L'essere centenario.

di j_j_joker90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Libera il cip ***
Capitolo 2: *** la morte non è la vera fine ***



Capitolo 1
*** Libera il cip ***


Era stata l' ora di dimostrare il suo valore e aveva fallito.
Tra poche ore il governo mondiale avrebbe deciso del suo destino, a lui lo avrebbe accettato, non avrebbe provato a scappare come un infame senza onore, avrebbe abbracciato la vita che gli spettava o la morte nel migliore dei casi.
Però...c'era un però. Un piccolo problema che lo assillava.
Il suo respiro continuava ad andare e venire in maniera irregolare, la sua gola si chiudeva, e lo stomaco brontolava per far uscire quel poco che aveva mangiato prima della battaglia.
Sentiva le lacrime agli occhi e i pensieri non facevano altro che assillarlo. Si era mai sentito così prima? Si. Sapeva di cosa si trattava: era un attacco di panico.
Una persona normale avrebbe reagito pensando fosse normale, i cinque Astri di Saggezza stavano discutendo del suo imminente e lui non era loro ospite, ma bensì loro prigioniero, con l'accusa forse più grave che esista: tradimento.

Ebbene 3 giorni prima aveva deciso di tradire la Marina e il Governo Mondiale, per salvare la pelle del vecchio Punk, è questo che comporta avere una coscienza? 
Non pensava che un giorno si sarebbe ritrovato in una situazione simile, aveva lavorato a lungo per entrare nei marine e ora tutta la sua faticosa carriera (e probabilmente la vita) erano distrutti.
Ma se potesse tornare indietro? Rifarebbe di nuovo tutto d'accapo? Con le ultime informazioni in suo possesso, non lo sapeva.

Intanto una lacrima salata scendeva lentamente da un viso altrimenti asciutto.
Non aveva paura era solo...travolto dalla situazione; aveva scoperto molte cose dal "suo" scontro con lo zietto e ancora ne doveva scoprire, da dove proveniva lui? Chi era veramente? Ma nulla aveva importanza perché ora era solo un prigioniero come tanti.

Era solo, di questo ne era certo. Ci sono stati tanti momenti della sua vita in cui si è sentito isolato. Per esempio nel suo villaggio, quando tutti lo evitavano per la sua forza, ma quella che provava adesso non era semplice solitudine. Tutti lo avevano abbandonato e tradito, lasciato solo in un cella in attesa del verdetto, solo con i suoi pensieri e tormenti, e niente sarebbe cambiato. 

"Sono solo...a nessuno importa di me, perché allora dovrebbe importare a me" Improvvisamente la sua mente viaggiò al bicchiere di vetro che gli avevano dato per abbeverarsi, un solo momento e tutto sarebbe finito.
Lo prese lo osservo per breve tempo prima di frantumarlo nella sua mano con la sua immensa forza.
Delle gocce di sangue caddero sul pavimento, ma le ferite da cui provenivano non facevano male, era altro il dolore che provava 
Prese il pezzo di vetro più grosso che riusci a trovare e con gli occhi stanchi si mise a fissarlo.
Lentamente con la mente oramai vuota e rassegnata lo avvicino al suo polso, un rivolto di sangue uscì proprio nel momento in cui i catenacci alla porta della sua cella vennero aperti e un uomo alto con un vestito gessato nero e giallo, i capelli ricchi e gli occhiali perennemente sul naso entrò.

"Ma cosa stai facendo Sentomaru?" Chiese l'uomo in questione con aria annoiata, aveva nella voce una nota di rammarico che solo le persone che lo conoscevano bene, come lui, potevano percepire. Ma per il resto era inflessibile e ineffabile come al solito.
"Non osare fermarmi, è mio dovere porre fine a tutto questo con le mie sole mani, ho tradito tutti i miei ideali per un uomo che non ci ha pensato due volte a lasciarmi qui e andarsene, dopo tutto quello che avevo fatto per lui, voglio farla finita" Sentomaru era un fiume di parole come al solito, non riusciva proprio a trattenersi dal dire tutto ciò che gli passava per la testa. La sua faccia era adorabilmente e teneramente contrita, ma i suoi occhi erano di ghiaccio e al solo contatto con quelli dell'altro uomo, gli occhi di quest'ultimo presero fuoco.
Alla velocità della luce prese il polso di Sentomaru, quello con la scheggia di vetro e lo piego in modo che la stessa cadesse.
Sentomaru fu preso alla sprovvista, così come ogni volta in cui interagiva con lui, sempre sorpreso e mai una volta in cui riuscisse a prevedere perfettamente le sue mosse.
O forse, nell' inconscio, lo aveva lasciato fare perché non voleva veramente togliersi la vita in quel modo miserabile.

"Aiah, mi hai fatto male zietto!" 
"Avrei dovuto sculacciarsi più forte a Egghead, così forse avresti imparato la lezione" Disse Kizaru con lo stesso tono con cui si racconta una barzelletta.
"Quale lezione? Quella di non fidarsi di nessuno? Quella in cui tutti ti accoltellano alle spalle e poi ti abbandonano?" Rispose Sentomaru sfinito e arrabbiato.
"No, quella per cui la vita vale più dell' onore" Zikaru sapeva bene di cosa stava parlando, lui l'aveva imparata sulla sua pelle molto tempo prima, e da allora aveva fatto di tutto per sopravvivere, anche abbandonare quegli ideali che riteneva inviolabili.
"Devi adattarti e cambiare se vuoi sopravvivere. Detto questo gli Astri di Saggezza hanno preso una decisione, è per questo che sono qui..."
Sentomaru sentì il cuore in gola, in attesa della risposta. Sapeva che non era bella perché avevo mandato lui apposta. Se avessero mandato qualsiasi altro marine per fargli sapere l'esito lui sarebbe stato tranquillo perché sapevano che non avrebbe fatto niente di disgraziato. Ma mandando Kizaru sapevano che la reazione a qualsiasi risultato negativo sarebbe stata placata.

"E?" Chiese teso Sentomaru.
Kizaru abbassò lo sguardo e si girò, non riuscì a guardarlo in faccia mentre gli diceva che sarebbe morto...

Sentomaru capì, e improvvisamente il suo respiro accelerò, non significava niente di buono, le lacrime tornarono, ma non avrebbe mai dato la soddisfazione al suo zietto di vederlo come un poppante, quindi ingoio tutto e rimase pietrificato. Era abituato a ingoiare i rospi.

Pensò alla sua vita, o a quella che credeva di ricordare e sapeva essere stata troppo breve, ma il tutto era deciso, senza il suo consenso tutto avrebbe avuto fine.

Kizaru uscì dalla cella senza voltarsi, ma si fermò sulla sogna solo.
"Sentomaru tu sopravvivrai in una maniera o in un'altra, magari nei ricordi della gente. La gente muore solo quando viene dimenticata"
A quel punto Sentomaru non ce la fece più e alzatosi di fretta si scaglio contro Kizaru inchiodandolo al muro di fianco alla porta, il corridoio era libero; nessuno aveva seguito Kizaru sicuri che non avrebbe mai lasciato scappare Sentomaru, e anche Sentomaru lo sapeva per questo non ci provò nemmeno. Ma qualcosa allo zietto doveva dirlo.
"Facile per te dire che sopravviverò nei ricordi della gente...ma quale gente? Quelli del mio villaggio che mi hanno abbandonato o nei ricordi del vecchio Punk che mi ha lasciato nelle vostre mani? Nei ricordi di chi rimarrò? Pensavo che diventando marine sarei diventato qualcuno, invece mi sono reso conto di essere l'ultimo tra gli ultimi, di essere il dimenticatoio di chiunque. Non solo morirò senza aver mai nemmeno capito quali fossero i miei sogni, da bastardo senza una famiglia che mi volesse veramente bene, ma morirò dimenticato e da negletto quale sono...Non saprò mai perché, chiunque sia stato il maledetto, mi abbiano messo in questo mondo, non saprò mai chi sono realmente a quanto pare, ma peggio di tutti morirò solo. Nessuno merita una fine del genere eppure eccomi qua, e tu mi vieni a dire, per consolarmi che non morirò veramente? Beh ti dirò una novità, quando il cuore cessa di battere si muore definitivamente!" Sentomaru urlava e senza rendersene conto piangeva al contempo. Ma ora la paura per la morte era sparita, sostituita da una rabbia cieca, nei confronti di tutto, di tutti ma sopratutto nei confronti della vita; non ha mai desiderato essere un Dio come molti, non ha mai sperato di diventare qualcuno di importante, ma in questo momento il suo sogno era di divenire qualcuno di importante per qualcun’ altro, chiunque, abbastanza da venire e opporsi alla sua esecuzione. Ed è con questi pensieri pieni di rabbia e frustrazione senza limiti, perso il controllo delle sue facoltà mentali, che alzò un pugno e lo scaglio contro il muro rompendolo in centinaia di pezzi e allarmando tutti nell'edificio.

Dopo quel colpo, velocemente come era salita, l'adrenalina scese, e Sentomaru si sentì sfinito. Si accasciò a terra tremante e mentre tutti nell'edificio correvano nel punto del colpo con fucili e armi puntati, Kizaru si tolse la giacca dei marine per poggiarla sulle spalle del suo ex subirdinato.

"Sloggiate, non è successo niente, vedete io sto bene. Quindi dipanatevi e andate via, non c'è niente da vedere."

Mentre tutti si dimettevano dal luogo, Kizaru guardò in basso, a quella figura che aveva visto bambina, che aveva osservato crescere in un uomo forte e grosso quanto una montagna, ridiventare piccola e innocente. Aveva tante parole sulla punta della lingua che voleva dire, ma l'unica cosa che ne uscì fù: "ti aiuto a trasferirti al patibolo, nessuno ti disturberà più. Nessuno ti chiederà mai più nulla, finalmente sarai libero."

Sentomaru non aveva più le forze per contrastare niente di quello che stava accadendo, era rassegnato al suo destino, stava per morire e tutto si sarebbe spento, lo spettacolo era finito, il sipario era calato.
Tentò di alzarsi ma le gambe gli cedettero, per fortuna Kizaru era di fianco a lui e lo soresse per un gomito. Lo prese tra le sue braccia e senza togliergli la giacca da Ammiraglio lo accompagnò per i corridoi dell'edificio del governo. Kizaru lo guardava e pensava a quando sperava di vederlo con quella giacca al suo fianco come ammiraglio e sperava vivamente, nel profondo, che Sentomaru combattesse, che si ribellasse, invece non fece niente.

L'esecuzione sarebbe stato un show privato, solo per alcuni draghi celesti, i cinque astri di saggezza e pochi marine, proprio a sottolineare la considerazione che avevano del giovane uomo che stavano per uccidere, la pochezza con cui lo trattavano. Serviva un capro espiatorio per il brutto incidente a Egghead, e lo avevano trovato in Sentomaru, unragazzo che aveva ancora tutta la vita danvanti. Se solo nella vita qualcuno gli avesse insegnato ad avere più coraggio e meno senso di salvaguardia personale, avrebbe fatto o detto qualcosa. 

Senza rendersene conto lo stesso sentimento di panico di Sentomaru stava invadendo anche Kizaru, tra poco avrebbe perso un amico fidato e non stava facedo assolutamente niente.

 

Arrivarono in una stanza poco illuminata tranne che per un punto, un palco da esecuzione con un paio di marine grossi quanto lui pronti con due spade altrettanto grandi, forse era solo l'immagiazione di Sentomaru, ma tutto gli sembrò enorme, o forse era lui a sentirsi piccolo piccolo, come non gli succedeva da anni.
Kizaru lo lascio cadere delicatamente sul patibolo, Sentomaru non osava alzare lo sguardo sul pubblico oscurato, sapeva che erano davanti a lui, ma non poteva vederli distintamente, solo delle figure marginali.
Il respiro diventava sempre più affannoso, da una parte sperava di farla finita e svenire, d' altra parte non voleva dargli la soddisfazione di vederlo indebolito, ma non riusciva a contenere il panico, e non perchè stava per morire, oramai a quel pensiero ci aveva messo una pietra sopra, ma perchè sapeva di morire senza aver mai fatto molte cose. Certo ne aveva passate tante, è solo che molte di queste nemmeno le ricordava, le sapeva solo perchè Vegapunk o Kizaru a volte gli raccontavano qualcosa, e ora sapeva perchè...

Non riusciva a distinguere le voci, ma percepiva alcune parole chiave: condanna a morte, tradimento, Governo Mondiale, fedeltà
Quella parola aveva perso di significato, nulla aveva più importanza. Improvvisamente un pò di coraggio lo trapassò, e alzo la testa verso il cielo; fuori pioveva e un lampo squarcio il cielo e gli illuminò il volto.

Non un solo muscolo si muoveva sul suo viso, solo uno sguardo di fierezza e passione si poteva vedere nei suoi occhi.
Abbasso la testa sul ceppo e attese.

E attese.

Eattese ancora, ma nessuna testa cadde.

Un rumore improvviso irruppe nel silenzio, un suono di vetri infranti. Sentomaru alzò di nuovo gli occhi solo per vedere un fulmine bianco che si precipitava davanti a lui.
Non capiva cosa stesse succedendo, ma qualcosa era appena accaduto, sentì un forte boato e un clamore di sedie e di voci, ma non riusciva a vedere niente, perchè davanti a lui c'era qualcuno che bloccava la visuale.
Non vedeva chi fosse ma insieme al chiasso di voci si aggiunse un urlo di battaglia, che urlava libertà.

Di scatto si girò in cerca di Kizaru, che si trovava in mezzo ad un gruppo di draghi celesti, si era posto in difesa di quei miserabili. Ma una cosa lo disturbava, lo guardava intensamente e con un sorriso ebete sul volto. La cosa lo destabilizzava e confondeva. Cosa diamine succedeva.

Una voce lo riarse, una voce che consoceva fin troppo bene.
Lo conosceva oramai da quasi 3 anni, una voce che gli faceva ribollire il sangue dall'eccitazione.

Rufy D. Monkey si trovava proprio di fronte a lui, e gli parlava. 

"Ciao uomo sumo, è bello rivederti."

La situazione era paradossale e frastornante, non sentì i passi dietro di lui, ma solo delle mani che armeggiavano con le manette che lo bloccavano dietro la schiena.

"Non riesco a sbloccarle!" disse la voce dietro di lui. Ma a Sentomaro non importava, vedeva solo cappello di paglia che lo sorrideva con sorriso enorme. O meglio vedeva il Dio del sole: Nika.
Lo aveva riconosciuto solo dalla voce perchè il suo aspetto era cmpletamente diverso, dei riccioli bianchi fluttuavano intorno alla sua testa, pareva quasi una nuovola. 
I suoi abiti pure erano bianchi e candidi, e un vapore altrettanto bianco circondava la nuvola-capelli e le braccia.

"Sentomaru mi dispiace, ma devo farlo!" Disse qualcun altro, che gli sembrava di aver già sentito, ma non riusciva a guardarsi intorno, nonostanza la stanza fosse ora ben illuminata, era pietrificato dallo stupore.

Improvvisamente riconobbe la voce di Vegapunk, ma era distorta, sembrava provenire da un lumacofono, non molto distante da lui.


"Sentomaru mi dispiace tanto per quello che sto per fare, non avrei mai voluto, ma sappi che è per la tua salvezza."
Kizaru, che nel frattempo stava evacuando la sala dai Draghi Celesti per prepararsi al combattimento, sentì e imrpovvisamente capì cosa intedesse il vecchio Punk.
"Vegapunk non osare, avevi promesso che non lo avresti mai fatto, hai giurato sulla tua vita!"
"Kizaru non ho scelta, se non fai tu qualcosa dovrò farla io."
"Sentomaru senti attentamente i miei ordini, da ora i poi sarai libero, questo è il mio ultimo comando: libera il cip!"

Improvvisamente Sentomaru sentì una scossa invadergli il corpo e poi più nulla, il vuoto.


 


  Se vi piace, vi prego di commentare, così so che devo andare avanti e ve ne farò leggere di cotte e di crude.

P.s. se trovate qualche errore fatemelo sapere nei commenti che provvederò a correggerli.

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Capitolo 2
*** la morte non è la vera fine ***


Forse era morto, o forse no, ma non lo avrebbe mai capito se non avesse aperto gli occhi. 
Ma aveva paura a farlo, perché la verità può essere cruda e crudele la maggior parte delle volte.
Era sdraiato e sotto di lui sentiva qualcosa di morbido; cercando di muoversi trovò che i suoi polsi erano ancora legati insieme con delle manette. Quindi si trovava ancora nella sua cella? E tutto quello che aveva vissuto era stato un sogno? Ma a che pro sognare la propria quasi fine?

Tentò di aprire allora gli occhi, ma le palpebre erano pesanti come un macigno, cercò allora di alzarsi, ma il corpo doleva come mai in vita sua, niente a confronto agli anni di allenamento con Kizaru.

Si stava arrendendo all'evidenza che probabilmente era morto e quello era il suo personalissimo pezzo di inferno, quando sentì una porta aprirsi. Almeno le orecchie funzionavano ancora bene.

Il suono di voci semi sconosciute invase il suo apparato uditivo, erano ovattate quasi come se non volessero farsi sentire.
Improvvisamente sentì delle mani sul suo corpo e questo gli diede la forza di alzarsi e aprire gli occhi, spaventando a morte chiunque fosse nei paraggi.

Le voci che aveva creduto di non riconoscere erano quelle dei pirati di cappello di paglia, qualcuno urlò altri avevano una faccia tra il terrore e la sorpresa.

Adesso era molto confuso, non capiva come potessero essere riusciti a entrare in uno degli edifici governativi più sicuri e sconosciuti del mondo. Ma con loro forse c'era Vegapunk e quindi avrebbe potuto dire lui dove si trovava. Ma questo non giustificava la loro presenza nella sua cella.

Con rinnovata curiosità inizio a guardarsi intorno e trovò che le pareti non erano delle fredde lastre di pietra, ma piuttosto erano fatte di legno massiccio. e che la cosa morbida che sentiva sotto di lui era un letto comodo. 

La sua faccia era sempre più contorta dalla confusione e quella dei Mugiwara dalla sgomento. 

Improvvisamente da dietro Zoro lo spadaccino, Sanji il cuoco, Chopper il medico, Nami la gatta ladra e Usopp il cecchino, comparve a sorpresa anche il dottore più intelligente del mondo: Vegapunk.

"Mi dispiace Sentomaru per le manette, ma sono per precauzione, ora che il cip è libero dobbiamo capire cosa fare, spero tu possa capire"

Il ragazzo era sempre più confuso, quale chip? Quale precauzione? Era morto o vivo? Perché il suo corpo urlava dal dolore? Ma sopratutto dove si trovava? 

Cercò di parlare ma trovò che la sua gola fosse talmente secca da non riuscire a emettere nessun suono.

"Ragazzo mio non sforzarti troppo, immagino tu sia confuso ma tra poco ti sarà tutto più chiaro, ma prima devi recuperare un po di forze." Disse brevemente il vecchio Punk.

Allora Sanji si avvinò a lui con Zoro alle sua spalle pronto con la mano sulle spade. Il biondo aveva qualcosa in mano, un piatto di qualcosa di commestibile e un bicchiere d'acqua.

D'istinto Sentomaru cercò di liberare le mani per prendere ciò che evidentemente gli veniva offerto, ma si ritrovò a sbattere contro la dura realtà, le sue mani erano ancora legate dietro la schiena, e questo fatto lo portò a innervosirsi ancora di più.

Sentì una parvenza di energia inondargli le braccia, la mente si stava annebbiando, sentiva come una fonte inesauribile di forza pervadergli il corpo, strinse gli occhi per l'improvviso rinnovo.

Tutti nella stanza si accorsero del cambiamento, era come se l'aria scottasse. Senza che Sentomaru potesse accorgentesi di qualcosa Vegapunk si avvicinò a lui con una siringa in mano, e gliela iniettò su braccio. 

Sentomaru si calmo immediatamente, aprì gli occhi ma aveva nuovamente le palpebre pesanti, ma non era pronto per tornare nel mondo dei sogni.

"Ti ho iniettato un calmante, è blando ma farà il suo dovere. Devi capire Caro Sentomaru che quello che ho fatto l'ho fatto per salvarti la vita." Disse il dottore, Sentomaru voleva replicare e chiedere cosa significasse tutto ciò ma non ne aveva le energie e si convinse che mangiare, al momento era la strada giusta.

Sanji porse il bicchiere e il piatto di cibo a Vegapunk se si apprestò a imboccare Sentomaru.
Questo gesto faceva venire le lacrime agli occhi al dottore per diversi motivi:

  1. Perché si vergognava dello stato in cui aveva ridotto la sua orgogliosa guardia del corpo.
  2. Il semplice gesto gli ricordava di quando era ancora un bambino e di tutte le volte in cui, ammalato o in sovraccarico sensoriale, era stato costretto a sedarlo e dargli da mangiare con le sue stesse mani.
L'azione non era una novità nella loro esistenza insieme per questo Sentomaru apparì così tranquillo in quella situazione nonostante l'imbarazzo iniziale.
Continuarono così finché il piatto non fu spazzolato e il giovane guerriero non cadde in un sonno profondo.

I mugiwara dentro la stanza e lo stesso Vegapunk uscirono, si chiusero la porta a chiave alle spalle e tirarono un sospiro che non sapevano nemmeno di aver trattenuto.

"Credo sia arrivato il momento di una spiegazione." Disse Robin che li attendeva pronta fuori dalla porta nel caso Sentomaru fosse riuscito a fuggire.

"Certamente, ma non sarà semplice senza apparire un mostro ai vostri occhi...non sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma ai tempi mi trovavo di frone alla cosa più strana che avessi mai visto, e non ne comprendevo il potere, è per questo che ho deciso di agire in questo modo." cercò di giustificarsi Vegapunk.

"Fare cosa? di cosa non sei orgoglioso?" Intervenne Rufy appena apparso, in realtà era apparso solo con la testa, il suo corpo si trovava ancora sulla prua della nave, ma aveva origliato tutto quello che era accaduto.

"Vedete almeno 20 anni fa Kizaru era la mia guardia del corpo assegnatami. Ai tempi non avevo ancora un laboratorio fisso e vagavo per il mare. Un giorno attraccammo su una piccola isola, nel nuovo mondo, per rifornirci di alcuni viveri. Li sentimmo la voce di un branco di orsi che terrorizzava il villaggio e così, con Kizaru, partimmo alla volta di quel bosco per allontanare o catturare gli orsi, ma bambino dalla forza erculea li aveva già sconfitti tutti. Quel bambino era il nostro Setomaru che girava nella foresta perché cacciato dal villaggio. A noi disse di aver sconfitto gli orsi per puro piacere della battaglia, ma io pensai, e lo penso ancora adesso, che lo fece solo per poter essere accettato dal popolo del villaggio che lo aveva respinto. Non aveva una famiglia e lo trovai curioso e insolitamente forte per la sua età, persino Kizaru si intenerì di fronte al quel bambino dolce ma risoluto. Lo portammo allora con noi con la promessa di farlo diventare la mia guardia del corpo e di dargli una paga in cambio. Già il primo giorno, mentre mangiava, si aprì con noi e ci raccontò di non ricordare nulla del suo passato, e di essersi ritrovato in quel paese senza sapere il perché o il come. Io cercai di trovare la sua orgine ma senza successo, per un po' credetti persino provenisse da Wano, ma lui non ne aveva nessuna memoria in merito.
Kizaru decise di adottarlo come allievo o allenò, inizialmente le cose andarono bene, loro due combattevano scherzosamente ma niente di serio, visto che Kizaru era 100 volte più forte di Sentomaru. Ma un giorno le cose gli sfuggirono di mano, Sentomaru non aveva intenzione di arrendersi come faceva sempre dopo l'ennesima sconfitta, e così Kizaru decise di forzare la mano usando i suoi poteri fruttati, atterrò Sentomaru, ed egli sentitosi alle strette si innervosì. Quello che accadde dopo non so spiegarmelo ancora oggi, so solo che Sentomaru all'imorovviso sembrò cambiare forma, sembrava...un demone. Distrusse quasi tutto il laboratorio e Kizaru fece una fatica immane per fermarlo..." Vegapunk sembrava veramente atterrito dal ricordo, dovette riprendere fiato prima di continuare.

"Ciò che ci stupì più di tutto non fu l'immersa forza che possedeva, ma due fatti ben distinti: primo che Sentomaru una volta addormentato e stancato non ricordava nulla di quello che era accaduto, infatti non ricordò nulla di quello che fece o, ancora più preoccupante, di quello che disse. Il secondo fu che analizzai il sangue di Sentomaru e dopo altri accertamenti mi assicurai che non fosse anche lui fruttato, ma non lo era, quindi da dove provenisse quella figura non lo seppi mai, ma sembrava un essere ancestrale e antico, parlava in una lingua che non conoscevo, e dalle poche cose che riuscì a distinguere sembrava conoscere cose che Sentomaru non poteva conoscere." Lo sguardo di Vegapunk era sempre rivolto verso il basso, come se si vergognasse del resto della storia, ma si prese di coraggio, sperando che nessuno dei mugiwara, che nel frattempo si erano riuniti, lo giudicasse.

"Allora per la paura del non sapere feci una cosa di cui ancora oggi non vado fiero...decisi di impiantare un cip di controllo in Sentomaru, nel caso quella...cosa si fosse presentata di nuovo, solo al suono della mia voce quel cip si sarebbe disattivato, e avrebbe sprigionato tutta quella forza sovrumana."

"Quanti anni aveva quando accadde ciò?" Chiese con remore Jimbe, non sapeva se voleva essere a conoscenza di esperimenti fatti a un bambino. Ma la domanda aleggiava nella mente di tutti, e qualcuno doveva pur porla.

"Aveva ancora solo 9 anni, lo so cosa state pensando e cioè che sono stato un mostro per averlo fatto, ma non avevo molta scelta. Avete visto anche voi di cosa è capace in quello stato!" Tentò di giustificarsi il dottore senza rendersi conto che quasi tutti avevano compreso le ragioni che lo avevano mosso in quella direzione, alcuni di loro erano stati testimoni della distruzione che Sentomaru poteva generare, e di quella strana trasformazione.

"Una sola cosa mi interessa al momento, è che Sentomaru conosca la verità, tutta la verità, sembrava estremamente sorpreso di essere incatenato, e non sembrava ricordare ciò che è accaduto solo poche ore fa." Robin era severa ma giusta, tutti la pensavano come lei.

"Appena si sarà svegliato di nuovo cercherò di raccontargli tutti gli eventi che lo riguardano, ma la cosa più importante per me adesso p quella di tenerlo al sicuro e nascosto, avete visto come lo guardavano gli astri di saggezza e come hanno interagico con quell'essere, come se lo conoscessero e questo mi fa pensare che sia collegato in qualche maniera a loro, ma non so ancora come...In ogni modo grazie per avermi aiutato a liberarlo e avergli dato un luogo in cui nascondersi" Il dottore sembrava sinceramente grato alla ciurma, in particolar modo a Rufy, visto che senza di lui non sarebbero mai riusciti a bloccare Sentomaru.





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