Dimenticati, Indimenticabili. (Dieci leggende di piccoli eroi) di ToraStrife (/viewuser.php?uid=44143)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - In The End Of Time. ***
Capitolo 2: *** Prima Leggenda: Armatura d'Assalto Turrican ***
Capitolo 3: *** Inter-Ludus: Super Sayan Bros ***
Capitolo 1 *** Prologo - In The End Of Time. ***
Dimenticati, Indimenticabili - Dieci piccoli eroi
Fine del tempo: una speciale epoca che come tempo non prevede
una data precisa, quanto piuttosto il simbolo di infinito.
Questo "luogo", o meglio, questo "tempo" era laddove in qualche modo si
erano rifugiati un manipolo di eroi. E questi ultimi non erano certe
delle mezze calzette.
Ma una cosa alla volta.
In questo luogo vi risiedeva un tranquillo e gentile signore,
vestito come un amabile signore d'altri tempi, con indosso un
vecchio impermeabile e una curiosa
bombetta, e il volto adornato da una soffice barbetta bianca come la
neve. Lo stesso uomo, tutto il tempo, se ne stava perennemente
appoggiato al suo bastone da passeggio, sotto la luce fioca di un
lampione, al centro di una piccola piazzetta circondata da un recinto
di inferriate e spogliamente adornata da un paio di aiuole fiorite.
Ad essere sinceri, quella piazzetta era essenzialmente tutto
ciò
che rappresentava la Fine del Tempo, se si escludono un paio di
corridoi comunicanti rispettivamente con una navicella, adibita a
trasporti temporali, e una stanza contigua, della stessa dimensione
della piazzetta, ove si aprivano in continuazione diversi portali per
varie epoche storiche.
Questo luogo apparirà familiare a coloro che hanno preso in
mano
almeno una volta nella vita un joypad in mano e il cui nome "Chrono
Trigger" suonerà familiare, e saranno anche in grado di
associare al vecchietto il nome di Gaspar, e il suo ruolo di
"Guru del Tempo".
Ma la priorità, nella mente dei (pochi) lettori che si
saranno
avventurati fin qui, verterà sicuramente sul manipolo di
eroi
citato prima, piuttosto che su un vecchietto sconosciuto ai
più.
Beh, il manipolo di eroi, era un manipolo di veri eroi, i
più amati dai bambini di oggigiorno.
Vi era il coraggioso ragazzo ninja nel quale era rinchiuso lo spirito
di una volpe a nove code, pieno di entusiasmo e di coraggio, mai
disposto ad arrendersi: avrete sicuramente riconosciuto in lui il
fantastico Naruto.
Vi era l'essere più forte di tutto l'universo conosciuto,
eroe
di ieri e di oggi, e probabilmente, anche di domani: nientemeno che
Goku l'Immortale.
Vi era il pirata di gomma, con un sogno da realizzare e tanta
insofferenza verso le ingiustizie: il supermolleggiato Rufy.
Vi era una ragazzina che era stata capace, con le sue lacrime e il suo
coraggio, a dare esempio a centinaia di coetanee: la paladina
Sailormoon.
Vi era l'Alchimista per eccellenza, un po' suscettibile sulle sue
caratteristiche fisiche, ma sempre cosciente sul fatto che non puoi
avere senza dare: l'inconfondile Edward Elric.
Vi era persino, nonostante tutto, qualcuno che proprio eroe non si
poteva definire, ma la cui intelligenza diabolica lo avevano reso
popolare presso i giovani di oggi: un aspirante dio, un perfetto
scrittore di un mondo perfetto: il mefistofelico Light Yagami.
Inoltre c'era un ragazzetto insieme al suo pokemon preferito, gli
inconfondibili Ash e Pikachu.
Per conto suo, potevamo riconoscere il Sergente Sosuke Sagara, anima
militare del gruppo, con preparazione alla Rambo e capacità
alla Actarus.
Così simile, eppure così opposto, come il focoso
rosso
contro l'oscuro blu, vi era Dante Sparda, amato cacciatore di demoni
che si preoccupava che ogni cosa che facesse gli riuscisse abbastanza
"stilysh".
E per ultimo, passionale e al contempo compassionevole, vi era
Inuyasha, la perfetta sintesi tra istinto e umanità.
Una task force niente male, vero? Ma che ci facevano tutti assieme, vi
chiederete.
Beh, senza stare troppo nel drammatico, se avete presente i fastidiosi
Heartless di Kingdom Hearts, avrete già capito la minaccia
che
continuava da tempo a divorare mondi ed epoche.
Il buio, il vuoto degli Heartless, l'assenza di emozioni, un enorme
buco nero che si nutriva e cancellava tutto.... si, proprio quella
stessa natura che vent'anni fa, a Fantasia, Atreyu, la Regina Bambina e
Sebastian chiamavano "Il Nulla".
Quel fastidioso buco nero che si nutriva di sentimenti,
quell'avvolgente buio che ingoiava i cuori.
Riconosciamo che la situazione non era delle più originali,
lo
ammettiamo, ma questa storia della Luce contro il Buio, buio in questo
caso non inteso come emozioni negative, ma della morte stessa delle
emozioni, non era certo una novità, speciemeno che agli
occhi di
Gaspar.
Gaspar, Guru del tempo e supervisore di quanto succedeva in tutte le
epoche e in tutte le dimensioni, era testimone costante delle perenni
battaglie che vedevano contrapposte da tutte le parti Bene contro Male.
E ogni tanto, appariva anche questo ciclico problema, quello del
"Nulla".
Vi era già l'apparente prescelto, Sora, ma le strade del suo
destino seguivano già le vie di Anthem e di altri
personaggi, le
cui strade non erano destinate a incrociarsi.
Ma la battaglia contro il "Nulla" andava combattuta su più
fronti, ed ecco spiegato il raduno di tante celebrità.
Il gruppo non si chiese neppure perché o per cosa fossero
stati
riuniti: vigeva solo la consapevolezza che qualcosa di superiore li
accomunava, e la sopravvivenza di ognuno dei loro mondi dipendeva dalla
loro collaborazione.
- Voi tutti siete stati chiamati in questa battaglia contro qualcosa
che non conoscete, ma che da soli non potreste mai affrontare -
Spiegò Gaspar ai presenti. - e ognuno dei vostri mondi
rischia
di sparire, se non agiamo per tempo. E' per questo che è
stato
deciso di selezionare i dieci... -
- Pika!- Protestò un mostriciattolo giallo.
- .... Undici tra i più forti e conosciuti esponenti del
Multiverso, in questa battaglia che deciderà le
sorti
dello stesso. -
- Non dovrebbero esserci particolari problemi - Assicurò
ottimista Goku - Ho già fatto missioni del genere, in
passato. E
non è certo la prima volta che faccio parte di una di queste
'squadre speciali' -.
- Però non capisco cosa c'entri io - domandò
Light
Yagami, il temutissimo Kira - Io sono un semplice umano, e per di
più, non sono neppure un 'eroe' come chiunque di questa
stanza. -
- Non importa chi tu sia o cosa tu faccia - intervenne Sailormoon,
anche lei non nuova a questo genere di eventi, anche se non aveva la
stessa esperienza di Goku - l'importante è che tu dia tutto
te
stesso per riuscire, e per amore di quello che devi proteggere -
- Appunto, discorsi senza senso, almeno per uno come me. Io posso solo
dispensare la morte. "Proteggere" non fa parte del mio vocabolario -
concluse sarcastico Kira.
- Ideali o no, una missione è una missione, e come tale va
portata a termine - Aggiunse, sempre ligio al dovere, il Sergente di
Ferro Sosuke Sagara.
Gaspar riprese le redini del discorso. - Non importa sapere i criteri
con cui sei stato scelto. Ti basti il fatto che sei qui tra i presenti,
oggi. E se vuoi che l'idea del 'tuo mondo migliore' non finisca.....
divorata dal Nulla, sai bene cosa è meglio fare. -
- Me ne rendo conto - rispose Kira - Ma sia ben chiaro che non sono un
uomo d'azione. -
- Non ti preoccupare, non ce ne servono. Bastiamo quei pochi che siamo
- commentò ironicamente Dante.
- Lasciate fare a me! - aggiunse Inuyasha, alzando la Tessaiga
infoderata.
- Molto bene - sorrise soddisfatto il Guru del Tempo. - Nel frattempo,
chi volesse allenarsi un pò, nell'altra stanza c
è il
signor Spekkio che sarà felice di farvi da Sparring. Non
preoccuparti Goku, può reggere anche i tuoi colpi. -
Il combattente si trasformò subito in Super Sayan
dall'entusiasmo. Naruto e Rufy non si fecero attendere e si alzarono
per
seguire lo scimmione.
- A mangiare e combattere, quei tre sono sempre assieme -
commentò Ash Ketchum, che si alzò con Pikachu,
ripromettendosi l'intenzione di osservare solamente il modo di
combattere degli altri.
Dante preferì sedersi con le gambe distese e la schiena
appoggiata all'inferriata, per schiacciare una veloce pennichella.
Sailormoon si fece condizionare da un moto di appetito, e
aprì
un cestino da pranzo, preparatogli preventivamente da Sailor Jupiter.
Inuyasha gli era già a fianco, stuzzicato dal profumo dei
manicaretti.
Light ed Edward erano impegnati a squadrarsi l'un l'altro, cercando di
studiarsi a vicenda.
Ne rimaneva solo uno, che si avvicinò a Gaspar e...
- Signor Guru del Tempo? -
- Oh, il sergente Sosuke. Il guerriero con l'armatura gigante, non
è vero? -
- Si chiama A.S. ed è una macchina senziente, per quanto
pilotabile. -
- Beh, non me ne intendo molto, di quel genere di roba del futuro. Ma
cosa desideri? -
- A quanto è venuto fuori dal discorso, questa non
è la
prima volta che persone come noi vengono scelte, non è vero?
-
- Proprio così. -
- Beh, mi chiedevo, tutti coloro che sono stati scelti a loro tempo....
perché non loro? Perché sempre diversi? E
perché
ci sono invece persone come Goku, che
vengono chiamate più volte? -
- Eh, ragazzo, sono scelte che variano con i tempi. Ci sono eroi che
vanno e vengono. Voi siete quelli scelti questa volta. -
- E in passato? Altri eroi avevano combattuto? Usciti vittoriosi o
sconfitti? Chi erano? -
- Quante domande, ragazzo, quante domande, hehehe! -
ridacchiò pacato il Guru del tempo. -
- Chiedo scusa, signore, ma sono semplicemente curioso. Potrebbe
aiutarmi a capire su cosa abbiamo di speciale noi... cercare di
comprendere cosa
avevano di speciale loro. -
- Beh, visto che abbiamo tempo prima della lotta che vi attende, potrei
ingannare il tempo parlando di qualcuno di loro. L'idea ti alletta? -
- Mi farebbe molto piacere! - rispose il sergente.
- D'accordo, d'accordo! - si arrese Gaspar. - Spero di non annoiare
troppo, dopotutto, queste sono le semplici parole di un vecchio che
osserva le cose da sempre, e per sempre.... -
- La prego, racconti! - Supplicò il sergente, mettendosi
seduto per terra a gambe incrociate.
- Va bene. Uno di questi eroi, tra l'altro, era anche lui, come te, un
moderno cavaliere con un'armatura del tutto particolare.
Il suo nome era.....
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Capitolo 2 *** Prima Leggenda: Armatura d'Assalto Turrican ***
Tuta D'Assalto "Turrican".
Da qualche parte, in mezzo alle galassie siderali, in un lontano punto dell'universo.
Sulla superficie di un pianeta morente senza nome, era possibile
osservare la desolazione di un paesaggio simile a un
deserto, pieno di canyon e burroni.
Tuttavia, in quel momento, la parola "deserto", non sembrava la più appropriata.
In mezzo a quei crepacci, infatti, a contrasto di un ambiente
così solitario, vi erano segni di grande movimento: in
lontananza, si potevano osservare i bagliori intermittenti e
imprevedibili di una battaglia.
In realtà, avvicinandosi ad osservare meglio, più che una
battaglia, forse era meglio definirla una impari lotta per la
sopravvivenza.
La differenza delle forze che si fronteggiava era addirittura spietata:
da una parte un intero esercito, dall'altra... un solo individuo.
Una figura antropomorfa stava saltando di roccia in roccia, braccato da un
enorme stormo di volatili meccanici che lo assediavano senza tregua.
Quest'umanoide, illuminato dal tramonto di un sole lontano, rifletteva
come uno specchio la calda e abbagliante luce di quella fredda stella,
risaltando la lucentezza del metallo con in quale era rivestito.
Il contrasto del colore freddo dell'armatura, una corazza che lo
ricopriva dall'elmo fino ai piedi, al pari dei cavalieri delle romanze
medievali, con il colore caldo del sole, risaltavano il contrasto e di
conseguenza la bellezza peculiare della scena.
Il solitario guerriero stava imbracciando un fucile
adeguato all'aspetto futuristico e contemporaneamente classicheggiante
dell'armatura.
Continuando i suoi balzi da una roccia e all'altra, il soldato stava
cercando di mettere a segno qualche colpo contro lo stormo di
inseguitori.
Dalla bocca del suo fucile uscivano raggi di plasma, che, una volta a segno, mietevano continuamente vittime tra gli
uccelli, anche non abbastanza da riuscire ad attenuare gli attacchi da parte dell'intero stormo.
Il soldato provò a balzare su un lastrone più
grosso degli altri, ma appena atterratovi su, la colonna di roccia
si
sbriciolò sotto il suo peso, e la superficie gli venne a mancare
da
sotto i piedi.
Il guerriero, senza esitare, tenendo stretto il suo fucile con il braccio destro,
allungò quello sinistro, dal quale venne sparato un rampino
attaccato a una corda metallica, che si andò ad aggrappare alla colonna di
roccia più vicina.
L'umanoide così appeso al cavo, si dondolò avanti e
indietro, e infine sfruttò lo slancio per catapultarsi verso un
ciglio di roccia solido che potesse permettere anche un lungo tratto
a piedi.
Lo stormo di creature alate intanto non lo lasciava in pace.
L'umanoide cambiò la modalità del suo fucile, e la regolò su "Raggio congelante".
Successivamente puntò il fucile verso lo stormo, e premette il grilletto.
Dal fucile uscì un flusso continuo e ininterrotto di quello che sembrava un laser
di natura congelante, e prese ad agitare il fucile, come un mitra a raffica
continua o un idrante puntato all'interno di un incendio, spostando avanti e indietro il raggio nel grosso dello stormo.
La tattica sembrò funzionare: molti volatili, congelati
all'istante, si irrigidivano come pezzi di ghiaccio in aria, e cadevano giù dalle pareti della parete di roccia.
Ma il guerriero non ebbe in tempo a gioirne, che una nuova minaccia lo minacciava, questa volta via terra.
Si stava avvicinando inesorabilmente un piccolo esercito di droidi
bipedi; fondamentalmente delle scatoline montate su due gambe come
quelle lunghe delle cavallette: per rendere meglio l'idea,
potreste pensare all'ED-209 di Robocop o gli AT-ST di guerre
stellari; fortunatamente questi erano relativamente piccoli, che non
superavano il metro di altezza.
Tuttavia, il loro nutrito numero non era da sottovalutare, ed inoltre,
da dietro, il soldato era ancora braccato dagli uccelli robot.
Per la prima volta il soldato dimostrò di contenere qualcuno,
dentro quella armatura, muovendo la bocca, l'unica parte del suo corpo
non coperta da corazza, per dare un comando.
- Modalità Giroscopio. -
Il soldato si inginocchiò, e in quel momento accadde qualcosa di incredibile.
L'intera conformazione dell'armatura si piegò su se stessa e si
accartocciò, e in meno di un secondo al posto del soldato vi era
una una specie di ruota dentata, o girandola, che stava rotolando in
direzione dell'esercito di bipedi.
La nuova forma permise al guerriero di distanziarsi dagli uccelli, e di
passare agilmente in mezzo ai bipedi, in mezzo ai quali prese
inoltre a depositare mine, continuando a farlo anche dopo aver
oltrepassato la piccola armata.
I bipedi, fondamentalmente stupidi, si giravano in direzione del loro
bersaglio, andando incontro a morte sicura con il campo minato
improvvisato rilasciato dal "Giroscopio".
Lo stesso, intanto, continuava a rotolare e a distanziare i suoi
inseguitori. Era finita finalmente. O almeno, era quello che il
guerriero credeva.
Un gigantesco raggio laser, sparato da chissaddove, si schiantò sul terreno, mancandolo di qualche metro.
L'impatto con la superficie, comunque, fu tale che la vibrazione fece sbalzare in aria il
Giroscopio, che rimodificò la sua conformazione,
prima di atterrare in piedi, quelli della sua precedente forma umanoide.
Il soldato si guardò intorno, per individuare la fonte di un colpo di tale potenza. Non ci volle molto ad individuarlo.
Davanti a lui si erigeva un grosso
robot dalla forma umanoide, grosso quasi quanto un palazzo di due
piani; per molti versi era simile a lui, solo in formato gigante.
Non poteva che essere stato lui, la causa di quel raggio laser:
dopotutto, quel fucile gigante che teneva in mano, ancora fumante, non
lasciava adito a dubbi.
- Davide contro Golia, eh? - Commentò ironicamente il soldato.
Intanto il gigante si stava apprestando a un secondo, devastante colpo.
La bocca del piccolo soldato, tuttavia, mutò in un breve
sorriso. Il Gigante sparò la seconda bordata. Un'enorme
esplosione sbriciolò il terreno, e fece un cratere del posto
dove prima vi stava il lillipuziano soldatino.
Di questi, tuttavia, nessuna traccia.
Poteva essere stato vaporizzato dall'esplosione.
Il gigante tuttavia non parve convinto da quella ipotesi, e
passò in rassegna il paesaggio con i suoi sensori ottici, alla
ricerca del bersaglio... o dei suoi resti.
Dopo una prima scansione negativa, il behemotiano mostro di ferro si
accorse che la sua preda era più vicina di quanto pensasse.
Proprio lì, in piedi sopra la canna del suo mostruoso fucile.
Il soldatino sorrise. Proprio come Davide contro Golia, l'astuzia
poteva più che la forza. Mosse qualche passo per
avvicinarsi alla testa di quella montagna di ferro, e pronunciò
una sola parola.
- Nuke. -
Una enorme esplosione, come se una mini atomica fosse stata fatta
esplodere, si levò dal corpo del piccolo guerriero, che tuttavia
non pareva subirne gli effetti. Insieme a questa esplosione, sempre
dall'armatura del soldato, due enormi barriere di luce azzurra si
elevarono fino al cielo, per poi allontanarsi, devastando tutto
ciò che toccavano al proprio passaggio.
Dell'enorme Golia di ferro, coinvolto in quella micidiale esplosione,
non rimasero alla fine che le gambe, ancora erette, immobili come due
colonne di pietra.
Il guerriero, rimasto solo e vincitore dopo quel fatidico scontro,
avvertì improvvisamente tutta la stanchezza accumulata,
lasciò cadere il fucile per terra, si porse le mani sulla testa,
e si tolse finalmente l'elmo.
Tutto sudato, si intravide finalmente una testa umana, in mezzo a tutti
quegli strati di lamiera; un volto dai tratti relativamente giovani,
dal mento pronunciato e, accarezzati dal vento che stava soffiando in
quel momento, dei particolari capelli color ametista.
La battaglia era stata vinta; tuttavia, l'espressione dell'uomo non
mostrò alcun segno che indicasse soddisfazione. Il motivo si
spiegò quando pronunciò freddamente..
- Non è neanche su questo pianeta. -
In quest'epoca
che per alcuni di voi
potrebbe sembrare un futuro distante
la Galassia è un luogo di pace e libertà
Noi abbiamo prestato giuramento
di dedicare noi stessi e le nostre vite
per proteggere questo equilibrio
e debellare qualsiasi minaccia
possa metterlo in pericolo.
Noi siamo la U.S.S. Freedom Forces
ed io ne sono l'attuale comandante.
Il mio nome è Bren Mc Guire
e questa è la mia storia.
Nello spazio siderale, l'astronave conosciuta come Avalon 1 stava solcando il cosmo.
L'equipaggio era stato convocato d'urgenza in sala sul ponte. Bren, a
quel tempo, era uno dei tanti cadetti che si erano arruolati spinto da
un ideale e tanti sogni.
La voce del Comandante spiegò una situazione immediatamente seria.
- Abbiamo ricevuto una richiesta di aiuto da parte del pianeta Katakis.
Pare che un'orda di forze sconosciute abbia cominciato un'invasione su
vasta scala. -
- Esattamente, quanto è grande l'entità dell'attacco? - si apprestò a domandare uno dei cadetti.
Il comandante fece un momento di pausa, e rispose.
- Stando a quanto ci hanno comunicato da Katakis, tutti e trentasei i
pianeti di quel settore sono stati espugnati. Ipotesi convalidata dal
fatto che abbiamo praticamente perso i contatti con tutti quanti. -
Un animato vociare si alzò tra le fila dei cadetti.
- E come mai abbiamo ricevuto un messaggio da Katakis? -
- Katakis è il pianeta più esterno di quel settore.
Può darsi che la sua posizione li abbia messi in condizione di
poter lanciare l'S.O.S. Come Nave Ammiraglia della USS Freedom
Forces, abbiamo il dovere di raccogliere la richiesta di aiuto, ed
andare in soccorso di Katakis. -
Altre obiezioni si levarono tra le fila dei cadetti.
- Comandante, ma se non sappiamo la portata dell'invasione, corriamo il rischio di trovarci in svantaggio numerico. -
- Ho già fatto richiesta ai pianeti limitrofi per mandare dei
contingenti di supporto, ma prima di allora abbiamo il dovere di
intervenire prima che sia troppo tardi. -
Fu la prima volta che, insieme ai suoi compagni, Bren indossò
quel meraviglioso gioiello tecnologico come l'Armatura d'Assalto
Turrican: a tutti gli effetti un piccolo esoscheletro che potenziava la
muscolatura di chi la indossava, e ne garantiva un incremento di
velocità e resistenza. Inoltre, era in grado di proteggerlo da
granate o colpi d'arma da fuoco che avrebbero, in circostanze normali,
sciolto come il burro anche un carro armato.
Tre squadre di Turrican furono fatte uscire con altrettante navicelle.
Bren poteva vedere la maestosità della Avalon 1, mentre, con
insieme il resto della squadra, si allontanava per la sua prima
missione.
Senza immaginare, quel fatidico giorno, di come sarebbero andate le cose....
Fu la volta che conoscemmo
la vera potenza delle orde oscure
di quel gigantesco umanoide meccanico
che avremmo chiamato negli anni successivi
semplicemente come
"La Macchina".
Ricordo ancora
quando tra i rottami della mia navicella
io, unico sopravvissuto
risparmiato chissà per quali ragioni volute dal destino
fui testimone impotente
di qualcosa che cambiò per sempre la mia vita.
Ricordo ancora
quelle due navicelle inghiottite senza speranza da quel buco nero
e l'Avalon 1
quella immensa nave, vanto e orgoglio
delle USS Freedom Forces
al quale avevo scelto di dedicare la mia vita
distrutta in meno di due minuti
dal più spaventoso degli eserciti
nel quale percepivo la più assoluta malvagità
e ricordo ancora di più
la figura della "Macchina"
il cui sguardo gelido e spietato
mi aveva paralizzato dal terrore e dalla disperazione
prima che provvidenzialmente,
i sensi mi abbandonassero....
Passarono diversi anni.
Bren era ormai diventato il leader della USS Freedom Forces, ed aveva
votato la sua esistenza a liberare il cosmo dalla minaccia de La Macchina e del suo infinito, viscido e spietato esercito.
- Comandante, abbiamo ricevuto una richiesta d'aiuto. Una invasione sul pianeta Denaris da parte delle forze del "La Macchina"! -
- Rotta immediata su Denaris. Questa volta li annienteremo! -
E dicendo questo, Bren diede una lunga occhiata all'armatura, che lo stava chiamando per la prossima, difficilissima missione.
Per affrontare l'ultima sfida.
Per la libertà.
L'avventura, era appena cominciata...
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Capitolo 3 *** Inter-Ludus: Super Sayan Bros ***
Dimenticati, Indimenticabili - Goku
- ... Combattere per la libertà ... - Sosuke stava
ancora rimuginando su quella storia. - Ineccepibile. Un vero, valoroso
soldato. -
- Si ma.... tutta questa violenza.... - obiettò Sailormoon, che si
era messa ad ascoltare distrattamente il racconto, ma ne era stata tamente rapita
da aver dimenticato per un attimo la fame. Inuyasha a fianco invece non
aveva affatto dimenticato il languorino, e stava silenziosamente lanciando
occhiatacce di protesta alternativamente a Sailormoon e al cestino. La
biondina non gli badò e continuò la sua frase.
- Morti, distruzione. Che mancanza di eleganza. Il mio Milord è differente. -
- Anche la mia banca. - si intromise con una battutaccia Goku, che in
cuor suo aveva sempre accarezzato l'idea di fare il comico. Per fortuna
nostra, non lo fece mai.
Sailormoon anziché ridere (ci mancava che lo facesse) accolse
invece il Sayan con una espressione terrorizzata: poichè
conosceva bene alcune caratteristiche di Goku, si affrettò
istintivamente a nascondere il cestino per il
pranzo, con gran disappunto del demone canino a suo fianco.
- Non credo neppure che tu sappia cosa sia, una banca. -
ironizzò acutamente Light nei confronti del Sayan, dimostrando, nella sua aria annoiata,
di aver allungato comunque un orecchio al discorso.
Goku dovette arrendersi all'evidenza.
- Beh, ammetto che non ne so molto. Però so che ci si tengono i soldi. - Si giustificò goffamente l'alieno.
- Goku! In pausa dall'allenamento? - Lo accolse Gaspar.
- Eh, in un certo senso, nonnino. Diciamo che mi hanno mandato via. -
- Mi domando cosa tu abbia potuto combinare, nella tua ingenuità
- intervenne, senza spostarsi dalla sua posizione rilassata, Dante.
- Avevi ragione sai, nonnino? Spekkio è un ottimo incassatore! A
un certo punto volevo trasformarmi in Super Sayan ma.... -
- Ti hanno cacciato via. - tagliò corto freddamente Light. - Che stupido. -
- Beh, Goku, cerca di capire. - spiegò il Guru. - Spekkio
è un ottimo incassatore, è vero. Ma la Fine del Tempo
è una dimensione relativamente piccola. Se scatenassi qui la tua
energia di Supersayan, qua rischierebbe di collassare tutto, con noi
dentro. -
Goku si mise una mano sulla nuca, in una risata imbarazzata,
- Ah, davvero? Che peccato però, così non posso allenarmi come vorrei -
- Come se ne avessi bisogno, di allenarti. - Lo rimproverò
Sailormoon. - Qua dentro sei talmente forte che potresti sostituirci,
tutti e dieci! -
- Nooo, suvvia, non sono poi così forte! Devo sempre tenere testa a Vegeta! -
- Chi è Vegeta? - fu la domanda di Inuyasha.
- Vegeta? Mh, fammi pensare.... è un individuo che quando
si arrabbia diventa tremendo, a volte diventa persino odioso e in
qualche modo ce l'ha sempre a morte con me. -
- Uhm, una specie di Sesshomaru.... - commentò il demone cane.
- Chi è Sesshomaru? - chiese candidamente Sailormoon.
- Il mio fratellastro... ma non ne vado affatto orgoglioso - disse
corrucciato Inuyasha - Anzi, ogni volta cerca sempre di uccidermi. Come
io con lui, del resto. -
- Fratelli coltelli, eh? Allora abbiamo qualcos'altro in comune,
botolo, oltre a un padre non umano. - fu il commento semi annoiato di
Dante, sempre immerso nel suo rilassamento.
- Anche un mio .... diciamo 'amico' ha un fratello vorrebbe ammazzare.
- Questa volta fu Naruto a intromettersi nel discorso, di ritorno
dall'allenamento.
Sailormoon si assicurò segretamente che il nascondiglio del cestino fosse abbastanza celato.
- Io in effetti avevo un fratello, di nome Radish. - l'espressione di
Goku si fece seria per un attimo - Ma era freddo, spietato, non
conosceva umanità o compassione... No, decisamente mi rifiuto di
chiamarlo 'fratello'! - mentre disse questo, strinse i pugni in un
piccolo moto di rabbia.
- Ehy, non tutti i fratelli sono dei bastardi! - protestò, per la prima volta, l'Alchimista d'Acciaio.
Sailormoon schioccò le dita per aver ricordato una cosa - Ce ne
parlò, in occasione della scorsa 'missione', anche quell'uomo
muscoloso con le sette cicatrici sul petto, vero Goku? Anzi, lui era
letteralmente pieno di fratelli potenti e pericolosi -
Goku annuì.
- Il mio invece, è formidabile! E' fortissimo! Manipola il fuoco
e può distruggere flotte intere! Beh, anche io però non
sono da meno! -
Questo entusiasmo apparteneva a Rufy, anche lui desideroso di un "break" dalla sessione con Spekkio.
Sailormoon cominciò a sudare freddo, e cominciò a coprire
il nascondiglio del cestino con il suo stesso corpo, sentendosi (ma era
vero o era atterrita dalla paranoia?) come se fosse su una zattera in
mezzo a un fiume infestato da famelici piranha.
Goku, nella sua beata ingenuità, si accorse del nervosismo della paladina.
- Sailormoon, che hai? Sei tutta rossa e sudata. -
-E-ehm, dev'essere il caldo, già! Beh tornando al discorso anche io ho un fratellino insopportabile! Anche se, a dire il vero, non lo vorrei mai morto, ehm.... -
Goku, sempre nel suo benedetto candore, chiese - Quella bambina dai capelli rosa? -
- No! - corresse imbarazzata la bionda - quella in... in teoria sarebbe mia... mia figlia... -
- EEEEH??? - cadde dalle nuvole Goku.
- Oh, via, è una lunga storia, sia tratta di futuro, passato, viaggi nel tempo, non è vero Guru? -
Il Guru soffocò una risatina divertita, e annuì.
- Del resto chi può saperlo meglio di me? - confermò con una punta di vanità.
- E poi ha parlato di un fratello, scemo d'un Goku - rimproverò Naruto.
- Allora sono l'unico qua, che ha una sorella? - Intervenne nel suo
solito sarcasmo Light Yagami - Anche se la mia almeno è una normale sorella, niente a che vedere con psicopatici, assassini o megalomani -
Nessuno dei presenti ribattè, ma si formarono delle gocce di
sudore sulla nuca di ognuno di loro, mentre in silenzio, tutti
pensavano la stessa cosa:
"Light, proprio te, parli".
Sosuke rimaneva in silenzio a ispezionare con la mente la storia della
sua vita, e sul vago significato che la parola "famiglia" avesse
mai significato per lui.
Ash era l'unico che mancava all'appello, probabilmente impegnato in una
gara di Pokemon con Spekkio (anche se è a noi ignoto, se Spekkio
potesse in effetti avere dei Pokemon).
Il Guru approfittò dell'atmosfera creatasi, per intervenire.
- Quindi la maggior parte di voi ha i rapporti con la famiglia abbastanza travagliati, dico bene? -
I due mezzo demoni del gruppo annuirono in special modo.
Gaspar riprese.
- Questo mi riporta alla mente quella storia di due fratelli, anzi,
meglio, due gemelli, legati dallo stesso destino, ma anche loro, oltre
a mille battaglie contro comuni nemici, dovettero, in qualche caso,
affrontare anche loro stessi. Questa è la storia di due
guerrieri, anzi, meglio, due dragoni... due dragoni gemelli.... -
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