Livin' on a prayer

di tbhhczerwony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #15 ***
Capitolo 2: *** #18 ***
Capitolo 3: *** #40 ***
Capitolo 4: *** #55 ***
Capitolo 5: *** #66 ***
Capitolo 6: *** #68 ***
Capitolo 7: *** #93 ***



Capitolo 1
*** #15 ***


Hello! Non so se sia la prima volta che qualcuno scrive fanfic sui personaggi nuovi di Scarlatto/Violetto, perché effettivamente purtroppo non ho trovato i tag e mi sono dovuto arrangiare con "Altri". E vabbè, c'est la vie. Soprattutto se, come me, siete amanti di personaggi poco calcolati (anche se in realtà questi sono piuttosto popolari all'estero, quindi mi sembra strano). Come ho accennato nel summary, questa raccolta di flashfic partecipa alla nuova challenge di Torre di Carta, e certi prompt non potevo non usarli! Oggi posterò tre storie di Pokémon, e in realtà ne ho altre tre sempre per questa raccolta ma le scriverò il 24, non vedo già l'ora. Nel frattempo spero che queste prime tre possano piacervi! Buona lettura <3
 


#15: Torturare una persona


 

Da quando Riben aveva visto Juliana nella sua accademia era ancora più accecato dalla voglia di combattere e di vincere. Non aveva di certo buttato sangue, sudore e lacrime per nulla. Andava a trovarla ogni volta, dopo che questa aveva battuto ogni Superquattro della LeMi per assicurarsi ogni sua vittoria. 

Poteva quasi percepire l’angoscia che provava Juliana ogni volta che si scambiavano uno sguardo. E a Riben andava benissimo così.

Finché non fu il suo turno ad essere tormentato dopo aver subito l’ennesima sconfitta da Juliana, e la più fatale per la sua reputazione. Da colui che aveva sconfitto l’anno prima con facilità, Aris.

«O forse dovrei dire… ex-Campione

«Campione? Mi sa che si sono persi qualcosa.»

«E l’ex-Campione cosa vuole fare?»

Riben strinse i pugni. Non avrebbe perso di nuovo. Non dopo aver raggiunto l’Area Zero—no, il tesoro dell’Area Zero. Con quello ci sarebbe riuscito, sarebbe finalmente riuscito a battere Juliana.

«Cerca di ragionare, Riben! Se fosse stato così facile ci avrebbe pensato chiunque, tu sei forte a modo tuo!» tentò Juliana, mentre il suo Meowscarada davanti a lei attendeva ordini, «Potrò anche aver vinto tante volte e vinto la LeMi… ma il Campione sei sempre tu!»

Terapagos alternò lo sguardo tra i due Allenatori. Come ci era finito in quella situazione? Riben strinse i denti con rabbia, il volto tinto di un leggero rosso dal nervosismo.

«Mi stai prendendo in giro?! Ormai ho perso tutto, tanto vale che anche tu faccia la stessa fine!»

Ed in effetti, stavano davvero per perdere tutto all’interno del Grande Abisso Zero. Sicuramente, quell’esperienza ai confini della morte—soprattutto per Riben, che stava per essere attaccato per primo da Terapagos una volta Teracristallizzato—gli aveva fatto capire che torturare così una persona, la prima persona che aveva amato dal primo giorno a Nordivia, non sarebbe servito a niente.

Ma più di tutti, era stato lui a rimetterci per primo.

Aveva torturato sé stesso fino al limite.

 

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Capitolo 2
*** #18 ***


#18: Svenire

 

«Rirì!»

Rubra non poteva nascondere il suo stupore nel vedere il fratello minore accasciato a terra, una volta entrata nella sede del Club Lega. Era una delle rare volte in cui ci entrava, e fortunatamente al momento giusto. Non c’era nessuno in stanza, chissà da quanto tempo Riben era disteso completamente privo di sensi.

A giudicare dalla posizione della sedia vicino a lui, Rubra poté intuire che era seduto a studiare. Non investigò se si trattasse di strategie di lotta o materie scolastiche, doveva fare qualcosa per aiutarlo. Lo prese delicatamente tra le sue braccia per poi metterselo sulle spalle, si voltò a fatica a vedere chi stava entrando.

«Rubra, che sta succedendo?!» Rupi si avvicinò a lei di fretta, accompagnata da Piros.

«Riben è svenuto… come potete vedere. Non ditemi che è rimasto solo per tutto questo tempo?» Il tono di Rubra si fece più serio. Nonostante lei e il fratello non si parlassero più da mesi, era comunque Rirì.

Il Superquattro di tipo Fuoco abbassò le sopracciglia, mortificato, «Eravamo impegnati con le lotte… non ce ne siamo accorti, ma adesso ti daremo una mano, possiamo chiamare Aris—»

«Non me ne frega niente di Aris adesso! Aiutatemi e basta!» tuonò Rubra, cercando di non fare caso ad un acuto che le uscì verso la fine della frase.

Rupi e Piros fecero semplicemente come ordinato, aiutando Rubra a portare Riben ai piani superiori, in camera sua. Lo misero steso sul letto e presero dei cuscini per poggiarli sotto i suoi talloni, cercando di favorire la sua circolazione sanguigna. Rubra decise anche di sciogliergli i capelli, giusto per essere sicura.

«Deve essere stanco da morire… non ho mai visto una fiamma così spenta» commentò Piros, con una delle sue solite metafore sul fuoco.

Rubra rimase in silenzio, mentre Rupi si voltò a guardarlo con la sua stessa preoccupazione, «Credo che la sua fiamma sia spenta da molto tempo, Piros» la Superquattro di tipo Folletto si voltò successivamente verso la ragazza più grande, «Rubra, preferisci che ti lasciamo sola con lui?»

Rubra non rispose subito, ma ripensò alla risposta che Rupi diede a Piros qualche secondo fa. E non poteva essere più vero.

«…No, restate pure»

 
 

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Capitolo 3
*** #40 ***


#40: Tisana


 

Riben non ricordava come ci fosse finito in camera sua. Un attimo prima era nella sede del Club Lega a finire di studiare varie strategie per i suoi Pokémon e le lotte, non capiva come e quando fosse tornato in camera, perché stesse dormendo e da quanto tempo. Aveva sprecato delle ore che poteva passare ad allenarsi, non poteva perdonarsi un errore simile. 

Si voltò di scatto appena sentì qualcuno bussare alla sua porta. Si ritrovò indeciso se accettare o meno, ma prima sarebbe stato meglio chiedere chi fosse.

«Chi è?»

«Sono Rupi! Posso entrare?»

Riben prese un respiro profondo. Voleva dire di no, ma l’istinto gli disse il contrario. «Entra»

La ragazza dai capelli rosa aprì la porta, il ragazzo notò che aveva in mano un piccolo vassoio con dei dolci e una tazza fumante. Chiuse la porta dietro di sé con un piede e si avvicinò al letto di Riben con un sorriso.

«Sono contenta che ti sia svegliato, come stai?»

«…Da come ne parli sembra che tu sappia perché sono rimasto qui senza far niente»

Rupi appoggiò il vassoio sulla scrivania per prendere una sedia e posizionarla vicino al letto, successivamente lo riprese per appoggiarlo sulle gambe di lui. «Sei svenuto, eravamo tutti molto preoccupati… ti ho portato delle Malasada e un po’ di tisana alla Baccarancia e foglie di Baccafrago, ti farà bene»

Riben abbassò lo sguardo, «Non mi sembra di avertelo chiesto. Tra l’altro, non ho appetito»

«Ma devi mangiare qualcosa, sei a digiuno da stamattina… non ci siamo per niente.» gli disse tristemente Rupi, «Almeno assaggia la tisana… e dimmi se ti piace» 

Era inutile discutere con lei, non era solo fedele a qualunque regolamento ma era anche insistente quando si trattava della sua salute. Non la sopportava, ma non aveva altra scelta. Riben mescolò pigramente la tisana con il cucchiaino e si portò la tazza alle labbra, sorseggiando lentamente.

Rupi lo guardò, non potendo fare a meno di sorridere. Dietro quel Riben completamente diverso e dal cuore di ghiaccio, c’era ancora quello che conoscevano da sempre nascosto nel profondo del suo cuore.

«Allora, com’è?» chiese successivamente.

Riben socchiuse gli occhi, il profumo della tisana gli era rimasto impresso. Era difficile sbarazzarsene ma allo stesso tempo gli piaceva molto. «Mh… è buona»

Rupi rimase a guardarlo con dolcezza, «Meglio così» gli disse, «Su, ora mangia le Malasada»

 
 

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Capitolo 4
*** #55 ***


Anche oggi altre tre flashfic per la challenge di Torre di Carta!
Il prompt usato per questa è il 55 come scriverò sotto, Best friend's brother/sister. Devo ammettere che con questa mi sono un po' ispirato a uno dei classici trope "fratello/sorella maggiore overprotective" e ad un episodio di Friends, quello dove Ross scopre la relazione tra Monica (sua sorella) e Chandler. Nell'episodio si svolge in maniera diversa rispetto a questa flashfic non essendo a scuola, ma da adolescenti è ugualmente divertente. Perché proprio Erin con Riben e non Juliana/Florian? Perché da quello che ho potuto notare è abbastanza implied che Erin, anche se non lo dà a vedere, ha una cotticina per Riben. Questa flashfic si svolge dopo il finale del DLC, di conseguenza non è collegata alle due precedenti o alle prossime due, ma più alla prima che avevo postato il 21. Tra l'altro sono solo io o questo DLC è stato un po'... tipo Beautiful, con tutte queste tresche? Vabbè, vi lascio alle tre flashfic di oggi. Buona lettura! <3



#55: A e B (Best friend's brother/sister)


 

Riben ed Erin avevano cominciato a frequentarsi. Non c’era nessun aspetto negativo, se non che Rubra era venuta a saperlo per ultima, e non sapeva neanche che gli altri tre Superquattro lo sapessero. Li aveva visti per caso mentre passava per la piazza dedicata alla Prova Superquattro di Erin. I due si erano scambiati un semplice bacio, ma era abbastanza per far innervosire Rubra.

Una volta trovati in corridoio all’interno dell’istituto, Rubra si affrettò verso di loro chiamandoli. Persino Erin si era messa a correre come mai non la si era vista prima e Riben si rifugiava dietro di lei, arrivati finalmente alla sede del Club Lega dopo aver corso almeno due giri intorno al tavolo.

«Che succede?!» Ovviamente Aris, Rupi e Piros non tardarono ad arrivare.

«A quanto pare Rubra sa di noi» rispose evasivo Riben.

Piros sgranò gli occhi, «Amico, è proprio qui davanti a te» sussurrò, come a ricordarlo. Riben ed Erin gli diedero un’occhiata abbassando le sopracciglia.

«Non posso crederci! Come hai potuto, con il mio fratellino? La mia migliore amica e mio fratello?!» esclamò Rubra.

Erin si sentì in dovere di intervenire, «Se ti può far sentire meglio, le circostanze in cui ci siamo riuniti sono state spontanee. Provo dei sentimenti profondi per lui»

Rubra rimase in silenzio per un po’. Riben le prese lentamente una mano, «Scusa se sei venuta a saperlo così… è vero, la amo anche io»

La sorella maggiore rimase a guardarli, in effetti Erin sembrava sempre diversa dal solito quando si parlava di lui o ci restava vicino. Reagiva quasi in maniera meno robotica come era solita fare.

«Oh… ecco, in questo caso…» Rubra tentò di riformulare la frase, presa dall’imbarazzo, ma incurvò le labbra in un dolce sorriso, «Sono contenta per voi!» esclamò, avanzando per abbracciarli entrambi. Riben ed Erin erano ancora un po’ incerti, conoscendola, ma ricambiarono semplicemente l’abbraccio.

«Avete visto, ragazzi?» chiese poi Rubra agli altri tre, mentre si scioglieva l’abbraccio.

«Sì, lo sapevamo già» si fece scappare Aris, con una risata.

Lo sguardo di Rubra tornò ad incupirsi, Piros e Rupi alternarono lo sguardo tra lei ed Aris. «Voi lo sapevate? Quindi io sono stata l’ultima a saperlo?!»

I tre si guardarono di fretta, considerata la reazione di Rubra erano sicuri che avrebbero dovuto prepararsi a correre anche loro. Nel frattempo, Riben ed Erin guardarono la scena, divertiti.

 

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Capitolo 5
*** #66 ***


#66: Mangiare l'impasto dei biscotti


 

«Organizzare una festa qui, nella sede del club? Che cos’è, uno scherzo?»

Le poche persone presenti nella sede del Club Lega guardarono la scena a bocca aperta. I Superquattro riuniti al tavolo fissarono Riben negli occhi non riuscendo a nascondere i loro sentimenti contrastanti. Piros e Rupi si erano messi al lavoro per fare dei biscotti, era da tradizione che il Superquattro di tipo Fuoco facesse qualcosa di buono per i nuovi arrivati, ed Erin diede il loro appoggio. Anche Aris, a modo suo, rimanendo con la testa sul tavolo.

«Stavamo solo facendo dei biscotti… non… non ci sarà alcuna festa» cercò di spiegare Rupi.

«Me lo auguro.» rispose Riben, «Non voglio perdite di tempo, ho già una persona da allenare personalmente, non deve venir viziato così da subito»

Detto questo, il Campione si diresse verso la porta per uscire e lasciarli da soli, ancora sconvolti. Non sapevano perché al ritorno da Nordivia, Riben fosse cambiato così tanto. Da Superquattro era passato subito a diventare Campione e si comportava come se fosse capo del mondo. Piros sospirò sconsolato, lasciandosi cadere sulla sedia per appoggiare i gomiti sul tavolo.

«Tutta fatica sprecata…» mormorò.

«Non penso proprio» Aris scattò in avanti, prendendo la ciotola ancora piena di impasto dei biscotti tra le mani. Impugnò il cucchiaio di legno e si portò un boccone alle labbra, iniziando a mangiare davanti agli occhi increduli degli amici, «Beh, che cosa c’è? Il cibo non si spreca.»

«Sì, ma non è commestibile… non è come quella che vendono nei supermercati! Dovrei prima fare i biscotti!» esclamò Piros.

Aris scrollò le spalle, «Male che vada mi verrà mal di stomaco»

 
 

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Capitolo 6
*** #68 ***


Piccolo warning! In questa flashfic è presente un mildly dubious consent. Ora vi lascio alla fic!



 

#68: Baciare qualcuno sul collo

 

Era chiaro a tutti che Riben non era tagliato per avere il ruolo da presidente del club. Probabilmente neanche prima del suo cambiamento visto quanto poco voleva socializzare con le altre persone—e si sforzava di farlo quando era Superquattro per la sua prova—ma da quando aveva cominciato a legarsi i capelli e vestirsi in maniera diversa, stava portando tutti all’esasperazione. Ci voleva il precedente Campione, e perciò ex-presidente del club, a fare un tentativo con lui. Aris non poteva che accettare non solo perché doveva, e se l’era ripromesso lui stesso, ma anche perché Rupi lo rimproverava di sbrigarsi.

Quel pomeriggio Riben sembrava non essere uscito dalla sua stanza. Aris non investigò sul motivo, ma andò comunque a bussare alla sua porta con decisione. Sentì un click, pensando che probabilmente Riben si era chiuso a chiave, e successivamente la porta si aprì davanti a lui.

«Cosa vuoi?» chiese con tono spento il ragazzo più giovane.

Aris gli rivolse uno dei suoi soliti sorrisi, «Possiamo parlare?»

Riben roteò gli occhi al cielo ed aprì di più la porta per farlo entrare in camera sua. Il Superquattro di tipo Drago si guardò intorno, la stanza era molto più ordinata della sua ma piena di libri e fogli sparsi tra il letto e la scrivania.

«Allora, di che cosa vuoi parlare? Non farmi perdere tempo»

«E dai, rilassati… facciamoci una chiacchierata tra amici.» Aris si andò a sedere sul letto, «Perché ti stai comportando così? Non è da te, stai demoralizzando tutti i membri del club»

«Ecco, sapevo che saresti venuto a farmi la predica anche tu» Riben tornò davanti alla sua scrivania, «Se è solo per questo ti consiglio di andartene»

«“Ti consiglio”?» ripeté Aris, incredulo, «Perché, cosa succederebbe altrimenti?»

Riben non era tipo da minacciare le persone, in effetti sembrava più un errore dato dalla stanchezza più che un avvertimento. «Vattene e basta» gli disse, «Devo studiare e dopo devo sfidare due persone, stasera sarò impegnato a pensare a nuove strategie di lotta»

Aris tirò un leggero sospiro, alzandosi dal letto. Non ce la faceva più a sentirlo ripetere le stesse cose ogni giorno. «Certe volte sembri Erin, e anzi, lei non è così severa con sé stessa» si avvicinò a lui, quando Riben si voltò a guardarlo si ritrovò intrappolato tra Aris e la scrivania, dopo che il Superquattro aveva appoggiato una mano su di essa. «Sai di cosa avresti bisogno? Una sana scopata.»

Riben alternò lo sguardo tra la mano del più grande e i suoi occhi, «Non sei il primo che me lo dice»

«Però potrei essere l’ultimo»

Il Campione non fece in tempo a fare un passo in avanti, il Superquattro lo prese dal braccio destro, scoperto dal precedente scatto per liberarsi di lui. La mano fredda di Aris premeva sulla spalla nuda di Riben per avvicinarlo a sé e posare le labbra sul suo collo, percorrendolo con una serie di baci. Sotto di lui, Riben cercava di dimenarsi, ma era come immobilizzato. Eppure non sarebbe dovuto piacergli.

«L… lasciami…!» ordinò con un gemito non voluto.

Aris si leccò le labbra con un sorrisetto, facendo come richiesto, «Come vuoi, Campione. Ma ti consiglio di pensarci»

 
 

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Capitolo 7
*** #93 ***


Si conclude qui la raccolta per Torre di Carta dedicata a Pokémon!
Ovviamente l'ultima fanfic conclude il cerchio da cui avevo iniziato, ovvero il Grande Abisso Zero, con il prompt numero 93. Quindi anche qua vi lascio un avviso veloce: si parla di morte. Quella che sarebbe dovuta accadere ma Riben è stato fortunato, basically, lol. In realtà non credo che Riben si meritasse addirittura la morte per tutto quello che ha fatto, penso che già l'esperienza gli abbia fatto capire che ha esagerato ma ciò non lo giustifica (anzi, io continuo a pensare che la narrazione sia stata un po' rushata ma quelli sono gusti/preferenze), però mi è piaciuto immaginare come sarebbe andata (anche perché sarebbero morti tutti e quattro là e Riben per primo, ma stiamo parlando di Pokémon e in canon non farebbero mai vedere una morte on-screen, figuriamoci quattro). Io adoro sia Rubra che Riben, uno in modo diverso dall'altra, e si vede che Rubra ci tiene tantissimo a lui. Qui nomino Miraidon perché io ho giocato Pokémon Violetto, e anche se ho giocato con il pg maschile uso Juliana perché mi piace di più lei rispetto a Florian, ngl.
Detto ciò, vi lascio all'ultima flashfic. Buona lettura e mind the tag! <3

 


#93: Scrivi una Fanfiction in cui un personaggio muore


 

Tutto finì nel Grande Abisso Zero.

Dopo che la professoressa Rea aveva chiesto a Riben di Teracristallizzare Terapagos, conosciuto anche come il tesoro dell’Area Zero, il Pokémon aveva cambiato forma drasticamente, confermando il disegno fatto da Callugaris, nonché l’antenato di Rea. La donna non poteva esserne più felice.

Terapagos, però, non sembrava della stessa opinione. Che cosa ci facevano quattro umani lì, disturbando la sua quiete e catturandolo senza il suo consenso? Una professoressa che non riusciva a gestire tre ragazzini, ecco cosa vedeva. Ma specialmente il ragazzino con i capelli viola e il codino, colui che sarebbe dovuto essere il suo Allenatore da quel momento in poi. Dopo aver distrutto la sua Master Ball, passò all’attacco diretto.

Juliana cercò di tirare fuori la Poké Ball di Miraidon in tempo, ma era troppo tardi. Riben era già a terra, con una ferita alla testa che era tutt’altro che rimediabile. Riben cercava di alzarsi, ma non si sentiva più il corpo e non vedeva quasi più nulla. Forse se l’era meritato. Se l’era cercata. La rabbia di Terapagos si era riversata tutta verso di lui—o forse era la sua rabbia e la sua ossessione che avevano raggiunto Terapagos. Non aveva più importanza.

Era già sceso il buio.

E in quell’abisso ormai destinato a far sprofondare il gruppo ancora più in fondo, si sentiva solo l’urlo disperato di Rubra.

 

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