Our life is gonna change

di Elise 94
(/viewuser.php?uid=32931)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio di tutto! ***
Capitolo 2: *** Cinque anni dopo... ***



Capitolo 1
*** L'inizio di tutto! ***


chaylor
Our life in gonna change


Mi piaceva guardare le stelle la sera. Sdraiarmi sull'erba fresca del prato nel mio giardino e contemplare quella stupenda immensità.

Ma quella sera fu diverso.
Accanto a me non c'era Troy, l'amore della mia vita, ma la mia migliore amica Taylor McKessie. Solo che, quello di cui stavamo parlando, era un argomento grave e da attenzionare. Non l'avrei mai potuto pensare: la mia amica aspettava un bambino.
Quelli che provai furono sentimenti come compassione, sorpresa, perplessità, incredulità...e anche un pò paura
"Tay ma l'hai detto ai tuoi?" le chiesi non sapendo cosa altro dire.
Taylor si asciugò una lacrima che ribelle le aveva solcato il viso. "No, l'ho detto solo a mia sorella!" mi rispose.
Le misi una mano sulla spalla come per invitarla a continuare.
"Non sapeva cosa dirmi, ha cercato di comprendermi più che poteva, di ascoltarmi..."
"...ti aiuterà vero?!" la interruppi.
Mi guardò con gli occhi pieni di lacrime. Poi annuì.
"E come lei anche io!" le promisi abbracciandola.
Continuò a singhiozzare col viso nascosto e appoggiato alla mia spalla, quando mi sorse un dubbio, una curiosità.
"Chi è il padre Tay?" le domandai.
Non rispose, ma io sapevo già cosa mi avrebbe dovuto dire. Un nome e un cognome. Chad Danforth.
"Tu hai fatto l'amore solo con una persona fino ad ora!" le dissi e poi continuai: "E' Chad?" chiesi.
Come pensavo sussurrò un si dopo alcuni minuti.
E così Taylor aspettava un bambino dal migliore amico del mio ragazzo.
"Gabby io però...non so se voglio tenerlo!" mormorò all'improvviso. L'udii perfettamente.
In quel momento qualcosa scattò in me, spinsi dolcemente la mia amica per guardarla meglio negli occhi.
"Tu stai scherzando!" esclamai "Non puoi abortire! Uccideresti tuo figlio così e non posso permettertelo!"
"Non ho altra scelta!" si giustificò.
"Chad non te lo permetterebbe mai!" le dissi.
Lei si alzò senza proferire parola e camminò avanti e indietro più volte.
"Chad non lo deve sapere!" sbottò alla fine seria.
A quel punto cominciai ad alterarmi sul serio. Stava facendo una serie di calcoli assurdi.
"Ma è lui il padre! In questo modo gli neghi suo figlio ed è sbagliato!" esclamai ancora.
Taylor a quel punto mi guardò di nuovo fisso negli occhi e disse: "Gabby ti prego! Posso capire che non vuoi che rinunci al bambino, ma ti supplico, ti scongiuro non me la sento di caricare Chad di tanto peso per ora! Quando sarà il momento glielo dirò...ma adesso so che non riuscirei proprio ad affrontarlo!"
Le lacrime cominciarono a scenderle dagli occhi e questo mi portò ad abbracciarla per confrontarla. Cosa altro potevo fare se non rispettare la sua volontà?

Trascorsi i 9 mesi di gravidanza, Taylor diede alla luce una bellissima bambina di nome che chiamà Maya. Era tutta color cioccolato, con due occhietti vispi e furbetti che mi ricordavano quelli di Chad. Non appena nacque fui io a prenderla in braccio per prima. La ammirai sorridente.
"E' meravigliosa Tay!" dissi alla mia amica.
"Si lo è!" mi rispose semplicemente.
Avrei tanto voluto che il padre di Maya la vedesse e invece sapevo che questo non sarebbe successo tanto presto. Chad non sospettò mai che Taylor fosse in gravidanza. La mia amica gli aveva detto che per un buon periodo di tempo si sarebbe assentata dalla scuola per seguire dei corsi speciali all'università di Los Angels (un pò quello che ha fatto Gabriella in Hsm3_N.D.) ma che sarebbe sicuramente tornata per prendere il diploma. A quel punto la bambina doveva esser già nata quindi nessuno avrebbe potuto conoscere il vero motivo dall'allontanamento di Taylor dalla scuola. Dopo l'esame di maturità io, la mia amica e Troy ci trasferimmo in California. Chad non riuscì a capire il perchè di questa scelta della sua fidanzata, ma la lasciò fare, perchè non voleva essere un ostacolo. Tuttavia, qualche fine settimana Taylor lo raggiungeva ad Albuquerque....Ma un mese dopo la nascita della bambina accadde qualcosa che non mi sarei mai aspettata.

Ero appena tornata dall'università. Entrata in casa posai i miei libri e la mia borsa sul tavolo della cucina.
"Taylor, sono tornata!" esclamai infine. Non ottenni alcuna risposta.
Perplessa salii le scale che portavano al piano di sopra. Il corridoio era vuoto e silenzioso. Non si sentiva nemmeno il pianto di Maya. Probabilmente Taylor l'aveva porata a prendere un pò d'aria, pensai...
Ma quando entrai in camera della mia amica e vidi sua figlia, sola, adagiata nell'ovetto posto sopra il letto, un brutto presentimento si impossessò di me.
E poi trovai quel biglietto che mi disse tutto...

Gabby, mi dispiace, mi dispiace sul serio!
Perdonami se puoi...ma non ci riesco...non potrò riuscirci!
Non potrò mai essere una brava madre!
Sono ancora una bambina!
Te ne prego, prenditi cura di mia figlia...falla crescere sana a forte e falla sentire a casa!
Dalle tutto l'amore che io purtroppo non riuscirò e non sarei mai riuscita a darle!
Ti voglio bene Gabby!
Dai un bacio a Maya da parte della sua mamma!

Tay

P.S. Non cercarmi Gabby! NN CERCARMI! E continua a mantenere il segreto con Chad!


Il mio cuore perse un battito. Cominciai a tremare e a piangere senza rendermene conto. E dopo un pò anche Maya cominciò a singhiozzare. Nel panico, provai a chiamare Taylor...ma aveva il cellulare staccato! Maya cominciò a piangere più forte, così fui costretta a prenderla in braccio per calmarla. La cullai cantandole una ninna nanna che solitamente le cantava Taylor per farla dormire. Dopo una ventina di minuti crollò, la posai nella culla, abbassai le persiane per fare buio e uscii dalla stanza chiudendomi la porta alle spalle. Mi catapultai al piano di sotto e presi il cordless che avevo comprato da poco nel tentativo di chiamare Troy. Uno squillo, due squilli, tre, quattro...
"Pronto?" mi rispose un pò affannato. Si trovava nella palestra comunale di Los Angeles per gli allenamenti di basket come ogni giorno.
"Tr...Troy..." singhiozzai non riuscendo a parlare.
"Gabby? Oddio amore mio cosa è successo? Parla!!" mi chiese allarmato sentendomi sconvolta.
"...Taylor se n'è andata!" e senza rendermeno conto urlai mentre varie lacrime scendevano sulle mie guancie.
Troy rimase in silenzio incredulo anche lui a ciò che aveva appena udito.
"Sto tornando subito a casa!" sbottò all'improvviso.
"Ok fai presto!"
E chiusi la comunicazione portandomi una mano alla fronte. Avevo mal di testa e avevo la sensazione che gli occhi mi stessero prendendo a fuoco. Ri tornai in camera di Taylor e guardai la piccola Maya dormire. Era praticamente rimasta orfana: suo padre non aveva idea della sua esistenza e sua madre l'aveva appena abbandonata solo per paura di non riuscire a crescerla. In quel momento il mio pensiero andò a Taylor! Mi chiesi se l'avrei mai più rivista!


Ebbene si!! Me ne esco all'improvviso con una nuova ff!! Comincio a pensare che la scuola mi ispiri! Hehe! (oggi è stato il mio primo giorno). L'idea era quella di postarla dopo aver finito le altre storie in corso...ma ho preferito approfittare del fatto che l'ispirazione in questi giorni fa parte di me per buttare giù almeno un cappy!! Allora, all'inizio vi sembrerà una cosa drammatica, perchè si lo è! Ma sappiate che io sono come Stephanie Mayer...ho un debole per il lieto fine!;D Per cui...tranquillizzatevi!! E' la mia prima Chaylor dopo non so quanto tempo...speriamo che mi venga bene!! Intanto voi che leggete lasciate tanti commy...sennò mi sa che Maya i suoi genitori non li vede più!! Mhuaaaaaaaa!!! *me perfidissima!!* Ovviamente scherzo...però voi commy!!xD

Kiss!

Cioky!=P

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cinque anni dopo... ***


Due morbide e candide labbra si posarono dolcemente sulla mia fronte

Due morbide e candide labbra si posarono dolcemente sulla mia fronte. Dormivo. Sbadigliando aprii piano piano i miei occhi e misi a fuoco il luogo in cui mi trovavo. Non ero a casa mia...ma in una stanza d'ospedale. Troy, ormai mio marito, prese ad accarezzarmi tenero i capelli mentre con la coda dell'occhio sbirciava nella culletta posata alla destra del mio letto. Li, in quel piccolo lettino, riposava Manuel Bolton, il nostro primo figlio.
"Dorme?" domandai non riuscendo bene a vederlo.
"Si ma si agita! Sarà quasi ora della poppata!" mi disse Troy.
Muovendomi feci capire a mio marito di voler mettermi seduta. Stavo già meglio anche se avevo partorito solo da qualche ora, fortunatamente con un parto naturale.
"Tra poco arriveranno mia madre e mia sorella!" mi avvertì Troy guardando l'orologio.
Io nel frattempo mi ero avvicinata alla culla e preso in braccio Manuel l'avevo fatto attaccare al mio seno. Quanto era bello! Somigliava molto a suo padre tranne per i lineamenti del viso e la forma degli occhi più simili ai miei.
"Succhia frenetico questo bambino! Non è che me l'hai tenuto morto di fame fino adesso!?" sbottò Troy ironico.
Gli lanciai un'occhiata severa.
"Ti sembro tanto stupida?" gli chiesi
inarcando un sopracciglio.
Troy alzò le mani in alto sorridente e io lo imitai forgiando un sorriso a trentadue denti. Avevo tra le braccia il frutto del nostro amore. Il mio Manuel. Il nostro Manuel. Solo un insensibile non starebbe felice nella stessa situazione!
"Si può?!" domandò qualcuno bussando alla porta.
Troy andò ad aprire e in poco tempo mi ritrovai con tutta la mia famiglia attorno venuta a trovare Manuel. Vi erano i miei genitori e quelli di Troy, mia cognata Lory insieme al fidanzato...e una dolcissima bambina riccioluta di solo cinque anni.
Dopo così tanti anni facevo davvero fatica a riconoscere Maya. Era cresciuta così in fretta che quasi non me ne ero accorta. I suoi capelli, caratterizzati da morbidi riccioli, le davano un tocco sbarazzino e i suoi occhi erano ancor più visti di quando nacque. Era tutta suo padre.
"Ciao mamma!" mi salutò
allegramente.
Io avevo ancora in braccio mio figlio e lo allattavo.
"Ciao tesoro...hai sentito la mia mancanza?" le chiesi.
Annuì volgendo la sua attenzione a Manuel ancora attaccato al mio seno. Lo scrutò attentamente sotto gli sguardi attenti dei presenti.
"Mamma!" parlò all'improvviso "Non ti sembra che sia troppo...minuscolo?!" domandò.
Scoppiammo a ridere tutti quanti. Quando poteva essere innocente una bambina?
"Vedrai che tra un di tempo diventerà grande come te!" le disse Lory avvicinandosi.
Maya continuava a guardare il fagottino tra le mie braccia seria e attenta, come se cercasse un'imperfezione.
"Speriamo!" aggiunse infine.
Lory le diede un buffetto affettuoso sulla guancia.
"Papà, mi compri il gelato?" domandò
riferendosi a Troy.
Mio marito l'accontentò subito promettendole anche di portarla al parco giochi. Troy amava Maya, le voleva un bene incalcolabile...pur non essendo sua figlia. E per questo il suo animo si tormentava. Quella bambina non era sua. Era la figlia del suo migliore amico. E per lui era come se gli stesse rubando qualcosa.

Quando tornammo a casa qualche giorno dopo ero già preparata a quello che avrei dovuto affrontare. Crescere Maya mi aveva istruita al meglio. Sapevo esattamente come calmare Manuel quando era irrequieto e come farlo addormentare in poco tempo quando era assonnato. Ma mi resi anche conto, che per quanto un neonato dovesse essere sempre più attenzionato...non potevo tralasciare la figlia di Taylor! Avevo fatto una promessa alla mia amica, una promessa che dovevo mantenere. Per questo approfittavo di ogni momento di pace in cui mio figlio dormiva per trascorrere del tempo con la bambina oppure quando Troy non era ad allenarsi lasciavo che lui si occupasse di Manuel.
Ma qualche settimana dopo la nascita di mio figlio notai un particolare riguardante Maya; quando Manuel dormiva o anche quando era sveglio la bambina si perdeva a fissarlo...con un'attenzione e una serietà in volto che mi lasciò perplessa.
"Sai spiegarmi perchè adesso non guarda più i cartoni animati?" domandai a Troy mentre guardavamo giocare la figlia di Taylor in giardino.
Troy si accigliò un attimo non capendo di cosa stessi parlando.
"Evidentemente la annoiano!" mi disse.
"Mi stai dicendo che fissare Manuel 24 ore su 24 è meno noioso?!" chiesi.
Mio marito si sedette accanto a me nel tavolino serio in volto.
"Che significa?" mi chiese
spiegazioni.
E così gli raccontai del modo in cui Maya passava gran parte del suo tempo da quando era nato il bambino. Fissarlo. Fissarlo in continuazione. Quasi come se notasse una diversità in lui rispetto a lei...
"Non so che dire!" ammise Troy dopo qualche minuto di silenzio.
In quel momento fui cieca. Completamente cieca. Non avevo capito niente. Avevo la risposta sotto il naso. Ma la cosa che più mi "spaventava" era quanto Maya fosse furba e intelligente. Se la mia teoria era giusta, continuando di questo passo sarebbe arrivata alla verità da sola e forse anche troppo presto.

"Mamma, mi leggi una favola?" mi domandò Maya quando passai davanti la sua camera.
Manuel si era appena addormentato, erano le 10 di sera; Troy guardava una partita di basket in tv così io non ci pensai due volte ad accontentare la piccola. Mi fece spazio nel suo lettino, mi passò un libro di favole e una volta aperto lo iniziai a leggere. Era la favola della Bella e la Bestia. Adoravo quella fiaba, a mio dire portava con se un messaggio fondamentale: le apparenze sono spesso ingannevoli! L'amore richiede che si vada oltre ciò che cade sotto i nostri occhi. E' l'animo gentile, non un bel corpo, ciò che può suscitare l'amore vero.
Leggevo la favola a Maya imitando alcune volte la voce dei personaggi, ma mi accorsi dopo un di tempo che la bambina non mi stava ascoltando più di tanto. Fissava la mia mano…e non so perché non mi parve un buon segno. Dovevo risolvere quel mistero alla svelta. Dovevo chiarire i miei dubbi.

“Piccola, c’è qualcosa che non va? Sei pensierosa ultimamente!” dissi.

Maya rimase in silenzio. Muta come una tomba. Di sicuro avevo toccato il tasto giusto.

“Il fatto è che…” cominciò a parlare, ma si bloccò scuotendo la testa.

Allora la strinsi di più a me e mi coricai ancora di più nel suo letto per metterla a suo agio.

“Con me puoi parlare, lo sai! Se qualcosa di fa star male puoi dirmela, anzi DEVI!” la tranquillizzai.

Ancora altro silenzio. Stavo per perdere le speranze. Ero troppo stanca e non me la sentivo di forzarla di più.

“Mamma ma…perché tu hai la pelle…diversa dalla mia?” sbottò infine Maya dopo qualche minuto.

 

(Continua…)

 

 

Buona sera a tutti xD Ho poco tempo quindi vi lascio solo un saluto! Ovviamente vi ringrazio tutti per le recensioni fatte… Mi raccomando commentate anche questo cappy! Bacii

 

Ciok =P

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=408016