SSHG Lay all your love on me

di Antosnape
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un insolito compleanno ***
Capitolo 2: *** Buonanotte, Professore. ***
Capitolo 3: *** Shopping ***
Capitolo 4: *** La sera della festa ***
Capitolo 5: *** Ci pensi ancora a Lily? ***
Capitolo 6: *** Profess... ***
Capitolo 7: *** Pezzetti di pergamena ***
Capitolo 8: *** Questione di vita o di morte ***
Capitolo 9: *** Always - Sempre ***



Capitolo 1
*** Un insolito compleanno ***


Erano le ore 23,30 e mentre Severus Piton era assorto i una delle sue letture serali, puntalmente accompagnate da un buon bicchiere di whiskey incendiario, udì un delicato bussare alla sua porta. << Non si riesce in nessun modo a stare tranquilli... >> brontolò mentre andava ad aprire. << Granger...e tu cosa ci fai qui?? >> << Buon compleanno, Professore. >> rispose Hermione porgendogli due pacchettini con le sue graziose mani. << Come lo sai?>> chiede lui, impassibile. << Lo so da sempre, mi fa entrare? >> <> << E' molto semplice, Professore. Sapevo che oggi è il Suo compleanno e prima di mezzanotte sono venuta a portarle un piccolo pensiero e ...in questo scatolino piccolo c'è un dolcetto che ho preparato con le mie mani per omaggiarLa, sperando possa piacerLe. E...Le ho chiesto se posso entrare per fare due chiacchiere con Lei. >> gli rispose Hermione mostrandosi almeno un minimo impacciata. << Non è mia consuetudine far entrare studenti nel mio appartamento, soprattutto studentesse...Apparirebbe molto sconveniente. Non trovi? Inoltre, è ancora meno frequente che studenti vengano a bussare alla mia porta, soprattutto se si tratta di quelli appartenenti alla casa di Grifondoro. Tuttavia... >> inarcò un sopracciglio, accennò una bozza di sorriso con mezzo labbro acuendo una fossetta che gli incorniciava la bocca e continuò << ...Come potrei mandare via la ragazza che mi ha salvato la vita, mi ha curato ed accudito mentre ero agonizzante in una pozza di sangue? >> Gli occhi di Hermione brillarono, ma taceva non sapendo cosa aggiungere. << Tra l'altro, se qualcuno dovesse vederci parlare sull'uscio, per me dare spiegazioni sarebbe ancora più seccante che farti entrare. >> e fece un cenno col capo. Hermione entrò e la porta alle sue spalle si chiuse. Era finalmente e per la prima volta negli appartamenti del Professor Piton, aveva il cuore in gola, si guardava intorno con stupore: era tutto così oscuro e maniacalmente ordinato; tutto profumava di libri, di pergamena, di menta. Severus Piton interruppe i pensieri della studentessa: << Granger, premetto che non ce n'era bisogno. Cosa mi hai portato, comunque? >> Difatti, era tanto compiaciuto quanto imbarazzato: era dall'infanzia che non riceveva un regalo per il suo compleanno. << Lo apra, Professore. >> disse porgendogli il primo pacchetto. Lo scartò e rimase in silenzio a scrutarlo lasciando trapelare un alto indice di gradimento. << Dove lo hai trovato? >> Si trattava di un introvabile libro di pozioni. << Se anche sono una Grifondoro, deve ammettere che sono l'alunna più brillante di tutta Hogwarts. >> Piton alzò un sopracciglio e annuì. << Un'insopportabile So-Tutto-io. Si. Comunque... è un pensiero molto gradito. Grazie. E l'altra confezione...dicevamo... di che si tratta? >> << E' un pasticcino che ho fatto con le mie mani per Lei... D'altronde, solo per Lei avrei potuto farlo. >> Piton la fermò << Dimmi, Granger... Ti sei pentita di avermi salvato la vita ed ora vuoi porre rimedio alle tue azioni? >> e, sorridendo, continuò: << Fammelo assaggiare. >> Hermione era felice, la sua tanto bizzarra quanto azzardata iniziativa aveva avuto un riscontro positivo. Gli porse, dunque, l'altra confezione. Piton portò alla bocca un pezzetto di muffin al cioccolato fondente, lo trovò veramente buono. Poi si ricordò delle buone convenzioni << Vuoi favorire? >> << No, Professore. Sono giorni che ne sto mangiando per migliorare la ricetta affinché potessero essere impeccabili oggi. >> Lui continuava a masticare finché non arrivò al cuore del dolcetto: una ciliegia liquorosa tanto gustosa quanto tale in quell'istante gli appariva la sua interlocutrice, ma tosto allontanò questo sacrilego pensiero che per una frazione d'istante gli aveva sfiorato la mente. << Quindi sono giorni che ti stai dilettando ai fornelli per me? >> << Probabilmente, lo avrei fatto già prima della guerra. Ma quest'anno proprio non potevo evitare >> << Hermione >> - l'aveva chiamata per nome solo quando era agonizzante dopo essere stato brutalmente ferito da Nagini - << non ti ho mai detto grazie per tutto quello che hai fatto per me. Non lo meritavo. >> << Io avrei fatto qualsiasi cosa per evitare che Lei morisse. In quel momento avrei pagato anche con la mia stessa vita. >> rispose Hermione dandogli le spalle. Non sapeva nemmeno lei perché quelle parole stessero fluendo così naturalmente dalle sue labbra, ma, in fondo, le sentiva ed era giusto buttarle fuori. << Sei una ragazza speciale. Unica. Testarda. Insopportabile. Se tu non fossi stata lì... io ora non sarei qui. Ma la tua vita vale molto di più della mia... Tu sei giovane, brillante. Piena di speranze. Io invece sono... >> Nonostante avesse visto con gli occhi la Morte, il Professor Piton continuava a considerarsi quanto di più ripugnante fosse al mondo. Hermione ritornò a guardarlo in volto, ma non negli occhi << Sono felice che Lei sia qui. E, soprattutto, sono felice di essere io qui con Lei, nel Suo appartamento. >> Una ventina di secondi di silenzio, assordante...Imbarazzante. Poi, Hermione andò verso di lui ed azzardò un abbraccio: nel momento in cui anche lui l'avvolse a sua volta fra le braccia nella sua mente echeggiavano il respiro pesante di lei e la voce rotta quando lo aveva soccorso a seguito dell'attacco del serpente di Voldemort ed è a lei che aveva chiesto di raccogliere la sua lacrima per conservare le sue memorie e difendere la sua verità qualora fosse morto. Durante tutto il resto della guerra Hermione si era occupata solo di lui, non aveva vissuto che per lui e quel vecchio misantropo non le aveva mai mostrato un minimo di riconoscenza. Severus fece per allontanarsi - quell'abbraccio stava durando troppo ed era opportuno interromperlo – la guardò in viso e spostandole col dito un ricciolo dalla fronte << Granger, abbi cura di te. Sempre. >> Hermione avrebbe voluto sbattergli in faccia tutto il suo amore, raccontargli che da quando lo aveva soccorso non faceva altro che vivere per lui. Come lui aveva fatto per Lily. E anche da ragazzina di quella figura tenebrosa aveva subito un certo fascino... Tuttavia, non era ancora il momento: già poteva considerare un successo essere riuscita a varcare la soglia del suo appartamento. << E' strano sentirla parlare così. >> disse sorridendo. << Per te a quest'ora è vietato vagare per il castello. E' necessario che tu rientra nel tuo dormitorio. >> rispose Piton spegnendo quell'alone di magia che sembrava fare da cornice alla loro interazione.

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Capitolo 2
*** Buonanotte, Professore. ***


Piton credette di averla congedata, ma Hermione era comunque la studentessa più brillante di Hogwarts. Il professore si stava giusto lavando i denti prima di mettersi a letto e ripensava a quanto quell'insopportabile grifondoro fosse stata accorta nel presentarsi da lui per il suo compleanno ed a quanto lei gli avesse rivelato. E ora che era in procinto di diplomarsi gli sembrava più donna, più interessante, e poi...tutto quello che aveva fatto per lui era la prova tangibile di quanto meravigliosa fosse la sua anima. Mentre lavava scrupolosamente i denti, all'improvviso scosse la testa. Si sciacquò la bocca e si recò in camera da letto. << Granger, esci immediatamente dal mio letto! >> doveva ovviamente fingersi arrabbiato. << Va bene... subito. >> disse sorridendo Hermione. << Ferma! >> gridò Severus alzando un braccio e spalancando la mano, poi continuò: << Quelli che cosa sono? >> << I miei vestiti. >> gli rispose con ovvietà. << Ma stai nuda nel mio letto, insolente grifondoro? >> << In pigiama >>. ...Anche se, diciamolo, era piuttosto sexy. Dato che non voleva vederla nemmeno in pigiama, voltò il capo e si portò una mano sugli occhi. << Che cosa vuoi fare, Hermione? >> La ragazza sapeva che non poteva andarci giù troppo pesante con lui se non voleva inibirlo definitivamente. << Voglio solo dormire con te, Professore. >> << Sei una pazza. >> Non riuscendo a dire altro, Piton pronunciò un incantesimo ed Hermione si ritrovò nella composta uniforme scolastica. << Posso anche farti restare, ma ti avverto che sarò categorico: dovrai dormire in uniforme, ognuno ad una estremità del letto e saranno tolti 50 punti ai grifondoro per la tua insolenza, devo solo trovare come giustificare la sanzione. E... Non intendo negoziare. >> Tutto sommato, era un compromesso che poteva accettare: aveva messo in conto di essere scaraventata fuori dall'appartamento, ma Hermione era troppo intelligente per non sapere che poteva contare sulla sua discrezione e, soprattutto, per non riconoscere di avere uno sfacciato ascendente sul Professor Piton. Era troppo riflessiva per non aver calcolato ogni contromossa ed ogni sua anche più insignificante reazione. << Ho passato notti insonni vicino a te. Ho vegliato su di te. Adesso vorrei provare com'è dormire senza grossi grilli per la testa al tuo fianco. Nessun pericolo, Professore. Non corri alcun rischio. >> terminò sorridedogli. << Ma adesso siamo passati dal Lei al tu senza chiedermi alcuna autorizzazione? Meno altri 10 punti ai grifondoro. >> << Si, e impegnati a trovare un pretesto valido per giustificare la cosa. >> << Insolente. >> Hermione sbuffò, poi gli disse: << Professore, io ho sonno. Ti auguro buonanotte e ti consiglio di venirti a coricare, dato che domani di buon mattino terrai una lezione. Poi fa' come ti pare . >> si girò sul fianco e chiuse gli occhi facendo finta di dormire. << Come se tutto quello che ho vissuto nella mia vita non fosse bastato! Adesso mi tocca anche assecondare i capricci di una ragazzina >> brontolò Severus, mentre si metteva a letto. Nessuno dei due dormì veramente quella notte, ma entrambi ne erano a conoscenza anche se non se lo confessarono. Troppi pensieri si affollavano nella loro mente. Solo verso l'alba, sentendo il ritmo del respiro cambiare, Hermione allungò una mano sull'avambraccio di lui afferrandolo con delicatezza e lentamente si assopì. Nonostante le numerose maschere che stavano indossando, quella notte si sentirono, per la prima volta, meno soli.

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Capitolo 3
*** Shopping ***


Si rincontrarono a lezione. Lei di tanto in tanto lo seguiva con lo sguardo. Lui... nulla. Come se in quell'aula ci fosse chiunque, tranne lei. "Ma che povero stronzo! Passa la notte con me e cosa fa? Niente." Sorrise fra sé Hermione. "Ma non può molto... Lui è mio e lo sa da tempo." Passarono i mesi e, nel frattempo, Hermione almeno tre volte a settimana si recava negli appartamenti del Professor Piton: gli aveva raccontato tanto dei suoi interessi, della sua famiglia, della sua infanzia; lui, in compenso, l'aiutava a diventare una strega sempre più potente e consapevole, le aveva svelato i trucchi meno noti delle arti oscure e delle pozioni, le aveva fatto provare per la prima volta il whiskey incendiario ed aveva riso quando la reazione di Hermione fu quella di sputarglielo d'istinto in faccia. Insomma, lei appena poteva sganciarsi correva da lui e Piton trascorreva con nonchalance le sue giornate proiettandosi con la mente a quando il loro successivo incontro avrebbe avuto luogo. Tuttavia, un pomeriggio, mentre Piton era assorto nella correzione dei compiti, sentì bussare energicamente alla porta del suo ufficio. << Mi spiace. Sono occupato. >> << Severus, sono io. Aprimi >> bisbigliò Hermione e riprese con forza a bussare. Dato che era un soggetto piuttosto pessimista e ansioso, si affrettò ad aprire la porta e a lasciarla entrare, credendo che le fosse successo qualcosa di brutto. << Hermione, ma non è prudente venire da me a quest'ora. Rischiamo di essere scoperti. Che ti è successo? >> chiese chiudendo la porta. Hermione affannava, ma era sorridente: << Sono appena stata sorteggiata per fare un numero alla festa interculturale. Ho già pensato di portare un brano babbano. >> ( Eh si, era stata organizzata una festa interculturale per celebrare la cultura babbana e quella magica nonché per facilitare la loro fusione. In effetti, dopo la guerra che aveva fatto riflettere molto sul senso di caducità, ad Hogwarts ormai si sfruttavano sempre più occasioni per fare festa e brindare alla vita). Severus tirò un sospiro di sollievo. <> << La festa sarà il prossimo sabato, come già sai. Abbiamo solo tre giorni per andare a comprare il vestito. >> << Abbiamo?? Perché "abbiamo"? >> << Si. Sono appena venuta a chiederti se vuoi accompagnarmi a Londra per andare a scegliere il vestito. Nei prossimi giorni non riusciamo a incrociare le agende. >> << Da quando sbirci la mia agenda? >> << Dai, Severus... Mi accompagni? Voglio che sia tu a scegliere il mio vestito. >> gli chiese Hermione iniziando già a tirarlo per la manica della sua casacca. << Ma adesso come faccio? Ho tutta questa pila di compiti da correggere... Ma qualche tua amica? La Wesley, ad esempio...non può? >> Hermione inclinò la testa e i suoi occhi divennero talmente teneri da far sciogliere il cuore del vecchio mago. << No, lei non è stata sorteggiata, ma....la verità è che io desidererei andarci con te >>. Il professor Piton rimase in silenzio per un po'. Hermione era ansiosa di sapere cosa stesse pensando, quando poi il mago schiuse le labbra: << Eh va bene. Vuol dire che la correzione di queste verifiche subirà un sottile ritardo per sopraggiunti impegni personali. >> Hermione esultò e si fiondò con la testa sulla sua casacca, passò entrambe le braccia sotto il mantello per avvolgere in un abbraccio il professore sottilmente imbarazzato per la sua reazione e che non sapeva come comportarsi. Inutile negare che gli si strinse il cuore al contatto col suo corpo: quella era la prima volta che si abbracciavano dopo la sorpresa per il compleanno di Piton, nonostante la profonda confidenza che si era instaurata fra loro. Dopo una piccola e ormai solita titubanza anche lui l'avvolse fra le sue braccia. << Granger, però adesso dobbiamo partire e subito. >> Hermione alzò lo sguardo e gli sorrise senza mai mollare la presa annuì ed in un battibaleno si trovarono al centro di Londra. Visitarono almeno tre atelier, ma non riuscivano a mettersi d'accordo su quale fosse il vestito giusto per lei... In fondo, i loro gusti erano molto diversi. Entrarono in un quarto, Piton come al solito seduto aspettava che uscisse dal camerino per valutare quest'altro vestito e... Quando la vide uscire aveva quasi gli occhi fuori dalle orbite e la bocca aperta: gli sembrò in quel momento di non aver mai visto nulla di più grazioso della signorina Granger << Sei... sei... come dire... perfetta >>. Hermione gli sorrise << Prendiamo questo allora? >> La commessa interessata alle vendite si frappose tra i due: << Signorina, credo che questo capo le scenda divinamente. Allora cosa fa? Lo acquista? A quanto pare anche Suo padre condivide la mia opinione. >> << Si, lo acquisto. Ma il signore non è mio padre... E' un mio amico. >> puntualizzò Miss Granger. Arrivati alla cassa, Piton mise la mano nella tasca << Pago io. >> <> rispose Hermione. << E' un pensiero da parte mia. Non rispondere al tuo Preside, Granger. >> Usciti dal negozio, Hermione lo prese a bracetto e lo ringraziò per la sua galanteria. Passeggiarono spensierati per Londra, forse una mezz'ora, apparendo alla società proprio come una coppia, anche se non lo erano. Passarono fuori una birreria, Hermione indicò il marciapiede di fronte e disse << La vedi quella? Quella è casa mia. E quella... >> puntando il dito verso l'alto continuò << quella è la finestra della mia camera >>. Il Professor Piton guardò con occhi inteneriti ed interessati accennando un sorriso. Hermione si fermò. << Ti va di fermarci a bere una birra insieme prima di rientrare? >> << Va bene. Ma non potremo trattenerci molto. Dobbiamo essere ad Hogwarts per cena. Siamo spariti da troppo tempo. Su, entriamo ... >> disse Severus tirandola delicatamente per il braccio. Si sedettero a un tavolo ed ordinarono due boccali di birra da 0,3. Hermione gli raccontò di quando da più piccola si era invaghita di Ronald Wesley e poi di Viktor... Severus l'ascoltava con interesse i racconti della sua segreta fiamma e mentre assaporava la sua birra non si accorse che tutta la schiuma si era posata sul suo labbro superiore. Hermione interruppe, allora, i suoi racconti: << Severus, hai della schiuma qui sul labbro superiore. >> Piton fece per pulirsi . << Si è tolto? >> le chiese. In realtà aveva pulito via solo il 30% della schiuma. La Granger si sporse, allora, col petto verso l'altro lato del tavolino, allungò un dito e glielo passò sul labbro ripulendo via la schiuma, poi, se lo portò alla bocca succhiandolo rapidamente. << Ecco, ora sei pulito. >> Terminarono le loro bevande e tornarono ad Hogwarts in tempo per cena.

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Capitolo 4
*** La sera della festa ***


Arrivò la sera della festa interculturale, gli studenti sorteggiati man mano si esibivano con il loro numero. La sala era gremita di professori e spettatori, erano stati invitati anche i membri del Ministero della Magia e c'erano tanto cibo per tutti. Il Preside di Hogwarts stava sorseggiando un drink accanto alla Professoressa McGranitt quando Ginny Wesley, alla quale era stata affidata la conduzione della serata insieme alla studentessa Luna Lovegood, annunciò l'entrata in scena di Hermione Granger che li avrebbe da lì a poco deliziati con un duetto musicale insieme a Neville Paciock. Hermione salì sul palco. Piton la guardava. << Non si può negare che la Granger abbia talento da vendere. Non trovi, Severus? >> mormorò Minerva avendo scorto l'ammirazione con cui il Preside la stava guardando. << Nella media, Minerva. Niente di straordinario. >> Hermione padroneggiava perfettamente il palcoscenico col suo abito nero luccicante, i capelli raccolti che le incorniciavano il viso e le labbra rosso fuoco. Era accompagnata da Paciock e duettavano una canzone. Le prime strofe toccarono a lui, ma Severus non aveva occhi che per lei, che cantava grintosa e travolgente... I suoi occhi neri e scintillanti come saette miravano in direzione di lui come se volessero colpirlo, aggredirlo, rapirlo, portarlo via da lì. Piton sentì un tonfo al cuore e strinse un po' più forte il suo bicchiere, come per tentare di scaricare la tensione. Le mani iniziarono a sudare... << Severus, tutto bene? >> gli bisbigliò la McGranitt. << Bene, Minerva. Un leggero mal di stomaco. Niente di che. >> Tuttavia, non le sembrò mai completamente convincente. Hermione, in ottima sintonia con Paciock (del tutto ignaro del motivo per cui la sua compagna di casa gli avesse chiesto di cantare proprio quel pezzo e non un altro), intonava con pathos un testo che faceva così: "A little smalltalk, a smile and baby I was stuck I still don't know what you've done with me A grown-up woman should never fall so easily I feel a kind of fear When I don't have you near Unsatisfied, I skip my pride I beg you dear Don't go wasting your emotion Lay all your love on me Don't go sharing your devotion Lay all your love on me I've had a few little love affairs They didn't last very long and they've been pretty scarce I used to think I was sensible It makes the truth even more incomprehensible 'Cause everything is new And everything is you And all I've learned has overturned What can I do Don't go wasting your emotion Lay all your love on me Don't go sharing your devotion Lay all your love on me." Mentre Hermione intonava il ritornello, le mani del Professor Piton si fecero ancora più sudate, una gocciolina addirittura gli rigò la fronte e quando la sua bella intonò la frase "'Cause everything is new and everything is you..." l'indice di Hermione puntò secco nella sua direzione. In quel momento il bicchiere di Piton cascò sul pavimento. La sala applaudì unanime la signorina Granger ed il Signor Paciock per la loro brillante performance.

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Capitolo 5
*** Ci pensi ancora a Lily? ***


Una sera Hermione gli preparò di nuovo i dolcetti che per il suo compleanno avevano fatto centro. Severus ne stava mangiando uno comodamente adagiato sul suo divano, quando la giovane strega, accomodata in poltrona, smaltandosi le unghie gli chiese: << Ci pensi ancora a Lily? >> << Poco. Perché me lo chiedi? >> << Era una semplice curiosità. Me lo daresti un bacio? >> Il mago si avvicinò, posò le labbra sulla sua guancia, schiuse un timido bacio e tornò al suo divano dando un altro morso al muffin quando sentirono bussare alla porta. Era Draco Malfoy, il suo figlioccio: si era cacciato in un altro dei suoi soliti pasticci e reclamava l'aiuto del suo padrino. << Non posso lasciarlo fuori la porta. Generalmente viene da me quando ha qualche problema. Sono un po' in pensiero. >> Quella per Hermione era un'occasione d'oro. << Esco dall'uscita secondaria e mi rimetto sotto il mantello. Tranquillo >> << Malfoy, un minuto e ti apro. >> Piton gli diede una voce. Hermione si alzò sulle punte, tese le braccia verso di lui per afferrargli il viso e lo baciò. Le labbra di lei bruciarono su quelle del Professor Piton. Le schiuse e le braccia di lui timidamente l'avvolsero: le lingue si cercarono, i respiri si mischiarono. Stop. Hermione doveva andare via e Malfoy era oltre l'uscio in attesa di essere ricevuto. << Questo significa dare un bacio. Buonanotte, Professore. >> << Buonanotte. >> rispose lui senza commentare.

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Capitolo 6
*** Profess... ***


Dopo un lungo farfugliare che aveva la peculiarità di essere unidirezionale, Malfoy lasciò l'appartamento del professore senza essere accompagnato alla porta, come generalmente si conviene. Certo, le buone maniere non erano prerogativa di Severus Piton, ma quando si trattava del suo figlioccio si lasciava solitamente andare a qualche eccezione. Piton si stravaccò quindi sul divano dove già si trovava seduto, si bagnò le labbra con un po' di whiskey incendiario e brontolò a sé stesso << Vecchio maiale, sei ridicolo. >> Fece un altro sorso e continuò << Da che chiamavi maiale James Potter... Adesso il maiale sei tu. Dovresti vergognarti. >> Udì una dolce risata strozzata. Balzò dal divano puntando la bacchetta << Chi c'è? >> Da sotto il mantello dell'invisibilità spuntò dall'angolo del salotto Miss Granger. << Piccola insolente, non eri andata via prima? ... Sei rimasta tutto il tempo ad origliare. >> Hermione sorrideva compiaciuta. Camminando verso di lei continuò fermandosi a mezzo metro << Non ti hanno insegnato che non si ascoltano conversazioni alle quali non si è stati invitati? Per questa tua infrazione ti comunico che altri 50 punti saranno sottratti ai grifondoro e... non intendo negoziare. >> Hermione si avvicinò ulteriormente per abbattere quell'ulteriore distanza che li divideva e gli posò entrambe le braccia intorno al collo... Con una mano gli accarezzò la nuca, facendo scivolare le dita in quella massa di capelli tanto neri quanto il passato dell'oscuro professore. << Non me ne potevo andare via così a bocca asciutta, Severus... >> e lo guardò dritto negli occhi. Le mani di Piton percorserò le braccia di lei fino a toccare le spalle... Poi con i polpastrelli arrivò al collo ed al viso. Si sentiva solo il suo respiro, non occorrevano parole finché sottovoce le disse: << Con calma, magari, mi scrivi un riassunto di cosa mi ha detto Malfoy stasera. Non ho capito molto, brutta strega cattiva. >> Hermione gli poggiò una mano sul petto come per allontanarlo, ma con delicatezza. Con la pressione del suo palmo lo ricondusse fino al divano restando, comunque, occhi negli occhi. Severus, ubbidiente, si sedette. Il cardigan di lei era già sbottonato e non aveva la cravatta... In effetti, da quando era una visitatrice assidua, ma comunque cortese, dei suoi appartamenti, non era mai completamente ordinata quando si recava a fargli visita. Lasciò cadere il cardigan, poi la camicia. Si stava slacciando la gonna... Per la prima volta Piton poteva vedere la sua pelle... la pancia... i fianchi...il petto nascosto dietro il reggiseno. Parti del suo corpo che negli ultimi tempi gli era capitato quasi di frequente immaginare nonostante il tentativo costante di scacciare tali pensieri peccaminosi. Hermione aveva ancora le calze e le scarpe, la gonna era sul pavimento. << Stanotte io resto qui e tu mi ami, Professore. >> Piton si sentiva il sangue ribollire nelle vene e dei brividi percorrergli l'intera schiena: era desideroso di quelle labbra, di quel corpo così candido e perfetto ai suoi occhi. Quella casacca abbottonata fino al collo iniziava a procurargli un gran calore, ebbe bisogno di infilare un dito nel colletto per far entrare un po' d'aria. << Sciocca ragazzina, non hai idea di quello a cui stai andando incontro. >> Hermione si abbassò verso di lui, con le dita fu lei a sfiorargli il collo stavolta e sulla bocca gli sussurrò: << Stanotte io resto qui e tu mi ami, Profess. >> Hermione non riuscì nemmeno a pronunciare per intero la parola "professore". Piton l'aveva afferrata con forza e tirata verso di lui, le aveva tolto il respiro con un bacio grondante di ardore, desiderio... Sembrava quasi gareggiassero per chi esprimesse più passione. Ormai erano completamente nudi, avevano baciato ogni centimetro dei loro rispettivi corpi: rimasero su quel divano, non sprecarono nemmeno il tempo per percorrere quei pochi metri che dal salotto li avrebbero condotti in camera da letto. Severus dopo averle devotamente baciato il collo, il viso e la bocca, la guardò negli occhi e le sussurrò: << Dimmi che lo hai già fatto, ti prego >> << Si. Vai, Severus. >> Si sentì più tranquillo. Iniziò a penetrarla. Ebbero un'intensa quanto meravigliosa notte d'amore. Per fortuna l'indomani non c'erano lezioni, era domenica. Si svegliarono a letto, vicini, accoccolati. In realtà si svegliò prima Piton che col dito iniziò a sfiorarle il polso sinistro... Guardava con tenerezza la sua cicatrice "mudblood" immalinconendosi al pensiero di tutta la sofferenza che la guerra aveva procurato anche a lei, anche se poi aveva passato tutto il resto del tempo a fare la sua amorevole infermierina. Hermione aprì gli occhi e sorrise realizzando che fosse successo davvero << Buongiorno. >> << Hai sentito molto dolore quando te lo ha procurato, vero? >> Annuì: << Si. Ma ormai è passato. >> Ora che finalmente si erano "trovati" anche in questo senso, era doveroso passare l'intera giornata a letto. << Facciamo attenzione affinché nessuno ci scopra. Sai bene che è sarebbe severamente proibita una relazione fra una studentessa ed il preside di Hogwarts. >> << Severus, tra poco sarò ex studentessa. Sta tranquillo. >> << Ma perché? Tu pensi che starai ancora con me? >> Hermione lo guardò esprimendogli ovvietà << se non mi farai incazzare, non mi mancherai di rispetto e mi dimostrerai amore come hai fatto fino ad ora - anche se silenziosamente – certo che si >>. << Bah. Se lo dici tu. Io comunque mi sento un bandito. Ho infranto alcune regole di Hogwarts >> << Sarai un bandito finché non mi sarò diplomata. Puoi portare un po' di pazienza? >> << C'è ancora un altro problema >> << Dimmi >> replicò Hermione con tono simpaticamente seccato. << Non sono troppo vecchio per te? Che futuro può offrire un vecchio mangiamorte? >> << Severus, io ho capito che ti amavo da quando ho sentito Nagini che ti stava attaccando... tu oggi vorresti affliggermi con tutte queste seghe mentali? Basta! Stai blaterando. >> disse Hermione voltandosi dall'altro lato del letto. Piton si mise più vicino, le accarezzò la spalla, vi posò un bacino e le chiese all'orecchio: << Quindi... tu mi ami? >> << E' ovvio. Non te ne sei accorto? >> disse Hermione volgendo la testa verso di lui. Severus le sorrise : << anch'io, piccolo angelo venuto a rischiarare la vita oscura di questo vecchio mago frustrato. >> E la baciò.

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Capitolo 7
*** Pezzetti di pergamena ***


Passò qualche mese e la loro relazione rimase, comunque, segreta. Solo qualcuno ebbe qualche sospetto, ma per il profondo rispetto nutrito nei confronti di entrambi i personaggi, fece finta di niente. Si avvicinavano le vacanze di Natale ed il Professor Piton, che negli ultimi tempi le appariva sempre più assorto nei suoi pensieri e distante, credeva che Hermione avrebbe passato le feste presso la famiglia a Londra. Tuttavia, ebbe modo di farlo ricredere quando in una delle sue visite serali o notturne gli disse: << Ho appena inviato una lettera ai miei per dire loro che a Natale resterò ad Hogwarts per sopraggiunti impegni accademici. >> << No, Hermione, è meglio che tu vada dai tuoi genitori. >> rispose Severus sobbalzando. << Ma no. Mi fa male pensare che tu resterai qui da solo... senza di me.>> gli disse Hermione avvicinandosi per abbracciarlo. Severus distese delicatamente le braccia come per allontarla << Non devi fare delle rinunce per me. Non devi modificare la tua vita per me. Non lo voglio. >> Hermione gli si avvicinò ancora rinnovando il tentativo di abbracciarlo << Ma come...Severus, tu sei il mio uomo è normale che io programmi la mia vita anche in tua funzione. >> << No, Hermione. >> disse secco Severus dandole le spalle e fingendo di sistemare la sua libreria, poi continuò << E' stato bello, bellissimo quello che c'è stato tra noi, ma penso che ognuno debba prendere la sua strada. Tu sei giovane, sei radiosa, hai una vita davanti. Io, invece.... Io non ho niente di buono di offrirti. Sicuramente qualcun altro, magari della tua età, potrà renderti felice in una maniera che a me non è concessa. Non è che non lo voglio. E' che non lo posso. >> Anche se Piton era di spalle, Hermione, con gli occhi già pieni di lacrime, gli si avvicinò abbranciandolo da dietro. << Severus, ma io non pretendo nulla di speciale. A me basterà il tuo amore, come mi è bastato finora. Già questo è tanto per me... >> Severus posò per un istante le sue mani su quelle della ragazza che gli stava cingendo l'addome, poi le prese per liberarsi dall'abbraccio. << No, Hermione. Ascoltami. E' meglio così. Io sarei solo un limite nella tua vita. Tu devi volare... alto. Io sono.... Una palla al piede. Nient'altro. >> Hermione gli afferrò la casacca per farsi guardare negli occhi e piangendo gli gridò in faccia << Ma quali assurdità stai dicendo... io ti amo!! Non posso vivere senza di te. Hai capito, Severus? Io ti amo... >> Severus le posò le mani sulle spalle, deglutì e con fermezza le disse: << io no. Io non ti amo. >> Hermione sapeva perfettamente che il mago le stesse mentendo, era troppo intelligente per non capire quali ragioni stessero muovendo Piton in quella direzione, afferrò allora la bacchetta dalla tasca, la impugnò e dopo un tonfo ed una luce abbagliante il salotto del suo innamorato era a soqquadro. Tutti i suoi libri ridotti in carta straccia. Lo guardò con occhi carichi di rabbia, ma trattenne per orgoglio le ulteriori lacrime che erano pronte a sgorgare. << Voglio vedere adesso come passerai il tempo rinchiuso nella tua tana per sfuggire alla vita vera, vecchio pipistrello frustrato. Sei un cavernicolo assiderato. >> Severus non rispose. Hermione, ancora più arrabbiata, continuò: << E visto che siamo arrivati a questo. Anticipo di tre giorni la mia partenza. Vado dalla McGranitt e dico che ho bisogno di raggiungere al più presto i miei genitori. >> Hermione desiderava che il suo amore le si avvicinasse per chiederle scusa ed implorarla di non partire... Ma niente. Severus era immobile nella sua posizione. Arrivò alla porta e si voltò di nuovo verso di lui con la voce rotta dalle lacrime e tono quasi minccioso: << E non provare a convincermi di restare... perché non ci... riuscirai. >> Severus restava ancora lì fermo. Hermione uscì, chiuse la porta. Mentre percorreva la strada per tornare al suo dormitorio prese una storta alla caviglia e cadde. Tuttavia, fu abbastanza forte da rialzarsi e continuare a camminare. Severus, impietrito, si sedette sul divano che era ormai ricoperto di pezzetti di pergamena sparsi qua e là e si fermò a fissare il vuoto. Batté le palpebre: due lacrime silenziose gli bagnarono il viso. Nel suo salotto non riecheggiava che il silenzio assordante che quella piccola grifondoro aveva lasciato nella sua spoglia vita.

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Capitolo 8
*** Questione di vita o di morte ***


Era la vigilia di Natale. Hogwarts era completamente vuota e Piton, per sfuggire al pensiero della sua vita andata ormai a rotoli dopo un barlume di speranza, si era rintanato nell'ufficio della presidenza assorto nelle sue attività: anche i suoi appartamenti ormai gli stringevano la gola, gli toglievano il fiato per i troppi ricordi di quella breve, ma profonda felicità che aveva assaporato e già perduto. Non riusciva assolutamente a concentrarsi, era troppo nervoso. Sulla scrivania c'era anche una pila di lettere per gli auguri di Natale che aveva ricevuto da studenti, colleghi e colleghe. In fondo, da quando la parte migliore di lui era stata rivelata, aveva perso la fama di pipistrello dei sotterranei che per tanti anni lo aveva contraddistinto. Non riuscendosi a concentrare nella correzione dei compiti, decise di provare a distarsi con qualche zolletta di zucchero che quelle lettere avrebbero potuto costituire. Ne lesse una decina...Era la prima volta che riceveva tali attenzioni dai suoi conoscenti, ma nulla di tutto ciò riusciva a colmare nemmeno parzialmente il vuoto che albergava nella sua anima nera. Tra le varie lettere, sbucò fuori anche una... da parte di Hermione. Non credeva ai suoi occhi...un tonfo al cuore, di nuovo. La aprì con mani tremolanti e la lesse in un sol fiato. "Scusami se ti ho distrutto la casa, ma mi hai fatto tanto...troppo ...arrabbiare. So bene che non mi hai detto la verità e so anche perché lo hai fatto. Esci dalla tua tana e inizia a vivere seriamente la tua vita prima che sia troppo tardi, brutto pipistrello. E poi...se non lo dici a Natale quando lo dici? Sono veramente tua. Per sempre. Buon Natale, Professore. La tua Hermione" La richiuse e la posò sulla scrivania. Una pausa. Incredulo, l'afferrò nervosamente per riaprirla e rileggerla per una conferma. La ripose di nuovo sulla scrivania e si fermò a pensare. Alle sue spalle udì una voce: << Credo sia arrivato il momento di parlare, mio caro Severus. >> Severus balzò dalla scrivania e si guardò intorno: << Albus... >> << Voltati, Severus. Ti sto parlando dal quadro alle tue spalle. >> Era proprio lui... Era Albus Silente. << Cosa vuoi dirmi, Albus? >> << Non fare il finto tonto, Severus. Stai sbagliando tutto. Quella ragazza ti ama, avrebbe sacrificato la sua vita per te, te lo ha dimostrato... Ti ha curato con tanto amore, devozione, donandoti una seconda opportunità... E tu.... Hai paura di iniziare a vivere. >> << Come lo sai? >> Severus era imbarazzitissimo al pensiero di essere stato scoperto. << Severus, io non ti ho mai abbandonato. Tu sei stato il mio braccio destro... Hai corso rischi mortali per me... Lo hai detto tu stesso. Ed oggi io ho il dovere di dirti che stai sbagliando tutta la tua vita. >> << Albus... ma è una studentessa di Hogwarts, ha vent'anni meno di me. Cosa posso mai darle io? Sono un ex Mangiamorte con un passato oscuro e carico di frustrazione. >> . << A giugno lei si diplomerà e non avrà più alcun legame istituzionale con la scuola. Guarda che anche Minerva lo sa, ma non te ne ha mai parlato. >> << Minerva lo sa? >> chiese Severus ancora più imbarazzato. << Severus... Non cambiare discorso, quella ragazza ti ama e tu sei quanto di più il suo cuore ardentemente desidera. Io sono morto, tu sei vivo, ma ti stai comportando come se anche tu fossi da quest'altra parte e non dove realmente sei. Quindi, liberati dalle catene delle tue paura e inizia a vivere la vita che non ti sei mai concesso. Non continuare a torturarti. Non ce n'è più bisogno. E poi... ognuno di noi ha infranto almeno una regola di Hogwarts. >> << Albus... Albus... Albus?!? >> Severus continuava a chiamarlo, ma Silente era ritornato ad essere un'immagine priva di vita. Il Professor Piton lasciò l'intera scrivania in disordine, sbatté la porta e corse via dall'ufficio col suo mantello svolazzante a mo' di pipistrello come se avesse un impegno che non poteva rimandare nemmeno di un minuto. Era una questione di vita o di morte.

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Capitolo 9
*** Always - Sempre ***


Hermione aveva cenato con i suoi genitori ed aveva finto un mal di testa per potersi chiudere nella sua camera e mettersi a letto in massimo isolamento. Non aveva voglia di godere della compagnia di nessuno, se non di Grattastinchi che, all'improvviso, aveva iniziato a miagolare inspiegabilmente. Hermione si voltò... Era Severus Piton che si portò l'indice tra il naso e la bocca, come a chiederle di non parlare. Si avvicinò al suo letto e si mise in ginocchio per starle comodamente vicino. Hermione era distesa sul fianco, lo guardava e quasi non credeva a quanto i suoi occhi stavano vedendo. Severus le prese la mano e gliela baciò. << Perdonami. >> le sussurrò guardandola negli occhi e continuò << sono venuto qui per rimediare ai miei errori e chiederti scusa. Posso sedermi accanto a te? >>. Hermione lo guardava e fece sì con la testa. Severus si accomodò sul letto. Hermione gli si sedette accanto. Severus senza parlare le baciò la fronte ed inspirò fra i suoi capelli. Poi fece una breve pausa. Si mise la mano nella tasca del mantello ed estrasse uno scatolino. Lo aprì lui stesso: vi era un anello. Hermione aveva già gli occhi pieni di lacrime. << Non piangere. >> le disse Severus sfiorandole la guancia con un dito, prese l'anello e continuò << Hermione Jean Granger, vuoi passare il resto della tua vita con un vecchio pipistrello frustrato o cavernicolo assiderato, ma che però ti ama più di qualsiasi altra cosa al mondo? >> << Sìììì. >> rispose Hermione con gli occhi pieni di gioia e prima che lui potette continuare o infilarle l'anello lo baciò. << Aspetta un attimo. Non ho ancora finito... Hermione Jean Granger, dopo che ti sarai diplomata e che non avrai più nessun legame istituzione con la scuola vuoi diventare la moglie del Preside di Hogwarts Severus Tobias Piton? >>. << Sì. >> confermò Hermione. Severus le infilò l'anello all'anulare sinistro. Le afferrò entrambe le mani e gliele baciò. << Perdonami, Amore mio, se ti ho fatto stare male. Non volevo. Pensavo solo di fare il tuo bene. >> << Sei tu il mio Bene più prezioso, Severus. Per Sempre. >> << Sempre. >> rispose deciso Severus Piton. La loro relazione restò fintamente segreta fino a quando Hermione si diplomò: tutti lo avevano intuito, ma per profondo rispetto nessuno ne aveva mai parlato. Iniziarono poi a convivere e furono da subito una coppia ammirata e acclamata. Hermione ottenne l'incarico al Ministero della Magia. Pochi mesi dopo si sposarono ed ebbero quattro figli: Albus, Lily, Minerva e Remus. Severus fu un marito fedele e devoto, nonché un ottimo padre. Poté finalmente godere della felicità che si era sudato a caro prezzo. Dei loro quattro figli, al momento dell'ingresso ad Hogwarts, nessuno fu smistato tra i grifondoro o serpeverde: Albus e Minerva divennero dei tassorosso, Lily e Remus corvonero. Hermione fu una donna in carriera, una moglie e mamma felice. D'altronde, è chiaro che non avrebbe potuto scegliere marito migliore.

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