E se..?

di 24maggio2011
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E se..? ***
Capitolo 2: *** Un incubo ad occhi aperti ***
Capitolo 3: *** La scoperta. ***
Capitolo 4: *** Sei tutto per me. ***
Capitolo 5: *** Un occasione per tornare. ***



Capitolo 1
*** E se..? ***


E se...?

E' una calda notte di fine primavera quando quello che da sempre considera l'amore della sua vita, gli dorme spalmato addosso, incurante del fatto che inscociamente l'uomo che ha sposato vent'anni fa, solo con un sogno, abbia scoperto il suo tradimento!

Si becco' pure un pugno nel petto ed uno nelle braccia, se per questo, ma Derek non gli diede peso più di quel tanto, pensando semplicemente che un bacio sulle labbra, una carezza e un abbraccio avrebbe convinto Stiles, che era tutto dentro la sua testa, che lui non l'avrebbe mai tradito e complice forse la notte, fù convinto che suo marito, non si ricordasse del fatto che lui, era un bugiardo patentato, che era esperto nel dire le bugie, infondo faceva parte del suo lavoro, mentire spudorantemente! 

''Essere un avvocato, ha i suoi vantaggi se devi mentire a tuo marito, circa il tuo tradimento'' - Si ritrovo' a pensare ingenuo, Derek.

- Dai amore, faremmo bene a dormire! Sai da te, che non ti tradirei mai, seppur dici che conosci quest'uomo con il quale io starei intrattenendo una relazione extra cognugale, fidati, l'hai visto solo nei tuoi sogni! Adesso, per favore... abbiamo a disposizione ancora qualche ora di sonno, son solo le tre del mattino. Posso abbracciare l'amore della mia vita e tornare a dormire sereno? - Provò Derek, ad ogni parola un bacio ed una carezza.
-Ok. - Rispose pacato ma un sacco schifato, Stiles.

E mentre Derek crollò in un sonno profondo, circa una decina di minuti dopo...
Stiles, no! Stiles non chiuse occhio neppure a pregare.

E se suo marito lo avesse tradito davvero? Come mai, poi, ultimamente è piu' geloso del solito? Perchè chiariamoci, che Derek Hale, avvocato di successo e a capo dello studio legale piu' priveligiato di tutta Beacon Hills, fosse geloso marcio di suo marito Stiles Stilinski, a capo dell'intero reparto di chirurgia generale, beh, quello era un dato di fatto ma così tanto, a Stiles parve davvero troppo. 

La mattina, svegliarsi fu un impresa impossibile! La testa era sul punto di esplodere, d'altronde non aveva chiuso occhio tutta la notte, per colpa di suo marito e di quel maledetto sogno e sua figlia al piano di sotto che urla furiosa e litiga con Derek per un po' di trucco in piu', di certo non aiuta! Derek non solo era geloso di lui, ma pure della loro amata figlia Laura. 

"Se nostra figlia mi farà diventare pazzo, sarà solo colpa tua! Dannati voi due e i vostri occhietti e la vostra lingua lunga." - Lo riprende sempre Derek, convinto che il carattere vispo e irrascibile e iperattivo e chi piu' ne ha, piu' ne metta, sia opera di Stiles. Secondo lui, la loro figlia e' la sua fotocopia, non solo fisicamente ma anche caratterialmente. Stiles ne sorride sempre divertito anche se gli ricorda ogni volta, che la figlia ha forse preso il cartattere da lui, ma la bellezza l'ha presa da Derek.
"Derek, non sono io a doverti ricordare che Laura è nata grazie a me ed a tua sorella Cora. Cora è la tua fotocopia, tu sei bellissimo e quindi Laura è bella come te. Lo sai che non mi sono mai piaciuto. So di non essere bello, o quanto meno non bello come lo sei tu."

E Derek ogni volta lo baciava, chiedendosi come mai suo marito, ancora non sia riuscito a capire di essere, almeno per lui, l'uomo più bello del mondo.

"Dio, quanto strillano oggi." - Borbatta distratto, triste e stanco Stiles, mentre scende le scale dalla stanza da letto per andare in cucina.

Poi, una voce squillante gli rimbomba nelle orecchie e gli fa tornare il sorriso all'istante.

- Ciao papà, buongiorno! - Strilla euforico Thomas, trattenendolo per un abbraccio e un bacio.
- Amore mio grande, buongiorno a te. Come stai?
- Bene papà, stanotte ho sognato il giorno in cui te e papà mi avete adottato, ancora una volta, grazie.
- E' passato tanto tempo ormai, amore. Non serve che ci ringrazi ogni volta che pensi all'orfanotrofio oppure lo sogni. Sei stato la seconda nostra scelta migliore che potessimo fare, la prima fù fare Laura.
- Ti amo tanto, papà. - Disse in un sussurro Thomas, una lacrima a rigargli il viso nonostante ormai abbia quasi 14 anni ed è stato adottato da 2.
- Ti amo anche io, vita mia. - Sussurrò di rimando, Stiles.

Poi ci fù una breve pausa.

- Forza, vatti a cambiare che vi porto io oggi, a scuola.
- Ok, ma stai bene, papà? Sei più bianco del solito.
- Si amore, sto bene. Solo un brutto mal di testa che non accenna ad andar via da questa notte. Su, a prepare lo zaino, di corsa.
- Ok capo. 

"Ed io che pensavo che essere stato adottato da un avvocato e da un chirurgo mi avrebbe fatto evitare la scuola." - Borbotta Thomas
- Ti ho sentito, signorino! - Lo riprende scherzosamente, Stiles

Thomas decide di ridere e di ignorarlo, iniziando a preparsi per la scuola.

- Mio Dio, papà... NON TI SOPPORTO PIU'. - Sbotta Laura
- Ripeti quello che hai detto, signorina. - Urla Derek. 

Oggi è nero di rabbia. La paura di essere scoperto, lo fa tremare da stanotte e in più sua figlia si trucca in maniera pesante e va in giro mezza nuda, secondo il suo modestissimo parere ovviamente.

- HO DETTO CHE NON TI SOPPORTO PIU'.
- MA COME OSI.
- Ehi ragazzi, calmatevi. - Prova a mettere la pace, Stiles. Già stanco.
- Papà, amore mio! - Strilla euforica Laura, riempiendolo di baci.
- Ciao vita, vatti a cambiare che vi porto io a scuola e chiedi scusa a papà.
- Uff, scusa papà non volevo alzarti la voce e non è vero che non ti sopporto ma non capisco perchè tu debba sempre essere così geloso. Sono tua figlia, mica sono tuo marito. - Ridacchia Laura, baciandolo su una guancia.
- Perchè sei la mia bambina e lo sarai per sempre e perchè te e tuo padre mi fate salire il sangue al cervello. - Ridacchia Derek sorseggiando caffè e porgendo una tazza anche al marito.
- No grazie, ho già abbastanza mal di testa così. -

Rifiuta Stiles sorridendo garbato, ma sospettoso mentre aspetta che i figli scendano, pronti per la scuola.

- Papà, andiamo allora? - Chiede Thomas.
- Si amore,si parte.
- Papà, ma cos'hai e perchè sei in tuta? Per te è sempre importante l'apparenza. - Chiede Laura
- Non ti preouccupare, ho solo mal di testa. Andiamo, ciao Derek.
- Ciao amore, ti amo.

E a Stiles, quel "Ti Amo", non piacque proprio per niente.
Si avvia al lavoro con un pensiero nella testa:
"E se Derek mi avesse tradito?"

 
Piccolo spazio autrice:
I personaggi non mi appartengono
ma sono di proprietà di Jeff Davis e 
questa storia è stata scritta
senza alcun scopo di lucro.l

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Capitolo 2
*** Un incubo ad occhi aperti ***


Un incubo ad occhi aperti.

La scuola dei figli, dall'ospedale di Beacon Hills dista si e no un dieci minuti di auto, quindici se proprio c'era coda ed il reparto di chirurgia generale, di solito è sempre quello più affollato e detta sinceramente, oggi, era l'ultima cosa al mondo di cui Stiles avesse bisogno seppur quello era il lavoro che si era scelto e che amava. 

Di tanto in tanto si pentiva di non aver scelto criminologia, seguendo così in parte le orme di suo padre, ma il cuore batteva più forte all'idea del salvare delle vite con indosso un camice bianco. Si sentiva un pò più eroe e quel senso di fallimento che lo accompagnava da tutta la vita si affievoliva un pochino, ad ogni vita salvata ed ad ogni ferita cucita ritrovava un pò di amor proprio e un pò di sicurezza.

Il pronto soccorso, stranamente è del tutto vuoto e per oggi, Stiles si ritrova a ringraziare il cielo per un dono simile. 

Un pò di pace. 

La stessa, che non provava in casa, da diverso tempo. 

Dallo stesso tempo esatto in cui un giorno di qualche mese fa, fece una sorpresa in ufficio a suo marito e mentre si coccolavano in pausa pranzo, entrò un dipendente di Derek per delle firme ad alcuni documenti estremamente importanti ed il maritò sbiancò rapidamente, le sue mani iniziarono a tremare appena, se lo strinse forte per i fianchi, come se lo stesserò per risucchiare in un buco nero e aggredì verbalmente l'avvocato Bergman, dicendogli che non era quello il momento per una semplice firma, mentre lui era occupato a pranzare con l'amore della sua vita.

Stiles, capì.
Derek, confessò.

Gli disse la verità, mentre quasi piangeva. Gli disse che il suo dipendente ha una cotta per lui da 7 mesi circa e dopo che Stiles si infuriò, gli giurò che non gli avrebbe più nascosto nulla e che tra loro due non c'è mai stato neppure un abbraccio. Ma dopo il sogno di questa notte e della gelosia estrema di Derek di questi ultimi mesi, Stiles, inizia a chiedersi se sia vero.

Le porte dell'ascensore si aprono e a pochi passi c'è il suo ufficio, una porta bianco panna, una targhetta oro enorme con scritto in argento e nero :
"STILES STILINSKI, PRIMARIO DI CHIRURGIA GENERALE." Il cuore gli si riempe di orgoglio e sorride alla sua mammina, che gli passa di fianco.
- Dottoressa Stilinski, è sempre bello vederla. - Dice Stiles, baciando Melissa.

Si, Melissa. La mamma del suo migliore amico, ora finalmente è diventata la moglie di suo padre e non solo, ha anche continuato gli studi ed è diventata una dottoressa. Rafael McCall non gli e l'aveva permesso, ma con Jhon Stilinski non c'erano divieti, neppure per la moglie dello sceriffo della contea di Beacon Hills.

- E' bello anche per me, amore mio. Sei pallido, cos'hai? - Ricambia il bacio, Melissa mentre si preoccupa per lui. Infondo, si sa...cuore di mamma.
- Niente mamì, ho solo mal di testa. - Mente Stiles.
- Ok, questo è il momento in cui devo fingere di crederti. Ora devo andare, ma dopo mi spieghi tutto, monello della mammina.
- Ti sei dimenticata di quanti anni ho?
- Chiudi il becco e va a lavoro. Te e tuo fratello Scott, siete e sarete sempre i miei bambini.
- Si capo. 

Salutata quella che da sempre considera sua madre, finalmente entra in ufficio. Fuori il sole splende sereno ed un raggio gli riscalda il viso. Apre il grande finestrone e tira le tende facendo arieggiare la stanza anche se essa profuma di pulito. Un profumo ben particolare e capisce da esso che la sua specializzanda preferita, è da poco stata li dentro, riordinandogli l'ufficio. Respira profondamente mentre gli occhi si riempono di lacrime e il respiro, viene meno. Derek l'ha tradito, ormai lo sente fin dentro le ossa. Cerca di non pensarci mentre si mette comodo e accende il computer e sorridendo stranito, nota di aver un solo paziente.
 
Isaac Lahey.

Perchè suo cognato, veniva in visita da lui e sopratutto, suo fratello Scott, lo sapeva?

- Non dirlo a Scott. 

Da voce ad i suoi stessi pensieri, Isaac, entrando nello studio medico.

- Isaac, mio Dio. Che Diavolo succede?
- Credo che sto per morire.
- Scusa, cosa? 

"Stiles, no. Non è tuo cognato in questo momento. E' un tuo paziente." - Si impone di pensare, Stiles.

- L'altro giorno sono andato ad un incontro di classe delle scuole elementari, quando io e Derek non conoscevamo ne te, ne Scott. 
- Ok, e..? - Chiede impazziente, Stiles.
- Mi sono ubriacato. Ho fatto un test di gravidanza per gioco e perchè ero ubriaco, sopratutto perchè ero ubriaco, ed è uscito positivo! Tieni, guarda te l'ho portato. - Spiega in panico, con mani e voce tremolanti, Isaac.
- Non stai morendo, idiota. Ma ti uccido io, se vuoi! Mi hai fatto prendere un infarto. - Ride di gusto, Stiles. La prima risata sincera da questa mattina.
- Stiles, non è divertente.
- Si che lo è, guarda bene idiota. Non c'è marchio medico su questo test di gravidanza. Significa che è un test di gravidanza positivo, ma giocattolo. - Scoppia di nuovo a ridere mentre fa la sua diagnosi, il Dottor Stilinski.
- Come ho fatto a non accorgemene?
- Perchè tu fai l'ingegniere e tuo marito è un veterinario? - Domanda con ovvietà, Stiles.
- Vaffanculo! - Sbotta Isaac
- Esci di qui, prima che chiamo la sicurezza o ti faccia pagare la parcella. 
- Ok, ridi pure quanto vuoi, ma ricordati che hai l'obbligo al segreto professione, ma comunque ti voglio bene. Scusa se ti ho fatto perdere tempo, cognatino.
- Ti voglio bene anche io.

Mentre quell'idiota di suo cognato, perchè solo così si può chiamare se ne va a lavorare, Stiles con il cuore un pò più leggero, prende il cellulare in mano e nel controllare le notifiche, gli ritorna il malumore. Derek gli avrà inviato un milione di messaggi sdolcinati e Stiles è sempre più convinto di essere un cornuto. Dopo aver ignorato tutte le sue chiamate e tutti i suoi messaggi, Stiles sorride alla sua specializzanda e firma alcuni documenti che gli ha appena portato.

- Dottore, sta bene?
- Ebby, che gentile che sei a preoccuparti sempre di me. Si, sto bene... è solo che ho un brutto mal di testa da questa notte che non accenna ad andar via. - Spiega, per la quarta volta in una giornata Stiles, chiedendosi se davvero fosse così evidente il suo malessere.
- Ha preso nulla? Le porto un aspirina?
- Si, grazie. Ormai credo sia giunto il momento di ricorrere ai farmaci.

Tre minuti dopo, Stiles prende la sua aspirina e non appena timbra il cartellino di fine turno, corre a prendere i bambini a scuola.
Al suo arrivo, quello che vede, gli fa salire il sangue al cervello. 

Laura, la sua principessa, la sua amata bambina, una metà del suo cuore stava piangendo disperata, mentre Thomas, il suo angelo, l'altrà metà del suo cuore prendeva a calci un bidone della spazzatura. Determinato a scoprire cosa gli stia capitando, suona il clacson e attira la loro attenzione.

- Che succede? - Chiede immediatamente, Stiles appena salgono in auto.
- Niente papà, è solo che odio il nostro vicepreside. - Improvvisa Thomas.
- E questa, ti sembra una motivazione valida per prendere a calci un bidone?
- Si, altrimenti prendevo a calci lui, se volevi.
- Thomas non mi rispondere così perchè oggi marchi male, signorino. Non è proprio la giornata ideale per mettersi a fare i capricci da bambino. - Lo riprende piuttosto seriamente, Stiles. 

Thomas sceglie il silenzio.
Se solo Stiles sapesse che la sua rabbia è più che giustificata...

- E tu cos'hai? - Chiede a Laura dopo aver sospirato e guardato un pò male suo figlio, riprendendolo con lo sguardo.
- Emh, ho litigato con Emjey. - Improvvisa Laura.
- Devo andare a prenderlo a calci? - Chiede Stiles.
- Ma quello non è il ruolo di papà? - Chiede Thomas ridacchiando.
- In effetti... - Afferma Stiles ridacchiando insieme a lui, mentre Laura invece, accenna ad un timido sorriso.
- Comunque, io e tuo padre sapevamo che vi eravate lasciati, signorina.
- Papà, te lo giuro che non stiamo più insieme... ma siamo rimasti amici.
- Che te ne fai di un amico come lui, proprio non lo capisco. Ad ogni modo, io ho una fame da lupi e vostro padre sicuramente non ha cucinato niente per cui vi volevo proporre di andare a prendere del cinese e portarlo a casa e mangiare tutti insieme.
- Ok papà.

Dopo aver preso il cinese e aver aperto la porta di casa...
Stiles, Laura, Thomas ed anche Derek, si resero conto che la loro vita e sopratutto la loro famiglia...
da quel momento in poi sarebbe cambiata per sempre.

Stava piangendo disperata, Laura.
Stava in piedi solo per i suoi figli, Stiles.
Si era pietrificato sul posto, Derek.
Cercava di mantere la calma, Thomas.

Cercava appunto ma non c'è riuscito.

Mentre ricacciava indietro le lacrime, automaticamente il suo pugno si chiuse e andò a sferrarsi contro la faccia del fratello del loro odiato vicepreside che come poche ore prima, gli aveva detto a scuola, era l'amante del loro amato papà Derek e che se lo stava limonando allegramente nella loro cucina.

- STA LONTANO DA MIO PADRE, MALEDETTO! - Urlò furioso, Thomas, mentre facendo appello ai suoi isegnamenti di box, mise al tappeto quel verme schifo con un solo pugno.

Stiles si rese conto che era la realtà, che suo marito l'aveva tradito veramente ma allo stesso tempo credeva anche di vivere in un incubo ad occhi aperti.
L'avvocato Bergman caddè a terra sanguinante mentre la famiglia Hale-Stilinski si ruppe,
per sempre.
 
Piccolo spazio autrice:
I personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Jeff Davis e questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro. 
Il tradimento di Derek è stato svelato. Che succederà adesso a questa famiglia?
Restate connessi per scoprilo, bacioni.

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Capitolo 3
*** La scoperta. ***


La scoperta.

Per un solo misero istante, calò il silenzio nella cucina della famiglia Hale-Stilinski.

Stiles era in un limbo e stava decidendo se vedere suo marito limonarsi un altro uomo, davanti ai suoi occhi e nella loro casa, fosse solo frutto della sua immaginazione, di un incubo inspiegabile oppure della realtà.

A giudicare dall'odore di sangue che gli si piombò nelle narici, però, Stiles dovette scendere a patti con la realtà.

Quello stronzo di suo marito, l'aveva tradito con un uomo davvero molto bello e in casa loro.
Le gambe gli tremarono appena mentre a stento tratteneva un conato di vomito. Non ci poteva credere.


"Era solo un sogno, amore. Non ti tradirei mai." - Commenta acido, scimiottandolo, Stiles.

Derek in più di vent'anni d'amore, non lo sentì mai e poi mai così incazzato.

- Amore, ti posso spiegare. - Prova Derek, alzandosi delicatamente dalla sedia, piangendo disperato e avvicinandosi a quel che ne rimane di suo marito.
- Non ti avvicinare! - Ordina furioso, Stiles.
- Come hai potuto farlo, papà? - Singhiozza disperata, Laura.
- Poi, in casa nostra e con il fratello del nostro odiato vicepreside. - Urla Thomas guardando con aria di sfida l'avvocato.

Derek non riesce a rispondere, si sente alle strette, solo, impaurito, perso e consapevole di aver appena perso, forse per sempre, gli amori della sua vita. 
Laura, Thomas, Stiles. 

- Andiamo a pranzare dal nonno? Lasciamo il tempo a papà di far le valigie. - Chiede Stiles, senza sentimento alcuno mentre appoggia il cibo cinese sul tavolo, solo per asciugare le lacrime dei suoi amati figli.

Ormai ha deciso.
Qualunque cosa Derek gli dirà, se ne dovrà andare di casa.
Per quel che gli riguarda, può anche dormire in ufficio per il resto della vita o andare già a convivere con il suo amante.

- Amore, ma che dici. - Singhiozza disperato e come un bambino, Derek, mentre prova ad accarezzargli la mano. 

I figli hanno annuito, a loro andava bene andare dal nonno.

- NON TOCCARMI. Io e i bambini rientremo questa sera in casa, fa che al nostro rientro tu sia già fuori di qui o il prossimo che si prenderà un pugno nella faccia sarai tu e non sarò delicato come lo è stato Thomas.
- Beh, se questo qui è stato delicato... - Commenta l'amante di Derek mentre tentava di tamponarsi il sangue che ancora lento, scendeva copioso dal suo naso.
- Ne vuoi per caso un altro, razza di Idiota? - Urla Thomas, con il pugno già pronto a finire nella faccia di quell'avvocato, a detta sua, di quattro soldi.

Thomas non sa, che è secondo a Derek a professionalità e soldi.

- Ehi! - Lo riprende, Stiles. 
- Filate in macchina. Io arrivo subito! - Ordina ancora Stiles, questa volta dolcemente.
- Ma papà, lo senti? Ha anche il coraggio di prenderci per il culo in casa nostra?
- Di quest'uomo mi interessa poco e nulla, a me importa di voi. Andate in macchina che io arrivo. Salutate papà!
- Che delusione, papà. 

Questo è stato il saluto di Laura e Thomas, a Derek.
Nient'altro.

E quando uscirono da quella casa, mano nella mano per andare in auto, il cuore di Derek si sgretolò in centomila pezzi, così tanto piccoli che solo il loro perdono avrebbe potuto ricostruirlo alla velocità della luce.

- Stiles, ti prego. Non puoi lasciarmi!
- E' quello che sto facendo invece. Addio Derek, prepara le valigie. Il tempo scorre.

Quando anche l'amore della sua vita, uscì da quella porta, Derek e l'avvocato Bergman rimaserò soli.

- Hai fatto un bel casino. - Dice Derek, rabbioso.
- Derek, era solo un bacio. Mi avevi detto che sarebbero ri-incasati più tardi e quando sto con te, il tempo si ferma.
- Esca da questa casa, avvocato Bergman, immediatamente.
- Ci diamo del lei, adesso?
- Da quando devo salvare il mio matrimonio e il rapporto con i miei figli, per colpa sua, si. Non è stato in grado di separare i sentimenti dal lavoro ed ora chi ne paga le conseguenze sono e sarò soltanto io. Preghi a Dio, o chi per lui, che mio marito capisca la situazione e mi perdoni o giuro che pregherò così tanto intensamente da farle rimpiangere questo gesto per il resto della vita. 

Appena il suo dipendente esce di casa, Derek chiama Stiles, almeno una quindicina di volte e tutte e quindici le volte, Stiles gli rifiutava la chiamata. All'ennesimo rifiuto, Derek scoppiò in un pianto isterico e cadde inerme, sul pavimento, prossimo a morire di crepacuore. Per un attimò pensò pure di andare a casa di suo suocero ma in cuor suo, sapeva bene che una mossa simile, avrebbe solo peggiorato la situazione.

Sono già le tre del pomeriggio, quando Derek, ancora accasciato inerme sul pavimento della cucina, lancia un urlo disperato in grado di mettere in allerta mezza Beacon Hills. Oppure tutta Beacon Hills, tutta, tranne l'amore della sua vita che in questo momento rideva, scherzava, cantava e ballava insieme ai suoi figli e a suo padre ad una quindicina di case di distanza, come se niente fosse successo. 

Eppure qualcosa era successo eccome.

Ballò e rise senza sosta anche fino a dopo cena. Pensò per un attimo di dormire da suo padre, mentre Melissa era di turno di notte, ma poi suo padre avrebbe sospettato qualcosa e non era proprio il caso. Non era ancora pronto a far sapere alla sua famiglia di essere un cornuto. Già si sentì ridicolizzato per il fatto che mentre scopriva di essere un cornuto, con lui c'erano i suoi figli.


"Che vergogna." - Pensò Stiles.

Un minuto prima di dare un bacio al suò papà, prende il cellulare e manda un messaggio a Derek:

Stiamo arrivando, spero per te che tu sia già fuori di casa.

Saliti in auto, Stiles deve togliersi un sassolino dalla scarpa.

- Ditemi la verità, so bene che prima mi avete mentito. Cos'è successo, a scuola?

I figli sospirano, Laura inizia a piangere e Thomas risponde e spiega con rabbia.

- L'amante di papà... è il fratello del nostro odiato vicepreside. Oggi ci ha convocati nel suo studio per dirci della loro tresca. Ci ha detto che suo fratello, è innamorato pazzo di papà e che se noi gli avremmo organizzato un vero appuntamento, un appuntamento romantico si intende, lui ci avrebbe alzato il voto perchè, ehi, non ti arrabbiare ma è l'unica materia che abbiamo sotto, col due.
-Sorvolo sul fatto che abbiate due, d'inglese e che non me l'abbiate detto ma da domani vi voglio vedere sotto a studiare e a recuperare.
- Pensi sul serio ai nostri voti, dopo quello che ti ha fatto papà? - Chiede sconvolta Laura.
- Si amore, anche perchè papà ha litigato con me, mica con voi. - Spiega calmo Stiles.
- Del resto, poveri amori miei. Non avreste dovuto subire tale assurdità! Prenderò provvedimenti con chi di dovere.

Poi, in auto verso casa, calò il silenzio.

Son le dieci di sera circa quando arrivano e di solito, in quell'orario le luci di casa son tutte accese e già dal vialetto si potevano sentire risate e schiamazzi, di tanto in tanto si poteva sentire Laura litigare con Derek per un vestito troppo corto o si sentiva Thomas essere rimproverato dai suo genitori per una parolaccia di troppo, ma quella sera le luci erano spente e la casa completamente vuota, segno che Derek se n'era andato davvero e Stiles sperava per sempre.

- Papà, c'è questa qui per te. - Dice Laura passando la lettera a Stiles.

L'hanno trovata poco fa, in cucina, lei e Thomas mentre sorseggiavano un bicchiere d'acqua per mandar giù il magone che avevano bloccato in gola da oggi pomeriggio all'una.

"Ciao amore mio. So che sei arrabbiato e per questa sera passerò la notte in un Motel, ma da domani torno da te e dai nostri figli. Ti amo! Vi amo." 

Queste le parole di Derek che Stiles ha letto ad alta voce. Sapeva che i figli avrebbero fatto domande ma la rabbia è troppa e furente, la fa in mille pezzi e la butta nel cestino, li davanti a loro. Una lacrima sfuggita al suo controllo, riga il viso di Thomas.
- Ragazzi, non mi piace che avete queste facce, ok? Ve l'ho già detto in macchina. Papà ha litigato con me, non con voi. So cosa state pensando e non vi dovete preoccupare! Che fate, dormite con me? - Chiede dolce Stiles porgendogli le mani che i figli afferrano immediatamente. 

Pochi minuti e sono tutti e tre li, in quello stesso letto dove di solito c'era anche Derek. 
Stiles coccola un pò i suoi bambini, gli accarezza e gli riempe di baci cercando di tranquillizzarli mentre chi dovrebbe essere tranquillizzato è lui, ma i bambini vengono prima di tutto.

- Domani è il mio giorno libero. Volete stare a casa con me? 
- Si papà, grazie. - Risponde Thomas mentre si accoccola sul suo petto e gli stringe la mano.
- Ne abbiamo bisogno, non vogliamo separarci da te. - Risponde Laura imitando il gesto del fratello.

Sono così.
Laura che lo abbraccia da destra e Thomas che lo abbraccia da sinistra.

- Papà? - Lo chiama, Thomas, mentre suo padre stava per spegnere la luce.
- Dimmi amore. 
- Sei il mio eroe, papà. - Dice Thomas, estremamente orgoglioso di lui.
- Sei l'unico uomo della mia vita, papà. - Conclude Laura, anche lei orgogliosissima del suo amato papà.

Stiles piange di felicità e si addormenta nell'esatto momento in cui Derek è prossimo al centesimo attacco di panico della giornata. Ha gli occhi gonfi, rossi e secchi per via del pianto e non respira regolarmente da un tempo che gli pare indeterminato. Si sdraia sul materasso freddo e duro e asciugandosi l'ennesime lacrime, prova a chiudere gli occhi ben consapevole che non riuscirà a dormire senza suo marito al suo fianco.

Lo stesso marito che è consapevole di aver appena perso per sempre.

 
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Che ne pensate? Vi piace? Fatemi sapere, Vi amo.

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Capitolo 4
*** Sei tutto per me. ***


Sei tutto per me.
 
Il primo ad aprire gli occhi, anche se ad onor del vero ha dormito si e no una mezz'ora scarsa, è stato Derek. Il materasso di quel dannato motel alla periferia di Beacon Hills era freddo e duro e accanto a lui, pesava la mancanza di suo marito, il suo amatissimo marito Stiles Genim Stilinski.

Erano sposati da vent'anni e stavano insieme da ventiquattro, l'ha sposato un caldo 24 maggio, subito dopo la sua laurea in medicina e non l'ha più lasciato. Si è innamorato di lui, fin dal primo giorno che lo vide, fù un sentimento del tutto inevitabile. Stiles gli sorrise felice, nonostante Derek di ritorno da New York, in visita alla sua vecchia scuola, gli andò contro e glì imbrattò la camicia bianca di caffè.


"Perdonami, lasciami un recapito che ti pago la tintoria." - Si scusò in imbarazzo, Derek.

Stiles gli sorrise garbato, dicendogli che se voleva il suo numero non serviva la scusa della tintoria e Derek, al primo anno di Giurisprudenza, uomo di grande intelletto, non capì più alcunchè. Amare quel ragazzino pelle e ossa e sessanta chili di sarcasmo e amore, gli venne del tutto naturale ed ora, forse, dopo tutti questi anni al suo fianco, dovrà imparare a vivere di nuovo senza di lui ma Derek ne è consapevole, non ne sarà in grado. Come consapevole è che non sarà in grado di vivere senza di Laura e Thomas, neppure un solo attimo in più. Si chiede come stiano e cosa stanno facendo. Se son già pronti per la scuola o se come al solito han fatto dannare Stiles per scendere dal letto.
Guarda l'ora e son le sette e dieci del mattino ormai, l'ennesima lacrima gli riga il viso. Desideroso di sentirli al più presto, prende il cellulare e compone i loro numeri. Nessuno di loro due gli rispose. Derek capisce che siano arrabbiati, che l'averlo trovato in casa con il suo amante, che amante non era, gli ha scossi ma lui rimane comunque il loro papà e almeno un buongiorno, se lo aspettava.
 
Le prime luci del giorno, gli bruciano la faccia. Ha il viso rigato dalle lacrime e i suoi occhi, a malapena stanno aperti. Un emicrania atroce gli sta per far esplodere il cervello e si ritrova costretto a chiudere le tende. Le dita corrono veloci sulla tastiera del suo telefonino e compongono un altro numero.

Il display si illumina facendo comparire una scritta che gli fa tremare il cuore.


"Sto chiamando... Vita mia."

Perchè Stiles, era davvero la sua vita.

E mentre Derek si ritrova a sperare che Stiles gli risponda, l'amore della sua vita ronfa da circa mezz'ora con ancora i suoi figli abbracciati a lui e il suo amante lo chiama. E' così da ieri pomeriggio, l'avvocato Bergman chiama Derek, che non risponde ma chiama Stiles che gli butta giù immediatamente.

Derek ha deciso. 
Suo marito, ora lo ascolterà. 

Si veste alla svelta, paga il conto della stanza al Motel e corre a casa sua. Quando arriva, l'auto di suo marito è ancora li. Inserisce le chiavi nella serrattura, ringraziando mentalmente Stiles per non averla già cambiata ed entra in casa. Le luci sono spente, son le otto meno venti quindi i bambini saranno già a scuola. Lui si toglie la giacca piano, posandola sull'appendiabiti in salotto sforzandosi a fare meno rumore possibile per evitare che suo marito si svegli dal suo sonno. Mentre va in cucina a farsi un caffè, vede nel cestino la lettera che diverse ore prima, davanti ai loro amati figli, Stiles aveva fatto a pezzi e si sente morire. Il cuore batte più forte e le lacrime ricominciano a scendere copiose dai suoi occhi, mentre si chiede quando mai avesse pianto così tanto. Neppure al funerale della sua amata mamma, del suo amato papà e della sua amata sorella Laura, Derek ricorda di aver versato così tante lacrime.

Stiles è arrabbiato e su questo non ci piove.

Derek beve un sorso di caffè e oggi lo sente più amaro del solito, amara come sarà la sua vita senza Stiles.

Stiles che ha appena aperto gli occhi e sorride ai suoi bambini che fanno a gara a chi deve andare prima in bagno, dimenticandosi che quella casa disponeva di ben tre bagni, se si contava anche quello all'interno della camera da letto dei cogniugi Hale-Stilinski. La corsa al bagno, durò giusto dieci secondi e mentre Stiles chiudeva lo schermo del suo telefono reprimendo un conato di vomito ai messaggi e alle chiamate sdolcinate di Derek, gli chiese come mai fosserò già rientrati in stanza.

- E' stata una pipì breve. 

Prova a scherzare un pò, Stiles mentre Laura e Thomas lo abbracciano piangendo.

- Mi dite che succede?
- Di sotto c'è papà. Non lo voglio vedere! - Dice con rabbia Thomas.
- Nemmeno io, sono arrabbiata con lui. Ti ha fatto del male, lo odio. - Continua Laura.
- Lo odio anche io. - Conclude ancora una volta Thomas.

Sebbene fosse il più piccolo tra i due, molto spesso sembrava Thomas il fratello maggiore e non Laura.

Stiles rimase agghiacciato da quelle parole e se fino a poco fa gli abbracciava, adesso gli ha allontanati per fare in modo che i suoi figli lo guardassero per bene negli occhi.

- Allora, io ora vi dirò una cosa e ascoltatemi bene perchè non ve la ripeterò un'altra volta. Ve l'ho già detto ieri sera per ben due volte e con oggi, ve la farete bastare senza se e senza ma e pure senza perchè. Papà, ha litigato con me, non con voi. Adesso voi scendete giù, lo salutate come ogni mattina e vi comporterete in maniera eccellente con lui come avete sempre fatto e guai a voi se sento qualche scusante. Continua ad essere vostro padre e io pretendo che voi gli portiate il massimo del rispetto.  - Dice dannatamente serio, Stiles, passando lo sguardo da un figlio all'altro.

Non è mai stato più serio di così.

- Come puoi chiederci di non essere arrabbiati con lui, dopo quello che ti ha fatto? - Chiede indispettito, Thomas.
- E per quale motivo parli di rispetto, se lui non ne ha avuto per te? - Chiede ancora inviperita, Laura.
- Perchè di nuovo, è vostro padre, ragazzi. Voi siete i suoi figli, io sono suo marito ed è tutta un altra cosa e per l'ennesima volta, papà ha litigato con me. Voi non c'entrate niente, sono cose da grandi queste. Cose da genitori, non da figli. Noi abbiamo i nostri ruoli e voi i vostri e quello vostro in questo momento è quello di ascoltarmi, fare quello che vi dico, scendere giù da vostro padre e salutarlo come se niente fosse successo e ribadisco, dovrete portargli il massimo del rispetto evitando frecciattine inutili e occhiatacce. Sono stato abbastanza chiaro? - Chiede Stiles dolcemente.
- Si, papà. - Rispondono i figli.
- Devo ripetervelo ancora?
- No, papà. Non è necessario. - Dice Laura.
- Faremo come ci hai chiesto, papà. - Risponde Thomas.
- Bravi i miei bambini. Adesso datemi un altro abbraccio coccoloso e fiilate giù da papà.

Arrivati sulla porta, Laura gli pone una domanda che gli fa rivoltare lo stomaco per la centesima volta da ieri pomeriggio.

- Tu non verrai, vero?
- No. Non per il momento almeno! Voglio prima farmi una doccia e vestirmi. Sapete quanto è importante l'apparenza. - Dice Stiles facendogli l'occhiolino per farli sorridere. E ci riesce perchè Laura e Thomas sorridono davvero con il cuore pieno di gioia a vedere sereno, anche se per finta, il preferito dei loro papà.
- Se chiede di te cosa dobbiamo dire? - Chiede Thomas.
- Dite solo che sono sotto la doccia e che scendo tra poco. Adesso scendete a fare colazione! E mangiate come si deve. 
- Mhh, il solito. - Dice Laura roteando gli occhi e accennando ad un lieve sorriso.
- Ma papà, non la smetti mai di essere un dottore? - Chiede sorridente Thomas.
- Ma chi? Lui? Tho. Stiamo parlando di nostro padre. E' come chiedere ad un calciatore di giocare con una palla da rugby.

La famiglia sorride, poi i due fratelli si dirigono al piano di sotto per la colazione.
Derek sorseggia l'ennesimo caffè e non si accorge della presenza dei figli, appena entrati.
Laura e Thomas prendono un respiro profondo e infine lo salutano.

- Buongiorno papà. - Dice in un filo di voce, Thomas. 
- Ciao papà. - Dice Laura. Anche lei in un filo di voce! Derek si apre in un sorriso enorme e si gira a guardarli!
- Amori miei! Buongiorno. Ma che ci fate qui a quest'ora? Non dovevate essere a scuola? - Dice Derek dolcemente. E' felice perchè almeno gli hanno rivolto parola. Credeva di averli persi per sempre e per il momento si accontenta di quel misero ciao detto a forza.
- Papà ci ha fatti restare con lui. - Risponde Thomas.
- Ha il giorno libero oggi. - Continua Laura.
- E' vero. Che sbadato! Vi preparo la colazione. Li volete i Pancake? 

Laura e Thomas si guardano, sorridono a Derek e poi annuiscono.
Passa qualche minuto in assoluto silenzio poi Derek, come previsto chiede ai figli dove sia Stiles.

- Sono qui. - Risponde Stiles al posto dei figli evitandogli quella che per loro, adesso è una tortura.

E' fredda la voce di Stiles, non gli ha nemmeno detto ciao! Derek se n'è accorto ed è rimasto deluso da questo, ma sapeva che sarebbe andata a finire così. Lui ha sbagliato, lui adesso deve pagare. Ad ogni modo è felice del fatto che sia li con lui in questo momento e con i loro figli. Vorrebbe chiamarlo amore, perchè è davvero il suo amore. Tenta di resistere ma non ce la fa.

- Ciao amore mio. Sto facendo i Pancake ai nostri figli, ne vuoi? Resti con noi a colazione, per favore? - Chiede Derek dolcemente a quello che da sempre è.. e resterà per sempre, l'amore della sua vita. Stiles lo guarda storto, poi passa per un breve istante lo sguardo sui figli come a chiedergli il permesso. Non avrebbe dovuto farlo, forse.
- Dai papà, prima rimproveri noi se non mangiamo poi il primo a non mangiare sei tu? - Chiede Laura a Stiles.
- La colazione è importante. Sono le parole del Dott. Stilinski e tutti devono ascoltare il Dott. Stilinski! - Dice Thomas.

Stiles sorride, chiude gli occhi e scuote leggermente la testa quasi divertito.
Se ha la forza di restare, è solo per loro.

- Va bene piccoli furfanti. Farò colazione con voi! - Dice Stiles sorridendo. Derek rimane estasiato da tale bellezza tanto che si fissa a guardarlo per qualche minuto. Stiles in un primo momento gli e lo permette ma poi la situazione diventa al quanto imbarazzante e rivolgendosi a lui chiede quasi scontroso:
- Che c'è?
- No niente, scusa. E' che mi ero incantato a guardare quanto fossi bello. - Risponde sincero Derek regalandogli un mezzo sorriso e tornando ad occuparsi dei Pancake.
- A che gioco stai giocando, Derek? - Chiede Stiles con un tono che adesso è sicuramente scontroso.
- Nessun gioco, Stiles. Ho solo detto quanto sia bello mio marito!
I due fratelli si guardano e sorridono. Per quanto in questo momento odiano Derek, Stiles aveva ragione. E' pur sempre il loro papà e vederlo pentito e alle prese con il farsi perdonare da entrambi, li addolcisce. 
- Tuo marito. Si, come no! Tz. - Dice sottovoce Stiles. 

Laura e Thomas hanno sentito ciò che Stiles ha detto e guardandolo in silenzio, gli hanno chiesto se stesse bene. Stiles li guarda e mimando un si con la testa, risponde. Tra loro tre e sempre così. Stiles legge nei loro occhi e loro leggono negli occhi di Stiles. Fortunatamente per lui stesso invece, Derek, non ha sentito le parole di Stiles. Appoggia i Pancake sul tavolo e iniziano a fare colazione come una normale famiglia. No, loro ormai, non saranno più la famiglia di una volta.
Devono prima sciogliere la tensione e a questo sta già pensando Laura.

- Thomas, mi è appena arrivato un messaggio di Camilla che chiede se siamo a scuola.
- Oh, si. Camilla, certo! Beh, di la verità no? Siamo a casa. 

Da quando Thomas ha incontrato Camilla su quell'autobus mesi fa, e poi il giorno dopo se l'è ritrovata nella stessa classe, non se l'è più levata dalla testa. Ecco spiegato perchè ha subito perso interesse per la bella Lauren. Lui e Camilla chiacchierano, sono semplici amici al momento ma Laura sta decidendo di far qualcosa per il fratello, mentre lei è ancora impegnata a capire chi sia il suo ammiratore segreto. Stiles si è appena allontanato dalla cucina lasciando da soli i figli con il padre. Non l'ha nemmeno guardato.

- Gli passerà. - Dice Thomas.
- Devi dargli tempo. - Dice Laura.
- Lo so. - Risponde lui guardandoli fissi negli occhi.
- Perchè l'hai fatto, papà? - Chiede Laura. Derek sbianca e non riesce a rispondere.
- Ma sopratutto, da quanto va avanti questa storia?! - Chiede Thomas, ma Derek continua a non rispondere e a testa bassa, i figli possono vedere benissimo che quelle che stanno scendendo lungo il suo viso, in questo esatto momento, sono lacrime.
- Papà, per favore. - Dice Laura in procinto di piangere.
- Vogliamo saperlo. - Dice Thomas con gli occhi già lucidi dal pianto.
A quel punto Derek, si asciuga le lacrime e alza il viso per scontrarsi con gli occhi dei suoi figli.
- Io non ho fatto niente, è stato lui a baciarmi! E' successo due volte. Prima di capodanno, quando tu stavi ancora con quello li amore.. Smith?! Come cavolo si chiamava quel tizio? E ieri. Ma se c'è una persona che amo più della mia stessa vita dopo voi due, beh, quello è proprio vostro padre. - Dice sincero Derek con la voce rotta dal pianto.

Laura e Thomas sono in imbarazzo. Vedere che i genitori soffrono in questo modo, li sta uccidendo. Non sanno proprio cosa fare e così scelgono il silenzio.

- Tho, forse è meglio che andiamo a vestirci. Camilla mi ha scritto che nemmeno lei è a scuola, vuole vederti e suo fratello vuole conoscermi. 
- Mh, uscita a 4 è sorellina?! Ci sto. Ma suo fratello deve tenere le mani alla larga da te. - Dice con fare scherzoso Thomas.
- Sta zitto nano. - Ride Laura. Derek li osserva e sorride felice.
- Papi, allora noi andiamo. - Dice Thomas sorridendo leggermente.
- Si, certo, ma fate attenzione e controlla tua sorella. Cercate di essere a casa per l'ora di pranzo, per favore! - Dice con fare protettivo papà Derek.
- Papààà. Per favore, non siamo più due bambini. Sopratutto, non ho bisogno che nessuno mi controlla. Ho 15 anni ormai. - Dice Laura sorridente.

Se ne stanno per andare. Sono sulla porta della cucina quando Thomas si ferma di scatto facendo incuriosire e non poco la sorella, si gira verso Derek e gli corre incontro.

- Papinoooo. - Dice Thomas stretto a Derek che ha iniziato a piangere come un bambino dalla felicità stringendolo forte a se.
- Amore mioooo! Mi dispiace. Non volevo ferirvi! Voi siete la mia vita. - Dice Derek. Poi, alza gli occhi gonfi di lacrime e li porta a scontarsi con quelli di Laura, pietrificata sul posto, con le lacrime che hanno iniziato a scendere libere sul suo viso.
- Che.. Thomas, avvertimi prima di fare una cosa del genere! E io che volevo essere arrabbiata con lui, per quello che ha fatto, ancora un po'. Mi dici come faccio ad essere arrabbiata con lui se tu all'improvviso scappi ad abbracciarlo e lui sta piangendo come un bambino? Sul serio, papà? Quanti anni hai? Due? - Sbotta Laura asciugandosi le lacrime.
- Laura, amore mio ascol.. -
- No! Sta zitto prima che cambi idea. Ti voglio bene, papà! - Ordina e singhiozza al tempo stesso Laura gettandogli le braccia al collo.
- Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. - Cantilena Derek mentre li stringe fortissimo a se, con le lacrime che non si fermano e li bacia, bacia i suoi figli che piano piano lo stanno perdonando.
- Sai che questo abbraccio non significa che non siamo più arrabbiati con te, vero? Perchè lo siamo ancora. - Dice Laura mentre stringe forte Derek.
- Si, lo siamo ancora. Forse un pò meno, ma lo siamo ancora. Aveva ragione papà, sei pur sempre nostro padre e come non possiamo stare senza di lui, non possiamo stare nemmeno senza di te. - Prosegue Thomas anche lui stretto a Derek.

Lo stringono forte, quasi a non volerlo lasciare andare via mai più.

- Lo so. Ma io non me ne andrò! Io resterò con voi per sempre e mi riprenderò papà. Ve lo giuro, vite mie. Parola d'avvocato! - Dice Derek.

L'abbraccio si ruppe grazie alla fastidiosissima suoneria di Laura che si trova costretta a rispondere dopo aver letto chi la stava chiamando.

- Pronto?
- Hei, La. Ma allora venite?
- Hei, Ca. Si si veniamo. Dieci minuti e siamo pronti! - Dice frettolosamente, Laura. Chiude la telefonata e si rivolge a Thomas.
- Andiamo a farci belli, nano?
- Si, nana.

Baciano Derek e vanno a vestirsi. 
Poi passano da Stiles.

- Papà?
- Hei vite mie. Ma come siete belli! Dove ve ne andate? - Chiede Stiles sorridente vedendo quanto siano belli i suoi figli. Laura e Thomas si incupiscono. Non lo vogliono lasciare solo.
- Vedi, papà. Camilla, è una nostra compagna di classe che va dietro a Thomas e ..
- Che cosa? - Chiede Thomas con un sorriso enorme quanto una casa in volto e interrompendo la sorella.
- Si, nano, dopo ne riparliamo. Comunque papà, dicevo: c'è questa nostra amica che neanche lei è andata a scuola stamattina e vuole vedere Thomas e suo fratello, vuole conoscere me e ci hanno chiesto di uscire. Saremo a casa per l'ora di pranzo ma se tu non vuoi stare da solo, possiamo dire di no. Papà, sul serio. Anzi la chiamo e gli dico che non possiamo più. - Dice Laura con il cellulare già in mano quando Stiles la obbliga a fermarsi.
- No, no, sul serio. Uscite amori miei, solo non fatevi beccare dai vostri prof perchè sennò non saprei che dire per favore. Andate, divertitevi e non pensate a me, io starò bene. Anzi, sapete che faccio?! Vado a trovare il nonno che non sta ancora tanto bene e lo sapete. Ma tu Thomas, tieni d'occhio tua sorella ed in particolare il fratello della tua amichetta. - Dice Stiles solo per farli sorridere.

E ci riesce.

- Ahhah certo papà, tranquillo.

Lo baciano e se ne vanno.

Quando Laura e Thomas salutano un ultima volta Derek e si richiudono la porta alle loro spalle, lui e suo marito sono soli e devono parlare. Passì che l'ha evitato tutto ieri, passi che non gli risponda alle telefonate ma adesso deve dargli la possibilità di spiegarsi. Sta salendo le scale pronto a far pace con il suo grande amore quando il suo cellulare, suona. E' un suo dipendente che richiede la sua urgente presenza per una riunione d'emergenza. Sbuffa con fare seccato e gli dice che mezz'ora al massimo e sarebbe arrivato. Adesso Derek ha un lavoro più grande da fare: deve salvare il suo matrimonio.
Quando raggiunge la loro camera da letto, Stiles sta mettendo a posto delle camicie ed è di spalle. Lui, è fermo sulla porta ad osservarlo incantato senza saper bene cosa dire. Quando Stiles si sta avvicinando all'armadio, lo vede. Prende un respiro profondo, gli lancia uno sguardo cattivo e torna alle sue camicie. Derek ha paura. Quelli non sono gli occhietti dolci di suo marito del quale si è innamorato anni fa e del quale lo è ancora.
Quello non è più il suo Stiles.
- Amore. - Sussurra Derek avvicinandosi piano a lui.
- NON TI AVVICINARE. - Ordina Stiles.
- Ok, non mi avvicino ma fammi parlare.
- Non hai niente da dirmi, Derek.
- Si invece. Se solo mi lasciassi spie..
- NON C'E' NULLA DA SPIEGARE! Ho già visto tutto con i miei occhi e quello mi è sufficente. 
- Ma hai visto male, amore.
- Senti: mettiamo le cose in chiaro. Se ti faccio stare in questa casa è solo per i miei figli!


Quella frase, per Derek fù come morire.

- I NOSTRI FIGLI.
- Non alzare la voce con me Derek perchè non sei nella posizione per farlo. Hai ragione: mi correggo! I nostri figli. E' per loro se non sei già fuori di qui. Dormirai nel divano e chi si è visto si è visto. E poi sul serio, ho visto male? Anche i nostri figli ti hanno visto, Derek. Abbiamo visto male in tre? Sai qual'è il fatto? Non è il fatto che tu mi abbia tradito a farmi più male. E' il fatto che tu mi abbia tradito in casa nostra e che i nostri figli abbiano visto tutto a farmi male. Tu che facevi tanto finta di amarmi. Tu che eri geloso, possessivo, paranoico e rompi palle, guarda il risultato! Era solo una scusa per pararti la coscienza. Sei un doppia faccia Derek ed io non voglio più avere niente a che fare con te! Sparisci dalla mia vista, non guardarmi, non parlarmi, non toccarmi e stammi il più lontano possibile. E puoi anche smetterla di versare lacrime finte! Non ti crede nessuno. E ADESSO ESCI DA QUESTA STANZA! - Ordina furioso Stiles indicandogli con un dito, la porta.

Derek è rimasto senza parole.
Decisamente, quello non è più suo marito.
Lo guarda in silenzio e non riconosce più nulla di lui.

- Io adesso me ne vado ma solo perchè devo andare a lavoro! Quando torno, ne riparleremo e risolveremo questa situazione. - Dice trattenendo l'ennesimo singhiozzo, Derek.

Le sue mani tremano appena.

- Contaci! Adesso sparisci. Divertiti con il tuo amante!

- Amore, ma che cazzo dici per l'amor del cielo! NON E' IL MIO AMANTE. NON STIAMO INSIEME. NON LO AMO. E' STATO LUI A BACIARMI. AMO TE! Te e nessun altro e sto impazzendo senza di te. Non sono niente senza te, Thomas e Laura. Sei tutto per me. Ho bisogno di voi. Ho bisogno di te, amore mio. Ti amo così tanto. - Singhiozza Derek provando ad abbracciarlo. 
- Toglimi le mani di dosso.
- No! Abbracciami amore, ti prego. Mi manchi così tanto! 
- DEREK TE NE DEVI ANDARE E GIA' CHE CI SEI VATTENE ANCHE A FANCULO. - Urla furioso Stiles spingendolo per le spalle e sciogliendo l'abbraccio.


- Mi fa schifo anche solo toccarti. Va al tuo lavoro e lasciami stare!

Quelle furono le uniche ed ultime parole che si scambiarono Stiles e Derek.
Da quel giorno Stiles non gli rivolse parola e ignorava quelle di Derek.
Poi, il venerdì, la telefonata dall'ospedale!


Nonno Jonh, sta male. 
Un infarto, ha fermato il suo cuore.
 
Piccolo spazio autrice:
Poveri i miei Sterek.
I personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di Jeff Davis e questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.
 
 

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Capitolo 5
*** Un occasione per tornare. ***


Un occasione per tornare.
 
Mentre sfrecciava come un pazzo per le strade di Beacon Hills con la sua mammina di fianco, diretto all'ospedale dove lavora, questa volta anche come visitatore e non solo come medico, aveva un urgenza, una necessità, un bisogno primario, incombente. Doveva a tutti costi, fare una lista dentro la sua testa, in ordine cronologico di tutte le cose che stavano andando a rotoli nella sua vita. In primo luogo vi è la depressione lampante che sembra aver colpito i suoi figli. Stiles è talmente arrabbiato che neppure riesce a pensare che in realtà, quei figli che tanto ama, non sono solo suoi ma anche di Derek. Poi in secondo luogo, ma non meno importante c'è senza ombra di dubbio che quello stronzo di suo marito l'abbia fatto cornuto e per ultimo, forse quello che più lo logora da dentro, c'è l'infarto fulminante di suo padre.
- Mi dici com'è successo, per favore? - Chiede Stiles, pur di non pensare.
- Amore, so poco e nulla. Quando sono arrivata a casa lo stavano già caricando sull'ambulanza. - Spiega agitata più di lui, Melissa.
- Ma chi l'ha chiamata l'ambulanza, fammi capire se io e te non eravamo con lui.
- Stiles, l'ha chiamata lui stesso. Mike mi ha riferito che si è presentato alla chiamata in centrale dicendo:

"Sono Jonh Stilinski, sono lo Sceriffo della Contea di Beacon Hills e sono il padre di Stiles Genim Stilinski, primario di tutto il reparto di chirurgia generale del Beacon Hills Hospital e sono il marito della Dottoressa Melissa Stilinski e lavora anche lei nello stesso ospedale di mio figlio e sto chiamando perchè il mio cuore sta battendo troppo forte. Sono nella mia abitazione, ma sono solo."

Inoltre ha riferito che affannava.
Deve aver capito da solo che stava avendo un infarto.

- Povero il mio papà. 
- Ecco amore, ci siamo. Guarda c'è un posto li! 
- Grazie mamì, forza corriamo.

Il reparto di cardiochirurgia non gli è mai piaciuto. Neppure nel reparto neonatale ha mai visto così tanta vita e morte insieme. Trema come un pazzo e si sente il corpo gelato ogni volta che deve attraversare quei corridoi e sta ancor più male oggi che gli attraversa in quanto "visitatore". Dietro quelle fredde porte, c'è suo padre. Uno dei suoi doni più preziosi, l'uomo a cui crede di dover dare tutto, pure la vita. L'uomo che l'ha amato quando gli ha detto piangendo e vergognandosi di essere gay, l'uomo che gli ha detto che l'avrebbe amato pure se avesse voluto diventare una donna. L'uomo che quando nacque Laura, lo abbracciò, gli sorrise e gli disse che sarebbe stato un padre straordinario. L'uomo che quando hanno adottato Thomas gli pianse felice tra le braccia ringraziandolo come un pazzo per avergli regalato la sua seconda gioia più bella. Essere nonno per la seconda volta! Non che non amasse Nataly e Matias, i figli di Scott e Isaac, perchè li amava da morire ma sa bene che grazie a Naty e a Maty lui era nonno per quattro volte con il quadruplo dell'amore da donare e da ricevere.

- Dottor Stilinski... - Si sente chiamare, Stiles.
- Dottor Brown, la prego, mi aggiorni. - Risponde Stiles tutto trafelato, mentre stringe la mano al collega.

Melissa, in un angolo.

- Si c..
- Aspetti, mamì vieni qui. Perchè stavi distante! - Interrompe Stiles, per prendere per mano Melissa e portarla al suo fianco.
- Il dottore ha chiamato te. Dimenticandosi che sono la moglie del suo paziente e che anche io sono un medico. - Risponde oltraggiata, Melissa.

Sa bene che quel dottore da strapazzo ha una cotta per quello che a tutti gli effetti adesso è suo figlio, l'ha capito fin dal primo giorno anche se il suo bambino non se n'è accorto, lei si. Lei è una donna, lei è una mamma e certe cose le capisce a colpo d'occhio. Ciò che proprio non capisce è il suo comportamento infantile e poco professionale.

- In effetti, che modi sono? Lei è la dottoressa Stilinski. - Chiede su tutte le furie, Stiles.

Voci di corridoio gli hanno riferito che tra sua madre e il medico di suo padre non corre buon sangue e ora che ne ha la prova, questo proprio non lo accetta. Come osa, trattare così la sua mamma?

- Scusatemi entrambi, dottori. La mia è stata una svista! Ad ogni modo, siete molto agitati tutti e due, accomodatevi nel mio studio che vi illustro il caso.
- Non sono necessari con noi i preamboli, suvvia faccia in fretta... siamo medici, non servono giri di parole, ci dica cos'ha e ci mandi da lui. 
- Va bene Dottoressa Stilinski. Suo marito ha avuto un infarto fulminante, abbiamo dovuto rianimare tre volte ma ora è stabile. Analisi del sangue ed ecg son nella norma e il cuore dello sceriffo batte forte e sano.
- Forte e sano? Ha appena avuto un infarto fulminante. Forte e sano non direi proprio!
- Stiles, non rispondere male al collega. Sa quello che dice e sa fare il suo lavoro! - Lo riprende, Melissa.

Stiles la guarda e sospira chiedendogli scusa a bassa voce. Poi rafforza la presa alla mano, ancora stretta alla sua.

- Possiamo vederlo? - Chiede impazziente.
- Certo, dottore. Andate pure, stanza 303. Arrivederci, Melissa.

Per Stiles, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Molla la mano di Melissa e si avvicina minaccioso al viso del dottor Brown, mentre sua madre tenta di tirarselo via, per non agitar troppo le acque, ma Stiles in questo momento è sordo e cieco di rabbia e neppure lui sa perchè.

- Le ho già detto che lei è la DOTTORESSA STILINSKI. La ringrazio per aver curato mio padre ma da questo momento in poi la esonerò dal caso in quanto figlio del paziente e in quanto comunque volendo o non volendo sono un suo superiore. Mi dia la cartella clinica di mio padre, immediatamente o me la faccia trovare nel mio ufficio in cinque minuti dove poi deciderò io chi dovrà prendersi cura del marito della dottoressa Stilinski. - Ordina furioso, Stiles. 

Melissa è rimasta senza parole.

- Ma Dottore...
- MA DOTTORE UN ACCIDENTE. Nessuno manca così di rispetto a mia madre senza passarla liscia. Perchè finchè era solo un infermiera, sembrava il suo cagnolino, dottor Brown, ora invece la denigra così. E' una donna, è una madre, è una moglie e sopratutto è una dottoressa. Noi fin'ora nonostante fossimo i famigliari del paziente, non ci siamo presi nessuna confidenza. A lei chi le ha detto che poteva chiamare mia madre, Melissa? Per lei non è Melissa ma è la DOTTORESSA STILINSKI e se lo ricordi per le volte a seguire.
- Dai amore basta, per l'amor del cielo, calmati e andiamo da papà. 

Poi, Melissa riesce a trascinarselo via dai li, mentre il Dottor Brown vorrebbe sprofondare.

- Sei pazzo, amore? E' un pò antipatico, ma è bravo nel suo lavoro.
- Non per me, mamì. Voglio il meglio per papà e lui non lo è!
- Vuoi la dottoressa Evans, vero?
- Si, andrò a parlarci immediatamente. Tu stai con lui, io torno dopo! Salgo su in ufficio da me, prendo la cartella clinica di papà e gli e la porto. Tu intanto ripetigli le analisi. Tutte! Quelle del sangue, l'ECG, l'emogas... tutto. Non mi fido di lui! Mi guarda sempre strano.
- Stiles, amore mio grande. Sei tanto intelligente ma alle volte così tanto sciocco. 
- Scusa?
- Scusa un accidente. Non ti guarda strano, Stiles. E' solo cotto di te!

Stiles, avvampa.

- Mamma ma cosa blateri, per la miseria. Va da papà!
- Ok, dottore. Grazie per avermi difesa, prima!
- Ti voglio bene, sono orgoglioso di te, Dottoressa Stilinski. 

Un bacio in fronte alla sua mamma e corre in ufficio. Come previsto, la cartella clinica di suo padre è già li. Stiles non ha mai avuto bisogno di alzare la voce con nessuno dei suoi colleghi, specializzandi, infermieri ecc, ma oggi ha davvero perso le staffe e a giudicare dalla tempestività in cui ha ricevuto i documenti richiesti, dev'essere davvero brutto quando si arrabbia. Nonostante la situazione, un sorriso gli spunta sul viso. Inevitabilmente, poi, il pensiero corre ai suoi figli a casa da soli, tristi e spaventati per il nonno, mentre lui stesso corre da un ufficio all'altro. La Dottoressa Evans non ci ha pensato su un istante e ha accettato il caso che il suo collega preferito, gli ha affidato. Non si poteva spiegare a parole quanto fosse bella e leale la loro amicizia. Pochi passi ancora e finalmente è li, da suo padre. Lo abbraccia forte e gli piange addosso di sollievo, mentre Melissa gli accarezza la schiena per tranquillizzarlo.

- Va tutto bene, figlio mio. Non piangere! - Sorride e risponde un pò faticante, Jonh.
- Piango di gioia, papà. Guai a te, ora se non mangi come si deve. 
- Confermo, marito.
- Per l'amor del cielo, non mi bastava un figlio dottore, ora pure una moglie.
- EHI! - Lo riprendono in coro, moglie e figlio.
- Io vi amo così tanto. - Sorride lo sceriffo, guardandoli e amandoli secondo dopo secondo, ogni volta un pò di più.
- Ti amiamo anche noi, vecchio ma credo che i tuoi quattro nipoti ti amano di più. Videochiamata di gruppo. Che faccio, rispondo? Mi hanno già chiamato trecento volte l'uno tra tutti e quattro.
- Certo Stiles, rispondi. Non vedo l'ora di vederli!

Stiles sorride e risponde alla videochiamata di gruppo, non si inquadra nemmeno ben conscio che nessuno di loro quattro avrebbe voluto vederlo e inquadra direttamente suo padre che non contento gli strappa pure il cellulare di mano, per tenerlo lui stesso, guardandolo male e dicendogli che fino a prova contraria era in grado di tenere in mano un telefono.

- Non sono mica moribondo! - Lo riprende furioso, Jonh. 

Poi l'attenzione passa al suo bene più prezioso. I suoi nipoti.

- NONNOOOO!
- Amori miei, ciao. Che sono quelle facce?
- Abbiamo avuto paura per te, nonno. - Singhiozza Nataly.
- Stavamo impazzendo nonno. Volevamo vederti a tutti i costi! - Risponde Thomas.
- Papà e zio non ci hanno fatto venire da te, nonno. - Dice Matias, arrabbiato con suo padre Scott che è corso in ospedale senza di loro.
- Nonno, ma che ci combini. - Conclude Laura, piangendo disperata, arpionata al braccio di Thomas.
- Ehi, ehi, ehi! Basta piangere. Nonno sta bene, sono lo sceriffo e inoltre ho avuto già una disgrazia più grande in quanto padre di Stiles e Scott. 
- Grazie tante, papà. Ti voglio bene anche io, sai? Menomale che ormai mi hai adottato e riconosciuto come figlio tuo e che quell'essere ignobile che mi ha generato insieme all'angelo che hai sposato, se ne sia andato via, lontano, spero a fanculo. - Risponde Scott appena entrato in stanza, sorridendo e baciandolo ma di nascosto una lacrima di paura riga il suo volto.

Jonh sospira, lo bacia e gli e l'asciuga. 

- Beh, i bambini hanno riso. Ciò è l'unica cosa che conta!

Ma poi, deve sussurrare per forza una cosa all'orecchio di suo figlio.

"Dopo parliamo della parolaccia, signorino." 

Scott, inevitabilmente deglutisce a vuoto.

- Ok amori miei, papà e zio vostro vi ama immensamente ma ora il nonno deve riposare, ok? Vi prometto che ve lo farò vedere presto. - Interrompe Stiles, inquadrandosi.
- Dai papà, facci parlare col nonno ancora un pò.
- Laura non si può.
- Ma che ti costa, zio. 
- Naty, per favore. Non ricominciate a piangere, te e tua cugina. Non si può e basta! Il nonno è nelle mani della dottoressa Evans, la migliore di questo ospedale. Appena ho notizie vi aggiorno. Oppure vi aggiorna papà o la nonna! Fate i bravi, vi amo tanto. Su, salutate il nonno!
- Ciao nonno, ti amiamo immensamente. - Rispondono in coro i quattro adolescenti.
- Vi amo anche io, vite mie. - Risponde emozionato, il nonno.

Chiusa la telefonata, Scott può scoppiare in un pianto isterico. Stiles, a presso a lui.

- Papà. - Singhiozza disperato.
- Basta amore mio, pure tu. Fate tanto i grossi dicendo ai vostri figli di non piangere e poi piangete voi? Sto bene.
- Papà non stai bene, hai avuto un infarto fulminante cazzo! - Urlano Stiles e Scott insieme.

Per lo sceriffo della contea di Beacon Hills, quello fu un affranto e sua moglie deglutì a vuoto ben consapevole della ramanzina che ora sarebbe spettata ai loro figli.

- Come osate parlare in questo modo. - Li riprende infatti.

Scott rotea gli occhi.

- Papì, abbiamo quasi quarant'anni.
- Ne potete avere pure cento, Scott. Cos'è questo linguaggio? Io e vostra madre non è così che vi abbiamo educati.
- Scusaci. Ma siamo spaventati! - Risponde Stiles.
- Io vi scuso ma guai a voi se dite un altra parolaccia. 

Scott e Melissa ridacchiano divertiti. 
Stiles sorride e pensa a come e quando potrà dire alla sua famiglia di essere un cornuto.

Se lo dice a Scott, sarebbe l'inizio della fine. Scott voleva bene a Derek, sia chiaro, ma a Stiles, beh a Stiles lo amava. Lo amava da impazzire, Stiles era suo fratello anche se non aveva una sola goccia di sangue identico nelle sue vene, Scott lo amava come tale e nessuno tradisce Stiles senza passare un brutto quarto d'ora sotto le sue mani.

- Amore, tutto ok? - Chiede infatti, Scott davanti ad una macchinetta, sorseggiando caffè e baciandogli una guancia. Ha capito che suo fratello ha qualcosa che non va, al di là della salute del loro amato papà.
- Si, nano. Tranquillo.
- Ok, farò finta di crederci! Quando me ne vorrai parlare, sono qui. Isaac è fuori città per lavoro, ma Derek?

La sua assenza, lo confonde. Derek c'era sempre per Stiles e sopratutto c'era sempre per il suo amato suocero. Quindi perchè suo cognato non era li? Scott doveva indagare a tutti i costi.

- Derek è a lavoro... COME SEMPRE. - Sbotta Stiles buttando il bicchierino di caffè, ormai vuoto, nella spazzatura.

"E probabilmente con lui c'è anche il suo fottuto amante." - Pensa Stiles.

- Beh, chiamalo. Deve correre qui, o andare a casa dei bambini quanto meno! Isaac stava per prendere un aereo, appena gli ho detto ciò che è successo. L'ho fermato per tempo.
- Aveva una riunione, c'è un caso importante di mezzo, ma son già le sette di sera. Lo chiamerò, magari ha finito. Ora devo iniziare il turno, vado in ufficio a mettere il camice.
- Beh, tu chiamalo e fammi sapere. Se non riesce a sbrogliarsi, dimmelo che corro a casa dai bambini e andiamo da me o prendo i miei e andiamo a casa tua. Non esiste che stiano soli!
- Sei uno zio meraviglioso. Ecco perchè ti amano così tanto!

A casa Stilinski, invece, Thomas, dopo aver visto il suo amato nonno in videochiamata, ha un idea.

- Laura, chiama papà e digli di venire qui a casa per favore. - 
- Non capisco, Thomas. Siamo ancora arrabbiati con lui, ricordi? - Dice Laura, inarcando un sopracciglio, degno della figlia di Derek Hale.
- Si Laura, ricordo. Ma tu ricordi che vogliamo tornare ad essere la famiglia felice che siamo sempre stati?
- Questa qui è un occasione per tornare, hai ragione come sempre. Lo chiamo subito!

Compone il numero e Derek risponde immediatamente.

- Laura, amore.
- Papà, ciao! Senti! Hanno chiamato ore fa dall'ospedale, il nonno ha avuto un infarto. L'hanno ricoverato d'urgenza. Papà non ha detto niente, ci ha detto solo che è stato un infarto fulminante, ma era a pezzi. Ora, se sei abbastanza intelligente sai cosa devi fare. Io e Thomas siamo qui a casa che ti aspettiamo!

Derek li raggiunge subito, al diavolo il lavoro. Prima di tutto, la famiglia.

E' sera ormai e Stiles deve iniziare il turno ma prima di tutto vuole chiamarli per sincerarsi di come stiano e per dirgli che gli avrebbe mandato zio Scott. Chiama a Thomas e risponde Laura.

- Papà?
- Laura, amore ciao.
- Come sta il nonno?
- Non si sa amore, è ancora sotto esami, ora riposa! Ascolta: io non voglio lasciarvi soli a casa. Sta arrivando lo zio Scott!
- No, noi non siamo soli. - Si affretta a dire Laura d'accordo con il padre e il fratello.
- Che intendi? - Chiede Stiles.
- C'è papà. - Risponde Laura mentre sorride al suo papà.
- Oh. Ok, allora sto tranquillo. Vi chiamo dopo, ok? 
- Si, ok. Ciao papà.
- Ciao amore.

Un sorriso nacque sul volto di tutti e tre.

Alla decima telefonata dei figli, Stiles prende coraggio  e chiede di parlare con Derek.

- Stiles, amore mio. Come sta tuo padre?
- La smetterai mai di chiamarmi così Derek? Sono arrabbiato con te. Non puoi chiamarmi amore!
- Si che posso, tu sei il mio amore.

Ed istintivamente, una lacrima scende libera nel suo viso e Laura e Thomas sono sicuri che la stessa lacrima è scesa anche a Stiles.

- Se lo dici tu. Ad ogni modo, mio padre sta così così. So che Laura e Thomas sono preoccupati, quindi se volete venire riesco anche a farvi entrare.
- Ok amore, arriviamo subito. Ti serve qualcosa? 
- Mi serve che la smetti Derek. A tra poco!

Stiles chiude il telefono e sorride. Il primo nel corso di una settimana.
Derek chiude il telefono e inizia a parlare come se Stiles fosse ancora in linea.

"Ti amo troppo vita mia."

Si dirigono in ospedale, parlano e ridono con il nonno che ha già capito tutto quello che è successo senza che nessuno gli dicesse niente. Melissa è li con loro che lo rimproverava per avergli fatto prendere un accidente del genere e subito dopo se lo bacia con dolcezza. Ancora una volta. L'ha rimproverato un centinaio di volte da quando è ricoverato.

E' mezzanotte e dieci circa ormai e tutti stanno per tornare a casa. Come una normale famiglia.

- Stiles, ti posso parlare un attimo solo per favore? - Chiede il nonno.
- Ti aspettiamo al parcheggio, tanto sei venuto in ambulanza no? Torniamo a casa, insieme. - Dice Derek calcando sull'ultima parola.
- Con Melissa ma si, torniamo a casa insieme. - Risponde Stiles. 
- Melissa ti ha lasciato guidare la sua auto? - Chiede sconvolto, Derek. Sa quanto sua suocera amasse quell'auto e sa quanto Stiles ami schiacciare il piedino sull'accelleratore quando è nervoso. 
- E' STATO UN CASO DISPERATO. - Risponde prontamente Melissa, facendo ridere tutta la famiglia. Poi, un bacio al nonno e Melissa, Laura, Thomas e Derek sono già fuori dalla stanza e Stiles inizia a parlare con il padre.
- Allora papà? Vuoi dirmi qualcosa? - Chiede Stiles con un finto sorriso.
- Smettila e perdonalo. - E' l'unica cosa che risponde il nonno.
- C.. che, di.. cosa.. che stai, d.. dicendo papà? - Balbetta Stiles.
- Sto parlando di tuo marito. Avete litigato cinque giorni fa, quando tu con i bambini siete venuti a casa mia con il giapponese. Ti ha tradito e ora non riesci a perdonarlo. Ma lui ti ama! Sono sicuro che non si è spinto oltre ad un bacio e che cos'è un bacio dato ad un altro uomo se per vent'anni se non di più, quelle labbra hanno baciato solo le tue?

Stiles che fino adesso aveva tenuto tutto dentro, che in cinque giorni non aveva mai pianto se non di felicità per quello che gli hanno detto i figli la sera stessa del tradimento, adesso si è accasciato alla sedia di fianco al padre, la testa piegata fino alle ginocchia tenuta dal braccio destro, come fosse un ancora e una mano che va a toccare i capelli nervosamente, è scoppiato in un pianto isterico. 

- Mi ha tradito, papà. - Dice piangendo.
- Anche io ho tradito tua madre. - Confessa lo sceriffo.
- Che cosa? Quando? - Chiede Stiles guardando perplesso il suo papà.
- Era al nono mese di gravidanza ma non mi sono fermato ad un bacio, purtroppo. 
- Che, stai scherzando? Lei lo sapeva? - Chiede ancora Stiles, balbettando.
- No, non sto scherzando purtroppo. E si, lo sapeva.
- E ti ha perdonato?
- Si. E lo sai perchè?
- Perchè?
- Perchè mi amava.
- Tu l'amavi?
- Da morire.
- E allora, perchè l'hai fatto?
- Non lo so Stiles. Ma anche Derek ti ama. E non credo che quel bacio lui l'abbia voluto. Avete parlato?
- No. L'ho evitato da allora. Lo anche sbattuto fuori di casa ma è tornato l'indomani mattina!
- Ti devo dire anche il perchè è tornato?
- Perchè mi ama? - Chiede Stiles.
- Perchè ti ama. - Conferma lo sceriffo.

Stiles si asciuga le lacrime, da un bacio al suo vecchio e torna dalla famiglia. Derek dormirà nel divano, come il resto della settimana appena passata. Stiles era così stanco che si è addormentato non appena ha appoggiato la testa sul cuscino. Derek piangeva e beveva del caffè. Sapeva che il marito si sarebbe svegliato nel cuore della notte e che avrebbe avuto bisogno di lui anche se adesso Stiles non lo voleva ammettere.

Sono le tre e cinque del mattino e Stiles si è appena alzato per andare in bagno e quando uscirà, si troverà Derek davanti.

- Derek, maledizione a te. Mi hai fatto spaventare. - Dice Stiles a bassa voce per non svegliare i figli.
- Come stai amore? - Chiede Derek.

Stiles chiude gli occhi, prende un respiro profondo e si porta una mano davanti al viso.

- Derek devi smetterla. Io così non ce la faccio! Smettila, per favore. Io non sono più il tuo amore. - Supplica Stiles mordendosi il labbro inferiore e iniziando a piangere silenziosamente.
- Hai ragione Stiles, tu non sei il mio amore, ma tu sei LA MIA VITA. - Dice tutto d'un fiato Derek, poi afferra con forza il suo polso per costringerlo a guardarlo negli occhi. Sono pericolosamente vicini, troppo vicini. Derek lo fissa negli occhi. Stiles invece non riesce a levare gli occhi da quelle labbra che da sempre sono la sua migliore tentazione.
- Derek.. 
- Stiles, guardami amore, per favore. Guardami negli occhi! - Supplica in un filo di voce Derek alzandogli delicatamente il viso con due dita sotto al mento.
- Io Ti Amo Stiles. Ti amo come non ho mai amato nessun'altro in vita mia. Si Stiles, sei tu la mia vita. E' te che voglio! E' stato quello li a baciarmi, amore. Io ti amo. Ti amo. Ti Amo. Ti Amo. Ti amo vita mia. Tu, Laura e Thomas siete la mia vita. Non posso vivere senza di voi. Non posso. Ti prego, amore. 
- Io me ne torno a dormire, Derek. Non voglio stare qui a sentire le tue cazzate.

Si è allontanato di qualche passo. Derek sta morendo, lo ha afferrato per i fianchi, lo ha tirato con forza verso di se, lo ha fatto girare e senza permettere che Stiles potesse iniziare a parlare, o peggio ancora scappare, lo ha baciato. Ha di nuovo unito quelle labbra che solo in quell'unione sono perfette. Non hanno bisogno di parlare. In questo momento le labbra di Derek stanno chiedendo perdono e quelle di Stiles gli e lo stanno donando. Si baciano, si baciano con passione, con rabbia, con dolore, con amore. Poi successe la cosa più prevedibile. Stiles si stacca da quella voragine di passione e di emozioni, ma resta comunque con il naso che va a toccare quello di Derek e fronte contro fronte si guardano intensamente negli occhi.

- Amore mio. Ti prego. Non ce la faccio senza di te. - Sussurra Derek lasciando che le lacrime scendano libere sul suo viso. 
- Sono arrabbiato Derek! Te ne devi andare. Devi andartene perchè così non ce la faccio, ho bisogno di pensare. - Dice Stiles ancora nella stessa posizione.
- No amore, non hai bisogno di pensare, hai bisogno di fare! Devi tornare a fare quello che stavamo facendo un attimo fa. - Dice Derek provando a baciarlo ancora.

Ma Stiles non gli e lo permette.

- No. Derek, no! Non ci fermeremo ad un bacio e io adesso sono arrabbiato quindi sarebbe sbagliato! Sarebbe solo sesso e mio malgrado tu sei ancora mio marito. Non posso fare sesso con mio marito. Non si può fare. Non è quello che ci siamo giurati vent'anni fa il giorno del nostro matrimonio.
- Infatti, dovremmo fare l'amore. 
- Te lo puoi scordare.
- Almeno baciami ancora, te ne prego, solo un altro. Un ultimo, piccolissimo bacio. Ti prego, vita mia. 

A quelle suppliche, Stiles cede e si baciano. Un altro leggerissimo, soffice bacio nelle labbra ma un secondo dopo nella mente di Stiles appare l'immagine di Derek che si limona un altro uomo, in casa loro.

- Derek per favore. Te ne devi andare! Prendi la tua roba e vattene. Ho bisogno di pensare. Ho resistito cinque giorni, ma adesso non posso più. Te ne devi andare. Ti chiamerò io quando potrai tornare. Ma adesso devi andare. 
E per quella notte, si lasciano così. Con la promessa che Derek sarebbe presto tornato a casa dal suo amore. Derek se ne andò come un cagnolino, piangendo disperato con un enorme bagaglio tra le mani mentre a Stiles, ad un passo dall'essere le quattro del mattino arrivava un e-mail sul telefonino.

Era una convocazione speciale, un convegno nazionale di Medici e lui doveva presenziare a tutti i costi.
 
Piccolo spazio autrice:
 
Salve cucciolotti.
Come state? Vi piace? Stiles andrà a questo convegno?

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