Capitolo I
Fuga
verso l’ignoto
L’autunno
era iniziato da circa due settimane, e la pioggia cadeva già
ininterrottamente
e copiosa, decisa a disperdere il calore e i colori vivaci
dell’estate. I meravigliosi
alberi fioriti, e i rigogliosi frutti che generosamente avevano
offerto, erano
solo un dolce ricordo, che non risollevava il morale di coloro che
avevano
nostalgia delle giornate calde e soleggiate, e che si vedevano
costretti in
casa da quel diluvio incessante. I rimpianti per il termine della bella
stagione, tuttavia, costituivano per qualcuno l’ultimo dei
problemi.
Enormi
gocce di pioggia precipitavano con forza sul morbido manto erboso di
una valle
compresa tra l’estremità meridionale di una grande
catena montuosa e una
foresta di medie dimensioni, costeggiata ai margini da ulteriori
montagne. La
valle era piuttosto estesa, ma pressoché indistinguibile
dalle molte altre
valli che facevano parte della Lirosia.
La valle
era conosciuta come Pianura terestiana, dal nome della città
che la dominava e
che si trovava a poche miglia di distanza. Era una terra ricca e
piuttosto
fertile, piena di villaggi di contadini e campi coltivati. Nonostante
ciò, in
quel giorno di diluvio era difficile scorgere anima viva aggirarsi nei
dintorni. Eppure qualcosa si intravedeva lo stesso
all’orizzonte, in rapido
avvicinamento. In lontananza, si avvicinava una figura imponente che la
tormenta castigava furiosamente con le sue impietose raffiche di vento.
Un cavallo
stava galoppando a tutta velocità verso una destinazione
ignota. C’era qualcuno
sulla sua groppa, appiattito lungo di essa, che lo spronava a cavalcare
come se
le braccia della morte si stessero protendendo alle sue spalle per
afferrarlo.
Il cavaliere era in realtà una ragazza molto giovane, una
fanciulla dai lunghi
capelli ricci e castani, fradici come i vestiti che indossava, dalla
pelle
chiara e dal bel volto contratto dalla tensione.
Il cielo
coperto aveva assunto il colorito cupo delle peggiori bufere marittime;
lampi e
tuoni avevano cominciato ad avvicendarsi in quella che prometteva di
diventare
una tempesta ancor più violenta. Il rombo agghiacciante e
assordante dei tuoni
incitava la viaggiatrice a raggiungere il prima possibile la sua meta,
ossia la
foresta che si stagliava innanzi a lei.
Il maltempo
le impediva di scorgere nitidamente la strada di fronte, e per
governare il
destriero si affidava più all’udito che alla
vista. La via che stava percorrendo
era lastricata di lucidi massi appiattiti, che producevano un sonoro
rumore
ogniqualvolta il cavallo vi appoggiava pesantemente gli zoccoli.
Considerando
che l’animale stava galoppando furiosamente come di rado era
stato costretto a
fare in vita sua, il frastuono era notevole. Semmai fosse
involontariamente
uscito dalla carreggiata, se ne sarebbe immediatamente accorta.
Il rumore
causato dal suo cavallo non era però l’unico suono
distintamente udibile nelle
vicinanze, oltre al fragore della pioggia. Dietro di sé
sentiva il medesimo
scalpitare di cavalli, che destò in lei un angosciante
timore. Dovevano essere
almeno quattro. Non erano ancora tanto vicini da essere visibili in
mezzo alla
tempesta, ma presto lo sarebbero stati.
La ragazza
si voltò per osservare quanto accadeva alle proprie spalle:
a tratti, le sembrò
di distinguere delle sagome scure all’orizzonte, ma non si
soffermò su di esse
e volse nuovamente l’attenzione davanti a sé. Non
c’erano dubbi che qualcuno la
stesse inseguendo. Iniziò a disperarsi.
Se gli
inseguitori l’avessero raggiunta prima che fosse arrivata
alla foresta, sarebbe
stata la fine. Non avrebbe avuto via di scampo. Un enorme peso le si
posò sul
cuore, la paura di non farcela cominciò a insinuarsi in lei.
Dovevano essere
molto vicini, ormai.
Anche la
foresta tuttavia era vicinissima. Le si illuminò il volto
quando vide la strada
svoltare a sinistra e, poche centinaia di metri avanti, i primi alberi
solitari
che preannunciavano il margine della selva. Se fosse riuscita ad
addentrarvisi
in profondità, probabilmente sarebbe stata salva. Per la
prima volta da quando aveva
intrapreso quel viaggio, che si era presto rivelato un autentico salto
nel
buio, la giovane si sentiva finalmente pervasa da un fulgido lampo di
speranza.
Cominciò a credere realmente nella salvezza.
RECENSITE, MI RACC!
EHI CIAO A TUTTI!!!! Spero vi sia piaciuto quanto avete letto finora :) Se avete letto tutto, vi ringrazio per la vostra attenzione :) mi piacerebbe sapere che cosa ne pensate del mio lavoro, basta anche un semplice commento, un'impressione... va bene tutto! Non siate timidi! Io ci conto, eh? Sto cercando di migliorare il mio stile, perciò ho bisogno di tante recensioni!! Non fatele mancare!!! |