Bleach: No Arashi

di HeyCass
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57 ***
Capitolo 58: *** Capitolo 58 ***
Capitolo 59: *** Capitolo 59 ***
Capitolo 60: *** Capitolo 60 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 
I personaggi di quest'opera, a parte quelli da me inventati, non mi appartengono; così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente, sono del caro Kubo.
La storia parte da dopo la saga della Soul Society e quindi dopo il salvataggio di Rukia.
Seguirà più o meno il filone della storia originale, ma avrà dei grossi cambiamenti che la caratterizzeranno. 
 
 

BLEACH: NO ARASHI






"Sai cara, dovresti stare attenta a dove ti siedi?!" Disse d'improvviso la nonna.
"Cosa? Cosa intendi dire Nonna?" Chiese la bambina guardandola stranita.
"Devi stare attenta, quella sedia era già occupata! E' scortese che tu ti sieda su di una sedia giù occupata" rispose la Nonna mentre affaccendata rimetteva il tè nello scaffale, la bambina si guardò attorno.
"Ma nonna qui non c'è nessuno, ci siamo solo io e te!" Disse un poco spaesata, la bambina.
"Oh piccola Yui, piccola,piccola bambina. Io e te non saremo mai sole, non finché ci sono loro attorno" disse quella affaccendata con la teiera, ma la bambina non capì a cosa si riferiva, la stanza era vuota e lì non vi era nessuno, questo era ciò che vedeva lei.
"No Yui, non devi guardare con quegli occhi; devi guardare con quelli della tua anima, solo cosi potrai vederli" disse quella dolcemente.
"Ma nonna, come si fa a guardare con gli occhi dell'anima?" Chiese con innocenza. Il bollitore sul fornello inizio a fischiare, la nonna rise e spense il fornello.
"Non è una cosa che posso insegnarti, è una cosa che capirai da sola" disse versando l'acqua nella tagliere e portandola poi sul tavolo, offrì poi una tazza alla bambina.
"Sai Yui il mondo non è fatto solo di ciò che vediamo, c'è molto, molto di più di questo e sta a noi vederlo e venirne a capo, mia cara. Finché non aprirai questo, - disse indicando il cuore, - finché non farai uscire lei, non potrai mai vederli. Devi aprirti!" Disse la nonna, prendendo poi la tazza in mano.
" Lei chi nonna?" Domandò confusa.
"Alla guerriera che c'è in te!" Rispose quella come se fosse la cosa più naturale, bevendo un sorso di tè. La bambina avvicinò la tazza alle labbra pensierosa.
"Nonna...ma chi è la guerriera che c'è in me, perché io non la conosco?" Chiese pensierosa.
"E' una persona forte sai, la sua è una volontà di fuoco e se non starai attenta, potresti bruciarti anche tu! Ma è brava sai, lei ti proteggerà sempre,- disse la nonna accarezzandogli il viso. - Sempre" disse bloccandosi un momento sulle iridi castane della bambina.
"Nonna..?" La richiamò la piccola.
"Si cara?" Rispose quella tornando a bere il suo tè.
"Io non ti capisco" disse con innocenza la piccola, la nonna di tutta risposta si mise a ridere. 
"Lo so, lo so, ma un giorno capirai. Yui"

Quando la tempesta arriva, travolge ogni cosa.





Karakura era il nome di una cittadina giapponese, una di quelle del quale non ricordi mai il nome e che dimentichi sempre, fino a quando per una cosa o per altro ti entra in testa e li ci rimane, perché quando a un nome associ qualcosa d'importante, quello non può che rimanere nella tua memoria. Yui quella cittadina non se l'avrebbe mai più dimenticata, non come un ricordo come un altro, no, perché da quel momento in poi sarebbe diventata la sua nuova casa. 
Nuova città, nuova casa, nuova vita; era stata una decisione piuttosto dura, lasciare Nagoya per trasferirsi in quel posto cosi lontano e diverso, ma anche se lei quella scelta non l'aveva mai totalmente appoggiata, sapeva che nonostante tutto l'avrebbe dovuto accettare. Per quanto odiasse tutto ciò, si fidava dei suoi genitori, l'aveva sempre fatto, non avrebbe smesso, nemmeno in quella circostanze, nemmeno se ciò significava ricominciare tutto da capo; così, rimboccatasi le maniche aveva fatto i bagagli, salutato tutti e aveva lasciato alle spalle la sua Nagoya, per una nuova avventura. 
Karakura era una cittadina particolare, così affollata, viva e frizzante nei suoi colori autunnali, che le donavano qualcosa di special e a Yui infondo piaceva. 
Lo pensò, mentre camminava solitaria di prima mattina, fra le strade affollate di quella città.

Era il suo primo giorno di scuola, questo la rendeva nervosa più di quanto volesse, infondo era una nuova scuola, ciò significava: nuovi compagni, nuovi insegnanti, nuovo tutto e si sa, ogni cosa al suo inizio è sempre spaventosa perché ignota. Yui cercava di non dare troppo peso alla cosa, perché prima o poi l'avrebbe dovuta affrontare, tolto il dente, tolto il dolore! Si ripeteva dentro di se; infondo cosa sarebbe potuto andare storto? Si chiese, pensierosa e mentre si auto convinceva che tutto sarebbe filato liscio, i suoi pensieri vennero spazzati via dal rumore di una bottiglia che rotolava.
La ragazza si fermò un momento, catturata da quel rumore e notò mentre quella rotolava via e poi si fermava; si trovava proprio vicino a un palo della luce e dentro erano sistemati dei fiori, ormai dispersi per terra. 
Yui storse un poco il naso, il vento probabilmente l'aveva fatta scappare, pensò poi si avvicinò alla bottiglia raccogliendola.
"Come diceva la nonna, se no vi arrabbiate no?" Disse sistemando poi i fiori caduti. 
" Chi sono io per farvi arrabbiare" disse sorridendo, alzando gli occhi, sicura di trovarvi qualcuno, ma come sempre intorno a lei, non vi era assolutamente nulla. 
"Quella brava in queste cose, infondo eri tu, nonna" disse poi con un sorriso amaro sulla bocca. Si rialzò da terra, rimise la borsa a tracolla e riprese a camminare.
Infondo lei ci aveva sempre creduto in quel mondo, in maniera relativa ovviamente, ma non aveva mai avuto alcun modo di averne contatto; sua nonna era l'unica della famiglia che vedeva fantasmi e comunicava con loro: "le anime disperse" le chiamava, anime in cerca di tornare alle loro origini, in paradiso o in cielo o in qualsiasi altro modo si chiamasse. Ma lei non le aveva mai viste e non riusciva mai a capire cosa intendesse la Nonna con tutti i suoi discorsi e nonostante non fosse capace di vederli, aveva deciso di credere che esistessero, in quale modo e maniera, probabilmente a lei non era dato saperlo. Yui fece spallucce, lei quel mondo non l'avrebbe mai conosciuto, di questo ne era certa. Pensò, distrattamente e continuò a camminare fino a che non venne destata da un rumore e quando si voltò la bottiglia con i fuori, che aveva sistemato, era di nuovo a terra. Osservò attorno al palo ma non vi trovò assolutamente nulla, c'era solo il silenzio, rotto dal fischiare del vento. Yui fece per riavvicinarsi alla bottiglia.
"Oggi non ti lascia proprio in pace il vento eh?" Disse quella tornando a sistemare la bottiglia caduta e quando si inginocchiò verso terra; fu un secondo.
Alzò la testa, era stato qualcosa d'improvviso, qualcosa d'inaspettato. Non sapeva come, ma qualcosa l'aveva colpita, di questo ne era sicura ed era finita rovinosamente con il sedere per terra. Ma come?
Si guardò attorno, ma come sempre non vi trovò nulla, Yui scosse la testa e si alzò; forse aveva perso l'equilibrio, avvolte sapeva essere davvero distratta quando voleva. Scosse un poco i vestiti, raccolse la borsa, riposizionò la bottiglia.
" Guai a te se ricadi di nuovo, seriamente, sta ferma!" Disse parlando con il nulla.
"Ah dannazione, sembro pazza.- Disse portando una mano alla fronte,- maledetta a te nonna, se continuò cosi mi rinchiuderanno da qualche parte" continuò a farfugliare sistemandosi. Fece per voltare sui suoi passi e ancora, come per magia, qualcosa la colpì facendola cadere a terra per la seconda volta. 
Questa volta più violentemente.
"Aia" protestò, tastandosi il fondo schiena. Yui si guardò nuovamente intorno cercando ciò che l'avrebbe potuta colpire, ma intorno a lei, non vi era nulla, assolutamente nulla; ne una persona, ne un animale. Lei era sola in quel posto. Sentì un brivido passare per la sua schiena, che diavolo gli stava succedendo? 
Poteva essere stato qualcuno? Ma chi? E sopratutto, come aveva fatto a spingerla e poi sparire così in fretta! Iniziò a inquietarsi, non poteva aver perso l'equilibrio di nuovo, no, sapeva che non era per colpa sua, qualcosa l'aveva colpita di nuovo, ma cosa?
Poi la sentì, la bottiglia cadere un'altra volta, questa volta rompendosi.  Il sangue gli si gelò nelle vene; quello non era una cosa normale,non lo era per niente.

Yui si alzò di corsa, prese la borsa e decisa ad allontanarsi da li , aumentò il passo, mettendosi quasi a correre, e quando era ormai sicura di essere al sicuro, pronta a svoltare l'angolo qualcosa la colpì alla schiena, facendola cadere rovinosamente a terra. Si voltò di scatto per vedere chi fosse stato.
"Chi sei? Ehi dico a te, senti non è più divertente ok? Smettila!" Nessuno rispose. Il vento fischiò per un momento, mentre uno strano silenzio aleggiava per l'aria; poi qualcosa afferrò la caviglia destra della ragazza e la trascinò via. Yui presa alla sprovvista urlò forte, quanto più forte pote, terrorizzata mentre veniva portata via da qualcosa d'invisibile. Urlò ancora, cercando di divincolarsi, mentre con la borsa tentò di colpire il suo possibile/invisibile aggressore e quando la borsa colpì qualcosa davanti a lei, il panico la invase.
La presa si fece più forte, mentre qualcos'altro la colpì al viso. Tentò ancora di divincolarsi, mentre la paura dentro di lei cresceva.
"Aiutooo" urlò con disperazione, mentre continuava a scalciare, fino a che la prese scomparve; la ragazza si alzò di corsa e con l'adrenalina in corso tentò di correre via. Fece per voltare verso un'altra strada ,ma di nuovo qualcosa la colpì facendola cadere di schiena; sapeva che non avrebbe potuto far niente, si sentiva completamente indifesa a combattere contro qualcosa che nemmeno vedeva, sentiva dentro di se che quella sarebbe stata la fine e mentre la paura aumentava, il cuore batteva a un velocità impressionante nel petto, l'adrenalina veniva pompata nel sangue e delle scariche potenti colpivano il cervello, davanti a se, dove prima non vi era nulla, Yui iniziò a intravedere una sagoma che si faceva sempre più scura e visibile, fino a quando improvvisamente il nulla, si trasformò in una creatura spaventosa, così spaventosa che l'unica cosa che Yui pote fare, fu chiudere gli occhi davanti a quell'orrore e urlare a squarcia gola, mentre il petto si incendiava di un calore fuori dal normale. La creatura si lanciò per colpirla.
Yui sentì il cuore fermarsi nel petto, dentro di se sentiva di essere già morta, finita, per mano di non sapeva nemmeno cosa; talmente spaventosa da farle gelare il sangue e fargli scoppiare il cuore.


Ma quel colpo, non arrivò mai.

L'unica cosa che arrivò fu solo il clangore e un ruggito infernale, che poteva provenire solo da qualcosa di cosi spaventoso come quella creatura.
Quando Yui aprì gli occhi, al posto della creatura, trovò davanti a se una figura vestita di nero, in piedi di fronte a lei. 
"E ..tu chi diavolo sei?" Fu l'unica cosa che riuscì a pronunciare. 
"È davvero la prima cosa che ti viene in mente?” Chiese la voce, ma Yui guardò la figura incredula, troppo spaventata per ragionare su cosa dire.
“Be sappi solo che sono quello che ti sta salvando il culo, mi ringrazierai dopo" rispose la persona davanti a se e con un colpo allontanò il mostro, con quella che sembrava un'enorme spadone, così grande che Yui era certa potesse essere più grande persino del suo proprietario.
La ragazza rimase paralizzata per terra, mentre la figura nera con un salto fu sopra il mostro, orribile e spaventoso, in grado di farla tremare di paura come poche cose al mondo. Un salto e un fendente, un secondo dopo il mostro non aveva più un braccio o quello che sembrava un braccio,Yui infondo non ne era completamente sicura.
Un secondo fendente, un altro braccio che volava.
"Ichigo, smettila di giocare e finiscilo!" Urlò una voce. Yui sobbalzò e quando si voltò una ragazza, piccoletta dai capelli neri se ne stava in piedi dietro di lei. Yui osservò la ragazza per un momento, ancora incredula, poi tornò a guardare la figura vestita di nero, che con un salto da paura e un fendente potentissimo taglio in due il mostro, facendolo sparire. La ragazza rimase per terra , mentre un misto di emozioni la travolgevano: paura, stupore,curiosità. Nella sua testa riviveva la scena appena vissuta, mentre si creavano una serie di domande, domande alla quale avrebbe dovuto rispondere: cos'era quel mostro? Sopratutto chi erano quei due tizi? Ancora più importante, era ancora viva? 

Lo era, lo era davvero; era sopravvissuta all'incredibile, pensò,confusa e incredula. 

"Ehi tu, vuoi rimanere lì ancora per molto?" Quelle parole, la riportarono alla realtà. Yui si trovò davanti una mano rivolta verso di lei.
"Su, andiamo.." La incitò la figura vestita di nero. Yui scosse la testa e afferrò la mano, con una spinta la figura in nero la fece rialzare, ma fu troppo violenta e Yui gli andò a sbattere contro il petto.
"Scu..Scusa..mi dispiace..." Disse allontanandosi a testa bassa, ma la vista si fece scura e barcollò per un attimo. La figura l'afferrò prontamente prima che cascasse.
"Scusami ancora!" Disse quella riaprendo lentamente gli occhi.
"Giornata terrorizzante" disse la ragazza sbattendo più volte le palpebre per tornare a vedere lucidamente, mentre cercava di rimanere in piedi sulle sue gambe, anche se quelle erano molli come gelatine; poi tentò di sistemarsi i vestiti.
"Ehi ma quello è sangue! Sei ferita!" Disse la figura, fu in quel momento in cui Yui alzò la testa spaventata.
Davanti si trovò la faccia di un ragazzo, un ragazzo che a occhio e croce aveva circa la sua età e dei capelli arancioni, non rossi o color rame, erano proprio arancioni, i capelli più strani che avesse mai visto; incorniciavano un viso lineare, un poco corrugato e degli occhi castani, era un tizio strano, forse erano solo i capelli, ma era strano, pensò Yui.
"Ohi,...dico a te! Guarda che sanguini" Yui si destò dai suoi pensieri, mentre vedeva la mano del ragazzo avvicinarsi al suo viso, Yui indietreggio un poco.
"Ehi guarda che non mordo mica, non sono io quello che te l' ha fatto" ma Yui non rispose.
"Ichigo, non ti rendi conto che è sotto shock, idiota" disse la ragazza insieme a lui.
"Che? Sotto shock? Sul serio, eppure sembrava tranquilla! Ehi tu, va tutto bene??" Disse quello agitando una mano davanti al suo viso .
"Guarda che ha detto sotto shock, non ceca" rispose Yui al suo gesto, il ragazzo rimase un attimo interdetto.
"Ah allora ce l'hai la lingua, a me non sembra affatto sotto shock, anzi.." Yui chiuse gli occhi, respirò profondamente.
"Senti, sono appena stata attaccata da una specie di..non so cosa che sembrava un mostro, che per giunta c'è mancato poco non mi ammazzasse, seriamente questo non è il momento di scherzare,- ma Yui vide il ragazzo indicare la sua fronte con un dito, - e smettila di guardarmi cosi ho capito che sto sanguinando qui..." Disse toccandosi la testa con la mano e quando l'allontanò vide che era piena di sangue .
"Morirò dissanguata" disse mentre osservava la mano spaventata.
"Ichigo, basta chiacchiere, dobbiamo portarla da qualche parte, quella ferita va chiusa" lo riprese la ragazza, mentre la osserva a impassibile.
"Va bene bene, la porterò da me" rispose risoluto il ragazzo.
"Non credi che sia troppo pericoloso?" Chiese quella alzando un sopracciglio.
"No, tranquilla! Mi inventerò qualcosa! Ehi tu, forza seguimi!" Disse poi rivolgendosi alla ragazza, ma Yui rimase impalata dov'era, mentre li guardava confusa.
"Come scusa?" Chiese osservando il ragazzo, mentre quello rinfoderava la spada e si incamminava.
"Ho detto seguimi" ripete il ragazzo di spalle.
"Ho capito cosa hai detto, ma forse dovresti darmi delle spiegazioni no, tipo: chi sei? O cosa era quel coso? Chi è la lei,- disse indicando la ragazza,- e sopratutto perché sei convinto che possa seguirti?" Disse con forza la ragazza. Ichigo si bloccò, voltandosi leggermente, sbuffò un momento.
"Bene, vuoi risposte? Perfetto! Io sono Ichigo, lei è Rukia,sono un sostituto shinigami, quello che hai visto era un hollow e infine, credo che tu mi seguirai: primo perché sei ferita; secondo perché ti ho appena salvato la vita. Questo dovrebbe bastarti a convincerti, no?" Disse puntando lo sguardo verso di lei. Yui lo osservò da capo a piedi, non sapeva se fidarsi o meno, ma di certo aveva ragione da un certo punto di vista, decise che..si sarebbe fidata.
"Poco specifico, ma per ora va bene! - Disse seguendolo,- infondo non voglio morire dissanguata" Ichigo sorrise un poco e riprese a camminare.
"Non morirai dissanguata, non per quella ferita per lo meno" la rassicurò il ragazzo, mentre mettendosi le mani in tasca si allontanava.
"Ah be, infondo se sono sopravvissuta a un...mostro... o come si chiama, posso sopravvivere a tutto no?" Rispose Yui. Ichigo gli lanciò un'occhiata, poi proseguì; mentre Yui lo seguiva, vide un bambino appoggiato a un palo che triste guardava la bottiglia frantumatasi poco prima, la ragazza si bloccò un momento osservandolo, si sentì triste per lui.
"Mi dispiace per quella, ma quel brutto coso la distrutta" disse rivolta al ragazzino, quello la osservò un poco sorpreso, poi cercò di asciugarsi le lacrime.
"Non fa niente, la mamma me ne porterà una nuova, spero" disse con tristezza.
"Certo che te la porterà e se non lo farà lei, lo farò io, va bene?" Rispose il ragazzo dai capelli arancioni, che si era avvicinato verso il ragazzino scompigliandoli i capelli, quello sorrise grato. Yui osservò la scena, sorrise un momento poi seguì il tizio dai capelli arancioni; fece qualche passo ma Yui si sentì subito strana, iniziava a girargli la testa.
"Tieni mettilo sulla ferita e premi forte, dovrebbe fermare un poco il flusso di sangue" disse la ragazza dai capelli scuri, porgendogli un fazzoletto; Yui lo prese.
"Grazie" disse mettendolo sulla ferita e mentre camminava un pensiero si fece spazio nella sua testa, da dove era spuntato quel bambino? Si chiese, voltandosi a guardare di nuovo il palo senza trovarci nessuno; quello la stupì per un momento. 
"Dov'è finito il ragazzino?" Chiese guardandosi intorno.
"Sarà andato da qualche altra parte" rispose la ragazza al suo fianco. Yui continuò a guardare un attimo, poi fece spallucce e seguì i due ragazzi.


Il tragitto non fu lungo e per lo più proseguirono in silenzio. Aveva cosi tante domande e cosi tante cose da dire che finì per pensare troppo e non dire nulla. Arrivarono davanti a una casa, che dal cartello segnalava fosse una clinica.
"Aspettate un attimo qui" disse il ragazzo scomparendo dentro alla casa e uscendo poco dopo completamente cambiato. Yui notò la cosa, ma non gli diede peso "Icho..no..emh..ich..be..ragazzo dalla testa arancione,- disse prima di varcare la soglia del cancello.- Cosa sei?" Chiese Yui. Ichigo si voltò verso di lei.
"Ragazzo dalla testa aranc... - Poi si bloccò, trattenendosi, - credo sia meglio che tu non lo sappia..." Disse aprendogli la porta di casa per farla passare ,Yui si fermò davanti alla soglia e si voltò verso di lui.
"Non mi importa cosa credi, voglio sapere" disse e attraversando la porta. La ragazza dai capelli scuri non li seguì dentro, sparì semplicemente.
"Dov'è andata la tua amica?" Disse voltandosi a cercarla.
"A scuola" rispose quello distrattamente.
"Papààà mi serve una mano,papààààà" urlò Ichigo dentro la casa.
"Ichigoooo, che ci fai qui? Perché non sei a scuola?" Urlò un uomo spuntando improvvisamente di corsa e tentando di colpire il ragazzo con un calcio; Yui rimase paralizzata a osservare quel pazzo.
"Papà, - disse Ichigo colpendolo e facendolo rotolare per terra, - abbiamo ospiti" concluse poi sorpassandolo, mentre faceva strada alla ragazza. Yui rimase in silenzio e saluto con la mano l'uomo per terra con fare imbarazzato.
"Chi è questa splendida ragazza? Oh non mi dire che ti sei fidanzato? Ichigooo, - disse quello stringendolo in un abbraccio stritolante,- il mio bambino è cresciuto " piagnucolo felice l'uomo.
"Ma che diavolo dici! Papà staccati, lei,lei..non è la mia fidanzata e solo una ragazza che ho incontrato stamattina, smettila e staccati" lo riprese Ichigo divincolandosi da lui.
"Non vedi che è ferita, mi serve il tuo aiuto per favore e smettila di fare lo stupido dannazione" rispose contrariato.
"Ferita? Dove? Perché non me l'hai detto subito" Ichigo sospirò esausto; a Yui scappò un sorriso.
"Va tutto bene? Ti fa molto male?" Chiese il padre del ragazzo mentre la curava.
"No sto bene, non fa molto male, grazie" rispose con gentilezza la ragazza.
" Com'è che te la sei procurata?" Chiese quello armeggiando con strumenti, garze e alcool.
"Be a quanto pare sono stata attaccata da un ho.." ma non finì la frase, perché si ritrovo la mano di Ichigo sulla bocca. Lo guardò contrariata e sorpresa per quel gesto cosi audace da parte sua.
"È caduta, dalle scale..." Rispose quello al suo posto, Yui tentò di divincolarsi.
"Che, ma sei scemo? Non sono..." Ma la mano di Ichigo fu più veloce di prima.
"Si be, è stato un incidente! Io ho visto tutto, ero lì! Per quello l'ho portata da te, non potevo lasciarla lì ferita. Eh quando una è distratta, vero..? Aia" Ichigo allontanò la mano lamentandosi, mentre poteva ancora vedere i segni dei denti sulla sua povera mano. La ragazza lo fulminò con lo sguardo, arrabbiata.
"Che strana storia! Eh i ragazzi di oggi, sempre con la testa per aria. Qui ho finito, ma la prossima volta stai attenta,va bene?"Disse gentilmente l'uomo. 
"Grazie signore; ma cosa posso darle in cambio del suo favore?" Chiese quella.
"Isshin, chiamami Isshin, non signore,mi fa cosi vecchio e io non lo sono, - disse pavoneggiandosi ,Yui sorrise divertita. - Va cara, non ti preoccupare" rispose quello con un sorriso.
"Mille grazie, le sono debitrice" disse quella alzandosi e facendo un piccolo inchino con il capo. Isshin spari dietro la porta.
"Ichigo ,occupati di lei e offrigli qualcosa da bere; lei è nostra ospite infondo" la sua voce arrivo dalla stanza affianco, poi calò il silenzio. Yui osservò Ichigo accigliata.
"Distratta eh??" Disse rivolta verso il ragazzo; lui si grattò la testa in maniera innocente.
"Ichigo, se è cosi che ti chiami, come hai fatto a uccidere quel coso? Cosa...sei?" Chiese, diventando improvvisamente seria e puntando il suo sguardo fisso sul ragazzo. Ichigo si sentì messo a nudo da quello sguardo cosi profondo e scuro, spostò lo sguardo da un'altra parte.
"Io non..." Cercò di dire, senza trovare le parole.
"Non mi importa se non puoi, io lo devo sapere! Sono appena stata attaccata da qualcosa di cui non so nulla, merito una spiegazione" insistette quella ,continuando a mantenere il suo sguardo fisso su di lui.
"Ichigo?" Lo richiamò ancora.
"Ok, ok te lo dirò! Ma non qui..." Disse lanciando un'occhiata alla stanza affianco. Yui annuì e insieme lasciarono la casa.

Andarono verso un parco là vicino. 
Yui si sedette esausta com'era,quasi avesse prosciugato tutte le sue energie; Ichigo rimase in piedi, mentre ogni tanto la osservava di sottecchi per poi voltarsi a guardare altrove. Non riusciva a credere di essersi messo in un guaio del genere, lei non avrebbe dovuto sapere, si disse pensieroso.
"Quindi?" Lo incalzò lei, mentre sperava di ricevere più informazioni possibili, era tutto così confuso e strano, pensò perplessa.
"Te l'ho detto, quello era un Hollow, un anima cattiva, una di quelle che non arriva alla soul socety e diventa un mostro e io sono uno shinigami, ma anche questo te lo aveva già detto! Sono un dio della morte, un sostituto in realtà, sono umano come te, sostituisco Rukia e uccido quei mostri purificandoli e proteggo le anime buone; tutto qui! Spiegazione conclusa. Ora ti riporto a casa!" Disse quello muovendosi.
"Anime buone e cattive? Shinigami,hollow? Ti rendi conto che sembra una storia di quelle che mia nonna mi raccontava da bambina? Posso credere ai fantasmi, per quanto non li veda o al fatto che esistano quelli cattivi, anche se fa molto storia dell'orrore, ma shinigami? Dei della morte? Questo è assolutamente... " Tentò di dire incredula. "Cosa?" La incitò lui.
"Impossibile!" Disse quella trovando l'unica parole in grado di descrivere la situazione.
"Mi hai visto con i tuoi occhi, più possibile di cosi!" Rispose sicuro il ragazzo.
"Si ma shinigami, sul serio??? " Ichigo annuì .
"Dannazione, mia nonna aveva ragione allora! Ha sempre avuto ragione e io che credevo fosse tutto..." 
"Finto? Si, lo pensavo anche io,ma mi sono ricreduto" disse quello sedendosi anche lui. 
"Posso chiederti come, come sei diventato uno shinigami?" Chiese guardandolo un poco. Ichigo esitò un momento, poi portò le mani nelle tasche della giacca guardando avanti pensieroso.
"Rukia mi ha dato i suoi poteri; io volevo solo proteggere la mia famiglia, lei la reso possibile" rispose il ragazzo, mentre il suo sguardo si perdeva lontano. Yui lo guardò un momento, c'era qualcosa di strano in quel ragazzo, qualcosa che la affascinava e la catturava, ma non sapeva dire cosa. Poi spostò lo sguardo, perdendosi nei suoi pensieri; rimasero in silenzio entrambi. 
Ichigo lanciò un'occhiata verso la ragazza, che incantata sembrava pensierosa; si maledì per aver parlato troppo, perché gli aveva raccontato quelle cose? 
"Tutto questo è assurdo, ragazzo dalla testa arancione! Dammi un pizzicotto e dimmi che è un sogno" disse quella ancora persa a guardare chissà dove.
"A chi hai dato della testa arancione?" Disse quello voltandosi verso di lei con fare scocciato e incredulo.
"Ehi non lo puoi mica negare,sono piuttosto evidenti,insomma... Però non sono male " cercò di spiegare la ragazza indicando i suoi capelli, Ichigo la osservò accigliato.
"Sai mi sto lentamente pentendo di averti salvata,forse avrei dovuto lasciarti alle grinfie dell'hollow " rispose il ragazzo irritato. Yui spalancò la bocca incredula.
"Oh questo te lo potevi risparmiare, testa arancione!" Rispose ribattendo un poco arrabbiata.
"Smettila!" La incitò Ichigo innervosito.
"Oh be te la sei cercata, signor 'ti ho salvato la vita,ma potevo non farlo' " disse la ragazza contrariata.
"Sai, magari doveva lasciare che ti mangiasse e che facesse un bello spuntino con te, non sarebbe stato male!" Rispose ancora il ragazzo guardandola stizzito.
"Oh be mi avresti avuto sulla coscienza, testa maledettamente arancione" rispose con forza, innervosita.
"Sei proprio un ingrata sai, ragazzina" la riprese lui, accigliato.
"A chi hai dato della ragazzina.." Disse incredula puntandogli un dito contro, poi si bloccò, fece un respiro profondo. 
"Perché stiamo discutendo?" Chiese quella osservandolo e scuotendo la testa.
"Perché tu sei un po maleducata" rispose quella, di tutta risposta Yui lo fulminò con lo sguardo.
"Senti chi parla" rispose quella, mettendo il broncio. Ichigo di tutta risposta gli lanciò un'occhiataccia, poi calò il silenzio; la ragazza si mise a guardare un punto lontano del parco immersa nei suoi martellanti pensieri.
"E ora cosa succederà?" Chiese improvvisamente, Ichigo si voltò un momento a osservarla,fece un bel respiro.
"Mi dispiace, ma credo, credo che sia meglio che tu non sappia di tutto ciò" disse quella d'improvviso. Yui si voltò a guardarlo con stupore.
"Come potrebbe essere meglio? Forse è la prima volta nella mia vita che tutto ha un certo senso,sai certe cose che prima sembravano assurde per me, ora sono concrete, reali! Non voglio dimenticare, non lo farò mai!" Disse con forza la ragazza. Ichigo si alzò, si parò davanti a lei mettendosi alla sua altezza, l' afferrò per le spalle.
"Mi dispiace,ok! Mi dispiace, ma non puoi ricordare quello che è successo, non aiuterebbe te e non aiuterebbe me. Tu hai una meravigliosa vita da vivere, senza mostri, ne fantasmi a darti fastidio. Senza shinigami, ne hollow a perseguitarti. E' meglio se la tua vita torni a essere quella di prima" disse sicuro il ragazzo, Yui scosse la testa.
"No, no non importa! Non voglio vivere nell'ignoranza, non più, non ora!" Ma Yui non finì di parlare, Ichigo sospiro dispiaciuto.
"Mi dispiace." Sussurrò.

Fu l'ultima cosa che Yui sentì, poi sveni davanti a quello strano oggetto che Ichigo teneva in mano. 

Gli dispiaceva averlo fatto, ma lei non poteva ricordare quello che era successo. Doveva continuare a vivere la sua vita cosi com'era, senza mostri, ne shinigami, all'oscuro di ogni cosa. Accompagnò il suo corpo privo di sensi adagiandolo alla panchina in cui era seduta; poi si allontanò avvicinandosi verso un bambino, sussurro qualcosa a quello che corse verso di lei.
Il ragazzo si voltò un momento, poi andò via e cosi com'è era comparso, Ichigo scomparì.


Yui fissava il soffitto della sua camera, lo faceva da ore ormai, niente di quella giornata gli tornava giusto; mai gli era capitato nella sua vita di sentirsi cosi confusa come quel giorno, aveva fatto qualcosa di così strano. Si era addormentata su di una panchina in un parco e aveva saltato il suo primo giorno di scuola, per non parlare del cerotto e della ferita sulla testa ,per cui non ricordava assolutamente nulla e lo strano sogno che aveva fatto; mostri terribili e strani tizi dal colore di capelli improbabile. La sua fantasia stava viaggiando più di quanto potesse immaginare, forse era solo stanca, forse era stato il nervoso eppure non gli tornava come potesse essersi messa a dormire in pieno giorno su di una panchina, svegliata da un bambino di passaggio. C'era qualcosa di così strano che non gli tornava affatto, ma non seppe dire cosa e continuò a pensarci per tutta la notte.

Quel sogno tornò a fare capolino nella sua testa, fino all'indomani mattina.
***

 
"Bene,ragazzi, ragazzi sedetevi tutti! Da bravi, fate un po di silenzio" disse la professoressa, mentre tutti tornavano al proprio posto e nell'aula calava il silenzio. 
"Bene ragazzi, oggi prima d'iniziare la lezione perdo cinque minuti per presentarvi una persona. E' una nuova compagna di classe, viene da Nagoya. Avanti, puoi entrare ora" disse la professoressa volgendo lo sguardo verso la porta, che si spalancò lasciando entrare una ragazza dai capelli castani, la pelle un poco olivastra e gli occhi castano scuro e dei lineamenti tra l'occidentale e l'asiatico. 
"Ragazzi lei è Yui Asai e da oggi sarà una vostra compagna. Per ciò, trattatela bene!" Disse la professoressa, mentre indicava la ragazza.
Yui si fermò affianco alla cattedra e alzò lo sguardo verso la classe, troppi occhi erano puntati verso di lei, nel petto il cuore batteva cosi veloce che sarebbe potuto saltare fuori; maledetto nervoso,pensò.
"Bene Yui, puoi prendere posto, se vuoi c'è un banco libero proprio dietro Kurosaki" disse quella, la ragazza annuì e si incamminò per la classe, sotto lo sguardo indagatore di tutti, mentre con la testa bassa cercava di evitare gli sguardi prepotenti dei suoi compagni. Quando arrivò vicino al suo banco alzò finalmente la testa, ma il suo cuore si fermò un momento. 
Davanti al suo posto sedeva un ragazzo da un colore di capelli improbabile, cosi improbabile che Yui era sicura di averlo già visto da qualche parte; come il tizio del suo sogno, eppure quando guardò il viso di quel ragazzo, nulla gli venne alla mente. Non sapeva dire come, c'era qualcosa di familiare, ma non sapeva darsi una risposta del perché. Scosse la testa.
"Ciao" disse quella sorridendogli un poco, il ragazzo gli lanciò un'occhiata veloce, poi la ignorò e voltò lo sguardo dalla parte opposta. Yui rimase sorpresa e ci rimase un poco male; non si aspettava che la prima persona a cui rivolgesse la parola la trattasse cosi. La ragazza posò la borsa sul banco e prese posto, un poco sconsolata; se quello era l'atteggiamento dei suoi compagni, allora non sarebbe andata poi cosi bene.
La campanelle suonò portando la ricreazione, che Yui fu sollevata di fare. Quando si alzò per andare verso l'uscita, il suo sguardo ricadde verso qualche banco poco infondo all'aula; lì vide seduta una ragazza, bassa dai capelli neri corti e in ciuffo che gli ricadeva sulla fronte. Yui la osservò e per la seconda volta vi trovò qualcosa di familiare in lei, ma anche in quel caso non seppe dire cosa. La ragazza la guardò e le sorrise leggermente, per poi spostarsi dalla sua visuale. 
Yui continuò a camminare, fino a uscire dall'aula e andò verso il tetto, per trovare un poco di pace, esasperata da quell'inizio cosi strano. 
Si sedette per terra pensierosa, mangiucchiando la sua merenda; ogni tanto la sua mente ritornava al quel sogno che non l'aveva fatta riposare per tutta la notte, si toccava di volta in volta la ferita sulla testa, ma non ricordava come se l'avesse procurata, perché? 
"Va tutto bene? " Chiese una voce, una ragazza dai capelli rosso rame stava seduta al suo fianco, non l'aveva sentita arrivare.
"Tutto bene grazie" rispose gentile.
"Tu sei la nuova compagna, molto piacere io sono Inoe, sono seduta qualche banco dietro di te" si presentò quella.
"Piacere Yui" Sorrise la ragazza.
"Vuoi?" Disse Inoe porgendogli qualcosa da mangiare ,qualcosa che aveva un aspetto strano, la ragazza scosse un poco la testa.
"Molto gentile, ma ho il mio. Tu gradisci?" Disse Yui porgendogli dei dolci.
"Ooh ma cosa sono? Non li ho mai visti!" Disse quella spalancando un poco gli occhi. 
"Sono biscotti inglesi, me li ha fatti mia madre! Assaggia!" Disse Yui, quella non se lo fece ripetere e ne prese uno assaggiandolo.
"Sono meravigliosi, quanto vorrei saperli fare" rispose quella ad occhi sognanti.
"Ti posso dare la ricetta se vuoi!" Disse Yui, sorridendo.
"Ooh si ne sarei felicissima, grazie" rispose quella abbracciandola di tutta risposta. Yui sorrise; non seppe dire perché, ma la spontaneità di quella ragazza gli piaceva, era gentile e sorrideva in maniera genuina, la ragazza sentì che lei sarebbe potuta diventare sua amica, sorrise nel pensarlo.
"Inoe...?" La chiamò Yui improvvisamente.
"Si..??" Rispose quella, mentre mangiava ancora i biscotti.
"Posso farti una domanda..." Domandò, guardandola un poco.
"Certo che puoi" rispose quella, Yui gli porse un altro biscotto.
"Chi è quel ragazzo dai capelli arancioni? Quello seduto davanti a me" chiese Yui guardandola di sottecchi.
"Ah intendi Kurosaki" rispose tranquilla la ragazza.
"Kurosaki.." Ripete Yui, mentre nella sue mente rivedeva il viso di quel ragazzo, cosi tremendamente familiare, ma dove lo aveva già visto? Si chiedeva, pensierosa.
"Kurosaki è un ragazzo dolcissimo, gentile e sempre disposto ad aiutare gli amici, ha un cuore grande.." Disse Inoe, mentre sul suo volto si formava un sorriso. Yui la osservò, mentre con occhi sognanti ne parlava; sorrise a sua volta, aveva già capito.
"Ti piace,vero?" Gli chiese d'improvviso, Inoe arrossì.
"Ma che dici, no..certo che no" rispose quella imbarazzata. Yui rise mentre Inoe, impacciata si copriva la faccia.
"Tranquilla non lo dirò a nessuno. Ma, sei una ragazza meravigliosa, insomma sei carina e gentile, non può non accorgersi di te" disse quella mangiando un biscotto. Inoe la osservò e sorrise contagiata.
"Be, forse un giorno. Ma non ora" rispose appoggiando il viso alle ginocchia.
"Fai in modo che accada " disse quella ammiccando ,Inoe di tutta risposta arrossì violentemente. La campanella suonò.
"E ora di rientrare, andiamo" disse Yui alzandosi e aiutando Inoe; insieme tornare in aula, un poco più complici.

Yui si sentì meglio, forse aveva appena trovato un amica.

All'uscita mentre Yui camminava per i corridoi della scuola, qualcuno gli venne addosso, facendola quasi cadere. La ragazza alzò il viso, pronta a riprendere chiunque fosse, ma si ammutolì.

"Perdonami" disse un ragazzo senza nemmeno voltarsi a guardarla, seguito da una ragazza. Li riconobbe subito; uno era Kurosaki, l'altro la ragazzetta con i capelli neri corti che le aveva sorriso quella stessa mattina, Yui alzò un sopracciglio, perché diavolo correvano ? Si chiese, mentre con il pensiero di quei due strani ragazzi tornava verso casa.






 

Angolo dell'autore

Salve a tutti.

Prima di tutto vi ringrazio per aver letto la mia storia, se siete arrivati fino a qui, c'è da portare fuori coriandoli e trombette,perché avete avuto la pazienza di sorbirvi quello che scrivo e ve ne sono super grata.

Spero che la storia vi possa piacere ed interessare.
Come ho già detto, il tutto parte da dopo il salvataggio di Rukia dalla Soul Society; di per se segue la storia originale, ma per motivi di trama, alcune cose cambieranno un poco.
Spero di non uscire mai OCC e sopratutto perdonatemi se troverete eventuali errori che probabilmente sono sfuggiti al controllo. Commentate in qualsiasi caso: sia per dire che fa pena, che ovviamente nel caso opposto (cosa che mi renderebbe felicissima :D )
Grazie a tutti. Ci si vede.


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

I personaggi di quest'opera, a parte quelli da me inventati: non mi appartengono! Così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente, sono del caro Kubo. 
 

"DO I HAVE TO RUN AND HIDE?"

(IMAGINE DRAGONS)



 

 

 

 

Un tuono, Yui si svegliò di colpo, madida di sudore, con il cuore accelerato e il fiato corto. 


Aveva appena fatto un incubo, un mostro terrificante che la voleva uccidere, lo stesso mostro che aveva fatto capolino nei suoi sogni per un'intera settimana; lo stesso che ogni santa notte la svegliava terrorizzata. Perché? Perché faceva sempre lo stesso sogno? Perché aveva cosi paura di quella cosa?

Yui si mise a sedere, ancora tremante; doveva smetterla di avere paura, perché quello era solo un sogno. 

Uno stupido e stramaledetto sogno.

"La radice quadrata che viene calcolata in questo passaggio, serve per riuscire a ottenere questo risultato, con il quale l'equazione si porta avanti; se sbagliamo questo..." La voce della professoressa arrivava ovattata verso Yui, che guardava fuori dalla finestra distratta dal continuo ticchettare della pioggia insistente sul vetro; era esausta, non aveva dormito nemmeno quella notte, ormai non lo faceva più da tempo, non le era più possibile da quando quell'incubo era iniziato, perché la tormentava cosi tanto? Sembrava quasi ogni notte bussasse alla sua porta, che si presentasse lì tanto per ricordagli qualcosa...ma cosa? Yui per un secondo vide davanti ai suoi occhi, cosi vivida, l'immagine di quel mostro, un tuonò fuori dalla finestra la fece sussultare, facendogli cadere la penna per terra.
Cercò di raccoglierla allungandosi di più per accorciare le distanza da quella, ma quando vi arrivò una mano arrivò insieme alla sua. La ragazza ritrasse la mano e alzò la testa, ritrovandosi due occhi che la fissavano e un cespuglio arancione. 

"Scusa" disse quella, lui fece un mezzo sorriso tirato e gli porse la penna. Yui la prese, ma il contatto con la mano di quel ragazzo gli diede una scossa.
"Aia" si lamentarono entrambi, mentre la penna ricadeva di nuovo a terra. 
"Dannazione che hai al posto delle mani" disse la ragazza distrattamente, facendoselo sfuggire, un poco scocciata.
“Guarda che potresti essere tu!" Rispose secco lui con uno sguardo torvo, raccogliendo di nuovo la penna e appoggiandola sul banco, con poca delicatezza, per poi girarsi e dargli le spalle. Yui guardò la sua figura e storse il naso, offesa per il tono duro con cui il ragazzo l'aveva risposta. 
"Mister simpatia" sussurrò sottovoce, Infastidita.
"Senti chi parla" rispose quello sentendola, mentre era di spalle.
"Mai quanto te, testa arancione!" Rispose, cercando di ribattere al suo tono duro, poi spalancò gli occhi e si tappo la bocca con la mano, incredula. Kurosaki si voltò a guardarla, ma non era offeso, ne arrabbiato, la scrutò sorpreso. Si guardarono per alcuni secondi, poi il ragazzo si voltò, dandogli di nuovo le spalle senza dire nemmeno una parola. La ragazza sospirò sollevata e ritornò a seguire; aveva esagerato a chiamarlo testa arancione, infondo era stata poco educata e si era presa una confidenza che non aveva, eppure non sapeva dire il perché l'aveva risposto a quella maniera: testa arancione poi? Come gli era venuto in mente un nome del genere? Era davvero offensivo, pensò sconcertata. Avrebbe dovuto chiedergli scusa? 

Yui ci pensò confusa, infondo non si erano mai parlati da quando era arrivata nella classe, anzi gli unici che aveva conosciuto erano gli amici di Inoe, ma lui e quella tizia dal caschetto nero, l'avevano sempre evitata come la peste. No, non si sarebbe scusata, infondo era lui che la evitava e la trattava freddamente. Si se l'era meritato, pensò, non troppo convinta.


Di una cosa era sicura: non voleva avere niente a che fare con lui!

Improvvisamente Kurosaki, si voltò di scatto e due secondi dopo si alzò correndo via dalla classe.
"Sto male, mal di pancia! Vado in infermeria" disse scappando via.
"Anche io" si aggiunse la ragazzetta dai capelli neri.
"Kurosaki, dove, Kuchiki tornate qui!" Provò a dire la professoressa, ma non vi fu verso. Yui alzò gli occhi al cielo, lo facevano sempre: di punto in bianco quei due sparivano scappando dalla classe. La ragazza si chiedeva cosa diavolo avessero da fare, anche se una mezza idea gli era saltata in testa, infondo stavano sempre insieme, pensò Yui. Casualmente vide uno scambio di sguardi fra i suoi compagni: quel tizio dai capelli blu scuro e gli occhiali e quello alto che sembrava un uomo grande, si guardarono intensamente per poi volgere il loro sguardo verso Inoe e fu quello il momento in cui Yui lesse la preoccupazione sul quel suo voltò delicato; quello la fece rimanere perplessa. Stava succedendo qualcosa che andava oltre quello che Yui pensava: cosa nascondevano Kurosaki e Kuchiki?





Yui porse la scatola piena di biscotti a Inoe, che come sempre golosa ne prendeva uno con occhi sognanti.
"Inoe, Kurosaki e Kuchiki stanno per caso insieme?" Chiese quella improvvisamente, Inoe quasi sputò tutto il biscotto che aveva mangiato.
"Che no, no loro non stanno insieme che dici?" Disse quella pulendosi agitata.
"Strano!- Commento pacata Yui, afferrando un biscotto.- Eppure stanno sempre appiccicati, per non parlare di quando scappano di classe insieme" disse quella puntando il suo sguardo indagatore sulla ragazza.
"No ti sbagli, loro sono solo amici e poi mica scappano via per...per quello che pensi tu, insomma..." Tentò di spiegare la ragazza, un poco imbarazzata.
"E allora che diavolo fanno sempre insieme?"Chiese Yui, alzando un sopracciglio. Inoe cercò di sembrare tranquilla, mentre quella marea di domandate la turbavano.
"Be, nulla di che! Fregatene..." Rispose frettolosa, mangiando poi il biscotto che aveva ancora in mano.
Yui la osservò per bene, sapeva che nascondeva qualcosa ,tutti nascondevano qualcosa.
"E tu non sei gelosa di loro,Inoe?" chiese quella, addentando un altro biscotto.
"Io? Perché dovrei..." Chiese ingenuamente.
"Perché ti piace Kurosaki!" Disse con tranquillità la ragazza.
"A chi è che piaccio?" Chiese una voce maschile d'improvviso. Yui dovette tossire più volte, per non affogare con il biscotto che aveva mangiato.
"Kurosaki-kun, che ci fai qui vuoi..vuoi un biscotto?" Domandò Inoe, rossa come un peperone, offrendogli un biscotto e sperando con tutta se stessa che lui non avesse sentito nulla. Kurosaki guardò la scatola, con le mani in tasca e quella sua aria da bullo sempre incazzato. Yui storse il naso, gli stava davvero antipatico, pensò.
" Sono inglesi sai!" Disse quella sorridendo. Il ragazzo guardò prima lei, poi Yui.
"E perché mangi biscotti inglesi?" Chiese con un sopracciglio alzato.
"Li fa la madre di Yui. Dai assaggiane uno!" Disse porgendogli la scatole. Quello osservò la scatola, poi lanciò un'occhiata verso Yui, che in silenzio mangiava il resto del suo biscotto. Detestava quel suo sguardo, perché la guardava in modo cosi strano? Pensò Yui mentre cercava di guardare altrove, l'avrebbe volentieri strozzato con quei biscotti, pensò scocciata.
"Grazie..." Disse il ragazzo prendendone infine uno.
"Kurosaki-kun, non so se ti è stata presentata; lei è Yui Asai la nostra compagna di classe, non che compagna del banco dietro di te!" Disse Inoe, indicando la ragazza al suo fianco.
"Yui lui è Kurosaki, quello seduto davanti a te!" Li presento, la rossa.
"Si purtroppo lo so, la sua testa è l'unica cosa che vedo durante le lezioni! Piacere, - disse porgendogli la mano,- Yui" si presentò la ragazza. Mentre, dentro si chiedeva come poteva sempre essere detestabile quando parlava con lui. Riusciva sempre a renderla antipatica, anche quando non lo era.
"Ichigo, - rispose il ragazzo, stringendo la mano un poco scocciato.- Tu invece sei quella che da sempre calci alla mia sedia, piacere di conoscerti!"Rispose a tono. Ma Yui non ebbe tempo di sentire quello che diceva, perché quel nome gli ricordò qualcuno; lo aveva già sentito, ma dove? 
"Ichigo hai detto? Che nome strano, l'ho già sentito..." Disse Yui mentre stringeva la sua mano, pensierosa. Ichigo si destò, spalancando un poco gli occhi.
"È un nome comune" disse quello un poco turbato, allontanando di scatto la mano.
"No be, non direi Kurosaki-kun" disse Inoe sorridendo un poco. Ichigo la osservò, poi osservò lo sguardo perplesso della castana, i loro sguardi s'incontrarono un momento, Ichigo trasalì.
"Be, grazie per il biscotto! Ci si vede, ciao Inoe" disse frettoloso, dileguandosi.
"Kurosaki-kun!" Urlò Inoe, ma il ragazzo sparì veloce, senza lasciare traccia.
"Non avevi detto che era simpatico?" Chiese Yui, voltandosi verso la rossa, un poco perplessa.
"Be, si lo è. Non so cosa gli sia capitato" disse quella visibilmente dispiaciuta, afferrando un altro biscotto.
Yui fece spallucce, se lui era così a lei poco importava; Ichigo Kurosaki infondo non era un suo problema, pensò continuando a mangiare.



Yui guardò la pioggia scendere copiosa sotto il portico della scuola, sbuffò sonoramente; era stufa di quella pioggia, aprì l'ombrello poi decisa si incamminò verso casa. Infreddolita e mezzo bagnata, camminava a passo spedito non curandosi di ciò che stava attorno, fino a quando il pianto di un bambino non si diffuse nell'aria. La ragazza alzò il viso, catturata da quel suono e in lontananza vide ,vicino a un palo della luce ,un bambino che piangeva a dirotto.
Yui si bloccò a osservarlo, si avvicinò con cautela coprendolo con l'ombrello e riparandolo così dalla pioggia.
"Va tutto bene?" Chiese quella sorridendo leggermente, il bambino alzò il viso dalle mani in cui si nascondeva, la guardò un momento. 
"Ciao, perché piangi sotto la pioggia? Non sai che ti prenderai un bel raffreddore stando qui? "Disse quella dolcemente. Il bambino, ancora immerso nelle sue lacrime, singhiozzò osservandola.
"Ehi, la vuoi smettere di piangere? Così mi rendi triste, mi dici perché piangi? Magari posso aiutarti?" Chiese la ragazza, guardandolo con dispiacere.
"Il...il mio vaso, l'hanno rotto e la mamma non me l'ha portato nuovo! Lei non lo sa, per quello che non l'ha portato" disse tra un singhiozzo e l'altro. Yui abbassò lo sguardo cercando la presenza di qualche vaso, che trovò, poco più in là, rotto con dei fiori, ormai morti sparsi per terra.
"Era questo?" Chiese, indicando la bottiglia ormai frantumata. Lui annuì, poi tuffò il viso nelle mani tornando a piangere.
"Ok, facciamo cosi, te lo porto io, ok? Uno nuovo,nuovo di zecca, cosi la tua mamma lo troverà già qui! Va bene?" Disse con gentilezza. Lui la guardò di sottecchi, poi asciugandosi le lacrime annuì.
"Bene, perfetto! Allora tu torna a casa e io ti porto il vaso, va bene? Ma ora va,che se no prendi l'influenza" Disse quella con un sorriso. Il bambino annuì ancora e sorrise di rimando.
"Oh visto? Quello mi piace" disse Yui un poco più sollevata.
"Tornerò con il vaso domani, a questa stessa ora è una promessa " disse con un sorriso e si allontanò dal bambino, che felice come una pasqua sorrise senza più piangere.

Yui passò in quello stesso punto il giorno dopo, con in mano un vaso e dei meravigliosi fiori colorati; la pioggia continuava a cadere e a bagnare ogni cosa. Quando arrivò al punto d'incontro non vi trovò nessuno, ma con cautela poso lo stesso il vaso, ai piedi del palo, sistemandolo. 
"Sei venuta, hai portato il vaso!" Squillò una voce all'improvviso. Yui sussultò per lo spavento, non si era accorta del suo arrivo. pensò rallegrata.
"Certo che l'ho portato, ti ho fatto una promessa, ricordi?" Disse quella alzandosi.
"Woow sono bellissimi grazie!" Disse il bambino felice come una pasqua.
"Figurati è stato un piacere, ora la tua mamma non dovrà preoccuparsi!" Rispose Yui, scompigliandogli un poco i capelli, ma nel farlo sentì una sensazione di gelo invadergli le mani e anche il cuore; cercò di non dare troppo peso alla cosa.
"Bene, ora sarà meglio tornare a casa" Disse sistemando la borsa a tracolla.
"Passerai anche domani?" Chiese il bambino, guardandola di sottecchi imbarazzato. Yui sorrise.
"Certo, non devi neanche chiederlo! " Rispose con un sorriso.
"Yee" urlò il bambino saltellando.
"Ehi, ragazzino ma qual è il tuo nome?" Chiese d'improvviso, la ragazza.
"Mmh io...credo che sia Reiko. Si è Reiko" disse quello grattandosi la testa un poco imbarazzato.
"Va bene Reiko, allora ci vediamo domani" disse Yui, salutandolo.
E lo fece davvero; passò il giorno dopo e il giorno dopo ancora, fino a quando un giorno, un giorno senza pioggia in quella stessa via, lì dove giaceva il vaso ricco di fiori, Reiko non c'era. Yui lo chiamò più volte sperando di trovarlo come sempre spuntare all'improvviso, ma non vi fu nulla. Aspettò quanto pote, sotto un vento ormai fresco di un autunno insistente, speranzosa.
"Signorina, farà meglio a tornare a casa! Questo è il primo freddo d'autunno, le farà male" disse una voce in lontananza. Yui alzò il viso e incontro la figura di una signora anziana, che con una busta in mano, usciva da una casa difronte.
"Oh , si lo so! Ma sto aspettando una persona, be un bambino per la precisione. Magari lei l'ho conosce! Viene sempre qui, si chiama Reiko: capelli neri, occhi azzurri, alto all'incirca cosi, – disse gesticolando.- L'ha per caso visto?" Chiese Yui . La signora la guardò stranita.
"Conosco un bambino che si chiama Reiko e assomiglia anche alla sua descrizione,- Yui si illuminò a quelle parole, – ma è morto circa un anno fa. Proprio davanti a quel palo, investito da una macchina" rispose seria la signora. Yui si paralizzo.
"No, si sbaglia signora! Ci stavo parlando proprio ieri, era qui ,non è morto!" Insistette la ragazza.
"Oh cara, lo è eccome. Si dice che il suo spirito sia ancora intrappolato qui e che ogni tanto, quando piove, compaia in lacrime aspettando la sua mamma. Che storia triste; comunque vada a casa signorina o si prenderà un malanno" disse la vecchia, sparendo poi in qualche strada. Yui rimase immobile, mentre il sangue si gelava nelle vene. Guardò il vaso di fiori per un momento; fu in quel momento che si rese conto di qualcosa assolutamente inaspettato: aveva parlato con un fantasma? Per tutto quel tempo? Non era possibile, come poteva esserlo? Lei non..lei non vedeva fantasmi, non li aveva mai visti, era la nonna quella capace di farlo. Per lei quel mondo era sempre stato un mistero, un mistero invisibile. E allora perché? Cosa era successo?

Rabbrividì; spaventata e infreddolita corsa a casa, al riparo. Si chiuse nella sua stanza, pensando e ripensando a Reiko; forse, quella signora si era sbagliata, non poteva che essere cosi. Pensò, cercando di convincere se stessa, da una verità, un po troppo scomoda.


 

***


La campanelle suonò e quel giorno pioveva ancora. 
Non la smetteva mai ultimamente.
Yui decise di rimanere in classe per la ricreazione, dove avrebbe potuto stare al caldo. La classe era quasi vuota; Yui era seduta su sul banco e addentava i suoi soliti biscotti, con fare assorto, completamente distratta. La sua testa continuava a essere in uno stato confusionario dalla quale non riusciva a uscire, erano più le volte che aveva mal di testa, che altro. Sbuffò e in preda alla noia si stiracchio, urtando la borsa del suo "simpatico" compagno davanti; forse aveva ragione quando diceva che gli tirava sempre calci! Scosse la testa, non gli importava se fosse vero o meno, gli stava bene, pensò convinta. Infondo Kurosaki non gli piaceva granché; quella sua aria da misterioso la faceva solo arrabbiare e non gli importava dei calci, forse se li meritava pure, pensò. 

Sentì qualcosa cadere per terra, la ragazza si affacciò dal suo banco e notò una placca di legno posata sul pavimento. Doveva averla fatta cadere dalla borsa di Kurosaki, pensò osservandola. Uscì dal suo banco e la raccolse rigirandosela per le mani; era a forma di pentagono e aveva una sottospecie di teschio inciso. 
"Che diavolo è..." Si chiese, a voce alta.
"Che cazzo stai facendo?" Gli urlò una voce, Yui sussultò dallo spavento mollando l'oggetto all'improvviso, quello cadde rovinosamente a terra. Alzò lo sguardo e si trovò un Kurosaki imbestialito.
"Io...Ti è caduto dalla borsa" cercò di spiegare la ragazza.
"Impossibile!" Replicò quello inchinandosi a raccoglierlo, ma Yui ci arrivò per prima. Lo afferrò per poi alzarsi veloce.
"Non sto scherzando! E' caduto dalla tua borsa" spiegò lei, con forza.
"È come ha fatto a cadere?" Chiese quello fulminandola con gli occhi.
"Ho involontariamente sfiora..." tentò di dire, ma non riuscì a finire la frase.
"L'hai presa a calci come fai sempre, delicata come un dinosauro!" Disse quello allungando la mano per sottrarglielo. Yui la spostò, per non fargliela prendere.
"Che cosa è?" Chiese osservando l'oggetto.
"Non sono affari tuoi!" Rispose quello afferrandolo rapido. Yui lo fissò per un momento.
"E non toccarlo mai più!" La riprese scocciato.
"Scusa! Diamine quanto sei suscettibile" Rispose la ragazza, infastidita dal suo tono. Kurosaki la osservò accigliato.
"Sei tu che metti le mani o meglio i piedi dove non dovresti!" Disse con tono duro.
"Ti ho detto che non l'ho fatto apposta e santo cielo, smettila di essere cosi antipatico!" Rispose quella alterandosi. Odiava come si rivolgeva a lei, con quell'aria di superiorità, la trattava come se fosse deficiente e lei non lo sopportava. Kurosaki fece per ribattere, quando si sentì il rumore di una spia squillare; il ragazzo si bloccò. Tolse l'oggetto che aveva riposto nella tasca e lo osservò, quello lampeggiava.
"Oh quindi è una sottospecie di cerca persone" disse Yui, capendo l'utilità dell'oggetto. Kurosaki alzò lo sguardo improvvisamente.
"Tu lo senti ?" Chiese quello, con preoccupazione.
"Certo, insomma chi non lo sentirebbe? Sta facendo un baccano assurdo, spegnilo!" Disse rivolta al pentagono sulla mano del ragazzo.
"Ichigo!" Lo chiamò una voce, quello alzò lo sguardo dietro alle spalle della ragazza; annuì e corse via. Yui si voltò e vide Kuchiki mandare un'occhiata verso di lei e poi sparire con Kurosaki dietro alla porta, di corsa, come sempre. Che diavolo nascondevano quei due?


Quel giorno, uscita da scuola Yui tentò di passare per l'ennesima volta davanti alla strada dove aveva conosciuto Reiko. Aveva pensato spesso a quel bambino e alla sua storia e aveva deciso di non credere fosse un fantasma; lei i fantasmi non li aveva mai visti, questo era un dato di fatto.
La pioggia cadeva violenta su tutto ciò che trovava; Yui tentava di coprirsi con l'ombrello, anche se sembrava essere inutile, talmente violenta era la pioggia. Quando svoltò la stradina che portava al palo in cui era solita trovare Reiko, si bloccò immobilizzandosi. 

Un rumore di vetro che si frantumava arrivò alle sue orecchie, poi un grido.

"Aiuto, aiutatemi vi prego!" Urlava qualcuno. Yui riconobbe la voce e la piccola figura che se ne stava accovacciata con la schiena appoggiata al muro, mentre davanti si ergeva un orribile mostro: la cosa più spaventosa che avesse mai visto.

Il mostro dei suoi sogni.
Il cuore batté all'impazzata nel petto, la paura la immobilizzò. Era un incubo, doveva essere un incubo, pensò terrorizzata.

"Aiutooo" urlava Reiko, impaurito, mentre quella belva cercava di assalirlo. La ragazza sentì il sangue gelarsi nelle vene, doveva muoversi, doveva fare qualcosa..ma cosa...? Pensò, in preda al panico. Era terrorizzata, spaventata mentre le gambe tremavano e il cuore batteva forte nel petto. 

"Aiuto!" Grido ancora, il bambino. L'ombrello cadde di mano rotolando a terra; Yui fece un passo in avanti e poi un altro, sembrava quasi muoversi a rallentatore. Ne fece un altro ancora, doveva aiutare Reiko, doveva aiutar...

Un clangore. Yui chiuse gli occhi. Quando li riaprì, il braccio del mostro volava lontano. La ragazza sussultò.

"Lascialo stare, maledetto mostro!" Urlò una voce poi un altro colpo. Yui lo vide; una figura vestita di nero, uno spadone enorme, dei capelli arancioni.

Un lampo e un tuonò squarciarono il cielo di Karakura.
Fu quasi come un flash nella sua mente; quasi come le scena di un film che scorre a velocità aumentata, cosi succedeva nella sua testa. 

Le stesse immagini che aveva sognato per quasi due settimane, sfocate lontane ,incomprensibili: ora erano chiare, lucide, vivide, così perfette da sembrare reali.
Da essere reali. Yui trattenne il fiato e cascò a terra; tutta la nebbia e la confusione si diradarono rapida, ora poteva vedere chiaro. 

Ora poteva ricordare.

Fantasmi, hollow, shinigami, Kurosaki Ichigo.
Yui si alzò di corsa e andò a nascondersi; il fiato corto e il cuore impazzito nel petto.

Nascosta vide ogni cosa: Kurosaki che batteva il mostro, quello che spariva nel nulla; un buffetto sulla testa del bambino, poi un luce; Reiko che spariva. 

Dopo, solo il silenzio rotto dallo scrosciare della pioggia. Tutto era tornato a essere tranquillo.
Yui rimase ferma per un momento, ancora confusa, poi spinta dal panico si mise a correre, urtò qualcosa per terra e facendola rotolare lontano, ma non fece caso a quella; corse più forte che pote, corse verso casa: sconvolta e ancora incredula.

Ichigo voltò il suo sguardo sentendo un rumore in lontananza, ma l'unica cosa che vide fu un ombrello, che aperto giaceva per terra; poi solo la pioggia.

 









Angolo dell'autore(se così si può chiamare):

Aggiornamento rapido per il secondo capitolo.

Voglio ringraziare voi, che nonostante tutto state leggendo questa storia. So che è ancora all'inzio, ma spero di aver catturato la vostra attenzione e ovviamente spero di tenervi incollati qui con me. 

Voglio ringraziare nihal1308 per aver aggiunto la storia tra le preferite; sappi che mi hai reso stra super felice!
Se avete voglia commentate, per qualsiasi motivo! Mi farebbe davvero piacere sapere i vostri pensieri.

Perdonate eventuali errori, l'avrò controllata mille volte ,ma so che qualcuno scappa sempre!
Grazie tutti!

Io scappo, alla prossima.

Cass.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


I personaggi di quest'opera, a parte quelli da me inventati: non mi appartengono!! Così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente, sono del caro Kubo. 

 


"THIS TIME I DON'T NEED ANOTHER PERFECT LIE"

(one republic)



 

Un ruggito, un grido di aiuto; una voce.
Yui si alzò: agitata, infreddolita, madida di sudore, spaventata; ancora.
Nella sua mente, rivedeva quelle scene a ripetizione: lei che veniva attaccata da un Hollow; Reiko che urlava;


Entrambi salvati da Kurosaki Ichigo. 

Lo stesso Kurosaki che per due settimane l'aveva ignorata; lo stesso che la guardava scocciato, che gli rispondeva male e che gli stava sempre alla larga.
Lo stesso Kurosaki che lei stessa non sopportava e ora sapeva il perché.
Sapeva perché lui era cosi freddo e distaccato, perché aveva paura quando la guardava: lui temeva che lei sapesse. 
Si era tenuto distante, aveva finto indifferenza e ora era tutto chiaro.


Shinigami.
Dio della morte.


Potevano esistere davvero gli shinigami? Non se l'era mai chiesto fino a quel momento, infondo era sempre stata una legenda che nonno Ejii raccontava quando lei era piccola; gli raccontava spesso dei signori vestiti di nero che andavano a mietere le anime e le portavano "in paradiso". La nonna invece parlava degli angeli della morte, ma entrambi, per quanto provenienti da due culture diverse, si riferivano alla stessa figura.


Gli shinigami.


Erano reali, lo erano; ne aveva visto uno con i suoi occhi, l'aveva anche conosciuto. Era il ragazzo che sedeva nel banco davanti a lei, quello che prendeva involontariamente a calci; che strana ilarità aveva la cosa, pensò Yui. Nonno Ejii avrebbe riso, la nonna lo stesso, perché un dio della morte era un suo compagno di classe.
O forse la nonna si sarebbe messa a ridere, perché lei vedeva gli shinigami e anche le anime cattive?
Da quando riusciva a vedere tutto ciò? Non era mai successo, lei non aveva mai visto fantasmi o roba del genere, aveva sempre ignorato quel mondo lì, perché mai quel mondo l'aveva sfiorata. Ricordava il momento in cui il nulla si era trasformato in un mostro che l'attaccava: era stato forse quello il momento?

Kurosaki Ichigo.

Kurosaki Ichigo gli aveva salvato la vita e poi gli aveva fatto dimenticare ogni cos; quello la face arrabbiare più di ogni altra cosa. Come aveva osato? Dopo tutto ciò che aveva fatto, finalmente poteva vedere e capire molte cose, poteva pensare alla nonna senza pensare che fosse un po pazza. No, lei era sempre stata quella che ci aveva visto più di chiunque, quella che sapeva più di tutti e lui aveva osato cancellare ogni cosa, facendola sprofondare nella confusione più totale. Due intere settimane nel caos completo, ma Kurosaki, quella, l'avrebbe pagata; ne era certa.


Yui prese posto nel suo banco, la professoressa parlava già, ma lei non l'aveva ascoltata per un solo secondo. Si rigirava la matita fra le mani, fissando la testa arancione davanti a se. Pensava e ripensava a un modo per farla pagare al tizio davanti. Si sporse un poco dalla sedia verso di lui, il tanto che bastava per sussurrargli all'orecchio.
"Fantasmi" disse d'improvviso, lui sussultò e si voltò verso di lei. Se la ritrovò pericolosamente vicina.
"Cosa?" Chiese pietrificandosi.
"Fantasmi, tu ci credi?" Chiese quella sorridendo leggermente, poi tornò a sedersi composta sulla sedia. Sul viso di Kurosaki si dipinse la confusione e il panico. Yui sorrise.
"Mia nonna ci credeva" rispose serafica con calma, tornando a scrivere sul quaderno. Kurosaki di tutta risposta, si voltò e tornò a seguire cercando d'ignorarla, mentre dentro la preoccupazione lo attanagliava. Lei sapeva? Ricordava? Perché? E come era successo? No, non poteva essere, gli affari di Rukia funzionavano sempre bene. No era impossibile, era solo una semplice domanda. Si, solo una domanda buttata lì o almeno lo sperava.
Ci pensò per tutta la lezione e anche quelle dopo e quelle dopo ancora, fino al suono della campanella; Kurosaki si alzò di corsa e raggiunse Kuchiki, bastò uno sguardo e uscirono dall'aula. Yui se ne rese conto. Decise di seguirli, senza dare nell'occhio.Arrivarono sino alla terrazza, discutevano. 


"Lei sa, non so come, ma sa!" Disse disperato Kurosaki.
"Ti dico di no, il mio cancella memoria funziona alla perfezione" rispose Kuchiki sicura, con le braccia conserte.
"E se non fosse cosi?" Chiese il ragazzo, visibilmente agitato.
"Ichigo, ti stai preoccupando per nulla, fidati.." Disse lei, poi lo lasciò lì da solo.


Dubbio. Poteva essere un buon modo per torturarlo, così come lui aveva lasciato lei a crogiolarsi nella sua insonnia da incubi terrorizzanti e inverosimili. Forse avrebbe giocato questa carta. Decisamente avrebbe giocato quella carta.
La ragazza fece spallucce e con fare innocente, uscì dal suo nascondiglio avvicinandosi di soppiatto al ragazzo.
"Allora,Kurosaki!" Lo chiamo alle spalle, quello sussultò nel sentire la sua voce. Si volto lentamente.
"Ah sei tu" disse per nulla felice di vederla. Yui gli si mise affianco appoggiandosi alla ringhiera, dove anche lui era appoggiato.
"Sai mia nonna ci credeva. Forse li vedeva pure, ma non ho mai saputo se credere realmente a queste cose. Sai, vedere per credere no? Vuoi un biscotto?" Disse porgendogli la scatola. Ichigo la guardò con un sopracciglio alzato.
"N..No,no grazie" rifiutò, per poi tornare a guardare avanti.
"Sono buoni sai; si insomma, nonna era po strana, ma la sapeva lunga rispetto queste cose! Dai prendine uno, è buono!" Disse ancora. Kurosaki la osservò, non riusciva a capire dove volesse andare a parare, iniziava a sentirsi inquietato da quel comportamento.
"Sei sempre cosi ...freddo. Devo avverti fatto qualcosa, insomma...non fai altro che evitarmi. Inoe mi ha detto che eri simpatico, ma inizio a ricredermi. Dimmi un po,Kurosaki, ti sto antipatica?" Chiese quella puntandogli lo sguardo contro. Sguardo duro, penetrante,sicuro; Ichigo non riuscì a sostenere quello sguardo e di certo non si sarebbe aspettato una tale sincerità, così diretta.
"Tu.. Non mi stai antipatica, a parte i calci alla sedia e il tuo modo di mettere le tue manacce dove non dovresti" disse quello con fare scocciato facendo finta di guardare altrove.
"Oh è solo questo? Io pensavo fosse altro, allora non ti sto poi cosi antipatica, magari mi limiterò a tirarti meno calci e per la questione del cerca persone: te l'ho detto è stato un incidente. Potresti anche perdonarmi sai, io infondo lo farei se tu facessi qualcosa di estremamente stupido, tipo nascondermi qualcosa, d'importante o forse no, non in quel caso. Dio questi biscotti sono fantastici!" Disse poi allontanandosi. 
"Ci si vede, Kurosaki Ichigo" disse, poi voltò l'angolo sparendo dalla sua visuale. Ichigo rimase immobile, si domandò cosa fosse appena successo, sapeva che quelle non erano solo parole a caso e forse avrebbe dovuto leggere fra le righe, ma non era sicuro che fosse realmente quello che pensava o forse si? No, lo sentiva, lei sapeva.


 

***


"Ti dico che sa!" Disse Ichigo, camminando come sempre sui tetti di qualche casa.
"E cosa te lo fa pensare?" Chiese Rukia , scocciata.
"Il fatto che improvvisamente attacchi a parlare con me di fantasmi, che sua nonna li vede e cazzate del genere. E poi ha detto una cosa o insomma lei sa!" Disse Ichigo risoluto, insistente.
"Ichigo smettila, ti stai preoccupando per nulla e solo una normale ragazza, non potrebbe rompere il mio cancella memoria, quindi datti una calmata" rispose la ragazza, non curante. Ichigo sbuffò.
"Non mi piace quella lì" ammise con il broncio.
"A me sembra simpatica"rispose Rukia, con sincerità.
"Allora parlaci tu con lei! Poi mi fissa sempre in modo strano" si lamentò il ragazzo.
"Sai, non sembra giapponese, non ha la faccia di una giapponese" commentò Rukia , ignorandolo.
"E poi ha quel fare che mi fa incazzare e se osa chiamarmi testa arancione ancora, giuro che la faccio a fette!" Disse accigliato il ragazzo.
"È proprio una bella ragazza, si non è decisamente giapponese!" Continuò la ragazza, immersa nei suoi pensieri.
"Rukia potresti almeno far finta di ascoltarmi?" Chiese Ichigo infastidito.
"Si, a me piace!" Concluse la ragazza, mentre un beep ripetuto dava segno che un'hollow era vicino.
"Andiamo" disse Rukia lanciando uno sguardo a Ichigo. Poi i due sparirono nella notte.














Angolo dell'autore:
Salve. 

Aggiornamento rapido; spero che la storia vi stia interessando, purtroppo è solo all'inizio quindi dovete un po pazientare per vedere qualcosa evolvere. Il mio obbiettivo e tenervi qui incollati ^^

Se avete letto questa storia anche solo per sbaglio, grazie mille!
Fatemi sapere cosa ne pensate; i consigli sono più che apprezzati!
Un saluto

Cass.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


I personaggi di quest'opera, a parte quelli da me inventati; non mi appartengono! Così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamentem, sono del caro Kubo.

 

 


"If I told you what I was, Would you turn your back on me?"
(imagine dragons)



 

 

Yui." Era lontana, quasi soffocata, la voce continuava a chiamarla, mentre una sagoma iniziava a intravedersi.
Pioveva. No..Non pioveva.
C'era vento, tanto vento; era forse una tempesta?
No, c'era del fuoco; bruciava.
No! C'era solo caldo. Tutto troppo confuso.
"Yui!" Ancora, qualcuno la chiamava: ma chi?
"Yui!" Disse con forza. 


La ragazza aprì gli occhi nel buio; era solo un sogno.




"Asai-san!"
Nessuno risposta.
"Asai-san! Sveglia signorina. " La chiamò l'insegnante. Yui si voltò di scatto.
"Si professoressa?" Chiese, spaesata.
"Sei fra noi? Sei un po distratta, cerca di seguire!" La riprese quella. Yui si guardò intorno, tutti la guardavano, tutti tranne Kurosaki, ovviamente era girato.
"Mi perdoni"Si scusò la ragazza, poi si mise composta.
Aveva fatto uno strano sogno quella notte, qualcuno che la chiamava in continuazione, ma non sapeva chi, era solo tutto sfocato. Perché ultimamente faceva dei sogni cosi strani? Dannazione, pensò, mentre con un calcio colpì involontariamente la sedia di Kurosaki. Lui si voltò scocciato.
"Riesci a tenere quelle tue gambe ferme?" La riprese, fulminandola con lo sguardo. 
"Scusa, non l'ho mica fatto a posta. Kurosaki" Rispose contrariata per il tono con cui si era rivolto. Lui la osservò per un secondo, infine si voltò scuotendo la testa rassegnato, fino a quando un altro calcio non colpì la sua sedia, nuovamente.
"Questo invece era fatto apposta" disse con po di arroganza la ragazza. Ichigo sentì il bisogno di schiaffeggiare quella insolente, strinse i denti ma non si voltò, non per dargliela vinta. Pensò, cercando di ricomporsi.


La campanella suonò; il ragazzo si alzò pronto per uscire fuori, la castana gli si parò davanti, bloccandogli la via.
"Allora, vedo che ti sei alzato dal verso sbagliato anche oggi eh? Test... emh, Kurosaki!" Disse quella, osservandolo con un sorriso di scherno. Ichigo si avvicinò più a lei, scrutandola.
"Sta attenta a quello che dici, Asai" disse un poco minaccioso. Yui non si ritrasse di un centimetro, rimase immobile.
"Oh che paura! Ti prego, non mi guadare cosi! Quasi, quasi mi spaventi. Ti manca solo una katana gigantesca e potresti staccarmi la testa in men che non si dica" disse lei puntandogli il suo sguardo duro contro. Il ragazzo sussultò, ma cercò di far finta di nulla, ignorando le sue parole.
"Spostati" gli ordinò fra i denti. 
"Se me lo chiedi per favore, forse potrei anche lasciarti passare" rispose lei, incrociando le braccia. Ichigo la scrutò, a che gioco stava giocando?
"Senti non ho tempo per i tuoi giochi" affermò, un poco arrabbiato.
"E io non ho tempo per i tuoi! Sopratutto quelli in cui fingi di essere qualcun altro, non ti si addice.- Disse quella mettendosi di lato.- Prego,Kurosaki" concluse e gli fece segno di passare con una mano, mettendosi di lato.
Ichigo la guardò un momento, poi avanzò di un passo deciso ad allontanarsi da quella pazza.
"I-chi-go" lo chiamo lei, scandendo il suo nome. Il ragazzo si voltò di scatto, incontrando i suoi occhi castani.
"Mi ricorda qualcuno... Nome particolare, per una persona comune..." Disse Yui per poi voltarsi e camminare via da lui. Ichigo rimase immobile, cercò con lo sguardo Rukia, che nel frattempo aveva assistito alla scena, quella sorrise ignara. Ichigo capì che per lei non vi era problema, forse aveva ragione erano solo i giochetti di una ragazzina o almeno lo sperava, ma non era certo che fosse realmente cosi.

Ichigo finì di cambiarsi per l'ora di educazione fisica; gli toccava l'ora degli sport di squadra ed era la volta del calcio: almeno si sarebbe distratto. Pensò, mentre insieme ai suoi compagni scendeva al campo. Una volta arrivati, la professoressa fece le squadre, ordinando che giocassero misti e infine, con un fischio, decretò l'inizio della partita. 
La palla gli arrivò ai piedi un attimo dopo, ma non fece in tempo nemmeno a pensare di passarla, che gli venne rubata da sotto al naso, qualche frazione di secondo dopo. Il ragazzo alzò il viso, sconcertato mentre vedeva una chioma castana avanzare con la palla e passarla a qualche compagno davanti e infine fare goal. Lo stupore fu tale da farlo rimanere lì, mentre la ragazza, gli passava davanti con un sorriso stampato in volto. Un sorriso di scherno.
"Sveglia Kurosaki" disse con un ghigno soddisfatto sul volto. 
"Woow Yuii ma sei bravissima!" Disse Inoe correndo ad abbracciarla. Ichigo si voltò verso la sua amica, di tutta risposta Rukia lo guardò con sguardo truce e il ragazzo immaginò le sue parole, quasi come se glieli stesse dicendo davvero: "Ichigo, sei un dannato idiota, ti sei fatto rubare la palla da una donna!"- Riusciva anche a sentire il tono arrabbiato con cui l'avrebbe fatto; rabbrividì al pensiero della shinigami infuriata. 
"Ehi Ichigo, ti ha proprio fregato" disse Keigo con scherno, mentre correva in avanti. Ichigo strinse i pugni: che diavolo stava succedendo? Era appena stato fregato da una ragazza, a calcio? Da che mondo e mondo, lui si lasciava fregare da una ragazza, negli sport? Se poi fosse stata un'altra persone, magari Tastuki, sarebbe andato tutto liscio, ma non di certo da quella pazza isterica della straniera. No e no! Pensò il ragazzo, imbestialito. Di una cosa era sicuro: quella ragazza aveva finito la sua carriera da calciatrice.
La professoressa fischio e il gioco riprese, mentre la palla circolava per il campo. 
Ichigo ricevette palla, ormai oltre al centro campo e si lanciò verso la porta, sicuro che nessuno l'avrebbe fermato e lo pensava davvero, mentre si avvicinava in velocità a fondo campo, fino a quando: qualcuno non gli si affianco e con una mossa agile, gli rubò la palla dai piedi, come se nulla fosse. Il ragazzo rimase per la seconda volta a bocca aperta, mentre la castana, come sempre dava inizio a un azione da goal. La vide, mentre tornava indietro, tra i complimenti dei suoi compagni di squadra, alzò il viso e incontrò il suo sguardo. Quella sorrise con scherno, ancora. Ichigo spalancò gli occhi, poi rosso dalla rabbia, si avvicinò a lei.
"Smettila!" Disse furioso tra i denti, lei l'osservò a fondo.
"Di fare cosa, di rubarti la palla? Stiamo giocando, testa arancione!" Rispose quella, facendo spallucce.
"Di provocarmi!" La riprese il ragazzo, Yui divenne improvvisamente seria.
"Sei tu quello che si sta arrabbiando, io sto solo giocando, Kurosaki" disse tagliente, poi corse via, allontanandosi da lui. Ichigo la osservò, innervosito. 

Il gioco riprese di nuovo e la palla, girò ancora una volta, fra i piedi della sua squadra, fino a quando qualcuno non la rubo; Ichigo vide la castana, spingersi in avanti con la palla fra i piedi, non ci vide più. Con uno scatto la raggiunse, fino ad affiancarla.
La ragazza, notò la sua presenza e accelerò per superarlo.
"Scordatelo!" Disse quella, allontanandosi da lui. Ichigo spinse ancora di più, fino a pararsi davanti a lei. La ragazza l'osservò, non si sarebbe lasciata fregare da lui, pensò sicura e cercò di dribblarlo per andare avanti. Ichigo gli si avventò per prenderla, Yui la lanciò in avanti, prima che il piede del ragazzo vi arrivasse; quando ormai credeva di averlo fregato, vide d'improvviso la sagoma del ragazzo andargli addosso con forza. Yui non riuscì a togliersi dalla sua traiettoria e come due salami, caddero a terra, l'uno sopra l'altro. 
"Aia!- Urlò la ragazza, dolorante, mentre sentiva il peso del ragazzo sopra di lei.- Dannazione sei impazzito?" Chiese, mentre con la forza cercò di liberarsi da quel peso.
"Sta ferma, mi fai male! Mi fai male!" Si lamentò il ragazzo, bloccandogli una gambe con la mano, mentre quella si muoveva colpendolo. In seguito, ci fu un momento in cui due si bloccarono, guardandosi negli occhi, una frazione sufficiente ti tempo da renderli coscienti della situazione.
La testa del ragazzo era praticamente appoggiata sul seno della ragazza, mentre la sua mano era involontariamente scivolata sulla sua coscia nel tentativo di bloccarla; quando entrambi si accorsero di ciò, divamparono di rosso, completamente imbarazzati.
"Togliti immediatamente da sopra di me, Kurosaki e smettila di palparmi!" Disse a denti stretti lei, mentre il viso prendeva colore.
"Io non ti sto.." Cercò di spiegare imbarazzato Ichigo, mentre ritraeva la mano dalla coscia e rapido si scostò di tutta fretta da lei, rosso come un peperone. Erano stati pochi i momenti in cui Yui si era vergognata ed era sicura che quello, aveva il primo posto in assoluto sulla lista. Entrambi si rialzarono alla velocità della luce, senza guardarsi negli occhi e con il viso colorato dall'imbarazzo. 
"Kurosaki, Asai, siete interi?" Chiese la professoressa correndo verso di loro; entrambi annuirono senza proferir parola, ancora paonazzi.
"Andate immediatamente a sedervi fuori, entrambi!" Disse perentoria la professoressa. I due ragazzi annuirono ancora, in profondo silenzio, osservati da tutti i compagni, andarono a sedersi in panchina. Qualche secondo dopo i loro compagni ripresero a giocare, mentre i due a debita distanza l'uno dall'altro, se ne stavano in silenzio in panchina. Yui fece per guardarlo un secondo, ma nel farlo incontro gli occhi del ragazzo; imbarazzata, si voltò dalla parte opposta.
"Bella mossa, Kurosaki. Tu si che sai affrontare le competizioni!" Lo riprese la ragazza, arrabbiata.
"Sta zitta, non l'ho fatto apposta, ti stavo solo prendendo la palla" Cercò di spiegarsi il ragazzo, visibilmente a disagio.
"Oh certo, perché tu ti butti sopra le persone, per prendere la palla. Dannazione che figura!" Sbraitò contro di lui, poi si portò le mani al viso, coprendolo imbarazzata.
"Be se tu non ti fossi messa a provocarmi “ sbottò Ichigo, Yui allontanò le mani dal viso.
"A provocarti? Idiota stavo giocando! Ma tu Kurosaki, ovviamente, in ogni cosa che faccio ci devi vedere una minaccia. Sai cosa ti dico? Torna a uccidere mostri. Shinigami, quello almeno ti riesce bene!" Disse quella alzandosi e allontanandosi da lui.
Ichigo si immobilizzò: merda, pensò, lei sapeva.



Yui uscì di corsa da scuola, immettendosi in strada.
La pioggia, aveva appena iniziato a scendere e come sempre, ricopriva ogni cosa, in quel di Karakura.
Yui strinse i denti, mentre con passo accelerato cercava di tornare a casa e di bagnarsi il meno possibile, mentre  la sua testa si era persa nei ricordi della mattina appena passata. Non aveva rivolto un solo sguardo a Kurosaki dopo l'accaduto, aveva semplicemente fatto finta che quello non esistesse, tanto era l'imbarazzo e la rabbia che provava nei suoi confronti. Odiava il suo comportamento ed odiava ciò che gli aveva fatto; non sopportava il fatto che gli avesse cancellato i ricordi e che si comportasse come se non l'avesse mai vista, trattandola con indifferenza, era davvero qualcosa che la faceva imbestialire. Pensò arrabbiata, mentre camminava a passo spedito, sotto una pioggia che continuava ad aumentare, diventando sempre più violenta. Si ritrovò fradicia, dopo qualche secondo.
Strinse i pugni, se solo non avesse perso il suo ombrello quel giorno, pensò amareggiata e senza accorgersene, si ritrovò nella strada in cui incontrava spesso Reiko. Yui osservò quel posto, mentre il silenzio, rotto dalla pioggia, circondava quella strada. La ragazza si avvicinò a palo della luce, in cui era solita trovare il ragazzino, ma di lui vi era nessuna traccia; l'unica cosa che rimaneva, erano i frammenti di vetro di una bottiglia, sparsi per terra e dei fiori ormai morti, portati via dall'acqua. La ragazza rimase a fissare quel posto allungo, non curante della pioggia, ne del freddo che iniziava a invaderla per i vestiti bagnati. Non gli importava, non quando davanti aveva solo frammenti di ciò che rimaneva di una persona a cui si era affezionata. Ancora un poco scossa, rapida, si mise a cercare un negozio e comprò un vaso e dei fiori e sotto la pioggia insistente, tornò davanti al quel solito palo, in quella solita via. 
Ripose il tutto per terra, con cura; infine rimase accovacciata davanti a esso per un momento.
"Mi dispiace di non averti saputo aiutare, Reiko. Perdonami. Vedi, ti ho portato questi, così la tua mamma non dovrà portarne altri.- Yui si ammutolì, poi abbassò lo sguardo, mentre una lacrima silenziosa scendeva sul viso.- Spero solo che tu possa trovarti in un posto migliore" disse poi con un sorriso.
"Lo è!" Affermò una voce alle sue spalle e la pioggia smise di cadere su di lei.
Yui rimase un attimo ferma, poi si asciugò il viso, si alzò e si voltò.
Kurosaki stava in piedi davanti a lei, con un ombrello in mano e la guardava. Yui l'osservò a lungo; osservò il suo viso lungo, quegli occhi castani e quei capelli di un arancione impossibile, circondargli il viso. Si guardarono silenziosi, mentre l'unico rumore era quello della pioggia che scendeva violenta.
"Questo dovrebbe essere tuo" disse il ragazzo porgendogli l'ombrello. Yui lo guardò, arrossì violentemente pensando a quella sera.
"L'hai perso quel giorno, Yui" disse Ichigo. La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, sorpresa; era la prima volta che quel ragazzo pronunciava il suo nome, fino ad allora aveva creduto che lo ignorasse completamente. Strinse la presa sull'ombrello.
"Lo so, Ichigo" rispose lei, puntandogli il suo sguardo. Ichigo la osservò in silenzio.
"Ricordi ogni cosa, vero?" Domandò quello, sostenendo il suo sguardo.
"Tutto" rispose, con semplicità.
Il ragazzo continuò a osservarla, fece un mezzo sorriso.
"Immaginavo" disse alla fine, sconsolato.
"Cosa succederà ora? Me lo farai dimenticare di nuovo?" Chiese lei risoluta. Ichigo la scrutò.
"Me lo lasceresti fare?" Domandò, spostando poi lo sguardo altrove.
"L'ultima volta non mi hai chiesto il permesso" rispose la ragazza, sicura.
"L'ultima volta non avresti dovuto ricordare" commentò, il ragazzo mettendo le mani in tasca.
"Allora, cosa farai ora?" Chiese ancora, Yui.
"Non lo so" rispose lui sincero; calò il silenzio.
"Dicevi la verità, quando hai detto che starà bene? Intendo, Reiko!" Chiese Yui, abbassando un poco lo sguardo, triste. Lui la osservò un secondo, poi annuì.
"È ritornato alla Soul Society " disse il ragazzo, ma lei lo guardo confusa. Lui fece un mezzo sorriso.
"Si, starà bene" concluse, sperando che lei si tranquillizzasse, nel sentire quelle parole.
"Mi hai salvato la vita" disse quella improvvisamente.
"Lo so" rispose lui, con tono di voce basso.
"Allora perché eri cosi indifferente?" Chiese, puntando lo sguardo su quello del ragazzo.
"Avresti potuto ricordare, non volevo che accadesse" spiegò con calma.
"Sei stato uno stronzo!" Disse con sincerità la ragazza; Ichigo rimase stupito dalle sue parole, non si aspettava che le dicesse così dirette.
"Co..per.." Cercò di spiegarsi.
"Sei stato uno stronzo. Non hai fatto altro che evitarmi, inoltre mi hai lasciato in uno stato confusionario che non mi ha fatto dormire per un'intera settimana. Ho passato giorni a chiedermi come diavolo mi ero fatta questa!" Disse indicando la ferita sulla testa, ormai guarita.
"Io, l'ho fatto per il tuo bene" cercò di spiegarsi il ragazzo, imbarazzato.
"Facciamo un patto: la prossima volta che vorrai fare qualcosa per il mio bene, sei pregato di dirmelo, starà a me decidere se poi lo è per davvero.- Disse quella puntandogli un dito sul petto. - Dannata, testa arancione" terminò con fare perentorio lei.
"Sta zitta, volevo solo proteggerti" continuò scocciato il ragazzo, spostando il suo sguardo punto sul vivo.
"Be non sta a te proteggermi, posso farlo da sola" rispose sicura, lei.
"Oh davvero e allora perché non ti sei protetta da quell'hollow?" Chiese diretto, il ragazzo. Yui sbuffò scocciata.
"Sai una cosa, non lo vuole nessuno il tuo aiuto, tienilo per te" rispose arrabbiata, voltandogli le spalle e lasciandolo lì.
"Ma lo sai che sei la persona più orgogliosa che abbia mai conosciuto, certo la prossima volta ti lascerò lì a essere uccisa da un Hollow!" Rispose il ragazzo, altrettanto scocciato.
"Per non rivedere la tua faccia, be allora potevi lasciar fare" disse, senza degnarlo di uno sguardo e continuando a camminare verso casa. Sentì dei passi affianco a lei.
"Sei davvero insopportabile, ragazzina" commentò il ragazzo, irritato.
"Abbiamo la stessa età, idiota" rispose, infastidita.
"Be, da come ti comporti non si direbbe" rispose a tono il ragazzo.
"Senti chi parla" disse lei scontrosa; poi rimasero in silenzio per metà tragitto, ancora offesi l'uno con l'altra.
Yui l'osservò scocciata, mentre quello camminava al suo fianco sotto la pioggia, strinse i pugni; non sapeva perché la stava seguendo, ma riusciva a farla sentire in colpa per stare sotto la pioggia. Rallentò un momento e coprì anche lui con l'ombrello senza dire una parole; Ichigo la osservò confuso, ma non disse nulla, lasciò che lei lo facesse, grato per quello, anche se non gliel'avrebbe mai detto.
"Hai deciso di pedinarmi?" Chiese la ragazza, qualche minuto dopo, mentre lui era ancora al suo fianco.
"No, casa mia è solo da quella parte" disse indicando la strada davanti a se.
"Bene, la mia e dì là, per fortuna!" Disse andando verso destra la ragazza e lasciandolo sotto la pioggia.
"Sta attenta, magari qualche hollow potrebbe tentare di nuovo di mangiarti. Buona fortuna per allora" disse il ragazzo, con fare un poco irritato.
" Incontrare un hollow sarebbe decisamente meglio di avere un idiota come te intorno!" Rispose pungente lei.
"Sta zitta..ragazzina!" Disse infastidito, Ichigo.
"Taci, testa arancione!" Rispose quella, camminando verso casa sua senza voltarsi.
"Non mi chiamare testa arancione!" Urlò quello arrabbiato. Lei alzò una mano, poi sparì dietro una via.
Ichigo la osservò, quella tizia lo faceva imbestialire in un modo che non avrebbe saputo descrivere. Sospirò, ora che lei ricordava, avrebbe dovuto sistemare la cosa al più presto o Rukia l'avrebbe ucciso, di questo ne era certo, pensò Ichigo.

 

***


Yui era appoggiata alla ringhiera, finalmente il sole brillava, dando un po di sollievo dalla pioggia; il vento ormai freddo le scompigliava i capelli.
"Quindi hai capito?" Chiese Kuchiki verso di lei.
"Certo, non lo dirò a nessuno. A chi potrei dirlo insomma” rispose, con semplicità la ragazza. Kuchiki sospirò, guardò poi Ichigo.
"Yui, dobbiamo essere assolutamente convinti della tua sincerità" disse Ichigo osservandola. Yui si voltò lentamente, poggiando la schiena sulla ringhiera, guardò Ichigo negli occhi; l'aveva chiamata per nome ancora, faceva strano sentirlo. Pensò, curiosa.
"Avete la mia più assoluta e sincera parola, non riferirò nulla di quello che mi avete detto riguardo la Soul society e gli shinigami; ne di quello che mi è successo, ad anima viva.- Disse, portando una mano sul cuore,- promesso!" Concluse, sicura e sincera.
Ichigo sostenne il suo sguardo, mentre li diceva.
"Ok. - Guardò Rukia. - Ti crediamo" Rispose il ragazzo. Yui sorrise, poi tornò a guardare oltre la ringhiera.
"Non hai paura?" Chiese Ichigo improvvisamente.
"Di cosa?" Chiese rimanendo voltata.
"Di tutto. Hollow, shinigami?" Disse guardandola un poco; lei non rispose subito, rimase un poco in silenzio.
"Ovvio che mi terrorizza, sopratutto la parte degli Hollow che mi attaccano, non so se ricordi l'ultima volta? Ma cosa ci posso fare? Loro sono reali ormai, esistono e io non posso far altro che accettarli" Rispose, con sincerità; infine si voltò verso di lui. Ichigo la osservò un poco sorpreso.
"E poi perché gli shinigami dovrebbero farmi paura?" Chiese quella, confusa.
"Be, diciamo che non tutti sono come te li immagini, come me e Ichigo insomma." Cercò di spiegare, Rukia.
"Alcuni di loro sono,be..." Tentò di finire Ichigo, senza trovare parole.
"Molti di loro sono pericolosi" concluse Kuchiki.
"In che senso?" Chiese Yui, senza capire.
"C'è un gruppo di shinigami, che ha tradito il seretei; loro sono pericolosi, molto pericolosi. Stai attenta a ciò che vedi e non ti fidare di nessuno" La avvisò, Rukia. Yui osservò la ragazza dai capelli neri, dopo di che guardo Ichigo; entrambi erano seri. Decise che si sarebbe fidata di quelle parole a priori, annuì.
"Va bene" rispose infine, con sicurezza.
"Bene.- Rispose Kuchiki, sospirando un poco,- allora, io vado in classe! Ci si vede” disse allontanandosi.
“Dove..” Tentò di dire Ichigo, ma quella era già sparita dietro alla porta; il ragazzo sbuffò un poco scocciato.
"Sono così tanto pericolosi? Gli shinigami di cui parlavi intendo..." Chiese Yui rivolta ad Ichigo, lui la guardò un momento.
"Hai presente gli Hollow? Quelli non sono niente a confronto!" Rispose il ragazzo. Yui lo scruto affondo.
"E tu hai paura?" Chiese, rivoltò verso di lui.
Ichigo si voltò di scatto, sorpreso per quella domanda; non rispose subito, mise le mani in tasca, pensieroso.
"Può darsi..- Disse abbassando la testa, poi si voltò un poco verso di lei e fece spallucce.- Ma di certo questo non mi fermerà!" Disse sorridendo con convinzione. Yui spalancò un poco gli occhi, mentre quel sorriso inaspettato la sorprendeva; infondo non l'aveva mai visto sorridere e quella era la prima volta. Sorrise di rimando.
"Be, se combatti da shinigami come giochi a calcio, allora non avrai vita lunga"disse scherzando.
"Io...sta zitta! Hai avuto fortuna quella volta" rispose scocciato il ragazzo.
"Ah be, ora si chiama cosi" Continuò prendendolo in giro, mentre si allontanava. Ichigo la raggiunse in men che non si dica e parandosi davanti a lei; avvicinò il viso verso il suo scrutandola minaccioso.
"La prossima volta non riuscirai nemmeno a vedermi" gli disse, sicuro. Yui lo osservò, seria.
"Questo è tutto da vedere" rispose accorciando la distanza; Ichigo la osservò un momento, poi si ritrasse, un poco imbarazzato.
"Già, lo vedremo" disse, infine voltandosi e sparendo dietro alla porta, con il viso un poco paonazzo. Yui lo guardò, poi inaspettatamente rise.
“Già lo vedremo” disse, mentre lo seguiva.









Angolo del terrificante autore:

Salve.
Yui ricorda e ora per Ichigo sono cavoli. Avrà una bella gatta da pelare con quella ragazza attorno; già che sono gli opposti.  (Mi diverto troppo a scrivere di loro).

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. 

Grazie a chi ha avuto il coraggio d leggere la storia e imbattersi nei miei seri problemi (mentali e non, data la scrittura scadente).

Al prossimo aggiornamento!
Goodbye.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


I personaggi di quest'opera, a parte quelli da me inventati: non mi appartengono! Così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente , sono del caro Kubo.





"I'M JUST YOUR PROBLEM"

Rebecca Sugar

 






"Yui!" Chiamò una voce.
"Yui, svegliati! Sono io!" Disse quella; era la stessa voce di sempre, lontana, confusa, quasi un eco. 
Un soffio.
Tutto era sfocato; era rosso, come se ci fosse un incendio e soffiava il vento, forte fischiava. Era rumoroso e avvolte bruciava.
"Yui!" Chiamò ancora.



"Yui!" Chiamò una voce diversa, poi qualcosa la strattonò .

"Sveglia!!" Disse quella con forza. Yui aprì gli occhi di soprassalto, un poco spaventata.
"Che fai dormi?" Chiese Inoe a due centimetri dal suo viso. Yui la guardò un attimo sorpresa, poi tirò un sospiro di sollievo, nel riconoscere il viso della ragazza.
"No io..." Biascicò confusa, stropicciando gli occhi.
"Si dormivi! Ehi, ci sei?- Disse, agitando un poco la mano davanti al suo viso.- Hai fatto il compito per casa?" Chiese quella con spensieratezza.
"Cosa? " Disse Yui ancora disorientata.
"Il disegno, l'hai fatto?" Chiese ancora Inoe guardandola un poco stranita.
"Credo, credo di si" rispose, confusa la ragazza.
"Non starai ancora facendo incubi sui mostri che ti mangiano, Asai?" Chiese una voce. La ragazza, alzò gli occhi al cielo scocciata e tirò un calcio, colpendo la sedia davanti a se.
"Perché non ti sta zitto, Kurosaki" rispose irritata. Di tutta risposta Ichigo si voltò, avvicinandosi pericolosamente a lei, con fare minaccioso.
"Sei insopportabile !" Disse diretto il ragazzo. La ragazza avvicinò la mano al suo viso, gli colpì la fronte con le dite.
"Zitto testa arancione, tu non sei da meno" rispose Yui prendendolo in giro. Ichigo gli bloccò la mano, prima che quella la ritirasse, con fare piuttosto scocciato; come si era permessa? Tutti nella classe si voltarono a guardarli; Ichigo lasciò la presa rapido, mentre Yui si rimetteva composta, entrambi piuttosto imbarazzati.
Nessuno aveva dimenticato la scena della partita di calcio, quello ovviamente aveva alimentato dicerie oltremodo credibili, come possibili relazione tra la straniera e Kurosaki. Bugie, se solo avessero saputo quanto non si sopportassero a vicenda; ma quegli sguardi bastarono per imbarazzarli comunque.
"Oh andiamo ragazzi, non bisticciate..." Disse dolcement, Inoe dispiaciuta e un poco divertita dal loro comportamento.
"Tranquilla Inoe, prima o poi la smetterà di essere antipatico" disse Yui, fulminando il ragazzo con lo sguardo.
"E tu la smetterai di prenderti troppa confidenza, perché non impari a..." Cercò di dire, Ichigo.
"Kurosaki!" Lo chiamò una voce alle sue spalle. Ichigo si immobilizzò sul posto e si voltò lentamente.
"Pro.. Professoressa! E' stata lei, mi ha provocato" disse il ragazzo rapido, indicando la castana, con fare innocente. Yui spalancò la bocca sorpresa, tirò un altro calcio, questa volta cercò di beccare la gamba. Kurosaki sussultò, lanciandogli un'occhiataccia.
"Non è per questo! Kurosaki, sai quante assenze non giustificate hai fatto?" Chiese la professoressa, da sopra gli occhiali.
"Emh..no, perché?" Chiese, facendo il finto tonto.
"Troppe! Sono decisamente troppe e dato che l'hanno è iniziato da poco e tu hai già accumulato cosi tante assenze, farai un bel compito a casa! Di quelli che richiedono un po di lavoro" Disse, quasi soddisfatta la professoressa. Yui ridacchiò alle spalle del ragazzo, nascosta dalla sua figura.
"Sfi-ga-to!" Sussurrò quella beffandosi di lui. Ichigo strinse i pugni, trattenendo la rabbia. 
"E dato che sarà abbastanza pesante, lo farai con la nuova arrivata: vero Asai-san?"Disse l'insegnante, voltandosi verso di lei. Yui si immobilizzò.
"Co..come scusi?" Chiese, guardandola con occhi spalancati.
"Infondo sei arrivata ad anno iniziato, perciò come Kurosaki hai molte assenze; questo lavoro è stato fatto esclusivamente per voi due!" Spiegò compiaciuta, consegnando i fogli ad entrambi.
"Aggiustatevi voi con la divisione del carico di roba e mi raccomando impegnatevi!" Disse quella, facendo l'occhiolino a entrambi, per poi tornare alla cattedra. Yui strinse i fogli, guardandoli ancora incredula; Ichigo si voltò lentamente. 
"Sfi-ga-ta!" Disse, divertito, ridendo soddisfatto. Yui tentò di assestare un altro bel calcio, ma trovò la sua mano a bloccarlo; ritrasse la gamba infastidita, sotto lo sguardo stupito di Inoe . Quei due erano come cane e gatto ,non sarebbero mai andati d'accordo, pensò sconsolata.

 

***
 


"Ripetimi perché a casa tua e non a casa mia?" Chiese Yui togliendo i libri dalla borsa, Ichigo sospirò, sconsolato.
"Perché dopo avermi raccontato dei tuoi amorevoli fratelli, ho deciso di voler vivere il più possibile e quindi evitare di essere brutalmente ucciso da loro!" Spiegò, sistemando alcuni libri sulla scrivania.
"Ho detto solo che erano un tantino gelosi, non che ti avrebbero ucciso" affermò Yui, alzando gli occhi al cielo.
"Be, cosi abbiamo evitato qualsiasi possibile malinteso, no?"Disse il ragazzo, con tranquillità; Yui sbuffò.
"Sei un'idiota,sai?" Lo riprese lei, scuotendo la testa.
"Sono uno che ci tiene alla pelle" Rispose il ragazzo, lanciandogli un'occhiataccia. Yui roteo gli occhi, esasperata, mentre con la sedia si voltava a osservare la stanza.
"Quindi questa è la tua camera ?- Chiese, guardandosi attorno.- Piuttosto anonima!" Commento, schietta. Ichigo spalancò un poco gli occhi e si mise fissarla incredulo.
"Che c'è? E' vero, non hai una foto o un poster; oddio quella è una chitarra?" Disse la ragazza, schizzando in piedi verso di essa.
"No! Si, cioè... Ma non dobbiamo studiare?" Chiese, scocciato il ragazzo.
"Quindi suoni la chitarra?" Chiese la ragazza, voltandosi verso di lui e ignorando le sue parole.
"No! Cioè...qualcosa..." Rispose, confuso.
"Bene, un giorno mi suonerai qualcosa allora" disse quella, con tranquillità.
"Scordatelo!" Rispose risoluto Ichigo, voltandosi verso la scrivania. Yui sbuffò, dopo di che ritornò a sedersi al suo fianco; aprì il quaderno e il libro.
"Bene, allora secondo me, dovremo iniziare..." Cercò di spiegare il ragazzo.
"Oh dio quello è un CD dei Bad religion?" Chiese Yui, bloccando il ragazzo e sporgendosi sulla libreria, al fianco di quello, per guardare meglio. 
"Cosa? S..si.Yui, la smetti di distrarti?!" La riprese, esasperato.
"Adoro quel gruppo" commentò la ragazza, ignorandolo, per poi riprendere posto. Ichigo si portò una mano alla fronte, conscio che sarebbe stata dura fare quel lavoro con lei.
"Allora, che dicevi?" Chiese lei serafica, osservandolo. Ichigo gli lanciò un'occhiataccia poco amichevole,dopo di che riprese da dove si era fermato.
"Bene, allora secondo me dovremo iniziare da qui -. Disse indicando il libro. - Ci divideremo i compiti in questo modo e poi porteremo una conclusione insieme, cosi la prof..." Spiegò il ragazzo, concentrato.
"Da quanto sei uno shinigami?" Chiese improvvisamente Yui, mentre l'osservava con il viso poggiato sulla mano. Il ragazzo non si voltò.
"Non distrarti, se no non finiamo più" la riprese serio.
"Ok, va bene" disse lei tornando ad ascoltarlo.
"Quindi tu potresti fare que.." Cercò di dire il ragazzo.
"Quindi da quanto?" Lo interruppe, Yui. Ichigo si voltò, la scruto scocciato.
La vuoi smettere di distrarti?" Disse con tono irritato.
"Tu rispondi a questa domanda e poi tornò a concentrarmi, promesso!" Disse serafica lei. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. 
"Un anno.- Disse, poi sbuffò, scocciato. - Bene allora..."
"E Rukia?"Chiese ancora, lei. Ichigo la fulminò .
"Che vuoi ? Cerco di fare conversazione" spiegò, facendo spallucce.
"Non dobbiamo fare conversazione, dobbiamo studiare!" L'ammonì il ragazzo.
"Non essere cosi rigido, dannazione Kurosaki, non ti farò andare male al compito. Lo prometto ,secchione" disse la ragazza, guardandolo irritata e beffandosi un poco di lui.
"Non è per questo! Aah dannazione quanto sei insopportabile!" Sbraitò quello scocciato, mentre la guardava storto. Si guardarono in cagnesco per un po', poi la ragazza sorrise un poco.
"Allora?" Lo incalzò lei. Ichigo buttò la schiena contro la sedia rassegnato; perché doveva essere così complicato stare con lei?
"Rukia è sempre stato uno Shinigami, lei viene dalla Soul Society. Sono io il solo che ha acquistato i poteri"spiegò il ragazzo, rassegnato.
"E non è una cosa normale che un umano acquisisca certi poteri o sbaglio?" Domandò, con un sopracciglio alzato.
"No infatti, ma a quanto pare il fatto che avessi un area spirituale molto forte mi ha aiutato" rispose, con tranquillità.
"Capisco! Quindi vedi i fantasmi?" Chiese ancora, curiosa.
"Li ho sempre visti, fin da bambino. Essere uno shinigami non mi ha cambiato da quel punto di vista" spiegò serio il ragazzo. Yui annuì soddisfatta.
"Ora possiamo tornare a studiare?" Chiese verso di lei, la ragazza annuì ancora.
"Comunque, io preferisco fare la parte centrale! Me la cavo meglio nella spiegazioni umanistiche, rispetto a quelle scientifiche. Lascio a te quella parte, va bene, no?" Chiese Yui osservandolo. Ichigo la guardò incredulo.
"L'ho già visto a casa il lavoro, per questo so come muovermi! Non fare quella faccia stupita! Non sono un'idiota come credi tu!" Rispose la ragazza, divertita. Ichigo non rispose, ma riprese a guardare il quaderno e si mise a lavoro e nascondendo il viso sorrise. Quella ragazza era a dir poco strana, pensò perplesso.

Ichigo era intento a scrivere sul suo quaderno, mentre nella stanza era finalmente calato il silenzio. Il ragazzo si voltò leggermente, lanciando un'occhiata verso la ragazza al suo fianco; quando stava zitta, era decisamente più sopportabile, pensò sicuro. Senza rendersene conto, rimase incantato a guardarla e scrutarla, mentre lei, immersa nel suo lavoro, ogni tanto morsicava la penna pensierosa e aggiustava una ciocca di capelli ricaduta sul viso. Ichigo non l'aveva mai guardata per davvero, non come una ragazza; fino ad allora l'aveva vista più come un "problema", il suo "problema" e ora lì, si rendeva conto che nonostante tutto, per quanto fosse insopportabile e avvolte terribilmente sfacciata: era comunque una bella ragazza. Si mise a osservarla, mentre lei ignara scriveva; osservò il viso, la pelle leggermente olivastra, gli occhi solo leggermente a mandorla e un viso che ricordava molto quello degli occidentali; i capelli piegati in una coda scompigliata, poi gli occhi castani. Quegli occhi che spesso non riusciva a sostenere, talmente erano profondi. La ragazza si mosse un momento, piegandosi in avanti sul quaderno ed Ichigo lo sentì per un momento, un profumo dolce, provenire da lei; era qualcosa come zucchero filato e stava riempiendo la sua camera, così fortemente maschile. Quella ragazza era una tempesta, pensò, era totalmente il suo opposto: sempre schietta e solare, rumorosa più che mai. Si sorprese a sorridere un poco, nel pensarlo.
"Che c'è?" Chiese quella, guardandolo. Ichigo spalancò gli occhi, mentre sentiva il viso prendere colore. Come aveva fatto a farsi beccare? Pensò, imbarazzato.
"Co..niente,niente!" Disse quello, abbassando gli occhi sui suoi compiti paonazzo in viso.
"Ho per caso sbagliato qualcosa? Dimmelo se ho sbagliato!" Disse la ragazza, guardandolo perplessa.
"No, non hai sbagliato, va tutto bene! Continua" Rispose, cercando di fare l'indifferente. Quella fece spallucce e tornò a scrivere, mentre Ichigo sospirava sollevato,che diavolo gli prendeva? Si domandò, confuso. Infine, quando finalmente pensava che la serata sarebbe andata liscia, in quel pacifico silenzio, un suono interruppe i suoi pensieri; un beep proveniente da lontano. 
Un beep proveniente dal suo armadio e anche uno dalla sua tasca. 
"Ti sta squillando il cellulare!" Disse Yui distratta, mentre Ichigo toglieva fuori il suo stemma da shinigami delegato, mentre quello lampeggiava e suonava.
"Ah no è il tuo cerca persone" disse quella osservandolo.
"Non è un cerca perso.." Cercò di spiegare. Di colpo le ante dell'armadio si spalancarono, mentre una figura saltò fuori agile da esso, con un kimono nero addosso e un cellulare in mano.
"Andiamo Ichigo" Disse quella, pronta all'azione. Yui per poco non cadde dalla sedia, mentre Kuchiki Rukia sbucava fuori dall'armadio di Ichigo.
"Ma che diavolo? Lei era nel tuo armadio? E' uscita dall'armadio?" Chiese visibilmente sorpresa la ragazza. Ichigo, divenne rosso come un peperone.
"Si, be...è una storia lunga!" Cercò di spiegare, grattandosi la testa imbarazzato.
"Forza Ichigo, non c'è tempo da perdere!" Lo esortò Rukia.
"Si!" Disse quello, alzandosi dalla sedia.
"Mi dispiace Yui, devi restare qui! Hollow in vista" spiegò rapido il ragazzo.
"Cosa, cosa significa?" Chiese, confusa e prima che il ragazzo potesse anche solo parlare, vide che il corpo di Kurosaki cascargli sopra e un altro Ichigo, vestito di un kimono nero, spuntare davanti a lei. Yui guardò il corpo del ragazzo, che teneva fra le braccia e l'altro Ichigo, difronte. Osservò incredula, che diavolo stava succedendo? Si chiese, confusa. 
"Mi dispiace Yui, prenditi cura del mio corpo, tornò subito"Disse il ragazzo, dopo di che, insieme a Rukia, saltò fuori dalla finestra.
"Ichi..go" cercò di chiamarlo, ma il ragazzo era già fuori. Yui con forza trascinò, con fatica il corpo privo di sensi sul letto; l'osservò.
Sembrava addormentato o forse svenuto; toccò il polso, il battito era praticamente assente ,ma che diavolo? Si affacciò alla finestra e lì vide, in lontananza saltare per aria da un tetto all'altro. Gli bastò un secondo, un solo secondo e il suo corpo si mosse prima che il suo cervello lo elaborasse. Corse via dalla camera attraversando la casa e come un fulmine fu fuori. Si mise a correre nella direzione in cui aveva visto Rukia e Ichigo; qualche isolato dopo lì trovò ancora là, a saltare da una parte all'altra. Non aveva alcuna intenzione di perdersi quello che stava succedendo, pensò elettrizzata e li seguì fino a che quelli non scesero in qualche stradina della città. Quando Yui voltò l'angolo li trovò lì a combattere con un Hollow, sempre spavento e terribile. Qualcosa era cambiato dall'ultima volta: più che la paura era la curiosità a spingerla verso quel mostro.
Yui si rese conto che vedere quei due in azione era qualcosa di...incredibile. Un salto di là, un fendente di qua; ghiaccio che spuntava improvvisamente.
Ichigo era abilissimo, Rukia sembrava studiare la situazione e l'hollow se la stava vedendo davvero male. Tutto stava procedendo liscio, fino a che il mostro smise di badare a suoi avversari e si voltò, dritto verso di lei.
Yui si paralizzò; come poteva averla vista? Insomma era lontana.! Pensò, inquietata. 
Ma non fece in tempo a razionalizzarlo, che l'hollow con un balzo fu su lei, sferrandogli un colpo.
"Abbassati" sussurrò una voce dentro di lei .Yui obbedì, abbassandosi.
Il colpo andò a vuoto.
"Che cosa...? Yui, dannazione che ci fai qui?" Urlò Ichigo, L'hollow tentò un altro colpo.
"Spostati a destra" sussurrò la stessa voce. Yui non ebbe il tempo di pensare a come potesse il suo cervello suggerirgli dove andare, che obbedì un'altra volta alla voce schivando cosi il colpo . L'hollow sembrò arrabbiarsi, per quello.
"Come sei arrivata fino a qui?" Chiese Rukia correndo verso di lei.
"Vi ho seguito" disse quella, guardando verso di loro; fu quello il momento in cui ma l'hollow, approfittò a colpirla. La ragazza vide la sua enorme zampa, che rapida arrivava verso di lei, chiuse gli occhi, per la paura e prima che quello la colpisse, Ichigo si spostò rapido su di lei; l'afferrò con un braccio portandosela a un lato, mentre con la spada, bloccava il colpo del mostro.
"Ti avevo detto,- disse fra i denti, mentre tratteneva con forza il colpo del mostro,- Di rimanere, DOV'ERI!" Urlò infine furioso, allontanando il mostro. Poi alzo il braccio portando zangestu in alto. 
"Getsuga Tenshoouuu"sussurrò cupo, mentre fascio di luce potentissimo partiva dalla sua lama per finire sull'hollow, incenerendolo in un secondo.
Yui rimase a bocca aperta, davanti a quella mossa, mentre poggiava il viso sul petto dello shinigami. Aveva stretto cosi tanto la presa che avrebbe potuto rompergli il kimono, ma era troppo incredula e su di giri per potersene rendere conto.
Rimase cosi un secondo, ancora stupita.
"Porca paletta" Disse quella, incredula. Ichigo, cercò di riprendere un po il fiato.
"È stato pazzesco, come ci sei riuscito?" Chiese stupita ed eccitata, come una bambina davanti a un pupazzo gigante. Ichigo respiro profondamente.
"Che cazzo pensavi di fare?" Chiese quello osservandola, serio e furioso. Yui spalancò un poco gli occhi, lo guardò un attimo in silenzio; forse questa volta aveva davvero passato il limite, ma non aveva potuto farne a meno. Più conosceva quel mondo, più voleva saperne di più e quello a cui aveva assistito, era qualcosa di cosi incredibile che nemmeno la furia di Kurosaki, l'avrebbe distolta dalla sua euforia. 
"Io..ve..." Biascicò, cercando di spiegarsi.
"Ti rendi contò di quanto sia stato pericoloso? Potevi essere uccisa da quell'hollow? Ti piace cosi tanto metterti nei guai? Oppure stai tentando un modo per morire con facilità? No perché se continui cosi, sei sulla giusta strada!" Sbraitò quello furioso. Yui chiuse gli occhi al suo tono di voce troppo alto; poi gli aprì lentamente e lo guardò un attimo dispiaciuta.
"Mi dispiace" disse quella con fare innocente. Ichigo la osservò, fece per muoversi e Yui strinse ancora di più la presa sul suo kimono. Ichigo la guardò un momento, poi sbuffò tornando calmo.
"Hai avuto paura?" Chiese, addolcendo il tono. Yui alzò lo sguardo per osservarlo.
"Neanche per un secondo! Cioè quasi..." Disse poi sorridendo, cercando di non farlo arrabbiare.
"È stato, fortissimo!" Confesso, ma si rese conto di aver detto troppo perché quello bastò per infuriare il ragazzo un'altra volta.
"Allora, se non hai paura perché continui a stringere la presa e starmi attaccata?" Chiese quello scocciato,Yui si staccò di scatto.
"Riflesso incondizionato"Si difese lei, portando le mani dietro la schiena. Ichigo la guardò accigliato. 
"Cos'era quella affare che hai lanciato?" Chiese quella poco dopo.
"Yui, ti rendi conto del pericolo che hai corso?" Chiese Ichigo ritornando a essere duro.
"Certo che l'ho capito testa arancione! So che se l'hollow mi avesse colpito sarei probabilmente finita male, ma che ci posso fare? E' stata più forte di me e tu e Rukia eravate fantastici, saltando di qua e di là. Per non parlare di quella cosa con il ghiaccio e quella specie di fascio di luce che è uscito dalla tua spada è stato tutto, strano e poi il fatto che almeno questa volta non sia finita spiaccicata per terra è già un traguardo non di poco conto.Insomma.." 

"Sta zittaaaa!" La riprese quello alzando un poco la voce. Yui si zittì a quelle parole.

"Che cosa hai in quel cervello? Questo non è un gioco, ok? Lo vuoi capire?" Disse duro, verso di lei. Yui lo osservò, abbassò il viso; si toccò le mani con nervosissimo.
"Lo so che non è un gioco! Lo so dal momento stesso che ci stavo rimettendo la vita! - Alzò lo sguardo, dura verso di lui.- Non puoi frenare questa cosa, non posso neanche io. E' tutto un mondo che non conoscevo e ora riesco a vedere cose incredibili; riesco a parlare con fantasmi; vedo shinigami combattere! Insomma per me questo è tutto nuovo e io, per quanto sia cosciente della pericolosità, voglio comunque conoscere e saperne di più. Odio non sapere le cose e odio quando quelle mi capitano davanti agli occhi e io non posso dargli una spiegazione. Hai detto che è pericoloso? Bene, allora sarebbe meglio che io sappia a cosa vado incontro, così da potermi proteggere! Non credi? Smettila di riprendermi, ti ho già detto che non stai parlando con un idiota" Concluse, lei accigliata.
"Basta voi due! Non è il momento di discutere! E' finita, stiamo tutti bene, questione conclusa. La prossima volta.- Rukia si bloccò.- No anzi, non ci sarà una prossima volta, vero Yui Asai? Non mi importa di quanto tu possa voler conoscere, non voglio che tu ti metta in un ulteriore pericolo!" Disse quella, lanciandogli poi uno sguardo, Yui guardò Rukia, poi si voltò.
"Questo non te lo posso promettere!" Rispose andando via, arrabbiata.
Perché loro non capivano, che tutto ciò per lei era qualcosa di così affascinante? Si rendeva conto del pericolo, più di ogni altro, dato che l'aveva provato sulla sua pelle; ma tutto quello era così strano per lei, così straordinario. Lei che aveva vissuto sempre una vita semplice, una vita in cui non l'era permesso andare oltre ciò che vedeva , si trovava a osservare un mondo che da sempre le era stato negato e ora che poteva vedere anche quella parte di mondo. Sentiva quasi come se improvvisamente un puzzle si fosse completato e lei riuscisse finalmente a vedere con chiarezza ogni cosa . Si, era stata avventata, ma non si era pentita un solo secondo di ciò e voleva solo che loro lo capissero, infondo tutto quello era comparso all'improvviso nella sua vita e lei doveva solo farci l'abitudine, ma sopratutto doveva conoscerlo quel mondo, solo così avrebbe potuto stare più attenta.
“Dove vai ora?" Chiese Ichigo.
"Torno a casa tua" rispose quella stringendosi le braccia addosso per scaldarsi, ancora scocciata. Ichigo sbuffò, quella ragazza l'avrebbe fatto impazzire prima o poi. Guardò Rukia; quella le fece un segno con la testa, il ragazzo annuì, infine la raggiunse.
Yui sentì la sua presenza vicino, lo guardò.
"Guarda che ce la faccio a tornare a casa da sola, dovresti tornare al tuo "lavoro"!" Disse, dura quella, continuando a camminare.
"Sta zitta" disse quello riprendendola scocciato, poi gli si parò davanti abbassandosi.
"Che stai facendo?" Chiese la ragazza senza capire.
"Vuoi tornare a casa o no? Non vorrei rischiare che ti ammalassi, poi come lo finisco il lavoro?" Commentò quello senza voltarsi. Yui lo guardò con un sopracciglio alzato. “Muoviti!” La incitò il ragazzo. Lei sorrise un poco, senza farsi vedere e ancora perplessa, salì sulla sua schiena.
Quello si alzò con lei a cavalcioni.
“Sei pazzo lo sai?” Disse quella ,Ichigo fece un saltò. Yui si strinse di più a lui e si trovarono a saltare da un tetto a l'altro.
"Nei sei sicura?” Rispose quello, saltando con tranquillità.
"Come diavolo riesci a farlo?" Chiese quella stupita. Ichigo sorrise, divertito.
"Reiastu! La concentro sui piedi, in modo tale da darmi la spinta" spiegò il ragazzo. Yui non comprese perfettamente quella cosa, ma non gli importò. Con le braccia attorno al collo del ragazzo, avvicinò il viso al suo riparandosi dalla brezza fredda, che gli colpiva il viso facendola rabbrividire.
"Mi dispiace" sussurrò improvvisamente, vicina al suo orecchio e lo disse con sincerità.
"So di essere stata avventata e di aver fatto qualcosa di pericoloso. Non volevo mettermi nei guai! Perciò: mi dispiace! E sappi che mi costa parecchio dirti ciò, molto a dire la verità!" Disse quella poi morsicandosi il labbro; odiava farlo. Lei era una persona molto orgogliosa, chiedere scusa era una cosa che gli costava sempre fare, ma quando sapeva di aver sbagliato, se pur difficile,lo faceva.
"Lo so"rispose Ichigo tranquillo.
"Che cosa?" Chiese la ragazza, senza capire.
"Che ti costa dirlo! Se c'è una cosa che si può capire di te, senza nemmeno conoscerti, è che sei estremamente orgogliosa. Quindi so che ti sta costando parecchio" disse quello, serio.
"Tzè, lo dici come se fosse uno dei più grandi difetti di questo mondo" Commentò Yui, abbassando lo sguardo dispiaciuta.
"Avvolte lo è!- Disse improvvisamente Ichigo.- Ma bisogna saper riconoscere quando è il momento di non esserlo". Affermò il ragazzo.
Yui appoggiò il mento sulla sua spalla pensierosa; Ichigo sentì il viso di lei, vicino al suo. Cercò di non dare peso alla cosa, non doveva, infondo non era nulla, si disse.
"Già, facile a dirsi, ma non sempre a farlo" disse quella con tono distratto. Ichigo voltò un poco il viso, vedendo con la coda dell'occhio la sua espressione triste.
"Bene, allora quando avrai bisogno di qualcuno che te lo ricordi, spero di essere lì" disse quello osservandola. Yui girò un poco il volto. Per osservare il profilo del ragazzo che concentrato, guardava avanti, sorrise.
"Sai vero che stai scegliendo di essere malamente ucciso ogni due per tre?" Chiese divertita.
"A mio rischio e pericolo!" Rispose, sicuro il ragazzo.
"Io ti ho avvertito!" Disse lei sorridendo, anche lui lo fece. Sentiva il suo fiato sul collo e le sue mani stringere il kimono, fu una strana sensazione; di rimando strinse la presa per tenerla più salda.
"E comunque ci vuole ben altro per mettermi fuori gioco, non di certo una influenza! Mi avrai attorno ancora per un po', Kurosaki!"Disse lei. Tornando al suo solito tono arrogante.
"Sei davvero un bel problema tu eh.." Disse il ragazzo, scuotendo la testa.
"Io sono il tuo personale problema, Kurosaki!" Rispose lei, ridendo un poco. Ichigo sorrise.
"E cerca di fare bene il compito, non vorrei che i miei voti calassero per colpa tua e del tuo "lavoro dopo scuola" Lo riprese lei, con scherno.
"Cerca di non farmi andare male tu, Asai! Non vorrei dover passare a fare un altro compito con te, sai che scocciatura" Rispose, lui divertito.
"Ritieniti fortunato che stai passando del tempo con una cosi, intelligente e tenera.." Cercò di dire lei.
" Rompiscatole..." Si intromise Ichigo, baccandosi poi uno schiaffo in testa.
"Aia, ma perché devi sempre essere cosi violenta?" Si lamentò quello.
"Qualcuno deve pur tapparti quella bocca" Rispose quella, convinta.
"Non di certo tu!" Ribatte, scocciato il ragazzo.
Di tutta risposta Yui strinse la presa sul collo, quasi a strozzarlo.
"Idiota!" Sussurrò lei, Ichigo non pote fare a meno di sorridere.






 

 




Angolo dell'autore:

Aggiornamento veloce.



Ma voi vi chiederete: e l'azione dov'è? Arriva, arriva, fidatevi di me.

Spero che per allora, voi sarete ancora qui! (Non mi lasciate qua da sola) *piange disperata in un angolo lontano della casa, mentre Ichigo gli passa dei fazzoletti* 

C: "Grazie caro!"

I: "Di nulla, basta che mi prometti di non torturarmi ancora con quella Yui" dice accigliato. Cass lo guarda, con un sorriso sadico sulle labbra.

Ringrazio tutti coloro che leggono la storia. 
Al prossimo aggiornamento.

Un saluto.

Cass.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


I personaggi di quest'opera, a parte quelli da me inventati: non mi appartengono! Così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente, sono del caro Kubo.



"Don't worry I'll keep you warm. "

(shinedown)







Soffiò il vento, lo sentì sul viso; poi si trasformò in una tempesta, violenta, forte, travolgeva ogni cosa.
Sentì calore: qualcosa bruciava dentro di se, qualcosa di forte.
"Sveglia" sussurrava la voce, la stessa voce di sempre.


Qualcosa la colpì delicatamente al voltò, Yui aprì gli occhi trovandosi davanti un viso troppo vicino e spaventata alzò la testa di colpo, andandoci a sbattere contro.
"Ma sei scema?" Chiese quello, coprendosi il viso dolorante con la mano. Yui fece lo stesso.
"Ma che? Ichigo sei diventato scemo? Mi hai spaventata!" Disse quella, toccandosi la fronte dolorante.
"Ti stavo svegliando idiota! Dannazione con te c'è sempre da farsi male!" Si lamentò quello, massaggiandosi la fronte.
"Forse avresti potuto evitare di metterti cosi vicino" Lo riprese la ragazza, Ichigo gli lanciò un'occhiataccia di rimando.
"Perché dormivi? Dormi sempre, che diavolo ti prende?" Chiese Ichigo mettendosi a sedere.
"Io...non ..." Cercò di spiegare la ragazza.
"Si che dormivi!" Disse il ragazzo risoluto, senza lasciarla finire.
"Be, sto dormendo poco ok" Si difese, lei infastidita.
"Non mi dirai che fai ancora gli incubi?" Chiese divertito. La ragazza lo fulminò un poco con lo sguardo, infine si fece pensierosa.
"Non posso chiamarli incubi, sono diversi da quelli che avevo prima.- Cercò di spiegare, la ragazza.- C'è sempre una voce che mi chiama. - Yui portò una mano al viso.- Credo di stare per impazzire!" Disse infine, coprendo il viso esasperata. Ichigo sorrise.
"Oh forse lo sei già!" La schernì quello. Yui lo spinse un poco, di tutta risposta.
"Kurosaki-kun, Yui non venite? C'è educazione fisica ora" urlò da lontano, Inoe.
"Arriviamo!" Rispose Yui alzandosi, porse una mano verso Ichigo aiutandolo ad alzarsi.
"Preparati,Kurosaki!" Disse lei, scrutandolo con sfida.


"Keigo!" Urlò Ichigo. L'amico si voltò verso di lui, poi gli lanciò la palla; Ichigo la tenne fra i piedi, mentre davanti a se la castana l'osservava.
"Vediamo cosa sai fare! "Disse il ragazzo, rivolto verso di lei.
"Volentieri, Kurosaki!" Rispose quella cercando di marcarlo. Ichigo cercò di andare avanti più volte, mentre quella lo ostacolava; non poteva credere ai suoi occhi, ma lei era brava, davvero! Seguiva i suoi muoventi, cercava di rubargli la palla ed era una vera spina nel fianco. Riusciva sempre a fregarlo e a dare una palla vincente ai suo compagni. Non poteva crederlo, ma infondo la competizione con quella ragazza lo incitava a fare di più: giocare cercando di superarla in tutto, era tremendamente più divertente.
"Su, forza! Vieni a prendertela" Disse Ichigo, in tono di sfida, mentre si passava la palla da un piede all'altro. Yui lo osservò, strinse i denti: se era quello il gioco che voleva fare, allora lei lo avrebbe accontentato, pensò, con un ghigno sul volto. Si fermò d'improvviso e si mise a fissarlo.
"Ichigo cosa hai lì?" Chiese indicandogli un punto sul viso, lui si bloccò spaesato.
"Dove?" Chiese guardandosi la maglia. Yui si avvicinò di più a lui.
"Qui!" Disse lei con uno strano sguardo, passandogli il pollice delicatamente vicino alle lebbra. Ichigo si pietrifico sul posto, spalancando un poco gli occhi, piuttosto sorpreso di quel gesto, mentre quel suo dito lo sfiorava delicatamente sul volto. Sentì un brivido passargli per la schiena.
"Ah no! Non era niente" Rispose, serafica. Gli strizzò l'occhio e approfittando del momento di sorpresa del ragazzo, gli rubò la palla dai piedi e scattò in avanti.
Il ragazzo ci mise dei secondi interminabile, per rendersi conto che quella ragazza gli aveva giocato un brutto scherzo. Goal.
Yui tornò indietro, con un ghigno sul volto.

"Questo non vale" Si lamentò Ichigo, sempre più stupito.
"Cosa?" Disse lei, con fare innocente. Quello bastò per farlo infuriare, ma la professoressa fischiò la fine e tutti andarono a cambiarsi.
Quando finalmente lasciò lo spogliatoio, Ichigo si fermo un momento prima di avanzare, mentre qualcuno era appoggiato alla colonna, dietro alle sue spalle. 
"Tutto ok?" Disse una voce. Il ragazzo la riconobbe, strinse i pugni e si voltò rapido, raggiungendola.
"A che gioco stai giocando?" Chiese lui visibilmente arrabbiato. Yui lo osservò, con la schiena appoggiata al muro, con un sopracciglio alzato.
"Te la prendi per cosi poco?" Chiese incredula.
"Cosi poco? Hai imbrogliato,hai..." Cercò di dire il ragazzo, indispettito.
"Certo...che ho.." Ammise lei, facendo spallucce.
"Non lo fare mai più!" Rispose il ragazzo, serio e avvicinandosi un poco minaccioso. Yui lo osservò affondo.
"Calmati Kurosaki. Era uno scherzo, non intendevo farti arrabbiare. Se poi, credi che la tua ragazza possa venirlo a sapere, be cercherò di evitare che lei lo sappia" disse lei, scrutandolo seria.
"Ragazza? Quale.." Chiese d'improvviso, guardandola perplesso.
"Seriamente? Ok, forse lo volete tenere segreto, be non lo dirò a nessuno allora " rispose lei, alzando le mani. Il ragazzo rimase spaesato, che diavolo stava dicendo? Pensò, confuso.
"Di che diavolo parli? Di che ragazzi parli?" Domandò perplesso.
"Kuchiki! Non è forse l tua ragazza?" Chiese quella, con un sorriso divertito. Ichigo la osservò affondo, poi sentì il viso divampare di rosso.
"Cosa? No! Rukia non è la mia ragazza, che diavolo vai blaterando!" La riprese, imbarazzato.
"È uscita dal tuo armadio, insomma alquanto equivoco, non credi?" Rispose con un sorriso malizioso, verso di lui. Ichigo, sentì il viso diventargli ancora più rosso.
"Lei non è la mia...ragazza!" Ripete con forza, visibilmente a disagio. Yui lo scrutò affondo.
" E allora che ci faceva nel tuo armadio?" Chiese, sospettosa.
"Lei, sta lì, per adesso" disse lui, grattandosi la testa imbarazzato. Yui rise divertita.
"Certo. Come no!" Disse lei, poi allontanandosi per andare via. Ichigo rimase immobile per un secondo, poi si voltò e rapido la bloccò per un braccio.
"Guarda che dico sul serio, Rukia non è la mia ragazza" ripete ancora il ragazzo, con più sicurezza.
"Allora perché te la prendi tanto per uno scherzo?" Chiese lei, osservandolo affondo.
"Perché era.." Cercò di spiegare, imbarazzato.
"Cosa?" Chiese ancora, lei. Ichigo ammutolì. Yui sospirò.
"Non ti fidare mai di me, Kurosaki, non quando c'è la competizione di mezzo! " Disse lei, staccando il braccio dalla presa e andando via. 
"Sei scorretta sai!" Urlò quello.
"In amore e in guerra si può fare di tutto, sopratutto in guerra" Rispose lei, dandogli le spalle e camminando via.








Yui aveva passato un'altra estenuante serata di studio a casa di Kurosaki, fino a sera tardi. 
Aveva lasciato la casa con un gran malditesta e si era immessa in strada, cercando di camminare rapida per tornare il prima possibile a casa. L'aria era frizzante e le strade erano praticamente vuote e silenziose; tutto taceva attorno lei, mentre immersa nei suoi pensieri camminava a passo spedito. Poco distante da lei, la luce su di un palò sfarfallò, accendendosi e spegnendosi in maniera aritmica, mentre una folata leggera di vento si alzò in maniera improvvisa. Yui non vi fece troppo caso, ma continuò a camminare, fino a che un rumore, forte e sordo non catturò la sua attenzione. La ragazza si fermò un momento, presa di soprassalto; si guardò intorno sorpresa, in cerca di qualcosa che l'avesse prodotto, ma non trovò nulla e rassicurata, voltò di nuovo le spalle e riprese a camminare.
D'improvviso, il silenzio acuto e venne squarciato da un ruggito.
Yui si voltò spaventata, mentre un hollow compariva davanti ai suoi occhi: mostruoso come sempre.
Trasalì per la paura: da dove era spuntato? Si domandò, terrorizzata.
"Merda!" Disse, guardandosi intorno con inquietudine, mentre l'hollow si precipitava con furia verso di lei.
"Scappa" sussurrò la voce nella sua testa; Yui l'ascoltò, ancora una volta e senza pensarci due volte, si voltò e corse via, mentre il mostro continuava a seguirla. Cercò di scappare il più veloce possibile mentre quello, rapido la braccava. Yui cercò di voltare l'angolo di una strada, ma il mostro, con un balzò, si parò davanti a lei, facendola arrestare di colpo. Yui, trattenne il respiro, presa alla sprovvista, mentre il mostro con un enorme arto la colpiva.
"Spostati a sinistra" sussurrò la solita voce.
Yui lo fece, ancora una volta, senza porsi domande, schivando così il colpo. Afferrò, con mani tremanti la borsa e tentò di colpire il mostro.
"Muori bastardo!" Disse quella colpendolo più volte, ma nessuno colpo sembrava avere effetto su di lui. Yui indietreggiò un poco, disperata, mentre l'hollow si avventava su di lei.
"Abbassati!" Sussurrò la voce. Yui lo fece, ma l'hollow la colpì con la coda, facendola cadere per terra.
"Dannazione, cosa avete contro di me? Mostri maledetti!" Urlò quella, completamente indifesa, mentre l'hollow preparava un altro colpo. Yui tentò di pararlo ma venne scaraventata contro un muro; cadde a terra con la schiena dolorante, senza fiato, con la testa pesante. Non riusciva ad alzarsi, priva di forza, mentre tutto si faceva sfocato.
L'hollow si avvicinò pericoloso verso di lei; Yui tentò di alzarsi, ma ricadde a terra, priva di forza, completamente frastornata.
"Ichi...go" riuscì a malapena a dire mentre, la vista iniziava a sparire. Si accasciò a terra, senza riuscire a fare altro, mentre l'hollow avanzava verso di lei; poi vide un fascio di luce bianca e potente, investire ogni cosa.
"Getsuga Tenshoouu!!" Urlò una voce. Yui la sentì lontana, quasi irreale.
“Yui, stai bene?" Chiese la stessa voce, ma quella fu l'ultima cosa che sentì; poi il nulla.





"Devi svegliarti. Yui devi farlo! Svegliati. Ora!" Sussurrò la voce, mentre delle fiamme la investirono bruciandola.
Yui aprì gli occhi di soprassalto, mentre spaventata si guardava attorno. Quando i suoi occhi misero a fuoco, uno scudo arancione stava sopra la sua testa e Inoe dell'altra parte, con preoccupazione la guardava.
"Kurosaki-kun!" Urlò la ragazza, voltando la testa.
Ichigo si avvicinò verso di lei, mentre lo scudo scompariva.
"Yui? Stai bene?" Chiese quello, avvicinandosi con fare preoccupato. Yui si guardò intorno stordita.
"Che cosa? Dov'è il fuoco?" Chiese voltandosi a cercarlo, spaesata.
"Che fuoco? Yui ? Yui guardami...!" Disse Ichigo prendendola per le spalle e strattonandola un poco. Yui alzò lo sguardo verso di lui.
"Ichigo.." Disse quella spaesata guardandolo, poi si ricordò di ogni cosa: un hollow l'aveva attaccata. La ragazza osservò un poco il ragazzo.
"Tu...- Disse, rivolta ad Ichigo, infine di scatto lo abbracciò, stringendolo forte.- Non puoi sapere quanto sia felice di vedere la tua testa arancione!" Disse quella affondando il viso sulla sua spalla. Ichigo, rimase un attimo fermo, preso alla sprovvista.
"Questa volta pensavo di essere morta, stecchita" Confesso lei, mentre nascondeva il viso, sul suo petto. Il ragazzo rimase un attimo fermo, poi sorrise leggermente e infine ricambio l'abbraccio, stringendola un poco; per un secondo, respirò il profumo dei suoi capelli e gli piacque.
"Lo so, c'è mancato poco. Non so come abbia fatta quell' hollow a comparire cosi, eppure non c'era nessun anima intorno; hai visto qualcosa per caso?" Chiese il ragazzo, ancora stretto a lei e si sorprese di quanto fosse naturale farlo.
"No, io stavo solo tornando a casa e poi è comparso quel coso, dal nulla. Nessuna anima o altro, c'ero solo io in quella strada. Era stranamente silenziosa; perché diavolo ha attaccato me?" Chiese Yui, staccandosi lentamente dal ragazzo, per guardarlo in faccia. 
Inoe, al loro fianco, spostò lo sguardo imbarazzata, mentre dentro al petto, il cuore gli si stringeva nel vederli così; perché lei non avrebbe mai avuto il coraggio di fare ciò che quella ragazza, aveva fatto con tanta leggerezza e per la seconda volta nella sua vita, si ritrovò a sentire un moto di gelosia, questa volta verso quella ragazza.
"Credo che sia per la tua reiatsu! - Disse improvvisamente Kuchiki.- Di solito gli hollow attaccano gli umani con grande reiatsu e la tua è incrementata molto, dopo il primo attacco. Per questo motivo, anche la volta scorsa, quell'hollow è corso da te. Devi stare attenta, potresti essere in pericolo più spesso di quanto credi" disse la shinigami, armeggiando con un cellulare.
"Bene, ci mancava solo diventassi un bersaglio ambulante per hollow" rispose la ragazza, portandosi le mani al viso con preoccupazione.
Ichigo la osservò un momento, poi porto una mano sulla sua spalla.
"Stai tranquilla, non ti succederà nulla" disse improvvisamente il ragazze; lei alzò il viso e incontrò i suoi occhi castano chiaro.
"E come puoi dirlo?" Chiese Yui perplessa.
"Perché ci sono io! - Disse quello indicandosi. - E finché ci sarò io, ti proteggerò da qualsiasi hollow provi ad attaccarti, non lascerò che ti facciano ancora del male" concluse con convinzione. Yui lo guardò sorpresa, nel sentire quelle parole provenire proprio da lui e lentamente si aprì in un sorriso.
"Sei gentile -. Disse portando una mano sulla sua testa.- Ma Ichigo, tu non sarai sempre lì, ogni volta che un hollow comparirà davanti a me!" Rispose la ragazza, facendogli un piccola sorriso. Ichigo alzò gli occhi a osservare la sua mano sulla testa e la tolse delicatamente.
"Farò in modo di esserci, a costo di starti appiccicato giorno e notte!" Rispose, poi si sorprese anche lui di aver detto quelle parole e imbarazzato, sentì il viso prendere colore. Yui lo guardò un momento, infine sorrise dolcemente verso di lui. Ichigo la osservò, incantandosi nel vederla sorridere a quella maniera; non l'aveva mai vista sorridere così, non per lui, pensò sorpreso.
"Aspetta, non è mica una minaccia?" Chiese quella scherzando, Ichigo la spinse in risposta.
"Sta zitta" La riprese lui. Yui rise, lo fece anche lui trasportato. Infine si alzò dal letto e la osservò.
"Ce la fai a camminare?" Chiese, porgendogli una mano.
La ragazza guardò la mano, poi l'afferrò mettendosi in piedi. 
"Certo, per chi mi hai preso" Lo riprese infastidita, rimettendosi dritta. Ichigo alzò gli occhi al cielo, poi si voltò verso la ragazza dai capelli rossi.
"Grazie Inoe, sei stata gentile a venire" Disse dolcemente. Inoe, abbassò un poco lo sguardo, imbarazzata.
"Di niente Kurosaki-kun" disse quella sorridendo dolcemente.
"Non so cosa tu abbia fatto, ma grazie" disse Yui abbracciandola, Inoe sorrise. Yui era sempre la ragazza che non si metteva problemi, nel toccare, abbracciare o dire certe cose, lei era semplicemente così; forse sbagliava a essere gelosa di lei, pensò un poco sollevata, infondo lei era semplicemente Yui.

 

***


La notte era ormai calata quel giorno, segno che ormai l'autunno era arrivato.
Erano ormai passati alcuni giorni, dal fatidico attacco che aveva subito vicino a casa sua; da quella volta nulla era stato semplice e Yui si era trovata più volte ad avere paura di rimanere sola e indifesa e quello, fu un pensiero che iniziò a tormentarla, ogni secondo della sua vita. Lo pensò ancora, mentre se ne stava rinchiusa in un bar a sorseggiare una cioccolata calda. Quel giorno non era andata a casa di Ichigo per finire il compito; avevano deciso di prendere un giorno di pausa, dato che il ragazzo era super occupato con la sua attività “exstra scolastica”. Yui sorrise un momento al pensiero, infondo gli suonava strano che l'attività dopo scuola,del suo compagno di classe , fosse uccidere Hollow; ma ormai ci aveva quasi fatta l'abitudine a quella vita strana e completamente fuori dagli schemi che viveva a Karakura. Ormai era quasi da un mese in quella città ed era quasi in un mese che conosceva tutti loro e le loro strambe vite, perché così era per lei: era passata dal “usciamo a fare shopping” al “usciamo a caccia di mostri” e quello suonava terribilmente strano alle sue orecchie; ma infondo gli piaceva. Era una cosa malsana da pensare, ma era la verità. Vedere certe cose l'avevano davvero cambiata e per un certo senso, quella lei , gli piaceva. Non era la solita monotona vita da adolescente, era qualcosa di più, pensò divertita.

Yui sorseggiò un altro sorso e gli venne da pensare al ragazzo dai capelli arancioni. Sorrise un poco; aveva detestato quel ragazzo dal primo momento che l'aveva visto. Aveva detestato il suo modo di fare e i suoi atteggiamenti, poi all'improvviso, non sapeva dire ne il come, ne il perché, ma qualcosa era cambiato. Avvolte continuava a non sopportarlo, eppure c'erano dei momenti in cui quel ragazzo, riusciva sempre a sorprenderla. Amava il modo con cui era facile stuzzicarlo. Ichigo era un ragazzo sempre serio, una di quella persone che non da mai troppa confidenza e se ne sta sempre sulle sue, ma non quand'era con lei; forse perché era lei a spingerlo oltre, infondo lei era quella che si prendeva sempre eccessiva confidenza con lui e il povero ragazzo alla fine, doveva sempre cercare di fermarla o peggio, stare appresso alle sue continue provocazioni. Era davvero cattiva avvolte con lui, ma si divertiva come non mai a provocarlo. Ichigo era un ragazzo strano, ma era anche una splendida persona e quello lei l'aveva capito poco a poco; lui era sempre pronto a mettersi in prima riga, ogni qualvolta ci fosse un pericolo, era sempre il primo che si buttava pronto a salvare qualcuno, chiunque esso fosse, sopratutto pronto a salvare lei. Ichigo gli aveva promesso che l'avrebbe protetta, ogni volta ci sarebbe stato un hollow e lui l'aveva fatto per davvero; ogni volta che uno di quei mostri era comparso, davanti a lei, lui era arrivato e l'aveva salvata. Si sentiva grata verso quel ragazzo, sentiva di dovergli la sua stessa vita, perché così era: lui l'aveva salvata, più e più volte. Senza di lui, lei sarebbe stata morta da tempo.
Era strano, il pensiero di avere qualcuno che la proteggesse: da una parte la faceva sentire al sicuro, dall'altra invece, gli faceva provare un senso d'inutilità. Si sentiva debole e non sopportava il pensiero che lui potesse anche solo essere in pericolo, per proteggere lei. Se solo avesse avuto la forza di proteggere se stessa, non avrebbe avuto bisogno del ragazzo dai capelli arancioni e sopratutto non lo avrebbe messo in pericolo.

Sospirò sconsolata, mentre fissava la tazza ormai vuota e dopo aver controllato l'ora, decise di tornare a casa, uscendo dal bar e immettendosi nelle strade ormai buie. Yui si mise a camminare per le strade della città, catturata a osservare le persone che come lei, passeggiavano ai lati delle strade, immersi nelle loro vite. Camminò per una decina di minuti buoni, prima di arrivare vicino al suo quartiere, dove invece la calma faceva da padrone. Non mancava molto ad arrivare alla sua casa, quando improvvisamente, il cielo fu squarciato da un ruggito.
La ragazza si pietrifico improvvisamente: era un hollow, era decisamente un hollow e lei lo sapeva. Si guardò intorno, in cerca della figura mostruosa senza trovare nulla. Il cuore nel petto, prese a battere più veloce, per la paura. La ragazza si strinse su se stessa e prese a camminare veloce, cercando di allontanarsi il più possibile da lì.

Infine un' altro ruggito si diffuse per l'aria.

Yui fu sicura che quello provenisse da una parte diversa da dove era arrivato quello precedente: si era per caso spostato? Pensò, un poco impaurita.

Fece per aumentare un passo, mentre il cigolio di qualcosa che si piegava, inquietante, gli arrivava alle orecchie. Yui si bloccò improvvisamente e si guardò attorno, mentre un palo della luce, poco distante da lei, si piegava e crollava a terra. Spalancò gli occhi inquietata, si voltò pronta a correre, ma urlò dalla paura quando un'hollow comparve davanti a lei d'improvviso. La ragazza sentì il cuore accelerare, nel petto e la paura crescere. 
Doveva scappare; fu l'unica cosa che pensò il suo cervello e la ragazza non esitò a farlo, si voltò dando le spalle al mostro e si mise a correre più veloce che pote. L'hollow si mise a inseguirla alle sue spalle, mentre lei decise, correva a perdifiato.. Perché tutto ciò stava succedendo a lei? Perché tutto d'un tratto gli hollow gli stavano così appresso? Cosa diavolo stava succedendo? Si domandò, mentre adrenalinica correva alla ceca. Non sapeva dove, ma sapeva che doveva scappare dal mostro. Mise una mano in tasca cercando di afferrare il cellulare e dopo averlo trovato, tentò di chiamare l'unica persona che l'avrebbe potuta aiutare. Ichigo.

La chiamata partì, ma l'unica cosa che Yui sentì fu il rumore assordante di qualcosa che crollava; alzò la testa di scatto. Un altro palo era crollato davanti a lei; la ragazza si bloccò, agitata, mentre dalla penombra, creata dalla mancata luce, compariva un altro hollow, ancora più grande e terrificante. Yui sentì il cuore fermarsi nel petto e il gelo invadergli le vene. Si voltò in preda al panico, per scappare da quello e di colpo si ritrovò il suo altro inseguitore a qualche distanza da lei. Il respiro, già affannato si fece ancora più veloce, le gambe iniziarono a tremare, mentre impaurita si guardava attorno in cerca di una via di scampo. 

“Yui..” La chiamò, una voce in lontananza.
“Yui..ci sei? Ehi?” La chiamò ancora. Lei si svegliò dal suo momento di panico e avvicinò il telefono all'orecchio
“Ichigo..Ti prego, aiutami” disse con voce tremante; due secondi dopo un' hollow gli saltava addosso, colpendola e facendola volare a terra.
Ichigo dall'altra parte, sentì solo un grido e un ruggito; spalancò gli occhi incredulo. Saltò in piedi, mentre il dispositivo hollow di Rukia prendeva a squillare e quella rapida usciva già vestita dall'armadio.
“Ichigo dobbiamo..” Disse la ragazza, ma trovò solo il suo corpo adagiato al letto e la finestra spalancata e del ragazzo, nessuna traccia. Rukia, veloce, saltò fuori e iniziò a spostarsi, rapida, dritta verso i due hollow.

Yui nel frattempo, cercava di scappare da due mostri, mentre quelli la braccavano senza lasciarle scampo. Sentiva la stanchezza e il corpo a pezzi, dopo essere stata colpita più volte. Non sapeva dove andare o cosa fare: era spacciata. Pensò, in preda alla disperazione.
Alle sue spalle, un hollow cercò di colpirla; Yui schivò il colpo di uno e sentì improvvisamente, le zanne dell'altro, avvolgersi al suo addome e stringerla con forza.
“Lasciami!” Urlò, cercando di liberarsi, mentre la presa si faceva sempre più forte; sentiva le zanne tagliare la sua pelle e produrgli dolore.
“Aiuto!!” Urlò in preda al panico. L'hollow con la sua maschera terrificante spalancò le fauci, pronto a morsicarla; Yui portò le braccia davanti al viso, per proteggersi e quello con tutta la forza morse il braccio, chiudendolo in una stretta potente. Yui sentì il dolore dei denti del mostro che penetravano la pelle, un dolore lancinante e bruciante. Tentò di urlare, ma la voce gli morì in gola, soffocata dai gemiti. Era la fine pensò, mentre l'hollow si allontanava pronto a sferrare un altro attacco. Yui chiuse gli occhi, mentre la consapevolezza della sua morte, la colpiva con violenza.
"Resisti Yui!” Disse quella solita voce dentro di lei, quella voce che era comparsa improvvisamente e che l'aveva aiutata, che l'aveva salvata per certi versi. Quella voce che la faceva sentire pazza e la tormentava; ma ormai lei, non sentiva nemmeno più quella: si era arresa.
L'hollow caricò, pronto a dare un altro morso. Yui chiuse gli occhi, mentre una lacrima scivolava sul viso, ormai cosciente di ciò che sarebbe successo da un momento all'altro e lo aspettò con l'angoscia nel cuore, quel colpo e l'unica cosa che le sua bocca riuscì a dire fu solo quello.
“Ichigo” sussurrò, con tristezza .
Chiuse gli occhi stringendoli, mentre il colpo partiva .

Poi fu qualcosa di veloce.

Yui sentì l'addome libero e il vuoto sotto di lei, poi delle braccia che la strinsero.
“Ohi! Yui,svegliati,Yui??” La chiamò un voce. La ragazza confusa, aprì gli occhi lentamente, trovandosi quelli castani del giovane shinigami. Sentì il cuore nel petto perdere un battito e poi riempirsi di gioia.
“Testa arancione..” Disse un sussurro, infine sorrise abbassando lo sguardo, mentre le lacrime scendevano copiose. Si nascose, prima che lui potesse vederle. Il ragazzo l'adagio un momento a terra.
“Aspetta qui..” Disse dolcemente e si allontanò, con sguardo duro in volto e con rabbia.
“Ora mi avete fatto davvero arrabbiare!” Disse il ragazzo, alzando Zangestu in aria e con grande velocità, andò a colpire un hollow, facendogli volare qualche arto. Lo fece anche con l'altro, ancora e ancora. Yui riusciva a vederlo appena, aveva la vista offuscata e sentiva tutto come se lentamente si allontanasse da lei. Non voleva svenire, voleva guardare per vedere; non voleva che Ichigo fosse in pericolo, ma più si costringeva a rimanere cosciente, più tutto si faceva lontano e infine si accasciò a terra, in uno stato dormiveglia. Sentiva la katana di Ichigo colpire i due hollow, quelli urlare e ruggire. Infine sentì la voce di Rukia; una folata di vento freddo, quasi ghiacciato circondare l'aria. Ichigo ripete quelle parole.
“Getsuga,Tenshou” Le disse con forza, con convinzione; l'aria si riempi di urla disumane, dopo di che ci fu solo il silenzio.

C'era caldo, un tepore piacevole, qualcosa di morbido l'avvolgeva e si sentiva un profumo nell'aria, diverso,mascolino. Si sentiva intorpidita, come se avesse dormito per troppo tempo, tanto a sentire il corpo addormentato. Yui si mosse un poco e lentamente decise di aprire gli occhi, ma l'unica cosa che i suoi occhi riuscirono a vedere fu il buio. Un buio squarciato solo dalla luce dei lampioni, che entravano da una finestra, proprio affianco a dove lei stava. La ragazza si alzò lentamente, cercando di mettere a fuoco il più possibile; non si ricordava come era riuscita ad arrivare a casa, sopratutto come ci era arrivata a letto?

In un secondo tutto gli tornò alla mente: la prima cosa che fece fu toccarsi le braccia e osservare se quelle erano ancora squarciate dal morso dell'hollow; poi si tastò tutto il corpo, era illesa? Respirò sollevata, per un solo momento, buttandosi all'indietro e coricandosi supina con il respiro affannato, di chi è ancora scossa da qualcosa di terribile. Yui non si era mai sentita così spaventata, forse era stato solo un sogno, pensò. Si lo era; si convinse.
Si mise poi a sedere di nuovo, decise di andare a prendersi un bicchiere di acqua; aveva bisogno di un poco di aria. Mise un piede per terra poi un altro, nel farlo incontrò qualcosa di duro e un gemito uscì fuori da quello. Yui perse l'equilibrio, finendo rovinosamente sopra la cosa che aveva calpestato.
“Aiaaa” si lamentò, la cosa. Yui si trattenne dall'urlare a squarciagola: chi cavolo c'era in camera sua? Veloce, si mosse cercando di allontanarsi il più in fretta possibile dal suo possibile aggressore.
“Dannazione, stupida ragazza! Ma che cavolo fai!” Sibilò arrabbiata la voce, Yui si bloccò un momento. Ci mise un paio di secondi, infine spalancò gli occhi.
“Ichigo?” Lo chiamò incredula.
“Eh, che vuoi?” Gli rispose quello nel buio, ancora dolorante. Yui sentì il cuore fermarsi: che diavolo ci faceva nella sua camera? Ma non riuscì a formulare le parole, che la luce si accese e improvvisamente e Yui dovette trattenere un respiro.
Si guardò attorno confusa e perplessa, perché quella non era di certo la sua camera, ne la sua casa. Quella era la stanza di Ichigo Kurosaki.
Tentò di dire qualcosa, ma non gli uscì nulla. Guardò prima la stanza, poi il ragazzo e infine se stessa; indossava dei vestiti da uomo. Voltò lo sguardo verso il letto, stava dormendo nel letto del ragazzo, mentre quello con un futon, aveva deciso di dormire per terra. Fu troppo per la sua testa e fu decisamente troppo strano da analizzare. “Come,perché..io...qui...tu,cosa...” Farfugliò, sommessamente. Il ragazzo spostò un momento lo sguardo su di lei, smettendo di massaggiarsi dove lei era caduta con la delicatezza di un elefante. 
“Yui...va..tutto bene?” Chiese, guardandola con un sopra ciglio alzato.
“Cosa è...io...” Disse la ragazza, ancora spaesata; si voltò a guardare il ragazzo, che la osservava confuso.
“Allora...non era un sogno?” Chiese più a se stessa che a lui. Quando se ne rese conto, Yui sentì tutta la paura e il panico provato assalirla e poi tramutarsi in sollievo, un sollievo che faceva male. Ichigo vide il suo viso, tramutare in diverse emozioni.
“Yui?” La chiamò ancora, avanzando a gattoni verso di lei. La ragazza alzò il viso incontrando quello del ragazzo; un secondo dopo si lanciò verso di lui, buttandogli le braccia al collo e stringendolo più forte che pote, affondando il suo viso nell'incavo del suo collo .
“Y..Yui..” Cercò di dire il ragazzo pietrificandosi per quel contatto così inaspettato.
“Io...stavo per. E tu..mi hai salvato,ancora,io..” Disse, concitata. Strinse gli occhi, mentre le lacrime bruciavano ancora; non si era mai sentita così sollevata nel vedere il suo viso, non si era mai sentita così bene a stringere qualcuno. Si rese così improvvisamente conto di quanto quel ragazzo fosse importante per lei, nonostante lo conoscesse da così poco, perché lui gli aveva salvato la vita, ancora una volta. Lo strinse forte, quasi a non volerlo lasciare andare: fu così frustrata nel pensarlo ,ma sapere che lui era arrivato, quando lei era sul punto di morire, l'aveva fatta sentire bene, come non si era mai sentita. Come era possibile? Perché lui doveva sempre salvarla?
“Grazie,Ichigo” disse con sincerità la ragazza, in un sussurro. Ichigo spalancò un poco gli occhi, poi sorrise dolcemente.
"Non devi ringraziarmi” rispose quello.
“Si che devo. Dannazione!!- Disse lei arrabbiandosi .- Ci sei sempre quando ho bisogno d'aiuto! Sei sempre pronto a proteggermi, dannata testa arancione e ti odio per questo. Mi fai sentire così debole, io vorrei che tu non lo facessi; non voglio che tu possa rischiare la tua vita per me.- Disse stringendo la presa sulla sua maglia con rabbia.- Eppure sei sempre lì a salvarmi il culo quando ne ho bisogno,e io lo odio! Ma è anche la cosa che mi fa sentire più al sicuro di tutte...” Ammise infine. Ichigo non seppe cosa dire, rimase in silenzio.
“Grazie” disse ancora lei.
Ichigo portò una mano sulla sua testa, appoggiandola delicatamente.
"Tu non ci riesci mai a dire grazie senza sbraitarmi prima contro vero?” Chiese quello divertito. La ragazza non rispose, si allontanò leggermente, alzò il viso e lo guardò affondo. Ichigo sentì le gote arrossire: perché lo guardava a quella maniera? Si domandò, messo in soggezione. Lei sorrise, poi lo colpì in fronte con le dite.
“È più divertente così!” Confessò lei, scherzando. Il ragazzo si toccò la fronte dolorante e gli lanciò un'occhiataccia.
“E ovviamente se non mi fai fisicamente del male, non ti ritieni soddisfatta” disse un poco scocciato, lei rise.
“E il mio modo di ringraziarti” scherzò ancora lei, facendo spallucce.
“E non potresti farlo in una maniera meno, dolorosa?” Chiese quello sbuffando. Yui rise, poi si avvicinò ancora di più a lui.
Ichigo la guardò con un sopracciglio alzato, lei si fece più vicina al suo viso.
Il ragazzo cercò d'indietreggiare, ma più quella si faceva vicina, con uno sguardo strano in voltò, più lui diventava rosso. Infine ricadde con la schiena all'indietro e lei,senza nemmeno pensarci si mise su di lui fino a bloccarlo con le braccia, da una parte all'altra della sua testa e stargli sopra.
Ichigo divampò, di un colore che poteva avvicinarsi tranquillamente a quello dei suoi capelli .
“Che...co...” Cercò di dire quello, mentre sentiva il cuore nel petto farsi più veloce: cosa diavolo stava succedendo? Non era sicuro di voler affrontare qualsiasi cosa stesse succedendo o forse si? Poi lei avvicinò il viso al suo; Ichigo la guardò negli occhi.
“Yu..i” cercò di chiamarla il ragazzo, completamente paralizzato. Infine lei, spostò il viso di lato e gli stampò un bacio sulla guancia.
“Grazie, testa arancione” disse dolcemente lei.
“Questo va bene vero?” Chiese divertita e infine, come se nulla fosse successo, si spostò da sopra di lui e tornò a sedersi sul letto. Ichigo rimase pietrificato, immobile disteso per terra; il cuore gli batteva talmente forte che sarebbe potuto uscire fuori, mentre un brivido gli era passato per la schiena. Che cosa era stato quello?
“Ichigo, andrò via prima dell'alba, così non dovrai spiegare a tua padre cosa ci fa una ragazza nella tua camera” disse con tranquillità lei mettendosi dentro alle coperte “Notte! “ Disse infine quella, voltandosi dalla parte opposta e coprendosi. Ichigo si risvegliò da quello stupore.
“Notte” disse infine, spegnando la luce e mettendosi anche lui dentro alle coperte e dando le spalle alla ragazza.

Non era ancora sicuro di cosa fosse successo, eppure tutto gli aveva fatto uno strano effetto; per un secondo lui aveva davvero pensato che lei lo baciasse e per quanto assurdo fosse ,in quella stessa frazione di tempo a lui quel pensiero non era dispiaciuto. Si stupì da solo per quella cosa: da quando lui pensava a quelle cose? E da quando quella rompiscatole si era trasformata in qualcuno che lui voleva baciare? Forse non voleva davvero baciarla ,forse era solo,si! Insomma, era pur sempre un ragazzo no? E lei era una ragazza, magari era solo stato, istinto? Pensò. Gli sembrava un pensiero normale, anche se a lui non era solito pensare a quelle cose; più che altro fino ad allora si era sempre concentrato su quella sua vita sfrenata da shinigami ,di certo non aveva avuto il tempo di sviluppare un qualunque interesse per il genere femminile, anche se ovviamente per la sua età, sarebbe dovuto essere una sotto specie di ormone ambulante in grado di pensare solo ed esclusivamente al sesso. Ma lui non era mai stato così e una delle ragioni, era proprio perché la sua vita non era di certo quella di un normale adolescente. Non che non avesse avuto occasioni di pensare a certe cose, infondo se pur incasinato era pur sempre un sedicenne con gli ormoni a mille e circondato di ragazze piuttosto carine e avvenenti, ma lui non ci aveva mai dato troppo peso, non si era mai fermato a dare importanza all'altro sesso con cose tipo, baci, fidanzamenti ecc... Eppure sentiva che qualcosa era cambiato o forse era solo la sua immaginazione? Si voltò dalla parte opposta; vide il profilo della ragazza, avvolta dalle coperte, nel suo letto, con la sua roba, nella sua stanza. Senti il viso di nuovo in fiamme, si schiaffeggiò la testa cercando di frenare la marea di pensieri censurabili che la sua mente aveva deciso di mostrargli.

Stava per caso impazzendo? Non era possibile, si disse; fu quello il momento che la parte di lui, razionale, urlò che non poteva essere cosi, che lui non poteva pensare qualcosa del genere, non con quella ragazza. Perché proprio lei? Non la conosceva neanche o forse si? Insomma l'unica cosa che sapeva che a un certo punto quella tizia era entrata nella sua vita incasinando ogni cosa: era testarda, orgogliosa, arrogante e si prendeva decisamente troppa confidenza e lui l'aveva detestata come non mai. Anche se era simpatica e gli teneva sempre testa (e quello a lui piaceva ),inoltre ogni tanto lei era dolce! Anche se poi tornava a essere quella rompiscatole di sempre. C'erano troppi pensieri contrastanti riguardo quella ragazza, eppure quando lei si era trovata in pericolo lui non aveva esitato un solo momento a salvargli la vita, anzi proteggerla non gli pesava affatto.
Ichigo si tirò un altro schiaffo in testa.
Perché era così confuso?
Perché tutto stava iniziando a essere così difficile?
Ichigo sapeva che con quella ragazza intorno, le cose non sarebbero state facili per lui: perché lo attraeva. In qualche maniera.
Non sapeva dire in quale modo, ma lo faceva e fu piuttosto strano doverlo ammettere; arrossì ancora a quel pensiero, perché per un certo senso lui sapeva che lei avrebbe distrutto quel muro d'indifferenza verso l'altro sesso. L'aveva già fatto e Ichigo, sapeva di essere fregato; ma la cosa che lo stupì di più fu, il non essersi reso conto che quell'odiosa ragazza era diventata improvvisamente qualcos'altro, qualcosa che lui, non seppe ben definire. Qualcosa tra l'affezionarsi, l'esserne leggermente, ma solo leggermente attratto e l'odiarla con tutto se stesso. Ichigo si tirò un altro colpo in testa.
“Guarda che se non la smetti, poi te lo tiro io un altro schiaffo. Fa silenzio” disse minacciosa la ragazza. Ichigo si paralizzò.
Si decisamente non la sopportava.










Angolo dell'autore:

Salve a tutti. 

Torno ad aggiornare, come sempre a tarda notte, pronta a rifilarvi un mega capitolone. (Scusate per l'eccessiva lunghezza, ma per problemi non sono riuscita a tagliarlo).
Spero sia comunque gradito, nonostante i chilometri.

Passiamo ai ringraziamenti:
prima di tutto oggi voglio ringraziare lei: Tammy1997 che ha recensito e mi ha reso felicissima ed ha messo la storia tra le seguite * si inchina a lei* grazie mille!

*felice, lancia coriandoli per casa, sotto lo sguardo di un Ichigo, scocciato.*

I:"Sei malefica" dice sconsolato.
C:"Zitto tu, a che età te la vuoi trovare una fidanzata? Eh?" Lo sgrida.
I:"E farti gli affari tuoi no, eh?" Sbuffa scocciato. 

Cass sorride, compiaciuta.

Spero vivamente che il capitolo possa piacervi e aspetto la vostra opinione, qualsiasi cosa: positiva, negativa è sempre ben accetta. 
Al prossimo aggiornamento.

Addios.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


I personaggi di quest'opera,a parte quelli da me inventati,non mi appartengono,così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente ,sono del caro Kubo.

 

"I'm bleeding out. I'm bleeding out for you"

(Imagine dragons)

 

 

 

 

"La situazione sta diventando strana,Ichigo" disse Rukia seduta sulla sedia nella sua stanza.

Ichigo era seduto con la schiena appoggiata alla finestra guardava Rukia, sapeva che lei aveva ragione. Tutto stava iniziando a diventare strano.

"Non capisco come sia possibile? Quando l'abbiamo conosciuta la prima volta, non aveva una reiatsu,ma quell'hollow l'ha attaccata lo stesso,perché?" Chiese il ragazzo confuso.

"Io credo che in quel caso l'attacco non fosse rivolto a lei, ricordi dov'è successo?" Chiese Rukia.Ichigo ci penso, poi realizzò.

"Il bambino? Quello del palo nella via per scuola! Quindi l'hollow non stava attaccando lei!" Disse sorpreso.

"Credo solo che fosse nel posto sbagliato al momento sbagliato! Proprio per questo non riesco a capire come sia possibile? E' passato quasi un mese eppure la sua reiastu e aumentata in maniera spropositante, così tanto da attirare l'attenzione di qualsiasi hollow compaia in città. La fiutano persino a chilometri di distanza. La sua reiatsu è forte e instabile,e lei non la può nemmeno controllare. E' strano! E' tutto così strano!” Disse la shinigami pensierosa portandosi una mano sotto il mento. Ichigo osservò la sua preoccupazione, aveva ragione. La situazione stava decisamente peggiorando. Ormai Yui non poteva uscire da casa, che un hollow compariva pronto a mangiarla,stava diventando tutto così complicato e loro non sapevano assolutamente niente a riguardo.

"Rukia, cosa potrà mai succedere?" Chiese Ichigo, voltando il viso verso di lei. Rukia non rispose subito, lo guardò.

"Credo che sarà in pericolo! Gli hollow la braccheranno, spinti dalla sua forza. Hai visto gli ultimi attacchi? E' decisamente nei guai. Credo mi servirà l'aiuto di Urahara! Forse lui saprà risolvere questa situazione" disse quella preoccupata perdendosi a guardare un punto lontano della stanza.

Ichigo strinse i pugni.

"Maledizione! Odio non sapere! Non possiamo lasciarla così indifesa!“ Sbraitò il ragazzo arrabbiato “calmati Ichigo, risolveremo questa cosa!!” Lo riprese,lui si ammutolì. 

Poi abbassò lo sguardo “Io..non voglio che lei,sia in pericolo!” Confessò con tristezza e lo disse con sincerità,non sopportava che lei potesse di nuovo essere ferite e aggredita come qualche giorno prima. Lui voleva proteggerla,ad ogni costo! Ma sentiva quasi di non poterlo fare,non completamente,non sei lei veniva attaccata in qualsiasi momento. Non gli piaceva quella situazione e non voleva che lei si facesse ulteriormente male.

“Andrà tutto bene, vedrai che escogiteremo qualcosa..” Lo rassicurò Rukia,sicura. Ichigo gli sorrise grato,poi fu un secondo.
Un immensa forza, fuori dal normale, pesante e scura ,iniziò schiacciarli. Ichigo dovette tenersi per non crollare a terra mentre quella si faceva sempre più opprimente. Ichigo dovette fare forza e rilasciare la sua reiatsu, si alzò di scattò,Rukia fece lo stesso.

"Che cosa diavolo è questa reiatsu?" Chiese Rukia preoccupata. Ma Ichigo la riconobbe immediatamente.

Due secondi dopo,nella loro forma di anime vagavano per la città,cercando la sua fonte.

Yui dormiva,la stanza buia,il respiro tranquillo. Mentre la sua mente confusa combatteva.
Era pieno di Hollow,quei mostri orribili la circondavano,non aveva via di scampo,non sapeva cosa fare. Sarebbe finita male,come le altre volte. E non ci sarebbe stato Ichigo a salvarla,no! Era sola,debole. Nessuno l'avrebbe protetta. Aveva paura.
Perché succedeva tutto ciò?
"Aiuto!!" Urlò in preda al panico.

Un Hollow andò all'attaccò ,dopo un dolore lancinante alla testa. "Aiuto!" Urlò ancora,un altro colpo,il petto.

"Aiuto" disse in un sussurrò,disperata. Perché era cosi debole?

Perché non poteva far niente per proteggersi da sola?

Perché doveva stare a guardare?

"Se vuoi combattere,devi svegliarti. Se vuoi salvarti,devi ascoltarmi.
Se vuoi proteggere te stessa,allora devi accettarmi.
Svegliati Yui,devi svegliarti.
Yui,ti prego senti la mia voce.
Yui!"

Tutto divenne rosso e prese a bruciare,mentre il vento soffiava forte,come una tempesta.

Yui si alzò di colpo,spaventata,madida di sudore,il cuore che batteva forte nel petto. Una forza la schiacciava opprimendola,cosi forte che le fece mancare il respiro. Scese dal letto a tentoni cercando la finestra e affacciandosi per trovare sollievo nell'aria fresca della notte. Ma quell'aria non seppe soddisfarla. Si aggrappò con tutta forza alla finestra,poi alzò il viso con disperazione respirando più forte che poteva.Fu quello il momento in cui si rese conto dell'enorme squarcio nel cielo. Nero come la pece,brillò per un momento,poi spari nel blu della notte. Yui rimase a fissare quel punto. Cosa diavolo era? Si chiese quasi spaventata, Chiuse gli occhi per un secondo,respirando profondamente,scacciando quella sensazione terribile,poi vide come una luce accendersi nel buio,accrescere la sua luminosità e lentamente diventare un filo,che lungo correva via.

Un filo azzurro.
Yui riaprì gli occhi,cosa diavolo era quello?

"Seguila" sussurrò la solita voce nella sua mente. Ma Yui non si mosse. Quella forza immaginaria,divenne ancora più pesante. Yui cercò di tenersi di nuovo.

"Segui il filo" sussurrò ancora.
Una volta che quella forza immaginaria si dissolse,Yui si spostò dalla finestra con il fiato corto. Rimase qualche secondo a cercare di far tornare il respiro regolare,poi si mosse veloce. Mise le prime cose che gli capitarono ,e senza far rumore uscì dalla casa.

Si fermò in mezzo alla strada,mentre il freddo della notte autunnale la investiva facendola rabbrividire. Chiuse gli occhi,si concentrò ed il filo luminoso ricomparve...

Yui non fece altro che seguirlo.


 


 

Ichigo e Rukia arrivarono alla fonte dell'enorme reiatsu,un ragazzo vestito di bianco,dai capelli azzurri stava sospeso per aria e li osservava.

No quella era decisamente impossibile,pensarono entrambi spaventati.
"Ma guarda chi si rivede,Kurosaki Ichigo" disse quello sorridendo con un ghigno "felice di rivedermi? Shinigami?" Chiese il ragazzo dai capelli azzurri mentre dall'alto li osservava con le mani in tasca .

"Che diavolo ci fai qui,Grimmjow?" Chiese Ichigo arrabbiato, quello sorrise.

"Sono venuto a divertirmi di nuovo con te. Aizen-sama me l'ha permesso quindi, oggi voglio concludere quello che ho lasciato aperto l'altra volta,Kurosaki!"

"Bastardo torna da dove sei venuto!" Urlò Rukia,furiosa ,Grimmjow là osservò per un momento, in un secondo fu dietro di lei.

"Sparisci,shinigami o per caso vuoi un altro bel buco nella pancia?" Rukia si allontanò con un salto.

"Ehi,Grimmjow,non hai detto che sei qui per me,bene...allora concentrati!" Disse Ichigo estraendo Zangestu da dietro la schiena. Grimmjow lo osservò,poi divertito rise.

"Mi piaci quando vai dritto al sodo,Kurosaki!"

Ichigo di tutta risposta gli balzò contro cercando di colpirlo con un fendente,ma quello si spostò con molta facilità schivando il colpo.

"Non ti sono bastate le botte dell'altra volta eh? Kurosaki,quand'è che inizi a stupirmi? Aizen ha detto che devo prepararti a dovere" disse quello ridendo ,sempre con le mani in tasca.

"Sono pronto in qualsiasi momento" rispose Ichigo piombandogli di nuovo addosso.

Grimmjow lo schivò con facilità e schivò anche quello dopo.

"Aia, aia,Kurosaki!! Se continuì così,le prenderai pure oggi!" Disse quello, comparendo alle spalle di Ichigo e tentando di colpirlo con un pugno. Ichigo si spostò appena in tempo,iniziò così lo scontro.

Il ragazzo non gli avrebbe permesso di farla franca quella volta. Era cresciuto,si era allenato aspettando il suo ritorno,se pur cosi presto. Non avrebbe lasciato che quel pazzo lo pestasse ancora. No! Questa volta lo avrebbe battuto.


 


 

Yui vagava,spinta da quel fascio di luce, che come un filo si snodava per la città. Sapeva che in qualche modo era legato allo squarcio nel cielo e alla forza che la stava opprimendo,ma non seppeva dire cosa li legava. Poi quella voce,la voce nella sua testa gli aveva suggerito di seguirla. Quella stessa voce che la tormentava sia da sveglia che addormentata. Quella voce che aveva cercato di proteggerla quando era in pericolo con quegli hollow,la stessa voce che ogni notte la chiamava e le diceva di svegliarsi e lei lo faceva,si svegliava sempre: in mezzo alla notte,in classe o ogni volta che la sentiva. Ma lei sussurrava imperterrite la stessa cosa. Svegliati.
Perché si doveva svegliare?

Per cosa doveva svegliarsi?

E cosa diavolo significava tutto ciò?

Quanto avrebbe voluto delle risposte,ma non sapeva chi gliel'avrebbe potute dare. Ichigo,Rukia,Inoe? No,nessuno di loro poteva,sentiva che non avrebbero potuto.



 


 

Ichigo si rialzò,mentre un rivolo di sangue scendeva giù dalla bocca. Grimmjow dal canto suo era ancora in piedi,sempre con quel suo solito sorriso.

Dannazione,perché era cosi forte? Pensò Ichigo,si tenne alla sua Zangestu.

"Non pensare sia finita qui?" Disse per poi scaraventarsi contro l'espada. Grimmjow parava i suoi colpi con facilità,ma Ichigo non si arrendeva,non gliel'avrebbe data vinta. Questa volta aveva tolto la katana,ciò significava che qualcosa era cambiato,si qualcosa...

Un colpo arrivò sulla spalla,squarciandola,Ichigo cadde a terra mentre copiose quantità di sangue colavano dalla sua ferita,la testa iniziava a pesarle e gli occhi si offuscarono. Una mano lo afferrò per i capelli facendo alzare il viso.

"Cos'è hai già finito,Kurosaki? " Chiese Grimmjow divertito,mentre con una ginocchiata lo feceva volare dall'altra parte. Ichigo tentò immediatamente di alzarsi barcollando.

"Sai,Kurosaki,pensavo di trovare il mio avversario ideale con te, ed invece non fai altro che deludermi. Ma infondo,io sono la sexta Espada e tu un povero shinigami da quattro soldi!  Prima di provare anche solo a battermi,dovrai farne di strada" disse quello sorridendo divertito.

"Lascialo stare!!" urlò Rukia tentando di colpirlo,lui schivò il colpo con tranquillità e con un calciò l'allontanò. Poi con una mano puntata, iniziò a liberare un cero.

Ichigo guardò da lontano.

"No!!" Disse cercando faticosamente di avvicinarsi a Rukia,che distesa per terra cercava di rialzarsi.

"Rukia spostati!" Urlò Ichigo disperato,ma ormai il cero stava partendo.  

Quando...

 Grimmjow venne improvvisamente colpito da qualcosa di piccolo dietro la testa.

Si bloccò. 

Il cero sparì dalla sua mano,si voltò per vedere chi era stato. Mentre un silenzio anormale aleggiava per strada.
Una ragazza stava in piedi davanti a lui lontano,all'angolo della strada.

Grimmjow la guardò,poi guardò per terra la cosa che l'aveva colpito: una pietra. Quello bastò per farlo infuriare, lasciò perdere la shinigami per incamminarsi verso di lei, ma prima di fare un altro passo,Ichigo era già su di lui,con un fendente lo colpì alla'addome ferendolo.

Quello barcollò,mentre della sua ferita sgorgava copiosamente del sangue.

"Maledetto bastardo!!" Disse fra i denti l'azzurro infuriato.

"Yui. - Disse Ichigo cercando di tenersi in piedi. - Vattene via! Corri,scappa!!"

La ragazza l'osservò.

Era ricoperto di sangue,aveva una grossa ferita alla spalla ed una sul volto. Qualcosa era cambiato in lui,la sua katana era diventata improvvisamente piccola e nera e vestiva un mantello che non gli aveva mai visto. Che diavolo gli era successo?

"Yui,non stare lì impalata, vattene!!" Urlò quello ancora senza guardarla .Yui non si mosse,non sapeva se farlo o meno,era talmente catturata da ciò che stava succedendo che non riuscì a muoversi. Quella situazione non gli piaceva,sentiva il cuore nel petto iniziare a battere veloce. Osservò prima Ichigo ,poi il ragazzo vestito di bianco,con i capelli turchini, un buco nero all'altezza della pancia.

Chi diavolo era?

"Maledetto,questa me la paghi" disse Grimmjow impugnando con forza la sua katana,poi si scagliò contro Ichigo con violenza,ma quello fu pronto a parargli il colpo .Si sprigionò una forza cosi impressionante che la ragazza barcollò pericolosamente. Era il tizio,quello da cui proveniva la forza impressionante,ma chi era?
I due combattevano davanti ai suoi occhi,fendenti,parate.

"Non mi dire che ti porti le amiche per aiutarti Kurosaki,non sai nemmeno difenderti con le tue mani!" Disse Grimmjow colpendolo.

"Non sapevo ti bastasse cosi poco,per distrarti Grimmjow" rispose Ichigo. Quello di tutta risposta infuriato lo colpì con un calciò,facendolo volare dall'altra parte.

Ichigo tentò di alzarsi, ma l'azzurro gli fu sopra in un secondo e con un pugno ed un calcio lo mise a terra. Il ragazzo tentò con tutte le sue forze di rialzarsi.

"Ma guardati,sei davvero pessimo,mi fai quasi pena" disse Grimmjow spingendolo con un altro calcio,Ichigo cadde a terra.
Respirava a fatica,gli doleva ogni parte del corpo e la ferita alla spalla continuava a sanguinare. Ripeteva a se stesso che doveva alzarsi,che doveva combattere,che non poteva arrendersi, ma il suo corpo non rispondeva. Con le mani tentò di alzarsi,Grimmjow lo afferrò di nuovo per i capelli,il ragazzo gemette in un sussurro.

"Che brutta figura Kurosaki! La tua amica non sarà felice di vederti morire così. Mmh,sai cosa farò? Dopo che avrò ucciso te,passerò prima alla shinigami e poi a lei!" Disse quello ridendo divertito,con una risata tetra e scura. Ichigo rabbrividì nel sentirla.

No,non poteva perdere! Spostò lo sguardo verso Yui,che impalata lo osservava,con la paura negli occhi. Glielo poteva leggere,quella stupida era ancora lì.

"Scappa.." Disse,ma quello che uscì fu un sussurro "come prego?" Chiese Grimmjow diverito.

"Scappa Yui,va viaa!!!" Gridò con tutte le forze che gli rimaneva in corpo. Yui sussultò,poi tentò d'indietreggiare,le gambe molli,il cuore che batteva forte nel petto.

"Vai ho detto!!" Urlò ancora il ragazzo. Yui fece per girarsi,poi sentì il lamento di Ichigo che veniva colpito ancora.

"Non salverai nessuno stavolta Kurosaki,oggi finisce qui. Sono il più forte" disse quello in una risata,Yui fece un altro passo.

Un altro lamento.
Un altro colpo.
Chiuse gli occhi. Sentiva le lacrime bruciare. Aveva paura,così tanta paura eppure non riusciva a muoversi,non riusciva ad andare via da lì,non poteva credere a quello che stava succedendo.
Ichigo,lo stesso Ichigo che l'aveva sempre salvata,che l'aveva protetta fin dall'inizio,ora stava perdendo. Lo sentiva,ansimare e gemere da dolore colpito selvaggiamente da quel mostro. Il cuore di Yui batteva nel petto,si sentiva cosi spaventata e cosi inutile,non voleva che lui potesse morire,mai un pensiero del genere gli aveva sfiorato la testa,perché Ichigo era sempre stato forte,lui era sempre quello che vinceva,quello che la proteggeva. Il respiro si fece affannato,le gambe iniziarono a tremare.
"È l'ora di finirla Kurosaki!!"

A quelle parole Yui si voltò . Vide il tizio dai capelli azzurri avvicinarsi ad Ichigo, inginocchiato per terra con la testa in avanti privo di forze,ricoperto di sangue ovunque,mentre gli puntava contro la katana.
Yui ebbe paura,sentì il panico avvolgerla. Voleva urlare,voleva scappare,voleva fare qualcosa ,ma non fece nulla. Rimase immobile dov'era.

No,non poteva finire cosi,no! Lui..Ichigo non poteva morire. Lui...Lui era Ichigo.

Lui gli aveva salvato la vita,l'aveva fatto cosi tante volte.

Il cuore batteva sempre più veloce,le mani strette in un pugno,lei non voleva che ciò accadesse,lei non voleva che Ichigo morisse.
Non voleva guardarlo morire,lei non avrebbe guardato Ichigo morire!!! Non l'avrebbe fatto,perché se c'era una cosa di cui Yui era sicura era solo una:

non voleva che Ichigo morisse,per nessuna ragione al mondo.

"Muori,Kurosakiii!" Urlò Grimmjow e la spada andò a trafiggersi nel petto,proprio all'altezza del cuore.


 

Ma quando Grimmjow se ne rese conto,davanti a se non c'era Kurosaki,ma una ragazza dai capelli castani.

La sesta espada si paralizzò sorpreso. Quello non era certo qualcosa che si sarebbe aspettato.

Ichigo alzò la testa,trovandosi davanti Yui a braccia aperte,mentre la spada di Grimmjow la oltrepassava all'altezza del cuore.
Il cuore si fermò.
Perse un battito.
Il tempo sembrò arrestarsi. Tutto si fece irreale.

Non riusciva a capire se stesse realmente accadendo davanti ai suoi occhi,neanche nella parte più remota parte del suo cervello,avrebbe mai immaginato qualcosa del genere.

Sentì come il vuoto aprirsi al centro del petto e trascinare via ogni cosa. Lei,non poteva averlo fatto. Non poteva essere vero. Quella non poteva essere Yui. No.
Il cuore riprese a battere dopo un secondo che parve infinito. Fece male,cosi male che pensava di essere stata trafitto anche lui.

No.
Non era vero.

"Yu...i" disse Ichigo,in sussurrò. Era vicina,eppure la sentiva così lontana.
La ragazza non si mosse,un rivolo di sangue scivolò dalla sua bocca,le braccia aperte caddero lentamente sui fianchi. Sentì un dolore lancinante al petto,sentì il respiro mancare. Si sentì soffocare,tutto intorno a lei si fermò.
Portò con lentezza che gli parve infinita le mani alla katana che la trafiggeva.
"Yu..i. Yui perché l'hai fatto?" Disse Ichigo con voce spezzata. Lei non rispose,non subito,affaticata. Voleva fare qualcosa,ma cosa? Si chiese il ragazzo,nella più completa disperazione.
"Siamo...pari...Kurosaki" furono le sue parole,lente soffocate. Yui alzò il viso leggermente,sentiva la testa pesante come un mattone,incontrò lo sguardo del tizio dai capelli azzurri,che la guardava perplesso,incredulo.

Era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato,una donna aveva appena protetto quello shinigami? Che mondo era mai quello?

Quando la guardò negli occhi ,Grimmjow si stupì di vedere quel lampo di sicurezza negli occhi di quella donna, che poi si trasformò in tristezza e l'azzurro intravide quella tristezza tramutarsi in una lacrima, che silenziosa scivolò sul viso.
Fu la prima volta nella sua esistenza che la sesta espada non seppe cosa fare,rimanendo senza parole.
Yui strinse la katana e la estrasse lentamente dal petto,sapeva che facendola sarebbe stata la fine. Eppure,per quando male facesse,non sentì angoscia.

"Cerca,di non. Di non farti uccidere,testa...arancione" disse quella fra i denti,mentre estraeva la spada. Poi,in un secondo cadde per terra.
"Yui.Yuii!!" Urlò Ichigo afferrandola e portandola vicino a se.

Osservò il suo viso,stanco,lontano.

"Andrà tutto bene,ehi..mi senti!Andrà..andrà tutto bene!” ripeteva frenetico,mentre cercava di tamponare la ferita. Lei sorrise leggermente,per un attimo che parve infinito.

"Lo so” sussurrò leggera.
Poi,più nulla...

Le mani di Ichigo tremavano,cercavano di arrivare al suo viso.

"Yui?” La chiamò,ma quella non rispose.

“Yui?” Lo fece di nuovo. Niente.

L'afferrò forte,con le mani tremanti e la scosse.

“YUI!!” Gridò,ma non arrivò mai nessuna risposta.

Fu come essere svuotato di ogni cosa,sentiva una tremenda sensazione stringere lo stomaco.

Gli occhi si appannarono,la voce si spezzò,quello era un incubo.
Un urlò di dolore squarciò il cielo di quella notte. Rukia lontano,si mise a sedere osservando affaticata,dolorante. Grimmjow rimase in piedi,spada tratta ricoperta di sangue,sul viso l'espressione di chi sta realizzando ciò che è successo.
"Yui...Yui, perchè l'hai fatto? Maledetta te,perchè?" Disse Ichigo abbassando la testa su di lei,mentre le lacrime cercavano di lasciare i suoi occhi a tutti i costi. Per un secondo sentì come un senso di familiarità a quel momento ed il cuore fece ancora più male.


"Yui" sussurrò una voce nel buio.







 

 

Angolo dell'autore: (quasi)

 

Ok,so che probabilmente non ve lo aspettavate ,questo è stato un capitolo un po'..come dire,tragico? Perdonatemi. Nel prossimo,si capiranno molte cose,altre invece vi lasceranno ancora più confusi,non preoccupatevi,tutto verrà spiegato a tempo debito! Ogni indizio che trovate avrà la sua spiegazione! Spero solo che possiate apprezzare l'evoluzione della storia.
Sto cercando di correggere tutti gli errori possibili,perdonatemi se ne trovate,davvero.
Cercherò di migliorarmi!

 

Bene,oggi devo dedicare uno spazio di ringraziamenti a voi:

 

A Tammy1997 per aver recensito e aver aggiunto la storia alle seguite.

A Zephiel97 per aver recensito e aver messo la storia nelle preferite.

A Heart of Youkai per averla messa nelle ricordate!

A iivirtex_silent per aver recensito. Grazie per i consigli!

Grazie,grazie,grazie!

Mi lusingate tantissimo!

Alla prossima! 



 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


h3 style="text-align:center">I personaggi di quest'opera,a parte quelli da me inventati,non mi appartengono,così come non mi appartiene la storia di Bleach e tutti i suoi riferimenti che, ovviamente ,sono del caro Kubo.





"There's something inside me that pulls beneath the surface,
Consuming. Confusing

Linkin Park

 

 

"Yui, svegliati" sussurrava la stessa identica voce di sempre.

"Yui!" Lo ripeteva ancora e ancora.

Questa volta,era forte,chiara,vicina.
"Yui, svegliati. Benedetta ragazza, svegliati andiamo!" Ricevette un colpo.

 Yui si alzò di soprassalto spaventata, con il fiato corto “cosa ? Do... Dove sono?" Chiese,mentre la sua testa si trovava in uno stato confusionale da fargli venire il mal di testa. Si guardò intorno,rimase un attimo perplessa,tutto attorno era bianco,solo bianco,nulla di più.
"Ah dannazione,era ora benedetta ragazza. Sono settimane,anzi no! Ormai è un mese che ti chiamo" disse una voce affianco a lei. Yui si paralizzò un momento,poi si voltò verso la voce affianco, lentamente. Sussultò.

Una ragazza dai capelli castano chiari,gli occhi di un marroncino chiaro,la pelle bianca come porcellana,un kimono nero ,stava davanti a lei. La guardò stranita,perplessa,aveva qualcosa di strano,qualcosa di così familiare. I suoi lineamenti erano così...
Poi lentamente si rese conto,spalancò gli occhi. Era come guardarsi allo specchio,quella ragazza gli somigliava in una maniera impressionante,quasi da fargli venire i brividi. Quello la inquietò e sentì il cuore nel petto accelerare i suoi battiti,chi diavolo era quella? Si chiese con la paura negli occhi.
"Tu.. Tu chi sei?" Chiese titubante la ragazza,non sapeva se davvero voleva saperlo,tutto ciò gli metteva i brividi.

La ragazza,che era rimasta a fissarla perplessa,sorrise "non aver paura,Yui! So che è strano,ma io sono dalla tua!- Disse quella cercando di rassicurarla. - Il mio nome è Kaori!" concluse infine aprendosi ancora di più in un sorriso. Yui la osservò confusa,quel nome avrebbe dovuto dirgli qualcosa?

"Chi saresti precisamente? E come hai fatto a portarmi qui? Cosa diavolo è successo?" Chiese Yui agitata mentre fremeva per sapere qualcosa,la sua testa stava letteralmente impazzendo,una marea di ricordi sconnessi si succedevano nella sua mente,si portò una mano sulla fronte,faceva male. Kaori al suo affianco rimase in silenzio ad osservarla.

"Va tutto bene Yui! Non ti agitare! Troppe domande poco tempo. Ascoltami attentamente perché ti dirò l'essenziale,sarò concisa e veloce!- Fece una pausa,poi il suo viso si rattristi.- Mi dispiace Yui,ma devi ascoltarmi e devi farlo molto attentamente" l'avvertì quella. Yui la guardò perplessa ,che cavolo stava succedendo lì? Si chiese spaesata.

"Come ti ho detto,mi chiamo Kaori. So che tu non mi conosci,ma io sono sempre stata qui. Io sono un .. Come posso dire? Sono un frammento della tua anima!" concluse quella non troppo convinta,non aveva altre parole per spiegare qualcosa ci così complesso e Yui non afferrò affatto quelle parole.

"Un che?" Chiese ancora più confusa.

"Sono un frammento minuscolo della tua anima! Io... Diciamo che sono quella parte che in queste settimane ti ha permesso di vedere hollow,fantasmi,shinigami ecc,ecc.. " Disse quella gesticolando. Yui la osservò,si comportava come se fosse tutto una cosa naturale,come se per davvero lei fosse stata lì da sempre e la conoscesse da una vita,ma Yui quella ragazza non l'aveva mai minimamente vista,la guardò perplessa.

"Un frammento della mia anima?" Ripete Yui senza percepire il reale significato.

"Si be ,è molto più complicato! Ma non ho il tempo di spiegarti adesso" disse quella. La ragazza la guardò perplessa e spaesata,poi Yui si illuminò. Lei aveva già sentito quella voce,l'aveva già fatto svariate volte in quelle settimane. Legò ogni cosa fino ad allora successa,ogni momento che l'aveva sentita e poi,spalancò gli occhi e si mise a indicare la ragazza.

"Tu!! Tu sei quella voce! Quella dannata voce che non mi ha fatto dormire per settimane!" Disse sconvolta e incredula.

Quella voce aveva un viso ed un nome? Non era solo il suo cervello? Come poteva essere possibile? Si chiese Yui nel  panico.

"Si be sono anche quella che ti ha salvato quando avevi bisogno,ricordi?" Rispose Kaori un poco accigliata. Yui ammutolì.

Allora era lei per tutto il tempo,ma chi era lei?

Kaori portò una mano sulla spalla della ragazza e la guardò negli occhi.

"Yui,so che questo può sembrare confuso, e so che sarà duro per te,ma non altro tempo ne modo per dirtelo. Sei qui perché devi fare una scelta. Una scelta che varrà la tua vita" disse seria con uno sguardo che mise i brividi,Yui deglutì forte ,aveva paura di ciò che quelle parole avrebbero potuto significare.

"Che scelta?" Chiese confusa e inquietata. Kaori diventò cupa.

"Yui. Tu..Tu stai morendo!- Disse d'improvviso ,Yui  spalancò gli occhi spaventata.- Mi dispiace,ma potresti esserlo da un momento all'altro!" Concluse.

Il sangue si gelò nelle vene,Yui la guardò terrorizzata.

Stava scherzando? Era sicuramente uno scherzo! Si guardò intorno in cerca di qualche indizio,in cerca di qualcosa che smentisse quelle stupide parole.

E' la verità” confermò Kaori.

Il cuore si fermò nel petto.

Poteva essere tutto vero?Poteva davvero essere che lei era..

No!

No,che non lo era! Quando era successo?

Sentì una fitta alla testa,fu dolorosa.
Quello era un incubo, era decisamente un incubo! Si,uno dei suoi incubi. Doveva essere così! Lei non poteva essere morta.

Un altra fitta.
Poi un flash. Un ricordo.
Ichigo inginocchiato,ricoperto di sangue,in pericolo.Un ragazzo dai capelli azzurri,forte spaventoso. Una katana,puntata. Poi il buio.

Yui!” La chiamò Kaori,ma lei non la sentì.

Il cuore fece un battito.
In un secondo ricordò tutto.

Ricordò quello che aveva provato in quel momento, l'azzurro che voleva uccidere Ichigo,poi la sua katana.

Ricordò la sua katana. Si paralizzò.
Un lamento uscì dalla sua bocca.
Sentì un dolore lancinante al cuore. La vide di nuovo,la sentì ancora,la katana che la trafiggeva.

Io..sono..morta” disse assente,lontana,mentre quelle parole lentamente prendevano una forma concreta. Diventano verità.
Yui sentì il cuore fargli male,sentì la testa dolere. Sentì il mondo crollare e l'angoscia invaderla. Era una verità spaventosa che faceva male,una verità che lei voleva solo dimenticare. Sentì il respiro accelerare,si sentì soffocare,l'aria non entrava nei polmoni,il cervello non ragionava,il cuore era impazzito.

Panico. 

Poi la sua testa realizzò e l'unica cosa  a cui pensò fu la sua famiglia.

Lei non poteva essere morta,loro..

Loro ne avrebbero sofferto,loro..

Lei non voleva che ciò accadesse. Gli occhi,bruciarono e infine le lacrime scivolarono sul viso,amare come non mai.
“Cosa posso fare? Dimmi che posso tornare indietro!! Ti prego! Dimmi che posso farlo!!” Pianse disperata angosciata. Kaori la guardò con dispiacere.

Non puoi tornare indietro “ disse tristemente. Yui sentì il cuore fermarsi ancora.

No,no ti prego"  pianse con paura.

Ehi,Yui,calmati!!  Va tutto bene!  Ascoltami,- disse afferrandola per le spalle ,-non c'è nulla che tu possa fare,ormai sei...- Ma non riuscì a dirlo,le parole morirono in gola davanti alla ragazza in lacrime.- Ma è per questo che io sono qui!" Disse quella con forza, Yui alzò leggermente il viso,la guardò negli occhi .

E tu come puoi aiutarmi?” Chiese quasi con rabbia "cosa puoi fare tu? Non so nemmeno chi tu sia!!" Urlò con rabbia! Kaori ammutolì,poi la guardò seria.

Io posso aiutarti! - Disse con forza!- Sono qui per metterti davanti a due scelte. Due scelte che potrebbero cambiare ogni cosa,per sempre!” Disse Kaori con sicurezza "Quali..Quali scelte?" Chiese Yui mentre le lacrime scendevano ancora. Kaori la strinse ancora di più.

"Ora devi ascoltarmi attentamente! Yui! Hai due possibilità: la prima è morire. Il colpo che ti è stato inferto è mortale,non sopravviverai,anzi probabilmente sei già morta.- Yui tremò a quelle parole.- La seconda possibilità è.. La seconda possibilità è diventare uno shinigami" finì Kaori guardandola negli occhi.

Yui alzò il viso incredula,cosa stava dicendo quella ragazza? Come avrebbe potuto farlo... Lei era solo..

Lei era una normale ragazza!! La stava prendendo in giro? Come osava...

"Che??- Chiese Yui stupita,- come.. Come posso diventare uno shinigami? Non si diventa shinigami cosi! Non mi prendere in giro!" Sbraitò arrabbiata.

"E' per questo che ti ho detto che sono qui! Dannazione Yui,fidati di me!" Rispose esasperata la ragazza.

"Come posso fidarmi di te?" Ulrò furiosa Yui ,"perché io sono una shinigami!!" Urlò anche Kaori. Yui ammutolì.

"Cosa ?" Chiese incredula.

"Io sono una shinigami e ti donerò una parte dei miei poteri per farti sopravvivere,ma solo se tu deciderai di accettarli! Non posso far altro per salvarti. Posso solo donarti quel poco che resta del mio potere,poi stara a te sopravvivere” disse Kaori osservandola,sinceramente dispiaciuta. Yui non riusciva a capire se tutto ciò stesse accadendo per davvero,non poteva credere ad ogni cosa,non poteva di certo credere a quelle parole,erano fin troppo assurde.

Se c'era una cosa che lei sapeva era: che lei era una persona normale! Senza poteri ne reiastu! Non vedeva fantasmi, ne tanto meno hollow! Ora invece qualcuno gli offriva di diventare un dio della morte. Era tutto troppo confuso,tutto troppo assurdo. Era un incubo,solo un incubo! Pensò,agitata.

Smettila di prendermi in giro!” Disse a denti stretti.

Non ti sto prendendo in giro! Dannazione Yui ti rendi conto che c'è in gioco la tua vita? Vuoi diventare si o no un shinigami? Oppure vuoi morire così e lasciare chiunque? Vuoi davvero morire a sedici anni? Svegliati!! Questo non è un sogno e tu devi decidere! Muori o diventi una shinigami!” Disse duramente la ragazza prendendola per le spalle e scuotendola. Yui la guardò ad occhi spalancati,non sapeva cosa fare,non sapeva cosa dire,era confusa,era tutto...
Improvvisamente vide qualcosa passare dietro Kaori,un'ombra scura e spaventosa,Yui sussultò per lo spavento"quello cos'era..?" Chiese,ma Kaori non l'ascoltò.

"Allora Yui,devi sbrigarti! Devi darmi una risposta: o muori o diventi una shinigami! Cosa vuoi fare??" Yui la guardò disperata "io...Io non voglio  morire! Non voglio! Io..." Yui la guardò negli occhi in cerca di una risposta disperata,impaurita.

"RISPONDI!!- La esortò quella. -Accetti di diventare una shinigami?" Chiese Kaori stringendo la presa sulla spalla. Yui alzò lo sguardo incontro quello della ragazza,sicuro,forte. Annuì.
Lei non voleva morire. Di questo ne era sicura. E se quello gli avrebbe permesso di vivere,allora avrebbe accettato,qualsiasi condizione.

Quella era la sua unica certezza.


"SI!! Si,accetto" furono le sue parole disperate. Kaori sorrise sollevata.

"Dannazione,mi hai fatto spaventare! Mi dispiace per essere stata dura Yui,ma non potevo lasciare che tu morissi. Non così,non adesso. Hai ancora una vita davanti,ed io farò ti tutto affinché tu la possa vivere a pieno. Sono stata dura,ma aveva bisogno del tuo consenso. So che non sarà facile,ma questa è un opportunità Yui,non la sprecare e sopratutto. Si,forte!” Disse la ragazza,abbracciandola. Yui si fece cullare da quelle braccia, per un secondo si sentì al sicuro ,nonostante ciò che stesse accadendo,nonostante non sapesse chi fosse quella ragazza.

"So che per te sarà difficile capire,ma verrà un momento in cui sarà tutto chiaro, in cui capirai chi sono,in cui la volontà del fuoco si risveglierà" disse quella,poi si alzò in piedi,estrasse la sua katana rosso fuoco,la puntò verso il cuore della ragazza.

Il mio nome è Kaori e tu da oggi,Yui Asai sarai una shinigami. Combatti senza mai arrenderti” disse quella,Yui la osservò,guardò la sua lama,poi alzò il viso ,fece un segno con la testa,infine Kaori la trafisse all'altezza del cuore.


Ichigo tentò di trattenersi,cercò di non lasciare mai che quelle lacrime scappassero dai suoi occhi,mentre quelle bruciavano e offuscavano la vista. Non poteva lasciarle andare quelle lacrime,non poteva farsi vedere debole davanti al nemico ,doveva rimanere vigile. Grimmjow avrebbe potuto attaccarlo in qualsiasi momento.
“Tsk! Questo si che è stato Imprevedibile.- Disse quello indicando la scena.- A quanto pare non c'è stato bisogno che mi occupassi di lei! L'ha fatto da sola” sogghignò tagliente l'azzurro.

Non l'avrebbe mai ammesso, ma quella scena l'aveva sinceramente stupito. Ovvio che Kurosaki non doveva capirlo. Erano state poche le volte che durante la sua vita da arrancar aveva visto qualcuno sacrificarsi per un altra persona. Nell'hueco mundo non era normale vedere quelle scene. L'unica che davvero credeva nel sacrificio era Harribel,ma per lui erano comunque una mera di stronzate e basta. Non concepiva di certo il concetto secondo cui qualcuno avrebbe dovuto sacrificare la sua vita per un'altra persona,per lo meno lui non l'avrebbe di certo fatto,per nessuna ragione al mondo.

Roteo la katana in mano “alzati Kurosaki,non abbiamo ancora finito” disse poi puntando la katana verso di lui. Ichigo sentì quella voce lontana,mentre l'unica cosa che riusciva a vedere era il viso privo di vita della ragazza. La sua mano toccò delicatamente la sua guancia,era ancora calda,quello gli diede ancora di più i brividi ed il cuore fece male nel petto.
Si sentiva così inutile,cosi debole,si sentiva così male. Lui era la causa per cui Yui era morta.

Lei era solo una normale ragazza e aveva tutta la vita davanti da vivere ed ora non c'era più.

Era morta per salvare lui.

L'ennesima persona che moriva per salvarlo. 

Perché? Perché tutto ciò capitava a lui? Perché non riusciva proteggere nessuno? Perché doveva vedere morire le persone davanti ai suoi occhi,persone sacrificate per salvare la sua insignificante vita. Era stanco! Gli faceva male,tremendamente male.

“Alzati ho detto !! Non posso di certo combatterti così! Sei patetico!!” Disse duramente l'arrancar. Ichigo,alzò lentamente il viso, puntò i suoi occhi duri,furiosi,come mai lo erano stati verso l'azzurro .

“Sparisci!!” Disse a denti stretti il ragazzo.

“Non ti conviene rivolgerti così a me,Kurosaki” disse quello puntando il suo sguardo duro su quello del ragazzo,con sfida.

“Sparisci ho detto!" Ripete Ichigo ancora più furioso. Grimmjow l'osservò con sguardo truce poi sorrise.

“Se vuoi che me ne vada allora,alzati e fallo con le tue stesse mani” rispose quasi divertito l'espada. Ichigo strinse involontariamente la presa sulla ragazza,sentì la rabbia crescere dentro di lui,ogni secondo che passava. L'avrebbe fatta pagare a quello stupido espada,l'avrebbe fatta pagare per aver fatto ciò,lui doveva sparire. Si disse in preda alla furia più ceca che avesse mai provato.

“Avanti!Alzati!” Disse la sesta alzando le braccia “ti ammazzerò come ho fatto con lei!” Lo provocò l'arrancar .

Ichigo strinse ancora di più, l'azzurro lo guardò, poi avvicinò la katana al suo viso.

“Cosa aspetti,Kurosaki? Hai per caso paura?” Chiese,ma Ichigo era tutto fuorché spaventato. Improvvisamente la sua reiatsu si espanse forte e pesante.

Grimmjow si leccò i baffi divertito,rilasciò anche le sua,ancora più forte. L'espada alzò la katana e cercò di colpirlo,Ichigo parò il colpo con Zangestu ancora stretta in mano,mentre con l'altra sorreggeva il corpo della ragazza. Ci fu un clangore terribile ed una forza spaventosa si espanse nell'aria.
Si guardarono truci negli occhi,mentre le loro zampakuto erano incrociate le une sulle altre.
Improvvisamente il vento si alzò tutto intorno a loro,un vento che lentamente divenne sempre più forte e potente,un vento che si concentrò intorno alle loro figure,quasi a formare un vortice.

Da lontano Rukia guardò la scena perplessa. Avrebbe voluto alzarsi e aiutare Ichigo,ma non ne aveva la forza. Strinse i pugni,si sentì così inutile.

I due,ancora immobili, si guardarono attorno confusi. Non erano di certo loro a provocare quel fenomeno. Poi il vento si fece improvvisamente  violento ed una luce iniziò ad espandersi. Una luce abbagliante,cosi forte che sia Ichigo che Grimmjow dovettero coprirsi gli occhi accecati.

Il vento continuava a soffiare talmente forte da spostarli dalla loro posizione,mentre la luce abbagliò chiunque fosse in quel punto. Poi improvvisamente qualcosa saltò dal centro della luce e pochi secondi dopo un'ombra scura stava in piedi proprio fra loro.

Ichigo guardò la figura poi un secondo,si rese conto che il corpo di Yui era sparito dalla sue braccia. Si guardò confuso attorno,mentre la luce lentamente spariva ed il vento si calmava.

Quando finalmente tutto fu visibile ed Ichigo riuscì a mettere a fuoco, la vide.
Una figura stava in piedi davanti a lui.
Un kimono nero ,dei capelli castani.
Il ragazzo non ne fu sicuro,si alzò lentamente osservando la figura di spalle.
Grimmjow spalancò gli occhi incredulo per ciò che stava accadendo. Non poteva di certo essere normale,lei era morta. Lui ne era sicuro.

La guardò negli occhi.
“Come diavolo hai fatto?” Chiese quello confuso.
La ragazza guardò l'espada,poi guardò le sue mani infine guardò il suo corpo. Si toccò cercando la ferita al cuore.

Nulla.

Solo un kimono nero.

Poi mentre perlustrava se stessa la vide. Una katana color blu notte alla sua sinistra,la toccò.
Cosa diavolo era successo?

"Yui?" la chiamò titubante Ichigo,mentre osservava la figura di spalle.
La ragazza sentì la sua voce,il cuore perse un battito.
Si girò di scatto incontrando i suoi occhi,sorrise nel vedere il suo viso.
“Ichigo” sussurrò lei felice,lui la osservò sconcertato,incredulo da capo a piedi.

“Come? Cosa..?” Cercò di dire ,ma nulla delle parole che emetteva aveva senso,era tutto troppo confuso.
“Ohi,che cazzo significa tutto questo?” Chiese arrogante l'arrancar,Yui si voltò verso di lui,lo guardò in viso,sentì la rabbia crescere mentre vedeva la sua espressione arrogante
“Tu!!” Disse lei,mentre il suo sguardo si faceva duro e serio. Grimmjow notò la sua espressione,noto quegli occhi scuri e profondi bruciare,un brivido passo per la sua schiena,quello gli piacque .

“Allora,cosa vuoi farmi? Ragazzina..??” Chiese con un ghigno divertito.

“Restituirti una cosa” disse quella seria,“cosa?” Chiese l'espada facendosi minaccioso.

“Che ne dici di una bella katane nel cuore?” Disse lei,Grimmjow sorrise ”fatti ava..” ma non riuscì a finire la frase,fu talmente veloce che nemmeno lui se ne rese conto,sentì solo un dolore lancinante alla spalla ed una ferita aprirsi su di essa. Guardò il tutto con occhi spalancati. Ricadde in ginocchio,come diavolo aveva fatto?

Ichigo rimase sorpreso,sussultò nel momento in cui nemmeno lui si era reso conto di tutto ciò,tanto veloce era stata la scena. Era per caso uno shunpo quello che aveva visto?
Non poteva essere vero,tutto ciò non poteva esserlo!! Cosa diavolo stava succedendo? Si chiese in preda alla confusione più totale,mentre il suo cervello non riusciva a darsi una spiegazione valida.
“Maledetta stronza!” Disse fra i denti l'azzurro,si alzò in piedi,strinse la katana.

“Questa volta,farò in modo che tu muoia definitivamente!” Sbraitò furioso mentre partiva verso di lei,pronto ad attaccarla con tutta la ferocia che possedeva. Yui vide la sete di sangue in quei suoi occhi,rabbrividì solo per quella. Chi diavolo era quel tipo?
Si mise in posizione d'attacco pronta per riceverlo.

“No,Grimmjow fermati!!” Gli urlò Ichigo dietro,spaventato,ma quello lo ignorò completamente mentre si spostava veloce su di lei,pronto a farla a pezzi .

Ma non vi arrivò mai.

Qualcuno si mise fra lui e la ragazza.

Grimmjow si bloccò frenando la sua corsa. Ringhiò innervosito e furioso.

"Dannazione Ulquiorra togliti da mezzo” sbraitò nervoso. La quarta espada lo guardo tediato e con sguardo serio "hai giocato abbastanza,è l'ora di andare Grimmjow. Ho informazioni importanti da portare ad Aizen-sama" disse con voce pacata e calma. Grimmjow lo guardò sprezzante.

"Tzè,fanculo tu e Aizen-sama. Togliti!" Sbraitò ancora. Ulquiorra rimase a guardarlo serio,non disse una parola per molto tempo.

“Vuoi davvero che io intervenga e ti porti via con la forza,Grimmjow?” Disse con tranquillità l'arrancar. Grimmjow l'osservò,ringhiò ancora,poi con un gesto di stizza rimise la katana nel fodero.

"E' stata la scelta migliore,Grimmjow" disse l'altro ,poi si voltò di spalle e aprì uno squarcio nel cielo.
Grimmjow lo guardò furioso,poi si voltò verso la ragazza con lo sguardo più furioso che potesse aver mai fatto.

“Non finisce qui ragazzina! La prossima volta,te la farò pagare!” Disse minaccioso e tetro,poi seguì la quarta espada sparendo completamente nel cielo scuro di Karakura.

Ci fu un silenzio talmente profondo da essere quasi assordante. Yui rimase immobile mentre la minaccia di quel mostro risuonava nel suo cervello,così terribile da spaventarla. Poi si voltò lentamente ed incontrò lo sguardo incredulo di Ichigo. Strinse la katana fra le mani,quello la distrasse. Abbassò lo sguardo e si mise ad osservarla.

Era delicata,era bella. Blu notte con le rifiniture argentate e come elsa aveva una rosa stilizzata. La lasciò quasi senza fiato. Poi la rinfoderò,delicatamente.
Infine alzò nuovamente lo sguardo e si incamminò verso il ragazzo.
Ichigo la osservò da lontano,spaesato confuso.

C'era qualcosa che non andava,perché lei era vestita così? Cosa era successo?

Poi crollò sulle ginocchia,mentre tutta la stanchezza lo colpì d'improvviso.
"Ichigo!" Lo chiamò lei,correndo verso di lui e afferrandolo prima che quello cascasse completamente.

“Ichigo,va tutto bene?” Chiese sorreggendolo. Il ragazzo alzò la testa,la sentiva pesante,incontrò i suoi occhi castani,sentì per un secondo il sollievo,senti il cuore per un attimo felice,lei era viva.
Bella e viva,davanti ai suoi occhi.
La testa ricadde sotto il peso del dolore,la ragazza l' afferrò delicatamente riportandola ad alzarsi,lo guardò. Era ricoperto di sangue,di tagli e ferite. Aveva lo sguardo stanco e distrutto,guardò il viso tumefatto,strinse la presa sul viso,era così felice di vederlo vivo. Aveva avuto così tanta paura,lui non poteva morire,lui era quella maledetta testa arancione e non doveva permettersi di morire,mai!! Pensò mentre lo guardava,poi sorrise dolcemente. “” “Sono così felice che tu sia vivo!” Disse lei,Ichigo spalancò gli occhi.

“Che diavolo dici? Sei tu quella che stava morendo!!” Disse lui duramente,ma a Yui non importò. Continuò a sorridere comunque, e a lui si fermò il cuore. Che diavolo aveva quella ragazza che non andava? Strinse i denti,poi,cercò di alzare le braccia,infine la strinse a se abbracciandola forte.

Sentì il profumo dei suoi capelli,la sentì,vicina,reale,viva. Strinse la presa,ancora di più.

"Non farlo ma più!! Non osare mai più cercare di proteggermi,sei solo una cretina,un idiota ,stupida..una..." Ma non finì,perché le parole gli morirono in gola,al ricordo. Yui lo strinse a se,mentre portava una mano sulla sua testa.

"Mi dispiace Ichigo" fu l'unica cosa che disse. Ichigo sentì quelle parole,poi le forze iniziarono a mancargli e improvvisamente tutto si fece lontano,non riusciva più a sentire il suo profumo,ne il suo corpo stretto al suo,la vista si offuscò.

“Ichigo?” Sentì la sua voce chiamarlo da lontano,poi crollò e ci fu solo il buio.








 

Angolo della sottospecie di autore:

Salve,solito aggiornamento notturno del capitolo!

Questa posso dire che è una svolta importante per la storia,ci saranno molte cose in futuro che si rifaranno a tutto ciò. Sperò sarete ancora qui,quando tutto verrà spiegato.


 

Ringrazio sempre voi Tammy1997 ,Zephiel97 e  iivirtex_silent per aver commentato,mi fa un enorme piacere ricevere i vostri commenti e consigli. Grazie infinite!

Alla prossima. Un saluto.

Cass.


 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


"I've changed;

I couldn't go back to the way I was."

Unravel TG"
 

 


Ichigo era disteso sul futon,mentre Inoe curava le sue ferita. Yui lo guardava apprensiva,vederlo in quello stato gli faceva cosi male,mai avrebbe pensato che quel ragazzo potesse significare così tanto per lei. Infondo fino a qualche settimana prima non gli era mai andato a genio: avvolte non faceva altro che bisticciare con lui ed era sempre antipatico con lei,oltre che essere sempre arrabbiato,ma quando lei aveva avuto bisogno,lui c'era stato,questo l'aveva reso ai suoi occhi una persona diversa. Vederlo in pericolo l'aveva toccata più di ogni altra cosa. Per una volta non era lei quella ad esserlo,ma lui. Lo stesso identico ragazzo che l'aveva salvata più volte,si era trovato in pericolo,senza nessuno a proteggerlo. Quello aveva fatto la differenza per lei,quello era ciò che l'aveva spinta oltre, portandola persino a sacrificare se stessa per lui Yui non era sicura che fosse qualcosa che avrebbe fatto normalmente,era stato qualcosa di stupido e avventato,sopratutto perché loro non si conosceva da così tanto ,ma per quanto strano gli suonasse tutto ciò,non poteva fare a meno di pensare a quanto, dal profondo del cuore ,volesse che Ichigo potesse stare bene,potesse tornare quello di una volta,potesse tornare ad essere quella dannata testa arancione che tanto la infastidiva,ma che infondo gli piaceva.
Yui strinse i pugni sulle ginocchia ed alzò la testa lentamente ,mentre sentiva gli sguardi dei presenti su di lei. Dall'altra parte della stanza un uomo dai capelli biondi ed un berretto in testa la guardava,sventolando un ventaglio. Yui si domandò come potesse avere caldo,se era in pieno autunno e fuori l'aria iniziasse ad essere gelata, ma lui continuava a sventolare e a fissarla da sotto il capello verde che teneva sulla testa. Al suo fianco,Rukia la osservava. Era ormai guarita dalle ferite che aveva e ora sedeva affianco dell'uomo dal capello verde. Inoe dal canto suo era talmente preoccupata per Ichigo che non la degnava di uno sguardo. L'uomo vestito di verde si alzò.

"Seguitemi" disse rivolto verso Rukia e Yui. Le due si guardarono,Rukia gli fece un cenno con la testa,Yui si alzò e le seguì nella stanza affianco dove presero posto a sedere ,attorno ad un tavolo rotondo.
Un omone di colore, alto circa due metri,entro nella stanza e servi loro del tè,congedandosi poco dopo. Yui osservò silenziosa l'uomo dal capello verde,che poggiò il suo ventaglio e prese un sorso di tè caldo,sempre scrutandola da sotto al suo capello. La ragazza, dal canto suo,prese in mano il bicchiere,ma non riusci a bere,si sentiva cosi oppressa da i loro sguardi indagatori. L'uomo appoggiò delicatamente la tazza sul tavolo:

"Allora,Yui-san, il mio nome è Urahara Kisuke,gestisco questo negozietto di cianfrusaglie e mi occupo anche di alcune faccende legate alla Soul Society. Rukia ha deciso di portarti qui ,perché crede che sia l'unico a poter capire meglio questa situazione ,ed io credo che abbia fatto bene ,anche se non sono completamente sicuro di riuscire a capire cosa sia successo. Ci sono troppe cose che non mi sono chiare,vuole dirci qualcosa riguardo l'accaduto?" Disse con voce calma l'uomo, Yui guardò prima lui,poi Rukia,infine appoggiò la tazza sul tavolo. Sospirò forte,esitò per un momento.

"Mi chiamo Yui Asai,ho 16 anni è oggi sono...morta" disse lei un poco titubante, Urahara la osservò attentamente,Rukia la guardò stupita.

"Cosa intendi dire?" Chiese con il suo fare pacato l'uomo.

"Vuol dire che.. Oggi credo di aver perso la vita salvando Kurosaki Ichigo" continuò puntando il suo sguardo su quello dell'uomo. Urahara continuò a scrutarla.

"Non so come sia successo. Credevo seriamente di essere morta,ma qualcosa è capitato!" Cercò di spiegare la ragazza,davvero confusa.

"Potresti spiegarci cosa?" Chiese gentilmente Urahara,Yui lo guardò. Non era sicura di voler dire quelle cose,infondo ciò che era successo era totalmente fuori dal normale,inoltre non conosceva quell'uomo e non riusciva a capire se si potesse fidare di lui. La sua aria calma ma indagatrice la faceva sentire continuamente sotto analisi,quello gli face attorcigliare lo stomaco nell'addome. Sentiva di non riuscire a fidare.

"Cosa direbbe lei di tutto questo? Saprebbe darmi una spiegazione?" Chiese Yui cercando di evitare la domanda,sperava che lui potesse abboccare e spiegare qualcosa che poi lei avrebbe fatto passare per quella accaduta. L'uomo alzò un sopra ciglio,sorrise al suo tentativo. 

"Mi dispiace Yui-san ,ma in questo momento credo che l'unica che possa darmi una spiegazione sia lei" disse quello riprendendo la tazza e bevendone un sorso. Yui strinse i pugni,aveva appena fallito,cosa doveva fare? Fidarsi o no? E perché sentiva di non poterlo fare,nonostante Rukia al suo fianco fosse fiduciosa? Si chiese, esitò.

"Allora,Yui-san? Ci racconterà ciò che è accaduto?" Chiese ancora una volta Urahara,Yui lo guardò diffidente. Non voleva parlare,si ripete dentro di se.

“Puoi fidarti di lui" disse una voce alle sue spalle e la ragazza la riconobbe immediatamente, sussultò nel sentirla. La porta si aprì ed Ichigo sbucò fuori con un'espressione seria sul volto,ormai guarito. Yui scattò in piedi,fece un passo verso di lui ma si bloccò quando Ichigo la guardò serio e freddo. Poi spostò lo sguardo e andò a sedersi vicino ad Urahara. La ragazza lo guardò confusa,sentiva che c'era qualcosa che non andava,la freddezza con cui Ichigo l'aveva osservata gli aveva gelato il sangue nelle vene. Si rimise a sedere,prendendo posto davanti ai tre. Li guardò.

"Puoi parlare con noi Yui-san" disse Urahara con fare amichevole .

"Spiegaci tutto,ogni cosa!" disse duro Ichigo. Yui sentì lo stomaco stringersi ancora. Poi fece un bel respiro e si decise a farlo. Se Ichigo gli aveva detto di fidarsi,lei l'avrebbe fatto. 



"Non so come sia successo,- disse Yui abbassando lo sguardo.- Non so nemmeno se fosse reale. Credo.. credo sia successo nella mia mente" cercò di spiegare la ragazza.

"Cosa?" Chiese Ichigo duro,Yui alzò lo sguardo per un secondo,incontro quello serio di Ichigo,lo spostò poco dopo,intimidita. Perché la guardava così? Si chiese amareggiata. 


"C'era una voce. Una voce che mi chiamava,l'ha fatto per tutto questo tempo. E' iniziato tutto subito dopo l'attacco del primo hollow. La sentivo, ma era sempre una voce lontana e soffocata,di solito capitava mentre dormivo.All'inizio pensavo fosse solo un sogno,ma con il passare dei giorni tutto si è fatto più strano ed ho iniziato a sentirla anche da sveglia. Continuava a chiamarmi e dirmi di svegliarmi. Io non la capivo,non sapevo cosa volesse dirmi,non sapevo nemmeno da dove provenisse. Mi aiutava quando ero in pericolo,mi tormentava quando dormivo. Mi ha chiamato,ancora e ancora.- Disse abbassando lo sguardo,mentre si tormentava le mani agitata.- E' lei che mi ha detto di seguire quel filo, quello azzurro che compariva ogni volta che chiudevo gli occhi. Quello mi ha portato dove quel l tizio dai capelli azzurri. ed Ichigo stavano combattendo. Quando lui mi ha..." Si bloccò,per un secondo la sua mente ritornò a quel momento,rabbrividì.

"Yui-san,poi cosa?" chiese Urahara con fare gentile,lei alzò un poco lo sguardo.

"Dopo che lui mi ha trafitto, la voce mi ha chiamato ancora ed io mi sono svegliata,e quando l'ho fatto con me c'era una ragazza. Lei,era così simile a me, sembrava quasi di avere uno specchio davanti e vedere me stessa riflessa è stato,inquietante. Mi ha detto di chiamarsi Kaori ,poi ha detto qualcosa del tipo 'sono un frammento della tua anima' e mi ha messo davanti a due scelta." Spiegò Yui,tutti dentro alla stanza la guardavano catturati dalle sue parole,mentre fremevano per sapere qualcosa di più. Ichigo la osservava con sguardo serio,per lei quello sguardo era quasi come ricevere un pugno allo stomaco. Perché? Si chiese ancora.

"Quali scelte?" Chiese Rukia guardandola curiosa. Yui la osservò,poi continuò:

"Morire o diventare una shinigami." 

Quelle parole aleggiarono nella stanza stupendo tutti. Lei continuò:

"Io ero spaventata,non volevo morire,io...avevo paura. E lei l'ha ripetuto. Dovevo scegliere,perché non avevo tempo e allora l'ho fatto. Ho accettato." Disse guardando Ognuno di loro e soffermandosi su Ichigo,la guardava con sguardo enigmatico.

"Lei mi ha detto che non poteva spiegare ogni cosa,non aveva il tempo ma che sarebbe arrivato un giorno in cui tutto mi sarebbe stato chiaro,in cui la volontà del fuoco si sarebbe svegliata,ed io avrei compreso ogni cosa. Poi... Mi sono svegliata,ed ero...una shinigami" finì Yui.Calò il silenzio,un silenzio che fu insopportabile per la ragazza. Yui alzò lo sguardo in cerca di qualcosa di rassicurante,trovò lo sguardo di Inoe ad osservarla con dispiacere. Avrebbe voluto che qualcuno dicesse qualcosa,che la consolasse,che gli spiegasse,che gli stesse vicino,ma nessuno di loro lo fece. Rimasero ad osservala senza nulla da dire. 


"Un frammento della tua anima?" ripete Urahara pensieroso e confuso.

"Cosa significa?" chiese Rukia ,tutti si voltarono verso l'uomo.

"Non lo so,non ne sono sicuro. Credo che dovremo fare alcune analisi,per capire meglio cosa sia successo.- Alzò lo sguardo e lo puntò su quello della ragazza.- Mi dispiace,Yui-san ma dovrà stare qui,fino a che la situazione non sarà chiara a tutti noi sarà meglio che lei stia lontana dalla sua famiglia" Yui lo guardò con stupore.

"Cosa..No,perché?" Chiese agitandosi.

"Yui-san,diventare una shinigami non è una cosa da niente. Non lo si diventa cosi casualmente,eppure lei nè un'eccezione. Finché non sapremo cosa abbiamo davanti,sarà meglio che lei stia qui,per il suo bene e per quello della sua famiglia,d'accordo?" chiese l'uomo con tono serio, Yui l'osservò,non voleva farlo,non voleva stare lontana da loro.

"Ma loro si preoccuperanno..." cercò di dire abbassando lo sguardo.

"Ci penserò io!- Disse Rukia .-Cambierò i loro ricordi in modo tale da fargli pensare che tu sia in gita,o da qualche parte" concluse rassicurandola. Yui osservò prima Rukia,poi Ichigo,abbassò in fine lo sguardo rattristandosi. Quella idea,non gli piaceva per niente,anzi la inquietava profondamente più di quello che immaginasse,sospirò.

"Ditegli che sono dai nonni,loro saranno tranquilli" disse arrendendosi, mentre dentro combatteva contro quell'idea. Rukia si alzò "me ne occuperò oggi stesso" disse poi uscendo dalla stanza. La ragazza la osservò sparire.

"Andrà tutto bene,Yui!" La rassicurò Inoe,poggiando la mano sulla sua spalla ,Yui gli sorrise ed infine ,anche lei andò via.


Rimasero solo in tre. Yui osservava Urahara ma non riusciva a guardare Ichigo ,non riusciva a sostenere quel suo sguardo,freddo e serio. Perché la guardava così? Cosa diavolo era successo? Si chiese con rabbia.
"Credo andrò a preparare il tuo futon,Yui-san" disse infine Urahara lasciandoli soli.

Yui lo guardò sparire dietro ad una porta,poi tornò a guardare Ichigo. 

Lui teneva lo sguardo altrove,evitandola. Yui strinse i pugni "è meglio che vada.." disse alzandosi il ragazzo. Yui sentì il cuore fermarsi nel petto,stava davvero andando via senza nemmeno degnarla di uno sguardo? Cosa aveva fatto per meritarsi quel suo stupido comportamento? Sentì la rabbia invaderla 

"Smettila!!!” Disse improvvisamente alzandosi ,Ichigo si voltò finalmente verso di lei.

"Come scusa ?" Chiese quello senza capire.

"Non ho capito cosa tu stia facendo,ma smettila di comportarti cosi! Se sei arrabbiato con me dimmelo! Smettila di guardarmi in quella maniera,parla e basta dannazione!" sbraitò arrabbiata. Ichigo,strinse i pugni poi,con alcune falcate si avvicinò verso di lei e con forza la prese per le spalle sbattendola alla parete e bloccandola lì. 

"Sa cosa c'è? C'è che sei solo una stupida idiota! Non voglio avere niente a che fare con te!" Disse fra i denti Ichigo,Yui lo guardò stupita ed intimorita,mai l'aveva visto così arrabbiato. 

"Perché? Cosa ho fatto di male?" Chiese quella esasperata. Ichigo contrasse il viso.

"Sei talmente stupida che nemmeno ci arrivi! Stammi lontana!" disse tagliente e Yui vide qualcosa che non seppe riconoscere guizzare nei suoi occhi,il ragazzo la lasciò andare e senza dire una parola uscì dalla stanza. Yui rimase immobile, poi lentamente scivolò sulle ginocchia mentre sentiva quelle parole fargli male e quegli occhi furiosi,deluderla dal profondo. Quello fece male quanto quella katana che l'aveva trafitta,e per la seconda volta Yui sentì come se il cuore scoppiasse di dolore.

 

 

 

 

 

 

 

La grande porta si spalancò,lasciando passare i due Espada. Aizen lì osservò con fare annoiato camminare fino ad arrivare al centro della sala. 

"Ulquiorra,già di ritorno dalla terra?" Chiese Aizen,mentre appoggiava il viso sulla mano,seduto sul suo grande trono di pietra. La quarta espada l'osservò con sguardo pacato,mentre dietro di lui Grimmjow si guardava attorno con fare sprezzante.

“Com'è andata la missione? Il ragazzo Ryoka ha migliorato?” Chiese Aizen con tono serio e gentile. 

“E' ancora molto,acerbo” disse la quarta con tono calmo. Aizen alzò gli occhi verso la sesta

“Grimmjow?” Chiese verso di lui,l'arrancar fece spallucce.

“L'avrei distrutto, se quella non si fosse messa in mezzo!!” Disse sprezzante l'azzurro. Aizen fece per dirgli qualcosa,forse la sesta non aveva ben capito i suoi ordini,ma prima che potesse farlo,si bloccò. Inarcò un sopracciglio.

“Lei chi?” Chiese senza capire. Grimmjow l'osservò "la ragazza umana" rispose quello come se fosse la cosa più naturale del mondo. Aizen l'osservò affondo,si mosse un poco. 

"Aizen-sama,- lo chiamò la quarta,Aizen si voltò verso di lui.- Ho delle informazioni molto importanti da mostrarle,informazioni piuttosto singolari riguardo alla ragazza." Riferì Ulquiorra,Aizen continuò a fissarlo ,non amava quando le persone non erano chiare con lui ,quei due espada dovevano parlare decisamente più chiaro o lui,si sarebbe arrabbiato parecchio. Guardò la quarta espada:

"Quale tipo d'informazioni Ulquiorra? Potresti spiegarti meglio?" Chiese affabile l'uomo.

"Credo sia meglio guardiate voi stesso,Aizen-sama" rispose Ulquiorra estraendo l'occhio destro dalla sua cavità oculare . Quello in un secondo mostrò proiettate delle immagini. Aizen osservò il tutto con poco interesse,infondo era solo Grimmjow che combatteva con Kurosaki Ichigo,che a quanto poteva osservare non aveva fatto passi avanti,quello lo disturbò parecchio. Doveva migliorare se voleva che ogni cosa andasse come doveva nel suo piano,avrebbe dovuto incentivarlo a dovere,pensò distratto. Poi nella proiezione accadde qualcosa di davvero singolare. Aizen si fece attento,poi s'immobilizzò.
La sua espressione si tramutò in puro stupore,scattò in piedi,mentre una ragazza dai capelli castani nella proiezione moriva e diventava una shinigami. 

Sentì il cuore fermarsi nel petto. Un tonfo sordo che fece male. 

La sua testa era piena di pensieri,si sentì confuso come non le era stato da tempo. Sentì il mondo fermarsi,mentre quelle immagini si stampavano a fuoco nella sua mente. Aizen non vide più nulla, il suo sguardo vagava per un punto indefinito della sala,perso nei suoi pensieri,lontano da ,lì.

Ulquiorra rimase immobile mentre l'occhio destro tornava a rigenerarsi, dietro di lui Grimmjow osservava con fare curioso ciò che gli accadeva davanti.
Era la prima volta che entrambi gli espada vedevano Aizen turbato da qualcosa. Di solito nulla poteva scalfire quel suo sguardo gelido,privo di animo ma sicuro ,di chi conosce ogni cosa. Mai Aizen aveva mostrato le sue emozioni: ne gioia,ne rabbia,solo ed esclusivamente indifferenza ,e quella era la prima volta che nei suoi occhi era spuntato qualcosa di diverso. Entrambi l'avevano capito ed entrambi si erano stupiti di ciò. Cosa avrebbe mai potuto turbare Aizen-sama? Si chiesero.

Aizen rimase in silenzio,ogni cosa era crollata,ogni suo piano,ogni sua decisione sembravano essere caduta verso il buio più totale. Tutto aveva preso ad essere confuso e sconnesso, ed un groviglio di emozioni gli tempestarono il cuore,ormai morto da tempo. Strinse i pugni,non poteva lasciare che ciò accadesse,non in quel momento,non difronte ai suoi espada. Cercò con tutto se stesso di ritrovare quel gelo che per anni aveva circondato ogni cosa,dentro di lui,ributtando con la forza ogni emozione riaffiorata, verso il buio della sua più oscura anima. Grimmjow ed Ulquiorra rimasero in silenzio,sapevano che c'era qualcosa in ciò che Aizen aveva visto da averlo turbato e fra tutto ciò che avevano osservato,solo una poteva essere la ragione. Entrambi sapevano quale. E si resero contò di avere fra le mani un'informazione assai pericolosa per l'uomo.


"Potete andare" cercò di dire Aizen,mantenendo la calma. Ulquiorra e Grimmjow si guardarono un momento,poi lasciarono la sala silenziosamente,mentre Aizen rimaneva immobile. 
"Aizen-sama,va tutto bene?" Chiese Gin Ichimaru facendo un passo avanti, ma Aizen non lo ascoltava,l'unica cosa a cui riusciva a pensare era ciò che aveva visto.
"Lei.." Disse solo in sussurrò,poi si voltò improvvisamente, lasciando la stanza sotto gli occhi sospetti e confusi di Ichimaru Gin.







Angolo dell'autore:

 

Ta-daaan!

Si! Aspettavo questo momento,il momento del mio caro Aizen-sama. (Non si vede che lo adoro vero?)

Si sa,con il caro Aizen di mezzo le cose si complicano,ma non potevo lasciarlo fuori,no no! Lui meritava di starci qui! (Mi sento in qualche modo malvagia per questo) xD

 

Bene,dopo aver sparato abbastanza cavolate,direi che me ne posso tornare a stare tranquilla.

Grazie ancora a Tammy1997 e a Zephiel97 per le recensioni,come farei senza di voi? Mille grazie!

Alla prossima.

Addios.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


"You tell me to hold on

But innocence is gone

And what was right is wrong"

Imagine dragons

 

 




Quella notte Yui, non riusci a chiudere occhio,se ne stava rannicchiata nel futon,mentre un silenzio estraneo la circondava,dentro ad una casa che non gli apparteneva,circondata da persone che non conosceva. Si strinse su se stessa, quella fu una notte tormentata,ma il peggio arrivò l'indomani mattina.
Un'omone occhialuto venne a svegliarla presto portandola in una stanza da qualche parte dentro la casa ,dove Urahara iniziò ad effettuare tutti i suoi esperimenti. Molti furono tranquilli,altri un poco più invasi,altri completamente fastidiosi. Si sentiva una cavia da laboratorio ,mentre l'uomo col capello verde continuava a studiarla imperterrito e nonostante Yui fosse spaventata, come poche volte nella sua vita, non lasciò mai intravedere ciò che provava,nascondendo la paura dietro ad una maschera fredda e indifferente. Non si oppose nemmeno una volta,nonostante quegli esperimenti non fossero piacevoli,sopportò tutto senza fare alcuna domanda e quelli continuarono fino alla sera. Fu un sollievo per Yui, quando dalla porta scorrevole vide comparire il volto di Rukia,quella fu l'unica cosa positiva di tutto quel terrificante giorno. Finalmente un volto amico,pensò rincuorata.

Rukia si fermò per poco,ottenendo qualche scarsa informazione da Urahara e quando se ne andò,quella casa tornò ad essere un posto estraneo e lontano,qualcosa a cui Yui sentiva di non appartenere. Quella notte,nascosta fra le coperte, pianse lacrime amare colpita dall'amara consapevolezza di quanto,quel mondo degli shinigami che gli era sempre piaciuto e che l'aveva sempre incuriosita ,ora la spaventasse più di ogni altra cosa.

Fu così che passo il primo giorno, e quello seguente si ripete uguale.

Esami infiniti,nessuna risposta.

Yui aspettava la sera solo per vedere entrare dalla porta qualcuno che conoscesse,aspettava con ansia che le ante scivolassero lasciando passare qualche volto amico e si ritrovò a sperare più volte che da quelle comparisse un' unico volto.

Ma Ichigo,non arrivò mai.

Il terzo giorno,Inoe spuntò dalla porta scorrevole seguita da un ragazzo altissimo dalla carnagione scura,Yui riconobbe essere un suo compagno di classe: Sado Yastura.

Vedere i loro visi,rese Yui tranquilla ,e per un secondo sul suo viso spuntò un sorriso e quella solitudine, che era solita sentire dentro a quella casa,l' abbandonò anche se per poco.
"Inoe,come...come sta Ichigo? Si è ripreso vero?" Chiese Yui improvvisamente mentre sorseggiava del tè seduta al tavolo insieme a loro.Inoe la guardò con uno sguardo enigmatico.

"Si..lui sta bene!" Rispose quella incerta "sai non l'ho più visto, perciò pensavo stesse male.." Tentò di finire la ragazza cercando di nascondere la sua reale preoccupazione e quella voglia nascosta dentro di se,di poter rivedere il ragazzo.Inoe la osservò, poi si scambiò uno sguardo fugace con Sado,infine tornò a riguardare la ragazza. Sorrise.

"No sta bene,stamattina era anche a scuola,va tutto bene" rispose quella grattandosi la testa quasi imbarazzata e cercando di rincuorarla,Yui annuì "capisco" disse semplicemente,mentre sul suo viso ritornava quell'espressione distaccata e fredda,tornando a perdersi dentro quella strana sensazione di solitudine che aveva provato per tre giorni interi. Urahara in un angolo della stanza notò ogni cosa,ma silenzioso,continuò a sventolarsi,catturato da quella strana e curiosa ragazza.

Il giorno seguente passò alla medesima maniera,mentre Urahara continuava a studiarla senza alcun risultato concreto:
"Yui-san ,mi dispiace per questo,spero di non metterla a disagio" disse Urahara mentre attaccava gli elettrodi sulla pelle scoperta della ragazza,che distesa sul di un lettino ,indossava solo dell'intimo.
"Lei non è mai stato a qualche visita terrestre,vero?" Chiese alzando un sopracciglio verso di lui,l'uomo sorrise.
"No,non è mio solito andare dal Dottore" rispose Uruhara trafficando con gli elettrodi "allora non sa che ci sono visite ben peggiori,sopratutto se si è donna" disse quella,Urahara sorrise divertito "credo lei abbia decisamente ragione,- rispose ridendo divertito,poi tornò serio.- Mi dispiace davvero Yui-san, lei è una persona molto paziente" disse quello con gentilezza. Yui gli sorrise un poco,poi tornò seria,fredda e distaccata. Lontana.
Urahara la osservò mentre delicatamente attaccava un elettrodo al centro esatto del suo petto,provocandogli dei brividi al tocco con la loro superficie fredda. Era sorpreso di come quella ragazza riuscisse a non dare a vedere nessuna delle sue emozioni. Non riusciva a capire come lei riuscisse a nascondere ogni cosa dietro quel viso freddo e distaccato,una maschera perfetta,pensò ,ma lui sapeva che non poteva essere così,sapeva che tutto ciò che stava passando non era facile per lei. Essere trattati come una cavia non era qualcosa di piacevole,eppure lei non dava la soddisfazione di farsi vedere soffrire,quell'aspetto di lei gli piacque molto,lei era forte,orgogliosa. Niente male per una ragazzina,pensò, Urahara piuttosto soddisfatto di lei.
Anche quel giorno Inoe passò, portandole dei biscotti dall'aspetto poco commestibile,ma che si scoprirono essere davvero deliziosi. Yui apprezzò la sua presenza,era l'unica che non la faceva sentire sola,in quel momento in cui sapeva di non avere accanto nessuno. Nessuno con cui potesse parlare,nessuno con cui confidarsi.
Nessuno con cui piangere le lacrime di paura,che di notte silenziose inondavano il suo viso. Era sempre piacevole averla accanto,con quel suo fare dolce e ingenuo,riusciva sempre a strapparle un sorriso e quando se ne andava,lasciava sempre quel vuoto dentro quell'enorme e sconosciuta casa e di nuovo tutto si faceva freddo,lontano,spaventoso. Voleva tornare a casa,voleva rivedere la sua famiglia. Voleva andare a scuola e rivedere i suoi compagni,voleva solo che la sua vita tornasse quella di una volta. Ma infondo al cuore,sapeva che non sarebbe successo.

Nulla sarebbe più stato lo stesso,la sua vita sarebbe completamente cambiata. Pensò,con amarezza.

Il giorno dopo,non fu l'omone dagli occhiali a svegliarla,bensì una bambina dai capelli corvini e le guance rosse,che delicatamente la strattonò svegliandola e annunciandogli che la colazione era pronta. Yui si alzò con fare confuso raggiungendo la sala,sul tavolo c'era di tutto: tè,biscotti,latte,caffè ed un sacco di altre cose da mangiare. Yui guardò tutto confusa.

"Si sieda,Yui-san" disse l'omone dagli occhiali,la ragazza sussultò nel sentire la sua voce alle sue spalle,lo guardò attentamente poi decise di obbedire alla sue parole,mentre quello prendeva posto davanti a lei.

"Aaah buongiorno Yui-san,Tsukabishi,-fece un segno con la testa verso l'uomo Urahara.- Bene,Ururu,potresti chiamare anche Jinta? Così iniziamo a mangiare!" Disse quello prendendo posto affianco all'omone. Yui osservò tutto piuttosto perplessa,non riusciva a capire cosa stesse realmente accadendo fino a quando un bambino dai capelli rossi spuntò dalla porta salutando i presenti e prese posto affianco alla bambina dai capelli corvini. La ragazza rimase in silenzio ad osservare quella tavola,ancora perplessa.

"Buona appetito" disse infine Urahara, tutti intorno a lei iniziarono a mangiare .Yui li guardò stranita mentre quelli si servivano con naturalezza.

"Non hai fame,Yui-san? Tsukabishi ha preparato tutto ciò con grande cura,l'offenderai se non mangi!" Disse Urahara bevendo un sorso di tè caldo,lei l'ho guardato preoccupata.

"E gli esami? Se mangio non potrò farli.." Cercò di spiegare quella osservandolo,lui sorrise da sotto al capello verde.

"Per oggi niente esami,Yui-san. Piuttosto ho un favore da chiederle. Oggi starò via per tutto il giorno e mi chiedevo se potessi dare una mano a Tsukabishi in negozio,gliene sarei molto grato,se potesse" disse Urahara sorridendo cordiale, Yui guardò lui e poi Tsukabishi ,infine annuì,nonostante fosse ancora piuttosto perplessa per ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi.

"Ok,non c'è problema" l'uomo sorrise "bene,perfetto! Ora mangia" la incalzò Urahara ,la ragazza annuì e si servì anche lei,aggiungendosi a loro ed infine tutti insieme mangiarono la loro colazione. Poco più tardi Uruhara lasciò il negozio,lasciando detto a Tsukabishi di controllare la ragazza costantemente,anche quello faceva parte degli esami,ma Yui questo non lo seppe mai.

Fu subito messa a lavoro occupandosi di spostare e riordinare la merce arrivata all'emporio,un negozio nascosto e piccolo,quasi impossibile da notare,ma lei pensò che fosse fatto esattamente a posta,se davvero Urahara era coinvolto con la Soul Society,allora anche il negozio lo era,ma se realmente era così ,allora quel'era realmente il lavoro di Urahara? Si chiese,mentre rimetteva apposto alcune cianfrusaglie. Ma i suoi pensieri vennero distratti dai due bambine che battibeccarono poco distanti da lei.
Per tutto il giorno Ururu e Jinta l'aiutarono a sistemare la merce,quei due bambini erano davvero fuori dal comune e più volte si ritrovò a ridere di loro,trasportata da quella loro aria spensierata ed infantile e Yui fu sorpresa di pensare che infondo stare con loro,era piacevole.

Tsukabishi,così si chiamava l'omone, aveva sempre avuto un'aria spaventosa per lei,poco raccomandabile ed inquietante alto e imponente com'era,di certo non le aveva mai fatto buona impressione,ma lavorare con lui l'aveva mostrato per quello che era realmente e lei e si sorprese di scoprire quanto quell'uomo fosse in realtà la persona più tranquilla e gentile del mondo, e anche in quel momento si ritrovò a pensare che lavorare con lui infondo era piacevole.

Quando la giornata terminò,Urhara tornò al negozio ed insieme a Tsukabishi preparò una cena da far invidia a chiunque, e tutti insieme mangiarono tranquilli e sollevati. Quel giorno Yui andò a dormire con il cuore leggero,per la prima volta quella casa e quelle persone non gli sembrarono più cosi estranee.

Così passo alla fine una settimana,in cui Yui rimase segregata all'emporio di Urahara: senza vedere la sua famiglia,senza andare a scuola,chiusa da quelle mura ,tra miriadi di esami e in compagnia di quelle persone. Una settimana intera in cui Yui aveva aspettato che dalla porta scorrevole comparisse il suo viso.

Ma di Ichigo,non vi fu alcuna traccia.

Yui sentì un'insolita rabbia farsi spazio dentro di lei ,e si sentì strana quando si rese conto che quello che provava era pure e profonda delusione. Dopo tutto ciò che era successo,dopo le cose che erano capitata,pensava che qualcosa fosse cambiato,che ormai quel ragazzo dalla testa arancione non fosse più uno qualunque, ma fosse un sua amico. Una persona importante,talmente importante che lei aveva sperato con tutta se stessa che lui non morisse,che aveva rischiato tutto perché lui stesse bene,ma con il passare dei giorni,ogni cosa che aveva iniziato a sembrare priva di senso. Il suo sacrificio,quello che sentiva,quello che pensava di lui,sembravano essere sciocchezze,qualcosa che solo lei aveva provato e che forse il ragazzo dai capelli arancioni,non aveva mai sentito nei suoi confronti. Forse lei si era sbagliata,aveva travisato ogni cosa ,perché sembrava che a Ichigo non importasse nulla e peggio ancora,sembrava che lui avesse dimenticato tutto ciò che fosse successo.

Questo la ferì. Non voleva che lo facesse,non voleva che qualcuno come lui potesse fargli male,ma quella sensazione fu qualcosa che lei non pote impedire.

Alla fine della settimana Urahara la portò in un'altra stanza e la fece scendere in una botola che Yui scopri essere infinitamente grande,cosi grande da sembrare un mondo a parte.
"Questo è il luogo dove normalmente i tuoi amici si allenano" disse Urahara facendo strada verso quello spiazzo enorme ,così grande che la ragazza si chiese come potesse esistere se quella da cui era scesa era solo una botola.

"Quali amici?" Chiese Yui seguendolo,l'uomo fece finta di non aver sentito e si sistemò il capello,poi si fermò.

"Yui-san,ti ho portato qui perché dopo tutti gli esami a cui ti ho sottoposto,questo è quello più importante! - Disse rimanendo di spalle.-Per prima cosa faremo uscire la tua anima dal corpo ,dopo di che... Be.osserveremo alcune cose.."Disse mentre si voltava intento a sistemarsi un guanto sulla mano.

"Quali cose?" Chiese Yui,ma non ricevette risposta,Urahara comparve davanti improvvisamente e gli appoggiò una mano sulla spalla. Una frazione di secondo dopo vide il suo corpo staccarsi da lei e cadere fra le braccia dell'uomo.

"Bene,prima cosa fatta" disse Urahara adagiando il corpo per terra.

"Che cosa..." Chiese Yui basita davanti al suo corpo inerme ,l'uomo gli sorrise un poco.

"Passare allo stato di shinigami significa far uscire la tua anima dal corpo ,-spiegò l'uomo.- Ora dato che sei in questa forma,mi piacerebbe osservare alcune cose,come il tuo stato!" Disse quello osservandola da sotto al capello. Yui alzò un sopracciglio.

"Che intende per stato?" Chiese ,Urahara la guardò .

"Ecco diciamo che sarebbe meglio dire che voglio osservare le tue capacità. Uno shinigami,per essere tale, deve prima di tutto saper combattere per riuscire a contrastare uno Hollow. La sua forza sta nel suo combattimento con la katana e nel kido,che non è altro che magia demoniaca,ma questo te lo spiegherò a tempo debito. Ora voglio solo che tu mi mostri cosa sai fare, con quella" concluse indicando la katana che Yui portava legata alla vita. La ragazza la osservò.
La katana blu notte giaceva nel suo fodero,bella come la prima volta che l'aveva vista.
"Per poter osservare ciò ,ho bisogno che tu combatta! -Urahara la fissò per un secondo.- Puoi venire..." Disse infine,Yui non comprese le sue ultime parole fino a quando da dietro un grosso masso,una figura vestita di nero, dai capelli arancioni ed un enorme spadone poggiato sulle spalle ,si incamminò verso di loro.
Il cuore perse un battito,per un singolo secondo,mentre osservava il ragazzo posizionarsi a qualche metro da lei. Non lo vedeva da una settimana intera e ora era davanti a lei. Per un momento non seppe cosa provare,una parte di lei fu sollevata e contenta,un'altra era furiosa. E alla fine,quella che si fece spazio fra le altre fu proprio la rabbia. Aveva covato cosi tanta ira contro di lui che ora,vederlo lì fece riaffiorare ogni cosa.
"Perché proprio lui?" Chiese Yui,mentre manteneva lo sguardo fisso sul ragazzo che a sua volta,con fare freddo la fissava.
"Perché non lui?" Chiese Urahara "forse perché è l'ultimo che vuole essere coinvolto in tutto questo,ho sbaglio??" Chiese la ragazza duramente. Ichigo non proferì parola.
"Forse è proprio per questo che è qui!" Disse con tono di voce basso Urahara ,cosi che solo lei sentisse. La ragazza si voltò a guardarlo un momento perplessa,Urahara gli lanciò un'occhiata da sotto al capello. Yui tornò a guardare il ragazzo.
"Quindi devo combattere contro di lui?- Disse più a se stessa che altro.- Bene! Urahara-san?- Lo chiamò Yui,mentre teneva lo sguardo fisso sul ragazzo.- Il fatto che io non mi sia mai lamentata,non implica che prima o poi non te la farò pagare per questo" disse Yui mentre appoggiava la mano sulla katana estraendola lentamente, Urahara inarcò un sopracciglio incredulo,lei si voltò gli sorrise. Urahara fece lo stesso.
"Aspetterò per quel momento!" rispose quello,poi si spostò un poco da loro,allontanandosi.
La katana scintillò alla luce finta di quel posto,la ragazza guardò Ichigo furiosa,mentre lui se ne stava davanti a lei senza dire niente,l'unica cosa che pensò ardentemente fu solo una: non importava cosa era quello,lei voleva batterlo.
Non era sicura di saperlo fare,ne di saper tenere quella katana in mano,ma sentiva qualcosa bruciare dentro di lei e quello la spingeva a volerlo fare,nonostante tutto.
Fu così che con un balzò si precipitò con violenza verso di lui,Ichigo parò il colpo provocando un gran clangore terribile.
"Non avevo dato il via!" Urlò Urahara da dietro,ma nessuno dei due l'ascoltò.
Si guardarono negli occhi,mentre le loro katane si spingevano sotto la loro forza,l'una contro l'altra.
"Non sembri molto contento di vedermi,Kurosaki!" Disse Yui a denti stretti,Ichigo non rispose,e lei sentì ancora più rabbia per quel silenzio.
"Smettila!" Sibilò fra i denti "di fare cose?" Chiese infine Ichigo,guadandola negli occhi.
"Smettila di fare l' idiota!" Rispose quella infuriandosi e staccando con forza la katana da quella di Ichigo,facendolo indietreggiare. Fu cosi che iniziarono a combattere,fendente dopo fendente.
Yui non sapeva dire come,eppure farlo,sembrò essere qualcosa di naturale,come se lei l'avesse fatto per tutta la vita ,ma fosse sempre stata inconsapevole di ciò. Tenere quella katana in mano,era qualcosa di semplice,qualcosa che gli piacque e gli diede un senso di potere. Si ributtò su di lui,ancora.
Ichigo parò i suoi colpi con una facilità disarmante,nonostante lei ci mettesse tutte le sue forze, fra i due era l'unica che stava davvero combattendo,mentre Ichigo senza sforzo non faceva altro che schivare o parare i suoi colpì. Finirono per trovarsi di nuovo l'uno davanti all'altro,katana contro katana.
"La vuoi smettere di fare finta,combatti!" Lo esortò Yui scocciata da quel atteggiamento,era solo un gioco per lui? Si chiese furiosa.
"Cosa diavolo dici? Non mi vedi,io sto combattendo!" Disse Ichigo duro,lei spinse con forza.
"AFFRONTAMI HO DETTO!" Sbraitò lei con rabbia,Ichigo la guardò negli occhi duro.

"Io sto comb.." Ma non fini la frase,perché lei lo bloccò.
"Smettila di fare finta, e affrontami per davvero! Non fare lo stupido,sei uno shinigami no? E allora comportati da tale!!" Disse quella furiosa staccandosi e indietreggiando. Ichigo la osservò.

"E' questo che vuoi?" Chiese lui serio mentre sentiva la rabbia Invaderlo, tutto quello che aveva provato in quei giorni,che aveva tentato di soffocare in chissà quale parte di se stesso,stava lentamente risalendo pronto a riaffiorare,con forza.
"Si! Ho detto,AFFRONTAMI!" A quelle parole Ichigo saltò in avanti andando a colpirla con violenza,Yui parò il colpo. Era forte pensò,ma non avrebbe lasciato che lui lo capisse quanto fosse in difficoltà.
"Fai di meglio,Kurosaki" lo incitò la ragazza,sapeva che stava giocando con il fuoco,che lui era forte e che gli sarebbe bastato poco per finire quella cosa,ma tutto ciò che aveva trattenuto in quella settimana,voleva uscire fuori e riversarsi su di lui,non importava come e combattere in quel momento,sembrava essere l'unica alternativa valida.
Ichigo la colpì ancora più forte, ma Yui parò.
Il ragazzo ci riprovò ma la Castana lo scartò e con grande velocità tento di colpirlo di lato,Ichigo parò,poi andò al contrattacco.
Yui saltò,con tutte le forze e tentò di colpirlo scendendo sopra di lui,ma quello si spostò in tempo e cercò colpirla da dietro.
L'avrebbe fatto e l'avrebbe ferita; entrambi lo sapevano. Ma prima che il colpo arrivasse, la ragazza sentì nella testa qualcosa che scattare ,come una scintilla,poi.. 

Senza che ne Ichigo ,ne Urahara la vedessero, Yui fu dietro il ragazzo colpendolo con calcio e facendolo volare dall'altra parta.

Ichigo si bloccò,Urahara si sistemò il capello incredulo,ciò che aveva visto era qualcosa d'inaspettato,qualcosa che andava oltre ogni suo sospetto.
"Quello...Quello era uno Shunpo? Come..? Dove l'hai imparato?" Chiese Ichigo incredulo,Yui lo guardò perplessa.
"Di cosa stai parlando?" Chiese quella , Ichigo si voltò verso Uruhara lanciandogli uno sguardo,l'uomo non disse nulla, ne accennò a qualcosa.
"Non ti distrarre,Kurosaki!!" Urlò Yui andando all'attacco,Ichigo si voltò solo all'ultimo schivandolo, e continuarono così per molto tempo.
Yui non poteva superare la forza e la velocità di Ichigo,c'era un enorme differenza tra loro,sopratutto giocava un ruolo importante l'esperienza; Ichigo era uno shinigami da un anno,lei da solo una settimana ed era solo la seconda volta che prendeva una katana fra le mani ,ma questo non gli impediva di stare dietro al ragazzo,tanta era la volontà di volerlo battere.Tanto era l'ardore che bruciava dentro. La delusione e la rabbia la spingevano oltre quelli che lei pensava fossero i suoi stessi limiti,e nonostante fosse stanca morta, e il ragazzo l'avesse colpita più volte mettendola a terra,Yui non sembrava volersi dare per vinta.
"Arrenditi,non puoi fare più di cosi" disse Ichigo,mentre la osservava rialzarsi per l'ennesima volta.Yui alzò leggermente il viso con fiato corto,sentiva dolore ovunque, sentiva il corpo tremare sotto quell'eccessivo sforzo,avrebbe voluto lasciare ogni cosa così,voleva solo riposarsi,ma non poteva,guardò il ragazzo davanti a lei. Non poteva mollare,non voleva,non finché lui non avesse capito quando male facesse,averlo davanti e sentire la sua freddezza. Quanto profonda fosse la ferita che continuava ad infliggersi mentre si comportava a quella maniera. Si sentiva così stupida per tutto,voleva solo che lui capisse. Perché lui non capiva? Si chiese esasperata,strinse la katana e si alzò lentamente.
"Scordatelo! " Disse quella andandogli contro con tutte le forze,Ichigo schivò il colpo con facilità
"Che cosa vuoi dimostrare?"Chiese il ragazzo,Yui lo guardò ad occhi spalancati,cosa aveva quel ragazzo che non andava? Come osava dire quelle cose,lei non voleva dimostrare nulla,lei..

Strinse la katana,andò all'attacco di nuovo. 

"Io non sto cercando di dimostrare nulla,stupido! Voglio semplicemente batterti!! " Disse quella infuriata colpendolo alla pancia con un calcio,Ichigo si piegò poi schivò la katana della ragazza, che passo vicino al suo viso, minacciosa.
"A quale scopo?" Chiese quello andando all'attacco,non poteva credere a ciò che sentiva,non voleva sentirlo,gli fece male, parò il colpo.
"Voglio toglierti quella stramaledetta faccia da indifferente che hai,voglio che per una santa volta,ti comporti da persona matura!" Disse quella cercando di colpirlo "Senti chi parla! Metti via la tua katana e finiamola qui! Non ho intenzione di battermi ancora" disse quello puntando il suo sguardo verso di lei.
"Oh certo,perché dovresti continuare a combattere? Eh? Perché quando puoi scappare? Puoi dartela a gambe e ignorare qualsiasi cosa! A quanto pare l'unica cosa che sai fare è quella di voltare le spalle e scappare! Perché è questo che fai. Sei bravo a dire che vuoi proteggere Ichigo,ma sai la verità? La verità è che quando la cose non vanno come vuoi allora scappi! - Yui indietreggiò mettendosi distante,strinse la katana.- Sei un maledetto VIGLIACCO!!" Urlò in preda alla rabbia,il viso di Ichigo si contrasse,Yui vi lesse la furia.

"Come...osi? Io.. Non osare mai più dirlo!!" Urlò quello contro, Yui lo guardo con amarezza.
"LO SEI!" Gli urlò ancora ,fu quello il momento in cui il ragazzo accecato dalla rabbia alzò la sua katana:
"Getsuga ,TENSHOOOOOU!" Pronunciò con forza mentre un fascio di luce usciva dalla sua katana.

Yui lo vide dirigersi verso di lei,forte e potente, non l'avrebbe fermato,lo sapeva,sentì la paura invaderla per una frazione di secondo, ma nonostante ciò si mise lo stesso in posizione di difesa, pronta a contrastarlo ,a qualunque costo. Ma quello non arrivò mai,perchè Uruhara fu davanti a lei e con quella che la ragazza riconobbe essere una katana ,lanciò lontano il fascio di luce diretto verso di lei. Quello andò a colpire qualcosa lontano,provocando un terribile disastro.
Yui rimase ferma,immobile,ad occhi spalancati. 

Fu quello il momento che si rese conto che quel colpo l'avrebbe uccisa e lui l'aveva indirizzato apposta verso di lei.
Sentì la delusione farsi spazio dentro di lei,sentì il cuore fargli male,fu qualcosa che la colpì profondamente,amara e dolorosa delusione. Le mani tremarono e la katana scivolò dalle mani andando a schiantarsi per terra.
Ichigo rimase immobile, stupito. Non poteva credere a quello che aveva appena fatto,non poteva.. Lui..

Che cosa aveva fatto? Si chiese con terrore mentre con sguardo spaventato guardava Urahara lo guardava con una espressione di rimprovero.
Indietreggiò.
Perché l'aveva fatto? Quel colpo l'avrebbe ferita,peggio uccisa. Perché l'aveva fatto?
Ma non fece in tempo a rispondersi,vide una figura pararsi davanti, lo afferrò per il colletto del kimono e lo colpì in pieno viso con un pugno Poi un calciò,dritto allo stomaco,poi un altro pugno. Cadde a terra senza nemmeno aver il tempo di metabolizzare,mentre la figura della ragazza gli era sopra e lo colpiva ancora,con un'altro pugno. Il ragazzo sentì il viso pungere dal dolore ed il sangue colare dalle sue labbra. Yui tirò un'altro pugno Ichigo chiuse gli occhi,ma quello non arrivò mai.

"Perché?" Chiese piano Yui. Ichigo aprì lentamente gli occhi ed incontrò i suoi tristi,non osò parlare.
"Perché Ichigo? Perché ti stai comportando così, sei..Sei un maledetto stronzo!! - Disse afferrandolo per il kimono e strattonandolo.- Perché continui a trattarmi con indifferenza? Dimmi qualcosa dannazione!! Ho passato una settimana,un intera settimana in questo maledetto posto. Mi hanno sottoposto ad ogni tipo di esame possibile ed immaginabile,mi hanno studiato come se fossi un maledetto topo da laboratorio e non è servito a nulla ed io non ho fatto altro che aspettarti per tutto questo tempo,ed invece non sei mai venuto.Perché Ichigo? Cosa ho fatto di male? Perché continui a trattarmi cosi diamine? L'indifferenza? Smettila! Basta! Questa tattica non funziona,l'hai già fatto una volta e non è servito! Perché non capisci che questo tuo stupido atteggiamento non fa altro che peggiorare le cose? Perché diavolo non capisci che se c'era qualcosa che non andava , bastava dirmelo? Essere chiaro! Ti avrei ascoltato dannazione,avrei cercato di capire ed insieme avremo trovato un modo! E invece no! Mi hai voltato le spalle quando avevo bisogno di te! Quando l'unica cosa che dovevi fare era esserci! Dannazione mi sarebbe bastato sapere che nonostante tutto, la persona alla quale ho dato la mia stessa vita, mi sarebbe stata vicino. Ed invece non l'hai fatto,mi hai voltati le spalle ed hai iniziato a comportarti a quella maniera,come quando ci siamo conosciuti. Pensi che mostrati così sia la giusta scelta,per cosa? Per te stesso? Sei un emerito stronzo,io..ti..." Disse quella stringendolo a ancora,mentre abbassava il viso,sentiva gli occhi bruciare sotto lacrime che volevano scappare dai suoi occhi,ma lei non voleva che quelle si mostrassero,non poteva permetterlo.
"Non lo fare mai più!" Disse improvvisamente Ichigo, serio e duro. Yui alzò il viso, lo guardò incredula.
"NON OSARE MAI PIU' FARLO!" Urlò Ichigo con rabbia.
"COSA??"Gli chiese Yui esasperata.
"Non osare mai più cercare di proteggermi! Non osare mai più sacrificare la tua vita per me! Non osare pensare di morire per proteggere me! Non anche tu,non ancora!Dannazione perché diavolo devo vedervi morire davanti ai miei occhi? Perché devo vedervi sacrificare le vostre vite per me? Io non valgo le vostre vite! Non posso sopportarlo! Prima mia madre,ora tu! Basta ,smettetela!.- Tirò un pugno a terra con forza.- Lo sai perché sono un dannato shinigami? EH???Perché volevo proteggere le persone che amo,per una santa volta volevo che nessuno morisse per me,avrei fatto di tutto pur di tenervi al sicuro,avrei dato me stesso per far si che nessuno dovesse soffrire a causa mia! E poi arrivi tu e lo fai di nuovo ,e hai reso completamente inutile tutto ciò che sono diventato,tutto ciò per cui ho combattuto!! Non osare mai più farlo,non osare sacrificarti per me,HAI CAPITO!!"Urlò furioso Ichigo ,mentre l'afferrava per il kimono.
"E cosa avrei dovuto fare? Lasciare che morissi davanti ai miei occhi? E' questo che volevi? Credi che sia l'unico che vuole proteggere chi ama? Credi che solo tu voglia salvare chiunque? Mi dispiace,ma non avrei mai lasciato che accadesse, non dopo tutto ciò che hai fatto tu per me! E sai una cosa? Per quanto stupido e sconsiderato ,quello che ho fatto l'ho fatto perché lo volevo,perché l'ho sentito qui! -Disse battendosi un pugno all'altezza del cuore,- non mi importa ciò che dici,non mi importa se soffri, perché l'unica cosa che so, e di cui sono certa ,è che lo rifarei ancora! Perché per una santa volta volevo esser io a proteggere te! Dannata testa arancione,stupido,idiota!!! Alza la voce quanto vuoi,puoi incazzarti,puoi mettere quella maledetta faccia fredda e indifferente,questo non cambia il fatto che non mi pento di averti salvato la vita. Perché tu,maledetta testa arancione, sei una dannatissima persona importante per me!!!" Concluse Yui con furore e strinse ancora di più la presa,mentre gli occhi bruciavano ancora.
Calò il silenzio. Il ragazzo la guardò con occhi spalancati,non poteva credere a quello che aveva sentito,non poteva credere a quello che lei aveva detto. Si sentì così stupido,sentì una strana sensazione farsi spazio nel petto.
La sensazione di essere protetto.
Poi le sentì,calde e salate,le sue lacrime precipitare sul suo viso. Yui Si alzò di scatto, coprendo il viso il più velocemente possibile e si allontanò di corsa,non se la sarebbe mai perdonata per essersi fatta vedere debole da lui,si disse mentre superava Urahara e andava fino al suo corpo.
Si svegliò e finalmente in esso, si alzò. Non disse nulla, ma andò dritta verso la scala della botola.
"Yui-san dove va?" Chiese Urahara alle sue spalle,la ragazza non si voltò.
"Via!! Ho finito di sottopormi ai tuoi maledetti esami,ho sopportato anche abbastanza. Non rimarrò in questo posto un secondo di più,non me ne frega se pensi che sia pericolosa,io me ne torno a casa,dalla mia famiglia. E non osare fermarmi!!" Disse fra i denti,poi salì per la lunga scalinata,e sparì. Urahara non si mosse e non disse nulla,lasciò che lei andasse via. Le sue analisi si erano concluse.

Ichigo rimase disteso per terra,mentre il sangue colava dal suo viso,fissando il cielo finto su di lui. Sentiva una strano morsa stringergli lo stomaco ed il petto. Faceva male,era spiacevole.
"Va tutto bene,Kurosaki-san?"Chiese Urahara avvicinandosi,ma Ichigo non gli rispose. Continuò a fissare il cielo sulla testa,con l'amara consapevolezza di aver sbagliato ogni cosa.











 

Angolo dell'autore:


 

Insolito aggiornamento mattutino!

Avrei voluto aggiornare di notte,ma non ho finito di ricontrollare il capitolo quindi:

SBANG. Ve lo prendete ora!

Si sa,Ichigo non può fare l'idiota a lungo,non con una come Yui attorno. Si meritava una bella ramanzina. * batte il cinque al suo personaggio* orgoglio della mamma *_*


 

Coomunque..

Ringrazio sempre loro, Tammy1997 e Zephiel97 che sono sempre lì pronti a recensire. Non potete capire quanto sia bello ricevere i vostri commenti.

Grazie anche a coloro che leggono la storia,ma stanno lì tutti nascosti! Fatevi avanti,io sarei super felice di ricevere i vostri pareri. :D

Bene,ora posso lasciarvi.

Al prossimo capitolo.

Un saluto.

Cass.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


"When everything's made to be broken
I just want you to know who I am"

Goo goo dolls
 

 

 


Quella sera Yui corse verso casa sua,mentre le lacrime scendevano a dirotto sul suo viso. Odiava se stessa per essersi mostrata cosi debole davanti ai suoi occhi,per avergli mostrato le sue lacrime,per avergli mostrato se stessa,nuda e fragile. 

Perché se c'era una cosa che Yui non faceva mai,era mostrare ciò che la feriva e ciò che provava quando stava male. Nascondeva tutto dietro un mezzo sorriso o un viso freddo,mentre dentro sopportava il dolore.
Era qualcosa che aveva sempre fatto fin da piccola,non parlava con nessuno di ciò che la faceva stare male,nonostante ci fossero molte persone attorno a lei disposte ad ascoltarla,ma a lei non piaceva che gli altri potessero vedere quanto stesse male: un po perché si vergognava di mostrare la sua fragilità,un po perché si preoccupava di chi l'ascoltava,perciò,rinchiudeva tutto dentro e inghiottiva amaramente,mentre si mostrava al mondo come chi non ha nessuno problema,come chi sta bene. Ma ciò era solo una grande bugia,ma infondo,chi è che avrebbe mai capito che mentiva?
Yui si fermò,fiato corto e cuore nel petto che galoppava per lo sforzo compiuto. Appoggiò le mani alle ginocchia cercando di riprendere fiato,si asciugò il viso con la manica della maglia,cerco di sistemarsi. Si avvicinò al cancello della casa aprendolo. Una volta dentro si guardò intorno,vide dalla finestra la luce della sala accesa,si avvicinò e vi guardò dentro.
La sua famiglia era intenta a mangiare attorno alla tavola.
Li osservò: mentre sue madre con il suo solito sorriso e la sua solita dolcezza serviva la cena,suo padre era intento a sfogliare qualcosa e veniva sgridato per la poca attenzione che dava, i suoi due fratelli spazzolavano ciò che avevano davanti come se nulla fosse e battibeccavano su chi avrebbe fatto il bis. Poteva quasi sentirli come se fosse lì con loro e vederli lì ,cosi tranquilli, la rattristì più di ogni altra cosa.
Fu quello il momento in cui si rese conto, di quanto fosse un pericolo per loro.
La consapevolezza gli fece male come ricevere un pugno allo stomaco,Yui portò una mano verso quello,poi lentamente si mise a sedere per terra,rannicchiata al di sotto della finestra. Aveva paura,una paura tremenda che ciò che era diventata potesse anche solo mettere in pericolo la vita della sua famiglia. Aveva paura che loro potessero pagarne le conseguenze, di quell'atto stupido e sconsiderato,e fece male il pensiero che la sua famiglia potesse anche solo essere toccata. Non voleva che nessuno di loro potesse essere in pericolo,non poteva permetterlo,non poteva lasciare che ciò accadesse. Forse l'unica cosa che poteva fare era andare via e allontanarsi da loro. Scappare lontano dove avrebbe potuto tenere a distanza da loro, ciò che lei era diventata.
Strinse le ginocchia al petto affondando il viso fra di esse,mentre le lacrime amare solcavano il suo viso. Non si era mai sentiva così sola e persa. Cosa avrebbe dovuto fare? Cosa doveva fare per proteggere chi amava? E mentre se lo chiedeva disperata,la finestra si aprì lentamente,sopra la sua testa. Yui si immobilizzò rimanendo in silenzio,non voleva farsi notare,non voleva che la vedessero così,sapeva che loro ne avrebbe sofferto,non poteva permetterlo.
"Ma che fai??" Urlò la voce di uno dei suoi fratelli.
"Mi sembrava di aver sentito qualcosa,magari era Yui!!" Disse sua madre,sopra la sua testa,Yui spalancò gli occhi e trattenne il fiato per non farsi scoprire .
"Ma Yui e dai nonni!! Dai smettila di preoccuparti,lei sta bene. Non comparirà mica cosi" disse suo fratello Tatsuya,il più grande dei due. La madre sospirò:
"Mi manca! E voglio che torni a casa. Non importa come,a costo di andare a prenderla io personalmente. Voglio che torni da noi" disse quella dispiaciuta,Yui aprì ancora di più gli occhi e si portò una mano sulla bocca ,si strinse ancora di più su se stessa ,mentre un sorriso compariva sul suo viso.
"Andremo a prenderla,se vuoi! Domani stesso,ma ora vieni a mangiare. Yui sta più che bene" rispose Tastuya rincuorandola,sua madre sospirò ancora.
"Va bene! Ma domani andiamo!" Disse arrendendosi,poi chiuse la finestra. Non riuscì a trattenere il singhiozzo che scappò dalle sue labbra ,mentre le lacrime ormai bagnavano il suo viso come un fiume in piena. E si strinse ancora di più,mentre il cuore nel petto si riempiva di una gioia che non sentiva da tempo,della sicurezza che qualsiasi cosa fosse successa da quel momento in poi,loro sarebbero sempre stati lì,per lei. E lei non avrebbe permesso che loro fossero in pericolo,ma questo non significava che avrebbe dovuto scappare da loro,non avrebbe potuto mai farlo,non se quello significava spezzare i loro cuori,ed il suo stesso. No,lei sarebbe rimasta e avrebbe affrontato ogni cosa,sarebbe diventata più forte e li avrebbe protetti,da qualsiasi cosa : a qualsiasi costo. E con quel pensiero nella testa,si decise ad asciugare le lacrime . Aspetto sottò la finestra ancora un poco,per lasciare che gli occhi rossi sparissero,poi si alzò andò verso la porta ,suonò il campanello. Quando quella si aprì,il viso di sua madre comparì dietro di essa, Non fece nemmeno in tempo a fiatare, che quella gli fu addosso abbracciandola,e quando vide i visi dei suoi due fratelli e infine quello di suo padre,Yui capì di essere finalmente a casa.

Urahara poggiò una tazza di tè fumante davanti a Kurosaki,mentre quello afflitto guardava fisso sul tavolo. Urahara l'osservò per un po in silenzio,sorseggiando il suo tè,poi decise d'interrompere quel silenzio così pesante:
"Io non credo che sia pericolosa!" Esordì, Ichigo alzò lentamente la testa e incontrò il suo sguardo,ma non disse nulla.
"L'ho tenuta qui per una settimana e nonostante tutto ciò che gli ho fatto subire non ha mai tentato di opporsi o far male a qualcuno. Anzi,ha sempre tenuto tutto dentro,ha subito senza dir mai nulla. Credo che sia in gamba. Ovvio,sarà un problema avere lei di torno,infondo non ho ancora ben capito come sia diventata una shinigami,anche se..qualche idea mi è venuta in mente,ma nulla che possa essere ragionevolmente spiegato per adesso! - Rigirò la tazza fra le mani,lanciando un'occhiata al ragazzo.- Sta di fatto che lo è. E' una shinigami e noi dobbiamo aiutarla." Urahara si fermò aspettando che il ragazzo davanti a se parlasse,ma non disse una parola,cosi continuò.
"L'allenerò" concluse. Ichigo alzò lo sguardo sorpreso.
"Perché..??" Chiese incredulo.
"Perché mi piace e credo che quella ragazza nasconda un grande talento,oltre che una grande forza. In più, piuttosto che avere qualcuno che possa starci tra i piedi e preferibile avere qualcuno che possa essere utile. Lei lo sarà" asserì sicuro,sorseggiando il tè. Ichigo allungò la mano e bevette un goccio del suo,ancora cupo.
"Avrà bisogno di te,lo sai,vero,Kurosaki-san?" Disse Urahara puntandogli il suo sguardo da sotto il capello,Ichigo l'osservò senza dir nulla,non trovava nessuna parola per esprimersi,non dopo tutto ciò che era successo,non dopo ciò che aveva fatto.
"Sei l'unico che la conosce molto bene, e con la quale lei va d'accordo, sono sicuro che avere te ad aiutarla,sarà per me più semplice. Ho visto la volontà che aveva nel pensare di poterti battere,nonostante il grande divario,io credo..credo che tu possa stimolarla. E credo che sarà uno stimolo anche per te,Kurosaki-san. Infondo non devi scordarti che Aizen è sempre là fuori,pronto ad attaccare,ed è bene che tu continui ad allenarti..." Spiegò Urahara. Ichigo fissò un punto lontano della casa,la conosceva,ci andava d'accordo. Lei gli aveva salvato la vita,lui gli aveva voltato le spalle. Poteva davvero definirsi suo amico?
"Non essere troppo duro con lei. Non è poi cosi sbagliato,pensare di avere qualcuno accanto, che sai potrò esserci qualunque cosa succeda. Essere protetti da qualcuno, è qualcosa che non tutti hanno. Qualcosa di molto prezioso. Abbi cura di lei" disse infine Urahara alzandosi e uscendo dalla stanza. Ichigo lo guardò,mentre le parole dello shinigami dure,facevano crollare tutte le sue certezze e lo facevano sprofondare nell'amara consapevolezza, di aver sbagliato su tutto e di non aver nulla per rimediare.

Il giorno dopo Yui non andò a scuola,rimase tutto giorno in uno stato catatonico,coricata nel suo letto. La casa era silenziosa,non vi era nessuno.
Era completamente sola e rimase chiusa nella sua camera, senza che nessuno la disturbasse.
Aveva la testa cosi piena di pensieri che gli tormentavano: c'erano cosi tante cose che si chiedeva,cosi tante cose che riviveva nella sua mente.
Quando chiudeva gli occhi: rivedeva il ragazzo dai capelli azzurri trafiggerla;
Vedeva Ichigo lanciargli quel suo attacco contro;
Vedeva Urahara fare i suoi esperimenti;
Vedeva l'emporio,Jinta e Ururu;
Vedeva la botola, e Ichigo davanti a se freddo e distaccato;
Vedeva le sue stesse lacrime scendere sul suo viso,mentre i suoi occhi la fissava.
Si alzò di scatto mettendosi a sedere. Aveva passato cosi tanto tempo immersa nei suoi pensieri ,che fuori il buio era calato e la casa era diventata rumorosa come sempre. Yui scese a mangiare qualcosa,circondata dal calore della sua famiglia,poi si rinchiuse in camera,dove il buio che la circondava poteva nascondere ogni cosa,poteva nascondere le sue ferite.
Perché lo era,ferita,e mai Yui avrebbe potuto immaginare che qualcosa del genere potesse succedere. Si sentiva così stupida per tutto ciò che aveva fatto. Aveva protetto qualcuno che non amava essere protetto. Era stata tratta male e gli erano state voltate le spalle ,da qualcuno che lei credeva suo amico. Ma lo era? Non seppe darsi una risposta,non dopo tutto ciò che era successo,non mentre rivedeva la sua furia negli occhi; non mentre gli urlava contro.
Lei aveva sbagliato ogni cosa,e ora ne doveva pagare la triste conseguenze,di sentirsi abbandonata da qualcuno che credeva suo amico.
Yui guardava fisso il soffitto sopra la sua testa,sentiva una strana sensazione fargli torcere lo stomaco,si mise a sedere e guardò fuori dalla finestra,cercando in quella notte senza luna,fredda e lontana,qualcosa che gli togliesse quei pensieri,scomodi e pesanti.
Non seppe dire quanto rimase a fissare fuori,si rese conto solo dopo che la casa era ricaduta in un silenzioso tranquillo,segno che tutti erano a letto.
Poi lo sentì,la finestra scattare improvvisamente e aprirsi.
Il vento freddo penetrò con violenza spostando la tenda con forza,mentre un'ombra entrava dentro la stanza. Yui si ritirò un poco indietro spaventata,ebbe paura mentre vedeva qualcuno camminare sul letto e poi scendeva per terra.
Rimase immobile in silenzio,con il cuore nel petto che batteva forte, mentre la sagoma lontana prendeva forma nel buio della stanza.
Vide la lunga spada dietro alle spalle poi,la sagoma si voltò e la fioca luce che proveniva da fuori illuminò leggermente il suo viso ed i suoi capelli,resi scuri dal buio.

Yui lo riconobbe immediatamente,si tranquillizzò.
Silenzio.
"Cosa ci fai qui?" Chiese dura,senza muoversi dalla posizione in cui era. Ichigo sussultò,ma non parlò,si voltò a guardarla nel buio della stanza.
"Non puoi entrare in camera mia come se nulla fosse e stare in silenzio!" lo riprese Yui “Cosa diavolo ci fai qui?” Ripete con veemenza. Ichigo strinse i pugni, rimase in silenzio,poi si avvicinò alla finestra e guardò fuori. Yui lo guardò,in silenzio un poco irritata.
“Se sei venuto qui a stare zitto allora pu..” Sbraitò la ragazza,ma non finì mai,perché lui l'ha bloccò.
"Mi dispiace" disse nel buio della stanza il ragazzo,mentre la ragazza spalancava gli occhi sorpresa.
"Forse è troppo tardi,o forse non vorrai ascoltarmi,ma.. Mi dispiace!” Ripete con sincerità,Yui lo guardò senza fiatare,troppo sorpresa di sentire le sue parole.
“Sono stato un idiota,un completo idiota. E ti ho lasciato da sola quando avevi bisogno,e non avrei dovuto farlo.Io..ho sbagliato e me ne rendo conto. Ma io..” Cercò di dire,mentre abbassava la testa.
“Cosa?” Lo incalzò lei. Ichigo si voltò un poco a guardarla
“Io non potevo sopportarlo” ammise guadandola.
“Cosa Ichigo? Cos'è che non sopporti? Che le persone ti proteggano? Dimmi cosa c'è di sbagliato in questo?” Chiese dura la ragazza,il viso del ragazzo si contrasse
“È sbagliato, Yui! " Disse esasperato.

“Perché?” Chiese lei alzandosi e mettendosi in piedi. “Perché è sbagliato il fatto che io abbia voluto proteggerti? Per quale motivo?” Chiese furiosa verso di lui.

“Perché sei morta! - Urlò con rabbia.- Tu sei morta per salvarmi la vita! Questo per me è sbagliato Yui! E' questo ciò che non posso sopportare! L'ho già visto sai,è una storia già vissuta ,nove anni fa quando mia madre è morta per proteggere uno stupido come me!” Disse con forza il ragazzo,Yui spalancò gli occhi sorpresa e vide il dolore nei suoi occhi,vide la tristezza.
“Mia madre è morta a causa mia!Io..li vedevo sempre i fantasmi e quella sera uno era sulla riva del fiume,ma il fiume era ingrossato. Sembrava un bambino e si stava buttando,io non volevo che lui lo facesse e sono corso verso di lui e l'unica cosa che ricordo e che quando ho aperto gli occhi,mia madre era distesa per terra,priva di vita. E' morta davanti ai miei occhi e solo per proteggere un inutile e piagnucoloso bambino come me!” Disse mentre la voce si spezzava,Yui sentì il cuore fermarsi nel petto ,mentre vedeva i suoi occhi urlare di dolore.
“Dal quel giorno ho giurato a me stesso,che mai più nessuno sarebbe morto per me,per salvare la mia vita. Perché io sarei stato forte abbastanza da proteggere tutti !- Si fermò un momento ,la guardò dritta negli occhi.- Poi sei arrivata tu e l'hai fatto di nuovo,sei morta per salvarmi la vita. Qualcuno mi aveva protetto ancora ed era morto per me!!" 

Il vento freddo soffiò dentro la stanza,Yui rabbrividì,mentre sentiva le lacrime bruciare agli occhi.
"Io non potevo sopportare che tu morissi per me,non potevo sopportare che tu l'avessi fatto. Io..volevo solo che tu mi stessi lontano,perché se stare vicino a me significava la tua morte,allora ti sarei stato lontano a qualsiasi costo! A costo di fare l'indifferente e di lasciarti da sola in un momento del genere. Ecco,perché l'ho fatto l'idiota!! Perché forse infondo lo sono davvero,lo sono sempre stato. Ma tu hai detto quelle cose,ed io..come potevo starti lontano? Come avrei potuto?" Chiese con disperazione, abbassando la testa rassegnato.

Due braccia lo circondarono da dietro.
"Sei una dannata e stupida testa arancione! Sei un dannato idiota. Sei un..." Poi sentì la sua testa,poggiarsi al centro della schiena.
Yui sentì le lacrime scivolare sul volto,lo affondò ancora di più fra le sue spalle.
"Mi dispiace,mi dispiace io non sapevo nulla. Io.. Mi dispiace per tua madre...per tutto! Io...- cercò di dire,ma la voce si spezzo,si fece forza.- Tu l'hai fatto cosi tante volte Ichigo! Tu mi hai salvato cosi tante volte che per una santa volta io volevo poter salvare te. Non volevo più essere debole,non volevo essere protetta ,senza che potessi far nulla per te. Volevo che per una volta fossi io a proteggere qualcuno,a proteggere te. Eh si,è stato sconsiderato e stupido ,ciò che ho fatto,maledettamente stupido ma non avrei mai potuto lasciarti morire,Ichigo,io non sono così. Sono impulsiva,testarda,sono arrogante e stupida e non potrei mai lasciare che qualcuno muoia davanti ai miei occhi! E per quanto io stessa sappia quanto sconsiderato sia stato,non mi pento nemmeno un secondo di averlo fatto,e sono sicura che nemmeno tua madre lo avrebbe fatto. E sai una cosa,per quanto non ti sopporti, e ti trovi dannatamente irritante ,ringrazierò tua madre ogni santo giorno per averti salvato quella volta,se no,be...mi scoccia dirlo,ma non ti avrei mai conosciuto!" concluse mentre lo stringeva ancora di più.

Ichigo chiuse gli occhi,mentre quelle braccia lo stringevano,forti. Fu quello il momento in cui capì le parole di Urahara: avere qualcuno che ti fa sentire protetto,non è qualcosa di sbagliato. E aveva ragione,perché tra quelle braccia Ichigo,si sentì stranamente bene e mai avrebbe pensato che potesse succedere. 

Non di nuovo. Non dopo la morte della madre.
Gli scappò un sorriso nel pensare quanto assurdo fosse,tutto ciò. 

Cercò di voltarsi lentamente,Yui lo lasciò andare,mentre cercava di asciugare le lacrime,nascondendole dai suoi occhi. Ichigo la osservò,la ragazza gli lanciò un'occhiata,mantenendo il viso basso.
“Grazie” soffiò il ragazzo d'improvviso,Yui alzò di scatto la testa incontrando finalmente i suoi occhi.
“Grazie per avermi salvato la vita. Yui Asai” disse dolcemente quello,lei lo guardò incredula.
“Non c'è di che,Ichigo Kurosaki” rispose infine e sorrise dolcemente,Ichigo sentì il cuore farsi leggero di nuovo. Quel sorriso era l'unica certezza che tutto era tornato come prima e che lui,non si sarebbe dovuto allontanare. No,sarebbe rimasto lì, e come sempre l'avrebbe aiutata e protetta.
“E comunque questo è stalking" disse quella ,Ichigo cercò di trattenersi dal ridere,mentre lei gli tappava la bocca.
"E sappi che se la mia famiglia lo viene a sapere, non avrai una vita molto lunga.” Ichigo sorrise sotto la sua mano,poi la tolse delicatamente stringendola d'istinto.
"Vedrò di scappare, prima che se ne accorgano" rispose divertito, Yui rise.
"Lo spero per te" asserì quella. Poi lui lasciò andare lentamente la mano. Si guardarono un momento.
"Quindi,pace fatta?" Chiese lui,mostrandogli un mignolo,Yui l'osservò poi lo strinse con il suo.
"E pace sia! Testa arancione" disse quella. Ichigo gli lanciò un'occhiataccia,lei rise.
“E non lo fare mai più,non osare cercare di allontanarti. Per nessuna ragione al mondo!” Lo ammonì tornando seria,Ichigo la osservò.
“Mai più! E' una promessa.” Rispose serio. Lei sorrise di rimando,poi il ragazzo si voltò e salì sulla, finestra pronto ad andare.
"Ichigo!" Lo chiamò lei ,lui si voltò; Yui si avvicinò verso la finestra,si mise un punta di piedi avvicinò il suo viso al suo,lo sfiorò delicatamente con il suo,poi poso le sue labbra sulla sua guancia,lasciandogli un piccolo bacio.
"Buona notte" disse piano lei,Ichigo rimase immobile per un momento,spiazzato da quel gesto ,così vicino al suo volto. Poi si riprese,sorrise.
"Buona notte" soffiò sul suo viso,poi un secondo dopo una folata di vento entrò investendola, ed Ichigo era sparito.
Yui rimase lì davanti alla finestra a guardare il cielo notturno,mentre nella sua testa poteva sentire ancora la voce del ragazzo,augurargli buona notte.
Quella notte,dormì con tranquillità.

Il cuore nel petto,riprese a battere leggero.

 







Angolo dell'autore:

Salve a tutti.

Torno all'aggiornamento veloce. 

Dopo aver scatenato un'ondata di odio verso il povero Ichigo,spero che con questo capitolo torniate a volergli un po di bene,infondo anche lui aveva le sue ragioni,se pur il suo comportamento sia stato sbagliato. (Dai,ha promesso che fa da bravo. Non lo trattate male,è un bravo ragazzo infondo xD).

Come sempre ringrazio Tammy1997 per le recensioni. Emh,non l'ho fatto a posta (il titolo l'avevo scelto un sacco di tempo fa) ma questa volta non sono gli Imagine dragons,(l'avevo detto io che sarebbe successo prima o poi xD)

Grazie a Heart of Youkai ,spero che questa volta tu possa risparmiare il povero Ichigo. Prometto che non ti faccio più arrabbiare con lui xD

E a Zephiel97 per la recensione e per le chiacchiere chilometriche che riusciamo a farci insieme. 

Grazie davvero di cuore a voi,che mi fate sapere il vostro parere ad anche a voi che leggere la storia!

Grazie mille.


 




 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


 

"Who, who are you really?
And where, where are you going?"

Mikky Ekko






Il silenzio circondava la sala in penombra, sempre cosi buia, avvolte tetra.
Aizen picchiettava con le dite nervosamente sul suo trono di pietra,al di sopra della sala. Guardava in punto lontano della stanza,mentre la sua mente era occupata a trovare ordine. Lui,che era sempre stato cosi freddo e calcolatore, che era sempre dieci passi avanti rispetto ai suoi nemici,che riusciva a manipolare i suoi avversari portandoli sempre al suo gioco,ora si trovava confuso; perso. Tutto il suo piano,le sue certezze erano crollate come un misero castello di sabbia, travolto da una tempesta di acqua. Non riusciva più a pensare in maniera lucida,tutto aveva preso ad essere confuso. L'unica cosa che riempiva la sua testa in maniera insistente e incontrollabile,era ciò che Ulquiorra gli aveva mostrato. Da quel giorno,nulla era più stato chiaro.
Erano state poche le cose che avevano sorpreso Aizen nella sua vita,e tutto ciò era capitato quando era giovane,quando ancora la sua mente non odiava il mondo ne ciò che gli stava accanto. Quando era innocente,quando c'era lei.
Poi tutto era caduto nel buio,da quel momento Aizen aveva smesso di sorprendersi,aveva calcolato ogni cosa,tutto era andato secondo i suoi piani; sempre.

Tutto,tranne quello.
Si alzò,rimase immobile,mentre nella sua mente vecchi ricordi si mischiavano a quelli nuovi. Doveva trovare ordine nella sua testa,doveva trovare la sua calma. Poi si voltò serio e concentrato.

"Chiama Aporro szayel,Gin" disse Aizen ,l'uomo non parlò,sorrise e spari dietro la porta. Aizen prese di nuovo posto sul trono,tornando a picchiettare nervosamente su quello. Qualche minuto dopo la porta si spalancò, ed Aporro Szayel camminò con passo deciso fino al centro della stanza. Guardò verso l'uomo ,da sopra o suoi occhiali,poi chinò un momento la testa.

"Mi ha fatto chiamare,Aizen-sama?" Chiese,alzando poi il viso e fissando l'uomo dal basso.

"Ho un compito per te,Aporro-san" disse smettendo di picchiettare sul trone e concentrandosi sull'espada.

"Mi dica pure,Aizen-sama" rispose quello. Aizen si ammutolì per un secondo,mentre la sua mente frenetica lavorava ad un nuovo piano.

"Voglio che tu scopra ogni cosa su una persona. Voglio sapere tutto: dove è nata,chi è,e sopratutto voglio che la teniate sotto controllo. Ovviamente in maniera assolutamente discreta. Voglio sapere ogni cosa riguardo Yui Asai!" Sibilò Aizen,stringendo i manici di pietra del treno. Aporro,annuì.

"Ai suoi ordini,Aizen-sama" disse quello facendo un leggero inchino.
Non avrebbe lasciato che tutto crollasse,no! Avrebbe trovato una soluzione,lui la trovava sempre. Niente l'avrebbe fermato ,dal diventare un dio.


 
***


"Impugna bene,colpisci!!" Urlò Urahara.Yui caricò il colpo andando verso Ichigo,mentre quello si preparava a riceverlo,impugnando stretto la sua katana. Ritornarono poi alla posizione iniziale,mentre Yui aveva il fiato corto,ormai distrutta.


"Tutto bene, Asai? Mi sembri un po stanca!" Disse Ichigo beffandosi di lei,la ragazza lo fulminò con lo sguardo,poi sorrise divertita.

"Sta zitto,Kurosaki!" Rispose mentre caricava per andargli di nuovo contro.

Urahara li osservava da lontano,mentre ogni tanto si soffermava a prendere degli appunti e Tsukabishi al suo fianco monitorava il combattimento con un qualche computer.
"CAMBIO!" Urlò improvvisamente Urahara.

"No aspetti,ancora un po,non abbiamo ancora finito!!" Disse Yui contrariata.

"Ho detto cambio! Ururu,tocca a te" rispose guardando la bambina affianco a se. Yui deglutì,quella bambina la spaventata più di ogni altra cosa.

"Buona fortuna!" Disse Ichigo strizzandogli l'occhio divertito. La bambina con tutta la sua delicatezza si avvicinò a lei, e veloce andò all'attacco sfoderando quel suo enorme cannone con il quale,cercava di colpirla. Yui schivò il colpo per puro caso,mentre quella con la stessa velocità si spostava su di lei e cercando di colpirla ancora,la ragazza ebbe un attimo di paura,mentre vedeva il colpo andare a colpire una roccia e farla a pezzi.
Ichigo andò a sedersi affianco all'ex shinigami.

"Allora,Urahara-san? Qualcosa di nuovo?" Chiese, guardandolo trafficare con mille aggeggi.

"Nulla di nuovo. Registro una grande reiatsu,ma è ancora un po acerba" spiegò lui.

"Dovrà continuare ad allenarsi?" Chiese, Ichigo mettendo l'enorme spadone dietro la schiena.

"Oh certo,manca ancora tanto. Inoltre devo ancora scoprire come sia riuscita a fare uno shunpo in piena regola, e poi sono curioso di scoprire il suo shikai!" 

"Il suo shikai? Crede.. Crede che lo abbia?" Chiese Ichigo sorpreso.

"Se è uno shinigami in piena regola,allora si! Deve solo scoprirlo." Concluse l'uomo appuntando qualcosa su un block notes. Ichigo si voltò a guardare la ragazza,mentre tentava di schivare la piccola Ururu ,che con la tranquillità , tirava dei colpi micidiali. Voleva tanto sapere se davvero lei avesse un shikai,per un momento fu pervarso da un moto di curiosità.

"Allora glielo farò tirare fuori io!" Disse infine ad Urahara,sicuro di se.









 
***




Yui stava curva sul banco,mentre si sentiva a pezzi. Avrebbe voluto dormire,oramai erano settimane che Urahara la sottoponeva ad allenamenti stressanti e super stancanti. Prendeva cosi tanti colpi ,che non riusciva a capire come potesse ancora essere viva e vegeta , con tutte le parti del corpo al loro posto.
Si sentiva uno straccio. La professoressa in lontananza parlava di qualcosa di cui Yui non era affatto interessata, e distratta spostò lo sguardo verso la finestra, facendosi catturare dalle nuvole sparse per il cielo. Mentre era assorta nei suoi pensieri,vide un'ombra spostarsi velocemente. Si destò alzando la testa di scatto: cosa diavolo era stato? Si chiese stupita. Guardò fuori ancora una volta, senza vedere nulla. Per un momento ,gli era sembrato di scorgere un'ombra passare davanti alla finestra,ma era stata talmente veloce, che non era riuscita a vedere di cosa si trattasse. Ebbe uno strano presentimento.

"Ehi,tutto bene?" Chiese una voce,Yui girò lo sguardo incontrando gli occhi,mentre quello la guardava con un sopracciglio alzato.

"Cosa? S...si,si" disse poi ,rimettendosi dritta sul banco.

Quando la campanella suonò,tutta la classe si disperse ,Yui si alzò e andò dritta alla finestra, osservando fuori e non vi trovò nulla. Scosse la testa,forse era stato solo un uccello! Si,infondo cosa mai sarebbe potuto essere?
"Yui,non vieni a mangiare?" Chiese Inoe dietro di lei. Yui sussultò,poi si voltò annuendo.
Mangiarono sedute sui banchi in classe.

"Ancora quei tuoi biscotti?" Disse una voce alle sue spalle,Yui la riconobbe.

"Qualcosa contro i miei fantastici biscotti?" Disse voltando leggermente la testa. Ichigo gli lanciò un'occhiataccia,poi prese posto affianco a lei ,rubandogliene uno da mano; lo morsico.

"Mmmh,fantastici hai detto? A me sembrano biscotti normali!" Commentò a bocca piena,ma non fece in tempo a dire altro che si beccò una gomitata al fianco ed un occhiataccia. Ichigo si massaggiò dolorante,mentre la fulminava con lo sguardo,Inoe rise di loro.

"Poi mi spiegheresti perché inglesi?" Chiese quello scocciato,mentre finiva il biscotto che aveva in mano.

"Perché mia madre è inglese!" Disse Yui mangiandone uno,sia Inoe che Ichigo evitarono di finire affogati con ciò che mangiavano,tossendo con forza.

"Che???" Chiese Ichigo sorpreso.

"Che c'è? Ve lo dovevate aspettare,insomma! Non è che abbia i tratti tipici giapponesi!" 

"Be,si..questo è vero ma,li hai! Anche se poco" spiegò il ragazzo, guardandola sorpreso.

"Be questo è grazie a mio padre,lui è giapponese!" Rispose con tranquillità la ragazza, Ichigo e Inoe si scambiarono uno sguardo.

"E quando aspettavi a dirlo?" Chiese Ichigo sorpreso.

"Voi non me l'avete mica chiesto!!" Disse serafica, afferrando un altro biscotto.

"Ma hai un nome giapponese!" Replicò Inoe sicura.

"Si be,ma in realtà il mio vero nome è Yui Rose Asai. Normalmente mi faccio chiamare solo Yui,insomma quei pazzi dei miei genitori hanno deciso di dare sfogo alla loro fantasia mettendomi mille nomi" spiegò quella facendo spallucce.

"Rose?" Chiese Inoe sorpresa.

"Si Rose,be è il nome di mia nonna,significa rosa. Anche i miei fratelli hanno tutti dei secondi nomi inglesi; famiglia mista,nomi misti" concluse lei sorridendo.

"Ti rendi conto che il tuo nome tradotto significa rosa gentile ?" Disse Ichigo pensandoci,la ragazza lo guardò con un sopracciglio alzato.

"No,perché in realtà non ho mai pensato ad una vera traduzione! E questa te l'hai inventata di sana pianta,Kurosaki!" Disse quella ,spingendolo amichevolmente.

"E poi cosa dovresti dire tu,quindici o fragola? Oppure sarebbe meglio chiamarti,primo protettore?" Chiese ,prendendolo in giro.

Ichigo si portò una mano sulla testa,grattandola imbarazzato.

"Smettila,è solo Ichigo" ribatte quello contrariato. Lei sorrise.

"Anzi,potrei chiamarti proprio fragola... " Tentò di dire scherzando.

"Ho detto smettila! E' solo Ichigo,e per l'amore del cielo non osare chiamarmi fragola!"

" Allora ti chiamerò testa arancione!" Concluse soddisfatta.

"Non osare!" Disse minaccioso.

"Hai poco da replicare,ormai te l'ho affibbiato e quello ti rimane!" Affermò la ragazza sicura.

"Sei una cavolo di rompiscatole lo sai?" Disse quello scocciato.

"Sono qui apposta per questo! Un pacco regalo da Nagoya solo per renderti la vita impossibile!" Scherzò lei sorridendo,il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia,poi cercò di trattenere un sorriso.

"Be potevi anche stare dov'eri sai? Avrei vissuto decisamente meglio la mia vita!" Rispose convinto.

"Scherzi e poi dove sarebbe stato il divertimento?" Disse lei ,alzandosi e allontanandosi. Ichigo la osservò,alzò gli occhi al cielo. Mentre prendeva a fissare un punto lontano della stanza.

"Ah,a proposito,Kurosaki" disse una voce alle sue spalle,il ragazzo si voltò di scatto.

"Non osare mai più criticare i miei biscotti" disse la ragazza,spuntando improvvisamente alla sue spalle,ad un centimetro dal suo viso. Il ragazzo deglutì imbarazzato,nell'averla così decisamente vicina. Lei sorrise,poi tornò al suo posto,come se nulla fosse accaduto.



***

"Corri!" Gli urlò Ichigo,mentre nella notte saltavano di tetto in tetto. Yui sentiva l'aria fredda di metà novembre investirla con violenza,mentre con il suo kimono nero e la katana blu notte alla vita,insieme ad Ichigo, andava incontro ad un hollow. Sentiva l'adrenalina nelle vene; fare tutto ciò la faceva sentire meglio di quanto potesse pensare. Scesero infine vicino ad una strada. che apparentemente sembrava deserta,mentre una donna sui quaranta con una catena al petto ,correva impaurita inseguita da un Hollow.

"Lì,eccolo!" Urlò Ichigo,scendendo vicino al mostro. La ragazza lo seguì, atterrando dalla parte opposta e bloccando la strada al mostro. Lo fisso,mentre quello ruggiva con cattiveria.

"Lo lasci a me?" Chiese Yui ,mentre fissava la creatura.

"Come vuoi!" Disse Ichigo ,incrociando le braccia al petto. Yui sorrise soddisfatta,tolse la katana dal fodero e con un balzo ed una velocità impressionante staccò un braccio all'hollow. Quello tentò di colpirla imbestialito,Yui lo schivò ,poi come se nulla fosse ,in meno di un secondo,comparve dietro di lui e con un fendente lo eliminò.

Ichigo da lontano, guardò sorpreso ancora. Shunpo,pensò,mentre quella si voltava verso di lui con un sorriso trionfante.

"Allora,come ti è sembrato?" Chiese compiaciuta.

"Mi da un certo fastidio ammetterlo,ma diventi piuttosto brava!"Quella sorrise compiaciuta. Si avvicinò poi alla donna, che terrorizzata stava rannicchiata ad un angolo della strada.

"Va tutto bene ora,non si deve preoccupare! E' tutto finito! E' arrivato il momento di andare in posto decisamente migliore!" Disse Yui con gentilezza,porgendole una mano. Quella la guardò da prima impaurita,poi si sciolse alle sue parole,ed infine afferro la sua mano.

"Andrà tutto bene!" Gli disse la ragazza sorridendo,la donna sorrise di rimando rincuorata dalla sua gentilezza e finalmente in salvo. Poi,la ragazza prese la katana e la voltò,poggiando delicatamente la parte del manico sulla sua fronte,quella divenne una luce scintillante, che corse verso il cielo e poi sparì nella notte.

Yui osservò quel fenomeno incantata.

"Va tutto bene?" Chiese Ichigo avvicinandosi,lei non rispose subito.

"È strano" confessò,ancora con lo sguardo fisso al cielo.

"Cosa?" Chiese il ragazzo dietro di lei,senza capire.

"Questo: la sepoltura delle anime. Pensare che io abbia il potere di farli andare là,nella Soul Society. Insomma,è una cosa cosi importante. Io...perché ho questo potere? Infondo sono una normale ragazza di sedici anni ,non ho mai avuto a che fare con tutto ciò ,e ora ,non solo ammazzo hollow ,ma faccio in modo che le anime disperse tornino in una specie di paradiso! C'è qualcosa di davvero sbagliato in questo. Sopratutto in me,seriamente!" Disse quella rinfoderando la spada,ancora incredula.


Ichigo rimase in silenzio,poi si avvicinò a lei ,la voltò verso di lui ,afferrandola per le spalle.

"Non c'è niente di sbagliato in te, brutta stupida. E smettila di fare certi pensieri!!" Disse quello strattonandola per scherzo. Yui rise divertita dalla sue parole, e si dimenticò di quei pensieri.

"E ora che si fa?" Chiese ,guardandosi intorno.

"Be,ora..aspettiamo!" Rispose il ragazzo.

"Che cosa?" "Qualche altro Hollow,se no torniamo a casa!" Disse lui facendo un salto,lei lo guardò un momento mantre saltava via,poi sbuffò.

"Poi mi dici come diavolo farò domani mattina?- Piagnucolò, crucciata.- Sono solo una dannata ragazza di sedici anni,mi merito un po di riposo!" Disse sconsolata da sola,poi un rumore dietro di lei la fece voltare. Impugnò la katana alla vita, pronta ad attaccare qualsiasi cosa fosse,ma non vi trovò nulla. Per un secondo un brivido gli passò per la schiena,sentiva la sensazione di essere osservata nella notte.

"Ehi,fatti avanti!! Non è bello,spiare le persone!" Urlò Yui a voce alta,ma nessuno rispose,quella sensazione continuo a persistere.

"Ma che diavolo fai?? Muoviti,idiota!" Gli urlò Ichigo,Yui sussultò,non l'aveva visto tornare indietro. La ragazza lasciò la katana e con un balzo raggiunse il ragazzo,sparendo nella notte.

Una figura uscì allo scoperto in quel momento: mani in tasca ,mentre osservava i due ragazzi shinigami che sparivano da davanti ai suoi occhi.
Quella notte Yui non dormì.

Quella strana sensazione ,di essere osservata nel buio,l'accompagnò per tutto il tempo. Fino all'indomani mattina.












Angolo dell'autore:

Ecco,diciamo che questo è uno di quei capitolo odiosi chiamati di “transizione” eh si,vi toccano anche questi! Anche se non è del tutto da buttare dato che si intravede qualcuno che sta muovendo i suoi piani e sopratutto qualcuno nell'ombra che si muove,e fa tanta paura.

 

 

Ringrazio come sempre loro Tammy1997 e Zephiel97.

Grazie,grazie grazie. Adoro ricevere le vostre recensioni,mi rende super mega felice. :D

 

Alla prossima.

Cass.

 



 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


 

"Wanted,dead or alive"

Bon jovi

 






Yui cercava di tenersi in piedi,sotto lo sforzo di una fatica che la stava distruggendo. Alzò la testa incontrando davanti a se la figura di Ichigo; per quanto cercasse di rimanere in piedi anche lui era stanco e affaticato,ma non l'avrebbe mai detto,così come non l'avrebbe mai ammesso lei stessa. 
"Ti arrendi?" Chiese Ichigo,mentre si metteva in posizione,la ragazza l'osservo,poi strinse ancora di più la katana.
"Neanche morta!" Disse mettendosi in posizione,poi Ichigo andò all'attacco verso di lei.
Urahara li osservava da lontano ,come sempre. Ormai gli allenamenti andavano avanti da molto tempo,e Yui aveva migliorato in maniera impressionante; da li a un mese la sua forza era incrementata cosi tanto,cosi come la sua reiatsu che si era fatta sempre più densa e potente.
Ormai la ragazza aveva appreso molto sul combattimento: riusciva ed eseguire lo shunpo come se fosse qualcosa che avesse sempre fatto,cosa che continuava sempre a stupire l'uomo; sapeva combattere con la katana alla perfezione ed il suo stile era davvero molto elegante. Le sue tecniche erano buone,non c'era voluto molto per insegnarle i pochi fondamentali,perché sembrava quasi che lei li conoscesse già,come se quello fosse solo un ripasso. Se inizialmente il divario fra lei e Ichigo era stato immenso,mano a mano che il tempo era passato, cosi come gli allenamenti, le distanze si erano notevolmente accorciate e lei riusciva a stare al suo passo,più di quanto tutti loro avessero potuto credere.
Ma del suo shikai ancora nulla.
Urahara si alzò e fece segno verso loro che l'allenamento era finito; i due, dopo essere stramazzati a terra,tornarono nella loro forma umana ed infine,si fermarono all'emporio per bere un tè ,ad analizzare e chiacchierare sui miglioramenti. Dopo aver passato un'oretta immersi nella discussione,i due ragazzi decisero di andare via e tornare finalmente a casa,piuttosto soddisfatti.
"Sono a pezzi!" Disse Yui,camminando per le strade buie di Karakura. Ormai andava sempre così: scuola e allenamenti,che finivano quasi sempre tardi. Era stressante,pensò sfinita.
"A chi lo dici" commentò Ichigo, stiracchiandosi indolenzito.
“Ah -ah,quindi ti sto dando del filo da torcere,eh?? Kurosaki!" Disse quella battendogli un piccolo pugno sulla spalla ,prendendolo un poco in giro.
"Ne hai di strada da fare prima di raggiungermi!" Rispose spingendola leggermente, toccato nel suo orgoglio da combattente.
Yui rise,poi prese la rincorsa e gli saltò sulla schiena a cavalluccio,il ragazzo barcollò un momento,poi si tenne in piedi afferrandola stretta.
"Credi che non ti raggiungerò,testa arancione? Lo farò,e quello sarà il giorno in cui ti farò il culo!" Disse quella stringendolo per il collo,Ichigo dal suo canto rise e la strinse per le gambe afferrandola meglio.
"Staremo a vedere,maledetta pulce!" Commentò,sbuffando divertito.
"Pulce a chi?" Disse quella tirandogli un poco l'orecchio. Ichigo tentò di spostarsi,ma fu inutile,risero.
"Senti un po,non vorrai mica rimanere lì" chiese il ragazzo,lanciandogli un'occhiata di lato.
"In effetti sono un po stanca,fai il gentiluomo e portami cosi" rispose ,come se fosse la cosa più normale del mondo.
"Per chi mi hai preso?" Chiese quello ,facendo il finto offeso ,un poco indignato.
"Il mio facchino personale,Fragolo!" Disse quella, appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Sei una maledetta,sai! E smettila di chiamarmi in quel modo!" La riprese lui un poco arrabbiato.
"Va bene ,scusami. Testa arancione" disse ridendo la ragazza. Ichigo dal canto suo gli diede un pizzico alla gamba.
"Aiaa" si ribellò lei. Ichigo rise ,poi la strinse più forte.
La portò cosi a cavalluccio fino a casa sua,dove alla fine la ragazza scese.
"Grazie,Kurosaki!" Disse quella dandogli una pacca sulla spalla.
"Di nulla,Asai! La prossima volta andrai a piedi, a qualunque costo!" Disse quello riprendendola, Yui sorrise serafica.
"Questo lo dici tu!" Rispose,poi si sporse verso di lui stampandogli un bacio sulla guancia,come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"Notte!" Sussurrò verso di lui,poi fece per voltarsi,ma il ragazzo la bloccò per una mano,costringendola a voltarsi di nuovo. Yui lo guardò con un sopracciglio alzato,perplessa.
Il ragazzo la osservò un momento, poi si avvicinò verso di lei. Yui l'osservò ,non seppe dire perché, ma vederlo avvicinarsi così pericolosamente a lei,la mise in agitazione,e il cuore nel petto prese a battere un poco più veloce. Ichigo si avvicinò al suo viso e la guardò.
“Perchè continui a darmi i baci della buona notte?” Chiese lui,guardandola profondamente,la ragazza riprese a respirare,dopo aver trattenuto il respiro. Chiuse un momento gli occhi. Per una frazione di secondo,la sua testa aveva immaginato,ciò che non avrebbe mai potuto credere potesse accadere,si sorprese,come poteva aver pensato a quello? Lui era...
Poi,riaprì gli occhi e lo tirò verso se.
“È divertente vedere la tua faccia da pesce lesso!” Rispose la ragazza con un sorriso irrisorio,il ragazzo cercò di replicare qualcosa,ma lei sorrise soddisfatta. E gliene diede un altro.
“Notte,stupido” disse infine,voltandosi e andando via. Il ragazzo rimase immobile,senza saper cosa dire. 

Si grattò la testa imbarazzato; non che quelli gli dessero fastidio,e che lo mettevano in imbarazzo. Ogni santa volta che la vedeva avvicinarsi,gli prendeva il panico,come se da un momento all'altro si aspettasse altro,odiava la sua testa,si la odiava profondamente,pensò. Voltandosi ed incamminandosi verso casa.
Yui attraversò il vialetto, e prima di arrivare alla porta, venne destata da un rumore . Si voltò svelta,sicura fosse stato Ichigo,e quando lo fece si trovò davanti a qualcosa di straordinario. Rimase a bocca aperta,mentre avanzava ed usciva di nuovo dal cancello,osservando ciò che apparve davanti ai suoi occhi.
Dove prima c'era la strada,una porta scorrevole rotonda comparve e si aprì improvvisamente,lasciando passare un gran bagliore ed una farfalla nera,che volò via passandogli vicino. Qualche secondo dopo,la luce sfumò, lasciando intravedere alcune figure davanti a lei.
Yui sussultò un momento,trovandoseli davanti, li riconobbe subito: Shinigami!
Spalancò gli occhi mentre la porta,così com'era comparsa,scomparve da davanti ai suoi occhi. La ragazza rimase immobile,ancora sorpresa.
"Yui Asai??" Parlò la donna dal camice bianco e i capelli corti. Yui li osservò,mentre il suo cuore sussultò,come potevano conoscere il suo nome? Si chiese incredula.
Esitò un momento, prima di parlare.
"Chi siete voi?" Chiese senza rispondere.
“Rispondi quando ti si fanno le domande! Sei tu Yui Asai??" Chiese, con insistenza,la donna.
"Chi la sta cercando?" Domandò ancora la ragazza.
"Oh dannazione ,allora non hai capito?" Sbraitò la donna imbestialita estraendo la sua katana. Yui spalancò gli occhi e fece un passo indietro.
"Capitano Soi fon,va tutto bene. La prego si calmi." Disse un uomo,con voce calma e gentile. La donna sbuffò un momento,lanciando verso di lei un'occhiataccia.
“Noi siamo i capitani del Gotei tredici. E siamo qui perché stiamo cercando una certa Yui Asai,sai per caso tu? "Chiese con gentilezza l'uomo dai capelli lunghi e bianchi. Yui li esaminò,poi infine si arrese.
"Sono io. Perché mi state cercando?" Chiese Yui senza scomporsi,mentre dentro,una strana sensazione si faceva spazio.
"Sei in arresto!" Disse la donna con tono duro. Yui si immobilizzò,mentre il cuore nel petto perse un battito.
"Che?" Chiese incredula,un ragazzo dal kimono nero e i capelli amaranto,raccolti da una coda,si fece avanti. Yui fece un altro passo indietro.
"Mi dispiace,Yui Asai,ma ti dichiariamo in arresto. Sarai scortata fino alla Soul Society e interrogata dalla sala dei quarantasei. Ed infine, dopo la deliberà, il comandante-capitano prenderà la sua decisione" spiegò l'uomo dai capelli bianchi, con tranquillità.
Yui li guardava incredula,come.. Com'era possibile? Lei non poteva essere in..
"Io,perché cosa... Non ho fatto assolutamente niente!" Cercò di spiegarsi,incredula.
"Sei diventata una shinigami in condizione sospette. Non sappiamo da dove derivi il tuo potere,ne come tu ne sia venuta in possesso. Perciò devi venire con noi!" Rispose l'uomo dai capelli amaranto avvicinandosi ulteriormente. La ragazza fece un altro passo indietro,tutto ciò aveva dell'incredibile,cosa significava ? Lei sospetta? Ma non aveva fatto nulla,cosa... 

Cercava di mantenere la calma,non poteva agitarsi,non poteva. Si ripeteva,dentro.
"Consegnati. Se non lo farai,ti prenderemo con la forza!" La minacciò con fare duro la donna dai capelli corti. Yui li guardò: cosa doveva fare? Doveva seguirli?
Ma lei non voleva,non voleva essere arrestata per non aver fatto nulla, cosa gli avrebbero fatto? L'avrebbero rinchiusa da qualche parte? Torturata? Uccisa? Il panico l'assalì,per un secondo pensò di darsela a gambe,poi si ricordò dov'era.
Dietro alle sue spalle c'era la sua casa. Se avesse provato a scappare o a combattere,loro ne sarebbero stati coinvolti,e lei non poteva lasciare che ciò accadesse.
Strinse i pugni,cosa doveva fare?
"Non opponga resistenza,Asai-san. Non lo faccia!" Disse con gentilezza il tizio dai capelli bianchi,quasi avesse letto nella sua mente. Lo guardò,poi osservò gli altri due. Non poteva scappare,non poteva combattere. Non poteva fare nulla.
Fece un respiro profondo. Sapeva che si sarebbe pentita di quella scelta,ma cos'altro avrebbe potuto fare? Si chiese,con disperazione.
"Va bene,verro con voi!" Disse infine facendo alcuni passi avanti. La donna si avvicinò verso di lei,poi tolse delle manette. La ragazza le osservò con terrore.
"Hey no! Non c'è bisogno di quelle,non scapperò!!" Cercò di dire, ritraendosi.
"Non è per scappare, è per la tua reiatsu!" Spiegò l'uomo dai capelli bianchi,poi infine la toccò con una strano oggetto di forma pentagonale,come quello che aveva Ichigo,ed un secondo dopo,si ritrovò in forma di anima.
Yui osservò il suo corpo inerme per terra,mentre la donna con poca delicatezza l'ammanettava. Sentiva lo stomaco contorcersi e l'ansia invadergli le vene.
"Non potete lasciarmi li così,dovete mettermi al sicuro!" Disse Yui un poco scocciata. La donna la guardò di sottecchi,poi fece un segno con la testa al tizio dai capelli amaranto,quello prese il corpo e se lo porto via,da qualche parte.
"Andiamo!" Disse l'uomo dai capelli bianchi. La porta ricomparve davanti a loro e si spalancò; due secondi dopo,furono dentro.

Ichigo corse all'impazzata verso il punto in cui aveva lasciato Yui. Lì davanti alla sua casa lo vide: il Senkaimon ,chiudersi davanti ai suoi occhi.
"Merda!" Sussurrò,prendendo poi a correre. 

Doveva andare da Urahara,subito! Pensò,correndo nella notte.

Dopo essere entrati attraverso quella porta,avevano camminato in quello che sembrava un tunnel,freddo e buio. Le pareti sembravano essere fatte di qualcosa di spugnoso,che colava all'infinito,senza mai toccare terra; nell'aria regnava un silenzio sovrannaturale.
Yui aveva camminato in silenzio,scortata dai suoi sequestratori,mentre si sentiva indebolirsi ogni passo che faceva; fu quello il momento che capì le parole della donna. Quelle manette non era solo per controllare la sua forza,semplicemente erano stato fatte per privarla.
Ma non si oppose,infondo cosa avrebbe potuto fare?
I tizi che la scortavano sembravano forti,Yui aveva percepito la loro reiatsu nel momento che avevano messo piede nel tunnel,una reiatsu che riusci a farla rabbrividire.
Dopo un tempo che sembro infinito,uscirono dal tunnel ,da quello che Yui osservò essere un enorme portala dal quale scaturiva una forte luce accecante. Quando l'attraversarono,la luce divenne sempre più forte fino a che non iniziò a sfumare, ed infine Yui pote vedere oltre.
Si sorprese quando si ritrovò davanti ad un'enorme piazza di marmo circondata da delle mura.

Il cielo sopra di lei brillava illuminato da sole: era giorno.
Fu quello il momento in cui realizzò che quella era la Soul Society.
Yui se l'era immaginata un sacco di volte,ma niente di ciò che aveva pensato era minimamente vicino a quello. Sembrava si trovasse in una vera e proprio città: fatta di strade,di case; dove lontano,al di sopra di tutto,quasi a sormontare il resto, si innalzava un enorme palazzone e dietro un enorme roccia imponente.
Camminarono in silenzio per tutto il tragitto; Yui osservava attorno a se shinigami di qualsiasi genere correre da una parte all'altra,fare spazio in mezzo alla strada ed osservarla come se fosse una criminale. Si sentì profondamente a disagio.
Dopo aver percorso molta strada,arrivarono là dove il palazzo più alto si ergeva, e la portarono in quello che Yui riconobbe essere un carcere. Gli confiscarono la Katana ed infine la rinchiusero in una cella.
Ci fu un momento in cui,il silenzio la investì con prepotenza, e la ragazza realizzò tutto ciò che era appena accaduto. Cercò di mantenere la calma,mentre l'agitazione si impossessava del suo corpo. Doveva rimanere tranquilla,si ripeteva più volte. Poi ,quando finalmente riuscì a calmarsi,rassegnata, la ragazza si avvicinò alla piccola finestrella sopra di una sottospecie di panca letto. Guardò fuori ,e l'unica cosa che pote vedere fu la luce del giorno che entrava con prepotenza,allontanando l'oscurità.
Era spacciata.
Rinchiusa come una delinquente; senza aver ricevuto spiegazione più precise,senza avere la possibilità di replicare. La stavano trattando come se fosse una criminale,ma Yui si domandava cosa avesse mai fatto per scatenare l'ira di quel posto cosi lontano; di quel mondo cosi differente,di quella leggenda che ora,per lei, prendeva vita.
Ichigo aveva sempre parlato bene di quel posto,eppure Yui non vi vedeva nulla di così eclatante; aveva semplicemente constatato che quel luogo, non gli piaceva affatto.
Era nauseata da quello che gli stava capitando,lo stomaco si contorceva facendogli male.
Sentiva la rabbia bruciarle nel petto. Sentiva la disperazione crescere dentro di lei: non sapeva cosa fare,non sapeva come poter uscire da lì,era in trappola.
Mai nella sua vita era stata tratta così,mai era stata rinchiusa e mai aveva commesso anche un solo crimine,ed ora..
Ora era rinchiusa là dentro,ammanettata,senza poter far nulla.
Strinse i pugni con furia,infine si sedette sulla panca,sconsolata.
Perché diavolo ,da quando era diventata una shinigami,non aveva avuto altro che problemi? 

Perché diavolo doveva sempre trovarsi rinchiusa da qualche parte,lontano dalla sua vita,lontana dalla sua casa e dalla sua famiglia. Cosa avrebbero detto i suoi sapendo che lei era sparita? O peggio,e se l'avessero trovata svenuta?
Mille e più pensieri attanagliarono la sua mente,mentre le ore passavano lentamente ed il giorno lasciava spazio alla notte. 

Infine il sole,fece di nuovo capolino alla finestrella.
Non aveva chiuso occhio,come avrebbe potuto,quando l'unica cosa che riusciva a pensare era il pericolo in cui si trovava.
Perché lo era ,in pericolo,ne aveva avuto la sensazione non appena aveva messo piede in quel tunnel buio. Doveva trovare un modo per riuscire a scappare o farsi liberare.
Pensò ad Ichigo,pensò ad Urahara,avrebbero potuto mai aiutarla? Si chiese con disperazione.
La porta scattò improvvisamente,Yui si destò alzando la testa.
"E' ora!" Annunciò il ragazzo dai capelli amaranto,la ragazza alzò un sopracciglio perplessa.
“Ora per cosa?" Chiese seria.
"Il processo" disse lui aprendo la porta. Yui,sospirò affranta,poi si alzò ed infine si incamminò verso di lui. Quando gli fu ad un passo alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi. 

"Bene,allora andiamo!" Disse cercando di sembrare sicura ,mentre dentro il suo stomaco si contorceva dalla paura.
"Non aver paura" disse il ragazzo con fare gentile,mentre la scortava. Yui gli lanciò un'occhiata.
"Non ne ho!" Rispose quella freddamente,mentendo. Lui la osservò di sottecchi.
“Rispondi alle loro domande,e vedrai che ti lasceranno andare via senza problemi!" Cercò di suggerire il ragazzo. La ragazza continuò a guardare davanti a se.
"Be questo si vedrà " disse Yui camminando,poi si ammutolì.
Infine venne scortata in una stanza esagonale,con una luce soffusa,il ragazzo la portò fino ad una sedia ,al centro esatto della stanza,e la fece sedere ancora ammanettata.
"Rispondi solo alle loro domande!" Ripete il ragazzo dai capelli amaranto, prima di uscire. Yui lo guardò in viso perplessa,lesse la preoccupazione nei suoi occhi,poi il ragazzo sparì,lei strinse i pugni,agitata. Doveva calmarsi. Pensò,impaurita.
Le porte dietro si chiusero, ed una luce forte venne puntata su di lei. Yui chiuse gli occhi accecata da quella potente luce,non riusciva a vedere altro,tanto era forte. Sentiva un freddo inusuale percorrere il suo corpo,il pericolo era vicino e lei lo percepiva. Poi sentì,un martello battere su qualcosa di legno. Yui si destò,mettendosi in ascoltò.
"Lei è Yui Asai?" Chiese una voce autoritaria ,Yui non seppe dire da dove proveniva.
"Posso sapere prima con chi ho il piacere di fare questa chiacchierata?" Chiese la ragazza,con tono serio,cercando di mostrarsi distaccata. Ci fu un brusio generale,che invase quel posto.
"Si limiti a rispondere! Facciamo noi le domande qui!" Ripete la voce lontana,più forte di prima. Yui cercò d'individuare da dove provenisse,ma i pannelli bianchi e la luce forte glielo impedivano.
"Non risponderò alle vostre domande,non finché non mi direte chi siete. Direi che merito una spiegazione,dato che sono stata portata qui,incatenata e rinchiusa senza nessuna informazione a riguardo!" Ripose seria,un altro brusio si espanse, questa volta più forte,dei colpi di martello cercarono di mettere silenzio.
"Ora basta! Non osi rivolgersi a noi con tale insolenza. Umana!" Urlò scocciata la voce,perentoria.
Tornò il silenzio,nella stanza.
"Lei è stata portata qui,perché è sotto accusa" spiegò la voce.
"Quale accusa,se posso domandarlo?" Chiese lei guardandosi attorno,ci fu un attimo di silenzio.
“Appropriazione indebita di potere ed utilizzo illecito di quest'ultimo. Lei è venuta in possesso di poteri che non gli appartengono,in condizioni che noi consideriamo sospette. Inoltre ne fa utilizzo senza alcun titolo,ne permesso,in luogo che risiede nella nostra giurisdizione!- Asserì la voce decisa.- Lei è un umana che si è appropriata in maniera illecita di poteri non suoi e ne fa utilizzo nel luogo chiamato Terra; nella città di Karakura,in Giappone! Per questo verrà processata! Le verranno fatte alcune domande che potranno scagionarla o renderla colpevole. Starà a noi: la camera dei quarantasei, decidere per la sua sorte. Quindi signorina,la smetta di rivolgersi a noi con tono insolente, e risponda solo alle nostre domande! E' chiaro?" Concluse la voce dura,Yui sospirò. Si stavano sbagliando,era tutto sbagliato. 

Perché era lì,cosa avrebbe dovuto dire? Cosa avrebbe dovuto fare? Cercò di mantenere la calma.
"Chiaro come il sole" Rispose infine. Un altro colpo di martello.
"Lei è la cosiddetta signorina Yui Asai,proveniente dalla città di Karakura?" Chiese la voce autoritaria.
"Si,sono io!" Rispose infine Yui.
"È vero signorina Asai che si è impadronita di poteri non suoi?" Chiese la voce. 

Un momento di silenzio.
"Falso!" Rispose decisa Yui,altro brusio.
"Vuole spiegarci com'è venuta in possesso di tali poteri?" Domandò la voce,ma prima che Yui potesse parlare la porte alle sue spalle si spalancò con rumore secco.
"Fermati,non puoi entrare,Kurosaki,fermati!" Urlò una voce,che Yui associò al ragazzo dai capelli amaranto.
"Lasciami stare,toglimi le mani da dosso!" Fu quello il momento in cui Yui,udendo quella voce,si sentì finalmente al sicuro.
"Kurosaki!!" Urlò ancora,il ragazzo.
"Che diavolo sta succedendo qui? Eh? Sono questi i modi di comportarsi??" Chiese inferocito Ichigo, entrando di forza nella sala.
"Signor Kurosaki,come osa entrare in questa sala durante un processo! Esca immediatamente fuori o verrà arrestato e rinchiuso in cella!!" Urlò forte la voce.
"Non osate minacciarmi! Cosa diavolo significa questo? Lasciatela andare!" Urlò furioso il ragazzo. Yui l'osservò mentre si avvicinava a lei.
"Yui,va tutto bene??" Chiese quello inginocchiandosi verso di lei preoccupato. La ragazza annuì con sicurezza.
"Ora ti porto via da qui!!" Disse quello,mettendo una mano alla sua katana.
"Signor Kurosaki lei non oserà fare assolutamente niente,guardie portatelo via e rinchiudetelo,verrà processato per aver ostruito un processo e mancato così di rispetto alla camera dei quarantasei!!" Urlò infuriata la voce,mentre un altro brusio più forte sconvolgeva la stanza.
"Andiamo Yui!" Disse Ichigo cercando di toglierle le manette.
"Kurosaki-san!” Lo richiamò una voce. Ichigo si bloccò.
Yui non pote vedere da chi proveniva,ma bastò guardare la faccia di Ichigo per capire che era qualcuno d'importante. Vide il suo viso diventare duro,poi preoccupato, infine tornare serio.
"Vecchio..." Disse Ichigo,guardando oltre la sedia.
"Kurosaki Ichigo,lascia immediatamente questa stanza, così che i quarantasei possano prendere la loro decisione!" Disse autoritaria e composta la voce dietro di loro.
"Ma vecchio,Yui non ha fatto niente,lei è innocente,dovete lasciarla andare!" Urlò Ichigo in preda alla rabbia.
"Questo verrà stabilito da loro, Noi resteremo qui fino a che non verrà dato un giudizio! Ora allontanati da lì Kurosaki Ichigo e seguimi!" Disse la voce con calma,ci fu un momento di silenzio.
Ichigo rimase immobile,fermo dov'era con lo sguardo perso nel vuoto.
"Kurosaki,se non lascerai questa stanza di tua volontà,allora sarò costretto a farlo io con la forza..." Si intromise una voce calda e pacata.
"Byakuya!" Disse ,sorpreso Ichigo.
Calò di nuovo il silenzio,Ichigo guardò prima i suoi interlocutori,poi Yui. Strinse i pugni. 

"Vai!" Disse con il labiale lei,Ichigo la osservò con preoccupazione.
"Vai!" Ripete la ragazza in un soffio. Ichigo strinse i pugni.
"Non avere paura,Yui" disse con dolcezza, Yui sorrise cercando di rassicurarlo.
"Non ne avrò,stanne certo!" Disse con un sorriso,mostrandosi sicura di se. Quello bastò per tranquillizzare,anche se poco il ragazzo,che esitante uscì dalla stanza,lasciando cosi che il processo riprendesse.
Yui deglutì,non si sarebbe lasciata intimorire da loro,per nessuna cosa al mondo.

Passarono ore interminabili.
Ichigo camminava avanti indietro,nervoso come non lo era mai stato; stringeva i pugni,mentre tentava di placare la sua furia. Si sentiva tradito da delle persone che pensava fossero amiche. Guardava Renji,Byakuya, il vecchio e non riusciva a pensare che loro gli avessero fatto questo. Catturare Yui,incatenarla, rinchiuderla e processarla addirittura,perché? Cosa aveva fatto di male?
"Calmati,Ichigo!" Disse Rukia,dietro di lui. Ma Ichigo non l'ascoltò ,voleva solo che quel maledetto supplizio finisse,che Yui fosse rilasciata e che potesse tornare a casa,sana e salva.
Aspettò ,ancora e ancora,mentre tutti i capitani del Gotei tredici si riunivano davanti a quella stanza,osservando il nervosissimo di Ichigo. Mai l'avevano visto in quelle condizioni,eppure l'avevano visto combattere contro qualsiasi cosa,affrontare l'impossibile,ma mai cosi furioso. Per quanto provocato Ichigo riusciva sempre a rimanere composto ,nonostante fosse molto impulsivo,rimaneva sempre piuttosto calmo. Se era in quelle condizioni,qualcuno d'importante era stato toccato,tutti ne erano consapevoli e ciò era qualcosa di strano.
La porta infine si spalancò. 

Ichigo si fermò,mentre il cuore nel petto perse un battito. 

E se avessero giudicato Yui colpevole? E se gli avessero fatto qualcosa? E se lui non fosse riuscito a fermarli? Un marea di domande gli riempirono la testa,affollandola e preoccupandolo più del dovuto. Non sapeva davvero come avrebbe potuto affrontare il tutto,ebbe paura che potesse accadere il peggio, e lui di certo non voleva. Non dovevano osare toccare Yui. Pensò,preoccupato.
Poi vide,due shinigami portare fuori la figura di Yui,che a testa bassa,nascondeva il volto.
Quando la ragazza mise un piede fuori e alzò la testa Ichigo sentì il cuore fermarsi nel petto.
Non vi era paura o disperazione,non vi era terrore. No,Ichigo vide un volto duro,freddo,indifferente,mentre negli occhi bruciava qualcosa che per un secondo lo confuse,perché per un secondo,sembrava avesse davanti un'altra persone,non la Yui che conosceva,no! Qualcuno di diverso,qualcuno che gli mise i brividi. Cosa diavolo era successo là dentro? Pensò,scosso.
Gli shinigami la portarono fuori e gli tolsero le manette. Yui si massaggiò i polsi accorgendosi solo in quel momento di quanto fossero pesanti e fastidiose.
La debolezza che l'aveva accompagnata fino a quel momento,iniziava a diradarsi,sentendo la forza che tornava dentro di se. Ichigo si avvicinò verso di lei,incredulo,con esitazione,senza saper cosa dire,cosa avrebbe potuto mai dire? Non sapeva se stesse bene o se stesse male,era un incognita,non riusciva a leggere niente su quel freddo volto.
Poi lei alzò la testa e incontrò il suo sguardo,la vide distendere il viso ed infine aprirsi in un sorriso ed Ichigo,sentì il cuore riprendere a battere.
Era lei,era la sua Yui.
Senza nemmeno pensarci,gli fu sopra stringendola con forza. Yui rimase sorpresa da quel gesto così intimo,sentì il calore delle braccia di Ichigo attorno a se,le sentì forti mentre la stringevano e tutta la disperazione,la rabbia,la paura che aveva avuto svanirono come niente,lasciando solo spazio ad un sensazione piacevole che gli riscaldo il cuore: finalmente,si sentiva al sicuro. Affondo il viso nel suo kimono nero,respirando così il suo profumo ed infine lo strinse anche lei.
"Stai bene per fortuna!" Disse Ichigo stringendola ancora di più,Yui si lasciò cullare da quella meravigliosa sensazione.
"Si!" Disse con voce flebile,Ichigo si allontanò un poco afferrandogli il viso con le mani.
"Ti hanno fatto del male? Ti han.." Cercò di dire con preoccupazione,mentre osservava il viso in cerca di qualche possibile ferita.
"No,no, sta tranquillo. Mi sento solo un poco confusa,ma sto bene!" Rispose sorridendo leggermente. Quel sorriso bastò per calmarlo. Era andato tutto bene,pensò tranquillo.
Poi calò il silenzio,i due si resero conto di essere circondati da una moltitudine di persone ed imbarazzati,per essere ancora quasi abbracciati,si staccarono. Nascondendo il viso paonazzo.
Il vecchio comandante -capitano si mise a camminare.
"Ora seguitemi" disse con tono che non ammetteva repliche. Tutti lo seguirono,fino ad entrare nella stanza in cui normalmente si facevano le riunioni dei capitani. Tutti presero posto. Il comandante-capitano al centro,i capitani in doppia fila: una alla sua destra ,una alla sua sinistra.
Ichigo rimase un poco in disparte.
"Asai Yui,fatti avanti!" La chiamò con voce autoritaria ,il vecchio. Yui guardò un attimo Ichigo,poi avanzò in mezzo alla sala,bloccandosi al centro.
"I quarantasei hanno rilasciato il loro giudizio.- Disse il vecchio,guardandola.- La qui presente umana, Yui Asai ,viene riconosciuta ... Non colpevole. Poiché le circostanze in cui è venuta in possesso dei suddetti poteri è stata decretata come: un incidente. Detto questo, l'umana viene scagionata da ogni accusa."
Yui sentì il sollievo farvi spazio in lei,il peso enorme allo stomaco svanire,il cuore riprendere a battere tranquillo. Poco lontano anche Ichigo sorrideva felice nel sentire quelle parole.
"Sta di fatto che,- continuò improvvisamente il comandante-capitano,- dato che non è ancora stato scoperto come è avvenuta la trasformazione in shinigami,e come l'umana abbia avuto possesso di tali poteri; per la sicurezza della Soul society e della terra stessa,gli verranno confiscati tutti i suoi poteri!" Asserì autoritario.
"No!" Urlò Ichigo dietro incredulo.
"C..cosa??" Chiese incredula Yui.
"Non potete farlo,voi..." Continuò Ichigo raggiungendo Yui al centro della sala.
"Kurosaki Ichigo,questa è la mia decisione e non farò marcia indietro!!" Disse autoritario il vecchio comandante-capitano,incontrando lo sguardo del ragazzo. Yui non poteva credere a quelle parole,la sua vita da shinigami stava per finire,e lei non avrebbe potuto far niente per fermare quella decisione.
"Oh andiamo Yamjii,non sei troppo duro??" Chiese un uomo con un capello sulla testa ed un mantello rosa,che a Yui sembrò inizialmente così ridicolo.
"Suvvia Yamamoto-sensei,infondo non sappiamo se sia davvero pericolosa,possiamo tenerla in prova!" Disse ,l'uomo che Yui riconobbe essere uno di quelli che l'aveva condotta lì,l'uomo dai capelli bianchi e lunghi.
"Lei non è pericolosa,glielo posso assicurare. Non farebbe male ad un mosca e da quando è diventata uno shinigami mi ha solo aiutato. Urahara-san glielo potrà confermare. Lei non è un pericolo,ne per la terra, ne per la Soul Society!!" Cercò di spiegare Ichigo, con convinzione. 

"Non posso fidarmi di certo delle parole di un ex-shinigami che non fa più parte da tempo di questo mondo,Kurosaki Ichigo " Lo riprese il vecchio comandante.
"Ma..." Tentò di replicare il ragazzo.
"Nulla di ciò che mi dirai servirà a cambiare la mia idea" Lo riprese quello.
"Capitano-comandante!!" Lo richiamò una voce ,alle spalle dei ragazzi. Yui vide un uomo uscire dalla fila ed avanzare fino a superare loro.
"Chiedo il permesso affinché mi venga affidata questa umana." Affermò l'uomo con sicurezza. Tutti si voltarono a guardarlo sorpresi nella sala. Yui guardò le sue spalle,perplessa.

"La porterò nella mia divisione,la sottoporrò alle regole della caserma e la controllerò io stesso,per evitare che crei problemi. Farò in modo che i suoi poteri,se pur di provenienza sconosciuta,possano non creare alcun tipo di pericolo. Infondo e pur sempre un uomo in più nelle nostre file. Potrebbe esserci utile,sopratutto poiché versione in un costante pericolo. Qualora non lo fosse e risultasse una minaccia,mi prenderò la briga di eliminare io stesso il problema!" Concluse l'uomo con tono pacato e tranquillo .
"Byakuya!!" Disse Ichigo sorpreso.
"Per quale motivo vuoi prendere sotto la tua ala questa umana? Kuchiki Byakuya?" Chiese il comandante-capitano,osservandolo.
"Nessuno motivo specifico,sarebbe solo un po d'indulgenza! Nulla di più!" Rispose l'uomo composto. Calò il silenzio.
Il comandante-capitano osservò tutti loro,poi sbatte il bastone per terra.
"E cosi sia! Da oggi in poi,la qui presente umana Asai Yui,starà sotto la protezione del capitano della sesta divisione Kuchiki Byakuya! Qualora la suddetta ragazza diventerà un problema; sarà suo compito,capitano della sesta divisione, sbarazzarsene. Non importa in che modo! Si conclude qui la riunione!" Disse, sbattendo ancora il bastone e ponendo così fine a tutto.
I capitani intorno a loro iniziarono a disperdersi,ognuno per la propria strada,alcuni la fissavano di sottecchi scrutandola e studiandola.
"Dovevano cacciarla,non tenerla!!" Sibilò fra i denti la donna dai capelli corti,Yui la riconobbe,mentre gli passava vicino lanciandogli un'occhiataccia.
"Yuui!" La chiamò Ichigo,la ragazza si voltò verso di lui ,senza saper cosa dire,era successo tutto così velocemente che non riuscì a realizzarlo subito. L'unica cosa che sapeva era che i suoi poteri,almeno per quel momento,erano al sicuro.
"Andrà tutto bene,Byakuya ti terrà d'occhio. Lui ti tratterà bene!" Disse Ichigo tentando di spiegarsi,ma a lei sembravano parole così insensate.
"Asai-san!!" La chiamò una voce alle sue spalle,Yui si voltò incontrando per la prima volta il viso di quell'uomo.
Capelli neri lunghi,occhi scuri,viso delicato di un rosa che somigliava alla porcellana,quasi come quello di una bambola, e dei Kenseikan in testa. Fu un secondo,qualcosa d'impercettibile ,ma Yui sentì un moto di familiarità verso quell'uomo davanti a se,ma fu qualcosa di cosi veloce ed effimero che il secondo dopo,l'aveva già scordato.
"Il mio nome è Kuchiki Byakuya,capitano della sesta divisione, da quest'oggi lei sarà sotto la mia guida e tutela" si presentò l'uomo, dalla voce calda e tranquilla. La ragazza continuò ad osservarlo per un po',completamente catturata.
"Yui Asai. Non ho ben capito cosa sia successo,ma se la vostra intenzione è quella di tenermi qui,allora mi dispiace,ma ho una vita sulla terra!" Disse lei puntandogli lo sguardo contro,dura.
"Non mi importa quale vita tu abbia,ora sei una shinigami e finché non avrò deciso e valutato che tu non sia pericolosa,non lascerai questo posto,per nessuna ragione al mondo." Disse l'uomo un poco duro ,superandola.
"Quindi sono vostra prigioniera!" Commentò la ragazza, voltandosi verso di lui.
"Considerati più un'ospite,i prigionieri qui non vengono trattati con tale riguardo! Ora seguimi!" Disse l'uomo autoritario ,camminando senza aspettarla.
Yui guardò Ichigo con preoccupazione,poi segui l'uomo insieme a lui.
Camminarono in silenzio fino ad arrivare a quella che a Yui parve essere una caserma dove ,davanti alla porta principale vi era rappresentato il numero sei.
Entrarono in rigoroso silenzio,Kuchiki Byakuya si bloccò improvvisamente.
"Kurosaki Ichigo,questa è la caserma della sesta divisione,non vedo perché tu debba seguirci fino a qui" disse quello senza voltarsi.
"Mi dispiace Byakuya,ma non lascerò Yui da sola!"Rispose sicuro. Yui lo guardò un momento,sorrise leggermente,felice di sentire quelle parole.
"Ho detto che mi occuperò io di lei,stai forse mettendo in dubbio le mie capacità?" Chiese quello pacato,lanciandogli un'occhiata.
"Neanche per un secondo. Ma lei è nuova qui,non sa nulla di tutti voi,non posso lasciarla da sola in questo momento!" Rispose il ragazzo puntando lo sguardo su di lui.
"La istruirò su tutto ciò di cui a bisogno sapere! " Insistette l'uomo , voltandosi a guardarlo.
"Io rimango qui!" Ripete con fermezza Ichigo. Kuchiki Byakuya lo guardò affondo,poi si voltò di nuovo.
"Fa come ti pare!" Disse poi incamminandosi nella caserma buia e silenziosa. Aprì infine una porta ,facendo segno di entrare.
"Per oggi starai qui. Domani ti verranno dati i tuoi averi e ti sarà data una sistemazione." Yui guardò dentro la stanza: c'era un solo futon lontano in un angolo,una finestra e tanti scaffali e librerie. Yui guardò quella ,poi guardo l'uomo.
"So che non gli importa della mia vita,ma ce l'ho e devo prendermene cura,perciò la prego,se non ora,almeno domani,mi permetta di tornare a casa e di dire alla mia famiglia che sto bene. Non chiedo molto,solo..solo questo!" Disse la ragazza puntandogli lo sguardo contro. Byakuya la osservò enigmatico.
"Ne parleremo domani!" Disse senza dare risposta,poi scomparve nel buio della caserma.
Yui vi entrò,accese una luce e osservò la stanza sconsolata.
"Ed eccoci qui,per la seconda volta,rinchiusa in una stramaledetta stanza!!" Disse quella sbattendo una mano su di uno scaffale,arrabbiata.
Ichigo rimase in silenzio,poi chiuse le porte alle loro spalle. Trascinò il futon al centro e lo aprì. Yui l'osservò perplessa.
"Forza,è ora che ti riposi!" Disse poi sedendosi al fianco di quello.
"Come potrei riposare in momento del genere? " Chiese con disperazione Yui. Ichigo si alzò e gli andò incontro.
"Senti,hai resistito fino adesso,il peggio è passato,ora...ora devi solo pazientare. Giuro che non ti accadrà niente,e poi...- Disse sorridendo,- Io starò qui,non ti lascerò da sola,non questa volta!" Disse dandogli un colpo leggero sulla testa,poi tornò al fianco del futon e si sedette,batte una mano su quello facendo segno a Yui di coricarsi. La ragazza infine sorrise un poco e si mosse andando verso di quello,ormai arresa.
Si infilò dentro e si coricò,e nel momento in cui poggiò la testa sul cuscino, si rese conto di quanto fosse realmente stanca. Sentiva la testa e il corpo pesanti,infondo non dormiva dal giorno prima e quelle manette gli avevano prosciugato le forze,sarebbe bastato poco per addormentarsi,davvero poco ,eppure sentiva come se non potesse,come se non fosse al sicuro.
Ichigo nel frattempo spense la luce e si sedette al suo fianco. Rimasero così per alcuni secondi,Yui pensava di poterlo fare,doveva solo chiudere gli occhi e dormire,pensò,ma più voleva,più sentiva di non poterlo fare. Sentiva di avere una certa paura,una sensazione che gli attanagliava il cuore.
"Ichigo!" Lo chiamò nel silenzio.
"Si?" Chiese quello nel buio,sentire la sua voce,la calmò,anche se poco. Sembrava come se il silenzio ed il buio la facessero sentire sola,e anche se Ichigo era lì e lei non potesse sentirlo vicino. Si strinse su se stessa.
"Ichigo” lo richiamò ancora,il ragazzo si mosse un poco,mugugnò in risposta.
“Tu,ti prego.." Cercò di dire con tristezza,il ragazzo si destò sentendo il suo tono affranto.
“Che c'è?” Chiese dolcemente. La ragazza non rispose subito,sapeva che non era normale chiederlo,ma fu più forte di lei.
"Dormiresti insieme a me?" Chiese con voce spezzata,Ichigo non rispose subito. Yui si strinse su stessa,quasi impaurita da quel silenzio cosi odioso,si morsicò il labbro,sapeva di aver chiesto troppo,sopratutto a lui.
"Scusa non te l'avrei dovuto chiedere,mi dispiace!" Disse quella sconsolata, nascondendosi sotto le coperte.
Poi, sentì qualle spostarsi improvvisamente e Ichigo posizionarsi al suo fianco. Yui rimase un momento immobile,ringraziò il buio,mentre le sue gote diventavano rosse. Sapeva di aver osato chiedere troppo,ma pensare che lui avesse accettato ed averlo così vicino,la fece sentire un momento agitata.
"Ora dormi però!" La rimproverò il ragazzo. Yui sentì quelle parole così vicine,abbassò un momento la testa,immaginando quanto fosse vicino. Poi,cercò di allontanare quel pensiero.
“Ok” disse in un sussurro. Sentire la sua presenza affianco a se,sentire il calore del suo corpo la rilassò improvvisamente e si sentì al sicuro,vicino a lui. Quello trascinò via tutta la stanchezza e il nervoso provato fino quel momento,e cosi finalmente al sicuro,si addormentò beatamente.













Angolo dell'autore:

Ammetto di essere un poco in ritardo rispetto al solito,è stato un fine settimana impegnativo ù.ù

Questo sarà un bel punto di svolta per la nostra cara Yui,ora che a quanto pare,dovrà rimanere nella Soul Society per chissà quanto e sotto l'ala del caro Buakuya. (Bello lui xD). Non potevo affidarla a persona migliora *_*

 

Ringrazio come sempre Zephiel97 e Tammy1997 per le recensioni. Grazie davvero,mi fa sempre piacere ricevere le vostre opinioni e avvolte i vostri consigli.

Grazie anche a coloro che leggono la storia.


 

Un saluto da Cass.


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


"Welcome to your life;
there's no turning back "

Lorde

 

 

 

 

Dalla finestra penetrava prepotente la luce del sole, mentre una varietà di rumori si mescolavano nell'aria; erano lontani, eppure si sentivano cosi chiaramente.
La caserma della sesta brigata era ormai attiva già da tempo; Shinigami di ogni taglia camminavano fra i corridoi, i giardini e le stanze di quella struttura.
In quella piccola stanza, dispersa nella caserma, Ichigo e Yui continuavano a dormire senza preoccuparsi dei rumori.
Yui continuava a dormire girata su di un fianco, mentre un braccio, non suo, gli ricadeva sulla testa ed una gamba, sempre non sua, gli schiacciava la parte inferiore del corpo.
Dei passi vicini alla porta della stanza, più rumorosi del solito, destarono la ragazza dal suo sonno, che si sentì oppressa da un peso non suo. Tentò di muoversi ma non vi riuscì, impedita dal peso in eccesso. Infine, con forza si mise supine e si stiracchiò indolenzita, andando a colpire involontariamente qualcosa: qualcosa che mugugnò dal dolore.
Quando la ragazza si voltò ad osservare, trovò Ichigo intento a massaggiarsi la testa indolenzito.
"Che diamine!" Si lamentò il ragazzo,Yui gli lanciò un'occhiataccia.
“Potresti gentilmente toglierti da dosso!” Lo riprese, cercando di spostare il braccio da sopra il viso e e scansare le sua gamba.
“E tu potresti gentilmente smetterla di muoverti e colpirmi?” Disse , altrettanto scocciato il ragazzo.
“Non è colpa mia se tu mi viene sopra con la delicatezza di un rinoceronte, magari mi fermerei anche se non dovessi liberarmi da te " rispose quella riprendendolo.
"Sai cosa ti dico, la prossima volta dormi da sola! " Sputò quasi offeso il ragazzo.
"Infatti ho chiesto se dormivi, non se mi schiacciavi, idiota!" Gli rispose arrabbiata Yui spostandolo più in là, di tutta risposta Ichigo con mano cercò di spostare lei, quasi fosse una lotta.
"Sta zitta!!" Sibilò infastidito. Yui gli lanciò un'occhiataccia, poi si mise sedere stiracchiandosi.
Ichigo sbadigliò assonnato,Yui si voltò a guadarlo un momento.
Il ragazzo si fermò, sentendosi osservato.
“Che c'è?” Chiese perplesso.
"Sai, pensavo che non avresti mai accettato di dormire con me!" Disse Yui osservandolo.
"Perché dici questo?" Chiese Ichigo, mettendo le braccia dietro la testa e appoggiandosi ad esse.
"Perché una volta ho solo tentato di sedermi sul tuo letto e per poco non mi hai spezzato una gamba trascinandomi via, pensavo che dormire addirittura con una donna potesse essere, deplorevole, per una uno come te!" Scherzò lei sorridendo maliziosa. Ichigo rimase in silenzio, poi si mise a sedere di colpo arrossendo un poco.
"Non dire stronzate. Comunque non devi andare??" Chiese, cercando di non guardarla e cambiando argomento.
"Visto, diventi sempre suscettibile quando si parla di questo!" Lo stuzzicò la ragazza, sorridendo divertita.
"Ma perché non stai zitta!" La riprese Ichigo alzandosi. Yui l'osservò mentre rideva, poi prima che lui potesse muoversi gli afferrò una mano e si aiuto con quella ad alzarsi.
"Sei la solita testa arancione,- lo riprese divertita,- ma grazie!" Disse tornando seria.
Ichigo si voltò verso di lei, mentre quella l'osservava con i suoi occhioni castani. Sorrise un poco.
"Non devi ringraziarmi,non per questo!" Rispose con dolcezza. Yui gli strinse di più la mano d'istinto.
La porta dietro di loro scattò improvvisamente e la ragazza staccò la mano rapidamente da quella di Ichigo, mentre dentro la stanza il ragazzo dai capelli amaranto entrava dandogli il buongiorno.
"Renji!" Salutò Ichigo vedendolo.
"Ichigo, sei ancora qui?- Chiese sorpreso il ragazzo, poi si voltò.- Asai-san sono qui per condurla dal capitano; ci sono molte cose importanti che deve comunicargli!" Riferì il ragazzo.
Yui annuì e prima di uscire ripiegò il futon, riponendolo al suo posto, poi seguì il ragazzo fuori dalla stanza, seguita a sua volta da Ichigo.
La caserma era grande e vi era un grande via vai di persona; shinigami che mattinieri correvano da una parte all'altra. La ragazza li osservò catturata; infondo per lei era tutto così nuovo, si domandava come fosse la vita lì; fu quello il momento in cui un sorriso amaro si dipinse sul volto; di li a poco, l'avrebbe di sicuro saputo. Pensò sconsolata.
Si bloccò improvvisamente, i due ragazzi d'avanti, fecero lo stesso.
"Che c'è?" Chiese Ichigo, osservandola perplesso.
"Non mi faranno andare via, vero? Non mi permetteranno di tornare a casa per avvisare la mia famiglia?" Chiese verso il ragazzo dai capelli amaranto. Lui la osservò, poi scosse la testa.
"Non credo ti daranno mai un tale permesso. Sopratutto nelle condizioni in cui versi tu; ti terremo qui fino a che non avremo capito cosa abbiamo davanti. E' cosi che funziona qui" spiegò il ragazzo, con fare dispiaciuto. Yui l'osservò.
"Ma io ho davvero bisogno di avvisare la mia famiglia" cercò di spiegare, sperando che lui capisse.
"Mi dispiace" disse infine quello. Yui abbassò lo sguardo rattristita.
"Lo farò io" disse improvvisamente Ichigo, la ragazza si voltò a guardarlo confusa.
"Lo farò io, andrò sulla terra e sistemerò tutto. Prometto che non si preoccuperanno! Sai cosa ti dico? Andrò in questo preciso momento. Più tempo passa,più sarà facile che loro notino la tua assenza" spiegò il ragazzo. Yui l'osservò, avrebbe voluto abbracciarlo forte, si sentiva cosi grata verso lui. Il ragazzo gli sorrise e gli mise una mano sulla testa.
"Va tutto bene, ci penserò io. Tornerò prima che tu ti accorga della mia assenza!" Disse sicuro,Yui gli sorrise dolcemente.
"Grazie!" Disse con sincerità,il ragazzo fece spallucce.
"Ci vediamo!" Disse poi indietreggiando, fino a voltarsi e correre via.
"GRAZIE!" Urlò più forte verso di lui, il ragazzo alzò una mano e sparì fra i corridoi della caserma.

"Andiamo!" Disse il ragazzo dai capelli amaranto,Yui annuì poi lo seguì, mentre quello camminava con tranquillità all'interno dell'immensa caserma, fino ad arrivare
al giardino esterno, dove Kuchiki Byakuya aspettava all'ombra di un ciliegio.
Nel vederlo lì, Yui sentì per la seconda volta un moto di strana familiarità; questa volta fu una sensazione che ricordò.
L'uomo si voltò verso di lei, scrutandola in silenzio; quello sguardo la fece sentire a disagio, portandola ad abbassare il viso; c'era qualcosa in quel tizio che gli trasmetteva una strana sensazione, facendola sentire in soggezione davanti al suo fare così elegante e calmo.
"Asai-san!" La chiamò Kuchiki Byakuya, lei alzò lo sguardo.
"Credo che sia mio dovere dovergli restituire questa..." Disse l'uomo porgendogli la katana, che teneva nascosta dietro la giacca bianca. Yui la osservò sorpresa, la riconobbe subito e l'afferrò con una mano. Avere di nuovo quella katana con se la fece sentire completa, come se non averla con se significasse non avere una parte importante di se stessa ed ora capiva completamente le parole di Urahara, quando gli aveva detto che quella katana era parte della sua anima.
Yui si sentì bene, nel tenerla per mano, poi la ripose alla vita.
"Bene, ora Asai-san" la richiamò l'uomo.
"Mi chiami Yui!" Disse la ragazza bloccandolo, lui la osservò per un momento enigmatico.
"Bene,Yui-san. Ho alcune cose importanti da domandargli" disse l'uomo portando le braccia dietro la schiena,Yui l'osservò confusa.
"Yui Asai: sedici anni, nata a Karakura, giusto?" Chiese, l'uomo di spalle.
"Si, ma non sono nata a Karukara,sono originaria di Nagoya," Rispose la ragazza, che osservava l'uomo confusa; dove voleva arrivare?
"Bene quindi nata a Nagoya, vive a Karakura ed è una semplice umana. Mi è stato riferito che il modo in cui è diventata una shingami, sembra ancora essere sospetto e poco chiaro. Può raccontarmi com'è avvenuto?" Chiese lui sempre di spalle.
"Credo che lei sappia come sia successo, signore, non vedo perché debba raccontarlo una seconda volta!" Rispose la ragazza osservandolo contrariata. L' uomo si voltò a guardarla.
"Voglio che sia lei a raccontarlo,Yui-san. Per favore, mi chiami Byakuya" disse quello gentilmente, lanciandogli un'occhiata.
Renji, che stava poco dietro la ragazza, rimase sorpreso dalle parole del suo capitano; non capitava spesso che quello si facesse chiamare per nome da chicchessia.
Kuchiki Byakuya apparteneva ad una delle casate più nobili del Seretei, qualsiasi persona che approcciasse con lui gli portava rispetto con le dovute onorificenze e lui ovviamente le aspettava, eppure, per la prima volta nella sua vita, Renji aveva assistito a qualcosa di diverso. Cosa aveva quella ragazza di cosi speciale, da meritare il privilegio di chiamare il capitano per nome?
La ragazza sospirò, poi si diede coraggio.
"Sono morta tentando di salvare Kurosaki Ichigo; dopo di che, l'unica cosa che ricordo è di essermi svegliata con una katana fra le mani,ed un kimono nero" disse risoluta.
Byakuya la osservò per un momento, analizzando le sue parole; la ragazza continuò a mantenere il suo sguardo fisso su di lui, studiando il suo viso enigmatico e privo di emozione. Si sentiva sotto processo per la seconda volta ed anche questa volta mentì.
Non poteva sapere cosa avrebbe comportato riferire di quella donna alla camera dei quarantasei o parlarne a quelle persone. Era tutto troppo strano e innaturale e lei aveva avuto paura che quella storia potesse metterla in pericolo; così aveva deciso di omettere la parte in cui una donna le aveva offerto di diventare una shinigami.
Aveva deciso che sarebbe stato qualcosa che non avrebbe rivelato,non a tutti loro. L'unico che sapeva ogni cosa era solo Urahara ed era sicura che lui avrebbe tenuto il segreto, fino a che non fosse venuto a capo di tutta quella storia.
"Bene, K..Yui,- si corresse Byakuya. La ragazza lo guardò confusa.- Dato che ora sei sotto la mia guida, sarai un soldato della sesta brigata; come tale eseguirai i lavori che ne deriveranno: seguirai gli allenamenti a cui sono sottoposti tutti gli shinigami della divisione; qualora fosse necessario sarai spedita in missione; ed infine aiuterai il qui presente vice capitano nella sistemazione e compilazione di documenti e pratiche riguardanti la divisione. A partire da questo momento stesso, tu sarai a tutti gli effetti un componente della sesta brigata" asserì autoritario Byakuya.
"Per quanto?" Chiese Yui, Byakuya la guardò enigmatico.
"Per quanto sarà necessario!" Disse infine criptico, voltandosi. Yui lasciò ricadere la testa in avanti, sconsolata. Quello poteva solo significare una cosa: lei da lì non sarebbe andata via, se non dopo molto tempo.
"Se ci fosse qualsiasi problema, la prego, venga immediatamente da me senza esitazione!" Disse l'uomo incamminandosi verso la struttura. Yui lo guardò mentre spariva dentro alla caserma.
"Dannazione!" Sibilò con disperazione, Renji si voltò a guardarla.
"Asai-san! Io sono il vice capitano Abarai Renji; da oggi in poi seguirà i miei ordini e quelli del capitano!" Si presentò il ragazzo.
"Chiamami Yui, vice capitano" disse Yui voltandosi a guardarlo "va bene,Yui-san, ma basta solo Renji" disse quello sorridendo un poco,Yui annuì.
"Sarà dura vero?" Chiese, mentre il suo sguardo si perdeva chissà dove.
"Probabilmente si, ma non si preoccupi, andrà tutto bene!" La rassicurò il ragazzo,Yui gli sorrise grata, ma sapeva che non sarebbe stato così.

Il giorno dopo tutto ebbe inizio.
Fu presentata ai suoi compagni, come una componente ufficiale della brigata e questo sollevò non poche lamentele, da parte dell'intera divisione.
Una delle cose che Yui percepì da subito, fu l'astio che tutti provavano verso di lei; non era vista di buon occhio,non dopo che la storia della sua trasformazione si era sparsa per l'intero Seretei e nonostante fosse stata decretata innocente, c'era ancora chi l'accusava di essersi impossessata di quei poteri in maniera illecita. Cosa che non rese facile il suo cammino.
Fino ad allora, gli unici allenamenti che aveva seguito erano stati quelli di Urahara, che di solito svolgeva alla sera dopo la scuola; ma Yui si rese conto subito della difficoltà con il quale quelli si presentavano in quel luogo.
Era tutto un via vai frenetico dentro alla brigata: sveglia al mattino, quando ancora il sole non era sorto e subito allenamenti, fondamentalmente con la katana; subito dopo, seguiva Renji nelle occupazioni del vice capitano, portando documenti, compilandoli e sistemandoli nell'ufficio.
Il pranzo era veloce, ed era anche la parte più triste, dato che di solito se ne stava in angolo lontano da sola, cercando di essere il più invisibile possibile agli occhi sospetti della gente. La sera di solito, venivano reclutati per qualche missione o stava rinchiusa nell'ufficio del vice capitano a sistemare scartoffie.
Dopo qualche giorno quella routine era entrata nella sua vita così prepotentemente, da far sparire ogni altra cosa, quasi come se la sua vita sulla terra non fosse mai esistita.

Un giorno fra tanti, il capitano la chiamò nel suo ufficio e la informò che da quel momento in poi avrebbe seguito un particolare allenamento; fu così che si ritrovò a combattere con la gran maggior parte degli shinigami presenti nella caserma. Il risultato fu una convalescenza di quasi due giorni alla caserma della quarta brigata, in cui fu curata dal capitano Unohana; una donna gentile e allo stesso tempo inquietante, ma che Yui trovò comunque piacevole. 
Una volta guarita tornò di nuovo a combattere e seguire così la sua routine.
Dopo una settimana nella Soul society, Yui sentiva quasi di aver passato gran parte della sua vita in quel posto, tanto distorto sembrava il tempo in quel luogo.
Durante la settimana,Ichigo tornò più volte e rimase con lei più che pote, ma i suoi impegni non gli permisero di sostare nella Soul society più del dovuto; così si ritrovò spesso sola ad affrontare quel mondo cosi spaventosamente diverso.

Furono tante le volte in cui si trovò a ripensare alla sua famiglia, alla scuola e tutta la sua vita nella terra; ma in quel mondo così lontano, tutto sembrava essere solo un ricordo lontano.

La settimana seguente, il capitano dell'ottava, si presentò alla caserma con quel suo solito capello e quel mantello rosa e chiese di lei; dopo una riunione con il capitano Kuchiki, la ragazza fu affidata per qualche giorno al capitano dell'ottava.
Yui non riuscì a capire il motivo per il quale quell'uomo l'avesse voluta con se, ma si rese subito conto di quanto il capitano dell'ottava brigata fosse totalmente differente da Kuchiki Byakuya; mentre uno era la serietà fatta in persona, l'altro non aveva fatto altro che dire idiozie e flirtare con lei, come se fosse qualcosa di naturale. Per quanto tutto potesse sembrarle ridicolo e strano, si divertì parecchio a stare con lui.
Kyoraku Shunsui poteva anche sembrare un completo idiota, ma Yui capì immediatamente che non lo era per niente.
Nei giorni in cui rimase nella sua brigata, l'uomo la fece rilassare; gli offrì da bere ed insieme chiacchierarono allegramente; poi un giorno improvvisamente la guardò con sguardo deciso e serio e gli disse che voleva combattere contro di lei. Così fu.
Yui accettò nonostante sapesse quale fosse il divario fra loro, ma pensava che quell'uomo nascondesse molto più di quello che dava a vedere e si accorse che infondo quei pensieri, non erano affatto sbagliati. Il capitano Kyoraku era forte,era furbo ed era decisamente il tipo di avversario che nessuno avrebbe voluto contro. Continuava sempre a spuntargli alle spalle e fargli degli agguati, senza tanti convenevoli.
Yui cercò di stargli dietro più del dovuto, senza arrendersi, ma non riuscì comunque a stare al suo passo, nemmeno con tutta la determinazione che aveva; infine l'uomo, dopo aver passato gran parte del tempo a schivarla e divertirsi a buttarla giù, la mise al tappeto rapidamente.
Ci fu un momento, in cui l'uomo gli puntò una delle sua katane contro e la scrutò seriamente e Yui ebbe paura per un singolo momento di quello sguardo così serio, poi quello tornò a sorridere e gli allungò una mano per aiutarla ad alzarsi ed infine la invitò a bere del sakè, venendo poi malamente sgridato dalla sua vice.
Prima di lasciare la caserma dell'ottava il capitano Kyoraku l'aveva guardata negli occhi serio e gli aveva detto qualcosa, una cosa a cui Yui pensò e ripensò spesso, senza mai capire il reale significato.
"Tu mi ricordi qualcuno,Yui-san, qualcuno di molto speciale".
Quelle parole si stamparono nella sua mente, senza trovare una spiegazione.

Qualche giorno dopo Yui tornò alla caserma della sesta e riprese la sua routine; senza arrendersi, senza buttarsi giù.
Dopo due settimane nella Soul society, Yui riuscì ad integrarsi ed infine a farsi voler bene da quelle persone. La sua determinazione, quel suo fare diligente e quella sua volontà l'aiutarono a smentire le dicerie che si erano sparse riguardo il suo conto e mano a mano che il tempo passava, le persone iniziarono a conoscerla ed infine ad apprezzarla.
Ma quando pensava che finalmente le cose stessero iniziando ad andare bene, arrivò il giorno in cui un tizio dalle sembianze inquietanti arrivò alla caserma della sesta brigata, cercando per l'umana Yui Asai.
Yui sentì un brivido di terrore nel momento stesso in cui incontrò lo sguardo del capitano della dodicesima brigata, non che presidente dell'istituto di ricerca degli Shinigami: Mayuri Kurotsuchi.
Constatò fin da subito che quel tizio non gli piaceva affatto e cosi come la ragazza pensava, quel tizio portò solo brutte notizie.

 

***


Yui fu portata fino ai laboratori dell'istituto di ricerca, spogliata delle poche cose e scortata verso un enorme laboratorio al centro del quale risiedeva un lettino di ferro. La ragazza sentì un brivido percorrere il suo corpo mentre entrava dentro a quell'enorme luogo.
“Benvenuta” la salutò con quel sua vocina fastidiosa il capitano della dodicesima, la ragazza non gli rispose, gli lanciò un'occhiata contrariata.
“Prego” disse l'uomo facendogli strada, mentre dei collaboratori la fecevano coricare sul lettino, legandogli mani e piedi.
Sentiva il pericolo in quel posto,sentiva la paura invadere le sue vene e spaventarla a morte, mentre Kurotsuchi continuava ad osservala dall'alto con un sorriso stampato sul volto. La ragazza sentì lo stomaco torcersi nell'addome.
“Cosa vuole farmi?” Chiese titubante la ragazza, l'uomo sorrise ancora di più, compiaciuto.
“Oh un sacco di cose, tutte molto interessanti” disse leccandosi le labbra,Yui sentì il cuore battere più forte e strinse i denti, cercando di trattenere l'ansia.
“Osi farmi qualcosa in più di ciò che deve e giuro che quando scenderò da questo lettino rimpiangerà di essere nato!” Lo minacciò cupa e tetra. Il capitano della dodicesima affilò lo sguardo, mentre il sorriso sveniva dalle sue labbra.
“Sei coraggiosa a minacciare chi ti sta per esaminare! Yui Asai” disse scuro l'uomo, la ragazza percepì nel petto il cuore battere più forte dalla paura.
“Se Urahara-san non ha trovato nulla, allora non lo farà nemmeno lei, capitano Kurostuchi” tentò di dire la ragazza con sguardo duro, l'uomo rise divertito.
“Non starai osando paragonarmi a quello lì vero? Urahara Kisuke non è niente in confronto a me!” Rispose quello con una punta d'irritazione nel tono, mentre sorrideva con un ghigno.
“Né sicuro?” Chiese con arroganza la ragazza.
L'uomo contrasse la faccia in una smorfia, poi schiacciò un pulsante e veloce qualcosa la punse all'altezza del collo, introducendo un liquido caldo; dopo qualche frazione di secondo sentì il corpo perdere sensibilità fino paralizzarsi completamente, quello l'agitò profondamente.
L'unica cosa che riuscì a muovere furono solo gli occhi.
Kurotsuchi sorrise divertito.
“Ora, vedremo cosa nascondi. Yui Asai” disse con un ghigno, poi improvvisamente un'altra puntura e un liquido attraversò le sue vene, provocandogli un dolore lancinante, quasi avesse delle lame nel suo torrente sanguigno. Un gemito uscì dalla sua bocca ma nulla di più; avrebbe voluto urlare a squarciagola sotto quel dolore impossibile, sentiva il liquido espandersi ed attraversare tutto il corpo. Non riusciva a muoversi,non riusciva ribellarsi, l'unica cosa che riusciva a fare, era stringere gli occhi ed emettere urli, che non arrivavano mai fuori. Non fu capace dire quanto durò, ma dopo di quello arrivò una scossa, forte e potente. Il suo corpo si dimenò ma lei, non riuscì nemmeno ad urlare. Era madida di sudore ed il cuore sembrava scoppiare nel petto, aveva paura e l'unica cosa che avrebbe voluto fare era urlare e scappare, ma nessuno l'avrebbe sentita,nessuno sarebbe andata a salvarla: era un incubo,era tutto in incubo. Pensò terrorizzata.
Trattenne le lacrime, con tutta se stessa.
Non voleva dare la soddisfazione di farle vedere scendere quelle lacrime, poi lo vide un bisturi avvicinarsi al suo corpo, cercò di muoversi, per allontanarsi da quello ma il suo corpo non lo fece e quello si avvicinò fino a che non sentì lama sulla pelle ed infine, quella scavare affondo tanto da provocargli un dolore talmente profondo e lancinante, da farla svenire completamente.
Si ricordò solo qualche frammento: il viso di Kurotsuchi; alcuni macchinari su di lei,qualche dolore quasi impossibile da sopportare, tutto lontano,tutto troppo vero.

Quando si svegliò, una fiocca luce entrava da qualche finestra colpendola dritta agli occhi. Yui aprì lentamente gli occhi sentendoli estremamente pesanti, li stropicciò, si sentiva stanca e indolenzita, come se qualcuno avesse calpestato il suo corpo. Cercò di mettere a fuoco ed infine, davanti ai suoi occhi comparve una stanza che lei non riuscì a riconoscere; era bella, ordinata, luminosa. Per un secondo rimase spaesata, non ricordava cosa fosse successo, ne dove si trovasse; poi i ricordi riaffiorarono e lei si strinse su se stessa impaurita. Sentì le lacrime agli occhi bruciare, guardò il suo corpo e le vide: terribili cicatrice deturpargli la pelle.
Sentì il cuore fare male nel petto al ricordo di ciò che aveva passato. Lentamente lasciò che la testa ricadesse in avanti, appoggiandosi alle ginocchia. Ed infine quelle lacrime uscirono fuori con prepotenza. Non avrebbe saputo dire dove si trovava; aveva paura che quell'uomo la cercasse di nuovo, voleva solo tornare a casa, si ripete dentro e pianse con disperazione.
Poi sentì dei passi veloci avvicinarsi verso di lei e spaventata si allontanò, rannicchiandosi in qualche angolo lontano della stanza.
“Yui” la chiamò una voce, ma lei non alzò il viso, troppo spaventata per farlo; infine sentì delle braccia circondarla.
Cercò di ribellarsi impaurita per liberarsi, ma quelle la strinsero ancora più forte.
“Va tutto bene, è tutto finito. Sta tranquilla. Non ti succederà più nulla” disse la voce con dolcezza,ed infine lasciò che quelle la cullassero, mentre le lacrime scendevano silenziose sul viso.
Quando si riprese, asciugò il viso e alzò lentamente la testa, incontrando il viso di Kuchiki Byakuya, che la osservava con tristezza e preoccupazione. Si sorprese di trovarlo lì, ma sopratutto si sorprese di sentire le sue braccia che la stringevano; eppure non si allontanò da lui, rimase stratta, come se quelle braccia potessero farla sentire al sicuro, senza che lei sapesse spiegarsi il perché.
“Mi dispiace” sussurrò quello con dispiacere. Yui strinse gli occhi.
“Mi dispiace davvero tanto” ripete con tristezza l'uomo. Yui l'osservò, poi gli sorrise.
“Non è colpa sua” disse con voce spezzata. L'uomo la strinse ancora di più, poi delicatamente la presa in braccio e la riportò nel futon. Infine e l'adagiò delicatamente, per poi ricoprirla. Rimase lì ad osservala in silenzio e sistemargli un panno bagnato sulla fronte, per far abbassare il calore del corpo, eccessivamente alto. Si prese cura di lei, fino a che quella, sfinita, non si addormentò di nuovo.
Quando Yui riaprì di nuovo gli occhi, era di nuovo giorno. Non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato, ma il suo corpo non doleva più come prima. Si alzò dal futon,ancora barcollate e camminò fino ad aprire le grandi ante e lasciando il che il sole e l'aria fresca la colpissero.
Sentì un leggero sollievo, poi i suoi occhi incontrarono la figura di Ichigo seduta sul pavimento, che distratto guardava lontano. Il cuore perdese un battito e si riempì di gioia.
“Ichigo” sussurrò la ragazza incredula, quasi con paura che quello potesse essere solo un sogno, ma quando il ragazzo si voltò, lei capì che non lo era. Era tutto vero.

Il ragazzo spalancò gli occhi e si alzò rapido correndo ad abbracciarla.
Yui si lasciò stringere dalle sue braccia, affondando il viso nel suo kimono; gli era mancato così tanto, sentiva il cuore battere rapido nel petto, tanta era la felicità di vederlo.
Lui era l'unico che gli ricordava che lontano da lì, c'era la sua casa, la sua vita, c'era la sua famiglia.
“Mi dispiace Yui, perdonami. Mi dispiace di averti lasciato sola. Io..mi dispiace” continuò a ripetere con tristezza, mentre la stringeva. La ragazza non trovò la forza di parlare, ma continuò a stringerlo forte, senza lasciarlo andare.











Angolo dell'autore:


Premessa: sappiate che questo capitolo è stato un travaglio per me,non è stato per niente facile da gestire.
Il capitolo era pronto da tempo, ma io ho avuto la brillante idea di modificarlo ed il risultato è stato una tragedia. Credo di aver trovato molta difficoltà e sopratutto non sono sicura del risultato,perciò sono qui a chiedere venia. Qualora trovaste degli errori,vi prego di perdonarmi,ho davvero tentato di renderlo il più normale e corretto possibile,ma non so..non mi suona (ho gli occhi storti a furia di leggerlo D:)

Comunque tragedia a parte,finalmente (per la gioia di Zeph) è comparso il caro Mayuri. (Bello lui xD)

So che la scena è un poco,diciamo...cruda; inizialmente era molto più “delicata” ,ma poi ho pensato che uno come Mayuri non ci sarebbe mai andato tanto leggero davanti ad una bella cavia umana dai poteri sconosciuti e quindi è uscito così. (Povera la mia Yui).

A parte questo spero che comunque possiate apprezzarlo e mi farebbe molto piacere se lasciaste un commento per farmi sapere cosa ne pensiate e darmi anche dei suggerimenti,quelli sono super ben accetti!

 

Ringrazio come sempre Zephiel97 che non mi abbandona mai e anche iivirtex_silent (spero di non essere tornate tremila passi indietro con questo capitolo).

 

Un grazie anche a YuaK che ha messo la stroia fra le preferite. Grazie *__*

Bene ora vi lascio.
Un saluto.
Cass.

 


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"The time will come when you'll have to rise
above the best and prove yourself,
your spirit never dies!"

Imagine dragons


 

 

 

Yui si trovava ancora nella casa dei Kuchiki, sempre cosi elegante e silenziosa, rappresentava alla perfezione la nobiltà che si portava dietro il suo nome. Aveva passato lì quasi una settimana, servita e riverita, ma stare in quella casa l'aveva fatta sentire terribilmente di peso; essere tratta con tale gentilezza da quelle persone, sentire il loro affetto nonostante la consocero da così poco, l'aveva fatta sentire a disagio. Sapeva di non meritare tutto ciò, ma sopratutto sapeva che non avrebbe mai potuto ripagare tutta quella gentilezza.

Il vento soffiò leggero investendola un momento, mentre davanti ai suoi occhi il sole illuminava il giardino di quella bellissima casa.
Dopo tutto ciò che era successo si sentiva strana; non avrebbe mia immaginato che la sua vita potesse improvvisamente prendere una piega del genere e ciò la rese triste. Strinse i pugni inconsapevolmente, mentre la furia bruciava dentro al suo cuore, dopo tutto ciò che aveva passato si era fatta una promessa: Kurotsuchi Mayuri l'avrebbe pagata per ciò che aveva fatto, di questo ne era sicura, pensò scura.
Poi il suo pensiero si soffermò su di lui: Kuchiki Byakuya.
Quell'uomo per lei era una vera propria incognita; aveva passato una settimana nella sua casa e l'aveva visto poche volte, per via del lavoro e nonostante ciò la sua testa non  aveva fatto altro che pensare ciò che era successo; poteva ancora sentire la sua voce calda che la consolava e le sue braccia che la stringevano. Yui si era chiesta più volte come poteva quell'uomo all'apparenza così freddo e distaccato, sempre così supponente, aver fatto qualcosa di così intimo, perché si sarebbe aspettata qualsiasi comportamento, ma non quel riguardo verso di lei.
Non riusciva a capire la sua gentilezza e non riusciva nemmeno a comprendere quei suoi sentimenti di familiarità verso di lui. Era tutto così strano, pensò confusa.
Abbassò la testa un poco rassegnata incontrando la zampakuto posata sulle gambe.
Si era ripromessa di riuscire a scoprire il suo shikai, ma dopo tutto quel tempo non era ancora riuscita in niente di ciò che si era preposta di fare. Si sentiva così amareggiata, dopo tutta la fatica e gli allenamenti, dopo tutti gli sforzi lei era ancora lì, ferma al punto di partenza. Afferrò la katana stringendola fra le mani; lei voleva sapere il nome della sua zampakuto, lo voleva con tutta se stessa e l'avrebbe scoperto, a qualunque costo, pensò sicura.

Infondo quella era parte della sua anima e lei avrebbe fatto di tutto per conoscerla.
Si alzò dalla veranda in cui era seduta e decisa andò verso al giardino, sfoderando la sua katana blu notte.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa, pensò, mentre iniziava ad allenarsi.

Non seppe dire quanto tempo lo fece; le mani dolevano sotto la pressione che esercitava sul manico della sua zampakuto, era madida di sudore e sentiva il corpo indolenzito. La sera era ormai calata, ma lei non aveva intenzione di fermarsi, voleva il suo shikai, voleva sapere il nome della sua zampakuto e continuò, ancora ed ancora, fino allo stremo delle forze.

Fu solo quando vide una mano posarsi sulle sue, strette alla katana e bloccare i suoi movimenti , che la ragazza si fermò; sussultò spaventata e si voltò a guardare chi fosse.
“Ora basta,Yui-san. Lei non era ancora pronta per questo” disse alle sue spalle l'uomo con voce calma. La ragazza lo guardò un momento incontrando i suoi occhi, mentre cercava di rallentare il respiro affaticato.
“Lo so, ma io devo..” Disse con sicurezza, l'uomo la guardò un poco perplesso.
“Perché si sta spingendo così al limite?” Chiese l'uomo, senza capire.
"A mai desiderato cosi ardentemente qualcosa, da volerla raggiungere a tutti i costi?" Chiese la ragazza con sguardo serio, Byakuya non rispose.
"Non mi importa di riposare. L'ho fatto anche abbastanza, non posso mollare adesso! Io devo assolutamente riuscire a scoprire il nome della mia zampakuto!" Disse la ragazza sicura, puntando lo sguardo su quello dell'uomo.
“Mi dia della pazza, ma se per raggiungerlo dovrò lavorare più duramente, allora lo farò” continuò dura. Byakuya rimase un attimo ad osservarla serio, poi sorrise leggermente. Yui lo guardò sorpresa, spalancando un poco gli occhi; non aveva mai visto quell'uomo sorridere e la dolcezza con il quale l'aveva fatto, l'aveva spiazzata completamente.
Fu una sensazione strana, ma si sentì felice nel vedere quel sorriso; come quando vuoi che una persona cara sorrida con sincerità, perché dentro sai che quel sorriso
significa solo una cosa: che tutto va bene.
Lo stesso fu quello che provò Yui, ma non seppe darsi una valida spiegazione per quella strana sensazione ed era qualcosa che capitava spesso con quell'uomo.
"Sai,Yui-san tu mi ricordi spesso una persona, una persona che come te cercava sempre di raggiungere i proprio obbiettivi ad ogni costo; era sempre così ambiziosa e sempre pronta a dare tutto, persino se stessa. Tu me la ricordi tantissimo, in ogni aspetto, in ogni sorriso..." Disse l'uomo incantandosi a guardare il volto della ragazza.
"Sei cosi..." Ma non finì la frase, perdendosi nei suoi pensieri. Yui lo guardò perplessa, poi sorrise un poco.
"Spero che non fosse un caso perso come me" scherzò la ragazza toccandosi la testa un poco imbarazzata. Byakuya alzò il viso osservandola poi, inaspettatamente scoppiò a ridere e Yui, per la seconda volta, rimase stupita.
"Be, purtroppo non posso dirti il contrario!" Disse l'uomo divertito,Yui rise.
"Be mi dispiace Byakuya-san, a quanto pare non ha molta fortuna" disse la ragazza ridendo, Byakuya la seguì, lei fu grata di sentire quella tenera risata.
“Invece lo sono” disse infine Byakuya tornando serio e guardandola negli occhi un momento. Yui sentì il cuore perdere un battito nel petto, mentre quello sguardo profondo la scrutava, non disse altro, sorrise leggermente per poi abbassare la testa con il viso leggermente paonazzo.
"Se sei d'accordo, domani potrai tornare ad allenarti. Questa volta però, passerai a un livello superiore!" Disse l'uomo voltandosi, Yui alzò la testa sorpresa.
"Cosa intende?" Chiese perplessa.
"Voglio dire che da domani inizierai a combattere contro il vice capitano Renji. E' arrivato il momento che tu ti scontra con qualcuno di più forte, infondo eri abituata a combattere contro Ichigo Kurosaki e lui è un livello capitano; per iniziare andrà bene un livello vice capitano!" Disse poi incamminandosi verso la villa. La ragazza rimase immobile, stupita da quelle parole, sorrise felice.
“Quando avrà raggiunto un buon livello, allora il suo avversario sarò io” disse sicuro, poi sparì fra le stanze dell'enorme casa, mentre la ragazza fremeva, eccitata dalla voglia di poter iniziare.

I combattimenti contro Renji erano tutta un'altra cosa; Yui aveva combattuto con la metà degli shinigami presenti dentro alla caserma della sesta brigata, ma nessuno di loro era minimamente vicino al livello di Ichigo, ne tanto meno a quello Renji. Era una fatica combattere contro quel ragazzo, tutt'altra cosa rispetto al combattere con quella testa arancione. Renji possedeva uno shikai che Yui trovò particolarmente bello; a differenza di quello di Ichigo, che era in continuo rilascio e non cambiava la forma della sua katana, quello di Renji la trasformava completamente; cosa che la stupì. Mentre nei combattimenti con Ichigo, Yui doveva stare attenta alla velocità con la quale quello si spostava, alla potenza dei suoi colpi e alla forte reiatsu che emanava; con Renji era tutta un'altra cosa. Il fatto che la sua katana potesse allungarsi, scattando ogni volta che lui lo volesse la costringeva a combattere a distanza, a differenza di quanto era abituata a fare contro Ichigo; inoltre era meno veloce della testa arancione e la sua reiastu era più stabile è meno potente.
Erano poche le volte che poteva combattere vicino al ragazzo, costretta da quella maledetta zampakuto ad allontanarsi. Tra loro esisteva una grande differenza, ma il fatto che Renji fosse palesemente più forte, non faceva perdere d'animo la ragazza.

Il tempo che Yui non passava a combattere con Renji, era tempo che veniva utilizzato per allenare il corpo a corpo sotto direttiva dello stesso Byakuya che la osservava lavorare nella sua villa, giorno per giorno.

 

***


"Dai tieni!" Disse Renji porgendogli una tazza. Yui vi guardò dentro confusa.
"Si è un goccio di sake. So che a quanto pare sei piccola, non so come funziona sulla terra, ma infondo cosa può farti solo un goccio?" Chiese quello grattandosi la testa imbarazzato, Yui sorrise divertita.
"Sai cosa ti dico, al diavolo i sedici anni!" Rispose alzando il bicchiere e facendolo scontrare con quello di Renji.
Si trovavano in locale da qualche parte nel seretei, dove Renji l'aveva portata per staccare un poco dalla routine giornaliera e monotona che stavano vivendo, finalmente libera dagli allenamenti. La ragazza si guardava intorno curiosa e divertita nel vedere la moltitudine di shinigami, che sereni e felici, chiacchieravano, discutevano e bevevano.
Yui non seppe dirlo con certezza, ma gli piaceva quell'aria di spensieratezza; fino ad allora il seretei gli era sembrato un posto cosi tremendamente serio e duro, ma vedere quell'allegria generale la fece sorride, anche se per poco, prima che la tristezza la invadesse di nuovo.
"Ci riuscirai, sai!" Disse il ragazzo davanti a lei. Yui si destò dai suoi pensieri, lo guardò.
"Sei forte! Insomma per essere una shinigami da cosi poco tempo sei brava, sai combattere ed hai una buona tecnica, senza parlare della tenacia. Avvolte mi fai paura, quando fai quello sguardo duro di chi vuole vincere ad ogni costo!" Disse il ragazzo scherzando, Yui rise.
"Quale alternativa avrei? Lasciarmi battere senza nemmeno un briciolo di volontà? Forse la tenacia è l'unica cosa che mi resta. Non posso battervi con la forza, ne con l'esperienza, ne tanto meno con uno shikai, ma posso battervi con la tenacia e un poco di forza di volontà, no? Insomma se non avessi nemmeno quella, sarei davvero da buttare!" Disse la ragazza, poggiando la testa sulla mano, con il gomito sul tavolo, pensierosa.
"La volontà è più forte di molto altro sai? Diamine, tu mi ricordi cosi tanto quel Kurosaki là, sempre pronto a dare se stesso per ottenere ciò che vuole. E così che ha fatto per salvare Rukia, lui è la sua tenacia!" Disse quello, bevendo un altro sorso di liquore.
"Salvare Rukia?" Chiese Yui, senza capire.
Fu quello il momento in cui Renji gli raccontò ogni cosa: la storia di come Ichigo diventò shinigami; di Rukia che gli diede i suoi poteri e che poi venne arrestata e condannata a morte; come quella testa arancione sia corsa da lei, privo di esperienza, solo con la forza di volontà a salvarla; di come sia riuscito contro ogni previsione a battere vice capitani e capitani ed infine salvarla e battere persino uno come Kuchiki Byakuya.
Poi gli raccontò del suo capitano; della sua storia, della moglie deceduta per malattia; del suo legame con Rukia; di come loro erano cresciuti insieme da bambini; di come poi lei era stata adottata dalla famiglia Kuchiki.
Yui rimase ad ascoltare incantata dalle parole del ragazzo, parole che gli fecero comprendere molte cose e che gli chiarirono molti fatti, ma soprattutto gli aprirono la mente; per la prima volta vedeva il quadro completarsi ed ogni pezzo del puzzle andare al suo posto. Poteva capire il legame tra Ichigo e Rukia e quello tra la stessa ragazza e il capitano Kuchiki. Finalmente, anche lei sapeva.
"Sai, sei il capitano Kuchiki ti ha permesso di stare a casa sua, di chiamarlo per nome e di allenarti con lui, devi essere una persona davvero speciale per lui!" Concluse Renji, bevendo l'ennesimo bicchiere di sake. Quelle parole la sorpresero parecchio, perché Renji pensava fosse una persona speciale per Kuchiki Byakuya? Infondo lei era solo una persona come le altre, anche se molte delle sue azione l'avevano sempre insospettita; cosa mai aveva di speciale agli occhi di quell'uomo?
Ma non seppe mai la risposta, perché Renji la riaccompagnò nella villa dei Kuchiki.
"Grazie, Renji. Mi serviva una serata del genere" disse la ragazza, sorridendogli grata.
"Oh figurati, serviva anche a me!" Disse grattandosi la testa, entrambi risero.
"Sei una brava persone, Renji Abarai. Sono felice di averti conosciuto!" Disse la ragazza tornando seria. Renji la guardò, colpito da quelle parole cosi dirette, sorrise.
"Sai, tutti dicono che tu possa essere pericolosa, ma la verità è che sono loro quelli pericolosi; tu sei solo una meravigliosa umana!" Disse il ragazzo dandogli le spalle e andando via. Yui rimase sorpresa per un momento.
"Ci vediamo domani, preparati, perché ti faccio a fette" disse quello sparendo poi in un angolo. Yui sorrise, grata.

Il giorno dopo alla solita ora, Yui si trovava nel luogo in cui era solita incontrare Renji per gli allenamenti, puntuale e pronta per affrontarla; ma Renji non arrivò.

La ragazza lo aspettò a lungo, in mezzo al verde di quella foresta un poco lontana dal saretei, leggermente preoccupata per il suo insolito ritardo e quando ormai pensava che non sarebbe più arrivato, Renji spuntò all'improvviso con uno sguardo visibilmente preoccupato sul voltò. La ragazza si mosse verso di lui, rallegrandosi nel vederlo.
"Renji!! Pensavo non saresti.." Ma si bloccò, mentre alle sue spalle spuntava Kuchiki Byakuya. Yui lo guardò perplessa.
"Che cosa succede?" Chiese confusa la ragazza, senza capire.
"Mi dispiace" sibilò Renji, visibilmente dispiaciuto. Yui lo guardò ancora più confusa, poi spostò il suo sguardo sul capitano della sesta, cercando qualche risposta.
Fu quello il momento in cui li vide, tutti i capitani del seretei incamminarsi in quel luogo, seguiti dal capitano-comandante. Yui trasalì nel vederli, cosa ci facevano loro lì? Si chiese un poco spaventata.
Li osservò fermarsi davanti a lei, in una composta fila.
"Asai Yui, umana shinigami, – parlò il comandante capitano, - oggi affronterai in combattimento uno dei nostri capitani!" Asserì quello con il suo solito fare autoritario. La ragazza spalancò gli occhi.
"Un..un capitano? Ma io non sono abbastanza forte per..." Ma il capitano comandante non l'ascoltò.
"Quest'oggi affronterai il capitano della decima divisione Histugaya Toshiro!" Concluse sempre autoritario il vecchio, mentre da dietro alle sue spalle, un ragazzino di poco più di dieci- undici anni, dalla chioma argentea e gli occhi di ghiaccio, avanzava verso di lei.
Yui lo scrutò affondo, era solo un bambino ed era già capitano? Poteva davvero essere possibile?
Quando il ragazzino la guardò freddamente, sentì un brivido passargli per la schiena. Si forse era possibile, pensò rispondendosi.
Il ragazzo si mise poco lontano da lei, in posizione. Yui cercò di dire qualcosa, ma dei passi frenetici che correvano verso di loro, la distrassero.
"Aspettate, non potete farlo!" Urlò una voce e Yui fu felice di sentirla. Ichigo spuntò alle spalle dei capitani, seguito da una donna che non aveva mai visto prima.
Quando quella incontrò il suo sguardo, sgranò gli occhi sorpresa,Yui ne non capì il motivo.
"Kurosaki Ichigo, quante volte ancora dovrai osare intrometterti in faccende che non ti riguardano?" Tuonò il comandante capitano arrabbiato.
"Vecchio, ma lei... Yui non può combattere contro un capitano! Non ha nemmeno rilasciato la sua zampakuto. Non potete farlo!" Disse Ichigo con insistenza.
"Ha ragione, comandante-capitano!" Intervenne la donna dalla pelle scura, gli occhi ambrati tendenti al giallo ed dei capelli viola scuro. Per un secondo, sentì di aver già visto quella donna ed ancora una volta non seppe dire se quella sensazione fosse reale o meno.
"Niente obbiezioni. L'umana combatterà contro il capitano della decima divisione e non verrà cambiata decisione!" Asserì quello sbattendo il suo bastone per terra. Yui guardò Ichigo, che dietro alle spalle dei capitani la guardava con preoccupazione, poi fece un respiro profondo e andò al centro di quella spiazzo immerso nel verde, raggiungendo il ragazzino.
Non aveva scelta, sapeva che non poteva nulla contro un capitano, ma se volevano così, lei l'avrebbe dovuto fare. Strinse i pugni, avrebbe cercato di dare tutto, pur di dimostrare a tutti loro che lei, non si sarebbe arresa.
"Va bene, se volete farmi combattere, lo farò. Fatti avanti, ragazzino!" Disse Yui estraendo la katana blu notte dal fodero.
Aveva paura, tanta paura, le sue mani tremavano più del dovuto attorno al manico della katana, Yui cercò di stringerla di più per bloccarle.
Il cuore nel petto batteva all'impazzata, sentiva quasi la nausea da quanto era agitata, mentre il ragazzo dai capelli argentei si posizionava davanti a lei e con tranquillità estraeva la sua katana.
"Con molto piacere, Umana!" Sibilò quello freddo come il ghiaccio. Yui deglutì, doveva farsi forza, ma non fece in tempo a pensarlo, quel ragazzo velocissimo gli fu davanti; Yui parò il colpo di katana per puro istinto; non si era accorta di lui, se non quando quello gli era comparso davanti. Si riprese mettendosi di nuovo in posizione e iniziarono cosi lo loro scontro.
Il ragazzino era davvero veloce, assestava colpi potenti e ben indirizzati; Yui cercava di dare il massimo, tentando di studiare quel ragazzo e le sue mosse, cercando di stargli dietro, mentre quello si muoveva come un fulmine davanti a lei.
Histugaya andò ancora all'attacco, questa volta scaraventando la ragazza lontano;Yui si rialzò, ancora un poco tremante, strinse la katana prendendo la rincorsa e andando contro al ragazzo, che parò il colpo di katana con grande facilità. Quando Yui gli fu vicina lo colpì con calcio, spostandolo lontano. Quello si rimise dritto con rapidità, come se non avesse mai ricevuto il colpo.
"È arrivata l'ora di fare sul serio no?" Disse con fare glaciale, Yui sgranò gli occhi, quello non era serio? Eppure era già in grossa difficoltà, cosa avrebbe fatto adesso per fermarlo? Penso spaventata.
"Sōten ni zase; Hyōrinmaru " sibilò il ragazzo. Improvvisamente il cielo sopra di loro si fece scuro, la temperatura calò improvvisamente diventando fredda, fino a gelarsi; dalla spada del ragazzo, con grande potenza, strisciò fuori del ghiaccio che divenne un enorme e gigantesco drago. Yui rimase paralizzata da quella visione; se fino ad allora aveva pensato che quello di Zabimaru fosse un bel shikai, quello del ragazzo lo batteva su tutto. Non poteva credere ai suoi occhi, mentre davanti a se un vero dragone di ghiaccio prendeva le sue forme.
Yui rabbrividì ,sia per il freddo che per ciò che stava capitando davanti a suoi occhi. Histugaya, da lontano mandò all'attaccò il suo dragone; Yui strinse la katana poi si spostò dalla traiettoria, ma quello la inseguì pericolosamente. Yui tentò di colpirlo con la sua zampakuto, ma si rese conto essere inutile, cercò di allontanarsi il più possibile. Sentiva il suo corpo infreddolito dalla bassa temperatura, cercò di non pensarci.
Il dragone andò di nuovo all'attacco; la ragazza scappò, cercando di stargli il più lontana possibile. Aveva un unico modo di poterlo battere ed era quello di avvicinarsi al ragazzo; doveva cercare il combattimento ravvicinato.

Schivò un'altra volta il dragone che pericoloso, schizzò verso di lei.
“È davvero l'unica cosa che sai fare umana? Scappare non ti aiuterà!" Disse Histugaya, dall'alto circondato da Hyorinmaru. Yui lo guardò, aveva ragione ma cosa avrebbe dovuto fare? Si chiese disperata.
"Combatti! - Sibilò il ragazzo. - Ho sei troppo codarda per farlo?" Disse duro il ragazzo. Quelle parole bastarono per infuriarla, strinse i denti; ancora una volta, quegli shinigami la guardavano dall'alto al basso, senza rispetto. Yui rafforzò la presa sulla katana e saltò andando all'attaccò; schivò il drago, saltandogli sopra poi corse sul suo dorso, dritta verso il ragazzo, ma il dragò tentò di colpirla da dietro.
"Attenta!" Urlò la voce di Ichigo da lontano e fu un secondo. Nemmeno lei seppe dire come eppure lo fece di nuovo: con uno scatto veloce e impercettibile, fu dietro le spalle Histugaya e tentò di colpirlo con la katana, ma quello si voltò pronto a parare il colpo.
Yui si spostò di lato, sempre con il passo veloce e lo colpì con l'ennesimo calcio, poi si mosse rapida cercando di allontanarsi. Aveva il fiatone, quel passo cosi veloce gli era costato forza e reiatsu
"Quello era il mio shunpo!" Sibilò Yoruichi incredula, da dietro le spalle dei capitani. Tutti si voltarono a guardarla.
"Dove diavolo l'ha imparato? Sei stato tu?" Chiese rivolta a Ichigo. Quello scosse la testa facendo spallucce, Yoruichi guardò Byakuya.
"No, è la prima volta che glielo vedo fare" rispose pacato il capitano Kuchiki, poi tornò a guardare la ragazza. Anche lui aveva già visto quello shunpo, ma non da Yoruichi.
Tutti rimasero stupiti per ciò.
"Allora è stato Urahara?" Chiese ancora la donna, cercando risposte.
"No, nessuno gliel'ha insegnato. Lei l'ha fatto e basta!" Disse Ichigo guardando la ragazza. Yoruichi rimase confusa, poi incrociò le braccia al petto.
"Io ho già visto quello shunpo! " Sibilò fra se e se, poi guardò verso la ragazza ed infine verso Byakuya; entrambi si scambiarono uno sguardo, fu quello il momento in cui Yoruichi capì.
Nel frattempo il combattimento riprese, mentre Histugaya andava all'attacco con le norme dragone. Yui tentò di ripetere la stessa cosa, ma non ci riusci; finì più volte quasi colpita da quel dragone e scaraventata lontano. Histugaya andò nuovamente all'attacco, preceduto da Hyorinmaru e quando Yui lo schivò, la katana di Histugaya la colpì al braccio aprendogli un enorme squarcio, la ragazza si allontanò il più rapidamente possibile, ricadendo a terra per il dolore, mentre il braccio pulsava e il sangue caldo colava copioso. La ragazza tentò di alzarsi, mentre sentiva il fiato corte e la vista annebbiata.

"Rialzati, umana! Combatti" disse ancora Histugaya. Yui tentò di mettersi in piedi cercando di non cascare, mentre il dragone gli andava addosso con violenza colpendola ad una gambe. Yui urlò dal dolore mentre quella si ghiacciava completamente. Poi Histugata spuntò alle spalle la colpì ancora con un calcio, facendola volare dalla parte opposta ed infine gli fu sopra aprendogli un altro squarcio dietro la schiena. La ragazza si schiantò a terra, ormai completamente sopraffatta.
"Yuui!" Urlò Ichigo tentando di correre verso di lei, ma venne bloccato da Yoruichi che gli si parò davanti, seria.
"E il suo combattimento, stanne fuori" disse la donna a braccia conserte e irremovibile.
"Ma, morirà così. Lasciatela andare!" Disse quello ancora più infuriato.
"Yoruichi ha ragione, è la sua battaglia!" Rispose Byakuya, senza battere ciglio. Ichigo li guardo tutti, disperato e sconcertato.
"State cercando di ucciderla non è vero? Avete fatto tutto questo solo per ucciderla, cosi sarà un problema in meno, eh? E' cosi che lavora la Soul society? In questa maniera meschina?" Sbraitò Ichigo infuriato.
"Fai silenzio,Kurosaki Ichigo!- Urlò il comandante capitano.-Nessuno ha mai detto che la ragazza sarebbe diventata una shinigami, ne che non avrebbe dovuto meritare di stare qui. Questo è un combattimento che la metterà alla prova: se vincerà allora continuerà a stare qui; se perderà, allora perderà anche la vita!" Disse con fare calmò il vecchio capitano comandante.
"Siete dei bastardi! -Urlò Ichigo, mentre la rabbia ribolliva nelle vene.- La state mandando al macello e ovvio che non vincerà contro un capitano!" Rispose quello urlando, ma nessuno lo degnò di uno sguardo, ne di una risposta. A nessuno importava di quella ragazza, loro volevano solo sbarazzarsene. Ichigo si sentì morire, non l'avrebbe permesso a costo di battersi con ognuno di loro.
Loro non dovevano toccare Yui.
"Alzati ho detto" urlò Histugaya duro. Yui si rimise in piedi per miracolo, mentre la schiena pulsava e bruciava, le gambe tremavano ed il corpo iniziava a farsi pesante. Gli doleva ogni parte e la testa ormai non riusciva a pensare in maniera lucida.
Yui alzò il viso, cercò di mantenersi in piedi, mentre barcollava.
"Combatti umana. Vuoi essere una shinigami? Allora combatti! Combatti e dimostra che lo puoi essere, oppure muori da misera umana quale sei. Perché sappi che un umano, non potrà mai essere uno shinigami. Ti sei impossessata di poteri non tuoi, pagherai con la vita per questo!" Sibilò, tagliente Histugaya.Yui lo guardò seria, mentre sentiva la rabbia farsi spazio dentro di lei.
"Come osi incolparmi di questo? Cosa diavolo ne sai di cosa posso e non posso essere?” Chiese impugnando a due mani la spada con furia.
"Sarò anche una misera umana, ma ti dimostrerò che noi umani, valiamo più di voi stupidi dei della morte!" Disse quella lanciandosi, con le poche forze rimaste verso lui, mentre la gamba iniziava a perdere sensibilità ed il braccio bruciava, ma lo fece lo stesso, andò all'attacco nonostante tutto. Histugaya fece una smorfia, poi in un secondo fu sopra di lei e con un forte colpo la scaraventò contro un albero.
Yui ricadde a terra, mentre sentiva i suoi sensi affievolirsi, fino a non sentir più nulla.
Quella era la fine, pensò con tristezza.
Ma lei non voleva che tutto finisse.


"S...no.... i... mi....sen...." Era una voce in lontananza, Yui non riusciva a capire da dove arrivasse, non vedeva nulla.
Poi una luce colpì i suoi occhi chiusi.
"sve....ti!” Era sempre la stessa voce, confusa e lontana.
Quando Yui aprì gli occhi, sentì gocce di pioggia colpirgli violentemente il voltò, mentre raffiche di vento violentissime si scontravano su di lei.
Vide un lampo , poi l'aria venne spezzata da un forte tuono. La ragazza scattò mettendosi a sedere.
Quando mise a fuoco, intorno a se si stava scatenando una tempesta, una violenta tempesta. Yui si cercò di mettersi in piedi osservandosi curiosa attorno;
si trovava sopra ad un prato completamente bagnato dalla continua pioggia. Davanti a se, il prato si bloccava per precipitare in uno strapiombo, dove un mare indiavolato si scontrava contro la scogliera. Si guardò ancora spaesata, dove diavolo era finita? Cos'era quel posto? Si chiese confusa.
Si strinse su se stessa cercando di scaldarsi, mentre la pioggia non sembrava voler smettere di scendere ed il vento soffiava talmente forte da rendere pesanti i suoi movimenti. Yui non sapeva dove si trovava; era sola, in posto desolato abbandonato da dio, in preda ad un tempesta violenta.
"Ti sei svegliata finalmente" disse una voce calda e profonda alle sue spalle, Yui sussultò per lo spavento e si voltò veloce; davanti a se stava un uomo alto, dai capelli corti argentati, gli occhi grigi, il viso forte ed elegante. Indossava un mantello blu notte, mentre sotto portava una maglietta bianca che con un grosso scollo a V metteva in evidenza i pettorali segnati. Era composto, serio, elegante.
Yui lo guardò incredula, chi era quel tizio?
"Tu sai chi sono!" Rispose l'uomo con il solito fare pacato. Yui si sorprese ancora di più, aveva risposto ad una domanda che lei non aveva mai pronunciato; lo guardò perplessa.
L'uomo la scrutò allungo.
"Avanti Yui, non essere sorpresa, infondo è normale che sappia cosa tu stia pensando" disse quello sempre sicuro, mentre la osserva con quel suo sguardo profondo.
"Chi..chi sei tu?" Chiese completamente ignara di chi fosse quell'affascinante uomo. Quello la osservò, poi sorrise un poco divertito.
"Sai, sono stato qui per tutto questo tempo, aspettando che tu arrivassi, che tu mi sentissi; eppure fino ad ora, non sono mai riuscito a farmi sentire da te, neanche una volta. Come...come se ci fosse qualcosa che ci bloccasse" raccontò con tranquillità, Yui l'ascoltò mentre lo fissava incuriosita.
"Tu...Tu non sei lei, vero? L'altra volta era una lei, non..sarai cambiata?" Chiese Yui confusa, l'uomo la guardo affondo, sorrise ancora una volta.
"No, non sono lei e non sono cambiato; io sono sempre stato io. Lei, be..in questo momento è impegnata in altro!" Spiegò l'uomo con tranquillità.
"Ma se non sei lei, chi diavolo sei" chiese ancora più confusa. Non riusciva a pensare a chi fosse quello strano tizio comparso all'improvviso, non ne aveva nessuna idea.
L'uomo si guardò intorno, anche lui investito dalla tempesta.
"Questo posto è sempre stato cosi sai! Pioggia, vento, tuoni, mare mosso. Ogni volta che tu sei confusa, che hai paura, che sei preoccupata questo posto diventa cosi. Ormai vedo solo questo..." Parlò ancora l'uomo, Yui lo seguì con lo sguardo.
"Cos'è questo posto?" Chiese infine la ragazza.
"Questo è il tuo luogo interiore, quello in cui potrai rifugiarti quando vorrai meditare o vorrai parlare con me.- Disse lanciandogli un'occhiata.- Qui è dove vivo io e dove vivrò sempre!" Spiegò l'uomo, immerso a guardarsi intorno.
"Puoi dirmi chi sono ora?" Chiese l'uomo voltandosi verso di lei. La ragazza scosse la testa, confusa.
"Non riesci minimamente ad immaginare chi possa essere?" Chiese  ancora quello guardandola con quei suoi occhi grigi, cosi scuri e profondi, lei scosse ancora la testa.
"Allora ti darò un indizio!" Disse poi avvicinandosi verso di lei e infine abbassò lo sguardo, Yui lo seguì fino ad incontrare la sua katana rinfoderata alla vita. Sgranò gli occhi e tornò a guardare l'uomo.
"No, tu sei.." Lui rimase impassibile, poi sorrise.
"Si, sono io" disse infine, Yui lo guardò sconcertata. Non poteva essere vero, pensò incredula.
"Ma tu sei...una persona! Io pensavo.." Disse ancora stupita.
"Che cosa?- Domandò quello alzando un sopracciglio.- Che fossi solo una voce o un'entità senza forma? Be, ogni zampakuto ha una sua forma diversa di presentarsi. Guarda il ragazzo contro cui stai combattendo, il suo è un dragone di ghiaccio, io be...forse non ci sarebbe stato altro modo, se non prendere una forma più vicina a quella di voi umani. Infondo, sono pur sempre una parte della tua anima" disse quello scrutandola.
"Quindi sei, la mia zampakuto! Tu sei lei, no lui. Insomma...- La ragazza si avvicinò all'uomo guardandolo meglio,- sei bellissimo" disse quasi incantata, l'uomo fece un mezzo sorriso.
"E la prima volta che mi vedi, è l'unica cosa che sai dire è che sono bellissimo? Sei strana,Yui Asai" disse quello scuotendo un poco la testa divertito. Yui arrossì, gli aveva davvero detto che era bello? Pensò, imbarazzata. Lui si voltò a scrutare l'orizzonte.
"Sai perché ti trovi qui?" Chiese tornando serio.
"No" rispose Yui con sincerità.
"Questo è il luogo in cui normalmente ci si incontra con la propria zampakuto, il luogo in cui si entra a contatto. Vedi, tu hai tentato di scoprire il mio nome cosi duramente e cosi ardentemente che alla fine sono riuscito a farmi sentire e a portati fino a qui.- Si bloccò e  si avvicinò ulteriormente a lei.- Yui è arrivato il momento" disse con forza. Quegli occhi color grigio penetrarono profondamente in quelli della ragazza, con sicurezza.
"So che hai paura,che pensì di non poter vincere,ma Yui non ti arrendere non ora. Vuoi davvero che finisca così? Questo è il momento di combattere!" Disse quello con forza. La guardò serio.
"Yui, ti fidi di me" chiese l'uomo. La ragazza lo guardò un momento; era la prima volta che vedeva quell'uomo eppure qualcosa dentro di se gli diceva che di lui si poteva fidare e per quanto assurdo, lei l'avrebbe fatto.
"Fino ad ora hai combattuto da sola,ma da oggi,io sarò con te. - Si avvicinò a lei,prendendola per le spalle.- Ti fiderai ciecamente di me? Lascerai che io ti guidi nelle tue battaglie? Prenderai le giuste decisione insieme a me? “ Chiese quello con fare fiero, lei l'ho guardò; fu  la prima volta nella sua vita che non ebbe alcun dubbio.
"Si" disse Yui con decisione.
"Lascerai che io ti aiuti, che ti doni parte del mio potere? Lascerai che io prenda parte del tuo ?" Chiese ancora.
"Si" rispose ancora una volta la ragazza.
"Da qui fino alla fine dei tuoi giorni, combatterai al mio fianco, Yui Asai?" Chiese infine quello. Yui lo guardò negli occhi, sorrise un poco.
"Sempre" rispose sicura, la ragazza e
 fu una sensaziona strana pensarlo ; pensare che non sarebbe mai più stata da sola, ma che da quel momento in poi quell'uomo sarebbe stato al suo fianco. Sentì il cuore riempirsi di orgoglio. 
L'uomo porto una mano alla sua spalla, sorrise soddisfatto.
"Bene Yui, allora sei pronta!" Disse abbassandosi un poco per raggiungere la sua altezza, infine avvicinò il viso al suo sfiorandolo leggermente.
"Il mio nome è .. NO ARASHI (TEMPESTA)" sussurrò al suo orecchio.
Fu quello il momento in cui il vento, la pioggia, i tuoni ed i lampi si concentrarono in unico punto formando un tornando forte e potente, che li circondò.
Il vento soffiò ed il cielo urlò; la pioggia violenta sbatte contro ogni cosa, poi improvvisamente il tornando si ridusse fino ad essere inghiottito dalla katana alla sua vita.
"Alzati Yui Asai, ora puoi combattere" disse l'uomo. Yui guardò quei suoi occhi grigi, poi sorrise.
"Si" disse sicura.





Yui aprì gli occhi, aveva il viso poggiato per terra; tentò di alzarsi aiutandosi con le mani e la katana. Sentiva il corpo indolenzito, ma non si sarebbe arresa, non ora,perchè ora non era più sola.
"Allora sei ancora viva!" Disse il ragazzino dalla chioma argentata, ma la ragazza lo ignorò completamente immersa nel tentativo di alzarsi; quando finalmente fu in piedi, si mise dritta. Fece alcuni passi avanti, stanca e indolenzita, alzò il viso incontrando gli occhi color del ghiaccio del ragazzino, poi sorrise.
Lentamente alzò il braccio che teneva la katana a mezz'aria,la portò verso destra.
Histugaya la guardò con stupore mentre vedeva i suoi occhi bruciare e si sorprese di quelli, si sorprese di lei,perché quegli erano gli occhi di una shinigami.
"Age,No arashi" disse con ardore. (innalzati, tempesta)

Fu un secondo il cielo sopra di loro si inscurì di nuvole plumbee; ci fu un lampo ed un tuono, poi il vento lentamente iniziò ad alzarsi a diventare sempre più forte,sempre più feroce,sempre più potente, fino a che una vera è propria tempesta non si scatenò a torno a loro,l'aria si fece pesante dalla forte reiatsu. 
Il vento soffiò violento, poi venne completamente assorbito dalla katana e tutto attorno torno calmo e tranquillo.
La katana blu notte era sempre la stessa e l'unica cosa che cambiava erano le catene che partivano dal suo manico fino a risalire sul bicipite, strappando il kimono nero e fermandosi poco sotto la spalla.
Quando la ragazza abbassò la zampakto, vide Histugaya sgranare gli occhi.
Tutti lo fecero in quel momento, sorpresi: finalmente l'umana aveva rilasciato la sua zampakuto.
"Scusa per l'attesa. Ora è il mio turno" disse la ragazza, si diede forza e decisa si mosse veloce comparendo davanti al ragazzo. Histugaya la vide e si mise in posizione, ma quella sparì il secondo dopo apparve di lato pronto a colpirlo. Il ragazzo parò il colpo inaspettato, ma Yui non si fermò continuò la sua danza.
I suoi colpi erano forti ora e la sua velocità era aumentata, sembrava danzasse veloce come il vento; dopo aver schivato più volte il dragone di ghiacciò, provò più volte a colpirlo, ma non ci riuscì. Infine si bloccò poco distante da lui, con il fiatone.

"Non mollare !" Disse una voce, la ragazza la riconobbe subito.
"Mai!" Rispose quella convinta. La voce di No arashi gli sussurrò qualcos'altro.
La ragazza prese le distanze da Histugaya, che nel frattempo lanciava il suo drago di ghiaccio addosso; alzò in alto la katana, stringendola con due mani.
"Suīpu, saikuron" (spazza via, ciclone). Le nuvole ridiventarono scure, mentre un lampo illuminò il cielo, il vento soffiò di nuovo forte e violento. Improvvisamente quello si spostò verso la katana, comprimendosi e circondandola, Yui la fece ruotare in alto con un mezzo giro e da quella come se fosse una lama stessa, il ciclone si staccò, forte e violento continuando a soffiare andando a frantumarsi sopra il dragone di ghiaccio, tagliandolo nettamente in più parti.

"È una zampakuto di vento!" Commentò sorpreso il capitano dell'ottava divisione.
"Un'altra zampakuto in grado di variare le condizioni atmosferiche" commentò incredulo il suo compagno Joushiro Ukitake, non che capitano della tredicesima divisione.
"Sbaglio è la seconda persona ad avere una zampakuto di vento?" Chiese ancora Kyoraku.

"Si, fino ad ora solo un capitano l'ha avuta!" Rispose, il capitano della dodicesima Kurosthuci Mayuri, mentre iniziava a leccarsi i baffi gustandosi il momento in cui avrebbe potuto di nuovo fare le sue preziose ricerche su quella magnifica katana e la sua padrona.

"Fantastico, ce l'ha fatta!" Disse sorpreso e allo stesso tempo felice Ichigo, osservando la ragazza combattere.
"Lo sapevo, che ci sarebbe riuscita!" Disse allegro Renji, vicino al suo capitano, che guardava in silenzio il combattimento.

Yui approfittò del momento di stupore in cui il drago si era frantumato e con uno shunpo raggiunse Histugaya e lo attaccò finalmente da vicino; quello parò un colpo di katana, ma non il calcio che la ragazza gli assestò all'addome. Il ragazzo cercò di colpirla ancora , ma quando la sua katana si avvicinò al corpo, la ragazza lanciò un altro ciclone, scaraventandolo via con forza. Yui usò di nuovo lo shunpo e si avvicinò a lui e diede un colpo alla sua mano, facendogli perdere la katana. La ragazza cercò di afferrarlo per il bavero della giacca e alzò il pugno per colpire il ragazzino, ormai privo di arma, ma prima che lo colpisse, si fermò.
Lo guardò affondo avvicinò il viso a quello del ragazzo.
"Sarò anche un umana, ma non osare mai più dire che sono una codarda, ne che sono debole. Finché avrò forza continuerò a battermi e dimostrerò a tutti voi, che io Yui Asai, l'umana; sono una SHINIGAMI!" Disse quella, poi buttando malamente il ragazzo in terra.

"Dove credi di andare,lo scontro non è finito!" Gli urlò dietro Histugaya.
"Si che lo è!" Rispose la ragazza,senza voltarsi.

Si incamminanò verso il comandante capitano ed infine si fermò davanti a quello con fare serio e duro.
"Avete cercato in tutti i modi di farmi sparire: mi avete torturato e mi avete recluso in questo posto per quasi un mese, sapete cosa vi dico: mi sono stancata del vostro stupido atteggiamento nei miei confronti. Ho fatto tutto ciò che mi avete detto, mi sono allenata con voi e sono stata alle vostre regole. Ho fatto ogni cosa per dimostrarvi che nonostante tutto, io mi merito questi poteri. Sono stanca di sentirmi chiamare umana e stanca di farmi trattare come se fossi la vostra cavia o semplicemente un pezzo di carne da mettere al macello quando volete! Da oggi che lo vogliate o meno: IO SONO UNA SHINIGAMI E VOI MI PORTERETE RISPETTO!” Concluse furiosa. Il capitano comandante rimase in silenzio.
“Come ti permetti di parlare così al capitano comandante?” Chiese il capitano della seconda arrabbiato.
“Va tutto bene capitano Soi fon” la rassicurò il capitano comandante,mentre duro guardava la ragazza.
“Non lasciò spesso che le persone mi parlino a questa maniera,Yui Asai. Ritieniti fortunata ad essere ancora intera dopo esserti rivolta a me a quella maniera; ma dopotutto ciò che hai passato, farò finta di non aver sentito” disse poi voltandosi e andando via.
“Qui abbiamo finito” disse allontanandosi, Yui lo guardò perplessa, così come tutti i capitani.
“Aspetti, cosa..cosa significa?” Chiese la ragazza, senza capire.
“Ti conviene svolgere bene i tuoi compiti,Yui Asai o ci sarai di peso!” Disse quello per poi sparire. La ragazza continuò a guardare il tutto perplessa.
“Significa che sei una shinigami a tutti gli effetti ora” rispose per lei il capitano della tredicesima.
"Quindi..questo era una sottospecie di test?” Chiese confusa, l'uomo la osservò senza saper cosa rispondere.
“Diciamo che sei sopravvissuta” Rispose per lui, il capitano Kyoraku. Yui spalancò gli occhi, quindi volevano davvero farla fuori!
“Devi avergli fatto una buona impressione, per avergli fatto prendere quella decisione. Yamajii è uno duro da convincere” continuò il capitano Kyoraku.
“Già, continua a lavorare sodo” concluse il capitano Ukitake. La ragazza annuì poi li vide andare via.
“Fortunata,Yui Asai. Sarei stato molto felice di poter fare qualche esperimento sul tuo corpo privo di vita” disse una vocina alle sue spalle. Yui sentì un brivido passare per la sua schiena, mentre dentro si faceva spazio la paura. Strinse i pugni.
“Mi dispiace di aver rovinato i suoi piani” disse dura verso di lui. Kurotsuchi, gli lanciò un'occhiataccia.
“Di certo non sarà l'ultima occasione” rispose per poi sparire. Yui respirò sollevata, mentre vedeva altri capitani allontanarsi.
“Ce l'hai fatta!” Disse una voce allegra dietro di lei, Yui sorrise nel sentirla, si voltò ed incontrò lo sguardo felice di Ichigo.
Fece per risponderlo, ma improvvisamente sentì la stanchezza pesargli, le ferite bruciare ; tutto iniziò farsi lontano e confuso.
Non fece in tempo ad opporsi, che svenne perdendo completamente i sensi.









Angolo dell'autore:

 

 

 

Salveeee.

So che il capitolo è piuttosto lungo,ma sinceramente non mi andava di dividerlo; mi rendo conto che avrebbe creato quella suspance da far mangiare le unghie,ma dato che sono una brava persona,non l'ho fatto. XD

Ancora una volta per la felicità di Zeph, si svela questo benedetto shikai.

Ho alcune cose da dirvi a riguardo.

Primo: Il nome della zampakuto,No arashi non è corretto. Nel senso che: tempesta è solo Arashi,ma al tempo che fu,quando cercai e tradussi il nome,il caro vecchio traduttore diede No Arashi.

Lo volevo correggere,ovviamente dato che non era la forma corretta,ma poi ho finito per affezionarmi alla forma corrente e alla fine è rimasto così.
Mi perdonerete per questo,vero?

Secondo: ho scelto l'elemento vento perchè mi piace molto (lo so Zeph,questo non te l'avevo detto xD) e perchè sono poche le zampakuto di vento citate nel manga,quindi ho pensato di infilarcene una io.

Spero che vi piaccia come idea,fatemi sapere cosa ne pensate ovviamente. :D 

Emh..vediamo cos'altro devo dirvi,ma credo nulla di più.

 

Come sempre ringrazio voi che recensite sempre e mi fate sapere le vostre opinioni e mi tenete compagnia:

Grazie davvero tanto per esserci: Zephiel97 ,Tammy1997 ed Heart of Youkai

Grazie anche a coloro che leggono solo la storia.

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e spero di non deludervi.

Un saluto.
Cass.

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Tell the world I'm coming home,
let the rain wash away
all the pain of yesterday.
I'm coming home"

Skykar Gray

 

Yui non lasciò immediatamente la Soul Society, ma venne portata direttamente alla caserma della quarta e curata dal capitano Unohana. Le sue ferite, se pur gravi, non comportarono nessun tipo di problema e dopo qualche ora di sonno, la ragazza si sentì completamente apposto, ma rimase comunque qualche giorno a riposo alla caserma. Nei giorni in cui rimase in quel posto, furono molte le persone che andarono a trovarla, a discapito di quanto lei stessa pensava. 

Il primo giorno dalla porta comparve il capitano Kyoraku seguito dalla sua vice; l'uomo rimase per un poco chiacchierando allegramente come sempre e lasciando una piacevole sensazione di spensieratezza, come sentiva sempre quando stava con quello strambo quando adorabile uomo. Per quanto Yui non riuscisse realmente a spiegarsi il perché il capitano fosse così interessato a lei, non poteva che giovare della sua presenza e ridere anche quando voleva palesemente farla ubriacare, perché a detta sua il sake era una cura miracolosa a ogni male, mentre il suo vice lo riprendeva malamente.
Il secondo giorno incontrò chi non avrebbe mai immaginato; prima arrivò una bambina dai capelli rosa, piccola e tenera che la travolse di domande e di chiacchiere, offrendogli caramelle e dolci vari, seguita a ruota da un omone scuro e alto almeno due metri, che Yui riconobbe per fama e che se ne stava in disparte a fissarla scuro e silenzioso. Dopo che quella la stordì con quel suo fare travolgente, saltò sulle spalle dell'omone e in groppa a quello fece per andare via, ma prima che potessero superare la porta, l'uomo si voltò verso di lei con sguardo serio.
“Quando sarai diventata più forte, io ti troverò ho combatterò contro di te, ragazzina” disse con tono duro e alquanto minaccioso. Yui lo guardò quasi impaurita, poi sorrise.
“Ci conti!” Rispose con sicurezza. L'uomo la fissò ancora, poi lasciò la stanza silenzioso. Quando Ichigo entrò poco dopo, la guardò perplesso.
“Quello era Zaraki Kenpachi?” Chiese incredulo, Yui annuì.
“Che cosa voleva?” Chiese curioso.
“Ha detto che vuole combattere contro di me” rispose con tranquillità la ragazza. Quello bastò per spaventare a morte il ragazzo.
“Tu non ti batterai con lui, quello è matto. Stagli lontana!” Disse con preoccupazione, la ragazza rise di lui e di quella sua preoccupazione.

Poi la sera, dalla solita porta, entrò qualcuno a cui Yui non avrebbe mai pensato.
Histugaya Toshiro camminò per la stanza sino ad avvicinarsi al suo letto, seguito dalla sua vice Mastumoto. Yui non seppe di preciso cosa dire, non si sarebbe mai aspettato di vederlo lì, non dopo tutto ciò che era capitato.
Quello rimase per lo più in silenzio, mentre il suo vice allegramente la riempiva di domande e parlava senza sosta.
“Yui-san spero che lei non pensi che il capitano sia una persona orribile, lui seguiva solo gli ordini” disse improvvisamente la donna. Yui alzò un poco lo sguardo verso di lei.
“Mastumoto!” La riprese il ragazzino serio.
“Mi scusi e solo che volevo fosse chiaro” rispose la donna, toccandosi un poco la testa. Histugaya la osservò per un momento.
“Avanti glielo dica!” Lo incalzò la donna. Il capitano della decima gli lanciò un'occhiataccia, poi sbuffò sonoramente.
“Sei tu che mi hai portato qui con la forza!” La riprese il ragazzo, Matsumoto sorrise un poco.
“Avanti non faccia il timido!” Disse esortandolo a parlare. Il ragazzo sbuffò ancora scocciato, poi si voltò a guardare la ragazza.
“La prossima volta concluderemo il nostro combattimento Asai Yui. Fatti trovare pronta per allora!” Disse un poco duro il ragazzo. Yui lo guardò un attimo, poi sorrise; capì che quello doveva essere qualcosa di gentile, sorrise.
“Lo farò! Ragazzino!” Rispose sicura. Histugaya gli lanciò un'occhiataccia.
“Capitano Histugaya per te!” La riprese duro.
“Ma certo, ragazzino” disse con insistenza, mentre sorrideva divertita. Di tutta risposta, il capitano della decima si voltò di scatto, camminando via.
“Andiamo Mastumoto” disse quello, per poi sparire dietro alla porta.
“Appena uscirai andremo a festeggiare insieme. Ci si vede!” Salutò la donna per poi lasciare la stanza. Yui rimase lì a pensare e ripensare a quel ragazzino, alle sue parole e al fatto che probabilmente il suo comportamento rientrava in quello che era la prova che lei avrebbe dovuto superare. Sapeva che infondo, Toshiro Histugaya era ben diverso dalla persona che aveva mostrato a lei, qualcosa in quel suo fare gliel'aveva suggerito e lei sentiva che era così.
Il terzo giorno fu il turno di Renji e Kuchiki Byakuya, che andarono a trovarla e a informarsi sulle sue condizioni. Renji parlò esagitato di quanto fosse stato emozionante assistere alla scoperta del suo shikai e di quanto quello l'avesse colpito, mentre al suo fianco il capitano della sesta osservava silenzioso. Yui era rimasta con loro con piacere, rendendosi conto di quanto si fosse legata a loro e a quella stramba vita nella brigata, sentendo quasi l'impercettibile sensazione che tutto ciò gli sarebbe mancato. Poi arrivò anche Ichigo e come capitava spesso, sia la testa arancione che quella amaranto presero a discutere di qualcosa che Yui non riuscì a capire, ma che la portò lo stesso a ridere di loro. Poi si voltò verso il capitano silenzioso, lo guardò un attimo studiandone i lineamenti. Quanto avrebbe voluto sapere cosa passava per la sua testa. Pensò distratta.
“Va tutto bene, Yui-san?” Chiese l'uomo vedendola pensierosa. La ragazza alzò il viso verso di lui, sorrise.
“Grazie” disse semplicemente, l'uomo la guardò un poco perplesso.
“A cosa devo questo tuo ringraziamento?” Chiese confuso.
“A tutto. Alla sua disponibilità, alla sua gentilezza. Grazie per essermi stato vicino quando ne avevo bisogno” disse la ragazza incontrando i suoi occhi scuri. Byakuya spalancò un poco gli occhi nel sentire quelle parole, poi fece un mezzo sorriso.
“È stato un piacere. Yui-san” disse infine, la ragazza gli sorrise.
“Sapevo che avresti raggiunto il tuo obbiettivo. Non ho mai avuto dubbi. Infondo sei forte come lei...” Disse quasi perdendosi nei suoi pensieri. Yui lo guardò un poco confusa, ma non diede peso alle sue parole. Infine l'uomo si alzò e dopo averla salutata, seguito dal suo vice lasciò la stanza.

La sera stessa Yui fu dimessa dalla caserma e decise di passare il suo ultimo giorno nella Soul Society insieme a Ichigo e Renji e altri vice capitani. La ragazza fece la conoscenza di Hinamori, il vice della quinta; di Kira, il vice della terza e infine di Hisagi, l'affascinante vice della nona. Insieme a loro e all'euforica Matsumoto, andarono in qualche locale del seretei a bere e festeggiare con spensieratezza, mentre assisteva alle scenette divertenti che Matsumoto faceva coinvolgendo un poco tutto, persino lo stesso Ichigo, costretto a bere e a sopportare le continue frecciate dall'esuberante donna. Infine, ormai quasi mattina tutti si salutarono ed euforici per il sake si promisero di vedersi ancora una volta in futuro. Yui lasciò il locale insieme a Ichigo, mentre entrambi divertiti camminavano per le strade del seretei silenzioso.
“Se aspettiamo un po' riusciamo a vedere l'alba!” Disse la ragazza, alzando il viso verso il cielo.
“Io voglio solo dormire” disse il ragazzo sbadigliando sonoramente, Yui sorrise poi si avvicinò a lui e lo spinse un poco da dietro.
“Sveglia dormiglione, non possiamo perdercelo” disse divertita. Ichigo si lasciò spingere un poco, senza opporsi, troppo stanco per farlo.
“ Già che mi hai costretto a bere e questa me la pagherai” disse quello riprendendola.
“Oh andiamo hai sedici anni, smettila di fare l'innocente Kurosaki!” Disse lei divertita. Ichigo rise.
“Se continuerò a stare insieme a te, finirò per seguire una brutta strada!” Disse divertito il ragazzo.
“Oh certo, sarò proprio io a portarti nella brutta! Sicuro di non trovarla da solo?” Chiese sarcastica. Ichigo si voltò di scattò e la ragazza andò a sbattergli contro al petto. Si allontanò un attimo da lui, mentre il ragazzo la fissava.
“Che c'è?” Chiese improvvisamente la ragazza, senza capire.
“Sapevo che ce l'avresti fatta sai!” Disse improvvisamente il ragazzo, Yui spalancò un poco gli occhi.
“Per quanto tu possa essere irritante e davvero insopportabile..” Yui gli lanciò un'occhiataccia.
“Grazie Ichigo!” Disse ironicamente, facendo la finta offesa, il ragazzo rise.
“Voglio dire che nonostante tutto sei davvero coraggiosa e hai una grande volontà; hai dimostrato a tutti quanti vali. Inizialmente non l'avrei mai detto, ma ora posso dirlo con sicurezza: Yui tu sei davvero forte ” disse il ragazzo sorridendo dolcemente. La ragazza rimase a guardarlo stupita; lui non gli aveva mai hai detto qualcosa del genere, forse era l'alcol a spingerlo a dire quelle cose, se bene non avesse bevuto molto, ma si sorprese nel sentire quelle parole e si sorprese nel vedere quel suo sorrise dolce, lo trovò genuino e bello. Sentì il cuore perdere un battito, abbassò il viso paonazza in volto.
“Grazie” disse improvvisamente imbarazzata. Ichigo la guardò con un sopracciglio alzato.
“Che c'è?” Chiese confuso. Lei scosse la testa, cercando di nascondere il rossore, fece qualche passo avanti superandolo. Non seppe dire il perché, ma in quel momento si rese conto quanto tenesse realmente ad Ichigo. Dopo tutto ciò che aveva passato, in quelle lunghe settimane, lui era sempre stato lì al suo fianco e l'aveva sempre sostenuta. Era vero che avvolte non lo sopportava e discutevano sempre, ma averlo vicino la faceva sentire bene. Lui era una di quelle poche persone su cui sentiva di poter contare, sempre. Sentì il cuore battere veloce nel petto al pensiero del ragazzo poco più indietro di lei. Ora che la sua vita era cambiata così tanto, sentiva di aver bisogno di qualcuno che non la facesse sentire sola in quel suo cammino, in quella vita così diversa che avrebbe dovuto vivere d'ora in poi.
“Yui..” La richiamò Ichigo. La ragazza non si voltò.
“Yui va tutto bene?” Chiese il ragazzo, avvicinandosi più a lei.
“Andrà tutto bene vero?” Chiese improvvisamente. Ichigo si bloccò a qualche passo da lei.
“Dimmi che andrà tutto bene..” Disse la ragazza con tono serio. Ichigo non seppe cosa rispondere.
“Dimmi che d'ora in poi le cose andranno bene; che per quanto difficile, riuscirò a fare tutto. Dimmi che riuscirò a proteggere chi amo sempre; che potrò vivere normalmente la mia vita e che non soffrirò più,non come ho fatto in queste settimane. Ti prego dimmi solo che andrà tutto bene!” Disse mentre la voce si spezzava e gli occhi si riempivano di lacrime. Perché era vero che lei era riuscita a superare tutto quelle cose, che aveva combattuto e aveva dimostrato di valere; che era riuscita a farsi rispettare e infine a diventare una vera shinigami, ma chi avrebbe assicurato che tutto sarebbe andato bene? E se lei fosse stata in pericolo? E se avesse messo la sua famiglia in pericolo? Sentiva un enorme peso sulle spalle, aveva paura che le cose potessero andare male. Da quando era diventata una shinigami nulla era andato come credeva e aveva paura che tutto potesse crollare. Non avrebbe mai più voluto rivivere quello che aveva appena vissuto. E se non fosse stata forte abbastanza per andare avanti?

E proprio quando quel pensiero gli passò per la testa, sentì due braccia avvolgerla da dietro e stringerla forte. Yui spalancò gli occhi, mentre il cuore nel petto prendeva a battere più forte e veloce.
“Non posso dirti che andrà tutto bene; che d'ora in poi tutto sarà più facile, che non dovrai soffrire. Se lo dicessi sarei solo un bugiardo, perché io non ho idea di ciò che succederà, ma posso solo dirti che: qualunque cosa accada, che vada bene o male, noi lo supereremo. Combatteremo per proteggere chi amiamo; ci rialzeremo sempre, nonostante le batoste e sopratutto e non ci arrenderemo mai. Questo è ciò che posso dirti ed io ti starò accanto, per ricordartelo fino a che non ti stancherai. Mi hai capito, stupida?” Disse dolcemente, a un centimetro dal suo orecchio. Yui sorrise, poi portò le mani sulle braccia del ragazzo stringendole a sua volta. Rimase ferma, lasciando che quelle braccia la stringessero e la cullassero. Poi asciugò le lacrime, cercando di nasconderle e infine si voltò verso il ragazzo guardandolo negli occhi.
Rimasero così per un po', senza dirsi nulla, solo l'uno guardando negli occhi dell'altro. Poi la ragazza si mise in punta di piedi e infine avvicinò il viso a quello del ragazzo; Ichigo sentì il cuore martellare nel petto, lo faceva sempre quando vedeva quel suo viso vicino al suo, non riusciva a calmarsi e il suo cervello entrava in panico. Lei sorrise dolcemente, poi posò le sue labbra sulla sua guancia, baciandolo delicatamente.
“Grazie” disse infine in sussurro. Ichigo sentì il viso prendere colore, mentre cercava di mantenersi calmo. La ragazza rise divertita per quel suo fare da ragazzino innocente, poi si voltò e riprese a camminare, mentre il cielo ormai chiaro veniva illuminato da un sole che sorgeva, dando il benvenuto a un nuovo giorno.

Il giorno dopo finalmente Yui fece i bagagli e insieme a Ichigo si incamminarono verso il Senkaimon pronti a lasciare definitivamente la Soul Society. Lì al grande portone trovarono il capitano Ukitake, che con il suo solito fare gentile li attendeva prima della partenza.
“Yui-san vorrei consegnargli questo” disse l'uomo porgendogli un pezzo di legno pentagonale che la ragazza riconobbe immediatamente.
“È lo stesso di Ichigo!” Disse alzando il viso. Ukitake sorrise.
"È lo stemma del shinigami delegato, anche Ichigo-san ne ha uno!" Disse quello, poi Yui si ricordò.
"Si, ricordo e quello che ti ho fatto cadere dalla tua borsa un giorno!" Disse rivolgendosi al ragazzo, Ichigo annuì.
"Però non serve gran ché, nessuno lo riconosce mai" disse quello facendo spallucce.
"Be ma è riconosciuto da noi; prendendo questo vieni riconosciuta come uno shinigami della Soul Society e come tale capace di poter svolgere i doveri che ne conseguono. Tenga anche questo,- disse porgendogli un telefono,- con questo rimarrà a contatto con noi sempre e verrà avvisata durante avvistamenti di hollow o qualsiasi altro pericolo. Con questo potrà farci rapporto con tranquillità, senza dover tornare per forza qui" spiegò quello con il suo solito fare gentile. Yui guardò ciò che aveva in mano, poi mise tutto nel kimono.
"Grazie mille" disse quella sorridendo, Ukitake sorrise a sua volta.
"È un piacere averti con noi, Yui Asai" Disse quello, Yui sorrise grata e fece un piccolo inchino con la testa, l'uomo li salutò poi indietreggiò spostandosi.
Yui e Ichigo fecero per voltarsi, ma qualcuno li chiamò; quando si voltarono Renji e Byakuya stavano camminando verso di loro.
Yui fu felice di vederli, si avvicinò verso di loro.
"Ehi quindi vai già via?" Chiese Renji con un certo dispiacere, Yui annuì.
"È arrivata l'ora di tornare a casa" disse quella,Renji sorrise.
"È stato un piacere conoscerti Yui, diventerai un grande shinigami, io ne sono sicuro!" Disse quello allungando la mano verso di lei, Yui la guardò, poi guardò il ragazzo e infine gli andò incontro abbracciandolo. Renji si pietrifico sorpreso dal quel gesto.
"Grazie a te per avermi allenato e per essermi stato vicino. Sei grande Renji Abarai" disse quella stringendolo con forza, Renji rimase così per un poco, poi si sciolse e infine ricambiò l'abbraccio.
"È stato un piacere" disse lui con dolcezza. La ragazza si allontanò, Renji si grattò la testa ancora imbarazzato. Yui rise, poi fece un passo verso il capitano Kuchiki, lo guardò affondo.
Sperava con tutta se stessa che un giorno avrebbe guardato quell'uomo e capito ogni cosa; che avrebbe capito il motivo per il quale ogni volta che incontrava quel viso, sentiva di conoscerlo da sempre. C'era qualcosa che mancava, come il tassello di un puzzle che lei non aveva e sapeva che con quello avrebbe finalmente potuto comprendere ogni cosa.
"Grazie per avermi aiutato ed essersi preso cura di me,Byakuya-san" disse la ragazza diventando seria; Byakuya la guardò con il suo solito fare pacato, puntandogli quello sguardo impenetrabile contro.
"Sarai sempre la benvenuta, qualora tu vorrai tornare" disse quello tranquillamente. Yui lo guardò un momento, poi si avvicinò a lui e infine allungo una mano verso di lui, Byakuya la guardò un momento poi la strinse forte
"Grazie" disse ancora Yui.
"Dovere! " Rispose l'uomo sorridendogli un poco. Infine si allontanarono.
Yoruichi comparve improvvisamente affianco a loro, fece un segno con la testa.
"È ora di andare" disse quella per poi voltarsi ed entrare nel dangai. Yui si soffermo a guardare tutti loro.
"Grazie ancora e arrivederci" li salutò facendo un piccolo inchino, poi lanciò uno sguardo ad Ichigo e insieme lasciarono finalmente la Soul Society.








Angolo dell'autore:

 

Emh scusate il ritardo.

Problemi di tempo, perdonatemi . ^^

Bene, capitolo un po' di transizione; la storia deve andare avanti ed evolversi, ma tranquilli i capitoli succulenti arriveranno.

Ringrazio come sempre Zephiel97 e Tammy1997 per recensire e farmi sapere sempre la loro opinione. Grazie infinite.

 

Un grazie anche a coloro che leggono la storia.

Spero sempre di tenervi incollati qui.

Un saluto.

Cass.



 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


"I know my kingdom awaits
And they've forgiven my mistakes
I'm coming home"

Skyler Grey






"Yui-saan. Bentornata!!" Disse allegro Urahara sventolando il suo solito ventaglio; la ragazza si guardò attorno, respirò con sollievo mentre sentiva di essere finalmente tornata e non appena mise piede fuori dal senkaimon, venne letteralmente travolta dalle voci di molte persone;  notò solo in quel momento la sala gremita di persone, ciò la stupì e la rese felice. 
"Yuiii" urlò Inoe andandogli incontro e abbracciandola forte, Yui l strinse, era cosi felice di rivederla.
"Inoe.." Disse la ragazza flebilmente, poi si guardò attorno.
"Yui, bentornata" disse Rukia, con il suo solito fare serio, ma con sorriso sulle labbra,Yui gli fece un cenno con la testa, poi si guardò intorno; riconobbe Sado Yastura, alto, imponente e silenzioso come sempre; poi vide affianco a lui un altro ragazzo e riconobbe anche lui, era un compagno di scuola, non ricordava il nome, ma di sicuro se era lì allora anche lui era coinvolto in tutte quelle cose; poi vide Jinta e Ururu che a un angolo della stanza la salutavano con la mano e infine Tsukabishi, che infondo alla sala, con un vassoio in mano, la osservava impassibile; fece un segno con la mano, Yui capì che era il suo saluto, gli sorrise contenta.
"Grazie per essere qui" disse visibilmente imbarazzata, non si era mai accorta di avere tutte quelle persone affianco, forse quello fu il primo momento in cui si rese conto che aveva conosciuto molte persone dal suo arrivo, alcune erano ancora un poco sconosciute, ma la ragazza sperava di riuscire a conoscerli meglio e far si che loro entrassero nella sua quotidianità, come era già capitato per Inoe, Rukia e infine per Ichigo.
"Dai siediti, bevi del tè!" La trascinò al tavolo Inoe, Yui non oppose resistenza e prese posto vicino a lei, mentre al fianco opposto sedeva Ichigo. Davanti a se prese posto la donna dalla pelle scura: Yoruichi.
Urahara e i presenti le fecero alcune domande, Yui raccontò tutto ciò che accadde in quelle quattro settimane nella Soul Society e tutti rimasero in silenzio ad ascoltare; ogni tanto alcuni di loro gli ponevano delle domande, alle quali Yui pazientemente rispondeva.
"Quindi hai battuto il capitano Histugaya?" Disse il ragazzo occhialuto. Yui lo guardò un attimo, si toccò la testa imbarazzata.
"No, be..in realtà non l'ho battuto, ho solo lasciato il combattimento. Battere quel ragazzino è qualcosa che va oltre le mie anche più speranzose possibilità!" Rispose Yui sorridendo.
"Yui-san, credo che tu sia stata molto fortunata" disse Urahara improvvisamente diventando serio, Yui lo guardò.
"La Soul socety avrebbe potuto ucciderti senza alcuno riguardo, ne scuse, e tu sai che ci hanno realmente tentato, ma il fatto che tu in così poco tempo abbia sviluppato delle capacità e dei poteri così impressionanti, li ha in qualche modo trattenuti. D'ora in poi staranno in disparte, ma non smetteranno di osservarti e di studiarti, sono sicura che Kurostuchi Mayuri stia mandando avanti i suoi studi e so anche che arriverà ad un conclusione. Bisogna vedere se lo farà prima di me!- Disse l'uomo sorridendo un poco con aria di sfida.- Come dicevo, diciamo che questo è un po come un periodo di prova per te; se risulterai essere utile e rimarrai al tuo posto loro lasceranno che tu possa continuare a fare la shinigami, altrimenti..." Non finì la frase. Yui abbassò un poco lo sguardo, sapeva che non era finita e nemmeno che era totalmente salva, ma almeno per ora poteva tirare comunque un sospiro di sollievo.
"No! Non possono farlo, Yui è una brava persona, non farà mai del male a qualcuno" disse Inoe con convinzione. La ragazza sorrise un poco sentendo quelle parole, Inoe era davvero una persona speciale, pensò.
"Grazie Inoe, - disse Yui dolcemente. Poi si voltò verso l'uomo. - So cosa intende, avevo capito quale sarebbe stato il mio destino nel momento stesso in cui ho messo piede nella Soul Society, ma non mi importa! Combatterò se ci sarà da combattere, ma di certo non lascerò che loro si intromettano nella mia vita o mi portino via questi poteri. Dimostrerò loro con chi hanno a che fare!" Disse con sicurezza.
"Ci dovranno solo provare, combatterò contro ognuno di loro se sarà necessario!" Disse Ichigo serio e minaccioso. Yui sorrise leggermente nel sentirlo.
"Ci sarò anche io a proteggerti Yui, per quanto poco possa fare!" Disse Inoe sicura, la ragazza si voltò verso di lei, gli strinse la mano con dolcezza.
"Be potete contare anche su di me, infondo è sempre un piacere battere quegli shinigami là" disse l'occhialuto.
"Non c'è nemmeno da dirlo" disse Sado, conciso ,Yui sorrise.
"Sapete, avete tutti profondamente qualcosa che non va in quella vostra testolina. Mettervi contro di loro è da pazzi. Grazie per ciò che state dicendo,- disse la ragazza sorridendo con dolcezza, poi alzò il viso tornando seria,- ma non voglio che voi possiate essere in pericolo per me, quindi non osate farlo, seriamente!" Disse diventando un poco minacciosa.
"Ti dovrai abituare al fatto che c'è sempre qualcuno pronto a combattere al tuo fianco e cosi che si fa tra amici!" Disse Ichigo dandogli una piccola gomitata al fianco,Yui si toccò dolorante fulminandolo con lo sguardo, poi sorrise divertita.
"Tu sopratutto sarai un di quelli che sparirà per prima se non la finisci di colpirmi!" Disse in un tutta risposta Yui, tirandogli un colpo e tutti risero dentro la stanza.
"Yui-san!" La chiamò improvvisamente Yoruichi, Yui si voltò verso di lei.
"Ti ho visto combattere nella Soul Society e alcune cose non mi sono ancora ben chiare. Ho visto in te qualcosa che non pensavo di rivedere e anche se ho ora non ho risposte certe, ma confido in Urahara per questo, ho comunque valutato e preso una decisione.- La donna la guardò negli occhi,- Ti allenerò!” Disse con sicurezza, calò il silenzio nella stanza. Yui la guardò un poco incredula.
“Sei riuscita a scoprire il tuo shikai in un tempo relativamente breve, pochi sono gli shinigami che scoprono il loro shikai cosi velocemente; ci sono alcuni che ci mettono mesi, altri persino anni. Solo una persona è riuscita a scoprirlo ancora più velocemente di te-,Yoruichi spostò lo sguardo verso Ichigo, - ma lui credo sia un caso a parte dato che la zampakuto è in continuo rilascio." Ichigo si grattò la testa un poco imbarazzato.
"Comunque ora che conosci il nome della tua zampakuto, ti allenerò affinché tu possa raggiungere il livello successivo!" Disse sicura la donna.
"Cosa intende per livello successivo?" chiese Yui, senza capirlo.
"Devi sapere che ci sono due livelli di rilascio del potere di una Zampakuto: il primo è il shikai; il secondo e cioè lo stadio successivo e ultimo,è il bankai!" Spiegò Urahara.
"È quello che hai visto ad Ichigo una volta, quando portava il mantello e la spada nera, quello è il suo bankai!" Concluse Urahara guardando la ragazza da sotto il capello.
"Quello che voglio dire è che ti allenerò fino a che tu non scoprirai il tuo bankai, Yui Asai!" Concluse Yoruichi, tutti sgranarono gli occhi dentro a quella stanza.
"Ma è una cosa impossibile, ci voglio anni per utilizzare il bankai" disse Rukia sorpresa.
"Lo so, ma ho il presentimento che lei riuscirà a utilizzarlo prima. Un po come per lo shunpo" disse quella puntando lo sguardo contro Yui. La ragazza guardò i suoi occhi ambrati.
"Quando si inizia?"Chiese la ragazza, Yoruichi sorrise; iniziava a piacergli quella ragazza.
"Sarà dura, probabilmente più di quanto sia stato scoprire il tuo shikai. Dovrai sottoporti a un allenamento molto pesante, sei sicura di poterlo fare?" Chiese alzando un sopracciglio. Yui la guardò intensamente.
"Non è questione di poterlo fare, ma di volerlo e si, io lo voglio fare!" disse la ragazza. Yoruichi sorrise un poco, si gli piaceva eccome, pensò.
"Bene, allora direi che cominceremo domani stesso!" disse la donna alzandosi.
"Ora sarà meglio che tu vada a riposarti. Yui Asai!" disse Yoruichi sparendo dietro alla porta. Yui la osservò, poi guardò per un momento Ichigo al suo fianco e i presenti, ma fu lo sguardo di Urahara a sorprenderla, gli sorrideva.
Urahara sapeva che cosa aveva in mente Yoruichi e sapeva anche che quella ragazza sarebbe stata una vera è propria sorpresa.

Si salutarono a un angolo della città, mentre Inoe, Sado e Ishida si allontanavano dalla parte opposta. Yui li vide andare via, mentre Ichigo stava al suo fianco, infondo abitavano vicini, avrebbero fatto un pezzo di strada insieme. Pensò, mentre si stringeva nella giacca; non ricordava ci fosse così tanto freddo, si rese conto di quante cose si fosse persa stando nella Soul Society, quello era effettivamente un altro mondo, così lontano e diverso.
“Il bankai..” Disse sovrappensiero, Ichigo si voltò a osservarla.
“Va tutto bene?” Chiese il ragazzo, guardandola di sottecchi. Yui si voltò verso di lui, aveva parlato a voce alta.
“Emh no, scusa e che stavo pensando a quello che ha detto Yoruichi. Infondo ho appena raggiunto il mio shikai, forse è troppo presuntuoso pensare di poter riuscire ad arrivare a un bankai ora, insomma sono una shinigami da troppo poco tempo e se non ci riuscissi?” Chiese preoccupata, Ichigo la osservò un momento, perché quella ragazza pensava troppo? Si chiese, divertito.
“Yui...”Disse bloccandosi improvvisamente, la ragazza si fermò con lui l'osservò perplessa.
Il ragazzo si mise davanti a lei e portò le mani sulle spalle della ragazza, la fissò dritto negli occhi. Yui rimase immobile, non riusciva a capire cosa volesse fare, sentì per un momento il cuore perdere un battito nel petto.
“La smetti di preoccuparti in questa maniera? Ok, il bankai non è qualcosa di facile e si sarà dura, ma tu, come sempre, ce la farai!” Disse quello con serietà, mentre la osservava con sguardo duro. Yui abbassò un poco la testa.
“Sai, avvolte vorrei essere come te..” Disse improvvisamente la ragazza, Ichigo la guardò perplesso.
“Probabilmente sei più preoccupato di me, ma non lo dai a vedere e togli fuori i denti e dai il massimo. Avvolte vorrei seriamente essere come te” disse la ragazza dolcemente, aprendosi in un sorriso. Ichigo la osservò stupito, mentre quella l'osservava con il suo sguardo scuro e profondo, sentì il viso arrossire, si staccò da lei rimettendosi dritto.
“Naah, non sono come dici tu e semplicemente che avvolte non penso e agisco. Ma tu sei una donna, sei geneticamente portata a pensare a troppo” disse quello mettendosi le mani in tasca e camminando. Yui lo guardò alzando un sopracciglio.
“Questo è un tantino maschilista da parte tua!” Lo riprese la ragazza, lui fece spallucce. Yui sbuffò, poi lo raggiunse con uno scatto, lo spinse un poco.
“Sei un idiota” lo riprese lei divertita, Ichigo nascose il viso, mentre tratteneva un sorriso. Almeno era tornata a sorridere, non gli piaceva vederla triste, era una cosa che non sopportava e nel tempo passato nella Soul Society non aveva fatto altro che vedere quell'alone di tristezza nei suoi occhi e lui si era ripromesso che mai più avrebbe lasciato che lei fosse triste, no lui avrebbe portato un sorriso su quel volto, sempre.
Continuarono a camminare in silenzio, mentre ormai il cielo era diventato scuro per la notte e l'aria si era fatta più frizzante, Yui si strinse su se stessa ancora di più, mentre sentiva la presenza del ragazzo affianco a se; sorrise un momento nel pensare a lui. Lo guardò un attimo di sottecchi, mentre quello era immerso nei suoi pensieri e camminava silenzioso; la ragazza osservò i suoi lineamenti e il suo volto, lo trovò carino con quel suo viso un poco rosso dal freddo e i soliti capelli troppo arancioni a fargli da contorno, poi si voltò di scatto cercando di far finta di nulla mentre il ragazzo gli lanciava un'occhiatta sentendosi osservato.
Si diede della stupida, a cosa diavolo stava pensando? Lui era Ichigo, quella dannata e insopportabile testa arancione che gli stava sempre in mezzo ed era sempre antipatico e avvolte duro e che... non aveva fatto altro che stargli affianco, che l'aveva consolata quando ne aveva avuto bisogno e non l'aveva fatta sentire sola quando non aveva avuto nessuno su cui contare. Lui c'era sempre stato, pensò teneramente, poi tornò a scuotere la testa; doveva finirla di pensare a certe stupidaggini, infondo lui era solo... Ichigo.
“Eccoci!” Disse il ragazzo affianco a se, Yui si destò dai suoi pensieri e quando vide la sua casa, sentì il cuore farsi improvvisamente leggero.

Era finalmente a casa, pensò con felicità.
“Ohi tutto bene?” La richiamò il ragazzo, Yui si voltò a guardarlo seria.
“Grazie per tutto ciò che hai fatto..” Disse improvvisamente, Ichigo la osservò sorpreso.
“Grazie per essermi stato vicino e non avermi abbandonato, te ne sono profondamente riconoscente” disse la ragazza guardandolo negli occhi. Ichigo rimase un attimo stupito, poi sorrise.
“Be te l'avevo detto che d'ora in poi sarei rimasto” disse quello toccandosi un poco la testa imbarazzato, la ragazza sorrise divertita, poi fece un passo verso di lui e infine lo abbracciò forte. Ichigo rimase un attimo paralizzato per quel contatto così improvviso, poi si sciolse e fece scivolare le braccia verso di lei stringendola, rendendosi conto di quanto fosse piacevole, la sensazione di averla stretta a se. Appoggiò il mento sulla sua testa, perdendosi in quell'abbracciò, senza opporsi, senza pensarci troppo. Lei gli era mancata, pensò sorridendo un poco. Poi la ragazza si allontanò un poco, fino a staccarsi, alzò il viso incontrando gli occhi del ragazzo; avrebbe voluto dire qualcosa, ma non ci riuscì; rimase semplicemente incantata a guardare il suo viso. Ichigo gli sorrise, lei si riprese e infine si mise in un punta di piedi, avvicinando come sempre il viso al suo, ma quando fu vicina ci fu un secondo in cui i suoi occhi incontrarono le labbra del ragazzo, sentì l'irrefrenabile istinto di baciarle, cercò di scacciare quel pensiero e si avvicinò ancora, pronta per posare le sue labbra sulla guancia, poi non seppe dire cosa gli prese; afferrò la giacca del ragazzo spingendolo verso di lei e lo fece. Lo baciò, posando le sue labbra sulle sue.

Il ragazzo sentì il cuore perdere un battito nel petto, mentre sentiva le sue labbra premere sulle sue. Non poteva credere a ciò che stava succedendo eppure non si oppose, non ne trovò la forza, mentre sentiva le sue labbra morbide e calde sulle sue.
Yui si allontanò lentamente, mentre il cuore martellava nel petto, si rese conto di ciò che aveva fatto, spalancò gli occhi per il panico.
Alzò un poco il viso trovando quello altrettanto spaventato del ragazzo: cosa aveva appena fatto?
“I..io..b...Buona notte” disse allontanandosi da lì il più in fretta possibile, superò il cancello veloce e infine entrò in casa; si appoggiò alla porta, mentre cercava di calmare il cuore che batteva nel petto e il fiato corto. Non poteva credere a ciò che aveva fatto, cosa aveva fatto? Perché l'aveva fatto? Pensò disparata. Non che non l'avesse voluto, ma ..lui era..

Ichigo dal canto suo, era rimasto immobile nella stessa posizione; quella ragazza lo aveva appena baciato, pensò incredulo.
Un bacio, bacio.

Cioè lei lo aveva...
Porto le mani al viso, facendo un mezzo giro su se stesso, non poteva crederci quindi...
Lei lo aveva... e lui era stato fermo come un pesce lesso, un vero idiota..
La cosa che riusciva a stupirlo era che lei lo aveva seriamente baciato, ciò significava che lui gli piaceva...?
Portò le mani al viso ancora sconvolto, dovette metterci circa un intero minuto per riprendersi da ciò che era accaduto; non poteva credere a se stesso, era talmente immerso in quello che quasi si era scordato di dire a Yui che...

Sentì la porta di casa sbattere e la ragazza camminare a falcate veloci verso di lui.
“Io..aspetta..” Cercò di dire il ragazzo, ma lei non l'ascoltò...
"ICHIGOOOOOOOO" urlò Yui. Il ragazzo trasalì, lei si avvicinò infuriata come una belva, percepiva su di se il suo sguardo omicida, deglutì spaventato, non l'aveva mai vista così arrabbiata.
“Io..” Cercò di dire il ragazzo, ma non ci riuscì.
"Che cazzo significa quello?" Chiese la ragazza con furia, ma Ichigo non fece in tempo a rispondere.
"Ti avevo detto di occuparti del mio corpo e di non far preoccupare i miei e l'unica cosa che trovo e me stessa piena di tubi e aghi in camera? Dico sei per caso impazzito? Io ti ammazzo maledetta testa arancione!!!" Disse la ragazza cercando di saltargli addosso, Ichigo la schivò per poco.
"Aspetta, aspetta non è colpa mia, lo giuro. E' stata colpa di Renji, è stato lui a lasciarti lì e quando sono tornato era troppo tardi; loro pensavano che tu fossi...in..." Ma non ebbe coraggio di finire la frase.
"In coma??? Pensano che sia in coma! Sei un idiota" Urlò la ragazza tirandogli un pugno sulla spalla, Ichigo si tocco dolorante.
"Ho detto che non è colpa mia!" Piagnucolo inerme.
"Io ti faccio fuori, maledetto!" disse quella infuriata,Ichigo si becchò un altro pugno all'altro braccio, trattenne un gemito di dolore ancora, cercando di schivare i suoi colpi e la sua ira.
“Mi dici cosa faccio adesso? Che cosa mi invento?” Sbraitò ancora arrabbiata, il ragazzo fece per dire qualcosa.
“Sta zitto!” Gli urlò ancora contro, lui spalancò gli occhi. Non aveva mai avuto così tanta paura di qualcuno in tutta la sua vita, pensò, mentre quella lo guardava fulminandolo con lo sguardo.
“O..ok, calmati..si...si risolverà tutto” tentò di dire il ragazzo, positivo. Ma Yui gli lanciò uno sguardo talmente duro, che il ragazzo si tappo la bocca e non parlo più. Rimasero fuori, mentre lei cercava di farsi passare la rabbia ed Ichigo gli stava a debita distanza di sicurezza.
Infine la ragazza si calmò, lo guardò un poco disperata.
"E ora cosa faccio?!" chiese sconsolata. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo, era tornata la sua Yui, pensò avvicinandosi a lei.
"Perché non torni semplicemente nel tuo corpo!" disse Ichigo dolcemente. La ragazza lo guardò di nuovo con sguardo infuriato, Ichigo sentì un brivido di paura alla schiena.
"Ha un cavolo di macchinario attaccato? Non posso svegliarmi e presentarmi a loro come se nulla fosse accaduto" disse la ragazza infuriandosi di nuovo.
“Ok,...be ma puoi farlo?” Cercò di dire Ichigo, facendo un passo indietro e allontanandosi un poco da lei. Yui continuò a fissarlo seria e dura, poi sbuffò.
“Forse hai ragione, infondo è l'unica cosa da fare” disse rassegnata. Ichigo fece un altro sospiro di sollievo.
"Ok, andrò!" Disse la ragazza sicura. Il ragazzo annuì sicuro con lei.
Si guardarono un momento, poi entrambi si ricordarono quello che era successo poco prima ed entrambi abbassarono il viso imbarazzati.
"Ci vediamo domani a scuola.." disse la ragazza andando verso la porta di casa.
"Sei in coma, non credo tu possa veni.." Ma non finì la frase.
"Stai zitto" sibilò fra i denti Yui.
Ichigo tremò, poi decise di scappare il più lontano possibile da lì; almeno per quella notte, l'aveva scampata.

Il risveglio fu qualcosa di devastante.
Quando l'indomani mattina, come se nulla fosse, i suoi genitori la trovarono a fare colazione, scoppiarono in lacrime come mai Yui li aveva visto fare. Tutti si catapultarono ad abbracciarla, con gli occhi pieni di lacrime e preoccupazione, felici di poterla avere lì con lei ancora, sana e salva. Yui non pote che piangere con loro; gli erano mancati cosi tanto. Li osservava mentre concitati preparavano la colazione e la coccolavano e le parlavano, gli raccontavano un sacco di cose, sempre con la loro meravigliosa allegria; mentre i suoi fratelli facevano a gara chi l'abbracciava più forte;  suo padre che nascondeva il viso dietro al giornale nascondendo le lacrime e sua madre che come sempre si infuriava con i suoi fratelli per starle cosi appiccicati e la riempiva di attenzioni. Yui li guardò con felicità e tristezza, avrebbe cosi tanto voluto dir loro tutto ciò che aveva passato e dirgli che sarebbe andato tutto bene, rassicurarli che nulla di male gli era accaduto e che lei stava bene. Ma non pote, come avrebbe potuto dirglielo? Avrebbe coinvolto tutti in qualcosa che andava oltre le loro capacità, oltre persino le sue stesse capacità. Cosi, con il groppo in gola ma il cuore felice, passo quella giornata con loro, fingendo di essersi appena svegliata da un improvviso quanto inspiegabile coma, un qualcosa che nemmeno i medici erano riusciti a capire e quando l'avevano vista in piedi viva e vegeta erano rimasti piuttosto stupiti persino loro e dopo averla controllata e visitata, avevano dovuto constatare che la ragazza era sana come un pesce. Ma la sua famiglia era dopotutto ancora spaventata
"Ti porteremo da lui, lui è stato il primo a capire cosa ti era successo!" Disse sua madre, guidando verso l'ospedale.
"Lui chi?" Chiese Yui senza capire,
"Il dottore!" rispose con tranquillità.
"Quale dottore?" Chiese Yui confusa.
"Il dottor Ryūken Ishida" disse sua madre con tranquillità.
"Ishida hai detto?" Chiese Yui, quel nome gli era cosi familiare. Quando arrivarono all'ospedale privato e Yui fu fatta entrare per la visita e quando vide l'uomo dietro alla scrivania capì immediatamente perché conosceva già quel nome.
L'uomo davanti a se dai capelli bianchi, il viso appuntito gli occhi di un blu tremendamente scuro, gli avevano subito ricordato quello del ragazzo occhialuto della sua classe. Ishida, come quel suo compagno. Yui lo guardò accigliata, sua madre aveva detto che era stato l'unico a capire cosa gli era successo, che lui sapesse? Ryūken Ishida la visitò e constatò con il suo fare freddo e apatico che non c'era nulla che non andava e che era davvero una fortuna che la ragazza si fosse svegliata, ma Yui non credette a una sola parole, conscia che quella era solo una farsa per rassicurare sua madre. Prima di andare,Yui parlò con sua madre, lasciando che quella uscisse. Quando la ragazza rimase da sola con il dottore, si voltò a guardarlo.
"Qualche problema? Asai-san?" Chiese l'uomo mentre la guardava da sopra i suoi occhiali, con quegli occhi cosi duri e freddi.
"Quanto sa di questa storia? Dottor Ishida" chiese la ragazza andando verso la scrivania dietro il quale sedeva l'uomo; Ryuken si sistemò gli occhiali sul viso.
"Di cosa sta parlando?" Chiese il Dottore, Yui continuò a fissarlo.
"Lei è il padre di quel ragazzo, Ishida della mia classe, lo stesso che ieri mi ha accolto quando sono tornata. Lei è stato l'unico a dire ai miei che sapeva ciò che mi capitava, quanto sa di questa storia?" Chiese con insistenza la ragazza con fare serio, l'uomo sorrise leggermente.
"Forse abbastanza da sapere che ho davanti una shinigami" disse con tono quasi schifato.

"Lei cos'è per la precisione?" Chiese Yui dura, notando l'irritazione nella sua voce nel aver pronunciato quella parola.
"Qualcosa che non ti riguarda ragazzina" disse l'uomo immediatamente, Yui l'osservò.
"Stia fuori da questa questione e stia lontano dalla mia famiglia" disse la ragazza poggiando le mani sulla scrivania.
"Già suo figlio è abbastanza strano, ma lei...lei non mi piace per niente. Quindi mi faccia un piacere, stia lontano da tutti noi" disse la ragazza dandogli poi le spalle e andando verso la porta.
"Addio!" sibilò chiudendosi la porta alla spalle e lasciando quel posto, avrebbe chiesto ulteriori spiegazione all'unica persona che gliele avrebbe date, Ichigo.

Aizen guardava i suoi interlocutori con fare un poco annoiato, mentre gli espada intorno a lui fissavano l'ologramma che compariva sopra la tavola.
Kaname stava spiegando loro alcune direttive che avrebbero dovuto seguire durante alcune delle loro più delicate missioni, ma Aizen non si preoccupava nemmeno più che loro fossero o meno attenti, non gli importava, semplicemente sapeva che tanto ognuno di loro avrebbe fatto il suo dovere; nessuno si sarebbe permesso di disubbidire, non di certo a lui.
Avvicinò una mano alla tazza ancora calda, la prese per bere un goccio di tè, distratto.
La porta della sala si aprì improvvisamente, Kaname smise di parlare; Aizen si destò dalla sua apatica noia.
"Aizen-sama!" Disse la voce tediata di Ulquiorra, entrando nella sala. Aizen lo guardò fermarsi davanti a lui, dalla parte opposta della tavola. Cosa diavolo era successo perché uno come Ulquiorra entrasse a quella maniera e in piena riunione? Si domandò, perplesso.
"C'è qualcosa che vuoi riferirmi, Ulquiorra?" Chiese l'uomo poggiando la tazza sul tavolo, Ulquiorra lo guardò con il suo solito sguardo spento.
"Ho informazioni importanti signore!" rispose quello pacato, Aizen fece segno con la mano affinché lui continuasse a parlare.
"È tornata Aizen-sama" disse quello. Aizen s'immobilizzò, improvvisamente, poi alzò lentamente il viso, mentre stringeva la mano in un pugno. Cercò di mantenere la calma, mentre dentro al petto il suo cuore, congelato da anni, forse da secoli, perdeva un leggero battito.
Grimmjow, seduto ad lato del tavolo, percepì quei piccoli dettagli; forse era l'unico insieme ad Ulquiorra a essere a conoscenza di quella cosa, di quello che Grimmjow sospettava essere un segreto che Aizen cercava con tutto se stesso di nascondere, ma che ne lui ne Ulquiorra si erano lasciati scappare. Infondo non era qualcosa da tutti giorni vederlo stupito, per la seconda volta in così poco tempo.
"Bene, dopo mi darai tutti i dettagli" disse calmò Aizen, fingendo noncuranza.
Grimmjow al suo lato si leccava i baffi; forse aveva appena scoperto l'unico punto debole di quell'uomo praticamente imbattibile.
Sorrise un poco, lui sarebbe riuscito a farlo crollare, quell'uomo, pezzo dopo pezzo; se c'era qualcuno che doveva avere il potere, quello sarebbe dovuto essere esattamente lui.

L'unico e vero Re.
 






Angolo dell'autore:
 

 

Emh..*coff coff* si sono baciati * coff coff * non vogliatemi male xD

So che la presenza di Ryuken è un po' casuale  messa lì, ma non potevo non metterci pure lui in mezzo (a parte l'essere un po' antipatico, a me piace Ryuken, sarà che l'ho rivalutato dopo il flashback della nuova saga). Quindi si, beccatevi pure lui xD

 

Ehehe pensavate fosse sparito? E invece no, era solo in vacanza, ma ora è tornato.

Da una parte Aizen che osserva da lontano, dall'altra Grimmjow che si fa venire brutte idee in testa (che ci sia lo zampino di Apporro e di qualche droga? Lo scopriremo solo vivendo). (Zaph, lo so..ho mentito riguardo al Bankai, perdonami xD).

Bene ho finito di dire stupidaggini, ora come sempre ringrazio voi:

 

Zaphiel97 e Tammy1997 per essere sempre presenti!

Anche tutti coloro che leggono la storia, spero che un giorno possiate farvi avanti e farmi sapere cosa ne pensate. Qualsiasi commento è sempre ben accettato.

Un saluto cari.

Cass.

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


I’ve been feeling everything
From hate to love
From love to lust
From lust to truth “

Ed sheeran

 

 


Qualche giorno dopo, Yui tornò a scuola dalla sua "malattia", ma solo quando mettendo piede in classe e fu abbracciata dalla prof stessa, si rese conto di quanto infondo quel posto noioso le mancasse così  tanto. Tutti i suoi compagni furono felici di rivederla sana come un pesce, mentre la prof emozionata  e con le lacrime agli occhi la rassicurava che avrebbe fatto di tutto per aiutarla con i giorni di assenza; Yui impacciata per quella gratuita gentilezza, cercò di ringraziare tutti e di rassicurarli che tutto era apposto e che avrebbe lavorato sodo per recuperare. Fu così che il rientrò a scuola, sembrò meno tragico di quanto avrebbe potuto pensare.
All'ora della ricreazioni, molti dei suoi compagni la riempirono di domande alle quali la ragazza fu grata di rispondere. Mentre di sottecchi ogni tanto lanciava qualche sguardo al ragazzo occhialuto di nome Ishida, scrutandolo.
"Yui, c'è la prof che ti vuole parlare fuori!" Disse una voce alle sue spalle, quando la ragazza si voltò, Ichigo stava in piedi con le mani in tasca e con l'espressione annoiata; lei lo guardò perplessa un momento.
"Sbrigati" disse quello facendole strada, Yui sbuffò un momento; perché tendeva ad essere sempre terribilmente antipatico? Scosse la testa e infine salutò i compagni e uscì dalla classe, dove Ichigo l'aspettava appoggiato alla parete di fianco alla porta.
"Dov'è la prof?" Chiese guardandolo scocciata, lui gli lanciò un'occhiataccia, poi si mise a camminare.
“Seguimi” disse semplicemente, prendendo a camminare con le mani in tasca. Yui sbuffò sonoramente, iniziava a scocciarsi di quel suo comportamento pensò. Poi lo seguì in silenzio, fino a che quello non arrivò all'ultimo piano della scuole ed uscì nella terrazza. Yui lo seguì fino a uscire fuori e si mise a fissarlo a braccia conserte.
Ichigo si appoggiò con tranquillità alla ringhiera, di schiena, poi la osservò.
"Mi vuoi dire per quale motivo mi hai portati qui con quella scusa?" Disse la ragazza guardandolo confusa e un poco arrabbiata. Il ragazzo la guardò un attimo, poi fece spallucce.
"Non so, pensavo volessi un po di calma. Ti stavano addosso" disse quello buttando poi uno sguardo oltre la ringhiera, verso i campi da gioco. Yui cercò di dire qualcosa, poi si ammutolì, lo guardò perplessa.
"Sei strano,lo sai vero? Sei cosciente di questo?" Disse la ragazza, sciogliendo infine le braccia, poi si avvicinò alla ringhiera anche lei, si appoggiò con i gomiti, perdendosi a guardare oltre. Ichigo non disse nulla, rimase in silenzio, mentre ogni tanto gli lanciava degli sguardi; Yui lì notò, ma fece finta di nulla, aveva notato qualcosa di diverso in lui, dalla volte del.. ma non avevano mai avuto modo di parlare, prima del suo rientro a scuola e lei non avrebbe sinceramente saputo cosa dire, perciò non aveva osato toccare l'argomento. Era stato davvero qualcosa d'impulsivo, pensò amareggiata. Lo guardò un attimo, guardò il suo profilo, arrossì un momento, mentre ripensava alle sue labbra, quelle dannate labbra. Strinse gli occhi e cercò di scacciare via quel fastidioso, quanto piacevole pensiero.
"Ichigo!” Lo chiamò poi, il ragazzo la guardò di sottecchi.
“Si?” Chiese un poco distratto.
“Cosa, cosa è Ishida?" Chiese d'improvviso la ragazza, guardandolo di sfuggita.
"Che intendi?" Domandò quello, voltandosi verso di lei.
“Si be, insomma Inoe a quel suo potere strano; Sado non so cosa abbia effettivamente e infine rimane Ishida, che potere ha Ishida?" Chiese ancora la ragazza. Ichigo fece spallucce.

"Sado ha anche lui un suo potere strano lo vedrai prima o poi, mentre Ishida è un quincy. Una specie di figura rivale degli shinigami. Ma ormai non esistono più, è rimasta solo la sua famiglia!" Spiegò il ragazzo con tranquillità. La ragazza lo guardò un poco perplessa.
“Un quincy?” Chiese senza capire.
“Si be, diciamo che anche loro hanno il potere di uccidere hollow, ma non hanno zampakuto, hanno solo la capacità di creare armi con la loro reiastu, si be è una cosa complicata” disse infine il ragazzo.

“Credo di aver conosciuto suo padre" disse Yui stringendosi per scaldarsi, Ichigo la guardò un poco stupito.
“Hai conosciuto il padre di Ishida?” Chiese incredulo, lei annuì.
“Era il mio medico, l'unico che ha capito che ero in coma e anche l'unico che ha capito di avere davanti una shinigami solo a guardarla. Non mi piace quel tizio!” Sentenziò storcendo un poco il naso.
"Be in effetti è un tipo strano, non che Ishida sia diverso. M sono tipi tranquilli, non ti devi preoccupare. Visto la conoscenza diretta del suo vecchio, ora potresti tranquillamente capire Ishida” disse Ichigo scherzando. Yui rise un poco.
" Comunque se lo dici tu, mi fido" disse lei mentre si rimetteva dritta. Cadde il silenzio, mentre il vento soffiò ancora una volta, fresco. La ragazza rabbrividì un poco, quel silenzio iniziava a pesarle, perciò si staccò dalla ringhiera.
“Io rientro” disse, poi si incamminò verso la porta. Ichigo la osservò andare via, si staccò dalla ringhiera, fece per chiamarla, ma si bloccò. Forse era l'unico momento che avrebbe avuto di parlare di ciò che era successo, doveva fermarla pensò, ma sentiva di non averne il coraggio. Si diede dell'idiota.
“Yui!” La chiamò infine, mentre quella afferrava la maniglia; la ragazza si voltò verso di lui.
“Aspetta” disse incamminandosi verso di lei, Yui l'osservò farsi vicino.
“Io...ho bisogni di parlarti” cercò di dire, trovando il coraggio. Yui spalancò un poco gli occhi, mentre lasciava andare la maniglia, temeva che sarebbe arrivato quel momento. Si guardarono allungo senza dire nulla, senza trovare il coraggio.
"Io credo, che..be..sarebbe meglio, diciamo, parlare di ciò che è successo l'altra volta!” Tentò di dire, imbarazzato. Yui sentì il viso prendere colore.
“Io..emh, non ho niente da dire” disse la ragazza, poi fece per voltarsi ed uscire aprendo la porta, ma una mano la bloccò richiudendola, proprio a qualche centimetro dal suo viso.
“Cosa significa che non hai niente da dire? Sei proprio tu che devi dire qualcosa!” La riprese, incredulo. La ragazza non si voltò.
“Be, io emh, diciamo che.. Be vedi non ho niente da dire, ora spostati” disse la ragazza cercando di aprire la porta, Ichigo ci mise più forza, la richiuse ancora.
“Yui!” La richiamò il ragazzo, lei strinse gli occhi, poi decise di voltarsi.
“Be è successo!” Disse guardandolo un poco negli occhi, ma si pentì di averlo fatto, mentre sentiva il viso prendere colore.
“E allora..?” Chiese il ragazzo.
“E allora cosa, cosa vuoi che ti dica?” Disse scocciata.
“Perché l'hai fatto?” Chiese Ichigo. La ragazza alzò il voltò di scatto fissandolo negli occhi, Ichigo osservò quei suoi occhi castani e la scena di qualche sera prima si ripresentò prepotente nella sua mente, staccò la mano dalla porta a fece qualche passo indietro, mentre portava le mani in tasca e imbarazzato guardava verso il basso, facendo finta di giocare con qualche pietrolina.
“Io...” Cercò di dire la ragazza, ma non trovò le parole. Lo guardò mentre anche lui, cercava di guardare altrove.
"Diciamo che è stato un...momento di debolezza, ecco, non capiterà mai più. Addio!" Disse la ragazza tentando di voltarsi ancora e scappare.
“Cosa? E tu lo chiami un momento di debolezza baciarmi?” Chiese il ragazzo accigliato.
Yui sbuffò scocciata, si voltò con forza e si avvicinò a lui a grandi falcate.
“Senti cosa vuoi che ti dica? Che cos'è che vuoi sapere di preciso? Si ti ho baciato perché lo volevo e allora?” Chiese esasperata la ragazza osservandolo dura.
“Quindi io ti piaccio?” Chiese con forza Ichigo, la ragazza sentì il viso diventare rosso.
“Cosa? No scherzi..tu non mi piaci..no..no e no!” Disse, scuotendo la testa, Ichigo la guardò affondo, contrariato.
"Bugiarda" disse il ragazzo,Yui alzò lo sguardo sconcertata.
“Che? " Chiese perplessa.
"Non è vero che è stata una debolezza, io...ti piaccio! " Disse quello un poco imbarazzato, mentre non riusciva a guardarla negli occhi. Yui sentì lo stomaco torcersi dall'imbarazzo.
"Naaa era solo qualcosa di...così, insomma..." Disse la ragazza tentando di coprire il suo disagio.
"E tu mi baci solo ..cosi?" Chiese Ichigo sconcertato, la ragazza lo guardò un momento, cosa avrebbe dovuto dire? Perché l'aveva fatto? In realtà non aveva mai pensato alla possibilità che quel ragazzo gli piacesse, ma il pensiero di baciarlo era stato forte e lei non si sapeva dare una reale risposta, l'aveva sentito dentro che voleva farlo e lei l'aveva fatto, ma d'altronde lo faceva spesso di agire in quella maniera, era successo anche la prima volta, con …
Scosse la testa, non voleva pensare a lui in quel momento, non quando davanti agli occhi aveva un Ichigo stupito e con quella sua solita faccia da ragazzino innocente, lo odiava per questo, la metteva sempre in difficoltà.
“E..era per....” Tentò di dire, cercando le parole, Ichigo la osservò un poco contrariato, mentre aveva il viso leggermente colorato.
“Era per provare!” Disse in panico la ragazza, poi strinse gli occhi, perché aveva detto una tale stupidaggine? Idiota, pensò arrabbiata.
Ichigo sgranò gli occhi, tentò di dire qualcosa ma si ammutolì stupito.
“E tu normalmente baci le persone per provare?” Chiese Ichigo completamente incredulo. Yui lo guardò con il panico negli occhi.
“F..forse?” Disse storcendo un poco il naso, Ichigo fece per dire altro, ma non trovò le parole, era davvero sconcertante come cosa, pensò stupito.
“Oh dannazione, smettila brutto deficiente. Non è che mi piaci e solo che in quel momento io ho sentito che volevo farlo. So che non avrei dovuto ma.. e dai smettila di guardarmi cosi, insomma era un bacio, non ti ho mica violentato" disse la ragazza sbottando, mentre diventava paonazza. Ichigo la guardò a occhi spalancati, mentre diventava ancora più rosso per le sue parole, mentre la ragazza ormai lo guardava negli occhi.
"È stato cosi pessimo?" Chiese allargando le braccia infastidita, mentre moriva dall'imbarazzo, più per essere stata rifiutata che per il pensiero di averlo baciato.
"Non ho mica detto questo" si difese il ragazzo, poi si rese conto di quello che aveva appena risposto, si morse il labbro.
Yui lo fissò per un momento, poi sorrise un poco maliziosamente.
"Allora ti è piaciuto" disse la ragazza, incrociando le braccia, era arrivata l'ora di passare all'attacco, pensò fissando il ragazzo che spalancò gli occhi dallo stupore; lei avanzò verso di lui.
"Io..non..ho..mi..." Tentò di dire, ma ormai Yui l'aveva raggiunto ed era a pochi passi da lui.
“Che, Ichigo?" Chiese con quel suo solito sorriso. Lui la guardò imbarazzato, distolse lo sguardo, ma Yui lo afferrò per il bavero della giacca grigia e lo portò minacciosa vicino a se.

"Che cosa,Ichigo? Ammettilo, testa arancione. Non è che sei solo tu quello che fa le domande sconvenienti qui" disse quella guardandolo fisso negli occhi. Ichigo trasalì un momento, mentre lei lo teneva stretto per la giacca; guardò il suo viso, vicino al suo, nella sua testa partì una campana di allarme: ragazza troppo vicina, panico totale.
“Allora Ichigo, se sei così tanto innocente, perché non ti sei spostato quando ti ho baciato?” Chiese sicura la ragazza.
“Io..mi, mi hai preso alla sprovvista!” Cercò di difendersi quello, Yui assottigliò lo sguardo.
“Oh davvero, eppure non mi ricordo che tu abbia fatto molto per evitarlo!” Lo riprese lei, Ichigo si sentì completamente in panico, cosa doveva dire? Cosa doveva fare? Era vero che avrebbe potuto spostarsi ed era anche vero che l'aveva preso alla sprovvista, ma per quanto fosse stato inaspettato e strano a lui infondo, non era dispiaciuto affatto, ma quello non glielo avrebbe detto, pensò sicuro; poi incontrò lo sguardo castano e scuro di lei, così terribilmente profondo. No, non poteva cedere. Pensò con forza, ma poi i suoi occhi incontrarono le sue labbra. Quelle labbra, le ricordava cosi morbide.
"Po..potresti lasciarmi!" Disse quello mentre iniziava a diventare ancora più paonazzo, mentre scacciava via pensieri poco innocenti; la ragazza lo fissò con un sopracciglio alzato.
Ok, ora che ci pensava gli era piaciuto molto baciarla, ma lei era..Yui.
Si insomma non è chi gli dispiacesse, nel senso era una bella ragazza ed era abbastanza affascinante, ma da qui a pensare che potesse realmente capitare; se fosse stato per lui, probabilmente non sarebbe mai capitato, non perché non volesse, anzi, ma lui era un demente che pensava più a combattere che a quelle cose.
Dannazione, aveva sedici anni, era arrivato il momento di pensarci, si insomma...ormai era un uomo, quasi. Pensò, confuso.
"Allora?" Lo richiamò alla realtà Yui; Ichigo la guardò, ma il suo sguardo era terribilmente attratto dalle sue labbra.
"Io..be...no...cioè..è stato..." La ragazza aspettava una risposta.
"Si..credo..." Cercò di dire, ma le parole di Ichigo si fecero un sussurro impercettibile.
Yui lo guardò senza capire, avvicinando d'istinto il viso a quello del ragazzo per sentire meglio; fu un secondo in cui Ichigo non capì assolutamente nulla, l'avvicinarsi di quel viso gli aveva mandato il cervello in fumo.
Biascicò qualche parola incomprensibile, poi non seppe dire precisamente perché, forse per puro istinto o forse per il richiamo del suo stesso corpo, avvicinò il viso a quello della ragazza fino ad appoggiare delicatamente le sue labbra alle sue e le trovò ancora una volta morbide.
Un brivido percosse la sua schiena, perché quello gli piacque più del dovuto.

Poi si allontanò, in preda al panico realizzando ciò che aveva fatto.
Il suo viso prese colore ancora più forte, si allontanò da lei a occhi sgranati, la ragazza lasciò il bavero della sua giacca. Non poteva crederci, ma era stato lui..
"Questa volta sei stato tu!!" Puntualizzò immediatamente alzando le mani, quasi a sottolineare la sua innocenza. Ichigo non parlò sconvolto.
"È tutta colpa tua!" Disse puntandogli il dito contro. Lei lo guardò contrariata.
"Che vuoi? Questa volta sei tu che l'hai fatto..!" Rispose accigliata.
"Si ma se non mi avessi preso cosi non sarebbe successo!" Puntualizzò il ragazzo.
"Ti rendi conto che questa è la cosa più infantile che tu abbia mai detto?" Sentenziò la ragazza sconcertata.
"Senti, mi devi stare lontano ok!" Disse Ichigo arrabbiato, la ragazza alzò gli occhi al cielo.
“Guarda che non ho un virus contagioso, idiota” disse facendo un passo verso di lui.
"No ho detto sta lontano" disse mettendo le braccia avanti, cercando di mettere distanza. Yui fece un altro passo, il ragazzo ne fece uno indietro, Yui sbuffò scocciata.
“Sei un idiota Ichigo, sai che cosa, quando avrai deciso di maturare un po', fatti sentire” disse arrabbiata, poi si voltò amareggiata e andò verso la porta. Ichigo la osservò andare via, cosa aveva fatto? Perché doveva sempre essere così stupido, ok aveva baciato una ragazza ed era la prima volta che lui lo faceva di sua spontanea volontà, ma perché doveva sempre rovinare tutto? Si colpì la testa, poi si incamminò verso di lei, prima che uscisse.
“Yui!” La richiamò, ma lei non si voltò, corse verso di lei e l'afferrò per un braccio voltandola.
“Lasciami andare. Non ho intenzione di continuare a parlare con te” disse arrabbiata, facendo per voltarsi.
“Aspetta” cercò di dire il ragazzo.
“Ho detto lasciami andare..” Ripete scocciata.
“Ok, si sono un deficiente, scusa. Ma è anche colpa tua” disse quello, Yui si voltò lentamente a guardarlo.
“Senti per me questo è difficile e io..” Cercò di dire il ragazzo.
“Cosa non sai nemmeno prenderti le tue responsabilità? Sai cosa ti dico, si mi dispiace di averti baciato e stato un terribile errore. Non si ripeterà mai più” disse quella staccando il braccio dalla presa del ragazzo, poi sparì dietro alla porta. Ichigo rimase immobile, strinse gli occhi; perché rovinava sempre tutto? Si chiese con disperazione e amarezza, poi la campanella suonò e decise di tornare in classe.

Per tutta le lezioni, Yui evitò di guardarlo o anche di parlargli; aveva tentato di approcciarsi con lei più volte, ma l'aveva sempre ignorato, lasciandolo spiazzato.
Al suono della campana, quando si voltò per cercare la ragazza, si rese conto che era giù andata via e deluso si incamminò verso casa ripromettendosi di aggiustare ogni cosa l'indomani.
Ma il giorno dopo non fu come si aspettava; Yui lo ignorò completamente ancora, evitando di parlargli. Ichigo tentò più volte di scambiare qualche battuta, ma ogni volta quella lo guardava duramente e tornava a fare altro.
Quando a fine giornata suonò la campanella, il ragazzo si alzò rapido.
“Yui!” La chiamò, ma lei non si voltò e uscì dalla classe, senza aspettarlo. La rincorse fino a fuori dalla porta.
“Yui !!” La chiamà ancora,  ma quella lo ignorò completamente. Ichigo accelerò il passo e la raggiunse.
“Ohi guarda che lo so che mi senti, guardami!” La riprese Ichigo, la ragazza non si girò, Ichigo strinse i denti e l'afferrò per un braccio facendola voltare.
“Che vuoi?” Gli chiese arrabbiata, mentre alcune persone nel corridoio presero a osservarli; Ichigo lasciò andare la prese.
“Perché mi ignori? E per la cosa d'ieri ? Non puoi essere ancora arrabbiata” disse quello un poco duro, lei lo guardò seria.
“Questo lo dici tu” gli rispose.
“Oh andiamo Yui, era una cavolata” disse quello aprendo le braccia esasperato.
“Buon per te, non lo era affatto per me. Ora, se permetti, preferire tornare a casa, piuttosto che parlare con uno che non riesce nemmeno a pensare cosa abbia sbagliato. Addio” disse quella voltandosi e andando via.
“Yui!” La richiamò, ma lei non si voltò e infine sparì per le scale. Ichigo si grattò la testa un poco arrabbiato, poi insieme a Rukia tornò a casa, sperando che almeno agli allenamenti qualcosa cambiasse; ma nemmeno lì Yui lo calcolò.
Non lo degnò nemmeno di uno sguardo, si sentiva così frustrato per quella cosa, perché riusciva sempre a combinare casini ? Si chiese, mentre da lontano osservava la ragazza immersa nel fare un numero relativamente alto di addominali e flessioni.
Al ritorno a casa, mentre facevano la strada insieme, la ragazza non aveva fatto altro che stare in silenzio; senza dire una parola, aveva preso l'mp3 e l'aveva messo alle orecchie, lasciando così lui solo in quel terribile e pesante silenzio. Non sapeva cosa dirgli per scusarsi, non sapeva davvero da dove iniziare e quello lo faceva arrabbiare, più di ogni altra cosa. Infine quando arrivarono davanti alla sua casa, le si tolse un cuffia.
“Buona notte” disse freddamente, poi prese a camminare verso casa sua. Sentire quel saluto così freddo, lo infastidì così tanto; non gli piaceva quella Yui, lui voleva la solita ragazza simpatica e solare, quella che lo stuzzicava e lo faceva innervosire, quella che la faceva ridere e lo faceva sentir bene, non quella ragazza fredda e antipatica, che non lo guardava nemmeno negli occhi e che lo ignorava completamente. Non sopportava più quella situazione, era stufo di essere trattato così. Strinse i pugni, lui voleva solo che tutto tornasse come prima.
“Yui!” La richiamò il ragazzo, lei si fermò, senza voltarsi, attese che lui dicesse qualcosa. Aveva intenzione di alzare le voci e di dirgli qualsiasi cosa gli passasse per la testa, arrabbiato com'era, ma non lo fece. Si calmò, fece un respiro profondo, poi guardò le spalle della ragazza.
“Mi dispiace” disse d'improvviso, la ragazza sussultò nel sentire quella parole.
“Io, sono un idiota e l'avrai capito che ho la tendenza a fare stronzate e ha commettere errori. Sono consapevole di cosa ho fatto e ti chiedo scusa, ma smettila con questo. Parlami dannazione, urlami contro se vuoi ma non ignorarmi, è la cosa peggiore che tu possa fare!” Gli disse un poco arrabbiato, la ragazza alzò gli occhi al cielo, da che pulpito arrivavano quelle parole pensò; si voltò lentamente fissandolo.
“Oh queste si che sono delle scuse profonde, Ichigo. Notte” disse quella poi rivoltandosi.
“No ehi, sono serio. Ok, sono arrabbiato, molto a dire la verità. Odio questa situazione, ma sentì io non sono bravo in..questo, - disse indicando sia lui che lei. - Non so cosa dire, ne cosa fare e tu, avvolte sei troppo avanti per me.- Confesso, un poco imbarazzato,- e il tuo bacio è stato inaspettato e io sono andato in panico e si, poi ti ho baciato anche io e sono andato in panico ancora di più; il punto è che: mi dispiace di averti trattato così, sono un idiota, ma per favore, smettila d'ignorarmi” concluse infine, con forza, poi non ricevendo risposta, abbassò la testa amareggiato.
La ragazza rimase un attimo ferma, poi si voltò lentamente, lo vide mentre con le mani in tasca teneva la testa un poco bassa, guardando chissà cosa. Fece un respiro profondo, almeno sapeva che quelle scuse erano sincere, lui lo era sempre quando lo faceva. Sorrise un poco, mentre rideva della sua innocenza, perché doveva essere così? Si chiese, poi scosse la testa, perché per quanto gli risultasse difficile riuscire ad approcciarsi con quella parte di lui, a lei infondo piaceva. Pensò divertita.
Infine tolse l'altra cuffia e le rimise in tasca, poi si avvicinò verso di lui.
“Sei un idiota” gli disse a un passo da lui, il ragazzo alzò il viso incontrando finalmente i suoi occhi. Ichigo storse il naso
“Non c'è bisogno di sottolinearlo così tanto volte” si lamentò un poco offeso, lei sorrise divertita.
“Ok, mi dispiace per averti baciato. E' stata colpa mia se è successo tutto questo, so che non avrei dovuto e prometto che non mi permetterò più di farlo, infondo noi siamo..amici, niente di più!” Disse lei sicura, ma Ichigo sentì lo stomaco torcersi alla parola amico, perché in quel momento gli suonò così male...
“Kurosaki Ichigo, non oserò mai più baciarti e farti andare in panico. Promesso!” Disse portando una mano sul cuore.
“Buona notte” lo salutò infine. Ichigo la guardò ammutolito, cosa significava che non l'avrebbe più baciato? Non era pienamente convinto che gli andasse bene, non ora che sapeva cosa significava baciarla e aveva capito che infondo non gli dispiaceva farlo.
“Aspetta, aspetta!” La fermò il ragazzo, lei si voltò un poco.
“Cosa significa che non mi bacerai più?” Gli chiese sconcertato il ragazzo.
“Proprio quello” disse la ragazza facendo spallucce.
“No, cioè...tu non puoi baciarmi e poi dire che non lo farai più!” Disse d'improvviso, poi si morse il labbro per quelle parole. Cosa diamine stava dicendo?
Era diventato pazzo?
Lei alzò un sopracciglio.
“Emh volevo dire..” Cercò di rimediare, lei rise. Ichigo si incupì, stava ridendo di lui?
“Se vuoi così tanto baciarmi Ichigo, allora sarai tu a doverlo fare. Io di certo non lo farò” disse quella mentre ancora divertita tornava a dargli le spalle per andare via.
“Come..scusa?” Chiese incredulo.
“Hai capito perfettamente testa arancione. Ora bisogna solo vedere se hai abbastanza fegato da farlo!” Disse lei con tono di sfida, si voltò un attimo a guardarlo; Ichigo la osservò a occhi spalancati, senza saper cosa dire. Lei rise.
“Visto! Allora direi, niente più baci!” Disse infine, andando via.
Ichigo fece per dire qualcosa, ma lei superò infine il cancello sparendo dalla sua vista.
Rimase fermo in quella posizione alcuni secondi, pensando alle sue parole; era per caso una sfida? Perché per quanto lui non ci sapesse fare, le sfide erano l'unica cosa che sapeva affrontare davvero molto bene. L'avrebbe di sicuro accettata, pensò. Infine si mosse e deciso e tornò a casa.

Il giorno dopo a scuola, quando Ichigo entrò e la vide seduta al suo solito posto dietro di lui, sorrise un poco; poi si mosse e prese posto e infine si voltò verso di lei. La ragazza lo guardò un momento terribilmente seria, poi sorrise ed Ichigo sentì il cuore battere nel petto.
Era tornato tutto come prima, pensò.
“Che guardi testa arancione? Voltati” lo riprese lei, Ichigo storse il naso. Forse non gli era mancato poi così tanto. Pensò assottigliando lo sguardo.
“Sta un po' zitta” la riprese lui, voltandosi. Lei rise divertita.

La giornata infine passò e la campanella della scuola suonò di nuovo; fuori il cielo era diventato grigio e la pioggia aveva iniziato a scendere copiosa.
“Dannazione l'ombrello, non doveva piovere, perché piove sempre in questo posto?” Si lamentò scocciata la ragazza, mentre l'acqua sbatteva violenta. Ichigo guardò l'acqua scendere copiose, non aveva alternative se non andare.
“Ci toccherà andare sotto la pioggia” disse con tranquillità, la ragazza lo guardò con sopracciglio alzato.
“Come fai ed essere così tranquillo, sta praticamente diluviando e noi non abbiamo nulla per coprirci!” Lo riprese lei un poco.
“Allora corri!” Disse semplicemente il ragazzo.
“Cos..” ma Yui non finì la frase, vide il ragazzo uscire da sotto il portico e correre sotto la pioggia; lo guardò incredula, era diventato pazzo? Si chiese stupita. Poi si fece forza ed infine uscì anche lei ed iniziò a correre sotto la pioggia, cercando di raggiungerlo. L'acqua non ci mise molto a bagnarli completamente, mentre loro correvano a perdifiato.
“Sei pazzo!” Lo riprese lei, al suo fianco.
“Be avevi alternative?” Chiese lui, sempre correndo.
“Aspettare che finisse?” Chiese lei sarcastica. Lui gli lanciò un'occhiataccia.
“Hai allenamento e quest'acqua non sembra intenzionata a voler smettere” la riprese lui.
“Ti odio” gli rispose lei, Ichigo sorrise divertito.
A metà strada, rallentarono un poco con il fiatone, ormai completamente fradici.
“Be possiamo anche smettere di correre, dato che siamo completamente bagnati” disse la ragazza prendendo a camminare piano, cercando di calmare il respiro. Anche Ichigo lo fece ed infine, si mise a camminare al suo fianco, mentre l'acqua li investiva.
Mentre camminavano, Yui schivò una pozzanghera e nel farlo si aggrappò al suo braccio; Ichigo la osservò un momento, mentre la sua mano stringeva l'arto.
Si perse a guardarla, con i capelli completamente fradici che gli ricadevano disordinatamente sul viso, per un momento pensò che fosse carina così, poi scosse la testa cercando di allontanare quel pensiero. Lei si voltò, sentendosi osservata.
“Che c'è?” Chiese senza capire. Il ragazzo scosse la testa ed infine lei lo lasciò andare, avrebbe voluto che lei continuasse a stringerlo, infondo non gli dispiaceva, pensò, così come non gli sarebbe dispiaciuto baciarla, lì in quel momento, mentre il suo viso era bagnato ed i suoi capelli lo circondavano disordinatamente. Si bloccò d'improvviso.
La ragazza si voltò, notando la sua assenza.
“Ehi, sbrigati! Ok che siamo bagnati, ma così ti prenderai il raffreddore!” Lo riprese lei, Ichigo alzò gli occhi puntandoli verso di lei.
“Che c'è?” Chiese Yui osservando la sua espressione seria.
“L'ultima volta hai detto che se avessi voluto baciarti, l'avrei dovuto fare io!” Disse d'improvviso, Yui spalancò un poco gli occhi, annuì.
“Si l'ho detto, ma che centra adesso?” Chiese alzando un sopracciglio.
“L'hai detto perché credi che io non lo possa fare?” Domandò il ragazzo, guardandola dritta negli occhi. Yui l'osservò un momento, non capiva dove volesse arrivare.
“Be, si! - Ammise infine. - Non credo tu abbia il coraggio di farlo, senza offesa, ma non sei il tipo che..” Ma non fece in tempo a finire la frase, Ichigo lasciò cadere la borsa e con pochi passi la raggiunse, infine l'afferrò per il viso e la baciò.
Yui rimase immobile, completamente paralizzata; tutto si sarebbe aspettato a parte quello da lui; non credeva che lui potesse avere davvero il coraggio di baciarla, era per quello che aveva detto quelle cose, perché pensava davvero che se fosse stato per lui, nulla sarebbe successo ed invece, si era sbagliata e di grosso anche.
Lasciò cadere la borsa dalle mani, completamente stupita, mentre il ragazzo premeva le sue labbra sulle sue. Poi lui si allontanò lentamente, guardandola negli occhi, non era rosso, ne tanto meno imbarazzato era serio e sicuro. Yui non trovò la forza di dire nulla, era talmente stupita che in quel momento non trovò nessuna parola.
“Non dire mai più che non ho il coraggio di farlo” la riprese un poco lui. Lei, cercò di dire qualcosa, lui fece un passo indietro, staccando leggermente la mani dal suo viso. Lei lo afferrò per la giacca fradicia; Ichigo l'osservò perplesso.

Si guardarono allungo, poi Yui lo spinse verso di se ed infine lentamente unì di nuovo le loro labbra e le sentì di nuovo morbide, quelle labbra sulle sue, poi fu un secondo; le loro bocche si dischiusero un poco e le loro lingue si incontrarono, timide inizialmente, poi sempre più sicure e complici, mentre la pioggia continuava a scendere violenta, senza risparmiare nessuno.

“Ehi voi due, ma sono questi i modi? Perché non le fate a casa vostra queste cose! Ma che maleducati! Questi giovani d'oggi!” Li riprese una vecchietta passando affianco a loro.
Fu quello il momento in cui si allontanarono leggermente, mentre entrambi si guardarono un poco imbarazzati e la signora con sguardo severo borbottava qualcosa. Non seppero dire quanto tempo era passato, ma quando alzarono di nuovo la testa per guardarsi entrambi scoppiarono a ridere, poi divertiti, raccolsero le loro borse ed insieme si misero a correre per tornare a casa, con una luce diversa negli occhi.
Ichigo osservò la ragazza correre davanti a lui, sentì ancora il cuore battere rapido, non sapeva darsi una spiegazione, l'unica cosa che sapeva era che: era fregato,completamente fregato e non si era nemmeno accorto da quanto, ne il come e forse nemmeno il perché; ma ora sapeva che nulla sarebbe più stato lo stesso.
Cosa diamine gli aveva fatto quella ragazza? Si chiese divertito, mentre la inseguiva sotto la pioggia, loro complice.










Angolo dell'autore:
 

Avviso importante:
Gentili lettori, se seguirete i cartelli arriverete dritta alla cassa centrale; lì potrete usufruire di una dose di insulina nel caso in cui la vostra glicemia sia schizzata vertiginosamente per l' eccessiva presenza di glucosio,saccarosio e tutti gli zuccheri di sto mondo.

Grazie per la vostra attenzione.

Arrivederci.

 

No a parte gli scherzi, non vi ho fatto venire il diabete vero? Spero di no, se no mi tocca pagare le cure a tutti e non mi converrebbe.

Mi perdonerete per questo vero?

I capitoli interessanti arriveranno, ma ho bisogno di mandare un po avanti la storia ^^ vi prego pazientate.

Bene come sempre ringrazio

Zephiel97 per le recensioni e anche Tammy1997 ,so che ci sei ;) e ovviamente anche a voi lettori.

 

Non mi fate cause per il diabete.

Grazie a tutti, alla prossima.

Cass.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


"It's the moment of truth and the moment to lie
The moment to live and the moment to die
The moment to fight"

30 seconds to mars
 

 

 

 

Allenarsi con Yoruichi Shioin era qualcosa che riusciva a provarla sia fisicamente che mentalmente.

Yui aveva provato diversi tipi di allenamento in quei mesi; sia quelli di Urahara, sia quelli che aveva sostenuto alla brigata della sesta, ma quelli con Yoruichi non avevano niente a che a fare con tutto ciò. Si trattava di allenamenti puntati sul rafforzamento del corpo e della muscolatura, cosa che Yui aveva trovato estremamente complesso e stancante.
Si era trovata più volte a dover fare numeri esorbitanti di flessioni e addominali, tanti da sfiancarla completamente.
La donna era davvero un osso duro e Yui, da un certo punto di vista, ne era quasi spaventata e allo stesso tempo completamente affascinata. Amava quel suo modo di fare e lo apprezzava più di quanto immaginasse. Lei riusciva sempre a stimolarla ad andare avanti e a Yui quello piaceva.
Gli allenamenti però avevano portato alcuni importanti cambiamenti, che la sua famiglia aveva notato; quelli avevano iniziato a preoccuparsi della sua perenne stanchezza, oltre l'aver notato dell'evidente cambiamento fisico che la ragazza aveva avuto durante quel periodo. Yui non aveva potuto far altro che mentire spudoratamente, inventando qualche stramba scusa, cosa che riuscì a metterla in salvo, ma solo momentaneamente. Non voleva che loro sospettassero più del dovuto, non avrebbe mai saputo come spiegare loro tutto ciò. 
Yoruichi non l'aveva solo aiutata ad aumentare la forza fisica, ma aveva deciso anche d'insegnarli alcuni fondamentali del combattimento corpo a corpo, uno stile così raffinato che solo un ex comandante della seconda divisione avrebbe potuto saper fare.
Inoltre aveva appreso diverse fasi del suo shikai ed aveva allenato persino il suo modo di combattere, grazie agli allenamenti con Rukia, che gli permettevano di utilizzare al meglio i suoi attacchi a distanza; e con Ichigo, con la quale, invece si occupava più di attacchi ravvicinati.
Allenarsi con il ragazzo però era qualcosa che riusciva a stancarla in tutti i sensi; da quando Ichigo aveva preso ad allenarsi nella sua forma di bankai, nulla era stato semplice. Era velocissimo e la sua forza era aumentata; era pericoloso e Yui non riusciva mai a stargli dietro, in più al fattore fisico si aggiungeva quello mentale: nulla era stato più lo stesso dopo quel bacio. La ragazza non era più riuscita a guardare Ichigo come prima e ogni volta che stava con lui la sua mente tornava fissa al pensiero di quel bacio, ed ogni volta si imbarazzava e arrossiva, mentre la sua testa si riempiva di pensieri decisamente troppo scomodi.
Ormai tutto era cambiato e lei non avrebbe saputo come fermarlo.
Ichigo non era più solo quel ragazzo con cui andava d'accordo,( o quasi), no! Ora era qualcuno che stimolava il suo interesse, in ben altri modi.
"Se continui cosi, sarà una passeggiata batterti" disse Ichigo con un ghigno sul viso. Yui cercò di riprendere fiato, mentre si rialzava.
"Stai zitto, dannazione!" Disse quella infastidita, preparando il suo attacco; porto la spada orizzontalmente.
"Tōshi, harikēn" (investi, uragano) improvvisamente, un grande vento iniziò alzarsi attorno alla ragazza crescendo come un uragano, si espanse sempre di più fino a quando, il tornado non iniziò a comprimersi sulla katana e Yui lo lanciò verso il ragazzo.
Ichigo si spostò veloce con dello shunpo per schivare la lama di vento che tentava di colpirlo, quando fu di lato, sentì una presenza alle sue spalle; si voltò appena in tempo per schivare la katana vicino a lui, ma la ragazza con velocità lo colpì con una gomitata e con la stessa velocità gli comparve davanti lanciandolo, con calcio allo stomaco, via e facendolo sbattere direttamente contro una roccia.
Ichigo non fece in tempo ad alzarsi, che Yui gli fu sopra prendendolo per un bavero del kimono.
"Dicevi? Kurosaki?" Chiese la ragazza divertita, mentre con una mano lo teneva su e l'altra impugnava la sua zampakuto diretta verso di lui, quasi a minacciarlo, Ichigo rise.
"Allora la sai fare qualcosa!" Disse quello prendendola un poco in giro, poi gli afferrò una gamba facendola cascare con la schiena a terra e la bloccò per terra con il peso del suo corpo.
"Che diamine fai, lasciami andare scemo!" Si ribellò la ragazza mentre cercava di colpirlo con la mano libero sulla testa. Il ragazzo schivò la mano e nel momento di distrazione, Yui spinse con il corpo, invertendo la sua posizione e sedendosi sull'addome del ragazzo.
"Qual è il tuo problema? Perché non prendi questa cosa un poco più seriamente?" Chiese la ragazza infastidita; Ichigo la guardo perplesso.
"Chi ti dice che non lo stia facendo?" Rispose alzando un sopracciglio. Yui lo guardò accigliata.
"Quindi devo presumere che questo sia il meglio che tu possa fare?" Chiese la ragazza sarcastica, Ichigo la guardò infastidito.
"Che diamine vuoi? Non posso mica andarci pesante con te" rispose difendendosi da quella accuse.
"Questo è quello che pensi tu! Se voglio migliorare devi iniziare a fare sul serio, maledetta testa arancione!" Disse la ragazza abbassandosi minacciosa verso di lui. Ichigo fece per risponderla, ma la vicinanza con il suo viso gli fece dimenticare quello che doveva dire.
"Che c'è? Perché ti sei ammutolito?" Chiese la ragazza confusa, Ichigo non rispose; voltò lo sguardo dalla parte opposta.
"Potresti gentilmente toglierti da sopra di me?” Chiese il ragazzo un poco imbarazzato. Yui lo guardò un attimo confusa, poi si rese subito conto della posizione in cui si trovava. Per un momento ne rimase imbarazzata anche lei, cercò di rimanere impassibile, non glielo avrebbe mai dato a vedere, pensò, sicura. Si ricompose.
"Perché qualche problema?" Chiese la ragazza, sfoggiando un mezzo sorriso malizioso.
Ichigo gli lanciò un'occhiataccia, come sempre lei doveva giocare a quella maniera.
"Si" rispose secco. Yui si avvicinò di più al suo viso.
"Ah davvero?" Chiese la ragazza avvicinandosi ulteriormente; avvolte sapeva essere davvero malvagia nei confronti di quel ragazzo, ma era lui quello che aveva fatto iniziare il gioco e lei, non si sarebbe tirata indietro.
Ichigo fece finta di nulla, non voleva farsi vedere debole, non doveva, pensò, mentre la sua sicurezza iniziava a vacillare sotto dei pensieri un po troppo sconci.
"Ora che ci penso, no va tutto bene, solo che mi stai schiacciando, togliti" disse risoluto, cercando di liberarsi da lei.

La ragazza portò le mani a terra, bloccandolo in quella posizione e lo guardò indispettita.

"Mi stai dando della grassa? Non è una cosa carina!" Soffiò la ragazza sempre più vicina al suo viso. Fu quello il momento in cui il ragazzo voltò lo sguardo sul suo viso e divenne rosso in volto.
Yui giocava sempre col fuoco, la odiava per quello, perché lui si sarebbe bruciato sicuramente, non era mica abituato a sopportare certe cose.
"Togliti" sibilò fra i denti. Yui avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo sfiorandole, quasi intenzionate a baciarle e lui, a un certo punto. le stava aspettando quelle labbra.
"Va bene" disse infine, togliendosi da sopra di lui, raccolse la sua zampakuto ed infine andò via, come se nulla fosse successo.
Ichigo dovette metterci un tempo decisamente lungo, per riuscire a tornare tranquillo come prima. Sperava vivamente che nessuno gli avesse visti.
"Tutto bene Ichigo?" Chiese una voce, sopra di lui.
Il ragazzo si paralizzò al suono della voce di Yoruichi, mentre quella spuntava da sopra una roccia lì vicino; Ichigo arrossì ancora di più.
"S..si, certo che sto bene" disse mettendosi seduto e cercando di far finta di nulla.
"Pensavo che ti avesse steso con un colpo solo..." Disse quella divertita.
"Ma che...ne deve passare di tempo, per battermi con un solo colpo" rispose quello, rimettendosi in piedi.
“Be in realtà potrebbe farlo, ma senza usare una katana" disse la donna maliziosamente, con ghigno disegnato sul volto, per poi sparire.
Ichigo rimase immobile, paonazzo in viso, poi si incamminò borbottando qualche parola poco carina a tutte e due; odiava le donne!




Era buio, il silenzio era ovattato, non si poteva vedere nulla, c'era solo l'oscurità attorno a lei.
"C'è nessuno?" Cercò di chiamare la ragazza. La sua voce si ripete con un'eco in quel posto buio, ma nessuno rispose. Poi un brivido gli percorse la schiena, si voltò sentendosi osservata; fu quello il momento in cui dal buio una risata tetra si diffuse in mezzo all'oscurità: la risata di una donna.
"Kaori?" Chiamò Yui, inquietata, ma nessuno rispose.
Un altra risata.
“Kaori, sei tu? Rispondi?" Disse con forza la ragazza.

Ci fu solo il silenzio.
"Kaori non è in casa al momento" sibilò una voce cantilenante; Yui rabbrividì.
"Chi sei?" Chiese nell'oscurità, la voce rise di nuovo.
"Il tuo peggior incubo!" Rispose divertita quella.
"Chi sei??" Ripete Yui minacciosa, guardandosi intorno e cercando il punto da cui quella voce proveniva.
"Io sono colei che prenderà questo posto e prenderà tutto ciò che ti è caro!" Rispose la voce tetra e bassa voce.
"Mostrati, chi diavolo sei?" Chiese con insistenza la ragazza; poi si sentì toccare la spalla, si voltò spaventata e vide solo l'ombra di un viso e dei capelli azzurri. Trasalì.
"Io sono l'oscurità!" Disse quella minacciosa, poi rise.
Yui tentò di allontanarsi da lei, terrorizzata.


Si alzò di colpo dal letto, madida di sudore in preda alle urla.
Si guardava intorno spaventata; c'era qualcuno lì, chi diavolo era? Si chiese con terrore.
Accese la luce con mano tremante e quando la stanza si illuminò, Yui perse un battito; lì non c'era nessuno.
La ragazza cercò di calmarsi, affaticata si portò una mano al cuore che batteva rapido nel petto.
Cercò di chiudere gli occhi e scacciare quella terribile sensazione d'inquietudine, ma dalla finestra soffiò una folata di vento fredda. Yui si voltò verso di essa; era aperta.
Si alzò dal letto, non ricordava di averla lasciata aperta quando era andata a dormire, pensò confusa e quando si avvicinò ad essa, per chiuderla , nella notte scura intravide in lontananza uno squarcio nel cielo, come quello che aveva visto la volta che il ragazzo dai capelli azzurri era comparso. Yui cercò di concentrarsi in cerca di qualche reiatsu che potesse confermare il suo sospetto, ma non sentì assolutamente nulla; che diavolo significava tutto quello? Si chiese confusa.
Un'altra folata di vento la fece rabbrividire, chiuse la finestra e infreddolita tornò verso il letto. C'era qualcosa di strano in tutto quello, primo: chi era la donna terrificante del suo sogno? Secondo: perché c'era quello squarcio nel cielo?
Ma per quanto ci pensasse, nulla gli venne alla mente; l'unico a cui poteva chiedere, era di sicuro Urahara. Pensò, ancora perplessa.


 


 

***
 


"Il bankai, come ben sai, è un passo successivo a quello del shikai; è il rilascio ultimo della tua zampakuto, perciò per poterlo raggiungere dovrai combattere a un livello completamente diverso da questo. Ci sono diversi modi per riuscire ad arrivare al tuo bankai, la maggior parte ti costerebbe gran parte della tua vita e noi, non vogliamo che ciò accada; perciò ho escogitato questo tipo di allenamento" spiegò Yoruichi, con il suo solito fare impassibile, mentre la osservava con i suoi occhi ambrati.
"Sei la terza persona qui dentro a utilizzarlo" disse Yoruichi. Yui la guardò, poi si voltò a guardare Ichigo, a qualche metro di distanza da loro.
"Immagino tu abbia capito chi è stato il secondo" Disse Yoruichi facendogli mezzo sorriso. "E chi l'ha fatto per primo?" Chiese perplessa. "Colui che ha inventato questa modalità di allenamento: Kisuke" rispose tranquilla Yoruichi. Yui lanciò un'occhiata verso Urahara; fu quello il momento in cui si rese conto di sapere davvero poche cose su di lui.
"Bene!- Disse la donna, richiamando la sua attenzione.- Ora vedi questa sagoma? Questa ti permetterà di portare in questo mondo la tua zampakuto per renderla reale. In questo modo tu potrai affrontarla e sottometterla al tuo potere; una volta che l'avrai fatto, sarai capace di utilizzare il bankai" spiegò la donna seria.
Yui annuì convinta.
"Ma,- disse la donna, prima di finire, - se fallirai..." Cercò di dire.
"No, aspetta!" La bloccò Yui.
“Cosa?" Chiese la donna perplessa.
"Se mi dirai quello, poi ,be mi spaventerò e sarò troppo concentrata a cercare di evitare la possibilità di fallire, ma io devo pensare solo che devo riuscire a farlo, non alla possibilità del fallimento" spiegò la ragazza, Yoruichi la guardò un poco confusa.
"In poche parole, non voglio che esista la possibilità di non riuscita" disse la ragazza sorridendo un poco; Yoruichi sorrise, per un secondo si ritrovò a ripensare a qualcuno, molto simile a Yui.
"Bene, allora se sei davvero convinta di poterlo fare, se sei pronta a rischiare tutto persino la stessa possibilità di fallire, allora metti la tua spada qui" disse Yoruichi guardandola con fare duro. Yui non se lo fece ripetere, estrasse la sua katana blu notte la osservò per un solo momento, poi la incastrò nella sagoma.
Un secondo dopo, un grande vento si alzò attorno a loro, percuotendo ogni cosa, forte come la tempesta; poi improvvisamente tutto si calmò.
Yoruichi spalancò gli occhi dalla sorpresa,Yui guardò la donna, poi si voltò incontrando lo sguardo profondo e sicuro di No Arashi; gli sorrise leggermente.
"No Arashi" lo chiamò lei, felice di vederlo.
"Salve, Yui" disse quello con un mezzo sorriso.
"Ehhh???" Disse una voce in lontananza, quando Yui si voltò, Ichigo si incamminava verso di loro a passo spedito; si bloccò osservando la figura di No Arashi da testa ai piedi.
“Questa sarebbe la tua zampakuto? Ma non dovrebbe essere una donna?" Chiese Ichigo un poco infastidito.
"Perché una donna?" Chiese Yui, perplessa.
"La tua zampakuto non dipende dal tuo sesso, Ichigo!” Lo riprese Yoruichi, il ragazzo storse il naso.
"Come può una parte della tua anima essere...cosi?" Disse indicando l'uomo, No Arashi lo guardò con un sopracciglio alzato, con il suo solito fare imponente.
"Come? Affascinante?" Sentenziò Yoruichi, con un sorriso malizioso sulle labbra, Yui rise.
"Qualche problema?" Chiese Yui, Ichigo divenne leggermente rosso.
"Certo che no!” Rispose veloce.
“Quindi è lui Ichigo” disse No arashi, po si avvicinò a lui, lo scrutò per bene.
“Non mi piace” rispose infine facendo spallucce. Yui rise.
“Che cosa vuoi dire? Ohi, zampakuto, non dovresti portarmi un po di rispetto?” Chiese il ragazzo indispettito.
“Perché dovrei?” Chiese non curante, l'uomo.
“Tsè sei proprio la zampakuto di Yui” disse scocciato il ragazzo, poi si voltò e si incamminò via.
“ In realtà mi piace” disse l'uomo guardando la ragazza, Yui rise.
“Già, ma è troppo divertente stuzzicarlo” disse lei, divertita.
“Già” confermò No Arashi, entrambi si scambiarono un'occhiata complice.

"Allora, No Arashi hai sentito il mio discorso?- L'uomo dai capelli argentei annuì.- Bene, lascerò a te la modalità di allenamento!" Disse Yoruichi facendogli l'occhiolino, per poi incamminarsi via.
"Ah, a proposito, questa modalità dura solo tre giorni" disse la donna, senza voltarsi.
Yui la guardò sconcertata.
"Che? Tre giorni? Eh io cosa dovrei fare in tre giorni? É una cosa impossibile, te ne rendi conto?" Chiese incredula.
"Si che lo so, ma lui c'è riuscito" disse, facendo cenno verso Ichigo.
"Si ma lui non è normale" rispose la ragazza perplessa, Yoruichi rise.
"Tre giorni e poi addio bankai" rispose quella, senza nemmeno voltarsi.
Yui la vide mentre andava a sedersi vicino a Ichigo e Urahara.
Si voltò infine verso No Arashi.
"Hai sentito quello che ha detto?" Chiese l'uomo, Yui annuì.
"Senti, Yui te lo dirò chiaro e tondo: non sarà facile! Per riuscire a controllarmi dovrai batterti con me e dovrai sconfiggermi. Solo così potrai rilasciare l'ultimo stadio. E' arrivato il momento che tu faccia sul serio. Non ci andrò leggerò, quindi se non sei sicura di farlo allora lascia adesso!" Disse l'uomo puntandogli lo sguardo contro, con il suo fare pacato e tranquillo, ma così profondamente duro.
"Io lo voglio fare" disse la ragazza convinta.
"Sei sicura?" Disse No arashi, avvicinandosi verso di lei.
"Se non fossi stata sicura, allora non avrei messo la mia katana in quella sagoma, quindi, per la seconda volta: si sono sicura!" Rispose con tono duro Yui.
"Bene,allora..." No arashi si mise in posizione.
"Ci sono alcune cose che devi sapere Yui: la prima è che la modalità di allenamento sarà molto pesante e quando dico pesante intendo dire che, potresti anche perdere la vita! - La ragazza sgranò impercettibilmente gli occhi. - Vedi, il problema è che questa volta non sarò io a darti il potere, perciò dovrai combattere con le tue sole forze" spiegò l'uomo, poi allungò una mano davanti a se, tenendola a mezz'aria.

Improvvisamente qualcosa di freddo iniziò a scivolare sulla pelle della ragazza; quando Yui osservò ciò che stava accadendo, notò che delle catene si stavano attorcigliando attorno alle sue braccia, superarono il bicipite si sparsero su entrambe le spalle, unendosi poi dietro alla schiena; mentre, una catena si allungava sul collo bloccandosi di lato allo sterno. Lo stesso accadde alle gambe: le catene la intrappolarono fino a metà coscia, strappando senza pietà il kimono.
Una parte delle catene si allungo dal polso sino al dorso della mano, aprendosi verso la direzione delle dita.
Yui guardò il tutto incredula.
"Che significa?" Chiese alzando la testa e guardando No arashi. L'uomo la osservò un poco.

"Hai presente quando in combattimento utilizzi la tecnica dell'uragano e il vento diventa come delle lame? Sai da dove derivano quelle lame Yui?" Chiese No arashi; Yui ci pensò ma non gli venne nulla in mente.
"Dalle catene; ogni singola lama di quell'attacco, deriva da un anello di quella catena che avvolgono metà del tuo braccio in forma di shikai. Ogni volta che usi quell'attacco, la catena si frammenta ed ogni anello diventa una lama; essendo un numero molto piccolo di anelli, l'attacco non è molto grande. Vedi Yui, quelle catene hanno un significato metaforico; le catene rappresentano il potere della tempesta, per poter riuscire a controllare la tempesta, dovrai riuscire a controllare quelle catene; ogni volta che il tuo potere sarà più grande conquisterai un anello;  ogni volta che la tua forza aumenta, un tratto di catena e tua. Riesci a controllare la catena e riuscirai a controllare me! " Concluse l'uomo.

Yui guardò le catene, perché proprio le catene? Si chiese dentro.
“Questo lo dovrai capire tu un giorno” gli rispose l'uomo, Yui alzò la testa, annuì un poco.
“Be, non sembra difficile!" Disse sorridendo, ma No arashi la osservò duro.
"Purtroppo non è solo questo. Ogni volta che non sarai capace di utilizzare il tuo potere, ogni volta che ti indebolirai e che io ti attaccherò e vincerò su di te, quelle catene si stringeranno sul tuo corpo e come lame loro si incastreranno e ti intrappoleranno, fino a che non saranno loro a controllare te. - Si bloccò un momento, per osservarla.- Yui, bisogna avere un grande potere per riuscire a controllare una tempesta, perché essa è pericolosa, terribile; distrugge tutto senza lasciare traccia e senza avere pietà di nessuno. Tu devi essere capace di dare tutto ciò che hai per riuscire a controllare un tale potere! - Si avvicinò di più a lei,- devi riuscire a liberare il tuo potere, quello che c'è qui dentro, - disse toccandogli la fronte, - e qui!- indicò all'altezza del cuore.- Io non potrò aiutarti, sarò il tuo avversario, perciò dovrai essere in grado di trovare quel potere da sola. Solo cosi potrai sconfiggermi" disse allontanandosi da lei; improvvisamente sulla sua mano comparve la katana argentata in forma shikai; due secondi dopo comparve la stessa identica katana sulle mano di Yui, ma nella sua forma originale. 
No arashi guardò la ragazza affondo.
"Sappi che non avrò pietà. Combatti: vinci o muori" disse l'uomo con tono serio. Il vento si alzò intorno a loro, circondandoli come se fossero in un arena.
"Hai tre giorni di tempo, ogni giorno che passerà il cerchio si stringerà. Se non riuscirai a battermi, il vento ci schiaccerà" continuò l'uomo serio e composto.
Yui deglutì; osservò le catene attorno al suo corpo, poi alzò la testa verso No arashi: era l'ora di combattere.
"Lo scontrò a iniziò da adesso" disse l'uomo, due secondi dopo era già all'attacco, veloce come il vento.

Ichigo cercava di osservali, anche se uno strano tornado si era formato attorno a loro impedendo loro la vista dello scontro. Poteva scorgere la figura di Yui contro quell'uomo dal fare imponente e composto; si muoveva a una velocità impressionante, più veloce dello shunpo; sembrava quasi danzare attorno alla ragazza, che era visibilmente in difficoltà. Ichigo si sistemò bene.
"Ci riuscirà vero? Lei è forte" disse Ichigo, più a se stesso che a Yoruichi. La donna lo guardò di sottecchi.
"Se è la persona che penso, allora farà di tutto per riuscirci!" Rispose, sicura.
L'allenamento ebbe così inizio.











 

Angolo dell'autore:

Salve a tutti.

Scusate il ritardo, ma lo studio non mi ha permesso di aggiornare puntuale.

Bene, questi capitoli saranno molto tosti, so che alcuni di voi (Zeph xD) avrebbe voluto vederlo un poco più là, ma per ragioni di trama ve lo beccate ora: riuscirà la nostra Yui a conquistare il suo bankai?

E chi è la donna dai capelli azzurri?

E lo squarcio nel cielo?

Troppa carne al fuoco? Tranquilli, prima o poi avrete le risposte, fidatevi.

Bene comee sempre ringrazio Zephiel97 che lascia sempre un commento e mi fa sapere quello che pensa; grazie per esserci.


 

Ringrazio Overfire per aver aggiunto la storia alle seguite. Spero di tenerti qui incollato/a :)

Ringrazio tutti coloro che leggono la storia; a voi che siete lì nascosti, venite avanti e fattemi sapere cosa ne pensante, anche se non sono commenti positivi, sappiate che li accetto lo stesso e anzi, saranno un modo per farmi crescere e migliorare.

Grazie infinite a tutti.

Un saluto.

Cass.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


“There's something deep inside
That keeps my faith alive.”

Skillet
 

 

Il primo giorno passò.
Nulla fu semplice e già dai primi momenti del combattimento, Yui percepì quanto duro fosse tutto quello che stava affrontando.
No Arashi era ben oltre le sue capacità; forte più di quanto lei stessa avesse potuto immaginare: era elegante e si muoveva con grazia e precisione. Yui pensò spesso alla possibilità del fallimento, nonostante si fosse ripromessa di non farlo, cercando di scacciare quel pensiero, con tutta se stessa, ma No Arashi era davvero incredibile; veloce come il vento, danzava intorno a lei con leggiadria, per poi colpirla con violenza e come l'arrivo della tempesta: era brutale e terrificante.
Gli ci volle mezza giornata per riuscire a studiare i suoi movimenti e il suo stile impeccabile, cercando di neutralizzarlo in partenza e trovare quanto meno un apertura; ma ciò era qualcosa di troppo complesso, cosa che lei, per il momento non avrebbe saputo fare. Gli stava al passo, ma l'unica cosa che faceva, era difendersi dai suoi attacchi, nulla di più. La sua forza fisica non era certo paragonabile a quella dell'uomo, ma questo non la fermò dal combattere, non aveva alcuna intenzione di arrendersi; avrebbe avuto quel suo bankai, a ogni costo; pensò con forza.
Questo pensiero l'accompagnò allungo, fino a quando: d'improvviso le catene, attorno al suo corpo, iniziarono a stringersi.
Non seppe dire dopo quanto quelle iniziarono a farlo, ma ogni volta che lo facevano la chiudevano in una morsa che la lasciava quasi senza fiato.
Inizialmente era stata una pressione leggera e quasi impercettibile, ma con il passare delle ore la presa si fece più decisa, sempre più stretta; fino a quando Yui non crollò in ginocchio urlando per il dolore.
Le catene strinsero sempre di più e ogni anello, come una lama, iniziò a graffiare e penetrare nella pelle, producendo un angosciante dolore.
"Alzati!" Gli ordinò No Arashi. Yui alzò la testa, con gli occhi lucidi dal dolore.
"Fa male..." Biascicò con disperazione, sentiva il corpo dolerle.
"Ho detto alzati!" Ripete con un tono che non ammetteva replica. La ragazza, con tutte le forza che aveva, si rimise in piedi barcollante.
"Ho detto che avresti dovuto controllarle, solo così saresti riuscita a fermarle; ma non lo stai facendo, non ci stai nemmeno provando. L'unica cosa che fai e difenderti dai miei attacchi e studiarmi! Non è cosi che devi fare! Devi prendere il controllo del tuo potere, devi bloccare le catene e battermi! Ogni volta che io vincerò su di te, le catene si stringeranno. Tira fuori quel diavolo di potere YUI!" Urlò No Arashi con rabbia, andandogli incontro e attaccando violentemente.
La ragazza strinse i denti, poi con forza cercò di parere il colpo, riprendendo così a combattere

Urahara porse le tazze di tè ad Ichigo e Yoruichi, mentre i due seguivano lo scontro con attenzione, cercando di catturare il più possibile da quello che riuscivano a vedere.
"Come procede,Yoruichi-san?" Chiese l'uomo, curioso. Yoruichi sorseggiò il tè con calma e con sguardo perso.
"Siamo ormai all'inizio del secondo giorno, la sta mettendo a dura prova, più dura di quanto immaginassi. Non credevo potesse scegliere questo tipo di allenamento" disse quella buttando un'occhiata verso l'uomo, con un velo di preoccupazione.
"Be immagino che lui sappia il fatto suo no? Dobbiamo solo fidarci" la rassicurò Urahara sistemandosi il capello. Yoruichi lo scruto a lungo, poi si voltò verso il campo di battaglia.
"Si, be...spero che lei non molli. Potrei biasimarla se lo facesse..." Disse poi guardando con apprensione la figura di Yui in difficoltà. Ichigo guardò prima la donna, poi il combattimento; sperava solo che Yui ci riuscisse, ma ogni volta che sentiva un urlo di disperazione arrivare da quel trambusto, stringeva i pugni con timore, mentre fremeva sul posto; sentiva il bisogno di andare ad aiutarla, di far finire quel supplizio, ma non poteva, perché quella non era l sua battaglia.

Yui non sapeva da quanto combatteva, sapeva solo di essere completamente priva di forza da non reggersi in piedi; ormai le ore, i minuti e i secondi si erano persi nel momento stesso in cui il combattimento era iniziato. L'unica cosa che percepiva e che la teneva cosciente e sveglia era il dolore di quelle catene, che come lame la tagliavano, penetrando nella sua carne. Quando No Arashi la colpì per l'ennesima volta, Yui volò dalla parte opposta, andando a sbattere contro un albero, cadendo esanime al suolo.
Il cerchio di vento si strinse e l'arena diventò ancora più piccola; Yui cercò di rimanere vigile, mentre con le ultime forze che aveva provava ad alzarsi.
"Ti prego, fermiamoci! Ho...ho bisogni di riposare" biascicò la ragazza, cercando le forze per rimettersi in piedi.
"Hai solo tre giorni, non hai tempo di riposarti" rispose duro l'uomo.
"Ma non posso combattere cosi, non...posso..." Disse cercando con disperazione un modo per non crollare a terra, mentre con le braccia si teneva su e quelle bruciavano dal dolore.
"Non mi hai sentito, ho detto: COMBATTI!" Disse l'uomo urlando con ira. Yui strinse gli occhi, mentre quelli bruciavano per le lacrime che desideravano scendere; poi con grande forza di volontà, si mise in piedi, sotto il dolore del corpo e il tremore della stanchezza. Quando fu dritta, si diede una spinta e andò all'attacco contro l'uomo.



"Quanto tempo è passato?" Chiese Ichigo, rivolgendosi improvvisamente verso Yoruichi; era talmente stanco che non sapeva nemmeno più quanto tempo fosse passato, mentre strizzandosi gli occhi, cercava di tornare alle figure davanti a se.
"Siamo all'inizio del terzo giorno" disse Yoruichi, con tono serio, più del dovuto. Ichigo non riusci a capire perché fosse cosi seria e preoccupata, fino a quando un'urlò tremendo non squarciò l'aria di quella botola sotto l'emporio di Urahara. Ichigo rabbrividì mettendosi in piedi, cercando di osservare dentro al cerchio di vento ormai stretto. Riuscì a scorgere la figura di Yui per terra, mentre No arashi era in piedi di fronte a lei.
"Cosa..cosa sta succedendo?" Chiese a Yoruichi, con ansia. La donna, rimase a fissare dritta davanti a se, con il volto serio.
"Le catene.." Disse d'improvviso.
"Quali catene?" Chiese Ichigo, senza capire.
"Yui deve riuscire a controllare le catene che ha addosso, ma quelle catene la stanno intrappolando, se continua così morirà. Sta perdendo troppo sangue!" Disse Yoruichi con inquietudine. Ichigo sgranò gli occhi, si voltò di corsa cercando si scorgere qualcosa di più, fece un passo avanti.
"Cosa possiamo fare?" Chiese pronto a intervenire.
"Nulla! Non possiamo fare nulla" sentenzio la donna, perentoria. Ichigo la guardò un momento.
"Ma...non può morire, lei non può farlo! Non ha nemmeno riposato, cosa significa? Io l'avevo fatto, ricordi? Perchè non riposa?" Chiese Ichigo ormai cieco per il timore. 
"Ho lasciato che lui decidesse la modalità. Mi dispiace, ma noi non possiamo far nulla. Sta a lei" disse Yoruichi guardando il ragazzo, Ichigo deglutì spaventato, si sentì inerme e inutile, lei non poteva...

Yui crollò a terra, urlando in preda al dolore lancinante di quelle catene, che a furia di stringere, gli erano penetrare dentro alla pelle, scavando nella carne, erano talmente profonde che a stento riusciva a muovere le articolazioni, sotto la forza e la pressione di quelle.  Urlò perché non poteva fare altro; urlò perché era l'unico modo di sfogare quell'agonia, non riusciva nemmeno più a stare in piedi, non aveva fiato e si sentiva debole. Sentiva il sangue caldo colare giù per le braccia, per le gambe, per il collo. Sentiva di non avere forza per pensare, di non avere abbastanza ossigeno per ragionare lucidamente, voleva solo che quella tortura finisse, che tutto quello si bloccasse. Perché? Perché doveva essere cosi durò? Perché doveva fare cosi male? Non sentiva più nemmeno di essere viva, sentiva di essere praticamente morta, reggendosi in piedi solo per misera volontà.
"Perché mi fai questo?" Chiese con disperazione la ragazza, mentre lacrime amare per il dolore correvano giù per il viso,
"Perché mi fai soffrire cosi? Smettila" disse la ragazza, con il viso poggiato a terra, senza riuscire a muoversi; non gli rimaneva niente, era paralizzata, finita.
No Arashi la guardò, mentre era ricoperta di sangue, senza forza e quasi senza vita, era ormai distesa per terra. Strinse la mano sulla katana, non poteva vederla cosi, non poteva...gli faceva male, più di quello che pensava. Si avvicinò a lei, facendosi forza e la prese per il collo alzandola in aria.
"Io non posso fare nulla! Sta a te reagire" la riprese l'uomo. Yui cercò di alzare la testa, ma quella ricadde verso il basso. No Arashi strinse la presa; la ragazza gemette dal dolore. 
"Perché combatti Yui? Perché diavolo vuoi riuscire ad avere il bankai? Perché stai rischiando la vita? E' per divertimento o perché ti rende superiore agli altri? Perché lo fai? Rispondi, perché COMBATTI?? Vuoi morire per caso? Vuoi che tutto questo sparisca? Vuoi lasciare questo mondo? Che ne sarà di te e della tua famiglia? Eh? Quante volte ancora dovrai perire e soffrire per la mano di altri? Perché sei diventata una shinigami? Perché fai tutto questo? YUI, RISPONDI?" Chiese furioso l'uomo. La ragazza rimase in silenzio, senza trovare la forza di parlare.
“Dannazione Yui, REAGISCI!” La strattonò l'uomo. Yui rimase ferma, poi lentamente portò una mano su quella che gli stringeva il collo, afferrandola.
"Io non voglio...morire. Non...voglio... - Disse affaticata, in un soffio. - Loro, devono...star bene...” Cercò di dire senza fiato.
“Perché sono...diventata...una...shinigami?" Chiese, mentre il sangue colava dall'angolo della bocca e le lacrime scivolavano dure e amare; facevano male, talmente male.
"Non ho mai avuto...alternativa.. Lo sono diventata... Perchè volevo solo... proteggere qualcuno a cui... volevo bene" Disse la ragazza, mentre con lentezza cercava di alzare la testa, combattendo il dolore.
"Loro, mi hanno sempre protetto. Ma io non..voglio che loro lo facciano. Non se questo..li mette in pericolo... - Puntò il suo sguardo su quello dell'uomo dai capelli argentati, scrutandolo con forza.- Mi chiedi perché combatto?- Chiese, tra un respiro affaticato e l'altro.- Combatto perché...mai..e dico MAI nessuno dovrà PIU' farmi del male. Io combatto perché sono stufa di essere debole; lo faccio... perché loro stiano bene. IO COMBATTO PER PROTEGGERE ME STESSA!” Disse d'improvviso, con forza e determinazione.
“ Se io sarò in grado di badare a me stessa, allora potrò proteggere quelli che amo! Non voglio più essere una cavia, ne una semplici e debole umana, io voglio essere forte e lo sarò a qualunque costo" disse la ragazza, mentre con le ultime forze che aveva, si diede un spinta all'indietro colpendo con un calcio l'uomo. No Arashi la lasciò andare, cercando di parare il colpo, mentre lei, appoggiandosi alle mani in verticale, tirò un altro calcio. Una volta dritta, cercò la katana con gli occhi; era lontana.
La ragazza si concentrò su di essa, la voleva con tutta se stessa, quella katana doveva essere fra le sue mani, pensò sicura. 

Vide l'uomo andare all'attaccò, fu un secondo: la katana si alzò e d'improvviso e volò verso di lei.

Yui l'afferrò al volo, poi colpì No Arashi con una violenza inaudita. L'uomo parò il colpo, ma la forza della ragazza lo scaraventò lontano.
D'un tratto, l'aria li attorno si fece pesante, sotto il peso di una forza impressionante. Quando No Arashi alzò il viso, vide la determinazione negli occhi della ragazza: finalmente, vide la tempesta scatenarsi.
Il cerchio di vento, venne spazzato via da quella terribile forza, mentre la tempesta soffiava con violenza intorno a quel campo, dilaniato dal vento.
"Nessuno dovrà mai più osare toccare me e le persone che amo. Mai più sarò schiacciata, perché io combatterò, fino all'ultimo respirò" disse andando contro l'uomo dai capelli argentati, veloce e forte; riuscì a sovrastarlo, mentre come il vento danzava e come la tempesta distruggeva, fino a quando No Arashi non si trovò con una katana puntata alla gola. L'uomo dai capelli argentati, alzò le mani in segno di resa, poi alzò lo sguardo incontrando gli occhi della ragazza; bruciavano come il fuoco. Sorrise un poco: la volontà del fuoco, pensò, sorpreso.
Rise e fu quello il momento in cui Yui si riprese dalla furia che l'aveva posseduta e allontanò la katana dal collo dell'uomo.
"Ci sei riuscita!" Disse l'uomo. Yui non capì. Quello si mise a sedere, mentre divertito si toccava i capelli.
"Dimmi Yui, ti fanno ancora male le catene?" Chiese l'uomo; la ragazza osservò perplessa. Guardò le catene, poi tornò a guardare lui, spalancò gli occhi: quelle, per quanto fossero incastrate dentro alla sua carne, non gli producevano alcun dolore.
"No, non...mi fanno male" confessò, un poco confusa. No Arashi sorrise.
"Perché ce l'hai fatta! Sei riuscita a controllare le catene e dal momento stesso in cui l'hai fatto, quelle hanno smesso di farti male e di stringerti. Inoltre hai allontanato il tornado. Yui, finalmente sei riuscita a controllare la tempesta" disse l'uomo guardandola felice. 
"Ma...come...io..." biascicò la ragazza, ancora scossa, cercando di realizzare.
"Ora, sarai tu a controllarmi, in tutto e per tutto. Ordina alle catene di lasciarti andare e loro lo faranno; ordina loro di uccidere e loro lo faranno!" Spiegò l'uomo, mentre si alzava da terra. Yui pensò a quelle parole a quello che potessero significare, guardò le catene attorno al suo corpo. Qualche secondo dopo quelle smisero d'intrappolarla e si sciogliersero completamente. Yui le toccò, osservandole curiosa: non erano dei veri proprio anelli, ogni singolo pezzo sembrava essere una goccia, che si susseguiva una dopo all'altra, legate insieme.
"Per poter utilizzare le varie fasi del bankai, loro saranno fondamentali!" Spiegò No Arashi, alzandosi.
“Ora ti insegnerò un bel po di attacchi e trucchetti" concluse l'uomo aprendosi in un mezzo sorriso. Yui lo guardò, ma era tutto troppo irreale, perché lo capisse. No arashi portò una mano sulla sua testa.
“Avanti, piccola tempesta. Abbiamo molto da fare! Ti riposerai una volta che avrai finito” disse quello, incamminandosi al centro del campo.

Ichigo e Yoruichi, rimasero immobili. Si guardarono un momento ancora stupiti.
“Che cosa è stato? Cos'era quella incredibile forza?” Chiese ancora perplesso, Ichigo.
“Credo che fosse lei” confessò Yoruichi, piacevolmente stupita.
“Vuoi dirmi che tutta quella reiatsu proveniva da Yui?” Chiese incredulo.
“Avevi per caso qualche dubbio?” Domandò Yoruichi, divertita.
“È più forte di quello che immaginavo” confessò il ragazzo.
“È più forte di quello che noi tutti, potessimo immaginare” gli rispose la donna. Poi entrambi si concentrarono sulle figure della ragazza, che si incammiva al centro del palco; entrambi rabbrividirono nel vederla.
“Che cosa...” cercò di dire il ragazzo, incredulo e spaventato.
“Quello credo sia il prezzo da pagare, per controllare un tale potere” disse con dispiacere Yoruichi, mentre la figura della ragazza completamente ricoperta di sangue, parlava con l'uomo dai capelli argentati.
"È stata dura, ma credo ci sia riuscita" disse con un sorriso trionfante Yoruichi. Ichigo la guardò sollevato e un po' preoccupato, poi sorrise e infine crollò sulla schiena, coricandosi sfinito. Yoruichi l'osservò, mentre quello si addormentava alla velocità della luce.
“Uomini, siete tutti uguali” sentenziò la donna, alzando gli occhi al cielo, sotto il leggero ronfare del ragazzo.













 




Angolo dell'autore:

 

Yes, puntuale finalmente.

So di essere stata un po' dura con al povera Yui, ma non sono riuscita ad immaginarmi altro se non questo. So di essere particolarmente sadica, ma sono del parere che se non si soffre un po', non si può capire l'importanza di un risultato raggiunto. (Tutte scuse, sei sadica).

Spero che nonostante tutto, vi piaccia.

 

Ringrazio come sempre Zephiel97 per la sua costante presenza e per le sue recensioni.

Cosa farei senza di te? Grazie ^^

 

Grazie anche a coloro che leggono la storia.

Spero di riuscire ad incuriosirvi e di tenervi qui con me, ancora.

 

Bene, direi che me ne posso anche andare.

Un saluto.

Cass.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


"Who are You really?"

Mikka ekko

 

 

 


 


 

"È arrivata l'ora" disse l'uomo dai capelli argentati. Yui lo guardò, posò la tazza del tè per terra.
"Vuoi dire che devi andare via?" Chiese dispiaciuta, l'uomo sorrise.
"Tre giorni" spiegò, Yui annuì. Non era stato facile, era stata una tortura, eppure il pensiero che No Arashi andasse via, la rendeva triste.
Si alzò, mentre anche l'uomo lo faceva.
"Io...ti rivedrò mai?" Chiese Yui abbassando leggermente lo sguardo, l'uomo non rispose subito, si avvicinò a lei posando una mano sulla sua spalla.
"Mi dispiace Yui, per averti trattato cosi...- Disse con tristezza. La ragazza alzò lo sguardo verso di lui. - Mi dispiace di averti fatto soffrire ed averti portato al limite. So quanto ti abbia fatto male e faceva male anche a me. Non so se riuscirai mai a perdonarmi per questo, ma era davvero l'unico modo per poter togliere fuori tutto quel potere che ti porti dentro!" Spiegò No Arashi, mentre sul viso si dipingeva amarezza. Yui lo osservò, sorrise leggermente; con qualche passo avanti accorciò le loro distanze e infine, lo abbracciò teneramente appoggiando il viso sul suo petto. No Arashi, rimase un attimo immobile, infine sorrise dolcemente e la strinse anche lui.
"Non fa niente, so che era l'unico modo e che l'hai fatto per me. Perdonarti? Per cosa? Tu sei l'unico che è sempre lì pronto ad aiutarmi, non importa quanto abbia sofferto o quanto abbia fatto male; lo hai fatto per me, questo è ciò che conta. Io mi fiderò sempre di te!" Rispose la ragazza sorridendo. No arashi sorrise ancora di più, stringendola più forte.
"Sei una ragazza meravigliosa Yui. Mi hai chiesto se mi rivedrai? Sempre. Ogni volta che tu vorrai, basterà chiamarmi. Infondo io sono sempre al tuo fianco" disse allontanandosi un poco e guardandola negli occhi.

L'uomo iniziò a scomparire lentamente.
"È arrivata l'ora" disse, incastrando i suoi occhi color del ghiaccio in quelli della ragazza. Yui annuì con tristezza.
"Si forte Yui. Combatti sempre e non lasciare che loro ti facciano del male!" Disse con forza, l'uomo dai capelli argentati.
"Mai più!" Rispose la ragazza, mentre il corpo di quello sbiadiva.
"No arashi, aspetta! Ho una domanda!" Lo richiamò d'improvviso, mentre ormai della zampakuto rimanevano solo le spalle e la testa.
"Chi è la donna dai capelli azzurri?" Chiese con preoccupazione; No arashi sgranò gli occhi.
"Lei.. Sta lontana da lei,Yui. Mi hai sentito? Lei è..." Cercò di dire, ma sparì prima di poterlo fare; in un battito di ciglio. 
"No Arashi..." Disse la ragazza davanti al nulla; abbassò la testa, lui era l'unico che poteva dargli risposte, strinse i pugni.
“Yui!" Urlò una voce alle sue spalle. La ragazza si voltò; vide Ichigo corrergli incontro, sorrise, fece un passo avanti, dopo di che tutto si fece buio, le gambe non riuscirono a sostenerla; crollò a terra priva di forza.
"Yui! Yui!!”" Chiamò Ichigo più volte, mentre di corsa la raggiungeva.

Una risata si espanse nel buio; Yui era paralizzata, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, sentiva solo una gran paura.
“Prenderò tutto" sussurrò una voce vicina al suo orecchio. Yui tentò di muoversi senza riuscirci, non poteva parlare, ogni volta che lo faceva le parole non uscivano dalla sua bocca, morivano in gola, come se non avesse abbastanza fiato per dirle.
"Prenderò te, prenderò questo posto" sussurrò la voce, tetra e terribile. La ragazza strinse gli occhi, voleva scappare lontano, andare via da lei, ma quella voce, fredda e glaciale, sembrava tenerla incatenata a quel posto.
"Li ucciderò tutti, tutti quelli che ami; prenderò anche loro. Non ti rimarrà nessuno, solo il buio" disse quella distaccata. Yui tentò di urlare qualcosa, ma non ci riuscì. Un'altra risata, infine la vide, nascosta nel buio, la donna dai capelli azzurri. Non riusciva a veder il suo viso, celato dall'oscurità, ma vedeva quella folta chioma azzurra. Quella sorrise un poco.
"Io prenderò tutto!" Disse, poi con un balzo fu su di lei, pronta a colpirla.


Yui si alzò di scattò urlando a squarciagola, mentre gocce di sudore freddo gli solcavano il viso. Immediatamente, dei passi corsero verso la stanza in cui si trovava, spalancando la porta.
"Yui...Yui, cosa c'è? Ehi?" Ma la ragazza non sentì quelle parole, completamente spaventata, mentre i suoi occhi ancora immersi nell'oscurità vedevano quella maledetta donna.
"Yui, calmati, calmati, sono qui. Sta tranquilla, era solo un incubo!" Cercò di rassicurarla Ichigo prendendola per le spalle e strattonandola dolcemente. Quando la ragazza fu finalmente cosciente e fuori dall'incubo, smise di urlare, mentre senza fiato guardava il viso del ragazzo, che la osservava preoccupato.
"Ichigo, Ichigo...lei è qui, lei.. Lei mi vuole, ha detto che mi prenderà e prenderà tutti loro, prenderà la mia famiglia, anche a te, prenderà tutti. Aiutami Ichigo, non posso muovermi " disse concitata e ancora agitata, in preda alla paura. Il ragazzo la guardò negli occhi con apprensione, dopo di che la strinse a se senza nemmeno pensarci, abbracciandola.
"Va tutto bene,Yui, era solo un incubo. Non c'è nessuno qui. Nessuno ti farà del male, ne a me e nemmeno alla tua famiglia! Ora sta tranquilla!" Disse quello poggiando una mano sulla sua testa e accarezzandola dolcemente. Yui si strinse forte al petto del ragazzo, cercando di calmarsi dal terrore che l'aveva pervasa, mentre ancora poteva vedere quella terribile donna.
Passarono parecchi minuti prima che il suo respiro tornasse normale e che la paura sparisse. Quando riuscì a calmarsi, rimase stretta fra le braccia del ragazzo, sentendosi improvvisamente protetta. Una volta ripresa, alzò leggermente il viso per incontrare quello di Ichigo che la guardava piuttosto confuso.
"Non sono mai stata cosi felice di vedere quella testa arancione" disse la ragazza, Ichigo alzò gli occhi al cielo, infine rise.
"Va tutto bene ora?" Chiese tornando serio. Yui lo osservò un momento, dopo di che si allontanò dalle sue braccia.
"Bene?" Chiese confusa, si toccò perplessa per il corpo, cercando le ferite che ricordava di essersi procurata durante l'allenamento.
"Dove..dove sono finite?" Domandò guardando la pelle liscia e senza grafi.
"Inoe ti ha curato e ha fatto in modo che tutte quelle brutte ferite sparissero. Sei svenuta e hai dormito per due giorni consecutivi. Ma infondo non riposavi da tre giorni, questo è piuttosto normale" spiegò il ragazzo mettendosi a sedere composto,Yui lo guardò.
"La mia fami..." Disse d'improvviso la ragazza, ricordando di essere stata lontano da casa per ben tre giorni.
"Tranquilla, ci ho pensato io! Gli ho detto che, be...” Cercò di dire il ragazzo grattandosi la testa un poco imbarazzato.
“Cosa?” Chiese curiosa, Yui.
“Be gli ho detto che ti avevo invitato a casa mia per badare alle mie sorelle" disse Ichigo abbassando la testa un poco paonazzo. Yui lo guardò per un secondo in completo silenzio.
"Tu..hai..detto...cosa?" Chiese sgranando gli occhi; quello si grattò la testa nervoso.
"Non sapevo cosa.." Cercò di replicare, ma prima che finisse vide un cuscino finirgli dritto sulla faccia, con violenza.
“Ma sei impazzito? E ora cosa penseranno quelli? Oh santo cielo, mia madre? Eh i miei fratelli? Quelli...quelli mi bombarderanno di domande, dannazione Ichigo, perché dovevi per forza dire che venivo da te?" Disse quella parandosi minacciosa davanti a lui, quello cercò di allontanarsi il più possibile da lei.
"È la prima scusa che mi è saltata in mente, che volevi che facessi?" Replicò quello cercando di difendersi; la ragazza digrignò i denti, pronta a saltargli addosso per prenderlo a schiaffi. 

"Yui-san, tutto bene?" Chiese la voce di Urahara, improvvisamente, placando per un momento l'ira della ragazza. L'uomo li guardò per un attimo perplesso; Yui respirò affondo.
“Si, va tutto bene. A parte l'idiozia di qualcuno” disse tagliente, rivolgendo uno sguardo truce verso il ragazzo. Ichigo, deglutì un poco impaurito.
“Se va tutto bene, allora sarei grato se venisse a prendere una tazza di tè. Io e Yoruichi-san abbiamo alcune cose importanti da riferirti” disse l'uomo, guardandola da sotto al capello.
Yui si voltò a guardarlo per un momento, annuì mentre quello si voltava e tornava nella sala. La ragazza lanciò uno sguardo verso Ichigo, lui alzò le spalle perplesso quanto lei; la ragazza decise d'incamminarsi verso l'uscita dalla stanza e prima di farlo, colpì sulla testa il ragazzo.
“Idiota” lo riprese ancora, dopo di che sparì dietro alla porta. Ichigo si massaggiò la testa dolorante.
“Se la prende sempre con me” piagnucolò triste, infsine i alzò e le seguì.

Quando arrivarono alla sala, seduta dietro alla tavola, si trovava Yoruichi, che abbraccia conserte li aspettava.
“Yoruichi-san” la chiamò sorpresa la ragazza, Yoruichi alzò lo sguardo su di lei, gli sorrise.
“Yui, sono contenta di vederti in piedi. Va tutto bene?” Chiese la donna, scrutandola.
“Si “ annuì Yui e prima di prendere posto, si fermò davanti alla donna, si mise in ginocchio e infine, abbassò la testa.
“Yoruichi.-san, grazie per tutto ciò che ha fatto per me. Grazie per avermi allenato e aver avuto la pazienza di farmi arrivare fino a qui. Le sono profondamente grata” disse la ragazza, ringraziandola.
“È stato più che un piacere Yui, tu e quel idiota di Ichigo, siete quel tipo di allievi che io non vedo l'ora di allenare, proprio per le cose sorprendenti che riuscite a fare” disse quella, sorridendo. Yui alzò la testa felice.
“E poi non è mica finita, preparati” disse la donna, facendogli l'occhiolino. Yui rise, dunque prese posto attorno al tavolo; lo fecero anche Urahara e infine anche Ichigo.
"Yui-san, abbiamo alcune cose molto importanti da chiederti ma sopratutto da spiegarti. La prima cosa che vogliamo fare è congratularci con te: sapevamo che questa cosa sarebbe stata difficile e non nascondiamo che abbiamo temuto il peggio, ma come sempre tu sei riuscita ad andare oltre le nostre aspettative" concluse Urahara, sorridendo un poco. Yui sorrise a sua volta, grata. 
L'uomo aprì il ventaglio e lo porto vicino al viso, diventando improvvisamente serio.
"Però.. Non siamo qui solo perché vogliamo congratularci con te. Yui-san.- Disse l'uomo affilando lo sguardo verso di lei.- Io e Yoruichi-san abbiamo scoperto parecchie cose molto importanti riguardo il tuo conto" Disse d'improvviso Urahara. Yui lo guardò perplessa.
"Cosa intende?" Chiese Yui senza capire. Urahara e Yoruichi si scambiarono un'occhiata.
"Sai Yui, fin dal primo momento che ti ho visto, nella Soul society ho sempre visto in te qualcosa di familiare" intervenne Yoruichi, d'improvviso.
"Inizialmente pensavo fosse solo una sensazione, avvolte capita di percepire nel viso di una persona, qualcuno che già si conosce; poi ti ho visto combattere e infine ho visto il tuo shunpo. Sono rimasta alquanto sorpresa, dato che lo stile con cui lo eseguivi, ricordava molto quello che io di solito insegno ai miei allievi; ma fra le persona a cui ho insegnato questa tecnica, c'è nè una in particolare che riusciva a eseguire lo shunpo in maniera diversa, lo eseguiva così tanto spesso che pareva quasi fosse qualcosa di assolutamente naturala per lei, come se quello non comportasse nessuno spreco di reiatsu,senza stancarsi. Un po come fai tu di solito. Inoltre, c'era una mossa che quella persona usava spesso; lei usava lo shunpo per spostarsi alle spalle dell'avversario e attaccarlo, cosa che tu, quando combatti, fai spesso. Non ero completamente convinta ci fosse un legame, ho semplicemente pensato fosse coincidenza; in seguito, Urahara mi ha raccontato la tua storia e infine ho parlato con una persona. Non ho ancora nulla di concreto, purtroppo, ma ho deciso d'informare anche te, di questo. Infondo sei la diretta interessata” disse con volto serio, la donna. Yui la guardò con un velo di ansia negli occhi. Forse, avrebbe finalmente capito qualcosa, di se stessa e di lei, pensò agitata.
“Ogni volta che ti guardo, Yui, tu mi ricordi lei in molte cose che fai; in quella tua forza di volontà; o quando non ti arrendi mai; quando vuoi arrivare a qualcosa a tutti costi, persino quando ridi spensierata. Tu mi ricordi lei in qualsiasi cosa tu faccia e questo, è davvero uno strano scherzo del destino” sorrise, quasi pensierosa Yoruichi. Yui strinse un poco le mani, con l'ansia nel petto; Yoruichi sospirò con forza,dopo di che riprese a parlare.
"Molto tempo fa, quando ancora ero capitano della seconda divisione, circa cento, centoventi anni fa, conobbi una ragazza; era una ragazza come le altre, portava i capelli castano chiaro e aveva due occhi dello stesso colore, il viso delicato e la carnagione chiara come porcellana. Era cresciuta nel settantatreesimo distretto del Rukongai, al di fuori del seretei. Devi sapere che, quel distretto in particolare, è conosciuto per essere uno di quelli in cui la malavita e la criminalità ha il più alto tasso in assoluto; nonostante avesse vissuto una vita piuttosto povera, in un luogo tanto malfamato, era riuscita contro molte aspettative a diventare una shinigami, una formidabile shinigami. Non era particolarmente forte, ma aveva una grande forza di volontà e un grande potere. Era brava nel corpo a corpo; sapeva utilizzare il kido, meglio di chiunque altro e sopratutto aveva una zampakuto, in grado di spaventare anche i capitani più forti!” Raccontò la donna, immersa in ricordi lontani. Yui alzò un sopracciglio, curiosa.
“Com'è che vi siete conosciute? ” Chiese la ragazza, Yoruichi alzò il viso, incontrando i suoi occhi; sorrise.
“Non sono stata io a conoscerla, è stato Kuchiki Byakuya a presentarmela” rispose la donna. Yui spalancò gli occhi dalla sorpresa, Ichigo aprì la bocca, ma la richiuse, privo di parole.
" Kuchiki Buakuya hai detto? Intendi, quel Kuchiki Byakuya?" Chiese la ragazza incredula.
"Esattamente quel Byakuya. Si erano conosciuti una particolare situazione; Buakuya era molto legato a quella ragazza; erano cresciuti praticamente insieme. Credo fosse l'unica amica che Byakuya avesse a quel tempo; essere figlio di una nobile famiglia, avvolte ti allontana dal resto del mondo e ti rende solo. Per quanto i due fossero molto diversi, e la famiglia Kuchiki non accettasse che Byakuya avesse una tale amicizia, lui gli rimase accanto, nonostante tutto. Le stava sempre appresso, giocavano insieme, studiavano; si allenavano e da lui che ha appreso lo shunpo, nonostante le mia categorica disapprovazione.- Sorrise un poco divertita.- Erano inseparabili. Entrarono insieme all'accademia ed insieme diventarono shinigami. Bakuya divenne subito vice della sesta divisione, sotto il comando di suo nonno; mentre lei, riuscì a diventare vice capitano dell'ottava, sotto il comando del capitano Kyroaku. Quei due erano tremendi insieme!- Ricordò con disapprovazione, la donna. Sorrise un poco divertita. D'improvviso, diventò seria.- Un giorno la ragazza si ammalò; fu qualcosa di abbastanza improvviso e alquanto imprevedibile. Per un po' di tempo ignorò completamente la malattia, continuando nei suoi doveri da vice, senza fermarsi. Per quanto fosse una shinigami come tante, il capitano comandante era piuttosto incuriosito da lei, per via della sua zampakuto. Credo che ci fosse qualcosa in quel potere che gli suscitava curiosità e forse allo stesso tempo preoccupazione. Ricordo che più volte il capitano comandante mi ordinò di tenerla d'occhio; ma quale fosse la reale motivazione, nessuno di noi lo sapeva. Fatto sta che, la malattia non si arrestò, ma anzi, essendo qualcosa di degenerativo, divenne sempre più complicata, fino a essere quasi del tutto incurabile.
Col passare del tempo, la ragazza si fece sempre più debole, sempre più fragile; fino a quando, un giorno non fu allontanata e il suo posto di vice, fu assegnato ad un altra persona. Ricordo ancora quanto soffrì per quello; tutti gli sforzi che aveva compiuto, tutto quello per cui aveva combattuto, gli erano stati portati via in battito di ciglio. Non ho mai visto nessuno combattere con tutta se stessa per non perdere quel posto, per non perdere la sua posizione.- Disse, con un velo di tristezza nella voce, Yoruichi.- La malattia si aggravò ancora, la consumò completamente e infine morì. 

Sai, ho sempre pensato che infondo quella ragazza fosse solo stata sfortunata, ma la verità è che, per quanto la malattia che aveva fosse qualcosa d'impossibile da arrestare, nessuno nel seretei ha mai cercato di aiutarla per davvero. Anzi, credo che la sua malattia, fosse stata utilizzata come pretesto per cacciarla e in qualche modo, allontanarla, lasciandola al suo destino. Un problema in meno, immagino.
Ci sono persone che hanno sofferto, per la morte di quella ragazza; altri, l'hanno semplicemente dimenticata, come se quella non fosse mai esistita.” Concluse la donna, abbassando un poco lo sguardo, tristemente. Yui strinse i pugni.
“Kaori..” Disse in un sussurrò.
“Kaori è la donna di cui ti ho appena parlato” disse Yoruichi, osservandola. Yui si mise a fissare un punto lontano della stanza, immersa nei suoi pensieri.
“Yoruichi-san, credi che la Soul society sappia del mio legame con quella donna?” Chiese Yui, d'improvviso. Yoruichi alzò lo sguardo verso di lei. Urahara sorrise un poco.
“Io pensò che non abbiamo prove; quando sei tornata dalla soul society, hai detto di aver omesso alla camera dei quarantasei di aver visto quella donna, ne che essa ti avesse aiutato a diventare una shinigami. Anche se loro sospettassero che tu sia collegata a lei, per via delle stesse informazioni che abbiamo noi e cioè, la tua grande somiglianza con quella donna, non hanno prove che ci sia un possibile e reale legame; non fino a che Kurotsuchi Mayuri non troverà quello che anche noi stiamo cercando!” Concluse Urahara, Yui alzò un sopracciglio confusa.
“E cosa state cercando?” Chiese, perplessa.
“La prova!” Rispose Yoruichi.
“La prova che confermerà che tu e Kaori siete collegate” rispose Urahara,
“Che tipo di prova?” Chiese Ichigo.
“Devi sapere che, nel laboratorio dell'istituto di ricerca, c'è un enorme computer in cui sono registrati tutte le reiatsu di ogni singolo shinigami del seretei; un database con il quale il seretei è capace di schedare i suoi subordinati e individuarli in maniera semplice, qualora sorga un eventuale problema. All'interno di quel database, c'è una traccia di studio della reiatsu di Kaori. Quando ho analizzato la traccia della tua anima, ho riscontrato una certa distorsione in un punto, che non era conforme alla tua reiatsu” spiegò l'uomo, serio.
“ Se noi riuscissimo a mettere le mani sulla traccia della reiastu di Kaori e metterla a confronto con quella tracciata da Urahara, nello studio della distorsione della tua anima, sapremo dire se realmente Kaori è legata a te e se, come ha detto lei, è un frammento della tua anima.” Concluse la donna.
“E come farete a prenderla?” Domandò il ragazzo, perplesso.
“A questo ci penserò io” Sorrise con furbizia, la donna.
“Dobbiamo solo sperare che il capitano Kurostuchi, non arrivi a quella conclusione. Ma sono sicuro che è troppo perspicace, per non arrivarci. Probabilmente, potrebbe già aver risolto questo mistero” disse l'uomo, sventolandosi compiaciuto. Era una vera e propria sfida fra i due scienziati.
“Se loro troveranno quel legame, cercheranno di farmi fuori, vero? ” Chiese con preoccupazione la ragazza. Calò il silenzio nella stanza.
“Potrebbero” rispose Yoruichi, diventando seria.
“Ma questo non significa che noi non li fermeremo” disse Urahara, con un sorriso.
Yui sorrise a sua volta, grata di avere quelle persone attorno, mentre ora, il puzzle, iniziava ad avere una forma, sempre più completa.
"Possiamo fidarci di lei?” Chiese d'improvviso il ragazzo. Tutti si voltarono a guardarlo.
“Cosa intendi, Kurosaki-san?” Chiese perplesso, Urahara.
“Siamo certi che Yui sia al sicuro? Se davvero quello che Yoruichi-san dice è vero, allora quella donna, potrebbe voler una vendetta. Yui,- la chiamò Ichigo, voltandosi un poco verso di lei,- poco fa hai detto che lei voleva prendere tutto? Ricordi, nell'incubo eri spaventata e terrorizzata; hai detto che lei avrebbe ucciso la tua famiglia e tutti quelli a cui volevi bene, ti puoi davvero fidare di lei?" Chiese Ichigo puntandogli lo sguardo contro.
"No io.. non mi riferivo a Kaori!" Spiegò Yui, Ichigo la guardò confuso.
"E allora chi ti riferivi?" Chiese il ragazzo, senza capire. Yui si ammutolì per un momento.
"Mi riferivo alla donna dai capelli azzurri! Lei...viene sempre mentre dormo e mi intrappola. Mi minaccia di prendere tutto, d'impossessarsi della mia vita e di strapparmi via quelli che amo. Non so chi sia, ma mi spaventa. No Arashi sembrava preoccupato quando gliel'ho chiesto, ma non ha fatto in tempo a dirmi di chi si trattava" spiegò Yui, un poco inquietata.
Yoruichi e Uruhara si lanciarono uno sguardo furtivo e preoccupato.
"Sarà meglio tenerla sotto controllo allora, Yui-san. Che ne dici, se qualche giorno vieni qui a fare qualche analisi? Nulla di pesante, solo qualcosa di veloce. Tanto per capire cosa succede" disse Urahara cordiale. La ragazza esitò un momento, poi annuì.
Forse lui avrebbe potuto dargli una risposta e scacciare per sempre quel suo maledetto incubo.

Yui camminava all'aria aperta, respirando a pieni polmoni e sentiva il freddo stuzzicarli il naso e la gola, mentre tornava verso casa. Si sentiva stranamente leggera, nonostante tutto ciò che avesse passato. Finalmente, aveva raggiunto un altra tappa importante nella sua nuova vita da shinigami; con il suo bankai, ora avrebbe potuto proteggere chi amava, ma sopratutto, se stessa. Sorrise felice.
"Ehi che hai da essere cosi felice?" Chiese Ichigo perplesso. Yui lo guardò.
"Non so e che mi sento bene. Non saprei come spiegartelo, ma sembra quasi mi sia tolto un peso dal cuore. Dopo quello che hanno detto Yoruichi e Urahara; ci sono un sacco di cose che ora comprendo” disse quella, perdendosi un poco nei suoi pensieri.
“Cosa intendi?” Chiese Ichigo. Yui lo guardò, sorrise.
“Un giorno te lo dirò” rispose enigmatica.
“Perché non me lo dici adesso?” Chiese accigliato il ragazzo, Yui scoppiò a ridere nel vedere quel suo viso contratto.
“Perché ridi?” Chiese quasi offeso, il ragazzo. Lei si bloccò d'improvviso; Ichigo si accorse di non averla più al suo fianco, fece per girarsi, inaspettatamente sentì delle braccia avvolgerlo da dietro e stringerlo. Il ragazzo si paralizzò un poco, mentre sentiva la testa di lei, poggiarsi dietro alla sua schiena.
"E tu come stai?" Chiese la ragazza d'improvviso. Ichigo spalancò gli occhi.
"Perché me lo chiedi? " Chiese confuso.
"Perché non te l'ho ancora chiesto e perché tu non dici mai nulla" disse quella stringendolo. Ichigo rimase un momento in silenzio, poi rispose.
"Bene, io sto bene.." Disse quello e si sorprese; non era solito pronunciare quelle parole, perché lui quelle parole non le diceva mai; si teneva sempre tutto dentro, anche quando stava male, nascondeva ogni cosa, senza rivelare mai nulla. Non era abituato a esternare i suoi sentimenti, non lo era mai stato.
"Tu non parli mai! Non dici mai nulla, se stai bene o se stai male. Ti preoccupi per me, ma non riesci mai dire se stai davvero bene o meno. Sei una dannata testa arancione, lo sai?" Disse Yui dolcemente, Ichigo rimase in silenzio, sorrise un poco.
"Non sono abituato.." Disse in un soffiò.
"Lo so, l'avevo capito, per questo d'ora in poi dovrai dirmelo quando c'è qualcosa che non va! Smettila di tenere tutto dentro" disse Yui, Ichigo alzò le braccia fino a stringere quelle della ragazza.
“Ok, basta che non stressi!" Disse quello scherzando. Di tutta risposta Yui lo colpì, con la testa dietro alla schiena.
"Quando mai l'ho fatto?" Chiese quella, Ichigo rise; infine slacciò con delicatezza le braccia della ragazza e si abbassò un poco.
“Che fai?” Chiese Yui, perplessa.
“Avanti sali?” Disse quello, facendogli segno. La ragazza rimase un attimo confusa, ma non ci pensò due volte e infine, sali a cavalluccio sulla sua schiena.
“Non avevi detto che non l'avresti più fatto?” Gli chiese, divertita.
“Infatti questa è l'ultima volta” rispose quello, facendo il duro. Yui gli strinse le braccia intorno al collo e appoggiò la testa sulla sua spalla, facendosi cullare dal suo passo e camminarono in silenzio, per la gran maggior parte del tragitto.
Ichigo non osò parlare, non aveva nulla da dire, stava bene semplicemente cosi, mentre stringeva quella stramba ragazza a se; mentre il fiato di quella gli accarezzava il collo e le sue braccia lo stringevano. Per un momento Ichigo si rese conto di quanto stesse bene, di quanto non avesse bisogno di altro a parte di quella ragazza sulle sue spalle. Questa consapevolezza lo colpì più duramente di quanto immaginasse, perché era la prima volta in tutta la sua vita che provava qualcosa del genere: il bisogno di avere quella persona affianco. Sentiva il cuore scaldarsi al solo pensiero di averla vicina e lo stomaco attorcigliarsi al pensiero di sfiorarla; sentiva la paura nel pensare di poterla perdere. Consapevolezze che arrivarono forti come un pugno allo stomaco; fu quello il momento in cui capì che quella ragazza, gli piaceva più del dovuto.
"Siamo arrivati!" Disse Ichigo, quella alzò la testa vedendo di fronte a se la sua casa e scese dalle spalle del ragazzo.
"Grazie" disse lei dolcemente; lo guardò per un momento.
“Allora, io vado..” Disse lei, facendosi qualche passo all'indietro, guardando però il ragazzo.
“O..ok!” Disse Ichigo, portando le mani in tasca.
“Buona notte” disse lei, sempre camminandosi all'indietro.
“Notte..” Rispose il ragazzo, lanciandogli qualche sguardo.
Yui si fermò per un momento, si guardarono per un po'.
“Allora io vado..” Ripete lei, indicando la casa alle sue spalle.
“Già..” Disse Ichigo, leggermente imbarazzato.
Si guardarono, senza dire nulla.
“Bene” disse lei, annuendo, ma continuò a stare ferma lì. Ichigo la guardò per un momento, poi spostò lo sguardo, ancora più imbarazzato.
“Ichigo..” Lo chiamò lei, a braccia conserte; il ragazzo si voltò a guardarla.
“ Non hai intenzione di darmi il bacio della buona notte?” Chiese lei, guardandola con un sopracciglio alzato.
Ichigo divenne rosso come un peperone.
“Io..” Cercò di dire. La ragazza sospirò.
“Cosa devo fare con te” disse quella alzando gli occhi al cielo.
“Che vuoi, te l'ho detto che non sono bravo in queste cose!” Si difese lui, rosso in volto.
“L'altra volta non mi è sembrato” Rispose la ragazza, mentre si avvicinava a lui.
“Be, l'altra volta è stato diverso” cercò di dire.
“Ora capisco perché non avevi una ragazza” disse lei, bloccandosi davanti a lui. Ichigo la guardò offeso.
“Senti chi parla!” Disse lui, in difesa.
“Chi ti ha detto che non avevo un ragazzo?” Rispose con tranquillità, la ragazza. Ichigo si bloccò un attimo, dopo di che la guardò incredulo.
“Tu avevi il ragazzo?” Domandò, sorpreso. Yui lo guardò un momento, infine postò lo sguardo un poco a disagio.
“Forse” disse vaga.
“E perché non me l'hai detto?” Chiese stupito.
“Perché tu non l'hai chiesto!” Rispose, facendo spallucce.
Ichigo assottigliò lo sguardo verso di lei.
“Chi è?” Chiese sospettoso.
“Non ti importa” disse lei, rapida.
“Perché non me lo vuoi dire?” Domandò ancora più sospetto.
“Perché te lo devo dire? Tanti non lo conosci” Chiese lei, aprendo le braccia. Ichigo la scruto, attentamente.
“Non è vero che avevi un ragazzo” disse lui, incrociando le braccia.
“Si che lo è..” commentò lei indispettita.
“Lo dici solo per farmi...” ma non finì la frase, tappandosi la bocca.
“Cosa, ingelosire? Almeno lui quando doveva baciarmi lo faceva, Ichigo” disse lei, con un sorriso malizioso. Il ragazzo spalancò gli occhi.
“Oh e lui era figo quanto me? Era uno shinigami che andava in giro ad ammazzare Hollow? Aveva un bankai?” Cercò di difendersi il ragazzo, visibilmente toccato.
Lei fece finta di pensarci.
“Si era decisamente figo, anche senza bankai” rispose divertita.
“Sei una stronza” la riprese lui, arrabbiato.
“ E allora baciami e non fare storie” disse divertita la ragazza, sorridendo.
“Sei cattiva sai..” Piagnucolò il ragazzo, avvicinandosi al suo viso.
“Lo so” rispose lei in un soffiò, infine avvicinarono le lebbra e si baciarono.
Non seppero dire quanto rimasero, così, quando si allontanarono avevano il fiato corto; si guardarono un poco.
“Io sono più figo!” Disse con sicurezza il ragazzo. Yui scoppiò a ridere davanti alla sua faccia.
“Dillo dannazione; sono più figo vero?” Insistette il ragazzo. Ma lei continuò a ridere, quando finalmente si fermò, lo guardò affondo.
“Tu sei Ichigo.. È ovvio che non sei figo” rispose.
“YUI!!” La riprese il ragazzo offeso. Lei lo afferrò per il giubbotto avvicinandolo, ancora divertita.
“Tu non sei figo, perché sei Ichigo, non hai bisogno di essere figo o cose così, tu mi piaci così come sei. Sei la mia stupida testa arancione. Poi se fossi figo tutte ti verrebbero dietro, sarebbe un bel problema” rispose quella; gli stampo un bacio sulle labbra e scappo via.
“Notte, idiota” disse quella sparendo dietro al cancello.
“Ti odio!” Rispose il ragazzo, infine divertito si incamminò verso casa.








 

Angolo dell'autore:

 

Salve a tutti ^^

 

 

Questo è un capitolo piuttosto importante; so che stavate aspettando da un po' per sapere chi fosse sta benedetta Kaori ed eccovi qua la risposta:

svelato il grande segreto dietro al suo fantasma.

Ora, la spiegazione ammetto essere un poco contorta, spero sia comprensibile; inoltre mi farebbe un sacco piacere sapere cosa pensata di questa fantomatica Kaori, della quale ancora devo svelarvi un sacco di cose, ma... andiamo con calma xD.

 

Come sempre ringrazio per le recensioni Zephiel97, super mille grazie per esserci sempre.

A Tammy1997 mi sei mancata tantissimo, spero che ci sia anche questa volta. Grazie ^^.

 

Grazie anche a coloro che leggono la storia.

Ci vediamo alla prossima.

 

 

Un saluto.

Cass.

 

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


"People fall in love in mysterious ways
Maybe just the touch of a hand"
Ed sheeran

 

 


La solita routine, tornò prepotente a scandire i giorni.
In seguito all'estenuante allenamento fatto per riuscire a raggiungere il Bankai, finalmente arrivò del meritato riposo e le cose nella vita di Yui, tornarono alla normalità.
La scuola, le lezioni, gli amici; con il passare dei giorni tutto iniziò a scorrere con una certa tranquillità, di quella che Yui non sentiva da tempo.
Il suo arrivo a Karakura non era stato uno dei più tranquilli, nemmeno dei più semplici, ma dopo tutti quei mesi, finalmente poteva dire di sentirsi bene e di sentire finalmente quella città come se fosse sua. La sua vita, era cambiata completamente dal suo arrivo; aggiungere la caccia agli hollow, nel suo tempo libero, era stato un cambiamento radicale e completamente fuori dai suoi schemi, ma lentamente tutte quelle stranezze, erano diventate parte integrante di quella sua nuova vita, lì a Karakura.

Il raggiungimento del Bankai, significava un passo importante, ma sopratutto era qualcosa che la rendeva più sicura di se e in qualche modo, la rendeva capace di pensare di essere protetta. Yoruichi però, non la pensava alla stessa maniera e aveva costretto sia lei che Ichigo a continuare a seguire i suoi allenamenti, per niente semplici.
Urahara aveva cercato una volta di liberarli dalle grinfie della donna e del suoi continui allenamenti, dicendogli che anche loro avevano bisogno di riposarsi e i due ragazzi, felici, avevano ringraziato l'uomo per quella cortesia, pensando di essere finalmente liberi, per poi ritrovarsi incastrati dalle grinfie di quest'ultimo, costretti ad aiutarlo al negozio. Il tutto sotto le risate della donna dagli occhi ambrati.
La vita non era di certo migliorata, ma le piccole cose che la contornavano in quel momento, era ciò che rendeva Yui felice.
Urahara e il suo negozio, Yoruichi e i suoi allenamenti, Ichigo e i loro bisticci; perché erano più quelli che altro.
Yui si era chiesta più volte come potesse realmente piacergli quel ragazzo, dato che era così diverso da lei, eppure ogni volta che ci pensava, non trovava una risposta, nulla di razionale per lo meno e si ricredeva, ogni volta che stava con lui ed ogni volta che, per qualche motivo lui sorrideva o la guardava. Si sentiva un idiota e sapeva che avrebbe potuto uccidere qualcuno con tutta quella quantità di zuccheri e miele che aveva nei suoi pensieri ogni volta che stava con lui. Se l'iperglicemia fosse stata una malattia contagiosa, avrebbe sterminato di sicuro Karakura, era un dato di fatto.


La ricreazione stava passando tra piacevoli discorsi.
 Yui era seduta sul banco mentre osservava Keigo fare la sua solita scena, Mizuiro messaggiare senza dare molta importanza alle sue parole; Sado che se ne stava in piedi con il solito fare imponente in rigoroso silenzio; Inoe che ascoltava divertita, mentre Tastuki al suo fianco discuteva con Ichigo su qualche gioco che si erano prestati; Rukia, si divertiva a tormentare la cannuccia del suo succo di frutta, nemmeno fosse il gioco più bello del mondo e infine Ishida, che dal suo canto osservava tutto con il suo solito fare indagatore.
Yui li osservò catturata, non riuscì a capire quando fosse successo, ma si sorprese di quante persone avesse conosciuto in cosi poco tempo e di come quelle la facessero sentire parte di loro. Gli piaceva, quel gruppo così diverso e assortito di persone.
"Fra tre settimane sarà capodanno, ci sarà festa è un mucchio di persone in centro; chi viene? Eh? " Chiese Keigo, rivolgendosi al gruppo.
"Io non credo di poter venire" disse Mizuiro concentrato sul suo telefono, senza alzare lo sguardo.
"Passo anche io!" Disse Tastuki, interrompendo momentaneamente la conversazione con Ichigo.
"Oh andiamo, siete...siete crudeli! Ichigo, tu?" Chiese il ragazzo speranzoso. Ichigo lo guardò un momento, poi fece spallucce senza saper dare una risposta.
"Non ne ho idea" disse quello enigmatico. Keigo rimase un attimo in silenzio, poi iniziò a disperarsi e lamentarsi di quanto fossero ingiusti a lasciarlo solo la notte di capodanno, Yui rise sotto i baffi, divertita dall'atteggiamento del ragazzo.
"Verrò io" disse infine. Keigo si voltò verso di lei, con gli occhi lucidi per la commozione.
"Dici sul serio?" Chiese il ragazzo, con labbro tremante; lei rise.
"Si certo! Non ho mai assistito al capodanno qui a Karakura, quindi vorrei che qualcuno me lo mostrasse! Verrò volentieri" rispose quella sorridendo; il ragazzo saltò dalla gioia, piagnucolando felice.
"Ci divertiremo un mondo, vedrai, sarà una serata super mega fantastica" disse quello eccitato. Yui rise ancora di più.
"Verrò anche io" disse infine Sado guardandoli serio. Quello bastò a mandare in estasi Keigo, che iniziò a saltare per abbracciarlo, senza ovviamente avere successo.
Inoe rifiutò l'invito, insieme a Ishida; Rukia invece accettò di venire, anche lei eccitata di poter partecipare al capodanno.
La campanella infine suonò e tutti iniziarono a prendere posto.
"Allora ci sentiamo per messaggio, così ci informiamo su tutto" disse Keigo, strizzando l'occhio alla ragazza castana. Yui rispose lo stesso con un occhiolino, divertita.
"La finite di fare gli scemi?" Disse improvvisamente Ichigo, un poco infastidito; Yui sorrise, poi gli lanciò un'occhiataccia.
"Non sono affari tuoi, testa arancione!" Rispose la ragazza, osservandolo un poco. Ichigo di tutta risposta sbuffò scocciato, sedendosi al suo posto. Yui rise, divertita, era fin troppo divertente quando faceva il geloso.




 

***



"Allora come sto?" Chiese Yui, mentre sua madre si sedeva sul letto e la osservava fare un giro su stessa.
"Sei meravigliosa " disse, con gli occhi lucidi per l'emozione.
"Che fai ti metti a piangere? E' solo un vestito..." L'ammonì quella, guardandola con un sopracciglio alzato.
"Lo so, è solo che non ti vedo mai cosi elegante" disse sua madre alzandosi e andandogli incontro.
"La mia bambina, guardati, ormai sei una donna. Bella come un fiore" disse quella abbracciandola.
“Mamma, staccati! Mamma, mi stai stritolandooo!” Si lamentò la ragazza, cercando di liberarsi da quella stratta soffocante.
“Non ti lamentare, lasciati coccolare della tua mammina” disse quella, senza mollare la presa.
“Mamma non sono più piccola per lasciare tu mi coccoli” disse la ragazza, alzando gli occhi al cielo, completamente intrappola.
“Non è mai troppo tardi per la mammina” disse quella, strofinando il viso sul suo.
“Sei insopportabile” la riprese, scherzando la ragazza. Infine rise e la madre si staccò da lei.
“Pensavo non finissi più” scherzò Yui, lanciandogli un'occhiataccia.
“Devi sempre essere cosi scontrosa tu, vero? Peggio di tuo padre!” Si lamentò la madre, facendo la finta offesa.
Yui rise.
“Aaaah guardati, stai diventando proprio una bella donna!- Commentò, osservandola.- Mi ricordi un sacco la nonna quando era giovane!” Disse, scrutandola. La ragazza sorrise un poco, ripensando alla nonna.
“Bella come una rosa” sussurrò la mamma con un velo di tristezza negli occhi, Yui la guardò affondo. Sapeva quanto gli mancava la nonna, perché mancava tanto anche a lei. Rose Smith era stata una donna fantastica, che aveva lasciato un enorme vuoto, nei loro cuori.
“Bene, non devi andare? Sparisci da davanti ai miei occhi e divertiti!” Disse infine quella, incamminandosi verso la porta e aprendola per farla passare.
Yui si mosse e infine uscì dalla stanza, sorridendogli.
"Stai attenta! Non stare da sola, non parlare con gli sconosciuti ..." Gli urlò sua madre, mentre ormai lei scendeva le scale.
"Si, si tranquilla non prenderò caramelle dagli sconosciuti!” Scherzò a ragazza, andando verso alla porta.
"Dove credi di andare?" Disse una voce seria e profonda alle sue spalle. Yui si bloccò un momento, poi si voltò, con la mano ancora sulla maniglia. Tatsuya la stava osservando con fare indagatore, mentre Eiji lo spalleggiava, braccia incrociate e sguardo serio.
"Che c'è? " Chiese perplessa.
"Seriamente vuoi uscire conciata in quella maniera?" Disse Tastuya, il più grande dei suoi fratelli, indicando i suoi vestiti. Yui alzò un sopracciglio, poi si guardò, osservando il kimono blu notte addosso, che aveva ti sbagliato? Si domandò, perplessa.
"Perché? Cosa c'è che non va?" Chiese quella confusa.
"Non sei un po' troppo elegante? E sei anche truccata? Non sei un po troppo..bella?" Chiese Eiji, fissandola sospettoso. Yui li guardò accigliata.
"Sto uscendo è normale che sia elegante, dato che è capodanno e non è la prima volta che mi trucco e poi.. Io sono sempre bella" disse quella con sicurezza, compiaciuta. Ma i suoi fratelli, continuarono a fissarla seriamente.
"È per lui, vero?" Chiese Tastuya, d'improvviso.
"Lui chi?" Chiese senza capire.
“Quel tizio dai capelli arancioni da cui hai passato tre giorni di fila per guardare le sorelline!" Disse Tastuya pungente. Yui spalancò gli occhi.
"Ichigo? Ma che dici..." Disse Yui stupita, sapeva che prima o poi avrebbero fatto domande, non si facevano mai gli affari loro.
"Ah quindi ha un nome, quel farabutto" disse Eiji arrabbiato.
"È il tuo ragazzo, non è vero? Eh? Dicci la verità, giuro che gli spacco la faccia!" Disse Tastuya sbattendosi un pugno sulla mano, furioso.
“Oh si, gli faccio passare dei terribili momenti a quello” continuò sadico, Eiji.
"Siete dei deficienti! Lui non è il mio ragazzo!” Disse con forza, mentre sentiva il viso prendere colore, maledetti loro.
“Stai arrossendo!” Disse Tatsuya indicandola ad occhi aperti.
“Allora è davvero il tuo..” ma Eiji non finì di parlare, due colpi dietro al collo li zittirono completamente. I due si lamentarono doloranti.
"Smettetela di fare i cretini, non sono affari vostri ciò che fa vostra sorella! Sparite entrambi, via!” Li riprese la madre, arrabbiata.
"Aia mamma, non è giusto! Fai piano" Si lamentò Eiji piagnucolando. Yui rise mentre faceva la linguaccia a entrambi, vittoriosa.
"Non finisce qui" disse Tatsuya osservandola minaccioso, dopo di che sparirono per la casa.
"Grazie, Mà" disse quella poi aprendo la porta.
"Digli che la prossima volta è invitato a cena" Gli urlò sua madre, alle sue spalle.
"A chi?" Chiese Yui ormai fuori.
"Al tuo fidanzato" rispose quella con tranquillità, ma Yui corse fuori sbattendo la porta, prima che quella potesse aggiungere altro; infine si mise camminare per le strade ancora visibilmente scossa.
Come potevano pensare che Ichigo fosse il suo ragazzo? Lui, lui.. Si insomma i precedenti avevano suggerito un certo avvicinamento più che intimo, ma da qui a chiamarlo fidanzato sarebbero passati davvero miliardi di anni luce. Lui era solo, Ichigo. Nulla di più. Pensò facendo spallucce, immersa nel freddo pungente di fine dicembre.
Sopratutto, quale malsana idea era quella? Non avrebbe mai potuto invitarlo a cena, nemmeno se fosse stata sotto minaccia di morte, sopratutto non con quella famiglia di scalmanati che si trovava. No, loro dovevano starne più che fuori. Si disse, con convinzione e immersa nei pensieri, arrivò fino al punto d'incontro; lì vi trovò il solito taciturno di Sado, che, con il suo fare imponente, se ne stava appoggiato al muro.
"Ehi, ciao" lo salutò Yui avvicinandosi. Sado la guardò un momento, sempre serio e fece un cenno con la testa; Yui gli sorrise; era sempre così silenzioso, ma infondo, gli piaceva.
“ Allora, come stanno andando le vacanze?” Chiese Yui osservandolo.
“Bene, grazie! Le tue?” Chiese il ragazzo, serio.
“Bene” rispose Yui, poi calò di nuovo il silenzio, Yui rise divertita.
“Sai, inizio a domandarmi come tu possa essere amico di Ichigo, siete completamente diversi” disse quella scuotendo la tesa.
“Già, probabilmente lui è più rumoroso” disse Sado, toccandosi la testa. La ragazza rise.
“Decisamente di più” rispose, divertita.
“Ma anche tu lo sei” gli disse il ragazzo.
“Già, decisamente più di lui” ammise, quella un poco imbarazzata. Sado sorrise divertito e ora, capiva perché Ichigo ronzasse sempre attorno a quella strana ragazza: lei era simpatica e solare e rumorosa quanto il suo amico dalla chioma arancione e infondo quello gli piaceva. Se era diventata amica del ragazzo, allora Sado si sarebbe fidato di lei e l'avrebbe considerata tale anche lui, non era poi cosi difficile volergli bene. Pensò, sorpreso.
"Siete venuti davveroooooo" piagnucolò Keigo felice, spuntando dall'angolo di una strada; entrambi i ragazzi si voltarono verso di lui, alzando gli occhi al cielo per la scenata che avrebbe fatto di lì a poco. E così fu, il ragazzo dai capelli castani andò ad abbracciare entrambi per la gioia. Yui rise divertita, Keigo era quel tipo di ragazzo idiota che riusciva sempre a divertirla.
"Pensavi davvero che ti avremmo dato buca? Stupido, Keigo! Come avrei potuto perdermi questo?" Disse divertita la ragazza, aprendo le braccia. Keigo la guardò con gli occhi lucidi e il labbro tremante.
“Ho aspettato allungo un amica come te! Grazie Yui, per essere venuta nella mia classe, grazie" disse abbracciandola con forza e piangendo, facendo il melodrammatico. Yui scosse la testa, divertita.
“Keigo, se continuì così guarda che cambio idea” lo ammonì scherzando. Keigo si staccò alla velocità della luce, tornando serio.
“Tutto apposto, capo” disse quello, facendo il saluto militare. La ragazza rise ancora di più.
"Allora, andiamo?" Chiese Yui, trepidante.
"Perché hai cosi tanta fretta?" Chiese improvvisamene una voce alle sue spalle; Yui sussultò, poi sorrise un poco, prima di voltarsi e guardare male il ragazzo che aveva appena parlato.
"Ma guarda chi si vede, il signor “non ne ho idea”. Che ci fai qui? Non è forse troppo per te, uscire e divertirsi" lo stuzzicò la ragazza, fissandolo.
"Stai zitta, non era nei miei piani" la riprese Ichigo, facendo finta di guardare altrove.
“E per quale motivo sei qui, allora?" Chiese la ragazza, incrociando le braccia al petto e scrutandolo curiosa.
"Non sono affari tuoi" rispose schietto, Ichigo.
"Ha detto che doveva venire per forza, che c'era una cosa che doveva fare" Rispose per lui Rukia. Ichigo la colpì alla testa.
"Fatti gli affari tuoi!" Disse quello visibilmente imbarazzato.
"Che c'è, non è mica un segreto, l'hai detto tu!" Rispose quella massaggiandosi la testa.
"Be non importa se l'ho detto, sta zitta" continuò il ragazzo paonazzo in volto; Yui rise.
"Sei il solito idiota, lo sai vero?" Lo riprese Yui, scuotendo la testa.
"Ichigooo!- pianse ancora Keigo.- Questo è il giorno più bello della mia vita" disse coprendosi il volto con il braccio.
"Smettila Keigo! Andiamo" disse, scontroso come sempre Ichigo, mettendosi le mani in tasca e camminando.
"Sempre cosi antipatico tu eh, mai una volta che mi tratti bene" disse facendo il finto offeso Keigo.
"Avvolte dubito persino che provi dei sentimenti, per noi poveri umani con un cuore" disse Yui, prendendo il ragazzo castano a braccetto e trascinandolo via; Keigo rise.
"Prima o poi dovrà provare qualcosa per noi, siamo persone belle e gentili infondo” continuò il ragazzo.
"Allora morirai aspettando quel giorno" disse Yui, camminando insieme a lui, divertita.
"La volete piantare voi due? Siete degli idioti" rispose Ichigo davanti a loro, dandogli le spalle. Entrambi risero, poi lo seguirono chiacchierando animatamente.
Quando arrivarono finalmente al centro della città, rimasero piacevolmente sorpresi.

Luci di tutti i colori costernavano le vie laterali, dove le une dopo le altre, le bancarelle si susseguivano, creando una lunghissima fila quasi infinita, da entrambi i lati della strada. Le persone, numerose, camminavano vestiti dei loro migliori abiti, contribuendo a colorare la via, mentre l'aria profumava di cibo e cose dolci e il vociare delle persone, insieme a qualche musica in sottofondo, rendeva quel posto, praticamente magico.
Tutti insieme andarono per prima cosa al tempio, facendo come sempre le loro preghiere per l'anno nuovo e speranzosi che esso potesse portare solo cose migliori; poi percossero la strada centrale, osservando le bancarella.
Le ragazze si fermarono in qualche bancarella ricca di bigiotteria, Rukia si trattenne dal buttarsi letteralmente sopra ad banco pieno di pupazzi morbidi e coccolasi.
Keigo e Sado fecero qualche gioco, divertendosi come pazzi, nonostante l'implacabile serieta del ragazzo dalla pelle color del caramello ; Yui tentò di afferrare qualche pesce, insieme ad Ichigo, mentre Rukia stuzzicava dolcetti da qualche parte.
“Attento, fai piano! Lentamente” disse la ragazza, osservando il ragazzo che cercava di mantenere un tenero pesciolino sulla retina, concentrato e teso; cercò di spostarlo lentamente verso la bustina.
“Ci sei quasi” disse la ragazza, super concentrata. La retina era quasi vicina alla bustina, mancava davvero poco, fino a quando improvvisamente quella si rupe, lasciando ricadere il pesce nella vasca. Ichigo alzò lo sguardo sulla ragazza; Yui lo guardò ancora incredula.
“Noooo” si lamentò sconsolata. Ichigo buttò la testa avanti arreso.
“È fin troppo per me, basta” disse quello gettando l'ennesima retina, Yui rise.
“Sei scarso!” Lo ammonì lei, scherzando.
"Guarda che non ci sei riuscita nemmeno tu!" La riprese il ragazzo; si guardorono un momento seri, poi risero.
“Allora, cos'è c'era di tanto urgente che dovevi fare, da spingerti a uscire?” Chiese la ragazza, guardando la vasca dove i pesci, che tranquilli guizzavano da una parte all'altra. Ichigo la osservò di sottecchi, irrigidendosi.
“Nulla di che..” Affermò, facendo il distratto. Yui gli lanciò un'occhiata.
“Sei sempre il solito misterioso. Ma sai cosa, sono quasi contenta che ci sia anche tu qui” disse, rivolgendogli un sorriso divertito. Ichigo sbuffò. Yui rise, poi si alzò e insieme si mossero riprendendo a camminare, fermandosi ogni tanto su qualche bancarella.
“Se davvero bella oggi” disse d'improvviso il ragazzo. Yui si bloccò, con in mano una maschera appena afferrata da una bancarella; lo guardò stupito.
“Che vuoi, perché mi guardi così? Non ho detto niente di strano” cercò di dire il ragazzo, paonazzo in volto. Yui sorrise, era piuttosto strano sentirgli dire quelle cose.
“Tieni” disse d'improvviso la ragazza, mettendogli una maschera sul viso. Ichigo l'afferrò, dopo di che se la tolse delicatamente.
“Ti dona” disse quella ridendo divertita, Ichigo gli lanciò un'occhiataccia e di tutta risposta gliene mise una in faccia.
“Guarda con questa stai decisamente meglio” disse, mentre una terribile faccia da mostro, lo guardava un poco male. Il ragazzo rise, Yui gli tirò un colpo in risposta.
Infine, ancora divertiti, rimisero tutto a posto e continuarono ad avanzare.

“La sentite questa musica?” Chiese d'improvviso la ragazza; Rukia ed Ichigo la osservarono con un sopracciglio alzato.
“Oh andiamo, ascoltate!” Disse quella, ma i ragazzi scossero la testa. Yui sbuffò, li prese per un braccio entrambi, trascinandoli con se.
“Che fai?” Si lamentò Ichigo, completamente trascinato.
“Yui!” La riprese Rukia, cercando di finire il suo zucchero filato. La ragazza non parlò, fino a che girando una strada non trovò un palco sul quale una band suonava e numero elevato di persona, d'inanzi osservava e cantava.
“Ve l'avevo detto io! Andiamo” disse lasciandoli andare e incamminandosi a passo veloce verso il parco. Ichigo e Rukia si lanciarono uno sguardo, poi Ichigo la inseguì.
“Aspetta!” Cercò di urlare il ragazzo, ma Yui era già immersa fra la gente, mentre la band suonava qualcosa. La ragazza si bloccò sul posto, soddisfatta di aver raggiunto il centro esatto, in mezzo alle persone e mentre entusiasta ascoltava, qualcosa d'improvviso la colpì alla testa. La ragazza si toccò dolorante e si voltò, incontrando il viso contrariato di Ichigo.
“Se lo fai di nuovo, giuro che la prossima volta ti infilzo con zangetsu” disse quello, un poco arrabbiato e preoccupato.
“Aia, volevo solo venire un po' più vicina! Scemo!” Lo riprese quella, ancora massaggiandosi la testa.
“Dov'è Rukia?” Chiese, guardandosi attorno.
“È rimasta fuori, per avvertire Sado e Keigo! Se tu non fossi buttata qui senza aspettare, saremo venuti tutti assieme. Ora ci siamo persi” la riprese serio il ragazzo. Yui lo guardò un poco rattrista.
“Smettila di sgridarmi, volevo solo venire qui” disse mettendo un poco il broncio. Ichigo la osservò, sbuffò, dopo di che gli mise una mano in testa.
“Va bene, basta che non lo fai più” disse addolcendo la voce. Yui l'osservò ancora un poco imbronciata e  gli fece la linguaccia. 

Nel frattempo una canzone si diffuse per l'aria ed entrambi vennero distratti dalla musica.
La folla si zitti mettendosi in ascolto e una ballata, si diffuse attorno a loro. Ne Ichigo, ne Yui ebbero il coraggio di parlare, completamente catturati da quella canzone e dalla dolcezza con il quale il cantate la cantava. Yui sorrise, non aveva mai sentito quella canzone, ma gli piaceva; lentamente voltò lo sguardo verso il ragazzo affianco a se, osservandolo un poco, per poi abbassare lo sguardo, imbarazzata.
D'improvviso, due braccia la circondarono da dietro, stringendola un poco, Yui sentì il cuore perdere un battito nel petto, mentre le braccia del ragazzo gli circondavano il collo e il suo viso la sfiorava. Yui rimase un attimo immobile, spiazzata, poi si sciolse, facendosi cullare da quelle braccia.
Non dissero nulla, rimasero solo in silenzio ad ascoltare quella canzone, fino a che quella non finì e sul cielo, dei fuochi d'artificio iniziarono a scoppiare e le campane suonare; il nuovo anno era finalmente arrivato.
“Wow” disse Yui alzando il viso verso il cielo. Ichigo la strinse un poco più forte, mentre anche lui guardava i fuochi in alto. Era tutto semplicemente perfetto, pensarono entrambi, davanti a quel meraviglioso spettacolo.
“Buon anno” disse Yui, osservandolo un poco. Ichigo sorrise.
“Buon anno anche a te” rispose quello, posandogli un leggero bacio sulla guancia. La ragazza sorrise, godendosi quel pacifico momento.

“Ichigooo” Chiamò una voce ed entrambi si risvegliarono da quel momento, staccandosi da quell'abbraccio. Si guardarono un momento, imbarazzanti.
“Ichigo!” Chiamò ancora la voce di Rukia. Il ragazzo gli lanciò un'occhiata poi, si voltò e insieme cercarono di uscire dalla folla, che si muoveva freneticamente, presa da una canzone movimentata. Yui cercò di stare al passo del ragazzo, fino a che non venne distratta da qualcosa; un brivido percorse la sua schiena, facendola sentire osservata. Yui si voltò di scatto, guardandosi attorno, ma nulla di ciò che c'era lì, sembrava avergli dato quella sensazione. Si voltò, decisa a proseguire, ma quando le fece, si rese conto che il ragazzo dai capelli arancioni non era più di fronte a lei. La ragazza si mosse veloce, cercando di uscire da quella folla esagitata, in cerca di Ichigo e mentre lo faceva, inciampò su qualcosa perdendo l'equilibrio e prima di cadere a terra, qualcosa l'afferrò, salvandola.

Quando Yui aprì lentamente gli occhi, quelli incontrarono una maglia; la ragazza spostò leggermente la testa, appoggiata a quello che sembrava essere il torace di una persona. Infine alzò lo sguardo, incontrando gli occhi profondamente castani, di un uomo dal viso affascinante e la chioma marrone.
“Va tutto bene?” Chiese, quello con voce profonda e sicura. Yui spalancò gli occhi, mentre quello ancora la stringeva un poco a se. Era completamente catturata da quello sguardo e dal quel viso, così affascinante. Ci vollero alcuni secondi prima che riuscisse a riprendersi, poi rapida si rimise dritta, abbassando lo sguardo imbarazzata.
“Mi dispiace, questo..è decisamente molto imbarazzante. Mi scusi” disse quella, facendo un piccolo inchino con la testa.
“Va tutto bene, non si preoccupi” rispose l'uomo affabile. Yui tornò a guardare il sui viso, perdendosi ancora una volta in quegli occhi castani. C'era qualcosa in quell'uomo che gli ricordava qualcuno, ma lei, non sape dire chi, ne tanto meno a cosa fosse legata quella strana sensazione di familiarità; l'unica cosa che sapeva, era che quello sguardo l'aveva completamente incatenata.
“Yui, Yuiii!” La chiamò la voce di Ichigo; la ragazza si voltò, in cerca del ragazzo.
“Yui, dove sei?” La chiamò ancora quella. La ragazza alzò un braccio, cercando di saltellare per farsi vedere.
“Sono qui, Ichigo” disse, poi lo vide in mezzo alla folla.
“Graz...” Disse voltandosi per ringraziare l'uomo, ma si ammutolì.
Yui rimase un attimo interdetta, si guardò attorno in cerca di quell'uomo, che pareva essersi volatilizzato.
“Eccoti! Cosa ti avevo detto poco fa? Perché non mi ascolti mai, eh? Yui?” La richiamò, arrabbiato il ragazzo, riprendendola; ma lei non lo ascoltava, troppo immersa nei suoi pensieri, ricordano il volto di quell'uomo e sentendo una strana morsa al cuore.
“Yui” la richiamò il ragazzo preoccupato. Lei si risvegliò dai suoi pensieri.
“Si scusa e che, ti avevo davanti e poi sei sparito, mi dispiace!” Cercò di spiegare la ragazza.
“Va tutto bene? Sembra che tu abbia visto un fantasma!” Disse il ragazzo, scrutandola con un sopracciglio alzato. Yui alzò il viso verso di lui.
“Già..” disse, ancora stranita, mentre quella strana sensazione gli invadeva il petto; dopo di che insieme al ragazzo, uscì dalla folla e raggiunse gli altri, continuando così la loro serata.

Da lontano, l'uomo la osservò incantato, mentre correva via. Non avrebbe mai potuto immaginare qualcosa del genere; fra tutte le cose che aveva visto accadere in quella sua vita dannata, quello era qualcosa d'inaspettato, qualcosa di meraviglioso: il miracolo più bello che quella misera vita gli potesse concedere.
Lei era davvero tornata e di una cosa, era sicuro: lui avrebbe fatto di tutto, per averla con se.


 

***





Il suono delle macchina era l'unica cosa che spezzava il profondo silenzio di quel posto.
Mayuri schiacciava freneticamente dei tasti, sollevava e abbassava levette, mentre un enorme quantità di dati scorrevano rapidi davanti ai suoi occhi.
Era chiuso in quel suo laboratorio ormai da settimana, con in mano il profilo della giovane ragazza umana, stranamente diventata una shinigami.
Aveva letto e riletto il rapporto sottoscritto dalla camera dei quarantasei, cercando nelle parole della ragazza qualcosa che potesse dargli un indizio importante, eppure ogni volta che leggeva quel rapporto, sentiva che qualcosa mancava.
Una semplice umana non poteva diventare una shinigami, questo tutti loro lo sapevano e lui non vedeva l'ora di scoprire cosa si nascondesse dietro a quella storia.
L'ignoto era sempre qualcosa che lo affascinava, lo spingeva sempre oltre i suoi limiti, scovando e setacciando strade che lui stesso, non avrebbe mai pensato di toccare.
Tutto ciò che non poteva avere una spiegazione razionale, era ciò che lo attirava di più, perché Mayuri sapeva che dietro a ogni cosa, apparentemente miracolosa e fuori dagli schemi, c'era sempre una spiegazione scientifica e spiegabile con dati reali. Non gli importava cosa avrebbe dovuto fare per scoprire quei dati, ma lui gli avrebbe ottenuti a qualunque costo e così come ogni sua ricerca, anche quella sulla ragazza umana, avrebbe avuto la sua teorica spiegazione ed avrebbe così battuto il suo peggior rivale: Urahara Kisuke. Si leccava i baffi al solo pensiero di riuscire in quel rompicapo prima dell'uomo, lui avrebbe vinto e dimostrato di essere migliore di Kusuke Urahara.
“Distorsione, perché c'è una distorsione nell'anima di un umano?” Chiese più a se stesso, che ad altri, Mayuri.
“Nemu, quanti casi abbiamo visto di anime con distorsioni interne?” Chiese lo scienziato, mentre rapido setacciava dati.
“Praticamente nessuna, Mayuri-sama” rispose come un automa, la sua assistenza.
“Perché non esiste un anima con una distorsione, Nemu. Mmmh allora cosa può essere ? E come se qui, l'anima cambiasse; come se ci fosse un pezzo..non suo..” Disse pensieroso l'uomo, poi si illuminò improvvisamente e iniziò a ridere sguaiatamente.
“Ah è divertente Nemu, così divertente” disse l'uomo, esagitato.
“Cosa c'è di divertente, Mayuri-sama?” Chiese la donna, impassibile.
“ Affascinante, affascinante" si gongolò l'uomo, eccitato.
"Nemu, credo di esserci quasi arrivato, oh si" disse compiaciuto. La donna lo guardò pacata.
"Cosa intende Mayuri-sama?" Chiese quella perplessa.
"Sono quasi giunto alla risposta. Vedi Nemu, quella distorsione! Quella è la risposta. Manda i dati di quella distorsione al computer centrale e ordina di cercare fra i dati delle reiatsu di tutti gli shinigami presenti nel seretei negli ultimi cento, anzi no fai duecento, no meglio! Fai direttamente mille anni. Meglio essere sicuri di non lasciarci nulla indietro" disse l'uomo soddisfatto, con un ghigno sulla bocca.
“Agli ordini, Mayuri-sama” rispose la donna congedandosi.
"L'ho quasi scoperto sai, il tuo segreto, Yui Asai" cantilenò compiaciuto, il capitano della dodicesima divisione.













 




Angolo dell'autore:

 

Salve a tutti.

Dopo i precedenti capitoli, dove venivano spiegate parecchie cose, inizieranno un seria di capitolo di transizione. Spero che non risultino noiosi, ma vedrò di lasciare alcuni indizi, come ho fatto per questo.

Mayuri è in azione, parte la sfida fra i due scienziati.

Si aprono le scommesse.

 

Perdonatemi, sono cosciente del fatto che è oltremodo smielato.

 

Se siete curiosi, le canzoni a cui mi riferisco, che non ho citato direttamente perchè non mi andava, ma con le quali mi sono ispirata a scrivere quella parte sono:

Wherever you are (la ballata lenta) e The beginning (per la parte movimentata), entrambe degli One ok Rock (che vi consiglio di ascoltare xD).

 

Avete idea di chi sia l'uomo dai capelli castani?

Potete farmelo sapere mandando un sms al … no scherzo, basta anche una recensione, sarei super contenta di leggere i vostri pareri. ^^

 

Come sempre ringrazio Zephiel97 per lasciarmi sempre un commento, grazie mille ;)

Tammy1997 che mi manca tanto.

Infine ringrazio anche Zakurio, per aver messo la storia fra le ricordate.

 

Buona lettura (spero).

 

Un saluto.

 

Cass

 







 

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


 “It's on the attack. It's a war, It's a game.”

Papa roach

 

 

 

 

"Quanti giorni sono passati, eh? Quanto ancora deve durare quella dannata ricerca!" Sbraitò, innervosito Mayuri. Nemu l'osservò impassibile.
"Perché non ho ancora il mio risultato? Qui c'è in ballo una vittoria contro quell'Urahara Kisuke!" Continuò alterato, il capitano della dodicesima divisone.
"Dammi risposte, Nemu!" Gli urlò contro l'uomo. Nemu l'osservò, con fare pacato e calmo.
"I dati sono molti, Mayuri-sama" rispose la donna, con tranquillità. Mayuri si fermò, dal dissezionare quello che ormai era qualcosa di mutilato e irriconoscibile, si voltò lentamente verso di lei.
"Ho la faccia di uno a cui importa se i dati sono tanti?" Chiese, affilando lo sguardo verso di lei.
"No Mayuri-sama" rispose la donna. Il capitano della dodicesima, alzò gli occhi al cielo.
"Era una domanda rettorica, Nemu!" Disse, poi fece per tornare a dissezionare quello che rimaneva; si bloccò d'improvviso. Si allontanò dal tavolo e sparì dietro qualche porta, borbottando fra se e se. Nemu rimase immobile, mentre l'osservava quasi tediata. L'uomo ci mise alcuni minuti, poi uscì da esso, continuando a parlare fra se e se, fino a uscire completamente dal laboratorio. Nemu l'osservò un poco, infine lo seguì, mentre quello parlava sottovoce, in qualche discorso con se stesso e camminava a passo svelto, verso la sala centrale dell'istituto di ricerca e sviluppo.
“Capitano Kurotsuchi” lo chiamò, sorpreso Akon, mentre quello entrava nella sala con passo spedito e viso contratto.
“Dov'è la mia ricerca?” Chiese schietto, osservando l'uomo. Akon lo guardò un momento, confuso.
“Quale ricerca? Se posso chiederlo?” Chiese perplesso, l'uomo. Mayuri alzò gli occhi al cielo, scocciato.
“La ricerca sulla distorsione, dov'è?” Chiese irritato. Akon spalancò un poco gli occhi, poi esitò un momento.
“Non è ancora pronta, Capitano” rispose l'uomo. Mayuri, affilò lo sguardo.
“Non mi piace per niente questa riposta, quindi riformulerò la domanda: dov'è la mia ricerca sulla distorsione?” Chiese con sguardo serio. Akon l'osservò un momento, sospirò.
"Capitano Kurotsuchi, ha consegnato la ricerca solo qualche giorno fa. Per quanto il computer sia piuttosto rapido, il range di dati da setacciare è molto ampio” rispose l'uomo, osservando il capitano, un poco titubante.
Mayuri lo scrutò a lungo, poi fece per portare una mano alla katana.
“Ca- capitano Kurotsuchi, la prego. Deve solo pazientare un poco, entro domani potrebbe essere pronto. La prego di aspettare solo un altro po” spiegò Akon, mettendo le mani avanti, con preoccupazione. Mayuri lo scruto, serio.
“Il tempo è prezioso, se non sarà pronto entro domani, vi darò in pasto a Ashisogi Jizō" disse con tono un poco minaccioso. Akon fece segno con la testa, poi sparì continuando le sue faccende.
"Che delusione, in questo istituto non esiste nessuno di competente, che delusione!" Ripete, scuotendo la testa.
"Capitano Kurostuchi!" Lo chiamò una voce, alla spella.
"Che c'è adesso?" Chiese scocciato, voltandosi.
"È stata indetta una riunione alla caserma del comandante. E' richiesta la sua presenza" Disse l'uomo, poi si alzò e rapido andò via.
"Che scocciatura, ci voleva pure questo. Cosa diavolo vorranno ora!" Disse irritato l'uomo, mentre si muoveva.
"Nemu, seguimi" disse Mayuri, facendo segno alla donna, che impassibile, si mise a seguirlo.


Yoruichi si guardò attorno, sospetta.
L'istituto di ricerca e sviluppo era come sempre affollato, con shinigami che si spostavano da una parte all'altra, carichi di lavoro. La donna, diede un'altra occhiata in giro; Urahara gli aveva affidato un mantello che cancellasse la sua reiatsu, ma di certo quello, non l'avrebbe aiutata a passare in osservato agli occhi degli altri.
Aveva studiato affondo il piano con Kisuke: avevano calcolato la gran maggior parte delle possibilità che avrebbe potuto affrontare e fino ad allora, non aveva trovato grossa difficoltà, nel penetrare nel seretei, ma sopratutto, nel riuscire ad entrare nell'istituto di ricerca, o per lo meno, fino a quel punto. Il gioco si faceva decisamente più difficile là dentro; non farsi notare era la sua specialità, da buon ex capitano della seconda divisione, ma il reale problema, in quel particolare istituto, era la grande quantità di telecamere da videosorveglianza nascoste, applicate e create appositamente da Mayuri Kurotsuchi. Kisuke gli aveva dato una sottospecie di dispositivo elettronico che, ha detta sua, serviva a destabilizzare un poco il segnale delle telecamera, qualora vi passasse difronte, creando una piccola interferenza. Yoruichi, sorrise un poco, si fidava ciecamente di Urahara e dei suoi marchingegni, ma riuscire a passare inosservata sotto gli occhi del capitano delle dodicesima, non era di certo qualcosa di semplice, nemmeno per il suo vecchio amico.
La donna, mise una mano in tasca e toccò la piccola placca metallica, che Urahara gli aveva affidato insieme agli altri oggetti e che sarebbe stata la sua arma vincente. Sorrise con ghigno: quella sfida tra scienziati, ormai comprendeva anche lei e non vedeva l'ora di poter fregare il caro capitano della dodicesima. Pensò, quasi divertita.
Ritornò a concentrarsi e a guardarsi attorno e quando finalmente la strada fu libera, sgattaiolo fuori e rapida iniziò a spostarsi verso la sala centrale dell'istituto, quella che, a detta di Urahara, era il luogo dove avrebbe scovato ciò che cercava.
Qualcuno spuntò all'improvviso da qualche porta, dritto di fronte alla donna; Yoruichi, agile come un gatto, balzò in aria e con la forza della reiatsu, rimase ferma a un angolo del soffitto, mentre l'uomo, ignaro, passò sotto senza curarsi di lei. Sospirò di sollievo, mentre tornava a controllare la via. Scese poi nuovamente a terra e rapida, si spostò verso la sala centrale; si nascose dietro la porta, mentre dagli oblò di vetro su di essa, scrutò dentro alla sala. C'erano troppe persone e lei di certo, non poteva mettersi a combattere con ognuna di loro, inoltre aveva promesso a Urahara di fare il meno danno possibile, così che non si rendessero subito conto dell'infiltrazione. Sospirò scocciata e infine da una tasca, tirò fuori una sfera poco più piccola di una mano, l'attivò schiacciando un pulsante, dopo di che aprì lentamente la porta, facendola rotolare all'interno della sala controllo.
Il conto alla rovescia partì, fino a che ,allo scadere, la stanza non si riempì di un gas, facendo cascare istantaneamente, qualsiasi persona all'interno, a terra. Yoruichi, osservò dall'oblò mentre, il gas si disperdeva, poi rapida entò dentro alla sala, riprese la sfera e infine si avvicinò al computer centrale.
“Bingo” disse, davanti alla grande fonte dati, dell'intero seretei. L'osservò per un momento, mentre quello, era occupato a setacciare dei dati. Yoruichi si mosse rapida e, sotto direttive dette in precedenza da Urahara, prese la placca metallica e la inserì all'interno dell'apposita fessura. Qualche secondo dopo, il computer si bloccò d'improvviso, arrestando il suo lavoro e iniziò una ricerca, che rapida iniziò a infiltrarsi nei database del seretei. Yoruichi guardò il tutto, con una certa ansia, mentre si scrutava attorno sospetta. Doveva fare in fretta, Urahara gli aveva spiegato che il gas sarebbe durato si o no, dai quattro ai cinque minuti e se tutto sarebbe filato giusto, la ricerca sarebbe durata, qualche minuto in meno.
“Andiamo” pronunciò, guardando l'orologio che aveva al polso, mentre il computer continuava la sua ricerca. Qualcuno, disteso a terra, si mosse impercettibilmente, segno che il gas stava perdendo il suo effetto soporifero.
“Andiamo, dannazione” disse la donna, con un poco di agitazione, mentre inizia a sentire l'adrenalina circolare nelle vene. Qualcun altro si mosse; Yoruichi strinse i denti e tornò a guardare il computer.
Mancava meno di un minuto e qualcuno aveva iniziato a riprendere coscienza.
“Forza!” Disse ancora, la donna, in preda a un senso di ansia, agitazione, adrenalina e divertimento. Sullo schermo, comparve d'improvviso una scritta, che affermava la fine della ricerca e la riuscita della copiatura dei dati.
“Si” sussultò la donna, poi estrasse la placca metallica.
“Chi è là?” Chiese qualcuno alle sue spalle. Yoruichi si immobilizzò d'improvviso, non fece in tempo a voltarsi che improvvisamente la luce venne a mancare, il computer si spense e all'interno dell'istituto, delle sirene, annunciarono il momentaneo stand-by dell'energia. Yoruichi sorrise e rapida, si spostò veloce, approfittando dello sgomento e come un'ombra, indisturbata uscì dall'istituto, mentre stringeva fra le mani, la loro vittoria.



“Si dia iniziò alla riunione fra capitani” affermò il comandante capitano, perentorio, sbattendo il suo bastone per terra.
“Ci sono importanti informazioni che dovete riportare?” Chiese quello, autoritario.
“Nulla di diverso dal solito signore, le cose procedono alla normalità. Abbiamo arruolato le nuove truppe e diviso in compiti fra gli shinigami emergenti; abbiamo anche valutato e migliorato i turni riguardo la sicurezza sulla terra, tutto procede a meraviglia” confermò, il capitano Ukitake.
“Ci sono stati alcuni riferimenti, riguardo avvistamenti di Hollow nel rukongai, ma la mia divisione se ne già occupata a dovere” rispose Histugaya ,serio e composto.
“Bene, c'è altro da aggiungere?” Chiese il capitano comandante. I capitani si guardarono fra loro, senza rispondere.
“Che mi dice, della ricerca sulla ragazza umana, capitano Kurotsuchi?” Chiese d'improvviso, il capitano comandante.
“Procede a meraviglia capitano. Anzi, credo di essere arrivato a una svolta importante, che potrà finalmente far luce sulla sua, improvvisa, quanto inspiegabile trasformazione” affermò, gongolante il capitano.
“Se tutto procederà come deve, domani avremo delle risposte” disse l'uomo, con un mezzo sorriso divertito.
“Riguardo cosa? Di preciso?” Chiese, il capitano Soi fon, di fronte all'uomo. Mayuri sorrise, compiaciuto.
“Bene, vedete ho riscontrato una strana distorsione, nell'anima dell'umana, che pare non essere conforme alla sua, in poche parole, sembra essere qualcos'altro!” Spiegò, eccitato il capitano.
“È cosa potrebbe essere” Chiese Histugaya, scrutandolo serio.
“Se i miei calcoli e le mie supposizione sono giuste, potrebbe essere un frammento di qualche altra anima, appartenente a qualche shinigami” confessò lo scienziato.
Il capitano Kyoraku alzò il viso d'improvviso e incontrò gli occhi del capitano della sesta, Kuchiki Byakuya. Si guardarono per una frazione di secondo, entrambi coscienti di ciò che potevano significare quelle parole.
Il capitano Kyoraku infine, portò una mano al capello, abbassandolo un poco.
“Oh capitano Kurostuchi, come sempre lei è fin troppo efficiente, ma cosa gli fa credere che sia davvero l'anima di qualcun altro?” Chiese l'uomo, guardandolo da sotto il capello.
“Mi lusingano le sue parole capitano Kyoraku,- disse con una punta di arroganzal'uomo, con un sorriso sul volto.- Purtroppo di questo non ne ho ancora certezza, ma il mio computer, in questo preciso momento, sta elaborando i dati che mi permetteranno, non solo di confermare questa teoria, ma persino di conoscere il volto di chi si cela dietro all'umana, Yui Asai” affermò, compiaciuto. 
Byakuya strinse i pugni, non poteva lasciare che ciò accadesse, perché se avessero scoperto la verità, allora probabilmente Yui Asai, sarebbe morta.
“E se si sbagliasse?” Disse d'improvviso, il capitano della sesta. Kurotsuchi Mayuri si bloccò un momento, poi lentamente, con la coda dell'occhio, guardò verso il capitano poco distante da lui.
“Sta forse insinuando che i miei calcoli e le mie teoria possano non essere corrette?” Chiese, tagliente il capitano.
“Esatto, potrebbe anche sbagliarsi” confermò, Byakuya, pacato.
“Parole audaci da rifermi, Kuchiki Byakuya! Quindi credi che io non sia capace di venire a capo di un rompicapo come questo? Con queste tue parole stai mettendo in dubbie le mie capacità e ti assicuro che non mi piace affatto” rispose, diventando serio, Mayuri.
“Non sono affari miei, se le mie parole ti piacciono o meno. Ho solo espresso un mio pensiero, infondo, Kurotsuchi Mayuri nemmeno tu sei perfetto” rispose duro l'uomo.
“Vuoi per caso che ti mostri quello che so fare, Kuchiki Byakuya” disse minaccioso, l'uomo afferrando la sua katana.
“Basta discutere. Siamo a una riunione fra capitani e come tali, mi aspetto un atteggiamento adulto e maturo, quindi piantatela di discutere” Urlò il comandante, arrabbiato e prima che potesse dire altro, la porta si spalancò d'improvviso, lasciando passare un uomo, che si inchinò di fronte a loro, con fare preoccupato.
“Come osi interrompere una riunione fra capitani?” Chiese duro il comandante capitano.
“Mi perdoni, capitano-comandante, ma è successo una cosa importante. L'istituto di ricerca e sviluppo è stato danneggiato, signore” affermò quello. Tutti i capitani all'interno della sala, si osservarono sorpresi.
“Cosa vai blaterando, è impossibile danneggiare il mio istituto” disse scocciato, Mayuri.
“Mi dispiace signore, ma qualcuno ha manomesso l'impianto elettrico ed è mancata l'energia per tutto l'istituto” rispose quello.
“Dannazione, che diavolo vai dicendo” Disse infuriato, il capitano Kurotsuchi.
“Capitano Kurotsuchi, vada immediatamente a controllare l'istituto. Voi tutti, preparate delle truppe di assalto e andate a cercare chi ha fatto ciò Trovate il responsabile. La riunione è terminata” disse sbattendo il bastone a terra.


“Che cosa significa che qualcuno era qui?” Urlò Mayuri, in preda alla furia.
“Ca..capitano, lo so che sembra strano, ma c'era qualcuno. Qualcuno è riuscito a entrare qui!” Disse l'uomo, un poco spaventato.
“Impossibile, impossibile. Nessuno sarebbe in grado di entrare qui e non essere visto; ho creato io stesso il sistema di sorveglianza ed è capace di rivelare la presenza di un misero moscerino che osi entri qua dentro! Com'è riuscito non solo a entrare, ma arrivare fino a qui?” Chiese imbestialito l'uomo.
“Capitano, abbiamo controllato i video di sorveglianza, ma pare che ci sia una discrepanza fra i video e circa venti minuti sono stati completamente cancellati. Inoltre, il computer centrale è stato manomesso e tutti i dati a partire da qui a due giorni, sono stati completamente eliminati, in amniera irreversibile.” Spiegò Akon, con dispiacere. Mayuri si voltò verso di lui, con lo sguardo più infuriato che qualcuno gli avesse ma visto fare, tutti rabbrividirono dentro alla sala.
“Che cosa vuoi dire?” Chiese, furioso.
“Che purtroppo, anche la ricerca che ci aveva affidato è stata completamente cancellata. Ciò significa, che dovremo iniziare da capo” spiegò Akon. Mayuri l'osservò per un momento, poi estrasse la sua katana dal fodero.
“Vi facci tutti fuori” Urlò fuori di se, mentre Nemu rapida andò a bloccarlo.
“Mayuri-sama, la prego, si calmi” disse la donna, bloccandolo con le braccia.
“Lasciami andare donna, voglio sapere chi ha osato fare questo, voglio farvi fuori tutti a voi incompetenti” Urlò in preda alla rabbia più ceca.
E mentre Kurostuchi Mayuri ribolliva dalla rabbia, Yoruichi shihouin, correva verso l'emporio di Urahara, con un sorriso stampato sulle labbra: avevano appena fregato Kurostuchi Mayuri.


 

***




“Dannazione si è fatto davvero tardi” disse Yui, mentre s'incamminava a casa insieme ad Ichigo.
“Be se qualcuno non si fosse messo a sfidarmi, all'ora di educazione fisica, non saremo finiti in punizione” rispose quello, scocciato.
“Lo dici come se fosse colpa mia, ma guarda che l'hai fatto di tua volontà, quindi sei colpevole tanto quanto me” rispose la ragazza, guardandolo irritata. Ichigo alzò gli occhi al cielo, infastidito.
“Bene,- disse Yui, fermandosi davanti alla sua casa.- Ci vediamo domani, testa arancione!” Disse quella avanzando, dandogli le spalle.
"Cerca di attraversare, il cancello, senza combinare casini, se ci riesci" disse quello, riprendendola.
"Perché invece tu non stai zitto" gli urlò di rimando la ragazza, scuotendo la testa esasperata e prima che potesse arrivare alla porta, quella si spalancò d'improvviso.
Sua madre spuntò fuori, con un sorriso a trentadue denti ed un espressione, che spaventò cosi nel profondo Yui, da farla tremare.
"M..mamma, non è colpa mia, è che ci hanno mandato in punizione e quindi.." Cercò di spiegare, davanti a quella sua espressione inquietante. La madre fece alcuni passi fuori.
"Si, si ok! Oh, ma guarda! Tu devi essere un suo compagno di scuola, piacere io sono Oswin, ma puoi chiamarmi Os se vuoi!" Disse quella, avanzando verso il ragazzo e ignorando completamente la figlia.
Yui rimase immobile, senza riuscire realmente a capire cosa stesse accadendo, mentre sua madre stringeva la mano di un Ichigo quasi paralizzato.
"P..piacere, il mio nome è Ichigo" disse quello, un poco imbarazzato.
"Oh Ichigo? Che nome meraviglioso! Sei quel ragazzo dell'altra volta vero? Quello per cui Yui a badato alle sorelline? Ma che piacere..." Disse sua madre, sfoderando un enorme sorriso. Ichigo si grattò la testa imbarazzato.
"Piacere mio, signora Oswin.." Disse quello, poco convinto.
"Ho detto di chiamarmi Os; solo mia madre mi chiamava cosi e lo faceva quando era seriamente arrabbiata! Andiamo Ichigo, visto che sei qui è che, oh guarda! E' l'ora di cena; che ne dici di rimanere a mangiare qui?" Chiese la donna, con un fiume di parole che gli ricordò Yui più di quanto avrebbe dovuto. Ichigo lanciò un'occhiata dietro le spalle della donna, incontrando lo sguardo di Yui che gesticolava in maniera minacciosa, suggerendogli di non osare minimamente prendere quella decisione.
"Io credo, credo che mi stiano aspettando a casa.." Tentò di dire, titubante.
"Li chiamerai per avvisarli, non c'è problema! Andiamo Ichigo" disse quella, prendendolo sotto braccio e portandolo dentro casa, con la forza.
Yui rimase un attimo ferma, ancora fuori da casa; era stata ingannata, crudelmente messa in trappola e non aveva potuto nulla, contro quella malvagia di sua madre. "Dovresti invitarlo a cena" aveva detto ed eccola lì. Yui strinse i pugni, prima o poi gli avrebbe fatto pagare quel suo brutto scherzo, pensò minacciosa.
"YUUUI vieni" Urlò, la voce di sua madre. Yui rabbrividì e facendosi un poco di forza entrò in casa.
Quando fu dentro, la prima cosa che vide, fu Ichigo accerchiato dai suoi fratelli, che con uno sguardo poco amichevole, lo squadravano dall'alto al basso. La ragazza chiuse gli occhi per un istante, cercando la forza interiore per affrontare il tutto.
"Che diavolo state facendo voi due? Lasciatelo in pace!” Disse d'improvviso alle loro spalle. 
“Stiamo conversando, sta tranquilla” disse Eiji, con un sorriso inquietante sulle labbra. Yui afferrò il ragazzo per un braccio.
“Potete farlo dopo, no? Vieni Ichigo, ti mostro dove appoggiare la roba" disse quella, facendogli strada verso il piano superiore e dileguandosi veloce.
"Ti aspettiamo qui, la cena è pronta" sibilò suo fratello maggiore Tastuya, mentre guardava la ragazza sparire per le scale.
Yui chiuse la porta della camera, alzò lo sguardo verso il ragazzo.
"Mi dispiace, mi dispiace, io...era una trappola, una maledetta trappola!” Sibilò la ragazza, arrabbiata. Ichigo la guardò un attimo, appoggiò la roba e infine si avvicinò a lei, mettendogli una mano sulla testa.
“Ce la possiamo fare” disse il ragazzo, cercando di convincere più se stesso, che altro. Yui l'osservò un attimo.
“No ti sbagli, non uscirai vivo di qui” disse la ragazza, sincera.
“Le tue parole non sono d'aiuto” disse Ichigo, guardandola storto.
“Ti sto preparando al peggio” rispose quella, voltandosi e uscendo dalla stanza, seguita dal ragazzo.
Ichigo alzò gli occhi al cielo, non era pronto ad affrontare tutto ciò, pensò agitato.


"Eccoli! Andiamo ragazzi sedetevi" disse la madre indicando la tavola. Ichigo deglutì: perché gli stava toccando tutto quello? Quella tavola cosi piena di.. uomini ostili, lo fece rabbrividire; combattere un hollow, in quel momento, per lui sarebbe stato molto più semplice e divertente, di questo ne era sicuro. 
Yui guardò la tavola, da una parte suo padre leggeva il giornale capotavola, i due fratelli osservarono il ragazzo prima che prendesse posto.
Yui afferrò il braccio del ragazzo dai capelli arancioni e lo portò con se, per farlo sedere vicino. 
"Ehi Ichigo, perché non ti siedi qui vicino a me?" Chiese Eiji, facendogli segno di sedersi al suo fianco. Ichigo sbiancò.
"Io..." Cercò di dire, senza riuscirci.
"Eiji è meglio se lui..." Si intromise, Yui trattenendo il ragazzo.
"Avanti vieni" disse quello, prendendolo per l'altro braccio e portandoselo via. Ichigo con un labiale gli chiese aiuto, ma Yui non pote fare altro che guardarlo andare via.
Fu cosi che la tavola si compose: da una parte lei e suo fratello Tastuya; dall'altra Ichigo e Eiji, mentre suo padre e sua madre stavano capotavola ai lati opposti. Yui sbuffò scocciata, mentre suo fratello Eiji, con quel suo sguardo di chi aveva in mano una preda da divorare, faceva alcune domande al ragazzo.
La cena fu servita nei piatti e iniziarono a mangiare; ogni tanto Yui lanciò qualche sguardo al povero ragazzo, mentre da una parte Tatuya guardava Ichigo con un coltello fra le mani , mentre sua madre l'osservava con occhi sognanti. La ragazza si portò una mano sul viso, esasperata e tirò una gomitata al fratello di fianco.
“Cerca di smetterla o giuro che quel gioco a cui tu quello là, tenete tanto, verrà fatto a pezzi” minacciò la ragazza. Tatsuya si voltò verso di lei.
“Non ne avresti il coraggio” la beffò il ragazzo.
“Non mettermi alla prova” disse la ragazza, sorridendo minacciosa. Tastuya la fulminò con lo sguardo.
"E tuo padre?" Chiese Os, mentre chiacchierava con il ragazzo.
"Mio padre non è proprio ciò che si può definire normale, ma è un buon padre. Ha fatto di tutto per noi: per Karin e Yuzu, da quando la mamma... Be tutti abbiamo fatto del nostro meglio" disse Ichigo sorridendo leggermente. Yui lesse la tristezza nei suoi occhi, mentre parlava della mamma; la ragazza strinse la presa sulle posate, non sopportava vederlo così, era qualcosa che la faceva arrabbiare, perché se avesse potuto, avrebbe eliminato tutta quella tristezza dal suo cuore, per vederlo sempre felice. Pensò, con forza.
"E la scuola come va?" Chiese suo padre, improvvisamente. Yui lo guardò, sorrise verso di lui, aveva cambiato argomento apposta, suo padre riusciva sempre a fare la cosa giusta al momento mento giusto, cosa che purtroppo non aveva ereditato; anzi, aveva preso da sua madre, istinto e poca riflessione e scoppiettante come lei, sempre. Sorrise, nel pensarlo.
La serata continuò, piuttosto tranquilla, tra chiacchiere e qualche domanda verso l'ospite; infine si arrivò al dolce, senza che nulla di preoccupante fosse accaduto, pensò la ragazza, quasi sollevata.
Quando finirono di cenare, tutti andarono verso il salone, mentre la signora Os serviva il dolce.
"Allora Ichigo, sei un compagno di classe di Yui, no? Com'è che siete diventati amici?" Chiese il padre. Yui guardò un attimo il ragazzo, incontrando il suo sguardo; entrambi sapevano che il loro incontro era stato tutto a parte normale. Yui sorrise divertita.
"Lei mi tirava sempre calci alla sedia" disse quello. Yui si immobilizzò un momento, dopo di che si voltò verso il ragazzo, guardandolo stupita e contrariata. 
"Questo, questo non è vero.." Cercò di difendersi.
"Si che lo è e lo fai tutt'ora. Non sta mai ferma "Rispose quello, mentre sorridente, addentava un pezzo di torta. Yui strinse i denti.
"Senti chi parla, il signor "sono la simpatia fatta a persona". Non facevi altro che rispondere male e guardarmi storto!" Ribatte la ragazza, infastidita.
"Non è affatto vero, ero..solo..." Cercò di dire il ragazzo.
"Cosa?" Disse quella, scrutandolo irritata.
"Be non ti conoscevo!" Rispose Ichigo, toccandosi la testa.
"Tsè, tutte scuse. Forse te li meritavi i calci" disse quella, fulminandolo con lo sguardo.
"Senti chi parla! Credi che fossi così tanto simpatica, anche tu?" Chiese quello, indispettito. 
"Come potevo esserlo, con uno scorbutico come te?" Chiese Yui arrabbiata.
"Io scorbutico? Questo non è assolutamente vero!” Ribatte il ragazzo, scocciato.
“Ma siamo sicuri che siano amici? A me non sembra ci possa essere qualcosa!” Chiese Eiji. Tatsuya l'osservò un poco.
“Gli opposti si attraggono, ricordatelo” disse quello, sicuro. Eiji fece spallucce.
"Oh andiamo ragazzi, non discutette! L'importante è che alla fine siate diventati amici, no?" Disse Os, ridendo divertita. Yui e Ichigo si guardarono con astio.
"Allora, da quand'è che state insieme?" Chiese improvvisamente, Tastuya. Ichigo, si tirò dei pugni al petto cercando di non affogare con la torta, mentre Os, lo aiutava, tirandogli dei colpetti dietro alla schiena.
"TASTUYA! Cosa diavolo stai dicendo, deficiente!" Lo sgridò Yui, furiosa.
"Oh andiamo, lo sappiamo che state insieme! Lo vedo sai, allora, I-C-H-I-G-O da quand'è che cerchi di fart.." Cercò di dire Eiji, ma ricevette un colpo dietro alla testa.
"EEEEJIIII" urlò Yui, guardandolo furiosa.
“Aia, smettila di colpirmi, maledetta strega!” La riprese, il più piccolo dei fratelli.
" Tappati quella tua bocca o giuro che...” Minacciò la ragazza, in preda alla rabbia.
“Calma, sorellina, calma” disse Tatsuya, sbattendogli una mano sulla testa, neanche fosse un cane. Ichigo rimase immobile, mentre il suo viso si tingeva di un colore innaturale.
"Ragazzi non fate i maleducati! Non si chiedono certe cose! Su, da bravi!" Li riprese Os e tutto tornò alla calma.
"Allora, ti piace mia figlia, vero?" Chiese la donna, ammiccando verso il ragazzo. Ichigo divenne rosso peperone, dall'imbarazzo.
"Mamma dannazione!" Disse la ragazza, coprendosi il volto imbarazzata.
"È una cosa normale cara! Avete sedici anni e tu sei una bella ragazza, lui è un bel ragazzo ed è anche bravo. E' normale per questa età essere attratti dai proprio compagni di class.." Tentò di dire la donna, con tranquillità.
“Mamma, non osare!” La riprese Yui, bloccandola.
"Che diavolo vai dicendo, mamma! Non ci deve nemmeno provare! Ehi dico a te, mandarino, sta attento a cosa fai, perché se ti vedo mettere anche solo dito su mia sorella, giuro che ti faccio a pezzi" disse Tastuya infuriato. Ma ricevette un colpo dietro alla testa anche lui.
"Se non la smetti di dire idiozie, giuro che te le metto io le mani addosso! Papà diglielo tu di smetterla, per favore" Si lamentò la ragazza, arrabbiata e imbarazzata.
"Ragazzi ora basta! Anche tu Os, lasciali in pace. Ok, sono ragazzi, ma noi non dobbiamo metterci in mezzo cosi. Per favore" disse suo padre, facendo tornare la calma, mentre ormai Ichigo era del colore dei suoi stessi capelli, mentre combatteva contro l'istinto di prendere il suo stemma da shinigami e fuggire lontano.
"E poi anche se fosse, lui mi piace. Sei proprio un bravo ragazzo Ichigo, davvero!" Disse quello sorridendo. Ichigo sorrise più imbarazzato, mentre ormai il suo viso era irriconoscibile.
"LA VOLETE SMETTEREEE!- Disse la ragazza, infuriata, mentre si alzava e afferrava il ragazzo per un braccio.- Andiamo in camera, forse almeno lì, nessuno ci farà domande sconvenienti " disse quella, rivolgendo uno sguardo truce ai suoi famigliari.
"Dove credi di andare, non osare entrare in camera suaaa" urlò suo fratello Eiji.
Ma prima che potesse continuare, Yui aveva già chiuso la porta della camera interrompendo le sue parole.
"Aah dannazione io odio questa famiglia" disse furiosa la ragazza, portando le mani sul viso disperata e scivolando con la schiena appoggiata alla porta, fino a sedersi per terra. Ichigo era talmente scosso, che gli avrebbero dovuto portare una coperta e una bevanda calda, all'americana, talmente era sotto shock. I due ragazzi si guardarono un momento, entrambi disperati e imbarazzati, poi scoppiarono ridere nervosamente. 
"È la peggior serata di sempre" disse divertito il ragazzo, piegandosi in due dalle risate. Yui affondò il viso fra le ginocchia, ancora scossa dalla risata.
"Dannazione, che vergogna" disse con il viso nascosto. Poi sentì una mano sulla testa.

"Ehi non fare così, infondo ero io quello sotto interrogatorio, mica tu?" Disse Ichigo, accarezzandogli un poco la testa con affetto. Yui alzò leggermente il viso, vide Ichigo rannicchiato vicino a lei, mentre abbozzava un sorriso. Sentì il cuore fermarsi per un momento, si sciolse davanti al suo viso e infine gli sorrise.
"Mi dispiace per la serata, davvero, avrei voluto che andasse diversamente, ma loro sono fatti cosi, devono per forza metterci il naso" disse Yui tornando ad arrabbiarsi.
"Non c'è problema, cioè..si be... Mi hanno un poco traumatizzato, ma devo dire che hai una bella famiglia, non mi sentivo in mezzo a cosi tante persone a tavola da una vita. Tua madre è davvero una bella persona" disse Ichigo sorridendo, per poi diventare triste improvvisamente.
"Avrei voluto che tu potessi conoscere la mia; la mamma era fantastica" sussurrò Ichigo, mentre le sue labbra si alzavano in un sorriso amaro.
"Lo so, ma non ho bisogno di conoscerla e sai perché? Perché se era fantastica quanto lo sei tu, allora questo mi basta. Signor mandarino" lo prese in giro. Ichigo gli lanciò un'occhiata, indispettito.
"Smettila, tu e tuo fratello siete proprio due simpaticoni" La riprese, togliendo la mano dalla testa della ragazza.
"A qualcuno avrò pur preso, no?" Disse quella ridendo. Ichigo borbottò qualche parole, che Yui immaginò essere poco carina.
Quella sorrise divertita, dopo di che il ragazzo fece per alzarsi, ma lei lo bloccò per la manica della maglia, facendolo voltare.
Ichigo la guardò un momento perplesso, poi lei lo spinse verso di se, facendogli perdere l'equilibrio e facendolo ricadere sulle ginocchia. Il ragazzo dovette frenarsi con una mano sulla porta, mentre evitava di andare a sbattere contro la sua faccia. La osservò contrariato, pronto a riprenderla, ma quando la guardo negli occhi si ammutolì, mentre quelli lo scrutavano profondi e scuri, così enigmatici. Yui si avvicinò al suo viso e infine lo baciò dolcemente, mentre le sue mani si infilavano fra i suoi capelli. Ichigo non pote opporsi, non ne trovò la forza, catturato dalle sue labbra. Lentamente si allontanò da lei osservandola.
"Sei.." Cercò di dire, ma lei lo zittì con un altro bacio; infine si alzò aiutandolo a rimettersi in piedi. Ichigo scosse la testa e una volta in piedi, si voltò e andò a prendere borsa e capotto.
Yui l'osservò, mentre si rivestiva e poggiava la borsa dietro la schiena, come faceva di solito.
"Grazie per la cena" Disse quello, con un sorriso.
"Oh non c'è di che, quando vuoi essere interrogato e ha bisogno di una buona dose di vergogna, chiedilo: mia madre e i miei fratelli saranno felicissimi di poterti torturare ancora" disse quella, mettendo una mano sulla maniglia.
"Magari, direi di evitare..." Disse quello toccandosi la testa, mentre si sentiva a disagio al solo pensiero.
“Ma ti farò comunque sapere” disse quello dolcemente, avvicinandosi e stampandogli un bacio sulla fronte. Yui sentì le gote diventare rosse e abbassò lo sguardo un poco imbarazzata. Decisa, aprì la porta e quando lo fece, le facce dei suoi due fratelli, più quella di sua madre, erano incollate a essa e stavano origliando. Yui chiuse gli occhi, esasperata.
"Ma che diavolo state FACENDO?" Urlò infuriata.
I tre si alzarono di corsa e scapparono via, prima di essere travolti dalla furia della ragazza. Ichigo arrossì ancora una volta, mentre quella scena gli ricordava qualcosa di familiare.
"Mi dispiace Ichigo, oggi stanno facendo a gara: A CHI RIESCE A METTERE PIU' VOLTE YUI IN IMBARAZZO!" Urlò quella, mentre sentiva i passi dei suoi famigliari correre giù per le scale.
Quella gliel'avrebbero pagata,pensò furiosa.
Scesero infine le scale e arrivarono alla porta; quando furono fuori, Yui gli sorrise dispiaciuta.
"Spero che dopo questa serata tu non decida di querelarmi da amica, ti capirei infondo" disse quella grattandosi la testa. Ichigo là osservò, dopo di che prese a camminare dandogli le spalle. 
"Credo dovremo iniziare a parlare sul termine amica" disse quello senza guardarla. Yui sussultò un poco, nel sentire quella parole.
"Inizia a suonarmi strano. Buona notte" la salutò con la mano, incamminandosi poi verso casa sua. Yui lo vide sparire dietro l'angolo, sorrise.
Per quanto gli costasse ammetterlo, forse "amica" era un termine che non andava più bene, non riferita a lui, ma il pensiero dell'altro termine, la metteva in eccessiva agitazione; si ne avrebbero parlato, più in là. Pensò, scacciando così quel pensiero e tornando dentro casa, pronta a rivoltarsi contro la sua famiglia.











Angolo dell'autore:

Salve cari.

Perdonate il ritardo! La modifica del capitolo mi è costata più tempo di quello che credevo, ma per farmi perdonare vi ho sfornato un capitolo, forse un po lungo. (Altro che regalo, a me pare più una tortura, quindi: buona fortuna).

Il caro vecchio Kisuke, ovviamente, non si ferma davanti a nulla e come si dice: in guerra e in amore, tutto e permesso, no?
Chi riuscirà a spuntare questa sfida, ora che Mayuri dovrà fare fronte all'attacco nemico? 

E quanti ti voi vogliono malamente eliminare i fratelli di Yui? No dai, io adoro quei due e mi diverto un mondo a scrivere di loro xD.

Bene, direi che si passa ai ringraziamenti: 

Un grazie a Zephiel97,  che è sempre presente e lascia sempre una recensione; Grazie mille caro ^^

Un grazie grande a Tammy1997, che mi fa sempre felice con i suoi commenti.

Un grazie anche a MeikyuuButterfly, per essere riuscita a leggere ventidue capitoli, tutti insieme ed essere ancora viva (o spero) dopo averlo fatto. Grazie per aver recensito ed aver messo la storia fra le seguite.

Un grazie anche a TheLadyVampire97, per aver aggiunto la storia alle seguite.

Grazie anche a coloro che leggono la storia e che la seguono comunque.

Spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento.

Un saluto.

Cass.


 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


"I WILL WAIT FOR YOU

Mumford and sons






L'inverno iniziò a sfumare, il freddo si attenuò, il sole iniziò a scaldarsi e il cielo, si tinse di un colore vivo e solare.
Nell'aria poteva percepirsi il profumo degli alberi in fiore, dei prati di nuovo verdi; c'era chi fosse sicuro di sentirlo quel profumo: il profumo della primavera.
Yui quel profumo, giurava di riuscire a sentirlo per davvero anzi, a detta sua, ogni stagione ne aveva uno: l'autunno e l'inverno avevano profumi aspri, che sapevano di pioggia; mentre quelli della primavera e dell'estate avevano qualcosa di dolce legato alla fioritura, ma quelle parole fecero scoppiare a ridere i suoi compagni. Infondo era piuttosto strano che una stagione potesse profumare e loro a quella cosa, non ci credevano gran che.
"Yui sei uno spasso quando dici queste cose" Disse Keigo, dandogli delle amichevoli pacche sulla spalla. Yui sbuffò sonoramente e prese a camminare, decisa a lasciarli perdere.
"Su, su, raggruppatevi qui, per favore!" Urlò la voce della guida.
Tutta la classe si riunì davanti alla donna, in attesa delle sue parole.
Yui rimase un poco più indietro, quasi nascosta dai suoi compagni; non gli importava delle sue parola, troppo catturata dal numeroso via vai delle persone. Era cosi eccitata; infondo era la prima volta che andava in viaggio d'istruzione insieme alla sua classe e sapere di essere lontano da casa, in una città diversa dalla sua, la rendeva curiosa oltre ogni modo. Aveva sempre desiderato vedere Osaka e ora, insieme alla sua nuova classe, ne aveva l'opportunità.
"Oggi vedremo qualcosa di particolarmente interessante; vedete, questa alle mie spalle è l'entrata per il tempio di Shitennō-ji, molto famoso qui a Osaka ed è anche uno dei più grandi tempi dell'intero Giappone. Non starò qui a spiegarvi altro, perché tutto quello che c'è da vedere sta dentro. Seguitemi passo per passo, andiamo!” Comunicò la donna entusiasta e tutti, eccitati, la seguirono attraversando l'enorme entrata.
Yui sorrise, non vedeva l'ora di poter vedere quello spettacolo e una volta dentro, fu completamente catturata da ogni cosa e insieme ai suoi compagni, accompagnati dalla guida, visitarono ogni centimetro del tempio.
La visita finì verso la sera e la guida, li lasciò liberi di gironzolare per l'intera struttura, per un'ora intera.
Yui se ne andò in giro per il tempio seguita da Ichigo e gli altri.
“Questo posto è fantastico!” Disse Yui, mentre catturata osservava ogni centimetro di quel posto.
“Ti piace cosi tanto?” Chiese Ichigo, che non riusciva a capire quel suo sfrenato entusiasmo.
“Certo che si, insomma non ho mai visto qualcosa del genere” disse quella, facendo un sorriso, felice.
“Si, insomma è un bel posto ma..” Cercò di dire, il ragazzo con la solita tranquillità.
“Oh andiamo, sempre il solito tu. L'entusiasmo di un hollow!” Lo riprese quella, dandogli un colpo al braccio.
“Dai, abbiamo ancora un'ora di tempo poi dobbiamo tornare indietro, dove volete andare?” Chiese Mizuiro, voltandosi a guardare il gruppo.
“Io voglio andare al tempio, quello alto, alto” disse eccitata Inoe.
“Io vado con lei” disse Tastuki, facendo spallucce.
“Allora verrò con voi” confermò Mizuiro, seguendole.
“Io voglio andare ai giardini, chi viene?” Chiese Yui alzando il braccio, entusiasta.
“Mi spiace Yui, ma credo andrò con loro” rispose Keigo, grattandosi la testa un poco dispiaciuto.
“Sado?” Chiese Yui, speranzosa. Il ragazzo scosse la testa.
“Vado con loro” disse pacato. Yui iniziò a intristirsi.
“Io andrò con Inoe” disse Ishida, sistemandosi gli occhiali sul volto. Yui abbassò il braccio, dispiaciuta.
“Va bene, ci andrò da sola. Ci vediamo al tempio principale alle sette e mezza, va bene?” Chiese quella iniziando a salutarli.
“Va bene” risposero tutti.
“Tu Kurosaki-kun, vieni con noi?” Chiese Inoe, osservandolo un poco. Ichigo guardò prima lei, dopo di che Yui; fece spallucce e con le mani in tasca, si mise sul lato della ragazza dai capelli castani.
“Credo andrò con lei, lo sapete che non è combina una giusta, ci manca solo che si perda, non ho intenzione di andare a cercarla dopo” disse quello, quasi scocciato.
“Cosa vorresti dire? Guarda che non stai mica parlando a una cerebrolesa! La so trovare la strada per tornare indietro” Rispose Yui, infastidita.
“Oh certo come no, andiamo” disse Ichigo, senza nemmeno degnarla di uno sguardo, proseguendo con le mani in tasca.
Inoe lo guardò andare via, mentre sul volto si dipingeva amarezza, per la consapevolezza che c'era sempre qualcuno che Ichigo preferiva a lei; prima Rukia, adesso Yui. Quei due erano sempre più complici l'uno con l'altro, nonostante passassero il tempo a bisticciare, eppure lei vedeva in loro un certo feeling, qualcosa che lei non avrebbe mai avuto, non con quel ragazzo. La sentì di nuovo, quella punta di gelosia, perché Yui riusciva sempre a stare con lui, più di quanto lei avesse mai fatto, ma incolpava se stessa per ciò, infondo era lei che non aveva mai osato troppo, al contrario della castana.
“Ci vediamo dopo Inoe” disse Yui dolcemente, salutandola. Inoe alzò il volto, infine sorrise cancellando quella sofferenza dal viso, la salutò e insieme agli altri si incamminò verso il tempio; ancora una volta sentiva il cuore fargli male nel petto, perché Kurosaki Ichigo, si stava allontanando da lei, come sempre.
Yui rimase un attimo ferma, mentre li osservava andare via; aveva visto qualcosa negli occhi di Inoe, che l'aveva rattristita e lei probabilmente sapeva anche cosa, ma non l'avrebbe ammesso, perché l'avrebbe fatta sentire solo in colpa. Pensò, amareggiata.
“Ohi, muoviti” la chiamò Ichigo, poco più in là dei lei. Yui si voltò e infine lo raggiunse.
“Perché non sei andato con loro? Guarda che non mi succederà nulla!” Disse quella, camminandogli affianco.
“Certo, come no” rispose Ichigo. Yui si voltò un attimo per guardarlo, sorrise maliziosa.
“È inutile che tiri fuori la scusa del -se no si perde-, di la verità? Volevi stare solo con me, non è vero Kurosaki?” Chiese quella ammiccando verso di lui. Ichigo voltò il viso dalla parte opposta alla sua, paonazzo.
“Ovvio che no, che stupidaggini vai dicendo!” Rispose quello, mentendo imbarazzato. Yui rise divertita.
“Andiamo” disse prendendolo per un braccio e trasportandolo via.

Insieme, camminarono fino a inoltrarsi verso i giardini, attraversando la lunga camminata, circondata da meravigliosi ciliegi in fiore.
“Non sono meravigliosi?” Chiese la ragazza, incantata osservando il tipico colore rosa/biancastro dei fiori di ciliegio, sbocciati sui rami degli alberi.
“Se sei amico di Byakuya, li puoi vedere in qualsiasi momento” rispose quello. Yui gli tirò una gomitata.
“Wow, sai Ichigo hai un talento innato per rovinare l'entusiasmo delle persone! Guardati intorno, questo posto è fantastico, come può non suscitarti nulla? Infondo è un po..” Tentò di dire, ma non finì la frase.
“Cosa? “ Chiese Ichigo guardandola. La ragazza arrossì un poco, si grattò la testa imbarazzata.
“Un poco romantico” Rispose infine, voltandosi dalla parte opposta. Ichigo la guardò un poco stupito e arrossì anche lui.
“Stupidaggini” Rispose, cercando di evitare il suo sguardo, imbarazzato. Yui sorrise, era sempre il solito, pensò scuotendo la testa.
“ Cosa ne vuoi sapere tu di romanticismo” disse la ragazza, guardandolo storto. Ichigo si voltò verso di lei, toccato.
“Cosa vorresti dire?” Chiese, infastidito.
“Che se probabilmente ci fosse un momento romantico, di certo tu non sapresti che lo è” disse con tranquillità, osservandolo divertita.
“Questo è quello che credi tu” Rispose, scocciato il ragazzo.
“Oh andiamo, lo sai anche tu che non sei molto portato per queste cose” disse la ragazza, mettendo le mani in tasca e incamminandosi.
“Ti sbagli, lo saprei riconoscere” rispose, un poco offeso. Yui si fermò, si voltò a osservarlo un poco e infine, tornò indietro verso di lui, fermandosi a qualche passo.
“Che c'è?” Chiese il ragazzo, osservandola storto. Yui continuò a guardarlo negli occhi, seria.
“Quindi, come mi descriveresti questa situazione? Io, tu, soli tra i ciliegi in fiore..? ” Chiese, affilando lo sguardo verso di lui. Ichigo la studiò in volto, si sentiva sotto interrogazione.
“Norma...” Cercò di dire, Yui gli tirò un pugno alla spalla, prima che finisse.
“Romantica, Ichigo è romantica, dannazione!” Lo riprese lei.
“Uffa, smettila, devo farci pratica” disse quello, sconsolato. Yui buttò la testa un poco indietro, esasperata.
“Sei un caso perso..” Disse la ragazza, poi scoppiò a ridere.
“Smettila di ridere di me” la riprese, offeso. Lei, abbassò il voltò e lo guardò tornando seria.
“Mi toccherà insegnarti anche questo” disse d'improvviso, incastrando i suoi occhi in quelli del ragazzo. Ichigo la osservò, sentì il viso prendere colore, sotto il suo sguardo.
“Ti dovrò insegnare un sacco di cose..” Disse quella, mettendosi in punta di piedi e avvicinandosi di più al suo viso, con sguardo malizioso. Ichigo sentì il volto, tingersi ancora di più. La vide avvicinarsi ancora, il ragazzo la bloccò un momento, portando entrambe le mani sul suo viso. Lei lo guardò, perplessa.
“Non ho bisogno che tu me lo insegni” disse serio; avvicinò il viso al suo.
“Le posso imparare anche da solo certe cose” disse con sicurezza. Yui sorrise, divertita.
“Dimostram..” Cercò di dire la ragazza, ma Ichigo la baciò prima che lei potesse finire. Quando il ragazzo si allontanò un poco da lei, Yui l'osservò incredula. Ichigo spostò le mani dal suo viso, per afferrarla dalla schiena e tenerla vicino a se. Poi lo fece di nuovo, la baciò, ancora e lei, non si oppose, lasciò che lui lo facesse, lasciandosi intrappolare dalla sue labbra, mentre il cuore nel petto batteva all'impazzata.
“Dicevi?” Soffiò il ragazzo, ancora vicino al suo viso. Yui fece per dire qualcosa, ma si ammutolì poco dopo, sorridendo compiaciuta.
“Stai migliorando!” Disse la ragazza, divertita. Ichigo abbassò un poco il viso, imbarazzato.
Improvvisamente, dolce e delicata una voce si espanse nell'aria, che leggera cantava una canzone. 

Ichigo e Yui si guardarono un momento, confusi, si allontanarono l'uno dall'altro e si osservarono attorno, in cerca della fonte da cui proveniva quella dolce canzone. Dopo aver lanciato un altro sguardo perplesso al ragazzo, Yui si mosse rapida, seguendo le note di quella canzone e lasciandosi trasportare da essa.
“Aspetta!” La chiamò il ragazzo, mentre quella veloce, spariva dietro a qualche albero.
Mentre correva, la voce si fece sempre più vicina fino a che, superato un ciliegio in fiore, non vide la figura di una fanciulla, mentre di spalle seduta sui gradini, guardava verso al sole, che tinto di rosso, tramontava all'orizzonte.
Yui la osservò affondo, mentre i suoi capelli corvini ricadevano leggiadri sul vestito bianco; ne rimase quasi incantata.

Il sole scomparve, lasciando che il cielo imbrunisse e la ragazza terminò di cantare, mentre nell'aria rimaneva solo un silenzio, angosciante e triste.
La corvina dal vestito candido, si alzò e infine si voltò per andare via, fino a che non notò in lontananza Yui, che la osservava; si bloccò spaventata, mentre sentiva quegli occhi su di se. Yui la guardò stupita, mentre notava sul suo petto i rimasugli di una catena: era un fantasma, pensò incredula.
“Ehi...” Cercò di dire Yui, verso la ragazza. La corvina non rispose, ma continuò a osservarla con sorpresa.
“Ciao, emh scusami se ti ho spaventata, ma ho sentito la tua canzone ed era bellissima” disse Yui, sorridendo dolcemente.
“Da quanto tempo sei qui?” Chiese ancora, ma la ragazza non rispose, ancora intimorita.
“Lo so, deve essere strano per te, non tutti riescono a vederti, ti capisco. Io be, vedo i fantasmi, ma non sono qui per farti del male o qualcosa del genere. Mi dici il tuo nome?” Domandò, cercando di non spaventarla ulteriormente. La ragazza dal vestito candido la osservò prima con paura, poi con curiosità, perché era da tempo che nessuno le parlava, ne che riusciva a notarla. Fece per dire qualcosa, ma si ammutolì sentendo dei rumori.
“Ehi! Ma dove diavolo corri?” Chiese la voce contrariata di Ichigo. La corvina, spalancò gli occhi nel vederlo spuntare all'improvviso.
"Ma chi è quella?” Domandò il ragazzo, guardandola confuso. Quell'esclamazione spaventò la fanciulla, che stupita, scappò via sparendo nel nulla.
“No aspetta!” Urlò Yui, cercando di fermarla, ma quella sparì rapida, da davanti ai loro occhi, così com'era comparsa.
“Dannazione Ichigo!” Lo riprese, voltandosi furiosa.
“Che c'è? Non ho fatto nulla...” Disse il ragazzo, grattandosi la testa.
“Era un fantasma che stava cantando, in mezzo ai fiori di ciliegio, al tramonto e tu l'hai fatto scappare! Complimenti!” Continuò la ragazza, andandosene indispettita.
“Ehi io... Non è colpa mia, sei tu che continui a scappare, ovvio che poi mi tocca inseguirti e arrivare d'improvviso. Aspetta, hai detto fantasma?” Chiese quello, curioso.
“Si, fantasmissimo, con tanto di catena al petto! Non ho idea di chi fosse, ma sembrava cosi malinconica e triste” disse la ragazza, incamminandosi fuori dai giardini, pensierosa.
“Be sarà un fantasma qualunque, magari stanotte possiamo tornare a dare un occhiata e la teniamo sotto controllo” propose il ragazzo, mettendosi al suo fianco. Yui lo guardò, annuì.
“Si, sarebbe meglio” rispose, ancora immersa nei suoi pensieri.
Infine tornare al luogo dell'incontro e ,insieme a tutta la classe, rientrarono nell'albergo dove alloggiavano per il viaggio.

Yui capitò in stanza insieme ad Inoe, Tastuki e Rukia, per sua fortuna e insieme formavano una combriccola piuttosto curiosa.
Loro sapevano come farla sentire serena, con loro diverse personalità: con il fare buffo di Inoe; quello sempre perentorio di Tastuki e quello curioso di Rukia. Tutte e tre assieme, la facevano ridere e divertire.
Mentre le ragazze erano immerse in un discorso, sul tempio che avevano visitato il giorno stesso, Yui era immersa nei suoi pensieri, lontano da loro.
“Yui, che ti prende?” Chiese Inoe, richiamandola alla realtà.
“Eh? Oh, nulla ero solo un po' sovrappensiero” rispose la ragazza sorridendo.
“Alla fine avete visitato i giardini con Kurosaki-kun?” Chiese d'improvviso la ragazza, stringendo le gambe al petto, seduta sul letto. Yui annuì distrattamente.
“Si, è stato bello vederli al tramonto” disse, perdendosi nel ricordo del ragazzo e del suo bacio, sentì le gote tingersi di rosso al pensiero, alzò il viso per incontrare quello della ragazza, ma qualcosa nell'espressione di Inoe la colpì, ancora una volta.
Sul viso della dolce ragazza dai capelli ramati, si era dipinta, per una frazione di secondo, la stessa espressione triste che aveva visto la sera al tempio. Yui comprese immediatamente quello sguardo. 
Lei non ci aveva mai pensato, non fino ad allora; aveva sempre ignorato tutto ciò, nascondendolo a se stessa. Sapeva che Inoe era fortemente attratta da Ichigo, ma aveva egoisticamente continuato in quella strada, pensando solo a se stessa e non a quello che la dolce Inoe avrebbe potuto provare. Non si era mai realmente resa conto che quel suo agire avrebbe potuto ferirla e alla fine, non solo aveva osato avvicinarsi a Ichigo, ma aveva finito per affezionarsi al quel ragazzo in un modo che non si sarebbe nemmeno sognata, quel modo che avrebbe sicuramente spezzato il cuore alla ragazza. Yui sorrise leggermente, cercando di allontanare quei pensieri sconvenienti; prima o poi ci avrebbe dovuto fare i conti. Pensò, amaramente.
“Non è stato poi così bello, ora che ci penso...già... La prossima volta lascerò che quel demente di Ichigo venga con voi, è sempre il solito...” Disse cercando di sorvolare sull'argomento. Inoe sorrise dolcemente e Yui ne fu sollevata per un po.
“Non pensavo che Osaka fosse cosi bella” commentò Tastuki allegra.
“Hai ragione, è cosi diversa da Karakura, secondo te faranno delle ciambelle buone qui?” Chiese Inoe, immersa nei suoi pensieri.
“Secondo te è una cosa importante sapere se fanno delle buone ciambelle?” Chiese Tastuki sarcastica.
“Perché no? Uffa, io le voglio assaggiare” Rispose la rossa, sognante.
“Anche io le voglio assaggiare!” La seguì Rukia. Tatsuki alzò gli occhi al cielo.
“Eccole lì: il duo ciambelle!” Le riprese quella e tutte si misero a ridere.
“Forse qui l'unica normale è Yui, dimmi che anche tu non vorresti assaggiare le ciambelle di Osaka?” Chiese, speranzosa.
“Solo se sono super cioccolatose” rispose Yui scherzando. Tastuki scosse la testa rassegnata e divertita, tutte risero ancora, spensierate.
Quella sera andarono a dormire un poco più tardi del solito, trasportate dalle risate e dalle chiacchiere. Yui aspettò che tutte si addormentassero, dopo di che prese il suo stemma da shinigami delegato e uscì in forma di anima, lasciando silenziosamente la stanza.
Una volta messo piede fuori, guardinga, s'incamminò verso la stanza di Ichigo, un po distante dalla loro.

Una volta che riuscì a individuarla, si fermò davanti alla porta ed esitante, bussò leggermente e si mise a un lato di essa. Qualche secondo dopo la porta si aprì, facendo spuntare un Keigo addormentato, che buttò uno sguardo assonnato fuori, senza riuscire a vedere nulla e con la lentezza di un bradipo, richiuse la porta alle sue spalle. Yui si intrufolò in quel frangente e rimase in silenzio immobile, nel buio, aspettando che il ragazzo si rimettesse a letto. Infine, silenziosa, tentò di spostarsi per la camera, cercando di schivare alcune cose sul pavimento; dopo alcuni minuti, passati ad attraversare la stanza, una volta abituata al buio, si mise a cercare il letto del ragazzo dai capelli arancioni, per spronarlo ad alzarsi. Quando lo individuò trionfante, Yui andò verso il letto e si accovacciò vicino ed esso, tentando di svegliare il ragazzo con qualche leggera spinta. Ma Ichigo, continuò a ronfare tranquillamente, senza svegliarsi. La ragazza, tentò di nuovo, spingendolo un poco, senza avere successo e, innervosita, lo strattonò con violenza facendolo svegliare di soprassalto. Ichigo si alzò di scatto, biascicando qualcosa a voce eccessivamente alta.

Tutti i presenti si svegliarono in un secondo e in preda al panico, Yui si buttò dentro il letto del ragazzo, nascondendosi alla vista dell'unico che poteva vederla all'interno della stanza e cioè Sado. In un secondo, la camera si illuminò, mentre tre facce assonnate si guardavano intorno fissando la fonte del terribile rumore.
“Tutto bene, Ichigo?” Chiese Keigo stropicciandosi gli occhi infastiditi dalla luce.
“Tut..tutto bene. Notte” disse quello ributtandosi dentro al letto. I presenti lo guardarono in maniera interrogativa, dopo di che si rimisero a letto, spegnendo nuovamente la luce.
Quando Ichigo, tornò sotto le coperte trattenne il respiro per momenti interminabili, mentre Yui stava accovacciata affianco a lui. Dopo qualche minuto, sotto le coperte, Ichigo riprese a respirare, regolarmente.
“Che diavolo ci fai qui?” Chiese quello in un sussurro, contrariato. Yui alzò la testa.
“Stavo cercando di svegliarti, idiota! Ti ricordi che cosa avevamo detto? Dobbiamo andare al tempio” Sussurrò la ragazza, riprendendolo.
“E c'era bisogno di venire fino a qui per svegliarmi?” Chiese quello, sconcertato.
“Certo che si, dato che dormivi come una pera. Non ti saresti svegliato nemmeno con delle bombe!” Continuò la ragazza, irritata. Il ragazzo ammutolì, non che avesse tutti torti, pensò.
“Be mi sarei svegliato, in qualche modo! Dannazione, per poco gli altri non ti scoprivano” Continuò arrabbiato, il ragazzo.
“Non è colpa mia se hai fatto tutto quel baccano!” Si difese la ragazza.
“Mi hai strattonato mentre dormivo, secondo te?” Rispose incredulo.
“Potevi anche evitare di url..” Cercò di dire la ragazza, ma non finì la frase.
“Ichigo, non so se tu stia sognando o meno, ma potresti finire di parlare da solo” Disse, assonato Keigo. Entrambi si pietrificarono in assoluto silenzio.
“S-si” rispose, flebilmente, il ragazzo.
Rimasero, in silenzioso per così tanto tempo da dimenticarsi di respirare, poi quando la stanza tornò a essere silenziosa entrambi, tirarono un sospiro di sollievo.
“E ora come diavolo facciamo?” Chiese quello, in preda al panico.
“Basta che passi in forma anima, in quel caso solo Sado potrà vederci, ma direi che puntiamo sul fatto che sia addormentato!” Rispose quella mettendosi, più comoda al fianco de ragazzo.
“Che fai?” Chiese Ichigo, sconcertato.
“Mi metto comoda, dato che dovremo aspettare” disse con tranquillità la ragazza.
“Yui..dannazione vattene” disse il ragazzo, iniziando a sentirsi a disagio, con lei fin troppo vicina.
“Perché? Ormai sono qui e tu vieni con me” rispose quella, serafica. Ichigo buttò la testa all'indietro rassegnato, mentre si sentiva un tantino agitato.
“Potresti almeno toglierti dal mio letto” Chiese, mentre sentiva il viso prendere colore, ringraziò il buio.
“No, veramente si sta bene qui! - Disse, sorridendo maliziosa.- Ti dà cosi tanto fastidio che sia qui?” Chiese avvicinandosi di più al ragazzo. Ichigo, dal canto suo, iniziò a sudare per l'agitazione.
“Smettila di fare cosi, aspettami fuori” disse quello, cercando di mettere distanza fra loro, ma Yui rimase ferma dov'era. Si fece pericolosamente vicina al ragazzo, facendo aderire il suo corpo al suo e intrecciò i suoi piedi a quelli del ragazzo. Ichigo, trattenne il respiro.
“Yui..” La richiamò, mentre un brivido gli passava su per la schiena.
“Si..?” Chiese lei, a un centimetro dal suo viso.
“Non dovresti fare così” tentò di dire il ragazzo, mentre poteva sentire il suo respiro su di se.
“Dammi una buona ragione sul perché non dovrei farlo” disse quella, sfiorando un poco le sue labbra. Ichigo, chiuse gli occhi, mentre sentiva il petto scoppiare.
“Perché..” Cercò di dire il ragazzo, ma si ammutolì, quando senti, la mano un poco fredda della ragazza, passare delicatamente sotto la maglia e sfiorargli l'addome. Ichigo, strinse gli occhi, mentre sentiva il corpo coperto dai brividi.
“Yui..” La richiamò ancora, ma non fece in tempo a dire altro, sentì le labbra della ragazza su di se e, privo della capacità di opporsi, si lasciò trasportare da quel bacio, mentre la mano della ragazza risaliva sul suo petto.
Non riuscì più a pensare lucidamente e iniziò a baciarla con maggior foga; in meno di un secondo, si ritrovò sopra di lei, completamente assuefatto. Sentiva il corpo della ragazza premere contro il suo, sentiva le sue mani, ancora un poco fredde, risalire la schiena e le sue labbra, sfiorarle il collo, dovette trattenersi con tutto se stesso, mentre sentiva di poter perdere il controllo da un momento all'altro.
Infine, qualcuno si mosse nella stanza e i due, si pietrificarono, cercando di trattenere i respiri accelerati.
Quando tutto tornò silenzioso, Ichigo strinse gli occhi.
“È meglio andare” sussurrò al suo orecchio, combattendo contro se stesso. Yui annuì, senza dir nulla e infine, il ragazzo si spostò, lasciando che lei andasse via.
Yui scivolò fino a uscire dal letto, mentre cercava con tutta se stessa di trattenere il fiato, portò una mano al cuore, mentre quello martellava forte petto.
Qualche secondo dopo, il ragazzo la raggiunse in forma di anime, uscirono dalla stanza.

Stranamente silenziosi, lasciarono l'albergo per tornare fino al tempio.
Fecero un giro di controllo, mentre quel posto era immerso in un silenzio quasi sovrannaturale. Continuarono a camminare, fino ad arrivare al punto in cui avevano trovato la ragazza fantasma la sera, ma anche lì, tutto sembrava essere tranquillo.
“Pensi che ritornerà?” Chiese Ichigo guardandosi attorno. Yui osservò il buio dei giardini.
“Non so. Sai era strana, mi ha dato la sensazione che non fosse lì da poco. Sembrava quasi stesse aspettando qualcuno..” Spiegò la ragazza, confusa.
“Qui non sembra esserci traccia di...” Cercò di dire il ragazzo, ma d'improvviso, il silenzio fu interrotto da un ruggito gutturale e spaventoso; entrambi si misero all'erta.
Si guardarono intorno alla ricerca di ciò che aveva prodotto quel terribile rumore, senza riuscire a vedere nulla.
Ci fu un altro ruggito, questa volta più terrificante e spaventoso, tremendamente vicino. I due ragazzi si voltarono di colpo, guardandosi alle spalle, mentre una sagoma nera spuntava da dietro a qualche albero, indietreggiarono a occhi spalancati.
“Che diavolo è quello?” Chiese Yui inquietata. Ichigo non rispose, mentre teneva lo sguardo fisso su ciò che poteva definirsi un vero e proprio mostro, perché non ero un Hollow o così sembrava: la maschera che portava in viso era spezzata, lasciando che qualcosa che sembrava essere viso malconcio e dilaniato, potesse essere visto, mentre il corpo ricordava quello di una bestia e a tratti, quello di un umano; qualcosa di raccapricciante. Nulla di ciò che avevano visto fino a ora, si avvicinava a quello che avevano davanti; un brivido attraversò la schiena dei due.
Il mostro li osservò per un momento, studiandoli poi emise un lamento, rotto e spezzato, che ricordava un pianto, fino a che quello non sfociò in un altro ruggito; in un secondo il mostro si spostò veloce, sui ragazzi.
Ichigo estrasse Zangestu dalla schiena e cercò di parare il colpo del mostro, nel frattempo Yui si allontanò di poco ed estrasse No Arashi.
“Non so cosa tu sia, ma oggi è il tuo giorno sbagliato” disse con forza Ichigo, mentre lo respingeva con un fendente. Il mostro lo fece di nuovo e andò all'attacco, questa volta più feroce. Ichigo lo schivò e si allontanò da lui.
“È forte per essere un normale Hollow” commentò, impugnando più stretta la sua katana.
“Ichigo, io non credo che sia un hollow o non completamente! C'è qualcosa nella sua area che mi inquieta profondamente” disse Yui, osservando la creatura, mentre un brivido di paura percorreva la sua schiena.
“Dobbiamo farlo fuori, prima che faccia del male a qualcuno” rispose il ragazzo, dopo di che gli andò incontro per colpirlo e prima che potesse arrivarci, il mostro si spostò con grande velocità, ignorandolo e andò verso Yui.
La ragazza ci mise una frazione di secondo, per rendersi conto ciò che stava capitando e rapida, parò il colpo del mostro. Quello si bloccò improvvisamente, catturato da qualcosa alle spalle della ragazza, si allontanò da lei e la superò, fino ad arrivare ai gradini dove, quella stessa sera, malinconica, sedeva la ragazza dai capelli corvini. Il mostro si fermò su di essi ed emise quello che sembrò un urlò di dolore, poi fulmineo spari nella notte.
Ichigo e Yui rimasero immobili, increduli, ancora sconcertati.
“Che cosa diavolo è stato?” Chiese Yui a occhi spalancati. Ichigo ripose la sua katana dietro alla schiena e si avvicinò verso di lei.
“Non è ho idea, ma era spaventoso” Commentò guardando la ragazza.
“Sarà meglio contattare Urahara-san! Lui è l'unico che può darci una risposta” suggerì Yui, Ichigo annuì.
“Sarà meglio fare un altro giro, prima di tornare” commentò il ragazzo, mentre si allontanava. Yui rimase ferma a osservare il nulla ricoperto dall'oscurità, ancora profondamente inquietata da quel mostro e d'improvviso sentì un fruscio fra i cespugli. Si voltò verso di esso, convinta di trovarvi quel mostro, ma l'oscurità fu l'unica cosa che riuscì a vedere; eppure nel buio,Yui, percepì qualcosa. Un brivido gli attraverso la schiena, mentre la sensazione di essere insistentemente osservata la inquietava, una sensazione che aveva già sentito, in alcune occasioni, in quegli ultimi mesi.
Si voltò e di corsa e raggiunse Ichigo, lasciandosi alle spalle per l'ennesima volta quella terribile inquietudine: la sensazione che qualcuno di spaventoso fosse lì a osservarla e la stesse in qualche modo controllando.


Ichigo e Yui parlarono dell'accaduto sia a Rukia che agli altri e tutti rimasero piuttosto colpiti dal loro racconto, ma nessuno di loro sepe come interpretare quella cosa, così decisero di parlare con l'unica persona che avrebbe potuto spiegare qualcosa e, seguendo alla lettere le parole di Urahara, andarono di nuovo al tempio, aspettando quieti fino alla sera.
“Credete che compaia?” Chiese Inoe, che se ne stava seduta sul prato, nascosta dai cespugli davanti alla scalinata di pietra, dove avevano incontrato il fantasma il giorno prima.
“Secondo me si! Non so, aveva l'aria di aspettare qualcuno e ieri, verso questa stessa ora e arrivata ed ha cantato, poi è sparita “ rispose Yui, che stava seduta davanti a lei.
“Perché credi che quel fantasma sia legato all'hollow?” Chiese Ishida, sistemandosi gli occhiali,
“Non ne sono certa, ma non ho visto altri fantasmi oltre a lei, inoltre anche l'hollow si è fermato esattamente dove la ragazza, cantava. Potrebbero solo essere coincidenza, ma non so, sento che c'è qualcosa che lega quei due” spiegò Yui. Ishida la guardò per un poco, poi annuì.
“Ha senso come teoria, dobbiamo fare in modo che il mostro spunti anche oggi” disse, con sicurezza.
“Se quello che Yui dice si avvicina alla verità, allora se spunterà il fantasma, verrà fuori anche il mostro” confermò Rukia, a braccia conserte.
“C'è qualcosa che non va? Kurosaki-kun?” Chiese improvvisamente Inoe. Ichigo se ne stava in piedi dietro a un albero e guardare fisso la scalinata, lontano chissà dove nei suoi pensieri, si voltò nel sentire il suo nome; sorrise leggermente.
“No, va tutto bene. Stavo solo pensando: quel mostro era davvero forte per essere un normale Hollow” disse distrattamente.
“Io non credo che lo fosse” Intervenne Yui, tutti si voltarono verso di lei.
“Cosa intendi?” Chiese Rukia, con un sopracciglio alzato.
“Era spaventoso, veloce e potente. Un normale Hollow non avrebbe avuto certe caratteristiche e poi c'era qualcosa nella sua forma che non andava...” Rispose portando le gambe al petto, pensierosa.
“Non ci resta che aspettare!” Disse la corvina, mentre il silenziò calò di nuovo intorno a loro.
Le ore passarono portandosi via solo silenzio e tranquillità; nulla accade durante l'attesa, ogni cosa rimase tale e quale, fino al calar del sole. Non seppero dire quando comparve, l'unica cosa che riuscirono a sentire, fu una voce melodiosa espandersi nell'aria attorno. Yui la riconobbe subito, quella straziante melodia, accompagnata dall'improvvisa apparizione della ragazza dai capelli corvini.
Tutti i presenti rimasero stupiti davanti alla fanciulla, che con dolcezza si posò sui gradini e guardando verso il tramonto, continuò a cantare.
Nessuno osò muoversi, ne dire alcuna parole, perché l'unica cosa che riuscirono a fare, fu ascoltare quella voce cosi bella, malinconica e allo stesso tempo speranzosa.
Il sole calò, il buio iniziò a divorava ogni cosa e la fanciulla terminò di cantare, mentre l'unica cosa che tutti i presenti riuscirono a sentire, fu un immenso vuoto nel petto: la 
mancanza di qualcosa.

Yui non ci pensò due volte, si precipitò in piedi e corse verso di lei. La donna rimase voltata verso il tramonto fino a quando, il cielo non si spense completamente e cosi anche la sua speranza e infine, rassegnata, si voltò, trovando la figura di Yui, davanti a se. La corvina spalancò gli occhi per la sorpresa, mentre osservava la figura della ragazza, fece per muoversi.
“No, aspetta non andare ti prego. Ho.. ho bisogno di sapere chi sei, non ti farò del male, lo prometto! Ma ti prego aspetta” Disse Yui, mettendo le mani avanti e cercando di bloccarla. La donna non si mosse, rimase immobile a osservarla, indecisa sul credere o meno alle sue parole.
“So che sei spaventata,- continuò la ragazza,- ma ho davvero bisogno di sapere chi sei! Io voglio solo aiutarti...” Concluse Yui, abbassando poi le mani. La donna si rilassò, la guardò esortandola a parlare.
“Devi sapere che c'è un...” Cercò di dire Yui, ma prima che potesse continuare, un ruggito si alzò nell'aria.
“È qui” sussurrò la donna in panico, poi rapida si voltò e scappò via.
“No, no, aspetta se andrai via non potremo proteggerti, aspetta!” Urlò Yui, cercando di seguirla, ma quella sparì correndo nell'oscurità,
“Yui attenta” urlò Rukia alle sue spalle, ma fu troppo tardi; qualcosa la colpì violentemente scaraventandola lontano, contro un albero e facendole perdere i sensi.
“Yui, Yui dannazione!” Urlò Ichigo correndo verso di lei.
“Attento Ichigo, sei ancora in forma umana!” Lo avvertì Rukia. Ichigo estrasse lo stemma dalla tasca, un secondo dopo il suo corpo giaceva per terra, mentre in forma di anima correva verso la ragazza, estraendo Zangestu dalla schiena.
“Yui, stai bene? Rispondi, Yui!” La chiamò più volte il ragazzo, ma quella non diede nessuna risposta. Si buttò vicino e lei, in ginocchio, cercando di afferrarla e prima che lo facesse, si immobilizzò, mentre del sangue colava sul viso della ragazza, incosciente.
Un ruggito alle sue spalle destò il ragazzo dallo stupore, strinse Zangestu tra le mani, con rabbia.
“Questa te la faccio pagare” sussurrò, stringendo i denti. Infine si voltò di scatto, tentando di colpire il mostro, che schivò il colpo e andò all'attacco. Ichigo si scansò.
“Inoe, Chad aiutate Yui! Io cercherò di distrarlo!” Urlò Ichigo, mentre tentava di colpire più volte l'hollow. I due ragazzi annuirono e corsero verso Yui, che giaceva inerme per terra.
Il mostro tentò di colpire anche loro e venne bloccato da una freccia, che gli passò pericolosamente vicina.
“Vi copro le spalle! Andate!” Commentò Ishida, con il suo arco di reiatsu in mano.
Il mostro si concentrò su di lui, infine come distratto da un rumore, si voltò cercando qualcosa, dopo di che scappo via.
“ No, non lasciatelo andare è pericoloso” Urlò Rukia, mentre aiutava Inoe e Sado. Sia Ishida che Ichigo si misero a rincorrerlo, per il buio del grande parco, ma quello sembrava essere totalmente immerso nella ricerca di qualcosa, incurante del Quincy e dello Shinigami alle sue spalle.
“Perché non pensa a noi? Cosa diamine sta cercando?” Chiese Ishida al fianco di Ichigo.
“Non ne ho idea, ma dobbiamo fermarlo ora!” Disse superandolo e correndo più veloce, verso il mostro.
Quello sparì in un secondo da davanti a loro, confondendosi nell'oscurità.
“Dove diavolo è finito?” Chiese Ichigo, guardandosi intorno.
“Non lo s..” Cercò di dire Ishida, ma non riuscì a finire la sua frase: un urlo straziò il silenzio del parco.
“Il fantasma” commentò Ichigo, rimettendosi poi a correre e cercando d'individuare la provenienza della voce. Infine la videro, la fanciulla dai capelli corvini con la schiena contro un albero, cercando di proteggersi dal terribile mostro davanti a se,
“Ti prego, non mi far del male! Ti prego, lasciami in pace! Cosa vuoi da me?” Urlò quella, coprendosi il viso con le braccia, impaurita.
Il mostro alzò un braccio e fece per colpirla, ma si fermò e i suoi ruggiti divennero un lamento che, alle orecchie dei presenti, sembrò un pianto disperato, straziante e malinconico.
“Lasciala andare!” Urlò Ichigo, andandogli incontro. Il mostro si destò e rapido, si spostò schivando il colpo dello shinigami.
“A..ri..ko” sussurrò una voce lontana. La fanciulla alzò il viso, incredula.
“Matsu-chan” Chiamò quella. Il mostro si agitò urlando e ruggì violentemente, mentre dentro di se, combatteva una battaglia che non aveva niente a che fare con quello che gli stava attorno. Dopo di che corse via, nell'oscurità del parco, lasciando dietro di se solo il silenzio.
La ragazza dai capelli corvini scivolò, con la schiena fino a sedersi per terra, mentre il viso veniva inondato di lacrime.
Ishida ed Ichigo la guardarono, mentre un pezzo della sua catena si staccava, cadendo per terra.




“Quando il sole calerà
io attenderò, nell'oscurità
fra colori di questa  foresta
in fiore.

I fiori di ciliegio moriranno
ancora,
ed il tempo volerà,
mentre io combatterò l'eternità.

Straziante è il vuoto
della tua assenza,
e io precipito, sola
priva della mia essenza.

Ma la speranza,
mi cullerà, tenera
e io canterò
ancora, questa canzone.

Solo per rivederti
fra i ciliegi in fiore.”







Angolo dell'autore:

Salve, perdonate il tragico ritardo: fine settimana super impegnato.
Ripeto che d'ora in poi saranno capitoli di transizione, ma spero comunque che vi tengano incollati qui!

Quelle che ho messo sotto il capitolo, sarebbero le parole della canzone che canta la tizia, (che non esiste, sappiatelo. E' totalmente inventata, ma credo si noti xD).

Ringrazio come sempre Zephiel97 per la recensione e tutti coloro che leggono la storia.
Un grazie a tutti.

Ora scappo.

Un saluto.
Cass.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


"I will go, wherever you will go"

The Calling



 

 

Quando Yui riaprì gli occhi, si trovò distesa sul letto della camera dall'albergo. Si guardò attorno assonnata e cercò di mettersi a sedere, ancora un poco stordita. 
"Yui, stai bene?" Disse d'improvviso, una voce al suo fianco. La ragazza mise a fuoco e infine vide le facce dei suoi amici che, preoccupati, la osservavano.
" Cosa è successo? Che avete tutti? Certo che sto bene!" Disse quella, guardandoli perplessa. Inoe di tutta risposta, si lanciò verso di lei abbracciandola e stringendola forte.
"Ci hai fatto preoccupare" affermò quella, felice.
"Potete dirmi, che diavolo è successo?" Chiese verse tutti. Rukia, avanzò un poco verso il letto.
“L'hollow ti ha colpito all'improvviso, hai sbattuto la testa contro un albero e infine sei svenuta” spiegò, seria.
“ Ho cercato di curarti, mai hai perso molto sangue, perciò ti sei svegliata solo ora” continuò Inoe, staccandosi un poco dall'abbraccio.
"Che intendi per solo ora?" Chiese Yui, guardandola confusa.
"Hai dormito per quasi tutto il giorno!" Rispose Ishida, seduto dalla parte opposta della stanza. La ragazza sgranò gli occhi e guardò verso ognuno di loro, pensierosa, infine sorrise un poco.
"Ora sto bene, non dovete preoccuparvi, davvero!” Disse quella, cercando di uscire dal letto.
“Smettetela di fare quella facce!” Li riprese, tentando di risollevare gli animi preoccupati. I ragazzi si guardarono un momento, ancora con apprensione, dopo di che sorrisero, tirando un sospiro di sollievo.
“Eravamo davvero preoccupati" spiegò Rukia, grattandosi un poco la testa.
"Mi dispiace, davvero..." Disse Yui, rivolgendosi a tutti e i ragazzi, gli sorrisero felici.
"Ehi ma, dov'è Ichigo?" Chiese d'improvviso la ragazza, accorgendosi della sua assenza.
"È fuori! Ha detto che aveva bisogno di prendere una boccata d'aria" rispose Sado. Yui lo guardò un attimo, poi decise di rimettersi in piedi; dopo un momento di capogiro, si stiracchio indolenzita.
"Yui dovresti rimanere a letto!" L'ammonì Rukia.
"Ma sto bene, non preoccupatevi. Andrò a cercare quella testa arancione, per dirgli che va tutto bene” rispose, precipitandosi sulla porta.
“Yui aspett..” Cercò di dire Inoe, ma la ragazza uscì prima che potesse finire la frase e rapida si mise a cercare il ragazzo, per l'intero piano, senza riuscire a trovarlo. Sconsolata si fermò in mezzo al corridoio, appoggiandosi al muro pensierosa; non aveva idea di dove potesse essere, ma voleva trovarlo il più in fretta possibile, pensò distratta. Infine gli venne in mente l'unico posto in cui avrebbe potuto trovarlo e rapida, corse fino ad arrivare alla terrazza dell'hotel, trovandolo appoggiato alla ringhiera.
Il vento soffiò facendola rabbrividire, si strinse nelle spalle e si incamminò verso Ichigo, che ignaro, osservava pensieroso la città.
"Ti prenderai un malanno, se continui a stare qui fuori" disse una volta al suo affianco. Ichigo sussultò e si voltò rapido di lato, trovando il viso della ragazza; spalancò gli occhi nel vederla, dopo di che, senza dire nulla, sorrise verso di lei.
"Sei tu quella che si prenderà un malanno. Cosa ci fai qui? Dovresti stare a letto!" La riprese il ragazzo. Yui sorrise un poco, infine si appoggiò alla ringhiera come lui.
"Perché sei qui? " Chiese quella, guardandolo di sottecchi.
"Niente di particolare" Rispose, mentre osservava la città di Osaka estendersi sotto i suoi occhi.
"Yui, va tutto bene?" Chiese poi guardandola leggermente. La ragazza si voltò completamente, incontrando i suoi occhi preoccupati.
"Ho solo un leggero mal di testa, ma si va tutto bene” rispose lei, sorridendo. Ichigo la osservò, si staccò leggermente dalla ringhiera e si voltò fino a stare completamente difronte a lei. Yui l'osservò perplessa; il ragazzo la prese e con forza se la portò al petto, abbracciandola forte.
“Dannazione a te, mi hai fatto spaventare a morte” confessò il ragazzo, mentre la stringeva a se. La ragazza rimase un poco stupita, da quell'improvviso gesto, poi l'abbracciò, affondando il viso nel suo petto.
“Mi dispiace, non volevo farti preoccupare” disse lei, con il viso nascosto. Ichigo, gli accarezzò un poco i capelli, rincuorato di averla lì con se, sana e salva.
“Già, maledetta te e la tua impulsività” la riprese quello. Yui rise un poco, infine, sempre fra le sue braccia, alzò il viso verso di lui.
“Com'è andata ieri, avete qualche novità?" Chiese Yui. Il ragazzo abbassò un poco lo sguardo, incontrando i suoi occhi, annuì.
“Ci sono alcune cose che devi sapere” ammise serio. Yui l'osservò confusa, poi il ragazzo si mise a raccontare ogni cosa.

Ariko era il nome della giovane corvina con il vestito bianco, che portava con se una storia triste e straziante: a detta sua, non riusciva a ricordare molto di quello che gli era capitato, solo alcune cose importanti, che gli erano rimaste impresse nella mente. Sapeva di essere morta nei pressi di Osaka, ne avevo preso coscienza con il tempo, anche se non ricordava il momento in cui era successo, ne sapeva dire da quanto; l'unica cosa che ricordava era l'uomo con cui era morta e cioè il suo fidanzato, Matsu. L'aveva cercato per tanto tempo, per tutta la città di Osaka, senza riuscire a trovarlo e sconsolata e sola, aveva deciso di recarsi nell'unico punto in cui era solita incontrare il suo uomo: ai giardini del tempio, sui gradini, al tramonto. Così lei aveva aspettato, raggiungendo quel luogo ogni sera, cantando la loro canzone e attendendo l'arrivo del suo Matsu, speranzosa. Ma Matsu, non era mai giunto.
Un giorno, d'improvviso, il mostro era comparso e le cose si erano complicate. Non riusciva a capire il perché, ma il mostro la perseguitava e la tormentava senza dargli tregua, è l'unica cosa che lei poteva fare, ogni volta, era scappare, lontano, senza mai farsi prendere. Nonostante la paura di quel mostro, Ariko, non aveva mai smesso di andare ai giardini, di aspettare e di cantare, covando dentro al cuore la speranza che prima o poi lui, sarebbe arrivato. L'aveva creduto così fortemente da perdersi completamente in quel circolo vizioso di attesa e paura, nella speranza di trovare il suo unico amore.
Yui aveva riflettuto molto su quella storia, aveva sentito il cuore fargli male nel petto, nel sentire quelle parole. Non riusciva a pensare quanto sola potesse sentirsi Ariko, che ogni giorno aspettava che Matsu tornasse, ma la cosa che la rendeva ancora più triste era la consapevolezza che forse Matsu, non sarebbe mai tornato. Lo pensò, con amarezza.
In seguito, dopo aver parlato con gli altri, decisero il loro piano d'azione.



Yui alzò lo sguardo, nascosta tra i cespugli del giardino; ormai era sera e tutti loro erano nascosti in attesa che il sole tramontasse. 
Sado ed Inoe erano seduti poco lontano da lei; Ishida se ne stava appoggiato a un albero, pensieroso; Rukia, maneggiava con il suo cellulare cerca hollow. Lei, si trovava seduta per terra, immersa nei suoi pensieri.
Distrattamente alzò il viso, incontrando la figura di Ichigo, in piedi poco distante da lei. Lo scrutò a lungo e per un istante, la sua mente, pensò ad Ariko, ai suoi sentimenti, ma soprattutto alla possibilità di travarsi al posto della giovane corvina; in quell'attimo, sentì una paura immensa invadergli il cuore. Il pensiero di perdere una persona importante, una persona come Ichigo, gli fece venire i brividi più di quanto potesse pensare. Si domandò quanto dolore potesse provare Ariko, nell'attendere l'uomo che amava, senza mai vederlo arrivare. Strinse gli occhi, cercando di scacciare quell'inquietudine dal cuore, ripetendosi che Ichigo, non se ne sarebbe andato: lui sarebbe rimasto lì. 
"Se vedete il mostro, vi prego di non ucciderlo" Disse Ishida, sistemandosi gli occhiali. Tutti si voltarono verso di lui.
"Per quale motivo?" Chiese Ichigo, confuso.
"Perché se la mia teoria è corretta, so chi è quel mostro!" Rispose il ragazzo serio, tutti lo guardarono interrogativi.
Ariko comparve, bella come sempre nel suo vestito bianco, si camminò leggiadra sedendosi sui gradini, mentre con il viso rivolto al tramonto, iniziò a cantare.
"Credete che verrà anche oggi?" Chiese Inoe, rivolta al resto dei ragazzi.
"Io credo di si" rispose Yui, guardandola. Inoe deglutì un poco spaventata e infine, si ammutolì, lasciando che la canzone di Ariko si diffondesse nell'aria.
Il sole tramontò, ancora una volta all'orizzonte e la notte calò, mentre la voce di Ariko si affievolì nell'aria; ognuno di loro rimase nascosto, trattenendo il respiro, con un misto di agitazione e inquietudine nel cuore, attendendo il momento in cui quel mostro sarebbe tornato.
Aspettarono a lungo, fino a notte inoltrata, ma il mostrò non arrivò.
Ariko si alzò, scese i gradini e guardò verso i cespugli, dove sapeva di trovare nascosti i ragazzi, poi si voltò e iniziò a camminare verso l'oscurità, ancora una volta triste e sconsolata.
"Dannazione" disse Ichigo, scocciato, mentre lanciava uno sguardo al resto del gruppo. Il loro piano era appena sfumato, pensarono tutti.
"Ari-ko" sussurrò una voce nell'oscurità. Tutti si immobilizzarono, la ragazza dai capelli corvini si voltò a cercare quella voce, che nel buio l'aveva chiamata. Guardò la foresta scura con stupore, per poi distendere il viso in un espressione di pura felicità.
"Mastu- chan" urlò al buio speranzosa, ma nessuno comparve dall'oscurità della foresta, solo l'eco di un ruggito che investì qualsiasi cosa; qualche secondo dopo, comparve spaventoso, il terribile mostro.
"Eccolo, andiamo!" Urlò Ichigo uscendo allo scoperto. Yui lo seguì con la katana fra le mani, si precipitò davanti alla ragazza.
"Ariko, stai il più lontano possibile" sussurrò Yui, mentre Ichigo prendeva posto al suo fianco ed Ishida si posizionava poco distante da loro.
"Questa volta, sta attenta" disse il ragazzo.
"Non ti preoccupare, questa volta non mi lascerò battere" rispose quella, mettendosi in posizione d'attacco. Ichigo sorrise un poco, poi afferrò zangestu alle sue spalle e fece lo stesso.
La ragazza fece un balzo e si precipitò subito verso il mostro, attaccando; Ichigo la seguì, mentre Ishida se ne stava poco più indietro e lanciava qualche freccia occasionale.
I due ragazzi giocarono di squadra e mentre uno lo distraeva, l'altro andò ad attaccarlo, ferendolo in pieno petto. Il mostro si lamentò per il dolore, barcollò per un momento e tornò subito all'attacco. Ichigo lo colpì, questa volta ferendolo alla schiena, quello crollò a terra dolorante; i due ragazzi si fermarono e si lanciarono un'occhiata, preoccupata.
"Ari-ko" chiamò il mostro, con una voce che mise i brividi a tutti i presenti e che fece pietrificare chiunque. La corvina si destò, spalancando gli occhi, mentre i presenti assistevano a qualcosa d'indescrivibile.
"Ari-ko" disse ancora la voce, disperata.
"Come avevo previsto!" Affermò Ishida, raggiungendo i due ragazzi.
"Cosa.. cosa vuoi dire?" Chiese Ichigo, senza capire.
"È lui!" Disse improvvisamente Yui, realizzando. I due la guardarono.
"È lui non è vero? Il mostro è Matsu!” Disse Yui, incredula. Ishida annuì.
"Ma come... Com'è possibile che si sia trasformato in questo? Non sembra lontanamente un hollow! Che diavolo è?" Commentò confuso Ichigo.
"Lo so, qualcosa deve essere andato storto" spiegò il quincy.
“È più di qualcosa, sembra quasi che si stesse per trasformare in altro” commentò la ragazza, inquietata.
"Ari-ko" chiamò ancora, la voce.
"Matsu" pronunciò la corvina incredula, mentre osservava il mostro davanti a se; la creatura si riprese da quel momento di disperazione e con forza, si precipitò verso di loro, quasi accecato dalla rabbia. I due shinigami si spostarono, schivando il colpo e andarono all'attacco, ferendolo ulteriormente.
"Matsu" chiamò ancora la ragazza  incredula, mentre gli occhi bruciavano per le lacrime e il cuore piangeva. Il mostro tentò ancora una volta di alzarsi.
"Dobbiamo fare qualcosa!" Commentò Ichigo, in posizione.
"Se continua così, ci porterà a doverlo uccidere!" Disse Yui, parando l'ennesimo colpo.
"No fermatevi, vi prego non gli fate altro male! Per favore" pianse Ariko alle loro spalle, poi crollò sulle ginocchia, disperata.
"Matsu! Matsu sei tu? Ti prego, dimmi che sei tu?" Chiamò in lacrime. La creatura tentò di alzarsi e barcollante, cercò di camminare verso di lei.
"A-ri-ko" chiamò ancora, in un lamento straziante. I ragazzi lo guardarono, esitanti.
"Cosa facciamo? Potrebbe fargli del male!" Disse Ichigo avanzando verso l'hollow, con preoccupazione.
"E se non volesse?" Disse d'improvviso Yui. Ishida la guardò un poco.
"È un hollow o almeno sembra in parte. Nonostante si ricordi di lei, non potrà combattere la parte hollow ancora per molto. La sua stabilità è altalenante, se noti ci sono volte in cui è lucido, altre in cui perde le staffe. L'attaccherà prima o poi" spiegò Ishida, serio. Yui guardò verso il mostro, che crollò sulle gambe proprio davanti alla donna. La donna e l'hollow si guardarono, la creatura alzò una mano e fece per portarla sul viso della donna, ma si bloccò: improvvisamente ruggì e con forza tentò di colpirla.
"Merda" disse Yui, scattando con una velocità spaventosa e fermando il colpo diretto alla ragazza, che cadde all'indietro spaventata.
"Matsu" chiamò disperata, in lacrime.
"Non è più lui, Ariko! Mi dispiace. Dobbiamo, dobbiamo ucciderlo o ti farà del male. Ti prego devi capire!" Cercò di spiegare Yui, allontanando il mostro con un colpo.
"Ma lui.." Tentò di dire la corvina.
" Non è più lui! Non è il Matsu che conosci!" Spiegò Ichigo.
"Ti ucciderà e non si fermerà finché non l'avrà fatto!" Continuò Ishida, mentre il mostro si rialzava. Yui l'osservò con cura, così tremendamente vicina; il cuore gli si fermò nel petto per un solo secondo. In quel viso dilaniato, completamente irriconoscibile e quasi coperto da una maschera, io vi riconobbe dei leggeri tratti umani, ma sopratutto, incontrò un occhio azzurro, triste e disperato che la osservava. Fu quello il momento in cui si rese conto di avere Mastu davanti e si rese conto della sofferenza che stava provando, sentì una fitta al cuore: come avrebbe potuto aiutarlo? Come avrebbe potuto farlo senza ucciderlo? Pensò disperata. 

Poi, fu qualcosa di rapido e veloce, il mostro fece per attaccarla con violenza, Yui spalancò gli occhi, mentre un'idea balenò alla mente: c'era una possibilità di fermarlo. Non era sicura potesse realmente funzionare, ma in quel momento era l'unica carta che avrebbe potuto giocare. Si alzò e si precipitò verso il mostro, senza pensarci oltre.
“Yui, cosa fai?" Chiese Ichigo, osservandola perplesso.
"Ho un piano!" Rispose quella, incamminandosi verso la creatura.
"Quale?" Chiese Ishida, tendendo l'arco.
"Non so se funzionerà, ma non mi importa! Ci devo provare a qualunque costo!" Disse con forza, avanzando. Il mostro la guardò e gli andò incontro tentando di colpirla. Yui schivò con agilità, fino a quando non fu vicinissima a lui, vide la sua zampa andargli contro, non si spostò. La creatura la colpì, incastrando i suoi lunghi artigli nella sua spalla, Yui urlò dal dolore, mentre sentiva gli artigli penetrare nella pelle.
"Yui!" Urlò Ichigo, andandogli incontro preoccupato.
"Aspetta!" Gli urlò la ragazza a denti stretti, trattenendo il dolore; afferrò il braccio del mostro, bloccandolo in quella posizione. La creatura cercò di divincolarsi da quella presa, mentre la ragazza gemeva dal dolore e cercava di resistere il più possibile, mantenendo la presa.
“Dannazione Yui!” Urlò ancora il ragazzo dai capelli arancioni, preoccupato.
"Sta fermo!" Urlò Yui, verso il ragazzo che gli correva incontro; gemette con forza. 
Voltò la sua katana, puntando verso se stessa la lama e verso il mostro l'impugnatura.
"Che cosa fai? Yui è pericoloso, fermati!" Urlò Ichigo, mentre correva verso di lei.
“Lasciami fare!” Rispose la ragazza, mentre con una mossa rapida lo colpì sulla fronte con l'impugnatura.
Ci fu un attimo di assoluto silenzio, tutto si fermò improvvisamente attorno a loro. In seguito una luce scoppiò espandendosi attorno e accecando tutti i presenti. Yui sentì  il dolore sparire e il braccio liberarsi dagli artigli.
Il mostro ruggì con forza, avvolto completamente dalla luce e lentamente i ruggiti, sfumarono lasciando spazio a delle urla umane. Infine la luce scomparve completamente e una persona ricadde al suolo, incosciente. 
Nessuno osò pronunciar parole, rimasero in silenzio a osservare la persone che giaceva a terra, immobile.
Yui lo scrutò per un po, incredula e stupita, poi quello si mosse e ancora frastornato si alzò, mettendosi a sedere. Quando Yui incontrò il suo viso, sorrise felice.
"Tu devi essere Matsu, non è vero?" Chiese la ragazza, davanti al viso stupito di un giovane ragazzo, ancora spaesato.
"Matsu" Chiamò una voce più in là. Il ragazzo alzò il viso e incontrò gli occhi scuri della ragazza corvina, la guardò con stupore, trattenendo a stento le lacrime.
“Ariko” chiamò quello, felice. Dopo di che si alzò barcollante e si incamminò verso la ragazza dai capelli corvini, stringendola in un abbracciò carico di amore e felicità.
"Ti ho cercato ovunque, Ariko, in ogni angolo della città e prima di trovarti è successo qualcosa! Loro mi hanno trasformato cosi. Ho continuato a cercarti comunque e ti ho trovato, ma tu non mi riconoscevi ed io.. io volevo ucciderti. Mi dispiace, Ariko! Perdonami!" Spiegò il ragazzo in lacrime, affondando il viso fra i capelli scuri della ragazza. La corvina lo strinse più forte, anche lei in lacrime.
"Ti ho aspettato a lungo, ti ho aspettato qui, al tramonto! Ho cantato la nostra canzone e ho aspettato. Avevo cosi tanta paura, ma io sapevo che saresti tornato, me l'avevi promesso. Avevi promesso che non mi avresti lasciato!" Continuò quella, ormai felice.
"Mi dispiace Ariko. Mi dispiace!” Si scusò Matsu, fra le sue braccia.

I presenti non poterono che tacere, davanti a quella scena: un lieto fine, inaspettato.
Yui guardò la scena con un sorriso sulle labbra, mentre con una mano  premeva sulla ferita grondante di sangue. Delle lacrime scivolarono sul viso, per la felicità; mai aveva assistito a qualcosa del genere, sentiva il cuore pieno di gioia per quei due ragazzi e dopo essersi lasciata trasportare da quel momento, rapida asciugò il volto, cercando di nascondere quell'attimo di debolezza.
Prima che potesse alzarare il viso, sentì delle braccia avvolgerla da dietro e stringerla.
“Non farlo mai più. Dannazione, non osare mai più metterti in un pericolo del genere” sussurrò con forza, Ichigo nel suo orecchio. Lei sorrise un poco.
“Mi dispiace, so che era pericoloso, ma era l'unica cosa a cui ho pensato” spiegò lei, dolcemente. Lui la strinse ancora di più.
“Sei la solita. Mi farai morire dalla preoccupazione, se continuerai così” rispose lui, addolcendosi.
Yui sorrise nel sentire quelle parole, si voltò un poco verso di lui, sfiorando il suo viso con il naso.
“Scusami, cercherò di non farti più preoccupare, Kurosaki” scherzò un poco lei. Ichigo sbuffò sonoramente, infine la lasciò andare, sedendosi vicino e osservando la sua ferita, con apprensione, mentre poco distante da loro, i due fantasmi si abbracciavano finalmente insieme: l'attesa per Ariko era ormai giunta al termine.

I ragazzi attesero il passare della notte, lasciando che i due ragazzi rimanessero insieme ancora un po. Inoe curò completamente le ferite di Yui, nell'attesa che l'alba sorgesse.
"Grazie Inoe, ti sono debitrice" disse Yui, tornando come nuova e toccandosi il braccio, soddisfatta.
"Figurati, non mi devi niente" rispose quella sorridendo; la castana sorrise di rimando e si alzò, stiracchiandosi un poco. Fece qualche passo per raggiungere i ragazzi che, poco lontano, chiacchieravano spensierati, ma d'improvviso si bloccò. Un brivido percorse la sua schiena, mentre la sensazione di essere osservata con insistenza la invadeva. Si voltò di scattò scrutandosi attorno, cercando il responsabile di quella terribile sensazione, ma non vi trovò nessuno. Un rumore la destò, la ragazza si voltò verso la foresta buia; sentiva che c'era qualcosa fra i cespugli nell'oscurità. Incuriosita, si mise a camminare verso di essa, allontanandosi dal gruppo ed entrando in un pezzo di foresta scura.
Un'altro fruscio,
Yui si fece più tesa, iniziando a inquietarsi.
“Ehilà, c'è nessuno?” Chiese verso il buio, ma non ci fu risposta. La sensazione si fece più acuta.
“Lo so che ci sei, fatti vedere!” Disse con forza la ragazza, avanzando. Mentre si incamminava, il sole iniziò a sorgere in lontananza e il cielo diventò sempre più chiaro. Il buio iniziò a sfumare e l'oscurità si rese visibile; fu quello il momento in cui Yui, scorse una figura vestita di bianco in lontananza. Il cuore si fermò nel petto per un secondo, consapevole che quella che aveva sempre sentito, non era solo una sensazione, qualcuno la osservava per davvero.
“Chi sei?” Chiese avanzando. La figura non si mosse, rimase immobile dov'era, mentre la luce iniziava a definirne meglio i contorni.
“Ehi tu, chi diavolo sei? Rispondi!” Insistette ancora la ragazza. La figura, si mosse impercettibilmente e alzò il viso; Yui spalancò gli occhi, mentre due iridi color del ghiaccio la osservavano nel buio.
“Ferma dove sei” disse profonda e scura, la voce. La ragazza si bloccò sul posto, pietrificandosi.
“Chi sei?” Chiese quella, guardando verso la figura.
“Non è importante” disse la voce.
“Ti sbagli lo è! Rispondi!” Continuò dura.
“Sta attenta, Yui Asai” disse la voce, tetra. 
“Come fai a conoscere il mio nome?” Chiese stupita.
“Noi sappiamo molte cose..” Confessò enigmatica la figura. L'alba avanzò ancora, illuminando ancora di più la foresta; i due occhi azzurri, vennero accompagnati dal viso di un'uomo: barba incolta, capelli lunghi. Yui spalancò gli occhi nel vederlo.
“Voi chi?” Chiese ancora incredula.
“Vivi la tua vita fin che puoi Yui Asai, il tempo sta per scadere” disse scuro quello.
“Yui, dove sei?” Urlò una voce alle sue spalle. L'uomo incastrò lo sguardo sul suo, per una frazione di secondo, poi sparì completamente. Yui fece per muoversi nella sua direzione.
“Ehi, che ci fai qui?” Chiese la voce di Rukia alle sue spalle. La ragazza si voltò di scatto, ancora un poco spaventata.
“Va tutto bene?” La scrutò confusa, la corvina. Yui annuì, cercando di riprendersi e senza dire una parola, raggiunse la ragazza e insieme si allontanarono.
Yui dovette nascondere il tremore delle mani, mentre le sue viscere si contorcevano dalla paura; le parole di quell'uomo l'avevano profondamente spaventata.

“È ora di andare ragazzi” disse Ichigo, rivolto ai due fidanzati. Quelli si lanciarono uno sguardo, poi annuirono sicuri.
"Noi, noi volevamo ringraziarvi" disse Matsu, osservando tutti i presenti, grato.
"Senza di voi non ci saremo mai ritrovati. Grazie mille" disse la ragazza, facendo un piccolo inchino. Tutti sorriso felici.
"Non c'è di che!"Rispose Ichigo un poco imbarazzato, grattandosi la testa.
"È l'ora" disse Rukia. Ichigo annuì, poi guardò Yui.
"Tocca a te! Infondo è solo grazia a te se sono insieme!" Disse il ragazzo, spostandosi di lato. La ragazza sorrise, dopo di che presa No Arashi, la voltò tenendola per l'impugnatura.
"Grazie di tutto" dissero i due ragazzi, Yui sorrise.
"Buon viaggio" disse la ragazza, dopo di che li colpì sulla fronte, con l'impugnatura della katana. I due ragazzi iniziarono a svanire lentamente e come due piccole luci, si levarono verso il cielo e sparirono completamente, mentre il sole spuntava all'orizzonte, annunciando la nascita di un nuovo giorno.
Yui rimase con il viso puntato verso l'alto, riflettendo su ciò che era appena accaduto, felice.
Il giardino si illuminò completamente, una folata di vento spostò alcuni rami e leggero, un fiore di ciliegio scivolò giù, posandosi delicatamente a terra.
Mai più fra quei giardini si sarebbe udita la meravigliosa melodia, la ragazza dai cappelli corvini aveva finalmente raggiunto la pace, è ciò era l'unica cosa che contava.

"Forse è meglio tornare" disse Ishida. Tutti annuirono e insieme si incamminarono verso l'uscita del tempio, con il cuore un poco più leggero.
"Immaginate il casino che farà la prof se non ci trova?" Commentò Yui, d'improvviso. Tutti risero.
"Ci manderanno dal preside per questo. Un altra volta" disse Inoe, divertita.
"Ci sbatteranno fuori dalla scuola" La seguì Sado.
"Io ho un asso nella manica!" Disse Rukia, con sicurezza.
"Le tue recite non avranno nessun effetto, se le fai troppo spesso" la riprese Ichigo,
"Questo lo dici tu!" Rispose la shinigami, incrociando le braccia.
"E poi sei davvero poco credib..." Cercò di dire il ragazzo, ma Rukia lo zittì prima che potesse continuare, tirandogli una gomitata al fianco; tutti risero.
Yui rise con loro, poi si bloccò un momento, voltandosi a guardare il grande tempio alle sue spalle, con fare pensieroso.
"Guarda che se non ti sbrighi rimarrai qui" la riprese Ichigo, alle sue spalle. Yui non si voltò, rimase a fissare il tempio.
Il ragazzo la osservò confuso, poi la raggiunse mettendosi al suo fianco.
“Qualcosa non va?” Chiese, preoccupato.
"Promettimi una cosa!" Disse Yui, d'improvviso.
"Cosa?" Chiese il ragazzo, confuso.
"Se mai dovessi perdermi, se non dovessi ritrovare la strada per tornare o se sarò lontana, per chissà quale motivo: mi aspetterai?" Chiese, voltandosi leggermente verso di lui. Ichigo la scrutò serio, studiando i suoi lineamenti preoccupati. Sorrise un poco, si voltò e infine fece per andare via. Yui l'osservò, incamminarsi.
"Ehi ma dove vai, non mi hai risposto!" Lo riprese la ragazza, seguendolo.
"Ovvio, perché non c'è bisogno" rispose il ragazzo, bloccandosi. Yui si fermò rimanendo alle sue spalle.
"Non importa dove andrai, se ti perderai o andrai troppo lontano: io ti inseguirò e ti riporterò indietro! In un certo senso non posso dirti che ti aspetterò, perché ovunque tu andrai, io verrò a riprenderti!" Disse Ichigo, voltandosi a guardarla. Infine si girò e riprese a camminare, con tranquillità.
Yui rimase ferma, mentre un sorriso si dipinse sul viso e il cuore nel petto, prese a battere più veloce. Non era certa di essere al sicuro, non dopo quello che aveva visto, non dopo le parole di quell'uomo, ma di una cosa era certa: finché Ichigo sarebbe stato al suo fianco, allora tutto sarebbe andato bene. 
"Aspettami, brutta testa arancione!" Urlò rincorrendolo, sotto un sole primaverile che si svegliava, annunciando l'inizio di un nuovo giorno nella città di Osaka.















Salve.

So di essere un poco in ritardo ma questa volta è stato qualcosa di voluto.
Ho passato questi giorni a pensare e ripensare a questa cosa e alla fine, sono giunta a una conclusione.
So che ho una particolare, quanto assidua frequenza a commettere errori da far accapponare la pelle a chiunque, (persino a un cinese appena arrivato in Italia e che non è capace di capire la lingua) per questo mi scuso profondamente. Il capitolo scorso, ho davvero fatto un errore di quelli che ti portano al suicidio istantaneo nel momento stesso in cui lo leggi, talmente brutto da far rivoltare chiunque e di questo, non posso che scusarmi ancora.

Sono davvero mortificata, per avervi propinato qualcosa di terribile, ma sopratutto, capirei l'improvvisa decisione di mandare al diavolo la storia e mandarmi sotto casa i cecchini per farmi fuori, dando così sollievo alla povera, quanto maltrattata lingua italiana.

A me piace molto scrivere, ma la verità è che non ne sono capace e per quanto cerchi di migliorarmi, non credo che sia qualcosa che io possa aggiustare da un giorno all'altro, quindi vi dichiaro ufficialmente che: se gli errori continueranno e saranno così terribili, smetterò di pubblicare la storia.
Ovviamente una storia non è data solo da una buona trama, ma anche dal modo corretto con cui essa viene scritta e la mia, manca davvero troppo in questo e sinceramente, preferisco smettere la sua pubblicazione, piuttosto che continuare a fare figuracce.
Mi dispiace davvero, la storia l'ho praticamente finita di scrivere, ma se manca della cosa più importante, cioè una buona stesura, trovo sinceramente inutile la sua esistenza e pubblicazione.
Non so ancora quando, vi avviserò per tempo, nel caso.
Grazie a coloro che nonostante tutto leggono e seguono la storia e a coloro che la commentano. 

Siete stati fin troppo gentili e pazienti con me.

Bene, dopo il lungo testamento è meglio se vada.
Un saluto.

Cass.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Fight The Night

One ok rock

 

 

 

 

Un vento leggermente freddo soffiò investendoli.
Yui si guardò attorno con preoccupazione, mentre il buio del dangai li circondava. La ragazza osservò le figure di Rukia ed Ichigo camminare davanti a se, mentre sentiva il cuore oppresso da una brutta sensazione; ogni passo che faceva dentro a quel freddo tunnel, era un passo verso un luogo che riusciva a mettergli i brividi e a preoccuparla più del dovuto.

"Andrà tutto bene vero?" Chiese d'improvviso, interrompendo quel terribile silenzio. Ichigo si voltò un poco, osservandola.
"Perché non dovrebbe andare bene?" Chiese confuso.
"Perché ci hanno chiamato così all'improvviso? Abbiamo fatto qualcosa di sbagliato?" Domandò la ragazza, con preoccupazione.
"Nulla di sbagliato, Yui. Credo vogliano solo comunicarci qualcosa!" Rispose la corvina, buttando un'occhiata verso di lei. Yui la osservò un momento, abbassò lo sguardo con agitazione. Ichigo la guardò, infine la raggiunse e poggiò una mano sulla sua testa. Yui alzò il volto, incontrando i suoi occhi.
"Non temere, andrà tutto bene" cercò di rassicurarla, con dolcezza. La ragazza lo fissò in silenzio e lentamente si aprì un sorriso leggero; insieme a lui si rimise a camminare per il dengai, buio e freddo.

Una luce leggera alla fine del tunnel suggerì il loro arrivo e, dopo aver fatto un passo verso di essa, si ritrovarono catapultati direttamente sul grande senkaimon del seretei.
Yui alzò il viso, mentre il sole della Soul Society brillava alto nel cielo. Tutti e tre assieme, si incamminarono verso la caserma della prima divisione, pronti ad affrontare il capitano comandante e la sua riunione. Yui, dietro alle spalle dei due ragazzi, si guardava attorno con un certa ansia; non sapeva dire perché, ma sentiva una brutta sensazione, impossessarsi di lei. Quell'improvvisa chiamata, poteva solo significare: guai in vista. Pensò,con paura. Qualche minuto dopo, arrivarono fino alla sala riunioni e  attesero fuori da essa un poco tesi, tutti e tre, fino a che il comandante non li fece entrare chiamandoli.
Una volta dentro Yui si guardò attorno, incontrando le diverse facce dei capitani e scorrendo al centro della sala, notò l'insistenza di un sguardo su di se. Quando alzò il viso, gli occhi ambrati del capitano della dodicesima, la guardavano con insistenza, scuri e terribili. Yui sentì un brivido percorrere la sua schiena e rapida cercò di spostare il suo sguardo, da quello terribile dell'uomo.
"Kurosaki Ichigo, Kuchiki Rukia, Asai Yui, siete stati convocati in questa riunione perché la Soul Society necessita il vostro sostegno!" Disse autoritario il capitano comandante. Ichigo e Yui si lanciarono uno sguardo fugace, quello era un risvolto piuttosto inaspettato, pensarono entrambi.
"È stato riscontrato un certo problema nella città di Karakura, che ha coinvolto diversi hollow, dalle particolari abilità e diversi nostri soldati, che purtroppo non hanno fatto ritorno. La situazione è risultata poco chiara e dato che abbiamo due nostri rappresentanti sulla terra, penso che quest' ultimi possano occuparsi del problema sorto, in quella che io considerò loro giurisdizione. Capitano Mayuri,prego.” Concluse il capitano comandante serio. Il capitano Kurostuchi, fece un passo avanti e si schiarì la voce, non prima di aver lanciato un sguardo alla castana.
“Grazie alla mia squadra, nonostante la situazione sia piuttosto sconosciuta, sono riuscita a ricevere diverse informazioni importanti. Queste apparizioni, alquanto improvvise, mi hanno ricordato quella particolare che, i due giovani sostituti e la stessa Kichiki Rukia, hanno affrontato da poco. Il problema che è stato riscontrato in questa vicenda, sono proprio gli hollow che... hanno ben poco di hollow. Dopo alcuni accertamenti, sospettiamo che sotto queste apparizione ci sia lo zampino di Aizen Sosuske, ex capitano della quinta divisione, non che traditore del seretei. L'anomalia con la quale si presentano questi particolari Hollow, ci ha ricondotto a lui come unico responsabile, in quanto unico possessore di un oggetto tale da rendere questo scempio possibile. Questi hollow sono molto più aggressivi: fiutano facilmente anche le reiatsu più deboli e attaccano, senza scrupoli. Non sappiamo dire molto altro, l'unica cosa che sappiamo con certezza è che è stato riscontrato un alto numero proprio in una zona a nord-est della suddetta città. Il perché, purtroppo, è ancora poco chiaro; ho mandato alcuni dei miei shinigami, ma non hanno saputo fare rapporto, inoltre molti di loro sono scomparsi, mentre altri sono stati brutalmente uccisi" finì il capitano della dodicesima, con insoddisfazione.
“Vuol dire che questi hollow sono praticamente uguali a quelli che abbiamo incontrato a Osaka?” Chiese d'improvviso, Yui. Il capitano della dodicesima si voltò di scatto verso di lei, la scrutò serio.
“Secondo rapporto stilato da Kuchiki Rukia, si” disse tagliente, il capitano.
“Quindi, potrebbero essere eliminati come è successo per l'altra volta?” Chiese ancora, la ragazza. Mayuri affilò lo sguardo verso di lei.
“Il fatto che tu abbia avuto fortuna, non implica che possa averla di nuovo. Asai Yui” Disse tagliente il capitano, guardandola scuro. Yui l'osservò a lungo.
“Noto una punta di disaccordo nel suo tono, capitano Kurostuchi, c'è per caso qualcosa che ho detto o che ho fatto che la disturba?” Domandò dura la ragazza, diventando seria. Il capitano inclinò leggermente la testa e si mise a camminare verso di lei, scrutandola a fondo.
“Arrogante da parte tua, osare dire qualcosa del genere. Asai Yui” disse tagliente il capitano.
“Arrogante? Direi invece che è una domanda lecita, dato il suo palese astio nei miei confronti” rispose Yui, sostenendo il suo sguardo. Mayuri strinse i denti in un smorfia arrabbiata.
“Ascolta attentamente umana, non so quali siano la tue abitudini, ma vedi di parlare con rispetto davanti a me. Lo so, sai! - Disse puntandogli un dito contro.-  Lo so che ci sei tu dietro all'accaduto del mio laboratorio! So che sei stata tu e quel maledetto Kisuke Urahara a fare resettare il mio laboratorio” Disse con furia l'uomo, Yui alzò un sopracciglio confusa.
“Che diavolo sta dicendo? Io non ho fatto nulla!” Disse la ragazza, perplessa davanti a quelle accuse.
“Inutile che menti! Lo so che centri tu. Il mio laboratorio è impenetrabile e intoccabile, se dovesse mancare l'elettricità nell'intero seretei, il mio laboratorio sarebbe l'unico ad avere l'energia sufficiente a mandare avanti tutto il sistema e guarda caso l'elettricità e mancata e i la gran maggior parte dei dati sono stati cancellati. Lo so che c'è lo zampino di quel maledetto Urahara, è stato lui a fare qualcosa al mio prezioso laboratorio” Continuò infuriato.
“Ma che diavolo sta dicendo? Io non so nemmeno di cosa stia parlando, la smetta di accusarmi inutilmente, stupido paz..” Cercò di dire la ragazza, ma non finì la frase, una mano gli andò a tappare la bocca. Yui si voltò, imbestialita, cercando d'individuare il colpevole di tale mossa e quando si voltò, vide Ichigo che preoccupato, gli teneva stretta la mano sulla bocca. La ragazza cercò di divincolarsi, ma non riuscì nel suo intento.
“Che cosa stavi dicendo? Stupida scimmia umana a chi hai osato dare del paz..” Tentò di dire il capitano.
“Capitano Kurotsuchi! Asai Yui! Finitela immediatamente, questa è una sala riunioni, non siamo in un locale per poter discutere in una maniera così infantile. Ricordatevi il luogo in cui vi trovate! Un'altra parola e giuro che vi farò arrestare! Entrambi!” Tuonò scuro il comandante.
“Ma..ma..” Cercò di dire Mayuri, ma lo sguardo del capitano lo costrinse a zittirsi e furioso osservò la castana con ira.
“Quello che è successo al laboratorio è ormai acqua passata, non siamo qui per questo. Kurosaki Ichigo, Asai Yui: vuoi due siete incaricati di sorvegliare la zona e di agire nel caso vi siano attacchi nel suddetto luogo. Finito il vostro compito, farete rapporto alla Soul Society. Kuchiki Rukia, tu rimarrai qui a stilare i rapporti degli ultimi giorni. La riunione si conclude qui. Capitano Kurotsuchi, mostri ciò che serve per agire ai due giovani shinigami” Disse autoritario l'uomo, sbattendo il bastone per terra e mettendo così fine all'assemblea.
Yui riuscì a calmarsi e con delicatezza spostò la mano del ragazzo dalla labbra. Ichigo la osservò accigliato.
“Scusa” disse lei, spostando lo sguardo colpevole.
“E dire che sono io quello impulsivo” disse il ragazzo, scuotendo la testa un poco divertito.
La ragazza guardò altrove, imbarazzata.
“Vedo che è sempre così frizzante, Yui-san” disse una voce, poco distante da loro. Yui alzò il viso e incontrò lo sguardo del capitano dell'ottava, che con un sorriso malizioso, la osservava.
“Non sono io, capitano, è questo posto a farmi male” disse scherzando. Il capitano Kyoraku sorrise divertito.
“Se riuscirai a sfuggire alle grinfie di qualcuno,- disse il capitano, lanciando un'occhiata al ragazzo dai capelli arancioni dietro di lei-, puoi sempre passare a bere un gocciò di sakè. Sai dove trovarmi” concluse, osservando prima lo sguardo contrariato di Ichigo, poi quello divertito della ragazza; fece un occhiolino verso di lei, infine si voltò e andò via.
“Non mi piace questa storia” sussurrò il ragazzo, osservando l'uomo andare via.
“Non avevo dubbi” rispose la ragazza, lanciandogli uno sguardo divertito.
“Tutto bene, Yui-san?” Disse una voce calma e pacata. Yui la riconobbe subito, sorrise nel sentirla.
“Tutto bene, Byakuya-san” rispose la ragazza, voltandosi a osservarlo. L'uomo la guardò a fondo, studiando il suo viso.
“Sono felice di rivederti, era da un po' che non venivi qui” disse l'uomo. Yui sorrise.
“Già, be l'ultima volta mi è bastata!” Rispose, toccandosi la testa imbarazzata.
“Sarei felice se passasse più spesso, molti uomini alla caserma mi chiedono di lei, credo che sarebbero contenti di rivederla” Disse Byakuya, osservandola.
“Vedrò di farci un salto, un po mi manca la vita nella caserma” confessò la ragazza.
“Allora sarai più che benvenuta” rispose l'uomo, sorridendo dolcemente. Yui rimase sorpresa di rivedere quel sorriso, mentre le parole di Yoruichi tornavano alla mente. Non si era mai fermata a pensare a tutto ciò, ma ora, avere davanti agli occhi quell'uomo e sapere che ogni volta che lui la guardava, cercava in quel suo viso una donna che ormai non c'era più, la rendeva triste: quanto poteva essere doloroso per lui sapere che la donna che portava quel viso, non era Kaori, ma bensì un altra? Se lo domandò a lungo, ma non trovò nessuna risposta rincuorante, sapeva che per lui era doloroso e non aveva idea di come poter anche solo alleviare quella sua pena.
“Byakuya-san” lo chiamò d'improvviso la ragazza. L'uomo la guardò negli occhi.
“Grazie” disse infine, sorridendo verso di lui. Buakuya rimase sorpreso per qualche secondo, osservando quel tenero sorriso, poi fece un cenno con il capo e salutò i due ragazzi, tornando alla sua vita, con il cuore un poco più felice: lei stava bene.
“Seguitemi” disse una voce tetra alle loro spalle. Ichigo e Yui si guardarono un poco spaventati, dopo di che, silenziosi seguirono il capitano della dodicesima fino al suo laboratorio.
L'uomo entrò borbottando qualcosa fra se e se, osservando di tanto in tanto la castana in maniera poco carina. Si mise a cercare fra cianfrusaglie, qualcosa; Yui l'osservò, mentre l'aria tetra e fredda di quel posto gli metteva i brividi. Il ricordo di quel luogo era fin troppo vivo nella sua mente.
“Tutto bene, Asai Yui?” Disse d'improvviso Kurotsuchi ad un passo da lei. La ragazza spalancò gli occhi, non si era accorta di averlo così vicino, fece un mezzo passo indietro.
“Certo!” Rispose la ragazza, mantenendo la voce ferma. L'uomo gli porse delle sottospecie di cellulari.
“Tenete, questi dispositivi sono stati creati da me stesso e sono capaci d'individuare quei particolari hollow. Questi vi serviranno per tenervi in comunicazione con il nostro laboratorio e la nostra squadra sul posto!” Disse l'uomo, distrattamente, dando i dispositivi al ragazzo dai capelli arancioni. Ichigo li afferrò, mentre l'uomo con sguardo affilato, si avvicinava alla ragazza, scrutandola.
“Sai, c'ero quasi Yui Asai. Ero così vicino al tuo segreto, poi tu e quel Urahara avete resettato tutto!Oh ma io ci arrivo sai. La risposta è lì davanti ai miei occhi e io, troverò la soluzione. Stai attenta, umana, le tue ore sono contate” Disse minaccioso, Mayuri, terribilmente vicino. Yui l'osservò affondo, senza battere ciglio.
“Questo è tutto da vedere” rispose la ragazza, Mayuri alzò un sopracciglio.
“Cosa vorresti dire?” Chiese il capitano della dodicesima, osservandola scuro.
“Sono sicura che Urahara-san ci arriverà, prima di lei” disse tagliente la ragazza. Mayuri spalancò gli occhi dalla furia.
“Come osi!” Tentò di dire, ormai arrabbiato. Yui sorrise trionfante, dopo averlo stuzzicato. Ichigo, si mosse rapido e afferrò la ragazza prima che quella continuasse.
“Grazie Kurostuchi, le faremo sapere attraverso i rapporti” disse quello, trascinando via la castana.
“Ti farò pentire di avere la lingua lunga, maledetta umana” tuonò furioso, lo scienziato.
I due ragazzi arrivarono insieme fuori dal laboratorio, ormai lontani dalle grinfie del capitano della dodicesima.
“Sei impazzita? Che hai nel cervello? Lo sai che il Kurotsuchi Mayuri è già particolare di suo, perché devi sempre stuzzicarlo!” La riprese Ichigo, mentre di fretta si spostavano verso il senkaimon.
“È colpa sua, non avrebbe dovuto osare mettermi la mani addosso, gliela farò pagare prima o poi” rispose quella, seria.
“Ti rendi conto della persona contro cui ti stai mettendo?” Disse Ichigo, scrutandola incredulo.
“Certo che si, per questo voglio che la paghi” rispose con tranquillità la ragazza. Ichigo scosse la testa e insieme a lei, si incamminò, per ritornare sulla terra.

A nord-est di Karakura si trovava un quartiere malfamato, conosciuto per l'elevata quantità di malviventi che vi abitavano e che normalmente sostavano in esso.
Dalle indicazioni ricevute dal dispositivo consegnatogli dal capitano Kurostuchi, proprio in quel quartiere al margine, si trovava un piccolo parco giochi, situato al centro di un pezzo di foresta. Grazie alle ricerche fatte dalla squadra della dodicesima divisione, fra gli alberi di quel tratto di foresta e in quel parco ormai abbandonato, erano state  riscontrate la gran maggior parte delle apparizione di quegli strani, quanto pericolosi Hollow, in grado di attaccare anche le persone con la reiatsu più lieve.

Quando arrivarono, i due ragazzi fecero un giro di ricognizione, studiando il luogo a fondo, senza trovare nulla di particolarmente pericoloso.
Una volta lì, trovarono la squadra della dodicesima, che efficiente era intenta a stuadiare ed analizzare il perimetro. Yui si fermò a osservare, mentre diversi shinigami con apparecchiature strane, se ne andavano in giro alla ricerca d'informazioni.
“Ichigo, credo che questo sia il mio primo lavoro ufficiale da shinigami” disse Yui, d'improvviso. Ichigo la osservò, con un sopracciglio alzato.
“Già be, piuttosto insolito da parte loro, affidare un lavoro a noi” Disse perplesso il ragazzo.
“Se la Soul society è il posto che credo, allora posso assicurarti che l'hanno fatto per controllarci o peggio, metterci alla prova” rispose la ragazza incrociando le braccia al petto, pensierosa.
“Molto probabile” disse il ragazzo, grattandosi la testa. La ragazza gli lanciò un'occhiata, immersa nei suoi pensieri, fino a quando, una strana sensazione non si fece spazio dentro di se; d'improvviso dei brividi gli percorsero la schiena, mentre l'aria attorno si fece opprimente e scura.
“Ichigo, la senti questa sensazione?” Chiese la ragazza, cupa. Il ragazzo si voltò a guardarla confuso.
“Che stai dicendo?” Chiese, senza capire. Yui lo guardò incredula.
“Come puoi non sentirla? E' qui, è attorno a noi è scura e spaventosa ...” Disse la ragazza inquietata, poi qualcosa la toccò alla spalla. Yui rapida afferrò la katana e la estrasse, puntandola verso il probabile pericolo alle sue spalle. Quando fu completamente voltata, trovò il viso di un ragazzo ad osservarla spaventato, mentre la sua katana puntava dritta sul suo viso.
“Yui ma che cavolo fai?” Chiese sorpreso Ichigo. La ragazza scosse la testa e incredula mise via la katana.
“Scusami, mi dispiace, io..perdonami” disse facendo un mezzo inchino. Il ragazzo la osservò ancora un poco spaventato.
“N-non fa niente, colpa mia! Le sono arrivato alle spalle, mi scusi” disse il ragazzo, ricomponendosi dal momento.
“Sei pericolosa ultimamente” la riprese Ichigo. Yui gli lanciò un'occhiataccia.
“Perdonami, ero sovrappensiero” Continuò la ragazza. Il ragazzo sorrise.
“E tu chi sei?” Chiese Ichigo, alzando un sopracciglio. Quello si grattò la testa imbarazzato.
“Piacere di conoscervi, il mio nome è Ryo Sakata, sono stato incaricato di fornire qualsiasi tipo d'informazione a i due sostituti shinigami!” Rispose il ragazzo, facendo un piccolo inchino.
“Salve Sakata-san. Lui e Ichigo e io sono Yui. E' un piacere conoscerti!” Disse la ragazza, sorridendo.
“Oh la prego, mi chiamo Ryo! Asai-san” Rispose il ragazzo, imbarazzato.
“Solo se tu la smetti di chiamarmi Asai-san! Basta solo Yui!” Disse la ragazza. Ryo annuì.
“Allora Ryo, sai dirci qualche novità?” Chiese Ichigo, osservandolo. Il ragazzo si mise sull'attenti.
“Nulla di nuovo. Abbiamo solo individuato quello che potrebbe essere il punto esatto in cui essi compaiono. Vedete le altalene, ecco, normalmente quello è il punto preciso dai cui arrivano, con tanto di apertura di garganta. La cosa strana è che, avvolte ne compaiono solo pochi, ma al conto totale, risultano sempre di più rispetto a quelli che sono arrivati” Disse il ragazzo, sfogliando qualche appunto che teneva in mano.
“Vuoi dire che, si moltiplicano qui fuori?” Chiese la ragazza, incredula.
“Può darsi, ma non ne sappiamo molto!” Ammise il ragazzo.
“Quanti ne sono apparsi in una giornata?” Chiese ancora Yui. Ryo controllò i fogli.
“Tre! Ma al conto finale, ne abbiamo contati quasi dieci” rispose quello. Ichigo e Yui si guardarono un momento, preoccupati.
“Avete per caso notato qualcuno nelle vicinanze? Qualche reiatsu particolare o diversa dal solito?” Chiese la ragazza, seria. Ichigo si voltò a guardarla, perplesso. Non riusciva a capire il perchè di quella domanda. Pensò, confuso.
“Nulla di ciò” rispose il ragazzo. Yui annuì.
“Bene, allora direi che è meglio andare a fare un giro!” Disse Ichigo. La ragazza annuì, d'accordo.
“Vi terremo aggiornati attraverso i dispositivi” disse il ragazzo, i due annuirono poi, rapidi si spostarono.
Girarono attorno a quel luogo senza trovare traccia di alcun hollow e dopo essersi assicurati della sicurezza del perimetro, tornarono a casa per riposare un poco. A notte inoltrata si diedero l'appuntamento per ritornare al parco e continuare la loro ronda e mentre saltavano da un tetto all'altra, completamente ristorati, i dispositivi nelle loro tasche presero a squillare freneticamente.
“Merda” disse Ichigo, preoccupato.
“Sbrighiamoci” disse la ragazza aumentando il passo, per arrivare il prima possibile.


"Ichigo-san,Yui-san!" Urlò disperato Ryo.
"Ryo, che diamine è successo?" Chiese Yui, vedendo la preoccupazione sul viso del giovane shinigami.
"Hollow, sono comparsi in gruppo erano forti, hanno attaccato alcuni miei compagni e..." Cercò di dire il ragazzo, ma non trovo il coraggio di finire.
"Cosa?" Chiese Ichigo, curioso.
"Loro sono spariti!" Disse osservandoli ancora stupito.
"Spariti, in che senso?" Chiese Ichigo, senza capire.
"Potrebbero essere morti?" Chiese Yui, ma il ragazzo scosse la testa.
"Loro sono spariti insieme agli hollow" rispose sconsolato.
Quelle parole misero i brividi a entrambi, si scambiarono un'occhiata.
“Ok è il momenti di agire. Faremo così; io andrò a caccia di tutti gli hollow! Non saranno molto lontani e cercherò di capire come i tuoi compagni possono essere spariti insieme a quei mostri. Voi rimarrete qui! Se qualcuno di quelli che sono spariti tornerà, voi me lo farete sapere!" Spiegò, sicuro il ragazzo. Yui l'osservò.
“Lasciò tutto nelle tue mani!” Disse il ragazzo, verso di lei. Yui strinse i pugni, mentre una morsa al cuore la preoccupava. Ichigo fece per andare via, rapido.
"Ichigo!" Urlò Yui. Il ragazzo si voltò a guardarla perplesso.
"Stai attento!" Disse puntandogli lo sguardo contro. Ichigo sorrise.
“Con chi credi di avere a che fare? Certo che starò attento, stupida” rispose il ragazzo, poi sparì in mezzo alla foresta. Yui alzò gli occhi al cielo, poi si voltò verso il ragazzo.
"Ok Ryo, sta calmo! Va tutto bene. Ichigo sistemerà quegli hollow, noi rimarremo qui! Andiamo a cercare qualche tuo compagno! Ok?" Terminò Yui, poggiando una mano sulla spalla del ragazzo. Quello annuì, poi si spostò rapido insieme a lei.

La notte era ormai quasi passata.
Yui e Ryo perlustrarono più e più volte il perimetro della foresta, senza trovare nessuna traccia dei compagni scomparsi e privi di qualsiasi altra soluzione, tornarono al parco e si misero in attesa del ritorno di Ichigo.
Il parco era immerso in un silenzio surreale; la squadra della dodicesima, aveva smesso di andare in giro e si erano rinchiusi dentro a qualche tenda, ad analizzare i loro dati. Yui e Ryo se ne stavano seduti vicino a un albero, tesi e preoccupati. Yui sentiva una strana inquietudine storcergli lo stomaco, una sensazione che gli ricordò l'incontro con l'uomo dagli occhi di ghiaccio. Se c'era davvero Aizen Sosuke dietro a tutto ciò, allora anche lui probabilmente era stato mandato da quell'Aizen stesso; era l'unica spiegazione che poteva dare alle parole di quello sconosciuto. Ma se ciò fosse stato  vero: cosa voleva Aizen da lei? E perché continuava a farla seguire? Yui scosse la testa, troppe domande si formarono nella sua testa, ma nessuna risposta plausibile arrivò alla sua mente. Yui iniziò a tamburellare con il dito sulla mano, con un misto di ansia e preoccupazione.
"Ichigo-san starà bene!" Disse Ryo, appoggiato al tronco di un albero, mentre osservava l'agitazione della ragazza. Yui deglutì con ansia, era molto ormai che non lo vedeva.
"Ovvio che starà bene. Tu non lo conosci, ma Ichigo non è così semplice da battere. Non si farà di certo mettere i piedi in testa da qualche hollow!" Rispose Yui, cercando di rassicurare più se stessa che altro. Il ragazzo gli sorrise.
"Allora, Ryo, come mai sei entrato nella dodicesima divisione? Insomma, non deve essere semplice avere come capitano quello svitat... Emh il capitano Kurotsuchi!" Chiese Yui cercando di smorzare la tensione d'attesa e preoccupazione che si era formata. Ryo guardò la ragazza, infine sorrise.
"Hai conosciuto il capitano?” Chiese quello divertito.
“Già, purtroppo” rispose Yui, sconsolata. Ryo rise.
“La dodicesima divisione è conosciuta per essere quella che porta avanti concetti di vendetta, indipendenza e rigore, ma non mi rispecchio gran che in queste qualità; piuttosto sono entrato in questa divisione perché ho una certa facilità a comprendere gli studi scientifici. Il mio sogno è quello di entrare nell'istituto di sviluppo e ricerca e lavorare nell'equipe principale. Il problema è che per arrivare fino lì bisogna saper dimostrare molto e impegnarsi e da come avrai notato, il capitano Kurotsochi non è una facile da sorprendere. Io sono shinigami solo da dieci anni ed ho ancora molta strada da fare! Ma un giorno ci riuscirò!" Spiegò quello, mentre negli occhi brillava una scintilla che Yui fu felice di notare.
“ Quindi sei una sottospecie di piccolo genio Ryo? Ma ti prego, non diventare mai come il capitano Kurostuchi!” Disse la ragazza, preoccupata. Ryo rise.
“Non potrei, mia sorella mi farebbe fuori prima” Rispose, divertito il ragazzo.
"Hai una sorella? Come si chiama?" Chiese curiosa.
"Hikari” rispose il ragazzo.
“Da come ne parli, sembra quasi che tu ne sia spaventato!” Disse divertita. Ryo sorrise.
“ Lei è ancora una ragazzina, ma quando vuole sa davvero mettermi paura. Ma è molto dolce ed è anche l'unica cosa che mi rimane” spiegò, mentre sul viso si dipingeva tristezza.
“Gli vuoi molto bene, vero?” Chiese Yui, dolcemente. Il ragazzo la osservò, sorrise.
“Si ed è per questo che devo riuscire a entrare nell'istituto. Voglio potergli offrire il meglio e continuare a proteggerla e aiutarla sempre. Lei è la mia famiglia, farei qualsiasi cosa per lei” concluse dolcemente. Yui ascoltò le sue parole, mentre percepì qualcosa di familiare in quella storia, qualcosa che non riguardava lei; qualcosa di lontano. Scosse la testa, scacciando quel pensiero.
“Data la tua determinazione, so che diventerai un grande shinigami ed entrarei all'istituto. Ci scommetto quello che vuoi” rispose la ragazza, sicura. Ryo la osservò, mentre gli occhi si facevano lucidi.
"Grazie, grazie Yui-san lei è  davvero gentile a dire così!" Disse il ragazzo nascondendo il viso. Yui rise, si alzò e andò verso di lui.
“E' la verità ed è ciò che penso! E poi non sono così gentile, te lo assicuro" rispose divertita la ragazza. Ryo rise.
I due shinigami continuarono a chiacchierare a parlare e a distrarsi, in quel momento di preoccupazione, nell'attesa che Ichigo tornasse.
Infine, quando orma la notte era sul punto di finire una voce alle loro spalle li fece sussultare; quando Yui lo vide fra gli alberi, si alzò di corsa e andò ad abbracciarlo, più forte che pote, sollevata.
"Maledetta testa arancione, perché diavolo ci hai messo cosi tanto! Pensavo fosse successo qualcosa, tu potevi almeno mandare un messaggio o un segnale di fumo o quel cavolo che ti pare" disse la ragazza, stringendolo.
"Ti vuoi stare zitta un momento? Sto bene, ho solo avuto difficoltà a trovarli!" Disse quello abbracciandola un poco, paonazzo in viso. Yui lo lasciò andare e gli tirò un pugno alla spalla.
“Sta zitto tu!” Gli rispose scocciata e fece per tornare a sedersi, vicino al giovane ragazzo. Ichigo la seguì, mentre nascondeva un piccolo sorriso, infine si sedette anche lui.
“Allora, hai qualche novità?” Chiese Yui, osservandolo.
"Ho molte cose da raccontarvi" disse, mentre l'alba di un nuovo giorno schiariva l'oscurità della foresta.










Angolo dell'autore:


 

 

 

Le storia si infittisce; Aizen sta giocando le sue carte, ci sarà davvero lui dietro a tutto ciò? * parte la musichetta da fil horror *

Gentili lettori, ancora una volta grazie per essere qui.

 

Grazie a Zephiel97 che recensisce, per esserci sempre. Mi rendi super felice.

A Overfire per aver lasciato un commento.

A Sarija per avermi fatto sapere cosa pensava del capitolo.

Grazie anche a coloro che nonostante tutto, errori e sfoghi, leggono la storia.

 

Alla prossima.

Un saluto.

 

Cass



 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


"Wake up, it's time, little girl, wake up
Just remember who I am in the morning"
Ryan Star

 


 

 

 

Dopo aver mangiato con la sua famiglia, Yui salutò tutti e si rifugiò nella sua camera dove, all'insaputa dei familiari, si tramutò nella sua forma da shinigami; aprì la finestra che dava sul letto ed uscì, per immettersi nella notte della città. Mentre saltellava per i tetti delle casa, la sua mente era immersa nel ricordo di ciò che Ichigo, quella stessa mattina presto, le aveva raccontato dal ritorno della sua caccia.
A detta del ragazzo, quelli che dovevano affrontare erano dei tipi di hollow capaci d'ingurgitare persone o shinigami e di unirsi a loro. L' improvvisa moltiplicazione era dovuta alla capacità di aprire diversi varchi e uscire in differenti punti del quartiere, cosa che nessuno fino ad allora aveva notato. Ryo aveva spiegato ciò alla sua squadra e, dopo qualche ricerca, erano venuti alla conclusione che, stranamente, i radar con i quali tutti lavoravano erano capaci d'individuare solo i "nuovi hollow” e non quelli che potevano definire “normali”. Inoltre, c'era qualche "hollow nuovo" che faceva da schermo per gli altri; in altre parole, ogni volta che un "nuovo hollow" compariva al piccolo parco, vicino alle altalene, nello stesso preciso istante comparivano altri normali hollow in diversi punti del quartiere; ma tutto veniva coperto da segnale che solo il "nuovo hollow" riusciva a trasmettere attraverso i radar. La cosa aveva inquietato tutti loro, quello poteva solo significare che i “nuovi hollow” erano decisamente più intelligenti di quelli normali, ma Yui non era completamente convinta di ciò, sapeva che c'era ben altro. Non aveva ancora percepito quella presenza, ma sentiva una brutta aria aleggiare attorno a quel quartiere, qualcosa che gli ricordava comunque l'uomo dagli occhi azzurri. Fino ad ora non l'aveva più incontrato, né tanto meno si era sentita osservata, come capitava di solito; eppure sentiva che lui, in qualche modo, centrava in quella storia, sentiva che tutto ciò che stava accadendo era legato a lui. Non aveva parlato di tutto ciò con nessuno, ma iniziava a pensare che quei particolari avvenimenti, accadessero sempre quando c'era lei di mezzo e la cosa le faceva una certa paura. Non solo doveva affrontare la donna dai capelli azzurri, che ogni tanto faceva capolino nei suoi sogni, ma ora doveva anche stare attenta a dove andava e a cosa faceva, perché qualcuno la osservava, la seguiva e soprattutto, qualcuno la stava mettendo alla prova. Un solo nome lampeggiava nella sua testa, un uomo che lei nemmeno conosceva; una storia raccontata da altri e della quale lei sapeva solo l'essenziale; ma, nonostante ciò, intuiva che dietro a tutto quello ci fosse di sicuro lo zampino di quell’ Aizen. Il perché lo facesse era ovviamente sconosciuto e ciò la spaventava ancora di più.
Avrebbe voluto dirlo agli altri, ma tutto le era sfuggito di mano ed ora non avrebbe nemmeno saputo come spiegare qualsiasi cosa.


 

A metà strada incontrò Ichigo e insieme arrivarono al parco, che era silenzioso ed inquietante come al solito.
“Ehi Ryo, qualche novità?” Chiese Ichigo, toccando terra, dopo essere sceso dall’ultimo tetto.
“Buona sera. Tutto normale, pare che gli avvistamenti, oggi, siano calati al minimo” disse il ragazzo, leggendo qualche foglio. Yui inarcò un sopracciglio.
“Come può essere?” Domandò confusa.
“Non saprei, ma la quantità di Hollow che siamo riusciti a stanare era decisamente poca, direi la più bassa, rispetto ai giorni precedenti. La cosa, in effetti, ci sembra molto strana...” Spiegò il ragazzo, grattandosi la testa. 
“Meglio cosi no? Almeno possiamo stare tranquilli!” Commentò Ichigo, facendo le spallucce; era stranamente calmo. Yui, invece, incrociò le braccia al petto, pensierosa.
“Sembra quasi di stare nell'occhio del ciclone” commentò distratta. I due ragazzi si guardarono a vicenda, prima di voltarsi verso di lei.
“Osservazione interessante, Yui-san…. ehm Yui! - Si corresse il ragazzo.- Andrò a riferire questa cosa ai miei colleghi!” Disse quello, sparendo, rapido.
“Cosa intendi?” Chiese Ichigo, osservandola.
“È come se questo fosse il momento di calma prima di una tempesta; ho un brutto presentimento” Si spiegò Yui. Ichigo la osservò, appoggiando una mano sulla sua testa, alzandole il viso.
“Ultimamente sei molto ansiosa. Yui, va tutto bene?” chiese dolcemente il ragazzo, incrociando i suoi occhi castani con quelli scuri di lei. La ragazza rimase un po’ ad osservarlo, sorridendo nel notare la piega che assumeva la bocca quando il ragazzo era seriamente preoccupato per qualcosa e in questo caso, era preoccupato per lei.
“Si, va bene. Andrà tutto bene” rispose , cercando di convincerlo e cercando di convincere anche se stessa. Senza smettere di guardarlo, si alzò sulla punta dei piedi e poggiò le labbra sulle sue, baciandole con dolcezza.  Ichigo la guardò, completamente rosso in viso.
“Non ti avevo ancora salutato. Buonasera Kurosaki” soffiò lei ad un centimetro dalla sua labbra. Il ragazzo, sorrise leggermente, grattandosi la testa imbarazzato. La ragazza scoppiò a ridere, divertita. All'improvviso i loro dispositivi, nella tasche, iniziarono a suonare freneticamente; i due si guardarono confusi e li presero in mano.
“Sembrano essere impazziti” commentò Ichigo, perplesso.
“No, ti sbagli; forse…” Cercò di dire, ma la ragazza non poté finire la frase, poichè diversi garganta si aprirono attorno a loro ed una marea di hollow ne uscirono, alquanto pericolosi.
“Che diavolo succede?” Chiese Ichigo incredulo.
“È arrivato il ciclone” commentò Yui, mettendo una mano su No Arashi ed estraendola dal fodero.
“Ecco dov'erano tutti gli hollow” disse Yui guardandosi attorno, mentre quelli, ormai, li avevano circondati.
“Ichigo!” Chiamò la ragazza. Quello afferrò Zangestu da dietro alla schiena e si mise in posizione.
“Quando vuoi” Rispose, pronto ad attaccare. Un secondo dopo entrambi scattarono rapidi e andarono incontro agli hollow, affettandone subito un paio.
Erano un numero troppo elevato, per poterli anche solo sovrastare, ma nessuno dei due ragazzi si diede per vinto e, con tutta la forza che possedevano, iniziarono ad ucciderli poco alla volta. Ichigo con un colpo solo ne fece fuori un bel po’, mentre il Getsuga Tenshou ancora volava attraverso il parco. Yui lì incastrò nel suo tornado, eliminandone un gran numero, ma quelli si moltiplicavano celeri.
“Ichigo se continuiamo così, non ne usciremo vivi” Urlò Yui, mentre saltava per schivare un colpo.
“Non abbiamo altra maniera” rispose il ragazzo e rapido ne faceva fuori degli altri.
“Dannazione!” Imprecò a denti stretti la ragazza. Con un balzo andò verso i mostri e ne colpi tre in una sola volta, poi fece per voltarsi, pronta ad attaccarne altri, ma si paralizzò all’improvviso. Un brivido salì lungo la schiena, su per il collo e, così come era già capitato, percepì quella spiacevole sensazione di essere osservata, mentre l'aria attorno si faceva cupa e pesante. Yui si voltò, rapida, in cerca dell'uomo e, completamente catturata da ciò, si spostò lungo il campo di battaglia, sicura di trovarla da qualche parte. Mentre si spostava, qualcosa la colpì alla spalle, facendola ricadere a terra. La ragazza si alzò, furiosa con sé stessa per essersi fatta colpire alle spalle come una principiante, e con un solo colpo uccise l'hollow che aveva osato toccarla, prima di riprendere a correre.
“Yui, dove vai?” Urlò Ichigo, lanciando un'occhiata verso di lei. La ragazza non lo sentì neanche e continuò, inoltrandosi nella piccola foresta.
Si guardò attorno, cercando di setacciare ogni centimetro quadrato di quel posto, decisa ad affrontare qualsiasi cosa le sarebbe capitato di fronte; avrebbe chiuso la questione definitivamente.
“Lo so che sei qui! Esci fuori!” Urlò, furiosa, mentre correva rapida nell'oscurità.
“Andiamo, fatti vedere!” Gridò ancora, ormai completamente immersa nel buio; tutt’ad un tratto si fermò di colpo e strinse la katana fra le mani. Sapeva di aver appena fatto la cosa più stupida del mondo e di essersi appena buttata in quella che sarebbe potuta essere una trappola, ma la curiosità era troppa in confronto alla paura di ciò che le sarebbe potuto accadere.
“ Lo so che sei qui. Anche se ti nascondi, so che mi osservi. Abbi almeno il coraggio di farti vedere!” Urlò con rabbia, verso l’oscurità. Qualcosa, si mosse alle sua spalle e Yui si voltò rapida, pronta ad attaccare, ma non vide nulla. Fece per muoversi, mettendo un passo avanti, pronta ad andare all'attacco, ma si paralizzò, sentendo un respiro soffiare nel suo orecchio.
Il sangue le si gelò nelle vene, mentre la paura la teneva bloccata, fissa ed immobile nella stessa posizione. Non si aspettava che fosse così vicino, ma sopratutto così silenzioso da non essere nemmeno percepito.
“Fai troppo rumore, Asai Yui ” sussurrò la voce nel suo orecchio. Yui deglutì, spaventata.
“Sapevo che ci fossi tu dietro tutto ciò!” Disse, voltando un poco il volto.
“Lo sapevi?” Chiese sarcastico. Yui strinse i denti.
“Perché lo fai?” Domandò la ragazza, cercando di mantenere la calma.
“Inutile che me lo chiedi, non risponderò a nessuna delle tue domande” disse tranquillo l'uomo. D'improvviso, la ragazza si mosse e, rapida come il vento, si voltò, puntando No Arashi verso di lui. L'uomo dagli occhi azzurri, la guardò, rimanendo impassibile.
“Non so cosa tu abbia in mente, ma hai finito di prenderti gioco di me. Perché ti spingi a tanto? Cosa credi di ottenere da tutto questo? Quante persone ancora devi ferire, per i tuoi scopi?” Chiese furiosa. L'uomo si limitò ad osservarla; non sembrava per nulla turbato da quella situazione e ciò turbava non poco la ragazza.
“Io non ho nessuno scopo, né tanto meno voglio qualcosa da te” rispose pacato. Yui affilò lo sguardo, stringendo la katana fra le mani.
“Se non sei tu, forse è quel tizio là, non è vero. E' quell'Aizen che ti ha mandato!” Disse con forza la ragazza, senza però ottenere alcuna risposta.
“Che cavolo vuole da me, quello? Di a quel tizio che mi sono rotta dei suoi giochi!” Urlò, andando incontro alla figura, pronta ad attaccarlo. L'uomo, si spostò talmente veloce da non essere riuscita nemmeno a vederlo e, rapido, le bloccò la katana con una mano. Yui sentì il cuore fermarsi nel petto, mentre ,con gli occhi sgranati, osservava la scena.
“Sei troppo impulsiva, Yui Asai, impara a capire la forza del tuo avversario, perché questo tuo atteggiamento, potrebbe costarti la vita!” Sussurrò l'uomo, spostando la lama e avvicinandosi ancora a lei.
“A quale scopo mi dici tutto ciò? Potresti farmi fuori anche adesso, perché ti trattieni?” Domandò, Yui, cercando di tenere la voce ferma, mentre dentro sentiva la paura crescere sempre più.
“Ma io non voglio ucciderti, Asai Yui . Ti sto solo osservando” rispose, con tranquillità, l'uomo dagli occhi azzurri.
“Perché mi osservi?” Chiese rapida. L'uomo si limitò a guardarla silenzioso; infine avvicinò il viso al suo, scrutandola da vicino.
“Non dovresti preoccuparti di questo, quando una marea di hollow vi sta attaccando” disse pragmatico quello, lasciando quella più confusa che mai.
“Yui! Yui, dove sei? Rispondi!” Urlò la voce di Ichigo, poco lontana. La ragazza spalancò gli occhi; si era completamente dimenticata di aver lasciato il ragazzo da solo, circondato da un numero elevato hollow.
“Corri” sussurrò la voce profonda dell'uomo. Yui lo guardò per un momento, incapace di muoversi.
“Non so cosa vogliate da me e perché, ma giuro che vi renderò le cose tremendamente complicate” disse la shinigami, riprendendosi da quell’attimo di esitazione. L'uomo la osservò nuovamente, prima che la sua bocca si schiudesse in un sorriso.
“Non vedo l'ora” rispose, divertito. Yui strinse la katana, irritata; infine con uno scatto si mise a correre cercando di raggiungere al più presto Ichigo, che, solo, si occupava dei mostri. Uccise qualche hollow, mentre correva a perdifiato e, quando finalmente arrivò al piccolo parco, si fermò un momento, in cerca del ragazzo dai capelli arancioni. Nel momento in cui i suoi occhi lo individuarono, sano e salvo, senti il cuore farsi più leggero.
“Ichigo, sono qui” urlò, cercando di catturare la sua attenzione. Il ragazzo alzò il viso e, incontrando in lontananza la sua figura, tirò un sospiro di sollievo.
“Mi hai fatto preoccupare, dove diavolo eri finita?” Domandò, mentre uccideva alcuni hollow.
“Mi dispiace io...” Tentò di finire, ma qualcuno comparve all'improvviso, al suo fianco.
“Yui-san, tutto apposto?” Chiese una voce. La ragazza si voltò, incontrando lo sguardo di Ryo e sorrise.
“Certo, com'è la situazione là?” Chiese seria. Il ragazzo storse il naso.
“Se ne stanno occupando i miei compagni, ma abbiamo dovuto chiamare rinforzi, molti di loro sono stati trasformati” spiegò il ragazzo, preoccupato.
“Ok, allora pensiamo ad occuparci di questi” disse Yui, indicando il gruppo che aveva circondato Ichigo.
“Gradirei un po’ di aiuto” si lamentò quello, essendo ormai praticamente sommerso dagli hollow. I due ragazzi si lanciarono un'occhiata e scattarono veloci, l’uno al fianco dell'altra ed iniziarono a combattere.
“Tieniti forte Ryo!” esclamò la ragazza, sorridendo divertita; l’adrenalina ormai percorreva implacabile i suoi vasi sanguigni, stimolata dalla situazione disperata in cui si trovava ed ormai si era abituata a quella sensazione di eccitazione che provava durante un combattimento.. Ryo sorrise a sua volta e richiamò il suo shikai.
Yui si sbarazzò in fretta di alcuni hollow, tagliandoli a fette con il suo il ciclone personale, mentre, al suo fianco, il ragazzo ne uccideva altrettanti con la sua zampakuto d'acqua. Pochi minuti dopo e finalmente il parco fu libero da tutti i nemici.
I tre ragazzi rimasero in silenzio, in attesa di un possibile nuovo attacco e, quando nulla comparve, si rilassarono, sorridendo sollevati.
“Ci siamo riusciti” disse felice la ragazza, battendo il cinque al ragazzo al suo fianco, sotto lo sguardo leggermente infastidito di Ichigo.
“Oh be, ho fatto tutto io, ma tranquilli, non c'è bisogno che mi ringraziate” rispose sarcastico, con una punta di fastidio. Yui sorrise divertita e si avvicinò a lui, stampandogli un bacio sulla guancia.
“Quanto siamo suscettibili” lo provocò lei, mentre quello diventava nuovamente rosso.
“Non fare certe cose davanti alla gente, mi vergogno” replicò imbarazzato, Yui scosse la testa ridacchiando.
“Ma quindi voi due state insieme?” Chiese sorpreso Ryo.

“No” disse Yui.
“Si” rispose Ichigo. I due ragazzi si guardarono un momento, confusi.
“Come no? E si, ovviamente si” la riprese Ichigo.
“Non abbiamo mai parlato di questo” rispose quella aprendo le braccia.
“Siete davvero uno spasso voi due” disse Ryo, scoppiando a ridere. Ichigo gli lanciò un'occhiataccia, che fece tornare il ragazzo serio.
“Mi scusi, Ichigo-san” disse Ryo, facendo un piccolo inchino.
“Non devi mica scusarti con lui!- Lo riprese la ragazza. Ichigo gli lanciò un'occhiataccia. Lei rispose con una linguaccia.- Ma visto che abbiamo completato la missione, ci sarebbe da festeggiare. Potresti rimanere qui sulla terra, con noi” disse la ragazza avvicinandosi a lui.
“Sarebbe bello, non ho mai visitato la Terra” confessò, imbarazzato.
“Allora è deciso, rimarrai qui. Sarà divertente” esclamò felice la ragazza, mentre Ichigo sbuffava.
“Vero Ichigo?” Chiese Yui, rimarcando con attenzione il suo nome; il ragazzo spostò lo sguardo, mormorando qualcosa di incomprensibile.

“Ichigo…” Ripetè la ragazza, con un tono che non ammetteva repliche.
“Forse” disse scocciato. Ryo sorrise insieme a loro.
“Bene allora è deci...” Tentò di finire Yui, ma non ci riuscì. Ichigo la guardò con gli occhi spalancati.
“Yui spostati!” Gli urlò il ragazzo dai capelli arancioni, ma prima che potesse fare qualcosa un hollow, comparso improvvisamente, tentò d'infilzarla con un suo artiglio. Yui cercò di voltarsi rapida, ma non schivò il colpo. Quando mise a fuoco, ciò che i suoi occhi incontrarono, le fecero perdere un battito.
Il colpo, non arrivò mai.
Una figura si era precipitata davanti a lei proteggendola. Ichigo si spostò rapido ed uccise l'hollow, prima che quello potesse fare altri danni.
Yui sentì il cuore crollare, priva della forza di reagire. La figura ricadde sulle ginocchia, priva di forza, mentre una profonda ferita all'addome, sanguinava copiosamente. Yui si risvegliò da quel momento di panico e si precipitò verso di lui, afferrandolo per le spalle e voltandolo verso di se.
“Ryo!” Chiamò, ancora incredula, portando le mani sul volto del ragazzo.
“No, no. Non osare, no!” Disse la ragazza, mentre la ferita continuava a sanguinare.
“Chiama… chiama aiuto, Ichigo, chiama aiuto!” Urlò preoccupata. Ichigo, annuì e si spostò, rapido, in cerca di qualcuno.
“Ryo. Ehi, devi resistere, capito? Devi resistere fino a che non arriverà qualcuno! Ryo!” Lo chiamò la ragazza, cercando di tenerlo cosciente. Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, stanchi e affaticati.
“È troppo tardi…” sussurrò la voce del ragazzo. Yui spalancò gli occhi dal terrore. D'improvviso il suo corpo iniziò a trasformarsi, a deformarsi.
“No, no ti prego. Non può succedere, non lo fare!” disse quella, scuotendolo con forza. Il ragazzo la osservò affondo, con i suoi occhi azzurri, mentre una parte del suo corpo, diventava irriconoscibile.
“Ti prego, Ryo, no! Perché l'hai fatto? Perché diavolo l'hai fatto?” Chiese, disperata strattonandolo un poco. Il ragazzo sorrise leggermente, mentre il viso si corrugava dal dolore.
“Non potevo… lasciare... Che tu venissi colpita” disse il ragazzo, con notevole sforzo. Yui l'osservò incredula.
“Ma Ryo, tu...” Cercò di dire, con tristezza.
“Va tutto bene, grazie Yui-san, no. Yui,- si corresse,- sei sempre stata gentile con me. Sei davvero una brava persona, sono contento di averti conosciuta ” sussurrò il ragazzo, con voce sempre più debole, mentre un tenero sorriso gli compariva sulle labbra. Yui, sentì il cuore spezzarsi nel petto. Scosse la testa, mentre una lacrima scivolava silenziosa sul viso.

"Ryo.." Disse, con voce spezzata.
“ Ti prego, prenditi cura di Hikari” disse in un sussurrò, mentre, infine, anche il suo viso, veniva deformato.
“No, no, no! Ryo, stai qui, stai con me. Non ti trasformare, non lasciare che succeda. Ti prego. Ryo!” Lo chiamò con forza la ragazza, ma, come prendendosi gioco delle sue parole, il ragazzo si trasformò completamente in un mostro, violento ed irriconoscibile.
Yui rimase immobile, mentre ciò accadeva davanti ai suoi occhi. Sentiva il cuore nel petto fare male, lo stomaco torcersi, non poteva credere a ciò che era appena successo.
Quello che prima era Ryo, si alzò in piedi e, con un urlo terrificante, la colpì, scaraventandola lontano. La ragazza non ebbe la forza di reagire e rimase immobile dopo essere precipitata a terra con violenza.

Dopo alcuni secondi cercò di rialzarsi, mentre gli occhi, completamente appannati, le impedivano di vedere qualcosa. Sentì il mostro avvicinarsi a lei.

Con fatica si rimise in piedi, mentre la sagoma sfocata del mostro, si faceva sempre più vicina. Le lacrime, copiose, rigarono, implacabili, il suo viso; non riusciva a sopportare quel dolore, non riusciva a sopportare l'idea di aver perso qualcuno.
Appena il mostro le fu vicino, la colpì di nuovo e Yui andò a sbattere contro un altro albero. Senti il fiato spezzarsi ed il respiro mancare. La testa si fece pesante e la vista si offuscò ancora di più. Scivolò con la schiena sul tronco, fino a sedersi senza riuscire più a muoversi. Sentì qualcosa di caldo, scivolare sul viso, lo toccò. Denso e caldo, del sangue colò da qualche ferita sulla testa, ma nemmeno in quel caso, riuscì a muoversi. Era paralizzata dal dolore, dalla paura, dalla consapevolezza che quello che avrebbe dovuto uccidere non era un hollow normale, ma bensì un suo amico e lei, non avrebbe potuto farlo. Non voleva uccidere Ryo.
“Alzati” disse una voce. Yui la sentì. Dopo alcuni secondi, la riconobbe.
“Cosa vuoi da me?” biascicò con fatica, la ragazza.
“Lo sai che non hai altra scelta” disse la voce. Yui chiuse gli occhi con disperazione.
“Lasciami in pace!” Disse fra i denti.
“Devi ucciderlo” continuò la voce.
“Ho detto lasciami in pace” urlò in preda all'ira. Strinse gli occhi, cercando il coraggio dentro di se; infine, con grande sforzo si rimise in piedi, strinse la zampakuto che ancora teneva fra le mani e con un salto si precipitò verso il mostro.
“Giuro che te la farò pagare, giuro che tu ed Aizen, la pagherete. Parola di Asai Yui ” urlò con furia, mentre con forza si spingeva verso l'hollow e lo trafiggeva, dritto sulla mezza maschera.
“Mi dispiace Ryo, perdonami. Giuro che mi prenderò cura di lei” sussurrò, mentre le lacrime continuavano a scendere, senza dare accenno al volersi fermare. Poi, l'hollow sparì nel nulla, senza lasciare nessuna traccia alle proprie spalle.

La ragazza ricadde sulle ginocchia, osservandosi le mani, sporche di sangue; aveva appena ucciso un suo amico. Questo pensiero, fisso, le girava in testa e le provocò la nausea. Strinse la mani, furiosa.
“So che sei ancora lì. Di ad Aizen, che se vuole qualcosa da me, allora farà bene a venire direttamente qui, mi sono stufata dei suoi giochi” Urlò, con furia. Nessuna risposta tornò indietro, ma Yui sapeva che lui aveva sentito.

Ichigo tornò poco dopo con gli aiuti, ma l'unica cosa che trovò fu, Yui che, seduta per terra, piangeva. Si precipitò verso di lei e la circondò completamente con le sue braccia, lasciando che piangesse ogni sua lacrima, mentre quella terribile storia, giungeva finalmente al termine.

La dodicesima divisione fece rapporto, così come lo fecero Yui ed Ichigo. Il capitano comandante si congratulò con loro e li ringraziò per l'aiuto dato alla Soul Society, ma i due ragazzi non lasciarono subito il seretei.

Non prima di aver concluso l'ultima missione.




Il sole tramontava all'orizzonte ed il vociare delle persone, nelle strade, si attenuò lentamente.

Poco fuori dal centro di quel piccolo villaggio, in una piccola casa, ora regnava il silenzio, un silenzio cupo e freddo. Hikari si strinse su se stessa affondando il viso fra le gambe, riusciva ancora a sentire la sua risata, i suoi scherzi e la sua irrefrenabile parlantina in giro per la casa. Riusciva a sentire il suo profumo ed ora sentiva la sua assenza. Le lacrime scesero silenziose sul suo viso.

Lei non aveva avuto nessuno a parte lui, era stato l'unico nella sua vita a prendersi cura di lei e mai avrebbe voluto separarsi dalla sua unica famiglia, ma il destino, molte volte, gioca dei brutti scherzi ed ora non le rimaneva altro che un ricordo nella propria mente, un cuore vuoto e una casa fin troppo silenziosa.

“Hikari Sakata” sussurrò una voce nel tramonto. Hikari alzò la testa in cerca di qualcuno, infine la vide: una ragazza dai capelli castani che le sorrideva leggermente.
“Ryo mi ha parlato di te” disse quella, dolcemente. Quel nome le fece tremare il cuore; Hikari continuò ad osservare la ragazza, incredula e curiosa. La castana, si avvicinò verso di lei e le porse una mano.
“Non aver paura, non sarai mai sola” sussurrò Yui, mentre una nuova storia stava iniziando.









 


 


 

Angolo dell'autore:


 

Salve a tutti.

Scusate per l'immenso ritardo, natale è passato e si è portato dietro un sacco di tempo. Avrei voluto pubblicare prima, ma varie cose non me l'hanno permesso. Spero comunque che possiate apprezzare il capitolo.

Qualcuno si palesa, ma ora la domanda è: è un amico o un nemico?


 

Vorrei ringraziare prima di tutti Zephiel97 per aver commentato, ma sopratutto per avermi dato una mano con il capitolo. Grazie mille.

Grazie anche a MeikyuuButterfly per aver commentato, mi fa molto piacere sapere ciò che pensi. Grazie anche a te.


 

Grazie anche a coloro che seguono e leggono la storia, spero di tenervi ancora qua.

Un saluto.

Cass.

 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


“GIVE ME LOVE”

Ed sheeran

 

 

Per alcuni la vita si era fermata per sempre, in un unico e singolo istante; ma non per lei.
La vita, per Yui, aveva continuato ad andare avanti, nonostante tutto, nonostante il dolore che aveva provato sulla propria pelle durante quella notte maledetta e nonostante la consapevolezza che da lì in poi, ogni cosa sarebbe stata diversa. Aveva vissuto quei mesi, dopo la morte di Ryo, con la paura nel cuore. Aver visto la morte davanti ai suoi occhi aveva reso ogni cosa tremendamente chiara. Temeva più di ogni altra cosa che, da un momento all'altro, le parole dell'uomo dagli occhi azzurri si sarebbero potute avverare e che lei non avrebbe potuto far nulla per impedire tutto ciò.

Aveva accennato qualcosa ad Urahara, durante quei mesi; l'uomo l'aveva rassicurata, le aveva detto che avrebbero fatto di tutto per tenerla lontano dai guai, che nessuno l'avrebbe mai toccata; tutti loro erano lì, pronti a proteggerla. Quelle parole avevano avuto il potere di farla rilassare, di farla sentire al sicuro, anche solo per un breve momento.
La vita, così, era andata avanti, la primavera aveva lasciato il posto all'estate e la scuola era finalmente terminata. Yui non poteva credere di aver finito il suo primo anno scolastico lontano da Nagoya e dalla sua vecchia vita, di aver vissuto il periodo più strano e coinvolgente della sua esistenza, di aver conosciuto persone fantastiche, di essere diventata qualcosa di straordinario e, soprattutto, di aver trovato qualcuno con cui condividerlo.
Sorrise, nel pensare a tutto ciò, mentre osservava la sua immagine riflessa allo specchio. Lentamente il suo sorriso si spense, al pensiero di come, in solo anno, il suo riflesso fosse cambiato così tanto, rispetto a quello che aveva visto per sedici anni. Ora che ogni cosa era chiara, riusciva a vedere la verità, dietro i suoi occhi e dietro il suo aspetto. Urahara l'aveva confermato qualche mese prima, battendo sul tempo lo scienziato della soul society, con qualche trucchetto, aveva ammesso l'uomo dai capelli color cenere, ma quello era solo servito ad aiutare loro.
L'uomo le aveva spiegato che la distorsione all'interno della sua anima non era altro che il frammento dell'anima di una Shinigami di nome Kaori, che aveva vissuto circa cento anni prima. L'ex-capitano aveva chiarito che era qualcosa di particolarmente raro: Kaori non si era reincarnata in lei, si era solo unita all'anima di Yui, conformandosi alla sua. L'aveva chiamata “reincarnazione frammentata”, cioè una reincarnazione a metà. L'anima di Kaori non aveva preso il sopravvento su quella di Yui, né quella di Yui su quella di Kaori; lei due anime cooperavano insieme, senza mai sovrapporsi l'una all'altra. Erano insieme, ma allo stesso tempo erano due entità ben distinte. Urahara non aveva saputo dire il perché tutto ciò fosse accaduto, ma qualunque cosa fosse successa, quel fenomeno non era qualcosa in grado di nuocerle; al contrario: tutto ciò avrebbe potuto solo aiutarla. E' così era stato: Kaori le aveva salvato la vita quando le aveva donato i suoi poteri e l'aveva protetta in continuazione. Doveva molto a quella donna e lei lo sapeva bene; ma nonostante tutto, nonostante le rassicurazioni da parte dello scienziato, nonostante gli ultimi mesi fossero stati tranquilli, c'era qualcosa in tutto ciò che non la faceva stare tranquilla.

Il cellulare sulla scrivania squillò, riportando la ragazza alla realtà. Yui buttò un ultimo sguardo alla propria immagine riflessa, prima di spostarsi verso il mobile; afferrò l'apparecchio e lesse, rapida, il messaggio: "Sto uscendo”.. Due singole parole, una cosa a cui, ormai, si era abituata e che in fondo non le importava più di tanto. Mise l'apparecchio nella borsa e, preso un giubbotto leggero, uscì di corsa dalla porta d'ingresso, salutando con poche parole i suoi familiari.
L'aria, fuori, era calda ed il sole stava ormai tramontando. Yui respirò a fondo la dolcezza dell'aria estiva, gustandosi quel vento leggermente tiepido di metà estate.
Camminò per alcuni metri fino a che, a un angolo della strada, non trovò ad aspettarla, appoggiato a un muro, il solito ragazzo dai capelli arancioni. Yui l'osservò di nascosto per un momento, mentre quello era ancora distratto, immerso nei propri pensieri.
Sorrise nel guardarlo e nel sentire il cuore tremare al pensiero di poter stare con lui, in quella serata così particolare.
Dopo alcune incomprensioni, erano arrivati alla conclusione che potessero considerarsi definitivamente una coppia, nonostante per entrambi la cosa suonasse decisamente strana; ma lo erano ed entrambi, dentro di sé, né erano ormai consapevoli.
Ricordava perfettamente il giorno in cui avevano deciso di renderlo ufficiale: passeggiavano per la riva del fiume dopo essere stati ad una mostra; Yui aveva insistito per volerci andare, amava i pittori impressionisti e sapere di poter osservare le loro meravigliose opere, l'aveva resa felice più di ogni altra cosa. Si era completamente persa a osservare i quadri di Van Gogh o quelli di Monet, all'interno del museo. Ichigo l'aveva guardata per tutto il tempo, con un mezzo sorriso sulle labbra, divertito nel vederla felice, come una bambina in un negozio di caramelle. Al ritorno dalla mostra, avevano passeggiato per le rive del fiume; lei non aveva fatto altro che parlare e straparlare di ogni cosa vista alla mostra e Ichigo l'aveva ascoltata pazientemente, per poi fermarsi di colpo sulla strada. Yui l'aveva osservato diventare terribilmente serio, mentre il sole all'orizzonte aveva iniziato a tramontare, un po come il tramonto che poteva scorgere dietro ai palazzi in quel momento.
L'aveva indicata con un dito ed un espressione che avrebbe potuto spaventare persino un hollow e gli aveva detto semplicemente: "Tu! Vuoi diventare la mia ragazza?".
Yui era rimasta un attimo in silenzio perplessa, poi era scoppiata a ridere. Ichigo l'aveva ripresa più volte di smetterla, ma lei non aveva potuto, troppo divertita dal modo in cui aveva tentato di proporgli la cosa. Dopo qualche minuto, dopo essere riuscita a tornare seria, l'aveva guardato negli occhi e aveva sorriso, infine aveva risposto di si. Ichigo aveva realizzato solo dopo qualche secondo, spalancando gli occhi per la sorpresa, come se si aspettasse il contrario e Yui era scoppiata a ridere ancora. Infine, aveva allungato una mano verso di lui e l'aveva ripetuto, una volta ancora: "Si , assolutamente.”
Dal quel giorno non avevano fatto altro che vedersi e sentirsi al telefono e il loro rapporto si era fatta sempre più profondo; non di certo fino a quel fatidico punto, ma infondo si parlava pur sempre di Ichigo: era la persona più innocente e lenta di questo mondo, sebbene, dopo il periodo di tempo passato con lei, il suo atteggiamento fosse cambiato, maturato; se prima il semplice tocco tra loro due l'avrebbe fatto arrossire completamente, ora il ragazzo era diventato molto più intraprendente, molto più sicuro di sé stesso e molto meno impacciato; aveva perso quella sua cattiva abitudine, che lo portava alla morte apparente ogni qualvolta Yui lo baciasse, anzi, aveva addirittura cominciato a fare lui stesso la prima mossa; e diamine se baciava bene, c'erano alcuni momenti in cui si perdeva completamente fra le sue labbra, quasi ne fosse assuefatta. Tutto ciò non aveva fatto altro che migliorare ulteriormente il loro rapporto, le loro uscite si erano fatte sempre più divertenti, sebbene la parte più esilarante fosse rimasta il prenderlo in giro, Ichigo aveva in parte perso quell'ombra scura che sempre aleggiava sul suo volto.
Erano, quindi, cambiate davvero molte cose da quando il loro stare insieme era diventato chiaro a entrambi ed ora, entrambi, sapevano cosa volevano, dove volevano andare e come affrontarlo... O quasi. Insomma, lei lo sapeva; non era sicura che pure Ichigo l'avesse capito, ma Yui era sicura che prima o poi ci sarebbe arrivato anche lui a quel passo, a meno che lei non avesse deciso di prendere in mano le cose e di costringerlo a farlo, prospettiva che sarebbe potuta diventare alquanto divertente.
Perciò si, stavano insieme, sebbene, nonostante tutto, le facesse davvero strano pensarlo. Erano così diversi, loro, eppure non riusciva a capire come lui potesse fargli quell'effetto, come potesse attrarla a quel punto e fargli battere il cuore più di chiunque altro.
Diamine se le piaceva, lui riusciva sempre a sorprenderla e rendeva le cose dannatamente più eccitanti.
“Ehi testa arancione” lo chiamò la ragazza a qualche passo da lui. Ichigo si voltò, preso alla sprovvista e rimase ad osservarla per un momento.
“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?” La riprese il ragazzo, non riuscendo però a trattenere un sorriso; era anche per questo suo fare impertinente che lui si sentiva completamente attratto dalla ragazza, come se fosse un magnete.
“E quante volte ti ho detto che ormai ti devi arrendere al fatto che ti chiamerò così per sempre?" Ribatté la ragazza, percorrendo la distanza che li separava.
“Lo so, ma questo non toglie che tu sia una cavolo di spina nel fianco” rispose il ragazzo, con tono scherzoso, allargando le braccia e stringendola in un caldo abbraccio. Cosa piuttosto inaspettata, se fatta da uno come lui, ma ormai, Yui si era abituata a quel suo fare più affettuoso.
“Vale anche per te, testa arancione” sussurrò in risposta la castana, sottolineando ulteriormente il nomignolo che tanto fastidio dava all'altro, per poi avvicinarsi lentamente al suo viso, le braccia intorno al collo, e posare le proprie labbra sulle sue, in un lungo e dolce bacio.
“Andiamo?” Propose lei, dopo essersi leggermente allontanata dal volto dell'altro.

"Dimentichi che sono io quello che ti stava aspettando" Ribadì Ichigo, prendendola per mano ed incamminandosi verso le strade del centro.
"Ma non lo sai che non si dicono certe cose ad una ragazza?" Sbuffò Yui, senza però elidere quel semplice contatto fisico, che però tanto significava per lei.
"Così impari a chiamarmi con quello stupido nomignolo" Disse il ragazzo, compiaciuto.
"Ah si? Stupida testa arancione" Rispose infine la castana, sorridendo tra sé e sé all'ennesimo sospiro rassegnato del ragazzo.


A Karakura, era consuetudine festeggiare la metà dell'estate con una festa che coinvolgeva tutta la città, in quello che sarebbe potuto essere un festival vero e proprio. Le strade erano affollate di persone che, immerse nelle loro vite, passeggiavano per le vie ricche di colori. Vicino alle sponde del fiume, poteva sentirsi il vociare della folla, l'odore del cibo nelle bancherelle e i colori sfavillanti delle tante luci che ornavano le vie. C'era chi si perdeva fra i carretti ricchi di mille e più oggetti e chi invece, seduto su di un telo sul prato vicino al fiume, attendeva i fuochi d'artificio. C'erano anche numerose bancarelle ricche di cibi tipici del luogo, come i gyoza, il ramen, i yakisoba, gli yakitory ed altri ancora, che servivano a mitigare l'attesa per l'evento della serata.
Ichigo e Yui passeggiarono con serenità, in mezzo a quella piacevole confusione; a Yui erano sempre piaciuti i festival, in particolar modo quello di mezza estate ed il passarlo con il ragazzo a fianco a lei era un ulteriore motivo di gioia. Passarono attraverso le bancarelle, evitando le lunghe code di persone in attesa di prendere del cibo, e camminarono fino ad arrivare alle sponde del fiume. Si sdraiarono sul prato, vicino all'ansa del fiume, ed attesero che la notte calasse completamente, che il cielo tornasse a brillare di vari colori, per lo scoppiare dei fuochi.
“Com'è andato il viaggio per la Soul Society?” Chiese Ichigo, affianco a lei, rompendo il silenzio che si era creato in quel momento di calma.
“Bene, ho incontrato Hikari e.. Stava bene; o almeno così sembrava” ammise la castana, fissando la luna, il suo sguardo perso nei propri pensieri.
“Starà bene, non ti devi preoccupare. E' una ragazzina allegra, solare ed è forte. E, soprattutto, ha te su cui contare” affermò il ragazzo, lanciandole uno sguardo. Yui sorrise, voltandosi verso di lui.
“Spero che tu abbia ragione” disse la ragazza.
“Io ho sempre ragione” rispose Ichigo, attirandola a sé con un braccio e stringendola forte, cercando di confortarla.
“Non esagerare” lo riprese lei, tirandogli una leggera gomitata ad un fianco. Entrambi scoppiarono a ridere a quel gesto, in fin dei conti, quasi affettuoso.
“Devi per forza farlo? Devi per forza tornare a Nagoya?” Esclamò all'improvviso Ichigo, dopo essere stato per qualche secondo a fissare le stelle, ponderando i pro e i contro del porre quella fatidica domanda. Yui sorrise dolcemente, prima di parlare, soppesando bene le parole da usare.
“Be, in realtà non è sicuro, ma credo di si. Sai, lì ci sono tutti i miei parenti, il nonno... Insomma, dobbiamo farlo” rispose la ragazza, guardandolo
“Oh andiamo, ti mancherò così tanto? Kurosaki?” Domandò, divertita la castana, vedendo il ragazzo sbuffare.
“Non è per quello! E' che … Rimarrò da solo a fare le ronde, mi annoierò a morte avendo solamente la compagnia degli Hollow; se non l'avessi notato non sono molto loquaci” cercò di giustificarsi, sebbene in maniera poco convincente.
“C'è sempre Rukia per quello. Oh, dai, cosa ti costa ammettere che ti mancherò!” Lo riprese lei, guardandolo con sguardo che non ammetteva altro che la verità.
“No, su questo non ho dubbi; sono certo che non mi mancherai” mentì il ragazzo, con tono scherzoso, che, però, non lo salvò da un leggero pugno sul braccio da parte della castana.
“Sempre così carino, tu” sbuffò lei. Ichigo rise con voce leggera, stringendola di più a sé.
“Ma questo è il mio modo di essere carino” spiegò il ragazzo, con fare un poco sfrontato. Yui lo guardò scherzosamente accigliata, ma prima che avesse il tempo di ribattere si bloccò.
Il cielo si illuminò tutto d'un tratto e uno scoppio annunciò loro l'inizio dei fuochi d'artificio. Luci rosse, gialle e verdi componevano numerose figure immaginarie, dando inizio ad uno spettacolo pirotecnico degno delle lodi degli antichi poeti; i due ragazzi vennero totalmente catturati ed osservarono quel meraviglioso spettacolo a bocca aperta, incapaci di poter dire anche solo una parola. Yui si accoccolò meglio sul corpo del ragazzo, mettendo la testa nell'incavo della spalla, in modo da essere più comoda nell'osservazione dei fuochi, mentre Ichigo posò il mento sulla nuca di lei, in un gesto affettuoso nuovo anche per lui.
"È ovvio che mi mancherai, Yui, non dovresti neanche più stare a chiedermelo” .Sussurrò all'improvviso il ragazzo, avvolgendo completamente la castana, la cui bocca, non vista, aveva assunto uno dei suoi meravigliosi sorrisi. Infine, sollevò il viso e posò le proprie labbra su quelle del ragazzo, conscia che quel gesto valesse più di diecimila parole.

Quando il cielo tornò a riempirsi di stelle, Ichigo e Yui rimasero un altro po' a godersi la brezza estiva, ammirando il paesaggio che si apriva davanti ai loro occhi. Decisero, poi, di proseguire il giro tra le bancarelle, immersi nella festa fino a che, stanchi, non decisero di tornare verso le proprie case.
“Ah, a proposito; l'altra volta, da Urahara-san, hai lasciato il tuo stemma da shinigami. Perché non vieni un attimo da me? Così lo riprendi?” Propose il ragazzo, a cui Yui annuì senza ribattere. Insieme arrivarono fino alla casa di Ichigo, immersa completamente nel silenzio.
“Non c'è nessuno?” Chiese la castana, lanciando uno sguardo all'altro.
“No, mio padre e le mie sorelle sono andate a trovare una specie di amico di famiglia” spiegò quello, mentre saliva le scale fino ad arrivare in camera sua.
“E per quale motivo tu non sei andato con loro?”. Chiese, lanciandogli un'occhiata, curiosa.
“Be, non volevo. Lui sta sempre a ricordare la mamma. Non volevo vederlo” confessò il ragazzo, assumendo uno sguardo malinconico. Sebbene avesse perso quell'ombra scura che spesso aleggiava sul suo volto, ricordando la madre defunta, essa faceva nuovamente capolinea, come a dire che non se ne sarebbe mai andata definitivamente.
“Hai fatto bene a non andare, ci saremmo persi il festival” rispose la ragazza, cercando di tirarlo un po' su.
“Hai ragione! Se aspetti qui, porto qualcosa da bere” concordò il ragazzo, assumendo un sorriso, per poi sparire dietro alla porta. Yui non fece in tempo a fermarlo che si ritrovò completamente sola nella sua stanza.
Si guardò attorno, scrutando i particolari di quella camera che aveva, ormai, visto un sacco di volte; sorrise notando la stessa chitarra di sempre in un angolo della stanza, la scrivania bianca, piuttosto ordinata per essere quella di un uomo, ed avvertendo il profumo mascolino che aleggiava nell'aria. Si sedette sul bordo del letto, ancora immersa in ciò che le stava attorno. Ci pensò un momento e decise di sedersi per terra: aveva ormai imparato quanto potesse essere pignolo su certe questioni il ragazzo, meglio evitare inutili dispute.
“Eccomi” disse Ichigo, entrando con due tazze di tè fumante e rimanendo completamente sorpreso. Credeva di trovarla completamente coricata sul letto, come era solita fare ogni volta che veniva a casa sua, ma sembrava che questa volta avesse deciso di lasciar stare. Si avvicinò a lei e le porse una tazza, sedendosi poco distante. Sorseggiarono in silenzio la bevanda bollente, come piaceva al ragazzo, mentre la castana gli lanciava ,di tanto in tanto, qualche sguardo. Sapeva che lui non si era minimamente reso conto della situazione in cui si ritrovavano e a lei quella cosa divertiva un sacco. Finito di bere, Yui appoggiò la tazza sulla scrivania, mettendosi, poi, a fissare il ragazzo con sguardo penetrante.
“Che c'è?” Domandò lui, con fare innocente, sorseggiando un altro poco di te.
“Nulla” disse semplicemente la ragazza, con tranquillità.
“E allora perché mi stai fissando?” Domandò perplesso.
“È così silenziosa casa tua, oggi” commentò lei, con nonchalance, guardandosi attorno distrattamente.
“Già, be lo è sempre quando gli altri non ci sono” spiegò Ichigo, con tono scettico, non sapendo bene come rispondere.
“Quindi siamo completamente soli” continuò lei, osservandolo di sfuggita.
“Già, è vero. Ma non è mica la prima volta che succede.” Rispose il ragazzo facendo spallucce. Yui dovette trattenere a stento una risata, mentre rispondeva.

"È vero, ma le altre volte c'era sempre la possibilità che tornassero Karin o Yuzu o c'era tuo padre nella clinica di fianco casa tua; alla fine non eravamo mai realmente soli e di certo non di notte, con la luna e le stelle che splendono, dopo aver visto dei stupendi fuochi d'artificio…". Ad Ichigo andò quasi il tea di traverso, al sentire quelle parole, tanto dover tossire con veemenza, rischiando di soffocare con la bevanda bollente.
“Smettila” la riprese lui, tra un colpo di tosse e l'altro. Yui alzò le mani in alto, in segno della sua innocenza.
“Sei tu che hai fatto tutto” rispose quella, divertita, beccandosi un'occhiataccia da Ichigo.
“E poi mica è detto che debba succedere qualcosa. Non se tu non vuoi” dichiarò la ragazza, fissandolo con sguardo indagatore, come se lo stesse mettendo alla prova. Si guardarono per un po', senza dire assolutamente nulla.
“Ma è ovvio che tu non voglia” disse infine la ragazza, spostando lo sguardo altrove, come se fosse rimasta quasi delusa.
“Questo non è vero!” Le rispose subito il ragazzo, ferito nell'orgoglio. Yui tornò a guadarlo, un pochino più speranzosa.
“Davvero Ichigo?” Chiese, con sguardo fisso su di lui.
“Certo” rispose sicuro il ragazzo, sebbene dopo alcuni secondi si fece titubante.
“Sei sicuro di volerlo? Non mi sembri molto convinto” affermò la ragazza, scrutandolo a lungo.
“Lo voglio...” Ripete con sicurezza.
“Ma..?” Lo incitò lei, notando la sua esitazione.
“Be... E' difficile ok! Cerca di capirmi, fino a due mesi fa non sarei riuscito neanche a baciarti senza diventare una statua di marmo rosso, non riuscivo neanche a toccarti senza rimanerne imbarazzato. In questo periodo di tempo sono cambiato, sono diventato più sicuro di me stesso, tutto grazie a te, che riesci a farmi a sentire a mio agio in qualsiasi situazione io mi trovi. Ma nonostante ciò, l'idea di poter fare quello che pensi, per quanto mi piaccia, non può non spaventarmi almeno un pochino, ho una grandissima paura di fare qualcosa di sbagliato, di rovinare tutto..” Spiegò lui, palesemente a disagio, stringendo convulsamente le mani attorno ad un suo piede, come faceva quando era veramente agitato per qualcosa.
“Capisco quello che tu provi, Ichigo, ma non sei l'unico ad avere timore di ciò, anche io provo queste stesse sensazioni contrastanti, ma sento di volerlo fare. Non importa che tu sia portato o meno, io sono qui con te e faremo questa cosa insieme, uno guidando l'altro" rispose la castana, usando un tono più dolce possibile, cercando di rassicurare l'animo del ragazzo. Vedendolo ancora leggermente scettico, Yui si alzò e lo abbracciò, stringendolo forte, sperando in quel modo di fargli capire i suoi veri sentimenti.
"Io mi fido di te, Ichigo, so che andrà tutto bene. Perciò fidati di me". Sussurrò la ragazza, al suo orecchio.
All'improvviso la castana percepì la mano del ragazzo appoggiarsi delicatamente sulle sue braccia e si sentì tirata in avanti. Si ritrovò seduta sulle sue ginocchia, le proprie gambe attorno alla sua vita, il viso a pochi centimetri dal suo.
"Be, ammetto che hai ragione  ed è ovvio che mi fido di te" rispose il ragazzo, facendo un mezzo sorriso. Yui sorrise di rimando.
"Ricordalo fino alla fine dei tuoi giorni, testa arancione, io ho sempre ragione", rispose con un sussurro la ragazza, mentre le loro labbra si univano finalmente in un bacio ricolmo di passione. Yui allungò le mani lungo la nuca di Ichigo, stringendogli con ardore i capelli ed intrappolando il suo volto in una morsa giocosa; d'altro canto, il ragazzo circondò il corpo della castana con le proprie braccia, facendole scorrere lungo la schiena, creando, con le dita, tante piccole circonferenze concentriche e generando in lei scariche elettriche di differente intensità. I baci che si scambiavano acquisivano desiderio man mano che il tempo scorreva; desiderio di conoscersi meglio, desiderio di libidine, desiderio di amarsi. La castana fece, pian piano scendere le mani lungo la schiena dello Shinigami, disegnando i lineamenti della colonna vertebrale e provocando in lui tremiti di piacere, che la fecero diventare più avventata. Arrivata con le dita fino al bordo della maglietta, lesta, la tolse senza dir nulla, interrompendo per un attimo il contatto tra le loro bocche ed ammirando con stupore il torace di lui: l'aveva visto già molte volte, in quasi tutte le battaglie che aveva affrontato finiva sempre ferito e toccava sempre a lei bendare i tagli che si era procurato; ma era la prima volta che lo osservava con vero interesse, accorgendosi solo ora di quanto tonico fosse il suo fisico, di quante cicatrici lo solcassero e di quanto fosse grande il desiderio di toccarlo. Ichigo lasciò che Yui esplorasse il suo corpo per qualche secondo, prima di far forza con le gambe e spingere a terra il corpo di lei. Subito si chinò su di lei, scoccandole un rapido bacio sulle labbra, passando subito dopo al mento; baci lenti e caldi percorrevano la linea del suo collo, avanti e indietro, da destra a sinistra, provocando gemiti di piacere che la ragazza non riuscì a trattenere. Mentre compiva con la bocca quella danza sfrenata, con le mani provvide a sbottonare la camicetta azzurra, che tanto lo faceva impazzire, sfilandola dal corpo di lei e liberando dal tessuto il suo ventre piatto, i suoi fianchi morbidi, la sua pelle olivastra che non vedeva l'ora di baciare. E stavolta fu Yui a ribaltare la situazione, decisa più che mai a prendere parte lei stessa a quel gioco; rotolando di lato, si portò sopra il ragazzo ed affondò il proprio petto sulla sua testa; Ichigo cominciò, quindi, a baciare la base del collo della ragazza, gustando la morbida pelle che tanto aveva desiderato, andando più giù, sempre più giù, fino ad arrivare all'incavo dei seni. Il tutto mentre la castana continuava l'esplorazione della schiena del ragazzo, compiendo, con le dita, lunghi ghirigori, che generavano scariche di adrenalina lungo il midollo osseo di quello e baciando a propria volta il collo di lui, interrompendosi giusto il tempo per far uscire quei gemiti di piacere che proprio non riusciva a trattenere. Ma anche le mani di Ichigo non erano rimaste inoperose, andando a percorrere la pelle leggermente scura della ragazza, gustandone a pieno la morbidezza. Spinto dall'eccitazione e dall'adrenalina, presente con un tasso sempre maggiore nel proprio corpo, Ichigo, con un colpo di reni, si alzò in piedi, sollevando a sua volta il corpo di Yui che, per non cadere, circondò con le gambe la vita dello Shinigami. Mentre si avvicinava al letto, armeggiò con il gancetto del reggiseno color lillà, riuscendo infine a toglierlo, rivelando al mondo ciò che neanche nei suoi sogni più profondi aveva mai creduto di desiderare. Rimase qualche secondo fisso ad ammirare i seni della ragazza, come se non avesse mai visto nient'altro di così perfetto, ma Yui non gli permise troppo tempo per riflettere; forse imbarazzata per quel fuoriprogramma, forse stizzita per il contatto interrotto della bocca di Ichigo con la propria pelle, la castana si chinò sul volto del ragazzo, baciando le sue labbra con grande intensità, riscuotendolo dai suoi pensieri ed attirandolo sempre più a sé. Quello, arrivato finalmente al letto, la posò con delicatezza su di esso, sdraiandosi, a sua volta, sopra di lei. Con entrambe le mani bloccò quelle della castana dietro il suo viso, imprigionandola sotto il proprio corpo ed incominciò a riempire di caldi baci la spalla destra, scendendo lentamente, fino ad arrivare al seno destro. Entrambi stavano provando emozioni mai sentite prima, mai neppure immaginate, un forte desiderio di toccare, baciare e l'eccitazione che entrambi provavano li stavano facendo andare in estasi, tanto che il tempo sembrava essersi completamente cristallizzato. Ciò che successe dopo fu un susseguirsi di atti spinti dalla voglia di avere altro, spinti da quell'emozione che continuava a crescere. Liberi da ogni indumento, da ogni pudore, si lasciarono andare, godendo di ogni momento, di ogni carezza fino ad arrivare all'apice del piacere, insieme, sempre più complici ed ora ancora più legati.

Era una notte senza luna quella, oscurata completamente da delle nuvole, ma, nonostante il buio, Yui riusciva a vedere il profilo del ragazzo al suo fianco, che, inerme, dormiva. Sentiva il suo respiro scandire il tempo nella stanza, rompendo a ritmi regolari il silenzio che era sceso dopo un momento di puro amore. Lo scrutò a lungo, perdendosi ad osservare i suoi lineamenti, che fino a poco prima aveva assaporato. Quasi sussultò, quando quello si mosse d'improvviso e si voltò, coricandosi d'un fianco, proprio verso di lei. Yui sorrise nel vederlo cosi indifeso e calmo, solo di notte perdeva quella cattiva abitudine dello stare sempre in guardia, in caso di un attacco da parte degli Hollow, era una caratteristica che non era mai cambiata, in quei due mesi; anzi, forse era addirittura aumentata. Ma in fondo non le dispiaceva più di tanto, forse era anche questo uno dei motivi che per cui lui le piaceva più di ogni altra cosa. Avvicinò delicatamente una mano al suo viso, toccandolo dolcemente e facendola scorrere sulla sua pelle morbida e calda. Arrivò fino ai capelli: erano lisci e fin troppo arancioni anche al buio.
“Che diavolo mi hai fatto? Maledetta testa arancione” disse in un sussurrò, continuando ad accarezzare il suo volto, mentre il cuore, nel petto, batteva all'impazzata. Non resistendo alla tentazione, si sporse un poco fino a baciarlo delicatamente sulla guancia.
“Non osare andare via” disse in un sussurrò.
“Mai” rispose d'improvviso il ragazzo, facendo sussultare Yui nella notte, che non credeva fosse sveglio. Ichigo aprì lentamente gli occhi, guardando con intensità quelli scuri della ragazza. Senza dire una parola, lui l'afferrò e la portò al petto, stringendola a sé.
“Vale anche per te” disse lui, in sussurrò. Yui annuì, accoccolandosi meglio al ragazzo; chiuse gli occhi fino ad addormentarsi, serena come non era mai stata, l'ultimo pensiero rivolto solamente al ricordo stupendo della serata appena trascorsa.

 





 

Angolo dell'autore:

 

Salve.
So che pensavate mi fossi persa, ma la verità è che la modifica e correzione del capitolo ci ha preso un po' di tempo, ma eccomi qui con il continuo.

Il periodo dei “capitoli di transizione” è oramai giunto al termine, dal prossimo si entrerà nel punto cruciale della storia, quindi spero voi siate ancora a qui con me ^^

 

Oggi faccio un ringraziamento super speciale a Zephiel97 che ha deciso di darmi una mano diventando il mio “editor” e aiutandomi ad eliminare gli errori, ma sopratutto a darmi consigli importanti per la storia e per la stesura. Quindi un grazie super gigantesco va a lui.

 

Spero che il capitolo sia di vostro gradimento. Ci vediamo alla prossima.

 

Un saluto.

 

Cass.




 

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


 

“Now its time to say goodbye
to the things we loved
and the innocence of youth “

Jeff Williams

 

 

 

L'aria era fredda ed attorno a lei l'oscurità faceva da padrona. Era buio, nemmeno un filo di luce risplendeva in quel luogo così tetro, ma quello non era un semplice buio, era un qualcosa di pesante, di così tanto pesante da opprimerle il cuore. Yui si voltò svelta, osservandosi attorno; non riusciva a scorgere nulla, non riusciva a percepire nulla, c'era solo il nero di fronte a lei.
“Yuui” cantilenò una voce nel buio. La ragazza si immobilizzò d'improvviso e sentì un brivido percorrere la sua schiena.
Durante quei mesi, sporadicamente, quella voce era comparsa nei suoi sogni, l'aveva terrorizzata, inquietata e spaventata più di ogni altra cosa ed ogni volta lei aveva seppellito tutto, cercando di dimenticare, ma non poteva, non più: lei era il suo peggior incubo.
“So che puoi sentirmi, Yui” sussurrò, suadente la donna, che sembrava essere ovunque e da nessuna parte allo stesso tempo, senza che lei potesse fare alcunché per capirne la reale posizione. La ragazza percepì il cuore aumentare i suoi battiti nel petto e la paura farsi spazio dentro di lei. Strinse i pugni, doveva calmarsi, era solo un sogno, era sempre e soltanto un sogno, doveva solo ricordarlo. E ci tentava, con tutte le sue forze, ma risultava tutto completamente vano.
“Oh certo, questo è un sogno Yui, ma io sono reale” sussurrò ancora la voce e Yui si costrinse a trattenere il respiro, mentre, dentro di lei, combatteva il terrore che le stava divorando il cuore.
“Ti spaventa, vero? Che io sia nella tua testa, qui. Ti preoccupa così tanto la mia esistenza? Ma questo è niente in confronto a ciò che potrei farti, mia cara Yui” commentò la voce, che sembrava essersi fatta più vicina. La ragazza si voltò, scrutandosi attorno, in cerca di lei, senza riuscire, però a trovarla, sembrava quasi che la donna stesse giocando con la mente della Shinigami.
“Tu, non farai assolutamente nulla!” Rispose Yui, cercando di ostentare una sicurezza che, però, non possedeva. Un tentativo clamorosamente fallito, visto la risata di schermo che le era arrivata in risposta.
“Sei davvero uno spasso, sul serio. Ma non potrai farci nulla, mia piccola e tenera Yui” commentò con tono sprezzante la donna.
“Dove sei? fatti vedere!” Sbraitò innervosita la Shinigami, provocando solamente un ulteriore sensazione di ilarità nella misteriosa figura dai capelli turchini.
“Oh si, devi avere paura di me, Yui, molta paura, perché un giorno io prenderò tutto: le persone che ami, la tua vita, la tua anima. Ogni cosa, dalla prima all’ultima. E quello sarà il giorno in cui Io ti schiaccerò” Yui sentì all’improvviso il respiro freddo di lei dietro all'orecchio, la sua oscura presenza che la opprimeva. Il sangue le si gelò nelle vene ed una mano l'afferrò per il collo, stringendola con forza. Il respiro le si mozzò nella gola, le energie cominciarono subito a scemare, la vista ad annebbiarsi. Yui si ribellò con tutta se stessa, dimenandosi, scalciando e urlando, ma niente, sembrava essere tutto inutile. La sua coscienza stava per svanire, completamente surclassata da quella della donna, ma quando sembrava essere completamente succube della forza avversa…

Quando riaprì gli occhi, il soffitto bianco della sua stanza comparve d'improvviso, riportandola alla realtà. Yui si alzò di scatto e si mise a sedere, mentre nel petto il cuore batteva a una velocità impressionante, ancora sotto effetto dell’adrenalina che il proprio organismo aveva messo in circolo. Era tornata, la donna dai capelli azzurri era nuovamente lì e ,come sempre, era riuscita completamente a terrorizzarla, stavolta, forse, anche più del solito. Sospirò un momento, cercando di ritrovare la calma, rassicurando se stessa che lei non avrebbe mai potuto nuocerle, che era solo dentro alla sua testa.

La notte stava ormai calando e lei si era appisolata un momento, stanca com'era dopo la giornata spesa al mare insieme ad Ichigo.
Quel giorno avevano deciso di prendere il treno e andare via insieme, dritti verso la spiaggia e di passare una giornata all'insegna del divertimento. Avevano scherzato giocando nell'acqua, avevano preso il sole ascoltando della musica ed infine, esausti, erano tornati a casa contenti come non mai, sebbene lo fossero sempre, quando passavano un po’ di tempo insieme. Dopo aver vissuto quella splendida giornata, si sorprese a pensare che tutto procedesse bene nella sua vita: Ichigo ormai era una costante, lo erano diventati anche i suoi amici e l'estate a Karakura proseguiva nella maniera migliore. Tutto andava bene e ciò non poteva che renderla felice.
D'improvviso la finestra si aprì e qualcosa entrò da essa, con passo leggiadro. Yui spalancò gli occhi, nel vedere l'ombra posarsi sul suo pavimento, rimettersi dritta e fissarla con insistenza.
Due occhi azzurri e profondi, la guardarono, immobili.
“Yui Asai” disse la voce, seria, mentre il vento soffiava, caldo, e scompigliava dei capelli argentiti. Yui deglutì un momento, ancora incredula per ciò a cui stava assistendo: il capitano della decima divisione, Hitsugaya Toshiro, era appena entrato dalla finestra della sua camera e lei non se ne era minimamente accorta.
“Ragazzino ma che ci fai qui?” domandò Yui, riprendendosi dallo stupore. Hitsugaya, chiuse un secondo gli occhi, scocciato dal modo in cui era appena stato chiamato.
“Capitano Hitsugaya per te”
“Si, si quello che vuoi. Ma che ci fai qui?” ripeté, ancora la Shinigami.
“Sono venuto ad avvisarti. Siamo appena arrivati dalla Soul Society e abbiamo urgente bisogno di parlare con voi” disse il ragazzino, tremendamente serio e pacato, completamente in antitesi con la ragazza, che continuava a guardarlo perplessa.
“E per quale motivo sei venuto direttamente a casa mia? Cosa diavolo può essere successo di così importante?”. Hitsugaya, puntò il suo sguardo, con forza su di lei, ponderando con cura le parole da usare per rispondere alla domanda, più che lecita, che gli era stata appena posta.
“Aizen ha fatto la sua mossa” disse, infine, scuro e tetro come un soldato che comunica ad un carcerato che la sua ora è appena arrivata. Ed infatti Yui sentì il cuore perdere un battito e la propria temperatura corporea calare drasticamente.
“Cosa intendi?”.
“Spiegheremo tutto a dovere, una volta che saremo all'emporio di Urahara e diamine, dammi del lei!” spiegò, palesemente irritato da quella mancanza di rispetto.
“Non è colpa mia se sembri un ragazzino, non mi viene naturale” ribatté Yui, alzandosi dal letto e avvicinandosi a lui, per poi scrutarlo.
“Sarò piccolo, ma sono pur sempre un capitano!” rispose, seccato lo Shinigami. La ragazza lo guardò per un momento seria, per poi sorridere leggermente.
“Sei così tenero” affermò, dandogli un buffetto sulle guancia, al chè, il capitano della decima, sentì il viso prendere colore e, infastidito, le lanciò un'occhiataccia.
“Va bene, va bene, Capitano Hitsugaya, non si arrabbi” lo schernì Yui, un poco divertita.
“Voi umani, siete particolarmente fastidiosi” affermò quello, contrariato.
“Voi shinigami invece siete troppo rigidi”. Considerando chiusa la conversazione, la castana andò verso la scrivania, prese una piccola sferetta, che Urahara gli aveva dato da utilizzare al posto del suo stemma, e la ingerì.
Pochi secondi dopo, si ritrovò in forma spirituale, mentre il suo corpo, animato da un’altra anima, se ne stava in piedi ad osservarla.
“Sta attenta e non fare nulla di diverso, di pericoloso, di avventato, di stupido ecc ecc.. Capito?” Disse, puntandole un dito contro, mentre quella annuiva, pacata. “Bene, ragaz..emh, Capitano Hitsugaya, possiamo andare” affermò la ragazza, raggiungendolo.
Il ragazzino, serio, fece un segno con la testa e si voltò, pronto a saltare fuori dalla finestra, ma venne interrotto all’improvviso dalla voce della castana.
“Ah, a proposito. E' stato davvero audace da parte sua, entrare nella camera di una donna, senza nemmeno bussare. Capitano Hitsugaya” sussurrò la ragazza, tremendamente vicina al suo orecchio, per poi spostarsi verso la finestra ed uscire, lasciando dietro di sé il capitano, ancora imbarazzato.

Pochi minuti dopo, arrivarono al piccolo emporio di Urahara, nascosto in una strada in penombra, così anonimo da essere quasi invisibile. Una volta giunti a destinazione, si diressero verso la porta e attesero che quella si aprisse. Tsukabushi li osservò silenzioso, dietro di essa, e, imponente come sempre, fece loro segno di entrare; entrambi salutarono l'omone ed insieme entrarono dentro al negozio, fino ad arrivare alla sala. Quando vi misero piede, Yui si stupì di vedere un'enorme quantità di facce scrutarla.
“Yui!” La richiamò Ichigo, scattando in piedi e fermandosi davanti al ragazzino dai capelli argentati.
“Che ci fai con lui?” Yui lanciò un occhiata verso il capitano, prima di rispondere alla domanda posta da un Ichigo alquanto confuso.
“È venuto a prendermi”. I presenti lo guardarono un po' stupiti, mentre Matsumoto, ad un angolo della sala, rideva un poco divertita. Sapeva che, nonostante l'astio che aveva sempre dimostrato per quella ragazza, al capitano della decima infondo lei piaceva. Un giorno aveva osato dire a voce alta che era una tosta, per poi rimangiarsi tutto, imbarazzato.
Hitsugaya avanzò, ignorando lo shinigami delegato, ed andò a sedersi attorno al tavolo che occupava il centro della stanza. Il tutto sotto lo sgurdo divertito di Yui, fece segno con la testa al ragazzo dai capelli arancioni e insieme presero posto al piccolo tavolo al centro della stanza.
“Oh ma guarda qui” disse la voce sorpresa di Urahara, comparendo da una porta scorrevole
“Oggi è davvero affollato. Salve a tutti” proseguì l'uomo, prendendo posto con loro.
“Urahara-san, ma che diavolo succede?” Chiese Ichigo, abbastanza perplesso dalla situazione che si era andata a creare. Inoltre, per quache motivo a lui ignoto, la stanza si era improvvisamente fatta silenziosa.
“Mi sorprende Kurosaki-san, che lei non abbia la minima idea di quello che succede!” Confessò l'uomo, sventolando il ventaglio avanti e indietro, come era sempre solito fare. Era un’abitudine che aveva sempre incuriosito Yui, visto che l’ex-capitano della dodicesima compiva quel gesto anche in pieno inverno, ma non aveva mai osato chiederlo direttamente, per paura di sembrare indiscreta.
“Il capitano Hitsugaya ha detto che Aizen ha fatto la sua mossa, cosa diavolo intendeva?” Si intromise Yui, mentre Ichigo si voltava di scatto verso di lei, sorpreso per l’ennesima volta, visto che quel dettaglio non gli era stato minimamente rivelato.
“Aizen? Che centra Aizen? Cosa diamine succede?” Domandò, parecchio turbato.
“Calma, shinigami delegato. Tutto verrà spiegato” rispose subito pacato, il capitano della decima, mantenendo il solito tono calmo e distaccato, quasi si fosse aspettato una reazione simile.
“Kurosaki-san, Asai-san, non so come non siate riusciti a percepirla, ma verso l'ora di pranzo è stata riscontrata la presenza di una reiatsu terribilmente potente sopra i cieli di Karakura; ogni persona capace di sentire o percepire le reiatsu altrui, è riuscita ad avvertirla. Mi chiedo come mai, voi, non l'abbiate potuto fare”

“Ehm…ecco…noi eravamo fuori città, perciò non siamo riusciti a percepirla” spiegò tutta rossa la ragazza: fare una cosa romantica era un conto, ma doverla raccontare…
“Tutti e due? Insieme?” Si intromise, perfida,  Matsumoto, che aveva dipinto in faccia un sorriso malizioso. I due ragazzi si fecero piccoli piccoli, completamente imbarazzati per il risvolto che stava prendendo la vicenda; i primi problemi dell’essere pubblicamente una coppia si stavano manifestando…
“Si, qual è il problema?” Ribatté Ichigo, deciso a prendere in mano la situazione.
“Eeheh alla fine ci siete arrivati eh? I due piccioncini… da quanto state insieme?” “Matsumoto, finiscila” la riprese Hitsugaya, cercando di contenere la risata cristallina della propria vice, che sembrò tornare alla normalità, anche se fece comunque un occhiolino ad entrambi.
“Tornando alle cose importanti, - riprese il discorso Urahara, anche lui un poco divertito dalla scena, - la reiatsu che abbiamo percepito, potrebbe tranquillamente appartenere ad un espada di Aizen, perciò vi è stato riferito quel messaggio. Non sono stati riscontrati attacchi di nessun genere e questo ci ha fatto sperare che fosse solo una visita di passaggio, ma ciò non ha di certo fermato la Soul Society dal prendere le sue precauzioni, per questo loro sono qui: abbiamo il terzo e il quinto seggio dell'undicesima; il vice ed il capitano della decima ed infine il vice della sesta. Oltre alla qui presente Kuchiki-san, della tredicesima, che però conosci già”.
“La Soul society deve essere davvero spaventata, per aver mandato tutti voi” commentò Yui, osservandoli attentamente: era contenta di poter rivedere Renji, aveva bei ricordi su di lui, durante il periodo che aveva trascorso nella soul society; lo stesso si poteva dire di Matsumoto, il suo fare malizioso a parte, mentre gli altri due shinigami, li ricordava vagamente.
“È di Aizen che parliamo. Nonostante nessuno di noi sappia il motivo, siamo consapevoli che potrebbe essere pericoloso. Lui non agisce mai casualmente, ogni azione che compie è il risultato di un possibile e scrupoloso piano e la Soul Society lo sa. Nell'eventualità che una qualsiasi cosa possa accadere, dobbiamo farci trovare assolutamente pronti” spiegò Urahara, il volto incredibilmente serio.
“Siete stati convocati, perché voi rappresentate gli shinigami sulla Terra e, come tali, apprezzeremmo il vostro aiuto” concluse il capitano della decima, a cui Ichigo annuì con sicurezza.
“Questa è la mia città, non permetterò che Aizen combini qualcosa e la passi liscia”.

Le voci si susseguirono, all’interno della stanza, parlando di piani, di Aizen e di numerose altre cose, ma Yui non ascoltò nulla, aveva smesso di farlo dopo le parole di Urahara. Non riusciva a darsi una spiegazione, ma sentiva un brutto presentimento, qualcosa di oscuro e malefico, che la induceva a credere che tutto ciò fosse legato a lei. La ragazza alzò un poco il viso, incontrando quello serio dell'uomo dai capelli color biondo cenere e si decise, infine a prendere parola.
“Ho bisogno di parlare con lei, in privato. Urahara-san”. La stanza, fino ad un secondo prima satura di voci, piombò nuovamente nel silenzio.
“Yui?” La chiamò Ichigo, sorpreso da quella richiesta.
“Va tutto bene, devo solo chiedere una cosa”. L'uomo annuì e si alzò, camminando verso la camera affianco. Yui si mise in piedi e lo seguì, ignorando lo sguardo di tutti i presenti, che sembravano studiarla.

Entrarono in una stanza poco distante da quella in cui erano e chiusero la porta alle loro spalle.
“C'è qualcosa che ti turba, Asai-san?” Domandò l'uomo, ancora voltato di spalle.
“Urahara-san, ho un brutto presentimento su ciò che sta accadendo” ammise Yui, preoccupata.

“Non riesco a scrollarmi questa inquietante sensazione di dosso, ma sento che l’improvvisa comparsa della reiatsu possa essere legata a ciò che l'uomo misterioso aveva detto. 'Il tempo sta per scadere'. E se fosse ora, adesso? E se tutto ciò fosse legato a me?” Il tono con cui aveva parlato si era fatto man mano più lugubre, più malinconico; la sola possibilità che la sua semplice esistenza stesse per causare una situazione così complicata la faceva star male, più di quanto avesse potuto credere.

“Non posso dire che la tua preoccupazione sia infondata. L'ho pensato anche io, quando è successo, tutti questi mesi senza alcun tipo di attività ed improvvisamente questo. Mi spiace Yui-san, ma potrebbe essere una paura più che lecita; tuttavia non devi preoccuparti, tutti noi siamo qui non solo per sconfiggere Aizen, ma anche per proteggere gli abitanti della città; ed in questo caso, saremo più che lieti di proteggere te!” Disse infine l'uomo, cercando di rassicurarla ed accennando un piccolo sorriso, che Yui ricambiò con piacere. Urahara, poi, si mosse, avvicinandosi verso di lei e le posò delicatamente una mano sulla spalla.
“Andrà tutto bene, Asai-san” ribadì, con voce calma e rassicurante, prima di superarla ed uscire dalla stanza, tornando alla discussione appena interrotta, seguito qualche secondo dopo da Yui, decisamente più tranquilla.

“Dato che la casa di Urahara è troppo piccola, che ne dite se alcuni di noi vanno da Ichigo?” Propose Renji, subito ripreso dal diretto interessato, che non aveva accolto con felicità quella proposta.
“Cosa? No, no, assolutamente no. Per cosa avete preso la mia casa? Non verrete a stare da me”.
“Oh andiamo. Ichigooo. Facci questo piccolo favore” cercò di convincerlo, Matsumoto, con voce estremamente suadente.
“Ben che meno tu! Tu saresti l'ultima persona che farei stare a casa mia” affermò con decisione Ichigo, puntandole un dito contro.
“Oh, ma come sei scortese. Nemmeno se faccio… questo?” Disse la donna, aprendo leggermente il kimono sul petto. La tonalità del viso di Ichigo cambiò dal rosa al rosso vivo, ma nonostante ciò, forse perché dopo i mesi passati insieme a Yui l’avevano cambiato o forse perché la diretta interessata si trovava a pochi centimetri da lui e lo stava fissando con uno sguardo omicida, riuscì a comportarsi in maniera civile.
“Ancora di meno. Per chi mi ha preso, queste cose non funzionano con me, Rangiku-san. La smetta per favore, anche alzando la gonna non verrà a casa mia”

“Può venire da me se vuole” si intromise Yui, che non aveva particolarmente apprezzato quel subdolo stratagemma, sebbene fosse rimasta stupita e anche un po' divertita straordinaria fedeltà mostratale da ichigo, in pochi sarebbero rimasti impassibile di fronte alla vice della decima.

“Basta che la smetta di cercare di comprare Ichigo mostrandogli parti del suo corpo. Anche se non sembra lui è comunque il mio.. emh.. ragazzo” commentò la ragazza, accorgendosi di averlo detto a voce alta, davanti a tutti loro, cosa che la fece un poco arrossire. La cosa imbarazzò un poco anche il diretto interessato; dovevano farci decisamente abitudine entrambi.

“Bene allora, Matsumoto e il capitano andranno da Yui. Rukia, Madarame e Yumchica andranno da Ichigo, mentre io me ne starò qui” disse contento Renji.
“Ho detto che non verrete a casa mia!” Ribadì leggermente irritato Ichigo, dato che chiunque sembrava prendere la sua abitazione come se fosse una normalissima stanza d’hotel…

“Perché no? Andiamo Ichigo, che ti costa?” Chiese Ikkaku, all'angolo della stanza. Qualche secondo dopo finirono tutti per discutere, ma Urahara li cacciò via malamente, sbattendoli tutti fuori casa; tutti tranne Renji, che rimase lì con loro, in cambio di un aiuto in negozio, il che avrebbe comportato parecchio lavoro extra e sottopagato.
Il resto del gruppo si disperse per la città, dividendosi per una ronda e Yui, insieme ad Ichigo, tornarono alle rispettive case.

La notte, ormai inoltrata, sembrava essere assai tranquilla. Yui se ne stava sotto le coperte in dormiveglia, in attesa che Matsumoto e il capitano della decima tornassero dalla loro ronda notturna. Era riuscita a resistere al sonno per tutto quel tempo, ma, alla fine, le sue palpebre avevano ceduto alla stanchezza e, nel giro di pochi minuti, si era completamente appisolata. Da una parte, sarebbe voluta rimanere sveglia, per riuscire a sistemare i suoi ospiti, ma dall'altra, sperava di riuscire a dormire qualche ora e porre così fine a quella lunga ed estenuante giornata. Mai i suoi nervi erano stati così tesi e suscettibili, tutto dovuto a ciò che era successo durante quella stessa mattina, in sua assenza.
Le parole che Urahara le aveva detto, avevano, anche se di poco, alleviato la sue preoccupazione, sebbene non non fossero riuscite a far sparire quel terribile presentimento che riusciva a percepire e che le stringeva la bocca dello stomaco, tanto da farla star male. Sapeva che non sarebbe stata sola in quella sua strana battaglia, se di battaglia si sarebbe trattato, ma ciò che la preoccupava maggiormente non era chi sarebbe stato con lei, ma chi avrebbe dovuto affrontare: un nemico di cui non sapeva nulla e del quale non conosceva la minima intenzione. Il perché Aizen avesse messo gli occhi su di lei, era una domanda alla quale non riusciva a dare una risposta, così come non era ancora riuscita a decifrare quell'unica frase che continuava a ronzarle in testa, quelle parole che l'uomo misterioso le aveva riferito e che le avevano dato solo tormento: “il tempo sta per scadere”.

D'un tratto, una forza minacciosa ed oscura si espanse nell'aria, diffondendosi per tutta la città, senza lasciare scampo a nessuno. Yui aprì di scattò gli occhi, mentre quella pressione la schiacciava con prepotenza, impedendole persino di respirare.
Con tutte le proprie energie si mise a sedere, mentre dentro al petto il cuore prese a battere forte, colmo di paura e di apprensione.
Cinque diverse reiatsu, forti e potenti, si materializzarono di colpo nel cielo di Karakura, interrompendo il sonno tranquillo di chi, come lei, fosse in grado di percepire la minima forza spirituale. Yui si precipitò giù dal letto, con il fiato corto ed il cuore martellante, incredula per ciò che stava accadendo; si spostò rapida verso la scrivania ed afferrò la sferetta, nel cassetto, ingerendola in pochi decimi di secondo. Un istante dopo, si ritrovò nella sua forma di anima, mentre il proprio corpo se ne stava in piedi di fronte a lei.
“Sta attenta” gli raccomandò con preoccupazione, quasi fosse una madre che diceva al figlio di non allontanarsi troppo. Il suo corpo annuì e lei si precipitò verso la finestra, pronta a lanciarsi al di fuori, nella notte, ma prima che lo ebbe potuto fare, una forza, più forte e minacciosa delle altre, sovrastò il resto, lasciandola completamente senza fiato. Non ci mise molto a riconoscerla, una reiatsu così oscura da riuscire a metterle i brividi, una minaccia così inquietante da farle vacillare il cuore: Grimmjow, il ragazzo dai capelli azzurri che già una volta aveva infierito su di lei, era arrivato.

Inaspettatamente il suo telefono si mise a squillare e Yui ci mise qualche secondo a ritrovare la calma necessaria per rispondere.

“Urahara-san?” Lo chiamò sorpresa, dopo aver letto il nome sul display.
“Asai-san, la prego di non muoversi da casa sua”.
“Cosa?” Esclamò la ragazza, completamente sorpresa da quell’ordine così privo di significato. Lei era una shinigami delegata che sapeva usare il bankai, sarebbe potuta di certo essere utile nello scontro imminente.
“So che la situazione sembra essere critica, ma gli shinigami della Soul Society sapranno prendersene cura. La prego di rimanere nella sua casa e di non rilasciare la sua reiatsu per nessuna ragione al mondo”.
“Ma Urahara-san, io non posso rimanere qui e nascondermi! Non quando ben cinque di quei mostri sono sopra la mia città” ribadì Yui, alzando il tono di voce; non poteva essere veramente quello ciò che l’ex capitano della dodicesima voleva da lei, non aveva alcun senso…
“So che è difficile, ma non sappiamo il motivo del loro attacco. Stia lì, le darò, tutte le informazioni che necessità, al più presto. Ma non si muova assolutamente dal posto in cui si trova”.
Yui guardò il cellulare, lo schermo ormai spento, ancora incredula; sapeva che lo scienziato sapeva quel che faceva, che, forse, non avrebbe dovuto esporsi, visto i precedenti trascorsi con il misterioso uomo dagli occhi blu, ma al solo pensare che alcuni dei suoi amici sarebbero stati lì fuori, a combattere, mentre lei sarebbe dovuta rimanere nella propria stanza, senza far niente, la turbava più di ogni altra cosa. Rapida, digitò il numero di Ichigo, sperando che non fosse ancora andato nella direzione delle reiatsu, cosa alquanto impossibile, data l’impulsività del ragazzo; il telefono squillò, libero, ma nessuna parola venne pronunciata dall’altro capo.
“Dannazione, testa arancione rispondi!” Esclamò, inquietata, la ragazza. Ci riprovò, ancora ed ancora, ma nulla, nessun segno di vita da parte di Ichigo. Si portò, quindi, una mano al volto, totalmente disperata e timorosa di quello che sarebbe potuto accadere: non voleva che lui incontrasse ancora il ragazzo dai capelli azzurri, non poteva lasciare che ciò succedesse.
“Cosa devo fare? Cosa diavolo devo fare?” Si domandò, andando avanti e indietro per la stanza, turbata ed innervosita per la situazione in cui si trovava. Poteva davvero rimanere ferma, mentre fuori combattevano per proteggere la sua città? Poteva davvero rimanere lì a guardare?
Infine le percepì, forti e chiare, le reiatsu degli shinigami della Soul Society, comparire, una dopo l’altra, in diversi punti della città, contrapposte a quelle degli arrancar; e fra quelle, Yui , sentì quella di Ichigo, insieme a quella di Rukia, farsi più acuta e potente e spostarsi rapida, salvo, poi, fermarsi di colpo.
Yui sentì il cuore perdere un battito quando percepì la reiatsu vicina alla loro, perse quasi l'equilibrio e dovette sedersi sul letto, mentre tutte le proprie preoccupazioni si facevano reali, quasi deridendola per aver sperato che sarebbero rimaste semplicemente tali. Rimase seduta per qualche secondo, ancora angosciata e incredula, prima di mettersi rapidamente in piedi e, con un balzo, uscire dalla finestra, iniziando a saltellare nella notte ormai profonda.

La risata si sparse per le strade, buie e completamente deserte. Ichigo strinse i pugni più forte che poté, mentre rivoli di sangue colavano dalle ferite sul petto e sulla spalla e macchiavano di rosso cremisi il kimono che indossava. In un angolo della strada, Rukia era riversa a terra,ferita gravemente, quasi incosciente, in quella che sembrava una scena fin troppo familiare. Alzò di poco il viso, incontrando la figura dell'arrancar davanti a se; non poteva essere vero, lui non poteva essere così forte, tanto da superarlo, per l’ennesima volta.
“Sei davvero pietoso. Kurosaki. Non sei migliorato per niente, sei proprio una delusione” disse in tono derisorio, l'arrancar.

“Potrai anche essere più forte, ma non ti lascerò vincere, a qualsiasi costo!” Rispose a denti stretti, il ragazzo, cercando con dei gemiti di dolori, di rialzarsi in piedi.
“Ma non dire cazzate” affermò in tono arrogante l’arrancar, per poi, rapido, andargli incontro, cercando di colpirlo con la propria arma. Ichigo schivò il colpo e si buttò verso di lui, con Tensa Zangestu stretta fra le mani. Le loro katane si scontrarono più e più volte, lasciando che un clangore, terribile e minaccioso, colmo della rabbia e della voglia di vincere, che entrambi possedevano, si espandesse per l'aria, insieme ad una lunga scia di scintille che si generò dallo scontro tra le due lame.
Grimmjow era come sempre rapido e letale, più di quanto Ichigo si ricordasse, più di quanto lui fosse; non riusciva proprio a capire come fosse possibile, come potessero, quei mostri, essere ad un livello così lontano dal loro, talmente tanto da sembrare irraggiungibili. L'espada attaccò con un colpo violento, Ichigo parò solo all'ultimo e, così, la danza che entrambi stavano eseguendo, continuò.
L'arrancar rideva eccitato, mentre, veloce, andava a colpire più volte il corpo dello shinigami; con un movimento rapido, scaraventò il ragazzo dritto verso un muro e, senza lasciargli via di scampo, si buttò verso di lui, colpendolo con un fendente laterale e aprendogli un’altra, per non dire l’ennesima, ferita all'addome. Ichigo ricadde con le ginocchia a terra, mentre enormi quantità di sangue colavano dalla sua pelle lacerata. Ma Grimmjow non gli concedette nemmeno il tempo per rifiatare: lo afferrò con violenza per il bavero della giacca e lo trascinò per alcuni metri lungo la fiancata dell’edificò vicino; poi lo colpì con un calciò violento in pieno stomaco, che gli fece uscire tutta l’aria dai polmoni e lo scaraventò dall’altra parte della strada.
“Pensavo avresti dato molto di più, Kurosaki! Credevo di trovare in te un degno avversario, ma a quanto pare mi sbagliavo. Questa volta, Kurosaki, chiuderemo il nostro conto in sospeso una volta per tutte”.

Ichigo, cercò con le ultime energie rimastegli di rimettersi in piedi, ma Grimmjow lo afferrò subito per i capelli portandolo di nuovo vicino a sé e provocandogli numerosi gemiti di dolore; un pugno lo colpì in pieno viso ed un altro ancora seguì quello precedente. L’espada continuò con quel macabro spettacolo, beandosi della sofferenza che stava causando nel proprio “rivale” e ridendo sguaiatamente per la debolezza di quest’ultimo. “Dov'è quella tua faccia arrogante ora, eh?” Disse derisorio, l'arrancar, avendo ormai reso il volto di Ichigo una maschera di sangue.
“Fottiti” trovò, comunque, la forza di rispondere, il ragazzo, che nonostante tutto non voleva accettare la propria sconfitta.
“Come? Non ti ho sentito! Prova a ripeterlo, shinigami!”.
“Ho detto… Fottiti” Sbraitò Ichigo, colmo di rabbia, prima che Grimmjow lo colpisse ancora con un pugno, che il ragazzo incassò, senza emettere il minimo rumore.
“Sai, non è nemmeno più divertente. Credo la finirò qui, Kurosaki. Su, avanti, di le tue ultime parole!” Urlò con arroganza l'espada, alzando la katana in aria, pronto a colpirlo, ma questa volta definitivamente. Il suo braccio, però, venne bloccato a mezz'aria.
L'arrancar si voltò lentamente ad osservare la sua stessa mano, circondata da delle catene, che gli impedivano alcun movimento. Sorrise con una smorfia, vedendo l'artefice di quell'atto così azzardato, ma non fece in tempo a far uscire dalla propria bocca una battuta volgare, che un calcio lo colpì in pieno volto, scaraventandolo a terra. Grimmjow si rialzò come se niente fosse e scoppiò a ridere, divertito da quel gesto così coraggioso.
“Sai, in verità ti stavo aspettando. Il mio duello con Kurosaki serviva solo a passare il tempo, sebbene non sia stata una grande scelta la mia: avrei dovuto venire subito a prenderti, invece di rimanere qui insieme a questo perdente”.

Yui strinse la presa sulle catene e con tutta la forza, le afferrò con entrambe le mani e scaraventò l'arrancar lontano, con una potenza inaudita.
“Non vale lo stesso per me” ribadì, quella, scura in volto, prima di voltarsi alla sua destra, dove si trovava il ragazzo dai capelli arancioni, che, con le ginocchia a terra ed il viso tumefatto, la osservava completamente sgomento.
“Che diavolo ci fai qui? Urahara-san ti ha detto di non muoverti!” La riprese il ragazzo, con il poco fiato che aveva in corpo.
“Sai benissimo che non potevo rimanere a casa, sapendo che una stupida testa arancione si era precipitata contro il nemico senza nemmeno pensarci, ormai avresti dovuto imparare a conoscermi… Ma aspetta, tu come facevi a sapere che Urahara-san mi aveva chiamato?” Domandò all’improvviso la castana, prendendo completamente in contropiede Ichigo, che non riuscì ad articolare nessuna risposta.

“Tu!” Urlò completamente infuriata la ragazza “Sei stato tu a dirgli di farlo!”
“Era per il tuo ben..” Cercò di dire Ichigo.
“Non dire stronzate! Sai perfettamente che non sarei mai rimasta a casa a guardare!” Ribatté lei, sentendosi sempre più ferita dalla poca fiducia che il ragazzo sembrava riporre in lei, tanto da costringerlo a quel subdolo ed infido stratagemma

“Diamine, perché devi essere così testarda!”
“Perché se non lo fossi, tu ora saresti all'altro mondo, stupida testa arancione!” rispose, secca la ragazza, spostando lo sguardo verso destra, in modo di impedire a chiunque di vedere una lacrima solitaria percorrere la strada che la separava dalla terra.

“Ti odio quanto fai così” confessò Ichigo, addolcendosi.
“Sono nata apposta per romperti le scatole, ricordi?” Ribatté lei, facendo passare una mano sugli occhi ed accennando un piccolo sorriso, ma prima che potesse far altro sentì una presenza, forte e minacciosa, alle proprie spalle. Yui fece in tempo a voltarsi, bloccando il colpo dell'Espada, che fu talmente violento da provocare una profonda depressione nel terreno.
“Non ve l'ha mai detto nessuno di non abbassare la guardia contro un nemico” disse, serio, l’arrancar. Yui alzò gli occhi, incontrando quelli azzurri dell'espada, ed un brivido percorse la sua schiena, visto che la scena le risultava tremendamente familiare. Yui quegli occhi li ricordava straordinariamente bene, così tanto da riuscire ancora a spaventarla..
“Ti sono mancato, eh? Donna?” domandò l'espada con tono di scherno, percependo, anche se per poco, la sua paura.
“Per nulla, sottospecie di hollow” rispose seria la ragazza, allontanandosi con un balzo da  Grimmjow, il quale strinse la presa sulla propria katana.
“Ti farò passare la voglia di fare l'arrogante, Shiigami”.
“Oh non vedo l'ora” gli rispose, sarcastica, la castana, che si era messa in posizione da combattimento.
“Yui, che stai facendo?” Chiese, preoccupato Ichigo.
“Non lo vedi, sto combattendo”
“Lui è troppo forte, non riuscirai a batterlo. Fermati!” La avvisò il lo shinigami, ma Yui non lo ascoltò neppure e rimase ferma ed immobile nel punto di partenza.
“Non mi importa. Ho ancora un conto in sospeso con lui”.

Grimmjow si leccò le labbra, esaltato ed un secondo dopo partì all’attacco: si mosse veloce, colpendo con grande violenza, ma Yui parò ogni suo colpo, riuscendo, seppur con fatica, a stargli dietro.
L'espada rise, divertito e si spostò con un sonido alle spalle della ragazza, che lo percepì e ,veloce, si scansò, levandosi dalla traiettoria della katana. Con forza, si diede uno slancio e cercò di colpirlo dall'alto, ma quello si tolse prima che lei avesse completato il balzo, rendendo vano il suo tentativo.
“Oh, qualcuno si è allenato. Ma non credere di poter far qualcosa, donna. Ti farò fuori, esattamente come la prima volta; solo che in questo caso, cercherò di farti rimanere tale”
“Come se te lo lasciassi fare!” replicò, ridendo, la ragazza, che si spostò con uno shunpo, arrivando fino alle sue spalle, e che tentò di prenderlo in contropiede con un fendente ascendente, il quale venne, però, schivato all’ultimo.
Yui si spostò poco lontano da lui, ma Grimmjow la raggiunse fulmineo, attaccandola nuovamente con la spada; la castana parò il suo colpo e si ritrovarono ancora una volta, lama contro lama. L'arrancar spinse con forza, cercando di spostarla, ma Yui si oppose con tutta sé stessa ed iniziò a concentrare la sua reiatsu sul piatto di No Arashi; improvvisamente il vento si alzò attorno a loro, circondandoli, fino a che quello non si concentrò sulla propria katana.
“ Suīpu, saikuron” pronunciò, con forza. D'improvviso una lama di vento estremamente tagliente si staccò dalla katana e Grimmjow, dopo aver spalancato gli occhi per la sorpresa, mise la propria arma davanti a sé, parando quel colpo, all’aspetto così micidiale, che era così saturo di reiatsu che lo fece indietreggiare di parecchi metri, sebbene non fosse riuscito ad infliggergli alcuna ferita..
“Maledetta...” Sibilò a denti stretti l'arrancar, completamente spiazzato da quell’ultima mossa.
“Che c'è? Non vuoi più tentare di farmi rimanere morta?” Domandò insolente la ragazza, che poi si mosse con estrema rapidità e gli andò incontro. L'arrancar non si fece pregare ed andò dritto all'attacco, infuriato per essere stato messo alle strette da una mocciosa, ma Yui si spostò all'ultimo con uno shunpo, spostandosi a lato dell’avversario e colpendolo, riuscendo a scaraventarlo contro un muro.
L'arrancar si rialzò, il viso scuro per la rabbia, e polverizzò, con la sola forza della propria reiatsu, le macerie che lo circondavano.
“Questa me la paghi” Sibilò con rabbia, in maniera molto simile ad un serpente a cui si era pestata la coda, sebbene l’arrancar assomigliasse molto di più ad una pantera; l’espada alzò la mano destra, puntandola verso di lei e, da quella, una sfera rosso fuoco iniziò a prendere forma.
“Yui, spostati è un cero!” Le urlò da lontano Ichigo e la ragazza sentendo la sua voce, riuscì a dileguarsi dal luogo in cui si era fermata, schivando, in quel modo, il raggio rosso che si era diretto improvvisamente verso di lei.

“Dannato shinigami, chiudi quella fottuta bocca” sbraitò Grimmjow, perdendo completamente il controllo di sé.
Prima che potesse accorgersene, il vento si alzò di nuovo attorno a lui ed un tornando di enormi dimensioni si creò, circondandolo completamente.
“Tōshi, harikēn “ pronunciò la ragazza a distanza e delle lame, ubbidendo al volere della propria padrona, iniziarono a colpire l'espada in diversi punti sparsi ferendolo, aprendo numerose ferite, seppur lievi, attraverso lo hierro che ne ricopriva il corpo.
“E ora di finirla di giocare, donna” urlò infuriato Grimmjow, disperdendo la corrente d’aria con la forza della propria reiatsu. Ichigo cercò di alzarsi con le poche forze che era riuscito a racimolare, sperando di poter aiutare Yui in quella lotta che sembrava essere senza vie d’uscita.
Yui percepì un leggerissimo spostamento d’aria, ma non fece nemmeno in tempo ad elaborare la cosa, che, in meno di un secondo, Grimmjow le fu davanti e, con uno sguardo da pazzo omicida, alzò la katana, pronto a colpirla. Yui sentì un brivido percorrere la sua schiena, sotto quello sguardo dilaniato dalla follia ed afferrò la propria arma con due mani, tentando di pararlo; prima che il colpo partisse, però, una forza straordinariamente potente comparve sopra le loro teste, bloccando ogni loro movimento. E ciò fu la fortuna della shinigami, che si ritrovò la lama dell’espada a pochi centimetri dal collo, troppo veloce per riuscire a fermarla.

Là doveva aveva percepito la reiatsu, un uomo dalla pelle scura, i capelli legati con delle treccine ed un vestito bianco se ne stava in piedi affianco ad un garganta aperto, che quasi si confondeva nel cielo buio di Karakura.
“Tousen” mormorò Ichigo, osservandolo incredulo. Yui si voltò verso il ragazzo dai capelli arancioni, alquanto perplessa, visto che non aveva la minima idea di chi fosse quel tizio; d’altronde lei non aveva mai potuto conoscere i capitani che avevano tradito la Soul Society, visto che era diventata una shinigami solo dopo l’avvenimento.
“Tousen, che ci fai qui?” Chiese, scocciato Grimmjow, a cui l'uomo rispose solo dopo aver continuato a fissarlo in silenzio per qualche secondo.
“E lo domandi anche, Grimmjow? Ti avevamo affidato un compito ben preciso, ma tu hai scatenato tutto questo casino. Hai preso le tue fraccion e li hai portati in questo mondo. Ti avevamo chiesto indiscrezione e tu, invece, hai portato guerra ed ora quelli che sono giunti qui con te, sono stati tutti sconfitti”

Grimmjow spalancò gli occhi incredulo, accorgendosi solo in quel momento dell'assenza delle reiatsu delle sue fraccion, completamente svanite e Yui lanciò un'occhiata ad Ichigo, visto che nemmeno loro si erano accorti di quel piccolo particolare, ma questo poteva solo significare una cosa: i loro compagni avevano vinto.
“Dato il tuo fallimento, ti chiederei di compiere la missione per il quale sei giunto qui. Aizen-sama è furioso, ma parleremo della tua punizione nell'hueco mundo. Ora, muoviti”
Grimmjow gli rivolse una smorfia sprezzante, ma si voltò comunque, rinfoderando la katana. Mise una mano in tasca e ne estrasse qualcosa di estremamente piccolo dalla tasca: era un cubo nero, delle dimensioni di pochi centimetri cubi. Yui l'osservò perplessa, mentre l'arrancar con un balzò si avvicinò a lei e le lanciò quello strano oggetto, che si fermò a mezz’aria e si illuminò, sprigionando una grande quantità di luce. Delle catene fuoriuscirono dal nulla e la avvolsero completamente, sigillando la sua reiatsu.
“Ehi, che significa questo! Lasciami andare!”
“Yui!” Urlò Ichigo, spostandosi rapido verso di lei, nel disperato tentativo di liberarla dalle grinfie dell’espada. Grimmjow, lanciò un'occhiata verso di lui e con un balzo raggiunse la ragazza, l'afferrò, mettendosela in spalla, e, con la stessa velocità, si spostò al fianco di Tousen.
“Che diamine stai facendo lasciami andare! Lasciami andare!!” Gridò più forte la ragazza, cercando di liberarsi da quella morsa strettissima.
“Lasciala andare! Maledetto” urlò a sua volta Ichigo avvicinandosi, tramite dei salti, sempre di più al proprio obbiettivo. Grimmjow e Tousen, però, non si curarono minimamente di lui e, voltandosi, attraversarono il garganta nel più totale silenzio, quasi si stessero prendendo gioco dello sforzo disperato che lo shinigami delegato stava cercando di compiere.

“No, no, no, no! Lasciatemi andare, lasciatemi andare!” Sbraitò la ragazza cercando di divincolarsi, mentre per la prima volta iniziava a realizzare ciò che stava realmente per accadere. Alzò la testa di scattò e lanciò ad Ichigo uno sguardo deformato dalla paura
“ICHIGO AIUTAMI!!!”
Il ragazzo, strinse i denti, mentre il suo cuore prendeva a battere sempre più veloce, sempre più forte, l’adrenalina che, messa in circolo, andava a contrastare ogni sentimento negativo.
“Yui! Lasciala andare!” Urlò il ragazzo, compiendo un ultimo salto verso il garganta ed allungando il braccio, ormai vicino alla ragazza; era sicuro di riuscire ad afferrarla, ormai lontano solo di qualche centimetro. I suoi occhi incontrarono quelli della ragazza, per un singolo attimo, poi all’improvviso il cielo di Karakura tornò a brillare di fronte agli occhi del ragazzo, che, a mezz'aria, aveva afferrato solo la fredda aria notturna. Il cuore gli si fermò nel petto, il sangue gli si gelò nelle vene, mentre la sua testa raggiungeva la consapevolezza di ciò che era appena accaduto.
Sentì il respiro mancare: non poteva essere vero. Non poteva essere vero, si ripete più volte, ancora incredulo. Strinse le mani così forte da farsi male ed urlò, più che pote.
Lei era andata. Yui era andata. L'avevano portata via… nell'hueco mundo… da Aizen.

Ichigo sentì la paura stringergli il torace, sentì lo stomaco torcersi dal terrore.
Lei era in pericolo.
Urlò ancora, in preda alla disperazione, mentre si copriva il volto con le mani. Completamente privo di ragione e di volontà, iniziò a precipitare verso terra, senza avere la forza di fermarsi.
Una mano, all’improvviso, lo afferrò per aria, bloccando la sua caduta.
Il ragazzo alzò il viso incontrando gli occhi scuri e profondi di Urahara.
“Lei è.. sparita” sussurrò Ichigo, mentre l'alba di un nuovo giorno alle spalle iniziava e lui, dentro moriva. 












Angolo dell'autore.


Salve a tutti.
Perdonatemi per la lunga assenza, ma vari impegni personali mi hanno tenuto lontana dalla stesura, quindi si è fatto un po tardi, ma eccomi qui, con un capitolo di una certa consistenza, non solo per lunghezza  ma sopratutto per contenuto, perché si, questo capitolo contiene una svolta importantissima per la storia.
So che ciò che è successo si discosta dalla trama originale, in particolare questo episodio, ma ho avuto necessità di farlo per far filare la storia. Nel prossimo capitolo cercherò di chiarire ogni cosa e darvi una valida spiegazione, di come Ichigo e Grimmjow si siano effettivamente conosciuti, parola di lupetto (?).

Per il resto, spero che il capitolo sia di vostro gradimento. ^^

Prima di lasciarvi vorrei ringraziare di cuore Zephiel97 ,che come editor, ha deciso di darmi una mano nella correzione del capitolo e aiutarmi a eliminare così la marea di errori che riesco puntualmente a fare. Non deve essere semplice ma tu riesci sempre ad aiutarmi, quindi grazie davvero!

Inoltre  ringrazio: classicista96 e ArisuWolf , per aver messo la storia fra le preferite; Callas d snape , per averla aggiunta alle seguite.

I vostri commenti e i vostri pensieri, sia negativi che positivi, saranno sempre ben accetti, quindi fatemi sapere cosa ne pensate.

Un saluto.

Cass.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


CAPITOLO 30

"The shining light will sink in darkness

Victory for hate incarnate

And misery and pain for all

when it falls"

 

Jeff williams

 


La luce si era spenta di fronte a lei ed era stata completamente inghiottita dalla tenebre.
Aveva visto quella piccola scintilla, flebile e così vicina, sparire, squarciata da un buio capace di gelarle il sangue nelle vene. La speranza, portata dalla sua mano così vicina da farla sentire per un singolo istante al sicuro, era svanita, così come suoi occhi, lasciandola sola nella mani dell'oscurità.
Tutto si era congelato in quel singolo momento, che nella sua testa continuava a ripetersi, ancora ed ancora, in un circolo vizioso senza mai fine.
La sua mente non riusciva a capire cosa fosse accaduto. Il panico aveva sotterrato la sua lucidità, lasciandola in uno stato dal quale non riusciva ad uscire. Non voleva ammetterlo a stessa, non poteva farlo, ogni fibra del suo corpo tremava all'idea di ciò che era accaduto e lei continuava a non volerci credere, fino a quando la sua mente, ridestatasi dal letargo, non realizzò ogni cosa e lei, quasi come se si fosse scontrata contro un muro invisibile, piombò di nuovo nella cruda realtà.
Quando Yui si risvegliò da quel momento di confusione, vide davanti ai suoi occhi l'oscurità del garganta circondare ogni cosa e una singola luce, creata da un sentiero di reiatsu, sovrastare quel buio così pesante. Cercò di muoversi, combattendo contro il suo corpo, intorpidito dalla morsa delle catene. Così come quelle della Soul Socety, anche queste le avevano prosciugato gran parte della forza spirituale, lasciandola quasi priva. Quando finalmente riuscì a spostarsi, sentì il corpo risvegliarsi lentamente e senza pensarci due volte si diede una spinta, cercando di liberarsi dalla stretta della sesta espada.
“Lasciami andare” sibilò furiosa.
“Mettimi giù!” Nessuno si curò delle sue parole. Yui sentì un impeto di rabbia invaderle il petto e con le poche forze che le rimanevano, si diede una spinta più forte, cercando di liberarsi dalla presa di Grimmjow.
“Se non la smetti, giuro che ti prendo a calci” disse minaccioso, l'espada.
“Allora lasciami andare! Dove mi state portando? Cosa diavolo state facendo?” Chiese con rabbia e disperazione.
Nessuna risposta.
“DEVI LASCIARMI ANDARE!”
“Sta zitta, dannazione!”“Ho detto lasciami andare, stupida sottospecie di hollow”.
All’improvviso, il buio attorno a lei si diradò lentamente, fino a sparire sostituito dalla luce di una stanza. Il garganta dal quale erano passati si chiuse di scatto, lasciando davanti agli occhi della ragazza delle semplici e spoglie mura. Grimmjow l'afferrò con entrambe le mani e con violenza la lanciò a terra. Lei trattenne un gemito, quando la propria schiena incontrò il freddo pavimento della stanza. Lanciò un'occhiataccia alla sesta espada per il modo con cui l'aveva letteralmente buttata.
“Che hai da guardare?” Chiese con arroganza.
“Osa farlo di nuovo e giuro che sarà l'ultima cosa che riuscirai a fare in questa tua stupida esistenza" lo minacciò, scura in volto. L'arrancar sorrise divertito e con uno scatto, si avvicinò a lei, afferrandola per la giacca del kimono con ben poca gentilezza.
“Sei un po' troppo insolente per i miei gusti, shinigami. Parlami di nuovo così e ti taglio la lingua” ringhiò quello ad un centimetro dal suo viso. Yui sentì un brivido percorrerle la schiena, sotto l'insistenza di quelle iridi azzurre.
“Ora basta Grimmjow, non abbiamo tempo da perdere” lo riprese Tousen, rimasto, fino ad allora, in silenzio. L'espada sbuffò innervosito e afferrò la katana dal fianco della ragazza.
“Ehi, no, come osi toccarla? Restituiscimela!”
L'espada non le diede ascolto e lanciò la zampakuto a Tousen dietro alle sue spalle, poi spezzò le catene che circondavano la ragazza liberandola. Yui sentì il corpo indolenzito finalmente libero da quella morsa troppo stretta, mentre sentiva le forze tornare lentamente.
“Dammi la katana!” Ordinò Yui, all'uomo con le treccine. Tousen gli lanciò una rapida occhiata, prima di iniziare a camminare, superandola.
“Non abbiamo tempo da perdere, Aizen-sama ci attende” disse l'uomo ignorandola.
Quel nome fu come un pugno allo stomaco per Yui, ci fu un secondo in cui quelle parola le fecero realizzare dove fosse e quale persone avrebbe dovuto incontrare in quel momento. La ragazza aveva sentito spesso quel nome venir pronunciato dagli shinigami, ricordava la preoccupazione e il terrore nel loro tono di voce quando ne parlavano. Ichigo e Urahara le avevano raccontato ciò che era accaduto e chi realmente fosse quell'uomo, ma lei non aveva mai avuto modo di provare con la propria mano, quanto terribile fosse Aizen. Lo aveva sempre visto come un entità lontana, qualcosa che non le riguardasse ed ora, d'improvviso era appena diventato tutto terribilmente reale.
“Andiamo” Ripeté Tousen.
Yui non si mosse dal suo posto, troppo spaventata per muovere anche un solo passo, con il petto che le scoppiava e l'adrenalina che veniva pompata nelle vene. Si sentì afferrare il braccio con violenza, cercò di liberarsi da quella stretta insistente, senza però avere successo.
“Lasciami andare” sbraitò con forza, ma Grimmjow la ignorò.
“Sei forse sorda? Muoviti”
“Toglimi le mani di dosso!” E con uno strattone si liberò dalla sua presa, mettendosi in posizione, pronta a combatterlo. Grimmjow la guardò irato e fece per precipitarsi verso di lei con forza, prima che una voce gli ordinasse il contrario.
“Grimmjow” lo richiamò, perentorio Tousen. L'arrancar si bloccò a qualche passo da lei, riuscendo a trattenere a stento la furia.
“La porti tu allora?” Gli chiese con insolenza l’espada, irritato dall’atteggiamento irrisorio della ragazza.
“Nessuno mi porterà, camminerò da sola” disse all’improvviso la shinigami, interrompendo quel momento di tensione, creatosi, fra i due.
“Se oserete far attendere ancora Aizen-sama, la mia lama troverà la sua giustizia, nella vostra prematura morte” disse tetro l'uomo, riprendendo a camminare. Grimmjow l'afferrò ancora per mandarla avanti e Yui si liberò di nuovo dalla sua presa.
“Sei forse sordo? Ho detto che andrò da sola” insistette, con forza e l'arrancar strinse il pugno con rabbia.
“Allora cammina!” Ordinò scuro, fulminandola con gli occhi.

La ragazza spostò lo sguardo evitando il suo viso ed esitò un momento, insicura sull’obbedire o meno a quell’ordine, infine prese a camminare davanti a lui.
Lo sentì più volte sbuffare alle sue spalle, mentre l'uomo davanti camminava in rigoroso silenzio, stringendo fra le mani No Arashi. Yui cercò in tutte la maniera di concentrarsi, doveva trovare un modo di riprendersi indietro la propria katana e cercare di scappare via. Di una cosa era sicura, non sarebbe rimasta assolutamente in quel luogo, non ne aveva la minima intenzione. Strinse entrambe le mani, mentre la sua mente si sforzava di trovare un piano di fuga. La sua reiatsu era ancora debole ed oltretutto era disarmata, avrebbe potuto combattere corpo a corpo, era brava in quello grazie a Yoruichi, ma non aveva abbastanza forza. Inoltre era in inferiorità numerica e i suoi avversari erano fin troppo forti.
I loro passi echeggiarono all'interno di quel lungo e cupo corridoio, ad ogni passo che facevano lei sentiva il cuore battere sempre più velocemente, il respiro accelerare e la testa scoppiare sotto uno sforzo fin troppo immane.
Il sudore freddo imperlava il suo corpo e le sue mani tremavano, senza riuscire a placarsi. Più si sforzava di ragionare, più il pericolo della situazione premeva alla bocca dello stomaco, provocandole un senso di nausea insistente e lasciandola quasi senza fiato. Avrebbe potuto saltare all'improvviso e riprendere No Arashi, senza attivare la propria reiatsu, ma in quel caso sarebbe stata troppo debole per riuscire a strappare la spada dalle mani dell'uomo di fronte a sé e, soprattutto, l'arrancar alle sue spalle, l'avrebbe fermata senza problemi. Doveva cercare di dividerli, era l'unico modo per riuscire ad affrontarli, ma come? Era chiusa nella loro morsa, scortata all'interno di quel lugubre palazzo, senza che avesse la possibilità anche solo di fare un passo falso. Cosa avrebbe potuto fare?
Strinse la mani talmente forte da sentire le unghie penetrare la sua stessa carne, per un secondo, il panico l'assalì, rendendola incapace di pensare razionalmente e fu quello il momento in cui la sua reiatsu, già di per sé instabile, oscillò per un microscopico istante.
Fu tutto talmente veloce che non riuscì nemmeno ad accorgersene: un braccio la strinse attorno al collo, mentre una katana puntava dritta verso il viso.
“Forse non hai capito la situazione! Fai qualcosa che non dovresti e vedrò di renderti la cosa chiara mutilando qualche tuo arto. Aizen ti vuole vedere viva, ma non ha specificato che arrivassi tutta intera” la minacciò, Tousen, puntando la sua katana contro il viso della ragazza, mentre l'arrancar alle sue spalle aumentava la pressione sulla presa. Yui deglutì forte, sentendo una crescente paura. I due rimasero in quella posizione per alcuni secondi, poi Tousen rinfoderò la sua katana e l’arrancar la lasciò andare, come se quello non fosse mai successo e ripresero a camminare, dandole uno spintone per farla muovere.
Quello fu il momento esatto in cui Yui si rese conto che non avrebbe avuto nessuna via di scampo: era spacciata.
Qualche metro più avanti l'uomo con le treccine si arrestò all'improvviso, davanti a un enorme portone. Yui l'osservò allungo, timorosa di ciò che quello avrebbe potuto celare all'interno, mentre Tousen si apprestava ad aprirlo. Per un momento pensò di non aver mai provato così tanta paura, nemmeno quando era stata arrestata dalla Soul Society aveva provato qualcosa del genere e tutto perchè in un modo o nell'altro lei sapeva che lui sarebbe venuto in suo soccorso.
Lo faceva sempre, lo aveva sempre fatto.
Ichigo era sempre arrivato a salvarla, ma lì, in quel luogo così oscuro e così lontano, lui non sarebbe mai riuscito ad arrivare, nessuno l'avrebbe salvata, non quando si trovava al cospetto di Aizen.
Il portone fece un cigolio sinistro e lasciò che una forte luce, investisse gli occhi della ragazza. Yui cercò di guardare all'interno, mentre un brusio piuttosto alto fuoriusciva dalla sala. Tousen entrò con sicurezza, attraversando la soglia e sparendo dietro alla luce. Yui non si mosse, rimase ferma e impaurita, senza avere la forza di riuscire a spostarsi da quella posizione. Non voleva attraversare quella porta, voleva scappare, urlare, andare via, lasciare quel posto e tornare a casa, sana e salva e dimenticare ogni cosa, quasi come se quello fosse stato solo un incubo.
“Paura, eh?” sussurrò una voce divertita al suo orecchio. La ragazza sussultò, presa alla sprovvista, mentre l'arrancar con fare arrogante, si beffava di lei. Yui si riprese subito da quel momento d'incertezza, se c'era una cosa che non avrebbe mai voluto fare, era mostrare le sua debolezza e la sua crescente paura al nemico. Aizen era forte e potente, anche il tizio con le treccine e quello con i capelli azzurri lo erano, ma lei non avrebbe mai potuto lasciarsi intimorire da loro, qualsiasi cosa fosse accaduta: lei avrebbe combattuto a testa alta.
“Certo che no”.
Grimmjow la osservò un attimo con sguardo derisorio, prima di darle una spinta poco delicata, che la costrinse ad entrare nella sala.
Lo fulminò con lo sguardo poi prese un respiro e varcò la soglia. Ciò che si presentò davanti ai suoi occhi, la lasciò piuttosto stupita.
La stanza spoglia ma luminosa, era decisamente più grande di quanto si aspettasse. Al suo interno vi erano diverse persone, sparse qua e là per la sala. Alcuni erano intenti a parlare fra di loro, altri invece, se ne stavano in silenzio con lo sguardo puntato verso l'alto ad osservare qualcosa. Dritta davanti ai suoi occhi, Yui vide una lunga scalinata che concludeva su di un alto podio, al centro del quale risiedeva un trono, scolpito interamente nella pietra. Tousen camminò in rigoroso silenzio, attraversando la sala e catturando l'attenzione dei pochi presenti in essa, facendo così calare il silenzio.

La ragazza si guardò attorno, mentre diversi occhi si concentravano su di lei, mettendola a disagio. Yui riuscì a vedere solo alcuni dei loro visi e, mentre li osservava rapidamente, incontrò due occhi color del ghiaccio che la guardavano con insistenza.
Ci mise alcuni secondi prima di riconoscere il viso di quell'uomo, associandolo alla figura misteriosa, che fino ad allora l'aveva tormentata sulla Terra. I loro sguardi si incastrarono fra di loro, con ostinazione, fino a quando Yui non fu costretta a voltare il viso e a guardare avanti, procedendo nella propria camminata. Tousen si fermò al centro esatto della sala, costringendo i due dietro di se a bloccarsi con lui.
“Aizen-sama, abbiamo concluso la missione” disse con fermezza, Tousen. Aizen, seduto sul trono di pietra, con la testa svogliatamente poggiata sulla mano, si destò un poco, mettendosi composto.
“Avete fatto ciò che vi è stato richiesto?” domandò l'uomo, con tono pacato.
“Certo,Aizen-sama. Come avete desiderato: Asai Yui è qui al vostro cospetto.” Rispose quello, spostandosi di lato e lasciando che la ragazza fosse, così, visibile agli occhi dell'uomo. Aizen non si mosse, rimase immobile a osservare la sua figura, mentre dentro al petto si faceva spazio qualcosa: speranza? Desiderio? Illusione? Non riuscì a decifrare quel fragile impeto che aveva, se pur per un'istante, scosso il proprio cuore, privo di emozioni da ormai troppo tempo.
Yui esitò un momento prima di alzare il viso e incontrare la sagoma vestita di bianco di un uomo che, con autorità, se ne stava seduto sul trono di pietra. Si sentì minuscola, di fronte allo sguardo di quello che lei capì essere il temibile Aizen. L'uomo si mosse leggermente, dalla sua posizione, scrutandola con maggiore insistenza.
“Grazie mille per essere venuti qui ed avermi incontrato. Siete liberi di andare” disse affabile. Le persone all'interno della sala iniziarono a muoversi uscendo dall'enorme portone.
“Tranne tu, Grimmjow. Preferirei che tu restassi” ordinò pacato, Aizen. L'arrancar sbuffò sonoramente, borbottando qualcosa d'incomprensibile, mentre la sala si svuotava completamente e la porta alle loro spalle, si chiudeva lasciando solo loro all'interno.
Yui percepì un brivido percorrere la propria schiena, alla possibilità di essere circondata da tutte quelle persone ostili, completamente priva di una via di salvezza.
“Asai Yui” chiamò la voce profonda dall'alto del trono. Yui si paralizzò per un secondo e lentamente alzò il viso, incontrando la sagoma dell'uomo seduto sul trono.
“Benvenuta a Las Noches” disse con fare gentile, aprendo leggermente le braccia.
“Spero che il tuo viaggio fino a qui, non sia stato troppo spiacevole. So che potrebbe essere stato, diciamo, un tantino improvviso per te, ma nutro la speranza che tu possa riprenderti presto da questo evento”.
Yui rimase in silenzio, sconcertata nel sentire quelle parole, mai come in quel momento la gentilezza usata verso di lei, le parve un così disgustoso gesto di scherno, non lo apprezzò affatto.
“Asai Yui per cortesia, di qualcosa. Mi farai preoccupare così” continuò l'uomo, addolcendo il suo tono. La ragazza sentì un impeto di rabbia scoppiarle nel petto.
“ Spiacevole? Sono stata rapita con la forza e costretta a raggiungere questo posto, con due tizi dal fare davvero poco amichevole che mi minacciavano di farmi fuori. Spiacevole? Spero che tu stia scherzando! Spiacevole potrebbe essere un complimento a confronto” Aizen parve stupito per un momento, di certo non si sarebbe aspettato un tale risposta da lei, ma si riprese subito
“Mi dispiace che sia stato così traumatico per te” continuò, Yui strinse i denti e si morse la lingua per evitare di rispondere. Cercò di calmarsi un momento e fece un respiro profondo, dopo di che alzò la testa, in modo da incontrare la sagoma sopra la lunga scalinata.
“Non più del dovuto” rispose ironica. Aizen la scrutò, fece un mezzo sorriso.
“Dato che ora abbiamo superato la parte dei convenevoli, gradirei farti una domanda” disse la ragazza, fissandolo, scura in volto.
Lui non ripose.
“Non mi è stato difficile, capire che sei Aizen, sai la tua fama ti precede, ma la mia domanda è: cosa vuoi esattamente da me?”
“Immaginavo l'avresti chiesto, ma preferirei rimandare a dopo questo argom…”
“Non osare” esclamò Yui, senza lasciarlo finire.
“Yui Asai, non amo che le persone mi interrompano” affermò autorevole.
“Non mi importa, anzi per dirla nella maniera meno cordiale che esista, non me ne frega un emerito cazzo di quello che tu ami o no” rispose la ragazza, con più rabbia. Alle sue spalle, qualcuno, probabilmente Grimmjow, trattenne a stento una risata, ma Yui non ci fece troppo caso.
“Yui Asai..” Cercò di dire l'uomo, bloccando le sue parole eccessivamente troppo sopra le righe.
“Perché sono stata portata qui? Direi che dopo tutto ciò che è successo, mi merito una spiegazione, non credi?”
L'uomo la osservò, impassibile per alcuni secondi, di solito non permetteva alle persone di parlargli in quella maniera, nessuno osava rivolgersi con quel tono, perché tutti sapevano quanto potesse essere pericoloso, tutti tranne lei. E quel fatto, piuttosto che farlo infuriare, lo esaltò un po. Non se l'era immaginata così, eppure sentirla parlare a lui come se non avesse alcuno timore lo fece quasi eccitare.
“Lo sai Asai Yui, non sono molte le persone che osano parlarmi così sfacciatamente e se come dici tu, la mia fama mi precede, allora dovresti anche saperne il perché...”
“Potrei anche saperlo, ma preferisco ignorarlo”
Aizen sorrise un poco divertito, iniziava a piacergli quel gioco.
La ragazza l'osservò a lungo, poi in un battito di ciglio, l'uomo sparì dal suo trono di pietra scomparendo alla vista. L'unica cosa che Yui sentì fu una folata di vento investirla e un respiro, sollecitarle l'orecchio. Il cuore perse un battito quando percepì l'uomo davanti a sé, ad un centimetro dal proprio viso.
“Sarebbe meglio non farlo” sussurrò, con tono profondo. La ragazza avvertì tutti i muscoli del proprio corpo immobilizzarsi, non l'aveva minimamente sentito spostarsi, non aveva percepito assolutamente nulla e quello la spaventò più di ogni altra cosa.
Deglutì, mentre il suo battito cardiaco aumentava al crescere della sua paura. Si fece forza, non avrebbe mai lasciato che quella si potesse vedere.
“Voglio solo una risposta, una sola. Dimmi solo perchè sono qui?” Aizen, si allontanò un poco da lei, incrociando il suo sguardo. Quando Yui osservò il suo viso, sentì una sensazione di nostalgia farsi spazio dentro al petto.
Lei non aveva mai visto Aizen, non sapeva minimamente chi fosse, eppure mentre l'osservava, mentre scrutava il suo viso, notò nei suoi lineamenti qualcosa di terribilmente familiare e provò la disarmante sensazione di conoscerlo da un intera vita. Si ritrasse un momento, presa alla sprovvista da una sensazione che non poteva essere reale, da qualcosa che la spaventò ancora più della situazione in cui si trovava.
“Io… io ti conosco..." disse quella stupita.
"No! No! Aspetta, questo è impossibile, io non ti ho mai visto” disse spostando il suo sguardo e portando una mano alla bocca, pensierosa.
“Va tutto bene Yui?” domandò l'uomo, scrutandola con una certa esitazione. L'aveva provata anche lui quella sensazione, la prima volta che l'aveva vista davanti ai suoi occhi. Fino a quel giorno, aveva sempre temuto che ci fosse una minima possibilità che lei fosse tutt'altra persona, che fosse solo qualcuno di simile, ma quando l'aveva avuta ad centimetro dal viso ed aveva scrutato nei suoi occhi, in mezzo alla folla a capodanno, aveva compreso che non era solo una sosia o qualcuno che le assomigliasse, lui era sicuro che fosse lei.
Aizen fece per avvicinare una mano verso di lei, nel tentativo di toccarla, ma la ragazza si ritrasse con disgusto tornando a guardarlo con astio.
“Cosa vuoi da me?” Disse con rabbia. Aizen la guardò negli occhi per un lasso di tempo indefinito, cercando dietro a quelle iridi ciò che disperatamente desiderava, ma quando trovò solo ostilità, decise di rigettare indietro alla sua corazza gelida ogni sentimento.
“Perché credi io voglia qualcosa da te? Asai Yui?” Chiese Aizen, prendendo a camminarle attorno. Yui l'osservò con la coda dell'occhio, fino a che quello non sparì alle sue spalle, lasciando solo che si suoi passi annunciassero la sua presenza.
“Se mi hai fatto portare fino a qui, significa che ti aspetti qualcosa da me, anche se non ho ben capito di cosa si tratti, dato che non ho nulla di speciale da offrirti!”
“Perché credi sia qualcosa, Asai Yui?”
“Perché non ci potrebbero essere altre spiegazioni. Mi hai tenuto d'occhio per tutto questo tempo, perciò sai che non c'è nulla in me, ne tanto meno nei miei poteri che potrebbero essere utili ai tuoi scopi! O forse non è quello...” Aggiunse, facendosi pensierosa la ragazza.
“È per caso un atto di guerra? Ma…non avrebbe alcun senso! Io sono solo una delegata, sono un umana, la Soul society non prenderebbe mai in considerazione il mio rapimento. Hai davvero scelto la persona sbagliata, Aizen!”
“Tu credi?”
Yui lo guardò, mentre quello lentamente compariva di nuovo davanti a lei.
“Io sono una normale ragazza di sedici anni, più umana di qualsiasi altro umano sulla terra. Sono completamente inutile, nessuno verrà a salvarmi...” E la sua voce, si spense lentamente affondando nella terribile consapevolezza delle sue stesse parole.
“Non mi importa di ciò che farà la Soul society, non sono loro il mio obiettivo: sei solo tu” disse con voce profonda l'uomo e la ragazza alzò di scatto la testa, incontrando le sue iridi scure, gelide e impenetrabili.
“Ho una proposta da farti” affermò quello, avvicinandosi leggermente a lei.
“Quale?” Chiese Yui, mentre il suo corpo tornava teso come una corda, nel percepire l'ex capitano farsi sempre più vicino.
“Desidero che tu ti unisca a me, in questa ben nota battaglia. Voglio che tu combatta al mio fianco, Asai Yui!”
La ragazza spalancò gli occhi incredula, per lo stupore. Tutto si sarebbe aspettata tranne una richiesta del genere. Si era sempre domandata il motivo per il quale Aizen l'avesse tenuta sotto costante osservazione, perché ad un certo punto avesse deciso di mettere i suoi occhi sopra di lei, aveva pensato a diverse ragioni, tutte più o meno plausibili, ma nessuna si era avvicinata minimamente a quello. Non era lì come pedina con cui dichiarare guerra e per qualche strano motivo non la voleva nemmeno morta, cosa che l’aveva stupita parecchio. Lui desiderava averla al proprio fianco in quella guerra.
Era per caso impazzito? Perché mai un uomo del genere avrebbe voluto lei? Cosa avrebbe mai potuto offrirgli?
Scosse la testa, cercando di liberarsi dalla marea di pensieri, che disordinati, si accavallavano nella sua mente e cercò di riprendere lucidità. Aizen la osservò con un pizzico di divertimento, amava quando le cose andavano esattamente come voleva, il che accadeva spesso.
“Io…” Cercò di dire, confusa.
“Pensaci bene, Asai Yui...”
I loro occhi si incontrarono per una singola frazione di secondo.
Lei esitò ancora, infine rispose.
“Be grazie, ma temo di dover declinare” rispose, semplicemente facendo spallucce.
"Vedi, a me non mi importa della tua guerra o di quella della Soul society, potreste tranquillamente ammazzarvi tutti, gradirei solo tornare alla mia vita, quella noiosa vita da sedicenne da cui mi hai strappato!" rispose, inclinando un poco la testa.
Aizen la osservò, era una ragazza decisamente particolare pensò.
“Non ho bisogno della tua risposta adesso, ne tanto meno la pretendo, perché non ci pensi un po’ su?” Cercò di convincerla, ostentando una gentilezza che iniziava a non sentire più.
"Ok, fammici pensare... NO!" disse con forza.
L'ex capitano la scrutò serio per alcuni secondi, in quello che sarebbe potuto essere uno sguardo di sfida. Come osava opporsi a lui con tanta leggerezza?
“Asai Yui, tanto giovane, quanto avventata”
La ragazza, continuò a fissarlo con lo sguardo di chi non ha intenzione di cambiare idea.
“Sai, qual è il mio obiettivo, Asai Yui? Sai perché faccio tutto questo?” Chiese, improvvisamente.
“Dovrebbe importarmi?” rispose, arrogante.
Aizen sorrise, avvicinandosi di più, ma lei rimase ferma immobile, non indietreggiò.
“Il mio obiettivo è acquisire un potere tale da elevarmi al di sopra di ogni cosa, vivente o non, che sia. Non mi importa cosa dovrò affrontare, cosa dovrò distruggere e chi dovrò schiacciare per farlo, io raggiungerò quell'obiettivo e quando l'avrò fatto, nessuno potrà fermarmi dal compiere ciò che più mi aggrada. Vedi, Asai Yui, io ti sto offrendo la possibilità di stare al mio fianco quando ciò accadrà. Il mondo che ci aspetta, dopo questa battaglia sarà qualcosa di straordinario e io ti sto dando la possibilità di vederlo succedere, devi solo decidere di stare con me.”
Yui sentì un brivido percorrere la sua schiena, quando la mano dell'uomo si posò con delicatezza sotto il suo mento. Non lo diede a vedere, ma guardò prima la mano dell'uomo poi i suoi occhi, avvicinò delicatamente la sua su quella dell'uomo, poi la spostò lievemente con un leggero tocco.
"Il tuo è un obbiettivo importante, mi rendo conto che per fare ciò ti devi circondare delle migliori reclute che tu possa avere, inoltre l'impegno e la devozione con cui ne parli, sono decisamente stimolanti. Ma io sono una persona semplice Aizen, l'unico obbiettivo che ho in questo momento è riuscire a diplomarmi. Perciò vedi, apprezzo la tua offerta, insomma vendi bene il prodotto, ma io.. be io non sono interessata, a combattere per te... o con te!" disse la ragazza, incastrando i suoi occhi in quelli scuri dell'uomo, mentre di scatto lasciava andare la sua mano. Fu quello il momento in cui un forte reiatsu si manifesto d'improvviso schiacciandola completamente.Yui barcollò per un attimo, cercando di rimanere in piedi, mentre il cuore batteva forte per la paura.

“Pensavo fossi più ambiziosa Yui Asai e inoltre continui ad essere decisamente avventata, nelle tue scelte , sono un uomo clemente, aspetterò che tu riformuli una risposta che possa piecermi. Ricordati che più tempo ci metterai a scegliere da che parte stare, più dovrai giovare della nostra compagnia" disse quello con un velo di minaccia.
La reiatsu sparì e lei, si dovette tenere il petto, tornando a respirare.
Fece un passo verso l'uomo, ma qualcuno la trattenne per un braccio
“Toglimi le mani di dosso” ringhiò a denti stretti, mentre Grimmjow, con forza, la tratteneva sul posto.
“Cerca di calmarti donna, non vorrai mica costringermi a farti del male? Sebbene la cosa non mi dispiacerebbe neanche tanto” Sussurrò al suo orecchio, mentre sul suo volto si dipingeva un ghigno selvaggio. Yui cercò di liberarsi dalla sua presa, ferrea e impossibile da sciogliere, poi quando capì di non poterci riuscire, tentò di calmarsi, ritrovando la lucidità persa. Il suo respiro tornò lentamente regolare e lei si tranquillizzò.
“Puoi lasciarmi andare, non ho intenzione di fare nulla” Grimmjow sorrise con scherno ed infine lasciò la presa, liberandola dalla stretta.
Nel frattempo Aizen, percorse con calma la lunga scalinata, fino a prendere posto sul trono di pietra. Tousen fece un passo in avanti, catturando l'attenzione del suo padrone.
“So che hai qualcosa da riferirmi, Kaname”
“Aizen-sama” disse con precipitazione, l'uomo con le treccine. Aizen alzò una mano per bloccarlo.
"Calma, Kaname va tutto bene" disse, prima di abbassare lentamente la mano.
"Hai qualcosa da dire, Grimmjow?" Chiese d'improvviso, voltandosi a guardare l'espada. Grimmjow sbuffò sonoramente e si spostò in avanti, superando la ragazza, in modo da essere così più visibile.
"Veramente no" rispose con arroganza e Tousen si voltò sconcertato verso di lui, con l'indignazione dipinta sul volto.
"Come osi!"
"Va tutto bene Kaname, non sono arrabbiato" affermò affabile, l'ex-shinigami.
"Aize-sama!" Lo chiamò, sconvolto Tousen.
"Vedi, Kaname, io penso che le azioni di Grimmjow siano state fatte per compiacermi e che si sia lasciato un po’ trasportare. E' corretto, Grimmjow?" Domandò, scrutandolo con insistenza.
"Giusto."
Tousen a qualche passo da lui, scattò fulmineo afferrandolo per il collo della giacchetta bianca, con ira.
"Quale diavolo è il tuo problema, Tousen?!" Sbraitò l'arrancar, sorpreso da quel gesto avventato.
"Aizen-sama, mi dia il permesso di giustiziarlo"
"Kaname…" Cercò di dire, l'ex capitano della quinta.
Grimmjow di tutta risposta con uno strattone si liberò dalla presa, osservando Tousen con rabbia.
"Lo vorresti! Tu non riesci a sopportarmi, vero? E' normale per un ufficiale comandante comportarsi in questa maniera?" Chiese con scherno.
"Io credo che ciò che disturbi la pace non vada perdonato, ecco come la penso"
"Per il bene di chi? Per il nostro gruppo?"
"Per Aizen-sama" rispose Tousen e Grimmjow fece una mezza risata.
"Stai sempre a pensare a quella tua morale, non è vero?"
"Certo, io agisco sempre secondo la mia morale. Morale che manca completamente nelle tue azioni. Senza un giusta causa dietro alla giustizia... essa è solo un massacro. Ma una massacro, in nome di una giusta causa, è giustizia!"
Grimmjow non ebbe il tempo di muoversi, di fiatare o di spostarsi, percepì solo lama fredda tagliare di netto il suo braccio e quello ricadere poco distante da lui e sparire, incenerito, il secondo dopo. Un dolore lancinante lo colpì all’improvviso e non riuscì a trattenere urla sofferenti, portando una mano sul punto in cui il suo braccio, spietatamente mutilato, perdeva grosse quantità di sangue.
Yui perse il respiro quando tutto accadde con una certa velocità davanti ai suoi occhi, per un secondo sentì la nausea, portandosi una mano sulla bocca.
"Merda, merda, merda! Brutto figlio di puttana, il mio braccio..." ringhiò Grimmjow, completamente in preda ai suoi istinti più selvaggi e trasportato da un impeto di rabbia, portò la mano alla katana deciso a combattere.
"Grimmjow" lo richiamò pacato Aizen. L'arrancar si bloccò in mezzo alla stanza, con la furia negli occhi e la mano che stringeva con forza, il manico della zampakuto.
"Ho paura che se dovessi attaccare Kaname, non sarei capace di perdonarti "
Grimmjow dovette trattenersi con tutto se stesso, mentre l'umiliazione di ciò che aveva appena subito lo accecava di rabbia.
"Grimmjow" Chiamò ancora Aizen. L'espada lascio andare la katana e si voltò verso di lui, con sguardo scuro.
"Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me"
L'arrancar l'osservò perplesso.
"Da questo momento in poi, sarei grato se ti prendessi cura della mia ospite. Vorrei che ti occupassi di lei in tutto e per tutto”.
Grimmjow tentò di dire qualcosa, pronto a ribellarsi a quel compito poco consono a un espada e decisamente umiliante.
“È un compito molto importante e ci tengo che tu lo assuma con dovere. Sarà un modo per dimostrare al qui presente Kaname che le tue intenzioni sono sempre nobili, Grimmjow”.
L'espada strinse il pugno e riluttante, fece un cenno con la testa.
"Asai Yui, ti prego di seguire Grimmjow, ti mostrerà la tua stanza".
La ragazza non si mosse dal posto, madida di sudore, mentre combatteva la nausea e cercava di schiacciare la paura. Osservò l'arrancar voltarsi e passarle affianco, con uno sguardo ricolmo di astio e ostilità.

Yui dovette riprendersi un momento, prima di muoversi lanciò uno sguardo carico d'odio al tizio con le treccine, poi seguì l'arrancar. Quando varcarono la soglia, ormai lontani dagli occhi dei due dentro alla stanza, Yui si bloccò d'improvviso e si tolse la giacca.
"Cosa diavolo fai?" Tuonò gelido l'arrancar. Di tutta risposta la ragazza spezzò una manica della sua giacca e ne ricavo una striscia, si mise il resto sulla spalla, poi si avvicinò verso di lui,
"Che fai?" Chiese quello sprezzante.
"Sta fermo!" le ordinò la ragazza, cercò di avvicinarsi al braccio dell'azzurro ma quello si ritrasse inizialmente, Yui lo fulminò.
"Ti vuoi stare fermo!" Ribadì, poi prese il pezzo di stoffa e lo avvolse, attorno al braccio sanguinante dell'espada, stringendo con forza.
Grimmjow rimase un attimo interdetto da quell'azione, la guardò con stupore.
"Se non fermi l'emorragia, be.. forse tu non muori, ma sicuro che ti indebolisci e non puoi permetterlo no?" disse la ragazza, allontanando poi le mani dal suo braccio.
Grimmjow la fissò in silenzio.
“Muoviti” disse glaciale, verso di lei. Ovviamente non la ringrazio e senza ribellarsi a quell'ordine lo seguì. Non aveva idea di ciò che sarebbe accaduto da quel momento in poi, ne di dove la stesse portando, ma lei non avrebbe potuto opporsi, perciò lo segui.
Camminarono per un po, poi l'arrancar si fermo davanti ad una porta. Yui guardo prima l'espada e poi la porta.
"Dobbiamo stare di guardia? Non capisco.."
L'azzurro sbuffò scocciato.
"Aprila e la tua stanza quella."
"Cosa? Ho una stanza? Ho cazzo di stanza?"
"Vuoi per caso dormire fuori come i cani?"
"Ah quindi come voi" disse tagliente la ragazza, ma Grimmjow non apprezzò quel commento e in un secondo fu su di lei , afferrandola per un braccio e sbattendola contro il muro, Yui perse un respiro.
"Come osi parlarmi così? Umana"
"Cosa ti aspetti, rispetto? Hollow da due soldi" Grimmjow strinse di più la presa sul braccio, schiacciandola ancora più sul muro, Yui cercò di contrastarlo.
"Chiudi quella boccaccia Donna o giuro che te la chiudo io" rispose minaccioso quello.
“Grimmjow”
L'arrancar si fermò d'improvviso con fare scocciato, si voltò a guardare chi fosse l'intruso.
“Tsk, ma guarda un po’ chi non si fa i cazzi suoi! Sparisci Ulquiorra!”
Yui si voltò di lato, trovando la figura della quarta espada che, con fare tediato, li osservava. Senza pensarci due volte, Grimmjow approfittò del momento di distrazione e con velocità afferrò la ragazza per i capelli, trascinandola verso di sé con violenza. Yui gemette dal dolore, mentre si sentiva tirare con tanta forza da farle male, tentò di liberarsi, ma ogni volta che ci provava l'arrancar stringeva ancora di più.
“Grimmjow, quella donna è l'ospite di Aizen-sama” disse pacato, la quarta.
“E allora, cosa vuoi che me ne importi! Deve imparare a stare al suo posto!”
“Lasciami andare, bastardo!”
Grimmjow rise, divertito da quel piccolo fuori programma, che si stava rivelando davvero piacevole.
“Se non stai zitta, giuro che ti uccido”
Ma Yui sentì un impeto di rabbia, d'improvviso afferrò la mano che stringeva i suoi capelli, con un abile mossa, scivolo sotto, facendo leva sul braccio dell'arrancar. Quello si trovò bloccato così, un solo movimento e la sua spalla si sarebbe rotta.
"Non te l'ha detto la mamma che le donne non si toccano neanche con un fiore, arrancar?"
Quello con rabbia si staccò rapido e si mise di fronte a lei, mettendo una mano sulla sua katana.
"Io ti uccido!"
“Grimmjow, dopo tutto ciò che Aizen-sama ha fatto per portarla fino a qui, cosa credi possa succedere se tu dovessi ucciderla?” Chiese, incastrando il suo sguardo verde smeraldo su quello azzurro della sesta. Rimasero così per un po', a fissarsi in silenzio, dopo di che Grimmjow sbuffò scocciato e si ricompose.
"Entra" disse l'azzurro. Yui esitò.
“Muoviti, non ho tutto il giorno” la riprese, l'espada.
La ragazza infine entrò, ma ciò che trovò all'interno la stupì più di quanto avrebbe creduto. La stanza era una comunissima camera ben arredata: aveva un un letto a baldacchino poggiato ad un lato della parate sulla sua sinistra, sopra al quale si apriva una finestra di forma circolare che lasciava entrare la flebile luce della mezzaluna, unica fonte luminosa nel cielo notturno dell'hueco mundo. La stanza era spaziosa, le pareti erano biancastre e nella parete di fronte a lei, al di là del letto, vi era una porta che leggermente socchiusa, rivelava condurre ad un piccolo bagno. Di fianco ad essa, era elegantemente poggiato alla parete un armadio all’apparenza molto capiente, di seguito era inserita una libreria ricolma di diversi libri, infine un piccolo scrittoio. Quando Yui si voltò verso destra, incontrò poco distante dal punto in cui si trovava, un divano. Non si sarebbe mai aspettata di trovare qualcosa del genere, in quel luogo. Aveva pensato agli scenari peggiori, quelli in cui avrebbe potuto dormire in una cella fredda e spaventosa, ma nulla le avrebbe mai fatto pensare ad una tale cortesia nei suoi confronti.
“Senti un po', donna!” Richiamò la sua attenzione, l'espada. Yui si voltò a guardarlo, mentre quello, con sguardo duro la osservava, avvicinandosi.
“Non mi importa chi tu sia, puoi essere qualsiasi cosa per Aizen, ma trattami ancora in quella maniera, osa toccarmi di nuovo o rispondermi con quel fare arrogante e giuro che da qui non ne uscirai viva!”. Yui s'immobilizzò, mentre le iridi azzurre dell'arrancar la fissavano con ira.
“Io sarò il tuo peggior incubo” soffiò, vicino al suo viso, prima di voltarsi ed incamminarsi verso l’uscita sbattendo violentemente la porta.
La ragazza rimase un solo istante in piedi, con il cuore che le batteva nel petto, poi crollò sulle ginocchia, disperata, mentre le lacrime bruciavano negli occhi. Yui portò una mano sulla testa, là dove l'arrancar le aveva tirato con violenza i capelli e la sentì pulsare. Strinse con forza le palpebre e lentamente si rannicchio su se stessa, portando le ginocchia al petto, come faceva quando era bambina, lasciando che le lacrime inondassero il suo viso e sfogassero tutto ciò che aveva dovuto reprimere: la paura, l'angoscia, la disperazione. Furono quelle le principali emozioni che le avevano riempito il petto. Pensò alla sua famiglia, pensò ai suoi amici, pensò ad Ichigo.
Tutto era lontano, andato: un momento prima c'era, il secondo dopo era tutto svanito, dietro al buio oscuro e violento, dell'hueco mundo.
Chi l'avrebbe mai potuta salvare?
Nessuno.
 Lei era in trappola.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


CAPITOLO 31

Here comes the rain again,

Falling from the stars,

Drenched in my pain again"

Green day

 

Grimmjow Jaegerjaques era davanti a lui. Aveva la sete di sangue negli occhi. Sentì la sua reiatsu forte quasi da schiacciarlo, privarlo del respiro.
L'espada gli piombò addosso all'improvviso, dopo di che ci fu solo dolore, sangue e buio.
"Sei patetico, shinigami. Tu non puoi niente contro di me, io sono la sesta espada, Grimmjow Jaegerjaques ed oggi, ti ucciderò".

Quando Ichigo aprì gli occhi le iridi azzurre ed iniettate di sangue della sesta espada erano svanite, sostituite da un soffitto un tempo bianco ed ora leggermente giallastro. I suoi occhi saettarono da una parte all'altra, scorgendo la stanza vagamente familiare in cui si trovava. Aveva la fronte imperlata di sudore, il respiro leggermente affannato ed il corpo completamente indolenzito. Cercò di mettersi a sedere, combattendo contro le fitte di dolore che le ferite, in via di guarigione, gli provocavano. Per qualche secondo si sentì completamente spaesato, senza sapere dove si trovasse di preciso, né tanto meno che giorno fosse. Tutto era confuso e lontano nella sua mente, sovrastato da quel sogno così nitido e reale che l'aveva svegliato con tanta insistenza e angoscia. Non riusciva a capire il perché avesse sognato proprio quello, il ricordo ormai lontano riguardante la prima volta che aveva incontrato la sesta espada, quasi quello fosse lì a ricordagli qualcosa, qualcosa che lui, però, non riusciva davvero a rimembrare.
"Kurosaki-kun" lo chiamò una voce, dolce e leggera. Ichigo alzò il viso, incontrando la figura di Inoe, che in piedi lo osservava di fianco alla porta scorrevole.
"Inoe, che ci fai qui?"
La ragazza sorrise un poco e si avvicinò a lui, inginocchiandosi al fianco del suo futon.
"Urahara-san mi ha fatto chiamare, sono venuta per curare le tue ferite e quelle di Rukia" disse dolcemente.
"Come sta lei?"
"Bene, si riprenderà presto"
"E Yui?" Quando pronunciò il suo nome, Ichigo notò qualcosa passare rapidamente negli occhi della ragazza.
"Ecco Yui…Ecco lei è…" Cercò di dire, la ragazza, senza riuscire a trovare le parole adatte per poterlo esprimere.
"Va tutto bene, Inoe-san. Ci penso io" disse la voce di Urahara, vicino alla porta. La ragazza  alzò il viso verso di lui grata, si alzò ed uscì dalla stanza silenziosa. 
"Va tutto bene Urahara-san? Inoe sembrava scossa" disse il ragazzo, osservando l'uomo farsi vicino e sedersi di fianco a lui.
"Si, immagino lo sia. Tutti lo siamo" affermò, sventolando il suo inseparabile ventaglio. Ichigo si era spesso domandato il perché l'uomo ne facesse uso, anche quando non era climaticamente necessario.
“Cosa intende dire?” Domandò, alzando un sopracciglio
Urahara l'osservò da sotto al capello e chiuse di scatto il ventaglio, diventando improvvisamente serio e sospirando rassegnato.
“Immaginavo potesse succedere: perdita breve della memoria. Capita spesso quando si vivono eventi traumatici, soprattutto se seguiti da una perdita di coscienza dovuta a traumi o ferite. Mi spiace Kurosaki-san, speravo lo ricordassi tu e non fossi io a doverti dare questa notizia” disse l'uomo, con sguardo dispiaciuto
“Cosa… Cosa è successo?” Chiese, quasi con timore il ragazzo.
“Kurosaki-san. Durante la battaglia contro Grimmjow, Yui-san è stata rapita”
Ichigo si paralizzò sul posto, con gli occhi spalancati, incredulo. Osservava Urahara davanti a sé, cercando di scorgere dietro al suo sguardo un segno, qualsiasi cosa che gli dimostrasse che ciò che aveva appena detto fosse solo uno scherzo. Nulla sul quel viso gli suggerì qualcosa del genere.
Il cuore nel petto perse un battito, mentre la sua mente realizzava lentamente l'accaduto. Come un flash, gli eventi precedentemente accaduti, tornarono prepotenti nella sua mente.
Ichigo d'improvviso la vide, come se fosse lì davanti a lui: gli occhi della ragazza che disprati lo guardavano e la sua mano tesa verso di lui, poi solo il cielo notturno.
Un dolore angosciante lo trafisse.
Fece così tanto male.
Ichigo schizzò in piedi, ma barcollò poco dopo crollando di nuovo a terra. Fu Urahara a bloccare la sua possibile caduta, afferrandolo per un braccio.
“Kurosaki-san” lo richiamò, l'uomo con fare preoccupato.
“Io devo andare a salvarla”
Urahara non rispose.
“Io devo salvarla. Lei è in pericolo. Devo assolutamente andare nell'hueco mundo e riprenderla” ribadì Ichugo, staccandosi dalla presa dell'ex capitano della dodicesima.
“Kurosaki-san!” Lo richiamò ancora Urahara, ma il ragazzo ignorò la sua voce e cercò di rimettersi in piedi, precipitandosi verso la porta.
Kurosaki-san!”
Il ragazzo cercò di correre fuori, senza tener conto delle ferite, che, ancora in via di guarigione, dolevano sotto le bende.
“Kurosaki-kun” chiamò la voce sorpresa di Inoe, quando lo vide spuntare dall'anta e cercare di andare via. Lui non si curò nemmeno di lei, continuando dritto per la sua strada, senza vedere o sentire, senza dare attenzione a nulla, perché l'unica cosa che premeva nella sua testa, la sola cosa che premeva sul cuore era esclusivamente lei: Yui.
Non si sarebbe dato pace, non avrebbe potuto continuare a vivere le sue giornate e neanche solo respirare, con il lugubre pensiero di lei nelle mani della persona più terribile di sempre.
“Kurosaki-san, fermati” disse ancora, Urahara alle sue spalle.
“No, io... Io devo salvarla” rispose il ragazzo, cercando di superare la porta del salotto, ma prima che potesse farlo, vi trovò Tsukabushi che, imponente, gli si parò davanti e lo prese con tanta agilità e rapidità da lasciarlo completamente sorpreso.
“Lasciami andare” si dimenò il ragazzo, infuriato.
“Kurosaki-san, non sei nelle condizioni di poter fare alcunché, figuriamoci di andare nell’Hueco Mundo, da solo, tentando un’impresa impossibile. Ti farai soltanto ammazzare!” Disse l'uomo dai capelli color biondo cenere, a voce più alta.
“Non mi importa se non sono nelle condizioni di poterlo fare, io lo devo fare! Non la lascerò da sola in un momento del genere” sbraitò il ragazzo, con rabbia.
“È davvero questo che vuoi fare? Vuoi davvero buttarti a capofitto nell'Hueco Mundo senza tenere conto delle tue possibilità di riuscita? Ti vuoi rendere conto che la tua sarebbe solo un azione suicida?”
“Non mi importa!!”
“Non dire sciocchezze!!” Urlò l'uomo.
Ichigo si fermò un attimo, sentendo la sua voce farsi più alta. Non aveva mai sentito Urahara alzare la voce.
“Tutte le volte che gli espada di Aizen si sono presentati in questa città, tu non sei stato capace di fermarli, credi davvero di riuscirci questa volta? Sei consapevole del fatto che andando nell'hueco mundo non incontrerai solo Grimmjow, ma tutti e dieci gli espada ? Persino Aizen stesso? Dimmi, Kurosaki-san, sei davvero così presuntuoso da pensare di poterli battere tutti da solo, quando non sei nemmeno stato capace di proteggere Yui-san?” Domandò duro Urahara. Ichigo spalancò gli occhi, incredulo nel sentirsi dire quelle cose da lui, mentre le parole arrivavano dritte come un colpo allo stomaco. Strinse i pugni con forza, amareggiato per la situazione in cui si trovava e consapevole di essere soltanto un debole e patetico shinigami delegato, neanche in grado di proteggere le persone care.
“Ha detto bene, non sono stato capace di proteggerla, ma non permetterò che questo accada ancora, a costo di combattere contro tutti gli espada e rischiare la mia stessa vita” rispose il ragazzo, con tono duro e freddo. Non avrebbe commesso l’errore di arrendersi, mai!
“Queste non sono le parole di una persona lucida, calmati Kurosaki-san” Disse, con più tranquillità Urahara.
“Non mi importa! Non starò calmo! Ora lasciami andare tu!” Sbraitò, cercando ancora di liberarsi. All'improvviso, qualcuno gli afferrò la mano, stringendola un poco.
“Kurosaki-kun! Per favore, calmati” disse con voce triste, Inoe. Ichigo s'immobilizzò nel sentirla, nel percepire la sua mano, calda e delicata, stringere dolcemente la sua.
“Non puoi andare così, è pericoloso. Ti prego ascolta Urahara-san. Noi la salveremo, ma non cosi! Per favore” lo supplicò, con le lacrime agli occhi, mentre la sua mano faceva più pressione.
“Inoe-san ha ragione. Kurosaki-san, se tu dovessi morire, chi credi potrà salverà Yui-san? La soul society? Io? Nel primo caso non sono completamente sicuro del loro intervento, nel secondo… beh, semplicemente non potrei. Tu sei l'unico in grado di farlo, ma non così! So che fa male sapere che lei è nelle mani di una persona pericolosa come Aizen, ma ora dobbiamo solo sperare che lui sia gentile e che non le faccia del male” spiegò l'uomo, con calma.
“Come può dirlo? E' di Aizen che stiamo parlando!”.
“Lo so, ma fidati di me, c'è una possibilità, seppur remota, che Aizen possa non torcere nemmeno un capello a quella ragazza”
“E allora? Il fatto che esista quella possibilità, non significa che io possa starmene fermo qui ad aspettare senza far nulla, sa perfettamente che non è da me”.
“Ed è esattamente per questo che ti sto chiedendo pazienza. Ti allenerò!”
“Cos…” mormorò Ichigo, guardandolo con sorpresa.
“Ti allenerò fino a che non sarai in grado di combattere gli espada ed andare a salvarla” ripeté Urahara, guardandolo dritto negli occhi. Ichigo lo fissò in silenzio, sapeva di potersi fidare di lui, ma l'ansia e l'angoscia che sentiva nel cuore, non riuscivano a placare la sua rabbia e la sua paura.
Come avrebbe potuto vivere con quell'emozioni nel cuore?
Come avrebbe potuto superare i giorni senza di lei?
“Ti aiuterò anche io, Kurosaki-kun. Ci alleneremo insieme” aggiunse dolcemente Inoe, guardandolo dritto negli occhi. Ichigo spostò un momento il suo sguardo su di lei, incontrando il suo dolce viso. Anche lei era spaventata e preoccupata, eppure, continuava a sorridergli con tenerezza, cercando di dargli un minimo di forza. Ichigo strinse gli occhi, combattendo contro l'istinto di spazzare via qualsiasi cosa davanti a sé e correre a riprendersi Yui, ma cercò di calmarsi, ricacciando indietro ogni emozione.
Infine, portò una mano su quella della ragazza, afferrandola con delicatezza. Se era Inoe a chiedere di aspettare e se lo faceva a quella maniera, allora lui avrebbe dovuto calmarsi, a tutti i costi.
“Grazie Inoe. Si, lo faremo” rispose, accennando un leggero sorriso, mentre dentro il suo cuore continuava disperarsi, consapevole di essere completamente impotente ed inutile.
 

***


Il vocio nella sala si alzò di qualche tono quando Yoruichi Shihoin si presentò davanti al capitano comandante con una certa urgenza. I capitani schierati la osservarono, mentre lei si fermava al centro della sala, con il solito fare elegante ed aggraziato, che ricordava le sue, ormai abbandonate, origini nobili. Il bastone del vecchio comandate, sbatte una sola volta per terra ed il silenzio calò nuovamente all'interno della stanza. Gli sguardi tesi dei capitani, si soffermarono sulle due figure, esitanti.
“A cosa dobbiamo la tua visita fino a qui, Shihoin Yoruichi?” Chiese serio, il capitano-comandante. Yoruichi, si chinò in segno di saluto.
“Capitano-comandante, la shinigami delegata Asai Yui  è stata rapita per mano del'ex capitano Kaname Tousen  e della sesta espada, entrambi al servizio di Aizen” spiegò la donna.
“So già cosa è accaduto, rispondi alla mia domanda."
“Sono qui per richiedere il vostro intervento, nel possibile tentativo di riportare indietro la shinigami delegata” rispose la donna. Ci fu un attimo di assoluto silenzio, in cui gli sguardi dei due interlocutori si fissarono con insistenza, mentre i capitani attendevano con una certa curiosità.
“Richiesta respinta” rispose il capitano-comandante. Nessuno osò parlare, ma diversi volti si scambiarono sguardi fugaci.
“Capitano-comandante, Asai Yui è stata rapita mentre compiva il suo dovere da shinigami nel proteggere la Terra, vuole davvero dirmi che la Soul Society non si curerà di andare a salvare un proprio soldato?” Chiese con una certa fermezza Yoruichi.
“Non è questione che la Soul Society si curi o meno dei suoi soldati, Shihoin Yoruichi, ma si tratta di scegliere il male minore, per poter proteggere al meglio questo luogo” rispose pacato il comandante.
“Quindi vorrebbe dire che non alzerà un dito, nemmeno contro un azione che sembra a tutti gli effetti un atto di guerra?” Chiese la donna, con insistenza.
“Shihoin Yoruichi, questi non sono affari che ti riguardano dato che non fai più parte di questa istituzione ormai da tempo. La Soul Society non si muoverà per salvare Asai Yui, che sia questo o meno un atto di guerra, anzi, a maggior ragione non lascerò che la Soul Society venga privata dei suoi uomini, ora che la loro presenza è di fondamentale importanza, per la sicurezza di questo mondo!”
“Signore, so che in un momento come questo avere tutti i nostri uomini qui presenti è importante, ma Shihoin Yoruichi  ha ragione, Asai  Yui è un nostro soldato e come tale noi abbiamo il dovere di far qualcosa a riguardo” s'intromise all'improvviso Kuchiki Byakuya, attirando l’attenzione di tutti i presenti in sala.
“Quindi vorresti mettere in pericolo la Soul society per recuperare una semplice umana?” Chiese tagliente il capitano della dodicesima. Byakuya si voltò lentamente incontrando lo sguardo di Kurotsuchi davanti a sé.
“Asai Yui non è una semplice umana ed ha smesso di esserlo nel momento in cui l'abbiamo accettata fra le nostre file. La sicurezza della Soul Society ha la priorità e tutti noi ne siamo coscienti, ma anche proteggere e salvare i nostri stessi soldati, non è da meno” rispose il capitano della sesta, incastrando il suo sguardo in quello ambrato di Kurostuchi.
“Questa è una bella scusa, Kuchiki Byakuya. Vorresti farci credere che salvare quella ragazza è un nostro dovere? Non è invece vero che vorresti salvarla per un tuo personale capriccio? Infondo tutti siamo a conoscenza del tuo legame con lei!”
“Stai forse mettendo in dubbio la mia lealtà e i miei doveri da capitano verso la soul society? Capitano Kurostuchi?” Rispose il primo affilando lo sguardo.
“O forse sono le tue stesse azioni e mettere in dubbio ogni cosa, capitano Kuchiki”
“Devi stare molto attento a come utilizzi le parole, Kurostuchi, potresti pentirti di aver osato aprire bocca e rivolgermi tali accuse”
“Basta voi due!” Li riprese il capitano-comandante.
“Andiamo Yama-jii, infondo il capitano Kuchiki ha ragione, non possiamo mica voltare le spalle e pretendere che tutto ciò non sia mai accaduto” si intromise il capitano Kyoraku.
“In fondo la ragazza ha sempre combattuto per noi ogni volta che le è stato chiesto e non ha mai messo in dubbio i nostri ordini. Lei è una di noi, non possiamo lasciarla nelle mani di Aizen” continuò Ukitake
“Non è una nostra priorità, non quando siamo vicina alla guerra. Sbilanciarci ora e dimezzare i nostri uomini, sarebbe come mandare un grosso invito ad Aizen e lasciare che distrugga la Soul Society senza far nulla. No, la ragazza non può essere salvata” affermò, il capitano Soi Fon.
“Se c'è qualcuno da fare a fette, posso sempre occuparmene io, farò rimpiangere a quegli idioti di aver osato compiere questa mossa” disse esagitato Zaraki Kenpachi.
“Ora basta! Silenzio!” Urlò furioso il capitano – comandante, sbattendo il bastone più volte a terra.
“La mia decisione è stata presa e non si tornerà indietro. La Soul Society non andrà in soccorso dell'umana Asai  Yui. Ora Shihoin Yoruichi, se non sparirai da questo posto e da davanti ai miei occhi, sarai arrestata e rinchiusa nelle nostre celle, da traditrice quale sei” affermò con rabbia il vecchio. Yoruichi, fece un piccolo in chino, mentre gli occhi ambrati bruciavano dalla rabbia e, in un battito di ciglio, sparì, come se non fosse mai stata lì.
Il comandante decretò la fine della riunione e tutti i capitani si dispersero tornando alle loro postazioni.
Byakuya, non tornò alla caserma ma si diresse direttamente verso la  sua dimora, là dove i Kuchiki avevano costruito la loro nobile fortezza.
Quando il capitano della sesta divisione varcò la soglia, Yoruichi se ne stava appoggiata al vecchio albero di ciliegio del meraviglioso giardino. I loro sguardi si incontrarono per una frazione di secondo, dicendosi più di quanto le parole avrebbero potuto fare.
Byakuya si avvicinò lentamente all'albero, perdendosi a guardare il piccolo lago dietro di esso.
“E ora che farete?” Chiese, all'improvviso. Yoruichi non si mosse, rimase con le braccia conserte e la schiena appoggiata al tronco.
“Andremo a prenderla, ad ogni costo”
“E come farete? Senza l'aiuto della Soul Society non sarà facile”.
“Non abbiamo avuto bisogno della Soul Society, nel salvataggio di Rukia”
“Allora per quale motivo sei venuta a chiedere il nostro aiuto?” Chiese l'uomo, voltandosi leggermente verso di lei.
“Ichigo. Lui era intenzionato a venire fino a qui e chiedere di salvarla, sapevo che non avreste mai accettato, ma lui ha insistito, non ho potuto convincerlo del contrario, così sono venuta qui al posto suo. Avrebbe solo creato disordine, se fosse venuto lui stesso”
“La sua impulsività sarà la sua stessa rovina” commentò l'uomo.
“La sua impulsività è dettata dall'affetto che prova per le persone che ama. Lui avrebbe fatto lo stesso persino se fosse accaduto qualcosa a te, si sarebbe precipitato qui senza pensarci due volte” rispose Yoruichi. Byakuya la guardò per un momento, sorpreso.
“E come siete riusciti a fermarlo?” Chiese curioso.
“E' stato Urahara! Non so come abbia fatto, ma è riuscito a convincerlo. Sarebbe stato un suicidio, precipitarsi nell'Hueco Mundo nel suo stato attuale. Non ha potuto nulla contro gli espada di Aizen”
“Non se ne starà calmo per molto, non finché lei sarà là”
“Lo so, ma per ora, questo ci basterà e ci farà guadagnare un po’ di tempo, tempo che utilizzeremo per allenarlo!”
Calò il silenzio per qualche secondo.
“Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, l'ho sempre saputo, eppure non sono stato in grado di fermarlo” disse con rammarico, Byakuya.
“Nessuno di noi si aspettava questa mossa proprio ora, non dopo così tanto tempo” commentò la donna.
“Ma io sapevo che se lei fosse tornata, lui l'avrebbe scoperto. Avrei dovuto proteggerla Yoruichi, avrei dovuto farlo, ma non sono stato capace di nulla, nemmeno questa volta” disse con infinita tristezza nella voce. Yoruichi si voltò a guardarlo: le spalle dritte, il portamento composto e austero di chi non si scompone mai, eppure, immaginava i suoi occhi, le sue iridi scure distrutte da un dolore che era riuscito a seppellire lontano, un dolore che aveva imparato a nascondere e che, ora, ritornava a galla più forte e feroce di prima.
"Ho sempre pensato che la morte di Kaori e di Hisane siano state una punizione, per essere sempre stato un uomo troppo duro e inflessibile. Una persona che ha preferito seguire la via dell'orgoglio e dell'onore e portare il peso del suo nome, a costo di lasciare indietro ogni cosa. E l’ho accettato: il dolore, la perdita, ho accettato tutto in silenzio e ho sepolto ogni cosa dentro, proprio come un nobile dovrebbe fare. Ma ora, non lascerò che tutto ciò accada di nuovo. Yoruichi io non posso...”
“La riporteremo indietro, Byakuya, non la lasceremo nella sue mani. Questa volta noi la proteggeremo” disse con forza Yoruichi, staccandosi dall'albero e mettendosi dritta.
 Byakuya guardò nei suoi occhi ambrati: ancora una volta Yoruichi, era lì per aiutarlo, esattamente come una volta, di tanto tempo fa...

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


CAPITOLO 32

"Take me back to the start"

Coldplay

 

 

 

 

"Non lasciare la mia mano, per nessuna ragione al mondo! Questo non è il Seretei, stammi vicino!" Disse il nonno, mentre con passo svelto si incamminavano in mezzo alla strada ricca di persone.
Il bambino, si guardò attorno un po’ spaesato, aveva insistito così tanto per voler seguire il nonno nel Rungokai, curioso di cosa si nascondesse oltre le mura che circondavano il Seretei. Da sempre aveva pensato a come potesse essere, dilettandosi ad immaginare mille e più scenari, a volte addirittura bizzarri e fantastici, qualsiasi cosa, ma non quello. Fu una delusione quando, lontano nel 73th distretto del Rukongai, il bambino trovò solo case diroccate e malmesse e persone vestite dagli abiti più semplici e umili che avesse mai visto. Nulla di ciò che aveva immaginato rispecchiava la realtà, fin troppo dura per i suoi gusti.
Il piccolo, si strinse alla mano del nonno, leggermente intimorito da un mondo che gli pareva troppo diverso, da quello a cui era abituato di solito.
Il nonno si era fermato a parlare con uomo da un abbigliamento decisamente più composto rispetto a quello delle persone che animavano le strade. Riusciva a sentire i due uomini discutere di argomenti che lui non riusciva a comprendere e dei quali, sinceramente, non gli importava più di tanto e mentre si osservava attorno, leggermente annoiato da quella situazione, si ritrovò ad guardare un gruppo di bambini che, impegnati a tenere del cibo fra le mani, correvano all'impazzata verso di lui. Il ragazzino indietreggiò di qualche passo, pronto ad evitare la loro corsa sfrenata che puntava dritta verso di lui. Quelli furono più veloci e senza nemmeno accorgersene lo travolsero, facendolo cadere a terra. Quando il bambino alzò il viso, vide solo tanti piedi passargli affianco, senza sfiorarlo, mentre davanti, un uomo inferocito imprecava contro di loro inseguendoli. L'uomo incontrò i suoi occhi spalancati e senza pensarci due volte, iniziò ad urlargli contro.
"Avanti sbrigati!” Disse una voce all'improvviso.
Il bambino non fece in tempo a voltarsi che una mano lo prese per il braccio e con forza lo tirò su, trascinandolo via con se. Non ebbe il tempo di reagire o di opporsi, preso dall'impeto di quella corsa, seguì una bambina dai fluenti capelli color castano mentre l'uomo continuava ad urlare dietro di loro.
Con agilità, la ragazza schivò le innumerevoli persone che si trovavano davanti alla loro strada e rapida voltò d'improvviso, nascondendosi in un vincolo cieco.
Qualche secondo dopo sentirono le grida dell'uomo, poi quelle sparirono inghiottite dalla folla.
Il bambino cercò di riprendere fiato, ormai corto per la corsa, mentre ancora sorpreso si voltava a guardare l'artefice della sua maratona. Era una bambina che aveva circa la sua età, lunghi capelli castano chiaro, occhi dello stesso identico colore ed una pelle, bianca come il latte, da fare invidia ad una bambola. Vestiva abiti umili e leggermente sporchi per la polvere, mentre teneva in mano qualche frutto e della verdura.
"Fiu, per poco non ti prendeva" disse quella, con una tranquillità tale da spiazzarlo.
"Che diavolo ti è preso?"
Il bambino spalancò gli occhi quando incontro il suo sguardo, forte e sicuro.
"Io, io.. non.." Cercò di dire, senza trovare le giuste parole.
"Aspetta, non ti ho mai visto! Devi essere nuovo, ora si spiega tutto! Ti ci abituerai"
"A cosa?" Chiese, confuso.
"A scappare per non farti prendere! Dai, alzati! Dobbiamo trovare gli altri".
Il bambino si alzò seguendola verso la fine del vicolo e prima che vi mettesse piede fuori, un gruppo di loro coetanei vi entrò di corsa.
"Zura, siete qui, stavo venendo a cercavi" disse quella, sorridendo felice.
"Che ti è preso, perché sei rimasta indietro?" Chiese un bambino paffutello.
"Un nuovo arrivato, per poco non si faceva prendere" la bambina indicò alle sue spalle e tutti i presenti guardarono oltre di lei, incontrando l'esile figura del bambino ancora con il fiato corto.
"E quello chi è?" Chiese Zura
"Non so, pensavo voi lo conosceste!"
I bambini si scambiarono un'occhiata interrogativa.
"Non l'abbiamo mai visto"
"Sarà appena arrivato. Ehi, ti ricordi come ti chiami?"

Il bambino dai capelli corvini la guardò perplesso.
"Certo, il mio nome è Byakuya" rispose, un poco confuso.
"Oh questo è decisamente una cosa buona, non tutti si ricordano il proprio nome. Piacere, io sono Kaori" disse la bambina, aprendosi in un sorriso.
“Comunque io...” Iniziò a dire, nel vano tentativo di spiegarsi.
"Kaori, dobbiamo sbrigarci, se l'uomo torna possiamo dire addio a tutto questo meraviglioso cibo" disse Zura, con gli occhi che brillavano dalla felicità. La bambina annuì e si voltò verso Byakuya.
"Andiamo" disse, facendogli segno con la testa e lui la seguì, ancora un poco confuso. Si spostarono rapidi attraversando la città, fino ad uscire da essa e fermarsi in una casa malmessa in mezzo alla foresta.
Byakuya si guardò attorno curioso, quando varco la soglia di quella lontana dimora: la casa era piccola, vecchia e un poco sporca, ma comunque accogliente. Rimase sorpreso nel trovarvi altri bambini all'interno, che si precipitarono verso di loro una volta entrati. Kaori e Zura divisero parte del cibo e lo distribuirono a tutti i presenti, lui compreso, così che potesse mangiare insieme a loro.
“Benvenuto fra noi Byakuya” disse Kaori, sedendosi vicino.
“Che cosa è questo posto?” Chiese, un po’ curioso.
“Questo è il nostro rifugio”
“Ma è… tutto sporco!”

Kaori rise leggermente.
“So che non è il massimo ma è l'unico posto che possiamo chiamare casa” rispose lei con tranquillità..
“Casa” pronunciò, sovrappensiero il bambino, continuando a guardarsi attorno
“Mi spiace per tutto questo, Byakuya. Sarà difficile, vivere qui, dovrai imparare a scappare più veloce ed abituarti a questa vita, ma andrà tutto bene. Noi tutti ci siamo passati, non ti lasceremo da solo” disse, dolcemente.
Il bambino la osservò quasi incantato: sembrava così fragile, con quel suo aspetto così delicato, eppure nei suoi occhi bruciava una forza ed una tenacia che lui non aveva mai visto, non in un suo coetanea. Attratto da quella strana bambina, non pensò minimamente al significato di quelle parole e a quello che avrebbero potuto intendere e continuò così a mangiare con tranquillità.
“Avanti, finisci, così possiamo mettere a posto” disse la bambina, alzandosi ed aiutando gli altri bambini a sistemare. Passarono alcune ore a chiacchierare e giocare. Byakuya era così affascinato da tutto ciò, da quel diversi bambini, così soli e così liberi. Non c'erano persone grandi, non c'era il nonno a dirgli cosa fare, tutti loro erano liberi di fare ciò che volevano, di giocare, di correre, persino di rubare se ne avevano bisogno, una vita così lontana dalla sua. Una vita libera.
Alzò la testa di scatto.
“Il nonno” disse d'improvviso, ricordandosi di essersi allontanato da lui, senza lasciare traccia, come aveva potuto dimenticarsi di lui?
“C'è qualcosa che non va?” Chiese Zura, vedendolo alzarsi in piedi.
“Il nonno, io.. devo trovare il nonno” disse Byakuya, turbato.
“Nonno? Hai un nonno? Perché non l'hai detto subito? Sarà preoccupato, sei sparito da ore” Disse Kaori, avvicinandosi verso di lui.
“Io, devo trovarlo” disse quasi in lacrime.
“Va tutto bene. Andremo a cercarlo, ok..?”
“Non potete! E' il tramonto, Zen-chan ha detto che non possiamo uscire al tramonto!” Disse Zura. Kaori si voltò verso di lui, guardandolo seria.
“Zen non è qui! Io vado, non posso lasciare che questo bambino perda l'unica persona che gli potrebbe essere rimasta!” Disse, in un tono che non ammetteva replica. Zura si zittì ed infine annuì.
Kaori prese la mano del bambino e di corsa uscirono dalla casa, mentre fuori il cielo si colorava del rosso-arancio, tipico del tramonto. Corsero più veloci che poterono, come Byakuya non aveva mai fatto, per riuscire a raggiungere il villaggio il prima possibile. Quando vi arrivarono, trovarono solo il silenzio e la quiete serale. Quello che poche ore prima era sembrato un luogo così animato, ora taceva completamente a metà dall'essere inghiottito dalla notte. Cercarono in ogni angolo e quando il sole sparì completamente, arresi, decisero di tornare indietro verso la piccola casa nella foresta.
“Mi dispiace Byakuya”.
Byakuya tirò su con il naso un paio di volte, trattenendo le lacrime che bruciavano negli occhi. Insieme camminarono, mano per la mano, nella foresta ormai scura. Il bambino dai capelli corvini strinse forte la mano di Kaori, impaurito da quel buio così profondo, poi d'improvviso qualcosa si mosse nella notte.
I due si bloccarono all'improvviso, mettendosi in ascolto. Il rumore, tornò ancora e ancora, Kaori strinse più forte la mano di Byakuya e con uno strattone lo spinse, iniziando a correre. Da qualche cespuglio, un hollow fece capolino ed iniziò ad inseguirli nell'oscurità della foresta.
“Corri, Byakuya, corri!” Le urlò Kaori, mentre lo teneva stretto e lo portava con se. L'hollow fece un balzo verso di loro e con forza li colpì, scaraventandoli a terra. Fu tutto estremamente veloce: l'hollow si erse alto ed enorme e con le zanne cercò di colpire Byakuya, riversavo a terra. Kaori si alzò rapida e prima che il mostro colpisse il bambino, si mise in mezzo, ricevendo l’attacco al suo posto e andando a sbattere con forza contro un albero.
“Kaori!” Urlò Byakuya, mentre la bambina, immobile, non rispondeva. Cercò di rialzarsi, precipitandosi verso di lei. L'hollow inferocito cacciò un ruggito che squarciò il silenzio della notte e lo seguì, facendolo poi ricadere ancora una volta a terra con un colpo. Byakuya vide il mostro alzare la sua enorme zanna acuminata e chiuse gli occhi, ormai arreso, in attesa che i terribili aculei lo colpissero: ma quelli non arrivarono mai.
Quando riaprì gli occhi, il nonno era davanti a lui, la spada tratta a fermare il braccio del mostro e prima che potesse anche solo pronunciar una parola, quello con delle rapidi mosse, lo uccise con facilità, facendolo sparire per sempre. Il bambino l'osservò per un momento, con il cuore ancora martellante nel petto, infine si alzò e corse verso l'esile figura di Kaori riversa a terra, priva di sensi. La scosse più volte, ma la bambina non rispose al richiamo.
“Ti prego Nonno, salvala” pianse Byakuya, mentre la stringeva a sé con tutte le sue forze e per la prima volta il suo cuore sentiva dolore, per qualcuno che non fosse lui stesso. Lei si era sacrificata per lui, una bambina qualunque, gli aveva salvato la vita. Quello fu il momento in cui il giovane Byakuya capì di poter provare affetto, un sentimento fino ad allora sconosciuto. Abbassò gli occhi verso la bambina, pregando con tutto se stesso che stesse bene e lo fece ancora, per tutto il tempo in cui lei rimase incosciente, sotto le cure della sua famiglia, nella sua casa.


Quando Kaori si risvegliò, si ritrovò in una stanza ben illuminata, pulita ed elegante. Riposava su di un futon morbido e caldo e vestiva un kimono soffice e delicato. Si stropicciò gli occhi, mettendo a fuoco ciò che aveva attorno, scrutando la stanza ed infine la persona che stava di fianco a lei. Lentamente si mise a sedere.
“Mi dispiace, è tutta colpa mia” disse il bambino scoppiano poi in lacrime. Lei lo fissò un attimo perplessa, poi gli sorrise dolcemente e si spostò verso di lui, abbracciandolo teneramente. Byakuya si immobilizzò, fra le sue braccia, sorpreso.
“Va tutto bene, sto bene. Non ti devi scusare” disse quella, con tranquillità. Byakuya si allontanò un poco da lei, osservando il suo viso, disteso e sorridente.
“Ma io.. Tu mi hai salvato la vita e per questo ti sei ferita” disse il bambino, asciugandosi il viso.
“E quindi? Io sto bene, no? E’ questo quello che importa!”
Byakuya la scrutò quasi rapito, non poteva davvero credere che lei non fosse arrabbiata. Lui lo sarebbe stato, ma lei no, non lo era.
Kaori si guardò attorno.
“Quindi sei un nobile?” Chiese curiosa.
“Scusa per non avertelo detto prima” disse quello, abbassando il viso imbarazzato. Non riusciva a guardarla negli occhi, lei aveva rischiato la sua vita per salvare un piagnucolone come lui. Non gli aveva detto cosa era e l'aveva messa in pericolo, come avrebbe potuto mai perdonarlo?
“Byakuya” lo chiamò lei.
Il bambino alzò il viso.
“Ho detto che va bene, io non sono arrabbiata, quindi smettila di fare quella faccia”
“Davvero?”
“Certo che si, scemo” disse quella sorridendo e Byakuya non poté far altro che sorridere a sua volta, catturato dal suo comportamento. Non la conosceva, eppure sentiva che c'era qualcosa in grado di attirarlo come un magnete verso di lei, qualcosa di completamente nuovo per lui. Lo scoprì solo in seguito, durante i giorni in cui Kaori, rimase lì nella sua casa, in attesa che si riprendesse completamente. Per Byakuya quelli furono i giorni più belli della sua vita. Solitaria era stata fino ad allora la sua breve esistenza, circondata da doveri e da responsabilità che gravavano sulle sue giovani spalle, senza lasciare che vivesse appieno la sua infanzia. Quello era il triste destino di chi portava un nome importante quanto il suo e fino ad allora, le sue erano sempre state giornate grige e ricche di doveri, poi quella strana bambina che proveniva dal Rukongai, era entrata nella sua vita e come una tempesta tutto aveva iniziato a cambiare. La sua spensieratezza e quella sua libertà, così vivaci e colorate, gli avevano aperto gli occhi ad un mondo di cui lui non era a conoscenza, fatto di piccole cose, così importanti da farlo sentire vivo, anche solo per un secondo. In pochi giorni, tutta la solitudine che aveva provato per anni, svanì completamente, portata via dal sorriso di quell'unica bambina. Capì così, di aver trovato qualcosa che fino ad allora non aveva mai avuto ed una notte, sul tetto della sua casa, mentre erano intenti ad osservare il cielo ricoperto di stelle, Byakuya osservò silenzioso la bambina al suo fianco, indeciso se porre o meno quell'unica domanda che gli ronzava in testa e che avrebbe così confermato, i suoi più teneri dubbi.
“Kaori, tu..sei mia amica?” Chiese timidamente, nel buio di una notte di mezza estate. La bambina si voltò leggermente a guardarlo, infine si aprì in un sorriso.
“Certo che sono tua amica” rispose, come se fosse la cosa più scontata del mondo. Byakuya sentì il cuore perdere un battito nel petto.
“Davvero?”
“Certo”
“Anche quando andrai via?”
Kaori, in un secondo si mosse rapida e si mise a sedere, seguita istintivamente da Byakuya. Si osservarono un poco, poi lei le mostrò il mignolo.
“Lo sarò, lo sarò sempre. Non importa quanto sarò lontana, io sarò sempre tua amica. É una promessa” disse con sicurezza.
Byakuya sentì il petto gonfiarsi di una felicità che mai avrebbe pensato di poter sentire.
Sorrise felice e strinse il mignolo sigillando la loro promessa.
“Per sempre”.


Quando Kaori tornò nel Rukongai, il mondo di Byakuya ridiventò grigio e triste come sempre: la casa si era fatta nuovamente silenziosa, la sua vita si era svuotata ed era lentamente ripiombata nel cupo freddo di una solitudine che faceva sempre più male.
Il bambino aveva cercato in tutti modi di andare avanti, mentre dentro alla sua testa la promessa fatta con Kaori si ripeteva all'infinito, pompandogli il cuore di una speranza ed una spensieratezza che desiderava più ogni altra cosa.

E continuò a lungo, fino a quando un giorno, risoluto, prese le sue cose e di nascosto lasciò la sua tenuta, con l'intento di raggiungere la bambina nel Rukongai, spostandosi nella notte buia e silenziosa.
Aveva quasi percorso metà del Seretei, quando un'ombra gli aveva bloccato la via, fermando la sua corsa.
“Dove credi di andare, Byakuya?” Chiese la figura, in penombra. Byakuya spalancò gli occhi, quando riconobbe la sua voce.
“Lasciami passare!”
“Neanche per sogno, ti rendi conto di quello che stai facendo?” Chiese con fare ammonitore.
“So perfettamente quello che faccio e ora lasciami passare, Yoruichi!!”
La donna l'osservò, senza battere ciglio.
“Non posso, Byakuya. Sai perfettamente che il Rukongai non è come il Seretei. La fuori è pericoloso”
“Non mi importa!”
“Dimmi un po', quando un hollow ti attaccherà, come ti difenderai? Sei consapevole che non ci sarà tuo nonno a proteggerti? Sarai tutto solo, nessuno potrà salvarti se andrai” disse dura. Byakuya la osservò, stringendo i pugni, sapeva che aveva ragione, lei aveva sempre ragione ed era ciò che lui odiava di più di quella donna.
Yoruichi Shihoin era sempre lì, pronta a sgridarlo e a metterlo in riga quando faceva la cosa sbagliata.
“Andiamo, Byakuya” disse quella, muovendosi verso di lui, pronta a riportarlo a casa. Byakuya abbassò la testa sconsolato.
“Ma io voglio rivederla” piagnucolò, disperato. Yoruichi si fermò vicino a lui, sospirò con forza ed infine, mise una mano sulla testa del bambino.
“Lo so, ma non così. Fidati di me” le disse, strizzandogli l'occhio.
Byakuya non capì le sue parole, fino al giorno in cui lei, si presentò alla tenuta per il solito allenamento giornaliero e piuttosto che aderire al suo dovere, lo portò fuori dalla sua casa, dritto verso il Rukongai.
“Ma Yoruichi..” Disse Byakuya, mentre la osservava, fermarsi esattamente davanti alla piccola casetta rovinata.
“Non volevi vederla? Ora puoi farlo, hai un'ora di tempo, dopo di che te ne torni a casa”
Byakuya la osservò, con gli occhi pieni di lacrime, la odiava si, ma come avrebbe potuto fare senza di lei?
“Grazie Yoruichi” disse felice.
“Si be, domani ti toccheranno ben tre ore di allenamento e mi aspetto che tu mi faccia un sacco di cose in cambio” disse quella con sguardo furbo.
“Non farò di nuovo il tuo schiavetto” rispose rapido il bambino.
“Peccato che tu non abbia scelta” e con un sorriso vispo sul viso, sparì nella foresta. Il giovane sbuffò leggermente divertito, fece qualche passo verso la casa e quando arrivò all'entrata, una figura uscì da essa.
“Byakuya?” Chiamò una voce, soffice e dolce. Il bambino, incontrò le iridi castane di Kaori.
“Che ci fai qui?” Chiese quella sorpresa, poi senza lasciarlo parlare, le saltò addosso, abbracciandolo con forza, in un gesto ancora così sconosciuto, per lui.
“Mi sei mancato, dai vieni! Ho un sacco di cose da raccontarti!” E lo prese per mano, portandolo via con se.

Tutto ebbe così iniziò.
 

Da quel momento in po le loro vite si incastrarono per sempre.
Byakuya continuò a vedere quella strana ragazzina del rukongai, cerando con lei un legame profondo, basato su un amicizia sulla quale nessuno avrebbe mai scommesso. Non poterono niente le lamentele del nonno o della sua intera famiglia, su quell'amicizia poco consona ad un nobile come lui. Non poterono niente nemmeno i pregiudizi, ne tanto meno l'onore tanto caro alla famiglia Kuchiki. Byakuya non poté rinunciare a quella bambina e non lo fece, anzi si prese cura di lei in ogni aspetto: gli insegnò a scrivere, a leggere, a combattere, a come eseguire uno shunpo in piena regola o tenere una katana in mano.

Lei fece lo stesso, ma in maniera diversa.
Kaori le insegnò a vivere come una persona libera, a godere della sua giovinezza, a capire l'importanza delle piccole cose e vederne l’immensa bellezza, ad essere umile e gentile, come mai lui era stato. L'infanzia si trasformò in adolescenza ed i due, così diversi ed uniti si iscrissero all'accademia da shinigami. Ne fu sorpreso il giorno in cui lei le confesso di volerlo diventare, guardandolo negli occhi e ammettendo quanto anche lei volesse diventare forte, non solo per se stessa ma per proteggere le persone che amava. Per proteggere anche lui.
Fu grato di sentirselo dire.
Insieme seguirono i corsi, anno dopo anno, fatica dopo fatica, fino al giorno del loro diploma. Lei divenne un eccellente shinigami, fino a diventare il vice capitano dell'ottava brigata e lui, come da eredità, divenne capo famiglia e capitano della sesta.

Tutto quello che avevano sempre sognato, era lì a portata di mano, meraviglioso più di quanto entrambi avessero mai immaginato.
Andarono avanti così per anni, lontani ma vicini, uguali e così diversi.

Poi un giorno tutto cambio.

La vita di Kaori si trasformò il giorno in cui le venne diagnostica una malattia, a detta del capitano Unohana incurabile, in grado di bruciare le cellule del suo corpo in maniera degenerativa.
Lei non accettò mai quella diagnosi e la ignorò, andando avanti con la sua vita, fino a che la malattia la rese debole.
In poco tempo perse la gran maggior parte delle sue abilità e della sua forza, fino a quando le fu impossibile adempiere al suo compito di vice capitano, dal quale venne prontamente sostituita. Quella fu la ferita più dolorosa per lei, che aveva sacrificato ogni cosa per raggiungere quel posto.
La malattia si aggravò sempre di più, fino a costringerla perennemente a letto ad una vita ed una esistenza che l'angosciavano ogni giorno di più.

Un giorno Byakuya andò a trovarla, con cuore a pezzi.
Lei  così forte e bella, spenta da qualcosa di irrefrenabile.
Lei così onesta e gentile, dimenticata dalla Soul society, dal seretei, dai capitani da tutti. Tutti tranne il capitano della quinta divisione, uomo che lui però non aveva mai sopportato.Quel giorno Byakuya l'aveva ascoltata e aveva nascosto lacrime che avrebbe voluto versare.

“Non ho mantenuto la mia promessa. Ti ho promesso che saremo stati amici per sempre. Ora mi rendo conto di quanto sia stata presuntuosa a promettere qualcosa del genere. Grazie per essermi sempre stato accanto e per avermi protetto, Kuchiki Byakuya” le aveva detto lei, guardandolo con tenerezza, come solo lei avrebbe saputo fare.

Kaorì morì qualche giorno dopo, lasciando solo un enorme vuoto nel cuore di chi da sempre gli era stato accanto. Byakuya aveva visto la vita della sua amica lasciare i suoi occhi ed abbandonarla per sempre, aveva visto la sua vitalità, la sua allegria, i suoi sorrisi e la sua gentilezza, svanire dietro ad uno sguardo spento e triste.

Quella fu la ferita più profonda che il suo giovane cuore provò, un dolore in grado di togliergli il respiro. Byakuya decise di chiudere il suo cuore, di allontanare ogni sentimento, ogni emozione, estraniandosi da ogni cosa, vivendo solo per i suoi doveri.
Solo molti anni dopo, qualcuno riuscì a penetrare quella scorza, quella dura corazza intorno al suo cuore: l'unica donna che lui avrebbe mai amato.
La vita era andata avanti per lui, gli aveva portato gioie ed altro dolore, ma nella sua mente e nel suo cuore, un solo ricordo sarebbe rimasto indelebile.
Niente avrebbe mai cancellato il ricordo di quell'amica, dolce e tenera che era riuscita a scaldargli il cuore e stargli accanto, per gran parte della sua vita.

Mai avrebbe scordato il dolce e tenero sorriso di Okita Kaori e la sua breve, ma fantastica vita.

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


 

CAPITOLO 33

Fight the night

One ok rock

 

 

La fiocca luce della luna penetrava costantemente dalla piccola finestra circolare, posizionata sopra la testata del letto. Era l'unica fonte d'illuminazione in quella perenne notte, così fredda e lontana.
Yui era rimasta ferma immobile accovacciata sul letto, in una costante sensazione di ansia e paura, come se da un momento all'altro qualcosa di orribile potesse accaderle.
Non sapeva dire quanto tempo fosse passato, si sentiva completamente spaesata per via del cielo, continuamente uguale. Probabilmente sarebbe potuta trovarsi in quel posto da qualche ora, persino da un giorno, non l'avrebbe saputo dire: tutto taceva attorno a lei.
Avrebbe potuto chiudere gli occhi e riposare, per ricaricarsi il giorno seguente, doveva stare vigile e cosciente, in quel luogo, ma il timore di addormentarsi e cadere, anche se per poco, in uno stato di completa vulnerabilità, la spaventava più della stanchezza stessa. Così era rimasta accovacciata al centro del letto, gambe al petto e testa appoggiata alle ginocchia.
D'improvviso qualcuno bussò alla porta, Yui alzò la testa di scatto, mentre il cuore nel petto prendeva a battere veloce per la paura, rapida scese dal letto e si nascose dietro alla colonna della struttura a baldacchino. Rimase in perfetto silenzio, in attesa di un rumore che potesse suggerirle chiunque fosse dall'altra parte della porta: ma nulla.
Qualche secondo dopo ci furono altri colpi, seguiti dal silenzio, infine la porta scattò. Yui sentì un brivido percorrerle la schiena, per l'inquietudine e rimase immobile, in attesa che qualsiasi persona si palesasse difronte ai suoi occhi.
Un'ombra attraversò la stanza e si fermò esattamente al centro di essa, Yui trattenne il respiro, finché quella non fu illuminata dalla fiocca luce della luna: era una donna, una donna arrancar. Quella si avvicinò al letto e poggiò qualcosa, poi fece dei passi indietro, guardando dritto dove Yui cercava di nascondersi.
“Aizen-sama desidera vederla. Indossi l'abito” disse con una certa freddezza e senza attendere risposta, così com'era entrata, sparì dietro alla porta, facendo ripiombare tutto nel silenzio. Yui, uscì dal suo nascondiglio e si avvicino alla base del letto, osservando con curiosità il candido abito adagiato su di esso.
Era bello, molto più di quanto avesse potuto immaginare: aveva un busto in vita leggermente ricamato e la gonna, lunga e liscia, scendeva dritta da sotto al seno fino a toccare terra. La ragazza lo sfiorò, trovandolo morbido e delicato. Ritrasse la mano poco dopo, stizzita, non riusciva a sopportare tutta quella falsa gentilezza. Prima la stanza e adesso quello, per cosa l'aveva presa?

Avrebbe dovuto farsi bella per vedere lui? L'uomo che l'aveva rapita e che la teneva prigioniera in quel luogo, fingendo una cortesia che non esisteva?
No! Non l'avrebbe mai fatto, non sarebbe mai stata al suo gioco.
Con forza, lanciò il vestito per terra e tornò a sedersi su letto, questa volta, dando le spalle alla porta, furiosa.

Il tempo trascorse senza che nessuno si facesse sentire e lei riuscì a calmarsi un po’. Forse Aizen aveva rinunciato ad aspettarla o almeno sperava fosse così. Quando ormai pensava di essere riuscita a scampare a quella sgradevole faccenda, la porta si aprì con violenza. Qualcuno a grandi falcate entrò nella stanza e Yui si voltò di scattò, vedendo l'imponente figura della sesta espada al centro esatto della camera guardarla con furia negli occhi. La ragazza ebbe un brivido di terrore.
“Che ci fai ancora così?”
“Non si usa bussare qua?”
Grimmjow digrignò i denti.
“Ho detto cosa ci fai ancora così?” Domandò ancora, ignorando le sue parole.
“Non ho intenzione di andare da nessuna parte!”.
La sesta espada alzò un sopracciglio ed emise un suono fra una risata e un ringhio.
“Tu cosa?” La incalzò, con scherno. Yui strinse i pugni, mentre sentiva la rabbia crescere nel petto.
“Ho detto che non ho alcuna intenzione di andare!”
Grimmjow rimase a fissarla per alcuni secondi, in completo silenzio. La ragazza alzò gli occhi, incontrando quelli azzurri dell'espada, che la scrutavano in maniera incomprensibile. Infine si mosse rapido, raccolse il vestito riverso a terra e con violenza lo lanciò verso di lei.
“Ti do un minuto per cambiarti, se per quel tempo non sarai pronta, giuro che quel coso te lo metterò io con la forza” minacciò, scuro in volto. Yui trattenne il respiro, mentre l'arrancar usciva a passo svelto e sbatteva la porta alle sue spalle.
Solo quando fu di nuovo sola nella stanza, tirò un sospiro di sollievo, quel tizio sapeva essere spaventoso quando voleva e lei non riusciva a non provare soggezione davanti a lui. Eppure non poteva lasciare che lui la percepisse, avrebbe nascosto quel suo timore a qualsiasi costo. Strinse i pugni, lei non avrebbe obedito a quell'insulso ordine!
Decisa, prese il vestito con forza e andò verso la porta, aprendola.
Grimmjow se ne stava poggiato al muro di fianco ad essa, con il viso verso l'alto ed un'espressione di pura impazienza sul volto. Si girò di scatto sentendo la porta aprirsi,
Yui fece un passo fuori e gli lanciò addosso l'abito.
“Riferisci ad Aizen che non ho alcuna intenzione di mettermi questo coso, ne di vederlo. Le tue minacce non mi spaventano, stupido arrancar” disse con forza, per poi tornare indietro e chiudere la porta dietro di se. Grimmjow non ci vide più dalla rabbia: entrò con forza dentro alla stanza e gli andò incontro, afferrandola per un braccio, senza alcuna delicatezza. Yui cercò subito di liberarsi da quella stretta ferrea, ma a nulla valsero i suoi sforzi, l’espada non sembrava minimamente intenzionato a lasciare la presa.
“Lasciami immediatamente andare!"
“Forse non hai ben capito dove ti trovi! Qui dentro non hai diritto a nessuna pretesa. Aizen ti vuole vedere, tu ti metterai questo coso e andrai da lui, mi hai capito?” urlò, stringendo la presa sul braccio.
“No!” Rispose senza esitazione. Grimmjow digrignò i denti, mentre il viso veniva percorso da uno spasmo di rabbia e strinse ancora di più, facendo sfuggire alla ragazza un gemito di dolore.
“Mettiti questo vestito ora o lo faccio io” affermò con furia nella voce. Yui lo sfidò ancora con lo sguardo, sapeva che si sarebbe cacciata in un brutto guaio, ma il suo orgoglio non le permetteva di abbassarsi alle sue richieste per nessuna ragione.
“No!"
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, l'arrancar venne completamente sopraffatto dalla rabbia e con uno strattone, lasciò andare la ragazza per poi avventarsi sul suo kimono, già rovinato, strappandolo con violenza.
“Lasciami stare, maledetto” sbraitò lei, cercando di liberarsi da lui, ma nulla riuscì a bloccarlo. La ragazza tentò di fermare il suo braccio, di allontanarlo e respingerlo ma quello, preso da un impeto gli tirò uno schiaffo in pieno viso.
Ci fu un attimo di silenzio in cui, persino Grimmjow rimase immobile.
Yui sentì la guancia bruciare dal dolore, mentre un rivolo di sangue colava dall'angolo della bocca. Si voltò lentamente con occhi ricchi di stupore, incastrandoli in quelli azzurri dell'espada, nel quale non riuscì a leggervi nessuna emozione.
La ragazza sentì la rabbia crescere e farsi sempre più accesa nel petto, una furia tale da accecarla.
“Come hai osato” sussurrò a denti stretti.
Fu quello il momento in cui la sua reiatsu si manifestò, forte e violenta, lui la percepì sulle spalle, pesante. In una frazione di secondo, Yui concentrò la sua reiatsu sui piedi, poi si spostò con uno shunpo dietro alle sue spalle e gli tirò un calcio dietro alla schiena scaraventandolo sul muro.
“Idiota” disse quella con disprezzo, poi si voltò e rapida corse via, uscendo dalla porta della stanza.
Senza mai voltarsi, corse aumentando il passo, fino a sparire in uno dei tanti lunghi e lugubri corridoi di Las Noches. Grimmjow si rialzò rapido, ancora più furioso e si precipitò fuori con l'unico obiettivo di farla pagare a quella ragazzina impertinente.
Yui corse a perdi fiato per un tempo indefinito, mentre sentiva dietro le urla della sesta. non si fermò per nemmeno un secondo, fino a quando, ormai disorientata, trovò una porta in un corridoio lontano e senza pensarci un secondo, l'aprì precipitandosi all'interno della stanza.
Respirò con forza cercando aria per il fiato corto.
Il cuore batteva velocemente nel petto, la gola bruciava, la pelle era umidiccia a causa del sudore ed il corpo tremava per lo sforzo appena compiuto. Si appoggiò stremata alla porta, chiudendo gli occhi e stringendoli con forza, desiderando di sparire per sempre, dentro a quella camera. Il labbro doleva per il colpo ricevuto e riusciva a sentire il sapore metallico del sangue in bocca, si trattenne con tutta sé stessa dallo scoppiare a piangere.
Quando riaprì gli occhi il suo cuore perse un battito nel petto.

Due occhi color del ghiaccio la scrutavano dall'altra parte esatta della stanza. Capelli lunghi e castani, portava della barbetta incolta in un viso che le sembrava piuttosto affascinante.
La prima espada.
Ci fu un momento di esitazione in cui i loro sguardi si incontrarono silenziosi, poi Yui si risvegliò da quell'attimo e rapida, si voltò afferrando la maniglia con l'intento di fuggire da lì. Non fece in tempo ad aprire la porta, una mano le tappò la bocca mentre un braccio l'afferrava all'altezza dello stomaco e sentì la sua schiena aderire al petto dell'uomo.
Yui si dimenò cercando di liberarsi dalla sua presa, ma quello la tenne con forza, senza lasciarla andare.
“Fai silenzio” la zittì quello, con una voce profonda che Yui, per un secondo, ebbe la sensazione di aver già sentito.
Non lo ascoltò, continuò a dimenarsi.
“Fai silenzio!” Disse con più forza l'uomo.
In lontananza, da dietro alla porta, si sentirono dei passi ed una voce farsi sempre più vicini e Yui si zittì d'improvviso, sentendo un brivido di paura percorrerle la schiena. Trattenne il respiro, quando sentì Grimmjow urlare e muoversi esattamente dietro di essa e si strinse ancora di più alla figura che stranamente, la stava tenendo. Non seppe dire quanto rimase in quella posizione, ma si risvegliò solo quando l'uomo tolse lentamente la mano dalle sue labbra e dalla sua vita, allontanandosi da lei. Yui riprese a respirare nuovamente, socchiudendo per un momento gli occhi, con sollievo. Infine, si voltò lentamente ad osservare l'espada dietro di sé.
I due si guardarono in silenzio.
Yui scrutò quel viso così terribilmente familiare: era la seconda volta che vedeva quel tizio dentro a quel castello ed entrambe le volte, aveva avuto la sensazione di averlo già visto.
Ma dove?
“È stato lui?” Chiese d'improvviso.
Yui lo guardò perplessa, lui indico il viso e la ragazza capì.
“Cosa t'importa di chi me l'ha fatto?”
“Quell'idiota di Grimmjow non sa mai quando fermarsi” commentò, svogliato scrutandola da capo a piedi.
“Io ti ho già visto?” Chiese pensierosa lei, continuando a guardarlo.
L'uomo la osservò, poi fece spallucce.
“Non credo”
“Io penso di si, ma dove...?” poi, Yui ricordò improvvisamente.
“Sei tu! L'uomo che mi seguiva a Karakura!” Affermò sorpresa, lui si voltò leggermente ad osservarla.
“Non so di cosa tu stia parlando.”
“Mi ricordo di te!”
“Ti sbagli.”
“So che eri tu! Non ti ho visto bene, ma la tua voce… e gli occhi, ne sono più che sicura!”
“Ho detto che ti sbagli” disse, diventando improvvisamente duro.
Yui si zittì per un momento, smettendo di insistere.
“Perché l'hai fatto?” Domandò all'improvviso. L'espada incastrò il suo sguardo in quello della ragazza.
“Ho fatto cosa?” Chiese con tono svogliato.
“Perché mi hai aiutato a nascondermi da Grimmjow? “
La prima espada la fissò un momento, senza rispondere poi si spostò verso di lei.
Yui indietreggiò un attimo nel vederlo arrivare.
“Chi ti dice che ti stavo aiutando? Sei tu che sei entrata nella mia stanza senza permesso, già per questo avrei potuto ucciderti, ma avere anche Grimmjow qui a rompere le scatole, era l'ultima cosa che desideravo! Non ho fatto un piacere a te, ho solo evitato scocciature” disse con un tono duro, Yui sentì un brivido passare per la sua schiena, sotto quello sguardo penetrante e minaccioso.
Lei non replicò.
“Perché stai scappando?”
“Non sono affari tuoi” rispose Yui, sostenendo quegli occhi freddi come il gelo. L'espada fece un altro passo, lei indietreggiò ancora e si ritrovò spalle alla porta.
“Lo sai vero che questo tuo atteggiamento ti farà uccidere?”
“Tanto mi uccidereste comunque, meglio farvi penare un po’ ”.
Lui rimase un secondo in silenzio, poi fece una mezza risata di scherno ed un altro passo in avanti, troppo avanti.
“Sei davvero poco furba, ragazzina”
“Non accetto un tale commento da uno come te" rispose piccata Yui, cosciente di quanto quella frase l'avrebbe potuta mettere in pericolo, ma in quel momento non le importava.
Lui  portò una mano alla porta, incastrandola in quella posizione e avvicinandosi di più a lei.
“Perché sei scappata?” Chiese ancora quello, ignorando il suo commento.
La ragazza esitò un momento, ormai in trappola.
“Non ho intenzione d'incontrare il vostro Aizen, ne di essere il suo giocatolo personale” ammise d'improvviso.
“Tsè, l'ho detto io che sei poco furba.”
Yui si accigliò.
“Non so se ti sei resa conto del luogo in cui ti trovi. Qui sei lontana da casa tua, sei distante da quelli che ami. Sei sola, nessuno verrà a cercarti, ne oserà provarci e finché sarai qui, in queste condizioni, non potrai opporti ai suoi ordini, non potrai sfuggire alle sue richieste. Scappare non ti aiuterà, scappare farà di te un bersaglio facile da distruggere. Ti do un consiglio, ragazzina, dimentica il tuo mondo e rassegnati al fatto che questa sarà la tua nuova vita, usa il cervello e cerca di sopravvivere qua dentro, più che puoi. Ti conviene trovare il modo di saper convivere con ciò che stai vivendo oppure perirai sotto la nostra forza e sotto la sua volontà” disse minaccioso.
Yui sentì lo stomaco torcersi, mentre le sue parole arrivavano più dure di una pugnalata.
“E se io non volessi? E se io volessi oppormi?”.
“Allora morirai!”
“Non ho paura della morte.” mentì lei.
“Allora sei una stupida” soffiò l'uomo, vicino al suo viso.
La ragazza rimase incastrata nelle sue iridi color del ghiaccio, senza riuscire a muoversi.

Rimasero così per alcuni minuti, uno ad osservare l'altro, poi l'espada fece un passo indietro e si voltò di spalle.
Si tolse la giacca e la lanciò verso lei.
“Copriti e vattene.”
Yui afferrò il capotto e l'osservò per un momento ancora perplessa, fece per aprire la porta ma prima di poterlo fare, si rivoltò verso di lui.
“Non sono stupida, ma lasciarsi piegare dalle persone e dagli eventi non è il mio forte! Vedi, penso che per quanto dura la situazione possa essere, bisogna sempre combattere per non perdere se stessi. Se non lo facessi... be, più che un umana mi dovrei considerare un verme! Ma grazie per il consiglio” disse, poi aprì la porta ed uscì lasciandosi quella stanze alle spalle.

Rimase ferma un secondo, respirando sollevata.

Era scampata alla morte anche quella volta, pensò.
Infine riprese a camminare, prima lenta poi sempre più veloce fino a correre, stringendo con forza l'indumento fra le mani. Non sapeva dove stesse andando, voleva solo correre via da tutto, scappare e nascondersi dove nessuno l'avrebbe mai potuta trovare e mentre correva, inciampò sui suoi stessi piedi, finendo violentemente a terra, facendo volare poco distante la giacca bianca che aveva in mano. Rimase immobile per qualche secondo, con il cuore che martellava nel petto ed il respiro affannato, sentì il suo animo spezzarsi in quel momento.

Lì in mezzo ad un castello tetro, circondata da nemici, mezzo nuda e persa in un corridoio che lei non conosceva, sentì la sua volontà crollare.

Le lacrime bruciarono agli occhi ma le trattenne, strinse i pugni e cercò di rimettersi in piedi.
Lei non poteva arrendersi, non così, anche se aveva una dannata paura, lei doveva farsi forza.
E aveva ragione quel dannato espada, sarebbe dovuta essere anche più furba.
Ma come?
Come poteva esserlo? Come avrebbe potuto vivere là dentro, lontana da tutti, in costante pericolo, da sola?
Come avrebbe potuto sopravvivere ad un uomo che minacciava un intero mondo e che possedeva un suo personale esercito?
Come avrebbe mai potuto sopravvivere a Las Noches al cospetto di Aizen Sousuke?

E se lo domandò così tante volte da farsi venire il mal di testa.
Si sentì spezzarsi ancora.
Lei non voleva morire là dentro.
Aveva mentito, a lei importava eccome. Voleva vivere più di qualsiasi altra cosa, voleva godersi ogni santo giorno della sua vita e tornare a casa e vedere la sua famiglia, i suoi amici, Ichigo.
Lei doveva sopravvivere a qualsiasi costo, non solo per se stessa ma anche per tutti loro.
Lei doveva essere forte. Non si sarebbe mai lasciata schiacciare dal loro volere, sarebbe stata forte abbastanza per opporsi e l'avrebbe fatto con furbizia, esattamente come l'espada gli aveva detto. Si mise più dritta, raccolse la giacca e la mise sulle spalle.

La crepa nel suo cuore si fermò e con convinzione ed una nuova forza di volontà, si incamminò in cerca della sua stanza.
Qualche metro dopo, Grimmjow comparve improvvisamente da un angolo lontano, la guardò furioso e si precipitò verso di lei, pronto ad attaccarla.
Yui mise una mano davanti, fermandolo.
“Portami nella mia stanza” disse con tono freddo e duro. Grimmjow alzò un sopracciglio perplesso.
“Per chi mi hai preso? Mi stai prendendo per in giro per caso?”
Yui alzò il suo sguardo verso quello dell'espada senza battere ciglio.
“Non mi guardare in quella maniera, donna” disse arrogante l'arrancar, infastidito da quel suo sguardo forte.
“Allora portami nella mia stanza”.
Grimmjow fece per afferrarla con il suo unico braccio, ma Yui si spostò rapida bloccando la sua mano.
“Il fatto che tu mi abbia colpita una volta, non significa che lo possa fare ancora!”
“Chi credi di minacciare, donna?”
“Non è una minaccia, è un avvertimento.”
Grimmjow si liberò stizzito.
“Tu non hai ancora capito chi comanda qui!” Disse, avvicinandosi minaccioso.
“Non di certo tu!” Disse senza timore, poi si mise a camminare superandolo.
“Muoviti, il tuo caro Aizen, mi sta aspettando. Non vorrai mica farlo spazientire, vero?” Chiese la ragazza, senza nemmeno voltarsi verso di lui. Grimmjow trattenne con tutto sé stesso la furia omicida che lo aveva pervaso e che l'avrebbe spinto a fare qualcosa di eccessivamente avventato, come uccidere quella donna arrogante. Respinse quell'impulso e si voltò per raggiungerla, una volta al suo fianco la superò con una spallata e si mise davanti.

Camminarono stranamente in silenzio fino alla loro meta. Yui entrò rapida nella sua stanza, sotto lo sguardo feroce dell’espada, ma quando cercò di chiudere la porta alle sue spalle, Grimmjow la bloccò con un piede.

“Ti do tre minuti, se non sarai pronta per quel tempo, non mi fregerà delle condizioni in cui ti porterò da Aizen” minacciò ancora. Yui cercò di sostenere il suo sguardo, infine, quello si spostò e lei richiuse la porta alle sue spalle. Si spogliò di ciò che aveva e rapida andò verso il bagno, dove si sciacquò nella vasca, lasciando che paura, sudore e dolore, venissero portati via dall'acqua calda. Uscì dopo poco e si asciugò, vestendosi dell'abito che le era stato “donato”. Si sistemò i capelli e si guardò un attimo allo specchio.

Quel vestito era dannatamente bello, odiava doverlo indossare.

Scosse la testa e andò verso alla porta, prima di aprila il suo sguardo cadde sul capotto che l'uomo dagli occhi azzurri gli aveva dato, lo afferrò e lo infilò.
Quando uscì dalla porta Grimmjow si voltò rapido ad osservarla.
“Che c'è?” Chiese Yui, perplessa.
“Aizen si vuole proprio divertire eh?” Disse, con scherno.
Yui lo fulminò con lo sguardo.
“Muoviti” disse, poi tetro, Si spostarono ancora una volta per i corridoi incolori e freddi di Las Noches, molto più lontano di dove Yui era riuscita a scappare, in una parte profonda del castello.
La ragazza si guardò attorno, ogni passo che faceva la sua ansia aumentava sempre di più, sapeva che alla fine di quella camminata ci sarebbe stato qualcosa di gran lunga peggiore di Grimmjow.
“Che tipo è Aizen?” Chiese d'improvviso.
Il ragazzo dai capelli azzurri la guardò perplesso.
“Si... va be, ma che ne vuoi sapere tu...”
Lui la guardò accigliato.
“Aizen è Aizen! Stai zitta, fa quello che vuole lui e forse sopravviverai”
“Quindi è quel tipo di persone che non mi piace, ottimo. Speriamo sia almeno più simpatico di te” disse serafica la ragazza.
Grimmjow la fulminò con un occhiataccia.
Yui capì immediatamente che erano ormai giunti a destinazione, quando si ritrovarono davanti alla candida e bianca porta in fondo al corridoio. Il cuore nel petto batte forte, così tanto da sentirlo in gola. L'espada bussò e poco dopo, la porta scattò aprendosi.
“Divertiti” disse con scherno lui.
“Fottiti” disse lei, mentre varcava la soglia della porta.
Ciò che gli si presentò davanti, fu ancora una volta diverso da ciò che si era immaginata. La stanza aveva lo stesso colore freddo di ogni muro dentro al castello, ma era l'arredamento a renderla più calda. C'erano diversi scaffali ai muri, colmi di molti libri. Una poltrona, un divano ed un piccolo tavolino stavano al centro esatto della stanza. Dietro di essi era posizionato un'elegante tavolo di marmo bianco e delle sedie abbinate. Alla sua destra, si poteva scorgere una porta che si collegava molto probabilmente ad una seconda stanza. La ragazza ne rimase sorpresa, di quel posto così semplice e allo stesso tempo accogliente e mentre si osservava attorno, notò immediatamente la chioma castana di Aizen, il quale era seduto sulla poltrona intento a sorseggiare del tè caldo.

Il cuore si fermò per un attimo.

Stava per avere una conversazione privata con il ricercato più pericoloso della soul sociaty. Sentiva che sarebbe stata sicuramente peggio di un interrogazione con la prof Suzuki.
L'uomo, appoggiò con delicatezza la tazza sul tavolino e si alzò, con eleganza fino ad incamminarsi verso di lei.
“Benvenuta, Yui. Sono compiaciuto che tu sia venuta” disse nella maniera più affabile possibile. Sembrava così gentile, cosi elegante, così affascinante...
Poteva davvero essere così cattivo? Poi si ricordò di essere stata rapita e di aver assistito a braccia mutilate..
“Non mi è sembrato di avere altra scelta”
Aizen la osservò un secondo, notando il il livido sul labbro.
“Spero che Grimmjow non sia stato troppo duro con te”.
“Na è un ottima guardia del corpo, ma credo che non finirà come il film di Whitney Houston”
Aizen la guardò un attimo, forse senza capire la sua battuta.
“Non guardi molti film umani vero?” Chiese Yui, lievemente imbarazzata.
Lui scosse la testa.
“Peccato”
Aizen fece un mezzo sorriso divertito, Yui lo notò.
“Prego, accomodati” disse, spostandosi per farla passare, indicandole una delle due poltrone. Yui l'osservò un po' perplessa, poi si mosse ed esitante si sedette. Aizen la raggiunse poco dopo, accomodandosi nel posto affianco al suo. Si ritrovarono così faccia a faccia, uno ad osservare l'altro. Fu quello il momento in cui Aizen percepì qualcosa farsi spazio nel petto, una sensazione che non sentiva ormai da tempo, sepolta sopra tutto ciò che lui era in quel momento. La osservò catturato, studiandone ogni linea, ogni segmento del viso, ritrovandovi qualcosa di lontano e a lui fin troppo caro. Ricacciò tutto indietro, non lasciò che quei sentimenti potessero riaffiorare, cercò di rinchiuderli dentro al suo cuore, freddo e ormai privo di emozioni.
Lui era Aizen Sosuke, non poteva permettersi di provare qualcosa del genere, non più oramai.
“Posso offrirti una tazza di tea?” Disse, ritornando ad essere quello di sempre.
Yui ci pensò e annuì.
L'uomo le verso una tazza, poi la passo alla ragazza. Lei la prese, ne odorò prima il profumo, poi decise di sorseggiarlo. Era buono, pensò.
L'uomo la osservò curioso e rimasero in silenzio.
“C'è qualcosa in particolare di cui mi vuoi parlare?” Chiese d'improvviso Yui.
“Che ne dici se mangiamo qualcosa? Gala!” chiamò l'uomo.
“ Scusa ma stare qui con te, non mi fa venire molta fame” disse con molta sincerità.
“Mangiare qualcosa ti farà bene, è praticamente da un giorno che non lo fai. Gala, portaci qualcosa da mangiare” ordinò, affabile l'uomo. Quella non pronunciò parola, sparì semplicemente.
“Lo sai che probabilmente non toccherò nulla di quello che porterà...”
“Non importa, vieni” disse quello, alzandosi e porgendogli una mano. Yui appoggiò la tazza, guardò la mano dell'uomo titubante, poi decise di afferrarla per alzarsi. Il toccò improvviso con quella, le fece sentire come una sensazione di deja vù. Per un secondo fu sicura che un flash fosse apparso nella sua mente, mostrandogli il volto dell'uomo davanti a se, così diverso: più dolce, sereno e amichevole.
Yui ritirò indietro la mano, portandosela alla testa.
“Tutto bene?” Chiese quello, d'improvviso.
“Perchè ho la sensazione di averti già visto? Non capisco.. “ Poi Yui alzò il viso guardandolo, fece qualche passo verso di lui osservandolo bene, guardando ogni centimetro del suo volto. Era così dannatamente famigliare, ma come?
“No, scusa. Io... sono stanca” disse lei, indietreggiando.
Aizen, perse un battito, ne fu sicuro. Forse anche lei ricordava? Pensò, con una speranza che si stupì di provare. Era così tanto tempo che lui non sentiva certe cose, così tanto tempo...
L'uomo si riprese da quel momento di riflessione e fece segno di accomodarsi al tavolo, mentre un arrancar portava qualcosa da mangiare, Yui vide quel cibo, sentì la fame, ma si rese conto che la sensazione di nausea era decisamente più forte.
Lui prese posto difronte a lei, osservandola. Lei rimase in silenzio, per un momento, seduta esattamente di fronte a lui.
“Ok ora parlerò con molta sincerità, niente sarcasmo, niente giochetti. Mi hai chiamato fino a qui, mi hai dato il tuo miglior vestito, una stanza davvero bella e mi hai invitato a quella che potrebbe essere una cena. Io però voglio solo sapere la verità, dammela ed io affronterò tutto questo in maniera diversa. Dimmi perchè sono qui? Intendo nell'hueco mundo, perchè mi hai rapita?”
Aizen la osservò un poco.
“Non posso essere sincero con te, Yui”
“Hai detto che vuoi che io combatta per te.. o con te, ma se vuoi davvero un alleato, non puoi costringerlo senza farlo prima scegliere. E tu mi hai portato qui con la forza.. almeno questo me lo devi. Una sola risposta e forse... forse io potrò stare ad ascoltarti”
Quello rimase in silenzio per un po.
“Ti ho osservato in questi mesi, ti ho tenuta d'occhio ed ho pensato che... ho bisogno di una persona come te. Sei riuscita a farti rispettare dagli shinigami con forza e volontà, posso solo immaginare cosa ti abbiano fatto passare. Non credi che dopo tutto quello che hai dovuto subire per loro, meriti più rispetto? Perchè tu sai che non verranno a prenderti.”
Yui ci pensò, aveva dannatamente ragione. Quello la disturbò davvero, perchè non voleva che lui avesse ragione, avrebbe dovuto sparare qualche stupida scusa e farsi odiare ancora di più, invece aveva centrato il punto.
Lo sapeva, lei era consapevole del fatto che gli shingami non sarebbero mai venuti in quel posto per lei, non l'avrebbero mai salvata. Lei era solo un umana, che aveva dei poteri da shinigami e l'avevano imprigionata, torturata e alla fine, l'avevano costretta a seguire le loro regole.
Loro non sarebbero venuti in quel luogo per lei.
Mai.
Forse lui non aveva tutti i torti, pensò.
“Se non sono importante per la Soul society, dubito di poterlo essere per te.”
“Ti sbagli! Per me lo sei.”
Yui alzò gli occhi incontrando quelli castani dell'uomo.
Era una bugia?
Lo aveva detto con tale impeto, che per un momento pensò potesse essere sincero, ma non poteva essere così. Quell'uomo era conosciuto per essere terribile e malvagio, dubitava che uno come lui potesse considerarla più di un oggetto, una mossa vincente o qualsiasi altro scopo per vincere quella dannata guerra. A lui non importava di lei e fu quello il momento in cui si rese conto, che a nessuno importava di lei per davvero.

Era sempre stata un intralcio per la soul society ed ora era solo un gioco per quell'uomo.
Quella consapevolezza arrivò dura come una pugnalata.
Si sentì sola ed abbandonata, lontana da casa nelle mani del nemico.
Nessuno sarebbe venuta a prenderla.
Nessuno l'avrebbe salvata.

Yui si alzò lentamente dalla sedia e si voltò, nascondendo il viso mentre le lacrime di una consapevolezza dura bruciavano agli occhi. Prima che potesse cadere nella più totale disperazione la sua testa si ricordò di lui: Ichigo.
A lui importava di lei, ne era sicura, ed era sicura di importare anche ad Inoe e Sado, Urahara e Yoruichi.
Qualcuno per cui la sua esistenza fosse importante, forse esisteva e lei nel suo cuore era sicura come non mai, che loro stavano facendo di tutto per venire a prenderla.
Non subito forse. Era consapevole che loro non erano abbastanza forti per venire sino a lì e mettersi contro tutte quelle persone e non se lo sarebbe mai perdonata, se l'avessero fatto così. Portò una mano sul viso, asciugando una piccola lacrima scappata, poi si voltò.
“Sono grata del fatto che pensi che io sia importante, ma per quanto io provi dell'effettivo astio verso la Soul society ed alcuni suoi componenti e per quanto sia consapevole del fatto che nessuno verrà a prendermi, be.. Io non voglio combattere per te! A dire il vero non voglio combattere per nessuno. Solo per me stessa e per miei amici, amici che sono sicura faranno qualsiasi cosa per venire fino a qui. Perciò, grazie per il tè e la cena, ma sono molto stanca e vorrei andare nella mia stanza o cella o quello che è...” disse con sicurezza.
Aizen la guardò con il viso poggiato su di una mano. Si fermò a pensare che quella ragazza le piacesse. C'era quasi riuscito a convincerla, l'aveva visto nei suoi occhi castani, il dubbio farsi spazio ed insinuarsi nei suoi pensieri.
Sorrise un poco, avrebbe avuto molto tempo per plagiarla e prima o poi, lei sarebbe stata al suo fianco, pensò con convinzione.
“Puoi andare, riposati a dovere, mia cara..”
Yui annuì lievemente e fece per girarsi.
“Domani, affronterai una fraccion in combattimento” disse poi quello, prima che lei lasciasse la stanza.
Lei si voltò a guardarlo.
“Perchè?”
“Perchè vedi Yui, voglio che tu possa dare il massimo. Se combatterai per me, dovrai essere all'altezza per farlo”
“Non ho mai detto di volerlo fare”
“Forse un giorno...” disse lui, con un sorriso.
“Forse..” disse quella, senza finire la frase, consapevole che non sarebbe mai successo.
Aizen si alzò d'improvviso e la raggiunse. La ragazza l'osservò farsi vicino e porgergli una mano. Yui avrebbe voluto ignorarla, ma l'afferrò.
Quello con tocco gentile, la strinse, poi la tirò leggermente verso di sé e Yui andò a sbattere sul suo petto, immobilizzandosi per la sorpresa.
“Non sarà facile per te, ma un giorno, sarai tu stessa a scegliere di combattere al mio fianco e quando arriverà quel giorno, capirai. Comprenderai che l'unico posto in cui ti sentirai al sicuro, sarà qui con me” sussurrò, vicino al suo orecchio. Yui spalancò gli occhi, mentre sentiva il suo respiro nell'orecchio ed il suo profumo stuzzicarle le narici, un profumo così.. maschile, pensò.
Era troppo vicina a quell'uomo terribile, troppo...
Aizen si allontanò leggermente e scrutò il suo viso, ancora una volta e in ogni angolo vi trovò riflessa lei. Avrebbe voluto stringerla di più a sé e farsi inebriare da sensazioni lontane e ormai dimenticate, ma non lo fece. Si allontanò dalla ragazza e lasciò la sua mano poi, con il solito fare composto, si spostò, dandogli le spalle.
“Torna nelle tue stanze, riposati e si pronta per domani” disse, senza nemmeno guardarla.
Yui non rispose, si avvicinò semplicemente alla porta, pronta a lasciare quel posto ed allontanarsi il più in fretta possibile.
“Prima che tu vada” la bloccò Aizen, Yui rimase con la mano sospesa sulla maniglia.
“Dovresti mangiare qualcosa o la tua condizione fisica, potrebbe peggiorare”
Lei non rispose, sparì dietro alla porta.
Rimase un secondo ferma, mentre respirava sollevata per l'essere uscita da quella stanza, incolume, mentre il cuore riprendeva a battere alla sua normale velocità.
Era stato così strano parlare con lui.
C'era qualcosa nel suo sguardo, nel suo modo di guardarla che le dava la sensazione che lui la osservasse con nostalgia.
Strinse i pugni, non voleva rimanere in quel luogo a lungo, prima o poi avrebbe scoperto il motivo, il reale motivo per cui lui la teneva lì e finalmente, sarebbe potuta tornare a casa.
“Tutto bene?”
Yui alzò il viso di scatto, spaventata e vi trovò quello della sesta espada a pochi centimetri.
La ragazza trattenne un urlo e presa alla sprovvista, lo sposto in malo modo.
“Che diavolo fai?” chiese arrabbiata.
L'espada la guardò prima serio e lei non riuscì a capire se fosse arrabbiato o meno. Infine lui rise.
“Non pensavo bastasse così poco per spaventarti, donna”
“Se arrivi così all'improvviso, sfido chiunque a non spaventarsi”
“Allora, ti sei divertita?” Chiese, con scherno.
La ragazza lo guardò, poi sorrise maliziosa.
“Molto” disse mentendo, poi si mosse camminando.
L'azzurro rimase un attimo interdetto, era seria o pure lo stava prendendo in giro?
Che cosa aveva fatto con Aizen?
“Non sei seria, vero?”
“Lo vuoi davvero sapere?” Chiese quella, camminando davanti a lui. L'espada si mosse per raggiungerla e la osservò un poco, sicuro che lo stesse prendendo in giro, poi scosse la testa e continuò a camminare affianco a lei.

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


 

CAPITOLO 34

"FIGHT FIRE WITH FIRE"
METALLICA

 

 

Ichigo guardava fisso il soffitto della sua stanza, mentre la sua mente era lontana,immersa nei suoi pensieri. Riusciva ancora a sentire le parole di Yoruich e poteva ancora  sentire la stessa rabbia e frustrazione e qull'irrefrenabile desiderio di sfogare quello che aveva dentro urlando e combattendo ,ma non poteva. Uruhara e Yoruichi l'avevano bloccato sul nascere, placcando la sua furia.
Come poteva la Soul Society comportarsi così?
Dopo tutto ciò che aveva fatto passare a Yui?
Dopo averla controllata ed usata, ora gli voltava le spalle?
Era davvero questo la Soul Society?
Davvero non avrebbero fatto niente?
L'avrebbero lasciata li a marcire, nelle mani di un nemico cosi pericoloso come Aizen?
Quanto poco contava la vita di quella ragazza per loro? Come potevano comportarsi così, come osavano lavarsi le mani in quella maniera!
Ichigo si mise a sedere ancora una volta, scosso dalla rabbia. Avrebbe voluto andare fino alla Soul Society e parlare con il comandante-capitano, doveva farlo ragionare, doveva riuscire a fargli cambiare idea. Pensò, in preda al panico.
Perchè Yoruichi e Urahara non facevano niente?
Ichigo strinse i pugni sentendosi così inutile, così debole, esattamente come nove anni prima, quando sua madre era morta per salvare lui e lui non aveva potuto nulla per aiutarla.
Poteva ancora vederla, la paura negli occhi della ragazza castana, mentre di colpo scompariva per sempre da davanti al suo sguardo.
Perché ancora una volta non era riuscito a proteggere nessuno?
Ichigo portò le mani sul viso coprendolo, mentre la disperazione era l'unica cosa che sentiva nel suo cuore. Poi decise di uscire da lì, sarebbe impazzito a rimanere con le mani in mano in quella stanza e non ci pensò due volte, lasciò casa sua e si mise a camminare per la strada, distratto da ciò che gli stava attorno. Aveva bisogno di respirare di prendere una boccata d'aria fresca, aveva bisogno che i suoi pensieri smettessero di tormentarlo. Cosi prese a camminare e camminare, senza meta ma non gli importava, voleva solo scappare via lontano dai suoi pensieri. Così lontano, che nemmeno si rese conto di essere, osservato.

 

 

Come ogni notte, Ichigo uscì da casa sua per andare a cacciare qualche hollow comparso non lontano da lì, si senti per la prima volta solo in quel suo compito, senza Rukia ne Yui. Con loro le cose erano decisamente più divertenti e Ichigo senti l'ennesima fitta di dolore al cuore, nel pensarlo. Sapeva che Yui era ancora viva, ma saperla lontana da lui, in luogo pericoloso, da sola senza nessuno. Questo lo spaventava ancora più della morte, perché temeva quello che avrebbero potuto fargli, nelle mani del nemico più pericoloso di sempre. D'improvviso i suoi pensieri furono distratti dal rumore del suo dispositivo che lo avvisava. Ichigo non perse tempo e raggiunse il luogo e non ci mise molto a far fuori quel mostro.
*"E tu chi saresti? Perché diavolo hai ucciso quell'hollow? Quello era il mio compito dannazione!" Disse una voce alle sue spalle.
Quando il ragazzo si voltò uno shinigami dai capelli afro gli stava davanti e gli sbraitava contro.
"E tu chi diavolo sei?" chiese Ichigo tediato.
"Io sono lo shinigami che sostituisce Rukia Kuchiki in questa città, tu piuttosto chi sei?" Ichigo ci pensò, poi tirò fuori il suo stemma da 'shinigami delegato'.
Quello l'osservò un momento, poi scoppio a ridere.
"Cosa sarebbe quello?”
“Sono uno shinigami delegato!”
“E' cosa sarebbe uno shinigami delegato? Mica esiste! Questa è la mia zona, dovresti chiedermi scusa!!" disse quello puntandogli un dito contro. Ichigo lo guardò confuso, poi guardò il suo oggetto.
"Ma allora a cosa serve questo?" Chiese perplesso, poi senti una risata alle sue spalle.
Quando si voltò un tizio dai capelli biondi a caschetto ed un sorriso inquietante lo stava attaccando con una katana.
Ichigo parò prontamente il colpo arrrivato all'improvviso.
"E tu chi diavolo sei?"
"Shh Ichigo, dovresti stare attento a rilasciare troppa reiatsu, se no tutti quelli che ti conosco la sentiranno!"
Ichigo lo guardo un poco sorpreso.
“Come.. come diavolo fai a sapere il mio nome?"
"Chi non lo conosce? Kurosaki Ichigo" disse quello con naturalezza. Il ragazzo si allontanò da lui.
"Ripeto, chi diavolo sei?”
"Lo vuoi sapere davvero? Osserva" disse il biondo passandosi una mano sul viso dove d'improvviso comparve quella che Ichigo riconobbe essere una maschera hollow. Il ragazzo rimase paralizzato davanti a quella scena.
Sembrava cosi tanto simile alla sua, chi era quel tizio?
"Hai qualche idea di chi possa essere? "
"Quella è una maschera hollow?" disse il ragazzo stupito
"Esatto e questa è una zampakuto, qualche idea?"
Ichigo non seppe rispondere.
"Ok, va bene te lo dico io. Sono uno shinigami che ha superato il confine con gli hollow, impossessandomi anche di quel potere. Io sono un Vizard, il mio nome è Hirako Shinji e tu Ichigo sei uno di noi" disse quello puntandogli il suo sguardo contro.
Ichigo spalancò gli occhi.
Un Vizard? 
Come lui?
Cosa significava?
Poteva davvero esistere una cosa del genere?
"Vedi tu non appartieni a loro, non sei mai stato come loro, Ichigo. Sei più come noi!"
Il ragazzo lo guardò ancora incredulo, poi qualcosa riuscì a distrarlo mentre sentiva la reiatsu di un hollow farsi vicino.
"Hollow" sussurrò pensieroso il delegato shinigami, poi si mosse rapido.
"Ehi? Ma dove diavolo vai? Non ho mica finito di parlarti"
"Non mi importa chi tu sia. Io sono uno shingami ed è meglio che tu e chiunque altro ci sia, ve ne andiate via dalla mia città" disse Ichigo sicuro di se.
"Non rimani ad ascoltarmi nemmeno se ti dico che noi possiamo aiutarti a riprendere quella ragazza?" disse Hirako.
Ichigo si immobilizzò sul posto, come faceva a sapere?
"So perfettamente che in questo stato non sei in grado di affrontarli, ne tanto meno di riuscire a salvare la tua amica. E se vuoi continuare a stare qui con le mani in mano, peggio per te. Oppure... potresti venire con noi"
"E perché dovrei? Perchè mai dovrei fidare di uno che compare dal nulla, mi attacca e mi chiede di unirsi a lui?"
"Non è questione di fiducia Ichigo è questione di necessità. Tu hai bisogno di noi, per riuscire a controllare quel tuo potere, noi abbiamo bisogno di te. Nient'altro. Un approccio vantaggioso per entrambi non credi?" chiese il ragazzo, mentre giocava con la maschera che aveva in mano.
“Se vuoi riprenderti la ragazza, allora vieni con noi! Diventa forte! Diventa un Vizard e potrai riprendertela, senza problemi" disse con quel suo solito sorriso inquietante.
Ichigo non rispose.
"Se vorrai unirti a noi, facci sapere in qualche maniera. Noi ti aspetteremo" disse voltandosi e sparendo nella notte.
Il ragazzo dai capelli arancioni non riuscì a muoversi, ne a pronunciare parola.
La sua mente era sommersa da mille pensieri.
Non sapeva chi fosse quel tizio, ne se tanto meno avrebbe potuto fidarsi di lui eppure le sue parole l'avevano colpito.
Diventare un Vizard.
Era davvero l'unica possibilità per salvare Yui?
Ma in un momento disperato come quello, anche lo sconosciuto più inquietante poteva essere un vantaggio per lui.

 

 

Yui si vestì, non con quel vestito candido che aveva indossato il giorno prima, ma bensì con un pantalone ed una maglia dal colore bianco, colore che rappresentava gli arrancar in quel mondo. Infilò la giacca dell'uomo dagli occhi di ghiaccio e si guardò un attimo allo specchio. Sentiva un certo nervosismo, sarebbe voluta rimanere nascosta in quella stanza, pensò mentre l'ansia la divorava da dentro.
Era affamata, non era riuscita a mangiare nulla nemmeno quella mattina, troppe erano le cose che la tormentavano. Yui aveva pensato e ripensato alle parole di Aizen.
Lui la stava mettendo alla prova, voleva vedere quello che lei sapeva fare, ma non era questo quello che la preoccupava maggiormente: le aveva espressamente detto che per stare al suo fianco avrebbe dovuto migliorare, ma in che modo?
Un combattimento con una fraccion?
Sarebbe stato quello il suo percorso lì?
Combattere contro di loro e migliorare?
Di una cosa era certa, ne avrebbe approfittato. Si sarebbe lasciata allenare da loro, se questo le avrebbe dato il potere di poter stare al loro passo il tanto da diventare forte quanto loro.
Ma non era un arma a doppio taglio? Insomma, lei sapeva delle sue capacità e Aizen?
Immaginava che uno come lui avesse pensato anche quello.

Scosse la testa, per ora l'unica cosa che le premeva era migliorare il tanto di potersi mettere al livello di ognuno di loro, persino quello di Grimmjow, per non parlare del tizio dagli occhi color ghiaccio. Loro erano forti e in quelle condizioni lei era solo carne da macello. Doveva migliorare per sopravvivere e lo pensò con tanta forza, da scacciare per un secondo la paura e la frustrazione che l'attanagliavano in quell'oscuro posto.
La porta bussò improvvisamente,Yui sussultò poi andò verso di essa.
Quando l'apri uno svogliato Grimmjow se ne stava davanti a lei.
“La tua morte ti attende" disse l'azzurro sorridendo divertito.
Yui lo fulminò con gli occhi.
"Muoviti" disse lui, voltandosi ed incamminandosi.
Yui strinse i pugni, sarebbe arrivato il giorno che gliel'avrebbe fatta pagare a quell'idiota, ne era sicura e quella sarebbe stata una dolce vendetta, pensò. Dopo minuti interminabili arrivarono in un salone spazioso ed ampio, in lontananza sopra a delle scale sedeva si di un trono di pietra, con il suo solito fare regale, Aizen Sousuke.
Affianco i suoi più fidati uomini. Nella stanza, altri arrancar attendevano lo scontro circondando il salone. Mentre Yui si incamminava al centro della stanza, incontrò lo sguardo della prima espada, che la osservò con insistenza, finché non fu la ragazza a voltarsi per prima.
Il vociare dei presentì si attenuo fino a sparire, quando lei si trovò al centro esatto della sala.
"Yui-san, grazie per essere venuta" disse Aizen.
Yui lo guardò con un sopracciglio alzato: come se avesse avuto altra scelta, pensò dentro di se .
Un uomo si fece avanti portando in mano la sua katana. Yui perse un battito nel vederla e con una velocità impressionante la strappò dalla mani di quello. Si fece inebriare dalla meravigliosa sensazione di non essere più sola.
“Hey “ sussurrò, con gli occhi chiusi, mentre d'improvviso un filo di vento si alzava intorno a loro.
No arashi era lì con lei.
Quando riaprì gli occhi, li incastrò in quelli di Aizen.
“Yui-san, oggi affronterai in un combattimento la fracciòn di Aaroniero, Erasmo" disse Aizen, mentre un tizio si incamminava al centro, poco distante da lei.
Lei buttò uno sguardo verso l'uomo, si senti rabbrividire, non aveva certo un bell'aspetto.
"Buona fortuna ad entrambi" disse affabile Aizen.
La ragazza alzò una mano e tutti la guardarono sorpresi.
Aizen fece segno di parlare.
“Ci sono regole?” Chiese quella.
Aizen fece un mezzo sorriso.
“No” rispose divertito.
Yui sorrise di rimando.
“Ottimo” disse quella, incastrando No arashi alla cintura.
D'improvviso avverti alle sua spalle qualcosa, quell'Erasmo si era precipitò verso di lei, senza nemmeno darle il tempo di voltarsi.
Quel gesto innervosì la ragazza più del dovuto: senza regole, pensò, stringendo i pugni. Quando Erasmo fu ad un passo da lei, prima che la potesse attaccare, Yui si scansò per schivare quel colpo, con estrema facilità.
“Non l'avresti dovuto fare” disse Yui.
Quello rise divertito.
“Che c'è, hai paura?”
“Oh no, così mi hai solo fatto solo incazzare!” Disse quella a denti stretti. Il tizio rise e gli si catapultò sopra con la katana sfoderata, Yui schivò ancora una volta, con semplicità.
Lento, pensò nella sua testa.
Quello ci riprovò ancora ed ancora, mentre quella danzava come il vento, rapida, spariva e ricompariva, senza nemmeno togliere la sua katana dal fodero.
Continuò così per un po, stava giocando con lui, lo sapeva, ma non voleva scoprire le sue carte così.
D'improvviso alzò lo sguardo in alto trovando la fiigura dell'ex shingami sul torno, inclinò lievemente la testa ad un lato, poi gli sorrise.
Aizen ne rimase lievemente sorpreso, quella ragazza era davvero strana, pensò divertito.
“Ok ora farò sul serio, scusa, coso” disse lei, voltandosi verso il suo avversario. Quello si imbestialì e gli andò incontro con la sua katana.
Senza neanche usare un shunpo, la ragazza con una mano in tasca, lo superò così velocemente da mettersi dietro di lui e con un colpo secco lo colpì violentemente dietro la nuca. Quello cade inerme a terra.
Il silenzio fu l'unica cosa che si percepi. Nessuno osò parlare.
Yui camminò verso il centro della sala, proprio davanti al trono di Aizen.
"Abbiamo finito, no?" chiese la ragazza guardandolo negli occhi, Aizen sorrise compiaciuto. Lei lo guardò un attimo, poi si voltò per andare via.
"La tua zampakuto" disse Aizen, prima che quella lasciasse la stanza. Yui si bloccò, storcendo il naso, pensava di averla fatta franca.
“Oh andiamo è solo una katana... “disse quella voltandosi e facendo l'espressione più innocente che potesse fare. Aizen la guardò con un sguardo che non ammetteva repliche. Lei sbuffò, afferrò la sua zampakuto, la guardò un momento e la figura dell'uomo dai capelli argentei comparve davanti ai suoi occhi.
I due si guardarono affondo.
“Non importa se non sarò con te fisicamente, io sarò sempre con te, ricordi? Noi siamo la tempesta Yui, prima o poi distruggeremo anche questo posto” disse quello con tale sicurezza da dare un impeto di forza alla ragazza.
Yui sorrise.
“Perchè la tempesta non perdona” disse lei.
“Mai” rispose lui. Poi qualcuno le prese la katana dalle mani e la figura dell'uomo svanì d'improvviso.
Azein sul suo trono sorrise soddisfatto.
"E' forte" disse Gin con quel suo solito tono divertito.
"Ma tu te lo aspettavi, vero?" chiese guardandolo un poco.
“Ne ero sicuro" rispose Aizen, poggiando poi la testa sulla mano.
“Il gioco è appena iniziato" disse infine, sorridendo trionfante.

Grimmjow la seguì mentre quella usciva dalla sale e si incamminava verso la sua stanza.
"Ehi rallenta" la richiamò irritato l'arrancar. Yui si voltò verso di lui.
“Che c'è non riesci neanche a stare al mio passo?” Chiese con un mezzo sorriso.
“Se fosse per me, non lo faresti neanche un passo, donna!”
“Be l'ultima volta che ti sei messo contro di me, non ti stava andando così bene..” Commentò quella ripensando al loro unico duello fra loro.
"Devi ringraziare Tousen, se sei ancora viva”
“Oh si certo... "
“Guarda che solo perché oggi sei riuscita a battere quel fallimento di fracciòn, non significa che tu debba fare l'arrogante, mocciosa!"  Disse lui, parandosi davanti con fare minaccioso.
"E sarei io l'arrogante?" disse osservandolo affondo, Grimmjow l'afferrò per il bavero della giacca bianca.
"Il giorno che sarò io a combattere contro di te, giuro che ti farò passare le pene dell'inferno e poi ti ucciderò, lentamente" disse leccandosi le labbra ghignando.
Quella avvicinò il viso verso di lui.
“Non vedo l'ora che arrivi quel giorno, ti devo una katana nel cuore Arrancar e ti assicuro che prima o poi, te la restituirò” rispose lei, incastrando i suoi occhi castani, in quelli profondament azzurri dell'espada.
Grimmjow la spinse contro il muro, mentre con il braccio la fermava per il collo.
"Ti farò pentire di avere la lingua lunga, donna" disse infuriato l'azzurro,Yui non si scompose e sorrise con scherno, poi con un colpo secco si staccò da quella presa. Si guardarono furiosi entrambi, infine lei riprese a camminare ignorandolo.
Grimmjow strinse il pugno.

Dopo ciò che aveva visto, era sicuro di una cosa: quella ragazza sarebbe stata una spina nel fianco. Non era lontanamente al suo livello, era sicuro di poterla battere con facilità, eppure era rimasto sorpreso, di vederla sconfiggere Erasmo con estrema facilità, senza neanche sfoderare la sua katana.
Tutti si erano sorpresi di quello. Lei era veloce, furba e aveva mostrato solo un briciolo di quello che sapeva fare sul serio. Ci sapeva fare, ammise scocciato.
Lui l'aveva visto, quel breve momento in cui anche l'ex shinigami era stato sorpreso da quella donna. Grimmjow però sapeva che dietro di lei c'era qualcosa, lo aveva notato, negli sguardi dell'uomo, nel modo in cui gli parlava, nel modo in cui la scrutava. Era sicuro che dietro a quella ragazza ci fosse qualcosa, qualcosa in grado di rendere debole anche uno come lui.
Grimmjow sorrise, infondo nessuno era poi così invincibile e perfetto, nemmeno Aizen Sousuke.

*La parte con l'asterisco, riporta delle scene estrapolate dall'anime.

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


CAPITOLO 35

"THE KIDS AREN'T ALRIGHT"
The Offspring

 

 

 

La mattina una donna bussò alla porta per portarle l'ennesimo pranzo, che Yui ignorò.
Quel giorno, nonostante l'assenza di fame, lei si senti più tranquilla anche se rimanere rinchiusa in quella stanza le desse una sensazione di soffocamento, pensò che fosse meglio di essere sotto le grinfie di Grimmjow o di Aizen. Inoltre, almeno in quel posto poteva stare sola e tranquilla, fino a che qualcuno non avrebbe bussato alla porta.
Per sua fortuna Yui in quella stanza, vi trovò qualcosa di impensabile: libri. Aizen aveva lasciato un intera libreria in quella camera e la ragazza ne rimase stupita e grata, trovare dei libri in un posto del genere fu qualcosa che la rincuorò profondamente. Così annoiata ne prese uno ed iniziò a leggerlo, fino a quando non sentì bussare alla porta. Quella si aprì lasciando entrare la donna con il solito carrello, sospirò sollevata.
"Lo porti via" disse prima che quella lo lasciasse il vassoio ancora pieno.
"Non ho fame" disse poi sorridendo e tornando a leggere.
La donna obbedì alla sua richiesta ed uscì. Non mangiava ormai da qualche giorno, si sentiva debole e stanca ma non affamata. Il solo pensiero di mangiare le faceva rivoltare lo stomaco, non riusciva nemmeno a pensare a quella possibilità. Sapeva di doverlo fare, non sarebbe andata molto avanti così facendo, ma quando ci provava sentiva il bisogno di vomitare, tanto era il nervoso e la preoccupazione che aveva. Così anche quella volta si rifiutò.
Non seppe dire quanto tempo passò da quel momento, visto che in quella stanza tutto sembrava sempre lo stesso e dalla finestra il cielo sembrava sempre ugual. Sentì qualcuno bussare,Yui alzò gli occhi dal libro che leggeva e si mise in ascoltò, non sentì nessun rumore. Magari era ancora la donna, pensò, poi la porta si aprì con violenza,Yui sussultò per lo spavento, mentre Grimmjow entrava a falcata nella stanza. La ragazza lo guardò fermarsi davanti, mentre lo osservava seduta sul divano.
“Qualcosa non va?" Chiese chiudendo momentaneamente il libro.
Grimmjow la guardò accigliato.
"Perché mi guardi così, cosa vuoi?"
"Da quant'è che non mangi?" Chiese irritato l'azzurro.
"Perché lo vuoi sapere?"
"Rispondi alla domanda. Da quanto cazzo di tempo non mangi?"
“E io ti ho chiesto perché lo vuoi sapere?" disse la ragazza mettendosi seduta bene. Grimmjow sospirò scocciato, si inchinò per arrivare alla sua altezza e si avvicinò a lei.
"Se non ti decidi a mangiare, giuro che ti spingerò la roba io stesso giù per quella bocca. Hai capito?" disse minaccioso l'arrancar ad un soffiò da lei.
"Scherzi vero? Chi sei mia madre? Senti un po, io sono libera di decidere se mangiare o meno" disse la ragazza puntandogli lo sguardo contro.
"Forse non hai capito che qui tu non sei libera di fare nulla"
"Non ho alcuna intenzione di mangiare. Ora fammi un enorme piacere, sparisci!" disse la ragazza alzandosi.
Grimmjow l'afferrò per un braccio prima che lo superasse.
"No, non vai da nessuna parte" affermò, poi d'improvviso la tirò a se e se la carico sulle sulle spalle. Yui non fece in tempo ad opporsi.
"Ma cosa..? Lasciami andare! Brutto idiota!" urlò la ragazza scalciando e tirando pugni.
"Se non stai ferma, ti farò stare ferma io a suon di pugni"
"Se non mi metti giù sei tu quello che finirà con la faccia gonfia! Mettimi giù!"
Quello non sembrò minimamente disposto ad ascoltarla, se la portò così per un po, uscendo dalla stanza e camminando per Las Nosches, mentre lei scalciava ed urlava.
"Ti vuoi stare zitta che svegli tutti?" disse irritato l'arrancar, poi girò un angolo ed entrò in una stanza scaricando malamente la ragazza per terra.
Yui si massaggiò il fondo schiena dolorante
"Brutto pazzo maledetto!" sibilò fra i denti,Yui si guardò poi intorno. Era una stanza scura e spoglia ,un letto era poggiato ad un muro, poi dall'altra parte una parete che divideva a metà i due ambienti. Era disordinata e sapeva di uomo.
"Dove diavolo mi hai portato?”
"Dove nessuno ci può disturbare" disse l'arrancar con un ghigno sul voltò.
Yui si immobilizzò per un momento, poi scattò in piedi.
"Dove diavolo siamo? Perché mi hai portato qui?"
Ma Grimmjow alzò gli occhi al cielo scocciato, si avvicinò verso di lei e l'afferrò per un polso trascinandola dalla parte della stanza divisa dal muro, quando arrivarono lì' trovarono un divano sgangherato ed un tavolo con due sedie. Grimmjow spostò una sedia e vi scaravento con poca delicatezza la ragazza, dopo di che prese dei vassoi da un carrello li vicino e lì poggiò sul tavolo e andò a sedersi difronte a lei.
Yui lo guardò confusa.
"Ora tu mangi!" disse l'azzurro con fare arrabbiato, alzando il coperchio dal vassoio. Yui guardò il piatto, era solo del cibo, tornò a guardare l'azzurro perplessa.
"Stai scherzando vero? Tu mi hai portato qui per mangiare? Ti rendi conto di avere dei problemi?"
“Sei tu quella che avrà problemi se non lo fai!" disse tagliente l'arrancar.
Yui lo fissò con astio stringendo i denti, poi si arrese.
"Non posso, se lo faccio vomiterò"
"Fallo e basta"
"Mi vuoi spiegare cosa frega a te se io mangio o meno? Aizen ti ha solo detto di controllarmi, non di farmi da babysitter!"
"Pensi che mi stia divertendo a fare tutto questo? Stupida idiota? Io? La sesta espada che deve fare da guardia a te? Credi davvero che me ne freghi qualcosa che tu muoia di fame? Sono ordini di Aizen! Se fosse stato per me ti avrei ucciso il secondo dopo aver messo piede qui! Donna!" disse quello infuriato.
Yui si ammutolì, tornò a guardare il piatto.
"Mangia! O giuro che ti faccio mangiare tutto con la forza"
“Se lo chiedessi con più cortesia sarebbe più facile, ma una delle ragioni per cui non riesco a mangiare sei tu e quella tua faccia di merda!” Sbraitò quella arrabbiata.
“Come osi??? E dai pure la colpa a me?” Disse accigliato lui.
“Se solo fossi più cortese nei miei confronti, se non la finissi di alzarmi quella maledetta unica manaccia che ti rimane, forse e dico forse, riuscirei a mangiare come dio comanda! Mettiti nei miei panni per un solo ed unico secondo! Ah no scusa, sei un mostro, queste cose non ti appartengono” disse quella afferrando una forchetta e mettendosi un boccone in bocca.“
Ecco sei contento. Ho mangiato, ora accompagnami nella mie stanze”
“Finisci tutto e smettila, se non mangi non è per colpa mia e che sei una debole e come tutte le persone deboli, trovano un pretesto per la loro sconfitta.” disse quello, alzandosi scocciato e andando nell'altra stanza
“Io non sono una debole” le urlò dietro Yui.
“E allora mangia, se no non durerai due giorni qua dentro”
Yui si ammutolì, forse non aveva tutti torti.
“Ti do venti minuti per finire, poi ti prendo a calci” disse quello, in lontananza.
Yui rimase da sola, con il piatto di fronte. Lo guardò un poco schifata, doveva mangiare e lei lo sapeva, ma sembrava così difficile far scendere quelle cose. Mise una mano sulla faccia, mentre con la forchetta giocava con il cibo nel piatto. Ci vollero sicuro più di venti minuti, prima che lei decidesse di mangiare, lentamente e a fatica.
Lasciò il piatto a metà, per quel giorno bastava ed avanzava, pensò soddisfatta, lei non era una debole. Non avrebbe mai dato la colpa alla malnutrizione dei suoi fallimenti, di quello era certa pensò, si rese comunque conto di essere caduta nella provocazione dell'azzurro. Si alzò dalla sedia andando nella stanza affianco per richiamare il suo cane da guardia, ma quando vi arrivò Grimmjow era coricato a pancia in su con le braccia dietro alla testa ad occhi chiusi.
Yui non seppe dire se fosse addormentato o meno, decise di avvicinarsi verso di lui con l'intenzione di sfuggirli qualora fosse stato addormentato. Quando fu a pochi passi, mise un ginocchio sul letto e si sporse per osservarlo. Sembrava un angioletto così, peccato che fosse terrificante da sveglio. Yui gli passò una mano sugli occhi chiusi, ma quello sembro non percepirla ed infine sospirò sollevata. Rimase qualche secondo a studiare i lineamenti del suo viso: erano aggressivi, si ma nonostante tutto il suo non era un brutto viso anzi, al di là della maschera da Hollow che lo deturpava sul lato una guancia, si ritrovò a pensare che forse, nonostante tutto, Grimmjow non fosse nemmeno un brutto ragazzo.
Si pentì subito di averlo pensato.
Quello era il suo peggior nemico, il primo della lista, pensò.
“Quasi carino, peccato per la personalità di merda” si lasciò scappare quella in un sussurrò, facendo per alzarsi. La mano di Grimmjow l'afferrò d'improvviso per il bavero della giacca.
“Io sono sempre carino” disse quello ancora ad occhi chiusi.
Yui si immobilizzò.
Quando l'arrancar aprì gli occhi, si ritrovò il viso della ragazza davvero troppo vicino, ma incastrò comunque le sue iridi azzurre nelle sue.
Lei si sentì osservata con troppa insistenza e le sue gote si colorarono lievemente.
“Mi lasceresti andare”
“Cosa stavi facendo?” chiese curioso.
“Stavo ponderando la possibilità di ucciderti nel sonno” mentì lei, con un mezzo sorriso.
“Di solito lo fai fissando la gente?”
“Stavo aspettando il momento migliore”
Quello sorrise un po maliziosamente.
“Potrai fregare tutti qua dentro ma non me, Donna!” poi si mise un po a sedere, avvicinandosi ulteriormente a lei.
“Quindi sono carino?” disse quello compiaciuto.
Yui storse un poco il naso, mentre il rossore stava aumentando sul suo viso.
“Ho detto che lo sembravi, da addormentato, ma vedi Grimmjow il tuo problema è quella tua boccaccia, ecco cosa ti rovina, senza contare che sei la persona più insopportabile di questa terra. Si ecco, ti preferisco di gran lunga quando stai zitto e dormi!”
“Tu invece sei insopportabile sempre, donna, ma forse nessuno te lo aveva mai detto”
“Sono contenta che lo abbia fatto tu, non vorrei dover avere a che fare con te più del dovuto” disse serafica lei.
Lui la guardò ancora un po irritato, poi la lascio andare.
“Mi accompagneresti nelle mie stanze? Ho mangiato ed ora vorrei tornare a leggere”
“Leggere?”
“Si Grimmjow, quella cosa che sicuramente uno come te non ha mai fatto in tutta la sua esistenza”
“A me non serve leggere, mi basta solo combattere”
“Era ovvio...” disse lei alzandosi.
“Mi guardi dall'alto al basso, donna?”
“Certo che si” rispose lei.
Lui si alzò puntandogli i suoi occhi addosso, facendo mezzo ringhio.
Yui si voltò ignorandolo e andando verso alla porta.
“Mi accompagni o no?” disse mettendo fine a quella discussione. L'azzurrò la raggiunse.
“Non darmi ordini”
“Un giorno una donna ti darà tanti ordini e tu caro arrancar non potrai far altro che obbedire e ti piacerà” disse lei, continuando a camminare.
“Tsè ne dubito, nessuna donna potrà mai darmi ordini”
Ma Yui se la rise, mentre andava via.
“Piccolo ingenuo”
L'azzurrò la raggiunse, dandogli una spallata.
“Vedi di stare zitta!”
Insieme s'incamminarono per tornare nella stanza dalla ragazza.

 

 

***

 

Il giorno dopo,  Yui si svegliò tutta sudata e con il fiato corto. Gli incubi ormai la tormentavano ogni santa notte, senza lasciarla in pace.

La ragazza si alzò stanca ed andò direttamente a farsi un bagno, aspettò che la vasca con i piedi di leone si riempisse, poi si spogliò e si infilò dentro, lasciando che l'acqua calda l'avvolgesse in quello che pareva un abbraccio e si lasciò trasportare da quella piacevole sensazione, mentre tutte le sue preoccupazioni scivolavano via. Si rilassò per la prima volta dentro a Las noches e per un solo istante, si dimenticò di ogni cosa, giocando con le bollicine della vasca e facendosi coccolare da quel bagno caldo.
Dopo almeno dieci minuti buoni, quando l'acqua ormai era diventata tiepida uscì, si avvolse in un asciugamano e andò nell'altra stanza canticchiando. Mentre cercava di asciugarsi capelli con un altro asciugamano, andò verso l'armadio in cerca di un cambio, ma ad un certo punto il suo sguardo ricadde sullo specchio affianco, dove la figura di Grimmjow se ne stava in piedi affianco alla porta divertito. Yui sussultò per lo spavento, saltando sul posto.
"Ma che... Cosa ci fai qui?" chiese quella scocciata e arrabbiata.
Lui sorrise divertito.
"Cambiati, Aizen ti vuole vedere" rispose l'arrancar, mentre continuava a studiare la sua figura fasciata solo da un misero asciugamano.
“La vuoi smettere di fissarmi! Esci, subito” "
"Perché? Potrei anche rimanere.." disse quello, con sorriso malizioso sul volto. Yui lo fulminò con gli occhi e di tutta risposta gli lanciò il secondo asciugamano che teneva in mano, tirandoglielo dritto in faccia.
“Ehi!!” si ribello lui, scocciato.
“Sparisci..” disse quella, voltandosi e tornando a concentrarsi verso l'armadio. Non gli importava, lui non l'avrebbe intimorita così. Mentre lo pensava, in un secondo l'arrancar le fu alle spalle, Yui si voltò in tempo per trovarselo ad un solo ed unico passo da lei.
“Che vuoi? Vattene, devo cambiarmi e vorrei farlo senza te che mi guardi come se fossi un pezzo di bistecca”
Ma lui di tutta risposta si mosse avvicinandosi ancora di più a lei, così vicino che l'arrancar sentì il suo profumo inondargli le narici.
Yui rimase immobile, incastrando i suoi occhi castani in quelli azzurri dell'arrancar.
“Cosa vuoi?”
“Non mi piace il modo in cui mi tratti, ti dimentichi sempre che io sono la sesta espada e potrei farti a pezzi in un solo singolo secondo” soffiò minaccioso quello ad un centimetro da lei.
“E tu ti dimentichi che quel giorno, non sarai l'unico a finire a pezzi”
Lui fece un ringhio, ma lei continuò a guardarlo con sfida. Rimasero così per qualche secondo, poi lo sguardo dell'azzurro ricadde per un solo secondo sulle sue spalle nude, percorrendo con gli occhi fino alle sue scapole, infine li rialzò ritornando sul viso. Lei lo percepì, poi in un secondo, portò una mano sul suo petto e si alzò sulla punta, fino ad arrivare vicino al suo orecchio.
“Ora però potresti uscire e lasciarmi cambiare” disse in soffiò.
L'arrancar rimase fermò, mentre la mano di lei, delicata toccava la sua pelle e giurò di sentirla bruciare a quel contatto, mentre il suo respiro stuzzicava il suo orecchio.
Fece un passo indietro d'improvviso, come se qualcuno gli avesse dato la scossa e la fissò per un secondo.
“Tutto bene?” chiese lei, inclinando il capo. La sesta scosse la testa, scocciato.
“Sbrigati” disse, poi voltandosi e uscendo.

Dietro alla porta di quella stanza, si sentì terribilmente strano.
Non sapeva dire in quale maniera, ma quella sua mano lì calda e delicata e il suo viso ad un centimetro, be.. l'era piaciuto, forse in un senso solo prettamente fisico infondo lui era un uomo, lei una donna. Be l'istinto prevaleva sempre in uno come lui, infondo era una mezza pantera, pensò, ma anche quello fu sconcertante.
Lei era un umana, quell'umana insopportabile che lui disprezzava.
Si, forse era stato solo un caso, una frazione di secondo in cui si era perso, perchè lui odiava quella tizia là.
Yui uscì poco dopo dalla stanza, con i capelli ancora bagnati legati in una treccia che ricadeva sulle spalle. Incontrò per un secondo lo sguardo dell'azzurro, che la fissava con astio.
“Che vuoi, ci ho messo poco”
“Muoviti” disse quello poi voltandosi e andando via.

 

"Buongiorno" disse un elegante Aizen, mentre si alzava dalla sua solita poltrona voltandosi a guardarla. Yui si fermò poco dietro la porta.
"Ah quindi è giorno" commentò, mentre osservava ancora una volta la stanza.
Aizen fece un mezzo sorriso.
"Capisco la tua confusione, il cielo di Las noches deve essere davvero enigmatico per una persona che ha vissuta sulla terra" disse quello, facendogli segno di accomodarsi.
Yui lo guardò, dopo qualche momento di esitazione si sedette al tavolo.
Aizen nel frattempo prese posto davanti a lei
“Sembra di essere in Danimarca, nella parte che rimane al buio per sei mesi. Ci sei mai stato?” chiese lei, guardandosi attorno.
Aizen si stupì di quella domanda e scosse la testa in un no.
“Nemmeno io, ma c'è l'aurora boreale e quella va vista almeno una volta nella vita”
“Ti piace l'aurora boreale?”
“Be è il fenomeno più bello che esista”
Aizen sorrise.
“Forse un giorno...” ma poi si rese conto che uno come lui non avrebbe mai avuto il tempo, ne il momento per fare qualcosa del genere. Poi si destò da quell'attimo e tornò serio e composto, tagliando il discorso.
"Qualora volessi vedere qualcosa di più simile al cielo della tua terra, ti consiglio di andare nella parte interna di Las noches. Lì troverai qualcosa che pensò ti piacerà" disse l'uomo con fare affabile.
"Prego, serviti pure" disse poi quello indicando la tavola ricca di pietanze. Yui guardò il tutto, poi guardò l'uomo, sentì il suo stomaco brontolare, dopo aver mangiato la notte prima la sua fame era tornata, prepotente. Delicatamente prese in mano la forchetta e afferrò qualcosa mettendosela in bocca. Era buono, pensò, davvero buono.
Mentre Aizen, con un mezzo sorriso si versava del tè.
"A cosa devo l'onore di questo incontro?" Chiese la ragazza, stuzzicando del cibo.
"Volevo vedere come stava la mia ospite"
Yui lo fissò sospettosa con un pezzo di tempura infilzato nella forchetta.
"Non so molto su di te Aizen, ma non credo tu faccia niente per niente”
"Volevo solo vederti” confessò lui d'improvviso.
Cadde il silenzio.
Yui ci pensò allungo, lo guardo di sottecchi, era molto abile con le parole, allusivo e avvolte persuasivo. Visto a quella maniera sembrava un uomo qualunque, carino, gentile si preoccupava persino per lei, ma... ma lui non era come si presentava. Quell'uomo aveva tradito la Soul society, aveva creato un impero ed un esercito trasformando gli hollow in arrancar e aspettava il momento di attaccare e di diventare cosa?
Un dio?
Rabbrividì nel pensarci.
Era pericoloso.
Ora capiva come aveva fatto a nascondere le sue vere intenzioni alla Soul society, era davvero bravo a fare il tipo gentile, pensò lei, appoggiando la forchetta e sorseggiando un bicchiere d'acqua.
Era facile abbassare la guardia con lui, per via di quel dannato fare affabile ed elegante, pensò la ragazza incastrando i suoi occhi castani nei suoi.
Non avrebbe fregato una come lei, per nulla al mondo.
Lei gli fece un mezzo sorriso, al quale lui rispose candidamente.
"Sono rimasto piacevolmente sorpreso dal tuo precedente scontro ed ho pensato che sarebbe meglio farti affrontare qualcuno di più, come dire, alla tua altezza." Disse l'uomo d'improvviso.
"Quando?"
"Stasera" rispose, attento ad osservare la sua reazione.
Lei annuì.
“Contro chi?”
Lui sorrise senza rispondere.
Lei sospirò forte, odiava quei giochetti.
“Uomo o donna?” indagò lei.
Ma lui non rispose comunque.
“Guarda che ero brava ad indovina chi”
Lui non capì. Lei sorrise.
“Dovresti vivere un po di più fra noi umani, non sai troppe cose”
“So fin troppo” rispose quello fiero.
“Io parlo di vita vera, non di strategie o cose del genere”
“E quale sarebbe la vita vera?” Chiese lui perplesso.

Lei ci pensò.

“Be... che so, andare al mare o in città, uscire con gli amici. Andare a vedere un film o un concerto, mangiare e bere. Innamorarsi e viaggiare, conoscere persone e divertirsi. Vita. Quella fatta di momenti, di briciole di felicità e noia.”

Lui la osservò e vide in quei giovani occhi tutto: desiderio, forza, nostalgia, coraggio, semplicità.

E se lo domando: la vita poteva davvero essere solo quelle cose così superficiali ed inutili? Poi la sua mente viaggio lontano, così lontano da rivedere il volto di lei, piccola ed innocente, che gli sorrideva e correva e lo amava, con semplicità. Lui se la ricordava quella vita ed era proprio quando non aveva avuto nulla, che l'aveva provata e nonostante tutto, forse gli era piaciuta. Scosse la testa, tornando al qui ed ora, mentre i suo occhi incontravano il volto di una donna che gliela ricordava, ma che era così dannatamente diversa.

Prima o poi lui l'avrebbe riportata qui e tutto sarebbe stato semplice e lui, forse avrebbe iniziato a vivere, per davvero.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


CAPITOLO 36

"AM I SAVAGE?"
METALLICA

 

 

 

Erano arrivati dopo una lunga camminata verso quello che sembrava essere l'esterno. Quando Yui aveva alzato gli occhi si era sorpresa: non c'era il solito cielo scuro e nero o la solita mezzaluna piccola e spenta. Il cielo lì era azzurro, esattamente come quello che stava sulla terra.
"Com'è possibile?" chiese Yui rivolta alla sesta espada al suo fianco.
"Trucchetti di Aizen" rispose quello alzando le spalle, mentre continuava a farle strada. Infine arrivarono al punto dove avrebbe combattuto.
Aizen come al solito, stava comodamente seduto sul suo trono, alcuni espada al di sotto sarebbero rimasti lì osservare. Al centro esatto, sotto il trono dell'ex shinigami, Yui individuò il suo sfidante. "Benvenuta,Yui-san!.” Disse Aizen dal suo trono.
La ragazza non rispose.
"Quest'oggi sfiderai il nostro ex ottavo espada, Jago"
"Ex espada?"
"Vedi, umana, gli espada non sono sempre gli stessi. Il titolo passa sempre a colui che si dimostra più forte" disse Jago, voltandosi finalmente a guardarla ed indicando l'azzurro che era rimasto un poco indietro.
Yui si voltò ad osservare Grimmjow e lesse sul suo volto un espressione di puro furore, Yui però non capì a cosa si stesse riferendo quel tizio.
"Cerchi rogne, Jago?" rispose furioso la sesta.
Quello non rispose, di tutta risposta fece un mezzo ghigno. L'azzurro calciò qualcosa per terra e si voltò spostandosi ad un lato, trattenendosi.
"Bene, vogliamo iniziare?" chiese Aizen rivolta ad entrambi.
Yui si mosse per prendere la sua zampakuto dalle mani di una fraccion, ma non fece nemmeno in tempo ad afferrarla, che sentì una voce alle spalle.
"Ehi, ragazzina!"
Quando si voltò l'uomo era già su di lei con la katana sfoderata. Yui parò il colpo togliendo dal fodero No arashi con rapidità.
Quel tizio si era mosso ad un velocità quasi impercettibile e lei, lo aveva sentito arrivare solo all'ultimo.
Strinse le mani sul manico della sua zampakuto.
"Allora questa volta la sfoderi la tua katana? Mi hanno raccontato che l'ultima volta non ne hai avuto bisogno. Immagino che dovrei sentirmi soddisfatto ad avertela fatta sfoderare al primo attacco!" Disse quello, sorridendo soddisfatto.
Yui si aprì in un sorriso di sfida, sentì l'adrenalina forte pompare d'improvviso nelle vene. Prima l'aveva attaccata alle spalle, ora la provocava, decise che quel tizio non l'avrebbe passata liscia.
Lei doveva vincere!
"Allora, coso.. fammi divertire un pò!" disse la ragazza indietreggiando e staccando le due katana.
"Volentieri" rispose, poi si buttò verso di lei all'attacco.
Yui riuscì a stargli dietro per un bel pò, nonostante avesse notato da subito il divario con il suo precedente sfidante. Notò con dispiacere che essere un ex espada lo rendesse decisamente più forte e dannatamente veloce.
"Bene, ora perchè non facciamo sul serio?" disse Jago, con uun ghigno e si mise in posizione d'attacco. La sua reiatsu aumentò improvvisamente e Yui la percepì forte, mentre stuzzicava la pelle sul collo: in un secondo fu su di lei.
La ragazza schivò il colpo per un soffio, ma ancora rapido, con un calcio la colpì in pieno addome facendola volare fino a sbattere per terra. Lei si rialzò trattenendo un gemito di dolore, non avrebbe mai lasciato vedere la sua sofferenza, per nessuna ragione al mondo e con forza si rimise in piedi.
Un battito di ciglio e quello gli comparve davanti cercando di colpirla ancora, Yui si spostò veloce di lato e con la sua zampakuto tentò di attaccarlo con un fendente, che quello bloccò con facilità. La ragazza spalancò un poco gli occhi con stupore.
Jago sorrise divertito e gli tirò un pugno dritto allo stomaco, facendola rimanere senza fiato.
Dopo di che, senza dargli tregua, con la katana la colpì, ferendola al braccio superficialmente. Lei si allontanò rapida, mettendo distanza tra loro e osservando la ferita.
"Merda!" Disse con rabbia. Jago rise sguaiatamente.
"Svegliati, ragazzina o qui finisci male!”
Yui lo guardò con disprezzo.
"Sappi che non mi importa se non ti va di fare sul serio. Solo che non sarà soddisfacente allo stesso modo, ucciderti cosi" disse poi, spostandosi a grande velocità su di lei, tentando di colpirla con la katana.
Yui bloccò il suo attacco
"Perchè ti stai trattenendo,ragazzina? Butta fuori quello che c'è dentro!"
"Senti un pò, Jago perchè non pensi a farti gli affari tuoi?" disse a denti stretti lei, spingendolo via.
"Peggio per te, ragazzina!" Disse, poi andò all'attacco ancora colpendola con un forte calcio.
Lei lo accusò tutto, percependo un forte dolore e prima che il pugno dritto verso il suo viso la colpisse, spinse via l'uomo cercando di attaccarlo con la sua zampakuto. Quello la bloccò con facilità poi, la colpì ancora scaraventandola a terra
Yui tossì forte, fino a che non sentì il sapore di sangue in bocca, tentò di rialzarsi, dolorante, mentre si puliva il viso con la manica della giacca.
Guardò Jago, in piedi poco distante da lei, in perfette condizioni. Dovette ammettere con riluttanza che fosse forte nonostante fosse un ex espada.
Fu quello il momento in cui realizzò una cosa: qual'era la vera forza degli espada?
E quella di Aizen?
Se quel tizio così patetico era così forte, quanto lo erano gli altri?
E fu come ricevere un altro pugno in faccia.
Si rese conto all'improvviso di quanto tutte quelle persone lì, attorno a lei fossero pericolose.
Avrebbe mai avuto una possibilità contro di loro? Sentì la sua tenacia, spezzarsi sotto quel breve pensiero.
Scosse la testa, lei non poteva lasciarsi schiacciare così!
Solo perchè loro erano così forti, lei avrebbe dovuto arrendersi?
Lasciare che loro facessero di lei qualsiasi cosa?
No!
Mai!
"Mai!" sussurro una voce nella sua testa, Yui spalancò gli occhi.
"No arashi" disse vedendo nella sua mente il volto dell'uomo dai capelli argentati.
"Loro sono forti,Yui, ma lo sei anche tu! Ricordi cosa tutto hai passato per arrivare fino a qui? Non devi arrenderti!! Vuoi davvero lasciare che loro vincano, che facciano di te quello che vogliono? Combatti! Basta nascondersi! E' ora di mostrare ciò che sai fare! Mostrare le tue carte non ti renderà debole. Noi insieme troveremo un modo per stare un passo davanti a tutti loro, sempre!”
La ragazza si rialzò, si asciugò il sudore dalla fronte, poi strinse la sua zampakuto ancora più forte.
"Scusami, avvolte sono proprio una stupida" sussurrò, sentendo una nuova forza farsi spazio in lei.
Fece un bel respiro, poi portò la spada ad un lato tenendola a mezz'aria.
La sua reiatsu aumentò d'improvviso: la rabbia, il dolore, la paura e quella sua voglia di non mollare, bastarono per raccogliere tutto il suo potere.

Il vento iniziò lentamente ad alzarsi attorno.
Prima soffiò lentamente, poi sempre più forte.

"Age, No arashi" pronunciò la ragazza.

Il vento che prima soffiava ovunque iniziò a concentrarsi vicino a lei.
Poi così com'era arrivato, quello si placò, sparendo.
Aizen guardò il tutto con grande sorpresa.
"Zampakuto di vento. Eccezionale!" sussurrò eccitato.
"Lo dici quasi come se non te lo aspettassi!" Lo incalzò Gin al suo fianco
"Diciamo che speravo in qualcos'altro " Affermò l'uomo mettendosi un poco dritto.
"Vediamo cosa sa fare!" Continuò, sorridendo con un ghigno.
"Oh un shikai! Allora ce l'hai! Mi domandavo per quale motivo non lo usassi." Disse Jago, ma non fece in tempo, Yui rapida gli fu sopra.
Lui parò il colpo per puro istinto.
"Volevo vedere se valeva la pena mostrartelo" disse la ragazza, poi veloce si allontanò da lui e tornò ad attaccare.
"Hai aumentato la tua velocità e allora? Pensi di spaventarmi?” Chiese Jago tornando all'attacco.

Lei sorrise.

"Suīpu, saikuron! " Disse, mentre il vento si alzava nuovamente, diventava sempre più forte e condensava attorno alla sua lama, poi la ragazza fece fare un mezzo girò alla katana ed il vento si staccò da essa, andando dritto verso l'ex espada.
Quello cercò di bloccarlo con la sua katana, ma il colpo fu così potente da colpirlo in pieno e scaraventarlo via. Quando si rialzò Jago, aveva il fiato corto e la furia negli occhi.
Portò la katana davanti al viso.

"Mezame, Yagiza 1"

Improvvisamente la sua reiatsu divenne forte, pesante e potente.
La ragazza spalancò gli occhi, mentre l'ex espada si ingrandiva diventando il doppio di lei e sulla sua testa spuntavano delle corna, mentre metà viso si copriva per metà da una maschera.
"Questa è la mia forma rilasciata! Vediamo cosa sai fare ora!"
Un mezzo secondo e sparì da davanti a lei.
"Bu" disse l'ex espada, colpendola violentemente dietro alla schiena.
Yui volò via con grande forza e prima che potesse far altro, lui le fu di nuovo davanti e con un pugno la scaraventò dritta contro un muro lontano.
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di realizzare cosa fosse successo, che si trovò incastrata fra le roccie. Sentì il corpo dolere, lacerato dalla pietra e del sangue iniziò colarle sul viso.
"Indovina chi muore oggi?" disse Jago, puntandole poi le sue corna e volando a grande velocità verso di lei.
“Non oggi” soffiò lei, con tutte le forze e si spostò, mentre l'ex espada colpiva il muro e quello si frantumava in mille pezzi.
Cercò di non farsi impressionare da ciò, afferrò ancora la sua zampkuto e la strinse con forza, poi fece un respiro profondo concentrandosi.
Lui era forte e lei doveva esserlo di più.
Se lo disse con tanta forza da convincere ogni fibra del suo corpo.
La sua testa, nonostante la stanchezza, elaborò un idea.
"Bene, ora però finiamola qui" disse Jago, caricando e andandogli contro con violenza. Yui si spostò solo all'ultimo.
"Saikuron" urlò e la solita lama di vento si staccò dalla sua zampakuto andando contro Jago, che la scacciò con facilità
Lei lo rifece, ancora una volta.
"Se continui cosi, esaurirai la tua reiatsu senza nemmeno farmi un graffio, ragazzina!"
Yui si fermò lontano da lui, sorrise, mentre guardava l'ex espada trovarsi esattamente dove lei avrebbe voluto. Richiamò la sua reiatsu ancora una volta ed il vento si alzò di nuovo, formando un cerchio attorno a loro.
Jago la guardò perplesso.
Yui alzò la sua zampakuto verticalmente.

"Tōshi, harikēn!"

Il cielo finto dei giardini di Las noches, iniziarono lentamente ad inscurirsi, ricoperti di nuvole plumbee che comparirono d'improvviso sopra le loro testa. L'aria attorno a loro si appesantì, il vento divenne così violento da portare via ogni cosa, macerie comprese.
"Questo non è possibile" sussurrò Gin guardando verso l'alto.
"Può modificare il tempo, buono a sapersi" disse Aizen con un sorriso soddisfatto
"Non sei un pò troppo compiaciuto per tutto questo?" Chiese Ichimaru, lanciandogli un'occhiata, ma Aizen non rispose concentrato sullo scontro.

L'uragano che era stato richiamato, si formò attorno ai due, circondandoli, poi lentamente iniziò a stringersi sempre di più, fino a che in un secondo non fu attorno all'ex espada.
​"Che diavolo è questo?"
"Attentò Jago, il vento può essere pericoloso, può essere ....tagliente!” Disse la ragazza.
Jago rimase in posizione d'attacco, circondato da un muro di vento, che non gli permetteva di vedere oltre il suo naso. Si guardò attorno, in cerca della figura della ragazza, ma trovò solo vento e macerie.
D'un tratto sentì una lama graffiargli la schiena.
Si voltò, ma non trovò nulla.
Poi un'altra lama, gli ferì il braccio.
Infine un altra, gli ferì il viso.
In me che non si dica, il vento si trasformò in mille lame che cercarono di colpirlo in ogni direzione. L'uomo cercò di evitare i colpì che veloci lo attaccavano, mentre l'uragano continuava a schiacciarsi verso di lui, sporcando la sua visuale. Si sentì sempre più in trappola, mentre le lame diventavano sempre più violente e veloci e quando ormai pensava che quelle l'avrebbero sopraffatto, Yui comparve sulla sua testa e cercò di colpirlo dall'alto.
Jago la vide solo all'ultimo e bloccò l'attacco della ragazza, poi la colpì aprendogli una grossa ferita sulla spalla.
Yui precipitò a terra, mentre il sangue sgorgava senza sosta dal suo arto.
Come aveva fatto percepire il suo arrivo?
Strinse i pugni infuriata, ma non fece in tempo a farsi altre domande. Jago fu su di lei, prendendola per la giacca e alzandola con forza.
"Sei una delusione! Ti ho sopravvalutato! Mi avevi quasi convinto che potessi essere un ottima avversaria l'altra volta, ma ora vedo chiaramente che sei solo una patetica umana. Non vali a nulla ragazzina. Creperai prima di quanto tu possa pensare." Disse divertito Jago. Yui non alzò il viso, mentre la sua mano afferrava quella dell'uomo che teneva la sua giacca.
"Con chi credi di parlare sottospecie di mostro a quattro zampe? Sarò anche una ragazzina, ma una patetica umana? Sei solo un ex espada ricordi? Non sei nulla più di me, patetico hollow!”
Quello la guardò con furia.
"Come osi?"
"Sai quale penso debba essere il posto degli ex espada? Sotto terra!"
Jago venne accecato dalla rabbia a sentire quella parole, lei ne approffittò, si staccò dalla sua prese e fece un balzo indietro.

"BAN-KAI"

Jago indietreggiò spinto dalla sua improvvisa forza.
Yui rimase ferma, mentre attorno tutto veniva distrutto dal vento, mentre un cielo nero ed un fulmine spazzavano via qualsiasi cosa.
Tutti rimasero fermi e stupiti.

Quando il vento rallentò videro la sua figura.

La giacca bianca era completamente stracciata sulle braccia e sulle spalle, mentre delle catene che partivano dalla zampakuto, risalivano per tutto il braccio, si allungavano dietro alla schiena e si ricollegavano con l'altro arto circondandolo.
Aizen si mosse completamente catturato.

"Kita, No Arashi"2

"Bankai? Una mocciosa come te che ha un bankai? Dici sul serio?"
Ma non lo lasciò finire di parlare,

Yui si spostò con un shunpo dietro di lui e lo colpì aprendogli una ferita sulla schiena.
Poi si spostò ancora.
"Dansù, No arashi3" disse, poi fulminea, quasi invisibile come il vento, iniziò spostarsi da una parte all'altra, colpendolo senza dargli il tempo di reagire, danzandogli intorno.
Lui non riuscì a sovrastarla.
Invisibile e tagliente, nascosta dal vento lo colpì così tante volte, che dal corpo dell'arrancar ormai uscivano solo sangue e lamenti.
"Non basta ragazzina!" Disse l'uomo, dilaniato.

Lei sorrise, con un ghigno.
D'improvviso le catene ad un braccio si sciolsero e la zampakuto scivolò verso terra.
Yui inizio a farla girare sopra la sua testa, con la catena che teneva in mano, sempre più veloce. Dall'altro braccio le altre catene, iniziarono a sciogliersi scomparendo.

"Scusa se ci ho messo tanto, ma volevo lasciare il meglio alla fine!" Disse lei, mentre continuava a far girare la sua katana.

"Sukōru o hakai suru."4 Disse con forza, poi lanciò la sua lama con violenza sull'uomo.
Quello la schivò a fatica, tanto era il vento che lo spingeva via e distratto da quell'attacco, non si rese conto delle catene che silenziose risalirono il suo braccio, tirandolo verso il basso.

La ragazza si spinse con forza su di lui, facendo leva sulle catene legate al suo arto, mentre la sua zampakuto, riandava all'attacco, Yui l'afferrò al volo e andò a colpirlo lacerandogli il torace profondamente, da fargli sputare sangue.

Lui però rimase in piedi, nonostante tutti.
"Cosa credi di fare, ragazzina? Credi davvero che questo basti? Catene? Non mi batterai con queste misere catene!" Disse quello, affaticato e distrutto.
Yui lo guardò fissò negli occhi, mentre quello si teneva in piedi a fatica e non mollava, pensò fosse uno tosto nonostante tutto. 
Quello però basto per convincerla che doveva vincere: a tutti i costi.
Le catene iniziarono a muoversi, spostandosi dal braccio fino a circondare il collo del'ex espada.
"Patetica!" Ribadì quello.

Yui non rispose.

Improvvisamente le catene si strinsero con tale violenza da penetrare nella carne, facendogli uscire un gemito di dolore.
"Lasciami andare! Tu... tu sei pazza!" Disse l'ex espada, sputando sangue e cercando aria. Le catene si strinsero un pizzico di più e lui portò le mani al collo nel tentativo di liberarsi.

Yui lo guardò, senza muovere un dito, mentre quelle stringevano sempre di più, sempre più forte e il suo viso si colorava prima di rosso e poi di viola, lasciandolo senza respiro.
Fu sicura che i suoi occhi implorassero pietà.

A lei però non importò.
Quello si dimenò così ancora un po, sotto i suoi occhi freddi, poi mossa dalla compassione, lasciò andare le catene e lo colpì, facendolo crollare a terra inerme.
Guardò l'ex espada svenuto, poi guardò le sue braccia sanguinare, lì dove le catene avevano stretto anche lei.
Respirò forte, soffocando il gemito di dolore che avrebbe voluto urlare nel sentire il metallo penetrare la sua pelle e lacerarla con forza.
Non lo diede a vedere, si trattenne.
Infine guardò versò l'alto, con sguardo colmo di rabbia e ostilità, incontrando quello Aizen Sosuke, che compiaciuto gli sorrideva.
Lei non sarebbe morta per mano loro.

Quello era solo l'inizio.

Lei sarebbe migliorata e prima o poi, sarebbe arrivata al loro livello ed infine si sarebbe vendicata di ciò che le avevano fatto.

 

 

 

 

 

***

 

"Tic-toc ,indovina chi sta per ucciderti?" Chiese una voce nel buio.

Non hai molto tempo. Asai" Continuò quella poi iniziò a ridere, nel buio.

 

Yui si alzò di colpo, madida di sudore e spaventata.
Un terribile dolore lancinante al petto la fece urlare e la costrinse a ricoricarsi, la ragazza spaventata e disorientata si guardò intorno, mentre ansimante cercava di muoversi senza successo.
"Se non ti calmi, ti si riaprirà la ferita" disse una voce al suo fianco.
La ragazza si voltò un poco, incontrando uno svogliato Grimmjow appoggiato alla parete vicino alla porta.
"Che cosa è successo? Perchè non riesco a muovermi?"
“ Sei piena di ferite, devi ancora guarire." Disse scocciato l'azzurro. Yui si guardò e vide un enorme quantità di garze e bende avvolgerle il corpo.
"Merda, mi sono fatta davvero male!" Disse quella stupita ma non troppo preoccupata, notando quante medicazione avesse addosso.
L'azzurro lanciò un'occhiata di sottecchi, era davvero strana quella ragazza.
"Non non posso avere nulla per il dolore?"
"Te l'hanno già dato"
"E non ne posso averne un altro?"
Ma bastò l'occhiataccia dell'espada per zittirla.
Yui si dovette arrendere e si rimise a coricare, ancora un po dolorante. Chiuse gli occhi respirando. Ci fu un momento di pace, poi però sentì l'impellente bisogno di andare in bagno.
"Dannazione!" sussurrò a voce bassa, la ragazza si scoprì e cercò di mettersi in piedi.
"Che fai?" L'ammonì l'azzurro.
"Devo andare in bagno" confesso lei, senza giri di parole, poi fece per mettersi in piedi e il corpo le fece talmente male che dovette bloccarsi un attimo. Pensò di potercela fare, ma quando fece il primo passo le gambe cedettero all'improvviso.

Fu certa di cadere rovinosamente a terra, ma non vi arrivò mai.

Si ritrovò appoggiata al petto dell'azzurro, mentre un suo braccio la stringeva per la vita tenendola in piedi. La sua mano era involontariamente appoggiata sull'addome del ragazzo, maledettamente scolpito, tentò di rimettersi in piedi rapida e cercare di togliersi da quella posizione imbarazzante.

"Scusa." Le sussurrò, senza guardarlo negli occhi.
La sesta, dal suo canto, non fece una piega e continuò a fissarla con quel suo fare scocciato ed irritato.
Lei si ricompose e lo fece di nuovo, tentò di fare un passo, ma fallì miseramente e Grimmjow dovette afferrarla per un braccio evitando di farla cadere.
"Dannazione non sai nemmeno stare in piedi" sbuffò scocciato quello, poi le prese il braccio e se lo fece passare al collo.

“Tieniti” disse lui, infine con il suo unico arto l'alzò per l'addome.
"Che cosa fai? Ehi aia!" urlò di dolore la ragazza.
“Vuoi andare in bagno si o no?” La riprese lui, lei si zittì trattenendo un gemito. Lui di tutta risposta camminò fino a portarla verso il bagno, per poi scaricarla per terra.
"Perchè devi essere sempre cosi indelicato" disse quella appoggiandosi alla porta, con il fiato corto per il dolore, l'azzurro fece finta di non sentirla e si adagiò contro il muro.
“Un grazie bastava.” Rispose quello, mentre Yui entrava nella stanza, tenendosi con una mano al muro.

Grimmjow nel frattempo rimase poggiato alla parete vicino alla porta, mentre pensava e ripensava al combattimento che aveva visto solo il giorno prima. Per quanto odiasse quella donna con tutto se stesso, non poteva fare a meno di pensare che infondo ci sapesse fare.

Dovette ammettere a se stesso, con riluttanza, che gli piaceva quella sua tenacia, quel fuoco che le bruciava negli occhi quando decideva di non arrendersi.
Quello sguardo glaciale e senza pietà di chi sarebbe capace di distruggerebbe qualsiasi cosa.
Fu strano ammetterlo, ma vedere quel suo sguardo, lo aveva in qualche strana modo eccitato più di quanto avrebbe dovuto. Era una tipa strana e incomprensibile per lui , eppure era riuscito a rivalutarla, anche se poco.
Solo per poco, però.
Fremeva al pensiero di poter combattere contro di lei, di mostrare ciò che valeva e di batterla senza pietà.
Un giorno avrebbe distrutto quell'umana, in un combattimento in cui avrebbe dimostrato quanto lui fosse forte.
Grimmjow sorrise soddisfatto dei suoi stessi pensieri, fino a che lo scattare della porta non lo riportò alla realtà, l'azzurro osservò svogliato la donna che usciva dal bagno, pallida in volto e distrutta dal dolore.
Quando quello cercò di toccarla per aiutarla,Yui lo scansò.
“Faccio da sola” disse per poi tentare di camminare senza il suo aiuto. Non voleva dipendere da quel tizio, ne da nessuno di loro, era stato già abbastanza umiliante che lui l'avesse portata al bagno, non avrebbe lasciato che ciò capitasse di nuovo. Così a fatica e dolorante arrivò fino al letto dove si stese sfinita. Grimmjow la guardò un poco, poi tornò alla sua vecchia posizione, pensando che la sua stima per quella donna, fosse lievemente aumentata. 
Il giusto da renderla un ottima avversaria.

***

 

La sua convalescenza durò sino al giorno dopo e l'unica cosa che rimase di quello scontro, furono i ricordi  e delle orribili e profonde cicatrice sulla pelle. Yui se le toccò quasi catturata, come se quelle rappresentassero perfettamente la perosna che lei era la dentro. Come se la Yui con quelle cicatrici fosse diversa da quella che aveva vissuto sulla terra per ben sedici anni. 
Una vita che le sembrava già così lontana.
Qualcun bussò improvvisamente alla porta riportandola alla realtà e quando Yui alzò gli occhi incontrò il viso di Aizen Sosuke.
Sicuro, rilassato e affascinante, gli sorrise leggermente.
“Yui, noto con piacere che ti sei ripresa!” Disse socchiudendo la porta alle sue spalle.
La ragazza lo osservò fino a che quello non fu vicino al suo letto, ma non rispose.
“Le tue ferite erano davvero molto gravi, hai rischiato molto. Dovresti stare attenta..” La ammonì, con fare gentile.

“Sei tu che mi hai mandato a combattere contro un mostro!” Disse lei, tagliente.
“Sono davvero dispiaciuto. Io lo faccio per te e vederti così mi affligge!"
“Oh andiamo Aizen! Ti ho visto sai, non eri poi così afflitto mentre quello mi faceva a pezzi, tutt'altro...” Disse lei, serafica.
“Fraintendi le mie intenzioni, io ero solo felice per i tuoi successi”
Yui l'osservò un poco, poi sorrise divertita.
“Sei un tipo strano sai! Anzi direi che sei un gran manipolatore, ora capisco come la gente intorno a te riesca a cadere ai tuoi piedi. Tutti fanno esattamente tutto ciò vuoi tu, senza che loro se ne accorgano. Sei un perfetto narcisista!” Disse quella, senza problemi.
Lui alzò le sopracciglia sorpreso.
“Come la volte con il tizio con le treccine...”
"Cosa intendi?" Chiese Aizen, con interesse.
“Il giorno avresti voluto punire Grimmjow, ma non l'hai fatto! Non hai fatto nulla perchè sapevi che Tousen l'avrebbe fatto per te, se lo avessi manipolato abbastanza. Cosi tu hai continuato a recitare la parte del buon capo e lui si è preso la briga di punire Grimmjow per te"
Aizen la guardò fissa negli occhi senza parlare.
"Sei troppo pericoloso." Disse quella, diventando seria.
Aizen la osservò un attimo con sguardo serio, poi sorrise quasi divertito.
“Sei una buona osservatrice Yui, devo dire che mi trovo alquanto sorpreso di sentirti dire certe cose. Ma ripeto, tu fraintendi le mie intenzioni, non so come tu abbia potuto pensare ad un così macchinoso comportamento. Mi sopravvaluti così.” Continuò nella sua farsa, Aizen.
“Qualcuno diceva di non sottovalutare mai il proprio nemico!" Disse Yu incastrando i suoi occhi castani in quelli dell'uomo. Aizen di tutta risposta continuò a sorridere affabile e si avvicinò al letto e si sedette sul bordo, poi alzò una mano fino ad avvicinarla al viso di lei, toccandolo delicatamente sotto il mento.
Yui si immobilizzò, un poco sorpresa.
“Sei così sprecata per loro!" Disse l'uomo, osservando ogni centimetro del suo viso.
"Se tu accettassi di unirti a me, potresti diventare molto più di quello che sei. Potresti diventare talmente forte da schiacciare chiunque, cosi potente da non dover mai più temere la Soul Society e nessun altro. Al mio fianco, nessuno potrebbe più fermarti. Yui!” Disse l'ex shinigami, avvicinandosi un poco di più al suo viso, mentre con i suoi occhi scuri penetrava quelli altrettanto scuri della ragazza.
“Diventa la mia regina e potrai batterli tutti e schiacciarli sotto il tuo volere. Insieme potremo fare così tanto io e te..” Sussurrò impercettibilmente l'uomo, al suo orecchio. Yui rabbrividì nel sentire il suo respiro così vicino alla sua pelle.
Infine Aizen si allontanò un poco e sorrise.

Ci fu un momento in cui quel suo sguardo, quel suo volto affascinante, le sue parole sussurrate all'orecchio la fecero vacillare per un solo e singolo secondo. Si ritrovò a pensare a se stessa al suo fianco, forte e sicura, a quello che avrebbe potuto fare contro la soul society, alla vendetta che silenziosa cresceva nel suo cuore la vendetta contro i capitani, contro Kurotsuchi, le torture, l'abbandono. Quanto l'avrebbe voluta far pagare a tutti loro, pensò furiosa.
Ne rimase accecata completamente, come se quelle parole l'avessero spinta a cadere dentro ai suoi più oscuri pensieri.
Poi rinsavii ed i suoi pensieri trovarono i volti dei suoi amici, la sua testa arancione preferita e tutto ciò che le riempiva il cuore d'amore.
Scosse la testa, ritrovando se stessa.
Lei non sarebbe stata la regina di nessuno, a lei bastava solo essere Yui ed avere affianco le persone che amava. Fanculo le vendette, pensò scacciando via ogni cattivo pensiero.
Lui la guardò conscio di aver scatenato solo caos dentro alla sua testa.
“Riprenditi presto, Yui.” Disse l'uomo alzandosi e lasciando poi la stanza, consapevole di averla, anche se per un secondo, portata più vicino a se.

Quando lei lo vide sparire dietro la porta, appoggiò la testa sul cuscino, guardando il soffitto bianco, esausta e incredula.

Grimmjow uscì d'improvviso dalla porta del bagno, guardandola in maniera enigmatica.
Si osservarono per qualche secondo in silenzio, poi lui si sedette su  di una sedia poco lontana, appoggiando la testa dietro alle braccia e sorridendo livemente, senza farsi notare da lei.
L'uomo onnipotente ed impenetrabile, che non mostrava nulla a parte quella sua espressione fredda e distaccata. L'uomo che non rivelava mai i suoi progetti ne i suoi piani, lui che teneva tutto sotto controllo, aveva appena mostrato il suo unico punto debole alla persona sbagliata.




















 

1"Svegliati, Capricorno"

2Tempesta del nord.

3Danza, tempesta.

4Distruggi, Bufera.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


CAPITOLO 37

"SHOULD I STAY OR SHOULD I GO?"

THE CLASH

 

 

 

 

 

Due settimane.
Forse erano passate due settimane. Yui non sapeva dirlo con certezza in quel posto in cui il tempo pareva essersi fermato.
Ricordava solo poche cose: le ore passate in quella sua stanza buia, la presenza costante della sesta espada ed i combattimenti quasi quotidiani che aveva affrontato.
Yui pensò di aver combattuto con tutti gli ex espada presenti dentro a Las Noches. Fu un percorso lungo e faticoso. Ogni scontro che aveva affrontato le aveva procurato nuove cicatrici e diversi periodi di convalescenza, ma questi erano anche seguiti da quello che Yui era certa fosse un miglioramento. Si sentiva stranamente più forte ed era sicura che ormai, fosse quasi pronta ad affrontare un espada vero e proprio.
O così pensava. Quella notte il suo sonno, era più disturbato del solito. Gli incubi facevano sempre da capolino, in quel posto così lontano da casa, ma mai così spaventosi.

D'un tratto ci fu solo buio. Yui si ritrovò sola in mezzo a quella così profonda oscurità. Non sapeva dire dove si trovasse, non riusciva a percepire il luogo attorno a lei.
Era tutto così silenzioso. D'improvviso si sentì il lontananza un rumore, la ragazza si mise in ascolto, per capire cose fosse.
Una, due, tre..
Yui lo riconobbe, quel clangore: rumore di catene che venivano ritmicamente sbattute. Le seguì senza farsi troppe domande, fino a che quelle non si fecero più forti e lei si bloccò d'improvviso sentendole troppo vicino. Sentì un respiro nel buio, fu sicura che ci fosse qualcuno.
“Chi è?” Chiese voltandosi da una parte all'altra, senza vedere nessuno.
Poi lo sentì di nuovo.
“Fatti vedere!” Urlò più forte.
Il respiro cambiò e si fece una risata e qualcuno alle sue spalle, l'afferrò per il collo, circondandolo con qualcosa.
Catene.

Benvenuta all'inferno Yui” disse una voce femminile al suo orecchio.
La ragazza si dimenò, cercando di liberarsi ma quella la tenne stretta a se.

No, non fare così cara. Io sono solo una tua amica. Un amica che ha bisogno di essere liberata” disse affabile quella, Yui però non si fermò.
Vedi Yui, ho aspettato così tanto questo momento, ho desiderato così tanto conoscerti ed ora che sei qui, ho così tanta voglia di ucciderti.
La ragazza sentì farsi spazio una sensazione spiacevole dentro al petto, ebbe paura.
Sono rimasta qui, silenziosa e buona e ho fatto la brava, ma per quanto? Non posso rimanere segregata qui per sempre, perchè io.. voglio vivere!
Yui non capì le sue parole, ma cercò comunque di liberarsi dalla sua presa, voleva solo scappare.
Io mia cara, riuscirò a batterti e quando lo farò mi prenderò tutto ciò che ami: la tua famiglia, i tuoi amici, ogni cosa! Ti porterò via tutto ciò che ami e ti incatenerò qui, dove tu osi tenere me”
Quelle parole fecero così tanta paura da spaventarla a morte, con uno strattone più forte ed una gomitata all'indietro, Yui si liberò da quella prese e fece un balzo in avanti, allontanandosi da lì.
Quando si voltò, in penombra vide il viso di una donna, una maschera hollow e dei capelli azzurri.

Quella la guardò con tanta cattiveria che Yui tremò.
“Chi sei tu?”
Il tuo peggior incubo!” disse, poi rise sguaiatamente.
Fu quello il momento in cui Yui aprì gli occhi, con il respiro corto, madida di sudore. 
Era stato solo un sogno, pensò trovando quella sua stanza dentro a Las Noches. La ragazza cercò di calmarsi, mettendosi più seduta sul letto.
Chi era quella donna?
Cosa voleva da lei?
Riusciva ancora a sentire quella sua voce fredda e le sue minacce, fu sicura di una cosa.
Quella era un espada, lo aveva visto il suo mezzo viso in penombra ricoperto di una maschera che pareva quella di un espada.
Si alzò dal letto, cercando di dire a se stessa che fosse solo un sogno, eppure sembrava così reale..
E sei lei fosse stata vera?
Presa un po dal panico, uscì dalla sua stanza, in cerca dell'unica persona che sarebbe stata in grado di rispondere a quella domanda che le ronzava in testa.
Yui camminò per i corridoi silenziosi di Las Noches, ricordandosi a memoria la strada che l'avrebbe portata in quella stanza. Quando vi arrivò, esitò un attimo prima di bussare.
Poi lo fece.
Dopo qualche minuti, sentì dei passi dietro di essa e la porta si aprì poco dopo.
Un Grimmjow assonnato se ne stava in piedi di fronte a lei.
La guardò per un secondo senza capire. Yui si precipitò dentro alla sua stanza, senza dire una parola e quello la seguì con lo sguardo, senza avere il tempo di parlare. Quando fu completamente sveglio, la scrutò perplesso e un po incazzato.
“Che diavolo ci fai qui?”
Lei si voltò verso di lui, con le braccia conserte.
“Ti devo chiedere una cosa.” Disse lei, con preoccupazione.
Lui la guardò un attimo, era tardi e aveva sonno e non era sicuro di voler affrontare quella cosa, qualsiasi cosa fosse.
“Cosa?” Chiese scocciato.
“Tra tutti gli espada presenti... esiste una donna con dei capelli azzurri?”
Grimmjow la guardò silenzioso per un secondo.
“Sei venuta fino a qui nel cuore della notte, svegliandomi, solo per chiedermi questo?” Chiese arrabbiato.
Lei annuì, senza farsi troppi problemi. L'azzurro si trattenne dal sputargli addosso le peggio parole.
“Che c'è?”
“Non potevi chiedermelo domani? Piuttosto che svegliarmi così?”
Lei lo guardò, poi si osservò attorno, non aveva tutti i torti pensò.
“Mi premeva chiedertelo ora. Io l'ho sognata e sembrava così reale e be, avevo bisogno di sapere se fosse vera o meno”
“Quindi sei venuta qui, così tardi per chiedermi se ciò che hai sognato fosse vero?”
Yui annuì, rendendosi conto che forse la sesta espada avesse ragione ad essere arrabbiato,ma non si scompose nonostante fosse nel torto.
“Tu non vuoi sopravvivere a questa cosa vero? Oh no, tu stai cercando un modo per morire il più in fretta possibile!” disse quello, raggiungendola a falcate, furioso.
“Ok, ok si be, forse è un po tardi. Ma non c'è bisogno di arrabbiarsi così” disse lei, mettendo le mani avanti per fermarlo. Lui guardò le sue mani e poi lei, con furia.
“Sentì, possiamo parlarne...” Cercò di aggiustare il tiro, lei.
“Parlare di cosa??”
“Lo so, che è tardi, ma sei l'unico qua dentro che mi parla, era ovvio che venissi da te, insomma se qualche altro espada si degnasse di rispondermi andrei da qualcun altro, ma tu sei l'unico che be, per forza di cose mi sta attorno. Sentì per scusarmi posso.... che so, metterti a posto la stanza, visto che puzza un sacco ed è molto in disordine” disse lei, guardandosi un po attorno.
La sesta, inclinò la tasta leggermente su di un lato, accigliato.
“Cosa vorresti dire con questo?”
“Niente, che be, capisco che sei un uomo e che quindi l'ordine non è di casa, ma così è davvero esagerato, però potrei farmi perdonare così!” Disse serafica lei, aprendosi in un sorriso forzato.
Lui pensò di farla a pezzi: prima l'aveva svegliato ora lo criticava per il disordine?
Pensò che non avrebbe avuto vita lunga l'umana.

“Ok, come non detto. Forse è meglio che vada via, buona notte” disse lei, cercando di superarlo. Lui però gli bloccò la strada.
“Dove pensi di andare?”
“In camera mia, così dormirai serenamente” disse lei, facendo un altro passo per superarlo.
Lui la bloccò ancora.

“Vedi, ormai mi hai svegliato e dubito che dormirò e se non dormo io, non vedo perchè debba farlo tu!”
Yui alzò il viso per guardarlo meglio.
“Prometto di rimanere sveglia allora” continuò lei e cercò di superarlo ancora, ma lui non la fece passare.
“Ti vuoi spostare?”
Di tutta risposta lui si abbassò un poco e se la caricò sulle spalle, laciandola poi indelicatamente sul letto. Yui non fece nemmeno in tempo a ribellarsi, tanto fu veloce.
“Che fai?”
“Visto che sei arrivata fino a qui, ci rimarrai!”
Lei si alzò sui gomiti, guardandolo da distesa.
“So tornare fino alla mia stanza!”
Ma lui di tutta risposta fece un mezzo sorriso malizioso.
“Perchè mi guardi così?” Chiese lei preoccupandosi e mettendosi a sedere sul bordo del letto.
Lui si avvicino fino al letto, lì dov'era lei.
Yui l'osservò facendo attenzione ad ogni sui movimento, poi quello si inchinò il tanto di arrivare all'altezza del suo viso.
“Tu giochi con il fuoco” disse lui, ad un passo da lei, dopo di che la spinse un poco, il tanto di farla coricare e la incastrò con il suo corpo, mettendosi un poco sopra di lei.
“Non ho paure del fuoco e nemmeno di te! Perciò ti conviene spostarti” disse lei, guardandolo dritto negli occhi e mettendo una mano sul suo torace per fermarlo un poco, sentì la sua pelle caldo sotto.
Lui rimase così un secondo, incastrando i suoi occhi azzurri su i suoi, senza fiatare, solo guardandola.
Lei così coricata, lui quasi adagiato sopra ed i loro corpi vicini, troppo vicini.
Furono sicuri entrambi di sentire dentro qualcosa di così strano, qualcosa che non avrebbero dovuto sentire per l'altro: attrazione.
Così forte da pesare ad entrambi.
Si poteva sentire qualcosa del genere per il proprio nemico?
Di tutti risposta Yui si mise su di un gomito, avvicinando il proprio viso a quello dell'azzurro, lui continuò a guardarla a quella maniera, curioso e attratto.
“Togliti” disse lei, poi e con una mano sulla spalla lo spostò ad un lato.
Lui non si oppose, di tutta risposta si coricò affianco a lei, divertito.
“Che hai da ridere?” Chiese lei, voltandosi un poco verso di lui.
“Sai qual è il tuo problema? E' che sei umana, nessuno sta sul mio letto così se no.. non vestita di sicuro” disse quello, mettendo le braccia dietro alla testa e ridendosela.
Yui assottigliò lo sguardo, mentre quelle parole la infastidirono più del dovuto: come osava?
“Di sicuro perchè noi Umane preferiamo altro, qualcuno che ci sappia fare almeno.." rispose lei, sorridendogli serafica.
Lui smise di ridere e si voltò a guardarla.
“Che vorresti dire?” Chiese accigliato.
Lei di tutta risposta, si mise a cavalcioni su di lui e lo afferrò con una mano per la giacca avvicinandolo di più al suo viso.
“Non ti conviene sottovalutare una donna, anche se umana” disse lei, mentre l'altra mano si poggiava sul suo torace, per poi scendere delicatamente sull'addome.
Lui trattenne il respiro, sorpreso.
“Possiamo essere decisamente pericolose..” Soffiò lei, ad un centimetro da sul viso, mentre la sua mano si fermava poco più su del sul suo ventre.
Lui si morsico un labbro, nel sentire la sua mano così vicina...
Poi lei sorrise, lo lasciò andare con poca grazie e si spostò da lui, rimettendosi ad un lato.
Lui rimase così fermo, quasi senza fiato.
Che diavolo era successo? Pensò, frastornato.
“Ora se permetti, andrò nella mia stanza. La prossima volta.. eviterò di svegliarti o di venire qui. Questa donna umana preferisce altro, che stare sul tuo letto” disse lei, scendendo da quest'ultimo ed uscendo dalla stanze, lasciandolo lì con un desiderio per lei, che nemmeno Grimmjow Jaegerjaqes sapeva di poter provare.

 

 

 

 

 

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


CAPITOLO 38
"LOSING YOUR MAMEORY"
Ryan Star





 

 

L'aria profumava di salsedine, il rumore delle onde del mare erano l'unico suono che rompeva il silenzio di una notte di mezza estate. In lontananza si sentiva il vociare dei loro amici, che ridevano e scherzavano. Yui teneva in mano una scintilla 1 e ne diede una al ragazzo affianco a lei.
Ichigo la prese in mano, poi cercò nei pantaloni un accendino.
“Forza sbrigati è quasi mezzanotte!” Disse lei, esagitata, lui tolse fuori l'accendino e lo accese, illuminando per un secondo i loro visi. Avvicinò la fiamma prima ad un bastoncino, poi all'altro e quelli in men che non si dica iniziarono a scoppiettare facendo tante scintille di luce. Yui lo guardò estasiata, poi iniziò a correre per la spiaggia buia, portandosi dietro quel suo bastoncino e disegnando nell'aria qualcosa.
“Che fai?” Chiese il ragazzo divertito.
“Sto scrivendo il mio nome!”
“Era il tuo nome quello?” Disse ironico Ichigo.
Di tutta risposta Yui tornò verso di lui.
“Non sei simpatico sai!”
Lui rise.
L'orologio al polso segnò la mezzanotte, con un beep, comunicando l'arrivo del quindici di luglio. I due ragazzi si guardarono per un secondo, mentre le scintille scoppiettavano e creavano l'unica luce presente in quella spiaggia.
“Auguri per i tuoi sedici anni, Ichigo. Spero che tu possa avere tutto ciò che desideri e che ti rende felice” disse dolcemente lei, guardandolo dritto negli occhi.
Lui sorrise lievemente.
“Non ne ho bisogno, ho già tutto quello che desidero, qui e ora” disse lui, poi si avvicinò di più a lei, mentre i loro sguardi erano ancora incastrati e la baciò, dolcemente, lasciando che per un momento loro fossero una cosa sola. Solo per quella notte.
Solo per quell'attimo.

 

Quando Yui riaprì gli occhi, il viso di Kurosaki Ichigo era ancora lì, impresso nella sua mente insieme a quel suo sogno, frammento di un ricordo di un estate che ormai non c'era più. La ragazza guardò il soffitto bianco, mentre gli occhi bruciavano di lacrime che volevano scappare. Era successo tutto così velocemente, un giorno era lì a casa sua, con la sua famiglia ed i suoi amici ed il secondo dopo, era in trappola in luogo dimenticato da tutti. Yui portò un braccio sul viso per coprirlo, come se quello potesse nasconderla da mondo, poi lentamente si alzò dal letto e andò a farsi una doccia. Si preparò con uno di quei splendidi vestiti bianchi, infine qualcuno bussò alla porta.
Lei intuì chi ci sarebbe stato dall'altra parte.
Quando l'aprì, vi trovò la sesta espada scocciata come sempre, ferma ad aspettarla. Lui la guardò dall'alto al basso, scrutandola.
“Che c'è?” Chiese lei, senza capire quel suo sguardo insistente.
Lui non rispose, di tutta risposta si voltò ed iniziò camminare silenzioso. Yui lo seguì. Rimasero così per un po, fino a che la ragazza non si fermò di colpo.
“Muoviti!” Disse la sesta, senza nemmeno voltarsi.
“Portami in un posto diverso!” Disse lei, d'improvviso.
Lui si bloccò e si voltò a guardarla come se fosse pazza.
“Cosa?”
“Portami in un posto diverso, ci sarà un luogo tranquillo, una sala, dei giardini, non so... qualcosa che non sia solo una stanza buia e silenziosa”
Lui la scrutò un attimo.
“Ho l'ordine di portati da Aizen ora”
“Mi porterai da Aizen, prima però portami da qualsiasi altra parte!”
“Non posso”
Di tutta risposta la ragazza si avvicinò verso di lui e lo guardò negli occhi.
“Certo che puoi, Aizen non è qui e non lo scoprirà mai. Lui non ci può controllare così”
Grimmjow esitò per un momento.
“Solo per un po”
“E va bene, dannata donna, andiamo!” Disse lui, sbuffando e rimettendosi a camminare. Yui sorrise un poco e lo seguì, ora più sollevata. Si mossero per il castello in una parte che Yui non aveva mai visto, ma infondo quante parti del castello le era concesso di vedere?
La sesta espada si fermò d'improvviso davanti ad una porta, lanciò un sguardo alla ragazza poi l'aprì  e davanti ai loro occhi comparve un enorme e meravigliosa stanza con quella che sembrava una vasca termale. Yui non seppe dire come, eppure quella stanza era circondata da piante e verde sparse ovunque  ed era illuminata da una luce che pareva il sole.
Era tutto così bello, pensò la ragazza stranita.

“Allora vi trattate bene voi espada” disse lei, Grimmjow le lanciò un occhiataccia. Lei fece finta di non vederla e si mise a girare per la stanza, toccando le piante e constatando fossero vere, poi si avvicinò alla vasca e si inchinò per toccarla, trovandola tiepida. Rapida si tolse le scarpe e mise a bagno i piedi, sedendosi al bordo, muovendo le gambe dentro all'acqua felice. Chiuse gli occhi per un momento, lasciando che l'acqua l'accarezzasse, mentre canticchiava una canzone. Grimmjow di tutta risposta, se ne stava in disparte ad osservarla curioso. 
Per un attimo, lei si sentì quasi in pace, nel silenzio di quel posto. Sarebbe voluta rimanere lì per sempre, lontana da tutto e tutti, buttò la testa all'indietro con gli occhi chiusi godendosi quel breve momento. Nella sua testa però, ritornò prepotente l'immagine di quel sogno e lei, in un secondo venne inghiottita dalla tristezza. Quando riaprì gli occhi, trovò il viso della sesta espada a guardarla sopra di lei. Yui si spaventò e nel farlo, perse l'equilibrio cadendo dentro alla vasca.

Quando riemerse completamente fradicia, la sesta espada era ancora lì che la guardava incredulo.
“Faccio così tanta paura?” Chiese lui, con un ghigno nel volto.
“Magari la prossima volta evita di starmi così vicino” disse lei, accigliata, poi allungò una mano cercando aiuto per uscire. Quello allungo svogliato la sua, Yui l'afferrò stretta, ma non si diede uno slancio per uscire, invece tirò con forza verso di se, facendo perdere l'equilibrio all'azzurro che ricadde in acqua in mezzo secondo.
Yui si mise a sedere sul bordo da sola, ridendo come mai non aveva riso dentro a quel castello. La sesta espada riemerse dall'acqua infuriato più che mai, Yui cercò di trattenersi dal ridere, cercando di fare la seria.

“Scusa” mentì, portando una mano sulla bocca per non ridere.
“Io l'ho detto che tu vuoi morire prima del tempo” disse lui avvicinandosi minaccioso verso di lei.
“Aspetta, aspetta era solo uno scherzo. Scusa, non lo farò mai più!” Mentì lei, con le mani avanti.
Quelle parole però non l'aiutarono, la sesta l'afferrò per le gambe trascinandola di nuovo giù. Quando lei riemerse dall'acqua un altra volta, si ritrovò il viso di Grimmjow ad un centimetro dal suo.
Lei lo guardò seria, per qualche secondo, mentre nello sguardo del ragazzo vi era solo furia, poi però lei non riuscì a trattenersi e rise di nuovo. La sesta espada fece un ringhio.
“E' più forte di me, scusa, è solo che.. “ cercò di parlare lei, ma lui di tutta risposta, la incastrò tra la parete della vasca ed il suo corpo, con fare tremendamente serio.Lei cercò di ritornare seria, poggiando le mani sul torace del ragazzo, lui sentì quel contatto e si fermò, incastrando il suo guardo in quello castano della ragazza.
“Possiamo parlarne, se vuoi? Insomma, so che sei arrabbiato ma guarda il lato positivo: sei qui, con me, hai disobbedito ad Aizen e ci stiamo facendo un bagno che è decisamente più divertente di stare lì ad aspettarmi annoiato dietro alla porta del tuo capo.”
Lui la guardò dritta negli occhi, forse non aveva tutti tortì penso, ma non lo diede a vedere. 
“Ti rendi conto che hai osato buttarmi qui dentro? Io, la sesta espada?”
“So chi sei ed è per questo che è divertente. Ogni tanto puoi anche uscire fuori dal tuo personaggio sempre incazzato, sai?”
“Io non sono sempre incazzato!” Si accigliò l'azzurro.
“Lo sei eccome, potresti fartela una risata una ogni tanto. Sesta espada!”
Lei lo guardò con tanta tranquillità, che lui si stupì.
Lei sarebbe dovuta essere terrorizzata da lui e da tutto quello e invece,  trovava il modo per ridere anche in quella situazione?
Si domandò come fosse quella donna al di fuori di quel posto, poi però si rese conto che a lui non doveva importare.

Rimasero in silenzio per un secondo, poi lui fece per avvicinarsi di più a lei.
“Non è così che si vive qui. Siamo stati creati per combattere, non per divertirci” soffiò lui, ad un centimetro dal suo viso.
“E questo chi te l'ha detto? Aizen? Lo stesso Aizen che fa quello che vuole mentre tu devi stare a badare a me?”
Lui spalancò un poco gli occhi nel sentirselo dire.
“Tu sei tu e dovresti essere libero di essere chi vuoi. Qui dentro e anche fuori.” Disse lei, poi lo allontanò con le mani e si voltò, per mettersi seduta sul bordo. Infine uscì dalla vasca e si voltò per dare una mano all'azzurro, porgendogliela.
Quello la guardò un attimo, poi l'afferrò e uscì anch'esso fuori. Così fradici, dovettero tornare indietro per cambiarsi.
Una volta nella sua stanza Yui si infilò un altro di quei suoi vestiti bianchi e si sistemò il più velocemente possibile. Qualche minuto dopo le sesta espada era di nuovo lì, lei uscì dalla stanza pronta. I due si guardarono per un solo secondo, poi silenziosi ripresero a camminare.

Questa volta diretti verso la giusta meta.
Grimmjow se ne stava lì al fianco della ragazza ed ogni tanto la guardava di sottecchi.
“Che c'è?” Chiese Yui, sentendosi osservata.
“Che cosa diavolo fai con Aizen, mentre io sto fuori dalla porta ad annoiarmi?” le domandò curioso.
Yui fece spallucce.
“Niente, parliamo” confessò lei.
“Di cosa?”
“Di cose...”
Lui la guardò scocciato per quella risposta.
“E parlate e basta?”
“Perchè me lo chiedi? Certo che parliamo e basta, che altro dovremo fare?”
L'azzurro la guardò con insistenza, poi fece un mezzo sorriso malizioso.
“Che cosa era quello? Che cosa pensi che faccia...” Poi lei capì a cosa si riferiva e spalancò gli occhi incredula.
“Non osare pensare a quella cosa! Per chi mi hai preso? Io... Io non sono la sua...” ma non finì la frase, troppo scioccata per farlo.
Davvero lui pensava questo?
Quanti di loro lo pensavano?
Fu decisamente duro immaginare che Las noches intera pensava che lei fosse quello per Aizen Sosuke.

Si fermò d'improvviso, le venne quasi la nausea al pensiero. Lei aveva solo sedici anni, di che diavolo stavano parlando?
“Perchè fai quella faccia? Insomma, è normale pensarlo. Ti vuole sempre nelle sue stanze!”
Lei si portò una mano alla bocca, troppo stupita per poter dire qualcosa.
“Tutto bene? Perchè te la prendi tanto?” Chiese quello, guardandola affondo.
“Perchè il solo pensiero è disgustoso, si insomma lui è un uomo affascinante, ma io sono una ragazzina! E sopratutto, non potrei mai essere quello!”
“Io pensavo fossi qui per questo” disse l'arrancar facendo spallucce.
Yui si avvicinò verso di lui, infuriata.
“Guardami negli occhi e dimmi che ti do l'impressione di una che lo farebbe? Che se la farebbe con il capo per quale motivo? Rimanere viva? Già tanto che sono stata rapita, dovrei anche soddisfare, che cosa? Ti sembro quel tipo di persone? Proprio tu che mi stai appiccicato avresti dovuto capire che non era così!”
Lui si avvicinò più a lei, accorciando definitivamente la distanza tra loro e la guardò serio.
“Io non so chi tu sia, donna! Non so cosa vuoi e non so cosa saresti pronta a fare per salvarti la pelle. Inutile che mi guardi come se io potessi capire chi sei, non me ne frega assolutamente nulla di te. Ma vedi, ci sono delle volte in cui tu e quel tuo atteggiamento, riuscite a...” Non finì la frase, i suoi occhi si persero fra il suo viso e con l'unica mano che aveva, la prese da sotto il mento osservandola meglio.
Lei incastrò il suo guardo in quello dell'azzurro.
“A fare cosa?” Chiese lei con tono di sfida.
“Convincere le persone di poterti avere!” Soffiò infine nel suo orecchio.
Lei lo prese per la giacca e si allontanò per guardarlo dritto negli occhi.
“Sai cos'è la cosa peggiore? “ Chiese lei, facendo un mezzo sorriso.
Lui rimase in silenzio in attesa, con sguardo curioso.
“E' che voi pensiate di potermi avere. Potrete desiderarmi quanto volete, ma preferirei farmi ammazzare piuttosto che farmi toccare da voi!”
Lui  la osservò affondo, poi sorrise e con la mano la prese  dietro alla nuca, incastrandola fra i suoi capelli.
“Vedremo” disse lui con un ghigno.
“Già vedremo!” Rispose lei, con tono di sfida.

"Grimmjow?" disse una voce profonda all'improvviso.
I due si immobilizzarono per un secondo, riconoscendo il timbro di quella voce.
Aizen Sosuke, se ne stava poco distante da loro.
Yui spinse l'azzurro allontanandolo da lei e quello si rimase dritto, al suo fianco, facendo finta che nulla di strano fosse mai successo.
L'uomo li scrutò entrambi con fare indagatore, non gli piacque quella cosa, pensò.
"Cosa sta succedendo qui?" Chiese mentre fissava l'arrancar, senza distogliere lo sguardo.
“Niente!"
“Yui-san?” Disse poi, voltandosi verso di lei.
La ragazza guardò prima l'uomo, poi l'azzurro affianco a lei.
“Rompeva la scatole, come sempre!”
L'espada si voltò d'improvviso fulminandola.
“Maledetta!” Disse a denti stretti, lei gli fece un mezzo sorriso di scherno.
Aizen notò qualcosa, qualcosa che gli fece storcere lo stomaco per un secondo. D'improvviso, rilasciò la reiatsu forte e potente, così tanto che i due dovettero metterci tutte le loro forze per rimanere in piedi.
Infine, quella sparì il secondo dopo.
“E' tardi! Vi aspettavo almeno mezz'ora fa! Forza Yui-san, vieni.” Disse lui allungando una mano verso di lei, con fare fintamente gentile.

Yui lo guardò, poi si voltò verso l'espada al suo fianco e senza fiatare, raggiunge Aizen afferrando la sua mano. Lui la strinse d'istinto, tenendola stretta a se.
“Tu, Grimmjow, puoi tornare nelle tue stanze” disse Aizen, con uno sguardo duro e freddo. L'azzurro lo guardò solo un secondo, poi si grattò la testa e sparì tornando indietro.
“Ti stava importunando?” Chiese quello, portando una mano sotto il mento di lei, per guardarla meglio.
“Anche solo la sua presenza mi importuna, Aizen, non devi nemmeno chiederlo” disse lei, come se nulla fosse successo.
“So che la sesta espada può essere un tantino difficile da gestire avvolte...” Disse Aizen con un mezzo sorriso, mentre guardava l'espada andarsene via.
“Già solo un tantino..”
“Vieni, mia cara.. ho delle cose da dirti” disse lui, mettendogli poi un braccio dietro la schiena e portandosela con se.

Yui lo seguì, consapevole di aver quasi scatenato il caos, perchè lui si era lasciato scappare le sua reiatsu, ciò significava che quello che aveva visto lo aveva fatto infuriare.
Forse doveva stare più attenta, non poteva far crollare quello che aveva costruito per via di Grimmjow Jaegerjaques.





































































 

1Sono quei piccoli fuochi d'artificio a bastoncino, che accesi fanno le scintille. Cià.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


CAPITOLO 39

"Just one more time before I go
I'll let you know
That all this time I've been afraid
Wouldn't let it show "

Imagine dragons

 

 

 

Yui rimase immersa nell'acqua calda della vasca allungo, lasciando che quella si portasse via ogni preoccupazione e pensiero. Si rilassò completamente, lasciando che il suo corpo si sciogliesse un attimo, poi d'improvviso qualcuno bussò alla porta facendola sussultare.
"Si?"
"Ti vuoi sbrigare? Se non ti muovi giuro che vengo lì dentro e.."
Yui alzò gli occhi al cielo e si immersa completamente nella vasca, lasciando che la voce della sesta espada arrivasse ovattata e lontana. Infine riemerse ed uscì dall'acqua, coprendosi con un asciugamano. Quando aprì la porta del bagno, Grimmjow se ne stava lì in piedi furioso.
"Dammi dieci minuti! E non c'è bisogno di entrare in camera!”
“Se rispondessi, non entrerei in questa dannata camera!” Rispose furioso.
Lei senza nemmeno degnarlo di una riposta, lo superò andando verso il suo armadio. Quello fece per dirgli qualcosa, ma si ammutolì nel vederla uscire con solo l'asciugamano ed inclinò la testa per osservarla meglio.
“La smetti di fissarmi, pervertito!”
“Non è colpa mia se te ne vai in giro conciata così!”
Yui si voltò a guardarlo.
“Dimentichi che questa è la mia camera e tu sei entrato di prepotenza, come dovrei andare in giro dopo la doccia, in tuta?”
Lui fece un mezzo sorriso.
“L'hai fatto a posta non è vero?” Cheise lei alzando un sopracciglio.
“Per chi, per te?"” disse lei, ignorandolo completamente. 
"Per chi seno? Comunque sbrigati!" Rispose, scocciato l'azzurro per poi andare a coricarsi sul letto come se nulla fosse.
Lei non gli rispose, scelse degli indumenti dall'armadio e prima di entrare di nuovo nel bagno per cambiarsi, si voltò a guardarlo.
“Quanto è forte?" Chiese d'improvviso.
Lui non capì subuto.
“L'espada, quello del combattimento, quanto è forte?”
Lui ci pensò un attimo.
"Tanto da non farti uscire viva dallo scontro!"
Lei si ammutolì un attimo.
“Se non ne esco viva, come faccio poi a combattere contro di te?” Chiese quella, tornando a voltarsi per entrare nel bagno.
Lui si alzò rapido e la bloccò prima che potesse entrare.
Lei lo guardò un attimo.
“E' la nona espada, non è ovviamente forte quanto me, ma... be se vuoi vincere devi togliere tutto. Impegnati e magari sopravviverai, giusto il tanto di beccarti la mia katana dritta al petto” disse quello con scherno. Lei lo guardò fisso, poi si fece più vicina ad un passo dal suo viso.
“Sopravviverò e poi verrò a fare il culo anche a te” disse lei con forza, infine si allontanò chiudendosi in bagno.
Grimmjow fece un mezzo sorriso divertito, non vedeva l'ora che quel giorno arrivasse.
Poi tornò a coricarsi sul letto.
“Sbrigati donna!!” Urlò infine, scocciato.

 

Las Noches era buia e grigia come sempre.

Yui lo pensò, mentre silenziosa camminava per i suoi corridoi accompagnata dalla sesta espada. Qualche passo dopo entrarono dentro ad un stanza, grande più di quello che si sarebbe aspettata. La ragazza avanzò silenziosa, osservando di sottecchi attorno ed incontrando gli sguardi degli altri espada e delle loro fracciòn. Quando finalmente alzò il viso, un uomo mascherato se ne stava davanti a lei. Dietro, come sempre, Aizen Sosuke era comodamente seduto sul suo immancabile trono.
Yui sentì i brividi percorrergli la schiena.
Aizen la guardò profondamnete, lei incontrò il suo sguardo solo un secondo, dopo di che si voltò e prese la sua zampakuto dalla mani di una fracciòn.
“Quando volete!”
Furono le uniche parole di Aizen.

Yui sfoderò la sua katana e guardò il suo aversario.
"Posso sapere qua 'è il tuo nome, nona espada?"
"Aaroniero Arruruerie, è un piacere conoscerti, Asai Yui”
“Be, non vale lo stesso per me” Rispose lei, poi si mise in posizione.
“Facciamo che in amicizia ti chiamerò nona” continuò lei, poi partì a tutta velocità contro l'espada.
Quello rise e parò il colpo con semplicità.
“Come preferisci Yui!” Rispose quello, divertito.

La prima cosa che notò la ragazza fu la velocità nei colpi dell'espada, era rapido ed forte, ma lento nel contatto diretto. Cercò perciò lo scontro corpo a corpo, usando il più possibile le tecniche imparate da Yoruichi. Iniziò la sua danza attorno all'espada, cercando di colpirlo un pò con calci e pugni ed un po con la sua katana. Lui si difese con semplicità, poi d'imrpovviso Yui concentrò la sua reiatsu sui piedi e con uno shunpo, si ritrovò alle spalle della nona e lo colpì violentemente con un calcio. 
Quello finì a terra, mentre la maschera che teneva sul volto, volava lontano.
La nona espada rise.
"Questo era decisamente inaspettato!" Disse quello, poi voltandosi.
Quando Yui vide il suo viso ne rimase sorpresa. Si sarebbe aspettata di incontrare il volto della peggiore bestia di sempre ed invece, il suo era un comunissimo viso, Yui si stupì persino a pensare che non fosse nemmeno malvagio. Si rese conto, che c'era qualcosa nel viso di quell'espada che le ricordava vagamente la sua testa arancione. Scacciò quell'idea dalla testa.
"Qualcosa non va?"
"Pensavo fossi più brutto dietro alla maschera" rispose lei, lanciando quest'ultima verso la nona.
Quello sorrise.
“Dovrei prenderlo come un complimento?”
“Prendilo come ti pare!”
“Ora che però abbiamo superato i convenevoli, che dici di fare un po sul serio? Suiten sakamake: Najibana" pronunciò l'espada. D'un trattaìo la sua katana iniziò a trasformasi in quello che Yui riconobbe essere un tridente.
"E' uno shikai quello?" Chiese perplessa lei.
"Lo era, il corpo di questo tizio era uno shinigami! Diciamo che io ho preso in prestito il suo viso e anche il suo potere." Disse quello, poi iniziò a far volteggiare con una mano il tridente e da quello spuntò dell'acqua. Yui rimase colpita, non aveva mai visto prima d'ora una zampakuto d'acqua ed era davvero affascinante, pensò mentre il getto d'acqua andava all'attaccò verso di lei.
Lei si allontanò giusto in tempo per schivarlo e mise distanza fra loro. Portò la sua zampakuto a mezz'aria sul lato destro.
"Age,No arashi!”

Il vento si alzò lentamente e con una folata, investì ogni cosa attorno a loro. Yui concentrò la sua reiatsu e richiamò quest'ultimo a se.
"Suipu, Saikuron"
Il potente fascio di vento si staccò dalla sua lama ed andò dritto contro l'espada, che lo bloccò facilment, poi veloce si catapultò verso di lei, mentre continuava a far roteare il tridente. Yui notò immediatamente il vapore, che iniziò alzarsi intorno a loro e diventare mano a mano sempre più denso e più pesante.
Lei sorrise un poco, sapeva cosa stava succedendo, si concentrò il più possibile e poi lo sentì. L'espada comparve d'improvviso alle sua spalle e Yui bloccò il colpo con forza.
“Vedi, sai cosa batte il vapore Nona?”
Quello sorrise.
“Il vento! Toshi, Hariken"
Il vento si alzò violento, all'improvviso, spazzando via in mezzo secondo il vapore attorno a loro, poi si concentrò ed iniziò a formare un uragano. Yui con forza allontanò l'espada da se, mentre l'uragano d'un tratto iniziò a stringersi verso quest'ultimo, sempre di più e sempre più stretto, mentre le catene iniziarono a ferirlo come lame.
L'espada richiamò in un secondo la sua acqua e quella esplose, facendo scomparire così l'uragano.
“Devo dire che sta diventando uno scontro interessante, ma sai? Se questa zampakuto non è in grado di disturbati, allora ti mostrerò qualcosa di più efficace!” Disse quello, poi si tolse un guanto e al posto di una mano, Yui notò la presenza di un disgustoso tentacolo.
Rabbrividì nel vederlo.
"Ora passiamo al gioco divertente!" Continuò lui, mentre i tentacoli si moltiplicavano e aggrovigliavano e crescevano a dismisura.
In un secondo, la nona espada divenne un gigantesco mostro.
Yui lo guardò incredula, che diavolo era quello? Pensò, un po disgustata.

“Lo so, piccola, non mi guardare così! Vedi, io non ho un rilasciò come gli altri espada, perché non ne ho bisogno. Il mio potere deriva da tutti gli hollow che ho inglobato per tutto questo tempo.” Spiegò quello, nella sua forma mostruosa.
Yui strinse la presa sulla sua zampakuto, pensando che la nona espada fosse davvero pericolosa vista così.
“Ora vediamo se riuscirai a fermare questi!” Disse quello ed i suoi tentacoli iniziarono a muoversi rapidi, in qualsiasi direzione, cercando di afferrarla in tutte le maniere. Yui si concentrò e cercò di schivarli; più scappava, più quelli spuntavano ovunque.
Fece un bel respiro e concentrò la sua reiatsu, aumentando la sua forza ed iniziò a tagliarne quanti più possibile. Quelli continuarono ad attaccarla senza sosta, d'improvviso, uno comparve ad un lato colpendola e facendo volare la sua zampakuto dalle mani. Yui tentò di buttarsi per raccogliarla e prima che potesse farlo, un tentacolo si aggroviglio alla sua gamba, spingendola in aria e mettendola a testa in giù.
“Merda!” Urlò quella, mentre cercava una maniera di liberarsi da quel maledetto tentacolo e riprendere la sua zampakuto. Richiamò la sua reiatsu ed il vento iniziò ad alzarsi, ma prima che potesse anche solo provare a fare altro, altrì tentacoli iniziarono circondare le gambe, poi il busto, infine salirono sul per il collo.
Yui si sentì stretta in una morsa, mentre il panico si faceva spazio nel petto.
La nona espada rise sguaiatamente.
"Non puoi sfuggire da quelli, senza nemmeno la tua katana. Mi dispiace!"
Yui tentò di dimenarsi, doveva pensare a qualcosa, qualcosa di efficace senza la sua zampakuto, ma cosa?
La morsa attorno al suo corpo divenne ancora più stretta e Yui iniziò a sentire l'aria mancare dai polmoni.

La nona espada, si avvicinò meglio per guardarla, la rimise dritta e puntò il suo sguardo azzurro come il ghiaccio nel suo.
"Oggi cara mia, morirai" Disse con un velo di soddisfazione.
“Fanculo!” Le urlò lei, infuriata, mentre combatteva il panico. Poi d'improvviso, prima che potesse anche solo pensare altro, successe.

Un tentatocolo la infilzò, penetrando in profondità nel suo addome.
Yui sentì la sensazione di una lama nella pancia, lama che tagliava in profondità e faceva male.
Infine sentì solo la sensazione del sangue caldo colare.
Spalancò gli occhi.
Era successo tutto così velocemente, cercò di guardare verso il basso e vide se stessa trafitta.
Era la fine? Pensò, mentre sentiva il sapore del sangue dentro alla bocca e un rivolo scivolò giù sul mento.
Il tentacolo si sfilò con violenza lasciando solo un buco nel suo addome e le sue viscere sanguinanti, sentì solo un dolore forte e insopportabile, il cuore aumentò i battiti nel petto e il respiro iniziò a mancarle.
Il sangue ormai era copioso, scivolava giù dall'addome e dalla sua bocca.
Poi la nona espada la lasciò andare così e Yui, sentì solo il vuoto.

Non seppe dire se arrivò mai per terra, i suoi cchi spensero prima.

 

 

Una risata risuono nell'aria.
Yui si svegliò d'improvviso, era distesa per terra e c'era solo il buio attorno a lei.
Sentì il rumore di catene e lei, in un secondo capì dove si trovava.
Si alzò di colpo.
“Non così in fretta!” Disse una voce nell'oscurità. Yui si voltò e la vide, nella penombra: la donna dai capelli azzurri.
Lei la guardava, con un mezzo sorriso sul volto.
“Cosa vuoi da me?” Chiese Yui furiosa.
“Tu sai già cosa voglio!”
“Chi sei?”
“Io sono una parte di te. Quella un po più cattiva”
"Non puoi essere parte di me" Disse Yui, scuotendo la testa,
"Certo che lo sono. Io sono quella parte di te che tu nascondi così profondamente, sono la parte più oscura di tutto ciò che sei. Sono la tua sete di sangue e di vendetta. Io sono l'oscurità. Io sono il mostro che vive in te!" Disse quella tetra.
“No, ti sbagli! Io non ho un mostro in me. Ho Kaori, ma non un mostro”
“Ta-dà! Eccomi qua invece!”
"No, smettila! Cosa vuoi da me?” disse con forza, Yui.
"Cosa voglio? Ovvio, te l'ho detto. Io voglio la tua vita! Ed ora mia cara. E' il momento giusto!”
“Cosa intendi?”
Quella si alzò lentamente e si strappò le catene con facilità, Yui fece un passo indietro.
“Vedi, mia cara, tu sei morta! Ed ora che non sei in grado di controllarmi, io posso uscire!”
Yui si guardò le mani, poi attorno ed improvviso ricordò. Prima che potesse realizzarlo però, la donna fu su di lei e la bloccò con le catene al collo.
“No, fermarti! Lasciami andare!” Cercò di dimenarsi la castana.
La donna dai capelli azzurri rise.
“Ora tocca a me!”
Yui urlò cercando aiutò così forte che la gola fece male, ma nessuno rispose.

Nessuno sarebbe giunto a salvarla, non ora che era morta ed intrappolata nelle profondità più oscure di se stessa.

 

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


CAPITOLO 40

"NOW THAT WE'RE DEAD"

METALLICA

 

 

 

Il corpo della ragazza era disteso per terra, immobile, privo di vita. Intorno, tutti avevano trattenuto il respiro osservando quella tragica scena.
Nessuno aveva osato dire nulla.
Nessuno aveva osato far niente.
Aizen si alzò lentamente dal suo trono, con fare preoccupato e curioso.
Grimmjow si staccò dal muro in cui si trovava appoggiato e si mise dritto, mentre la sua testa realizzava ciò che era appena successo. I suoi occhi increduli fissavano la donna distesa per terra: era morta?
Fu così strano pensarlo, non riuscì a crederci.
Un impeto di rabbia esplose nel suo petto: come aveva potuto la nona farlo?
Lui avrebbe dovuto combattere contro di lei e dimostrare quello che sapeva fare, lui...
Grimmjow strinse i pugni, pronto a catapultarsi sull'espada infuriato.

Furono momenti di caos.

Aizen si incamminò verso al centro della sala, tra stupore ed incredulità. Era successo così velocemente e lui non aveva potuto far niente e se lei fosse morta davvero?
Un strana sensazione si fece spazio nel cuore, fece male, poi arrivò la rabbia.
Quando Aizen fu quasi vicino a lei, mentre covava dentro un misto di sentimenti impossibili da capire, successe qualcosa.
D'improvviso, dalla bocca della ragazza iniziò ad uscire una sostanza bianca, che copiosa sgorgava implacabile. La sostanza ricoprì completamente il corpo della ragazza, fino a che di lei non rimase nulla, se non un guscio bianco.
Aizen si bloccò un momento incredulo. Ci fu un secondo di totale silenzio.

D'un tratto il guscio si rupe da solo, mostrando nuovamente il corpo della ragazza, questa volta però con qualcosa di diverso.
Quella rimase immobile distesa per terra e tutti trattenerò il fiato.
Infine lei si mosse, tornando a respirare con forza, mentre il suo petto tornava ad alzarsi ritmicamente: era viva.
Aizen la osservò con stupore e si avvicinò a lei, ancora incredulo da ciò che era appena successo. Sapeva che sarebbe potuto accadere, ma non così in fretta, non davanti a lui.
Ne fu compiaciuto.
Lei si alzò lentamente, prima mettendosi a sedere e poi in piedi. Si guardò prima le mani, poi l'addome, infine si toccò il viso. Un buco all'altezza dell'ombelico, una mezza maschera sulla faccia, dei capelli azzurri e lunghi.
Rise sguaiatamente d'improvviso.
"Finalmente!" Disse quella, incredula e felice.
Un vociare sommosso si alzò intorno a loro, pregno di incredulità e stupore.
La nona espada la guardò come se avesse appena visto un miracolo o un mostro, era sicuro di averla uccisa, com'era possibile?
"Come puoi essere ancora viva? Tu..” Ma non riuscì a finire la frase, troppo stupito per farlo.
La donna smise di ridere all'improvviso e alzò il viso per guardare dritto verso la nona espada. Quello spalancò gli occhi trovando due iridi azzurre a fissarlo.
“Chi sei tu?” Chiese quello.
Lei fece un mezzo sorriso, poi si mosse con tanta rapidità da sfuggire allo sguardo di molti là dentro e in meno di un millesimo di secondo, tagliò diversi tentacoli con la sua katana. Aaroniero sentì solo il dolore lancinante ed i suoi tentacoli volare.
“Co..”
Lei non si fermò, con un balzo fu a mezz'aria e portò una mano davanti.
“Ti restituisco il favore!” Disse semplicemente quella, poi all'improvviso dal palmo della sua mano, si creò un fascio di luce azzurro che violentò partì fino a schiantarsi sulla nona, tagliandolo quasi a metà. Quello cadde riverso a terra incosciente.
“Un cero” disse Grimmjow, ad occhi spalancati.

Che diavolo stava succedendo?
Chi era quella?
Se lo chiesero in molti.

Aizen la raggiunse, con un balzò parandosi davanti a lei.
"Yui-san, va tutto bene?" Chiese guardandola negli occhi. La donna puntò il suo sguardo profondamente azzurro su quello dell'uomo.
“Oh ma io non mi chiamò così...” Disse quella divertita.
Aizen continuò a fissarla curioso e affascinato, mentre da vicino si rendeva conto che quella donna era così simile ad un... Espada.
Lei era un espada a tutti gli effetti, lui si trattenne dal ridere per la soddisfazione. Era sempre contento quando le cose andavano come lui le aveva pensate e si, lui a quello ci aveva pensato eccome, era una possibilità più che reale, visto la modalità con cui l'umana era diventata shinigami.
"Come dovrei chiamarti, allora?" Chiese affabile.
"Rose"
"Rose.." Sussurrò l'uomo, mentre eccitato la guardava.
La donna smise di curarsi di lui e prese a guardarsi intorno catturata da ciò che la circondava.
"Stavo aspettando pazientemente questo momento.." Disse leccandosi lievemente le labbra con la sete di sangue negli occhi. Incontrò gli sguardi di alcuni espada, di Gin Ichimaru infondo, di Tousen, infine tornò a guardare l'uomo di fronte a se.
“Sarà difficile, siete davvero molto forti”
“Cosa intendi?” Chiese Aizen, senza capire.
“Sai come si dice? Fai fuori l'alfa e diventerai tu il capo branco” Rispose lei, poi si sposto rapida e discese per terra. Raccolse la katana volata dalle mani dell'umana e se la rigirò fra le mani.
"Sta zitto tu! Ora sei mio!" disse rivolta alla zampakuto, poi l'alzò verso l'alto
"BAN-KAI" urlò, mentre il vento si alzava e tutto attorno a loro veniva spinto e schiacciato, dalla sua impressionante forza.
"Incredibile!" Sussurrò Aizen, sempre più eccitato da quello che stava accadendo. Lei si mosse rapida, ancora una volta e in men che non si dica, comparve alle spalle dell'ex shinigami. Aizen la percepì solo all'ultimo secondo e si voltò, il tanto di schivare il colpo di katana dritto verso di lui.
"Sei sicura di volerlo fare, Rose?" Chiese Aizen, mentre puntava il suo sguardo tremendamente serio su quello di lei.
"Te l'ho detto. Distruggi l'alfa e gli altri, be gli altri saranno una passeggiata!"
"Non è saggio, pensaci. Potresti stare al fianco di questo alfa.." Disse suadente Aizen.
“Non possono esistere due alfa, ne può rimanere solo uno ed io, sarò la regina!”

                                                                                                                                        

                                                                                                                               ****

Era buio e silenzioso.
Le catene stringevano i suoi polsi, la tenevano ferma lì in mezzo all'oscurità. Le faceva male la gola, talmente aveva urlato e le lacrime, avevano smesso di scendere dalla stanchezza. Yui era lì nel buio, nascosta nelle profondità di se stessa ed ormai, si era quasi arresa.
Nessuno l'avrebbe mai salvata.
Nessuno sarebbe giunto a tirarla fuori da lì.
Nessuno.
“Vi prego aiutatemi” Disse in un sussurro in mezzo all'oscurità, poi chiuse gli occhi per la disperazione.

“Yui!”

Una voce la chiamò. Yui fu sicura fosse solo un sogno, ormai.
“Bambina mia, aprì gli occhi!” Disse  ancora quella voce, dolce e gentile.
Lei lo fece.
“Kaori"
Una donna dai capelli castano chiari, la pelle diafana ed i lineamenti del viso così simili ad i suoi era su di lei e le sorrideva con gentilezza.
Yui si mise a sedere lentamente, distrutta. La osservò affondo, era così bella, pensò la ragazza guardandola.
“Hai avuto paura?”
Yui annuì.
“Mi dispiace, bambina mia. Non avrei mai pensato che questo potesse accadere! Va tutto bene.” Disse quella, avvolgendola in un abbraccio, caldo e sicuro e Yui pianse di nuovo tutte le sue lacrime.
"Yui, ascoltami attentamente. Io... Io non posso salvarti da questo posto.." Disse la donna, con tono dispiaciuto.
Yui la strinse di più sentendosi persa.
"Questo però non significa che non ci sia un modo!”
“Come?” Chiese con tono spezzato, la ragazza.
“Yui, ricordati una cosa. Questo corpo, questo posto, fanno tutti parte di te. Sei l'unica che può riuscire a sovrastarla. Devi essere forte, bambina mia. Devi trovare la forza di combatterla!”
"Ma come? Guardami, sono legata qui! Sono morta! Come potrei mai combatterla?"
“C'è un modo Yui!”
Quella spalancò gli occhi.
“Sono stata una stupida! Avrei dovuto dirtelo la prima volta che ci siamo viste. Lei è sempre stata qui, dal momento in cui lui ti ha trafitto e io ti ho donato i miei poteri per diventare shinigami, lei è parte di te. La tua volontà è sempre stata più forte e finché eri viva, lei era solo uno spettro legato in questa oscurità. La tua morte le ha permesso di uscire. Ma...”

Yui la guardò speranzosa.

“La puoi fermare! Non posso farlo direttamente io, purtroppo sono solo un frammento effimero legato alla tua anima, l'unica cosa che posso fare e darti qualcosa che ti aiuti a sconfiggerla. Ed ora come ora, ho solo una cosa da offrirti..”
Kaori sorrise verso di lei e continuò.
“Yui, sei una ragazza fantastica. Sei bella, genuina, gentile e intelligente. Hai così tanto dentro al cuore e solo pochi sono riusciti a vederlo. Sei così forte, bambina mia, quante volte sei crollata? Sopratutto, quante volte ti sei rialzata? Ecco, questa è una di quelle. Queste è una di quelle occasioni in cui devi raccogliere i tuoi pezzi e rimetterli insieme, rialzarti e non mollare. Solo tu puoi battere la tua parte oscura. Infondo, hai resistito per così tanto tempo, lo puoi fare ancora. Sei l'unica che puo' spezzare quelle catene!”
Yui si guardò i polsi, mentre una lacrima scendeva silenziosa sul viso ed il cuore si riempiva di una speranza che pensava di aver perso.
L'oscurità iniziò a dissiparsi, come quando la notte viene spazzata via dell'alba ed il buio e la prigione in cui si trovava, si trasformarono in luogo fatto di luce. La ragazza si guardò attorno sorpresa.
“Visto? Sei tu a controllare questo posto e sei l'unica che puo decidere di liberarsi!"
“Pensavi di essere rimasta sola?” Disse un altra voce. Yui si voltò, incontrando l'uomo dai capelli argentati, lui sorrise.
“No arashi!”
“Lei non può controllarci, non finchè tu sarai qui!” Spiegò lui.
“Ha ragione! Ascoltami Yui, posso fare solo una cosa ora e sappi che probabilmente dopo questo, sarà l'ultima volta che ci vedremo io e te!” Disse quella sorridendo un poco.
“Cosa intendi?”
“E' arrivata l'ora di andare via infondo, ma prima di farlo, ti lascerò qualcosa, qualcosa che ti possa aiutare a riprendere il controllo!”
La donna si sporse verso di lei e la prese per il viso.
“E' l'unica cosa che mi rimane e sono così orgogliosa che sia tu ad averla!”
“Cosa?”
“Queste sono le mie ultime forze, con queste ti lascio la cosa più preziosa che io abbia mai avuto. Fenice!”
“Chi è Fenice?”
“Abbine cura, lei è tanto, ma io non sono stata in grado di farla risplendere come avrebbe dovuto. E' potente, eppure io sono sicura che tu potrai fare ciò che io non sono stata in grado di fare. Portala con te e dagli la vita che si merita.”
Yui non capì le sue parole.
“Un altra cosa..”
La ragazza la guardò negli occhi.
“Lui non è cattivo. Zen.. voglio dire Aizen! Lui è solo arrabbiato, so che questo non giustifica le sua azioni e solo che lui...”
Yui la guardò affondo.
“So quanto può essere pericoloso, so che sarà difficile combatterlo, per questo Fenice ti sarà d'aiuto! Mi dispiace che tu lo abbia conosciuto così...”
“Tu lo conosci?” Chiese sorpresa Yui.
Kaori di tutta risposta, fece un sorriso triste.
“Non c'è più tempo! Lei vuole distruggere tutti, si farà solo uccidere!” Disse No arashi, preoccupato.
“E' arrivato il momento, Yui, non potremo più vederci, ma sai una cosa? Va bene così! Sono così orgogliosa di te e della persona che sei diventata! Non avrei potuto affidare Fenice a nessun altro!" Poi la sua voce si spezzò e i suoi occhi si fecero lucidi.
"Mi dispiace solo che tu debba combattere contro di lui. Lui era meglio di questo. Lui era tutta la mia vita!”
Poi, Kaori scacciò la tristezza con prepotenza e la guardò con rinnovata fiducia.
"Ah.. c'è un'altra cosa che mi devi promettere! Promettimi di stare un po più vicino a Byakuya. Io gli ho fatto una promessa un sacco di tempo fa, ma non ho potuto mantenerla, perciò, se tu potrai, si sua amica!" Disse la donna .
Yui la guardò, poi sentì un impetò di tristezza colpirle il cuore, realizzando che lei non avrebbe mai più rivisto Kaori, lei l'avrebbe persa per sempre.
“Grazie, per avermi dato mille possibilità. Questa vita la devo a te, Kaori e ti prometto di fare tutto ciò che è in mio potere per viverla a pieno. Prometto che sarò amica di Byakuya, se lui lo desidera  e che proteggerò Fenice a qualunque costo!” Disse Yui, fra le sue braccia.
Quella fece un sorriso.
“Grazie infinite Yui Asai, per avermi fatto sentire viva, ancora una volta! E' stato un piacere starti affianco!” Disse quella, stringendola a se.
D'improvviso tutto si fece bianco e poi più nulla.

 

Aizen  parava i suoi colpi forti potenti, il suo stile di combattimento era totalmente diverso da quello che aveva osservato fino ad allora in Asai Yui. Attaccava senza paura, senza timore di farsi del male, mentre una tremenda sette di sangue bruciava nei suoi occhi.
Avrebbe ucciso chiunque.
Avrebbe spazzato via qualunque cosa si fosse messa davanti a lei, senza alcun briciolo di timore. Rideva sguaiatamente e colpiva con potenza, nemmeno le ferite la fermavano.
Aizen aveva solo cercato di evitare i suoi colpi, ma anche altri espada si erano messi in mezzo: prima Harribel aveva cercato di fermarla, ma quella l'aveva scacciata via, con quel suo tornando; poi era stato Ulquiorra a cercare di fermarla, ma nessuno di loro c'era riuscito.
Anche se continuava a sanguinare, anche se era allo stremo, lei continuava a combattere, protetta dalle lame di quelle sue catene, che formavano attorno a lei una barriera impenetrabile.
Infine anche Tousen e Gin si misero in mezzo cercando di bloccarla, ferendola  ed ogni volta che cadeva, lei si rialzava senza paura.
"Voi non mi batterete" Sussurrò gelida. Tentò di rialzarsi a fatica, barcollando.
Gin e Tousen fecero per attaccarla, Aizen li bloccò con un segno della mano.
"E' ora di arrendersi, Rose! Non credi?" Chiese Aizen osservandola.
"Non lo farò mai!"
"Be almeno una cosa in comune l'avete, voi due!" Disse l'uomo puntandogli il suo sguardo contro.
"Non osare paragonarmi a quella stupida là! Lei è solo una povera umana! Una povera umana innamorata della sua vita, pronta a proteggere gente inutile come la sua famiglia e a sacrificarsi per quello stupido ragazzino dai capelli improbabili. Sai qual è la sua più grande debolezza, Aizen? I sentimenti! Quell'idiota prova dei sentimenti: l'amicizia, l'amore non sono altro che mere debolezze! Sono ciò che ci portano alla distruzione. Ma se privi una persona dei suoi sentimenti, otterrai una macchina da guerra forte e potente, senza rimpianti o punti deboli!” Disse lei glaciale.
Aizen la osservo catturato e affascinato.
“Hai idea da quanto tempo bramava di farvi a pezzi? Ooh, ha sognato più e più volte di farvi fuori, di torturarvi fino alla morte! Voi non potete nemmeno immaginare la sete di sangue che prova quella stupida. Il suo problema è che troppo buona per farlo! Per questo esisto io.. se lei non ne ha il coraggio, allora sarò io a farlo. Vi faro tutti a pezzi!" Disse la donna poi scoppiando a ridere, ma prima che si potesse accorgere, qualcuno l'afferrò per il collo bloccandola con un braccio da dietro.
"Perché non ti stai un pò zitta, brutta stronza!" Disse Grimmjow, mentre la stringeva forte senza lasciarla scappare.
"Oh guarda chi si vede! Ciao paparino, come stai?"
“Sta zitta mi fai venire il volta stomaco, sei ancora più patetica di lei!"
“ Questo mi stupisce sai, visto che io sono qui solo grazie a te! Paparino!" Rispose la donna, cercando di liberarsi dalla sua morsa.
“Che cazzo vuoi dire?" chiese Grimmjow, senza capire.
"Allora aveva ragione a dire che eri stupido! Chi è che l'ha infilzata al cuore? Sesta Espada? Perché secondo te sono così forte? Perché ho i capelli azzurri? Il buco sulla pancia? Non ti sei nemmeno reso conto che il colore della sua Katana è identico al tuo. Certo che sei proprio un idiota! Se sono qui oggi è solo grazie a te. Hai infuso in lei la giusta quantità di male che serviva a crearmi, forte e decisa. Proprio come un espada!" Disse ridendo.
Grimmjow la strinse di più, mentre quelle parole gli entravano in testa creando caos.
"Che ne dici se cosi come ti ho creato ti distruggo, eh?" Disse l'espada stringendola ancora.
"Vorresti uccidermi con un solo braccio?" Chiese lei, poi gli tirò una gomitata allo stomaco e l'azzurro lasciò la presa.
In un secondo quella lo colpì ancora facendolo cadere sulle ginocchia, poi portò la Katana all'altezza della sua gola.
"Credi davvero di potermi battere? Oggi caro mio, morirai!Mmh... Non ti è un po famigliare questa frase?" Disse lei, riprendendo a ridere.

D'un tratto quella si bloccò.

"No, no! Non..osare!" Sussurrò improvvisamente, presa dal panico.
Grimmjow la guardò senza capire.
"No, no! Maledetta bastarda! Non lo puoi fare!" Urlò ancora.

Nessuno capì, mentre quella iniziava a dimenarsi da sola, senza un motivo apparante, mentre combatteva con un nemico invisibile.
Grimmjow ne approfittò per toglierle la katana dalle mani, ma quella non si curò di lui, portò invece le mani sulla testa urlando in preda a qualcosa che nessuno di loro poteva vedere. Grimmjow si avvicinò e gli puntò la katana contro, pronto ad eventuali attacchi.
Quella di tutta risposta, crollo sulle ginocchia, con la testa fra le mani ed iniziò ad urlare, poi d'imprivviso una luce esplose, investendo ogni cosa ed accecando tutti per un solo secondo.
Le urla cessarono e ci fu solo il silenzio.
Grimmjow aprì gli occhi, ritornando a vedere con chiarezza e la vide ancora lì, nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata.
Mani sulla testa e sguardo basso, ferma ed immobile.
Si avvicinò un poco, curioso di sapere cosa fosse successo.

Le mani di lei scivolarono lentamente dalla sua testa fino ai suoi fianchi. Prima si toccò il corpo, poi guardò le mani, infine alzò la testa incontrando gli occhi azzurri della sesta espada.
I due si guardarono affondo.
"Grimmjow?” Lo chiamò lei.

Lui spalancò gli occhi nel sentire per la prima volta il suo nome venir pronunciato da lei. Fu strano e lo sentì dolce e amore fra le sue labbra.
Lei cercò di allungare una mano verso di lui, poi però la vista si fece offuscata e l'udito ovattato e lontano, poi tutto sparì.

Prima che potesse cadere a terra, Grimmjow l'afferrò stringendola con l'unico braccio.
L'espada rimase immobile a fissare la ragazza, mentre quella giaceva priva di sensi sul suo petto, poi alzò lo sguardo ancora perplesso ed  incontrò quello lontano e compiaciuto di Aizen Sosuke.

 

 

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


CAPITOLO 41

"When I was darkness at that time
With trembling lips in a corner of my room, I cry"
Black stone

 

 

 

 

 

Quando Yui si svegliò, uno squarcio di luce illuminava un poco la stanza in cui si trovava. Cercò di muoversi nel letto e sentì una fitta di dolore che la fece gemere un poco.
”Fai piano!” disse una voce, dentro alla stanza.
Lei la riconobbe subito e poco dopo incontrò la figura dell'azzurro, seduto comodamente affianco a lei.
La ragazza lo osservò un poco.
“Da quanto tempo sono qui?”
“Da un giorno intero”
Lei si guardò un attimo, incontrando il suo corpo ricoperto di garze.
Poi ricordò ogni cosa e si mise a sedere di colpo. Si piegò un attimo per il dolore.
“Vuoi stare attenta?” La riprese lui.
“Sono, sono viva? Lei è sparita?” Chiese la ragazza guardandosi.
Lui la osservò un attimo, poi annui.
Lei si fece pensierosa...
“Ero morta... io ero, lei mi ha salvato.” E lo disse guardandosi le mani. Ancora una volta era sopravvissuta, a quella che poteva essere una morte certa.
Ancora una volta lei era lì, viva e vegeta.
In quella così breve vita, aveva già sperimentato per ben due volte la morte ed era stato... strano.
Ricordò il viso di Kaori, che piangeva per lei e gli donava tutta se stessa. Yui si portò un mano al cuore, mentre gli occhi pizzicavano per le lacrime.
Se non fosse stata per quella donna, lei non sarebbe stata lì, nemmeno quella volta.
Cosa aveva fatto nella vita per meritarsi così tanto?
Lei che era così insignificante e piccola, eppure ora era lì, mentre il suo cuore batteva nel petto e i polmoni si riempivano d'ossigeno.

Lei era viva.

Forse non era ancora giunto il suo momento, pensò catturando una lacrime, prima che solcasse il suo viso.

“Tutto bene?” Chiese l'azzurro, guardandola con curiosità.
Lei gli sorrise.
“Sono sopravvissuta, direi che non potrebbe andare meglio!” Disse lei, appoggiando poi la testa al cuscino.
“Non so se durerà a lungo, insomma, la prossima volta non ci sarà qualcuno a salvarmi. L'ho detto da subito che questo posto mi avrebbe ucciso”
Grimmjow la guardò di sottecchi, osservando i suoi occhi tristi.
Ancora non riusciva a credere a quello che, la donna dai capelli azzurri gli aveva detto. Il fatto che lei avesse preso parte dei suoi poteri, che la sua hollowficazione fosse colpa sua e che la sua katana...
Grimmjow guardò per un secondo la sue pantera nel fodero e si rese conto che era dello stesso identico blu di quella che portava lei.
Ma allora perchè lei non era diventata un espada, ma da subito  una shinigami? Si chiese, senza capire.
E poi, potevano davvero essere così legati?
“Che c'è?” Chiese lei, sentendosi osservata.
“La prossima volta, cerca di stare attenta, non farti ammazzare! Io e te abbiamo ancora un conto in sospeso!”
Lei lo fissò per un secondo.
Poi sorrise.

“Non posso promettertelo, ma ci proverò!”
I due si guardarono e rimasero legati così per un po, fino a che qualcuno non bussò alla porta.
Quando l''infermiera entrò, Grimmjow era già in piedi ed in silenzio lasciò la stanza, senza dire una singola parola.

 

L'acqua fresca della doccia, scendeva portandosi via ogni dolore, ferita e pensiero.
Yui era lì, mentre si godeva quel breve momento. Quando finì, usci dalla doccia e si rivesti di una leggera vestaglia, mentre si cambiava, d'improvviso sentì la porta del bagno cigolare.
“Un attimo, quante volte ti ho detto di non entrare nella mia stanza così?” Disse quella, ma nessuno rispose.
Quando Yui si voltò, qualcosa la colpì in pieno volto.
La ragazza spalancò gli occhi, mentre un dolore lancinante compariva sulla guancia ed un rivolo si sangue colava sul viso. La castana si voltò un attimo, incontrando chi aveva osato farle quello.
“Chi credevi che fossimo? Umana?” Disse una voce femminile.
Yui le guardò incredula: due arrancar femmine, se ne stavano nel suo bagno con fare tremendamente minaccioso e armate.
“E voi chi siete?”
Quelle sorrisero.
“Oh guarda quel tuo bel visino si è rovinato, ora come farà Aizen-sama a guardari in faccia?”
“Ti sfigureremo così tanto, che non oserà mai più chiamarti nelle sue stanze!”
“Di cosa state parlando?” Chiese Yui, perplessa.
“Pensi che non lo sappiamo? Come osi fare la finta tonta?” Disse la mora.
“Uno come te non può osare stare al fianco di Aizen-sama, maledetta puttana!” Continuò la bionda.
Yui strinse i pugni, mentre la ferita sul viso doleva ed il sangue continuava a scendere.
“ Cosa hai fatto per ingraziartelo? Como osi andare nelle sue stanze private? Tu misera e sporca umana. Aizen-sama non merita una come te!”
Yui portò una mano sul viso, toccando lievemente la ferita, cercando di ripulirla dal sangue.
“Tu non puoi stare con lui”
“Lui è troppo per te..”
Continuarono le due.
Yui alzò il viso e le guardò, con sguardo freddo e duro. Sentì la rabbia crescere, mentre il sangue continuava a colare sul viso, da una ferita che le avrebbe deturpato per sempre il viso, sentì lo stomaco torcersi dal nervoso.
“Che c'è non parli?”
“Ti facciamo parlare noi, puttana!” Disse la mora e si lanciò verso di lei, con il coltello in mano. Yui si spostò rapida, schivandola, ma l'altra le fu sopra e la colpì in pieno stomaco, comparendo alle spalle.
Yui si piegò in due per un momento, tossendo dolorante.
“Muori, stronza!” Disse la mora, tornando alla carica.

Fu la goccia che fece traboccare il vaso e la furia invase completamente il suo cuore, così tanto da accecarla.
Rilasciò d'improvviso la sua reiatsu, lasciando che quella invadesse ogni cosa. Le due arrancar si sentirono schiacciare con forza verso terra, da una potere invisibile che le lasciò senza respiro, completamente sopraffatte. Guardarono la ragazza con terrore negli occhi.
Yui si rimise dritta, tenendosi ancora l'addome dolorante.
“Come osate entrare nella mia stanza, darmi della puttana e ferirmi al viso? Come osate rivolgervi a me con disprezzo? Se Aizen Sosuke preferisce la mia presenza a discapito della vostra, forse siete voi la feccia, non credete?” Disse Yui, avanzando verso la mora.
“Aspetta..” disse quella, spaventata, Yui l'afferrò per i capelli e se la portò più vicino alzandola.
“Questa umana potrebbe farti fuori in mezzo secondo. Questa umana vale più di ogni singolo arrancar dentro a questo maledetto posto!” Disse lei, poi con forza la scaraventò contro un muro, quella ricadde a terra violentemente.
Lentamente si voltò e andò verso l'altra. Quella tremò nel guardarla negli occhi.
“No, ti prego, aspetta!”
“Non è divertente? Mi date della puttana solo perché il vostro Aizen preferisce me a voi. Forse perchè stare con me vale decisamente la pena!” Disse la ragazza, poi alzò la bionda da terra per il collo.
“Ora non parlate più?”
“Ti prego lasciami!” Disse la bionda, terrorrizzata.
Yui la guardò con sguardo freddo, duro e distaccato.
Fece per colpirla , ma qualcuno l'afferro da dietro, circondandola con un braccio attorno al torace, senza stringerla, solo a fermarla.
“Oi oi, calmati, donna!” Disse una voce al suo orecchio.
Lei riconobbe subito la sua voce.
“Lasciami andare, oggi devo fare a pezzi due stupide arrancar” disse lei, cercando di muoversi.
Lui la strinse un poco.
“Che dici se lo lasciamo per un altro giorno, eh? Hai rilasciato la tua reiatsu e tutta Las noches l'ha sentita, Aizen compreso! Se non ti calmi, si precipiterà qui.”Disse con calma l'azzurro.
La ragazza ci pensò un attimo, strinse il pugno e abbassò la mano, cercando di calmarsi, mentre dentro al petto il cuore batteva forte, di rabbia e furia che sarebbero volute uscire.
Poi placò la sua reiatsu, facendola sparire e lanciò l'arrancar per terra con violenza.
“Voi due! SPARITE!!” Disse lui, rivolto alle due, che di fretta e ancora spaventate, si alzarono e corsero via, uscendo dalla stanza rapide.
Rimasero un momento così.
“Ti sei calmata?” Chiese lui, ancora stringendola.
Lei abbassò un poco la testa, poi portò una mano su quella dell'arrancar e lui, lasciò andare, poi si spostò davanti a lei, per osservarla. Guardò il suo viso ferito e grondante di sangue.
D'un tratto la prese per mano ed insieme, si spostarono nella stanza affianco.
Lui la fece sedere sul letto.
Lei non capì.
Silenzioso si voltò e prese delle garze da qualche parte, le prese il volto con una mano e le mise su di esso, fermando il sanguinamento.
Lei spalancò gli occhi incredula.
“Non c'è bisogno..” Cercò di dire lei.
Ma lui continuò senza rispondere.
“Guarda tu quelle due stronze, le hai conciate per le feste!” Disse lui, un poco divertito.
“Stai ridendo??” Disse stupita lei.
“E' stato decisamente esilarante..”
“Cosa, vedere quelle due picchiarmi in bagno?”
“Vedere le loro facce terrorizzate e si, forse anche quello”
Lei le tirò un colpo sull'addome.
“Non ridere di me!”
Ma lui non smise.
“Fottiti” sputò lei, furiosa.
“Vedi di rispondere bene! Se non fosse stato per me le avresti uccise."
“Se non fosse stato per te, a quest'ora starei felicemente festeggiando la mia vittoria sui loro cadaveri”
“Oh quindi mi vuoi dire che l'avresti fatto sul serio? Tzè non sei una capace di uccidere solo per divertimento, Donna.”
“Be a furia di rimanere qui magari ho imparato a farlo.”
“Quelle due non sono niente, ti sporcheresti davvero le mani per quelle lì?”
Yui si ammutolì.
“Forse... Forse sono stanca di venir tormentata da voi! Quanto ancora dovrò stare a subire ogni genere di violenza? Quante ferite dovrete procurarmi prima di uccidermi davvero?” Disse lei, furiosa.
Lui smise di tamponare la ferita e la guardò negli occhi.
“Fino a che non capirai che qui non sei sulla tua amata terra. Qui si sopravvive combattendo, donna. Cerca di non dimenticarlo.” Disse lui duro.
“Sono stanca di voi, stanca di questo posto, io..” Ma la voce si spezzò.
“Smettila di frignare, sei sopravvissuta fino ad ora, perciò vedi di farlo ancora. Non è arrendendoti che ne uscirai viva, togli fuori quella tua testardaggine e orgoglio che hai e riuscirai a non piegarti. Tsè sei l'umana più fastidiosa che conosco...”
Yui spalancò un poco gli occhi nel sentire quella parole e lo guardò.
“Che vuoi? Dobbiamo combattere io e te, se muori prima è un casino!”
La castana continuò a guardarlo affondo, mentre cercava di ricacciare indietro le lacrime che avrebbe voluto versare, infine fece un mezzo sorriso grato.
Lui spostò lo sguardo un poco imbarazzato, poi prese un cerotto e glielo mise sul volto, con tanta cura e delicatezza che lei si stupì.
Infine si spostò, per andare via.

Lei si alzò e lo bloccò per la giacca, lui fece per voltarsi, ma Yui si avvicinò e appoggiò la testa in mezzo alle sue spalle.
Grimmjow si immobilizzò all'improvviso, incredulo.

“Grazie” sussurrò lei, con un filo di voce.
L'azzurro rimase immobile, senza saper cosa dire, ne cosa fare, mentre una strana sensazione si faceva spazio dentro, qualcosa che lui non seppe riconoscere.
Qualcosa di forte, che però non aveva nome, non per uno come lui. S
entì le mani di lei, stringere quella giacca con tanta forza, che lui pensò non l'avrebbe mai lasciata andare.
Rimasero così per secondi infiniti. 

Poi lei si staccò e andò verso il letto, senza guardarlo e si sedette.
Lui non si mosse subito, ne uscì dalla stanza. Si ricompose da quell'attimo, dopo di che si voltò e andò a sedersi affianco al letto.
Yui lo guardò perplessa.

“Dormi.” Disse semplicemente lui.
Lei lo guardò un momento, poi sorrise dolcemente e capì.
Grimmjow
 dovette spostare lo sguardo, per non vedere quel sorriso.
Infine la castana si mise a coricare.
Grimmjow aspettò che lei si riaddormentasse, ancora scosso, ancora incredulo.
E se lo domandò con forza: cosa era quella donna?
Perchè a lui faceva quello strano effetto?
Storse il naso.
Lui era la sesta espada, nulla di ciò che sentiva per lei, aveva importanza pensò, mentendo persino a se stesso.

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


CAPITOLO 42

"Truth is, you can stop and stare
Bled myself out and no one cares"
Linkin Park

 

 

 

 

La sua immagine riflessa le tornava indietro, così diversa da come lei se la ricordava. Yui se ne stava davanti allo specchio a scrutarsi, ma c'era qualcosa in quel riflesso ad essere così strano. Qualcosa era cambiato fuori e dentro di lei.
Lo poteva percepiva anche nella sua immagine riflessa, era flebile eppure così forte.
Si sentiva più forte, eppure dopo aver combattuto le sue paure interiori, sentiva di aver perso un pezzo di se. Qualcosa si era spezzato dentro di lei da quanto era giunta nell'hueco mundo e dopo tutto ciò che era accaduto nel suo ultimo scontro, lei sentiva come se nel suo cuore ci fosse una ferita, di quelle sanguinanti, di quelle profonde che non puoi curare, non così facilmente.
Lei non era più la stessa, non la stessa ragazza di quando era stata rapita, Yui se lo sentiva.
Stava diventando come loro?
Non sapeva darsi una risposta certa. Guardò le cicatrici sul corpo e pensò che quelle fossero il segno di ciò che lei stava diventando. Si strinse il braccio e cercò di scacciare via quei pensieri. Per un secondo si ricordò della sua famiglia, dei suoi amici, di tutti coloro che l'aspettavano sulla terra, pensò a loro con tanta forza, come a non volerli lasciare andare. Si strinse così forte il braccio, da lasciarsi l'ennesimo segno e sconfortata si sentì sola e abbandonata.
Nessuno avrebbe afferrato quella sua mano deturpata nel buio.
Nessuno.
Lei sarebbe dovuta sopravvivere da sola, forse avrebbe dovuto abbandonare se stessa, per poter vivere un giorno di più e diventare così un po più simile ai suoi aguzzini.
Strinse gli occhi, poi scosse la testa ed infine, si infilò il vestito bianco candido appeso nell'armadio.
Aveva altra scelta?
Pensò guardando la sua immagine nello specchio, con addosso quel meraviglioso vestito bianco.
La risposta fu una sola: No.
Lei non aveva altra scelta.
Con rinnovata forza si sistemò e cercò di chiudere la cerniera dietro al vestito, ma dovette fermasi, al punto più alto, troppo lontano.
Ci provò diverse volte, fino a che qualcuno non bussò alla porta.
Lei si precipitò su di quella e l'aprì, Grimmjow la guardò un po sorpreso.
“Eccoti, vieni” disse quella, prendendolo per una mano a portandolo dentro alla stanza, fino allo specchio, si volto verso di esso, poi spostò i capelli ad un lato, scoprendo la cerniera aperta.
“La chiuderesti?” Chiese lei, con tranquillità.
L'azzurrò alzò un sopracciglio, spostò lo sguardo verso l'immagine di lei riflessa, osservandola un momento, poi afferrò la cerniera e con una delicatezza che nemmeno Yui si sarebbe mai aspettata, la tirò su, lasciando però che un suo dito scivolasse sulla pelle, disegnando la stessa linea della cerniera, poi la chiuse.
Lei sentì il toccò leggero provocarle un brivido sulla pelle. Alzò il viso incontrando gli occhi dell'azzurro, si guardarono tramite lo specchio per qualche secondo.
Che cosa era stato? Pensò lei, poi lentamente si voltò verso di lui.
“Grazie”.
Lui buttò un'occhiata sulla sua figura, pensò che fosse...bella, ma si maledì un secondo dopo per aver pensato qualcosa del genere su quella donna.
“Sei pronta?” Chiese, spostando lo sguardo e mettendo le mani in tasca.
Lei annuì ed insieme, in silenzio, uscirono dalla stanza per recarsi verso Aizen. Yui se ne stava davanti camminando senza parlare, si sentiva osservata insistentemente dall'azzurro.
“Mi devi dire qualcosa?”
“Chi ti ha dato il vestito?”
“Un arrancar, stamattina.. perchè?”
Ma lui non rispose.
“Sai perchè Aizen ti vuole vedere?”
Yui si fermò e si voltò verso di lui.
“Sei tu quello che lavori per lui, mica io! Dovresti dirmelo tu, sei o non sei un suo espada?”
“Tsè non fare l'arrogante, pensi che Aizen venga a spiattellare le sue cose a noi?”
“Se fossi furbo abbastanza, saresti già entrato nelle sue grazie!”
L'azzurrò la raggiunse afferrandola per una braccio e voltandola con forza verso di se.
“Oi sta calma con le parole. Pensi davvero che uno come lui possa farsi ingraziare come niente? Se hai questa convinzione lo stai sottovalutando.”
Yui lo guardò, poi spostò lo sguardo sul suo braccio fermo nella sua stretta e si liberò con altrettanta forza.
“Forse uno come te non potrebbe...”
Grimmjow fece per avvicinarsi minacciosamente verso di lei, con sguardo truce.
Yui lo bloccò con una mano sul petto.
“Grimmjow..” lo chiamo una voce d'improvviso. Entrambi si voltarono sorpresi. Ulquiorra Schiffer se ne stava in piedi davanti a loro, con la solita espressione tediata.
“Che vuoi?” Sputò l'azzurro furioso.
“Aizen-sama vorrebbe vedere l'umana in un luogo diverso. Perciò, seguitemi.” Disse quello, senza dare troppe spiegazioni. I due si lanciarono un'occhiata furiosa, poi silenziosi lo seguirono, fino ad arrivare ad una stanza che Yui non aveva mai visto.
Quando vi entrarono Aizen se ne stava di spalle con le mani incrociate dietro alla schiena. Yui guardò per un secondo in maniera interrogativa l'azzurro, ma quello fece spallucce poco interessato.
“Aizen-sama, le ho portato l'umana, così come mi ha richiesto.”
Yui lo fulminò immediatamente nel sentire l'appellativo con cui l'aveva chiamata, ma la quarta espada non si curò minimamente di lei e si voltò uscendo silenzioso.
"Buongiorno,Yui-san." Salutò cordiale Aizen, voltandosi lentamente.
La ragazza sorrise lievemente.
“Grimmjow, rimani, per cortesia” Disse l'uomo, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. L'espada fece spallucce, dopo di che mise la mani in tasca e si appoggiò scocciato al muro.
"Ti starai domandando per quale motivo sei qui, vero?" Chiese affabile.
"Solo un po. Rispose Yui, guardandosi intorno. L'uomo fece qualche passo verso di lei.
"Sai, dopo i recenti avvenimenti sono arrivato ad una conclusione.”
Lei rimase in silenzio.
"Ho notato che durante i tuoi combattimenti, hai sofferto molto la perdita della tua katana, questo, fa di te un avversario piuttosto semplice da eliminare. Non hai difesa senza la tua zampakuto." Continuò quello, mentre le camminava attorno.
Non aveva tutti i torti, pensò Yui mentre ricordava i momenti del combattimento precedente in cui perdeva la sua katana e rimaneva completamente indifesa.
"Sai cosa è il Kido,Yui-san?"
"Ne ho sentito parlare e l'ho visto eseguire da Rukia e da alcuni cadetti della sesta brigata."
"Sesta brigata?" Chiese, inclinando la testa Aizen.
“Si, nel periodo in cui sono rimasta nella Soul Society, sono stata affidata alla sesta brigata temporaneamente.”
Aizen la osservò un attimo in silenzio, elaborando quelle parole.
“Perciò Kuchiki Byakuya ha fatto la sua mossa... Ovvio che non abbia pensato minimamente ad insegnartelo. Il solito negligente.” Commentò con un filo di irritazione nella voce, la ragazza lo percepì.
“Sai, Yui.-san il kido è fondamentale per uno shinigami. Fare affidamento solo sulla propria zampakuto è il modo di combattere di chi non ha un minimo di furbizia. Il Kido può essere un arma anche può essere più pericolosa di una katana. Ed io, voglio che tu lo sappia utilizzare.” Disse l'uomo, bloccandosi difronte a lei.
"Perché ?"
“Credo di avertelo già spiegato, Yui. Se dovrai stare al mio fianco e combattere per me, dovrai esserne all'altezza!" E lo disse perdendo la formalità nel chiamarla.
“Ed io ricordo di non aver mai accettato la tua proposta, perciò non vedo perchè tu ti debba disturbare...”
Aizen sorrise.
“Mi piacciono le sfide..”
“Questo l'avevo capito, dato i combattimenti a cui mi sottoponi.”
Lui ignorò quel commento.
“Come dicevo, esistono tre tipi di Kido: quello difensivo, quello offensivo e quello curativo. Io ti insegnerò ad utilizzare solo i primi due, l'ultimo è una categoria che solo gli shinigami appartenenti alla quarta brigata sviluppano, potrei solo mostrarti le basi del suo utilizzo. Vedi, per riuscire ad utilizzare il kido, non dovrai essere preparata solo fisicamente, ma anche mentalmente. Il tuo corpo e la tua mente dovranno fondersi in un unica cosa sola, insieme saranno in grado di controllare la reiatsu e di sviluppare cosi la forza necessaria che ti permetterà di utilizzarlo"
Yui l'osservò un poco interessata, nessuno le aveva mai spiegato quelle cose e non immaginava che fosse proprio il suo nemico a farlo.
Lui continuò.
"Ogni Kido è accompagnato da un numero che va dall'uno al novantanove. Maggiore è il numero, maggiore è la complessità dell'incantesimo e maggiore sarà la sua forza e potenza"
Poi alzò una mano.
"Hado-no #33 – Sokatsui!" Pronunciò l'uomo, mentre dal palmo della sua mano fuoriusciva una sfera di luce che andava a colpire un muro a grande distanza e lo disintegrava.
Yui osservò il tutto con attenzione e curiosità.
"Per poterlo fare, devi saper concentrare le tue forze e contemporaneamente plasmare la tua reiatsu.” Disse, andando alle sue spalle e afferrando delicatamente il suo braccio per alzarlo a mezz'aria. Yui si immobilizzò per un momento, sentendo quel contatto improvviso.
Lui continuò, facendo scorrere lentamente la sua mano su di esso, fino a sfiorarle la pelle scoperta sul dorso ed incastrare la sua mano nella sua e con la stessa delicatezza, posiziono le sue dite su quelle di lei.
"Devi far fluire la tua reiatsu, visualizzandola in un punto preciso, devi concentrarti il tanto di dargli una forma. La davi sentire, la devi vedere, devi farla tua. Forza, mente, cuore..” Disse quello, avvolgendola poi con l'altro braccio per la vita. Yui sentì il suo respiro caldo nell'orecchio, la sua mano che delicatamente sfiorava la sua ed il suo corpo aderire a quello dell'uomo. Non seppe dire come, non riusci a spiegarselo ma ne rimase completamente ammaliata, mentre la sua voce calda e gentile sussurrava all'orecchio.
Come poteva farlo?
Come poteva riuscirsi?
Yui cercò di scacciare quel pensiero, quella dannata ammaliante attrazione che lui riusciva a creare e dovette concentrarsi sul fatto che quell'uomo fosse il fuggitivo più pericoloso dell'intero universo, nonché il suo spietato nemico.
D'altro canto, Grimmjow che era dovuto rimanere lì senza il suo volere, s'irrigidì un momento, staccandosi lievemente dal muro. Sentì qualcosa di sgradevole farsi spazio nel petto, come una sensazione di forte fastidio, mentre quel maledetto di Aizen stava appiccicato a quella donna con un fare che a lui non piaceva, per niente, pensò stringendo la mascella.
"Una volta che avrai fatto ciò, devi ripetere la formula, dilla dopo di me." Continuò lui, lì in un sussurrò al suo orecchio.
Oh regnante! Maschera di sangue e carne...” Iniziò a recitare Aizen.
Yui esitò un momento, poi si concentrò con tutta se stessa, smettendo di pensare al suo fiato caldo e al tocco della mano, pensò a quello che gli aveva detto.

Reiatsu, forza, mente e cuore.
Reiatsu, forza, mente e cuore.

Lo ripete più volta.

Lui continuò.

“Tutto il creato, il battito d'ali, il nome di ogni cosa!" La sua voce era così dannatamente suadente che per un secondo, lei lo sentì, un brivido farsi spazio sulla schiena.

Reiatsu, forza, mente e cuore, se lo ripete ancora e ancora, allontanando ogni altro pensiero dannatamente fastidioso.

Verità e temperanza, graffia lievemente con le tue unghie”

Mentre lui recitava l'incantesimo, qualcosa successe.
Qualcosa scattò nella sua testa, come un ricordo sepolto che viene tirato fuori con la forza e all'improvviso, le parole di quell'incantesimo comparvero nella sua mente, come se fossero sempre state lì e tutto fu semplice.
Come se lei, lo avesse sempre saputo.

"Il muro di un sogno senza colpe! Hado-no #33 SOKATSUI" Concluse prima che potesse farlo lui.
D'improvviso una sfera di colore celeste, iniziò a crearsi esattamente sul palmo della sua mano e forte schizzò via andando a frantumarsi contro il muro, distruggendolo. Yui rimase ferma, immobile, sorpresa, poi si guardò la mano, là dove quella sfera si era creata ed era volata via con violenza.
Come c'era riuscita?
“Impressionante.” Commentò Aizen, incredulo, allontanandosi da lei.
Yui guardò ancora la mano.
Com'era stato possibile?
Come poteva conoscere quell'incantesimo? Poi la sua mente ricordò ancora.
“Incredibile come tu riesca a..” Ma Aizen non terminò la frase.
Bakudō #63. Sajō Sabaku" Pronunciò la ragazza tetra, poi si voltò e lo sfiorò sul petto con la mano aperta.
Aizen spalancò gli occhi e prima che potesse muoversi, delle catene luminose comparirono d'improvviso, circodndolo completamente e bloccandolo in quella posizione.
Lui la guardò incredulo e allo stesso tempo incuriosito. Non aveva nemmeno pronunciato l'incantesimo, pensò quasi divertito.
Grimmjow aprì gli occhi sorpreso e si fece avanti sfoderando la sua katana verso la ragazza.
"Va tutto bene Grimmjow!" Disse continuando a guardare fisso la ragazza, mentre lei lo scrutava senza paura.
"Ai ai, Yui.. questo non è carino da parte tua!" Disse lui, poi con tanta semplicità si liberò da quelle catene spezzandole come niente.
"Scusa, ero solo curiosa.."
"Avevi detto che non eri capace ad utilizzare il kido!"
"Infatti è così, ma a quanto pare mi sbagliavo.." Rispose lei, guardandosi le mani.
Lui la scrutò affondo, cercando quella risposta che nemmeno lui riusciva a vedere, non in quel momento.
Chi era quella ragazza?
Come poteva saper utilizzare un Kido di così alto livello?
Cosa nascondeva?

Era per caso per via di..lei...?
Pensò Aizen con forza.

Yui continuò ad osservarsi la mano, era successa la stessa identica cosa di quando aveva preso per la prima volta in mano la sua zampakuto. Come se tutto fosse sempre stato lì, come se lei sapesse già ogni cosa.
Lo zampakuto, il shunpo e adesso il kido.
Kaori, pensò lei, trovando nel nome della shinigami a cui era stata legara la sua anima, la risposta ad ogni quesito, oltremodo inspiegabile.
Aizen si avvicinò verso di lei, afferrandogli la mano che lei continuava a guardare.
“Credo che sarà divertente, se già questo e ciò che sai fare, immagina se ti allenassi di più.. Saresti l'alleata perfetta. Devi solo ricordare una cosa..” Disse lui, con fare gentile, poi la spinse verso di se con forza, prendendo per il viso ed incastrando il suo sguardo in quello di lei.
“Sono un uomo di grande compassione, Yui, ma non sopporto le insubordinazioni, non sono io la persona a cui devi rivolgere i tuoi attacchi, ricordi? Io sto con te, la prossima volta che mi attaccherai, non sarò così clemente..” Terminò lui con una velata minaccia, poi le sorrise con fare gentile.
Yui sentì un altro brivido sulla schiena, questa volta di inquietudine.
"Io e te faremo grandi cose, Yui!" Disse lui, perdendosi nei lineamenti del suo viso, così tremendamente famigliare.
Yui non spostò il suo sguardo, lo lasciò incastrato in quello dell'uomo, senza timore.
“Mi sono lasciata prendere la mano, non si ripeterà, perciò..” Disse lei, portando una mano su quell'uomo e sfiorandola delicatamente.
“Insegnami!” Terminò lei, stringendo poi la sua mano e avvicinandosi di più al suo viso.
Lui la guardò affondo, perdendosi in quelle iridi castane, profonde, accorciò le distanze sfiorando il viso di lei, delicatamente con il suo.
“Sarà un enorme piacere.”
Lei sorrise leggermente, cosciente di stare a fare il suo gioco, aveva alternative?
No, pensò con forza, mentre l'idea di poter imparare da lui potesse essere un vantaggio più che uno svantaggio. Lui era dannatamente pericoloso, lo sapeva ne era cosciente, eppure... forse stargli così vicino, le sarebbe potuto essere d'aiuto. Infondo lei aveva pensato e ripensato alle parole di Kaori, ed ora più che mai era convinta che lei lo conoscesse, più di quanto avrebbe potuto pensare. C'era stato qualcosa tra Aizen e Kaori, non sapeva dire di quale tipo, ma sapeva che qualcosa legava quei due ed ogni volta che lui la guardava con quella nota nostalgica negli occhi, lei ne era ancora più certa. C'era stato qualcosa, qualcosa di abbastanza profondo al punto tale da spingere entrambi a delle azioni cosi avventate.
“Quando s'inizia?” Chiese Yui d'improvviso, inclinando leggermente la testa.
Aizen si fece scappare un sorriso più divertito del solito, poi si allontanò da lei, lasciandola andare.
“Domani, stessa ora, qui!”

 

Sette giorni dopo.
Stessa stanza, stessa ora.



"Troppa potenza! Concentrati." Disse Aizen, calmo.
Yui si sistemò un po affaticata, mentre il sudore imperlava la sua fronte, poi ci riprovò.
Fallì ancora.
"Diamine! Dannati shinigami! Dannato Kido! Chi ha inventato tutto questo, era proprio uno stronzo!” sbottò lei, arrabbiata.
Aizen la guardò per un momento, dovette trattenersi dal ridere, ma rimase composto.
“Pazienza,Yui. Pazienza e lavoro." Rispose cordiale Aizen.
Yui lo guardò un po storto. Odiava quando rimaneva così calmo davanti ai suoi palesi fallimenti.
Quella cosa andava avanti ormai da troppo tempo. Era passata un'altra settimana, in cui lei non aveva fatto altro che allenarsi duramente.
Il fatto che lei sapesse già eseguire un kido, non aveva implicato che sapesse eseguirli tutti e bene. Quello era stato il loro punto di partenze e poco a poco, Yui aveva imparato a lanciare più incantesimi, perfezionandoli sempre di più.
Fu comunque snervante, dover fare riferimento a dei ricordi, piuttosto che a delle conoscenze apprese da lei. Molti degli incantesimi erano legati a dei ricordi non suoi sepolti chissà dove. Si rese conto di saper eseguire incantesimi davvero difficili, senza però essere davvero a conoscenza di come attivarli.
Eppure, in tutto ciò,  si sorprese di pensare che Aizen fosse un insegnante davvero straordinario, si rese conto di quante cose lui conoscesse, di quanto fosse preparato, in un modo in cui lei non lo aveva mai visto.
Per un secondo si ritrovò a pensarlo come un capitano del gotei 13 e fu strano.
Due figure così completamente distinte.
Yui ricordava i racconti di Urahara e di Yoruichi, sul come lui avesse finto di essere un altra persona, gentile, disponibile, forte e di come, di punto in bianco avesse tradito la soul society, tentando di uccidere persone a lui care.
Tutto solo per avere più potere. Lui che aveva illuso tutti con quel suo bankai, usando l'ipnosi, lui che aveva ingannato tutti facendosi passare per una persona, che non era mai stata, per anni e anni.
Lo guardò un attimo, così composto e gentile: come poteva essere la stessa persona?
Come poteva una persona così malvagia nascondersi così bene dietro ad un viso affascinante ad un sorriso rassicurante?
Yui scosse la testa, tornando a concentrarsi.
Lui aveva tradito la soul sociaty, aveva rubato un oggetto potente, aveva creato un suo esercito e minacciava di diventare qualcosa come un dio.
Lei era solo una piccola virgola in quella storia, eppure eccola lì, al cospetto della persona più pericolosa di sempre, mentre imparava grazie a lui a lanciare incantesimi.
Fece un bel respiro, cercando concentrazione.
“Avanti Yui, ricorda ciò che ti ho detto. Reiastu, forza, mente, cuore..”
La castana allungò una mano, rilasciò la sua forza solo un poco e poi,
Ci riprovò.
L'incantesimo uscì, un poco imperfetto.
Yui si guardò di nuovo la mano, lui sorrise.
“Stai facendo grandi progressi.”
Lei lo guardò un attimo.
"Combatti contro di me!" Disse d'improvviso lei.
Aizen inclinò la testa.
“Se riesci ad insegnarmi questo, puoi insegnarmi a combattere con la katana. Combatti contro di me, sei l'unico avversario che vale la pena affrontare qui!” Disse lei, guardandolo seriamente.
Lui ne fu compiaciuto e lusingato di sentire quelle parole da lei, ma non lo diede a vedere.
“Non sei pronta per quello, Yui.”
“Perchè no? Sai così tante cose, insomma potresti insegnarmi molto di più di lanciare incantesimi. Potresti persino insegnarmi il kido curativo, so che non è utile, ma sono sicura che tu lo sappia utilizzare, questo ti rende ancora più forte. Più cose impari, più riesci a superare il tuo limite, no?”
Lui sorrise compiaciuto di sentire quella parole e si avvicinò verso di lei.
“Se è il kido curativo che vuoi imparare te lo mostrerò, ma non combatterò contro di te!”
"Per quale motivo?”
“Sarebbe una grande perdita di tempo.."
“Per me o per te?” Chiese la ragazza, puntando il suo sguardo di sfida contro di lui.
Lui fece un piccolo sorriso, poi un secondo dopo sparì da davanti agli occhi della ragazza spuntando d'improvviso alle sue spalle. L'uomo le circondò il collo con un braccio, senza metterci forza. Yui sussultò, era stato cosi veloce che non si era nemmeno accorto di averlo dietro, fino a quando non l'aveva toccata.
“Ovviamente per me.” Sussurrò al suo orecchio, Yui sentì le guance avvampare un poco, nel sentire il suo respiro così vicino e la sua voce calda.
Spostò il volto leggermente, per cercare di guardarlo.
“Allora fai in modo che non lo sia..” Disse lei, mentre il suo viso sfiorava delicatamente quello dell'uomo, lui rimase fermò, lasciandosi inebriare da quel lieve contatto.
Poi lasciò andare la ragazza, d'improvviso.
"Non combatterai contro di me, ne sarò io ad allenarti. Il nostro divario è troppo grande perché tu possa giovare di un mio insegnamento ora!"
Lei si voltò guardandolo affondo.
“Per ora ci concentreremo sul Kido, infondo hai ancora molta strada da fare.”
“Sarebbe stato decisamente più divertente!” Disse lei, incastrando i suoi occhi castani in quelli dell'uomo. Poi, si allontanò ad una certa distanza e si rimise in posizione.
“E kido sia!” Disse la ragazza, ripetendo la formula dell'incantesimo numero cinquanta e sparandolo in maniera perfetta dall'altra parte della stanza.

 

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


CAPITOLO 43

"You acting on your best behavior
Turn your back on mother nature "

Lorde

 

 

Quando Yui quel giorno entrò nella stanza, la trovò completamente vuota. Si aspettava di trovare l'uomo castano ad aspettarla, ma così non fu. La ragazza rimase ferma sulla porta, indecisa sul da farsi, non le era mai capitato di non trovarlo già lì, si mise a camminare un po in giro. 
"C'è nessuno?" Chiese a voce alta, ma non arrivò indietro nessuna risposta. Ormai consapevole di essere da sola, si mise ad osservare la stanza vuota, soffermandosi su di una libreria ad un lato della parete. Si avvicinò ed iniziò a leggere i titoli dei libri sul dorso ed incuriosità ne prese uno. Lo sfogliò piano ed iniziò a leggerlo, per capire di cosa parlasse e catturara si spostò fino a sedersi su di una poltrona. Era un libro molto vecchio, pensò, leggendo dei caratteri molto difficili. Presa dalla curiosità continuò immersa in quelle pagine, leggendo con attenzione.
La porta della stanza si aprì d'improvviso ed Aizen varcò la soglia con leggerezza, ma si paralizzò poco dopo, nel vedere la ragazza castana comodamente seduta sulla poltrona, con un libro in mano. Lei non si accorse minimamente della sua presenza, presa dal libro su cui aveva gli occhi e lui, silenzioso si avvicinò a lei incuriosito.
Rimase lì a guardarla per un solo momento, scrutandola affondo.
Era così diversa eppure così simile a lei, il suo viso, quegli occhi.. Aizen sarebbe voluto rimanere lì a riempirsi gli occhi della sua figura ancora per molto, ma si mosse e si avvicinò di più a lei.
"Yui.." La chiamò, lei sussultò facendo cadere il libro in terra dallo spavento. Aizen, avanzò verso di lei e si inchinò per raccogliere il libro, porgendoglielo poco dopo.
Yui rimase incastrata nei suoi occhi, quasi alla sua altezza, mentre quello con un viso rilassato ed un sorriso gentile, gli porgeva l'oggetto.
"L'arte del rafforzare lo spirito interiore." Lessè Aizen sbirciando la copertina.
"Una lettura leggera vedo" disse un pò sarcastico, porgendole il libro.
"Era solo un modo per passare il tempo, comunque non ho capito molto di quello che dice. Insomma vengono utilizzati dei kanji troppo complicati. Sono andata un pò ad intuizione ma forse c'era qualcosa che non andava..." Confessò lei, prendendo il libro dalle sue mani, sfiorando senza volerlo le dite di lui. Aizen sentì quel contatto, ma non si mosse, rimase incastrato negli occhi di lei.
Lei esitò un solo attimo, poi prese il libro, dopo di che si alzò dalla poltrona, Aizen la seguì mettendosi dritto.
"Si, mi rendo conto che questo tipo di lettura può essere molto complicata."
Yui lo guardò un momento, poi aprì il libro.
"Ci sono troppi kanji complicati, tipo.. questo! Questo non so proprio cosa voglia significare!" Disse Yui, indicando il punto in cui aveva interrotto la sua lettura. Aizen si sporse un poco verso di lei, per guardarlo incuriosito.
"Quello significa spiritualità." Disse leggendolo, la ragazza alzò lo sguardo incontrando quello dell'uomo interessata e stupita, poi tornò a guardare il libro.
"Oh..adesso a senso, non so perchè ma prima c'era un pollo di mezzo"
Aizen si fece scappare una risata, Yui alzò il viso incredula, non lo aveva mai sentito ridere prima di allora. Lui si ricompose infretta, tornando nella sua impenetrabile serieta.
"Sono parole molto antiche è per questo che ti risulta difficile leggerle. Il giapponese moderno non utilizza più questo tipi di Kanji"
"Ora capisco, allora era una sfida persa in partenza." Confessò la ragazza continuando a sfogliare.
"Non ancora..." Disse lui, porgendo poi una mano verso di lei. La ragazza la guardò un attimo perplessa, poi l'afferrò e lo segui verso il tavolo. Presero posto insieme, uno affianco all'altro con il libro fra i due.
"Dove sei arrivata?" chiese Aizen, mentre sfogliava il libro.
Yui rimase un attimo in silenzio, a guardare il suo profilo, morbido ed elegante, con capelli castani tirati indietro e gli occhi profondi concentrati sulle righe, pensando a quanto fosse strano quell'uomo, così spaventoso e così affascinante allo stesso tempo. Lui alzò gli occhi verso di lei, sentendosi osservato, lei sussultò nell'essere stata scoperta a fissarlo e un poco imbarazzata, sfogliò le pagine fino al punto in cui era arrivata.
"Fino a qui, ma ci sono cose che non ho compreso."
"Mostramele." Chiese lui gentilmente. Lei lo guardò con un poco di sopresa negli occhi , poi fece come disse. Tornò indietro con le pagine si mise a leggere a voce alta.
Aizen rimase in silenzio ad ascoltarla, finò a che non si bloccò puntando il dito su di una parola.
"Questa.." Disse la ragazza, voltandosi un poco per guardarlo, Aizen si sporse per leggere
"Ripiegamento"

Lei inclinò la testa.
"Aaah... effettivamente la parola angolo non ci suonava poi così bene." Disse lei, portando una mano sotto il mento, lui sorrise divertito di nuovo.
"Hai una grande immaginazione Yui.."
"Stai ridendo di me non è vero?" Chiese lei, guardandolo di sottecchi.
"Non lo farei mai.."
"Inutile che menti, ti ho visto sai. Hai riso sul pollo e ora ridi sull'angolo..."
"Ti sbagli.."
"Non so se continuerò a leggere, visto che il kanji dopo l'ho interpretato come bagno. E non so se la frase 'utile è il ripiegamento in se stessi, per trovare la forza che solo nel bagno si può trovare' sia l'effettivo insegnamento che questo libro mi voglia dare.."
Aizen abbassò la testa, nascondendo una risata.
"Visto, l'avevo detto che stai ridendo di me!" Disse lei, divertitata quanto lui
"Mi dispiace non intendevo ridere di te.."
"Ma lo stai facendo, senza riguardo anche, dovresti smetterla!"Continuò lei, puntandogli un dito contro, fingendosi seria, poi abbassò la testa nascondendo il sorriso.
Lui di tutta risposta, portò una mano sul dito minaccioso e glielo abbassò , con il sorriso sulle labbra.
"Smetterò di ridere, hai la mia parola" Disse, lui toccandola delicatamente.
Lei lo guardò un attimo, poi tornò sul libro.
"E non mi hai sentito fare una traduzione in latino" Continuò lei, poi riprese a leggere.
Lui la guardò affondo, prima di ritornare sul libro. Lei notò quel suo sguardo fugace e si sorprese a pensare che lei non l'aveva mai visto ridere, forse era la prima volta che vedeva quell'uomo fare qualcosa di così semplice come ridere, era possibile che anche uno come lui potesse farlo? 
Se lo domandò, scrutandolo di sottecchi e cercando in quei tratti il malvagio che era, ma non lo trovò, trovò solo un uomo gentile che l'aiutava a leggere e che rideva delle sue battute e fu strano, strano quando continuarono così, tra una parola e l'altra, così vicini eppure così lontani.
Fino a quando Yui non sentì gli occhi pesanti.

"Forse è meglio che tu vada a riposare." Disse con apprensione.
Lei lo guardò.
"Perchè sei così gentile con me?" Chiese d'improvviso, puntando i suoi occhi castani in quelli dell'uomo.
Lui sorrise.
"Ti faccio accompagnare nelle tue stanze" Disse alzandosi, ma Yui lo bloccò per una mano, alzandosi con lui.
Aizen si voltò per un momento trovando i suoi occhi ad osservarlo con insistenza, mentre la sua mano stringeva la sua.
"Ti prego, dimmelo" Disse quasi con supplica Yui, Aizen la guardò ancora un attimo, poi si voltò verso di lei e portò una mano sul suo viso, accarezzandolo con delicatezza.
"Non ancora.." Disse, perso fra i suoi lineamenti.
"E' per lei vero?" chiese Yui d'improvviso.
Lui spalancò leggermente gli occhi.
"Lei chi?"
Yui sorrise.
"E' ovviamente per lei" Disse poi, lasciando andare la sua mano e facendo un passo indietro per allontanarsi da lui.
"Infondo cosa mai potresti volere da Yui Asai?" Chiese quella, poi si voltò e andò verso alla porta, uscendo dalla stanza, lasciandosi dietro così tante domande, che lo stesso Aizen fece fatica a trovarne le risposte, mentre in lui cresceva qualcosa che si assomigliava alla speranza.

 

 

 

Ichigo schivò un colpo dritto verso di lui, ma prima che potesse rispondere sentì mancare le forze. Barcollò rimanendo in piedi per pura fortuna, Hirako si fermò a guardarlo.
"Un secondo. Sei durato un secondo" disse il ragazzò togliendo la sua maschera ed osservandolo.
Ichigo lo guardò mentre respirava a fatica.
"E' difficile! Ok...!!"
"So che è difficile! Ma è il motivo per cui lo stai facendo che deve spingerti a riuscirci!" Disse quello portando la katana dietro alla testa.
"Sei sicuro che funzioni? Insomma sono qui ormai da tre settimane e a malapena riesco a tenere la maschera per un secondo. Nel frattempo Yui e nel hueco mundo nelle mani di Aizen! Non c'è un modo per accelerare la cosa?" Chiese un poco alterato e forse frustato al pensiero di lei, sola, in mezzo a tutti loro.
Il cuore si strinse nel petto.

"Se ci fosse una scorciatoia non starei qui a vederti barcollare ogni due per tre. E' l'unico modo! Lo so è lungo e difficile, ma non devi perdere la pazienza. Nelle condizione in cui sei non saresti capace di slavare nessuno. Anzi, ti faresti ammazzare e meteresti in pericolo la vita della tua amica. Quindi pazienta un altro pò e impegnati!" Disse il ragazzo biondo.
"Se vuoi possiamo fare una pausa."
Ichigo si mise dritto, si riposizionò e prese un bel respiro.
"Neanche per sogno!" Disse poi, passando di nuovo una mano sul viso mentre una maschera hollow si materializzava coprendolo e due secondi dopo andava all'attaccato cercando di colpire Hirako Shinji.

 

 

 

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


CAPITOLO 44

"In the darkest little paradise
Shakin, pacin', I just need you"
Tylor swift

 

 

La nos noches era come al solito buia. Yui camminava silenziosa immersa nei suoi pensieri, pensava e ripensava al giorno prima. Aveva passato del tempo da sola con Aizen ed era stato.. piacevole.
Com'era potuto succedere?
Da quanto quell'uomo aveva smesso di spaventarla ed era diventato, qualcuno con cui passare momenti piacevoli?
Stava per caso impazzendo?
Lei odiava quell'uomo, l'aveva strappata dalla sua vita, l'aveva rapita e rinchiusa in quel posto, la faceva combattere e rischiare la vita ogni due per tre, lei lo odiava, poteva fare solo quello.
E allora perchè si era trovata bene?
Forse stava davvero diventando come loro, forse ormai si era talmente abituata a quella vita, che si sentiva una di loro?
No, no Mai!  Pensò con forza.
Lei era un'umana ed una shinigami, lei non voleva essere come loro!
Non lo sarebbe stata mai!
Lei stava solo sopravvivendo, stava giocando le sue migliori carte e se questo implicava passare momenti del genere, con il suo nemico giurato allora l'avrebbe fatto.
E si convinse di questo il più possibile.
Lei non poteva essere come loro...

Dopo aver girato un angolo, la ragazza si ritrovò davanti un ragazzino dai capelli corti, che non aveva mai visto e quella che lei conosceva essere la quinta espada.
Si immobilizzò un attimo.
 Cercò di fare finta di niente e continuò a camminare.
“Ma guarda un po chi si vede? La cocca di Aizen in carne ed ossa! Non dovresti trovarti segregata nella tua stanza?" Chiese la quinta espada con un tono, che Yui trovò estremamente irritante.
“Non sono un galeotto in carcere arrancar, sono un ospite.” Disse cercando di superarli, ma i due si pararono davanti bloccandole la strada.
"Non sei affatto gentile sai! Come osi rispondere cosi alla quinta espada?" Disse Nnoitra, sbattendo il suo bastone per terra.
Yui alzò lo sguardo accigliato, poi fece un mezzo sorriso tirato.
"Rispondo così un po a tutti, non sentirti offeso, con permesso!" Disse cercando di avanzare, ma i due gli bloccarono la strada ancora.
"Oh andiamo vuoi andartene così presto? Possiamo fare una piccola chiacchierata!" Continuò Nnoitra guardandola divertito.
"Sono sicura che io non avrei niente da dire a due come vuoi, insomma non mi sembrate molto simpatici, perciò se mi scusate, vorrei tornare nella mia stanza!”
"E' scortese da parte tua..." Disse il ragazzetto con un ghigno. Yui lo fissò con un sopracciglio alzato.
"E tu chi saresti?"
"Io sono la sesta espada, stupida umana!"
"La sesta espada? Non è Grimmjow la sesta espada?"
"Lo era! Prima che diventasse un inutilità senza un braccio. Qui a Las noches vige la regole del più forte. Nessuno è qui al posto sicuro ne fracciòn, ne espada. Quando diventi debole vieni surclassato!"
Yui non si era mai resa conto che Grimmjow non detenesse più quel titolo, non riusciva a pensare come potesse uno forte come lui, persino senza un braccio, essere stato surclassato da quel ragazzino.
"Tsè quell'idiota di Grimmjow potrebbe farvi a pezzi anche con un solo braccio, comunque grazie dell'informazione, ora se mi scusate." Ma la quinta le bloccò ancora la strada, con quella sua falce gigante e minacciosa.
"Grimmjow cosa? Che fai lo difendi pure ora?"
“Io non ho bisogno di difendere la sesta espada, sono sicura possa riuscirci da sola.”
“Come osi non riconoscere il mio valore...” Disse con tono gelido e freddo, Yui lo guardò negli occhi, sapeva che non avrebbe avuto sicuramente nessuna possibilità contro quei due, ma se c'era da combattere, be lei di sicuro non si sarebbe tirata indietro!
“Ti vedo un po insicuro sul tuo posto da sesta o sbaglio?” Disse lei con scherno. Di tutta risposta il ragazzino le saltò addosso in un secondo, Yui fece un balzò indietro il tanto di trovarsi all'angolo che aveva girato e mettersi a correre per mettere distanza fra loro.
Nnoitra la inseguì e l'attaccò con la sua falce,Yui riuscì a schivarla con molta fortuna, mentre la sesta espada li raggiungeva e andava all'attacco. Yui fece un altro balzo indietro fino a che non si trovò un muro alle spalle.
Storse il naso, troppo poco spazio, si sentì in trappola, ma si mise comunque in posizione. Avrebbe dato tutta se stessa, con o senza la sua katana pensò, mentre la nuova sesta espada si precipitava verso di lei in un combattimento corpo a copro. Yui riuscì a stargli dietro parando i suoi colpi, mentre Nnoitra spuntava alle sue spalle d'improvviso, chiudendola nella loro morsa e cercando di colpirla con quella sua falce pericolosa.
Yui si abbassò per schivarla, ma la sesta ne approfittò e la colpì in pieno petto scaraventandola a terra.
"Sarà più divertente di quello che pensavo!" Disse con ghigno sul volto, Nnoitra mentre si leccava le labbra soddisfatto, la sesta espada lo seguì nella sua risata tetra.
“Maledetti!" Sussurrò lei, mentre si toccava il petto dolorante. La sesta partì di nuovo all'attacco, così come la quinta.
La ragazza non pote far altro che cercare di difendersi, mentre i due l'attaccavano da due lati, fino a che la falce non la ferì al braccio procurandole una lesione profonda. Yui gemete dal dolore, mentre fiotti di sangue colavano dall'arto.
"Ti facevo più forte, umana. In fin dei conti sei solo una delusione!" Sputò la sesta andando all'attacco, lei la schivò spostandosi all'indietro. Ora si trovava spalle al muro, con una ferita lancinante e poche possibilità di salvarsi.
Quei due vigliacchi pensò, due contro uno.
Lei odiava gli espada!
Nnoitra con una mossa veloce, gli lanciò contro la sua falce, quando Yui si spostò indietro sbatte contro il muro, trovandosi tra esso e l'enorme falce circolare ad un passo da lei.
"Tremenda delusione. E dire che Aizen ha fatto di tutto pur di averti. Cosa c'è di cosi tanto importante in te da spingerlo a tanto? Eh? Rispondi?"
“Delusione? Siete in due, maledetti stronzi e avete le vostre stupide armi appresso e così che vi sentite forti voi espada? Combattendo due, contro uno disarmato? Siete ridicoli!” Sputò lei furiosa.
"Sai cosa, forse dovrei farti fuori qui e adesso! Così finalmente Aizen smetterebbe di essere così patetico e tornerebbe ad essere quello di una volta. Dopo tutto sono sicuro che gli farei un piacere!" Disse la quinta, avvicinando ancora la falce verso il suo collo.
Yui sussultò per un attimo, poi puntò il suo sguardo duro in quello dell'espada e sorrise con scherno.
"Oh forse finiresti per farlo infuriare ancora di più, lo hai detto tu stesso. Infondo sono la cocca di Aizen, uccideresti mai qualcosa su cui Aizen stesso ha messo gli occhi? Avresti davvero così tanto coraggio di metterti contro il capo?"
"Potrei sempre dire che è stato un incidente!" Rispose Nnoitra irato.
"Finiresti morto senza nemmeno rendertene conto." Disse Yui, mentre la sua testa calcolava un modo per uscire indenne da quella situazione fin troppo pericolosa.
"Sei un po troppo sicura di essere protetta da Aizen! Probabilmente sei solo un'altra pedina nel suo gioco. Come tutti noi infondo.."
“Forse...” Disse la ragazza, poi si ammutolì un momento mentre la sua testa finalmente trovava la sua via d'uscita.
Yui iniziò a borbottare qualcosa sottovoce
"Eh? Che cosa stai dicendo?" Chiese la quinta bloccandosi e guardandola senza capire. Yui non si fermò, continuò a parlare a voce bassa, con il suo sguardo puntato in quello dell'espada.
"Alza quella dannata voce, non sento quello che dici!!!" Urlò Nnoitra, avvicinando ulteriormente la lama al suo collo.
"Nell'abisso dei risplendenti fuochi, il sole cocente attende" Recitò alzando la voce Yui, poi fece quasi un ghigno.
Nnoitra la guardò confuso ,senza capire le sue parole.
"Bakudono #61 - Rikujōkōrō " Disse Yui alzando il braccio verso di lui. Da quello si materializzò d'improvviso un bagliore, che si trasformò in sei larghe lame gialle che circondarono Nnoitra bloccandolo in una forte stretta.
Yui si abbassò veloce uscendo da quel vicolo cieco tra il muro e la lama, poi si voltò in direzione della sesta e scattò nella sua direzione, poi sparì da davanti lui e con un shunpo veloce finì dietro alle sue spalle.
"Hadono #33 Sōkatsui " Gridò, mentre dal palmo della sua mano usciva una una massa spirituale di colore blu, che andava a colpire la sesta dritta alle spalle, scaraventandola lontano contro un muro.
Lei sentì la sua forza dimezzarsi e la fatica crollò sulle sue spalle all'improvviso.
Usare il Kido era davvero cosi stancante?
Prima che potesse darsi una risposta, pensò che forse la fuga non sarebbe stata un idea malvagia in quel momento e una volta girata, iniziò a correre più veloce che mai, mentre la sesta e la quinta espada imprecavano infuriate verso di lei. Yui corse talmente tanto forte da sentire quasi i polmoni uscire fuori, svoltò l'angolo a tutta velocità, buttando uno sguardo indietro, per assicurarsi che non fosse seguita da quei maledetti psicopatici.
Prima che potesse girarsi, andò con grande forza a sbattere contro qualcosa, che la fece cadere rovinosamente all'indietro.
Yui portò una mano davanti, per difendersi, mentre alzava il viso pronta a trovarsi una dei due espada ad attaccarla, ma quando alzò gli occhi trovò il viso confuso di Grimmjow che la osservava.
Yui sentì il cuore sussultare, ma di sollievo.
"Maledetta bastarda. Sei morta!!" Urlò la voce della quinta non troppo lontano da loro .
Yui si alzò di corsa, guardò per un momento Grimmjow, poi cercò di superarlo velocemente ma l'arrancar la bloccò per un braccio e la spinse ad un angolo nascondendola. Lui rimase fermo, mentre Nnoitra incatenato ad un Kido e la sesta espada ferita correvano verso di lui.
“Dov'è? Dove cazzo è l'umana? La uccido” Urlò quello all'azzurro, lui li guardò un attimo, dovette trattenere un sorriso, poi alzò le spalle.
“E io che cazzo ne so.” Disse quello, fingendo noncuranza, i due infuriati lo superarono continuando a correre e ad imprecare. Quando furono lontani, lei uscì dall'angolo guardando i corridoi ormai liberi, poi si voltò verso l'azzurro che la fissava divertito.
“Sei stata tu?” Chiese, mettendo le mani nelle tasche.
“Quei bastardi! Se solo avessi avuto la mia katana li avrei fatti a pezzi!” Disse con furia, lui rise divertito.
Yui lo guardò sconcertata, non l'aveva mai sentito ridere.
“Che c'è?”
“Tu li hai ridotti così? Tu? Un umana che riduce due espada così? Oh ma questa la sapranno tutti, quei due faranno la figura degli idioti!”
E Yui notò che era davvero divertito.
“Hai visto la faccia di Nnoitra? E Lupi? Stupidi Idioti!” Continuò quello, piegandosi per ridere.
Lei rimase ferma, completamente scioccata.
Lui se la rideva davvero.
E pensò che la sua risata fosse... bella, ma scosse immediatamente la testa nel pensarlo.
Lei sorrise di rimando, quasi come se la sua risata potesse coinvolgerla, ma si trattenne.
“Quei due mi daranno la caccia per tutta Las noches...”
"Oh faranno molto di più. Non potrai andare in giro da sola, ne dormire sogni tranquilli. Las noches è appena diventata il tuo peggior incubo." Disse l'azzurro diventando serio e avvicinandosi verso di lei, incastrando i suoi occhi azzurri nei suoi.
“Ma non sarai sola, infondo sono qui per questo. Almeno saremo due contro due” Disse lui superandola.
Quelle parole furono più rassicuranti, di quanto lei potesse immaginare.
“Quindi combatteresti al mio fianco?”
“Adesso non esageriamo però.” Rispose lui prendendo a camminare. Lei alzò gli occhi al cielo e lo seguì.
“Quindi non sei più la sesta... “ Disse d'improvviso.
Lui si bloccò.
"Perchè non fai qualcosa! Hai visto quanto è idiota quello? Riprenditi quel maledetto posto!”
“Pensi che non lo voglia?” Chiese duro lui.
Lei si ammutolì.
"Tse se il tuo amato Aizen non mi avesse staccato un braccio quell'essere inutile non sarebbe lì, ma giuro su ogni cosa che prima poi sarà mio! Di nuovo”
“Ma tu, tu puoi batterlo! Intendo anche senza..." Ma non finì la frase
"Certo che potrei..."
"E allora che aspetti?" Chiese lei con forza.
Grimmjow avanzò verso di lei, senza rispondere, afferrandola per un braccio con forza.
“Fatti gli affari tuoi! Cosa vuoi saperne tu di queste cose? Sei solo una pedina nelle mani di Aizen, credi di dover combattere per sopravvivere, ma l'unica cosa che fai e ingraziartelo con quel tuo bel visino. Tu non sai cosa significa combattere per non perdere il proprio posto, dover sempre dimostrare di essere all'altezza di questo maledetto numero! Tu non sai niente e non osare guardarmi con compassione, non sono un cane bastonato!” Lo disse con tanta cattiveria, che se ne stupì lui stesso.
Lei rimase in silenzio.
Lui staccò la mano dal suo braccio con uno strattone e fece per andare via, poi si rese conto che la sua mano era piena di un sangue, non suo.
Si voltò d'improvviso, notando la ferita profonda sul braccio di lei.
Lei lo non lo guardò nemmeno, fece per voltarsi e andare via, ma lui la bloccò.
“Posso andare da sola, ora vattene.”
Ma lui non la lasciò andare.
“Lasciami andare! Me la so cavare da sola, come ho sempre fatto qua dentro, infondo il mio bel faccino mi ha sempre salvato il culo, no? Sicuro che arriverò in infermeria sana e salva grazie a quello!” Disse lei, strappando il braccio dalla presa e mettendosi a camminare.
Non sopportava che lui gli avesse detto quelle parole, come se lei non avesse fatto tutto ciò che poteva per sopravvivere là dentro, dimostrando più volte a tutti loro che se era ancora viva non era solo per Aizen.
Diamine, si era quasi fatta ammazzare e nonostante tutto rimaneva solo il giocatolo di quell'uomo?
No, lei non era un giocatolo, cosa ne sapevano tutti loro di quello che stava passando? Del sentirsi abbandonata, del non poter vedere la sua famiglia, di non poter tornare alla sua vita normale, dell'essere in trappola, senza via d'uscita.
Lei stava combattendo, lo faceva ogni giorno non solo per sopravvivere, ma per non diventare come loro.
Arrivò fino all'infermeria, vi entrò e prese delle garze, ma quelle caddero per terra.
Lei strinse gli occhi, sentendoli bruciare per le lacrime.
Poi qualcuno le raccolse prima di lei, quando si voltò, Grimmjow gli stava ad un passo.
“Vattene.” Le disse a denti stretti.
Ma lui non ascoltò e si avvicinò ancora di più, prendendola per il braccio ferito.
Lei fece resistenza, ma lui non lasciò la presa, quando fu vicino alla ferita, lasciò andare il braccio e vi mise le garze sopra, lei gemette un poco per il dolore, mentre una lacrime le scappava, lei la riasciugò veloce, con il viso voltato dalla parte opposta.
"Ieri notte sei tornata tardi nella tue stanze.." Disse lui, distrattamente.
Lei non rispose.
"Come mai?" .
"Non sono affari tuoi." Disse contraendo il viso per il dolore, l'azzurro la guardò per un attimo, poi continuò a ripulire la ferita, mise delle medicazioni per tenerla stretta, come dei punti, poi la chiuse, infine si voltò per ritirare tutto.
"Perché non vuoi dirmi cosa è successo ieri notte?"
"E tu perché lo vuoi sapere cosi tanto?"
Lui si voltò di scattò, lasciò quello che aveva nelle mani e si avvicinò a lei, così vicino da essergli ad un solo passo.
"Cosa è successo ieri notte?"
Lei lo guardò con perplessità, cosa importava a lui?
“Non l'hai detto tu stesso, con questo bel visino non posso che essere il giocatolo di Aizen, forse è davvero così che sopravvivo qua dentro. Ma a te infondo cosa può importare, sei solo il mio cane da guardia!” Disse lei mentendo a denti stretti, poi fece per superarlo.
“Quindi è vero?” Chiese stizzito.
Lei si voltò verso di lui e sentì la delusione invadere il suo cuore, poi la furia la investì.
“E se lo fosse? Cosa c'è? Ti da così tanto fastidio? Per quale motivo dovrebbe fregarti qualcosa? Perchè dovrebbe anche solo interessarti una cosa del genere? Forse sono davvero la sua puttana e a te? Che importa?” Chiese furiosa lei.
“Quindi è così che sopravvivi qua dentro? E' così che combatti? Stando appiccicata a lui?”
“Che cazzo vuoi tu da me? Cosa te ne frega di come combatto per me stessa? Cosa ti importa? Guardati! Mi hai disprezzato dal primo giorno che sono arrivata qui, mi hai guardato dall'alto in basso per tutto questo tempo, c'è qualcosa di quello che faccio che non ti fa così schifo? Perchè lo dai per scontato che io sia stata con lui, vero? Sono così patetica per te? Stupido arrancar? Sai cosa ti dico, preferirei morire che dare me stessa ad uno come lui o a qualsiasi persona qua dentro! Sono una che combatte e rischia la vita se deve, ma sono anche abbastanza furba da giocarmi le mie carte migliori, sei tu l'idiota che non ha capito. Se non posso combattere con la mia katana allora sopravviverò con la furbizia, ma tu cosa ne vuoi sapere!” Sbraitò lei contro di lui.
L'azzurrò la fisso, mentre tutte quelle informazioni entravano con prepotenza nella sua testa.
Lei sentì le lacrime farsi spazio e con insistenza chiedere di scendere, si voltò nascondendo il viso dagli occhi dell'azzurro, strinse i pugni con forza.
“Voglio diventare forte, molto più forte e lui, lui sa come. Lui è il migliore, se devo apprendere da qualcuno deve essere da lui, più mi avvicinò a lui, più io...” Ma non finì la frase.
“Ma che ne vuoi sapere tu, arrancar!” Disse lei, poi fece per andare via, ma lui gli si parò davanti con velocità, l'afferrò per un braccio e la tirò verso di se, poi la prese per la nuca incastrando la sua mano fra i capelli, portandosela più vicina, così vicina che i loro visi si sarebbero potuti sfiorare.
Grimmjow la guardò dritta negli occhi e lo realizzò: lei era un po come lui.
L'aveva vista bruciare nello sguardo, la voglia di essere la migliore, di superare chiunque, di raggiungere vette che nessuno avrebbe potuto immaginare e lei, lei era sveglia.
Stava usando il suo stesso nemico per farlo e quello, quello forse fu la cosa che lo eccitò più di ogni altra cosa.
Lei non era chi credeva, non era una mocciosa dal bel viso che era stata manipolata come tutti da Aizen, lei stava giocando la sua partita, con le sue regole e le sue strategie. Forse Aizen stesso lo sapeva, ma quello era di sicuro un risvolto interessante, pensò l'azzurro.
L'arrancar si avvicinò verso di lei, ancora un po e lei portò delicatamente le mani sul suo petto, per fermarlo.
“Lasciami” Disse in un soffio, mentre quel contatto così ravvicinato, fu talmente inaspettato, da lasciarla un poco stupita.
Lui fece scivolare il suo viso sulla sua guancia, fino a raggiungere l'orecchio. Yui sentì il tocco della sua pelle delicata sulla sua, avrebbe voluto spingerlo via, ma non lo fece, non ci riuscì.
Era come se fosse incastrata, ma non per davvero, lo era nella sua testa, mentre respirava il suo profumo forte da uomo e toccava la sua pelle così morbida e calda.
Era completamente incastrata, incatenata, incantata.
La sua testa ormai stava iniziando a perdere lucidità.
Tutto troppo strano, tutto troppo....
“Stai giocando con il fuoco!” Gli sussurro all'orecchio, l'espada.
Lei chiuse lievemente gli occhi, sentendo il suo respiro caldo accarezzarla in quel punto. Non sapeva dare una spiegazione a tutto quello, avrebbe dovuto staccarsi e lei lo sapeva, eppure..
Delicatamente fece scorrere le sue mani sul torace di lui, poi sul viso, fino ad afferrargli capelli con forza, spingendolo un poco lontano, il tanto di incastrare i suoi occhi in quelli dell'azzurro.
“Non ho paura di bruciarmi!” E lo disse con tanta sicurezza, da stupire l'arrancar.
Lui non staccò il suo sguardo ed entrambi la sentirono di nuovo, quell'inspiegabile attrazione: le mani che bruciavano dalla voglia di poter toccare l'altro.
Così vicini che i loro nasi potevano sfiorarsi e sarebbe mancato così poco, affinché le loro labbra potessero fare lo stesso e lo pensarono entrambi, in un posto non poi così lontano della loro mente.
Poi un rumore li destò da quel momento ed entrambi, si allontanarono di scatto, l'uno dall'altro.
Yui lo guardò ancora un attimo, poi lo superò.
Grimmjow strinse i pugni.
Che diavolo stava succedendo? Penso completamente scombussolato.

 

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


CAPITOLO 45

"Come unto me and you will feel perfection
Come unto me and dedicate
Come unto me, you’ll never feel rejection
Come unto me and terminate
Remove your heart, it’s only good for bleeding"
Metallica

 

La pioggia cadeva imperterrite, fitta e violenta. Il cielo plumbeo si illuminava sporadicamente, accompagnato dal forte rumore dei tuoni. La pioggia era talmente tanta da rendere difficile vedere qualsiasi cosa. Nella città regnava un silenzio quasi anormale, rotto solo dallo scrosciare dell'acqua. Zen camminava sotto la pioggia, infreddolito e fradicio, ma non gli importava, non aveva dove andare, non aveva una casa, non aveva nulla.
Solo se stesso.
Camminava senza una meta, camminava perché doveva, spinto solo dall'autonomia del suo corpo.
Poi la sentì, fra lo scrosciare della pioggia e il furioso rombare di un tuono.
Udì un pianto in lontananza, triste e disperato.
Zen non si fermò, non gli importava di quel pianto, ne se c'era davvero qualcuno che stava piangendo, a lui non importava più di nulla. Aveva a malapena la forza di pensare a se stesso, come avrebbe potuto considerare quello che gli stava attorno? Pensò, continuando a camminare.
Il pianto non cessò, diventò mano a mano più disperato.
Zen voltò lo sguardo verso il punto da cui proveniva fermandosi un momento, fece di nuovo per ignorarlo, poi spinto da quella immensa tristezza si mise a seguire quel suono, entrando in un vicolo buio e desolato.
Il pianto si fece mano a mano sempre più vicino, fino a che non intravide una figura, rannicchiata su se stessa. Zen la guardò, fece per voltarsi non voleva farsi coinvolgere, ma ormai era lì, era così vicino, pensò maledicendosi e prima che potesse pensare o fare altro, due occhioni castano chiaro lo fissavano in silenzio.
Una bambina lo guardò con tristezza, mentre il suo piccolo e delicato viso era ricoperto di lacrime.
Zen la osservò silenzioso.
Si guardarono affondo, mentre l'unico rumore che si percepiva attorno a loro era quello della pioggia insistente.
"Smettila di piangere!" Disse duro, Zen.
La bambina continuò a fissarlo.
"Smettila di piangere e trova un posto in cui andare!" Disse, poi fece per voltarsi e andare via.
"Ma io non ho un posto in cui andare.."
"E' per questo che piangi?" Rispose lui, guardandola di nuovo.
"No." Disse lei mentre, le lacrime scendevano lente e amare.
"E allora perché piangi?"
"Perché sono sola.”
Quelle parola arrivarono dritte nel suo cuore, forti come una pugnalata. Guardò ancora quegli occhi tristi e rivide se stesso.
Rivide la sua solitudine, l'infelicità e l'abbandono e capì che lei era come lui.
Avrebbe potuto andarsene, girare l'angolo e lasciarla lì, eppure c'era qualcosa dentro a quegli occhi, lui sentiva come se non volesse lasciarli, non lì.
Non voleva lasciarli da soli.
La guardò affondo, tutta bagnata, accovacciata, sola e triste e per la prima volta dopo tanto tempo a lui importava di qualcosa.
A lui importava di lei.
Come fosse possibile? Non era in grado di spiegarselo.
Doveva andare via e pensare solo a se stesso, pensò con forza.
Ma non si mosse, era legato, incatenato a quegli occhi tristi..
E poi, spinto da qualcosa, là infondo a quel suo cuore raggrinzito, lui si avvicinò verso di lei e gli porse la sua mano.
"Vieni con me!"
La piccola alzò il viso smettendo di piangere, guardò prima la mano, poi quel bambino dai capelli castani e gli occhi profondi e scuri.
Poi la strinse.
"Non sarai più sola, noi, non lo saremo più.” E lo disse con tutto se stesso.
Lei si aprì lentamente in un sorriso, il sorriso più puro, genuino e vero che lui avesse mai visto.
Un sorriso che Zen, non avrebbe mai più dimenticato.

***

 

Aizen osservò la ragazza dai capelli castani davanti a se. Si muoveva da una parte a all'altra, schivando incantesimi e lanciandone altri. La osservò con attenzione, ogni suo movimento, ogni espressione facciale, vide il sudore imperlarle la fronte, i capelli castani muoversi.
La ragazza si fermò un attimo e tolse la giacca di quel kimono bianco, lasciando che una fascia bianca coprisse il suo torace ed il suo addome, ma lasciasse scoperte le spalle, poi continuò a saltare da una parte all'altra.
Lui dovette ammettere di esserne affascinato. Era sempre così, quando c'era lei di torno.
Lei riusciva a scavare dentro di lui e far riaffiorare ricordi, sensazioni ed emozioni che erano sepolte profondamente nel suo cuore.
In quel viso lui vedeva tante cose, non ci vedeva solo quell'umana, ci vedeva ciò che era stato e forse, che non era più.
Ci vedeva sempre troppo, avvolte avrebbe voluto dimenticare ogni cosa, ma come poteva? Pensò, mentre la osservava compiere l'ennesimo Kido con determinazione e quello andava a schiantarsi lontano. Lei si fermò un attimo, senza fiato e cercò di asciugarsi il sudore dalla fronte.
Si voltò lievemente a guardare il suo viso, concentrato e sempre enigmatico.
Aizen sorrise un poco, era davvero compiaciuto del suo così rapido miglioramento.
Lei fece mezzo sorriso di rimando.
"Sta migliorando in fretta" Disse Gin, spuntando all'improvviso affianco a lui.
Aizen si destò dai suoi pensieri.
"Già."
“Però credo che le manchi qualcosa?”
Aizen si voltò verso di lui, senza capire.
“Forse dovrebbe iniziare ad affrontare qualcuno che come lei utilizza il kido, non credi?”
“A cosa gioverebbe?”
“Ad insegnarle a come difendersi da quest'ultimo!” Disse con il suo solito ghigno Gin.
“Se mi permetti!” Continuò, avanzando verso il centro della sala.
Aizen non rispose, lo lasciò semplicemente fare.
“Guarda un po chi batte la fiacca!” Disse Gin, avvicinandosi verso la ragazza.
Yui alzò il viso incontrando quello serpentino di Gin Ichimaru, si rimise dritta all'istante.
“Non mi è nemmeno concesso riprendere fiato?”
“Credi che in combattimento il tuo nemico ti lasci riprendere fiato?”
“Questo non è un combattimento però”
“Non ancora!” Disse, con un mezzo sorriso l'uomo.
Yui lo scrutò affondo.
“Bene, allora fatti avanti” Disse lei, mettendosi in posizione.
L'uomo la guardò un attimo ancora sorridente, poi assottigliò lo sguardo e si fece serio.
“Non vedevo l'ora che lo dicessi!” Rispose, mettendosi in posizione.
Yui lo guardò affondo, pensò ad un incantesimo efficace, quando lo immaginò, la prima cosa che fece fu pensarlo affondo ed iniziò a concentrare la sua reiatsu.
“Lo sento che lo stai per lanciare sai!” Disse Gin, inclinando la testa.
Lei fece spallucce, poi sparì d'improvviso, azzerando per un secondo la sua reiatsu, Gin cercò di seguirla con gli occhi, poi smise di percepirla. Quella ricomparve un secondo alle sue spalle, lui la percepì, poi lei si mosse rapida ancora.
“Guarda che ti vedo!” Disse Gin, mentre cercava di seguirla ancora.
“Dici?” Disse lei, ad un lato, poi sparì di nuovo.
“Trovata” Disse Gin, lanciandogli contro la solita sfera azzurra del Bakudo#33, lei lo schivò con facilità.
Bakudō #9. Hōrin " Pronunciò la ragazza, Gin la sentì di nuovo ad un lato, d'improvviso una sfera gialla che sembrava fatta di fuoco si formò e Yui la lanciò contro lo shinigami, quella che sembrava una sferà si srotolò diventando una corda infuocata.
Quello la schivò con facilità, ma Yui si mosse di nuovo rapida e silenziosa e ne lanciò un altra, circondandolo.
"Dicevi?" Disse Yui, Mentre teneva stretta quella sottospecie di corda infuocata, con dentro Ichimaru Gin.
Lo shinigami sorrise  e la rupe poco dopo, concentrando la sua reiatsu, poi pronunciò qualcosa.
" Bakudō #62. Hyapporankan" Disse, mentre si formava una lancia di color azzurro, che lanciò verso di lei.
Quella iniziò a volare dritta verso la ragazza, Yui si mise in posizione pronta a schivarla, ma prima che quella arrivasse, d'improvviso si divise in mille altre lance.
La ragazza spalancò gli occhi, rimanendo per un secondo incredula, mentre mille lance demoniache, si spostavano verso di lei.
Fu un millesimo di secondo, in cui la sua testa pensò fosse finita così, poi la sua mente ricordò.
Alzò un braccio.
"Bakudō #81. Dankū" Disse e prima che quelle la colpissero, un enorme muro trasparente si formò davanti a lei, proteggendola da alcuni attacchi. La barriera trasparente, resistì un pò, sotto lo sforzò della ragazza, poi si rupe d'improvviso. Non seppe dire come, ma Yui si mosse rapida con il suo shunpo, evitandone il più possibile fino a che una, non le trafisse la spalla ferendola profondamente.
Yui si inginocchiò a terra, mentre quella lancia demoniaca penetrava nella carne e sentì un dolore lancinante, lentamente la lancia sparì, lasciandole solo una ferita sanguinante.
, Ichimaru Gin, fece per andare di nuovo all'attacco e lanciò un altra sfera azzurra su di lei, ma quella non la colpì mai.
Qualcuno la scacciò, con tanta facilità lanciandola dalla parte opposta. Quando Yui alzò gli occhi, Aizen Sosuke se ne stava davanti a lei e guardava fisso Ichimaru Gin.
"Che fai? Ora che ci stavamo divertendo?"
"Basta così Gin" Disse Aizen, tremendamente serio.
"Sei davvero uno sconcia giochi" Rispose quello con un sorriso.
Aizen non rispose.
"E va bene, come vuoi tu." Disse arrendendosi, poi assottigliò lo sguardo facendosi serio.
"Non potrai sempre proteggerla tu, prima o poi, dovrà cavarsela da sola e per allora, dovrà stare molto attenta!" Continuò Gin, con quella che pareva una velata minaccia, poi si voltò ed uscì dalla stanza, come se nulla fosse mai successo, mentre nascondeva una ferita provocata da quella corda di fuoco.
Aizen lo guardò andare via, poi si voltò verso di lei, che stava ancora accovacciata.
"Va tutto bene?"
Yui lo guardò un attimo, poi si rimise in piedi, tenendosi la spalla.
"Tutto bene" Disse lei.
Lui la guardò intensamente.
"Penso che sia ora di tornare nelle mie stanze no?" Disse Yui, facendo per muoversi, ma gemette per il dolore.
"Fammi vedere" Disse lui, cercando di togliere la sua mano dalla spalla.
"No, va tutto bene, non è niente." Continuò lei e fece per superarlo, ma il dolore la fece gemere ancora e perse quasi l'equilibrio, l'uomo l'afferrò giusto in tempo.
"Dannazione!" Disse lei, stringendo gli occhi.
Aizen la rimise in piedi, dopo di che tolse la sua mano dalla spalla e vide la ferita profonda, la guardò un momento, poi si voltò.
"Loly, Melony, venite fuori!" Disse lui dal nulla.
D'improvviso, le due arrancar comparvero di fronte a lui.
"Si Aizen-sama!" Dissero all'unisono.
Yui le guardò con stupore, erano sempre state lì?
Le due arrancar la guardarono con un misto di divertimento e sfida, mentre lei si reggeva a malapena in piedi.
"Qualsiasi cosa tu abbia in mente, posso tranquillamente risolverlo da sola, puoi anche mandarle via." Disse lei, tenendosi la spalla.
Aizen guardò prima la ragazza, poi le arrancar senza capire quel suo astio, infine, si voltò verso di lei e d'improvviso, la prese in braccio, sotto gli occhi stupiti delle due arrancar.
Lei dovette tenersi, portando il braccio non ferito attorno al suo collo.
"Aizen-sama!" Dissero le due, contrariate.
Yui spalancò gli occhi incredula, mentre lui la teneva stretta fra le sua braccia, come se nulla fosse e lei, fu sicura di avvampare di rosso per l'imbarazzo.
"Non c'è bisogno, posso camminare.." Cercò di dire lei, ancora scossa.
"Avvisate la curatrice di aprire l'infermeria centrale" Disse Aizen.
Quelle lo guardarono con stupore, senza muoversi. Lui le guardò più affondo.
"Loly, Melony?" Le richiamò lui, serio, Le due si guardarono un secondo.
"Come desidera Aizen-sama!" Dissero entrambe, poi sparirono.
Lui si voltò a guardare la ragazza, Yui incontrò il suo sguardo e dovette abbassarlo, per l'imbarazzo.
"Posso sempre andarci da sola"
"No, ho bisogni di mostrarti una cosa.." Rispose Aizen, poi iniziò a camminare, portandosela così. Yui fu sicura di avere il volto completamente paonazzo, cercò di nascondere il viso, mentre riusciva a sentire il suo profumo e il suo braccio veniva accarrezzato dai suoi capelli castani dietro alla nuca. Cercò di concentrarsi sul dolore, solo ed esclusivamente sulla spalla che pulsava e doleva, mentre lui la portava così fino all'infermeria centrale, che lei non aveva mai visto.
Diverse infermiere li accolsero al loro arrivo, insieme alle due arrancar ancora stupite e anche arrabbiate. Yui le guardò un attimo, poi l'uomo entrò in una stanza e l'adagiò su un letto, mettendola seduta.
Un infermiera entrò e si fermò sulla porta.
"Iniziamo subito a curarla, Aizen-sama"
"No, ci penso io" Disse lui, senza nemmeno voltarsi.
Yui lo guardò incredula.
"In che senso?" Chiese Yui, senza capire.
"Non volevi imparare il Kido curativo? Ora te lo mostrerò."
La ragazza lo scrutò un momento.
"Non l'hai fatto a posta vero? Non hai intenzionalmente lasciato che Gin combattesse contro di me per ferirmi e mostrarmi questo?"
"Non sono così macchinoso, non avrei mai fatto una cosa del genere!"
Lei lo guardò perplessa e ancora poco convinta.
"Lo sei eccome, non c'è nulla che tu non abbia già calcolato, tutto va sempre esattamente come vuoi tu, non è vero?"
Lui la guardò affondo, un po compiaciuto per quel commento.
"Non so di cosa tu stia parlando." Rispose lui, lanciandogli un'occhiata, poi tornò ad ispezionare la ferita, sedendosi su una sedia di fronte a lei.
"Come ti ho spiegato in precedenza, il Kido di attacco e difesa sono due magie demoniache, che creano tramite la reiatsu plasmata barriere o attacchi. Il Kido curativo ha più o meno la stessa base. Vedi Yui, devi plasmare la tua reiatsu, ma non per creare qualcosa, semplicemente per trasmetterla ai tessuti della ferita e velocizzare così la sua guarigione" Spiegò calmo Aizen.
Yui lo osservò, un attimo.
"Vale lo stesso identico processo: pensa, concentra la tua reiatsu, plasmala con mente e cuore e infondila" Continuò Aizen, poi portò le sue mani vicino alla ferite, le mise una sopra l'altra, dopo di che si concentrò e da quelle iniziò ad uscire un fascio di luce verde, caldo e lieve.
Yui guardò prima le sue mani, poi il suo viso concentrato e ne rimase nuovamente affascinata.
"Il kido curativo è molto stancante, toglie reiatsu e forza, per infonderla ai tessuti, questo significa che curare qualcuno ti priverà della tua forza, non è per caso la cosa più nobile che esista?" Chiese retoricamente e Yui si stupì di sentirglielo dire.
Fece un mezzo sorriso.
"Sacrificare se stesso per curare gli altri? Non ti facevo uno in grado di pensare a qualcosa del genere..."
"Mi offendi così. Il sacrificio è una cosa nobile, dipende sempre a che pro viene compiuto e se quello stesso sacrificio sia utile alla persona a cui viene indirizzato..."
"Ti sbagli, il sacrificio non è così machiavellico, è molto semplice. Dai te stesso per qualcuno per cui vale la pena, che sia amore e stima, non per dei calcoli mentali, dai te stesso per quello che senti qui." Disse Yui, poggiando un dito sul torace dell'uomo, lì dove stava il suo cuore.
Aizen la guardò un momento, incastrando i suoi occhi castani in quelli della ragazza e fu sorpreso di sentire quelle parole da lei.
"Curi qualcuno perchè devi, avvolte perchè ti importa. Ti sacrifichi solo per chi ami, non per tutti."
Aizen ascoltò la sua voce catturato, lanciandogli qualche sguardo ogni tanto.
"Io l'ho fatto, ho dato la mia vita per una persona e quel gesto mi ha portato qui, in trappola in questo castello, nelle tue mani, senza sapere se domani avrò ancora il coraggio di fare qualsiasi cosa mi spinga a sopravvivere" Disse Yui, facendo mezzo sorriso.
"Allora sei una persona nobile, Asai Yui, non tutti hanno il coraggio di dare se stessi per qualcuno."
"O forse solo stupida, dipende da come la guardi" disse Yui, facendo un sorriso divertito.
Lui fece mezzo sorriso, ma non si fece vedere.
D'improvviso la porta della stanza si spalancò e le due arrancar entrarono di corsa dentro di essa e si fermarono davanti all'entrata, quando incontrarono la figura dei due, poco distante.
"Loly, Menlony, c'è qualcosa che non va ?" Chiese Aizen, senza nemmeno voltarsi.
"Aizen-sama, non deve farlo. Le infermiere si possono occupare di lei!"
Yui le guardò un attimo, con sguardo truce, non riusciva a sopportare la loro presenza.
Aizen non distolse lo sguardo dalla ferita, talmente era concentrato.
"Hanno ragione, può sempre continuare un infermiera. Sto bene! Insomma, devo dire che è migliorata davvero tanto grazie a te."
Aizen spostò finalmente lo sguardo su di lei.
 Yui lo guardò affondo, poi lui smise di rilasciare quell'energia verdastra e abbassò le mani. Si asciugò anche lui il sudore dalla fronte, poi, si voltò nel carrello che stava affianco e prese qualcosa, Yui lo guardò senza capire, mentre quello teneva in mano un bisturi.
"Bene, ora è tempo che lo metta in pratica tu" Disse quello, poi mosse le lama con l'intenzione di farsi un taglio sulla mano.
"Aizen-sama!" Urlarono le arrancar, ma Yui gli aveva bloccato la mano rapida, prima che lui potesse farlo.
"Che diavolo fai?"
"Hai pensato che ti abbia fatto ferire a posta, perciò l'unico modo per dimostrarti il contrario e che io faccia lo stesso. Così potrai imparerai ad utilizzare il kido curativo."
"Non così, non facendoti del male! Lascia immediatamente andare quel bisturi, non osare provarci!" Disse lei, tenendo ancora la sua mano stretta.
Lui spalancò gli occhi nel sentirla, incredulo per quelle parole e anche compiaciuto.
"Mi stai dando degli ordini?" Chiese lui, inclinando la testa serio.
Lei lo guardò affondo, un po con sfida.
"Si!"
Aizen la scrutò profondamente, ma dovette nascondere il sorriso, lei lo aveva fermato, non avrebbe mai immaginato una tale reazione.
"Verrò qui, starò con le infermiere e imparerò il kido curativo quando ci sarà qualcuno da curare. Non cosi! Non con te! Potremo anche avere idee divergenti e stare da due parti diverse di questa battaglia, ma non per questo desidero che tu faccia qualcosa del genere."
Lui la osservò ancora, sprofondando dentro a quegli occhi castani, così veri, cosi genuini, infine lei lasciò andare la sua mano.
"Loly, Melony, venite qui" Disse Aizen, le due si avvicinarono in mezzo secondo, come se fossero state richiamate dal loro padrone.
Aizen la guardò fissa negli occhi, poi porse il bisturi alle due.
Yui lo osservò affondo senza capire.
"Yui ha bisogno di imparare un incantesimo curativo, potreste aiutarla nel suo intento? Sarebbe davvero onorevole per voi..." Chiese quello con fare suadente.
Le dua arrancar guardarono prima la ragazza, poi il bisturi e senza nemmeno pensarci, una delle tue lo afferrò.
"Lo farò io Aizen-sama!" Disse la bionda, cinguettando orgogliosa. Yui si alzò dalla sedia e rapida tolse il bisturi dalle mani dell'arrancar e lo lanciò dalla parte opposta della stanza e lo guardò con furia.
"E' questo  il sacrificio che intendi tu? Be allora non c'è niente di nobile in tutto questo! E' solo un illusione, questo si chiama asservimento, non mi stupisco del fatto che uno come te non abbia idea di cosa significhi sacrificarsi per qualcuno! Infondo, cosa ne puoi sapere tu? Non credo nemmeno tu sia mai stato capace di amare!" Disse lei, con velato disprezzo, poi guardò le due arrancar e le superò uscendo dalla stanza, infuriata, mentre la dura realtà la colpiva in faccia come un pugno.
Lui era il cattivo di quella storia, lui era Aizen Sosuke, aveva tradito la Soul Society, provato ad uccidere i suoi stessi compagni, i suoi allievi e aveva ingannato tutti e stava ingannando anche lei.
Provò un senso amarezza nel pensare che ogni volta che riusciva a farsi incantare da lui, ricadeva come un idiota nella pura e dura realtà.
Aizen comparve davanti a lei, poco fuori e Yui dovette bloccarsi all'improvviso, per non finirgli addosso.
"Osi giudicarmi? Non sono parole che puoi rivolgere a qualcuno, se non sai niente di quella persone."
"Mi basta quello che vedo"
Lui la fissò ancora serio, poi si voltò.
"Seguimi." Le ordinò.
Yui non capì subito, poi però si mise a seguirlo.
L'uomo camminò in silenzio, per tutta Las noches, passando in corridoi che Yui fu sicura di non aver mai visto fino ad allora, non riusciva a caprie dove stessero andando, ne da che parte del castello fossero. D'un tratto l'uomo si bloccò, appoggiò la mano su di una parete e d'improvviso, una porta si aprì comparendo dal nulla. Aizen entrò dentro di essa e si fermò al centro della stanza.
Yui attraversò la porta insieme a lui e si mise a guardarsi attorno. Era una semplice stanza, aveva un balcone che dava su di uno spazio aperto, c'era un solito trono posizionato al di sopra di una sola gradinata, dopo di che il nulla.
La stanza era completamente vuota
Yui guardò l'uomo senza capire.
"Visto che mi credi qualcuno senza cuore, ciò che ti farò vedere è il mio modo di dimostrarti la mia fiducia nei tuoi confronti, così come tu hai dimostrato la tua, nei miei."
Yui non capì.
Aizen si avvicinò verso di lei e le mise una mano sotto il mento alzandole lievemente il viso.
"Se te lo domandi si, ho giocato con te e ti ho messo alla prova, volevo solo vedere quale sarebbe stata la tua reazione e devo dire che mi hai piacevolmente stupito. Se lo avessi chiesto a Menlony e Loly, loro avrebbero lasciato che mi ferissi anche solo per compiacermi, tu non l'hai fatto. Avresti potuto riversare tutto il tuo astio verso di me o verso le due arrancar, ma non è successo. Lo vedo nei tuoi occhi, tu non riesci ad odiarci, nemmeno dopo tutto questo"
"Ti sbagli, io vi odio eccome, semplicemente non sono malvagia come voi!"
Aizen fece un mezzo sorriso,
"Non siamo malvagi, semplicemente egoisti, tutti qui abbiamo uno scopo da raggiungere, il fine giustifica i mezzi"
"Questo è quello che dicono di solito i malvagi, scommetto che anche Voldermort lo diceva"
"Chi?" Chiese senza capire Aizen.
Lei di tutta risposta, portò una mano su quella dell'uomo.
"Io non sarò mai come voi..."
"Lo so, sei decisamente meglio, per questo sono convinto, che tu più di tutti, debba stare al mio fianco. "
"Aizen io.." Cercò di dire lei, ma lui non l'ascoltò, si voltò e lì dove prima non c'era nulla, si alzò dal pavimento un pilastro, quello si aprì, formando quasi una scala e prima che Yui potesse dire altro, d'improvviso fu investita da qualcosa.
Lo sentì pizzicare sulla pelle, sollecitarla come una carezza e le invase ogni fibra del corpo, percepì con forza un potere nell'aria ed il suo cuore nel petto prese a battere più forte.
Quando Aizen si spostò di lato, lei lo vide con i suoi occhi.
Era una sfera luminosa, brillava di una luce forte, ma allo stesso tempo delicata e Yui fu sicura di sentirla, di percepirla.
"Yui, questo è L'hogyoku. Questo è l'oggetto costruito da Urahara Kisuke, con il quale io potrò creare la chiave del re. E' grazie a questo oggetto, che questo posto esiste, gli arrancar, gli esapda, tutto."
Yui assimilò quelle informazione, come un pugno nello stomaco e capì ogni cosa.
Era quella la fonte del potere di Aizen Sosuke?
Era quello il motivo del suo essere così invincibile?
Era così che avrebbe vinto contro la soul society?
Era così che sarebbe diventato un dio?
Era quello che lo rendeva così temibile e pericoloso?
Yui ci pensò affondo, mentre mille pensieri si scontravano nella sua testa e tutto, come un puzzle iniziava ad essere più chiaro, ogni filo, ogni pezzo si stava ricomponendo e lei riusciva quasi a vedere il quadro finale.
L'hogyoku continuava a brillare sotto i suoi occhi e Yui fu sicura di esserne completamente affascinata.
Poi un pensiero si fece spazio nella sua testa.
Era presuntuoso, pericoloso e anche abbastanza incerto, ma era sicuramente più valido, del pensare di vincere una battaglia solo con katana e della magia.

E se lei fosse riuscita a prendere quell'oggetto?

Guardò Aizen per un solo secondo, poi di nuovo l'hogyoku.
Perchè glielo stava mostrando?
Era davvero un modo per dimostrare la sua fiducia? Ma lei, fu catturata dalla luce di quella sfera, sentì le mani formicolare dall'irresistibile voglia di poter toccare quell'oggetto, di sentirlo fra le dita e di farsi inebriare dal suo potere.

E se lei fosse riuscito a prenderlo?

Se lo avesse avuto lei nella sue mani?  Aizen,non sarebbe stato così forte da essere un problema...
I suoi pensieri si fecero più cupi e rumorosi, dovette scacciarli, ma i suoi occhi continuavano a stare lì, dove quella sfera brillava.
Yui Inclinò la testa e giurò di sentir sussurrare qualcosa.
Il suo sguardo si perse dentro a quella sfera, dentro alla sua luce, la sentì mentre quella sembrava riscaldarla, sembrava penetrarle la pelle, il cuore, l'anima.
Non sapeva dire cosa stesse succedendo.
Poi accade qualcosa, qualcosa di così inspiegabile, che lei dovette trattenere in gemito di sorpresa.
Yui sentì qualcosa in lontananza, come un sussurrò.
Qualcosa stava parlando.

Sono qui.” Disse una voce, lontana o vicina, lei non seppe dirlo.
Il cuore prese a battere ancora più forte, le mani quasi a tremare, mentre i suoi occhi erano incatenati all'hogyoku e forse anche la sua anima.

“Anche io.” rispose lei, ma con il pensiero.


Giurò di riuscire a sentirla, di sentirla pizzicare, bruciare, penetrare e sconvolgere ogni cosa dentro di lei, Yui giurò di sentirla sua, quella sfera, come se fosse legata a lei.

Ma io potrei essere te.” Sussurrò la voce, di nuovo.
Era lontana o vicina? Lei era lì, ma non era lì.
Lei esisteva, ma non esisteva, Yui si perse, completamente, perse cognizione di tempo e spazio, vedeva solo la luce, il scintillio di quella meravigliosa sfera, che viveva, pulsava e sussurrava.

“Ed io te.” Rispose lei.

Yui..” Chiamò una voce.

Era vicina o lontana?

Yui!” Chiamò più forte.

Lei era lì, ma non era lì, era lontana o vicina, era dentro ed era fuori, cos'era?

“Yui” la richiamò la voce, questa volta qualcosa sfiorò il suo volto.

Lei torno qui e ora.
Se stessa.

Yui alzò il viso e vide Aizen davanti a se, che la osservava enigmatico.
“Va tutto bene?” Chiese l'uomo perplesso.
La ragazza sentì la nausea allo stomaco, dovette afferrare il braccio dell'uomo, per non perdere l'equilibrio, si sentiva come se avesse fatto un viaggio lontano e fosse tornata lì in mezzo secondo.
Aizen dovette sostenerla afferrandola per le spalle.
“Perchè me lo stai mostrando?” Chiese lei, mentre iniziava a vedere annebbiato.
“Perchè mi fido di te e voglio che tu ti possa fidare di me. Io voglio te!”
Yui cercò di guardarlo in volto, ma lo vide lontano, riusciva ancora sentire quel potere era forte, era così forte da premere allo stomaco, da far quasi male.
La ragazza cercò di guardarlo negli occhi, poi portò una mano sul viso dell'uomo, toccandolo delicatamente.
“Io..” Cercò di dire, vide gli occhi di lui speranzosi, come se aspettasse di sentire le sue parole, aspettasse di sentirla sua, ma lei non fece in tempo, tutto si fece buio e ovattato e lontano e crollò all'improvviso.
L'unica cosa che riusciva a sentire era il suo nome, che veniva chiamato.

“Yui!” Ed era la voce di Aizen.

“Yui!” Ancora lui,

Yui” E fu sicura che fosse quello stesso sussurrò.

L'hogyoku l'aveva chiamata ancora.

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


"Welcome to the jungle"

Guns N' Roses


 


 


 


 

"Devi lasciarmi andare!! Mi sono allenato solo per questo, se non andrò ad aiutarli, mi dici quale il senso di tutto ciò?" Urlò furioso Ichigo, mentre combatteva contro la presa di Kensei, ma l'uomo non lasciò andare.
"E' pericoloso e non sei pronto!”
"Lasciami andare!" Sibilò a denti stretti il ragazzo.
Kensei lo fulminò con gli occhi.
"Lascialo andare Kensei!" Disse Hirako, poggiando una mano sulla spalla dell'uomo. Kensei lo guardò un attimo, poi lasciò andare il braccio di Ichigo.
Quello corse via veloce, uscendo dall'edificio e con un balzo iniziò a volare, saltando da un tetto all'altro, con l'unico intento di raggiungere la reiatsu che aveva riconosciuto e che era comparsa improvvisamente sulla terra.
Quel bastardo l'avrebbe pagata per ciò che aveva fatto, lui l'avrebbe costretto a portarlo da Yui a qualunque costo.
Quando arrivò, Grimmjow lo stava aspettando a mezz'aria, con un espressione enigmatica sul volto.
Ichigo lo osservò, sentì la rabbia crescere dentro di lui.
Ricordava ogni cosa, ogni momento di quella sera ed ogni volta che chiudeva gli occhi poteva rivederlo: il viso terrorizzato di Yui e la sua mano che cercava di afferrare la sua.
Sempre la stessa scena.
Sempre lo stesso momento.
Il ragazzo dai capelli arancioni strinse i pugni, era passato un mese dall'ultima volta che si erano visti e dall'ultima volta che aveva visto Yui, da quel giorno non aveva più avuto nessuna notizia della ragazza, neanche una.
Ichigo tremava al pensiero di tutto ciò che gli avrebbero potuto fare, del modo in cui l'avrebbero potuta trattare, sentiva sempre un enorme furia crescere dentro di se, nel pensare che l'avesse abbandonata, senza far nulla.
Lui non era potuto andare a salvarla, l'aveva lasciata al suo destino.
Lei.
Lei, che aveva dato la sua vita pur di salvarlo...
Sentiva il cuore fargli male al pensiero, così male che l'avrebbe voluto staccare.
I due si guardarono.
"Ti stavo cercando shinigami." Disse con un sorriso Grimmjow, Ichigo sentì una incontrollabile furia crescere dentro, nel sentire la sua solita voce arrogante.
Sfoderò Zangestu.
"Anche io." Disse Ichigo, puntando la sua katana verso di lui.
"Prima di iniziare, devi dirmi una cosa."
L'azzurro fece segno con la testa di continuare.
“Come sta Yui?" Chiese.
Una domanda carica d'emozioni: tormento, angoscia, disperazione e speranza. Grimmjow lo osservò, vide la preoccupazione nei suoi occhi e percepì la sua rabbia.
Sorrise.
"Mai stata meglio!"
"Che cosa vorresti dire?"
"Credo che la ragazza si trovi piuttosto bene con noi." Disse maliziosamente l'arrancar. Ichigo si trattenne dal saltargli addosso, strinse le mani sull'impugnatura di Zangestu.
"Che cosa gli avete fatto?" Chiese infuriato.
"Proprio nulla. Lei ha fatto la sua scelta. Infondo l'avete abbandonata, era ovvio che stesse meglio in mezzo noi, piuttosto che qui vicino a chi non ha nemmeno tentato di salvarla!" Disse ridendo l'espada.
"Maledetto bastardo. Se gli avete fatto qualcosa, se solo avete osato..."
"Sta calmo,shinigami. Nessuno l'ha sfiorata...o quasi"
Ichigo strinse ancora di più la presa.
“Sai Grimmjow, in questo mese mi sono allenato duramente e sono sicuro di essere pronto a mostrartelo. Ti batterò e correrò a riprendermi Yui!" Disse Ichigo, poi concentro tutta la sua reiatsu.
"Bankai!" Urlò, mentre un aura nera lo avvolgeva.
"Di nuovo il bankai? Ti sei forse dimenticato che il tuo inutile bankai non mi ha fatto proprio un cazzo??" Disse Grimmjow, quasi annoiato e deluso
"E tu ti sei dimenticato come il mio bankai ti abbia procurato quella ferita?"
L'azzurro fece finta di non ascoltarlo.
"Un'altra cosa. Cosa è successo al tuo braccio?"
"Me lo sono tagliato, così da dimostrarti che non ho bisogno di entrambe le braccia per prenderti a calci nel culo!" Rispose con un sorriso l'azzurro, mentendo spudoratamente.
"Ah si? Allora non c'è bisogno che mi trattenga." Disse Ichigo stringendo la sua katana e portando una mano sul viso, sapeva che la maschera sarebbe durata poco più di undici secondi, ma se voleva battere Grimmjow doveva farlo.
Si passò una mano sul viso mentre una maschera hollow si creava su di esso.
Grimmjow spalancò gli occhi nel vederlo, il secondo dopo Ichigo era già sparito da davanti ai suoi occhi e comparve ad un soffio da lui. L'azzurro fece in tempo a sfoderare la sua katana, che quella di Ichigo gli sbatte contro con forza.
"Getsuga tenshou." Sussurrò il ragazzo, mentre un enorme fasciò di luce andava al colpire l'ex espada con violenza.
Quando Ichigo si allontanò, Grimmjow aveva il fiato corto e sul viso colava un ingente quantità di sangue, procurata da una ferita alla testa. L'azzurro rimase completamente sorpreso, quel potere non era quello di uno normale shinigami, sembrava quasi quello di un... arrancar, pensò perplesso.
Quel dannato tizio era migliorato parecchio, fino ad allora non era mai riuscito a contrastare il suo potere.
L'azzurro si infuriò, nessuno poteva batterlo, nessuno doveva osare essere più forte di lui.
Lui avrebbe distrutto ogni cosa.
Lui era il re.


 

***


 

C'era calma, pace, lo scrosciare del mare, il vento leggero.
Yui era lì che guardava ogni cosa.
Tutto era al suo posto, d'improvviso sentì qualcuno alle sue spalle e lei si voltò.
C'era un uomo: era una figura eterea, fatta di luce dorata, senza volto e la guardava.
Yui non poteva vedere con chiarezza il suo viso, ma fu sicura che quella figura la stesse guardando.
Asai Yui” Disse quello, con una voce profonda e allo stesso tempo leggera.
La ragazza non rispose.
“Vieni a prendermi!” Disse l'uomo, poi d'improvviso tutto sparì.


 


 

***


 


 

Tutto taceva dentro a Las noches.
Yui lo aveva notato più del solito quel giorno.
C'era qualcosa di diverso nell'aria e nessuno si era presentato alla sua porta, nessun arrancar.
Nemmeno Grimmjow.
Tutto taceva.
Sentiva la strana sensazione che stesse succedendo qualcosa, Yui lo pensò, mentre si affacciava dalla porta osservandosi attorno.
Nulla.
Per la prima volta dopo tanto, era completamente sola.
Uscì dalla stanza, immettendosi nei corridoi silenziosi del castello, mentre un aria quasi frizzante e di trepidazione era l'unica cosa che si poteva percepire.
La ragazza continuò a camminare, senza incontrare anima viva e continuò ad avanzare, con l'unico intento di trovare un luogo: la stanza che aveva visto solo il giorno prima.
Non seppe dire quanto a lungo camminò, ma perse completamente l'orientamento, fino a che non raggiunse la parte del castello in cui si trovavano le stanze di Aizen.
Trovò quel posto silenzioso e vuoto come il resto del castello.
Nemmeno Aizen, era presente e Yui si convisse di una cosa sola: stava davvero succedendo qualcosa!
Dopo aver lanciato l'ennesima occhiata, andò verso la porta della stanza e l'aprì con facilità. Si guardò attorno, prima di entrare silenziosamente e varcare la soglia della porta indisturbata. Si fermò solo un attimo, osservando meglio l'interno, poi prese ad aggirarsi nella stanza più importante di tutta Las noches, senza che qualcuno la fermasse.
Mentre si muoveva attorno, un pensiero passo per la sua testa, veloce e fugace: se tutti erano occupati a far altro chissà dove, forse lei avrebbe potuto cercare...
Il cuore perse un battito nel petto, mentre ricordava il sogno fatto quella notte, quella figura eterea, la sua voce che la chiamava, la pace, la forza..
Strinse i pugni al pensiero e con rinnovata forza, si mise a cercare.
Poteva non essere lì, poteva trovarsi in quella stanza che lei stessa aveva visto, ma tentar non costava nulla, pensò, mentre le mani formicolavano per l'eccitazione di trovare quel misterioso oggetto. Mentre si muoveva dentro alla stanza, ad un certo punto, qualcosa la chiamò.
La ragazza si voltò spaventata, pronta trovarsi qualche espada, ma lei non vide nessuno.
Scosse la testa e continuò la sua perlustrazione.
Yui” sussurrò ancora una voce, non seppe dire se fosse reale o meno, ma lei la sentì.
Si fermò per ascoltare meglio.
Sono qui” Rispose quella voce e lei capì che era nella sua testa.
“Dove?” Pensò la ragazza.
Qui” rispose quella.
 Yui voltò il viso e trovò una porta al di là del salone, si mosse rapida verso di essa, aprendola ed entrando in una stanza da letto. Si guardò intorno, non vi era mai stata prima d'ora, fu strano mettere piede là dentro. Era una stanza semplice, con un letto a baldacchino al centro, le lenzuola bianche perfettamente sistemate, una libreria ad una parete ed una scrivania con pennelli, carta e libri sopra. Yui notò persino una tazza di tè lasciata lì, era tutto così semplice. Si sentì un intrusa, nel visitare il luogo in cui Aizen di solito passava il suo tempo, fu quasi come entrare nel suo mondo e un brivido attraversò la sua schiena. Scosse la testa e prima che potesse essere distratta da altro, la sua attenzione fu catturata da un'altra porta, al di là della stanza.
La castana si avvicinò lentamente, fino ad arrivare ad un passo e la toccò appoggiandovi una mano.
D' un tratto lo sentì di nuovo.
Percepì un formicolio ai polpastrelli delle dita ed una strana sensazione nell'aria, un calore, qualcosa di elettrico  che pizzicava sula pelle e lei capì.
L'hogyoku era esattamente dietro a quella porta.
Tentò di aprirla, ma la porta rimase chiusa.
Cercò di forzarla e si rese conto subito che un incantesimo la teneva chiusa, qualcosa di forte che lei poteva percepire, ma non distruggere.
Allontanò subito la mano e rimase a guardarla per un po, consapevole che non sarebbe riuscita ad aprirla, forse nemmeno a buttarla giù, poi si abbassò fino all'altezza della maniglia. Con uno occhio, guardò dentro alla serratura e la vide, una luce forte che emanava qualcosa di famigliare e d'improvviso, quasi come se lo avesse chiamato, la figura etera comparve nella sua testa.
Lei riusciva solo a vedere i suoi occhi, di un dorato differente, mentre quella la guardava fisso,poi alzò una mano verso di lei e la chiamò.
“Yui.”
La ragazza rabbrividì sentendo il suo nome, così reale che lei si rese conto non essere l'hogyoku.
Yui si immobilizzò, sentendo quella voce provenire alle sue spalle e la riconobbe subito.
“Starrk.” Disse lei, alzandosi in piedi e voltandosi lentamente.
“Cosa ci fai qui?” Chiese, terribilmente serio, la prima espada.
“Facevo un giro.” Rispose lei con tranquillità.
I due si guardarono affondo.
“Non dovresti stare qui, questa è una zona a cui solo Aizen può accedervi.”
“Mi sono persa.” Mentì lei.
L'espada incastrò i suoi occhi di ghiaccio dentro ai suoi, Yui rabbrividì per un secondo, un brivido d'inquietudine.
“Non sei brava a mentire”
“Eppure i miei genitori ci cascano sempre.”
“Sei sciocca a pensare che solo perchè non ti ho mai toccato un capello, non sarei capace di farti fuori, se provassi a fare qualcosa che non devi.”
“Non avevo dubbi a proposito Starrk, infondo come tutti qua dentro, sei anche tu un suo soldato o una sua pedina, decidi tu quale delle due!”
Lui la fissò ancora, poi si voltò senza dire nulla.
“Seguimi, prima che possa fare qualcosa di cui entrambi potremo pentirci.”
Lei lo seguì senza opporsi, mentre l'aurea di quel potere, sembrava volerla trattenere.
Non andare” sussurrò una voce nella sua testa.
Lei strinse i pugni e si allontanò da lì, lasciandosi dietro quelle voci e quella strana sensazione.
“Dove mi stai portando?”
“Aizen-sama vuole che tu incontri una persona.” Disse lui, senza voltarsi.
Yui lo guardò con perplessità, poi seguì l'espada in silenzio fino alla sala principale, dove senza neanche molta sorpresa, trovò tutti riuniti.
La castana guardò meglio e osservò gli espada da una parte all'altra della sala ed infine Aizen, sul suo solito trono di marmo bianco che guardavano qualcosa.
Quando Starrk si mise ad un lato, Yui potè osservare ciò che tutti dentro alla sala stavano osservando.
Quando la ragazza mise a fuoco, esattamente al centro esatto di quel posto, incontrò l'immagine di una persona.
Donna, capelli ramati lunghi, esile.
La riconobbe subito ed il suo cuore si fermò nel petto.
Perchè avrebbe potuto aspettarsi tutto, ma non che lei fosse lì.
Non lei, pensò, mentre il cuore nel petto si faceva piccolo e colmo di paura, alla sola idea di ciò che avrebbero potuto farle.
In un secondo, si mosse talmente rapida che Starrk la perse di vista, ma non si preoccupò più di tanto: cosa mai avrebbe potuto fare? Pensò, mentre Yui compariva alle spalle della ragazza e in un secondo la girava verso di se.
Quando Inoe si voltò, i suoi occhi si spalancarono di stupore e di gioia.
Yui si precipitò ad abbracciarla stringendola.
Il suo profumo, la sua persona, il fatto che lei fosse lì, la riportarono quasi alla realtà, ricordandole di quella sua vita sulla terra, della sua famiglia, dei suoi amici, del fatto che tutti loro fossero veri, che esistevano ed erano là, ad aspettarla.
In un secondo realizzò quanto si fosse allontanata da tutto ciò, quanto stare dentro a Las noches le avesse fatto dimenticare, quale fosse la sua vera vita e chi fosse davvero lei. Ogni giorno che passava dentro a quel castello, lei si allontanava da ciò che era, ogni giorno di più, lei perdeva la speranza di poter essere salvata o anche solo di riuscire a scappare. Strinse forte la ragazza, quasi a ricordare a se stessa che c'era della speranza, che lei non sarebbe rimasta lì per sempre, che doveva trovare un modo per andare via e portare con se anche la ragazza che stringeva.
“Yui...” Disse in un sussurrò quella, poi scoppiò in lacrime.
“Mi dispiace, mi dispiace. Noi volevamo venire, ma non potevano, non potevamo Yui, mi dispiace. Mi dispiace di averti abbandonata!” Continuò quella piangendo.
Yui sentì il cuore farsi ancora più piccolo, avrebbe voluto piangere, urlare, ma non lo fece.
Strinse di più la ragazza.
“Va tutto bene Inoe, io sto bene. Non ti preoccupare”
“Ichigo, lui si sta allenando così duramente per venire qui, non volevamo lasciarti sola..” Continuò lei e quelle parole furono come una pugnalata in pieno petto e si rese conto di quanto avesse desiderato sentirle. Sentire che non si erano dimenticati di lei, che non l'avevano abbandonata che loro, non erano giunti fino a lì perchè non avrebbero potuto aiutarla, non nelle condizioni in cui erano. Si rese conto che nonostante lei lo sapesse, sentirselo dire fu un sollievo.
Ed immaginò la sua testa arancione preferita allenarsi duramente, combattere e a migliorare, per lei e ne fu così grata da sentire la gioia invaderle il cuore, le vene e l'anima.
“Yui-san, mi dispiace avervi fatto rincontrare in questa maniera...” Disse in lontananza la voce di Aizen.
La gioia così com'era giunta, sparì, polverizzata da quella voce, riportandola all'oscurità, al gelo, alla solitudine e all'amara consapevolezza che lei era ancora lì, al cospetto di Aizen Sosuke.
La ragazza si allontanò dalla ramata e si mise dritta per guardare il suo interlocutore, scrutandolo seriamente, strinse i pugni così forte da sentire le unghie penetrare la pelle
Ci fu un secondo in cui pensò di attaccare l'uomo con tutte le sue forze, prendere Inoe e scappare; di combattere contro tutti e cercare di andare via e mettersi in salvo, lo pensò con tanta forza che la sua reiatsu iniziò a disperdersi nell'aria, mentre la sua testa si ingarbugliava di pensieri e di furia, una furia incontrollabile e irresistibile.
Infine, lasciò che la sua reiatsu si liberasse con tanta forza, che tutti la dentro la sentirono pesare sulle spalle.
“Yui” La richiamò Aizen.
Starrk, che era rimasto indietro si precipitò su di lei, ma Yui lo bloccò prima che lui potesse afferrarla.
“Non toccarmi!” Sibilò fra i denti la ragazza, la prima espada la guardò con stupore mentre dentro ai suoi occhi vedeva bruciare tanta furia da far crollare Las noches intera, persino lui sentì la sua forza, pesargli addosso e fu sicuro che tutti, dal primo fino all'ultimo espada ne furono sorpresi.
Persino Aizen la percepì e si stupì lui stesso della sua forza: da quando era migliorata così tanto?
“Yu..i” Disse alle sue spalle, Inoe, mentre vacillava schiacciata dalla sua forza. La castana si rese conto solo in quel momento, di quanto la sua reiatsu la stesse indebolendo e smise di rilasciarla.
“Come hai osato portarla qui?” Chiese Yui rivolta ad Aizen.
Lui non si curò di lei,
“Orihime, so che ti stai domandando il motivo per cui tu sia qui, vedi vorrei che tu potessi cortesemente mostrare il tuo potere hai presenti.”
Yui strinse i pugni e si mise di fronte alla ragazza.
“Mi stai per caso ignorando?”
“Yui!” La riprese Starrk, a pochi passi da lei.
“Grimmjow, cortesemente avvicinati dalla ragazza” Disse A izen, continuando.
La castana si rese conto solo in quel momento della presenza dell'azzurro e lo guardò avvicinarsi, con sguardo truce.
“Che diamine vuoi donna, spostati!”
“Orihime, mia cara, potresti curare il braccio al nostro Grimmjow?” Chiese Aizen, dall'alto due suo solito trono.
Tutti nella stanza si stupirono di sentire quelle parole.
Inoe guardò Aizen, poi Yui al suo fianco, poi si mosse verso la sesta espada.
Yui fece per fermarla, ma la prima espada si mise in mezzo, bloccandogli la strada, lei puntò i suoi occhi in quelli color del ghiaccio dell'uomo, ma lui non si mosse.
“Questo è impossibile Aizen-sama! Come può quella donna fare una cosa del genere. E' solo un umana! Ehi donna, non mi hai sentito? Se non ti fermi ti uccido..." Urlò Luppi infuriato, mentre sentiva la paura crescere e la sua posizione da sesta espada vacillare.
Inoe iniziò ad utilizzare il suo potere, coprendo le sesta espada con il suo scudo arancione, mentre lentamente il braccio mutilato da Tousen un mese e mezzo fa, tornava al suo posto, come se non fosse mai stati tagliato.
Tutti rimasero stupiti.
Grimmjow guardò il suo braccio, lo mosse più volte osservandolo con rinnovato interesse e spirito.
Inoe buttò un occhiata verso Yui, con tristezza.
La castana incastrò i suoi occhi nei suoi, cercando di rassicurarla di aver fatto ciò che poteva.
"Hey donna! Cura un'altra cosa." Disse l'azzurro, indicando la cicatrice sulla schiena che ricopriva il suo numero da espada.
Inoe rimase un poco titubante, poi lo fece.
"Cosa credi di fare Grimmjow?" Chiese furioso Luppi, ma ci volle un secondo e Grimmjow si spostò così velocemente che Luppi non ebbe nemmeno il tempo di accorgersene e si trovò la mano dell'espada conficcata nello stomaco. Yui corse verso Inoe e la voltò il tanto da nasconderle la scena.
"Bastardo.."Cerco di dire Luppi dolorante, mentre rivoli di sangue iniziavano a colare dalla bocca.
"Addio, ex numero sei" Disse l'espada, prima di lanciargli contro un cero talmente potente da disintegrare completamente il suo avversario.
Grimmjow rise sguaiatamente.
“Va tutto bene!” Sussurrò Yui alla ragazza, quella annuì un poco spaventata.
Quel posto era un covo di mostri pazzi e sanguinari e Yui si rese conto solo in quel momento, di essere sopravvissuta sana e salva a tutto quello.
“Inoe, va tutto bene. Ascolatmi, da questo momento in poi dovrai stare attenta, non fidarti di nessuno, non lasciare che loro ti spaventino o entrino nella tua testa. Ti prometto che andremo via di qui, costi quel costi! Io troverò un modo” Sussurrò Yui al suo orecchio.
Inoe, spalancò un poco gli occhi e si allontanò il tanto di guardarla e si rese conto di quanto lei fosse diversa: era piena di cicatrici sul viso ed i suoi occhi scuri, erano profondi e seri, così tanto che lei ebbe un brivido nel guardarli, era davvero la stessa Yui che conosceva? Se lo domandò, nello scrutare quel viso un po deturpato e allo stesso tempo, familiare.
"Ulquiorra da questo momento in poi, vorrei che ti occupassi della nostra ospite. Accompagnala nella sua stanza."Disse Aizen.
Yui strinse la presa sulla ramata e si mise difronte a lei.
“Lei può stare con me!” Propose Yui, con la paura di lasciarla andare.
Aizen finalemente la guardò.
“Yui-san, Inoe verrà trattata come le migliori delle ospiti, sono sicuro che Ulquiorra farà in modo che non le manchi nulla.”
“No! Lascia che stia con me! Lei.. è diversa” Disse infine, incastrando i suoi occhi in quello dell'uomo sul trono. Aizen fece un mezzo sorrise, quasi con fare gentile.
“Lo so...” Rispose semplicemente.
Yui lo odiò ancora di più e capì, che non avrebbe potuto farci nulla.
“Andrà tutto bene. Te lo prometto. Avrai la tua stanza, sarai al sicuro lì” Cercò di dire, mentre afferrava il viso della ramata.
“Non sei sola, Inoe, ci sono io e farò in modo che nessuno ti faccia del male, promesso!” Disse la castana, consapevole del fatto che non avrebbe potuto mantenere una tale promessa, non in quel maledetto posto.
Inoe annuì, poi si spostò e seguì la quarta espada.
Yui la guardò andare via, sparire dietro alla porta e perdersi probabilmente dentro a Las Noches con al suo fianco il più freddo, distaccato, pericoloso e temibile degli espada, strinse i pugni mentre una rinnovata paura la invadeva.
Starrk le passò vicino e la osservò un momento.
“Se continuerai così ti metterai nei guai.” Disse lui.
Yui lanciò uno sguardo verso di lui.
“Bene, perchè ho in mente di farvi penare un bel po!”
“Yui! Così finirai per farti ammazzare!”
La castana fece un passo verso di lui.
“E allora? Non ho niente da perdere...” Disse, in un tono di voce che potesse sentire solo lui.
La prima espada la guardò un attimo, poi scosse la testa ed iniziò ad uscire dalla stanza.
“Tutti abbiamo qualcosa da perdere..” Disse quello e Yui lo guardò andare via.
Rimase lì immobile in mezzo a quella stanza, mentre sentiva il mondo crollarle addosso, ora che anche Inoe era lì, tutto era appena cambiato. Yui sentì d'improvviso dei passi farsi vicino, lei non si voltò, mentre il resto degli espada lasciava la stanza, lasciando lei e quella figura da soli
“Sono sorpreso del fatto che tu sia andata in giro da sola, Yui” Gli disse ad un passo da lei, Aizen.
La ragazza non si voltò a guardarlo, rimase a fissare la porta davanti a lei.
“Avevo bisogno di aria...”
“Sei entrata nelle mie stanze.”
“Pensavo di trovarti lì.”
“Non dovresti entrare nelle mie stanze.”
“Strano, non l'hai mai detto per tutto questo mese, mentre passavo le serate con te là dentro.” Disse tagliente, la ragazza.
“Avvolte non ti rendi conto che questo tuo modo di fare è pericoloso”
Yui strinse i pugni e si voltò verso di lui, incastrando i suoi occhi castani in quelli dell'uomo.
“Per chi? Per te o per me? Perchè se è pericoloso per me, devi sapere che io non ho paura”
“Nemmeno per la tua amica?” E fu una minaccia, che la colpì duramente.
Lei inclinò la testa.
“Mi stai minacciando?” Chiese affabile lei.
“Forse era solo un avvertimento”
“Sai cosa? Penso che le tue stanze siano terribilmente tristi, non capisco perchè ti preoccupi tanto per un umana che si è trovata casualmente lì! A meno che tu non ci nasconda qualcosa!”
Lui non rispose.
“Ma chi nasconderebbe mai qualcosa di importante nelle proprie stanze? Dico oltre al diario segreto..” Disse lei, con fare provocatorio.
“Yui!” La riprese Aizen, con tono serio.
“Perchè l'hai portata qui? Non ti bastava aver rapito me? Ora ci mettiamo a rapire mezza Karakura?”
“Lei è importante.”
“Ah invece io sono solo un passatempo? Ottimo. Grazie per avermi strappato dalla mia vita per i tuoi piaceri!” Disse la ragazza, alzando lievemente il tono della voce, mentre la furia cresceva ancora dentro di lei.
“So che sei arrabbiata, ma prima o poi capirai. Capirai ogni cosa: il motivo per cui sei qua e anche quello per cui è qui la tua amica. Tempo al tempo!” Disse calmo Aizen.
“Ho già perso abbastanza tempo a marcire qui con voi, cosa altro vuoi da me? O da Inoe? No, io non aspetterò i tuoi giochi. Basta!” Disse Yui, ormai invase dalla furia più cieca, Aizen si avvicinò verso di lei, portandosela più vicina e prendendola per il volto.
“Ora devi calmarti!”
Yui guardò il suo viso vicino al suo, sentì la repulsione farsi spazio dentro al petto.
“Lasciami andare! Non osare toccarmi!” Disse a denti stretti, lei facendo forza contraria e cercando di liberarsi. L'uomo spalancò impercettibilmente gli occhi e si allontanò da lei, trovando nel suo sguardo così tanto disprezzo da stupirlo e si rese conto che mai lei, lo aveva guardato così, nemmeno il primo giorno in cui era stata portata a Las Noches.
Yui fece un passo indietro mettendo distanza tra loro, poi spostò lo sguardo altrove.
“Posso andare via ora?”
Lui annuì.
“Grimmjow” Chiamò Aizen, mentre l'espada rientrava dentro alla sala.
“Riporta la ragazza nelle sue stanze” Disse quello, voltandosi poi e sparendo da qualche parte, consapevole di essersi in qualche modo allontanato da lei.
Yui uscì dalla sala, stringendo ancora i pugni e cercando di placare la sua furia. Camminò in silenzio, seguita dalla sesta espada per i corridoi fino a che non arrivarono alla porta della sua stanza , lei si fermò davanti ad essa.
“Hai combattuto con lui vero?”
Grimmjow non capì subito.
“Anche se fosse?”
Yui si voltò verso di lui.
“Lui sta bene ?”
L'azzurro si rese conto di aver ricevuto quella stessa domanda dal tizio con i capelli arancioni, quella mattina stessa.
Cosa c'era tra quei due? Si domandò, infastidito.
“No, l'ho lasciato esanime come le altre due volte, perchè?” Mentì lui.
Yui si voltò e lo guardò affondo.
“Ti ha fatto il culo vero?” Disse lei, con un mezzo sorriso.
Lui si innervosì.
"Come osi? Nessuno mi fa il culo, tanto meno quell'idiota là! E poi a te cosa te ne frega di quello lì!!”
“ Quello lì è una persona che conta, l'unica persona per cui vale la pena combattere e sopravvivere a gente come voi!” Disse lei, entrando nella sua stanza.
Grimmjow rimase lì fermò, profondamente infastidito per quelle sue parole, poi la raggiunse con un passo afferrandola per un braccio e voltandola verso di se. Ora che aveva entrambe le braccia tutto le sembrava così estremamente facile, anche tenere stretta quella donna fra le sue mani, pensò l'azzurro.
Yui rimase perplessa.
“Che vuoi?”
“Che cosa ha quello là di tanto speciale è? E' un cretino umano ed è anche debole..” Disse piccato l'espada.
“Ti sbagli! Lui è tutto ciò che non sei tu: un umano, un brava persona ed un ottimo combattente!”
“Tsè è solo un rammollito! Io sono molto più!”
Yui lo spinse con forza verso di se, avvicinandosi al suo viso e incastrando i suoi occhi a quelli azzurri dell'espada.
“Tu non sei niente, non in confronto a lui, mai!”
Grimmjow la guardò accigliato, mentre sentiva la rabbia crescere in lui.
“Potrei prendere il tuo amichetto e farlo fuori in un secondo, davanti ai tuoi occhi, senza che tu possa farci nulla”
Yui strinse la prese sulla sua giacca, poi fece un mezzo sorriso.
“Ichigo non si farebbe battere da uno come te..”
Lui di tutta risposta, infuriato, la prese per la nuca, mettendo una mano fra i suoi capelli ed avvicinandosi ancora di più.
“E dimmi un po, quell'idiota sa fare qualcos'altro oltre ad essere una famminuccia che deve essere difesa da te?”
Lei strinse ancora la giacca con rabbia.
“Sicuramente sa come trattare una donna, come toccarla e come... be, ma che ne vuoi sapere tu” Disse lei, poi lasciando andare la giacca e facendo un passo indietro e staccandosi dalla sua presa.
Lui la guardò dall'alto al basso e fece un passo verso di lei, lei ne fece uno indietro.
“Quello lì? Che cosa vuoi che sappia fare quello lì? Forse qualcuno dovrebbe farti vedere che c'è di meglio!” Rispose, facendo un altro passo avanti, lei un altro indietro.
“Chi tu?” Disse poi lei, con un sorriso di scherno.
Lui avanzò ancora e lei nell'indietreggiare trovò qualcosa a bloccarla e dovette fermarsi, lui la guardò con sfida e divertimento e accorciò le distanze, facendosi ancora più vicino.
Lei non pote spostarsi, bloccata dall'armadio alle sue spalle.
Lui alzò una mano appoggiandola alla superficie dietro, bloccandogli la strada con uno sguardo enigmatico, divertito e malizioso.
Yui non fece in tempo a reagire, che l'espada le fu così vicino da far aderire il suo corpo al suo. La castana appoggiò entrambe le mani sul suo torace nel tentativo di fermarlo, percependo il calore della sua pelle sotto i polpastrelli.
Grimmjow abbassò lo sguardo il tanto di guardare le mani di lei, poi tornò al suo viso e si fece ancora più vicino. Yui non riuscì a bloccare la sua avanzata e fu costretta a spostare le mani verso il suo collo.
Grimmjow fece un mezzo sorriso.
“Smettila!” Lo ammonì lei, incastrando i suoi occhi in quelli dell'espada.
“Perchè? Qualcuno dove pur mostrarti come si fa..” Disse lui in un sussurrò caldo, mentre con la punta del naso sfiorava la sua guancia.
“Non sarai decisamente tu a farlo!”
Lui rise e con estrema delicatezza, la cinse con una mano per la vita, stringendola di più a se,
“Vedi io sono un vero uomo e tu hai decisamente bisogno di vederne uno in azione...” Sussurrò lui, sempre lì, sempre vicino al suo orecchio. Lei percepì in brivido farsi spazio per la schiena.
Avrebbe voluto scacciarlo via, eppure... eppure riusciva a sentire il suo profumo pungente, poteva sentire la sua pelle calda sotto le dita, il suo respiro sul collo.
Ci fu un momento in cui si perse, lì legata a quell'espada, poi rinsavì e lo spinse via, allontanandolo da se.
Grimmjow si fece spostare con facilità, ancora divertito
“Sei decisamente troppo modesto, sono sicura di non aver bisogno di vedere un bel nulla da uno come te! Arrancar!”
Lui si morsicò un labbro e fece un passo indietro, poi rise divertito, rendendosi conto di quanto tutto lo eccitasse, più di quanto si fosse immaginato.
“Un giorno ti farò vedere come ci si diverte, donna!” Disse lui, poi uscì dalla stanza, lasciando la ragazza lì, in preda ad una marea di emozioni che la stavano travolgendo, consapevole che quella dannata sesta espada era capace di tutto, persino di fargli torcere lo stomaco, ma non per la paura.


 

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


CAPITOLO 47
"Do me a Favour"
Artic Monkeys

 

 

 

Grimmjow entrò silenzioso nella stanza della ragazza. Si guardò attorno trovandola vuota.
"Ohi, donna!" La chiamò l'azzurro, guardandosi intorno. Quella stanza era sempre  così dannatamente ordinata ed impeccabile, lui riusciva persino a sentire il suo profumo nell'aria, dolce e fresco.
Perché era sempre cosi profumata quella donna?
Era una qualche usanza umana?
Non riusciva a capire come potesse, la sua presenza, avere sempre quel profumo così dolce.
Persino i suoi capelli erano profumati...
Erano davvero strani questi umani, pensò poggiandosi ad uno stipite della porta.
Lei uscì poco dopo dal bagno, con quella che sembrava una vestaglia bianca e sotto solo dell'intimo. Grimmjow fece per parlare, ma decise di starsene in silenzio lì, infondo non era spiacevole come visione, pensò, inclinando il viso per seguire i suoi movimenti. Quando lei chiuse l'anta dell'armadio, si rese conto dell'immagine di Grimmjow riflessa nello specchio, fece un balzò per lo spavento.
“Ma che cazzo!” Sbraitò lei, d'improvviso.
Lui rise.
“Vivi con degli espada che ti girano attorno e ancora non hai imparato ad tenere alta la guardia!” Disse, quello divertito.
“Questa è la mia dannata stanza, nessuno mi ha detto che gli espada sarebbero potuti entrare senza bussare!!”
Lui si staccò dalla porta e fece qualche passo verso di lei.
“Solo alcuni..” Disse lui, ancora sorridente, poi il suo sguardo ricadde sul suo corpo, che portava solo quel maledetto completino intimo..
Lei si coprì rapida, arrossendo un poco.
“Potresti uscire, non ho ancora finito di cambiarmi”
Ma lui non si mosse.
"Perché mi hai fatto chiamare?”
Lei lo guardò un attimo, poi si voltò, tornando a prendere delle cose nell'armadio.
"Sai per caso dove si trova la stanza di Inoe?" Chiese lei, fingendo distrazione. L'azzurro la guardò, un poco perplesso.
"Perché lo vuoi sapere?"
"Tu dimmi se lo sai o meno!" Lo incalzò lei, afferrando un vestito e guardandolo affondo.
"Lo so.. e allora?"
Lei appoggiò il vestito, poi lo raggiunse, parandosi difronte a lui.
“Mi porteresti da lei?" Chiese, incastrando i suoi occhi castani nei suoi.
"No." Rispose secco lui.
"Per quale motivo?"
"Perché Aizen.." Iniziò lui, ma lei non lo fece finire e alzò gli occhi al cielo.
“Aizen ti ha per caso esplicitamente detto che non posso andare?" Chiese la ragazza.
L'espada ci pensò.
Era furba.
"No.."
"E allora puoi tranquillamente portarmi , no?"
"Perché dovrei farlo?" Chiese l'azzurro, facendo spallucce.
"Perché te lo sto chiedendo?"
"E allora? Questo dovrebbe significare qualcosa per me?"
Yui sospirò, era dannatamente difficile parlare con quello lì.
"Bene, se non mi vuoi portare tu, almeno puoi dirmi dove si trova?"
"No.
"Dannazione, smettila di fare così!!" Lo riprese la ragazza arrabbiata, l'azzurro sorrise con scherno.
"Cosa c'è? Non sono mica il tuo servitore, devo solo stare attento che tu non muoia casualmente, mica ti devo scarrozzare ovunque!”
“O come se non lo facessi tutti i giorni!”
Lui scattò lievemente arrabbiato, avvicinandosi verso di lei.
“Non osare guardarmi dall'alto al basso, io non sono il tuo cane da guardia!”
“A non lo sei?” Disse lei, con sfida.
Lui tentò di afferrarla, ma lei si spostò rapida di lato. Si guardarono ancora, poi l'azzurro scattò un altra volta, fino a che lui non iniziò ad inseguirla per la stanza, mentre lei scappava saltando da una parte all'altra.
“Avere due braccia ti ha rincretinito, arrancar!” Disse lei, saltando sul letto divertita per essergli scappata così tante volte. Lui non apprezzo il commento e si fiondò su di lei e si ritrovarono sul letto, l'uno difronte a l'altro.
“Maledetta donna!” Disse lui furioso, lei fece un mezzo sorriso di sfida. Quando lui balzò in avanti per prenderla, riuscì ad afferrargli la vestaglia e gli bastò il tanto per tirarla verso di se. Non seppero dire come, ma nel farlo, caddero entrambi sul letto. Lei sopra di lui, mentre i loro corpi aderivano gli uni agli altri.
Lui fece per ribaltarsi, ma Yui lo bloccò con le gambe, mettendosi un poco più seduta.
“Neanche per sogno!” Disse lei, bloccandolo così.
Lui la guardò affondo.
“Che credi di fare?”
“Prendermi quello che voglio.” Rispose lei.
Lui la guardò con una punta di malizia e fece un mezzo sorriso.
“Ovviamente non come lo intendi tu!”
“Perchè no?” Chiese, con fare innocente lui.
“Direi che l'informazione non vale.. questo”
Lui ci penso.
“Per me potrebbe valere senza problemi.”
Lei alzò gli occhi al cielo.
“Ovviamente vale solo per te!”
“Non ne sarei così sicuro..” Rispose lui, guardandola intensamente.
“Oh andiamo, sei un espada!!  Sei un hollow, fatto di cose e probabilmente molto testosterone! Potresti soddisfare solo te stesso e nessun'altro!"
“Tu mi sottovaluti, donna!”
Lei si avvicinò un poco al suo viso.
“Oh sono più che sicura non sia così” Disse lei, incastrando i suoi occhi in quelli del ragazzo.
Lui la guardò così profondamente che Yui si sentì nuda, lo era, ma si sentì quasi spogliata nell'anima, arrossì un poco.
“Che vuoi?” Chiese lei, incastrata in quel suo sguardo enigmatico.
Lui di tutta risposta, fece scorrere la sua mano su per la sua gamba nuda, era morbida, liscia e calda...
“Smettila.” Lo riprese lei.
Lui sorrise divertito, con una luce negli occhi che lei fu sicura di non avergli mai visto.
Lei gli bloccò  la mano di scatto, prima che potesse arrivare all'altezza del suo gluteo.
“Pensavo fossi interessato ad altre cose, tipo.. combattere.” Lo provocò lei.
Nei suoi occhi ci fu un guizzo differente, lui amava combattere...
“Cosa vuoi dirmi, donna?” Chiese lui curioso.
“Possiamo sempre combattere, io e te...”
Lui ci pensò, era un offerta allettante, doveva ammettere che tra quello che succedeva e l'idea di combattere contro di lei, forse la seconda lo faceva eccitare decisamente di più.
“ Sai cosa significa vero, se combatterai contro di me?" Disse, con fare un poco minaccioso l'espada.
"E tu lo sai?" Chiese la ragazza, sostenendo il suo sguardo.
"Se mi porterai da Inoe chiederò io stessa ad Aizen di combattere contro di te." Spiegò la ragazza.
L'espada la osservò un momento, scrutando il suo viso e la sua determinazione, sentì l'adrenalina nelle vene al solo pensiero.
"D'accordo!”
Lei fece per allontanarsi, ma lui si mise a sedere, accorciando le distanze con il suo corpo, fino ad arrivare a guardarla dritta in faccia.
“Se non ti ucciderò, forse un giorno...” Disse, ad un soffio dal suo viso.
Lei sorrise.
“Scordatelo.” Rispose lei, spostandosi di lato e togliendosi da quella posizione, per andare a cambiarsi.
Lui rimase lì, tra il divertito e forse un po eccitato, mentre lei, apriva l'armadio in cerca di qualcosa.
Yui ci pensò, infondo, aveva ottenuto quello che voleva, ad un costo più o meno alto.
Lei sapeva quanto potesse essere pericoloso combattere con la sesta espada, ma di una cosa era sicura: qualsiasi cosa fosse successa, lei avrebbe dato di tutto per vincere.
Lui non l'avrebbe mai battuta, per nessuna ragione.


 

Camminarono in silenzio per il resto del tragitto, fino ad arrivare ad una stanza molto lontana da dove lei alloggiava. Yui si guardò intorno, cercando di memorizzare il più possibile quella strada.
L'azzurro si fermò davanti alla porta.
"L'altra donna è qui"
Yui annui e si avvicinò alla porta, lanciò prima uno sguardo all'esapda, poi l'aprì.
Quando varcò la soglia, Inoe era in piedi ferma ad osservare dall'unica finestra a forma di mezzaluna in quella stanza, la fiocca luce della perenne notte dell'hueco mundo, che penetrava , leggera e flebile. Sentì il cuore fermarsi nel petto, faceva così male vederla lì e pensare che avrebbe potuto passare quello che lei aveva passato.
Non voleva, non lo avrebbe mai permesso, pensò con forza.
"Inoe.." Sussurrò Yui. La ragazza si voltò ed incontrò il suo sguardo.
Yui vi lesse tristezza, preoccupazione e terrore.
Il cuore nel petto si fermò per un momento, ricoprì a grandi falcate la distanza tra loro e si precipitò ad abbracciarla.
"Mi dispiace! Inoe mi dispiace così tanto" Disse, affondando il viso fra i suoi capelli ramati.
"Tu non dovresti trovarti qui. Dovresti essere a casa, con gli altri, sana e salva. Mi dispiace." Continuò con voce spezzata, Yui  stringendola.
"Yui.." Sussurrò la ragazza e rimasero così, l'una stretta all'altra.
“Da questo momento in poi dovrai stare attenta, loro sono cattivi Inoe ci useranno come punto debole l'una dell'altra, ma tu non cascare alle loro minacce e non ti preoccupare per me. Io starò bene! E Anche tu!”
Inoe si allontanò un poco da lei, annuendo con forza. Poi inclinò la testa con gli occhi lucidi.
"Mi dispiace.." Sussurrò, infine Inoe.
Yui non capì.
"Perché cosa?"
"Non ti abbiamo abbandonata Yui! Non l'abbiamo mai fatto. Tutti noi volevamo venire fino a qui, Kurosaki-kun, lui.. lui si sarebbe messo contro chiunque pur di venire a salvarti, ma Uruhara-san e Yoruichi-san lo hanno fermato. Lui non sarebbe riuscito a batterli, non ne era in grado, perciò lui... Noi avevamo bisogno di allenarci.." Disse la ragazza iniziando a piangere.
Yui la guardò un momento, mentre il cuore nel petto prendeva a battare, riscaldandosi di un sentimento che lei pensava di aver dimenticato: gioia e sollievo, ma soprattutto amore.
Qualcuno là fuori l'amava, qualcuno là fuori ancora pensava a lei e fu così strano.
Si rese conto solo in quel momento, di ciò che era diventata.
Stare lì dentro, in mezzo a quelle bestie, le aveva fatto dimenticare che là fuori qualcuno a cui importasse di lei esisteva, che loro prima o poi sarebbero arrivati a salvarla e si sentì una stupida, per essersi sentita abbandonata, per aver creduto di essere da sola.
Si rese conto di quanto Aizen stesso avesse giocato con lei ed i suoi sentimenti, facendola cadere nello sconforto, nella solitudine e nella frustrante sensazione d'impotenza.
Strinse i pugni più forte, mentre quella sensazione di caldo che le stringeva il cuore la coccolava, anche solo per un momento.
"Non ti devi scusare Inoe! Per quanto io ci abbia sperato, ho sempre saputo che venire fino a qui sarebbe stato pericoloso per voi ed io, non avrei mai voluto mettervi in pericolo! Mai e poi mai! Non ti scusare e non ti dispiacere, andrà tutto bene, vedrai!" Disse Yui cercando di rassicurarla e di rassicurare infondo anche se stessa, ora che poteva scorgere un briciolo di speranza.
La ragazza sorrise e asciugò le lacrime.
"Inoe.." La chiamò piano Yui, mentre abbassava lo sguardo verso terra.
"Come.. Come sta Ichigo?" Chiese la castana, senza guardarla negli occhi.
Inoe sorrise dolcemente.
"Bene! Lui non ha fatto altro che allenarsi in questo mese. Tutti noi l'abbiamo fatto a dire il vero, ma lui, be lui... Lui non è mai riuscito a sopportare ciò che hanno fatto, non credo di aver mai visto Kurosaki-kun cosi abbattuto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di venire qui, eppure non si è mai arreso e si allenato affondo. Lui, lui sta bene." Disse Inoe, stringendole la mano.
Quelle parole la rincuorarono affondo, mentre il cuore batteva forte nel petto: perché il pensiero di Ichigo era qualcosa che riusciva a turbarla e a renderla felice allo stesso tempo. Sentiva le farfalle allo stomaco al solo pensiero del ragazzo, al pensiero di poterlo rivedere e forse anche stringere. Sapere che lui aveva fatto di tutto solo per lei...
Si sentì così bene e un po in colpa.
Aveva dimenticato quanto testardo potesse essere quel ragazzo e sorrise nel pensarlo.
Rimase lì con Inoe ancora un pò, immergendosi in racconti di una vita che a lei pareva così lontana e mentre la ramata si perdeva in fiumi di parole a Yui, parve di sentirsi a casa, per la prima volta in quel mese e mezzo.
Poi d'improvviso, la sua mente ricordò ogni cosa e come se fosse stata spinta con forza, venne ricacciata indietro, nelle mura grige di Las noches e nella prenne notte dell'hueco mundo ed i suoi occhi, si fecero tristi.
"Inoe...”
La ramata la guardò affondo, notando quel suo sguardo ora troppo serio.
“Ulquiorra è pericoloso, molto pericoloso! E' furbo e ama giocare con i sentimenti delle persone. Lui cercherà di manipolarti, perciò stai attenta, ma sopratutto non ti fidare di...”
“Di chi?”
“Di Aizen! Avrà anche un bel faccino e dei modi gentili, ma non è come sembra Inoe. Lui è cattivo ed è capace di qualsiasi cosa! Non lasciare che le sue parole ti ingannino, perché tutto ciò che dice o fa è solo parte di un suo piano. Ti ha condotto qui con l'inganno, lo farà ancora. Ti prego stai attenta!" disse Yui afferrando il viso della ragazza fra le mani.
Inoe annuì.
“Lui vuole costruire la chiave del re sacrificando Karakura” Disse tutto d'un fiato la ramata.
Yui spalancò gli occhi.
“Cosa?”
“La soul sociaty ha fatto diverse ricerche e pensano che il suo piano sia questo!”
La castana abbassò le mani, perdendosi a guardare un punto lontano della stanza.
Allora era davvero quella la sua reale intenzione?
Sacrificare vite umane per riuscire a costuire una maledetta chiave?
Fu come ricevere un pugno allo stomaco e senti la nausea.
Aveva sempre pensato che Aizen fosse malvagio, ma così tanto spregevole? Quello era un livello a cui lei non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare.
“Yui va tutto bene?”
La castana, ritornò a guardare la ragazza di fronte a se ed annuì.
“Promettimi che starai attenta?”
Inoe la guardò con preoccupazione e annuì.
"Io... Io..devo andare, se loro scoprissero che sono qui, sarebbe un problema! Ti prego, stai attenta!" Disse Yui guardandola un attimo ancora. L'abbracciò di nuovo poi uscì dalla stanza e si appoggiò alla porta.
Grimmjow la osservò in silenzio, mentre se ne stava appoggiato al muro opposto.
I due si guardarono affondo.
“Hai visto per caso un fantasma?” Chiese l'azzurro, inclinando un poco la testa.
Yui lo guardò un attimo, poi si allontanò dalla porta, scuotendo la testa.
L'espada si mise dritto e senza dire nulla, iniziò a camminare.
Yui lo seguì.
"Ricordati di ciò che mi devi..." Disse l'azzurro, senza guardarla.

Yui si fermò un attimo, in mezzo al corridoio e l'espada dovette fermarsi e voltarsi a guardarla, mentre sentiva i suoi occhi su di se.
Per un momento rimasero così, poi lei sorrise.
Un sorriso dolce, vero, bello e genuino.
E lui rimase stupito, come se gli avessero tirato un pugno all'improvviso.
Non l'aveva mai vista sorridere così e pensò che in quel momento, così com'era lei era così … bella.
"Grazie." Disse dolcemente la ragazza, poi si mosse e continuò a camminare, superandolo.
Grimmjow si sentì strano, nessuno lo aveva mai ringraziato così, nessuno gli aveva mai sorriso a quella maniera.
Perchè quella dannata donna lo aveva fatto?
Sentì una strana sensazione farsi spazio dentro, qualcosa che non aveva mai sentito. Era una sensazione dievrsa, terrbilmente fastidiosa per uno come lui.
Ci mise un po per rimettersi a camminare, mentre dentro un miscuglio di emozioni lo travolgevano, così forte da fare quasi male.
Perchè quella dannata donna riusciva a farlo sentire così?
Pensò, scombussolato, camminando dietro di lei.
Yui continuò ad avanzare, silenziosa,  con il cuore stretto nel petto ed un unico pensiero che attanagliava la sua testa, faceva male, premeva ed era forte ed impossibile da scacciare.
Lei doveva trovare a tutti costi un modo per fermare Aizen Sosuke.

 

 

 

 

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


CAPITOLO 48
"IF YOU WANT BLOOD, YOU'VE GOT IT"
AC/DC

 

 

A discapito di quanto Yui avesse pensato, Aizen accettò quella sua richiesta e qualche giorno dopo, venne organizzato l'incontro.
Yui si rese conto da subito, di quanto sconsiderata fosse stata quella idea da parte sua, vista la pericolosità e la forza del suo opponente, eppure, nonostante sapesse quanto rischio potesse correre a combattere contro di lui, capì di desiderarlo anche lei.
Avrebbe probabilmente pagato  caro, per tutte le volte in cui aveva osato mettersi contro di lui, eppure nonostante la paura e la quasi consapevolezza di morte, l'eccitazione era decisamente più forte.
Infondo lei voleva combattere tanto quanto lo bramava lui e desiderava fargliela pagare, alla stessa maniera: vincendo quel dannato scontro.
Yui venne scortata fino ai giardini esterni di Las Noches, li dove il cielo era perennemente azzurro e dove il giorno non finiva mai.
La ragazza arrivò al centro dell'enorme giardino, in mezzo alla sabbia, mentre attorno a lei, iniziavano a radunavrsi diversi esapda.
Li riconobbe tutti con la coda dell'occhio, mentre avanzava verso il punto in cui il trono di Aizen era stato posizionato.
“Yui!”
La ragazza si voltò, nel sentire il suo nome, incontrando lo sguardo preoccupato della sua amica, accompagnata dall'inseparabile quarta espada.
Yui annuì con sicurezza verso di lei, poi si fermò davanti ad Aizen.
L'uomo la osservò, scrutandola affondo, senza proferir parola, poi fece segno ad un fraccion poco distante e quella consegnò la katana alla ragazza.
Yui strinse No arashi fra le mani.
“Finalemente!” Disse una voce alle sue spalle, Yui la riconobbe senza nemmeno voltarsi.
Quando lo fece, Grimmow se ne stava poco distante da lei, mani in tasca ed un sorriso soddisfatto sul volto.
Si guardarono affondo, per alcuni secondi, poi la ragazza si mosse, fino a raggiungere il centro esatto di quello che sarebbe stato il loro ring.
"Finalmente questo momento è arrivato!" Disse l'espada, raggiunendola.
Yui rimase in silenzio.
"La vedi questa? Non vedo l'ora di farti pagare per avermela fatta!” Disse l'azzurro, indicando una cicatrice sulla sua spalla.
La castana  sgranò gli occhi, mentre la sua testa ricordava il giorno esatto in cui gliel'aveva procurata: il giorno in cui era diventata una shinigami.
Fu strano pensare a quel momento, le sembrò così lontano.
"Che cosa c'è? Donna, ci stai ripensando?" Chiese divertito, Yui alzò il viso incontrando gli occhi dell'espada. Strinse i pugni e sorrise con convinzione.
L'azzurro la guardò un attimo perplesso.
"Se parliamo di debiti, allora ti devo un bella katana nel cuore, ricordi?" Chiese la ragazza, mentre sfoderava la sua zampakuto.
"Oh ti prego fa pure! Sono sicuro che non riuscirai nemmeno a farmi un graffio, donna!"
La ragazza si innervosì un poco per quel commento, ma non lo diede a vedere.
Lui le fece segno di iniziare.
"Non sfoderi nemmeno la tua katana?" Chiese lei curiosa.
"Non ne avrò bisogno!"
Il fastidio si trasformò in rabbia in pochi secondi.
“Be come vuoi tu!” Rispose lei, rigirando No arashi e piantandola per terra.
"Che cosa fai?"
"Finché non userai la tua katana, non lo farò nemmeno io!" Disse quella poi, mettendosi in posizione.
"Tsè..." Cercò di dire l'azzurro, ma non fece in tempo che la ragazza gli fu sopra, veloce come non mai e cercò di colpirlo con un pugno in pieno viso. Lui si spostò in tempo schivandola, lei ne approfittò per tirargli un calcio sul fianco, colpendolo.
L'espada rispose con un pugno che Yui schivò con facilità, poi con una capriola tornò all'indietro. Iniziarono così uno scontro corpo a corpo, che Yui riuscì a sostenere con facilità. Si lanciò di nuovo verso di lui e le assestò dei colpi allo stomaco ed infine con uno sulla nuca lo fece sbattere a terra. L'arrancar si rialzò in fretta, ma Yui lo fece ricadere a terra colpendolo con un calcio, poi le fu sopra prima che quello potesse fare altro, schiacciandolo con il suo corpo .
Bloccò le sue mani a terra, mentre stava seduta su di lui.
"Ora vuoi iniziare a fare sul serio? Oppure vuoi continuare a prendere colpi da una donna?"
Grimmjow ringhiò rabbioso.
"Se volevi morire subito, bastava dirlo! Ti farò fuori in men che non si dica!" Rispose l'espada, avvicinando il viso a quello della ragazza.
"Se iniziassi a fare sul serio, allora potrei anche crederti!" Disse la ragazza in tono fi sfida.
L'azzurro la osservò un attimo, incastrando il suo sguardo i quello di lei.
Rimasero così per alcuni secondi.
Azein da lontano si destò un momento osservandoli e vide qualcosa che non avrebbe dovuto, c'era qualcosa nel modo intenso con cui si guardavano che non gli piacque per niente, pensò con fastidio.
Infine, Yui si spostò da sopra l'espada e andò verso la sua katana togliendola da terra . Grimmjow la guardò un momento sorridendo, sperava di poterla prendere in giro ancora, avrebbe voluto umiliarla battendola senza nemmeno sfoderare la sua katana, ma si era dovuto ricredere.
Infine scocciato ed irritato si alzò e tolse la sua pantera dal foderò.
"Age, No arashi." Pronunciò la ragazza, mentre il vento si alzava di colpo e poi si assopiva. Rapida gli fu sopra, senza aspettare un attimo di più.
Quello parò il colpo di puro istinto, trovandosela contro in mezzo secondo. Guardò ancora una volta i suoi occhi e vi lesse la stessa identica voglia di combattere che sentiva anche lui e quello lo eccitò più del dovuto.
La ragazza veloce si allontanò e ritorno all'attacco, veloce e forte, ma Grimmjow continuò a stargli facilmente dietro.
"Suīpu, saikuron!” Disse lei, mentre lanciava il suo fasciò violento di vento, senza dare scampo all'espada, poi si spostò veloce ancora, comparendo ad un altro lato.
"Hadono #33 – Sōkatsui.
Una palla di fuoco blu si materializzò dalla sua mano e andò dritta al colpire la sesta espada.
Grimmjow lanciò via la lama di vento, poi schivò la palla infuocata, all'ultimo secondo. Quando alzò il viso, lei non era più nel suo campo visivo e spuntò d'improvviso ad un passo da lui, colpendolo con la sua katana e ferendolo ad un braccio.
Grimmjow si allontanò, guardando incredulo la ferita. Ringhiò infastidito, mentre si rendeva conto di quanto fosse stata dannatamente furba.
La osservò furioso, poi fece un sorriso, se lei era a quel livello, allora quello sarebbe stato uno scontro davvero interessante e si animò ancora di più, mentre l'irrefrenabile voglia di distruggere ogni cosa, cresceva dentro di lui.
Si mise in posizione, poi si lanciò contro la ragazza con tutte le sue forze.
Yui si rese conto di quanto la sua velocità e la sua potenza fossero aumentate all'improvviso: sie era trattenuto?
Si domandò, incredula.
L'azzurro iniziò a colpirla con forza, veloce come non mai. Yui parò i suoi colpì, cercando di stargli dietro, mentre ogni fendente si faceva sempre più duro, fino a che la sua katana non la colpì all'avambraccio, aprendole una ferita.
Yui mise distanza fra loro, mentre con una mano toccava la ferita.
"Perché non chiami il bankai e la facciamo finita qui?" Disse Grimmjow guardandola con fare estremamente serio.
"Lo richiamerò solo se deciderai di fare sul serio! Visto che ti stai trattenendo!"
“Bene, allora fallo! Richiama il tuo bankai!" Disse divertito l'espada.
Yui strinse i pugni, avrebbe cosi tanto voluto fargliela pagare per quel suo modo arrogante di fare e di porsi, non sopportava che lui la guardasse dall'alto al basso così.
Portò di tutta risposta la katana a mezz'aria sul lato destro, con lo sguardo fisso sull'azzurro di fronte a se.
"Bankai." Sibilò fra i denti ed il vento iniziò a investire ogni cosa forte e potente, poi cessò all'improvviso e la figura della ragazza comparve avvolte dalle catene.
Grimmjow si leccò i baffi, mentre sentiva l'adrenalina pompare con forza nelle vene, poi si lanciò verso di lei, attaccando con tutte le sue forze.
Lei reagì bene al suo colpo e riuscì a stargli dietro con facilità, mentre quello attaccava senza sosta.
Yui rivide negli occhi dell'azzurro la sete di sangue che l'aveva sempre un po terrorizzata, la stessa che aveva avuto il giorno in cui lei era diventata shinigami.
Lui era feroce come non mai, spinto dall'istinto di uccidere e ferire. La ragazza  schivò i suoi i colpi, duri e potenti, senza lasciarsi sopraffare:
senza paura o timore.
"Non vedo l'ora di farti a pezzi, donna!" Disse su di giri l'arrancar e Yui rispose attaccando.Veloce con un shunpo, si spostò dietro alla sua figura, colpendolo con un calcio.
L'arrancar si voltò rapido e la colpì con la katana, Yui vide la lama ad un passo dal suo viso e con i suoi riflessi rapidi riuscì a bloccarla, prima che quella potesse ferirla seriamente.
Grimmjow rise sguaiatemente, mentre lei sentì il sangue colare sul volto da una ferita sullo zigomo.
"Ops, ho ferito il tuo bel visino"
"Fottiti!" Disse la ragazza, allontanandosi dall'arrancar infuriata.
"Dansu, No arashi" Pronunciò la ragazza, mentre il vento si alzava d'improvviso violento, poi lei scomparve ed iniziò a muoversi con velocità, danzando insieme al vento  e cercando di colpire l'espada in diversi punti. Lui seguì i suoi movimenti, fino a che lei come una furia, non gli comparve davanti agli occhi con la sua katana.
Grimmjow bloccò l'attacco e la spostò con forza, ma lei non gli diede tempo e andò di nuovo alla carica.
L'espada continuò ad aggredirla con ferocia, realizzando ad ogni fendente, quanto lei fosse effettivamente migliorata.
Pensò fosse dannatamente furba, nel saper utilizzare tutte le sue carte e dovette ammettere che, nonostante non fosse al suo livello, lei fosse comunque un ottima combattente
Sorrise, nel pensare all'irrefrenabile voglia di poterla sconfiggere a tutti costi.
"Lo sai come si dice? Ride bene chi ride ultimo, maledetto arrancar!" Disse furiosa la ragazza , mentre le catene sul braccio scivolavano via lentamente. Lasciò andare la katana, tenendola per quest'ultime, infine iniziò a far volteggiare sulla testa, mentre il vento si alzava ancora una volta, forte e violento.
"Hakai, tatsumaki" Pronunciò Yui, mentre il vento iniziava a raccogliersi per formare un vero e proprio tornando. Yui la lanciò poi, la sua katana verso l'espada ed il tornado iniziò a spostarsi per colpirlo. L'azzurro si spostò rapido, schivandolo con facilità, poi sentì qualcosa penetrare nella pelle e ferirlo dietro alla schiena.
Grimmjow si spostò ancora, mentre la zampakuto della ragazza, dopo averlo ferito, tornava indietro.
Lei sorrise, continuando a far volteggiare No arashi sulla testa.
"Maledetta!" Sussurrò Grimmjow, mentre sentiva il sangue colare dalla ferite dietro alle spalle. Lei di tutta risposta, lanciò la katana verso di lui un altra volta.
L'azzurro la schivò, poi gli andò contro e Yui si ritrovò completamente disarmata, mentre l'azzurro cercava di colpirla frontalmente. La ragazza spalancò gli occhi, pronta a ricevere il colpo, ma prima che potesse accadere, qualcosa lo bloccò, impedendo che lui la ferisse.
Grimmjow si sorprese nel vedere una barriera di vento, bloccare la sua katana.
Yui approfittò di quel momento e attirò verso di se No arashi afferrandola, poi rapida colpì l'espada, prima che lui potesse reagire, scaraventandolo con forza a metri di distanza e ferendolo all'addome.
La ragazza si asciugò il sudore dalla fronte, ancora ansimante.
Un secondo in più e lui l'avrebbe colpita.
Un solo secondo senza quella barriera e lei sarebbe sicuramente morta.
Grimmjow si alzò lentamente, con la furia negli occhi: quel gioco stava durando fin troppo e lui non avrebbe permesso che lei vincesse.
Si rialzò, toccando la ferita, poi si asciugò un rivolo di sangue dalla bocca. Infine, si mise a camminare con un sguardo che a Yui mise non pochi brividi.
Quello portò la sua katana a mezz'aria e vi mise una mano sopra.
Yui lo osservò, con un misto di paura ed eccitazione, sapeva di aver toccato profondamente il suo orgoglio, lui non si sarebbe mai lasciato battere da una come lei, non avrebbe mai permesso che una donna vincesse.
In quello sguardo, vi lesse tutta la sua sete di sangue. Lasciò andare le catene e riprese in mano No arashi, mettendosi in posizione.
Lei doveva sconfiggere Grimmjow.
Lei doveva vincere.
"Kishire, Pantera." Pronunciò l'espada, mentre un enorme fasciò di luce lo circondava, facendolo sparire alla vista dei presenti. Quando tutto quel trambusto finì , Yui scorse la figura dell'arrancar e spalancò gli occhi dalla sorpresa.
Se quella era davvero la forma rilasciata di Grimmjow, lei pensò che fosse eccezionale.
I capelli azzurri erano lunghi fino a dietro la schiena, portava una tutta aderente che copriva completamente il suo corpo, gli occhi azzurri come il cielo brillavano ancora più forti ed il viso, solitamente un po coperto da una maschera, era completamente libero, lasciando che visibili tutti i suoi lineamenti.
Yui ne fu catturata e si perse, fra i tratti del suo viso così sconosicuti.
Poi, sentì qualcosa formicolare sulla pelle e farsi sempre più pesante e capì che quella era semplicemente la sua reiatsu.
Se quella era la vera forza dell'espada, allora tutto sarebbe stato più complicato.
Per un secondo  pensò di non aver scampo, mentre la reiatsu dell'espada premeva sulla sua figura e sul suo cuore.
Aizen si destò sulla sedia, mettendosi un poco più dritto e guardando verso la sesta espada con perplessità: che intenzioni aveva Grimmjow?
Si chiese, osservandolo sospettoso.
L'epsada si mosse con passo fulmineo, scomparendo alla vista della ragazza.
Yui non lo vide nemmeno arrivare, se lo ritrovò sopra in un secondo e con istinto parò con la sua katana, gli artigli pronti a ferirla, ma quelli forti, la scaraventarono comunque a distanza. Con la stessa velocità, l'arrancar la raggiunse, mentre precipitava e con un calciò potentissimo, lanciò la ragazza contro uno dei pilastri presenti nel giardino.
L'impatto fu talmente potente che Yui perse tutto il fiato in corpo. Sentì le sue costole piegarsi, sentì il cuore fermarsi per un singolo secondo e la gola chiudersi.
Inoe scattò in piedi, preoccupata nel vedere quel colpo così potente e trattenne un gemito di paura.
Un rivolo di sangue colò dalla bocca della ragazza e sentì tutto farsi lontano. La  testa si fece pesante, ma con forza si rimise in piedi tenendosi con No arashi. Si pulì con il braccio il sangue sulla bocca, infine alzò la testa, incontrando la figura dell'espada, sorridente a distanza.
Lei non avrebbe mollato, pensò con forza, mentre il corpo doleva e la consapevolezza del loro divario, scavava con forza nelle viscere.
Si rimise dritta e con tutte le forze, andò all'attacco, fendente dopo fendente, cercando di sovrastare l'immensa forza della sesta espada, mentre quello, con tanta semplicità schivava i suoi colpi. Yui sentì un impeto di disperazione, farsi spazio nel petto, mentre la differenza fra la sua forza e quello di Grimmjow cresceva ogni colpo di più. Strinse più forte la katana e  continuò a colpirlo, ancora e ancora.
Grimmjow la osservò divertito,  con la sete di sangue negli occhi, spostandosi con facilità ad ogni suo colpo.
La ragazza, si fermò un momento, posizionandosi di fronte a lui e richiamò la sua reiatsu. D'un tratto, il vento iniziò a condensarsi sulla sua lama e con forza, lo lanciò verso l'espada. Lui lo scacciò con facilità e prima che lei potesse far altro, si spostò rapido, colpendola con i suoi artigli.
Yui sentì, la pelle sul petto lacerarsi ed un dolore lancinante farsi spazio e prima che potesse allontanarsi, Grimmjow le assestò un altro calcio, scaraventandola a terra.
La ragazza rimase rimase a terra un momento , mentre sentiva il petto bruciare ed il respiro mancare.
Cercò di rimettersi in piedi, esausta e dolorante.
Doveva rimanere cosciente, doveva essere forte, non poteva lasciare che lui vincesse, si rifiutava di pensare che potesse accadere il contrario.
Non avrebbe mai lasciato che lui  potesse batterla, non così, non con tanta facilità, pensò con disperazione e rabbia.
Si rimise in piedi, nonostante il suo corpo urlasse pietà.
"Pensavo che sarebbe stato più soddisfacente battermi contro di te, donna! Ma sei una delusione, quello che hai è solo apparenza, è davvero questo tutto ciò che sai fare?" Disse l'arrancar avvicinandosi verso di lei.
Yui lo guardò affondo, era stanca, sfinita a pezzi, ma non avrebbe mollato.
Per nessuna ragione al mondo.
"Sarai anche più forte di me, ma non credere neanche per un solo secondo di valere più di me. Perchè farò di tutto per batterti, a costo di dare me stessa !" Disse la ragazza con sicurezza.
Lui rise.
"Tu non vincerai questa dannata battaglia, brutto stronzo!”" Disse la ragazza, iniziando a far volteggiare la katana per aria. Il vento iniziò a circondarla con violenza e ancora una volta, il tornado si creò attorno a loro.
La volontà che bruciava nei suoi occhi, fece ridere ancora di più l'espada, eccitandolo più del dovuto.
"Inutile che ti impegni non vali niente!"
Il vento si fece ancora più forte.
"Hakai,Tatsumaki" (distruggi, tornado) Urlò la ragazza, mentre il tornando partiva verso di lui con violenza e la katana viaggiava a gran velocità. Grimmjow cercò di spostarsi, per evitare sia il tornando che la katana, ma fu quello il momento in cui, distratto da quei due, si sentì afferrare un braccio all'improvviso. Quando Grimmjow abbassò lo sguardo, notò delle catene avvolte sul suo avambraccio e prima che potesse liberarsene, sentì la presa farsi più stretta, poi rapida la ragazza comparve su di lui.
Grimmjow non capì più nulla, mentre le catene al braccio si stringevano penetrando nella pelle ed il tornando forte iniziava ad inghiottirlo, fu sicuro che lei lo colpisse, ma sparì di nuovo, scomparendo da di fronte a lui.
Infine, la sentì, una lama ferirlo al centro esatto della schiena, poi la ragazza comparve ancora davanti lui e lo colpì con un pugno in pieno viso, scaraventandolo lontano.
Yui cercò di stare dritta, mentre in lontananza l'espada si rimetteva in piedi, infuriato più che mai. Incontrò i suoi occhi azzurri accecati dalla rabbia, ma non si fece spaventare e con tutte le forze, si mise in posizione.
L'arrancar si catapultò verso di lei veloce.
"Maledetta stronza. Come hai osato??"
Yui cercò di schivare i suoi colpi, rapidi e violenti.
"Perché non ti arrendi, eh? Perché diavolo continui a combattere, sei solo spazzatura!" Disse l'espada, colpendola.
Yui ricadde sulle ginocchia dolorante, ma non si buttò a terra, cercò di rialzarsi. Grimmjow si precipitò verso di lei, ma non la colpì, l'afferrò per a giacca, alzandola fino ad avvicinarla al suo viso, contratto per la rabbia.
"Arrenditi!" Disse a denti stretti.
Yui strinse più forte No arashi, mentre dentro agli occhi bruciava ancora la voglia di poter vincere.
"Mai!” Rispose con forza lei.
Grimmjow la osservò, serio scrutando ogni centimetro del suo viso.
Lei sorrise livemente.
"Dì quello che vuoi, puoi disprezzarmi e insultarmi, ma la verità è che se c'è qualcuno che vale meno di zero, quello sei tu! Perciò scordati che io posso arrendermi ! Questo non succederà MAI!"" Disse lei con forza, mentre con sguardo freddo e glaciale osservava il sui opponente.
Ci fu un momento in cui quegli occhi e quello sguardo lo infastidirono così tanto, da scatenare dentro di lui una furia, mai sentita prima.
Fu solo un secondo, eppure Grimmjow non capì più nulla, mentre quei maledetti occhi continuavano a guardarlo con forza.
Ci fu solo buio e rabbia, mentre quella maledetta donna non si arrendeva, nonostante il loro divario, nonostante lui fosse così forte...
Lei non avrebbe ceduto, avrebbe continuato a guardarlo a quella maniera, con disprezzo e odio e lui, non poteva sopportarlo.
Fu solo un breve istante e prima che lui potesse anche solo realizzarlo, i suoi artigli trafissero l'addome della ragazza, trapassandola.
Yui perse un respiro, mentre sentiva la carne lacerata bruciare di dolore. Fu un solo attimo, un battito di cuore, un respiro spezzato.
Lei sgranò gli occhi dalla sorpresa, mentre dentro se stessa realizzava ciò che era appena successo.
Fece male, più di quanto si aspettasse
Fece male dentro, in profondità, là dove non avrebbe mai dovuto far male, là dove i suoi strani e confusi sentimenti, iniziavano a piegarsi sotto una cocente e amara delusione.
Perchè si, lei sapeva che sarebbe potuto succedere, ma una parte di se aveva pensato che forse lui...
Ma lui era solo il suo nemico...
Solo un nemico.
Lui le vide passare nei suoi occhi castani: tristezza e consapevolezza.
In un secondo, la furia scomparve improvvisamente dagli occhi dell'azzurro, riportandolo lì, di fronte a lei e lui, capì ciò che aveva fatto.
Yui abbassò lentamente lo sguardo, lì dove gli artigli dell'espada erano ancora dentro al suo addome, poi lo rialzò, per guardare dritto verso gli occhi dell'azzurro.
Grimmjow tolse lentamente la mano, sentendo il gelo farsi spazio dentro alle vene, mentre un rivolo di sangue scivolava dalla labbra di lei.
Yui sentì un dolore così forte, che avrebbe potuto lasciarla incosciente, le gambe tremarono, ma lei cercò di stare in piedi con tutte le sue forze, portando una mano sull'addome per fermare l'emorragia.
L'esapda fece un passo indietro, ancora incredulo e scosso, mentre nella sua testa un groviglio di pensieri scomodi, scazzottavano fra loro.
La guardò negli occhi:
quegli occhi castani, in cui lui lesse tristezza e amarezza.
Una strana sensazione iniziò farsi spazio fra i meandri della sua mente.
Non sape dire come, ma si sentì in colpa e arrivò, dritta come una pugnalata al cuore, la lacerante e terribile consapevolezza, che lui non voleva che lei.. Lei non poteva morire! Pensò, confuso.
Fu strano pensarlo e fece ancora più male, realizzarlo.
Come poteva sentire qualcosa del genere per quella dannata donna?
Lui era il re, lui non poteva...
Ed i suoi occhi si persero, dentro a quelli castani della ragazza, mentre li vedeva spegnersi.
Sentì il panico, avvolgergli il cuore.
Yui cercò di non crollare, cercò di rimanere in piedi, dritta, mentre sentiva le forze lasciare il suo corpo.
Tutto iniziava a farsi lontano e offuscato.
Sentì in lontananza, Inoe urlare il suo nome e piangere, la sentì agitarsi e combattere contro Ulquiorra, riuscì persino a scorgere il vociare lontano degli espada, che sussurravano fra loro.
Fu strano, rendersi conto di tutto ciò che le stava attorno, mentre sentiva la sua vita scivolare via, goccia dopo goccia.
E si rese conto di una cosa: lei stava morendo, se ne stava andando e non avrebbe potuto far nulla per impedirlo.
Eppure lei non voleva andarsene così.
Non senza combattere.
Alzò la testa il tanto di puntare il suo sguardo verso l'azzurro, mentre con le ultime forza alzava No arashi, stringendola più forte.
Grimmjow vide qualcosa in quegli occhi.
“Non ancora..." Disse con enorme sforzo.
L'espada spalancò gli occhi nel sentire quella parola.
La ragazza portò la sua zampakuto a mezz'aria sul lato destro, poi si concentrò, richiamando la sua reiatsu.
"Namida, no Arashi" (Piangi, tempesta) Pronunciò, in un sussurro la ragazza.

Sulle loro teste, improvvisamente il cielo si fece scuro, le nuvole coprirono l'azzurro di quella distesa illuminata ed il buio, fu l'unica cosa che rimase, mentre tuoni e fulmini si scatenavano facendo un grande trambusto ed il vento investiva ogni cosa.
Ci fu un lampo, poi un rombo di tuono spezzò il silenzio ed improvvisamente iniziò a piovere.
Tutti rimasero sorpresi, da quel fenomeno inspiegabile.
Aizen guardò il tutto in piedi, ormai completamente catturato, avrebbe dovuto intervenire ma non lo fece, rimase immobile ad osservare quel fenomeno così bello e particolare.
Inoe dal suo canto, cercò di liberarsi ancora una volta dalla stretta di Ulquiorra, senza successo.
"Lasciami andare! Devo andare a curarla, lasciami ti prego!" Urlò preoccupata ,ma nessuno le diede ascolto.
Grimmjow sentì la pioggia ricadere su di se e bagnarlo lentamente, mentre i suoi occhi erano legati a quelli della ragazza di fronte.
Si rese conto che non gli importava di nulla, ne tanto meno di quella stramaledetta pioggia, quando dentro affogava immerso dentro ad emozioni che lui stesso faceva fatica a capire.
Rimasero lì a guardarsi sotto la pioggia, mentre lei si reggeva a malapena in piedi poco distante da lui.
Infine, la pioggia smise di cadere.

Yui lo guardò con tristezza.

Lui la a guardò confuso, poi sentì qualcosa scivolare sulle sue braccia, quando le guardo vide le gocce di pioggia muoversi sulla sua pelle e unirsi, le una alle altre, fino a creare una catena.

Lui non fece in tempo a realizzare cosa stesse accadendo, che quelle si attorcigliarono su entrambe le braccia, poi sulle gambe ed infine sul collo.
Prima che potesse dire o fare altro, quelle si strinserò all'improvviso, tirandolo verso il basso, fino a farlo inginocchiare, bloccandolo in quella posizione. Grimmjow cercò di opporsi, ma quelle strinsero ancora di più.
Rimase così. completamente esposto, privo della possibilità di potersi difendere, inginocchiato difronte a lei.
Guardò la ragazza senza capire, mentre le catene stringevano ed entravano dentro alla carne, cercò di dire qualcosa, ma la voce si spezzò, quando le catene strinsero sul collo. L'espada cercò di guardare la ragazza, sotto la pressione di quella trappola.
Yui lo osservò un solo attimo, poi sparì rapida e ricomparve ad un passo da lui.
Incastrò il suo sguardo gelido dentro a quello dell'espada.
“Mi dispiace, Grimmjow!”
Lui spalancò gli occhi nel sentire il suo nome uscire dalla sue labbra e fu strano.

Dolce e amore allo stesso tempo.

Lei alzò la katana, lui non pote che guardarla, inerme, mentre lo colpiva in pieno petto, lacerandolo con una profonda ferita.
L'arrancar sentì solo un forte dolore ed il sangue colare dalla sua bocca, poi le catene si sciolsero lasciandolo precipitare con il viso a terra.
Yui rimase in piedi a qualche passo da lui, con la katana ancora in mano, mentre guardava il suo nemico riverso a terra
Chiuse gli occhi un solo momento e lasciò che il vento la investisse, poi tutto si fece buio e lontano.

 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


CAPITOLO 49
"I got addicted to a losing game"
Duncan Laurence





 

Zen corse veloce e si infilò dietro ad un vicolo, accovacciandosi immobile. Trattenne il respiro, fino a che un uomo non passò di corsa, infuriato, urlando parolacce.
Non lo vide, ne si rese conto di lui.
Il ragazzino rimase nascosto, finchè i passi dell'uomo non scomparvero lontani, poi lentamente si mosse e si mise in piedi. Sbirciò prima sulla strada, dopo di che, rapido si mosse, ripercorrendo la strada al contrario.
Si allontanò un poco dal villaggio, fino ad arrivare ad una casetta disastrata in mezzo alla foresta. Entrò piano, fino a raggiungere il salone, si guardò un attimo attorno, poi qualcuno spuntò da dietro una porta.
Zen incastrò i suoi occhi in quelli della bambina, poi sorrise felice
"Kaori!”
La bambina uscì lo raggiunse, con un sorriso stampato sul volto.
"Guarda cosa ho portato!" Disse lui, mostrando due pagnotte, lei le guardò con occhi sognanti.
"Zen ma come hai fatto?”
"Con questo!" Rispose il bambino compiaciuto, toccandosi la testa. Lei rise, mentre lui gli porgeva un pagnotta. Dopo di che si sedettero, felice come due pasque ed iniziarono a mangiare.
Zen guardò la bambina, mentre quella innocente e felice mangiava il suo pane, la scrutò di sottecchi, incantato.
Era solo una bambina eppure, dietro a quell'essere così piccolo, lui aveva riposto tutto se stesso.
Fu strano pensarlo.
Per tutta la sua breve vita, aveva tirato avanti ignorando il mondo esterno, pensando che non avesse biosgno di niente e nessuno, se non di se stesso. Era cresciuto in mezzo alla povertà, al diagio e alla solitudine, senza mai pensare per una sola volta che il mondo,valesse la sua attenzione.
Poi era arrivata lei, piccola e innocente, l'aveva trovata lì a piangere in mezzo alla pioggia, distrutta dalla solitudine, nonostante la sua età. Quello aveva cambiato ogni cosa: quei dannati occhi castani, avevano scavato dentro, gli avevano afferrato il cuore in una morsa che nemmeno lui, si sarebbe aspettato.
In un secondo, in solo battito di ciglio, lui che per tutto quel tempo aveva pensato solo a se stesso, aveva iniziato a pensare a come potessere essere quella sua vita, affianco a lei. Dal momento in cui l'aveva presa per mano in quel vicolo, molte cose erano cambiate, lui era cambiato e prima che potesse anche solo pensarlo, Kaori era diventata la sua ragione di vita, prima che potesse anche solo realizzarlo, lei era diventata ciò di cui lui aveva bisogno, per non sentirsi più solo.
Lei era così diversa da lui: sempre cosi allegra e gentile.
Aveva fiducia nel mondo, nelle persone, in tutto ciò che le stava attorno e che la rendeva felice, mentre lui, freddo e distaccato, disprezzava ogni cosa, allontando tutto dal suo cuore. Eppure, da quanto lei gli stava affianco, aveva imparato così tanto, aveva imparato amare ed apprezzare le piccole cose: i gesti, i momenti, le risate, il cielo, l'amore e la vita.
Lui che non aveva mai avuto nessuno, ora aveva qualcuno da proteggere.
Lui che non aveva avuto nessuno, si sentiva protetto, felice ed amato e tutto grazie ad una stramba bambina, pensò, guardandola con insistenza.
"Che c'è?" Chiese Kaori ,sentendosi osservata, Zen scosse la testa.
"No, nulla pensavo..." Disse semplicemente, il bambino tornando a mangiare.
"Tu pensi sempre troppo! Guarda che se non ti sbrighi me lo mangio io!" Lo minacciò, la bambina. Zen rise divertito, poi morse un pezzo di pane, gustandolo con leggerezza,  nascondendo un sorriso.

 

 

...

 

Yui aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuoco lentamente un soffitto grigio e spento, per un secondo non capì dove si trovava, ne cosa fosse successo, poi  incontrò gli occhi castani di Inoe, affianco a se e ricordò ogni cosa.
Sentì una fitta di dolore, lì dritta al cuore: era ancora viva, pensò sorpresa.
La ramata la guardò con stupore e si precipitò verso di lei.
"Yui!" La chiamò quella, guardandola con preoccupazione, poi si buttò su di lei abbracciandola.
"Yui, sei viva! Sei viva! Tu stavi morendo, io ti ho salvato solo per poco. Mi dispiace! Ti prego dimmi che stai bene!" Disse piangendo,Yui la strinse forte.
"Va tutto bene, Inoe! Io sto bene grazie a te! Ti prego non piangere." Rispose la castana, continuando a stringerla. Inoe rimase fra le sue braccia ancora un po, poi si allontanò asciugando il viso.
"Ero così spaventata, loro non hanno fatto nulla, hanno solo guardato. Io volevo correre da te, ma loro non me l'hanno permesso! Mi dispiace!" Continuò tristemente.
Yui gli prese il viso fra le mani.
"Ehi, guardami! Io sto bene, grazie a te! Ora non devi più preoccuparti!" Disse Yui rassicurandola, quella sorrise dolcemente.
La castana le sorrise lievemente, poi la lasciò andare, mentre un pensiero le riempiva d'improvviso la testa e abbassò lo sguardo, esitante.
“Inoe.."
La ramata la guardò un attimo, in attesa.
“L..Lui.. lui sta bene?” Chiese, senza alzare il viso.
Inoe la osservò un momento, sorpresa di sentirsi porre quella domanda proprio da lei, non ne capì il motivo, ma annuì.
“Si, lui sta bene.” Disse tra un misto di amarezza e rammarico, per averlo dovuto curare senza che lo desiderasse per davvero.
La castana non reagì, rimase in silenzio, pensierosa.
“Grazie.” disse infine.
Inoe inclinò la testa, perplessa.
“Se non ci fossi stata tu, questa volta credo che io.. be, non sarei sopravvissuta. Perciò Grazie, davvero!” Disse la ragazza, alzando finalmente lo sguardo.
Inoe sorrise verso di lei, poi la porta scattò all'improvviso, lasciando che il solito annoiato Ulquiorra varcasse la soglia.
Yui lo guardò un momento, cercando di leggere nelle sue iridi verdi qualcosa, qualcosa che nemmeno lei sapeva di voler cercare.
“Ti sei ripresa.”
Yui annuì.
“Sei dannatamente caparbia, umana.”
La ragazza, spalancò un poco gli occhi nel sentirglielo dire.
“Forse iniziò a capire perché Aizen-sama ti vuole a tutti costi attorno.”
“Perchè sono dura a morire? Magari fosse solo per quello..” Disse, senza pensarci.
Ulquiorra la guardò con curiosità, ma non aggiunse altro.
Yui sostenne il suo sguardo interrogativo e perplesso per un po, poi lui guardò la sua amica.
“E' ora di andare.” Disse semplicemente.
Inoe guardò Yui, poi con tristezza si alzò e seguì la quarta espada per chissà dove, dentro a Las Noches.
Yui guardò la porta chiudersi e lasciarla lì, da sola con i suoi pensieri, in quella stanza dell'infermeria, spenta e grigia. Quando torno a coricarsi rimase a fissare il soffitto a lungo: si sentiva cosi vuota.
Quello scontro, l'aveva svuotata di ogni cosa, come se le avessero strappato ogni l'emozione. Non era la prima volta che rischiava la sua vita, in uno di quei combattimenti, ma il fatto che fosse successo contro Grimmjow, aveva reso tutto così diverso. Riusciva ancora a percepire la sua delusione cocente, quando lui l'aveva ferita, come se una parte di lei, si aspettasse che lui non lo facesse, come se si aspettasse che lui potesse risparmiarla, solo perchè era lei.
Era stata stupida, anche solo a pensarlo e la delusione di quel momento, l'aveva spinta ad utilizzare una tecnica, che lei non avrebbe mai pensato di usare.
Una tecnica che aveva nascosto, che aveva celato in qualche parte lontana di se, perchè terrificante e spaventosa.
Una tecnica fatta solo per uccidere.
Lei che non avrebbe mai fatto del male ad una mosca, aveva usato la sua peggior tecnica contro una persona...
Yui portò le mani in alto ad osservarle: cosa era diventata?
Chi era diventata?
Era davvero diventata qualcuno disposta ad uccidere il suo nemico?
Si portò le mani sul volto, consapevole che nulla sarebbe stato più come prima, che lei non sarebbe mai più stato come prima.

Ormai era più simile a loro, di quanto lei potesse anche solo immaginare.

 

...

 

 

Yui pote tornare nelle sue stanze qualche giorno dopo. Avere lì Inoe, significava una guarigione più rapida ed efficace e lo notò, nel momento esatto in cui si guardò allo specchio, quello specchio che di solito mostrava una persona sfigurata, ora rappresentava una Yui, che lei aveva dimenticato.
Si toccò il viso, morbido e liscio, privo di ogni cicatrice deturpante e terribile.
Il suo corpo era tornato quello di una volta, ma lei no, perchè quelle cicatrici, anche se non visibile, erano comunque lì, sopra il suo cuore.
La ragazza andò sconsolata verso la libreria e afferrò un libro, per poi sedersi sul divano, rigirandoselo fra le mani. Lo aprì, speranzosa che quello potesse in qualche modo distrarla, da quel turbine di emozioni che ancora attanagliavano il suo stomaco.
Poi, improvvisamente, la porta si spalancò con violenza, lasciando che una figura entrasse a falcate dentro alla stanza.
Yui sussultò spaventata e si alzo di colpo, pronta a difendersi da qualsiasi cosa fosse, ma quando alzò lo sguardo incontrò gli occhi azzurri della sesta esapda.
La guardò per un solo attimo, po gli andò incontro afferrandola per un braccio.
"Che cosa fai?" Chiese Yui, senza capire. Grimmjow non l'ascoltò, ma prese a trascinarla per portarla fuori dalla stanza.
“Ehi! Lasciami andare!” Ripetè la castana, con più forza, lui la ignorò completamente, fino a che lei, con un colpo secco non si liberò dalla sua presa.
"Sei per caso impazzito? Che cosa vuoi? Vattene immediatamente!" Disse arrabbiata lei, l'azzurro la osservò con il viso contratto dalla rabbia e frustrazione, accorciando le distanze fra loro.
Yui lo guardò confusa, ma non si mosse di un solo centimetro.
"Tu combatterai con me! Di nuovo!" Disse a denti stretti, Yui spalancò un poco gli occhi.
"Perchè? Scordatelo! Non ho alcuna intenzione di battermi nuovamente con te!"
L'azzurro, strinse i pugni, poi si riavvicinò a lei, l'afferrandola nuovamente per un braccio
"Vedi, non è questione di volere o meno. Tu combatterai con me, punto!"
Yui lo guardò, senza capire, persa in quegli occhi azzurri lontani, distrutti e fuoriosi.
"Per favore, lasciami immediatamente andare. Io non voglio farlo, basta!” Disse lei con più calma, cercando di placare l'azzurro e quel suo impeto. Grimmjow la guardò per un attimo, leggendo la supplica nei suoi occhi, poi spostò lo sguardo, non voleva guardarla, non gli importava delle sue suppliche, lui voleva la sua rivincita, lui aveva bisogno della sua rivicinta, strinse la presa sul braccio di lei e poi cercò di trascinarla con se.
“Smettila!” Disse lei,  ma lui non ascoltò.
"Basta! Smettila ok! Hai già avuto ciò che volevi; NON COMBATTEREMO ANCORA!
"Non sarai tu a decidere!" Rispose duramente l'azzurro, lei si liberò dalla sua presa con forza.
"Si invece! Hai avuto la tua possibilità, ora basta!"
"Credi davvero di poter fare ciò che vuoi qui? Eh? " Disse lui, avvicinandosi con furia verso di lei.
Yui lo guardò negli occhi sorpresa, perchè stava facendo cosi?
Perchè non riusciva a capirlo, che era finita?
Lei voleva solo essere lasciata in pace, dopo tutto ciò che era successo...
Lei voleva solo andare avanti..
"No!" Disse lei con forza.
"No cosa? Tu combatterai contro di me, fino a che non sarò io a batterti e non ti faro a pezzi e sarò io il vincitore! Io sono il più forte! Io sono il re e tu se solo una donna, io ti.."
Quelle parole, arrivarono dritte come un pugno in pieno stomaco e ancora una volta, la delusione pervarse il suo cuore.
"E' questo vero? Ovvio che è questo. Ti fa così tanto male pensare a come è finita? Non riesci proprio a rispettarmi vero? No, devi per forza guardarmi con disprezzo, devi per forza essere il vincitore di una battaglia che nemmeno esiste, devi per forza farmi a pezzi a tutti i costi. Quanto tormento devi provare per esserti fatto battere da me? Sai cosa ti dico? Così come tu hai tormentato me in questo mese, rendendo ogni cosa un inferno, spero che quello che stai provando ora ti perseguiti da qui fino alla tua morte!” Disse la ragazza dura e fredda , poi lo supero pronta ad allontanarsi da lui.
L'azzurro rimase immobile, mentre quelle parole arrivavano come una secchiata gelida, così dure da sembrare una pugnalata dritta al cuore. Sentì la rabbia inondargli le vene e la furia accecarlo. Non avrebbe mai lasciato che le cose stessero cosi, non avrebbe mai lasciato che lei vincesse su di lui, ne andava del suo orgoglio, ne andava della sua forza,della sua vita. Lui era il re, non poteva lasciare che lei lo trattasse così e che lo avesse lasciato esanime in un incontro. 
Non lei.
Non così.

Furioso come non mai, Grimmjow si voltò afferrando la ragazza per un braccio e facendola voltare. Lei cercò di liberarsi opponendosi e facendo forza contraria, ma l'azzurro arrabbiato fece resistenza, poi..
Fu un secondo, lei cercò di liberarsi con un colpo secco, lui la spinse verso di se e fu un attimo, lei perse l'equilibrio sotto quella forza e cadde, andando a sbattere il viso su di un comodino di fianco al grande letto.
Calò il silenzio nella stanza, mentre la ragazza rimase immobile per terra.
Grimmjow rimase senza fiato per un solo secondo, poi lei si mosse, mettendosi a sedere e lui, vide il suo viso, quel suo dannato viso, ricoprirsi di rosso cremisi.
Lui si precipitò verso di lei, spostandole i capelli per vedere la ferita. Yui sentì solo un dolore lancinante e del caldo sul viso, vide la figura dell'espada farsi rossa, poi portò una mano sulla testa e percepì il sangue sulle dite.
“Merda” Disse lei, cercando di tamponare la ferita, sentì gli occhi bruciare di lacrime, mentre la testa pulsava dal dolore.
Grimmjow cercò di aiutarla, per fermare l'emorragia ma lei la scacciò con violenza.
"Non osare toccarmi!" Disse con rabbia.
L'azzurro ci riprovò.
"HO DETTO DI NON TOCCARMI!" urlò furiosa la ragazza.
“Io... Mi..” cercò di dire quello, senza parole.
“Perchè mi devi sempre far del male! Io.. Io ti odio, maledetto espada!” Disse lei, alzandosi di colpo, senza nemmeno voltarsi a guardarlo, di corsa uscì fuori dalla stanza, con l'urgente bisogno di andare via da li, da lui e allontanarsi, il più possibile e si sentì una stupida, per essersi preoccupata per lui, per aver anche solo pensato che lui potesse...
Corse via, lasciandosi scappare lacrime, che non avrebbe dovuto nemmeno piangere, non per lui, mai per uno come lui.
Grimmjow di tutta risposta rimase immobile per un secondo, ammutolito, poi si alzò, con il cuore stretto nel petto ed il senso di colpa, uscì dalla stanza, per raggiungerla.
Lei lo odiava, certo che lo odiava, lui era il suo nemico e allora..
Perchè lo infastidiva quel pensiero?

Yui continuò a correre, con la vista sfocata da sangue e lacrime, senza sapere dove andare, semplicemente correndo via, cercando di allontanarsi da lui, il più possibile.
Cosa aveva fatto di male per meritarsi tutto quello? Si chiese, mentre la vista diventava sempre più appannata e senza rendersene nemmeno conto, andò a sbattere contro qualcuno ricadendo a terra.
Quello la fece crollare ancora di più. Per un secondo, si sentì quasi cadere a pezzi, come vetro infranto sul pavimento, duro e freddo.
Come se quello che era appena successo, fosse stata l'ultima goccia, quella che aveva fatto traboccare tutto il vaso, un vaso pieno di tristezza, paura, disperazione, abbandono, solitudine e dolore.
Sentì il panico invaderle per un secondo il cuore e la necessità di poter fuggire da lì, di andare via e tornare a casa.

Voleva scappare.

Voleva solo sparire.

"Yui?" Sentì chiamarsi e quando alzò il viso, con gli occhi appannati, riconobbe anche se poco la figura di Starrk. Si nascose fra le mani, mentre dentro di lei quella tormenta di emozioni la investiva con tanta violenza.
"Che cosa diavolo ti è successo?" Chiese l'uomo, mentre osservava il viso ricoperto di sangue della ragazza. Starrk avvicinò la mano sulla sua testa e scoprì una lunga e profonda ferita.
"Chi ti ha fatto questo?" Chiese sorpreso l'espada, ma Yui non rispose cercò di mettersi in piedi e voltarsi per andare via, ma lui la bloccò, per le spalle.
“Per favore, lasciami andare” Disse con tono triste e spezzato la ragazza.
Ma lui non ascoltò, la voltò verso di se, mentre lei continuava a nascondere il viso.
“Yui guardami!” Disse quello, con tono perentorio.
Lei rimase immobile per un secondo, poi lentamente abbassò le mani, scoprendo un viso impastato di sangue e lacrime, non lo guardò negli occhi, per la vergogna.
“Che cosa è successo?” Chiese Starrk, ma prima che lei potesse parlare, Grimmjow spuntò dietro all'angolo, guardando prima lui, poi la ragazza.
Starrk, puntò i suoi occhi color del ghiaccio in quelli dell'azzurro, con fare tremendamente serio e capì tutto. Grimmjow spostò lo sguardo, con un misto di senso di colpa e imbarazzo.
“E' stato lui, vero?” Chiese, mentre guardava l'espada, alle spalle della ragazza.
Lei non rispose.
“Cosa diavolo le hai fatto?”
Yui capì che non stava parlando con lei e percepì solo in quel momento, la presenza della sesta espada alle sue spalle.
“Non era mia intenzione! Io volevo solo..” Cercò di spiegare quello.
La ragazza strinse gli occhi sentendosi per l'ennesima volta una stupida, per aver creduto di poter essere di più, qualcuno che lui non disprezzasse così tanto. Cercò di superare la figura di Starrk, ma quello la bloccò.
“Ti prego, lasciami andare.” Disse lei, con un disperazione.
Starrk abbassò lo sguardo, sentendo la sua voce, lei alzò lievemente gli occhi e lui vi lesse così tanto, d'istinto portò una mano sulla sua spalla e prima che lei potesse far altro, d'improvviso si accasciò, perdendo conoscenza.
Staark l'afferrò per pure istinto, sorreggendola per non farla cadere.
“Yui! YUI! Sveglia!” Cercò di dire la prima, scuotendola. Grimmjow avanzò verso di loro, il tanto di aiutare la prima espada a tenerla.
“Che diavolo gli hai fatto?” Disse Stark con rabbia.
“E' stato un incidente, io non...”
La prima espada non lo lasciò finire, prese la ragazza in braccio e si mise a camminare di fretta.
“Cosa fai?”
“Cerco di salvarle la vita, brutto idiota!” Rispose la prima, avanzando con sicurezza fra i corridoi di Las noches. Grimmjow lo guardò muoversi rapido e con il cuore ancora stretto nel petto, lo seguì senza fiatare.
“Dove credi di andare, l'infermeria non è lì!” Urlò l'azzurro, dietro alla prima espada.
“Non ha bisogno dell'infermeria!”
Grimmjow non capì, fino a che quello, non girò un paio di volto e lui, intuì dove la stava portando.
Starrk si precipitò sulla porta di una stanza, aprendola all'improvviso.
“Aiutala!” Disse Starrk alla figura di fronte a lui.
Inoe lo guardò prima con paura, poi con stupore quando le fece quella domanda, poi incontrò la figura di Yui priva di conoscenza.
La ramata scattò in piedi verso di loro.
“Yui! Che cosa è successo?” Chiese con preoccupazione.
La prima espada si inchinò per adagiarla a terra.
“Chiedilo a lui” Disse quello, mentre la figura di Grimmjow compariva dalla porta.
Inoe incontro lo sguardo azzurro di quest'ultimo, cercando spiegazione, ma la sesta espada, spostò il suo sguardo sentendosi a disagio.
“Ha sbattuto la testa, contro qualcosa. Dannazione smettila di guardarmi così e muoviti! Fai qualcosa!” Disse quello, con frustrazione.
Inoe l'osservò con tristezza, ma non se lo fece ripetere.
“Santen kesshun, io rifiuto!” Pronunciò Orihime, mentre il solito scudo arancione si posizionava sulla ragazza.
“Sbrigati!” Ripetè Grimmjow con un misto di rabbia e preoccupazione avvicinandosi un poco. Starrk si alzò di colpo, parandosi davanti a lui e bloccando la sua avanzata.
“Come osi avere certe pretese? Sei stato tu a conciarla così! Cosa diavolo avevi in mente?” Chiese la prima espada, infuriato.
Grimmjow percepì la sua rabbia, strinse i pugni, come osava guardarlo a quella maniera? E perchè se la prendeva tanto per quella donna? Pensò, infastidito l'azzurro.
“Qual è il tuo problema Starrk?” Chiese irritato l'azzurro.
“In questo momento? Sei decisamente tu!”
“Che vuoi da me? Perchè ti importa così tanto di quella donna?”
“Mi importa di questa donna dal momento che Aizen-sama, la reputa importante! Che cosa credi di insinuare sesta espada?!”
“Be, non è un po troppa preoccupazione, per qualcosa che nemmeno Aizen apprezza così tanto? Infondo la manda al macello, come se fosse un pezzo di carne , cosa ti importa a te di che fine  possa fare?”
Starrk si avvicinò verso di lui con fare minaccioso.
“Mi importa dal momento che le tue sudice manacce, mettono in pericolo la vita di qualcosa che preme particolaremente ad  Aizen-sama! Forse dimentichi qual è il tuo compito e a chi devi la tua lealtà, Grimmjow! Dimentichi che se lei muore, TU verrai fatto a pezzi come carne da macello! Perciò vedi di tenere le mani apposto o ti assicuro, che sarò io stesso a fartela pagare per le tue azioni sconsiderate!”
“Io non ho paura di te, prima, con chi credi di parlare? Pensi che me ne vada in giro a farle del male? Forse sono l'unico qua dentro a tutelarla davvero, non sei tu a starle appiccicato tutto il giorno, a scortarla dentro al palazzo e proteggerla da gente come te e tutti gli altri stolti!”
Starrk lo afferrò per la giacca.
“Bada a quello che dici o giuro che ti taglio la lingua! Non ho mai osato farle del male, a differenza tua e del tuo virile egocentrismo!”
“Smettetela! Basta! Non è il momento per bisticciare o combattere! Volete che la guarisca, allora lasciatemelo fare in tranquillità! Per favore!” Li riprese la ragazza.
I due si guardarono in cagnesco un momento, fermi, poi Starrk lasciò andare la giacca dell'azzurro e si voltò, verso la ragazza.
“Fai ciò che devi, noi non ti disturberemo” Disse serio, avvicinandosi a lei.
Grimmjow rimase in piedi, guardò la ramate, poi i suoi occhi ricaddero sulla ragazza incosciente, strinse i pugni ed uscì fuori, appoggiandosi al muro di fianco alla porta,a amareggiato.
Lui non voleva fargli del male, voleva solo combattere, voleva solo dimostrare che lui era di più, che era forte, che nessuno lo avrebbe battuto, ben che meno lei.
Lui era il re, lui non poteva farsi battere da chiunque, lui non poteva perdere...
Ammettere che lei era più forte di lui, lo avrebbe distrutto, lo avrebbe fatto crollare, non poteva essere così, lui doveva dimostrare quello che valeva e valeva molto di più, pensò, guardandosi le mani.
Chiuse gli occhi, pensando allo scontro, al momento in cui la sua mano l'aveva trafitta, al fastidioso pensiero di non volerla perdere e al fatto che lui non poteva accettare quella sconfitta, perchè gli faceva male in modi che lui stesso faticava a capire.
Lui non voleva fargli del male, ma odiava l'idea che lei fosse più di lui...

In ogni cosa...

Starrk dentro alla stanza, se ne stava in piedi a guardare quella strana ragazza, inosciente, ammettendo di essere in pensiero per lei.
Lui a cui non importava mai di niente, era in pensiero per lei...
Perchè si, a lui piaceva quella ragazza, lo aveva capito da quando l'aveva osservata sulla terra.
Lei era solare, allegra ed era...viva.
Si ricordava, di un giorno in cui l'aveva trovata a giocare con Lilinette. Lei aveva sopportato quella dannata bambina per tutto il tempo e l'aveva assecondata nei suoi giochi ed avevano riso e lui sapeva, che Lilinette era tutto tranne che una tranquilla.
Lei era così umana, così gentile.
Era forte e sapeva che nonostante tutto quello che era successo, non si era lasciata piegare da gente come loro.
Lei era tosta e Starrk riconosceva certe cose, nonostante non gli importasse di niente e di nulla.

La ferita si rimarginò subito dopo, ma la ragazza rimase incosciente per un po.
Inoe, rimase immobile affianco a lei, attenendo che si svegliasse, mentre di sottecchi guardava la prima espada quasi preoccupato.
Lo guardò con curiosità, aveva sempre pensato che gli espada fossero solo mostri spregievoli al cospetto di Aizen, un po come lo era Ulquiorra, ma dopo aver sentito quei due discutere a quella maniera, così animata e tutto per la ragazza di fronte a lei, si rese conto di quanto loro fossero più uguali agli umani di quanto pensava.
Erano davvero preoccupati per Yui? Si domando, perplessa.
La ragazza si mosse un attimo, poi si risvegliò lentamente, mettendo a fuoco la stanza. Incontrò prima lo sguardo di Inoe, poi quello di Starrk e in un secondo, ricordò ogni cosa.
Di scattò si mise a sedere, toccandosi la testa, ora priva di ferita.
“Attenta!” Disse Starrk.
Yui lo guardò un momento, poi si rimise in piedi.
“Sto bene..” Disse la ragazza, barcollando un poco Staark, si precipitò a tenerla.
“Sicura?” Disse quello.
Lei lo guardò stupita, ma grata, poi annuì.
“Ho bisogno di andare nella mia stanza” Disse lei.
L'uomo la fissò un momento, poi la lasciò andare, senza parlare.
“Yui..” La richiamò Inoe, preoccupata.
Yui strinse gli occhi, non si voltò verso di loro.

“Grazie per quello che avete fatto.” Disse semplicemente, poi uscì dalla stanza, con un profondo bisogno di trovare dell'aria. Avrebbe potuto soffocare dentro a quella stanza, sotto i loro sguardi.
Così pesanti.
Quando mise piede fuori, vide la figura della sesta espada affianco alla porta, i loro sguardi si incrociarono per un secondo. Lui cercò di dire qualcosa, ma lei si mosse rapida e veloce, lo superò, correndo verso la sua stanza.
Sentì il cuore farle male nel petto, desiderava così tanto tornare a casa, desiderava così tanto sentirsi al sicuro, sentirsi fra le braccia di chi l'amava, di chi non gli avrebbe mai fatto del male, di chi l'avrebbe solo protetta e ci fu un momento in cui quel pensiero, le fece così male da spezzarle quasi il cuore e si rese conto di aver resistito così allungo la dentro, di essere rimasta intera per così tanto tempo ed ora..
Arrivò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle, fece qualche passo in avanti, poi crollò sulle ginocchia, sentendo il mondo pesare sulle spalle ed il cuore farsi piccolo e prima che potesse fermarle, le lacrime iniziarono a scendere, copiose, violente, amare come veleno.
Pianse con tristezza e disperazione.
Pianse tutto ciò che aveva trattenuto, ogni momento di paura, l'ansia, la tristezza, la solitudine, l'impotenza, tutto.
Pianse ogni cosa ed ogni giorno passato la dentro.

Poi, qualcuno bussò alla porta e lei non rispose, portò una mano alla bocca per fermare i singhiozzi, si alzò di colpo cercando di allontanarsi da lì. La porta si aprì di scatto, lei avrebbe voluto urlare e mandare via chiunque fosse ma rimase di spalle, con una mano sulle labbra e gli occhi stretti.
Sentì qualcuno avvicinarsi verso di lei e non fece in tempo a scappare, da chiunque fosse, si sentì afferrare per un braccio, per essere girata. Yui abbassò lo sguardo chiunque fosse non avrebbe dovuto vederla, ma prima che potesse anche solo pensarlo, quella persona l'abbraccio, portandosela verso di se.
Yui appoggiò la testa su di un petto, un profumo mascolino le invase le narice.
Lei lo riconobbe in secondo.
Avrebbe voluto scappare lontano, perchè fra tutte le persone che avrebbe desiderato non vedere, lui era il primo.
Non voleva che lui la vedesse così debole, così dannatamente fragile.
Si odiava per quello.
Lui la strinse a se, con una mano appoggiata alla sua nuca ed una alla sua schiena.
Non disse nulla.
Avrebbe voluto odiarlo, per quello.
Non seppe dire quanto tempo rimasero così, lei non riuscì a frenare quelle lacrime: scesero tutte, prepotenti e dolorose.
Fino a che non smisero da sole.
Yui rimase comunque lì, con la testa poggiata sul petto del suo peggior nemico, poi sentì un sussurrò.
“Mi.. dispiace, Yui.” Disse con tanto sforzo Grimmjow Jaegerjaquez, al suo orecchio, con voce profonda e sincera.
Lei spalancò gli occhi sentendo il suo nome.

Lui non l'aveva mai detto.

Non l'aveva mai chiamata per nome, nemmeno una singola volta in quell'intero mese.
Il cuore nel petto perse un battito, inconsapevolmente.
Non rispose, lentamente si spostò, ma non lo guardò. Lui sciolse l'abbraccio lasciandola andare lentamente e lei si voltò dandogli le spalle, nascondendo il viso.
Lui la osservò e senza dire nulla, semplicemente uscì dalla stanza, lasciando solo la scia del suo profumo e nulla di più.
Yui rimase a lì a pensare se quelle fossero scuse vere, se doveva credere alle sue parole e se quel gesto significasse qualcosa di più o se invece non fosse l'ennesima illusione, che lui fosse qualcosa, che in realtà non era.
Infondo, lui era la sesta espada: Grimmjow Jaegerjaquez.
Lui era solo un mostro assetato di sangue, al cospetto dell'uomo più pericoloso del mondo intero.
Lui non si dispiaceva per nessuno, tanto meno per una Donna come lei, pensò Yui con convinzione, mentre poteva ancora sentire la sua voce pronunciare il suo nome.
Scosse la testa, cercando di reprimere quel sussurro che leggegero, le diceva che forse poteva non essere così.

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


 

"DON'T BLAME ME, LOVE MADE ME CRAZY,"
Taylor Swift





Era notte ormai.
Doveva dormire e riposare, eppure Yui stava lì a fissare quel dannato soffitto bianco, mentre la fiocca luce della notte dell'hueco mundo penetrava leggere nella stanza. Aveva troppi pensieri per la testa ed ormai, quelli inondavano così tanto la sua mente, da non riuscire a farla dormire.
Ogni notte iniziava ad essere una tortura. 
Pensava e ripensava a quella dannata sera: all'abbraccio, alle scuse, al suo nome pronunciato.
Era tutto così confuso. Lei non sapeva più cosa pensare: da una parte odiava la sesta espada con tutta se stessa, dall'altra...

Yui scosse la testa.

Non poteva esistere altro se non odio, pensò con forza, mentre se ne stava lì a crogiolarsi nei suoi dannati pensieri.
D'un tratto la porta lentamente si aprì, lasciando entrare una figura nel buio. Yui sentì dei passi leggeri e la presenza di qualcuno, si irrigidì pronta a scattare.
La porta poi, si richiuse lentamente e Yui aspettò per un momento, senza muoversi, fingendosi addormentata . Sentì qualcosa avvicinarsi verso di lei, trattenne il respiro mentre qualcuno si sporgeva verso di lei. In un secondo, scattò rapida, il tanto da afferrare chiunque fosse e bloccarlo sul letto sotto di lei, mentre con una mano lo teneva per il collo.
Spalancò gli occhi, quando si rese conto di chi fosse.
“Che cosa ci fai qui a quest'ora?” Disse sorpresa la ragazza.
“Non dovresti essere addormentata?” Chiese irritato l'azzurro, guardandola dalla posizione in cui si trovava.
“Senti chi parla? Ti rendi conto che è notte fonda e tu sei appena entrato di soppiatto nella mia camera? “
“E allora?”
“Vattene immediatamente!” Rispose seria la ragazza, spostandosi da sopra di lui e rimettendosi in piedi a braccia conserte. L'azzurro la guardò per un momento scrutandola, poi si mise a sedere sul letto.
“Vattene ho detto!” Ripete dura lei.
Grimmjow di tutta risposta, si alzò silenzioso e andò verso la porta, ma anzi che uscire prese qualcosa e la lanciò verso di lei. Yui l'afferrò all'ultimo secondo e quando la vide, spalancò gli occhi incredula.
“No arashi.” Sussurrò, rigirando la katana fra le mani, poi alzò il viso guardando l'azzurro confusa.
Infine capì.
“Non ancora! E soprattutto, dove l'hai presa? Pensavo la tenessero sotto chiave, in chissà quale cassaforte ultra demoniaca.” Disse lei, guardando la sua katana con meraviglia.
“Seguimi.” Rispose lui, ignorandola.
Lei non lo ascoltò e si sedette sul letto, rigirando ancora la sua zampakuto fra le mani.
“Comunque grazie per questa!”
“Non mi prendere per il culo, ho detto seguimi!”
“Ti ho già detto di no una volta, ho sbaglio?” Disse la ragazza irritata
“Non osare rispondermi con supponenza, seguimi!” Disse a denti stretti l'azzurro.
Yui lo guardò con sfida.
“No!” Continuò lei. L'azzurro strinse i pugni, poi avanzò verso di lei e Yui gli puntò la katana foderata.
“Sta fermò lì! Non ti avvicinare. Non farmi ripetere Grimmjow! Non mi costringerai a farlo, quindi torna indietro e vattene!” Disse dura, ma l'azzurro di tutta risposta spostò con un colpo la katana e avanzo verso di lei afferrandola per un braccio e facendola alzare.
“Forse non hai capito che in un modo o nell'altro mi prenderò la mia battaglia!”
“E io ho detto che puoi tormentarti quanto vuoi, non ho alcuna intenzione di battermi contro di te! Di nuovo!” Affermò Yui, alzandosi dal latto per guardarlo dritto negli occhi.
“Non hai possibilità di scelta, donna! Tu lo farai! Non lascerò che le cose restino così, non lascerò che ne tu, ne altri possano più guardarmi dall'alto al basso. Io ti dimostrerò chi è il più forte, io distruggerò ogni cosa!!” Disse, furioso l'azzurro, ad un passo da lei.
“Dannazione Grimmjow non ho bisogno di combattere con te per sapere che sei forte! So cosa diamine vali! So quanto duro stia starti dietro o quanto tu possa essere potente, non ho alcun dubbio su questo. Non sarà combattendo che lo dimostrerai, perché cazzo non capisci che così non farai altro che distruggere te stesso?” Rispose la ragazza, con un misto di disperazione nella voce.
Lui la guardò un attimo sorpreso. Quelle parole arrivarono dure, ma non con cattiveria, arrivarono dure perchè lui non si aspettava che lei potesse dirle.
Fu strano, non c'era disprezzo, ma bensì ammirazione: perciò era quello ciò che pensava lei su di lui?
“Tu non capisci!” Disse l'azzurro, quasi perso nei suoi pensieri.
“E allora fammi capire!” Disse lei ad un passo dal suo viso, l'arrancar ammutolì a quelle parole. Yui lo scrutò con i suoi occhi castani, senza distaccare lo sguardo e lui si perse dentro.
Come poteva fargli capire? Lui non era capace.
Nessuno gli aveva mai detto qualcosa del genere, nessuno si era mai interessato a lui, a quello che provava, come avrebbe potuto spiegare?
Rimasero a fissarsi in quella maniera, per alcuni secondi.
“Vattene Grimmjow” Disse infine la ragazza, con più calma e fece per allontanarsi da lui, ma l'azzurro la riavvicinò a se, con un uno sguardo enigmatico sul viso.
Yui lo scrutò confusa, portò una mano sul suo petto cercando di spostarlo ma quello non si mosse di un millimetro.
“Lasciami andare..” Disse continuando a fissarlo a quella maniera, senza capire l'espressione dell'azzurro, senza riuscire a leggere i suoi occhi.
L'arrancar rimase fermo.
Yui puntò con più forza i suoi occhi in quelli dell'espada e sentì un sensazione strana nello stomaco. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, eppure riusciva a sentire della tensione, qualcosa che la legava allo sguardo dell'espada, così profondamente che lei, non riusciva a staccarsene.
Era legata a lui, dentro ai suoi occhi, così azzurri e profondi, che lei ci si perse. Riusciva a sentire il formicolio sotto la mano che poggiava sul suo petto, riusciva persino a percepire il battito del suo cuore sotto di esso, giurò di sentirlo più veloce del normale e si rese conto che anche il suo prese a correre.
Era sempre così quando c'era lui: lo odiava, ma allo stesso tempo ne era attratta, come una dannata calamita. Più voleva allontanarsi, più si sentiva vicina a lui.
Lui era un dannato magnete e lei, non riusciva ad opporsi a quell'attrazione.
Cercò di reprimere quella strana sensazione, lontano, non voleva ascoltarla, non l'avrebbe fatto, si disse con forza.
Poi fu un secondo, solo una dannata frazione di secondo ed il suo sguardo ricadde sul viso dell'azzurro, poi sulle sue labbra. 
Si maledì per averlo fatto, non doveva ricascarci, non doveva lasciare che quella sensazione prendesse il sopravvento, che le lasciasse anche solo desiderare qualcosa che lei non poteva volere. L'azzurro la guardò, studiò ogni centimetro del suo viso, ogni angolo, ogni imperfezione, ogni sfumatura ed ogni volta che si soffermava su un punto, si rendeva conto di quanto quel viso lo attraesse.
Perchè lei le faceva quella dannato effetto?
Cosa c'era in quella stupida donna ad essere così dannatamente.. attraente? Pensò, poi cercò di scacciare via quel pensiero.
“Lasciami andare... Grimmjow.” Sussurrò lei, con un soffio di voce.
Lui spalancò impercettibilmente gli occhi, nel sentire ancora una volta il suo nome e lo fece, la lasciò andare. Yui fece un passo indietro, poi posò la katana sul letto, spostando lo sguardo altrove.
“Sarebbe meglio che tu andassi via.” Disse lei, con calma, senza guardarlo.
L'azzurro non si mosse, rimase immobile.
Lei alzò il viso per guardarlo un altra volta ed i suoi occhi, la catturarono una ancora.
Fu un attimo e lui avanzò verso di lei, afferrandola per la nuca con una mano dietro alla testa, mentre l'altra stava sul suo viso.
“Che fai?” Chiese, sorpresa.
Lui non rispose, strinse di più la presa, incastrando la mano fra i suoi capelli.
Lei gli mise le mani sul petto per fermarlo, ma lui, non si mosse.
Era vicino, troppo vicino, poteva sentire il suo profumo, le arrivò forte alle narici. L'azzurro avvicinò il viso a quello di lei, mentre la teneva legata con quel suo sguardo enigmatico e Yui cercò di fermarlo.
“Vattene...” Disse, la ragazza spostando lo sguardo.
“Perché?”
“Devi andartene..”
“Guardami negli occhi mentre lo dici!”
Yui strinse di tutta risposta il colletto della sua giacchetta e lo avvicinò a se un pò arrabbiata.
“Vattene!” Disse sicura, alzando il viso e puntandogli il suo sguardo contro, ma lo sguardo dell'azzurro era concentrato sulle sue labbra, tornò a guardarla solo qualche secondo dopo.
Grimmjow fece un passo in più e fu ad un soffio dal suo viso, il suo naso poteva sfiorare quello della ragazza e lei percepì, il suo respiro sul viso.
Si immobilizzò, mentre dentro alla sua testa mille e più pensieri correvano veloci, così veloce da offuscare ogni e cosa e si rese conto, di perdere lentamente lucidità.
E poi non seppe dire come, ma successe.
Lei lo fece.
Lo spinse lievemente verso di se ed infine, premette le sue labbra su quelle dell'azzurro, per un solo secondo.
Un solo dannato secondo.
E in quel dannato secondo si stupì, di trovarle eccessivamente morbide e calde.
Si allontanò di colpo da lui, realizzando che da quel momento lei avrebbe potuto perdere la testa e cercò di spostarsi dalla sua presa.
Ammise, con amara verità che lei si sarebbe persa in lui.
“No..” Disse in un soffio, mentre si allontanava da lui, mettendo diversi passi da loro, consapevole di aver appena commesso il peggior sbaglio della sua vita.
Che diamine aveva fatto?
Come aveva potuto farlo? Pensò, terrorizzata.
Lui accorciò con pochi passi la distanza fra loro, afferrandola per la vita e avvicinandola a se un altra volta.
“Di nuovo!” Disse stringendola, di più a se.
“No!” Disse sicura la ragazza, confusa e sorpresa, portando una mano sul suo petto.
“Ho detto, fallo di nuovo!” Disse l'azzurro proprio lì sulle sue labbra.
Lei resistì e lo allontanò, il tanto di poterlo guardare negli occhi.
“No!” Disse tornando seria e composta. Lui non si spostò, continuò a fissarla, con quei suoi occhi azzurri, mentre il suo corpo aderiva al suo. Per la prima volta da quando era lì, lei si rese conto di una cosa, Grimmjow Jaegerjaquez la stava guardando.
Guardava lei e guardava tutto ciò che era: la donna che era.
“Io non...non lo farò” Disse lei, ritrovando sicurezza.
Lui però non si mosse, non si disse nulla, rimase lì fermò a fissarla, trepidante, mentre il sangue ribolliva nelle vene.
Lei lo guardò con sfida.
“Se lo vuoi, te lo devi prendere...” Disse la ragazza, d'impeto.
Lui fece un mezzo sorrise, divertito e malizioso.
E si sorprese di pensare che lui quel cazzo di bacio se lo sarebbe preso e come, perchè lo voleva più di ogni altra cosa.
L'azzurro staccò una mano dalle sua schiena e la portò sul suo viso, afferrandolo ma con delicatezza, la strinse ancora di più a se , facendo aderire ancora i loro corpi ed infine, inclinò lievemente la testa e la baciò. Un pò con prepotenza, ma senza esagerare.
Yui percepì le sue labbra premere sulle sue, ma fu breve, perchè lui si allontanò per guardarla.
E i loro sguardi si incastrarono ancora, poi si avvicinarono insieme e si baciarono ancora, senza prepotenza, ma solo con la voglia di poter assaporare l'altro.
Ed entrambi sapevano che era così sbagliato, eppure.. come poteva essere così semplice?
Lei sentì la mano di lui scivolare sulla schiena, fino ad arrivare al collo, spostarla leggermente da se e guardarla ancora, per poi ritornare a baciarla.
E fu tutto così dannatamente veloce e lento allo stesso tempo.

L'azzurro si libero di quella così fragile vestaglia facendola scivolare via, mentre con le dita sfiorava la sua pelle, calda e liscia. Poi si allontanò il tanto di osservarla, di perdersi fra i suoi seni e di pensare che fosse così dannatamente bella e si precipitò verso di lei, baciandola sul collo, lasciando tracce della sua saliva su di esso e scendendo ancora, sulle clavicola e poi lì, su i suoi seni, piccoli e li baciò con delicatezza e la ragazza si stupì, di sentire le sue labbra leggere, accarezzarle la pelle, mentre le sue mani si perdevano fra i suoi capelli azzurri. Quando lui tornò sul suo viso, si guardarono ancora.
Legati ancora una volta.
Non potevano fermarsi, non ci sarebbero riusciti, era troppo e loro lo volevano.
Lei gli sfilò la giacca, accarezzando il profilo della sue braccia, provocandogli dei brividi.
Lui la avvicinò a se, la prese in braccio continuando a baciarla e l'adagio sul divano di fianco a loro. Mettendosi sopra di lei, facendo aderire il suo corpo su quello della ragazza e quella sensazione, fece perdere la testa ad entrambi.
Poi lui si allontanò un poco da lei, fece un sorriso un poco malizioso e lei non capì, poi si avvento sulle sue mutande e le strappò senza tanti convenevoli.
“Potevi anche toglierl..”
Ma lui rise divertito e lei trattenne un sorriso, poi lui iniziò a baciarla ancora e scese, sul collo, poi sul seno, sull'addome ed infine sul ventre, la guardò solo un ultimo secondo, poi lo fece.
La baciò lì, con delicatezza e passione e lei, non capì più nulla e più lui lo faceva e più tratteneva i gemiti, afferrò la sua testa, mentre la sua lingua le provocava piacere, un piacere che fu così forte, da farla ansimare con forza fino a che lei non arrivò all'apice e lui lo capì, si avvicinò al suo viso divertito.
Lei, lo avvicinò a se ancora con il fiato corto, lo baciò e poi lui lo fece, con lo sguardo incastrato in quello di lei, la penetrò.
Iniziò a muoversi su di lei ed ogni volta che lo faceva, lo sentiva ed il piacere aumentava.
Lei lo portò più a se, baciandolo, mentre i suoi movimenti aumentavano, legati come mai si sarebbero aspettati, in un momento d'intimità che non si sarebbero mai sognati, mentre le loro mani si esploravano, si toccava, si cercavano, si volevano.
Ed era così sbagliato, pensarono, eppure come poteva essere così piacevole?
E poi, lui arrivò al piacere, stringendola più a se, mentre lei nascondeva il viso sulla sua spalla, trattenendo un gemito.
Ed arrivarono al culmine e si guardarono, allungo, ansimanti, ancora legati.

Lui si spostò un poco da lei e rimasero lì, appiccicati in quello spazio ristretto. Con la faccia verso il soffitto, ancora increduli.
Era successo davvero.
I respiri tornarono regolari.
Yui si voltò verso di lui ad osservare il profilo di una persona che fino a qualche ora fa, pensava di odiare.

Lui si voltò sentendosi osservato.

Non dissero nulla, si guardarono semplicemente, lì, nudi sul maledetto divano.

Lei si alzò, mettendosi a sedere, realizzando ogni cosa.
“Forse, dovresti andare” Disse lei, fissando il muro di fronte a se.

L'azzurro, si mise a sedere affianco a lei, non disse nulla.
Entrambi sentirono la fine di quel momento, rotto, come vetro sul pavimento.
In silenzio, lui si alzò e prese le sue cose, Yui tirò un lenzuolo da letto e se lo mise attorno al corpo, mentre guardava fisso il nulla.
Grimmjow si rivestì, poi la guardò, ammutolito tanto quanto lei.
Rimase fermò per un solo secondo, poi si portò una mano sui capelli grattandoseli, senza saper cosa dire.
“Questo... questo.. non era niente giusto?” Chiese lei, titubante.
Lui la guardò senza rispondere, avrebbe dovuto dire che non lo era in maniera abbastanza convinta, ma esitò.
“Giusto.” Rispose, infine lui. Portò le mani nelle tasche esitando un altra volta.
“Non è successo niente, assolutamente nulla, ecco...” disse lui, con sicurezza.
Lei annuì, cercando quella stessa sicurezza.
“Si, giusto. Niente! Si!” Disse poi con forza, lei ma non fu così sicura delle sue parole.

“Bene allora io... “ disse lui, grattandosi nuovamente la testa, poi uscì dalla stanza, scomparendo fra i corridoi di Las noches.
Lei rimase lì, ancora incredula, ancora sorpresa.

Loro si odiavano.

Ne era sicura.

Come era potuto succedere?

Pensò, andando a sedersi sul letto.

Non solo aveva tradito la persona più importante della sua vita con quello che era il suo nemico, ma aveva appena creato un problema.
Come avrebbe potuto vivere là dentro sapendo cosa era successo tra loro?

E se Aizen li avesse scoperti?

E Ichigo?

Si sentì sprofondare nella più totale disperazione e si buttò con la schiena sul letto.

Si sarebbe dovuta odiare, eppure poteva ancora sentire l'odore dell'espada su se stessa.
Perchè lui le faceva quell'effetto?
Se lo chiese tutta la notte, mentre ricordava ogni attimo, ogni sensazione, ogni dannato momento e sapeva di aver appena combinato un casino.

 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


"Saint Anger aroun my neck!
I feel my world shake
like an earth quake"
Metallica.
 




“Aizen-sama desidera vederla nella sala principale” Annunciò un arrancar, che non era Grimmjow, entrando nelle sue stanze.
Ancora nessuna traccia dell'espada, pensò.
Yui la guardò e annuì e percepì subito l'ansia crescere dentro di lei.
Dopo quello che era successo con Grimmjow, non era sicura di voler guardare in faccia Aizen.
Si maledì ancora una volta, così come aveva fatto in quei due giorni.
La sua testa aveva analizzato mille volte quello che era successo.
Era stata un idiota si, ma lei sapeva, sapeva che non si era fermata perchè infondo...
La sua testa aveva pensato spesso al ragazzo dai capelli arancioni e alla consapevolezza che forse lei non avrebbe mai più avuto il diritto di guardarlo, di toccarlo e di stargli vicino, non dopo quello.
E pensò anche allo sguardo di Aizen, al fatto che lei era consapevole che lui prima o poi, l'avrebbe capito.
Scosse la testa ed iniziò a vestirsi, fino a quando la porta non bussò. Il suo cuore perse un battito dentro al petto, si guardò allo specchio per un secondo, notando lei stessa della trepidazione, dietro alle sue iridi castane. Si sistemò i capelli, dopo di che si voltò verso alla porta.
“Entra..” Disse lei.
La porta si aprì lentamente, fino a mostrare completamente la figura dell'azzurro. Lei, perse nuovamente un battito nel vederlo lì, in carne ed ossa e lo stomaco, si torse.
Si osservarono in silenzio.
Lui la guardò, scrutandola da capo a piedi, non sapeva cosa dire, nemmeno cosa pensare, eppure sentiva la tensione che c'era fra loro. Si spostò dalla porta e le fece segno di seguirlo.
Lei lo fece silenziosamente.
Camminarono uno di fianco all'altro, mentre l'aria attorno a loro era decisamente elettrica.
“Sai cosa deve dirci Aizen?” Chiese lei, d'improvviso.
Lui gli lanciò occhiata di lato, poi scosse la testa.
“Saranno le solite cose, no?” Chiese, con un poco di apprensione.
“Le solite cose, si..” Disse, distrattamente. 
Lei sentì che non era così...
 Quando arrivarono al grande portone della sala riunioni, l'attraversarono silenziosi e si ritrovarono di fronte ad una sala colma di espada.
Una brutta sensazione le chiuse la bocca dello stomaco, mentre la sua ansia iniziava ad aumentare, strinse i pugni fermandosi all'improvviso.
“Ohi, sta calma!” Disse l'azzurro, leggendo il suo viso.
Lei annuì e si ricompose.
Insieme alla sesta, presero posto su di una lunga tavolata dove tutti gli espada erano ormai seduti. 
Yui incontrò lo sguardo di Starrk fra quelli, si guardarono per un momento, poi lei con il labiale le mimo un grazie.
Starrk la guardò fisso, fece un mezzo sorriso così lieve, che solo lei riuscì a percepire, poi spostò lo sguardo.
Lei non l'aveva mai ringraziato, non per la volta del..
Aizen entrò nella stanza accompagnato dai suoi scagnozzi e prese posto sul suo trono, guardò un attimo verso di lei, aprendosi un piccolo sorrise. Lei ricambiò. 
Era forse la prima volta che veniva invitata ad una di quelle riunioni.
Era davvero successo qualcosa, pensò lei, nascondendo sotto il tavolo le mani che iniziavano un po a tremare.
“Smettila” Gli disse a denti stretti l'azzurro affianco a se.
Yui si voltò a guardarlo per un secondo.
“Tu non capisci, deve essere successo qualcosa..” Disse lei incastrando i suoi occhi in quelli del ragazzo.
“Non sarà facendo così che la risolverai..” Gli sussurrò lui.
Lei dovette ammettere che aveva ragione e lo pensò, mentre ancora lo fissava.
“Yui-san” chiamò una voce. Ma lei non lo sentì, troppo concentrata sulle iridi azzurre dell'espada.
“Yui-san!!” La richiamò Aizen, fu quello il momento in cui Yui si voltò di scatto. 
 “Si?”
L'uomo la guardò con sguardo interrogativo, poi spostò lo sguardo verso l'azzurro che aveva dipinto sul volto un espressione enigmatica.
Aizen percepì qualcosa, non seppe dire cosa eppure in quegli sguardi lui, poteva vederci lungo. L'aveva sentita di nuovo, la sensazione che fra i due ci fosse qualcosa di strano, di diverso, di quale natura fosse lui ancora lo ignorava, ma sapeva che prima o poi l'avrebbe scoperto.
 “Ultimamente non sono state registrate attività da parte degli shinigami, tu che hai lavorato per loro hai qualche suggerimento riguardo la causa?” Chiese Aizen poggiando il gomito sul tavolo e il viso sulla mano, con il suo solito fare posato e affascinante, poi guardò la ragazza dritta negli occhi. 
Yui rimase un attimo interdetta per quella domanda, si osservò un attimo attorno, mentre poteva sentire gli sguardi di tutti gli espada verso di se, poi tornò a voltarsi vero Aizen, lui la esortò con lo sguardo. 
“Io non so perchè tu lo stia chiedendo a me. Non sono una stratega e ti assicuro che ero l'ultima degli shinigami. Sei decisamente più bravo tu in queste cose Aizen, sono sicura che saprai già la risposta.”  
“Ma vedi,  tu eri una di loro, saprai che strategia staranno usando.”
“Anche tu lo eri se per questo! E da più tempo decisamente”
Lui sorrise.
“Allora, riformulerò la domanda. Saresti così gentile da spiegare i probabili motivi per cui gli shinigami sono momentaneamente inattivi?” Disse affabile l'uomo.
Lei inclinò la testa, lui la esortò con un cenno del capo.
Yui lo guardò un momento, non voleva farlo, si sentiva così una traditrice nel dover dire quelle cose, ma.. che alternativa avrebbe avuto? Pensò, consapevole dell'essere attorno a quello che era il cuore della forza contro cui gli shinigami, avrebbero dovuto combattere.
Fece un bel respiro, poi si mise a sedere composta e si volto a guardare il resto degli espada. Si schiarì la voce.
“Ci possono essere due validi motivo per cui gli shinigami hanno smesso di agire:
 il primo è che potrebbe essere una ritirata, ma momentanea, un modo per attendere la prossima mossa. Probabilmente nessuno di loro ha ancora trovato un modo per attaccare l'hueco mundo che sia decisivo, perciò credo che stiano temporeggiando o aspettando che Aizen faccia la sua mossa. Nel secondo caso invece, hanno già trovato ciò che cercavano, ma stanno solo aspettando il momento giusto per attaccare, ma questo lo sapevi anche tu, Aizen!” Terminò di commentare la ragazza. 
Lui sorrise compiaciuto, era sempre un piacere sapere che quel suo cervellino lavorava cosi bene. 
“Cosa ti fa pensare che sia così?” Chiese Starrk, che stava proprio di fronte a lei.
Yui si voltò a guardarlo, mentre gli occhi color del ghiaccio dell'espada la scrutavano “Niente in realtà, io sono qui con voi, perciò non so nemmeno se sia esattamente ciò che loro stiano pensando di fare. Sarebbe  semplicemente ciò che farai io se fossi al loro posto...” 
 “Quale sarebbe il tuo suggerimento a riguardo? Cosa faresti in entrambi i casi?” Chiese Aizen, Yui si voltò verso di lui. Poteva leggere la sfida nei suoi occhi, la stava mettendo alla prova davanti a tutti loro. Yui si sentì improvvisamente messa sotto esame, ma trattenne l'ansia che la pervase per un secondo, cerco di rimanere tranquilla e impassibile.
Odiava dover dire tutte quelle cose e sperava con tutta se stessa che gli shinigami fossero più bravi e fare strategia di lei. 
“Niente.” Disse infine, Aizen si destò un momento mettendosi dritto.
“Che intendi dire con niente?” Chiese gentilmente, catturato da quella sua risposta.
 “Proprio quello. Non farei assolutamente niente. In entrambi i casi aspetterei ed osserverei. Hai già fatto le tue mosse, ora spetta a loro. Saranno loro a muoversi per primi questa volta o per lo meno, penso lo faranno..” Rispose Yui, puntando il suo sguardo in quello dell'uomo. Aizen sorrise soddisfatto di quella risposta.
“Analisi accurata, Yui-san. Perchè è esattamente ciò che faremo.” Rispose poi voltandosi verso gli espada.
“Da questo momento in poi, cesseranno tutte le azioni: sia contro la Soul Society che contro la terra. Da questo momento, attenderemo che siano loro a fare  la loro mossa!” Disse Aizen giungendo le mani a pochi centimetri dal volto, perso in pensieri lontani e oscuri. 
Tutti gli espada si guardarono attorno.
“Quindi ci ha convocati solo per dirci questo? Aizen-sama?” Chiese scocciato Nnoitra “Esattamente, Nnoitra. Bisogna renderlo chiaro avvolte, soprattutto quando si a anche fare con alcune teste calde! Nessuno dovrà fare assolutamente niente!” Disse Aizen puntando il suo sguardo fisso sulla quinta espada, per poi spostarlo su Grimmjow. 
L'espada capì che le parole erano rivolte specialmente a lui e fece un smorfia: chi credeva di avere davanti un bambino? Pensò, l'azzurro furioso.
Lui non avrebbe fatto niente per attaccare gli shinigami, quello l'avrebbe rispettato, ma avrebbe fatto di tutto per attaccare lui, pensò sorridendo e lanciando uno sguardo alla ragazza al suo fianco. 
Era un dualismo che si incastrava bene, l'azzurro voleva lei e lei era il gioco preferito di Aizen e sapeva che qualsiasi cosa sarebbe successa, lei avrebbe scelto tutti tranne l'ex shinigami.
Lui era un passo avanti al grande Aizen, pensò divertito.
“Bene, la riunione termina qui. Potete andare”. Terminò Aizen  e gli espada lentamente si alzarono, disperdendosi nella sala. 
Yui rimase seduta un momento, poi si alzò  e quando fece per voltarsi si ritrovò Grimmjow esattamente davanti.
“Scusa.” Disse, lei per essergli quasi andata addosso.
Lui non disse nulla, ma non si mosse, rimase fermò li e incastrò il suo sguardo in quello di lei. 
“Yui” Disse qualcuno alle sue spalle, poi sentì una mano sfiorare la sua.
Grimmjow spostò lo sguardo dietro alle spalle della ragazza, trovando quello di Aizen. Avrebbe voluto azzannarlo, mentre la prendeva per mano, ma rimase fermo e immobile.
 “Seguimi,,” Disse Aizen, troppo vicino alla ragazza.
Yui tremò per un secondo, mentre Aizen la portava via con se.
Yui cercò lo sguardo dell'azzurro, con ansia. Quando Grimmjow tornò a guardare lei, vide la preoccupazione nei suoi occhi. Fece per muoversi ma si arrestò, ricordandosi che non avrebbe potuto fare nulla.
Strinse i pugni sul posto, mentre l'ira cresceva in lui: avrebbe voluto afferrarla e portarla con se, sentì il  fastidio crescere dentro al petto, mentre l'ex shinigami la portava via e lui non poteva fare nulla.
Yui seguì Aizen, mentre l'uomo la teneva ancora per mano, fino ad arrivare alle sue stanze. Proprio quando furono davanti, la porta si aprì lasciando uscire due figure.
Yui lanciò un'occhiata oltre le spalle di Aizen e le vide lì.
Le riconobbe subito e sentì la rabbia invaderle il petto, le vene e anche l'anima.
“Loly, Melony” Le chiamò affabile Aizen.
“Buona sera Aizen-sama.” Parlò una delle due.
 “Gli abbiamo appena servito il tè, spero possa andare bene.” Disse un'altra.
 Yui non riusciva a vedere i loro visi e sinceramente non riusciva a riconoscerle dalla voce, ma poteva immaginare quei loro volti stupidi e superficiali, mentre facevano le galline difronte ad Aizen. 
“Siete state gentilissime, vi ringrazio, ragazze.” Disse dolcemente Aizen, fu la prima volta che Yui sentì una sensazione strana dentro di lei. Non sopportava che uno come lui desse importanza a quelle piccole, insulse e codarde. 
Inconsapevolmente Yui strinse la presa sulla mano dell'uomo. 
Aizen la percepì e sorrise quasi compiaciuto, interpretandola nell'unica maniera possibile. 
“Scusatemi, ora devo lasciarvi!” Disse affabile Aizen, spostandosi leggermente di lato, per fare segno a Yui di entrare.
Lei lo guardò un attimo, poi guardò le due arrancar ai lati della porte. I loro volti mutarono improvvisamente, mentre spalancavano gli occhi gelose e impaurite. La ragazza sorrise affabile verso di loro. 
“Buona serata ragazze.” Disse quella con finta gentilezza, fulminando con gli occhi entrambe, per poi sparire dietro alla porta mano nella mano con il loro amato Aizen.
Lei vide la gelosia nei loro occhi, ne fu compiaciuta e soddisfatta.
“Brutte stronze!” Sussurrò Yui a porta chiusa. Aizen si voltò a guardarla un pò  confuso e sorpreso. Lei si porto la mano alla bocca.
“Scusa.” Disse tornando ad essere carina e gentile. 
Lui nascose un sorriso.
“Non chiederò il motivo del tuo astio nei loro confronti..”
“Non dovresti, te lo assicuro..” Disse lei, ripensando a quel giorno.
“C'è qualcosa che mi vorresti raccontare?”
“Oh questa è una domanda che mi piacerebbe rivolgessi a loro.” Disse lei, guardandosi intorno e camminando distrattamente.
Era successo qualcosa che lui non sapeva? Come era possibile, pensò servendo una tazza di tè per se e per lei.
“Va tutto bene, Yui?” Chiese d'improvviso lui. 
Lei si fermò a guardarlo.
Annuì.
 “Anche con Grimmjow?”
Yui si immobilizzò per un momento. Lo guardò affondo, cercando nei suoi occhi castani il motivo di quella domanda.
“Se intendi che è il solito rompi scatole, arrogante e maledettamente fastidioso, si, va tutto bene.” Rispose lei, facendo finta di nulla. 
Lui fece un mezzo sorriso e gli passò la tazza di tè. 
Lei prese posto difronte a lui e ne sorseggiò un goccio, osservandolo attentamente.
“Sai Aizen, da quando sono qui, non hai mai risposto a nessuna delle mie domande..” Disse la ragazza d'improvviso, lui si destò, poggiando la tazzina sul tavolo.
“In che senso?”
“Non mi hai mai spiegato la vera ragione per cui sono qui o il motivo per il quale tu stia combattendo una guerra contro gli shinigami o addirittura quale sia il tuo effettivo piano. Devi sapere che gli shinigami non mi hanno amato abbastanza da raccontarmi ogni cosa. Ci sono così tante cose che non so..”
“Tipo...?”
“Perchè lo stai facendo? Tutto questo, tutti gli espada e l'hueco mundo e Las noches e gli attacchi, il tradimento alla soul society, perchè? A cosa stai cercando di arrivare? “ 
Lui sorrise un poco.
“Si gli shinigami sono stati piuttosto cauti con te..” Rispose semplicemente, sorseggiando il tè.
“Cos'è un giorno ti sei alzato e hai avuto una specie di crisi di mezza età?” Chiese lei, sarcastica.
Lui sorrise ancora.
“Molto più complicato di una crisi di mezza età Yui, visto che l'ho passata da un pezzo”
Lei inclinò la testa.
“Oh non mi dire che anche tu hai mille anni e passa...”
Lui si accigliò un poco.
“Non sono così vecchio.”
Lei alzò le mani, quasi in segno di scusa.
“E' difficile darvi un età, quando siete dei della morte quasi eterni.”
Poi si ammutolirono.
Lui ci pensò un attimo, poi decise di parlare.
Infondo erano cose che tutti sapevano e dovevano sapere.
“Non è stata una crisi è stata più un riconoscere le mie potenzialità, di fronte ad una realtà che sinceramente non mi meritava. Perchè loro, gli shinigami, sembrano così grandi, ma sono così piccoli. Pensano di essere così tanto e invece non sono niente ed io semplicemente ho sempre saputo di essere più di loro. L'ho semplicemente dimostrato.”
Yui ascoltò catturata.
“Non è un pò presuntuoso da parte tua?” Lo incalzò, senza timore.
“Non quando sei cosciente del tuo valore e di quanto invece ciò che ti stia attorno, non lo abbia.”
“Ma tu sei solo uno shinigami, come tutti gli altri no? Sarai anche intelligente, ma se non fosse per quella sfera...tu saresti esattamente come gli altri..” Osò lei.
Lui la guardò  un pò piccato, ma allo stesso tempo con curiosità.
“Io sono sempre stato più degli altri e tutto quello che è successo fino ad ora, è successo perchè io l'ho voluto, l'ho pianificato e l'ho attuato. L'hogyoku è solo un aiutino, devo ringraziare Kisuke Urahara per quello, infondo è solo un mezzo per arrivare al mio fine.”
Hogyoku.. 
Perciò era così che si chiamava la sfera.
“E qual è il tuo fine?” Chiese lei curiosa.
Lui sorrise compiaciuto.
“Diventare ciò che sta al di sopra di tutto. Il mio obbiettivo è creare la chiave del re, che mi permetterà di entrare direttamente nel palazzo reale e sconfiggere il re delle anime.” Disse puntando un dito verso il cielo. Yui non capì subito.
“Così io stesso, sarò il re delle anime.”
Lei pensò un momento, poi capì e sentì un brivido  per la schiena.
“Sei una persona decisamente ambiziosa..” Commentò lei, mentre quell'informazione arrivava dritta e forte. Ebbe un attimo di paura, nel pensare uno come lui là, con quel potere, la terra sarebbe stata spacciata, pensò con un poco di timore.
“Ed io?” Disse poi improvvisamente lei.
Lui la guardò.
“Smettila di propinarmi la storia dell'alleata. Io so il motivo per cui sono qui, non l'ho capito subito, ma vedi mi sono resa conto che era l'unica ed sola motivazione del volere un umana come me, qui..” Disse lei, piantando il suo sguardo in quello dell'uomo.
Lui non parlò.
Yui si alzò e si sporse verso di lui sul tavolo.
“Io non sono lei!” Disse con forza.
Lui spalancò impercettibilmente gli occhi, lei sapeva, pensò. 
Una parte di lui era consapevole del fatto che potesse saperlo, ma fino ad all'ora non ne aveva mai ricevuto un vero indizio.
Lui si sporse vero di lei.
“Lei chi?” Chiese, facendo finta di non capire.
Lei alzò gli occhi al cielo.
“Oh questo non è un gioco che puoi fare con me Aizen, non quando so più di tutti i tuoi dannati espada!”
Lui sorrise un poco, ma non disse nulla.
“Io non sono lei e lei non è più qui. Perciò non so cosa tu voglia farmi, ma la tua è una perdita di tempo. L'unica persona che c'è qui è Yui Asai e nessun'altro. E non posso darti qualsiasi cosa tu voglia da questo viso.” 
Lui la guardò affondo. Ascoltò le sue parole, non le sentì, perchè lui sapeva che lei era ancora lì, la vedeva ogni secondo in quegli occhi, in quella bocca, in quel viso. 
Lei era lì e lui lo sapeva.
Non sarebbe stata una ragazzina a fargli credere il contrario.
Lui l'avrebbe riavuta indietro a qualsiasi costo.
“Non so di cosa tu stia parlando..” Rispose lui, rimettendosi seduto bene sulla sedia.
Yui sospirò scuotendo la testa.
“Rimarrai deluso, rimarrai così deluso e sai cosa, un pò  te lo meriti! Perchè non avrai mai ciò che vuoi!”
Lui si fece improvvisamente serio e la guardò con uno sguardo che fece venire i brividi alla ragazza.
“Tu non sai niente.” Disse a denti stretti lui.
Lei sorrise, era riuscita a toccare qualcosa, stava giocando con il fuoco ma a quel punto non aveva paura.
“Già, io non so niente..” Disse lei, con sorriso che poteva dire il contrario.
Lui sbatte d'improvviso un pugno sul tavolo, Yui non sussultò, ma il suo cuore lo fece.
“Discorso finito, Yui Asai! Se ti sentirò pronunciare discorsi del genere, in mia presenza ancora,  non sono sicuro che riuscirò a trattenermi io stesso dal punirti!” Disse minaccioso.
Si ricordava di quella parte di lui, l'aveva visto un paio di volte dentro a Las noches, eppure.. eppure quella volta, lei sentì la paura farsi spazio nel cuore.
Aveva davvero davanti un mostro, pensò, senza staccare lo sguardo da lui, poi come se nulla fosse successo, si rimise seduta e sorseggiò il suo tè, senza dire nulla, fingendo una sicurezza ed una compostezza che dentro non sentiva.
“Kaori aveva ragione su di te, sei  davvero pericoloso.” 
Lui si bloccò nel sentire quel nome, strinse i pugni. 
Quella frase gli fece più male di ciò che avrebbe mai potuto pensare, perchè sapeva che la sua Kaori non l'avrebbe mai detto. No, lui sapeva che non l'avrebbe fatto, lei lo amava, lei non lo avrebbe mai detto.
E vacillò, dentro alla testa, dentro ai ricordi, dentro a pensieri ed emozioni.
Yui lo percepì e si rese conto di aver detto decisamente troppo, ma ormai, le carte erano in tavola e lei, si era stufata di fare la brava 'ospite', ora che si sentiva cadere a pezzi. 
“Stai zitta!” Disse lui con sguardo furioso, lo sguardo più furioso che lei avesse mai visto.
Tremò, dentro all'anima.
Lo guardò senza staccare gli occhi da quella furia, che avrebbe potuto far sparire l'hueco mundo in un secondo. Rilasciò la sua reiatsu, forte, pesante, soffocante. Yui dovette tenersi stretta alla sedia, sotto quel peso che la schiacciava.
Ma non si mosse, non staccò lo sguardo da quello dell'uomo, lo sostenne, perchè per quanto avesse paura, non avrebbe mai abbassato lo sguardo o la testa.
Poteva essere forte, il mostro peggiore di sempre, ma lei, lei avrebbe combattuto e se fosse morta, be almeno lo avrebbe fatto mettendosi contro il più forte fra loro, pensò.
La reiatsu dell'uomo scomparve d'improvviso.
“Vai nelle tue stanze!” Sibilò a denti stretti.
Lei lo guardò ancora un attimo, poi appoggiò la tazza sul tavolo, lentamente si alzò andò verso la porta, poi uscì dalla stanza.
Una volta fuori, fece i primi passi con calma, poi si mise a correre più che poteva, sapendo di aver appena svegliato il can che dorme.
Corse così tanto da sentire i polmoni bruciare e quando arrivò alla sua stanza, si chiuse la porta alle spalle, ansimando per la corsa e forse anche per la paura.
Aveva toccato un tasto dolente, non sapeva quale storia ci fosse tra Kaori e Aizen, ma ora era consapevole del fatto che qualsiasi cosa fosse, era più forte e lei, probabilmente aveva appena ferito il suo peggio nemico.
Era nei guai.

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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***



"Yesterday, all my troubles seemed so far away"
The Beatles.
 




Zen camminava sotto un sole primaverile, attraversando la foresta. 
Quel giorno tutto sembrava essere più splendente e luminoso, l'aria profumava di fiori ed era fresca e leggera. Zen inspirò forte mentre sentiva nel petto il cuore battere sempre più veloce. Ogni passo che compieva, lo sentiva farsi più forte, fino a che non arrivò davanti alla vecchia casa in mezzo alla foresta.
Il ragazzo si affrettò avvicinandosi ad essa, poi lentamente entrò nella struttura. Non appena mise piede riconobbe immediatamente il dolce profumo di quella casa. L'attraversò fino ad arrivare alla piccola sala, dove fu sicura di trovare lei.
Kaori se ne stava seduta vicino al tavolo, mentre leggeva un libro concentrata a capire ciò che esso le stava raccontando. La guardò, mentre con innocenza rimetteva dietro l'orecchio una ciocca di capelli ricaduta verso il basso. Zen rimase lì, un attimo in silenzioso ad osservarla.
Era così bella, pensò.
 “Kaori” Disse con un soffio.
La ragazza alzò il viso sussultando, ma quando vide la sua figura alla porta, si aprì un un sorriso meraviglioso. Scattò in piedi ed in mezzo secondo fu su di lui stringendolo forte.
Zen rise divertito, mentre l'abbracciava a sua volta inspirando il suo profumo.
Gli era mancata così tanto.
Gli mancava prendersi cura di lei, vederla crescere sotto i suoi occhi, starle vicino, averla affianco.
“Se continui cosi mi stritoli.” Disse lui divertito.
 “Certo, come se un mio abbraccio possa anche solo scalfirti!” Disse la ragazza divertita, allontanandosi lentamente da lui per osservarlo meglio.
“Sbaglio o sei più grosso?” Chiese tastando il petto del ragazzo, Zen arrossì violentemente. 
“Ma che dici..” Rispose grattandosi la testa imbarazzato. 
Kaori rise di gusto, poi lo prese per mano e lo spinse fino al tavolo della sala.
 “Preparo il tè..” Disse lei, sparendo dietro ad una porta.
Zen si guardò intorno osservando quella casa.  Gli mancava quel posto e quella così semplice vita quotidiana con lei.
“Ehi, dove sono gli altri?” Chiese Zen rendendosi conto del silenzio in cui versava la casa. 
“Sono in giro, hanno detto che andavano a prendere qualcosa..” Urlò dalla stanza affianco lei.
“Perchè ti hanno lasciato da sola? Quante volte gli ho detto di non farlo?” Disse accigliato il ragazzo, Kaori rise.
“Zen, sono voluta rimanere io. Sai, inizio a stancarmi di stare appresso a quella banda di maschi scalmanati!” Disse lei, poi la vide comparire poco dopo poggiando delicatamente la teiera e le tazzine sul tavolo. 
Infine verso il tè per entrambi.
“Be, potevano almeno curarsi di lasciarti qualcuno a farti compagnia.” Si lamentò il ragazzo. 
“Zen, smettila! Non ho bisogno del cane da guardia e lo sai!”
Zen la guardò un momento un poco offeso, poi sorseggiò il tè sotto lo sguardo divertito della ragazza.
“Allora? Come va all'accademia? Quante cose hai imparato? Hai fatto amicizia? Sono duri i corsi quest'anno?” Chiese tutta d'un fiato lei. Zen quasi affogò con il tè caldo.
“Ehi calma! Troppe domande in una sola volta” 
“Falla finita e parla!”
Zen sorrise, poi prese a raccontare. 
La vita all'accademia degli shinigami era davvero qualcosa di diverso, per uno come lui, che aveva passato la sua vita a vivere alla giornata, lottando per il cibo o anche solo per avere un tetto sopra la testa. Ormai la frequentava da ben tre anni e lì la sua vita, era completamente cambiata. Zen aveva sempre saputo, che la sua esistenza non sarebbe potuta essere solo quella: vivere a quel modo, senza nulla fra le mani e con solo una piccola ragazza da proteggere. Lui aveva sempre saputo che il suo destino era un altro, sapeva che la sua testa, cosi piena di pensieri e di cose, non poteva essere sprecata per vivere in mezzo al rukongai. Così aveva deciso di iscriversi all'accademia degli shinigami. Era consapevole  che non fosse una passeggiata, eppure Zen non aveva mai incontrato molte difficoltà. Seguiva parecchi corsi e in tutti eccelleva perfettamente. Era abile con la katana ,nella teoria e soprattutto nel kido. Zen poteva dirsi quello che veniva comunemente chiamato 'studente  modello ' . Tutti i professori lo ammiravano e alcuni capitani gli avevano messo gli occhi sopra, nonostante il ragazzo avesse sempre cercato di tenere un profilo basso, cercando di non dare troppo nell'occhio. Voler diventare uno shinigami era sempre stato qualcosa a cui Zen aveva ambito fin da subito e quando Kaori era arrivata nella sua vita, la sua convinzione si era rafforzata. Se prima il suo scopo era poter diventare forte per se stesso, dopo che lei era entrata nella sua vita, quello si era messo in secondo piano. Diventare forte ora, significava essere in grado di proteggerla, a qualunque costo. Era orgoglioso del suo cammino, di quello che stava diventando e di tutto quello che stava facendo.
Kaori sorrise divertita, mentre Zen concludeva il suo racconto.
“Allora? Ti sei fatto qualche amico?” 
Zen si fece serio.
 “Io non ho bisogno di amici..” Disse cercando di guardare altrove. Kaori si incupì un momento.
 “Zen, sono già passati tre anni e tu non hai ancora fatto amicizia con nessuno! Andiamo! Deve esserci almeno qualcuno con cui tu possa andare d'accordo.” 
 “Ho detto che non ho bisogno di amici.” Ripete lui accigliato.
“Si che ne hai bisogno!”
 “No, ti sbagli!” 
“Zen!!” Lo riprese Kaori fissandolo. Lui alzò il viso in collera.
 “Io non ho bisogni di loro!  Quella gente non ha un minimo di cervello, sono inutili e stupidi ed io non ho alcuna intenzione di fare amicizia con certa gente, quindi no! Discorso chiuso!” 
“Zen, chiunque ha bisogni di amici! E dannazione smettila di dire che sono tutti stupidi, solo perchè non sono bravi come te o che non condividano i tuoi pensieri, non significa che non possano capirti!”
 “Preferisco crepare da solo che stare con quelli!” Disse disprezzante il ragazzo, ma Kaori lo ammonì con lo sguardo.
“Perchè non capisci? Non posso sopportare il pensiero che tu stia là tutto solo. Parla con qualcuno, cerca di conoscere chi ti sembra più adatto, ma fallo. Avere qualche amico non ti farà male..” Disse la ragazza guardandolo con tristezza. Ma lui spostò il suo sguardo intenzionato ad ignorare le sue parole. 
Kaori sbuffò scocciata e  si mise composta tornando ad occuparsi del suo libro. Zen tornò a guardarla un attimo 
“Che fai?” chiese confuso.
“Leggo, tanto parlare con te è impossibile.” Rispose la ragazza. Lui sbuffò sonoramente incrociando le braccia. Dopo qualche minuto di silenzio, in cui la ragazza aveva ripreso a leggere ignorandolo, Zen scocciato si  alzò e si avvinò verso di lei, osservando il libro che leggeva.
“Che vuoi? ” Chiese scocciata lei. 
“Che libro è?”
 “Me lo ha prestato Byakuya, per fare pratica” Disse distrattamente la ragazza. Zen storse il naso nel sentire quel nome,  lo infastidiva ogni santa volta.
 “Sempre così gentile eh?” Disse sarcasticamente  il ragazzo.
 “Zen non iniziare!”
 “A fare cosa?”
Kaori lo osservò.
“Questo! Ogni santa volta che parlo di Byakuya tu fai cosi! Smettila, che ti ha fatto per trattarlo sempre cosi? Lui è gentile e buono e...” 
“Oh certo ,il santo Byakuya! Sempre pronto ad aiutarti, un'anima caritatevole proprio!” Disse il ragazzo alzandosi di scatto.
 “Zen!” Lo richiamò la ragazza 
“Che c'è?” Si voltò scocciato.
 “Sai cosa ti dico, basta! La devi smettere di comportarti così. Byakuya è mio amico, devi smetterla di parlare di lui in quel modo, che problemi hai con lui, eh? Lui non ha fatto altro che aiutarmi, perchè non capisci che per me è importante?” Chiese la ragazza arrabbiata.
“Sai perchè? Perchè quelli come lui non fanno amicizia con la gente come te, la gente come lui ti abbandona non appena può, perchè non gli frega di te o di quello che sei. A loro importa solo di quello che va bene per la loro famiglia e il loro nome, punto! E lui finirà per lasciarti indietro, non ti devi fidare di gente come lui! Lui ti farà del male!” Disse furioso il ragazzo. Kaori lo osservò ferita da quelle parole e Zen si rese conto.
“Io..” Cercò di dire immediatamente.
“Ti sbagli Zen. Ti sbagli di grosso! Lui non è cosi. E se continuerai in questa maniera, sarai tu a farmi del male!” Disse la ragazza, mentre gli occhi diventavano lucidi, poi si voltò di corsa ed uscì dalla casa.
“Ka! Ka aspetta!” Disse il ragazzo cercando di raggiungerla, ma quando uscì dalla casa la vide correre verso la foresta e sparire, mentre il cielo si spegneva nel tramonto.
Zen strinse i pugni amareggiato e corse verso la foresta.
Non aveva mai sopportato che gente come Kuchiki Byakuya fosse riuscito a diventare amico di Kaori, non riusciva proprio a farsi scendere giù la questione. Lui l'aveva sempre visto come una minaccia per lei: lui ricco e potente, lei povera e senza niente da offrire. Non sapeva perché quel Kuchiki le fosse cosi amico, ma non voleva che lui potesse farla soffrire e voltarle le spalle e ferirla. Lui era un nobile, la gente come lui dava più importanza al nome e all'onore che all'amore e all'amicizia. Lui lo sapeva e non voleva che quello lì potesse fargli del male. Aveva sperato fin dall'inizio che lui la lasciasse in pace da subito, ma più gli anni passavano più i due si legavano, in una maniera che riusciva sempre ad infastidire il ragazzo. Zen non sopportava Kuchiki Byakuya.
Forse lui non l'avrebbe mai ammesso a voce alta, ma l'unica cosa che lo spingeva ad odiare così tanto  Byakuya Kuchiki era la paura di poter perdere l'unica persona che aveva importanza nella sua vita. Perdere Kaori e vederla schierarsi dalla parte di quel nobile, lo avrebbe ferito più di ogni altra cosa.
Gli avrebbe spezzato il cuore. .
Corse per la foresta chiamando il suo nome più e più volte, mentre la paura che qualcosa le potesse accadere cresceva dentro di lui, poi dopo quasi venti minuti di corsa a perdifiato la trovò, seduta alla base di un albero ,con le gambe al petto e la testa appoggiata alle ginocchia. Zen si sentì leggero, sicuro di vederla sana e salva e si avvicinò lentamente verso di lei. Poi silenzioso, si sedette al suo fianco e le cinse le spalle con un braccio portandola verso di se. La ragazza appoggiò la testa sulla sua spalla.
“Mi dispiace..” Disse lui.
 “Io non voglio che tu possa..” Cerco di dire, ma non trovo il coraggio per finire la frase.
 “Lo so Zen, ma lui non lo farà! Byakuya non è cosi” Disse tristemente la ragazza.
 “Se mi vuoi bene, allora dovrai lasciare che questo succeda"
"Lo so.." Disse in un soffiò lui.
Kaori asciugò un poco le lacrime.
"Io ti voglio bene lo sai? Forse ogni tanto te ne dimentichi"
Zen la guardò spalanco un poco gli occhi nel sentire quelle parole, la strinse di più a se.
"Anche io" Ammise poi, con il cuore stretto nel petto.
"Se davvero un giorno, dovesse capitare ciò che dici, allora correrò da te e farmi consolare, come faccio sempre..” Disse lei.
Zen abbassò il suo sguardo per osservarla e intravide il suo sorriso.
“Certo che sarà come sempre. Ma io non voglio che tu possa piangere per uno come lui” 
“Non lo farò, te lo prometto!” Disse la ragazza alzando il viso e guardandolo negli occhi.
Lui sorrise lievemente e  Kaori lo strinse abbracciandolo.
“Grazie, Zen.” Disse in un sussurro. 
Lui la strinse più forte a se.
 “Aspetta, ho una cosa per te” Disse lei improvvisamente, mettendosi a cercare nelle tasche del vestito, da dove estrasse un paio di occhiali neri e quadrati.
 “So che ti viene difficile avvolte vedere da lontano, così li ho comprati in città. Spero ti vadano bene” Disse lei, aprendoli e delicatamente posandoli sul viso del ragazzo. 
Zen li toccò e sorrise, mentre il cuore nel petto batteva forte.
“Ora va decisamente meglio, mi stanno bene?” Chiese verso di lei.
" Benissimo! Ora sembri quasi serio sai..” Disse la ragazza scherzando, Zen la guardò un poco accigliato, poi scoppiarono a ridere insieme, entrambi con il cuore leggero, di chi sa di avere affianco qualcuno di speciale.






Yui camminava per i corridoi di Las noches, non era riuscita a stare nelle sue stanze, non dopo quello che era capitato solo poche ore prima, perciò era uscita di corsa dalla stanza, in cerca di un  posto.
Quando lo trovò si mise davanti alla porta, conto fino a dieci dopo di che, senza nemmeno bussare , vi entrò.
“Ma che cazzo..” Disse la sesta espada, alzandosi di scatto dal letto.
“Che ci fai qui?”
“Ho fatto un casino!” Disse lei, ancora un poco spaventata.
Lui la guardò affondo.
“Cosa?”
“Credo di aver appena fatto infuriare sul serio Aizen Sosuke.”
Grimmjow la guardò come si guardano i pazzi.
“Tu cosa?”
Lei si mosse nervosa.
“Io, diamine, è una storia troppo lunga!” Disse lei, poi si fermò ad osservarlo.
Grimmjow la guardò confuso.
“Senti tu..  io lo so, noi ci.. odiamo e non ci sopportiamo ma... sei l'unica persona, di cui mi posso quasi fidare qua dentro o almeno spero...”
Lui continuò a fissarla, senza capire.
“Grimmjow la verità è che..” 
Lui continuò a guardarla, destandosi un momento nel sentir pronunciare il suo nome.
Lei non lo faceva spesso, praticamente mai.
“Aizen, lui.. lui non vuole me, non ha mai voluto me!”
Grimmjow inclinò la testa senza capire.
“Cosa intendi?”
 “Fino a qualche mese fa, be forse un pò di più, io ero solo una semplice ragazza umana! Questo! Tutto questo sarebbe stato solo qualcosa di assurdo per una come me. La mia vita era completamente diversa! Io non sono mai stata in grado di vedere o percepire gli spiriti. Se non fosse stato per Kurosaki e quel maldetto Howllow, be io credo che sarei morta già da tempo! E poi sei arrivato tu...”
“Non capisco..” Disse l'azzurro, nel ricevere tutte quelle informazioni insieme.
“Sei stato tu a farmi diventare così, cioè non proprio tu, ma il fatto che tu mi abbia trafitta. Quella notte io sarei dovuta morire, ma qualcuno mi ha donato i suoi poteri da shinigami ed io, sono diventata questo!”
“Quindi non lo sei mai stata dall'inizio?”
“No, io non sono niente, è stata quella shinigami a donarmi i suoi poteri per salvarmi la vita ed io.. be, credo che sia lei la persona che Aizen vuole. Non so dire con quale tipo di legame fossero uniti, ma credo di aver capito che fosse qualcosa d'importante. Tanto da spingere uno come Aizen a scoprire le sue carte e portare qui una come”
Grimmjow si ammutolì, nella sua testa ronzavano pensieri, parole, immagini, ricordi e conclusioni. Ora lui riusciva a vedere il quadro completo, perchè infondo l'aveva sempre sospettato, che c'era qualcosa di strano in quella ragazza e in ciò che Aizen voleva da lei.
L'azzurro la guardò.
“Questa sera io.. Io credo di aver superato il limite! Non avevo mai visto Aizen così arrabbiato. Se mi sentivo in pericolo prima, be ora credo di esserlo sul serio. Lui non mi perdonerà mai per quelle parole..” Disse lei, portando la mani sul viso preoccupata.
L'azzurro si avvicinò verso di lei, le prese le mani abbassandole, fece un mezzo sorriso.
“Fra tutte le persone che potevi far incazzare qui, hai deciso di puntare in alto! Sei proprio terribile tu!” Disse lui, un pò divertito.
“Aizen non ti toccherà o almeno, non penso che te la farà pagare. Se davvero non sei tu il suo obbiettivo, allora forse non ha ancora finito con te. Se no, saresti già morta da un pezzo!”
Yui ci pensò e si rese conto di quante quelle parole fossero effettivamente plausibili, alzò il viso per guadarlo un poco stupita, non pensava fosse uno in grado di pensare cose così articolate.
“Guarda che anche io so usare il cervello, donna!” Rispose lui piccato, capendo il suo sguardo.
“Be non lo dai a vedere spesso..” Rispose lei, lui di risposta la spinse verso di se, avvicinandola il tanto da avere il suo viso ad un passo.
“Non farmi incazzare...”
“Ora che ho fatto incazzare il boss, credi davvero che avrei paura di te?” Lo sfidò le, con un mezzo sorrise.
“Ma io posso essere decisamente più pericoloso..” Disse ad un soffiò dal suo viso.
Si guardarono così affondo, così vicini e la sentirono di nuovo, nonostante tutto, quell'irrefrenabile attrazione, che riusciva ad unirli in un modo che nessuno di loro avrebbe potuto immaginare.
“Cosa farei adesso?” Chiese l'azzurro, ancora così vicino.
“Combatterò, non ho altra scelta!” Rispose lei, perse a guardare il suo viso.
Lui fece un mezzo sorriso,  sfiorandole il naso con il suo, lei sussultò per un momento, poi la lasciò andare.
“Ciò che mi hai detto, rimarrà con me. Nessuno espada merita di sapere così tanto..” Disse lui, fingendo disinteresse, lei sorrise, fu grata di sentire quelle parole, nonostante il suo cuore fosse immerso nella più totale preoccupazione.

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


"Master of puppets, I'm pulling your strings
Twisting your mind and smashing your dreams."
Metallica.

 




Yui si rigirava fra le mani No Arashi. 
La sesta espada l'aveva lasciata lì quella dannata notte e lei, l'aveva nascosta con cura, sentendosi in qualche maniere sollevata ad averla con se.
In quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che cercare di pensare, ad un modo per poter scappare da lì o addirittura un modo di poter arrivare all'hogyoku, ma tutte le opzioni che aveva ipotizzato erano cose più o meno impossibili per lei, lì  sola dentro a las noches.
Ora che qualcosa nel rapporto con Aizen si era spezzato, sentiva la necessità di calcolare più piani di fuga possibili. Più ci pensava, più si rendeva conto che nelle sue condizioni, qualsasi piano avrebbe avuto un fallimento certo. 
Primo, sarebbe dovuta riuscire a scappare da un castello che sembrava un labirinto, secondo avrebbe dovuto affrontare tutti gli espada presenti in quel dannato posto ed era assolutamente certa di non poter sopravvivere.
E poi c'era Inoe... 
Non poteva immaginare di metterla in pericolo così, se solo avesse avuto la forza di poter battere, di vincere e di farla pagare ad Aizen e tutti i suoi espada...
Lo pensò, stringendo con forza la sua zampakuto.
D'improvviso la porta scattò, lei sussultò un attimo,  poi si mosse rapida andando a nascondersi insieme alla sua katana. Quando la porta si aprì, la sesta espada entrò come se nulla fosse. Lei alzò gli occhi al cielo, respirando per un secondo sollevata.
Perchè non bussava mai?  Pensò lei, scocciata.
“La vuoi smettere di entrare così!" Disse quella spuntando all'improvviso, l'espada rimase fermò nonostante lei fosse comparsa a quella maniera.
“Senti chi parla...” Disse lui, entrando nella stanza e mettendosi comodamente a sedere sul divano. Yui l'osservò, lascio la sua zampakuto nascosta sotto il letto e andò verso di lui, guardandolo con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate.
“Comodo?” 
“Molto.“ Rispose lui con faccia da schiaffi.
Yui sbuffò scocciata.
“Che vuoi?”
 “Aizen ti stava cercando.” 
Lei si paralizzò un momento.
“Perchè?” Chiese poi, sospettosa.
“E io che ne so!”
Lei lo guardò con timore, non le piaceva quella cosa, era da quel giorno che non lo vedeva.
Lui noto quella sua strana preoccupazione.
“Calmati. Vorrà solo parlarti...”
“Ma io non voglio..” Disse con semplicità lei.
“Non credo che tu sia nella posizione di poter anche solo rifiutare.”
Lei lo guardò e pensò che avesse ragione, sbuffò sonoramente, poi si voltò e andò verso il bagno per cambiarsi, immersa nei suoi pensieri.
Fece una doccia rapida ed uscì dalla stanza per cercare qualcosa nell'armadio, con addosso un asciugamano.
L'azzurro la guardò con un sopracciglio alzato.
“Che c'è?” Chiese lei, senza capire.
Lui sorrise.
“Smettila, non è il momento per queste cose!" Disse, cercando qualcosa nell'armadio.
Ma lui si era già alzato e a grandi falcate si era avvicinato a lei.
“Che fai?” Chiese, ma subito dopo sentì la presenza dell'azzurro dietro alle spalle, mentre una mano le spostava i capelli, il tanto da scoprire il suo collo.
Yui si immobilizzò sentendo il suo tocco.
Lui la circondò con un braccio per la vita, portandosela vicino, poi con delicatezza iniziò a baciarle la parte di collo scoperto.
“Smettila...” Disse lei, mentre sentiva le sue labbra morbide sulla pelle, voleva fermarlo, ma era così..
Si riprese da quel momento si voltò verso di lui, puntando il suo sguardo in quello dell'azzurro.
“No! E' pericoloso...”
L'azzurro la guardava con desiderio.
“Pensi che mi importi?” Chiese inclinando la testa.
“Dovrebbe...” Rispose lei, mentre la sua voce si faceva fiocca, persa nelle iridi azzurre di lui.
Poi successe di nuovo, si baciarono con voga e passione, sentendo il viscerale bisogno di sentire l'altro su di se, di toccarlo, di stregarlo, di averlo.


...



Camminava silenziosamente per i corridoi di Las nochese, mentre Grimmjow se ne stava poco più indietro di lei. Poteva sentire la sua presenza e percepire persino il suo respiro, era poco lontano, ma sentirlo lì la rendeva elettrica. Si poteva percepire, negli sguardi che ogni tanto gli lanciava lui e in quelli che buttava lei, quella dannata attrazione.
Stava iniziando a diventare qualcosa di difficile da nascondere, perchè quella cosa era sempre più forte, più incontenibile e irrefrenabile. 
Poco dopo arrivarono davanti alla porta della sala in cui Aizen la stava aspettando, ormai lo faceva da un po. 
Forse da troppo, avevano perso troppo tempo, pensò la ragazza lanciando l'ennesima occhiata all'azzurro.
Ad un certo punto, si rese conto della presenza di due persone davanti alla stanza, due persone che lei riconobbe in un istante.
Melony e Loly se ne stavano di fronte alla porta, ferme, quasi a fare la guardia. Quando le due arrancar la videro, sussultarono impercettibilmente, ma Yui lo notò. 
Le scrutò con lo sguardo più freddo che potesse fare, avanzò verso di loro con passo sicuro fino ad arrivare quasi alla porta, poi il suo sguardo ricadde in uno spiraglio da cui si poteva intravedere dentro alla stanza e Yui spalancò gli occhi.
Vide Aizen e poi riconobbe lei: Inoe.
La ragazza sentì un moto ti preoccupazione invaderle il cuore, poi quella si trasformò in paura ed infine in rabbia.
Odiava il pensiero che Inoe fosse sola con lui, senza avere la possibilità di proteggersi al cospetto di quello spregevole mostro . Strinse i pugni e avanzò rapida per aprire la porta, ma il suo cammino fu sbarrato dalle due arrancar. 
Yui alzò lentamente lo sguardo, il tanto di guardare entrambe con una furia negli occhi, tale da poter far tremare anche un espada.
 “Non puoi passare..” Disse una delle due con un filo di voce.
“Toglietevi!” Sibilò a denti stretti la ragazza. 
Quelle rimasero ferme lì, senza muoversi.
“Non puo..” Ma la bruna non finì la frase, Yui rapida tirò un pugno dritto alla bocca dello stomaco a quella, poi con la stessa velocità colpì con una gomitata la bionda lasciandole entrambe a terra sofferenti.
“OI!” La richiamò Grimmjow.
Lei si fermò un attimo lo guardò per un secondo, furiosa e preoccupata.
“Scusa..” Disse, prima di precipitarsi dentro alla stanza a falcate.
L'arrancar rimase fermò, avrebbe voluto fermarla, ma il suo sguardo l'aveva inchiodato lì, c'era qualcosa dentro alla stanza, qualcosa che l'aveva turbata.
Nel frattempo  Aizen, con il suo solito fare affascinante si avvicinò verso Inoe alzando una mano per afferrarle il viso: ma non riuscì mai a toccarlo.
Si ritrovò la mano di qualcun altro a prendere con forza la sua. 
“Non osare!” Sibilò a denti stretti Yui, comparendo d'improvviso e mettendosi fra loro.
Aizen rimase fermo immobile un po sorpreso, poi fece un mezzo sorriso prima di voltarsi verso di lei.
L'uomo sentì dentro un impeto di furia: avrebbe potuto distruggere Las Noches in quell'esatto istante, pensando al come quella ragazzina si  fosse permessa di guardarlo a quella maniera e soprattutto, di opporsi a lui con tanta insistenza. 
Cercò di calmarsi, ostentando una calma che non aveva.
Yui lo guardò affondo, il tanto di rendersi conto, di quanto tutto ciò lo avesse toccato, poi lasciò andare la sua mano e si mise fra lui e la sua amica.
Inoe si nascose dietro alle sue spalle, mentre Yui continuava a tenere il suo sguardo su quello dell'uomo.
“Aizen-sama!!” Urlò qualcuno precipitandosi dentro alla stanza.  
Ne Yui ne Aizen distolsero i loro sguardi.  
Nel frattempo, Melony e Loly doloranti, erano entrate dalla porta urlando.
 “Aizen-sama ci dispiace! Noi non abbiamo potuto fermarla!” Ammise una delle due, mentre abbassava la testa mortificata.
Ma lui non le degnò di una minima attenzione, mentre furioso continuava a guardare lei, lei che non aveva paura, che non abbassava gli occhi e che lo stava sfidando, proprio lì davanti a tutti.
“Mi stavi aspettando, no?” Disse d'improvviso lei.
Aizen strinse i denti, poi fece un mezzo sorriso.
“Esatto.” Rispose, continuando a guardarla.
“Melony, Loly potete andare ora.” Disse gentilmente l'uomo, sotto lo sguardo stupito di tutti. 
“Ma..” Si oppose una delle due.
Fu quello il momento in cui Aizen distolse lo sguardo da lei, il tanto di voltarsi verso le due arrancar, che impaurite abbassarono la testa.
 “Come desidera Aizen-sama!” Dissero all'unisono, poi lasciarono la stanza. 
“Grimmjow, non dovresti essere tu a tenere a bada la nostra ospite?” 
L'azzurro, che era entrato nella stanza, fece spallucce.
“La nostra ospite è piuttosto difficile da controllare.” Rispose quello senza farsi molti problemi. 
Aizen lo fissò con sguardo enigmatico, poi fece un altro sorriso.
“Puoi andare. Vedi di stare più attento, non vorrei che la nostra Yui-san potesse mettersi nei guai.” Disse con una velata minaccia l'uomo.
L'azzurro si fece improvvisamente serio, strinse i pugni, lanciò furtivamente un 'occhiata alla ragazza, poi uscì dalla stanza.
Yui portò una mano dietro alla schiena, facendo segno alla ramata di prenderla.
“Yui.” Disse quella sottovoce.
La ragazza si voltò per guardarla e gli schioccò un occhiolino, prima di tornare a rivolgersi verso l'uomo.
“Ora che sono qui, immagino che Inoe possa tornare nelle sue stanze, avrai qualcosa di importanti da comunicarmi.” Disse lei.
Aizen la fulminò con lo sguardo, poi sorrise affabile verso la ramata.
“Ma certo, la nostra Inoe Orihime può tornare nelle sue stanze a riposare.” Disse cortesemente l'uomo.
Inoe guardò prima lui, poi la sua amica, strinse la mano al pensiero di lasciarla lì sola con lui.
“Ci vediamo dopo, Inoe.” Disse dolcemente Yui, per poi lasciarla andare.
Inoe la lasciò con riluttanza, poi si voltò ancora titubante ed uscì dalla stanza, dove Grimmjow se ne stava lì ad aspettare.
Si guardarono un attimo entrambi stranamente turbati, poi l'azzurro vide le lacrime sgorgare dai suoi occhi castani, lui si mosse un poco staccandosi dal muro su cui era appoggiato,
“Ti prego..” Disse lei, improvvisamente. 
Lui non capì. 
“Ti prego, aiutala!” Continuò quella con disperazione nella voce. 
Grimmjow spalancò gli occhi per la sorpresa, non sapeva perchè quella stupida donna stesse chiedendo qualcosa del genere proprio a lui. 
A lui non gli fregava nulla di quella donna là, pensò...
Quel pensiero però si affievolì poco dopo, mentre una strana sensazione di preoccupazione e rabbia gli invasero il petto.
A lui non importava di lei, no? E se lo chiese con così tanta forza, da aver timore di sapere la risposta.
Tutto ciò non fece altro che infuriarlo, lui non avrebbe potuto far nulla per aiutarla, non contro quel maledetto shinigami. 
Lui non poteva battere Aizen, pensò con fastidio, un fastidio che crebbe tanto da lacerarlo dentro e si rese conto, con tanta amarezza, che il solo pensiero che quel bastardo potesse torcerle un solo capello lo disturbava, più di ogni altra cosa e allora capì..
Infondo, gli importava di lei, più quanto lui volesse e potesse ammetterlo.

Quando la porta si chiuse, rimasero solo loro due.
Da una parte lei e dall'altra Aizen.
Lei non l'avrebbe mai dato a vedere, ma sentì la paura crescere nel suo cuore. Infine, tornò a guardarlo e forse per la prima volta in tutto quel tempo, si rese conto di una cosa.
Lui stava guardando lei.
Proprio lei, Asai Yui ed il suo sguardo, non prometteva nulla di buono.
“Avanti, lo so che non vedi l'ora di farlo...”
“Cosa?” Chiese a denti stretti l'uomo.
“Uccidermi. Infondo se non ti servo per lei, a cosa ti servo a fare? Almeno facciamola finita in fretta, direi che ho perso fin troppo tempo a fingere di essere una brava ospite.” 
Fu un secondo,  un battito di ciglio e si ritrovò l'uomo ad un centimetro da lei, mentre con una mano la teneva per il collo stringendola.
Yui sussultò ma non si scompose, lo guardò dritto negli occhi.
“Non mi piace il tuo modo di fare! Sei un po troppo arrogante, forse non hai capito chi hai davanti. Potrei schiacciarti solo schioccando le dite e far sparire te e tutti i tuoi amici shinigami in un secondo.” Disse lui duro, ad un centimetro dal suo viso,
La sua prese sul collo aumentò, Yui portò una mano su quella di lui, senza staccare lo sguardo dai i suoi occhi infuriati.
Una parte di lei era seriamente terrorizzata, pensò fosse la finee d tutte le volte in cui era quasi morta, quella faceva quasi ridere. 
Avrebbe preferito morire con la sua katana fra le mani, pensò, ma la vita era davvero strana.
Lei sorrise.
“Oh andiamo, fallo! Fammi sparire, infondo sono solo una dannata umana che assomiglia alla tua fidanzata morta!”
“Non osare!” Disse lui stringendo di più, lei sentì il respiro mancare.
“Oso eccome, non avrai mai lei, perchè tutto quello che era lei, ormai sono io. Lei mi ha dato tutto e lo ha fatto per salvare me! Da uno come te!” Disse a voce spezzata, per la pressione sulla gola.
Lui si perse ancora una volta, lontano, in qualche ricordo, nei meandri più profondi della sua mente.
D'improvviso la lasciò andare.
Yui tossì, toccandosi dolorante, mentre lo guardava di sottecchi.
Lui camminò per la stanza pensieroso, senza dir nulla.
Lei l'osservò, scrutandolo con attenzione, mentre continuava a sentire la gola bruciare. 
Poi d'improvviso percepì una strana sensazione farsi spazio dentro di lei.
C'era qualcosa nell'aria, una sensazione che a lei parve così famigliare..
Qualcosa che aveva già sentito..
E lo riconobbe ancora una volta: l'hogyoku.
Lo percepiva, era vicino, non sapeva dire quanto ma era lì, da qualche parte, poteva percepire il suo potere nell'aria, come se l'aria fosse diventata elettrica all'improvviso. Scrutò l'uomo, poi si rimise dritta il tanto di guardarsi attorno. La sua mente si concentrò su quella sensazione e sulla percezione di quel potere nell'aria, ci pensò così allungo e cercò di chiamarlo con la mente.
Poi d'improvviso, lo sentì.
“Yui” Chiamò quello.
Lei sorrise. Era riuscita ad arrivare a lui, ovunque fosse, vicino o lontano, lei era riuscita ad arrivare a lui.
“Dov'è Fenice?” Chiese d'improvviso l'uomo.
Yui si voltò a guardarlo confusa.
“Chi è Fenice?” 
Aizen la scrutò un momento, cercando nei suoi occhi la menzogna e quando non la trovò si sorprese.
Lei non sapeva niente!
Se lei non conosceva Fenice allora i poteri di Kaori, non erano in lei o forse si...
 Come aveva fatto Kaori a darle i suoi poteri, senza passargli Fenice?
E come poteva lei avere una zampakuto diversa?  Perchè lei aveva una zampakuto di vento e non di …
Erano troppe le domande che ancora non avevano una risposta, per uno come lui che sapeva ogni cosa, ma di una sola cosa era certo, sicuro come non lo era mai stato.
Qualsiasi cosa potesse dire lei, lui era sicuro che Kaori fosse ancora lì.
Ne era certo.
Forse ora erano una cosa sola, ma Kaori era lì e lui avrebbe fatto di tutto per riportarla di nuovo in vita.
Di nuovo insieme.
Aizen si voltò e fece un sorriso affabile verso di lei.
“Forse, ho ancora bisogno di te, Asai Yui.”
Lei non capì le sue parole, ma non le importavano, non lo stava ascoltando, era concentrata su quella sensazione, sul potere di quell'oggetto così forte e misterioso.
Si mosse per avvicinarsi a lui  e quando fu vicino, piantò il suo sguardo in quello dell'uomo, poi portò una mano sul suo petto, delicatamente.
Lo sentì: sulle dite, sotto la pelle e dentro alle vene.
Percepì il potere dell'hogyoku e si rese conto di una cosa: lui lo emanava! 
Era lui ad  emanare quel potere.
Era sicura lo avesse lì con lui, era certa che la sfera si trovasse in quella stanza e che Aizen lo avesse con se. Lo cercò ancora, dentro alla sua testa, lontano, lì fra le fibre del suo cuore, cercò di chiamare l'hogyoku, forte abbastanza da fargli sentire che anche lei era lì.
“Lo so” Rispose lui, chissà quanto lontano o vicino.
Lei sorrise.
Forse se avesse avuto più tempo, se solo avesse trovato quella dannata sfera...
Lei era sicura che senza l'hogyoku Aizen Sosuke non fosse nulla.
Infine, si allontanò da lui, staccando la mano dal suo petto.
“Reciproco.” Disse infine lei.
Lui non capì quella risposta e la guardò enigmatico. 
I loro sguardi si incastrarono per un momento: entrambi bruciavano dalla voglia di poter distruggere l'altro.
Aizen ci pensò, doveva mantenere la calma. Non si sarebbe fatto accecare dalla rabbia e dalle parole provocatorie di lei,  avrebbe pazientato e poi finalmente, il momento giusto sarebbe arrivato e allora, lui avrebbe riavuto la sua amata.
Sorrise verso di lei, affabile, le toccò il viso con una mano.
"Puoi tornare nelle tue stanze, Asai Yui" Disse lui, con il suo solito fare affascinante.
Yui sorrise leggermente, dopo di che fece un passo indietro, staccandosi dalla sua presa e si voltò per andare verso la porta e mentre usciva, pensò ad una sola cosa:
non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo da quel momento in poi, eppure in un modo o nell'altro, nonostante lei non fosse nessuno, non fosse forte  come lui o potente abbastanza, lei avrebbe trovato un modo per sconfiggere Aizen Sosuke.
A qualunque dannato costo.

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Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


"HERE IS MY HAND BABY, TAKE IT OR LEAVE IT.."
MIKKY EKKO






Quando uscì dalla stanza, Yui si sentì profondamente sollevata e lì vi trovò Grimmjow.
Si guardarono per un momento, ancora tesi, non dissero nulla.
Semplicemente si incamminarono insieme per i corridoi di Las noches, silenziosi.
Poi arrivarono nella stanza della ragazza.
Yui si portò le mani al viso, consapevole di essere sopravvissuta anche quella volta. Era stata dura, più dura di quello che avrebbe potuto pensare, aveva giocato una carta pesante ed aveva detto cose, che avrebbero potuto seriamente metterla in pericolo, ma dopo tutto quel tempo forse a lei non importava più.
Aveva passato un mese dentro a quel castello, giocando con astuzia le sue carte, senza mai sbilanciarsi, senza mai osare opporsi, ma le cose stavano cambiando, lei era cambiata ed ora non le bastava più fare quel gioco.
Ora voleva agire.
“Si può sapere cosa è successo là dentro?” Chiese Grimmjow, interrompendo così quel silenzio. Yui spostò le mani dal volto e lo guardò.
“Credo di averlo provocato abbastanza da farlo infuriare. Se sono viva, non è di sicuro per me, ma per quello che lui pensa ci sia dentro di me”
Grimmjow la osservò.
“Per la prima volta da quando sono qua dentro, mi sono sentita seriamente in pericolo. Mi avrebbe ucciso, ne sono sicura.”
“Perchè non l'ha fatto?”
“Perchè lui crede che quella persona, quella  per cui io sono qui, sia ancora dentro di me.”
L'azzurro si ammutolì.
“Io devo andarmene!” Disse d'improvviso lei.
“Cosa?”
“Devo andarmene, non posso rimanere qui. Ormai le cose si sono fatte troppo pericolose, devo scappare”
“Non puoi!” Disse con forza, l'espada. Lei alzò il viso per guardarlo.
“Non ho alternative! “
“Non è scappando che risolverai le cose, anzi! Fallo e lui ti ucciderà. Non lo fermerai così”
“Lo so, ma almeno avrò una possibilità. Rimanere qui è pericoloso, prima o poi lui …. lui mi farà qualcosa, ne sono sicura! Non posso restare qui!”
L'azzurro la raggiunse a falcate e la prese per le spalle.
“Tu non andrai da nessuna parte!”
Lei puntò i suoi occhi su quelli azzurri di lui.
“So che tu prendi ordini da lui, ma solo per questa volta... potresti non farlo? “
Lui non disse nulla, ma lei sapeva già la risposta, perchè infondo lui, era comunque un suo nemico...
Non si era scordata di quel particolare, semplicemente sperava che infondo, dopo tutto quello che avevano vissuto, forse lui avrebbe potuto stare dalla sua parte.
Ma no.
Lui era un espada al cospetto di Aizen, non sarebbe mai stato dalla sua parte.
Mai.
“Non è scappando che risolverai le cose!” Disse infine lui, lasciandola andare.
“Non posso combattere contro di lui e tu lo sai!”
“Non lo fare allora, stattene buona qui, come hai sempre fatto.” Disse, voltandosi.
“Tu non capisci..” Disse lei con disperazione nella voce, lo prese per un braccio facendolo voltare verso di se.
Poi prese il suo viso con entrambe le mani e lo guardò affondo.
“Vieni con me.” 
Lui spalancò gli occhi.
“Non hai nulla da perdere. Questa, questa  che tu pensi sia vita non è altro che sopravvivenza e c'è così tanto là fuori. Vuoi davvero stare qui?  Prendere ordini da quel mostro? Combattere ogni giorno per sopravvivere, essere classificato per un numero e per la tua forza nel combattimento? Tu non sei solo un numero tatuato sulla pelle e non sei solo la tua forza, sei di più e potresti esserlo ancora di più, là fuori, magari sulla terra! Potresti avere la tua vita, una dannata meravigliosa vita!”
Lui si ammutolì mentre quelle parole entravano dritte, in profondità, lì vicino al suo cuore.
“Vieni con me, Grimmjow....” 
Lui sentì il cuore farsi grande, riempirsi di emozioni, gonfiarsi e quasi farsi leggero per poi farsi di nuovo piccolo.
Forse una parte di lui avrebbe voluto, si forse..
Ma lui era un espada, tutto quello che era lo doveva all'ex shinigami.
Lui non aveva alternative, se non quella vita.
Gli era già stata data una seconda possibilità ed era esattamente quella.
Non c'era altro, se non numeri, combattimenti e il suo dannato desiderio di essere il più forte fra tutti.
Lui era così, non poteva essere altro.
Lui non era altro..
Lei capì subito, dal suo silenzio che quella richiesta era troppo.
Delicatamente tolse le mani dal suo viso e si voltò, dall'altra parte, mentre gli occhi diventavano lucidi, perchè infondo, sapeva che lui era un espada e anche se avesse voluto, non avrebbe potuto opporsi ad Aizen, non così.
Capì che al di là di quel posto, non ci sarebbe stata vita o altro, non per uno come lui, per nessuno di loro e a questo punto, non era sicura nemmeno per se stessa.
La sua speranza di poter andare via iniziava a vacillare sempre di più, ora che anche Inoe era lì, lei non doveva solo pensare alla sua sopravvivenza ma anche a quella della ragazza, ed era troppo. 
Lei non sarebbe mai andava via da lì.
Probabilmente sarebbe morta in quel posto, sola e forse anche un pò abbandonata.
Se solo avesse trovato l'hogyoku, pensò, con una disperazione nel cuore da farla quasi crollare.
“Combatti come hai sempre fatto. Non sei una che si arrende e allora non lo fare. Nemmeno ora. Non pensare di scappare, non puoi e soprattutto... Be io non te lo permetterò! Infondo sono pur sempre un espada e prendo ordini da lui. Fai qualcosa che non devi e sarò io stesso a fermarti.”
Lei strinse i pugni.
“Lo so.”
Si guardarono in silenzio per un po', poi lui uscì dalla stanza e lei, lasciò che le lacrime scivolassero sul viso, amare come non lo erano mai state.
Andò verso il letto e si corico, sfogandosi con il viso fra il cuscino, soffocando i singhiozzi che avrebbe voluto lasciar andare.
Non si sarebbe arresa così, lei avrebbe trovato un modo per battere Aizen, lei lo avrebbe sconfitto, lo promise a se stessa, con forza e determinazione.
Lei avrebbe battuto quel dannato mostro.





….




L'aria era fredda.
Attorno c'era solo il buio. 
Un buio in grado di inghiottire ogni cosa, così profondo da farla rabbrividire.
D'improvviso si sentì un clangore in lontananza.
Yui rabbrividì, ma con con coraggio si mosse comunque dentro a quel buio
Il rumore si faceva sempre più vicino.
Sempre più forte, poi la sentì una voce nel buio.
 “Liberami!”
La ragazza si fermò, mise a fuoco e la vide.
”Liberami!” Ripete la voce duramente.
Yui strinse i pugni.
“No.” Disse con sicurezza. 
La donna rannicchiata, alzò la testa per guardarla. Yui incontrò degli occhi azzurri ed un profilo che era così simile al suo.
“Lo sai che con me potresti batterlo.”
“Con te? Non mi pare che l'ultima volta tu sia stata in grado di fare qualcosa!”
“Insieme, insieme potremo!”
Yui non rispose.
“Tu hai sempre paura di me, vero?” Disse con un ghigno soddisfatto quella.
Ma lei non rispose.
“Perchè sei venuta?”
“Io? Non sono venuta qui, sei tu che..”
“Oh no cara mia, tu mi stai cercando. Sei disperata, talmente tanto da venire fino a qui.”
“No! Io non ho bisogno di te!”
“Certo che hai bisogno di me! Ora che Kaori è andata via, ti rimango solo io... e tu sai che noi due insieme potremo tanto!”
“No, no! Tu non sei qualcosa di cui ho bisogno, io riuscirò a sconfiggerlo da sola.”
“Con quali forze? Non sei nemmeno in grado di battere un espada così come sei.”
“Smettila!"
“Yui, tu hai bisogno di me! Liberami, lasciami andare ed io non cercherò di sovrastarti. Coopereremo, insieme, tu ed io. Nessuno potrà fermarci!”
Yui non rispose, guardò la donna incatenata e per un solo secondo, pensò di poterlo fare, di unirsi a lei e diventare più forte...
Fu un attimo e poi rinsavii da quel pensiero.
Lei era la sua parte malvagia e non poteva fidarsi, non così. Non dopo l'ultima volta.
“Andiamo ragazzina, liberami!” Urlò l'arrancar con rabbia.
“Non sono una ragazzina, sono la parte migliore di te e no, non ho bisogno di questo!” Disse quella voltandosi e dandole le spalle.
“Tu sai che non è così, un giorno, un giorno avrai bisogno di me e quando succederà, capirai che senza, non potrai nulla.”
Yui non si voltò.
“Io te, potremo battere Aizen!”
Yui strinse i pugni con forza, cercando di ignorarla.
“LIBERAMI E INSIEME,VINCEREMO!” Yrlò l'arrancar alzandosi di colpo in piedi, cercando di afferrarla. Yui fece un balzo indietro d'improvviso.
La guardò dritta negli occhi.
“Io batterò Aizen, ma non con te. Lo farò da sola, perchè non ho bisogno della mia parte cattiva per battere quel un  mostro!”
“Maledetta stronza!” Le urlò quella, infuriata.
Yui si voltò e iniziò a camminare, verso il buio, ma questa volta senza paura, lontano da lei.
“Io non ho bisogno di te, Rose!" Disse, più a se stessa, che all'arrancar ormai lontano.

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Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***


"I AM ON THE HIGWAY TO HELL"
AC/DC


 

L'aria era strana quel giorno.
Yui non sapeva dire cosa fosse successo, ma sentiva una certa trepidazione. Aveva una strana sensazione, come se stesse succedendo qualcosa.
Aveva dormito poco quella notte e si era rigirata per tutto il tempo, come se non potesse riposare, sentiva che c'era qualcosa di strano.
Si era svegliata presto, si era cambiata con il miglior vestito dentro all'armadio, si era sistemata per il meglio i capelli e aveva cercato di sistemare anche il viso, infine era uscita dalla sua stanza. Aveva camminato per i corridoi, sperando di non incontrare nessuno.
Las noches era stranamente silenzioso e vuota.
Yui camminò fino ad arrivare ad una stanza. Bussò.
Quando quella si aprì, Grimmjow la guardò perplesso.
“Cosa ci fai qui?”
“Sento che è' successo qualcosa...” Disse lei, entrando dentro alla stanza.
“In che senso?” Chiese lui senza capire.
“Non so dirti cosa, ma sta succedendo qualcosa, c'è una sensazione strana nell'aria e il castello è vuoto. Dove sono tutti?”
Lui la guardò, la porta si aprì d'improvviso.
Un Ulquiorra tediato se ne stava sulla soglia, li guardò entrambi, senza proferir parola.
“Che vuoi?” Disse scocciato la sesta espada.
“Aizen sama ci vuole tutti in sala riunioni. Anche tu!” Disse, guardando poi la ragazza.
Lei buttò un occhiata verso l'azzurro.
Annuirono ed insieme uscirono dalla stanza.
Percorsero Las noches, fino ad arrivare alla grande sala.
Non appena misero piede dentro, Yui notò immediatamente la presenza di tutti gli espada.
Erano tutti lì riuniti, eppure lei notò la perplessità nei loro sguardi.
Chiacchieravano e si guardavano attorno cercando risposte.
Nessuno sapeva il motivo per cui si trovassero lì.
Guardò l'azzurro con insistenza, nemmeno lui sapeva cosa stesse succedendo.
Era tutto decisamente strano.
Lei lo poteva percepire sulla pelle, sentiva i brividi sulle braccia.
 “Cosa mai vorrà dirci proprio ora? Non aveva detto che non dovevamo fare nulla?” Chiese uno scocciato Nnoitra mentre prendeva posto al tavolo delle riunioni.
 “Ho sentito dire che sta succedendo qualcosa..” Disse la nona espada mentre anche lui prendeva posto.
Yui si mosse per andare verso il tavolo, insieme all'azzurro. 
“Pare che abbiamo degli intrusi!” Continuò la settima d'improvviso.
Yui spalancò gli occhi e si voltò a guardarlo.
“Che cosa intendi?” 
 “Si dice che il ventiduesimo passaggio sotterraneo sia stato distrutto.” Seguì la nona, con tranquillità.
 “Il ventiduesimo? E' piuttosto lontano da qui.” Asserì la seconda, come se non fosse un reale problema.
“Peccato, sarebbe stato di gran lunga più divertente se si fossero infilati direttamente nella stanza dell'hogyoku.” Affermò, sorridendo l'ottava espada. 
Yui sentì un brivido percorrere la sua schiena nel sentire il nome di quell'oggetto. 
La stanza dell'hogyoku.
Perciò esisteva.
Ma dove? Quelle parole, continuarono a ronzarle in testa, mentre la sua mente calcolava i posti in cui avrebbe potuto nascondersi l'oggetto e poi,  chi erano gli intrusi? Chi si sarebbe mai introdotto dentro all'hueco mundo?
 “Sarebbe stato un bel passatempo!” Continuò sghignazzando Nnoitra.
 “Cerca di stare buono, sono dannatamente stanco, non fare tutto questo casino!” Lo riprese la prima. La ragazza sussultò nel sentire la sua voce alle sue spalle , si voltò leggermente e vi trovò l'espada che svogliato la osservava.
“Starrk...” Sussurrò lei osservandolo, si guardarono affondo. 
Poi lei sorrise leggermente verso di lui. La prima espada, ne rimase un poco stupito e voltò il viso incapace di poter rispondere a quel sorriso.
La sesta al suo fianco la fissava, lei spostò il suo sguardo sentendo quello dell'azzurro con insistenza.
“Che vuoi?”
“Siamo espada, smettila di farci i sorrisini.” Disse quello un pò piccato.
Lei alzò un sopracciglio.
“Sei per caso geloso?”
Grimmjow gli lanciò uno sguardo scocciato.
“Tsè.. “
Ma lei non ci cascò, di tutta risposta dovette trattenere una mezza risata.
“Sei quasi carino quando fai così...” Le sussurrò, nascondendosi un poco per non farsi vedere dagli altri. L'espada dovette voltarsi per nascondere il viso, forse un poco compiaciuto di essere stato chiamato carino.
Poi non seppe dire come, ma Yui percepì qualcosa nell'aria.
Lo riconobbe subito.
“Benvenuti, miei cari espada!” Disse una voce profonda, Yui si voltò per guardare l'uomo.
 Aizen con tutta tranquillità, prese posto al tavolo e si guardò attorno.
“Siamo sotto attacco.” 
Nessuno aprì bocca fra i presenti.
Yui sentì lo stomaco torcersi.
“Ma prima, prendiamo un po' di tè.” Continuò, l'uomo sorridendo con aria affabile.
“No!” Disse d'improvviso la ragazza, ma poi si pentì di averlo fatto.
Aizen la guardò silenzioso.
Lei fece un bel respiro.
“Sono l'unica che vuole sapere cosa è successo? Prima del tè?” Chiese, ma gli espada la guardarono nella maniera più storta di sempre.
Grimmjow gli pestò un piede.
Lei dovette trattenere un sussultò di dolore.
“Va bene e tè sia..” Disse quella, tornando in silenzio al suo posto.
“Non ce la fai proprio a stare zitta.” Gli sussurrò l'azzurro, affianco.
“Lo sai che amo rompere i coglioni."
 Lui la fissò con fare serio, per quanto fosse un pò  divertito, ma non lo diede a vedere.
Infine una giovane fraccion iniziò a servire il tè a tutti i presenti. 
Yui aspettò con infinita pazienza, mentre sentiva lo stomaco torcersi e quella strana sensazione aumentare nel petto. Sentiva uno dei suoi piedi tremare sotto il tavolo, teneva la testa  mentre guardava fisso un punto dentro alla stanza.
La sua mente stava correndo, la fra mille pensieri. Poi finalmente lui parlò.
“Ora che tutti siete stati serviti, vi prego di ascoltare attentamente! Kaname, accendi il proiettore.” Disse  Aizen, mentre dietro alle sue spalle, Tousen spostava una leva ed al centro esatto della tavola compariva un immagine.
Ci vollero alcuni secondi prima che quella diventasse nitida e chiara, quando finalmente fu perfettamente visibile Yui spalancò gli occhi e la sua tazza ricadde rovinosamente sul tavolo. Il cuore nel petto perse un battito.
Poi iniziò a correre velocemente.
Tutti dentro alla sala la guardarono, lei fece finta di nulla, rialzò la tazza e la rimise a posto.
Senza proferir parola, nascondendo un sorriso.
Un sorriso trionfante, di chi ha appena capito di avere una possibilità e forse anche più.
Mentre tutti erano concentrati su di lei, sullo schermo tre persone correvano. 
Uno con una divisa bianca.
Uno con una maglia nera.
L'ultimo con una divisa nera ed uno spadone alle spalle. 
Yui sentì un improvviso impeto dentro al petto, come se per tutto quel tempo si fosse trovata un in uno stato soporoso ed ora, solo ora si stesse risvegliando.
Sentì la trepidazione nel corpo, l'adrenalina nelle vene, la gioia di chi ritrova la speranza.
Infine, alzò la testa, guardò uno per uno gli espada presenti con lo sguardo di chi non ha paura.
“Ci sono tre intrusi: Ishida Uryuu, Sado Yastura, Kurosaki Ichigo.”
Il cuore tremò nel sentire quel nome, mentre i suoi occhi imprimevano a fuoco nella mente l'immagine del ragazzo, convincendo se stessa che lui era reale.
Ed era lì.
Ne fu felice, anche se una parte di lei sapeva di essersi cacciato un bel guaio. Infondo stava andando nella fossa dei leoni e lei, non era sicura che sarebbe andato tutto bene.
Nonostante la preoccupazione, fu grata di vederlo lì.
“Brutto Idiota.” Le scapò a voce alta
Aizen le lanciò un occhiataccia, ma lei l guardo senza preoccupazione.
“Loro sono i nemici?” Chiese la nona.
 “Ma come? Ero curioso di sapere chi fossero i nostri nemici e sono solo loro?” Disse la seconda.
“Sono solo nullità, per niente eccitante.” Continuò disprezzante l'ottava.
La ragazza ascoltò senza fare una piega.
Li stavano sottovalutando, forse non c'era cosa migliore.
Lei sapeva che cosa avrebbero potuto fare quei tre.
Magari non avrebbero sconfitto Aizen, ma di sicuro avrebbero portato scompiglio, proprio ciò di cui Yui aveva bisogno.
 “Non vi è concesso sottovalutarli! Una volta erano etichettati come ryoka. Loro quattro da soli si sono infiltrati nella Soul Society ed hanno combattuto alla pari delle tredici brigate.” Disse Aizen con tranquillità, la ragazza si stupì di sentirlo dire proprio da lui,  fra tutti i presenti era davvero quello più furbo, pensò Yui.
Mai sottovalutare un nemico.
“Quattro? Ma loro sono solo in tre” Chiese la settima.
Aizen l'osservò, poi sorrise un poco.
“Inoe Orihime era la quarta” Rispose per lui, Ulquiorra.
 “Eh? Allora sono venuti a riprendersi la loro amica. Perchè non lasciarglielo fare, visto che sembrano dannatamente deboli e poi, quelli non sono anche i tuoi amici donna? Devo dire che tengono parecchio a te.” Disse Nnoitra sarcastico.
Lei lo guardo e sorrise.
Nnoitra si ammutolì d'improvviso nel vederla, che aveva da sorridere?
“Non hai sentito? Aizen-sama ci ha detto di non sottovalutarli” Lo riprese Harribel.
 “Non intendevo dire quello! Hai per caso paura Harribel?” Gli chiese arrogante la quinta.
“Cosa hai detto?” Rispose irritata la terza espada, poi la discussione fu interrotta da una mano che sbatteva sul tavolo.
Yui sussultò  e si voltò ad osservare Grimmjow al suo fianco, lo vide alzarsi ed uscire dal suo posto, incamminandosi verso l'uscita.
“Dove credi andare,Grimmjow?” Chiese minaccioso Tousen.
“Vado ad ucciderli."
La ragazza spalancò gli occhi nel sentire quelle parole.
“Bisogna sterminare gli insetti prima che inizino ad infestare la tua casa..” Disse disprezzante.
Yui lo guardò con furia.
“Come se potessi...” Rispose lei d'improvviso.
Grimmjow si voltò a guardarla con stupore.
“Scusa??”
“Credi davvero che sarà così facile? Oh tu non li conosci, nessuno di voi li conosce. Loro verranno qui e vi faranno il culo!” Disse lei, duramente. Grimmjow strinse i pugni infuriato.
“Oh vorrei proprio vederlo...” Sputò tra o denti raggiungendola a falcata.
Lei sorrise, poi si alzò di colpo voltandosi verso di lui.
“Oh non vedo l'ora!”
Si guardarono con fare di sfida.
“ Grimmjow, Aizen-sama non ha ancora dato un tale ordine, ritorna al tuo posto.” Rispose solenne Tousen.
“Grimmjow.” Lo chiamò improvvisamente Aizen.
I due rimasero così per  un po, pronti a scattare da un momento all'altro, ignorando le voci dietro di loro.
“Apprezzo le tue intenzioni, ma non ho ancora finito di parlare.” Disse Aizen con il solito fare affabile.
"Yui.." Disse poi.
I due si lanciarono un occhiataccia.
 “Potreste gentilmente tornare al vostro posto?” Chiese Aizen, ma quello non era una richiesta era un ordine, tutti lo sapevano. 
D'improvviso rilasciò la sua reiatsu investendoli entrambi.
Lei la sentì con forza e potente, ma non come prima.
Era forte si ma non da schiacciarla, non da soffocarla, nemmeno da farle abbassare la testa.
Lei si voltò a guardarlo, fece un alzata di spalle, come se nulla fosse successo e tornò al suo posto.
Aizen la guardò con lieve stupore, era sicuro di aver rilasciato tutta la sua reiatsu, eppure lei..
La sesta sentì quella forza quasi schiacciarlo, dovette tenersi al tavolo per non cascare. 
Si rese conto di quanto lui fosse dannatamente forte.
Si infurio per quello, ma dovette arrendersi. Con fatica, cercò di prendere posto.
“Miei cari espada, come potete vedere ci sono tre nemici. Non è saggio sottovalutarli, ma non c'è nemmeno bisogno di agitarsi. Tornate tutti alle vostre stanze e comportatevi come se ogni cosa fosse normale. Non siate insolenti o impazienti. Restate seduti ed aspettate che il nemico venga da noi.” Disse con fare pacato l'uomo.
 “E non temete. Indipendentemente dalla situazione, se sarete con me saremo invincibili” Concluse Aizen per poi aprirsi in un sorriso, mentre il suo sguardo andava a posarsi su quello della ragazza.
Yui sostenne il suo sguardo.
 “Bene, potete andare” terminò l'uomo e lentamente gli espada iniziarono ad alzarsi ed a lasciare la stanza, sotto un brusio generale mentre mandavano delle occhiatacce verso la ragazza.
“Grimmjow!” Richiamò Aizen, l'espada che era ancora seduto, silenzioso e anche un po affranto, alzò la testa.
“Accompagna Yui-san nelle sue stanze” Disse con fare gentile.
Yui guardò prima lui, poi la sesta. Senza dire nulla si alzò e si mosse per uscire, la sesta la seguì. Non dissero nulla, per qualche metro, il tanto di allontanarsi dalla stanza.
Poi la sesta espada l'afferro per un braccio all'improvviso e la bloccò contro un muro.
“Ehi!” Si oppose lei, presa alla sprovvista.
“Come diamine ti permetti! Pensi davvero che i tuoi amici siano un pericolo? Tsè quell'idiota di Kurosaki non sarà in grado nemmeno di sfiorarmi” Disse furioso l'azzurro.
“Oh io ti consiglio di non sottovalutarlo! Lui è più forte di quello che credi e ti assicuro che vincerà.”
“Guardati, ti è bastato vedere la faccia di quell'idiota per  poter pensare di avere una possibilità!”
“Quell'idiota è una persona che mi vuole bene, che sta rischiando la sua vita per venire fino a qui, magari non sarà qui per salvare me, ma almeno lui, sta dalla mia parte.” Disse puntando il suo sguardo in quello dell'azzurro.
“Lui ha il coraggio di stare dalla mia parte!” Sottolineò lei, poi si liberandosi dalla stretta dell'espada e continuando a camminare.


Ichigo correva.
Correva senza fermarsi.
I polmoni bruciavano e il corpo era stanco.
Ma non si sarebbe fermato.
Sentiva un insormontabile peso nel cuore, un peso che si faceva sempre più leggero ad ogni passo che faceva, perchè ogni passo in avanti e era un passo in più verso di lei.
Verso loro. 
 Ichigo guardò davanti a se, mentre il castello di Las noches  grande ed imponente si estendeva oscuro e pericoloso.
Lui stava correndo verso di loro.
Verso il loro nemico, solo per salvarle.










Disclaimer: (Questo capitolo fa specificatamente riferimento all'episodio 145 dell'anime, così come alcuni dialoghi.)

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Capitolo 56
*** Capitolo 56 ***


"Have you run your fingers down the wall
And have you felt your neck skin crawl
When you're searching for the light?"

Iron Maiden



Las noches tremava. 
Tremava dalla fondamenta. 
Si muoveva scossa da colpi lontani o forse vicini.
Yui non sapeva più dirlo. Era passato solo un giorno dalla fantomatica riunione e quello che, fino a qualche ora prima non era stato decretato come un pericolo, ora era diventato fastidiosamente reale ed estremamente insidioso.
Ogni volta che il castello tremava, lo faceva anche il cuore della ragazza.
Ogni vibrazione di quelle maledette mura sembrava provocata da Ichigo stesso. Le sentiva ed ogni volta,  la sua speranza cresceva sempre più.
Era rimasta chiusa nella sua stanza, silenziosa, agitata e speranzosa con No arashi fra le mani.
Tutto quel trambusto, non era altro che la sua più grande opportunità. Fino a quel momento, non aveva mai pensato concretamente al fatto che sarebbe potuta andare via da lì, che qualcuno venisse davvero a salvarla, ed ora.. ora che riusciva a sentire Las noches tremare sotto i colpi dei combattimenti, lei poteva vederla, la sua via d'uscita.
Si alzò dal letto e ripose la katana su un fianco. Andò verso l'armadio e si infilò il vecchio capotto della prima espada, infine si avvicinò alla porta, con tutto il coraggio che possedeva nel cuore. Si guardò solo un attimo indietro, stampando nella sua mente le immagini di quella stanza, che per un mese e mezzo l'avevano ospitata, cercò di memorizzare quelle mura, affinché in futuro le ricordassero ciò che non avrebbe mai più dovuto vivere. 
Poi, afferrò la porta e l'aprì, uscendo il tanto di visualizzare chi vi fosse davanti.
Due fraccion, erano posizionate  lì davanti ormai da qualche ora. Yui sapeva che Aizen non era così stupido da lasciarla da sola in quel preciso momento, ma a lei, quelle due guardie non facevano paura. 
Lo aveva calcolato in quelle ore rinchiusa nella sua stanza, che quello sarebbe stato il momento perfetto per fuggire.  Le due guardie non l'avrebbero fermata, non ora che i suoi amici erano nell'hueco mundo ed ormai erano ad un passo da Las Noches. Nonostante la preoccupazione verso tutti loro, Yui sapeva che quello sarebbe stato un ottimo diversivo per fuggire finalmente da lì.
Così Yui aveva pensato e ripensato alla fuga. Aveva passato tutto il giorno ad organizzare le sue mosse e quando nessuno  in fine era giunto lì da lei, la ragazza aveva deciso.
Quello era il momento.
Yui si mosse, silenziosa e con passo felpato uscì lentamente dalla stanza. Quando fu fuori, estrasse No arashi.
Le due fraccion se ne stavano annoiate, appoggiate su di un muro, si voltarono solo al rumore metallico della katana che veniva estratta. Non fecero in tempo a proferir parola, Yui fu su di loro con un shunpo e senza esitazione, ne pietà, le infilzò entrambe  lasciandole esamini a terra. Le guardò un solo momento, pensando alla freddezza con cui la sua katana aveva tolto le loro vite, fu un solo secondo, poi si voltò.
I corridoio, così come lei aveva immaginato, erano vuoti e silenziosi.
Tutti in quel momento erano concentrati verso gli intrusi.
Nessuno avrebbe pensato a lei in quel momento.
Così, di corsa si mise a percorrere i corridoi di Las noches, attenta a non incontrare nessuno e soprattutto, pronta a sconfiggere chi si fosse messo nel suo cammino.
Per prima cosa, prese la strada per arrivare fino alla stanze di Inoe. Era il suo primo obbiettivo: prendere la ragazza e scappare da lì.
Non le importava di nulla in quel momento, se non di avere la sua amica al sicuro al suo fianco. Corse così tanto  che il il fiato iniziò a farsi corto e quando ormai pensava che non avrebbe incontrato nessuno, Yui dovette frenare la sua corsa e nascondersi alla vista di due arrancar. Si immobilizzò dietro ad un angolo, con il cuore nel petto che batteva all'impazzata e la fronte imperlata di sudore.
Cercò di mettere una mano alla bocca per frenare il rumore del suo respiro e si mise in ascolto.
“Sono arrivati al quarto livello” Disse una delle due.
 “Già, si stanno avvicinando! Non immaginavo sarebbero arrivati fino a qui” 
“ Tutta questa storia inizia  a farsi interessante.” 
Yui sentì il cuore fermarsi nel petto. Un solo secondo.
Loro erano così vicini.
Pensò a Sado, a Ishida e poi a lui.
Ichigo.
Lei non era mai stata così vicini ai suoi amici da mesi.
La gioia si fece spazio nel petto, una gioia che però dovette ricacciare indietro. Non era il momento di lasciarsi distrarre, lei doveva riuscire ad arrivare alla stanza di Inoe, senza farsi scoprire. Lanciò un occhiata dietro all'angolo, i due arrancar erano spariti. Fece un piccolo sospiro di sollievo, si alzò e riprese a correre. 
Mentre correva, ancora immersa in quei maledetti corridoi, Las noches tremò ancora.
Sempre più forte e poi le sentì.
Familiari e amiche, le reiatsu di Rukia e Renji  si accesero all'improvviso, come delle luci nel buio, rincuorando ancora di più la ragazza.
Se loro due erano lì, significava solo una cosa: Ichigo e gli altri non erano da soli, la soul society stessa era giunta fino a lì. Yui strinse i pugni, mentre sentiva le lacrime bruciare negli occhi, lacrime di chi sente ormai l'odore della libertà così vicina, eppure ancora così lontana.
Le ricacciò indietro, dure e amare.
Non era ancora il momento per lasciarsi andare.
Fu quello il momento in cui si rese conto troppo tardi, di non essere da sola.
Una figura comparve proprio davanti a lei. 
Yui sussultò un momento venendo presa alla sprovvista, quella sentì i suoi passi e si voltò.
Lei non ci pensò due volte, rapida estrasse la katana e in un solo colpo, la fece fuori.
Non si voltò neanche, non in quel momento, non in quella situazione, mentre il suo cuore ormai freddo e raggrinzito, batteva, ma non di pietà. Continuò a correre, cercando di non pensare a tutti loro, ai corpi che si stava lasciando indietro, non ora che poteva vedere la luce.
Nessuno l'avrebbe fermata.
Quando ormai era quasi vicina alle stanze di Inoe, mentre la sensazione di esserci riuscita iniziava a farsi spazio nel petto,  nel voltare un angolo andò a sbattere su una figura, cadendo rovinosamente a terra.
Yui perse un respiro e anche la speranza.
Alzò lentamente la testa, mentre con il fiato corto, cercava di riprendersi dalla corsa.
“Yui” la chiamò una voce e lei la riconobbe immediatamente. 
Strinse gli occhi, per la disperazione.
“Starrk”
Perchè avrebbe potuto incontrare chiunque, ma non la prima espada.
Quella più forte fra tutti.
Lei alzò il viso il tanto di guardarlo negli occhi, quello si mise a fissarla enigmatico.
“Che ci fai qui? Non dovresti essere rinchiusa nelle tue stanze?” Chiese la prima, guardandola con fare interrogativo.
La ragazza si rimise in piedi, lentamente poi lo guardò.
Doveva mentire? Sarebbe servito per farla scappare? Non ne era sicura, Starrk era uno intelligente, qualsiasi cosa lei avesse detto, lui non se la sarebbe mai bevuta.
Rimase semplicemente in silenzio.
“Yui che cosa ci fai qui?” Chiese ancora e duramente, lui.
Lei non rispose, lo guardò e basta. Sapeva che qualsiasi parola non sarebbe stata abbastanza per spiegare, perciò non lo fece.
E lui capì.
“Tsè” Disse solo, voltandosi e guardando altrove per un attimo, come se fosse combattuto, Yui non capì cosa stesse pensando, rimase in silenzio, in attesa di un verdetto.
“Sei l'essere umano più stupido, più stupido e testardo che io possa aver mai conosciuto!” Disse con rabbia quello. Yui chiuse gli occhi, mentre sentiva la delusione farsi spazio nel petto, insieme all'amara consapevolezza che lei da lì non sarebbe mai andata via, nemmeno quella volta.
Lui si voltò a guardarla un altra volta, in collera, ma prima che potesse parlare, si ammutolì.
Mille pensieri attraversarono la testa della prima esapda, pensieri che uno come lui non avrebbe mai dovuto fare, perchè a lui non importava di nulla e di nessuno, se non di se stesso. Eppure, quella dannata ragazza!
 Vide i suoi occhi, vide per un dannato secondo quell'essere umana per quello che era:
 una ragazzina in cerca di salvezza.
Si odio per quello, lui non avrebbe dovuto pensare a lei così, perchè lei era solo l'oggetto che serviva ad Aizen-sama, niente di più, era solo qualcosa che il suo capo bramava, lei non era niente. Niente.
Lo pensò con forza, ma quel pensiero si affievolì davanti a quei dannati occhi.
Starrk si voltò, infastidito dal suo sguardo, poi si mosse e la superò.
Yui spalancò gli occhi nel vederlo andare via, senza dire altro, senza fare domande.
“Non voglio sapere dove stai andando, ne cosa stai facendo. A me non importa nulla di te, umana.” Disse la prima espada con forza e poi, riprese a camminare, silenzioso, senza curarsi più di lei.
Yui portò una mano al cuore, mentre le lacrime scendevano sul viso, lacrime di sollievo, disperazione, paura e gratitudine.
Avrebbe voluto piangerle tutte, perchè quel gesto valeva più di ogni altra cosa e lei lo sapeva. Ma asciugò rapida le lacrime, prima che quelle iniziassero sgorgare copiose e senza dire nulla, si mosse riprendendo la sua corsa. Non sapeva darsi una risposta a tutto ciò. Non riusciva a capire del perchè Starrk l'avesse lasciata andare via, una piccolissima parte di lei pensò fosse per affetto, ma fu un pensiero talmente fragile che morì qualche secondo dopo, lasciandola senza una risposta.
E mai l'avrebbe avuta, pensò, mentre correva.
Era ormai quasi arrivata, sentiva il cuore nel petto battere ancora più veloce, quando finalmente svoltò l'ultimo angolo, si bloccò d'improvviso. 
Yui spalancò gli occhi mentre le porte della stanza di Inoe erano completamente distrutte.
“No” disse, muovendosi rapida ed entrando nella stanza per vedere se la ragazza stesse bene.
Vuota.
Qualcuno l'aveva preceduta.
“Maledizione!” Urlò in preda alla collera. Strinse i pugni, cercò di calmarsi, mentre il panico e la disperazione invadevano il suo petto.
Doveva calmarsi pensò, poi Yui le notò.
Menoly e Loly giacevano a terra prive di sensi, a qualche metro della porta della stanza di Inoe. Si avvicinò verso una delle due e la scosse per le spalle, facendola rinvenire. 
Melony aprì lentamente gli occhi e quando la mise a fuoco, la guardò con terrore.
“Tu.. tu.. lasciami!” Disse quella disparata.
“Zitta! Stai Zitta e ascoltami!” Disse Yui, strattonandola.
“Dov'è Inoe? Chi ha fatto questo?” Continuò la ragazza, quella scosse la testa impaurita, Yui strinse la presa sulle sue spalle e piantò il suo sguardo in quello dell'arrancar.
“Ascolta, non sono qui per farti del male! Devi solo dirmi cosa è successo ad Inoe e chi ha fatto tutto questo!” 
Quella la guardò un attimo esitante, poi parlò.
“Grimmjow!” Disse solo quella.
“Cosa? Lui cosa centra?” Chiese confusa la ragazza.
 “Lui è venuto fino a qui e l'ha presa!” Spiegò la bruna, la ragazza la guardò incredula, mentre nella sua testa si facevano spazio diversi pensieri. Perchè diavolo l'aveva fatto?
 “Dove l'ha portata?”
Meoly non rispose. Yui strinse ancora di più la presa.
“DOVE L'HA PORTATA??” Ripete a voce alta.
 “Non lo so! Non lo so!!” Confessò sincera e spaventata quella.
Yui la lasciò andare quando si rese conto che quelle erano le uniche informazioni che poteva darle. Si alzò rapida e cercò di concentrarsi nel cercare la reiatsu della sesta espada, ma nulla. Quella ancora taceva.
Ora che il suo unico piano era andato in fumo, rimase immobile spaesata.
Che cosa doveva fare ora? 
Pensò ai posti in cui Grimmjow avrebbe potuto portare la ragazza, ma non le venne in mente nulla.
Assolutamente nulla.
“Dannato espada!” Urlò lei, in preda alla rabbia.
Si guardò attorno e pensò a l'unica cosa che le rimaneva da fare: uscire da lì.
Uscì dalla stanza e si rimise a correre. Se non poteva prendere Inoe, allora avrebbe trovato un modo per scappare da lì e ricongiungersi con i suoi amici e mentre lo pensava, la reiatsu di Rukia sparì lentamente. 
Yui si bloccò  d'improvviso con il corpo ricoperto di sudore ed il cuore che nel petto batteva forte, così forte da sentirlo quasi uscire fuori dal petto.
Non poteva essere vero.
Yui strinse i pugni sui fianchi, non era così, non poteva esserle successo qualcosa, lei stava bene.. lei..
“MALEDIZIONE!” Urlò con rabbia, colpendo una parete con un pugno e mandandola in frantumi. Sentì lo stomaco torcersi dentro all'addome, al pensiero che all'amica fosse successo qualcosa.
Guardò la mano, mentre sulle nocche vi era posato del sangue, si fermò a pensare che nonostante tutto, non riusciva nemmeno a sentire il dolore che gli provocava.
Respirò affondo, cercando di trovare lucidità.
Si asciugò il sudore dalla fronte, poi si mosse, riprendendo a correre.
Non sapeva dove stesse andando, voleva solo andare via, raggiungere i suoi amici, aiutarli, metterli in salvo. Mentre correva a perdi fiato, con il cuore stretto nel petto e la paura che iniziava a farsi spazio nelle vene, accadde.
La reiatsu di Ichigo si fece più forte. Yui la sentì chiaramente, luminosa, quasi accecante, fu quasi come se lui fosse lì ad un passo da lei, il cuore si fece leggero per un solo secondo, al pensiero del ragazzo dai capelli arancioni, ma durò solo qualche secondo.
Insieme a quella del ragazzo, la reiatsu di Ulqiorra aumentò.
“Merda!” disse lei, mentre la paura si impossessava del suo cuore. 
Fra tutte le persone che Ichigo avrebbe dovuto combattere, Ulquiorra era l'ultima persona che lei sperava potesse incontrare, lui era pericoloso.
Tutto stava degenerando e lei, ormai aveva perso l'orientamento dentro al castello. Non sapeva nemmeno più dove si trovasse, stava correndo senza una meta.
Voleva solo scappare via da lì, pensò con disperazione.
Prima che potesse formulare altro o chiedersi dove fosse, un immenso portone comparve all'improvviso davanti a lei.
Yui si fermò, dopo minuti interminabili passati a correre.  Appoggiò le mani sulle ginocchia, cercando di ritrovare il fiato, mentre ormai il cuore saltava nel petto.
Quando si riprese un poco, si rimise dritta e guardò l'immenso portone.
Non aveva idea del dove quello portasse o a cosa servisse, si guardò attorno dove il silenzio faceva da padrone.
Lei non ci pensò troppo, si avvicinò ed iniziò a spingere, aprendolo. 
Fu quello il momento in cui una luce, forte entro dentro al castello e lei, si rese conto di essere arrivata fino ai giardini esterni.
Uscì fuori, lasciando che la luce di un finto sole la illuminasse. 
Si guardò intorno, mentre segni di una recente battaglia le fecero capire che qualcuno era stato lì, da poco. Avanzo ancora, scese la lunga scalinata fino ad arrivare verso il basso, cammino, guardandosi attorno con attenzione, attenta a non incontrare possibili nemici.
Tutto attorno a lei era distrutto, gli enormi pilastri rossi mandati in frantumi, mentre grandi fessure se ne stavano aperte al limite del giardino, lasciando passare l'oscuro buio dell'hueco mundo.
Mentre camminava silenziosa, d'improvviso il suo cuore perse un battito.
Le gambe cedettero e lei cadde a terra, mentre il respiro si spezzò.
La reiatsu di Ichigo era appena sparita, così, d'improvviso.
Yui ci pensò.
Non poteva essere successo?
Lui era Ichigo, lui era forte, lui era...
Butto fuori l'aria dai polmoni, si rialzò di colpo e si mise dritta.
Qualsiasi cosa fosse successa, lei non sarebbe stata li ferma a crogiolarsi nel dubbio che fosse successo qualcosa.
Era rimasta rinchiusa in quel posto un mese e mezzo, era tempo di fare qualcosa. Di combattere e di aiutare i suoi amici, nessuno sarebbe morto, nessuno sarebbe stato in pericolo, lei li avrebbe aiutati.
Lei avrebbe dato tutto, per salvarli.
Strinse i pugni, si concentrò, lasciando che la scia della reiatsu scomparsa di Ichigo le facesse da navigatore. Si ricordò di lei e, con la speranza e un pò di paura nel cuore, la seguì.
Lei avrebbe salvato Ichigo, a tutti i costi.

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Capitolo 57
*** Capitolo 57 ***


"TAKE ME BACK TO THE START"
COLDPLAY





Zen si strinse su se stesso, mentre l'aria fredda dell'inverno lo investiva facendolo rabbrividire. Cercò di scaldarsi le mani respirando su di esse, ma il risultato non fu migliore. 
"Freddo?" Chiese una voce alle sue spalle, Zen sussultò preso alla sprovvista e si voltò immediatamente. Nella penombra di quella scura notte, intravide il viso di Kaori  che sorrideva verso di lui. 
Il suo cuore nel petto, perse un battito nel vederla.
"Ka" Disse quello aprendosi in un sorriso, lei lo raggiunse mettendosi a sedere affianco a lui.
"Comunque sei in ritardo!" Disse lui.
"Non rompere Zen, non è stato facile uscire di soppiatto dal dormitorio." Disse quella lanciandogli un'occhiataccia 
"Sei stata tu a chiedermi di venire..." Rispose lui, alzando un sopracciglio.
 "Nessuno ha mai detto, che sarei dovuta arrivare puntuale!"
Zen gli lanciò un occhiataccia.
Lei sorrise, divertita.
“Per farmi perdonare, ho portato questo!" Disse lei, togliendo dal grosso kimono una bottiglia di sakè.
"Ma che..? Dove diavolo l'hai presa?" Chiese il ragazzo spalancando gli occhi.
 "E' un segreto!" .
"Kaori?"  Disse guardandola con sospetto.
"Non l'ho rubata Zen. L'ho solo presa in prestito... dal capitano" continuò  quella con fare innocente.
 "Sei davvero.." Cercò di dire stupito, ma non finì la frase.
"Cosa? Adorabile? Dai tieni!" Disse quella aprendo la bottiglia e porgendola verso di lui.
 "Infondo dobbiamo festeggiare no?" Disse lei felice. 
Zen sorrise 
"Mi dici cosa c'è di cosi tanto importante da festeggiare?"
 "Come cosa? Prima di tutto: il fatto che tu sia diventato un vice capitano! Secondo: il fatto che io sia entrata nell'ottava caserma! Non ti pare abbastanza?" 
"Non da berci un intera bottiglia!" Si lamentò lui divertito.
"Sbagliato! E proprio da un intera bottiglia" Rispose lei ridendo.
Zen scosse la testa, poi la vide stappare la bottiglia e prenderne un sorso per poi passargliela.
"Allora, come la tua vita da vice capitano?" Chiese quella curiosa. Zen prese la bottiglia, esitò un attimo, prima di berne un goccio.
"Normale." Rispose con tranquillità.
"Che entusiasmo!" Lo riprese sarcastica, Zen gli lanciò un'occhiataccia.
"Andiamo Zen, non puoi dirmi normale? Insomma, sei un vice capitano, i tuoi compagni ne saranno felici no?"
 Il ragazzo non  rispose, bevette un altro goccio.
"Che se ne vadano a quel paese i miei compagni!" Disse quello, asciugandosi poi le labbra con la manica del chimono nero, Kaori si rattristò alle sue parole.
"Zen.." cercò di dire.
"No! Smettila di farmi i tuoi soliti discorsi, non farò amicizia con quegli idioti senza cervello, non mi abbasserò a stare con certe persone!" Sbraitò con tono duro lui. 
Lei si ammutolì per un attimo.
"Sei un idiota! Sei proprio un idiota Zen!" Disse lei alzandosi, mentre con agilità scendeva dal tetto. 
"Ka!!" Gli urlò dietro lui, ma la ragazza non si voltò 
"Ka! Aspetta, che ti prende ora?"
"Ka!" La chiamò ancora lui, lei si bloccò a metà strada, poco lontano da lui.
"Devi smetterla!"
Lui guardò le sue spalle, mentre lei era ancora voltata.
" Smettila di comportarti come se il resto del mondo fosse solo un rifiuto per te. Non ti rendi conto che questo tuo atteggiamento non fa altro che peggiorare le cose? Credi di poter vivere la tua intera vita evitando le persone, perchè loro non sono intelligenti come te?" Chiese arrabbiata.
"Io non ho bisogno di loro!" Disse sprezzante il ragazzo, Kaori strinse i pugni.
"Hai bisogno di qualcuno nella tua vita Zen. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno. E se non smetterai di comportarti così, non solo ti renderai odioso al resto del mondo, ma perderai anche chi ti sta vicino!" Disse dura lei .
"Io non ho bisogno di loro. Non ho bisogno di qualcuno che intralci la mia strada, posso cavarmela da solo. Io posso vivere senza di loro, perchè io sono meglio di loro!!" Affermò con rabbia il ragazzo.
"E allora sei solo uno stupido arrogante!" Lo riprese furiosa.
"Ma è la verità! Io non ho bisogno di nessuno di loro. Non finchè avrò te!" Disse accorciando le distanze e avvicinandosi verso di lei. 
Kaori strinse i pugni, perchè lui non capiva?
“E sei io non dovessi più esserci? E se dovesse capitarmi qualcosa? E se dovessi morire?” Chiese improvvisamente lei.
Zen perse in battito nel sentire quelle parole.
Non poteva pensare a qualcosa del genere, non esisteva, il suo cervello  trovò  quelle parole così spiacevoli, cercò di scacciarle dalla sua mente il più in fretta possibile. Lei non lo avrebbe mai lasciato, lei era la sua unica ragione di vita, lei non sarebbe mai andata via, si disse con forza, cercando di convincersi.
“Non dire stupidaggini!” 
“E se dovesse succedere? Sono una shinigami ormai, sai perfettamente che questa vita è pericolosa ed imprevedibile! Cosa succederebbe se ciò accadesse? Eh?” Disse lei con lo sguardo basso.
Aveva vissuto la sua intera vita con quel ragazzo, lui era tutto per lei, come lei era tutto per lui, eppure mentre lei aveva imparato a convivere con il resto del mondo, lui aveva deciso di chiudersi, lasciando il resto del mondo fuori. 
Perchè era così? Perchè non poteva apprezzare gli altri come faceva lei? Odiava il pensiero che lui fosse solo, che fosse lontano da tutti, che non riuscisse a trovare qualcuno che gli fosse amico al di fuori di lei.
Odiava il pensiero che lui non avesse nessun altro, la distruggeva, nel profondo.
Ma lui, non capiva.
Poi d'improvviso, due braccia la strinsero da dietro, il suo cuore sussultò nel sentire quel calore.
“Non lascerò mai che ciò accada! Sei l'unica cosa per cui vale la pena vivere questa vita.” Sussurrò il ragazzo.
Kaori sentì il suo respiro vicino all'orecchio, sentì le sue parole calde e  dolci, alzò le braccia e strinse quelle che la circondavano.
Il mondo tra le braccia di Zen sapeva di cosa meravigliose, lì si sentiva protetta e felice, non le avrebbe mai volute lasciare quelle braccia, per nessuna ragione al mondo. Si voltò leggermente il tanto che bastava per guardarlo negli occhi, gli prese il viso fra le mani: era caldo e morbido ed i suoi occhi, erano sempre così scuri e profondi.
“Zen, voglio solo che tu sia felice, con o senza di me! Promettimi solo che ci penserai ,che rivaluterai il resto delle persone. Infondo la vita è decisamente più bella se hai qualcuno con cui condividerla! Promettimi di non rimanere da solo!” Disse lei dolcemente.
Zen la guardò incantato, guardo i suoi occhi mentre lo supplicavano. La strinse di più a se.
“Cercherò di farlo” Disse sorridendo leggermente, ma Kaori sapeva che quella era solo una bugia. Lo faceva sempre, lei sapeva  riconoscere quando lui mentiva e quella, quella era palesemente una bugia.
“Cosa diaminine dovrò fare con te Zen!” Disse quella avvicinando la fronte e appoggiandola a quella del ragazzo. Lui sorrise incantato.
 “Scusa, Ka! “ Rispose lui dolcemente.
Lei rimase così per un pò, lasciando che il contatto con la sua pelle calda continuasse, poi si stacco lievemente.
“Non mi dire che hai abbandonato da solo il sake là sopra!” Disse lei allontanandosi da lui e guardandosi in torno in cerca della bottiglia.
“Speravo te ne fossi dimenticata.” Disse lui con sincerità, lei sorrise furba.
“Come se potessi dimenticarmi di una bottiglia di sake!” Disse lei, poi lo superò fino ad arrivare alla bottiglia e l'afferrò bevendone un sorso. Zen la osservò mentre lei tornava ad essere la solare ragazze che lui conosceva, quella ragazza che lui amava più di ogni altra cosa al mondo.



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Capitolo 58
*** Capitolo 58 ***


 
"When I fold, you see the best in me
The joker and the queen"
Ed Sheeran
 





Yui corse verso l'enorme voragine che squarciava il finto cielo azzurro dei giardini di Las Noches. Aveva una strana sensazione che le attanagliava il cuore, cupa e angosciante, la scacciò via con tutta se stessa. Era arrivata fino a lì, non poteva mollare, doveva andare avanti, doveva trovare Ichigo e assicurarsi che stesse bene, lei doveva essere forte. 
Si ripete, saltando dritta verso lo squarcio e atterrando nella buia notte dei deserti dell'hueco mundo. 
Fece un respiro profondo, prima di alzare il viso. Era tutto stranamente silenzioso, un soffio di vento la investì, mentre i suoi occhi setacciavano l'area con rapidità. Si mosse il tanto di potersi guardare attorno e quando lo fece, le sue iridi castane incontrarono una sagoma riversa a terra. Strinse d'istinto i pugni, doveva rimanere calma.
Se lo ripeté tante volte e con forza, mentre lentamente avanzava verso quella figura. 
Si fermò solo un attimo, strinse gli occhi con la paura che opprimeva il cuore.  
Scosse la testa.
Doveva avanzare, pensò ancora una volta.
Con coraggio lo fece e quando ormai fu quasi vicina, lei lo riconobbe.
Il cuore perse un battito nel petto.
Capelli arancioni, abiti neri.
Non fece nemmeno in tempo a pensarlo, fece un enorme balzo, con tutta la forza che aveva, e atterrò al fianco di quella figura.
Fu come una pugnalata, dritta infondo, così infondo da squarciarle l'anima.
Senti le gambe cedere, si fece forza e rimase dritta, in piedi.
Il cuore in gola, le lacrime che bruciavano.
Fece due passi ed infine, si precipitò per terra mentre i suoi occhi incontravano quelli di Ichigo.
Spenti, lontani, senza vita.
“NO, NO, NO!” Disse in preda al panico, mentre lo afferrava per le spalle scuotendolo.
“Oi! Svegliati” Disse  ancora quella, mentre gli occhi si appannavano e dentro, lei si spegneva, lentamente.
Non riuscì a dire nient'altro, sentì solo le lacrime scivolare silenziose sul viso, mentre il cuore crollava in mille pezzi  e fece male, si sentì quasi scivolare verso una voragine scura, profonda dannatamente dolorosa e buia.
Fece così tanto male.
Male da toglierle il fiato, da dilaniarle il corpo e anche l'anima.
Strinse il corpo del ragazzo verso di se, poteva ancora sentire il suo profumo, poteva ancora immaginare le sue mani su di lei, la sue carezze, il suo sorriso.
“Per favore, svegliati..” Disse mentre le parole si spezzavano dietro ai singhiozzi. Lo lasciò andare il tanto di guardarlo negli occhi, non ci riuscì.
Nascose il suo viso nell'incavo del suo collo.
“Non puoi lasciarmi..” e lo disse come una supplica. Aveva dato se stessa affinché lui potesse ridere, combattere, vivere ancora. 
Ed ora..
“Io.. io ti amo” confessò.
E  ammetterlo fu una sensazione così forte, da sorprendere anche se stessa. 
Perchè lei lo amava davvero quel ragazzo, lo amava con tutta se stessa e si stupì di accorgersene solo in quel momento, si stupì nel pensare che nessuno le aveva fatto provare quello che aveva provato con lui e forse, nessun altro glielo avrebbe mai fatto più sentire. 
Lei lo amava e non si era nemmeno accorta di quanto tutto ciò fosse forte, reale, profondo.
Si allontanò da lui, lasciandolo andare un poco e riposandolo a terra, mentre dentro si rendeva consapevole della fine. 
Ma non poteva essere la fine.
Lei non lo avrebbe permesso.
Si coprì il volto, mentre la sua testa cercava un modo, un modo per salvarlo, perchè non poteva essere troppo tardi, non poteva esserlo...
“Dannazione!” Urlò in preda alla rabbia e poi, senza pensarci, mise due mani sul petto del ragazzo e pensò a quello che il suo stesso nemico le aveva insegnato: il Kido curativo.
Cercò tutta la sua reiatsu dentro se stessa e tentò di creare quel fascio di luce, che avrebbe potuto curarlo, ma era così debole e fiacco. Sentiva il cuore premere nel petto con urgenza. 
Perchè non ci riusciva?
Perchè non stava funzionando?
Strinse gli occhi con così tanta forza, che le lacrime scesero con prepotenza sul suo viso.
“Ti prego, funziona!” Supplico a se stessa, mentre continuava a tenere le mani sul petto del ragazzo, privo di vita.
Faceva male, così tanto il male.
“Mi dispiaze” disse una voce in lacrime.
Yui si voltò di scatto, incontrando il viso in lacrime di una bambina, con sua sorpresa.
La bambina la guardava con due occhioni, mentre piangeva.
Capelli verdi, un teschio in testa e degli abiti verdi.
Lei non capì chi fosse.
Quella la guardò ancora, poi scoppio a singhiozzare.
“Itsygo stava sercando di salvale me. Ha pleso un sero da Ulquiorra. Stava plottegendo me. Continuo a stale tla i piedi di Itsygo. Itsygo stalebbe bene se io non ci fossi. E' tutta colpa mia. Pel favole, salva Itsygo!" 
Yui capì le sue parole nonostante tutto, mentre quella si dimenava disperata.
Poi, d'improvviso dei passi la destarono. Lei non si voltò subito, cercò di asciugare le lacrime che prepotenti avevano invaso il suo viso e smise di creare quel fascio di luce, portando una mano su No Arashi e si preparò ad attaccare.
Quei passi si fermarono poco lontano da lei, poi sentì un tonfo.
Yui si voltò a guardare cosa fosse e incontrò dei capelli ramati.
“Inoe...” Disse stupita, fu quello il momento in cui alzò il viso ed incontro le iridi azzurre della sesta espada, che la guardava con lo sguardo più enigmatico di sempre.
“Tu? Che diavolo hai fatto ad Inoe!”
“Tsè, spostati” Disse sprezzante quello, avvicinandosi alla ramata e spezzando le corde che le tenevano legate le mani.
Quando la ragazza si mise a sedere, il suo viso divenne  pallido ed i suoi occhi si gonfiarono di lacrime.
“Kurosaki-kun” Disse precipitandosi verso di lui.
“Che cosa gli è successo? Perchè non risponde”
“Mi.. dispiace Inoe..” Disse Yui  e si stupì di dire quelle stesse parole, fu come tirarsi un pugno da sola, come se dirle a voce alta avesse reso tutto così reale, portò una mano sul cuore, trattenendo un singhiozzo. 
Fece così male..
“No!” Disse disperata la ramata.
Ma Yui aveva perso le parole ed era pallida ed i suoi occhi erano così lontani.
Inoe si dimenò disperata, ma lei aveva smesso di ascoltarla.
“Curalo!”
Yui si voltò lentamente verso quella voce, che lei conosceva così bene e alzò il viso verso di lui, che la guardava senza nessuna emozione sul volto.
“Non mi hai sentito umana? Ho detto curalo.” 
Inoe guardò un attimo la ragazza di fronte a se, in cerca di conferma.
Yui  ricordò e capì e i suoi occhi ripresero vita, guardò la ragazza di fronte a se ed annuì.
E la vide di nuovo una fiocca luce, lì davanti a lei, nelle mani di Inoe Orihime, una luce che sapeva così tanto di speranza. 
La ramata, si asciugò il viso poi si mosse verso il ragazzo, attivò il suo scudo e si mise a curarlo, con le lacrime agli occhi.
“Ti plego, culalo” Disse la bambina.
“Stai zitta tu!” La riprese l'azzurro, con disprezzo.
Quella si zittì e silenziosa continuo a piangere.
Yui si alzò, lentamente, sentì il bisogno di voltarsi, di guardare altrove. Sentiva che la speranza di salvarlo si stava facendo spazio nel petto, ma la possibilità che non potesse essere così, le stringeva il cuore, in una morsa.
Era tutto così confuso e faceva così male, poi voltò il viso leggermente ad un lato, sentendo la presenza dell'espada vicino a lei, che la osservava.
“Perchè lo stai facendo?” Chiese, senza voltarsi a guardarlo.
Lui la scrutò silenzioso per un momento.
“Perchè non può finire così.”
La ragazza si voltò a verso di lui, poi capì.
Lui non voleva salvarlo e basta... sentì la furia nel petto e si precipitò verso l'azzurro, prendendolo per la giacca.
“Non osare nemmeno pensarlo! Non combatterai con lui, non te lo lascerò fare!”
Lui la guardò negli occhi, impassibile.
“Come se tu potessi fermarmi.”
“Lo farò, con tutta me stessa e con qualsiasi mezzo. Tu non lo toccherai!”
Lui guardò il suo viso, studiandolo, poi fece un smorfia.
“Tsè Guardati! Sei patetica e tutto per quella nullità lì, uno che non è nemmeno riuscito a sopravvivere ad un combattimento contro Ulquiorra. Pensavo che fossi molto di più di questo!”
Lei lo guardò fisso negli occhi, con la rabbia che si faceva spazio nel petto sempre più forte.
“Io sono questo Grimmjow! Sono quel tipo di persona! Quella che darebbe la vita per le persona che ama, che lo ha fatto e lo farebbe altre mille volte”
Lui inclinò un poco la testa.
“Perchè tu lo ami, vero?”
Lei si ammutolì.
Lui scrutò il suo viso, leggendo in quegli occhi, in quell'espressione, una risposta che lei non disse a voce alta, ma lui conosceva bene. Le diede così fastidio, il pensiero che lei provasse un sentimento per un umano qualsiasi...
Si odiò nel pensarlo.
“Tsè, ovvio, una come te può amare solo gente come quello lì.”
La stava giudicando.
Strinse la presa sulla giacca.
“Cosa importa a te? Quello lì è una persona che mi vuole bene, che è venuta fino a qui per salvarmi, che farebbe di tutto per aiutarmi. Lui  ha scelto me, nonostante tutti i pericoli, nonostante abbia rischiato la sua vita. Lui ha scelto me! Cosa che tu, non faresti mai..” Disse lei,  portandolo verso di se.
Lui spalancò lievemente gli occhi, ma non rispose.
Perchè sapeva che per quanto odiasse l'idea che lei amasse quell'idiota, sapeva che no...
Non avrebbe scelto lei.
Doveva quella sua esistenza ad Aizen e avrebbe combattuto per lui e avrebbe seguito la sua strada, ovunque lui volesse andare.
Lui non poteva scegliere.
Lui era solo un soldato.
Non avrebbe mai potuto scegliere lei...
“Istygo” Chiamò la bambina.
“Inoe”
Yui la riconobbe immediatamente quella voce. Lasciò andare la giacca dell'azzurrò, abbassando la testa, mentre portava le mani al petto. 
Lui era vivo.
D'improvviso quella voragine nera e profonda nel suo cuore si aprì, illuminandosi di luce, speranza, gioia e di sollievo.
Sentì il cuore sciogliersi dalla felicità. Avrebbe voluto piangere tutte le sue lacrime.
Non lo fece.
Grimmjow si voltò e vide, il ragazzo che si metteva a sedere e lì osservava.
“Grimmjow! Tu.. che ci fai qui?”
La sesta espada mise le mani in tasca e squadrò il ragazzo un attimo.
“Abbiamo un conto in sospeso io e te, perciò cerca di rimetterti in forza, perchè devi essere pronto per il nostro combattimento.”
Ichigo lo guardo con occhi seri.
“Non lo fare..” Disse con tristezza Inoe. Il ragazzo dai capelli arancioni si voltò a guardarla e per la prima volta, incontrò i suoi occhi tristi, infine vide anche la bambina dai capelli verdi piangere.
“Ma che succede, perchè state..” Ma non fece in tempo a finire, la bambina gli saltò addosso abbracciandolo.
“Mi dispiaze, Itsygo. E' colpa mia” Disse quella piangendo. Il ragazzo non capì subito, poi ricordò.
Istintivamente si portò una mano al petto, la dove pochi secondi prima c'era un foro.
“E' stato Ulquiorra, è cosi che finisce i suoi avversari, facendogli la stessa voragine che a lui nel petto.” Spiegò Grimmjow.
Ichigo rimase fermo a pensare.
Ricordava ancora la quarta espada di fronte a lui, il suo cero verde, poi più nulla.
Era morto? 
Fu sicuro di esserlo stato.
Non riusciva a ricordare altro di quel momento tranne..
Tranne il viso di suo madre.
Era un ricordo sbiadito, ma era sicuro che in quegli attimi in cui lui era morto, aveva visto sua madre.
Gli aveva sorriso, poi qualcosa l'aveva riportato qui.
Si voltò a guardare Inoe al suo fianco, alzò leggermente una mano fino a toccarle il viso ed asciugarle una lacrima.
“Grazie” 
Lei si stupì di quel contatto e di quelle parole, sorrise un poco, felice come non lo era mai stata.
Yui non vide la scena, rimase nascosta fra le spalle della sesta espada a pensare che qualsiasi cosa lei avesse fatto, non avrebbe mai avuto il potere di salvarlo.
Quella consapevolezza le arrivo dritta come un pugno allo stomaco, lei non avrebbe potuto aiutarlo, ne proteggerlo.. lei, lo avrebbe solo fatto soffrire.
Uno come Ichigo  però meritava solo il meglio, non meritava qualcuno come lei, qualcuno che lo aveva tradito.
Lei non era fatta per lui, non lo sarebbe mai stata.
Lei non meritava Ichigo Kurosaki nella sua vita.
Il ragazzo dai capelli arancioni, tentò di alzarsi, ancora un pò barcollante, riprendendosi da quel momento, pronto ad affrontare la prossima sfida, qualsiasi essa fosse stata, poi mentre si metteva dritto, vide una figura dietro la sesta espada.
La riconobbe, l'avrebbe potuto riconoscere in mezzo a mille altre persone. 
Si mosse rapido, spostò la sesta espada ed arrivò verso di lei.
Yui sentì solo qualcuno afferrarla per un braccio, si voltò spinta da quella presa ed i suoi occhi, incontrarono quelli castano chiari del ragazzo dai capelli arancioni.
Erano luminosi, erano belli.
Erano vivi.
Lui la spinse verso di se, senza dire nulla, senza parlare. 
La strinse a se, portando una mano sulla sua vita e l'altra dietro alla sua nuca, stringendola con forza e lasciando che il suo profumo lo inebriasse, mentre qualche ciocca dei suoi capelli gli accarezzava il viso.
La strinse così forte che avrebbe potuto spezzarla.
Lei però era Yui, non si sarebbe spezzata così.
La ragazza non riuscì a dire nulla, chiuse gli occhi e si fece coccolare dal suo abbraccio, appoggiando la testa sul petto nudo e caldo del ragazzo e dopo un mese e mezzo nell'hueco mundo, lei si sentì per un secondo... a casa.
Rimasero così, stretti l'uno all'altro, consapevoli di essersi ritrovati e di essersi incastrati ancora, l'uno nella vita dell'altro.
Ma Yui sentì uno strano sentimento e per lei fu come stringere qualcuno a cui stai per dire addio.
Si allontanò lievemente da lui, con la testa bassa come se guardarlo negli occhi fosse un lusso che lei, non si poteva permettere.
Lui le prese il viso con una mano e lo alzò, puntando il suo sguardo nel suo.
Si osservarono così affondo che le loro anime si spogliarono, aggrovigliandosi  per qualche secondo.
“Stai bene?” Chiese lui, dolcemente.
Lei avrebbe voluto piangere, ma non lo fece.
Annuì.
“Ti hanno fatto del male?” Chiese preoccupato.
Avrebbe voluto raccontare ogni cosa: di quanto era stato duro vivere lì, di tutto quello che aveva passato, delle volte in cui aveva rischiato di morire e poi era tornata, più forte e  allo stesso tempo più a pezzi di prima.
Non lo fece.
“No.. solo qualche graffio”
Lui le accarezzo il viso per un momento, sapeva essere una bugia, ma non disse nulla.
“Adesso sono qui, andrà tutto bene, ti porterò via da qui.”
Quelle parole risuonarono nella sua testa e nel cuore, con tanta forza che i suoi occhi divennero lucidi, ma non lasciò che le lacrime scappassero, semplicemente sorrise. Un sorriso dolce e vero.
Erano le parole più belle che avesse mai sentito, si sentì al sicuro, dentro a quell'abbraccio e a quelle parole.
“Non così in fretta.” Disse duro l'azzurro dietro di loro, ribollendo di rabbia e qualcosa che lui non sapeva riconoscere, ma sembrò qualcosa come la gelosia.
Yui sentì il suono della sua voce aspra.
Ichigo la guardò ancora un attimo, poi si voltò verso la sesta espada.
“Non osare..” Disse Yui.
Grimmjow spostò lo sguardo su di lei.
“Non metterti in mezzo donna.” Disse con disprezzo.
Yui non lo ascoltò, rapida si mise davanti ad Ichigo con una mano sulla sua katana.
“Ti ho già detto che se oserai farlo, dovrai prima vedertela con me.”
L'azzurro guardò il suo sguardo serio, sentì la rabbia montare ancora di più dentro al petto , perchè faceva tutto quello per uno come lui?  Lui era... 
Lui era geloso, così geloso di quegli sguardi, di quegli abbracci, perchè diamine gli importava? Sentì come se quei sentimenti lo rendessero ceco dalla furia.
Odiava averli davanti agli occhi, avrebbe voluto fermare tutto...
Rise sguaiatamente fingendo disinteresse.
“Forse dimentichi che l'ultima volta sei quasi morta!”
“Forse dimentichi che l'ultima volta sei quasi morto!” Rispose lei, seria. Lui non apprezzò quell'osservazione.
“Spostati donna o ti farò a pezzi!  Farò in modo che ciò che Ulquiorra gli ha fatto, possa replicarsi!” Disse a denti stretti e con furia, l'azzurro.
“Guardati, continui a guardarmi dall'alto al basso con disprezzo, non riesci nemmeno a dire il mio nome eppure hai il coraggio di giudicarmi perchè sto dalla parte di chi mi vuole bene, sei patetico! ” Disse Yui, con rabbia.
Grimmjow si avvicinò verso di lei, afferrandola per la giacca.
“Io? Sarei io quello che ti guarda con disprezzo? Ti sei osservata? Ti è bastato vederlo per più di cinque secondi, per decidere di metterti contro di me. E poi fai discorsi del cazzo sul scegliere? Non potrei mai scegliere te, sarei solo un rammollito se lo facessi donna!”
Quelle parole arrivarono più dure di quello che lei si aspettasse e si rese conto, che quello che lui aveva detto le importava, in una maniera dannatamente fastidiosa. 
Si sentì ferita, per una ragione che nemmeno lei conosceva.
“Yui! Il mio nome è YUI! E nemmeno io sceglierei te! Ne ora, ne mai!” Disse con tutto la cattiveria che aveva nel corpo.
Lui si ammutolì, perdendosi negli occhi castani di lei, pieni di lacrime che volevano scendere ,ma che rimasero incastrate lì.
Quelle parole ferirono anche lui, mentre i suoi occhi cercavano una risposta diversa sul viso di lei, una risposta che non arrivò mai.
Qualcuno li separò mettendosi in mezzo. 
Grimmjow si voltò con rabbia, avrebbe potuto spazzare via l'hueco mundo in quel momento.
“Che diavolo sta succedendo qui?” Chiese Ichigo, tra i due. Fu così strano, vederli così.. 
Ichigo percepì qualcosa nelle loro parole, sentì una strana sensazione dentro al petto, qualcosa che gli suggeriva che tra i due fosse successo qualcosa, qualcosa che li avesse legati, qualcosa che li avesse avvicinati, qualcosa che lui però non poteva capire e forse nemmeno credere.
Dovette respingere quella strana sensazione fastidiosa nel petto, nel pensare che stare lì aveva permesso a Yui di avvicinarsi ai suoi nemici, così tanto...
“Grimmjow, combatterò con te. Infondo a quante pare lo devo a te, se sono ancora vivo.”
“Ichigo!” Lo riprese Yui.
“Yui, va bene. Ti prometto che vincerò.” Disse quello voltandosi verso di lei con un sorriso.
Lei strinse i pugni, aveva così tanta paura per lui, non voleva che combattesse, non voleva che succedesse di nuovo..
Non voleva perderlo, non così, non in quel maledetto posto.
Incastrò i suoi occhi in quelli del ragazzo, poi d'improvviso sentì una presenza alle sue spalle, non fece in tempo a spostarsi, qualcuno l'afferrò per il collo, bloccandola in una presa.
Yui sentì il fiato spezzarsi, sotto quella improvvisa pressione. Ichigo spalancò gli occhi, ma prima che potesse muoversi, Grimmjow fu più veloce e si parò davanti a lei.
Yui voltò il viso il tanto di vedere chi fosse.
La terza espada Harribel, la stava tenendo ferma in una morsa. 
La sensazione di essere imprigionata, si fece spazio nel suo cuore, ancora una volta.
Eppure era stata così vicina, così vicina alla libertà..
Sentì il panico farsi spazio nel cuore.
Non poteva andare così!
Era così vicina, era così vicina..
“Harribel, lasciala andare.” Disse Grimmjow.
“Come osi? Aizen-sama non ha ancora finito con lei.” 
Lui spalancò gli occhi, poi guardò quelli della ragazza. Era spaventata e vide, dentro a quelle iridi castane, il terrore, lo stesso che lui aveva visto il giorno in cui l'aveva portata via. Sentì il cuore incrinarsi per un solo momento.
“La porterò io personalmente..” Cercò di dire. Mentre la ragazza sotto i suoi occhi, cercava di dimenarsi per liberarsi.
“Yui” Disse Ichigo, cercando di catapultarsi verso di lei, Grimmjow lo fermò mettendo un braccio davanti per fermarlo.
“Saresti davvero in grado di farlo? Te la sei lasciata scappare e tutto per cercare di combattere con quell'umano. Credi davvero che io o Aizen-sama potremo ancora fidarci di te, Grimmjow?”
“Lasciami andare!” Cercò di dire la ragazza, mentre la stretta, quasi la soffocava.
“Tutto quello che faccio è per Aizen-sama, Harribel, perciò lasciala andare. Sarò io stesso a consegnarla.” 
Quella però non si mosse di un centimetro, poi d'improvviso la lasciò andare.
Yui iniziò a tossire, mentre si toccava la gola ancora dolorante e spaventata, il cuore martellava nel petto così forte da uscirle quasi fuori. Lui si avvicinò un poco verso di lei, 
non la toccò, aspettò che lei si rimettesse dritta per guardarla negli occhi.
I loro sguardi si incontrarono.
Lesse negli occhi di lei gratitudine e mentre ancora tremava, allungò una mano verso di lui, quasi avesse bisogno di afferrare quella dell'azzurro per sentirsi al sicuro.
Grimmjow non ci pensò due volte, lentamente allungo la sua verso quella di lei, pronto a stringerla a portarla con se, prima che Aizen la potesse avere...
Yui sentì le sue dite vicine, poteva già sentire il  loro calore, lì ad un centimetro da lei e  prima che potesse afferrale, qualcosa la colpì con violenza dietro alla testa e lei vide il mondo diventare buio, di nuovo.
Quella mano sparì, lasciandola all'oscurità ancora una volta.
 Grimmjow spalancò gli occhi stupito, mentre la ragazza ricadeva nelle braccia della terza espada incosciente.
“YUI!” Urlò Ichigo spostandosi verso di lei.
Harribel guardò per un solo momento l'azzurro, con sguardo di chi sapeva di aver capito ogni cosa, poi con un balzo volò via, rapida e sparì nella notte eterna.
Grimmjow rimase lì, fermo immobile, con la mano ancora a mezz'aria, mentre poteva ancora vedere gli occhi castani della ragazza incastrati dentro i suoi, giurò di aver visto il suo sollievo mentre cercava di stringergli la mano, come se lui fosse la salvezza.
Come se lui potesse proteggerla.
La sua mano ricadde nel vuoto, pesante, così come il suo cuore.

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Capitolo 59
*** Capitolo 59 ***


“These wounds they will not heal.
Fear is how i fall
confusing what is real."
Linkin Park




Yui si svegliò di soprassalto con il respiro corto ed il cuore che batteva nel petto. 
Aprì gli occhi, una forte luce bianca la investì,  si coprì il viso, fino a che i suoi occhi non si abituarono. Si mise a sedere e si toccò la testa ancora dolorante, mentre si guardava attorno.  Era distesa per terra in una stanza ben illuminata ma vuota, completamente da sola. 
Nessuno. Non c'era assolutamente nessuno, se non lei. 
La ragazza portò una mano sul petto, cercando di calmare il cuore che batteva e il respiro accelerato, doveva calmarsi.
Strinse i pugni, mentre ancora poteva vedere gli occhi della sesta espada e la sua mano così vicini.
C'era quasi riuscita, era quasi riuscita a scappare e mettersi in salvo. Aveva trovato i suoi amici e aveva sentito l'odore della libertà, ed ora...
Ed ora era di nuovo in trappola. 
Si alzò lentamente, ancora un pò stordita e si mise a camminare per la stanza, in cerca di qualsiasi via d'uscita e quando mise un piede avanti, proprio a metà della stanza, andò a sbattere contro qualcosa ricadendo a terra.
La ragazza si guardò perplessa in giro, davanti a se non c'era assolutamente nulla. Si alzò ancora incredula e mise lentamente le mani avanti e quelle inaspettatamente, aderirono sopra qualcosa. Qualcosa di invisibile che per un momento sfarfallò al suo tocco, poi tornò a sparire.
Era una barriera.
Ma cosa ci faceva una barriera lì? 
Si sentì mancare quasi il respiro, era in gabbia? 
Sbatte una mano sulla barriera, una, due, tre volte, poi presa dal panico iniziò a colpirla con tutta se stessa.
“Lasciatemi andare! Maledetti!” Disse con forza, ma quella barriera invisibile, rimase intatta. Disperata si appoggiò ad essa, abbassando il capo, mentre le lacrime pungevano ancora una volta.
“Voglio solo tornare a casa” disse con tristezza infinita.
“Tutto bene, Yui-san?” Chiese una voce improvvisamente. 
La ragazza sussultò e alzò il viso incontrando quello sorridente di Ichimaru Gin.
“Tu..” Disse quasi in un sussurro. Fra tutte le persone che si sarebbe aspettata di vedere, lui era sicuramente l'ultimo.
 “Ti vedo preoccupata, Yui-san!” 
“Che diavolo vuoi da me? Lasciami uscire!”
“Mmh meglio di no. Vedi, Aizen-sama non ha apprezzato gran che la tua fuga” spiegò  guardandola da sotto la frangia lilla. 
“Peccato, perchè è stata  davvero un ottima fuga!” Disse lei, con un sorriso di sfida.
Lui assottigliò lo sguardo.
“Giochi sempre con il fuoco tu. Arrogante ragazzina!”
“Non ho paura del fuoco, men che meno di te!” Rispose lei con forza. Gin di tutta risposta sorrise con il suo solito ghigno.
“Dovresti.” Disse, mettendo le mani dentro alle larghe maniche della sua giacca bianca.
Si guardarono affondo per un po'.
“Perchè mi avete rinchiuso qui? Non era una vostra ospite?” Chiese verso l'uomo, Gin sorrise.
“Gli ospiti non tentano di scappare a gambe levate.”
“Perchè gli ospiti di solito possono andarsene quando vogliono, cosa che io non posso fare.”
“L'ho sempre detto ad Aizen-sama, che avremo dovuto trattarti come una prigioniera,” Continuò facendosi serio.
“Fammi uscire!” Disse minacciosa la ragazza.
“Va tutto bene, Yui!” 
Lei sussultò.
Quella voce l'avrebbe riconosciuta ovunque e sentì un brivido di inquietudine. 
Aizen avanzò verso la barriera, senza però toccarla, poi alzò il viso incontrando gli occhi della ragazza. 
“Non credevo che saresti arrivata a tanto, Yui” Disse in un tono offeso.
“Mi credi davvero poco furba, se pensavi che non avrei cercato di fuggire alla prima occasione, Aizen!  Sono più che sicura che te lo aspettavi e a anzi, oserei dire che poteva anche essere uno dei  tuoi piani..” Rispose lei dura e tagliente, Aizen sorrise.
“Devo smentirti Yui! Vedi, c'è una cosa che non è mai rientrata nei miei piani, è quella cosa sei tu!”
Lei si ammutolì.
“Tu sei l'unica cosa di cui io non avevo tenuto conto...” Ammise, guardandola intensamente.
“Ho sperato che potessi stare dalla mia parte, sarebbe stato decisamente più facile se tu ti fossi fidata di me..”
“Fidarmi di te? Parli come se la fiducia fosse qualcosa da dare con facilità. Non mi hai mai messo in condizioni di fidarmi di te! Tu mi hai rapito! Mi hai strappato alla mia vita per portarmi fino a qui! Come avrei mai potuto fidarmi di te?”
Lui fece mezzo sorriso.
“Ho sperato comunque che lo facessi, ti ho dato così tanto... Ho lasciato che tu avessi più libertà di qualsiasi mio espada! Vedi Yui, io sono riuscito a far credere ad un intero gotei  tredici che ero uno di loro, posso essere una persona piuttosto convincente se voglio, ma tu... ” 
“Ma io non sono il gotei tredici! Io sono solo una ragazza di sedici anni, che voleva solo essere lasciata in pace a vivere la sua noiosa e normale vita. Tu mi hai strappato via da tutto. Credi davvero che avrei mai potuto sentire qualcosa come la fiducia nei tuoi confronti?”
Lui la osservò silenzioso per un attimo.
“Sono un uomo molto ottimista...”
“Oh ma tu non sei un uomo.. Sei un mostro!”
Quelle parole arrivarono più dure di quanto Aizen si aspettasse e lo sguardo della ragazza, lo infastidì. 
“Perchè mi hai rinchiuso qui?” 
“Forse hai ragione Yui...”
Lei non capì quelle parole.
“Forse sono davvero un mostro...” Disse lui, con lo sguardo fisso verso il nulla.
Lei lo guardò intensamente.
“Infondo solo un mostro potrebbe fare una cosa del genere...” Disse lui, guardandola infine.
Lei non capì, continuò a guardarlo affondo e poi...
Poi realizzò ed il suo cuore  tremò per la paura.
“Mi dispiace Yui, ma tu non sei mai stata il mio obiettivo..”
La ragazza sentì le mani tremare, il viso imperlarsi di sudore freddo, fino a quel momento erano state tante le volte in cui si era trovata di fronte a lui, ma mai, mai come quel momento lei si sentì spaventata.
Era terrorizzata.
 “E' stato inaspettato trovarti e non nascondo che mi hai sorpreso più d ogni altra cosa. Non avevo realmente pensato ad un piano per te, volevo solo che tu fossi il più vicino possibile, che fossi a portato di mano. Ti ho allenato, ti ho fatto diventare più forte. Ho rafforzato il tuo corpo, la tua tecnica ed ho aggiunto qualcosa in più alle tue conoscenze e tutto per arrivare  a questo preciso momento.”
Yui strinse i pugni, ormai era in preda alla paura, ma non vacillo, non poteva mollare, non ora, si ripromise che qualsiasi cosa fosse successe lei avrebbe combattuto, fino all'ultimo respiro. 
“Mi dispiace ma io.. devo farlo, dopo tutti questi anni, io finalmente..” Ma l'uomo non riuscì a finire la frase.
“Aizen..” Lo chiamò lei. 
Lui la guardò.
“Qualsiasi cosa tu voglia fare, devi ascoltarmi. Non so quale legame ci fosse fra te e lei, so che era importante, ma qualsiasi cosa tu stia pensando di fare, fermati.”
Lui rimase un attimo in silenzio, poi inclinò la testa leggermente.
“Non posso.”
Yui tirò all'improvviso un pugno alla barriera.
“Tu non capisci! Lei, lei non è più qui! Kaori se ne andata, qualsiasi cosa tu voglia da lei, non la troverai, non qui, non dentro di me!”
“Io devo tentare”
“NO! Dannazione!!” Disse la ragazza, abbassando lo sguardo con disperazione.
“Non la troverai, non troverai nulla dentro di me. Lei se n'è andata, ha lasciato tutto e solo per aiutarmi a sopravvivere qua dentro. Non troverai quella donna, non qui, non dentro a questo corpo ne dentro a quest'anima! Non riuscirai a riportarla qui!” E lo disse quasi con supplica.
Lui la guardo, senza pietà, ne sentimento.
Lei strinse gli occhi, sentì tutta la speranza provata scivolare via, non riusciva più a vedere una via di scampo, non più.
Tutto ciò che aveva fatto, tutto quello che aveva provato, ogni tentativo di sopravvivere, di combattere tutto si riduceva a quel momento.
Nonostante avesse resistito così allungo, si rese conto che quella sarebbe potuta essere la fine.
La vera fine.
Senza gloria, ne orgoglio.
Si sentì stringere in una morsa, di panico, paura e solitudine, la morsa di chi sa di essere in trappola e di non poter scappare.
Sentì gli occhi bruciare per lacrime che avrebbero voluto scendere, le trattenne tutte. 
Non poteva piangere..
Non davanti a lui, non così.
“Lasciami andare... Ho solo sedici anni, ho tutta una dannata vita da vivere, una vita che non appartiene a Kaori e che lei non vorrebbe, ha dato se stessa per proteggermi, credi davvero possa accettare una cosa del genere?”
“Lo farà, perchè lei starà con me.”
Fu quello il momento in cui Yui si rese conto, che nessuna parola lo avrebbe mai convinto, perchè non c'era niente dentro a quell'uomo, se non cattiveria, egoismo e brama di potere. 
Lei non era nulla, era solo una misera vita da sacrificare per il suo volere.
Sarebbe voluta crollare, ma non lo fece.
Resistì ancora una volta.
Solo per quell'ultima volta.
Si ricompose e lo guardò negli occhi.
“Non la riavrai mai indietro.”
Lui non rispose, di tutta risposta tolse dalla giacca qualcosa.
Yui sentì l'aria farsi improvvisamente elettrica, poi sentì un potere investirla, come un onda impetuosa che ti travolge e lo riconobbe prima ancora di vederlo.
 L'hogyoku.
Era piccolo e luminoso. 
Era la prima volta che Yui posava il suo sguardo su di esso, per un secondo si sentì persa dentro a quella luce, dentro a quel potere, come se stesse volando, chissà dove, dentro a quella sfera luminosa, lontano e in profondità.
Per un momento si dimenticò di ogni cosa, persino del posto in cui era e rimase semplicemente ipnotizzata, dentro a quella sfera luminosa.
Sentì il potere accarezzargli la pelle, provocargli le pelle d'oca.
Era così forte.
Dentro alla profondità di quel potere Yui sentì qualcosa..
“Sono qui..” Disse una voce, lontana.
Lei era così vicina, così vicina a lui..
“Gin, attiva la stanza!”  Disse Aizen.
Ma Yui sentì quella voce come un eco, come se lui non fosse lì vicino a lei.
Voleva urlare e dirgli di fermarsi, ma non lo fece. 
Non poteva.
In quel momento, per quanto fosse in pericolo, poteva vedere solo lui.
Poteva sentire solo l'hogyoku.
Era incatenata e ipnotizzata dal suo potere.
Aizen si avvicinò alla barriera, con la sfera fra le mani. Yui lo guardò intensamente, mentre quello posizionava l'oggetto in una fessura. Quando lo lasciò li incastrato,  lei fece un balzo verso la barriera, nel punto in cui c'era la sfera.
“Che cosa credi di fare?” Chiese Aizen.
Ma lei non rispose, non le importava di altro se non di quella sfera.
Quella dannata sfera che sarebbe potuta essere la sua salvezza, che l'aveva chiamata per tutto quel tempo, che l'aveva incantata e sedotta.
Lei lo bramava.
Lo voleva per se.
Avvicinò una mano nel punto della barriera in cui vi era l'hogyoku.
“Attiva la barriera anti- dispersione” Ordinò Aizen, mentre la osservava senza capire.
Yui però non ascoltò, toccò la barriera e nonostante lei non potesse toccare l'hogyoku, lo sentì sotto alla pelle.
Quel potere scorse sulla sua mano.
Lei chiuse gli occhi e lasciò che quello entrasse dentro di lei, nonostante la barriera. 
D'improvviso, smise di avere paura e si sentì quasi in pace, avvolta da quel bagliore e da quel potere.
“Yui..” La chiamò Aizen, lei lo sentì in lontananza.
“Sono qui” Disse lei, ma non all'uomo, bensì all'hogyoku.
D'improvviso, ci fu una esplosione di luce, così forte da investire qualsiasi cosa e poi ci fu solo il buio.


Quando riaprì gli occhi, c'era solo l'oscurità. 
Lei non capì dove fosse, si sentì sola in quel posto. 
Non riusciva a capire cosa stesse succedendo. 
“Sono qui” Disse una voce, Yui si voltò ed  incontro la figura di un uomo che la osservava.
Era bellissimo. 
Capelli dorati, la pelle e gli occhi evanescenti.
Sembrava un angelo.
“Lo so.” Rispose lei.
Lui continuò a guardarla.
“Mi porterai via?”
Lui annuì.
“Ma io non voglio andare via...”
“Mi dispiace Yui, lui è forte. Lui mi controlla.” 
Lei continuò a fissarlo.
“Perchè continui a chiamarmi?”
“Perchè anche tu sei forte. Io ti vedo Yui Asai, io ti voglio..”
Lei allungo una mano.
“Allora vieni!”
“Non ora, non sei pronta.”
Ci fu un clangore in lontananza, Yui si voltò ma non vide nulla. 
“Devo prendere qualcuno” Disse l'uomo.
“Ma lei non è qui...”
Il rumore delle catene spezzò di nuovo il silenzio e Yui vide un'ombra.
“Ma io devo prendere comunque qualcuno..” rispose quello.
D'improvviso ci fu di nuovo il silenzio ed una figura comparve poco distante da lei, esattamente alla sue spalle. 
Yui sussultò nel riconoscerla, nel vedere quegli occhi azzurri, freddi e spaventosi. 
La figura sorrise. 
“Ti stavo aspettando, Yui!” Disse quella con un ghigno. La ragazza la guardò  duramente, poi abbassò la testa.
 “Lo sapevo..” Disse con disperazione.
 “Oh non fare così ! Come hai detto: sapevi! Era questione di tempo” Disse l'arrancar osservandola. Si mosse un poco, facendo muovere così anche le sue catene. 
La ragazza alzò il viso.
“Io non voglio!” Disse con sicurezza, l'arrancar sorrise.
“Ne sei sicura? Perchè sai che questa è l'unica alternativa che ti resta!” Rispose la donna dai capelli azzurri.
Ne era consapevole. 
L'hogyoku doveva prendere qualcuno e quella era l'unica maniera...
Se la donna dagli occhi azzurri fosse uscita, lei avrebbe potuto nascondersi ancora e Aizen non si sarebbe sbarazzato di lei, avrebbe creduto che ci fosse ancora un modo, per riportare Kaori fuori..
Se voleva avere una possibilità.. quello era l'unico modo, anche se..
Qualsiasi cosa fosse successa da quel momento in poi, lei non l'avrebbe potuta controllare, perchè sarebbe rimasta lì assopita dentro se stessa, mentre qualcun altro avrebbe preso il controllo.
Ma era l'unico modo, per sopravvivere a lui, per non morire miseramente per mano di quel mostro.
Si voltò verso l'uomo evanescente.
“Se solo tu venissi con me... ” supplico lei, verso l'uomo.
“Non ora, la sua volontà è troppo forte. Lui mi comanda.”
Yui abbassò lo sguardo.
“Mi dispiace” disse l'uomo.
Non ci provò nemmeno a combattere, aprì le braccia ed incastrò il suo sguardo in quello dell'uomo evanescente.
“Questa non sarà l'ultima volta che ci vedremo! Io riuscirò ad averti, riuscirò a controllarti e allora.. allora il tuo potere sarà mio!” Disse con forza la ragazza.
Lui sorrise.
“Ci conto!” Disse l'uomo.
Poi le catene dell'arrancar si spezzarono.
L'ultimo ricordo della ragazza fu solo l'oscurità e una gabbia buia e fredda e poi...
Il nulla.

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Capitolo 60
*** Capitolo 60 ***


"There's a room where the light won't find you
Holding hands while the walls come tumbling down
When they do I'll be right behind you"
Tears for fear.

 



 

Si guardò attorno ,ancora agitata, non riusciva a capire cosa fosse appena successo e come quello fosse stato possibile. 
Lei era viva. 
Poteva sentire il peso del suo corpo, l'aria che entrava nei polmoni. La luce, forte di ciò che stava attorno a lei.
Rimase immobile per secondi infiniti.
Lei era viva.
“Ka..?” Chiamò leggermente una voce.
La ragazza si voltò un poco e vide il volto dell'uomo avvicinarsi verso di lei. La guardava come non l'aveva mai guardata.
Era preoccupato, ansioso, timoroso e allo stesso tempo speranzoso.
Lui avvicinò una mano sul suo viso, lo toccò delicatamente. Lei chiuse gli occhi, sentendo il calore della mano sulla guancia, si lasciò coccolare da quel tocco leggero per un pò, poi avvicinò la sua mano a quella, appoggiandola sopra, per sentire ancora di più quel contatto.
Lui la guardò ancora, con gli occhi che brillavano di una luce così pure e genuina.
“Ka, sei tu?” Chiese con gentilezza.
Lei non rispose. Strinse la sua mano.
Lui non resisti, la portò a se, abbracciandola, la strinse forte, lasciandola quasi senza fiato e lei, si lasciò cullare dalle sue braccia.
“Mi sei mancato, Aizen” Disse d'improvviso quella, dolcemente.
L'uomo si irrigidì d'improvviso e sentì il cuore crollare per la seconda volta nella sua vita. Afferrò le braccia della ragazza e l'allontanò con uno strattone, mentre il suo sguardo, non brillava più, era tornato ad adombrarsi, ed era freddo e scuro.
Lei non capì.
“Chi sei tu?” Disse freddamente, mentre la scrutava con sguardo truce.
Lei farfuglio qualcosa, lui strinse la presa.
“Non osare prenderti gioco di me!”
Lei lo guardò spaesata per qualche secondo, ma lui era furioso, furioso come non lo era mai stato.
Infine lei sorrise, con un ghigno.
“Oh be ci ho provato!”
Lui la lasciò andare con uno strattone, facendola quasi ricadere sul letto e si voltò, con spalle grandi, rigide e scure.
“Ehi, non è così che si tratta una signorina!” Rispose quella, mettendosi poi a sedere.
L'uomo di tutta risposta rimase fermo, mentre la sua reiatsu premeva per uscire , desiderosa di schiacciare ogni cosa. Era cieco dalla furia, dalla delusione, avrebbe potuto distruggere l'hueco mundo ed ogni suo abitante se avesse potuto. Qualsiasi cosa fosse successa, non era andata secondo i suoi piani e quello, lo fece imbestialire tanto, che alla fine rilasciò la sua reiatsu, facendo tremare tutta Las noches. Dovette calmarsi e cercare la lucidità con forza, tanta era la delusione e la rabbia che provava. Cercò dentro di se quella calma che aveva imparato a mostrare a gestire, in tutti quegli anni e infine, dopo alcuni secondi, tornò ad essere il freddo e calcolatore Aizen Sosuke.
La reiatsu sparì e lui, torno composto.
“E' inutile che ti arrabbi e fai questa scenata!” Disse la ragazza, seduta sul bordo del letto, mentre dondolava i piedi.
Lui si voltò e piantò il suo sguardo truce su di lei.
La ragazza, rabbrividì per l'inquietudine.
“Non osare rivolgerti con quel tono nei miei confronti.”
“Oh, perdonami! Aizen-sama, devo farti anche un inchino?”
Lui la guardò enigmatico per un secondo, scrutandola affondo, c'era qualcosa di strano nel suo modo di rivolgersi, era stata arrogante e non si era nemmeno curata del fatto che lui fosse furioso. Era troppo tranquilla e rilassata, per essere la solita Yui Asai..
Un pensiero balenò nella sua mente e lui capì.
“Sorpresa!” Disse quella allargando un poco le braccia.
Lui ne rimase stupito anche se non lo diede a vedere.
Perchè c'era lei?
Dove diavolo era finita Kaori? E Asai Yui?
Strinse lievemente pugni, mentre la sua mente percorreva tutte le possibilità e le varianti di ciò che era successo. Erano poche le volte in cui Aizen si era trovato a non sapere cosa stesse succedendo. Quello era uno di quei rari momenti.
“Perchè sei qui?” Chiese con tono pacato verso di lei.
La ragazza si sgranchì un poco, infine si alzò mettendosi dritta.
“Ah Aizen, pensavo fossi uno attento ai dettaglio e invece a quanto pare, non hai ascoltato”
Lui inclinò la testa accigliato.
“Lei te lo aveva detto.”
Lui non capì, odiava quando non capiva. Lui era Aizen Sosuke, lui capiva ogni cosa, lui pensava ai dettagli e ora..
“Quella lì a provato a dirtelo, ma tu ovviamente l'hai ignorata. Kaori non c'è più, non da tempo. Ha tipo sacrificato se stessa per salvare quell'idiota là, una della tante volte in cui è quasi crepata. Non è rimasto nulla di lei, non che io sappia..” 
Aizen ci pensò e rivide nella sua testa Yui Asai che glielo diceva, lo supplicava di lasciarla andare perchè Kaori non era più lì, ma lui, lui non aveva ascoltato. Aveva bramato così tanto di poter rivedere Kaori, che per una volta, non aveva ascoltato ne recepito il messaggio, troppo accecato dal suo desiderio di rivedere Kaori.
“Perchè sei qui?” Chiese di nuovo.
“E siamo a due! Due domande stupide in così poco tempo. Andiamo, dovresti essere tu quello furbo qui!” Rispose quella incastrando il suo sguardo in quello dell'uomo. Aizen non disse nulla, lasciò solo che la sua reiastu si sprigionasse con violenza nuovamente, forte e opprimente. La ragazza barcollò pericolosamente ed andò a finire contro il muro cercando di sovrastare quell'enorme forza. Sentiva ogni parte del suo corpo soffocare sotto di essa, era terribile, oscura, malvagia e lei l'ha sentì più forte che mai.
Ebbe paura.
Lei che era forte e cattiva, che non temeva nulla, sentì il terrore invaderle il petto. Lo guardò, mentre con un braccio si teneva in piedi sorreggendosi sul muro.
Cerco di alzare il viso schiacciato da quella forza e lo guardò negli occhi.
Scuri e freddi.
Le diedero i brividi e si chiese come avesse potuto quella semplice umana stargli affianco e tenergli testa per tutto quel tempo, quando lui era palesemente più forte e pericoloso di qualsiasi altra cosa che lei avesse mai visto o immaginato. Lui avrebbe potuto schiacciarla con un semplice dito e farla sparire per sempre, come se non fosse mai nemmeno esistita.
Quell'umana era pazza! Pazza se pensava di poterlo anche solo battere e lei di certo non voleva morire provandoci.
La reiastu scomparve lentamente e lei riprese a respirare come prima.
“Non mancarmi di rispetto!” Disse calmo l'uomo. Rose si mise in piedi con il fiato ancora corto.
“Ora dimmi com'è possibile che tu sia qui” Le ordinò quello, fingendo una calma che non possedeva, mentre la sua testa ed il suo cuore erano in subbuglio. Si rese conto solo in quel momento di quanto qualsiasi cosa riguardasse quell'umana, fosse sempre imprevedibile e fosse l'unica cosa a sorprenderlo in quella sua strana esistenza, in cui la sua vita e quella degli altri, andava sempre come lui la pianificava.
“L'ho già detto, Kaori non è più lì. L'hogyoku doveva trovare qualcuno, ha semplicemente trovato me e mi ha riportato qui.”
Quelle parole arrivarono più forti e dure di quanto lui si aspettasse e tutta la speranza provata in quei mesi, dal primo dannato momento in cui aveva visto Asai Yui, si sgretolò come sabbia, lasciando il suo cuore, ancora più vuoto e freddo. Lei era stata lì a pochi passi da lui, incastrata in quella ragazzina umana e lui non era mai stato così vicino a lei da anni e aveva lasciato che quei sentimenti, quell'emozioni, quei ricordi , lo spingessero oltre o lo rendessero cieco.
Si sentì uno stupido per averci creduto, per aver creduto a qualcosa di così assurdo, si sentì un idiota, lui che aspirava ad essere un dio, era banalmente caduto a quell'insulsa trappola di sentimenti. Sentimenti che lui aveva giurato di non provare mai più. Eppure era bastato il viso di quella ragazza umana, i suoi occhi i suoi lineamenti per farlo sprofondare nella trappola di un desiderio, che ora si rendeva conto essere sciocco. Quell'umana che aveva i suoi occhi, ma lo guardava come se fosse un mostro, un estraneo, quell'umana che lui voleva per se e che aveva sperato potesse... 
Il cuore tremò dentro al petto al quel pensiero, al pensiero che quell'umana non era Kaori e non lo sarebbe mai stata, che lei non avrebbe mai ricordato quel sentimento e non avrebbe mai sentito la forza di quell'amore, che tutt'ora occupava quel suo cuore malandato. Ancora una volta il destino aveva intrecciato le loro vite, ancora una volta loro erano stati lì e ancora una volta, sarebbero stati troppo lontani, per ritrovarsi ancora. Sentì il furore invadere di nuovo il suo cuore, la sua anima, ogni fibra del suo corpo. Aveva creduto così profondamente che lei potesse tornare, che potesse finalmente stare con lui e vivere quella dannata vita che loro non avevano potuto avere. Quei momenti ed attimi che erano stati cancellati nel momento in cui Kaori, aveva esalato il suo ultimo respiro. Era stata la sua ragione di vita, era stata l'unica persona per cui era valsa la pena sopportare ogni cosa. Dopo la morte di Kaori tutto era sprofondato in un buio pesto e freddo. Non avrebbe mai più provato nessun'altro sentimento, senza di lei. E da quel giorno, lui non aveva più sentito nulla.
Il mondo non era mai stato un posto per lui, le persone non erano mai state di suo interesse, tutto era sempre stato una tortura, come se sopravvivere fosse l'ennesima battaglia di quella sua vita angusta e credule e poi, era arrivata lei. Lei aveva aperto un varco, aveva fatto passare la luce e gli aveva insegnato a vivere, ridere ed amara. 
Valeva la pena vivere quella vita insieme a lei. 
Quando l'aveva persa, però, il suo odio si era amplificato e lui aveva giurato vendetta: verso gli shinigami, il gotei tredici, il mondo, l'umanità e la vita stessa. Aveva imparato a mostrare una maschera, si era nascosto dietro qualcuno che non era, aveva illuso tutti ed in silenzio aveva pianificato ogni cosa, tutto solo per cercare quel potere che lo mettesse al di sopra di tutto e tutti. Guardò l'arrancar con disprezzo, stava cercando l'amore della sua vita ed in cambio aveva ricevuto la parte più oscura di quell'umana. Fulmineo si precipitò verso di lei, afferrandola per il collo con una mano e alzandola da terra.
“Cosa è successo esattamente? Perchè LEI non è più qui?” Chiese con tono incredibilmente calmo.
L'arrancar si dimenò sotto la sua presa ferrea, cercando con tutta se stessa di liberarsi, mentre le mancava il respiro.
“Si è sacrificata!” Disse cercando di parlare, nonostante la pressione sulla gola.
“Come?”
“Ha aiutato Yui. Lei ha sacrificato i suoi poteri per permettere all'umana di sovrastarmi, il giorno in cui ho preso il controllo. Non è rimasto nulla di lei o almeno penso. Credo che quel tuo hogyoku non sia poi così forte, se lo fosse stato pensò che avrebbe comunque trovato qualche traccia di Kaori, infondo lei era qui, fino a poco tempo fa.." Spiegò l'arrancar e mentì.
Non era vero.
Kaori non esisteva più, il frammento della sua anima legato a quello di Yui era sparito, completamente, era rimasta solo una cosa di quella shinigami: i suoi poteri. Kaori aveva lasciato i suoi poteri lì, dentro Yui, questo significava che dormienti, da qualche parte nell'anima di quell'umana, qualcosa era nascosto e bruciava, aspettando il momento in cui sarebbe stata risvegliato.
Rose sorrise un poco, quella era un informazione che Aizen Sousuke non avrebbe di sicuro ricevuto e lei doveva giocarsi bene la sua carta, per rimanere viva ancora allungo.
Infondo, l'hogyoku aveva riportato lei, perchè sia lei e che Yui sapevano che era l'unico modo per sopravvivere. Entrambe sapevano che Aizen si sarebbe infuriato, se non avesse trovato Kaori e lui, sicuramente avrebbe ucciso Yui per quello, infondo, a cosa sarebbe servita lei senza Kaori dentro di se?
Nulla.
Yui era viva solo per quella shinigami che si era legata alla sua anima, altrimenti Aizen l'avrebbe distrutta molto tempo prima. Invece, il fatto che lei fosse uscita, al suo posto, avrebbe lasciato aperta una finestra, come se potesse ancora far sperare all'ex shinigami che la sua amata fosse ancora lì. Quello significava che l'avrebbe risparmiata o almeno sperava. Rose pensò a Yui rinchiuse nelle profondità più oscura di se stessa, sacrificata per lasciare aperta una possibilità a tutte e due , inconsapevole del fatto che il potere di Kaori era lì e che se lei lo avesse avuto, per Rose non ci sarebbe stato scampo, ne forse per lo stesso Aizen, un potere così forte e oscuro, che avrebbe bruciato ogni cosa.
Peccato che solo lei sapesse quell'informazione, ed ora era lì, pronta a vivere quella sua esistenza, nel miglior modo possibile. Aizen continuò a guardarla in maniera truce e stringere la presa sul suo collo, poi la lasciò andare senza dire una parola.
Lei si toccò dolorante e affannata.
“Ascoltami attentamente Rose, farai meglio a tornare indietro e lasciare libera Yui di tua spontanea volontà o sarò costretto a farlo con la forza." Spiegò l'uomo con calma, mentre scrutava l'arrancar. Se Rose era uscita, voleva dire che Yui era ancora lì e forse, lo era anche lei.. anche Kaori.
Uno spiraglio minuscolo di luce si riaprì nel cuore del'ex shinigami. Forse Yui sarebbe stata più collaborativa e lo avrebbe aiutato a trovare lei.
Si perchè lui era sicuro, che lei fosse era ancora lì, l'arrancar lo aveva detto, perciò.. Quell'unica e minuscola certezza sarebbe bastata a non farlo demordere.
Lu avrebbe trovato Kaori, ovunque lei fosse.
L'arrancar lo guardò in quegli occhi freddi e duri.
“No!”
Lui inclinò la testa.
“Non tornerò indietro, sei stato tu a portarmi fino a qui ed ho intenzione di godermi tutto il viaggio.”
Aizen la scrutò affondo.
“Lo sai che mi basterebbe un schiocco di dita per farla tornare..”
“Lo vuoi davvero? Intendo, vuoi davvero che lei torni?”
Lui non capì la domanda.
“Insomma, non mi sembra che lei sia mai stata dalla tua parte. Ti odia profondamente, farebbe di tutto per fermarti...”
“Dove vuoi arrivare..”
“Vedi Aizen, io non ho nulla da perdere e di sicuro non ho una parte da cui stare per ora.. a meno che..”
Lui rimase in silenzio.
“A meno che tu, non mi convinca a rimanere dalle tua parte. In quel caso, ti potrei aiutare!”
“Tu? Aiutare me? In che modo, se mi permetto di chiedere.”
“Vedi, credo che avere le sembianze di quell'umana sarebbe davvero utile, non credi? Potrei.. che so, infiltrarmi tra gli shinigami, scoprire cosa hanno in mente...”
“Io non ho bisogno di te per sapere cosa pensano e fanno gli shinigami”
“Eppure sarei un ottima infiltrata...”
Lui la guardò con curiosità, non pensava davvero se lei potesse essergli utile, ma vedeva in lei un ottimo modo per creare caos, continuò ad ascoltarla.
“Potrei anche ucciderli dall'interno se volessi, tutti loro, quegli umani lì, gli amici suoi... sarebbe divertente” Disse quella, sorridendo con ghigno
Si ritrovò a pensare che non avesse tutti i torti, sarebbe stato decisamente curioso da vedere.
“Non mi fido di te, Rose.. chi mi dice che non faresti lo stesso nei miei confronti?”
“Vedi a differenza di Yui, io vedo in te e nelle tue capacità un'ottima opportunità. Sinceramente non mi importa dei tuoi piani, né della tua guerra o di chi tu voglia diventare, ma starò dalla tua parte, perchè mi sembra vantaggioso, ecco. Ti aiuterò in qualsiasi cosa tu stia progettando di fare, combatterò per te, se è questo quello che mi chiederai e … Quando finalmente avrai spazzato via ogni cosa e sarai diventato il dio che tanto speri di essere, allora mi lascerai libera. Ed io potrò finalmente vivere questa dannata esistenza, in pace!”
Aizen la guardò un momento, silenzioso.
Non si fidava di quell'arrancar, sapeva essere una spina nel fianco se voleva, ma infondo avere lei avrebbe potuto essere una mossa piuttosto inaspettata per tutti. Sapeva che era forte e vedeva quel pizzico di cattiveria nei suoi occhi, qualcosa che lui avrebbe potuto sfruttare a dovere. Lei aveva ragione infondo, là fuori c'erano molte persone che si fidavano di quel viso, persone che non sospettavano minimamente dell'esistenza di quell'arrancar. Inoltre sapeva di non aver finito con lei, no. Lui doveva ancora cercare, doveva scavare dentro di lei e trovarla. Dopo la guerra, quando avrebbe preso possesso completo dell'hogyoku e sarebbe diventato un dio lui avrebbe potuto trovare la sua amata, dentro di lei.
Quell'arrancar, non sarebbe mai stato libero, mai, pensò scrutandola affondo. Lui sorrise un poco, stava per diventare un gioco interessante, pensò.
“Allora?” Lo esortò lei.
“Cosa ti fa pensare che ti lascerei libera, una volta che avrò raggiunto il mio obbiettivo? E se non lo facessi? Se mi sbarazzassi di te?” Chiese l'uomo osservandola curioso, amava giocare con le sue pedine e lei, era un ottima pedina.
Lei si avvicinò verso di lui, guardandolo fisso negli occhi.
“Ipotesi valida, però sai cosa... ” Disse e si avvicinò ulteriormente, fermandosi lì ad un passo dal suo viso.
“So che non lo farai. Vedi io non sono chi tu vuoi, ma ho pur sempre questo viso . Finché l'avrò, so che non ti sbarazzerai di me così facilmente! Perché l'unica cosa che hai sempre desiderato fino ad ora e averlo. Avere questo viso, avere questo corpo”
Lui la scrutò serio.
“Stai giocando con il fuoco, lo sai Rose?” Disse l'uomo facendo un passo verso di lei e afferrandogli con forza il viso, lei non si scompose ne indietreggiò.
Sorrise.
“A me piace il fuoco Aizen, brucia e fa male, ed è così eccitante!”
“Sei una stupida” disse lui, stringendo un poco la presa.
Lei non si scompose.
“Sai cosa è divertente Aizen? Che lei non ti avrebbe mai guardato, non ti avrebbe mai apprezzato io invece...” e lo disse incastrando il suo sguardo in quello dell'uomo. Lui lasciò la presa e prima che potesse togliere la mano, lei l'afferrò lasciandola lì sul suo viso.
“Cosa credi di fare?”
Lei sorrise, divertita, poi si allontanò da lui.
“Tranquillo, non farò nulla che tu non voglia, caro” Disse lei, sistemandosi i capelli e guardandosi attorno.
Lui la osservò enigmatico.
Lei era così diversa.. pensò, osservandola affondo, scrutando ogni parte di lei.
“Rose..” La chiamò, lei si voltò verso di lui.
Aizen la guardò serio.
“Affare fatto”
Lei si avvicinò verso di lui, lui le diede la mano per sigillare quell'accordo, ma lei la scansò e lo afferrò per la giacca spingendolo verso di lei. Il suo viso era ad un centimetro da quello dell'uomo.
“Affare fatto!” Disse lei, poi accorciò le distanze e lo baciò.
Lui rimase fermo, pietrificato, immobile.
Tutto si sarebbe aspettato tranne quello, non rispose al bacio.
Lei si allontanò un poco.
“Primo o poi ti abituerai” Affermò lei ad un soffiò dalla sua bocca, poi lo lasciò andare voltandosi.
Lei era finalmente viva.

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