La mappa più strampalata del
mondo.
In poche parole dovevano
recarsi in una pianura Tibetana, poi scendere sotto terra per trovare al fine
Azena, la fata.
Rei: È
impossibile, non ce la faremo mai!
Kei: Io
andrò. Se è questa l’unica soluzione, lo farò.
Tutti:
Siamo con te!
Hilary:
Cosa?
Rei:
Hilary! Ciao… come va?
Hilary:
Cosa nascondete?
Takao:
Niente! È solo una mappa che ci indica come trovare Azena e poi recuperare la
medicina per curare Hikaru, che sta male…
Hilary: E
dove?
Rei a bassa voce: Takao, idiota!!!
Max: In
Tibet… AHIA!
Kei lo aveva colpito allo
stinco.
Hilary:
Bello!!! Vengo anch’io!
Rei: Non
credo sia il caso, è pericoloso e…
Hilary:
Niente discussioni!!!
Così i cinque divennero sei e
partirono alla volta del Tibet, con mappa, provviste e pennello.
Trovarono facilmente il
cratere, scesero sotto terra, dove incontrarono Azena.
Era piuttosto buio, si vedeva
poco o niente, in alcuni punti
Kei: C’è
nessuno? Azena?
Voce: Chi
è? Chi viene a chiedere il mio aiuto? Umani?
Rei: Sì,
umani. Abbiamo bisogno di una medicina, per curare Hikaru Katou.
Voce: Io
sono Azena, la fata degli elementi. Posso aiutarvi.
Kei: Dicci
tutto. Ora.
Azena: Il
rimedio è una parola.
Rei: Una…
parola? E qual è? Diccela subito!
Azena: Io
non la conosco. Ecco come fare per trovarla. Ascoltate bene. È una missione
estremamente pericolosa, e un essere umano non ha nessuna possibilità di uscirne
vivo.
Kei:
Rassicurante. Prosegui.
Azena: Al
di là della nebbia, alle pendici dell’Himalaya, c’è un castello fantasma. Di
giorno non è che un cumulo di rovine, ma di notte il castello si ricompone, e
tutti i blocchi si rimettono al loro posto, e si ricostruisce.
Tutti: Si
ricostruisce?
Azena: Sì,
torna come nuovo. E si possono incontrare i fantasmi della gente che ci abitava
in passato: dame, cavalieri, paggi, re e regine… Sembra tutto così reale che ti
dimentichi di quello che eri venuto a fare. Ascolti i musicisti, danzi, ti lasci
corteggiare… Ed è proprio lì che sta la trappola. Non ci si accorge più che il
tempo passa. Quando fa giorno, il castello cade di nuovo in rovina, e tutto fa
la stessa fine dei muri; si finisce squartati, triturati…
Hilary:
Magnifico!! Non vedo l’ora di essere disintegrata!!!
Si guardarono l’un l’altro; la
missione, messa così, sembrava davvero temeraria.
Kei: Cosa
dobbiamo fare una volta nel castello?
Azena tirò un lungo sospiro,
come colta da un rimorso.
Azena:
Primo: non fatevi distrarre. Secondo: Scoprire dov’è l’uovo di pappagallo.
Terzo: Rubarlo. Quarto: Covarlo.
Rei: Che?
L’uovo di pappagallo?
Azena: Sì.
È nascosto in un corridoio, sotto una grossa
X
rossa sul pavimento. Scavate, è lì che si trova l’uovo. Poi, se uscirete vivi
dal castello, riscaldate l’uovo per farlo schiudere.
Takao: Ma
ci vorrà un secolo prima che si schiuda!!!!
Azena:
Dipende. Se lo scaldate troppo, il pulcino si cuoce. Se a temperatura giusta,
beh, non so quanto ci vorrà.
Kei: E
dopo aver fatto questa sequenza di emerite cazzate mortali cosa dovremmo fare?
Azena: Al
momento della schiusa l’uccello pronuncerà la parola. Una e una sola volta.
Dovrete memorizzarla, perché l’uccello poi volerà via e non tornerà mai più.
Hilary:
Una parola molto complicata, immagino!
Azena:
Probabile. Spero abbiate buon udito, perché se ne storpiaste una sola sillaba la
vostra amica si disintegrerebbe all’istante.
Tutti:
Magnifico!
Kei: Okay.
Io vado. Deciso.
Azena:
Ancora una cosa!
Max: What?
Azena: Il
pennello. Non potete portarlo con voi. Gli oggetti magici sono pericolosi nel
castello. Onde evitare incidenti, consegnatemelo. Adesso.
Kei glielo tese, con un po’ di
esitazione.
Azena fece comparire un
uccello
Azena:
Seguite l’uccello. Vi porterà alle rovine. Addio, umani.
I sei ragazzi uscirono dalla
fenditura e si consultarono
Rei: Mi
preoccupa la parola. Se non la capiamo bene… Povera Hikaru!
Takao: Ci
vorrebbe un registratore.
Kei: In
sei riusciremo sicuramente a memorizzarla bene.
Max: E poi
io suono il banjo, sono esperto.
Rei: Bene.
Incamminiamoci, allora!
Arrivarono al maniero dopo tre
giorni di cammino
Hilary:
Accidenti! È come se un bambino enorme ci fosse saltato sopra a piè pari.
Difficile immaginare com’era quando era in piedi.
Rei: Dev’esserci
voluto un bel cataclisma per ridurlo così.
Kei:
Andiamo ad esplorare le rovine. Voglio vedere dove mi sto andando a ficcare.
Muschio ed erbacce ricoprivano
la maggior parte delle mura crollate.
Rei: Ehi…
guardate! Un pezzo di armatura!
Takao:
Sembra un puzzle di milioni di pezzi!
Curiosando fra le macerie,
scoprirono un sacco di oggetti antichi e di ricchezze indescrivibili…
Nulla era rimasto intero.
Kei:
allora… Kappa, Takao, Max e Hilary monteranno di guardia, noi due entreremo.
Tutti furono d’accordo.
Kappa:
Terremo gli occhi aperti e urleremo quando il sole farà capolino.
Takao: Ma
non si potrebbe cercare l’uovo prima del tramonto?
Rei: No.
Hai visto quei blocchi? Ci vorrebbe una gru per trascinarli via. E poi la
distesa di rovine è troppo grande. Dovremo aspettare
Prepararono le ultime
provviste.
Poi Hilary prese Kei in
disparte, e disse:
Hilary:
Sai, mi sono… innamorata di te… So che ti piace Hikaru ma… pensaci… È una tipa
strana. E poi non è neppure umana. Non per parlarne male ma… tu avresti bisogno
di una ragazza più… normale, come me!
Kei abbassò lo sguardo. Hilary
sembrava soffrire enormemente. Aveva qualcosa di buffo e tenero.
Kei: Io
amo Hikaru
Hilary: Ma
è un’aliena! Non potrai mai vivere con lei!
Kei: Lo
so, non voglio pensarci adesso. Ma voglio bene anche a te.
In verità, non ci capiva più
niente nemmeno lui. Il suo cuore batteva per Hikaru, ma la ragione gli diceva
che non aveva futuro con lei. Cuore o ragione?
Takao mise fine alle
riflessioni di Kei.
Takao: Le
salsicce sono pronte!!!!
Alla fine scesero le tenebre.
Max: Ci
siamo. Dovrebbe accadere adesso.
All’improvviso i frammenti di
roccia si sollevarono, come afferrati da una mano invisibile.
Si assemblarono tutti fino a
formare un castello vero e proprio.
Era allo stesso tempo buffo e
spaventoso.
Kei:
Bisogna andare. Rei, con me. Voi tre di guardia. Torneremo presto. Con l’uovo. E
voi gridate non appena il sole comincia a far capolino.
Max annuì.
Nel momento in cui fecero per
entrare Hilary prese Kei per un braccio e lo baciò delicatamente.
Hilary:
Non fare imprudenze, non potrei vivere senza di te
Rei si lasciò scappare un
sospiro
Rei:
Andiamo, rubacuori, non vorrai rimanere qui tutta la notte, spero!
Rei: Ti si
potrebbe friggere un uovo sulle guance!
Kei:
Smettila di fare l’imbecille e concentrati, da questo momento dovremo tenere gli
occhi aperti… Danno una festa! Azena lo aveva detto. Non lasciamoci distrarre,
cercheranno di intercettarci in tutti i modi.
Attraversarono il ponte
levatoio.
C’erano due uomini in armi,
che si inchinarono al passaggio di Kei e Rei.
Uomo:
Benvenuto, principe!
Kei: Io
non sono un…
Rei:
Zitto! E va avanti, senza rivolgergli la parola!!!!
Nel salone si accalcavano una
marea di persone sontuosamente vestite, dame e cavalieri ballavano antiche
danze.
Kei:
Sembra di essere nel Medio Evo!
Rei: È
un’immagine del passato! Sono morti tutti, uccisi dal crollo!
La musica era ormai così forte
che Kei non riusciva più a sentire l’amico. Cominciò una farandola (Danza
spagnola); una ragazza lo prese per mano e lo trascinò nella danza. Le dita del
fantasma sembravano perfettamente reali.
Fantasma:
Come vi chiamate, bel cavaliere? Oh, ma voi siete il principe di Biancomaniero!!!
La farandola girava troppo in
fretta. A Kei venne il capogiro. Altre persone si affollarono intorno a lui…
Fantasma:
Siete così bello…
Fantasma2:
Vorreste essere mio sposo?
Fantasma3:
Sono figlia del Barone…
Kei voleva respingerle, ma
erano tante, così belle… e così innamorate.
Fece uno sforzo colossale per
ricordarsi dove si trovava. La farandola gli dava le vertigini. Aveva anche
perso di vista Rei!!! Ancora la farandola lo trascinò lontano, all’altro capo
del salone, che sembrava non finisse mai…
Poi la danza si fermò. Kei
riprese fiato, ma due camerieri lo portarono in un altro salone.
Kei maledisse la sua scarsa
prontezza di riflessi… Si sentiva fiacco, assonnato.
I camerieri aprirono dei bauli
e gli mostrarono mille abiti sfavillanti d’oro e d’argento.
Si muovevano come trottole
intorno a Kei…
Cameriere: Adesso potete
scegliervi una dama per la giostra di domani…
Kei: NO!
BASTA!
Urlò, scuotendosi.
Kei: Non
ci sarà nessuna giostra, lasciatemi! Non siete altro che fantasmi!!!!!
Si dimenava, ma i camerieri
erano troppi. Lo costrinsero a tornare in sala.
Lì intravide Rei, seduto ad
una tavola imbandita, che sbavava con li occhi spiritati.
Non siamo qui per ballare,
pensò. Abbiamo una missione ben precisa… il problema è che ho dimenticato
quale sia!
Tutti parlavano della giostra
del giorno dopo. Si avvicinò a Rei. Forse lui sapeva il motivo per cui erano lì.
Kei: Sono
frastornato! Che ci stiamo a fare qui????
Rei: Boh?
Te non lo so, ma io domani parteciperò alla giostra!
Kei:
Imbecille!!! Non sei un cavaliere!! Torna sulla terra!!!
Rei: Come
osi, donnicciola??
Cameriere:
Vuole, signore? Carne di gatto…
La parola “gatto” sbloccò
qualcosa nella mente di Rei.
Rei: Dio
mio… Mao! Santo cielo! Credo di aver quasi perso la testa!
Kei:
L’uovo! Dobbiamo trovare la
X
e l’uovo!! Forse il sole sta già per sorgere!!!
Dopo una lotta con i fantasmi
riuscirono a guadagnare il corridoio.
L’inquietudine di Kei non
cessava di aumentare.
Kei: (Se
Max avesse lanciato un grido per avvertirci non lo avrei sentito. Ero talmente
nel pallone che se il pavimento si fosse spaccato non me ne sarei accorto)
Dopo un’estenuante ricerca…
Kei: Là!!!
Scaviamo!!
Si sforzarono di resistere
all’attrazione che esercitava su di loro l’eco della festa.
Rei avrebbe voluto tanto
danzare!! Volteggiare e prendere fra le braccia quelle bellissime dame così
innamorate di lui…
Che bello essere un principe!
“Svegliati!!” Diceva la voce
della ragione “È una trappola!!”
Kei: Dai!! Scava!!!
Rei si riscosse. Gli girava la
testa e faticava a ricordare cosa ci facesse lì.
Si inginocchiò e cominciò a
scavare meccanicamente. Anche Kei scavava spargendo terra da tutte le parti.
Rei: (Un
principe del mio rango non dovrebbe abbassarsi a fare questo, è roba da
villani!!! Quale sarà la mia dama per la giostra di domani? Benedetta? Dulcinea?
Desiree?)
Kei lo schiaffeggiò per farlo
tornare in sé.
Kei:
Resisti, accidenti!!! O i fantasmi ci stregheranno!!!
Non aggiunse altro perché le
sue unghie stridettero su un cofanetto metallico.
Kei:
Eccolo!! Trovato!!!
La scatola era però troppo
pesante. Per fortuna non era chiusa a chiave, così poterono estrarre l’uovo e
prenderlo con loro.
Si udì un grido.
Rei: È
Max!!!!!! Sta facendo giorno! Muoviamoci!!!!
Kei:
Andiamocene da qui, prima che il castello vada in pezzi… Insieme a noi!
Rei:
Tagliamo la corda! Non voglio finire squartato nei ruderi di questo castello
infernale!
Kei prese l’uovo e se lo mise
sotto la maglia.
Filarono via, ma Kei faceva
fatica perché l’abito gli impediva i movimenti. Essendo abituato ai blue jeans,
aveva paura di cadere e rompere uovo e osso del collo.
Rei/Kei:
Dove cazzo è l’uscita????!?!?!?!?!!!!?
Avevano ormai quasi perso la
testa. Max si sgolava per segnalare l’arrivo dell’alba.
Non sapevano da che parte
andare. I corridoi erano tutti uguali e, per di più, pieni di fantasmi festosi
che continuavano a sbarrargli la strada in continuazione.
Li afferravano per trascinarli
nella stanza, e dalla loro bocca uscivano mille complimenti, un veleno che
anestetizzava la mente dei due ragazzi.
Kei: Di
qua!!!
Aveva visto uno spiraglio di
luce.
Si fondarono all’uscita,
tentando di liberarsi delle mani gommose che afferravano i loro vestiti.
Rei:
Attento a non inciampare!
Kei:
Facile a dirsi!!!! Corri, imbecille, e non sprecar fiato!!
Quando videro il portone, gli
si gelarono le membra. Il cielo blu si stemperava come un caffè dove lentamente
fosse stato versato del latte.
Le mura erano scosse da
violente convulsioni, come se stessero tremando.
Rei era fuori. Kei stava
attraversando il ponte quando…
Dama: Già
ve ne andate, mio bel cavaliere? Tra poco verrà aperta la giostra!
Kei: SIETE
MORTI!!! TUTTI!!!! NON CI SARÀ NESSUNA GIOSTRA!!!!
La afferrò per scaraventarla
via, ma era molliccia. Gli sembrava di combattere contro un chewing-gum.
Finalmente il fantasma si
dissolse, e lui si lanciò disperatamente sul ponte levatoio. I levrieri fantasma
cercavano di farlo cadere. I loro contorni erano sfumati, sembravano più meduse
che cani!!!
Vide il sole e si buttò in un
salto disperato verso la collina dove Takao, Max, Rei, Kappa e Hilary si
sbracciavano urlando.
Non li sentiva, aveva la mente
ovattata. Il primo raggio di sole colpì il castello. In quel momento esplose,
come un palloncino bucato da uno spillo. Senza il minimo rumore. Kei era
sdraiato a pancia in giù sul terreno, l’uovo sotto il braccio. Dopo un secondo
tutto era finito.
Rei:
Quegli stronzi dalla pelle perlacea volevano fregarci, ma ce l’abbiamo fatta!
Kei:
L’abbiamo scampata bella.
Si ripulì dalla polvere.
Takao:
L’uovo è nostro!!!!! Ed è questo che conta, ora.
Kei e Rei si resero
improvvisamente conto di non indossare più le vesti sfarzose che i camerieri
avevano messo loro al castello.
Salirono sulla collina e si
inginocchiarono a contemplare l’uovo rosa picchiettato di verde.
Max: E noi
dovremmo covarlo??!?!?!?!!!?!?!??
Si guardarono.
Hilary: Ci
daremo il cambio. A rotazione, chi starà di guardia terrà l’uovo.
E se lo mise sotto la maglia.
Hilary:
Brrr… È freddo!!!
Kappa: Fra
quanto si schiuderà?
Hilary:
Non ne ho la più pallida idea!
Kei: La
cosa che mi preoccupa è questa storia del pulcino. Dirà la parola una sola
volta…
Rei:
Bisognerà stare dannatamente attenti…
Kei: Ho un
brutto presentimento…
Takao:
Quando mai!!!!!!!!
Kei lo fulminò con lo sguardo.
Kei: Temo
sarà molto lunga.
Kappa:
Tipo precipitevolissimevolmente?
Max: O
abracadacadetrusselopterix…
Tutti si contorsero dalle
risate.
Kei: Non
ci trovo nulla da ridere…
Comunque anche lui sorrise nel
sentire Takao:
Takao:
Oppure Ambrachedimeltasedimentaretichente!
Passarono i tre giorni
seguenti sulla cima della colina.
Tutte le sere il castello si
ricomponeva, e tutte le sere sentivano la musica.
La mattina vedevano il
castello fracassarsi al suolo.
Poi cominciò a fare freddo. Un
gelo incredibile. Il fuoco non li riscaldava più di tanto, e le provviste
scarseggiavano.
Kei: Così
l’uovo non maturerà mai!!!! Il pulcino morirà al suo interno e con lui Hikaru…
E se la sera ci rifugiassimo
nel castello???
Tutti: tu
sei pazzo.
Rei: Per
l’appunto, Kei Hiwatari è matto da legare, lo sanno tutti. È per questo che alla
fine riesce sempre a trovare la soluzione a tutti i problemi più complessi. Io
sono d’accordo. Andiamo a riscaldarci il culo dai fantasmi. Laggiù mi chiamano
“Monsignore”. E mi piace. È uno sballo!!!!
Takao: Voi
due siete pazzi.
Kei: Per
l’appunto. Altrimenti Valeria non scriverebbe le nostre avventure^^
Così sogni sera, a turno,
entravano in due nel castello.
E in una settimana l’uovo fu
pronto.
Timidi colpi si susseguivano
sul guscio. I ragazzi erano nervosissimi. Sapevano di non poter sbagliare.
Significava una vita, quell’errore.
Apparve una testolina beccuta.
Il cuore di Kei batteva
talmente forte da assordarlo.
Kei:
Adesso parla…
Grazie a tutti coloro che leggono e leggeranno anche se non hanno recensito, grazie anche a quelli che hanno letto e recensiscono.
Un abbraccio grande!
(Soprattutto Lir_chan)
Vale_Hiwatari |