Ho il cuore spezzato..ma ne vale la pena se è per te..

di _Sister_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rivelazioni ***
Capitolo 2: *** Ricordi lontani. ***
Capitolo 3: *** 1 al prezzo di 2. ***
Capitolo 4: *** Epilogo:Distrattamente. ***



Capitolo 1
*** Rivelazioni ***


Li guardavo da lontano, le lacrime scendevano silenziosamente sulle mie guance rosee da un misto tra rabbia, tristezza e amore, che non lasciavano spazio ad altre emozioni.

Come la vergogna, per esempio. La vergogna che dovrei avere, dato che sto spiando dei ragazzi mentre..mentre si abbracciavano. Mentre si sorridevano felici.

Guardai il ragazzo, quel ragazzo che da sempre tanto amo, che da sempre sa le mie intenzioni, dato che solo un cieco poteva non accorgersene, ma non mi guardava. Non mi ha mai guardato. E adesso vedo i suoi occhi, ciechi nei miei confronti, guardare con amore infinito un’altra.

Non riuscivo a scorgere il suo viso, ma immaginavo già come fosse. Bellissima, tanto che io non contavo nulla al confronto. Le vedevo solo i capelli, che le ricadevano in morbidi riccioli  bronzei.

Nonostante tutto non riuscivo a odiarla, non riuscivo ad essere arrabbiata con lei tanto da voler che le succedesse qualcosa di male. Sembrava così innocente. Così fragile e ingenua..

La tristezza si fece padrona di me e comincia a singhiozzare. Per non farmi sentire mi tappai la bocca, ma si girarono lo stesso. Mi guardarono, senza alzarsi, cercando di scrogermi e io, non sapendo che fare, scappai più veloce che potevo, più lontano possibile. Il cuore mi batteva fortissimo, me lo sentivo pulsare in gola, e i singhiozzi ripresero più veloci. Non avrei sopportato altro. Perché mi hai fatto questo, eh? Perché non mi vuoi come ti voglio io, Jacob?

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Prologo un po' corto, non trovate? Sembra una one-shot, ma è una specie una mini ff, composta da pochi capitoli. Che ne pensate? Mi piace la coppia Jacob-Nessie, ma mi piace immedesimarmi anche in altre persone, che possono avere relazioni con questi. Che ne dite??Ho già scelto il nome della povera ragazza, Nadia. Adoro questo nome, l'ho usato anche in un'altra mia ff appena cominciata...Alla prossima!!
Baci, Francesca.

P.S. mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate!!

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Capitolo 2
*** Ricordi lontani. ***


Ero davanti a casa mia, il fiato corto e i capelli spettinati dalla lunga corsa che mi incorniciavano il viso erano solo l’ultima delle mie preoccupazioni.

I miei se ne sarebbero accorti, e non avrei avuto alcuna scusa abbastanza convincente per spiegargli l’accaduto.

O forse sì.

Il mio ginocchio tremava, la fitta di dolore che avevo era tremenda, ma nel momento che ero stata scoperta mi sembrava un sofferenza secondaria.

Jacob, non mi aveva seguita. Non aveva cercato di fermarmi, di chiedermi perché piangessi o semplicemente arrabbiarsi con me per averlo spiato.

No. Non aveva fatto niente del genere.

Era rimasto impalato, stringendo ancora più forte a sé la ragazza a guardarmi.

Bastardo. Una parte di me però non riusciva a non perdonarlo, a formulare scuse plausibili per l’accaduto.

Entrai tremante in casa. I miei subito accorsero per vedere cosa avessi, e naturalmente li accontentai. Vollero addirittura portarmi in ospedale.

Lì venni visitata, oltre alla botta al ginocchio avevo preso anche la febbre. Sbuffai. Non potevo fare altro, dato che gli altro facevano tutto il possibile per me.

Sembravo invalida. Non potevo neanche andare in salotto da sola, così, con la scusa di volermi riposare, presi il computer e cominciai a guardare le foto.

Trovai subito quello che cercavo. Dato che volevo farmi proprio del male fisico, scelsi le foto di me e Jacob da bambini. Su qualcuna appariva anche una terza bambina, ma lei era più grande di noi di qualche anno. Si chiamava Bella, se non ricordo male, era la figlia del capo Swan, il superiore di mio padre.

Jacob era cotto di lei, si capiva benissimo, e si appiccicava alle sorelle per poter stare con Bella.

Sorrisi al ricordo.. loro lo trattavano male, e per farlo andare via il prima possibile, avevano cominciato a vestirlo da bambina, a usarlo come cavia, e a fargli fare lavori (per noi bambini) ritenuti pesanti.

Come reagiva Bella? Naturalmente, da bambina matura quale era (se si può definire una bambina matura), non trovava affatto divertente quello che gli facevano fare, e cercava di proteggerlo ogni volta che poteva. Questo non faceva altro che aumentare la cotta di lui.

Mi sembrava veramente strano. Jacob non era mai stato un ragazzo brutto o poco quotato, anzi, ma non ci stava mai con nessuna, aveva occhi solo per lei.

Questo un po’ mi rallegrava, pensavo “Bé, è vero che non mi vuole, ma come non lo avrò io, non l’avrà nessuna!” e in questo modo riuscivo ad andare avanti, accontentandomi di essere l’amica fidata.

Stavamo spesso assieme, andavamo al cinema, ci divertivamo in qualunque modo, parlavamo, ascoltavamo musica insieme o semplicemente lo guardavo mentre sistemava le auto a cui tanto teneva.

Poi, dopo tempo che non tornava, rieccola apparire all’orizzonte, e lui di nuovo stava male, vedendo che lei aveva messo gli occhi su un altro ragazzo, come tutte le altre oche di Forks. Edward Cullen.

All’inizio pensavo “Povera illusa! Credi veramente che quel mostro metta gli occhi su dite?”,ma mi sbagliavo, come tutti naturalmente, nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa simile. Che il bello e dannato stesse con il brutto anatroccolo.

E Jack ci stava male. Si lamentava, e io che potevo fare? Un bel niente.

Un bel giorno, il caro Edward, decide di lasciare la sua amata, e lei cade in depressione. Dio quanto l’ho odiata. Quanto faceva la vittima quando invece non si accorgeva che la persona che stava peggio era proprio davanti ai suoi occhi, ma non le importava niente. Doveva crogiolarsi nel suo dolore…chi meglio del suo migliore amico poteva consolarla? E io, naturalmente venni messa da parte. Addio giornate passate con il mio amico, addio passeggiate in riva al mare. Addio al mio unico modo per sentirmi vicina al ragazzo che amo.

Così, passò il tempo, e lui stava sempre peggio. Lei sempre meglio. Io? Non c’è neanche da chiederlo. Domanda ovvia come la sua risposta. Persi completamente i contatti con Jacob. Non lo rividi praticamente più. Odio quella ragazza. La odio con tutto il cuore. Come odio quella che oggi stava appiccicata a Jacob.

Ma.. io odio Jacob? In parte, sì.

Qualcuno suonò al campanello.

Silenzio.

Qualcuno risuonò al campanello.

Nessuno andò ad aprire.

Alla terza volta scesi dal letto, presa da un’improvvisa ondata di isteria, ed andai ad aprire.

Chi ritrovai sulla soglia?

-Ciao, tu sei quella che oggi piangeva nel bosco-mi disse una vocina squillante proveniente da una ragazzina dai boccoli color bronzo -..io sono..-non la feci finire. Sbattei violentemente la porta.

Una vocina dispiaciuta aveva appena dato forma alla mia paura più grande. Anzi no, alla mia seconda paura più grande.

Incontrare la stupida ragazzina di Jacob!

 

Ok, forse è un po’ troppo presto per postare, ma ne avevo una voglia matta!!

Voglio ringraziare eia e noe_princi89 per aver recensito!

granpasso per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti!

Loli89 e noe_princi89 per averla aggiunta alle seguite!!

GRAZIEEEEEEE!! E alla prossima!

Baci, Francesca.

 

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Capitolo 3
*** 1 al prezzo di 2. ***


Inspirai con il naso, per riprendere la calma.

Cosa dovevo fare?

Lasciarla fuori a marcire nei sensi di colpa? In un certo senso ci avrei goduto.

Ma aveva un’aria così innocente..

Presi coraggio e riavvicinai la mano alla porta. Al massimo le avrei detto di andarsene, e non avrei parlato.

Aspetterò che mi dica ciò che mi vuol dire e se ne andrà così come è venuta.

La aprì piano ma in modo deciso, volevo che capisse subito che con chi avesse a che fare.

Lei era ancora lì, sembrava dispiaciuta da quello che avevo fatto. Peggio per lei, io di certo non l’avrei consolata.

-Cosa ti abbiamo fatto?- chiese decisa. Ah, adesso parlava al plurale. Loro.

-Devo anche spiegartelo? Mi sembra abbastanza chiaro- dissi aspra.

-Continuo a non capire-.

Sbuffai.

-Scusa se non sono intelligente quanto te!- disse sbuffando a sua volta –vengo qui per chiederti scusa per non so cosa, anche perché quella che si dovrebbe scusare saresti tu! Non sono stata io di certo a spiare due ragazzi mentre piangevo come una fontana!-

Se non abbassava la cresta la fontana sarebbe ripartita. Una parola di più e sarei riscoppiata a piangere come niente fosse.

-Se sei venuta qui per farmi arrabbiare puoi anche tornartene dal tuo amore, è tempo sprecato- cercavo di essere dura con lei, ma le stupidissime lacrime che cercavano di uscire in tutti i modi e di rigarmi il viso non me lo permettevano appieno.

-Allora è questo il problema! Jacob!- scuotè la testa e si disse tra sé e sé –come ho fatto a non pensarci prima…-

Colpita e affondata.

Mi guardai attorno, in cerca di un appiglio, ma non ce n’era l’ombra, così decisi di passare al piano B.

Sbattei la porta più forte che potei. Cominciai a piangere, il ginocchio mi doleva più del solito.

La ragazzina non cercò di entrare, né di farmi ragionare.

Non la sentivo più.

Andai in cucina, c’era un biglietto sul tavolo “ siamo al supermarket! Torniamo subito, mamma e papà”. Strano non mi avessero avvisata prima di uscire, forse pensavano che dormissi.

La serata passò nella più piena tranquillità , lo stesso non poté dirsi della nottata.

Continuavo ad avere incubi, cosa che accadeva spesso da un pezzo. Non credo centrassero con Jacob, ma erano molto fastidiosi, soprattutto quando mi svegliavo ansante in piena notte.

Questa volta però c’era anche qualcos’altro.

Qualcosa continuava a sbattere contro la finestra, cosa che trovavo veramente fastidiosa, ma non avevo la minima voglia di aprire la finestra e andare a vedere che cosa fosse.

-Che cavolo Nadia, sono già incazzato di mio con te, vuoi che la mia furia cresca??- sentii sussurrare da fuori.

Spalancai gli occhi, ma non mi mossi dal letto, il respiro bloccato.

Cazzo, Jacob. Deglutii, e mi decisi ad andare ad aprire.

Jacob mi aspettava con una faccia molto, molto arrabbiata, credeva di farmi paura, ma sapevo che non avrebbe mai osato toccarmi.

Mi ritrovai stesa a terra, la faccia schiacciata contro il pavimento.

Sopra di me Jacob, vestito appena con dei pantaloncini da ginnastica.

-Come hai osato far piangere la mia Reneesme?-disse il ragazzo.

-Come osi tu entrare in questo modo in camera mia!!- urlai cercando di spostarlo, vano tentativo.

-Non urare!! Non vorrai svegliare i tuoi spero?- sussurrò serio, mentre tremava.

-Stupido, stai tremando! Ma che credevi di fare vestito in questo modo? Ti prenderai qualcosa!- ma prima che potessi poggiargli la coperta sulle spalle, mi prese il polso, disse –Non è per questo che tremo. E’ la rabbia che mi stai facendo provare. Ti consiglio di non farmi arrabbiare più di così, o saranno guai. Naturalmente per te. - sogghignò.

-Sai, sono diventato pericoloso da quando non ci frequentiamo più- continuò –cosa intendevi fare, eh? Voglio che tu chieda immediatamente scusa a Reneesme. Sono venuto qui anche da parte di Edward, dovresti ringraziarmi! Fosse stato per lui ti avrebbe fatto a fettine! Chiaro?- digrignò i denti –sennò sarò costretto ad usare le maniere forti. Edward è molto più disposto di me a ucciderti. Io mi freno solo perché ti ho voluto bene. Perché da sempre sei mia amica. O almeno così credevo.- il suo sguardo divenne triste.

Voleva anche farmi sentire in colpa, ora? Col cavolo! La mia rabbia non sarebbe sfumata per una minaccia del genere.

-Pensavo che tu fossi mio amico- sussurrai –se lo sei (e sono veramente dubbiosa di ciò), allora prova a metterti nei miei panni. Prova a provare – non trovavo parole migliori di quel piccolo gioco di parole – quello che sento io. La tua ragazza sarà anche triste, ma io? Io no? Posso anche morire per te, l’importante è che il tuo amore rimanga illeso, giusto?-

Mi guardò perplesso. Tirai su col naso e mi asciugai le lacrime che scendevano leggere sul mio viso.

Non sapeva che dire. Me lo aspettavo. Avevo ragione io. Bene, se era così non ci potevo fare nulla.

-Va bene- dissi –chiederò scusa alla tua ragazza, se ci tieni tanto, ma non chiedermi mai più nulla del genere, ok? Non sopporterei altro.-

-Grazie- rispose semplicemente.

-Però…mi faresti un favore?-

-Certo. Dimmi pure- era tranquillo, benone.

Avvicinai la mano alla sua, il mignolo alzato.

-Amici?-

Avvinghiò il suo al mio, in una stretta fin troppo forte.

-Amici. –

Mi alzai, mentre lui si sistemava goffamente i capelli.

-Passo domani mattina- sbuffai – ma non so bene a che ora. Magari se la trovo nel bosco, lo stesso posto dell’altra volta è meglio-

Annuì. Si girò pronto a balzare fuori dalla finestra.

-Ultima cosa. Chi è Edward?- domandai curiosa.

Mi guardò con un sorriso furbo –Suo fratello maggiore.  E’ molto geloso della sorella- mise enfasi nella parola “sorella”-è peggio di me. Meglio se non lo fai arrabbiare- ci pensò su –anzi, che lo incontri. Potrebbe essere la prima e ultima volta- rise tra sé.

La presi come una battutina, ma non ero sicura che scherzasse.

Il giorno dopo sarebbe stato lungo e affatto divertente. Dovevo mettermi a dormire se non volevo svegliarmi tardi.

 

Eccomi con il penultimo capitolo. Già, il prossimo sarà l’epilogo. Contente? Io sì! Sapevo che sarebbe stata una cosa corta, ma ne sono molto fiera! Ringrazio tutti, da chi legge a chi recensisce e chi l’ha aggiunta ai preferiti o alle seguite!!!

Baci, Francesca.

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Epilogo:Distrattamente. ***


La luce mi svegliò da quel sogno così vero, così strano.
Avevo sognato Jacob, che entrava dalla ia finestra e che mi convinceva ad andare da lei e chiedere perdono.
Che sgtrano sogno..
Con gli occhi ancora mezzi chiusi, mi alzai, stroppicciandomeli. Guardai il tappeto, non riuscendo a fare nient'altro
Sorrisi. che sciocco. o forse la sciocca ero io?
"Mi racomando, se non vieni ti sarò costretto ad usare le maniere forti! jake", era scritto in un foglietto stroppicciato, con la solita scrittura scarabocchiata del mio amico.
Mia lazai con calma, incredula che il sogno di stanotte fosse veramente reale e non solo frutto della mia fantasia.
mentre mi lavavo i denti cercavo di pensare a migliaia di alternative per cui non dovessi realmente andare dai Cullen, ma la cosa più intelligente che venne fuori fu che ero sonambula e che avessi scritto io quel biglietto, copiando la grafia di Jake..
Non credo fosse possibile una cosa del genere, e se anche lo fosse stato non sarebbe mai potuto succedere a me.
Da sempre dormivo come un sasso, anche quando avevo gli incubi non avevo mai urlato o raba simile.
Cercai vestiti adatti al lavoro orribile che mi sarebbe toccato di lì a poco: semplici jeans e maglietta nera, come se fossi rattristata seriamente dalla cosa.
La cosa che mi preoccupava di più erano i genitori. Se il fratello Edward era veramente come l'aveva descritto Jake,sarebbe stato fatale anche un solo sguardo deu loro genitori.
Cercai di pensare a qualunque cosa che non fosse Reneesme o Jacob, ma non mi venne in mente niente, così cercai le parole giuste per scusarmi mentre mangiavo un po' di cereali.
Mi alzai svogliatamente dalla sedia facendo più rumore possibile, e senza guardarmi allo psecchio mentre prendevo le chiavi dell'auto, uscii di casa.
Una bella giornata per la media di Forks. C'era un bel venticello ma non faceva freddo, mi maleddi per non aver preso neanche una giacca.
Entrai in auto, una macchina niente male in confronto a quella che avevo dovuto usare i primi anni in cui avevo preso la patente.
La strada non era difficile, ma sembrava non finire mai.
Accesi la radio e il riscaldamento, così che il rumore mi facesse compagnia attraverso quel sentiero sterrato in quel posto dimenticato da Dio.
Non si poteva dire lo stesso della casa. Fu la prim costruzione che vidi dopo chilometri, era tutto il contrario di come me l'aspettavo.
Non avevo nulla in particolare in testa, ma così non me la sarei aspettata mai e poi mai.
Era enorme, sui tre piani, e più che moderna. Doveva essere costata centinaia di megliala di dollari. Non un milione però, era talmente sperduta che in pochi avrebbero avuto il coraggio di abitarci.
parcheggiai in quello che avrebbe dovuto essere il vialetto, meraviglioso anche quello, neanche a chiederlo.
Davanti alla casa delle macchine proprio niente male, ma di cui non avrei mai saputo dire il nome. Quello era il campo di Jacob, o chiunque altro tranne me.
Ero davanti al portone. Non volveo bussare. Il cuore in gola e i sensi di colpa che cominciavano ad affiorare occupando la mia mente. E ora?
-Che brava! Sei venuta!- una voce calda, che conoscevo bene, mi stava chiamando, ma ero troppo occupata a non cadere a terra priva di sensi.
Perchè mi sentivo in quel modo? Perchè così tanta frustrazione e disperazione? Come se il mondo mi stesse crollando addosso...
Dovevo scusarmi al più presto, o sarei caduta dentro ad una voragine nel terreno. tutta colpa della mia testardaggine.
-Adesso basta Jasper. O finirà per suicidarsi!- quando una vocina pronunciò queste strane parole, mi sentii meglio, sollevata, non c'era più alcuna calamità pronta a distruggermi, così mi girai.
Erano due ragazzi tra cui uno era Jacob ed una ragazza.
-Su, andiamo, ti mostro dove devi andare-dissi Jacob assorto, continuando a fissare l'altro ragazzo. Era biondo, ma non era Edward, da quanto avevo capito si chiamava Jasper.
Seguii Jacob, abbassando gli occhi. mi sentivo fissata.
Avevo le farfalle allo stomaco. Di nuovo quella sensazione.
-Sai, quasi non ci speravo che venissi! E' stato il bigliettino a convincerti, vero?-
-Naturalmente sì, ma anche io lo..lo volevo fare- risposi ditratta. Ero a diagio, continuavo a guardarmi attorno. Qualcosa mi diceva di andarmene immediatamente. Pericolo. Questa parola mi rimbomabava nelle orecchie.
Continuai a rispondere svogliatamente alle domande di Jacob, fino a che non arrivammo.
Lei stava seduta davanti ad un albero, le gambe incrociate. Stava leggendo "Cime tempestose". Un libro piuttosto impegnativo.
Jake, mi guardò, sorridendo della mia espressione truce e se ne andò. L'orgoglio mi diceva di seguirlo, ma qualcos'altro mi diceva invece di non farlo.
Sbuffai, e come se avessi fatto talmente rumore da poter spaccare i timpani, lei alzò lo sguardo disturbata.
-Ciao- la salutai timidamente. Mi guardava stupita, come se fosse una cosa impossibile il fatto che mi trovassi lì.
-Ciao-disse lei. Mi avvicinai lentamente.
-Volevo scusarmi...per ieri...-
-Scuse accettate- disse frettolosamente.
-Come, scusa?-
-Ho detto scuse accettate. ora te ne puoi anche andare-detto questo cominciò a leggere, o almeno posò lo sguardo sul libro.
Che odio! Uno ti chiede scusa, sapendo di aver torto, e tu rispondi in questo modo?Ma come si permetteva?!
-Sono venuta per chiederti scusa, cos posso dirti di più?-
-Niente. Non devi dire niente.-
Non sapevo che rispondere, ero sinceramente offesa. Ferita.
Lei capì e mi guardò, buttando a terra il libro.
-Ok, ora ti devo chiedere scusa io. Mi dispiace, ma sei stata veramente cattiva con me. E' difficile perdonarti.-
Boccheggai un po', ondeggiando sui talloni.
-Lo so..è per questo che voglio chiederti scusa. Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno...solo che..-
-Ok, basta. Sei perdonata..-mi sorrise gentile e mi fece cenno di raggiungerla.
-Cosa leggi?- le chiesi mentre mi sedevo. Lo sapevo benissimo, ma era giusto per fare un po' di conversazione.
Cominciammo a parlare del più e del meno. Non era così male. Passai il pomeriggio con lei e me ne andai falice di aver avuto successo.
Anche se non era antipatica, anzi, e avessimo molto incomune, non sarei mai riuscita da essere amica sua. Credo che anche lei lo pensasse.
Augurai una vita felice a lei e a Jacob. E mi augurai di non incontare mai Edward nella mia vita, contentache quel giorno non fosse accaduto.

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Fineeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee.
Che ne pensate? Io sono veramente fiera di questo racconto.
Gli errori li corregegrò un altro giorno, adesso non ho tempo. Ringrazio tutti quelli che l'hanno letta e seguita.
grazie di cuore.
Francesca.

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