Ho il cuore spezzato..ma ne vale la pena se è per te.. di _Sister_ (/viewuser.php?uid=76133)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivelazioni ***
Capitolo 2: *** Ricordi lontani. ***
Capitolo 3: *** 1 al prezzo di 2. ***
Capitolo 4: *** Epilogo:Distrattamente. ***
Capitolo 1 *** Rivelazioni ***
Li guardavo da lontano, le lacrime
scendevano silenziosamente sulle mie guance rosee da un misto tra
rabbia, tristezza e amore, che non lasciavano spazio ad altre emozioni.
Come la vergogna, per esempio. La
vergogna che dovrei avere, dato che sto spiando dei ragazzi
mentre..mentre si abbracciavano. Mentre si sorridevano felici.
Guardai il ragazzo, quel ragazzo
che da sempre tanto amo, che da sempre sa le mie intenzioni, dato che
solo un cieco poteva non accorgersene, ma non mi guardava. Non mi ha mai guardato. E
adesso vedo i suoi occhi, ciechi nei miei confronti, guardare con amore
infinito un’altra.
Non riuscivo a scorgere il suo
viso, ma immaginavo già come fosse. Bellissima, tanto che io
non contavo nulla al confronto. Le vedevo solo i capelli, che le
ricadevano in morbidi riccioli bronzei.
Nonostante tutto non riuscivo a
odiarla, non riuscivo ad essere arrabbiata con lei tanto da voler che
le succedesse qualcosa di male. Sembrava così innocente.
Così fragile e ingenua..
La
tristezza si fece padrona di me e comincia a singhiozzare. Per non
farmi sentire mi tappai la bocca, ma si girarono lo stesso. Mi
guardarono, senza alzarsi, cercando di scrogermi e io, non sapendo che
fare, scappai più veloce che potevo, più lontano
possibile. Il cuore mi batteva fortissimo, me lo sentivo pulsare in
gola, e i singhiozzi ripresero più veloci. Non avrei
sopportato altro. Perché mi hai fatto questo, eh?
Perché non mi vuoi come ti voglio io, Jacob?
_____________________________________________________________________________________________________________________
Prologo
un po' corto, non trovate? Sembra una one-shot, ma è una
specie una mini ff, composta da pochi capitoli. Che ne pensate? Mi
piace la coppia Jacob-Nessie, ma mi piace immedesimarmi anche in altre
persone, che possono avere relazioni con questi. Che ne dite??Ho
già scelto il nome della povera ragazza, Nadia. Adoro questo
nome, l'ho usato anche in un'altra mia ff appena cominciata...Alla
prossima!!
Baci, Francesca.
P.S. mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Ricordi lontani. ***
Ero
davanti a casa mia, il fiato corto e i capelli spettinati dalla lunga
corsa che
mi incorniciavano il viso erano solo l’ultima delle mie
preoccupazioni.
I
miei se ne sarebbero accorti, e non avrei avuto alcuna scusa abbastanza
convincente per spiegargli l’accaduto.
O
forse sì.
Il
mio ginocchio tremava, la fitta di dolore che avevo era tremenda, ma
nel
momento che ero stata scoperta mi sembrava un sofferenza secondaria.
Jacob,
non mi aveva seguita. Non aveva cercato di fermarmi, di chiedermi
perché piangessi
o semplicemente arrabbiarsi con me per averlo spiato.
No.
Non aveva fatto niente del genere.
Era
rimasto impalato, stringendo ancora più forte a
sé la ragazza a guardarmi.
Bastardo.
Una parte di me però non riusciva a non perdonarlo, a
formulare scuse plausibili
per l’accaduto.
Entrai
tremante in casa. I miei subito accorsero per vedere cosa avessi, e
naturalmente li accontentai. Vollero addirittura portarmi in ospedale.
Lì
venni visitata, oltre alla botta al ginocchio avevo preso anche la
febbre.
Sbuffai. Non potevo fare altro, dato che gli altro facevano tutto il
possibile
per me.
Sembravo
invalida. Non potevo neanche andare in salotto da sola,
così, con la scusa di
volermi riposare, presi il computer e cominciai a guardare le foto.
Trovai
subito quello che cercavo. Dato che volevo farmi proprio del male
fisico,
scelsi le foto di me e Jacob da bambini. Su qualcuna appariva anche una
terza
bambina, ma lei era più grande di noi di qualche anno. Si
chiamava Bella, se
non ricordo male, era la figlia del capo Swan, il superiore di mio
padre.
Jacob
era cotto di lei, si capiva benissimo, e si appiccicava alle sorelle
per poter
stare con Bella.
Sorrisi
al ricordo.. loro lo trattavano male, e per farlo andare via il prima
possibile, avevano cominciato a vestirlo da bambina, a usarlo come
cavia, e a
fargli fare lavori (per noi bambini) ritenuti pesanti.
Come
reagiva Bella? Naturalmente, da bambina matura quale era (se si
può definire
una bambina matura), non trovava
affatto divertente quello che gli facevano fare, e cercava di
proteggerlo ogni
volta che poteva. Questo non faceva altro che aumentare la cotta di
lui.
Mi
sembrava veramente strano. Jacob non era mai stato un ragazzo brutto o
poco
quotato, anzi, ma non ci stava mai con nessuna, aveva occhi solo per
lei.
Questo
un po’ mi rallegrava, pensavo “Bé,
è vero che non mi vuole, ma come non lo avrò
io, non l’avrà nessuna!” e in questo
modo riuscivo ad andare avanti,
accontentandomi di essere l’amica fidata.
Stavamo
spesso assieme, andavamo al cinema, ci divertivamo in qualunque modo,
parlavamo, ascoltavamo musica insieme o semplicemente lo guardavo
mentre
sistemava le auto a cui tanto teneva.
Poi,
dopo tempo che non tornava, rieccola apparire all’orizzonte,
e lui di nuovo
stava male, vedendo che lei aveva messo gli occhi su un altro ragazzo,
come
tutte le altre oche di Forks. Edward Cullen.
All’inizio
pensavo “Povera illusa! Credi veramente che quel mostro metta
gli occhi su
dite?”,ma mi sbagliavo, come tutti naturalmente, nessuno si
sarebbe mai
aspettato una cosa simile. Che il bello e dannato stesse con il brutto
anatroccolo.
E
Jack ci stava male. Si lamentava, e io che potevo fare? Un bel niente.
Un
bel giorno, il caro Edward, decide
di
lasciare la sua amata, e lei cade in depressione. Dio quanto
l’ho odiata.
Quanto faceva la vittima quando invece non si accorgeva che la persona
che
stava peggio era proprio davanti ai suoi occhi, ma non le importava
niente. Doveva
crogiolarsi nel suo dolore…chi meglio del suo migliore amico
poteva consolarla?
E io, naturalmente venni messa da parte. Addio giornate passate con il
mio
amico, addio passeggiate in riva al mare. Addio al mio unico modo per
sentirmi
vicina al ragazzo che amo.
Così,
passò il tempo, e lui stava sempre peggio. Lei sempre
meglio. Io? Non c’è
neanche da chiederlo. Domanda ovvia come la sua risposta. Persi
completamente i
contatti con Jacob. Non lo rividi praticamente più. Odio
quella ragazza. La
odio con tutto il cuore. Come odio quella che oggi stava appiccicata a
Jacob.
Ma..
io odio Jacob? In parte, sì.
Qualcuno
suonò al campanello.
Silenzio.
Qualcuno
risuonò al campanello.
Nessuno
andò ad aprire.
Alla
terza volta scesi dal letto, presa da un’improvvisa ondata di
isteria, ed andai
ad aprire.
Chi
ritrovai sulla soglia?
-Ciao,
tu sei quella che oggi piangeva nel bosco-mi disse una vocina
squillante
proveniente da una ragazzina dai boccoli color bronzo -..io sono..-non
la feci
finire. Sbattei violentemente la porta.
Una
vocina dispiaciuta aveva appena dato forma alla mia paura
più grande. Anzi no,
alla mia seconda paura più grande.
Incontrare
la stupida ragazzina di Jacob!
Ok,
forse è un po’ troppo presto per postare, ma ne
avevo una voglia matta!!
Voglio
ringraziare eia e noe_princi89 per aver recensito!
granpasso
per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti!
Loli89
e noe_princi89 per averla aggiunta alle seguite!!
GRAZIEEEEEEE!!
E alla prossima!
Baci,
Francesca.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** 1 al prezzo di 2. ***
Inspirai
con il naso, per riprendere la calma.
Cosa
dovevo fare?
Lasciarla
fuori a marcire nei sensi di colpa? In un certo
senso ci avrei goduto.
Ma aveva un’aria
così innocente..
Presi
coraggio e riavvicinai la mano alla porta. Al massimo
le avrei detto di andarsene, e non avrei parlato.
Aspetterò
che mi dica ciò che mi vuol dire e se ne andrà
così come è venuta.
La
aprì piano ma in modo deciso, volevo che capisse subito
che con chi avesse a che fare.
Lei
era ancora lì, sembrava dispiaciuta da quello che avevo
fatto. Peggio per lei, io di certo non l’avrei consolata.
-Cosa
ti abbiamo fatto?- chiese decisa. Ah, adesso parlava
al plurale. Loro.
-Devo
anche spiegartelo? Mi sembra abbastanza chiaro- dissi
aspra.
-Continuo
a non capire-.
Sbuffai.
-Scusa
se non sono intelligente quanto te!- disse sbuffando
a sua volta –vengo qui per chiederti scusa per non so cosa,
anche perché quella
che si dovrebbe scusare saresti tu! Non sono stata io di certo a spiare
due
ragazzi mentre piangevo come una fontana!-
Se
non abbassava la cresta la fontana sarebbe ripartita. Una
parola di più e sarei riscoppiata a piangere come niente
fosse.
-Se
sei venuta qui per farmi arrabbiare puoi anche
tornartene dal tuo amore,
è tempo
sprecato- cercavo di essere dura con lei, ma le stupidissime lacrime
che
cercavano di uscire in tutti i modi e di rigarmi il viso non me lo
permettevano
appieno.
-Allora
è questo il problema! Jacob!- scuotè la testa e
si
disse tra sé e sé –come ho fatto a non
pensarci prima…-
Colpita
e affondata.
Mi
guardai attorno, in cerca di un appiglio, ma non ce n’era
l’ombra, così decisi di passare al piano B.
Sbattei
la porta più forte che potei. Cominciai a piangere,
il ginocchio mi doleva più del solito.
La
ragazzina non cercò di entrare, né di farmi
ragionare.
Non
la sentivo più.
Andai
in cucina, c’era un biglietto sul tavolo “ siamo al
supermarket! Torniamo subito, mamma e papà”.
Strano non mi avessero avvisata
prima di uscire, forse pensavano che dormissi.
La
serata passò nella più piena
tranquillità , lo stesso non
poté dirsi della nottata.
Continuavo
ad avere incubi, cosa che accadeva spesso da un
pezzo. Non credo centrassero con Jacob, ma erano molto fastidiosi,
soprattutto
quando mi svegliavo ansante in piena notte.
Questa
volta però c’era anche qualcos’altro.
Qualcosa
continuava a sbattere contro la finestra, cosa che
trovavo veramente fastidiosa, ma non avevo la minima voglia di aprire
la
finestra e andare a vedere che cosa fosse.
-Che
cavolo Nadia, sono già incazzato di mio con te, vuoi
che la mia furia cresca??- sentii sussurrare da fuori.
Spalancai
gli occhi, ma non mi mossi dal letto, il respiro
bloccato.
Cazzo,
Jacob. Deglutii, e mi decisi ad andare ad aprire.
Jacob
mi aspettava con una faccia molto, molto arrabbiata,
credeva di farmi paura, ma sapevo che non avrebbe mai osato toccarmi.
Mi
ritrovai stesa a terra, la faccia schiacciata contro il
pavimento.
Sopra
di me Jacob, vestito appena con dei pantaloncini da
ginnastica.
-Come
hai osato far piangere la mia Reneesme?-disse il
ragazzo.
-Come
osi tu
entrare in questo modo in camera mia!!- urlai cercando di spostarlo,
vano
tentativo.
-Non
urare!! Non vorrai svegliare i tuoi spero?- sussurrò
serio, mentre tremava.
-Stupido,
stai tremando! Ma che credevi di fare vestito in
questo modo? Ti prenderai qualcosa!- ma prima che potessi poggiargli la
coperta
sulle spalle, mi prese il polso, disse –Non è per
questo che tremo. E’ la
rabbia che mi stai facendo provare. Ti consiglio di non farmi
arrabbiare più di
così, o saranno guai. Naturalmente per te. -
sogghignò.
-Sai,
sono diventato pericoloso da quando non ci
frequentiamo più- continuò –cosa
intendevi fare, eh? Voglio che tu chieda
immediatamente scusa a Reneesme. Sono venuto qui anche da parte di
Edward, dovresti
ringraziarmi! Fosse stato per lui ti avrebbe fatto a fettine! Chiaro?-
digrignò
i denti –sennò sarò costretto ad usare
le maniere forti. Edward è molto più
disposto di me a ucciderti. Io mi freno solo perché ti ho
voluto bene. Perché da
sempre sei mia amica. O almeno così credevo.- il suo sguardo
divenne triste.
Voleva
anche farmi sentire in colpa, ora? Col cavolo! La mia
rabbia non sarebbe sfumata per una minaccia del genere.
-Pensavo
che tu fossi mio amico- sussurrai –se lo sei (e
sono veramente dubbiosa di ciò), allora prova a metterti nei
miei panni. Prova
a provare – non trovavo parole migliori di quel piccolo gioco
di parole –
quello che sento io. La tua ragazza sarà anche triste, ma
io? Io no? Posso anche
morire per te, l’importante è che il tuo amore
rimanga illeso, giusto?-
Mi
guardò perplesso. Tirai su col naso e mi asciugai le
lacrime che scendevano leggere sul mio viso.
Non
sapeva che dire. Me lo aspettavo. Avevo ragione io.
Bene, se era così non ci potevo fare nulla.
-Va
bene- dissi –chiederò scusa alla tua ragazza, se
ci
tieni tanto, ma non chiedermi mai più nulla del genere, ok?
Non sopporterei
altro.-
-Grazie-
rispose semplicemente.
-Però…mi
faresti un favore?-
-Certo.
Dimmi pure- era tranquillo, benone.
Avvicinai
la mano alla sua, il mignolo alzato.
-Amici?-
Avvinghiò
il suo al mio, in una stretta fin troppo forte.
-Amici.
–
Mi
alzai, mentre lui si sistemava goffamente i capelli.
-Passo
domani mattina- sbuffai – ma non so bene a che ora. Magari
se la trovo nel bosco, lo stesso posto dell’altra volta
è meglio-
Annuì.
Si girò pronto a balzare fuori dalla finestra.
-Ultima
cosa. Chi è Edward?- domandai curiosa.
Mi
guardò con un sorriso furbo –Suo fratello
maggiore. E’
molto geloso della sorella- mise
enfasi nella parola “sorella”-è peggio
di me. Meglio
se non lo fai arrabbiare- ci pensò su –anzi, che
lo incontri. Potrebbe essere la
prima e ultima volta- rise tra sé.
La
presi come una battutina, ma non ero sicura che
scherzasse.
Il
giorno dopo sarebbe stato lungo e affatto divertente. Dovevo
mettermi a dormire se non volevo svegliarmi tardi.
Eccomi
con il penultimo capitolo. Già, il prossimo sarà
l’epilogo.
Contente? Io sì! Sapevo che sarebbe stata una cosa corta, ma
ne sono molto
fiera! Ringrazio tutti, da chi legge a chi recensisce e chi
l’ha aggiunta ai
preferiti o alle seguite!!!
Baci,
Francesca.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Epilogo:Distrattamente. ***
La luce mi svegliò da quel sogno così vero,
così strano.
Avevo sognato Jacob, che entrava dalla ia finestra e che mi convinceva
ad andare da lei e chiedere perdono.
Che sgtrano sogno..
Con gli occhi ancora mezzi chiusi, mi alzai, stroppicciandomeli.
Guardai il tappeto, non riuscendo a fare nient'altro
Sorrisi. che sciocco. o forse la sciocca ero io?
"Mi racomando, se non vieni ti sarò costretto ad usare le
maniere forti! jake", era scritto in un foglietto stroppicciato, con la
solita scrittura scarabocchiata del mio amico.
Mia lazai con calma, incredula che il sogno di stanotte fosse veramente
reale e non solo frutto della mia fantasia.
mentre mi lavavo i denti cercavo di pensare a migliaia di alternative
per cui non dovessi realmente andare dai Cullen, ma la cosa
più intelligente che venne fuori fu che ero sonambula e che
avessi scritto io quel biglietto, copiando la grafia di Jake..
Non credo fosse possibile una cosa del genere, e se anche lo fosse
stato non sarebbe mai potuto succedere a me.
Da sempre dormivo come un sasso, anche quando avevo gli incubi non
avevo mai urlato o raba simile.
Cercai vestiti adatti al lavoro orribile che mi sarebbe toccato di
lì a poco: semplici jeans e maglietta nera, come se fossi
rattristata seriamente dalla cosa.
La cosa che mi preoccupava di più erano i genitori. Se il
fratello Edward era veramente come l'aveva descritto Jake,sarebbe stato
fatale anche un solo sguardo deu loro genitori.
Cercai di pensare a qualunque cosa che non fosse Reneesme o Jacob, ma
non mi venne in mente niente, così cercai le parole giuste
per scusarmi mentre mangiavo un po' di cereali.
Mi alzai svogliatamente dalla sedia facendo più rumore
possibile, e senza guardarmi allo psecchio mentre prendevo le chiavi
dell'auto, uscii di casa.
Una bella giornata per la media di Forks. C'era un bel venticello ma
non faceva freddo, mi maleddi per non aver preso neanche una giacca.
Entrai in auto, una macchina niente male in confronto a quella che
avevo dovuto usare i primi anni in cui avevo preso la patente.
La strada non era difficile, ma sembrava non finire mai.
Accesi la radio e il riscaldamento, così che il rumore mi
facesse compagnia attraverso quel sentiero sterrato in quel posto
dimenticato da Dio.
Non si poteva dire lo stesso della casa. Fu la prim costruzione che
vidi dopo chilometri, era tutto il contrario di come me l'aspettavo.
Non avevo nulla in particolare in testa, ma così non me la
sarei aspettata mai e poi mai.
Era enorme, sui tre piani, e più che moderna. Doveva essere
costata centinaia di megliala di dollari. Non un milione
però, era talmente sperduta che in pochi avrebbero avuto il
coraggio di abitarci.
parcheggiai in quello che avrebbe dovuto essere il vialetto,
meraviglioso anche quello, neanche a chiederlo.
Davanti alla casa delle macchine proprio niente male, ma di cui non
avrei mai saputo dire il nome. Quello era il campo di Jacob, o chiunque
altro tranne me.
Ero davanti al portone. Non volveo bussare. Il cuore in gola e i sensi
di colpa che cominciavano ad affiorare occupando la mia mente. E ora?
-Che brava! Sei venuta!- una voce calda, che conoscevo bene, mi stava
chiamando, ma ero troppo occupata a non cadere a terra priva di sensi.
Perchè mi sentivo in quel modo? Perchè
così tanta frustrazione e disperazione? Come se il mondo mi
stesse crollando addosso...
Dovevo scusarmi al più presto, o sarei caduta dentro ad una
voragine nel terreno. tutta colpa della mia testardaggine.
-Adesso basta Jasper. O finirà per suicidarsi!- quando una
vocina pronunciò queste strane parole, mi sentii meglio,
sollevata, non c'era più alcuna calamità pronta a
distruggermi, così mi girai.
Erano due ragazzi tra cui uno era Jacob ed una ragazza.
-Su, andiamo, ti mostro dove devi andare-dissi Jacob assorto,
continuando a fissare l'altro ragazzo. Era biondo, ma non era Edward,
da quanto avevo capito si chiamava Jasper.
Seguii Jacob, abbassando gli occhi. mi sentivo fissata.
Avevo le farfalle allo stomaco. Di nuovo quella sensazione.
-Sai, quasi non ci speravo che venissi! E' stato il bigliettino a
convincerti, vero?-
-Naturalmente sì, ma anche io lo..lo volevo fare- risposi
ditratta. Ero a diagio, continuavo a guardarmi attorno. Qualcosa mi
diceva di andarmene immediatamente. Pericolo.
Questa parola mi rimbomabava nelle orecchie.
Continuai a rispondere svogliatamente alle domande di Jacob, fino a che
non arrivammo.
Lei stava seduta davanti ad un albero, le gambe incrociate. Stava
leggendo "Cime tempestose". Un libro piuttosto impegnativo.
Jake, mi guardò, sorridendo della mia espressione truce e se
ne andò. L'orgoglio mi diceva di seguirlo, ma qualcos'altro
mi diceva invece di non farlo.
Sbuffai, e come se avessi fatto talmente rumore da poter spaccare i
timpani, lei alzò lo sguardo disturbata.
-Ciao- la salutai timidamente. Mi guardava stupita, come se fosse una
cosa impossibile il fatto che mi trovassi lì.
-Ciao-disse lei. Mi avvicinai lentamente.
-Volevo scusarmi...per ieri...-
-Scuse accettate- disse frettolosamente.
-Come, scusa?-
-Ho detto scuse accettate. ora te ne puoi anche andare-detto questo
cominciò a leggere, o almeno posò lo sguardo sul
libro.
Che odio! Uno ti chiede scusa, sapendo di aver torto, e tu rispondi in
questo modo?Ma come si permetteva?!
-Sono venuta per chiederti scusa, cos posso dirti di più?-
-Niente. Non devi dire niente.-
Non sapevo che rispondere, ero sinceramente offesa. Ferita.
Lei capì e mi guardò, buttando a terra il libro.
-Ok, ora ti devo chiedere scusa io. Mi dispiace, ma sei stata veramente
cattiva con me. E' difficile perdonarti.-
Boccheggai un po', ondeggiando sui talloni.
-Lo so..è per questo che voglio chiederti scusa. Non
è colpa tua. Non è colpa di nessuno...solo che..-
-Ok, basta. Sei perdonata..-mi sorrise gentile e mi fece cenno di
raggiungerla.
-Cosa leggi?- le chiesi mentre mi sedevo. Lo sapevo benissimo, ma era
giusto per fare un po' di conversazione.
Cominciammo a parlare del più e del meno. Non era
così male. Passai il pomeriggio con lei e me ne andai falice
di aver avuto successo.
Anche se non era antipatica, anzi, e avessimo molto incomune, non sarei
mai riuscita da essere amica sua. Credo che anche lei lo pensasse.
Augurai una vita felice a lei e a Jacob. E mi augurai di non incontare
mai Edward nella mia vita, contentache quel giorno non fosse accaduto.
____________________________________________________________________________________________________________
Fineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
Che ne pensate? Io sono veramente fiera di questo racconto.
Gli errori li corregegrò un altro giorno, adesso non ho
tempo. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e seguita.
grazie di cuore.
Francesca.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=411928
|