Non avere nulla... o quasi. (Saiyuki-Streghe)

di daeran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Casa Hallywell ***
Capitolo 2: *** Viaggio a Occidente ***
Capitolo 3: *** Diversivo! ***
Capitolo 4: *** Decido io cosa può bastare! ***
Capitolo 5: *** Il negoziatore ***
Capitolo 6: *** Flash Back ***
Capitolo 7: *** Wyatt Hallywell ***
Capitolo 8: *** Hòmura ***
Capitolo 9: *** Incantesimo di sigillo del Potere Celeste ***
Capitolo 10: *** Empatia ***
Capitolo 11: *** Imprevisto ***
Capitolo 12: *** Amicizie pericolose ***
Capitolo 13: *** Vieni a giocare con me. ***
Capitolo 14: *** Seiten Taisei. ***
Capitolo 15: *** Sono stato io? ***
Capitolo 16: *** Energia Oscura. ***



Capitolo 1
*** Casa Hallywell ***


I personaggi qui presentati non sono miei ma tratti da note serie televisive, la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma per puro e semplice piacere personale.

Crossover: Streghe – Gensomaden Siyuki
Ambientazione:
Streghe dopo la 6° stagione.. (la 6° è quella con Chris… giusto?..)
Gensomaden Saiyuki dopo la discesa di Homura e dopo lo scontro finale con Goku, diciamo che è un “finale” alternativo.. ^_^’’ della serie Gensomaden..



Capitolo 1
Casa Halliwell

Era una giornata estiva come tante altre a San Francisco, il sole batteva con forza sulle strade scoscese della città. Bambini allegri vociavano lungo i viali di periferia, giocavano a rincorrersi, tirarsi gavettoni, giocavano a baseball con basi di fortuna ricavate da copertoni e cartoni trovati per la strada.
Nelle villette appollaiate lungo la collina del quartiere di periferia, lontano dal trambusto della città, i papà guardavano le partite di football trasmesse dalla tv via cavo, le mamme accompagnavano i figlioletti più piccoli a spasso per il parco, in un perfetto ed idilliaco quadretto familiare.
In questa quiete nella calura estiva, tra le risate dei bambini e i canti degli uccellini, un urlo provenne da una villa molto antica, conosciuta nel quartiere proprio per gli strani schiamazzi a qualsiasi ora del giorno o della notte, e spezzò l’incantesimo di pace.

“No!” un frastuono di vettovaglie infrante accompagnò l’urlo attraverso le finestre aperte di casa Halliwell.
“Piper!”
Una giovane donna si precipitò in cucina. “Oh, Dio!”
Un’altra donna al piano di sopra, uscì dalla doccia a rotta di collo, si avvolse nel primo asciugamano che riuscì ad afferrare e corse giù per le scale, sgocciolando acqua ovunque.
La sorella maggiore non ne sarebbe stata affatto contenta ma, come ben aveva imparato negli anni, in casa Halliwell esistevano momenti in cui poteva diventare pericoloso essere troppo attenti all’ordine.
“Che c’è? Dov’è il demone?” bofonchiò, sbattendo contro la schiena della minore ancora ferma sull’uscio della cucina.
Lo spettacolo che le si presentò davanti la lasciò basita.

La sorella maggiore galleggiava a mezz’aria e scalciava nel vuoto come un cavallo imbizzarrito.
“Tesoro, metti giù la mamma.” parlò con voce malferma.
Un bel bambino paffuto, di circa quattro anni rideva seduto sul pavimento, con le manine aperte protese verso la donna, poco vicino un altro bambino, seduto sul seggiolone e ricoperto dalla testa ai piedi di omogeneizzato di frutta, rideva divertito.
“Wyatt, ti avverto, la mamma sta cominciando ad innervosirsi. Mettimi giù!” Ripeté alzando la voce.
Wyatt, per tutta risposta, scosse la testa, agitando i soffici boccoli biondi che aveva ereditato dal padre e, con un gran sorriso, mantenne le mani in alto.
“Voi due, aiutatemi invece di rimanere lì a ridere!”
Le due sorelle Halliwell infatti, dopo lo spavento, erano entrambe scoppiate a ridere davanti al bizzarro quadretto familiare.
“Va bene, adesso basta! Leo!”
L’angelo bianco apparve immediatamente al centro della cucina, avvolto da un turbinio di scintille azzurre.
“Eccomi! C’è qualche problema?” si guardò attorno accigliato. “Ma… dov’è Piper?”
“Quassù!” Leo schivò per un pelo un ben assestato calcio dall’alto della tranquilla mogliettina.
“Piper! Ma cosa? “
“Chiedilo a tuo figlio!” ringhiò la donna indicando il bimbo biondo.
Wyatt che aveva ancora le mani protese verso l’alto, all’arrivo del padre aveva cambiato espressione, ora sembrava imbronciato e nervoso.
“Wyatt, ora basta! Metti subito giù la mamma!” urlò Leo, rabbioso. Cominciava ad essere stanco delle bravate del primogenito.
Era certo che Wyatt avesse un enorme potenziale, più potere di quanto avessero potuto immaginare ma fin troppo spesso lo utilizzava per fare scherzi ai familiari.
Leo e Piper, aiutati dalle sorelle, avevano faticato parecchio per educarlo a non utilizzare la magia in presenza di estranei. Dopo gli incidenti provocati quando era ancora troppo piccolo per capire, finalmente intorno ai due anni mezzo aveva cominciato a calmarsi, evitava di orbitare se non in presenza del padre o della zia Paige, poco per volta, nonostante la giovane età, aveva imparato a controllare anche i poteri di telecinesi; tuttavia, con l’arrivo del piccolo Chris, le cose erano nuovamente precipitate.
In presenza del fratellino infatti i poteri di Wyatt sembravano impazzire.
Il bambino fingeva di non avere nulla a che fare con gli avvenimenti insoliti: dalla levitazione spontanea del lettino di Chris alle esplosioni degli omogeneizzati, ogni volta che Piper cercava di imboccarlo.
Inizialmente erano tutti stati convinti che si trattasse semplicemente delle prime manifestazioni magiche dello stesso Chris, in fondo anche lui come Wyatt era metà angelo bianco e metà strega, avrebbero dovuto avere un potere simile e le prime esperienze magiche di Wyatt risalivano addirittura a prima della nascita. A lungo andare però si erano accorti che la magia proveniva invece dal maggiore, il quale agiva volontariamente e pienamente padrone delle proprie azioni.
La spiegazione di un simile comportamento era giunta infine da Paige, semplice e diretta come un pugno allo stomaco: “E’ geloso di Chris.”
Piper e Leo avevano riso lì per lì.
Non avevano preferenze per i due figli, li amavano entrambi e li trattavano allo stesso modo ma, col tempo, avevano avuto piena conferma delle parole di Paige.
Nonostante tutto Chris era più piccolo ed esigeva maggiori attenzioni. Certo, avevano provato a non far pesare la cosa al maggiore, rendendolo partecipe di qualsiasi avvenimento, giocando spesso con lui, ascoltandolo, non lasciandolo mai solo mentre le attenzioni erano rivolte a Chris.
Nonostante gli sforzi però il comportamento del giovane mago non accennava a migliorare e tanto Piper quanto Leo si ritrovavano a sgridarlo e urlargli contro più spesso di quanto effettivamente desiderassero.

“Mi hai sentito, signorino? Fai scendere di lì la mamma. Adesso! Non ho nessuna intenzione di ripeterlo!” ringhiò Leo con maggior violenza.
Wyatt imbronciato abbassò le mani e Piper atterrò delicatamente accanto al marito.
“Uff… grazie.” sospirò sollevata.
“Adesso mi hai stancato, Wyatt! Non devi usare la magia né sulla mamma, né sul tuo fratellino, né su nessun altro. Mi sono spiegato? Non è un gioco, Wyatt. Parlo sul serio, se lo farai di nuovo, annulleremo tutti i tuoi poteri, sarai come a metà, mi hai capito? Guardami in faccia!”  Leo rosso in viso per la rabbia urlò più di quanto intendesse.
Wyatt sollevò il visino, con gli occhi umidi e il labbro tremolante.
“Ha di nuovo fatto scoppiare il piatto di omogeneizzato?” domandò l’angelo lanciando un occhiata al secondogenito ricoperto di pappetta.
“Sì, Leo, ma...” balbettò Piper. Si era a sua volta arrabbiata per essere stata sollevata in aria, dopo aver cercato di sgridare il figlio per il brutto tiro contro il fratellino ma trovava la rabbia di Leo un po’ eccessiva.
“Niente ma, Piper. Questa storia deve finire! Cosa sarebbe accaduto se mentre lui giocava a tenerti appesa sul soffitto, fosse entrato un demone in casa? Se continua così, finirà col fare del male a qualcuno di noi o peggio ancora a Chris! Deve imparare ad obbedire e, se con le buone non capisce, allora mi vedo costretto a diventare cattivo. Vai in camera tua, Wyatt e non uscirne fino a nuovo ordine!”
Wyatt si alzò in piedi, imbronciato, tirò su col naso e strinse gli occhi concentrato, un turbinio di scintille azzurre lo avvolse sollevandolo verso l’alto. Leo lo afferrò per un piede, lo tirò giù con forza.
“Usa le scale!”
Wyatt scappò via dalla cucina piangendo.
“Leo, che diavolo ti prende? Non capisci che così è ancora peggio?” Paige guardò il cognato con rabbia.
“Peggio? Peggio di così cosa potrebbe fare? Dare fuoco alla casa con noi dentro? Ha usato la magia direttamente contro Piper. Avrebbe potuto farle del male! La prossima volta potrebbe far svolazzare Chris sul tetto della casa e lasciarlo cadere. E’ questo che volete? Non mi importa se è geloso, deve cercare di capire che non può fare tutto quello che vuole! I nostri poteri sono una responsabilità, non un gioco!”
“Si, Leo ma Wyatt è ancora piccolo, non ha pieno controllo sui propri sentimenti. Se è convinto che lo trascuriamo a causa di Chris, urlargli contro come hai fatto tu può solo convincerlo che ciò che crede sia vero.” Piper parlò tesa, asciugando il viso del bambino seduto sul seggiolone.
“Cosa dovevo fare? Lasciarti appesa al soffitto?” chiese Leo esasperato.
“No, Leo ma…”
“Vado su da Wyatt. Voglio vedere come sta. Leo, faresti bene a salire anche tu, più tardi. Quando avrà smesso di crederti un orco.”  Paige corse verso le scale.
“Che significa questo? Adesso sarebbe colpa mia?” domandò l’angelo rivolgendosi prima alle spalle della cognata poi alla moglie.
“Ehm… io devo asciugarmi…” Phoebe si tirò fuori d’impiccio un momento prima che il cognato interpellasse anche lei.
“… e visto che tanto sarò già in bagno, dammi Chris che gli faccio il bagnetto.“
“Fa attenzione. Non scaldare troppo l’acqua. La vaschetta è già in bagno e…” cercò di avvisarla Piper.
“Sì, sì, lo so. Non è la prima volta che faccio il bagno al mio nipotino. Vero, tesoro?“ Phoebe prese il bambino tra le braccia e corse dietro la sorella minore, presto sarebbe scoppiata una guerra in cucina e preferiva non trovarsi in mezzo alla linea di tiro.
Marito e moglie in realtà litigarono limitatamente, tanto Piper quanto Leo infatti ormai non sapevano più cosa fare per bloccare la gelosia del figlio.

Intanto Paige aveva raggiunto il nipotino nella sua cameretta, la stanza che un tempo era stata di nonna Halliwell.
La gigantografia di un tirannosauro capeggiava sulla parete sopra il letto, i giocattoli di Wyatt erano sparsi in disordine sul tappeto ed il bambino, steso sul letto pancia sotto e con la faccia nascosta sotto il cuscino, singhiozzava convulsamente.
“Wyatt… posso entrare?” in realtà la giovane strega era già entrata e stava per sedersi sul letto.
“Mh.” un borbottio attutito giunse dal cuscino.
“Lo prenderò per un sì!” decise sedendosi. “Che cosa succede?” domandò cauta.
“Perché hai usato la magia contro la mamma?” meglio partire dai sensi di colpa, piuttosto che parlare subito di Chris e Leo.
Il bambino si mosse a disagio sotto il cuscino. Borbottò qualcosa di incomprensibile e tornò a singhiozzare.
“Chiarissimo!” Paige tese la mano: “Cuscino!” questo orbitò sparendo dalle grinfie di Wyatt e fu lanciato contro la porta.
“Bene, ora possiamo parlare.” Sorrise Paige, pratica.
“Mpfh!” Wyatt voltò la testa e affondò il viso nel materasso.
“Mpfh? Si risponde Mpfh alla zia Paige?” si finse offesa. “Allora sai che ti dico? Mphf pfh pfh pfh mp!” scherzò, facendo il solletico al bambino.
Wyatt si contorse, rotolò sul letto, cercando di mantenere lo sguardo serio ma, quando Paige attaccò col solletico sulla pancia, non riuscì a trattenersi, scoppiò a ridere agitando i piedi ed il volto, ancora segnato da righe di pianto, si aprì in un luminoso sorriso.
“Basta! Basta!” sospirò ridendo.
“Allora ci sei ancora! Ho avuto il terrore che il fantasma del materasso ti avesse mangiato la voce!” riprese la strega con una smorfia di finta preoccupazione.
“Non è vero! Non c’è nessun fantasma del materasso! E’ una bugia!” Obbiettò il bambino cominciando a saltellare sul letto. Come sempre, dimostrava una velocissima capacità di ripresa.
“Oh, sì che c’è! E fa i dispetti ai bambini che non obbediscono alla mamma, al papà e alle zie!” Ribatté Paige. Era giunto il momento di lanciare l’amo.
Wyatt si fermò a metà di un salto. Guardò Paige rabbuiato. Paige rilanciò.
“Soprattutto ai bambini cattivi che fanno i dispetti ai fratellini.”
“Non è vero!” urlò Wyatt e, dopo averle rivolto una pernacchia, riprese a saltellare.
“Avresti potuto fare del male alla mamma, lo sai Wyatt?”
Wyatt la fissò con occhi sgranati. “La mamma si è fatta male?” due grossi lacrimoni gli si formarono sotto le palpebre.
“No ma avrebbe potuto ferirsi.” Si affrettò a rispondere la ragazza. “Non avresti dovuto usare i tuoi poteri su di lei, non dovresti usarli nemmeno su Chris.” Aggiunse.
“Io non uso i poteri su quello là!” Wyatt alzò le spalle con aria innocente.
Stranamente era la verità, non aveva mai usato i poteri direttamente sul fratello, solo sugli oggetti che lo circondavano.
“Beh, far levitare il suo lettino o fargli esplodere in faccia le pappette, non è giusto lo stesso.”
“Ma se lui si diverte! Ride sempre.” Il piccolo mago si allontanò dal letto e prese a giocare con i modellini di dinosauri sparsi sul tappeto.
“Non è questo il punto. E’ piccolo, potresti fargli molto male, poi te ne pentiresti, sai?”
Wyatt sollevò di nuovo le spalle ma non rispose, il T-Rex che stringeva in mano, stava divorando la testa di un brontosauro.
“Hai fatto arrabbiare il papà.” Paige si sedette sul tappeto accanto al bambino, afferrò un altro brontosauro che accorse in soccorso del primo e saltellò sul tirannosauro.
Wyatt alzò nuovamente le spalle.
“Non ti dispiace che il papà ti abbia sgridato?”
“Tanto…” borbottò.
“Tanto, cosa?” provò ad incalzarlo, Paige temeva di conoscere già la risposta.
“Tanto lui preferisce l’altro.”
“L’altro? Vuoi dire Chris?”
“Già!” il tirannosauro saltò sul secondo brontosauro, lo atterrò agilmente e le fauci ne circondarono immediatamente il lungo collo.

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Capitolo 2
*** Viaggio a Occidente ***


Capitolo 2
Viaggio a Occidente

Il P3 era come sempre uno dei locali più frequentati di San Francisco, inoltre l’assunzione di un nuovo DJ, aveva fatto aumentare il consenso da parte dei clienti che nelle ultime settimane avevano letteralmente invaso il pub.
Anche quel venerdì sera infatti era stracolmo di ragazzi e ragazze chiassosi e assiepati, come api sul miele, sulla pista da ballo o in fila urlanti davanti al bancone del bar o ancora, appartati nelle absidi laterali che contenevano confortevoli divanetti di velluto blu e bassi tavolini di legno.
In uno di questi separè, lontani dalle casse che trasmettevano i gorgheggi del DJ, due uomini sedevano in disparte, guardinghi e con gli occhi puntati sulla sala. Sembravano non godere affatto della serata, né tanto meno della musica.
“E questa la chiamano musica? In che diavolo di manicomio ci siamo cacciati?” sbottò all’improvviso il più scorbutico dei due.
Era un uomo di meno di trent’anni,  con lisci capelli biondi come paglia, accuratamente spettinati, grandi occhi viola come le luci al neon che circondavano la pista, profondi come l’oceano e con un espressione sul viso in grado di gelare un orso polare. Un cerotto colorato, di quelli usati per i bambini, spiccava sulla sua fronte, facendolo apparire stranamente ancora più scorbutico ed irascibile.
L’uomo che gli sedeva accanto era molto differente, l’espressione del viso era più pacata e cordiale, sembrava un gentiluomo, nonostante i tre orecchini da teppista sull’orecchio sinistro; i suoi occhi verdi e luminosi mostravano la stessa profondità e fierezza del biondo ma scrutavano la variegata clientela del locale con maggior flemma.
“Le persone di qui sono  abituate a questo genere di musica, non dovresti giudicarle per così poco.” sorrise amichevole. Il monocolo che gli copriva l’occhio destro brillò sotto i riflessi del neon, mentre un ciuffo di capelli castani cadde delicatamente a coprirgli la fronte.
“Inoltre, tutto sommato, credo che abbia un che di affascinante ed orecchiabile.” aggiunse, facendo scivolare delicatamente le proprie dita sulla fronte per riavviare il ciuffo ribelle.
“Si certo! Come il gorgogliare dello stomaco della scimmia!” rispose l’altro, acido.
Come rendendosi conto di aver usato le parole sbagliate, il biondo alzò la testa di scatto ed incontrò gli occhi benevoli dell’amico; tra i due scese un silenzio carico di tensione che nessuno osò spezzare, tornarono così a fissare la folla, con sguardi tristi.
“Ehi! Voi due! Cosa sono quelle facce da funerale? Siamo nel locale più popolare della città, circondati da magnifiche ragazze vestite ai minimi termini e pronte a tutto, cosa si può volere di più dalla vita? Adoro questo posto! E questa musica!”.
Un terzo uomo dall’aspetto più giovanile, con gli occhi nascosti dietro un paio di occhiali da sole, raggiunse il duo ai divanetti e posò tre boccali di birra alla spina sul tavolino.
“Mi spiace, Hakkai, non hanno saké ma in compenso la birra è ottima!” disse avvicinando un boccale all’uomo castano.
“ E non si può fumare.” Aggiunse lanciando un’occhiata al biondo. “Suppongo che ogni paradiso abbia il suo difetto.”
Si voltò, sollevò con il pollice gli occhiali e seguì con occhi sgranati una ventenne fasciata in un abito bianco, particolarmente trasparente per effetto degli stroboi.
“Beh… non so voi ma io posso accontentarmi!” sorrise allegro e si lasciò cadere sulla poltrona, accanto all’uomo chiamato Hakkai. Con indifferenza si sfilò gli occhiali e li gettò senza troppi convenevoli sul tavolino in mezzo ai boccali.
L’uomo biondo sussultò.
“Che diavolo fai, razza di idiota? Rimettiti subito quei cosi!”
“Datti una calmata, bonzo! Non vedo niente con quelli sul naso, poi ho appena scoperto che le ragazze di qui preferiscono guardarti negli occhi.”
Appoggiò la testa al divanetto, soffiò noncurante sul ciuffo che gli attraversava il volto fino al mento e sorridente, notando due ragazze che lo fissavano dai divani vicini, agitò il capo per eliminare altri ciuffi ribelli. I suoi lunghi capelli rossi come il fuoco brillarono di lampi viola provocati dalle luci artificiali e le due ragazze in questione risero estasiate.
“Io lo ammazzo!” il biondo ringhiò, sollevandosi pericolosamente dalla poltrona.
“Calma!” sorrise Hakkai.
“Calma? Come posso calmarmi se questo idiota non fa altro che rischiare di farci scoprire?” ormai era in piedi e incombeva minaccioso sul rosso.
“Idiota? Idiota a chi? Maledetto bonzo corrotto!” Anche il secondo si alzò in piedi a fronteggiare l’altro, entrambi pronti a venire alle mani.
Hakkai si frappose tra i due.
“Calmatevi, per favore. Se vi comportate così ci noteranno di certo! Gojyo rimettiti gli occhiali, se qualcuno notasse i tuoi occhi rossi potremmo essere scoperti. Sanzo, per favore, siediti. Abbiamo un lavoro importante da sbrigare e credo sia il momento di ripassare il piano.” Parlò con estrema calma e tranquillità, come se fosse abituato al ruolo di paciere tra i due amici.
Sanzo borbottò nervoso ma tornò a sedersi e afferrò il boccale di birra dal quale bevve d’un fiato. Lo stesso fece Gojyo,
Hakkai sbuffò di sollievo e porse gli occhiali al capellone, questi li indossò con un’alzata di spalle.
“Tanto non sono necessari! Una ragazza, poco fa al bar, mi ha visto senza e mi ha fatto i complimenti per le mie bellissime lenti a contatto. Non sono sicuro di aver capito cosa volesse dire ma di certo lei aveva due bellissime…” non terminò la frase, qualcosa lo colpì violentemente sulla fronte.
Gojyo fissò accigliato l’oggetto che gli era ricaduto sulle ginocchia, era un grosso ventaglio bianco.
“Un Harisen? Ma che diavolo?” gli bastò incontrare l’espressione gelida di Sanzo per capire, gli si scagliò contro brandendo il ventaglio.
Dobbiamo mimetizzarci, vestirci come loro, evitare di dare nell’occhio; però questo te lo sei portato dietro eh? Stupido bonzo!”
“Beh mi sono portato dietro anche te! Non vedo proprio dove sia il problema, Kappa pervertito!”
I due si impegnarono in una lotta corpo a corpo, in piedi sul tavolino di legno, dove poco prima giacevano i boccali di vetro.
Hakkai non vi badò, stava fissando le scale d’ingresso del locale.
“Sono arrivate” disse serio.
I due uomini si gelarono e si voltarono a loro volta verso le scale. Due splendide ragazze stavano facendo il loro ingresso, sorridenti e spensierate.
“Cavolo. Certo che sono davvero… “ bisbigliò Gojyo a bocca aperta. Sanzo lo colpì sulla nuca con l’harisen recuperato.
“Idiota! Dobbiamo derubarle, non sedurle!”
“Ma, amico mio, la seduzione può essere benissimo il primo passo per un buon raggiro.” Sorrise il rosso, senza staccare loro gli occhi di dosso. “Accidenti… non saprei proprio quale scegliere.” Continuò a sorridere inebetito.
“Imbecille!” il bonzo scosse la testa, disgustato. “Con gli occhi e i capelli che ti ritrovi, capirebbero all’istante che cosa sei e ti ridurrebbero in polvere prima ancora che tu possa palpare loro il sedere! E, indovina un po’, non posso permetterlo. Non che sprecherei un minuto del mio tempo a piangere la tua dipartita, ma la cosa potrebbe rivelarsi alquanto fastidiosa per la buona riuscita dei miei piani!”
Scese elegantemente dal tavolino, si riavviò i capelli con un gesto indifferente e si rivolse ad Hakkai.
“Ne manca una.”
“Si, lo ho notato anche io.” Annuì Hakkai perplesso.
“Qui entro in gioco io!”Gojyo scese a sua volta dal tavolo, sorridente. “Ho fatto qualche domanda alla barista, la ragazza con le belle… hai capito, che tra l’altro mi ha dato il suo numero di telefono.” Strizzò l’occhio in direzione del bancone al centro del locale, fingendo di non notare lo sbuffo spazientito di Sanzo.
“Beh, mi ha detto che il locale appartiene alla maggiore delle sorelle: Piper, che al momento è in pausa per maternità. Ha due figli piccoli, per questo non si vede più molto spesso. Le sorelle invece frequentano ancora assiduamente. Per rimorchiare, immagino.” Sorrise alzando le sopracciglia.
“Quindi l’altra è rimasta a casa con i figli. Peccato, speravo che la strada fosse libera, per agire senza troppe interferenze. La sorella maggiore è quella con il potere attivo più forte, giusto?”
Improvvisamente il tono di Sanzo era tornato autoritario e deciso; nonostante le litigate futili con il Kappa, nei momenti decisivi sapeva sempre riprendere il pieno controllo della situazione con freddezza pratica e calcolata.
“Esatto! Secondo i demoni ratto che abbiamo… ehm... ‘incontrato’ al porto, dovrebbe avere un potere temporale. E’ in grado di bloccare il tempo o di accelerarlo a tal punto da provocare l’esplosione del bersaglio.”
“Sarà un problema?”
“No. Dovrei aver capito come funziona, non avrò problemi a contrastarla.”
“Benone! Ora dobbiamo andare subito dalla mammina o possiamo prima giocare un po’ con le ziette?” Gojyo si fregò le mani allegramente ma Sanzo lo fissò scorbutico.
“Non siamo qui per il tuo divertimento! Spero ricordiate il piano. Voi distraete la strega e io mi occupo del resto. Gojyo, niente scherzi o giuro che questa volta ti ammazzo sul serio! E’ chiaro?”
“Scherzare? Moi?”
Sanzo si strappò il cerotto, un minuscolo e perfetto cerchio rosso brillò di luce propria al centro della sua fronte. Lo sguardo glaciale del bonzo segnato dal leggendario chakra, bloccò qualsiasi commento nella gola del mezzo demone.
Negli anni aveva imparato qualcosa di importante: c’erano momenti in cui era preferibile non scherzare con il venerabile Genjio Sanzo Hoshi e questo era decisamente uno di quei momenti.
La missione che avevano intrapreso era più importante di qualsiasi altra, poiché tutti e tre volevano che si adempisse al meglio, ne andava della vita di…
“Chiaro!” annuì deciso.


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Capitolo 3
*** Diversivo! ***


Capitolo 3
Diversivo!

“Lo so che Chris è più piccolo e che ha bisogno di maggiori attenzioni ma anche Wyatt è piccolo, non capisce come farebbe un adulto. Se ti vede più premuroso con Chris, diventa normale per lui credere che tu abbia una preferenza, Leo.”
La voce di Piper riecheggiò nel salotto di casa Halliwell.
Erano ormai le dieci di sera, i bambini erano stati messi a letto, Paige e Phoebe erano andate al P3, Leo e Piper invece erano rimasti a casa a discutere, da bravi marito e moglie.
“Ma non è vero! Non ho alcuna preferenza, Piper! Sono i miei figli, li amo allo stesso modo!”
“Si, certo. Ma è anche vero che negli ultimi tempi sei stato molto più premuroso verso Chris e più freddo con Wyatt.”
Era un po’ di tempo che Piper desiderava intavolare questo discorso con il marito ma, per un motivo o per l’altro, ogni volta finiva col girarci attorno senza concludere nulla. Era giunto il momento di afferrare il toro per le corna.
“Per forza! Chris è più vulnerabile. Ci siamo sempre preoccupati degli attacchi da parte di demoni solo contro Wyatt ma anche Chris ha il nostro sangue, potrebbe avere poteri simili ed essere in pericolo anche lui, dobbiamo fare attenzione! Per di più Wyatt ha già imparato a controllare le proprie capacità e deve capire che non può fare i capricci, deve aiutarci anche lui a proteggere il fratellino!”
“Anche Wyatt è piccolo! Non puoi pretendere che si comporti da adulto a quattro anni, Leo!”
“Wyatt ha già dimostrato di sapersi difendere, a volte anche meglio di tutti noi! Mentre Chris non ha ancora rivelato alcuna capacità, ha più bisogno di noi.”
“Non stiamo parlando dei loro poteri, Leo ma dei loro sentimenti! Wyatt sta attraversando una fase molto difficile e...”
“Non possiamo non parlare dei loro poteri, Piper! Sono parte integrante di loro stessi! In quanto Anziano, devo occuparmi anche si questo lato.”
“Tu non sei un Anziano per loro, Leo, sei loro padre, maledizione! Non puoi comportarti come se la cosa non avesse importanza! Wyatt ti vede solo come un padre che preferisce a lui il suo fratellino. Non puoi preoccuparti solo di Chris…”
“Io lo ho visto morire!” urlò infine l’angelo bianco. “Ho visto già una volta morire Chris e non ho potuto far nulla per aiutarlo. Non voglio che accada di nuovo! Non posso permettere che accada di nuovo!”
Finalmente era giunto dove la moglie voleva condurlo. Ecco il tasto dolente. La morte del ragazzo proveniente dal futuro, aveva segnato l’angelo molto più di quanto, nell’ultimo anno, avesse cercato di dare a vedere.
Piper fissò il marito con sguardo comprensivo, anche lei era rimasta toccata dall’accaduto. Avevano da poco scoperto di aspettare un secondo figlio quando venne loro svelato che lo strano angelo proveniente dal futuro, altri non era che il secondogenito da adulto. Di lì a poco però, per un crudele destino, furono costretti a vedere quello stesso ragazzo morire, proprio mentre veniva dato alla luce.
Non era stato facile superare la sua morte ma Piper si era convinta che non sarebbe successo al suo bambino. Avevano salvato Wyatt, Chris nel futuro non avrebbe più avuto alcun motivo per tornare indietro, non sarebbe morto in quel modo.
Desiderava da tempo ripetere queste stesse parole al marito, per fargli capire che non doveva temere per Chris ma l’espressione del suo volto le fece crescere la tristezza nel cuore.
Sentì un nodo alla gola allargarsi fino a bloccarle qualsiasi suono, gli occhi gonfiarsi di lacrime alla vista del marito tanto sofferente.
“Leo…” balbettò prima di abbracciarlo.

Un cigolio spezzò l’atmosfera.
“Hai sentito?” bisbigliò Leo guardandosi attorno.
“Sì. Veniva dal piano di sopra?” Piper fissò perplessa il soffitto del salotto.
“No. Veniva dal corridoio!” un uomo dai lunghi capelli rossi, con un paio di occhiali da sole sul naso, nonostante fosse notte, apparve sorridente oltre la porta a vetri che dava sul corridoio d’ingresso.
“E tu chi cavolo saresti?” Piper fece un passo avanti, il marito la trattenne per una spalla.
“Il mio nome è Sha Gojyo, per servirvi, mia bella signora.” Si esibì in un ridicolo e pomposo inchino, i capelli gli scivolarono con leggerezza oltre le spalle. Si sfilò gli occhiali, mostrando due occhi brillanti come rubini tra le fiamme, il volto piegato in un sorriso beffardo.
“Piper, è un demone!” Leo affiancò la strega, pronto a portarla in salvo.
Aveva sentito chiaramente l’aura demoniaca del nuovo arrivato e gli occhi avevano semplicemente confermato il suo presentimento
“Già, non li sopporto quando entrano in casa senza bussare solo per fare gli sbruffoni!”
Velocemente la donna sollevò le mani aprendo le palme rivolte verso Gojyo. Il mezzo demone indietreggiò di un passo mentre veniva investito da una potente esplosione.  
“Ben ti sta!” sospirò la strega prima ancora che il fumo, stranamente fitto, si diradasse completamente.
Qualcosa brillò dietro la coltre di fumo, un piccolo cerchio di vetro.
“Ehi!” Si levò una voce divertita. “Non sai neppure se sono nemico o meno e mi attacchi così? Non è un comportamento gentile!”
Il rosso era ancora nella stessa posizione di poco prima, con lo stesso sorriso beffardo stampato in volto e, nonostante il colpo di Piper, non aveva riportato neppure un graffio. In mano stringeva ora una lunga asta di metallo, alla cui estremità spiccava una mezza luna, chiaramente affilata.
Un altro uomo si era aggiunto a lui, un essere dall’aspetto molto meno demoniaco con un bizzarro monocolo davanti all’occhio destro, i capelli castano chiari ricadevano leggeri sulla sua fronte.
Il nuovo arrivato era in piedi davanti a Gojyo, teneva una mano alzata con la palma rivolta verso Piper e Leo.
“Scusateci, signori, se siamo entrati senza bussare ma avevamo una certa fretta.”
La sua voce risuonò stranamente cordiale e amichevole.
“Ma…. Che cos’è questa storia? Io ne faccio esplodere uno e ne arrivano due? Adesso tu chi sei? Anzi chi siete, che ci fate in casa mia?” Piper parlò con voce alterata, afferrò il braccio del marito, pronta a orbitare nella cameretta dei bambini.
“Che sbadato, perdonatemi. Mi presento, il mio nome è Cho Hakkai.” Il suo inchino fu molto più elegante e sobrio.
“Siamo qui per…” fissò un momento Gojyo, che annuì sorridente. “Beh.. per uccidervi, temo.” Continuò a sorridere con gentilezza e dalla mano, ancora sollevata, si liberò una bolla di luce bianca che si avventò su Leo, il quale non ebbe neppure il tempo di reagire.
L’angelo bianco venne sollevato da terra e sospinto violentemente contro il muro a cinque metri di distanza. Cadde al suolo con un tonfo, privo di sensi.
“Leo!” Piper seguì il rovinoso volo del marito con sguardo atterrito.
Fece appena in tempo a voltarsi e si ritrovò il demone dagli occhi rossi a pochi centimetri dal viso.
“Non mi piace picchiare le donne ma per questa volta farò un’eccezione.” La colpì con l’asta di metallo alle caviglie, Piper cadde di schiena ma riuscì a sollevare le mani, l’esplosione sfiorò la fronte di Gojyo che si ritrasse poco prima che la strega lo colpisse.
La donna si risollevò a sedere e tentò ancora di colpire, Hakkai si spostò davanti a Gojyo e sollevò ancora un volta la mano destra, una barriera di energia spirituale bloccò l’esplosione.
“Mi dispiace, non posso permettere che colpisca il mio amico, abbiamo ancora molto lavoro da portare a termine.”
Gojyo, a queste parole, lanciò un’occhiata verso l’alto, il cuore di Piper perse un colpo.
"I bambini! Vogliono i miei bambini!" pensò, fissando terrorizzata i due demoni che incombevano su di lei.
Non riusciva a muoversi, non poteva alzarsi in piedi, la caviglia destra le doleva, doveva essersi rotta, Leo non dava segni di ripresa e i suoi poteri non avevano effetto sulla barriera del demone di nome Hakkai.
Non sapeva che fare, presto sarebbe morta e i suoi bambini sarebbero finiti nelle mani del male.
Cercò di pensare velocemente ma solo due nomi le occupavano la mente: "Wyatt, Chris!"
Infine parlò, o meglio urlò, un urlo disperato.
“Paige, Phoebe!”
I due uomini si guardarono accigliati.


“Che c’è da urlare tanto?” Paige e Phoebe apparvero circondate da scintille al centro del salotto. Vedendo la sorella a terra e i due strani uomini accanto a lei, le due sussultarono.
“Sono Demoni! Vogliono prendere…” urlò Piper prima che Hakkai la tramortisse con un leggero colpo dietro la nuca.
“Le sorelle! Questo il  nostro venerabile Sanzo non lo aveva previsto!” Gojyo si lanciò contro le due streghe brandendo l’arma di metallo.
 “Asta!” L’arma scomparve dalle mani del demone per ricomparire in quelle di Paige.
“Ehi! Ma che…”
“Ha il potere della telecinesi unito al potere di orbitare!” urlò Hakkai alle sue spalle.
“Non potevi avvertirmi prima?” riuscì a ringhiare il demone Kappa, prima di fermare un calcio volante di Phoebe con la faccia.
Cadde sul divano che si cappottò sotto il suo peso.
Fu subito in piedi, apparentemente incolume e si limitò a massaggiarsi la guancia, tossicchiando imbarazzato.
“Non male, bella bambina!” sorrise acido. “Adesso però facciamo sul serio!” corse verso Phoebe ma, quando questa si preparò per bloccarne l’attacco frontale, improvvisamente il demone cambiò direzione e con un balzo si ritrovò davanti a Paige,
“Questo è mio!” le strappò di mano l’asta, le girò attorno e, attaccandola alle spalle, la immobilizzò trattenendola per la gola.
“Paige!” Phoebe corse in difesa della sorella minore ma Hakkai le si piazzò davanti. La strega cercò di colpirlo ma il demone schivò con facilità tutti i suoi colpi, infine le afferrò il polso destro e le torse il braccio dietro la schiena, provocandole un gemito di dolore.
“Mi perdoni, signorina.” Le bisbigliò tristemente all’orecchio.
Le due ragazze si dimenarono ma i due uomini avevano prese d’acciaio, non facevano alcuna fatica per trattenerle.
"Perché non ci uccidono?" si domandò Phoebe a metà tra la disperazione e il sollievo.

“Piper…” L’angelo bianco riavutosi, dopo l’incontro violento con il muro, strisciò fino a raggiungere la moglie e la guarì, sfiorandola con le dita. I due demoni, impegnati nel trattenere le altre sorelle, non si accorsero di nulla, finché:
“I bambini! E’ un diversivo! C’è qualcun altro di sopra!” urlò Piper, d’un fiato.
Hakkai e Gojyo sussultarono. Erano stati scoperti!

Approfittando dell’esitazione del primo, Phoebe riuscì a divincolarsi, si piegò sulle ginocchia e lo colpì alle caviglie. Hakkai perse l’equilibrio ma con agilità riuscì facilmente a rialzarsi per fronteggiare la strega; ciò che vide gli raggelò il sangue.
“Phoebe giù!” ordinò Piper prima di lanciare il suo micidiale attacco. Il demone non sollevò la barriera protettiva abbastanza velocemente, riuscì a proteggere il proprio corpo ma l’esplosione lo investì in pieno e lo scaraventò oltre le vetrate della finestra.
“Hakkai!” Anche Gojyo si distrasse e allentò la presa sul collo di Paige, questa riuscì ad orbitare, sparendogli letteralmente da sotto il naso.
“Merda! Non me lo dire, puoi anche far orbitare te stessa! Possibile che nessuno mi dica mai nulla con un minimo di anticipo?”
Piper cercò di attaccarlo ma il giovane riuscì a ripararsi dietro il divano poi, con un balzo, saltò fuori dalla finestra, in cerca dell’amico ferito.
Paige gli corse dietro, intenzionata a seguirlo,
“No! Di sopra, Wyatt e Chris!” urlò Piper; quando era spaventata e tesa, finiva sempre col parlare in monosillabi.
La famiglia orbitò al piano di sopra senza perdere altro tempo.






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ringrazio giodan per la recensione :D e per Goku.. beh tra un poco si saprà qualcosa ;)

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Capitolo 4
*** Decido io cosa può bastare! ***


Capitolo 4
Decido io cosa può bastare!

“Hakkai!” Gojyo trovò l’amico steso su una siepe, ricoperto di schegge di vetro.
“Tutto bene?”
Il demone si riscosse. “Sì… credo di si. Mi ha preso di striscio.”
Improvvisamente si alzò a sedere. “Sanzo!”
Senza bisogno di altre parole i due saltarono nuovamente attraverso la finestra infranta e si ritrovarono nel salotto deserto.
“Maledizione! Ci siamo fatti fregare da tre ragazzine!” Gojyo strinse l’arma rabbioso. “Chi lo sente ora il bonzo?”
“Di sopra!” Hakkai lo trascinò su per le scale. Dovevano correre al piano di sopra, Sanzo poteva essere in pericolo in balia delle tre prescelte.

Piper e Leo fecero letteralmente irruzione nella stanza dei bambini. Chris si svegliò e scoppiò a piangere sentendo i rumori improvvisi; Wyatt si alzò a sedere di scatto e, senza neppure accorgersene, orbitò nel lettino del fratello e sollevò all’istante una barriera protettiva che li circondò entrambi.
“Dov’è?” Phoebe entrò nella stanza dietro la coppia e si guardò attorno pratica, in cerca di intrusi, assunse agilmente una posa da combattimento che aveva appreso qualche tempo prima, guardando un vecchio film di Bruce Lee.
“Ma.. non c’è nessun altro” Paige spiò dal corridoio l’interno della cameretta. “Sei sicura che cercassero…”
Tonfi attutiti giunsero dalle scale, Paige si affacciò di nuovo sul corridoio.
“Ehm… sono di nuovo quei due, solo che stanno correndo in soffitta.” Disse sorpresa.
Avevano sbagliato i calcoli, non erano interessati al potere del bambino benedetto due volte, il diversivo era servito a coprire qualcos’altro e solo un’altra cosa importante per i demoni giaceva in casa Halliwell, più precisamente nella soffitta di casa Halliwell.
“Il Libro delle Ombre!” le due sorelle maggiori e l’angelo bianco parlarono all’unisono.
“Leo, porta i bambini in un posto sicuro!” urlò Piper affiancandosi alla sorella mezzo angelo bianco “E fai sapere a Wyatt che sei fiero dei suoi ottimi riflessi!” aggiunse strizzandogli l’occhio.
“Avanti Paige! In soffitta!”
Le tre streghe orbitarono verso la soffitta, mentre Leo con i figlioletti si diresse verso luoghi più sicuri.


“Sanzo!” Hakkai entrò di corsa nella soffitta di casa Halliwell seguito a ruota da Gojyo.
L’altro uomo parve non notarli neppure, sostava in piedi, davanti al leggio su cui giaceva il Libro delle Ombre, le sue mani erano protese su di esso, le pagine di pergamena si sfogliavano a gran velocità sotto la volontà della forza spirituale del bonzo.
“Che cavolo fai? Credevo che volessi rubare il libro, non leggerlo!” Gojyo serrò la porta alle proprie spalle.
“Se anche lo rubassi, sarebbe per leggerlo, non ti pare?” rispose Sanzo sarcastico.
“Si, certo ma non qua! Le streghe stanno arrivando! Dobbiamo andarcene in fretta, ci sono tutte e tre ora!” Hakkai si avvicinò al leggio.
“C’è un incantesimo che mi impedisce di far uscire il libro dalla casa, dovremo leggerlo senza acquistarlo. Mi spieghi che cosa diavolo stai facendo?”  aggiunse il biondo rivolgendosi a Gojyo che si stava applicando per spingere varie mobilie davanti alla porta d’ingresso della soffitta.
“Cosa credi che stia facendo? Blocco l’ingresso! Quelle tre sono fuori di testa! La maggiore mi ha quasi fatto esplodere poco fa! Per non parlare dei calci volanti della media.”
“O del fatto che la minore, può orbitare e comparirti sotto il naso, quando meno te lo aspetti, anche se la porta resta chiusa.” Sanzo parlò con voce ferma, sollevando un sopracciglio.
“Allora lo sapevi!” lo accusò Gojyo, affiancando i due amici al centro della soffitta. “Perché cavolo non ce lo hai detto?”
“Perché, supponevo che dicendoti che per metà è angelo bianco, la cosa fosse sottointesa. Perdonami, la prossima volta cercherò di usare termini più elementari per venire incontro alla tua ridotta capacità mentale!”
“Ma come ti permetti, maledetto bonzo corrotto!” Gojyo afferrò Sanzo per le spalle, le mani del bonzo si allontanarono dalle pagine del libro che smisero di muoversi.
“Lasciami, imbecille!” la mano destra corse verso la tasca dei pantaloni, in cerca della pistola. Ben presto il Kappa si ritrovò la canna della micidiale shoreijyu, puntata sotto il mento.

“Ehm… ragazzi… non credo sia questo il momento!” La voce di Hakkai risuonò tesa e frettolosa.
Le sorelle Halliwell erano comparse davanti ai mobili accatastati contro la porta ed erano rimaste stupite e silenziose alla vista dei due litiganti.
“Disturbiamo?” chiese Phoebe sarcastica.
“In effetti si, molto!” Sanzo, recuperando la sua proverbiale freddezza, puntò la pistola contro le ragazze e premette il grilletto più volte.
Piper utilizzò il proprio potere di bloccaggio ma riuscì solo a rallentare le pallottole che non raggiunsero il bersaglio, solamente grazie alla prontezza di spirito delle streghe e all’agilità nello schivare, appresa negli anni di caccia ai demoni, e si conficcarono rumorosamente nella parete di legno alle loro spalle.
“Ma quella è una pistola! Da quando in qua un demone va in giro con una pistola?” Paige, caduta su un mucchio di cuscini e vecchie coperte, fissò esterrefatta il biondo con in mano l’arma ancora fumante.
“Demone? Ti sembro una di quelle stupide bestie senza cervello, ragazzina?” sparò a Paige che si salvò orbitando nell’istante in cui la pallottola antidemone, conficcatasi nei cuscini, sollevava nuvole di polvere e piume.
“Paige! Togligli quella pistola!” Phoebe urlò da dietro il grosso baule dove si era riparata con Piper dopo la prima raffica.
“Giusto!” Paige riapparve dietro le spalle del bonzo e dei suoi compagni.
“Pistola!” tese la mano ma non accadde nulla.
“Pistola!” ordinò ancora, con maggior convinzione. Nulla.
Sanzo sorrise gelido. I suoi occhi viola brillarono di cattiveria.
Si voltò verso la ragazza, dando le spalle alle altre due, Gojyo e Hakkai pensavano a coprirlo da quel lato.
“Vuoi riprovarci? Tieni, è tutta tua!” tese la mano destra verso la più giovane delle streghe, la pistola semplicemente appoggiata sul palmo, in offerta.
Paige rabbrividì incrociando il sorriso del bonzo, indietreggiò di un passo ma poi si fece forza e riprovò.
“Pistola!”
Il familiare turbinio di scintille azzurre circondò la mano del biondo. Paige sorrise trionfante.
“Patetico.” Mormorò Sanzo prima di serrare le dita attorno al cane dell’arma, agitò la mano come per scacciare una mosca. Le scintille azzurre si avventarono su Paige, trasportando non ciò che aveva chiesto ma una parte del chi del monaco.
Paige fu colpita in pieno e sospinta indietro, frantumò la finestra della soffitta e cadde all’esterno, precipitò nel vuoto senza un urlo.
“Paige!” le sorelle uscirono dal loro nascondiglio urlando attonite.
Sanzo senza neppure voltarsi, puntò l’arma contro di loro ed esplose due colpi diretti, con precisione chirurgica, contro i cuori delle streghe.
I proiettili si fermarono a pochi centimetri dai loro petti, colpirono una barriera invisibile e caddero a terra, inerti.
“Adesso può bastare Sanzo!” la voce di Hakkai divenne gelida e dura, come lo era stata poche volte. Aveva una mano alzata verso le due streghe; le aveva salvate sollevando una barriera di energia spirituale prima che le pallottole arrivassero a segno.
Sanzo puntò su di lui due occhi agghiaccianti.
“Decido io cosa può bastare!” ringhiò.

Agli occhi dei due demoni suoi compagni, parve diventare orribilmente oscuro, come se un’aura di tenebra gli stesse poco alla volta avvolgendo l’anima.
Gojyo lanciò ad Hakkai uno sguardo preoccupato, conosceva una sola persona in grado di far rinsavire il bonzo corrotto quando era in quello stato ma ora quella persona era…
“Abbiamo un compito da svolgere, Sanzo. Abbiamo fatto tanta strada. Non possiamo fallire ora che ci siamo vicini. Ricordi le parole di Kanzeon Bosatsu? Non dobbiamo coinvolgere troppi innocenti o l’Imperatore di Giada….”
“Si, mi ricordo…”
Il pensiero della missione, e delle parole della dea calmarono Sanzo, che sospirò profondamente, ripose l’arma e riportò la propria attenzione sul Libro delle Ombre le cui pagine ricominciarono a sfogliarsi sospinte dalla sua aura di nuovo rischiarata.
“Voi tenete sotto controllo quelle due, questa volta!”
Gojyo sospirò sollevato ed impugnò l’asta di metallo, preparandosi a tutto, in piedi accanto al leggio ed Hakkai sollevò nuovamente la barriera protettiva, questa volta circondando se stesso i suoi compagni e il libro.

Piper e Phoebe che non erano riuscite a reagire, avevano a loro volta percepito il cambiamento avvenuto nell’uomo chiamato Sanzo, erano rimaste atterrite sentendo l’oscurità che aveva cominciato a circondarlo, inoltre la paura per cosa potesse essere accaduto a Paige, aveva inchiodato ogni loro istinto o riflesso.
“Piper! Phoebe!” Leo apparve accanto alla moglie; al suo fianco, con grande sollievo delle sorelle, c’era Paige sana e salva.
“Cosa è successo? Ho trovato Paige di sotto, in un lago di sangue, stava morendo…” notò i tre uomini accanto al libro delle Ombre. Si mosse verso di loro per difendere la fonte del potere delle sue protette.
“Io non mi avvicinerei se fossi in te!” sorrise l’uomo dai capelli rossi.
“Segua il consiglio del mio amico. Toccare la barriera le provocherebbe un gran dolore, signore. Si tenga a debita distanza per favore, non vorrei farle di nuovo del male. Appena avremo finito ce ne andremo.” Il demone gentile fissò allegramente Leo, le mani protese davanti a sé.
Per un momento l’angelo bianco ricordò l’immagine di Wyatt di quella stessa lontanissima mattina e si fermò incerto.
“Che cosa volete?” Piper si rivolse direttamente al biondo che sembrava essere il capo dello strano trio.
Questi rispose senza alzare lo sguardo dalle pagine in movimento.
“Informazioni.” Disse semplicemente.
“Che tipo di informazioni?” insistette la strega. Gli intrusi non risposero.

“C’è niente? Kanzeon Bosatsu ha detto che…” cominciò il rosso spiando oltre la spalla del monaco.
“Eccolo!” Sanzo abbassò le mani, il libro rimase aperto su una pagina che le sorelle non riuscirono a distinguere.
Hakkai mantenne la barriera alta, con gli occhi fissi sui padroni di casa, mentre gli altri due si chinarono a leggere le parole scritte sul libro.
“Cazzo…” borbottò Sanzo contrariato, Gojyo si limitò a ridacchiare.
“Che c’è?” Hakkai voltò indietro la testa.
“C’è che il nostro simpatico bonzo è appena incorso in un piccolo incidente diplomatico.” Gojyo continuò a ridere.
“Vuoi morire?”
“Cosa volete dire?” chiese ancora Hakkai, accigliato, Piper intanto aveva cominciato a colpire la barriera con il suo potere esplosivo, credendo il demone distratto.
“Ci serve il potere del trio!” Gojyo ormai rideva sguaiatamente mentre Sanzo si preparava a colpirlo sulla nuca con l’harisen.
Hakkai sorrise, lievemente preoccupato, riportò l’attenzione sulle streghe.
Le esplosioni lanciate da Piper cominciavano a provocargli un leggero formicolio sulle palme delle mani.
“Beh… guarda il lato positivo, Sanzo. Almeno non le hai uccise!”
La risposta del venerabile Genjio Sanzo Hoshi fu irripetibile.

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Capitolo 5
*** Il negoziatore ***


Capitolo 5
Il negoziatore.


Piper proseguiva imperterrita nell’attacco contro la barriera innalzata dal demone, non voleva lasciare alcuna tregua ai tre nemici, soprattutto non al biondo che, con tanta leggerezza, aveva quasi ucciso una delle sue sorelle.
Le continue esplosioni provocavano leggeri ondeggiamenti nella barriera, che andavano crescendo ad ogni nuovo attacco, così come le onde provocate da un sasso lanciato in uno stagno immobile.
La donna notò che i tre demoni, sembravano in un momento di stallo: si guardavano l’un l’altro incerti sul da farsi.
"Venite qua fuori" pensò, "Vi faccio vedere io cosa significa prendersela con una delle sorelle Halliwell!"
Vide che muovevano le labbra, parlavano tra loro ma le forti esplosioni coprivano ogni suono, sia interno che esterno al muro di energia. Ad un certo punto i tre posarono lo sguardo su di loro. Il rosso rideva a crepapelle!
Ebbe un impeto di rabbia, le stavano deridendo? Erano in una situazione dalla quale sarebbe stato impossibile per loro fuggire o salvarsi eppure ridevano! Gli attacchi si fecero ancora più fitti e violenti, finché:
“Piper, mi senti o no?” la voce di Phoebe sovrastò il rombo.
“Eh?” le esplosioni cessarono.
“Oh! Era ora! Stavi per spaccarmi i timpani!” Paige si massaggiò le orecchie.
“Che c’è? Dobbiamo tirarli fuori di lì, no? Questo è il metodo migliore che conosco!” Piper si preparò a riprendere l’attacco.
“Non mi sembra che funzioni, signorina. Io avrei una proposta migliore!” L’uomo dai capelli castani parlò sorridendo come al solito. “Potrei abbassare io stesso la barriera.”
“Si, abbassala, così ti arrostisco!” minacciò Piper.
“Così non ci convinci, sai?” il rosso si avvicinò asciugandosi gli occhi dopo le grasse risate di poco prima.
“Davvero?” Piper provocò una nuova esplosione.
Phoebe si avvicinò alla sorella e le abbassò violentemente le braccia.
“Ma che fai?” sbraitò la maggiore.
“Che fai tu! Mi sembra chiaro che così non arriveremo da nessuna parte, allora fermati e cerchiamo di pensare a qualcosa, no?”
“Perché non ascoltiamo loro?” suggerì Leo, notando che i tre intrusi sembravano aspettare silenziosamente che venisse concessa loro la parola.
“Ma sei scemo? Dovremmo ascoltare tre demoni? Soprattutto quello col pallino sulla fronte! E’ il peggiore!” sbottò Paige.
Sanzo si avventò contro la barriera ma fu, fortunatamente, bloccato dal Kappa.
“Lasciami imbecille! Glielo do io il demone!” si divincolò furibondo.
“Permettetemi di correggervi, il mio amico qui non è un demone.”
“Già… anche se qualche volta lo sembra molto più di noi!” aggiunse Gojyo.
“Vuoi morire, pervertito?” Sanzo assestò un colpo di gomito nello stomaco dell’amico, si liberò e fissò con freddezza le tre streghe.
Paige rimase affascinata dalla lucentezza sprigionata dai quegli irresistibili occhi viola e lo fissò per la prima volta con un certo interesse.
L’uomo, notando lo sguardo della strega più giovane, alzò un sopracciglio e la ricambiò silenzioso.
“Se non sei un demone che cosa sei?” domandò Piper.
“E’ un bonzo corr…” Gojyo si interruppe notando l’occhiataccia di Sanzo. “Ehm…Continua tu…” sorrise teso.
“Che importanza ha Chi sono?” domandò brusco il bonzo, accentuando il pronome. “L’unica cosa che conta è che dovete usare il potere del trio a nostro favore!” disse con sicumera.
Fu il momento di Piper di ridere, prima di far esplodere nuovamente l’aria attorno alla barriera.

“Ehm… che ne dici, bonzo, se lasciamo le trattative ad Hakkai? Credo che ci sia più portato.”
Il suggerimento di Gojyo arrivò in poco più che un sussurro, il demone si mantenne infatti a debita distanza per prevenire qualsiasi reazione.
La vena sulla tempia di Sanzo pulsò pericolosamente ma non era momento di litigare, per quanto negasse ammetterlo, avevano bisogno del potere del trio e Hakkai al momento era l’unico in grado di convincere le streghe ad accettare una tregua, nonostante il disastroso preambolo.
Arretrò di un passo.
“Vedi di fare in fretta, non ho tempo da perdere in chiacchiere.”
Hakkai annuì.
“Beh, signorina.” Si rivolse a Piper. “Come ormai credo abbia notato, siamo in una situazione di stallo. Lei non può entrare nella mia barriera, né può colpirci da lì fuori e noi abbiamo appena scoperto che non ci sarebbe di nessun aiuto uccidervi. L’unico modo che abbiamo per toglierci da questo impiccio è collaborare.”
“Collaborare?” sbottò Piper. “Avete fatto irruzione in casa nostra, ci avete aggredite, avete quasi ucciso mia sorella! Perché mai dovremmo collaborare con voi?”
“Semplice. Sanzo, il diadema.”
“Sei sicuro?”
“Certo! Hai detto che non hai tempo da perdere, non possiamo raccontare loro tutta la storia, questo è il metodo più veloce.”
“Scusate… ma di che parlate?” Gojyo fissò i due, accigliato.
Sanzo estrasse da sotto la camicia nera un diadema forgiato in un massiccio metallo dorato, senza rifiniture pregiate o simili, era un semplicissimo cerchietto formato da un unico elemento le cui due estremità si riunivano in una gobba.
“Vedi di non farlo cadere!” disse rivolto a Piper.
“Ci sei?” chiese ad Hakkai agitando il diadema.
“Si. Al tre. Uno, due, tre!” Hakkai ritrasse per un istante le mani, la barriera calò nel momento stesso in cui il diadema prese il volo e ritornò al suo posto non appena fu dall’altra parte.
Piper si preparò a prendere al volo lo strano oggetto o a farlo esplodere nel caso si fosse rivelato un imbroglio, cosa della quale sospettava fortemente.
Pensò immediatamente di aver visto giusto, quando notò che Sanzo, un secondo prima del lancio, pur guardando sempre verso di lei, aveva piegato lievemente il polso. Il diadema cambiò così direzione e volò diretto verso Phoebe.
La strega alzò le mani pronta a farlo esplodere ma Leo, per qualche strana ragione, la fermò.
L’oggetto atterrò con precisione millimetrica nelle mani della strega preveggente.
A quel tocco Phoebe sussultò e serrò gli occhi.
Dopo pochi istanti cadde in ginocchio scossa dai brividi.
“Cosa hai visto?” le chiesero i familiari.
Dopo un momento di esitazione, fissando i tre intrusi divenuti improvvisamente silenziosi e seri, Phoebe bisbigliò:
“N… non è un trucco? E’ tutto vero?”
“Dovresti averlo capito da sola.” Rispose Sanzo, cupo in volto.
Phoebe annuì. “Abbassa pure la barriera, vi ascolteremo. Non attaccarli, Piper.”
“Cosa? Ma sei impazzita? Ci elimineranno tutte e tre se li lasciamo…”
“Fidati di me, Piper. Questo è molto peggio!” sollevò il diadema che ancora stringeva tra le dita.
“Che cosa hai visto?” domandò nuovamente Leo.
Phoebe respirò profondamente e si alzò in piedi, le gambe le tremavano ancora.
“La fine del mondo.” Bisbigliò.
Cho Hakkai ritirò la barriera.










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Grazie infinite per tutte le recensioni;^_^ questa storia in realtà era nata per superare un piccolo blocco che mi ha fatto interrompere per l’ennesima volta un racconto originale. Ma visto che mi piace e che piace anche a voi (per fortuna... :P) andrò avanti ;) credo che diventerà tutto un po’ complicato ma non disperate, prima o poi Kanzeon Bosatsu avrà pietà del “catorcio assemblato con pezzi di scarto” e scenderà tra noi a spiegare tutto ;-) sopratutto per le sorelle Halliwell. Porette, trovarsi sti tizi in giro per casa. Oddio... ci metterei la firma per avere Sanzo in giro per casa, shoreiju o no... ^____^
Per Goku… beh... se non cambio idea nel frattempo, nel prossimo capitolo scoprirete che fine ha fatto... in parte almeno... vi posso dire che il prossimo capitolo sarà movimentato. Mi sono divertita molto a scriverlo e credo di aver fatto soffrire un pochino il mio bonzo preferito ma pazienza, è un tipo tosto!
A proposito, cercherò di aggiornare velocemente. Ora la storia prosegue bene, so più o meno cosa sta per accadere, quindi vado di filato ma visto che ho pubblicato quasi tutto quello che ho già scritto, (mi mancano un paio di capitoli) non so per quanto manterrò ancora questo ritmo. Cercherò di fare del mio meglio. :-P
Tra parentesi, ma quanto sexy è Sanzo quando si arrabbia? ^ç^

Grazie ancora per le recensioni.Baci baci Dae.

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Capitolo 6
*** Flash Back ***


Ok ecco una piccola parte di spiegazione. Come dice il titolo si tratta di un flash back; in pratica quello che succede subito dopo la sconfitta di Hòmura. Ho cercato di ricostruire il finale dell’anime, non voletemene se ho sparato qualche cavolata.
Questo capitolo è un po’ più lungo rispetto a quelli pubblicati fino ad ora ma ad un certo punto mi sono fatta prendere la mano… scusssssssate... :P 
Ovviamente essendo un flash back del gruppo di Sanzo, non si vedono le tre streghe che però torneranno presto ;)
Oh già, ho cambiato idea rispetto all’inizio e l’azione si svolge a partire dal momento in cui viene sconfitto Hòmura. (all’inizio avevo detto che sarebbe stato prima dell’ultima battaglia.)
Spero non vi faccia troppa anguscia, io mi sono divertita molto a scriverlo (perché sono una pazza sadica) se non vi piace, fatemi sapere ;)
Infine, amanti di Goku, ecco la vostra scimmietta preferita! 
^______^ Povero ciccio, cosa non gli ho fatto fare… ^_^




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Capitolo 6
Flash Back

“Non è giusto!” Goku fissò il corpo esanime del dio della guerra con occhi in parte tristi, in parte contrariati.
“In questo modo non saprò mai se sono stato io a sconfiggerlo o se è stato lui a lasciarsi uccidere!”
“Non dire stupidaggini, scimmia! Guardalo in faccia!”
Gojyo, in piedi dietro al ragazzino, parlò con voce tranquilla e rilassata, dopotutto ormai avevano vinto, avevano sconfitto gli dei ed erano ancora tutti e quattro vivi per raccontarlo.
“Eh? In faccia? Perché?” Goku si inginocchiò accanto al corpo di Hòmura.
La divinità sembrava addormentata, il suo corpo era lievemente rialzato, la schiena sollevata contro ciò che restava di una roccia, frantumata durante l’ultima battaglia.
Aveva il mento elegantemente poggiato sullo sterno, i sottili capelli corvini gli ricadevano leggeri sulle guance esangui; gli occhi chiusi e le labbra increspate in un tenue sorriso di soddisfazione indicavano una sola grande verità: era morto in pace, finalmente sereno dopo tutte le sofferenze cui era stato costretto in vita.
“Sorride…” bisbigliò la scimmia.
“Già. Significa che è morto appagato, il combattimento contro di te è stato per lui motivo di soddisfazione.
Sapeva di essere destinato a morire, ha solo voluto scegliere lui stesso come e dove.
Ha sicuramente combattuto al massimo delle sue capacità, Goku, non si è lasciato uccidere, per questo motivo è morto sereno. Ucciso in battaglia da un guerriero degno di fronteggiare un dio.”
Hakkai usò queste parole colme di gentilezza e rispetto per il nemico caduto e per il giovane compagno di viaggio.
Gli occhi di Goku, ancora posati sul volto di Hòmura, si illuminarono , il ragazzino si voltò, sul viso aveva stampato un sorriso raggiante.

Il suolo cominciò improvvisamente a vibrare.
“Questa porzione del nuovo mondo creata da Hòmura sta cominciando a svanire. Andiamocene prima che il portale si chiuda.”
Tutt’intorno ai quattro il prato verde, stava cominciando a distruggersi pezzo per pezzo; intere zolle di terra si sollevavano in alte colonne scure, per precipitare subitamente, sgretolandosi come sabbia al vento.
Il portale che univa quel mondo illusorio al Togenkyo era ancora davanti a loro, Sanzo vi si diresse senza aggiungere altre parole, Gojyo e Hakkai lo seguirono dappresso, Goku invece rimase assorto, accanto al cadavere del nemico più forte che avesse mai incontrato.
Aveva mantenuto la promessa, era riuscito a sconfiggerlo ma…
“Sanzo, aspetta!” la scimmia corse dietro al bonzo e lo fermò afferrandogli un lembo del lungo kimono bianco.
“Sanzo, questo è il mondo di Hòmura, quello che voleva, la sua tomba. Non potresti…?” allargò le braccia indicando il prato che li circondava.
“Mh…” Il monaco fissò gli occhi dorati del ragazzino.
Sembrava avere ancora quella stessa espressione così ingenua e stupida che lo aveva colpito la prima volta in quel lontano giorno di tre anni prima, qualcosa tuttavia si era aggiunto, un senso di maggiore sicurezza sembrava ora prevalere sulla stupidità. Provava rispetto per il nemico ucciso e voleva che la tomba per la quale Hòmura aveva tanto lottato, venisse preservata.
Il bonzo si scoprì stupito della risolutezza presentata da quella stupida scimmia e, per una volta, decise di accontentarlo. Annuì e, senza una parola, si mise in capo la coroncina, simbolo della sua posizione di trentunesimo Toah Sanzo Hoshi, si sedette sull’erba a gambe incrociate e cominciò a recitare un mantra.
Il mondo perfetto dedicato a RinRei, si congelò in un istante, la terra cessò di tremare, il prato rigoglioso  e coperto di fiori, tornò più luminoso e vivo che mai.
Il sogno di Hòmura si era infine realizzato, il suo mondo sarebbe rimasto così in eterno, congelato in quell’ultimo istante di vera pace e serenità per uno spirito straziato durante la vita.
Sanzo terminò, si alzò in piedi, ripose la corona e si riavviò verso l’uscita.
“Andiamo!”
“Dove?” Goku trotterellò dietro il bonzo sorridendo allegramente.
“Dove, stupida di una scimmia? Ad Ovest naturalmente!” Sanzo lo colpì con l’harisen.
“Ahia! Uffa! Io pensavo che andassimo prima a mangiare qualcosa! Ho una fame!”
“Fai silenzio!” un altro colpo di harisen.
“Quindi riprendiamo il viaggio?” Gojyo si stiracchiò languidamente, spingendo la lunga chioma rossa dietro le spalle.  “E dire che pensavo ci saremmo presi una bella vacanza!” parlò con in sottofondo le urla della scimmia e i tonfi attutiti dell’harisen.
“Si, devo dire che anche io vorrei riposarmi un po’ dopo questo scontro. In fondo non dimentichiamoci che abbiamo sconfitto degli dei!” Hakkai sorrise mentre avanzava zoppicando, sorretto dal braccio di Gojyo.
“Io ho sconfitto gli dei! Uffa! Tutto il lavoro pesante è toccato a me! Ho diritto di mangiare molto più di voi!”
“Perché noi che cosa credi che abbiamo fatto, stupida scimmia? Anche Shien e Zenon erano dei! Per non parlare della marea di scagnozzi che ci hanno lanciato contro!”
“Se se… intanto contro Hòmura ci ho combattuto io, scarafaggio di un Kappa!”
“Ti ho detto mille volte di non chiamarmi Kappa, stupida scimmia!”
“E tu non chiamarmi scimmia!”
“Visto che sei una scimmia, non vedo in che altro modo dovrei chiamarti, scimmia!”
“Kappa pervertito!”
“Scimmia dalla bocca larga!”
“Scarafaggio rosso di un kappa!”
“Scimmia, scimmia, scimmia!”
“Kappa, kappa, kappa!”
“……” 

“Sanzo… Va tutto bene?” Hakkai, in equilibrio precario, aggrappato alla spalla del kappa che si dimenava per evitare i pugni della scimmia, fissò il bonzo, preoccupato.
Non era ancora intervenuto per “sedare” la litigata tra i due bambini del gruppo.
Se le cose fossero andate per il verso giusto, a quel punto avrebbe già dovuto cominciare ad urlare e a menare fendenti con l’harisen, invece era immobile davanti a loro, a pochi metri dal portale che li avrebbe ricondotti alla realtà.
Il bonzo non rispose; improvvisamente cadde in ginocchio, scosso da fremiti incontrollabili.
“Sanzo!” Goku, dimentico di qualsiasi altra faccenda, corse verso l’amico, cercò di sfiorargli la spalla ma, non appena la sua mano si avvicinò al monaco, venne colpito da una forte ondata spirituale e volò all’indietro, senza fiato. Atterrò a svariati metri di distanza, accanto al corpo di Hòmura e rimase a terra incosciente.
“Ma che diav…?” Gojyo non potè terminare la frase; Sanzo cadde a terra supino mentre il suo corpo prese a muoversi convulsamente, scosso da spasmi muscolari.
Una luce abbagliante avvolse il bonzo, quando delle strane sfere luminose cominciarono a distaccarsi dal suo stesso corpo e volteggiare ad alta velocità  nell’aria sopra di lui.
Una sfera colpì il portale per il Togenkyo, questo esplose in un vortice di mille colori ed emanò un flash abbagliante, i due demoni furono costretti ad abbassare lo sguardo.
Quando la vista tornò, capirono di essere in trappola.
Il portale era sparito, l’unica via di fuga era stata chiusa.

Ed allora un urlo straziante squarciò l’aria circostante.
I due demoni videro il corpo di Sanzo piegarsi innaturalmente: il bacino cominciò a tendere verso l’alto mentre la testa e i piedi rimasero ancorati al suolo, legati da catene invisibili.
“Sanzo!“ Gojyo mosse due passi verso di lui ma Hakkai lo fermò, afferrandogli saldamente il braccio.
“No! Non puoi avvicinarti! Finiresti come Goku.”
“Dobbiamo fare qualcosa! Finirà con lo spezzarsi in due in questo modo! Che diavolo sta succedendo?”
Hakkai rimase immobile, non sapeva cosa fare, non sapeva cosa rispondere, si sentiva completamente impotente, in balia degli eventi. Le urla del monaco gli straziavano il cuore, mentre le convulsioni non accennavano a diminuire.
Le sfere luminose presero a precipitare ripetutamente, attraversare il corpo di Sanzo, provocando ogni volta in lui urla disumane.

“S…Sanzo.” la voce di Goku giunse da lontano. Il ragazzino si era ripreso ma ancora non riusciva a rialzarsi; strisciava al suolo, cercando di raggiungere il bonzo.
Lacrime di rabbia gli sgorgavano abbondanti sulle guance, le dita serrate a pugno ferivano i palmi delle sue mani, non riusciva a muoversi, non riusciva a correre in aiuto del suo Sole che urlava sofferente.
“Goku!” Hakkai vide il giovane e si mosse per raggiungerlo.
Ma arrivato a metà del percorso:
“Hakkai, attento!” Gojyo lo afferrò per le spalle e lo tirò indietro con forza.
Entrambi caddero al suolo con un gemito sordo.
Una delle sfere che vorticavano sopra Sanzo, aveva cambiato traiettoria e li aveva quasi investiti, precipitando al suolo, dove creò un cratere d’impatto che separò Goku dagli amici.
La sfera riprese a vorticare sopra la scimmia ed i cerchi si fecero poco alla volta più ristretti ma Goku neppure se ne accorse, continuò a tenere gli occhi fissi sul corpo di Sanzo mentre le sue labbra ripetevano silenziosamente il suo nome.
La barriera che lo aveva stordito, in qualche modo lo aveva anche immobilizzato, solo con un enorme sforzo riusciva ancora a strisciare ma non aveva più nemmeno la forza di parlare né di gemere.


Così come era cominciato, tutto si fermò.
Il corpo del bonzo si accasciò al suolo, qualsiasi rumore cessò inghiottito dal nulla. Solo il respiro affannoso di Sanzo rimbombava nel silenzio di tomba.
“B… bast… bastardo.” balbettò in un sussurro.
Le sfere sopra di lui si immobilizzarono, quella sopra Goku cominciò a brillare più ardentemente.
“No... no… maledetto, prendi me.” Sanzo continuò a bisbigliare tra un affanno e l’altro, sembrava essere l’unico in grado di capire cosa stesse accadendo.
Di nuovo il corpo del monaco venne sollevato verso l’alto, un’enorme colonna di luce bianca si sprigionò da lui.
Urlò colmo di rabbia, di disperazione; urlò di dolore quando le vesti gli si squarciarono, sospinte dal vento spirituale. Il sutra del cielo demoniaco volò in alto e scomparve nella luce.
La sfera sopra Goku, diventata luminosa come un piccolo sole, si sollevò in alto a sua volta, a raggiungere le altre che seguirono una traiettoria parabolica, pronte a ripiombare al suolo.
“Sanzo...” Goku non vide le sfere, i suoi occhi erano puntati su Sanzo, il quale si era di nuovo accasciato al suolo; il monaco, ancora cosciente, voltò la testa nella sua direzione.
“Sta zitto e spostati da là, stupida scimmia!”
Sanzo riuscì a voltarsi bocconi, fece forza con le braccia sul prato, tentò di trascinarsi verso il ragazzo ma cadde esausto con il volto nell’erba.
Hakkai, resosi conto che la barriera che lo aveva circondato era sparita, gli corse al fianco,  Gojyo, da parte sua, rimase dov’era, gli occhi fissi su Goku.
Improvvisamente capì e sollevò lo sguardo verso l’alto: la colonna di luce che aveva attraversato Sanzo, stava precipitando verso Goku, il ragazzino sarebbe stato investito in pieno.
“Goku, spostati!” urlò, correndo verso di lui. Saltò agilmente il baratro lasciato dalla sfera di poco prima ma, quando giunse vicino all’amico, un vento potentissimo lo investì.
Gojyo mosse ancora qualche passo in avanti faticosamente, coprendosi gli occhi con le braccia ma ben presto i suoi piedi vennero sollevati e il kappa fu spazzato via dall’impetuosità della strana forza spirituale che li stava soggiogando; volò come un fuscello in una tempesta e ricadde pesantemente accanto ad Hakkai e Sanzo.
La colonna luminosa raggiunse il suolo.
“Sanzo!” Goku urlò terrorizzato, prima che un boato assordante cancellasse ogni altro suono.


Hakkai gemette e cadde in ginocchio, le mani protese davanti a sé, il volto piegato in una smorfia di tensione.
“N… non ce la faccio… è troppo forte…” Stava tentando di mantenere una barriera protettiva attorno al ragazzino, ma ogni muscolo del suo corpo sembrava sul punto di disintegrarsi.
Nel momento in cui la barriera cedette, la luce convogliò in un unico punto, lontano una decina di metri da Goku, il quale rimase a terra tremante ma semicosciente, la testa nascosta sotto le braccia.
Di nuovo la terra venne scossa da un potentissimo tremito, Sanzo riuscì a sollevare la testa, pur rimanendo ancora bocconi al suolo. “Dannazione…” bisbigliò.
Era incredibilmente pallido, il suo corpo tremava, scosso dai brividi, memore dei dolori appena trascorsi ma il suo sguardo era glaciale, l’espressione tesa e visibilmente irata.

La luce esplose nuovamente, dividendosi in un’infinità di colori spettrali.
Quando i tre riuscirono finalmente a riaprire gli occhi, lentamente distinsero in lontananza, confusa tra la luce e la terra sollevatasi dopo l’impatto, una strana ombra ondeggiante come un miraggio sopra l’asfalto surriscaldato.
Poco alla volta, l’ombra assunse una forma umana, si muoveva lentamente verso di loro, sembrava enorme, distorta dalla lente formata dalla polvere.
Gojyo e Hakkai riuscirono ad affiancare Sanzo ed entrambi, ancora inginocchiati, si passarono le braccia del bonzo intorno alle spalle, e lo sollevarono da terra.
Il corpo dell’uomo rimase completamente inerte, riuscì a sollevare ancora la testa ma il resto rimase a peso morto, sostenuto solo dalla forza dei due compagni.
“G… Goku. “ disse, ignorando l’ombra e cercando di scrutare nella polvere ai piedi di essa.


“Ce lo fatta… Sono… Ce l’ho fatta!” una voce familiare ma contemporaneamente sconosciuta provenne dall’ombra, una risata esultante si sollevò orribile e malevola nell’aria.
La luce si dissolse completamente, l’ombra divenne una figura umana, un uomo dai lunghi capelli corvini e con gli occhi di colori diversi.
“Hòmura….” Gojyo e Hakkai rimasero esterrefatti riconoscendo il dio della guerra.
Non poteva essere davvero lui, non doveva essere lui.

“Maledetto bastardo. Perché non ci hai riprovato con me?” Sanzo sollevò la testa, abbastanza da fissare il redivivo Hòmura dritto negli occhi inespressivi e freddi, come mai prima di allora erano stati.
“Perché, mio piccolo Koryu della corrente del fiume, mi sono reso conto che questo sarebbe stato un bersaglio migliore!” il dio si battè una mano sul petto e sorrise distaccato.
“Questo che diavolo dovrebbe significare? Perché quel tizio è ancora vivo?” Gojyo lanciò uno sguardo interrogativo ai suoi due compagni.
“Cosa sta accadendo, Sanzo? L’aura di Hòmura è completamente cambiata rispetto a prima. Tu sai cosa significa?” Hakkai si era accorto che il dio che fronteggiavano, era circondato dalla stessa aura maligna che poco prima era apparsa dal nulla e aveva distrutto il portale per il Togenkyo.
Non era più lo stesso dio che Goku aveva affrontato e ucciso meno di un’ora prima.
Il monaco però sembrò non ascoltarli neppure.
“Goku… dove diavolo è Goku?” le sue labbra si mossero impercettibilmente in un lievissimo sussurro, rivolto solo ai due compagni che lo sorreggevano.
La visibilità ormai era tornata perfetta, il prato verde era tornato splendente, così come Sanzo lo aveva congelato.
I tre si guardarono attorno ma non trovarono traccia del ragazzino. Era sparito.
Un sorriso beffardo si dipinse sulle labbra sottili di colui che era stato Hòmura.
“Cerchi questo, piccolo Koryu della corrente del fiume?”
“Non chiamarmi così, maledetto bast…” lo sguardo del monaco, così come quello dei due demoni, si posò raggelato sulle mani del dio: stringeva tra le dita un oggetto che conoscevano fin troppo bene.
“Ma quello è il dispositivo di.…” un rantolo rabbioso proveniente da dietro le spalle dei tre uomini, serrò le parole nella gola di Gojyo, così come i cuori di ognuno di loro.
Fecero appena in tempo a voltarsi, Sanzo fu colpito da un calcio alla schiena e scaraventato in avanti, strisciò rovinosamente sul prato, sollevando zolle di terreno e pietre.
Hakkai e Gojyo non riuscirono a fare altro che voltarsi completamente per fronteggiare per la terza volta, da quando lo conoscevano, il vero volto di Son Goku: Seiten Taisei.
I lunghi capelli color della terra smossi dal vento e le orecchie a punta incorniciavano l’espressione beffarda che aveva sul viso, gli occhi dorati brillavano maligni, le unghie sembravano artigli.
Senza aspettare altro il ragazzino si avventò su di loro. I due demoni, stremati dopo il combattimento con Shien e Zenon, riuscirono a schivare pochi colpi, prima di essere entrambi colpiti e scaraventati a terra.
Incredibilmente Son Goku sembrava essere diventato ancora più forte, rispetto a quella volta nel deserto quando li aveva quasi uccisi, sbatacchiandoli l’uno contro l’altro come fossero maracas.

“Mio povero piccolo Koryu della corrente del fiume, mi sono preso anche il tuo giocattolino preferito. Ora che farai? Piangerai?”
“Ti ammazzo, maledetto.” Sanzo sollevò la shoreijyu, utilizzando tutte le energie che gli restavano e premette il grilletto.
Cinque pallottole si conficcarono nel petto di Hòmura. Questi, barcollando, indietreggiò di un paio di passi ma tornò subito, come niente fosse, a chinarsi sul monaco per schiacciargli la mano al suolo con un piede; il monaco emise un gemito di dolore e la pistola fu allontanata con un calcio.
“Sbagliato, Koryu. Non puoi uccidere un corpo già morto. Inoltre tu sei il mio custode, non il mio carnefice.” Sorrise soddisfatto e cominciò a prenderlo a calci, colpendolo ripetutamente sullo stomaco, sul volto, sulla schiena con cattiveria e malignità sempre maggiori.

Hakkai e Gojyo non se la passavano meglio, subivano attacchi su attacchi, il demone scimmia era velocissimo, i suoi pugni sembravano di roccia.
“Credo che sia finita…” borbottò Gojyo, accasciandosi accanto all’amico, sputando sangue.
“Probabilmente si…” rispose Hakkai prima di voltarsi e lanciare una bolla di energia contro Hòmura che, poco distante, colpiva ripetutamente Sanzo.
“Ehi! Che fai? Dovresti pensare alla scimmia.”
“Forse…”

Hòmura, colpito inaspettatamente, barcollò e cadde in ginocchio accanto al corpo di Sanzo, sorrise per la stupidità dei propri avversari, non avrebbero mai potuto sconfiggerlo con un attacco tanto scontato, neppure con l’effetto sorpresa.
“Fermati!” Urlò a Son Goku che incredibilmente obbedì all’ordine e si placò un secondo prima di riprendere l’assalto contro i due amici.
“Voglio che quei due mi vedano bene.” Sorrise cinico.
“Come vedi, Koryu della corrente del fiume, io riesco dove tu hai fallito. Posso comandare il tuo giocattolo poiché siamo fatti della stessa materia, tu invece sei solo un patetico essere umano.”
“Della sua stessa materia? Non mi sembra che avere qualcosa in comune con quella stupida scimmia sia una cosa di cui andare tanto fieri.” balbettò il bonzo con arroganza.
Hòmura sorrise ancora, sollevò una mano sopra il petto del monaco, le dita tese come a creare una lama. Il colpo calò micidiale, diretto al cuore di Sanzo.
Lo avrebbe di certo ucciso se la mano non si fosse fermata a pochi centimetri dal bersaglio.
Hòmura si guardò le dita accigliato, riprovò, la mano si fermò nuovamente.
Tentò una terza volta, con uno sforzo di volontà, la mano non si fermò ma tremando cambiò direzione e si conficcò nel terreno.
“Ma che diavolo…” Hòmura rimase interdetto, il braccio cominciò a tremargli violentemente, serrò gli occhi, mentre fremiti convulsi gli invadevano il corpo, improvvisamente i suoi occhi si aprirono, lucidi e spaventati. Parlò con voce profonda e frettolosa.
“A…aiutami, Konzen…”
“Hòmura?” Sanzo lo guardò stupito.
Il dio urlò rabbioso mentre Sanzo scoppiò a ridere, concludendo con un accesso di tosse.
“Così non riesci a controllare neppure il corpo di un morto? Chi sarebbe tra noi quello patetico?” lo afferrò per il collo e cominciò a recitare un mantra, cercò di avvolgere il corpo del dio con tutta la forza spirituale che ancora gli rimaneva.
Hòmura non riuscì a parlare ma lanciò uno sguardo a Son Goku che dopo un attimo di indecisione, si avventò su Sanzo, lo colpì con un calcio nello stomaco e lo lanciò a parecchi metri di distanza dove il monaco si accasciò e vomitò sangue.
“Dannato, non ti prenderai più gioco di me! Seiten Taisei, uccidili!” ordinò il dio.
Son Goku si lanciò contro gli amici ma, prima di riuscire a colpirli, venne di nuovo fermato dalla voce di Hòmura.
“No! Non farlo, Goku!” Hòmura cadde in ginocchio, la testa stretta tra le mani. “Maledetto! Stai zitto!”
Son Goku lo fissò spazientito, come se, percependo l’esitazione del dio, si fosse anche reso improvvisamente conto di quanto odiasse ricevere ordini.
Lanciò uno sguardo rabbioso al dio della guerra.
“Stai perdendo il controllo del giocattolo.” Sanzo ridacchiò, tossendo.
“Taci, bastardo!”
Hòmura si alzò e si diresse verso il punto in cui la colonna di luce era precipitata colpendo il suo corpo, sollevò una mano e recitò uno strano mantra in lingua arcaica, con voce pacata e sicura. 
Dalla mano gli si sprigionò una luce bianca che presto si allargò a dismisura, la luce brillò violentemente finché non si formò una sorta di squarcio sospeso nel nulla, presto lo squarcio divenne un portale uguale a quello che avevano attraversato per raggiungere quel luogo.
Hòmura sorrise trionfante:
“Il sutra del Cielo Sacro sarà mio! E tu, piccolo Koryu, non potrai fermarmi, rimarrai qui con i tuoi amici. Morirete insieme in questa splendida tomba. Dovresti ringraziarmi per questo trattamento.”
“Seiten Taisei, Andiamo!” La voce di Hòmura era tornata inespressiva e gelida, Son Goku lo seguì senza esitazioni.
Goku fu il primo ad attraversare lo squarcio nello spazio, scomparve con un lampo di luce bianca. Hòmura guardò indietro un’ultima volta.
“Un souvenir?” sorrise ancora rivolto a Sanzo e gli lanciò il diadema dorato del ragazzino prima di addentrarsi nello squarcio dove scomparve all’istante.
“Goku… Goku!” Hakkai e Gojyo si trascinarono fino al portale ma una volta raggiunto, questo scomparve implodendo su se stesso.


“Che diavolo significa? Chi era quello? Dove ha portato la scimmia?” Gojyo si guardò attorno rabbioso, in cerca di qualcosa da prendere a calci, nonostante le fitte di dolore che gli percorrevano il corpo.
Hakkai si avvicinò lentamente a Sanzo, sollevò il diadema da terra ma quando si avvicinò al bonzo, questi glielo strappò di mano.
“Quello non era Hòmura. Di questo ne sono certo, Sanzo e sono anche certo che tu sappia perfettamente cosa è successo. Parla!” Hakkai parlò risoluto, mentre aiutava il monaco a sollevarsi a sedere.
“Cos’è quello?” Gojyo indicò il cielo. Un oggetto di stoffa scendeva lentamente, disegnando larghe volute nella brezza del prato di nuovo incredibilmente verde e tranquillo.
Quando l’oggetto toccò il suolo, Gojyo lo afferrò.
“Uh-Oh…”
“Cos’è?” Chiese Hakkai, Sanzo silenzioso, si limitava a tenere gli occhi fissi sulle venature dorate del diadema di Goku.”
“Ehm… cos’era, piuttosto.” Porse l’oggetto ad Hakkai.
“Ma è…”
“Ciò che resta del sutra del Cielo Demoniaco.” Concluse Sanzo senza guardarli.
Hakkai sollevò il lembo di stoffa, era indubbiamente il sutra, non aveva alcun graffio, né alcuna abrasione ma semplicemente non era più il sutra.
La preziosa trama era scomparsa, non vi era più alcuna iscrizione, quello che avevano in mano era ora un semplice pezzo di stoffa.
“Che vuol dire?” Hakkai si rivolse ancora al bonzo.
“Che siete in un mare di guai.” Una voce femminile giunse alle loro spalle.
“Kanzeon Bosatsu!”






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Ecco fatto! Ora sapete dov’è finito il piccolo GokuChan. No, forse non lo sapete ma almeno sapete con chi sta. No forse non si è capito nemmeno questo. Ehm… beh... è a San Francisco, questo è chiaro no?
:-P Sono troppo misteriosa? Non vorrete mica sapere tutto subito? ^________^
Kanzeon Bosatsu è scesa quale Deus ex Machina ma purtroppo la comunicazione con il mondo di Hòmura si è interrotta prima del tempo. Certo, io so che cosa ha detto ma la mia fonte è Sanzo che non ama le fughe di notizie ^__^’’  e visto che il bonzo al momento è già abbastanza nero per come lo ho trattato, credo che eviterò di farlo arrabbiare ancora di più. O_^ Hakkai Rulez. (Quanto mi piace la faccina di Hakkai O___^  ciccio! )
Fatemi sapere cosa pensate di questo capitolo fuori di testa. Baci baci Dae.

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Capitolo 7
*** Wyatt Hallywell ***


Rieccomi con il seguito di questo folle crossover.. la narrazione torna al presente. Le parole di Kanzeon Bosatsu verranno rivelate in seguito..

In questo pezzo in verità non accade nulla di troppo eclatante.. a parte un piccolo avvenimento che … ehm.. non vi dico altro..

Spero che questo capitolo molto più calmo rispetto al precedente non vi annoi.. il prox  molto probabilmente si intitolerà Hòmura… e.. beh se avrete la pazienza di proseguire la lettura, scoprirete anche perché.. ^_^

Grazie ancora per i commenti ^________^  x Killkenny e Shuichi un ex nemico delle streghe?? ?_? sapete che mi avete dato un’idea? …. *per la serie.. Dae ma sai cosa stai scrivendo, vero? ^_^’’

Paring: Phoebe- Sanzo??.. beh no… in verità… io… coff coff…

Capitolo 7

Wyatt Halliwell



La mezzanotte era ormai passata, la città dormiva sotto la coltre di oscurità che con la sua leggera brezza fresca, dava pace all’asfalto surriscaldato dalla calura del giorno appena trascorso.
Ogni animale, ogni essere umano, ogni singolo rumore di vita taceva, assopito nel buio.
Casa Halliwell invece, sprizzava ancora di vitalità, del resto era l’ora delle streghe.

“Bene, è arrivato il momento delle spiegazioni. Chi siete? Perché avete fatto irruzione in casa nostra?” Piper parlò sopraggiungendo in salotto con una teiera fumante, le tazzine erano già disposte sul tavolino e la famiglia Halliwell incombeva curiosa sui tre strani ospiti seduti uno accanto all’altro sul divano.
Anche i bambini erano tornati a casa; Chris dormiva beatamente, sdraiato a pancia sotto nel box posto accanto alla poltrona dove sedeva Leo, Wyatt invece, che non aveva voluto saperne di dormire, sedeva in braccio al padre con sguardo serio e attento, come gli adulti che lo circondavano.
“Non sono affari che vi riguardano!” rispose seccato Sanzo.
“Perdonatemi… quello che il mio compagno voleva dire..” si intromise Hakkai.
“Esattamente quello che ho detto! Non vedo perché dovremmo dar loro delle spiegazioni!”
“Mah… forse perché abbiamo bisogno del loro potere per salvarci la pelle, stupido bonzo cocciuto!”  Gojyo parlò con rabbia, suscitando nuovamente la furia del bonzo. Questi lo afferrò per la collottola con sguardo di ghiaccio.
“Prego?...”
“Mi hai capito bene! Non è il momento di fare gli schizzinosi, se non altro per aiutare la scimmia!”
Sanzo si fermò, la presa sul bavero della camicia di Gojyo si allentò, gli occhi viola tremarono le pupille si dilatarono impercettibilmente.
“Che diavolo vuoi che me ne importi di quella stupida scimmia?” domandò. “Sono qui solo ed esclusivamente per il sutra!”
“Si… come vuoi.”
Sanzo lasciò il Kappa e, prima di abbandonarsi nuovamente tra i due demoni, si sporse verso Phoebe che gli sedeva davanti, le strappò di mano il diadema dorato che le aveva lanciato per provocarle la visione in soffitta e tornò ad accomodarsi con lo sguardo perso nelle venature d’oro.

La famiglia Halliwell rimase interdetta. Che razza di persone avevano davanti?
Sembravano non essere rimasti stupiti delle parole di Phoebe dopo la visione, ma se questi tre sconosciuti sapevano qualcosa riguardo ad un’imminente fine del mondo, come potevano comportarsi con tanta leggerezza e litigare in continuazione tra di loro?
“Allora?..” domandò ancora Paige scuotendo la testa. “Avete intenzione di spiegarci qualcosa oppure no?”
Hakkai prese parola.
“Scusate, ci siamo presentati piuttosto bruscamente. Cerchiamo di ricominciare tutto dall’inizio. Il mio nome è Cho Hakkai, lui è Sha Gojyo mentre il suo nome è Genjio Sanzo Hoshi. Come avete ben capito, io e Gojyo siamo Demoni, anche se siamo piuttosto diversi da quelli a cui siete abituati qui, Sanzo invece è Umano, come voi… più o meno.”
Sanzo sbuffò infastidito, nessuno capì se dalla lunga presentazione di Hakkai o dal fatto di essere stato paragonato agli altri umani presenti nella stanza.
“Proveniamo da molto lontano, un luogo chiamato Togenkyo. Stiamo cercando…”
“Togen cosa?..” lo interruppe accigliata Paige.
“Togenkyo. E’ un’Era leggendaria in cui, secondo antichi miti orientali, gli Uomini e i Demoni convivevano assieme pacificamente.” La risposta venne, con sorpresa di tutti i presenti, dalla stessa Phoebe.
“Che c’è?” domandò sentendosi osservata.
“Che ne sai?” le chiese accigliata Piper.
“Io.. eh eh. Ehm.. mi è capitato qualche anno fa di fare delle ricerche sulle antiche leggende e…”
“Sulla possibilità per un’umana di vivere con un demone.” Concluse per lei Piper.
“Già… stavo per sposare Cole. Cercavo solo dei precedenti A quanto pare non è servito a niente. Nel nostro mondo certe relazioni sono pura follia!” sorrise tranquilla. Ormai da tempo aveva dimenticato la disperazione per la perdita dell’”odiato” ex-marito.
Gojyo sorrise comprensivo. “Neppure nel Togenkyo in realtà, certe relazioni sono ben viste.”
Si passò involontariamente una mano tra i capelli e la sua mente corse al volto in lacrime della matrigna che aveva tentato di ucciderlo tanti anni prima, poiché rivedeva in lui il simbolo del tradimento del marito. Un figlio nato da un’altra donna, da un’umana; un mezzo sangue dai capelli e dagli occhi del colore del sole al tramonto.
Si riscosse velocemente da questi pensieri ma Phoebe riuscì ugualmente a leggere nei suoi occhi il turbamento passeggero, gli sorrise gentile. Gojyo ricambiò stupefatto. Era davvero molto bella
Hakkai riprese:
“Il nostro mondo in verità, è in una sorta di piano di esistenza diverso da questo. Non è stato facile per noi giungere fin qui ma abbiamo ricevuto un piccolo aiuto. Comunque sia, stiamo cercando un …essere molto potente che ha rapito un compagno a noi molto caro; lo ha trascinato quaggiù per non sappiamo bene quale motivo e.. “
“Il ragazzino?” domandò all’improvviso Phoebe.
I tre uomini sollevarono la testa di scatto e la fissarono, sorpresi.
“Che ragazzino?” domandò per prima Paige.
“La mia visione… ho visto dei flash poco chiari: palazzi in fiamme, innocenti uccisi ma in fondo a tutto questo è apparso, in un immagine sfocata e veloce, un ragazzino. Non so cosa significasse ma…”
“Ci descriva la sua visione, signorina.” Disse sbrigativo Hakkai.
“Io… io.. non so.. E’ difficile da spiegare, era tutto molto confuso. L’oscurità avvolgeva ogni cosa, ho visto… distruzione, disperazione.. dolore.. dopodichè… il Nulla.”
“Nulla? Nel senso che è finita la visione?” domandò Leo.
Wyatt aveva cominciato a divincolarsi e Leo lo aveva lasciato scendere dalle proprie ginocchia, ora il bambino trotterellava intorno al divano occupato dai tre ospiti, guardando spesso con curiosità crescente i lucenti capelli di paglia del bonzo..
“No.. Nulla nel senso che non c’era più nulla. E’ stato come se la mia mente si svuotasse e..”
“L’esistenza.” la interruppe Sanzo.
“Come?”
“L’esistenza.” Ripetè. “Nella tua visione, l’esistenza si è svuotata e cancellata, non la tua mente. Per questo hai visto il Vuoto.”
“Il Vuoto?” domandarono all’unisono le tre streghe.
“La Non-Esistenza. Quella che lei stessa ha definito fine del mondo.” Spiegò Hakkai. “Ma il ragazzino di cui ha parlato.. come entrava nella visione? Lo ha visto bene?”
“No, cioè… come ho detto l’immagine era confusa, credo di aver visto un ragazzino poco prima che comparisse il.. Nulla. Aveva i capelli castani molto lunghi e gli occhi grandi e luminosi… ho dovuto distogliere lo sguardo per la luce che emanavano, era come se… brillassero d’oro.”
“Goku!” dissero i tre all’unisono.
“E’ il vostro amico?” chiese Piper accigliata.
“Si. Son Goku è il padrone del diadema che ha provocato la visione. Mi permetta un’altra domanda, signorina Halliwell…”
“Mi chiami pure Phoebe..” sorrise la strega, arrossendo per i modi cortesi dello strano demone. Piper le tirò una gomitata, in volto aveva stampata un’espressione che diceva a chiare lettere
< Mai con un demone, Mai con un demone >
“Il ragazzo che ha visto…  si comportava in modo… ehm.. strano?” sembrava molto più teso.
“Mh? Strano? In che senso?”
“Beh… voglio dire… era solo? Sembrava stare bene?” si affrettò a spiegare Hakkai.
“Non lo so… Come vi ho detto, è stato tutto molto confuso e quando mi è apparso il suo viso, la luminosità di quegli occhi mi ha costretta a voltarmi. Lo ho solo intravisto.”

Sanzo sbuffò.
“Tante grazie Vecchiaccia, questo viaggio si è rivelato davvero utile.” borbottò sarcastico rivolto stranamente al soffitto.
“Vi spiace?” senza attendere alcuna risposta, si accese una sigaretta.
“Si!! Ci dispiace!! Non vedi che ci sono dei bambini qua dentro?” sbraitò Paige agitando un giornale per allontanare il fumo.
Sanzo sorrise. “Vuoi togliermela?” domandò, ricordando il momento in cui la strega aveva tentato di sottrargli la shoreijyu.
Paige non aprì bocca ma lo guardò imbronciata, quando improvvisamente la sigaretta venne illuminata da scintille azzurre e scomparve dalle dita del monaco.
Tanto Paige quanto Sanzo rimasero esterrefatti.


“NO!! Wyatt!! Metti giù quella cosa!!” Piper scavalcò il tavolino e raggiunse Wyatt che era orbitato su un bracciolo del divano, accanto ad Hakkai. Tra le dita reggeva la sigaretta di Sanzo e ne seguiva le volute del fumo con aria assorta.
Il monaco biondo sgranò gli occhi, il bambino era riuscito a togliergli la sigaretta senza che lui neppure se ne accorgesse!
“Ma.. come?” rimase attonito (fatto estremamente raro) per le capacità latenti in quel piccolo moccioso biondo che inaspettatamente gli ricordò Son Goku.
La voce lamentosa della demone-scimmia gli rimbombò nelle orecchie e ricordò, senza volerlo, la prima volta che aveva percepito il richiamo del suo spirito su quella montagna tre anni prima.
“Ehi! Ti sei fatto fregare da un moccioso, Venerabile bonzo.. perdi colpi?” lo punzecchiò Gojyo, il quale in risposta ricevette una gomitata nello stomaco che lo lasciò senza fiato.


Piper dopo aver spento velocemente la sigaretta dentro il vaso della selce che spiccava accanto alla finestra risanata magicamente da Leo, si riavvicinò un po’ preoccupata al figlioletto, che allegramente allungava le mani verso il demone di nome Hakkai cercando di afferrargli il monocolo. Questi sorridendo cominciò a solleticargli la pancia e Wyatt gli cadde senza troppe cerimonie in braccio per cominciare a scalciare e ridere sguaiatamente.
Il bonzo fissò lo sguardo sul bambino che gli si divincolava accanto, un istante prima aveva dimostrato un’incredibile potenza spirituale, ora invece si comportava come un qualsiasi bambino della sua età, a parte il fatto che giocava con un demone.
“Wyatt… non disturbare i… signori…” disse imbarazzata la madre, cercando di prenderlo in braccio. Il demone che poco prima l’aveva quasi uccisa, stava facendo il solletico a suo figlio, santo cielo.
 Wyatt le allontanò le mani e rimase seduto sulle ginocchia di Hakkai.
“Oh, nessun disturbo, signora Halliwell. Non si preoccupi. Così ti chiami Wyatt, io sono Hakkai.” Sorrise ancora al bambino.
“Ciao.” Il bimbo sembrava completamente a suo agio.
Fin da quando era in fasce, appena avvertiva la presenza di un demone, si nascondeva, orbitava, si riparava con la barriera protettiva, ora che sedeva in braccio ad uno di essi, si stava limitando a ridere e giocare.

Quando il bimbo si rese conto di essere al centro dell’attenzione del monaco biondo, si immobilizzò per ricambiare l’attenzione con determinata serietà.
Sanzo si stupì ancora e non riuscì a distogliere lo sguardo dagli occhi azzurri del piccolo; rimasero a scrutarsi così, per una attimo infinito finché:
“Stavamo parlando della fine del mondo, ricordate?” la voce di Paige interruppe il contatto, il bonzo le rivolse un’occhiata vuota, Hakkai riprese a parlare ma Sanzo non lo sentì, era perso nei propri pensieri, cercò nuovamente il contatto con gli occhi di Wyatt, ma questi era altrove, avvicinatosi all’altra estremità del divano, tentava di afferrare i capelli rossi di Gojyo, che lo allontanò facendogli le boccacce, il piccolo scoppiò a ridere nuovamente e cercò di imitare le espressioni buffe del demone rosso..

Il monaco aveva percepito qualcosa negli occhi di quel moccioso. Una sensazione familiare che ora non riusciva più a cogliere. Come un ricordo, o un sogno inafferrabile durante la veglia.
Esaminò nuovamente la strana famiglia che aveva davanti.
< Streghe e angeli.. tsè.. >
Certo però erano parenti stretti di quel bambino, forse anche le tre streghe avevano altre doti nascoste. < Potrebbero non rivelarsi così inutili dopotutto... >
Incrociò lo sguardo di Paige che a sua volta lo stava fissando, quando la strega si accorse che i gelidi occhi viola la stavano ricambiando, arrossì lievemente e spostò l’attenzione sull’interessantissima rifinitura del tappeto che aveva sotto i piedi.
Il bonzo sbuffò ancora.
< Tsk.. come non detto… >

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Capitolo 8
*** Hòmura ***


Rieccomi! ^_^ scusate se ci ho messo più tempo del solito.. ho avuto qualche problema col pc (problema non proprio superato, ad essere sincera.. ç_ç ) inoltre ho riscritto questo capitolo almeno tre volte… non mi convinceva mai.. a dire il vero anche ore nella parte finale mi lascia perplessa.. ho paura che sia un po’ troppo criptico.. fatemi sapere se ci capite qualcosa… ^_^”
Per KillKenny ti distruggo tutte le certezze?... scusa… dehihihi la colpa è del bonzo corrotto!! (devi ancora leggere questo capitolo.. poi vedrai altro che perdita di certezze… :-P )
Per le amanti di Goku, il bimbo farà qui una piccola comparsata.. lo vedrete in tutto il suo splendore! (almeno.. splendente come piace a me.. ^_^ ma io sono una pazza sadica.. quindi non faccio testo.. )

il titolo del capitolo è rimasto Hòmura.. perchè non lo so.. ma mi piaceva così... O_ò

beh.. leggete e commentate!

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Capitolo 8

Hòmura

“Avete solo un modo per fermarlo, ma sarà difficile.
 Ora che anche Seiten Taisei è libero, non è più solo il Togenkyo ad essere in pericolo.
L’essere che si è impossessato di Hòmura, porterà morte e distruzione ovunque si trascinerà e utilizzerà proprio Son Goku come arma di sterminio.”
Kanzeon Bosatsu, apparsa ai tre viaggiatori subito dopo la scomparsa di Son Goku e di Hòmura, fu criptica come al solito nelle spiegazioni.
Ciò che era accaduto realmente a Hòmura, rimase a lungo un mistero chiaro solo a lei e allo stesso Sanzo.
“Immagino che tu Konzen, o meglio Sanzo, abbia capito cosa è successo, a meno che tu non sia davvero ottuso come sembri. Ciò che ha posseduto Hòmura, ha tentato di entrare prima in te ma, visto che eri cosciente di ciò che ti stava accadendo, sei riuscito a respingerlo con la tua forza spirituale.”
Detto questo la dea scatenò le ire del bonzo, scomparendo e riapparendo a pochi centimetri dal suo volto.
“Sei stato proprio bravo, sai?” tentò di baciarlo e una volta respinta, gli affondò le mani nei capelli e glieli scompigliò senza criterio.
Hakkai e Gojyo rimasero di sasso quando il monaco biondo, si avventò sulla divinità urlando come un forsennato, shoreijyu alla mano:
“Non toccarmi, maledetta vecchia! Dov’è finito quel bastardo? Se non puoi dirci dove sta, togliti pure dai piedi!”
La dea scoppiò a ridere: “Mi diverte da morire stuzzicarti. Il tuo caratteraccio non è affatto migliorato con il tempo, Konzen Douji!”
“Ci dica che cosa è accaduto. Che cosa era quell’essere?” intervenne Hakkai.
“Niente di buono, purtroppo. E’ un essere eretico, che era stato imprigionato in un piano di non Esistenza, secondo la volontà Celeste, per i  gravi crimini commessi  e che ha approfittato del potere del Sutra del Cielo Demoniaco per riemergere a nuova vita.”
“Un essere eretico? Come Goku e Hòmura?” chiese allora Gojyo.
“In un certo senso si. E’ una creatura che esiste contro il volere dei Cieli.
Ricordatevi che si tratta di un essere molto furbo, ha approfittato del varco aperto dallo stesso Hòmura, nel momento in cui ha spalancato i Cieli per la creazione del nuovo mondo e lo ha attraversato sfruttando l’energia del Sutra del Cielo Demoniaco.”
“Ma per quale motivo il sutra del Cielo Demoniaco è stato cancellato?” domandò ancora Hakkai.
“Perché ciò che era custodito al suo interno, ora è …”
“In Hòmura.” Concluse per lei Sanzo. “Questo lo so, maledizione. Quello che voglio sapere è dove diavolo è andato! E’ tornato nel Togenkyo? Ha detto di volersi impossessare del sutra del Cielo Sacro che è rimasto nel Togenkyo. Facci tornare indietro, maledetta!”
“Posso anche farlo, se proprio insisti, venerabile Sanzo ma temo vi servirà a ben poco dal momento che la tua dolce scimmietta non si trova più nel Togenkyo.”
“D… dolce… scim… IO TI AMMAZZO!!” di nuovo la minacciò con la shoreijyu.
“Dov’è ora Goku?” Hakkai si frappose ancora tra i due, mentre Gojyo cercava di trattenere il monaco.
“Purtroppo neppure a me è permesso di conoscere ogni cosa.
Non so esattamente dove si trovi quel bambino, però posso fare in modo che voi lo troviate.
Se ciò che sospetto è vero, troverete ciò che cercate in un mondo diverso da quello a cui siete soliti.”
I tre uomini fissarono la donna senza capire.
“Oh, devo proprio spiegarvi ogni cosa? Colui che è ora in Hòmura, vuole impossessarsi del potere del sutra del cielo Sacro ma sa che nel Togenkyo, dove tu, Sanzo, ne sei il custode, non avrebbe mai potuto avere possibilità di vittoria, neppure sperando che tu rimanessi per sempre bloccato in questa dimensione. Il tuo stesso spirito è legato ai due sutra che ti sono stati affidati e, come hai dimostrato poco fa, ora come ora Egli non può nulla contro la tua forza spirituale, poiché solo attraverso di essa lui  può esistere nel piano dei mortali.
Tuttavia, ogni dimensione esistente deve la sua nascita all’unione dei cinque sutra dell’Origine Celeste, per questo ogni dimensione ha un punto di contatto con tutte le altre, un punto in comune: questo…”
La dea della misericordia sottrasse il lembo di stoffa che aveva contenuto il sutra del Cielo Demoniaco, strappandolo dalle mani di un alquanto confuso Hakkai.
“Ogni dimensione possiede i suoi cinque “straccetti” che non sono altro che un punto di collegamento a ciò che in realtà è unico: l’essenza stessa della Creazione.
Questi punti di collegamento, permettono a chi li possiede di detenere e fare da tramite al Potere della Creazione che in realtà non può coesistere con voi mortali. I sutra non sono altro che sfoghi di questo potere nei vari piani di esistenza.
Nel Togenkyo, dove ancora i mortali si ricordano di ringraziarci per averli creati, si mantiene la conoscenza relativa alla potenza dei suddetti straccetti, infatti essi vengono affidati alle cure di persone dallo spirito puro (nella maggior parte dei casi  ^_- ), in grado di difenderli dai malintenzionati e in grado di contenere il potere che in essi giace, ma esistono anche dimensioni in cui le divinità annoiate sono state dimenticate, mondi in cui tutto ciò che ci riguarda è considerato semplice leggenda, mito, storielle raccontate e ascoltate per puro diletto (dicesi anche manga ^__^ ndr) e in cui i sutra giacciono incustoditi, alla mercè di chiunque, conoscendo la verità, volesse approfittarne.”
“Quindi troveremo Hòmura e Goku in uno di questi mondi.” terminò per lei Hakkai.
“Complimenti Generale Tempou, vedo che non hai perso la tua incredibile perspicacia.”
“Mhh.. E tu verrai con noi, presumo.” Aggiunse ancora Sanzo, seppur infastidito dall’idea che Kanzeon Bosatsu potesse seguirli.
“Ti piacerebbe, mio bel biondino?”
“Tsk… preferirei sprofondare all’inferno abbracciato a Gyumao, maledetta vecchiaccia ma abbiamo bisogno del potere di un Dio per reintegrare il sutra.”
“Reintegrare il sutra? Vuoi dire che  possiamo far tornare lo “straccetto” come era prima?” Gojyo si grattava la tempia non certo di aver capito le spiegazioni di Kanzeon. L’unica cosa chiara era che presto avrebbero avuto un buon motivo per menare le mani..
“Chiudi quella boccaccia, imbecille!”
“EHI! COME TI PERME….”
Kanzeon Bosatsu con un sorriso da lince, interruppe la lite prima che esplodesse: “Io non posso seguirvi, posso solo aprirvi l’accesso al mondo dal quale sento provenire l’aura malefica che circonda ora Hòmura ma dovrete fare attenzione, poiché egli ha il potere di spostarsi da un piano all’altro seguendo l’energia dei sutra e, dal momento che io non sarò con voi, non potrò aprirvi altri portali. Se una volta arrivati a destinazione doveste essere scoperti, Hòmura potrebbe trasferirsi altrove, in quel caso sareste perduti, a meno che…”

“Questo è quanto. Abbiamo bisogno del vostro aiuto per liberare Son Goku e per fermare l’essere che lo ha rapito.”
La voce tranquilla di Hakkai, distolse per un momento Sanzo dai propri ricordi.
Kanzeon Bosatsu lo aveva mandato con i due demoni in quell’insulso mondo, convinta che lì avrebbero ritrovato Goku e Hòmura.
La dea aveva anche detto loro:
“In ogni dimensione esistono i sutra e con essi il pericolo che accada ciò che è accaduto a te, Konzen. Ovunque quindi esiste un metodo per reintegrare ciò che è stato disciolto. Il tuo compito sarà trovare questo metodo prima di trovare lo stesso Hòmura. Naturalmente non ho idea di cosa si tratti, ogni dimensione ha usanze diverse, tuttavia posso dirti che il tuo legame con il sutra del Cielo Demoniaco, ti porterà a capire ciò che non è visibile agli occhi di tutti. Fatti guidare dall’istinto, Konzen Douji.”
E così aveva fatto, si era lasciato guidare dall’istinto.
Aveva cercato la maggiore fonte di potere che esistesse a quel mondo, convinto di trovare con esso il modo per risigillare il potere del Cielo Demoniaco all’interno del sutra e di scacciare ciò che ne aveva intaccato la purezza.
In questo modo aveva trovato le sorelle Halliwell, il famigerato trio di temute cacciatrici di demoni, secondo gli stessi demoni ai quali avevano chiesto gentilmente indicazioni dopo il loro arrivo a San Francisco.
Ben presto il monaco biondo aveva preso la sua decisione:  fare irruzione nella casa delle streghe e sottrarre loro il libro delle Ombre.
Il piano ovviamente non era andato alla perfezione, i due idioti che si era trascinato dietro dal Togenkyo, avevano come al solito provocato pasticci, tuttavia consultando il libro aveva trovato un incantesimo di contenimento e sigillo del potere: esattamente ciò di cui aveva bisogno.
Esultante all’idea di poter usare questa nuova conoscenza a proprio piacimento aveva però subito dovuto arrendersi all’evidente disfatta: l’incantesimo in questione poteva essere pronunciato solo dalle tre “fattucchiere”. Il potere del trio. Le solite stupidaggini della stregoneria.

Sbuffò ancora. Non aveva altra scelta, doveva affidarsi alle tre donne, era l’unico modo per ricomporre il sutra del Cielo Demoniaco e per riavere indietro….

< Non avere nulla..
Se incontri un Buddha uccidilo.
Se incontri un tuo antenato uccidilo.
Non avere legami.
Non essere schiavo di nessuno.
Vivi semplicemente per la tua vita. >

Si ripeté mentalmente le parole del maestro Komyo Sanzo.
< …Non essere schiavo di nessuno… >
Secondo questi dettami aveva sempre vissuto.
< Sanzo, quanto manca ancora? Io ho una fame! > l’odiosa voce della scimmia gli rimbombò ancora nella mente.
< Per quanto ancora potrai rimanere il sole di quel bambino, Konzen? >
…il Sole…
< …Brilli proprio come il sole… >
…stupido…
< …Non avere nulla … >
…Goku…

Non poteva fare altro, per colpa di quella stupida scimmia avrebbe dovuto comportarsi da folle e affidarsi alle streghe.
“Dannazione!” battè violentemente un pugno sul tavolo. Tutti i presenti sussultarono.
< ..Ti ammazzerò per questo stupida di una scimmia! > si ripromise mentalmente.
“S.. Sanzo… tutto bene?” Hakkai lo fissò preoccupato.
“Tsk… Senti strega, questa volta cerca di tenere gli occhi aperti. Abbiamo bisogno di sapere dove si trova Son Goku, se volete salvare il vostro ridicolo mondo.” Si rivolse a Phoebe e le mise bruscamente in mano il diadema.
Al primo contatto, la strega venne nuovamente pervasa dai brividi.
Le scorsero davanti agli occhi vari flash che cambiarono veloci e indefiniti come in una sequenza di fotogrammi privi di cronologia.
Vide città distrutte, palazzi in fiamme, grattacieli completamente rasi al suolo; infine vide sangue, moltissimo sangue.
Le immagini si susseguirono con sempre maggiore velocità, finché tutto si fermò.
Si ritrovò al centro del Golden Bridge; pochi metri più avanti scorse un ragazzino di sedici o forse diciassette anni, non molto alto, che si stagliava come un fantasma in mezzo alla desolazione e al fumo proveniente dalle macchine in fiamme che occupavano il ponte semidistrutto.
I capelli castani lunghi si muovevano disordinati sotto una brezza che la ragazza non poteva sentire.
Il ragazzino lentamente si voltò, i suoi occhi dorati brillarono di cattiveria, le labbra sottili si piegarono in un ghigno disumano.
Improvvisamente il suolo tremò, Phoebe sentì il mostro, che aveva creduto un semplice ragazzino, ridere crudelmente, mentre si avventava su qualcosa che ancora si muoveva tra le auto ribaltate. Sopravvissuti! Il demone bambino stava attaccando e picchiando selvaggiamente alcuni innocenti, sopravvissuti a quello che si sarebbe potuto facilmente scambiare per un maxi incidente stradale.

L’azione si spostò ancora, ora la strega riconobbe il salotto di casa Halliwell.
Il ragazzino era inginocchiato sul pavimento, infieriva su di un corpo esanime del quale si distinguevano solo i capelli biondi intrisi di sangue, lo stesso sangue che gli schizzava sul volto mentre con un sorriso sadico il mostro continuava a colpire.
Il campo visivo della strega si allargò e vide con occhi sgranati, il pavimento del salotto. Era cosparso di corpi, dei loro corpi! Le sue sorelle, lei stessa, Leo, persino i due demoni che avevano fatto irruzione in casa quella sera.
In un angolo accanto al corpo martoriato di Piper vide il lettino di Chris e poco più in là in un’altra piccola pozza di sangue… distolse lo sguardo sconvolta.
Sarebbero tutti morti, straziati e dilaniati dalla furia del demone dagli occhi dorati.
L’oscurità avvolse ancora una volta la visione; il Nulla circondò ogni forma di vita in una fredda e silenziosa coltre di morte.
“Chi sei?” una voce le rimbombò nella mente.
Due fonti di luce squarciarono le tenebre.
Due abissi senza volto la scrutarono silenziosi.
Due occhi di colore diverso, uno azzurro e l’altro d’oro, profondi come e più del cielo nelle notti di luna nuova.
“Chi sei?” chiese ancora la voce.


La ragazza si risollevò a sedere spaventata e il diadema cadde al suolo con un tonfo, attutito dal tappeto.
“Mio Dio…”
“Cosa hai visto?”
“I… io… è stato orribile… quel ragazzino… è un mostro. Non può essere il vostro amico. Ci ucciderà tutti quanti. E’ fortissimo e spietato”
“Non ci sono dubbi, allora. Direi che si tratta proprio della nostra stupida scimmia.” Concluse Gojyo con un sorriso tirato.
“Già… hai visto altro? Un indizio che ci dica dove possiamo trovarlo?” domandò Sanzo.
“Era qui. In casa nostra!”
“Cosa? Come può essere?” Hakkai fissò Phoebe accigliato. “Ne è sicura, signorina?”
“Saprò riconoscere casa mia? Eravamo tutti a terra, morti. Quell’essere stava infierendo su di lui!” indicò Sanzo. “Credo che fosse già morto, ma continuava a colpirlo lo stesso.”
Phoebe scoppio a piangere, non le era mai capitato dopo una visione.
Da quando aveva ricevuto i poteri, aveva quasi sempre avuto la possibilità di cambiare il destino, prevenendolo, accompagnandolo su altre rotte, tuttavia questa volta si sentiva completamente inerme di fronte all’inevitabile.
“Oh Dio. Leo, Piper.. portate via i bambini. Quel mostro… “ riprese a piangere scossa da singulti incontrollati. Le sorelle cercarono di consolarla.
Gojyo si alzò e fece un passo verso di lei, odiava vedere le donne piangere, gli ricordavano la matrigna, ma lo sguardo della sorella maggiore, lo raggelò e il demone tornò subito a sedersi sul divano.
“Che cosa significa? Chi sarebbe questo Son Goku? Avete parlato di un vostro compagno ma pare che sia invece un mostro.” Piper vibrò si rabbia. Quei tre cercavano di imbrogliarle? Volevano essere aiutati a ritrovare un mostro che probabilmente avrebbe ucciso lei e le sue sorelle prima di passare ai bambini?
< Non ci si può fidare dei demoni, questa è l’unica certezza. >

“Goku non è un mostro.” Replicò Hakkai, lo sguardo fisso sul pavimento. “E’ un ragazzo dolcissimo, ingenuo, vivace e solare…. Solo che…” non riuscì a proseguire.
“Solo che? Si diverte ad uccidere tutto quello che si muove giusto per dare sfogo alla sua sadica natura demoniaca? Perché parliamo sempre di un demone, è così?”
“Non proprio… ma possiamo dire di si… la sua natura è demoniaca, tuttavia questo dispositivo è in grado di contenerla.” Hakkai raccolse il diadema d’oro.
“Dispositivo?”
“Si, non è un semplice diadema, è un dispositivo di contenimento che trattiene la forza demoniaca, è simile a questi.” Indicò gli orecchini che portava sull’orecchio sinistro.
“E’ grazie a questi che ora il mio aspetto è… umano, senza riprenderei la mia forma demoniaca. Così accade a Goku. Tuttavia il suo potere è molto più grande di qualsiasi altro, senza dispositivo perde completamente il controllo e la coscienza di sé e…”
“Aspetta … non mi serve una lezione completa. Se noi abbiamo il dispositivo, significa che non è sulla fronte di questo Goku. Giusto?” Piper cercò di tirare le fila, il discorsetto cominciava a protrarsi più di quanto desiderasse.
“Acuta osservazione.” Sentenziò sarcastico il bonzo.
“Quindi in questo momento gira per San Francisco con una gran voglia di uccidere e distruggere tutto ciò che incontra? E’ questo che cercate di dire?”
“Quello che cerchiamo di dire è che se non lo ritroviamo in breve, farà molto di più che uccidere qualche passante e distruggere questa stupida città!”
Sanzo si alzò in piedi, afferrò un’altra sigaretta ma prima di accenderla lanciò uno sguardo verso Wyatt, il quale era tornato accanto alla madre e allungava le manine verso la zia Phoebe nel tentativo di farla smettere di piangere, l’uomo cambiò idea e si rimise l’accendino in tasca.
“Cosa vuoi dire? Che cosa vuole questo Son Goku?”
“Quella scimmia probabilmente vorrebbe solo mangiare fino a farsi scoppiare le budella; non è Son Goku il vostro unico problema mi sembrava che fosse chiaro.”
“Non vedo quale altro problema possa porsi, visto che secondo la visione di mia sorella sarà proprio il ragazzino che ci ucciderà tutti.”
“Il ragazzino non agisce di sua volontà, signorina, la creatura che lo ha rapito controlla le sue azioni. Inoltre la visione di sua sorella, non terminava con la nostra morte se non sbaglio. Prima ha parlato di fine del mondo. Credo che al momento debba essere questa la nostra ed anche la vostra priorità.” Hakkai parlò con la solita voce chiara e limpida.
Phoebe sollevò gli occhi ancora lucidi.
“Ha ragione, Piper. Il demone che ci uccideva aveva un’aura animalesca, era pura sete di distruzione… Non saprei esprimermi in altro modo. Mentre quello che ho visto dopo era semplicemente quiete, oblio. Non credo che un mostro come quello, possa provocare un tale.. Nulla.. o inesistenza… Dio è tutto talmente assurdo che non so neppure che parole usare.”
“Sarà assurdo, ma è ciò che sta accadendo. La creatura che stiamo seguendo, vuole una fonte di potere che si trova incustodita da qualche parte in questo mondo e se la otterrà, è probabile che la userà per riportare tutti i piani di esistenza del creato ad un unico grande universo del quale potrà essere unico padrone incontrastato.”
Sanzo per la terza volta afferrò una sigaretta e la accese, nessuno osò protestare, erano tutti troppo presi dalle sue ultime parole.
Hakkai e Gojyo gli lanciarono sguardi interrogativi.
Kanzeon Bosatsu non aveva detto nulla del genere, la creatura che aveva rapito Goku, si era impossessata del corpo di Hòmura per avere il potere del dio dopodichè si era prefissa di trovare il sutra del cielo Sacro per poter contrastare lo spirito di Sanzo, legato ai sutra del Togenkyo, cosa era ora questa storia di unificare i piani di esistenza?
“Sanzo… ma cosa?” Hakkai lo guardò perplesso.
Il monaco non vi badò, la vecchiaccia gli aveva detto di seguire l’istinto? Beh l’istinto ora gli diceva che la Non-Esistenza era l’obbiettivo della Creatura.
Aveva sentito puro odio nello spirito che aveva attraversato il suo corpo nel tentativo di possederlo; odio, rancore, sete di vendetta verso coloro che lo avevano relegato e rinchiuso. Più ci pensava e più il bonzo se ne convinceva, l’essere voleva semplicemente rendere tutti i piani reali, uguali all’universo al quale era stato condannato.
“Quello che dici è pura follia!” sbottò all’improvviso Leo.
“Dici?” lo incalzò minaccioso il biondo sbuffando una nuvola di fumo.
“Nessun demone può avere o anche soltanto dominare un potere tanto grande!” rispose l’anziano. “Cercare di conquistare anche una sola dimensione, come fece a suo tempo la Sorgente, è un conto, pur essendo molto improbabile il buon esito di un tale piano ma pensare addirittura ad un inversione del < Potere della creazione >. Se è davvero questo che intendi, non è solo assurdo è puramente folle. Assolutamente!
Non esiste alcun demone in grado di raggiungere tanto, persino Cole con tutto il suo potere, non avrebbe potuto neppure lontanamente avvicinarsi ad una situazione del genere.” Aggiunse l’angelo rivolto alle tre streghe.
“Invertire il Potere della creazione? “ domandò Paige confusa.
“Si.. cancellare ciò che.... “ L’anziano tentò di spiegarsi ma venne bruscamente interrotto dal bonzo.
“Qualcuno di noi ha forse parlato di un demone?” non rivolse alla famiglia neppure un’occhiata, si limitò ad aspirare avidamente dal filtro della sigaretta.
“E allora di cosa stiamo parlando?” domandò ancora Leo, prossimo ad una crisi di nervi.
“Per dirla in parole povere: di un essere condannato alla Non Esistenza, che ha trovato il modo di tornare alla vita entrando nel corpo di una divinità e che sta cercando ora il potere dei cinque punti di collegamento al Potere della Creazione. Oh già, quasi dimenticavo di dirti che ha già il potere di uno di essi. Dal momento che a quel che ho sentito dire, sei un Anziano, simile ai nostri Sanbutusin, è probabile che tu abbia capito più delle streghe che mi fissano con quegli sguardi vuoti. Mi chiedo ancora che diavolo ci sono venuto a fare qui, voi dovreste essere il potente trio?.. Tsè.”
“Oh adesso basta!” Piper sollevò le mani ad estrema velocità, Hakkai sgranò gli occhi, si affrettò a sollevare la barriera protettiva ma non fu sufficientemente veloce, Gojyo tentò di alzarsi ed afferrare l’arma per difendersi ma non raggiunse neppure la posizione eretta. Il tempo si congelò attorno ai due demoni che rimasero con occhi sgranati, fermi come statue al centro del salotto di casa Halliwell.

“Allora, Leo. Che diavolo sta succedendo? Chi sono questi tizi? Di cosa diavolo stanno parlando? Comincio davvero a stancarmi!” Piper esplose piena di rabbia, non ne poteva più delle criptiche stupidaggini propinate loro dai tre misteriosi ospiti.
“Mamma….” Wyatt le tirò un lembo della camicia.
“Non ora, Wyatt.”
“Papà..” Tentò ancora il bambino.
Ma Leo non rispose, era rimasto esterrefatto dopo la risposta incomprensibile del bonzo. Aveva colto qualcosa che le streghe non erano riuscite a capire?
“Leo? Ci sei?”
“Io…. Non è possibile… quello che ha detto è assurdo…” Leo balbettò a mezza voce, gli occhi sgranati.
“Che c’è Leo?” Phoebe domandò, a sua volta spaventata dalla strana reazione del cognato.
“Zia Paige..”
“Cosa c’è Wyatt?” Paige fu l’unica a prestare attenzione al piccolo mezzo angelo bianco, seguì con lo sguardo la manina che indicava il bonzo congelato.
La giovane sussultò incontrando gli occhi color ametista incorniciati dallo stesso sorriso beffardo che aveva scoperto poche ore prima a sue spese.
“Interessante.” Borbottò il bonzo inclinando la testa da un lato. “Questo sarebbe tutto il tuo potere?”
“Ma che diav…? Perché non ti sei bloccato?” Domandò Piper sbalordita..
“Non lo so, il potere è tuo, dimmelo tu.”

 

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Piaciuto??? Non fate quelle facce… se non vi piace basta dirlo… ç_ç
In verità volevo già inserire qui l’incantesimo che trovano sul libro delle Ombre… ma ho ehm.. un piccolo problema nella composizione di frasi in rima… ehm… non sono davvero una gran strega…
Beh.. posso sempre ripiegare su parole arcaiche in una lingua sconosciuta… :-P  vedremo..
Grazie ancora a tutti quelli che recensiscono


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Capitolo 9
*** Incantesimo di sigillo del Potere Celeste ***


rieccomi!! chiedo scusa a chi aspettava presto il seguito di questo folle cross-over, mi si è impallato (di nuovo.. <_< ) il pc e ho dovuto reinstallare tutti i driver prima di potermi riconnettere... (mi manca ancora Word.. ç_ç ) beh eccovi il capitolo 9 ... spero vi piaccia...

 


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Capitolo 9

Incantesimo di sigillo del potere Celeste

Il silenzio scese improvvisamente sul salotto di casa Halliwell.
Le tre streghe fissarono sbalordite il monaco biondo che le ricambiava con aria quasi annoiata.
“Avete intenzione di lasciare questi due imbecilli congelati in eterno?” domandò, indicando i due compagni di viaggio, ancora immobili sul divano.
“Liberali, Piper.” Leo parlò con voce profonda e tesa.
Piper lesse negli occhi del marito una preoccupazione tale da provocarle un brivido lungo la schiena che le impedì di obbiettare.
I due demoni, appena liberati, balzarono in piedi, ignari di essere rimasti congelati per più di due minuti.
Subito Hakkai sollevò la barriera protettiva e Gojyo si mise in posizione da combattimento.
“Sedetevi, idioti!” Sanzo da parte sua sbuffò una nuvola di fumo bianco, prima di tornare a posare lo sguardo su Leo.
“Dunque hai capito?”
“Forse… Ma ciò che dici non ha senso. Ci sono delle leggi che non possono essere infrante neppure dalle divinità Celesti, figurarsi da un Rinnegato.” Sentenziò l’Anziano.
“Divinità Celesti?” Paige tentò ancora di intromettersi nel discorso ma Leo la zittì sollevando una mano.
“Qualsiasi legge può essere raggirata, basta solo saper cogliere le giuste occasioni e il nostro rinnegato ha avuto molta fortuna. Ha sfruttato un varco aperto dalla stessa divinità di cui si è impossessato.”
Leo annuì pensieroso.
“Tu sei uno dei Custodi, è così? Per questo Piper non è riuscita a bloccarti.”
“Mh… “ Sanzo annuì. “Se ho ben capito in questa dimensione i cinque varchi sono incustoditi. Immagino sia questo il motivo che ha spinto la Creatura a venire proprio qui.” Aspirò un'ultima boccata di fumo, prima di spegnere la sigaretta nel vaso della selce.
“Nessuno in questo mondo è mai stato in grado di contenere un simile potere, quindi gli Anziani molti secoli fecero in modo che se ne perdesse ogni traccia e ricordo.
In pochissimi conoscono ancora la storia dei portali e la portata dei poteri che da essi può esere sprigionata. Tutt'oggi, quando si parla dell’Origine dei Cieli, ci si riferisce per di più a miti e leggende.” Assentì ancora Leo. “Ultimamente però abbiamo intrapreso svariate ricerche esplorative poiché alcune cose sono cambiate, a partire dal ritorno dei Titani di cinque anni fa.” Ricordò, rivolto più a se stesso.
“E avete trovato…?” domandò Sanzo, altrettanto pensieroso.
“Non molto. Solo alcuni scritti che narrano di una guerra, avvenuta nella notte dei tempi, che avrebbe provocato la distruzione dei portali.”
“Non è possibile, se così fosse la vostra dimensione ne sarebbe rimasta annientata.” Sentenziò il bonzo.
“Infatti… Ma non sappiamo dove cercare né, tanto meno, cosa cercare.” Leo alzò le spalle.
“Beh.. ora avete un punto di partenza: seguire Hòmura  e ritrovare i portali prima di lui oppure sedervi comodi e salutare la fine dei giorni.”
“Scusate, ci siamo anche noi!” Paige si frappose fisicamente tra i due uomini. “Avete intenzione di spiegarci qualcosa o preferite che vi lasciamo da soli?”
“In effetti anche io gradirei qualche spiegazione, Sanzo.” Hakkai affiancò il monaco.
“Hòmura, o qualsiasi cosa si sia impossessata del suo corpo, ha detto chiaramente di volere il potere del sutra del Cielo Sacro. Non ha nominato gli altri Cieli, o portali o come preferisci chiamarli, neppure Kanzeon Bosatsu ha parlato di nulla di simile. Che cosa è questa storia?”
“La vecchiaccia ci ha anche detto che quell’essere è molto astuto, Hakkai, per cui ovviamente non ci ha riferito tutti i suoi piani. Pensaci: ha portato via Son Goku. Se lo avesse lasciato indietro, insieme a noi, ci avrebbe uccisi senza difficoltà, io non avevo la forza di contrastarlo in quel momento e anche voi due sareste stati facilmente abbattuti come mosche, invece ha preferito correre il rischio di lasciarci in vita, di lasciare Me in vita, pur di portarsi dietro quella stupida scimmia. Prova a chiederti perché.”
“Beh, ci avevo già pensato in effetti e l’unica risposta possibile è che gli serve il potere dello spirito della Terra ma non capisco lo stesso, credi che voglia fare quello che ha tentato Hòmura!?!”
“Ad un livello più alto.” Annuì il bonzo. “Ci ha dimostrato chiaramente di essere in grado di controllarlo, possiamo facilmente supporre che possa quindi fare interagire il potere della Terra con l’apertura dei Cieli molto più profondamente di quanto non abbia potuto fare Hòmura, inoltre esso stesso, in quanto Spirito appartenente alla Non Esistenza, può provocare l’inversione della Creazione. Quale modo migliore per vendicarsi di chi lo ha esiliato se non quello di trasformare ogni cosa in Nulla? Un Nulla che solo egli potrà governare e controllare poichè l'esistenza stessa diverrà suo elemento naturale.”
“Capisco… Così si spiegherebbe anche la tragica visione della signorina Halliwell….” Concluse Hakkai annuendo.
“Sono contenta per voi ragazzi. Dico sul serio, sono felicissima che abbiate risolto ogni vostro piccolo dubbio e capito Chi stia cercando di fare Cosa, ora però che ne direste di renderci partecipi della vostre scoperte?” la voce di Paige grondava sarcasmo.
“Che seccatura!” Sanzo scosse la testa disgustato. “Queste tre mocciose dovrebbero essere la fonte di stregoneria più potente del vostro mondo? Ecco spiegato perché il nostro nemico ha deciso di venire qui!”
“Mocciose a chi, razza di biondino ossigenato?” Paige avanzò verso il bonzo, dimentica della batosta subita in soffitta, egli la guardò con occhi di ghiaccio:
“Naturalmente non mi riferisco ai figli di tua sorella, stupida mocciosa.” la mano gli scivolò verso il calcio della shoreijyu, contemporaneamente la strega estrasse una boccetta di una potente pozione esplosiva, che aveva recuperato in soffitta.
“.. Paige..”
“.. Sanzo..”
Hakkai e Leo tentarono di trattenere i rispettivi compagni.

Nel mentre, un crepitio sinistro giunse da dietro la finestra.
Gojyo, che seguiva divertito la scena dalla sua comoda postazione sul divano, balzò in piedi guardingo.
“Avete sentito?” si avvicinò lentamente alla porta a vetri affacciata sul giardino.
“Che cosa? La strega che starnazza? Si, purtroppo da quando siamo arrivati qui non riesco a sentire altro!” Sanzo, in tutta la sua altezza, sovrastò l’esile strega dai capelli rossi.
“Sempre meglio che stare a sentire la prosopopea di un bonzo demone arrogante!” Paige non si lasciò intimidire.
“Ti ho già detto di non paragonarmi a quegli insetti!” sibilò egli tra i denti.
“State zitti!! C’è qualcuno in giardino!” la sorella maggiore zittì entrambi e si avvicinò alla finestra, seguita da Hakkai.
Udirono un altro fruscio, questa volta molto più vicino.
Nel salotto tornò presto il silenzio, spezzato solo dal ritmico ticchettare della pendola antica accostata al muro del corridoio.
Il pavimento di legno della veranda cigolò lievemente, la porta a vetri ebbe un tremito, tutti sussultarono e Sanzo sollevò il braccio armato, pronto ad aprire il fuoco.
Improvvisamente la finestra si spalancò ed un’ombra bianca scivolò velocemente all’interno, per abbattersi senza alcun indugio contro Piper ed Hakkai.
La strega sollevò le braccia, pronta a fare esplodere il nuovo intruso ma il demone dagli occhi verdi le afferrò saldamente i polsi.
“NO!”
Il vaso della selce, colpito di striscio, esplose in mille pezzi, spargendo cocci e terriccio su tutto il tappeto.
“Ma che diavolo fai?”
L’urlo di Piper venne immediatamente sovrastato da un agghiacciante cinguettio acuto, che pervase l’aria circostante accompagnato da un convulso battito d’ali.
L’ombra ignorò l’esplosione e si avventò veloce contro Hakkai, il quale lasciò i polsi della ragazza ed afferrò la strana creatura.

“Hakuryu!” sorrise quando il candido draghetto gli strofinò affettuosamente il muso sulla guancia.
“Perdonami, amico mio, avevo dimenticato che ci aspettavi qua fuori. Non ti sarai preoccupato per noi, vero?”
Il drago emise un trillo acuto e stizzoso, Hakkai rise gentile. “Allora scusami, Hakuryu. Come vedi stiamo tutti bene e .… no, la strega non voleva davvero farti esplodere. Giusto?” rivolse un sorriso cordiale a Piper che ancora lo fissava a bocca aperta.
“Questo è tutto da vedere!” replicò minacciosa.
“Che cosa diavolo è quell’affare?” Piper agguantò Wyatt per il colletto della camicia, un attimo prima che questi saltasse a sua volta in braccio ad Hakkai per vedere da vicino il nuovo arrivato.
“Questo è Hakuryu.” Rispose il demone sorridente. “E’ un nostro compagno di viaggio, nonché il nostro mezzo di trasporto. Lo avevo lasciato parcheggiato qua fuori, per non metterlo in pericolo poi, con tutto quello che è successo, mi sono dimenticato di andarlo a riprendere. Scusa ancora Hakuryu.” Il draghetto trillò allegramente, prima di appollaiarsi sulla spalla del padrone, gli occhi fissi su Wyatt che si divincolava tra le braccia della madre e saltellava con le mani tese verso di lui.
Piper inarcò un sopracciglio bisbigliando confusa: “Parcheggiato? Wyatt, sta un pò fermo!” rimbrottò quindi il figlio.
“Non si preoccupi, signora Halliwell, non è pericoloso.” Hakkai si inginocchiò davanti al bambino, Hakuryu allungò verso di lui il lungo collo squamoso e Wyatt rise estasiato quando finalmente le sue dita riuscirono ad affondare nella folta criniera bianca.


Nell’ora successiva Hakkai, supportato da Leo, tentò di spiegare alle tre streghe il significato delle parole di Sanzo, l’importanza dei cinque Cieli della Creazione ed il legame tra i diversi piani esistenziali. Non furono momenti facili, soprattutto quando l’ennesima interruzione di Paige fece nuovamente esplodere le ire del bonzo.
Chris continuò a dormire, beatamente ignaro di ogni cosa e anche Wyatt, nonostante la resistenza dimostrata, ben presto si addormentò sul divano, con Hakuryu acciambellato sul cuscino vicino.
Gojyo intanto, tornato alla sua postazione sul divano, preferì dedicarsi ai propri pensieri, piuttosto che ascoltare la voce dell’unico uomo che avesse mai portato nel proprio letto. Fu così che ben presto si ritrovò a fissare la strega di nome Phoebe, fantasticando di poterla rincontrare in un momento di calma, senza mondi da salvare o stupide scimmie da liberare.
Sorrise inebetito, pienamente conscio (o per lo meno convinto) del proprio fascino e dell’innata capacità di attrarre le belle donne, alla quale neppure la bella strega sarebbe rimata immune.
La ragazza tuttavia non lo notò neppure, sedeva rigida sul divano, non parlava più da svariati minuti, non badava ai familiari, né aveva proferito parola durante la strana discussione tra Sanzo e Leo, non si era mossa neanche durante l’irruzione teatrale di Hakuryu ed ora restava con lo sguardo fisso davanti a sè ed un espressione smarrita e sofferta sul volto.
.“Ehm.. tutto bene?” le chiese il kappa lievemente preoccupato, sporgendosi verso di lei.
La ragazza non rispose cosicché anche le sorelle notarono lo strano silenzio in cui era piombata.
“Phoebe? Stai bene?”
“Come?” si riscosse come da un sogno. “S..si… io.. si credo.. p.. perché?”
“Hai un aspetto terribile.”
“… Grazie tante, Paige….”
“No... volevo dire... “
Piper le scoccò un’occhiataccia.
"Che ho detto...? " borbottò la minore.
“Voleva dire che sembri turbata, Phoebe. Tutto bene?”
“Benone! Abbiamo solo appena scoperto che il mondo sta per finire e che neppure gli Anziani hanno idea di cosa fare, come potrebbe andare meglio?”
“Come se fosse una novità...” sospirò Paige, zittita da una spintone della sorella maggiore.
“Phoebe, ci siamo già trovate in situazioni del genere e le abbiamo sempre superate. Non puoi crollare ora che non sappiamo neppure bene che cosa dovremo affrontare.” Piper cercò di sollevarle il morale.  “Diglielo anche tu, Leo.” Cercò l’appoggio del marito.
“…” L’Anziano tentennò ma si riprese immediatamente, dopo lo sguardo di fuoco della dolce consorte.
“Ha ragione lei, Phoebe. Non possiamo abbatterci. Se hai avuto quella visione, significa che c’è un modo per evitare che ciò che hai visto accada davvero. Devi solo avere fiducia nei tuoi poteri.”
“Si lo so ma dopo quello che ho visto... Non capisco cosa mi succeda, è come se mi sentissi in trappola, come se i miei sogni più profondi fossero stati infranti senza pietà.” Phoebe sussurrò senza fiato.
“Vedrai che andrà tutto bene, sorellina.” Paige ammiccò incoraggiante. “Sappiamo che esiste un modo per fermare questo Rinnegato, giusto?”  si rivolse ai tre uomini.
"In effetti abbiamo trovato un incantesimo utile, consultando il vostro Libro delle Ombre." annuì Hakkai. "Sanzo?"
Il bonzo riprese parola.
“Per essere precisi, si tratta di un incantesimo in grado di impedire all’essere che inseguiamo, di aprofittatre ancora del potere dei portali per fuggire dove noi non potremo raggiungerlo; in questo modo lo affronteremo a viso a perto e ci riprenderemo ciò che mi ha rubato ma ci serve il vostro potere a quanto pare.”
“Di che incantesimo stiamo parlando?"  Paige fissò accigliata il bonzo, conosceva a memoria ogni singola pagina del libro ma non riusciva a ricordare alcun incantesimo, conservato al suo interno, che potesse risultare utile nella loro situazione.
"Mostrami il Libro e ti dirò cosa ci serve." le rispose Sanzo.
Paige guardò le sorelle che annuirono silenziosamente.
"Libro!" ordinò, un attimo prima che il potente testo le comparisse tra le mani in un turbinio di scintille celesti.
"Paige!" Piper sussultò sulla poltrona; conosceva fin troppo bene gli effetti deleteri della magia utilizzata per fini personali.
"Che c'è?" domandò la sorella più giovane, fingendosi ingenuamente stupita. "Non ho fatto nulla di male. Il libro serve a lui..." indicò Sanzo. "Dal momento che Phoebe lo ha visto morto, possiamo dedurre che si tratti di un innocente, quindi tecnicamente ho agito per aiutare un innocente, non che sia d'accordo all'idea di difendere questo tizio (innocente come la Sorgente) ma le visioni non si possono mettere in discussione." sorrise soddisfatta.
Piper scosse la testa con aria rassegnata: "Cerchiamo di darci una mossa. Qual'è l'incantesimo di cui parlate?"
Sanzo si avvicinò alla strega più giovane: "Aprilo!" ordinò secco.
Paige obbedì meccanicamente alla voce autoritaria, aprì il libro al centro del tavolino, il monaco vi distese sopra una mano e le pagine cominciarono a sfogliarsi velocemente, finché si fermarono su un testo vergato in caratteri antichi con un inchiostro rosso che emanava strani riflessi multicolori ad ogni movimento della pergamena.

Sigillo del potere Celeste

Per i Cinque Cieli lontani
altrettanti siano i guardiani.
Che a Colui, cui il potere fu un tempo affidato,
tosto esso sia ritornato.
Poichè solo il Volere Celeste
potrà ricreare ciò che un tempo perdeste.


“Ma… non avevo mai visto quest’incantesimo prima….” Paige fissò la pagina a bocca aperta.
Sanzo sollevò un sopracciglio.
"Ma davvero? Chissà perchè, non credo sia l'unica cosa che vi sia sfuggita, da quando qualche folle ha cominciato a definirvi Streghe."
"Senti un pò tu..." Paige venne interrotta da Phoebe, la quale fissò pensierosa la pagina.
"E' una scrittura che conosco... E' capitato in passato che alcuni incantesimi comparissero sul libro di tanto in tanto, scritti dalla nonna o dalla mamma; questa però non è la loro calligrafia anche se ha qualche cosa di familiare..."
"E' vero, ora che lo dici, ricorda qualcosa anche a me. Dove l'ho già vista?" Piper studiò pensierosa il testo.
"Chi se ne frega chi l'ha scritto? L'importante è che ci sia e che funzioni! Allora volete pronunciare l'incantesimo si o no? Prima lo farete, prima potremo andarcene da questo maledetto mondo." il bonzo perse nuovamente le staffe.
"D'accordo... Calmati. Non c'è bisogno di urlare in questo modo. Dovresti provare a praticare lo yoga. Diminuisce lo stress accumulato." Paige affiancata dalle sorelle si preparò per pronunciare l'incantesimo. "Ma anche una camomilla o una buona tisana possono aiutare."
Sanzo portò una mano alla tasca e Gojyo lo afferrò per le spalle, per evitare spargimenti di sangue.
"Lasciami, stupido Kappa!" il bonzo si divincolò ed estrasse dalle tasche dei Jeans un lembo di stoffa bianco bordato di verde che spiegò e posò sul tavolino, accanto al libro delle Ombre.
"Oh... pensavo che volessi..." alzò l'indice e il pollice, mimando una pistola puntata contro le streghe.
"Con questo vorresti farmi credere che anche tu sei in grado di pensare?"
"Da cosa deriva tutta questa acidità, bonzo corrotto? Ti manca tanto il tuo dolce animaletto?" lo rmbeccò il demone, maliziosamente.
L'esplosione improvvisa fece sussultare tutti i presenti.
Con un fulmineo balzo laterale Gojyo evitò il proiettile, che gli sfiorò pericolosamente la tempia sinistra.
"Ma ti sei bevuto il cervello? Avresti potuto uccidermi!" sbraitò, sotto lo sguardo sbalordito della famiglia Halliwell, i bambini incredibilmente continuarono a dormire imperterriti.
"Tsè. Ho solo sbagliato mira!"
Sha Gojyo lasciò morire qualsiasi altro commento e si riparò saggiamente dietro un imbarazzatissimo Hakkai.
"Eh eh... Scusateci tanto. I miei compagni stavano scherzando, ovviamente." cercò di giustificare le reazioni degli amici davanti alla famiglia ancora shockata.
"Io no di certo. Allora, questa formula?" aggiunse gelidamente il biondo.



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Sanzo è un pò nervosetto eh? che volete? gli hanno rubato la scimmietta! ^_^

*dae schiva un altro colpo di shoreiju. ^_______^'''

Volevo dire una cosa: l'idea dei sutra come portali ovviamente è una mia folle interpretazione campata un pò per aria... spero non faccia storgere troppo il naso agli otaku di Saiyuki.. :P

L'incantesimo fa un pò anguscia... le rime non sono il mio forte :P ma beh i versi hanno un motivo per essere così criptici... quale motivo? aspettate il prossimo capitolo che si intitolerà Empatia. :D

KillKenny, Non so se inserirò il principe Kou... mi piacerebbe ma ormai lui è rimasto nel Togenkyo. Mah, vedremo.

rigrazio ancora tutti quelli che leggono e ancora di più quelli che mi commentano :D sono contenta che vi piaccia. Fatemi sapere se vi sembra tutto troppo folle o incomprensibile ;)

Dk86 .. sigh io invece aspetto di vedere il seguito di streghe... ma la Rai ha criptato il programma sul satellite ed io non prendo il segnale terrestre... uffa. Non ho visto neppure l'ultima puntata della vecchia stagione, quando nasce il piccolo Chris. non è giusto! ç_ç

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Capitolo 10
*** Empatia ***


Dopo tanta attesa, rieccomi. Spero ricordiate tutti a che punto eravamo.
No? Sanzo aveva mostrato al trio la formula di "Sigillo del potere celeste" (e sparato a Gojyo per una battutina sulla povera Baka Saru --> ho appena chiamato la figlioletta della mia gatta così, l'altra è Tontako. mwhihihi) e le streghe si stavano preparando per leggerla. ^__^ . Leggete e fatemi sapere che ne pensate ^_- . Dae.
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CAPITOLO 10

Empatia




Le sorelle si fecero forza e, prendendosi per mano, lessero ad alta voce la formula.
Terminati i versi, un silenzio di tomba scese sulla sala. Nessuno dei presenti osò aprire bocca finchè:
"Beh?" la voce profonda del bonzo spezzò la tensione.
"Beh cosa? Devi dircelo tu se hai di nuovo il potere." osservò Paige.
Il bonzo indicò il lembo di stoffa ancora scevro.
"Tu che dici? Ti sembra che sia successo qualcosa? Il Sutra non è ancora tornato!"
"Cosa dovrebbe tornare, esattamente?" domandò ancora la strega.
"Il Sutra, maledizione! Gli ideogrammi del Sutra del cielo Demoniaco!" urlò, prossimo all'esasperazione. Conosceva solo un'altra persona in grado di farlo uscire dai gangheri con tanta semplice ingenuità: Son Goku.
"Non ti scaldare così! Se non ci spieghi le cose, come puoi pretendere che sappiamo tutto in anticipo?" lo rimbrottò ancora la più giovane del trio.
"All'Inferno! Andiamocene, è stata una perdita di tempo!" Sanzo afferrò il Sutra e si diresse verso la porta d'ingresso ma Hakkai e Gojyo rimasero fermi al centro del salotto, incerti sul da farsi.
"La formula dice di riportare il potere rubato al custode, forse tu e questo... Mòdura dovreste trovarvi vicini perchè funzioni. A volte negli incantesimi ci sono particolari che sfuggono ad una prima occhiata." Piper si chinò ad esaminare le parole vergate sul Libro.
"Ehm... il nome corretto è Hòmura, signorina. Ha ragione, Sanzo, aspettiamo un attimo, forse ci è sfuggito qualcosa." Hakkai tentò di fermare il monaco.
"Tsè." questi si fermò senza voltarsi. "Se ci trovassimo faccia a faccia con lui, scapperebbe in un altro piano d'esistenza o, più semplicemente, ci farebbe uccidere tutti dalla scimmia!"
"Tu puoi ancora fermare Goku, rimettendogli il dispositivo sulla fronte, come hai fatto l'ultima volta, in modo tale da darci almeno una possibilità. Se noi riuscissimo a distrarre Hòmura per il tempo sufficiente, le sorelle potrebbero riconsegnarti il potere del Sutra, prima ancora che lui possa capire cosa sta accadendo, a quel punto, con la forza di Goku di nuovo dalla nostra parte, potremmo sistemarlo e ricacciarlo da dove è venuto."
"Fermare la creatura che si è impossessata di questo Hòmura sarà un pò più difficile, temo." si intromise Leo. "Finchè non sapremo di  preciso di chi si tratta, non sapremo come agire."
"Come sarebbe a dire?" scattò Gojyo. "E' un rinnegato, il che significa che è un essere punito per Volere Celeste. Basterà che lo puniate di nuovo, no? Noi gli diamo tante botte da farlo uscire a forza dal corpo di Hòmura e voi, Angeli, Anziani o Pelatoni in genere, lo rispedite nella Non Esistenza. Non mi sembra così difficile!" concluse il rosso fregandosi le mani.
"Invece è molto più complicato. Non sapendo da dove proveniva prima di essere rinchiuso, nè chi tra le divinità Celesti lo abbia punito, non sapremo neppure come fare per reimprigionarlo. Non possiamo semplicemente farlo tornare indietro, anche perchè voi stessi ci avete detto che è tornato nel piano mortale attraverso la forza vitale di Sanzo, se lo respingessimo ora, senza reinvestirlo della sua forma primitiva..." L'Anziano lanciò un'occhiata tesa al giovane monaco.
"...Si trascinerebbe dietro anche me." concluse egli, sbuffando distratto.
"Cosa?" Hakkai e Gojyo si voltarono sussultando.
"Che diavolo è questa storia?" Il rosso scattò verso il bonzo.
"Perchè non ce ne hai parlato prima, Sanzo?" Hakkai seguì l'amico.
"Perchè non era importante!"
"Non era importante?? Come sarebbe a dire *non era importante*? Ti arriva ancora ossigeno al cervello, stupido bonzo corrotto?" Gojyo lo afferrò per la spalla e lo costrinse a fronteggiarlo. Due glaciali ametiste si posarono sul mezzo demone, il quale non si lasciò intimidire.
"Vuoi forse morire? Vuoi sacrificarti per salvare il mondo? Non farmi ridere, non sei proprio il tipo. Dove vanno a finire così tutti i tuoi bei discorsi? *Vivi per la tua vita * *Non essere schiavo di nessuno* ? Non sei forse stato tu a dire che solo chi rimane in vita può cambiare le cose?"
"Tsk, allora mi stai a sentire una volta ogni tanto. Non hai capito niente, imbecille. Non era importante perchè l'unica priorità era recuperare il Sutra del Cielo Demoniaco, la scimmia e tornarcene nel Togenkyo!"
"Lasciando a noi le grane peggiorni. Grazie tante."
"Non c'è di che, Paper(1)."
"Paige! Io sono Paige e lei è Piper!"
"Ma davvero? Tsè. Non sono qui per fare il buon Samaritano e di certo non avevo intenzione di perdere tempo per salvare il vostro inutile mondo."
"Beh, visto che ora siamo nel loro inutile mondo, credo che sia il caso di farlo, o quantomeno provarci." Intervenne ancora Hakkai. "Anche perchè, se davvero la Non Esistenza è l'obiettivo della Creatura, anche il Togenkyo ne sarebbe coinvolto."
"Che seccatura!" sbuffò il bonzo, accondiscendente.

"Bene ora, per cominciare,  dobbiamo raccogliere informazioni. Leo..." Piper si rivolse al marito.
"Si vado subito, dobbiamo scoprire cosa altro sanno gli Anziani." fissò il monaco biondo. "Forse dovresti venire anche tu, potresti spiegarci quello che sai riguardo ai portali, che noi abbiamo dimenticato." Sanzo sospirò, annuì e si avvicinò a Leo.
"Hakkai, prendi questo, cercate di scoprire qualcosa di più sulla posizione di Hòmura e Goku." il bonzo lanciò all'amico il diadema d'oro.
"...ed occupati del bambino, mentre sono via, vedi che non si metta nei guai."
Hakkai rise gentile. "Cercherò di mandarlo a nanna presto" strizzò l'occhio coperto dal monocolo.
"Eh? Bambino? Che bamb... Aspetta un attimo, intendi...? Come ti permetti, bonzo corr..." Sanzo e Leo scomparvero nel solito vortice di scintille, un attimo prima che Gojyo riuscisse ad afferrarli.
"Quel brutto... e tu non ridere Hakkai, o ti gonfio la faccia di pugni."
"Non lo farei mai, Gojyo." Rispose pacatamente il demone, continuando a sorridere.

"Adesso che facciamo?" Domandò il rosso, riacquistando la calma ed ignorando l'espressione divertita di Hakkai.
"Io avrei un'idea..." Sbadigliò la strega più giovane.
"Non è il momento di dormire, Paige. Non per noi almeno." rispose Piper lanciando uno sguardo benevolo ai figli.
"No, io volevo dire che dovremmo utilizzare il diadema per rintracciare questo Horù-qualcosa."
"E' quello che ci ha suggerito Sanzo..." le fece notare Hakkai. "Ma non sono sicuro che sottoporre sua sorella Phoebe ad un'altra visione, dopo le due che ha avuto, sia una buona idea. Forse dovremmo aspettare che si riprenda un pò, prima." aggiunse premuroso, lanciando uno sguardo alla strega seduta sulla poltrona più vicina.
"Non c'è bisogno di una visione, possiamo rintracciarlo con il cristallo, sempre se questo Horùlà si trova in città." Fece l'occhiolino al demone dagli occhi verdi. "Torno subito."
Senza aggiungere altro si voltò e corse verso le scale.
"Horùlà..." sghignazzò Gojyo tornando a sedersi.
"Cristallo?" chiese Hakkai, rivolto a Piper.
"Si, è un oggetto che utilizziamo per scovare i demoni ed eliminarli, prima che loro vengano a..." improvvisamente si ricordò di essere di fronte a due demoni e si guardò attorno, imbarazzata.
"Non si preoccupi" le sorrise Hakkai, leggendone l'imbarazzo nell'espressione. "Anche noi siamo spesso costretti ad uccidere molti demoni per proseguire nella nostra missione."
"Uccidete i vostri simili?" domandò sorpresa la strega.
"Se ci intralciano." Gojyo alzò le spalle noncurante.
"A volte è facile, altre volte lo è un pò meno." aggiunse l'altro rabbuiandosi.
Ricordava ancora i volti imploranti delle centinaia di vite che aveva spezzato per cercare di salvare Kanan, la donna che aveva amato più di se stesso, per vendicare la sua morte, per affogare nel sangue il proprio dolore.
"Credevo di aver capito che proveniste da un luogo in cui Umani e Demoni vivono in pace tra loro." Piper interruppe i pensieri del demone gentile.
"Un tempo forse, ma non è mai stata una regola valida per tutti. Comunque sia, a quel che ne so, anche nel vostro mondo si presuppone che gli Uomini vivano in pace tra loro, mi sbaglio?" Gojyo sorrise sornione.
"Già..." rispose tristemente la strega, con un sorriso impacciato.
"Trovato!" Paige apparve al centro del salotto con in mano una mappa di San Francisco ed un piccolo cristallo legato ad una catenina d'argento.
"Paige! Cielo, mi hai fatto prendere un colpo! Sei peggio di Leo, non potreste avvisare prima di orbitare?" Piper lanciò alla sorellina uno sguardo accigliato.
"Scusa ma, visto che parliamo della fine del mondo, direi che abbiamo fretta, no?" la rossa sorrise e distese la mappa sul basso tavolino del salotto. "Dammi quell'affare, Hakkai, giusto?" si rivolse al demone dagli occhi verdi.
"Si, signorina Paige." sorrise questi porgendole il diadema di Goku.
"Grazie, va bene solo Paige. Ma il vostro amico è sempre così scontroso?" domandò ancora, legando l'estremità libera della catenella al cerchietto dorato.
"Sanzo? No, oggi è particolarmente di buon umore, di solito è anche peggio!" ridacchiò il demone rosso.
"Via, non è vero!" Hakkai sorrise ancora rivolto all'amico. "Di norma è un uomo comprensivo... più o meno... Tuttavia ora è particolarmente preoccupato per Son Goku, anche se cerca di non darlo a vedere."
"Già, il nostro venerabile Genjio Sanzo Hoshi è un timidone, non vuol far trapelare i suoi veri sentimenti per la stupida scimmia!"
"Non è l'unico che conosco che si comporta in questo modo." sentenziò Hakkai con un sorriso enigmatico.
"E con questo che cosa vorresti dire? Non mi importa un accidente di quel moccioso con lo stomaco nel cervello! Sono qui solo perchè non avevamo altre vie di uscita!" detto questo, il rosso estrasse dalla tasca un pacchetto di sigarette ed un accendino.
"Sigarette!" la voce di Paige ribombò nella stanza, ed il pacchetto scomparve dalle mani di Gojyo.
"Ehi!! Quelle sono mie!"
"Mi sembrava che il concetto fosse chiaro! Qui dentro non si fuma!"
"Avete lasciato che Sanzo fumasse, però! Non è giusto!" borbottò il demone corrucciato.
"Su, su, pensa ad altro, vedrai che ti passerà la voglia di fumare." cercò di consolarlo Hakkai.
"Tu smetti di dire cose stupide sulla scimmia e vedrai che smetterò di pensare alle sigarette!"
"Scusami." concluse semplicemente l'altro.
Tra sè e sè, Hakkai ricordò un fatto curioso, che evitò di far notare al compagno di viaggio, per non farsi rimbrottare per la continua propinazione di filosofia spicciola da fiera: dall'inizio dello strano cammino lontano dal Togenkyo, Gojyo non aveva ancora pronunciato una sola volta il nome di Goku, anzi le volte in cui era stato nominato, in quella lunga serata, il kappa aveva stranamente abbassato gli occhi o, come in quell'ultimo episodio, portato istintivamente la mano al pacchetto di sigarette. Cho Hakkai sorrise, comprendendo il comportamento del compagno. Nonostante i continui litigi, il demone scimmia era diventato per lui una sorta di fratellino rompiscatole con cui poter battibeccare, da prendere in giro e con il quale condividere ogni esperienza del lungo e faticoso viaggio verso il Tenjiku e, così come i suoi due compagni, lo "scarafaggio rosso di un kappa" temeva di perdere l'ingenuo motivo di svago e sfogo nei momenti di tensione o, più semplicemente, di perdere un amico.

"Ecco, ci siamo!" annunciò Paige. "Se si trovano a San Francisco, lo sapremo subito."
I due demoni si inginocchiarono sul tappeto accanto alla giovane, fissando il pendolo di cristallo formare cerchi sempre più ristretti sopra la mappa.
Piper intanto prese in braccio Wyatt e lo spostò sul divano, per coprirlo subito con una leggera copertina di cotone. Il bimbo si rigirò su se stesso, stirò le braccia verso l'alto e ricadde con la testa sul cuscino senza svegliarsi, neppure quando la madre tirò un urlo strozzato non appena Hakuryu, sollevatosi in volo, le passò accanto ad un orecchio e si posò sul bracciolo del divano, con la testa appoggiata accanto a quella di Wyatt.
"Siamo sicuri che quel coso non morda?" domandò in un sospiro, rivolta ad Hakkai.
"Non si preoccupi; Hakuryu è molto docile, non farà alcun male al piccolo Wyatt."
"Mh.." la strega annuì con poca convinzione. "Phoebe, sei ancora con noi?" domandò quindi alla sorella che appariva immobile da una decina di minuti, con la testa leggermente piegata in avanti e gli occhi chiusi. "Phoebe?" chiamò ancora quando non ricevette risposta.
"Pensa te, si è addormentata! Prima fa tanta scena per la paura, poi si addormenta come se niente fosse." borbottò la sorella maggiore scuotendo sconsolata la testa.
"Lasciala riposare, appena scopriamo qualcosa la chiamiamo. Credo sia rimasta un pò scossa per le visioni." disse Paige con lo sguardo puntato sulla mappa.
Il pendolo continuava a girare sopra la carta, senza alcuna deviazione. "Sembra che non trovi niente." sbuffò.
"Cosa dovrebbe trovare esattamente?" chiese allora Gojyo accigliato.
"Beh, mettendo a contatto la catena con un oggetto appartenente alla persona che cerchiamo, il cristallo è in grado di dirci in quale luogo si trova la stessa forza vitale legata all'oggetto."
"Certo... chiaro..." borbottò il demone, sarcastico.
"Se il vostro amico è in città, il cristallo cadrà esattamente nel punto dove potremo trovarlo." spiegò Piper.
"Beh, non è detto che sia proprio nella vostra città, il mondo è grande e noi siamo giunti fin qui solo perchè Kanzeon Bosatsu ci ha mandati dove si trovava la fonte di energia più potente (cioè voi) ma questo non significa che qualsiasi essere intenzionato a causare la fine del mondo, dovrà necessariamente trovarsi qua. Insomma non sarebbe un comportamento molto furbo in effetti, cercare di conquistare il potere nell'unico posto al mondo in cui c'è qualcuno in grado di fermarlo... sarebbe terribilmente idio..."
"Eccolo!" sobbalzò Paige, bloccando il monologo di Gojyo.
"Dove?" domandò Piper sporgendosi sul tavolino.
"Allora... è in via... ehm... credo ci sia un errore."
"Perchè? Dov.. Oh... Ma che significa?" le sorelle si guardarono accigliate.
"C'è qualche problema? Dove si è fermato il cristallo?" Chiese allora Hakkai, sporgendosi a sua volta sulla mappa.
"Che c'è? E' qui vicino?" domandò ancora Gojyo.
"Ehm... si. E' qui..." rispose infine Paige, con sguardo stranito.
"Qui? Qui dove?"
"Beh, si è fermato sulla nostra casa."
"Cosa?"

 

"Che succede?" Phoebe si svegliò sobbalzando.
Lontane urla ovattate le rimbombarono nella mente, si alzò a sedere spaventata.
Improvvisamente ricordò la visione.
Erano le stesse urla che aveva sentite nella premonizione.
Aveva visto morte, dolore, distruzione; come poteva essersi addormentata dopo un simile spettacolo.
"Accidenti, mi sono addormentata? Uffa però, potevate svegliarmi! Non è il momento per schiacciare pisolini." borbottò sollevandosi in piedi.
Guardò fuori dalla finestra, non vide altro che fitta oscurità; doveva essere ancora notte fonda, probabilmente aveva dormito solo pochi minuti.
"Mamma mia, che buio là fuori. Ragazze, che ore sono?" Solo quando non ricevette risposta, si guardò attorno stranita e si rese conto di essere sola. Non c'era traccia delle sorelle nelle vicinanze, nè dei bambini, nè tantomeno dei demoni che avevano fatto irruzione poche ore prima.
Al centro del salotto, sul tavolino di vetro era dispiegata la mappa di San Francisco, sopra di essa, la ragazza vide luccicare l'inconfondibile cristallo che utilizzavano per localizzare amici e nemici, accanto al ciondolo era posato il diadema che le aveva provocato le due terribili visioni.
Le urla si fecero di nuovo strada nei suoi ricordi; la strega distolse lo sguardo dal cerchio d'oro, rabbrividendo.
"Piper?" Passò accanto al lettino di Chris (che avevano portato in salotto poco prima), era vuoto, non c'era traccia del nipotino.
"Paige?" la giovane si diresse verso il corridoio e si affacciò sulle scale. "Ragazze? Siete di sopra?"
Nessuna risposta.
Mosse i primi passi sui gradini che scricchiolarono sinistri sotto il suo peso. Il cuore cominciò a batterle all'impazzata.
"Ragazze, non è divertente! Non dovreste scherzare così solo perchè mi sono addormentata, siamo in guai seri!" disse ancora ad alta voce, cercando di coprire gli scricchiolii che le avevano sempre fatto raggelare il sangue fin da quando era bambina. Amava la casa dei suoi antenati ma non in ogni suo aspetto.
Raggiunse il primo pianerottolo e si fermò con le orecchie tese a cogliere qualsiasi fruscio.
"D'accordo!" borbottò infine. "LEO!" chiamò a gran voce.
La strega attese il cognato, ma questi non apparve.
"LEO!" lo chiamò nuovamente, mentre il cuore sembrava volerle esplodere.
L'Anziano non comparve, il silenzio più fitto la avvolse.
"Dove siete?" sospirò, appoggiandosi terrorizzata al muro.
E se i demoni, che avevano con tranquillità ammesso in casa, non fossero stati davvero degli amici? E se quella visione fosse stata in realtà una trappola?
Le era già successo in passato che alcuni demoni le avessero provocato una data visione per attirare il trio in trappola; se l'era sempre cavata, certo, ma non aveva ancora imparato la lezione?
Tutto ciò che era accaduto con Cole, non le aveva insegnato che non ci si può mai, mai, MAI fidare dei demoni?
"E' colpa mia, se non avessi detto loro di fidarsi." si incolpò prossima alle lacrime.
Cos'era successo mentre dormiva? I demoni avevano di nuovo attaccato le sorelle e Leo?
Forse il mostro bambino, che aveva visto, in realtà era alleato dei tre sconosciuti, forse aveva aspettato il momento migliore per attaccare e uccidere Piper, Leo, Paige, Wyatt e Chr...
"Non essere stupida!" si ordinò raddrizzandosi. "Non ci sono segni di lotta, poi, se fosse successo qualcosa del genere, ti saresti svegliata, Phoebe. D'accordo, cerca di ragionare: perchè non c'è più nessuno? Cosa può essere successo? Uno stallo temporale? Provocato da cosa? L'incantesimo? Abbiamo letto quello strano incantesimo e non è accaduto nulla... Forse ha avuto un effetto ritardato? Forse era l'incantesimo sbagliato? Ma allora perchè ci sono solo io? Anche Piper e Paige hanno letto la formula... LEO, VIENI SUBITO QUI!" esplose infine, dopo aver borbottato da sola per svariati minuti, ma Leo non le rispose neppure questa volta.
"Il cristallo!" sussultò la giovane improvvisamente, rendendosi conto che l'unica possibilità che ancora le restava, era controllare con il cristallo la posizione delle sorelle. Scese le scale saltando gli ultimi quattro gradini e si slanciò nel soggiorno, afferrò il cucchiaino dalla tazzina da tè di Piper e si chinò sulla mappa. Stava per legare la catenina del pendolo al cucchiaino, quando un cigolio sinistro giunse dalla cucina, dietro la porta chiusa.
"Piper, Paige? Siete voi?" domandò ancora senza ottenere risposta.
Con il cuore in gola la strega si alzò lentamente in piedi. "Chi c'è?" domandò titubante.
"Si, brava Phoebe, se c'è  un demone di là ti risponderà di certo." si schernì.
Raggiunse lentamente la porta scorrevole ed appoggiò cauta l'orecchio al legno, un altro cigolio vicinissimo la fece sobbalzare ancora.
"Bene" si disse, guardandosi attorno. "Chiunque tu sia, ora vengo lì e ti riempo di calci!" borbottò ancora rivolta a se stessa, ed afferrò una statuina di ceramica posta sulla credenza. "Ok, non è una spada, ma mi serve solo per distrarlo..." tentò di autoconvincersi, sentendosi lievemente ridicola.
Prese fiato prima di fare irruzione nella cucina, dando un'ultima occhiata al salotto. Aveva già la mano sulla maniglia, quando si bloccò, guardò il tavolino di vetro su cui era spiegata la mappa di San Francisco; su di essa c'era il pendolo con il cristallo, il cucchiaino di Piper ma mancava qualcosa che era sicura di aver notato quando si era svegliata: il diadema di Son Goku era sparito!
Lo aveva preso l'intruso? Allora chi si nascondeva in cucina? Lo stesso Son Goku? Il demone che nella visione commetteva stragi di innocenti? Quello che avrebbe ucciso lei e le sue sorelle?
Ponendosi queste domande, dimentica di dare le spalle alla porta, non si rese subito conto del cigoliò sinistro che si avvicinava lentamente.
Si voltò di scatto, nel momento stesso in cui la porta della cucina scorse di lato, lasciandola faccia a faccia con l'estraneo.

Trattenendo il fiato, incrociò due occhi familiari, gli stessi che aveva visto poco prima, gli occhi di colore diverso della premonizione.
Questa volta però erano incorniciati da un volto aquilino, di indicibile bellezza, pelle candida come il latte che risaltava, quasi brillasse di luce propria, circondata da lunghi e sottili capelli corvini. Sulla fronte, lievemente velata da qualche ciuffo disordinato, spiccava lo stesso cerchietto rosso presente sulla fronte di Sanzo.
L'uomo, molto più alto di Phoebe, stringeve in mano il diadema dorato e fissava la strega con sguardo triste ed assente.
"Chi sei?" domandò con la stessa voce profonda che aveva sentito rimbombare nell'oscurità del Nulla.
"Chi sei tu?" ribattè la strega, lanciando con tutte le sue forze la statuina contro la faccia del nuovo arrivato. Non sapeva chi fosse, ma probabilmente era la causa della sparizione delle sue sorelle e non aveva certo intenzione di lasciarsi sopraffare.
Contro ogni previsione, la statuina non colpì affatto il volto dell'uomo e questi neppure si scansò per evitarla, l'oggetto gli passò semplicemente attraverso, come se fosse aria, e si schiantò frantumandosi rumorosamente, contro i mobiletti della cucina.
"Uh-Oh ..." Phoebe prese ad indietreggiare.
"Chi sei?" chiese ancora la voce, ignorando l'aggressione subita.
"Io sono la padrona di casa!" rispose la giovane, cercando di fingersi meno spaventata di quanto non fosse.
"La padrona di casa? Tu vivi qui?" domandò egli, accigliandosi e guardandosi intorno. "Non è possibile..." aggiunse avanzando lentamente, il diadema sempre stretto tra le dita.
"Chi sei? Dove sono le mie sorelle?" chiese ancora Phoebe, muovendo un altro passo indietro.
"Sorelle? Sei una delle sorelle che Egli teme? Devi aiutarmi! Dovete aiutarmi!" per la prima volta la voce dell'uomo si fece interessata ed urgente."Non riesco a contenerlo, sono troppo debole, non posso neppure lasciarlo, mi ha legato a sè. Vuole vendetta e inizierà da chi lo ha imprigionato. Mi dispiace, è colpa mia, volevo solo morire, volevo solo raggiungere la mia Rin Rei..."
"Ehm... credo di aver perso qualche passaggio." lo interruppe la strega. "Tanto per cominciare: Chi sei? Chi ci teme? E per cosa dobbiamo aiutarti?" Se davvero lo sconosciuto era in pericolo, o aveva bisogno di aiuto, si poteva forse considerarlo un innocente?
I suoi occhi non mostravano nulla di malvagio, a pensarci bene quel Sanzo sembrava molto più pericoloso, erano invece tristi, affranti, non spaventati ma dolenti e afflitti.
"Dovete liberarmi da questo tormento. Dovete uccidermi, farmi morire di nuovo!" bisbigliò serrando spasmodicamente le dita attorno al cerchio dorato.
Phoebe lo fissò accigliata.
"Il mio nome è... " riprese l'uomo ma venne interrotto da un tonfo sordo proveniente dal piano di sopra.
"Piper, Paige? Siete voi?"
"No, è Lui! Si deve essere accorto della tua presenza! Va via o sarà la fine!" le rispose l'uomo, con voce spezzata.
"Andarmene? Ma è casa mia! Ed è probabile che questo demone, sempre se parli dello stesso di cui ci ha parlato Sanzo, abbia rapito le mie sorelle e..."
"Sanzo? Sanzo è qui? E' stato lui allora a sottrargli di nuovo il potere?" la interruppe ancora.
"Conosci Sanzo?"
"Ascoltami, non abbiamo più molto tempo." riprese lo sconosciuto ignorando la domanda.
"Questo luogo non è la tua casa, siamo nella Sua mente. Non so perchè abbia questa forma ma oltre quelle pareti, non c'è che il Nulla. Tu sei entrata in contatto con Lui, per questo ora ti trovi qui ma devi tornare nella tua realtà al più presto o ti legherà a sè, come ha fatto con me."
"Tornare? Come?... Io non..."
"Non preoccuparti, ti farò tornare io ma prima ascoltami. Devi dire a Sanzo di non avvicinarsi a Seiten Taisei, Egli ha bisogno del potere di entrambi per..."
Un ringhio disumano coprì la sua voce.
Fermo sulla porta, con i luminosi occhi dorati iniettati di sangue, si stagliava il piccolo mostro della visione di Phoebe.
"Son Goku." bisbigliò la strega, riconoscendolo.
"Non è davvero lui." Ribattè lo sconosciuto. "E' solo una proiezione difensiva dell'essere che ci ha imprigionati ma può essere altrettanto pericoloso. Tieni questo!" le mise con forza il diadema fra le mani.
Lo sconosciuto fece appena in tempo a voltarsi per fronteggiare il nuovo arrivato, che questi gli fu addosso ad una velocità incredibile; lo colpì al volto con un calcio e lo mandò a sbattere contro la cristalliera che esplose in una pioggia di schegge e frammenti di vetro.
Son Goku si rivolse subito verso Phoebe, la fissò con un malevolo sogghigno, ringhiò come un lupo pronto a saltare sulla preda e si slanciò contro di lei.
La ragazza spalancò gli occhi terrorizzata, stringendo convulsamente il diadema al petto; con un salto levitò sul soffitto ed evitò il primo colpo, il demone ringhiò infuriato, l'afferrò per una gamba e la trascinò verso il basso; ben presto la ragazza rovinò sul tappeto e Son Goku le fu subito sopra, incombendo su di lei come un avvoltoio.
Il demone scimmia cominciò a ridacchiare; i suoi occhi cambiarono, furono coperti da una patina di oscurità che ne spense improvvisamente la lucentezza.
"Sei mia, piccola Phoebe." parlò con una voce profonda e innaturale, per il volto da bambino del mostro, che fece raggelare il sangue della strega. "Non è la prima volta che vieni a trovarmi ma ora rimarrai mia ospite molto più a lungo." sorrise maligno.
"NO!" l'altro uomo, ripresosi dopo il duro colpo, afferrò Goku alle spalle e lo tirò indietro, allontanandolo dalla strega.
"Non te lo permetterò! Hai preso il mio corpo, ma non ti lascerò agire così indisturbato!"
"Hòmura! Lasciami, maledetto!!" la voce innaturale del ragazzino, si fece più acuta. Non appena i corpi dei due entrarono in contatto, una strana coltre di oscurità cominciò ad avvolgere entrambi, espandendosi dal corpo del più piccolo.
"Il diadema, Phoebe! Guardalo, concentrati sulla tua casa, sulle tue sorelle!" Urlò Hòmura, trattenendo a fatica il ragazzo, erano ormai entrambi completamente nascosti dalla fitta nebbia nera.
Senza aspettare altro, Phoebe puntò lo sguardo sulle venature dorate, sentendosi come Dorothy, pensò alla propria casa, alle sorelle, ai nipotini, a Leo. Improvvisamente una luce accecante la costrinse a chiudere gli occhi, le voci dei due scomparvero quasi all'istante, per lasciare spazio ad urla straziate, rombi di distruzione, risate inumane, finchè calò il silenzio.
"Hòmura!" La strega si svegliò di soprassalto e balzò in piedi come una molla.
Le prime luci dell'alba, filtrate attraverso le vetrate, coloravano di una naturale tonalità di rosato, il salotto di Casa Halliwell.




 


Nota:
(1) Paper= carta, foglio. Paige si scrive in modo diverso da page (che significa pagina), ma il suono è simile, quindi Sanzuzzo ha messo insieme i nomi Piper (paiper) e Paige ed ha detto Paper-> stava facendo del sarcasmo il bonzo spiritosone. O_ò <-- da quando in qua si spiegano le battute, Dae? Così non fa più ridere... O_O'''''




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Non guardatemi così... ci ho pensato un pò ed ho deciso di concludere il capitolo a questo punto perchè... beh, per un migliore effetto da fine puntata. ^___^
Chiedo ancora scusa per il tempo, ma ora vado un pò più lentamente per evitare di perdermi qualche piccolo riferimento.
Tra l'altro ultimamente ho ripreso altri racconti che avevo abbandonato da tempo, in attesa di nuova ispirazione, che è tornata dopo aver cominciato "Non avere nulla"; poi, come se non bastasse, è uscito HP and the Half Blood Prince e, dopo averlo letto una prima volta, ora lo sto traducendo per sport *_* .
Certo continuo a pensare anche a questa fic, proprio ieri mi è venuta in mente una scena non da poco che inserirò più avanti. Mwhahahaha qualcosa che nel cartone di Saiyuki purtroppo non ci hanno mostrato. Non vi dico cosa ^_- .
Grazie a chi ancora mi ha commentato, grazie a chi mi commenterà e grazie anche anche a chi (pur non commentando) avrà la pazienza di seguirmi fino alla fine che, detto tra noi, non so bene quando giungerà :P potrebbe essere tra un capitolo (poco probabile) come tra dieci (mhhh) vedremo.
x Val La formula scritta da Prue? Io non so niente! ^_^ no, sul serio, non ne sono certa, oddio continuo a sembrare una folle che non ha nemmeno idea di cosa stia scrivendo (... in effetti... ) che posso dirti? Vedremo dove ci porterà la storia e lo capiremo :P


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Capitolo 11
*** Imprevisto ***


Riecchime! Paura che non tornassi eh? ^___^ Riecco un nuovo capitolo. Qui non c'è moltissima azione ma spero cominci a comprendersi qualcosa. Personalmente mi piace molto questo capitolo ma se lo trovate troppo veloce in certi passaggi o completamente incomprensibile, fatemi sapere :)

I soliti doverosi ringraziamenti a chi continua a seguirmi e commentarmi.
Dk86, grazie! Ti sei preoccupato? Anche io! ^___^ figurati Phoebe!
KillKenny, La Sorgente.. mhh interessante O_^  (e dire che pensavo avreste capito immediatamente di chi si tratta... O______ò )
Grazie anche a Chihiro e Lety ^_^ ecco l'11 Capitolo ^_-

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Capitolo 11

Imprevisto

 "Hòmura?" chiese una voce alle spalle della strega. La ragazza  si voltò di scatto e si trovò davanti il demone di nome Hakkai che la fissava accigliato.
Indietreggiò di qualche passo ed inciampò inavvertitamente su di un lembo rialzato del tappeto, cadde di schiena, senza fiato ma il demone rosso l'afferrò per le spalle, un attimo prima che colpisse il tavolino di vetro.
"Tutto bene?" le chiese, aiutandola a rialzarsi.
"Si... credo di si..."
Per la prima volta la ragazza notò due profonde cicatrici spiccare sulla guancia sinistra di Gojyo, sempre opportunamente coperta da un ciuffo ribelle di capelli; la giovane strega, senza sapere perchè, senza neppure pensare, sollevò una mano a sfiorare il viso del demone, questi si ritrasse sobbalzando ma non riuscì ad evitare il contatto.
Phoebe fu subito scossa da un brivido: vide davanti agli occhi l'immagine di un bambino sorridente che porgeva un mazzo di fiori rossi ad una donna in lacrime; improvvisamente la donna si avventò urlando sul bambino e prese a colpirlo ripetutamente sulla testa, il bambino cadde a terra, sulla guancia sinistra aveva ora due profonde ferite dalle quali sgorgava copiosamente il sangue che gli andava ad imbrattare la maglietta e i pantaloni.
"Ehi, sei sicura di stare bene?" la voce di Gojyo la riscosse dalla visione.
"Come?"  Phoebe sollevò lo sguardo ad incontrare gli occhi di rubino del demone kappa, la sua attenzione si posò nuovamente sulle cicatrici.
"Era il passato..." bisbigliò la giovane, il demone inarcò un sopracciglio.
"Hai visto Hòmura nel passato?" domandò, prima di rendersi conto che gli occhi della ragazza erano ancora fissi sulla sua guancia; improvvisamente le volse le spalle e, noncurante, si avvicinò  ad Hakkai.
"Hòmura? No... io..." la strega si rese conto che ciò a cui aveva assistito faceva parte del passato di Sha Gojyo, un passato difficile, un passato sofferto; era certa di aver letto, nello sguardo atterrito del bambino, la stessa triste espressione che aveva attraversato il volto del mezzodemone la sera prima, quando aveva pronunciato quelle strane parole: < Neppure nel Togenkyo, in realtà, certe relazioni sono ben viste. >
"Signorina Phoebe, si è svegliata pronunciando il nome di Hòmura, ha avuto qualche altra visione?" Hakkai le rivolse un incoraggiante sorriso; possibile che quell'uomo sembrasse sempre così gentile?
"Hòm...? Oh si!! Certo!! Il sogno... non era una visione, non so bene cosa fosse ma ho visto... Dove sono le mie sorelle?" si interruppe, resasi conto di trovarsi sola con i due strani demoni.

"Qui... Spero tu abbia dormito bene, Phoebe, perchè noi non abbiamo chiuso occhio!" Piper entrò nella stanza, trasportando un vassoio di tazze stracolme di caffè fumante. Aveva gli occhi gofi, il viso struccato e stravolto, i vestiti della sera prima stropicciati ed i capelli scompigliati, raccolti sulla nuca. Phoebe quasi scoppiò a ridere, pensando a quanto la sorella, così conciata, somilgiasse ad una vecchia massaia di fine ottocento ma il pensiero di essere ridotta in uno stato molto simile la spinse semplicemente a lanciare uno sguardo imbarazzato ai due uomini presenti che a loro volta apparivano spossati ed insonnoliti.
"Buon giorno, sorellina. Non so come hai fatto a non svegliarti sta notte, con quel fracasso!" Paige apparve subito dopo Piper, con una tazza di caffè in mano e si stiracchiò, sbadigliando languidamente davanti alla porta della cucina. La testa di Gojyo si piegò da un lato mentre contemplava ammirato la camicetta corta della ragazza sollevarsi pericolosamente sopra l'ombelico ed oltre, un sorriso divertito gli si disegnò sul volto.
"Fracasso? Perchè? Cosa è successo?" chiese Phoebe sorpresa.
"Oh, niente di che. E' stato solo un falso allarme." tagliò corto Piper.
"Già, ma tu hai quasi fatto saltare in aria il draghetto per il falso allarme!" ridacchiò ancora Paige.
"Umph... E' colpa tua, ti sei messa a strillare come una foca."
"Da quando in qua le foche strillano? "
"Ragazze... " Phoebe cercò di attirare la loro attenzione.
"Le sue sorelle hanno utilizzato il cristallo per cercare di localizzare il nostro amico, signorina Phoebe; probabilmente c'è stato un errore o un malinteso, non mi intendo di stregoneria ma il pendolo ha indicato la vostra casa, così c'è stata un pò di tensione, tutto qui." Hakkai spiegò l'accaduto, fissando la strega.
"Casa nostra? Il cristallo non ha mai sbagliato, che significa che c'è stato un malinteso?" domandò Phoebe accigliata, rivolgendosi alle sorelle.
"Beh, il demone non era in casa, Phoebe, è probabile che non sia neppure in questa parte del mondo. Forse il cristallo ci ha semplicemente indicato dove si trovava il diadema o le persone che lo hanno portato qui, non riuscendo a localizzare il vero proprietario." Paige alzò le spalle e bevve un sorso di caffè.
"O il luogo in cui presto si troverà Son Goku..." borbottò la sorella.
"Ci avevo pensato anche io, in effetti ma sua sorella Piper mi ha assicurato che questo genere di oggetti non hanno potere di preveggenza" aggiunse in risposta Hakkai.
"Beh, cristallo o non cristallo, se la premonizione è giusta, prima o poi la stupida scimmia verrà a trovarci qui in casa, no? Allora tanto vale sederci comodi ed aspettare che arrivi." sbadigliò Gojyo stiracchiandosi. "Ma il bonzo corrotto si è perso o cosa?" domandò ancora, prima di sedersi ed afferrare una tazza di caffè.
"Beh, starà dividendo le informazioni che abbiamo con i  Sanbutsusin(1) di questa dimensione, gli ci vorrà del tempo. Speriamo solo che sappiano dirci qualcosa, sopratutto ora che sappiamo che anche Sanzo corre un reale pericolo." Hakkai fissò il pavimento, con aria preoccupata.
"Tsè, non contarci troppo, Hakkai, quel maledetto bonzo è un tipo che non muore neanche se lo ammazzi."
"Non lo so, Gojyo, questa volta non sappiamo neppure con chi abbiamo a che fare. Inoltre Goku è contro di noi e anche tu sai quanto sia forte e privo di controllo senza il diadema; il Sutra del Cielo Demoniaco è scomparso, il potere delle streghe a quanto pare non funziona e come se non bastasse..."
"Hakkai..." Gojyo interruppe il flusso di negatività, si sollevò in piedi e fronteggiò l'amico.
Senza aggiungere altre parole, lo colpì con un pugno sotto il mento e lo lanciò lungo disteso sul tappeto, ai piedi delle streghe, rimaste ancora una volta attonite.
"Altro da dire, uccellaccio del malaugurio?" domandò il mezzodemone seriamente.
"... Ahia..." rispose il demone, massaggiandosi il volto, un guizzo divertito gli attraversò gli occhi verdi.
"Ecco, questa è una risposta accettabile." Gojyo lo aiutò a rialzarsi.
"Potevi limitarti ad uno spintone..." borbottò Hakkai, contrariato.
"Pappamolle, era una carezza. Quando parli a quel modo, mi fai solo venire una gran voglia di spaccarti la faccia, ringrazia che mi sia limitato ad un pugno."
"E' così che i demoni si dimostrano affetto? Interessante, se usassero anche le sfere di fuoco, avremmo meno lavoro da fare ogni settimana!"  ridacchiò la strega più giovane.
"Sfere di fuoco? E' un'idea intrigante, signorina Paige...." ammiccò sorridente Hakkai.
"Eh?" Gojyo lo fissò accigliato e si allontanò di un passo. "Scherzi, giusto?"
"Sai una cosa? Hai ragione, Gojyo, non ha senso abbattersi ora. In fin dei conti, comunque vada, prima o poi incontreremo Hòmura e Goku. Anche se dovessimo essere certi che ci uccideranno, un incontro resta inevitabile, non è così? Quindi a che serve fasciarsi troppo la testa?"
"Già!" il demone kappa sorrise, sollevando le spalle. "Facciamo una scommessa? Chi muore per primo, ucciso dalla scimmia con lo stomaco nel cervello, perde."
"Ok, quale sarà la penitenza per il perdente?" chiese ancora Hakkai, divertito.
"Dovrà correre nudo davanti ad Hakuryu per le prossime dodici miglia, inseguito da uno sciame di api killer!"
"Io lo dicevo che questi due erano strani" Paige si sedette sulla poltrona e cominciò a sfogliare svogliatamente il Libro delle Ombre, ancora posto sul tavolino.
"Paige!" la riprese Piper.
"Che c'è? A te sembrano normali?"
Hakkai rise allegramente. "Probabilmente ha ragione, forse siamo un pò strani ma questa sorta di gioco è l'unico modo di vivere che conosciamo."
"Io ne conosco un altro, molto più divertente." Gojyo si sedette accanto a Paige, finse di essere interessato al libro ma prese a sbirciare la scollatura della camicetta della strega, abbigliata ancora come la sera prima, quando aveva di tutta fretta abbandonato la discoteca, richiamata dalla richiesta di aiuto di Piper.

"Piper, devo parlarti... in privato" Phoebe si avvicinò alla sorella maggiore.
"E' per il sogno di cui ha parlato prima, vero?" si intromise Hakkai, tornato improvvisamente serio. "So che non vi fidate ancora di noi, signorina, ma se sa qualcosa che rigurada Hòmura o Goku, vorrei pregarla di metterne al corrente anche noi; che vi fidiate o meno, stiamo solo cercando di salvare la vita di un nostro caro amico."
Phoebe tentennò, guardando imbarazzata il demone gentile.
"Beh, Phoebe, tu ci hai detto di fidarci, non possiamo certo tirarci indietro ora." le ricordò la sorella maggiore.
"Si ma..."
"Nella tua visione, anche loro erano morti, se non sbaglio, quindi qualsiasi pericolo corriamo noi, lo corrono anche loro, Phoebe."
La strega si lasciò convincere: "D'accordo, ma se ci state imbrogliando, ne pagherete le conseguenze." minacciò senza troppa convinzione, rivolta al sorridente Hakkai.


"Ho fatto un sogno strano, sta notte, o meglio, non sono sicura si trattasse davvero di un sogno." cominciò a spiegare.  "I suoi occhi... li avevo già visti, quando ho avuto quella visione di Son Goku..." aggiunse sovrappensiero.
"Hai sognato gli occhi di Son Goku?" domandò Piper.
"No, quelli di Hòmura! Quando ho avuto la seconda visione, nel momento in cui è comparso il Nulla, ho visto nell'oscurità due occhi diversi, uno dorato e uno azzurro."
"Si, si tratta di Hòmura. Perchè non ce lo ha detto prima, signorina?" si intromise Hakkai.
"Non lo so, ero rimasta sconvolta alla visione dei bambini... io... non lo so, fatto sta che quando mi sono addormentata li ho rivisti, cioè ho visto Hòmura in persona."
"Il Rinnegato di cui ha parlato Leo?" domandò accigliata Paige.
"No, non credo, credo si trattasse del vero Hòmura, aveva uno sguardo strano, triste. Ha parlato di Sanzo e dell'essere che ha imprigionato lui e il vostro amico."
"Che cosa le ha detto?" chiese ancora Hakkai.
"Sembrava che sapesse che questo Rinnegato teme il potere del trio, poi ha aggiunto qualcosa sul fatto che Sanzo non deve avvicinarsi ad un certo... non mi ricordo il nome che ha detto: Sensei qualcosa..."
"Seiten Teisei." una voce nota risuonò dall'ingresso del salotto, facendo sobbalzare tutti i presenti.

"Sanzo!"
"Leo! Siete tornati, finalmente! Cominciavamo a preoccuparci. Cosa è successo?"
"Perchè non dovrei avvicinarmi a Seiten Teisei?" Sanzo avanzò nella stanza, ignorando la domanda di Piper.
"Sai di chi si tratti?"
"E' Goku." tagliò corto il bonzo, portandosi davanti alla strega veggente. "Perchè non devo avvicinarmi a lui?"
"Non lo so... stava per dirlo ma siamo stati interrotti da Son Goku, cioè Hòmura ha detto che non si trattava davvero di lui, comunque sia, il ragazzino ha cominciato a picchiarlo, poi si è rivolto contro di me ma Hòmura lo ha fermato di nuovo, a quel punto sono riuscita a svegliarmi."
"Cosa significa?" domandò accigliato Gojyo. "Era un'altra visione?"
"No, era reale, come se mi trovassi davvero qui con lui." rispose Phoebe.
"Qui?" Leo si avvicinò alla cognata.
"Si, eravamo in casa, in questa casa. Hòmura ha detto che ci trovavamo nella mente del Rinnegato..."
"E' probabile." sentenziò Leo pensieroso.
"Probabile?"
"Si, sei empatica Phoebe, ricordi?"
"Si, ma non siamo vicini a questo Rinnegato, nè lo ho mai incontrato, come posso essere entrata in... La visione!" disse all'improvviso.
"Esatto" annuì Leo. "Quando hai avuto la seconda visione, devi aver stabilito un qualche legame empatico con il Rinnegato..."
"Con Hòmura." lo corresse la strega. "Sono entrata in contatto con la mente di Hòmura, la mia disperazione per ciò che vedevo mi ha guidato verso la sua disperazione; per questo non me ne sono accorta subito, mi sembrava che ciò che provavo fossero le mie emozioni suscitate dalla visione, invece erano quelle di Hòmura."
"Ma lo spirito di Hòmura è prigioniero della coscienza del Rinnegato." concluse per lei il monaco biondo, "Quindi sei entrata in contatto anche con lui ed ora sa che cercheremo di fermarlo. Complimenti, ci hai appena fatto perdere l'effetto sorpresa." Sanzo sbuffò.
"Ehi! Io non ho mica..."
"Ha capito che anche noi siamo qui, suppongo, visto che Hòmura le ha parlato di Sanzo...." la interruppe ancora Hakkai.
"Credo di si, quando ho nominato Sanzo, ha reagito in modo strano, ha detto *è stato lui a sottrargli il potere* o qualcosa del genere ma non so a cosa si riferisse."
"All'incantesimo di sigillo." rispose teso l'Anziano.
"L'incantesimo? Ma non ha funzionato, Leo!" Piper fissò accigliata il marito.
"Pare di si, invece." Il bonzo sbuffò ancora. "Secondo i vostri Vecchiacci lassù, ha funzionato e il potere del Sutra del Cielo Demoniaco della nostra realtà, è in qualche modo scomparso da questa, o quanto meno non riescono a localizzarlo."
"Scomparso? In che senso? Dove è finito?" chiese Paige.
"Bella domanda! Perchè non provi a dirmelo tu, visto che è successo dopo che avete letto quella simpatica filastrocca?" la voce sarcastica del bonzo assunse un tono infantile e canzonatorio, Paige mosse un passo verso di lui ma venne interrotta da Phoebe.
"Aspettate un momento; non è una buona notizia?" domandò.
"Certo, buonissima! Se ci tieni al completo annullamento dell'esistenza, si è ottima!" rispose Sanzo.
Phoebe lo ignorò e si rivolse a Leo: "Scusa, se il potere non è più in mano al Rinnegato, significa che non può scappare, nè può dare il via ai suoi piani, indipendentemente da dove questo potere sia finito."
Leo la fissò con aria contrita: "Si è così ma non è quello il problema. In molti nel mondo demoniaco hanno percepito la comparsa sulla terra del Rinnegato e dell'incredibile potere che portava con sè. Quando avete pronunciato l'incantesimo, avete si sottratto l'energia del portale al Rinnegato ma l'avete spedita da qualche parte nel mondo incustodita e lontana dal suo legittimo proprietario." indicò Sanzo. "Questo è un problema perchè ora i demoni del nostro mondo, sono in fermento, vogliono impadronirsene. Pur non sapendo esattamente di cosa si tratti, sanno che è un'energia che va oltre la conoscenza di questa realtà e sanno che nessuno cercherà di fermarli, se la raggiungeranno per primi. Gli Anziani non sono in grado di localizzare la fonte del potere, è come se questo avesse invaso completamente la nostra dimensione, ne sentono la forza ma non sanno come raggiungerla. Probabilmente anche i demoni sono nella stessa situazione ma..."
"Ma pur di averla sono disposti ad uccidere ed essere uccisi..." concluse Piper.
"Esatto... Gli Angeli sono in stato di allarme, io non dovrei neppure trovarmi qui ora; lassù vogliono che stia al sicuro finchè la situazione non migliora ma dovevamo riportarvi un'informazione interessante."
"Che informazione?"
"Riguarda la posizione e la natura dei cinque portali qui sulla terra. Come ho detto ieri sera, dopo la ricomparsa dei Titani, avevamo deciso di intraprendere alcune ricerche sugli antichi poteri della Creazione"
"Si ma non avevate scoperto niente di interessante." rispose Piper accigliata.
Il volto di Leo si piegò in una smorfia contrariata: "Così credevamo. A quanto pare, uno dei nostri massimi esperti in magie arcaiche aveva fatto delle scoperte importanti sull'argomento, ma aveva preferito proseguire le ricerche in segreto, tenendo gli altri Anziani all'oscuro."
"Bene! Forse questo tizio può dirci dove trovare..." Gojyo venne interrotto da un lamento della strega maggiore la quale, con un solo sguardo all'espressione contrita del marito, aveva capito a chi si stesse riferendo.
"Non dirmelo... Ti prego non dirmi che era lui..."
"Lui chi?" domandò stranita la più giovane. Leo sbuffò annuendo.
"Gideon!" sbottò Piper. "Non è possibile! Anche da morto deve romperci le scatole?"

"Di chi stiamo parlando?" domandò Hakkai, spezzando il silenzio sorpreso, creatosi attorno famiglia Halliwell.
"Era il vecchio preside della scuola di magia, è morto qualche anno fa." sospirò Phoebe.
"Avete una scuola di magia?" si intromise Gojyo ma venne zittito dal bonzo.
"Già e il nostro Vegliardo qui, " indicò Leo "lo ha ucciso, prima di farsi rivelare cosa avesse scoperto."
"Senti, ne abbiamo già parlato. Ha cercato di uccidere me e i miei figli, non potevo comportarmi altrimenti e inoltre cosa potevo saperne? Eravamo tutti convinti che avesse abbandonato le ricerche!" ribattè Leo seccato.
"Si ma che cosa aveva scoperto esattamente?" chiese Hakkai, cercando di arrivare al punto della discussione e sedare sul nascere una possibile lite tra i due uomini.
"La vera origine dei portali, il loro vero scopo e il legame che avevano con la Creazione Celeste e probabilmente qualcosa sui manufatti che ne contengono il potere." rispose l'angelo.
"Cioè, sapeva dove trovarli?" domandò ancora Gojyo.
Leo alzò le spalle: "Forse, lassù sono stati piuttosto sbrigativi..."
"Come se volessero nascondere qualcosa."  lo interruppe sospettoso il bonzo.
"Non stavano nascondendo nulla; cercavano solo di metterci in guardia ed indirizzarci velocemente sulla giusta strada!" ribattè ancora l'Anziano.
"Ma vi hanno detto dove trovare i sutra di questa dimensione?" domandò Hakkai.
"Qui non sono sutra, sono altri tipi di oggetti, con iscrizioni e.."
"Leo..." Piper scoccò un'occhiataccia urgente al marito.
"Oh, si, scusate" questi sorrise imbarazzato. "Dovremmo trovare tutte le informazioni che ci servono alla scuola. L'assistente di Gideon, ha scoperto e catalogato vari oggetti che egli aveva nascosto negli anni di ricerche, oltre naturalmente ad aver scovato i suoi diari ".
"Bene, andiamo allora. Dove si trova questa scuola?" chiese pratico Hakkai.
"Si raggiunge dalla soffitta." Rispose pronta Paige. "Prima di andare, però, devo cambiarmi." disse e, senza aggiungere una parola, orbitò al piano di sopra.
"Giusto! Anche io dovrei cambiarmi." Phoebe, si precipitò a sua volta fuori dal salotto.
"Leo, prepara i bambini, mentre mi vesto." anche Piper corse verso le scale, senza voltarsi indietro, lasciando i quattro uomini da soli.
"Cosa? Ma che diavolo fate? Non stiamo andando ad un concorso di bellezza, stupide ragazzine!" la vena sulla tempia sinistra di Sanzo cominciò a pulsare vistosamente.
"Sanzo, Sanzo, Sanzo... mi rendo conto che per te questo sarà un concetto difficile da comprendere ma queste tre splendide creature sono donne e, se ne avessi incontrata qualcuna di più, sapresti che le donne non escono mai di casa senza essersi prima fatte belle!" Gojyo sorrise sornione, portando un braccio sulle spalle del bonzo; la canna della shoreiju gli si poggiò silenziosamente sul mento. "Vuoi morire?"


Non meno di venti minuti dopo, trascorsi ascoltando la migliore collezione di insulti e imprecazioni, imparate nei ventiquattro anni di vita sacerdotale del Venerabile trentaduesimo Toah  Genjyo Sanzo Hoshi, le tre streghe erano nuovamente in salotto, profumate, truccate e vestite di tutto punto, pronte per una nuova caccia ai demoni (esclusi i presenti).
"Avete bisogno di qualche minuto in più? In fondo non abbiamo niente da fare, possiamo aspettare tutto il tempo che vi serve." ringhiò sarcasticamente Sanzo, stringendo i pugni e digrignando i denti come un leone infuriato.
"Beh, in effetti non sono sicurissima delle scarpe..." scherzò Paige. Hakkai afferrò al volo il monaco che scalciò infuriato in direzione della strega più giovane.
 Ben presto furono in soffitta(2), pronti ad attraversare il varco che univa casa Halliwell alla scuola di magia; Leo e Piper che si erano attardati sulle scale, dietro il nutrito gruppetto di persone, comparvero poco dopo nel familiare turbinio di scinitille azzurre, affiancati da Wyatt e Chris, il quale dormiva beatamente nel marsupio che la madre indossava.

"E questo che significa?" sbottò improvvisamente il bonzo. "Non stiamo andando a fare un pic-nic, dannazione!"
"Adesso basta! Mi stai davvero stufando!" Piper avanzò, prima che il marito potesse fermarla. "Il mio mondo, la mia famiglia, i miei figli sono in pericolo perchè tu, stupido idiota, non sei riuscito a difendere il tuo stesso potere! Sempre grazie a te, la nostra casa non è più un luogo sicuro, visto che il mostro che definite vostro amico intende ucciderci. Sei venuto a chiederci aiuto? Bene, ti aiuteremo ma, visto che posso,  porterò i miei bambini in un luogo che reputo sicuro, la scuola di magia. La cosa non ti sta bene? Vai al diavolo!"  sbraitò a pochi centimetri dal volto del bonzo, che la scrutò senza battere ciglio, con un'espressione indefinibile negli occhi color ametista.
"Tsè, fai come ti pare, strega." rispose con voce di nuovo fredda e calma.
Mentre la strega di nome Paige si apprestava ad aprire la grande porta che spiccava sul muro della soffitta, un pensiero tornò a farsi strada nella mente del bonzo:
< forse non sono così inutili dopotutto, fino ad ora solo gli idioti che sono stato costretto a scegliere come compagni di viaggio, hanno avuto il fegato di parlarmi in quel modo e sono rimasti vivi per raccontarlo. >
Prima di attraversare il portale, lanciò uno sguardo in tralice a Wyatt, per rendersi conto di essere a sua volta fissato dal piccolo. L'espressione risoluta e seria del bambino, gli provocò una strana scossa lungo la spina dorsale ma non riuscì a comprendere cosa significasse, perchè Leo prese in braccio il figlio e si avviò, interrompendo così il contatto visivo tra i due.
"Sanzo? Tutto bene?" Hakkai sfiorò gentilmente un braccio del bonzo.
"Mmph... Muoviamoci." annuì ed insieme seguirono gli altri. Appena gli ultimi attraversarono la porta, questa si richiuse alle loro spalle e scomparve in un istante, lasciando spazio ad un lnghissimo corridoio senza fine, sul quale affacciavano una miriade di porte chiuse.

"Benvenuti alla scuola di magia! Paige, che piacere rivederti così presto. Pensavo avessi preso qualche settimana di vacanza." cantilenò una voce alle loro spalle.
Un uomo non molto alto, con un volto sottile ed emaciato, gli occhi piccoli scuri come la lunga tunica nera che indossava, si avvicinò al gruppetto, sorridendo cordialmente.
"Carson!(3)" Paige sorrise a sua volta. "Si, sono in vacanza ma abbiamo una piccola emergenza."
"Per il Rinnegato, vero? Sappiamo ogni cosa, siamo stati messi in allarme. Se volete, potete rifugiarvi qui per il tempo necessario, vi prepareremo un alloggio; in molti sono...."
"Grazie, Carson ma noi siamo qui per raccogliere informazioni. Non vi hanno avvisati del nostro avviso?" domandò quindi Leo avanzando verso l'uomo.
"Anziano Leo!" Carson si allontanò di un passo, quando il suo sguardo cadde sull'Anziano che teneva in braccio Wyatt.
"Noi, sapevamo che..." balbettò imbarazzato.
"Siamo qui per consultare i testi delle ricerche di Gideon, Carson. Credevo vi avessero detto tutto." lo interruppe Leo, scettico.
"Ma si! Naturalmente! E' solo che non ci aspettavamo che..."
"C'è qualche problema, Carson? Il laboratorio di Gideon è ancora intatto, vero?" domandò Paige con tono lievemente preoccupato.
"Si, si, naturalmente..." L'uomo lanciò un'altra occhiata a Leo, poi tornò a rivolgersi a Paige: "Volete consultare i documenti immediatamente?"
"No, un altr'anno, magari!" sbuffò Sanzo, cominciava a perdere la pazienza, possibile che in quel piano di esistenza, avessero tutti una gran voglia di sprecare il tempo?
"Preferiremmo consultarli subito, Carson, se per te va bene." rispose Paige, non prima di aver occhieggiato in malo modo il bonzo.
"Naturalmente, naturalmente." annuì lo strano uomo. "Da questa parte, prego" si voltò e guidò il gruppo di streghe angeli, demoni (e bonzo), lungo il corridoio.
Il monaco e i due demoni, chiudevano la fila, distaccati di pochi metri dalla famiglia Halliwell.
"Strano, non trovi?" bisbigliò Hakkai, avvicinandosi a Sanzo.
"Mh..." annuì semplicemente il bonzo.
"Sembra quasi che vogliano nasconderci qualcosa."
"Nasconderla a lui, non a noi. Noi siamo demoni, dovrebbero averlo percepito immediatamente ed invece non ci hanno neppure notato, ma avete visto la faccia che ha fatto quel tipo, vedendo Leo?" si intromise Gojyo. "Sembra temere che scopriamo qualcosa."
"Già... anche prima, davanti agli altri Anziani, ho sentito una sensazione simile."
"Cosa significa? Credevo fossero alleati, perchè dovrebbero nascondergli la verità in un momento come questo?" domandò in un sussurro Hakkai.
"Non ne ho idea, ma tenete gli occhi aperti." ordinò secco Sanzo.
Carson si fermò davanti ad una porta, sollevò una mano ed un folto mazzo di chiavi comparve dal nulla con un tintinnio metallico, scelse una chiave, la inserì nella toppa della serrature ed aprì con un sonoro scatto.
"Bene, qui troverete l'archivio personale del vecchio preside Gideon. Vi avverto, non sarà facile trovare quello che cercate." Aggiunse, fissando negli occhi Leo.
"Apri la porta, Carson" ordinò questi, secco.
Quando furono tutti dentro, si ritrovarono di fronte uno spettacolo incredibile;.uno stanzone enorme si espandeva davanti a loro, occupato da un'infinità di scaffali, ricoperti da cima a fondo di pergamene, libri antichi, vasi, statue di qualsiasi dimensione. Se avessero dovuto scartabellare ogni cosa, alla ricerca di qualche informazione riguardante i manufatti contenenti il potere della Creazione, non gli sarebbero bastati cento anni.
"Accidenti..." borbottò Piper. "Avete un archivio enorme! Qual'è la sezione di cui si occupava Gideon?"
"Ehm..." Carson si guardò attorno imbarazzato. "Questa..." disse allargando le braccia, "come ho detto prima, questo era l'archivio privato di Gideon, tutto ciò che contiene è relativo a ciò che egli stesso studiava o aveva scoperto. L'archivio della scuola è nei sotterranei." precisò. "Vado ad informare Harrison(3), il vecchio assistente del preside, del vostro arrivo. Potrà aiutarvi nella vostra ricerca." detto questo Carson uscì dalla stanza.
"Wow... sono l'unico che sta già morendo di noia al solo pensiero di girovagare tra questa cartaccia?" domandò Gojyo, appoggiandosi al muro con espressione sconsolata.

 

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(1)Sanbutsusin: ovviamente Hakkai si riferisce agli Anziani del mondo delle Halliwell: nel suo mondo si chiamano Sanbutsusin, che sarebbero i testoni che hanno dato il compito a Sanzo di fermare la resurrezione di Gyumao. Nella mia folle testolina, gli Anziani stanno ai Sanbutsusin come i sutra stanno a ... no non ve lo dico ^_^.

(2)L'ingresso per la scuola non è proprio in soffitta, vero? Non ricordo bene, beh per facilitare, io lo ho messo in soffitta, non picchiatemi per questo. Il problema è che ho visto solo la puntata "Il mistero di Sleepy Halliwell, riferita alla scuola (a proposito, la settimana scorsa per qualche strana ragione la parabola ha preso RaiDue e ho visto le ultime due puntate con il mitico Billy Zane! ^ç^ Vedremo se sta sera avrò la stessa fortuna.).

(3) Per lo stesso motivo (la mia mancata conoscenza della nuova serie, a parte la lettura delle trame sui siti americani) non conosco i nomi dei vari insegnanti o assistenti della scuola, dunque il signor Carson e il signor Harrison, sono chiaramente inventati da me. Perchè inserire la scuola se non la conosci, mi direte voi, beh, perchè adoravo Gideon! ^_^ (come cattivo :-P ) 

Detto questo vi saluto. Il prossimo capitolo dovrebbe intitolarsi "Amicizie pericolose", se non cambio idea in fìeri ^_- .

Alla prossima. Dae.
PS: No, non è nemmeno Gideon, provate ancora. ^_______^

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Capitolo 12
*** Amicizie pericolose ***


CAPITOLO 12
Amicizie pericolose

“Questo Gideon doveva essere un grande studioso, se è riuscito a catalogare ed esaminare così tanti oggetti.” disse Hakkai, sfogliando interessato un grosso tomo polveroso.
“Già, bella seccatura.” sbuffò Sanzo, lanciando un libro sul pavimento.
“Se almeno sapessimo dove guardare, sarebbe tutto più semplice.” borbottò Paige.
“Non dovevano mandare qualcuno ad aiutarci?” domandò accigliata Piper.
“Si, Harrison, il vecchio assistente di Gideon.” le rispose il marito avvicinandosi alla porta. “Sarà stato trattenuto, siamo in una situazione difficile.”
“Già, ma visto quello che stiamo cercando, dovremmo esserci noi al centro dei loro pensieri!” sbottò il bonzo, prima di scaraventare un altro vecchio volume sul pavimento di marmo.
“Le sarei molto grato se facesse più attenzione,” una voce mielosa apostrofò il monaco biondo. “Alcuni di questi volumi sono vecchi di centinaia di anni.”
“Harrison, finalmente! Cominciavamo a pensare che vi foste dimenticati di noi.” Paige si avvicinò sorridente al nuovo arrivato: un ometto poco più alto di lei, con buffi capelli rossicci tirati indietro e dei baffetti appena visibili sotto il naso adunco; questi le rivolse un sorriso cordiale che gli illuminò il viso rotondo.
“Oh, certo che no, mia cara Paige, non ci siamo dimenticati di voi. Il vostro compito qui è  molto, troppo importante, tuttavia ho preferito riguardare i diari dell’anziano Gideon, per accertarmi che non mi fosse sfuggito qualcosa, prima di raggiungervi.”
“I diari?” Leo si fece avanti, fissando accigliato l’altro uomo. “Quali diari?”
“Carson non ve ne ha parlato?” chiese allora Harrison.
“Mi riferisco ai testi riportanti tutte le informazioni sulle ricerche di Gideon sui cinque poteri della Creazione Celeste. I diari in cui l’Anziano aveva riposto le informazioni che state cercando.”
“Il che significa che non dovremo scartabellate tutta questa cartaccia!” esultò Gojyo con un sospiro di sollievo, “Grazie, amico, se non mi piacessero così tanto le donne, penso che ti abbraccerei.”
“Tsè. Avreste anche potuto avvertirci prima, non avremmo perso tempo inutilmente. Si può sapere perché diavolo ci avete portati qui dentro se avevate già le informazioni che ci servono?” Sanzo avanzò con sguardo minaccioso.
“Beh, Venerabile Sanzo…” cominciò sulla difensiva, “Sui diari ci sono solo gli appunti dell’Anziano Gideon, le sue considerazioni, i suoi pensieri, mentre gli antichi testi da cui ha tratto le sue conclusioni sono tutti qui dentro, così come tutti gli oggetti da lui trovati e catalogati nei lunghi anni di vita.” Harrison si guardò attorno sconsolato.
“Ma sappiamo cosa stiamo cercando?” domandò speranzoso Hakkai, posando il libro sulla libreria.
“Ehm… non esattamente…” balbettò Harrison, lanciò un’occhiata titubante a Sanzo il quale senza preavviso gli si avventò contro; Gojyo lo fermò circondandogli “affettuosamente” le spalle con un braccio.
“Non esattamente? Cosa dovrebbe significare * non esattamente *” si dimenò per sottrarsi alla presa del Kappa.
“Vedete…” Harrison si rivolse ai presenti, cercando di ignorare i movimenti del bonzo che nel frattempo aveva assestato l’ennesima gomitata nello stomaco del demone rosso.
“L’anziano Gideon non ha mai specificato neppure nei suoi documenti personali quali fossero i manufatti da lui trovati; penso lo facesse per sicurezza, per evitare che chiunque potesse venire a conoscenza dei suoi segreti.”
“Dunque non siamo neppure sicuri che avesse effettivamente trovato qualcosa, è così?”  chiese ancora Hakkai.
“No, siamo certi che avesse trovato almeno quattro dei cinque portali.” l’ex assistente di Gideon sorrise e si avvicinò ad un tavolo, tese la mano sopra di esso ed improvvisamente comparve una pila di libretti rilegati in pelle nera.
“Ecco…” ne afferrò uno e prese a sfogliarlo. “Proprio qui.” porse il libretto a Leo, questi lo afferrò e lesse ad alta voce:
“ < I cinque saranno presto in mano mia, ci sono così vicino. Quando saranno riuniti sarà più semplice scoprire la verità sull’esistenza. Gli altri non capirebbero, cercherebbero solo il potere, un potere troppo grande e troppo pericoloso per essere contenuto da esseri indegni. Solo il potere Demoniaco è ancora perduto, ma gli altri quattro mi stanno guidando. Sono vicino, lo sento, i portali si cercano l’un l’altro e presto lo troverò. > “
“Vede? Da quel che dice nei diari, è chiaro che avesse trovato quattro portali e stesse cercando l’ultimo quando è morto.”
“Mhh… ma non dice dove li possiamo trovare?” Sanzo si avvicinò a Leo e gli tolse il diario dalle mani, prese a sfogliarlo impaziente.
“No, purtroppo non c’è nulla di specifico. Come avete capito, leggendo queste poche righe, l’Anziano era preoccupato che qualcun altro potesse venire a conoscenza delle sue scoperte. Temeva che nessuno avrebbe compreso i suoi interessi. Era uno studioso e, in quanto tale, tutto ciò che lo muoveva era la pura sete di conoscenza. Aveva il terrore che anche tra le file dei buoni ci fossero individui corrotti o facili da corrompere vista la portata del potere che lui stesso stava cercando. Siamo però certi che ciò che cerchiamo si trovi qui dentro, dobbiamo solo capire dove.” allargò le braccia e si guardò attorno sospirando.
“Ma ci saranno migliaia di oggetti qui dentro, ci metteremo un‘eternità…” bisbigliò Paige allarmata.
“Come vi ho detto, l’Anziano Gideon era uno studioso, ogni oggetto qui è catalogato meticolosamente per data di ritrovamento, spesso accompagnato da riferimenti ai testi che lo citano. Possiamo quindi scartare molti oggetti, partendo dalla considerazione che i suoi studi sui Poteri Celesti risalgono a non più di cinque anni fa, purtroppo anche in questo modo il materiale da esaminare sarà parecchio, ma certamente il lavoro sarà molto meno oneroso.”


*********************************************


Cominciarono così a scartabellare tutti i libri con riferimenti alla Creazione, a cercare ed ammassare sul grande tavolo di frassino tutti i manufatti recuperati da Gideon negli ultimi anni di vita. Nonostante le rassicurazioni, la ricerca fu ardua e terribilmente noiosa; demoni e streghe si suddivisero in vari settori nel tentativo di facilitare l’impresa, mentre Sanzo, Leo ed Harrison rimasero al centro dell’enorme studio ad esaminare i diari di Gideon ed alcuni tomi antichi di centinaia di anni.
Dopo un paio di ore le streghe decisero di prendersi un attimo di pausa e, seguite dai due demoni, raggiunsero i tre uomini al centro della vasta biblioteca.

“Trovato qualcosa?“ Paige si avvicinò al bonzo e prese a sbirciare le pagine ingiallite del diario che questi sfogliava lentamente; l’uomo la fissò un momento accigliato, la ragazza non gli diede attenzione.
“Tsè…”
“Che significa: < … ma gli altri quattro mi stanno guidando …  i portali si cercano l’un l’altro … > ?” chiese ancora Paige, costringendo il monaco biondo ad abbassare lievemente il diario per permetterle di leggere meglio.
“Che, per quanto siano stati separati, i cinque poteri della Creazione si richiamano a vicenda, cercando di tornare naturalmente a riunirsi, come accadde quando vennero creati i piani di esistenza. Più saranno i portali riuniti, più sarà il potere scatenato ed allo stesso modo, sarà più potente il richiamo.”  Leo si avvicinò a sua volta al tavolo e prese a sfogliare uno dei diari. “Per questo siamo venuti qua; trovando i portali nascosti da Gideon, sarà più probabile per noi ritrovare il potere che abbiamo sottratto al Rinnegato.”
“Strano…” Sanzo interruppe le parole di Leo, fissando pensieroso la sottile ed appuntita scrittura sul diario.
“Qualcosa non va?” domandò Harrison.
“Il potere che mancava a Gideon, era quello del Cielo Demoniaco lo stesso che…”
“… che aveva il nostro Rinnegato e che ora stiamo cercando di recuperare. Ci stavo pensando anche io.” annuì Leo. “Questo può essere un motivo per la dispersione del potere, nel momento in cui le ragazze hanno letto la formula. In teoria, una volta liberato il potere del Cielo Demoniaco nel mondo, non trovando il modo di tornare nel sutra originario che lo conservava, esso avrebbe dovuto essere attirato dagli altri quattro cieli, per giungere infine qui o dovunque si trovino gli altri manufatti. Tuttavia l’ultimo verso recitava:  < che a colui cui il potere fu un tempo affidato… >. Noi abbiamo pensato che questo fosse sufficiente per farlo tornare a te naturalmente, quindi non abbiamo pensato di fare alcuna distinzione. Ma forse la formula non è stata abbastanza precisa; con quelle parole abbiamo sottratto il potere della Creazione a chi lo possedeva senza diritto in questo piano esistenziale: * il Rinnegato * e lo abbiamo riconsegnato al legittimo proprietario: * colui cui fu un tempo affidato * qui nel nostro mondo.” concluse.
“Ma nel vostro mondo non esistono custodi, dico bene? Dunque dove potrebbe mai essere stato convogliato?” domandò Hakkai avvicinandosi.
“Nello stesso luogo in cui si trova il suo gemello.” rispose Sanzo, alzando le spalle. “Non esistono custodi umani ma, a quanto pare, esistono oggetti che ne detengono l’energia. Può darsi che i due portali del Cielo demoniaco si trovino ora nello stesso posto, contenuti nello stesso manufatto…”
Un potere tanto grande, da pervadere l’aria che respiriamo, ecco cosa intendevano gli altri anziani. Non possono percepire la fonte dell’energia perché è raddoppiata, superiore alle energie che equilibrano il nostro mondo. La percepiscono perché più forte rispetto a prima ma, proprio per questo motivo, si espande sull’intero mondo, primeggiando sugli altri quattro portali.” Mormorò ancora Leo.

“Un doppio potere Demoniaco, cercato dai demoni, chissà perché tutto questo non mi sorprende…” Piper cominciò a dondolarsi sui piedi, per cullare il piccolo Chris che ancora dormiva felice tra le sue braccia.
“In effetti il potere del Cielo Demoniaco non ha nulla a che vedere con i poteri dei demoni, parliamo sempre di poteri naturali, come erano prima della creazione; il potere del Cielo Demoniaco è un’energia pura che ha dato vita alla dimensione Demoniaca, appunto ma non è buono o cattivo, non più di quanto possa esserlo una creatura magica prima della Scelta.” Precisò Harrison, posando un gigantesco tomo sul tavolo, con su scritto “Creazione Celeste: miti leggende o verità?”
“Indipendentemente dal fatto che sia buono o cattivo, se avrà la supremazia, distruggerà comunque tutto quello che conosciamo come realtà, almeno in questo piano d’esistenza…” Leo fissò incerto il monaco biondo; questi concluse la frase, senza rispondere allo sguardo:
“Così come nel Togenkyo.”
“Aspettate un attimo… non potete continuare a saltarvene fuori con nuove catastrofiche fini del mondo, stavamo già tentando di fermarne una.”
“E ne avete provocata un’altra, congratulazioni.”. Piper venne di nuovo interrotta dal sarcasmo del bonzo.
“Noi? Chi è l’idiota che si è introdotto in casa nostra? Chi ci ha obbligate a leggere quella formula, prima di poter capire di cosa si trattasse?” La strega alzò di nuovo la voce, finchè il bambino che teneva in  braccio non cominciò a muoversi, agitato ed infastidito.
“No, Chris, la mamma non voleva urlare, piccolo. Scusa.” Si voltò e ricominciò a cullare il bimbo.
“Secondo molti dei nostri studiosi, il Creato è retto da una sorta di equilibrio che lega insieme i cinque Cieli, se uno di questi dovesse prendere il sopravvento, le creature legate ad esso diventeranno dominatrici incontrastate. Nel nostro caso, il cambiamento coglierebbe anche il Togenkyo poiché, finché uno dei loro portali si troverà nella nostra dimensione, i nostri due mondi saranno uniti nello stesso destino.”  precisò Harrison.
“Dunque quello che dobbiamo fare ora, è recuperare il potere Demoniaco di Sanzo e rispedire entrambi nel Togenkyo?” domandò Phoebe “E che ne facciamo del Rinnegato? Non avrà più il potere, ma immagino sia ancora un problema per tutti. Non credo davvero che, dopo tutto questo, deciderà di sistemarsi e lasciar perdere.”
“Beh, è legato a Sanzo ed ora che ha perso il potere lo è anche di più. Una volta che avremo ciò che stiamo cercando, potremo attirarlo.” rispose tranquillo Leo.
“Si, d’accordo, ma non credete che possa farsi vivo lui per primo?” Phoebe non sembrava affatto tranquilla.
“Speriamo, in fondo ha avuto il potere del Sutra per un po’ di tempo e chissà, magari lui sa già dove trovare gli altri, ci sarebbe di certo molto utile.” Sanzo sbuffò scorbutico, senza alzare gli occhi dal diario.
“Già, peccato che, non sapendo chi diavolo sia, avremmo dei problemi a contrastarlo.” puntualizzò Paige.
“Tsè… incompetenti.” Sanzo buttò il diario sul tavolo e ne afferrò un altro.

*******************************

“Nessuno di voi ha fame?” domandò all’improvviso Gojyo.
“Che cosa fai ora, le imitazioni?” Sanzo non lo degnò neppure di uno sguardo.
“No, bonzo corrotto paranoico, ho semplicemente fame!”
“Anche io, in effetti…” confermò Phoebe, “Harrison, possiamo avere qualcosa da mangiare?” chiese quindi, rivolgendosi all’assistente.
“Ma naturalmente. Avete ragione, siamo qui da parecchie ore ormai, forse dovremmo prenderci una piccola pausa, in modo da poter riprendere la ricerca a mente fresca. Se volete seguirmi.”  Harrison si avviò verso la porta.
“Bene, Piper, dammi Chris lo porto io, il mio nipotino vuole venire con me vero piccolo?” Phoebe prese il nipotino dalle braccia della sorella e si allontanò facendogli le boccacce.
“Io resto qui.” borbottò il bonzo.
“Sanzo, dovresti mangiare qualcosa, non tocchi cibo da prima che lasciassimo il Togenkyo.” Hakkai lanciò al biondo uno sguardo preoccupato.
“Non ho tempo da perdere. Sto bene, ho solo bisogno di una sigaretta.” rispose l’altro e, senza voltarsi, ne accese una.
“Ti ha mai detto nessuno che fumare fa male?” gli fece notare Paige, la ragazza si sedette a gambe incrociate sul tavolo e prese a sfogliare a sua volta un diario.
“Si, una volta ma la persona che lo ha fatto è morta.” detto questo, espirò una densa nuvoletta di fumo bianco che subito gli circondò il volto, sottolineando l’ultima minaccia ben poco velata.
Paige decise saggiamente di non ribattere e tornò a fissare le pagine ingiallite del diario.
“Rimango anche io, dobbiamo accertarci di non aver tralasciato nulla.” Leo tornò a girovagare tra gli scaffali.
“Paige, non vieni neppure tu?” Piper, alle prese con Wyatt che sembrava non volersi allontanare da una sedia su cui era impilato un mucchio di fogli e libri polverosi, si rivolse alla sorella.
“No, è meglio che qualcuno resti qui a tener d’occhio il bonzo.” disse.
“Ma c’è Leo e…” rispose la maggiore, prima di assumere un’espressione sorpresa.
“… Paige …” cantilenò, scuotendo la testa.
“Ma che ti viene in mente?” il tono della ragazza divenne offeso.
“Io non ho detto nulla.” Piper sollevò le spalle e sorrise enigmaticamente.
“E ci mancherebbe… Sei mia sorella, dovresti conoscermi e sapere che io non…”
“Ne avete ancora per molto? Io sto cercando di leggere, ragazzine.” Sanzo le fulminò con gli occhi.
“Scusa tanto! Hai mai pensato di fumare camomilla?” borbottò nervosa la sorella più giovane.
“Io voglio restare qui con papà!” sbottò in quel momento Wyatt, battendo a terra i piedini.
“Ma, Wyatt, papà ha da fare ora e tu devi mangiare. Non vuoi raggiungere Chris e la zia Phoebe?” domandò ancora la madre.
“Non ho fame! E non voglio vedere quello là mangiare. Voglio stare con papà, zia Paige e zio Sanzo.
Alle parole del bambino, il bonzo prese a tossire convulsamente, la sigaretta gli cadde dalle labbra e finì sopra il diario.
“Merda!” l’uomo colpì con il dorso della mano la carta, per allontanare la cenere incandescente dalle fragili pagine vergate con tanta precisione. La sigaretta cadde subito a terra circondata da un vortice di scintille fumanti e, quando Sanzo risollevò il diario, fortunatamente come unico segno del piccolo incidente, rimase solo un leggero alone marroncino, al centro del foglio. Sbuffò sollevato, un secondo prima di lanciare uno sguardo di fuoco al bambino che invece era scoppiato a ridere divertito.


“Cos’è quello?” Paige indicò un piccolo rotolo di pergamena che giaceva ai piedi del bonzo.
“Mh?” l’uomo si chinò a raccoglierlo.
“Deve essere caduto quando hai scosso il diario. Che cosa è?” domandò a sua volta la sorella maggiore.
“Una pergamena.” rispose pensieroso il bonzo, srotolando il pezzo di carta che scricchiolò sotto le sue dita.
“Ma davvero? Credevo fosse un…”
“Paige…” la interruppe Piper.  “Cosa c’è scritto, Sanzo?”
“Mhhh… E’ un messaggio per… Leo…”
“Per Leo? Che significa? Da parte di Gideon?”
“Sembra di si.” annuì il bonzo, “Anche se la scrittura sembra diversa da quella dei diari.”
Paige si avvicinò al monaco e sbirciò il foglio.
“No, è uguale, solo che sembra meno curata, come se avesse scritto di fretta. < A Leo, mio caro vecchio amico … > “ cominciò a leggere.
“Spiritoso… mio caro vecchio amico, voltati che ti pugnalo alle spalle.” borbottò Piper, avvicinandosi a sua volta agli altri due.
“Beh, a quel che ne ho capito io, siete stati voi ad uccidere lui, non viceversa. Sbaglio, forse?”
“No, ma solo perché lui ha tentato prima di…”
“Ehm.. Piper, non noti nulla?” domandò all’improvviso Paige.
“Cosa?”
“La lettera, guarda.” tolse la pergamena dalle mani di Sanzo e la porse alla sorella.
“Che cosa c‘è scritto?” chiese quindi la sorella, scrutando il foglio.
“Non cosa c‘è scritto, ma come… guarda bene. Questa non è la…”
“Non è possibile!” sbottò Piper afferrando la pergamena.
“Qualcosa non va?” Leo comparve da dietro gli scaffali con una pila di libri tra le mani.
“ Leo, eccoti! Guarda!” porse la lettera al marito.
“Cos’è?” 
“Una lettera di Gideon per te, era in uno dei diari. Qualcuno intende leggerla o vogliamo continuare a dire stupidaggini?” il bonzo si fece avanti con sguardo truce.
“Dopo, prima guarda la scrittura!” ordinò Piper.
“La scrittura?” chiese ancora Leo, accigliato.
“Si! E’ la stessa dell’incantesimo di Sigillo del Potere Celeste che abbiamo trovato sul libro delle Ombre.” Spiegò sbrigativa Paige.
“Non l’abbiamo riconosciuta subito perché di norma la sua scrittura era più pacata ed elegante, esattamente come nei diari, tipico di Gideon. Ma sia qui che nel Libro delle Ombre sembra sbrigativa, come se sapesse di aver poco tempo.”
“Perché Gideon avrebbe mai dovuto scrivere sul vostro libro quell’incantesimo?” chiese l’Anziano sempre più sorpreso.
“Magari se ti decidi a leggere quella dannata lettera, lo scopriremo…” sbuffò il bonzo.
Leo annuì e prese a leggere.

“< A Leo, mio caro e vecchio amico, se questa missiva dovesse raggiungerti, sarebbe solo in seguito al mio fallimento ed alla mia morte.
Ti chiedo perdono, mio caro amico, per ciò che ho tentato di farti. Mi odierai, me ne rendo conto, non sai quanto mi costi, non sai quanto sia difficile per me farti un simile torto ma è necessario; vorrei solo che tu potessi capirlo, vorrei non essere costretto a farlo ma non ho scelta, egli  non mi lascia più scelta ormai.
Mi sono fidato delle persone sbagliate, ho consegnato il futuro del mondo nelle mani di un impostore. Ma devi capirmi, Leo, la visione di tanto potere, l’idea di poter riportare la stabilità nella nostra esistenza, mi ha accecato. Egli conosceva tante cose, tutti i segreti dei Portali, ciò che ancora non ero riuscito a comprendere. Ho condiviso con lui le mie conoscenze, gli ho confidato le mie scoperte e, quando una in particolare lo ha stupito oltremodo, mi sono sentito orgoglioso di me stesso. Perdonami, Leo, il mio orgoglio di studioso mi ha portato a commettere un così grande errore le cui conseguenze incombono minacciose, prima che sugli altri, sulla tua famiglia. Solo ora me ne rendo conto, solo ora mi risulta chiaro quale possa essere l’unica possibilità per salvare l’esistenza.
Ho appreso il potere di sigillare i Portali, ora so come fare, posso distrarlo, posso chiudere il passaggio che unisce i  nostri mondi ma non sarà sufficiente, devo anche eliminare la possibilità che tutto ciò che abbiamo provocato riaccada.
C’è un solo modo, Leo. Mi odierai, ma non mi arrenderò, dovrò arrivare in fondo al mio intento, troppo potere risiede in quel bambino e Ukoku Sanzo vuole approfittarne. Mi terrorizza pensare a cosa potrebbe tentare, se solo sapesse ciò che davvero il piccolo Wyatt può … >”
“Wyatt? Che diavolo c’entra Wyatt?” Piper interruppe il marito.
“Non saprei… voleva ucciderlo, questo è chiaro, perché temeva il suo potere ma non so cosa questo abbia a che fare con i Poteri della Creazione…”
“Hai detto Ukoku …” Sanzo bisbigliò lentamente, gli occhi sgranati.
“Mh? “ Leo diede una scorsa alla lettera. “Si, Ukoku San… “ alzò uno sguardo interrogativo sul monaco biondo.
“Ukoku… come è possibile? Come poteva avere legami con questo Gideon?” domandò l‘altro, più rivolto a se stesso che ai presenti.
“Lo conosci? Sanzo… avete lo stesso nome.“ Paige parve sinceramente sorpresa.
“Sanzo è un titolo, non un nome.” rispose semplicemente il bonzo.
“E’ un buono o un cattivo?” chiese ancora Paige.
Sanzo la fissò un momento, prima di rispondere: “A me non è mai piaciuto, per quanto poco abbia parlato con lui.” alzò le spalle.
“Quindi questo Ukoku Sanzo proviene dal tuo mondo ed è un monaco come te?”
“Non esattamente, era un monaco eretico, il suo titolo non era accettato perché si interessava di arti proibite nel nostro mondo ma era pur sempre un guardiano.”
“Un guardiano? Detiene uno dei Poteri della Creazione?” domandò stupito Leo.
“Deteneva. Lo ho incontrato una volta sola, quando ero ancora un bambino. Non so che fine abbia fatto da allora.”
“D’accordo, ma come è possibile che questo Ukoku avesse dei legami con Gideon? Il portale tra i nostri due mondi era già stato aperto?” chiese ancora Leo.
“Mi sembra chiaro. Potrebbe essere questo il motivo che ha spinto il Rinnegato proprio nella vostra dimensione. Gideon nella lettera dice di aver appreso il potere di chiudere il portale ma forse non è riuscito a separare le nostre due dimensioni completamente ed un legame è pur sempre rimasto quiescente, finchè Hòmura non ha tentato di creare il suo nuovo mondo, in quel momento il potere liberato dai Sutra deve aver spezzato il sigillo e riaperto i portali.”
Leo fissò incerto il monaco biondo.
“Tutto questo da cosa lo deduci, scusa?”
“Solo gli dei hanno il potere di separare ciò che il potere della creazione ha unito, così come solo gli dei sono in grado di controllare un’energia tanto vasta da poter dare nuovamente il via alla Creazione Celeste o, ad un livello inferiore, da aprire i passaggi tra un universo e l’altro. Il vostro Gideon non può aver eliminato completamente il legame, a meno che non fosse un dio.”
“Davvero?” chiese scettica Piper. “Secondo questo ragionamento quindi, non può neppure averlo aperto la prima volta, allora chi può essere stato?”
“Non ne ho idea, volete che risponda io a tutte le vostre maledette domande?” sbuffò il bonzo, “E’ il vostro mondo, se non sapete neppure questo, non so cosa altro dirvi.”
“Hai detto che Ukoku si interessava di arti proibite, che cosa intendi?” Leo si rivolse ancora a Sanzo.
“Era uno studioso, esperto non solo di arti magiche e di poteri Celesti ma anche di arti e scienze tecnologiche; contravvenendo alle leggi celesti, però, unificava e corrompeva queste energie per raggiungere un livello superiore.”
“Continui a parlare di lui al passato, è morto?”
“No, non credo… Ha abbandonato kimono e titolo, a quel che ne so.
Qualche tempo fa un suo leccapiedi ha tentato di uccidermi e rubarmi il sutra del cielo Demoniaco. Non ha avuto fortuna, io ho ucciso lui ma prima che morisse mi ha parlato di Ukoku, mi ha fatto sapere che presto lo avrei incontrato di nuovo. Tsè…  le solite minacce insensate degli stupidi insetti.” alzò le spalle incurante.
“Beh, tanto insensata non era, visto che probabilmente è in parte colpa sua se ora tu e i tuoi compagni vi trovate qui.” fece notare Piper. “Quello che voglio capire ora è che cosa c’entri il mio bambino in tutto questo. Perché mai Ukoku dovrebbe essere interessato a Wyatt? La lettera dice qualcos’altro in proposito?”
Leo risollevò la pergamena e vi diede una scorsa veloce.
“Continua a chiedere scusa per ciò che intende fare, immagino si riferisca al suo tentativo di uccidere noi e Wyatt. Conclude dicendo:
< Se dovessi fallire, Leo, se non dovessi farcela, sarà perché le tue protette mi avranno eliminato, loro sole saranno in grado di fermare un mio attacco.
Ukoku Sanzo non si aspetta una mia ribellione, potrò agire indisturbato sul portale ora che non è ancora sufficientemente aperto e, senza il potere del Cielo Demoniaco, egli non può agire sulla nostra dimensione con le sue sole forze, non senza il mio aiuto ed io non intendo aiutarlo, non più dopo ciò che ho compreso.
Non mi dilungherò ulteriormente, Leo, ciò che volevo che capissi con questa lettera è che mi dispiace sinceramente. Per quanto poco tu possa credermi, mi addolora tantissimo dover agire così subdolamente, doverti imbrogliare per portarti via tuo figlio. Tuttavia, se questa mia ti raggiungerà, significherà che le streghe o tu stesso, mi avrete ucciso, che la mia missione sarà miseramente fallita e che tuo figlio sarà ancora vivo e rimarrà un pericolo per se stesso e per tutti voi. Ho dato ordine che i miei diari e tutti i miei appunti siano affidati a te, Leo. Nessuno sa su cosa vertevano le mie ricerche e gli altri Anziani dovranno continuare ad ignorare la verità, troppo pericolo si nasconde dietro ciò che ho scoperto. I Poteri Celesti, amico mio, i cinque Poteri della Creazione Celeste esistono realmente ed io ho appreso il modo di possederli, di trattenerli in un unico luogo. Ho consapevolmente eliminato queste informazioni dai miei appunti; chiunque potrebbe leggerli, prima che ti raggiungano.
Ora voglio donare a te questa conoscenza, poiché so che saprai utilizzarla al  meglio.
Tutte le informazioni di cui necessiti, sono nascoste nello stesso luogo in cui ho portato i tre portali che ancora sono in mio possesso, ne detenevo quattro ma purtroppo il potere del Cielo Sacro è andato disperso. Ukoku aveva fatto in modo che si riunisse al Cielo Demoniaco, lo stavo aiutando nell’impresa di unificare tutti e cinque i Cieli, prima di comprendere le sue intenzioni, così, pochi istanti fa, ho utilizzato una formula molto antica per separarli nuovamente, una formula che intendo aggiungere oggi stesso sul libro delle Ombre, in modo tale che le sorelle, se dovessero mai ritrovarsi ad affrontare un pericolo simile, potranno separare i poteri prima che sia troppo tardi.
I tre portali sono racchiusi in tre rotoli di pergamene, nascosti in un luogo che conosci molto bene, Leo ma che, per timore che venga scoperta, non posso indicarti in queste parole, ciò che posso dirti è: lasciati guidare, Leo. Lasciati guidare da tuo figlio.
Se non sono riuscito ad ucciderlo è perché non era destino che morisse, forse tu e le tue protette sarete in grado di controllarlo, di difenderlo ed istruirlo.
Il piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso… > “
“Beh? Ragazze, pensavo voleste venire anche voi.” Phoebe, stringendo tra le braccia il nipotino, entrò nello studio ed interruppe bruscamente  la voce di Leo.
Piper agitò le braccia per zittire la sorella: “Dopo, dopo. Leo, va avanti, lui stesso cosa?”
“C’è qualche problema?” Harrison comparve subito dopo Phoebe, seguito dai due demoni.
Sanzo si avvicinò a Leo e gli posò una mano sulla spalla, non appena vide il segretario fare il suo ingresso, non disse nulla m si limitò ad afferrare saldamente i polsi dell’Anziano e, quando questi gli rivolse uno sguardo interrogativo, bisbigliò: “Non ora.”
“Avete trovato qualcosa?” chiese ancora Harrison che fissò con aria sospettosa il bonzo e l’angelo bianco.
“No.” rispose Sanzo, prima che gli altri potessero parlare. “Nulla di utile.”
Piper e Paige lo fissarono ma, prima che aprissero bocca, anche Leo confermò: “No, Harrison, comincio a pensare che qui troveremo solo cartacce…” piegò e posò la pergamena sul tavolo, sopra la pila di libri polverosi, come se non avesse alcuna importanza.
“Io lo avevo già detto un’ora fa.” sbuffò Sha Gojyo.
Cho Hakkai al suo fianco guardò serio il bonzo, il quale gli rispose con un impercettibile cenno del capo, ed annuì a  sua volta.
“Se la situazione non è cambiata, possiamo tornare fuori?” domandò quindi, rivolgendosi al segretario. “Non voglio sembrare inopportuno ma sta venendo fame anche a me. Signor Harrison, sarebbe così gentile da farci di nuovo strada? Questi corridoi sono immensi, rischieremmo di perderci, girovagando da soli” Hakkai sorrise cordiale.
“Ehm… “ il segretario parve all’improvviso titubante.
“Ma sì, amico!” Gojyo circondò con un braccio le spalle dell’ometto. “La fame comincia a divorarmi, se mi passi il gioco di parole. Ti offrirò da bere a volontà, se mi farai conoscere qualche bella angioletta disponibile e bisognosa delle affettuose cure di Sha Gojyo”
Detto questo trascinò il povero Harrison verso la porta; prima di uscire, senza voltarsi, sollevò un pollice rivolto verso la stanza e scomparve con la sua guida, Hakkai fece per seguirli ma davanti alla porta si fermò e si rivolse ancora a Sanzo per bisbigliare: “Dieci minuti vi bastano? Non vorrei che si insospettisse troppo.”
“D’accordo, ma tenetelo alla larga, non voglio avere seccatori tra i piedi!” Annuì Sanzo.
“Ragazzi… sento una vibrazione di sensazioni a metà tra l’euforia ed il terrore, oltre che una completa sfiducia nei confronti di Harrison; cosa avete scoperto esattamente?” chiese infine Phoebe, bisbigliando a sua volta, senza neppure sapere perché.
“Ti diremo tutto dopo, Phoebe,  non preoccuparti. Forse abbiamo trovato qualcosa, ma preferiamo che Harrison non ne sappia nulla per il momento. Vai con loro e fai in modo che non si insospettisca.” Leo le fece cenno di seguire Hakkai.
“Credo che sia già insospettito…” notò la strega.
“Beh, approfitta della tua empatia, digli ciò che vuole sentirsi dire, tenta di tranquillizzarlo” aggiunse ancora l’angelo.
“E dà da mangiare a Chris.” aggiunse ancora Piper.
“Forse dovresti andare anche tu, Piper, o Harrison si chiederà perché tu abbia deciso di…”
“Non se ne parla, Leo! Voglio sapere che cosa c’entri Wyatt in questa storia.”
“Gli dirò che Wyatt non vuole venire e che preferisci rimanere qui.” Phoebe si avvicinò ad Hakkai ed entrambi uscirono sul corridoio. “Però voglio tutti i dettagli, compreso il motivo per cui non vi fidate più di Harrison.”
“Tu vedi di scoprire se ci nasconde qualcosa.” le rispose Sanzo, allontanando una mano dal piccolo Wyatt che gli aveva afferrato la manica.
“Zio Sanzo…” Il bambino gli tirò il polsino. Sanzo si voltò verso di lui di scatto, si liberò nuovamente delle sue manine e bruscamente disse: “Ragazzino, chiamami ancora così e ti…”
“Vieni a giocare con me?” domandò il piccolo, ignorando le parole dell’uomo e gli afferrò ancora la mano.
“Wyatt no!” Leo si mosse verso il figlio, ma non fu abbastanza veloce, il piccolo orbitò improvvisamente, sparendo in un vortice di scintille azzurre e trascinando via con sé il giovane monaco.




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Eccomi. Dopo due mesi e più, finalmente ho aggiornato. Questo capitolo è parecchio discorsivo, così come il passato, spero che le discussioni siano verosimili e, sopratutto, comprensibili. Fatemi sapere che ne pensate. Ho cercato di redimere il personaggio di Gideon, si è capito? ^___^.


Notina Mini SPOILEROSA
Ho inserito in questo capitolo un personaggio presente nell'ultimo numero del manga di Saiyuki, qualcuno che ancora non si è visto nella prima serie dell'anime, cioè  Ukoku Sanzo che, per chi non lo sapesse è in realtà... no non ve lo dico ora... fatemi sapere se posso rendere nota la notizia senza bisogno di inserire avvertimenti. Come ho detto i riferimenti sono legati all'ultimo manga che è già uscito, quindi non credo si possa considerare Spoiler ma per sicurezza, chiedo. ^__^
Saluti, Dae.

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Capitolo 13
*** Vieni a giocare con me. ***


CAPITOLO 13

Vieni a giocare con me.



“Ma che diavolo …”
Il bonzo allontanò con rabbia la mano da quella del mocciosetto biondo ma dopo alcuni secondi si rese conto di trovarsi all’aperto, illuminato dalla luce del caldo sole californiano.
Una forte brezza soffiava da sud, trascinando con sé un intenso odore di iodio. L’uomo si guardò attorno sorpreso, lottando per mantenere un ciuffo di disordinati capelli biondi lontano dagli occhi. Con grande sorpresa, vide in lontananza l’acqua cristallina e luccicante del mare della baia; girò su se stesso e comprese di trovarsi sospeso varie centinaia di metri sopra il mare, a metà strada tra due colline.
Solo nell’istante in cui questa consapevolezza si fu fatta strada nella sua mente, si azzardò a guardare in basso, sgranò gli occhi e, con un gemito attonito, rischiò di perdere l’equilibro.

Sanzo indietreggiò cautamente fino a raggiungere uno degli enormi cavi color minio che sorreggevano il Golden Gate bridge e rimase esterrefatto, imbambolato con lo sguardo fisso sui propri piedi e sulla strada, tanto lontana da far apparire la miriade di macchine che attraversavano la baia di San Francisco, molto più simili ad insignificanti formichine. Si trovava sopra i tiranti delle colonne centrali del mastodontico ponte, sospeso sopra l’agitata ed oscura massa d’acqua oleosa.
Il senso di disagio che fin da piccolo provava ogni volta che si ritrovava ad attraversare un ponte lo colpì bruscamente, le sue gambe persero fermezza ed il fiato gli si mozzò in gola, mentre nelle orecchie presero a risuonargli le voci cantilenanti e le prese in giro dei bonzi con cui era cresciuto:
* Koryu, Koryu della corrente del fiume! *

“Zio Sanzo!” la vocina stridula del bambino riportò il bonzo alla realtà, l’uomo alzò il volto pallido su di lui e gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Vieni a giocare con me?”
“Dove siamo?” domandò allora l’uomo al piccolo angelo bianco che sgambettava allegro sulla trave di metallo.
“Qui!” sorrise il bimbo, scrollando le spalle.
“Qui, dove, piccolo inutile moccioso?” l’uomo perse nuovamente le staffe, non ci aveva mai saputo fare con i bambini, eccezion fatta per Son Goku che in effetti aveva sempre considerato più che altro come una scimmia.
Il piccolo si fermò improvvisamente e si voltò verso di lui, con il labbro inferiore sporto in fuori e gli occhi luccicanti di pianto.
“Sei cattivo.” borbottò ficcandosi le mani in tasca e riprendendo a camminare con gli occhi ora rivolti verso i propri piedi.
“Io volevo farti vedere un segreto, ma ora non te lo faccio vedere più!” aggiunse infine. Tornò a guardare il bonzo con un sorriso monello, gli fece una boccaccia e gli si avvicinò, saltellando ma, un momento prima che l’uomo potesse agguantarlo, venne circondato dalle familiari scintille azzurre e scomparve, lasciando dietro di sé un alito di brezza marina che investì il giovane monaco, assieme alla consapevolezza di essere stato abbandonato sopra i tiranti di un ponte, sospeso a centinaia di metri sul mare.
“IO TI AMMAZZO! TORNA QUI E GIURO CHE TI AMMAZZO!!” urlò rivolto al cielo, non riuscendo più a trattenersi.

Il venerabile Genjyo Sanzo Hoshi perse completamente la sua proverbiale freddezza, rimase avvinghiato ai tiranti con lo sguardo perso nel vuoto; incapace di muoversi o di decidere il da farsi, si limitò ad imprecare ripetutamente contro chiunque gli venisse in mente.
Improvvisamente il monaco si zittì, non riuscì ad allontanarsi dai cavi di metallo tuttavia i suoi occhi presero a muoversi freneticamente da una parte all’altra della baia. Una strana sensazione gli attanagliò le viscere ed un brivido gelido gli scivolò lungo la schiena, provocandogli un irrefrenabile fremito sotto la stoffa degli abiti per lui così inusuali che era stato costretto ad indossare, per passare inosservato in quello strano nuovo mondo.
Per un lungo interminabile istante l’unico suono che poté sentire fu il rumore provocato dai suoi stessi vestiti agitati dalla forte brezza marina ed il battito accelerato del proprio cuore che prese a martellargli nelle tempie, come accompagnando la nuova presenza che si faceva poco alla volta sempre più nitida e distinta.
Poté chiaramente percepire una presenza demoniaca in avvicinamento. Un’aura vitale enorme, in grado di far tremare lo spirito del giovane monaco, un’aura spaventosa ma allo stesso tempo tremendamente familiare.
“Goku …” bisbigliò, muovendo un passo in avanti.
In quello stesso momento, un’esplosione lo fece sussultare ed i tiranti del ponte vibrarono sotto la sua presa.
L’uomo abbassò la testa e lo sguardo con una velocità tale che barcollò e, per non rischiare di precipitare, fu costretto a cadere in ginocchio. Vide lontane le macchine sbandare, tamponarsi l’un l’altra per evitare la colonna di fuoco e fumo che avvolgeva una vettura carbonizzata e cappottata al centro della strada.
“Ma che diavolo …” 
Un’altra auto esplose a poche decine di metri dalla prima.

***********

“Wyatt, no!” l’urlo di Leo riecheggiò nei corridoi della scuola di magia.
L’Anziano rimase immobile al centro della vasta stanza, con gli occhi sgranati e si guardò attorno a bocca aperta.
“Uh oh …” borbottò Phoebe dalla porta. La strega ed il demone gentile non si erano ancora allontanati lungo il corridoio e, sentendo la voce di Leo, erano tornati indietro, per vedere il bambino sparire, trasportando con sé il giovane bonzo biondo.
“Sanzo!” sussultò Hakkai insinuandosi nello studio. “Ma cosa … Dove lo ha portato?” bisbigliò, sconvolto, rivolto al padre del bambino.
“Non lo so …”
“Ma non puoi seguirli o, che ne so, percepirli?”  domandò ancora Phoebe.
L’uomo chiuse gli occhi ma sbuffò deluso un attimo dopo.
“Non riesco a sentirli. È come se Wyatt si stesse schermando. Lo ha fatto anche la settimana scorsa, quando volevo punirlo per aver rotto i giocattoli di Chris.”
“Ma non sente neppure Sanzo, signor Leo?” chiese ancora Hakkai.
“No neppure lui.”
“Non avete neppure una minima idea di dove possa averlo condotto? Non esiste un luogo che il bambino ama, o che desidera mostrare a chi considera speciale?” chiese quindi Hakkai pensieroso.
“Non che io sappia.” Leo scrollò le spalle e si avvicinò alla moglie che ancora pallida non riuscì a parlare; la donna boccheggiò e sgranò gli occhi prima di sbottare:
“Se quel pazzo fa del male al mio bambino…” minacciò.
“Beh, a dire la verità, Piper, è stato Wyatt a …” Paige si zittì incrociando lo sguardo della sorella maggiore.
“Wyatt!” riprese all’improvviso la strega più giovane.
Gli altri la fissarono con aria interrogativa.
“Non capite? E’ come ha detto Gideon: Wyatt!” ripeté prima di avventarsi sul tavolo al centro del salone. Afferrò la lettera, la scorse velocemente e presto lesse con voce concitata.

“ < I tre portali sono racchiusi in tre rotoli di pergamene, nascosti in un luogo che conosci molto bene, Leo ma che, per timore che venga scoperto, non posso indicarti in queste parole, ciò che posso dirti è: lasciati guidare, Leo. Lasciati guidare da tuo figlio.
Se non sono riuscito ad ucciderlo è perché non era destino che morisse, forse tu e le tue protette sarete in grado di controllarlo, di difenderlo ed istruirlo.
Il piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso detiene in sè… >
Oh mio Dio.” bisbigliò quindi a bocca aperta.
“Che cosa c‘è?” le sorelle, l’angelo ed il demone gentile parlarono all’unisono, avanzando tutti inavvertitamente di un passo verso la ragazza.
Piper le strappò di mano la pergamena e lesse le parole vergate con cura dall’Anziano vecchio preside della scuola di magia.
“Non è possibile … “ la donna scosse la testa, decisa.  “E’ un assurdità!” aggiunse ancora, ridacchiando con poca convinzione. “Mio figlio non è un demone!”
“Un demone?” Leo affiancò la moglie, seguito immediatamente da Cho Hakkai che lesse ad alta voce la conclusione della lettera.
“ < Il piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso detiene in sé uno dei poteri dell’origine Celeste della Creazione. La tua unione proibita con la strega prescelta e la particolare nascita del bambino benedetto due volte, ha fatto sì che in Wyatt convergesse un potere che credevo perduto da secoli, il potere che mi mancava e che Ukoku Sanzo conosce tanto bene: il Potere dell’ Origine del Cielo Demoniaco. > “
Un silenzio teso calò nella sala quando si spense la voce calma e profonda del demone dagli occhi verdi.
Finalmente i reali motivi che avevano spinto Gideon a tentare di eliminare il piccolo Halliwell erano chiari ma Piper scosse ancora il capo scettica.
“E’ come ho detto io, è solo una stupidaggine. Wyatt non è un demone e Gideon  era un folle!” concluse la strega.

“Infatti non è un demone ma qualcosa di molto più potente e certamente più pericoloso.”
“Harrison!” Leo sussultò all’arrivo del segretario.
L’ometto, attirato dall’urlo di Leo, era tornato sui propri passi e, nonostante i tentativi di Gojyo di trattenerlo lontano, era rientrato nello studio proprio nel momento in cui Hakkai svelava l’ultimo segreto di Gideon.
“Dunque avete trovato un particolare che ci era sfuggito.” borbottò. “E così la chiave è il piccolo Wyatt. Come sospettavamo.“
Fissò con sguardo di ghiaccio tutti i presenti, si piazzò davanti a Piper e tese verso di lei una mano.
“Posso vederla anche io, mia cara Piper?” chiese con semplicità, indicando la lettera.
“No. E’ una lettera personale, indirizzata a Leo. Non vedo perché dovrei dartela.”
“Non è semplicemente una lettera indirizzata a Leo, Piper, è il risultato delle ricerche di Gideon, è tutto ciò che cercavamo di scoprire sulla natura dei poteri dell’Origine Celeste, e sul significato dei segni che hanno accompagnato la nascita di vostro figlio. E’ ciò che Gideon ci aveva nascosto sui poteri dei Portali. Ed è questo un argomento che interessa non solo la vostra famiglia ma il destino dell’intero mondo!”

Improvvisamente l’uomo si guardò attorno sorpreso:
“Ma dove sono il venerabile Sanzo ed il bambino?” domandò girando su se stesso.
“Al sicuro.” rispose Leo, tentando di mantenere la voce calma.
“Anziano Leo, tu meglio di chiunque altro dovresti capire quanto sia necessario per noi avere tuo figlio!” Harrison parve teso, i suoi occhi continuarono a saettare da un lato all’altro del grande studio, come se si aspettasse di veder sbucare il bambino da uno degli scaffali polverosi.
“Avere mio figlio, Harrison? E cosa vorresti fargli? Lo ho già salvato una volta da Gideon ed agirò nello stesso modo con te, se proverai a …” l’angelo bianco cominciò a vibrare di rabbia. Ricordava perfettamente le sensazioni che aveva provato nel momento in cui aveva torturato ed ucciso l’ex preside della scuola di magia e per niente al mondo avrebbe mai voluto rivivere una simile esperienza; o forse per una cosa si, per il bene dei suoi figli avrebbe attraversato di nuovo l’inferno, indipendentemente da chi avesse potuto pararglisi davanti.
“Tu non capisci, Leo. Ora più che mai tuo figlio è diventato un pericolo! Detiene in sé non solo il potere del nostro Cielo Demoniaco ma anche quello proveniente dal mondo di questi tuoi compagni.” indicò Hakkai.
“La sua sola esistenza potrebbe provocare la fine del Creato come lo conosciamo.”
“E’ mio figlio, Harrison e lo difenderò a qualunque costo!” sentenziò l’uomo.
“Tu non sei solo suo padre, Leo, prima di tutto sei un Anziano e come tale dovresti mettere davanti ad ogni altra cosa il bene di tutti i mortali. Per questo non avresti mai dovuto sposarti, per questo Wyatt non sarebbe mai dovuto esistere. Ma tutto questo ora non ha importanza.” aggiunse interrompendo l’obiezione di Piper che stava già per esplodere ed inveire contro il segretario.
“Gli altri Anziani saranno messi al corrente del contenuto della lettera. Loro decideranno il da farsi e tu dovrai sottostare al loro volere, Leo, anche se decidessero di eliminare tuo figlio, poiché agiscono, come dovresti fare tu, per il bene di tutta l’Umanità: del nostro mondo, così come del loro!” indicò Hakkai.
“In verità, io non sono umano, signor Harrison, non esattamente almeno.” puntualizzò il demone, incupendosi in viso. “Dunque non posso considerare il vostro agire a mio vantaggio.”
“Non siate sciocco!” sbottò seccato l’ometto, perdendo per la prima volta le staffe. “Avete capito benissimo cosa intendo!”
“Oh si, ho capito benissimo e ribadisco che non sono umano, dunque non mi sentirò minimamente in colpa, quando vi impedirò di far del male a quel bambino, signor Harrison.”
Hakkai si avvicinò minacciosamente al segretario che sgranò gli occhi ed indietreggiò di un passo.
“Che cosa vorresti fare, demone?”
Harrison appariva visibilmente spaventato dai movimenti lenti e calcolati del demone gentile ma ben presto la paura divenne rabbia.
“Abbiamo concesso a degli esseri indegni come te ed il tuo amico di entrare in questa scuola, vi abbiamo dato fiducia, nonostante la vostra natura abominevole. Come osi ora minacciarmi?”
“Io non la sto affatto minacciando, signor Harrison.”
Hakkai invece rimaneva calmo e tranquillo, pur mantenendo sul segretario uno sguardo glaciale che non si addiceva affatto al suo viso affilato, solitamente gentile e sorridente.
“Tutto ciò che le sto dicendo è che preferirei mille volte sprofondare all’inferno, piuttosto che sentirmi felice di sopravvivere dopo l’uccisione di un bambino. Soprattutto considerando il fatto che, stando alle parole di questo Gideon, il piccolo Wyatt è l’unica possibilità che resta ai miei compagni ed a me di tornare a casa e, non fraintendetemi se vi dico che questo vostro strano mondo non fa proprio per me.”

Improvvisamente comparve al centro della stanza un piccolo vortice di scintille azzurre; tutti i presenti sussultarono nel momento in cui le scintille si unirono assieme, andando a formare la sagoma di Wyatt.
Il bambino sorridente, tornato da solo dal suo viaggio con il bonzo, prese a saltellare canticchiando davanti al segretario; questi, riavutosi dallo stupore dell’improvvisa apparizione, prima che le streghe potessero reagire, afferrò il polso del mezzo angelo bianco e si concentrò per orbitare. Le scintille avvolsero di nuovo entrambi, Piper si slanciò in avanti, comprendendo le intenzioni di Harrison, lo stesso fecero le sorelle ed il marito ma tutti e quattro si bloccarono stupiti, quando Wyatt scosse il capo risoluto e corrucciò la fronte. Il segretario mugolò di dolore, le scintille tremarono violentemente ed esplosero all’improvviso, espandendosi a raggiera; il bambino aveva usato i suoi poteri per impedire all’uomo di orbitare.
“Maledetto… “ l’ometto strattonò bruscamente il polso del piccolo che urlò sofferente;  Piper sollevò le mani, pronta a colpire con rabbia l’uomo che maltrattava suo figlio, quando improvvisamente, Harrison sgranò gli occhi, sospirò convulsamente e cadde svenuto a terra, ai piedi del bimbo.

“Questo non è carino.” 
Sha Gojyo, pochi passi dietro l’uomo svenuto, stringeva tra le mani l’arma che aveva utilizzato anche nell’attacco alle sorelle Halliwell la sera prima; era entrato silenziosamente nello studio dietro il segretario e lo aveva colpito alle spalle non appena lo aveva visto diventare ostile nei confronti dei suoi nuovi compagni.
“La mamma non ti ha mai insegnato che non si fa male ai bambini?”

Hakkai lanciò uno sguardo divertito all’amico.
“Da quando in qua sei diventato un difensore dei bambini?” domandò ridendo.
“Da quando i bambini in questione hanno delle mamme e delle zie così carine!” ammiccò in direzione delle tre streghe che lo fissarono stupite.
“Quindi il bonzo corrotto aveva ragione a non fidarsi di questi vegliardi.” aggiunse, inciampando inavvertitamente nel corpo esanime del segretario.
“Così pare.” annuì Hakkai.
“A proposito, che fine ha fatto il nostro venerabile Sanzo?” chiese quindi il mezzo demone, guardandosi attorno.
“Bella domanda.” rispose quindi Leo, avvicinandosi alla moglie che era corsa ad abbracciare il figlioletto, prima ancora che Harrison toccasse terra.
“Wyatt, dove hai portato Sanzo?” chiese quindi risoluto.
“A giocare!” rise il bambino, divincolandosi dall’abbraccio della madre.
“A giocare, dove?” domandò ancora Leo.
“Su!” Wyat prese a saltellare ed indicare con il ditino teso verso l’alto. “Su, su, su” canticchiò allegramente.
“Su?” Phoebe avanzò con aria interrogativa, tenendo in braccio il piccolo Chris che sorrideva, divertito dal balletto del fratello maggiore.
“Nel mondo degli anziani?” si chiese quindi Piper ma il bambino scosse il capo ed attese sorridente come un presentatore di quiz televisivi.
Leo sembrava ormai sul punto di perdere la pazienza, affrontò il figlio, pronto a sgridarlo ma, non appena prese fiato per parlare, il suo volto si piegò in un’espressione di dolore, si portò una mano alla tempia e gemette.

“Leo!”
Le streghe lo accerchiarono preoccupate.
“Cosa succede?” domandò Piper, aiutandolo a rialzarsi in piedi.
“Non lo so… Ho sentito come …” gemette nuovamente.
“Dolore, sento sofferenza e paura. Sta accadendo qualcosa, sento molti mortali urlare in preda al panico.” balbettò, sospirando convulsamente.
“Cosa? Dove?” chiese quindi Hakkai, colto da un cattivo presentimento.”
“Il ponte!”
Rispose Phoebe in un sussurro.
Tutti i presenti la fissarono stupiti.
“Che c’è?” domandò la strega.  “Sono un’empatica, no? Sento anche io il dolore dei mortali … Ricordate la mia visione? Quella con il ragazzino sul ponte? Credo si stia avverando.” aggiunse preoccupata.
“SU!” Wyatt urlò trionfante e corse in cerchio attorno alla zia.

“Anche Sanzo è su questo ponte?” domandò allora Hakkai al bambino che annuì sorridente. Gojyo scoppiò improvvisamente a ridere.
“Il bonzo corrotto su un ponte? Vorrei vedere la sua faccia!”

 





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DK, si scrivo anche sull'altro sito :-D e leggo. Devo decidermi a lasciarti un commento per "L'amore è il proggetto, il proggetto è morte" mi è piaciuto da matti ma ancora non ho avuto occasione di scrivertelo. Scusa. Per Ukoku, si ci avete preso, intendevo proprio lui vabbò lo dico, tanto non è più uno spoiler per chi ha letto il manga, poi entro la fine della fic si capirà comunque, Ukoku è Ni JeNi il professore folle che era un Sanzo.
KillKenny, Sanzo più incazzoso? Beh si, immagino che si stia innervosendo, poi pensando al titolo della fic, quel "... o quasi" significa pur qualcosa, no? Anche se non lo dà vedere, gli manca la scimmia ;-).
Continuo a chidere scusa per i tempi lunghi ma tra lavoro e tutto il resto, scrivo quando posso.
Grazie a chi ancora ha la costanza di aspettarmi.
Daeran.

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Capitolo 14
*** Seiten Taisei. ***


Capitolo 14
Seiten Taisei

“Dannata stupida scimmia, che diavolo stai facendo?” la voce del giovane monaco riecheggiò nell’aria, troppo lontana e non abbastanza forte da superare il vento che sferzava il Golden Gate Bridge. Intanto, sulla strada sottostante, le esplosioni continuavano a ripetersi costantemente, provocando l’incessante ronzio dei mastodontici cavi metallici che sovrastavano il bonzo, furioso ed attonito.
“Guarda un po’ chi si rivede. Sei l’ultima persona che mi sarei aspettato di trovare quassù. “
Una profonda voce familiare lo fece sussultare, l’uomo sollevò lo sguardo di scatto ma fu subito costretto a chiudere gli occhi, abbagliato dalla luce del sole, prossimo al tramonto. In quell’istante poté solo distinguere un’ombra scura che gli si stagliava davanti. Ritta in piedi incombeva su di lui minacciosa, ma non gli fu necessario vederne il volto per comprendere chi fosse; Sanzo sapeva chi aveva di fronte, prima ancora che lo sconosciuto si avvicinasse e lo afferrasse per i capelli, prima che lo sollevasse bruscamente in piedi e lo spingesse rudemente contro il pilone d’acciaio.
“Bastardo!” cercò la shoreijiu, nascosta al sicuro sotto la camicia ma, non appena ne afferrò il calcio, la mano libera del suo aggressore gli artigliò la gola e prese a stringerla come una morsa.
“Così sei stato tu. Tu hai avvisato le streghe, tu hai condotto a me la piccola Phoebe, l’avrei presa anche questa volta se quel maledetto Hòmura non si fosse intromesso.”
Il Rinnegato chiuse per un istante gli occhi, il cui cristallino brillava nero come la pece, riflettendo il volto dolorante del monaco, prossimo a svenire per la mancanza d’aria ed emise un rantolo, simile ad un ruggito, la sua bocca si piegò lievemente ed il liscio e giovane volto del successore di Nataku, divenne livido ed orrendamente rabbioso, come mai si era presentato quando il dio era ancora in vita.
Sanzo si riscosse, colse l’attimo di disattenzione del nemico e sollevò la pistola, premette il grilletto puntando con precisione al cuore. Hòmura lasciò libera la gola del bonzo ed indietreggiò barcollando, con una mano stretta al petto, ma improvvisamente scoppiò a ridere e, senza degnarsi di rialzare gli occhi sul giovane che teneva ancora stretta in pugno la pistola fumante, aggiunse: “Ancora non ti dai per vinto? Bisogna darti atto della tua incredibile tenacia, piccolo Koryu della corrente del fiume.”
“Come diavolo conosci questo nome, maledetto?” domandò quindi il bonzo.
Ormai aveva ben poco da fare per contrastare il Rinnegato che, nonostante avesse perso i poteri del sutra del cielo Demoniaco, aveva ancora in sé sufficiente forza da prenderlo di peso e buttarlo giù dal ponte; tanto valeva togliersi qualche dubbio e chissà, magari costringerlo a parlare il più a lungo possibile, sperando in un’esplosione, provocata dalla stupida scimmia, che avrebbe frantumato l’intero ponte e trascinato all’inferno sia lui che il maledetto essere che si era impossessato del corpo del defunto dio della guerra.

“Come conosco questo nome? Davvero vuoi sapere questo, monaco? Stai per morire e ti interessa sapere come conosco il tuo nome?” Il Rinnegato lanciò a Sanzo uno sguardo interrogativo e scoppiò a ridere sguaiatamente.
“Non è il mio nome!” si ribellò il giovane. “Non lo è più dal giorno in cui colui che me lo diede morì per … “ non completò la frase.
Perché mai doveva rivelare al nemico particolari tanto personali della sua vita. Che diavolo gli prendeva? Perché sentire quell’essere dannato pronunciare con tanta leggerezza il nome che il suo maestro aveva scelto per lui il giorno in cui lo aveva raccolto e salvato dalle acque impetuose del fiume Koryu, gli provocava tanto dolore? Era solo un nome, un nome odiato e dimenticato, un nome amato e perduto, come l’uomo che glielo aveva donato.
Sanzo poggiò la schiena al freddo metallo del ponte, un nodo gli si formò in gola ma lo scacciò, come aveva sempre fatto, da quel maledetto giorno in cui era stato investito della carica di Sanzo Hoshi ed era rimasto di nuovo orfano nel giro di pochi terribili minuti. Alzò ancora la shoreiju e premette il grilletto ma questa volta l'arma scattò a vuoto.
“Merda.” borbottò a denti stretti.
“Meglio così, almeno smetterai di provarci inutilmente.” sghignazzò il Rinnegato.
“Posso sempre tirartela in fronte.” minacciò l’altro “Non ci guadagnerei granché, ma sarebbe una soddisfazione.”
“Sei divertente! Mi dispiace quasi doverti uccidere.”
Il mostro si avvicinò al bonzo che rimase impassibile ad attendere la propria fine; sollevò verso l’alto il palmo della mano destra e dal nulla, accompagnato da una lieve e quasi indistinguibile nebbiolina nera, comparve un lungo pugnale che luccicò del sangue del tramonto.
Sanzo sgranò gli occhi, la sua bocca, improvvisamente secca, si schiuse lievemente, mentre il fiato gli si bloccava in gola.
“Sorpreso?” sorrise il Rinnegato. “Pensavi che non avessi più poteri? Pensavi che togliendomi il potere del sutra del Cielo Demoniaco sarei diventato un patetico ed insignificante ammasso di carne quale sei tu? Anche io ho i miei poteri, Koryu, poteri che le streghe credono di avermi tolto ma che mi sono stati restituiti appieno da colui che mi ha donato anche l’energia necessaria per tornare in forze, dopo il loro ultimo terribile attacco e che mi ha fornito le informazioni necessarie per evadere dal maledetto limbo in cui mi avevano imprigionato. Egli ha fatto in modo che il varco venisse aperto in questo mondo ma quel maledetto Anziano mi ha serrato la strada e le streghe pochi anni dopo hanno eliminato anche l‘unico minuscolo spiraglio di speranza, l‘unico punto di contatto che avevo ancora con questo mondo da migliaia di anni. Maledette, me la pagheranno. Sempre Lui però è riuscito a contattarmi anche nel Nulla, sempre Lui ha fatto in modo che Hòmura raggiungesse il suo scopo ed aprisse un portale tra il Nulla ed il Togenkyo e mi ha parlato di te, Koryu della corrente del fiume: colui che avrebbe avuto l‘energia spirituale necessaria per sopportare la mia rinascita, colui che detiene in sé sia il sacro che il profano.”
Il cuore del monaco sussultò, aveva già sentito quelle parole in passato, pur senza comprenderle.
< Hai in te sia il sacro che il profano, Koryu >
“Ukoku … “ bisbigliò attonito. Dunque il Sanzo eretico che aveva incontrato quando era solo un bambino, non solo aveva aperto i portali tra i due mondi, tentando di impossessarsi dei poteri dell’Origine Celeste, aveva anche indirizzato il Rinnegato sulla sua strada e gli aveva rivelato il nome che gli aveva dato il maestro Komyo Sanzo.
Era solo colpa di quel maledetto se ora si trovava in una situazione tanto assurda, sul punto di morire in un mondo insulso.
“ … Attraverso il tuo corpo ho raggiunto di nuovo la luce, attraverso di te ho ottenuto il potere del sutra ed infine tu avresti dovuto concederti come mio guscio in questo mondo ma hai resistito, sei stato più forte di quanto potessi immaginare ma non importa, non importa. Ho trovato un corpo migliore, il corpo di un Dio ed ora potrò gustarmi il piacere di vedere il terrore nei tuoi occhi e di prendermi la tua vita lentamente, scuoiandoti con tutta calma.
Dopodichè mi riprenderò il potere del Cielo Demoniaco che detieni e solo allora tutto ciò che sogno da sempre avrà inizio. Coloro che mi hanno rinchiuso vivranno ciò che sono stato costretto a subire per tanto tempo. Il mio mondo diventerà il vostro e sarò finalmente libero in un’esistenza senza né bene né male.” sorrise, estasiato dalle sue stesse parole.
“Hai finito?” domandò quindi il giovane. La rabbia verso il monaco eretico sciolse il ghiaccio che gli aveva attanagliato le viscere, il bonzo recuperò il tono sarcastico nonostante il pugnale puntato alla gola.
“Hai tanta fretta di morire, bonzo?”
Sanzo in tutta risposta mostrò un sorriso di sfida.
“Hai sbagliato i calcoli, imbecille! Non hai i poteri dei Cieli della Creazione e non li ho neppure io, dovrai ricominciare la tua caccia al tesoro, prova a chiedere al tuo amichetto Ukoku, chissà che non ti aiuti di nuovo.”
Il Rinnegato fissò accigliato il giovane monaco poi improvvisamente cominciò a ridere sguaiatamente.
“Bene, bene dunque sai chi mi ha aiutato a giungere in questo mondo ma temo che questo sia l’unico punto per cui possa darti ragione. Non dovrò cominciare alcuna caccia al tesoro per trovare i Poteri dei Cieli, sono giunto quassù proprio per questo motivo, il piccolo Seiten Taisei mi ha guidato percependo l’energia della Creazione. I portali sono qui e non appena si riuniranno al potere della Terra che risiede nel tuo piccolo amico, non mi importerà più scoprirne l‘esatta ubicazione perché la loro semplice vicinanza darà inizio all‘apertura dei Cieli. Devo solo attendere l’arrivo dei tuoi amici, loro mi porteranno ciò che tu stesso con tanta determinazione mi hai di nuovo sottratto. Anche se, ad essere sincero, pensavo che conservassi sempre con te il potere del Cielo Demoniaco. Affidare un tale potere ai tuoi amici demoni, mio caro Koryu, non me lo sarei mai aspettato da te.” concluse infine il mostro.
“Si può sapere di che diavolo stai parlando? Io non ho affidato ai miei servi - calcò la parola - proprio un accidente!”
Homura lo fissò con aria interrogativa ed il bonzo proseguì.
“L’incantesimo non ha funzionato, razza di decerebrato! Quando abbiamo tentato di richiamare il potere del cielo Demoniaco, non è tornato a me! Il tuo piano non funzionerà perché noi non abbiamo alcun sutra. Non so cosa quella stupida scimmia abbia sentito o ti abbia detto ma le tue preziose streghe sono solo riuscite ad evocare il potere del mio mondo per unificarlo a…” improvvisamente si zittì e sgranò gli occhi.
Poteva essere così semplice?
“… lasciati guidare, Leo. Lasciati guidare da tuo figlio.”
Non diceva questo la lettera dell’anziano Gideon?
“… Il piccolo Wyatt può guidarti verso i portali, poiché lui stesso …”
Non poteva essere! Aveva avuto il potere sotto il naso fin dal primo momento?
Per questo aveva percepito un senso di familiarità nel bambino delle Halliwell? Per questo le premonizioni della strega erano sempre legate alla loro stessa casa?
Lì giaceva il potere del Cielo Demoniaco dal giorno della nascita del piccolo?
Secondo il Rinnegato, Seiten Taisei aveva percepito sul ponte la presenza dei poteri dei Cieli, che dovevano trovarsi quindi nelle vicinanze.
Perché non li sentiva? Perché si sentiva così dannatamente confuso?
Risposta semplice, per colpa del moccioso!
Fin dall’inizio dall’irruzione in casa Halliwell, lo aveva avuto in mezzo ai piedi e fin da quel momento la presenza del Cielo Demoniaco lo aveva accompagnato. Non ci aveva fatto caso. Fin dall’investitura a Sanzo Hoshi al momento in cui il Rinnegato non glielo aveva sottratto, si era sentito protetto e circondato da quello stesso potere, l’aura che circondava il piccolo stregone, per il bonzo era risultata naturale come il portare il sutra sulle spalle. Come notare qualcosa che era sempre stato parte integrante della sua stessa esistenza?
Non ci aveva fatto caso e, nel momento in cui i due poteri provenienti dalle due dimensioni si erano riuniti, si era solo sentito confuso. Quella stessa sensazione era diventata solo più forte e vasta, senza un reale punto d’origine.
Non aveva capito, come poteva essere stato tanto stupido?
“Adesso basta. Il nostro gioco finisce qui, Genjyo Sanzo. Porterò i tuoi saluti a Seiten Taisei.”
Il rinnegato sollevo il pugnale, pronto a colpire.
“Sanzo!” una voce familiare risuonò decisa, alle spalle del dio della guerra.
“Sta giù!”
Il dio si voltò sorpreso, con la mano armata si schermò gli occhi mentre una luce abbagliante si avvicinava velocemente.
Sanzo fece appena in tempo a divincolarsi, liberarsi della presa del nemico ed inginocchiarsi a terra.
Una bolla di Chi colpì Hòmura in pieno petto, lo sollevò di diversi metri e lo sospinse oltre il margine del traliccio. Cadde nel vuoto senza un gemito.
“Sanzo!” Hakkai accorse in aiuto del giovane monaco.
“Il bambino!” sbottò il biondo, non appena l’amico lo aiutò ad alzarsi.
Accanto a loro Leo, apparso sul ponte assieme al demone, sembrava preoccupato e controllava che l’uomo non avesse subito ferite.
“Tuo figlio! Dove diavolo è tuo figlio?” Sanzo lo afferrò per il bavero e lo strattonò senza convenevoli.
“E’ lui la chiave!” urlò, prima di attendere risposta.
“Sanzo, calmati.” Hakkai afferrò gentilmente le mani del bonzo. “Lo sappiamo, Sanzo. Era scritto sulla lettera di Gideon. Il bambino è al sicuro ma non possiamo dire lo stesso di noi.” guardò in basso con preoccupazione crescente.
Le esplosioni non si erano ancora placate.
Anche il demone gentile aveva senza dubbio riconosciuto la forza vitale di Goku, infatti fissò per un lungo momento l’amico negli occhi.
Questi resse lo sguardo in silenzio ed annuì lentamente, prima di dire: “Dobbiamo fare in modo di tenerli separati. Se si avvicinassero sarebbe la fine…”
“Non se non abbiamo gli altri…” mormorò pensieroso Hakkai. “Quando Hòmura ha agito l’ultima volta ne aveva due, più il potere di tre divinità, ora immagino gli servano tutti, senza altri poteri…”
“Li ha… “ mormorò enigmaticamente il bonzo guardandosi attorno. “O li avrà a breve, eccetto il bambino. Dobbiamo tenerlo lontano da questo luogo, dobbiamo tenerlo lontano dalla scimmia.” Guardò il ponte sotto di loro e barcollò lievemente.
“Intanto credo sia il caso di allontanarci noi di qui.” mormorò Leo, finalmente libero dalla stretta del bonzo.
“Il Rinnegato potrebbe tornare e dobbiamo trovare il modo di aiutare le ragazze a fermare la furia laggiù.” indicò la strada in basso. Le esplosioni sembravano essersi esaurite ma il fuoco continuava a bruciare imperterrito e presto nuove automobili sarebbero state coinvolte nell’incendio.
“Le ragazze?” Sanzo guardò sorpreso Hakkai. “Quelle stupide non vorranno scontrarsi con Goku?”
“Le abbiamo lasciate alla scuola di magia.” mormorò il demone.
“Secondo i piani, sarebbero dovute andare a casa di mio suocero.” annuì Leo, “Ma, a quanto pare, hanno comunque deciso di fare di testa loro.” sentiva chiaramente la presenza della moglie e delle cognate sul ponte. Sapeva che non avrebbero assistito senza batter ciglio alla morte di tanti innocenti ma aveva sperato che la difesa del piccolo Wyatt avrebbe portato almeno Piper a tenersi lontano dai guai.
A quanto pareva si era sbagliato, erano orbitate sul ponte subito dopo la partenza sua e del demone dagli occhi verdi ma a differenza loro, erano ricomparse proprio davanti a Seiten Taisei il quale, con un ghigno agghiacciante, stava malmenando un innocente scampato miracolosamente al maxitamponamento.
“E’ la mia visione.” mormorò Phoebe, con un tremito.
“Beh, vediamo di fermarla!” Piper sollevò entrambe le mani dirette contro il ragazzino. Un’esplosione lo investì in pieno e lo scaraventò a diversi metri di distanza, dove giacque a terra apparentemente incosciente.
Paige corse in soccorso dell’innocente ma appena gli fu accanto, sospirò: “Troppo tardi… credo sia morto…”
Piper si guardò attorno nervosamente.
“Quante persone pensate abbia ucciso?”
Le fiamme invadevano la strada, la maggioranza delle macchine nella parte centrale del ponte erano carbonizzate, si distinguevano gli scheletri di automobili cappottate tra le lingue di fuoco incandescente, una parte del guardrail era completamente distrutta, le lamiere piegate verso l’esterno lasciavano intendere solo che una o più macchine dovevano essere addirittura state sbalzate giù dal ponte e precipitate negli abissi.
“Dio…” mormorò Phoebe.
“Noi dovremmo tentare di salvare quel mostro?” chiese Piper a denti stretti.
“Secondo Hakkai, non è in sé. Agisce sotto il controllo di …”
“E’ un demone! Sono tutti demoni! Come facciamo a fidarci? Guardate che casino! Come possiamo sapere che non ci abbiano solo distratte con la storia dei portali per lasciare agire liberamente quel… quell‘essere?” Piper sembrava sconvolta.
“La mia visione…” mormorò semplicemente la sorella.
“Quel che ho visto accadere nella nostra casa. Il ragazzino uccideva tutti quanti, compresi Sanzo e i suoi compagni.”
“Allora cosa dovremmo fare? Lasciare perdere? Non punire nessuno? Ignorare i morti e salvare il loro assassino?”
Le tre sorelle si guardarono impotenti.
“Piper!” Phoebe fece appena in tempo a chiamare la sorella la quale, colpita al volto, piroettò su se stessa un paio di volte, prima di cadere a terra priva di sensi.
Non passò neppure un istante, anche le altre due streghe furono subito raggiunte dal demone scimmia, uscito completamente illeso dall’attacco iniziale della sorella maggiore.
Seiten Taisei rivolse loro un’espressione di puro odio, fermandosi a fronteggiarle, come a voler scegliere da quale delle due cominciare.
“Paige! Orbitaci via di qua!”
Non riuscirono a muovere un muscolo, il ragazzino si muoveva troppo in fretta. Colpì per prima Phoebe e la scaraventò oltre il guardrail, la ragazza precipitò urlando, dopodichè agguantò Paige la buttò a terra con un pugno sul volto e, incombendo su di lei, cominciò a torcerle il collo con un largo sorriso a deformargli il volto. Aveva gli occhi iniettati di sangue e l’atto di stringere la gola della giovane strega, non sembrava richiedergli alcun particolare sforzo. Si stava semplicemente divertendo, seduto sullo sterno della sua vittima mentre questa scalciava, via via sempre meno vigorosamente.
Un secondo prima di perdere i sensi, Paige ricordò stupidamente di essere mezzo angelo bianco, si concentrò ed orbitò lontano dagli artigli del demone.
Non riuscì ad allontanarsi di molto era troppo intontita ed il pensiero delle sorelle in pericolo non l‘aiutò, quando ricomparve senza fiato accanto al corpo inerte di Piper prese a tossire convulsamente e attirò di nuovo su di sé l’attenzione di Seiten Taisei che si voltò di scatto e ringhiò infastidito dalla sua fuga.
“Portiera!”
Riuscì a colpirlo con una portiera carbonizzata, prima che il mostro la raggiungesse.
Il demone rotolò sull’asfalto ma, quando si rialzò in piedi, era illeso e molto più infuriato. Le si avventò nuovamente contro, la strega afferrò il polso della sorella ancora svenuta e strinse gli occhi pronta ad orbitare.
“Ehi! Stupida scimmia con lo stomaco nel cervello!”
Sha Gojyo comparve in un turbinio di scintille azzurre, l’arma stretta nelle mani, lo sguardo combattivo ed il piccolo Wyatt in piedi accanto a lui.
“Ok, piccolo, ora sparisci.” gli mormorò il demone kappa, senza togliere lo sguardo da Son Goku che si era fermato in mezzo al ponte ed aveva ora tutta la sua attenzione.
Wyatt obbediente orbitò e sparì.
“Che cos’è quella faccia, scimmia? Non sei felice di …” non terminò la frase, parò a fatica il primo attacco, sollevando l’asta. Piroettò agilmente su un piede, si abbassò e colpì il demone alle caviglie. Prima che toccasse il suolo, lo colpì con tutta la forza con un calcio nello stomaco e lo scaraventò lontano da sé; Seiten Taisei rotolò dritto nelle fiamme.
“Paige! Tutto bene?” il demone dai capelli rossi corse incontro alla strega. “Dov’è Phoebe?”
Esplorò con un’occhiata l’intero ponte ma della terza strega non v’era segno.
Paige sussultò e tentò di alzarsi in piedi ma barcollò e Gojyo l’afferrò.
“E’ caduta… è…”
“Bagnata fradicia…”
La strega comparve dietro Gojyo, era zuppa ma illesa ed accanto a lei c’era il piccolo angelo bianco, a sua volta fradicio. Wyatt non era tornato a casa del nonno, come prevedeva il piano, aveva percepito la zia in pericolo ed era orbitato direttamente nelle fredde acque della baia per trarla in salvo.
La rimpatriata durò poco; come una fenice il demone scimmia saltò fuori dalle fiamme e si avventò su Sha Gojyo con irruenza e, nonostante questi si difendesse egregiamente, lo costrinse ai margini del ponte, in pochi istanti.
“Ruota!”
Paige tentò di aiutare il demone kappa scagliando contro Seiten Taisei i resti delle macchine distrutte ma riuscì solo ad innervosirlo; il ragazzino, infatti, subì pochi danni dagli oggetti lanciatigli contro, non si distrasse dal combattimento con Gojyo e, dopo aver schivato un colpo di lancia, colpì l’avversario allo stomaco.
Nuovamente si avventò contro la strega più giovane con la chiara intenzione di uccidere. Ogni secondo si faceva più vicino, niente avrebbe fermato il suo attacco, l’avrebbe colpita e ridotta in poltiglia, proprio come Phoebe aveva predetto nella sua visione.
La giovane strega non reagì, né tentò di scappare, mosse solo un passo indietro ed inciampò per cadere rovinosamente a terra.
Presto il demone scimmia l’avrebbe uccisa e non riusciva a pensare ad altro.
“Paige! Orbita!”
La voce di Phoebe la riscosse dal torpore dato dalla paura. Prese fiato ed orbitò, mentre Son Goku le passava attraverso, cercando di colpire le scintille azzurre.
Dimenandosi come un ossesso, il demone cominciò a menare pugni nel vuoto ed inseguire il movimento delle scintille azzurre, senza successo quando queste si sollevarono nell’aria troppo in alto per lui, a quel punto ruggì con rabbia e presto tornò a posare lo sguardo su Gojyo e Phoebe, fermi ora accanto al corpo esanime di Piper.
Un colpo di pistola risuonò violento nell’aria.
“Perché non provi a giocare con questa, stupida scimmia?”
I biondi capelli del venerabile Genjyo Sanzo Hoshi brillavano, illuminati dal vermiglio del tramonto e si muovevano disordinatamente, scompigliati dal vento ora più forte, ma l’arma che stringeva nella mano destra era ferma e puntata, con la sicurezza di un cecchino, contro fronte di Son Goku il quale, tuttavia, non si lasciò intimidire e, con un ringhio animalesco, si lanciò all’attacco.
“Strega!” pronto il monaco lanciò qualcosa in aria. Un cerchio dorato superò il ragazzino e luccicò azzurro, quando venne illuminato dalle scintille della magia degli angeli bianchi.
“Diadema!”
Paige era ricomparsa accanto a Sha Gojyo ed incomprensibilmente aveva colto al volo il piano del bonzo.
Il diadema scomparve in un turbinio azzurro e ricomparve l’istante successivo sulla fronte del mostro. Per brevi secondi, Seiten Taisei si dimenò ancora, si portò rabbioso una mano al viso ma, prima ancora di riuscire ad afferrare il metallo, i suoi occhi subirono un improvviso mutamento, sotto lo sguardo attonito della famiglia Halliwell, i capelli castani divennero più corti, le zanne e gli artigli si ritrassero, il ghigno malvagio si rilassò, per lasciare il posto al volto infantile e spaventato di un ragazzino ingenuo.
“Sanzo…” mormorò, prima di cadere a terra incosciente. Genjyo Sanzo Hoshi lo afferrò prima che colpisse il suolo.
“Stupido moccioso, fammi correre ancora così e giuro che ti ammazzo!” rispose minaccioso il monaco.

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Chi l'avrebbe mai detto? RIECCOMI!
MWHAHAHAHA OK non odiatemi, è passato più di un anno dall'ultimo aggiornamento. Non ho giustificazioni credibili... diciamo solo che avevo perso del tutto l'ispirazione. Spero che ora mi rimanga fino alla fine della storia. Per il momeno posso dire solo "Chiedo perdono, umilmente perdono ed ancora perdono."
Niente paura mi cospargerò il capo di cenere per i prossimi mesi.
Per tornare alla storia, sono certa che tutti quelli che la seguivano ormai dovranno rileggersela tutta per recuperare il filo, persino io che l'ho scritta non mi ricordavo bene a che punto fossimo XD . Sappiate però che nei prossimi giorni tenterò anche di ricorreggere i vecchi capitoli che, dopo una breve scorsa, mi sembrano un po' incasinati qua e là...
Intanto beccatevi questo capitoletto, nel frattempo penserò a come andare avanti XD ... ok ok scherzo, so già come proseguire e tenterò di riuscirci in tempi brevi ;) baciotti Daeran.

Un grazie a chi mi ha mandato mail per chiedere il seguito della ff... SCUSATE :(

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Capitolo 15
*** Sono stato io? ***


Uff è passato di nuovo un sacco di tempo, spero che non tutti abbiate abbandonato le speranze, non so quando aggiornerò la prossima volta, questa storia, a differenza di altre mi è sempre in testa e scrivo qualche capoverso nuovo ad ogni pausa da altri racconti. Ora non sto scrivendo nient'altro di particolare, magari riuscirò ad aggiungere un nuovo capitolo in breve, chissà. Non temete, con persevranza prima o poi lo completerò! intanto ecco il 15° capitolo! Vi ricordate cos'è successo fino ad ora? Qualcuno mi faccia un riassunto! XD Scherzo, ovvio, l'ho scritto io, mi ricordo tutto! ^__^' '

Daeran.

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Capitolo 15
Sono stato io?

La tranquillità durò ben poco, nel momento stesso in cui Son Goku cadde svenuto tra le braccia del giovane bonzo biondo, ciò che rimaneva del Golden Gate Bridge prese a tremare minacciosamente e quasi contemporaneamente si sollevarono le grida terrorizzate dei sopravvissuti all’attacco di Seiten Taisei i quali, grazie al fumo ed alle fiamme che lambivano le prime macchine coinvolte, non avevano potuto assistere al combattimento tra demoni e streghe.
“Che diavolo sta succedendo adesso?” Sha Gojyo appariva più seccato che spaventato.
“Se continua così, crollerà tutto il ponte! Dobbiamo fare qualcosa!” urlò Paige in preda al panico.
“E’ come se qualcosa stesse facendo tremare il ponte da… sotto” Leo fu costretto ad urlare per sovrastare il frastuono ma si zittì quando, improvvisamente come era cominciata, la scossa terminò, lasciando dietro di sé solo silenzio.
Persino le grida erano cessate ed il crepitio delle fiamme che ancora divoravano i resti delle macchine esplose, parve affievolirsi per lasciar spazio ad una calma innaturale e spaventosa.
Nessuno osò aprire bocca; angeli, streghe e demoni si guardavano attorno con occhi sgranati, in attesa di qualcosa di indefinito ma del quale potevano già chiaramente sentire il pericolo.
Solo Genjyo Sanzo non alzò lo sguardo, era inginocchiato sull’asfalto con Son Goku ancora stretto tra le braccia. Gli cingeva la testa in un gesto di protezione che gli altri due demoni non avrebbero mancato di notare, se la situazione non fosse stato tanto dannatamente tesa e recitava un mantra in un sibilo appena udibile. Aveva gli occhi chiusi, quasi stretti nella concentrazione e le sue labbra si muovevano a gran velocità mentre dondolava avanti ed indietro il corpo inerme del ragazzino.
Paige notò il comportamento del bonzo e gli si avvicinò di un passo ma, con un sussultò si fermò, un urlo straziante squarciò l’aria sopra le loro teste.
“Smettila! Basta!”
Hòmura galleggiava una decina di metri sopra il ponte, si stringeva la testa con entrambe le mani ed aveva il volto piegato un una smorfia di terribile dolore.
Sanzo si distrasse un istante, Son Goku mormorò nel sonno e si mosse lievemente tra le sue braccia, contemporaneamente Hòmura parve liberarsi dalle catene invisibili e si scagliò, ringhiando ferocemente, contro il monaco ma, quando fu a pochi centimetri da lui, con il pugno chiuso alzato e pronto a colpire, un nuovo urlo di dolore scaturì dalle sue labbra sottili e cadde in ginocchio, serrando gli occhi, incapace di resistere al mantra di purificazione del sacro Cielo Demoniaco.
Le streghe ed i due demoni, affiancati dall’angelo bianco, fissarono la scena esterrefatti, nessuno di loro conscio di cosa stesse effettivamente accadendo; nessuno eccetto il piccolo Wyatt che cominciò a sua volta a muovere velocemente le labbra.
La sua voce acuta vibrò nell’aria, sovrastando per un solo momento quella profonda del monaco; entrambi intonavano in perfetto unisono lo stesso mantra che assunse le tonalità di una canzone melodiosa e riuscì a coprire le urla doloranti del Rinnegato.
Presto avrebbero preso il sopravvento, presto le porte della non esistenza si sarebbero riaperte per accogliere il Rinnegato nella stessa prigione da cui era sfuggito.
Questa era l’unica consapevolezza ancora presente nella mente del giovane monaco, mentre una seconda coscienza che lo aveva accompagnato sempre in silenzio, da quando poteva ricordare, aveva infine preso il controllo e lo portava a recitare all’infinito un mantra, un incantesimo, una conoscenza che aveva da sempre ma che era rimasta assopita per innumerevoli anni.
Aveva già recitato quell’incantesimo, conosceva dentro di sé quelle parole antiche ma…
Un giovane viso luminoso gli comparve davanti agli occhi. Occhi stretti e viola, capelli lunghi, biondi e luminosi come il sole, un’espressione eternamente annoiata.
“Konzen…” di nuovo Son Goku parlò nel sonno ed ancora la coscienza di Genjyo Sanzo divenne più forte. Abbassò lo sguardo sul ragazzino ed un altro flash lo colpì inatteso: era lo stesso volto da scimmia ma più infantile. Un bambino, con le fattezze di Goku, i cui grandi occhi dorati, gentili e pacati, si trasformarono in un solo istante in due fessure ferine, iniettate di sangue.
Sangue.
Il sangue gli ricopriva le mani e gli sporcava la bocca.
Il sangue.
“Sanzo!”
La voce di Paige Hallywell spezzò il mantra, cantato ormai solo dal piccolo Wyatt. La melodia, portata avanti da una sola voce, era divenuta cacofonica, qualcosa non andava, Sanzo ne era certo. Non poteva funzionare così, non doveva funzionare così, dovevano cantare entrambi, il potere sprigionato doveva essere completo, come lo era stato cinquecento anni prima, quando…
Il ricordo gli sfuggì ancora, un sibilo improvviso attirò nuovamente la sua attenzione.
Sanzo alzò lo sguardo, appena in tempo per intravedere qualcosa brillare nel fumo sopra la sua testa.
Non si accorse di nulla, incrociò gli occhi di Hòmura che aveva recuperato tutta la sua forza e gli sorrideva trionfante; per un momento lo fissò stupito, incapace di comprendere il motivo di tanta ilarità, poi qualcosa di caldo gli fuoriuscì dalla bocca, ora invasa inspiegabilmente da un pungente sapore metallico.
Faticava a respirare, le forze lo stavano velocemente abbandonando; sollevò le dita affusolate a sfiorare la bocca, quando le ritrasse le fissò stupito, come se non gli appartenessero neppure: erano imbrattate di un liquido vermiglio.
“Sanzo!” tante voci lontane si disperdevano confuse come eco nel vento.
Cadde in una voragine infinita, circondato da oscurità e silenzio.


“Sanzo!”
Son Goku si svegliò di soprassalto.
Che incubo assurdo aveva avuto.
Hòmura che parlava nella sua testa?
Che cosa assurda. Il dio della guerra era morto, lui stesso lo aveva ucciso o forse si era fatto uccidere di proposito, quel maledetto ma non aveva più importanza, il nemico era morto ed il viaggio verso il Tenjiku era ripreso.
Era ripreso?
Perché non ricordava di aver lasciato con Sanzo il paradiso del semidio?
Doveva essersi addormentato, ecco spiegato tutto.
In fin dei conti era stanco morto, avevano lasciato a lui il lavoro più pesante.
Doveva essere crollato per la fame ed il sonno.
Oh no!
Sanzo lo avrebbe sgridato ed il Kappa lo avrebbe preso in giro fino alla morte. Per fortuna Hakkai lo avrebbe consolato e gli avrebbe preparato un ottimo pranzo.
Già assaporava i deliziosi manicaretti dell’amico demone.
Spinse le coperte con un calcio e saltò in piedi sul letto, convinto di prendere gli amici di sorpresa, invece toccò a lui lo stupore, non c’era nessuno chino sul suo letto, nessuno nel resto dalla stanza che, a dirla tutta, era davvero troppo piccola per essere considerata una camera d’albergo.
Scrutò per un istante la propria espressione interrogativa, riflessa nel grande specchio alla sua destra. Non era la camera più ordinata che avesse visto, vestiti e cianfrusaglie da donna erano sparse qua e là, sui mobili, sulle sedie, mentre sulla scrivania incombevano pile di fogli scritti a mano e libri.
Con il cuore in gola realizzò di non essere in una camera d’albergo.
Era stato forse rapito?
Da una donna?
Da una strega famelica che intendeva divorarlo?
Da un pazzo maniaco di chiffon e vestiti che studiava qualche arte magica per trasformare un povero demone indifeso in una bambola da vestire con abiti da donna?
“MAI!”
Balzò giù dal letto e corse verso la porta, pronto a sfondarla a calci, se fosse stata chiusa a chiave.
Incredibilmente girò la maniglia e la porta si aprì silenziosamente.
Si ritrovò subito in un corridoio deserto, lo percorse in silenzio, ogni muscolo all’erta, pronto all’attacco od alla fuga.
Un odore pungente che conosceva fin troppo bene gli invase le narici sensibili.

“Perché non si rimargina?”
Una voce femminile lo costrinse a sussultare ed appiattirsi contro la parete del corridoio.
Una goccia di sudore scivolò lungo il collo del giovane demone. Una strega, esattamente  come si aspettava.
L’avrebbe stesa, prima che si avvicinasse con i suoi terribili pizzi.
-Una donna non si sfiora neppure con un fiore.- gli avrebbe senza dubbio fatto notare Hakkai.
-Non dirgli così, Hakkai, o penserà di doverle mangiare.  - avrebbe ribattuto Gojyo.
Gojyo ed Hakkai, il pensiero corse ancora inesorabile ai due amici demoni.
Dove potevano trovarsi, cosa poteva essere accaduto loro?
Qualcosa di terribile, senza dubbio, altrimenti sarebbero stati accanto a lui, avrebbero combattuto fianco a fianco contro l’ennesima minaccia presentatasi sulla loro strada verso il Tenjiku.
“Non lo so, Paige, i miei poteri non funzionano, la ferita sembra chiudersi per un istante ma poi torna a sanguinare, se non riusciamo a fare qualcosa morirà dissanguato.”
Una voce maschile questa volta accompagnò i passi che continuavano ad avvicinarsi.
“E se provassimo insieme?” domandò ancora la strega, la cui voce apparve singolarmente preoccupata alle orecchie del giovane demone.
“Non credo possa funzionare, neppure il potere di quel demone funziona, non è questione di energia o potere non sufficienti, c’è qualcosa che impedisce alla ferita di rimarginarsi ma…”
“Forse il pugnale che quel bastardo ha utilizzato era maledetto.”
Una terza voce, questa volta più familiare seguì lo scatto netto di accendino.
Il cuore di Son Goku sussultò.
“Non possiamo saperlo, perché non c’è un pugnale. Qualunque cosa abbia usato per colpirlo, è sparita assieme a quel mostro.” ribatté la prima voce maschile.
“Ti ho già detto che non devi fumare qua dentro, Gojyo!” ancora un’altra donna.
“Non credo che la cosa possa nuocere al nostro bonzo; di certo non morirà di cancro prima di morire dissanguato.” Sha Gojyo era teso, come mai lo aveva sentito il ragazzino, borbottava, scandendo a fatica le parole, con la sigaretta stretta tra le labbra.
Un silenzio carico di tensione scese sul  piano di sotto, mentre Son Goku, dimenticando la paura e la prudenza, si staccò con un sobbalzo dalla parete contro la quale era rimasto schiacciato e si slanciò sulla scalinata, prendendo tutti di sorpresa.
“Goku…” Gojyo riuscì appena a pronunciare il suo nome, quando il ragazzino gli sfrecciò accanto, ignorando completamente gli sguardi sbalorditi ed un po’ spaventati delle donne e dell’uomo sconosciuti che gli stavano accanto.
Appena varcò l’ingresso del salotto, l’odore di ruggine lo investì con l’irruenza di un pugno allo stomaco e solo allora lo vide: il volto esangue dell’uomo che lo aveva liberato dalla prigionia, i capelli biondi solitamente luminosi e scompigliati, ricadevano opachi a coprire la fronte corrugata ed imperlata di sudore.
Il giovane si fermò con il cuore in gola, gli occhi sbarrati per l’orrore, mentre una sola parola gli rimbombava nella mente: mostro.
Tentò di pronunciare il nome del suo sole ma gli mancò il fiato, le gambe cominciarono a tremargli.
Non reagì al movimento improvviso che intravide accanto al divano su cui giaceva Sanzo, non si oppose neppure quando due braccia forti lo abbrancarono alle spalle e la voce di Gojyo gli spaccò un timpano urlando vicinissima:
“No, tesoro, non c’è pericolo, non farlo esplodere! E tu, razza di idiota, ti sembra il modo di…” l’amico si zittì, percependo i tremiti che attraversavano il corpo del ragazzo.
“Goku…” mormorò ancora.
Non rispose, scrollò le spalle, senza forza ed avanzò di qualche altro passo.
“Goku.” questa volta fu Hakkai a parlare e solo in quel momento il demone scimmia distolse lo sguardo dal viso inerte del monaco, per accorgersi dell’altro amico seduto al suo capezzale.
Aveva le mani poggiate sul ventre scoperto di Sanzo ed imbrattate di sangue, come il divano ed il tappeto lì accanto, anche lui appariva pallido, quanto il suo paziente, aveva il fiato corto e due profonde occhiaie; gli rivolse un debole sorriso.
“Ti sei svegliato, finalmente.”
Sanzo si mosse e gemette, Goku sussultò ma nessun altro nella camera apparve stupirsi, Cho Hakkai strinse gli occhi ed una piccola porzione del suo Chi gli illuminò le mani, per insinuarsi nello squarcio aperto nella carne viva. Genjyo Sanzo gemette ancora e ripiombò nell’assoluta immobilità, il respiro era talmente debole da non notarsi quasi il movimento sul petto esposto.
“Hakkai…” il sussurro fu flebile ma l’amico portò ancora l’attenzione sul demone dagli occhi dorati. “Sono stato io?” mormorò tremando come una foglia.

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Capitolo 16
*** Energia Oscura. ***


CAPITOLO 16
Energia Oscura.


Il demone gentile fissò l’amico con espressione triste e stanca.
“No, Goku, tu non…”
“Morirà?” lo interruppe il ragazzino; aveva gli occhi lucidi e le labbra gli tremavano come ad un bambino sul punto di piangere.
Hakkai poté solo sospirare, sotto lo sguardo preoccupato di tutti.
“Non lo so, Goku; non lo so.”
“Vedrai che ce la farà, scimmia; il bonzo corrotto è uno che non muore neanche se lo ammazzi.” intervenne con convinzione Sha Gojyo.
Calò fraternamente una manata sulla spalla del ragazzino che barcollò, pur senza reagire.
“Che cosa è successo? Che cosa ho fatto?” riuscì a domandare, avanzando di qualche passo incerto verso l’amico svenuto.
L’odore di sangue nell’aria gli risultava insopportabile a causa della consapevolezza. Sapeva di chi era quel sangue e non poteva smettere di tremare, sentiva il proprio cuore battere all’impazzata, accelerato dalla paura di ciò che il suo alter ego poteva aver fatto. Ormai era certo di aver perso il controllo, non ricordava nulla dal momento in cui qualcuno o qualcosa aveva aggredito Sanzo nella realtà perfetta creata da Hòmura.
Una luce accecante aveva preceduto il momento del risveglio in quella camera sconosciuta. Come c’era arrivato?
Perché non aveva alcuna memoria del percorso che lo aveva portato fino a lì? Del momento in cui Sanzo era stato ferito?
L’unica risposta che gli rimbombava nella mente era la stessa che altre innumerevoli volte aveva perseguitato la sua vita nel passato, persino i cinquecento anni trascorsi nell’oblio di una prigionia mentale, oltre che fisica.
Seiten Taisei.
“Non è stata colpa tua, Goku, non eri padrone di te, Hòmura ne ha approfittato e…” Hakkai tentò di consolarlo, conoscendo la paura del giovane.
“Hòmura? Non è morto? Non sono riuscito neppure ad ucciderlo?” il demone scimmia si lasciò sopraffare dal senso di colpa e come sempre la sua mente prese a navigare tra i più oscuri scenari in cui un  lui stesso mostruoso, con canini sporgenti ed artigli grondanti sangue, si accaniva contro deboli umani, tra i quali spiccava un decisamente poco realistico Genjyo Sanzo Hoshi ferito e piegato nel fango.
“E’ stata colpa  mia, lo sapevo, sono un idiota, sono un…”
Non terminò la frase, qualcosa lo colpì con violenza in pieno volto ed il giovane cadde a terra supino. Nella stanza calò un silenzio gelido, mentre streghe e demoni si domandavano da dove sarebbe giunto il prossimo attacco del nemico.
“Hai perfettamente ragione, sei un idiota! Una stupida scimmia lamentosa;  mi domando ancora perché diavolo ho fatto tanta strada per venire a recuperare un inutile insetto fallito come te!”
Goku si sollevò a sedere di scatto, l’harisen giaceva al suo fianco. Alzò lo sguardo e due grossi lacrimoni si formarono negli occhi dorati.
Un colpo di pistola fece tremare i vetri di casa Hallywell, Son Goku balzò con un urlo e si nascose dietro le spalle di Gojyo.
“Prova a piangere e giuro che ti…” un urlo che si tramutò presto in un gemito esalò dalle labbra del bonzo che ricadde di schiena sul divano, la shoreijyu scivolò fuori dalla stretta delle sue dita e rimbalzò con un tonfo sordo sul tappeto già sporco di sangue.
“Sanzo!” Cho Hakkai si sporse ancora sul corpo del giovane monaco e premette con decisione i palmi delle mani sul suo ventre; il flusso copioso di sangue rallentò solo quando in una bolla di luce brillante il Chi del demone penetrò le carni lacerate.
Sanzo respirò faticosamente, ma rimase cosciente.
“Stupido…” biascicò ancora a denti stretti; fissava il soffitto, tentando di contenere il dolore e recuperare la calma ed i vecchi insegnamenti del maestro Komyo Sanzo sull’autocontrollo.
“Scusa…” piagnucolò il piccolo demone, ancora nascosto dietro il Kappa ed in quell’unica parola riversò tutta la contrizione ed il senso di colpa per ciò che aveva potuto fare o causare dal momento in cui gli era stato tolto il dispositivo di controllo demoniaco.
Sanzo annuì con un colpo secco ed un grugnito scorbutico ma non aggiunse altro, le streghe invece si guardarono esterrefatte, quel pazzo dai capelli di paglia aveva di nuovo sparato nel loro salotto per di più contro qualcuno che doveva essere un alleato anche se solo poche ore prima aveva provocato un disastro di cui un buon numero di giornalisti accreditati stava ancora facendo il resoconto in diretta sulle reti locali e nazionali.
Tutta la storia cominciava a diventare davvero complicata: demoni buoni grazie a strani dispositivi sconosciuti, angeli bianchi divenuti ostili a causa di chissà quale conoscenza, Gideon: l’Anziano traditore che aveva tentato di uccidere il piccolo Wyatt, ritornato improvvisamente alleato con una lettera criptica, mondi paralleli, entità sconosciute fuggite dall’oblio e, come se non bastasse, su tutto lo scenario incombeva come un’ombra ostile la visione di Phoebe sull’imminente fine del mondo.
Decisamente la situazione stava precipitando.
“Come ti senti?” domandò Leo al bonzo.
“Tu che dici?” ansimò questi, poco disposto ad accettare il ruolo del malato.
“Hòmura ti ha colpito con uno strano pugnale sul quale pensiamo fosse stata impressa una maledizione, dal momento che ti ha inferto una ferita che non riusciamo a guarire. Se solo avessimo in mano il pugnale, potremmo capire con che tipo di maleficio abbiamo a che fare e revocarlo, ma non siamo riusciti a trovarlo sul ponte ed ora non possiamo certo tornare là a cercare meglio, il tuo amico ha attirato parecchio l‘attenzione.” l’angelo additò il giovane demone scimmia ed accennò alla televisione sintonizzata sul telegiornale. L’audio era in muto ma le immagini non mentivano, il Golden Gate Bridge fumava ancora.
Il bonzo diede una fugace occhiata disinteressata e, dopo un profondo respiro, parlò a fatica stringendo gli occhi nel tentativo di trattenere il dolore.
“Non era un pugnale… non esattamente.”
Leo inarcò le sopracciglia ma la sua domanda venne interrotta da Hakkai che invece annuì gravemente.
“Come sospettavo. E’ per questo che né io né l’angelo bianco riusciamo a guarirti e la ferita si riapre. Non c‘entrano le maledizioni.” mormorò pensieroso.
“A quanto pare…”
“Quindi questo significa che quell’essere è in grado di manipolare…”
“Già…”
“Quindi è…”
“Mh…”
“Da quanto tempo lo sai?”
“Più o meno da quando mi è passato attraverso ed ha cercato di impossessarsi del mio corpo.”
“E quando avevi intenzione di dircelo?”
“Mah, forse dopo averlo ammazzato.”
Cho Hakkai sorrise gelidamente e si alzò in piedi, per allontanarsi dal ferito. Le mani gli tremavano per la rabbia repressa.
“E se ci ammazzasse lui, invece?” domandò ancora.
“Meritereste di morire.”
La voce di Sanzo si spezzò di nuovo ed il giovane monaco ricadde con la testa sul cuscino con un gemito, quando la ferita sul suo ventre si aprì ancora ed il sangue scivolò copioso sulla tappezzeria del divano.
Il demone gentile non si mosse e fu Leo ad accorrere per richiudere la ferita.
“Di cosa state parlando?” domandò l’angelo, non appena il respiro del monaco tornò regolare.
“Io non sono sicuro di volerlo sapere.” borbottò invece Gojyo che conosceva meglio degli altri i due compagni di viaggio e sapeva che vederli battibeccare così seriamente poteva voler dire solo una cosa: grossi guai in arrivo.
“Il pugnale che abbiamo visto colpire Sanzo, era una materializzazione di energia oscura.”
Tutti nella sala si fissarono in silenzio.
“Per questo ha potuto raggiungerlo, nonostante stesse recitando il Sacro Mantra.”
Hakkai come sempre non si rivolse a nessuno in particolare, la sua voce risuonò senza particolari inflessioni, come un’amplificazione dei suoi pensieri.
“No, non ho capito.” Paige alzò la mano come una studentessa, durante una lezione particolarmente complicata.
“Non ne dubitavo.” borbottò scorbutico il bonzo.
“L’energia oscura è il fondamento del potere magico e non solo. Una fonte di magia primordiale dalla quale traggono forza tutti i demoni e...” Leo accigliato tentò di spiegare il significato dell’unica parola che aveva colto e compreso nella frase strana del demone.
“Come la Sorgente?”
“No, Piper, la Sorgente stessa trae forza dall’energia oscura, anche noi dipendiamo da essa; come una pianta assorbe l’acqua e tutte le sostanza di cui necessita dal terreno che la circonda, noi traiamo vita dall‘energia oscura. Ma nessuno può manipolarla, sarebbe come se cercassimo di usare come arma l’aria che respiriamo. Senza di essa non possiamo vivere ma non possiamo neppure catturarla od utilizzarla per i nostri fini.”
“Nessuno può.” annuì Hakkai e posò gli occhi su Goku che appariva più confuso degli altri.
“A meno che non sia fatto di quell’energia.”
Leo trattenne il fiato.
“Un’entità così non può esistere. Destabilizzerebbe l’intero Creato. Un mostro di sola energia oscura, non avrebbe alcun senso.”
“Una di sicuro è già esistita. Quella che ha manipolato per la prima volta le energie primordiali per dare inizio alla Creazione, la stessa che ha convogliato quei poteri nei cinque Sacri Sutra.“ sentenziò il monaco.
“Stiamo combattendo contro Dio?” ridacchiò istericamente Phoebe. La sensazione terribile che nulla si potesse frapporre fra loro e la visione la terrorizzava, ma non era il momento di farsi prendere dal panico, stava diventando tutto troppo assurdo.
“Oh, allora non è un problema, abbiamo già combattuto contro degli dei.” sdrammatizzò Sha Gojyo.
“A volte…” Sanzo cominciò a parlare faticosamente, ansimando spesso per riprender fiato.
“A volte, nascono esseri diversi. Non demoni, né angeli e neppure umani. Semplici e pure manifestazioni di un’unica energia primordiale, come sbuffi di vapore emanati da un geyser, nascono da condensamenti di quell’energia. Un tempo nel nostro mondo esistevano degli esseri, qualcuno li chiama ancora divinità, che decidevano se permettere a queste creature di continuare ad esistere o se semplicemente rispedirle indietro, eliminandone la forma, uccidendole (sempre se vogliamo considerare la loro esistenza come vita), per farle tornare energia, per evitare che l’eccessiva forza di un unico Potere destabilizzasse l’Ordine della Creazione.
A volte permettevano loro di esistere, quando potevano controllarne la forza e rinchiuderla in una creatura di carne più debole. Solo per studiarla o per divertirsi, osservandone e controllandone ogni gesto.” Inspirò profondamente.
“Seiten Taisei ad esempio è un’emanazione del Potere primordiale della Terra.”
Tutti i presenti si voltarono a fissare il giovane Son Goku che affrontò gli sguardi confuso e teso.
“Vuoi dire che è lui il nostro nemico?” domandò Paige.
“No, vuole dire che il nostro nemico è una creatura simile alla scimmia.”
“Non chiamarmi scimmia, stupido Kappa!”
“Quando si è impossessato del corpo di Hòmura ha detto qualcosa.” il demone ignorò le proteste dell’amico. “Ha detto che lui e Goku erano fatti della stessa materia. Intendeva questo? Sono entrambi nati allo stesso modo.”
Sanzo annuì: “Pensavo che quella cosa rossa che hai sulle spalle ti opprimesse soltanto, invece a quanto pare pensa anche.”
Gojyo sorrise nervosamente.
“Quindi dobbiamo combattere contro un altro Seiten Taisei?”
“No. Seiten Taisei ha solo sete di sangue, noi dobbiamo combattere contro qualcosa che è anche in grado di ragionare ed ha un piano.” Fu Hakkai ad intervenire.
Sanzo annuì ancora. “L’energia della Terra è più istintiva e animalesca, quella del Vuoto è silenziosa, paziente e calcolatrice.”
“Aspetta!” Piper saltò in piedi facendo sussultare tutti.
“Hai detto il Vuoto?”
Il monaco aprì la bocca per rispondere ma di nuovo la sua ferità tornò ad aprirsi e Leo pronto si chinò su di lui per rimarginarla.
“Ha detto il Vuoto!” ripeté la strega.
“Sì. E’ uno dei cinque Poteri della Creazione, viene chiamato anche così, è l’energia Oscura, il quinto Elemento, il Nulla.” rispose Hakkai.
“Il Vuoto.” mormorarono insieme Phoebe e Paige.
“Abbiamo già affrontato il Vuoto.”
“Quella creatura era già libera?” si stupì Genjyo Sanzo non appena riprese a respirare regolarmente.
“No. Era rinchiusa, è rinchiusa. I due Guardiani ci avrebbero avvertiti se fosse successo qualcosa.” Rispose Leo.
“Quindi avete ancora dei Guardiani.” domandò ancora il monaco. “Dove si trovano ora?”
“Negli inferi… immagino. A guardia dello scrigno che contiene il Vuoto. Ma siete sicuri di quello che dite? Il Vuoto di cui parliamo noi è una sorta di parassita, non agisce di sua volontà, irretisce l’organismo ospite e…”
“Dunque è solo un punto di passaggio.” Ragionò tra sé il bonzo.
“Non ricominciare a ragionare da solo, ti prego.” la strega più giovane assunse un’espressione supplichevole che il ragazzo biondo accolse con una smorfia infastidita sul volto esangue.
“Lo scrigno di cui parlate è come il Sutra del Cielo Demoniaco della vostra dimensione. Detiene il potere del Vuoto, non è la creatura che ci ha condotti qui ma è una parte del Potere da cui essa nasce.”
“Ma Gideon ha detto che quel potere è ora in Wyatt ma non è così, non è stato impossessato dal Vuoto, ce ne saremmo accorti. Il Vuoto non agisce così.”
“Quel potere non può controllarlo, come non ha potuto controllare me, perché il moccioso è il nuovo Guardiano. Come ho fatto a non capirlo? Sentivo che aveva qualcosa di strano, di familiare.” Tentò di alzarsi a fatica, ignorando il sangue che riprese a sgorgare dalla ferita aperta.
“Come fa ad essere il nuovo Guardiano? Il Vuoto è imprigionato e controllato dai due Guardiani da trecento cinquant’anni. Che bisogno c’è di un nuovo Guardiano? Mio figlio poi? Sei impazzito? Stai parlando di un bambino di cinque anni!” Piper si infuriò, come capitava ogni volta che veniva tirato in ballo il suo primogenito.
“I Guardiani devono essere morti, allora.” rispose Sanzo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Leo, vai a controllare.” Phoebe intervenne nella conversazione. Possibile che avessero avuto la chiave del problema sotto il naso per tutto quel tempo?
L’angelo sparì in un turbinio di scintille, senza ribattere.
Son Goku sussultò nell’assistere alla scena. Non aveva mai visto nessuno scomparire così, eccetto Hòmura ed i suoi amici dèi. Possibile che si trovasse davanti ad altre divinità?
Non aveva compreso una parola di tutte quelle che erano state spese negli ultimi minuti ma poteva chiaramente percepire la tensione crescente tra i suoi amici e le tre giovani donne, in attesa del ritorno dello strano mago. Decise che era un mago, sempre meglio che affrontare l’ennesima divinità. Cominciava a diventare monotono e stancante combattere con degli dei.
Ma forse non avrebbero dovuto combattere, forse erano alleati, in fin dei conti erano tutti tranquilli nella stessa stanza e Sanzo non aveva esploso ancora un colpo, eccezion fatta per quello che aveva sparato contro di lui, ma quello era diverso.
Certo il fatto che Gojyo non tentasse di palpare i sederi delle tre donne gli dava da pensare, le temeva forse? Oppure temeva il mago? O magari temeva…
“Smettila…” mormorò la voce del demone Kappa a pochi centimetri dal suo orecchio.
“Di fare cosa?”
“Di cercare di capire cosa sta succedendo. Il cigolio delle tue rotelle che girano sta disturbando tutti e, se ti sforzi troppo, rischi di grippare gli ingranaggi del tuo cervellino formato lenticchia. Chi ti reggerebbe se non dovessi più neppure essere in grado di compiere le azioni più semplici? Pensa a mangiare, stupida scimmia, quando verrà il momento di menare le mani ti avvertirò io, niente paura.” Gli strizzò l’occhio e gli grattò fraternamente la testa.
Pochi istanti ed entrambi caddero a terra aggrovigliati in una lotta senza quartiere.
“Stupida scimmia, stavo scherzando.”
“Zitto, Kappa con le antenne!”
“Non chiamarmi Kappa, scimmia!”
“Non chiamarmi scimmia, Kappa!”
In quel putiferio, mentre le streghe non sapevano se intervenire per separare i due demoni che gli altri due compagni si limitavano ad ignorare, ricomparve Leo con gli occhi sbarrati ed il volto pallido.
“Non è possibile.” mormorò.
“Cosa? Cosa è successo?” le streghe si avvicinarono al parente.
“Non ce ne siamo accorti, come possiamo non essercene accorti?”
“Sono morti?” domandò Cho Hakkai.
L’angelo sospirò.
“Sì… I corpi devono essere rimasti lì per mesi. Lo scrigno è stato aperto.”

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Ebbene rieccomi, è passato un altro anno, il capitolo non è dei più lunghi e chiedo umilmente perdono, ogni volta che penso di riprendere questa storia, finisce sempre che l'abbandono nuovamente.
Dopo aver letto l'ultimo numero uscito in Italia del Reload però mi sono sentita come una Veggente (XD visto che siamo in tema), questa strana idea dell'energia Oscura mi era venuta parecchio tempo fa, questo capitolo era un da un po' di tempo in attesa, poi è saltato fuori Ukoku Sanzo con il suo nulla e "La negazione stessa dell'esistenza" (Volume 9 del Reload)!
Vi giuro che quando ho letto quella definizione son saltata su urlando: "La Minekura mi ha plagiata!" XD
Non è così, ovvio, ma la soddisfazione che dà una fanfiction quando ci si rende conto che rispecchia le intenzioni degli autori originali è inappagabile! Mi ha fatto tornare la voglia di scrivere, speriamo rimanga e che mi faccia tornare anche l'ispirazione!
Spero che ci sia ancora qualcuno con la pazienza di aspettare i miei tempi interminabili ma anche i nuovi lettori ovviamente non saranno cacciati ^__-
Baciotti a tutti.
Daeran.

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