Lacrime di sangue

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una normale giornata tra amici ***
Capitolo 2: *** Trattenere a stento i sentimenti ***
Capitolo 3: *** Scomparsa nel nulla ***
Capitolo 4: *** Nessuna traccia ***
Capitolo 5: *** Unico sospettato ***
Capitolo 6: *** Una mora sospettosa ***
Capitolo 7: *** L'impronta mafiosa ***
Capitolo 8: *** Intercettazione ***
Capitolo 9: *** Omicidio mancato ***
Capitolo 10: *** L'ultima resa dei conti ***



Capitolo 1
*** Una normale giornata tra amici ***


Gregorio era appena uscito dal suo lavoro dopo una lunga giornata che sembrava interminabile.
Non avendo voglia di ritornare a casa per crogiolarsi sul divano e passare il suo tempo al computer o a guardare un film, raduna le sue quattro amiche del cuore per riunirsi in un bar che frequentavano molto spesso.
Il bar in questione, “La lanterna dorata”, si trova in un vicolo nascosto della loro cittadina di Castiglioncello nascosta agli occhi della gente curiosa.
Un ottimo posto per rilassarsi e parlare delle loro cose senza essere disturbati da nessuno.
< E’ un vero peccato che in questo luogo venga così poca gente > fece Sandra attorcigliandosi i suoi lunghi capelli neri.
< Almeno possiamo rimanere tranquilli tra di noi > replicò Sandra.
< Emanuela, la devi smettere di fumare. Mi stai dando fastidio. >
< Chiara ha ragione, Ema. Da quanto tempo hai iniziato? >
< Sono ormai tanti anni che fumo. Diciamo che l’ho sempre fatto in privato > rispose la rossa con tono accesso e aggressivo.
< E dovevi proprio rivelarcelo oggi? Siamo amici. Gli amici non hanno segreti in comune. >
< Falla finita, Chiara. Ormai non andiamo più alle medie. >
< Che cosa centra, scusa? >
< Finitela di litigare. State diventando ridicole. >
Gregorio era il più pacifico tra quel gruppetto focoso di donne.
Quando iniziavano sempre con il discutere di cose inutili e senza significato, era sempre il primo che cercava sempre di assopire gli animi.
< Tornando a noi, oggi è una bella giornata primaverile. Potremmo fare anche un bagno. >
< Tu sei pazza, Sandra. L’acqua è ghiaccissima. >
< Andiamo, potresti sopportare un po’ di freddo, Chiara… >
< Il freddo lo odio più di qualsiasi altra cosa. preferisco di gran lunga il caldo. >
< Scherzi? Il caldo da' noia a tutti. >
< Ma non a me, ragazze > replicò Sandra < Chi vuole venire con me a fare una passeggiata in riva al mare? >
Visto che nessuno aveva accettato l’idea quasi malsana di Sandra, alla fine fu solo Gregorio ad accompagnarla.
< Ma come? Ci lasciate qui da soli? >
< Venite anche voi, no? >
< Dobbiamo tornare a casa. Siamo molto stanche dopo le lunghe ore di lavoro. >
< Anch’io ho lavorato molto stamattina. Ma questo non vuol dire che io sia stanco. >
< E poi ci lasciate andare a fare una passeggiata da soli? Non è da voi, ragazze. >
< Approfittane allora > rispose Chiara.
< Siete strane. Tutte quante. >
< Comunque non vi preoccupate. Io e Sandra non faremo nulla di male. >
< Questo raccontatecelo dopo… Ci vediamo domani? >
< E dove? Domattina nessuna di noi può. Abbiamo le lezioni di psicologia, ricordate? >
< E’ vero. Purtroppo è ricominciata la settimana. Che palle! >
< Non vi lamentate. È il vostro futuro lavoro. >
< Sì, in fondo hai ragione Gregorio… Però adesso il nostro unico lavoro è studiare e andare alle lezioni. >
< Già, come delle brave universitarie. Sono tanto orgoglioso di voi. >
< LO sai? Parli come nostro padre. >
< In fondo io vi faccio un po’ da padre, no? >
< Preferiamo vederti come nostro amico > rispose Lucia.
< Sì, dopotutto lo preferisco anch’io. >
< Andiamo, Gregorio. Prima che il sole tramonti all’orizzonte. >
< Sì, vengo subito… Allora? Quando ci rivediamo? >
< Questa sera dopo cena? Almeno ci raccontate della vostra passeggiata. >
< Vi ho già detto che non c’è niente da dire > replicò piccato Gregorio.
< Questo lascialo decidere a noi… Ci vediamo a casa di Lucia? >
< Perché proprio a casa mia? >
< Perché hai l’appartamento più grande di tutti. >
< Ma è anche il più lontano > protestò Emanuela.
< Ci vediamo a casa mia, ok? Così guardiamo qualche film insieme. >
< Proposte per il film di stasera? >
< Vediamo lì per lì… A dopo. >
Appena Sandra rimase sola con Gregorio, quest’ultima si vergognava molto di fissarlo con i suoi occhi penetranti e timidi.
< Anche se è freddo, è davvero una bella giornata. Non trovi, Sandra? >
< Sì… bellissima… >
< C’è forse qualcosa che ti preoccupa? >
< No. Perché? >
< Hai lo sguardo assente… Vuoi dirmi qualcosa? >
< Non ti preoccupare. Va tutto bene. >
Ma Gregorio non si lasciava convincere facilmente dalle parole sfuggenti di Sandra.
< Sandra, ti conosco da più di dieci anni come le altre nostre amiche. Credi che non mi accorga quando mi dici una bugia e mi nascondi qualcosa o quando mi dici la verità? >
< Io… Mi spaventa molto il nostro futuro… tutto qui. >
< Che cosa ti spaventa precisamente? >
< Potrebbe accadere che un giorno di questi ci dividiamo e non ci rivediamo mai più… Ed io per prima non potrei mai sopportarlo. >
< Chi ti ha messo in testa questa strana idea? >
< Nessuno. Ma rimanere per tutto il resto della nostra vita a Castiglioncello è quasi impossibile. Non è una grande metropoli come Roma o Londra. Non ci sono sempre tante cose da fare. >
< Potremmo scoprire cose nuove… ma insieme. >
< Del tipo? >
< Magari quando vi laureerete potremmo fare un viaggio tutti insieme. Ve lo pagherei io. >
< Non so se ci possiamo sopportare a vicenda. >
< Perché dici questo? Hai qualche problema con le altre? >
< Ho paura che mi portino via quello che desidero da tanto tempo. >
< E cosa sarebbe? >
< Gregorio, davvero non lo sai? > domandò la ragazza con tono sensuale.
< Sandra, noi siamo solo amici. Abbiamo fatto un giuramento tanti anni fa’. Un giuramento che non può essere sciolto. L’hai dimenticato? >
< Le promesse sono fatte anche per essere infrante, sai? >
< No. Quando do la mia parola, è difficile che io torni indietro… Quindi ti prego, chiudiamo questa conversazione qui. Non vorrei che tu ci rimanessi troppo male. >
< Ormai è troppo tardi… Venire qui con te è stata una pessima idea. >
< Sandra, no… >
Inavvertitamente, le parole di Gregorio avevano fatto piangere la povera Sandra.
< Mi dispiace fissare il tuo sguardo coloro cristallo inondato dalle lacrime. >
< Gregorio… ci tengo molto a te… non sopporterei che qualcuno ti portasse via da me. >
< Nessuno mi porterà via. Stai tranquilla. >
< Né io né te potremmo rimanere per sempre senza una persona speciale nella nostra vita… Lo sai, vero? >
< Non ho bisogno di fidanzarmi. Sto bene così come sono. >
< Ora… Ma dopo? >
< Io non guardo mai al futuro. Guardo solo al presente. >
< Ed è qui che sbagli, Gregorio. Dobbiamo guardare anche dinanzi a noi. >
< Sto talmente bene nel presente e nel passato che non riesco mai a guardare avanti. >
< Perché ami rimanere nel passato? >
< Perché mi rivengono in mente tutti i bei momenti passati insieme a studiare quando eravamo a scuola, per esempio. La nostra amicizia non potrà mai dissolversi… Nemmeno se lo vogliamo. Spero che tu prima o poi lo possa capire > replicò Gregorio baciando in fronte la sua dolce amica.
< Gregorio… >
< Sai cosa mi andrebbe adesso? Un bel panino! Oggi non ho mangiato molto a pranzo e mi sta venendo una gran fame. Mi accompagni a prendere qualcosa? >
< Molto volentieri > rispose Sandra ritrovando il sorriso.
< Ecco. Così mi piace vederti! Bella e sorridente! Andiamo > disse infine il ragazzo prendendola sottobraccio e portarla con sé verso una via che non conosceva dispiaceri ma solo belle intenzioni.

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Capitolo 2
*** Trattenere a stento i sentimenti ***


< Adesso mi sento molto bene dopo aver mangiato > fece Gregorio toccandosi la pancia < Ci voleva proprio. >
< Accidenti! Hai mangiato tre panini! Non sapevo che avevi così fame. >
< Non mangio da stamattina. È normale che io abbia fame. >
< Sei un ragazzo secco. Dove lo metti tutto quel mangiare? > domandò Sandra confusa.
< Non lo so. Forse lo consumo velocemente. >
< Non ti facevo così mangione… Vuoi finire anche il mio? >
< No, grazie. Sono completamente pieno. >
Mentre stavano passeggiando l’uno accanto all’altra, Gregorio notò un velo di tristezza negli occhi della ragazza.
< Sandra, va tutto bene? È da molto che rimani silenziosa. >
< Sono solo un po’ stanca. Mi sa tanto che questa sera salto il nostro incontro con le altre. >
< Perché? Così ad un tratto? >
< Sì. Meglio che mi vada a riposare. >
< Non se ne parla nemmeno. Sai quanto ci tengo. >
< Lo so. Ma cosa ci posso fare se tengo a malapena gli occhi aperti. >
< Sono solo le sei del pomeriggio. Come fai ad avere sonno? Stanotte hai dormito? >
< Poco. >
< Tu menti, Sandra. >
< Perché dovrei mentire? >
< Perché non riesci a guardarmi dritto negli occhi. >
< io veramente… >
Essendo amici da molti anni, Sandra cercava lo stesso di nascondergli qualcosa.
< Hai paura che le altre ci tempestino di domande? >
< Può darsi. >
< Devi solo dire la verità: abbiamo passeggiato un po’ parlando del più e del meno e abbiamo preso un panino assieme. Tutto qui. >
< Sai che non ci crederebbero mai, vero? >
< Questi sono affari loro. >
< Lo so. Però non voglio che si impiccino più del dovuto. Mi da fastidio. >
< Tu cerca di stare nel tuo e vedrai che andrà tutto bene. >
< Mi piacerebbe anche stare in qualcos’altro > fece la ragazza prendendo la mano di Gregorio.
< No Sandra, ti prego… Non ricominciare con questa storia. Io e te siamo solo amici. >
< Per quanto potremmo esserlo? Un altro mese? Un anno? Una vita? >
< Per sempre. Fine della discussione. >
< Come fai a non legarti con nessuna di noi. Insomma, qualsiasi altro ragazzo sarebbe alla fine crollato. >
< E con ciò? Io sono molto diverso dagli altri. Mi conosci bene. Preferisco impiegare le mie giornate leggendo un buon libro e stare con voi. Non stare sui social network e friggermi il cervello. >
< Ahahah sei davvero strano. >
< Sono solo rimasto un po’ indietro. E non ho intenzione di cambiare. >
< Davvero non sei attratto da almeno una di noi? >
< Anche se siete ragazze bellissime e simpatiche, per me rimarrete le mie migliori amiche. Punto e basta. >
< Va bene. Eviterò di tornare sull’argomento. >
< Anche perché ormai me l’avete domandato tutte. E io ho dato la solita risposta. >
< Allora vedi che non sono l’unica sospettosa. >
< Vuoi donne siete troppo curiose per i miei gusti. >
< Siamo fatte così. Non possiamo farci niente > rispose Sandra dopo aver ritrovato il sorriso.
< Spero che tu non ci sia rimasta troppo male per come ti ho respinto. >
< Capisco i tuoi reali sentimenti. In fondo hai ragione tu… Meglio non rovinare l’amicizia con l’amore. Sarebbe fin troppo doloroso. >
< Meno male che mi dai retta. Per questo ti ammiro molto… E poi sono contento di vederti felice. >
< Grazie. È bello sentirtelo dire. >
< Mi sa tanto che ho ancora un po’ di fame… Che ne dici di ordinare la pizza in attesa che vengano anche le altre? >
< Ma Gregorio! >
< Non ci posso fare niente se ho così appetito. >
< Ahahah ok va bene. >
< Come la vuoi? >
< Come la prendi tu va bene. >
< Ottimo! Allora andiamo. Conosco una pizzeria talmente buona che non delude mai. >

 

Una volta divorata la sua capricciosa, Gregorio non si sentiva così pieno prima d’ora.
< Adesso però basta mangiare altrimenti rischi di sentirti male. >
< Mi sembri mia madre quando mi sgridava dopo aver mangiato cinque piatti di pasta al sugo. >
< Sei incredibile, sai? A quest’ora dovresti essere grasso impallato. >
< Te l’ho detto: riesco a consumare quello che mangio senza fare niente grazie ad un metabolismo fortissimo. >
< Questo accadeva pure a me quando ero ancora adolescente e mangiavo tanto. Se lo faccio a 25 anni divento una botte. >
< Ahahah non ti ci vedo, sai? >
< Nemmeno io. >
Mentre i due stavano parlando amichevolmente tra di loro, sentirono il campanello dell’abitazione suonare ripetutamente.
< Sono già qui? E? ancora presto. >
< E’ vero, Gregorio. Infatti sono ancora le otto. >
Incuriosito, il giovane ragazzo andò ad aprire.
< Mamma, che cosa ci fai qui? >
< Ti ho portato qualcosa da mangiare. Non ti si vede molto in giro e quindi ho pensato di fare un salto per vedere come stai. >
< Tutto bene, mamma. In questi ultimi giorni ero molto indaffarato con il lavoro e ho avuto poco tempo per me stesso. >
< Va bene, non occorre che tu ti scusi. Ti capisco… Oh, scusa. Non sapevo che eri in compagnia. >
< Buonasera signora > fece cordialmente Sandra.
< Buonasera a lei. Sei con un’amica? >
< Sì, mamma. Ti presento Sandra. Sandra, lei è mia madre Tiziana. >
< Piacere di conoscerla, Signora. >
< Chiamami pure Tiziana > rispose la donna anziana sorridente < Vedo anche che hai già mangiato. Un vero peccato. >
< Mangerò quello che mi hai portato domani quando torno a casa, d’accordo? >
< Ok come vuoi… Buona serata ragazzi. È stato bello conoscerla. >
< Anche per me Tiziana. >
< Ciao, Gregorio. Abbi cura di te. >
< Anche tu mamma > replicò l’uomo un po’ scocciato.
< Tua madre è davvero carina > replicò Sandra sorridente appenala donna uscì di casa.
< E’ un po’ invadente ma è sempre mia madre. >
< Sì vede che ti vuole tanto bene. Ti ha anche portato la cena. >
< Lo farebbe ogni volta se stessimo più vicini… Ancora non riesce a sopportare che io me ne sia andato via di casa. >
< Già. Questo è il problema di molti genitori. >
< Deve anche capire che ormai sono molto grande e che devo farmi la mia vita… Adesso spero che non pensi che tu sia la mia nuova fidanzata. >
< Ahahah ci sarebbe da ridere. >
< Cosa? Lo direbbe a tutti i miei parenti. Una cosa oscena se vieni interrogato da uno di loro. Sono curiosi di tutto e di tutti. >
< Vedrai che non lo farà, tranquillo. >
< Speriamo. >

 

Appena scoccate le nove di sera, Chiara, Lucia ed Emanuela si ritrovarono dinanzi al portico di Gregorio per ritrovarsi ancora insieme.
< Eccoci qua > fece Lucia sorridente < Però non c’è Sandra con noi. Non risponde al cellulare. >
< Sandra è già qui. >
< Davvero? >
< Scusami tanto Lucia ma avevo il cellulare scarico. >
< Non ti preoccupare. L’importante che siamo tutte qui. >
Una volta che si accomodarono tutte sul divano, Chiara era l’unica che non riusciva a sorridere.
< Allora va bene se guardiamo tutti assieme “Proposta indecente”? Vi piace come film? > domandò Gregorio.
< Non l’abbiamo mai visto però dal titolo credo che sia interessante > fece Emanuela < Gregorio, dove hai messo i popcorn e le patatine? >
< Li vado a prendere io in cucina. >
< Ti vengo a dare una mano > si propose Chiara senza attendere la risposta dell’uomo.
< Ma ce la faccio da solo. >
< Devo parlarti un attimo. Posso? >
Con sguardo preoccupato, Chiara trascinò l’uomo nella sua cucina.
< Va tutto bene, Chiara? >
< E’ da quando sono arrivato che ho bisogno di farti una domanda. >
< Riguarda forse la passeggiata con Sandra? >
< Ti prego di non fraintendermi, ma c’è qualcosa che mi preme di sapere… >
< Non abbiamo fatto niente se è quello che vuoi sapere. >
Sentendo la risposta piccata di Gregorio, la giovane ragazza lo fissò con sguardo sconcertato.
< Non volevo essere così schietta. Ma visto che me lo assicuri tu… >
< Voi per me siete solo delle grandi amiche. Nient’altro. Non potrei mai mettermi con una tra voi quattro. >
< Ma Gregorio, non puoi rimanere irremovibile per sempre. >
< Ho fatto un giuramento e intendo mantenerlo. >
< Perché? Non vuoi rovinare l’amicizia? >
< Esattamente. Ho tutto il tempo per trovarmi una fidanzata. Ma non ora… >
< Vorrei che però tu cambiassi idea > rispose Chiara con tono sensuale mentre si stava avvicinando a lui per cercare di baciarlo.
< Chiara, ti prego. Ho detto no. >
< Accidenti. Sei una persona incredibile. >
< E tu evita di insistere ulteriormente. >
< Allora? Che cosa state facendo? > fece Lucia interrompendo i due < Il film sta per iniziare. >
< Arriviamo subito > rispose l’uomo.
< Un’ultima cosa, Gregorio. >
< Che cosa vuoi? >
< Domani ho un colloquio con un’azienda farmaceutica molto importante e mi piacerebbe che tu mi accompagnassi. >
< Domani lavoro tutto il giorno. >
< Non è vero. Ieri hai detto a me e alla altre ragazze che rientravi al lavoro dopodomani. >
< Ho da fare domani e quindi non posso. >
< Per favore. Fallo per me. Ci terrei davvero tanto. Non ho voglia di prendere l’autobus da sola. Sarebbe alquanto deprimente. >
< Ci penserò dopo il film, ok? Adesso andiamo. Non voglio che le altre pensino chissà cosa… >
< E tu lasciale pensare. Non farmici rimanere male. >
< Ok, va bene. Ti accompagnerò > rispose Gregorio cercando di mantenere il nervosismo.
< Grazie mille! Sapevo che potevo contare su di te! > replicò Chiara al settimo cielo < Ci troviamo nella piazza Santa Maria domani alle tre in punto, d’accordo? >
< Va bene. Mi farò trovare lì. >
< Non fare tardi, eh? Altrimenti mi salirà la tensione. >
< Ma le altre ragazze lo sanno di questo tuo colloquio? >
< E’ una sorpresa. Non ho voluto dire niente per scaramanzia… Lo sia come sono fatta. >
< Non vuoi dire niente fino a cose fatte? >
< Esatto. >
< Ti capisco… Spero tanto che vada tutto bene. >
< Con te al mio fianco non può andare niente storto > rispose Chiara sorridente prima di afferrargli la mano < Ora andiamo pure a vedere il film. Le ragazze ci aspettano. >

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Capitolo 3
*** Scomparsa nel nulla ***


Gregorio si sentiva misteriosamente confuso da come aveva ricevuto l’invito di accompagnare Chiara al suo colloquio di lavoro.
“Perché l’ha detto proprio a me? Le altre ragazze lo sanno?”
Mille domande senza una risposta valida.
Il giovane uomo continuava a fissare la donna senza che però lei potesse ricambiare.
“E’ stranamente tranquilla… Che cosa avrà in mente?” pensò mentre continuava a sbuffare senza però farsi beccare.
“La fine del film sta per giungere… Meno male. Ho un assoluto bisogno di andare a letto.”
< Gregorio, fai silenzio > gli fece Emanuela.
< Scusa. non è colpa mia se continuo a sbadigliare. >
< E tu vedi di trattenere gli sbadigli. Non riusciamo a capire niente. >
< Vuoi che alzi il volume della tv? >
< Non serve. >
< Va bene. Allora andrò in cucina. >
< Perché? Stai qui con noi > fece Lucia.
< Devo risistemare alcune cose. Torno dopo. >
Una volta isolato dal resto del gruppo, a Gregorio gli imprimeva sempre di più di parlare con Chiara.
“Se solo non fossi così stanco… Ma cosa posso dirgli? Ho paura di farcela rimanere male.”
Appena vide dalla cucina che anche le sue amiche si stavano addormentando, Gregorio ritornò in salotto per spegnere la tv.
< Ma cosa fai? > gli domandò Sandra risentita.
< Il film è finito. Ed è mezzanotte passata. Forse è meglio che voi andiate a dormire. >
< Uffa! Ma non abbiamo visto come finisce. >
< Lo rivedrete la prossima volta, va bene? Tanto ormai è inutile. Riuscite a malapena a tenere gli occhi aperti. State crollando dal sonno. >
< Ma come mai? Eppure eravamo così vispe… >
< Forse il film non vi ha soddisfatto come volevate. >
< No, al contrario. Era molto carino. >
< Vabbé, un buon motivo per ritrovarci tutti assieme e rivederlo, non vi pare? >
< Su questo hai ragione, Gregorio > ribadì Chiara sorridente < Grazie per la bella serata. Ci vediamo domani, ok? >
< Perché? Vi rivedete anche domani? > fece Sandra con tono visibilmente risentito.
< Abbiamo da sistemare alcune faccende insieme e Gregorio è stato così gentile da acconsentire alla mia richiesta. >
< Ma di cosa state parlando voi due? > fece Emanuela.
< E’ un segreto. Ne riparliamo domani sera tutte assieme, va bene? Tu Gregorio non dire niente. Voglio che sia un segreto che accomuna io e te. >
< Ma perché le ragazze non devono sapere niente? >
< Perché sono scaramantica. Ce la fai a tenere la bocca chiusa per un giorno? >
< Va bene. Vedrò di tacere > rispose Gregorio evitando di insistere ulteriormente.
< Bravo, molto bene. Ci vediamo domani sera ragazze. Se va tutto bene andremo a cena fuori tutti insieme. Offro io. >
Le ragazze, alquanto confuse come Gregorio, si guardarono attorno con viso incuriosito.
< Non capisco perché fai la scaramantica con noi. siamo amiche e dovremmo dirci tutto. >
< Lo so, Sandra. Ma non ora… Eddai! Puoi resistere un giorno dalla curiosità, no? >
< Forse… >
< Vabbé, comunque vado. Domani sarà una giornata ricca di impegni. Buonanotte a tutti > disse Chiara prima di scomparire nel buio della notte.
< Gregorio, devi spiegarci un sacco di cosa > mormorò Lucia con tono circospetto.
< L’avete sentita. Io non posso dire niente. >
< Ma perché fate così? >
< Non lo so. Ultimamente è molto strana e riservata… >
< E davvero tu non sai niente, Gregorio? >
< Te lo giuro, Sandra. Io sono estraneo a tutto. >
< Sono proprio curiosa di sapere perché domani siete insieme. >
< Non ti fasciare la testa, Sandra. Non è niente di ché. >
< Se non fosse niente d’importante non farebbe così la misteriosa, non trovi? >
< Non so cosa dirvi. >
< Voi due non me la raccontate giusta… Ma lascerò perdere. Si sta facendo davvero tardi. >
< Sì, è meglio che andiamo. Grazie per la bella serata, Gregorio > rispose Lucia ritrovando il sorriso < A domani. >
< Buonanotte a tutte > disse infine l’uomo dopo averle salutate una ad una.

 

La notte fu alquanto insonne per il giovane Gregorio che continuava a rigirarsi nel letto come un forsennato.
Il pensiero di dover accompagnare la sua amica Chiara a quel colloquio non lo convinceva minimamente.
“Non ha avvertito le sue amiche… Perché negli ultimi tempi è così riservata? Perché si confida solo con me? Non vorrei avere delle brutte sorprese. Io e lei… al solo pensiero rabbrividisco.”
Sembrava che rimanere unito ad una di quelle donne fosse come una maledizione.
“Non confondere l’amicizia con l’amore” si ripeteva sempre “Così si distruggono i rapporti.”
Cercando di ritrovare il sonno necessario, Gregorio pensò a tutti i bei momenti avuti con una di loro.
Di quando aveva salvato Chiara da un fidanzato molto violento.
Quando aveva aiutato Lucia nella sua tesi di laurea.
Quando aveva aiutato Sandra in un trasloco che sembrava non finire mai.
Come aveva cambiato Emanuela, rendendola meno aggressiva e più dolce
“Quattro ragazze molto diverse tra di loro… E’ il bello di essere amici, non c’è dubbio” pensò infine Gregorio prima di addormentarsi definitivamente ed evitare di pensare a quello che sarebbe successo il giorno dopo.

 

Ore 08:02 di giovedì 16 aprile

 

Appena passate le otto del mattino, Gregorio si ritrovò dinanzi l’appartamento della sua amica Chiara, attendendo che potesse uscire di casa.
“Anche se è primavera, fa molto freddo oggi. Meglio se l’aspetto in auto.”
Ma prima di montare in macchina, vide la sua amica uscire di casa in un completo nero alquanto elegante e dei tacchi vertiginosi.
< Chiara, sei davvero tu? >
< Buongiorno, Gregorio. Grazie ancora per essere venuto. >
< Figurati… Ma perché sei così… >
< Come sto? Bene? Male? È il mio vestito preferito e me lo sono voluto mettere in un giorno molto speciale. >
< Hai fatto bene. >
< Non credi che io abbia esagerato, vero? >
< Assolutamente no. Sei un incanto. >
< Grazie mille. È bello sentirtelo dire. >
< Spero che non veniamo spiate dalle altre, altrimenti… >
< Quelle curiosone. Spero che dopo che me ne sono andata non ti abbiano tempestato di domande. Ci tengo molto ad essere riservata su questa cosa. >
< No, tranquilla. Li ho tenute a bada. >
< Bravissimo. Sapevo di poter contare su di te. andiamo? >
< Fammi strada. >
< Non è molto lontano. Sono solo dieci chilometri. >
< Bene. >
Una volta giunti dinanzi ad un enorme palazzo, Chiara espresse il desiderio al suo amico Gregorio di aspettarlo di sotto.
< Non ci metterò molto. È solo un colloquio formale. >
< Un colloquio formale? Chi significa? >
< Che non è importantissimo… Sono sicura che ce la farò senza problemi. >
“Però. Non la facevo così ottimista” pensò l’uomo.
< Ok, come vuoi tu. Ti aspetterò in macchina. >
< Grazie. Un bacio > disse infine la donna prima di entrare a corsa nel palazzo.
“Se non sta attenta rischia di farsi male con quei tacchi.”

 

Ore 09:19 di giovedì 16 aprile

 

Era passata all’incirca un’ora e Chiara non era ancora uscita da quel palazzo.
Controllando il suo cellulare, Gregorio notò che non c’erano né chiamate né messaggi da parte di lei.
“Meno male che faceva in fretta” pensò l’uomo alquanto scocciato “Che cosa gli starà raccontando? Vita, morte e miracoli? Per fortuna doveva essere un colloquio formale… Ma perché ha usato quella parola?”
Sembrava che la faccenda stesse diventando sempre più intrigata,
“Chiara che fa la misteriosa e non accenna di uscire da quel palazzo… Spero che vada tutto bene.”
Alzando momentaneamente lo sguardo, Gregorio poté tirare un sospiro di sollievo appena la vide uscire dal palazzo.
“Perché ha quello sguardo triste? Che avrà mai fatto?”
Dopo di lei, un uomo sulla quarantina d’anni, alto, distinto e i capelli castani riccioluti, la prese per le spalle come cenno di consolazione.
“Non so chi sia quell’uomo ma secondo me non è andato come sperava…”
Fissandoli con sguardo incuriosito, alla fine Chiara ritornò da Gregorio asciugandosi le lacrime.
< Va tutto bene, Chiara? >
< Sì, benissimo > si limitò a dire la ragazza.
< Possiamo andare via? Hai bisogno di qualcosa? >
< Non ho ancora finito. Il colloquio si è allungato improvvisamente. >
“Ho notato.”
< Per te è un grande problema attendere ancora un po’? >
< Nessun problema. Aspetto senza problemi. >
< Perfetto… Vuoi che ti vada a prendere qualcosa? C’è un bar qui vicino. >
< Un caffè, grazie. >
< D’accordo. Mi aspetti qui. >
< Sicuro. >
Una volta che Gregorio si fu allontanato per dirigersi verso il bar, passò all’incirca sette minuti da quando tornò alla sua auto.
Ma la cosa più strana era che Chiara non c’era.
Inizialmente pensò che era tornata dentro il palazzo per finire il colloquio, ma mentre la curiosità continuava ad albergare nella sua mente, decise di chiede informazione ad alcuni membri alla receptions.
< Buongiorno. Sto cercando la signorina Chiara Martelli. È forse rientrata da voi? >
< Mi dispiace signore, ma non conosciamo nessuna con questo nome. >
< Ma come? È impossibile. Doveva fare un colloquio per un posto nella vostra azienda farmaceutica. >
< Mi dispiace, ma oggi non ci sono in programma nessun colloquio. >
Tutto sembrava davvero tremendamente strano.
Che cosa stava succedendo? Dov’era finita Chiara?
< Ci deve essere un errore: la mia amica è entrata qui più di un’ora fa’ a fare quel benedetto colloquio. È uscita poco fa’ dicendomi di andargli a prendere il caffè ed è scomparsa nel nulla. Voi davvero non l’avete mai vista? >
< Signore, siamo qui da stamattina presto. Non è entrata nessuna donna con quel nome. >
< E’ impossibile! Vi state sbagliando! > replicò Gregorio spazientito < Voglio parlare con un vostro superiore! >
< Cerchi di stare calmo > fece una di loro < Se vuole incontrare il nostro superiore lo trova in questo momento che sta uscendo con la sua auto. >
Girando lo sguardo di sfuggita, Gregorio intravide un uomo anziano dalla barbetta grigia che stava salendo su un auto con accanto una persona che assomigliava molto a Chiara.
Correndo fuori dall’edificio, Gregorio cercò in tutti i modi di fermare l’auto, ma invano.
“Devo chiamare Chiara. Deve chiarirmi tutta questa situazione.”
Una volta composto il suo numero, il cellulare gli ripeteva ogni volta che era spento o irraggiungibile.
A quel punto gli mandò messaggi di ogni genere dicendogli dov’era finita, se andava tutto bene e se non doveva preoccuparsi.
Ma purtroppo l’uomo non ricevette nessuna risposta, attendendo ancora per molte ore.
“Chiara, dove sei finita? Che sta succedendo?”

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Capitolo 4
*** Nessuna traccia ***


Gregorio non si era mai sentito così afflitto e disperato prima d’ora.
Non sapeva a chi rivolgersi se non alle sue amiche, a sua madre o alla polizia.
La situazione stava velocemente degenerando e Chiara non si trovava da nessuna parte.
Con l’ansia e il panico che lo stavano attanagliando, la prima persona che rintracciò per parlare dell’accaduto fu sua madre.
“Spero tanto che almeno lei possa darmi dei consigli.”
< Gregorio, che bella sorpresa. >
< Ciao, mamma. Posso entrare? >
< Ma che domande mi fai? Certo che puoi entrare. >
< Grazie. >
Gregorio non ce la faceva in nessun modo a mantenere la calma, tremando visibilmente in tutto il corpo.
< Gregorio, che succede? Perché stai tremando? >
< Si tratta di Chiara: è scomparsa nel nulla. >
< Che vuoi dire? >
< Voglio dire che l’ho accompagnata a fare un colloquio per un’azienda farmaceutica ma poi improvvisamente nessuno l’ha più vista. Ho provato a parlare con quelle che stanno al bancone ma dicono che non l’hanno mai vista. >
< L’ultima volta che l’hai vista è dinanzi a quel palazzo? >
< Sì. Aveva un’aria molto strana e sospetta e ho intravisto sul suo viso alcune lacrime che stavano sgorgando dai suoi occhi… >
< E poi? >
< E poi niente. Mi ha detto che sarebbe rientrata nel palazzo in compagnia di un uomo sospetto e mi aveva detto se andavo a prendergli un caffè. Di ritorno all’edificio, Chiara è sparita nel nulla. >
< E’ impossibile che nessuno l’abbia vista. >
< E’ quello che credo anch’io… Però nessuno vuole aiutarmi. >
< Portami da questa azienda farmaceutica. Ci devo vedere ben chiaro. >
Durante il tragitto però, Gregorio non riusciva a trattenere le lacrime.
< Stai tranquillo. Vedrai che andrà tutto bene. >
< L’ultimo che l’ha davvero vista sono io… Se apriranno un’inchiesta sulla sua scomparsa sarò il primo accusato. >
< Non devi pensare una cosa del genere. Vedrai che se Chiara se n’è andata avrà i suoi validi motivi. >
Una volta arrivati dinanzi all’edificio, Gregorio notò un cartello che non aveva mai visto prima.
< Vendesi o affittasi? Ma cosa significa? >
< Sei sicuro che l’edificio sia questo, Gregorio? >
< Sicurissimo. Ci sono stato poco fa’. >
< Qui non c’è mai stata un’azienda farmaceutica. Questo palazzo è in vendita da molti anni. >
< Che cosa? Stai scherzando, mamma. >
< Non sono mai stata così seria… Come hai potuto non notare questo cartello? >
< Prima non c’era! Ne sono estremamente certo! >
< E’ dinanzi a questo edificio che hai visto l’ultima volta Chiara? >
< Esatto. >
< Tutto ciò è strano… Secondo me tu e lei siete stati truffati. Con la differenza che Chiara non si trova da nessuna parte. >
< Oh Cristo. Adesso che facciamo? >
< Mi dispiace Gregorio ma l’unica maniera per fare luce su questa cosa è chiamare la polizia. >
< No! non devono entrarci gli sbirri in questa faccenda! >
< Ma perché hai così paura? >
< Te l’ho detto prima. >
< Non possiamo continuare le ricerche da soli. Non siamo del mestiere. >
< Non può essere scomparsa nel nulla. Deve trovarsi da qualche parte in città. >
< Lucca non è una città molto grande… Però se l’hanno davvero rapita secondo me sono già fuggiti e potrebbero trovarsi chissà dove. >
< Ancora non capisco che cosa mi è saltato in mente di accompagnarla a questo colloquio > fece Gregorio disperato < E le altre ragazze? Che cosa penseranno di questa storia? >
< Parlane con loro. È meglio per te. >
< E cosa dovrei dirgli, scusa? >
< La verità. È l’unica maniera per portare la verità alla luce. >
< Credi che loro mi potrebbero davvero aiutare? >
< Se momentaneamente non vuoi avvertire la polizia, ti consiglio di parlare con loro… Però ti avverto che più aspetterai, peggio sarà. >
< Tutto questo non ci voleva… Domani dovrò tornare al lavoro. Che cosa faccio? >
< Non pensare al domani. Pensa al presente. >
< D’accordo. Parlerò con le mie amiche. >

 

Ore 15:26

 

Una volta rintracciate tutte assieme, Gregorio li trovò intente a bere un caffè non lontano dalle mura urbane della città.
< Ciao, Gregorio. Che cosa fai da queste parti? > gli domandò Lucia che fu la prima a salutarlo.
< Ero a fare una passeggiata in città. Voi che ci fate tutte qua? >
< Siamo uscite prima dal lavoro > gli spiegò Emanuela < Ma eri tutto solo? >
< Sì, perché? >
< Chiara dove si trova? >
< L’ho accompagnata in Piazza Santa Maria e sono venuto via. Ho avuto molti impegni oggi. >
< Che strano. È da ieri che non la sentiamo. >
< Magari sarà indaffarata… Chi lo sa… > rispose Gregorio smorzando un sorriso.
< Allora per questa sera cosa si fa? Andiamo a mangiare tutti insieme? >
< Non so se posso. Domani entro al lavoro molto presto e ho bisogno di riposarmi. >
< Avanti, non fare l’asociale. Vieni con noi. >
< E se Chiara non potrà venire? >
< Certo che può. Secondo te si perde una cena con tutti noi? >
< Non lo so. Magari è talmente impegnata che non può liberarsi. >
< Ma cos’è che deve fare? > domandò Sandra.
< E’ impegnata in un colloquio di lavoro. >
< Davvero? Perché non ce l’ha detto prima? >
< Lo sapete com’è: è molto scaramantica. >
< Ha forse paura che non la prendono? >
< Sì, esatto. >
< Un colloquio di lavoro? Per cosa? >
< Per un’azienda farmaceutica… Ma non ricordo il nome. >
< Spero che vada tutto bene. >
Nel mentre stavano parlando amichevolmente tra di loro, sul cellulare di Lucia apparve un messaggio proprio di Chiara.
< Ehi ragazzi, Chiara mi ha appena scritto. >
< Come? >
Gregorio non riusciva a credere a quello che la sua amica stava dicendo.
< Fammi vedere > replicò impaziente strappandogli il cellulare di mano.
< Gregorio, ma cosa ti succede? Perché sei così nervoso? >
Senza curarsi minimamente delle parole di Lucia, Gregorio concentrò la sua attenzione sul messaggio ricevuto leggendolo ad alta voce:

 

Ciao Lucia
Potresti dire alle altre che sono fuori città? Purtroppo questa sera non potrò venire con voi.
Mi è capitata una cosa straordinaria e spero che vada in porto.
Aspetto pazientemente i risultati
A presto
Chiara

 

< Allora? Cosa dice il messaggio, Gregorio? >
< Dice che è fuori città… Ma non so perché… >
< Chissà cos’ha in mente quella ragazza. Non mi piace quando fa così la misteriosa > replicò Emanuela.
< Sì. Poteva parlarne benissimo con noi. E invece… >
< E’ andata fuori città senza dirci niente? ma poi con chi? >
< Non lo so, Sandra… La situazione sta diventando sempre più enigmatica. >

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Capitolo 5
*** Unico sospettato ***


Era passata all’incirca una settimana da quando Chiara era andata fuori città e da quel giorno non si seppero più notizie di loro.
Gregorio continuava a pensare che la sua giovane amica era costantemente in pericolo e che ogni minuto che passava non c’erano più speranze per lei.
“Potrebbero ucciderla in ogni momento. Io non so cosa fare e non so da chi farmi aiutare… Mi sento completamente solo.”
non poteva confessare le sue reali preoccupazioni alle sue amiche, pensando che l’avrebbero immediatamente accusato di un crimine imperdonabile.
“A questo punto gli unici che mi possono aiutare sono i poliziotti… Rischierò tanto nel confessargli che cosa gli è accaduto a Chiara, ma non ci sono altre possibilità.”
Facendosi coraggio dopo tutto il tempo passato, Gregorio si apprestò ad andare alla caserma più vicina della sua città per mettere in chiaro le cose sulla scomparsa misteriosa di Chiara.
Ma appena uscì di casa sua fu aggredito da un individuo incappucciato che passò proprio nelle vicinanze.
Vedendo la strada sgombra, l’aggressore trascinò Gregorio contro la sua volontà lontano dagli occhi indiscreti dei passanti, gettandolo in un vicolo dove non passava mai nessuno a causa dell’ambiente sporco e maleodorante.
< Chi sei tu?! Che cosa vuoi da me?! >
< Voglio impedirti di commettere il più grande errore della tua vita, Gregorio. >
< Come fai a conoscere il mio nome? >
< So molte cose di te, ragazzo mio. Che lavoro fai e chi sono gli amici più stretti… O forse dovrei dire amiche. Sei un ragazzo molto fortunato, sai? >
< Che cosa centra questo con le mie amicizie femminili? >
< Niente. È solo che sono un tipo a cui piacciono molto le donne. >
Una volta che si levò la sciarpa che gli nascondeva il viso, Gregorio poté guardare una figura piena di tagli e di cicatrici sulla sua faccia.
< Mi chiamo Lorenzo Martelli e sono un detective privato. >
< Un detective privato? E che cosa potrebbe volere da me uno come te? >
< Andiamo, non fare lo sciocco. Io come te sono sulle tracce di Chiara, la giovane focosa bionda conosciuta in gran parte di questa città. >
< Non credo davvero che Chiara abbia molte conoscenze… >
< Ne sei davvero sicuro? Non hai mai visto le sue amicizie su facebook o instagram? >
< Avrei dovuto? >
< Giusto per farti un’idea che non è una ragazza a cui piace rimanere nell’anonimato. >
< Perché dovrei fidarmi di te? >
< Preferisci andare dalla polizia? Forse è meglio di no… Dietro la sua scomparsa c’è qualcosa di molto grande che tu non riusciresti nemmeno ad immaginare. >
< Ma cosa stai dicendo? Tu sei completamente pazzo. >
< Tieni a mente le mie parole. È meglio per te > replicò il detective fissando con sguardo corrucciato il ragazzo.
< Lasciami in pace! Chi ti ha assunto in questa faccenda? >
< Nessuno. Ho voluto indagare di mia spontanea volontà, lasciando da parte il mio lavoro per i clienti. >
< Allora vedi di non immischiarti troppo. È una faccenda che riguarda solo me. >
< E tu da solo credi di riuscire a trovarla? Ahahah sei un vero sciocco se pensi a tutto questo. >
< E quindi dovrei fidarmi di te? >
< Sicuramente sono meglio io che i poliziotti. >
< Comunque è solo questione di tempo ma quando le altre ragazze capiranno che a Chiara è successo qualcosa di inspiegabile, non esiteranno a chiamare la polizia e a puntarmi il dito contro. >
< E sarà in quel momento che tu scomparirai dalla faccia della terra mettendoti alla ricerca della nostra amica in comune. >
< Cosa? Quindi la conoscevi? >
< Mi piaceva seguire le sue storie su instagram… In cui spesso ci sei anche tu. >
< Io odio seguire o passare il mio tempo su questi social. Secondo me sono solo perdite di tempo. >
< Perdite di tempo oppure no sono vitali per ritrovare la nostra ragazza… E poi non vorrei dirti, ma hai suscitato molte gelosie negli uomini che seguivano Chiara. >
< Che vuoi dire? >
< Leggi alcuni commenti. >
Una volta preso in mano il cellulare del detective, Gregorio andò immediatamente sul profilo della ragazza fissando accuratamente ogni momento da lei aggiunto.
< Non mi sono mai accorto di nulla > fece l’uomo sorpreso < Ma com’è possibile? Perché Chiara caricava questi video in cui c’ero io presente? >
< Perché per lei sei una delle persone più importanti della sua vita se non la più vitale… E i commenti dei ragazzi? Non li leggi? >
Guardando attentamente ad alcuni post di ragazzi della sua età, Gregorio notò che veniva offeso e deriso per la sua bruttezza e per il suo stile di casalingo.
“Come fai a stare con uno così? Vieni immediatamente via e mettiti con me? Ma che diavolo…”
< E Chiara non ha mai risposto a questi commenti? >
< No. Credo che pensasse che non ne valeva la pena. Lei preferiva mantenere i suoi ammiratori anonimi, facendo finta di nulla. >
< Io non capisco… Ma se lei ha questi tipi di profili, le altre mie amiche… >
< Non sono così popolari come lei. Li vuoi vedere? >
Dopo aver setacciato uno ad uno anche i profili instagram delle altre, Gregorio si sentiva completamente spaesato.
< Devo parlare con loro. Forse ne sanno più di me di questa faccenda… >
< Lascia perdere. Dammi retta. >
< Il rapitore potrebbe essere uno di questi ragazzi! Ne sono sicuro. >
< Perché? Non potrebbe essere una ragazza invidiosa? >
< Come? >
< Prova a pensarci: vita apparentemente perfetta con delle splendide amiche e un giovane uomo pronto a proteggerla in ogni situazione. Non è da tutti, sai? >
< Chi potrebbe essere così geloso da rendere la vita impossibile alla povera Chiara? >
< Non lo so. Ma è quello che dovremmo scoprire… Da quello che so, potresti essere anche tu. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< In questo momento saresti il mio unico sospettato. >
< Io non potrei mai fargli del male. Non sono questo genere di uomo. >
< Alla televisione si sentono fin troppi rapimenti e femminicidi di uomini che tu non sospetteresti mai… Ed è per questo che devo tenerti sott’occhio. >
< Dovrei forse preoccuparmi? >
< Di chi? Di me? Sono un ragazzo normale come te. Non farò niente per puntarti contro il dito. Aspetterò che vengano fuori prove che possano portare la verità alla luce. >
< Prima hai parlato di persone che non potrei mai immaginare di sospettare… Chi sono queste genere di persone? >
Sentendo la domanda, Lorenzo decise di non rispondere e distogliere lo sguardo da Gregorio.
< Meglio che non te ne parli ora. È troppo presto. >
< Perché scusa? Quale segreto mi vuoi tenere nascosto? >
< Se non te lo dico è per il tuo bene. >
< Adesso fai tutto il misterioso dopo che hai tentato di aggredirmi? Sei veramente un tipo strano. >
< Era l’unico modo che sapevo per poterti avvicinare. >
< Bel metodo, non c’è che dire… >
< Scusami. Comunque da quello che ho capito potresti essere un bravo ragazzo… Però devi stare molto attento. >
< Attento a cosa? Parla chiaro. >
< Ti consiglio di tornare a casa. Riprendi la tua vita normalmente e guardati bene intorno. >
< Che cosa stai dicendo? Da chi mi dovrei guardare? >
< Ci sono persone legate alla scomparsa di Chiara… Uomini che vogliono togliere di mezzo anche te. >
< Mi dici chi diavolo sono queste persone?! Smettila di fare il misterioso! >
< Sei molto buffo quando ti arrabbi, sai? >
< Vedrai che sarò molto meno buffo quando ti metterò le mani addosso. >
< Arriveresti a tanto? >
< Non vorrei che tu me ne dessi l’occasione… >
Alla fine, Lorenzo si convinse che parlare con l’unico sospettato era il modo più veloce per arrivare alla verità.
< Vuoi sapere chi c’è dietro a tutta questa storia? Meglio se parliamo in un luogo privato in cui nessuno ci potrà sentire. >
< Questo vicolo puzzolente non è abbastanza sicuro? >
< Vorrei ricordarti che queste mura antiche hanno anche le orecchie. Possiamo parlare nel tuo appartamento? >
< Va bene. Andiamo. >
Una volta usciti dal vicolo, Gregorio scortò il detective verso il suo appartamento.
< Perché ti guardi intorno? Non c’è nessuno nei paraggi. >
< Questo lo credi di > replicò Lorenzo indicandogli un uomo sospetto < Hai mai visto quell’uomo distinto in giacca e cravatta? >
< Sinceramente no. >
< Molto male. Sono tre giorni che non fa altro che girottolare qui nei dintorni. >
< Ti giuro che non ho notato niente di strano. >
< Sai una cosa? Meglio se per ora rimani ancora all’oscuro di tutto… >
< Dannazione! Perché non fai altro che cambiare idea?! >
< Scusami. Sono un tipo molto volubile… Ma con il tempo capirai che sono molto simpatico. >
< Certo, come no. >
< Sto cercando di proteggerti. Peccato che tu non riesca a capirlo… Devo continuare ad indagare. Tu stai molto attento e guardati spesso intorno. È meglio per te. >
< Devo continuamente fissare questo individuo da una della mie finestre? >
< Sì, osservalo attentamente. Vedrai che ho ragione. >
< Non sopporto rimanere da solo e rinchiuso nel mio appartamento. >
< Invita una delle ragazze. Ma stai molto attento a cosa gli dici… Evita di parlare di Chiara, d’accordo? Fai finta che sia andata fuori città per una vacanza a tempo indeterminato. >
< Come posso pensare questo ben sapendo che Chiara è in pericolo? >
< Perché ucciderla senza una valida ragione? >
< Se l’hanno rapita c’è una valida ragione… Altrimenti perché l’avrebbero fatto? >
< L’unico modo è scoprirlo. >
< Ma come?! >
< Indagando nell’ombra… Ma questo lascialo fare a me. >
< Ed io dovrei rimanere buono e calmo senza fare nulla? Non lo immagini che questa attesa mi sta realmente snervando? >
< Ti capisco perfettamente ma in questo momento l’unico cosa da fare è aspettare. >
Alla fine Gregorio si dovette mettere l’anima in pace e ascoltare il detective.
< Adesso basta parlare. Non vorrei che quell’uomo ascoltasse tutto. >
< Se non la smette di fissarci vado a dirgli qualcosa > fece Gregorio furente.
< Stai buono. Non peggiorare la situazione. Se hai qualche chiarimento ti consiglio di non chiamarmi. Le nostre conversazioni potrebbero essere intercettate in qualsiasi momento. >
< E quindi quando ci rivediamo? >
< Mi farò vivo io… A presto, Gregorio. >
< Lorenzo! Aspetta! > gridò il ragazzo facendosi sentire.
Ma niente, il giovane detective scomparve come era apparso, continuando ad indagare senza l’aiuto di nessuno.

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Capitolo 6
*** Una mora sospettosa ***


Gregorio si sentiva oppresso nel rimanere chiuso nel suo appartamento senza poter fare niente.
Ogni tanto guardava fuori dalla finestra del suo salotto per vedere se l’u0omo misterioso era ancora lì.
“Non si muove dalla piazza… Nemmeno per andare in bagno.”
Sconcertato, doveva assolutamente contattare il detective che aveva conosciuto quello stesso giorno.
Ma come fare?
“Un vecchio metodo c’è… Spero solo che ci sia il suo nome.”
Dopo aver preso il libro di pagine bianche, Gregorio rovistò nella cittadina lucchese se riusciva a trovare il suo nome con il suo numero di telefono.
E finalmente, dopo più di mezz’ora di ricerca, riuscì a trovare il suo telefono fisso.
Con la contentezza e il nervosismo che lo stavano invadendo, l’uomo compose il suo numero attendendo con impazienza che rispondesse.
< Pronto? >
< Parlo con il detective Lorenzo Martelli? >
< Dipende chi lo cerca… >
< Smettila di fare lo sciocco. Sono Gregorio. >
< Gregorio? ci conosciamo per caso? >
< Non fare lo stupido. Non è il momento. >
< Che cosa vuoi? ti avevo detto che mi sarei fatto vivo io. >
< Non ce la faccio a rimanere chiuso nel mio appartamento senza fare niente. Soprattutto sapendo che Chiara è in pericolo da qualche parte che non sappiamo dove. >
< Come hai fatto ad avere il mio numero? >
< Da pagine bianche. >
< Cosa? >
< Sorpreso, non è vero? Credo di essere l’unico che lo utilizza ancora… Ma adesso non è questo il problema. Hai delle informazioni da darmi al riguardo? >
< Certo che ce l’ho… Ma non possiamo farlo al telefono. Rischiamo che qualcuno ci scopra. >
< Vieni subito da me. >
< Non credo che sia una buona idea, Gregorio. >
< Ti prego. Non ce la faccio più ad attendere. >
< Devi solo pazientare ancora un po’… E poi è meglio se mi faccio vedere in giro il meno possibile. >
< Anche tu hai paura di quell’uomo? >
< Magari mi potrebbe conoscere… Chi lo sa… >
< Smettila di fare il misterioso e dimmi le cose come stanno! >
< Posso solo dirti che è un uomo molto pericoloso. E basta. >
< Grazie mille. Questo l’avevo capito anch’io. >
< Ma non hai nessun amico con cui svagarti? Potresti invitare qualcuno a casa tua, no? >
< In questo momento non mi va. >
< Quando mi farai conoscere le tue amiche? Ti confesso che sono molto attratto dalla rossa. >
< Ti riferisci ad Emanuela? >
< Ah! È così che si chiama? Deve essere molto focosa a letto. Le rosse lo sono. >
< Stai cercando di sviare il discorso per cui ti ho chiamato? >
< Sto cercando di salvarti la vita. Perché non capisci che meno cose sai meglio è? >
< Quando avrò la certezza che Chiara sta bene. >
< Avevi a pensarci prima a lei. dovevi subito capire che c’era qualcosa che non andava. >
< E come potevo farlo, scusa? >
< Dovevi desistere nell’accompagnarla a quel colloquio. >
< Doveva forse andarci da sola? >
< No. Non doveva andarci proprio… Quell’azienda farmaceutica non è mai esistita. È solo una copertura. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Adesso basta. Non posso parlare di più > disse infine Lorenzo interrompendo bruscamente la chiamata.
< Pronto? Lorenzo! Cazzo! >
Innervosito dalla rivelazione, Gregorio gettò via il suo cellulare e toccandosi i capelli come gesto di disperazione.
“Vorrei davvero sapere chi l’ha davvero rapita… Chi può volere il suo male? E perché?”
Ad un certo punto9 però, i suoi pensieri furono interrotti dal suono del suo campanello.
“E se fosse…”
Credendo che fosse il detective, Gregorio si alzò di scatto per andare ad aprire.
Ma appena vide chi fosse, il suo entusiasmo si assopì all’istante.
< Sandra. Che cosa ci fai qui? >
< Ciao. Sono solo passata per vedere come stai. >
< Vieni. Entra pure. >
Una volta fatta accomodare, Gregorio gli offrì qualcosa da bere.
< Un succo di frutta potrebbe andare bene > rispose la donna sorridente.
< Vado subito a prenderlo. >
Il nervosismo di Gregorio si era minimamente placato, ma aveva necessità di liberarsi di Sandra il prima possibile.
< Perché non ti sei mai fatto più vedere in giro? È successo forse qualcosa? >
< Ho avuto molto da fare in questi giorni. Soprattutto al lavoro. >
< Capisco… >
< Mentre tu che mi racconti? >
< Niente di ché. Il mio lavoro di consulente immobiliare prosegue bene. Sto imparando molte cose, sai? È un lavoro molto interessante. >
< Ne sono felice. >
In quel momento, Gregorio gli avrebbe voluto domandare se sapeva qualcosa della presunta “Vacanza fuori città” di Chiara, ma alla fine fu proprio Sandra a chiederlo a lui.
< No. Non l’ho più sentita > rispose l’uomo distogliendo lo sguardo.
< E’ molto strano. Di solito quando va fuori città non fa altro che mandarci messaggi su tutto quello che fa’… Ma dal suo profilo si instagram e di facebook ho notato che non ha aggiunto niente di nuovo. >
“Quindi la segue molto anche lei…”
< Magari è talmente impegnata che non ha tempo di farlo. Oppure ha deciso di distrarsi un po’ senza utilizzare i social. >
< Solo perché tu le odi non vuol dire che lei non li utilizzi più così improvvisamente. >
< Era solo una possibilità che mi è venuta in mente. >
< Certo… Tornando a noi, visto che sono qua, ti andrebbe di fare qualcosa assieme? >
< Del tipo? >
< Non lo so. Decidi tu. >
< Invece dovresti decidere tu, Sandra. Sei tu l’ospite. >
< Magari un film romantico? >
< Non so se riuscirei a rimanere sveglio per guardare un film > fece Gregorio sbadigliando < Come puoi ben vedere, sto cominciando ad avere sonno. >
< Andiamo Gregorio, non lasciarmi andare via. Non ho voglia di tornare a casa da sola. >
< Ma tu non abiti ancora con i tuoi? >
< Sì. Ma in questi giorni sono fuori città e io di conseguenza sono sola in casa. >
< Non ti piace rimanere sola? >
< No. Ho sempre bisogno di un po’ di compagnia. Soprattutto con le persone che conosco. >
Gregorio pensò che sarebbe stato sgarbato lasciarla andare via contro la sua volontà, decidendo alla fine di acconsentire a guardare un film insieme.
< Se ti addormenti posso darti una gomitata? > domandò Sandra scherzando.
< Fai quello che vuoi. basta che tu non mi faccia male. >
< Vedrò di essere delicata. >
< Ma cosa sghignazzi? >
< Mi fai molto ridere. >
< Meno male. Stavo cominciando a pensare che ero un ragazzo molto triste che non facevo ridere nessuno. >
< Ultimamente ho notato che eri molto giù di morale… Sei sicuro che vada tutto bene? >
< Benissimo. Mai stato meglio. >
< Secondo me c’è qualcosa che ti preoccupa… E non mi sorprenderebbe se fosse quell’individuo che ho incontrato proprio sotto questo palazzo. >
Improvvisamente, lo sguardo di Gregorio si fece impaurito.
< Ti ha forse chiesto qualcosa? >
< Voleva sapere se ti conoscevo… Ma mi sono limitata a dire che eri un mio grande amico. >
< E poi? che cos’ha fatto? >
< Niente. Mi ha lasciato andare. >
Inviperito per come quell’individuo che non conosceva si stava comportando, Gregorio controllò fuori dalla finestra del suo salotto per vedere se lui c’era sempre.
< Per caso lo conosci? >
< Cosa? come hai detto? > domandò Gregorio senza aver ascoltato la domanda della sua amica.
< Ti ho chiesto se lo conoscevi.>
< No, non l’ho mai visto prima d’ora… E forse sarebbe meglio che tu rimanga qui almeno finché lui non se ne sarà andato. >
< Ma perché? Cosa succede? >
< Non lo so. Ma quell’individuo non mi piace per niente. >
< Allora chiamiamo la polizia. >
< Niente polizia in questa storia! > gridò il ragazzo spazientito < Scusami, Sandra. Non volevo. È che in questi ultimi giorni sono molto stressato. >
< Sei sicuro che non posso fare niente per te? >
< Sicuro… Adesso vado un attimo in bagno. LO metti tu il film? >
< Non vuoi che ti aspetto? >
< Ci metterò poco. Tu intanto mettilo, ok? >
< Va bene. >
Correndo in bagno come un forsennato, Gregorio sì lavò il viso per cercare di tranquillizzarsi.
“Sto seriamente impazzendo e non sto facendo niente per calmarmi… Non voglio che Sandra sospetti qualcosa sul mio comportamento. Lei deve starne assolutamente fuori.”
Una volta aver fatto un respiro profondo, Gregorio uscì dal bagno senza fare alcun rumore, fissando Sandra impegnata a messaggiare con qualcuno.
Guardando il numero scritto sul suo cellulare, vide che non si trattava di un suo conoscente o delle sue amiche, suscitando in lui un senso di curiosità.
< A chi stai scrivendo? > domandò Gregorio spaventandola.
< Accidenti, Gregorio. mi hai fatto paura. >
< Scusa, non volevo > replicò l’uomo riprendendo a sorridere.
< A nessuno d’importante > si limitò a dire la ragazza < Il film sta iniziando. Sei pronto? Ti sei rilassato? >
< Adesso va molto meglio, grazie. >
< Allora possiamo iniziare a guardarlo. >
< Certo, come vuoi tu > disse infine l’uomo prima di accoccolarsi sulla spalla della sua amica staccando la sua mente a pensieri ossessivi di cui era immerso.

 

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Capitolo 7
*** L'impronta mafiosa ***


Appena Gregorio riaprì gli occhi, vide che erano appena passate le sette del mattino e che aveva dormito in compagnia della sua amica Sandra.
“Ma che diavolo…”
Alzandosi di scatto dal divano, Gregorio svegliò immediatamente anche la sua amica dicendogli che era molto tardi.
< Ma che ore sono? >
< Le sette del mattino passate. >
< Stai tranquillo. Mica entri ora al lavoro? >
< Accidenti. Ho un fortissimo mal di testa. Stanotte devo aver dormito male. >
< La mia spalla non è molto morbida. Deve essere a causa di quello. >
< Adesso che si fa? Facciamo colazione insieme? > domandò l’uomo spaesato.
< Certo, come vuoi tu… Ma ce la fai a rimanere un attimo calmo? Ci siamo solo addormentati sul divano senza aver fatto nulla. >
< Non è questo. È solo che… >
Ma Gregorio si bloccò di colpo, dirigendosi verso la finestra del suo salotto per fissare l’esterno.
“L’uomo misterioso è scomparso… Forse si sarà stancato di rimanere in piazza ad attendere che io uscissi.”
< Gregorio, sei sicuro che vada tutto bene? >
< Va tutto a meraviglia. Vuoi che ti presti alcuni vestiti? Magari hai bisogno di cambiarti. >
< Sto bene così. Ho solo bisogno del bagno. >
< Ok. Vai prima tu. Poi vado io. >

 

Una volta uscito dal palazzo, Gregorio non faceva altro che guardarsi intorno se riusciva a intravedere l’uomo di ieri.
“Perfetto. Non c’è… Quindi questo vuol dire che non mi cervava me, altrimenti sarebbe rimasto qui anche adesso.”
< Stai forse aspettando qualcuno, Gregorio? >
< No. volevo vedere se quel tizio di ieri sera era ancora nei paraggi. >
< Perché? Lo conoscevi forse? >
< No. Però era un individuo che non mi piaceva per nulla… >
< Sì. Era molto sospettoso, vero? >
< Secondo me cercava qualcosa. Ma non saprei cosa… >
Una volta svoltato l’angolo per lasciare la piazza, l’individuo di ieri prese in mano il suo cellulare per fare una chiamata privata.

< Tienilo d’occhio. Appena raggiunge il suo amico detective chiamami immediatamente. Non vogliamo nessun tipo di grane in questa storia. La nostra cliente deve rimanere con noi. È troppo preziosa. >
< Va bene. Come vuoi tu > disse infine l’individuo misterioso riagganciando la chiamata e uscendo dal suo nascondiglio.

 

< Che cosa prendi per fare colazione di solito? > gli domandò Gregorio alla sua amica Sandra.
< Un pezzo salato e un cappuccino. Sceglilo pure tu. >
< Che strano abbinamento… Comunque va bene. >
< Lo so. È che mi piace fare colazione con pezzi salati e berci un buon cappuccino. Io sono fatto così. >
< Ahahah non ti preoccupare. Prendo io l’ordinazione, ok? Tu sistemati al tavolo. >
Ma nel mentre Gregorio stava prendendo l’ordinazione, un uomo elegante dalla giacca blu scuro si avvicina frapponendosi tra di lui.
< Ma che diavolo… >
< Zitto e non parlare. >
< Chi sei? >
< Ma come? Non mi riconosci più? Sono il detective Lorenzo? >
< Perché mi hai preso in disparte e mi parli a bassa voce? Che succede? >
< Ho bisogno di parlarti urgentemente. E in privato. >
< Adesso non posso. Sono in compagnia con una delle mie amiche. >
< Accidenti! E non puoi disfarti di lei? >
< In questo momento no… Ma che succede? >
< Si tratta dell’uomo che ti stava spiando ieri sotto casa… A proposito, l’hai forse rivisto? >
< No. Stamattina era scomparso nel nulla. >
< Non so se è un bene o un male… Comunque questo bar non è un luogo sicuro. Ti aspetto dentro la mia auto. La riconoscerai subito: è blu elettrico. >
< Ok, però non so quando potrò liquidare la mia amica. >
< Trova una scusa. al più presto. È molto importante. >
Preso da un senso di curiosità euforica, Gregorio si staccò da Lorenzo per andare verso la sua amica Sandra che lo stava aspettando impazientemente.
< Eccoti! Ma dov’eri finito? >
< Scusa. C’era tanta gente… Ecco qua la tua colazione. >
< Grazie. Tu non mangi? >
< In questo momento non ho fame. >
< Mi lasci mangiare da sola? >
< Tranquilla. La cosa più importante è la compagnia, no? >
< Forse… E comunque, guardando l’ora, purtroppo devo rientrare al lavoro. >
< Capisco. Anch’io tra poco dovrò farlo. Ricomincia la mia settimana… Che strazio. >
< Puoi ben dirlo… Devo dire che non ho mai mangiato una pizzetta così buona. Ottima scelta. >
< Davvero? In questo bar si mangia davvero molto bene. >
< Ci ritornerò presto > rispose Sandra divorando la sua colazione < Ma adesso purtroppo devo andare. Ci rivediamo presto, va bene? >
< D’accordo… Hai forse notizie su Chiara? >
< No… Perché? >
< E’ da molti giorni che non la sento. Volevo sapere se tu sei continuamente in contatto con lei. >
< A dir la verità nemmeno io la sento da molti giorni… Si starà divertendo chissà dove. >
< Hai ragione. Lasciamola divertire lei che può. >
< Vado a pagare alla cassa. Poi ci salutiamo, ok? >
< Lascia stare. Ho già fatto io. >
< Davvero? Ma non dovevi. >
< L’ho fatto con piacere > replicò Gregorio sorridente.
< Ti ringrazio. Sei gentilissimo > rispose Sandra dandogli un rapido bacio sulla guancia < Ci vediamo presto. Ciao. >
Appena la ragazza lasciò il bar, Gregorio pagò di fretta e furia la colazione per dirigersi verso l’auto del detective.
< Eccomi qua. Ho fatto abbastanza presto? >
< Potevi metterci molto di più… >
< Che succede? >
< Volevi sapere chi c’è dietro la scomparsa di Chiara? Ecco, forse sono riuscito a tirare alcune conclusione che potrebbero rivelarsi vere. >
< Che stai dicendo? Parla chiaro. >
< Siamo finiti in un brutto giro, caro Gregorio… E dovremmo stare molto attenti a chi ci circola intorno. >
< Di chi dovremo aver paura? Sentiamo. >
< Qui c’è di mezzo la Sacra Corona Unita. >
< Come? La mafia pugliese? >
< La conosci? >
< Ho letto alcune cose su di loro… Credevo che non esistesse più. Com’è possibile? >
< Alcuni dei suoi sicari sono ancora in giro e bazzicano in queste zone. È molto probabile che l’uomo che ti stava spiando fosse un loro membro. >
< Se è così, siamo in guai molto seri. Rischiamo di essere uccisi. >
< O di essere rapiti… >
< Credi che Chiara… >
< Non credo che le farebbero del male… Adesso però bisogna scoprire che cos’hanno in serbo per lei. >
< E se tutta questa situazione fosse una grande bugia? Se tu ti stessi sbagliando? >
< Vorrei tanto. Ma ho riconosciuto quest’uomo > fece Lorenzo porgendogli una foto.
< Ma questo tizio era in compagnia di Chiara l’ultima volta che l’ho vista dinanzi a quell’edificio. >
< Si chiama Carlo Ferrosino ed è un membro della Sacra Corona Unita. >
< Dannazione. Ci mancava pure la mafia… Non sei riuscito a scoprire chi mi sta spiando? >
< Purtroppo no ma credo di essere molto vicino. >
< Che cosa possono volere da uno come me? >
< Purtroppo questo non lo so… Ma se tu sei in pericolo, molto probabilmente lo sono anche le tue ragazze. >
< Oh cielo! Devo immediatamente avvertirle! >
< Stai calmo. On alzare un polverone inutile. >
< Ma quale polverone? Devono essere aiutate! >
< E lo faremo… Ma rimanendo nell’ombra. Non possiamo permettere che io e te veniamo scoperti, altrimenti rischiamo di fare una brutta fine e di non scoprire mai dove si trova Chiara. >
< Questa situazione sta diventando insostenibile. >
< E sono passati solo otto giorni dalla scomparsa, Gregorio… E’ davvero molto strano che le tue amiche non si facciano nessuna domanda su dove possa essersi cacciata. >
< Qualche giorno fa’ Chiara ha mandato un messaggio a Sandra dicendogli che era in vacanza in un posto non specificato. >
< Cosaaa?! E me lo dici solo adesso?! >
< Scusami, ma non mi è venuto in mente. >
< Sei davvero scemo! Non puoi dirmi questa notizia come se niente fosse… Ne va delle nostre indagini. >
< Adesso cosa facciamo? >
< Meglio se tieni sott’occhio la tua amica Sandra… Da quello che sono riuscito a capire è quella dove hai più contatto e confidenza, vero? >
< E tu come fai a saperlo? >
< Amico, sono o non sono un detective privato che lavora nell’ombra? >
< Mi hai spiato! >
< Nel bene e non nel male. >
< Da quando mi tieni sotto controllo? >
< Da circa un mese… E’ un grande problema? >
< Adesso sì. >
< Allora vedi di non pensarci. Hai altro a cui impiegare il tuo tempo. >
< A proposito del mio tempo, tra poco devo entrare al lavoro. >
< Che tipo di lavoro fai? >
< Il barista. >
< Bravo. Prepari anche cocktail? Il primo preferito è il Cocktail Bacardi. >
< Sì, ne faccio alcuni… Ma più che latro lavoro la mattina e il pomeriggio. La sera sono quasi sempre a casa. >
< Buon per te. io lavoro 24 ore su 24 con le antenne alzate… Dovrò pur guardarmi intorno, no? >
< Se non ti conoscessi direi che hai molti nemici. >
< Diciamo che ho risolto casi molto importanti… Ed è per questo che molta gente di questa città non mi sopporta. >
< Spero che tu non sia entrato nel mirino di quella mafia pugliese… Altrimenti dovrò starti lontano. >
< Mi dispiace per te ma ci siamo dentro fino al collo… Tu pensa al tuo lavoro e tieni sotto controllo le tue ragazze, soprattutto quella Sandra. Secondo me nasconde qualcosa… >
< Sandrina? Non credo che sia la tipica persona… >
< Ricordati che non si conosce mai una persona fino in fondo. >
< Mi sembra di parlare con mia madre. >
< Allora vuol dire che dice cose giuste quella santa donna > replicò Lorenzo scherzando.
< Ma se non la conosci nemmeno! Hai forse spiato anche lei? >
< Non ancora… > rispose il detective alzando lo sguardo.
< Adesso che succede? Chi hai visto? >
< Quella non è la tua amica Sandra? >
Una volta che anche Gregorio alzò lo sguardo, vide la sua amica mora che li stava fissando con sguardo circospetto, aumentando sempre in lui sospetti che non credeva di avere.
< Ci ha controllati tutto il tempo. Me lo sento > fece Lorenzo appena vide passare l’auto della ragazza.
< E con ciò? Non ha sentito quello che ci dicevamo. >
< Fortuna no… Anche perché prima di salire ho controllato se c’erano alcune cimici. >
< Devo dire che sei molto furbo, giovane detective. >
< Esperienza, mio caro… O forse perché ho un talento innato. >
< Sei molto modesto. >
< Mi piace vantarmi molto… Ma tu non ci fare caso, ok? Sai dove va la tua amica? >
< Entra al lavoro pure lei. facciamo lo stesso lavoro in bar diversi ma vicini. >
< Allora un ottimo motivo in più per seguirla subito. >
< Ma devo andare al lavoro! >
< Sono le nove. A che ora entri? >
< Tra un’ora. >
< Allora hai tutto il tempo… Mi raccomando: non farti scoprire. Se chiama qualcuno avvicinati a lei con delicatezza. >
< Tu la fai facile. Non sono un detective abile come te. >
< Vuoi che ci andiamo insieme? >
< Mi sembra doveroso. >
< Ma la mia macchina è troppo appariscente… Prendiamo la tua? >
< Ok. Affare fatto. >

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Capitolo 8
*** Intercettazione ***


Una volta raggiunto il posto di lavoro dove Sandra passava la maggior parte della sua giornata, Gregorio e Lorenzo la continuavano ad osservare a distanza di sicurezza.
< Sta uscendo dall’auto e si appresta ad entrare sul luogo di lavoro. >
< Quindi tu pensi che non ci sia niente di strano, Gregorio? >
< Assolutamente no, detective. >
< Ah sì? Allora perché entra di straforo in una porta secondaria con il cellulare in mano? Chi starà chiamando? >
< Non lo so… Da quello che posso immaginare è in stretto contatto con le sue amiche. >
< Il mio istinto mi dice che non sta parlando con una di loro… E’ meglio uscire dall’auto. >
< Vuoi avvicinarti a lei? >
< Altrimenti come facciamo ad ascoltare la sua conversazione? >
< Io… non so… >
< Non aver paura. Non ci scoprirà nessuno. >
< Spero che tu abbia ragione. Non voglio rischiare di perdere la sua amicizia per così poco. >
< Stai tranquillo. Al massimo quello che puoi perdere è la vita. >
< Cosaaa?! >
< Stavo scherzando, Gregorio. rilassati. >
< Non sei affatto divertente. Ti avverto. >
Appena Sandra si arrestò improvvisamente dinanzi all’entrata secondaria di servizio, accese una sigaretta e compose un numero privato sul suo cellulare.
< Ecco, ci siamo… Guarda Gregorio: fa tutta la misteriosa. >
< Ma perché? >
< Perché nasconde qualcosa. È ovvio… Ma noi stiamo per smascherarla. >
< Credi che la scomparsa di Chiara sia legata a lei? >
< Non vorrei pensarlo… Ho bisogno di fatti. Adesso però fai silenzio. >
Attendendo alcuni secondi, alla la persona dall’altro capo del cellulare accettò la chiamata della ragazza, parlando in maniera fittizia.
< Sono Sandra. Con chi parlo? >
< Non riesci più a riconoscere la mia voce, Sandra? Sono Carlo. >
< Come sta procedendo il piano? Lei sta bene? >
< Abbastanza. Per ora non fa nessuna domanda. >
< Molto bene… Che cosa avete pensato al suo futuro? >
< Dovremmo convincerla a rimanere a Tenerife per tutta la vita… Ma vorrei avvertirti che non è semplice. >
< Fate quello che volete basta che non torni mai più qui a Lucca. Sono stata chiara? >
< Faremo il possibile ma non possiamo prometterti niente. >
< Siete stati pagati profumatamente per togliermela di mezzo una volta per tutte. Adesso dovrete portare il piano fino in fondo, altrimenti ne dovrete pagare le conseguenze. >
< Signorina, forse lei non sa con chi sta parlando… >
< Non mi fate paura. Posso benissimo difendermi da sola. >
< Secondo me si dovrebbe rilassare e pensare a qualcos’altro… Come ad esempio un viaggio con le amiche. Per caso ci sono dei sospetti su di lei? >
< No. Ma ho visto un mio caro amico parlare con un detective in maniera fittizia. >
< Che cosa si dicevano? >
< Sono sulle vostre tracce… >
< Davvero? Ahahah ne dubito fortemente. Siamo molto abili nello sparire quando ci vuole. >
< Spero che voi non siate qui nelle vicinanze, altrimenti… >
< Siamo in compagnia della ragazza. Sta imparando il suo lavoro che tanto ama… Non la molleremo per un minuto. Se non ci crede, può benissimo venirci a trovare di persona. >
< Non servirà. Vedrò di fidarmi… >
< Mi pare che non avete nessun’altra alternativa… Però vi consiglio di visitare Tenerife: è un’isola bellissima. >
< Magari quando la nostra cliente non sarà più un problema. >
< Vuole che il nostro piano cambi? Lo sai che posso toglierla di mezzo come meglio posso. >
< Assolutamente no. mi dispiacerebbe molto. >
< La pietà è per i deboli. Se lo ricordi… Però se è questo il suo desiderio noi non faremo altro che acconsentire. >
< Fatemi sapere se ci sono dei problemi al riguardo, va bene? Se non vi rispondo al primo tentativo sarò io che vi contatterò. >
< Sì. Ce l’ha già spiegato una volta… Buona giornata, signorina > disse infine la voce misteriosa prima di interrompere la chiamata.

 

Sentendo l’intera conversazione di Sandra, Gregorio e Lorenzo furono alquanto scossi nel percepire con quale durezza stava molto probabilmente parlando della povera Chiara.
< Hanno parlato di lei… me lo sento… >
< Non fare conclusioni affrettate, Gregorio. Non abbiamo ancora le prove che la possono incriminare. >
< Questa non è una prova abbastanza grande?! > gridò inviperito l’uomo < Ha voluto togliere di mezzo Chiara per gelosia. Me lo sento. >
< Per così poco? Gregorio, secondo me stai esagerando. >
< Hai un’altra valida idea in mente? >
< No, però… >
< Allora fidati che è così… Accidenti, non ci posso credere. Come ha potuto arrivare fino a tanto? E poi per cosa? Quella donna è completamente pazza… La devo fermare. >
< Fermati subito, stupido. Non precipitare le cose. >
< Chiara è in serio pericolo e tu mi dici di fermarmi? Hai sentito, no? potrebbero ucciderla in qualsiasi momento se lei da l’ordine. >
< Ma non lo farà… Dobbiamo andare con i piedi di piombo e scoprire la verità. >
< A Tenerife… L’hanno nascosta proprio bene quei bastardi. >
< La cosa più importante è che rimanga viva. Facendo così possiamo indagare tranquillamente. >
< Tranquillamente dici? Ma se ci ha scoperto che stavamo parlando di nascosto! Quella ragazza è davvero furba. Volevo tanto coglierla sul fatto e scoprire che cosa mi poteva aver detto. >
< Ma non l’hai fatto. Mossa alquanto saggia. >
< Non ce la faccio ad aspettare. Devo agire! >
< Ho detto di no! dobbiamo solo tenerla sotto controllo. >
< E come? >
< Seguendo ogni suoi singolo passo… Sai per caso a che ora finisce il suo turno lavorativo? >
< Sono le nove e mezzo del mattino quindi tra otto ore. >
< Molto bene. Alle 17:30 ci ritroviamo qui, ok? Tu devi entrare al lavoro. >
< Fammi prima vedere se sta lavorando… >
< Certo che sta lavorando. L’abbiamo vista entrare dalla porta di servizio. >
< Voglio esserne sicuro. >
< Che stai facendo? Torna qui! > gridò Lorenzo vedendo Gregorio allontanarsi.
Una volta affacciatosi dinanzi alla finestra del piccolo bar, vide che Sandra non si trovava da nessuna parte.
“Perché non riesco a vederla? Dove diavolo si sarà cacciata?”
< Gregorio! >
< Fai silenzio! > gridò Gregorio sottovoce < Non riesco a vederla da nessuna parte. Non vorrei che fosse fuggita… >
< E dove, scusa? >
< Che diavolo ne so! Meglio che entri per la conferma. >
< Tu stai per mandare tutto a puttane… >
< Se non ti cuci quella bocca immediatamente giuro che ti strozzo con le mie mani. >
Con il nervosismo e la rabbia che gli ribollivano nelle vene, Gregorio si fece coraggio entrando nel bar dove Sandra lavorava.
< Buongiorno. Desidera qualcosa? > domandò una giovane ragazza sorridente.
< Buongiorno. Un informazione: sa se Sandra lavora oggi? >
< No. ha cambiato il turno con me all’ultimo momento. >
Sentendo la risposta della ragazza, Gregorio rimase spiazzato.
< Tutto bene? > fece la ragazza.
< Come? Sì… Sa per caso se gli ha detto il motivo? >
< Sì è limitata a dirmi che non sta molto bene… Fortunatamente è riuscita a trovarmi, altrimenti non ci sarebbe stata nessuna in grado di sostituirla. >
< Già, una vera fortuna. >
< Per caso è successo qualcosa? Lei è un parente stretto che conosce Sandra? >
< Sono un suo amico… Grazie mille per tutto. Buona giornata. >
< Altrettanto > replicò infine la ragazza alquanto confusa per le domande di Gregorio.
Uscendo dal locale con lo sguardo visibilmente sconvolto, Gregorio andò incontro a Lorenzo spiegandogli che Sandra aveva cambiato il suo turno lavorativo con una sua collega.
< Ma non è possibile… L’abbiamo vista pochi minuti fa’ che stava parlando al cellulare. Non può essere scomparsa nel nulla. >
< Ti dico che è così! Quella stronza ci ha fregati tutti e due! >
< Accidenti. Dobbiamo rintracciarla alla svelta. >
< Purtroppo dovrai farlo da solo… Devo entrare immediatamente al lavoro e sono già in ritardo. >
< Vai pure. Se ci sono delle novità ti avvertirò immediatamente. >
< Questa cosa non ci voleva… Molto probabilmente è scomparsa nel nulla e non vuole farsi trovare. >
< Ma perché? Non ci ha visti. >
< Non so cosa pensare… Spero tanto di riuscire a trovarla, altrimenti siamo in guai molto seri. >
< La troveremo. Tranquillo… Tu vai pure. Io prendo un autobus che mi riporti alla mia auto. >
< Ok. Ci vediamo più tardi. >

 

Una volta che Gregorio aveva finito il suo turno lavorativo, controllò immediatamente il cellulare per vedere se aveva ricevuto chiamate da Lorenzo, ma niente.
< Allora? Novità? > fece il ragazzo chiamando immediatamente il detective.
< No. è completamente scomparsa nel nulla. >
< Adesso come facciamo se non sappiamo minimamente dove possa essere finita? >
< C’è solo un’idea pazza che balena nella mia mente: andare dritti a Tenerife per cercare la tua amica Chiara di persona. >
< Non posso partire come se niente fosse. Ho il mio lavoro e la mia vita qui. >
< Lo so, ma sarebbe per poco tempo. Dammi retta. È l’unica soluzione. >
Sentendo le parole del detective, Gregorio rimase silenzioso per alcuni secondi.
< Ci penserò, d’accordo? Prima voglio parlare con le altre mie amiche. >
< Perché? Che cosa centrano loro? >
< Voglio sapere se hanno notato in Sandra un comportamento molto strano del solito. >
< Quella ragazza è molto furba. Non si farebbe mai scoprire come se niente fosse. >
< Lo so. Però voglio arrivare fino in fondo a questa faccenda… Comunque proverò anche a ricontattare proprio lei. Voglio vedere se mi risponde. >
< Sai che non lo farà mai… Per lei siamo diventati dei tipi molto pericolosi. >
< La situazione sta diventando troppo intrigata… Comunque se vorrai farmi visita per continuare le indagini, sappi che mi troverai a casa. >
< Oggi sono dovuto andare fuori città per lavoro. Rientrerò domani. Almeno lo spero. >
< Cosa? Così improvvisamente? Non puoi stare via molto. >
< Lo so. Ma adesso non ci sono sviluppi su questa storia… Fammi sapere se tu scopri qualcosa, ok? >
< Non credo che succederà però ti avvertirò. A presto > disse infine Gregorio prima di riagganciare la chiamata.
< Bravo, giovane detective. Sei stato molto convincente. >
La voce acuta di Sandra rimbombò nelle orecchie di Lorenzo come se fosse un missile.
< Adesso mi lascerai libero? > domandò l’uomo fissando intensamente la donna.
< Perché tu possa raccontare a Gregorio quello che ti sto facendo? Non mi sembra una buona idea… Cari ragazzi miei, vi siete invischiati in un problema molto più grosso di voi. La Sacra Corona Unita difficilmente fa prigionieri. >
< Lo sapevo che c’erano dietro loro in questa storia. >
< I miei complimenti. Sei un detective molto perspicace per la tua età… Ma chi lo andrai a raccontare? >
< Ti prego Sandra, cerca di ragionare. >
< Fai silenzio… Adesso dove pensare dove poterti nascondere. Lucca è una città molto piccola. Ti troverebbero molto facilmente… Devo dire che Tenerife è l’isola adatta per un esilio. >
< Mi farai ricongiungere con la tua amica che hai fatto rapire? >
< Forse… Ma non so se avrai la possibilità di conoscerla. Quella bastarda si sta facendo un sacco di domande. Appena possibile verrà tolta di mezzo. >
< Ti prego, non farlo. Non ne vale la pena. >
< Mi ha sempre disprezzato quella maledetta… E poi non sai che ha tentato di protarmi via il mio Gregorio. Le altre l’avevano capito subito che ne ero innamorato, mentre lei ha voluto per forza mettersi in mezzo. Una cosa che non l’ho mai mandata giù. >
< Quindi il movente è la tua cotta per Gregorio. >
< Esatto… Ma se non posso averlo io, non lo avrà nemmeno lei. >
< Stai sbagliando tutto, Sandra. Libera me e quella povera ragazza. Non ci meritiamo un simile futuro. >
< Fai silenzio ho detto! > gridò la donna colpendo il povero detective dritto in viso < Tu e quella maledetta farete la fine che vi meritiate. Punto e basta. >
< Allora? Quando partirò? >
< Ti ucciderò nel posto più improbabile che tu possa mai immaginare: ti getterò dalle mura della città. >
< Nessuno è mai morto una volta buttatosi da quell’altezza. >
< Davvero? Però farò in modo che tu non riesca a superare la caduta… Magari con una pallottola in corpo sarà molto più facile. >
< Maledetta. La pagherai molto cara. >
< Attenderemo la notte. E subito dopo entrerò in azione… E quando ti avrò eliminato una volta per tutte, mi recherò personalmente a Tenerife per finire il lavoro con Chiara e tornerò alla mia vita di sempre come se non fosse successo nulla. Un piano geniale, non trovi? >
< Stupido piano e privo d’intelligenza. Gregorio sta già sospettando di te, sai? >
< Se me ne darà l’occasione, ucciderò anche lui. È una promessa. >

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Capitolo 9
*** Omicidio mancato ***


La notte era ormai scesa sul cielo della piccola cittadina e il cuore di Lorenzo si faceva sempre timoroso e impaurito.
Sapeva che più il tempo passava e più la sua vita era appesa ad un filo.
Ma non si sarebbe arreso e avrebbe continuato a combattere fino in fondo.
< La città di Lucca è molto piccola > fece Lorenzo con ghigno malefico < Voglio proprio vedere dome mi ucciderai e nasconderai. >
< Di questo non devi preoccuparti. >
< Mi troveranno e tu non avrai scampo. >
< L’ho fatta sempre franca. >
< C’è sempre una prima volta nella vita, sai? >
< Fai silenzio. Non voglio più sentirti parlare!> gridò la donna prendendolo a schiaffi.
< Picchiarmi non servirà a niente. Non fermerai mai le mie parole. >
< Perché vuoi costringermi a tagliarti la gola proprio adesso? Sei proprio uno stupido. >
< L’unica stupida presente sei proprio tu. >
< Prova a ridirlo se hai il coraggio. >
< Meglio di no. Ho già fatto arrabbiare troppe donne nella mia vita. >
< Adesso fai pure lo spiritoso? Vedrai che quando ti avrò ucciso non riderai così come ora. >
< Che ci posso fare? Prendo la mia futura morte come una risata. >
< Tu sei completamente pazzo > rispose Sandra disgustata.
< Può darsi… Ma questo è il bello della vita. >
< Ma te sentilo… Tornando a noi, sai dove stava andando Gregorio? >
< Come hai potuto sentire durante la mia conversazione, stava per andare a casa. >
< Forse è meglio esserne sicuri… Non vorrei ritrovarmelo improvvisamente mentre ti starò per uccidere. >
< Lo sapevo che prima o poi saresti stata colpita dai tuoi sensi di colpa. >
< Smettila di parlare a vanvera e mettiti questo sul viso. >
< Cos’è? Un passamontagna? >
< Esatto. Non dovrai scoprire dove staremo andando. >
< Come vuoi. ma lo sai che non mi farai tacere, vero? >
< Ah no? >
Improvvisamente però, la donna assestò al giovane detective un colpo allo stomaco che lo piegò in due dal dolore.
< Per quanto continuerai a fare il furbo? >
< Va bene. Ho recepito il messaggio. Andiamo da Gregorio? >
< Stai zitto e mettiti questa. >

 

Una volta arrivato a casa, Gregorio fu sorpreso nel vedere che in casa sua c’erano sua madre e le sue due amiche Emanuela e Lucia.
< E voi? Cosa ci fate qua? >
< Ciao Gregorio. scusa se siamo piombati tutte qua ma abbiamo bisogno di parlarti di Sandra e di Chiara. >
Sentendo quei nomi, Gregorio sbiancò di colpo.
< Perché? Che è successo= >
< Secondo le tue amiche, Chiara non si trova in vacanza chissà dove. Pensano che gli sia successo qualcosa. > replicò la madre del ragazzo.
< Tu sai niente di lei o di Sandra? >
< No, mi dispiace. >
< Secondo te cosa dobbiamo fare in questo frangente? > domandò Emanuela.
< Niente. Dovete solo stare tranquille. Non c’è niente da temere. Vedrete che Chiara tornerà tra pochi giorni. Ha bisogno di sfogarsi quella povera ragazza. >
< Sfogarsi per cosa? >
< Ha appena trovato un lavoro che forse la renderà definitivamente felice… Dobbiamo avere pazienza. >
< Non lo so ma questa situazione non mi convince > mormorò Lucia < Non ha più scritto niente sui suoi profili e non risponde più alle chiamate. >
< Magari avrà da fare… >
< Anche di notte? >
< Forse tornerà stanca dalla sua giornata lavorativa. Non so0 cosa dirvi, ragazze. >
< Ma tu non sei minimamente preoccupato? >
< Scusate tanto se sono egoista, ma ho già troppe preoccupazioni al lavoro… E comunque no, non sono minimamente preoccupato. >
< Sei veramente insensibile, Gregorio. come puoi pensare questo di una tua amica? Potrebbe anche essere la tua fidanzata. >
< Mamma! Ma cosa diavolo dici?! >
< La verità, figlio mio. Dovresti preoccuparti di più per la gente che hai intorno, altrimenti rischi che di rimanere solo per tutta la vita… Vuoi fare la mia stessa identica fine? Sono stata abbandonata prima da tuo padre e poi dal resto della nostra famiglia perché ho sempre pensato a me stessa e a te… Ma oggi eccomi qui: anche se ho molte recriminazioni, vorrei tanto avere un bel futuro per te. mi capisci, vero? >
< Mamma, perché stati dicendo tutto questo? Alle mie amiche non interessa la nostra situazione delicata. >
< Non è vero, Gregorio > fece Lucia < Ci dispiace molto per te. davvero. >
< Lo so, però… >
< Vedi di pensare alla tua amica, stupido che non sei altro. Vedrai che gli è successo qualcosa > fece la donna anziana facendogli l’occhiolino.
< Potrei parlarti un attimo in privato? >
Prendendo sua madre per un braccio, Gregorio la trascinò fino in cucina per rimanere da solo con lei.
< Che cavolo stai facendo?! >
< Diglielo che è stata rapida. Anche loro devono sapere che cos’è successo a Chiara. >
< Non mi sembra il caso, mamma. La situazione è fin troppo delicata e problematica. >
< Perché non vuoi farti aiutare da nessuno? >
< C’è già una persona che mi aiuta. >
< E chi sarebbe? >
< Questi non sono affari tuoi, mamma. Non intrometterti più del dovuto in questa storia. >
< Ormai ci sono dentro fino al collo come te. dimmi chi è questa persona. >
< è un giovane detective. Insieme a lui stiamo provando a risolvere il caso da soli. >
< E ti diverti a fare il giovane detective come quel cartone giapponese? Vorrei ricordarti che questa è la vita reale. Stai rischiando grosso, Gregorio. >
< LO so bene, mamma. >
< E quindi? Non vuoi farti aiutare da nessuno? >
< No. Ce la facciamo benissimo da soli. >
< Chiama subito il tuo amico detective. Voglio parlarci personalmente. >
< Tu sei matta, mamma. La vecchiaia ti fa un brutto effetto. >
< Sono molto più sana di mente di te, caro il mio figlioletto. >
< Perché ci vuoi parlare? Che cosa hai da dirgli? >
< Vorrei incontrarlo. Posso? >
< Magari in questo momento starà facendo le sue indagini. Ti pregherei di non disturbarlo. >
< Dammi il tuo cellulare! > gridò inviperita la donna. < Come si chiama il tuo amico detective? >
< Lorenzo. >
Vedendo le ultime chiamate effettuate sul cellulare di suo figlio, la donna digitò il suo numero di cellulare.
< Sta squillando. >
Attendendo per alcuni secondi, Gregorio riconobbe un suono flebile che attirò la sua attenzione.
< Questa suoneria… E’ proprio del cellulare di Lorenzo. >
< Che stai dicendo? >
Affacciandosi alla finestra, vide Sandra puntare contro il suo palazzo una bomba che gli lanciò contro.
Spaventato dalla situazione, Gregorio prese sua madre e trascinò via le sue due amiche fuori dal suo appartamento giusto in tempo prima che la bomba potesse esplodere.
< Gregorio! Gregorio! >
Disperata per quello che era accaduto, Lucia soccorse immediatamente l’uomo che era stato ferito alla testa.
< Dobbiamo chiamare immediatamente un’ambulanza. >
< Non serve. Sto bene > rispose Gregorio con tono flebile aprendo gli occhi.
< Sia ringraziato il cielo sei ancora vivo. >
< Fortunatamente siamo tutti vivi. >
< Sì, però sei ferito. >
< Emanuela ha ragione, Gregorio. devi farti subito medicare. >
< EE’ solo una ferita superficiale. Sto bene. >
< Non è vero. Potrebbe peggiorarti, sai? >
< In questo momento non ho bisogno di essere visitato, mamma… Ho visto Sandra… >
< Che cosa? >
< Non so come spiegarvelo ma è stata lei a far saltare in aria il mio appartamento. >
Scioccate per la rivelazione, le due ragazze si guardarono a vicenda cercando una spiegazione.
< I nostri timori erano reali… Ma perché Sandra si comporta in maniera così strana? Forse è stata lei… >
< Gregorio, diglielo subito. Hanno bisogno di sapere. >
Facendo un respiro profondo, alla fine l’uomo confessò i suoi sospetti verso la sua amica.
< Non ci hai detto niente perché volevi proteggerci? >
< Esatto. >
< Mossa più stupida di così non potevi farla, sai? Dovevi dircelo prima! >
< E cosa cambiava? >
< Tu avremmo aiutato, no? Potevamo fermare la pazzia di quella squilibrata > fece Emanuela furiosa < Ma invece no. È a piede libero e aspetta di togliere di mezzo Chiara. Tutto questo è inaudito. >
< Adesso però dobbiamo rintracciarla… Ho paura che dopo Chiara, quella pazza abbia rapito il detective che stava seguendo questo caso. >
< Hai forse qualche idea su dove possa essere? >
< Forse ne ho una vaga idea… Ma dobbiamo sbrigarci se vogliamo raggiungerli. Potrebbe ucciderlo in qualunque istante. >
< Va bene. Però noi veniamo con te. >
< Ma cosa… >
< Non discutere. Ormai non puoi farci cambiare idea. >
Guardando sua madre, Gregorio capì che non c’era modo per far cambiare opinione a due donne.
< Tu però rimani al sicuro, mamma. Non ti azzardare a venire con noi. >
< Va bene. Io sono troppo vecchia per questo genere di cose… Però vedi di farmi sapere come andrà a finire e stai molto attento, ok? >
< Sì, certo. >
< In altre occasioni non ti avrei permesso di farlo, ma c’è di mezzo una tua cara amica. >
< Lo so… Ma non posso perderla per colpa di una stupida gelosia, sai? >
< Vero. Ed è per questo che sei tu l’unico che puoi salvarla. >
< Prima però devo pensare al mio amico detective… Dobbiamo sfidare il tempo prima che sia troppo tardi. >
< Allora andiamo. >

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Capitolo 10
*** L'ultima resa dei conti ***


Gregorio non sapeva che cosa pensare.
In compagnia delle sue amiche Lucia ed Emanuela avevano controllato ogni posto in cui Lorenzo poteva andare o aveva qualche contatto.
“Non è possibile che non sia in uno di questi posti” pensò l’uomo innervosito “Dove diavolo potrebbe averlo nascosto?”
< Gregorio, cosa facciamo? >
< Non mettetemi fretta, ragazze. Sono già fin troppo su di giri per conto mio. >
< Lo sappiamo. Ma ogni minuto che passa il tuo amico è sempre più in pericolo. >
< Lo so bene! Cazzo! Dopo Chiara non posso permettere che anche lui rischi la vita così miseramente. Devo fare qualcosa… >
< Non faremo niente se rimaniamo qui immobile in Piazzale Verdi senza fare niente. >
< Tu hai forse qualche idea migliore, Lucia? >
< Non lo so. Ma se ci dividiamo sarà molto più facile per noi trovarlo. >
< Non ci pensare nemmeno, Lucia. Non vado alla ricerca di una pazza scatenata pronta ad uccidere un povero Cristo. >
< Che c’è? Hai paura? >
< Certo che ho paura. Perché tu no? >
< Se non ci penso troppo, no. >
< Sei incorreggibile. >
< Ragazze, discutere non mi aiuterà a trovarli… Devo pensare. >
Ad un certo punto però, a Gregorio gli balenò un’idea in mente.
< So che Sandra è molto legata al Baluardo di San Colombano. E se si trovasse lì? >
< Ma quel posto è frequentato da un sacco di gente. Sarebbe da stupidi uccidere una persona dinanzi a tutti. >
< Dobbiamo andare a controllare. >
Preso da un moto di curiosità irrefrenabile, Gregorio si recò verso uno dei posti più famosi della sua città.
< Aspetta! Non correre così veloce! >
< Dovete sbrigarvi, ragazze. Non abbiamo molto tempo. >
Arrivato a destinazione, il giovane uomo poté notare che il posto era completamente buio e senza uno spiraglio di luce.
“Un ottimo posto per uccidere una persona in solitaria, non c’è che dire.”
< Perché ti sei fermato? Hai visto qualcosa? >
< Per ora no… Ma state pur sicure che potrebbero nascondersi qui da qualche parte. >
Guardando più a fondo, Gregorio notò due sagome molto distinte piazzate proprio in cima alle mura urbane.
< Fermatevi immediatamente! > gridò l’uomo senza sapere se fossero davvero loro.
Appena però vide i loro sguardi, il suo cuore si fermò all’istante.
< Gregorio… >
< Sandra, che cosa stai facendo? >
< Grazie al cielo sei arrivato, Gregorio > fece Lorenzo con tono sollevato < Credevo di non avere più speranze. >
< Infatti non ne hai stupido detective. >
Con voce roca e raccapricciante, improvvisamente Lucia ed Emanuela si recarono verso la loro amica Sandra sfoderando le loro armi nascoste.
< Che cosa significa tutto questo? > domandò Gregorio confuso.
< Significa che sei in un mare di guai, ragazzo mio. >
< Voi due… siete complici… >
< Non te l’aspettavi, vero? Siamo molto più diaboliche di quanto tu potrai mai immaginare. >
< No… non ci posso credere… >
< Dovevate tenermelo lontano finché non avevo finito il lavoro. perché non l’avete fatto? > domandò Sandra furente di rabbia.
< Perché il nostro Sherlock Holmes è molto più furbo e astuto di quanto potevamo mai immaginare > fece Lucia cercando subito una scusa.
< Oppure è stato il giovane detective qui presente a fargli una soffiata… >
< Mi dispiace per voi, ma io non gli ho detto niente. >
< Fai silenzio. Non sei stato interpellato. >
< Adesso voi tre mi dovrete spiegare un sacco di cose. >
< Che cosa c’è da spiegare? Siamo solo una banda di criminali al femminile che tentavano di uccidere una nostra odiosa rivale. >
< Perché tanto accanimento verso Chiara? Che cosa vi ha fatto? >
< Sì è sempre sentiva superiore a tutte noi > spiegò Sandra < E a noi questo non piaceva. >
< E quando abbiamo saputo che ci stava provando con te? allora sì che la situazione è completamente degenerata > continuò Lucia.
< Esatto. Non potevamo più vederla… E dopo tanto tempo, abbiamo fatto in modo di toglierla di mezzo. >
< Sembrava un piano architettato nei minimi dettagli… Ma peccato che i tuoi sospetti sono ricaduti su di noi e sulla Sacra Corona Unita. >
< La Mafia pugliese che molti pensano che non esisti più… Ma è più viva che mani. >
< Ragazze, secondo me molta della colpa è da accreditare al suo giovane amico detective. È stato lui a mettergli in testa strani cose. >
< Hai ragione, Emanuela. Che ne dite di farlo fuori sotto gli occhi del nostro ormai ex seduttore? >
< Che cosa avete fatto a Chiara? Dove si trova? >
< In un luogo sicuro e ben nascosto. >
< Ditemi dove si trova, altrimenti… >
< Che cosa pensi di fare? Tu sei solo e disarmato, mentre noi ti potremmo far fuori quando vogliamo. Non sei nella posizione di minacciarci. >
< Avreste davvero il coraggio di uccidermi? >
< Se ce ne dai l’occasione, sì. >
< Liberate Lorenzo e Chiara, ragazze. E io farò finta che questa storia non sia mai successa. Vi do la mia parola. >
< Ahahah e noi dovremmo fidarci di te? sei completamente sciocco oltre che stupido. Se non vuoi sposare la nostra causa, morirai insieme a loro > mormorò Lucia.
< Io invece direi di ucciderlo insieme agli altri. Ormai è diventato un testimone molto scomodo. >
< Ma Sandra, è il nostro migliore amico. Un po’ di compassione > replicò Emanuela.
< La compassione è per i deboli… Ed io ne ho avuta fin troppa… Che cosa decidi di fare, Gregorio? sei pronto ad assistere alla morte di un tuo caro amico? >
< Non lo farete… >
< Invece lo faremo eccome. E nessuno ci potrà fermare. Stai a vedere. >
< NO! >
Ma prima che Sandra potesse far partire il colpo, la giovane donna venne colpita all’altezza del suo braccio destro, facendo cadere la sua arma a terra.
< Cazzo! Chi diavolo ha sparato?! >
Uscendo dall’oscurità, una giovane ragazza bionda con il viso sciupato e leggermente sfregiato si avvicinò a lei con fare minaccioso.
< Chiara… Sei davvero tu? >
< Maledette… Credevate davvero che non ce l’avrei fatta? Allora non mi credevate quando vi ho sempre detto che non mi fermavo dinanzi a niente. >
< Chiara, credevo che tu fossi in isolamento con gli altri membri della Sacra corona Unita > fece Grdegorio ancora sorpreso nel vedersela dinanzi.
< Sono successe tante cose nel giro di questi giorni… Volevano rapirmi per portarmi su quell’isola. Ma alla fine sono riuscita a capire il loro piano e mettendo a rischio la mia vita sono riuscita ad avere la meglio contro i miei nemici.
< E Carlo Ferrosino? Doveva toglierti di mezzo! >
< Invece sono io che ho tolto di mezzo lui… Mi dispiace per te Sandra, ma il tuo piano è andato a puttane. >
< Non così in fretta > fece Lucia < Ci siamo ancora noi due. >
< Ragazze… Non mi sarei mai aspettata che anche voi due faceste parte i una setta e di un piano così scellerato… Ma cos’è ne è stata della nostra amicizia? Dei nostri valori? Delle nostre giornate passate a parlare e a straparlare del tempo. Volevate farmi fuori fin dall’inizio. Ma perché? >
< Perché sei solo una stupida ragazzina arrogante che voleva fregarci l’unico uomo che abbiamo sempre amato. Ecco perché ti odiavamo così tanto. >
< Siete solo delle sciocche… Una stupida gelosia ha rovinato tutto. Non ci posso credere. >
< Adesso però basta parlare > intervenne Emanuela < Dobbiamo passare ai fatti. Ci sono fin troppi testimoni per i miei gusti. È giunta l’ora di finire questa storia una volta per tutte. >
< E finirà in questo momento… Meglio se abbassate le armi. Siete tutte circondate. >
Guardandosi attorno, le tre ragazze poterono vedere un’orda di poliziotti avanzare verso il San Colombano e bloccare ogni via d’uscita.
Tranne…
< Sandra, che diavolo stai facendo?! > gridò Gregorio fissando la ragazza intenta a buttarsi dalle mura.
< Mi dispiace, Gregorio… Per tutto quello che ho fatto… Marcirò in prigione per il resto dei miei giorni… Ma non voglio ridurmi così. Preferisco morire immediatamente che soffrire come un cane. Addio. >
Ma prima che la ragazza si potesse buttare, Gregorio accorse verso di lei prendendola per il braccio sinistro.
< Che cosa stai facendo. Lasciami andare! >
< Non ci pensare nemmeno. Non morirai impunita. >
< Sono una persona senza cuore, Gregorio. lo devi capire. >
< Lo capisco perfettamente… Ma non posso permettere di vederti morire… Anche se si quella che sei, voglio ricordarmi di te e delle altre come ragazze ammodo che amano la vita. Non così. >
Sentendo le parole piene d’amore, alla fine Sandra si convinse e si fece aiutare a risalire le mura prima che potesse cadere.
< Gregorio, io… >
< Stia alla larga. Adesso ci pensiamo noi > fece uno dei poliziotti prima di mettergli le manette.
< Gregorio, ti prometto che ci rivedremo > disse infine Sandra prima di venire portata via insieme alle altre.
“No, Sandra. È meglio che la nostra amicizia finisca qui. È meglio per tutti.”
Dopo aver fatto un respiro profondo come segno di liberazione, Gregorio andò a sincerarsi delle condizioni di Lorenzo e soprattutto di Chiara, cercando di tornare alla vita regolare e tranquilla di un tempo.
< Gregorio, come faremo a dimenticare tutto questo? > gli domandò Chiara.
< Non lo potremmo mai dimenticare… E’ questo il nostro fardello. >
< Non avremo mai una vita normale? >
< Certo che sì… Ma il passato non si scorda mai. Che tu lo voglia oppure no. >

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