Tutta colpa di un sogno

di Hermione4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Come hai potuto ucciderla? Come hai osato solo sfiorarla brutta feccia? Ora te la vedrai con me! Solamente con me! E vedrai di che cosa sono capace quando mi arrabbio veramente!"

"Oh-oh-oh ser Potter che vuole vendicare l'amichetta mezzosangue? Da quando sei così vendicativo e assetato di sangue?"

"Taci Voldemort! Tu non sai niente! Non puoi sapere quanto era importante lei per me… E soprattutto sei stato un vigliacco! Come ti è solo passato per l'anticamera del cervello attaccarla di spalle? Me la pagherai!"

Harry era troppo infuriato per capire che cosa stesse facendo. Il corpo di Hermione giaceva per terra, inerme, fra le braccia di un Ron stremato dalle forze, ma ancora consapevole dell'accaduto e pronto ad aiutare l'amico nella vendetta. Harry, senza rendersi conto di tutto quello che lo circondava, lanciò con odio tante, ma tante di quelle Maledizioni Cruciatus, che anche Ron si stupì della perfidia del suo migliore amico.

"Crucio! Ne vuoi ancora verme? Quel sibilo era un sì? Va bene! Crucio, Crucio e ancora Crucio!"

Voldemort era per terra, che soffriva dal dolore di quella Maledizione Senza Perdono, che neanche lui sapeva lanciare così potentemente contro qualcuno, anche se questo qualcuno poteva essere colui che odiava più di chiunque altro. L'unica cosa che spingeva Harry a fare tutto questo era solo l'amore verso la persona che aveva ucciso Voldemort. Hermione. Lei non sapeva dei sentimenti di Harry, proprio perché è stato lui a non volerne parlare con lei. Non voleva metterla in pericolo. Se i Mangiamorte avrebbero saputo del suo punto debole, l'avrebbero sfruttato per risalire a lui. Ma non servì a nulla. Hermione era stata uccisa lo stesso da quello schifo di uomo, se così si può definire. La sua unica ragione di vita, la cosa che lo rallegrava quando era triste, la cosa che lo aiutava nel momento del bisogno, ora non c'è più. E non ci sarà mai più una persona come lei, sempre al suo fianco.

"Adesso basta Voldemort! Non voglio rivedere mai più quella tua schifosa faccia da serpente! Muori bastardo! Avada Kedavra!" gridò infine Harry sul corpo senza forze di Voi-Sapete-Chi.

Un lampo di luce verde scaturì dalla bacchetta del ragazzo e si scagliò sul nemico e lo uccise.

Era finita. La guerra più pericolosa dei secoli è terminata. Una guerra durata 18 anni ma finalmente conclusa da un ragazzo speciale, che aveva già sconfitto l'uomo più potente quando aveva appena un anno e che ora lo aveva rifatto.

Harry buttò la bacchetta a terra e corse verso Ron, che si era addormentato, appoggiando la testa contro il freddo muro di Malfoy Mannor. Prese Hermione fra le sue braccia e le parlò, come se lei fosse ancora viva.

"Hey Hermione… E' finita. Ora puoi stare tranquilla, nessuno ti darà più fastidio. Siamo solo io e te, possiamo rilassarci e fare tutto quello che vuoi, non te lo impedirò. Ma prima devo dirti delle cose che in 7 anni non sono mai riuscito a dirti."

Dagli occhi di Harry uscirono delle lacrime che percorsero il suo viso.

"Ti prego svegliati Hermione… Lo so che è un altro dei tuoi scherzi… Lo facevi sempre quando ti venivo a svegliare la mattina… Facevi sempre finta di dormire per non alzarti… Eri diventata una pigrona! Sei sempre stata la ragazza perfetta in tutto, ma nell'ultimo periodo sembra che ti sei, come dire, un po' alleggerita l'incarico della so-tutto-io. In fondo non sei arrabbiata se quel posto te l' ha fregato Kirsten. Lo so che non lo sei, perché sennò non sareste diventate così amiche. Ti ricordi quando te l' ho presentata? Ricordo ancora perfettamente quel giorno. Il 1° settembre, sul treno per Hogwarts. E' stata una mia amica durante le vacanze, era una strega e me l' ha subito detto, appena l' ho conosciuta. Ma non sono mai stato innamorato di lei. Forse non l'accettavi per questo motivo. Non volevi che lei prendesse il tuo posto, non è vero? Non ti preoccupare, non è e non sarà mai così. Tu, per me e per Ron, sei una ragazza insostituibile, nessuno può essere come te… Ovvero perfetta in tutto. Davvero, non so come faremo senza di te. E soprattutto come farò io? Hermione, è venuto il momento che io ti dica quello che tu non hai mai saputo sul vero Harry Potter."

Si fermò e la guardò in viso. Lei aveva gli occhi chiusi e un viso angelico. Il bimbo sopravvissuto le scostò dal viso i capelli e la baciò in fronte. Prese ad accarezzarle i capelli lentamente: voleva giocherellarci come faceva fino al giorno prima, divertendosi a toccare quei boccoli e a farli saltellare vistosamente. Ma l'unica cosa che ora voleva veramente e di cui aveva bisogno era proprio Hermione. Non riuscì a trattenere oltre le lacrime e dovette sfogarsi e, fra i singhiozzi soffocati e le calde lacrime che si riversarono sul viso della sua amata, Harry le parlò.

"Avrei dovuto dirtelo prima Hermione… Io ti amo e lo farò per sempre…"

Aveva detto quelle parole con tutto l'amore che aveva in corpo, ed è stato proprio per questo motivo che ai due successe qualcosa. Un' aura travolgente separò Harry e Hermione dal resto del mondo e un turbine dorato prese a girare prima lentamente e poi sempre più veloce, fino a quando i due cominciarono a sollevarsi da terra, come risucchiati dal turbine di emozioni e gioia, e andarono in alto, sempre più in alto…

Harry si svegliò tutto sudato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutti!! Rieccomi di nuovo con un uovo capitolo... Volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito finora!! mi raccomando... Recensite ancora eh!! più ce ne sono e meglio è... ho più ispirazione!! non ricordo i nomi di tutti quelli che han recensito, ma vi ringrazio a tutti!! siete stati davvero moooolto gentili!! thanks a lot!!

Era notte fonda, lo si capiva dal buio pesto che lo avvolgeva. Ron era affianco a lui, e russava beatamente nel suo letto a baldacchino, senza preoccuparsi di ciò che gli stava attorno. E Neville non era da meno. Anche lui russava, forse anche più di Ron, dato che aveva un forte raffreddore. Harry si voltò verso l'orologio a pendolo, che era stato messo in quella camera proprio all'inizio di quell'anno. Erano le 3 di notte.

- Accidenti! Ma perché, perché ogni volta che prendo sonno, quello schifo occupa i miei sogni? Perché sempre a me?! - pensò Harry in quel momento, mentre si passava una mano fra i capelli scompigliandoli. Di lì a poche ore, ci sarebbe stato il Ballo in maschera. C'era solo un obbligo: niente partner. Erano queste le condizioni per il Ballo. Silente lo aveva detto chiaramente la settimana scorsa:

"Chi parteciperà al Ballo, non dovrà avere il partner. E' più misterioso, e anche più intrigante"

Sembra strano che un vecchio stregone come lui parli ancora così. E oltretutto lo aveva anche detto con un tono abbastanza divertito. Che anche lui si sarebbe travestito?!?

-Non oso pensare Silente mascherato da principino ballare con la McGrannit vestita da Cenerentola… - pensò ancora Harry sorridendo all'idea dei professori intenti in un passo a due.

Convinto ormai di non riaddormentarsi più, il ragazzo si alzò e andò a lavarsi. Era davvero presto. Harry scorse fuori dalla finestra la capanna di Hagrid: dal camino usciva del fumo, che ingrigiva il cielo, quella sera veramente stellato, il che preannunciava una giornata serena. Il sedicenne si lavò tre, quattro, cinque volte la faccia. Non riusciva a pensare che da lì a poco avrebbe ricevuto tantissimi regali. Sì, proprio tanti. Quell'anno aveva fatto amicizia con moltissime ragazze del suo e di altri dormitori. Tutte sue ammiratrici. Harry era uno dei tre ragazzi più affascinanti della scuola, assieme al grande amico Ron e al grande nemico Malfoy. Li chiamavano "angeli venuti dal cielo per rifarci gli occhi dalle schifezze presenti in questa scuola". Ogni volta che Harry e Ron passavano nei corridoi, notavano sguardi languidi e maliziosi da parte di ragazze anche più grandi di loro. Ma il suo cuore non apparteneva a nessuno di esse. Solo una ragazza lo faceva sentire speciale. Solo una. Solo lei, fra tante. L'unica.

Harry si lavò i denti e, dopo essersi vestito coi primi vestiti che gli capitarono sotto mano, scese in sala comune. Si lasciò cadere su una poltrona: forse lì avrebbe potuto riposare un po' in pace, davanti al caldo fuoco che scoppiettava davanti a lui. Le palpebre cominciarono a chiudersi da sole, quando sentì un rumore provenire dalle scale. Si alzò di scatto e impugnò la bacchetta. Ma fu costretto a rimetterla nelle tasche quando comparì la figura davanti ai suoi occhi. Era solamente Hermione.

"Hermione! Dio, mi hai fatto prendere uno spavento… Che ci fai qui a quest'ora? Dovresti essere nel letto!" disse Harry guardandola. Indossava ancora la camicia da notte.

"Cosa ci faccio io qui? E tu che cosa ci fai invece?"

"Io? Beh, semplicemente non riuscivo a dormire…"

"Anche io… Allora facciamoci un po' di compagnia dai…" disse lei avanzando verso di lui. Harry si mise di nuovo a sedere sulla stessa poltrona di prima mentre Hermione si distese sul tappeto, con la faccia rivolta verso il ragazzo. Un silenzio imbarazzante li avvolse. Harry guardava fuori dalla finestra mentre Hermione fissava un punto fisso per terra. Poi Harry parlò.

"Ehm… Hermione…"

Lei alzò lo sguardo e lo fissò negli occhi smeraldini. Non era di certo la prima volta che capitavano in quella situazione. Più volte, in quell'anno, avevano avuto l'occasione si stare soli, ma alla fine, non succedeva mai niente. Harry si fermava sempre sul più bello. Ma l'ultima volta che si trovarono in quella situazione, Harry l'aveva baciata. Ma da qual momento, più niente. Lui era stato capace di dirgli "Herm io… Ti giuro non volevo… Era la situazione, io… Non voglio rovinare la nostra amicizia… Io…" E poi se ne era andato, visibilmente imbarazzato, scomparendo dietro il buco del ritratto.

"Volevo dirti che… insomma… Quel… quel… bacio che ti ho dato l'altra volta… cioè… quella cosa che ti ho detto… no, quel bacio… io… lo volevo sul serio… e quelle cose… te le ho dette perché credevo che tu insomma… non volessi veramente… perché tu in realtà… sei legata a me solo da una profonda amicizia… almeno era quello che credevo… oppure… no?"

Hermione continuava a fissarlo negli occhi. Non sapeva proprio cosa dire. Confessargli i suoi sentimenti o rimanere in silenzio provocando la rabbia dentro di sé per non essersi data una mossa?

"Harry… avevamo promesso di non parlarne più…" fu l'unica cosa che riuscì a dirgli.

"Lo so Hermione… Ma io non posso soffocare i miei sentimenti…"

"Harry io… Non…" Scese una lacrima sul suo viso. Non poteva rivelargli che gli piaceva. Non poteva andare da lui e dirgli "Harry, lo sai, mi sei sempre piaciuto e mi piaci tutt'ora, ah ah ah, pensa un po' che cosa strana eh? Sei anni d'amicizia buttata nel bidone! Fai un po' te!" No, di certo non poteva dirgli così. Hermione si alzò e, dopo essersi coperta il viso con lei mani, fece per correre su per le scale del suo Dormitorio e piangere come faceva tutte le volte che erano soli, sfogandosi nel letto, quando lui la richiamò.

"Hermione aspetta ti prego!" Hermione si bloccò sul primo scalino e si voltò. Gli occhi erano rossi e gonfi, e ancora non smetteva di piangere. Harry la raggiunse e si parò davanti a lei. Con i pollici di entrambe le mani asciugò le sue lacrime. Poi prese il viso fra le sue mani. La situazione era uguale a quella alla precedente. Soli, nel mezzo della sera, una notte magica interrotta solo dai singhiozzi soffocati della ragazza, che sì, sperava di baciare il ragazzo che desiderava con tutto il cuore, ma che in fondo aveva paura di farlo. E se poi lui non la voleva? Voleva solo farla soffrire? E se lui voleva solo giocare con i suoi sentimenti, sapendo di essere uno dei ragazzi più belli di tutta la scuola?

Ma Harry lo fece anche questa volta. Pian piano avvicinò il suo viso a quello di Hermione, le mani ancora sul volto di nuovo rigato dalle lacrime. La ragazza non poté fare altro che chiudere gli occhi e socchiudere le labbra, che ben presto si incontrarono per la seconda volta, scambiandosi un bacio ancora una volta umido. Hermione portò le mani dai fianchi al collo del ragazzo, avvinghiandole attorno ad esso. Ma questa volta, il bacio non fu casuale come l'altra volta. E' stato più passionale, sentimentale, voluto. Ma Hermione, non appena capito quello che aveva fatto, l'errore ripetuto per la seconda volta in pochissimo tempo, si staccò bruscamente da Harry e corse via, lasciandolo ancora con gli occhi chiusi e le mani ancora levate in aria.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ciao gente!! rieccomi qui con il continuo di sta storia... dio, nn avevo mai tempo di finirla... non so come ho fatto a fare anche sto capitolo!!! cmq... ehi, avete saputo?? il principe mezzosangue sapete chi è?!?! è niente poco di meno che... Severus Piton!! almeno, così si dice... stupiti eh?? dai va là... vi lascio alla storia!! buona lettura, e...recensite!!!!

Il mattino seguente, dopo aver scartato i regali, Harry e Ron scesero per andare a fare colazione.

"Perché non vuoi aspettare Hermione?" chiese curiosamente Ron.

"Fatti miei." Rispose Harry in malomodo.

"Scusa se mi interesso!"

"Scusami te Ron, è solo che sono un po' nervoso…"

"Capisco… Va beh, mangiamo, che così ti tiri su un po' il morale!"

Harry sorrise a quell'espressione di Ron. Ogni volta che lui era giù per qualche motivo, Ron gli diceva di mangiare. E funzionava la maggior parte delle volte! Ma il sorriso gli svanì non appena entrato in Sala Grande. Hermione e Ginny erano già lì, sedute una accanto all'altra, nel tavolo Grifondoro.

"Ehilà! Ciao Gin! Ciao Herm!" esclamò Ron. Ginny salutò il fratello e disse, guardando Harry

"Comunque ciao eh"

"Ah ciao…"

Hermione, che era di spalle, si voltò giusto in tempo per incrociare gli occhi di Harry. Si osservarono per qualche secondo dopodiché lui distolse lo sguardo e si sedette accanto a Ron, per attaccare a parlare, come ogni santo giorno, di Quidditch. Hermione, invece, dopo un'ultima occhiata a Harry, si rigirò e cominciò a mangiare la propria colazione in silenzio.

"Ehi Hermione, come mai oggi non parli? Non mi hai neanche salutato…" disse Ron un po' malinconico. Lei si voltò verso di lui e, dopo avergli scoccato un rapido bacio sulla guancia, disse

"Ronald, scusami tanto, ma devo tornare in camera mia…"

"E cosa devi fare in camera? Non ti preparerai già per il ballo spero!?!"

"No… Devo riguardare un momento i compiti di pozioni. Non mi è chiara una cosa, e credo di aver sbagliato! Su, andiamo Ginny!" ordinò Hermione alla rossa, che, avendo recepito il messaggio, si alzò di scatto e seguì la ragazza, la quale si precipitò fuori dalla Sala Grande come un fulmine.

"Ma come mai è così stamattina? Nemmeno a te ti ha salutato" disse Ron rivolgendosi verso l'amico, che osservava il piatto, che aveva fatto diventare vuoto in meno di un minuto.

"Non ne ho idea…" rispose Harry. E invece lo sapeva perché. Sicuramente è scombussolata per la sera prima, ma lui non aveva intenzione (almeno per il momento) di andare da lei.

"Anche te Harry mi sembri un po' strano stamattina"

"Eh? Come?"

"Vedi… Ti parlo e nemmeno mi ascolti!"

"Scusa Ron ma devo andare… Ci vediamo in Sala Comune" Non aggiunse altro. Si alzò dal tavolo e, con passi rapidi, lasciò anche lui la Sala Grande, per poi sprofondare nel suo letto a baldacchino, lontano da tutti e da tutto. Non sapeva quanto tempo era passato, ma sta di fatto che, quando scese in sala comune, non c'era nessuno. Buttò un occhio all'orologio. Le due del pomeriggio. A quest'ora, tutti i ragazzi rimasti nel castello erano fuori a fare guerre con la neve, o a stendersi tranquillamente sotto un albero con gli amici o con la propria fidanzata. Harry non aveva voglia di fare tutte queste cose. Si sedette su una poltrona e cominciò a guardare il camino. E pensare che due anni fa, in questo periodo, mi era apparso Sirius da quel camino… Sirius…

Con la mente ripercorse involontariamente ogni secondo della sua morte. La sua lotta con Bellatrix… la risata fredda di Sirius… il lampo di luce verde… la risata ancora stampata sul viso di Sirius per aver schivato l'Avada Kedavra una volta… un secondo lampo… Sirius rideva ancora… ma questa volta non perché aveva schivato la Maledizione… l'aveva presa in pieno petto… il viso era bloccato in quello stato… inizia la discesa di Sirius verso indietro… ha ancora la bacchetta in mano… poi sparisce dietro quel velo… e non ritorna più. Harry scacciò quei pensieri dalla testa e involontariamente si girò verso il dormitorio femminile. C'era Hermione, ferma sulla soglia del dormitorio. Lui, come se le avesse letto nella mente, le disse

"Non ho niente da dirti al riguardo"

"Non hai niente da dirmi al riguardo di che?"

"Ecco, riguardo a quanto è successo ieri sera. Non devo dirti niente perché quello che ti dovevo dire te l' ho già detto"

Hermione lo fissò per alcuni istanti.

"Ah… e quindi tu non mi vuoi nemmeno chiedere scusa per avermi ferita?" disse avanzando verso di lui.

"Non mi vuoi chiedere perché sono scappata via?" era davanti a lui.

"NON MI VUOI CHIEDERE PERCHÉ SONO COSI' IN QUESTO PERIODO EH HARRY?" gridò lei, cominciando a piangere. Silenzio. Harry fissava a terra. Lei poi fece una cosa che lo scombussolò ancora più di prima. Gli diede uno schiaffo. Harry, d'istinto, si massaggiò la guancia colpita, ma non alzò lo sguardo.

"Guardami in faccia quando ti parlo!" disse lei con una voce tremante, mista fra rabbia e sentimento. A questo punto, lui alzò lo sguardo e la guardò negli occhi. Ma non pronunciò parola.

"Sei uno stupido Harry! Sei solo uno stupido!" Hermione si voltò e prese a camminare verso il suo dormitorio quando lui le prese il braccio e lo strinse violentemente.

"Lasciami"

"No"

"Ho detto di lasciarmi"

"E io ti ho detto di no. Non ti lascio finché non avremo chiarito questa storia"

"Ti ricordo che sei te quello che non ha niente da dirmi, io ne avrei di cose da dirti"

Lui stette zitto ancora. Hermione sentiva le lacrime scorrere sul suo viso. Alcune terminavano sul pavimento, alcune invece sulle labbra.

"Beh? Cosa stai aspettando Harry?"

Ancora silenzio.

"Mi sono stancata di essere presa in giro da te! Mi sono stancata di piangere per te! MI SONO STANCATA DI PENSARE CHE IO PER TE NON SIA NIENTE!"

Con più forza lui la tirò verso di sé e l'abbracciò. Non la voleva fare andare via. Sapeva di essersi comportato male. Sapeva che aveva fatto la cosa sbagliata. Ma ora doveva rimediare. Doveva parlare con Hermione dei propri sentimenti. Non poteva nasconderle più niente. Non dopo quello che era successo ieri.

Avvicinò la bocca al suo orecchio e, con un sussurro, le disse

"Hermione… scusami… ti prego perdonami…"

Questa volta lei non profanò parola. Si limitò a stringersi di più nel suo abbraccio, con le mani giunte al petto del ragazzo, e piangendo sul suo maglione.

"Non voglio che tu te ne vada di nuovo… Non voglio perderti… Per me sei tutto. Non andartene…"

Finalmente lei alzò lo sguardo e fissò i suoi occhi verdi.

"Non preoccuparti… Io non ti lascio… Non ti lascerò mai…"

Si alzò in punta di piedi e l'ultima lacrima che scese dal suo viso morì sulle labbra dei due ragazzi, che si erano congiunte un'altra volta.

"Hermione, io ti amo... Non lasciarmi mai, ti prego..."

"Non preoccuparti Harry, non lo farò... Perchè anche io ti amo..."

Beh?? piaciuta?? ricordate di recensire!1 ogni commento lo terrò valido... bello o brutto!! ringrazio tutti quelli che hanno recensito, come al solito nn ricordo i nomi... va beh che ci posso fare, sono fatta così!! alla prossima ff!! sto pensando di farne un'altra, (sempre H/Hr) ma Harry da grande eccetera eccetera... se avete idee proponete!! thx alla prossima!! vvb

baci baci

Herm

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