Don't Leave Me

di LoveMyPen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Broken ***
Capitolo 2: *** Identità svelata ***
Capitolo 3: *** Impulso Borderline ***
Capitolo 4: *** Ritrovo ***
Capitolo 5: *** Vado a incontrare vecchi amici ***
Capitolo 6: *** Tra due continenti ***
Capitolo 7: *** I figli di nessuno a Narconon ***
Capitolo 8: *** Nascono i Sani Princípi ***



Capitolo 1
*** Broken ***


DON'T LEAVE ME


1. BROKEN


Mi sento male, faccio fatica a lasciare il mio letto, mastico apatia ovunque mi volti.

Da quando mio padre ha deciso di mandarmi via da Tokyo per l'ennesima litigata sento di aver perso ogni tipo di radice con la mia famiglia, nonostante i rapporti fossero andati in cancrena da ormai diverso tempo.

Ormai sono diventato peggio di uno zombie incapace ad adattarmi alle regole di una società che mi è sempre stata stretta: voi probabilmente starete pensando che trovarmi un lavoro sarebbe terapeutico e mi aiuterebbe a staccare da questo limbo infernale di apatia, ma il punto è proprio qui: mio padre ha deciso di allontarmi da casa già da un anno e in questo periodo ho trovato diversi impieghi che sono finiti tutti in tragedia. Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico sempre più pesanti al punto che venivo costanemente licenziato da ogni ditta per cui ho lavorato.

Sono diventato uno scarto della società, troppo orgoglioso per aprirmi con qualcuno; anche perché non è facile dal momento che gli attacchi di panico e le crisi di ansia sono associate prevalentemente al mondo femminile: non è accettabile che un maschio come me soffra di queste cose da "femmina". Eh già, in una società come la nostra gli uomini non possono soffrire di queste patologie perché vengono additati come delle femminucce e come dei deboli o in certi casi come degli omosessuali. E io come ben sapete omosessuale non lo sono, sono stato assieme a Rossana per molto tempo prima che venissi mandato da mio padre in questo paesino sperduto del Giappone, anche se non fu quell'episodio in particolare a determinare la fine della nostra relazione.

Lei stava crescendo, la sua fama continuava ad aumentare a dismisura e io ho iniziato a diventare sempre più possessivo nei suoi confronti. Avevo come creato un legame di dipendenza da lei al punto che un giorno litigammo pesantemente e mi gridò dritto in faccia che non si sentiva più la mia ragazza ma le sembrava di aver preso il ruolo più simile a quello di una madre. Finché eravamo più piccoli lei si divertiva a prendersi cura di me, il legame profondo che nacque tra di noi, che tutti voi conoscete dal momento che avete visto l'anime, venne favorito dalla sua indole ad aiutare i cuccioli feriti e abbandonati come me e io forse comincio a credere di avere riposto in lei tutte le mancanze che ho subíto.

Ma fino a che si è piccoli le cose sono diverse, man mano che si cresce le dinamiche e le aspettative sociali cambiano e Sana ha iniziato a maturare questo suo aspetto caratteriale volendo diventare una donna più indipendente, mentre io ormai mi ero chiuso in questa bolla salvavita con la credenza che ogni mio dolore sarebbe stato curato da lei e che avrebbe provveduto a farmi sentire bene sempre e comunque.

Mi diede appuntamento sul tetto della nostra vecchia scuola media dove tutto iniziò, per dirmi che era finita perché con tutto il bene che continuava a volermi, oramai la relazione stava iniziando a starle stretta e che avevo dei conflitti irrisolti di cui non poteva più occuparsi:

- Heric non siamo più dei ragazzini, certe cose vanno affrontate maturando e capendo che noi siamo i primi responsabili di noi stessi e del nostro benessere e sotto questo aspetto tu mi sembra che sia rimasto fermo al giorno in cui ci siamo conosciuti alle elementari.

Quando mi disse ciò, io rimasi di pietra, non sapevo cosa rispondere, mi aveva spiazzato, aveva fatto centro ma il mio orgoglio maschile mi impediva di ammettere che avessi bisogno di una figura femminile nella mia vita che si pigliasse cura di me. Onestamente speravo che questo momento non arrivasse mai, per cui, visto il mio silenzio, decise di continuare lei il discorso:

- Io ti ho sempre amato Heric, c'è sempre stato un legame molto particolare tra di noi e forse il fatto che tu non abbia avuto una madre e che io sia sempre cresciuta senza un padre ha fatto sì che le nostre anime si incontrassero per aiutarci a sostenerci a vicenda, ma questa alchimia funzionava benissimo in passato, adesso da un po' di tempo a questa parte il rapporto inizia a starmi sempre più stretto. Io ho trovato le mie soddisfazioni in ciò che amo fare di più al mondo: cioè recitare. Mi sta dando una strada nella mia vita e ora sembra che possa finalmente viverci dignitosamente di questa mia passione. Tu invece Heric non hai ancora trovato la tua e ho come l'impressione che abbia deciso di smettere di lottare, sperando che siano gli altri a fungere da luce per il buio in cui ti ritrovi.

Ci fu un altro silenzio ma per fortuna in quel momento si alzò una forte folata di vento, capitata a pennello come se servisse a spazzare via quell'attimo di imbarazzo e di vergogna che era venuto a crearsi.

- Sana quello che dici è vero..

- Però?

- In che senso?

- Da come hai iniziato il discorso sembrava che stesse per uscirti un "però"! Sai mi riferisco a quel "però" che annulla tutte le belle parole dette prima!

- Si è vero! Hai ragione! - stavo iniziando a innervosirmi seriamente - però mi sembra una scelta molto affrettata la tua, non pensi che potremmo darci un po' di tempo per migliorare? Io ti credo quando mi dici che mi hai sempre amato e anche io ti ho sempre amata e ti amo tuttora, per questo non credo sia maturo interrompere tutto senza darci un'altra possibilità di miglioramento.

- Heric la mia scelta non è improvvisata o presa sotto un impulso, bensì ci stavo pensando da diverso tempo, è difficilissimo per me dirti queste cose, ci ho messo tanto prima di arrivare a questo punto, lo sai benissimo che abbiamo avuto molti inciampi prima di arrivare a questo momento dove ho deciso che è meglio se le nostre strade si separino.

- Ti prego Sana non mi lasciare..

- Lo vedi? - disse con le lacrime che iniziavano a scenderle dal viso - hai sempre questo tono da bimbo indifeso bisognoso di cure quando ti rivolgi a me e io mi sono presa cura di te tantissime volte Heric! Per molto tempo. Eri sempre in cima alla lista dei miei pensieri e spesso sono arrivata ad anteporre te anche ai miei impegni più importanti per non farti stare male o per non farti pensare che ti stessi abbandonando.

- Mi dispiace, ti chiedo scusa per questo.

- Oh non lo so se posso accettare le tue scuse, per il fatto che non so se siano sincere.

- Stai scherzando, non è vero Sana?

- Ti ricordi di Charles? Il tuo incubo più grande, il ragazzo di cui hai sempre avuto paura, la persona che hai sempre visto come una minaccia per la nostra relazione. Io ho perso un amico e un grande collega di lavoro per causa del tuo infantilismo Heric!

- Non mi sembra di averti mai chiesto di interrompere l'amicizia con lui, o mi sbaglio?

- Non direttamente!! Me lo facevi capire tenendomi il muso ogni volta che ritornavo a casa dopo essere stati assieme su un set per una pubblicità o per un film. Ma io ho sempre anteposto te a lui. Secondo te perché ho deciso di non partecipare al secondo capitolo de "La Casa nel Bosco"? Sei davvero così convinto che non abbia preso parte al film perché avevo preso il Covid-19 come dissi al regista? Lascia che ti sveli questo segreto: Io non ho mai contratto il virus Heric!!! L'ho usata semplicemente come scusa perché non riuscivo a dire che avevo un ragazzo possessivo e che se avessi deciso di partecipare al film "abbandonanolo" a casa per un altro mese, mi avrebbe iniziato a tenere il muso per non so quanto tempo. È stata una situazione estremamente imbarazzante, credimi!

- Lo sai che lui da te voleva ben altro che un semplice rapporto di amicizia Sana, come pensavi potessi sentirmi a sapere che te ne saresti andata per un mese da sola assieme a Charles in mezzo a un bosco?

- Malissimo! Ed è appunto per questa ragione che ho deciso di mentire e mettere te al primo posto, perdendo un'importantissima opportunità! Ma tu non mi hai mai chiesto come stessi per non aver partecipato al film, dentro di te facevi i salti di gioia per aver evitato che io e Charles passassimo del tempo insieme, ruotava sempre tutto intorno a te e al tuo egoismo.

- Possiamo rimediare Sana, prometto che migliorerò per riuscire a far funzionare la relazione nel migliore dei modi.

- Non è un problema legato solo a te Heric! Sono io che non mi sento più parte di questa relazione, mi sento le ali tarpate, come se tutti i miei sforzi che ho fatto per sostenerti e venirti incontro non siano mai stati realmente capiti e apprezzati e, ora che devo partire per Hollywood per un film di importanza mondiale, ci tengo ad essere concentrata al massimo senza avere quel senso di colpa che mi è sempre venuto ogni volta che mi allontavo da te per delle lunghe trasferte.

- Quindi hai deciso? È finita sul serio?

Ci fu un altro momento di silenzio. Io la guardavo con degli occhi supplicanti come a volerle comunicare di non farlo, di non abbandonarmi e che senza di lei mi sarei smarrito completamente, mentre lei singhiozzava come se stesse cercando il coraggio per dirmi una delle cose più importanti e più difficili della sua vita.

Il vento venne nuovamente in aiuto, come per darle quella folata di coraggio per dirmi fuori dai denti che:

- Sì Heric, per il nostro bene, sia per il mio che per il tuo, qua sullo stesso tetto dove anni fa decidemmo di metterci insieme, ho deciso che la nostra storia è finita.

In quel preciso istante è come se mi fosse arrivata in corpo una scarica di proiettili. Mi sentivo mancare le forze, stavo quasi per svenire, non credevo che questo momento sarebbe mai arrivato.

- Ciao Heric, in bocca al lupo per tutto - e si allontanò con la faccia tra le mani piangendo a dirotto.

Io rimasi immobile sul tetto della scuola mentre la vedevo allontanarsi correndo per strada.

La seguii con lo sguardo fino a che svoltò alla fine del viale. Fu quello il momento in cui realizzai di averla persa, quando non riuscii più a vederla nemmeno a distanza.

Rimasi immobile sul tetto fino a che sentii qualcuno chiamarmi alle spalle:

- Ehi ragazzo, scusami ma dobbiamo venire a fare le pulizie sul tetto, ti dispiacerebbe andare?

Così lasciai anche io a mia volta la nostra ex scuola media e mi avviai silenzioso per la mia strada.

Ebbi l'impulso, non lo nego, di correrle dietro e cercare di aggiustare le cose ma questa volta mi parlò con una sicurezza e determinazione che mi hanno fatto desistere da ogni mia intenzione di quel tipo. Forse stavo realizzando che era il caso anche per me di voltare pagina e che era ora di iniziare a reagire in modo più maturo agli eventi.

Come se non bastasse in quella stessa giornata avvenne anche la litigata in casa che fece traboccare il vaso e per la quale venni mandato via da mio padre. Tanto si sa che le disgrazie quando capitano decidono di presentarsi insieme contemporaneamente.

- Sei passato a prendere il sushi, Heric?

- No papà non ho fame e ho avuto altri pensieri, mi dispiace.

- Che stress che sei. Ruota sempre tutto intorno a te! Se tu hai pensieri anche gli altri devono rimetterci, ma si può sapere quando vuoi crescere?

Eccola la frase che mi fece esplodere, mi sembrava strano infatti di essere stato così calmo dopo tutto quello che successe in quel giorno.

- Se hai così tanta fame vattelo a prendere da solo questo benedetto sushi.

- Figliolo vedi di abbassare i toni, sono sempre tuo padre ricordalo!

- Sì! Esatto! Sempre lo stesso padre passivo aggressivo con una faccia da funerale, deluso da qualunque cosa accada in questa casa, insoddisfatto costantemente della sua vita e incapace di mostrare un minimo di empatia da quando mamma ci ha lasciati! Sei sempre il solito fallito!

- Ora mi stai facendo arrabbiare!! È meglio che ti rimangi quello che hai detto, razza di ingrato che non sei altro!

- Sei sordo oltre che ritardato per caso? Ti ho già detto che non ho fame! Sei tu l'unico che ha voglia di mangiare qualcosa! Per cui perché non ti rimangi tu quello che hai detto? Così magari ti sazi un po' e smetti di dire certe stronzate!!!

Non ve l'ho detto ma se ci fossero le olimpiadi di sarcasmo probabilmente a quest'ora avrei già trovato la mia strada e avrei addirittura più fama di Sana. Peccato che ogni volta mi abbia soltanto portato a peggiorare i rapporti, anche quelli che pensavo non avessero modo di peggiorare ulteriormente, come quelli con mio padre, tanto è vero che:

- Figliolo questa volta hai oltrepassato il limite, per il tuo bene e per il benessere di questa casa è giusto che te ne vada. Baderò io alle spese per l'affitto e per il tuo sostentamento ma è ufficiale: da qua te ne devi andare.

Praticamente nella medesima giornata sono stato lasciato dalla mia ex prima e da mio padre poi, tanto ve l'ho detto che le disgrazie, quando capitano, si prendono appuntamento a vicenda e arrivano tutte insieme.

Ed eccomi di nuovo qua, a riprendere la narrazione da dove era iniziata, dentro la mia nuova casa in questo paese di provincia che appiattisce ulteriormente il mio umore già molto depresso.

Dio mio, ha pure iniziato a squillare il telefono, che fatica rispondere e prestare attenzioni agli altri. Vado a sentire chi è e che cosa vuole. Vi terrò aggiornati nel prossimo capitolo. Per ora buon proseguimento e, ve ne prego, rimanete con me. Non mi abbandonate almeno voi.

Ciao.



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Capitolo 2
*** Identità svelata ***


DON'T LEAVE ME


2. IDENTITÀ SVELATA


Era il cibo a domicilio. Il rider mi ha chiamato perché il citofono non funziona.

Incredibile come mi sia passata la fame nel momento stesso in cui mi sia arrivato da mangiare, ma mi sforzerò visto che non metto qualcosa sotto i denti da ieri.

Dovrei smettere di pensare a Sana e ricostruirmi una vita ma non è facile dal momento che ogni volta che apro i social mi compare la sua faccia in moltissimi filmati, nonostante io non segua il suo profilo.

La sua pagina ha ottenuto milioni e milioni di like dopo il film che ha girato ad Hollywood; non stava scherzando quando mi disse che era un’opportunità importantissima e anche questa volta è riuscita a coglierne il massimo, come sempre ha fatto sin da quando recitava negli spot di “Evviva l’Allegria” alle elementari.

Mi sento diviso in due: una parte di me è felice perché finalmente ha ottenuto quello per cui ha sempre combattuto, l’altra invece non sopporta il fatto che io non sia più con lei in questo suo momento di successo planetario. Si sarà scordata di me? Ormai con tutte le attenzioni che girano sul suo conto è anche plausibile e inoltre i paparazzi sembra che l’abbiano trovata in compagnia di un attore e che si stiano frequentando. Quindi è davvero tutto finito? Lei conosciuta nel mondo come la star del momento e io in questo paese dimenticato anche dalla famiglia. Diamine devo trovare almeno la forza per fare due passi fuori casa, sono chiuso qua dentro da non so quanti giorni e la mia salute mentale ne sta risentendo.

Per fortuna ho mantenuto il rapporto con Terence con il quale di tanto in tanto ci sentiamo e penso che questo sia un momento in cui mi farebbe bene scambiarci due parole:

-Oh ciao sei tu! Come va?

-Come al solito e tu?

-Benone, sai che ho chiesto ad Alissa di andare a convivere e lei ha detto di sì? Non puoi immaginare quanto sia contento Heric.

-Sono felice per te, io invece continuo a convivere con Solitudine e Depressione, all’inizio litigavano per avermi ma incredibilmente sono riuscite a trovare un accordo pacifico e ora siamo in 3 sotto lo stesso tetto.

-Eh eh, dovresti provare a frequentarti con Felicità, secondo me sarebbe una partner più ideale.

-Hai ragione ma sai bene che Depressione e Solitudine sono molto gelose, potrei provare a parlargliene ma penso che non accetterebbero Felicità tanto facilmente, sono più propense a conoscere Ansia. Come vedi sono molto aperte a nuove conoscenze, ma hanno le loro preferenze.

-Sicuramente non esiste persona migliore di te per scambiare battute sarcastiche, questo è certo. Stai facendo una camminata Heric?

-Sì sono a zonzo ma non sono solo, ho appena rincontrato una vecchia conoscenza, ti ricordi di Panico? Un tipo strano, si fa vedere soltanto quando esco di casa.

-Oh si lui me lo ricordo bene, lo incontrai la prima volta quando alle elementari regalavo cioccolatini a destra e a manca alle bambine che puntualmente mi scartavano. Non è una grande compagnia ad essere sinceri, ti meriti di meglio.

-Dici? A me però fa questo effetto di farmi battere il cuore all’impazzata costantemente.

-Non penso sia amore Heric, se è questo che stai pensando.

-Pensavo fosse amore, invece era tachicardia.

Continuavo a scambiare battute sarcastiche con Terence mentre passeggiavo lungo il lago su cui il paese sorgeva, poi ad un certo punto lui si fece serio:

-Heric comunque parlando con Alissa abbiamo deciso di riunire le vecchie classi delle elementari e delle medie per rincontrarci tutti insieme, qualcuno ha già dato l’ok, tu che ne pensi?

-Bò, intendi una cena di gruppo?

-Sì esatto, si pensava di andare a un sushi all you can eat così da mantenere un minimo di rapporti con chi vuole esserci, vieni anche tu dai.

-Ma proprio il sushi vuoi andare a mangiare?

-Certo qual è il problema? Sei sempre andato matto per il sushi.

-È da un anno che ha iniziato ad andarmi indigesto. È stato per via del sushi che mio padre mi cacciò e da quel giorno ho rivalutato il pesce cotto.

-Non è per qualche Uramaki che ti è successo ciò che è accaduto, comunque adesso esco che ho delle cose da sbrigare, fammi sapere che intendi fare, l’invito è sempre valido. Stammi bene! Ciao.

Continuai a fare la mia camminata come un’anima in pena dimenticata dal mondo fino a che la mia attenzione cadde su un nuovo cartellone pubblicitario che non avevo mai visto prima in paese. Non potevo credere ai miei occhi nel vedere lo slogan:

“Ragazza giapponese conquista Hollywood e il mondo”

Incredibile. Rossana è diventata molto più di una star, è diventata un modello per la società giapponese, è stata l’unica persona della nostra generazione a sdoganare fuori dal Giappone e a diventare un’icona per tutta la nazione, il suo successo si è espanso ben al di fuori della sola scena cinematografica. È riuscita a far parlare di sé anche in questo paese sperduto. Che incubo. Penso sia ora di ritornare a casa.

Non riesco a distogliere la mia attenzione da lei e dai successi che sta ottenendo e la situazione sociale non mi sta dando una mano: ho appena scoperto che pure la figlia del mio vicino di casa è una sua fan sfegatata e indossa magliette con la sua faccia stampata. Tutto ciò mi spinge a restare chiuso in casa. È veramente ovunque.

Ma proprio mentre stavo per varcare la soglia del mio appartamento, il mio telefono iniziò a squillare:

Diamine la psicologa!! Me n’ero scordato.

In pratica mio padre decise di mantenermi solo se avessi frequentato un percorso di terapia psicologica e oggi avevo la seduta: per cui mi toccherà posticipare il mio rientro a casa tra un paio d’ore circa.

-Sei in ritardo Heric!

-Scusami, cercherò di essere puntuale d’ora in poi.

Ci furono i soliti convenevoli prima di addentrarci nella seduta vera e propria. La terapeuta non sapeva di Rossana. Sapeva solo che ero stato mandato via di casa da mio padre, nient’altro.

-Ancora nessun miglioramento quindi?

-Mi sento vuoto e senza speranze.

-Ti va di parlarmi della tua relazione con la tua ex? Quella per cui stai soffrendo così tanto?

-Come hai fatto a capirlo?

-Non serve che me lo dica esplicitamente, certe cose per noi donne sono molto chiare, si vede che sei distrutto per un amore finito. Penso sia un ottimo modo per cominciare a mettere in ordine questo puzzle confuso e disordinato.

Notò che ero molto imbarazzato e che facevo tanta fatica a parlarne, per cui iniziò lei a rompere il ghiaccio:

-Aveva per caso i capelli rossi?

Centro un’altra volta, ma come diavolo fa?

-A giudicare dalla tua espressione credo di avere azzeccato. Vedi, voi uomini siete molto simili sotto certi aspetti, mi chiedevo come mai avessi scelto me come tua terapeuta nonostante qua in paese ci siano altri miei colleghi con più esperienza sul curriculum, per cui ho immaginato che dovessero esserci dei motivi particolari se la tua scelta è ricaduta su di me.

-Sì esatto, aveva i capelli rossi proprio come te e ho come l’impressione che io la stia ricercando in altre persone che hanno caratteristiche in comune alle sue. Perché mi manca. La amo ancora. Era una donna speciale, io e lei avevamo condiviso tantissimi momenti importanti sin dalla nostra infanzia e accettare che se ne sia andata è particolarmente difficile, se non impossibile.

-L’amore è complicato Heric, lo è per tutti a tal punto che molti decidono di non amare pur di evitare certe sofferenze. Amare è un atto di coraggio e il fatto che tu la ami ancora non ti rende assolutamente una persona debole ai miei occhi, anzi una persona molto sensibile e coraggiosa.

-Il problema è che lei è una persona con una certa notorietà e dimenticarsene è difficile, spesso mi capita di vederla in diverse pubblicità.

-E qual è il sentimento che provi quando la vedi in questi spot?

-Invidia, rabbia verso me stesso, a tratti anche odio verso di lei per avermi lasciato sul più bello e..mi puoi garantire che manterrai il segreto professionale qualunque cosa dica?

Dopo che lei annuì decisi di finire il discorso:

-E ammazzerei l’uomo con cui si sta frequentando, lo ucciderei senza alcun rimorso.

-Stai dicendo che davanti a me potrei avere un potenziale nuovo serial killer? – risatina sarcastica

-Ovvio che tra il dire il fare ci sta di mezzo il mare, ma c’è un nome dottoressa che non riesce a lasciare la mia mente..e questo nome è Charles.

-Come mai proprio Charles?

-È sempre stata una spina nel fianco sin da quando io e lei eravamo piccini e adesso ho scoperto che i paparazzi l’hanno avvistata a frequentarsi con un suo collega. Non hanno mai scoperto né il nome né il volto dell’attore ma ho questo forte sentore che se un giorno venisse fuori che il suo nuovo amore sia un certo Charles non ne sarei così tanto stupito.

-E perché sarebbe così importante se questo Charles fosse il suo nuovo compagno?

-Perché se così fosse, ciò metterebbe in discussione e farebbe traballare molti dei motivi per cui mi ha lasciato. Lei mi ha spesso accusato di essere eccessivamente paranoico nei confronti di questo suo collega e che il loro rapporto non andasse oltre alla semplice amicizia e alla sfera lavorativa. In più mi disse anche che con questo Charles non si parlavano più per via della mia gelosia. Non vorrei mai che ora che tra di noi sia finita, lei abbia trovato le motivazioni per riagganciare i rapporti con quel figlio di puttana. Oppure mi mentì sin da principio e in realtà con Charles non troncò mai realmente l’amicizia. Quanto vorrei scoprire che la persona con cui si sta frequentando si chiami Tom oppure Jim o qualunque altro nome all’infuori di quel maledetto Charles.

La dottoressa ci impiegò una trentina di secondi per rispondermi, era chiaro che stava organizzando le idee per cercare di comunicarmi nel migliore dei modi ciò che stava per dirmi:

-Io ho organizzato un po’ tutti gli elementi che mi hai fornito. Mi hai detto che lei ha i capelli rossi come me, che è una persona famosa e che adesso sta con un attore suo collega di cui i paparazzi non riescono a trovare l’identità. Tutti questi elementi mi portano a credere che la tua ex fosse l’incredibile star mondiale amata da tutto il Giappone, Kurata Rossana.

Mi limitai a rispondere un semplice:

-Bingo.

E in quel momento suonò l’allarme che indicava la fine della seduta.

Dopo che la dottoressa scoprì della mia relazione con Rossana ho come il sentore che abbia iniziato a guardarmi con occhi diversi, direi increduli, quasi come se non riuscisse a capacitarsi che in questo piccolo studio psicologico di paese fosse capitato tra i suoi pazienti l’ex amore della più grande e famosa icona mondiale del cinema.

Tornando a casa decisi di fermarmi al pub a prendere una birra, pensando che annegare i pensieri nell’acool sarebbe stata una mossa efficace. Per fortuna ero solo nel bar. Decisi di richiamare il mio amico Terence per dirgli che non mi andava di fare la reunion con i vecchi compagni:

-No guarda ci ho pensato, non me la sento.

-Mi dispiace, mi avrebbe fatto piacere che tu venissi. Però posso volentieri organizzarmi e venire il prossimo week end a trovarti. Mi manchi amico mio.

-Eh lo so, ho la capacità di mancare alle persone che non hanno i capelli rossi.

-Bè non è vero, Marine non ti ha mai perdonato il fatto che la volessi affogare nella fontana delle elementari e i suoi capelli sono sempre rimasti blu.

-Ahah, meno male che ci sei te a farmi un po’ di compagnia.

-E che mi dici di Babbit? Non è con te? Di solito è difficile scrollarselo di dosso.

-Se ti riferisci a quel pipistrello bianco con le ali blu l’ho spiaccicato contro il muro della mia stanza e l’ho gettato nel cassonetto. Invadente come pochi con la sindrome del grillo parlante. Non si faceva mai gli affari suoi.

   -…..

-Terence?

   -…..

-Pronto? Sei ancora in linea?

-Heric ho appena visto in questo momento un nuovo articolo dove è stata rivelata l’identità del misterioso compagno di Sana. Preferisco sempre evitare questo argomento ma ho pensato fosse meglio che te lo dicessi io piuttosto che venissi a saperlo te chissà come.

-Continua..

-Bè ecco, il titolo dell’articolo può essere valido per la maggior parte delle persone quando dice “misterioso compagno” ma per noi di misterioso c’è veramente poco, dal momento che questa persona la conosciamo molto bene.

-Dimmelo senza giri di parole, è lui?

-Bè ecco, mi appello al nostro stile sarcastico che spesso usiamo: posso dirti che ha in comune il colore dei capelli di Marine, giusto per citare una persona di cui abbiamo parlato poco fa.

-Ok penso di aver capito, puoi dirmi altro?

-Posso dirti che se a questo mondo esistesse il reato per “furto di nome di battesimo” a quest’ora probabilmente Bukowski l’avrebbe denunciato.

-Anche Dickens?

-Sì, anche Dickens.

-Ho capito

-Mi dispiace Heric.

- Scusa, devo andare.

Alla prossima. Ciao a tutti.


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Capitolo 3
*** Impulso Borderline ***


DON'T LEAVE ME


3. IMPULSO BORDERLINE


Quindi è così, i miei sospetti erano fondati, è proprio lui l'attore con cui ti stai frequentando, allora tutte quelle parole che mi dicesti sul tetto della scuola erano false, tu non avevi mai smesso di pensare a quella merda.
Sono passati circa tre mesi da quando Terence mi ha rivelato al telefono l'identità del tuo compagno e da quel giorno non ho fatto altro che pensare a ciò che mi dicesti quando decidesti di lasciarmi.
Ad aggravare la situazione ci sta pensando anche la società: Rossana di qua, Rossana di là, qualcuno addirittura ha persino iniziato a urlare cose come "Rossana for president". Ci manca solo che tu possa diventare il primo presidente femmina nella storia del Giappone, dato che la Takaichi non riuscì ad andare oltre la sua candidatura a primo ministro. Come posso fermare questo incubo? Ci dovrà essere un modo per alleviare tutto questo dolore.
Rifarsi una vita non è semplice se guardo al mio passato e alle vicende che mi hanno portato fino a questo punto.

Sono stato fidanzato per gran parte della mia esistenza con la persona più in voga del momento e accettare di ricominciare da capo con una vita umile è qualcosa che mi fa salire il vomito al solo pensiero. Non ho voglia di trovarmi un impiego, di essere una persona semplice come tanti altri milioni di inutili esseri umani. Ho passato una vita intera a stare insieme a una donna rara e particolare, come posso solo pensare di accettare di lavorare e vivere come una persona umile senza pretese e senza scopi nella vita? Alzarmi la mattina presto per timbrare uno stupido cartellino per poi rincasare ogni sera lamentandomi di quanto faccia schifo questo mondo, impotente di fronte agli eventi. No non fa decisamente per me, perché io sono speciale, io non sono come questo ammasso di falliti che sgobbano 11 mesi all'anno e che si sentono dei supereroi nel loro unico mese di ferie facendolo passare come se fosse l'esperienza più rara e unica al mondo. Inizierei anche io a pubblicare stupide foto al mare con hashtag dementi del tipo #relax #labellavita. Scusate un secondo devo andare al cesso a vomitare:

BLEURGHHH

FLOSH (sciaquone)

Stavo dicendo: la mia vita non può essere questo. Se io sono stato insieme alla persona più in voga del momento significa che il destino ha riservato qualcosa di grande anche per me, non c'è altra spiegazione. Al diavolo quegli stupidi lavori umili come il commesso, il magazziniere e via dicendo; servono solo a degli idioti che non hanno scopi nella vita e che sarebbero pronti a vendere l'anima al diavolo per qualche manciata di yen al mese. Devo smetterla subito o mi toccherà fare il secondo round al cesso.
Non so bene cosa devo fare, intanto è meglio distrarsi. Vediamo se mi risponde:

   Tuuuu Tuuuu


- Ehi amico, che piacere sentirti, è da quando ti ho rivelato quella notizia che hai smesso di rispondermi, ti sei ripreso?


Sì Terence! Sto meglio grazie, pensavo che sarebbe il caso di vederci, ho bisogno di passare un po' di tempo fuori da questa casa e da questo paesino, vorrei venire a Tokyo a trovarti.


- Che bella notizia, molto volentieri, possiamo fare questo week end, capita proprio a puntino visto che Alissa ed io non abbiamo preso ancora impegni.


- Sarebbe il massimo, allora d'accordo, vengo io in treno, tu passami a prendere a Shibuya.


- Sarò puntuale, a presto, ciao.

Più che "a presto" direi "a domani" visto che oggi è Giovedì. Giusto! La seduta! Devo andare prima che faccia ritardo un'altra volta.

- Mamma, papà non vi ricordo Sana con questa acconciatura? 

Che palle. Di nuovo quella bambina fanatica che puntualmente incontro sul pianerottolo di casa ogni volta che devo uscire.
È completamente invasata di Rossana, vuole assomigliarle in tutto e per tutto. Se non sapessi che è la figlia dei vicini, non sarebbe stato strano scambiarla per una mini Sana.
Tutto ciò cominciava a darmi sui nervi, tanto che presi coraggio e decisi di distruggerle ogni tipo di sogno che si era fatta:


- Sai bimba, non penso che Rossana si comporterebbe come una monella capricciosa. Rossana ha personalità, non credo che per essere arrivata al livello in cui si trova, abbia mai dovuto cercare di somigliare a qualcuno che non è. E - mentii - se devo essere sincero non le assomigli nemmeno lontanamente.


La bimba si mise a piangere. A quanto pare le avevo appena distrutto un'enorme fantasia che si era creata nella sua testa.
I genitori iniziarono a dirmi che sono un insensibile e che non si trattano così i bambini. Cavoli loro. Probabilmente a giudicare il tipo di persone che sono, cresceranno la loro figliola facendole credere che Babbo Natale esiste fino al giorno in cui non inizierà la scuola e diventerà carne da macello per qualche bullo che si prenderà gioco della sua stupida ingenuità. Sarò stato un bastardo? Forse, ma so di cosa parlo: alle elementari sono stato il capo dei bulli e tenevo sotto scacco persino gli insegnanti se vi ricordate bene. Per cui ve l'assicuro, a questa bambina le ho fatto solo un gran favore a parlarle in questo modo.


Chiusa questa breve parentesi, è il caso che mi diriga dalla "terapeuta"; sì esatto: le virgolette non le ho messe per sbaglio: vi ricordate quando vi dissi che era cambiata nei miei confronti dopo essere venuta a conoscenza della mia storia avuta con Rossana? Ebbene avevo ragione, ha iniziato a comportarsi come tutto tranne che come una terapeuta, quindi direi che tra i due sono io quello che sta notando dei cambiamenti in lei, quando in realtà dovrebbe essere il contrario.


- Ben arrivato Heric.


- Stavolta persino puntuale, hai visto? ;)


- Bravo, vedo che stai iniziando a prendere la terapia più seriamente.

Io sì, ma potrei dire lo stesso di lei? Ma come diavolo si è conciata! Assomiglia sempre di più a....No ti prego non voglio crederci, che cos'è? Una congiura dell'universo fatta apposta contro di me? Quelle due stesse code di cavallo ai lati della testa, un poster al muro con scritto "Evviva l'Allegria" giustificandosi del fatto che serva come messaggio positivo per i pazienti in terapia e addirittura un nuovo quaderno degli appunti dove in copertina è disegnato Bab: meglio non riverlarle la fine che ha fatto quello stupido pipistrello invadente. Onestamente per come stanno le cose, non mi stupirei se ora mi dicesse di aver sostituito il suo smartphone con un cerca persone verde acqua.

- Ad essere sinceri dottoressa, mi sembra che tra i due chi sta cambiando sei te.


- Ti ricordo qualcuno in particolare?


- A cosa serve tutta questa, passami il termine, pagliacciata?


- Sarò schietta con te Heric, ho come la sensazione che tu abbia sviluppato un grave disturbo Borderline della personalità.
Tutta questa pagliacciata come la chiami te, serve a farti risvegliare il più grande trauma della tua vita che sappiamo entambi molto bene quale sia stato, per riuscire ad aiutarti a fartelo superare e maturare. Voglio risvegliare i tuoi impulsi per aiutarti a gestirli. Dimmi, che cosa provi in questo momento?


- Disgusto e vomito.


- Qual è il tuo impulso primordiale che senti in questo istante? Voglio una risposta sincera e diretta.


- Allora ti voglio chiedere nuovamente di giurare che manterrai il segreto professionale.

Qualcosa dev'essere andato storto, a quanto pare ha letto il sottotesto della mia frase e a giudicare dalla sua espressione non sembrava aspettarsi questo tipo di risposta. Per cui decisi di non aspettarla e di ricominciare io a parlare:

- Qualcosa non va? Ti aspettavi per caso che il mio istinto fosse quello di scoparti?
Se così fosse sei completamente fuori strada. Da quando ho scoperto l'identità del suo nuovo compagno e da quando la sua immagine ha iniziato a perseguitarmi anche in questo paese sperduto, ogni sentimento d'amore nei suoi confronti sta man mano svanendo dando spazio a ciò che sta all'estremo opposto dell'amore stesso.

La terapeuta iniziò ad andarci sempre più cauta nella conversazione, a quanto pare si è appena resa conto di essere entrata dentro a un campo minato a fortissimo rischio di esplosione:

- Quindi non la ami più. A questo punto vorrei invitarti a riflettere se ciò che hai provato per lei sia stato vero amore o se sia stato qualcos'altro che hai confuso come tale.


- Io penso che l'amore sia infantile, nel senso che il vero amore lo si può provare solo quando si è piccoli, spensierati e liberi da qualunque vincolo sociale che tende a imprigionare la nostra vera natura per uniformarci a un modello prestabilito da seguire. Quindi io penso che la amavo da piccolo e che, crescendo, l'emozione sia mutata in qualcosa di più simile alla paura di non perdere ciò che avevo amato in precedenza.

Mi alzai dal lettino e incominciai a camminare per la stanza in cerca di qualcosa, qualcosa di appuntito per la precisione. Scrutavo ogni singolo oggetto presente in quella camera finché vidi qualcosa di interessante sulla scrivania della terapeuta:

- Dottoressa non la mangi la mela?


- L'ho tenuta per dopo ma non ho più fame, prendila tu se vuoi.


- Hai per caso un coltello per sbucciarla?


Ignara delle mie intenzioni mi indicò il secondo cassetto della scrivania, io lo aprii, afferrai il coltello da cucina che stava al suo interno e in men che non si dica con un balzo atterrai sulla dottoressa.


- Che cosa fai??? Sei impazz..mmphg!

Le misi subito una mano davanti alla bocca per non farla gridare, mentre con l'altra le puntavo il coltello dritto alla gola.


- Shh, silenzio dottoressa, ti ricordi? Il segreto professionale che hai giurato di mantenere! Non vorrai mica che altre persone sentano e vedano quello che facciamo all'interno di questa stanza.


- Mmmphh!!!!


- No non parlare, stai zitta e ascoltami. Sei tu che hai voluto iniziare a giocare a questo gioco degli impulsi e con grande piacere ti sto mostrando la mia vera natura.
Sei entrata in un terreno pericoloso dottoressa, dovevi aspettarteli determinati rischi. Ora il mio impulso più grande è quello di tagliarti la gola e di bagnare di sangue il pavimento di questo studio ma voglio essere clemente con te, ti risparmierò la vita perché ho apprezzato il coraggio che hai avuto nel voler affrontare certe tematiche così delicate ad alto rischio e, onestamente, ti sono riconoscente perché ora che sto scoprendo la mia vera natura, mi sento come alleggerito da un enorme peso che portavo sullo stomaco.

Lei era sbiancata, paralizzata e ormai conscia di essere entrata in una situazione da cui sarebbe stato molto difficile uscire.

- Adesso io ti toglierò la mano dalla bocca perché ho bisogno che mi risponda a qualche domanda, ma se fiati non mi farò problemi a tagliarti la gola e a farti morire dissanguata, a te la scelta.


La lasciai libera di parlare, a quel punto le comandai:


- Nastro adesivo, mi serve del nastro adesivo, vedi di non mentirmi altrimenti sai già la fine che ti aspetta.

Mi indicò con lo sguardo l'armadio della stanza, io lo aprii e trovai uno splendido rotolo di nastro adesivo argento ancora sigillato. Proprio quello che mi serviva.

- Che vuoi fare Heric?


- Stai zitta, non le fai tu le domande ora. Togliti quella maglietta di merda che hai addosso e poi girati!!

Dopo che obbedì al mio ordine, levandosi prima la maglia con la stampa di quel dannato pipistrello e dandomi in seguito le spalle, le presi le mani, gliele portai dietro alla schiena e iniziai ad avvolgere il nastro adesivo attorno ai polsi. Poi le legai anche il busto e le braccia per immobilizzarla meglio e finii con le gambe e le caviglie. Fatto. Era legata come un salame, non poteva muoversi di un centimetro.

- Abbiamo quasi fatto dottoressa, manca solo di sigillarti quella bocca onde evitare che possa andare a dire a qualcuno quello che è successo in questa stanza. Ci credo al segreto professionale ma rimango fedele al proverbio che non fidarsi sia comunque meglio.

Appallottolai quella maglietta di merda e gliela ficcai tutta in bocca, iniziando poi a sigillargliela passandole il nastro adesivo più e più volte sulle labbra e intorno alla nuca per essere sicuro che l'unica cosa che potesse pronunciare fossero dei confusi e soffocati mugolii.

- Fatto. Adesso stai molto meglio. Solo che non posso lasciarti qui da sola, è il caso che ti porti a casa mia dove posso tenerti d'occhio e assicurarmi che non farai alcuna stronzata.

Presi le chiavi della sua macchina e, dopo essermi assicurato che non ci fosse nessuno nei paraggi, la caricai dentro al baule, mentre io iniziai a guidare verso casa.

Non c'era traffico, la strada era libera ma sarebbe stato meglio rispettare i limiti onde evitare qualche controllo indesiderato di qualche poliziotto.
Sentivo di aver iniziato un nuovo capitolo della mia vita, molto pericoloso ma che in qualche modo uccideva quello stato di apatia nel quale mi ero rinchiuso da troppo tempo ormai.
Sentivo dei rumori misti a mugolii dal retro dell'auto: la dottoressa cercava disperatamente di farsi notare sperando che qualcuno la sentisse ma ogni tentativo era vano, ormai era in mio possesso.

"In mio possesso, in mio possesso, in mio possesso".

Perché diavolo continuava a riecheggiare nella mia testa questa espressione?

"L'ho usata semplicemente come scusa per non dire che avevo un ragazzo possessivo!!!"

Ma certo. È ciò che mi disse Sana quando mi lasciò. Ma questo non significa che avesse ragione! Sarebbe potuta essere più credibile se solo non fossi venuto a conoscenza che l'amore della sua vita si è rivelato essere quel figlio di puttana di Charles. Proprio colui che lei disse di non aver mai amato e che non ci fosse mai stato nulla al di fuori di un'amicizia tra colleghi. Purtroppo per te cara Rossana, ogni parola che hai detto quel giorno ha perso di valore dopo il modo in cui si sono sviluppati gli avvenimenti.

Parcheggiai l'auto sul retro della casa, lontano da occhi indesiderati, mi assicurai che non ci fosse nessuno per le scale del condominio, in particolar modo quella bamboccia della mia vicina ossessionata da quell'attrice bugiarda che aveva la capacità di comparire sempre nei momenti più sbagliati come potrebbe esserlo questo.
Per sicurezza ricontrollai una seconda volta: via libera.
Presi in braccio la dottoressa dal momento che era impossibilitata a camminare, essendo completamente avvolta dal nastro adesivo e mi diressi verso l'ascensore.


- Mmphg, mmphg


- Come scusa?


- MMPGH!


- Non capisco dottoressa, mi dispiace, non parlo la lingua dei mugolii.


Mi divertivo a prenderla in giro, ma non poteva lamentarsi visto che è stata lei la prima ad iniziare con quella pagliacciata del travestirsi da Rossana.
Stavo per schiacciare il pulsante dell'ascensore che ci avrebbe condotti al piano dell'appartamento quando da sopra le scale sentii una voce infantile domandare:


- Mamma mamma quand'è che riuscirò a incontrare Rossana?

"MA CHE PALLE!! ODIO IL TEMPISMO DI QUESTA BAMBINA! È SEMPRE TRA I PIEDI NEI MOMENTI PIÙ SBAGLIATI! GIURO CHE A VOLTE LA AMMAZZEREI!!"

Mentre facevo questi pensieri mi resi conto che la mia mano si era poggiata sul manico del coltello che avevo ancora in tasca.

"No Heric no, è stata solo una coincidenza, tu non sei un assassino. Non lo sei mai stato e mai lo sarai"

Mentre mi autoscagionavo dal pensiero omicida che mi venne verso quella bimba, decisi di andare con l'ascensore sottoterra per parcheggiare momentaneamente la dottoressa in cantina. C'era troppa confusione per le scale, non era sicuro portarla a casa in questo momento. Per ora la lascierò in cantina e tornerò stanotte a prenderla quando tutti staranno dormendo.

- Eccoci. Per ora starai qui, tornerò più tardi a prenderti.


- MMPGH MMPPH!!!


- È inutile! Non ti capisco! Però devo ammettere che sei sexy con questo nastro adesivo sulla bocca. 

La baciai a stampo sul bavaglio e poi chiusi la porta dicendole:


- Torno presto. Stammi bene.



Per oggi va bene così. Alla prossima. Ciao.

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Capitolo 4
*** Ritrovo ***


DON'T LEAVE ME


4. RITROVO


- Benvenuti al notiziario delle 21.00, in diretta per voi da Los Angeles il nostro inviato Zenjiro Gerard, che intervisterà l'icona mondiale del momento Rossana Kurata nonché sua ex allieva del suo ormai vecchio programma "Evviva l'Allegria"!

- Grazie mille, sono molto fiero di essere qui ad intervistare la mia ex studentessa che si è fatta strada in questo difficilissimo mondo del cinema riuscendo a tagliare tutti i tipi di traguardi, anche quelli più inimmaginabili. Ciao Rossana che bello rivederti dopo così tanto tempo!

- Gerard caro!!! Oh mio Dio quanto mi sei mancato! È bellissimo rivederti anche per me!

- Allora dicci: quali sono le tue prossime prospettive di carriera, ora che hai toccato l'apice della notorietà?

- Sicuramente continuerò a dedicarmi al mondo del cinema e della televisione che è ciò che mi ha portata fin qui, sperando di mantenere costante il livello che ho ottenuto.

- Sana, qualcuno in Giappone inizia ad urlare al tuo nome per vederti addirittura in politica, pensi che potrebbe essere un altro sogno nel cassetto da realizzare?

- Oh bè, ho saputo che hanno iniziato a diffondersi queste voci e se devo essere sincera sono molto fiera e onorata che la popolazione veda in me un modello da seguire e da cui prendere spunto.

- Sei molto sicura di te stessa. Sappi che se mai dovessi farlo io ti voteròò!!!

- Ci mancherebbe altro Gerard, mi devi un enorme favore, dal momento che sappiamo benissimo entrambi come hai fatto a passare dall'essere un semplice reporter regionale di Tokyo a inviato internazionale per i più importanti notiziari del Giappone 🤭. Dai che scherzo, ti voglio bene e ti ringrazio per il tuo continuo supporto che mi dai!

- Che bello! Così magari potrai anche aiutarmi a diventare segretario del primo ministro giapponese. Ormai sto invecchiando e non vedo l'ora di rilassarmi e di guadagnare uno stipendio esagerato solamente scaldando una poltrona in parlamento.

- Ahahahah - risata generale


ZAP!!


Meglio se spengo questa spazzatura di televisione. Ci manca solo che quella falsa arrogante inizi a rappresentare e a fare le leggi per la nazione in cui abito, che così posso finalmente urlare alla rivoluzione senza freni inibitori.


Riiiiing riiing


- Ehilà!

- Allora sei pronto per domani? Sono già con la mente a Shibuya ad aspettarti. Non vedo l'ora amico mio.

- Dimmi Terence, hai guardato il notiziario sul canale nazionale?

- Sì e so già dove vuoi andare a parare. Sana presidente giusto? Sarebbe il colmo! Potrebbe realmente scrivere una pagina del libro di storia del Giappone.

- Quella non ha la stoffa per la politica, si è montata la testa a suon di film e adesso pensa che governare una nazione sia come andare a recitare in TV.

- Se ci pensi Heric, non è del tutto sbagliato, in politica c'è ahimè tanta finzione e recitazione. Sei preoccupato che tutto ciò possa accadere, non è vero?

- Onestamente sì.

- Dai non ci pensare, vedrai, sono solo momenti passeggeri. Non credo che Sana intraprenderà mai la carriera politica. L'hanno detto solo per fare audience e lei in quanto a creare hype intorno alla sua persona è sempre stata imbattibile. Ci vediamo domani allora, avvisami quando sei a mezz'ora da Shibuya che vengo a prenderti. Buona notte.

Spero che sia come dice lui e che sia solo una fase momentanea di passaggio che si concretizzerà con un nulla di fatto. Ma c'è una vocina dentro di me che mi dice di stare all'erta. Non posso certo permettere che la donna che mi ha preso in giro per una vita intera si metta ad emanare leggi che dovrei rispettare anche contro la mia volontà. Conosco l'ego di quella donna e sono certo che non appena il movimento "Sana for president" avrà raggiunto un impatto tale da essere preso realmente in considerazione, lei non si tirerà indietro dall'intraprendere la strada politica. Anche perché non bisogna dimenticarsi che non è da sola, bensì è assieme a quel maledetto Charles, che per l'ego di Sana è sempre stato come un fiammifero acceso per una tanica di benzina.

Mi stavo quasi dimenticando della dottoressa, non è ancora tarda notte ma penso che sia un momento propizio, dato che ho sentito i miei vicini uscire per andare a cena fuori con quell'invasata della loro figlia. Meglio agire ora.

- Vieni andiamo! Soggiorno in cantina finito. Ti porto su a casa così starai più comoda.

- Mmmpgh!!

- Sì lo so, dici sempre così.

Raggiunsi l'appartamento senza alcun tipo di intoppo questa volta e, una volta chiusa la porta alle mie spalle tirai come un sospiro di sollievo.

- Uff, meno male. Hai fame dottoressa?

- Mmpgh!

- Fai cenno con la testa.

Mi fece capire che voleva mangiare, così decisi di levarle il nastro adesivo dalla bocca, ma non prima di averle fatto una raccomandazione:

- Ti darò da mangiare a patto che terrai quella bocca chiusa e che non ti metterai ad urlare, altrimenti sai già come andrà a finire.

Lei mi fece di sì con la testa e io iniziai rimuoverle il nastro adesivo dalla bocca, anche se mi accorsi presto di averne messo così tanto che realizzai che avrei fatto prima a tagliarlo con un paio di forbici.

- Tu sei pazzo.

- Shh, stai zitta e pensa solo a mangiare, non ti ho chiesto cosa pensi che io sia. Fai "aaam"

Mi toccava imboccarla perché non potevo certo permetterle di lasciarla libera nei movimenti e anche perché aveva un che di sensuale tutta immobilizzata.

- Buono! Mi piace la cucina Cinese.

- Tu invece mi piaci con la bocca chiusa. Finisci in fretta di mangiare così posso rimetterti il nastro adesivo.

- All'inizio ho avuto paura quando ancora eravamo in studio, ma in cantina ho pensato a quanto sia stato sexy farmi rapire da te.

Mentre mi faceva queste confessioni io guardavo intensamente il suo corpo immobilizzato dal nastro adesivo e mezzo nudo per via della maglietta che le ho fatto togliere e non nascondo che iniziassi ad avere qualche fantasia a mia volta. Ma non potevo farmi distrarre più di tanto, mi trovavo in una posizione estremamente delicata e in uno stato di all'erta massimo per cedere a qualche impulso sessuale.

- Fammi godere Heric - proseguì ansimando - senza saperlo hai appena risvegliato una delle mie fantasie più nascoste.

- Ti ho detto che devi stare zitta.

Ma questa volta non le misi il nastro adesivo, bensì abbassai le mutande e glielo ficcai tutto in bocca per farla tacere.

- Fammi un pompino degno di questo nome dottoressa.

Iniziò a succhiarmelo mentre i suoi occhi si illuminavano di piacere. Lo prese tutto in bocca. Sembrava una bambina che aveva appena scoperto il suo Chupa Chupa preferito ed era anche notevole a spompinare! Onestamente Rossana non aveva mai raggiunto certi livelli. Riuscì a farmi venire e ingoiò tutto quanto senza risparmiarsi nemmeno una goccia. Davvero! Se solo Rossana avesse potuto vedere questa scena, le avrei detto "Toh, guarda come si fa! Impara!".

- Adesso scopami ti prego!

- Vorrei tanto, ma non posso toglierti il nastro adesivo dalle gambe, mi dispiace.

- Non vorrai mica lasciarmi così arrapata dopo che ti ho appena fatto un pomp mmmmgh

- Zitta dottoressa, hai parlato anche fin troppo, è ora che torni a fare silenzio.

Le ricacciai la maglietta di Bab in bocca e le arrotolai nuovamente il nastro adesivo.

- Domani mattina devo andare presto fuori paese, per cui è ora di andare a dormire.

- MMPHG!!

- Buona notte anche a te, mia bella pompinara.

La nottata passò rapida e senza nemmeno accorgermene suonò la sveglia.

Ero decisamente arrapato per essermi trattenuto la sera precedente, così dopo aver legato i polsi della dottoressa alla testata del letto, iniziai a sciogliere il nastro adesivo che aveva sulle gambe, sufficientemente da fargliele aprire.

- È questo che volevi ieri sera, non è vero?

- Mmph mmph!

- Sì capisco e ora ti ricambio dello splendido servizio che hai fatto al mio uccello.

Iniziai a sbatterla incurante dei tonfi che facevamo contro il muro, lei era arrapatissima. Sono convinto che non avesse mentito quando mi ha detto che ormai l'eccitazione nell'essere stata rapita avesse preso il sopravvento sulla paura.

Nonostante non potesse parlare per via del bavaglio, riuscivo a capire che dietro a quei mugolii si celavano vari "Oh sì, Vai! Vai! Scopami! Più forte!! Cazzo sì continua così!!"

Avevo solo 15 minuti di tempo prima di uscire di casa per non perdere il treno e devo dire che meglio di così non avrei potuto usarli; siamo entrambi venuti simultaneamente. Ci voleva questa scopata!

Una volta finito le riarrotolai il nastro adesivo sulle gambe e sulle caviglie e tirai la tenda onde evitare che qualcuno potesse vederla da fuori.

- Tornerò presto dottoressa. Stammi bene.

- Mmphh..

Questo era un mugolio diverso dai soliti che ero abituato a sentire, emanava un senso di soddisfazione. A quanto pare sono andato alla grande. Meglio così.

Raggiunsi la stazione facendo anche in tempo a prendermi un caffè e salii sul treno che era in perfetto orario.

Sarebbe stato un viaggio di 2 ore circa, per cui mi rilassai al mio posto con l'intento di farmi una dormita per recuperare un po' di sonno, ma purtroppo venni distratto da un gruppo di ragazze che sedevano di fianco a me sull'altro lato del treno e che si misero a parlottare di ciò che non avrei mai voluto sentire in vita mia:

- Ma vi rendete conto? Sarebbe la prima donna a diventare presidente del Giappone. Se solo si candidasse otterrebbe di certo la maggioranza.

- Esatto. È un modello per tutte noi. È ora che le donne inizino a farsi valere in questa nazione maschilista sin dagli albori. È il momento di cambiare!

- Sono sicura che lo renderebbe un posto migliore facendo sì che anche noi potremmo aspirare a una carriera di successo, senza dover per forza essere costrette a sposarci e a servire i nostri uomini limitandoci alle faccende domestiche.


Come purtroppo temevo, questo movimento sta prendendo piede fin troppo velocemente. Ma poi che carriera dovrebbero fare persone come queste signorine che siedono di fianco a me?

Ma guardatele. Si riempiono la bocca di parole come carriera, libertà e poi? E poi selfie di gruppo con la bocca a culo di gallina da postare sui loro social con tanto di hashtag..

- #SANAFORPRESIDENT

No no no! ci manca solo che adesso inizi ad andare di moda sui social quell'hashtag maledetto! Ma perché il mondo dev'essere sempre in mano alla gente senza cervello?

È da dopo che ci siamo lasciati che sono iniziate tutte queste assurdità, ad ulteriore dimostrazione che è stato un grande errore il fatto che la nostra storia sia finita. E sei stata tu a farla finire Rossana, inventandoti una marea di stronzate. È stata solo colpa tua!

Devo fare qualcosa, devo salvare il Giappone da questo inferno verso cui è destinato a crollare. Solo io posso salvare questa nazione! Di certo non mi posso affidare ai tizi di cui vi parlavo nel capitolo precedente, a quelli che si sentono in pace con loro stessi per aver timbrato un cartellino in ditta, aspettando che decidano di svegliarsi e di unirsi in una lotta a favore del buon senso. Quelli già si sentono arrivati con le loro foto in spiaggia scattate durante il loro mese di ferie. Che altre motivazioni potrebbero avere dalla vita? Forza dai! Vediamo di fare le persone serie.


" Prossima stazione: Shibuya"

Ero talmente smarrito nei miei ragionamenti e distratto da quelle oche simpatizzanti del "Sana for president" che non mi sono reso conto di essere ormai arrivato a destinazione. Mi sono persino scordato di avvisare Terence. Che palle! Adesso mi toccherà aspettarlo per mezz'ora prima che mi raggiunga in stazione..o forse no.

- Ciao Heric!!!!!

È già arrivato. Che grande! Mi ha visto dal finestrino. Immenso Terence. Si è informato sull'orario del treno ed è venuto a prendermi di sua spontanea volontà.

- Ciao amico!!! Finalmente ci rincontriamo!!

- Sono felicissimo che sia venuto a Tokyo, Heric! Ti trovo meglio di quanto mi fossi immaginato!

- Ti davo un'impressione così brutta al telefono?

- Diciamo che se fossi sceso dal treno con una nuvola grigia che facesse piovere esclusivamente sulla tua testa non mi sarei meravigliato ahaha.

- Usciamo da questa stazione dai, andiamo a mettere qualcosa sotto ai denti, ho una fame da lupi.

Mentre ci incamminavamo verso un ristorante di carne brasiliana mi raccontò dei suoi progetti. Era riuscito finalmente a diventare un avvocato e ad aprire il suo studio legale ed era pronto a fare il grande passo con la sua ragazza per andare a convivere. Non avrei potuto incontrarlo in un momento migliore.

- A proposito di Alissa, ci sta raggiungendo con un'altra nostra vecchia conoscenza.

- Ah si? Di solito non mi piace stare sulle spine ma questa volta mi tengo la sorpresa. Tanto tu sai benissimo quali sono sempre state le mie amicizie, quindi sono certo che sarà un piacevole incontro.

- Esatto. Sta arrivando Marine carica di vendetta per quello che le facesti anni fa. Ti ho detto che non ti ha mai perdonato ahah.

- Giuro che se è lei la sorpresa, mi rimetto in contatto con George, Ivan e compagnia bella e torno a bullizzarti assieme a loro come ai vecchi tempi ahah.

- Ahah temo che non sia possibile. Pensavo lo sapessi ma da che sembra non ne sei al corrente: la tua vecchia compagnia di bulli è finita tutta quanta in comunità, nessuno escluso.

- Dici davvero?

- Sembrava che avessero preso la retta via quando eravamo alle scuole medie e anche al liceo non si comportarono male. Tutto iniziò a degenerare dopo la maturità. Non sapevano cosa fare nella vita e si sono messi a delinquere pesantemente. Avevano iniziato con piccoli furti e con spaccio di droga fino a che la situazione è sfuggita di mano ed entrarono a far parte della Yakuza.

- Sul serio? Hanno iniziato a lavorare per la mafia?

- Sì, ma sono stati beccati sufficientemente in tempo per far sì che il tribunale gli lasciasse scegliere tra la galera e un percorso in comunità. Hanno optato tutti quanti per le seconda opzione e ormai sono anni che sono chiusi lì dentro, più precisamente nella struttura di Narconon sotto la prefettura di Chiba. Non sono nemmeno così sicuro se ne usciranno più, ad essere sincero.

Quanti cambiamenti che ci sono stati e il bello è che io manco da Tokyo a malapena da un anno e mezzo circa, anche se non è che prima avessi tenuto troppo i contatti sociali con le persone, ma mi sembra quasi come di essere stato catapultato in un nuovo mondo.

- Eccovi finalmente!

- Ciao amore, hai visto chi è tornato? Dopo tanto tempo finalmente Heric si è riunito a noi.

- Che bello rivederti Alissa. Ti trovo in gran forma, ma mi ha detto Terence che sei in compagnia di qualcun'altro. Sono curioso di sapere chi sia. Dov'è?

Mi indicò il gazebo fuori dal ristorante. C'era una ragazza che dava le spalle ed era al telefono. Parlava con un tono di voce così alto che potevo udirne l'argomento della conversazione.

- Te l'ho detto Sana!! Devi assolutamente tornare qua in Giappone e candidarti! È un momento storico particolare per noi donne!! Non vedo l'ora di votarti e di vederti governare questa nazione! Abbiamo bisogno di te!!

- Invece che dannarti per le elezioni del Giappone, quand'è che ti decidi a perdere quell'accento americano? Non sei cambiata per nulla, Funny!!!

- Oh mio Dio!! Ciao Sana ci sentiamo! ti devo lasciare - click - Ciao Heric!!! Da quanto tempo!! Sono felice di vederti. Come stai?

Dopo aver fatto i soliti noiosi e prevedibili convenevoli, la mia attenzione non potè che cadere sulla maglietta che Funny aveva indosso:

- #Sanaforpresident?

- Sii! Sono contentissima di questa possibilità che si sta aprendo per il Giappone e di fatti ero al telefono con Rossana per incitarla a cogliere l'attimo e a tornare qui per candidarsi. Sono certa che è il momento propizio per vederla governare.

Ci pensò Terence, fortunatamente, a intromettersi e a cambiare discorso, essendo l'unico a conoscenza della mia posizione politica riguardo a Rossana presidente. Meno male, anche perché non mi sarebbe piaciuto fare subito una litigata con una persona che avevo appena rincontrato dopo diversi anni.

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Capitolo 5
*** Vado a incontrare vecchi amici ***


DON'T LEAVE ME


5. VADO A INCONTRARE VECCHI AMICI


La carne di questo ristorante è fantastica e con la formula all you can eat riesce puntualmente a fare il pieno di gente. Per carità, il cibo è delizioso ma non me lo sto godendo a pieno per via della mia ex ragazza e compagna di infanzia che dopo averci scambiato qualche chiacchiera ho scoperto che è diventata:

- Un'attivista! Sono diventata un'attivista incallita del movimento "Sana for president". Credo fortemente nel cambiamento di questa nazione, credo che il Giappone abbia seriamente bisogno di un cambio di rotta radicale. Gestisco la pagina social ufficiale del movimento e sono spesso in piazza per invitare ulteriori persone a convertirsi!

- A convertirsi! Addirittura? Più che un movimento politico a me suona come una setta religiosa onestamente! Hai per caso intenzione di sostituire il crocifisso nelle chiese cattoliche con il busto di Rossana, Funny? O forse la figura del Buddha mentre medita è passata di moda ed è arrivato il momento di rimpiazzarla con la statua di un'attrice invasata! - ghignai.

- Heric vedo che non sei cambiato di una virgola. Mi dispiace che non esista una retribuzione per le battute sarcastiche, altrimenti a quest'ora saresti così tanto ricco che avresti Bill Gates sotto casa a chiederti l'elemosina.

- Onestamente io non credo che il Giappone abbia bisogno di una femmina al governo in questo particolare momento storico. È un periodo in cui le donne hanno perso ogni tipo di valore morale a discapito di uno smisurato e patologico senso dell'apparire. E, prima che tu possa etichettarmi come un sessista, ci tengo a dirti che nemmeno gli uomini godono di così tanto rispetto per quel che mi riguarda. Vivono in uno stato di rassegnazione in cui si accontentano troppo di ciò che passa il convento, senza voler osare ad andare oltre alla propria comfort zone. Per me è un problema che riguarda l'intera società, a prescindere dal sesso delle persone.

La conversazione stava andando verso binari poco pacifici, tant'è vero che qualcun'altro se ne accorse e decise di intervenire:

- Cambiando discorso! Eheh! Quanto è buona la picanha in questo posto? Penso che ne prenderò un altro pezzo perché per i miei gusti è il piatto forte di questo ristorante, nonostante anche il resto sia delizioso, ma io ho un debole per come fanno la picanha.

Terence riusciva sempre a capire i momenti pesanti e ad alleggerirli, non mi stupisco che sia diventato un avvocato e sono pure convinto che riuscirà a fare strada.

- Anche io vado matta per la picanha, però devo andarci piano perché è un taglio particolarmente grasso e ho degli standard estetici da rispettare dal momento che sono diventata una personal trainer a tutti gli effetti.

Alissa venne incontro al suo compagno per dargli man forte. Sì, sono una bella coppia senza alcun dubbio.

Le feci i complimenti per il suo fisico da invidia e per il suo lavoro da personal trainer, anche se dentro di me non riuscivo ad esserne realmente congratulato per ciò che ha scelto di diventare nella vita.

Mi riferivo proprio a questo durante il dibattito con Funny. Il Giappone, come il resto del mondo, ormai soffre di una crisi patologica fatta di persone narcisiste che mettono in primo piano il loro fisico come se fosse l'unica cosa importante di questa vita.

Rendetevene conto che sia le donne sia gli uomini basano il loro successo e il loro grado di autostima su quanta palestra e dieta facciano, così da scattarsi foto a torso nudo al fine di ottenere i like per i muscoli che sono riusciti a pompare. Non c'è nulla di male nel prendersi cura del proprio fisico ma è diventata un'ossessione patologica.

Perché invece che basare i propri successi solo ed esclusivamente sui muscoli, non si decidono ad allenare anche il cervello e a dedicarsi a qualcosa che richieda lo sforzo delle facoltà mentali oltre che di quelle fisiche? E la risposta ve la può dare uno come Terence: una persona sempre stata umile e generosa, con un passato fatto di tanti sacrifici per riuscire ad emergere da una situazione sociale difficile e precaria. È riuscito a laurearsi in ciò in cui ha sempre creduto e ora persino ad aprirsi il suo studio legale privato. Ai miei occhi una persona simile è un vero modello, ma se guardate la sua pagina social potrete notare che non ha uno straccio di followers! E sapete perché? Perché non è un palestrato, o un cantante o, senza riferimenti personali sia chiaro, un'attrice 😅! Ormai alla gente non importa di guardare i sacrifici che stanno dietro al successo, a meno che questo successo non riguardi la superficialità e i riflettori e, visto che il mio amico è sempre rimasto il solito gracilino con gli occhiali da vista, questo lo porta automaticamente ad essere fuori dai giochi e a non essere considerato nemmeno lontanamente, quando in realtà meriterebbe lui molti più riconoscimenti di quanti ne abbiano tutti questi mister muscolo, ma ve l'ho detto: il mondo riesce sempre a dare valore a chi non se lo merita e a tenere nell'oscurità chi invece dovrebbe essere abbagliato dal sole.

- Toc Toc! Ehi! C'è nessuno? Terra chiama Heric! Ma quanto sei pensieroso, forza ritorna tra di noi!

Eh già! Quest'attivista fanatica, o Funnytica, ha proprio centrato il punto della questione. Fa strano che qualcuno pensi in questo periodo storico. Che brutta cosa quella di essere assorti nei propri pensieri. Fa strano vero? Mi stavo scordando che parlare del nulla è socialmente molto più accettato e ben visto rispetto che a dedicarsi a qualche riflessione.

E poi quel "ma quanto sei pensieroso" detto con del sarcasmo ha fatto sì che lo prendessi come un gran complimento visto il pulpito da cui è arrivato. Però questo non significa che le farò credere di avermi fatto passare per coglione:

- Sì mi gira un po' la testa, vado un attimo al bagno così...

- AAA!! LA MIA MAGLIETTA MALEDIZIONE!!

Involontariamente...certo come no, proprio involontariamente, alzandomi dalla sedia ho rovesciato la bottiglia di vino che ha macchiato quella maglietta di merda che Funny indossava. Centro! Il vino è riuscito a sporcare e a coprire quello slogan del cazzo!!

- Mi dispiace, ti porgo le mie scuse - false come una banconota da un centesimo - ma penso di aver bevuto un po' troppo. Vado in bagno a sciacquarmi la faccia.

È vero, ho fatto un gesto da bambino infantile e frustrato, ma che ci posso fare? Sono solo stato costretto ad abbassarmi al livello della persona che avevo di fronte, che tra l'altro, ma che diavolo?

- Funny questo è il bagno degli uomini!

- Davvero? Sarà che ho visto entrarci una femminuccia, per questo mi sarò confusa!

Stava lì di fronte a me con la maglietta fradicia legata sopra all'ombelico. Attivista di sto cazzo ma quanto è sexy con tutta la pancia scoperta.

- Ti posso subito dimostrare quanto tu ti sia appena sbagliata.

- Ne sei proprio sicuro? Se vuoi ti presto un assorbente.

Questo era troppo, la sollevai in aria cingendola dai fianchi che curvavano come dei tornanti su una strada di montagna e mi chiusi dentro al cesso con lei!

- Ahh, ahhh , sii, siii, cosììì, mmmmm!

- Stai zitta o ci denunciano.

Mentre la scopavo decisi di ficcarle la lingua in gola per farla tacere! Eravamo in un luogo pubblico. Per un attimo mi sono immaginato Terence coglierci in flagrante. Pensateci! Denunciati dal mio migliore amico che fa l'avvocato. Più che il colmo sarebbe una barzelletta.

Continuammo a darci dentro finché:

- Sono la tua puttana Heric? - mi chiese continuando ad ansimare.

E quel punto non riuscii a trattenermi, me la servì su un piatto d'argento e fu più forte di me:

- Magari! Ma purtroppo ti vedo solo come un'attivista! - con tanto di tono sarcastico per risponderle a come si rivolse a me precedentemente a tavola quando ero assorto nei miei pensieri!

Non so come fece, potere delle donne a che sembra, ma riuscii a fare un balzo mentre era sospesa in aria facendo forza su ancora non ho capito cosa, riuscendo a staccarsi dal mio uccello e mentre era in volo mi tirò un calcio rotante che farebbe invidia anche ai migliori maestri di Karate di questo pianeta. Parola di ex cintura nera quale sono.

- O MIO DIO!! SI SALVI CHI PUÒ!!

Sfondai la porta e mi schiantai assieme ad essa proprio sul mio malcapitato amico occhialuto che era venuto in bagno per lavarsi le mani.

- Scusa Terence!!! Spero nulla di rotto!!

- Forse un braccio!!!!

- Cavolo! Sarà meglio andare in ospedale!

- Ma che ci fa Funny lì dentro?

- Non è semplice da spiegare amico mio, però non preoccuparti, ti portiamo subito al pronto soccorso così da farti medicare.

Mi giustificai dicendo al titolare del ristorante che Terence era scivolato cadendo male sul braccio rompendoselo, che la porta era venuta giù perché era già mezza rotta in precedenza e che Funny ovviamente non si trovava lì. Per far passare questa mia teoria come valida ci ha pensato Terence stesso a testimoniarlo venendomi incontro. Proprio un vero amico. Se non ci fosse stato lui penso che a quest'ora mi sarei beccato una denuncia.

Ci avviammo verso l'ospedale per fornire le cure necessarie al nostro amico a cui venne fasciato il braccio.


- Lo terremo in ospedale per qualche accertamento prima di rilasciarlo, comunque si tratta di una semplice frattura, nulla di grave. Starà meglio.

- Grazie infinite infermiera!

Tirammo tutti quanti un sospiro di sollievo.

Alissa decise di rimanere col suo ragazzo a coccolarlo mentre Funny ed io ci dirigemmo fuori dall'ospedale.

- Se non fossi così stronzo e infantile avresti la fila di donne alla tua porta, credimi.

Se è per questo ne ho già una dentro casa legata, imbavagliata e arrapata, ma penso che ometterò questo dettaglio.

- Non voglio iniziare una discussione Funny! Specialmente in questo momento in cui il nostro amico si trova in ospedale.

- So la situazione in cui ti trovi Heric e capisco che non sia facile, ma ti auguro di trovare la tua serenità, perché nonostante le nostre idee siano molto diverse, penso che anche tu ti meriti di avere un posto in questo mondo in cui possa sentirtici appagato. Accetta il tuo passato, altrimenti non ti darà mai tregua e ti continuerà a perseguitare.

Parla del diavolo e spuntano le corna. Un'auto si fermò davanti ai gradini dell'ingresso dell'ospedale su cui Funny ed io stavamo sedendo, il conducente abbassò il finestrino e si rivolse a me:

- Figliolo, ma che ci fai qua?

- Papà!!

Funny colse l'occasione per andarsene e per lasciarci soli.

Grazie attivista di sto cazzo. Ti sei messa a parlare del mio passato, l'hai in qualche modo chiamato, lui è arrivato e tu ti sei dileguata. E poi sarei io l'infantile.

- Sono venuto a trovare i miei amici, tu che fai?

- Solita routine, vuoi venire a casa? Così racconti a me e a Nelly come procedono le cose!

Non ne ero così entusiasta ad essere sincero, ma mi trovavo solo come un cane per cui accettai l'invito e salii in auto.


- Ben tornato a casa fratellino!! Vieni! Accomodati sul divano così facciamo un po' di conversazione con una bella tazza di thè! ☕️

Li vedevo più rilassati rispetto a quando abitavo ancora insieme a loro, forse la mia presenza era veramente dannosa come mio padre sosteneva che fosse.

Dopo che gli raccontai delle mie difficoltà nel trovare un lavoro, Nelly provò a rincuorarmi:

- Sono sicura che ce la farai fratellino, datti tempo e tutto si aggiusterà nel migliore dei modi.

Che bella conversazione che stavo avendo, non me lo sarei mai immaginato. Peccato solo che mio padre decise di uscirsene con l'argomento più sbagliato e fuori luogo che potesse esserci.

- E Sana? Non vi sentite più? Non avete nemmeno mantenuto un rapporto di amicizia?

- BIP!!! Hai appena schiacciato il pulsante rosso papà.

- È un vero peccato, potrebbe esserti molto di aiuto, è sempre stata una persona molto cara e premurosa nei tuoi confronti.

- BIIIIIP! Il tasto si sta facendo sempre più rosso e sta per esplodere!!

- Soprattutto in questo momento che pare si stia decidendo a tornare in Giappone per dare una svolta a questo paese.

Niente da fare, era partito per la tangente. Ma lo sapete no? È sempre stato un invasato di Sana sin da quando era piccina e col tempo non è cambiato. Quando parla di lei mi sembra di vedere un sacerdote parlare delle stigmate di Padre Pio.

- Io e Nelly abbiamo già deciso che il giorno in cui si candiderà le daremo il nostro voto.

- Se proprio ci tieni conosco qualcuno che ti regalerebbe volentieri del merchandising Sanaforpresident - iniziava seriamente a scocciarmi questa conversazione.

- Ti prego papà cambiamo argomento, è meglio.

Brava Nelly, vedo che almeno tu sei sveglia.

- Fratellino lo sai che abbiamo conservato tutti i tuoi dinosauri da collezione?

I dinosauri! Già..forse era un segno del destino il fatto che fossi così appassionato di dinosauri. Forse sarei dovuto nascere nella loro epoca. Dev'essere per questo motivo che nella vita in cui mi trovo adesso non riesco a trovare la mia strada.

- Grazie Nelly. È un peccato che si siano estinti, altrimenti ne avrei già qualcuno come animale domestico, ahah!

Poi mio padre mi chiese:

- Che pensi di fare figliolo? Io vorrei continuare ad aiutarti ma ho bisogno che tu ti trovi un impiego quanto prima, ultimamente in azienda sono sempre meno utile e hanno iniziato a tagliarmi delle ore di lavoro dal contratto.

In quel momento capii le sue difficoltà. Nonostante tutte le nostre incomprensioni non posso negare che sia stato lui a pensare esclusivamente a me, economicamente parlando, in questo ultimo anno e mezzo fuori da Tokyo.

Iniziò a salirmi come un senso di responsabilità che non sentii mai prima d'ora. Penso che sia giunto il momento di agire.

- Hai ragione vecchio mio, troverò la mia strada quanto prima te lo prometto. Ho già in mente qualcosa e sono venuto a Tokyo anche per questo motivo. Infatti adesso è il caso che vada. Mi ha fatto piacere rivedere sia te che Nelly.

- Dove sei diretto figliolo?

- Vado a incontrare vecchi amici.

Rimasi sul vago. Nonostante riconosca che economicamente parlando lui ci sia sempre stato, purtroppo non posso dire lo stesso per la mia sfera sentimentale e per qualunque tipo di interesse potessi avere al di fuori del lato economico. Penso che non fosse giusto aprirmi su qualcosa che a lui fondamentalmente non ha mai interessato.

Salutai mio padre e mia sorella e quando mi trovai sufficientemente lontano dalla mia ormai ex casa:

- Pronto servizio taxi di Tokyo.

- Buonasera avrei bisogno di un taxi il prima possibile.

- Dov'è diretto signore?

- Vado a Narconon, prefettura di Chiba.



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Capitolo 6
*** Tra due continenti ***


DON'T LEAVE ME


6. TRA DUE CONTINENTI


Los Angeles


- Quant'è romantica Hollywood vista da quassù, non trovi amore mio?

- Sì, ha un fascino indescrivibile.

- Hai ottenuto quello che ti sei sempre meritata. Ho sempre saputo che avessi quel quid necessario per arrivare dove nessuno è mai giunto fino ad ora e adesso guardati, non puoi nemmeno uscire di casa che vieni immediatamente circondata da una folla di fans che venderebbero le loro madri pur di avere un selfie assieme a te da postare sui social. Certo, mi rendo conto che detto così abbia un che di inquietante, ma rende alla perfezione il successo che hai ottenuto e che ti sei guadagnata col sudore, Sana.

- Non immagini quanto sia contenta di essere un modello per tutta questa gente caro Charles. Tutte queste attenzioni mi stanno facendo maturare tanto. Sento come un senso di responsabilità verso tutti i miei fans che cresce di pari passo con la mia fama.

- Tu sei diventata molto più di un'attrice amore. Tu sei l'incarnazione del sogno americano che ormai si pensava fosse andato perso. Hai ridato speranza alle persone, dimostrando che col talento e la giusta dose di motivazione si può arrivare a tagliare traguardi impensabili. Mi chiedo soltanto come mai avessi voluto che la nostra relazione rimanesse segreta. Non mi sono ancora spiegato perché ti sia agitata così tanto quando quel paparazzo ci ha fotografati rendendo mondiale la notizia del nostro fidanzamento.

- Solo perché avrei preferito tenere divise le mie faccende private da quelle pubbliche. Siamo già pieni di occhiate nel mondo reale Charles, non mi è mai piaciuta l'idea che le persone potessero fare del gossip superfluo su di noi, col rischio che si inventassero storie false per invidia.

- Capisco. Scusa se potrò sembrarti sciocco adesso, ma ci tengo a confessarti che avevo pensato che volessi tenere la nostra relazione all'oscuro per evitare che il tuo ex venisse a saperlo.

- Ti riferisci ad Heric? Ma no dai, come ti viene in mente...

- Perché so che è stata una persona importantissima per un lungo periodo della tua vita, quindi mi era salita la paura che sotto sotto in qualche modo lo amassi ancora e che non volessi farlo soffrire, tutto qua. Ma per fortuna è stata semplicemente una mia paranoia. Scusami sono umano anche io ahah.

- Ma che figurati, Heric è storia passata. Non ha più nulla a che vedere con me.

- Sono contento di sentirtelo dire, dal momento che ho ancora bene a mente in che condizioni arrivasti a Los Angeles dopo che troncasti con lui. Ti ricordi? Non eri uscita di casa per un mese intero e passavi le giornate a piangere. Ma per fortuna adesso è tutto finito e sono contento che tu te lo sia lasciato alle spalle. Ti amo.

- Ti amo anche io. Ma possiamo cambiare argomento per piacere?

- Ma certamente, ci mancherebbe altro. Ti ci vedi in politica amore mio?

- In parte mi riferivo proprio a questo quando ho detto di sentire certe responsabilità salire di pari passo con la mia fama. Sento come se potessi andare oltre a ciò che sono ora. Sento che potrei portare una nuova ondata di valori nella mia nazione natale. Però sono solo idee e sensazioni..

- ..Che tu dovresti ascoltare e perseguire, per come la vedo io. Non è proprio grazie alla fiducia che hai sempre avuto nelle tue idee e sensazioni se sei riuscita ad arrivare dove sei ora?

- Bè sì. È così.

- E allora secondo me dovresti continuare a seguire ciò che il tuo cuore ti suggerisce di fare. Sappi che non sarai sola. Io ti sosterrò sempre amore mio.

- Ti ringrazio cucciolo. Mi riesci sempre a dare forza anche nei momenti in cui dubito di me stessa. Questo sarebbe un passo molto grande per me. Onestamente vorrei riportare in gioco valori come il sacrificio e la determinazione per far capire a questa nuova generazione che non si ottengono i successi soltanto grazie alle raccomandazioni e alle botte di culo o perché si è fisicamente attraenti. Quelli sono dei semplici plus che possono certamente aiutare per il raggiungimento dei nostri obiettivi ma non sono l'ingrediente principale. Come te lo spiego? Della serie: è ovvio che per vendere un disco bisogna avere la giusta sponsorizzazione, ma se la qualità della musica non è Kurata (perdonatemi il doppio senso 🤣) non si può pensare di essere duraturi nel tempo senza costruirsi una base Sana (scusate ancora 🤣) e stabile. Capisci cosa intendo cucciolo?

-  A voglia! È per questo che sto piangendo 😭! Sei una persona fantastica Sana, mi fai sempre esplodere il cuore di emozioni. Non cambiare mai. Sei unica al mondo. Ti amo alla follia.

- Vieni qua cucciolo 🥰


💋Smack smack smack smack💋


- Riuscirai a governare il Giappone Sana e vedrai che insieme daremo nuove speranze a questo mondo. Sei semplicemente la numero 1 ❤️‍🔥❤️‍🔥


Bzzz Bzzz Bzzz


- Scusa amore, è Funny che mi sta chiamando. - click - Dimmi cucciolina.

- Sana ciaoo. Ti disturbo? Oh mamma mia mi sono scordata del fuso orario! Spero che da te non siano le 4 di mattina.

- Le 3:45...

- Ah meno male!

- Sul serio?

- Cercavo di sdrammatizzare amorosa, scusami se ti ho disturbata, ci sentiamo più tardi allora. Perdonami ancora, starò più attenta d'ora in poi.

- No va bè tranquilla. Non stavo dormendo. Sono fuori con Charles. Dimmi pure! Non mi disturbi. Non è vero Charles?

- No ma che...🤥

- Era sarcasmo quello?

- 🫢🫢💖

- Che scemo che sei cucciolo. Non preoccuparti Funny, Charles stava solo facendo il cretino. Cosa mi vuoi dire?

- Ti volevo informare che la pagina del Sana for President ha raggiunto un milione di followers!!!!

- Incredibile! Di già?

- Sì sì! Non sto scherzando. Ho pure creato l'inno del movimento. Vuoi sentirlo?

- Sono curiosa, vai spara.

- Aspetta, te lo faccio cantare dai tuoi sostenitori riuniti qua in piazza, saranno qualche migliaio. Forza ragazzi al mio 3!

1,2 eee 3!!!

🎵🎵 Rossana daii peeensaci un po' tuuu, perché così non se ne può piùù, sappiamo che nooon ti arrendii maiii, che provi e riprovi finché ce la faiiii!🔊🔊

- Che ne pensi?

- Mi piace un sacco!!!! Complimenti Funny!!! Sei stata fantastica!! E ringrazia anche tutti i miei ammiratori lì presenti in piazza da parte mia.

- Allora ti aspettiamo!! Manchi solo te!! Deciditi a tornare in Giappone. Le elezioni saranno tra poco!! Non perdere questa occasione mi raccomando. È questo il momento cucciolina!

- Ne stavo parlando con Charles proprio prima che tu mi chiamassi! Mi farò viva io a breve. Adesso ti devo lasciare che ero in un momento romantico con il mio cucciolo qui sulla collina che sorge su Hollywood.

- Allora divertitevi!! Spero che riesca a soddisfarti come si deve anche se, visto a chi eri abituata, non dev'essere tanto facile superarlo.

- Scusami non ti sto seguendo..

- Non ho mai goduto così tanto in un cesso pubblico, te lo assicuro!!!

- Ma sei ubriaca?

- Lascia perdere, non ha importanza. Ti saluto amore mio. Ciaooo. Ti aspetto a Tokyo per le elezioni!!


Tuuu tuuu tuuu


- Però!! Che carica che ha la tua amica!! Mi piace!!

- "Non ho mai goduto così tanto in un cesso pubblico" ha detto.

- ????

- Niente lascia perdere. Adesso spengo il cellulare così sono tutta per te cucciolo mio. Ci aspetta una notte di passione. 🥰

- Non chiedevo di meglio. Vieni qua bellezza 😍🤩


❤️‍🔥❤️‍🔥❤️‍🔥❤️‍🔥❤️‍🔥❤️‍🔥❤️‍🔥❤️‍🔥



Tokyo


Bzzz bzzz bzzz


- Ehi amico mio, come sta il tuo braccio?

- Come prima che ci salutassimo e come dopo che mi sei crollato addosso con quella porta.

- Mi dispiace tanto Terence, non so davvero come scusarmi.

- Non preoccuparti per me, guarirà presto, me l'ha ribadito l'infermiera poco fa. Era la giornata dedicata a te, per cui ti abbono questo incidente. Cerca solo di fare più attenzione d'ora in poi, altrimenti saremo costretti a vederci non una volta ogni anno e mezzo, bensì ogni 10, oppure mi ritroverò presto come un rottame ahah.

- Ahah della serie: mai perdere il senso dell'umorismo nemmeno nelle disgrazie. Che grande che sei. Certo! Farò più attenzione d'ora in poi.

- In realtà ci tenevo anche io a scusarmi con te. Pensavo che invitare Funny non sarebbe stato un problema visti i buoni rapporti che avete sempre avuto, ma non mi aspettavo si presentasse con quella maglietta onestamente.

- Non è colpa tua, figurati. Non è che devi stare a preoccuparti persino di come la gente viene vestita agli appuntamenti. Anzi, sono io che ho un po' esagerato e che non sono riuscito a ignorare quella maglia. Mi sarei dovuto sforzare e dare più peso allo stare bene insieme dopo così tanto tempo che non ci si vedeva. Mi sono comportato come un egoista, perdonami.

- A proposito di Funny, mi spieghi che ci faceva in quel bagno?

- Ah, diciamo che era venuta per parlarmi di un malinteso che era successo a tavola.

- Nel bagno dei maschi? Non poteva aspettare un altro momento?

- Eh bò, non lo so, valle a capire queste donne 😅

- Adesso che cosa stai facendo?

- Non ti voglio mentire: sto andando a trovare i miei ex compagni in comunità.

- Stai andando a Narconon? Oh mio Dio, mi pento di avertelo detto!

- No perché? Stai tranquillo. Vado solo a far loro una visita amichevole come ho fatto con te e Alissa. Immagino quanto possano sentirsi soli. Come ben sai, soprattutto in questo ultimo periodo, ho assaporato molto il gusto amaro della solitudine e capisco come ci si senta ad essere dimenticati dal mondo. Penso che gli farà piacere vedere che qualcuno si sia ricordato di loro.

- Mi raccomando Heric, non fare cazzate. Non sono così certo che siano dei tipi affidabili, altrimenti sarebbero già stati rilasciati dalla comunità. Io comunque adesso mi metto a dormire un po'. Ho bisogno di far riposare il braccio. Tienimi aggiornato. Ciao mi raccomando.

Viaggiavo sul taxi da quasi mezz'ora ormai. Non mi ricordavo di quanto fosse grande Tokyo: una città estesa quanto una regione. All'improvviso l'auto si fermò.

- Cosa succede autista?

- Ah, soltanto dei manifestanti che stanno attraversando la strada. Massimo 5 minuti e ripartiremo, non preoccuparti.

Tirai giù il finestrino e mi affacciai di fuori per capire meglio cosa stesse succedendo:

- Rossana daii peeensaci un po' tuuu, perché così non se ne può piùù, sappiamo che nooon ti arrendii maiii, che provi e riprovi finché ce la faiiii 🔊🔊

Se questo è un brutto sogno, che qualcuno mi svegli al più presto.

- Sono i manifestanti del movimento Sana for President, ultimamente qua a Tokyo se ne vedono nascere ogni giorno sempre di più come funghi d'autunno in un bosco. Fino a qualche mese fa erano solo una piccola nicchia, ma si stanno rapidamente espandendo a macchia d'olio per tutta la città. Dio ce ne scampi.

- Quindi anche lei non pensa che tutto ciò gioverebbe al Giappone, è corretto autista?

- Sono Sanzo Katagiri comunque, ma puoi tranquillamente chiamarmi Carlo Magno, comunque sì, non penso che tutto ciò possa giovare al nostro paese. Il Giappone è storicamente una nazione di grandi pratici lavoratori con la testa sulle spalle. Con un'attrice come presidente dove pensi che andremo a finire? Io sono dell'idea che ognuno debba rispettare i propri ruoli nella società e dedicarsi esclusivamente al suo operato, a meno che non si venga costretti da cause di forza maggiore a cambiare sentiero e a ricostruirsi da zero reinventandosi, come è successo a me a proposito.

Appena mi disse il suo nome ebbi come l'impressione di averlo già sentito in passato ma non mi ricordo bene dove.

- Io lavoravo molti anni fa alla spa della nonna della signorina in questione che aspira a diventare presidente. Rossana l'ho conosciuta quando era bambina ed è sempre stata un gran bel peperino. Solo che l'idea di vederla in politica non mi alletta per nulla. È una bravissima attrice, nulla da obiettare, adoro i suoi film, ma per come la vedo io quello è e quello deve fare. Stop. Ah bene, possiamo ripartire finalmente.

Ricominciammo la nostra marcia verso Narconon. Questo signore ha un'idea politica che si avvicina decisamente alla mia, per cui, dal momento che si è esposto ad una conversazione, decisi di proseguirla battendo il ferro finché fosse caldo.

- Condivido quasi tutto ciò che dice Carlo Magno, ma è così sicuro che l'opposizione potrebbe fare di meglio? Per come la vedo io anche gli uomini si sono molto rassegnati ultimamente.

- Sono d'accordo con quello che dici. Ci siamo come effemminati e siamo diventati gli zerbini delle nostre donne. Ormai stanno decidendo sempre di più loro nelle famiglie. È come se i ruoli si stiano invertendo e ad aggravare tutto ciò ci sta pure l'uso inappropriato che hanno iniziato ad attribuire a parole pesanti come "libertà", pensando che essa si limiti esclusivamente a quanto brave siano a denudarsi sui profili dei loro social network. C'è gente che nella storia ha fatto grandi battaglie per la libertà, rimettendoci anche la vita stessa per essa. Per questo trovo tutto ciò estremamente pericoloso e senza senso. Ma ormai gli Uomini, se di Uomini con la U maiuscola possiamo ancora parlare, pare si siano rassegnati a tutto ciò. Penso che al Giappone servirebbe un rivoluzionario più che un politico ora come ora.

- Sei un..ah giusto, posso darti del "tu"?

- Come no! Potresti quasi essere un mio figliolo avuto precocemente. Come ti chiami?

- Sono Heric, perdonami non mi ero ancora presentato. Stavo dicendo che sei stata una piacevole scoperta. Abbiamo idee molto simili a riguardo. Ci possiamo scambiare il numero? Mi piacerebbe che ci tenessimo in contatto.

- Il numero? Ma quanto sei antico Heric! Non sarebbe meglio scambiarci il nostro Insta così da poter scriverci in DM? 😅🤭

- Ahahahahahahaha fantastico. Mi hai fatto morire Carlo Magno 🤣🤣🤣..no dai ho paura di non avere sufficienti followers per essere degno della tua attenzione. 🤭

- Ed è proprio per questo motivo che ti sei appena guadagnato la mia stima. Vai! Segnati il numero. Anche perché finalmente siamo arrivati a destinazione.

Ed eccomi giunto alla comunità di Narconon. Appena scesi dall'auto venni "accolto" con delle urla strazianti provenienti dall'edificio. Agghiacciante. Sarebbe dovuta essere una comunità di recupero ma a prima vista mi sembra un posto dove i disperati vengono abbandonati e lasciati marcire ai loro tristi destini. Da brividi. Speriamo che George e gli altri siano...sì! visto lo scenario che mi si è presentato dinnanzi posso tristemente dirlo...che siano ancora vivi.

Deglutii per farmi forza.





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Capitolo 7
*** I figli di nessuno a Narconon ***


DON'T LEAVE ME


7. I FIGLI DI NESSUNO A NARCONON


Sembra di essere letteralmente dentro ad un film dell'orrore.
La comunità si presenta come un casale malandato, coi muri scrostati, ruggine sulle ringhiere e tubi che perdono. Ma è legale questo obbrobrio? Tutto ciò va a conferma di quanto la gente in questo posto possa essere abbandonata a sé stessa. Siamo pur sempre a Tokyo ma sembra di essere in campagna. Intorno non si vede un'abitazione che sia una, giusto qualche casetta in lontananza e, considerata la densità di popolazione presente nella capitale del Giappone, è un elemento che rende questo posto ulteriormente più inquietante.
Ma perché mai i miei amici avrebbero scelto questo scempio al posto del carcere? Almeno in Giappone le carceri, per quanto dure siano, attuano al loro interno dei piani seri e concreti per il reinserimento sociale dei detenuti; ma qui, qui veramente se qualcuno dovesse morire, persino Dio e Satana non troverebbero né il tempo né la voglia di condurre le loro anime in paradiso o all'inferno che sia.
Ancora non mi decisi ad entrare, ma continuai a passeggiare lungo l'inferriata che cingeva il casale, come se stessi guadagnando del tempo per trovare il coraggio di addentrarmi in questo luogo così terrificante.

- SPIONE!!!

Per poco non feci un infarto! Uno dei comunitari sbucò fuori da un cespuglio e si schiantò contro l'inferriata, puntandomi l'indice contro e continuando ad urlare:

- SPIONE!!! SPIONE!!!! VENITE RAGAZZI UNO SPIONE!!!

Le condizioni non solo mentali ma anche fisiche di questo ragazzo erano a dir poco allarmanti. Aveva più ossa che carne, certamente denutrito, con un numero di denti così scarso da non andare oltre quello delle dita di una mano. Notai che le sue braccia erano colme di lividi e di buchi: molto probabilmente veniva da un passato fatto di siringhe ed eroina.
Ma questo episodio è stato d'aiuto per farmi trovare il coraggio che stavo cercando.

- Ascoltami! Non sono uno spione! Sono venuto qui per incontrare dei miei vecchi amici! Vai a chiamare George, Ivan e Yuri! Li conosci? Ti potranno confermare quello che ho appena detto!

- No! Tu sei uno spione!! Non t'azzardare ad avvicinarti o ti faccio un buco in pancia!!! - estraendo un coltello da cucina dalla tasca dei pantaloni.

Ma dico io! Ma esistono degli educatori o dei responsabili in questo dannato posto? Qualche controllo almeno!! Questo tizio se ne stava davanti a me, per fortuna con una grata a dividerci, ad agitare un coltello come se nulla fosse.

Sentii dei passi farsi sempre più vicini, probabilmente le urla di questo pericolo pubblico vennero udite e qualcuno stava venendo a controllare. Ma era meglio stare in guardia, non si sa mai.

- Cosa succede Yuri??? - esclamò il nuovo arrivato.

Ha detto Yuri! Non sarà mica lo stesso Yuri con cui ho condiviso l'infanzia e l'adolescenza. Non ci voglio credere!

- SPIONE, QUELLO È UNO SPIONE GEORGE!!!

George!! Ma allora è tutto vero! Stiamo parlando dello stesso Yuri con cui ho condiviso l'aula di scuola per diversi anni. Come ha fatto a ridursi in questo stato? È a dir poco irriconoscibile. È davvero diventato completamente un'altra persona. È letteralmente ridotto ad un ammasso di ossa senza più facoltà di intendere e volere. Come cavolo hai fatto a conciarti così, amico mio?

- Ehi tu! Chi sei e che cosa vuoi?

- George!! Sono Heric!!! Ti prego!! Almeno tu riesci a riconoscermi? Abbiamo passato l'infanzia e l'adolescenza insieme. Non puoi essertene scordato!!

Iniziò a squadrarmi da capo a piedi per due o tre volte. Per un attimo ho temuto che nemmeno lui riuscisse a ricordarsi di me.

- Heric!! Sei tu?

- Sii amico!!! - risposi con un pianto liberatorio - Grazie a Dio sei riuscito a riconoscermi!!!!

Ed è così che George si avvicinò all'inferriata per cercare di darmi un abbraccio attraverso le sbarre. Purtroppo non era possibile aprire il cancello e ci lasciammo andare ad un tentativo di abbraccio, per ciò che potevamo fare, visto che eravamo letteralmente separati da una grata che sarà stata alta all'incirca 5 metri con tanto di filo spinato in cima. Iniziò a piangere anche lui a sua volta. Riuscii a sentire tutto il suo dolore più viscerale. Poveraccio!! Ma da quant'è che è abbandonato qua dentro senza che nessuno sia mai venuto a fargli almeno un saluto?

- Heric purtroppo non abbiamo molto tempo. Ti prego! Salvaci!

- Mi spieghi cos'è questo inferno in cui vi trovate? E, soprattutto, da quanto vi ci trovate?

- Come ti ho appena detto, purtroppo non c'è molto tempo. Cercherò di essere il più veloce possibile dato che le guardie potrebbero arrivare da un momento all'altro.

- Che significa? Che non posso nemmeno fare una visita a dei miei vecchi amici?

- No Heric, purtroppo no. Hai detto bene te. Io e gli altri ragazzi siamo all'inferno. Le vedi quelle casette là in fondo? - indicandomi gli stessi edifici che notai già da prima mentre facevo il mio giro di perlustrazione attorno alla recinzione. - Quelle, Heric, sono le abitazioni in cui vivono le guardie. Sono 2 in tutto. Yuri, Ivan ed io siamo qua dentro da...circa 5 anni. Non so dirti di preciso da quanto, perché qui si perde la concezione del tempo dopo un po' che ci si vive.
Conosciamo ormai bene le abitudini routinarie delle guardie e tra non molto finiranno di riposare per tornare qui a fare i loro controlli. Tu non devi assolutamente farti vedere da loro.

- Ma che senso ha tutto ciò?

- Non c'è alcun senso Heric. Che piacere rivederti a proposito.

Comparve un altro ragazzo che riuscii fortunatamente a riconoscere all'istante senza fare troppi sforzi.

- Ehi Ivan, ciao, ma che sorpresa! - esclamai incredulo nel vederlo in quello stato pietoso. Non al livello di Yuri che è decisamente quello conciato peggio ma anche quest'altro non se la passava per nulla bene.

- È questo che succede se si viene trovati a collaborare per la Yakuza, Heric. Il Giappone ha una politica di tolleranza zero per chi si mette a fare affari con la Mafia. Dopo i 30 anni compiuti la legge prevede la pena di morte diretta mentre a chi è più giovane lasciano una scelta che però non è altro che un inganno. Il tribunale concede di scegliere tra il carcere e la comunità senza dare ulteriori approfondimenti. Chiaramente anche noi abbiamo optato per la seconda opzione pur di evitare la prigione, ma soltanto perché non eravamo realmente preparati a ciò a cui saremmo andati incontro. Chi sopravvive riuscendo a campare fino ai 30 anni, viene poi prelevato e giustiziato come prevede la legge, mentre altri non riescono nemmeno a raggiungere l'età prevista e muoiono qua dentro senza qualcuno intorno che li pianga. In pratica, o prima o dopo, una volta entrati a Narconon si sa benissimo che il proprio destino è ormai segnato.
È questo che succede a chi decide di appoggiare la Yakuza. Si viene illusi di aver fatto la scelta più comoda optando per la comunità ma, in realtà, quando si scopre il posto in cui ci si trova non si può più tornare indietro. È tutto un inganno.

- E le famiglie? Non sanno nulla di tutto questo i vostri genitori? - chiesi sempre più allibito e inorridito man mano che mi rendevo conto del posto in cui ero capitato.

- Le famiglie sono già al corrente del nostro destino. - riprese a parlare George - Tutto viene comunicato loro dallo Stato solo dopo essere stati rinchiusi qua dentro. Le famiglie perdono qualunque tipo di autorità verso un figlio che è stato coinvolto in operazioni con la Yakuza. Come ti ha appena spiegato Ivan, il Giappone ha una politica di tolleranza zero verso queste vicende. Le famiglie vengono viste a loro volta colpevoli perchè lo Stato reputa che se il figlio è arrivato a prendere questo tipo di decisioni, è stato anche a causa di un modello genitoriale distruttivo e fallimentare. Siamo ormai diventati figli di nessuno.

Rimasi a dir poco sconcertato nel trovarmi di fronte a questa realtà. Giappone maledetto! Non è ammissibile uno scempio del genere. Ragazzi ancora giovani a cui è stato tolto ogni tipo di dignità, con il destino già scritto, senza alcuna possibilità di rimediare a degli sbagli fatti in gioventù. Tutto questo va ben oltre l'inaccettabile. Decisi quindi di dare una speranza ai miei vecchi amici. Li avrei tirati fuori da questo schifo anche a costo di giocarmi la vita stessa.

- Ragazzi, anche se non a questi livelli così infimi, capisco il senso di solitudine e di abbandono che vivete. Non posso soffermarmi su troppi dettagli perché da quello che ho capito non abbiamo più molto tempo prima che le guardie arrivino, per cui sarò breve e diretto: io vi farò uscire da qui però ho bisogno di una pistola. Ditemi dove posso trovarla.

- Posso darti l'indirizzo di un uomo che vende armi per la Yakuza, ma devi stare molto attento quando parlerai con lui. Qual è il tuo piano Heric?

- Voglio riunire la vecchia banda come molti anni fa quando eravamo ancora sui banchi di scuola. Ma in 4 siamo troppo pochi. Ho bisogno che ci siano altre persone. Ragazzi, quanti altri come voi sono chiusi qui dentro?

- Siamo una ventina in totale, ma 3 stanno morendo, quindi direi 17.

È un numero più che sufficiente. Si dà il caso che tra di noi nessuno, me compreso, abbia più nulla da perdere in questa vita. Voglio organizzare un colpo di Stato. Voglio governare il Giappone prima che Rossana riesca a salire al potere. Diventeremo dei latitanti a tutti gli effetti, ma con l'unione delle nostre forze e con la fame di rivalsa che ci logora le intestina, noi prenderemo il controllo di questa nazione e metteremo la parola fine a tutta questa merda che ci circonda.

Spiegai loro brevemente come la relazione con la mia ex si concluse e gli parlai anche del Sana for President e di quanto avesse ormai preso piede in Giappone.

- Sono contento che finalmente te ne sia accorto Heric. Mai capii cosa ci trovassi di così speciale in quella rompi scatole, infatti a me non è mai piaciuta; mai, nemmeno per un istante. Sarà un piacere aiutarti in questa impresa amico mio. Ma come intendi procedere? È molto difficile realizzare ciò che hai in mente.

- Tempo al tempo George, non preoccuparti. Intanto pensiamo a far uscire te, Yuri, Ivan e tutti gli altri comunitari da questo inferno. Dimmi dove posso trovare questa benedetta pistola. Una volta presa, tornerò qui, ammazzerò quelle guardie e vi libererò tutti quanti.
Però preferirei non entrare in contatto con la Yakuza almeno per il momento. Altri luoghi dove poterla reperire ne conosci?

Iniziai a intravedere della speranza negli occhi dei ragazzi che, fino a qualche istante fa, erano rimasti vuoti e persi dentro a un baratro. Mi presi carico di un'enorme responsabilità ma ero deciso a liberarli e a farli uscire tutti da quell'inferno dandogli e dandoci una seconda vita.

- Siamo in periferia di Tokyo, Heric. In teoria, se le cose non sono cambiate da prima che entrassimo qui a Narconon, se ti vai a fare un giro per Chiba non dovresti avere difficoltà. Di solito queste persone che vendono documenti falsi, droga e armi li riconosci perché stanno nei pressi dei semafori e indossano un cappellino con visiera a becco, occhiali da sole neri e giacca di pelle marrone.

Udimmo improvvisamente dei passi: qualcuno si stava avvicinando e sapevamo benissimo chi fosse.

- Vattene adesso Heric, le guardie stanno arrivando!! Mi raccomando. Contiamo su di te.

- Tornerò presto amici. Non abbiate paura. Intanto avvisate anche gli altri comunitari del mio piano. Voglio che siate pronti per quando sarò di ritorno. Tra non più di 2 giorni sarò di nuovo qui e vi voglio preparati a fuggire sia mentalmente che fisicamente.

- Conta pure su di noi. Ora vai! Muoviti! Non c'è più tempo!

Mi allontanai di gran carriera da Narconon e, quando fui sufficientemente distante, mi voltai e vidi le guardie che erano arrivate a fare i controlli di cui mi avevano parlato i ragazzi.
Preparatevi perché voi 2 sarete i primi a morire.

Non c'era tempo da perdere, iniziai ad addentrarmi per Chiba in cerca degli uomini che mi aveva descritto George. Dunque: cappello con la visiera a becco, occhiali neri e giacca di pelle marrone ma per ora non vidi nessuno che rispecchiasse questa descrizione.
Continuavo a camminare ma ai semafori incontravo solo dei lava-vetri abusivi e tossici in cerca di soldi per comprarsi una dose.
Può anche essere che le cose siano cambiate da dopo che i ragazzi sono stati chiusi a Narconon, in fondo sono passati circa 5 anni. Poi però sentii qualcuno chiamarmi alle spalle:

- Ehi ragazzo, serve qualcosa?

Mi voltai e l'uomo che mi si presentò di fronte rispecchiava esattamente l'identikit della persona che stavo cercando. Bingo! Forse finalmente questa era la volta buona.
Il paradosso è stato quello che nonostante fossi io a cercarlo, alla fine è stato lui a trovare me.

- Mi serve un ferro.

- Seguimi.

Mi portò all'interno di una stradina privata e appartata finché arrivammo di fronte ad un fondo chiuso da una saracinesca. Inserì la chiave e alzò la clair molto rapidamente, ma non prima di essersi dato un'occhiata veloce intorno per essere sicuro che nessuno lo stesse vedendo all'infuori del sottoscritto.

- Entra! Sbrigati!

Non nego che fossi molto titubante, ma ero mosso da un fuoco che iniziava a bruciare sempre più forte in me. È risaputo che tanto più le motivazioni crescono quanto più la paura diminuisce.

- Scegli!

Mi mostrò 3 diversi tipi di pistola: c'era un classico revolver da far west col tamburo, un'automatica senza marchio impresso e una Tokarev russa. Tutte col numero di serie cancellato a confermarne l'importazione clandestina. Mi piaceva la Tokarev! Decisamente!

- Quella viene 50.000 yen ragazzo! (circa 300€)

- Mi serve anche un silenziatore!

Affermativo! Me lo porse. Lo montai sulla Tokarev per essere sicuro che "calzasse" e decisi così di chiudere la trattativa.

- Questo invece quanto viene?

- Per la Tokarev e il silenziatore sono 80.000 yen! (circa 500€)

- Possiamo fare 65.000? (circa 400€)

- Per la Tokarev e il silenziatore sono 80.000 yen! Ti pregherei di non farmelo ripetere una terza volta, potrei non essere così gentile.

- E va bene ho capito. Niente sconto.

Presi tutti i contanti che mi erano rimasti nel portafoglio e li poggiai sul tavolo. Non erano 80.000 yen ma erano tante banconote, che era ciò che fondamentalmente mi importava.

Incominciò a contarle, così decisi di approfittare della sua distrazione per coglierlo di sorpresa.
- È inutile che conti. Saranno forse 50.000 non di più. 

 BANG!!!!!!!!

Dritto in testa. Ottimo. La pistola funziona; rapido e indolore. Non penso che si sia nemmeno accorto che gli abbia sparato.
È stata colpa sua. Mi ha trattato male, non mi ha fatto nessuno sconto arrivando quasi a minacciarmi se avessi cercato di trattare ulteriormente sul prezzo. In più mi è servito per iniziare a fare pratica con l'arma. Tanto a questo figlio di puttana chi l'avrebbe mai pianto?
Ripresi i miei soldi strappandoglieli dalle mani, mi intascai qualche munizione e mi allontanai dal fondo, dato che il pavimento stava inizando a diventare un lago di sangue.




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Capitolo 8
*** Nascono i Sani Princípi ***


DON'T LEAVE ME


8. NASCONO I "SANI PRINCÌPI"


Se dipendesse esclusivamente da me tornerei immediatamente a liberare i miei amici ma ho una faccenda in sospeso a casa da sbrigare. C'è ancora la dottoressa che sicuramente avrà bisogno di bere e mangiare dal momento che manco da un giorno.


Bzzz bzzz bzzz


Che tempismo, questa chiamata decisamente non me l'aspettavo, ma capita proprio a puntino.

- Carlo Magno che sorpresa sentirti!

- Ciao ragazzo! Com'è andata a Narconon?

- Bè, mi verrebbe da dire che è stata un'esperienza a dir poco disgustosa, ma comunque non renderebbe realmente lo schifo che ho provato.

- Hai bisogno di un passaggio per tornare indietro?

- In realtà sì, ma io abito a Inawashiro, dove c'è il lago. È un po' distante.

- Non c'è alcun tipo di problema. Ti ci posso portare facendoti anche un buon prezzo. Mi sei stato molto simpatico, lascia che ti aiuti.

Accettai un po' incredulo la sua proposta e gli comunicai dove sarebbe dovuto venire a prendermi.

- Ah ok. Sei sempre lì a Chiba. Sono vicino. 5 minuti e arrivo. A dopo.

Fu di parola. Arrivò in una manciata di minuti.

- Ehilà Heric. Che piacere rivederti. Sali forza.

Salii in auto senza farmelo ripetere. Durante il viaggio ho incominciato a riflettere su questa bizzarra coincidenza. Forse sarà stato a causa della mia solitudine ma percepivo un'energia interessante in questo uomo, sentivo un'affinità particolare. Stava in qualche modo guadagnando la mia fiducia, soprattutto quando iniziò a parlare nuovamente della situazione politica del Giappone:

- La chiacchierata assieme a te caro Heric non mi ha lasciato per nulla indifferente. Non vorrei sembrarti un visionario ma ho visto nei tuoi occhi e ho percepito nella tua voce, l'anima di qualcuno che ha toccato il fondo e che ormai non ha più nulla da perdere.

Stavo pensando a quando ci siamo trovati a condividere la stessa idea di quanto il Giappone abbia bisogno di un cambio di rotta e di una figura rivoluzionaria.

- Sì esatto, sono sempre della stessa idea - risposi senza espormi più di tanto ma lasciando allo stesso tempo questa conversazione aperta, dato che stava iniziando a interessarmi.

- E poi non mi ha nemmeno lasciato indifferente il fatto che abbia dovuto portarti a Narconon. Non è mai capitato che qualcuno volesse andare in quel posto. Immagino che ci siano dei motivi particolari che ti abbiano condotto lì. Non è per nulla una meta comune, tutt'altro. Si raccontano tante storie su quel luogo ma nessuno sa realmente cosa succeda là dentro, dato che lo Stato ha sempre preferito tenere nascosta la questione.

Questa persona è decisamente particolare, riconfermo la sintonia che avevo già percepito in precedenza. Ora che ho preso la mia scelta di riunire la banda per pigliarmi il controllo del Giappone sto pensando che avere un'autista personale e di fiducia potrebbe farmi molto comodo. Cercherò di sondare il terreno espondendomi gradualmente.

- Ho avuto modo di incontrare dei miei vecchi amici che sono chiusi lì dentro e adesso non me la sento di scendere in dettagli da cui mi devo ancora riprendere, ma volevo chiederti se posso contare su di te anche in futuro, qualora avessi un'emergenza oppure il bisogno di un passaggio.

A quel punto, senza proferire parola, accostò la macchina in un area di sosta, spense il motore e si voltò a guardarmi dritto negli occhi:

- Ragazzo ricordati sempre che io sono più grande di te e tu hai gli stessi occhi che avevo io molti anni fa. Se vuoi che ti aiuti devi dirmi la verità e quello che stai pensando di fare, poiché me ne sono accorto che hai in mente qualcosa di grande. Gli occhi non mentono mai. Magari non vuoi esporti eccessivamente e questo lo capisco; quindi spetta a me guadagnarmi la tua fiducia. Vuoi organizzare un colpo di Stato o qualcosa di simile, non è così?

Scese un silenzio glaciale. Quest'uomo mi aveva appena letto dentro e si sta persino espondendo pur di guadagnarsi la mia fiducia. Prima la strana coincidenza, poi la sintonia che ho percepito e adesso ha persino indovinato ciò che ho intenzione di fare senza che io abbia proferito alcuna parola a riguardo. A casa mia si dice che tre indizi fanno una prova. E va bene Carlo Magno: correrò il rischio ma ti sei appena guadagnato la mia fiducia.

Ero sul punto di rispondergli quando fu lui a continuare a parlare:

- Te lo chiedo perché anche io in passato ho avuto questa idea più volte, solo che non ho mai trovato il coraggio di rivelare a qualcuno le mie intenzioni. Tu sei diverso da quando ti ho portato a Narconon, hai una luce particolare nei tuoi occhi. Ho come l'impressione che in quel posto abbia scoperto delle verità che ti abbiano toccato particolarmente.

- Ad essere più precisi ho scoperto verità che hanno toccato il fondo. Sì Carlo Magno mi sto organizzando per dare una scossa a questo paese, visto che ormai sono stufo di aspettare che qualcun'altro si svegli. Per questo se anche tu hai avuto il sogno in passato di voler dare un cambiamento a questa nazione, è questo il momento buono per lottare e realizzarlo. Più persone riesco a coinvolgere e meglio è. Per questo ti chiedo: ti va di unirti a me e di sposare questo mio progetto?

- Finché morte non ci separi caro mio. Ora però vorrei che mi spiegassi quali sono i tuoi piani.

Riaccese la macchina e riprendemmo il viaggio verso Inawashiro. Incredibile come a volte certa gente possa essere simile a noi stessi più di quanto ci possiamo immaginare. Durante il primo incontro con Carlo Magno pensavo che lui fosse un saggio autista col quale avevo riscontrato visioni sul mondo molto simili, adesso però parlandoci siamo arrivati a un punto di condivisione tale che mai mi sarei potuto aspettare.

- Sto tornando a Inawashiro perché ho un ostaggio in casa mia. Penso di aver fatto una mossa troppo impulsiva a minacciare e a rapire questa persona e adesso non so bene esattamente cosa dover fare di lei.

- È per questo che hai quella cosa lì con te? - notò la Tokarev che stavo cercando di nascondere all'interno del giubbotto.

- Non è nei miei piani ucciderla, almeno non per il momento. Ancora non so che fare con lei. La cosa migliore è intanto portarla con noi perché voglio tenerla d'occhio.

- Ho un casale di mia proprietà poco fuori Tokyo, in mezzo alla natura, te lo posso lasciare da poterlo usare come quartier generale per il tuo movimento e così puoi tenere lì il tuo ostaggio. È un posto sicuro per organizzare il progetto che hai in mente. Inoltre penso che ti sarebbe più utile stare vicino a Tokyo.

Mentre discutevamo notavo per la strada macchine con famiglie allegre viaggiare con l'attrezzatura da mare nel baule. Probabilmente stavano andando a farsi una vacanza.

- Un po' la invidio questa gente Carlo Magno. Non capisco davvero dove riesca a trovare la forza per essere felice con così poco. Probabilmente stanno andando in un luogo dove sono soliti andare da diverso tempo, a incontrare la stessa gente di sempre e a fare le stesse cose che faranno probabilmente ad ogni vacanza. A volte mi chiedo se sono io quello troppo insoddisfatto e se in realtà la felicità sia nascosta proprio in queste piccole cose. Ma io questo senso di mediocrità non sono mai realmente riuscito a tollerarlo. Non sono mai riuscito a sentirmici parte nemmeno sforzandomi.

- Capisco benissimo come ti senti Heric. E anche se non fossero realmente felici...

- DOVE LA TROVANO LA FORZA PER FINGERE QUESTA FELICITÀ APPARENTE? - ci chiedemmo contemporaneamente guardandoci l'un l'altro negli occhi. Ci lasciammo andare a una risata spontanea, felici nell'aver constatato di essere sulla stessa lunghezza d'onda e che i nostri pensieri fossero in perfetta sintonia gli uni con gli altri.

- Ragazzo credimi, tu hai una sensibilità a certe tematiche che ti contraddistingue dalla massa. Faremo qualcosa di grande insieme, perché tu sei speciale.

Ha ragione. È come ho sempre pensato. Io sono speciale, sono destinato a fare qualcosa di grande. Non ho mai potuto accettare l'idea che il destino abbia voluto che condividessi con una celebrità come Rossana una gran parte della mia vita per poi lasciarmi marcire in solitudine, dimenticato, senza darmi l'occasione per dimostrare al mondo quale fossero le mie reali potenzialità. Finalmente sembra proprio che abbia trovato una persona che sia riuscita ad andare oltre la superficie e a leggermi dentro per quello che sono davvero.

- Siamo quasi arrivati Heric, come vuoi procedere con l'ostaggio?

- Parcheggia la macchina sul retro della casa e aspettami lì col baule aperto. Scenderò con la dottoressa, la carico in auto e ce ne andiamo. Ormai non ho più motivi per stare in questo luogo dimenticato da Dio.

Arrivammo a destinazione e io con cautela mi diressi verso il mio appartamento per sbrigare la faccenda il più rapidamente possibile. Sentivo il cuore battere così forte che avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro. Ormai è troppo tardi per tornare indietro: ho promesso ai ragazzi che sarei tornato a liberarli, ho già ucciso una persona e ne ho rapita un'altra. La strada è stata ormai tracciata.

Aprii la porta di casa e trovai la dottoressa come l'avevo lasciata. Stava dormendo per fortuna, così sarebbe stato più facile portarla via. Con cautela tagliai il nastro adesivo che la teneva legata alla testata del letto senza rimuoverle quello sui polsi e me la caricai in braccio. Dormiva profondamente.

Stava andando tutto fin troppo bene e di fatti l'imprevisto non tardò ad arrivare, presentandosi non appena chiusi alle mie spalle la porta dell'appartamento:

- Mamma, papà, venite!

Ovvio! La bimba rompi palle che compariva sempre nei momenti più sbagliati. Come avrebbe potuto non essere presente adesso? Me lo sarei dovuto aspettare con il tempismo che si ritrova. Merda! La situazione si sta facendo estremanente rischiosa.

- Cosa succede tesoro? - uscirono i loro genitori dalla porta di ingresso e mi videro con la dottoressa in braccio completamente legata. Game Over?


- Cosa significa tutto questo? - mi chiesero impalliditi i genitori della bimba - amore vai subito dentro casa - esortarono la bambina a nascondersi.

E va bene! Ormai non ho più scelta. Non posso permettere che i miei piani vengano distrutti da questa famiglia rompi palle.

- Che nessuno si muova o vi faccio fuori a tutti e 3 - dissi autorevolmente mentre poggiai a terra la dottoressa estraendo la Tokarev dal giubbotto.

La donna e l'uomo alzarono le mani, paralizzati senza battere ciglio, mentre la bambina si mise ad abbracciare le gambe di sua madre iniziando a piangere.

- Ho paura mamma.

- Noi non abbiamo visto nulla, non diremo nulla, ti prego lasciaci andare. Ce ne andremo da questa casa e tu non saprai più nulla di noi e viceversa, che ne pensi? - cercò di convincermi il papà.

- Oh sono d'accordo che voi non direte nulla, perché non ne avrete più modo.


BANG BANG BANG.


3 colpi assestati e via. Una famiglia di impiccioni rompi scatole ha appena lasciato questo mondo.

Tra non molto il sangue avrebbe iniziato a macchiare il pianerottolo per cui spostai velocemente i cadaveri dentro il loro appartamento e chiusi la porta. Fatto. Questo non mi toglierà dai guai ma mi farà di certo guadagnare del tempo prima che qualcuno scopra la morte di questi ficcanaso. Ora è ufficiale: sarò presto un ricercato. Ripresi la dottoressa in braccio che si stava lentamente svegliando e corsi a pian terreno il più velocemente possibile per raggiungere Carlo Magno e andarcene da questo posto maledetto.

- Eccoti finalmente!

- Scusa c'è stato un imprevisto. Veloce. Dobbiamo andarcene da qui.

Posizionai la dottoressa all'interno del bagagliaio che nel frattempo si era svegliata.

- MMPGH???

- Andiamo a farci un giro dottoressa. Ti porto via. Non è più sicuro stare qui.

Così dicendo montai in auto e ci allontanammo dalla mia ormai ex casa.

Mi stupii tanto la tranquillità con la quale stavo raccontando a Carlo Magno l'imprevisto che ho avuto sul pianerottolo quanto la sua calma nell'ascoltare il triplice omicidio che avevo appena commesso. Come se nessuno dei due avesse dei sensi di colpa o eventuali rimorsi per ciò che avevo appena fatto.

- Di quelle persone se ne trovano a milioni Heric, sono quelli come te ad essere rari e che meritano di vivere, non sentirti in colpa per ciò che hai fatto. È stata colpa loro se si sono trovati nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Come ti senti?

- Mi sento in pace. Non penso di aver fatto la cosa sbagliata. Quei 3 pezzenti sarebbero stati comunque da ostacolo visto che sono degli ammiratori di Rossana e che le avrebbero dato il voto alle prossime elezioni. Quindi ho solo eliminato un po' di spazzatura.

- A questo punto devi scegliere come impostare il tuo programma rivoluzionario. Ti serve un nome per la tua organizzazione e devi decidere il marchio di fabbrica che vorrai adottare.

- S.P. sarà il nome e sta per Sani Princípi, visto che sono proprio i sani princípi a muovere questo progetto in contrapposizione al consumismo, al materialismo e alla superficialità che ci sta invadendo. Userò la modalità della repressione brutale per farmi strada. Voglio attaccare il movimento Sana for President in modo diretto e senza girarci troppo intorno. Quell'attrice non andrà al potere ci puoi scommettere. È ora di ridare un po' di umiltà a questa nazione e lo farò con la forza bruta se necessario.

- Mi piace molto. Si dà il caso che nell'eventualità anche io sarò pronto ad appoggiarti usando la tua stessa moneta.

Aprii uno scomparto dell'auto vicino ai pedali e mi mostrò una pistola a sua volta.

- Bella. L'hai mai usata?

Si voltò a guardarmi facendosi scappare un sorriso inequivocabile.

- Una risposta che vale più di mille parole. Benvenuto nei Sani Princìpi, Carlo Magno. Te lo sei meritato.

- Ne sono estremamente grato - rispose mimando un inchino.

- Mostrami la casa di cui mi parlasti prima, voglio passare a darci un'occhiata prima di tornare a Narconon per liberare i miei amici.

Il viaggio sembrò molto più breve di quanto in realtà fosse stato. Tutti questi cambiamenti e nuovi sviluppi devono avermi fatto perdere la concezione del tempo. E, quasi senza rendermene conto, una volta giunti ai sobborghi di Tokyo, Carlo Magno fece una svolta e imboccò una stradina secondaria. Ci addentrammo nel mezzo di un bosco tra gli alberi e a quel senso di natura incontaminata che purificava la mia mente. In mezzo a quella boscaglia scorsi un casale, eccoci finalmente giunti a destinazione.

- Non è perfetto questo posto Heric?

- Sì avevi ragione Carlo Magno. Ora scarichiamo la dottoressa e portiamola dentro.

Mi diede una mano a trasportarla. Lei cercava di divincolarsi ma il nastro adesivo le imponeva qualunque tipo di movimento.

- Eccoci qua piccola, benvenuta nella tua nuova casa.

- Se devi parlare con lei puoi anche toglierle il bavaglio Heric, nessuno la sentirà da qui, nemmeno se urlasse a pieni polmoni. - mi suggerì Carlo Magno

Decisi di dar retta al consiglio del mio nuovo socio e le tagliai il nastro adesivo dalla bocca.

- Dove siamo?

- In un posto nuovo e isolato. Ora puoi anche gridare che tanto nessuno ti sentirà.

- Heric fermati. Sei ancora in tempo. Il disturbo Borderline di personalità è complesso ma curabile. Puoi farcela e io posso darti una mano.

- Le cose sono cambiate dal nostro ultimo incontro dottoressa. - mostrandole la Tokarev.

- Non dirmi che hai ucciso qualcuno..

- Eviterei di fare troppe indagini se non vuoi essere tu la prossima.




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