Buona notte, Severus

di Cruel Angel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buona notte, Severus ***
Capitolo 2: *** Sospetti e cure ***



Capitolo 1
*** Buona notte, Severus ***


La notte era calata sul castello e tutti dormivano placidamente. Hogwarts aveva appena finito di combattere una battaglia, ma non l’ultima. Erano riusciti a respingere i mangiamorte, ma sapevano che sarebbero ritornati. Ora però nessuno se ne preoccupava e tutti avevano spento la luce, per abbandonarsi nel mondo dei sogni. Solo una rimaneva accesa. Nella torre più alta del castello, nello studio del Preside. Minerva camminava da almeno un’ora e non si sarebbe sicuramente fermata. Non riusciva a credere a ciò che aveva sentito poche ore prima in infermeria. Il mago più potente al mondo, il suo più grande amico era morto. Riusciva a pensare solo a quello, tanto che non si accorse che era entrato qualcuno. Era così confusa e disperata che lo percepì solo quando le sfiorò la spalla. Si girò di scatto mentre un brivido le percorreva la schiena e si ritrovò faccia a faccia con la persona che avrebbe odiato più di ogni altra per ciò che aveva fatto. Severus Piton. Rapida mise una mano sotto il mantello, ma si fermò a metà strada. Quella figura sempre così impassibile e indifferente, ora aveva gli occhi cerchiati e rossi ed era disarmato. Per lei non costituiva un pericolo, ma per Hogwarts sì. Lo squadrò da capo a piedi e vide che aveva i vestiti stracciati, era ferito ed era dimagrito tanto che si potevano contare le costole del suo torace sotto i buchi del vestito. Minerva si preoccupò molto. Aveva ucciso il suo compagno di vita, ma per lei e Albus restava sempre Severus Piton, un figlio che non erano mai riusciti ad avere. In quell’ istante provò pietà per quell’uomo che aveva combattuto da entrambi le parti e tenerezza nel vedere che era tornato da lei a chiederle aiuto.
“Severus, che cosa…” ma non riuscì a finire la frase che la figura nera si gettò fra le sue braccia, iniziando a singhiozzare. Minerva rimase impietrita da quel comportamento. Non era abituata a certi gesti, ma si riprese quasi subito. Mise goffamente una mano sulla schiena di Severus e con l’altra gli battè due volte sulla spalla, in quello che doveva essere un gesto consolatorio. Ripensò al comportamento di Severus. Lui era tornato ad Hogwarts rischiando di essere ucciso, solo per essere consolato dall’unica persona che non lo avrebbe giudicato. Minerva strinse forte le labbra cercando di reprimere le lacrime. Dopo aver ripreso il controllo di sé si rivolse all’uomo che stava ancora singhiozzando fra le sue braccia.
“Severus, cosa ci fai qui? Rischi di essere ucciso” chiese con voce preoccupata, cercando di allontanarlo piano da sé, ma invano.
“Perdonami, ti prego, perdonami…” le sussurrò tra i singhiozzi.
“Oh, Severus…”. Minerva le posò una mano sui capelli unti, mentre con l’altra gli circondò le spalle e lo strinse forte in un gesto affettuoso che non era solito per entrambi, ma che sapevano di volere da troppo tempo.
“Perdonami, ti prego…non volevo…ucciderlo” ripeté lui.
“Ora calmati Severus e siediti” gli disse cercando di tranquillizzarlo. Fece apparire un piccolo divanetto su cui si sedettero. Minerva allontanò delicatamente il collega e lo prese per le spalle.
“Ora spiegami tutto, Severus” gli disse decisa, ma con una nota di gentilezza.
“Io…io…”  Piton prese un profondo respiro cercando di controllare i singhiozzi. Minerva lo guardava in evidente stato di attesa, cercando di non darlo a vedere per non mettergli fretta.
“Io…non posso” disse in un sussurro, quasi sperando che non l’avesse sentito. Minerva rimase spiazzata.
“Perché non puoi?Siamo soli, non ti può sentire nessuno se è questo che ti preoccupa” cercò di convincerlo con tono seccato.
“No, non posso” rispose con tono malinconico l’altro.
“Perché non puoi?” chiese di nuovo la professoressa di Trasfigurazione con insistenza, molto più seccata di prima.
“PERCHE’ NON POSSO!” urlò in preda alla disperazione Piton, alzandosi di scatto. Minerva lo fissò con sguardo gelido e si alzò lentamente, ergendosi in tutta la sua altezza.
“Ora calmati Severus” gli ordinò fredda.
“NO! Non capisci perché non sai niente! La tua razionale mente non è arrivata al concetto che è inutile che mi chiedi perché tanto non ti posso dire niente?!” urlò di nuovo.
“Come osi…” sibilò lei “ rivolgerti a me a questo modo?” stringendosi nel mantello color smeraldo.
“Si…io, non riesco più a…a controllarmi…” si scusò sedendosi di nuovo e affondando il viso tra le mani. Minerva si addolcì un poco alla vista della disperazione di quell’uomo. Si sedette di fianco a lui e gli posò una mano sulla spalla. Non era il caso di insistere, non ne avrebbe ricavato niente se non degli urli che avrebbero svegliato qualcuno e poi era veramente stanco.
“Non importa. Ora vai a riposarti, ne hai bisogno” gli disse pacata, anche se leggermente seccata. Lui annuì e si alzò stancamente.
“Vai pure nella mia stanza, al secondo piano dello studio. Non voglio che vaghi per il castello, data la tua situazione. Ti prenderò delle fasce per le ferite e dei vestiti nuovi”. Lui annuì nuovamente e si diresse verso la stanza zoppicando. Minerva aspettò che la porta venne sbattuta violentemente da Severus. Si girò di scatto verso il quadro di Silente con uno sguardo di fuoco.
“Che cosa gli hai fatto?” l’aggredì la professoressa.
“Sei stata molto gentile a prenderti cura di lui” esordì tranquillo Silente con un sorriso.
 “Non cambiare discorso e non prendermi in giro Albus, non sono una sciocca. Che cosa hai fatto a quel povero ragazzo?”
“Io non ho fatto nulla, mia cara”
“E allora spiegami come mai è venuto qui a chiedermi scusa! Perché gli avrai chiesto un altro favore, un altro dei TUOI favori. Non hai mai capito quanto costava a Severus , ma lui accettava sempre! Potevi risparmiargli una vita segnata da questo incubo.” disse in tono grave “che favore gli hai chiesto, Albus?” chiese infine. Silente sospirò pesantemente.
“Non ti sfugge niente, eh?” disse con un sorriso “Comunque, Minerva cara, non posso dirti niente”. Basta. Aveva superato il limite. Minerva lanciò un urlo di collera. Le labbra si ridussero a due sottili linee e il naso le fremeva. Strinse i pugni fino a farsi sanguinare i palmi.
“Basta con tutti questi segreti, Albus! Mi hai stancato! Io non so più cosa fare, non so come muovermi! Non capisci?” urlò lei.
“Minerva, mi dispiace…non posso…” non riuscì a finire la frase che un telo nero calò sul quadro con violenza.
“Minerva non fare così…è un comportamento infantile…”. Silente sentì un altro urlo di collera e la tende venne strappata.
“Basta Albus! Basta…non ne posso più di tutti questi segreti! Il TUO  è un comportamento infantile. Adesso non parlarmi e non rivolgerti più a me” e rimise la tenda sul quadro.
“Minerva, io…”
“No, Albus. Ti avevo detto di non parlarmi e tu essendo stato un Preside devi servirmi! Quindi stai zitto”. Seguì una pausa di completo silenzio. Minerva rimase sorpresa dal suo stesso comportamento. Non si era mai rivolta così ad Albus. La rabbia l’aveva pervasa e non era riuscita a controllata, ma ormai non poteva più tornare indietro.
“Scusami” fu l’ultima parola pronunciata da Silente. Minerva si accasciò sulla poltrona mentre le lacrime iniziavano a premere per uscire. Non  riuscì a trattenerle. Mise le braccia sulla cattedra e ci appoggiò la testa, scoppiando a piangere. Severus aveva sentito gli urli della McGranitt ed era sceso quando la situazione si era calmata. Si avvicinò silenziosamente al quadro di Silente, tolse piano il telo scuro che lo copriva, portandosi un dito alle labbra facendo segno ad Albus di fare silenzio. Si avvicinò a Minerva e si sedette su una sedia che fece comparire, non riuscendo a stare in piedi per le ferite. Si girò verso il quadro del vecchio Preside e gli disse con la sua solita voce melliflua:
“Sai quanto dolore le davi con tutte le tue missioni?”. Albus fece cenno di sì con la testa.
“No, non lo sai” rispose l’altro scuotendo la testa e inarcando un sopracciglio seccato. Una lacrima rigò la guancia dell’ex-Preside perdendosi nella candida barba. Piton si girò e fissò per un momento la figura della donna, poi le sciolse lo chignon e iniziò ad accarezzarle i capelli. Poco dopo sentì i singhiozzi della donna diminuire e il respiro farsi più regolare. Si alzò faticosamente, fece scomparire la sedia e ritornò in camera. Minerva si alzò poco dopo e vide il telo nero per terra, si girò verso il quadro di Silente e lo vide giocherellare con la barba. Alzò lo sguardo su di lei e la guardò con dolcezza. Aprì la bocca per dirle qualcosa, ma la richiuse subito dopo essersi ricordato la richiesta della nuova Preside, ma non resistette all’impulso e le sussurrò:
“Stai bene con i capelli sciolti”.
Minerva sbuffò seccata, non disse niente e si girò infastidita per andare in camera. Aprì piano la porta e vide la figura nera di Severus dormire tranquillamente per la prima volta. Sorrise. Fece alcuni passi in avanti e si sdraiò sul letto al suo fianco, cercando di non pensare alla dolorosa giornata che l’attendeva, ma alla persona che dormiva accanto a lei.
“Buona notte, Severus” gli sussurrò dolce, come una madre che augura la buona notte al figlio.

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Capitolo 2
*** Sospetti e cure ***


Ecco a voi il secondo capitolo della storia...spero piaccia!! Recensite vi prego!! E' importante!!

CAPITOLO 2

 

“Severus, Severus!” esclamò una voce “Alzati presto!”. Sentì qualcuno scuoterlo e si alzò di scatto, sfoderando la bacchetta. Con la vista ancora sfocata vide Minerva avvicinarsi. Abbassò la bacchetta e si strofinò gli occhi.

“Severus” disse prendendolo per un braccio. Minerva era come sempre impeccabile. Si era cambiata di abito, indossandone uno nuovo. I capelli erano legati in una crocchia da cui uscivano dei ciuffi ribelli e aveva gli occhi arrossati. Strano pensò inarcando un sopracciglio stupito Non è da lei!

“Ti hanno svegliato?” la interruppe senza esitazioni. Minerva rimase spiazzata, ma si riprese subito.

“Sì, perché?”. Piton fece un gesto vago con la mano. La donna lo guardò un attimo, ma si decise a continuare.

“Sta arrivando il Ministro” disse con voce preoccupata, ma ferma “Lo sai che la tua presenza non è gradita, per cui devi metterti questo” disse porgendogli le braccia. Piton alzò lo sguardo, inarcando un sopracciglio e guardandola come si guarda un mentecatta. Minerva sbuffò ed esclamò:

“Non abbiamo molto tempo, muoviti!”

“Precisamente cosa dovrei indossare?” le chiese come si chiede l’alfabeto ad un bambino di cinque anni. Minerva lo guardò con aria di superiorità.

“Questo” disse “E’ un particolare mantello dell’invisibilità. Ti protegge anche da incantesimi come Accio o incantesimi Rivelatori” Severus spalancò gli occhi per lo stupore. Ne aveva sempre sentito parlare, ma non ne aveva mai visto uno. Allungò una mano lentamente e sentì il morbido tessuto accarezzargli il palmo.

 

TOC TOC

 

“Muoviti Severus!” esclamò la donna dirigendosi velocemente verso la scrivania al piano inferiore e lasciando cadere il mantello. Il professore strinse la presa, ma il mantello gli scivolò dalle dita e cadendo sul pavimento.

“Cavolo!” esclamò inginocchiandosi a terra “E adesso come lo trovo?”. Cercò a tentoni nel punto in cui poco prima c’era Minerva e non lo trovò. Oh, ma che divertimento! Cerchiamo il mantello dell’invisibilità entro l’entrata degli Auror e non si può neanche usare Accio!     Che idiozia!Guarda in che stato mi sto’ riducendo! Parlare da solo… pensò portandosi una mano sul viso in un gesto di arresa. Sentì delle voci concitate e poté stabilire con certezza che erano almeno sei persone. Evidentemente il Ministro sperava di trovarlo e poter riprendere il controllo su Hogwarts. Si immobilizzò cercando di ascoltare i discorsi e si guardò intorno in cerca di del mantello o di un buon nascondiglio.

“Cosa state facendo?!” esclamò la voce delle Preside.

“Dobbiamo controllare il castello in cerca dei mangia morte rimasti. Non vi dispiacerà se diamo un’occhiata al piano superiore. A meno che non dobbiate nascondere qualcosa…” rispose a tono una voce maschile.

Cavolo! Devo trovare un nascondiglio e velocemente

Si guardò intorno. La stanza era spoglia ed era arredata in modo semplice.

Accidenti! L’armadio? No, non ho via di fuga. La finestra? No, mi vedrebbero

“Come osate insinuare una cosa del genere! Non ho niente da nascondere e adesso vi sarei grata se ve ne andaste” esclamò offesa.

“AH!” urlò la donna “La mia caviglia”

Minerva! Pensò preoccupato Cosa le hanno fatto?

“Sfacciati! Mi levi le mani di dosso! Sconsiderati!” Sentì qualcuno salire le scale. Si alzò in piedi di scatto guardandosi intorno. Si erano fermati davanti alla porta. Si guardò di nuovo intorno preso dal panico, cosa non solita per lui. Il letto!

“Alhomora”. Vide la luce passare nella serratura e la maniglia abbassarsi. Si buttò sotto il letto sbattendo la testa contro il pavimento e represse a stento un gemito. Si passò una mano sulla fronte.

Maledizione!  Girò la testa e vide le scarpe degli Auror.

“Ho guardato fuori dalla finestra, ma non c’è nessuna traccia disse uno.

“Hai guardato dappertutto?” chiese una voce più profonda.

“Be’… non c’è molto qui. Un armadio, la finestra, il letto”. Severus trattenne il fiato.

“E una cassettiera” continuò l’altro “Non credo che qualcuno ci si possa infilare dentro” rise.

Ah Ah! Penso nervoso Non era una cattiva idea

Vide la punta delle scarpe ell’Auror più vicino girarsi verso il letto. Il cuore gli batteva forte e in quel momento quasi aveva paura che gli Auror potessero sentirlo.. Trattenne il respiro e lo sentì pulsare nelle orecchie.

“Mmmh..il letto?” disse “Non sarebbe male farci un pisolino, eh?” propose ridendo.

“Allora, avete trovato qualcosa?” chiese urlando una voce dal piano dal piano inferiore. L’Auror sbuffò snervato.

“No, nulla. La stanza è pulita e non c’è traccia” rispose, sedendosi sul letto un attimo per allacciarsi le scarpe.

Resisti Severus, resisti!

“Ma non sarà sotto il letto?” chiese uno. Severus tirò fuori la bacchetta lentamente.

Ora lo schianto…

“No, ormai nessuno si nasconde sotto il letto…è così scontato che sarebbe da stupidi!”

Oh, sì..peccato che lo stupido in questione vi sta’ facendo fessi…

Vide gli Auror uscire. Il professore di Pozioni rimase sotto il letto fino a che non sentì la porta chiudersi.

“Minerva!” esclamò uscendo da sotto il letto e aprendo la porta. Scese le scale facendo due gradini alla volta e per poco non andò a sbattere contro un tavolino. Si fermò e si guardò intorno, non vedendola.

“Sono qui” lo informò una voce. Si girò di scatto e la vide seduta su una poltrona vicino al camino, mentre si teneva la gamba con una mano.

“Minerva, cosa è successo?” le chiese avvicinandosi velocemente.

“Niente, mi sono fatta male. Ora vado da Madama Chips. Torna a riposare” gli risposse evasiva. Severus rallentò e le si mise davanti lentamente. Conosceva quella donna e sapeva che c’era qualcos’altro.

“Cosa ti hanno fatto?” le chiese brusco, riprendendo il suo solito tono.

“Non lo so’. Ora vado in infermeria e domani mattina starò meglio”. Lui rimase un attimo in silenzio, poi si inginocchiò davanti a lei.

“Non ti preoccupare. Vai a riposarti” cercò di allonatanrlò con un gesto vago della mano. Lui rimase in silenzio e le prese delicatamente la mano con cui si teneva la gamba. La scostò da questa piano e analizzò la ferita. Con suo stupore non c’era sangue.

“Fa’ male?” le chiese facendo pressione su un punto ben preciso. La donna ritrasse di scatto la gamba, procurandosi altro dolore. Severus le prese gentile la gamba e trasfigurò un portaoggetti in delle bende.

Sei sempre stato bravo in trasfigurazione” gli disse la professoressa con grande stupore dell’uomo. Sorrise suo malgrado.

“Hai una lieve frattura. Non è nulla, ma devi riposare”. Sapeva che non gli avrebbe dato retta, ma provare non costa nulla. Aveva un carattere troppo forte e orgoglioso per ammettere una cosa simile.

“Va bene” rispose sbrigativa. Il professore si fermò con le bende in mano a mezz’aria. Minerva McGranitt che assecondava un consiglio simile? Non era possibile. Ricominciò a bendare e ci furono pochi minuti di silenzio.

“Cosa ti turba?” le chiese alla sprovvista.

“Il Ministro e gli Auror” rispose secca dopo un attimo.

“Non è vero” la contraddisse. Lei rimase zitta e Severus non volle farle dell’altro male, così scese di nuovo il silenzio. Poco dopo finì di bendare la gamba della professoressa e nello stesso tempo lei si soffiò il naso. Severus si immobilizzò. Aveva sentito bene? Assicurò la benda in modo che fosse ferma e, sempre guardando in basso, le chiese di nuovo:

“Cosa c’è, Minerva? Cosa ti crea questa ansia?”. Lei rispose poco dopo con voce tremante.

“Tutto questo non sarebbe successo con Albus”. L’uomo chiuse forte gli occhi. Sono stato io a procurarle tutto questo pensò furioso con sé stesso, poi riprese il controllo Sì, le ho procurato tutto quel dolore, ma Albus mi ha costretto.

“Lo so’, ma non importa ormai”

“Scusami…è solo che mi manca così tanto” e sospirò “Ma ora non pensiamoci più”

“Credi di essere una pessima Preside?”

“Io non…” iniziò imbarazzata “Solo che lui aveva sempre tutte le risposte e sapeva come affrontare ogni situazione. Soprattutto riusciva a farsi rispettare” disse. Si tolse gli occhiali e si passò una mano sugli occhi. Le prese la mano e la mise in piedi.

“Vai a riposare” le consigliò tenendola per un braccio.

“Sì” sussurrò lei incerta. Severus non ce la fece più. La strinse forte a sé, cercando un po’ di conforto. Lei si irrigidì sorpresa, ma dopo poco si strinse a lui.

“Perdonami” le sussurrò all’orecchio “Non volevo farti del male”

“Basta. Non hai niente per cui farti perdonare” gli disse cercando di allontanarsi. Lui, invece, la tenne stretta a sé e le disse:

“Sei stata una delle poche persone a credere in me e io ti ho ripagato uccidendo la persona a te più cara. Non me lo perdonerò mai”. Detto questo la lasciò e la aiutò a salire le scale come se non fosse successo niente.

“Ora dormi o ti stancherai troppo” le disse chiudendo la porta troppo in fretta perché la professoressa potesse rispondere. Il professore scese le scale lentamente e si sedette su una poltrona vicino al camino. Devo riparare ai miei errori pensò prima di addormentarsi.

 

 

FINITO!! Scherzo…finito il secondo capitolo…ma continuerà…non preoccupatevi…moooolto più velocemente. Mi dispiace di aver postato così tardi, ma , come sapete bene, si è sempre pieni di impegni quando si vuole fare qualcosa di piacevole!!  Comunque volevo ringraziare chiunque avesse ciccato su questa fanfiction….Volevo ringraziare chi ha recensito:

 

TheOnlyRealBoss92: Grazie, la tua recensione mi ha dato la voglia di continuare la fanfiction!!

Sevy: Cosa dire…ormai ci tengo molto alle tue recensioni…

E anche chi l’ha messa tra le seguite:

Matt1 e The onlyRealBoss92.

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