Resta e combatti, io combatterò insieme a te.

di 883
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1_prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***



Capitolo 1
*** 1_prologo ***


RESTA E COMBATTI, IO COMBATTERò CON TE.

 

 

 

 

Osservo la mia immagine riflessa nello specchio. Il rossetto rosso alle labbra, la matita intorno agli occhi. Perfetto.

Indosso i tacchi dodici centimetri neri, sistemo velocemente il bustino che mi fascia la vita e mi porto dietro la grande tenda rossa esattamente al centro, che divide il palcoscenico dal retroscena.

Indosso la maschera d’argento come ultimo tocco.

Sento gli applausi della gente provenire da dietro la tenda. Il presentatore ha appena annunciato il mio numero e come al solito urla e fischi di approvazione giungono da quegli uomini seduti al tavolo che aspettano soltanto di vedermi. Molti sono ubriachi, alcuni sono qua perché la loro vita è una merda e non hanno altro da fare, alcuni sono giovani, troppo giovani, solo in cerca di avventure, alcuni magari fuori da questo posto hanno una vita, una famiglia, ma stasera non gli importa, stasera sono qua e quello che succede qua dentro, rimane qua dentro, ma tutti e dico tutti sono là ad aspettare che io appaia sul palcoscenico e metta il mio corpo in mostra, come un oggetto. È squallido lo so, ma loro sono là per questo e come faccio a deluderli?

La tenda rossa si alza, noto un riflettore puntato su di me che quasi mi acceca, ormai ci ho fatto l’abitudine

3…2…1…Anche stasera si va in scena.

 

Il red light, una villa appena fuori città, all’entrata vi è il locale, un locale a luci rosse dove ballerine come me si esibiscono, usano il loro corpo per guadagnare un po’ di soldi, ma poi a una certa ora tutto si spegne, su un grande vaso all’inizio del corridoio centrale vi stanno la chiavi di tutte le stanze, il cliente pesca e va a vedere chi sarà tra le ballerine che gli farà compagnia stanotte.

La stanza in cui sto ora è semplice, tende trasparenti che danno su un balcone e un grande letto matrimoniale bianco al centro.

-Però, i gestori del locale trattano bene i loro clienti.- Guardo l’uomo che ha parlato. Dev’essere sulla trentina, una puzza di alcool addosso impressionante, barba appena appena accennata, giacca e cravatta, un po’ allentata naturalmente. Deve essere un ragazzo per bene, perché si deve rovinare così la serata? Non poteva andare al cinema con gli amici.

Poi mi guardo intorno, sì effettivamente ha ragione, il posto è bello, non ci faccio neanche più caso ormai.

Mi siedo sopra e faccio segno all’uomo di venirmi incontro.

Lui si siede accanto a me e mi guarda.

-Voglio fare due chiacchiere con te prima di darci da fare, sai voglio almeno un minimo conoscere la ragazza con cui passo la mia ultima notte da single, domani mi sposo.- mi dice sorridendo malizioso.

Io alzo le sopracciglia e sospiro.

-Sai, gente come te mi spinge ancora di più a credere che l’amore non esiste.- dico sussurrando.

Scoppia a ridere.

-E perché mai mi dici questo? Io amo la mia fidanzata.-

-Se la amassi veramente adesso saresti a casa a pensare alla giornata che ti aspetto domani, non in questo posto con me.- dico sempre con molta tranquillità.

-è l’ultima notte che lo potrò fare, dopo di che sarò suo a tutti gli effetti. Strano però che proprio tu mi parli di amore, come mai non ci credi?-

-Perché tutte le persone che amo prima o poi se ne vanno, l’amore è questo, una grandissima fregatura, creata solo per fare soffrire la gente.- rispondo guardando fuori dalla finestra. Si è alzato un filo d’aria che ha scostato le tende, lasciando intravedere la luna. Com’è bella la luna, mi ha sempre affascinato questa palla luminosa, quando ero più piccola credevo che la luna stesse in cielo per far capire agli uomini che anche se intorno a noi c’è il buio più totale, una piccola speranza di luce c’è. Un tempo lo credevo, ora invece ho capito che la luna è lì solo perché è il satellite della terra, nulla più.

-è normale che gli amori finiscano, ma quindi anche tu ti sei innamorata una volta giusto?- mi domanda l’uomo scuotendomi dai miei pensieri.

-Sì, tre anni fa, credevo di essermi innamorata, si chiamava Nicolas, aveva cinque anni più di me, aveva portato confusione nella mia vita per tutta una storia di mio padre, ma comunque credevo di amarlo, sai sono sempre stata abituata che tutto quello che volevo lo ottenevo, ma con lui non è stato così, se ne è andato prima che potessi capire se davvero lo amavo.-

-è per superare una delusione d’amore quindi che ti trovi qui?- mi domanda.

Sorrido malinconica.

-No.- dico scuotendo la testa per poi tornarmene zitta.

-Come mai ti fai chiamare la divina? È il tuo nome d’arte? Ha un significato o una semplice forma di auto elogio?- mi domanda, quanto è curioso sto tipo, sembra un bambino che fa sempre domande, strano però perchè qua la bambina sono io.

-Ha un significato.- rispondo fredda.

-Me lo vuoi raccontare?-

-Mi sembra così infantile raccontarlo ora, ma un tempo era tutto per me, le divine sono il mio gruppo nella classe di musical a scuola. Io, Pia, Luciana e Caterina. Siamo le migliori, o almeno lo eravamo. Ottenevo sempre quello che volevo quando credevo nelle divine, quando credevo in me stessa. Ma poi tutto è svanito.- rispondo senza rendermene conto, dando voce ai miei pensieri.

-Aspetta un momento, a scuola? Ma quanti anni hai?-

-Diciotto, sto finendo le superiori.-

Mi guarda sbalordito, è il primo a conoscere la mia età, nessuno me l’aveva mai chiesta. Me lo aspettavo che prima o poi qualcuno me lo chiedesse, d’altronde sono qua da già un mese e mezzo.

-Ma stai scherzando? Cosa ci fa qua una ragazzina come te?-

-Scappo da un mondo che mi porta troppi ricordi dolorosi, non mi sembrava che mi considerassi una ragazzina prima, quando ero sul palco.- dico con tono estremamente sexy.

Sorride malizioso. Sapere la mia età non l’ha fermato. Il mio cuore accelera i battiti dalla paura, ma ormai ci ho fatto l’abitudine ad avere questa paura ogni notte, quando lo sguardo di sconosciuti passa su tutto il mio corpo, facendomi sentire sporca, ma d’altronde quando ho iniziato questo lavoro lo sapevo fin dall’inizio che sarebbe stato così.

-Divina, perché sei qua?- mi chiede tornando serio.

Una lacrima traditrice scende dal mio viso, ero qua per non ricordare, almeno la notte. Dormire mi era diventato impossibile, vivere pure, qui ho trovato il mio rifugio da quel mondo che mi è diventato stretto. Flash passano nella mia mente, immagini che vorrei dimenticare, prima di un mondo felice, tutto rose e fiori, poi il buio più totale. Do voce ai miei pensieri, da troppo non lo faccio, da troppo non esterno il mio dolore con qualcuno.

-Sai fino a tre anni fa la mia vita era perfetta: ero la più bella e popolare della scuola, avevo una madre, un fratello, uno zio fantastico, un gruppo di amiche, una migliore amica dolcissima, per un periodo credevo di poter avere anche Nicolas. L’unica cosa che mi mancava era un padre, ci stavo male, ma dentro di me credevo o perlomeno speravo che un giorno l’avrei rivisto. Quando Nicolas se ne è andato ho sofferto per un periodo, ma poi mi sono ripresa, fino a quando mia madre non è finita in carcere, aveva fatto molte cose brutte nella sua vita, mi voleva bene, ero il suo pulcino, ma era troppo ossessionata dai soldi. Io e mio fratello siamo stati affidati a nostro zio Fito, la gente però iniziò a guardarmi male e criticarmi, dovevo incidere un disco, ma questo episodio mandò a monte tutto, non avrebbe mai fatto successo il disco della figlia di due carcerati. Sono passata sopra a questa cosa, c’era Patty a farmi forza e anche le mie amiche anche se vedevo che mi guardavano in maniera diversa, ma soprattutto c’era mio zio Fito, la persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto, sapeva sempre farmi tornare il sorriso,mi trattava come una figlia. La vita non era più come prima, ma dovevo rendere fiero di me mio zio, dovevo andare avanti per lui e questo durò per due anni, ma qualche mese fa sconvolse la mia vita. Avevo da poco compiuto diciotto anni, era un pomeriggio di settembre, ero nel teatro della scuola a provare la coreografia con le altre divine quando arriva Leandro, il padre della mia migliore amica, con una faccia seria, mi chiama in parte e in quel momento rovinò la mia vita. Zio Fito è morto in un incidente stradale, un camion gli ha tagliato la strada. Da quel giorno andavo avanti, ma non avevo più stimoli a continuare, non avevo più motivazioni, in quanto maggiorenni io e mio fratello potevamo benissimo vivere da soli, Leandro ci lasciò la casa e per un po’ di tempo mio fratello cercò di comportarsi da adulto, in modo responsabile, di andare avanti, di prendersi cura di me, si trovò un lavoro, ma in due non ce la facevamo a sopravvivere, i costi erano sempre troppo alti e non volevamo più chiedere niente a Leandro. Mio fratello un giorno scoppiò, era esausto, da quel giorno torna tutte le sere a casa ubriaco, ha allontanato la sua fidanzata da lui, non può continuare così. Io ho iniziato ad odiare la mia migliore amica, lei ha una vita perfetta, una madre, un padre, delle amiche, può vivere tranquillamente la sua adolescenza e così ho perso pure lei. Nessuno sa cosa faccio la notte e nessuno deve saperlo. Dovevo trovare un modo per portare a casa abbastanza soldi da permettere a me e Fabio di vivere, dovevo trovare un modo per distrarmi, per non pensare più alla mia vita. Sono finita con l’allontanare tutte le persone che mi volevano bene, mi sono chiusa in me stessa e sono diventata più perfida di prima, una sola cosa ho capito: la vita è imprevedibile, un attimo sei in paradiso, il minuto dopo sei all’inferno.-

Ormai non riesco più a frenare le lacrime, ricordare fa male, malissimo, mi fa lacrimare il cuore, ho bisogno di sentirmi amata, di sentirmi bene, anche se sarà solo un illusione, se domani tornerò alla mia vita orribile, devo frenare il mio cuore che si sta rompendo, perché il cuore è fragile come un cristallo, una volta rotto non può più tornare come prima si può aggiustare, ma qualche scheggia sfugge sempre.

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutti, mi è venuta l’ispirazione per questa storia. È molto diversa dalle altre che ho scritto, ma spero vi possa piacere ugualmente. Naturalmente il pairing è niconella, Nicolas entra in scena nel prossimo capitolo. Questo primo capitolo è un po’ duro, ma ho immaginato come sarebbero Antonella e Fabio se tutto questo fosse successo, insomma ho provato a cambiare prospettiva, nel mondo di patty ci fanno vedere sempre tutti allegri e spensierati, io ho immaginato una situazione un po’ diversa. Spero che il primo capitolo vi piaccia.

Un bacio.

Gaia

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ormai sono le quattro, esco dal locale e mi accendo una Winston blu. Inspiro il fumo che mi va nei polmoni e come al solito una sensazione gradevole mi pervade, mi rilassa. Butto fuori il fumo che prima si trovava dentro di me, magari potessi buttare fuori così facilmente i problemi. Finisco la sigaretta e mi incammino verso casa. Ho circa venti minuti di strada a piedi, ma non mi pesa farli, adoro camminare a quest’ora, quando tutti sono a dormire e nella città regna un silenzio irreale, puoi lasciarti andare, puoi piangere senza che nessuno ti senta, puoi ridere quando ti pare, insomma fantastico. Metto una cuffia dell’i-pod nell’orecchio e scelgo una canzone a caso.

I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone

I walk this empty street
On the Boulevard of Broken Dreams
Where the city sleeps
and I'm the only one and I walk alone

Ormai faccio questa strada tutte le notti, so dove inizia, so dove finisce. Al mio ritorno inizia in quel mondo che nessuno sa frequento e che nessuno deve sapere, quel mondo che mi permette di vivere, quel mondo che mi ha fatto piangere, che mi fa schifo, ma che purtroppo è fondamentale ormai per me. Finisce in quel mondo che adoravo fino a qualche tempo fa, che finora però mi ha portato solo lacrime e tristezza, quel mondo che sta per arrivare alla fine, quel mondo che oggi c’è, domani chi lo sa?

I walk alone I walk alone I walk alone I walk a...
My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'Til then I walk alone


Cammino sola, si cammino sola, sono sempre sola ormai, solo la mia ombra mi fa compagnia, tra qualche ora anche lei mi abbandonerà. Si ogni tanto spero che qualcuno mi venga a prendere, come succede alle principesse delle fiabe, che mi prenda in braccio e mi porti via con sé, ma quelle sono solo favole, nella mia realtà nessuno verrà mai a prendermi, l’unica persona che vorrei avere accanto ora si trova in cielo, mi sta guardando da lassù, io lo so, e so anche che non vorrebbe facessi tutto questo, ma zio, non sapevo più dove andare, è stato il dolore a condurmi in questa vita odiosa.


I walk alone
I walk alone
I walk alone
I walk a...

 

Basta, mi strappo la cuffia dall’orecchio, sto versando troppe lacrime, proprio questa canzone mi doveva capitare, è inutile che continui a ripetermelo, lo so che sto camminando sola nel viale dei sogni spezzati.

Apro piano la porta. Mio fratello sta dormendo nel divano lo sento sussurrare il nome di Tamara, la sua ex fidanzata, deve mancargli molto. Beato lui che ha conosciuto il significato della parola amare almeno una volta nella sua vita.

Salgo a farmi una doccia e l’acqua calda mi scende lungo il corpo lavandomi via almeno in parte quella sensazione di schifo che mi sento addosso dopo essere stata con qualcuno che non amo.

Mi butto a letto e chiudo gli occhi, domani è un altro giorno.

 

-Anto sveglia sono le 7 e mezza, e dai dormigliona, sarai andata a letto alle 9 se tutto va bene ieri sera. Su.-

La voce irritante di mio fratello mi interrompe il fantastico sonno che sto facendo.

-Fabio non rompere.- mugulo nel sonno.

-Ti lascio la colazione sul tavolo.-

Apro gli occhi. Ho dormito due ore come al solito, oggi mi toccherà andare a letto appena torno da scuola. Con mio fratello la mattina è così, facciamo finta che tutto vada bene. Lui sa che io so che lui si ubriaca, ma non ne abbiamo mai parlato apertamente, preferiamo lasciare tutto così, un giorno forse troveremo il coraggio di guardare in faccia la realtà insieme.

Mi alzo e mi preparo velocemente. Arrivo a scuola.

-Hello honey.- dico salutando le divine.

-Hi Anto, ti vedo stanca.- mi dice Pia.

-Ah ho passato tutta la sera a provare la coreografia per tango lloron, mi sembra sempre più perfetta.-

-Sono anni che la proviamo, ci credo che ti sembra perfetta.- mi dice Pia odiosa come al solito.

-Da andiamo a lezione sennò facciamo tardi.- ci interrompe Caterina vedendo che le parole di Pia mi avevano dato alquanto fastidio, ma come si permette di criticarmi lei, lei che non è mai stata mia amica, lei che pur essendo stata perfida quanto me non ha mai dovuto soffrire nella vita.

Entriamo nella classe di musical e il professore Barcaroli invita le popolari a salire sul palco. Da quando mio zio non c’è più Emilia è tornata dal suo stage a New York per riprendere a lavorare qua.

Patty sale sul palco, Patty, la mia prima, vera e unica migliore amica. Che era purtroppo, ma a me sta ben così, l’ho deciso io. Mi sono sempre sentita superiore a lei, ma anche in senso buono, quando aveva dei problemi io ero la sua spalla su cui piangere, ero quella che gli tirava su il morale, quella che la faceva sentire una divina, il mio orgoglio non mi ha permesso di invertire i ruoli, quando sono successe tutte queste cose ho preferito allontanarmi da lei, tanto ora ha la sua vita perfetta, quella che io non ho.

-Vorrei dedicare questa canzone a Antonella, con le speranza che prima o poi torneremo amiche.- dice la piccola papera sul palco.

-Antonella, vuoi dire qualcosa a Patty?- mi domanda Emilia.

-Si, che lasci perdere, che continui a stare nella sua vita perfetta, io non ne faccio parte.- dico freddamente.

-Ma Antonella, perché dici questo? Io ti voglio tanto bene.-

-Se me ne volessi veramente te ne staresti zitta e mi lasceresti in pace invece che assillarmi così.- dico urlando prima di uscire correndo dall’aula. Me ne vado vicino alla fontana della scuola. Sotto un albero. Almeno qua trovo un po’ di sollievo, è il mio posto preferito, ascolto il rumore dell’acqua nella fontana e escludo fuori il mondo intero. Lentamente chiudo gli occhi e mi addormento.

 

Sento qualcosa salirmi sulla gamba, apro gli occhi e vedo un ragno orribile che sta per arrivare al ginocchio.

Spalanco gli occhi e mi metto a urlare, sono letteralmente paralizzata.

-Antonella, ma cos’hai da urlare?-

-Un…un ragno!-

Guido scoppia a ridere e mi toglie il ragno. Mi tranquillizzo un attimo e Guido si siede accanto a me.

-Cosa ci fai ancora qua? Sono le due, le lezioni sono finite da un pezzo.- gli domando.

-Dovevo parlare un attimo con la preside, tu piuttosto come mai sei scappata dalla lezione di musical?-

-Patty mi aveva fatto arrabbiare.- esclamo mentendo, bè in parte è vero, in parte sono stanca della mia vita.

-Va bene non vuoi parlarne, Antonella non ti chiederò niente, ma ti conosco da quando sei nata, se hai bisogno d una spalla su cui piangere io sono qua sai.- mi dice tenero Guido.

È vero lo conosco da quando è nato, abbiamo giocato spesso da piccoli, i miei genitori e i suoi genitori erano molto amici, già i miei genitori, chissà se ogni tanto mi pensano, se ogni tanto io gli manco anche solo una piccolissima parte di quello che mancano loro a me. Dopo aver pensato questo non riesco a trattenere le lacrime. Guido mi prende e mi fa piangere sul suo petto cullandomi dolcemente.

-Grazie Guido.-

-Di niente Anto.-

 

Sono già le dieci di sera, prendo su la mia borsa e esco. Fabio è seduto in divano a guardare un film.

-Dove vai sorellina?- mi domanda. Oddio, sono abituata che è sempre al bar quando esco. Improvviso.

-Ho trovato lavoro in un bar appena fuori città.- dico sorridendo.

-A quest’ora?-

-Si è un pub.- mi guarda strana ma poi sorride.

-Ecco perché sei sempre stanca di giorno!Divertiti!- mi dice sorridendo mio fratello.

Se sapesse dove sto andando, non mi direbbe così.

Arrivo al locale e entro nel mio camerino. Trovo il baby doll nero trasparente attaccato accanto allo specchio. Lo indosso e mi guardo. I miei occhi iniziano a lacrimare, non voglio più venire qua, voglio andarmene, voglio fare una vita normale. Basta è inutile che piango come una bambina. Qua mi pagano benissimo ed è l’unico modo per poter finire di pagare la retta di quest’anno della scuola e per fare mangiare me e Fabio. Se non venissi qua probabilmente non saremo stati in grado i andare avanti. Devo sacrificarmi, ho dovuto sacrificare la mia verginità , devo sacrificare il mio corpo, sentirmi sporca, ma non mi importa, voglio che a mio fratello non manchi niente, tentando di prendersi cura di me si è rovinato, ora tocca a me. Copro i miei occhi lucidi con la maschera argento, non voglio che la gente veda il mio viso, che poi per strada mi riconosca. Il presentatore annuncia come al solito il mio numero. La tenda rossa si spalanca e inizio a ballare sensualmente “you can leave your hat on”. Faccio passare il mio sguardo tra il pubblico, scendo, ballo vicina ad alcuni di loro, mi struscio contro, risalgo sul palco. Un uomo mi viene vicino a ballare e io ballo con lui per un po’, lo assecondo, dopo un po’ scende e sale un ragazzo spinto da un signore. Un ragazzo stupendo, castano chiaro, occhi verdi penetranti, sembra un angelo, un momento, ma io lo conosco: è Nicolas.

Cosa ci fa a Buenos Aires? È stato spinto da un signore più adulto, dev’essere suo padre. Sorrido inconsapevolmente. Mi fa piacere che abbia ritrovato suo padre. Mentre formulo questi pensieri mi si avvicina e io inizio a ballargli vicino, speriamo non mi riconosca.

Appoggia le mani sui miei fianchi e avvicina la sua bocca al mio collo per poi salire e sussurrarmi.

-Io ti ho già visto da qualche parte.- mi dice con quella sua voce che mi ha sempre affascinato.

-Nei tuoi sogni forse.- dico io sensualmente.

-No, nella realtà, naturalmente non puoi dirmi chi sei vero?-

-No.- rispondo io secca.

-Sarò costretto a scoprirlo da me allora, anche se una mezza idea ce l’ho, ho sempre amato i tuoi occhi, divina.-

 

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte. La canzone sopra è boulevard of broken dreams dei green days. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Forse non si capisce molto, ma Nicolas non ha scoperto che è Anto, diciamo che gliela ha fatta venire in mente, ma non crede sia veramente lei.

Un grazie di cuore a:Ilary_Divina, bulma4ever, Ashleyily95, Misty_Pan96 e GiuLy93 che mi avete fatto venire voglia di continuare questa storia. Siete fantastiche.

Un bacione.

Gaia

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Capitolo 3
*** 3 ***


Premessa: Buongiorno ragazzuole, allora forse non si sono capiti certi passaggi, mi dispiace, mi sa che sono stata poco chiara io, comunque, la storia tra Nicolas e Antonella non è arrivata al punto in cui la lascia per Milagros, Nico se ne è andato prima che si mettessero insieme, fate conto poco dopo il matrimonio di Bianca, in cui tutti e due iniziavano già a provare qualcosa, ma non erano ancora innamorati persi. Mentre nello scorso capitolo, Nicolas non ha capito che è Antonella, cioè gli sono venuti in mente gli occhi di Anto, ma è straconvinto che non sia lei. Scusate se non si era capito molto.

Buona lettura.

 

Sbarro gli occhi, come si ricorda i miei occhi, non mi avrà riconosciuta. Fortuna che stasera porto i capelli raccolti in uno chignon alto, li avrebbe riconosciuti subito sennò. Meglio che me lo faccio tutte le sere da oggi in poi. Fortunatamente la canzone finisce, il mio numero è finito.

Faccio per andarmene ma Nicolas mi ferma per un braccio.

-Ti va di bere qualcosa con me?- mi domanda. Non posso rifiutare, è contro le regole, bisogna accontentare in tutto i clienti. Quindi annuisco e ci dirigiamo verso il bancone del bar.

Mi prende per mano e quando sento il suo tocco sulla mia pelle rabbrividisco. Brividi, era da un po’ che non li provavo. Di solito provavo ribrezzo quando gli uomini mi toccavano, con lui no, mi sento al sicuro per mano sua. Sarà solo un impressione dato che lo conosco già.

Ci sediamo su due sgabelli e mi guarda come a chiedere cosa prendo.

-Un Baileys.- rispondo io. Si volta verso il barista e gli dice.

-Un Baileys e una birra media per favore.-

Il barista inizia a preparare i nostri bicchieri, lui si gira a guardarmi.

-I tuoi occhi.- dice in un sussurro.

-I miei occhi?- chiedo io facendo la finta tonta.

-Si, mi ricordano troppo quelli di una ragazza che avevo conosciuto da queste parti qualche anno fa.-

-Ah si?- domando. –e ti piacciono?-

-da morire.- mi dice sorridendo. Sorrido pure io un po’ lusingata, non sono più abituata a qualcuno che mi faccia i complimenti, certo sono sempre la migliore, forse adesso un po’ meno, ma lo sono sempre e comunque. Ora indago però, sono due anni che non lo vedo e rivederlo così una strana sensazione nello stomaco mi provoca.

-O ti piace la ragazza che ha gli occhi uguali miei?- domando sorridendo un po’ furbetta.

Lui sorride e si gira a guardare avanti, un punto fisso davanti a lui.

-Sono due anni che non la vedo, non so che effetto mi farà rivederla, mi dispiace ma non posso risponderti.-

Faccio una smorfia senza che lui mi veda, le mie facce sono solo mie e quindi molto riconoscibili, meglio evitare.

-Ma cosa ci fai in un locale come questo?- ora voglio sapere tutto.

-Sono venuto con mio padre, sai siamo appena arrivati in Argentina perché lui è stato spostato qua per lavoro, avevamo voglia di divertirci un po’ tra uomini. Ora però sarà meglio che vada, mi starà cercando e domani deve andare a lavorare, e devo trovare pure io un lavoro. Ciao bellissima.-

Mi dà un bacio sulla guancia e se ne va. Chissà quando lo rivedrò.

Un momento, prima ha detto che non sa che effetto gli farà rivedere la ragazza con gli occhi uguali ai miei, cioè Antonella, cioè io.

Sorrido, quindi ha intenzione di venire a trovarmi. Perché sono così contenta? Non devo esserlo non devo affezionarmi troppo, finirei per starci male. Ma tanto io sono Antonella la the best, ho detto che non mi devo innamorare, e non lo farò.

Vedo il capo che mi fa segno di andare e mi dirigo verso di lui, un’altra nottata con uno sconosciuto mi aspetta e non capisco perché, ma stasera mi sembra pesare ancora di più.

 

 

Torno a casa che sono già le quattro e mezza. Apro piano la porta sapendo di trovare mio fratello addormentato sul divano e non lo voglio svegliare.

-Antonella.-

Mi spavento e guardo da dove proviene la voce. Fabio è seduto sul divano, sano, non ha gli occhi rossi e la voce impastata.

-Ciao Fabio.- dico dolcemente sorridendo.

-Vieni qui.- mi fa segno con la mano di sedermi accanto a lui. E io lo ascolto.

-Antonella, sono stanco. Non voglio più comportarmi come sto facendo ora, non è giusto nei tuoi confronti, voglio rialzarmi e affrontare le difficoltà, voglio riconquistare Tamara, voglio trovarmi un lavoro, voglio ricominciare a vivere.- mi dice deciso e io mi slancio ad abbracciarlo.

-Sono proprio contenta di sentirti parlare così Fabio. Non sapevo come farti smettere, ma ero sicura che prima o poi lo avresti capito da solo.- lui sorride.

“Forse un giorno riuscirò a farlo pure io.” Penso.

-Sai sei stata te il mio esempio a cui mi sono aggrappato, il fatto che hai trovato lavoro, che hai saputo prenderti cura di entrambi sono fiero di te Anto.-

“Se sapessi cosa faccio per fuggire al dolore Fabio” vorrei rispondergli, ma mi limito ad annuire e sorridere.

-Sarà meglio che andiamo a letto adesso però, sennò chi si alza domani mattina.-

Gli dico e insieme, per mano, andiamo verso il piano superiore. Sono contenta di aver ritrovato mio fratello.

 

Sono passati due giorni dalla sera in cui ho rivisto Nicolas, una strana allegria mi aveva contagiato, che però è sfumata poco a poco. Avevo capito che Nicolas mi sarebbe venuto a trovare, la vera Antonella, ma non è stato così, probabilmente è già ripartito per andare in qualche posto lontano. Succede sempre così, appena provo un po’ di speranza, un po’ di felicità, puff! Questa sparisce e finisce per farmi stare ancora male. Avevo voglia di rivederlo, di poter parlare con lui, come Antonella si intende, ma forse lui non ne aveva abbastanza voglia, il destino ci ha voluto dividere di nuovo, com’è brutto il destino.

Finisco di mettere in cartella le ultime cose che mi servivano dall’armadietto e mi dirigo verso l’uscita di scuola.

-Anto, oggi pomeriggio prove?- mi domanda Luciana.

-No, sono stanca, facciamo un altro giorno.-

-Va bene. A domani.-

Alzo la mano in segno di saluto, non ho voglia di provare, ho bisogno di dormire, finirà per distruggermi questo lavoro, domani ho la serata libera per fortuna. Esco dal portone di scuola e passo per il cortile.

-Ehi Antonella.-

Sorrido, io questa voce l’ho già sentita qualche sera fa. Mi volto con un brivido che mi attraversa il corpo.

-Nicolas.-

Mi fa il sorriso più dolce che io abbia mai visto e, cosa che da molto tempo non faccio, gli corro incontro ad abbracciarlo. Lui mi solleva e mi fa fare due giri, mi sento tanto una bambina, una bambina felice però. È una bella sensazione.

-Come stai?- mi domanda.

-Bene, ma tu cosa ci fai qua?- gli domando, lui non sa che io già lo so quindi faccio la finta tonta.

-Ti va di andare a fare una passeggiata così ti racconto tutto?-

-Certo.-

Ci avviamo verso il parco e lui mi prende per mano, sento le stesse emozioni dell’altra sera, il suo tocco caldo mi fa stare bene, mi fa sentire protetta, sono contenta che sia qua.

-Allora, comincia.- gli dico.

-Bè quando me ne sono andato due anni fa, l’ho fatto perché mio padre era stato scarcerato e avevo una voglia immensa di rivederlo, ho perso tutti i contatti con voi di Buenos Aires e mi è dispiaciuto molto. Comunque mio padre ha trovato un lavoro onesto, abbiamo vissuto per due anni in Spagna, poi è stato trasferito qua e quindi eccoci qua. Non sono successi fatti significativi in questi anni, ho fatto vari lavori, mi sono divertito diciamo. Ora tocca a te.-

A me invece ne sono successi di fatti significativi, sai sono la ballerina-prostituta che hai incontrato al locale qualche sera. No non posso dirglielo, non mi guarderebbe più in faccia, l’ho appena ritrovato, non posso perderlo di nuovo.

-Allora, dopo poco che te ne sei andata mia madre e i suoi complici sono finiti in carcere.-

Scoppia a ridere, io lo guardo male, perché ride? Gli ho appena detto una cosa abbastanza orrenda e lui ride?

-Scusami se rido Antonella, mi dispiace per te, era tua madre e dovevi volerle un gran bene, ma fidati che a vederli come una persona esterna quei tre erano veramente comici e ridicoli. Me li immagino in prigione.-

Si effettivamente erano abbastanza stupidi quei tre, scoppio a ridere pure io, era da tanto che non lo facevo, Nicolas, dovevi proprio arrivare.

-Basta, sistemiamoci i capelli.- dico prendendo in giro mia madre e lui scoppia a ridere di nuovo, stavolta più forte.

Quando ci calmiamo un attimo tocchiamo quell’argomento di cui non avrei mai voluto parlare.

-Non sono cambiate tante cose allora, il mio amico Fito come sta? Mi è mancato un sacco.-

Mi si stringe il cuore al solo nominare lo zio Fito. Non ne ho più parlato con nessuno, tutti sanno quanto mi faccia male, ma tu non lo sapevi Nicolas e adesso dovrò darti questa grande delusione.

-Adesso sta bene credo. Spero sia felice.-

-Come credi, non abita più con voi?-

È troppo, le mie gambe non mi reggono più, sto per cadere a terra, ma Nicolas mi prende appena in tempo, mi sorregge per i fianchi. Scoppio a piangere sul suo petto e tra i singhiozzi riesco a sussurrare.

-Nicolas, zio Fito è morto qualche mese fa.-

Ti blocchi pure tu adesso, sento qualche lacrima raggiungermi , stai piangendo anche tu. Chissà cosa pensa la gente vedendo questi due ragazzi piangere abbracciati, non mi interessa, voglio stare sempre tra le tue braccia, dove mi sento al sicuro.

-Tutti quelli a cui voglio bene se ne vanno.- riesco a sfogarmi con te. Mi stringi più forte.

-Adesso sono qua Anto, e non me ne voglio più andare.-

 

 

 

 

Fine capitolo.

Ciao a tutte, leggere qualche niconella mi ha riportato ispirazione per questa storia. Spero vi sia piaciuto. Ringrazio di cuore: GiuLy93, bulma4ever, Ilary_Divina, KissMe, namithebest, babi2007, ylenia cullen. Grazie veramente di cuore, prometto di aggiornare prima adesso, l’ispirazione mi è magicamente tornata!=)

Un bacioo

Gaia

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Capitolo 4
*** 4 ***


4 Sono seduta sul mio letto a guardare vecchie foto insieme alle divine, oggi non ho scuola, c'è sciopero e tutti i professori sono rimasti a casa quindi noi studenti abbiamo guadagnato un giorno di vacanza.
Ieri pomeriggio l'ho passato con Nicolas, sono stata benissimo, dopo essermi sfogata tra le sue braccia, ci siamo raccontati altre cose, abbiamo parlato dei vecchi ricordi ed è riuscito a farmi sorridere nuovamente, era da tanto che non mi capitava di farlo. Sono due giorni che ho lo stomaco chiuso, dicono sia l'amore che ti provoca queste sensazioni, ma io non credo proprio, non devo affezionarmi più a nessuno, finirei per soffrire, non voglio, non posso.
Guardo l'ora, è quasi mezzogiorno, ci voleva proprio un giorno di vacanza, ho potuto dormire qualche ora di più. Sorrido guardando una foto di qualche anno fa a una festa in maschera: io, Pia e Caterina. Sorrido perchè sono bei ricordi, ma ora come ora le detesto, le vorrei eliminare, le invidio. Si, è strano detto da quella che una volta era Antonella la the best, ma le invidio, loro hanno la vita perfetta coi loro fidanzati, i loro genitori, e io? Io devo fare la sgualdrina la notte per poter mangiare, non ho più una famiglia e non riesco più a provare affetto verso le persone. Il telefono comincia a squillare.
-Pronto?-
-Anto sono Nicolas.- il mio cuore aumenta i battiti.
-Ciao Nicolas, dimmi.-
-Ascolta stavo pensando se ti va di pranzare insieme, dato che oggi non hai scuola.-
-Va bene.-
-Ti passo a prendere tra mezzora?-
-Perfetto, a dopo.-
Riaggancio il telefono, ecco quella strana felicità che si manifesta all'altezza dello stomaco, di sicuro è la fame.
Comincio a prepararmi, vado a farmi una doccia velocissima e mi vesto in rapidità. Maglia a maniche corte bianca, pantaloni neri, stivali bianchi col tacco, cerchiello sempre bianco tra i capelli. Prendo su la borsa di Harrods e la giacca e esco in giardino.
Nicolas è già fuori che mi aspetta nella sua mini azzurra.
-Ciao darling.- dico io.
-Ehi, stai benissimo.-
-Grazie. Allora dove andiamo a mangiare?- gli chiedo io sorridendo.
-Andiamo in un ristorante in centro, poi vorrei andare in un posto, ma non so se te la senti di accompagnarmi.- mi dice serio.
-Dove vorresti andare?- gli domando.
-Ehm, ne parliamo dopo ok?-
Annuisco, anche se la curiosità dentro mi sta divorando. Parcheggiamo la macchina all'inizio del centro e ci avviamo a piedi per la zona pedonale. Parliamo e scherziamo del più e del meno, finchè non arriviamo davanti un ristorante di lusso.
-Qua? Ma sei pazzo?- domando io.
-Perchè?- mi chiede.
-Ma è carissimo.- gli dico io.
-Vai tranquilla, offro io.- mi dice sorridendo.
-No, Nicolas, non occorre, cioè troviamo un posto meno caro.- insisto.
-Antonella, ti ho invitata io e fai come dico io, anche perchè dobbiamo festeggiare.- mi dice andando avanti. Lo seguo incuriosita sempre di più. Un cameriere ci viene incontro e ci fa accompagnare a un tavolo per due.
-Nicolas cosa dobbiamo festeggiare?- gli domando.
-Ho trovato un lavoro qui in città.- mi dice sorridente come non mai.
-Fantastico, vuol dire che resterai qua, ma che lavoro?- gli domando, sono proprio contenta che abbia trovato un lavoro qua, vuol dire che resterà in città per tanto o magari per sempre.
-Il modello.- eh bè mica fessi quello che l'hanno assunto. Obiettivamente Nicolas è veramente un bel ragazzo.
Mangiamo sereni e tranquilli, mi racconta del nuovo lavoro che ha trovato e io gli dico come va con le divine anche se ora non sono più molto importanti per me.
Senza accorgercene arrivano le due e mezza e ci portano due fette di millefoglie. Sto per scoppiare, ma questo è il mio dolce preferito quindi penso di poter trovare uno spazietto.
-Allora dove vuoi andare dopo?- gli domando. Lui diventa improvvisamente serio, mi prende le mani.
-Antonella, io vorrei andare a trovare tuo zio Fito in cimitero.-
Sbianco, non ci sono mai andata. Solo il pensiero della sua morte mi fa ancora malissimo, non mi è proprio mai passato per la mente di andare, nonostante mi manchi tantissimo.
-Io non so se ce la faccio Nicolas.-
-Mi dispiace, ma per me è stata una persona veramente importante, mi ha aiutato tantissimo, e voglio andare a salutarlo. Antonella, secondo me aiuterà anche te, ti farà capire che comunque sia tuo zio è ancora dentro il tuo cuore che ti protegge e ti aiuta ad andare avanti.-
Forse ha ragione, forse portare un fiore sulla tomba di mio zio Fito, vedere il suo sorriso nella foto mi aiuterà a combattere questo dolore pazzesco che da sola non riesco a superare.
-Va bene, forse hai ragione tu.-
Mi fa un sorriso dolcissimo.
-Sono contento che hai deciso così.-
Finiamo in fretta di mangiare, Nicolas paga il conto e poi ci avviamo alla macchina. Andando verso la macchina si ferma in una fioreria. Esce con un mazzo di girasoli e una mano dietro la schiena.
-Girasoli?- gli domando divertita.
-Ma ti ricordi tuo zio Fito, Antonella? Mica possiamo portargli dei crisantemi, si offenderebbe.- mi dice sorridendo.
-Si hai ragione.- dico ridendo, è la prima volta che parlo di zio Fito col sorriso, mi stavo quasi dimenticando che persone era, sempre allegra e solare, lui di sicuro non accetterebbe quello che sto facendo adesso.
-E queste sono per te.- da dietro la schiena tira fuori un mazzo di calle bianche.
-Oddio, ma sono stupende Nicolas, sono divine.- Dico non riuscendo a non sorridere.
-Le calle rappresentano bellezza e instabilità, per dirti che ogni momento instabile che avrai, io sarò qua.-
-Grazie.- dico abbracciandolo di slancio. Finora questa è una delle giornate più belle che ho passato da un anno a questa parte.
-Forza, andiamo.- Mi prende per mano e ci avviamo alla macchina.
In mezzora circa arriviamo al cimitero dove è sepolto zio Fito.
Scendiamo dalla macchina ed entriamo.
-Ti ricordi dov'è la tomba Antonella?- mi domanda Nicolas.
Annuisco con la testa, non riesco a parlare. Mi guardo intorno e vedo un sacco di volti sorridenti che quaggiù non ci sono più. Bambini, ragazzi, adulti, anziani. Sulla tomba di un ragazzo morto in un incidente stradale vi è scritta una frase "Proteggimi da lassù, angelo mio". Prendo la mano di Nicolas e inizio a camminare verso la tomba di zio Fito. Cerco di ricacciare indietro le lacrime, ma non ce la faccio mica. E ad un tratto mi sento tanto stupida. Al mondo ci sono altri miliardi di persone che soffrono per la perdita di una persona cara, ma non si comportano da codardi come ho fatto io. Mi vantavo di essere tanto forte, in realtà sono una debole. Attorno a me altre persone piangono sulla tomba dei loro cari, e io cosa ho fatto? Non ho mai trovato il coraggio di venire a dare un saluto a mio zio, una delle persone per me più importanti. Sto piangendo come una stupida, ma accellero il passo.
-Antonella, se non te la senti torniamo indietro.- mi dice Nicolas.
-No, voglio andare da mio zio.- gli dico tra le lacrime.
Continuo a camminare finchè non arriviamo al capezzale di mio zio Fito. Ormai sto piangendo col convulso. L'occhio mi cade sulla foto col volto sorridente di mio zio, sorrido tra le lacrime, era da tanto che non vedevo una sua foto o che rivedevo il suo volto da qualche parte. Sulla tomba vi sono appoggiati dei crisantemi, deve essere passato Fabio, o il professor Chicco.
-Ciao zio.- dico guardando la foto.
-Scusa se non sono mai venuta, hai visto chi mi ha portato fino a qua? é tornato Nicolas.- non mi sento una stupida, so che lassù mio zio mi sta ascoltando.
-Hai visto che bei fiori che ti abbiamo portato? Li ha scelti Nicolas, perchè ricordano il tuo carattere, sai mi manchi tanto zio, eri tutta la mia famiglia.- Non so se si riescano a capire le parole che sto dicendo, perchè ormai ho il convulso.
-Lo so che ti sto deludendo zio, ma lo sto facendo per Fabio, per riuscire a vivere, anche se non lo voglio fare.- dico cadendo in ginocchio. Nicolas si inginocchia vicino a me e mi abbraccia. Mi appoggio sul suo petto a piangere, ma riesco a sentire quello che dice.
-Ciao Fito, è da un pò che non ci vediamo. Mi dispiace che non ci siamo più sentiti, ma stai tranquillo, da adesso mi prenderò io cura di Antonella.-
Sorrido leggermente, sentirgli dire queste parole mi ha riempito il cuore di gioia. Alzo il viso per guardarlo e con una mano asciugo le lacrime che scorrono anche sul suo viso.
Ci giriamo verso la tomba e diciamo una preghiera.
-Ciao zio, ti voglio bene. Tornerò a trovarti, promesso.- dico mentre ci alziamo per andarcene.
Usciamo in silenzio dal cimitero e saliamo in macchina.
-Grazie.- dico girandomi a guardarlo.
Lui mi sorride.
-Sei qua da un giorno e hai già fatto tantissimo per me.- proseguo.
-Lo farei altre cento volte Antonella, d'altronde siamo stati mezzi parenti per un pò.-
Sorrido, eh già, per un pò di tempo mia madre mi aveva fatto credere che era il mio finto zio. Mi fermo a fissare questo ragazzo che circa cinque anni fa credevo di amare, e ora la storia si ripete, è qua da pochissimo, ma perchè mi sembra già di amarlo moltissimo?
-Ehi, la giornata non è ancora finita, da quanto tempo è che non vai a ballare?-
Lo stomaco mi si rigira, a ballare ci vado tutte le sere, ma non come intende lui. Effettivamente sarà una vita che non vado in discoteca e poi stasera ho la serata libera.
-Tanto.-
-Dai allora, ti passo a prendere alle 9 e mezzo.-
-Perfetto- dico sorridendo.
-Ma perchè fai tutto questo per me Nicolas?- gli domando mentre stiamo andando verso casa mia.
-Perchè mi sto accorgendo di quanto mi sei mancata.-
Non dico niente, ma mi giro a guardare fuori dal finestrino con un sorriso soddisfatto.

Sono le otto e mezza, quando sono tornata a casa mio fratello era già via. Comincio a prepararmi per uscire con Nicolas. Non so perchè, ma stasera voglio essere perfetta. Sono appena uscita dalla doccia, friziono i capelli con l'asciugamano e li liscio con spazzola e piastra. Indosso un vestito grigio a fascia, con la gonna a sbuffo e con una cintura nera che stringe sotto il seno. Metto le decoltè nere col fiocco, la pochette nera e sono pronta ad uscire.
Ora che chiudo casa sono le nove e quarantacinque e Nicolas mi sta aspettando impaziente.
Salgo in macchina e sto per parlare ma lui mi blocca.
-Ferma, lo so, le star si fanno sempre aspettare.-
Scoppio a ridere.
-Esattamente. Ciao comunque.-
-Buonasera signorina, ma com'è bella stasera.- mi dice galante. Devo essere arrossita, anche lui sta benissimo. Ha una camicia bianca con la giacca nera sopra e un paio di jeans stretti. Quanto è bello.
Arriviamo ad una discoteca del centro, parcheggiamo ed entriamo.
La prima sorpresa della serata mi aspetta proprio una volta entrata. Mio fratello è nella postazione del dj, insieme ad un famoso dj che sta suonando. Sorrido, ha trovato un lavoro allora, e che lavoro, il lavoro che ha sempre sognato. Sono contenta che sia andata così bene a lui.
Ci portiamo in pista e iniziamo a ballare. NIcolas inizia a fare lo scemo per farmi ridere ed io mi aggrego a lui. Ballando ci ritroviamo sempre più vicini, le sue mani sono poggiate sui miei fianchi e le mie braccia strette intorno al suo collo. Vedo i suoi occhi verdi farsi sempre più grandi, si sta avvicinando sempre di più, sto già per schiudere le labbra quando...
-Antonella.- mi volto e vedo Caterina con Alan, Pia, Luciana, Gonzalo, Guido e Giusy.
-Nicolas.- i ragazzi saltano addosso a Nicolas, d'altronde era diventato il loro agente della band per un pò ed era da anni che non lo vedevano, ma non potevano scegliere un altro momento per arrivare, mannaggia a loro.
-Antonella, era da un sacco che non ti vedevamo in discoteca.- mi dice Luciana.
-Avevo voglia di venire a ballare.- dico sorridendo.
-Finalmente per una sera siamo tutte e quattro come un tempo.- dice Pia sorridendo. E non so perchè, ma improvvisamente tutti i momenti passati con i miei amici iniziano a mancarmi. Inizio a ballare con le mie amiche e dopo un pò ci raggiungono anche i ragazzi. Guido mi viene vicino.
-Ti vedo più felice oggi.- mi dice sorridendo.
-Sai, la vita è strana, ti porta anche delle bellissime sorprese a volte.- gli rispondo.
-Credo di capire a cosa ti riferisci Anto, sono contento per te. L'amore arriva quando meno te lo aspetti.-
Sorrido e inizio a ballare con Guido, sotto gli sguardi malefici della sua ragazza Giusy.
Circa alle tre usciamo dal locale, domani c'è scuola, saranno tutti morti, io ormai sono abituata a questi ritmi. Saluto gli altri e vado verso la macchina con Nicolas.
-Allora, divertita stasera?- mi domanda Nicolas.
-Un sacco, era da un pezzo che non passavo una serata del genere.- dico sorridendo.
-Sono contento, anch'io mi sono divertito, ma non hai freddo solo in vestitino?- mi domanda.
-Effetivamente si.-
-Tieni.- mi poggia la sua giacca sulle spalle, ma non toglie le braccia dalle mie spalle.
-Grazie.- dico io sorridendo.
-Te l'ho già detto, per te farei questo e altro.- inizio  giocare con un bottone della sua camicia e quando alzo lo sguardo vedo i suoi occhi verdi che mi gurdano e le sue labbra piegate in un sorriso. Si sta per ripetere la scena di prima, ma purtroppo per me si ripete tale e quale, perchè stavolta a interromperci sono Luciana e Gonzalo.
-Ragazzi, scusate, ci hanno lasciato a piedi, non è che avreste un passaggio?-
Domani devo ricordarmi di uccidere chi li ha lasciati a piedi.



Fine capitolo.
Scusate ma sono molto di fretta. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci tengo però a rigraziare:namithebest, bulma4ever,ylenia cullen, GiuLy93 e Ilary_Divina.
Un bacio a tutte.
Gaia

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Capitolo 5
*** 5 ***


_5 Piccola premessa: le due canzoni che troverete lungo il capitolo, per chi volesse leggerlo ascoltandole sono un amico è cos' di Laura Pausini e you make me wanna dei blue.
Buona lettura.


Mi alzo, finalmente una mattina che mi sveglio con il sorriso. Stranamente non sono stanca, sarà perchè ieri è stata una giornata piacevole, non stressante. Scendo a fare colazione, Fabio sta ancora dormendo, di solito succede il contrario. Mi preparo un caffè e vado a sedermi nei tavolini in giardino vicino alla piscina. Siamo ormai a fine ottobre, e inizia a fare fresco, ma con i pantaloni della tuta e una felpa sto benissimo. Mi siedo sulla sedia e appoggio i piedi sull'altra, appoggiò il caffè sul tavolo e mi accendo una sigaretta. Mi trovo a pensare alla giornata di ieri. Essere andata alla tomba di zio Fito è stato molto doloroso, ma mi ha aiutata a capire che non sono l'unica che soffre a questo mondo, e che nonostante tutto zio Fito rimarrà con me per sempre, basterà ricordarlo dentro il mio cuore. Poi c'è Nicolas. Mi ha sconvolto la vita, è strano come certe persone arrivino e portino una ventata di felicità nella nostra vita. L'ho rivisto da soli due giorni eppure mi sta facendo provare cose mai provate, mi sta facendo vivere sensazioni nuove, mi sta facendo innamorare.
Sento aprirsi la porta, ed ecco uscire mio fratello con un caffè in mano pure lui.
-Ehi sorellina.-
-Buongiorno.- rispondo.
-Ti ho vista al locale ieri sera. Non sapevo fosse tornato Nicolas e soprattutto che foste così legati.- mi dice sorridendo.
-Ehi, ehi, ehi, prima di parlare di me sarebbe meglio che mi raccontassi tu le novità, mi tocca scoprirlo da sola per sapere qualcosa.- dico sorridendo.
-Anto, non sai quanto sono felice, è un lavoro fantastico. Ho cercato sul giornale che cercavano un aiuto dj, un apprendista diciamo, mi sono fatto avanti e mi hanno preso subito. Sono troppo contento, e ho una buona notizia anche per te.-
-Sentiamo.- dico io incuriosita.
-Con quello che mi pagano non serve più che stai via fino a tardi per lavorare in quel pub, puoi smettere di lavorare, o al massimo, per le spese extra, un lavoro che ti richieda meno impegno. Ti ho vista più stanca in questo periodo.-
Sorrido e mi butto ad abbracciare mio fratello. Un peso dallo stomaco sembra essersene andato.
-Grazie, grazie, grazie Fabio, non sai quanto mi rendi felice.-
-Ehi, non ti piaceva proprio quel lavoro.-
Sorrido, no non mi piaceva per niente, lo facevo per noi, per andare avanti, per sfuggire al dolore, ma adesso. Adesso è tornato Nicolas, il mio fratellino è felice, ho ritrovato le mie amiche, le cose stanno andando meglio, che sia l'inizio di qualcosa di buono? Mi ero ripromessa di non illudermi mai più, ma come faccio a non sperare in un futuro migliore se tutto si sta realizzando? Stasera stessa darò le dimissioni.
-E in più, un altra grande notizia.-
-Sentiamo, ormai questa giornata può solo andare in meglio!- dico sorridendo.
-Ieri sera io e i ragazzi abbiamo parlato con Nicolas, ci è venuta voglia di riformare gli skratch, si torna a suonare!-
-Sono stra contenta per voi, fratellino è fantastico.-
This is a beautiful day!


Arrivo a scuola e saluto più calorosamente del solito le divine. Tutto ha preso colore oggi e il merito è del mio angelo, Nicolas. Ci hai messo un pò ad arrivare però eh. Non riesco proprio a togliermi il sorriso dalla faccia.
Vedo Patty entrare a scuola con Giusy, stanno parlando e scherzando. Che stupida sono stata, mi mancano un sacco le nostre chiaccherate, le nostre cazzate, lei che mi dice di non farlo, e io che la sprono a buttarsi un pò di più, a essere più crudele.
Ho deciso, oggi deve essere il giorno perfetto, rivoglio la mia migliore amica!
Finalmente dopo l'intervallo arriva la lezione di musical.
-Sorry, sorry, sorry, voglio richiedere la vostra attenzione per un attimo. Professore vorrei cantare una canzone e fare una dedica, posso?- domando al professor Chicco.
-Certo, perchè no?-
-Perfetto.-
Consegno il cd con la musica a Emilia e salgo sul palco, butto indietro i capelli.
-Patty, questa è per te!- vedo comparire sul suo viso un sorriso enorme.

È facile allontanarsi sai
Se come te anche lui ha i suoi guai
Ma quando avrai bisogno sarà qui
Un amico è così
Non chiederà nè il come nè il perché
Ti ascolterà e si baterà per te
E poi tranquillo ti sorriderà
Un amico è così


Ho avuto tanti guai piccola Patty, eppure tu sei sempre stata qui per me, hai provato ad aiutarmi, sono stata io a rifiutarmi, però nel mio cuore sapevo che tu per me ci saresti sempre stata, come io c'ero quando avevi bsogno per la situazione di tuo padre.

E ricordati che finché tu vivrai
Se un amico è con te non ti perderai
In strade sbagliate percorse da chi
Non ha nella vita un amico così

Mi sono persa in strade sbagliate, ma perchè ho allontanato l'unica vera amica che io abbia mai avuto. E sono stata stupida, perchè non mi sono accorta di quanto era importante avere un'amica come te.

Non ha bisogno di parole mai
Con uno sguardo solo capirai
Che dopo un no lui ti dirà di sì
Un amico è così
E ricordati che finché tu vorrai
Per sempre al tuo fianco lo troverai
Vicino a te mai stanco perché
Un amico è la cosa più bella che c'è

Ho detto no alla tua amicizia Patty, ma ora sono qui, perchè voglio recuperare il tempo perduto, voglio recuperare le nostre chiaccherate, le nostre risate, voglio recuperare la nostra amicizia. E sono sicura che non c'è bisogno di dire niente, capirai con questa canzone.
E infatti ti vedo scoppiare a piangere, salire di corsa sul palco e abbracciarmi. A questo punto non posso non commuovermi pure io, mentre in sala tutti cominciano ad applaudire.
-Possiamo uscire un attimo?- domando ai professori.
Annuicono, quasi in lacrime anche loro.
Usciamo dall'aula e ci andiamo a sedere sulla panchina del giardino della scuola.
-Oh Patty, non sai quanto mi dispiace, sono stata proprio una stupida.-
-Non importa Antonella, non mi interessa, a me basta che siamo tornate amiche,ma cosa ti ha fatto cambiare idea?- mi dice sorridendo, è fantastica.
-Nicolas, mi sa che mi sto innamorando, ieri ho passato una giornata stupenda, sono andata a trovare mio zio in cimitero, e ho capito che rinchiudermi in mè stessa non serviva a niente, e che sono stata una stupida e debole perchè non mi sono resa conto che non ero sola, che tu c'eri sempre per me e che mio zio è dentro il mio cuore e mi protegge da lassù.-
Patty sta versando più lacrime della fontana, mi abbraccia di nuovo.
-Sono felice che l'hai capito finalmente.- mi dice.
-Forza torniamo dentro ora, che sennò saltiamo la lezione.- dico sorridendo.
Ci stiamo avviando per mano a rientrare in classe, quando appena dentro dal portone della scuola mi sento strattonare per un braccio. Mi volto e incontro gli occhi di Nicolas.
-Ciao.- mi dice lui dolcemente.
-Ciao.- rispondo io.
-Bè Antonella, io ti aspetto in classe, ciao Nicolas.- Farfuglia Patty imbarazzata. Le faccio cenno di sì con la testa sorridendo, poi mi giro verso Nicolas.
-Bè, che ci fai qua?- gli domando.
-Ti spio.- mi risponde.
-Mi spii?-
-Certo, ho visto la tua performance, vedo che hai mantenuto il tuo talento, poi ti ho seguito in giardino, ma ho visto che stavi parlando con Patty e ho aspettato.- mi dice.
Nel frattempo stiamo camminando nel giardino della scuola.
-Ma tu non hai sentito i nostri discorsi, vero?-
-Non ero molto lontano, per sbaglio potrei anche averli sentiti.- mi dice sorridendo.
Sorrido imbarazzata, cavolo ho appena ammesso a Patty che mi sto innamorando di Nicolas, e lui ha sentito tutto, oh mamma che figuraccia. Lui però continua a sorridermi senza fare niente, forse sono salva, avrà capito male.
-Bè che ci fai qua?- gli domando tanto per cambiare discorso.
-Sono qua perchè voglio invitarti ad uscire stasera.-
-Cavolo stasera no!- dò voce ai miei pensieri, ma me ne pento immediatamente perchè mi guarda interrogativo.
-Perchè stasera no? Hai già un impegno?- mi chiede. Bè tanto vale dire la verità.
-Vedi devo andare a dire al pub dove lavoro che mi licenzio.- dico guardandolo tristemente.
-Bè ma scusa, se ti vuoi licenziare, per stasera puoi anche saltare, chiama e datti in malattia.-
Sorrido, in effetti ha ragione, tanto io in quel posto sarà l'ultima volta che ci metterò piede quindi posso anche saltare per stasera senza avvisare nessuno.
-Dai Antonella è importante.- mi guarda con uno sguardo da cucciolo bastonato, come posso dirgli di no?
-Va bene dai, farò come dici tu, ma perchè è così importante?-
-Stasera lo vedrai. Alle nove sono da te.- mi dà un bacio sulla guancia e se ne va, lasciandomi con una curiosità che mi divora dentro.

Sono le otto e mezza, mio fratello è già uscito e stranamente io sono già pronta. Stasera ho indossato un tubino blu scuro semplice, abbinato alle scarpe col tacco alto. Vado in bagno,un ultima spruzzata di chanel e sono pronta.
Esco ad aspettare Nicolas e intanto mi accendo una delle mie winston blu. Il vizio del fumo non so se riuscirò a perderlo, ora che tutto mi va bene, ormai ce l'ho e mi viene voglia. Ho iniziato usandolo come metodo di sfogo, volevo farmi del male fisicamente in qualche modo, per dimenticare il dolore interno e ogni occasione era buona, dalle sigarette al lavoro che facevo. Ora vorrei smettere, ma un vizio è difficile da togliere.
Vedo una mini azzurra arrivare e parcheggiare davanti casa, guardo l'ora, sono solo le nove meno un quarto, cosa ci fa già qua?
-Ehi.- mi dice scendendo dalla macchina bello come al solito.
-Ciao, sei in anticipo.- gli dico.
-Anche tu.- mi risponde e inizia a guardarmi male.
-Cosa c'è?- gli domando.
-Guarda che il fumo diminuisce le capacità respiratorie.-
-Lo so.-
-Come fai a essere la migliore nel ballo dopo?-
Mi metto a ridere, queste sono le mie tipiche frasi, ma colgo comunque una nota di rimprovero tra le sue parole. Spengo la sigaretta e salgo in macchina.
-Allora dove andiamo?- gli domando.
-Al beautiful life.- mi risponde girandosi a guardarmi.
-Ma non è la discoteca dove siamo andati ieri sera?-
-Si, ma stasera c'è una novità.-
Mi sorride e io smetto con le domande, ma cominciamo a parlare del più e del meno.
Finalmente arriviamo. Entriamo e come ieri sera trovo tutti i miei compagni di scuola. Stavolta però sono proprio tutti o quasi.
-Ehi, cosa ci fate qua?- domando a Luciana.
-Anto, non lo sai?-
-Cosa?- domando.
-Gli scratch si sono riformati grazie a Nicolas, stasera dopo due anni finalmente riprendono a suonare.-
Mi giro sorridendo verso Nicolas, allora era questa la sorpresa, ma lui non c'è più dietro di me, ma dove si è cacciato. Sto per andare a cercarlo, ma lo vedo salire sul palco, quindi rimango con le mie amiche a sentirli cantare. Chissà se hanno ancora le vecchie canzoni.
-Buonasera a tutti, gli skratch sono finalmente tornati. E cominceranno con la loro nuova canzone, il testo è stato scritto da me e lo vorrei dedicare a una persona speciale in questa sala. Ora vi lascio all'ascolto, ecco a voi gli skratch.-
Ho la bocca spalancata mentre parlava, ma si stava veramente riferendo a me? Ecco perchè ci teneva molto che io venissi. Non ci posso credere.

You know you make me wanna.
You know you make me wanna.
To start it off I know you know me
To come to think of it, it was only last week.
That I had a dream about us, oh.
That’s why I am here, I'm writing this song.
To tell the truth you know I have been hurting all along,
Someway let me know, you want me girl.

Hai sognato di noi, hai pensato a noi e hai deciso di scrivere questa canzone, questo dici nel testo ed è la cosa più bella che potessi fare veramente. A me bastava dedicassi un solo minuto del tuo tempo a me, non un intera canzone.

Everytime you see me what do you see?
I feel like I'm a poor man and you’re the queen.
Oh baby, you're the only thing that I really need.
Baby that's why

Vedo una persona che sto iniziando ad amare, che solo ora capisco quanto mi è mancata in questi anni che mi sei stato lontano. Io non sono una regina senza un re accanto, e voglio che sia tu.

You make me wanna call you in the middle of the night.
You make me wanna hold you till the morning light.
You make me wanna love, you make me wanna fall.
You make me wanna surrender my soul.
I know this is a feeling that I just can’t fight.
You’re the first and last thing on my mind.
You make me wanna love, you make me wanna fall.
You make me wanna surrender my soul.

Sto piangendo come un fontana ora, non pensavo di riuscire a commuovermi ancora, sei qua da pochi giorni ma hai già cambiato tutta la mia vita, chissà se io sono riuscita a cambiare la tua, con questa canzone mi stai dicendo di si. Passo lo sguardo tra la gente del locale, ma sono bassa e non vedo bene. Inizio a cercarti, ho bisogno di parlarti, di chiederti perchè, di dirti che stai diventando importante per me e sopprattutto ho bisogno di baciarti.

Well I know that these feelings won’t end no, no.
They'll just get stronger if I see you again.
Baby I'm tired of being friends.
I wanna know if you feel the same
And could you tell me do you feel my pain?
Don't leave me in doubt.
Everytime you see me what do you see?
I feel like I'm a poor man and you're the queen.
Oh baby, you're the only thing that I really need.
And baby that's why

Senti che questi sentimenti non avranno fine, ma aumenteranno, lo stesso vale per me. Non voglio più essere tua amica, voglio essere la tua ragazza. Se riuscissi a trovarti te lo direi subito, tra le lacrime, ma con un sorriso enorme stampato sul volto.

You make me wanna call you in the middle of the night.
You make me wanna hold you till the morning light.
You make me wanna love, you make me wanna fall.
You make me wanna surrender my soul.
I know this is a feeling that I just can't fight.
You're the first and last thing on my mind.
You make me wanna love, you make me wanna fall.
You make me wanna surrender my soul.

-Stai cercando qualcuno?-
Mi volto, sei tu.
Non so cosa fare, non so come comportarmi, riesco soltanto a sorridere tra le lacrime e vederti più bello delle altre volte, forseperchè ora so che anche tu provi qualcosa per me...
Non faccio in tempo a finire questi pensieri che sento le tue labbra sulle mie e le tue mani sulla mia schiena che mi stringono a te.
Quando finalmente le tue labbra sfioravano le mie e mi stringevi teneramente a te, mentre i nostri sguardi si incrociavano, pensavo che i battiti del mio cuore sarebbero rimbombati ovunque, tanto che lo sentivo scalpitare dentro di me. Mi mancava il respiro, ma non era ossigeno ciò di cui avevo bisogno, eri solamente tu.
Perdo la cognizione del tempo, mi perdo nei tuoi occhi verdi, mi perdo nel tuo bacio, ma non mi perdo lontano da te perchè le tue braccia mi tengono stretta.
Vuoi vedere che mi sto innamorando di te, Nicolas?




Fine capitolo.
Buongiorno a tutte. Io dovrei essere a studiare quindi perdonatemi se sono di fretta e se magari incontrerete degli errori lungo il capitolo. La parte in corsivo non è stata scritta da me, ma l'ho presa su internet.
Ringrazio di cuore: Alexiel94( ho controllato, scusa per l'errore. Comunque sono passati circa due anni e mezzo diciamo.) GIuly93 e bulma4ever. Grazie veramente di cuore. Ho notato che la gente che l'ha letta è diminuita, se la storia non piace più, ditemelo che così non la continuo.
Grazie comunque a chi ha letto.
Un bacio.
Gaia

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Capitolo 6
*** 6 ***


_6 Non riesco a staccarmi da te, o meglio non voglio, lasciatemi qua per sempre, così, fermi in questo momento.
-Grazie..- riesco a sussurrare una volta che ci stacchiamo.
-Guarda che non era mica per te la canzone.-
Rimango un attimo ammutolita, o per meglio dire ci rimango proprio male, la mia bocca deve aver abbassato gli angoli all'ingiù. Eppure mi pareva fosse per me, mi sento confusa.
Nicolas mi guarda e scoppia a ridere.
Il mio cuore fa una capriola, stava scherzando.
Mi bacia di nuovo, stavolta con più passione.
-Andiamo fuori un attimo?- mi dice e mi prende per mano. Andiamo nel giardino del locale e ci sediamo su una panchina. Mi siedo sulle sue gambe.
-Devo dirti alcune cose.- mi dice.
-Si anch'io.-
-Da quando sono arrivato qua ho continuato a chiedermi come ho fatto a stare per due anni senza di te, ma sopprattutto ho capito che stavi diventando importante per me e che lo sei da due anni, semplicemente avevo bisogno di rendermene conto. Ieri sera una volta tornato a casa mi sono seduto in terrazza a guardare il cielo e ho scritto quella canzone, lo penso veramente quello che ho scritto, l'ho scritto solo per te.- sorrido per tutto il tempo rincuorata da queste sue parole, che mi stanno veramente scaldando il cuore.
-Nicolas, io invece ti devo dire grazie, non so se ricordi come mi hai trovata una volta arrivata qua, mi ero chiusa in me stessa, non vedevo una via d'uscita, tu mi hai fatto ritornare il sorriso e penso sia perchè anche tu stai diventando veramente importante per me. Ti voglio bene, Nicolas.-
-Anch'io Anto, moltissimo.-
Ci diamo un altro bacio lunghissimo, ma bello come gli altri.
-Ascolta io adesso dovrei andare a casa, che domani ho il mio primo giorno di lavoro, dobbiamo fare gli scatti per una pubblicità, speriamo vada bene.-  mi dice un pò preoccupato.
-Tieni.- mi tolgo dal collo la collana con la A di Antonella in oro bianco che mi ero comprata ancora cinque anni fa, in un centro commerciale con mia madre e gliela metto al collo.
-Ti porterà fortuna.- sorride e mi prende per mano.
-Grazie.-
Ci avviamo verso la macchina entrambi col sorriso stampato sulle labbra e una strana voglia di stare insieme.

La mattina dopo arrivo a scuola un pò in ritardo, mi sono svegliata giusta, ma me la sono presa con comodo, mi sembra di stare sulla nuvole, non ho neanche fatto colazione.
-Ehi Antonella.- Patty mi saluta e mi viene incontro, mi sembra strano essere tornata sua amica, ma è una stranezza bella.
-Ciao Patty. Dove stai andando?- le domando.
-A fare colazione in bar, vieni?-
-Oh perfect, non sono riuscita a farla a casa.-
Andiamo al bar della scuola, dove troviamo altri nostri compagni e dove Carmen è impegnata a servire.
-Ciao ragazze, mi fa strano vedervi di nuovo insieme, ma sono contenta!- dice con il sorriso sul volto, prima di andarsene per portarci due tazze di cioccolata calda con due brioche.
-Allora, ti vedo contenta oggi.- mi dice Patty.
-Siii, ieri io e Nicolas abbiamo deciso di frequentarci, è bellissimo, era da tanto che non provavo questo per un ragazzo.-
Patty mi prende le mani.
-Sono proprio contenta per voi.-
Carmen ci porta la colazione e iniziamo a mangiare.
-Mi è venuta un'idea fantastica, perchè non vieni a dormire da me stanotte? I miei genitori devono uscire, quindi saremo a casa da sole fino a tardi.-
Cavolo, proprio stasera devo andarmi a licenziare in quel posto orribile, e stavolta devo farlo, bè però non dovrei metterci molto, tanto devo solo dire che me ne vado.
-Va bene, ti dispiace se arrivo verso le dieci? Devo fare una cosa prima.-
- No no perfetto.- mi dice Patty.

Finalmente suona la campanella, l'ultima ora era di storia, quest'anno abbiamo gli esami, fortuna che è solo il primo quadrimestre, è inizio novembre circa.
-Bè non si saluta più?- mi volto. Dietro di me c'è Nicolas che mi guarda sorridendo.
-Ciao, non ti avevo visto.- lo abbraccio di slancio.
-Sono in pausa pranzo, poi devo tornare al lavoro.-
-Vieni a mangiare a casa mia no? Tanto Fabio va a mangiare con i ragazzi del gruppo che poi fanno le prove.-
-Perfetto.-
Salgo in macchina e andiamo a casa mia.
-Allora, stasera ti va di uscire?- mi domanda Nicolas.
-Devo andare a dormire da Patty, mi dispiace, usciamo domani casomai, ok?-
-Va bene piccola, tranquilla.-
Entriamo e ci facciamo una piadina, il frigo è mezzo vuoto, Fabio doveva fare la spesa, ma deve essersi dimenticato.
Parliamo del più e del meno e come al solito con lui sto benissimo.
A un certo punto guarda l'ora, sono le due del pomeriggio.
-Devo andare.- mi dice tristemente.
-Uffa, dai, non puoi stare un altro pò qua con me?- gli domando.
-Vorrei.- dice dandomi un bacio.
-Però, ti ho portato una cosa.-
-Cosa?- domando incuriosita.
Dalla tasca dei pantaloni tira fuori un braccialetto d'argento, sottile, con inciso Nicolas nella parte interna.
-Non è giusto che tu non abbia niente di mio.- mi dice sorridendo.
-Grazie.- Me lo mette al polso e poi mi bacia, come solo lui sa fare, come solo lui riesce a farmi perdere.

Sono le nove di sera.
Indosso il cappotto, finalmente è l'ultima volta che andrò in quel postaccio.
Il cellulare suona, un nuovo messaggio, lo apro "Divertiti stasera, ti penserò. Nicolas". Sorrido. Ecco la carica giusta, ora devo andare là, mostrarmi divina e sfacciata come al solito e dirgli che non mi vedranno mai più.
Arrivo, cammino lungo il corridoio blu, nel retroscena, che dà su molte porte, su molti camerini diversi, su molte persone, su molte vite, su molte storie diverse. Mi fa schifo camminare su questo pavimento, sapere in che posto sono, ora che sto con Nicolas, non voglio più farmi del male, voglio solo stare bene insieme a lui.
Finalmente arrivo davanti a una porta con una targhetta dorata, con su scritto "direzione".
Busso e dopo avere sentito una voce che mi invitava ad entrare, apro la porta.
-Divina, spero tu sia qui per spiegare l'assenza ingiustificata di ieri.-
Mi dice con un sorriso orrendo il mio capo, un uomo sulla quarantina, i capeli bianchi tirati all'indietro, vestito di tutto punto, deve guadagnare parecchio. Questa è la seconda volta che entro in questo ufficio. La scrivania è al centro, con due sedie per i visitatori, alle pareti vi stanno quadri di artisti famosi, ai lati della porta due body guard, vestiti di tutto punto e che indossano gli occhiali da sole. Non appena entrano sento lo scatto di una serratura, mi volto, hanno chiuso la porta a chiave. Non mi devo lasciare intimorire.
-Certo, ho deciso di andarmene, non voglio più lavorare qua.- dico guardandolo con superiorità.
Scoppia a ridere, e dpo un pò mi riguarda serio.
-Spero tu stia scherzando.-
-Mai stata più seria in vita mia.-
Fa un segno a uno dei due body guard, che non riesco ad interpretare, fino a quando non sento un dolore pazzesco alla guancia. La sberla mi fa traballare, perdo l'equilibrio e cado a terra. Il labbro inizia a sanguinarmi.
-Non voglio più sentire parlare di questo argomento, vatti a vestire e torna al lavoro.-
Mi rialzo, non capisco il gesto.
-Forse non ci siamo capiti, ho detto che io me ne vado, non metterò mai più piede qua, e ora corro dalla polizia a raccontare tutto.-
Scatto verso la porta, dimenticandomi che è chiusa a chiave. I due body guard mi sono subito addosso,uno mi immobilizza le mani dietro la schiena e mi stringe i polsi fino a farmi malissimo. Con le lacrime agli occhi dal male mi rivolgo al capo.
-Mi vuole tenere qua in eterno?- domando.
-Oh no, voglio solo ricordarti una cosina, forse non hai notato, ma nel contratto che tu hai firmato, in cui vi è scritto che lavori da cameriera, c'è una piccola riga, in basso a sinistra, dove si dice chiaramente che chi firma questo contratto si impegna a lavorare in questo posto di lavoro per cinque anni, pena una piccola penale. Il contratto è in regola, tu hai firmato, ora o lavori o io ti faccio causa, e allora chi me lo paga il milione di risarcimento? Paparino che è in prigione?- domanda con tono canzonatorio.
-Come fa a sapere di mio padre?- domando con un filo di voce, ditemi che sto vivendo un incubo.
-Io so tutto di te, Antonella Lamas Bernardi, ho conoscenze in tutto il mondo, ho spie, ho contatti. Non provare neanche a scappare, sarebbe inutile, ah e ho sentito anche che l'unico familiare che ti è rimasto è tuo fratello più grande, Fabio giusto? Lavora da poco in un locale del centro, bè sarebbe meglio per la sua salute che ti presentassi al lavoro, tutte le sere a partire da oggi in poi. Oh sono già le undici, va bene dai, per stasera puoi andare, lo spettacolo sarà già iniziato. A domani, puntuale mi raccomando.-
Mi strattono via dalla presa del body guard e finalmente mi lasciano andare. Me ne vado a testa alta, il mio orgoglio non mi permette di piangere o abbassare lo sguardo, una volta uscita dal locale però, scoppio a piangere. Tutte le speranze di essere felice che avevo sono crollate. Inizio a camminare verso casa di Patty, sono in ritardo. Cammino velocemente, stasera mi fa paura camminare da sola, forse perchè mi ero abituata ad avere qualcuno al mio fianco. I polsi mi fanno male, mi si sono formati gli ematomi e il labbro è un pò gonfio, ma di sicuro fanno meno male del mio cuore spezzato. Come farò con Nicolas adesso? Sarà come tradirlo ogni sera, non posso dirglielo. Non voglio più tornare in quello schifo.
Arrivo davanti casa di Patty. Con qualcuno devo sfogarmi.
Suono il campanello.
Patty arriva ad aprirmi.
-Antonella, sei in ritardo.- mi accoglie sorridendo, ma poi il sorriso le muore sulle labbra quando mi vede sconvolta come sono.
-Cos'è successo Anto?-
Mi slancio ad abbracciarla, ho bisogno di sentire qualcuno che mi voglia bene.
-I tuoi sono a casa?- domando.
-No no, sono via. Entra.- entro nella nuova casa dei genitori di Patty.
Ci sediamo in divano e inizio a raccontargli tutto, tutta la verità, alla fine della storia Patty è in lacrime, arrivo a raccontare anche di questa sera.
-Anto, ma è terribile, non puoi fare questo.-
-Ho scelta Patty? Io non ci voglio più andare.-
-E con Nicolas come farai?-
-Nicolas non lo deve sapere non vorrebbe più stare con me, mi inventerò che lavoro in un pub o da qualche parte, nessuno deve venirlo a sapere chiaro?- mi raccomando.
-Si vieni qua.- mi abbraccia di nuovo.
Mi scappa un piccolo gemito di dolore quando mi abbraccia.
-Non è che avresti del ghiaccio?- le domando.
-Oddio scusa, non me ne ero accorta, Antonella, non puoi più tornare in quel posto orrendo, ti prometto che troveremo una soluzione per non farti più andare là.-
La guardo e sorrido. Sono proprio contenta di avere fatto pace con lei. Mi mette una garza sui polsi con della pomata e tengo per circa cinque minuti il ghiaccio sul labbro, è già un pò meno gonfio.
-Forza, ora è meglio se andiamo a dormire, così non pensi a queste brutte cose.-
-Vorrei tanto potermi svegliare domani e vedere che era tutto un incubo.- dico con tono triste.
Andiamo in camera di Patty, mi metto nel materasso che aveva preparato per me. Patty prende sonno subito, io non ce la faccio e per non stare a pensare a quello che mi sta succedendo tiro fuori l'i-pod. Lo accendo.

Ti fermo alle luci al tramonto e ti guardo negli occhi

E ti vedo morire
Ti fermo all’inferno e mi perdo perché
Non ti lasci salvare da me
Nego i ricordi peggiori
Richiamo i migliori pensieri
Vorrei ricordassi tra i drammi più brutti
Che il sole esiste per tutti
Esiste per tutti
Esiste per tutti

Si caro Tiziano, il sole esiste per tutti, peccato che il mio dramma più brutto accade di notte.

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