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Avvertimenti: in
questa storia sono usati i nomi e i termini dell’adattamento Italiano
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Reiko
Yoshida e Mia Ikumi.
Note: questa raccolta di drabble è nata dal desiderio di voler rendere “omaggio” a
una delle ship della mia infanzia (Strawberry x Ryan).
Ho pensato di farlo adesso prima che il 2023 finisca, in modo da ricordare con
nostalgia anche i miei 10 anni qui su EFP (sono iscritto dal 2013).
Spero che questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga
compagnia.
Buona lettura!
Jason.
«Strawberry,
servi il tavolo sei, non vedi che le clienti aspettano da tempo?»
«Se mi dai un attimo!» disse
alzando lo sguardo. Finì di pulire la superficie del tavolo tre, nascondendo
poi lo straccio nella tasca della divisa da lavoro.
Si diresse sgambettando
verso le due ragazzine in attesa.
«Bellissime, cosa vi
porto?» esordì Strawberry, un sorriso pacchiano a destrutturarle
il volto sudato.
«Veramente… mh, non abbiamo ancora deciso» dissero, completando
l’una la frase dell’altra. Proseguirono prorompendo in una risata vezzeggiativa,
complice.
Strawberry si
voltò felina e fulminò Ryan con lo sguardo, rimasto a pochi passi accanto a lei.
Ryan si limitò a scrollare
le spalle, sorridendole.
Avvertimenti: in
questa storia sono usati i nomi e i termini dell’adattamento Italiano, molestia sessuale (in questo capitolo)
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Reiko
Yoshida e Mia Ikumi.
Note: secondo capitolo e già vi
presento un tema delicato (considerando che, per di più, riguarda una ragazza)…
Volevo descrivere quel preconcetto di possesso, di
territorialità, che accomuna la visione che alcune persone, in particolare alcuni
uomini (o maschi di qualsiasi specie, aggiungerei) hanno di una relazione sentimentale
(soprattutto se etero). Ghish ci è stato presentato,
quanto meno all’inizio della storia, come un essere alieno più che a suo agio
nella sua voluttuosità (ho trovato calzante enfatizzare queste sue
caratteristiche in qualche modo estremizzate rispetto alle nostre). Non mi è sembrato
assurdo immaginare una sua reazione, addirittura offesa e ferita, in seno alla
notizia appresa riguardante Strawberry e la
sua situazione sentimentale. E a noi, ovviamente, l’antifona verso situazioni
reali, e sempre attuali, risulta (purtroppo) sicuramente chiara.
Scusate per le note più lunghe della drabble
in sé, ma sentivo il bisogno di condividere questo mio pensiero.
Spero che questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga
compagnia.
Buona lettura!
Jason.
I sensi di gatto l’avvertirono della presenza aliena
prima ancora di vederlo.
«Micetta, così non
ti avevo mai vista…» fischiò Ghish, leccandosi le
labbra.
Strawberry,
nel suo bikini rosso, si nascose con le braccia. Improvvisamente a disagio,
sporca.
«Ghish,
vattene via!»
«E perdermi lo
spettacolo? Non essere ingenua» la guardò famelico, ogni parola erano dieci
centimetri in meno tra di loro.
Ora faccia a faccia, un
brivido scivolò lungo la schiena di Strawberry.
Cominciò a lanciargli
contro la qualunque, persino la cornice sul suo comodino.
Ghish
l’afferrò e l’osservo. Si corrucciò, tetro. Scagliò l’oggetto a terra e volò
via.
Quel bacio passionale
immortalato, tra lei e Ryan, l’aveva appena salvata...
Avvertimenti: in
questa storia sono usati i nomi e i termini dell’adattamento Italiano, morte (in questo capitolo)
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Reiko
Yoshida e Mia Ikumi.
Note: nel terzo capitolo ho
voluto rappresentare una situazione che mi ha spezzato il cuore, mentre la
immaginavo e mentre la scrivevo.
Veder soffrire i personaggi a cui teniamo non è mai
piacevole, né da lettore né dalla parte di chi scrive, ma talvolta è
inevitabile; è l’esistenza della sofferenza, del dolore, a renderci consapevoli
della vita.
Spero che questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga
compagnia.
Buona lettura!
Jason.
«Strawberry!»
urlava, cercandola con occhi dispersi, all’interno della coltre di fumo. La
mente era offuscata dalla disperazione, ma chiamò ancora il suo nome.
In lontananza, le Mew rimaste, lottavano.
«Strawberry!
Dove sei? Strawbe--» un suono strozzato fuoriuscì
dalla sua gola. Gli occhi gli bruciavano, se per le lacrime che andavano
formandosi, o l’inquinamento nell’aria, non saprebbe accertarsene.
Strawberry,
la sua impertinente e tenace Strawberry, giaceva tra
le macerie, schiacciata sotto di esse, come vita che non ha più forma.
Cadde in ginocchio,
accanto a lei, il respiro prosciugato di lei rubò quello in lui. Tutto intorno
assunse il colore del Caos, l’odore del sangue e il rumore… del
silenzio.
Avvertimenti: in
questa storia sono usati i nomi e i termini dell’adattamento Italiano
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Reiko
Yoshida e Mia Ikumi.
Note: questo capitolo ci mostra uno
dei risvolti tristi che possono formarsi in una relazione, anche una che appare
perfetta o comunque ideale.
Spero di non starvi intristendo troppo con questi
capitoli, ma allo stesso tempo non me la sento di esimermi dallo scriverli,
perché ciò che scrivo lo percepisco come quello che i personaggi esigono da me.
Come se fossero loro a guidare me quando scrivo di loro, non importa il genere:
può essere la storia più comica del mondo, più sciocca, alle volte forse
percepita anche come “inutile” dai più, può essere anche la più straziante o talmente
erotica da doversi fare una doccia fredda dopo averla scritta/letta.
Quando scrivo non mi sento completamente artefice
di quello che scrivo; non me ne ritengo il solo “autore”, ma più come il
testimone di qualcosa che mi sta venendo mostrato (nella mente). Mi piace
pensare che il fatto che accada nei momenti più disparati della giornata me ne
dia la conferma.
Magari sto cucinando, e devo interrompere tutto per
andarmi a scrivere un pezzo o un’idea che mi è appena balenata in mente, perché
so che la mia mente non mi darà un’altra possibilità di raccontarla se non mi
premuro di ascoltarla e darle le giuste attenzioni già al primo tentativo di approccio
con me.
È come se, appunto, fossero i personaggi e la storia
stessa a venire a me, alla mia mente, e a voler esser “tradotta” in una lingua scritta,
comprensibile agli umani (o almeno una parte di loro che comprende la lingua
che sta venendo adottata per la trascrizione).
Mi rendo conto che ad alcuni, o molti, potrebbe far
ridere questo discorso/questa riflessione, ma ho pensato di rendervi partecipi
di questa mia esperienza come “colui che scrive” proprio per farvi entrare
meglio nelle mie storie.
Scusate ancora per le note lunghissime, ma era un
argomento che volevo portare anche qui; magari qualcunə
di voi la vive allo stesso modo e ora si sente meno solə,
magari compresə. You’renot
alone, hahah.
Spero che questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga
compagnia.
Buona lettura!
Jason.
P.S.
Ringrazio chi sta
leggendo e recensendo i capitoli, non me lo aspettavo! Risponderò appena riuscirò
a dedicarvi la mia totale attenzione mentale e rispondere con l’attenzione
adeguata, per ricambiare e ringraziare chi legge del tempo dedicato alla storia.
Un’altra notte insonne
scorreva tra le quattro mura della sua stanza.
Il fantasma della verità
che si rifiutava di accettare a farle compagnia.
Non lo avrebbe mai
ammesso ad alta voce, ma le mancava Ryan...
Si erano presi una “pausa”,
eppure ormai erano passati mesi e quella “pausa” sembrava assumere le sembianze
di una rottura totalizzante; che entrambi si astenevano dall'etichettare come
tale.
Tuttavia, quella
consapevolezza non cambiava neanche la natura dei suoi sentimenti per Ryan. Al
suo cuore non importava la realtà dei fatti.
Le mancava Ryan.
Le mancava quello che
avevano costruito con fatica. Le mancava, tanto da farle male il petto e
ombrarle la vista di lacrime.
Avvertimenti: in
questa storia sono usati i nomi e i termini dell’adattamento Italiano
Disclaimer: Questi
personaggi non mi appartengono, sono proprietà di Reiko
Yoshida e Mia Ikumi.
Note: questo capitolo è nato
durante una notte. Non facevo altro che pensare a loro in queste vesti e mi si
è stretto il cuore pensando a una Strawberry che sta ancora imparando a gestire
se stessa e la sua vita stravolta fin dalle fondamenta.
Per come interpreto io il loro rapporto, Ryan le saprebbe
stare accanto e fornirle amore e supporto. Tra tanti alti e infiniti bassi, forse
per senso di colpa, Strawberry rimarrebbe sempre la priorità di Ryan; non
vorrebbe mai rischiare di perderla definitivamente. Probabilmente non sarebbe
un amore molto sano, ma sicuramente sarebbe intenso e indistruttibile.
Spero che questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga
compagnia.
Buona lettura!
Jason.
Strawberry era distesa
sul petto nudo di Ryan. Le accarezzava i capelli della nuca con disinvoltura, passando
le dita tra i ciuffi rossi, crespi per via della tinta recente. Ogni tanto il
suo tocco scivolava fino e intorno al collo, aumentando i brividi sulla pelle
di Strawberry. La sfiorava come fosse sabbia su una spiaggia appena travolta, governata,
da un vento impetuoso.
Strawberry conservava in sé
lo stesso spirito, indomabile e irrefrenabile.
Ryan aveva imparato a
sedersi confortevolmente nel turbinio di emozioni, a godersi quel che lei gli
concedeva spasmodicamente. Solo a lui era stato consentito l’accesso completo
all’anima turbolenta di Strawberry.
Perché, anche dopo l’ennesima
tempesta, Ryan rimaneva sempre.
Avvertimenti: in questa storia sono usati i nomi e i
termini dell’adattamento Italiano
Disclaimer: Questi personaggi non mi
appartengono, sono proprietà di Reiko Yoshida e Mia Ikumi.
Note: questo capitolo sarebbe dovuto
arrivare qualche giorno fa, ma almeno l’anno non è ancora finito, giusto?
*sbuca da dietro un palo con una bandierina bianca*
Spero che
questo capitolo, seppur brevemente, vi tenga compagnia.
Prima della
fine dell’anno, ci tenevo appunto a ringraziare le persone gentilissime che
hanno voluto lasciare delle recensioni a questi capitoli:
Gonfiò con i polmoni
sgonfi l’ultimo palloncino rosso della bustina dai decori per niente in tema
con il periodo, e si buttò di peso sulla prima sedia contro cui i suoi polpacci
vennero a contatto.
Ryan le aveva fornito un
vestito a sirena di colore blu per quella grande serata di festeggiamenti al
Café MewMew; non era certo
natalizio, ma di sicuro avrebbe fatto risaltare i suoi capelli rossi.
Ciò che l’aveva sconvolta,
anche eccitata, di quel costoso ed elegante regalo non richiesto, era stata la
lingerie in pizzo che faceva pendant con il resto. Arrossì
nell’immaginare Ryan, il suo capo, che sceglieva di persona quella mise
per lei…