Diari di bordo

di Federico
(/viewuser.php?uid=34127)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dal diario di Shanks- Addio capitano ***
Capitolo 2: *** Dal diario di Arlong- La fondazione di un impero ***
Capitolo 3: *** Dal diario di Mihawk- Lame e onore ***
Capitolo 4: *** Dal diario di Doflamingo- Seduti intorno a un tavolo ***
Capitolo 5: *** Dal diario di Barbabianca- Incontro fra giganti ***
Capitolo 6: *** Dal diario di Barbanera- Cuore di tenebra ***
Capitolo 7: *** Dal diario di Kizaru- Spedizione punitiva ***
Capitolo 8: *** Dal diario di Sengoku- La vigilia della battaglia ***



Capitolo 1
*** Dal diario di Shanks- Addio capitano ***


Diari di bordo

 

Dal diario di Shanks- Addio capitano

 

Rogue Town

Caro diario,

oggi il mio animo si è riempito di tristezza come non mai.

E’ stata una giornata luminosa e calda, ma si rivelata gelida come la morte per noi, i pochi venuti ad assistere alla fine del nostro capo.

Gold Roger, il Re dei pirati, la più grande leggenda che abbia mai solcato i mari.

Sicuramente le sue gesta sono finite e finiranno sulla bocca di tutti come eroiche ballate, miti senza tempo, ma a me piace ricordarlo come era, un uomo gentile con tutti noi, capace di imprese al di là dell’umana immaginazione ma anche semplice mortale con pregi e difetti.

Beveva, per esempio; ogni tanto prendeva scelte sbagliate o avventate; ma per il resto era una bravissima persona, il migliore che io abbia mai servito.

Oggi, mescolati fra la folla, abbiamo assistito al più macabro degli spettacoli; il nostro beneamato capo camminava, in catene, circondato dai suoi rigidi carcerieri e dai carnefici.

E’ vero, era malato, sarebbe morto prima o poi, ma, anche se si era costituito, mi ha fatto un’impressione indescrivibile vederlo avviarsi in ceppi verso la propria fine.

Nonostante ciò camminava a testa alta; sorrideva, anzi, rivolgendo enigmatiche occhiate ai capannelli di spettatori, giunti da ogni dove per i più disparati motivi.

Una volta sul patibolo, non ha mai mostrato timore ( non credo che ne provasse, visto che non aveva scampo), ha persino chiesto ai boia di sbrigarsi.

Prima che il colpo fatale venisse vibrato,in un silenzio di tomba, solenne, qualcuno gli ha chiesto con un urlo a pieni polmoni dove avesse nascosto lo One Piece, il grande tesoro di cui tutti parlano e parleranno e che io, essendo un semplice mozzo, non ho mai visto; lui, l’uomo che aveva ottenuto fama, potere e ricchezza stava ancora affidando le sue ultime volontà a tutti noi quando il freddo acciaio lo ha trafitto.

Mentre il più grande eroe dei nostri tempi moriva, la folla ha lanciato un grido lunghissimo, ferino, di gioia: era il suo modo per rendere omaggio al Re, e per un attimo anch’io ho dimenticato il dolore.

Il tempo si stava nel frattempo annuvolando, tempo foriero di nuovi dispiaceri.

Fra gli ex pirati di Roger c’era con me Bagy, quel mio buffo amico di cui ti ho così spesso parlato; dato che eravamo senza guida credevo che non avrebbe esitato a unirsi di nuovo a me.

Ed ecco arrivare inaspettato un altro colpo gobbo del destino: non solo si è arrabbiato moltissimo, ma mi ha anche apostrofato come un idiota e ha detto che non si sarebbe mai messo al mio servizio.

Quel ragazzo è ambizioso, certo, ma non so dove queste sue inclinazioni lo porteranno.

Così, eccomi qua giovane, pieno di belle speranze, privo del mio più caro amico e del mio comandante che ho sempre guardato con affetto e devozione.

Percorrevo le strade, sotto un cielo plumbeo e sempre più infestato da nere nubi temporalesche, perfetta metafora dei miei sentimenti.

Se solo avessi potuto lasciare le mie lacrime come la fitta pioggia!

Roger mi manca, è grazie a lui se ho imparato come navigare, e non cesserò mai di ricordarlo con commozione e di dirgli addio, ogni giorno della mia vita futura.

Ma da domani si cambia.

Con lui ho attraversato più e più volte la Rotta maggiore, e, seppur giovane e ingenuo, ne conosco i segreti, i pericoli, le ricchezze.

L’era di Roger rimarrà stampata nella memoria e nei libri come quella in cui un uomo coraggioso vagava per gli oceani in cerca di tesori, ma adesso inizia una nuova epoca.

Anch’io sarò un pirata, stanne certo mio capitano.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Dal diario di Arlong- La fondazione di un impero ***


Spazio autore

Nueblackcrowfriend: Beh, sarà anche deprimente, però è l’unico modo per contattarti…E poi dì, la verità, almeno ti ho fatto conoscere una bella storia, no? Non ti mancavano Barbabianca e la sua pazza ciurma di pirati- balenieri- ubriaconi- accoltellatori?

Sì, lo scorso capitolo mette un po’ tristezza, soprattutto per quel “Ma da domani si cambia”…

Grazie di tutto.

Oggi tocca a uno dei miei pupilli…

 

Dal diario di Arlong- La fondazione di un impero

 

Cocoyashi Village

Caro diario,

da oggi prendo ufficialmente questa bella e fertile terra, il cui unico lato negativo è essere popolata da fin troppi umani (ma a loro penserò poi), che costituirà il primo lembo dell’impero degli uomini pesce, come Fisher Tiger e il mio capo Jinbei hanno sempre sognato.

Tuttavia, per cancellare i peccati degli uomini, è necessario che anche noi ci macchiamo delle stesse colpe, cosicché sperimentino di persona cosa sono la discriminazione e la servitù.

Ad ogni modo, dopo mesi passati a vagare per questo mare in cerca di prede e paesi da sottomettere, quando siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di questo arcipelago dalle risorse e caratteristiche tutt’altro che disprezzabili, da usare come trampolino di lancio per altre spedizioni.

Mi faceva un’emozione immensa vedere palme, spiagge e case che aspettavano solo l’arrivo di noi conquistatori, mentre la bandiera nera sventolava nel vento e nessuno si faceva avanti a contrastarci.

Può darsi che gli abitanti avessero già sentito parlare di me, ma certo presto avrebbero imparato a temermi e rispettarmi.

Dando gli ordini del casi a Hacchan, Kuroobi e Chu ho apprestato tutto per l’approdo, mentre dalla prua vedevo chiaramente una folla che attendeva terrorizzata la nostra comparsa.

Sciamando giù dalle fiancate siamo sbarcati sulla spiaggia e ho dato agli umani un caloroso quanto ironico benvenuto dichiarandomi nuovo padrone di quella terra.

Non dubito che dovessimo sembrare loro spaventosi, enormi, mostruosi e armati fino ai denti: oltretutto dovevano comprender che non eravamo venuti per saccheggiare, ma per restare.

Poiché senza il pugno di ferro non si può essere rispettati e avevamo grande bisogno di rimpinguare le nostre casse, per prima cosa abbiamo stabilito un tributo sulla vita di ciascun abitante: centomila berry per ogni adulto, cinquantamila per ogni bambino, e chi non li aveva era spacciato.

I soldi hanno subito cominciato ad ammucchiarsi, concedendoci momentaneamente un eccellente bottino, e forse i paesani cominciavano a credere che li avremmo lasciati in pace.

Ad un tratto si è scorto del fumo provenire dai boschi dell’entroterra, segno di una casa che non avevamo ancora visitato: se non lo avessimo visto tutto sarebbe andato diversamente.

Arrivati all’abitazione, sono stato “festosamente” accolto da una donna che mi ha gettato a terra piantandomi un moschetto in bocca: la disparità di forza fra noi era tale che siamo tutti scoppiati a ridere, poi le ho distrutto l’arma e le ho insegnato un po’ di buone maniere.

Nel frattempo erano giunti sul posto due uomini e una coppia di bambine; vedendo la donna sanguinante a terra hanno cominciate a urlare e a disperarsi in modo patetico, mentre gli adulti cercavano di trattenerle e nel contempo di salvare la vita a quella donna, di nome Bellemere, spiegandomi che non aveva figli.

Ma quella sciocca ha lasciato stupidamente che le emozioni prevalessero e si è tradita: come sospettavo, quelle due bambine erano sue figlie, e ha usato tutto il denaro che possedeva per riscattarle;ciò non le ha però salvato la vita.

 Non ho badato a che cosa stesse dicendo alle mocciose o a che espressione avessero: ho semplicemente puntato la pistola in mezzo ai suoi occhi e premuto il grilletto.

Abbiamo anche scoperto che una delle due bambine, chiamata Nami, ha un certo talento per la cartografia, e noi avremo certamente bisogno di mappe accurate per solcare i mari che conquisteremo: in questo momento le stiamo tatuando il pesce sega su un braccio perché, per garantire l’incolumità dei suoi compaesani, la piccola ha acconsentito a entrare nella mia ciurma.

Non so come la prenderanno gli umani, ma dato che oggi stesso, nemmeno un’ora dopo lo sbarco, hanno provato a ribellarsi in massa come tanti pecoroni e li abbiamo massacrati di botte, spero proprio che abbiano capito chi comanda, chi è inferiore per natura e chi deve stare sopra..

Sto scrivendo queste poche righe, in cui non posso commentare a dovere la felicità e l’avidità che provo, nella cabina della mia nave, che presto demoliremo per costruire una residenza a terra.

Sarà la mia ultima notte come capitano pirata e la prima come dominatore di questo arcipelago.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dal diario di Mihawk- Lame e onore ***


Dal diario di Mihawk- Lame e onore

 

Mare Orientale

Caro diario,

sul mare è calata la notte e mi appresto coricarmi sulla mia barchetta, come tante volte ho fatto in passato.

Accarezzo il filo della mia nera spada, e ripenso a quanti duelli abbiamo sostenuto.

Da tempo cercavo un degno avversario per distrarmi e tenermi in esercizio, e sono stato pienamente accontentato.

Come ho già avuto modo di narrare, da giorni ero sulle tracce di un sedicente ammiraglio di una flotta pirata, tale Don Krieg, che aveva già incontrato nella Rotta Maggiore e a cui avevo inflitto una sonora sconfitta: cinquanta velieri spazzati via in un colpo solo!

Desideroso di divertirmi ancora un po’ con lui e magari di mettermi in tasca la taglia, l’ho rincontrato  presso il Baratie, il famoso ristorante galleggiante del Mare Orientale, e qui ho completato l’opera: quello stupido non si è quasi reso conto che gli avevo fatto a pezzi la nave.

Eppure, fra tanti tizi terrorizzati a morte, ce n’era uno strano, che indossava una bandana ed era armato con tre spade, e che a quanto pare non vedeva l’ora di sfidarmi: avrei scoperto in seguito che si chiamava Rolonoa Zoro e che ambiva a detronizzarmi dal titolo di spadaccino più forte.

Abbiamo iniziato a combattere: anche se quel tale aveva parecchia grinta, mi faceva quasi pena, così ho deciso di combattere con il pugnale, stupendolo non poco.

Ma io sono fatto così: non amo approfittare della mia potenza, preferisco i duelli leali.

Il ragazzo possedeva delle armi di buona fattura e una tecnica veramente niente male, ma faceva una fatica infernale a seguire i miei colpi e alla fine gli ho trafitto il petto, mancandogli volontariamente il cuore.

Poiché non demordeva, ho deciso di concedergli il massimo onore che concedo ai miei avversari: ho sfoderato la spada nera e, in un solo fendente, gli ho rotto due katane e l’ho ferito ai fianchi.

Sicuramente ha dato prova di senso dell’onore perché, dato che noi spadaccini riteniamo disonorevole essere colti alla schiena, mi ha offerto il petto; per la seconda volta ho deciso di non ferirlo mortalmente, anche se dubito che quello squarcio si rimarginerà presto.

Subito un altro tizio che doveva essere suo amico, e che pareva aver mangiato un frutto del diavolo visto che il suo corpo si allungava, ha cercato di farmela pagare, ma non mi ci è voluto molto a evitare il suo attacco.

Mi sono rivolto al giovane Zoro, esortandolo a cercare la forza dentro di sé e a venire a cercarmi quando fosse stato abbastanza forte, dato che il suo coraggio e la sua forza di volontà mi avevano stupefatto più di chiunque altro con cui mi sia mai scontrato, e lui ha ribattuto che mi avrebbe sconfitto, per diventare lo spadaccino più forte del mondo.

Ho scoperto anche che il suo amico e capitano, di nome Rufy, ha il sogno di diventare il Re dei pirati: ho cercato di fargli aprire gli occhi, ma a quanto pare era determinato anch’egli.

Quanta gente stravagante solca i mari!

Come ciliegina sulla torta, quel Krieg, che evidentemente non ne aveva ancora avuto abbastanza, ha cercato di vendicarsi.

Un buffone così a mio giudizio non si meritava nemmeno un briciolo di attenzione, e con un solo fendente gli ho definitivamente distrutto il suo galeone ormai semiaffondato.

Spero proprio di avergli insegnato chi è il più forte: di certo gli ho messo una fifa blu, e non credo che vorrà più avere a che fare in futuro con Mihawk dagli Occhi di falco.

Non mi tratterrò ancora a lungo in queste acque, ho voglia di tornare a percorrere la Rotta Maggiore in cerca di passatempi.

Mi piace vivere così, unico arbitro e padrone della mia errabonda esistenza.

E in segreto ammetto che non mi dispiacerebbe incontrare di nuovo quei ragazzi: sono sicuro che

abbiano i numeri giusti per diventare qualcuno, e mi chiedo quando avrò il piacere di incrociare nuovamente la lama con loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Dal diario di Doflamingo- Seduti intorno a un tavolo ***


Dal diario di Doflamingo- Seduti intorno a un tavolo

 

Marijoa

Caro diario,

mi sono trovato invischiato in un’incombenza assai sgradevole di cui avrei volentieri fatto a meno.

Quei dannati ficcanaso della Marina!

Uno vorrebbe godersi in santa pace il tempo libero sulla sua isola e loro…

Ma cominciamo dal principio: un giorno nella mia residenza di Shabondy è giunta una lettera del Governo che mi invitava a recarmi al Quartier generale e da lì a Marijoa per incombenze importanti; sul momento sono stato tentato di dare fuoco al messaggio, ma devo confessare che mi annoiavo un po’ e la proposta sembrava allettante.

A Marineford mi sono imbarcato su una nave da guerra, dove con mia somma sfortuna ho incontrato anche quel bacchettone sempre serio di Orso Bartholomew; obbedisce a tutto quel che li dicono come un cagnolino, ed è sempre così indecifrabile e sereno!

Insomma, dopo un viaggio tutt’altro che piacevole, siamo sbarcati fra tutti gli onori, e poi ci hanno abbandonati in un salone semideserto ad attendere quel vecchio rincitrullito di Sengoku.

Attorno al nostro tavolo erano seduti alcuni viceammiragli, tra cui la vecchia Tsuru, che come al solito aspettavano calmi e tranquilli l’inizio dell’assemblea; per riscaldare un po’ l’ambiente, decisamente troppo tetro per i miei gusti, ho iniziato a controllare due di loro per farli combattere.

Che goduria sentirli implorarmi di smetterla mentre me la ridevo come un matto!

Stavano quasi per farsi la pelle a vicenda quando, purtroppo, è comparso quello spaventapasseri del grandammiraglio, che mi ha incitato a piantarla.

E’ iniziato così la riunione il cui scopo era, come avevo scoperto, decidere chi avrebbe rimpiazzato come Shichibukai Sir Crocodile che, a quanto si era sentito dire, era stato battuto nell’isola di Alabasta da un giovane pirata e sbattuto in gattabuia perché era stato scoperto un suo complotto per impadronirsi di quel regno ai danni del Governo; quell’uomo non si è dimostrato per niente furbo.

Il vecchio Sengoku sembrava voler attaccare briga con me, e io ovviamente non mi sarei certo tirato indietro, ma siamo stati interrotti dall’ultimo individuo che avrei pensato di vedere a Marijoa: Occhi di falco lo spadaccino, almeno nominalmente mio collega nella Flotta.

A questo punto i tipi strani dall’aria tetra erano tutti presenti, eppure un altro visitatore imprevisto si è aggiunto a noi: era alto, magrissimo e pallido, vestito in modo ridicolo ( anche se molti dicono lo stesso del mio giaccone) che si è presentato ballando il tip-tap.

Uno di noi lo ho riconosciuto come un certo Lafitte, poliziotto cacciato per i suoi metodi troppo brutali, e il tizio ha spiegato di essere venuto per suggerirci chi scegliere come nuovo Schichibukai.

Che stupido! Se ripenso ancora a quanto fosse davvero convinto di poter candidare qualcuno a suo piacimento, mi sbellico dalle risate.

Ci consigliava di eleggere un tale Teach: questo nome suonava sconosciuto a tutti presenti, ma Lafitte insisteva nel sostenere che si trattasse di un pirata rinomato e potentissimo.

Non lo sapeva che per entrare nella Flotta servono certi requisiti?

Credeva forse che io, Orso Bartholomew, Boa Hancock, Jinbei, Drakul Mihawk, Gekko Moria e il fu Crocodile fossimo semplici tagliagole improvvisamente ravvedutisi?

Il grandammiraglio ha espresso chiaramente i propri dubbi, dato che non conosceva pressoché nulla di questo filibustiere che a quanto pare è un ex subordinato di Barbabianca e si fa chiamare Barbanera; gli altri ostentavano una faccia indecifrabile, disgustata o stupita.

Neanch’io avevo molta fiducia in Teach o come diavolo si chiamasse, ma dato che c’era bisogno al più presto di un nuovo Schichibukai o la struttura di potere a cui i barboni del Governo e della Marina tengono tanto sarebbe andata a rotoli, ho espresso il mio parere, e cioè che almeno gli si poteva concedere un tentativo; se poi si fosse rivelato una mezza calzetta, tanto peggio per lui.

La riunione si è dunque rivelata un fiasco assoluto: e pensare che mi ero pure persuaso che sarebbe stata utile!

La prossima volta risponderò a eventuali chiamate solo in caso di emergenza.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Dal diario di Barbabianca- Incontro fra giganti ***


Dal diario di Barbabianca- Incontro fra giganti

 

Nuovo Mondo

Caro diario,

alla fine il Rosso è arrivato.

Si recato per vedermi faccia a faccia, venendo qui, nel mio regno, con la sua nave, dopo aver provato a intromettersi nei miei affari tramite un messaggero.

Quella volta non mi sono neanche dato pena di leggere il messaggio, ma ho subito specificato all’attonito latore che il suo capitano sarebbe dovuto venire di persona, con qualcosa da bere, ovviamente.

Per fortuna, ha mantenuto tutti i suoi impegni.

L’unico inconveniente è stato che quel bamboccio ( perché è questo quello che Shanks è, visto che quando lui puliva il ponte a Gold Roger io combattevo fieramente per il titolo di Re dei pirati), per sincerarsi che non avessi intenzioni ostili, ha attivato il suo haki quando è salito sulla “Moby Dick”, e ne ha da vendere, di spirito.

Tutti i miei novellini sono svenuti sul colpo, e poco ci è mancato che mi spaccasse la nave in due.

Ho ordinato alla ciurma di trasferirsi momentaneamente sul vascello del Rosso, per evitare di coinvolgerli qualora la situazione fosse degenerata, quindi abbiamo preso a discutere.

Mi ha porto un’anfora piena di saké del Mare Occidentale, il suo oceano natale, e l’ho tracannata senza tanti complimenti: non era un nettare, ma almeno mi ci sono sciacquato le labbra.

Non so perché, ma in quel momento, forse anche per far capire al Rosso chi ero mettendo la mia esperienza sul piatto della bilancia, mi sentivo piuttosto nostalgico, e quindi ho cominciato a parlare dell’era di Roger, di cui restano così pochi superstiti sia fra i bucanieri che fra le fila della Marina, epoca in cui il mio interlocutore non era che un giovane e scaltro mozzo, sempre accompagnato da un buffo tipo che poi ho scoperto essersi diviso da lui in modo piuttosto brusco da molti anni ormai.

Il ragazzino era poi cresciuto diventando un imperatore, abilissimo rivale di Mihawk nell’arte della spada, che aveva però perso un braccio nel Mare Orientale.

Pareva però che non avesse rimpianti a quel proposito, perché sosteneva di averlo sacrificato per un “Nuova era”: contento lui…

Poi, indicandosi la triplice cicatrice che gli sfregiava l’occhio sinistro, Shanks ha dichiarato che, di tutte le sue innumerevoli ferite ottenute in una vita da guerriero, solo quella gli bruciava: e come ben sapevo, a infliggergliela era stato uno della mia ciurma, Marshall D. Teach, Barbanera, il traditore.

Era questo il succo del discorso: mi ha messo in guardia da Teach, che a suo dire, nascosto fra di noi, avrebbe tramato per spodestarmi, e mi ha implorato di richiamare Ace, che ormai da un anno gli sta dando la caccia intorno al mondo.

Sono scoppiato in una grossa risata.

Che ne sapeva lui? Chi era per darmi tali ordini? Ha mai forse subito il criminale più orribile che si possa compiere fra pirati, uccidere un compagno?

No, quel Barbanera la deve pagare, e così sarà. Nessuno mi impedirà nulla.

Spazientito, Shanks ha estratto la sciabola e mi ha di nuovo avvertito dell’arrivo di una nuova era.

Per mostrargli che non ero da meno e non mi curavo delle sue ciance, ho afferrato l’alabarda e ho colpito con tutte le mie forze, con la potenza del mio haki: qualunque cosa fosse successa, quel ragazzino impudente se ne sarebbe pentito amaramente.

Che bel rumore, il cozzare delle lame l’una sull’altra.

Il tempo nel frattempo si era fatto piuttosto nuvoloso, come la discussione, e in seguito i miei uomini mi hanno riferito che il nostro scontro è stato tale da dividere in due il cielo.

Non pensavo di avere ancora tanta potenza, ma resto pur sempre Barbabianca.

Alla fine ci siamo accordati per un’alleanza in caso di necessità, ma non per questo richiamerò Ace: quel ragazzo deve farsi le ossa.

Forse un giorno mi sostituirà , ma per il momento viviamo ancora nell’epoca di Edward Newgate.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Dal diario di Barbanera- Cuore di tenebra ***


Spazio autore

Nueblackcrowfriend: Oramai Arlong e Mihawk sono presenza fisse: è difficile che io faccia una fic in cui nessuno dei due compare o viene citato.

Per scrivere il capitolo su Doflamingo, ho cercato di pensare in modo strafottente come lui: avevo già provato varie volte a descrivere il suo carattere, ma mai dal suo punto di vista.

Quanto a Edward, non chiamarlo yankee: rischi di vedertelo arrivare con tutta la ciurma carico di spade e arpioni perché l’hai paragonato a Garp.

Quanto al prossimo, purtroppo non è il vecchio Eustass; è  comunque uno degli altri membri della ciurma di Barbabianca nell’altra storia…

 

Dal diario di Barbanera- Cuore di tenebra

 

Isola di Banaro

Caro diario,

oggi la fortuna mi ha arriso come mai avrei potuto sperare da quella che era cominciata come una giornata di ordinari saccheggi, e che invece mi ha in un colpo solo liberato di un pericoloso avversario e fornito la chiave di accesso alla scalata al potere.

Sbarcati in quest’isola, io e la mia ciurma ci siamo recati in città per arraffare tutto quel che si poteva arraffare e guadagnare notorietà agli occhi del mondo, proprio ciò di cui ho bisogno.

Corpo di mille balene, mi sembra ancora di sentire le urla terrorizzate dei paesani che fuggivano come conigli dai miei poteri.

Il bottino si era rivelato considerevole, e già ci stavamo avviando verso la nave.

Il mio prossimo obiettivo era recarmi a Water 7, isola non lontana da lì, dove sapevo che alloggiava al momento Monkey D. Rufy, giovane promettente con cui aveva già avuto un incontro e un tentativo di cattura piuttosto sfortunato, il quale aveva assaltato e distrutto addirittura Enies Lobby.

La sua taglia sarebbe di sicuro schizzata alle stelle, io lo avrei acciuffato e a quel punto la Marina, per ricompensarmi, mi avrebbe di sicuro concesso di entrare nella Flotta dei 7, come desideravo.

Sennonché a un certo punto, sui tetti, ho scorto una figura che ci osservava: devo confessare che per un attimo me la sono quasi fatta nei calzoni perché Ace, comandante della seconda flotta di Barbabianca e mio ex superiore mi fissava con uno sguardo che non prometteva niente di buono.

Sapevo che mi stava alle costole sin da quando avevo ucciso Satch per il frutto, ma non mi aspettavo proprio che comparisse in quel frangente: perdipiù mi ha assai sorpreso scoprire che quel Cappello di paglia era suo fratello, fatto che contribuiva all’ostilità fra di noi.

Inutilmente gli ho promesso che se se fosse entrato nella nostra ciurma avremmo potuto conquistare il mondo ( se non puoi batterli unisciti a loro): come se non bastasse quegli idioti di Van Ooger e Burgess lo hanno attaccato, inducendolo a reagire piuttosto bruscamente.

Non sto a dire quanto male mi facessero le fiamme che mi mordevano le carni, mentre lui si avvicinava a me simile all’incarnazione della vendetta rinfacciandomi i miei crimini.

E in quel momento ho ripensato all’eccitazione che mi percorse quando ammazzai Satch, è grazie a lui se ora possiedo il potere dell’oscurità, il più tremendo di cui si sia a conoscenza.

Per mostrargli di cosa ero capace, ho risucchiato l’intera cittadina a puro titolo esplicativo.

Quindi è iniziato il combattimento, aspro, brutale, sfiancante: molte volte Ace mi ha investito con i suoi assalti, ustionandomi e facendomi provare le pene dell’inferno, visto che sento il dolore doppiamente rispetto a un uomo normale, ma gli ho reso pan per focaccia.

Troppo tardi si è reso conto che l’infinita gravità di un buco nero può assorbire tutto, perfino la luce, perfino i poteri di un Rogia: di sicuro era da molto che non riceveva un bel cazzotto, perché quando gli ho assestato un colpo allo stomaco gli ho fatto sputare sangue, scagliandolo via.

Abbiamo proseguito così, sferrando attacchi pieni di furia e tanto vigorosi da devastare buona parte dell’isola, finché non ci siamo ritrovati entrambi a terra, sudati, esausti, pronti a tutto.

Per l’ultima volta gli ho chiesto di unirsi a me: ma Ace mi ha risposta che non si sarebbe arreso per non avere in seguito rimpianti sulla coscienza.

Dato che lo voleva lui, mi sono preparato a infliggergli il colpo di grazia, ma anche lui ha sfoderato la propria mossa finale: il cielo era per metà infuocato e per metà nero come l’inchiostro in cui sto intingendo la penna, e sembrava che il giorno del giudizio fosse arrivato: ma eravamo noi gli artefici di tutto questo, e solo uno di noi sarebbe prevalso.

Ace combatteva per Barbabianca, quello stupido vecchio, l’uomo che io tento di soppiantare: perché se arriverà una nuova era della pirateria, io e solo io sarò il suo re.

Fiamme e oscurità si sono scontrate nei cieli dell’isola di Banaro, e per un attimo ho pensato di essere finito.

Adesso Portuguese D. Ace è mio prigioniero, e giace in catene ai miei piedi.

Non mi importa cosa scatenerà questo evento, ma di certo mi aiuterà a salire nell’Olimpo dei pirati.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Dal diario di Kizaru- Spedizione punitiva ***


Spazio autore

Nueblackcrowfriend: Barbanera, Barbanera…Teach ormai la fa da padrone nel fumetto, e quindi non posso che adeguarmi, facendolo comparire di solito nei panni del ciccione semiubriaco.

Non è strano immaginarlo mentre scrive, visto che finché non l’ho visto leggere un giornale credevo che fosse analfabeta?

Il prossimo diario apparterrà a un tamarro che tutti conosciamo e amiamo…

 

Dal diario di Kizaru- Spedizione punitiva

 

Arcipelago Shabondy

Caro diario,

ogni tanto ci vuole una bella battuta di caccia per evitare che i pirati diventino troppi forti, punire chi si è macchiato di qualche crimine, mettere alla prova le proprie capacità e divertirsi un po’.

Oggi sembrava tutto tranquillo, a Marineford, e io stavo avendo una discussione su argomenti piuttosto delicati con il grandammiraglio quando ci è giunta una scandalosa notizia che aveva dell’incredibile: alle isole Shabondy il pirata Monkey D. Rufy aveva colpito un Drago celeste, azione gravissima, e ne teneva in ostaggio la sorella e il padre.

Sengoku è montato su tutte le furie: c’era da aspettarselo, visto che stiamo parlando dello stesso soggetto che ha sconfitto Crocodile e Moria e devastato Enies Lobby, dichiarando guerra al Governo mondiale, proprio come suo padre Dragon.

Ora si era macchiato di un tale delitto contro una delle persone più importanti al mondo, e come da regolamento si richiedeva l’intervento di un ammiraglio, fatto che mi allettava alquanto.

Dato che Akainu e Aokiji non erano in zona e la situazione mi sembrava stimolante, oltre al fatto che in quel luogo vi erano numerosi ricercati di un certo valore, mi sono offerto volontario per andare a pacificare la zona, fremente d’impazienza e voglia di staccare la solita routine.

Non ci sarebbe stato nulla di cui preoccuparsi, ho assicurato a Sengoku.

Il viaggio è stato breve, e, in vista della costa, ho deciso di spassarmela un po’ atterrando in sella a una palla di cannone; una volta sbarcato in mezzo a orde di pirati che fuggivano urlando, ho tentato di mettermi in contatto con il mio subordinato Sentomaru ( bravo ragazzo), che era giunto sull’isola assieme ad alcuni Pacifisti, i cloni robotici di Orsi Bartholomew costruiti dal dottor Vegapunk.

Mentre continuavo a provare, due poveracci hanno tentato di uccidermi sparandomi in testa; quando ho provato a chiederli se sapessero dove fosse Sentomaru, sono fuggiti ( eppure era una domanda facile), così li ho lanciato contro un calcio che ha distrutto un’intera mangrovia: lo ammetto, ho esagerato.

Il mio successivo incontro è stato assai più proficuo: sulla via mi sono imbattuto in Basil Hawkins, ricercato per 249 milioni di berry, detto “Il mago”.

Non sembrava assolutamente spaventato dalla mia presenza, anzi, continuava a fare strane predizioni con un mazzo di tarocchi,  e devo dire che per essere la prima volta che veniva calciato alla velocità delle luce non si è scomposto particolarmente: in seguito ho scoperto che riusciva a evitare la morte grazie a una strana tecnica che uccideva gli uomini al suo posto tramite il vodoo.

Nel frattempo un Pacifista è comparso sulla scena, lottando contro un’altra delle cosiddette Supernove, Urouge il Monaco pazzo, e nel frattempo, con mio grande stupore, era intervenuto anche “Bandiera rossa” X Drake, l’ex contrammiraglio.

Sarebbe stato uno scontro interessante, un ottimo modo per ingannare il tempo attendendo Sentomaru, data anche il valore dei nostri avversari: possedevano infatti strani poteri che consentivano loro di tramutarsi in bizzarri mostri.

Aiutato dal cyborg, che come saprai è stato dotato dei miei stessi poteri della luce, abbiamo atterrato senza troppa fatica i tre: all’improvviso  un bizzarro individuo dalle braccia lunghe, tale Apoo, mi ha attaccato con onde sonore, che mi avrebbero fatto a pezzi se non avessi posseduto un Rogia; neanche lui si è rivelato un osso così duro, codardo com’era.

Finalmente, non senza difficoltà, sono riuscito a contattare Sentomaru, e l’ho raggiunto, stendendo in un colpo il vicecomandanti dei pirati di Cappello di paglia, Zoro il cacciatore di pirati: ma il mio calcio che avrebbe posto fine alla sua vita è stato bloccato dall’ultima persona che avrei potuto incontrare: il Re oscuro, il braccio destro di Gold Roger, Silvers Rayleigh.

Mentre Sentomaru e il vero Bartholomew combattevano con il resto della ciurma, conducendola presto all’annientamento, io affrontavo il vecchio, che mi ha fatto veramente sudare sette camice.

Mi dispiace di non essere riuscito includerlo fra le centinaia di prigionieri che abbiamo catturato, ma per il momento è abbastanza che quei piantagrane siano stati fatti sparire.

Eppure ho ancora una brutta sensazione riguardo a quell’affare fra Rayleigh e Orso…

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Dal diario di Sengoku- La vigilia della battaglia ***


Spazio autore

 

Con mio ( e spero anche vostro) sommo dispiacere siamo arrivati alla fine della storia, il cui ultimo capitolo sarà dedicato ai più recenti sviluppi del manga, e quindi è consigliato solo a chi segue le scans.

Ringrazio veramente di cuore Dubhe93, che ha messo la fic fra quelle seguite, e Nueblackcrowfriend che spesso mi ha onorato di recensioni, e anche tutti quelli ( non pochi, direi) che hanno seguito questa raccolta, nata per dar voce a chi di solito è trascurato  a favore dei protagonisti.

Chi vuole può comunicarmi tramite recensione quali sono stati i suoi capitoli preferiti: personalmente a me sono piaciuti quelli tratti dai diari di Shanks, Arlong, Mihawk, Barbabianca e Barbanera.

Non so se la mia prossima fic sarà su “Naruto” o “One Piece” ( ho parecchie idee in proposito), ma di certo sapete dove trovarla. Grazie e arrivederci.

 

Dal diario di Sengoku- La vigilia della battaglia

 

Marineford

Caro diario,

da anni annoto tutto quel che succede al Quartier generale sulle tue pagine, ma presto potrebbero rimanere bianche.

Il futuro è molto incerto, e non posso correre alcun rischio, per questo oggi ho deciso di scrivere il mio resoconto quotidiano nel mezzo della giornata e non alla sera, dato che fra poche ore avrò preoccupazioni ben più importanti che brandire carta, penna e calamaio.

Come grandammiraglio della Marina militare, ho molti doveri, incluso quello di difendere ad ogni costo la Giustizia, anche sacrificando la vita mia e di coloro che hanno giurato fedeltà al Governo.

Per proteggere tutto quanto vi è di giusto e onesto al mondo, dobbiamo cercare di sradicare alla radice il male già esistente, e impedire a quello futuro di svilupparsi.

La situazione è tesa, attendiamo il nemico in ogni istante, riceviamo continuamente rapporti per niente incoraggianti..

Mi sento cupo, preoccupato, assalito da oscuri timori.

Mettersi contro Barbabianca, l’uomo più forte dei sette mari, capace di distruggere la terra stessa se lo volesse, è un azzardo pazzesco, che forse pagheremo a caro prezzo, ma a questo stato di cose è inevitabile, una resa dei conti.

Tutto è iniziato da quando, come sai, quel Marshall D. Teach ci ha consegnato un moribondo Portuguese D. Ace, uno dei comandanti più in vista nella ciurma di Newgate, ottenendo per ciò di entrare nella Flotta dei 7.

A proposito, secondo informazioni recenti lo stesso Barbanera avrebbe rubato un vascello da guerra e avrebbe assaltato il carcere di Impel Down, dove il prigioniero era detenuto; non capisco quali motivi si nascondano dietro questa azione, ma non la passerà liscia.

Pare inoltre che la stessa prigione sia stata invasa da Monkey D. Rufy ( ebbene sì, ancora quell’indiavolato), nel vano tentativo di liberare il proprio supposto fratello, e che il tutto si sia concluso in un’evasione di massa, ma al momento abbiamo troppi impegni per occuparcene.

Guardo fuori dalla finestra, e vedo, lui il nostro prigioniero, uscire da un oscuro portale, trattenuto con catene da due guardie, intontito, sanguinante per le torture e gli stenti.

Chissà a cosa starà pensando, se avrà capito che non gli restano che tre ore di vita ormai.

Lo stanno portando sulla patibolo, un’alta piattaforma, affinché tutta possono vedere la sua miseranda fine, quel che un rifiuto nato dal male come lui si merita.

Perché prima che il suo fato si compia irrevocabilmente, farò un annuncio a tutti coloro che saranno presenti per proteggerci dagli attacchi di Barbabianca e dei suoi alleati ( visto che notoriamente questo è assai stimato dai comandanti del Nuovo Mondo e ha avuto un incontro diretto con Shanks il rosso).

Rivelerò quel che solo io e pochi altri, tra cui Garp, nonno del detenuto, conoscono, una verità che indubbiamente farà scalpore per la sua incredibilità e per il lungo tempo per cui è rimasta nascosto: Ace è infatti il figlio del Re dei pirati, Gol D. Roger, e di Portuguese D. Rouge.

A suo tempo conducemmo tutte le indagini necessarie ad appurare se Roger avesse lasciato in questo mondo qualcos’altro oltre al suo tesoro, ma solo in seguito abbiamo scoperto che con un trucco, sua madre ne aveva posticipato la nascita, morendo per questo.

Che vano e inutile sacrificio, messo in atto per proteggere ciò che invece dovremmo temere!

Che il mondo lo venga sapere, sappia che tipi come loro non sono i benaccetti ma anzi, sono i nostri peggiori nemici e cospirano continuamente contro la pace e l’ordine costituito.

Se nelle vene di quel giovane scorre il sangue più maledetto e macchiato da colpe di tutti i mari, lo estirperemo per sempre: è troppo pericoloso lasciare in vita l’erede del Re dei pirati, senza sapere a cosa potrebbe puntare in un futuro neanche troppo lontano.

Una nuova era incombe, e questo figlio del peccato rischia di diventare uno dei suoi artefici.

Intorno a noi stanno i tre ammiragli, ben cinque membri della Flotta dei 7, oltre a numerosi ufficiali e famosi eroi del Governo: ma basteranno a cambiare il corso della Storia?

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=407293