dettaglio, ne sono contenta. Ci abbiamo messo meno del previsto. >> 
Martin, che teneva la schiena dritta e staccata dalla spalliera, in una chiara posizione di disagio, fissò lo sguardo su Mason << Credo che ci sia dell’altro di cui ci vogliono parlare. >> arricciò il naso e socchiuse gli occhi scuri, che passarono velocemente da un mago all’altro << Puzzate di ansia e timore. >> 
Livari strinse brevemente le labbra: non gli pareva carino scoppiare a ridere alle parole del suo braccio destro, aumentando l’imbarazzo degli Auror, benché fosse vero che sprigionassero tensione da ogni poro.
Mason, che probabilmente era quello meno intimorito dei tre, si adagiò contro lo schienale e prese un profondo respiro << Dobbiamo parlare dell’Incantesimo di Contenimento. >> 
 
 
§§§
 
 
Sottosopra,
Sede dei Custodi, Piano -1
 
 
Dagmar    Hera 
 
 
Dagmar, tenendo i palmi ben adesi alle orecchie, attendeva con impazienza di poter parlare, mentre il suo superiore svuotava il caricatore contro una sagoma posta a cinquecento metri di distanza. Nell’armeria dei Custodi si trovava infatti un poligono da tiro, conosciuto anche come uno dei luoghi preferiti e più frequentati da Hera Barrows; per la giovane era stato fin troppo facile trovare il Capo della Classe S.
Quando finalmente il frastuono terminò, Dag si avvicinò alla donna a passo svelto, ahimè le era vietato svolazzare all’interno del poligono, e riprese il suo discorso << È necessario, anzi essenziali che io li abbia. >> 
La vampira abbassò i paraorecchie, lasciandoli adagiati intorno al collo, e spinse un tasto sotto il ripiano che aveva davanti a sé, facendo così scivolare il bersaglio verso di loro << Se non mi ricordo male lo scorso anno hai fatto la stessa richiesta ed è stata accettata. Cos’è? Hai spaccato tutti e cinque i monitor? >>
La sagoma si arrestò di fronte a loro: cinque colpi erano perfettamente raggruppati all’altezza del cuore, mentre gli altri cinque si trovavano all’altezza del cranio.
<< Wow, spaventosa. >> borbottò Dagmar tra l’ammirata e l’affascinata, attirando lo sguardo freddo della cecchina << In senso buono, giuro. Per quanto riguarda i monitor, comprendo le tue rimostranze, ma questi sono il meglio del meglio in circolazione e io ne ho bisogno. >>
<< Puoi desiderarli quanto vuoi, ma non credo che convincerai quelli della contabilità in questo modo. >> 
L’ibrido si fece più vicina, mentre l’altra mise la sicura alla sua Sig Sauer P226 e iniziò a smontarla con efficienza e rapidità << Ammetto che l’anno scorso ne avevo una necessità disperata visto che i miei vecchi ormai non riuscivano più a stare al passo con il quantitativo di dati che io gestisco ogni minuto e quelli attuali funzionano più che bene, ma quelli nuovi… >> 
<< L’hai già detto almeno una decina di volte: “Sono mille volte meglio e hanno l’interfaccia neurale più recettiva di sempre”. >> la imitò la vampira appoggiando i componenti della pistola sopra al tavolo che si trovava alle spalle di ogni postazione dei i tiratori, per poi cominciare una minuziosa pulizia dell’arma.
<< Esattamente! Non posso neanche immaginare che cosa sarei in grado di fare con una tecnologia del genere. >> gli occhi grigio scuro di Dag brillarono di una luce febbricitante e di pura brama mentre immaginava i monitor che avrebbe voluto tanto avere.
Hera sollevò brevemente le sopracciglia, senza però distogliere l’attenzione dal lavoro che stava compiendo << Fai una richiesta scritta alle risorse umane e alla contabilità, magari aggiungici un resoconto delle prestazioni degli schermi e di come potrebbero migliorare il tuo lavoro. >> 
<< Già fatto, ho pure preparato una presentazione in PowerPoint. >> Dagmar estrasse la chiavetta USB dalla tasca destra della sua corta tuta color panna, abbellita da una decorazione floreale. 
La vampira si appoggiò una mano sul fianco e inclinò il capo vagamente esasperata << Allora che cosa hai bisogno da me, per davvero? >> 
<< Di uno scarabocchio. >> l’ibrido tirò fuori dalla tasca sinistra un foglio spiegazzato che aprì, cercò di lisciare contro la coscia e che poi consegnò al superiore << Se avessi il tuo appoggio forse avrei una maggior possibilità che accolgano la mia richiesta. >> 
Letta velocemente la richiesta, la cecchina prese un profondo respiro e allungò la mano destra. Quel semplice gesto suscitò una grande gioia e una serie di “Grazie” ripetuti all’infinto da parte di Dagmar, che le posò al contempo la penna nel palmo della mano. 
Appena ebbe firmato e riconsegnato il foglio alla sottoposta, la porta del poligono da tiro venne aperta e sulla soglia comparve Livari, le cui spalle larghe erano sottolineate dal completo scuro che indossava. 
<< Hera devo parlarti. >> l’uomo, con una mano sprofondata nei pantaloni e con l’altra che teneva stretta una valigetta, fece un cenno del capo << Seguimi nel mio ufficio. >>
La vampira annuì, dopo di che riassemblò la sua Sig in meno di un minuto e infine si voltò verso Dagmar << Consegna tutto quello che devi alla contabilità, poi concentrati sul tuo lavoro: se non mi sbaglio tu e Lucien avete un compito da svolgere. >> 
L’ibrido annuì velocemente, mentre seguiva il suo capo fuori dal poligono << Ci siamo già messe d’accordo, tra una quindicina di minuti ci dobbiamo incontrare al suo laboratorio. >> 
<< Ottimo, ora vai. >> 
Dag salutò allegramente i due superiori, scambiando anche un divertito occhiolino con il Capo dei Custodi, per poi scomparire dietro un angolo. Hera e Livari si soppesarono un per un istante, poi il secondo fece un cenno della mano in direzione della strada opposta intrapresa dalla mezza fata << Andiamo. >> 
 
 
§§§
 
 
3° Piano
 
 
Sibylle    Lucien 
 
 
Nel piccolo e angusto ufficio ogni cosa era ordinata e messa al suo posto, anche i giornali che riempivano quasi per intero la scrivania erano sistemati in pile ordinate e ben organizzate. La stanza era priva di finestre, solo un bocchettone per l’areazione, che si trovava in un angolo del soffitto, garantiva il ricircolo d’aria e l’unica luce che illuminava l’ambiente proveniva dalla lampada posta sullo scrittorio. 
Sibylle, sprofondata nella sua poltrona, teneva appoggiato sulle sue cosce l’ultimo numero del “The Hidden Echo”(3), la cui prima pagina era divisa in due parti: la superiore riportava la tragica morte della famiglia Brennan avvenuta a Highgate, mentre quella inferiore era occupata dalla notizia che Nashira O’Malley fosse tornata sul suolo inglese. Le lunghe dita affusolate della donna sfioravano con delicatezza la foto della vampira, in una specie di carezza. Una crudele nostalgia e un dolore mai del tutto sopito le riempirono il cuore; sicuramente la sua natura da banshee non l’aiutava in questo caso, ma probabilmente non avrebbe neanche voluto essere diversa da come era, significava altrimenti che si pentiva della sua vita e delle meravigliose persone che aveva incontrato lungo il suo complicato cammino e così non era. Ogni volta che ripensava a quello che era successo cinque anni prima, a come tutto quello che lei conosceva si fosse improvvisamente ribaltato, Sibylle aveva l’impressione che il respiro le venisse a mancare: in una sola notte aveva perso due delle donne che più contavano per lei, una brutalmente assassinata e l’altra ingiustamente accusata di un crime non commesso, perché la banshee era più che certa che Nashira, per quanto arrabbiata o delusa, non avrebbe mai ucciso sua sorella maggiore. Avrebbe voluto gridare la sua insofferenza, la sua rabbia e la sua indignazione contro chiunque, ma sapeva che a nulla sarebbe servito perché era consapevole che per la maggior parte delle persone era più semplice accettare una bugia facile che una dura verità
Il suono conosciuto di passi felpati e delicati fece sorgere un piccolo sorriso sulle labbra di Sibylle, che sollevò lo sguardo chiaro per incastonarlo in quello scuro di Lucien. 
La kelpie si trovava dall’altra parte della scrivania con un cupcake alla vaniglia in mano e con la fronte corrucciata << Dovresti smetterla di rintanarti qui tutta da sola. >> 
La banshee studiò con infinto amore materno il dolce che venne posato sull’ultimo numero della “Civetta di Minerva”(3), benché lei non si cibasse di nulla non aveva cuore di rifiutare il pasticcino donatale della giovane perché sapeva che era il modo di quest’ultima di dimostrare affetto << Ti ringrazio. >> 
La scienziata forense lanciò un’occhiata al giornale che il suo superiore teneva in grembo e, ovviamente, il suo sguardo venne attratto dalle foto dei fuggiaschi; due furono però quelle che generarono sentimenti diametralmente opposti: quella di Nashira provocò in lei rimpianto e malinconia, mentre quella di Balthazar le causò insofferenza e l’inizio di una vera urticaria lungo tutta la schiena. Per tale motivo le sfuggì uno sbuffo infastidito che attirò su di sé lo sguardo perplesso della banshee. 
<< Ripeto che non dovresti startene tutta sola a fissare i giornali, sai che quello che solitamente viene scritto ti fa rabbuiare. >> non volendo spigare il perché del suo sospiro irritato, Lucien indicò con il pollice alle sue spalle << Credo poi che tu mi debba dare qualcosa. Presto Dagmar sarà qui. >> 
A quelle parole il medico si alzò di scatto dalla seggiola e si infilò in un unico fluido movimento il camice che aveva appoggiato allo schienale, andando così a coprire il bianco maglione e i pantaloni della tuta grigi che indossava << Giusto, giusto. Me ne stavo quasi dimenticando. >>
Sibylle uscì velocemente, attraversò il corridoio e entrò nel laboratorio, che condivideva con la kelpie e che si trovava proprio di fronte al suo ufficio. Borbottando come una ciminiera la banshee si mise a trafficare tra scaffali, scatole di varie dimensioni e dei flaconcini di plastica. 
Lucien si passò la mano nel folto caschetto, rendendo ancora più voluminosi i capelli che le incorniciavano il viso ovale, mentre la frangetta nascondeva quella che per la giovane era un vero e proprio cruccio, ovvero la sua fronte che, a detta sua, era troppo spaziosa << Lile, calmati. Ho detto che Dag sarà qui tra cinque minuti, non tra tre secondi. >> 
Accostando la donna, la kelpie iniziò a riempire i piccoli flaconi con una ventina di pillole di una tonalità rosso carmino(4), mentre l’altra arricciò il naso << Meno persone sono coinvolte, meglio è. >> 
Roteando gli occhi al cielo, Lucien annuì per tranquillizzare la banshee. La quale sistemò le boccette riempite in una scatoletta di cartone completamente anonima e, quando fu riempita con sei flaconi, la richiuse con attenzione, sigillandola con dello schock.
<< Portalo all’ufficio postale prima di tornare a casa. >> 
La scienziata forense annuì, mentre apriva la zip della sua borsa a tracolla, fatta a maglia, di un bianco panna, che si abbinava alla perfezione con la giacca nera che indossava << Infatti pensavo di consegnarlo dopo aver concluso con Dag. Spero di fare in tempo. >> 
<< Fare in tempo per cosa? >> la voce allegra di Dagmar, che pareva essere stata evocata dalle parole della kelpie, fece sobbalzare la povera Sibylle che si portò la mano al cuore. 
<< Benedetta ragazza, piantala di comparire così all’improvviso. >> la rimproverò la banshee, mentre la diretta interessata si grattava la testa e faceva una piccola linguaccia a mo’ di scusa.
Infilata la scatoletta nella borsa e dopo averla richiusa, Lucien scosse le spalle con nonchalance << Spero di riuscire a concludere tutte le mie commissioni prima di sera, odio rimandare al giorno dopo. >> 
<< Uhm, anch’io. Soprattutto perché, se rinvii, ti ritrovi nel tuo unico giorno libero della settimana a recuperare quello che hai lasciato indietro, a dir poco fastidioso. >> staccandosi dallo stipite della porta e sistemandosi la giacca con le nappe nere che aveva recuperato dal suo ufficio prima di passare per il laboratorio, l’ibrido sorrise allegramente alla collega << Pronta? >> 
Lucien annuì con fermezza << Pronta. >> 
 
 
 
 
(1)Cascata del ladro: è una cascata d'acqua, che cade direttamente sopra i binari utilizzati dai carrelli della Gringott. Il suo scopo è quello di lavare via ogni travestimento o incantesimo usato dagli occupanti del carrello che scorre attraverso di essa. La si vede nel settimo libro, quando Harry, Ron e Hermione decidono di derubare la Banca dei Maghi.
(2)Ice: anfetamina che può essere sia fumata che masticata; è un fortissimo stimolante del sistema nervoso che fa sentire eccitati, euforici ed i suoi effetti durano dalle 8 alle 24 ore. Scatena aggressività, allucinazioni, depressione e porta a disturbi renali.
(3)”The Hidden Echo” e “Civetta di Minerva”: testate giornalistiche di invenzione di Pacifico (che ringrazio tanto per la sua smisurata fantasia); il primo è il principale giornale del Sottosopra, il secondo invece è un giornale dei maghi che fa concorrenza alla “Gazzetta del Profeta”.
(4)Rosso carmino: tonalità molto scura del rosso.

 
 
 
 
Angolo Autrice

 
Salve a tutti quanti. 
Sì, sono davvero io e non sono un miraggio (quasi non ci credo di essere qui). 
Vorrei scusarmi infinitamente con tutti voi per aver impiegato più di un anno a pubblicare questo primo capitolo. Purtroppo, come è intuibile, ho avuto una grave blocco, aggravato soprattutto dal fatto che ho avuto dei problemi personali che, per ovvie ragioni, mi hanno completamente privato della voglia di scrivere. Ammetto che più volte mi sono messa davanti al computer per buttare giù qualcosa, ma alla fine venivo presa da un gran fastidio e, se anche riuscivo a scrivere qualche riga, alla fine cancellavo tutto perché odiavo quello che avevo prodotto. Ovviamente non è una scusante valida per avervi lasciato in sospeso, senza neanche un capitolo dopo aver selezionato gli Oc che mi avevate affidato con grandi aspettative. Capirei se molti di voi non volessero più avere che fare con me, ma spero ardentemente che possiate darmi un’altra possibilità perché ci tengo davvero a portare avanti questo progetto (come anche il Residence). So che è una magra consolazione, ma spero di tranquillizzarvi dicendovi che ho già messo in cantiere il secondo capitolo di questa storia e ho iniziato da poco il terzo del Residence. 
Vi chiedo nuovamente scusa per il mio orribile ritardo e spero davvero che possiate perdonarmi. 
So che è un angolo autrice parecchio corto, ma non so che altro scrivere se non “Scusatemi”.
Vi auguro una buona giornata e a presto. 
Chemy

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Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Attenzione! 
Questa storia tratta argomenti delicati ed è sconsigliata la lettura a un pubblico facilmente impressionabile.

 
 
 
 

Capitolo II

 
 
“Un albero inizia con un seme.”
(Proverbio Arabo)
 
 
25 Settembre 2062,
Essex, Epping Forest
 
 
Una leggera e fine pioggerella cadeva delicatamente sulla boscaglia e, se intorno gli alberi fungevano da riparo, nella piccola radura le gocciole tamburellavano imperterrite sugli agenti MSI. Almeno una decina di Auror si affaccendavano intorno alla scena del crimine ognuno con il proprio preciso compito: c’era chi scattava le fotografie, alcuni imbustavano le prove raccolte, un paio delimitavano l’area e altri ancora modificavano i ricordi dei primi soccorritori babbani intervenuti alla vista della colonna di fumo. 
La cosa più destabilizzante di tutte però non erano i corpi bruciati e ammucchiati al centro della radura, talmente malridotti che dei cadaveri erano rimasti solo le ossa e i tessuti carbonizzati, ma il tipico odore di carne troppo cotta, come quando ci si dimentica per sbaglio un hamburger sulla piastra del barbecue. 
Ryu, con il cappuccio alzato e fermo vicino a quello che inizialmente doveva essere solo un fuoco da campo, studiava con freddezza un teschio staccato di netto dalla colonna vertebrale. Si accosciò per terra e, con le mani ricoperte dai guanti di lattice, prese in mano il cranio e, con estrema cautela e rispetto, cominciò a esaminarlo.
Walter, che fino a quel momento era stato nella ridente Epping, comparve nello spazio con berretto da baseball calato sulla fronte e un taccuino in mano << Qualche novità? >>
<< Questa testa è stata tranciata con una spada a doppia lama. >> il giapponese, che stava tastando con i polpastrelli le vertebre, sollevò lo sguardo per fissarlo in quello del suo diretto superiore << Ed è stata staccata con un unico colpo. >> 
<< Però, impressionante. >> scribacchiando l’informazione sul suo bloc-notes dalle pagine umide, il biondo increspò le labbra in un’espressione che manifestava tutta la sua ammirazione << Io non ne sarei mai stato in grado. >> 
<< Non è nulla per cui provare rispetto o invidia. >> Virginia, che si trovava poco distante da loro e anche lei con il cappuccio sollevato a coprirle il capo, si alzò con in mano una busta delle prove << Quello che è successo qui è abominevole. >> 
Walter inclinò il capo di lato << Credo che tu ti stia dimenticando chi sono quelli a cui diamo la caccia. >> 
<< So perfettamente come sono fatte le creature e che il loro modo di agire e di pensare si discosta completamente dal nostro, ma questo non vuol dire che sia facile assistere a uno spettacolo del genere. >> uno sbuffo sfuggito dalle labbra dell’uomo fece aggrottare la fronte della svedese << Ho detto qualcosa di sbagliato? >> 
<< No assolutamente, ma mi chiedo, essendo gli agenti MSI delle spie e dei sicari, che cosa ci differenzia tanto da loro ai tuoi occhi. >> il Capo squadra scrutò con sincera curiosità la sottoposta << Perché, per essere rimasta così interdetta, vuol dire che ci vedi molto distanti dalle creature. Esattamente in cosa siamo migliori? >> 
La donna che apprezzava le discussioni costruttive, dove ognuno poteva dire quello che pensava senza timore, si sentì appunto libera di esprimersi, cosa che accadeva assai di rado con chi era più in alto di lei nella scala gerarchica << Noi siamo costretti a farlo, è il nostro dovere. Di certo non ci divertiamo e non puoi negare che loro spesso e volentieri godono a compiere atrocità. >>
<< Hai assolutamente ragione, per le creature la violenza è qualcosa da osannare e celebrare: molti di loro sono privi di qualsivoglia freno inibitore. Però noi tre sappiamo che quelli a cui stiamo dando la caccia sono tutto fuorché delle teste calde. Quindi che cosa ti fa credere che abbiano commesso questo massacro per spasso? >> 
Ryu, che aveva appena consegnato il teschio a una giovane leva MSI, si avvicinò ai due << È stato uno scontro quattro contro uno. Le prove sono evidenti, anche se hanno cercato di ripulire e non mi spiego il perché. >>
Virginia sollevò la busta delle prove che teneva in mano e che conteneva un vetrino in cui era racchiuso del sangue misto a del terriccio << Credo che stessero cercando di rimuovere questo, era vicino al tronco spezzato. >>
Walter picchiettò con la penna il sacchetto di plastica e, al contempo, si voltò verso il collega << Conosci per caso qualche runa che ci potrebbe tornare utile in questo momento? >> 
Il giapponese rimase un attimo in silenzio, poi annuì e, estratto il vetrino, lo apri. Impugnando con sicurezza la bacchetta di ciliegio, lo spezzaincantesimi disegnò nell’aria, a pochi centimetri dalla terra intrisa di sangue, una runa sconosciuta agli altri due che osservavano con interesse la scena. Improvvisamente il liquido rosso si separò dal terriccio e divenne come un filo di cotone, si attorcigliò e poi cominciò a fluttuare fino a giungere al tronco spezzato, dove si divise in migliaia di piccoli filamenti: in pochi istanti una figura a loro ben nota prese forma. 
<< Quella è… >> 
<< Nashira O’Malley. >> concluse Walter al posto della medimaga, che osservava con stupore quell’ammasso di fili scarlatti assumere l’aspetto di un fantoccio reale. 
Il Capo squadra si avvicinò al collega, che aveva la fronte leggermente imperlata di sudore << Può condurci da lei? >> 
Ryu scosse la testa, mentre i fili che componevano il pupazzo cominciavano a separarsi velocemente << Sarebbe bello, ma purtroppo no. Questa runa si chiama Uèir(1) e necessita di sangue fresco per poter funzionare. A quanto pare la ferita è stata richiusa a dovere e il filo non ha nulla a cui attingere o a cui condurci. >> quando il sangue fu tornato all’interno del vetrino, l’uomo lo richiuse e depositò la prova insieme alle altre. 
<< Quanto meno ora sappiamo che siamo sulla strada giusta e che la notizia che fosse giunta sul suolo inglese non è una bufala. >> Virginia, con le mani piantate sui fianchi, si voltò verso il suo superiore << Hai scoperto qualcosa nella cittadina? >>
Walter scosse le spalle e si grattò la guancia irsuta con fare meditabondo << Nulla di che: in un pub, dal nome infelice ovvero “Lucky”, qualcuno ha banchettato, anche se per fortuna non è scappato il morto. Ho trovato tre babbani molto frastornati e con forti capogiri, ma nulla di più. >> mettendo al sicuro il suo taccuino in una tasca interna della giacca, l’uomo sollevò il viso verso il cielo come se l’acqua piovana lo aiutasse a mantenersi in qualche modo lucido << Ho fatto delle domande in giro, più che altro ai curiosi che si aggiravano introno al locale, e alcuni di loro affermano di aver visto vicino al pub un uomo e due donne, di cui una vestita in maniera davvero strana. >> 
<< Nient’altro? >> 
<< La tipa buffa indossava un top giallo e un cappello da aviatore. >>
Virginia prese un profondo respiro e inclinò il capo di lato << Intendo qualcosa di utile. >>
<< Anche a me piacerebbe che confermassero i nostri sospetti e ci dicessero che hanno visto i nostri fuggiaschi, ma mica posso chiedere a dei babbani se hanno notato delle ali da fata o dei canini. >> 
<< Ritengo che i cadaveri sapranno darci più risposte in merito. >> intervenne Ryu << Qui ormai c’è poco da fare, la pioggia e il fuoco hanno cancellato la maggior parte delle tracce e non ha senso rimanere qui al freddo. >> 
<< Concordo, anche se mi chiedo chi siano questi quattro. >> Virginia si inclinò leggermente, sporgendosi oltre ai colleghi per vedere il cumolo fatto di corpi a pochi metri da loro. Era triste rendersi conto che aveva visto talmente tante atrocità nella sua vita che quello che aveva davanti non era il peggio a cui avesse assistito, per quanto fosse indubbiamente orribile. 
<< Quasi sicuramente cacciatori di taglie. >>
La svedese aggrottò le sopracciglia << Ora che ci siamo noi sul caso non si dovrebbero fare da parte? >> 
Walter le sorrise con indulgenza << Tutto il contrario: aumenteranno. Solo la taglia sulla testa di Nashira O’Malley sistemerebbe a vita un uomo con un sano appetito, immaginati se riuscissero a catturare tutti e cinque. >> 
<< Si porterebbero a casa una vera fortuna. >> lo spezzaincantesimi incrociò le braccia al petto << Chi non tenterebbe il tutto e per tutto? >> 
La medimaga si ritrovò ad annuire, mentre recuperava il suo zaino da lavoro << Qual è la prossima mossa? >>
<< Torniamo al Quartier Generale e facciamo il punto della situazione. >> il Capo squadra diede una pacca sulla schiena di Ryu << E speriamo che i cadaveri parlino più dei vivi. >>  
 
 
§§§
 
 
Sottosopra,
Sede dei Custodi, 4° Piano
 
 
Ad Hera faceva sempre uno strano effetto entrare nell’Ufficio del Capo dei Custodi. Benché fossero quasi passati cinque anni, quando si schiudeva la porta, un’immagine residua del passato la assaliva e si sovrapponeva alla realtà. Appena metteva piede nella stanza, non vedeva un luogo ordinato, dai colori tenui e ben organizzato, ma un caloroso disordine: fascicoli sparsi un po’ ovunque, piante che uscivano dai cassetti dagli schedari posti sui due lati, un divanetto di pelle marrone su cui stazionavano perennemente una coperta attorcigliata e un cuscino e quadri colorati appesi alle pareti intervallati da fogli o post-it su cui erano scritti a pugno annotazioni o memento di vario genere. 
<< Tutto bene? >> la voce profonda di Livari giunse alle orecchie della vampira come da un’altra dimensione, lontana e allo stesso tempo reale e vicina. 
La donna sbatté velocemente le palpebre, cercando di eliminare il ricordo di Nashira seduta dietro la scrivania, che campeggiava in mezzo alla stanza, e che l’accoglieva con il suo solito modo informale << S-sì. >> dopo essersi schiarita la gola, spostò i grandi occhi verdi sul superiore << Tutto a posto, grazie. >> 
L’ibrido la guardò con interesse per un paio di secondi, con il sopracciglio destro inarcato, poi scosse le spalle. Dopo aver appoggiato la valigetta sulla scrivania, si sfilò la cravatta nera che lo stava torturando da quando se l’era messa. L’appese a uno dei tre ganci dell’appendiabiti attaccato al muro e indicò una delle sedie di fronte al tavolo << Accomodati pure. >> 
Con eleganza felina la vampira si accomodò e accavallò le gambe, per poi intrecciare le mani sulle cosce << Di cosa volevi parlarmi? >> 
<< Nessun convenevole? >> il Capo dei Custodi sorrise divertito alla sbrigativa praticità della sottoposta, sedendosi a sua volta sulla poltrona dall’altro capo del tavolo << Nessun: come stai? Come è andata la tua mattinata? >> 
Di fronte al sopracciglio inarcato della mora, palese dimostrazione che non gliene poteva fregare un cazzo dei salamelecchi dettati dall’educazione, Livari si ritrovò a pensare che, da quando la conosceva, aveva sempre apprezzato la cauta fermezza di cui Hera faceva sfoggio: non si faceva prendere dal panico e non accettava che qualcuno le mettesse i piedi in testa, ma dimostrava un’intelligenza sopraffine e un occhio estremamente attento anche al più piccolo dettaglio. L’uomo si ritrovò a domandarsi come fosse in realtà, quando veniva privata della sua naturale compostezza e prudenza. 
<< Oggi, insieme a Makoma e a Martin, ho avuto un simpatico colloquio con Mason Stabler, la sua Vice e quello che ritengo essere il suo secondo sottoposto più fidato. >> l’ibrido intrecciò a sua volta le lunghe dita e appoggiò i gomiti sui braccioli della poltrona << Come saprai il caso dei fuggiaschi è passato agli agenti MSI. A noi invece è toccata la patata bollente degli ultimi due casi avvenuti in superficie e che gli Auror hanno attualmente imputato essere opera di creature non ancora identificate. >> 
Gli occhi chiari della donna si assottigliarono, ma fu l’unico movimento che compì, visto che rimase perfettamente immobile << Ebbene? >> 
Uno sbuffo divertito sfuggì al Capo dei Custodi, insieme a un mezzo sorrisetto che si delineò sul volto diafano << Ebbene, sarà un lavoro congiunto con gli Auror e dovremo essere sottoposti all’Incantesimo di Contenimento. >> 
Un silenzio pesante scese fra i due che rimasero a studiarsi a vicenda, finché Hera, irritata dal ghigno del superiore, non arricciò le labbra e sibilò un << Puoi spiegarti meglio? >> 
<< La situazione in superficie si sta facendo critica: il malcontento e la diffidenza nei confronti di noi creature sta aumentando sempre più, soprattutto aggravato dal fatto che Nashira e i suoi sono tornati sul suolo inglese. Il Consiglio e il Ministro della Magia hanno deliberato che la cosa migliore sia che collaboriamo per risolvere al più presto i casi per evitare scontri tra le due fazioni o anche peggio. >> 
<< Fin qui tutto ha un senso logico. >> la mascella del Capo della Classe S si serrò brevemente, poi parve riprendere il controllo su di sé << Non comprendo la questione di quel maledetto incantesimo. >> 
<< Non si fidano di noi. >> la semplicità disarmante con cui l’uomo disse una verità comprovata fece irritare la vampira ancora di più.
<< Perché noi invece ci dovremmo fidare di loro? >>
<< Oh, mia adorabile miscredente. Credi davvero che avrei accettato una cosa del genere? >> Livari sorrise con dolce condiscendenza alla donna che aggrottò la fronte allo strano appellativo con cui era stata chiamata << Ho preteso che venisse imposto lo stesso incantesimo agli Auror che collaboreranno con noi. Ammetto che non è stato facile, una delle discussioni più sfibranti della mia esistenza, ma alla fine Mason ha accettato. Il nostro vecchio amico ha borbotto qualcosa sugli agenti Underseaq e Tanaka e su come loro probabilmente sapessero ovviare al problema, visto che quella simpaticissima magia è stata ideata esclusivamente per noi creature. >> 
Un sospiro di pura incredulità sfuggì dalle labbra di Hera, che, sollevando entrambe le sopracciglia, si adagiò contro lo schienale della sedia, come se non potesse ancora credere del tutto a quello che le era stato riferito e volesse in qualche modo mantenere le distanze, così da avere una maggiore lucidità << E quand’è che inizierebbe questa collaborazione? >> 
<< Domani mattina. >> gli occhi verdi della donna si spalancarono a quella notizia, mentre il suo diretto superiore apriva la valigetta ed estraeva una cartella piena di fascicoli, che spinse verso di lei << Questi sono i profili dei nostri nuovi amici e, visto che tu sei la migliore profiler tra i Custodi, ti chiederei il piacere di analizzarli. >> 
<< Per domani. >> 
<< Sì, domani alle otto. >> 
La vampira si allungò, aprì la cartella e il primo nome che lesse fu quello di Helena Charlotte Schuyler, il Vice Capo Auror << Per i santi canini di Dracula. >> 
L’ibrido rimase sorpreso e divertito da quella strana esclamazione, che in più di duecento anni di vita non aveva mai udito << Sono certo che sarà un’esperienza unica oltre che spassosa. >>
Il naso del Capo della Classe S si arricciò << Io e te, a quanto pare, abbiamo una concezione diversa di svago. >>
Un sorriso malandrino e pieno di sensualità fiorì sul volto dell’uomo, che inclinò il capo di lato << Se vuoi sono ben felice di insegnarti. >>
Hera si alzò lentamente dalla sedia, tenendo la testa alta e non distogliendo lo sguardo da quello del suo superiore << No, grazie. Ora come ora ho meno di dodici ore per leggere e analizzare sei fascicoli: sarà un miracolo se avrò qualcosa di riferirti a voce domani prima che inizi la riunione. >> 
<< Conto su di te. >> 
La vampira trattene, con grande difficoltà, l’impulso di mandarlo a cagare, prese la cartella e uscì dall’ufficio, seguita ovviamente dallo sguardo divertito dell’uomo.
 
 
§§§
 
 
Ministero della Magia,
Secondo Livello
 
 
Sarah, seduta sullo sgabello del suo laboratorio, sbatteva quasi a ritmo la testa contro il piano di lavoro, mentre Noelle, in piedi al suo fianco, continuava a rileggere il foglio appena stampato, arrivò anche a capovolgerlo, nella speranza che i dati riportati iniziassero ad avere un senso. 
<< Giuro, più li leggo e meno hanno senso. È possibile? >> la medimaga aggrottò la fronte, inclinando il capo.
La voce di Sarah giunse ovattata alle orecchie della collega << Sì, credo che presto ci porterà alla follia. >>
<< Forse dovremo rifare le analisi. >> 
La pozionista voltò leggermente la testa, per guardare l’amica << È già la quinta volta che le rifacciamo. >> 
Noelle arricciò le labbra in un piccolo broncio, mettendo le mani sui fianchi, mentre continuava a tenere il foglio stretto nel palmo << Forse lo spettrometro di massa(2) è rotto. >> 
<< Lo abbiamo cambiato sei mesi fa, è impossibile. >> 
La medimaga estrasse dalla tasca del camice la bacchetta di salice << Beh, è giunto il momento di una revisione. >> 
Sarah scattò su, frapponendosi con le braccia spalancate fra la collega e il suo amato strumento << No! >>
<< Perché? >>
All’espressione confusa della ex Corvonero, la pozionista rispose con uno sbuffo << L’ultima volta che l’hai “revisionato” >> mimò le virgolette con le dita << l’ho dovuto cambiare. >>
<< Quella volta è stato un incidente. >> 
La bionda l’additò con fare imperioso << Poco importa, tu non ti avvicini ad Alphonzo. >> 
<< Alphonzo? >>
<< Abbreviato in Al per gli amici. >> 
<< Potrei sapere che cosa state facendo? >> Helena, che aveva appena superato la soglia, studiò con stupore i comportamenti bizzarri delle due sottoposte. 
Sarah si voltò di scatto verso l’entrata, con le gote leggermente arrossate per l’imbarazzo, al contrario Noelle che si mordeva l’interno delle guance, per non scoppiare in una fragorosa risata, e puntando, al contempo, gli occhi sul soffitto.
Il Vice-Capo Auror sollevò le sopracciglia, gesto che fu subito colto della pozionista come una sollecitudine allo spiegarsi << Ecco i risultati delle analisi sono oltremodo bizzarri. >> strappando il pezzo di carta dalle mani dell’amica, la bionda lo allungò al superiore << Come sai non abbiamo potuto analizzare la droga che ha mandato in overdose la nostra vittima visto che i nostri amici hanno ripulito tutto. Per tale motivo abbiamo deciso di analizzare il sangue, nella speranza che fosse rimasto qualcosa in circolo… >> 
<< E? >> 
Noelle, dopo essere riuscita a ricacciare indietro la risata, con gli occhi azzurri-grigi sgranati, fece roteare il dito indice della mano libera in maniera teatrale << Un guazzabuglio di sostanze, ecco cosa c’era nel suo sangue! >> 
<< Un guazzabuglio? >> Helena, che aveva un’espressione parecchio confusa, venne affiancata da Sarah che le indicò i dati riportati.
<< Parrebbe che la nostra vittima avesse nel sangue uno strano mix di LSD, cocaina, ice e una sostanza sconosciuta. >> 
<< Per Merlino, ma di quante cose si faceva? >>
Noelle e Sarah si scambiarono uno sguardo preoccupato, ormai ogni traccia di ilarità di poco prima completamente scomparsa. Ovviamente la breve occhiata fra le due non passò inosservata al superiore, che aggrottò la fronte << Cos’è che non mi state dicendo? >> 
<< Beh, vedi… >> Noelle si avvicinò alle due mentre sistemava la bacchetta, estratta poco prima, nella tasca del suo camice << Non è che si facesse di queste droghe singolarmente, ma parrebbe che queste fossero unite in un’unica sola. >> 
Helena prese un profondo respiro, mentre tentava di capire quello che le due ragazze cercavano di dirle << Potete essere più chiare? >> 
Sarah tornò quindi a indicare i valori riportati sul foglio << I dati ci dicono che nell’organismo c’erano… >> 
<< Sì, ho capito: LSD, cocaina e compagnia cantante. >> 
La pozionista annuì al riassunto monco della bionda << Ma come puoi ben vedere i valori sono troppo bassi per essere pericolosi, nessuno di essi avrebbe potuto causare l’overdose. >> 
Il Vice-Capo Auror sollevò le sopracciglia e indicò uno dei dati << Quindi è stata la sostanza non identificata? >> 
<< Non esattamente. >> Noelle indicò tutti i valori riportati << Riteniamo che la sostanza sconosciuta faccia da collante e da stimolatore per le altre tre. >> 
<< Quindi mi state dicendo… >> 
<< Che c’è una nuova droga sul mercato. >> concluse con freddezza Sarah.
Helena si passò una mano fra i capelli, mentre si sedeva lentamente su uno degli sgabelli del laboratorio << Ne siete sicure? >> 
<< Beh, non sappiamo molto di come funzioni o di come venga somministrata. Ci servirebbe la droga pura per poterlo sapere con certezza… >> 
<< Abbiamo molti più quesiti che risposte, questo è vero. >> Sarah si fece nuovamente avanti, interrompendo lo sproloquio della collega << Ma siamo certe che quella nel corpo della nostra vittima sia una nuova sostanza stupefacente, non ci sono altre spiegazioni. >> 
<< Non è che i valori possono essere stati alterati? Insomma l’organismo assimila le sostante che noi ingeriamo e questo accade anche con le droghe. >> 
<< Sicuramente buona parte è stata assorbita dal metabolismo, ma nel caso di un’overdose i valori rimangono alti perché appunto se n’è assunta troppa. >> Noelle si strinse rapidamente la coda alta, che era solita fare quando lavorava << Quindi sì, i valori che abbiamo sono sballati e non possiamo sapere quale sia la dose fatale, ma è indubbio che quello che ha ingerito sia un nuovo tipo di droga. I dati delle analisi non rientrano in nessuna statistica conosciuta, quindi è l’unica spiegazione plausibile. >> 
Un lungo e pesante silenzio scese nel laboratorio, intanto che le donne digerivano l’enormità della scoperta appena fatta. Helena, per un po’, rimase ferma immobile a fissare un punto nel vuoto, tenendo il mento appoggiato al palmo della mano destra e le lunghe dita a coprirle le labbra sottili, poi si voltò leggermente verso le due colleghe << E per quanto riguarda la sostanza sconosciuta? >> 
Sarah si strinse nelle spalle, sconsolata << Purtroppo non avendo un campione da analizzare possiamo fare ben poco. Abbiamo solo scoperto che non si tratta di una sostanza sintetica. >> 
<< Quindi è naturale? >> al cenno di assenso di entrambe, la bionda annuì a sua volta << Beh, è già qualcosa. A questo punto dobbiamo solo trovare una partita di questa maledetta droga per poter capire con cosa abbiamo a che fare, giusto? >> 
All’ennesimo cenno di assenso delle due, Helena si ritrovò a ridacchiare divertita, poi quando si rese conto di quello che aveva detto, borbottò << Più facile a dirsi che a farsi. >> 
Uno strano trillo fece sobbalzare le tre, che per un istante rimasero ferme e spaesate. 
<< Che è stato? >> 
Noelle aggrottò la fronte, voltandosi verso l’ex Serpeverde << È il tuo laboratorio, mica il mio. Dovresti dirlo tu a noi. >> 
Sarah arricciò il naso, diede le spalle alle due e cercò di capire quale dei suoi macchinari avesse emesso il suono: avrebbe dovuto impostare delle suonerie diverse in modo tale da non confondersi. Ci vollero, per fortuna, soli pochi secondi alla ragazza per capire che aveva ricevuto un’email urgente, quindi scivolò sulla sua poltrona girevole e aprì il messaggio appena ricevuto << Ora sappiamo chi è la nostra vittima. La sua foto è risultata al 99% compatibile con una denuncia di scomparsa. >> stampò il documento e lo allungò al suo superiore << Si chiamava Colton Baker. >>
Il Vice Capo Auror prese in mano il foglio e studiò con tristezza la foto di un ragazzo sorridente nel fiore dei suoi anni << Questo è più di qualcosa, è una pista da seguire. >> sollevò lo sguardo sulle due << Voi continuate con le vostre analisi, io vado da Gaspard e Jordan: temo che toccherà a loro l’ingrato compito di avvisare i Signori Baker della morte del loro bambino. >>
 
 
§§§
 
 
Sottosopra, 
Zona Nord
 
 
Il frinire leggero delle cicale accompagnava l’incedere deciso di Lucien e Dagmar per il quartiere residenziale dei vampiri. Un sentimento di puro disagio attanagliava sempre le due quando lasciavano il caos del centro città per addentrarsi nella quiete dei nuclei familiari. In quanto ibridi non erano ben visti dai Clan, benché la loro situazione fosse nettamente migliorata grazie ad Alya ma soprattutto a Livari. La stessa Lucien, che era stata adottata da Makoma, non poteva dirsi completamente a suo agio nel quartiere, nonostante nessuno l’avesse mai insultata o maltrattata, aveva però la costante impressione che tutti le stessero perennemente a un passo di distanza, soppesandola e giudicandola.
Stavano attraversando una stradina lungo la quale erano disposte delle villette a schiera, quando Dagmar notò che da una di esse, dietro una tendina, un uomo anziano le scrutava con diffidenza e allo stesso tempo grande curiosità. La donna arricciò il naso e decise di non dargli peso, concentrandosi invece sul compito che era stato assegnato loro << Quindi negli ultimi mesi sono scoparsi tre giovani creature. >> 
La kelpie annuì, mentre teneva le mani sprofondante nelle tasche della giacca << Il primo è stato un kelpie di trent’anni, è svanito senza lasciare traccia due mesi fa, circa nello stesso periodo si è volatilizzata una fata di ottantatré anni e ora una vampira. >> 
Dag si passò una mano fra i folti capelli turchini << E non c’è nessun collegamento tra gli scomparsi? >> 
<< Dalle indagini preliminari non è saltato fuori nulla. Il kelpie e la vampira erano delle teste calde, che causavano parecchi problemi, ma non parevano conoscersi bene. La fata al contrario era una tipa tranquilla, magari sopra le righe e con passioni particolari, ma nulla di pericoloso. >> 
Le due si fermarono di fronte a un piccolo cottage di un solo piano, il silenzio calò fra di loro mentre osservavano l’abitazione e il giardino ben curato. A nessun agente piaceva dover parlare con i familiari delle vittime, ma era un passo fondamentale da compiere per poter procedere con le indagini, seppur estremamente difficoltoso da compiere. Superarono quindi una alla volta il cancellino che caratterizzava la bianca staccionata e attraversarono il prato che, dall’odore di erba fresca, pareva essere stato tagliato da poco. Saliti in fretta i tre gradini della veranda, Dagmar spinse il campanello, mentre Lucien si guardava intorno con noncuranza. 
Dopo un paio di minuti di attesa una donna bionda aprì la porta, ma non la zanzariera, per poi scrutarle con un cipiglio severo, adagiando lo sguardo in particolare sulle nappe nere che le due avevano sulle rispettive giacche << Sì? >> 
<< Salve, lei è la Signora Mary Anne Rundel? >> domandò con tono gentile Dagmar, spostandosi dal viso una ciocca di capelli azzurri che era sfuggita dall’alta coda che aveva fatto poco prima, quando aspettavano che qualcuno si palesasse.
<< Sì, sono io. Voi siete… ? >> la vampira, non spostandosi di un millimetro dalla soglia della porta, squadrò le spalle e drizzò la schiena, come se fosse già pronta a una discussione o peggio.
<< Agente Moràvek-Kalinovà. >> spostandosi la mano dal petto, indicò la collega al suo fianco << Lei invece è l’agente Modjadji. Vorremmo parlarle di sua figlia Janet. >> 
<< Cos’altro ha combinato quella sconsiderata? Spero sinceramente di non doverle pagare nuovamente la cauzione. >> la donna, palesemente infastidita, incrociò le braccia al petto e spostò il peso da un piede all’altro, fissando gli occhi scuri sull’ibrido che le stava di fronte, come se fosse lei la fonte di ogni suo male. 
<< Vorremmo parlare della sua scomparsa. >> ripeté Dag, rimanendo però sorpresa quando la bionda roteò gli occhi al cielo. Lucien, dal canto suo, non spiccicò mezza sillaba, rimanendo un passo indietro e scrutando con attenzione le reazioni della padrona di casa.
<< Scomparsa? Questa mi giunge nuova. >>
Le sopracciglia dell’hacker schizzarono in alto << Però io ho fra le mani una denuncia di scomparsa. >>
<< Per Dracula, chi mai avrebbe potuto… >> Mary Anne si fermò di colpo, poi fece un passo indietro e gridò << Isabelle! Vieni subito qui! >> 
Dopo pochi secondi una figura esile, dai lunghi capelli castano biondo e con un’adorabile salopette addosso, comparve affianco alla vampira << Sei stata tu a denunciare la scomparsa di quella sciagurata di tua sorella maggiore? >>
La ragazzina non ebbe bisogno di dire nulla visto che sul volto le si leggeva la verità, tant’è che l’espressione della donna di pietra si ammorbidì un poco << Sei davvero ingenua Isa. >> poi si voltò verso i Custodi che sostavano sotto la sua veranda << Mi dispiace per il disguido, ma ritiro la denuncia. Arrivederci. >> 
<< Aspetti. >> la voce improvvisamente dura di Dagmar fermò di malavoglia la signora dal chiudere loro la porta in faccia << Janet è scomparsa da più di dieci giorni. >>
<< Sì e allora? >> 
La mezza fata storse il naso << Non è preoccupata? >>
A Mary Anne scappò un sospiro di pura esasperazione, come se avesse a che fare con una bambina particolarmente lenta di comprendonio << No, non lo sono perché non è la prima volta che mia figlia si volatilizza nel nulla. Ritornerà qui strisciando quando avrà finito i soldi o quando il suo ragazzo di turno l’avrà lasciata. Probabilmente si trova in centro, nascosta in qualche locale malfamato a bere fino al collasso. Ormai ha settantaquattro anni, non è più un mio problema. >> la spietata freddezza con cui disse ogni parola fece comprendere alle due donne che la padrona di casa era giunta davvero al limite di sopportazione, per quanto riguardava i guai in cui si andava a cacciare sua figlia maggiore << Mi dispiace se Isabelle vi ha dato dei grattacapi, la punirò adeguatamente. Ora però vi chiederei di andarvene dalla mia proprietà in quanto i vostri servigi non sono richiesti e non ho nient’altro da aggiungere sull’argomento. >> 
Dag sostenne per qualche secondo gli occhi scuri della donna, poi si limitò a farle un cenno del capo e a girarsi per dare le spalle alla casa, la cui porta venne chiusa con un secco schiocco. Lucien invece rimase intrappolata dagli occhi chiari della ragazzina finché l’anta non la fece scomparire: per un attimo ebbe la folle impressione che la supplicassero di non arrendersi. L’ibrido tentennò per qualche secondo, ma dall’interno della dimora non provenne nessun suono preoccupante se non due voci concitate che discutevano. 
Dagmar, che aveva compreso il perché del tentennamento della compagna, superandola, le diede un leggero buffetto sulla spalla << Andiamo, non ha senso rimanere qui. >> 
Quando furono fuori dalla proprietà dei Rundel, Dagmar puntò gli occhi al cielo mentre si picchiettava il mento con fare meditabondo << Quindi ora i ragazzi scomparsi calano da tre a due e non si possono più definire dei sequestri seriali, perciò credo sia meglio che  li analizziamo singolarmente. >> 
La kelpie non ebbe modo di dire alcunché visto che entrambe si fermarono di scatto e si voltarono nella medesima direzione, da cui una giovane vampira giungeva verso di loro correndo << Agenti! >> 
<< Tu non dovresti essere qui. >> Dag inarcò le sopracciglia, mentre la ragazzina, che non doveva avere più di quindici anni, si arrestava di fronte a loro, per poi appoggiare entrambe le mani sulle ginocchia << È meglio se torni a casa. >>
<< N-non posso… >> ansimò Isabelle, drizzandosi e cercando, al contempo, di normalizzare il respiro dopo la corsa a perdifiato << Ho bisogno che mi ascoltiate. >>
<< Tua mamma sa che sei qui? >> 
<< Sono appena stata messa in punizione e per raggiungervi sono dovuta scappare dalla finestra, cosa ne deduce? >> appoggiando le mani sui fianchi, in una posa che ricordava molto sua madre, arricciò il naso palesemente infastidita.
Un mezzo sorriso incurvò le labbra dell’hacker << Allora è meglio se ritorni indietro. Alla svelta. >> per poi voltarsi e riprendere il suo cammino
<< La prego, aspetti! >> 
Alla supplica della piccola, Dagmar si fermò e si voltò nuovamente spazientita, rendendosi conto così che Lucien era rimasta ferma dov’era.
<< Abbiamo del lavoro da fare, non possiamo stare qui ad ascoltare le tue futili chiacchiere. >> poi si voltò verso la collega che non si era mossa di un millimetro << Non eri tu quella che poco fa si lamentava del poco tempo che aveva per fare tutte le sue commissioni? >>
<< Credo che dovremmo ascoltarla. >>
<< Non sono futili! >> ignorando le parole di Lucien, Isabelle pestò i piedi per terra << Dovete cercare Janet, vi prego. >>
La mezza fata si profuse in un lungo sospiro, poi tornò accanto alle due visto che non voleva mettersi a urlare in mezzo alla strada << Da quanto ho capito tua sorella è solita scomparire nel nulla per lunghi periodi. Senza contare che ho almeno tre denunce per adescamento e spaccio di stupefacenti a suo nome. Dovresti dare retta a tua madre, forse è semplicemente nascosta da qualche parte. >> 
Le labbra di Isabelle si strinsero in una linea sottile << So che non è una santa e men che meno una brava ragazza, ma so per certo che le è successo qualcosa. >>
<< Su cosa basi questa tua convinzione? >> le chiese Lucien, appoggiandole una mano sulla spalla e portandola così a girarsi verso di lei. 
<< Tre giorni fa era il mio compleanno, il mio sedicesimo compleanno. >> sottolineò la vampira con enfasi, spostando lo sguardo da una all’altra << Non se lo sarebbe perso per nessun motivo al mondo. >>
Lo sguardo della kelpie si riempì di dolcezza e compassione a sentire quelle parole: il sedicesimo compleanno, per molte culture, era il passaggio dall’adolescenza alla vita adulta, per quelli della sua specie era ancor più importante; rappresentava infatti il rallentamento dell’invecchiamento, ma soprattutto il momento in cui a un giovane vampiro era permesso di cacciare in autonomia. 
<< Mi dispiace dovertelo dire, ma potrebbe esserselo dimenticato. >>
<< Senta, come vi ho già detto, so che mia sorella non è perfetta e ha fatto tanti errori nella sua vita, però c’è sempre stata per me, in ogni momento importante. Non si sarebbe mai persa il mio compleanno, per nulla al mondo, soprattutto questo. Quindi so per certo che le è capitato qualcosa. >> gli occhi di Isabelle si inumidirono benché tentasse di sembrare stoica mentre le allungava una foto << Vi prego, cercatela. >>
Le due Custodi studiarono l’istantanea che raffigurava due giovani ragazze bionde, sedute su delle altalene, che ridevano allegre. La maggiore portava un caschetto sbarazzino e un sorriso solare, ma, per quanto potesse sembrare felice, le occhiaie e il suo volto denotavano una mal celata preoccupazione.
<< Quando è stata scatta questa fotografia? >> domandò con voce piatta Dagmar, ma facendo comunque aggrottare la fronte alla giovane. 
<< Poco meno di un mese fa… >> 
Prima però che potesse dire qualcos’altro, l’hacker aggrottò la fronte e Lucien intervenne << Non possiamo prometterti dei miracoli né che sarà in cima alle nostre indagini, ma la cercheremo. >>
Isabelle annuì comprensiva, nonostante fosse palese che fosse rammaricata << Vi ringrazio. >> 
Dag, mettendo la foto in una tasca interna della giacca, indicò con il mento la casa della giovane << Ora fila a casa, prima che tua madre decida di metterti in punizione fino al tuo trecentesimo compleanno. >>
La vampira fece una specie di smorfia e dopo un saluto frettoloso, si allontanò di corsa. Le due la seguirono con lo sguardo finché non scomparve alla vista, poi ripresero il loro cammino. 
Scuotendo leggermente il capo, l’ibrido lanciò un’occhiata divertita alla collega << Certo che hai un cuore tenero. >> 
La diretta interessata si strinse nelle spalle << Cercare tre scomparsi invece che due non cambia molto. >> 
<< Oh boh, insomma: più scartoffie, più tempo impiegato, più file e persone da analizzare… Non direi proprio che cambi poco. >> 
Di fronte al borbottio della compagna, la kelpie roteò gli occhi al cielo << Vedila così, con questo colloquio oggi hai finto il tuo turno e puoi tornartene serena a casa tua. >> 
A quelle parole un sorriso di pura gioia si dipinse sul volto di Dagmar, che già iniziava a pianificare come passare il resto della giornata << Vero… oddio che bella notizia. >> 
Uno sbuffo divertito sfuggì a Lucien, che si fermò a una biforcazione << Io devo andare di qua, come hai fatto presente poco fa ho delle commissioni da svolgere. Ci vediamo domani. >> 
<< Buon divertimento allora. >> la mezza fata regalò un occhiolino alla collega, per poi intraprendere la strada opposta << A domani. >> 
La kelpie ricambiò il saluto, poi rimase ferma in mezzo al bivio per una manciata di minuti. Quando fu certa che Dag si fosse allontanata non intraprese la strada che l’avrebbe riportata in centro, ma una piccola viuzza che sapeva l’avrebbe condotta a una delle uscite del Sottosopra meno frequentate.
 
 
§§§
 
 
Sottosopra,
Zona Nord-Ovest
 
 
Proprio al limitare del quartiere residenziale dei vampiri, nella zona nord-ovest, sorgeva solitario un piccolo cottage a due piani. L’abitazione si trovava all’ingresso di un bosco di aceri rossi e, per raggiungerla, bisognava seguire uno stretto sentiero poco battuto. Martin, costeggiando lo stagno che si trovava di fronte alla casa, giunse di fronte alla bianca veranda che, nonostante avesse decisamente bisogno di una mano di vernice, manteneva il suo fascino. Per una manicata di minuti rimase a osservare i mattoni a vista della dimora con un grande senso di nostalgia a stringergli il cuore. Era convinto che, se avesse drizzato bene le orecchie, il fruscio del vento tra le foglie gli avrebbero riportato anche le calorose risate o buffi battibecchi che erano soliti mettere su Nashira e Balthazar. Poi, se chiudeva gli occhi, aveva quasi l’impressione di poter tornare indietro nel tempo, a una di quelle cene con parenti e amici che Alya si ostinava a organizzare a casa della sorella minore, benché quest’ultima si lamentasse del fatto che la prima avesse una vera e propria reggia a sua disposizione e non capiva perché alla fine si dovessero tutti stipare da lei come delle sardine in scatola; la risposta era, ovviamente, sempre la stessa: Alya, con le mani sui fianchi, fulminava la sorellina affermando che “Un ambiente raccolto è molto più caloroso e poi sei l’unica ad avere uno stramaledetto bosco a tua disposizione”. Un sorriso malinconico si delineò sul volto dell’uomo che, per un attimo solo, attese che Nashira comparisse sotto la veranda ad accoglierlo, come era solita fare, con un bicchiere di scotch per lui e un calice di sangue per sé stessa, ma ovviamente non accadde nulla di tutto ciò. Uno sbuffò spazientito gli sfuggì dalle labbra, quindi salì in fretta i pochi gradini ed entrò nella casa, la cui porta principale era già aperta. Senza stupirsi per quel dettaglio il selkie si diresse verso la cucina, dove trovò una strana intrusa che, con in mano uno straccio per la polvere, puliva ogni superficie piana che trovava.
<< Sibylle. >> la salutò con un cenno del capo, sfilandosi il suo fidato capello dalla tesa larga e appoggiandolo sull’isola che campeggiava in mezzo alla stanza.
<< Martin. >> la banshee fece svolazzare lo strofinaccio a mo’ di benvenuto e poi riprese a strofinare << Pensavo che saresti tornato prima, come mai questo ritardo? >> 
<< La riunione è stata più lunga del previsto. >> l’uomo si diresse verso un mobiletto, che si trovava vicino all’arco che metteva in comunicazione la cucina con il salotto, e da cui estrasse una bottiglia di scotch insieme a un bicchiere panciuto. Senza esitazione cominciò a raccontare per sommi capi quello che era accaduto e, a ogni parola che diceva, l’amica pareva indignarsi sempre di più.
<< Il Consiglio è stato favorevole al passaggio del caso di Nashira agli agenti MSI? >> l’ultima parola la disse con un tono talmente acuto che il povero salkie si portò la mano sinistra all’orecchio per il fastidioso fischio che pareva udire.
<< Non il caso, ma la cattura sua e dei suoi compari. >> 
Sibylle iniziò a camminare aventi e indietro come una furia, ripetendo come una piccola locomotiva << Come osano, come osano quei brutti ceffi! >> 
Martin, dopo aver trangugiato l’ultimo sorso di scotch, prese per le spalle la banshee e la costrinse a guardarlo negli occhi << Questo non cambierà nulla, noi continueremo per la nostra strada. >> 
<< Davvero? >> 
<< Davvero. >> 
La donna si lasciò sfuggire un piccolo singulto prima di nascondere il viso nel petto del selkie, che, dopo un istante d’esitazione, cominciò ad accarezzarle delicatamente la schiena per tranquillizzarla. Passarono una decina di minuti, ma alla fine la banshee si staccò dal corpo dell’amico con un sorriso vagamente imbarazzato per quello scoppio improvviso e riprese in mano il panno che poco prima aveva scagliato dentro il lavandino. 
<< Non capisco perché ti ostini a voler pulire da cima a fondo questo posto ogni settimana, non è che torneranno tra un paio di giorni. >>
Le labbra di Sibylle si contrassero per un breve istante, poi diede le spalle al portoricano per cominciare a pulire i bicchieri di vetro dentro una delle credenze << Per come la vedo io, sì: loro torneranno presto e non voglio certo che vengano sommersi dallo sporco al loro ritorno. Poi, come tu ben sai, Balthazar è allergico alla polvere, inizia a grattarsi quando c’è n’è troppa. >> 
<< Oh povero cucciolo. >> borbottò sarcastico Martin, ricevendo in tutta risposta uno sguardo omicida dalla donna.
<< Non è carino prendere in giro gli altri per una allergia o una qualsivoglia malattia. >> 
Il selkie, che ebbe come l’impressione di essere stato redarguito da una mamma iperprotettiva, sollevò le mani in segno di resa, mentre si sedeva su uno degli alti sgabelli dell’isola di legno << Ok-ok, non lo farò più, promesso. Rimane però il fatto che questa casa sta diventando sempre più un mausoleo: hai lasciato ogni cosa esattamente com’era quando sono fuggiti. È un po’ inquietante, non trovi? >>
Sibylle scosse energeticamente la testa << In realtà venire qui e pulire mi aiuta a tranquillizzarmi e, per assurdo, a sentirli più vicini. Ogni tanto mi capita di immaginare che siano qui con me: Balthazar scende le scale a perdifiato per venirmi a stritolare in uno dei suoi abbracci soffocanti e non richiesti; Soho invece entra come una furia dalla porta sul retro, con una quale notizia sensazionale da raccontare; Nilüfer solitamente è accomodata sul quest’isola a chiacchierare del più e del meno, allegra e solare; mentre Adam è seduto davanti  al pianoforte a suonare una qualche melodia intanto che Nashira schiaccia un pisolino sul divano. >> l’uomo poté quasi giurare di aver visto quello che la banshee aveva appena descritto riflesso nelle sue iridi chiare, ma fu solo per un fugace istante, infatti ogni cosa scomparve quando sbatté le palpebre << Dobbiamo riportarli tutti a casa. >> 
Un piccolo, ma piuttosto voluminoso, plico di documenti venne estratto dalla tasca interna del pastrano del portoricano, il quale conteneva tutti i progressi che i due avevano fatto negli ultimi anni e in particolare su cosa aveva fatto Alya O’Malley nei suoi ultimi giorni di vita << Allora mettiamoci al lavoro. >> 
 
 
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Ministero della Magia,
Secondo Livello, Saletta Ristoro
 
 
Gaspard appoggiò sul tavolo di metallo due bicchieri di carta colmi di thè al limone << Mi dispiace di non potervi offrire qualcosa di meglio. >> 
Il signor Baker, un uomo massiccio e alto quasi due metri, si voltò verso l’Auror con gli occhi arrossati mentre teneva un braccio sulle spalle della moglie, scosse dai singhiozzi << V-va bene così, grazie. >> 
Il profiler annuì brevemente, scivolando sull’unica sedia libera. Detestava quella parte del suo lavoro, nonostante fosse pienamente consapevole che fosse un momento cruciale quello dell’interrogare i parenti più stretti, ma era comunque un dato di fatto che non gli piacesse, soprattutto da quando nella sua vita erano giunti Elodie e Adrien. Sapeva perfettamente che il dolore che i signori Baker stavano provando in quel momento fosse uno dei peggiori al mondo: totalizzante, abbacinante, agonizzante e in grado di segnarti per sempre, in un modo in cui era praticamente impossibile riprendersi. Insomma una perfetta leva su cui fare pressione per scoprire il più possibile sulla vittima, ma al momento non poteva tollerare di sfruttare a suo vantaggio una tale disperazione. Per l’amor del cielo: avevano appena identificato il cadavere del loro unico figlio!
<< Siamo davvero rammaricati per la vostra perdita. >> passando gli occhi da uno all’altro, l’uomo intrecciò le dita delle mani << Se volte possiamo rimandare a un altro giorno le domande. >>
Udì distintamente il sussulto del collega seduto al suo fianco, ma lo ignorò, fissando gli occhi verdi, dal taglio allungato, sul volto cinereo del signor Baker, che scosse la testa << Vogliamo esservi d’aiuto. >>
<< Quand’è l’ultima volta che avete visto Colton? >> Jordan, estratto il suo taccuino dall’interno della giacca, fece scattare la penna e iniziò a scribacchiare.
<< Circa una settimana fa. >> l’uomo aumentò la stretta sulle spalle della moglie, che continuava a tenere il viso coperto dalle mani, e, dopo un momento di silenzio, continuò << Da quando abbiamo litigato. >>
<< Per quale motivo avete discusso? >> 
Il signor Baker prese un profondo respiro << Da qualche tempo litigavamo per ogni piccola cosa, Colton era diventato intrattabile e stava via per interi giorni, io… noi non potevo tollerare un comportamento del genere. >> abbassò gli occhi sul tavolo e si grattò con imbarazzo il retro della nuca << Abbiamo avuto una tipica lite padre e figlio: lui sosteneva che, avendo ormai diciannove anni, poteva fare quello che voleva, senza dover rendere conto di ogni suo più piccolo movimento e io gli ho fatto presente che, visto che viveva ancora sotto il mio tetto e non aveva un lavoro degno di questo nome, non poteva pensare di poter fare come più gli aggradava. >>
<< Quindi lui se n’è andato? >> Gaspard inclinò il capo, non capendo il perché dell’imbarazzo e del grandissimo senso di colpa che si leggeva sul volto del mago seduto di fronte a lui. 
<< No, è uscito di casa dopo il mio ultimatum. >> le narici del signor Baker fremettero, poi sollevò gli occhi castani, così simili a quelli del figlio, sull’Auror << Gli ho dato due possibilità: mettere la testa a posto e continuare a vivere con noi, almeno finché non si fosse potuto mantenere da solo, oppure… andarsene. >> 
A quell’ultima parola un singhiozzo più forte, simile a un lamento di un animale ferito, sfuggì dalle labbra della signora Baker che sollevò il capo e, con gesto stizzito, allontanò il braccio del marito. I fitti ricci le circondavano il viso a forma di cuore, mettendo in risalto la sua carnagione scura, bagnata dalle lacrime, e gli occhi gonfi e arrossati << Il mio bambino era un bravo ragazzo: intelligente, carismatico e pieno di vita. Se non fosse stato per quei suoi nuovi amici, lui… lui sarebbe ancora qui con noi! >> 
<< I suoi nuovi amici? >> Jordan si sporse leggermente sul tavolo, la fronte aggrottata << Una nuova comitiva? >> 
La donna annuì con fervore, continuando a tormentare il fazzoletto di carta che teneva fra le dita << Sì, un gruppo di perdigiorno che ha conosciuto quando ha concluso la scuola. Sono stati loro a condurlo sulla cattiva strada, hanno individuato in Colton un animo fragile e se ne sono approfittati. Lo hanno costretto a drogarsi, ne sono certa. >>
<< Cristo, Looren. Sai com’era Colton, nessuno riusciva a costringerlo a fare qualcosa che non volesse. Di sicuro non erano dei bravi ragazzi, ma neanche il nostro era un santo. >> 
<< Derek, stai zitto. >> la signora Baker si voltò verso il marito con l’indice teso e uno sguardo duro come la pietra mentre il mento le tremava << Se tu non lo avessi… sbattuto fuori casa. T-tutto questo non sarebbe mai successo. >> 
L’uomo aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo, evidentemente ferito dalla consapevolezza che la moglie lo considerava responsabile della morte del loro unico figlio. 
<< Vi prego, signori Baker. Nessuno è colpevole di nulla qui. >> Gaspard tese entrambe le mani in avanti, nella speranza di attirare l’attenzione dei due e di sedare la tensione crescente << Gli unici a essere responsabili della morte di vostro figlio sono coloro che gli hanno venduto la droga. Ok? >>
I due, dopo qualche momento di esitazione, un po’ come dei bambini dopo essere stati sgridati, annuirono all’unisono, facendo trarre un sospiro di sollievo al profiler << Signora Baker, lei poco fa ha detto che suo figlio era fragile, mi può spiegare cosa intendeva. >> 
Dopo aver tirato su con il naso, Looren annuì nuovamente, drizzando leggermente la schiena << Finita la scuola Colton ha subito una cocente delusione. Fin da piccolo ha sempre sognato di diventare un giocatore professionista di Quidditch ed era un vero portento, dovevate vederlo in sella alla sua scopa. >> gli occhi color cioccolato della donna si riempirono nuovamente di lacrime << Al suo terzo anno è stato selezionato come c-cacciatore dei Grifondoro, era così fiero della sua squadra. Poi, durante i suoi ultimi due anni, è stato anche Vice-Capitano, ma alla fine, nonostante tutti i suoi sforzi, non è stato selezionato da nessuna delle grandi squadre. Per lui è stato devastante… è scivolato pian piano in un baratro da cui non sono riuscita a tirarlo fuori. >> 
<< Nessuno dei due ci è riuscito, Looren. >> il signor Baker appoggiò una mano sulla spalla della moglie che si voltò verso di lui con il volto segnato dalle lacrime, per poi ricambiare la stretta dopo un attimo d’esitazione.  
Gaspard, con un sorriso pieno di compassione, allungò il suo fazzoletto di stoffa alla donna, che lo prese con un cenno di ringraziamento << Quindi si è allontanato da voi per questo motivo? >>
<< Sì, all’inizio si limitava a essere scontroso e a chiudersi in camera sua per tutto il giorno. >> il signor Baker strinse gli occhi, come se stesse cercando di riportare alla mente ogni più piccolo dettaglio, intanto che accarezzava la schiena della moglie, nel vano tentativo di calmarla << Lo abbiamo convinto a venire con noi al mercatino natalizio, per prendere un po’ d’aria e per viversi appieno le feste. Strascicava i piedi, borbottava come una ciminiera e nulla gli andava bene, ma alla fine è rimasto coinvolto dall’ambiente. Un gruppetto di ragazzi chiassosi, vicini a una bancarella, ha attirato la sua attenzione: erano pieni di vita e sembrava che si stessero divertendo un mondo, Colton ne è rimasto stregato. Quando ha deciso di avvicinarsi a loro noi ne eravamo felici, insomma sembravano normali: stavano bevendo zabaione e mangiando delle mele caramellate. >>
<< Poi cos’è successo? >> Jordan inclinò il capo, picchiettando con la penna la spirale del suo taccuino.
<< L-lo hanno corrotto. >> Looren si soffiò rumorosamente il naso, poi il suo mento riprese a tremare << Colton ha perso interesse per ogni cosa, il suo unico chiodo fisso erano i suoi nuovi amici e non faceva altro che passare tutto il suo tempo con loro. Quei sei farabutti hanno ucciso il mio bambino. >>
<< Per caso sapete come si chiamassero? >> il tamburellare ritmico di Jordan si interruppe e i suoi occhi si assottigliarono. 
La signora Baker arricciò il naso << No, Colton usava dei vezzeggiativi “Esco con Kiki” o “Non rompere Ma’, Orso mi aspetta” e cose simili, ma ho una loro foto. >> dopo aver armeggiato per un minuto buono all’interno della borsa che teneva sulle cosce, la donna allungò loro l’immagine racchiusa in una semplice cornice nera << La teneva appesa sulla parete vicino al suo letto. È l’ultima foto che ho di Colton in cui ride. >>  
I due Auror guardarono con interesse quel frammento di passato, immortalato da una macchina fotografica babbana visto che i soggetti ritratti erano perfettamente immobili. Il primo ad attirare la loro attenzione fu un energumeno seduto sul bracciolo di una poltrona, che faceva il segno del rock and roll e una stupida linguaccia, mentre una ragazzina minuta, seduta nella poltrona su cui lui era appoggiato, gli stringeva un braccio e rideva. Il primo doveva essere per forza un kelpie, i due tatuaggi che sbucavano da sotto il bordo della t-shirt erano inconfondibili. La domanda che sorse in mente a entrambi fu la stessa: possibile che la loro vittima avesse qualche amico tra le creature oltre al bestione? Era però difficile da capire dalla foto, sembravano infatti tutti esseri umani completamente normali, anche se i visi smunti e le occhiaie che sfoggiavano erano un brutto campanello d’allarme, come anche le numerose bottiglie di super alcolici sul tavolino di fronte a loro.  
Colton, che si trovava seduto al centro del divano, si stringeva al fianco una bella ragazza, con uno caschetto biondo sbarazzino, intenta a sussurrargli qualcosa all’orecchio che doveva essere oltremodo divertente visto il sorriso a trentadue denti che sfoggiava il mago. Due giovani si trovavano alle spalle del divano e parevano discutere di qualcosa di importante visto i visi corrugati, mentre l’ultima ragazza, dai lunghi capelli vermigli, seduta anche lei sul divano, veniva immortalata mentre lanciava in aria un popcorn, per poi riprenderlo al volo con la bocca già dischiusa. 
Jordan scambiò uno sguardo di intesa con il suo superiore, poi aggrottò la fronte mentre si rivolgeva ai due coniugi << Avremmo bisogno di questa foto, ne faremo una copia e appena potremo vi riconsegneremo l’originale. Va bene? >>
La signora Baker annuì freneticamente << Faremo tutto quello che è in nostro potere per aiutarvi. >> 
Gaspard sorrise riconoscente alla donna, poi si schiarì la gola << Mi dispiace dovervelo chiedere, ma sapevate che vostro figlio era un tossicodipendente? >> 
Derek strinse brevemente la mascella, mentre la moglie tornava a nascondere il volto nel fazzoletto di stoffa << Lo sospettavamo. L’ultima volta, quando abbiamo litigato, ho provato a tirare imballo l’argomento, ma lui ha negato in modo strano: prima si è mostrato offeso per le nostre insinuazioni, poi si è dimostrato ferito e, infine, all’improvviso è diventato aggressivo… a quel punto non abbiamo più avuto bisogno di prove, era lampante. Non immaginavamo però fin dove si fosse spinto. >> 
<< Avete per caso qualche idea da chi si rifornisse? >> Jordan, con la penna sguainata, già pronto a scrivere il nome di qualsiasi spacciatore di bassa lega, si vide costretto ad abbassarla quando il signor Baker scosse la testa desolato e rammaricato.  
I due Auror continuarono il colloquio per circa altri venti minuti, poi si separarono dai coniugi che vennero riaccompagnati all’uscita da un loro collega.
Jordan, appoggiato allo stipite della porta della sala ristoro, guardò i signori Baker allontanarsi tutti ingobbiti << La solita storia: un ragazzino viziato, abituato ad avere tutto quello che vuole, alla sua prima grande delusione finisce in un brutto giro. >> 
<< È vero, sarebbe da manuale se non fosse che è morto troppo presto. >> Gaspard si strinse le braccia al petto << Hai sentito cosa ha detto il signor Baker? Era finito nella spirale della droga da meno di nove mesi e la stessa Noelle aveva supposto che avesse iniziato da poco a farsi. >> 
Jordan si strinse delle spalle << Ha scelto la droga sbagliata. >> 
<< Già, ma il nostro compito è evitare che qualcun altro commetta lo stesso errore. >> il profiler strinse brevemente la mascella << Questo non è decisamente un caso convenzionale. >> 
<< Direi proprio di no. >> Jordan si staccò dallo stipite e fece un passo oltre la soglia << Porto questa foto a Sarah, così può iniziare il riconoscimento facciale. Tu intanto avviati alla sala riunioni, ti raggiungo lì fra poco. >>
Gaspard fece un cenno d’assenso al collega più giovane, che, dopo aver ricambiato il gesto, si diresse verso il laboratorio della bionda. Il mago rimase un attimo fermo immobile a fissare un punto del vuoto, dopo di che si lasciò sfuggire un lungo respiro e si avviò verso il suo ufficio per recuperare Maigret, che lo attendeva docilmente al suo interno, per poter così andare insieme alla riunione che lo attendeva, aveva come l’impressione che sarebbe stata una conversazione animata.
 
 
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Essex,
Epping Forest
 
 
Adam si fermò all’improvviso, gli occhi socchiusi in due fessure e tutti i sensi in allerta: qualcuno o, per meglio dire, qualcosa li stava seguendo. Sollevò la mano destra e la chiuse a pugno, in modo che le due compagne comprendessero di prestare attenzione a ciò che le circondava. Ogni muscolo e ogni nervo del vampiro era teso a captare anche il più piccolo cambiamento e, appena udì un ritmo cardiaco calmo e inconfondibile, si rizzò dalla sua posizione d’attacco.
<< Non c’è pericolo, è Balthazar. >> a quelle parole un lupo, dal folto pelo nero, sbucò da dietro un castagno e si diresse verso di loro con la lingua che penzolava da un lato delle fauci socchiuse.
<< Cucciolo. >> lo chiamò con dolcezza Soho, che non dovette neanche chinarsi per abbracciarlo quando lui l’affiancò, visto che era alto almeno novanta centimetri e ciò significava che le arrivava poco oltre il fianco << Sei venuto a prenderci? >>
Il kelpie mosse il muso in su e in giù, in quello che tutti e tre interpretarono come un assenso.
Intanto che Soho saliva in groppa a Zar, Adam gli si avvicinò e gli diede un buffetto sul capo, fra le morbide orecchie << Bravo Fido, dovresti rimanere sempre nella tua forma lupesca. >> 
Il vampiro ignorò il ringhio di protesta dell’amico, mentre si voltò a ghignare con Nilüfer che se la stava ridacchiando bellamente. 
Adam sentendosi osservato tornò a prestare attenzione a Balthazar e, in un qualche modo strano, dato probabilmente dalla lunga conoscenza e dal tempo passato insieme, comprese quello che il secondo gli stava comunicando con un semplice sguardo << Perché ci abbiamo messo così tanto tempo ad arrivare? Beh, abbiamo fatto il giro lungo per precauzione. Se qualcuno ci stava inseguendo ormai lo abbiamo seminato. >> di fronte alla teatrale alzata degli occhi al cielo dell’altro, il vampiro increspò le labbra stizzito << Ma cosa ne vuoi capire tu, che non sai neanche che cosa significa la parola “discrezione”? >>
Dopo essersi stretta brevemente il ponte del naso tra il pollice e l’indice, Nilüfer intervenne prima che i due iniziassero a bisticciare << Possiamo procedere o saremo costrette ad assistere al vostro ennesimo litigio da bambini? >> 
I due si guardarono storto per un secondo, poi annuirono e il piccolo gruppo si mosse senza ulteriori indugi, capeggiati da Soho che, aggrappata al pelo soffice di Balthazar, incitava al trotto mentre faceva dondolare le gambe. La sottile pioggia cadeva fitta e insieme a una bassa nebbia rendeva complicato muoversi attraverso la foresta. La situazione però migliorò quando gli alberi si fecero più radi e giunsero al limitare del bosco, da dove si poteva vedere una linea ferroviaria e Blake Hall, una vecchia stazione abbandonata. In silenzio i quattro attraversarono di fretta il binario e salirono sulla banchina rialzata, dalle cui crepe uscivano ciuffi di erba selvatica, fino a giungere alla porta della biglietteria, la cui targhetta era per terra, fatta a pezzi probabilmente da un gruppo di baby teppisti anni prima. Il pian terreno era stato lasciato in uno stato di completo abbandono, dei graffiti arricchivano le pareti, mentre sedie sfondate, carta straccia, vetri rotti  e altri oggetti difficili da identificare adornavano il pavimento. Zar, con ancora in groppa Soho, aprì la strada e salì per primo le vecchie scale scricchiolanti, conducendo così il piccolo gruppo al primo piano, che, grazie a una rapida pulizia, era in una situazione decisamente migliore del piano inferiore.  
Nashira, che si trovava seduta a gambe incrociate su una scrivania a guardare la parete che aveva tappezzato di foto e cartine, si voltò all’ingresso degli amici. Scivolò giù dal ripiano e, con in mano quelli che parevano essere un paio di pantaloni marroni, si diresse verso di loro << Ben arrivati. >> 
Dopo che Soho fu scesa dalla schiena del lupo, il corpo di quest’ultimo venne avvolto completamente da delle fiamme blue-nere che, dopo pochi secondi, si ritirarono per mostrare la forma umana del kelpie.
Zar sorrise in modo canzonatorio alla donna, mentre si infilava i pantaloni che gli aveva allungato << Che carina, sei gelosa che gli altri mi vedano nudo? >>
Nilüfer diede una pacca sulla spalla all’uomo, superandolo << Il fatto che i tuoi genitali siano in bella vista non è una novità per noi. Il suo si chiama decoro. >> 
<< Io ho molto decoro! >> sbottò Blathazar fingendosi oltraggiato e portandosi una mano al petto << Io lo facevo per voi. Mi state dicendo che non siete allietati alla vista del mio corpo nudo? >> 
La fata roteò gli occhi al cielo ed emise uno strano verso, mentre si sedeva al posto che poco prima la vampira aveva occupato. Il kelpie, intanto, si guardò intorno, attendendo ovazioni e assensi alla sua domanda retorica. La stessa Soho, che solitamente era la sua fan numero uno, non disse assolutamente nulla, anzi rimase sdraiata su un vecchio triclino sfondato a lanciare in aria quello che pareva essere il pomello di una porta. Sentendosi punto nel suo amor proprio, il ragazzone si avvicinò a passo di marcia a Nilüfer << Guarda che io sono bellissimo! Sono una vera e propria medicina, anzi un balsamo per gli occhi. >> 
Nashira scosse la testa, tra l’esasperato e il divertito, mentre udiva i due battibeccare, poi, percependo una strana presenza vicino a sé, si voltò e trovò Adam che incombeva su di lei come un angelo vendicatore << Sì? >>
<< Tu sai chi sono io, giusto? >> 
Alla strana domanda del compagno, la vampira annuì stranita << Certamente. >> 
<< Ne sei sicura? Perché non si direbbe. >> l’uomo fece un altro passo avanti, riducendo la distanza che li separava a pochi centimetri e, se la stragrande maggioranza delle persone si sarebbe allontanata da lui, la mora rimase al suo posto, con un sopracciglio inarcato e un’espressione di pura tranquillità in viso. Il corvino, benché non lo diede a vedere, apprezzò quel gesto di sfida, era molto più divertente avere a che fare con qualcuno che era in grado di tenergli testa. << Io sono Adam Joid: sicario d’élite, spia, ex Capo della Classe S e incubo di tutti i criminali. >> 
<< Apperò. >> 
Il borbottio sarcastico della vampira venne ignorato dall’assassino che strinse la mascella e inchiodò con lo sguardo gelido la sua preda, che però non parve minimamente spaventata << Secondo te io ho bisogno delle babysitter quando vado a caccia? >> 
Nashira inclinò il capo di lato, si aprì in un sorriso sincero e poi gli diede un buffetto sulla guancia << Sì. >>
A quella semplice e secca parola, Adam rimase palesemente interdetto, mentre il capo di quella banda di svitati gli dava le spalle e andava al centro della stanza. Il falco di Nilüfer scelse proprio quel momento per atterrare sulla cornice di una delle finestre aperte, attirando per un momento lo sguardo della vampira, che poi batté le mani per richiamare l’attenzione dei presenti << Ora che ci siamo tutti, basta cazzeggiare: è giunto il momento di fare il punto della situazione. >> 
Soho, dalla sua posizione supina, girò il capo verso l’amica continuando, al contempo, a lanciare in aria e a riprendere al volo il pomello << Un recap delle puntante precedenti? >>
<< All’incirca. >> la vampira si avvicinò al muro su cui aveva affisso tutti gli indizi che, nel corso degli ultimi anni, avevano raccolto << Come sapete tutti il nostro obbiettivo è Georges Bataille. >> 
<< Detto anche amorevolmente “Lo Stronzo”. >> Nilüfer, dopo essersi allungata a chiudere la finestra, tornò al suo posto, che ora condivideva con Balthazar, e prese ad accarezzare il capo del suo amato Bernardo. 
<< O meglio noto come il Boss dei Purificatori. >> Soho si drizzò a sedere, tenendo fra le sottili dita il pomello << Gruppo razzista che vuole fomentare una guerra tra creature e maghi. >> 
<< Nonché i colpevoli dell’omicidio di mia madre e di Alya. >> Adam, con le braccia strette al petto, era appoggiato contro una colonna, un po’ distate dal resto del gruppo. 
<< Già, ovviamente quello che ci mancano sono le prove, visto che questi schifosi sono bravi a nascondere le tracce. >> Nashira, dopo aver scambiato un breve sguardo con il vampiro, indicò con la mano una foto sfocata che erano riusciti a ottenere con grande difficoltà << Solo in questi ultimi mesi abbiamo scoperto l’alias che il loro capo usa e questa immagine è l’unica cosa che abbiamo su di lui. Non possiamo di certo definirlo uno sprovveduto, ma scoprire chi sia e i suoi prossimi piani è fondamentale per evitare un genocidio di massa. >> 
<< Io sono ancora dell’idea che dovremmo contattare i nostri vecchi amici. >> Nilüfer si strinse nelle spalle e si guardò intorno << Siamo in un pantano e ritengo che se affidassimo quello che abbiamo scoperto ai Custodi ne usciremmo prima. >> 
Balthazar si passò una mano fra i lunghi cappelli per poi legarli in uno chignon veloce << Non metto in dubbio che non sia una mossa sensata, il problema è che non abbiamo tempo e nemmeno prove per confermare quello che sappiamo. >> iniziando poi a grattarsi con furia il collo e borbottando a mezza voce << Maledetta polvere. >> 
<< Senza poi contare che anche se solo uno di noi si palesasse nel Sottosopra verrebbe catturato e interrogato su dove sono gli altri, perdendo appunto il tempo che non abbiamo. >> Soho si portò le ginocchia al petto, arricciando il naso << Per tutti siamo dei criminali che hanno tradito la loro fiducia, siamo dei reietti. Nessuno ci ascolterà. >> 
Adam inclinò il capo di lato << Neanche se Nashira si facesse avanti servirebbe a qualcosa. Ci sono talmente tanti maghi corrotti che sarebbe un suicidio consegnarsi. >> gli occhi dell’uomo si fecero duri, spietati << Verrebbe accusata di tradimento e giustiziata prima ancora di poter dischiudere le labbra. >> 
La diretta interessata prese un profondo respiro, che rilasciò lentamente. Quindi diede le spalle ai compagni e, con sguardo analitico e privo di emozioni, iniziò a studiare il quadro di prove che costellava il vecchio muro fatiscente << Possiamo escludere la strada dei soldi, è impercorribile. >>
<< Non mi sarei mai aspettata di vistare così tanti paradisi fiscali. >> Soho sorrise malandrina << Lo Stronzo è stato accorto, ha aperto diversi conti in tutte le banche con agevolazioni. Mai somme grosse, in modo da non attirare attenzioni indesiderate, ma sufficienti a finanziare le sue cellule terroristiche, che ovviamente compaiono e scompaiono con la stessa velocità con cui una persona si cambia le mutande. >> 
<< Saranno pure dei matti e degli schifosi assassini, ma più che dei terroristi questi si sentono dei componenti di una società segreta. >> Nilüfer, dopo aver dato un buffetto a Balthazar per farlo smettere di grattarsi con furia, scivolò giù dalla scrivania e si avvicinò a una piramide che avevano costruito con difficoltà. Bernardo, preso il volo, si posò su un tubo esposto sul soffitto << Il voto di segretezza è fondamentale per loro e, al posto di confessare, si ucciderebbero. >> 
<< Dei terroristi che fanno parte di una società segreta, di bene in meglio. >> borbottò sarcasticamente Soho.
<< Questo gruppo però sta diventando troppo grande, non tutti sono così inamovibili: i vigliacchi sono ovunque, anche in organizzazioni del genere. >> Adam, che rimaneva nella sua posizione iniziale, studiò la piramide con gli alias dei vertici dei Purificatori in bella vista << Dobbiamo solo trovare l’anello debole. >> 
<< Facile a dirsi, quelli si nascondono meglio dei ratti di fogna. >> Baltahzar, con le gambe incrociate e ancora seduto sulla scrivania, si sporse leggermente per indicare un ritaglio di giornale che citava la retata fatta dagli Auror pochi giorni prima << Ritengo che la pista della droga sia la migliore da seguire. >> 
<< La Cremisi. >> Nashira disse quella parola senza alcuna inflessione nella voce, ma il suo sguardo duro e pieno di rabbia era tutt’altra questione. Sfiorò con la punta delle dita la foto appesa di una cella in cui erano ammassati almeno una decina di cadaveri: le creature si erano ammazzate fra di loro a causa degli effetti devastanti della sostanza stupefacente << Creata apposta per far impazzire qualsiasi essere ne faccia uso. >> 
<< L’ultima volta che abbiamo controllato dovevano assumere almeno cinque dosi per arrivare a quello stadio. >> Nilüfer, che solitamente aveva un tono allegro, in quel momento pareva che ogni gioia le fosse stata sottratta. Rivivere il momento in cui aprivano la porta di quella angusta stanza e si trovavano di fronte a quel massacro ingiustificato generava un tale dolore che ogni pensiero positivo veniva cancellato. 
<< È evidente che stiano cercando di aumentare la potenza, altrimenti l’avrebbero già rilasciata su larga scala. >> Adam finalmente si staccò dalla colonna e picchiettò la foto che tutti stavano guardando << Vogliono che l’effetto sia il medesimo, ma con una sola dose. >>
<< Se ci riuscissero e la Cremisi giungesse nel Sottospora sarebbe la fine. >> la fata si portò le dita tremanti alla bocca, mentre guardava senza davvero vedere la mappa della città << Cosa facciamo? >> 
Nashira sollevò il mento, gli occhi ora ardevano di una rabbiosa determinazione << In questi ultimi anni siamo diventati dei fuggiaschi, ci hanno dato la caccia in lungo e in largo, mentre i veri colpevoli vivevano tranquillamente le loro vite. >> si voltò verso i quattro compagni << Adesso dobbiamo diventare il loro peggiore incubo. Basta giocare secondo le loro regole, basta rimanere sempre un passo indietro. Ora li andiamo a stanare quei fottuti bastardi e li uccidiamo, dal primo fino all’ultimo. >> 
<< Mi piace questo piano. >> Soho si sollevò dal triclino, uno strano calore iniziò a scorrere nelle vene e nei muscoli: non si sentiva così eccitata da parecchio tempo. L’amica, nonché loro capo, fino ad allora aveva voluto solo indagare e mantenere un profilo basso, al tempo aveva compreso la sua decisione, essendo l’unica scelta possibile, ora però si cambiava registro << Cosa dobbiamo fare? >> 
<< Nilüfer, tu devi scoprire tutto quello che è possibile sapere su chi ci sta dando la caccia. Auror o Custodi, non importa: dobbiamo conoscere chi abbiamo alle calcagna. >> la giovane fata annuì << Adam e Zar voi andrete allo Steel, interrogate chiunque sia necessario e portatemi l’anello debole. Non voglio dei tirapiedi che sanno solo pisciarsi addosso per la paura, ho bisogno di risposte. Sono stata chiara? >> 
<< Limpidissima. >> Adam ghignò in una maniera macabra, flettendo il collo a destra e a sinistra facendo così scrocchiare la colonna vertebrale. 
Balthazar, che era a sua volta scivolato giù dalla scrivania per unirsi allo strano cerchio che si era formato al centro della stanza, guardò con leggera apprensione Soho e Nashira, quelle che per lui erano come una zia e una madre << Voi due invece? >>. 
<< Noi? Noi andremo a riscuotere qualche debito. >> le due donne si scambiarono uno sguardo divertito, mentre la kelpie iniziò a saltellare sul posto, troppo eccitata alla prospettiva di ciò che attendeva loro per rimanere ferma.
La vampira invece fissò negli occhi ognuno dei presenti, di coloro che l’avevano seguita in giro per il mondo all’inseguimento di un fantasma << Ve lo ripeto, non abbiate alcuna pietà. Se vi sbarrano la strada, voi caricate a testa bassa, poco importa che a farlo sia un mago o una creatura. Ci hanno dipinto come i cattivi di questa storia, è giunto il momento di esserli per davvero. >> 
 
 
§§§
 
 
26 Settembre 2062,
Irlanda, Bray
 
 
Il sole sorgeva lentamente sulla cittadina di Bray, colorandola e rendendola piano piano viva e piena del tipico fermento mattutino di attività e di gente pronta a iniziare una nuova giornata lavorativa. 
In una villetta a schiera dalla facciata color fiordaliso e con un porticato candido come la neve, il garrito dei gabbiani giungeva attutito insieme allo sciabordare delle onde del mare. Ben presto, allo scoccare delle sei e mezza, in una delle stanze del secondo piano scattò la sveglia del padrone di casa, riempiendo ogni angolo con un rumore fastidioso e acuto. Jason, allungando il braccio da sotto le lenzuola, spense con un gesto secco l’odioso oggetto, borbottò qualcosa di poco sensato e sprofondò ancora di più nel letto, già pronto a riaddormentarsi. Per sua fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista, un adorabile barboncino color biscotto riuscì a salire sull’alto materasso e a infilarsi sotto le coperte per riempire di dolci leccotti l’Auror che, dopo una serie di mugugni e di “Va bene” esasperati, scostò le lenzuola e appoggiò i piedi scalzi sul legno freddo. Per qualche minuto rimase fermo immobile, passandosi le mani sul volto e fra i biondi capelli scompigliati. Fece mente locale su chi fosse, sul perché fosse sveglio a quell’orario orribile e su cosa lo attendeva in quella lunga giornata, e, dopo uno sbuffo, si alzò per dare inizio alla sua quotidiana routine. Si diresse con passo pesante in bagno, sempre seguito dalla sua fidata Ariel, dove aprì i rubinetti del lavandino e, con gli occhi ancora gonfi per il sonno, infilò la testa sotto il getto d’acqua fredda. Vi rimase per un paio di minuti, finché non si sentì completamente sveglio e reattivo, quindi chiuse il rubinetto e si drizzò. Dopo essersi asciugato il viso, si voltò verso la cagnolina che gli stava grattando lo stinco con la zampetta << Mi preparo e poi usciamo. >>
In meno di quindici minuti Jason si sistemò la corta barba, fece una doccia veloce, si lavò i denti e indossò gli abiti che aveva preparato la sera prima e che aveva adagiato sul termosifone, in modo da averli caldi quando li avesse infilati. 
<< Sono o non sono un portento? >> domandò retoricamente, abbassandosi all’altezza della sua cagnolina e allungando il palmo della mano in modo che lei potesse appoggiarci la sua zampetta in un bizzarro cinque. 
Scese le scale quasi saltellando, mentre fischiettava un motivetto allegro, per poi dirigersi in cucina dove, con uno svolazzare della bacchetta, mise su la sua cioccolata calda e versò i croccantini per la sua cucciola, che attendeva impaziente vicino alla sua ciotola per l’acqua. 
Intanto che il cucchiaio di legno girava lentamente nel tegamino e Ariel banchettava allegramente, il mago scivolò su una delle sedie della cucina e riprese in mano la lettera che gli era stata recapitata il giorno prima. Un sorriso luminoso e pieno di amore si dipinse sul suo volto nel rileggere le parole vergate da Ariadne, la sua sorellina. L’eccitazione e la meraviglia per Hogwarts era palpabile, ma come poteva darle torto? In fondo era il suo primo anno e ogni cosa ai suoi occhi era nuova e magnifica. Prese la foto, che gli aveva inviato insieme alla lettera, che la ritraeva con le sue compagne di stanza e la appese sul frigo con una calamita a forma di coccinella, insieme a quelle degli altri fratelli.
<< Ariadne si è ambientata perfettamente, ormai non dobbiamo più preoccuparci. >> Jason si chinò per accarezzare la testa morbida di Ariel che lo aveva affiancato << In compenso Hector non mi ha scritto da quando è iniziata la scuola. Capisco che sia il suo ultimo anno, ma dovrebbe almeno farsi sentire ogni tanto. Non trovi? >>
La cagnolina inclinò il capo di lato, con gli occhi che parevano brillare di divertimento, mentre osservava il suo padrone borbottare come una ciminiera sul fatto che avrebbe non solo risposto alla sua amata sorellina, ma che avrebbe spedito una lettera al fratello per sgridarlo per la sua poca considerazione nei suoi confronti. 
<< Chiamerò i gemelli durante la pausa pranzo, ma conoscendoli non mi risponderanno perché “sono troppo impegnati con gli allenamenti della nazionale”. >> Jason utilizzò una vocetta stridula, che nella sua mente era quella che veniva emessa dai suoi fratellini mentre si versava la cioccolata calda, accompagnata da una montagna di panna montata, in un thermos rosa shocking pieno di strass, decorato dalla sua adorata Ariadne << Quei tre sono dei veri ingrati. >>
Preso il contenitore termico e messo il collare alla barboncina, l’uomo uscì per la sua passeggiata mattutina che durò come al solito una ventina di minuti, allungata più che altro dalle chiacchiere che era solito instaurare con gli altri padroni che incrociava per strada. 
Appena rimise piede in casa, si diresse nuovamente in cucina dove lavò con cura il prezioso thermos e poi si perse nel coccolare Ariel, rassicurandola, con una voce che trasudava dolcezza, che sarebbe tornato a casa il prima possibile, poi, con il cuore straziato dal dolore del dover abbandonare la sua bimba, uscì e corse a prendere il treno che lo avrebbe condotto a Dublino. Durante tutto il tragitto, insieme agli altri pendolari, si ritrovò a pensare a quello che lo attendeva a lavoro, in particolare alla riunione che era stata programmata, e sperò che l’incantesimo che lui e Ryu avevano modificato funzionasse per davvero. Giunto in stazione si diresse all’interno di un’edicola che era deserta, se non si contava il proprietario, che lo salutò con un cenno del capo, e i tre individui, una donna e due uomini, che tenevano tutti una mano su di un giornale.
<< Giusto in tempo Underseaq. >> borbottò Bernard White << Se non arrivi all’ultimo secondo, non sei contento. >> 
L’Auror si esibì in un sorriso di scuse, che elargì a tutti i presenti, mentre afferrava a sua volta il quotidiano e, dopo qualche minuto, il mondo iniziò a girare vorticosamente e si sentì come se venisse tirato, attorcigliato e ripiegato su sé stesso. Per fortuna il viaggio durò poco e alla fine si ritrovò di fronte all’enorme fontana che campeggiava al centro dell’atrio del Ministero. 
<< Jason. >> il saluto pacato di Sarah lo fece sobbalzare, la quale roteò gli occhi al cielo mentre gli altri viaggiatori, che avevano condiviso con lui la passaporta, si disperdevano nella folla mattutina. 
<< Mi spieghi perché sussulti ogni volta che ci incrociamo? Ormai dovresti esserti abituato al fatto che arriviamo quasi sempre allo stesso orario. >>
L’uomo si strinse nelle spalle, non sapendo spiegare come mai avesse sempre la stessa reazione quando incrociava la collega, che emise una specie di grugnito di fastidio e che scosse la mano come per scacciare una mosca fastidiosa. I due, fianco a fianco, si diressero verso gli ascensori e, appena giunsero al secondo livello, si avviarono verso la sala riunioni.
Sarah si mise a giocherellare con la zip della sua giacca di pelle << Tu ti senti pronto? >> 
<< Per cosa? >> 
La strega lanciò un’occhiata eloquente al collega << Al dover collaborare con le creature. Quando ieri Mason ci ha detto a quali casi avremmo dovuto lavorare e soprattutto con chi, ammetto che ero a dir poco incredula. >>
L’Auror si strinse nelle spalle con nonchalance << Sai che per un quarto ho sangue di selkie, prima della chiusura del Sottosopra per me era normale andare a trovare i miei parenti e avere a che fare con loro. In fondo non sono poi così diversi da noi. >> 
Il naso della bionda si arricciò e il suo volto mostrò tutta la sua diffidenza mentre superavano la soglia della piccola sala riunioni, già gremita di persone. In un angolo in disparte si trovava Ryu Tanaka, con cui Jason scambiò un breve cenno di saluto, affiancato da una giovane dai lunghi capelli scuri che le ricadevano sulle spalle in morbide onde, il mago impiegò un paio di istanti a riconoscerla, ma, appena incrociò i suoi occhi cristallini, non ebbe dubbi: Ryu si era portato dietro nientepopodimeno che Virginia Sandström.
<< E loro cosa ci fanno qui? >> il mormorio di Sarah gli giunse forte alle orecchie intanto che si avvicinavano a Jordan, Gaspard e Noelle.
<< Ti ricordi che ieri Mason, finita la riunione, mi ha dato l’incarico di collaborare con Ryu? Ebbene, loro sono qui per via dell’Incantesimo di Contenimento. >> 
Jordan aggrottò la fronte, voltandosi verso il collega << Funzionerà? >> 
<< Teoricamente sì. >> 
<< Teoricamente? >> 
Jason si strinse nelle spalle, ma per fortuna venne salvato dall’ingresso di Mason, seguito ovviamente da Helena. Il Capo Auror si guardò intorno con curiosità, registrando la presenza dei due agenti MSI come anche quella di tutti i componenti della squadra Omega. 
<< Spero che la notte vi abbia portato consiglio e che siate pronti a quello che vi attende. >> l’uomo, con la schiena diritta, si voltò verso la porta verde ad arco che campeggiava al centro della parete in fondo alla stanza. Un fruscio e un lieve clic portò l’attenzione di tutti i presenti sul disco vicino allo stipite, che era passato dalla sezione nera a quella bianca. 
Mason, afferrò i due pomelli rotondi e li girò, uno in senso orario e l’altro nel senso inverso << Ora come ora, nessuno di noi può tornare indietro. >> e detto questo spalancò le due ante, mostrando così una stanza luminosa e gremita di persone. 
Un uomo slanciato e pieno di tatuaggi fece un passo avanti, sorridendo cordiale << Ritengo che sia meglio che siate voi a spostarvi. >> lanciò un’occhiata al luogo in cui si trovavano i maghi e indicò alle sue spalle con il pollice destro << Qui da noi c’è più spazio. >> 
Mason annuì e fece un cenno del capo ai suoi sottoposti, uno per volta gli Auror attraversarono la soglia per ritrovarsi in un’enorme sala, caratterizzata da un lungo tavolo, una grande finestra sulla parete sinistra, una serie di lavagne sulle altre due e addirittura un angolo bar. Jason, sentendo odore di muffin freschi, percepì il suo stomaco brontolare, ma riuscì a trattenersi dall’allungarsi a prenderne uno. 
Livari aggrottò la fronte quando riconobbe gli ultimi due maghi entrare nella sala, quindi si voltò verso il Capo Auror << Degli agenti MSI? >>
L’uomo non si scompose e sostenne lo sguardo dell’ibrido << Sono qui per l’incantesimo, come da tua richiesta verrà imposto ad ambo le parti. >> 
<< Ottimo. >> il Capo dei Custodi si esibì in un sorriso cordiale, anche se i suoi occhi rimanevano fermi sui due estranei << Da quanto ne so, loro due dovrebbero essere impegnati in una battuta di caccia. Non c’era nessun altro al Ministero in grado di compiere questo incantesimo? >> 
<< L’agente Tanaka è uno dei maggiori esperti di Antiche Rune. >> Mason sollevò il mento, mentre un ghigno sarcastico si dipingeva sul suo volto << Ho pensato che avreste apprezzato che mettessimo in campo i nostri uomini migliori. Non vorrei certo che qualche creatura rimanesse ferita. >> 
Dei bassi ringhi si sollevarono dai Custodi raccolti nella stanza, ma che vennero presto azzittiti dalla mano alzata del loro superiore << Ti ringrazio per questa premura, ne sono quasi commosso. >> 
Il Capo Auror fece un cenno del capo elegante << Allora, iniziamo? >>
Livari acconsentì, quindi si voltò verso i due gruppi che si scrutavano l’un latro come animali sulla difensiva << Non credo che sia necessario ripetere il perché ci siamo riuniti tutti qui oggi. È imperativo scoprire chi c’è dietro questi omicidi e per farlo la cosa migliore è che noi collaboriamo. >> lo sguardo glaciale dell’uomo si posò su ognuno dei presenti, facendo comprendere che non sarebbe stato tollerato nessun tipo di insubordinazione << Quindi, prima di metterci al lavoro, è meglio sottoporci all’Incantesimo di Contenimento. >> 
A quelle parole, un più che naturale mal contento si diffuse fra i Custodi, come anche un certo disagio fra gli Auror, a eccezione di Jason che drizzò la schiena e cercò di dimostrare tutta la sua sicurezza << Dovremo disporci in cerchio, in modo tale che gli agenti Tanaka e Sandström possano muoversi intorno a noi e completare al meglio il rito. >> 
<< Il rito? >> Martin aggrotto la fronte << Credevo si trattasse di un incantesimo. >> 
<< E lo è. >> Jason si voltò verso il selkie, accennando a un sorriso cortese << Ma ha origini medievali e, visto che non è mai stato applicato contemporaneamente a creature e a maghi, abbiamo dovuto tornare alle origini della magia e apporvi qualche modifica. >> 
<< Funzionerà? >> la domanda di Lucien, posta con palese scetticismo, venne sostenuta dai borbottii dei suoi colleghi.
<< Certamente. >> Ryu si fece avanti con la bacchetta sguainata, ma con la punta rivolta verso il pavimento << Come è stato fatto notare dal vostro superiore noi non dovremmo essere qui. Quindi vi pregerei di mettervi in cerchio, l’operazione durerà poco, ma se vi mettete a discutere per ogni minima cosa staremo qui fino a domani mattina. >> 
Virginia, al fianco del giapponese, strinse le labbra per trattenere la risata che le era salita alle labbra: bisognava riconoscere al suo collega non solo un certo polso nel gestire situazioni critiche, ma anche un notevole coraggio per aver ripreso, in una maniera così cruda, almeno più di una decina di persone a lui sconosciute. 
Quando tutti si furono disposti in cerchio, Ryu e Virginia si misero sui due poli opposti della figura << Ora ognuno si faccia un piccolo taglietto sul palmo della mano dominante, poi tenetelo sollevato davanti a voi. >>
L’ordine del primo venne eseguito, seppure con qualche ovvio borbottio lamentoso.
<< Pronta? >> 
Virginia annuì al collega, estraendo la sua bacchetta di noce nero da una tasca della giacca << Prontissima. >>
I due agenti MSI intonarono contemporaneamente una magia antica, in una lingua praticamente dimenticata da tutti. Alcune gocce di ciascuno dei presenti fuoriuscirono dalle loro ferite e fluttuò al centro del cerchio, unendosi in una sfera, che si muoveva e fremeva come se fosse viva. I passi lenti e misurati dei due agenti davano una strana sensazione di pacatezza e di pericolo al tempo stesso; sembrava quasi che l’aria intorno ai tredici si fosse fatta rarefatta e che qualcosa di orribile stesse accadendo, il tutto poi veniva aggravato dalla antica litania. 
Improvvisamente la sfera si sciolse e decine di catene si srotolarono, per poi strisciare come serpenti intorno alle gole di ciascuno dei presenti. Nessuno si mosse, erano come impietriti mentre gli occhi roteavano e guizzavano in ogni dove come delle palle impazzite. 
<< Ro na seann dhiathan, tha an aonta air a sheulachadh.(3) >>
Appena l’incantesimo fu concluso, come un sol uomo sia i maghi che le creature presero un profondo respiro come se fossero stati privati dell’aria per tutto il tempo, qualcuno venne anche scosso da dei forti colpi di tosse irrefrenabili, dati probabilmente da un più che normale attacco di panico. Due rune ben visibili erano ora impresse sulla carne dei tredici: sul collo, come un marchio a fuoco, svettava la Thurisaz(4), mentre sul palmo, dove avevano fatto il piccolo taglio, vi era l’Othilaz(5).
Livari si passò la punta delle dita sul collo << Quindi come funziona? >> 
Ryu nascose la bacchetta di ciliegio in una tasca interna della sua giacca su misura, subito imitato dalla collega << Invece di instaurare un legame padrone-servo, abbiamo fatto in modo che ciascuno di voi sia entrambi. Basterà che appoggiate la mano con la runa Othilaz su una parte del corpo di un vostro compagno e a quel punto potete ordinargli qualsiasi cosa. Spero sappiate che il potere che vi è stato concesso non è uno scherzo, quindi fatelo solo se strettamente necessario e se siete in situazione di pericolo. >> 
Dagmar strinse gli occhi in due fessure << E se qualcuno si rifiuta si svolgere l’ordine impartito? >> 
<< Verrebbe avviluppato da un dolore così acuto da farlo piegare in due e immobilizzarlo. >> Ryu sollevò entrambe le mani per evitare di essere subissato da insulti di vario genere << Abbiamo inserito una sorta di sicura: se qualcuno fa uso della runa Othilaz, attiverà anche quella degli altri undici e tutti sapranno chi è stato e quale ordine è stato impartito. >> 
Visto che nessuna rimostranza venne sollevata, dopo quel breve chiarimento, il giapponese sorrise << Bene, credo che qui abbiamo concluso. Io e la mia collega ci congediamo. Buona giornata. >> si esibì in un breve ma perfetto inchino e se ne andò, seguito da Virginia che continuava a fare del suo meglio per non mettersi a ridere di fronte agli strani atteggiamenti del suo compagno. 
<< Sbrigativo. >> commentò Livari, in parte divertito dall’atteggiamento dell’agente MSI e allo stesso tempo ancora infastidito dal bruciore delle rune. 
<< Sono uno più strano dell’altro, quelli là. >> Mason arricciò il naso, poi squadrò le spalle e assunse una posizione militaresca << Ora che abbiamo concluso questo spiacevole, ma necessario, procedimento è finalmente giunto il momento di cominciare a lavorare. Helena, Jordan, Sarah, Martin e Lucien andranno a controllare la scena del crimine a Brixton. >>
<< Io, Hera, Dagmar, Gaspard e Jason ci occuperemo invece della scena del crimine di Highgate. >> la voce calda e pacata di Livari attirò l’attenzione di tutti << Sibylle e Noelle invece lavoreranno nella sala autopsie della prima, avete la bellezza di cinque cadaveri che vi attendono. >> 
Il Capo dei Custodi si guardò introno << Se non avete nessuna domanda o rimostranza, è giunto il momento di mettersi all’opera. >> 
 
 
 
 
 
 
 
 
(1)Uèir: in gaelico dovrebbe significare “filo” (Runa di mia invenzione)
(2)Spettrometro di massa: è uno strumento analitico che separa gli ioni aventi la stessa carica e massa diversa, o più in generale aventi rapporto di massa su carica diverso (come sono ad esempio gli isotopi). Dunque è una tecnica analitica applicata sia all'identificazione di sostanze sconosciute, sia all'analisi in tracce di sostanze.
(3)Ro na seann dhiathan, tha an aonta air a sheulachadh: altro incantesimo di mia invenzione, letteralmente significa “Di fronte agli antichi dei, il patto è sigillato”.
(4)Thurisaz: detta anche Runa dei Giganti, simboleggia allo stesso tempo una spina e una protezione. Induce chi la porta a rispondere al “padrone” (il druido).

​(5)Othilaz: detta anche Runa del Druido, simboleggia l’ultimo guardiano della soglia. Chi la porta ha potere assoluto su chi possiede la Runa dei Giganti. 

 
 
 
Angolo Autrice:
 
Eccomi di nuovo qui, in un tempo relativamente decente! Quasi non ci credo neppure io X’D
Come al solito spero che il capitolo vi sia piaciuto e, seppur ancora introduttivo, mi auguro che vi abbia coinvolto e che non vi sia calata la palpebra mentre lo leggevate, sarebbe un guaio altrimenti. 
Vi avviso che dal prossimo aggiornamento potrei descrivervi scene più “cruenti”, ovviamente il banner iniziale rimarrà per avvisare qualsivoglia lettore, ma mi sembrava giusto rendervi partecipi di questa cosa così ne siete consapevoli e non rimarrete sorpresi. 
Dal prossimo capitolo vorrei anche cominciare ad approfondire il passato dei vari Oc e poiché alcuni di essi sono particolarmente lunghi e densi di eventi, piuttosto che intervallare un capitolo della storia vera e propria con uno di approfondimento, che ne pensate se faccio una raccolta a parte? Ditemi voi cosa preferite e poi io farò di conseguenza. Intanto vi lascio tre nomi di tre creature tra cui scegliere:
 
Nilüfer
Martin
Hera
 
Ne approfitto per ringraziare tutti quelli che mi hanno lasciato una recensione o che mi hanno scritto in privato dopo aver pubblicato finalmente il primo capitolo. Grazie davvero, il vostro sostegno per me è stato molto importante. 
Buona giornata e a presto,
Chemy

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


Attenzione! 
Questa storia tratta argomenti delicati ed è sconsigliata la lettura a un pubblico facilmente impressionabile.

 
 
 

Capitolo III

 
 
"I would rather be known in life as an honest sinner, than a lying hypocrite"
 
 
 
 
15 Novembre 1917,
Scozia, Edimburgo
 

Hades Barrows mai, nella sua lunga vita centenaria, si sarebbe aspettato di diventare padre un giorno, men che meno di una femmina. Inclinando il capo osservò meglio il piccolo fagotto che la moglie Cassiopea gli aveva messo fra le braccia e che gli trasmetteva uno strano calore, facendogli provare sensazioni sconosciute.
<< Ti piace? >> gli domandò la donna, appoggiandosi stancamente alla montagna di cuscini che dei solerti servitori le avevano preparato.
<< Certamente, è una Barrows. >> commentò orgoglioso, facendo ridacchiare la consorte, mentre lui studiava le guance rosee della figlia e i sottili capelli scuri. 
L’uomo si domandò come far fronte a un onere del genere. Lui non ne sapeva nulla di come crescere una bambina, ma per assurdo, nonostante fosse la prima volta che la stringeva a sé, già la amava sopra ogni cosa. Essendo stato cresciuto con regole ferree e una disciplina altrettanto rigida, gli risultava difficile esprimere i propri sentimenti con le parole, preferiva di gran lunga l’azione. In quel preciso istante decise che nessuno avrebbe fatto del male alla sua bambina perché l’avrebbe educata nello stesso modo in cui era stato allevato lui, come un maschio.

Cullandola dolcemente la portò oltre la grande portafinestra, sul balcone che dava sul cortile interno della villa. Si avvicinò alla balaustra, in modo che la luna piena la bagnasse con i suoi raggi candidi.
<< Sarai una bellissima e valorosa figlia della notte. >> sentenziò Hades, poi la sollevò in aria mostrandola ai componenti del Clan riuniti nel giardino sottostante << Lei è Hera Barrows, mia figlia. >> un boato si sollevò, dando il benvenuto alla piccola fra la stirpe dei vampiri. 
 
 
§§§
 
 
26 Settembre 2062,
Brixton, Londra
Loughborough Estate
 

Nuvole cariche di pioggia calavano, come un mantello scuro, su una delle zone più malfamate di Londra. Dei giovani babbani sfidavano il tempo e le sferzate di vento gelido, continuando a giocare a pallone in un campo malmesso a qualche chilometro di distanza dal complesso popolare.   
Martin spostò lo sguardo dal portiere, che sbraitava contro uno dei suoi compagni per fissarsi, per pochi secondi, sul cielo plumbeo che aveva permesso loro di andare in superficie nonostante fosse ancora pieno giorno. Strofinandosi con il pollice il marchio che gli adornava il polso destro, si allontanò dall’unica finestra del monolocale, sotto la quale sostava un piano cottura scadente, e tornò a scrutare l’ambiente di appena 30 metri quadrati: un materasso era addossato alla parete di sinistra, vicino alla porta del bagno, un armadio sbilenco sostava dalla parte opposta e un tavolo pieghevole, con una semplice seggiola, si trovava in un angolo. Il luogo era stato ovviamente sistemato, tutte le prove erano state portate via, ma i segni degli artigli e gli schizzi di sangue rappreso sui mobili e sui muri erano ancora ben visibili. 
I lupi mannari non facevano parte delle comunità del Sottosopra per loro libera scelta, benché al tempo gli fosse stato proposto di farvi parte; Alya aveva tentato infatti più volte di convincere gli esponenti più in vista di questo gruppo discriminato a cambiare idea, ma aveva sempre ricevuto secchi rifiuti. Nonostante il desiderio mal celato della stragrande maggioranza dei lupi mannari di essere accettati come parte della comunità magica, il Ministero della Magia, dalla fondazione del corpo dei Custodi, aveva affidato a loro la tutela e il controllo dei componenti della suddetta razza. Insomma avevano colto la palla al balzo e avevano scaricato un fardello, di cui erano ben felici di liberarsi, fra le braccia di un allora attonita e più che stizzita Nashira e di una fin troppo contenta Alya O’Malley.
Martin scosse brevemente la testa e si fermò al centro della squallida stanza << Qual è la vostra teoria? >> 
Sarah, che si trovava vicino alla porta d’ingresso, dove Lucien stava esaminando la serratura, aprì il suo bloc-notes << I nostri colleghi ritengono che sia stata una ritorsione. >> spiegò, mentre sfogliava velocemente i pochi dettagli che era riuscita a estorcere ad uno degli Auror che avevano in consegna il caso prima di loro << Mike Smith, 57 anni, era finito nella spirale dell’alcolismo e della droga da ormai undici anni e aveva più debiti che altro. Probabilmente il suo fornitore è venuto a riscuotere o a consegnarli della roba e lui non ha potuto pagare. >>
<< Quando è stato scoperto il corpo? >> Martin aggrottò le sopracciglia e continuò a guardarsi intorno.
La strega arricciò il naso finché non trovò l’informazione richiesta << Ore dopo, circa otto, da un vicino che ha visto la porta aperta. >> 
Lucien si risollevò dalla sua posizione acquattata, con la medesima espressione perplessa del suo superiore dipinta sul volto << C’erano incantesimi di protezione? >>
<< Ecco… >> mormorò l’ex Serpeverde sfogliando velocemente il taccuino << Era stato imposto solo un incantesimo Silencio. >>
<< Nessun incantesimo di protezione? >> Helena, con la fronte corrucciata, studiò la porta come se potesse darle lei direttamente la risposta << Qualcosa per evitare un’intrusione? Insomma, siamo in una delle zone più pericolose di Londra e non ha pensato di preservare la sua dimora? >>
Jordan, che fino a quel momento si era limitato ad osservare, si fece avanti e affiancò i colleghi, soffermando gli occhi blu in particolare sul Vice-Capo dei Custodi << E perché ho come l’impressione che, stranamente, state per dire che non può essere stato un lupo mannaro? >>
<< No, in realtà no. >> stringendo le mani dietro la schiena, Martin inarcò il sopracciglio destro e sostenne lo sguardo scettico del mago << Nel Sottosopra abbiamo i più svariati spacciatori e strozzini, di qualsiasi razza e provenienza, tra cui anche qualche lupo mannaro. Però, a mio modo di vedere, c’è qualcosa che non torna. A voi non sembra? >>
Helena si strinse la perfetta coda di cavallo in cui erano raccolti i suoi capelli biondo cenere, questo tic la accompagnava fin da piccola e usciva fuori quando si sentiva a disagio perché non comprendeva qualcosa << Spiegati meglio, per piacere. >>  
<< Abbiamo un mago che, intelligentemente, si è rifugiato in mezzo ai babbani e che, probabilmente, usa un nome falso per sfuggire dai suoi supposti creditori. Siamo tutti d’accordo con il ritenere il nostro Mike Smith abbastanza sveglio e sufficientemente impaurito da prendere questo genere di precauzioni. Quindi perché diavolo decide di non utilizzare nessuna magia del suo repertorio per proteggere il tugurio in cui si è rintanato, eccezion fatta per un Silencio? Mossa a dir poco strana, non trovate? >>
Visto il silenzio che era calato sui tre Auror, Lucien, dopo aver passato una mano sullo stipite della porta, si voltò verso il centro della stanza << A causa della porta sfondata, i vostri colleghi hanno avvalorato la loro tesi secondo cui il colpevole doveva essere un licantropo furioso e trasformato a uccidere la vittima, ma stranamente nessuno lo ha visto arrivare o andarsene. >>
<< In questa zona è la prassi. >> Jordan scosse le spalle con fare noncurante << Seguono la filosofia di vita “Non vedo, non sento, non parlo”. Già è strano che un vicino si sia fatto avanti prima che il puzzo di decomposizione risultasse intollerabile. >> 
<< Che facciano orecchie da mercante è comprensibile, ma se avessero visto un essere mostruoso lo avrebbero filmato per poi metterlo su internet. >> Lucien inarcò le sopracciglia, mentre la sua voce mostrava una punta di insofferenza nei confronti del mago << Possono anche non fidarsi della polizia, però uno scoop rimane pur sempre uno scoop. >> 
<< È possibile che il killer sia rimasto qui dentro finché non ha sbollito la rabbia e che poi se ne sia andato via tranquillamente. >> propose Helena allargando le braccia, come a voler inglobale tutta la stanza in quel semplice gesto << Si è divertito parecchio qui dentro. >>
<< Potrebbe essere. >> confermò Martin con espressione apatica << Ma deve essere una persona con un grande controllo, perché non ho mai sentito di un lupo mannaro che rimane in una stanza quando ha la possibilità di scorrazzare libero. >> 
Un silenzio pesante scese sui cinque intanto che ripensavano alle discrepanze appena emerse. 
<< Dobbiamo ammettere che i conti non tornano. >> commentò Helena, dopo essersi lasciata sfuggire un sospiro d’esasperazione: odiava quando scopriva che i suoi sottoposti avevano fatto delle indagini approssimative << Dovremo rivedere le prove e le dinamiche. >> 
<< Ritengo che un nuovo giro di domande sia d’obbligo a questo punto. >> 
Alle parole di Martin, Jordan roteò gli occhi al cielo e borbottò qualcosa di incomprensibile, ma era chiaro che non fosse per nulla felice di dover interrogare dei testimoni poco collaborativi.
<< Potrebbero essere due i colpevoli. >> Sarah, che aveva prestato in parte attenzione a quello che avevano detto gli altri, espresse la sua idea ad alta voce, attirando così l’attenzione degli altri. Trovandosi quindi quattro paia d’occhi concentrati tutti su di lei si spiegò meglio << Insomma, è la prassi no? Lo strozzino che viene a riscuotere con il braccio destro. >> 
Lucien annuì riflettendo sul ragionamento della strega << Con l’aggiunta di un secondo individuo molte falle avrebbero una spiegazione. >>
<< Bene, almeno ora abbiamo un punto di partenza. >> disse Helena << Il modo migliore per scoprire chi è stato, è capire con chi Mike si era indebitato. >>


 
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Highgate
 
 
Hera attraversò l’arco, che divideva la sala da pranzo dall’ampio salotto, guardandosi intorno con attenzione, cercando di annotare ogni dettaglio, ogni piccolezza. Era chiaro che in quella casa ci vivesse una famiglia amorevole, l’ambiente infatti trasmetteva calore e cura, accentuati da quelle piccolezze di cui solo i bambini sapevano rendersi fautori: i disegni attaccati al frigorifero, qualche piccolo murales qua e là e anche i giochi sparsi per le varie stanze in caloroso disordine. Ogni cosa però era contaminata dal caos in cui versava il primo piano del piccolo cottage. Camminando fra i mobili ribaltati e gli oggetti distrutti si aveva la sensazione di poter percepire il terrore e la frenesia di scappare che avevano provato le vittime, mentre gli schizzi di sangue portavano alle orecchie grida strazianti che logoravano l’anima. 
La vampira si fermò tra Dagmar e il suo superiore, che era intento a osservare quattro squarci che avevano profanato la carta da parati << Hanno fatto un lavoro magistrale. >> Livari passò una mano sui solchi che avevano scavato anche il legno sottostante.
Gaspard, con le braccia strette al petto e gli occhi chiari fissi sulle tre creature, inclinò la testa incuriosito << Cosa intendi? >> 
<< Chiunque sia il colpevole, ha messo su un bel teatrino. >> 
<< Sono morte quattro persone. >> la voce pacata e priva di qualsivoglia inflessione dell’Auror, mal si abbinava allo sguardo che si era fatto duro come il granito << Non lo definirei un teatrino. >>
Livari, senza mostrare alcun senso di colpa o di fastidio al chiaro rimprovero, mantenne la schiena dritta e un’espressione distesa e tranquilla << Questo però non cambia la sostanza: è una messa in scena. >> 
Jason, che era vicino alla porta che conduceva all’ingresso, aggrottò la fronte << Come fate a dirlo? >>
<< C’è troppo sangue. >> Dagmar si guardò intorno con fare analitico, per nulla impressionata e men che meno impietosita dalla scena del crimine. 
La mascella di Gaspard ebbe un piccolo guizzo, studiando a sua volta la stanza << Da che ne so i vampiri si cibano di sangue e i loro banchetti frenetici sono ben conosciuti. >> 
Hera scoccò un’occhiata infastidita al mago << Su questo non c’è dubbio. C’è però una cosa che voi non potrete mai capire, cioè il rapporto quasi sacrale che noi vampiri abbiamo con il sangue: rappresenta il nostro sostentamento, la vita stessa… non lo sprecheremmo mai così. >> come a voler sottolineare quanto detto, la donna indicò uno schizzo che imbrattava la parete fino al soffitto, causato probabilmente da un’arteria recisa << Sembra quasi che abbiano cercato di emulare un Pollock giusto per impressionarci. >>
<< Non possono essere stati nemmeno dei vampiri presi dalla brama di sangue. >> di fronte all’espressione perplessa dei due Auror, Livari si vide costretto a parlare con maggior chiarezza << Come già detto dalla mia deliziosa collega, per i vampiri il sangue è nutrimento, ma si è dimenticata di aggiungere che è anche una condanna. Se per un lungo periodo ne assumono troppo, arrivando a uccidere sempre le loro vittime, ne diventano dipendenti, simili ai cocainomani solo più pericolosi. Quando cadono in questo stato sarebbero capaci di uccidere la loro stessa madre se questa li separasse dalla loro preda. >> 
<< Mi pare che questo scempio possa essere riconducibile ad esseri del genere. >> commentò Jason, inarcando le sopracciglia e indicando con la mano il salotto.
Dagmar fece un passo avanti e annuì << Sì, la violenza e la distruzione potrebbero essere riconducibili a un vampiro in piena brama di sangue. >> 
<< Perché ho come la sensazione che ci sia un ma? >> la domanda ironica di Gaspard strappò un mezzo sorriso alla mezza fata, che regalò un occhiolino cospiratorio al mago, il quale rimase palesemente perplesso e sorpreso dal gesto di confidenza della donna. 
<< Evidentemente sei una persona perspicace. >> lo lusingò, per poi tornare seria << Il grande “ma” è dato nuovamente dall’eccessivo sangue che imbratta le pareti: un vampiro in piena brama sarebbe capace di leccarlo dal pavimento, non lo sprecherebbe. >> 
<< State dicendo che qualcuno ha messo a soqquadro la casa e trucidato una famiglia solo per far ricadere la colpa sui vampiri? >> Jason si avvicinò al suo superiore, scrollando le spalle e mostrando tutto il suo scetticismo a riguardo. 
<< Sto dicendo che, chiunque sia stato, vuole depistarci. >>  
Gaspard, dopo qualche minuto di silenzio in cui aveva riflettuto attentamente su quanto era emerso e sulle giuste osservazioni fatte dalle creature, sollevò lo sguardo sui colleghi << Però perché fare una tale fatica? Perché mettere su una messinscena del genere? >> le rughe d’espressione sulla fronte del mago si accentuarono << Solo per sviare le indagini? Mi pare molto articolata come cosa. >> 
Livari si passò il palmo della mano sulla guancia destra fino a racchiudere il mento fra le dita << In questo caso ci sono più domande che risposte e pare che ogni cosa si contraddica. >> l’ibrido fissò gli occhi chiari sulla finestra che dava sul giardino, ma il suo sguardo era vitreo, come se non vedesse davvero e fosse perso chissà dove << Cosa ci faceva un gruppo di vampiri, in piena brama di sangue, in una zona del genere e cosa li ha spinti a scegliere proprio la famiglia Brennan? >> 
Il profiler non ebbe modo di dire nulla poiché Hera, che fino ad allora era rimasta in disparte a sfogliare gli appunti, lo precedette << Temo di dover aggiungere altri quesiti alla lista. Riguardando le testimonianze prese dai vostri colleghi mi sono resa conto che i vicini sono stati allertati da urla femminili. >> 
<< Penso che sia normale, la madre deve aver gridato con quanto fiato avesse in gola. >> Jason aggrottò le sopracciglia, non comprendendo dove volesse andare a parare. 
<< Hanno sentito solo urla femminili. >> Hera sottolineò con enfasi l’aggettivo << Com’è possibile che sia stata la madre l’unica a strillare? È sensato supporre che il padre sia stato ucciso per primo in modo da eliminare la minaccia maggiore, però i bambini devono aver gridato per la paura. Quindi perché nessuno li ha sentiti? >>
Livari sbatté un paio di volte le palpebre, come a voler eliminare la foschia che gli aveva annebbiato la vista, << C’erano magie di protezione? >> 
Jason annuì << Avevano messo su ogni genere di precauzione possibile. >> 
<< Possibile che siano stati loro a far entrare i vampiri? >> 
Alla domanda schietta e incredula del Capo dei Custodi, un silenzio ingombrante scese sui cinque finché Dagmar non espresse il pensiero comune << Temo che dovremo ripartire da zero. >> 
 
 
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23 Gennaio 1926,
Scozia, Edimburgo
 
 
Un tonfo e un basso mugugno di dolore parvero risuonare come un tuono all’interno della stanza scarsamente arredata.
Un uomo dalle spalle larghe studiava con aria impassibile i movimenti dello scricciolo steso sul pavimento mentre teneva in mano un lungo bastone di legno << Non ti stanchi di passare più tempo per terra che in piedi? >> 
<< Ovviamente, Signore. >> Hera si drizzò, scostandosi una lunga ciocca scura dal volto intanto che si sistemava nuovamente in posizione d’attacco. Strinse gli occhi chiari in due fessure, come fece con la piccola spada di legno tra le dita sottili, poi si scagliò in avanti, non sapendo bene però quale mossa sarebbe stata la più giusta da eseguire successivamente. 
La piccola udì un breve sospiro annoiato poi vide il suo insegnante, nonché padre, muovere in diagonale l’asta, infilarla fra i suoi piedi e farla cadere rovinosamente. 
La bambina di appena otto anni trattenne a stento un ringhio di dolore dovuto al brutto atterraggio. 
La neve, che scendeva lenta fuori dalle finestre a volta, parve attrarre l’attenzione di Hades mentre il fuoco, nel camino alle sue spalle, scoppiettava allegramente << Hai troppa fretta, Hera. Devi essere meticolosa, non puoi permetterti errori così sciocchi. >>
Dopo essersi rialzata per l’ennesima volta, alla vampira sfuggì un sibilo di dolore quando si sfiorò l’abrasione sotto il mento. Gli occhi chiari, identici a quelli del padre, andarono alla ricerca dell’imponente figura << Sono stanca… >> mormorò mentre sentiva i muscoli tendersi per la fatica, ma pentendosi subito dopo dell’ammissione che le era sfuggita. Non perché temesse l’ira del padre, certo che no. Era un uomo buono, lui, o quanto meno lo era nei suoi confronti: la adorava, in fondo era conosciuta da tutti come la Principessa e tale soprannome le era stato dato proprio per l’affetto smisurato che i suoi genitori provavano nei suoi confronti. No, Hera si pentì immediatamente delle sue parole perché sapeva che, guardando negli occhi del padre, vi avrebbe letto una incommensurabile tristezza e così fu.
<< Seguimi. >> Hades non attese di vedere se la figlia fece quanto le aveva ordinato, ma si voltò e si addentrò all’interno della casa. 
La bambina dovette quasi correre per poter stare al suo passo, ma per fortuna il viaggio fu relativamente breve. I due si fermarono di fronte al ritratto di famiglia dei Barrows e il Capo Clan le indicò il vampiro che gli stava accanto nella raffigurazione << Sai chi è? >> 
Hera annuì con convinzione, come poteva non sapere chi fosse? Era il protagonista di molte delle storie che le venivano raccontate quasi quotidianamente, anche se però non sapeva esattamente cosa gli fosse capitato << È lo zio Damien, tuo fratello. >> 
Il dolore negli occhi di Hades tornò nuovamente in superficie, ma questa volta seguito da un’ira funesta. In quel pomeriggio di gennaio, intanto che la neve si accumulava sul terreno duro, la piccola di casa Barrows udì un nuovo racconto, questa volta però non era pieno di eroiche imprese e fulgide vittorie, bensì di sangue, disperazione e annichilimento. 
Warwick, un cognome che Hera non potrà mai più dimenticare e che la perseguiterà nei suoi incubi peggiori. Protagonisti di una mattanza a discapito della sua famiglia, fatta durante un Solstizio d’Inverno, in rappresaglia per la morte di un mago che, a detta loro, era stato ucciso proprio da Damien. Inutili furono le parole e gli scongiuri di Hades che, costretto a terra, tentò anche di ribellarsi, ma ogni suo gesto fu vano e la grossa cicatrice che tutt’ora porta sulla spalla è un triste memento di quella notte. Poco importa che non vi fossero prove, i Cacciatori erano assetati di sangue, di vendetta, e continuarono le loro torture sul povero vampiro, che venne poi lasciato sotto i raggi del sole, in modo che questi completassero la loro opera.
Concluso il racconto, un pesante silenzio scese fra i due, che venne spezzato dalla voce dura del padrone di casa «La gente ha paura di quello che non capisce, Hera»
Benché la bambina non fosse stata presente le sembrava di aver vissuto tutta la scena in prima persona, poteva sentire in bocca il sapore della terra e la pressione del ginocchio sulla schiena mentre veniva costretta a osservare la morte del suo stesso zio. Se non fosse stata così furiosa probabilmente avrebbe pianto tutte le sue lacrime. 
<< Sei ancora stanca? >>
Hera incontrò lo sguardo che il padre aveva abbassato su di lei per la prima volta da quando si erano posizionati di fronte al dipinto. 
Il sangue le ribolliva nelle vene mentre una improvvisa voglia di agire le solleticava i muscoli, i suoi occhi si fecero più duri e freddi della tempesta che si abbatteva sulle mura del castello << No. >>      
  
 
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Ministero della Magia Inglese,
Sezione MSI
 
 
Walter, appoggiato alla sua scrivania di noce, teneva le caviglie incrociate e le braccia strette al petto mentre con una mano si massaggiava il mento. I suoi colleghi stavano trafficando con la lavagna che occupava buona parte della parete di sinistra del suo ufficio e nel frattempo discutevano, montando su teorie di ogni genere, al contrario di lui che si limitava ad ascoltare e riflettere sulle loro parole. 
Virginia scostò dal viso una lunga ciocca di capelli scuri, sfuggita dall’alta coda << Dico solo che potrebbero essere già chissà dove, è impossibile capire il punto preciso solo guardando le prove e una mappa. >> 
Ryu, che stava affiggendo con una calamita la foto della pira funeraria improvvisata, si strinse nelle spalle << Dobbiamo fare mente locale e credo che questo sia il modo migliore, non possiamo sottovalutarli. Se ci pensi, fino ad ora tutti quelli che davano loro la caccia hanno pensato che prima o poi avrebbero fatto un errore e così li avrebbero catturati, ma non è stato. >>
<< Non sono prevedibili. >> Virginia annuì mentre sfogliava un voluminoso dossier che era stato consegnato loro da dei reticenti e sbuffanti Custodi.
<< In realtà non è così. >> a tale affermazione la donna sollevò gli occhi chiari sul giapponese, che si vide costretto a spiegarsi meglio << Loro seguono una logica, dobbiamo solo capire quale. >> 
<< Mi pare evidente. >> la strega aggrottò la fronte perplessa << Solo che non è facile. >> 
<< Lo è. >> 
La voce tranquilla del loro superiore fece voltare entrambi, tant’è che le sopracciglia di Virginia schizzarono in alto e non riuscì a trattenersi dal borbottare << Ah, sei ancora qui allora. >> 
Lanciando un sorriso sornione alla svedese, Walter non si staccò dalla scrivania su cui era appoggiato << Secondo te perché sono fuggiti? >> 
<< Per proteggere Nashira. >> 
<< Esatto. Poi perché si sono messi a girovagare per il mondo? >> 
Ryu strinse le mani dietro la schiena, in una posizione che per molti era scomoda ma che al contrario lui trovava familiare e confortevole << Per fuggire ai Custodi. >> 
<< Spero ardentemente che tu non pensi che sia sufficiente una risposta così semplicistica per spiegare quello che quei cinque hanno fatto in questi ultimi anni. >>
Lo Spezzaincantesimi sollevò il mento con aria di sfida, detestava essere messo alla prova e poi sottovalutato << Per essere rimasti coesi per così tanto tempo devono avere una convinzione e un obbiettivo comune. >> 
Walter annuì contento, come farebbe un maestro che ha ricevuto esattamente la risposta che voleva dal suo alunno << Ebbene, quale mai sarà? >> 
<< Ritengono Nashira innocente. >>
Virginia intrecciò lo sguardo con quello del suo superiore, che a quel punto non sorrideva più e rimaneva inespressivo come mai lo aveva visto << Quindi cosa ne deduci? >> 
<< Che stanno cercando le prove per scagionarla. >> 
Le labbra del profiler si arricciarono, scuotendo la testa sconsolato << Sbagliato, assolutamente sbagliato. >> 
La strega sobbalzò leggermente, come se avesse ricevuto un pizzicotto << Cos… >>
L’ormai ex Serpeverde non le diede modo di completare la parola perché finalmente si staccò dalla scrivania e li affiancò, per poi picchiettare le foto dei latitanti << Li state umanizzando. >> 
<< Come prego? >> Ryu, sempre più perplesso e palesemente irritato dal comportamento del superiore, gli lanciò un’occhiata dura << Potresti spiegare? >> 
<< State facendo un errore piuttosto comune. >> Walter sollevò la mano destra e cominciò ad abbassare un dito per volta << Nashira era il Capo dei Custodi, è stata accusata ingiustamente di un crimine, fugge per potersi salvare la vita e poi decide di cercare le prove della sua innocenza. Giusto? >> 
Vedendo che i due annuivano, il profiler abbassò l’ultimo dito << Ma vi siete dimenticati di tenere in conto una cosa, ovvero chi loro siano. >> 
<< Lo sappiamo che sono delle Creature. >> Virginia aggrottò la fronte, infastidita dal fatto di non capire dove volesse andare a parare l’altro << Meglio di noi dovrebbero saperlo i Custodi e nonostante facciano parte della stessa specie non sono stati in grado di catturarli. >> 
<< Allora siete duri di comprendonio, continuate a fare gli stessi errori. >> Walter si allontanò dai due, ignorando le occhiatacce infastidite che gli lanciavano. Si mise a camminare per lo studio, roteando la mano e fissando il pavimento che calpestava con fare sfiduciato << Ancora e ancora. Sembrate dei dischi rotti. >>
<< Allora svelaci l’arcano, invece di fare il sibillino. >> sbottò Ryu, per poi stringere la mascella per evitare di prendere per il bavero il capo squadra e scuoterlo come una pignatta.
Fermandosi dietro al divano di pelle, che lo divideva dai colleghi, il mago passò velocemente lo sguardo da l’uno all’altro con fare innocente << Non volete provare ad arrivarci da soli? >>
<< Se siamo così ottusi, come dici tu, è meglio se ci dai direttamente la risposta. No? >> Virginia, che aveva stretto le braccia sotto il seno, lo fulminò mantenendo la schiena dritta e il mento sollevato. 
<< Non ho mai detto che siete ottusi, ma che vi fate ingabbiare da schemi di pensiero limitanti che… Ok-ok. >> sollevando entrambe le mani, in segno di resa, l’uomo comprese che non poteva tirare ulteriormente la corda altrimenti rischiava seriamente di essere schiantato da ambo i suoi colleghi << I nostri cinque amici non sono dei maghi in fuga, come non sono delle semplici Creature che non sanno dove andare. Sono individui che hanno ampiamente dimostrato di sapersela cavare in ogni frangente possibile, che di certo non hanno paura di essere braccate o perseguitate. >> 
Avvicinandosi alla cartina che riportava in scala l’intero globo e su cui avevano posizionato delle puntine per indicare i posti in cui erano stati i loro obbiettivi, fece scorrere l’indice sulle varie località seguendo la cronologia temporale << Non sono alla ricerca di indizi e informazioni per un’utopica giustizia, per poi poter così ritornare a casa dimostrando di essere delle vittime e per guadagnarsi la medaglia di eroi. Vogliono vendetta. >> 
Spostandosi sulla mappa che riportava l’intero territorio dell’Essex, in particolare l’Epping Forest, non riuscì a trattenere un sorriso << Ma alla fine di tutto sono fatti di carne e ossa, seppur in maniera diversa da noi provano e hanno emozioni. >> 
<< Mi stai dicendo che Nashira è improvvisamente diventata sentimentale ed è tornata in Inghilterra per questo? Magari per celebrare il quinto anniversario della scomparsa di Alya? >> 
Voltandosi verso Ryu e la sua espressione derisoria, il profiler gli sorrise con accondiscendenza tanto da portare l’altro a stringere nuovamente la mascella per il fastidio << No, certo che no. Sono tornati qui per una valida ragione. Sto però dicendo anche che, nel momento del pericolo, la nostra Nashira si è andata a rifugiare in un posto a lei conosciuto e familiare. >> 
<< Blake Hall. >> Virginia, che a differenza di Ryu non si era fatta trascinare dai giochetti del loro superiore e aveva ascoltato con attenzione le sue parole, indicò la stazione fatiscente << È stata ripresa e abbandonata diverse volte, l’hanno anche restaurata nel 2012, ma alla fine è stata dimenticata. Lei e la sorella devono averla valutata come possibile entrata per il Sottosopra, benché poi non l’abbiano valutata adatta per le loro esigenze. >> 
<< Ecco che rimonta la mia Ginnina. >> ignorando l’occhiataccia velenosa della donna, Walter spalancò le braccia, mostrando una contentezza quasi fanciullesca << Dobbiamo fare nuovamente una gita fra i boschi. >> 
 
 
§§§

 
Brixton, Loughborough Estate
 

Helena sbatté un paio di volte le palpebre, osservando con stizza l’uscio di fronte a lei << Credo che abbiamo battuto il record di porte sbattute in faccia. Insomma, quante saranno state? Dieci? >>
<< Sette. Gli altri tre non ci hanno neanche aperto. >> replicò atono Martin, svoltando l’angolo e notando che iniziava la tromba delle scale << Con questa almeno abbiamo finito quelli dell’ala ovest, spero che agli altri sia andata meglio. >>
<< Me lo auguro anch’io. >> massaggiandosi il retro del collo, la strega raggiunse il collega << Come era prevedibile abbiamo ricevuto delle risposte striminzite sulla vittima e ovviamente nessuno ha notato nulla di strano la notte in cui è morto. >> 
La donna si adagiò con aria sconfitta contro una delle pareti del corridoio, con le mani sprofondate nella sua giacca di pelle << Incredibile che nessuno lo abbia visto. >> 
<< Forse qualcuno lo ha notato, ma lo ha rimosso. >> imitando la partener, il selkie si addossò alla parete opposta << Anche se credo che sia più probabile che a nessuno interessi di nessuno. Forse non lo hai notato, ma qui non c’è un grande spirito di collaborazione. >>
<< Non è giusto. >> sbottò l’ex Serpeverde, arricciando il naso << È stato ucciso un uomo, dovrebbe importagli invece! >> 
Martin abbozzò un sorriso condiscendente << Questa è una realtà diversa dalla nostra, non possiamo comprendere il perché siano diventati così o cosa li spinge a comportarsi in un determinato modo. Possiamo costringerli a dirci quello che sanno solo se li portiamo in cella o se gli sventoliamo davanti al naso un mandato di perquisizione e a quel punto, stai pur certa, che avranno ancora meno voglia di collaborare. >> 
Helena sbuffò, o forse meglio dire grugnì, infastidita, scivolando per terra. Si piegò sulle gambe e si sedette sul duro pavimento, indifferente a tutto e tutti << Hai ragione, so perfettamente che quello che hai detto è la sacrosanta verità, però alle volte vorrei che chi mi sta davanti mi dicesse la verità, senza dover ricorrere a sotterfugi e a braccio di ferro inutili. >> sollevò il viso verso il collega, incrociandone gli occhi scuri << Sai, ieri mi sono riguardata The Truman Show e ammetto che mi piacerebbe avere delle telecamere a disposizione per poter vedere o rivedere quello che accade. >> 
Il Vice Capo dei Custodi inarcò le sopracciglia << Beh sì, sarebbe comodo avere un grande occhio… >> la frase però rimase incompiuta perché entrambi ebbero la stessa illuminazione. La strega si alzò di scatto mentre il compagno, contemporaneamente, si staccava dalla parete << Le telecamere! >> tuonarono all’unisono. 
Si guardarono intorno con frenesia finché non adocchiarono l’oggetto delle loro ricerche << Pare inquadrare in parte l’appartamento della nostra vittima. >> borbottò l’Auror guardando la direzione della telecamera.
L’uomo socchiuse per un’istante gli occhi, poi le fece cenno di seguirlo e insieme si diressero velocemente verso le scale. Helena sostenne con disinvoltura il passo veloce del partner e, in poco meno di dieci minuti, raggiunsero l’androne, dove notarono il portinaio chiudere la saracinesca del suo ufficio.
<< In nome della legge, si fermi! >>
Il movimento della serranda si arrestò per una frazione di secondo, poi si mosse più velocemente portando Martin a sbuffare << Cosa ti ho detto poco fa? Non si fidano della polizia! >>
Il selkie si slanciò in avanti e, in un battito di ciglia, attraversò l’atrio, ritrovandosi così di fronte alla finestra che metteva in comunicazione i due locali. La mano sinistra era appoggiata alla saracinesca per bloccarla, quindi con un gesto secco la strattonò, svelando la figura esile di una donna indiana di mezz’età, con gli occhi sgranati e il velo del sari stretto fra le mani << Cosa volete? >> pigolò con voce allo stesso tempo sia spaurita che aggressiva. 
<< Abbiamo bisogno di accedere alle vostre telecamere di sicurezza. >> il tono pacato del Custode parve far tremare ancor di più la sua interlocutrice, mentre la sua partner lo raggiungeva. 
<< Dovete avere un mandato per poter visionare i nastri. >> la comparsa di un essere di sesso femminile al fianco dello sconosciuto non parve rasserenarla, visto che mantenne tutta la distanza possibile dal balcone.
<< C’è stato un omicidio al quarto piano, quindi non abbiamo bisogno di un mandato per poter visionare quanto è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza. >> nemmeno il sorriso dolce che Helena elargì all’altra sortì alcun effetto. 
La portinaia si incassò ancora di più nelle spalle << È possibile che non vadano. >> 
<< In che senso? >> stringendo le palpebre in due fessure, Martin inclinò il capo di lato. 
<< Nel senso che servono come spauracchi. Si sa che la maggior parte non funzionano, compresa quella del quarto piano. >>
La strega sollevò le sopracciglia << L’amministratore ne è a conoscenza? >> 
<< Certamente. >> la donna arricciò il naso << Ma non gli importa. >> 
<< Allora faremo con quello che avete. >> il tono di voce del selkie si fece più cupo << Mi servirebbero le registrazioni degli ultimi tre mesi. >>
La portinaia rabbrividì in maniera evidente e allontanò in fretta lo sguardo dall’uomo, borbottò un assenso poco chiaro e girò sui tacchi, per poi scomparire dietro un angolo. 
<< Potevi evitare di essere così duro. >> 
Il portoricano si strinse nelle spalle << Odio perdere tempo, soprattutto con gli umani. >> 
La Vice Capo Auror aggrottò la fronte, leggermente infastidita dall’osservazione, ma decise di lasciar perdere in quanto il caso, in quel momento, era molto più importante << A cosa ci serviranno tutte quelle riprese se la telecamera del quarto piano non funziona? >>
<< Per cercare il fantomatico ago nel pagliaio. Magari non abbiamo le registrazioni dirette, ma quelle di contorno sì: dobbiamo solo individuare il nostro uomo, qualcuno che non c’entra nulla con questo condominio. Per tale ragione avremo bisogno anche di riprese esterne. >> senza distogliere gli occhi dalla porta dietro cui era scomparsa la signora, Martin indicò con il capo l’esterno << Con il riconoscimento facciale e le registrazioni passate sarà facile escludere gli abitanti, individuando così i possibili sospettati. >>
Le rughe sulla fronte di Helena si accentuarono << Hai la minima idea di quante persone vivono in questo stabile o nei dintorni? Ci vorranno giorni se non settimane per visionare tutti i video e procedere con il riconoscimento. >> 
Per la prima volta, un sorriso sornione si delineò sul volto del selkie << Anche noi del Sottosopra abbiamo i nostri trucchi. In particolare abbiamo una Fata Turchina che è un asso con i computer. >> 
La strega sollevò leggermente il mento, chiedendosi se avessero davvero qualcuno di così capace << E quanto tempo ci impiegherebbe? >> 
<< Conoscendola, meno di 48 ore. >> poi picchiettò la saracinesca << Potresti sistemarla? Temo di aver usato troppa forza. >>
La Vice Capo Auror notò solo in quel momento che il metallo della serranda era deformato all’altezza dei suoi occhi, proprio dove, poco prima, l’uomo aveva appoggiato la mano: ora si spiegava come mai la portinaia fosse sembrata così impaurita. Un singulto divertito le scappò dalle labbra sottili, quindi si guardò intorno, per accertarsi che non ci fossero occhi indiscreti a guardarli, e sistemò il danno con un semplice tocco della bacchetta di ontano rosso. 
Intanto che Helena nascondeva nella tasca interna quello che agli occhi di un babbano sarebbe parso un semplice bastoncino di legno, l’indiana comparve con una cassa di plastica, quelle usate solitamente dai fruttivendoli, pieno di DVD, che appoggiò con malagrazia sul balcone << Il nostro sistema di sorveglianza è datato, questo è il massimo che posso fare. >> detto questo lo spinse verso di loro e, senza proferire parola, strattonò la saracinesca, chiudendola in faccia ai due. 
<< Sarà un lavoro lungo. >> commentò Helena, spostando lo sguardo dal cumulo di DVD al selkie che si strinse nelle spalle.
<< Allora sarà meglio cominciare, no? >>
 
 
§§§
 
 
Highgate
 
 
<< Etciù! >>
Il suono di quello che parve a Gaspard come lo starnuto di un topolino lo distrasse dall’esaminare una serie di tracce di sangue che imbrattavano la parete, quindi si sporse oltre il bancone della cucina e sorrise cordiale a Dagmar che si stava grattando il naso << Salute. >> 
<< Grazie. >> la mezza fata strinse leggermente gli occhi e fissò un punto indefinito << Credo che qualcuno abbia citato il mio nome invano. Mi attendono magagne. >> 
<< Perché lo dici? >> 
Stringendosi nelle spalle, la donna si portò al viso la reflex di ultima generazione che teneva fra le mani << Uhm, sesto senso. >> poi scattò una serie di foto.
Dopo aver controllato il suo operato sul display e sentendosi osservata, la ceca sollevò gli occhi sul collega e gli scoccò un mezzo sorriso << Tutto bene? >> 
L’Auror assentì, per poi inclinare il capo di lato, perplesso << Sai, tra le prove ci saranno sicuramente le fotografie della scena del crimine, non c’è bisogno che tu le rifaccia. >>
Dag si sollevò e il suo sorriso si ampliò << Lo so, ma Lile è un po’ maniacale per certe cose. >> il tono della voce era evidentemente divertito, ma si poteva intuire una certa dolcezza << Preferisce che siano delle istantanee e non “movimentate”, come sono invece quelle magiche. Visto che ci dovremo basare sulle vostre per la scena del crimine di Brixton, è meglio se qui faccia dei primi piani delle prove rimaste. >> 
Il belga aggrottò le sopracciglia << Lile? >> 
<< Sibylle, è il nostro Capo Forense nonché il nostro medico legale. >> la mezza vampira fece ricadere la fotocamera contro il petto, la quale era appesa al collo << È una persona davvero straordinaria anche se un po’… particolare, ecco. >>
<< Siamo tutti particolari a nostro modo. >> Gaspard indicò con il pollice alle sue spalle << Potresti venire qui? Credo di aver trovato qualcosa. >> 
Dagmar non se lo fece ripetere due volte e circumnavigò l’isola che si trovava nel centro della cucina, fermandosi a un passo dalla sagoma, tratteggiata con il gessetto sul pavimento di legno, che distava poco meno di due metri dalla porta di servizio << Dimmi. >> 
<< Qui è dove è stato rinvenuto il cadavere della signora Brennan. I colleghi che si sono occupati del caso prima di noi hanno supposto che sia stata colta mentre cucinava la cena per la famiglia e che quindi sia stata uccisa mentre cercava di scappare, ma qui mi sorge un dubbio. >> aprendo il suo taccuino, in cui aveva riportato le informazioni dai fascicoli dell’indagine, aggrottò la fronte << La porta è stata trovata chiusa e, visto che la cucina si trova nel punto più lontano dell’abitazione rispetto alla strada principale e quindi anche dalle altre case, come hanno fatto i vicini a sentire le sue grida? Inoltre, secondo sempre il loro rapporto, la sua morte è stata veloce, non l’hanno torturata o altro. >>
La donna ascoltò con attenzione le parole del partner, quindi si guardò intorno per qualche minuto, senza proferire parola e picchiettandosi le labbra con le punte delle dita. Così, sotto lo sguardo attento del mago, si diresse verso la porta di servizio, l’aprì e, dopo aver trovato l’interruttore giusto, lo spinse, ma la lampada esterna, che si trovava proprio sopra lo stipite, non si accese. 
Voltandosi verso il belga, indicò la lampadina << Potresti controllare se l’hanno svitata? Io sono troppo bassa e poi vorrei controllare una cosa all’esterno. >> 
Il profiler fece quando gli aveva chiesto e notò che in effetti la lampadina era stata svitata e, quando si girò per dirle che aveva ragione, la scoprì a ridacchiare da sola con aria soddisfatta in mezzo al giardino << Perché ridi da sola? >> avrebbe voluto aggiungere “come una matta”, ma si trattenne: non era carino chiamare una perfetta sconosciuta in quel modo, benché il suo comportamento non si potesse descrivere in altro modo. 
<< Prima dimmi, fra gli incantesimi imposti sulla casa per caso c’era il Silencio? >> 
Gaspard con le sopracciglia aggrottate controllò di nuovo fra i suoi appunti e, dopo meno di un minuto, annuì << Suppongo che non volessero far sentire le loro litigate ai vicini. >> 
<< Ora è tutto chiaro. >> il sorriso vittorioso di Dag si ampliò, tanto da arrivare a battere le mani tra di loro per la felicità << Non è stata la Signora Brennan ad allertare i vicini. >>
<< Come? >> 
<< L’hanno uccisa prima che raggiungesse la porta, la quale, per tua stessa ammissione, era chiusa. Quindi, chiunque sia stato, ha ucciso la famiglia, poi ha messo a soqquadro l’abitazione in modo che sembrasse opera dei vampiri, ha aperto la porta di servizio, svitato la lampadina e urlato con quanto fiato aveva in gola. Quando si sono resi conto che le urla avevano ottenuto il risultato desiderato, hanno richiuso l’uscio e sono scappati attraverso la boscaglia. >>
Seguendo la direzione indicata dalla partner, il belga si rese conto che in effetti dietro la casa si apriva una piccola radura << Quindi non credi che siano stati i vampiri, ma dei maghi. >> 
La baldanza della giovane, in piccola parte si affievolì, a sentire quel commento, quindi scrollò le spalle << Non so chi sia stato, so solo che erano in più di uno e di certo non potevano essere dei vampiri in piena brama di sangue. >> a quel punto indicò la lampada sopra l’uscita secondaria << Quale drogato, mago o creatura che sia, potrebbe avere la mente lucida per fare una cosa del genere? >> 
Il profiler annuì, poi spostò lo sguardo dalla boscaglia alla giovane dall’improbabile chioma turchina << Io credo di poter scoprire l’identità di uno dei colpevoli. >> 
Di fronte alla fronte corrucciata dell’ibrido, il mago le fece cenno di seguirlo e così tornarono al punto di partenza, in particolare vicino alla parete della cucina << Noti nulla di strano? >> 
Dagmar guardò con attenzione i vari schizzi, finché non ne individuò uno che aveva una strana forma circolare << Ma che diavolo? >> 
<< Strano, no? È praticamente impossibile che uno schizzo possa disporsi così. >> fu il turno di Gaspard di sorridere trionfante << Avvicinati e fai uno zoom con la telecamera, credo che troverai qualcosa di ancor più interessante. >> 
Dag si acquattò e fece quanto consigliato. Passarono pochi minuti prima che sollevasse di scatto il capo e allontanasse la fotocamera dal viso << C’è una impronta parziale! >> 
<< Già. >> Gaspard mostrò la lente di ingrandimento che si portava sempre appresso, dentro una delle tasche del suo cappotto << Ogni tanto anche i vecchi cimeli tornano utili. >> 
Dopo aver scattato l’ennesima fotografia, la Custode gli sorrise allegra e con gli occhi che brillavano << Passami il materiale, dobbiamo fare un calco dell’impronta e mandarlo subito in laboratorio. >>
Il belga annuì, quindi si allungò verso l’isola della cucina, afferrò la sacca della giovane e gliela porse, la quale, senza ulteriori indugi, si mise subito all’opera. 
 
 
§§§
 
 
15 Novembre 1937,
Londra, Covent Garden
 
Hera osservava con occhi luccicanti la fiumana di persone che l’attorniava, ogni cosa sembrava più viva di quanto mai fosse stata. Le luci della città si riflettevano sul manto scuro della notte ravvivandolo mentre i colori e le risate degli esseri umani riempivano ogni angolo, circondandola e avvolgendola. La giovane volse il viso niveo al cielo e annusò a pieni polmoni: quella era la sua sera, la notte in cui avrebbe accolto la sua vera natura, il suo vero io.
Indifferente alle persone che le passavano accanto e che le lanciavano occhiate incuriosite, prese un profondo respiro, analizzando ogni odore e fragranza finché non individuò quello che l’ammaliava come il canto di una sirena. Abbassò il capo e spalancò gli occhi chiari: era ora di andare a caccia. 
Senza indugiare si mosse verso la Royal Opera House, uno dei teatri più importanti di tutta Londra. Scivolò con grazia, seguita dal fruscio del suo lungo abito azzurro, scelto per farle risaltare gli occhi chiari, in mezzo alla folla. Il tintinnio dei pochi gioielli che aveva indosso la 
accompagnava come dolci scampanellii. Ogni cosa in lei era intesa ad irretire, dare un senso di fragilità e ingenuità, solo per confondere la sua preda. 
Hera era stata cresciuta in una maniera decisamente anomala. Il suo primo giocattolo era stata una spada di legno, dono di suo padre che, come si era promesso tanto tempo addietro, l’aveva educata come un maschio: insegnandole l’arte della guerra, del combattimento e di tutto quello che era prerogativa di un uomo. Sua madre, ovviamente, non era stata contenta e aveva voluto invece che imparasse l’etichetta e che si dedicasse allo studio. Di conseguenza aveva una formazione di gran lunga superiore a qualsiasi ragazza e ragazzo della sua età, cosa di cui andava estremamente fiera. Nessuno dei compagni di gioco, così accuratamente selezionati dai suoi genitori, infatti era mai stato in grado di sostenere il suo passo. Non era mai stata 
sconfitta, dimostrandosi così la degna erede di suo padre e una promettente Capo Clan, già a una così tenera età. Una smorfia infastidita le contrasse il bel viso quando si ricordò brevemente delle numerose lettere ricevute nel corso degli anni, per proporle un matrimonio vantaggioso: nessuno però, come soleva ripetere Hades, era degno di lei.
Si allontanò contemporaneamente un ricciolo dalla fronte, sfuggito dall’acconciatura, insieme a quel pensiero intrusivo. Girò l’angolo con passo tranquillo, ritrovandosi così in un vicolo stretto e poco illuminato, sul retro del teatro. Allacciò le mani dietro la schiena e si guardò intorno finché non incontrò gli occhi castani della sua preda, che la stava osservando stupito dalla soglia di una porta di servizio, con una sigaretta fra le labbra.
<< Accidenti. >> un sorriso malandrino incurvò le dolci labbra della vampira << Speravo tanto che non ci fosse nessuno qui. >> 
<< Come mai? >> domandò il giovane uomo, inclinando il capo di lato e gettando via il mozzicone.

<< Speravo di poter sgattaiolare all’interno del teatro. >> ammise stringendosi nelle spalle << Desideravo tanto ascoltare Magda Olivero(1). >> 
<< La Signora Olivero si esibirà qui in città ancora per due settimane, Miss. >> la informò con un sorriso gentile il garzone.

<< Purtroppo riparto per la Scozia tra due giorni. >> Hera lo guardò da sotto le folte ciglia << Non mi puoi lasciare entrare? >>
Il ragazzo deglutì e abbozzò un sorriso pieno di rammarico << Mi dispiace Miss, ma davvero non posso farlo. >> 
<< Capisco. >> mormorò la castana, avvicinandogli, tanto che la gonna di lei sfiorò i pantaloni di lui << Qual è il tuo nome? >>

<< Yarim Alì, al suo servizio Miss. >> 
La giovane gli passò una mano sulla spalla << Allora potresti aiutarmi in altro modo, se ti va Karim. >> 
<< Certamente. >> 
Hera gli sorrise con dolcezza, poi gli si accostò all’orecchio sinistro << Ho davvero tanta sete. >> detto questo dischiuse le labbra e gli morse la pelle morbida e scura alla base del collo. L’iniziale shock venne sostituito dal panico: l’uomo tentò di divincolarsi inutilmente dalla presa, visto che lei era considerevolmente più forte; in poco tempo la sensazione di disagio scomparve e venne rimpiazzata da un piacevole dolore, che si andava intensificando ogni secondo che passava. Yarim cominciò a mugolare e a gemere, tanto da ricambiare la stretta con vigore. 
Hera dal canto suo era concentrata sul dolce e speziato nettare che le fluiva nella gola, ignorando 
perfino il turgore del giovane che le premeva contro il ventre. Il sangue era l’unica cosa che le importava, il suo sapore, il mondo in cui la incantava e la inebriava, non si sarebbe mai voluta staccare da quella fonte così dissetante. Quando però iniziò a vedere pezzi del passato del suo ospite - il suo viaggio in nave dall’India fino in Inghilterra, la sua vita di stenti e la sua lotta per trovarsi un lavoro onesto - comprese che fosse giunto il momento di ritirare i canini e così fece. Passò la lingua sui due piccoli fori, in modo da cicatrizzarli e farli scomparire. Gli sussurrò all’orecchio poche parole e quando si scostò da lui vide il suo sguardo vitreo: non si sarebbe ricordato di quell’incontro, né di lei, ma avrebbe conservato le sensazioni piacevoli, uno scambio niente male a suo modo di vedere. 
<< Ora posso entrare Yarim? >> gli domandò inclinando il capo e, quando lo vide annuire, gli sorrise << Ti ringrazio. >> 
Lo superò con un fruscio delicato, poi scomparve all’interno dei cubicoli oscuri del teatro.
 
 
§§§
 
 
Camden Town
 
 
Un brusio costante pareva diffondersi in ogni dove, aumentando o diminuendo a seconda del punto del mercato in cui si andava. Soho, con la sua improbabile salopette rossa fuoco, camminava, o forse è meglio dire saltellava, fra le bancarelle di Camden Town, troppo allegra per riuscire a contenersi. Toccava, prendeva, tastava, provava, giocava e addirittura annusava tutto quello che attirava la sua attenzione, per poi mollarlo dieci secondi dopo, distratta da qualcosa che brillava maggiormente. I colori, gli aromi e il calore che albergava in quell’angolo della città facevano sentire a suo agio la kelpie, la quale aveva la sensazione di poter volare via per quanto era contenta. Sì, aveva una missione da compiere, ma questo non riduceva il suo divertimento e non intaccava minimamente la sua spensieratezza.  
<< Ehi, piccoletta. >> un uomo allampanato, con metà dei capelli rasati, le sorrise con fare ammiccante << Ti andrebbe un tatuaggio? Vedo che sei una a cui non dispiacciono. >> 
L’albina, che in quel momento si stava provando un cappello con le orecchie da koala, abbassò brevemente lo sguardo sul suo corpo minuto, su cui svettavano i simboli del suo valore e i segni delle diverse battaglie affrontate. Probabilmente un altro kelpie al suo posto si sarebbe offeso a una proposta del genere, ma lei si limitò a levarsi il copricapo, gettarlo fra le braccia del commerciante a cui apparteneva e regalare al contempo un occhiolino complice al tatuare << Magari un’altra volta, bellezza. Ora sono occupata. >>
Muovendosi con destrezza, come se fosse del luogo, Soho uscì dall’agglomerato di bancarelle, di cui diverse avevano l’aria di essere per forza abusive. Controllando l’orologio da polso si accorse che mancavano pochi minuti alla consegna e quindi affrettò il passo. Si infilò dentro una strada, arricchita di ombrelli dai mille colori che pendevano dall’alto, e iniziò a contare, finché non raggiunse il settimo negozio sulla sua sinistra. Entrò, prese un paio di indumenti, ovviamente i più sgargianti, e si diresse con passo sicuro nell’ultimo camerino della fila. Gettò alla bene e meglio i capi sullo sgabello e prese a guardarsi intorno con aria critica, analizzando con fare pensieroso il ristretto loculo in cui si era andata a rinchiudere. Come certi negozianti pensassero che delle persone si potessero cambiare in certi luoghi angusti era per lei un mistero. Il rumore di aria risucchiata e un leggero tonfo fecero sorridere la kelpie. 
“14:32, in perfetto orario” pensò, accovacciandosi per terra e spostando l’orribile tappetino. Sul pavimento rovinato e segnato dal tempo vi era una minuscola maniglia, tant’è che Soho riuscì a infilarci solo tre delle sue cinque dita. Fece compiere un giro completo in senso orario alla manopola e poi uno e mezzo in senso antiorario. Quando udì un leggero sibilo, strattonò in alto e si ritrovò così in mano un piccolo silos, grande quando un suo mezzo avambraccio. Lo aprì, estrasse un flacone bianco di plastica e, dopo aver controllato il contenuto, se lo infilò nella tasca della salopette.
Una volta sigillato il silos, che venne risucchiato via appena richiuse il coperchio, sistemò tutto com’era quando era arrivata. Presa una canotta con sopra Doraemon e una minigonna di velluto acquamarina, si diresse con fare spensierato dalla commessa.
La diciannovenne non fece alcun caso alla tizia strana che le stava di fronte, batté lo scontrino e gonfiò la gomma che aveva fra i denti con aria annoiata << 18 sterline. >>
Lasciandole una banconota da venti, Soho le cinguettò << Tieni pure il resto. >> poi se ne andò saltellando allegra, venendo risucchiata dalla folla. 
 
 
§§§
 
 
Ministero della Magia, 
Secondo Livello, Sala Autopsie


 << Quindi non eravate voi a occuparvi del caso? >> 
Di fronte all’evidente perplessità della banshee, Noelle scosse la testa mantenendo un’espressione gentile e cordiale << No, in realtà erano assegnati a due squadre differenti. >> 
<< Ma non sei tu il medico legale qui? >> 
<< Uhm sì, però sono principalmente assegnata alla squadra Omega. È difficile che mi occupi di altro. >> sorridendo allegra aprì una porta e la mantenne per la sua accompagnatrice, che le fece un cenno di ringraziamento per il gesto cortese << Oltre a me ci sono altri due coroner, più il nostro capo dipartimento che è quello che stiamo per incontrare. >> 
Sibylle aggrottò la fronte: i Custodi avevano lo stesso numero di casi degli Auror, ma lei era l’unica a occuparsi delle autopsie. Forse il fatto che non necessitava né di sonno né di cibo poteva giovare al fatto che non avesse bisogno di grandi aiuti, senza poi contare che era estremamente pignola e solo dopo lunghe difficoltà Lucien si era fatta accettare come sua aiutante.   
Noelle bussò brevemente su una porta di metallo e, una volta ricevuto l’invito a entrare, l’aprì, spostandosi di lato per far passare nuovamente la donna che l’aveva seguita silenziosamente fino a lì. La banshee la superò con eleganza, quasi fluttuando sul pavimento. Nonostante la ragazza non avesse avuto modo di interagire con creature del genere, si ritrovò a pensare che Sibylle sembrasse più un fantasma visto il suo aspetto sottile, quasi incorporeo, di una bellezza eterea e ultraterrena. 
<< Noelle che bello vederti! >> la voce allegra e allo stesso tempo roca fece sobbalzare la banshee, che si voltò verso un uomo alto e ben piazzato, che si dirigeva a grandi passi verso di loro
<< Abel. >> lo salutò la medimaga ricambiando la stretta energica del primo, per poi indicare la donna che l’accompagnava << Ti presento Sibylle Keening. >> 
<< Oh, io so bene chi è lei. >> tuonò con giovialità, prendendo la piccola mano della banshee e scuotendola con energia << Abbiamo avuto degli scambi epistolari sporadici per alcuni casi. >> 
Sibylle, evidentemente in difficoltà da questo contatto improvviso, sfilò la mano e abbozzò con difficoltà un lieve sorriso << Dottor Anderson? >> 
<< Sì, esattamente. >> annuì con vigore, felice che la donna lo avesse riconosciuto << Puoi chiamarmi Abel e nessun “lei” la prego, mi fa sentire vecchio e fuori posto. >>
Noelle notò la perplessità e il disagio investire la donna al suo fianco: non pareva una in grado di abbandonare le formalità con facilità e sembrava che essere lì, insieme a due sconosciuti, la inquietasse parecchio. 
Volendola aiutare a uscire da quella situazione spiacevole, la strega si voltò verso il suo superiore con un sorriso allegro << Abel, noi saremmo qui per ritirare le prove del caso di Brixton e di Highgate. >> 
<< Giusto, giusto. >> Abel si girò sui tacchi e si diresse verso una delle pareti della sala autopsie, che era  interamente ricoperta da pannelli quadrati. Ne indicò uno all’estremità destra << Questo è Mike Smith >> poi altri quattro nella fila centrale << Questi invece sono la famiglia Brennan. >>
Prima che il coroner potesse allungarsi ad aprire uno dei riquadri, la voce di Noelle lo distrasse << Sarebbe meglio se mi dessi i tuoi rapporti e anche gli appunti, dei cadaveri ce ne occupiamo dopo. >> 
Abel ci pensò per qualche secondo, poi annuì << Hai ragione, seguimi nel mio ufficio. >> indicando una porta sul lato opposto, che dava su una stanza più piccola << Fai come se fossi a casa tua, Sibylle. >>
La banshee fece un piccolo cenno di ringraziamento all’uomo per poi scoccare una breve occhiata alla partner, la quale vi lesse riconoscenza e un lampo di calore, anche se non poteva esserne certa. 
Intanto che le voci dei due si facevano lontane e indistinte, Sibylle si accostò a uno dei pannelli, lo aprì ed estrasse la lastra di metallo su cui era disposta la salma di un bambino di appena otto anni. La donna lo affiancò, in modo da osservare il volto infantile e segnato da graffi. Rimase per svariati secondi immobile a fissarlo, tenendo entrambe le mani appoggiate sullo stomaco, come se volesse trattenersi dal toccarlo e dallo spostargli il riccio scuro che gli ricadeva sulla fronte. Poi, dopo quella che parve un’eternità, si chinò e sussurrò all’orecchio del piccolo << Giuro che scoprirò chi è stato. >>

 
§§§
 
 
Brixton, Loughborough Estate
 

<< Gliel’ho già detto, come anche ai suoi colleghi: non ho sentito nulla. >> sbottò inviperito il Signor Gershon, se si prestava fede alla targhetta vicino al campanello. 
Lucien sorrise cordiale all’uomo, che riempiva con tutta la sua mole la soglia della porta << Non conosceva nemmeno il Signor Smith? >>
<< Quale Smith di preciso? Sa quanti hanno quel cognome da queste parti? >> ridacchiò divertito alla sua stessa battuta, per poi grattarsi la pancia prominente e scoccare contemporaneamente un’occhiata languida, con un accenno di bacio, sia a lei che alla sua collega. 
Sarah non reagì alla provocazione, cosa che invece diede palesemente fastidio all’ibrido visto arricciò il naso con aria disgustata. La prima si limitò a un’occhiata di pura freddezza e, prima che l’altra potesse dirgliene quattro per il suo comportamento da buzzurro, sollevò il mento << Le stiamo parlando del suo vicino, quello che abitava quattro porte più in là rispetto alla sua. È stato ucciso qualche settimana fa. >> 
<< Ah, il cocainomane? Nah, mai avuto a che fare con lui. >> il babbano si passò l’indice sotto il naso << Un tipo silenzioso, schivo e perennemente nervoso… avete presente? Lo si incontrava sempre agli orari più strani e, con quel suo aspetto tutto scheletrico, faceva ribrezzo. >> 
<< Quindi non si ricorda cosa stava facendo la sera del 18 agosto? >> la domanda della Custode fu posta ora con tono più duro e decisamente meno cordiale.
L’uomo roteò gli occhi al cielo << Temo che le toccherà andare a controllare la deposizione che ho fornito ai suoi colleghi perché a momenti non mi ricordo neanche cosa ho mangiato ieri sera, se non che poi l’ho cagato. >> lanciando un’occhiata alla tv gli scappò un sorrisetto << La pubblicità è finita, a mai più rivederci. >> e, con quello sgarbato saluto, richiuse con uno schianto l’anta dell’uscio, lasciando le due con delle espressioni schifate e parecchio irritate.  
<< Che uomo adorabile. >> il commento ironico di Jordan, che era rimasto per tutto il tempo appoggiato alla parete di fianco all’appartamento del Signor Gershon, fece voltare le donne verso di lui. 
Sarah non poteva che essere d’accordo con il collega, ma si limitò a scuotere le spalle e appuntare qualcosa nel suo taccuino. 
Dal canto suo Lucien drizzò la schiena e cercò di farsi passare la sensazione che le irrigidiva le membra, non solo a causa del sospettato appena interrogato, ma per il fatto di star lavorando con due maghi che non erano affatto felici di dover collaborare con lei. Ovviamente non avevo detto nulla e nessun commento sgradevole aveva raggiunto le sue orecchie, però la tensione che c’era tra di loro si sarebbe potuta tagliare con il coltello e il sospetto che traspariva dai loro occhi non poteva essere frainteso. Il fatto che fosse nata sotto una cattiva stella si confermava ogni volta, comunque.   
Il leggero sospiro che sfuggì alla Custode non passò inosservato, ma Jordan non disse nulla a riguardo perché la sua attenzione venne catturata da una porta che si apriva leggermente: era già successo che lo stesso uscio si dischiudesse durante il loro colloquio con il Signor Gershon e la cosa, ovviamente, lo incuriosì.
<< Ragazze... >> il mormorio attrasse l’attenzione di entrambe, che guardarono nella direzione indicata dal giovane.
Sarah, con passo controllato ma comunque lesto, raggiunse l’appartamento che distava pochi metri << Salve Signor… Diakhaté >> dopo aver lanciato una breve occhiata alla targhetta sopra il campanello, la bionda spostò lo sguardo sull’uomo, dalla carnagione scura, che si intravedeva con difficoltà attraverso il pertugio  << Io e i miei colleghi saremmo qui per fare qualche domanda sul suo vicino, Mike Smith. >> 
<< Ho sentito. >> la voce sottile costrinse i tre a sporgersi un po’ per distinguere al meglio le parole << Come mai siete così tanto interessati? È morto almeno una decina di giorni fa e i vostri colleghi parevano convinti che fosse stata una ritorsione. >>
<< Vogliamo capire cosa è successo realmente. >>.
<< Anche lei signorina è convinta della tesi dei suoi predecessori. >> l’accusa dell’uomo prese in contropiede la ex Serpeverde, facendole sgranare gli occhi << È chiaro che è così. >>
Lucien fece un passo avanti con un sorriso dolce a incurvarle le labbra carnose << Signor Diakhaté noi siamo qui per scoprire la verità. La prego, ci aiuti a capire. >>
L’anziano studiò con sospetto e con gli occhi grigi stretti in due fessure i tre, poi, senza proferire verbo, richiuse la porta. 
<< Credo che il tuo sorriso sinistro lo abbia spaventato. >> 
Lucien si voltò verso Jordan, fulminandolo con lo sguardo << Ritira subito quello che hai detto. >>  
<< Zitti. >> ingiunse con voce imperiosa Sarah, mentre il rumore di un catenaccio che veniva rimosso si propagava nell’aria.
Dopo pochi secondi l’anta si aprì << Accomodatevi. >>
In fila indiana, i tre entrarono all’interno di un bilocale ben tenuto e pieno di mobili di seconda mano << Volete un tè o qualcos’altro da bere? >> appoggiandosi con tutto il suo peso alla bombola d’ossigeno che si portava appresso e a cui era attaccato, il Signor Diakhaté pose la domanda con gentilezza e chiudendo al contempo la porta.
<< Lei si sieda. >> Lucien scostò una sedia del piccolo tavolo da pranzo e gli fece cenno di accomodarsi << Posso occuparmi io del tè. >> 
Sarah, dopo aver lanciato un’occhiata perplessa alla sua nuova partner che stava riempendo il bollitore d’acqua, si concentrò sul proprietario di casa << Conosceva Mike Smith? >>
<< Sì. >> annuì l’uomo, che, seduto, non distoglieva l’attenzione da Lucien che trafficava nel piccolo cucinotto con fare esperto, trovando al primo colpo tutto quello che cercava << Era un brav’uomo. >>
Jordan si accomodò su una sedia libera, subito imitato dalla collega. Dopo di che intrecciò le lunghe dita che appoggiò sul ripiano del tavolo, che era ricoperto da una cerata abbellita da disegni di limoni << Che tipo era? >>
<< Diverso. Non si poteva minimamente accostare ai drogati che ci sono qui: era gentile, disponibile e corretto. >> gli occhi del Signor Diakhaté vagarono sui mobili della stanza << Mi aiutava sempre. Quando si rompeva qualcosa era lui che chiamavo e, in pochi secondi, aggiustava ogni danno o oggetto rotto. Non voleva mai che lo ripagassi con qualche spicciolo, ma accettava volentieri un piatto caldo. >>  
<< Eravate amici. >> il tono di voce accomodante di Sarah attrasse l’attenzione dell’anziano, che annuì.
<< Una specie. Quando era in vena passavamo molto tempo insieme e avevamo i nostri appuntamenti prestabiliti. Per esempio mi accompagnava ogni mercoledì al mercato per fare la spesa, per quanto stanco o… indisposto veniva sempre. Sapete, io non ho famiglia, almeno da quando ho perso mia moglie tredici anni fa, e lui era la cosa più vicina ad un famigliare che avessi. >> 
Il fischio della teiera interruppe la conversazione per pochi secondi << È stato lei a trovare il corpo. >> anche questa volta nessuna domanda, solo un’osservazione fatta con voce gentile da Sarah che non distoglieva l’attenzione dal suo interlocutore.
L’uomo strinse tra di loro le mani nodose, quasi volesse fermare i brividi che lo attanagliavano << Era giorno di mercato. >>
La strega avrebbe voluto sporgersi oltre il tavolo per abbracciare l’uomo, ma si trattenne dal farlo. Quindi intervenne Jordan che, benché non avesse un tono né accondiscendente né dolce, si mostrò più pacato e paziente del solito << Conosceva o aveva mai visto lo spacciatore da cui si riforniva il Signor Smith? >> 
Il fantasma di un sorriso incurvò le labbra del vecchio, che spostò gli occhi perlacei sul giovane che gli sedeva di fronte << Questo condominio è la dimora di diversi pusher della zona, però io non ho mai avuto modo di conoscere quello da cui si riforniva il mio amico. Mike non permetteva che gli si presentassero alla porta. >>
<< Non permetteva? >> domandò Lucien posando sul tavolo il vassoio, su cui erano disposte quattro tazze fumanti, un bricco di latte e una zuccheriera. 
<< Esatto. >> il signor Diakhaté accettò con un sorriso riconoscente la tazza che la donna gli pose davanti << Non aveva debiti o arretrati. Mai una volta uno strozzino o il proprietario di casa si sono presentati per riscuotere cassa. >>
Di fronte agli sguardi perplessi dei tre, l’anziano accennò a una breve risata di condiscendenza mentre si versava il latte << Vi stupirà ancor di più sapere che faceva tre o addirittura quattro lavori per vivere, era così che si manteneva. Lavori umili che pochi sono disposti a fare, soprattutto quando sono persone istruite. >> 
<< Allora perché… >>
<< Perché rimaneva qui e non si faceva aiutare? >> concluse l’uomo al posto di Jordan, che annuì con la fronte aggrottata << Non voleva essere aiutato, è questa la verità. Non so cosa sia successo prima che arrivasse qua, ma era come se stesse cerando di espiare una colpa passata, come se stesse attendendo la morte. >> 
Uno strano silenzio scese sul ristretto gruppetto intanto che sorseggiavano con calma il tè, finché Sarah non lo interruppe << Suppongo che non le abbia detto da cosa era tormentato. >>
<< No, non me ne ha mai voluto parlare. Diceva solo che aveva commesso un orribile errore e, ogni volta che io provavo a chiedergli spiegazioni, affermava che non voleva coinvolgermi, in che cosa non lo so di preciso. Posso però dirvi che era spaventato e afflitto da terribili sensi di colpa. >> 
I tre rimasero nel piccolo monolocale per altri quindici minuti e chiacchierano del più e del meno; in realtà furono più che altro Sarah e Lucien a portare avanti la conversazione con l’anziano, visto che Jordan passò tutto il tempo con il volto scuro e lo sguardo fisso nel vuoto. Una volta finito il tè e dopo aver lavato e sistemato la cucina, si accomiatarono dal Signor Diakhaté. 
<< Certo che potevi essere più partecipe. >> il commento di Lucien parve non scalfire Jordan, che invece si voltò verso Sarah.
<< Controlla se su questo appartamento c’è qualche residuo di magia. >>
Sarah, senza fare domande e dopo aver controllato che nessuno li stesse guardando, fece quanto le era stato chiesto << Santo cielo, c’è decisamente più di qualche rimasuglio. Probabilmente lo aveva rifornito di ogni genere di protezione >> 
<< Stava davvero attendendo la sua fine. >> di fronte allo sguardo perplesso delle due, l’uomo si spiegò << Non ha fatto nessuna magia su casa sua, ma ha voluto proteggere in ogni modo il Signor Diakhaté. È evidente che non gli importava della sua incolumità. >>
Sarah scrutò per qualche secondo l’uscio, poi si voltò verso i colleghi << Credo che sia giunto il momento di scavare nel passato di Mike Smith. >> 
 
 
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3 Luglio 2027,
Sottosopra, Sede dei Custodi
 
 
Hera Barrows non si poteva di certo considerare una persona insoddisfatta, si ritrovò a pensare mentre studiava i numerosi anelli che le adornavano le lunghe dita affusolate, soffermandosi in particolare sull’indice destro su cui svettava lo stemma di famiglia. Aveva vissuto appieno la vita che le era stata donata: aveva viaggiato per tutto il mondo, come pochi altri prima di lei, visto e conosciuto persone di ogni genere ed etnia, sperimentato sapori e odori, studiato tutto quello che stuzzicava la sua attenzione, vinto molte delle sue paure e affrontato con coraggio ogni giorno, quasi potesse essere l’ultimo. 
Insieme alla sua famiglia si era poi trasferita nel Sottosopra, alla ricerca di quella stabilità che avevano perso molto tempo prima e, stranamente, erano riusciti a trovare un luogo da chiamare “Casa”. Luogo che in poco tempo decise che avrebbe dovuto proteggere anche lei in prima persona, nonostante le forti rimostranze di sua madre. Dunque era diventata prima una profiler, in quanto da sempre affascinata dalle menti altrui, poi una Custode e, pian piano, aveva risalito la scala gerarchica, fino ad arrivare a quel giorno, a quel preciso istante. In fondo la sua vita era stata una costante sfida, una in più non rappresentava un problema. 
Alzò gli occhi dalle mani sulla figura che la precedeva. I cappelli scuri del suo superiore, acconciati sempre con quelle bizzarre mezze trecce, strapparono un sorriso alla vampira. 
<< Non ti far intimidire. >> 
<< Certamente. >> 
Nashira si fermò di fronte alla porta nera come la pece, che svettava fra le altre che avevano invece una tonalità più chiara, la maniglia richiusa nel palmo della mano << Trovo allucinante il fatto che io sia stata costretta a portarti fino a qui, solo perché lui >> spalancò la porta, mostrando così un ufficio minuziosamente ordinato e asettico << vuole mantenere il punto. >>
Adam, seduto alla sua scrivania, teneva le mani intrecciate sullo stomaco, la schiena appoggiata all’alto schienale e gli occhi verdi non trasmettevano nessuna emozione << Però ho vinto. >> 
Nashira roteò gli occhi al cielo << Ti ho portato Hera Barrows. >>
Adam spostò lo sguardo vagamente infastidito dal suo superiore all’altra vampira e lì vi rimasero per diversi minuti, quasi la stesse soppesando. Hera, che di certo non era una che si faceva intimidire per così poco, ricambiò l’occhiata con assoluta serenità.
Il Capo della Classe S parve soddisfatto da quello scambio, quindi annuì seppur controvoglia e si alzò. Circumnavigò la scrivania e si diresse verso la parete di fondo dove erano appese una serie di foto. La profiler lo udì borbottare “No, questo no.” “Uhm, magari questa…? Nah, troppo facile.” “Questo neanche per sogno. È mio, troppo divertente.” “Se le do lui poi Nashira si incazza…” “Questo lo voleva Bal e non ci tengo a sentire i suoi piagnistei…”
Con la coda dell’occhio Hera notò degli strani movimenti al suo fianco quindi girò leggermente il capo e notò così Nashira, silenziosa, spostare di pochi millimetri gli oggetti che aveva a portata di mano: una penna, un quadro, due fogli, il taglia carte e, infine, ribaltò il cuscino adagiato sulla poltrona di pelle.
<< Ritengo che tu possa occuparti di lui, non dovrebbe essere troppo… >> Adam si voltò e, quando sollevò lo sguardo su di loro, rimase perfettamente immobile. Qualcosa non andava, lo sapeva e lo percepiva nella pelle, ma non sapeva cosa. 
<< Troppo cosa? >> 
Il vampiro lanciò una breve occhiata a Nashira che teneva la testa inclinata e un espressione di serafico interesse, tale vista lo costrinse a concludere il suo discorso, benché sentisse un fastidiosissimo prurito percorrergli le membra << Troppo difficile. >> 
Hera sapeva che il Capo della Classe S era un maniaco dell’ordine, quasi a livelli patologici, ma non volendo mettersi in mezzo rimase immobile e zitta. 
Adam, senza rendersene conto, prese i due fogli spostati e li raddrizzò, poi allungò con un gesto secco la foto che aveva precedentemente tolto dalla lavagna e la consegnò alla vampira << Questo è uno dei nemici del Sottosopra. Trovalo e uccidilo. Ti concedo 48 ore di tempo, se non ci riuscirai non potrai entrare a far parte della Classe S. >> un sorriso angelico gli incurvò le labbra mentre prendeva fra le dita il ferma carte << Sappi che io non concedo seconde possibilità. >> 
Hera abbassò lo sguardo sulla foto che aveva fra le mani e che raffigurava il viso di un uomo dai tratti duri, tipici dell’Est Europa.
<< Oh, lui sì che è un vero grattacapo. >> Nashira che aveva dato a sua volta un’occhiata all’immagine, annuì con fare pensieroso per poi sorriderle incoraggiante << Beh, buon divertimento. >> 
Detto questo la donna se ne andò seguita da due paia di occhi, uno allucinato e l’altro annoiato. 
Hera, ripresasi dallo shock, si voltò verso il vampiro << Non avrò altre informazioni? >>
<< Certo che no. >> il sopracciglio di Adam si arcuò con fare beffardo << Non sei forse tu la migliore Profiler di tutto il Sottosopra? Dimostramelo. >>
La donna lo guardò sistemare perfettamente il fermacarte e poi scuotere la mano destra nella sua direzione, intanto che si risedeva alla sua scrivania << Ora sparisci che ho cose più importanti da fare che stare appresso a te. >>
Hera, che teneva stretta la foto, uscì dall’ufficio ancora parecchio scombussolata e, mentre richiudeva la porta, lo sentì esclamare stizzito << Perché il quadro è storto?! >>
 
 
23 ore e 58 minuti dopo
 
 
Il passo di Hera era lungo e cadenzato senza però perdere la sua innata eleganza. I suoi occhi erano scarlatti, come lo erano anche i suoi abiti che grondavano sangue. La schiena era dritta come una lancia, e il suo intero essere ricordava quello di una dea guerriera. Al suo passaggio tutti si scostavano, non per terrore o sgomento, ma per semplice e puro rispetto.
La vampira aprì la porta ed entrò nell’ufficio calorosamente disordinato, si piazzò di fronte alla scrivania dietro cui era seduta la proprietaria e lasciò ricadere sui documenti sparpagliati la testa mozzata del suo obbiettivo.
Voltandosi alla sua destra, Hera sollevò il mento con aria di sfida << Sono dei vostri? >> 
Le labbra di Adam fremettero per un secondo, quasi stesse trattenendo un sorriso, poi annuì << Sì, dai, può andare bene. >>
<< Cazzo Hera, sei un portento! >> Balthazar, che si trovava dall’altro lato della scrivania rispetto al vampiro, richiamò l’attenzione della donna e sollevò la mano destra << Dammi il cinque. >>
Un fiacco sorriso incurvò le labbra di Hera mentre batteva la mano contro quella del suo nuovo collega. 
<< Bene, ottimo lavoro Hera. >> Nashira, dopo essersi ripulita la guancia che era stata schizzata di sangue, non perse il suo aplomb e indicò con la sua stilografica la testa << Ora ripulite sto schifo. >>   
  
 
§§§
 
 
Blake Hall,
Epping Forest, Essex
 
 
Ryu, fermo sulla linea ferroviaria piena di erbacce e spazzatura, guardava l’edifico di mattoni con le mani sprofondate nel lungo soprabito nero fatto su misura. Una stranissima sensazione di disagio gli irrigidiva le membra e dal suo punto di vista, benché il sole facesse capolino timidamente dietro le nuvole, il luogo aveva qualcosa di sinistro e di estremamente sbagliato nel suo insieme. 
Virginia lo affiancò << Tutto bene? >> 
<< Sì. >> scuotendo le spalle, sia per tranquillizzare la collega sia per scacciare il gelo che lo pervadeva, fece un cenno al capo squadra che li attendeva sulla banchina << Andiamo. >> 
Quando i due raggiunsero Walter lo trovarono intento a osservare la targhetta della biglietteria fatta a pezzi per terra.
La svedese lanciò una breve occhiata alla stazione e poi al superiore << Sapevi che se n’erano già andati? >> 
<< Lo avevo supposto. >> spostando con la punta della scarpa uno dei frammenti della targa, il viso del mago venne solcato da un mezzo sorriso << Sarei stato profondamente deluso se li avessi trovati ancora qui accampati. Fuggono da cinque anni, sanno bene come muoversi. >>  
I due agenti MSI si scambiarono una fugace occhiata, sempre più esasperati dal comportamento del terzo, ma non emisero un sibilo, anzi lo seguirono all’interno dell’edificio fatiscente. Ispezionarono con attenzione il pian terreno, devastato da anni di abbandono e di noncuranza, poi salirono fino al primo piano, che a differenza di quello sottostante, pareva meglio tenuto: qualcuno aveva sicuramente sistemato e pulito alla bene e meglio.
I tre si separarono, andando ognuno in una direzione differente: Walter si piazzò di fronte a una delle finestre, Virginia si avvicinò a un triclino sfondato e prese in mano quello che pareva un pomello mentre Ryu si fermò in mezzo alla stanza. Non gli fu difficile notare i segni recenti sul pavimento di mobili spostati, come anche le impronte di mani o addirittura un sottile odore di fiori di campo, così fuori contesto da fargli aggrottare la fronte. Estrasse quindi da una delle tasche interne del soprabito la sua bacchetta di ciliegio, la fece volteggiare con eleganza e mormorò << Specialis Revelio. >>
Pian piano l’aria si fece più densa e rarefatta, quasi si stesse contraendo su sé stessa. Virginia e Walter, attratti dal borbottio del collega, si voltarono verso di lui e osservarono figure confuse muoversi per la stanza, spettri di un passato sconosciuto. All’improvviso l’attenzione dei tre venne indirizzata sulla parete di fondo dove si concretizzarono, per un istante, fogli, mappe e fotografie, in una specie di copia di quello che avevano fatto loro nell’ufficio di Walter. 
La svedese si avvicinò in fretta al muro, ma troppo presto quello squarcio sul passato scomparve e un silenzio pesante scese nella stanza. 
<< Sei riuscita a leggere qualcosa? >> 
La strega si voltò verso lo Spezzaincantesimi con aria dispiaciuta << Solo un nome. >>
<< Quale? >> 
<< Georges Bataille. >> 
Walter roteò gli occhi al cielo << E adesso chi cazzo è questo stronzo? >>
 
Al limitare del bosco, nella fila di alberi che si trovavano di fronte alla vecchia stazione abbandonata, una figura snella scendeva con agilità giù dalla fronda di un castagno. Toccato il terreno, reso morbido dalle frequenti piogge, Nilüfer si tolse via i rametti e le foglie che le erano rimaste addosso. Fatto ciò recuperò la borsa che aveva nascosto in un cespuglio lì vicino e vi ripose la macchina fotografica con cui aveva scattato dei bellissimi primi piani dei loro nuovi inseguitori. Soddisfatta del suo operato lanciò un’ultima occhiata all’edificio che si intravedeva a malapena, poi si allontanò con passo baldanzoso mentre Bernardo le si adagiava con delicatezza sulla spalla destra. 

 
§§§
 
 
Highgate, Londra
 

Hera scese i tre gradini di pietra con le mani in tasca e un’espressione funebre sul volto.
<< Dai, non è andata così male. >> 
La vampira si voltò verso il suo superiore << Non è andata così male? >> l’ironia traspariva da ogni parola pronunciata << Ma se non abbiamo ricavato nulla di nuovo! Sempre le stesse risposte: non abbiamo visto niente di sospetto; siamo stati allertati dalle urla della Signora Brennan; erano già scomparsi quando siamo arrivati… e se per caso qualcuno si ricorda qualcosa in più solitamente viene smentito da quello che interroghiamo dopo che afferma tutto il contrario. >> 
I due superarono la staccionata e si fermarono sul marciapiede 
<< Cosa pensavi? Che sarebbe stato semplice? >> Livari le scoccò un sorriso sornione che portò la Custode a inchiodarlo con uno sguardo gelido, che però non parve sortire alcun effetto, quindi si lasciò sfuggire un breve sospiro infastidito.
<< No, certo che no. Però speravo che avessero le idee più chiare. >> 
Il vampiro si guardò intorno, analizzando le villette a schiera << Più il tempo passa e più i testimoni diventano inattendibili: si incontrano e inevitabilmente parlano del fattaccio, influenzandosi a vicenda. Per questo le prime ore di un’indagine sono così fondamentali e per tale ragione dovremo basarci molto sulle dichiarazioni che gli Auror hanno raccolto. >> 
I due si incamminarono lungo il marciapiede e per un po’ rimasero in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri finché la donna aggrottò le sopracciglia e sollevò il viso verso il partner << Alla fine sei riuscito a visionare i miei rapporti prima della riunione? >>
Un ghigno divertito si dipinse sul volto dello svedese << Oh sì. >> 
Non capendo il perché di quella strana reazione, le rughe che solcavano la fronte della profiler si accentuarono << Ti sono tornati utili? >> 
<< Molto. >> 
La scozzese assottigliò gli occhi chiari in due fessure << Ti diverti un mondo a irritarmi, non è vero? Sai quanto detesto che mi si risponda in maniera criptica. >> 
Livari le diede una leggera spintarella con la spalla << Lo ammetto, vederti corrucciata è qualcosa di celestiale. >> 
<< Piantala di prendermi in giro e rispondimi. >> 
L’uomo sollevò le mani, in segno di sconfitta << Ok, ma non credevo di doverti rassicurare sul tuo egregio lavoro. I tuoi profili mi saranno molto utili, soprattutto e le tue supposizioni scritte a matita a piè di pagina. >> 
Ignorando il commento del superiore sul suo bisogno di conferme, la vampira posò lo sguardo sul cottage al quale si stavano avvicinando sempre più << Ho centoquarantacinque anni e ho visto fin troppe scene del crimine, tant’è, che per certi versi, mi ci sono abituata. È però la prima volta che ho come l’impressione di essere sul bordo di un burrone: alle mie spalle c’è una soluzione semplice che so essere sbagliata, mentre se guardo il vuoto so che lì troverò sia la verità sia guai. >> spostando lo sguardo sul collega, inclinò la testa di lato << Tu hai mai avuto questa sensazione? >>
<< Certamente. >> annuì lo svedese, mentre si fermavano di fronte alla dimora della famiglia Brennan << L’incertezza dell’ignoto è qualcosa che attanaglia chiunque prima o poi >> 
<< Uhm, non è quello che intendevo… >> borbottò la profiler aggrottando la fronte, la cui attenzione venne però attratta da una donna che si avvicinava di gran carriera << Buongiorno Signora, possiamo fare qualcos… >>
<< Come osate? >> sibilò la mora additandola con l’indice << Come osate essere qui? >>
La scozzese sbatté un paio di volte le palpebre, evidentemente presa in contro piede << Stiamo investigando sulla morte della famiglia Brennan. >>
<< Voi? Voi?! >> ringhiò con fare aggressivo << Quelli come voi non si dovrebbero nemmeno avvicinare a quella casa! >>
La Custode si drizzò in tutta la sua altezza e lo sguardo si fece freddo come il ghiaccio, mentre Livari fece un passo avanti con fare pacificatore << Signora… >>
<< Trinity Burns. >> sputò, spostando l’attenzione su di lui << Sono la sorella di Valerie Brennan e non permetterò mai che esseri come voi siano coinvolti nelle indagini. >> 
Jason, che si trovava nel giardino antistante il cottage a parlare con alcuni subordinati e che era stato attratto dai toni aggressivi della donna, si fece avanti << Signora Burns la prego di calmarsi, siamo qui solo per scoprire che cosa è successo. >> 
<< Lei è un mago, vero? >> al cenno di assenso, la voce della mora si fece affilata << Non siete voi il problema, ma quelli come loro: i mostri. Sono loro i colpevoli della morte di mia sorella e della sua famiglia, quindi non li voglio qui. >> 
La testa dell’Auror scattò all’indietro, come se avesse ricevuto uno schiaffo in pieno volto; quindi lanciò un’occhiata ai due colleghi e notò che non si erano mossi: Hera teneva le braccia distese lungo i fianchi e le mani strette a pugno, ma nessun accenno di rabbia le scalfiva il viso, solo fredda quiete; Livari aveva invece un atteggiamento più rilassato e neanche guardava la donna che lo insultava, sembrava infatti più interessato alle sue unghie che stava studiando con attenzione. 
<< Capisco che lei sia sconvolta. >> Jason si frappose fra lei e le due creature << Però deve capire che stiamo facendo del nostro meglio per capire chi c’è dietro all’omicidio dei suoi parenti. >>
<< Si sa chi sono i colpevoli: i vampiri! >> ringhiò la Signora Burns << Ora mi chiedo, perché li state proteggendo? >>
Prima che il giovane avesse modo di rispondere, una voce pacata intervenne << Agente Underseaq, me ne occupo io. >> i due si voltarono verso Gaspard, che, avvicinandosi a grandi passi, sorrise cordiale alla donna e le porse la mano << Salve Signora Burns, io sono Gaspard Dubois. Le andrebbe di seguirmi? >>
La mora, dopo aver stretto la mano del mago tentennò per un secondo, poi aggrottò la fronte << Voglio sapere perché il caso è stato sottratto all’Agente Thompson per darlo a questi… esseri. >>
Il belga si fece da parte per consentirle di passare attraverso il cancellino << Mi segua in un posto più appartato e le spiegherò tutto quello che desidera. >> 
La donna notò solo in quel momento che molti curiosi li stavano osservando, quindi squadrò le spalle e annuì << Va bene. >> dopo aver scoccato un’occhiata velenosa ai due Custodi, superò la staccionata e seguì docilmente, seppur ancora impettita, Gaspard. 
Quando i due si furono allontanati, Jason si voltò verso i colleghi con un’espressione di scuse e di profondo rammarico << Sono davvero desolato... >> 
Hera sollevò la mano destra, facendo zittire l’Auror << Sai che cosa abbiamo imparato noi mostri a causa vostra, in tutti questi anni? >> 
Al cenno negativo del mago, un sorriso amaro, quasi sinistro, si dipinse sul volto della vampira << A sopportare. >> 
<< Questo spettacolino non rientra nemmeno nella mia top dieci degli insulti peggiori. >> commentò Livari, per poi voltarsi verso la scozzese << E nella tua? >> 
<< Non ci si è nemmeno avvicinata, in realtà ha fatto un po’ pena. >> detto questo girò sui tacchi e si allontanò, lasciando da solo Livari che si accomiatò dal mago con un inchino, per poi seguirla. 
 
 
§§§
 
 
9 Novembre 2058,
Sottosopra, Sede dei Custodi
 
 
Nashira era scomparsa, accusata dell’omicidio di sua sorella, di Alya, era fuggita.
Improvvisamente il mondo era andato a gambe all’aria e il Sottosopra era stato investito in pieno dagli eventi, risentendo come non mai di quell’unico, piccolo, disastro.
Balthazar, Soho, Nilüfer e Adam l'avevano seguita e ora erano dei latitanti come la prima. 
Hera scosse la testa, le pareva tutto insensato. Un brutto scherzo insensato.

Livari Lindgren era il nuovo Capo dei Custodi, lo stesso che la voleva nel suo studio, immediatamente. 
La Principessa dei Barrows era certa che l’avesse mandata a chiamare per poterla interrogare e cercare così di ottenere informazioni; peccato che lei non sapesse nulla o comunque, non più di quanto era dato sapere a lei o ad altri. 
Nashira non si fidava abbastanza di lei?
Faceva strano pensarlo. 
<< Atteggiamento neutrale. >> si ripeteva mentre cammina verso l'incontro con il suo nuovo superiore.

Si ritrovò così a riflettere su come, in poco tempo, il Sottosopra si era ritrovato senza i pilastri portanti dell'organizzazione dei Custodi, cosa assolutamente impensabile per una città così importante e numerosa. Infatti il Consiglio si era fatto in quattro per trovare qualcuno a cui affidare l’intero corpo dei Custodi e, per tale oneroso e importante compito, era stato scelto nientepopodimeno che l’ibrido. Il quale, agli occhi di Hera, a causa del suo aspetto pareva più adatto a essere il cantante di una band hard rock, piuttosto che un possibile leader. 
Dopo aver bussato delicatamente e aver udito l’invito a entrare, la profiler abbassò la maniglia ed entrò nello studio, rimanendo però  turbata dallo scenario che le si proponeva davanti. 
Era tutto così… organizzato e in ordine.
Non c'era più traccia di Nashira, lì. 
<< Oh, bene. Sei qui, finalmente. >>  la voce di Livari la riscosse dai suoi pensieri << Prego, accomodati pure >> le disse, indicando con un cenno della mano la sedia di fronte alla scrivania. 
La vampira approfittò del poco tempo concessole per studiare l'uomo che aveva davanti: aveva sentito diverse voci sul suo conto, in particolare sul suo carisma e di quanto potesse essere spietato. 
La sua analisi fu interrotta dal sedersi dell'ibrido, che, aperto il suo fascicolo, la osservò per qualche secondo << Hera Barrows... Trovo sia inutile passare in rassegna i numerosi meriti che contiene il tuo dossier, sono convinto che tu sia conscia delle tue capacità. Quindi direi che possiamo andare dritti al punto, che ne dici? >> la donna aggrottò le sopracciglia all’udire un tono così stranamente cortese: non c'era aria di minaccia nel suo atteggiamento o nel suo modo di presentarsi << Vorrei chiederti se sai perché ti ho convocato con così tanta urgenza >>. 
"Manipolatore" si ritrovò a pensare Hera "mostrarsi disponibile e alla mano instaura nella controparte una sensazione di sicurezza e altera le percezioni che si hanno dell'altro". 
<< Francamente, non ne sono sicura.  >> commentò la Custode << Potresti volermi interrogare per avere delle informazioni, cosa che purtroppo o per fortuna, non possiedo. Oppure potresti essere più furbo di quanto io pensi, e stai semplicemente cercando di avere un'idea di chi sono i tuoi sottoposti e di quale fili puoi tirare per instaurare con loro un rapporto di vantaggio per te stesso >>.

L'ibrido ridacchiò, fece un veloce commento su quanto lei gli aveva appena detto e poi le rivelò, senza troppi giri di parole, il vero motivo per cui l'aveva convocata lì. 
Con Adam fuggito, la classe S si era ritrovata scoperta, senza un Capo che potesse guidarla; per Livari, lei era un ottimo candidato. 
<< Non devi rispondermi subito, prenditi pure del tempo per riflettere. Dopotutto capisco che questa situazione non debba essere facile, per te. 
In fondo erano tuoi amici >> disse con un sorriso tranquillo e comprensivo, per poi congedarla. 
"La verità non sta da una parte soltanto. Allineati con gli eventi". 
Le parole di suo padre, mantra di tutta la sua infanzia, continuavano a frullarle in testa mentre usciva dallo studio del Capo dei Custodi e si avviava verso l'uscita della sede. 
Diventare capo della Classe S era un'opportunità da prendere al volo, lo sapeva bene: sarebbe stata vantaggiosa per lei. Hera però non era stupida e sapeva che neanche Livari lo era; peccato però si fosse tradito durante la loro conversazione. 
Sapeva di essere tra le scelte migliori per quel ruolo date le sue capacità. Era però anche consapevole che averla a capo della Classe S, sarebbe stato per il Capo e Vice Capo dei Custodi un banale trucco per tenerla d'occhio e così controllarla. 
"Allineati con gli eventi". 
La posizione di Capo della Classe S l'avrebbe sì messa a più stretto contatto con Livari e questo poteva rappresentare un azzardo, ma le avrebbe anche concesso più spazio di manovra nel cercare di andare a fondo alla faccenda riguardante Nashira e gli altri. 
Da sempre, ogni suo tentativo era volto a ricavare un vantaggio dalla situazione che le si presentava, volta per volta. Il suo comportamento era guidato non tanto dall’adozione di scelte che fossero sagge o giuste, quanto da giuste cause, decisioni che le assicurassero la propria sopravvivenza e quella delle persone a lei più care.

Ad Hera non serviva altro tempo per riflettere, aveva già la sua risposta.

 
 
§§§ 

27 Settembre 2062
Kensington, Londra
Pub “Three Caps


 
Jordan, comodamente sprofondato in una poltrona di un rosso vinaccia, teneva la testa reclinata per osservare il soffitto in vetro che, grazie a una magia, permetteva di vedere la volta celeste così com’era, senza lo smog, quasi si stesse osservando da un telescopio. Quella sera la luna era una sottile falce che sorrideva in maniera sinistra alle povere anime che sovrastava, come una dea lontana e fredda: irraggiungibile.
Il mago fece roteare il bicchiere panciuto che conteneva uno dei whisky incendiari più pregiati dell’ultimo secolo mentre, sulle ginocchia, teneva aperto un libro di astronomia che aveva sottratto dalla fornita libreria dei proprietari del locale in cui si trovava. Il pub infatti era un’oasi di pace sia per l’uomo che per tutti i suoi avventori, un luogo al di fuori della frenesia e dei dettami della società. Il locale occupava l’ultimo piano di una delle numerose villette a schiera del quartiere, in piena vista e per questo defilato da attenzioni indesiderate. I clienti principali erano maghi e streghe, di ceti sociali e etnia differenti, ma con le tasche ricolme. Per i gestori, tre fratelli la cui natura era stata parsimoniosa per quanto riguarda la loro altezza, da qui il nome Three Caps, ma non per il loro senso negli affari, richiedevano poche cose ai loro avventori: che fossero persone educate e onorevoli, e che, soprattutto, potessero pagare per i servizi richiesti, tutto il resto, dal loro punto di vista, era di secondaria importanza. Più che un pub si poteva quasi considerare un club esclusivo aperto ventiquattrore su ventiquattro per ogni genere di necessità e fantasia. 
Jordan si portò il bicchiere alle labbra e ingollò l’ultimo sorso del liquore. Quando il calore infuocato gli invase il palato e poi la gola, fino a irradiarsi nello sterno, schioccò la lingua soddisfatto e sollevò i grandi e allungati occhi blu sull’uomo che lo aveva raggiunto. 
Barney Brown, uno dei leggendari proprietari, lo studiava per la prima volta dall’alto, visto che solitamente la differenza d’altezza di trenta centimetri buoni costringeva il barista a piegare il collo all’indietro per poterlo guardare negli occhi. Quante volte si era infiammata la cervicale per colpa di quel benedetto Auror. 
<< Ho fatto qualcosa di male? >> 
Il gestore, che teneva entrambi i pollici infilati nelle bretelle verdi, arricciò le labbra << Sono le tre passate. >> 
<< E quindi? >> la perplessità del mago si fece evidente dalla sua fronte aggrottata e dagli occhioni sgranati.
<< L’atteggiamento da cucciolo bastonato e buttato sotto la pioggia funziona con Barnaby, non con me. >> sfilatogli il bicchiere ormai vuoto dalla mano, l’uomo gli fece cenno di alzarsi << Su, coraggio. >>
<< Perché mi stai scacciando via? Ero qui buono-buono a non disturbare nessuno. >> 
Barney si passò una mano sul capo completamente pelato, poi gli lanciò uno sguardo esasperato << Devi tornare a casa a dormire, se non mi sbaglio domani lavori e mi hai anche detto che hai un caso importate tra le mani. >> 
<< Vero, ma sai anche che soffro di insonnia. >> 
<< Butta giù qualche pillola e vai a letto. >> l’uomo prese la bottiglia panciuta che a inizio turno era piena e sigillata mentre ora era mezza vuota.
<< Non sei per nulla carino. >> 
Barney si strinse nelle spalle, per nulla toccato o ferito da quella secca frase detta da uno dei loro migliori clienti << La prossima volta non chiedermi di mandarti a casa a un orario preciso. >> 
<< Dov’è Barnabas? >> Jordan si guardò intorno, alla ricerca del terzo fratello << Lui è il più accomodante e gentile, perché non c’è lui? >> 
Un sospiro rassegnato sfuggì al barista, che fece sparire bottiglia e bicchiere con un colpo di bacchetta << Non c’è, è a casa sua. >> 
<< Ma voi non vivete qui? Pensavo che aveste una camera o una zona riservata. >> 
<< Ci piace creare l’illusione di esserci sempre, ma per fortuna non è così. >> Barney, stanco di dover rimanere lì a perdere tempo, prese per il bavero l’Auror e, con una forza inaspettata, lo tirò su.
Jordan, evidentemente sorpreso dalla piega degli eventi, rimase fermo immobile, quasi non si potesse capacitare che quel piccolo ometto, che arrivava a malapena al suo sterno, lo avesse sollevato di peso << Cos’è appena successo? >>
Ignorando l’espressione ebete del cliente, Barney gli recuperò il cappotto nero, lo spazzolò velocemente e lo aiutò a infilarlo << Ecco da bravo, anche l’altro braccio… così… ottimo, ora vattene. >> 
<< Sei sempre stato così forte? >> 
Il proprietario lo guardò con espressione apatica << Non mi costringere a chiamare i bodyguard. >> 
<< Va bene, me ne vado. >> l’uomo si sistemò i risvolti della giacca mentre, barcollando leggermente, si dirigeva verso l’uscita << La prossima volta però dobbiamo parlare di questa tua forza sovraumana perché… cioè, insomma… incredibile. >>
Annuendo con fare accondiscendente, il barista salutò l’avventore. Un sospiro di pura soddisfazione gli sfuggì dalle labbra quando lo vide scomparire oltre la soglia, arrivando a fischiettare una canzoncina sconcia per la troppa contentezza di essersi liberato di un problema in un tempo relativamente breve.
Jordan, dal canto suo, incespicò nei suoi stessi piedi mentre camminava nelle strade scarsamente illuminate di Londra. Il suo cervello pareva un pantano di pensieri, i quali si asfaltavano l’uno sull’altro senza una connessione logica e fu probabilmente per questo che non udì fin da subito lo scalpiccio di piedi pesanti che lo seguivano, ma i suoi riflessi, seppur rallentati dall’alcol, non erano del tutto sopiti. Il primo colpo alla testa andò a segno e un dolore lancinante gli perforò il cranio. Con un ruggito parò il secondo e, come una molla, il suo pugno scattò in avanti con una velocità e precisione impressionanti, visto il suo stato. Mandò così a terra il primo aggressore, gli altri due però non gli diedero modo di difendersi o di prepararsi, lo assalirono con fare rabbioso e fu più che altro per pura fortuna che il mago riuscì a evitare la lama del coltello che brillò all’improvviso nella buia notte. L’adrenalina e il senso di pericolo, che gli scorreva nelle vene e che gli stringeva il collo come artigli affilati, fecero scomparire in buona parte la densa nebbia data dall’alcol che lo appesantiva. Sapeva di aver di fronte dei babbani disperati e per questo estremamente pericolosi, ma l’idea di estrarre la bacchetta non gli passò neanche per l’anticamera del cervello. 
Decise che li avrebbe sconfitti con le loro stesse armi. 
Schivò il fendente del più piccolo e viscido dei due, gli afferrò il braccio e, con una pressione decisa sul nervo mediano della mano, lo costrinse a lasciare la presa sul coltello che afferrò al volo. Senza esitare gli diede un calcio nello sterno, mandando anche lui steso a terra. Il terzo, più grosso che alto, fece qualche passo in avanti, poi si arrestò all’improvviso, a un braccio di distanza. I piccoli occhi si spostarono dal coltello che Jordan aveva in mano all’espressione di pura determinazione che aveva dipinta in viso. L’assalitore comprese che, se avesse fatto anche solo una mossa sbagliata, quello che avevano creduto un mero ubriacone dalle tasche rigonfie lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte. L’uomo indietreggiò, senza distogliere lo sguardo dalla vittima diventata carnefice, sollecitò i suoi due compari ad alzarsi e in pochi minuti scomparvero nella notte. 
L’Auror rimase fermo sul marciapiede su cui si era tenuta la breve rissa, tendendo le orecchie per accertarsi che i tre se ne fossero realmente andati e, quando comprese che erano effettivamente fuggiti via, un ghigno di estrema soddisfazione gli distorse i lineamenti eleganti. Drizzò la schiena e ripose il coltello, cimelio della sua vittoria, nella tasca del cappotto, fece un passo in avanti e all’improvviso la strada assunse una stranissima angolazione. In un lampo ricordò la ferita alla testa e il sangue che gli imbrattava i capelli scuri e parte del viso affilato. Riuscì ad attutire la caduta aggrappandosi alla ringhiera di una delle villette a schiera, poi si lasciò scivolare a terra mentre il mondo iniziava a girare vorticosamente. L’ultima cosa che vide furono due scarponcini neri, che distavano meno di un metro dal suo naso, e gli parve di udire una debole risata cristallina. Poi il buio lo inghiottì.  
 
 
 
 
 
 
(1)Magda Olivero: famosa cantante lirica italiana
 
 
 
Angolo Autrice

Finalmente, eccomi di nuovo qui! 
Lo so, come al solito ci ho messo più tempo del previsto e mi scuso immensamente. Ormai sono convinta che ogni mio angolo debba iniziare così, altrimenti il mondo si capovolgerebbe per la sorpresa ed è meglio evitarlo XP.
Bando alle ciance e torniamo a noi. Abbiamo avuto modo di conoscere meglio Hera, che io sinceramente adoro e quindi potete immaginare la mia felicità quando ho capito che potevo raccontare il suo passato. Spero che vi abbia coinvolto quanto ha fatto con me. Vorrei poi ringraziare cinquedimattina, la mamma di Hera e Jordan, per avermi aiutato a scrivere i suoi flashback, senza il suo aiuto non credo che avrei saputo renderla così bene. A lei poi vanno tutti i meriti per l’ultimo pezzo del passato della profiler, davvero ben scritto (io mi sono limitata a fare copia e incolla e a sistemare qualche dettaglio).
Per quanto riguarda il capitolo in sé, le indagini hanno avuto finalmente inizio e, probabilmente, i più attenti si saranno accorti che alcuni pezzi sono molto simili a quelli vecchi. Ebbene sì: ho voluto riprenderli perché alla fine della fiera dicevano ciò di cui avevo bisogno e perché sprecare qualcosa di utile? In fondo si sa che sono una persona molto green. 
A parte gli scherzi vorrei rassicurare tutti gli autori che hanno visto comparire poco il proprio Oc: non vi disperate, stanno tutti bene. Purtroppo però, a causa della trama e degli aventi, non posso sempre dare a tutti il medesimo spazio, ma vi posso assicurare che in quelli dopo avranno modo di rifarsi.
Prima di salutarvi, come al solito, ho due domande da farvi:
 
  • Su quale Oc vorreste sapere di più: Virginia, Jason o Sarah?
 
  • Io cerco sempre di far interagire tutti con tutti, ma ovviamente se aveste delle preferenze non avete altro che da dirmelo. Potete anche indicarmi più di un nome se avete piacere.
 
Ringrazio tutti quelli che leggono questa mia opera e, in particolare, i miei tre angeli custodi che ascoltano i miei sproloqui e mi sopportano con infinita pazienza.
Spero di ricomparire su questi lidi in tempi decisamente più brevi.
A presto,
Chemy
 
 
 
 
Il vestito che Hera ha indossato durante la sua prima caccia a 17 anni
 
 
 
 
 
 
P.S: si ringrazia sentitamente _Bri_ per il betaggio <3

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