Resta e combatti, io combatterò insieme a te. di 883 (/viewuser.php?uid=57929)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 1 *** 1_prologo ***
RESTA
E
COMBATTI, IO COMBATTERò CON TE.
Osservo la
mia immagine riflessa nello specchio. Il
rossetto rosso alle labbra, la matita intorno agli occhi. Perfetto.
Indosso i
tacchi dodici centimetri neri, sistemo
velocemente il bustino che mi fascia la vita e mi porto dietro la
grande tenda
rossa esattamente al centro, che divide il palcoscenico dal retroscena.
Indosso la
maschera d’argento come ultimo tocco.
Sento gli
applausi della gente provenire da dietro
la tenda. Il presentatore ha appena annunciato il mio numero e come al
solito
urla e fischi di approvazione giungono da quegli uomini seduti al
tavolo che
aspettano soltanto di vedermi. Molti sono ubriachi, alcuni sono qua
perché la
loro vita è una merda e non hanno altro da fare, alcuni sono
giovani, troppo
giovani, solo in cerca di avventure, alcuni magari fuori da questo
posto hanno
una vita, una famiglia, ma stasera non gli importa, stasera sono qua e
quello
che succede qua dentro, rimane qua dentro, ma tutti e dico tutti sono
là ad
aspettare che io appaia sul palcoscenico e metta il mio corpo in
mostra, come
un oggetto. È squallido lo so, ma loro sono là
per questo e come faccio a
deluderli?
La tenda
rossa si alza, noto un riflettore puntato
su di me che quasi mi acceca, ormai ci ho fatto l’abitudine
3…2…1…Anche
stasera si va in scena.
Il red
light, una villa appena fuori città,
all’entrata vi è il locale, un locale a luci rosse
dove ballerine come me si
esibiscono, usano il loro corpo per guadagnare un po’ di
soldi, ma poi a una
certa ora tutto si spegne, su un grande vaso all’inizio del
corridoio centrale
vi stanno la chiavi di tutte le stanze, il cliente pesca e va a vedere
chi sarà
tra le ballerine che gli farà compagnia stanotte.
La stanza
in cui sto ora è semplice, tende
trasparenti che danno su un balcone e un grande letto matrimoniale
bianco al
centro.
-Però,
i gestori del locale trattano bene i loro
clienti.- Guardo l’uomo che ha parlato. Dev’essere
sulla trentina, una puzza di
alcool addosso impressionante, barba appena appena accennata, giacca e
cravatta, un po’ allentata naturalmente. Deve essere un
ragazzo per bene,
perché si deve rovinare così la serata? Non
poteva andare al cinema con gli
amici.
Poi mi
guardo intorno, sì effettivamente ha
ragione, il posto è bello, non ci faccio neanche
più caso ormai.
Mi siedo
sopra e faccio segno all’uomo di venirmi
incontro.
Lui si
siede accanto a me e mi guarda.
-Voglio
fare due chiacchiere con te prima di darci
da fare, sai voglio almeno un minimo conoscere la ragazza con cui passo
la mia
ultima notte da single, domani mi sposo.- mi dice sorridendo malizioso.
Io alzo le
sopracciglia e sospiro.
-Sai, gente
come te mi spinge ancora di più a
credere che l’amore non esiste.- dico sussurrando.
Scoppia a
ridere.
-E
perché mai mi dici questo? Io amo la mia
fidanzata.-
-Se la
amassi veramente adesso saresti a casa a
pensare alla giornata che ti aspetto domani, non in questo posto con
me.- dico
sempre con molta tranquillità.
-è
l’ultima notte che lo potrò fare, dopo di che
sarò suo a tutti gli effetti. Strano però che
proprio tu mi parli di amore,
come mai non ci credi?-
-Perché
tutte le persone che amo prima o poi se ne
vanno, l’amore è questo, una grandissima
fregatura, creata solo per fare
soffrire la gente.- rispondo guardando fuori dalla finestra. Si
è alzato un
filo d’aria che ha scostato le tende, lasciando intravedere
la luna. Com’è
bella la luna, mi ha sempre affascinato questa palla luminosa, quando
ero più
piccola credevo che la luna stesse in cielo per far capire agli uomini
che
anche se intorno a noi c’è il buio più
totale, una piccola speranza di luce
c’è. Un tempo lo credevo, ora invece ho capito che
la luna è lì solo perché è
il satellite della terra, nulla più.
-è
normale che gli amori finiscano, ma quindi anche
tu ti sei innamorata una volta giusto?- mi domanda l’uomo
scuotendomi dai miei
pensieri.
-Sì,
tre anni fa, credevo di essermi innamorata, si
chiamava Nicolas, aveva cinque anni più di me, aveva portato
confusione nella
mia vita per tutta una storia di mio padre, ma comunque credevo di
amarlo, sai
sono sempre stata abituata che tutto quello che volevo lo ottenevo, ma
con lui
non è stato così, se ne è andato prima
che potessi capire se davvero lo amavo.-
-è
per superare una delusione d’amore quindi che ti
trovi qui?- mi domanda.
Sorrido
malinconica.
-No.- dico
scuotendo la testa per poi tornarmene
zitta.
-Come mai
ti fai chiamare la divina? È il tuo nome
d’arte? Ha un significato o una semplice forma di auto
elogio?- mi domanda,
quanto è curioso sto tipo, sembra un bambino che fa sempre
domande, strano però
perchè qua la bambina sono io.
-Ha un
significato.- rispondo fredda.
-Me lo vuoi
raccontare?-
-Mi sembra
così infantile raccontarlo ora, ma un
tempo era tutto per me, le divine sono il mio gruppo nella classe di
musical a
scuola. Io, Pia, Luciana e Caterina. Siamo le migliori, o almeno lo
eravamo.
Ottenevo sempre quello che volevo quando credevo nelle divine, quando
credevo
in me stessa. Ma poi tutto è svanito.- rispondo senza
rendermene conto, dando
voce ai miei pensieri.
-Aspetta un
momento, a scuola? Ma quanti anni hai?-
-Diciotto,
sto finendo le superiori.-
Mi guarda
sbalordito, è il primo a conoscere la mia
età, nessuno me l’aveva mai chiesta. Me lo
aspettavo che prima o poi qualcuno
me lo chiedesse, d’altronde sono qua da già un
mese e mezzo.
-Ma stai
scherzando? Cosa ci fa qua una ragazzina
come te?-
-Scappo da
un mondo che mi porta troppi ricordi
dolorosi, non mi sembrava che mi considerassi una ragazzina prima,
quando ero
sul palco.- dico con tono estremamente sexy.
Sorride
malizioso. Sapere la mia età non l’ha
fermato. Il mio cuore accelera i battiti dalla paura, ma ormai ci ho
fatto
l’abitudine ad avere questa paura ogni notte, quando lo
sguardo di sconosciuti
passa su tutto il mio corpo, facendomi sentire sporca, ma
d’altronde quando ho
iniziato questo lavoro lo sapevo fin dall’inizio che sarebbe
stato così.
-Divina,
perché sei qua?- mi chiede tornando serio.
Una lacrima
traditrice scende dal mio viso, ero qua
per non ricordare, almeno la notte. Dormire mi era diventato
impossibile,
vivere pure, qui ho trovato il mio rifugio da quel mondo che mi
è diventato
stretto. Flash passano nella mia mente, immagini che vorrei
dimenticare, prima
di un mondo felice, tutto rose e fiori, poi il buio più
totale. Do voce ai miei
pensieri, da troppo non lo faccio, da troppo non esterno il mio dolore
con
qualcuno.
-Sai fino a
tre anni fa la mia vita era perfetta:
ero la più bella e popolare della scuola, avevo una madre,
un fratello, uno zio
fantastico, un gruppo di amiche, una migliore amica dolcissima, per un
periodo
credevo di poter avere anche Nicolas. L’unica cosa che mi
mancava era un padre,
ci stavo male, ma dentro di me credevo o perlomeno speravo che un
giorno
l’avrei rivisto. Quando Nicolas se ne è andato ho
sofferto per un periodo, ma
poi mi sono ripresa, fino a quando mia madre non è finita in
carcere, aveva
fatto molte cose brutte nella sua vita, mi voleva bene, ero il suo
pulcino, ma
era troppo ossessionata dai soldi. Io e mio fratello siamo stati
affidati a
nostro zio Fito, la gente però iniziò a guardarmi
male e criticarmi, dovevo
incidere un disco, ma questo episodio mandò a monte tutto,
non avrebbe mai
fatto successo il disco della figlia di due carcerati. Sono passata
sopra a
questa cosa, c’era Patty a farmi forza e anche le mie amiche
anche se vedevo
che mi guardavano in maniera diversa, ma soprattutto c’era
mio zio Fito, la
persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto,
sapeva sempre farmi
tornare il sorriso,mi trattava come una figlia. La vita non era
più come prima,
ma dovevo rendere fiero di me mio zio, dovevo andare avanti per lui e
questo
durò per due anni, ma qualche mese fa sconvolse la mia vita.
Avevo da poco
compiuto diciotto anni, era un pomeriggio di settembre, ero nel teatro
della
scuola a provare la coreografia con le altre divine quando arriva
Leandro, il
padre della mia migliore amica, con una faccia seria, mi chiama in
parte e in
quel momento rovinò la mia vita. Zio Fito è morto
in un incidente stradale, un
camion gli ha tagliato la strada. Da quel giorno andavo avanti, ma non
avevo
più stimoli a continuare, non avevo più
motivazioni, in quanto maggiorenni io e
mio fratello potevamo benissimo vivere da soli, Leandro ci
lasciò la casa e per
un po’ di tempo mio fratello cercò di comportarsi
da adulto, in modo
responsabile, di andare avanti, di prendersi cura di me, si
trovò un lavoro, ma
in due non ce la facevamo a sopravvivere, i costi erano sempre troppo
alti e
non volevamo più chiedere niente a Leandro. Mio fratello un
giorno scoppiò, era
esausto, da quel giorno torna tutte le sere a casa ubriaco, ha
allontanato la
sua fidanzata da lui, non può continuare così. Io
ho iniziato ad odiare la mia
migliore amica, lei ha una vita perfetta, una madre, un padre, delle
amiche,
può vivere tranquillamente la sua adolescenza e
così ho perso pure lei. Nessuno
sa cosa faccio la notte e nessuno deve saperlo. Dovevo trovare un modo
per
portare a casa abbastanza soldi da permettere a me e Fabio di vivere,
dovevo
trovare un modo per distrarmi, per non pensare più alla mia
vita. Sono finita
con l’allontanare tutte le persone che mi volevano bene, mi
sono chiusa in me
stessa e sono diventata più perfida di prima, una sola cosa
ho capito: la vita
è imprevedibile, un attimo sei in paradiso, il minuto dopo
sei all’inferno.-
Ormai non
riesco più a frenare le lacrime, ricordare
fa male, malissimo, mi fa lacrimare il cuore, ho bisogno di sentirmi
amata, di
sentirmi bene, anche se sarà solo un illusione, se domani
tornerò alla mia vita
orribile, devo frenare il mio cuore che si sta rompendo,
perché il cuore è
fragile come un cristallo, una volta rotto non può
più tornare come prima si
può aggiustare, ma qualche scheggia sfugge sempre.
Fine
capitolo.
Ciao a
tutti, mi è venuta l’ispirazione per questa
storia. È molto diversa dalle altre che ho scritto, ma spero
vi possa piacere
ugualmente. Naturalmente il pairing è niconella, Nicolas
entra in scena nel
prossimo capitolo. Questo primo capitolo è un po’
duro, ma ho immaginato come
sarebbero Antonella e Fabio se tutto questo fosse successo, insomma ho
provato
a cambiare prospettiva, nel mondo di patty ci fanno vedere sempre tutti
allegri
e spensierati, io ho immaginato una situazione un po’
diversa. Spero che il
primo capitolo vi piaccia.
Un bacio.
Gaia
|
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Capitolo 2 *** 2 ***
Ormai
sono le quattro,
esco dal locale e mi accendo una Winston blu. Inspiro il fumo che mi va
nei
polmoni e come al solito una sensazione gradevole mi pervade, mi
rilassa. Butto
fuori il fumo che prima si trovava dentro di me, magari potessi buttare
fuori
così facilmente i problemi. Finisco la sigaretta e mi
incammino verso casa. Ho
circa venti minuti di strada a piedi, ma non mi pesa farli, adoro
camminare a
quest’ora, quando tutti sono a dormire e nella
città regna un silenzio irreale,
puoi lasciarti andare, puoi piangere senza che nessuno ti senta, puoi
ridere
quando ti pare, insomma fantastico. Metto una cuffia
dell’i-pod nell’orecchio e
scelgo una canzone a caso.
I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone
I walk this empty street
On the Boulevard of Broken Dreams
Where the city sleeps
and I'm the only one and I walk alone
Ormai
faccio questa
strada tutte le notti, so dove inizia, so dove finisce. Al mio ritorno
inizia
in quel mondo che nessuno sa frequento e che nessuno deve sapere, quel
mondo
che mi permette di vivere, quel mondo che mi ha fatto piangere, che mi
fa
schifo, ma che purtroppo è fondamentale ormai per me.
Finisce in quel mondo che
adoravo fino a qualche tempo fa, che finora però mi ha
portato solo lacrime e
tristezza, quel mondo che sta per arrivare alla fine, quel mondo che
oggi c’è, domani
chi lo sa?
I walk alone I walk
alone I
walk alone I walk a...
My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'Til then I walk alone
Cammino
sola, si
cammino sola, sono sempre sola ormai, solo la mia ombra mi fa
compagnia, tra
qualche ora anche lei mi abbandonerà. Si ogni tanto spero
che qualcuno mi venga
a prendere, come succede alle principesse delle fiabe, che mi prenda in
braccio
e mi porti via con sé, ma quelle sono solo favole, nella mia
realtà nessuno
verrà mai a prendermi, l’unica persona che vorrei
avere accanto ora si trova in
cielo, mi sta guardando da lassù, io lo so, e so anche che
non vorrebbe facessi
tutto questo, ma zio, non sapevo più dove andare,
è stato il dolore a condurmi
in questa vita odiosa.
I walk alone
I walk alone
I walk alone
I walk a...
Basta,
mi strappo la
cuffia dall’orecchio, sto versando troppe lacrime, proprio
questa canzone mi
doveva capitare, è inutile che continui a ripetermelo, lo so
che sto camminando
sola nel viale dei sogni spezzati.
Apro piano la porta. Mio fratello sta dormendo nel divano lo sento
sussurrare
il nome di Tamara, la sua ex fidanzata, deve mancargli molto. Beato lui
che ha
conosciuto il significato della parola amare almeno una volta nella sua
vita.
Salgo
a farmi una
doccia e l’acqua calda mi scende lungo il corpo lavandomi via
almeno in parte
quella sensazione di schifo che mi sento addosso dopo essere stata con
qualcuno
che non amo.
Mi
butto a letto e
chiudo gli occhi, domani è un altro giorno.
-Anto
sveglia sono le 7
e mezza, e dai dormigliona, sarai andata a letto alle 9 se tutto va
bene ieri
sera. Su.-
La
voce irritante di
mio fratello mi interrompe il fantastico sonno che sto facendo.
-Fabio
non rompere.-
mugulo nel sonno.
-Ti
lascio la colazione
sul tavolo.-
Apro
gli occhi. Ho
dormito due ore come al solito, oggi mi toccherà andare a
letto appena torno da
scuola. Con mio fratello la mattina è così,
facciamo finta che tutto vada bene.
Lui sa che io so che lui si ubriaca, ma non ne abbiamo mai parlato
apertamente,
preferiamo lasciare tutto così, un giorno forse troveremo il
coraggio di
guardare in faccia la realtà insieme.
Mi
alzo e mi preparo
velocemente. Arrivo a scuola.
-Hello
honey.- dico
salutando le divine.
-Hi
Anto, ti vedo
stanca.- mi dice Pia.
-Ah
ho passato tutta la
sera a provare la coreografia per tango lloron, mi sembra sempre
più perfetta.-
-Sono
anni che la
proviamo, ci credo che ti sembra perfetta.- mi dice Pia odiosa come al
solito.
-Da
andiamo a lezione
sennò facciamo tardi.- ci interrompe Caterina vedendo che le
parole di Pia mi
avevano dato alquanto fastidio, ma come si permette di criticarmi lei,
lei che
non è mai stata mia amica, lei che pur essendo stata perfida
quanto me non ha
mai dovuto soffrire nella vita.
Entriamo
nella classe
di musical e il professore Barcaroli invita le popolari a salire sul
palco. Da
quando mio zio non c’è più Emilia
è tornata dal suo stage a New York per
riprendere a lavorare qua.
Patty
sale sul palco,
Patty, la mia prima, vera e unica migliore amica. Che era purtroppo, ma
a me
sta ben così, l’ho deciso io. Mi sono sempre
sentita superiore a lei, ma anche
in senso buono, quando aveva dei problemi io ero la sua spalla su cui
piangere,
ero quella che gli tirava su il morale, quella che la faceva sentire
una
divina, il mio orgoglio non mi ha permesso di invertire i ruoli, quando
sono
successe tutte queste cose ho preferito allontanarmi da lei, tanto ora
ha la
sua vita perfetta, quella che io non ho.
-Vorrei
dedicare questa
canzone a Antonella, con le speranza che prima o poi torneremo amiche.-
dice la
piccola papera sul palco.
-Antonella,
vuoi dire
qualcosa a Patty?- mi domanda Emilia.
-Si,
che lasci perdere,
che continui a stare nella sua vita perfetta, io non ne faccio parte.-
dico
freddamente.
-Ma
Antonella, perché
dici questo? Io ti voglio tanto bene.-
-Se
me ne volessi
veramente te ne staresti zitta e mi lasceresti in pace invece che
assillarmi
così.- dico urlando prima di uscire correndo
dall’aula. Me ne vado vicino alla
fontana della scuola. Sotto un albero. Almeno qua trovo un
po’ di sollievo, è
il mio posto preferito, ascolto il rumore dell’acqua nella
fontana e escludo
fuori il mondo intero. Lentamente chiudo gli occhi e mi addormento.
Sento
qualcosa salirmi
sulla gamba, apro gli occhi e vedo un ragno orribile che sta per
arrivare al
ginocchio.
Spalanco
gli occhi e mi
metto a urlare, sono letteralmente paralizzata.
-Antonella,
ma cos’hai
da urlare?-
-Un…un
ragno!-
Guido
scoppia a ridere
e mi toglie il ragno. Mi tranquillizzo un attimo e Guido si siede
accanto a me.
-Cosa
ci fai ancora
qua? Sono le due, le lezioni sono finite da un pezzo.- gli domando.
-Dovevo
parlare un
attimo con la preside, tu piuttosto come mai sei scappata dalla lezione
di
musical?-
-Patty
mi aveva fatto
arrabbiare.- esclamo mentendo, bè in parte è
vero, in parte sono stanca della
mia vita.
-Va
bene non vuoi
parlarne, Antonella non ti chiederò niente, ma ti conosco da
quando sei nata,
se hai bisogno d una spalla su cui piangere io sono qua sai.- mi dice
tenero
Guido.
È
vero lo conosco da
quando è nato, abbiamo giocato spesso da piccoli, i miei
genitori e i suoi
genitori erano molto amici, già i miei genitori,
chissà se ogni tanto mi
pensano, se ogni tanto io gli manco anche solo una piccolissima parte
di quello
che mancano loro a me. Dopo aver pensato questo non riesco a trattenere
le
lacrime. Guido mi prende e mi fa piangere sul suo petto cullandomi
dolcemente.
-Grazie
Guido.-
-Di
niente Anto.-
Sono
già le dieci di
sera, prendo su la mia borsa e esco. Fabio è seduto in
divano a guardare un
film.
-Dove
vai sorellina?-
mi domanda. Oddio, sono abituata che è sempre al bar quando
esco. Improvviso.
-Ho
trovato lavoro in
un bar appena fuori città.- dico sorridendo.
-A
quest’ora?-
-Si
è un pub.- mi
guarda strana ma poi sorride.
-Ecco
perché sei sempre
stanca di giorno!Divertiti!- mi dice sorridendo mio fratello.
Se
sapesse dove sto
andando, non mi direbbe così.
Arrivo
al locale e
entro nel mio camerino. Trovo il baby doll nero trasparente attaccato
accanto
allo specchio. Lo indosso e mi guardo. I miei occhi iniziano a
lacrimare, non
voglio più venire qua, voglio andarmene, voglio fare una
vita normale. Basta è
inutile che piango come una bambina. Qua mi pagano benissimo ed
è l’unico modo
per poter finire di pagare la retta di quest’anno della
scuola e per fare
mangiare me e Fabio. Se non venissi qua probabilmente non saremo stati
in grado
i andare avanti. Devo sacrificarmi, ho dovuto sacrificare la mia
verginità ,
devo sacrificare il mio corpo, sentirmi sporca, ma non mi importa,
voglio che a
mio fratello non manchi niente, tentando di prendersi cura di me si
è rovinato,
ora tocca a me. Copro i miei occhi lucidi con la maschera argento, non
voglio
che la gente veda il mio viso, che poi per strada mi riconosca. Il
presentatore
annuncia come al solito il mio numero. La tenda rossa si spalanca e
inizio a
ballare sensualmente “you can leave your hat on”.
Faccio passare il mio sguardo
tra il pubblico, scendo, ballo vicina ad alcuni di loro, mi struscio
contro,
risalgo sul palco. Un uomo mi viene vicino a ballare e io ballo con lui
per un po’,
lo assecondo, dopo un po’ scende e sale un ragazzo spinto da
un signore. Un
ragazzo stupendo, castano chiaro, occhi verdi penetranti, sembra un
angelo, un
momento, ma io lo conosco: è Nicolas.
Cosa
ci fa a Buenos
Aires? È stato spinto da un signore più adulto,
dev’essere suo padre. Sorrido
inconsapevolmente. Mi fa piacere che abbia ritrovato suo padre. Mentre
formulo
questi pensieri mi si avvicina e io inizio a ballargli vicino, speriamo
non mi
riconosca.
Appoggia
le mani sui
miei fianchi e avvicina la sua bocca al mio collo per poi salire e
sussurrarmi.
-Io
ti ho già visto da
qualche parte.- mi dice con quella sua voce che mi ha sempre
affascinato.
-Nei
tuoi sogni forse.-
dico io sensualmente.
-No,
nella realtà,
naturalmente non puoi dirmi chi sei vero?-
-No.-
rispondo io
secca.
-Sarò
costretto a
scoprirlo da me allora, anche se una mezza idea ce l’ho, ho
sempre amato i tuoi
occhi, divina.-
Fine
capitolo.
Ciao
a tutte. La canzone
sopra è boulevard of
broken dreams dei green days. Spero che questo capitolo
vi sia piaciuto.
Forse non si capisce molto, ma Nicolas non ha scoperto che è
Anto, diciamo che
gliela ha fatta venire in mente, ma non crede sia veramente lei.
Un
grazie di cuore a:Ilary_Divina,
bulma4ever, Ashleyily95, Misty_Pan96 e GiuLy93 che mi avete fatto
venire voglia
di continuare questa storia. Siete fantastiche.
Un
bacione.
Gaia
|
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Capitolo 3 *** 3 ***
Premessa:
Buongiorno ragazzuole, allora forse non si sono capiti certi passaggi,
mi
dispiace, mi sa che sono stata poco chiara io, comunque, la storia tra
Nicolas
e Antonella non è arrivata al punto in cui la lascia per
Milagros, Nico se ne è
andato prima che si mettessero insieme, fate conto poco dopo il
matrimonio di
Bianca, in cui tutti e due iniziavano già a provare
qualcosa, ma non erano
ancora innamorati persi. Mentre nello scorso capitolo, Nicolas non ha
capito
che è Antonella, cioè gli sono venuti in mente
gli occhi di Anto, ma è
straconvinto che non sia lei. Scusate se non si era capito molto.
Buona
lettura.
Sbarro
gli occhi, come si ricorda i miei occhi, non mi avrà
riconosciuta. Fortuna che
stasera porto i capelli raccolti in uno chignon alto, li avrebbe
riconosciuti
subito sennò. Meglio che me lo faccio tutte le sere da oggi
in poi.
Fortunatamente la canzone finisce, il mio numero è finito.
Faccio
per andarmene ma Nicolas mi ferma per un braccio.
-Ti
va di bere qualcosa con me?- mi domanda. Non posso rifiutare,
è contro le
regole, bisogna accontentare in tutto i clienti. Quindi annuisco e ci
dirigiamo
verso il bancone del bar.
Mi
prende per mano e quando sento il suo tocco sulla mia pelle
rabbrividisco.
Brividi, era da un po’ che non li provavo. Di solito provavo
ribrezzo quando
gli uomini mi toccavano, con lui no, mi sento al sicuro per mano sua.
Sarà solo
un impressione dato che lo conosco già.
Ci
sediamo su due sgabelli e mi guarda come a chiedere cosa prendo.
-Un
Baileys.- rispondo io. Si volta verso il barista e gli dice.
-Un
Baileys e una birra media per favore.-
Il
barista inizia a preparare i nostri bicchieri, lui si gira a guardarmi.
-I
tuoi occhi.- dice in un sussurro.
-I
miei occhi?- chiedo io facendo la finta tonta.
-Si,
mi ricordano troppo quelli di una ragazza che avevo conosciuto da
queste parti
qualche anno fa.-
-Ah
si?- domando. –e ti piacciono?-
-da
morire.- mi dice sorridendo. Sorrido pure io un po’
lusingata, non sono più
abituata a qualcuno che mi faccia i complimenti, certo sono sempre la
migliore,
forse adesso un po’ meno, ma lo sono sempre e comunque. Ora
indago però, sono
due anni che non lo vedo e rivederlo così una strana
sensazione nello stomaco
mi provoca.
-O
ti piace la ragazza che ha gli occhi uguali miei?- domando sorridendo
un po’
furbetta.
Lui
sorride e si gira a guardare avanti, un punto fisso davanti a lui.
-Sono
due anni che non la vedo, non so che effetto mi farà
rivederla, mi dispiace ma
non posso risponderti.-
Faccio
una smorfia senza che lui mi veda, le mie facce sono solo mie e quindi
molto
riconoscibili, meglio evitare.
-Ma
cosa ci fai in un locale come questo?- ora voglio sapere tutto.
-Sono
venuto con mio padre, sai siamo appena arrivati in Argentina
perché lui è stato
spostato qua per lavoro, avevamo voglia di divertirci un po’
tra uomini. Ora
però sarà meglio che vada, mi starà
cercando e domani deve andare a lavorare, e
devo trovare pure io un lavoro. Ciao bellissima.-
Mi
dà un bacio sulla guancia e se ne va. Chissà
quando lo rivedrò.
Un
momento, prima ha detto che non sa che effetto gli farà
rivedere la ragazza con
gli occhi uguali ai miei, cioè Antonella, cioè io.
Sorrido,
quindi ha intenzione di venire a trovarmi. Perché sono
così contenta? Non devo
esserlo non devo affezionarmi troppo, finirei per starci male. Ma tanto
io sono
Antonella la the best, ho detto che non mi devo innamorare, e non lo
farò.
Vedo
il capo che mi fa segno di andare e mi dirigo verso di lui,
un’altra nottata
con uno sconosciuto mi aspetta e non capisco perché, ma
stasera mi sembra
pesare ancora di più.
Torno
a casa che sono già le quattro e mezza. Apro piano la porta
sapendo di trovare
mio fratello addormentato sul divano e non lo voglio svegliare.
-Antonella.-
Mi
spavento e guardo da dove proviene la voce. Fabio è seduto
sul divano, sano,
non ha gli occhi rossi e la voce impastata.
-Ciao
Fabio.- dico dolcemente sorridendo.
-Vieni
qui.- mi fa segno con la mano di sedermi accanto a lui. E io lo ascolto.
-Antonella,
sono stanco. Non voglio più comportarmi come sto facendo
ora, non è giusto nei
tuoi confronti, voglio rialzarmi e affrontare le difficoltà,
voglio
riconquistare Tamara, voglio trovarmi un lavoro, voglio ricominciare a
vivere.-
mi dice deciso e io mi slancio ad abbracciarlo.
-Sono
proprio contenta di sentirti parlare così Fabio. Non sapevo
come farti
smettere, ma ero sicura che prima o poi lo avresti capito da solo.- lui
sorride.
“Forse
un giorno riuscirò a farlo pure io.” Penso.
-Sai
sei stata te il mio esempio a cui mi sono aggrappato, il fatto che hai
trovato
lavoro, che hai saputo prenderti cura di entrambi sono fiero di te
Anto.-
“Se
sapessi cosa faccio per fuggire al dolore Fabio” vorrei
rispondergli, ma mi
limito ad annuire e sorridere.
-Sarà
meglio che andiamo a letto adesso però, sennò chi
si alza domani mattina.-
Gli
dico e insieme, per mano, andiamo verso il piano superiore. Sono
contenta di
aver ritrovato mio fratello.
Sono
passati due giorni dalla sera in cui ho rivisto Nicolas, una strana
allegria mi
aveva contagiato, che però è sfumata poco a poco.
Avevo capito che Nicolas mi
sarebbe venuto a trovare, la vera Antonella, ma non è stato
così, probabilmente
è già ripartito per andare in qualche posto
lontano. Succede sempre così,
appena provo un po’ di speranza, un po’ di
felicità, puff! Questa sparisce e
finisce per farmi stare ancora male. Avevo voglia di rivederlo, di
poter
parlare con lui, come Antonella si intende, ma forse lui non ne aveva
abbastanza voglia, il destino ci ha voluto dividere di nuovo,
com’è brutto il
destino.
Finisco
di mettere in cartella le ultime cose che mi servivano
dall’armadietto e mi
dirigo verso l’uscita di scuola.
-Anto,
oggi pomeriggio prove?- mi domanda Luciana.
-No,
sono stanca, facciamo un altro giorno.-
-Va
bene. A domani.-
Alzo
la mano in segno di saluto, non ho voglia di provare, ho bisogno di
dormire,
finirà per distruggermi questo lavoro, domani ho la serata
libera per fortuna.
Esco dal portone di scuola e passo per il cortile.
-Ehi
Antonella.-
Sorrido,
io questa voce l’ho già sentita qualche sera fa.
Mi volto con un brivido che mi
attraversa il corpo.
-Nicolas.-
Mi
fa il sorriso più dolce che io abbia mai visto e, cosa che
da molto tempo non
faccio, gli corro incontro ad abbracciarlo. Lui mi solleva e mi fa fare
due
giri, mi sento tanto una bambina, una bambina felice però.
È una bella
sensazione.
-Come
stai?- mi domanda.
-Bene,
ma tu cosa ci fai qua?- gli domando, lui non sa che io già
lo so quindi faccio
la finta tonta.
-Ti
va di andare a fare una passeggiata così ti racconto tutto?-
-Certo.-
Ci
avviamo verso il parco e lui mi prende per mano, sento le stesse
emozioni dell’altra
sera, il suo tocco caldo mi fa stare bene, mi fa sentire protetta, sono
contenta che sia qua.
-Allora,
comincia.- gli dico.
-Bè
quando me ne sono andato due anni fa, l’ho fatto
perché mio padre era stato
scarcerato e avevo una voglia immensa di rivederlo, ho perso tutti i
contatti
con voi di Buenos Aires e mi è dispiaciuto molto. Comunque
mio padre ha trovato
un lavoro onesto, abbiamo vissuto per due anni in Spagna, poi
è stato
trasferito qua e quindi eccoci qua. Non sono successi fatti
significativi in questi
anni, ho fatto vari lavori, mi sono divertito diciamo. Ora tocca a te.-
A
me invece ne sono successi di fatti significativi, sai sono la
ballerina-prostituta che hai incontrato al locale qualche sera. No non
posso
dirglielo, non mi guarderebbe più in faccia, l’ho
appena ritrovato, non posso
perderlo di nuovo.
-Allora,
dopo poco che te ne sei andata mia madre e i suoi complici sono finiti
in
carcere.-
Scoppia
a ridere, io lo guardo male, perché ride? Gli ho appena
detto una cosa
abbastanza orrenda e lui ride?
-Scusami
se rido Antonella, mi dispiace per te, era tua madre e dovevi volerle
un gran
bene, ma fidati che a vederli come una persona esterna quei tre erano
veramente
comici e ridicoli. Me li immagino in prigione.-
Si
effettivamente erano abbastanza stupidi quei tre, scoppio a ridere pure
io, era
da tanto che non lo facevo, Nicolas, dovevi proprio arrivare.
-Basta,
sistemiamoci i capelli.- dico prendendo in giro mia madre e lui scoppia
a
ridere di nuovo, stavolta più forte.
Quando
ci calmiamo un attimo tocchiamo quell’argomento di cui non
avrei mai voluto parlare.
-Non
sono cambiate tante cose allora, il mio amico Fito come sta? Mi
è mancato un
sacco.-
Mi
si stringe il cuore al solo nominare lo zio Fito. Non ne ho
più parlato con
nessuno, tutti sanno quanto mi faccia male, ma tu non lo sapevi Nicolas
e adesso
dovrò darti questa grande delusione.
-Adesso
sta bene credo. Spero sia felice.-
-Come
credi, non abita più con voi?-
È
troppo, le mie gambe non mi reggono più, sto per cadere a
terra, ma Nicolas mi
prende appena in tempo, mi sorregge per i fianchi. Scoppio a piangere
sul suo
petto e tra i singhiozzi riesco a sussurrare.
-Nicolas,
zio Fito è morto qualche mese fa.-
Ti
blocchi pure tu adesso, sento qualche lacrima raggiungermi , stai
piangendo anche
tu. Chissà cosa pensa la gente vedendo questi due ragazzi
piangere abbracciati,
non mi interessa, voglio stare sempre tra le tue braccia, dove mi sento
al
sicuro.
-Tutti
quelli a cui voglio bene se ne vanno.- riesco a sfogarmi con te. Mi
stringi più
forte.
-Adesso
sono qua Anto, e non me ne voglio più andare.-
Fine
capitolo.
Ciao
a tutte, leggere qualche niconella mi ha riportato ispirazione per
questa
storia. Spero vi sia piaciuto. Ringrazio di cuore: GiuLy93, bulma4ever,
Ilary_Divina, KissMe, namithebest, babi2007, ylenia cullen. Grazie
veramente di
cuore, prometto di aggiornare prima adesso, l’ispirazione mi
è magicamente
tornata!=)
Un
bacioo
Gaia
|
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Capitolo 4 *** 4 ***
4
Sono
seduta sul mio letto a
guardare vecchie foto insieme alle divine, oggi non ho scuola,
c'è sciopero e tutti i professori sono rimasti a casa quindi
noi
studenti abbiamo guadagnato un giorno di vacanza.
Ieri pomeriggio l'ho passato con Nicolas, sono stata benissimo, dopo
essermi sfogata tra le sue braccia, ci siamo raccontati altre cose,
abbiamo parlato dei vecchi ricordi ed è riuscito a farmi
sorridere nuovamente, era da tanto che non mi capitava di farlo. Sono
due giorni che ho lo stomaco chiuso, dicono sia l'amore che ti provoca
queste sensazioni, ma io non credo proprio, non devo affezionarmi
più a nessuno, finirei per soffrire, non voglio, non posso.
Guardo l'ora, è quasi mezzogiorno, ci voleva proprio un
giorno
di vacanza, ho potuto dormire qualche ora di più. Sorrido
guardando una foto di qualche anno fa a una festa in maschera: io, Pia
e Caterina. Sorrido perchè sono bei ricordi, ma ora come ora
le
detesto, le vorrei eliminare, le invidio. Si, è strano detto
da
quella che una volta era Antonella la the best, ma le invidio, loro
hanno la vita perfetta coi loro fidanzati, i loro genitori, e io? Io
devo fare la sgualdrina la notte per poter mangiare, non ho
più
una famiglia e non riesco più a provare affetto verso le
persone. Il telefono comincia a squillare.
-Pronto?-
-Anto sono Nicolas.- il mio cuore aumenta i battiti.
-Ciao Nicolas, dimmi.-
-Ascolta stavo pensando se ti va di pranzare insieme, dato che oggi non
hai scuola.-
-Va bene.-
-Ti passo a prendere tra mezzora?-
-Perfetto, a dopo.-
Riaggancio il telefono, ecco quella strana felicità che si
manifesta all'altezza dello stomaco, di sicuro è la fame.
Comincio a prepararmi, vado a farmi una doccia velocissima e mi vesto
in rapidità. Maglia a maniche corte bianca, pantaloni neri,
stivali bianchi col tacco, cerchiello sempre bianco tra i capelli.
Prendo su la borsa di Harrods e la giacca e esco in giardino.
Nicolas è già fuori che mi aspetta nella sua mini
azzurra.
-Ciao darling.- dico io.
-Ehi, stai benissimo.-
-Grazie. Allora dove andiamo a mangiare?- gli chiedo io sorridendo.
-Andiamo in un ristorante in centro, poi vorrei andare in un posto, ma
non so se te la senti di accompagnarmi.- mi dice serio.
-Dove vorresti andare?- gli domando.
-Ehm, ne parliamo dopo ok?-
Annuisco, anche se la curiosità dentro mi sta divorando.
Parcheggiamo la macchina all'inizio del centro e ci avviamo a piedi per
la zona pedonale. Parliamo e scherziamo del più e del meno,
finchè non arriviamo davanti un ristorante di lusso.
-Qua? Ma sei pazzo?- domando io.
-Perchè?- mi chiede.
-Ma è carissimo.- gli dico io.
-Vai tranquilla, offro io.- mi dice sorridendo.
-No, Nicolas, non occorre, cioè troviamo un posto meno
caro.- insisto.
-Antonella, ti ho invitata io e fai come dico io, anche
perchè
dobbiamo festeggiare.- mi dice andando avanti. Lo seguo incuriosita
sempre di più. Un cameriere ci viene incontro e ci fa
accompagnare a un tavolo per due.
-Nicolas cosa dobbiamo festeggiare?- gli domando.
-Ho trovato un lavoro qui in città.- mi dice sorridente come
non mai.
-Fantastico, vuol dire che resterai qua, ma che lavoro?- gli domando,
sono proprio contenta che abbia trovato un lavoro qua, vuol dire che
resterà in città per tanto o magari per sempre.
-Il modello.- eh bè mica fessi quello che l'hanno assunto.
Obiettivamente Nicolas è veramente un bel ragazzo.
Mangiamo sereni e tranquilli, mi racconta del nuovo lavoro che ha
trovato e io gli dico come va con le divine anche se ora non sono
più molto importanti per me.
Senza accorgercene arrivano le due e mezza e ci portano due fette di
millefoglie. Sto per scoppiare, ma questo è il mio dolce
preferito quindi penso di poter trovare uno spazietto.
-Allora dove vuoi andare dopo?- gli domando. Lui diventa
improvvisamente serio, mi prende le mani.
-Antonella, io vorrei andare a trovare tuo zio Fito in cimitero.-
Sbianco, non ci sono mai andata. Solo il pensiero della sua morte mi fa
ancora malissimo, non mi è proprio mai passato per la mente
di
andare, nonostante mi manchi tantissimo.
-Io non so se ce la faccio Nicolas.-
-Mi dispiace, ma per me è stata una persona veramente
importante, mi ha aiutato tantissimo, e voglio andare a salutarlo.
Antonella, secondo me aiuterà anche te, ti farà
capire
che comunque sia tuo zio è ancora dentro il tuo cuore che ti
protegge e ti aiuta ad andare avanti.-
Forse ha ragione, forse portare un fiore sulla tomba di mio zio Fito,
vedere il suo sorriso nella foto mi aiuterà a combattere
questo
dolore pazzesco che da sola non riesco a superare.
-Va bene, forse hai ragione tu.-
Mi fa un sorriso dolcissimo.
-Sono contento che hai deciso così.-
Finiamo in fretta di mangiare, Nicolas paga il conto e poi ci avviamo
alla macchina. Andando verso la macchina si ferma in una fioreria. Esce
con un mazzo di girasoli e una mano dietro la schiena.
-Girasoli?- gli domando divertita.
-Ma ti ricordi tuo zio Fito, Antonella? Mica possiamo portargli dei
crisantemi, si offenderebbe.- mi dice sorridendo.
-Si hai ragione.- dico ridendo, è la prima volta che parlo
di
zio Fito col sorriso, mi stavo quasi dimenticando che persone era,
sempre allegra e solare, lui di sicuro non accetterebbe quello che sto
facendo adesso.
-E queste sono per te.- da dietro la schiena tira fuori un mazzo di
calle bianche.
-Oddio, ma sono stupende Nicolas, sono divine.- Dico non riuscendo a
non sorridere.
-Le calle rappresentano bellezza e instabilità, per dirti
che ogni momento instabile che avrai, io sarò qua.-
-Grazie.- dico abbracciandolo di slancio. Finora questa è
una
delle giornate più belle che ho passato da un anno a questa
parte.
-Forza, andiamo.- Mi prende per mano e ci avviamo alla macchina.
In mezzora circa arriviamo al cimitero dove è sepolto zio
Fito.
Scendiamo dalla macchina ed entriamo.
-Ti ricordi dov'è la tomba Antonella?- mi domanda Nicolas.
Annuisco con la testa, non riesco a parlare. Mi guardo intorno e vedo
un sacco di volti sorridenti che quaggiù non ci sono
più.
Bambini, ragazzi, adulti, anziani. Sulla tomba di un ragazzo morto in
un incidente stradale vi è scritta una frase "Proteggimi da
lassù, angelo mio". Prendo la mano di Nicolas e inizio a
camminare verso la tomba di zio Fito. Cerco di ricacciare indietro le
lacrime, ma non ce la faccio mica. E ad un tratto mi sento tanto
stupida. Al mondo ci sono altri miliardi di persone che soffrono per la
perdita di una persona cara, ma non si comportano da codardi come ho
fatto io. Mi vantavo di essere tanto forte, in realtà sono
una
debole. Attorno a me altre persone piangono sulla tomba dei loro cari,
e io cosa ho fatto? Non ho mai trovato il coraggio di venire a dare un
saluto a mio zio, una delle persone per me più importanti.
Sto
piangendo come una stupida, ma accellero il passo.
-Antonella, se non te la senti torniamo indietro.- mi dice Nicolas.
-No, voglio andare da mio zio.- gli dico tra le lacrime.
Continuo a camminare finchè non arriviamo al capezzale di
mio zio Fito. Ormai sto piangendo col convulso. L'occhio mi cade sulla
foto col volto sorridente di mio zio, sorrido tra le lacrime, era da
tanto che non vedevo una sua foto o che rivedevo il suo volto da
qualche parte. Sulla tomba vi sono appoggiati dei crisantemi, deve
essere passato Fabio, o il professor Chicco.
-Ciao zio.- dico guardando la foto.
-Scusa se non sono mai venuta, hai visto chi mi ha portato fino a qua?
é tornato Nicolas.- non mi sento una stupida, so che
lassù mio zio mi sta ascoltando.
-Hai visto che bei fiori che ti abbiamo portato? Li ha scelti Nicolas,
perchè ricordano il tuo carattere, sai mi manchi tanto zio,
eri tutta la mia famiglia.- Non so se si riescano a capire le parole
che sto dicendo, perchè ormai ho il convulso.
-Lo so che ti sto deludendo zio, ma lo sto facendo per Fabio, per
riuscire a vivere, anche se non lo voglio fare.- dico cadendo in
ginocchio. Nicolas si inginocchia vicino a me e mi abbraccia. Mi
appoggio sul suo petto a piangere, ma riesco a sentire quello che dice.
-Ciao Fito, è da un pò che non ci vediamo. Mi
dispiace che non ci siamo più sentiti, ma stai tranquillo,
da adesso mi prenderò io cura di Antonella.-
Sorrido leggermente, sentirgli dire queste parole mi ha riempito il
cuore di gioia. Alzo il viso per guardarlo e con una mano asciugo le
lacrime che scorrono anche sul suo viso.
Ci giriamo verso la tomba e diciamo una preghiera.
-Ciao zio, ti voglio bene. Tornerò a trovarti, promesso.-
dico mentre ci alziamo per andarcene.
Usciamo in silenzio dal cimitero e saliamo in macchina.
-Grazie.- dico girandomi a guardarlo.
Lui mi sorride.
-Sei qua da un giorno e hai già fatto tantissimo per me.-
proseguo.
-Lo farei altre cento volte Antonella, d'altronde siamo stati mezzi
parenti per un pò.-
Sorrido, eh già, per un pò di tempo mia madre mi
aveva fatto credere che era il mio finto zio. Mi fermo a fissare questo
ragazzo che circa cinque anni fa credevo di amare, e ora la storia si
ripete, è qua da pochissimo, ma perchè mi sembra
già di amarlo moltissimo?
-Ehi, la giornata non è ancora finita, da quanto tempo
è che non vai a ballare?-
Lo stomaco mi si rigira, a ballare ci vado tutte le sere, ma non come
intende lui. Effettivamente sarà una vita che non vado in
discoteca e poi stasera ho la serata libera.
-Tanto.-
-Dai allora, ti passo a prendere alle 9 e mezzo.-
-Perfetto- dico sorridendo.
-Ma perchè fai tutto questo per me Nicolas?- gli domando
mentre stiamo andando verso casa mia.
-Perchè mi sto accorgendo di quanto mi sei mancata.-
Non dico niente, ma mi giro a guardare fuori dal finestrino con un
sorriso soddisfatto.
Sono le otto e mezza, quando sono tornata a casa mio fratello era
già via. Comincio a prepararmi per uscire con Nicolas. Non
so perchè, ma stasera voglio essere perfetta. Sono appena
uscita dalla doccia, friziono i capelli con l'asciugamano e li liscio
con spazzola e piastra. Indosso un vestito grigio a fascia, con la
gonna a sbuffo e con una cintura nera che stringe sotto il seno. Metto
le decoltè nere col fiocco, la pochette nera e sono pronta
ad uscire.
Ora che chiudo casa sono le nove e quarantacinque e Nicolas mi sta
aspettando impaziente.
Salgo in macchina e sto per parlare ma lui mi blocca.
-Ferma, lo so, le star si fanno sempre aspettare.-
Scoppio a ridere.
-Esattamente. Ciao comunque.-
-Buonasera signorina, ma com'è bella stasera.- mi dice
galante. Devo essere arrossita, anche lui sta benissimo. Ha una camicia
bianca con la giacca nera sopra e un paio di jeans stretti. Quanto
è bello.
Arriviamo ad una discoteca del centro, parcheggiamo ed entriamo.
La prima sorpresa della serata mi aspetta proprio una volta entrata.
Mio fratello è nella postazione del dj, insieme ad un famoso
dj che sta suonando. Sorrido, ha trovato un lavoro allora, e che
lavoro, il lavoro che ha sempre sognato. Sono contenta che sia andata
così bene a lui.
Ci portiamo in pista e iniziamo a ballare. NIcolas inizia a fare lo
scemo per farmi ridere ed io mi aggrego a lui. Ballando ci ritroviamo
sempre più vicini, le sue mani sono poggiate sui miei
fianchi e le mie braccia strette intorno al suo collo. Vedo i suoi
occhi verdi farsi sempre più grandi, si sta avvicinando
sempre di più, sto già per schiudere le labbra
quando...
-Antonella.- mi volto e vedo Caterina con Alan, Pia, Luciana, Gonzalo,
Guido e Giusy.
-Nicolas.- i ragazzi saltano addosso a Nicolas, d'altronde era
diventato il loro agente della band per un pò ed era da anni
che non lo vedevano, ma non potevano scegliere un altro momento per
arrivare, mannaggia a loro.
-Antonella, era da un sacco che non ti vedevamo in discoteca.- mi dice
Luciana.
-Avevo voglia di venire a ballare.- dico sorridendo.
-Finalmente per una sera siamo tutte e quattro come un tempo.- dice Pia
sorridendo. E non so perchè, ma improvvisamente tutti i
momenti passati con i miei amici iniziano a mancarmi. Inizio a ballare
con le mie amiche e dopo un pò ci raggiungono anche i
ragazzi. Guido mi viene vicino.
-Ti vedo più felice oggi.- mi dice sorridendo.
-Sai, la vita è strana, ti porta anche delle bellissime
sorprese a volte.- gli rispondo.
-Credo di capire a cosa ti riferisci Anto, sono contento per te.
L'amore arriva quando meno te lo aspetti.-
Sorrido e inizio a ballare con Guido, sotto gli sguardi malefici della
sua ragazza Giusy.
Circa alle tre usciamo dal locale, domani c'è scuola,
saranno tutti morti, io ormai sono abituata a questi ritmi. Saluto gli
altri e vado verso la macchina con Nicolas.
-Allora, divertita stasera?- mi domanda Nicolas.
-Un sacco, era da un pezzo che non passavo una serata del genere.- dico
sorridendo.
-Sono contento, anch'io mi sono divertito, ma non hai freddo solo in
vestitino?- mi domanda.
-Effetivamente si.-
-Tieni.- mi poggia la sua giacca sulle spalle, ma non toglie le braccia
dalle mie spalle.
-Grazie.- dico io sorridendo.
-Te l'ho già detto, per te farei questo e altro.- inizio
giocare con un bottone della sua camicia e quando alzo lo
sguardo vedo i suoi occhi verdi che mi gurdano e le sue labbra piegate
in un sorriso. Si sta per ripetere la scena di prima, ma purtroppo per
me si ripete tale e quale, perchè stavolta a interromperci
sono Luciana e Gonzalo.
-Ragazzi, scusate, ci hanno lasciato a piedi, non è che
avreste un passaggio?-
Domani devo ricordarmi di uccidere chi li ha lasciati a piedi.
Fine capitolo.
Scusate ma sono
molto di fretta. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci tengo
però a rigraziare:namithebest, bulma4ever,ylenia cullen,
GiuLy93 e Ilary_Divina.
Un bacio a tutte.
Gaia
|
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Capitolo 5 *** 5 ***
_5
Piccola
premessa: le due canzoni che troverete lungo il capitolo, per chi
volesse leggerlo ascoltandole sono un amico è cos' di Laura
Pausini e you make me wanna dei blue.
Buona lettura.
Mi alzo, finalmente una mattina
che mi sveglio con il sorriso. Stranamente non sono stanca,
sarà
perchè ieri è stata una giornata piacevole, non
stressante. Scendo a fare colazione, Fabio sta ancora dormendo, di
solito succede il contrario. Mi preparo un caffè e vado a
sedermi nei tavolini in giardino vicino alla piscina. Siamo ormai a
fine ottobre, e inizia a fare fresco, ma con i pantaloni della tuta e
una felpa sto benissimo. Mi siedo sulla sedia e appoggio i piedi
sull'altra, appoggiò il caffè sul tavolo e mi
accendo una
sigaretta. Mi trovo a pensare alla giornata di ieri. Essere andata alla
tomba di zio Fito è stato molto doloroso, ma mi ha aiutata a
capire che non sono l'unica che soffre a questo mondo, e che nonostante
tutto zio Fito rimarrà con me per sempre, basterà
ricordarlo dentro il mio cuore. Poi c'è Nicolas. Mi ha
sconvolto
la vita, è strano come certe persone arrivino e portino una
ventata di felicità nella nostra vita. L'ho rivisto da soli
due
giorni eppure mi sta facendo provare cose mai provate, mi sta facendo
vivere sensazioni nuove, mi sta facendo innamorare.
Sento aprirsi la porta, ed ecco uscire mio fratello con un
caffè in mano pure lui.
-Ehi sorellina.-
-Buongiorno.- rispondo.
-Ti ho vista al locale ieri sera. Non sapevo fosse tornato Nicolas e
soprattutto che foste così legati.- mi dice sorridendo.
-Ehi, ehi, ehi, prima di parlare di me sarebbe meglio che mi
raccontassi tu le novità, mi tocca scoprirlo da sola per
sapere
qualcosa.- dico sorridendo.
-Anto, non sai quanto sono felice, è un lavoro fantastico.
Ho
cercato sul giornale che cercavano un aiuto dj, un apprendista diciamo,
mi sono fatto avanti e mi hanno preso subito. Sono troppo contento, e
ho una buona notizia anche per te.-
-Sentiamo.- dico io incuriosita.
-Con quello che mi pagano non serve più che stai via fino a
tardi per lavorare in quel pub, puoi smettere di lavorare, o al
massimo, per le spese extra, un lavoro che ti richieda meno impegno. Ti
ho vista più stanca in questo periodo.-
Sorrido e mi butto ad abbracciare mio fratello. Un peso dallo stomaco
sembra essersene andato.
-Grazie, grazie, grazie Fabio, non sai quanto mi rendi felice.-
-Ehi, non ti piaceva proprio quel lavoro.-
Sorrido, no non mi piaceva per niente, lo facevo per noi, per andare
avanti, per sfuggire al dolore, ma adesso. Adesso è tornato
Nicolas, il mio fratellino è felice, ho ritrovato le mie
amiche,
le cose stanno andando meglio, che sia l'inizio di qualcosa di buono?
Mi ero ripromessa di non illudermi mai più, ma come faccio a
non
sperare in un futuro migliore se tutto si sta realizzando? Stasera
stessa darò le dimissioni.
-E in più, un altra grande notizia.-
-Sentiamo, ormai questa giornata può solo andare in meglio!-
dico sorridendo.
-Ieri sera io e i ragazzi abbiamo parlato con Nicolas, ci è
venuta voglia di riformare gli skratch, si torna a suonare!-
-Sono stra contenta per voi, fratellino è fantastico.-
This is a beautiful day!
Arrivo a scuola e saluto più calorosamente del solito le
divine.
Tutto ha preso colore oggi e il merito è del mio angelo,
Nicolas. Ci hai messo un pò ad arrivare però eh.
Non
riesco proprio a togliermi il sorriso dalla faccia.
Vedo Patty entrare a scuola con Giusy, stanno parlando e scherzando.
Che stupida sono stata, mi mancano un sacco le nostre chiaccherate, le
nostre cazzate, lei che mi dice di non farlo, e io che la sprono a
buttarsi un pò di più, a essere più
crudele.
Ho deciso, oggi deve essere il giorno perfetto, rivoglio la mia
migliore amica!
Finalmente dopo l'intervallo arriva la lezione di musical.
-Sorry, sorry, sorry, voglio richiedere la vostra attenzione per un
attimo. Professore vorrei cantare una canzone e fare una dedica,
posso?- domando al professor Chicco.
-Certo, perchè no?-
-Perfetto.-
Consegno il cd con la musica a Emilia e salgo sul palco, butto indietro
i capelli.
-Patty, questa è per te!- vedo comparire sul suo viso un
sorriso enorme.
È facile allontanarsi sai
Se come te anche lui ha i suoi guai
Ma quando avrai bisogno sarà qui
Un amico è così
Non chiederà nè il come
nè il perché
Ti ascolterà e si baterà per te
E poi tranquillo ti sorriderà
Un amico è così
Ho avuto tanti guai piccola Patty, eppure tu sei sempre stata qui per
me, hai provato ad aiutarmi, sono stata io a rifiutarmi,
però
nel mio cuore sapevo che tu per me ci saresti sempre stata, come io
c'ero quando avevi bsogno per la situazione di tuo padre.
E ricordati che finché tu vivrai
Se un amico è con te non ti perderai
In strade sbagliate percorse da chi
Non ha nella vita un amico così
Mi sono persa in strade sbagliate, ma perchè ho allontanato
l'unica vera amica che io abbia mai avuto. E sono stata stupida,
perchè non mi sono accorta di quanto era importante avere
un'amica come te.
Non ha bisogno di parole mai
Con uno sguardo solo capirai
Che dopo un no lui ti dirà di sì
Un amico è così
E ricordati che finché tu vorrai
Per sempre al tuo fianco lo troverai
Vicino a te mai stanco perché
Un amico è la cosa più bella che c'è
Ho detto no alla
tua amicizia
Patty, ma ora sono qui, perchè voglio recuperare il tempo
perduto, voglio recuperare le nostre chiaccherate, le nostre risate,
voglio recuperare la nostra amicizia. E sono sicura che non
c'è
bisogno di dire niente, capirai con questa canzone.
E infatti ti vedo scoppiare a piangere, salire di corsa sul palco e
abbracciarmi. A questo punto non posso non commuovermi pure io, mentre
in sala tutti cominciano ad applaudire.
-Possiamo uscire un attimo?- domando ai professori.
Annuicono, quasi in lacrime anche loro.
Usciamo dall'aula e ci andiamo a sedere sulla panchina del giardino
della scuola.
-Oh Patty, non sai quanto mi dispiace, sono stata proprio una stupida.-
-Non importa Antonella, non mi interessa, a me basta che siamo tornate
amiche,ma cosa ti ha fatto cambiare idea?- mi dice sorridendo,
è
fantastica.
-Nicolas, mi sa che mi sto innamorando, ieri ho passato una giornata
stupenda, sono andata a trovare mio zio in cimitero, e ho capito che
rinchiudermi in mè stessa non serviva a niente, e che sono
stata
una stupida e debole perchè non mi sono resa conto che non
ero
sola, che tu c'eri sempre per me e che mio zio è dentro il
mio
cuore e mi protegge da lassù.-
Patty sta versando più lacrime della fontana, mi abbraccia
di nuovo.
-Sono felice che l'hai capito finalmente.- mi dice.
-Forza torniamo dentro ora, che sennò saltiamo la lezione.-
dico sorridendo.
Ci stiamo avviando per mano a rientrare in classe, quando appena dentro
dal portone della scuola mi sento strattonare per un braccio. Mi volto
e incontro gli occhi di Nicolas.
-Ciao.- mi dice lui dolcemente.
-Ciao.- rispondo io.
-Bè Antonella, io ti aspetto in classe, ciao Nicolas.-
Farfuglia
Patty imbarazzata. Le faccio cenno di sì con la testa
sorridendo, poi mi giro verso Nicolas.
-Bè, che ci fai qua?- gli domando.
-Ti spio.- mi risponde.
-Mi spii?-
-Certo, ho visto la tua performance, vedo che hai mantenuto il tuo
talento, poi ti ho seguito in giardino, ma ho visto che stavi parlando
con Patty e ho aspettato.- mi dice.
Nel frattempo stiamo camminando nel giardino della scuola.
-Ma tu non hai sentito i nostri discorsi, vero?-
-Non ero molto lontano, per sbaglio potrei anche averli sentiti.- mi
dice sorridendo.
Sorrido imbarazzata, cavolo ho appena ammesso a Patty che mi sto
innamorando di Nicolas, e lui ha sentito tutto, oh mamma che
figuraccia. Lui però continua a sorridermi senza fare
niente, forse sono salva, avrà capito male.
-Bè che ci fai qua?- gli domando tanto per cambiare discorso.
-Sono qua perchè voglio invitarti ad uscire stasera.-
-Cavolo stasera no!- dò voce ai miei pensieri, ma me ne
pento immediatamente perchè mi guarda interrogativo.
-Perchè stasera no? Hai già un impegno?- mi
chiede. Bè tanto vale dire la verità.
-Vedi devo andare a dire al pub dove lavoro che mi licenzio.- dico
guardandolo tristemente.
-Bè ma scusa, se ti vuoi licenziare, per stasera puoi anche
saltare, chiama e datti in malattia.-
Sorrido, in effetti ha ragione, tanto io in quel posto sarà
l'ultima volta che ci metterò piede quindi posso anche
saltare per stasera senza avvisare nessuno.
-Dai Antonella è importante.- mi guarda con uno sguardo da
cucciolo bastonato, come posso dirgli di no?
-Va bene dai, farò come dici tu, ma perchè
è così importante?-
-Stasera lo vedrai. Alle nove sono da te.- mi dà un bacio
sulla guancia e se ne va, lasciandomi con una curiosità che
mi divora dentro.
Sono le otto e mezza, mio fratello è già uscito e
stranamente io sono già pronta. Stasera ho indossato un
tubino blu scuro semplice, abbinato alle scarpe col tacco alto. Vado in
bagno,un ultima spruzzata di chanel e sono pronta.
Esco ad aspettare Nicolas e intanto mi accendo una delle mie winston
blu. Il vizio del fumo non so se riuscirò a perderlo, ora
che tutto mi va bene, ormai ce l'ho e mi viene voglia. Ho iniziato
usandolo come metodo di sfogo, volevo farmi del male fisicamente in
qualche modo, per dimenticare il dolore interno e ogni occasione era
buona, dalle sigarette al lavoro che facevo. Ora vorrei smettere, ma un
vizio è difficile da togliere.
Vedo una mini azzurra arrivare e parcheggiare davanti casa, guardo
l'ora, sono solo le nove meno un quarto, cosa ci fa già qua?
-Ehi.- mi dice scendendo dalla macchina bello come al solito.
-Ciao, sei in anticipo.- gli dico.
-Anche tu.- mi risponde e inizia a guardarmi male.
-Cosa c'è?- gli domando.
-Guarda che il fumo diminuisce le capacità respiratorie.-
-Lo so.-
-Come fai a essere la migliore nel ballo dopo?-
Mi metto a ridere, queste sono le mie tipiche frasi, ma colgo comunque
una nota di rimprovero tra le sue parole. Spengo la sigaretta e salgo
in macchina.
-Allora dove andiamo?- gli domando.
-Al beautiful life.- mi risponde girandosi a guardarmi.
-Ma non è la discoteca dove siamo andati ieri sera?-
-Si, ma stasera c'è una novità.-
Mi sorride e io smetto con le domande, ma cominciamo a parlare del
più e del meno.
Finalmente arriviamo. Entriamo e come ieri sera trovo tutti i miei
compagni di scuola. Stavolta però sono proprio tutti o quasi.
-Ehi, cosa ci fate qua?- domando a Luciana.
-Anto, non lo sai?-
-Cosa?- domando.
-Gli scratch si sono riformati grazie a Nicolas, stasera dopo due anni
finalmente riprendono a suonare.-
Mi giro sorridendo verso Nicolas, allora era questa la sorpresa, ma lui
non c'è più dietro di me, ma dove si è
cacciato. Sto per andare a cercarlo, ma lo vedo salire sul palco,
quindi rimango con le mie amiche a sentirli cantare. Chissà
se hanno ancora le vecchie canzoni.
-Buonasera a tutti, gli skratch sono finalmente tornati. E cominceranno
con la loro nuova canzone, il testo è stato scritto da me e
lo vorrei dedicare a una persona speciale in questa sala. Ora vi lascio
all'ascolto, ecco a voi gli skratch.-
Ho la bocca spalancata mentre parlava, ma si stava veramente riferendo
a me? Ecco perchè ci teneva molto che io venissi. Non ci
posso credere.
You
know you make me wanna.
You know you make
me wanna.
To start it off I
know you know me
To come to think
of it, it was only last week.
That I had a dream
about us, oh.
That’s
why I am here, I'm writing this song.
To tell the truth
you know I have been hurting all along,
Someway let me
know, you want me girl.
Hai sognato di
noi, hai pensato a noi e hai deciso di scrivere questa canzone, questo
dici nel testo ed è la cosa più bella che potessi
fare veramente. A me bastava dedicassi un solo minuto del tuo tempo a
me, non un intera canzone.
Everytime you see
me what do you see?
I feel like I'm a
poor man and you’re the queen.
Oh baby, you're
the only thing that I really need.
Baby that's why
Vedo una persona
che sto iniziando ad amare, che solo ora capisco quanto mi è
mancata in questi anni che mi sei stato lontano. Io non sono una regina
senza un re accanto, e voglio che sia tu.
You make me wanna
call you in the middle of the night.
You make me wanna
hold you till the morning light.
You make me wanna
love, you make me wanna fall.
You make me wanna
surrender my soul.
I know this is a
feeling that I just can’t fight.
You’re
the first and last thing on my mind.
You make me wanna
love, you make me wanna fall.
You make me wanna
surrender my soul.
Sto piangendo come
un fontana ora, non pensavo di riuscire a commuovermi ancora, sei qua
da pochi giorni ma hai già cambiato tutta la mia vita,
chissà se io sono riuscita a cambiare la tua, con questa
canzone mi stai dicendo di si. Passo lo sguardo tra la gente del
locale, ma sono bassa e non vedo bene. Inizio a cercarti, ho bisogno di
parlarti, di chiederti perchè, di dirti che stai diventando
importante per me e sopprattutto ho bisogno di baciarti.
Well I know that
these feelings won’t end no, no.
They'll just get
stronger if I see you again.
Baby I'm tired of
being friends.
I wanna know if
you feel the same
And could you tell
me do you feel my pain?
Don't leave me in
doubt.
Everytime you see
me what do you see?
I feel like I'm a
poor man and you're the queen.
Oh baby, you're
the only thing that I really need.
And baby that's
why
Senti che questi
sentimenti non avranno fine, ma aumenteranno, lo stesso vale per me.
Non voglio più essere tua amica, voglio essere la tua
ragazza. Se riuscissi a trovarti te lo direi subito, tra le lacrime, ma
con un sorriso enorme stampato sul volto.
You make me wanna
call you in the middle of the night.
You make me wanna
hold you till the morning light.
You make me wanna
love, you make me wanna fall.
You make me wanna
surrender my soul.
I know this is a
feeling that I just can't fight.
You're the first
and last thing on my mind.
You make me wanna
love, you make me wanna fall.
You make me wanna
surrender my soul.
-Stai cercando qualcuno?-
Mi volto, sei tu.
Non so cosa fare, non so come comportarmi, riesco soltanto a sorridere
tra le lacrime e vederti più bello delle altre volte,
forseperchè ora so che anche tu provi qualcosa per me...
Non faccio in tempo a finire questi pensieri che sento le tue labbra
sulle mie e le tue mani sulla mia schiena che mi stringono a te.
Quando finalmente le tue
labbra
sfioravano le mie e mi stringevi teneramente a te, mentre i nostri
sguardi si incrociavano, pensavo che i battiti del mio cuore sarebbero
rimbombati ovunque, tanto che lo sentivo scalpitare dentro di me. Mi
mancava il respiro, ma non era ossigeno ciò di cui avevo
bisogno, eri solamente tu.
Perdo la cognizione del tempo, mi perdo nei tuoi occhi
verdi, mi
perdo nel tuo bacio, ma non mi perdo lontano da te perchè le
tue
braccia mi tengono stretta.
Vuoi vedere che mi sto innamorando di te, Nicolas?
Fine capitolo.
Buongiorno a
tutte. Io dovrei essere a studiare quindi perdonatemi se sono di fretta
e se magari incontrerete degli errori lungo il capitolo. La parte in corsivo non è stata scritta da me, ma l'ho presa su internet.
Ringrazio di
cuore: Alexiel94( ho controllato, scusa per l'errore. Comunque sono
passati circa due anni e mezzo diciamo.) GIuly93 e bulma4ever. Grazie
veramente di cuore. Ho notato che la gente che l'ha letta è
diminuita, se la storia non piace più, ditemelo che
così non la continuo.
Grazie comunque a
chi ha letto.
Un bacio.
Gaia
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Capitolo 6 *** 6 ***
_6
Non
riesco a staccarmi da te, o meglio non voglio, lasciatemi qua per
sempre, così, fermi in questo momento.
-Grazie..- riesco a sussurrare una volta che ci stacchiamo.
-Guarda che non era mica per te la canzone.-
Rimango un attimo ammutolita, o per meglio dire ci rimango proprio
male, la mia bocca deve aver abbassato gli angoli all'ingiù.
Eppure mi pareva fosse per me, mi sento confusa.
Nicolas mi guarda e scoppia a ridere.
Il mio cuore fa una capriola, stava scherzando.
Mi bacia di nuovo, stavolta con più passione.
-Andiamo fuori un attimo?- mi dice e mi prende per mano. Andiamo nel
giardino del locale e ci sediamo su una panchina. Mi siedo sulle sue
gambe.
-Devo dirti alcune cose.- mi dice.
-Si anch'io.-
-Da quando sono arrivato qua ho continuato a chiedermi come ho fatto a
stare per due anni senza di te, ma sopprattutto ho capito che stavi
diventando importante per me e che lo sei da due anni, semplicemente
avevo bisogno di rendermene conto. Ieri sera una volta tornato a casa
mi sono seduto in terrazza a guardare il cielo e ho scritto quella
canzone, lo penso veramente quello che ho scritto, l'ho scritto solo
per te.- sorrido per tutto il tempo rincuorata da queste sue parole,
che mi stanno veramente scaldando il cuore.
-Nicolas, io invece ti devo dire grazie, non so se ricordi come mi hai
trovata una volta arrivata qua, mi ero chiusa in me stessa, non vedevo
una via d'uscita, tu mi hai fatto ritornare il sorriso e penso sia
perchè anche tu stai diventando veramente importante per me.
Ti
voglio bene, Nicolas.-
-Anch'io Anto, moltissimo.-
Ci diamo un altro bacio lunghissimo, ma bello come gli altri.
-Ascolta io adesso dovrei andare a casa, che domani ho il mio primo
giorno di lavoro, dobbiamo fare gli scatti per una
pubblicità,
speriamo vada bene.- mi dice un pò preoccupato.
-Tieni.- mi tolgo dal collo la collana con la A di Antonella in oro
bianco che mi ero comprata ancora cinque anni fa, in un centro
commerciale con mia madre e gliela metto al collo.
-Ti porterà fortuna.- sorride e mi prende per mano.
-Grazie.-
Ci avviamo verso la macchina entrambi col sorriso stampato sulle labbra
e una strana voglia di stare insieme.
La mattina dopo arrivo a scuola un pò in ritardo, mi sono
svegliata giusta, ma me la sono presa con comodo, mi sembra di stare
sulla nuvole, non ho neanche fatto colazione.
-Ehi Antonella.- Patty mi saluta e mi viene incontro, mi sembra strano
essere tornata sua amica, ma è una stranezza bella.
-Ciao Patty. Dove stai andando?- le domando.
-A fare colazione in bar, vieni?-
-Oh perfect, non sono riuscita a farla a casa.-
Andiamo al bar della scuola, dove troviamo altri nostri compagni e dove
Carmen è impegnata a servire.
-Ciao ragazze, mi fa strano vedervi di nuovo insieme, ma sono
contenta!- dice con il sorriso sul volto, prima di andarsene per
portarci due tazze di cioccolata calda con due brioche.
-Allora, ti vedo contenta oggi.- mi dice Patty.
-Siii, ieri io e Nicolas abbiamo deciso di frequentarci, è
bellissimo, era da tanto che non provavo questo per un ragazzo.-
Patty mi prende le mani.
-Sono proprio contenta per voi.-
Carmen ci porta la colazione e iniziamo a mangiare.
-Mi è venuta un'idea fantastica, perchè non vieni
a
dormire da me stanotte? I miei genitori devono uscire, quindi saremo a
casa da sole fino a tardi.-
Cavolo, proprio stasera devo andarmi a licenziare in quel posto
orribile, e stavolta devo farlo, bè però non
dovrei
metterci molto, tanto devo solo dire che me ne vado.
-Va bene, ti dispiace se arrivo verso le dieci? Devo fare una cosa
prima.-
- No no perfetto.- mi dice Patty.
Finalmente suona la campanella, l'ultima ora era di storia, quest'anno
abbiamo gli esami, fortuna che è solo il primo quadrimestre,
è inizio novembre circa.
-Bè non si saluta più?- mi volto. Dietro di me
c'è Nicolas che mi guarda sorridendo.
-Ciao, non ti avevo visto.- lo abbraccio di slancio.
-Sono in pausa pranzo, poi devo tornare al lavoro.-
-Vieni a mangiare a casa mia no? Tanto Fabio va a mangiare con i
ragazzi del gruppo che poi fanno le prove.-
-Perfetto.-
Salgo in macchina e andiamo a casa mia.
-Allora, stasera ti va di uscire?- mi domanda Nicolas.
-Devo andare a dormire da Patty, mi dispiace, usciamo domani casomai,
ok?-
-Va bene piccola, tranquilla.-
Entriamo e ci facciamo una piadina, il frigo è
mezzo vuoto, Fabio doveva fare la spesa, ma deve essersi dimenticato.
Parliamo del più e del meno e come al solito con lui sto
benissimo.
A un certo punto guarda l'ora, sono le due del pomeriggio.
-Devo andare.- mi dice tristemente.
-Uffa, dai, non puoi stare un altro pò qua con me?- gli
domando.
-Vorrei.- dice dandomi un bacio.
-Però, ti ho portato una cosa.-
-Cosa?- domando incuriosita.
Dalla tasca dei pantaloni tira fuori un braccialetto d'argento,
sottile, con inciso Nicolas nella parte interna.
-Non è giusto che tu non abbia niente di mio.- mi dice
sorridendo.
-Grazie.- Me lo mette al polso e poi mi bacia, come solo lui sa fare,
come solo lui riesce a farmi perdere.
Sono le nove di sera.
Indosso il cappotto, finalmente è l'ultima volta che
andrò in quel postaccio.
Il cellulare suona, un nuovo messaggio, lo apro "Divertiti stasera, ti
penserò. Nicolas". Sorrido. Ecco la carica giusta, ora devo
andare là, mostrarmi divina e sfacciata come al solito e
dirgli
che non mi vedranno mai più.
Arrivo, cammino lungo il corridoio blu, nel retroscena, che
dà
su molte porte, su molti camerini diversi, su molte persone, su molte
vite, su molte storie diverse. Mi fa schifo camminare su questo
pavimento, sapere in che posto sono, ora che sto con Nicolas, non
voglio
più farmi del male, voglio solo stare bene insieme a lui.
Finalmente arrivo davanti a una porta con una targhetta dorata, con su
scritto "direzione".
Busso e dopo avere sentito una voce che mi invitava ad entrare, apro la
porta.
-Divina, spero tu sia qui per spiegare l'assenza ingiustificata di
ieri.-
Mi dice con un sorriso orrendo il mio capo, un uomo sulla quarantina, i
capeli bianchi tirati all'indietro, vestito di tutto punto, deve
guadagnare parecchio. Questa è la seconda volta che entro in
questo ufficio. La scrivania è al centro, con due sedie per
i
visitatori, alle pareti vi stanno quadri di artisti famosi, ai lati
della porta due body guard, vestiti di tutto punto e che indossano gli
occhiali da sole. Non appena entrano sento lo scatto di una serratura,
mi volto, hanno chiuso la porta a chiave. Non mi devo lasciare
intimorire.
-Certo, ho deciso di andarmene, non voglio più lavorare
qua.- dico guardandolo con superiorità.
Scoppia a ridere, e dpo un pò mi riguarda serio.
-Spero tu stia scherzando.-
-Mai stata più seria in vita mia.-
Fa un segno a uno dei due body guard, che non riesco ad interpretare,
fino a quando non sento un dolore pazzesco alla guancia. La sberla mi
fa traballare, perdo l'equilibrio e cado a terra. Il labbro inizia a
sanguinarmi.
-Non voglio più sentire parlare di questo argomento, vatti a
vestire e torna al lavoro.-
Mi rialzo, non capisco il gesto.
-Forse non ci siamo capiti, ho detto che io me ne vado, non
metterò mai più piede qua, e ora corro dalla
polizia a
raccontare tutto.-
Scatto verso la porta, dimenticandomi che è chiusa a chiave.
I
due body guard mi sono subito addosso,uno mi immobilizza le mani dietro
la schiena e mi stringe i polsi fino a farmi malissimo. Con le lacrime
agli occhi dal male mi rivolgo al capo.
-Mi vuole tenere qua in eterno?- domando.
-Oh no, voglio solo ricordarti una cosina, forse non hai notato, ma nel
contratto che tu hai firmato, in cui vi è scritto che lavori
da
cameriera, c'è una piccola riga, in basso a sinistra, dove
si
dice chiaramente che chi firma questo contratto si impegna a lavorare
in questo posto di lavoro per cinque anni, pena una piccola penale. Il
contratto è in regola, tu hai firmato, ora o lavori o io ti
faccio causa, e allora chi me lo paga il milione di risarcimento?
Paparino che è in prigione?- domanda con tono canzonatorio.
-Come fa a sapere di mio padre?- domando con un filo di voce, ditemi
che sto vivendo un incubo.
-Io so tutto di te, Antonella Lamas Bernardi, ho conoscenze in tutto
il mondo, ho spie, ho contatti. Non provare neanche a scappare, sarebbe
inutile, ah e ho sentito anche che l'unico familiare che ti
è
rimasto è tuo fratello più grande, Fabio giusto?
Lavora
da poco in un locale del centro, bè sarebbe meglio per la
sua
salute che ti presentassi al lavoro, tutte le sere a partire da oggi in
poi. Oh sono già le undici, va bene dai, per stasera puoi
andare, lo spettacolo sarà già iniziato. A
domani,
puntuale mi raccomando.-
Mi strattono via dalla presa del body guard e finalmente mi lasciano
andare. Me ne vado a testa alta, il mio orgoglio non mi permette di
piangere o abbassare lo sguardo, una volta uscita dal locale
però, scoppio a piangere. Tutte le speranze di essere felice
che
avevo sono crollate. Inizio a camminare verso casa di Patty, sono in
ritardo. Cammino velocemente, stasera mi fa paura camminare da sola,
forse perchè mi ero abituata ad avere qualcuno al mio
fianco. I
polsi mi fanno male, mi si sono formati gli ematomi e il labbro
è un pò gonfio, ma di sicuro fanno meno male del
mio
cuore spezzato. Come farò con Nicolas adesso?
Sarà come
tradirlo ogni sera, non posso dirglielo. Non voglio più
tornare
in quello schifo.
Arrivo davanti casa di Patty. Con qualcuno devo sfogarmi.
Suono il campanello.
Patty arriva ad aprirmi.
-Antonella, sei in ritardo.- mi accoglie sorridendo, ma poi il sorriso
le muore sulle labbra quando mi vede sconvolta come sono.
-Cos'è successo Anto?-
Mi slancio ad abbracciarla, ho bisogno di sentire qualcuno che mi
voglia bene.
-I tuoi sono a casa?- domando.
-No no, sono via. Entra.- entro nella nuova casa dei genitori di Patty.
Ci sediamo in divano e inizio a raccontargli tutto, tutta la
verità, alla fine della storia Patty è in
lacrime, arrivo
a raccontare anche di questa sera.
-Anto, ma è terribile, non puoi fare questo.-
-Ho scelta Patty? Io non ci voglio più andare.-
-E con Nicolas come farai?-
-Nicolas non lo deve sapere non vorrebbe più stare con me,
mi
inventerò che lavoro in un pub o da qualche parte, nessuno
deve
venirlo a sapere chiaro?- mi raccomando.
-Si vieni qua.- mi abbraccia di nuovo.
Mi scappa un piccolo gemito di dolore quando mi abbraccia.
-Non è che avresti del ghiaccio?- le domando.
-Oddio scusa, non me ne ero accorta, Antonella, non puoi più
tornare in quel posto orrendo, ti prometto che troveremo una soluzione
per non farti più andare là.-
La guardo e sorrido. Sono proprio contenta di avere fatto pace con lei.
Mi mette una garza sui polsi con della pomata e tengo per circa cinque
minuti il ghiaccio sul labbro, è già un
pò meno
gonfio.
-Forza, ora è meglio se andiamo a dormire, così
non pensi a queste brutte cose.-
-Vorrei tanto potermi svegliare domani e vedere che era tutto un
incubo.- dico con tono triste.
Andiamo in camera di Patty, mi metto nel materasso che aveva preparato
per me. Patty prende sonno subito, io non ce la faccio e per non stare
a pensare a quello che mi sta succedendo tiro fuori l'i-pod. Lo accendo.
Ti fermo alle luci al
tramonto e ti guardo negli occhi
E
ti vedo morire
Ti
fermo all’inferno e mi perdo perché
Non
ti lasci salvare da me
Nego
i ricordi peggiori
Richiamo
i migliori pensieri
Vorrei
ricordassi tra i drammi più brutti
Che
il sole esiste per tutti
Esiste
per tutti
Esiste
per tutti
Si
caro Tiziano, il sole esiste per tutti, peccato che il mio dramma
più brutto accade di notte.
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