Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** L'inizio di tutto! *** Capitolo 2: *** Cinque anni dopo... ***
Mi piaceva guardare le stelle la sera. Sdraiarmi sull'erba fresca del
prato nel mio giardino e contemplare quella stupenda
immensità. Ma quella sera fu
diverso. Accanto a me non c'era
Troy, l'amore della mia vita, ma la mia migliore
amica Taylor McKessie. Solo che, quello di cui stavamo parlando, era un
argomento grave e da attenzionare. Non l'avrei mai potuto pensare: la
mia amica aspettava un bambino. Quelli che provai
furono sentimenti come compassione, sorpresa,
perplessità, incredulità...e anche un
pò paura "Tay ma l'hai detto ai
tuoi?" le chiesi non sapendo cosa altro dire. Taylor si
asciugò una lacrima che ribelle le aveva solcato il viso.
"No, l'ho detto solo a mia sorella!" mi rispose. Le misi una mano sulla
spalla come per invitarla a continuare. "Non sapeva cosa
dirmi, ha cercato di comprendermi più che poteva, di
ascoltarmi..." "...ti
aiuterà vero?!" la interruppi. Mi guardò
con gli occhi pieni di lacrime. Poi annuì. "E come lei anche io!"
le promisi abbracciandola. Continuò a
singhiozzare col viso nascosto e appoggiato alla mia spalla, quando mi
sorse un dubbio, una curiosità. "Chi è il
padre Tay?" le domandai. Non rispose, ma io
sapevo già cosa mi avrebbe dovuto dire. Un nome e un
cognome. Chad Danforth. "Tu hai fatto l'amore
solo con una persona fino ad ora!" le dissi e poi continuai: "E' Chad?"
chiesi. Come pensavo
sussurrò un si dopo alcuni minuti. E così
Taylor aspettava un bambino dal migliore amico del mio ragazzo. "Gabby io
però...non so se voglio tenerlo!" mormorò
all'improvviso. L'udii perfettamente. In quel momento
qualcosa scattò in me, spinsi dolcemente la mia amica per
guardarla meglio negli occhi. "Tu stai scherzando!"
esclamai "Non puoi abortire! Uccideresti tuo figlio così e
non posso permettertelo!" "Non ho altra scelta!"
si giustificò. "Chad non te lo
permetterebbe mai!" le dissi. Lei si alzò
senza proferire parola e camminò avanti e indietro
più volte. "Chad non lo deve
sapere!" sbottò alla fine seria. A quel punto cominciai
ad alterarmi sul serio. Stava facendo una serie di calcoli assurdi. "Ma è lui
il padre! In questo modo gli neghi suo figlio ed è
sbagliato!" esclamai ancora. Taylor a quel punto mi
guardò di nuovo fisso negli occhi e disse: "Gabby ti prego!
Posso capire che non vuoi che rinunci al bambino, ma ti supplico, ti
scongiuro non me la sento di caricare Chad di tanto peso per ora!
Quando sarà il momento glielo dirò...ma adesso so
che non riuscirei proprio ad affrontarlo!" Le lacrime
cominciarono a scenderle dagli occhi e questo mi portò ad
abbracciarla per confrontarla. Cosa altro potevo fare se non rispettare
la sua volontà?
Trascorsi i 9 mesi di
gravidanza, Taylor diede alla luce una bellissima bambina di nome che
chiamà Maya. Era tutta color cioccolato, con due occhietti
vispi e furbetti che mi ricordavano quelli di Chad. Non appena nacque
fui io a prenderla in braccio per prima. La ammirai sorridente. "E' meravigliosa Tay!"
dissi alla mia amica. "Si lo è!"
mi rispose semplicemente. Avrei tanto voluto che
il padre di Maya la vedesse e invece sapevo che questo non
sarebbe successo tanto presto. Chad non sospettò mai che
Taylor fosse in gravidanza. La mia amica gli aveva detto che per un
buon periodo di tempo si sarebbe assentata dalla scuola per seguire dei
corsi speciali all'università di Los Angels (un
pò quello che ha fatto Gabriella in Hsm3_N.D.) ma che
sarebbe sicuramente tornata per prendere il diploma. A quel punto la
bambina doveva esser già nata quindi nessuno avrebbe potuto
conoscere il vero motivo dall'allontanamento di Taylor dalla scuola.
Dopo l'esame di maturità io, la mia amica e Troy ci
trasferimmo in California. Chad non riuscì a capire il
perchè di questa scelta della sua fidanzata, ma la
lasciò fare, perchè non voleva essere un
ostacolo. Tuttavia, qualche fine settimana Taylor lo raggiungeva ad
Albuquerque....Ma un mese dopo la nascita della bambina accadde
qualcosa che non mi sarei mai aspettata.
Ero appena
tornata dall'università. Entrata in casa posai i
miei libri e la mia borsa sul tavolo della cucina. "Taylor, sono
tornata!" esclamai infine. Non ottenni alcuna risposta. Perplessa salii le
scale che portavano al piano di sopra. Il corridoio era vuoto e
silenzioso. Non si sentiva nemmeno il pianto di Maya. Probabilmente
Taylor l'aveva porata a prendere un pò d'aria, pensai... Ma quando entrai in
camera della mia amica e vidi sua figlia, sola, adagiata nell'ovetto
posto sopra il letto, un brutto presentimento si impossessò
di me. E poi trovai quel
biglietto che mi disse tutto...
Gabby, mi
dispiace, mi dispiace sul serio!
Perdonami se puoi...ma non ci riesco...non potrò riuscirci!
Non potrò mai essere una brava madre!
Sono ancora una bambina!
Te ne prego, prenditi cura di mia figlia...falla crescere sana a forte
e falla sentire a casa!
Dalle tutto l'amore che io purtroppo non riuscirò e non
sarei mai riuscita a darle!
Ti voglio bene Gabby!
Dai un bacio a Maya da parte della sua mamma!
Tay
P.S. Non cercarmi Gabby! NN CERCARMI! E continua a mantenere il segreto
con Chad!
Il mio cuore perse un
battito. Cominciai a tremare e a piangere senza rendermene conto. E
dopo un pò anche Maya cominciò a singhiozzare.
Nel panico, provai a chiamare Taylor...ma aveva il cellulare staccato!
Maya cominciò a piangere più forte,
così fui costretta a prenderla in braccio per calmarla. La
cullai cantandole una ninna nanna che solitamente le cantava Taylor per
farla dormire. Dopo una ventina di minuti crollò, la posai
nella culla, abbassai le persiane per fare buio e uscii dalla stanza
chiudendomi la porta alle spalle. Mi catapultai al piano di sotto e
presi il cordless che avevo comprato da poco nel tentativo di chiamare
Troy. Uno squillo, due squilli, tre, quattro... "Pronto?" mi rispose
un pò affannato. Si trovava nella palestra comunale di Los
Angeles per gli allenamenti di basket come ogni giorno. "Tr...Troy..."
singhiozzai non riuscendo a parlare. "Gabby? Oddio amore
mio cosa è successo? Parla!!" mi chiese allarmato sentendomi
sconvolta. "...Taylor se
n'è andata!" e senza rendermeno conto urlai mentre varie
lacrime scendevano sulle mie guancie. Troy rimase in
silenzio incredulo anche lui a ciò che aveva appena udito. "Sto tornando subito a
casa!" sbottò all'improvviso. "Ok fai presto!" E chiusi la
comunicazione portandomi una mano alla fronte. Avevo mal di testa e
avevo la sensazione che gli occhi mi stessero prendendo a fuoco. Ri
tornai in camera di Taylor e guardai la piccola Maya dormire. Era
praticamente rimasta orfana: suo padre non aveva idea della sua
esistenza e sua madre l'aveva appena abbandonata solo per paura di non
riuscire a crescerla. In quel momento il mio pensiero andò a
Taylor! Mi chiesi se l'avrei mai più rivista!
Ebbene si!! Me ne esco
all'improvviso con una nuova ff!! Comincio a pensare che la scuola mi
ispiri! Hehe! (oggi è stato il mio primo giorno). L'idea era
quella di postarla dopo aver finito le altre storie in corso...ma ho
preferito approfittare del fatto che l'ispirazione in questi giorni fa
parte di me per buttare giù almeno un cappy!! Allora,
all'inizio vi sembrerà una cosa drammatica,
perchè si lo è! Ma sappiate che io sono come
Stephanie Mayer...ho un debole per il lieto fine!;D Per
cui...tranquillizzatevi!! E' la mia prima Chaylor dopo non so quanto
tempo...speriamo che mi venga bene!! Intanto voi che leggete lasciate
tanti commy...sennò mi sa che Maya i suoi genitori non li
vede più!! Mhuaaaaaaaa!!! *me perfidissima!!* Ovviamente
scherzo...però voi commy!!xD
Due morbide e candide labbra si posarono dolcemente sulla mia fronte
Due morbide e candide labbra si posarono dolcemente sulla
mia fronte. Dormivo. Sbadigliando aprii piano piano i
miei occhi e misi a fuoco il luogo in cui mi trovavo. Non ero a casa mia...ma
in una stanza d'ospedale. Troy, ormai mio marito, prese ad
accarezzarmi tenero i capelli mentre con la coda dell'occhio sbirciava nella
culletta posata alla destra del mio letto. Li, in quel piccolo lettino,
riposava Manuel Bolton, il nostro primo figlio.
"Dorme?" domandai non riuscendo bene a vederlo.
"Si ma si agita! Sarà quasi ora della
poppata!" mi disse Troy.
Muovendomi feci capire a mio marito di voler mettermi seduta. Stavo già meglio anche se avevo partorito solo da qualche ora,
fortunatamente con un parto naturale.
"Tra poco arriveranno mia madre e mia sorella!" mi avvertì
Troy guardando l'orologio.
Io nel frattempo mi ero avvicinata alla culla e preso
in braccio Manuel l'avevo fatto attaccare al mio seno. Quanto era bello!
Somigliava molto a suo padre tranne per i lineamenti
del viso e la forma degli occhi più simili ai miei.
"Succhia frenetico questo bambino! Non è che me l'hai tenuto morto
di fame fino adesso!?" sbottò Troy
ironico.
Gli lanciai un'occhiata severa.
"Ti sembro tanto stupida?" gli chiesi inarcando un
sopracciglio.
Troy alzò le mani in alto sorridente e io lo imitai forgiando un sorriso
a trentadue denti. Avevo tra le braccia il frutto del nostro amore. Il mio
Manuel. Il nostro Manuel. Solo un insensibile non starebbe felice nella stessa
situazione!
"Si può?!" domandò qualcuno
bussando alla porta.
Troy andò ad aprire e in poco tempo mi ritrovai con tutta la mia
famiglia attorno venuta a trovare Manuel. Vi erano i
miei genitori e quelli di Troy, mia cognata Lory insieme al fidanzato...e una dolcissima bambina
riccioluta di solo cinque anni.
Dopo così tanti anni facevo davvero fatica a riconoscere Maya. Era
cresciuta così in fretta che quasi non me ne ero
accorta. I suoi capelli, caratterizzati da morbidi riccioli, le davano un tocco
sbarazzino e i suoi occhi erano ancor più visti di
quando nacque. Era tutta suo padre.
"Ciao mamma!" mi salutò allegramente.
Io avevo ancora in braccio mio figlio e lo allattavo.
"Ciao tesoro...hai sentito la mia mancanza?" le chiesi.
Annuì volgendo la sua attenzione a Manuel ancora attaccato al mio seno.
Lo scrutò attentamente sotto gli sguardi attenti dei presenti.
"Mamma!" parlò all'improvviso "Non ti sembra che sia
troppo...minuscolo?!" domandò.
Scoppiammo a ridere tutti quanti. Quando poteva essere innocente una bambina?
"Vedrai che tra un pò di tempo
diventerà grande come te!" le disse Lory avvicinandosi.
Maya continuava a guardare il fagottino tra le mie
braccia seria e attenta, come se cercasse un'imperfezione.
"Speriamo!" aggiunse infine. Lory le diede un buffetto
affettuoso sulla guancia.
"Papà, mi compri il gelato?" domandò riferendosi
a Troy.
Mio marito l'accontentò subito promettendole anche di portarla al parco
giochi. Troy amava Maya, le voleva un bene
incalcolabile...pur non essendo sua figlia. E per
questo il suo animo si tormentava. Quella bambina non era sua. Era la figlia
del suo migliore amico. E per lui era come se gli stesse
rubando qualcosa.
Quando tornammo a casa qualche giorno dopo ero già preparata a quello
che avrei dovuto affrontare. Crescere Maya mi aveva istruita
al meglio. Sapevo esattamente come calmare Manuel quando era irrequieto e come
farlo addormentare in poco tempo quando era assonnato. Ma
mi resi anche conto, che per quanto un neonato dovesse essere sempre più
attenzionato...non potevo tralasciare la figlia di
Taylor! Avevo fatto una promessa alla mia amica, una promessa
che dovevo mantenere. Per questo approfittavo di ogni
momento di pace in cui mio figlio dormiva per trascorrere del tempo con la
bambina oppure quando Troy non era ad allenarsi lasciavo che lui si occupasse
di Manuel.
Ma qualche settimana dopo la nascita di mio figlio notai
un particolare riguardante Maya; quando Manuel dormiva o anche quando era
sveglio la bambina si perdeva a fissarlo...con un'attenzione e una
serietà in volto che mi lasciò perplessa.
"Sai spiegarmi perchè adesso non guarda più i cartoni
animati?" domandai a Troy mentre guardavamo giocare la figlia di Taylor in
giardino.
Troy si accigliò un attimo non capendo di cosa stessi parlando.
"Evidentemente la annoiano!" mi disse.
"Mi stai dicendo che fissare Manuel 24 ore su 24
è meno noioso?!" chiesi.
Mio marito si sedette accanto a me nel tavolino serio in
volto.
"Che significa?" mi chiese spiegazioni.
E così gli raccontai del modo in cui Maya passava gran parte del suo
tempo da quando era nato il bambino. Fissarlo.
Fissarlo in continuazione. Quasi come se notasse una diversità in lui
rispetto a lei...
"Non so che dire!" ammise Troy dopo qualche minuto di silenzio.
In quel momento fui cieca. Completamente cieca. Non avevo capito niente. Avevo
la risposta sotto il naso. Ma la cosa che più mi
"spaventava" era quanto Maya fosse furba e intelligente. Se la
mia teoria era giusta, continuando di questo passo
sarebbe arrivata alla verità da sola e forse anche troppo presto.
"Mamma, mi leggi una favola?" mi domandò Maya quando passai
davanti la sua camera.
Manuel si era appena addormentato, erano le 10 di sera; Troy guardava una
partita di basket in tv così io non ci pensai due volte ad accontentare
la piccola. Mi fece spazio nel suo lettino, mi passò un libro di favole e una volta aperto lo iniziai a leggere. Era la
favola della Bella e la
Bestia. Adoravo quella fiaba, a mio dire portava con se un
messaggio fondamentale: le apparenze sono spesso ingannevoli! L'amore richiede che si vada
oltre ciò che cade sotto i nostri occhi. E' l'animo gentile, non un
bel corpo, ciò che può suscitare l'amore vero. Leggevo la favola a Maya imitando alcune volte la voce
dei personaggi, ma mi accorsi dopo un pò di
tempo che la bambina non mi stava ascoltando più di tanto. Fissava la
mia mano…e non so perché non mi parve un
buon segno. Dovevo risolvere quel mistero alla svelta. Dovevo chiarire i miei
dubbi.
“Piccola, c’è
qualcosa che non va? Sei pensierosa ultimamente!” dissi.
Maya rimase in silenzio. Muta come una
tomba. Di sicuro avevo toccato il tasto giusto.
“Il fatto è che…”
cominciò a parlare, ma si bloccò scuotendo la testa.
Allora la strinsi di più a me e mi coricai ancora di più nel suo letto per metterla a
suo agio.
“Con me puoi
parlare, lo sai! Se qualcosa di fa star male
puoi dirmela, anzi DEVI!” la tranquillizzai.
Ancora altro silenzio. Stavo per
perdere le speranze. Ero troppo stanca e non me la sentivo di forzarla di
più.
“Mamma ma…perché tu
hai la pelle…diversa dalla mia?” sbottò infine Maya dopo
qualche minuto.
(Continua…)
Buona
sera a tutti xD Ho poco tempo quindi vi lascio solo un
saluto! Ovviamente vi ringrazio tutti per le recensioni fatte… Mi raccomando commentate anche questo cappy!
Bacii