Doctor Who: The Fourteen Doctors (Sixty Years Special)

di Sayman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo Dottore ***
Capitolo 2: *** Secondo Dottore ***
Capitolo 3: *** Terzo Dottore ***
Capitolo 4: *** Quarto Dottore ***
Capitolo 5: *** Quinto Dottore ***
Capitolo 6: *** Sesto Dottore ***
Capitolo 7: *** Settimo Dottore ***
Capitolo 8: *** Ottavo Dottore ***
Capitolo 9: *** War Doctor ***
Capitolo 10: *** Nono Dottore ***
Capitolo 11: *** Decimo Dottore ***
Capitolo 12: *** Undicesimo Dottore ***
Capitolo 13: *** Dodicesimo Dottore ***
Capitolo 14: *** Tredicesimo Dottore ***
Capitolo 15: *** Il Protocollo Omega ***
Capitolo 16: *** Verso il futuro ***



Capitolo 1
*** Primo Dottore ***




Primo Dottore
 
 

Terra, Venezia, 1388

La bellissima città portuale era in festa, gli abitanti stavano festeggiando il carnevale più famoso dell'universo. Le strade erano piene di nobili mascherati che sfilavano in gondola per i canali della città. Le vie erano in pieno regime. Allontanandosi dal centro la città diventava degradante e spoglia e non era raro trovare qualche ubriacone dormire appoggiato ad un muretto o un malfattore intento a rapinare il poveraccio di turno.

In una di queste vie malfamate stavano passeggiando un quartetto di persone al quanto singolari, tra di loro vi era un vecchio gentiluomo dai capelli bianchi che ostentava un senso dell'abbigliamento edoardiano leggermente eccentrico, indossando un cappotto doppiopetto di velluto nero ebano con un collo a scialle, un gilet di tweed beige sopra una camicia bianca con una cravatta a nastro blu reale, pantaloni scozzesi grigi e stivali elasticizzati lucidi.

Costui era il Signore del Tempo conosciuto come il Dottore, un vecchio scontroso e testardo che viaggiava nello spazio e nel tempo con sua nipote Susan e i loro amici Ian Chesterton e Barbara Wright.

Ian era bello tarchiato e ben fatto, con una faccia aperta e allegra

Ian era bello tarchiato e ben fatto, con una faccia aperta e allegra. I suoi lineamenti regolari e i capelli neri ben divisi gli davano un'aria di onesta affidabilità. Indossava la tradizionale giacca sportiva e la flanella di un maestro di scuola . Barbara era alta, con i capelli scuri, magra ed estremamente bella. Indossava un dolcevita beige maglione e pantaloni neri. Susan aveva capelli scuri tagliati corti che incorniciavano un viso elfico pallido e rotondo. Indossava dei vestiti molto simili a quelli di Barbara, ma più giovanili. I quattro al primo sguardo sembravano una simpatica famigliola in vacanza.

<< Direi che è stata una bella serata, non è vero Nonno? >> gli chiese Susan.

<< Certo Susan >> le rispose il vecchietto.

<< Questi due si sono già dimenticati di essere stati attaccati da alieni travestiti con delle maschere veneziane >> disse Ian rivolto a Barbara che scosse la testa rassegnata. Poche ore prima il quartetto si era ritrovato a dover fronteggiare un gruppetto di invasori alieni che avevano avuto la simpatica idea di camuffarsi utilizzando le maschere veneziane. Per fortuna che il Dottore era intervenuto in tempo e con il suo solito ingegno e un piccolo colpo di fortuna, aveva rimandato gli alieni da dove erano venuti.

<< Magari ci avranno fatto l'abitudine >> rispose lei mentre ammirava uno di tanti canali tipici della città.

<< Gli alieni hanno reso solamente il carnevale un pizzico più interessante >> rispose il vecchietto.

<< Sono stato quasi ucciso in quella festa e lui lo ritiene interessante >> si lamentò l'insegnante

<< Ragazzo mio, smettila di lagnarti >> lo rimproverò lui con il suo solito tono burbero.

<< Il Dottore comunque è stato bravo a smascherare il finto Doge >> affermò Barbara.

<< Mio nonno è il migliore >> disse abbracciandogli un braccio << solo a volte è un po' arrogante >> concluse ridendo

<< Io sono arrogante solo con chi se lo merita! >> sbraitò lui, per poi fermarsi.

<< Perché ti sei fermato? >> gli chiese Ian

<< Sto facendo mente locale su dove ho messo il TARDIS >> disse in tono pensieroso << vediamo dove ti ho parcheggiato... di là >> disse indicando con il bastone un ponte.

Dopo cinque minuti i quattro arrivarono davanti al TARDIS, la meravigliosa macchina spazio temporale del Dottore, che aveva la forma di una cabina della polizia degli anni '60. Seduto con la schiena appoggiata alle porte della nave vi era un uomo decisamente ubriaco che si era messo lì per dormire. 

<< Giovanotto! >> Lo svegliò il Dottore scuotendolo con il suo bastone

<< Ci mancavano solo gli ubriaconi >> disse Barbara con gli occhi sollevati al cielo.

<< Giovanotto! >> Urlò ancora più forte il vecchietto riuscendo finalmente a svegliarlo << che ci fai appisolato davanti alla mia cabina Hmm? >>

<< Chi siete voi? >> gli chiese mentre si alzava con fatica, per poi asciugarsi in modo maldestro la bava dalla sua lunga barba unta e nera. 

<< Vorremo entrare là dentro >> disse Susan indicandogli la cabina.

<< Mi spiace signorina, ma ora questa cosa appartiene a noi! >> disse lui estraendo la spada.

<< Dottore attento! >> urlò Ian mettendosi fra la spada e il vecchio.

<< Calmati ragazzo mio >> disse lui spostandolo per poi andare verso l'aggressore << dimmi, prima hai detto noi >>.

<< Esatto >>

<< Allora vuoi dirmi con chi sei uhm?? >> gli chiese lui con tono minaccioso.

<< Sono con un gruppo di contrabbandieri >>

<< Interessante, si è decisamente molto interessante perché ho incontrato i tuoi amici poco tempo fa al di là del ponte e mi hanno detto di venirti a cercare >> gli spiegò.

<< Tu menti! >>

<< Non oserei mai, guarda uno dei tuoi compari sta proprio vendo qui in questo momento >> gli disse il vecchietto, mentre con il dito gli indicava il punto dove sarebbe dovuto apparire il fantomatico compare dell'ubriacone.

<< Dove? >> gli chiese confuso l'ubriacone.

<< E' dietro di te ovviamente >> gli rispose il Dottore e lui si girò a guardare. Approfittando di questo momento il Dottore tirò fuori la sua chiave ed aprì la cabina.

<< Che state aspettando uhm? >> disse rivolto ai suoi compagni, che non se lo fecero ripetere due volte e entrarono chiudendo immediatamente le porte. Lo sconosciuto accortosi che era stato fregato, cominciò a bussare violentemente sulla porta di legno.

 Lo sconosciuto accortosi che era stato fregato, cominciò a bussare violentemente sulla porta di legno

Il TARDIS all'interno era enorme e completamente bianco. Il Dottore e i suoi amici si trovavano nella sala di controllo bianca e spaziosa, con delle cose tonde e bianche sulle pareti, inoltre vi era anche qualche mobiletto d'epoca qua e là. Al centro vi era la console di comando, la console era esagonale e di colore verde spento. Vi era anche un monitor che somigliava vagamente ad una televisione del ventesimo secolo. 

<< Quel ragazzo non demorde >> disse Barbara sentendolo bussare.

<< Lascialo pure bussare mia cara, vedrai che faccia farà tra un momento >> disse il Dottore ridacchiando.

<< Quel ragazzo si prenderà un bello spavento >> disse Ian, ridacchiando anche lui.

Il Dottore azionò i comandi e il TARDIS scomparve davanti agli occhi del povero ubriacone, lasciandosi dietro di se solo una leggera brezza di vento e un suono gracchiante e futuristico.

<< Nonno dove andiamo questa volta? >>

<< Susan perché lo chiedi? >> Le chiese il suo insegante << tanto lo sai che tuo nonno non sa pilotare ed ogni volta finiamo in un posto completamente a caso >>.

<< Andiamo Ian, lei lo fa solo per rispetto verso suo nonno >> lo ammonì Barbara.

<< Dimmi Chesterfield, osi insultare la mia intelligenza uhm!? >> Lo sfidò il Dottore.

<< Non ho detto questo e il mio cognome non è quello ma Chesterton, ho detto solo che tu non sai pilotare il TARDIS >>.

<< Io lo so guidare! >> imprecò il vecchietto.

<< Calmati Nonno >> gli disse Susan.

<< Mentre voi discutete io vado a cambiarmi >> disse Barbara spazientita.

In quel momento una forte scossa fece cadere tutti per terra e tutti gli allarmi della cabina si attivarono simultaneamente.

<< Ragazzo aiutami ad alzarmi >> disse il Dottore che si dimenava per terra come una tartaruga rigirata.

<< Con quale gentilezza >> si lamentò Ian mentre lo aiutava ad rialzarsi.

<< Dottore che è successo? >> Chiese Barbara

<< Non lo so >> disse lui mentre pigiava pulsanti apparentemente a caso.

<< Nonno i computer dicono che siamo impattati contro qualcosa >> disse sua nipote leggendo i Dati dai computer lì vicino

<< Fammi vedere mia cara >> disse mentre si avviava dietro la vetrata che separava la stanza della console dai computer.

<< Interessante Susan, effettivamente è come dici tu, però gli scanner non rilevano nulla nei dintorni >>.

<< Come è possibile? >> Chiese lei.

<< Non lo so, ma forse ha a che fare con lo sbalzo di tensione avvenuto poco fa >> dedusse lui.

<< Io non ho notato nessun sbalzo >> gli disse sua nipote.

<< Voi giovani siete sempre con la testa fra le nuvole, devi prestare più attenzione a ciò che ti circonda >> la ammonì suo nonno.

<< Dottore vieni a vedere! >> disse Barbara Indicando il monitor e lui accorse subito.

<< Sembra che ci siano molteplici forme di vita a bordo >> affermò un confuso Dottore, ma come era possibile? Qualcuno aveva abbordato il TARDIS?

 

 


 

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Capitolo 2
*** Secondo Dottore ***




Secondo Dottore
 

Pianeta Rakanion, 2513

Il pianeta Rakanion non aveva mai spiccato per bellezza, infatti era solo uno di quei classici mondi totalmente vuoti se non per qualche pidocchiosa foresta qua e la e un terreno tendente al grigio. In una valle, anch'essa grigia si trovava un gruppetto di persone.

<< Non possiamo ringraziarla abbastanza per ciò che ha fatto per noi Dottore >> disse quello che sembrava il classico scienziato spaziale. Il tipo era alto, aveva i capelli neri tirati all'indietro con il gel e due occhialetti rotondi sopra al naso adunco. Indossava una divisa tutta bianca, che era anche l'indumento indossato dai suoi due colleghi che gli stavano accanto.

<< Non preoccuparti amico mio, l'ho fatto volentieri >> disse il Dottore, che stava stringendo la mano di colui che lo ringraziava con entrambe le sue, risultando decisamente impacciato.

Il Dottore era un buffo ometto dall'aspetto trasandato di media statura, con capelli neri lunghi e arruffati. Indossava una giacca nera con i pantaloni piuttosto alti, la redingote di molte taglie troppo grande e il papillon indossato ad angolo storto sotto il colletto della camicia.

<< Lei e i suoi amici ci avete salvato da dei robot assassini che stavano invadendo la nostra fabbrica >> ringraziò ancora l'altro, mentre indicava l'enorme struttura che si trovava poco più in là. L'edificio era di un argento quasi accecante che si illuminava ancora di più quando i raggi del sole vi sbattevano sopra.

<< In fondo i robot la ritenevano casa loro visto che sono stati fabbricati lì >> disse una dei due ragazzi accanto al Dottore. La ragazza era minuta, aveva corti capelli neri e un viso rotondo. Il suo abito totalmente argentato la ricopriva come una seconda pelle. L'altro invece era un ragazzo alto, aveva i capelli castani e una faccia tra il serio e il buffo. Indossava indossava un tradizionale kilt scozzese con un tartan rosso.

<< Comunque sia grazie per la comprensione e per l'aiuto Dottore >> lo ringraziò ancora una volta lo scienziato

<< Comunque sia grazie per la comprensione e per l'aiuto Dottore >> lo ringraziò ancora una volta lo scienziato.

<< Non c'è di che, Jamie, Zoe torniamo al TARDIS >> Il Dottore osservò i suoi due giovani amici, per poi avviarsi verso la sua "casa" mobile, che si trovava poco più in là. << Quando dico correte, correte, capito? >> li avvertì e i due ragazzi annuirono.

Una volta che si furono allontanati a sufficienza urlò:

<< Correte! >>

I tre si misero a correre verso la cabina che rappresentava la loro unica salvezza, dei potenti raggi laser cominciarono a venire dal cielo, scagliandosi contro il Dottore e i suoi amici che si facevano strada tra il fumo creato dagli spari.

<< Dottore! Dov'è il TARDIS?! >> gli chiese urlando Jamie
<< Su per questa scarpata! >> gli rispose mentre goffamente si arrampicava. Una volta raggiunta la cima si girò verso i suoi giovani amici e li aiutò a salire.

<< Finalmente siamo arrivati >> sbuffò lo scozzese.
<< Dottore! Jamie! Aiuto! >> urlò Zoe che stava per scivolare in basso.<< Resisti Zoe! >> gli urlò l'ometto prendendola per un braccio << Jamie avanti prendi l'altro braccio e tiramolla su >> lui fece come detto e riuscirono a tirarla su sana e salva.

Purtroppo un altro raggio impattò nel terreno accanto a loro.

<< Correte! >> urlò lui triando fuori dalla tasca la chiave catapultandosi nel TARDIS insieme ai suoi amici.

Una volta dentro i tre si accasciarono a terra per la stanchezza, anche questa volta l'avevano scampata per un pelo.

Una volta dentro i tre si accasciarono a terra per la stanchezza, anche questa volta l'avevano scampata per un pelo

 

<< Ce l'abbiamo fatta >> disse la ragazza con il fiatone.

<< Già >> affermò il Dottore mentre puliva con il suo fazzoletto rosso la sua faccia e poi quella di Jamie che si scansò subito irritato.

<< Ancora non ho capito perché ci hanno attaccati >> chiese Jamie confuso, in fondo li avevano aiutati no?

<< Perché i robot non erano impazziti per sbaglio, ma sono stati volutamente creati da loro in quel modo. Quando ci siamo immischiati, loro hanno fatto finta che fosse stato un incidente >> gli rispose l'intelligentissima Zoe

<< Se le cose stanno così, che cosa gli impedirà di riprovarci? >> chiese giustamente lo scozzese.

<< A questo ci ho già pensato io >> disse il Dottore mostrando fiero un pezzo di uno strano circuito << vedete questo è il progetto per costruirli, senza di questo non potranno fare più niente >>

<< Anche se non hanno più il progetto, magari qualcuno se lo ricorda >>

<< No Zoe, vedi... loro quei progetti li avevano rubati, quindi nessuno di quella compagnia è in grado di riprodurli >> le spiegò il Signore del Tempo.

<< Dottore sei sempre un passo avanti a tutti >> disse contenta la ragazza.

<< In pratica abbiamo vinto! >> Esultò Jamie facendo sorridere gli altri

<< Bene, credo che sia arrivato il momento di smaterializzarci >> disse l'ometto mentre si rialzava da terra e si avviava verso la console di comando.

<< Solo il TARDIS sa dove finiremo ora >> sopirò Jamie.

<< Vado a posare questo circuito nel mio laboratorio >> detto ciò prese il suo flauto e si mise a suonare mentre usciva dalla stanza.

<< Il Dottore è proprio fissato con quello strumento >> disse ridendo Zoe.

Ad un certo punto però la sala controlli si abbuiò completamente

<< Oh no no no! >> disse il Dottore mentre rientrava.

<< Dottore che succede? >> chiese la ragazza spaventata

<< Non lo so, ma se riuscissi a trovare le luci di emergenza >> disse mentre alla cieca pigiava pulsanti a caso, cosa non facile nel buio più totale.

<< Aspetta, magari posso... >> disse Jamie mentre si tastava addosso << Dottore ho trovato i miei fiammiferi! >>

<< Perfetto, allora accendine uno e vieni qui da me >> gli disse l'ometto e lui si avvicinò << adesso illumina la console per favore >>.

Lui si mise a girare in torno per capirci qualcosa, mentre osservava attraverso la luce fioca dell'accendino la console verdastra e esagonale, gli venne in mente solo una terribile spiegazione.

<< Sembra che il TARDIS sia morto >> disse mesto l'alieno.

<< Morto? >> chiese confusa Zoe << ma è un macchina >>

<< il TARDIS è più di una macchina Zoe, è viva o almeno lo era... >>

<< O magari l'energia è stata trasferita da un'altra parte della nave? >> propose la ragazza del futuro e gli occhi del Dottore si illuminarono.

<< Zoe sei un genio! Jamie illuminami qui per piacere >> disse mentre andava verso un grosso baule in legno, situato un po' più in là.

Dentro il Baule c'era tutto e di più: una palla, alcuni vestiti, dei quadri, un pezzo di bicicletta e tante altre cose strane e bizzarre. Alla fine l'ometto trovò quello che cercava, ovvero un'enorme torcia elettrica.

<< Perché quello che cerco viene sempre per ultimo? >> si chiese sbuffando.

<< Guarda che disordine >> si lamentò Zoe.

<< Ripuliremo dopo >> disse lui mentreaccendeva la torcia << adesso andiamo a vedere dove è finita la nostra energia  >>. 

 


 

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Capitolo 3
*** Terzo Dottore ***




Terzo Dottore
 

Terra, nei pressi di Londra, 1974

Nei pressi di una fabbrica in disuso, due fazioni stavano combattendo fra di loro. La prima erano un gruppo di militari in divisa verde scuro e cappellino rosso. Costoro erano i soldati della UNIT, un gruppo armato dedito alla lotta contro gli invasori alieni ostili. I militari erano capitanti da un uomo di mezza età, con i capelli neri e due baffetti. Si trattava del Brigadiere Alistar Gordon Letrbidge Stuart. Il nemico invece erano degli alieni che sembravano vagamente delle patate. La loro testona marrone, con un volto arrabbiato e arcigno, si trovava sopra ad una armatura avanzata.

In mezzo a tutto questo delirio, vi erano altri due individui; il primo era un uomo alto sulla cinquantina, con una massa di capelli bianchi , occhi azzurri , un mento pronunciato e un naso grosso e appuntito. Il suo abbigliamento consisteva in una camicia bianca con volant , un abito di velluto blu scuro , pantaloni neri con bretelle , scarpe eleganti nere La seconda era una ragazza attraente, magra, dai capelli scuri . Indossava una camicia elegante con sopra un cappotto verde. I due erano il Signore del Tempo conosciuto come il Dottore e la sua nuova amica e compagna di viaggio Sara Jane Smith.

 << Sarah tu rimani qui, mentre io cerco di disarmare quei Sontaran >> disse l'uomo, mentre si allontanava per cercare di raggiungere le patate aliene alle spalle

 << Sarah tu rimani qui, mentre io cerco di disarmare quei Sontaran >> disse l'uomo, mentre si allontanava per cercare di raggiungere le patate aliene alle spalle.

<< D'accordo, ma fa in fretta altrimenti vengo lì ad aiutarti >> disse lei e lui le sorrise.

Il Dottore si avvicinò quatto quatto dietro un nemico e con un martello gli colpì il foro dietro la nuca facendolo svenire, dopo di che grazie ad una mossa di Aikido Venusiano ne stese un altro, ma l'ultimo dei tre nemici gli si parò davanti con un fucile.

<< Per te ormai è finita Dottore! >> Disse leccandosi la lingua

<< Non ci giurerei >> rispose lui.

<< Stai solo ritardando la tua morte, ti ucciderò per la gioia della battaglia e per l'Impero Sontaran! >>

<< Patata >> lo insultò il Dottore << dietro di te >>

Infatti il Brigadiere lo colpì nello stesso foro di prima con il suo fucile.

<< Grazie Brigadiere, mi ha appena salvato la vita >>.

<< No grazie a lei Dottore, è solo merito suo se siamo riusciti a fermare l'invasione dei Sontaran >>

<< Dottore! >> gli urlò Sarah andandogli incontro

<< Sarah Jane, tutto bene? >> le chiese lui.

<< Si certo, volevo dirti che Benton mi ha dato questo dispositivo e che è per te >> gli disse porgendogli uno strano dispositivo alieno.

<< Il mio rilevatore di coscienza Nestene, lo avevo dimenticato quando lavoravo qui >>

<< Lei lavora ancora qui >>  disse brubero il Brigadiere.

<< Certamente, ma solo alcune volte, vede ora che i Signori del Tempo mi hanno ridato la mia conoscenza sul TARDIS preferisco viaggiare come ai vecchi tempi >> spiegò lui, contento di essere finalmente libero. Lui adorava la Terra, ma restare confinato sul quel mondo non gli era piaciuto più di tanto.

<< Capisco >> gli disse lui stringendogli la mano << ma quando ci sarà un'altra minaccia mi aspetto che lei venga subito >>

<< Ci conti Brigadiere, Sarah è il momento di andare >> le disse incamminandosi.

<< Va bene, ciao Brigadiere >> lo salutò con un dolce sorriso lei.

<< Ciao Sarah >> la salutò lui.

I due salirono sulla macchina d'epoca gialla del Dottore chiamata affettuosamente Bessie da lui e partirono verso il suo vecchio laboratorio dove si trovava la cabina blu

I due salirono sulla macchina d'epoca gialla del Dottore chiamata affettuosamente Bessie da lui e partirono verso il suo vecchio laboratorio dove si trovava la cabina blu.

<< Dottore, non potevamo venire direttamente con il TARDIS, invece di parcheggiarlo così lontano? >> gli chiese curiosa lei. 

<< Non porto mai il TARDIS in battaglia, inoltre adoro guidare Bessie >> disse lui mentre accarezzava affettuosamente il volante.

<< Quale sarà la nostra prossima meta? >> gli chiese curiosa lei, adorava scoprire nuovi mondi in compagnia del suo amico alieno.

<< Tu dove vorresti andare? >> le chiese lui.

<< Non saprei su un pianeta alieno magari? >>

<< Avevo intenzione di andare su Xanon il pianeta azzurro >> disse lui, mentre superava una macchina decisamente lenta.

<< E' un oceano gigante? >> chiese lei incuriosita.

<< No la vegetazione è blu Sarah >> Le spiegò lui e lei annuì sempre più curiosa. Il resto del viaggio fu per lo più silenzioso e Sarah lo passò ad osservare il panorama che era decisamente spoglio e monotono rispetto ai meraviglioso mondi che visitava. Ma alla fine le campagne Inglesi, non erano questo granché.

Una volta arrivati il Dottore aprì il Garage che era anche il suo laboratorio con un controller a distanza e successivamente vi ci parcheggiò la macchina. Dopo aver osservato per un secondo le varie cianfrusaglie che erano sparse per tutto il laboratorio, il Dottore entrò all'interno della sua cabina blu.  

Si avviò verso la console esagonale tutta bianca, così come erano bianche le pareti e il pavimento

Si avviò verso la console esagonale tutta bianca, così come erano bianche le pareti e il pavimento. Se non fosse stato per le incavature rotonde sulle pareti quel posto era fin troppo monotono.

<< Xanon stiamo arrivando! >> urlò Sarah e lui sorrise, ma appena si smaterializzarono le luci subito si spensero.

<< E ora che succede? >> chiese lui sbuffando, successivamente da una delle sue tasche triò fuori una torcia elettrica ed illuminò i comandi.

<< Sembra che il TARDIS sia morto >> affermò la ragazza preoccupata.

<< Infatti >> disse lui pensieroso

<< Forse bisogna invertire il flusso di neutroni? >> chiese Sarah utilizzando uno dei tormentoni del Dottore.

<< No, ma credo che dovremmo andare in un'altra sezione del TARDIS per scoprire che cosa è successo, andiamo Sarah >> detto ciò si incamminaronoall'interno della macchina.
 

 


 

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Capitolo 4
*** Quarto Dottore ***




Quarto Dottore
 
 

Terra, Giappone, 1607

All'interno di una città del Giappone feudale, una creatura simile ad un drago stava correndo per le strade spaventando tutti i cittadini. La cosa più singolare non era il drago in se, ma la persona che lo stava cavalcando: Un uomo con dei grandi ed espressivi occhi azzurri , un grande naso adunco , un mento rotondo, denti bianchi e luminosi e dei ricci castani. Intorno al suo collo vi era una lunghissima e ridicola sciarpa multicolore che sembrava avere vita propria. Indossava un maglione con un gilet a quadri e dei pantaloni larghi e quasi ridicoli.

<< Avanti bel draghetto, se arrivi alla foresta ti do le mie caramelline! >> disse lo strambo, mentre lui e la creatura blu con fattezze serpentine attraversavano le vie trafficate della città.

Dietro di loro c'erano almeno una mezza dozzina di Samurai a cavallo che li stavano inseguendo e dietro ancora una bella e minuta donna aristocraticamente bella con lunghi capelli biondi e una fronte alta. Aveva labbra sobrie, una fronte nobile e una pelle chiara.

Dopo aver girato mezza città, lo strambo e il dragone arrivarono in una foresta davanti ad un enorme portale bianco

Dopo aver girato mezza città, lo strambo e il dragone arrivarono in una foresta davanti ad un enorme portale bianco. L'uomo scese dal drago e gli si parò davanti. Poi cominciò a mettere delle jellie babies una dietro l'altra in modo da attirare la bestia all'interno del portale.

Fortunatamente il piano riuscì e la bestia seguendo le leccornie si gettò all'interno del portale, successivamente lui con il suo cacciavite sonico lo richiuse.

<< Tutto è bene quello che... >> disse mentre si ritrovava una katana alla gola e davanti una schiera di Samurai arrabbiati.

<< Signori, non c'è bisogno di scaldarsi tanto, in fondo ho riportato il drago a casa >> disse lui, con un sorriso a trentadue denti.

<< Per fare ciò hai distrutto mezzo giardino dell'Imperatore in groppa a quella bestia ed ora lui reclama la tua testa! >> lo ammonì uno dei samurai.

<< Dottore >> disse la ragazza bionda passando attraverso i soldati. Si poteva notare che indossava un vestito rosa e una sciarpa bianca.

<< Romana, che fine avevi fatto? >> le domandò lui.

<< Ero dall'Imperatore per spiegargli perché hai fatto cadere l'imperatrice con la tua sciarpa >> lo ammonì esasperata lei.

<< Non è colpa mia se ci è inciampata! >> protestò lui.

<< Aveva deciso di perdonarti quando ti sei offerto volontario per catturare il Drago, ma quando hai deciso di cavalcarlo ed hai devastato il giardino e mezzo palazzo imperiale, bè non ho potuto far più niente ed ho seguito i soldati >> gli spiegò lei.

<< Voi Gaijin verrete al palazzo ... >> li minacciò lo stesso samurai di prima.

<< O quello che ne resta >> disse in modo ironico colui con la sciarpa con un sorriso a trentadue denti rivolto a Romana che scuoteva la testa rassegnata.

<< Voi verrete al palazzo e verrete giustiziati! >> Li minacciò il soldato arrabbiato.

Dopo venti minuti di passeggiata scortati dai Samurai, passati per lo più ad ammriare i bellissimi templi circondati da diversi portali torii,  Romana indicò il TARDIS che era situato in una bancarella di spezie.

<< Al mio tre corriamo >> disse lui rivolto alla sua amica Time Lady che annuì.

<< Uno, due, tre! >> urlò disorientando i Samurai in modo da poter sgusciare fuori dalla loro formazione e correre diritti verso il TARDIS.

Il piano ebbe successo e i due si ritrovarono al sicuro dentro le mura della cabina

Il piano ebbe successo e i due si ritrovarono al sicuro dentro le mura della cabina. Il TARDIS era totalmente bianco fatta eccezione per un appendiabiti in legno appoggiato ad una delle pareti. Nella pareste davanti a loro vi era un gigantesco schermo che in quel momento era spento.

<< Dottore! Questa volta ce la siamo davvero vista brutta, per cui non fare lo stravagante! >> Lo rimproverò lei. Per quanto lei era la più giovane della coppia, era anche la più matura. 

<< Io non ho fatto lo stravagante >> ribatté lui.

<< Ah no? Non potevi solamente attirare il drago con le caramelle, invece di cavalcarlo? >> gli chiese lei.

<< Certo, ma sarebbe stato terribilmente noioso ed io non viaggio per annoiarmi, altrimenti me ne sarei restato a Gallifrey >> disse lui.

<< Gallifrey non è noioso >> disse lei che come lui veniva dallo stesso pianeta, anche se più viaggiava con il suo "amico", più si rendeva conto che il suo mondo natale era il più delle volte una vera noia, anche se non lo avrebbe ammesso a voce alta.

<< Mah, se lo dici tu, io vado a prendere altre Jellie Babies e poi partiamo verso il nostro prossimo viaggio >> le disse il Dottore mentre cambiava stanza.

<< Ti sei dimenticato dei Samurai qua fuori? >> gli domandò lei.

<< Romana hai studiato all'accademia, dovresti sapere che quelle porte sono impenetrabili >> disse mentre usciva dalla sala di controllo.

<< Ti dovrai rigenerare per via delle carie! >> gli disse lei ridendo.

Romana  si avvicinò alla console e azionò i comandi, ma improvvisamente tutto si fece buio.

<< Dottore! Dottore ci sei? >>

<< Romana che hai combinato?! >> disse da uno dei corridoi.

<< Niente, ho solamente azionato i comandi >> si giustificò, mentre il Dottore tornò da lei con un candelabro in mano.

<< Romana quante volte ti ho detto di non toccare i controlli? >>

<< lo sai che io sono più brava di te >> affermò la bionda.

<< Affermativo >> disse un cagnolino di metallo che sbucò fuori dall' ombra. Questo tenero robottino sembrava un giocattolo per bambini troppo cresciuto.

<< E così K9 ora stai dalla sua parte >> gli disse il Dottore facendo il finto offeso

<< E così K9 ora stai dalla sua parte >> gli disse il Dottore facendo il finto offeso.

<< Io non sto dalla parte di nessuno, elenco solamente i fatti >> disse il cane,

<< Dottore, un candelabro, sul serio? >> gli disse un'incredula Romana.

<< Si è fatto buio e mi trovavo accanto alla sala dei candelabri >>

<< Siamo Signori del Tempo non dei primitivi >>.

<< La luce è sempre luce, sia che provenga da un candelabro o da una lampada ionica non ti pare? >> Disse lui con un sorriso.

<< Allora cosa è successo? >> chiese lei

<< L'energia è stata deviata da qualche altra parte della nave >> li informò K9

<< Nella sala di controllo secondaria? >> chiese il Dottore.

<< Negativo >>

<< Allora dove? >> chiese Romana.

<< Seguitemi e vi ci porterò >> rispose il fedele animale robotico << inoltre rilevo altre forme di vita >>

<< Cosa? >> urlarono in coro i due Signori del Tempo.
 

 


 

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Capitolo 5
*** Quinto Dottore ***




Quinto Dottore
 

Pianeta Azaran, 1567

In un lontano mondo dal cielo verde veleno e dalla terra nera come la morte, due persone coperte da un mantello nero stavano scortando un ragazzo biondo all'interno di una specie di cupola. Una volta entrati, il biondo fu fatto inginocchiare su una pedana delle esecuzioni. Tutto intorno a loro, sugli spalti, centinaia di spettatori con i mantelli neri stavano esultando.

<< Costui è il Signore del tempo conosciuto come il Dottore, ed oggi metteremo fine alla sua tirannia! >> Decretò una delle persone vestite di nero, mentre si avvicinava al biondo. Il boia non poteva non notare lo strano abbigliamento della sua futura vittima, visto che era in netto contrasto con i colori tetri e scuri del luogo. Il giovane infatti indossava una redingote beige con bordini scarlatti lungo il colletto. Sotto il cappotto, il Dottore indossava un maglione color crema da cricket con un motivo cremisi e nero con scollo a V, e una camicia bianca con l'interno rosso. I pantaloni erano striati di marrone e beige, mentre le scarpe erano bianco marmo.


Ad osservare la scena, ben nascosti sotto gli spalti, vi erano due persone di sesso opposto. La ragazza era piccola, snella e attraente con i capelli ramati scuri tagliati in modo aggressivo. Indossava una giacca di alabastro con pantaloncini abbinati e una canotta bianca. Il ragazzo invece era magro come un salice e aveva un aspetto ultraterreno grazie ai suoi capelli ramati, agli occhi azzurri e al viso magro e dalle ossa affilate. Indossava un blazer scuro e una cravatta a righe.

<< Turlough dobbiamo salvarlo >> disse a bassa voce la ragazza allarmata

<< Turlough dobbiamo salvarlo >> disse a bassa voce la ragazza allarmata.

<< Calmati Tegan >> disse lui.

<< Non mi calmo, il Dottore è svenuto >>

<< Ne dubito fortemente, secondo me sta facendo solo finta >> affermò sicuro lui. Ormai aveva capito che il loro amico riusciva sempre a cavarsela.

Intanto la condanna stava per giungere al termine, quando il Dottore con la sua mano destra indicò ai suoi amici una specie di sfera, prima di essere disintegrato da una specie di raggio all'interno della capsula.

 

<< Finalmente il nostro nemico è stato bruciato! >> urlò il boia.

Tegan stava per urlare, ma il suo amico le tappò la bocca.

<< Dobbiamo prendere quella sfera >> le disse e lei annuì.

Prenderla non risultò particolarmente difficile, visto che tutti erano concentrati sul processo. Inoltre era letteralmente a due passi da loro.

<< Ora che l'abbiamo che cosa dobbiamo farci? >> chiese giustamente la ragazza.

<< Credo che dobbiamo tornare al TARDIS >> ripose lui.

<< Ma come facciamo senza il Dottore? >> disse lei con le lacrime agli occhi .

<< Torniamo al TARDIS e poi ci penseremo >> le rispose brusco lui.

Non ci volle molto per arrivare

Non ci volle molto per arrivare. Una volta dentro, i due rimasero stupiti quando videro il Dottore che li stava osservando sorridendo. Si trovava lì con il suo solito fare calmo e pacato davanti alla console bianca ultra tecnologica. Lo schermo integrato nel muro era acceso, a indicare che l'alieno li aveva osservati per tutto il tempo dopo la sua "esecuzione".
 

<< Dottore! >> Urlò lei abbracciandolo.

<< Come hai fatto a sopravvivere? >> chiese invece Vislor.

<< Il raggio che mi ha fatto scomparire non disintegrava, ma teletrasportava >> spiegò loro lui.

<< E dove? >> chiese lei.

<< Non ne ho idea e non lo voglio neanche sapere, fatto sta' che ho deviato il raggio all'interno del TARDIS e quindi eccomi qui >>

<< Dottore eccoti la sfera >> disse il ragazzo porgendogliela << ma che cos'è? >>

<< Questo oggetto è stato la causa del nostro arrivo qui. Mi hanno attirato per uccidermi. Secondo loro, ho commesso dei crimini >> spiegò loro. 

<< Quali crimini? >> domandò la ragazza << tu salvi le persone >>.

<< Tegan quando fai quello che faccio io, è normale che ti crei dei nemici >> le disse con tono pacato lui.

<< Che cosa dovrei fremercene di questa? >> chiese il rosso con ancora la sfera in mano.

<< Lasciala da qualche parte nel laboratorio del TARDIS, l'importante è che quelle persone non possano più dirottare il TARDIS >> sbuffò lui, per poi chiedere << dove volete andare? >>

<< Antico Egitto >> disse Tegan.

<< E Antico Egitto sia >> disse lui azionando i comandi, ma improvvisamente tutto si spense facendo restare l'equipaggio al buio.

<< Dottore che è successo? >> chiese lei

<< Il TARDIS sembra come spento >> le rispose il Signore del Tempo preoccupato.

<< Allora riaccendilo >> disse Vislor.

<< Ci sto provando, ma non è così semplice se non ci vedi >>.

<< Aspetta Dottore, ho una torcia >> disse Tegan prendendo l'oggetto da una delle tasche del suo vestito, per poi illuminare la console.

<< Grazie, di primo acchito sembra che sia morta, ma non credo, o almeno lo spero, comunque sia non troveremo le risposte stando qui fermi >> dedusse il ragazzo biondo con il cappello.

<< E dove vorresti andare? >> chiese il rosso

<< In un'altra zona del TARDIS >> dissementre si avviò, seguito da due suoi amici, che erano decisamente confusi epreoccupati.

 

 

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Capitolo 6
*** Sesto Dottore ***




Sesto Dottore
 
 

Terra, Paleolitico

All'interno di una foresta di conifere due strani individui erano stati legati come salami a un albero. Uno di loro era un uomo sui quaranta con dei folti capelli biondi, ricci e folti. Indossava quello che si potrebbe definire come un orribile cappotto multicolore accompagnato da dei calzoni giallo accesso che erano un vero pugno nell'occhio. La ragazza, che era una bellissima castana, indossava una semplice maglietta rosa che risaltava le sue generose forme e del calzoni blu.

 La ragazza, che era una bellissima castana, indossava una semplice maglietta rosa che risaltava le sue generose forme e del calzoni blu

 

<< Dottore, quando torniamo al TARDIS ti trovo un nuovo look >> gli disse lei urtata.

<< Che cos'ha che non va il mio?! >> le chiese indispettito lui.

<< Sembri una tavolozza di colori! >> gli urlò contro lei.

<< Questo è un capo elegante, ma un'umana, ovviamente, non può capire appieno la moda >> la criticò lui.

<< A volte sei così arrogante che... >>

<< Su continua >> disse lui sfidandola.

<< Lasciamo stare, piuttosto come ci liberiamo? >> gli chiese lei cambiando argomento.

<< Per prima cosa dimmi perché offendi il mio spettacolare abbigliamento >> insistette lui.

<< Perché gli uomini primitivi ti hanno visto da un chilometro di distanza appariscente come sei vestito così, inoltre ti hanno scambiato per un essere mistico dai mille colori ed ci hanno catturati per offrirci al loro dio sole >> le spiegò più che urtata lei, mentre faceva cenno verso un gruppo di uomini vestiti di pelle animale che stavano costruendo una specie di altare sacrificale con qualche roccia e pezzo di legno.

<< Non è colpa mia se sono degli idioti! >> disse mentre si era slegato.

<< Ma come hai...? >>

<< Sono stato allievo di Houdini >> rispose mentre la liberava.

<< Il tributo sta scappando! >> urlò una Primitiva al resto dei suoi amici, che subito si precipitarono verso i due.

<< Peri dobbiamo andarcene! >> disse mentre la tirava su.

I due vennero inseguiti per mezza foresta non solo dai primitivi, ma anche dai cani lupo che avevano addomesticato.

<< Dottore da questa parte! >> urlò lei indiando la cabina blu, che per loro fortuna non era così lontana dall'accampamento dei loro rapitori.

<< L'avevo vista Peri, ora andiamo >>.

Una volta dentro la cabina i due si riposarono, poi la ragazza si addentrò nei meandri infiniti di quella magica cabina e dopo pochi minuti ritornò con in mano una camicia bianca dei jeans blu

Una volta dentro la cabina i due si riposarono, poi la ragazza si addentrò nei meandri infiniti di quella magica cabina e dopo pochi minuti ritornò con in mano una camicia bianca dei jeans blu.

<< Che ne dici di questo? >>

<< Che vestiti orrendi, ti ho detto che adoro questo vestito! >> le rispose più che urtato il Dottore.

<< Allora la prossima volta che vieni scambiato per un'entità astratta e vogliono sacrificarti, non chiedere il mio aiuto! >> disse arrabbiata lei. C'erano certe volte che trovava il Dottore davvero insopportabile, onestamente le mancava la precedente versione del Signore del Tempo, quella gentile con il sedano.

<< Va bene, tanto non è che sei stata così utile la fuori, visto che ho fatto tutto io >> la sfottè lui.

<< D'accordo mister arroganza, adesso dove andiamo? >> gli chiese lei preferendo cambiare argomento.

<< Intanto mi smaterializzo, poi vediamo >>, ma appena abbassò la leva tutto si abbuiò.

<< Si è fulminato un fusibile? >> chiese scherzosamente lei.

<< E' molto peggio di così Peri >> disse lui facendola preoccupare

<< Che intendi? >>

<< Intendo che il TARDIS sembra morto >> disse mesto.

<< Ma può morire? Insomma è solo una macchina >> chiese giustamente li.

<< E' viva e ti può sentire, quindi eviterei di offenderla >> la informò.

<< Magari la luce è finita da un'altra parte? >>

<< Peri alcune volte mi sorprendi >> dissementre accendeva una torcia tirata fuori dalle sue tasche apparentemente infinite, per poi avviarsi verso una meta non ancora ben nota a nessuno dei due.

 

 


 

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Capitolo 7
*** Settimo Dottore ***




Settimo Dottore
 


Terra, Londra, 1989

All'interno di una delle tante scuole elementari londinesi, uno strano ometto con tanto di cappello ed ombrello stava giocando a scacchi contro un alieno verde simile ad un maiale, per decidere le sorti del pianeta. I due si trovavano all'interno della palestra, l'alieno aveva posizionato il tavolino con sopra la scacchiera proprio in mezzo al campo di Basket.

<< Perderai Dottore! >> disse il suino alieno al suo avversario.

<< No ne sarei così sicuro >> gli rispose con calma l'ometto.

<< Non fare lo spavaldo, non ti si addice >> lo prese in giro l'avversario.

<< Scacco matto >> disse semplicemente il Dottore.

<< Cosa?! >> urlò lui.

<< Hai perso, d'altronde gli scacchi sono il gioco dei Signori del Tempo e io sono imbattibile, soprattutto in questa rigenerazione >> si vantò un po' l'alieno con l'ombrello.

<< Pagherai per questo! >> lo minacciò il simil maiale zannuto.

<< Forse un giorno, ma ora hai perso e quindi devi lasciare stare la Terra >> decretò il Dottore.

<< E sia! Ma prima farò fuori te! >> disse alzandosi e estraendo la sua arma, fortunatamente venne messo KO da una mazzata proprio dietro la testa. A colpirlo era stata una giovane ragazza castana che indossava una giacca in pelle nera piena di spille. Lei era Ace, compagna attuale del Dottore e amante della Nitro-9.

<< Grazie Ace, questa volta me la sono davvero vista brutta >> la ringraziò lui

<< Grazie Ace, questa volta me la sono davvero vista brutta >> la ringraziò lui.

<< Non temere Professore, ti proteggerò sempre le spalle >> disse lei convinta.

<< Vieni andiamo al TARDIS >> disse mentre si avviavano a braccetto verso i corridoi della scuola. La cabina blu si trovava nel giardino della scuola, situata tra un'altalena gialla sgangherata e uno scivolo azzurro anch'esso quasi in disuso. In effetti quel giardino era veramente mal messo e contrastava non poco con la modernità e la luminosità dell'edificio scolastico.

<< L'alieno non distruggerà la terra? >> chiese Ace mentre camminava con il suo mentore.

<< No, vedi quella scacchiera era programmata in base al vincitore, se lui vinceva lei attivava automaticamente il raggio distruttore, se vincevo io, come effettivamente è accaduto, non succede niente, tranne che quell' alieno verrà riteletrasportato a casa e subirà l'umiliazione di aver perso >>

<< E cosa gli impedirà di tornare? >>

<< La sua stessa gente, vedi la loro specie distrugge i pianeti giocando, perché per loro è tutto un gioco, ma se perdono, diventano dei reietti della loro società >> le spiegò lui,

<< E' un po' triste però >> disse amareggiata lei.

<< Le ingiustizie ci sono sempre >> disse lui mentre apriva le porte della cabina entrando.

Una volta dentro, la ragazza osservò  per un po' la stanza della console tutta bianca con gli ormai onnipresenti cerchi sulle pareti

Una volta dentro, la ragazza osservò  per un po' la stanza della console tutta bianca con gli ormai onnipresenti cerchi sulle pareti. Poi chiese:

<< Professore dove andiamo? >>

<< Vuoi già partire per un'altra avventura? >> disse lui

<< Certo, inoltre mi avevi promesso di vedere il pianeta d'oro >> gli ricordò lei. Onestamente era curiosa di vedere un pianeta dove ogni cosa, anche le creature viventi erano fatte d'oro.

<< D'accordo, voi giovani siete sempre di fretta >> si lamentò mentre tirava le leve, ma improvvisamente tutto si spense.

<< Ecco che succede quando si ha troppa fretta di far le cose >> sbuffò l'alieno.

<< Io che centro? >> gli chiese infastidita lei.

<< Andiamo a vedere che cosa è successo, mi pare ovvio che l'energia è stata dirottata >> realizzò lui.

<< Professore sul pianeta degli esplosivi ho comprato questo >> disse mentre accendeva una specie di petardo.

<< Ace! Ma che fai! >> urlò allarmato l'alieno, onestamente Ace era fin troppo fissata con gli oggetti esplosivi.

<< Tranquillo non è pericoloso >> gli disse lei, infatti quando esplose creò una sfera luminosa che vorticava in aria.

<< Potevi dirmelo subito che era una luce esplosiva, mi hai fatto preoccupare sai? >> la ammonì lui.

<< Scusa Professore >>

<< Se non mi ricordo male questa sfera si spostacon il vento >> disse mentre agitava l'ombrello verso di essa spostandola << appunto, andiamo Ace >>.
 

 


 

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Capitolo 8
*** Ottavo Dottore ***




Ottavo Dottore
 
 

Terra, San Francisco, 2001

All'interno di uno dei tanti corridoi del Walker General Hospital, un uomo dai lunghi capelli castani vestito in stile vittoriano e una bella donna castana vestita da dottoressa correvano per sfuggire a una serie di morti viventi che bramavano la loro carne. Di primo acchitto sembrava di vedere una scena di un film di zombie, ma per fortuna o sfortuna, non era così.

 Di primo acchitto sembrava di vedere una scena di un film di zombie, ma per fortuna o sfortuna, non era così

<< Dottore quelle creature ci stanno praticamente alle calcagna! >> urlò la bella dottoressa.

<< Continua a correre, molto presto il mio piano avrà successo >> la rassicurò l'alieno, prendendola per mano.

<< Perché con te è tutto così assurdo?! >> gli chiese impanicata lei, queste stranezze non facevano per lei.

<< Non sono io ad essere assurdo ma le circostanze, vieni entriamo qui dentro >> disse aprendo una porta.

<< Il TARDIS >> disse lei appena vide la cabina blu situata al di là della porta, che per la cronaca era quella di uno sgabuzzino.

<< Grace tu entra, io devo fare un'ultima cosa >> le disse lui.

<< Dottore >> disse lei mentre entrava << fa attenzione >> lui le sorrise ed uscì dallo sgabuzzino.

IL Dottore si ritrovò davanti ad una schiera di morti viventi che lo guardavano affamati. I cadaveri umani sembravano per lo più vivi, solo un po' più pallidi. Ciò che li tradiva erano i loro occhi iniettati di sangue.

<< Io so chi siete e da dove venite >> disse loro il Dottore con fare autorevole << siete conosciuti come i parassiti dei morti >>.

<< Tu non sei di questo mondo >> disse un cadavere con voce grottesca.

<< Esatto, io posso portarvi in un altro mondo dove potrete vivere in pace, ma lasciate questo pianeta >> disse lui sperando che gli alieni avrebbero accettato la sua proposta.

<< Se sai chi siamo, sai anche noi che viviamo tramite i corpi dei morti, e questo pianeta ne è pieno >> disse l'alieno.

<< Posso portarvi in un mondo pieno di cadaveri che vi serviranno per riprodurvi >> propose loro il Dottore.

<< Non esiste tale mondo >>

<< Purtroppo esistono milioni di mondi che oramai sono dei cimiteri >> disse mestamente il Dottore, mentre ripensava a tutti i mondi cimitero che aveva visitato. Erano fin troppe le razze che si erano estinte per via di una guerra interna, un'invasione aliena, un virus letale e via dicendo.

<< Se anche fosse noi vogliamo carne fresca, per cui noi restiamo qui >> sentenziò il nemico.

<< Io non vi permetterò di uccidere degli umani innocenti! >> li minacciò il Signore del Tempo.

<< Allora perirai con loro! >> disse mentre gli si avventò

Il Dottore però non era uno sprovveduto infatti, rientrò all'interno dello sgabuzzino e poi nella sua macchina spaziale.

Il Dottore però non era uno sprovveduto infatti, rientrò all'interno dello sgabuzzino e poi nella sua macchina spaziale

L'interno era al dir poco spettacolare: sembrava una libreria mista ad un salotto in legno vittoriano. La parte più bella era il cielo stellato sopra la console che mostrava le stelle in tutta la loro gloria e magnificenza.

<< Dottore che è successo? >> chiese la cardiologa.

<< Ho offerto loro un mondo, ma hanno rifiutato >>

<< E quindi invaderanno il nostro? >> gli chiese preoccupata.

<< Di questo non devi preoccuparti >> infatti un enorme boato fece smuovere la cabina, facendo quasi cadere Grace per terra.

<< Non avrai fatto esplodere il posto in cui lavoro?! >> gli chiese infuriata lei.

<< Si >> le rispose lui imbarazzato .

<< Cosa?! >>

<< Mi dispiace, era l'unico modo >> si giustificò lui.

Lei si buttò nella poltrona sbuffando << la prossima volta che vedo qualcosa di strano non ti chiamo >>

<< Hai fatto bene a chiamarmi, altrimenti il tuo mondo sarebbe stato abitato da parassiti alieni che si impossessano dei corpi dei morti >> le disse con fare calmo il Dottore.

<< Come hai fatto a far esplodere l'intero ospedale? Insomma tu non mi sembri uno che si porta le bombe dietro >> gli chiese giustamente lei. Da quanto aveva capito il Dottore era un vero e proprio pacifista che non utilizzava mai le armi.

<< Appena avevo capito con quale nemici avevo a che fare, ho fatto evacuare l'ospedale ed ho svitato tutte le valvole del gas >> le spiegò lui.

<< Va bene, ora riportami a casa >>

<< Davvero? Io pensavo che avresti riconsiderato la mia idea di viaggiare con me >> disse deluso lui.

<< Pensavi male, le cose che fai sono troppo assurde per me, insomma hai appena dato fuoco ad una specie di parassiti, per non parlare del casino che ha fato il Maestro l'anno scorso >> Grace voleva bene al Dottore, sul serio. Anzi gli piaceva così tanto da proporgli di andare a vivere una vita con lei. Tuttavia la vita che l'alieno conduceva nello spazio e nel tempo per lei era semplicemente troppo.

<< Così mi fai sembrare una brutta persona >> disse mesto l'uomo dal vestito vittoriano.

<< Non sei una brutta persona, però ora voglio ritornare alla normalità dove le cabine sono cabine e non navi spazio temporali >> disse lei.

<< Ricordatiti che sei in debito con me visto che mi hai causato, seppur per errore, l'amnesia >> le ricordò il Dottore.

<< Ce l'hai ancora? >> chiese lei sentendosi un po' in colpa. Lei sapeva che era colpa sua se il suo amico si era rigenerato nel peggiore dei modi, però secondo lei, non aveva tutte le colpe. Non poteva di certo sapere che nella sua sala operatoria vi era un alieno.

<< Si credo che ora mi mi passerà quando mi rigenerò >> le spiegò lui.

<< E va bene, per sdebitarmi farò un viaggio con te, ma solo uno >> cedette lei e lui le sorrise << ma bada bene voglio un posto tranquillo >>

<< Ti porterò sull'Occhio di Orione, il posto più tranquillo dell'universo >> disse mentre azionava i comandi, ma improvvisamente tutto si spense. << Questo non dovrebbe accadere >> protestò lui

<< Che cosa non dovrebbe accadere? >> chiese la sua amica che si era messa accanto a lui.

<< il TARDIS sembra morto >> le spiegò turbato.

<< Morto? >>

<< E' come se la sua energia si fosse interamente consumata >>

<< Magari si è trasferita? >> disse lei tirando ad indovinare.

<< Magari, bene... andiamo a cercarla >> disse lui avviandosi nei meandri della cabina

<< Dottore è completamente buio! >>, ma lui se n'era già andato.

 


 

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Capitolo 9
*** War Doctor ***




War Doctor
 

Da qualche parte nello spazio aperto, Guerra del Tempo

In questo oscuro periodo, protetto da una nebulosa, vi era una nave Dalek. All' interno vi erano milioni di macchine da guerra pronte a sterminare tutto il creato, ma non erano soli: nei sotterranei della nave vi era un soldato ormai vecchio e stanco di questa guerra, stava rubando dei dati per conto della sua gente, quando...

<< Voltati Dottore! >> disse una voce elettronica dietro di lui.

<< Io non sono più il Dottore >> disse lui rivolto alla creatura meccanica dall'aspetto decisamente ridicolo, tanto è vero che ricordavano vagamente delle saliere aliene. Nonostante il loro aspetto bizzarro, i Dalek erano la razza più crudele e temuta dell'intero universo.

<< Sarai egualmente Sterminato! >>

<< Non oggi, ma presto giungerà la mia ora >> disse rassegnato mentre un suono per lui fin troppo familiare giunse all'orecchie di tutti.

<< TARDIS in avvicinamento! >> urlò l'alieno << Sterminare! Sterminare! Sterminare!!!>>

Purtroppo quando il suo raggio partì il Dottore era già al sicuro dentro la sua nave, successivamente lui azionò i comandi ed andò via dalla nave.

Purtroppo quando il suo raggio partì il Dottore era già al sicuro dentro la sua nave, successivamente lui azionò i comandi ed andò via dalla nave

Gli interni della cabina erano logori e devastati tanto quanto il proprietario. La console sembrava un circuito di cavi esposti e rovinati. Intorno vi erano delle colonne che somigliavano vagamente a dei coralli. Ovviamente non mancavano le pareti bianche con le cose rotonde.

Mentre il Dottore stava osservando i dati che aveva appena rubato nel suo monitor, notò il suo riflesso: era vecchio, con i capelli grigi, e il volto ricoperto dalle rughe e dai segni della guerra. Anche la sua giaccia di pelle marrone era logora e consumata dal tempo e dalle battaglie.

All'improvviso una donna bionda di mezza età comparve nello schermo. La donna indossava il classico vestito dei Signori del Tempo, ovvero una lunga veste rossa con rifiniture dorate e un grande copricapo anch'esso dorato.

<< Signora >> la salutò lui.

<< Dottore, sei riuscito nella tua missione? >> le chiese lei con il suo solito tono autoritario.

<< Certo, ora vi invio i Dati >> le disse lui.

<< Perfetto >> affermò lei compiaciuta.

<< Comunque era meglio se la facevo esplodere quella nave >> borbottò il "Dottore".

<< Ne abbiamo già parlato, farla esplodere avrebbe allertato le altre flotte Dalek e non era il caso >> lo ammonì lei.

<< Così i Dalek continueranno a mietere vittime innocenti! >> le urlò contro lui più che urtato.

<< Non per molto, la tua prossima missione è quella di andare su Svon II e disinnescare delle bombe, capito? >> gli ordinò e lui annuì << allora passo e chiudo >>.

Il Dottore però non aveva più intenzione di eseguire gli ordini dell'alto consiglio e decretò che era arrivato il momento di farla finita. Decise di far esplodere il suo mondo insieme alle flotte Dalek, ma per far ciò doveva allertarle, infatti disubbidì agli ordini e fece esplodere la nave nemica.

<< In questo modo tutte le flotte adirate andranno a Gallifrey, ed io potrò farla finita con il Momento >> pensò a voce alta.

Quando abbassò la leva però tutto si fece buio, per poi rilluminarsi subito dopo.

<< E ora che ti succede? >> disse lui rivolto alla macchina, ma non ci fu risposta, neanche un gemito << è come se l'energia fosse stata deviata, per poi ritornare di colpo. >>

Pensato ciò, sempre a voce alta per giunta, decise di lasciar perdere. Aveva una missione, il resto avrebbe dovuto aspettare.
 

 


 

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Capitolo 10
*** Nono Dottore ***


 
 
 
Nono Dottore

 


Terra, 2006, Powell Estate

All'interno di uno dei tanti appartamenti del Powell Estate, un quartiere residenziale di Londra, stava avvenendo una scena piuttosto ridicola. Una Donna bionda di mezza età stava sbraitando contro uno spilungone con i capelli quasi rasati a zero, orecchie a sventola e una giacca di pelle che non si toglieva mai o quasi mai. Il tipo era appoggiato ad un muro con le braccia conserte subendo tutti gli scleri della donna.

<< Quando viaggia con te è sempre in pericolo! Io non posso impedirle di lasciare il TARDIS, ma vedi di portarla in posti più sicuri! >>

<< Un'umana non può darmi ordini! >> urlò lui più che stufo.

<< No, ma può darti due schiaffoni! >> gli rispose lei mentre stava per dargli uno schiaffo. 

<< Ho capito! Va bene! >> Si arrese lui alzando le mani esasperato.

<< Inoltre la sera deve andare a letto presto, e deve mangiare sano, Dio solo sa che cibi ci sono su gli altri mondi! Poi deve lavarsi i denti tre volte al giorno, e per l'amor di Dio! Lei ha diciannove anni e se qualche stupratore alieno dovesse toccarla?! >> Ormai la donna era entrata in paranoia.

<< Lo sa Jackie? Lei mi ha veramente stancato con tutte queste lamentele, io me ne vado! >> disse l'uomo con la giacca di pelle, mentre scavalcava il divano rosa con una falcata, per poi avviarsi verso la porta.

Tutta questa scena esilarante era stata osservata da due giovani che se ne stavano seduti su uno dei divani rosa di quel salotto. Una di loro era una bella ragazza bionda, con un sorriso a trentadue denti. Lei era Rose la figlia di Jackie. L'altro invece era un uomo moro, vestito con una giacca militare blu, camicia dello stesso colore con delle bretelle. I due si stavano rotolando dalle risate nel vedere la donna e l'alieno litigare.

<< Dottore aspetta! Dove vai?! >> gli disse Rose da dietro, mentre si alzava e lo seguiva

<< Dottore aspetta! Dove vai?! >> gli disse Rose da dietro, mentre si alzava e lo seguiva.

<< Il più lontano possibile da lei! >> Le rispose mentre apriva la porta << sapete dove trovarmi >> detto ciò uscì dall'appartamento

<< Mamma, sei stata troppo stressante >> la rimproverò Rose

<< Scusami se ci tengo a te ed alla tua incolumità >> la guardò male lei.

<< Secondo me lei è una donna fantastica >> le disse Jack facendole l'occhiolino in modo sfacciato.

<< Jack, smettila di flirtare con lei! >> lo ammonì Rose, possibile che Jack ci provasse con qualsiasi cosa?

<< Non oserei mai >> disse lui alzando le mani in cielo facendo il finto innocente.

<< Quando siete arrivati qui, degli alieni melmosi hanno invaso il quartiere e poi mi chiedi di non preoccuparmi?! >> disse lei. Inoltre le melme non erano state le uniche minacce che avevano dovuto affrontare. Che dire degli Slitheen? Per non parlare del fatto che, per colpa del Dottore, Rose era sparita per un anno. Un anno! E lei non si doveva preoccupare?!

<< Mamma sto bene, e il Dottore mi proteggerà, stai tranquilla >> la rassicurò sua figlia.

<< Grazie per la considerazione >> scherzò Jack

<< Adesso vado dal Dottore a vedere come sta, non è un bene che rimanga solo >> disse la ragazza avviandosi alla porta, ma prima di aprire si girò verso sua madre e la salutò.

<< Arrivederci signora Tyler >> disse l'agente del tempo uscendo anche lui

<< E come sempre rimango sola, forse è il caso che chiamo Mickey >> sospirò stanca Jackie, per poi andare verso il telefono.

Intanto all'interno del TARDIS il Dottore stava armeggiando con i controlli quando la porta si spalancò e vide entrare Rose seguita a ruota da Jack che richiuse la porta

Intanto all'interno del TARDIS il Dottore stava armeggiando con i controlli quando la porta si spalancò e vide entrare Rose seguita a ruota da Jack che richiuse la porta. Rose adorava gli interni della cabina. Il pavimento era un una grata grigio sporco che faceva rumore e si oscillava un pò quando ci camminavi sopra. La console esagonale arrotondata emetteva una tenue luce verde che illuminava i vari comandi che sembravano dei fili scoperti. Intorno a loro vi erano delle colonne che somigliavano vagamente a dei coralli. Le pareti ramate infondevano una calda luce arancione che si diffondeva un pò ovunque. 

<< Avresti dovuto essere più gentile con mia madre >> lo ammonì la bionda.

<< Tua madre è l'essere più stressante dell'universo. Appena ho messo piede in casa tua, si è subito messa a criticarmi >> sbuffo lui.

<< È sempre stata così con tutti, lo fa solo per proteggermi >> la giustificò sua figlia.

<< Ciò non toglie il fatto che è noiosa >> disse il Dottore.

<< Bene, dove andiamo o capitano mio capitano? >> chiese scherzosamente Jack.

<< Il più lontano possibile da sua madre >> disse scatenando una risata generale << voglio andare in un posto Fantastico! >> Urlò mentre ritrovava il buon umore. Il Signore del Tempo adorava viaggiare. Il Dottore abbassò la leva, ma improvvisamente la sala di controllo piombò nell' oscurità

<< Qualcuno ha scordato di pagare la bolletta >> scherzò Jack.

<< Non è il momento di fare lo buffone Jack, questo è un problema serio >> lo riproverò l'orecchione

<< Che intendi? >> gli chiese la ragazza

<< Intendo che il TARDIS ha completamente esaurito la sua energia >>

<<  Non è che è stata rubata? >> chiese la ragazza.

<< Rose sei eccezionale! >> Urlò lui con un sorriso a trentadue denti, anche se non si vedeva per via del buio. << Jack, hai qualche fonte di illuminazione con te? >> chiese lui

<< Certo, ho queste lampade minerarie, le ho prese quando uscivo con quello.... >>

<< Non importa, dammele >> gli ordinò lui.

<< Aspetta >> disse mentre le tirava fuori dalla sua giacca due piccole palline. Erano delle lampade minerarie del cinquantesimo secolo che, lanciate in cielo, generavano un'intensissima luce.

<< Bene siamo pronti >> disse il Dottore

<< Per andare dove? >> chiese Rose sempre più curiosa

<< Per andare a spasso nel TARDIS >> .
 

 

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Capitolo 11
*** Decimo Dottore ***




Decimo Dottore
 


Megalopolis, 7689

In uno dei tanti grattacieli dell'ecumenopoli, un ascensore stava precipitando senza sosta verso il basso. Dentro di esso c'erano un uomo con i capelli all'insù, vestito con un  gessato blu e cravatta rossa e una donna di mezza età dai capelli rossi che stavano urlando a squarciagola.

 Dentro di esso c'erano un uomo con i capelli all'insù, vestito con un  gessato blu e cravatta rossa e una donna di mezza età dai capelli rossi che stavano urlando a squarciagola

<< Dottoreeee!!! >>

<< Aspetta un attimo! Se riuscissi ad.... >> disse mentre pigiava pulsanti a caso.

<< Usa il tuo coso sonico! >> Lo incitò lei.

<< E' un cacciavite, ed è inutile, questa ascensore è a prova di dispositivi sonici! >> Le spiegò il Signore del Tempo.

<< E allora fai qualcos'altro, basta che ci salvi! >> sbraitò impaurita Donna Noble.

<< Ci sto provando, aspetta! >> disse mentre si passava le mani fra i capelli e la sua faccia assunse un'espressione tra il folle e il geniale.

<< Donna ti fidi di me? >>

<< In questo mento non posso farne a meno >> rispose lei

<< Perfetto! >> urlò lui mentre estraeva il suo cacciavite sonico da un delle tasche del suo lungo cappotto marrone.

<< Hai detto che qui non funziona >> disse una confusa Donna.

<< Ho detto che non funziona sull'ascensore >> le spiegò lui, per poi porgerle la mano destra << dammi la mano >>

Il Dottore poggiò la punta del cacciavite sonico sul vetro e, accendendolo, generò delle crepe sempre più grandi, che alla fine frantumarono il vetro.

<< Al mio tre saltiamo! >> le disse il Dottore.

<< Cosa?! Ma sei impazzito?! >> gli urlò contro lei mentre guardava lo strapiombo davanti a loro. Davanti ai due viaggiatori si palesava in tutta la gloria metallica la megalopoli aliena. Il problema era che loro erano decisamente in alto!

<< Uno, due e via! >> disse il Dottore mentre si buttarono nel vuoto.

Il Dottore aveva calcolato tutto, infatti atterrarono sopra a un furgoncino volante.

<< Ti sei scordato il tre! >> gli urlò contro lei, una volta che si era ripresa dalla caduta. Le faceva male la schiena, ma almeno era viva.

<< Non avevo voglia di aspettare e poi ci avresti messo una vita a buttati se non ti sorprendevo >> si giustificò lui.

Intanto l'ascensore ormai vuoto si fracassò al suolo creando un baccano, scatenando una risata nei due sopravvissuti. Magari erano contenti di avercela fatta o più semplicemente erano due pazzi.

<< Voi due! >> disse un omino dalla carnagione giallastra affacciato dal finestrino della sua vettura volante << che ci fate la sopra? >>

<< Non si preoccupi signore >> disse il Dottore tirando fuori la sua carta psichica << vede siamo qui per controllare se in questo veicolo è tutto a norma >>

<< E come avete fatto a salire la sopra? >> gli chiese giustamente lui, non avevano ali, Jetpack o altri accessori adatti per il volo.

<< Non possiamo rivelarvi i nostri segreti aziendali >> gli spiegò il Dottore.

<< Certo, mi scusi >> si scusò lui.

<< Ci potrebbe portare nel Settore 48 per favore? >> gli chiese il Dottore.

<< Certamente >> detto ciò, l'omino rimise la testa all'interno della vettura e ritorno a guidare.

Una volta arrivati nel Settore 48, videro il TARDIS a pochi passi di distanza. Salutato l'uomo, si avviarono, quando una voce urlò:

<< Eccoli! Sono laggiù! >> Urlò il capitano di un gruppo di guardie di sicurezza. Le loro uniformi erano ridicole: consistevano in un cappello a cilindro nero decisamente troppo lungo e un'uniforme tutta rossa con un mantello giallo.

<< Dottore credo che ci abbiano trovati >> disse Donna

<< Quelle guardie sono proprio ostinate >> sbuffò lui

Detto ciò prese la chiave ed entrò nella cabina. Gli interni erano gli stessi della sua precedente vita. Al Dottore piacevano, perché doveva cambiarli?

<< Perché quelle guardie ci danno la caccia? >> Gli chiese una stanca Donna

<< Perché quelle guardie ci danno la caccia? >> Gli chiese una stanca Donna.

<< Perché pensano che siamo noi i responsabili del blackout di ieri >> le spiegò lui.

<< Ma non siamo stati noi, ma gli Elettrivori, abbiamo solo sistemato la situazione >>

<< Le persone certe volte sono stupide, comunque sia, che ne pensi di andare in un mondo pieno di colori? Immagina di trovarti sotto un cielo arcobaleno pieno di stelle colorate... >> Le propose mentre guardava con fare sognante il "cielo".

<< Sembra noioso >> lo riportò alla realtà lei.

<< Ma non mi hai fatto finire! >> si lamentò il Dottore.

<< Perché parli troppo >> gli disse lei << voglio andare a fare Shopping >>

<< Ancora? Non eravamo venuti qui per questo? >> si lamentò il Signore del Tempo.

<< Certo, ma alla fine non sono riuscita a comprare niente, visto che gli Elettrivori hanno rovinato tutto, per non parlare della storia dell'ascensore poco fa. Tempo due minuti ed eravamo delle frittate! >> sbraitò la rossa, per poi chidere << Sono state le guardie a farci precipitare? >>

<< Si, sempre loro, bene, allora Donna, visto che non ti piacciono i cieli, dove vorresti andare? >> le chiese ancora una volta.

<< In un posto dove posso comprare qualcosa >>.

<< D'accordo, ti porterò in un centro commerciale Terrestre, Allons-y! >> urlò mentre azionava i comandi, ma tutte le luci si spensero simultaneamente.

<< Ehi uomo dello spazio, che cosa è successo? >> gli chiese allarmata la rossa.

Lui non rispose, si limitò solamente a stare zitto per più di cinque minuti, successivamente tirò fuori il suo cacciavite e si mise a scansionare la console di comando.

<< Lo sapevo! >> urlò facendo stolzare Donna,

<< Ma ti sembra questo il modo?! >>

<< L'energia non è stata prosciugata, ma spostata >> urlò felice lui.

<< E dove? >> disse lei mentre accese il telefono per farsi luce.

<< Non saprei, non è emozionante? >> le chiese il Dottore emozionato come un bambino.

<< Hai qualche cosa per fare luce? >> chiese Donna.

<< No, ci faremo bastare quella emessa dal tuo telefono >> disse mentre si avviava nei meandri della sua nave.

<< Dottore aspettami! >>.

 

 


 

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Capitolo 12
*** Undicesimo Dottore ***




Undicesimo Dottore
 
 

Regno di Lorian, 10.567

In un mondo situato ai confini della galassia di Andromeda, vi era un mondo governato da un vecchio Re. Il monarca aveva due figli, un ragazzo e una ragazza. Un terribile giorno un mostro rapì la principessa a la portò nel suo antro oscuro.

Il Re disperato mandò molti dei suoi uomini alla ricerca della principessa, ma niente, nessuno riuscì a trovarla, finché un bel giorno non si presentarono tre avventurieri venuti da molto lontano. Il più particolare di loro era un ragazzo alto e eccentrico che indossava una giacca di tweed, un farfallino rosso e delle bretelle dello stesso colore. Il Re gli chiese chi fossero e lui si presentò come il Dottore e i Pond e loro erano lì per aiutare. Dopo due giorni la principessa fu salvata e riportata a casa.

In questo momento nei grandi giardini che contornavano l'immenso castello in marmo bianco del Re, si stava festeggiando il ritorno a casa dell'amata principessa. In uno spiazzo verde erano stati allestiti diversi tavolini in legno ricolmi di prelibatezze, che ovviamente, venivano trangugiate dagli ospiti. Tutti quanti si stavano divertendo e godendo la giornata, ma chi si divertiva di più erano i bambini che imitavano la danza della giraffa ubriaca ballata dal misterioso Dottore.

<< Chi non balla non è un figo! >> disse il Dottore, mentre agitava le braccia in aria e si muoveva in modo davvero strano e ridicolo.

<< Chi non balla non è un figo! >> urlarono in coro i bambini emulandolo.

Intanto uno dei due amici del Dottore, Amy, se ne stava seduta in mezzo ad un gruppo di persone e rideva per via dello strano ballo del suo amico. Ormai la rossa era più che abituata alle buffonate del Signore del Tempo, ma era proprio per questo che lo adorava.

<< Ci sa fare con i bambini il tuo amico >> gli disse una vecchietta, che era seduta nell sua stessa panca.

<< Questo perchè è un bambinone >> le rispose ridacchiando Amy.

<< Io dico perché ha esperienza >> rifletté la simpatica nonnina.

<< Bè si ha mille e duecento anni >> disse ridendo Amy.

La vecchietta rimase un po' stordita dalla risposta della rossa, ma poi capì che nessuno poteva vivere così al lungo, quindi prese la riposta della ragazza come uno scherzo e nulla di più.

<< Amy! >> urlò il Dottore andandole incontro.

<< Dottore! Hai già finito con i bambini? >> gli chiese lei.

<< Si è appena arrivata la torta >> disse sedendosi accanto a lei spostando un po' la vecchietta, che lo guardò male.

<< Sai, durante la faccenda dei cubi non pensavo che sareste ancora venuti con me >> le disse il Dottore con un sorriso. Ovviamente il Signore del Tempo era contento di riavere con se i Ponds,  erano la sua nuova famiglia e non poteva sopportare di perderli.

 Ovviamente il Signore del Tempo era contento di riavere con se i Ponds,  erano la sua nuova famiglia e non poteva sopportare di perderli

<< Dovresti ringraziare Brian per questo >> gli disse Amy. In effetti era grazie al suo simpatico suocero, se loro avevano capito che il loro posto era con il Dottore. Ok, no, forse lo sapevano da sempre, ma la benedizione di Brian era stata importante.

<< Il buon vecchio Brian, chi sa che starà facendo? >> si chiese il Dottore con fare pensieroso.

<< Starà pulendo le sue palline da Golf >> disse lei.

<< Amy, dov'è tuo marito? >> gli domandò improvvisamente il Dottore.

<< Lo avevi mandato a prendere le bacche Rosse del giardino del Re >> gli rispose lei.

<< Dovrebbe essere già tornato >> rifletté lui, per poi rendersi conto di una cosa molto importante:

<< Aspetta, hai detto bacche rosse? >>

<< Si rosse. Tu gli hai detto: Mister Pond! Potresti andare a prendere le bacche rosse del giardino del Re? Lo sai? Sono buone sulla Torta! >> disse lei imitandolo in modo buffo.

<< Io gli ho detto di... non importa >> disse alzandosi così velocemente che per poco non fece cadere la povera anziana accanto a lui, per poi prendere Amy per un braccio e trascinarla via dalla festa.

<< Dottore, ma che modi sono?! E perché stiamo andando anche noi verso quella sezione del giardino? >> gli chiese lei, mentre correvano velocemente verso un area più disabitata del giardino reale; ovvero la zona dedicata alla varie piante rare fra le quali vi erano i cespugli delle bacche rosse.

<< Perché credo di aver detto il colore sbagliato a tuo marito >> le rispose lui.

<< E anche se fosse? Non è così grave >> Amy riteneva che le bacche erano bacche, che male potevano fare?

Il Dottore si fermò e guardò Amy con fare imbarazzato:

<< Amy... le bacche rosse sono carnivore >>

<< Stai scherzando?! >> gli urlò contro lei furiosa.

<< Calmati lo troveremo! >> le rispose lui, mentre gesticolava alla rinfusa con le mani.

<< Sarà meglio per te uomo stropicciato! >> disse lei.

Quando Amy lo chiamava in quel modo lui sorrideva sempre, ricordando la prima volta che si erano incontrati. Quelli sì che erano bei tempi.

Dopo ver svoltato per l'ennesima siepe, i due videro Rory che cercava di scacciare con le mani uno sciame di palline rosso sangue.

<< Dottore! >> urlò Rory appena lo vide.

<< Resisti ancora un attimo Rory! >> gli disse il Signore del Tempo.

<< Fai pure con comodo! >> sbraitò lui.

<< Ma che razza di bacche sono?! >> domandò giustamente Amy. Certo che l'universo era un luogo davvero strano.

<< Sono bacche carnivore, ti attaccano se le vai a cogliere e ti mangiano vivo >> spiegò il Dottore mentre lavorava con il suo cacciavite << bene Ponds. Almeno che non vogliate passare una settimana dall'otorino, vi consiglio di tapparvi le orecchie! >>

I due ubbidirono e il Dottore puntò il cacciavite contro le bacche creando un baccano assordante che le fece scappare.

<< Ora capisco perché si chiama cacciavite sonico >> disse un ironica Amy.

<< Ho amplificato il rumore che fa di solito quando scansiona in modo da spaventarle >> disse tutto soddisfatto il ragazzo con il farfallino.

<< Dottore, avresti dovuto avvertirmi che quelle bacche avrebbero cercato di mangiarmi! >> lo accusò l'infermiere.

<< Io pensavo che andassi a cogliere quelle gialle! >> si difese l'accusato.

<< Ma tu mi hai detto... >>

<< Lo so quello che ti ho detto >> disse l'alieno gesticolando << ho sbagliato colore, capita! >>

Rory lo osservò urtato, ma poi decise di lasciar perdere.

<< Perché il Re tiene quelle bacche assassine qui? >> domandò una confusa Amy.

<< Come ti ho detto prima, le bacche attaccano solo se le vai a cogliere, altrimenti se ne stanno buone e sono veramente belle da vedere >> spiegò il Dottore, come se fosse una cosa normale tenere nei propri giardini delle bacche carnivore.

<< Si, tranne quando cercano di mangiarti! >> disse Rory avviandosi verso l'uscita di quella sezione del giardino.

<< Dovresti chiedergli scusa >> gli disse Amy.

<< Perché? >> le domandò lui.

<< Perché lo hai quasi fatto uccidere con il tuo errore >> lo ammonì lei con un tono severo.

<< Amelia Pond, tu hai sempre ragione... bene! >> disse battendo le mani << torniamo al TARDIS e partiamo verso il prossimo mondo >>.

Il Dottore riteneva che si fossero divertiti abbastanza e che era ora di sloggiare.

Sotto ad un gigantesco albero bianco vi era parcheggiata una strana cabina blu. Questa era la straordinaria macchina spazio temporale del Dottore conosciuta come il Tardis. Quando i tre vi furono entrati, la cabina scomparve nel nulla, lasciando dietro di se il classico suono di smaterializzazione più famoso e iconico dell'universo.

 Quando i tre vi furono entrati, la cabina scomparve nel nulla, lasciando dietro di se il classico suono di smaterializzazione più famoso e iconico dell'universo

All'interno la cabina era completamente arancione, con delle scale in ferro che andavano in tutte le direzioni. La console esagonale ricolma dei pulsanti più strani e ridicoli, tipo delle manovelle per il bagno, era situata sopra ad una superficie in vetro rialzata. Vi era anche un gigantesco monitor circolare incastonato nel muro. 

 Il Dottore cominciò a premere i pulsanti, ma tutto si vece oscuro.

<< Che ti succede? >> chiese il Dottore alla sua macchina accarezzandola

<< E' imbarazzante quando fa così >> disse Amy rivolta dove pensava che ci fosse Rory, visto che non riusciva vedere niente

<< Già >> le rispose suo marito da un punto indefinito.

Intanto il una luce comparì nel buio ed i due coniugi videro il loro amico che aveva acceso una torcia.

<< Da quando porti delle torce con te? >> gli chiese Amy.

<< Non è un torcia, è il mio cacciavite >> le rispose tutto contento lui mostrando il suo giocattolo << non è forte? >>

<< Dottore qual è il problema? >> chiese Rory.

Lui puntò la torcia cacciavite verso la console e si sentì il tipico ronzio di quello strumento .

<< Sembra che l'energia sia stata deviata da qualche altra parte della nave >> disse mentre teneva l'arnese davanti alla sua faccia

<< Allora andiamo >> disse Amy e il suo amico sorrise salendo le scale e precipitandosi di nuovo all'avventura.

 


 

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Capitolo 13
*** Dodicesimo Dottore ***




Dodicesimo Dottore
 


Pianeta Mausolo, 4679

Intorno ad un sistema binario orbitava il pianeta dei mausolei. Vi erano Masuolei di ogni froma e grandezza: in quelli piccoli vi erano sepolte le persone più povere, mentre in quelli grandi vi giacevano gli antichi Re e le persone ricche odierne. Ogni anno, per rendere onore ai morti, si festeggiava la famosa festa dei mausolei.


Sopra al più alto dei mausolei vi erano tre figure: un ometto basso e sudato che si stava sporgendo fin troppo verso il vuoto sottostante. Un un uomo alto, dal viso magro, con una ciocca arruffata di capelli grigio argento e occhi intensi incorniciati da sopracciglia indisciplinate ed espressive. Aveva un naso adunco e acuti occhi azzurri argentati. L'uomo indossava una redingote di velluto blu con sotto una camicia bianca. Questo suo look lo faceva sembrare uno stregone. Accanto a lui vi era una bellissima ragazza minuta, che indossava una giacca di pelle nera con una gonna corta blu.

 Accanto a lui vi era una bellissima ragazza minuta, che indossava una giacca di pelle nera con una gonna corta blu

 

<< Su non si renda ridicolo da solo >> disse il mago schernendo l'ometto sudato.

<< Io non sono ridicolo! >> protestò lui.

<< Chiunque voglia suicidarsi è ridicolo >> affermò l'altro.

<< La mia vita non vale niente! >>

<< Effettivamente voi umani non avete una vita così emozionante >> acconsentì il mago.

<< Dottore! Cerca di essere più gentile! >> Lo rimproverò la ragazza.

Il Dottore la prese da parte << ascolta Clara, quest'uomo ha bevuto delle nanomacchine esplosive. Se si buttasse giù da questa altezza frantumerebbe questo mondo >>

<< Ho capito >> disse l'insegnante parlando piano << ma questo cosa centra sull' essere arrogante con lui? A maggior ragione dovremmo essere gentili >> onestamente questa versione del suo amico era fin troppo brusca verso le persone.

<< Io non ce la faccio ad essere gentile con gli idioti! >> sbottò lui << inoltre sono arrogante con chiunque >>

<< Ascolta >> disse con calma Clara al suicida, cercando di farlo ragionare e desistere dal fare quel gesto avventato << se ti butti, non solo morirai tu, ma anche tutte le persone che sono venute qui per la festa dei mausolei >>

<< Non è vero >> disse lui piangendo << stai mentendo solo per non farmi uccidere >>

<< Oh, ne ho abbastanza >> disse il dottore mettendosi i suoi occhiali da sole sonici guardando il malcapitato, dagli occhiali uscì una specie di ronzio.

<< Che cosa hai fatto? >> gli chiese Clara.

<< Ho disattivato le nanomacchine, ora non è più un pericolo per nessuno >> le spiegò lui.

L''insegnante tirò un sospiro di sollievo, ma rimaneva ancora una questione da risolvere. Tuttavia, era troppo tardi: l'uomo si lasciò cadere. Fortunatamente il Dottore lo afferrò per la camicia e lo tirò su.

<< Mi dispiace, ma non posso permetterti di fare una così così idiota >> affermò l'alieno.

<< Meno male >> disse Clara con un sorriso

<< Vieni andiamo dalla vigilanza della festa e portiamogli questo qui >> le disse il Dottore mentre si avvicinava alle scale.

<< Dottore perché lui era pieno di esplosivo? >> gli chiese giustamente lei. Onestamente si stava godendo la festa, fino a quando non aveva visto dal basso l'ometto che voleva buttarsi.

<< Perché dei terroristi lo volevano utilizzare come kamikaze per polverizzare il pianeta >> le spiegò lui.

<< E perché lo volevano polverizzato? >>

<< Perché ad alcune persone non piace questa festa >> le rispose il Dottore alzando le spalle << un gruppo di estremisti ritiene che tutte le persone sepolte qui in vita fossero dei veri e propri mostri e che sia sbagliato onorarli >>

<< E chi di dice che non ci riproveranno con un altro poveretto? >> chiese giustamente Clara.

<< Ho tracciato i loro segnale quando ho disattivato lui, una volta finto qui partiamo per la capitale del'impero umano e li informiamo >> disse il Doc.

Una volta scesi, i tre arrivarono in quella che sembrava una piccola stazione di polizia in miniatura. In realtà era solo il luogo dove si radunava la sicurezza di quell'evento. Due guardie stavano mangiando quando li videro arrivare e subito si alzarono per andare loro incontro.

<< Salve signori e benvenuti alla festa... >> li salutò la guardia che sembrava un giovane biondo di ventitre anni.

<< Lo sappiamo già dove siamo >> lo interruppe bruscamente il Dottore << siamo venuti per consegnarvi quest'uomo >> disse per poi raccontargli raccontò tutta la storia e loro accettarono di prenderlo in consegna.

 

<< Scusate, ma voi avete contatti con la capitale? >> Gli chiese Clara

<< Certo signorina >>

<< Dottore perché non diamo i dati a loro? >> propose la ragazza.

<< Sai che non mi fido dei soldati >> protestò lui.

<< Noi non siamo veri e propri soldati, siamo più degli animatori che cercano di mantenere l'ordine in questa festa >> gli spiegò gentilmente il giovane biondo.

<< Avete un computer collegato alla capitale? >> chiese il Dottore.

<< Certamente >> il giovane gli mostrò il terminale che era incastrato nel muro della piccola centrale. Il Dottore si rimise gli occhiali e caricò tutti i dati nei server della capitale.

<< Che hai fatto? >> gli chiese curiosa l'insegante.

<< Secondo te? >>

<< Già è stata una domanda con un'ovvia risposta >> disse lei avviandosi verso il TARDIS seguita a ruota dal suo amico.

<< Già è stata una domanda con un'ovvia risposta >> disse lei avviandosi verso il TARDIS seguita a ruota dal suo amico

La stanza della console era molto futuristica e argentata. Le colonne del rotore temporale emanavano un colore caldo. Vi era un balcone circolare dove vi si trovavano delle librerie, una poltrona e anche una lavagna.

<< Credo che dovrei andare a scuola >> disse lei.

<< lo credo anche io, è meglio che impari qualcosa >> la prese in giro lui.

<< Io sono un insegante >> disse esasperata lei.

<< Si lo so >>

Lui azionò i comandi, ma tutto si fece improvvisante buio.

<< il TARDIS si è rotto un'altra volta? >> chiese lei

<< Oh, non essere sciocca Clara >>

<< Non c'è Bisogno di essere sgarbati! >> lo rimproverò lei.

<< Domanda: perché l'energia è scomparsa? Risposta: l'energia non è scomparsa ma si è trasferita! >> ipotizzò mentre indossava i suoi occhiali da sole e scannerizzava l'area circostante.

<< Trasferita dove? >> chiese lei

<< Da un'altra parte del TARDIS >>

<< Interessante >> disse lei.

<< Dammi la mano Clara >>

<< Perché? >>

<< Perché ho impostato i miei occhiali a visione notturna e almeno che tu non ci veda al buio è il caso che ti lasci guidare nei meandri di casa mia da me >>

Detto ciò si avviarono verso al loro meta.

 

 


 

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Capitolo 14
*** Tredicesimo Dottore ***




Tredicesimo Dottore
 

Terra, Sheffield, 2022

Sheffield era sempre stata una città relativamente tranquilla, fino a quando, un giorno, un'aliena bionda precipitò dal cielo portando con sé i suoi guai alieni. O almeno era questo quello che pensava Graham O'Brien, ex compagno di viaggio del Signore del Tempo noto come il Dottore. L'uomo era insieme a suo nipote Ryan Sinclair, un giovane ragazzo di colore con capelli quasi rasati a zero e una felpa blu, a mangiare in un fast food locale, quando dal nulla apparvero delle morbidose palline di pelo colorate che si moltiplicarono a vista d'occhio causando diversi problemi in città. Poco dopo, una donna bionda, minuta e con un lungo cappotto grigio, si mise a catturare queste palline di pelo dispettose.

 Poco dopo, una donna bionda, minuta e con un lungo cappotto grigio, si mise a catturare queste palline di pelo dispettose

<< Doc, quanto tempo >> la salutò Graham.

<< Graham! Ryan! >> li salutò con un gande sorriso lei, mentre correva ad abbracciarli. << Come state? >> Il Dottore non li vedeva da quando avevano decise di lasciare il TARDIS, da quello che sapeva, i due si erano messi a risolvere misteri sulla terra.

<< Stiamo bene, come vedi, siamo sempre impegnati con qualche stranezza >> disse il ragazzo di colore e lei gli sorrise, gli era mancato, entrambi lo avevano fatto.

<< Mappols >> disse il Dottore con la voce squillante << creature adorabili tanto quanto invasive. Gli basta bere un po' d'acqua e si moltiplicano a dismisura >>.

<< Come ce ne liberiamo? >> chiese il vecchio.

<< Ho già un'idea, seguitemi, sarà come i vecchi tempi! >> L'esuberante aliena li portò all'interno del suo TARDIS, poi mettersi a smanettare sulla console gialla e cristallina.

<< Ho già un'idea, seguitemi, sarà come i vecchi tempi! >> L'esuberante aliena li portò all'interno del suo TARDIS, poi mettersi a smanettare sulla console gialla e cristallina

 

A Ryan era mancato questo posto, tutto giallo e pieno di cristalli, anche se non si pente di aver scelto di fermarsi e restare sulla terra. La sua vita era importante.

<< Fatto! >> urlò lei << ho unito la piscina del TARDIS con l'entrata principale, inoltre ho reso l'acqua estremamente invitante e golosa, in modo da attirare tutti i Mappols all'interno >>.

<< Ma se bevono altra acqua non saranno ancor di più? >> gli chiese preoccupato l'ansiano.

<< No, perché verranno teletrasportati mano a mano in un'altra zona del TARDIS prima che possano effettivamente bere >> gli spiegò tutta contenta lei.

<< Dov'è Yaz? >> le chiese il ragazzo.

<< Con il nostro nuovo amico Dan, lo deve aiutare con problemi di cuore >> gli spiegò lei << ho preferito occuparmi di questo >> e lui annuì.

<< Bene! Ora un piccolo viaggetto verso il pianeta di questi piccoletti e poi si ritorna a casa! >>  Quando il Dottore abbassò la leva tutto si fece buio <<  e ora che succede? >>

<< Abbiamo rimesso piede in questa cabina per tre secondi e gli siamo nei pasticci >> disse sarcastico Graham e suo nipote ridacchiò.

<< Graham! Ryan! Andiamo! Si va nelle profondità del TARDIS per capire che cosa è successo all'energia >> gli incitò l'aliena.

<< Per fortuna che porto sempre un torcia con me per ogni evenienza >> disse il nonno di Ryan, mentre tirava fuori una piccola torcia e illuminava la faccia sorridente del Dottore.

<< Dieci punti a Graham! Ora andiamo! >>detto ciò si avviò correndo verso gli infiniti corridoi della nave.
 

 


 

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Capitolo 15
*** Il Protocollo Omega ***



Il Protocollo Omega
 
 

Camminare mano nella mano con il Dottore per le infinite vie del TRDIS al buio era un'esperienza al dir poco surreale per Clara. Aveva paura di sbattere contro qualcosa, anche se... doveva ammettere che era piacevole tenere la mano del Dottore.

<< Allora... ci troviamo in giro in una macchina pressoché infinita al buio >> disse Clara.

<< Stiamo andando verso il segnale percepito dai miei occhiali >> le spiegò lui, che a differenza sua ci vedeva e sapeva dove doveva andare, almeno in teoria.

<< Ciao >> li salutò una voce maschile a loro fin troppo familiare. I due si girarono di scatto. Clara non vide ovviamente nulla, ma il Dottore, che aveva la vista notturna, vide benissimo chi lo aveva salutato.

<< Che ci fai nel mio TARDIS?! >> Sbraitò lui.

<< Questo è il mio TARDIS! >> Rispose l'uomo.

<< Dottore guarda, in giro ho trovato una torcia migliore >> disse un'altra voce.

<< Grazie Donna >> disse mentre lo accendeva e illuminava l'aria circonstante.

<< E' il Decimo Dottore >> disse Clara sorpresa di rivederlo. Eh già, era proprio la decima versione del suo amico. Non era cambiato per niente dall'ultima volta che lo aveva visto: sempre con il suo sorriso smagliante, i capelli all'insù, il vestito gessato con il lungo cappotto marrone e le iconiche Converse rosse. Ma che ci faceva lì?

<< Vedo che sai chi sono >> disse lui con un sorriso e il Dottore più ansiano gemette.

<< Dottore guarda! >> Disse Donna indicando il Dodicesimo << lui è Pompeus! >>

<< Effettivamente gli somiglia, ma è più vecchio. Comunque si chiamava Cecilius >> le spiegò il Dottore mentre ripensava alla loro avventura a Pompei.

<< Io sono il Dottore >> disse lui serio. Ovviamente sapeva come mai somigliava al simpatico venditore di marmo romano, ma non aveva davvero voglia di spiegarlo.

<< A proposito, prima che le cose diventino fin troppo confuse >> disse Clara indicando Il Dottore più giovane << tu sarai Dieci >> poi indicò il suo Dottore << tu sarai Dodici, così non si fa confusione >>.

Il Decimo annuì alla ragazza, per poi tornare ad osservare il suo successore, o il successore del suo successore, visto che era Dodici. Bè era fin troppo vecchio per i suoi standard, ma la rigenerazione è una lotteria << quindi tu sei il mio futuro, l'ultima versione, non mi piace >>

<< Lo immaginavo >> lo guardò in modo brusco.

<< Com'è essere l'ultimo? >> gli chiese l'altro se ridendo.

<< Non sono propriamente l'ultimo >> disse il vecchio.

<< Che intendi? >>

<< Spoiler, ora vieni, c'è un lavoro da svolgere >> disse incamminandosi.

<< Uomo dello spazio, com'è possibile che Pompeus sia tu? >> chiese giustamente Donna, che era estranea al concetto di rigenerazione.

<< Non si chiamava Pompeus >> sbuffò Dieci << Quando un Signore del Tempo muore cambia aspetto >> spiegò in modo sbrigativo lui, per poi seguire il suo successore nell'oscurità.

<< Tranquilla te lo spiegherò meglio io >> gli disse Clara con un sorriso che la rossa ricambiò, già gli piaceva questa ragazza.

Intanto il Primo stava ancora lavorando nella sala comandi, quando un cagnolino di metallo comparve dal nulla.

<< Dottore, questo cagnolino di chi è? >> chiese Barbara.

<< Non saprei mia cara >> le disse lui, mentre si metteva il suo monocolo nel suo occhio destro per osservare la strana creatura di metallo << sembra una creatura decisamente particolare >>.

<< Romana ti ho già detto che stiamo andando nella direzione giusta, fidati di K9 >> disse un capellone dalla lunga sciarpa che era appena entrato insieme ad una ragazza bionda.

<< E voi chi sareste Hmm? >> chiese il Primo osservando i nuovi arrivati.

<< Ciao vecchio brontolone >> lo salutò il Quarto con un sorriso. Poi andò da Ian per porgli il candelabro che aveva in mano.

<< Che cosa dovrei farci? >> protestò lui, no sul serio? Chi era questo strano tipo?

<< Dottore chi sono queste persone? >> chiese una voce da tutt'altra parte.

<< Quali persone? >> chiese un ragazzo con un farfallino entrando nella sala con ampie falcate.

<< Queste >> disse Amy indicando gli altri Dottori e i loro compagni.

<< Si può sapere che è tutta questa affluenza di persone nel mio TARDIS?!>> si lamentò il Primo, guardando tutti quanti con indignazione.

<< Da giovane mi lamentavo veramente tanto >> affermò l'Undicesimo mentre guardava con nostalgia i suoi vecchi se, così come i suoi vecchi amici e la sala della console. La prima, tutta bianca e cerchiosa.

<< Concordo >> disse il Quarto << tu sei? >>

<< Te >> l'Undicesimo gli rispose << salve io sono l'Undicesimo >> si presentò mentre si sistemava con orgoglio il farfallino.

<< Quindi voi due sareste il mio futuro? >> chiese il vecchietto guardandoli severamente.

<< Si >> risposero in coro loro due.

<< Sembrate dei babbei >> li insultò, per poi ritornare alla console deluso dal suo futuro. Com'è possibile che un uomo di classe come lui possa diventare quei due pagliacci?

<< Veramente cortese, vuoi delle Jelly Babies? >> chiese il quarto al suo futuro.

<< Grazie, avanti Pond prendete una caramella, le caramelle sono buone >> li incitò, mentre prendeva una caramella gialla. I due coniugi accettarono le leccornie, Amy ne prese una rossa e Rory una verde.

<< Quindi tu sei il suo futuro >> disse Romana << dimmi... come sarà Gallifrey? >>

Il volto dell'Undicesimo si fece pallido ed abbassò gli occhi, era come se avesse ricevuto uno schiaffo in faccia. Ovviamente questo fece preoccupare Romana e il Dottore con la sciarpa.

<< Dottore che succede? >> chiese Amy preoccupata nel vederlo in quel modo e lui la prese in disparte insieme a Rory.

<< Vedete, lei è un Signora del Tempo come me, all'epoca... >> disse guardando il Quarto << i Signori del Tempo esistevano ancora, e la guerra del tempo era ancora lontana, quindi gradirei di non riferire al mio passato e specialmente a Romana, la sorte del nostro popolo >>

I due annuirono tristi per il loro amico, visto che conoscevano fin troppo bene il fardello che si portava dietro. Ovviamente Romana provò a chiedere che cosa aveva detto di così sbagliato, ma fu interrotta da Ian.

<< Dottore, chi sarebbero queste persone? >>

<< Sono me, più precisamente il mio futuro >> gli spiegò lui.

<< Ma com'è possibile che loro siano il tuo futuro? >> chiese confusa Barbara << insomma questi due sono evidentemente più giovani di te >>

<< Se è per questo sembrano anche più rincitrulliti di me, ma sono me >> le rispose brusco lui.

<< Barbara, ti ricordi quando ci siamo incontrati? Ho fatto di tutto per impedirti di entrare qua dentro >> le disse il Quarto con un sorriso.

<< Santo cielo, quindi è vero >> disse stupita lei.

<< Andiamo Barbara, il Dottore può averglielo raccontato >> affermò dubbioso Ian.

<< Sta dicendo il vero >> intervenne Amy << il Dottore quando muore brilla e poi cambia faccia diventando un nuovo individuo >>

<< lo hai visto accadere? >> gli chiese Romana.

<< Si, ma non era il Dottore >> gli rispose lei mentre ripensava alla rigenerazione di sua figlia Mel in River.

<< Bene, perché siamo qui? >> chiese giustamente l'Undicesimo.

<< Questo dovresti dirmelo tu ragazzo mio >> lo guardò il Primo

<< Nonno, ho trovato quello che cercavi >> disse Susan entrando nella stanza.

<< Ciao Susan! >> dissero in coro gli altri due Dottori, uno con un sorriso esagerato e l'altro con un po' di malinconia. Susan era stata una delle tante vittime della Guerra del Tempo.

<< Voi siete il futuro di mio Nonno? >> gli chiese lei, avendo già capito più o meno la situazione.

<< Si lo sono mia cara >> le rispose lui.

<< Susan, quindi tu gli credi? >> chiese Barbara.

<< Certo, per noi Signori del Tempo la rigenerazione è una cosa normale >> disse semplicemente lei.

<< Ci saranno anche gli altri te? >> chiese Rory.

<< Molto probabilmente si Pond >>

<< A me non piace incontrare me stesso >> borbottò il Quarto

<< Grazie tante >> rispose l'Undicesimo facendo il finto offeso

<< Senza offesa, mi piaci, ma quando incontro me stesso è sempre il caos >> gli spiegò lui.

<< Questo è vero >> concordò 11.

Intanto il Primo si era messo a sfogliare il libro che gli aveva dato Susan e lo osservava con molta attenzione.

<< Aspettiamo gli altri? >> chiese Amy e gli altri annuirono.

In un altro meandro della cabina il Nono stava camminando con Jack e Rose, quando le piccole sferette illuminarono un uomo vestito con un vestito coloratissimo.

<< Oh no! Fra tutti i me non questo me! >> disse amareggiato il Nono e il Sesto lo guardò stizzito.

<< Ciao >> li salutò Peri << Io sono ... >>

<< Peri Brown >> concluse l'orecchione con un sorriso. Ovviamente conosceva la ragazza, lui non dimenticava mai nessuno dei suoi compagni.

<< Come fai a conoscermi? >> gli chiese lei.

<< Vedi... io e l'eleganza fatta in persona siamo il Dottore >> gli spiegò a grandi linee l'uomo con la giacca di pelle. Peri aveva già assistito alla rigenerazione e quindi capì al volo. Questa versione del suo amico, oltre ad essere più sobria era anche più vecchia, lo poteva vedere dai suoi occhi.

<< Divertente il tuo sarcasmo >> disse il Sesto << quindi tu saresti il mio futuro? Non mi piaci >>.<< Neanche a me stai simpatico >> gli rispose il Nono.

<< Dottore chi sono questi due? >> chiese Rose confusa

<< Io e lui siamo lo stesso uomo, e lei è una mia precedente compagna di viaggio >> le spiegò il Dottore.

<< Aspetta hai avuto altre compagne di viaggio? >> chiese gelosa pensando di essere l'unica

<< Certamente, che ti pensavi? >> disse il Sesto, che razza di compagne si sceglierà in futuro? Come si può pretendere di essere l'unica amica di un essere secolare come lui?

<< Dottore, con quale delicatezza! >> lo rimproverò Peri, anche se la gelosia di Rose la trovava un troppo fuori luogo e senza senso.

<< Ehy, io sono Jack, sei carina, se ti va possiamo uscire ogni tanto >> disse Jack rivolto all'americana.

<< Jack, ma ti sembra il momento?! >> lo rimproverò il Nono.

<< Certo, comunque durante il mio addestramento nel cinquantunesimo secolo avevo sentito parlare di questa particolare abilità dei Signori del Tempo di cambiare faccia, ma non mi ricordo come si chiama. In fondo erano solo voci. Prima che ti incontrassi, neanche sapevo se la tua specie fosse reale o meno. Eravate più o meno delle leggende >>.

<< Si chiama rigenerazione >> disse un uomo alto e robusto con accanto una signorina castana.

<< Anche tu qui? >> gli chiese il Sesto, non particolarmente contento di vedere un altro se. Almeno questa versione la conosceva, così come conosceva la giovane donna al suo fianco. Non avrebbe mai dimenticato Sarah Jane Smith.

<< Ciao sono Sarah Jane Smith >> si presentò lei con un sorriso.

<< Credo che lo sanno già chi sei >> le disse il Terzo.

<< Come? >> gli chiese confusa lei.

<< Siamo il suo futuro >> dissero in coro gli altri due Dottori, scambiandosi un occhiataccia.

<< Scusa, posso chiederti una cosa? >> disse il Terzo rivolto al Sesto.

<< Si dimmi >>

<< Perché indossi quel vestito orrendo? >> gli chiese con un cenno ironico.

<< E' un capo di grandissima eleganza! >> urlò offeso il biondo.

<< Se ne sei convitto tu >> disse il nono << adesso però devo cercare la mia energia >>

<< Anche noi >> disse Peri

<< Perfetto, allora andiamo >> concluse il Terzo passando davanti a tutti.

Altrove...

<< Dottore, ci siamo persi per caso? >> chiese Jamie all' ometto.

<< Non preoccuparti >> lo tranquillizzò lui.

<< Jamie ha ragione >> intervenne Zoe << secondo me stiamo girando introno >>

<< Zoe, è buio e non ho una mappa >> le rispose un po' irritato.

<< Finalmente della luce >> disse una bella donna che sbucò dall'oscurità.

<< Dottore questa chi è? >> chiese Jamie.

<< State tranquilli >> disse un uomo vestito in stile vittoriano.

<< Salve io sono il Dottore e voi? >> chiese il Secondo

<< Io sono te, più precisamente l'Ottavo >> si presentò lui.

<< Oh cielo, un altro me, però sono in forma >> disse ammirando il bell'aspetto di otto.

<< Un'altra delle tue vite? >> chiese Grace e lui annuì con un sorriso.

<< Vedo che qualcuno non è nuovo al concetto di rigenerazione >> disse soddisfatto l'ometto.

<< Che cos'è la rigenerazione? >> chiese Zoe rivolta Jamie

<< Non ne ho idea >> rispose il ragazzo alzando le spalle confuso quanto lei.

<< Dottore, c'è il secondo te stesso! >> urlò una ragazza.

<< lo vedo Tegan >> disse il Quinto.

<< E' arrivato il ragazzo gentile >> disse scherzando l'Ottavo.

<< Dottore adori proprio incontrare te stesso eh? >> gli disse Turlough, ricordandosi dell'ultima volta nella zona della morte.

<< In realtà preferisco non farlo, ma se viaggi nel tempo capita >> si giustificò lui.

<< Dottore potresti rispondermi per favore? >> disse Zoe

<< Quando un Signore del Tempo muore per sopravvivere cambia aspetto e personalità >> le spiegò lui.

<< Noi siamo il suo futuro >> disse il Quinto

<< Ora che ci siamo chiariti che ne dite di andare avanti? >> chiese l'Ottavo e tutti annuirono.

 

Il settimo ed Ace stavano camminando quando incontrarono un vecchio che li osservò basito.

<< E tu come sei arrivato nel mio TARDIS? >> chiese Il Dottore

<< Professore chi è quest'uomo? >> gli chiese Ace, come ci era salito sul TARDIS?

L'uomo osservò confuso il buffo ometto scozzese e la sua amica, chi erano? Che ci facevano li?

<< Dottore! Ryan, ho trovato qualcuno! >> urlò lui e una donna bionda e un ragazzo di colore uscirono fuori dall'oscurità. La donna lo guardò con gli occhi spalancati per poi sorridere.

<< Brillante! >> urlò mentre guardava i suoi due amici << Fam, vi presento la mia settima versione e la sua attuale compagna di viaggio Ace >>

<< Quindi sei il mio futuro? >> le chiese il Settimo e lei annuì con un grande sorriso. << Beh... è diverso >> disse riferendosi ovviamente al cambio di genere.

Tredici guardò con un po' di nostalgia il se stesso passato, anche se questa versione, piena di intrighi e complotti, non era la sua preferita.

<< Io onestamente sono confuso >> disse Ryan

<< Forse ho capito >> gli disse suo nonno << ti ricordi quando abbiamo incontrato il Dottore? Lei ci aveva detto di essere stata un vecchio scozzese? >> disse lui indicando sette.

<< Si! Ottima deduzione Graham, ma no, non mi riferivo a lui >> gli spiegò lei.

<< Dopo mi spieghi >> disse Ace avviandosi << ma ora dobbiamo trovare la nostra energia no? >>

<< Mi sei mancata Ace >> le disse tredici mentre la seguiva.

Rintronando nella sala console il gruppo si era messo a parlare e a fare conoscenza, soprattutto i compagni del Dottore che erano curiosi di conoscere e scoprire le altre versioni del loro amico alieno.

<< Ditemi i vostri Dottori sanno pilotare il TARDIS? >> chiese Ian.

<< Certo >> rispose Amy << però capita che la cabina scelga di sua volontà >>

<< Il mio sta imparando, però se si impegna riesce ad arrivare dove vuole >> disse ridendo Romana.

<< Che ci volete fare, mio nonno è il Dottore più giovane, deve ancora imparare >> lo difese Susan.

<< Fisicamente sembra il più vecchio e saggio >> disse Rory e gli altri annuirono. Onestamente l'infermiere trovava davvero strano il fatto che il Dottore più giovane sembrasse molto più vecchio di quello che conosceva lui.

<< Dimmi Farfallino quanti anni hai ora? >> chiese il Primo, onestamente curioso di vedere quanto avrebbe vissuto.

<< Sui mille e duecento credo >> rispose Undici, anche se ormai non si ricordava quanti anni avesse veramente. Era vecchio, forse troppo vecchio.

<< Allora non ti sembra il caso di comportarti in maniera adulta? >> lo rimproverò lui.

<< Oi! Senti chi parla! Allora tu non dovresti comportarti in maniera infantile? >> lo rimproverò il mentone.

<< Scambio di ruoli >> disse ridendo il Quarto, che nonostante tutto trovava questa situazione esilarante.

<< Guarda, qui è illuminato >> disse una voce femminile.

<< Finalmente >> aggiunse un'altra voce dello stesso sesso.

Donna e Clara arrivarono nella sala console del Primo e si guardarono intorno, grate che almeno qui non avevano bisogno di una torcia per vederci qualcosa.

<< Altri Dottori? >> chiese la rossa indicando i tre uomini strambi davanti a lei.

<< Si, vediamo: c'è il Primo, il Quarto e l'Undicesimo >> gli rispose Clara. Poi si soffermò su Undici con uno sguardo triste. Le mancava il suo primo Dottore.

<< Ci conosci? >> le chiese l'Undicesimo, osservando la bella ragazza minuta davanti a lui. Onestamente aveva un'aria familiare, così come la sua voce, ma dove l'aveva già sentita?

<< Si, è un po' complicato da spiegare >> gli rispose lei alzando le spalle.

<< Non è così complicato da spiegare Clara >> disse con voce burbera un uomo dietro di lei.

<< Effettivamente anche io mi sono chiesto come facevi conoscermi >> disse il Decimo che era arrivato poco dopo con le mani in tasca.

<< Tu chi sei? >> chiese l'Undicesimo, mentre si metteva davanti al suo futuro.

<< Sono te >> gli rispose Dodici con il suo solito fare brusco.

<< Non mi freghi, io sono l'ultimo, come puoi esserci anche tu?! >> lo guardò malamente.

<< Hai detto di essere l'Undicesimo >> intervenne il quarto, qui qualcosa non tornava.

<< Io sono l'undicesimo per numero, ma in realtà ho avuto dodici corpi, se contiamo colui che ho dimenticato >> spiegò lui ripensando tristemente alla Guerra del Tempo << inoltre bei capelli >> disse indicando il Decimo << tra poco si rigenererà senza cambiare faccia, quindi io sono l'ultimo >>.

<< Potrebbe essere il Valeyard? >> chiese il Decimo.

<< Non essere ridicolo! >> Sbraitò il Dodicesimo << ho ricevuto un nuovo ciclo di rigenerazioni >>

<< Cosa? >> chiese scioccato il Decimo, esisteva un solo modo per riottenere un nuovo ciclo di rigenerazioni, ma nei tempi in cui vivevano era ormai impossibile.

<< Non è possibile! >> disse il Nono che come tutti restanti Dottori e compagni erano finalmente arrivati nella sala di controllo.

<< Spoiler >> disse la simpatica bionda mentre li guardava << sul serio >> lei guardò Nove, Dieci e Undici << è un argomento davvero molto molto spoiler, quindi non fate domande. Quello che posso dirvi è che si, lo scozzese brontolone è davvero il Dottore, così come lo sono io, il numero tredici, piacere >>.

Inutile dire che sia i compagni che i Dottori la guardarono scioccati, sul serio il Dottore poteva cambiare sesso?!

<< Ma è geniale! >> disse Dieci con un sorriso a trentadue denti << com'è? Mi sono sempre chiesto che cosa si provasse a cambiare sesso >>

<< E' più o meno lo stesso >> gli spiegò lei << cambia solo come la gente ti guarda >> sbuffò lei e le donne annuirono in accordo, vi erano momenti della storia della terra in cui essere donna poteva essere limitante.

Intanto, Undici stava guardando imbarazzato il suo futuro. Si era messo la mano destra davanti agli occhi, per poi togliersela di dosso, ancora più imbarazzato. Il tutto risultò piuttosto ridicolo, tanto che Dodici roteo gli occhi urtato. A Clara invece era mancato quel simpatico professore smilzo, geniale e un po' imbranato.

<< Sono successe delle cose, e lo so che Farfallino, Pretty Boy e Mister Orecchie diranno, ma non è Possibile, ma è così e non mi va di dare spiegazioni, semmai chiedete a Clara >> disse Dodici mentre andava verso la console.

<< Grazie Dottore >> disse lei urtata poi si girò verso gli altri << Dottore guarda >> disse lei all'Undicesimo mentre gli passava il suo telefono.

Lui lo prese e vide una foto di lui con altri abiti, più eleganti, vittoriani e viola e della ragazza che aveva di fronte.

<< Che forte questo vestito! >> urlò lui e i Ponds dovettero concordare, visto che avevano allungato il collo per vedere anche loro la foto

<< Che forte questo vestito! >> urlò lui e i Ponds dovettero concordare, visto che avevano allungato il collo per vedere anche loro la foto. Successivamente, estrasse il suo cacciavite e analizzò il telefono << questa foto è autentica >>

<< Io c'ero quando sei diventato lui >> disse indicando il suo amico brontolone.

<< Bene, voglio crederti >> disse sorridendo l'Undicesimo.

<< Quindi tu saresti la nostra sostituta >> scherzò Amy << mi sembri una ragazza in gamba, inoltre non è un bene che lui resti da solo >>

<<  Ho già sentito la tua voce >> disse Rory << è solo che non mi ricordo dove >>.

<< Infatti! >> disse Undici con una faccia confusa.

<< E' meglio non fare domande >> disse Clara con un sorriso.

Amy intanto si precipitò ad abbracciare Dodici, che subito si ritrasse come se fosse stato schiaffeggiato << non sono un tipo da abbracci in questa vita >> le disse. Le era mancata Amy, lei e i Ponds erano la sua famiglia. Anche Tredici ebbe lo stesso pensiero, anche se lei si sarebbe fatta abbracciare più che volentieri.

<< Sei diventanto scozzese! Ti ho forse influenzato? >> le chiese la rossa per niente offesa dal comportamento di dodici e lui le sorrise.

<< Anche io sono scozzese >> disse Sette, che come tutti gli altri Dottori pre guerra era rimasto in disparte. Avevano intuito solo che il loro futuro era davvero un casino. << Solo che credo che nel mio caso io sia stato influenzato da Jamie >> disse indicando il ragazzo che gli sorrideva timido.

Amy vedendo un suo connazionale, lo prese da parte per discutere un po' con lui e insultare gli inglesi.

Undici indicò il Secondo << tu sei il mio preferito >> gli disse e lui sorrise << inoltre i farfallini sono forti! >> affermò mentre gli altri gemevano.

<< Onestamente io sono deluso che non diventerò rosso >> disse Dieci mentre guardava il suo futuro e Undici annuì in accordo.

<< Ragazzo mio, cos'hai addosso? >> chiese il Primo rivolto al Sesto che lo guardò stizzito.

<< Chiudi la bocca Junior! Ho capito che il mio abbigliamento non vi piace. Evidentemente sono l'unico Dottore qui con uno spiccato senso della moda >> detto ciò, si avvicinò anche lui alla console.

<< A quanto pare il Dottore non ha mai saputo vestirsi >> disse Ryan a suo nonno, ma fu sentito da tutti i Dottori che lo guardarono offesi << Nonno, credo che lo scozzese sia quello alto con i capelli grigi >> cambiò discorso il ragazzo e suo nonno annuì ridendo.

<< Ciao >> Dieci salutò Rose con un sorriso triste in faccia.

<< Ciao, quindi tu sei il futuro? >> gli chiese lei.

<< Si, Rose sei fantastica! >> disse abbracciandola, facendo preoccupare non poco Nove. Come mai il suo futuro si comportava così con Rose? Che cosa le era successo?

<< Qualcosa mi dice che il Dottore aveva una cotta per lei >> disse Donna rivolta a Sarah.

<< Nel mio caso avrà >> scherzò lei.

<< Sara Jane Smith! >> disse Dieci staccandosi da Rose e andando ad abbracciare Sarah. Dopo di lui fu il turno di Quattro che l'abbracciò anche lui. Le era davvero mancata.

<< Che piacere rivederti Sarah >> disse il Quarto e lei annuì imbarazzata, anche perché non conosceva questi due Dottori. Tre invece, dalla reazione che questo capellone aveva avuto quando aveva salutato Sarah, capì che il suo tempo stava per finire e ciò lo rendeva un po' triste.

<< Scusate un attimo per favore! >> intervenne subito Susan.

<< Ciao Susan! >> dissero in coro tutti i Dottori che non l'avevano ancora salutata, ovviamente tutti quanti avevano un grande sorriso stampato in faccia, le era mancata sua nipote.

<< Ciao nonni, che ne dite di presentarci partendo da mio nonno in su? >> propose lei.

<< Ottima idea mia Cara, io sono il Primo o se preferite l'originale e loro sono Ian, Barbara, e Susan >> ovviamente alla parola originale Tredici abbassò subito lo sguardo. Ormai sapeva che aveva avuto tante, ma tante altre vite prima di questo scorbutico vecchietto, ma decise di ricomporsi perché non voleva far sospettare niente al suo passato.

<< Io sono il Secondo e loro sono Jamie e Zoe >> si presentò il buffo ometto indicando anche i suoi compagni che salutarono il gruppo timidamente.

<< Io sono il Terzo e lei è Sarah Jane Smith >> disse il Dandy.

<< Io sono il Quarto è loro sono Romana e K9 >> inutile dire che tutti i compagni trovarono adorabile il piccolo cagnolino di metallo. Alcuni di loro trovarono strano anche il nome di Romana, ma l'universo era vasto e strano.

<< Io sono il Quinto e loro sono i miei amici Tegan e Turlough >> si presentò il ragazzo con il sedano che fu subito abbracciato da Peri. Gli era mancata questa versione del suo amico. Vedendo lo sguardo confuso sul giovane volto del biondo, la ragazza si ritirò un po' imbarazzata.

<< Io sono il Sesto e lei è Peri >> disse sei mentre si metteva accanto all'americana. Era come per dire che ormai lei era la sua compagna e non più di quel ragazzo con il sedano che lo aveva preceduto. Inoltre lui, nonostante il suo carattere brusco, ci teneva a Peri e gli era dispiaciuto vedere la sua amica ancora così legata al suo predecessore.

<< Io sono il Settimo è lei è Ace >>

<< Io sono l'Ottavo e lei è Grace >> si presentò e i Dottori futuri guardarono Grace. Era stata la prima compagna di viaggio a cui aveva espresso chiaramente i sui sentimenti romantici. Era ovvio che anche a Quattro erano piaciute sia Sarah che Romana, ma lui non aveva fatto niente per dimostrarlo.

<< Io sono il Nono e loro sono Rose e Jack. State attenti o attente a quest'ultimo perché tenterà rimorchiarvi in qualsiasi momento >> li avvertì lui. Onestamente era grato che la versione che c'era tra il romanticone vittoriano e lui stesso non fosse presente, altrimenti non sarebbe stato in grado di controllarsi.

<< Io sono il Decimo e lei è l'esuberante Donna Noble >>

<< Io non sono esuberante Uomo Dello Spazio! >> gli urlò contro lei.

<< Io sono l'Undicesimo e loro sono i Pond, i Pond sono forti e anche i farfallini lo sono >> disse mentre se lo aggiustava

<< Io sono il Dodicesimo e lei è Clara Oswald o come la chiamo io La Ragazza Impossibile >> si presentò lui e tutti gli altri si chiesero come mai il Dottore l'avesse soprannominata in quel modo.

<< E infine, io sono la Tredicesima e loro sono Graham e Ryan, parte della mia Fam >>. Lei guardò con nostalgia il suoi vecchi se e i loro compagni, le erano mancati tutti quanti, dal primo all'ultimo.

<< Se lui ha detto di aver delle nuove rigenerazioni, allora perché loro non sono qui? >> chiese giustamente il Settimo indicando Dodici.

<< Forse posso rispondere io a questa domanda >> disse il Primo con il libro in mano. << Mentre il Quarto e l'Undicesimo dicevano sciocchezze, io ho dato un'occhiata al manuale del TARDIS. Nella sezione sistemi di emergenza ho visto che c'era un certo Protocollo Omega, che recita così: Se il suddetto proprietario del TARDIS è agli inizi e si sta dirigendo verso un immenso pericolo, il suo TARDIS automaticamente manderà le sue dodici incarnazioni successive ad aiutarlo >>.

<< Questo spiegherebbe anche perché le nostre cabine sono rimaste al buio >> disse l'Ottavo.

<< L'energia è arrivata tutta qui per sostenere il Primo >> concluse il Quinto

<< Se l'energia è qui significa che stiamo andando da qualche parte >> aggiunse il Terzo.

<< Ma dove? >> chiese il Secondo.

<< Ci stiamo pericolosamente avvicinando al Big Bang >> disse il Dodicesimo

<< Che intendi? >> gli chiese il Secondo.

<< Intendo che mentre Clara stava spiegando la mia esistenza,  sono andato a controllare gli scanner per vedere dove ci troviamo e ho visto che stiamo precipitando verso l'origine della creazione >> spiegò loro lo scozzese più anziano.

<< Di nuovo? >> si lamentò Ian, ricordandosi quando si stavano per schiantare contro l'origine del sistema solare. Ovviamente Uno lo guardò male.

<< Tranquilli, nessun problema, basta fare inversione di marcia >> li tranquillizzò Tredici mentre premeva alcuni pulsanti della console << Visto? Problema risolto! >>.

<< E' stato fin troppo semplice >> disse dubbiosa Barbara.

<< Bè... questo era un problema grave per il giovane e scorbutico me >> intervenne Dieci << ma per noi non è tutto questo granché >>.

<< Ecco perché il TARDIS ha attivato il protocollo Omega >> disse Susan con un sorriso << anche se ha portato fin troppi nonni, per un problema così "piccolo" >> disse e tutti annuirono.

<< Per tornare nelle nostre linee temporali bisogna tornare indietro fino alle nostre console? >> chiese Romana.

<< No >> le disse Sei << prima, quando ero nella console, ho fuso tutte le nostre stanze in una sola. Quando il Primo partirà ci ritroveremo nella stanza del Secondo, e così via >>. 

 


 

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Capitolo 16
*** Verso il futuro ***




Verso il futuro
 
 

<< Bene allora, è tempo di partire >> disse il Primo, che non vedeva l'ora di liberarsi di tutta quella gente.

<< Aspetta! Speravo di poter parlare un pò con Jamie e gli altri amici del Dottore >> sbuffò Amy.

<< Sarebbe bello, ma più stiamo qui tutti insieme, più aumenta il rischio di un paradosso >> le disse bonariamente Due e lei annuì.

Il Primo osservò il suo futuro << E' rassicurante sapere che il mio futuro è in buone mani, forse... >>

<< Aspetta >> disse Clara guardando i due insegnanti << volevo dirvi che anche io insegno nella vostra scuola, ma nel futuro. Siete due esempi da seguire >>. I due le sorrisero grati, ma prima che potessero risponderle, scomparvero in un lampo di luce bianca, seguito dal suono di smaterializzazione del TARDIS.

In quel momento, si udì un tonfo sordo. Quando si girarono, videro Undici che era quasi inciampato tra gli oggetti sparsi per terra nella sala della console del Secondo.

<< Colpa mia, stavo cercando una torcia e non ho riordinato >> si scusò l'ometto.

<< Tipico... >> lo prese in giro Tre e lui lo guardò male, ma fu subito bloccato da Tegan e Cinque. Se questi due si mettevano a litigare era la fine.

<< Bene >> disse l'ometto battendo le mani << è giunto anche per noi il tempo di partire >> detto ciò andò a stringere le mani in modo goffo un po' a tutti, ma prima guardò il suo successore << arrivederci... calzoni ridicoli >>.

<< Spaventapasseri >> lo prese in giro bonariamente Tre.

Amy abbracciò Jamie << Ho sempre desiderato conoscere un Highlander >> disse mentre gli faceva l'occhiolino. Jamie le sorrise in risposta.

Dopo di che scomparvero anche loro nello stesso modo del suo predecessore.

<< Mi mancheranno >> disse Amy e 11 le accarezzò la schiena.

<< Lo so, a me mancano ogni giorno >> le disse in tono triste.

<< Andiamo Sarah >> disse Tre, mentre la sua amica si avvicinava a lui.

<< E' stato un piacere conoscervi >> disse lei con un sorriso e Dieci e Quattro l'abbracciarono ancora una volta. Dopo di che, anche il Terzo e la sua amica ritornarono nel loro coretto flusso temporale.

<< Romana, K9, andiamo. Abbiamo mondi di visitare e civiltà da salvare >> disse il Quarto mentre attivava alcuni pulsanti.

<< Affermativo Padrone >> disse il fedele canide di metallo.

<< E' stata sicuramente un'esperienza interessante >> disse Romana agli altri << spero di rivedervi un giorno >>. Dopo di che si ritrovarono tutti nel TARDIS del quinto.

<< Prima di andare devi sapere una cosa >> disse Dieci mentre sfoggiava un sorriso a trentadue denti <<  tu sei il mio preferito! Sul serio! Sei brillante! Mi manca essere te! >>

Cinque annui con un sorriso gentile, sopraffatto dai complimenti della sua versione futura << Grazie, è bello essere ricordati in modo positivo dal proprio futuro >>.

<< Il Dottore carino ha ragione >> gli disse Peri mentre lo abbracciava << mi mancherai >>.

Dopo un ultimo saluto anche il ragazzo con il sedano e i suoi due amici scomparvero nel nulla.

<< Dottore carino?! >> chiese un indignato Sei, mentre guardava in malo modo la sua amica, che alzò le spalle con fare innocente. Dieci ovviamente la osservò con un sorriso, per poi farle l'occhiolino.

<< Oi! Anche io sono carino! >> Si lamentò Undici.

<< No, tu sei solo buffo >> lo prese in giro Clara e lui mise il broncio. Inutile dire che Amy e Rory stavano ridendo a crepapelle alla reazione del loro genero.

<< Grazie a Dio mi sono rigenerato >> borbottò Dodici.

<< Bene! Suppongo che sia stato interessante incontrare tutti voi >> disse Sei mentre li osservava << ma ora è tempo di andare >>. Detto ciò abbassò la leva e lui e Peri scomparvero.

<< Non vedeva l'ora di andarsene >> disse il Settimo, mentre osservava la sua console << Andiamo Ace >>. La ragazza annuì e anche loro se ne andarono.

Dopo la loro partenza, i restanti compagni rimasero stupiti da dove si trovavano. Erano in quello che sembrava un bellissimo salotto vittoriano, ricolmo di librerie. C'era anche un angolo per il tè, con un bel tavolinetto antico e due poltrone vecchie e eleganti. La cosa più stupefacente era il soffitto, dove si poteva notare la volta celeste in tutta la sua magnificenza. Se non fosse per la classica console esagonale posizionata al centro, tutti quanti avrebbero potuto dire di essere finiti nel passato.

<< Wow! >> Esclamò Ryan << Questa è senza ombra di dubbio la stanza della console più bella >> e tutti gli altri dovettero concordare. Ovviamente, tutti loro si erano accorti che le varie stanze cambiavano quando un Dottore se ne andava, e sapevano bene che le stanze che conoscevano loro erano ben differenti. Tuttavia, non erano preparati per la bellezza di questa qui.

Ovviamente l'Ottavo era orgoglioso, mentre osservava gli sguardi meravigliati dei sui futuri amici. Gli altri Dottori invece avevano messo il broncio, offesi del fatto che il loro se più giovane avesse già vinto in partenza nella competizione delle sale delle console.

<< Dottore, andiamo? >> lo richiamò Grace. Per lei tutta questa situazione era fin troppo assurda e voleva ritornare a casa.

<< Eccomi >> le rispose, per poi guardare il suo futuro << non vedo l'ora di diventare voi, fino ad allora, ci vediamo >> Detto ciò si smaterilializzò anche lui e l'ambiente cambiò ancora una volta.

Nove, Dieci e Undici si bloccarono di colpo tesi, riconoscevano quella versione del TARDIS. Anche i loro due se futuri sapevano dove si trovavano, ma a differenza del loro passato, avevano accettato colui che abitava in questa versione della loro cabina.

In quel momento una voce burbera attirò la loro attenzione << e voi che siete?! >> A parlare era stato il War Doctor che li stava osservando severamente. Prima che qualcuno di loro potesse rispondere l'ambiente cambiò di nuovo e si ritrovarono tutti nella console di Nove.

<< Casa! >> urlò Rose con il suo solito sorriso, le era mancata la console corallo.

<< Eh già! >> disse ridendo Jack.

<< Ma è la nostra! >> Disse Donna.

<< Bè...mi piace lo stile corallo, quindi non l' ho cambiato >> le spiegò il Decimo.

<< Direi che è arrivato anche il nostro momento >> disse Nove con un sorriso << sono certo che il futuro sarà Fantasitco! >> Dettò ciò abbassò la leva e scomparvero da li.

Dieci guardò tristemente il posto dove prima si trovava Rose. La sua Rose, gli mancava terribilmente ogni giorno e in un certo senso questa avventura aveva alleviato il suo dolore, anche se... molto probabilmente non se la ricorderà, visto che non è la versione più vecchia qui presente.

Tredici invece pensava a quello che dovrà subire il povero Jack. Non era passato tanto dall'ultima volta che aveva visto la versione più vecchia del capitano, ma ancora si sentiva in colpa per il suo destino da umano immortale. Rivederlo così giovane e mortale aveva fatto male.

Anche Graham stava pensando a Jack, ovviamente l'aveva riconosciuto quando lo aveva visto, ma aveva deciso di tacere per non rovinare il tempo e anche perché il loro ultimo incontro era stato un po' imbarazzante e voleva evitare un altro incidente del genere. Ovviamente Ryan stava ridacchiando perché aveva capito che cosa stava pensando e lui lo guardò male.

<< Suppongo che me ne debba andare anche io >> disse il Decimo con le mani in tasca, mentre era appoggiato ad una colonna << devo dire che un po' mi dispiace, ma ci sono delle cose che devo fare >> Dettò ciò si avvicinò alla leva e mentre la tirava urlava << Allons-y! >>


La console cambiò ancora una volta, diventando la versione arancione e bambinesca di Undici.

<< Casa dolce casa! >> Urlò il ragazzo coni il farfallino mentre girava intorno alla console << mi sei mancata Sexy! >>

<< Chi è Sexy? >> chiese Ryan.

<< E' così che chiama il TARDIS >> gli spiegò Rory

<< Ma è imbarazzante >> disse il ragazzo di colore e l'infermiere conconrdò. Amy li guardò ridacchiando.

L'Undicesimo si fermò davanti a Clara, per poi toccarle con l'indice la punta del naso << ti era mancata vero?! >> le chiese allargando le sue braccia.

<< In realtà non ho mai visto questa stanza prima d'ora >> si scusò lei.

<< Che cosa?! >> Chiese indignato il Dottore più giovane << vuoi dire che l'ho cambiata?! Ma non è possibile! Adoro questo stile! >>

Dodici e Tredici ovviamente sapevano come mai il loro predecessore aveva modificato la stanza. La "morte" dei Ponds lo avevano sconvolto e portavano le ferite ancora oggi.

<< Comunque mi piace anche questa stanza >> affermò il nipote di Graham e l'Undicesimo gli sorrise. Poi batté le mani << Amy, Rory, è arrivato il momento per noi di levare le tende >>. Dopo aver salutato tutti anche loro partirono.

<< Finalmente! >> disse il Dodicesimo, mentre guardava la sua stanza argentata.

<< Si, era mancata anche a me >> disse Clara con un sorriso. Era contenta di aver rivisto la sua prima versione del Dottore, ma doveva ammettere che il suo Dottore era quel vecchio mago con i capelli grigi che in questo momento la guardava dall'altra parte del rotore temporale. Nonostante gli inizi turbolenti, lei non avrebbe mai cambiato questa versione del suo amico con nessun'altra. Anche se... doveva ammettere che la piccola bionda era piuttosto carina.

<< E' ora di andare >> sentenziò il vecchio e Clara annuì. Dopo aver salutato e abbracciato tutti, i due scomparvero lasciando il posto alla sala console più recente, quella gialla e cristallina appartenente alla strana donna che se ne stava lì ferma con aria malinconica. Rivere il suo passato e tutti i suoi vecchi amici le avevano fatto ricordare di quanto fosse vecchia in realtà e di quanto avesse perso durante tutti i suoi secoli. Per non parlare che ora lei sapeva che tutte quelle non erano veramente le uniche vite che aveva vissuto. Quanto aveva perso davvero? A quanti amici aveva dovuto dire addio? Rivedere Donna le aveva fatto male, ricordava ancora quando aveva dovuto concellarle tutti i suoi ricordi riguardanti i loro viaggi insieme. L'aveva fatto per porteggerla, ma questo non lo rendeva meno doloroso. Anche rivedere la sua versione guerriera non era stato piacevole. Certo, ormai lo aveva perdonato da tempo, ma lui le ricordava comunque il periodo più buio della sua vita: La Guerra del Tempo. Per fortuna che il TARDIS aveva deciso di lasciarlo fuori da quest'avventura.

<< Comunque adoro anche la tua sala di controllo Dottore >> le disse Ryan con un sorriso che lei ricambiò. Lui era davvero un bravo ragazzo.

<< Doc, è giunto anche per noi il momento di andarcene. Ci aspetta una bella cena >> le disse Graham.

<< Posso venire anche io?! >> domandò improvvisamente lei. Non era da lei partecipare a queste cose mondane, ma sapeva che presto o tardi non avrebbe più rivisto nemmeno queste due fantastiche persone che aveva di fronte, quindi aveva deciso di approfittarne e di stare un po' più di tempo con loro.

Il vecchio le sorrise << ma certo, se vuoi venire sei la benvenuta >>.

  Il vecchio le sorrise << ma certo, se vuoi venire sei la benvenuta >>



Una volta usciti dalla cabina, Il Dottore la osservò. Era stata con lei fin dall'inizio, l'unica compagna che non l'aveva mai abbandonata. Quante avventure che avevano vissuto insieme! Dopo averla accarezzata, si affrettò a raggiungere i suoi amici. Il passato era bello, ma era giunto il momento di guardare al futuro. 

 

 


 

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