Cuore di padre

di Raphaelgirl87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima parte ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 3: *** Terza parte ***



Capitolo 1
*** Prima parte ***


"Meow?"

Un lieve miagolio risvegliò Splinter dalla lunga meditazione che stava praticando ormai da molte ore ormai..... Per lui, grande maestro di arti marziali, quei momenti erano preziosi come l aria che respirava....aveva veramente bisogno di prendersi del tempo quotidiano per potersi riconnettere con se stesso e con l universo....

Ma si era quasi dimenticato di non essere solo....Quel buffo gattino rosso che, da quasi un anno ormai, faceva parte della loro strana famiglia, lo stava fissando da un pezzo ormai, seduto calmo e pacifico davanti a lui.

Il maestro sospirò divertito:

"Anata wa tadashīdesu, yūjin, gomen'nasai*, non mi sono accorto del tempo che è passato..... sarà quasi ora di cena ormai....."

Dicendo questo, Splinter si alzò lentamente in piedi e, lasciando la stanza del loro covo adibita alla meditazione e alla preghiera, si recò lentamente in cucina per aprire una bustina di cibo per il suo piccolo amico.... L orologio nella sala ticchettava le sei e mezza di pomeriggio.... Era decisamente troppo presto per lui per mangiare....e a dirla tutta non aveva molta fame.....

Servito il piccolo Klunk, il.maestro si sedette stancamente su una sedia in cucina, assaporando il silenzio attorno a sé.

Troppo silenzio, in realtà.

Era sempre così, quando i suoi figlioli non c erano e il covo non risuonava della loro musica, degli strumenti di Donatello nel suo laboratorio, delle loro risate, dei loro scherzi, delle loro chiacchere continue, dei loro commenti sboccati alle partite di basket o ai film che guardavano in tv....

E si anche di quei noiosissimi battibecchi quotidiani tra fratelli che Splinter mal digeriva, in quanto talvolta gli pareva di avere a che fare con dei lattanti e non con dei ragazzoni ormai diciottenni fatti e finiti, anche se sapeva che erano perfettamente normali soprattutto tra adolescenti come i suoi.... 

Non sapeva quanto, ogni volta che nel covo risuonava quel chiasso talvolta continuo e insopportabile, il maestro desiderasse che i suoi figlioli fossero o fuori casa o a letto, per avere un po' di calma .....Curioso come, ogni volta invece, che i suoi figli stavano via per giorni, quel silenzio che tanto bramava in loro presenza diventasse improvvisamente così assordante, così intenso, così insopportabile....

Inutile negarlo: i suoi figli gli mancavano da morire.

Ormai era da quasi tre settimane che si trovavano in Australia in missione per conto della polizia di NYC, proprio ieri aveva ricevuto la chiamata dei suoi ragazzi con una bella notizia e una meno bella.

La bella notizia era che, come sempre, la loro missione era giunta al termine brillantemente.

La cattiva notizia è che, prima di due giorni ancora, non sarebbero rientrati.

Proprio a ridosso del suo compleanno.

Non che Splinter amasse chissà cosa festeggiare, ormai gli anni stavano iniziando a pesare sul suo fisico, anche se ringraziava ogni giorno i Kami per quella sua vecchiaia in buona salute e lucidità mentale.... Ma era una scusa come un altra per avere i suoi figli con sé, per stare con loro, per godere della luce meravigliosa delle loro anime belle,buone e coraggiose....

"Sensei, ci spiace, ci spiace così tanto, davvero Sensei, scusaci, non dipende da noi....abbiamo da risolvere una cosa ancora.... è importante, c e l ha richiesta l ispettore Vincent...." Gli avevano detto i suoi ragazzi in videochiamata con quattro facce decisamente tristi e contrite e, benché Sensei si fosse sentito lacerare dentro, al pensiero di dover ancora attendere per abbracciare i suoi figli amati, ricacciò tutta la tristezza che stava provando dentro sè e sorrise ai suoi figli:

"Figli miei, non preoccupatevi e non affannatevi a tornare.... Fate tutto ciò che è necessario.... È solo un giorno come un altro....Festeggeremo quando tornerete...."

Mentre ancora i suoi figli gli stavano parlando, Splinter non poté non passare un dito sopra quell' immagine in videochiamata che ritraeva i suoi figli, per accarezzare anche solo virtualmente i lineamenti di ciascuno di loro....Per soffermarsi su quei piccoli dettagli che, quando erano a casa con lui  non ci faceva caso, ma che quando erano via gli mancavano letteralmente come l aria.

Il tono di voce roco e inconfondibile e la piccola cicatrice sul labbro superiore di Raffaello, che non oscurava  i suoi occhi verdi a striature marroni.

Gli occhi azzurri di Leonardo, quasi en.pendant con la sua maschera blu e il tatuaggio sul bicipite sinistro dedicato ai suoi fratelli, fatto ancora prima del tatuaggio che si erano regalati in missione, il giorno del loro diciottesimo compleanno.

Il modo in cui Donatello gesticolava quando parlava, tirandosi su gli occhiali e toccandosi l auricolare che portava sempre con sé

E la risata contagiosa di Michelangelo e quegli strani occhiali da sole che portava appesi a due o tre giri di collane.

Erano proprio loro, i suoi figli, unici, speciali, meravigliosi..... 

Tutta la sua vita.

Quando la chiamata finì, Sensei rimase in silenzio con il tablet sulle ginocchia sul divano per un lungo momento, finché non decise di alzarsi in piedi e di recuperare da un piccolo armadio in sala una scatola di cartone ben sigillata.

La aprì con delicatezza poggiandosi sul tavolino in soggiorno vicino al divano e il suo cuore si commosse infinitamente nel tirare fuori uno alla volta quei piccoli, grandi ricordi preziosi dei suoi figlioli.

Le loro prime, piccole, maschere.

I loro primi pigiamini.

Tante foto dei suoi figli, nelle pose piu buffe e strane.....in qualcuna, incredibilmente, sorrideva pure Raffaello.

I primi occhiali di Donatello, il suo primo computerino e le prime bozze dei suoi primissimi esperimenti,

I primi disegni di Michelangelo, tutti dedicati alla loro famiglia.

I primi bokken di Leonardo.

E il piccolo Bughy, un orsetto di peluche col quale Raffaello aveva dormito per veramente molto tempo e che era stato compagno delle sue avventure e delle sue sfuriate, soprattutto quando era arrabbiato e doveva sfogare la sua ira su qualcosa....ne sapeva qualcosa quell' orsetto tutto spelacchiato e ricucito inummerevoli volte....

"Sensei, non posso sempre picchiare Micky o Leo o sbuffare perché Donnie è noioso con quegli suoi esperimenti, ogni tanto devo sfogarmi su altro....." Gli rispondeva sempre a testa china quel suo figlioletto focoso fin dalla sua tenera età, quando gli portava il pupazzetto senza una gamba o senza un braccino e si faceva aiutare a ricucirlo....

 Splinter sorrise a quei ricordi e a molti altri che si affacciavano nella sua mente.... 

Come quel giorno di giugno di quasi diciannove anni fa, in cui aveva subito la mutazione in ratto per via di quell incidente stradale maledetto che aveva fatto scivolare quel liquido mutageno nelle fogne, contaminando non si sapeva veramente quante persone.....

Un giorno orribile, le urla delle persone contaminate si sentiva fin da dove si trovava, insieme a un tripudio di sirene di tutti i tipi e, anche lui a dirla tutta stava impazzendo dalla sofferenza.....la mutazione era stata orribile ,dolorosissima, si era sentito come se qualcuno con un coltello lo prendesse e lo scarnificasse lentamente....aveva urlato e urlato con tutto se stesso, in maniera indegna, perché normalmente un maestro sopporta stoicamente, ma quel dolore era troppo forte da sopportare senza patire atrocemente..... finché non finì tutto e non si ritrovò per terra, esausto, respirando affannosamente e ricoperto di peli da capo a piedi.... Con una forza immensa, Splinter si trascinò in bagno e, vedendo allo specchio come era ridotto, provò per la prima volta nella sua vita il desiderio di uccidersi con onore, di mettere fine a quella sua miserabile vita di persona tradita da un sottoposto del suo Clan, una persona per la quale avrebbe dato la vita, costretto a cambiare stato per il disonore, a vivere in una lurida fogna perché, nonostante qualche risparmio da parte, non poteva permettersi neanche una stanza.....

Fu solo un lieve mugolare poco distante da lui a distoglierlo da quel nefasto pensiero.... Barcollando sulle.sue gambe malferme, il neo ratto si recò dove senti quel voce piena di dolore e il suo cuore perse molti battiti nel vedere....quattro tartarughine piccolissime.

Ma non quattro tartarughe normali.

Quattro piccole tartarughe con braccia e gambe.

Parevano quasi dei bimbetti di due o tre anni se non fosse stato per il guscio e la pelle verde. 

Probabilmente erano fratellini ( solo in seguito Donatello, grazie a vari test genetici fatti per scherzo, confermò il legame di parentela tra loro) da come si tenevano stretti l uno all altro, con le guanciotte rigate dalle lacrime e tremando vistosamente di freddo e di paura per via di quell acquazzone scrosciante che era scoppiato ora nel cielo e aveva reso il clima improvvisamente più umido e freddo....Erano letteralmente terrorizzati e lo guardavano con lo stesso sguardo con cui si guarda un mostro..... Splinter provò un moto di tenerezza....avevano quasi sicuramente subito la sua stessa mutazione.... Solo in seguito i suoi ragazzi avrebbero confermato di aver sofferto fisicamente tantissimo anche loro quel giorno....

"Piccolini, che ci fate qui? Non vi farò del male....davvero....fidatevi di me...." Disse Splinter e allungò una mano verso di loro, ritraendola subito quando uno di loro, quello leggermente più grosso, fece come per morderla per difendere i fratelli.... Si poteva ben intuire chi sarebbe diventato quella piccola tartarughina, focosa fin da subito.....

"Non voglio davvero farvi del male..... guardatemi....sono....cambiato anche io.....come voi..... Venite con me....vi porto a casa mia al sicuro.....Non avete fame? Ho ancora un po' di pizza surgelata.... è buona sapete? Molto, molto buona..... Mmmmmh....." E così parlando loro con dolcezza e facendo il tipico segno sulla guancia di chi trova una cosa da mangiare gustosa, Splinter si conquistò la fiducia di quelle piccole tartarughine che, barcollando anche loro vistosamente sulle loro nuove gambette, si avvicinarono a lui facendosi prendere in braccio e recandosi in quella parte di fogna in cui Splinter aveva creato una sorta di casa arrangiata con cucina, un bagno, un piccolo soggiorno e una camera da letto....

Si ricordò ancora di come  aveva lavato con cura quei piccoletti nella sua vasca da bagno, di come.poi gli stessi piccoletti avevano letteralmente divorato quella pizza, neanche tanto buona in effetti, ma erano veramente tanto affamati si vedeva, senza sapere che da lì in poi l avrebbero amata spassionatamente come cibo, a loro dire proprio perché gli ricordava quel momento in cui, per la.prima volta, non avevano avuto paura e si erano sentiti a casa..... E di come, sfiniti,quei cuccioli dolcissimi si addormentarono subito, sotto un morbido lenzuolo e stretti forte l uno all altro, in una grossa scatola di cartone che il.maestro aveva arrangiato come loro primo letto.... Era rimasto a guardarli per molto tempo, dolcemente intenerito da quella visione di quei piccolini che dormivano sereni, stringendo forte le manine e le braccine reciproche....aveva accarezzato le loro testoline, promettendo loro che mai nessuno avrebbe fatto loro del male da quel momento in poi e  scoprendo dentro se un sentimento nuovo, immenso, che non lo avrebbe mai più lasciato, anzi sarebbe solo cresciuto col passare del tempo.

L amore paterno per quelle creature.

Un amore che non aveva messo in conto di provare mai nella sua vita....Lui che come unico obiettivo, quando ancora viveva in Giappone, aveva la guida del suo Clan, al quale aveva votato tutta la sua vita....Lui che non voleva sposarsi ne avere una famiglia, improvvisamente si ritrovò padre di quattro creaturine vivaci, giocose e piene di vita....

Splinter sospirò forte pensando a quanto fosse vero quel detto che diceva che:" I giorni sono lunghi, ma gli anni sono corti".... Non era stato facile, anzi....Aveva dovuto insegnare tutto da zero a quei piccolini, ai quali donò i nomi dei suoi quattro pittori rinascimentali preferiti, perché anche loro, chissà, un giorno potessero diventare qualcuno....

Con calma e pazienza, insegnò loro a parlare, camminare sulle loro nuove gambe, a coordinare i movimenti di quel corpo nuovo che avevano, a leggere, scrivere, fare di conto.... E in seguito, li addestrò alle arti marziali, per donare loro un Ikigai, una ragione di vita come si dice in Giappone..... Quando furono sufficientemente grandi, donò loro un arma specifica per ciascuno di loro, per aiutarli a limare proprio quella parte di carattere che avevano difficoltà a interfacciare.... Li educò ai valori più veri della vita,con pazienza ma anche severità....la famiglia, il rispetto per le divinità, l onore, la lealtà, la giustizia..... osservandoli crescere come tutti i fratelli del mondo: giocando, litigando, combinando marachelle di ogni tipo, ma amandosi anche incondizionatamente, come ancora facevano ora che erano più alti di lui.... 

Non avevano granché, anzi, i suoi risparmi erano bastati giusto per donare ai suoi figli la sussistenza base e qualche piccolo sfizio ogni tanto, come i regali di Natale e al loro compleanno(che avevano deciso fosse proprio.il.22 giugno, il giorno della.loro.mutazione, perché sempre a.loro dire, la loro vita da mutanti era iniziata.proprio.quel.giorno)cose cosi.... poteva ringraziare che i suoi ragazzi erano sempre stati buoni e comprensivi, mai gli avevano fatto pesare un no per un qualcosa che non potevano avere..... vero anche che Donatello nel frattempo si era specializzato nel costruire marchingegni di tutti i tipi e spesso era lui a costruire i giochi per se stesso e per i suoi fratelli.....

E così, passo dopo passo, giorno dopo giorno, la loro famiglia era cresciuta semplicemente così, nell' amore e.nel.sostegno reciproco come un piccolo seme gettato nella terra che piano piano diventa una pianta dalle radici profonde....

I ricordi scorrevano nella mente di Sensei, come un bellissimo film, finché non prese tra le mani il foglio che mai più pensava di poter avere tra le mani un giorno.

Quel foglio che assomigliava più di tutti a un miracolo vero e proprio e che mai avrebbe ringraziato abbastanza l ispettore Vincent per quel regalo incredibile.

Il certificato di adozione dei suoi ragazzi, avvenuto ormai più di un anno fa.


*Hai ragione amico mio, mi spiace

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Capitolo 2
*** Seconda parte ***



"Le domando scusa, signor Hamato, per averla convocata così d urgenza, ma necessito assolutamente di risolvere una questione con lei riguardante l assunzione dei suoi figli....." Disse l ispettore Rebecca Vincent da dietro la scrivania del suo ufficio, dopo averlo chiamato con una certa premura.... La prima missione dei suoi ragazzi per conto della polizia di NYC sarebbe partita da lì a poche settimane, i suoi ragazzi letteralmente non stavano nella pelle dall emozione, come solo i diciassettenni sanno essere emozionati e con l adrenalina a mille..... Ultimamente l unico argomento di conversazione nel loro covo era proprio la loro imminente partenza....

Splinter li guardava allenarsi più del dovuto per dare il meglio una volta partiti, iniziare a preparare i loro zaini per il viaggio con Casey, April e Irma che si alternavano per portare loro tutto ciò di cui avevano bisogno e fantasticare sulla missione con un misto di orgoglio e amarezza dentro se..... Orgoglio perché vedere finalmente i suoi figli amati sbocciare e vedere che il loro coraggio e la loro bravura erano stati finalmente riconosciuti e valorizzati era motivo di enorme fierezza per lui....Ancora ricordava quando era stato fiero di loro quella notte quando, sotto la statua della Libertà, i suoi figli, tramite cerimonia ufficiale della polizia, avevano ricevuto la chiave della città di NYC come ringraziamento per aver liberato la città dall attacco di Krang....li aveva guardati con tanta tenerezza, dei ragazzoni grandi e grossi che erano lì a prendersi finalmente l.onore che li spettava, imbarazzatissimi perché non abituati a essere riconosciuti senza essere additati come mostri o simili, ma anche molto felici.... ma allo stesso tempo non poteva non provare una punta di dolorosa amarezza.... Perché, per la prima volta, i suoi figli sarebbero partiti senza di lui e sarebbero stati divisi..... E, per quanto sapeva che fosse giusto così, sapeva che sarebbe stata durissima quella mancanza.....

"Se posso aiutare, ispettore capo, ben volentieri...." Aveva risposto gentilmente il maestro, seduto sulla sedia davanti a lei col bastone sulle gambe,mentre l ispettore gli sorrise con garbo e iniziò a parlare, istaurando un dialogo rispettoso tra loro:

"Credo proprio di sì, signor Hamato..... Dunque.... In realtà, è proprio solo un cavillo burocratico, ma devo assolutamente raccapezzarmi..... Come sa, i suoi figli verranno assunti dalla polizia di NYC per missioni segrete sotto copertura, ovviamente senza togliere loro lo status di ninja in cui si identificano...."

"Si, ispettore capo....."

".... E, come può intuire, il lavoro che i suoi figli faranno sarà giustamente ed equamente retribuito...."

"Chiaramente, ispettore...."

"Già mi creda, è stata dura convincerli ad accettare almeno un compenso minimo, ma veramente un ninja non si fa pagare per i lavori che fa? Ma poi che differenza c e tra un samurai e un ninja? Scusi la curiosità, ma era per capire...."

"Glielo spiego subito,ispettore.... Prima di tutto un samurai è un guerriero a servizio di un padrone che serve per tutta la sua vita con fedeltà, un ninja è un guerriero piu simile a una spia, che agisce nell'.ombra senza farsi riconoscere, come hanno sempre fatto i miei ragazzi nella.lotta contro il crimine..... E per il compenso, vede, sempre i miei ragazzi hanno ragione..... nella nostra cultura, un samurai non accetta compenso per un servizio che dà, perché ogni sua azione è votata al bene e alla giustizia incondizionata....Egli non cerca fama o dominio, ma fa si che la sua vita sia prima di ogni altra cosa plasmata su uno scopo elevato, sulla protezione dei valori e dei principi in cui credono, che si tratti di onore, amore per il proprio paese o benessere della propria famiglia e dei propri cari....Questo solo conta e questo per noi rende la vita degna di essere vissuta...."

Rebecca ascoltò molto attentamente le parole di Splinter e annuì profondamente:

"Mi creda, è tutto molto lodevole e bello e siete da ammirare, ma noi desideriamo che l impegno dei suoi ragazzi venga riconosciuto, è giusto così.....Le stavo dicendo quindi, dopo una lunga trattativa, molto lunga mi creda, i suoi ragazzi hanno accettato tutti e quattro il compenso minimo solo ed esclusivamente perché abbiamo promesso loro che il.di più sarà versato in un assicurazione medica per.la sua salute.... La amano veramente tanto e sono veramente dei bravi ragazzi, può esserne fiero...."

A quelle parole, Splinter ebbe un moto di commozione che fece veramente fatica a mascherare:

"Lo sono, ispettore, moltissimo....."

L ispettore Vincent lo guardò sorridendo dolcemente davanti al tenero amore di quel padre, per poi proseguire:

"Tuttavia, per poter aprire un conto in cui versare i loro stipendi, mi serve un nominativo capisce? Un nome e cognome di tutti loro....e, a quanto mi ha detto uno dei suoi figli.....uhm....quello alto con gli occhiali e quello strano coso che ha sempre in testa...."

"Ah, hem, Donatello...."

"Ecco si, Donatello....bene, da quanto mi ha detto suo figlio Donatello, i suoi ragazzi non hanno un cognome....."

A quelle parole Splinter sospirò amaramente, non potendo provare una punta di tristezza in fondo al cuore:

"No, ispettore, non c'è l.hanno...."

L ispettore Vincent restò sorpresa davanti a quelle parole:

"Ma quindi..... praticamente i suoi figli non sono esistiti per il mondo fino ad adesso???? Per quasi diciassette anni?"

"Esattamente, ispettore...."

"Ma....ma....come avete fatto per....beh....ecco tutto? Spesa, sostentamento....avranno anche solo avuto un influenza nella loro vita!....come....."

"Ho dei risparmi da parte....non molto in realtà, ma è sempre bastato per la sopravvivenza di tutti loro....e Donatello appunto, in seguito, si è specializzato anche un po' in medicina di base per poterci aiutare...... E poi sa, nel covo almeno non paghiamo.l affitto!" Disse Splinter sorridendo, mentre l ispettore Vincent a quelle parole si commosse profondamente:

"È.....davvero incredibile.....una storia incredibile..... Bene, signor Hamato....sono qui oggi per dirle che, se lei mi concede il permesso, io posso aiutarla a ottenere l.adozione legale dei suoi figli...."

A quelle parole, Splinter restò di sasso.... Aveva sentito perfettamente cosa gli aveva detto l ispettore, ma talmente quella frase gli era sembrata bella che dovette farsela ripetere....

"Come, mi scusi?"

"Vede....ho degli amici in tribunale....mi devono dei favori, diciamo.... Posso provare a fare due telefonate.... Io credo non ci siano problemi, alla fine i suoi figli hanno sedici anni compiuti, sono maggiorenni per gli Stati Uniti d America, quindi se è loro decisione diventare suoi figli e lei approva la cosa, io credo non ci siano problemi....Per la faccenda della mutazione, credo si possa ovviare....la sentenza sarà a porte chiuse cosi nessuno saprà assolutamente niente e non ci sarà nessun can can mediatico.....così finalmente avranno il suo cognome e tutto andrà in porto come deve andare..... È d' accordo con me? Vuole che i suoi ragazzi diventino suoi figli a tutti gli effetti?"

Splinter non poteva crederci.... Fece uno sforzo enorme per non scoppiare a piangere di gioia li davanti all.ispettore, ma non ci riuscí completamente e due lacrime gli corsero veloci lungo il muso peloso

"Se lo voglio? Ispettore, non c e cosa che desidero di più al mondo!"

Rebecca sorrise con tenerezza davanti all.amore profondo che quel padre aveva per i suoi figli:

"Bene, allora! Direi che siamo d accordo! Ci teniamo aggiornati! Le farò sapere al più presto la data della sentenza di adozione..... Vada a casa a dirlo ai suoi ragazzi! Sicuramente salteranno dalla gioia!"


Splinter ne era sicuro, il silenzio tombale non era certo la reazione che si aspettava da tutti loro a quella notizia.

Era ora di cena e il chiacchiericcio continuo dei suo figli, intenti quella sera, oltre che a mangiare ai quattro palmenti come sempre, a discutere animatamente su quale film di Batman fosse il migliore, intervallando commenti da grande critica cinematografica a frasi come:"Cazzo eh però, Leo, non riesci a non fare la pasta scotta" a "Donnie, se ti do ragione ,mi passi il.sale che è la quarta volta che te lo chiedo?",si interruppe bruscamente davanti a quel comunicato che lui diede loro sulla loro adozione, lasciando il.posto a un silenzio talmente profondo che si poteva quasi sentire il ticchettio dell'.orologio in sale risuonare li.nella.cucina nel soppalco sopra.... Il maestro osservò stranito quelle quattro facce dei suoi ragazzi che erano rimasti lì a guardarlo come pesci in una boccia,con la bocca spalancata e le forchette col boccone in aria senza riuscire quasi più neanche a respirare, figurarsi a emettere una sillaba:

"Beh? Ragazzi? Seriamente? Non ne siete felici?" Domandò loro a un certo punto Sensei e poco dopo i suoi ragazzi si scossero un attimo

"Oh, no, no, Sensei, siamo felicissimi! È che....non c'è lo aspettavamo ecco...." Balbettò Leonardo, sforzandosi di buttare giù un sorso d acqua, mentre Raf incalzava:" Abbiamo....beh....sempre pensato che....beh....non.fosse possibile....."

"Già!- esordì Donnie, facendo eco ai fratelli - non ci sono legislazioni che prevedono l.adozione tra mutanti come.noi"

"Appunto....eravamo beh....rassegnati....non ci pensavamo neanche più....." Concluse il discorso Micky, al che Sensei incalzò

"Ma non siete contenti? Diventeremo finalmente una famiglia anche per la legge! Sarò vostro padre a tutti gli effetti!"

"Sensei, ma tu sei già un padre per noi..... Non cambia nulla! Se questa cosa va in porto....beh....ok....ma noi....beh....noi siamo già una famiglia....." Rispose Leo, ricevendo il muto consenso dei fratelli e i suoi figli tornarono a mangiare in maniera più composta e silenziosa...... Splinter saggiamente decise di non insistere..... Si vedeva che quella notizia li aveva lasciati più pensierosi e turbati di quello che sarebbe dovuto essere.... 

Ne ebbe la conferma, quando, quella notte intorno alle tre, mentre si stava recando al bagno, il maestro udì nel soppalco sopra la cucina, dove.si trovava la camera dei ragazzi, la voce di Michelangelo urlare all improvviso:

"Fratelli! Fratelli!!!!"

"Micky! Che c e????" Saltarono su i fratelli e il piccoletto arancione spiegò il motivo di quel suo svegliarsi all.improvviso, mentre Splinter si avvicinò senza essere visto per spiare amorevolmente la loro conversazione:

"Cazzo, fratelli, stavo pensando....se l.adozione va in porto....noi diventiamo fratelli per davvero!"

Un mormorio di profonda disapprovazione corse nella camera con frasi varie come:"Ma ti sembra l ora/Per la miseria, Micky!/Stavamo dormendo!"e Raffaello che disse a denti stretti al fratello:

"Micky, giuro che sto salendo da te a dartele di santa ragione...."

"Nono! Aspettate! È vero! Cioè.... Noi.... noi.... Saremo davvero una famiglia! Cioè per davvero! Ma davverodavverodavvero!!!!!! Io....io.....cioè....siete sempre stati i miei fratelli.....e Sensei è sempre stato nostro padre....ma ora cioè.... è vero.... è reale!"

"Micky, non sappiamo ancora niente, è inutile fare castelli in aria..... Sai che poi altrimenti ci rimani male...." Gli rispose Donatello mentre il suo secondogenito gli fece eco:"Donnie ha ragione e poi scusa,che cambia? Leo ha detto giusto a cena, siamo già una famiglia....quello....quello è solo un cazzo di pezzo di carta.....averlo o.meno che ci cambia!"

"Beh...averlo in realtà cambierebbe molto....-Rispose Leonardo dal suo letto- Innanzitutto ci.permetterebbe di avere un entrata economica almeno per le spese di casa, per Sensei e per tutto.... Avremmo almeno un riconoscimento legale, delle tutele..... E soprattutto - e qui la voce del figlio maggiore si incrinò- se.....se.....se dovessimo morire in qualche cazzo di ospedale perche qualcosa.... beh.... va storto in missione....noi....noi potremmo restarci a fianco....potremmo dimostrare che siamo fratelli davvero.....e non quattro cazzo di stronzi qualsiasi....."

Un silenzio pesante cadde tra i suoi figli, finché fu proprio Raffaello a tornare a parlare:" Va bene, si, tutto giusto, ma come dice Donnie, inutile pensarci! Ci facciamo solo male! Anche perché.....Donnie, cazzo, voglio la verità....quante probabilità ci sono che un ratto mutante come Sensei adotti quattro tartarughe mutanti come.noi? La verità!"

"Beh.....- e il rumore delle dita del suo terzogenito che scorrevano freneticamente su una tastiera di un PC portatile si librò nell' aria- contando che, come ho detto, non esistono leggi di nessun tipo di adozioni tra mutanti, nè sono mai esistite nello stato di NYC, direi lo 0,000001 per cento!"

"Ecco, vedi...." Replicò Raffaello amaramente ma subito Donatello riprese il discorso:"Ma vero anche che può essere che gli sbirri siano immanicati col tribunale, forse un eccezione alla regola riescono a trovarla!"

"Certo, gli stessi sbirri che, la prima volta che ci hanno visti, ci hanno puntato addosso una ventina di fucili...." Replicò il suo secondogenito sempre con una punta di tristezza.nella.voce, ma subito il suo figlio più piccolo incalzò

"È vero, ma ora è cambiato tutto! Da quando abbiamo sconfitto.Krang e il Technodromo, loro ci rispettano finalmente, altrimenti non collaboreremo per.loro! In più ora la gente sa che esistiamo.anche noi mutanti, abbiamo scoperto il quartiere di Mutant Town, non è più una cosa nascosta come un tempo! Ci sono state decine e decine di persone mutate dal.liquido mutageno di cui non ne eravamo.a.conoscenza! Tutto può cambiare al mondo! Raf, per la miseria, per una volta metti da parte il fatto che sei un rompicoglioni polemico, dimmi sinceramente: non ti piacerebbe che tutto questo diventasse vero....che noi fossimo veramente fratelli? Che Sensei fosse davvero un papà per noi?"

Il suo secondogenito ci pensò un attimo, replicando quasi immediatamente:

"Fratello tuo,no, visto che devi rompere le.palle alle tre di notte...."

"Ma vaffanculo!" Fu la risposta del fratello più piccolo 

"Ecco....-replicò ancora Raffaello-.... comunque....si.... si, certo che mi piacerebbe!!! Ma se gira male....magari trovano qualche cavillo che non va...magari non va bene che siamo mutanti....magari ci dividono o ci portano via...."

"Raf, ma questo non accadrà...." Gli parlò Leonardo con gentilezza ma il secondogenito incalzò:"Leo non puoi sapere! Non puoi sapere cosa succederà! Io sono terrorizzato da ospedali e tribunali! Chi può sapere che cavolo di teste di legno ci lavorino dentro! Di quanto ci possiamo fidare della giustizia? La stessa giustizia che negli anni 50 imprigionava o condannava a.morte una.persona solo.perche di colore! Io qui lo.dico.fratelli, se mi dividono da voi faccio una strage, cazzo, e me.ne frego se dopo mi ficcano un fottuto ago.in un braccio......"

"Raf!!!!!!!" Urlarono i fratelli in coro.ma il suo secondogenito insistette con la voce concitata:" È così! È così! Io....Io......No davvero, meglio che non ci penso.... altrimenti esco pazzo, veramente..... E in ogni caso, non mi faccio illusioni di nessun tipo..... Perché se poi c'è la prendiamo nel culo, fa piu male eh, dopo averci creduto...."

Cadde di nuovo il silenzio tra i suoi fratelli, rotto solo dalla voce calma di Leonardo:

"Beh....su una cosa Raf ha ragione, meglio non farci illusioni....vedremo come.va.col passare dei giorni e se questa cosa andrà in porto....una cosa è certa, siamo sempre fratelli questa è una cosa che non cambierà mai, con o senza adozione....Adesso dormiamo, è meglio.... Oyasumi,kyōdai*...."

"Si, sempre fratelli, sempre....Oyasumi,kyōdai...." risposero gli altri suoi figli e finalmente calò il silenzio nella loro camera, mentre Splinter sospirò appena.... I suoi cari ragazzi, già talmente tanto provati dalla vita nonostante la loro giovanissima età da non riuscire neanche a gioire pienamente di una bella notizia perché la paura e la disillusione erano più forti della gioia.... 

Splinter sospirò ancora e non poté quella notte, prima di riaddormentarsi, non rivolgere una preghiera ai Kami, quelle divinità che aveva seguito per tutta la sua vita con devozione.... Non chiese nulla per sé, chiese solo che quel sogno impossibile si avverasse, che i suoi figli potessero provare la gioia di una famiglia a tutti gli effetti, riconosciuta davanti alla legge, che quello che erano potesse realmente esistere....

E incredibilmente, così avvenne.

Il giorno dopo, l ispettore Vincent comunicò loro la data della sentenza di adozione, alla quale si presentarono con due ore di anticipo, talmente tanta era l ansia che tutti loro provavano..... Soprattutto Raffaello era incredibilmente nervoso e non smetteva di camminare avanti e indietro per il corridoio, tamburellando l.elsa.dei suoi Sai, con la testa piena di quei pensieri tremendi....

Fortunatamente anche lui si dovette ricredere, perché tutto filò assolutamente liscio.....

Alla chiamata del segretario, i cinque entrarono nell aula deserta, c erano solo loro, i testimoni e un giudice gentile che, semplicemente lesse loro una marea di articoli che, anche se non esisteva una legge specifica per l adozione tra persone mutanti, erano applicabili ugualmente se da ambo le parti ci fosse stato il consenso per proseguire con l adozione....

Ovviamente il consenso ci fu e, con la lettura della sentenza decretata dal colpo del martello classico, il giudice dichiarò che, ufficialmente, il loro maestro era loro padre.

Erano diventati degli Hamato.

Ci furono veramente molte lacrime di gioia in quel momento in cui, finalmente, i quattro fratelli ninja fecero la loro prima firma con il loro cognome sul certificato di adozione..... E tanti abbracci fuori tra loro e con Casey, April, Irma e Fran fuori dal tribunale che li aspettavano impazienti.... Splinter chiuse un occhio anche sul fatto che Casey avesse portato una bottiglia di spumante per festeggiare, perché era certo che sarebbe andato tutto bene.... normalmente il loro codice di onore dei samurai impedisce di bere bevande alcoliche, per non cadere in nessuna assuefazione che avrebbe potuto indebolire fisico e mente.....

Ma era un occasione di festa, per una volta pensò che nessuno si sarebbe arrabbiato per un goccio di spumante....e così i quattro fratelli Hamato insieme al loro padre brindarono tutti insieme e festeggiarono veramente con gioia quella loro famiglia finalmente ufficiale.

Il regalo più bello che la vita aveva donato a tutti loro.

Due settimane dopo la loro adozione ufficiale, i suoi ragazzi finalmente partirono per la loro missione....Splinter li volle accompagnare in aereoporto e, quando giunse il momento dei saluti, avrebbe voluto dire loro così tante cose, riempirli di raccomandazioni, come faceva sempre....ma non volle perdere tempo in sciocchi discorsi....

I suoi figli sapevano bene come comportarsi....erano coraggiosi, onesti, integri....conoscevano perfettamente la differenza tra il bene e il male, era a quel bene che avevano votato tutta.la loro vita, che perseguivano con ogni fibra del loro essere.... Non servivano altre parole....così semplicemente li strinse a sé, chi sulle sue ginocchia, chi sulla sua spalla, tenendoli tra le sue braccia quanto più tempo poté....

"Figli miei....miei amati, amati ragazzi....vorrei dirvi tante cose, ma in realtà sapete già tutto, è tutta la vita che vi preparo a questo....Solo ......restate uniti, amatevi, prendetevi cura l uno dell altro.....siate educati e lasciate pulita l abitazione che vi daranno.....fate attenzione.... E tornate a casa vivi da vostro padre....Watashi wa anata o totemo aishiteimasu, watashi no kodomo-tach**.....Anata o hokori ni omoimasu***...."

"Watashitachi wa anata o shitsubō sa semasen, otōsan, watashitachi wa anata o aishiteimasu****....." Gli sussurrarono i suoi figli tra le lacrime, finché non ci fu la chiamata dal loro gate e il loro abbraccio si sciolse con estrema difficoltà da entrambe le parti....Splinter non tolse gli occhi dai suoi ragazzi, che si allontanarono con grandi abbracci e pacche sulle spalle e grida di gioia miste alle lacrime, finché non furono troppo lontani dal suo sguardo....

Scioccamente, il maestro pensò che era solo la prima volta, sarebbe stato più facile gestire tutto quel carico emotivo durante le loro future partenze..... Non sarebbe stato cosi....Ogni singola.partenza dei suoi figli era un dolore enorme esattamente come quella prima.....il maestro aveva solo imparato a mascherarlo.meglio, per non farli preoccupare.... Ma, quando erano via, non c era un giorno in cui il suo primo pensiero della giornata e.l.ultimo.non era per loro.... Non c era una sola preghiera che non fosse dedicata a loro....non c era un solo giorno in cui non aspettava ansiosamente la loro chiamata, sperando ogni volta durasse sempre un po' di più..... Non poteva neanche immaginare che si sarebbe sentito così in colpa per aver concesso ai suoi figli quel goccio di spumante per festeggiare quel giorno speciale, i giorni terribili in cui Raffaello e Donatello per un soffio non rischiarono di venirgli strappati via dalle sue braccia, il primo in Amazzonia, il secondo in Artide..... Sapeva che poteva succedere anche a NYC, difatti poco dopo anche Leonardo e Michelangelo rischiarono grosso nella loro città...ma in quel frangente,quando venne a sapere della quasi morte dei suoi figli, non poté non provare, oltre che a un angoscia terrificante, un senso di colpa orribile..... Non seppe neanche lui quante ore, quante notti passò in preghiera chiedendo ai Kami di perdonare quella sua debolezza di quel giorno di festa, che i suoi figli non avevano colpa....di colpire lui, se proprio c era una persona da punire, ma non loro.... Non loro..... 

Non quei ragazzi che amava piu di qualsiasi cosa al mondo.... Quel suo dono incredibile, quel suo miracolo sceso dal cielo solo per lui..... Quei suoi ragazzi che gli avevano salvato la vita, senza saperlo.....

Eppure....sapeva che ormai era giunto il momento di lasciarli liberi..... Tenerli legati a sé sarebbe stato solo un atto di egoismo innaturale...... Doveva solo farsi forza, stringere i denti a ogni loro partenza e continuare a sperare che quel dono meraviglioso non gli venisse portato via....

"Sono loro che devono chiudere gli occhi a me.un giorno.... Non io.....non io a loro....." Pensò Splinter lì, seduto nella cucina del loro covo, in solitudine, nel giorno del suo compleanno, avvolto in quel turbinio di pensieri mentre accarezzava distrattamente Klunk che, nel.mentre, era salito sul tavolo e vi si era acciambellato senza ritegno alcuno, quando, sul tablet vicino a lui, non comparve il trillo di una chiamata....

Il maestro rispose distrattamente, provando però una gioia infinita nell'udire una voce, anzi le sue quattro voci preferite:

"Sensei! Sensei!"....


*Buonanotte fratelli

** Vi amo, vi amo così tanto figli miei

*** Sono fiero di voi 

**** Non ti deluderemo papà, ti amiamo

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Capitolo 3
*** Terza parte ***


"Figli.miei!"

"Otanjōbiomedetō, Otosan*!!!!!" Risposero in coro i suoi ragazzi, attaccando subito dopo con quella ridicola canzoncina dei compleanni, cantata in maniera super stonata  ma che fece sorridere lo stesso molto.il.loro caro padre

"Taaaaanti auguri a teeeee!

Taaaaanti auguri a teeeee!

Tanti auguuuuri, papàaaaaa!

Tanti auguri a teeeee!!!!!!!"

Con tanto di coro finale di Yu huuuu ed Yeeee e affini che strappò una risata al.maestro.... quanto gli erano mancate quelle voci buffe, esattamente come loro.....

"Arigatō, watashi no kodomo-tachi**.... Grazie di esservi ricordati del mio compleanno!"

"Sensei, ma è il minimo....." Gli disse Donatello, ma il maestro da lì a poco si accorse che la voce del figlio era disturbata da una lieve interferenza, come se fossero in un posto senza campo.... Come mai stava usando poi la chiamata vocale? Di solito usavano la videochiamata per sentirsi.....

"Donatello, che succede, figlio mio, ti sento un po' disturbato...."

"Ma no, niente Sensei, si vede che non prende tanto qui..."

Strano, pensò Sensei....di solito le comunicazioni in quel mese erano sempre.state limpidissime tra loro nonostante la distanza....di solito c era quell'.interferenza quando erano nei cunicoli per giungere al loro covo.....magari fosse stato così....

In più, oltre all.interferenza c erano voci sussurrate di fondo e risate....

"Che succede, ragazzi, vi sento proprio male, è come se ci fosse un brusio di sottofondo....."

"Ma.no, niente Sensei, è Micky che fa il coglione, fra un po' Raf e Leo lo.menano..... come stai Sensei?????"

"Bene, figlio mio e li da voi? Se non sbaglio ora li è mattina a quest ora....."

"Ehm.....sisì.... Dovrebbe essere mattina Sensei....."

Il maestro era sempre più dubbioso riguardo a quella chiamata....come facevano a non sapere che momento della giornata fosse, lì a Sydney dove erano?

"Donatello? Non sai se è mattina li da voi?"

Silenzio..... e immediatamente dopo un rumore di confubolamenti veloci tra loro, che fece alzare un sopracciglio al maestro....

Che stavano combinando quelle pesti?

"Siamo.un po' rintronati maestro, scusa, è veramente una missione difficile, anzi difficilissima, forse una delle più difficili! Siamo veramente rincoglioniti!" Gli dissero quei quattro monelli, accavallando le frasi tra loro mentre il sopracciglio del maestro saliva sempre più in alto....li conosceva fin troppo bene quei discoli,  come.le.tasche dei suoi kimono, come.la tsuba della sua katana.... Non gliela stavano contando giusta.....

"Figlioli.....che state combinando?"

"Chi?????? Noi?????" Gli domandarono in coro i suoi ragazzi e il maestro non poté non sorridere....e chi se no, siete voi i miei figli, pensò....

"Si, proprio voi, fratelli Hamato....."

"Ma assolutamente NIENTE, papà, te lo giuriamo! Niente di niente di niente!"

"Mmmmmh....."

Un altro rumore di confubolamenti tra loro, tra cui Splinter udì chiaramente un :"Guardate che fra un po' ci becca...." Di Raffaello E un:"Tanto siamo arrivati, diciamoglielo....." Di Leonardo....

Un attimo....

Arrivati dove?????

"Sensei! Sono Micky, mi senti?????" La voce squillante del suo figlio più piccolo sovrastò tutte le altre....dalle voci concitate di sottofondo e dalla sonora pernacchia che udi seguita da un "Ehi, vaffanculo, Micky!" di Donatello, il maestro capi che, quasi sicuramente,  quella peste aveva quasi sicuramente tolto il tablet dalle.mani del fratello viola:

"Si, Michelangelo, figlio mio.....dimmi....." Gli rispose Sensei cercando di mantenere la calma....

"Sensei, ascolta bene, visto che è il tuo compleanno e visto che non ci siamo dimenticati di te, ti abbiamo mandato un regalino! Una cosetta eh.....ma siamo sicuri che ti piacerà....."

Un regalo?????

"Grazie, figli miei, ma non dovevate....."

"Nononono e no! Dovevamo eccome! Lo troverai alla porta del cunicolo dal quale entriamo sempre.....non dove c e lo scivolo d acqua....l altra entrata! Vai a vedere e dicci se ti piace!"

Che doveva fare?

Ormai era veramente tanto curioso al.pensiero di cosa avrebbe trovato.... Così Splinter lasciò un attimo il tablet sul tavolo della cucina e si recò nell entrata del loro covo....

Apri la porta che chiudeva quel grosso tubo che conduceva a casa loro....e.... per poco non svenne dalla gioia.

Davanti a lui c era il regalo più bello che mai avesse potuto anche solo lontanamente ricevere in quella giornata.

I suoi figli, in carne ed ossa, davanti a lui che ridevano come.matti e in coro urlarono  "Sorpresa!!!!!!!! Auguri papà!!!!!" tenendo in mano tutta una torre di pizze e due borse di bibite, festoni, piatti di carta e quant altro.....

Tutto venne poggiato per terra, mentre Splinter strinse a sé quei suoi amatissimi figli scalmanati, non riuscendo quasi a parlare per la felicità che provava in quel momento.... Era tutto così incredibile, non poteva crederci....il maestro dovette stringerli forte, più di una volta, per capacitarsi che non era un ologramma, nè un sogno, erano proprio loro.....i suoi ragazzi....la sua vita.....

"Ma..... Ma....come è possibile..... sapevo che non sareste tornati prima di dopodomani....." Riuscì solo più a balbettare Splinter mentre Donatello, tirandosi su gli occhiali sul naso, come faceva sempre quando era un po' imbarazzato, disse:

"Scusaci Sensei, ti abbiamo detto una bugia bianca, diciamo....ma era a fin di bene....."

Così, i suoi ragazzi gli raccontarono che in realtà la loro missione a Sydney era già finita da una settimana....erano riusciti a ultimarla un po' in anticipo  e avevano deciso di usare quel tempo avanzato per potergli organizzare una sorpresa per il suo compleanno.... grazie all.abilità di Donatello nello smanettare al computer, erano riusciti a trovare una buona offerta per il volo di rientro, tornando a casa tre giorni fa e trovando ospitalità a casa di Casey ed April, riuscendo a pianificare da lì tutta la loro sorpresa....

"Quindi.....siete qui da tre giorni e io non lo sapevo? Beh..... figli miei, stavolta me.l.avete proprio fatta sotto il naso, niente da dire....ma ne sono felice....ne sono così felice....oh, i miei cari ragazzi...." Disse Splinter stringendo.i.suoi amati figli a sé, mentre Leonardo gli rispose gentilmente:"Sensei, secondo te.non.festeggiavamo.il tuo compleanno con te?"

"Appunto!! Stasera festeggiamo come si deve!!!!! Stasera djjjjjj Mickyyyyyyy si metterà all azione e vi farà impazzire tutti! Oltre tutto saremo tutti qui per te!" Gli disse Michelangelo mimando la.classica posa da dj, non prima di.prendersi uno scappellotto dietro la testa da Raffaello:

"Piantala di fare l idiota, Micky! Comunque si, Sensei, ci saranno Casey, April, Irma, Vern, Fran e anche Lisa, James e Grace....tutti vogliono assolutamente esserci per festeggiarti! Saranno tutti qui a momenti!"

"Beh, ne sono felice....ci sarà tanta vita questa sera nel nostro covo!" Disse Splinter sorridendo, mentre Leonardo si rivolse ai fratelli

"Bene, fratelli, visto che fra poco avremo.gente a casa, andiamo.ad.addobbare e sistemare tutto! Forza!"


La serata scivolò via leggera e meravigliosa....tutti gli invitati arrivarono puntualissimi e l atmosfera fu da subito allegra e piena di risate, scherzi e racconti da parte dei fratelli ninja di come era andata la loro missione in terra australiana.... Michelangelo, da bravo dj, mise su dell'.ottima musica che accompagnò perfettamente tutta la serata tra balli e canti tra amici, la pizza era come sempre ottima e Splinter venne festeggiato con tutti gli onori possibili e immaginabili.... Il maestro era già incredibilmente felice cosi, ma lo fu ancora di più quando, a sera inoltrata, salutati e ringraziati tutti i graditi ospiti, dopo aver ripulito e sistemato tutto e restando da solo con i suoi figli, aprí seduto sul divano con i suoi ragazzi stretti attorno a lui, il suo regalo da parte loro..... degli spartiti molto rari per il pianoforte e del materiale da disegno prezioso, due cose che lui amava molto..... Più una stupenda Kazaritachi*** nella sua tsuba riccamente decorata....

"Grazie, figli miei, non dovevate.... Il mio regalo più bello è riavervi a casa con me...." Sussurrò Splinter e Leonardo replicò con affetto:" Ma dai, Sensei, un pensiero ci stava...."

"Si, ma nulla vale come la vostra presenza qui....mi siete mancati tanto....." Disse Splinter e Michelangelo seduto per terra con la testa sulle sue ginocchia si unì al discorso

"Ci sei mancato anche tu, Sensei....ci manchi sempre!"

"È vero....lo diciamo sempre.....possiamo girare tutto il mondo, ma nessun posto davvero è bello come casa tua....." Disse Raffaello, seduto sulla testiera del divano, mentre Donatello stava controllando qualcosa sul suo sensore a ologrammi al polso destro....

"Oh fratelli, guardate! Stanotte la cometa H1734 passerà sopra.il.cielo di NYC! Andiamo.a vederla? Sensei, vuoi vederla con noi? Dovrebbe passare tra un ora...."

"No, figlio mio, grazie ho già vissuto molte emozioni in questa giornata.... soprattutto oggi che i Kami mi hanno benedetto con un anno di più...."

"Sei sempre un giovincello, Sensei!" Gli dissero i suoi figli in coro, quegli adorabili bugiardi....

"Grazie mille, ma non lo sono ahimè.....mi vado a riposare.... Non fate tardi, l.allenamento domani vi aspetta alla stessa ora....  Oyasumi, miei amati ragazzi.... Grazie davvero di tutto, vi amo più di qualsiasi cosa al mondo...."

"Anche noi, Sensei!" Risposero sempre in coro i suoi ragazzi, stringendosi a lui.... Il.maestro sorrise e pensò che essere un buon padre significava anche mettere dei limiti....

"Ah, Raffaello e Michelangelo?"

"Si, Sensei?" Gli dissero quelle due canaglie rossa e arancione, quella tremenda associazione a delinquere.... Schiarendosi la voce, il maestro parlò con voce ferma

"O domani sistemerete il caos terrificante che c e nella vostra parte di stanza o le darò personalmente fuoco. Sapete che mantengo cosa dico"

"Si, Sensei...." Sospirarono mestamente i due delinquenti, tra le risate degli altri due fratelli, mentre Splinter, baciando ognuno di loro sulla fronte, si recò nella sua stanza.... Non potendo evitare di osservare dalla porta socchiusa la meraviglia dei suoi ragazzi tutti presi a scherzare tra loro sul divano in attesa di vedere quella benedetta cometa, mentre guardavano improponibili video di canzoni suonate con strumenti usati a scuola e ridendo come matti....

Sicuramente il silenzio che c era stato fino a quel momento non c era più, ma Splinter non poteva essere più felice di quel caos stupendo.

I suoi figli erano di nuovo a casa, tutti e quattro.

E quella notte finalmente la sua preghiera sarebbe stata di ringraziamento e gratitudine.


*Buon compleanno, papà!

** Grazie figli miei

*** Spada giapponese "

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