Ed
eccomi qui con l’ultimo capitolo
di questa fic! Visto che ormai siamo alla conclusione volevo dirvi che
in
realtà questa doveva essere una one shot, come ho detto
all’inizio, ma una one
shot un po’... come dire... HOT.
L’idea
mi era venuta da una sfida che
mi era stata fatta dalla mia editor, ma siccome io sono io e se una
storia non
la faccio perfettamente non sono contenta (non credetemi una
perfezionista!
sono così solo nella scrittura e nel disegno! :P)
ciò ho costruito sopra un
filo logico e poi... come dire... è andata a finire che il
filo logico ha
prevalso sull’HOT, che è stato prontamente
tagliato da me alla fine dello
scorso capitolo (non so se voi l’avete notato che mancava
qualcosa, però non me
lo avete segnalato, quindi credo di aver tagliato abbastanza bene!). Un
po’
perché non mi sembrava il caso e UN PO’
perchè... lo ammetto sono timida anche
se non sembrerebbe! Va bene?!?
Mi
viene facile scrivere di qualsiasi
argomento, ma quando si tratta di fare leggere la situazione si
complica a
causa di vari miei motivi personali che implicano aprirsi col mondo e
cavolate
varie. Quindi non me la sono sentita di farvi leggere anche questa mia
creazione, già che ho problemi a farvi leggere di semplici
baci o le
descrizioni dei sentimenti! Figuriamoci con QUELLO! (La editor ora se
la ride
di gusto vedendo come sono imbarazzata, ma vi prometto che come smetto
di
scrivere questo proemio gliela faccio pagare! :D)
Ok
ora che ho chiarito tutto vi
auguro buona lettura e ci vediamo a fine capitolo! Buona lettura!
Capitolo
4 - ShaHar
Ziva
era seduta a guardare fuori
dalla finestra.
Erano
le sei del mattino ma lei era
già sveglia da un pezzo. Si era voluta alzare presto per
guardare l’alba come
era sua consuetudine e aveva lasciato Tony addormentato come un sasso
sul letto.
Le pareva così giovane e bello quando dormiva che non lo
aveva voluto
svegliare, e inoltre quella sarebbe stata una giornata impegnativa per
entrambi.
Avrebbero dovuto scovare gli ultimi terroristi rimasti e sarebbero
dovuti
tornare a casa, alla loro vecchia vita.
Si
stiracchiò sulla sedia e riprese a
guadare fuori.
La
pioggia e la grandine erano
cessate durante la notte e ora il paesaggio si mostrava ai suoi occhi
in tutta
la sua splendida bellezza.
Sarebbe
voluta rimanere là per
sempre, ma non esiste l’eternità, neanche nelle
cose più belle, e poi loro
avevano delle responsabilità.
L’auricolare
di Tony era steso sopra
il tavolo, il segnale GPS era tornato funzionante e tra poco tutto
sarebbe
tornato come prima.
Ma
proprio tutto doveva tornare come
prima?
Osservò
il proprio riflesso nel vetro
e gli parve di essere diversa, i suoi lineamenti stessi erano diversi e
lei
sembrava... più bella avrebbe osato dire.
Forse
era Tony a farle quel effetto,
o forse quella missione-vacanza inaspettata che poi si era tramutata in
qualcosa di più.
In
un sogno, in un sorriso, in una
carezza, in un bacio...
Non
avrebbe mai scordato quei due
brevi ma intensi giorni, e sperò che Tony facesse
altrettanto.
Ebbe
per un momento qualche dubbio,
poi però, ripensando alla sera precedente, alle parole che
si erano detti, allo
sguardo di Tony, si rese conto che nessuno dei due li avrebbe mai
dimenticati
per il resto dei loro giorni.
Avevano
aperto i loro cuori l’uno
all’altra e avevano imparato a fidarsi, ad amarsi senza
razionalità, senza
tempo, senza più segreti tra di loro.
Se
ne erano altamente infischiati
della regola di Gibbs, avevano capito perché il loro capo
l’aveva istituita, ma
loro non avrebbero permesso che lui avesse ragione su tutto, anche su
di loro!
Loro
erano liberi di pensare con le
proprie teste, si erano scelti e ora non si sarebbero più
lasciati. E non
avrebbero permesso a nessuno di ostacolarli.
A
nessuno.
Neanche
a Gibbs.
Certo,
non si erano detti di amarsi,
però era stato palese, dai loro gesti, dalle loro carezze o
almeno per lei era
stato così... e sperò vivamente di non aver
frainteso nulla.
Quando
Tony si svegliò Ziva era
ancora appoggiata al vetro della finestra e guardava fuori rapita dal
panorama.
Si
stiracchiò come un gatto e si mise
a sedere sul materasso.
Era
ancora... ecco, stordito.
Grugnendo
cercò a tentoni qualcosa da
mettersi addosso, e dopo essersi parzialmente rivestito
camminò sbadigliando
verso Ziva.
-
Buongiorno...- mormorò abbassandosi
sul suo viso per baciarla non una naturalezza che stupì
entrambi.
Sembrava
quasi che loro due stessero
insieme da sempre, che ogni mattina della loro vita non avessero fatto
altro
che questo.
-
Buongiorno...- rispose lei alzando
il viso in modo da andargli incontro e toccare le sue labbra con le
proprie.
-
Allora... che c’è di nuovo?-
domandò Tony tirandosi su, guardando anche lui fuori dalla
finestra e
mettendole con dolcezza una mano sulla spalla.
-
La tempesta è finita, e il segnale
GPS ha ripreso a funzionare, tra breve ci verranno a prendere penso...-
-
Ottimo...- mormorò lui sbadigliando
di nuovo e strofinandosi gli occhi.
Lei
lo guardò divertita.
-
Dormito bene?- domandò sorniona.
-
Per favore non ti ci mettere anche
tu con le tue stupide battute! Sto letteralmente crollando dalla
stanchezza...
e... diciamo che non è tutta colpa mia!-
-
Forse dovresti andare un po’ in
palestra... sai, per rinforzare i muscoli, migliorare la resistenza e
toglierti
quella pancetta...- ridacchiò lei appoggiando la propria
testa al suo corpo.
-
Già... forse dovrei...- mormorò lui
tastandosi l’addome, e abbracciandola con l’altro -
eppure non mi sembra che ci
sia tutta questa pancia...- aggiunse ancora più piano
sperando di non essere
sentito.
Ziva
sorrise e fece finta di niente.
Con
o senza pancetta Tony era senza
alcun dubbio perfetto. Perfetto per lei!
-
Allora... hai provato a entrare in
contatto con Gibbs?- domandò Tony dopo parecchi minuti in
cui regnarono sovrani
i loro respiri e i suoni della natura.
-
No... stavo aspettando che ti
svegliassi per farlo...-
-
Bene... allora...- si chinò e la
baciò di nuovo, stavolta più a lungo e con
più passione – andiamo a dare il
buongiorno al Capo!- completò sulle sue labbra prima di
allontanarsi e di
andare verso il tavolo, dove era stato lasciata la ricetrasmittente.
-
È già sulla giusta frequenza?-
Ziva
annuì, e, dopo aver dato
un’ultima occhiata al panorama, lo raggiunse.
-
Capo... Capo...- disse Tony forte e
chiaro con l’auricolare in mano, poi se lo portò
all’orecchio - Alfa! Alfa!
Riesci a sentirmi? Qui Cain! Alfa!-
Si
voltò verso di Ziva e alzò le
spalle.
Forse
le linee erano ancora
disturbate, o forse il loro congegno si era rotto, oppure Gibbs aveva
semplicemente
cambiato la frequenza con la quale si poteva contattarlo.
Come
avrebbero fatto ora?
Ziva
gli si avvicinò e dopo aver
preso l’aggeggio in mano regolò una ruotellina e
subito dopo Tony fu aggredito
dalla voce del suo capo.
-
Cain! Cain mi sentite?-
Si
era dimenticato come un idiota
alzare il volume!
Ringraziando
Ziva con lo sguardo si
dedicò alla impegnativa conversazione con Gibbs.
-
Alfa... qui Cain e Delta, ti
sentiamo forte e chiaro!-
-
DiNozzo! Era anche ora di
rispondere non trovi? Siete feriti? State bene?-
-
No, è tutto a posto, tranquillo!-
-
Stiamo venendo a prendervi, siamo
già oltre Hammonton! Resistete un altro po’!-
-
Certo Capo!- rispose Tony
sorridente togliendosi l’auricolare.
-
Hammonton è a soli quindici
chilometri da qui... dovrebbe arrivare presto...- notò Ziva
guardando di nuovo
fuori dalla finestra, le era parso di scorgere un movimento con la coda
dell’occhio.
-
Già! E così noi potremo tornare
alla nostra amata e adorata civiltà!-
-
Parla per te! A me è piaciuto stare
qui! E la civiltà non mi è mancata per nulla!-
Osservò
meglio in mezzo al cespuglio...
no! Forse era solo una sua impressione.
-
Neanche quando ti renderai conto
che non ci cambiamo e laviamo da due giorni ti mancherà?-
Ziva
si voltò di nuovo verso di lui e
ci pensò su.
-
Insomma quando arriva Gibbs?-
Con
la coda dell’occhio vide di nuovo
quella che le sembrò un’ombra, ma stavolta anche
un luccichio.
Seguendo
il suo istinto afferrò Tony
per la camicia e lo sbattè contro la parete opposta al
camino, come aveva fatto
qualche giorno prima contro quel albero.
-
Wow... Ziva... beh... non so che
dire... io... così all’improvviso...-
balbettò lui parecchio preso alla
sprovvista.
Perché
parlava così tanto?
Ziva
gli tappò la bocca con la sua
che gli premette contro quasi con violenza e osservò con la
coda dell’occhio
fuori dalla finestra, il terrorista era ancora lì, ma non
poteva più vederli.
“Uno
a zero” pensò Ziva trionfante.
Nel
frattempo le mani e la bocca di
Tony cercarono di impossessarsi di nuovo di lei, come la sera
precedente.
Certo
che era davvero ottuso a volte!
Non aveva capito nulla!
Seppur
a malincuore si staccò da lui
bruscamente e lo fissò contrariata.
-
Che c’è, scusa?- fece lui
interdetto - Noi...-
Ziva
lo afferrò di nuovo per la
camicia e lo fece sporgere un po’ per fargli vedere il tipo
armato acquattato
tra i cespugli.
-
Ah! Ok... scusa...- mormorò
mortificato.
Ancora
una volta aveva frainteso i
gesti della donna e ancora una volta aveva fatto la figura dello scemo.
Cercò
di ritornare ad essere il
maschio dominante.
-
Quanti sono?- chiese cercando di
farsi la voce grossa.
-
Non lo so, penso minimo due... ti
fa male la gola? Hai la voce un po’ rauca...-
Ok...
forse stava sbagliando
atteggiamento... doveva inventarsi qualcos’altro, no voleva
apparirle
completamente idiota come al solito.
-
No, no! Sto bene! Allora... sento
che qui tu hai la pistola...- le mormorò
nell’orecchio toccando l’arma
appoggiata contro la schiena della donna – io la mia
l’ho messa sopra il
camino...-
-
Ottimo posto dove lasciarla, molto
a portata di mano!- commentò lei pungente.
Lui
la ignorò e continuò a parlare.
-
I caricatori sono sparsi sul tavolo
insieme ai tuoi coltelli... quindi...-
-
Quindi lascia parlare a me e tu fa
quello che ti dico...- lo interruppe Ziva mettendogli un dito sulle
labbra e
guardandosi di nuovo intorno - Allora io sparo a quello bene in vista,
così gli
altri si mettono allo scoperto e possiamo vederli, poi se ce la faccio
tento di
ammazzarli tutti, tu mi proteggi le spalle, e se non ce la facciamo ci
nascondiamo e aspettiamo Gibbs, che dovrebbe essere qui da un momento
all’altro... ok?-
Tony
annuì un po’ confuso e salutò la
sua idea di sembrarle il maschio dominante che tiene in mano la
situazione. La
verità era che Ziva era dominante molto più di
lui, almeno in quelle cose.
Sospirando
la fissò negli occhi, in
quello scuro turbine di emozioni si riusciva scorgere la paura che
doveva stare
provando in quel momento tanto difficile.
“Tutti
hanno paura... anche lei...”
pensò fissandola.
Vedendola
sempre così sicura di lei
stessa non gli era mai passato per la mente che anche lei provasse
sentimenti
come la paura, e avesse bisogno di essere confortata.
-
Fai attenzione...- le sussurrò
prima di chinarsi e baciarla di nuovo, con dolcezza.
Lei
annuì, abbassò gli occhi e girò
la testa verso la finestra.
-
Al mio via, Tony, tu corri e prendi
la tua pistola ok?-
Lui
annuì e si preparò a correre
accucciandosi per terra per non farsi vedere da quei tipi.
-
Vai!- gridò Ziva mettendosi allo
scoperto e sparando al terrorista che aveva visto prima dalla finestra.
Tony
volò letteralmente verso il
camino e afferrò la propria arma, mentre Ziva faceva fuori
altri due terroristi
che si erano posizionati dal lato opposto rispetto al primo.
Proprio
da quella parte provenirono
dei suoni e Tony agì d’istinto, sparò
alla cieca e ne colpì uno come testimoniò
il tonfo sordo di un corpo che cade per terra.
Si
voltò verso Ziva che intanto si
era avvicinata al tavolo per prendere i loro caricatori abbandonati
là dalla
sera precedente e si misero schiena contro schiena.
-
Ne ho visti otto, Tony...- mormorò mordendosi
il labbro inferiore, continuando a tenere d’occhio i loro
nemici che intanto si
stavano organizzando per un altro attacco.
-
Otto?!?-
-
Si e bene armati... e dall’altra
parte ce ne saranno sicuramente altrettanti, se non di
più...-
Calò
un leggero silenzio carico di
tensione tra loro mentre da fuori provenivano insulti in arabo a loro
rivolti.
-
Cosa possiamo fare?- domandò Tony
titubante.
-
Possiamo solo tentare di
sopravvivere fino all’arrivo di Gibbs...- sospirò
la ragazza.
-
Certo che siamo fortunati, eh?-
mormorò con un humour nero che fece irritare Ziva.
-
Lo dici in senso ironico, spero!-
gli chiese infatti lei un po’ accigliata.
Già
erano in pericolo, ci mancava
solo lui che facesse le su solite battute sceme!
-
Si... uno di questi giorni io e te
dobbiamo fare un corso accelerato di modi di dire americani...-
-
Sempre che ci arriviamo vivi...-
commentò lei a voce bassa a causa della paura di quello che
sarebbe potuto
succedere loro, di lì a poco.
-
Non essere così pessimista...-
-
Sono realista, non pessimista...-
-
Qualunque cosa tu sia... non
rassegnarti però! Combattiamo fino alla fine... insieme!-
disse Tony spingendo
di più la schiena contro di lei per farle capire che le era
vicino e perché aveva
bisogno di sapere che lei era li in quel momento e che non
l’avrebbe
abbandonato.
-
Sempre! Regola numero due: Mai
arrendersi!- disse lei lasciandosi andare quasi completamente contro il
corpo
dell’uomo.
-
È una regola di Gibbs? Perché io
non me la ricordo...- domandò DiNozzo un po’
confuso.
-
No, è una regola di Ziva...-
-
Anche tu hai delle regole?- fece
veramente sorpreso da quella rivelazione.
-
Certo...- rispose lei sorridendo.
Sentì
un piccolo tonfo e il rumore di
qualcosa che rotola provenire da sopra le loro teste.
-
Lo senti questo rumore?- chiese
spaventata a Tony.
-
No... aspetta... si! Viene dal
tetto... cosa...-
Non
gli diede neppure il tempo di
completare...
-
Granata!-
Tony
agì d’istinto.
Afferrò
Ziva e la lanciò sotto il
tavolo, poi, la seguì proprio mentre il punto in cui erano
stati in piedi poco
prima loro due veniva sommerso dalle macerie.
Da
fuori si sentirono le urla di
gioia dei terroristi.
Tony
prese Ziva tra le braccia e si
assicurò che non fosse ferita. Sembrava tutto apposto...
Però
se non fosse stato per i suoi
riflessi l’avrebbe persa, aveva rischiato di perderla.
Ziva
aveva rischiato di morire lì,
davanti ai suoi occhi, si sentì imponente e consapevole allo
stesso tempo.
-
Guardami, ti prego...- le intimò
facendola voltare verso di se - è finita...-
sospirò poi.
-
No! Ricordi? Mai arrendersi! Me lo
hai detto due secondi fa! Non ti rimangerai tutto ora!-
Mai
arrendersi.
Quello
valeva se si aveva anche la
più piccola chance, loro non ne avevano neanche una.
Tony
sapeva che stava per finire.
-
Ricordi qual è la regola numero diciassette
di DiNozzo?- le chiese impaziente, guardandosi intorno nervoso.
-
No... qual è? E poi che c’entra con...-
-
Mai avere dei rimpianti...- citò
lui prendendole il viso tra le mani e guardandola gravemente.
-
Tony smettila... mi fai paura...-
-
Stiamo per morire e io non te l’ho
mai detto...-
-
Non stiamo per morire! Forza! Ora
arriverà Gibbs e ci trarrà in salvo... me lo hai
detto tu di non essere
pessimista, no? Ci salveremo e poi...-
-
Non ti mai detto che ti amo Ziva...-
-
Ne sono felice... ma ora parliamo
di cose serie, allora dove sono nascosti secondo t... cosa hai detto,
scusa?-
-
Ti amo...- ripeté l’uomo con più
enfasi, e facendo una smorfia che doveva essere un sorriso.
-
Oh... bene...-
Ziva
rimase piuttosto spiazzata, non
si aspettava una dichiarazione, specie in quel delicato momento.
Non
sapeva cosa rispondere, per non
sembrargli banale e superficiale almeno in questo. Almeno nei suoi
sentimenti
verso di lui.
Cosa
doveva fare?
-
A questo punto dovresti rispondere “anche
io” e Gibbs dovrebbe salvarci, noi ci dovremmo sposare, avere
tanti bambini e
le guerre finire...- notò Tony sporgendosi un po’
da sotto il tavolo per
controllare la zona circostante.
Un’altra
granata esplose sul tetto e
lui ricacciò la testa di nuovo sotto quel pezzo di legno.
-
Ma a quanto pare non sarà così...
tu che dici?- commentò sarcastico scrollandosi la polvere
alzata
dall’esplosione dai capelli.
Non
ottenne nessuna risposta pungente
e non appena la fissò notò che lo sguardo di Ziva
era assente, probabilmente
non l’aveva neanche ascoltato, ma più intenso che
mai - Perché mi guardi così?-
chiese istintivamente.
Im
lo akhshav.
Quelle
parole si fecero nuovamente
nitide nella testa di Ziva.
Quando
se non adesso.
Stavano
per morire, e come diceva la
regola di Tony, anche lei non voleva avere rimpianti.
-
Anche io...- disse fregandosene di
tutto.
Che
importava se sembrava banale o
superficiale? Lei aveva semplicemente detto quello che provava, la
verità, si
era fidata di lui e gli aveva aperto il cuore, e spero che Tony lo
avesse
capito.
Lui
la fissò per un attimo sbalordito
sgranando gli occhi.
Ziva...
aveva detto...
Doveva
essersi sbagliato... non
poteva averlo detto! Eppure...
Ziva!
Si
stupì di come in un giorno potesse
cambiare tutto, persino una persona come lei, stava per dire qualcosa
di dolce
quando qualcosa alle sue spalle cattura la propria attenzione.
-
Oh dio mio...-
-
Cosa c’è?!? È così
spaventoso
sentirlo dire da me? Guarda che anche io ho dei sentimenti eh!-
-
No! No! Non intendo quello...
perché... oh, insomma!- sbuffò lui facendola
voltare e indicando un punto
lontano - Guarda! Quello è Gibbs!-
-
Gibbs?!? Dove?!?- esclamò la donna
voltandosi a fissare il suo ragazzo stupita.
-
Là!- disse indicando di nuovo - È
quel puntino che sta facendo fuori tutti i terroristi... guarda!
C’è anche quel
Pivello di McGee! E bravo McGoogle! Forza! Colpisci!-
Ziva
uscì dal loro nascondiglio e
tolse la sicura alla sua arma.
-
Combattiamo fino alla fine...
insieme!- disse sorridendo rivolta a Tony e citando la sua frase di
prima.
Lui
si alzò e la affiancò, pronto a
iniziare la sua nuova vita con lei.
-
Sempre!-
----------------------------------------------------------------------------------------------
-
Tony, Ziva...- disse Gibbs quando
finalmente si ricongiunsero.
Avevano
fato fuori la metà dei
terroristi, e gli altri li avevano arrestati tutti, e sventato
così l’attacco a
Baltimora.
I
suoi ragazzi erano sporchi,
graffiati, stanchi, ma erano vivi, e cosa più importante di
tutte: erano
felici.
-
Ciao capo... non sono mai stato
così felice di rivederti...- fece Tony sorridendogli
– Sono stati due giorni di
inferno... dover stare attaccato a lei tutto il giorno... meno male che
siete
venuti a prenderci se no impazzivo!-
-
Già Gibbs... non credevo di poter
arrivare a odiare questo qui! È altamente fastidioso e spero
non ricapiti più
una cosa del genere!- si lamentò a sua volta Ziva.
-
Davvero?- domandò rimanendo
impassibile.
Loro
sentirono il suo sguardo grave
addosso e sperarono di avergliela data a bere.
Gibbs
con un mezzo sorriso prima di
andare via aggiunse:
-
Hai controllato la tua
ricetrasmittente, DiNozzo?-
Tony
portò istintivamente lo sguardo
all’aggeggio.
-
Cosa e perché... oh diavolo!-
-
Che c’è? Si è rotta?-
domandò Ziva
incuriosita.
-
No... peggio...- fece Tony con voce
sconsolata e preoccupata - era accesa...-
-
E allora?- chiese la donna confusa.
In
fondo aveva solo lasciato la radio
accesa! Che c’era di male? E cosa significava quel
“Davvero?” di Gibbs?
-
E allora?!? Ziva, è stata accesa
tutto il tempo...-
-
E allor... oh Dio! Per tutto il
tempo? Proprio tutto?- chiese lei e quando vide DiNozzo annuire
fissando Gibbs
allontanarsi da loro cominciò a capire la preoccupazione del
ragazzo - Ha
sentito tutto...-
-
E noi siamo ancora vivi, strano
vero?- le fece notare Tony tornando a fissarla con un leggero sorriso
sulle
labbra.
-
Parecchio...-
-
Forse non gli dà così fastidio...-
-
Deve essere così altrimenti noi
eravamo già belli e sepolti...-
-
Magari la regola numero dodici non
è mai esistita ed era solo un illusione...-
-
Non esagerare Tony... piuttosto...-
fece Ziva sorridendo maliziosa - sotto il tavolo stavamo parlando di
cose
piuttosto serie o sbaglio?-
-
Non sbagli... - concordò Tony
passandole un braccio intorno alla vita e cominciando a camminare per
il
sentiero dietro Gibbs.
FINE
*
ShaHar:
Alba
*
Hammonton, come Rockwood, esiste
veramente. È un piccolo centro urbano della Pine Barrens
dove sorge un
importante stazione ferroviaria, dista quasi 50 chilometri
da
Philadelphia e circa
160 da Baltimora.
*
Mi scuso se questo capitolo è diverso
dagli altri, secondo me è anche OOC (o OCC), ma
l’ho scritto di getto un po’ di
tempo fa, quando ancora ero ancora ferma allo stile de “Gli
agenti del Mossad
non piangono” e ho preferito lasciarlo così in
onore dei vecchi tempi! Spero vi
piaccia lo stesso, per me non è poi così brutto!
RIGRAZIAMENTI:
Ely
(alias editor, alias Nana, alias CNS, alias foca, alias mia coscienza,
alias…
se mi metto ad elencare tutti i tuoi soprannomi mi sa che finiamo
domani
mattina, quindi fa finta che io li abbia detti tutti con un
“alias” davanti!): mia
piccola allieva editor che sta crescendo, ti ringrazio come sempre alla
fine di
qualche longfic perché senza di te non avrei mai pubblicato
neanche una misera
storiella di due righe! Perché mi sei sempre vicina,
perché quando mi
interrogano di inglese tu mi suggerisci anche se io non voglio,
perché sei
permalosa e lo sai ma e non fai niente per cambiare, perché
odi “Colui” mentre
lo dovrei fare io, perché il tuo computer mi odia,
perché la prima a leggere le
mie storie sei sempre ed esclusivamente tu, perché riesci a
sopportarmi per
tutto il tempo che passiamo insieme (ed è tanto),
perché ti ho dato così tanti
soprannomi che tu ormai non ci fai quasi più caso,
perché quando sono troppo
cattiva tu me lo fai notare e tenti di portarmi sulla retta via,
perché grazie
a te ora non ce l’ho quasi più col mondo e riesco
parzialmente a
controllare la
rabbia e infine perché...
insomma... forse dopotutto ti voglio un po’ di bene... :D (se
preferisci che
non pubblichiamo il tuo ringraziamento perché troppo
personale per me va bene!
XD)
Vera: ecco un
altro dei pilastri portanti delle mie fic e della mia vita, soprattutto
quella
estiva! Come farei senza di te? Ci conosciamo da una vita e siamo
cresciute
praticamente insieme! Ho visto crescere la tua passione per quel...
ehm...
“bel” (che per me come sai non lo è)
ragazzo di Robert Pattinson dai tempi di
“Harry Potter e il calice di fuoco” fino a quando
è diventato un divo di quasi
tutte le teenager del mondo (io naturalmente faccio parte di questa
rara
minoranza, forse anche perché come ben sai se non hanno
minimo una decina di
anni più di me non mi piacciono XP). La storia per i
soprannomi e delle battute
vale anche per te! Ti ringrazio di sopportarmi e di continuare a essere
mia
amica nonostante quello che è successo tra le nostre
infantili famiglie di
recente! Per il tuo ormai leggendario
“ELISAAAAAAAAAAAA!” sconvolto che mi urli
di persona o al telefono ogni volta che faccio un doppio senso o una
battutina
su qualche ragazzo! Perché capisci le mie battute dopo un
quarto d’ora e perché
sono sicura che diventerai una grande attrice di teatro (e chi lo sa...
magari
anche la signora Pattinson XP) e io sarò la tua fan numero
uno e perché no
magari anche regista e scenografa possibilmente! Grazie ancora per aver
letto,
buona fortuna per il provino (ti pigliano di sicuro vedrai!) e ti
voglio bene!
piccoligiganti: Amanda,
sono contenta di notare che anche quest’anno non ti sei tolta
l’abitudine di
essere quasi sempre la prima a recensire e a incoraggiarmi ad andare
avanti,
sia qui sul sito che sul forum! Ormai credo che dovrei darti un premio
di
assiduità :D! Grazie per aver letto e ti prometto che la
prossima settimana
pubblico una bella sorpresina per te e slurmina (o almeno spero di
riuscirci)!
slurmina: a
proposito di te mia cara! Ti ringrazio per non esserti persa neanche un
capitolo e per aver seguito la storia con tanta assiduità
nonostante tu abbia
passato un momento non proprio facile in questo periodo! E poi ho visto
che
come Amanda ormai mi recensisci da tutte e due le parti! Grazie,
veramente! E
riguardo alla sorpresina spero di riuscire a sorprenderti veramente,
l’anno
scorso d’altronde mi hai dimostrato che è molto
difficile riuscirci! Un bacio!
|