Binario 9 ¾

di Ombrosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Teddy Lupin ***
Capitolo 2: *** Scorpius Malfoy ***
Capitolo 3: *** Charlie Weasley ***
Capitolo 4: *** Victoire Weasley ***
Capitolo 5: *** Regulus Black ***
Capitolo 6: *** Hermione Granger ***
Capitolo 7: *** Neville Paciock ***
Capitolo 8: *** Rubeus Hagrid ***
Capitolo 9: *** Severus Piton ***
Capitolo 10: *** Dominique Weasley ***
Capitolo 11: *** Daphne Greengrass ***
Capitolo 12: *** Draco Malfoy ***
Capitolo 13: *** Bellatrix Lestrange ***
Capitolo 14: *** Luna Lovegood ***



Capitolo 1
*** Teddy Lupin ***


- TEDDY LUPIN -



- Mandami una lettera stasera, Teddy. E scrivimi ogni volta che puoi, così mi sembrerà di averti vicino. - Disse una signora al nipotino con gli occhi leggermente lucidi.
Andromeda Black era una signora alta e longilinea, dall’aria molto curata e aggraziata, grandi e dolci occhi scuri e capelli che iniziavano a schiarirsi a causa dell’età.
Il ragazzino, alto e magrolino, fece un bel sorriso alla nonna che gli illuminò tutto il viso.
- Certo nonna, ti voglio bene. - Con uno slancio abbracciò stretto stretto sua nonna.
Teddy Lupin era un ragazzino dolce, molto paziente e fin troppo maturo per la sua età.
Poteva cambiare i suoi tratti a suo piacimento, però solitamente aveva grandi occhi scuri, proprio come quelli della nonna, e ribelli capelli di un viola acceso un po’ lunghi.
Quando si staccarono Teddy spostò la sua attenzione sulle tre persone che stavano accanto a loro, un po’ distanti per non intromettersi troppo nel momento del distacco del nipote dalla sua unica e adorata nonna, che lo aveva allevato sin da piccolo.
Harry Potter e Ginny Weasley si guardavano intorno persi nei loro ricordi, mentre vicino a loro, seduto a gambe incrociate sul baule di Teddy, c’era un bambino dagli occhi nocciola e da una matassa spettinata di capelli corvini, il faccino imbronciato e offeso. Il piccolo James Sirius Potter non aveva accettato di buon grado la partenza del suo adorato Teddy e aveva protestato così tanto che alla fine i genitori erano stati obbligati a portarlo con loro a King’s Cross, mentre i suoi fratellini Albus e Lily erano andati allo zoo con Hermione e Ron e i loro due bambini, la piccola e tenera Rosie e il vivace e sempre allegro Hugo.
- Allora io vado, arrivederci Harry e Ginny. - Il ragazzino salutò l’uomo dagli occhi verdi che gli diede una pacca sulla spalla e poi salutò la donna dai capelli rossi, che lo avvolse in un caloroso abbraccio. - Salutatemi ancora tutti e dite loro che mi mancheranno!
- Teddy! Perché non vuoi restare con me? - Domandò il piccolo James alzandosi e scendendo dal baule, guardando l’amico con espressione profondamente offesa.
Il ragazzino dai capelli viola si abbassò fino ad arrivare all’altezza di James.
- Io devo andare a scuola, Jamie. Vedrai che poi verrai anche tu con me. - Gli fece un sorriso complice. - E poi ora che sai leggere, ti manderò milioni di lettere.
Il bimbo lo guardò ancora, incerto se fidarsi o meno, ma alla fine cedette e sul suo visino comparve l’espressione birichina di sempre, che Harry definiva sempre “malandrina”.
- Milioni di lettere. Ti voglio tanto bene Teddy! - Il bimbo volò ad abbracciare il ragazzino, che barcollò pericolosamente visto l’inaspettato gesto d’affetto del “cuginetto” preferito.
Quando si staccarono e Teddy si fu rialzato, ci fu un attimo di silenzio. Poi il ragazzino prese il suo baule, sorrise un po’ malinconicamente alla famigliola e salì sul treno, non prima però di aver abbracciato un’ultima volta la nonna che adesso si asciugava gli occhi con un fazzolettino di stoffa bianco. Ginny, Harry e Andromeda guardarono con espressione assorta il ragazzino sparire, mentre si sentiva un fischio allegro.
- Io vado, arrivederci Harry e Ginevra. - Li salutò la signora Black prima di girarsi e scomparire tra un gruppo di genitori che sembravano disperati all’idea di lasciare i figli.
Ginny e suo marito stettero ancora qualche minuto in stazione, salutando qualche vecchio compagno di scuola e abbracciando qualche amico che non si vedeva da tempo.
Poi le porte del treno si chiusero e il treno iniziò a sbuffare.
- Se ne è andato Teddy e mi sento già più solo. Come faremo quando sarà partita anche la nostra Luna? - Chiese Harry alla moglie usando il secondo nome della figlioletta.
- Manca ancora tanto, Harry. Per ora la nostra Lily resta ancora per molto con noi - Rispose Ginny facendo una carezza al marito. Poi spalancò gli occhi e ritirò la mano, in viso un’espressione allarmata. - Un attimo, siamo veramente soli. Dov’è James?
Il marito si guardò intorno con un’espressione di puro panico dipinta in volto. Il piccolo non era più accanto a loro e non lo si vedeva da nessuna parte. Si era come volatilizzato.
- Lo tenevi per mano te! - Esclamò mentre una mano volava a spettinargli i capelli già molto ribelli, gesto che faceva sempre quando era molto nervoso o preoccupato.
- No Harry, sei tu che lo tenevi per mano. - Rispose la donna dai lunghi capelli rossi.
Marito e moglie deglutirono, guardandosi negli occhi. Poi, come se lo stesso pensiero li avesse attraversati, si girarono verso il treno che si muoveva prendendo velocità.
La loro attenzione venne focalizzata su una manina indubbiamente piccola che sventolava da un finestrino, tra le innumerevoli mani di ragazzi che salutavano i loro genitori. I due coniugi impallidirono guardando la manina del loro primogenito sventolare dal finestrino.
Del treno... del treno per Hogwarts... del treno che non si sarebbe fermato prima di sera.
- Fermate quel trenoooo!!! - Il grido di due persone si propagò per la stazione mentre il treno si allontanava, ignaro di un bambino con un ghignetto furbo che si sfregava le mani felice.







Eccomi qui, sono tornata con una nuova storia!
Questa è una raccolta, la prima raccolta che scrivo, quindi si accettano suggerimenti, consigli, critiche e quant’altro (anche complimenti, anche se la vedo molto dura!).
E’ una raccolta di one-shot tutta dedicata al mitico Binario 9 ¾, i protagonisti delle one-shot potranno appartenere al tempo dei Malandrini (e forse anche un po’ prima di loro), al periodo di Harry Potter e al tempo della Nuova Generazione (in assoluto la mia preferita!).
Le one-shot non saranno solo ambientate durante la partenza del primo anno, ma ce ne saranno molte degli altri anni e, perché no, anche durante il ritorno per le vacanze.

Uso questo spazio per ringraziare le tre fantastiche ragazze che hanno recensito la mia scorsa storia.
ElseW - Grazie mille! Sono contenta che ti sia piaciuta! Grazie anche per la recensione di Il verde e l’argento, anche io tifo per la coppia Rose/Scorpius! Sicuramente in questa raccolta ci sarà un capitolo dedicato a loro!
Queen_of_sharingan_91 - Grazie mille per aver commentato questa mia ennesima storia! In effetti anche io immagino Rose come una ragazza intelligentissima ma assolutamente imbranata nelle questioni d’amore, esattamente come suo padre. Spero che recensirai anche questa fanfiction, anche se non è dedicata solo a Scorpius e Rose!
Nayla - Un grande grazie per i complimenti, ne sono davvero lusingata! In effetti sì, a me piacciono le one-shot perché mi piace aprire delle piccole parentesi sui personaggi, ho già tentato di scrivere qualcosa di più lungo ed è stato veramente un disastro! Ciao!

Se vi va, lasciate un commento, mi farete felicissima!


Al prossimo capitolo,

Ombrosa.

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Capitolo 2
*** Scorpius Malfoy ***


- SCORPIUS MALFOY -




Il Binario 9 ¾ era gremito di genitori che aspettavano i figli appena tornati da un altro anno nella prestigiosa Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts.
Un sedicenne alto, dal colorito pallido e dai chiarissimi capelli biondi scese dal treno portandosi dietro un grande baule e un maestoso Barbagianni in una gabbia dorata.
Subito individuò un uomo identico a lui, stempiato, vestito elegantemente.
Camminando con la grazia che solo i membri della famiglia Malfoy possono avere, si avvicinò al padre che gli rivolse un sorriso che gli illuminava il tutto il volto.
Draco Malfoy non sorrideva spesso, ma quando le sue labbra si incurvavano sorridenti riusciva ad imprimere in quel semplice gesto moltissime emozioni.
E i suoi rari sorrisi erano sempre indirizzati verso due persone: la sua dolce moglie Astoria e il figlio Scorpius, che al contrario del padre era sempre allegro.
- Dai andiamo, la fila per oltrepassare la Barriera è già lunga. - Lo incitò il signor Malfoy prendendo il baule e mettendolo sopra al carrello di ferro accanto a lui.
Padre e figlio si fecero largo tra la folla e si unirono alla fila di persone che aspettavano pazientemente di passare la Barriera e tornare nella stazione Babbana.
Scorpius fece scorrere lo sguardo in direzione di un gruppo di persone vicino a loro.
Era la famiglia Weasley-Potter al completo, venuta a prendere figli.
Harry Potter stava dando una pacca sulla spalla al suo figlio maggiore James Sirius, mentre Albus salutava Lupin, un amico di famiglia. La madre dei due ragazzi invece abbracciava la sua figlia minore Lily Luna, un tornado dai capelli rosso fiamma. Lì vicino Hugo Weasley salutava sua madre che lo stava rimproverando per qualcosa.
Ma lo sguardo di Scorpius era fisso su qualcuno in particolare.
E questo qualcuno era nientemeno che Rose Weasley, una ragazza dai lunghi boccoli castani e dagli occhi dorati nei quali era quasi impossibile non perdersi.
Rose, il volto ridente, stava abbracciando suo padre Ronald. Quando si staccarono Rose si voltò e incrociò lo sguardo argentato di Scorpius. Il ragazzo vide il volto di Rose colorarsi di un buffo color porpora mentre lei gli regalava un sorriso radioso e gli faceva l’occhiolino. Sembrava proprio una bambina, con quell’espressione puerile in viso.
Il cuore di Scorpius fece una capriola, cosa che accadeva molto frequentemente in quell’ultimo periodo, più precisamente da quando si era dichiarato alla Weasley e aveva anche scoperto che lei ricambiava i suoi sentimenti.
Mentre aspettavano il loro turno, lo sguardo di Draco Malfoy si posò sulla famiglia di Rose.
- Guarda i Weasley, sono sempre i più rumorosi della stazione. - Disse al figlio.
- Ma no, sono solo i più calorosi! - Replicò Scorpius, anche se suo padre non aveva torto.
- Sarà... - Draco aveva forti dubbi al riguardo. - Quando andavo a scuola io la Casa di Grifondoro era il loro covo: ovunque ti girassi trovavi ragazzi pel di carota.
Scorpius non rispose, ben sapendo che quell’assurdo monologo del padre si sarebbe comunque protratto a lungo. Draco non odiava i Weasley, ma non li amava nemmeno.
- Ricordo ancora che avevano tutto di seconda o terza mano. Non li ho mai visti con un libro o un calderone nuovo in mano. - Continuò il signore un po’ stempiato dai capelli chiarissimi.
- E immagino che tu li prendessi in giro, per questo. - Borbottò il giovane stando bene attento a non far risultare il suo tono di voce troppo accusatore, ma mantenendolo piuttosto neutro.
Il signor Malfoy fece un sorriso stiracchiato, ripensando alla sua giovinezza.
- Non c’era momento che non ricordassi loro la povertà in cui vivevano. Il signore dai capelli rossi, Ronald Weasley, mi odiava. - Fece mentre si avvicinava il loro turno per passare.
Scorpius stette in silenzio pensando a quanto idiota fosse suo padre all’età che aveva lui ora. Dopotutto, la maggior parte dei Weasley non aveva tutti i torti a guardarlo con diffidenza.
- Comunque, figlio mio, se dovessi mai portarmi a casa un nipotino con i capelli rossi ti diseredo, siamo intesi? - La voce di Draco era leggera e abbastanza scherzosa, ma era palese che se avesse scoperto un nipote dai capelli rossi non avrebbe fatto i salti di gioia.
O almeno non subito, Scorpius conosceva suo padre e sapeva che adorava i bimbi, una cosa piuttosto strana tenendo conto della sua fama di signore menefreghista e glaciale.
- Tranquillo. - Scorpius si avvicinò alla Barriera. - Al massimo avrà boccoli castani.
Veloce come un lampo attraversò la Barriera e si ritrovò nella stazione Babbana.

- Papà, ma quello lì svenuto non è il signor Malfoy?
- Sì Hugo, miseriaccia! Le mie preghiere si sono avverate! Che bel giorno!
- Ronald Weasley! Evita comportamenti idioti e sii uomo.
- Sì, certo, Hermione cara.









Ciao a tutti!
Ecco il secondo capitolo della raccolta, sui miei adorati Scorpius e Rose!
Sono rimasta letteralmente elettrizzata dalle vostre recensioni, non mi aspettavo ben 5 commenti: siete fantastiche, ragazze!!!
Ma passiamo ai ringraziamenti individuali...

Elanor92 - Grazie mille! In effetti immagino James proprio come un ragazzino discolo e combinaguai di natura, dopotutto con i nomi che ha! Che ne pensi di questo capitolo? E’ stato all’altezza delle aspettative?

Queen_of_sharingan_91 - Ciao Ludo! Sono contentissima di averti ritrovato anche in questo mio “esperimento”!!! Ti ringrazio per i complimenti, sono felice che il primo capitolo ti sia piaciuto! Mi sono divertita un sacco a scrivere la parte di Harry e Ginny nei panni di genitori apprensivi, sono contenta che tu l’abbia apprezzata! Un bacio e fammi sapere cosa ne pensi di questo nuovo capitolo!

Hele - Grazie mille della recensione! Spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, lasciami un commentino se ti va!

ThePirateSDaughter - Un grosso grazie per i complimenti! Ho postato un nuovo capitolo dopo nemmeno una settimana, per me è un record! Spero che sia di tuo gradimento, fammi sapere come l’hai trovato!

LuBlack - Ciao! Abbiamo trovato un punto in comune: anche a me non sta molto simpatico Harry... anzi, lo trovo proprio insopportabile. Non so da dove nasca di preciso questa mia antipatia, ma proprio non riesco a digerirlo. Per quanto riguarda Remus e Tonks, beh, quando ho letto della loro morte ci sono rimasta malissimo (io ero una di quelle che faceva il tifo per questa coppia un po’ “strana” ma veramente dolcissima e azzeccatissima). Grazie per i complimenti e per la recensione lunghissima che mi hai lasciato!


Okay, ora non mi resta che dire:
lasciate una recensione, farete felice una ragazza tornata da una stressante giornata di scuola!



Al prossimo capitolo,

Ombrosa

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Capitolo 3
*** Charlie Weasley ***


 - CHARLIE WEASLEY -



- Hai capito, Charlie? Cerca di seguire le lezioni, di non finire in punizione e soprattutto di non far scappare gli animali di Hagrid. . Ricordò affettuosamente una signora rotondetta dai capelli rossi ad un ragazzino basso dai capelli rossi e gli occhi blu come il zaffiro, dandogli un buffetto sulla guancia e facendolo arrossire fino alla radice dei capelli.
Il fratello di Charlie sbuffò esasperato, non ne poteva più delle raccomandazioni della mamma e come se non bastasse i suoi compagni di anno lo guardavano, ridacchiando a causa della madre decisamente troppo apprensiva.
- Io vado, mamma! - Esclamò deciso ad allontanarsi il prima possibile da sua madre.
- Oh, certo Bill caro, vai dai tuoi amici. - Molly guardò amorevolmente il suo figlio maggiore e lo strinse in un caloroso abbraccio stritolante.
Quando Bill si fu allontanato, la signore riportò l’attenzione sul secondogenito.
- Ma mamma! Gli animali non possono stare in gabbia, soffrono! - Fece il ragazzino risentito, pronto a difendere le sue idee con tutte le sue forze.
Molly sorrise teneramente. Se Bill era un ragazzo autonomo e sbarazzino, Charlie era un ragazzino dolce e remissivo, ma che quando veniva tirata in ballo la difesa degli animali si schierava sempre in prima linea. Aveva sempre adorato gli animali, fin da piccolo. Quando era bambino e voleva nascondersi a causa di una sgridata imminente, si andava sempre a rifugiare tra i cespugli del loro pezzo di terreno, che ormai assomigliava più ad una foresta che a un giardino, tra gli uccellini magici che cantavano gioiosi.
- Ma sono nati in cattività, Charlie, ci sono abituati. - Rispose pazientemente la madre, pronta ad una discussione uguale alle precedenti con il figlio sui diritti degli animali.
Negli occhi blu del ragazzino brillò una luce identica a quella che Molly vedeva sempre illuminare gli occhi di suo marito Arthur quando iniziava a parlare degli aggeggi Babbani.
Il ragazzino dai capelli rossi strinse i pugni e gonfiò in petto, l’espressione corrucciata.
- Bisognerebbe liberarli e non farli più soffrire! - Replicò Charlie sostenendo la sua tesi.
- Ma se li liberassi, morirebbero perché non riuscirebbero a procurarsi il cibo. Te l’ho già ripetuto un sacco di volte, tesoro. - Fece la signora con le braccia conserte.
I lineamenti del ragazzino si distesero e il suo voltò diventò sereno e fiducioso.
- E allora sai cosa farò da grande, mamma? Libererò gli animali maltrattati e li preparerò per la caccia, cosicché vivano una vita libera e felice! - Dichiarò solennemente.
Molly sorrise fiera del suo pargolo che pur essendo piccolo aveva già delle aspirazioni.
- Va bene, intanto ora pensa a studiare. - Rispose serenamente, agguantandolo e stritolandolo in un abbraccio identico a quello riservato al fratello.
Charlie, dopo essersi staccato gentilmente dalla madre, prese il suo baule appartenuto ad uno zio vissuto decenni prima e si avviò verso il treno tirato a lucido per il viaggio.
- E ricorda di scrivermi questa sera! - Aggiunse Molly prima di perdere di vista il figlio.
Charlie si fece largo tra la folla, intrufolandosi in mezzo alla gente grazie alla sua statura molto bassa, sgomitando per passare e pestando numerosi piedi altrui. Non intravide da nessuna parte la testa rossa del fratello che probabilmente era già salito sul treno, perciò si diresse verso una porta e iniziò a salire il gradino, trascinando l’ingombrante baule.
Stava per mettere piede sul treno quando qualcosa di molto grosso e di molto pesante gli finì addosso. Senza sapere come, si ritrovò sdraiato sul pavimento della stazione con uno spigolo conficcato dolorosamente nello stomaco. Boccheggiando, vide apparire dalla porta una ragazzina della sua età trafelata e terrorizzata, che urlava delle scuse dispiaciuta. Mise a fuoco la figura della ragazzina che gli aveva fatto fare quel volo pazzesco e aveva appena aperto bocca per rimproverarla per la distrazione quando si bloccò, con la bocca aperta e gli occhi sgranati, fissando la ragazzina. Non aveva mai visto ragazzine come lei. Era bassa e mingherlina, il viso a cuore e la pelle rosea, gli occhi castani con delle pagliuzze scintillanti verdi e blu e i capelli di un bel viola acceso. I capelli subito le si tinsero di rosso, mentre arrossiva anche in viso. Charlie pensò fosse davvero bellissima.
- Scusami, scusami, non volevo, mi dispiace, ti ho fatto tanto male? - Chiese la ragazzina imbarazzata e preoccupata per la salute del ragazzo che aveva travolto col suo bagaglio mentre scendeva dal treno, inciampando sui suoi piedi, e liberava Charlie dal peso del baule. - Mi è scivolato il baule e non sono riuscita a riacciuffarlo, mi spiace!
Charlie chiuse la bocca imbarazzato e, ignorando con non poche difficoltà il dolore acuto allo stomaco, distese il viso in un sorriso stiracchiato, mentre si massaggiava la parte lesa.
- Tranquilla, non ho sentito niente! - La rassicurò lui, anche se infondo stava mentendo.
Poi, intercettando l’occhiata irritata di uno studente che voleva salire sul treno, si sbrigò a salire sulla locomotiva con il suo baule, seguito dalla ragazzina che inciampò nuovamente e che sarebbe caduta se lui non avesse avuto la prontezza di sorreggerla per un braccio.
- Grazie. - Fece lei mentre i suoi capelli diventavano celesti. - Comunque tu sei un bugiardo, perché ti ho fatto male, mentre io sono un’imbranata cronica.
- Un bugiardo e un’imbranata. - Ripetè il ragazzino. - Io sono Charlie Weasley.
- Tonks. - Rispose la ragazzina mostrandogli un sorriso smagliante che gli piacque molto.
- E di nome? - Chiese lui curioso di sapere come si chiamasse quella ragazzina.
- Solo Tonks, il mio nome non mi piace. - Gli spiegò lei mentre i capelli diventavano verdi.
- Allora piacere di conoscerti, Tonks. Andiamo a cercare uno scompartimento? - Domandò lui arrossendo impercettibilmente e iniziando a trascinare il suo bagaglio.
- Sì dai, prima mi siedo meglio è. Vorrei evitare altri incidenti. - Così dicendo lo seguì ma inciampò sul bagaglio e con un rumore pazzesco venne sbalzata in avanti.
Per la seconda volta, Charlie riuscì a recuperarla prima che cadesse a terra.
- Grazie, hai riflessi. Avrai un posto assicurato nella squadra di Quidditch! - Esclamò lei.
Charlie sorrise felice. Sentiva che c’era una particolare alchimia tra loro due.
Sarebbe stato un anno di scuola fantastico, ne era certo.










Ciao a tutte, ragazze!!!!
Ecco qui il nuovo capitolo, decisamente molto fluff, sul primo viaggio a Hogwarts di Charlie, che la Rowling non fa apparire più di tanto nei libri, ma che mi piace tantissimo come personaggio.
Tonks, beh, lei è sempre la solita pasticciona combinaguai...


E ora passiamo ai ringraziamenti delle 5 magnifiche ragazze che hanno commentato lo scorso capitolo, non sapete quanto mi faccia piacere leggere le vostre recensioni...

Hele - E già, Draco proprio non se l’aspettava quell’uscita del figlio!

Queen_of_sharingan_91 - Sì, secondo me Scorpius è veramente un grande, lo adoro! Per quanto riguarda Hermione e Ron, secondo me loro sono rimasti praticamente uguali ai tempi di Hogwarts, con lui che dice qualcosa e lei che lo rimprovera... Grazie di aver recensito, che ne pensi di questo capitolo?

ThePirateSDaughter - Grazie della recensione e dei complimenti, ne sono veramente lusingata! Per la parte finale, giuro che mi sono divertita come una matta a scriverla e ad immaginarmi la scena, sono contenta che non abbia fatto ridere solo me!

Dasey91 - Grazie mille del commento! In effetti, secondo me Scorpius è molto diverso da Draco, non bisogna dimenticare che sua madre è la mitica Astoria (sì, lo so che non ci viene detto praticamente niente di lei, però io la immagino come una donna fantastica!)
Spero che questo capitolo non abbia deluso le tue aspettative!

LuBlack - Ciao! Quando ho aperto la pagine delle recensioni e mi sono accorta del tuo commento enorme mi si è spalancata la bocca dalla felicità (strana questa reazione?, in effetti sì XD, okay, lascia stare che oggi sono un po’ troppo pimpante). Pensa che la tua recensione l’ho letta alle 7 e 40 di mattina, 5 minuti prima di andare a scuola: mi hai fatto iniziare bene la giornata, quando sono uscita da casa facevo ancora i salti di gioia! Ti piacciono le Teddy/Victoire? Bene, perché sto quasi per finire un capitolo tutto dedicato a loro (anche se è diventato di una sdolcinatezza pazzesca)! Ti ringrazio ancora per i complimenti e ora scappo, mi aspetta una camera da essere messa a posto! Ciao!


Lasciate una recensione, se ne avete voglia (sperò di sì!), mi farete contentissima!


Al prossimo capitolo,

Ombrosa

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Capitolo 4
*** Victoire Weasley ***


- VICTOIRE WEASLEY -



Era il 1° settembre, la stazione di King’s Cross era affollata di studenti euforici pronti per iniziare una nuova avventura ad Hogwarts e di genitori venuti per salutarli.
Victoire guardò sorridente il ragazzo dai capelli azzurri e dagli occhi nocciola che le stava di fronte. Si stava sfregando nervosamente le mani, il viso ovale pieno d’imbarazzo..
- Ecco, sì, io sono venuto per... per salutarti. - Balbettò Teddy con voce incerta, mentre un buffo rosso porpora gli divampava in zona guance e orecchie.
Victoire regalò un sorriso smagliante al ragazzo, che se possibile arrossì ancora di più.
La ragazza amava Teddy, non c’era nemmeno una cosa in lui che non le piacesse.
Victoire amava il suo imbarazzo quando doveva dimostrarle semplici gesti d’affetto e adorava il rossore che gli si propagava sul viso in quelle occasioni piuttosto frequenti. Le piaceva l’espressione tenera che le rivolgeva sempre, sempre un po’ timida e impacciata.
Non aveva mai incontrato ragazzi dolci come lui. Tutti quelli che conosceva la guardavano con un misto di adorazione e desiderio, dovuto dalla sua bellezza che non passava certo inosservata, né nel Mondo Magico né in quello Babbano: i lunghi capelli biondi che le ricadevano sulla schiena formando dolci curve, gli occhi cerulei sempre luminosi e pieni di vita, la pelle diafana e delicata, il fisico slanciato e longilineo come quello di sua madre Fleur. Fin da piccola era stata sempre al centro dell’attenzione, ricordava ancora tutti i complimenti che le rivolgevano le amiche della mamma e le madri degli altri bambini, che la guardavano come si può guardare una bambola esposta nella vetrina di un costoso negozio. I ragazzi ad Hogwarts la corteggiavano solo per il suo bell’aspetto, si fermavano all’involucro, a loro non importava del suo caratterere: nessuno aveva mai provato a chiacchierare con lei per conoscere le sue passioni, i suoi desideri e le sue paure. Solo uno aveva provato, riuscendoci, a parlarle da amico e a capire quali erano i veri sentimenti che si celavano sotto quel viso sempre limpido e solare che era abituata ad avere, come una maschera. E questo ragazzo era proprio Teddy, più grande di lei di un anno. Quell’anno non sarebbe tornato a scuola, mentre lei avrebbe frequentato il settimo e ultimo anno. La ragazza sperava di arrivare velocemente a dicembre, per poter tornare a casa per le vacanze di Natale e poter stare ancora con il ragazzo dai capelli azzurri. Victoire aveva capito che anche lui la vedeva come molto di più di una semplice amica e confidente, eppure non avevano mai avuto l’occasione per dichiarare i loro sentimenti. Tutte le volte che si presentava l’atmosfera adatta, subentrava uno dei suoi tanti cugini, uno zio o qualche volta pure un animale che impediva qualsiasi cambiamento del loro rapporto. Ecco il difetto di avere una famiglia numerosa: la totale assenza di vita privata.
Tutti i Weasley e i Potter non avevano proprio il senso dell’invadere gli spazi altrui, forse l’unica ad avere un po’ di tatto era la moglie di un suo zio, la zia Hermione.
- Solo a Natale potremo rivederci. - Fece la ragazza, mentre una cupa tristezza si impadroniva rapidamente di lei.
Le dispiaceva salire sul treno che aspettava sonnacchioso tutti gli studenti e abbandonare il ragazzo. Chissà, forse in quei mesi avrebbe trovato una ragazza molto più bella e più grande di lei e se ne sarebbe innamorato, lasciandola sola con i suoi sentimenti. Victoire cercò di scacciare quel pensiero, ma subito le balenò in mente l’immagine del ragazzo abbracciato ad una ragazza bellissima, molto più spigliata e matura di lei.
- Ti aspetterò con ansia, Vicky. - Dichiarò il ragazzo, intuendo i brutti pensieri della diciassettenne: Victoire non sapeva come facesse, ma lui riusciva sempre a capire i suoi reali sentimenti, per lui la ragazza era come un libro aperto pronto per essere letto.
La ragazza fissò il suo sguardo azzurro in quello nocciola di lui.
- Veramente? -“ Domandò incerta, l’immagine della ragazza mozzafiato ancora presente nei suoi pensieri.
Lui in viso raggiunse livelli di rossore mai visti prima.
- Io... devo dirti una cosa. - Balbettò il ragazzo, mentre il cuore di Vicky le martellava rumorosamente in petto. - Oh, al diavolo!
Detto questo annullò la distanza che c’era tra loro e posò le labbra sulle sue.
Victoire, un po’ frastornata ed euforica allo stesso tempo, rispose al bacio, mentre con una mano accarezzava i capelli di Teddy che diventarono un vortice di colori: lilla, verde, giallo, azzurro, rosa, arancione, rosso. Victoire si era sempre sognata quel momento, era da quando aveva tredici anni che si immaginava come sarebbe stato il suo primo bacio con il ragazzo dei suoi sogni, e non ne rimase delusa. Era una sensazione fantastica e per un momento non si preoccupò più di essere la bellissima e perfetta Victoire Weasley, quella corteggiata da molti ragazzi e invidiata da molte ragazze altamente pettegole e oche.
Non seppe quantificare precisamente quanto tempo stettero così a baciarsi, ignorando le persone che ogni tanto li spintonavano per farsi largo tra la folla, ma di sicuro sentì una voce fanciullesca stupita e a dir la verità anche un po’ schifata che lì interruppe.
- Vi state... baciando! Un bacio vero! - La voce apparteneva sicuramente a James Potter, che quell’anno avrebbe frequentato ad Hogwarts il secondo anno.
Teddy si staccò leggermente, il viso sempre vicinissimo al suo.
- Credi che dovremmo smettere? - Chiese Victoire preoccupata e anche un po’ arrabbiata con il cuginetto che aveva interrotto il bacio che aveva agognato per molti anni.
- Dovremmo, hai detto bene, dovremmo. - Rispose il ragazzo dai capelli colorati.
Ripresero a baciarsi, questa volta meno timidamente, mentre di sottofondo sentivano la voce di Jamie che chiamava scandalizzato i suoi genitori per informarli dell’accaduto.
Entro al massimo trenta secondi tutta la famiglia Delacour-Weasley-Potter avrebbe appreso la notizia.
Ma dopotutto non le importava granché.







Ciao a tutti!!!
Ecco il nuovo capitolo, tutto dedicato a Vicky e a Teddy, con una breve intromissione di James (il capitolo infatti fa riferimento all’epilogo dell’ultimo libro).
Fluff? Decisamente molto. Troppo.



Ringrazio le quattro ragazze (vi adoro!) che hanno recensito lo scorso capitolo.

Dasey91 - Sono contentissima che ti sia piaciuto!!! In effetti io ce li vedo molto bene, Charlie e Hagrid, a prendersi un tè parlando della libertà degli animali... Tonks invece l’adoro, mi sta troppo simpatica! Ciao e grazie per la recensione!!!

ThePirateSDaughter - Ecco aggiornato, anche se con un po’ di ritardo (uffa, la scuola ruba tutto il mio tempo, e venire qui su EFP è un po’ un’impresa...). Sono felice che abbia gradito lo scorso capitolo! Grazie per il commento!

Hele - Eh già, tra l’altro dovrebbero frequentare lo stesso anno... Grazie della recensione!

LuBlack - Anche io adoro Tonks! E anche se come te sono una fan delle Remus/Tonks, credo che comunque prima di lui si sia invaghita almeno una volta di qualcuno (notare la parola “invaghita”: il suo primo vero amore è stato Remus!!!). Che poi in quanto a figuracce le faccio concorrenza... Grazie della recensione!

Fatemi sapere cosa ne pensate!




Alla prossima,

Ombrosa.

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Capitolo 5
*** Regulus Black ***


- REGULUS BLACK -


- Sì, madre, saluterò il professor Lumacorno per te. - Fece Regulus, un ragazzino alto e magrolino, i tratti spigolosi, i capelli neri e gli occhi color carbone nascosti dietro ad un paio di occhiali dalla montatura leggera che gli conferivano un’aria un po’ riservata, alla madre.
La madre, una signora dal tono autoritario che sembrava abituata a sottomettere chiunque, guardò il pargolo compiaciuta dell’educazione che era riuscita a dargli.
- Andava a scuola con un tuo zio, vedrai che si ricorderà di te. - Disse la madre, Walburga, il viso sempre con quel cipiglio severo e quasi ostile che la caratterizzava. Poi, il viso si fece più cupo, arrabbiato, e aggiunse. - Vedi di non diventare come tuo fratello, - lanciò un’occhiata di sdegno al dodicenne lì affianco, che la fissava con astio puro negli occhi scuri, - questo traditore che non perde occasione per offendere il nobile cognome che porta, l’essenza dell’antichissima e nobilissima Casata dei Black...
- Sì, sì, certo Walburga... Ci vediamo in estate, piuttosto che tornare a casa passo il Natale chiuso nel Castello. - Il tono del fratello, Sirius, era canzonatorio e beffardo, come se aspirasse a far perdere le staffe a sua madre, cosa che in effetti gli riusciva benissimo.
Il volto della donna si contrasse in una smorfia disgustata. Di lì a poco sarebbe esplosa.
- Tu, figlio ingrato, quando sarai grande ti pentirai del tuo comportamento di adesso, quando tutti ti conosceranno come il Black diseredato. - Sputò la donna, velenosa.
Sirius ghignò, e Regulus non poté fare a meno di trattenere il respiro, aspettando la replica pungente del fratello maggiore che, ne era sicuro, non sarebbe tardata.
- Perché non mi togliete il cognome adesso? - Si sfregò le mani fingendo di essere felice, e continuò con voce squillante. - Così potrò prendere l’eredità che mi ha lasciato lo zio e poi andarmene in qualche bel posto pieno di belle ragazze Babbane. Sai che favola?
Sirius aveva oltrepassato il limite, questo Regulus lo sapeva bene. La mano di Walburga si alzò velocissima, pronta per lasciare un segno bruciante sulla guancia pallida del primogenito. Ma Sirius, pur essendo ancora un ragazzino, aveva dei riflessi ben sviluppati e perciò, con uno scatto agile, fece due passi indietro, mettendosi fuori dalla portata della madre che era rimasta con la mano a mezz’aria, gli occhi dardeggianti e il viso rabbioso.
- Ci si vede, allora! - Esclamò Sirius girandosi e iniziando ad allontanarsi. - E viva Grifondoro, i rosso-oro sono i migliori, Serpeverde verrà schiacciata quest’anno!
Continuò ad allontanarsi fino a sparire nella folla, non prima però di essersi voltato un’ultima volta per guardare con espressione estremamente soddisfatta il viso furente della madre e le mani strette a pugno lungo i fianchi che le tremavano.
Regulus rimase a fissare la schiena del fratello finché non fu sparito, un vortice di pensieri in testa. Il secondogenito, nonostante sembrasse anch’egli ostile nei confronti di Sirius, in realtà nutriva per lui un profondo affetto e una grande stima. In un certo senso, il ragazzino considerava il fratello maggiore una specie di eroe, una persona da guardare con ammirazione. Fin da piccolo, Sirius aveva sempre disubbidito ai genitori, che gli volevano imporre una disciplina fondata sul disprezzo verso i Babbani e sulla convinzione della superiorità dei Purosangue, e soprattutto dei Black, in confronto ai Nati Babbani. Con questo suo atteggiamento, si era guadagnato il disprezzo di tutti i parenti - fatta eccezione per quelli che come lui erano andati contro le regole e perciò diseredati. Inoltre, il ragazzino sembrava ci godesse un sacco a far incavolare sua madre e suo padre. Tutte le volte che poteva, tirava in ballo i Babbani e ne elogiava i pregi, molte volte sostenendo che alcuni Babbani erano veramente migliori di alcuni Purosangue, compresi i suoi genitori. Ultima cosa, ma non meno importante, Sirius era un Grifondoro. Per una famiglia come i Black, abituata a colorare tutto di verde e argento, avere un figlio Smistato nella Casa di Godric Grifondoro, culla dei coraggiosi, era un vero e proprio disonore, un enorme torto fatto a tutta la famiglia e anche agli antenati. Insomma, Sirius era tutto ciò che suo fratello avrebbe voluto essere: coraggioso e leale, testardo, che difende a testa alta le proprie idee. Era tutto ciò che avrebbe voluto essere e che non sarebbe mai stato.
Regulus non era coraggioso. Era timido e insicuro, saccente, abituato a seguire alla lettera le istruzioni dei genitori. Pur non condividendo un’idea, era obbligato a portarla avanti, per paura di far impensierire sua madre. Pur riconoscendo l’odiosità della madre, Regulus le voleva bene. Molte volte un’ira silenziosa cresceva dentro di lui per quella donna di così strette vedute, molte volte aveva pensato di imitare suo fratello, ma alla fine il suo amore verso la madre soffocava sempre il suo spirito ribelle, già mitigato da anni di cieca obbedienza. Ormai Regulus era giunto ad una conclusione: il posto del figlio ingrato, disobbediente e amante della libertà era un’esclusiva di Sirius, il suo posto era un altro.
- Io lo diseredo! - Esclamò Walburga furibonda, facendolo sussultare. Poi la signora guardò un punto della stazione. - Guarda Regulus, guarda quei luridi traditori, quei disgraziati che prima di tuo fratello hanno infangato il nostro nome! La vedi la donna. è Cedrella Black, ha sposato Septimus Weasley, un Babbanofilo! Tutti e due feccia! E feccia anche quel ragazzo, il frutto dell’unione di una traditrice e di un Babbanofilo!
Il ragazzino guardò il punto indicatogli dalla madre, dove una signora e un ragazzo degli ultimi anni si stavano abbracciando affettuosamente. La signora era molto bella, i tratti delicati e l’espressione gentile. Il figlio era molto alto, i capelli di un rosso tendente all’arancio e una marea di lentiggini a coprirgli il viso. Regulus conosceva i loro nomi: erano Cedrella Black, una parente di suo padre, e Arthur Weasley, il figlio.
Spesso in casa sentiva inveire contro di loro, un odio ancora acceso verso le persone che avevano deciso di prendere un’altra via rispetto ai loro predecessori.
- Tu sarai un Serpeverde, vero? - Domandò Walburga al ragazzino. - Non mi deluderai.
Regulus guardò Cedrella e il figlio che si abbracciavano - sua madre non l’aveva mai abbracciato in quel modo, lei non l’aveva mai abbracciato in tutta la sua vita. Guardò le altre famiglie Purosangue, gli amici dei suoi genitori: erano tutte cupe, non un’emozione. Ripensò a sua fratello Sirius, che molte volte gli aveva detto che sarebbe diventato sicuramente un Serpeverde, perché era un codardo incapace di reagire in alcun modo.
- Sì, madre non ti deluderò. - Ma prima o poi renderò mio fratello fiero di me...








Ehilà gente!
Ecco il nuovo capitolo, scritto di getto dopo un’illuminazione avuta durante una noiosa ora di Storia della Musica, mentre stavo a rimbambirmi ascoltando gli sproloqui del professore.
Capitolo interamente dedicato alla famiglia Black, con un breve accenno ad Arthur Weasley. Sì, proprio lui, il papà di Ron, Bill, Ginny...
Mah, non so perché, ma le parentele create dall’autrice mi affascinano un sacco!


Ringrazio le cinque persone che hanno commentato lo scorso capitolo:

Hele - Grazie del commento! In effetti l’idea dei capelli di Teddy mi piaceva, così l’ho inserita nel capitolo (adoro inserire nei capitoli accenni alle chiome di Tonks e Teddy XD!) Spero che ti sia piaciuto anche il nuovo capitolo, anche se non è molto felice come l’altro!

ThePirateSDaughter - Grazie mille del commento e dei complimenti! Mi fa veramente molto piacere sapere che continui a seguire questa raccolta, mi dà dei motivi per continuarla! Il prossimo capitolo forse verrà con un po’ di ritardo, se ce la faccio lo posto venerdì, se no slitta a lunedì che c’è ponte e posso restare a casa! Tao tao!

Queen_of_sharingan_91 - Ciao! Tranquilla, non c’è nemmeno bisogno di scusarsi, sono io che ringrazio te per aver recensito ancora! James Sirius io me lo immagino proprio così: un guastafeste che interviene sempre nei momenti meno adatti, scatenando le ire delle persone che interrompe che però poi sono obbligate a perdonarlo con un sorriso, visto il suo sorrisino innocente con gli occhini da cucciolo bastonato... Vabbeh, ho divagato, ciao!

__Ombra__ - Oh che bello, una nuova persona che segue la mia storia (adesso mi do dell’importanza XD)! Grazie per la recensione! Io non capisco proprio come abbia fatto la povera Molly a sopravvivere, con sette figli uno più movimentato dell’altro (trane Percy, ma quella è un’altra cosa...). E i capelli di Teddy li adoro anch’io, quando per la prima volta nel libro vengono menzionati i capelli di Tonks ne sono rimasta entusiasta! Ciao e spero che continuerai a seguire questa raccolta!!!

LuBlack - Ciao! Grazie per le tue assidue recensioni, mi rendono felicissima! Io non ce l’avrei mai fatta ad essere come Victoire e ad essere presa in considerazione solo per l’aspetto affascinante... Poverina... Per quanto riguarda la privacy, beh, quando succede qualcosa a qualcuno della mia famiglia in meno di due ore il telefono inizia a squillare e giungono una marea di chiamate di parenti (magari che vivono in altre regioni) per avere più informazioni sull’accaduto (qualche volta può risultare anche un po’ noioso ripetere le stesse cose a una decina di persone diverse XD). Ciao!



E ringrazio anche la persona che ha commentato il capitolo su Scorpius:

Frency70 - Grazie mille della recensione, mi sono divertita un sacco a scrivere dello svenimento del povero Draco, sono contenta che ti sia piaciuto! Ciao ciao!!!



Vi invito a recensire, se ne avete voglia, mi farete fare i salti di gioia!

Alla prossima,
Ombrosa

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Capitolo 6
*** Hermione Granger ***


- HERMIONE GRANGER -





- Oh. - Fu l’unico suono che uscì dalle labbra di Hermione appena passata la Barriera.
Hermione, dai grandi occhi dorati, un cespuglio ribelle di capelli e i due denti davanti un po’ troppo grandi, non aveva mai visto un simile spettacolo in tutta la sua vita.
La stazione era piena di genitori e di ragazzi con i loro bauli e le civette o i barbagianni. Alcuni invece tenevano in braccio gatti di ogni colore e razza, altri ancora guardavano imbarazzati i loro rospi che non erano niente al confronto dei maestosi volatili rinchiusi in alcune gabbie.
Emozionata e con le gambe che le tremavano, la ragazzina si voltò e vide che anche i suoi genitori erano stupiti e affascinati da quell’ambiente che non avevano mai frequentato.
La famiglia Granger era una famiglia di Babbani, una normalissima famiglia composta dai due genitori, entrambi dentisti, e dalla figlia, una ragazzina dalla parlantina inarrestabile. Beh, parlantina inarrestabile che in quel momento sembrava essere sparita, volatilizzata insieme alla normalità che i tre si erano lasciati alle spalle, oltrepassando la Barriera e ammettendo così l’esistenza di un Mondo Magico, oltre a quello che conoscevano loro. Il signor e la signora Granger, però, avevano accettato abbastanza di buon grado quel cambiamento così improvviso. Ancora non riuscivano a capire come fosse possibile che loro, la gente che crede all’esistenza dei fantasmi e delle streghe solo durante la notte di Halloween, non avessero mai scoperto una cosa del genere.
- Io credo che ti divertirai, tesoro. - Disse sua madre regalandole un caldo sorriso.
La ragazzina sorrise e fissò il suo sguardo sull’Espresso, immersa nei suoi pensieri.
Aveva già letto moltissime volte “Storia di Hogwarts” e conosceva ogni singola frase a memoria, così come ricordava perfettamente ogni capitolo di tutti gli altri libri che alcune settimane prima aveva comprato a Diagon Alley. Li aveva studiati a memoria perché partiva svantaggiata rispetto agli altri alunni del primo anno: non aveva mai avuto a che fare con la Magia, perciò delle cose banali che gli altri ritenevano di infima importanza per lei erano scoperte del tutto nuove e inaspettate. Inoltre, Hermione si sentiva come obbligata a dimostrare la sua bravura eccellendo in tutte le materie, visto che per lei andare in una scuola prestigiosa come Hogwarts era un vero e proprio privilegio.
- Dovrai scriverci tutti i giorni, vogliamo sapere tutto su cosa succede a scuola! - Esclamò il padre benevolo, che anche se non voleva ammetterlo pubblicamente avrebbe sentito molto la mancanza della sua unica figlia, verso la quale era molto protettivo.
- Ti manderò metri di pergamena, papà! - Lo rassicurò Hermione sorridendogli felice.
- Pergamena... non sono ancora abituata a dire pergamena anziché foglio... - Fece la signora Granger soprappensiero. - Comunque, se dovesse accadere qualcosa e tu volessi tornare a casa, ricordati che ti veniamo a prendere subito!
- Ma a prenderla dove, se non sappiamo nemmeno dove è situata di preciso la scuola? - Obiettò il padre grattandosi il mento pensieroso.
- Guarda che... - Iniziò la moglie, ma venne interrotta da Hermione che decise bene di porre fine a quell’inizio di discussione che sarebbe sfociata sicuramente in un acceso dibattito.
- Tranquilli, non ce ne sarà bisogno! - Esclamò la ragazzina a voce alta.
Poi, corse ad abbracciare sua madre e poi fece lo stesso con il padre.
- Vi voglio bene... stasera riceverete la mia lettera! - Fece la ragazzina raggiante.
- Ora vai, non vorrai perdere il treno il primo giorno di scuola! - Il padre indicò la locomotiva.
Hermione agguantò il suo baule e, dopo averli salutati un’ultima volta, si avvicinò al treno.
Stava per salire quando notò un ragazzino rotondetto, le guance paffute, i capelli scuri disordinati e gli occhi scuri lucidi, come se dovesse mettersi a piangere da un momento all’altro.
- Serve aiuto? - Domandò Hermione al ragazzino, visto che non le piaceva veder le persone stare male e quindi cercava sempre di rendersi utile per far loro riacquistare il buonumore.
- Io... sì, grazie. Ho perso il mio rospo. - Fece il ragazzino a testa china, il viso pallido.
- Hai sentito, Gregory? Paciock ha perso il suo rospo. Sei un cretino, ti sbatteranno fuori appena arrivato! - A parlare era stato un ragazzino dall’aria stupida che non prometteva niente di buono, rivolto ad un altro ragazzino grasso e tozzo, con il palese intento di deridere il povero malcapitato.
Hermione serrò la mascella, nel tentativo di placare l’ondata di sentimenti che quel ragazzino maleducato aveva scatenato in lei. Certo, la ragazzina era una persona piuttosto calma e anche molto riflessiva, ma se c’era una cosa che proprio non sopportava era quando due persone si mettevano a deridere o a picchiare una vittima che, poverina, non si poteva difendere.
- Chiunque tu sia, smettila di fare lo sciocco. - Hermione cercò di dare un tono abbastanza calmo alla sua voce, che comunque si alzò di almeno un’ottava, cosa piuttosto rara per una come lei che non urlava mai, tranne che in situazione speciali.
Il ragazzino spostò lo sguardo su di lei con aria e la fissò come se fosse una lumaca bavosa.
- Non intrometterti, Mezzosangue! - Rise di scherno, seguito a ruota da quello grosso.
Mezzosangue. Hermione non aveva mai sentito quella parola, ma a giudicare dal tono con cui quell’idiota l’aveva pronunciata, doveva essere sicuramente un insulto.
- Oh, scusami tanto, - fece lei sarcastica. - Riconosco che per te imparare un nome e un cognome è una cosa molto complicata che richiede esercizio e sforzo costante, perciò eviterò di dirti che anche io ho un nome. Detto questo, tanti saluti!
Poi si voltò verso il ragazzino accanto a lei che era trasalito quando aveva sentito “Mezzosangue”.
- Dai, andiamo a cercare il tuo rospo! - Gli disse sorridendo, cercando di infondergli coraggio. - Io sono Hermione, tu?
- Neville Paciock. - Rispose lui facendo un sorriso che assomigliava soltanto ad una smorfia.
I due si incamminarono verso il treno, visto che Neville aveva visto il rospo per l’ultima volta spiccare un balzo e salire sulla locomotiva. Ed Hermione poté giurare di aver sentito dire dal ragazzino tozzo e con le unghie sporche di cioccolata:- Tsk, Grifondoro!











Ehilà gente!
Passato un Halloween bellissimo? Spero di sì!
Ecco il primissimo viaggio ad Hogwarts di Hermione.
E’ venuto una schifezza, ne sono pienamente consapevole.
I due ragazzini che deridono Neville sono Tiger e Goyle (non sono ancora le guardie del corpo di Malfoy, secondo me lo hanno proclamato leader del gruppo durante il viaggio ad Hogwarts.).


Ringrazio le quattro persone che continuano a seguire e a commentare questa raccolta, non sapete quanto mi faccia piacere leggere i vostri commenti!

ThePirateSDaughter - Grazie mille dei complimenti e delle tue recensioni sempre presenti! Spero che dopo questo capitolo obbrobrioso non sparirai nel nulla (ne avresti tutti i diritti XD). Un bacio!

Hele - Sì sì! Cedrella, la mamma di Arthur che pur non comparendo mai nel libro mi sta già simpaticissima (sono pazza? Probabile...), è una discendente dei Black, rinnegata per aver sposato un Weasley. Grazie del commento, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo!

LysandraBlack - Una nuova lettrice! Hiuppi!!! Sono contenta che anche a te sia piaciuto lo svenimento di Draco! In effetti Regulus è un personaggio molto complesso e, a mio parere, molto affascinante! Fammi sapere come ti è sembrato questo capitolo!

LuBlack - Che brutta la febbre, ora come stai? (Ti ammiro anche solo per il fatto di bere la cioccolata calda...) Per il pigiama tranquilla, anche io ho un pigiama rosso di pile con gli orsetti bianchi che salutano con la zampa (con ciabatte abbinate...). Ti dico un grazie grande grande per la tua recensione e per i complimenti, mi fai felicissima! Sirius, beh, il Sirius che immagino io è un po’ diverso da quello dell’immaginario collettivo: ha più “ombre”, è un ragazzo che ha qualche tormento dovuto ad un’infanzia difficile, non è il solito ragazzo super-bellissimo, superficiale e privo di cervello... Detto questo, ti saluto che domani mi aspetta una bellissima (notare il tono ironico) giornata di compiti, studio e relazione... Un bacio!


E ora ti chiedo, o prode lettore che sei arrivato fin qua, ti lasciare un commentino: anche il più piccolo mi farà felicissima e le critiche sono bene accette!


Alla prossima,
Ombrosa.

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Capitolo 7
*** Neville Paciock ***


- NEVILLE PACIOCK -




- Devi stare attento, Neville. - Disse Augusta al nipote, un ragazzone dai capelli e gli occhi scuri, guardandosi intorno furtivamente. - Quest’anno non sarà facile vivere ad Hogwarts.
Quel 1° settembre era un giorno diverso da tutti gli altri. La vecchia stazione di King’s Cross non era mai stata così deserta. Tutti i ragazzi che provenivano da famiglie Babbane quell’anno non erano tornati a scuola, sarebbe stato troppo pericoloso. Ogni giorno si vociferava di sparizioni improvvise ed inquietanti, ma né la Gazzetta del Profeta né gli altri giornali aveva mai scritto una sola riga su quei fatti che ogni giorno tormentavano Maghi e Streghe. Sulla stazione, un tempo affollata e rumorosamente vivace, era calata una sorta di patina opaca: la gente non chiacchierava più ma si scambiava solo brevi e diffidenti saluti, non si vedevano più bimbi rincorrersi perché stavano accanto ai genitori che li sorvegliavano a vista. C’era un clima di ansia e diffidenza reciproca che non giovava certo ai rapporti umani: molti amici si erano persi di vista, troppo attenti a non dire o fare nulla di troppo ambiguo per non destare sospetto tra i funzionari del Ministero.
- Lo so, nonna. - Rispose il ragazzo con voce grave e troppo seria per un diciassettenne. - Ma piuttosto devi stare tu attenta, sai che molte persone negli ultimi giorni sono sparite nel nulla.
Neville in quegli ultimi tempi era cresciuto molto ed era diventato quasi irriconoscibile. L’aria imbranata che l’aveva sempre caratterizzato era sparita, per lasciar posto ad uno sguardo fiero e deciso che solo poche volte si era intravisto negli occhi scuri del giovane Grifondoro (e solitamente soltanto durante le lezioni di Erbologia, la sua materia preferita in cui eccelleva).
- Io so badare a me stessa, caro. -Rispose Augusta sorridendogli rassicurante, facendo formare delle rughe molto marcate sulle guance e intorno agli occhi. - Guardami! Che ci provino a darmi fastidio, quei viscidi farabutti: vedranno come divento quando mi arrabbio sul serio!
Neville sorrise. Nonostante Augusta fosse una donna un po’ autoritaria e decisamente troppo invadente, era una nonna formidabile e non poteva che ritenersi fortunato per questo.
- Comunque sia, fai attenzione. - Continuò l’anziana signora guardandolo attentamente.
Neville annuì con il capo. Dopotutto, Augusta aveva solamente lui. Suo figlio Frank era stato torturato sino alla pazzia insieme alla moglie Alice da Bellatrix Lestrange, e in quel momento si trovavano entrambi al San Mungo, relegati per sempre in quel mondo a parte da cui, una volta entrati, è difficile uscirne. Costretti a vivere una non-vita, fatta di azioni sempre uguali.
Neville era andato a trovare il padre e la madre il giorno prima, per salutarli prima di andare ad Hogwarts. Frank non lo aveva nemmeno considerato e aveva continuato a guardare fuori dalla finestra, immerso in chissà quali pensieri. Alice invece gli aveva sorriso e aveva iniziato a parlargli delle nuvole che ogni giorno cambiano forma, ma neanche lei riusciva a riconoscere suo figlio.
Oramai Neville ci era abituato, ma ogni volta che varcava l’ingresso della stanza dei suoi genitori sperava ancora di vederli girarsi, sorridergli e chiamarlo per nome. Ma ciò non sarebbe mai accaduto e questo Neville lo sapeva bene. Ogni volta che li andava a trovare, si riempiva di malinconia e fierezza. Era fiero di avere loro due come genitori, anche se aveva sempre evitato di sbandierare in giro la loro tragica fine. A volte non gli sembrava nemmeno di essere all'altezza di Frank e Alice, di quella coppia coraggiosa che aveva resistito a Voldemort con tanto ardore, perseveranza e lealtà nei confronti dei compagni di lotta. Neville non era mai stato coraggioso, o almeno non aveva mai dimostrato la qualità caratterizzante della sua Casa.
Ma quell’anno qualcosa era cambiato, e pure Neville stesso se ne era accorto. Bisognava trovare un rimedio per arginare l’odio razziale che dilagava nel Mondo Magico, e lui aveva un’idea ben precisa. Questo progetto rispondeva al nome di Esercito di Silente. Quell’anno le lezioni sarebbero ricominciate, più frequenti e motivate che mai. Perché se due anni prima il pericolo c’era ma era comunque abbastanza vago, in quel periodo si aveva sentore di Guerra imminente.
- Neville! - Una voce assai conosciuta giunse alle orecchie del ragazzo che trasalì appena.
- Ciao Luna. - Disse distogliendo velocemente lo sguardo dai bellissimi occhi grigi della ragazza e dal suo viso pallido incorniciato da lunghi capelli biondo sporco, arrossendo vistosamente.
Di sfuggita vide sua nonna sorridere e allontanarsi, per andare sedersi su una panchina.
- Mi sei mancato quest’estate. - Buttò lì la ragazza con il tono sognante e sempre assente che la distingueva e che in passato, ma anche in quel momento, l’aveva fatta etichettare come “stramba”.
Neville sentì le guance andare a fuoco e tornò a guardare la Corvonero pentendosene subito dopo, visto che rimase come ipnotizzato. Luna era molto più bassa di lui, a causa dei suoi quattro o cinque centimetri in più rispetto all’anno prima. Neville non ricordava avesse degli occhi così belli. Ricordava che fossero magnifici, ma i suoi ricordi non gli rendevano giustizia.
- Anche... anche tu. - Balbettò Neville sentendosi la gola secca e le gambe un po’ traballanti.
Gli succedeva sempre così, Luna gli faceva sempre questo effetto, ma lui non ci si era mai abituato. Già al secondo anno, durante lo Smistamento dei ragazzini del primo, era rimasto colpito e in qualche modo affascinato da quella ragazzina con le trecce bionde fermate da due elastici a forma di ravanello, un braccialetto che sembrava esser stato fatto prelevando oggettini metallici Babbani di uso comune e le stringhe delle scarpe blu con disegnate delle stelline. Già ad undici anni Luna parlava di creature (immaginarie?) che nessuno aveva mai sentito, e gli altri ragazzini del primo già le giravano alla larga, evitando quella ragazzina un po’ troppo fuori dalle righe.
- Dovremmo iniziare l’ES. - Cambiò repentinamente discorso lei, come era solita fare.
- Già, ma non abbiamo l’insegnante. - Borbottò Neville, cercando di farsi venire in mente uno studente intelligente, bravo in Difesa contro le Arti Oscure e contro i Mangiamorte.
- Sarai tu l’insegnante. - Fece Luna convinta, lasciandolo basito e con la bocca semi aperta.
Neville non fece nemmeno in tempo a ribattere che la ragazza gli lanciò un’occhiata allarmata e, con una lentezza esasperante, avvicinò il suo viso a quello del ragazzo. Neville deglutì, mentre al posto del cervello gli sembrò di avere gelatina e al posto del cuore una sveglia impazzita. E poi, a tre centimetri dal suo viso, Luna si fermò e con una mano sfiorò un ciuffo di capelli neri.
- Oh, niente, mi sembrava un Gorgosprizzo. - Esclamò Luna allontanandosi come se nulla fosse.
Neville sospirò rumorosamente, intercettando (e per questo arrossendo) lo sguardo benevolo di Augusta che li guardava felice, commossa dal suo nipotino che era improvvisamente cresciuto anche se, proprio come Frank alla sua età, era un imbranato totale con i sentimenti.






Ciao a tutti, popolo di EFP!
Ecco il nuovo capitolo, su uno dei miei personaggi preferiti: Neville!
Come si fa a non adorare un ragazzo come lui? Goffo, dolce, timido, con autostima a livello zero...
Mi fa una tenerezza assurda! Avrete capito i suoi sentimenti così grandi per Luna.
Uffa, non capisco perché la Rowling non l’abbia fatto sposare con Luna! Erano troppo bellini...
Secondo voi? Preferite Neville e Hannah o Neville e Luna?


Ringrazio le tre persone che continuano a commentare questa raccolta, siete fantastiche!

LuBlack - Grazie mille della recensione e dei complimenti, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto, nonostante non mi convincesse! Tiger e Goyle... Sì, stupidi è la parola perfetta per definirli. Secondo me risultano “cattivi” solo quando sono in compagni di Malfoy che li comanda a bacchetta, quando sono da soli sembrano solo ridicoli. Questo capitolo come ti sembra?

ThePirateSDaughter - Grazie per le tue recensioni sempre presenti! Mi fa felice che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! Per quanto riguarda “Mezzosangue”... me ne ero completamente dimenticata! Che tonta... Fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo!

Hele - Ciao! Grazie della recensione, non sai quanto mi riempie di gioia sapere che questa raccolta piace a qualcuno:ogni recensione per me è motivo di festa!!! Anche a te stanno antipatici Tiger e Goyle? Io non li reggo e adoro farli apparire come stupidotti ignoranti (beh, ma tanto sono già di loro stupidi ed ignoranti...). Pensandoci bene hai ragione, non credo abbiano un intuito così eccezionale per indovinare la Casa futura di una persona! Questo capitolo ti è piaciuto?


Chiedo a tutti quelli che leggono (e a quelle 15 persone che hanno messo la storia tra le Preferite e a quelle 10 che l’anno messa tra le Seguite) se possono lasciarmi un commentino (impegni permettendo). Per favore!!!!


Vi saluto, credo che d’ora in poi gli aggiornamenti saranno settimanali: la scuola uccide!


Alla prossima,
Ombrosa.

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Capitolo 8
*** Rubeus Hagrid ***


- RUBEUS HAGRID -




- Mamma, guarda come è alto quel ragazzo! - Disse un bimbo con gli occhi sgranati.
- Attenta, c’è un Mezzo Gigante dietro di te, non girarti! - Sussurrò un uomo alla moglie.
- Quel sudicio ibrido, dovrebbero essere sterminati! - Sibilò un vecchio Purosangue sprezzante.

Rubeus Hagrid, un undicenne dagli occhi e dai capelli scuri, alto ben mezzo metro in più del padre e grosso come un armadio, era agitatissimo ed euforico, pronto per iniziare un’avventura nella famosa Scuola di Hogwarts.
Nonostante almeno metà della gente presente in stazione gli stesse lanciando occhiate schifate o, nel migliore dei casi, stranite, continuava a parlare a raffica al padre, che aveva un’espressione benevolmente compiaciuta in viso.
- Così, così papà, io verrò Smistato! Smistato, papà, ma ci pensi? Voglio finire a Grifondoro! Sì, sì, è la Casa migliore, oppure a Tassorosso! - Il ragazzino parlava come un fiume in piena, gli occhi scuri che brillavano euforici. - Spero di riuscire bene nelle materia! Se no, oh al diavolo, basta che ci siano gli animali! cura delle Creature Magiche! Già il nome è affascinante! No, papà?
- Sì, Rub, vedrai che sarà bellissimo. - Il signor Hagrid sorrise amorosamente al figlioletto, nonostante per farlo dovesse fare un passo indietro e alzare la testa di novanta gradi.
Certo, era felice per il suo ragazzo che stava diventando un uomo, però c’era qualcosa in lui che lo frenava, che non gli permetteva di vivere appieno la gioia del figlio.
Aveva riflettuto a lungo sulla causa di quello stato di velata tristezza ed era giunto alla consclusione che la malinconia e le notti insonni erano dovute al fatto che, una volta partito Rubeus, lui sarebbe stato solo. La casa sarebbe rimasta deserta, vuota, silenziosa e triste.
Non ci sarebbe più stato odore di bruciato causato dai maldestri tentativi dell’undicenne a cucinare biscotti che alla fine avevano consistenza del marmo.
Non si sarebbero più sentiti i versi di strani animali portati a casa da Rubeus per curare una ferita e o perché stati abbandonati dai genitori.
Non ci sarebbero stati più piccoli terremoti in grado di far traballare tutti i pavimenti e i lampadari, causati dalle scivolate rovinose del ragazzino.
- Però sarebbe più bello con te... - Sospirò Rubeus, mentre un’ombra gli attraversava gli occhi scuri. - Sai che mi mancherai, vero? Ti penserò ogni giorno, ogni ora, ogni minuto...
Il signor Hagrid iniziò a sudare, arrossendo al pensiero di quanto era stato egoista.
Rub aveva il diritto di vivere la sua vita, non doveva pesargli la lontananza solo per uno stupido capriccio di un vecchio codardo che aveva paura di soffrire per la solitudine. Un codardo fifone, ecco cos’era.
- Vacci piano, figliolo! - Lo interruppe l’uomo. - Mi basta ricevere una lettera ogni settimana, ma se ti fa piacere anche più volte alla settimana. Sarò felicissimo di sapere come ti trovi a scuola.
- Ti voglio bene, papà. Tanto tanto. - Rubeus con uno slancio d’affetto si buttò verso il padre che barcollò pericolosamente e per poco non cadde all’indietro, abbracciandolo calorosamente.

- Guarda che teneri! - Fece sorridendo una Tassorosso dell’ultimo anno alla sorellina minore.
- Per poco il Mezzogigante non stritola l’uomo! - Una signora dall’aria allarmata fissava la scena.
- Dieci Galeoni che l’uomo viene portato al San Mungo per asfissia! - Scherzò un giovane.
- Ridotti in schiavitù, ecco cosa ci vorrebbe! - Borbottò il vecchio Purosangue sputando per terra.

Eppure, né Rubeus né suo padre fecero caso ai commenti delle altre persone. Ormai c’erano abituati, e tutte quei commenti cattivi e quei sarcasmi pungenti scivolavano loro addosso e non intaccavano minimamente i loro pensieri.
A loro non importava cosa pensasse la gente del loro aspetto o del loro comportamento, non vi avevano mai fatto caso.
Erano abituati a tirare avanti, vivendo l’attimo in tutta la sua unicità e sorreggendosi nei momenti dolorosi. Perché di momenti duri per i due ce n’erano stati. Oh, eccome se ce n’erano stati!
La madre di Rubeus li aveva abbandonati poco tempo dopo la nascita del bambino e poi non si era più fatta viva, lasciando il piccolo da solo insieme al padre che da quel giorno in poi aveva provveduto a tutto. Lo aveva cresciuto insegnandogli l’uguaglianza tra tutti gli esseri viventi (che fossero Centauri, Elfi Domestici, Maghi, Streghe o quant’altro), insegnandogli a non farsi condizionare dalle opinioni altrui. Gli aveva fatto da padre e da madre, per lui aveva fatto turni di lavoro massacranti. Ma tutte queste fatiche erano state ricompensate. Ogni sorriso, ogni gesto d’affetto, ogni parola di Rubeus per il signor Hagrid era motivo di grande gioia e non poteva che ritenersi soddisfatto del suo figliolo.








Salve ragazze!!!
Ecco qui il nuovo capitolo della raccolta!
Tutto dedicato a Rubeus Hagrid e a suo padre, spero che vi sia piaciuto!!!
Avrei voluto aggiornare ieri, ma sono andata al concerto di Guccini (sono stati dei momenti magnifici, se prima consideravo Guccini geniale adesso penso che sia più che geniale!). Okay, sto divagando, scusate, volevo solo far capire che anche se son passate parecchie ore mi sento ancora un tantino esaltata. Solo un tantino?


Passo ai ringraziamenti che è meglio.

ThePirateSDaughter - Oh che bello, un’altra sostenitrice di questa coppia a mio parere perfetta e tenerissima! Comunque, grazie mille per la recensione, non sai quanto mi faccia felice sapere che continui ad apprezzare ciò che scrivo, è una sensazione bellissima! E anche un grazie grande grande per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Baci!

Hele - Grazie mille dei complimenti e delle recensioni sempre presenti! Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere e che ti sia piaciuta la scena del gorgosprizzo, perché così ho attirato su di me tutto l’odio di Neville che aveva pensato che finalmente Luna avesse deciso di dichiararsi... Povero Nev... Un bacio e grazie ancora, fammi sapere come ti è sembrato questo capitolo!!!

Dasey91 - Tranquilla, anche io in questo periodo ho un sacco d’impegni! Ti ringrazio per la recensione, mi fa piacere che ti sia piaciuto il capitolo e anche Neville (io adoro quel ragazzo!). Ecco qui il nuovo capitolo, fresco fresco. Baci!

LuBlack - (Ombrosa balla la danza della felicità) Sì!!! Ho scoperto che altre persone sono fan della coppia Neville/Luna! Per ora siamo tu, ThePirateSDaughter, Hele ed io! Okay, ricomponiamoci e rispondiamo civilmente alla tua recensione che mi fatto molto piacere leggere, come sempre d’altronde. Grazie mille dei complimenti, sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. In effetti io penso che Luna sia una forza della natura (ho una sorta di venerazione per lei) e che quando lei entri in una stanza tutto cambi, tutto diventi più felice, comico e sereno, come una ventata di allegri... Per Frank e Alice, quando ho letto che cosa Bellatrix Lestrange ha fatto loro ci sono rimasta malissimo (e ho odiato Bellastrix con tutta me stessa, a dir la verità). Baci!!!


Vi piacciono le Scorpius/Rose? Sì? Allora correte a leggere “Come sei veramente” di LuBlack, non ne rimarrete insoddisfatte!!! (Ecco, la mia pubblicità non autorizzata l’ho fatta, ma per una buona causa XD).


Se il capitolo vi è piaciuto, ma anche se l’avete trovato bruttissimo o se vi ha fatto venir il latte alle ginocchia, lasciate un commento per piacere! Ve ne sarei molto grata!


Alla prossima,
Ombrosa.

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Capitolo 9
*** Severus Piton ***


- SEVERUS PITON -



Il Binario 9 ¾, quel giorno di fine estate, era molto affollato. In un angolo, intenti a parlare, si trovavano una donna dai lunghi capelli neri come il carbone e un ragazzo di tredici anni dal colorito giallastro, come se fosse malaticcio, magro, il naso adunco, i capelli neri lisci e unticci e gli occhi neri che si spostavano freneticamente da una parte all’altra, nervosi e preoccupati.
- Mamma, perché non ti decidi ad andartene? - Chiese Severus serio e con voce stanca: ormai troppe volte ripeteva quelle parole alla madre che non lo ascoltava e che cercava di fargli cambiare idea.
- No, Sev, tuo padre è un uomo bravo, solo che certe volte si... lascia trasportare un po’ troppo dall’ira, tutto qui. - Rispose la madre sbiancando, con un tremito nella voce.
Il ragazzo strinse i pugni e serrò la mascella, guardando con profondo rimprovero la madre che cercò invano di non abbassare lo sguardo davanti a quegli occhi così simili ai suoi.
- Tutto qui? - Severus si accorse di aver urlato e perciò abbassò la voce. - Perché alzare le mani sulla propria moglie è una cosa di poco conto, un fatto trascurabile, vero?
- Severus, smettila. Dagli tempo, cambierà. - Fece la donna passandosi una mano affusolata sulla fronte con aria stanca e falsamente speranzosa.
Il tredicenne prese un profondo respiro e cercò di rilassarsi. Sua madre si sbagliava: Tobias Piton non sarebbe mai cambiato. Sarebbe rimasto lo stesso violento di sempre che scarica la sua rabbia e la sua frustrazione sulla moglie e, qualche volta sul figlio. Ma Severus non aveva paura per la sua incolumità, a lui bastava aprire la porta e correre via per allontanarsi dall’inferno che regnava in casa sua. Il ragazzo era preoccupato per la madre che non reagiva alle violente provocazione del marito, rimanendo inerte durante le sue percosse, sperando che la furia di Tobias si placasse presto.
- Non è vero. - Mormorò il tredicenne fissando la madre, il cui viso era solcato da profonde occhiaie che la facevano sembrare più vecchia di almeno dieci anni. - Lui non è bravo.
La prima volta che aveva picchiato sua madre era stato quando lui aveva cinque anni, se lo ricordava perfettamente quel giorno che aveva scoperto la follia di quell’uomo che aveva sempre chiamato padre. Era sera ed erano appena tornati dallo zoo e sua madre, sfortunatamente, si era dimenticata di lasciare qualcosa da mangiare in casa. Tobias le lanciò un’occhiata di fuoco e in un attimo si avventò su di lei, urlandole insulti. Severus non aveva potuto fare niente, come aveva provato ad avvicinarsi era stato spinto con violenza contro il muro. Da quel giorno, passava tutte le giornate al parco giochi lì vicino, tremando al pensiero di ritornare a casa e di dover incontrare suo padre.
- Non parliamone più, piuttosto abbracciami, che ci rivedremo solo a Natale. - Cambiò discorso la madre del ragazzo lanciandogli un caldo sorriso che però non riuscì a scalfire il muro che si era venuto a creare tra lei e suo figlio dopo anni di sofferenze e silenzi.
- A presto, mamma. - Disse solo Severus, dopodiché con un quasi impercettibile cenno del capo prese il suo vecchio baule un tempo appartenuto alla madre e se ne andò.
Severus si stava facendo largo tra la gente quando venne travolto da una cascata di capelli ramati e subito arrossì ed iniziò a sudare freddo, ben sapendo a chi apparteneva quella chioma voluminosa rosso scuro.
- Oh Sev! Non ci siamo più visti in quartiere... - Fece Lily Evans abbracciandolo.
- Già... - Rispose solo il ragazzo a cui era venuta un’improvvisa gola secca.
- Quest’anno ci sono le uscite ad Hogsmeade, ricordi? - Chiese la Grifondoro.
- Ah, giusto, sì, me lo ero scordato. - In verità, il ragazzo non si era dimenticato affatto le uscite dei fine settimana: aveva fantasticato tutta l’estate su come chiedere a Lily di andare al paesino insieme a lui per un appuntamento (una parola che gli metteva i brividi al solo pensarla), per poi darsi tutte le volte dello stupido per i pensieri che faceva, visto che loro due erano e sarebbero rimasti per sempre soltanto amici.
- Scordato cosa? - Li interruppe una voce strascicata e sprezzante lì vicino. - Di non prestare confidenza ai Mezzi Babbani, Severus?
Il ragazzo e la Grifondoro si girarono e capirono che la voce apparteneva ad Avery, un Serpeverde che si divertiva insieme alla sua ghenga a seminare terrore nella scuola.
Severus sentì tutti i suoi muscoli irrigidirsi, mentre Lily invece si allontanava un poco da lui.
- No, gli ho rammentato la tua infinita idiozia, Avery. - Replicò Lily infervorata: le guance si erano tinte di un delizioso rosso e gli occhi mandavano lampi di rabbia poco rassicuranti.
- Come osi, Evans?! - Sbraitò Avery mentre una mano andava ad impugnare la Bacchetta, ancora nella tasca della pregiata e rifinita veste verde bottiglia da Mago che indossava.
- Ti sei dimenticato che non sono una di quelle primine che ti diverti a spaventare. – Fece la ragazza arrabbiatissima: anche lei aveva impugnato la Bacchetta, senza però sguainarla.
- Che succede qui? - S’intromise ancora una voce che Severus riconobbe come quella di James Potter, un Grifondoro arrogante e tronfio che fin dal primo anno non aveva perso occasione per dimostrare il suo apprezzamento verso Lily, che non lo considerava.
I due Serpeverde e la Grifondoro si voltarono verso Potter che li osservava a braccia conserte, davanti ad un pacato Remus Lupin, un ghignante Sirius Black e ad un impaurito Peter Minus.
- Ci vediamo, Evans. - Intrise quel cognome di odio e disprezzo. - Severus.
Si voltò e sparì nella fiumana di gente, lasciando i cinque ragazzi a fissarsi.
- Nemmeno un bacio di ringraziamento, Evans? - Chiese allora Potter con quel suo tono arrogante e presuntuoso di chi si crede di essere superiore a tutto e a tutti.
- Scordatelo! - Replicò la ragazza arrossendo in zona orecchie.
Severus si rallegrò della risposta della sua Lily, ma quella gioia improvvisa divenne presto un’amara consapevolezza: Potter era riuscito a proteggerla mandando via Avery. Lui, invece, no.












Heilà gente!
Eccomi tornata con qualche giorno di ritardo, ma non ho avuto tempo di postare e la mia ispirazione se ne era andata a spasso per conto suo senza dirmi niente, perciò...


Faccio dei ringraziamenti lampo che ho poco tempo.

Gattoridens - Sono contenta che una nuova persona segua e commenti (grazie mille di tutte le recensioni, sono rimasta a bocca aperta quando ho visto che i commenti erano schizzati a ben 42!) questa raccolta! Per l’abbraccio ho preso un po’ spunto dagli abbracci di Hagrid descritti dalla Rowling e da quelli di Molly Weasley, se devo dir la verità! Continua a seguirmi e a farmi sapere il tuo parere, sia positivo che negativo!

LuBlack - Grazie della recensione, mi fa piacere che la storia continui a piacerti! Hagrid piccolo? Io lo vedo benissimo, un “bimbo” alto quasi due metri e con un sorrisone stampato sul viso! Grazie dei complimenti, alla prossima! (Ora corro a commentare il tuo nuovo capitolo, eh)

ThePirateSDaughter - Grazie del commento e dei complimenti (me lusingata (=...)! Il Purosangue l’ho odiato mentre scrivevo di lui, veramente. Spero che ti piaccia anche questo capitolo!

Dasey91 - Grazie mille della recensione e dei complimenti, mi fa molto piacere che ti piaccia il mio modo di scrivere! Hagrid è proprio un coccolone, hai ragione! Fammi sapere se ti è piaciuto anche questo capitolo, anche se è arrivato un po’ in ritardo!


Ed ora, se ne avete voglia e se volete far felice una ragazza, lasciate un commentino!


Alla prossima,

Ombrosa

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Capitolo 10
*** Dominique Weasley ***


- DOMINIQUE WEASLEY -




- Sai Victoire, in qualità di Prefetto, potresti premere perché quest’anno si festeggi il Natale con un ballo. - Disse Fleur Delacour in Weasley alla figlia maggiore, guardandola con orgoglio. - Non capisco perché la tua bella figura debba essere sempre imprigionata in quella scomoda e orribile divisa. E’ assolutamente antiestetica!
- Dai mamma, non è tanto male la divisa della scuola. Comunque vedrò cosa posso fare, anche se per ora non ho molta voce in capitolo. - Rispose la figlia regalandole un sorriso dolce e paziente.
A qualche passo da loro due, una ragazzina imbronciata e a braccia conserte si guardava intorno irritata. Era la fotocopia in miniatura di Victoire: lunghi e morbidi capelli biondi, occhi cerulei, il nasino all’insù. Eppure, la sua posa e il suo atteggiamento differivano completamente da quello della sorella. Le sottili e chiare sopracciglia erano corrucciate a formare un’espressione indispettita e seccata, gli occhi azzurri si posavano su ogni particolare della stazione e ad intervalli regolari dalle labbra rosee della ragazzina uscivano alcuni sbuffi. Sembrava che Dominique avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi posto, fuorché quello.
- E tu Dominique? Anche tu diventerai Prefetto? - Domandò Fleur alla figlia, mentre la sua voce si induriva leggermente e dallo sguardo spariva ogni traccia di orgoglio mostrato pochi istanti prima per Victoire.
- No. - Ripose solamente Dominique, il tono con una leggera sfumatura di sfacciataggine ed insolenza.
La signora Weasley serrò le labbra alterata per il comportamento della figlia, guardandola innervosita. Era palese che Dominique non fosse la sua figlia prediletta, e l’atteggiamento della ragazzina non contribuiva certamente a migliorare la già di per sé complicata situazione che si era creata col passare degli anni.
- Smettila di essere così maleducata! - La rimproverò Fleur mulinando i lunghi capelli biondi, gesto che faceva sempre quando c’era qualcosa o qualcuno che non era di suo gradimento.
Dominique non rispose, distogliendo lo sguardo dalla madre e tornando a fissare i ragazzi che abbracciavano calorosamente i genitori e alcune madri che si erano dotati di fazzoletti candidi dove affondare il viso piangenti una volta partito il treno e con esso i loro pargoli.
La ragazzina non lo faceva apposta a scatenare le ire della madre, ma non poteva negare che tutte le volte che vedeva i suoi occhi lampeggiare sentiva una puntina di orgoglio pungolarle l’animo. Già da piccola aveva capito di essere diversa dalla sorella, che già allora era educata e servizievole. Una perfetta signorina, amava ripetere Fleur guardando fieramente quella ragazzina così angelica e ligia alle regole. Dominique si sentiva imprigionata. Imprigionata in un corpo troppo aggraziato per lei e creato per recitare la parte della ragazza perfetta, accondiscendente, bellissima, affettuosa. Ciò che lei non sarebbe mai stata. Non era nel suo carattere, e non aveva alcuna voglia di cambiare solo per compiacere sua madre. Dopotutto c’era già Victoire a renderla felice, non c’era alcun bisogno di lei. Dominique aveva un carattere schivo, acido, irriverente, le bastava una frase glaciale per troncare sul nascere ogni conversazione altrui. Questo carattere non era piaciuto a Fleur, che non aveva mai nascosto la sua poca stima verso di lei. E lei si era adattata, recitando perfettamente la sua parte della ribelle maleducata. Eppure, era sicura che se la gente non avesse mai fatto il confronto tra lei e sua sorella sarebbe potuta andare diversamente.
- Mamma io vado! Sally mi sta aspettando! - Disse Victoire alla madre, abbracciandola e baciandola, dopodiché si avvicinò al padre, Bill, che era stato zitto tutto quel tempo, e salutò pure lui.
- E tu? - Dominique si riscosse dai suoi pensieri e si voltò verso la madre. - Non mi saluti?
- Certo. - La ragazzina le si avvicinò e la strinse in un abbraccio che di affettuoso aveva ben poco, era un abbraccio calcolato, come se fosse un gesto obbligato.
Poi si avvicinò al padre e sorrise di fronte a quei occhi blu che aveva sempre adorato. Era molto legata al padre. A volte si chiedeva come avesse potuto sposare sua madre, erano diversissimi. Se sua madre voleva sempre vederla pettinata in modo impeccabile, Bill rideva affettuosamente quando si presentava a colazione con una treccia scomposta dalla quale uscivano molte ciocche ribelli.
- Io vado, papà. - Lo salutò abbracciandolo, mentre lui le diceva che gli sarebbe mancata la sua presenza a casa e le raccomandava di mandare una lettera appena arrivata.
- Dominique! - Una voce maschile le arrivò alle orecchie e lei fece finta di non sentirla, ben sapendo chi fosse l’odioso ragazzino a cui apparteneva quella voce. - Dom!
- Bimba, rispondi a tuo cugino! - L’ammonì la madre che aveva un debole per quel ragazzino così sicuro di sé dai grandi occhi nocciola.
Sbuffando, Dominique si girò verso suo cugino James che si stava passando una mano tra i capelli neri, come se non fossero già abbastanza spettinati e disordinati.
- Che c’è? - Bofonchiò la ragazzina incrociando le braccia a fulminandolo con lo sguardo.
- Non sei contenta di passare ben un anno con me? - Domandò James in tono quasi offeso, ma Dominique sapeva che la stava deridendo allegramente.
- Per niente. - Rispose la Weasley: i suoi occhi avrebbero potuto congelare un pinguino all’istante. Ma il primogenito dei Potter non si sarebbe fatto intimorire per così poco.
- Io invece sì. - Sfoderò il suo migliore ghigno. - Vedrai che ci sarà da divertirsi.
Dominique alzò un sopracciglio. Diamine, quanto non lo sopportava, lui e quel suo ghigno!










Ehilà gente!
Ecco il nuovo capitolo!
Non so se sono riuscita a caratterizzare molto bene Dominique, lascio a voi il giudizio.


Grazie a chi ha commentato:

hele - Sono contenta che continui a seguire (e a commentare) questa storia! Ti è piaciuta l’ultima frase? Io ho sempre pensato a Severus come ad un ragazzo che non ha mai avuto molta fortuna nelle scelte. Insomma, secondo me era coraggioso, però veniva sempre qualcuno (Jams Potter) che lo faceva passare per codardo. Non sai quanta tenerezza mi abbia fatto leggere nell’ultimo libro dei suoi ricordi da ragazzo... Un bacio.

ThePirateSDaughter - Sono felicissima che ti sia piaciuto lo scorso capitolo! Grazie per avere commentato per l’ennesima volta, ogni recensione che leggo la mia autostima si alza di una tacchetta, mentre la gioia raggiunge livelli esagerati! Baci e fammi sapere che ne pensi di questo capitolo!

Gattoridens - Sono contenta che ti sia piaciuto anche il capitolo su Scorpius. Grazie mille per le recensioni che continui a lasciarmi, mi spronano a continuare questa storia e a non abbandonarla. Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto. Un bacio.

LuBlack - Odi Piton? Io l’ho odiato per tutti i primi sei libri, diciamo che nel settimo l’ho un pochino rivalutato! Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo (protagonista a parte!). Un grazie grande per continuare a lasciarmi recensioni!


Ringrazio le ben 20 persone (wow!) che hanno messo questa storia tra le preferite e le 16 che l’anno messa tra le seguite, e rinnovo la richiesta di lasciarmi una recensione che non guasta mai!


Alla prossima,

Ombrosa.

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Capitolo 11
*** Daphne Greengrass ***


- DAPHNE GREENGRASS -




In un angolo della stazione, tre donne si stavano salutando. La donna più anziana, la signora Greengrass, aveva un viso pallido contornato da lisci capelli biondi, gli occhi blu elettrico e i tratti spigolosi. Le due ragazze, Daphne e Astoria, avevano entrambe capelli biondi come quelli della madre e il colorito pallido. Daphne aveva però occhi verde smeraldo glaciali e distaccati che le conferivano un’aria di superiorità, mentre gli occhi di Astoria, di due anni più piccola, erano di un dolce color miele che sembrava brillare, tanta era la gioia provata dalla ragazza che si riusciva a percepire in quelle iridi sincere.
- Devo dirvi un cosa, ora che state per partire. - Annunciò la signora Greengrass con tono neutro, ma si capiva dalla sua posa che era profondamente inorgoglita e soddisfatta come può esserlo una persona che ha appena scoperto che tutti i progetti e i sogni di una vita si sono finalmente realizzati.
- Cosa mamma? Cosa ci vuoi dire? - Esclamò Astoria sorridendo incoraggiante e curiosa.
Astoria sorrideva sempre. Pure quando le cose andavano male, il suo bel viso non perdeva mai l’ombra di quel sorriso ingenuo e radioso che l’aveva sempre caratterizzata. Il volto di Daphne, al contrario, non si apriva mai in un sorriso. A volte la si poteva vedere sorridere esultante, ma quel suo sorriso serpentino non era niente in confronto a quello della sorella, che sembrava illuminare tutto ciò che le stava intorno.
- L’anno prossimo, cara Astoria, diverrai la sposa di un famoso e ricco Purosangue. - Fece la donna sfregandosi le mani soddisfatta, mantenendo un’aria di mistero che poco le si addiceva, visto che era palese che stesse morendo dalla voglia di gridarlo ai quattro venti.
Dahne assottigliò gli occhi guardandola con disapprovazione: non sopportava vedere sul viso della madre quel sorriso esagerato perché aveva un buon motivo per ostentare la sua ricchezza e la sua fama. La sedicenne, seppur a scuola fosse ritenuta la ragazza più snob che avesse mai varcato la soglia di Hogwarts, non amava ostentare la sua bellezza né adorava scambiarsi succulenti pettegolezzi con le sue compagne di Casa. Questo suo atteggiamento la faceva risultare un po’ con la puzza sotto al naso. Benché non lo fosse minimamente.
- Ve... veramente? - Fece la minore delle due sorelle con gli occhi sgranati e la bocca semiaperta.
- Chiudi quella bocca, non sei una ragazzetta del popolo! - La rimbeccò subito la madre, lanciandole un’occhiata furente che fece rabbrividire istantaneamente la ragazza.
- Scusa. Volevo dire, con chi mi sposerò? - Domandò allora Astoria arrossendo leggermente e puntando lo sguardo sulle sua scarpe e passandosi nervosamente una mano sui capelli.
Daphne pensò al ragazzo che sua madre avrebbe potuto scegliere come futuro marito di Astoria. Flitt? No, i suoi genitori non erano molto ricchi e poi non stava bene insieme a lei. Baddock? Improbabile, i suoi genitori erano due persone estremamente alla mano e troppo poco raffinati per i gusti di sua madre. Daphne sperò solo di non ritrovarsi come cognato Vincent Tiger, o ancora peggio Gregory Goyle: erano due ragazzi abominevoli, senza un briciolo di intelligenza e con un unico obiettivo nella vita, ovvero mangiare a dismisura e riempirsi lo stomaco fino a scoppiare e a passare notti insonni nella Sala Comune di Serpeverde. Daphne ricordava ancora i loro lamenti che arrivavano fino al Dormitorio Femminile e che facevano concorrenza al rumore provocato dal Barone Sanguinario.
- Malfoy. - Daphne trattenne il respiro, sbiancando. - Draco, Malfoy.
- Oh. - Fu l’unico commento di Astoria, ma Daphne non lo sentì nemmeno.
Draco, il suo Draco, il ragazzo che era sempre stato al centro dei suoi pensieri, si sarebbe sposato. Con Astoria, la sua ingenua sorellina che ancora credeva che l’amore fosse tutte cuoricini rossi e frasi romantiche. No, non ci poteva credere - non ci voleva credere! Era solo un brutto sogno, l’incubo peggiore che avesse mai fatto. Tra poco si sarebbe svegliata e avrebbe scaricato la tensione con un sospiro di sollievo. Daphne deglutì un paio di volte e, ad un certo punto, la verità le cadde addosso come un macigno, limpida e immutabile. Strinse i pugni conficcandosi le unghie nei palmi, mentre la stupore si dissipava per trasformarsi in un sentimento che molte volte aveva provato e che bruciava e le rodeva dentro. Rabbia. Ma quella volta l’ira non era indirizzata verso la madre, ma verso Astoria. Verso quella ragazza dalle guance paffute che aveva sempre protetto, consolato nei momenti tristi, ascoltato pazientemente per permetterle di sfogarsi.
- No. - Sussurrò Daphne, la voce flebile e tremante, lo sguardo annebbiato dalle lacrime di rabbia.
La signora Greengrass spostò lo sguardo verso la figlia maggiore, arcuando leggermente le sopracciglia.
- Come hai detto, scusa? - Le domandò con voce bassa e glaciale, guardandola duramente.
- Io... niente. - Sussurrò Daphne, non provando nemmeno a chiedere spiegazioni.
Fece vagare lo sguardo sulle persone presenti nella stazione, sentendosi improvvisamente stanchissima.
Lo sguardo si fissò su un ragazzo in particolare, dai capelli biondi e gli occhi grigi. Molte volte l’aveva osservato senza farsi vedere, ma mai avrebbe pensato che quegli occhi potessero farle così male. Lei non avrebbe mai potuto stringerlo a sé e dirgli quanto lo amasse. Era un ragazzo impossibile, proibito a causa di un matrimonio combinato. Un matrimonio combinato che forse era stato preparato minuziosamente anche per lei. Ma in quel momento non dette importanza a questa cosa, troppo concentrata a sforzarsi di non piangere. Perché una Serpeverde non deve mai mostrarsi debole. Una Greengrass deve sempre essere in grado di farsi scivolare le cose addosso, anche se il suo cuore si è frantumano irreparabilmente.










Salve a tutti!
Ecco l’undicesimo capitolo, dedicato ad un personaggio che nella saga non ha molto rilievo (ma che ci posso fare? I personaggi che mi affascinano di più sono sempre quelli che vengono citati pochissime volte nei libri e che magari non dicono nemmeno una frase.) Premetto che Astoria mi piace molto, però mi sono immaginata una Daphne alle prese con la gelosia (brutta cosa, la gelosia...) Credo la si possa capire, poverina...


Ringrazio le 4 fantastiche ragazze che continuano a commentare e a sostenermi:

ThePirateSDaughter - Grazie mille della recensione! Eccoti Daphne, un altro personaggio del quale praticamente non si sa quasi niente, spero che però ti sia piaciuto il capitolo! Un bacio e al prossimo capitolo!

Dasey91 - Ciao! Sono contenta che il capitolo su Piton ti sia piaciuto! Per Dominique, io la immagino in mille modi diversi (a volte la vedo come un’acida un po’ ribelle, altre volte dolce a paziente, altre volte ancora come una persona di poche parole che riesce a capire le persone al primo colpo), dipende un po’ dalla giornata XD. Io l’ultimo libro l’ho letto tutto d’un fiato appena l’ho comprato, ma credo che adesso dovrò rileggerlo con calma per gustarmelo appieno... Baci e grazie del commento!

Hele - Grazie mille del commento! Spero che questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Un bacio!

LuBlack - Fleur. Che dirti, per lei provo sentimenti contrastanti. All’inizio mi stava terribilmente antipatica (la vedevo troppo vanitosa e perfettina), però poi ripensandoci sono giunta alla conclusione che è una brava persona, visto che accetta Bill anche se ha il viso sfigurato da Greyback. Vai al classico? Ci voglio andare anch’io l’anno prossimo, sì sì... Grazie per le belle parole che hai scritto e per la recensione, un bacio!


O voi che avete avuto l’ardire di leggere fin qui, lasciate una recensione! XD


Al prossimo capitolo,

Ombrosa.

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Capitolo 12
*** Draco Malfoy ***


- DRACO MALFOY -



Alla stazione del binario 9 ¾ , in mezzo alla folla di persone venute per salutare i propri figli, c’erano due persone.
Erano una donna dai capelli chiarissimi e un ragazzo con i capelli identici a quelli della madre e gli occhi grigi.
Tutti e due indossavano vesti da mago scure ed eleganti, che tenevano a sottolineare l’importanza e la ricchezza che la loro famiglia, l’antico casato dei Malfoy, aveva sempre avuto.
- Fai un buono viaggio, Draco. - Fece la donna, Narcissa Malfoy, al figlio ormai sedicenne.
Il ragazzo voltò il capo verso la madre e per un lungo istante fissò i suoi occhi grigi in quelli chiari di lei. Il volto del giovane parve contrarsi e sembrò che gli occhi si adombrassero, ma fu solo per un attimo. Poi tornarono normali, freddi ed impersonali.
- Certo. - Rispose il ragazzo, pareva che si stesse sforzando tantissimo per mantenere un certo autocontrollo che in quel momento sembrava venirgli meno.
- Vieni qui, Draco. - La madre lo chiamò a sé con la sua voce sottile e abbracciò il figlio con la sua stretta delicata.
Il ragazzo, anche se non amava particolarmente le dimostrazioni d’affetto in pubblico, inspirò profondamente il profumo di sua madre, come a voler imprimerselo nella mente per non scordarlo più.
- Non devi essere arrabbiato con noi. - Gli sussurrò la donna, un tono mite e angosciato, come se fosse consapevole di una colpevolezza. - Lo sai che non potevamo fare altro.
Draco provò una stretta al cuore a quelle parole, pronunciate con così tanta intensità da fare male.
Lo sapeva che non era colpa loro, erano stati obbligati.
Ed ora lui non poteva fare altro che portare a termine il suo triste e faticoso piano.
Lo sguardo del Serpeverde si focalizzò sul suo braccio.
Gli sembrava quasi di
sentirlo, scuro e pericoloso. Sembrava bruciare, un marchio che l’avrebbe segnato a vita.
Sua zia Bellatrix lo aveva portato dal Signore Oscuro solo due settimane prima, dicendogli solo di prepararsi perché quello sarebbe stato il giorno più importante della sua vita - << beh, il più importante dopo quello in cui avrai ucciso il tuo primo Mezzosangue, ovviamente >>, si era poi corretta ghignante, gli occhi scuri brillanti di una luce folle. L’Oscuro Signore in persona gli aveva inciso il Marchio Nero sulla candida pelle, in modo che potesse avere un legame molto forte con lui, uno dei suoi servitori.
Servi. Schiavi. Marionette nelle sue mani.
Ecco che cos’erano i Mangiamorte. Ecco che cos’era Draco. Una pedina vacillante che avrebbe potuto spezzarsi da un momento all’altro.
E il ragazzo lo sapeva. L’aveva capito, piangendo amaramente nella sfarzosa camera da letto del suo antico e ricco maniero, Malfoy Manor - una casa che era una prigione dorata, dove abitualmente si vedevano passare persone incappucciate.
Gli capitava spesso di piangere in quegli ultimi tempi. Piangeva per scaricarsi, ma ogni lacrima versata aumentava la consapevolezza della situazione senza vie d’uscita in cui era finito.
Chissà cos’avrebbero detto i suoi compagni di Serpeverde, a vederlo piangere in quel modo. Lui, uno dei ragazzi più rispettati di tutta la sua Casa, che piangeva come un bambino di cinque anni. Sarebbe stato proprio uno scoop interessante, ne era certo.
- Lo so. - Rispose Draco staccandosi gentilmente, cercando di non guardare gli occhi di Narcissa che erano ormai appannati di lacrime: anche lei piangeva molto in quel periodo, giorno e notte, i suoi singhiozzi disperati ed afflitti risuonavano nelle stanza del Maniero come un’antica e malinconica nenia.
Non avevano potuto fare niente i suoi genitori per salvarlo da quella condanna. Se non avesse ubbidito, il Signore Oscuro e tutti i suoi Mangiamorte si sarebbero scagliati contro di loro.
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato odiava i traditori, ed era risaputo che l’avrebbe quantomeno ucciso per averlo tradito, fuggendo come un vero codardo. E se non fosse riuscito ad uccidere lui, avrebbe sicuramente torturato ed ammazzato i suoi genitori, Lucius e Narcissa.
Narcissa, che in quel periodo viveva una profonda crisi. E Lucius, che era rinchiuso in una buia a fredda cella ad Azkaban, sorvegliato tutto il giorno dai Dissennatori, creature che si nutrono dei ricordi felici altrui. Da quando suo padre era stato prelevato e portato ad Azkaban, Draco non lo aveva più visto. Chissà che cosa stava facendo in quel momento, chiuso in quella cella. Magari stava urlando, magari stava piangendo, magari stava solo facendo finta di dormire, aspettando di venir liberato.
Anche se in parte era loro la colpa di non averlo saputo difendere e di non essersi opposti apertamente al Signore Oscuro, Draco non poteva odiarli. Loro dopotutto avevano agito per il suo bene, anche se poi la scelta di consacrarlo al Mago più oscuro di tutti i tempi non si era rivelata la decisione più giusta, visti i risultati.
- Cerca di non fallire, Draco. - Gli ricordò la madre preoccupata e tremante, non cercava neanche più di nascondere il terrore di perdere il suo unico figlio, paura che la attanagliava da quando il Signore Oscuro era risorto e aveva richiamato a sé i Mangiamorte, uno ad uno, per iniziare una nuova guerra che si sarebbe conclusa con vittime da entrambi i fronti.
- Non fallirò. - Fece il ragazzo. - Porterò a termine il mio compito. Lui sarà fiero di me.
Ed avrò salva la vita, terminò mentalmente la frase il ragazzo dai capelli biondi, guardandosi bene dal pronunciarla ad alta voce. Sua madre soffriva già abbastanza, non sarebbe stato certo lui a farla affliggere ancora di più.
- Fiero di te. - Gli fece eco la madre, trattenendo a stento un singhiozzo e nascondendo il volto dietro ad una mano elegante e dalle lunghe dita sottili.
Il ragazzo guardò Narcissa e sospirò. Doveva riuscire nel suo compito.
Almeno per sua madre.













Salve gente!
Ecco il nuovo capitolo, tutto su Draco Lucius Malfoy.


Ben 26 persone -
ale146, alex25, AliceRosy, AlicinaCullenina_97, ANIMAPERSA, DANINO, Dasey91, delfy96, dora88, Elanor92, Evetta96, fede72, hila, Lily_Luna, LuBlack, LysandraBlack, Nina95, Potterina1993, shyst, so_revolution, ThePirateSDaughter, tornado, twinings, virgy_lycantrope, whatsername84, zmarz - hanno aggiunto la raccolta tra i preferiti: me la lasciate una recensione, per favore?


Ringrazio le meravigliose persone che commentano.

ThePirateSDaughter - Astoria la immagino come una Tassorosso mancata, ovvero come una ragazza finita a Serpeverde solo perché voleva compiacere i genitori: dopotutto il Cappello Parlante prende in considerazione anche ciò che gli si chiede, no? Grazie per la recensione e per i complimenti, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Un bacio.

Dasey91 - Grazie per le recensioni sempre presenti! Sono felice che tu sia riuscita a immedesimarti nel personaggio, effettivamente volevo proprio cercare di esprimere il dolore di Daphne. Anche questo capitolo è un po’ triste (solo un po’?). Baci!

whatsername84 - Oh che bello, una nuova lettrice! Sono contenta che l’idea ti piaccia, anche se Draco non è poi così secondario... Spero che il capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere!

Nina95 - Non ci posso credere, mi hai commentato tutte le storie! Proprio tutte! Grazie mille per i complimenti, o mia nuova affezionata lettrice e commentatrice (ora mi do dell’importanza XD). Spero che questo nuovo capitolo sia stato di tuo gradimento!




UNA RECENSIONE RENDE UNA PERSONA FELICE!!!!




Alla prossima,

Ombrosa.



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Capitolo 13
*** Bellatrix Lestrange ***


- BELLATRIX LESTRANGE -




Alla stazione del celebre Hogwarts Express, quattro donne si stavano salutando, avvolte nei loro fruscianti e morbidi mantelli di velluto ricamati, che donavano loro un’aria molto signorile, uniti ai loro visi pressoché perfetti.
- Vedi di migliorare la tua media, Narcissa, o tuo padre si vergognerà di te. - Disse duramente Druella, la madre, alla più piccola delle sue tre figlie. - Sei una Black, e devi dimostrarti migliore degli altri.
Narcissa, capelli biondi e occhi chiari, annuì solamente, mormorando: - Non avrai di che preoccuparti, madre.
- Ora posso andare? - Chiese Andromeda con tono educato, ma che manteneva un certo fondo d’impertinenza che tendeva a sottolineare il carattere ribelle che si celava dietro a quel viso incorniciato da folti capelli castani.
Bellatrix, capelli scuri e occhi profondi, volse lo sguardo verso sua sorella, di qualche anno più piccola di lei, per guardarla con una luce cattiva negli occhi, la luce che brillava sempre quando si rivolgeva ad Andromeda.
- Dai tuoi sporchi amici Mezzosangue? - Domandò fissandola attentamente, aspettando una sua mossa falsa.
Bellatrix trovava vergognose le amicizie di sua sorella. Era una mela marcia, ecco cos’era. Una persona sbagliata che infangava il nobile cognome che portava, una ragazza indegna dell’antica famiglia da cui discendeva. Tutti i suoi amici erano Mezzosangue, piccoli Mezzosangue che ridevano e studiavano sotto il tetto di Hogwarts, quando invece sarebbero dovuti trovarsi nel loro noioso mondo a condurre una banale vita da Babbani. Non avevano il diritto di frequentare la Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts, quei sudici Mezzi Babbani e quella traditrice di sua sorella che sosteneva a gran voce i loro diritti.
- Non sono affari tuoi di chi sono amica. - Rispose calma Andromeda, abituata a quelle provocazioni che in casa doveva subire tutti i giorni: era normale che preferisse restare ad Hogwarts che a casa sua.
- Ma sono affari suoi se infanghi il nostro nome. - Rispose Druella al posto di Bellatrix.
La figlia maggiore sorrise compiaciuta: amava far sentire Andromeda sola contro tutti. Amava farle capire che in casa non era ben accettata, amava trovare pretesti per farla mettere in punizione dai loro genitori.
- Siete troppo attaccate a colui che si fa chiamare Lord Voldemort, secondo me. - Rispose Andromeda seria, afferrando il suo baule e iniziando ad andarsene. - Un giorno questa passione vi ucciderà.
- Ma prima ucciderà te e i tuoi amici, sorellina! - Strillò Bellatrix stringendo i pugni e facendo voltare qualche persone.
- Lascia stare, tra qualche anno di vergognerà di aver solo pensato una cosa del genere. - Fece la madre glaciale, afferrando un braccio della figlia per intimarle silenziosamente di non dare spettacolo.
- Ma lui non può venir insultato da Andromeda! - Replicò la ragazza dai capelli scuri con voce piccata.
Bellatrix non aveva mai incontrato Voldemort, ma ne aveva sentito parlare la prima volta quella estate.
Ad una riunione di famiglia aveva ascoltato da suo padre i progetti che Voldemort aveva in mente: purificare il mondo Magico da tutti quei Mezzi Babbani che lo infestavano e che pensavano di avere il diritto di frequentare Hogwarts, oltre ad annientare tutti i Babbanofili e i sostenitori del Babbanofilo per eccellenza, Albus Silente.
Bellatrix era rimasta affascinata da quell’uomo con pensieri tanto nobili e di potere.
Aveva pure sentito dire che stava cercando sostenitori per portare avanti la sua causa e da quel momento si era ripromessa che un giorno lo avrebbe incontrato e sarebbe diventata una delle sue servitrici più importanti.
Già sentiva che sarebbe rimasta fedele per sempre a quell’uomo così intelligente. Avrebbe fatto tutto ciò che le sarebbe stato chiesto, avrebbe fatto in modo di diventare importante - indispensabile - per lui.
In quel momento arrivò un compagno di Casa di Bellatrix, Rodolphus Lestrange.
Bellatrix, con il viso leggermente imbronciato, lo fissò con sufficienza. Come aveva potuto piacerle, quel ragazzo scarno dallo sguardo stupido? Come aveva potuto, lei, essersi solo interessata a quel ragazzo insignificante?
Ora che aveva sentito parlare di Tom Ridde, nessun ragazzo o uomo pareva eguagliarlo.
Bellatrix aveva visto pure una sua foto e ne era rimasta incantata. Anche solo la figura e il viso di Lord Voldemort sembrava emanare decisione e rispetto. E potere. Oh, sì se emanava potere...
- Andiamo, Bellatrix? - Lestrange volse lo sguardo verso Druella che lo guardava sorridente e gli porse la mano con un gesto civettuolo, mentre lui si accingeva a posare le labbra sulla pelle fredda. - Signora Black, onorato di averla rivista.
Bellatrix sbuffò irritata. Rodolphus non poteva competere con lui. Nessuno era come lui.














Salve a tutti!
Ecco il nuovo capitolo (ammetto che è stato molto difficile da scrivere e non sono nemmeno soddisfatta del risultato).
Un quadretto di vita familiare piuttosto carico di tensione, capisco Sirius e Dromeda che hanno deciso di fuggire via e rinnegare le loro origini...


Ringrazio le gentilissime persone che recensiscono, spronandomi a portare avanti questa storia.

Nina95 - Grazie mille delle recensioni che, instancabile, continui a lasciarmi! (Mi pare strano che tu ancora riesca a sopportarmi XD). Sono contenta che il capitolo su Draco ti sia piaciuto, effettivamente secondo me è un ragazzo veramente “ingarbugliato” pieno di controsensi e sensazioni opposte. Spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto! Baci!

ThePirateSDaughter - Grazie cara, sono contentissima che la storia continui a piacerti! Grazie per i complimenti, ne sono lusingata... Ho letto la tua storia e mi è piaciuta moltissimo (nel caso non l’avessi ancora vista, ti ho lasciato una recensione): lo scrivi il terzo capitolo? Perché sarebbe un peccato lasciarla stare così, bella com’è! Ti saluto, grazie della recensione! Baci!

Half Blood - Un nuovo lettore! (Me gasatissima che stappa la bottiglia di champagne che sarebbe dovuta servire per Capodanno). Sono molto contenta che ti piaccia, spero che anche questo capitolo sia stato di tuo gradimento! Fammi sapere che ne pensi! Baci!

Lily_Luna - Una nuova lettrice (evviva!!! Me doppiamente gasata che brinda alla salute con la bottiglia di champagne sopraccitato). Grazie dei complimenti, sono contenta che la storia ti sia piaciuta! Anche a me i Malfoy non sono mai piaciuti (Scorpius a parte), però li ho un po’ rivalutati dopo l’ultimo libro. Questo capitolo ti è piaciuto? Baci!



UNA RECENSIONE RENDE UNA PERSONA FELICE!!!



Ah, dimenticavo, ho postato una drabble su Neville e Luna, se a qualcuno dovresse interessare...


Alla prossima,

Ombrosa.

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Capitolo 14
*** Luna Lovegood ***


- LUNA LOVEGOOD -






L’Hogwarts Express giunse alla stazione, dove erano accalcati molti genitori che aspettavano con impazienza i loro figli, appena tornati da un altro anno in una delle più prestigiose scuole di magia: Hogwarts.
In mezzo alla gente, si trovava un uomo dall’aspetto eccentrico che attirava diverse occhiate dalle persone vicine. I capelli, color latte, erano lisci e lunghi fino alle spalle, lo sguardo era leggermente strabico. Non era solo l’aspetto ad attirare l’attenzione, ma i vestiti che indossava: una veste da mago giallo canarino che lampeggiava in mezzo alle vesti scure degli altri Maghi e un copricapo a forma di girasole. Al collo aveva un ciondolo molto particolare, che non era molto facile vedere da quelle parti, a forma di un occhio contornato da un triangolo.
- Papà! - Il saluto entusiasta della figlia lo fece voltare di scatto, con un gran sorriso in volto.
Luna, quindicenne dai lunghi capelli biondo e dallo sguardo chiaro sempre perso e sognante, era una Corvonero molto particolare, che tutti a scuola definivano stramba, o svitata, o ancora completamente fuori di testa.
Tutti i suoi compagni di scuola pensavano che fosse troppo svampita per essere allegra, troppo sincera per essere leale, troppo intelligente per risultare simpatica, troppo sognante per sostenere una futile conversazione.
Le sue compagne di Dormitorio cercavano di evitarla in tutti i modi: soltanto restare vicino a lei sembrava una vergogna, una colpa orribile, una macchiolina alla propria reputazione linda e perfetta. E si sa, per molti, per troppi, la reputazione e l’apparenza sono due cose importantissime, che ti permettono di scalare la vetta del successo e della popolarità.
Per questo motivo, a scuola non aveva mai avuto molti amici. Una delle poche che aveva sempre cercato di starle accanto era Ginny Weasley, una cara ragazza dai capelli rosso fiamma Smistata nella Casa si Grifondoro, come tutti i suoi fratelli e tutta la sua famiglia prima di lei. Ginny era sempre allegra, romantica e chiacchierona. E a Luna piaceva quel carattere, riusciva a trovare moltissimi argomenti per chiacchierare insieme a lei.
- Tesoro, come stai? - Domandò il padre sollevato di vederla felice e sana. - Mi devi assolutamente raccontare cosa è successo al Ministero! Il Primo Ministro sta cercando d’insabbiare tutto, non vuole far trapelare molte informazioni.
Quell’anno, infatti, Luna e altri ragazzi erano riusciti a sgattaiolare fuori da Hogwarts, per poi salire in groppa a dei Thestral e volare fino al Ministero della Magia, dove avevano affrontato un folto gruppo di Mangiamorte e dove Harry Potter si era ritrovato a faccia a faccia con Voldemort, il Mago Oscuro più famoso e pericoloso di tutti i tempi.
A Luna importava poco di aver quasi rischiato di morire in quella folle spedizione, visto che si era rivelata una delle giornate più importante e più felici della sua vita.
Aveva scoperto di avere degli amici, delle persone fantastiche e ciascuna diversa dall’altra: Ginny, Ron Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock ed Harry Potter.
Lei non aveva mai avuto amici. Però le piaceva quella parola. Aveva un suono magnifico.
Era bello sapere che qualcuno, oltre a tuo padre, ti vuole bene.
- Tranquillo, io sto benissimo. - Lo rassicurò lei allegra, abbracciandolo. - A casa ti spiego tutto, okay? Parliamo di qualcos’altro? Come va il Cavillo? Sei riuscito a pubblicare l’intervista a Helga Harris?
- Oh, sì! Ha parlato per ben otto pagine di Schiumobolle Salterine. - La informò il signor Lovegood, gli occhi accesi da una luce appassionata ed immensamente soddisfatta.
- Cosa sono? - Domandò Luna, gli occhi curiosi come quelli di una bambina.
Un altro motivo per cui la gente la evitava era il suo credere ad animali fantastici e sconosciuti.
Ma cosa ci poteva fare lei se tutti non volevano ammettere l’esistenza di Gorgosprizzi, Luccidoro e Farluminose?
Solitamente quando lei menzionava una di queste creature si potevano vedere tre reazioni ben diverse: chi scoppiava a ridere e iniziava a deriderla palesemente, chi la guardava impaurito e stupefatto e cercava con una scusa di allontanarsi il più possibile da lei, chi invece si intestardiva e cercava di convincerla dell’inesistenza di quegli animali.
- Sono... fantastiche. Appena andiamo a casa ti faccio vedere le foto. - Fece l’uomo con tono misterioso.
Luna intercettò lo sguardo di Ginny, che la salutò con la mano.
Poco distante da Ginny, Neville era intento a fare una descrizione dettagliata della loro avventura al Ministero ad una signora anziana, probabilmente sua nonna.
Neville a Luna piaceva. Lo trovava tenero e dolce come pochi ragazzi. Adorava quando combinava disastri, o quando arrossiva per un nonnulla, o ancora quando iniziava a balbettare e a portarsi nervosamente un ciuffo di capelli dietro ad un orecchio.
Peccato che non avesse poi molte occasioni per parlare con lui.
La sera non poteva, visto che stava nella Sala Comune di Grifondoro mentre lei in quella di Corvonero. Durante le lezioni neanche, visto che Neville aveva un anno in più di lei.
Eppure, le bastava vederlo anche solo durante i pasti e le partite di Quidditch per sentirsi felice e per stamparsi nel viso un sorriso che sarebbe stato molto difficile da cancellare.
- Luna, posso chiederti una cosa? - Domandò il padre tormentandosi le mani: non riusciva più a trattenersi.
- Sì, certo, che cosa, papà? - La Corvonero smise di guardare Neville, per spostare lo sguardo verso di lui.
- Hai visto nuove creature al Ministero? Quelli ci nascondono un sacco di cose... E’ tutto un complotto...












Salve a tutti!
Ecco l’ultimo capitolo, ambientato alla fine del quinto libro.
Luna mi piace come personaggio. E credo che l’accenno a Neville fosse d’obbligo...


Ringrazio le sette persone (cavoli, quante!) che hanno commentato lo scorso capitolo.

Hele - Ciao! Sono contenta che ti piaccia il mio modo di caratterizzare i personaggi. Grazie mille della recensione! Un bacio.

Gattoridens - Ciao! Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto! In effetti è proprio così che volevo dipingere Bellatrix: folle ed insopportabile. Grazie dei complimenti! Baci.

ThePirateSDaughter - Grazie della recensione! Non vedo l’ora di leggere il terzo capitolo! Comunque, Bellatrix ci viene presentata già completamente folle, io penso che già ai tempi della scuola non scherzava in quanto a pazzia... Un bacio.

Nina95 - Ehilà! Mi fa piacere sapere che continui a seguirmi e a non stancarti delle mie storie! Grazie della recensioni sempre presenti e dei complimenti! Baci.

LuBlack! - Ciao! Hai ragione, mi era proprio passato di mente che Sirius fosse proprio il primo Black finito a Grifondoro! Cavoli che figura, tolgo subito quel pezzettino del capitolo! Sono contenta che i tre capitolo ti siano piaciuti, cominciavo a chiedermi dove fossi finita! Un bacio e grazie per il commento!

Half Blood - Ciao! Grazie per la recensione! Anche te hai assolutamente ragione, Andromeda era una Serpeverde ed io l’ho messa tra i Tassorosso (ho provveduto a togliere quella piccola parte!). Ehm, che dici, l’ira dei Black si catenerò su di me? Spero di no XD. Anche secondo me Rodolphus non regge in confronto a Voldemort, è troppo... piatto. Baci.

Lily_Luna - Grazie della recensione, sono felice che il capitolo ti sia piaciuto! Anche io penso che Bella sia stata proprio cattiva ad uccidere i nostri personaggi preferiti, però è in qualche modo affascinante, mah! Un bacio!




UNA RECENSIONE RENDE UNA PERSONA FELICE!!!




Al prossimo capitolo,

Ombrosa.

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