Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione

di DrHouse93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bobby, l'Elfo Rincoglione ***
Capitolo 2: *** La Tana ***
Capitolo 3: *** Minkia'n Alley ***
Capitolo 4: *** Rocchio Rozaroz ***
Capitolo 5: *** Gilderoy Allocco...ehm Allock ***
Capitolo 6: *** Mezzosangue e mezzo scemo ***
Capitolo 7: *** La festa degli Emo scomparsi ***
Capitolo 8: *** Inside the legend ***
Capitolo 9: *** Il Bolide Rompi*****one ***
Capitolo 10: *** Il Club dei Mortal Kombattenti ***



Capitolo 1
*** Bobby, l'Elfo Rincoglione ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 1: Bobby, l’elfo Rincoglione -

Harry si svegliò di soprassalto. Rimase per un po’ disteso sul letto, a ripensare all’avventura conclusasi una settimana prima, con i Mitici 8. Censured era ormai morto, e adesso non c’era nessuno che voleva uccidere Harry. Questi, tuttavia, era inviperito perché non aveva ricevuto lettere da nessuno di Hogwarts, sin dall’inizio dell’estate. All’inizio aveva pensato che l’avessero abbandonato, anche Ron Weasley e Hermione Granger, i suoi migliori amici, ma quando lo avevano salvato, insieme a Otto McStrudel, si era dovuto ricredere. Tuttavia adesso era nuovamente incazzato. Era da una settimana che non gli scrivevano neanche un ‘ciao come stai?’. Si erano scocciati di lui e dei guai che attirava? Non sapeva a che pensare. Si alzò, si sedette sulla sua scrivania e si mise a  sfogliare il diario magico regalatogli da Hagrid dopo che Silente aveva ucciso Censured. Conteneva un mucchio di foto magiche(si muovevano tutte)e alcune era p…asticciate. All’improvviso, un frastuono lo fece sobbalzare: Merdige, il suo pipistrello rachitico, stava sbatacchiando la gabbia. Harry inspirò a fondo e pensò: Calma Harry, calma. Ci vuole calma. Tutto qui. Dato che non poteva usare la magia fuori dalla scuola, prese la sua pistola soporifera che  portava sempre con sé, mirò e sparò a Merdige…ma la mancò
D’oh!, pensò Harry
Dopo parecchi tentativi, alcuni dei quali portarono alla morte di due vecchiette, quarantaquattro gatti in fila per tre col resto di uno e un Teletubbie, Merdige si addormentò. Ma fu allora che una voce docile a mansueta come quella di un orso bianco in calore, lo chiamò: «HARRY POTTER!!!»
L’urlo di Vernon Coattley squassò la stanza. Harry sobbalzò e finì di faccia per terra. Si rialzò, bestemmiando, e andò in salotto, dove gli zii si stavano preparando per la visita di qualche pirla che forse avrebbe dato la promozione a zio Vernon, che era a capo di una ditta che vende trapani e seghe. Per giunta, era il compleanno di Harry, ma la cosa sembrava di poca importanza per i Coattley(Messaggio per Harry: non è che sembra, lo è).
Oh , almeno posso sparare un po’ di sonniferi dopo, pensò Harry. Scese giù in cucina e trovò zia Petunia intenta a preparare una torta recitandone gli ingredienti.
«Ali di pipistrello…» disse quella, «culo di mio nonno(spiegatemi come fa)…schifezzuola nera dei piedi di mia madre(idem come prima)…». Harry passando vicino vide il libro da cui prendeva spunto. Con suo stupore era il suo libro di Pozioni, e zia Petunia stava prendendo gli ingredienti per preparare la Pozione della Morte Istantanea per chiunque beve questa merda di pozione preparata da zia Petunia residente al numero 4 di Privet Drive, nel Surrey, in Inghilterra, in Gran Bretagna, nel Regno Unito, nell’Europa, nel pianeta Terra, nel Sistema Solare, nella Via Lattea, nell’universo, titolo corto ma soprattutto generico. Harry si avvicinò a suo zio e, molto garbatamente, gli chiese: «Zio Vernon, ma che cazzo vuoi?»
«Sai che giorno è oggi, vero?» rispose lui. «Oggi è un giorno speciale, penso che tu lo sappia benissimo»
Harry spalancò gli occhi. Non era vero, non poteva essere vero. I Coattley, che da sempre odiavano Harry, si erano ricordati del suo compleanno? Ancora incredulo, fece di no con la testa
«Come no?» si irritò zio Vernon. «Ma scusa, il giorno trenta luglio ti dice niente?»
Harry deglutì, prese fiato e disse: «Ehm…è il giorno del mio compleanno?»
«Bravo!» rispose zio Vernon. «E indovina un po’? Ti abbiamo organizzato una festa, e comprato il regalo!»
Harry fu lì per svenire
«Davvero?»
«No, sei su Scherzi a Parte!»
Harry perse ogni traccia di gioia, lo mandò a fanculo e se ne andò piangendo come un bambino cretino in camera sua. Dopo un’oretta zio Vernon lo chiamò di nuovo. Siccome stavolta si rifiutò di scendere venne zio Vernon a prelevarlo, e gli ordinò di dare una mano a Dudley a sistemare il giardino per l’arrivo dei signori di prima. Harry si alzò a malincuore e si recò in giardino. Naturalmente, ‘dare una mano a Dudley’ era uguale a ‘sistema il giardino mentre Dudley fa EHEHEHEH’, cosa che infatti fece. A Harry allora venne in mente una “genialata”…
«Abra Kadabra Alakazam! Pikachu, scelgo te!» esclamò puntando la bacchetta su Dudley per fargli credere che gli stava scagliando un incantesimo. Dudley però non si mosse, e continuò a guardare Harry e a fare: «EHEHEHEHEHEHEHEH»
«Aquarius
«EHEHEHEHEHEHEHEH»
«Andiamo correndo cogliendo cotone, torniamo correndo coglione cotendo
«EHEHEHEHEHEHEHEH»
«Ciuppa
«EHEHEHEHEHEHEHEH»
«Cotendo
«EHEHEHEHEHEHEHEH»
Harry perse la pazienza e lo mandò a fan…club. Ma proprio in quel momento, un moscerino che ronzava vicino a Harry fu sbalzato via dal fanculizzamento di Harry e si posò su gatto, che saltò in aria per acchiapparlo, ma andò a finire invece contro un passante, che bestemmiò e lo lanciò lontano, un cane lo vide volare e lo inseguì, attraversò imprudentemente la strada facendo sbandare un automobilista, che andò a cozzare contro un lampione, che si spezzò in due e finì addosso a John Cena che andava su un triciclo, cadde e il triciclo partì a razzo e colpì Harry, che prese a bestemmiare, allora Dio si incazzò, scese sulla terra per placare tutto quel manipolo di bestemmiatori, ma fu fermato da un Calcio Rotante di Chuck Norris, intervenuto per placare Dio, che andò a materializzare per sbaglio un Nerd che disse: «Cavoli, ho raggiunto il livello 12 a Metin 2!», ma fu schiacciato da un meteorite, che esplose, fece scendere un tizio che si lavava che prese a bestemmiare, l’odore di sapone raggiunse il naso di Dudley che scappò via piangendo perchè non sopportava il sapone dato che non si lavava mai. Harry rise. Sapeva che Dudley avrebbe dato la colpa di tutto ciò a lui(e non a torto), ma per il momento era troppo occupato a ridere.

Harry si svegliò di soprassalto. Qualcosa si muoveva sopra di lui. Si alzò di scatto e sferrò un cazzotto nel buio, che andò a colpire una creaturina, che andò a sbattere sull’armadio, che si aprì e rovesciò tutto il suo contenuto: abiti, libri di scuola, la bacchetta magica e alcuni video po**o, che finirono addosso a un topo, che morse la zampa di un gatto, che schizzò via miagolando come un pazzo, che affondò gli artigli in un cane, che abbaiò come un pazzo e morse le palle a Harry, che per il dolore svenne. Harry si svegliò di soprassalto(e due). Qualcosa si muoveva lì vicino. I Mason, quelli della presunta promozione di zio Vernon, dovevano essere arrivati, perché sentiva delle voci di sotto. Si alzò, inforcò gli occhiali e accese la luce. Davanti a lui c’era una creatura, con occhi verdi grandi quanto due palle da tennis, le orecchie a pipistrello e uno straccio messo a mo’ di vestito. Era dell’altezza giusta nel caso Harry avesse voluto un CENSURED. 

*** 

BAMBINO: Mamma mammina, qual è il diminutivo di Pompeo?
MAMMA: Che domandina cretina! Il diminutivo di Pompeo è CENSURED
Attimo di esitazione…
BAMBINO: Ohhhhh 

***

«Harry Potter. Che grande (dis)onore per me» disse la creatura
«Chi sei tu?» chiese Harry.
«Io sono Bobby, signore, l’elfo domestico. Anche se il mio padrone mi chiama sempre Testa di Cazzo!»
«Sì, e io sono Babbo Natale»
«Oh che bello, ho sempre desiderato incontrare colui che distribuisce i regali a Natale»
«Bobby?»
«Si?»
«Vaffanculo»
«D’accordo signore, ma si ricordi che la saluta il sindaco!» squittì l’elfo.
«Il sindaco di cosa?»
«Di fanculo, signore. Il mio padrone mi ci manda sempre, e dice di averci mandato un sacco di volte anche lei, Harry Potter, signore!»
«E cosa ti fa pensare che me ne freghi qualcosa?» chiese Harry, acido. Bobby esitò.
«Harry Potter?» chiese dopo un po’.
«Sì?»
«Ciuppa
«Guarda che ho detto ‘sì’, mica ‘eh?’»
«Ciuppa!!!» ripetè Bobby. «Comunque, Bobby è venuto ad avvisare Harry Potter, signore. Harry Potter non deve tornare a Hogwarts, quest’anno»
«Cosa? Ma sei scemo?» domandò Harry, allarmato
«No, sono Bobby signore. Non mi chiamo Scemo, signore. Sono Bobby, signore, gliel’ho già detto. Comunque, Harry Potter non deve tornare a Hogwarts. C’è un complotto. Un complotto per uccidere tutti i Mezzosangue!»
«Mezzosangue?» ripetè Harry, perplesso. «Ma cosa sono?»
«Bobby non può dirlo, signore» rispose Bobby. «Bobby è solo venuto a dire a Harry Potter di non tornare a Hogwarts quest’anno!»
«Ma perché?»
«Perché…perché…due più due non fa tre!»
«Ma che c’entra?»
«Nulla, signore, ma almeno ho fatto la rima»
«Senti, brutto figlio di CENSURED CENSURED…»DUE ORE DOPO«…CENSURED CENSURED, ma mi vuoi dire perchè non devo tornare a Hogwarts?».
«Perché…perché…» esitò Bobby, «perché quando stai nella savana, stai attento…»
«Stai attento?» incalzò Harry. «Attento a cosa?».
«…ALLA BANANA!!!» ruggì Bobby, sferrando un calcio sulle palle di Harry, che se le tenne in mano per un bel po’, lacrimante e bestemmiante. Quando si fu ripreso, ringhiò: «Ti conviene andartene, Bobby, prima che ti faccio davvero male»
«Oh, sti CENSURED, signore, Bobby riceve minacce di morte 6230124598807 volte al giorno, signore!» disse Bobby, allegro.
«Bene, allora io sarò il primo a metterne in atto una» fece Harry, e si buttò su Bobby. Gli afferrò la testa e gliela fece sbattere contro al cassetto, più volte, finchè non udì la voce di zio Vernon dire da sotto: «Oh, non fateci caso, abbiamo un gatto radioattivo(dev’essere imparentato con DJ Bobo) molto vivace, vado a dargli una controllata, con permesso»
Harry bestemmiò: doveva nascondere subito Bobby, o sarebbero stati CENSURED amari se zio Vernon avesse trovato qualcosa di magico proprio in un momento come quello. Così afferrò Bobby per la collottola, lo sollevò di peso e lo buttò nell’armadio.
«Resta qui» gli intimò mentre chiudeva l’anta. Proprio in quel momento zio Vernon aprì la porta e, ringhiando e sputacchiando dappertutto, disse: «Brutto ragazzo del CENSURED(wow, fa rima), mi hai rovinato la mia originale e nuovissima barzelletta sui tre turisti e sul fantasma formaggino!(originale e nuovissima?) Ti avverto che mi stai rompendo i cavolicchi cavolacchi(i cosa???). Se continui così ti segrego in camera tua e ti faccio sorbire uno spogliarello della signora Figg! E aggiusta questa cazzo di anta!» e se ne andò. Harry rimase schifato dalla storia dello spogliarello, ma poi si ricordò che Bobby tentava ancora di uscire dall’armadio. Levò la mano dall’anta, e Bobby uscì, levandosi un calzino appeso all’orecchio. Harry, tentando di portare la conversazione su un piano ragionevole, disse: «Vedi perché devo tornare a Hogwarts? Non vorrai mica farmi vivere con questi stronzi!»
«E se poi te ne penti?» chiese Bobby(citaz. by Padre Maronno)
«Di cosa dovrei pentirmi?» domandò in risposta Harry.
«Del fatto che i tuoi amici non ti cagano» rispose secco Bobby. «Che pensano che tu sia un idiota, un imbecille, un ignorante, un coglione…» DOPO UN PO’ «… e nemmeno ti scrivono!»
Harry dovette ammettere che, in fondo, chi gli diceva che Ron e Hermione non gli parlavano male alle spalle?

Ehm…nessuno Harry! Sta tranquillo!
HARRY: Ah ok, allora mi fido

«I miei amici non mi parlano male alle spalle» affermò Harry, più per convincere sé stesso che Bobby(Il che vuol dire che parla da solo, quindi Uomo che parla da solo = Pazzo = Harry). «Quanto alle lettere, immagino che abbiano avuto dei pro…un momento» si insospettì, «Come fai tu a sapere che non mi hanno più scritto?»
«D’oh!» fece Bobby. «Ehm…perchè sul copione c’è scritto così?»
«Bobby» disse Harry, con un atroce sospetto. «Non sei stato tu a prendermi le lettere, vero?»
Non dire la verità…non dire la verità…non dire la verità…, pensò Bobby
«Sì!»
D’oh! Scappa scappa scappa scappa
Bobby se la diede a gambe proprio mentre Harry gli si lanciò contro. Scappò di sotto, e Harry, furioso, si dimenticò di poter usare il microchip, e lo inseguì normalmente. Si fermò davanti alla porta della sala da pranzo. Bobby stava sulla soglia. Schioccò le dita, e la torta che zia Petunia aveva preparato prima, che “STRANAMENTE” nessuno, neanche Dudley, che nel frattempo aveva distrutto un divano e tre poltrone, tanto che i Coattley e i Mason sedevano per terra, aveva ancora toccato, si staccò dal piatto e rimase sospesa a mezz’aria. Harry non intese subito le intenzioni di Bobby(e ti pareva). Questi si girò e disse: «Harry Potter deve promettere che non tornerà a scuola, quest’anno»
«Sì, sì, come ti pare» rispose Harry, mentre si avvicinava di soppiatto a Bobby. «Ma ora lascia andare la torta» aggiunse notandola inorridito solo adesso.
«D’accordo!» disse Bobby, allegro. Non si accorse però che la torta si trovava esattamente sopra la testa della signora Mason e, allo schioccare delle dita di Bobby(stavo scrivendo Dobby)cadde con un sonoro SPLAT. Se avesse riflettuto(ma quando mai?)e usato il microchip sarebbe sicuramente riuscito a prenderla. Ma ormai era troppo tardi. Udì zio Vernon piangere: «Mi dispiace tanto. Il nostro gatto radioattivo a volte si trasforma in un ragazzo Rincoglione e dispettoso. Ma comunque concludiamo l’affare, no?»

«HARRY POTTER!!!»
Zio Vernon era di fronte a lui, incazzato(mi domando il perché), e lo scrutava torvo. I Mason se n’erano andati, dopo averli chiaramente mandati a fan club.
«MI HAI ROTTO I CAVOLICCHI CAVOLACCHI!(Ancora?) NON TI FACCIO PIU’ ANDARE IN QUELLA SCUOLA DI PAZZI!! ORA BASTA!!!»
«Ma non è stata colpa mia!» protestò Harry. «E’ stato lui!» e indicò Bobby alla soglia della porta. Si girò ma vide con orrore che era sparito.
D’oh!
Zio Vernon fece per ricominciare a sbraitargli contro, ma fu interrotto da un gufo, che gli finì in faccia e lasciò cadere una lettera ai suoi piedi. Zio Vernon prese a lottare e a imprecare contro il gufo. Harry ne approfittò della distrazione per leggere la lettera. Era scritta con uno stile molto burocratico, ed era molto lunga. E neanche tanto diretta. Infatti recitava:

‘Signor Potter, lei è un coglione
Avendo eseguito un Incantesimo di LibraCertosa fuori dalla Scuola di Magia di Hogwarts, ha ricevuto un’ammonizione. Se si verificherà un altro episodio simile dei rappresentanti del Ministero verranno da lei a distruggere la sua bacchetta.

Cordiali saluti, Mafalda Hopkirk
Presidente del NonMiRicordoComeSiChiamaIlMioUfficio

Come promesso, zio Vernon, dopo aver riempito di chop Harry, lo agguantò per i capelli e lo rinchiuse a chiave dentro camera sua. Aveva già usufruito di quel castigo, ed era ora di rifarlo. Harry per tutto il pomeriggio guardò corrucciato zio Vernon montare un’inferriata alla sua finestra. Nessuno dei Mitici 8 sarebbe venuto a prelevarlo stavolta. Erano tutti convinti di averlo lasciato in “buone mani”. Verso le dieci Harry si addormentò e, dopo due ore circa, si risvegliò di soprassalto per via di un rumore che pareva provenire dalla finestra. Harry inforcò gli occhiali, si alzò e si affacciò alla finestra. Molto lontano c’era una luce, che viaggiava verso di Harry. Harry la scrutò per un po’, poi esclamò: «Ohhhhhhhhhhhhhhh, chebbellooooooooooo…sta arrivando ET!» 

Ok ragazzi/e, si ricomincia con le fan fiction! Mi scuso per il lungo periodo d’assenza, ma tra le vacanze che sono andate a FASCIA PROTETTA donne che lavorano di notte sulle strade FINE FASCIA PROTETTA, un mese di ospedale e il nuovo inizio della scuola non ho avuto tempo. Ho inoltre deciso di abbandonare i Mitici 8 al loro destino sia per lo scarso entusiasmo o il ridotto numero di lettori sia perché avevo finito le idee. Ma ora ricomincio con il sequel di HP 1 e con una nuova serie, completamente inedita e originale, basata su un mio fumetto che spero pubblicherò presto sul mio sito: Super Cicatrix! (per qualunque info visitare: http://www.littlebyte.135.it) Bene, noi ci sentiamo Lunedì per il prossimo capitolo: La Pu…ehm, la Tana!

 

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Capitolo 2
*** La Tana ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 2: La Tana -

Harry però si pentì di aver urlato. Infatti zio Vernon si svegliò, andò in camera di Harry e, noncurante della misteriosa luce, lo gonfiò di botte e Harry morì dissanguato! 

FINE! No ok, stavo scherzando. Però non ho resistito a torturare Harry già dall’inizio.

Harry inforcò gli occhiali, si alzò e si affacciò alla finestra. Molto lontano c’era una luce, che viaggiava verso di Harry. Harry la scrutò per un po’, poi esclamò: «Ohhhhhhhhhhhhhhh, chebbellooooooooooo…sta…
KRAK-HOOM 
Purtroppo però il fulmine era più forte del previsto e Harry morì fulminato!

No, così non ci siamo. Ma tu guarda se mi tocca aggiustare gli errori ancora. Ok, aspettate un secondo.
HARRY: Guarda che sei tu che scrivi la storia, quindi è tua la colpa
Harry, per favore, la fan fiction è appena iniziata. Non iniziare a rompere le palle già dal secondo capitolo
HARRY: Ma è stata colpa tu…non è vero è stata colpa mia EHEHEHEHEHEH

Harry rimase in contemplazione davanti alla finestra con il tipico sguardo da pervertito assatanato morto di FASCIA PROTETTA apparato riproduttivo femminile FINE FASCIA PROTETTA. Dopo un po’ vide che la luce proveniva da dei fari che somigliavano tanto a quelli di una macchina.
Ma è impossibile, pensò Harry, le macchine non volano!
Ma in quel preciso momento una macchina passò fluttuando lì vicino. La macchina davanti alla sua finestra fece una derapata mostrando l’abitacolo. Dentro c’erano tre ragazzi, di cui uno alla guida, tutti e tre con i capelli rossi. Due avevano la stessa età, l’altro era più piccolo di due anni.
«Ciao Harry» disse il ragazzo più piccolo, della stessa età di Harry.
«Ron?» fece Harry. «Ma che ci fai qui?»
«Siamo venuti a vedere se va tutto bene» rispose Ron. «Non rispondevi alle mie lettere!»
«Non è stata colpa mia» si giustificò Harry. «E’ stato Bobby, l’Elfo Rincoglione»
Ron lo fissò a lungo, poi si girò per sussurrare a Fred e George: «Ragazzi, è peggio dell’anno scorso»
«Non sono impazzito!» protestò Harry.
«Tranquillo, Harry» lo rassicurò Ron. «Nessuno ti farà del male. Sta calmo»
«Ma…oh vaffanCENSURED» sbottò Harry, mantenendo comunque un tono di voce basso.
«Forza, prendi la tua roba» proseguì Ron. «Ti portiamo a casa nostra»
«Ma tutta la mia roba è nel ripostiglio del sottoscala!» ribattè Harry.
«Levati dal cazzo, Harry» fece Fred scendendo dalla macchina. George lo seguì. Si affaccendarono in due davanti alla serratura con una comune forcina per capelli.
«Dove avete imparato a farlo?» chiese Harry
«Be’, dovevamo pure imparare un modo per scassinare le porte senza usare la magia, no?» rispose Fred.
«Altrimenti come facevamo a scassinare i nego…voglio dire ad entrare di nascosto nel Reparto Proibito quando non conoscevamo l’incantesimo?» proseguì George. I due fratelli aprirono la porta e si recarono di sotto. Harry sussurrò loro: «Fate attenzione, l’ultimo gradino scricch…»
CREEEEEEEK!
Harry bestemmiò e tese l’orecchio per sentire se qualcuno si fosse svegliato. Ma i Coattley continuavano a dormire. Mentre Fred e George andavano a recuperare la sua roba nel ripostiglio del sottoscala, Ron scese per dare una mano a Harry a caricare ciò che c’era in camera sua. Prima però che potessero iniziare, Ron fece a Harry:
«Harry, lo conosci Fidel?»
«Fidel chi?»
«CASTRO!» urlò Ron dando una botta secca sulle palle di Harry, che si accasciò e prese a lacrimare e a bestemmiare, mentre Ron rideva: «Forte sto giochetto, eh? Me l’ha insegnato George!»
«Ron,» ansimò Harry, «sei un emerito testa di cazzo»(be’, gliel’avrei detto pure io)
Ma stranamente nessuno dei Coattley si era ancora svegliato. Di sotto udirono Fred trafficare con la forcina in modo sempre più rumoroso, quando alla fine sbottò: «Oh, andiamo, apriti porta di FASCIA PROTETTA escremento solido! FINE FASCIA PROTETTA» e sferrò un calcio alla porta, che cadde giù con un tonfo assordante. Subito se ne pentì, ma nessuno ancora si svegliava. Fred e George presero  la roba di Harry, la portarono sopra e la caricarono in macchina nel modo più rumoroso possibile, ma ancora nessun Coattley si svegliava. Harry si chiese il perché, e in quello stesso momento entrò ronzando un moscerino in camera di Harry. In camera sua, zio Vernon aprì gli occhi e – pure lui! – si svegliò di soprassalto. La prima cosa che pensò fu:
Un moscerino che ronza. Fa troppo rumore. Non mi fa dormire. Ed è in camera di Harry. Ora sono FASCIA PROTETTA organi riproduttivi maschili FINE FASCIA PROTETTA suoi!
Si alzò di scatto e, nel cuore della notte urlò: «HARRY POTTER!!!»
Su in camera sua, Harry stava caricando Merdige sulla macchina, bestemmiò quando arrivò zio Vernon incazzato come un bue, ma ridicolo come un Orso Coattone, e, ruggendo: «AAAAAAA AAAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAAAA!» afferrò Harry, intento a salire sulla macchina, per la caviglia e si tenne avvinghiato a Harry. Questi lottò con tutte le forze, ma non riuscì a liberarsi. Alla fine optò per uno stratagemma, sperando che zio Vernon abboccasse per la sua stupidità(senti chi parla): «Guarda zio, una scimmia a tre teste!»
«AAAAAAAA AAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAA»
«Cazzo, non c’è cascato» sbottò Harry, deluso. «Hai ragione, è solo un muro di mattoni»
Zio Vernon allentò la presa e si girò di scatto facendo: «Ohhhhhhhhhh muro di mattooooooni EHEHEHEHEH»
Harry si affrettò a liberarsi, insieme ai fratelli Weasley e partirono con la macchina. Harry si girò a guardare zio Vernon e provò invidia: stava guardando una cosa estremamente bizzarra che lui, Harry, non poteva guardare(ma è un muro di mattoni!)
Durante il viaggio Harry e Ron si scambiarono aneddoti sull’estate passata. Harry raccontò delle varie volte che aveva tentato, senza successo, di far credere a Dudley che gli stava scagliando un incantesimo, cosa che provocò le risate di Harry solo. Ron raccontò invece che suo padre lavorava nell’Ufficio per l’Uso Improprio ma Divertente delle Cazzate dei Babbani. Poi Harry gli raccontò di Bobby. Nessuno parve crederci, anzi, ogni volta che lo nominava tutti credevano Harry pazzo(e non è molto lontano dalla verità). I Weasley, chiaramente, sapevano che gli elfi domestici esistevano, ma dubitavano che uno, per giunta Rincoglione, si fosse presentato dinanzi a Harry per convincerlo a non tornare a Hogwarts.
«Insomma» concluse George, «se anche fosse vero, sarebbe troppo insensato che un elfo domestico si presenti a casa tua, Harry! Gli elfi domestici non possono lasciare la casa che servono senza un ordine esplicito, o comunque di propria volontà. Deve avertelo mandato qualcuno. Qualcuno che non vuole che tu torni a Hogwarts quest’anno. Sempre se è successo. Fred, dove cazzo vai?» chiese poi George quando in lontananza intravidero quello che sembrava l’Oceano Atlantico.
«Sì che è successo!» sbottò Harry. «Be’…ora che ci penso…Malfoy
Ron sapeva a chi si riferiva: Peppe Malfoy, noto a tutti però come Draco, e Harry si detestavano sin dal primo giorno di scuola, anche lui decise di ignorare Harry come Fred e George. Arrivarono che stava albeggiando. Ci misero tutto quel tempo perché quello che avevano intravisto prima era davvero l’Oceano Atlantico. Mentre atterravano, George disse: «Bene, Ron, ecco il piano. Appena arriviamo saliamo nelle nostre camere di soppiatto, poi quando la mamma ci chiamerà per fare colazione, tu scenderai con Harry e le dirai: ‘Mamma, guarda chi è uscito fuori dal cesso mentre lo usavo?’. La mamma sarà talmente contenta di vedere Harry che non farà domande. Non fare quella faccia» aggiunse dinanzi all’espressione offesa di Harry. «La scusa l’ha inventata Ron»
Ron fece per protestare, ma George lo zittì con una gomitata al diaframma e Harry lo fissò truce(Ron, non George). Atterrarono e parcheggiarono la macchina in un capanno dietro la casa. Quando scesero Harry ne approfittò per studiare meglio la casa. Sembrava un enorme capanno per animali, ingrandito con qualche piano di legno che probabilmente si reggeva per magia. Tutto il giardino era selvatico e popolato da alcune pasciute(che poi non so manco che vuol dire)galline.
«Harry!» chiamò Ron a bassa voce. «Smettila di fare quella faccia da ebete e muoviti!». Harry si riscosse – era rimasto tutto il tempo fermo imbambolato, con espressione inebetita, a fissare la casa di Ron – e li seguì.
Entrarono furtivi, come dei ladri, ed Harry si sentì emozionato.
«Bene» sussurrò Fred. «Dormono tutti ancora. Ora ognuno n…»
«Cheffigataaaaaaaaaaaaaa!» esclamò Harry a pieni polmoni. «Stiamo entrando in una casa troppo ffiga come dei veri laaaaaaaaaaaaadri! EHEHEHEHEHEH»
Ron, Fred e George lo placcarono in un modo da fare invidia ai giocatori di rugby, ma ci misero comunque un po’ per azzittirlo. Troppo, in effetti. Quando finalmente Harry smise di urlare, perché il pugno di Ron gli tappò la bocca e gli ruppe qualche dente, la signora Weasley entrò nell’ingresso, che sembrava un misto tra un salotto e una sala da pranzo, dalla cucina e li fissò. Era una donna rotondetta, dell’espressione gentile, che adesso però era perplessa.
«Ron? Fred, George…Harry?» Poi, il lampo di comprensione. «Ma allora era vero che avevo sentito la macchina partire stanotte…credevo di essermi sbagliata vedendovi partire…invece…» prese fiato. «Dove siete stati?» urlò. Fred e George si guardavano inorriditi, Ron fissava atterrito la madre senza smettere di mollare qualche calcio a Harry se questo si rialzava da terra. «Letti vuoti, nessun biglietto. Potevate morire! Potevate essere visti!»
«Salve signora Wea…» fece per salutare Harry, ma si beccò un anatema in piena faccia
«Mamma, dovevamo salvarlo!» tentò Ron. «Lo stavano facendo morire di fame! C’erano le sbarre sulla sua finestra!»
Al che la signora Weasley, riponendo la biografia di Gandhi che aveva in mano e applicando i suoi 7 anni di studio in Tibet, con la calma di un monaco buddista rispose:
«NON ME NE FREGA UN CAZZO! Filate subito in camera sennò mi lancio una scarpa e la faccio roteare per la stanza! - <-- Tiziano Ferro dice cose più sensate - ».
Harry e i Weasley andarono di sopra. Ma avevano appena fatto pochi passi che la signora Weasley li richiamò: «Anzi no! Ci ho ripensato! Andate in giardino e ripulitelo dagli gnomi» Ron fece una faccia disperata, come per dire ‘oh no, che palle!’, ma Fred e George ghignarono. Harry rimase tuttavia perplesso: ripulire il giardino dagli gnomi? Anche i Babbani, pensò, avevano gli gnomi da giardino, ma anziché ripulirlo ne abbondavano. Si recarono in giardino mentre Ron spiegava a Harry in che consisteva il ripulire il giardino dagli gnomi:
«Gli gnomi sono delle creature brutte, basse e pelose, simili ai Goblin. Sono anche molto bastardi, infatti devi essere veloce a sbarazzartene» si chinò un attimo, e tirò fuori da un cespuglio una creatura che corrispondeva perfettamente alla sua descrizione. «Questo è uno gnomo. Per sbarazzartene, ecco come devi fare». Lo afferrò per i capelli, ruotò il braccio come una ruota panoramica impazzita, e poi lo lasciò andare. Lo gnomo volò per parecchi metri e atterrò con uno schianto di testa. Harry guardò Ron sconvolto, stupito da tante brutalità.
«Oh, non ti preoccupare» lo rassicurò Ron. «Non si fanno male. Devi solo stordirli affinchè non ritrovino la strada di casa. O almeno è quello che mi hanno sempre detto» aggiunse dopo aver scoccato uno sguardo allo gnomo, che non si era ancora rialzato. Harry provò a lanciarne uno, ma rimase indeciso per un po’. Lo gnomo parve accorgersene, infatti ne approfittò per mordergli il dito e rimanerci avvinghiato. Harry provò a scrollarselo, sempre più forte, finchè quello non volò via per almeno dieci metri. Stava per riatterrare quindi si udì un fragoroso BLAM. Lo gnomo esplose in mille pezzi, e il sangue si riversò al suolo. Harry fissò inorridito la scena, e Ron, vedendolo, spiegò: «La variante di Fred e George. Per questo prima ghignavano»

La mattina passò così nella disinfestazione dagli gnomi, e verso le undici i Weasley e Harry rientrarono dentro casa, sfiniti. La signora Weasley aveva finito di preparare la colazione. Harry, Ron, Fred e George si sedettero affamati, proprio mentre una ragazzina, anche lei con i capelli rossi(ma non mi dire)e più piccola – sembrava – di un anno rispetto a Ron appariva sulla soglia della sala da pranzo.
«Mamma, hai visto il mio vibratore?» chiese.
«Oh, se l’era messo il gatto» rispose la signora Weasley con noncuranza. La ragazzina ringraziò la madre, poi quando vide Harry si paralizzò. Lo fissò un po’, incredula. Harry, un po’ imbarazzato, per sciogliere la tensione fece: «Ciao», ma quella sobbalzò, inciampò, per poco non si ammazzò e poi se ne andò.
«Ma che ho fatto?» chiese Harry.
«Ginny» rispose Ron, mentre Fred e George sghignazzavano. «Per tutta l’estate non ha fatto che parlare di te e fare sogni erotici su di te. E pensare che ha undici anni» Fortunatamente, la signora Weasley non sentì le parole di Ron, anche perché furono seguite da qualcuno che bussava alla porta. La signora Weasley andò ad aprire ed entrò il padre di Ron. Anche lui aveva i capelli rossi, e quando entrò disse: «Ciao, Molly, pensa se oggi ci venisse a trovare Harry Potter!». Poi scorse Harry e lo fissò paralizzato. Si portò una mano al cuore e cadde a terra con un tonfo.
«Oh, non farci caso» disse Ron. «Fa sempre così. Fra poco si riprenderà»
Harry era turbato, ma nessuno dei Weasley fece caso al padre, così Harry lo ignorò, anche quando questi cominciò a schiumare e tremare convulsamente. In quel momento Percy, il terzo figlio dei Weasley, che ultimamente aveva preso la rognosa abitudine di comportarsi come un francesino snob, infatti tutti ormai lo chiamavano Fransy, entrò nella stanza e disse: «Sono i gufi per Hogvàrts. Silonte deve avor saputo che sei qui, Arry’, porquoi sce anche il tuo». Harry prese la sua lettera e, oltre alla solita lettera di benvenuto scritta con la calligrafia obliqua di Silente, c’era un altro foglio con i libri necessari per l’anno a seguire. Erano quasi tutti gli stessi dell’anno precedente, ad eccezione di: 

Manuale degli Incantesimi, Volume Secondo di Miranda Gadula
A merenda con la Morte, di Gilderoy Allock,
Cena al San Mungo, di Gilderoy Allock,
A spasso con gli spiriti, di Gilderoy Allock,
Risaluto la Morte, di Gilderoy Allock,
Conversazione con gli Orsi Coattoni, di Gilderoy Allock,
Ricoverato d’urgenza con fratture multiple, di Gilderoy Allock,
In viaggio con i vampiri, di Gilderoy Allock,
A.V.I.S.: Associazione dei Vampiri Inglesi e Stronzi, di Gilderoy Allock,
A spasso con i pirla(come me), di Gilderoy Allock,
A passeggio con i lupi mannari, di Gilderoy Allock,
Sonata al chiaro di luna e toccata e fuga, di Gilderoy Allock,
Un anno da solo con lo yeti, di Gilderoy Allock,
Aiuto, di Gilderoy Allock,
Stupidamente Io, di Gilderoy Allock,
 

«Mamma, Silente si è fumato molte più canne quest’anno» commentò Ron.
«Perché?» chiese la signora Weasley.
«Ci ha detto di comprare mezza libreria di questo…Allock
«Oh, non dire minchiate» disse la signora Weasley. «Comunque, c’è solo un posto al mondo dove trovare tutta questa roba»
«Dove?» chiese Ron.
«Boh» 

Ok ragazzi, ecco qui il secondo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma in seguito dei miei impegni socio-scolastici, ho dovuto rimandare di una settimana. Ma ora è il momento delle risposte alle recensioni:

Dark Dancer: Be’, che dire, poche parole che vanno dritte al punto. Rispondo con altrettante poche parole: ti ringrazio, e spero che continui a seguirmi!
Clara111294
: Oh, sono contento che la fic ti abbia fatto ridere. E nota bene, non come una scema, perché ridere fa bene e soprattutto non è da scemi(al massimo è scemo il modo in cui ridi xD). Ma considera che è solo l’inizio, quindi conserva il fiato!
Veronica Potter Malandrina
: Ohilà, di te mi ricordo: avevi recensito qualche capitolo di HP 1 pure, e sono contento di vedere che stai seguendo la trama del maghetto più coglione che esista
HARRY: Senti chi parla
Sì bravo Harry, vai a vedere i Teletubbies, su, su. Tornando a noi, sono contento che ti sia piaciuto il pezzo di Scherzi a Parte, che mi è venuto in mente rivedendo su YouRub uno sketch
Tawara: Anche per te ripeto la stessa cosa, sono contento che ti sia piaciuto questo primo capitolo. John Cena sul triciclo è saltato fuori perché era il nome della prima persona da mettere sul triciclo che mi è venuta in mente(pensa un po’ che mente contorta). Comunque, sono i Mitici 8, non Fantastici ;)

Bene, qui noi dobbiamo salutarci
“Addio, addio, amici addio! Noi ci dobbiamo lasciare!”
BLAM
Muori, orso di merda. Come dicevo, dobbiamo salutarci. Ci vediamo Lunedì per il prossimo capitolo: Minkia’n Alley! E ricordatevi le recensioni!

 

 

“Ma io…vi dico…che è tutto o…!”
BLAM
“Voglio ritor…!”
BLAM CLA-CLAK BLAM
Parlè?”
BLAM CLA-CLAK BLAM CLA-CLAK BLAM CLA-CLAK BLAM CLA-CLAK

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Capitolo 3
*** Minkia'n Alley ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 3: Minkia’n Alley -

I giorni passarono col pensiero di doversi recare a Minkia’n Alley. Harry ricordava fin troppo bene l’esperienza dell’anno prima a Minkia’n Alley: gli aveva fruttato un orecchio meccanico e un microchip in grado di aumentare il livello di adrenalina nel suo corpo a tal punto che gli sembrava che tutti si muovessero al rallentatore mentre lui si muoveva a velocità normale, ma in realtà era Harry a muoversi alla velocita di un proiettile. Ma stavolta non ci sarebbe andato da solo: sarebbe andato in compagnia di tutta la famiglia Weasley e in più si sarebbero incontrati con Hermione e i suoi genitori. La mattina di mercoledì, però, ossia il giorno che si sarebbero dovuti recare a Minkia’n Alley, sorse un dubbio nel piccolo cranio vuoto di Harry.
«Come facciamo ad arrivarci?» chiese.
«Oh, è semplice» rispose il signor Weasley. «Andiamo con la Polvere Volante».
«Eh?» fece Harry
«Polvere Volante» ripetè la signora Weasley, guardando Harry come se fosse scemo(mi domando il perché)
«E che roba è?» domandò Harry, perplesso.
«Oh giusto!» intervenne Ron. «Harry non ha mai viaggiato con la Polvere Volante!»
«E allora come hai fatto l’anno scorso?» chiese la signora Weasley.
Ma sono cazzi tuoi?, pensò Harry, però rispose: «Con la metropolitana»
Il signor Weasley, all’udir la parola ‘metropolitana’ andò in sovreccitazione, cadde a terra e iniziò a schiumare e tremare convulsamente, dicendo e sbavando ogni tanto: «Babbaaaaaaaaaaniiii»
Tutti lo ignorarono.
«Be’, allora Ron» esordì la signora Weasley, «vai tu per primo, così Harry vedrà come si fa»
«Mamma, servirà che vada tutta la famiglia prima che Harry impari» commentò Ron. Poi prese una manciata di una strana polverina, la buttò nel camino e urlò a pieni polmoni: «Minkia’n Alley!». Non successe nulla. Harry la trovò una cosa molto stupida e scoppiò a ridere, non sapendo che in realtà lo stupido era lui e non accorgendosi che mentre lui rideva delle alte fiamme verdi avvolsero Ron e lui scomparve. Quando Harry smise di ridere e non trovò Ron nel camino, rimase molto perplesso.
«Hai capito come si fa, ora, Harry caro?» chiese la signora Weasley in tono gentile.
Harry fece per rispondere, ma Fred lo precedette: «No, mamma. Era troppo impegnato a ridere come un coglione, nel caso non te ne fossi accorta»
«D’accordo, allora vai tu»
Fred si avviò verso il camino e fece lo stesso procedimento di Ron. Harry si mise di nuovo a sghignazzare, ma stavolta seguì tutta la scena e notò che Fred sniffò violentemente la polverina, dopo averla buttata e dopo aver urlato la destinazione. Fu allora che mentre la polverina saliva in direzione del naso di Fred si accesero le fiamme verdi, Fred assunse un’espressione da strafatto e poco dopo svanì con un pop. Harry ululò dal ridere
«Si può sapere che c’è da ridere?» domandò George.
«La…la…faccia di Fred…» rise Harry
«Harry» fece George con tono di chi spiega a un bambino stupido che 2+2 fa 4, «la Polvere Volante è quasi identica a una strana polvere bianca che i Babbani chiamano marijuana. Solo che la nostra è magica. Ma contiene tutti gli effetti. Ti lascia strafatto e ti dà l’idea, mentre tu ti sposti di camino in camino, di volare, da cui il nome. Ma non funziona se alla fine non la sniffi. Hai capito adesso?»
Harry non rispose subito. Stava cercando di sforzarsi di mandare a mente le parole di George…lo sforzo per lui era immane, ma c’era quasi…
«Cheffigaaaaaaaaata

Dopo che tutti i Weasley, dopo aver mandato a fanculo Harry, furono andati, toccò a lui. Erano rimasti solo lui, Ginny e la signora Weasley. Ora Harry era nervoso. Si sforzò di mandare a mente tutte le raccomandazioni della signora Weasley, ma con scarso risultato. Afferrò tremante una manciata di Polvere Volante, entrò nel camino e la buttò a terra. Non accadde nulla. Poi si ricordò le parole di George: “Ma non funziona se alla fine non la sniffi”.
Harry sniffò violentemente e le fiamme verdi guizzarono, proprio mentre la signora Weasley urlava: «Harry, la destinazione!». Harry non capì subito(ma davvero?) ma poi si rese conto di aver dimenticato di dire la destinazione.
Fece per aprire bocca, ma il potere della marijuana lo colpì in pieno. Strafatto, con voce più ebete del solito, balbettò: «D-doctor…» non si sa cosa la marijuana magica stesse facendo vedere alla mente già danneggiata di Harry, ma questi si concentrò e concluse: «…A-allen…»
Le fiamme lo inghiottirono. Si sentì vorticare. Ma era rimasto nel camino a sniffare marijuana magica troppo a lungo. Non resse a lungo all’effetto della droga e a quel fastidioso vorticare. E quando la cicatrice prese a bruciare(non so che c’entra, ma un dolorino alla cicatrice sta sempre bene) svenne.

Harry si svegliò di soprassalto. Era disteso lungo per terra. Si guardò intorno. Era ricoperto da capo a piedi di fuliggine, l’effetto della marijuana magica sembrava passato, ma ancora non capiva dove si trovava. Era in un negozio mai visto, pieno di articoli più strani del cervello di Harry: teschi, ossa, mani raggrinzite e altro ancora. Harry si rialzò, ammaccato, e si avviò alla porta. C’era un corridoio con delle scale. Le scese e si ritrovò al piano terra. Stava dietro un bancone, e c’erano strani aggeggi in vendita: tra di essi vide un grosso armadio nero, un altro esemplare di mano raggrinzita e una collana di opali. All’improvviso udì un rumore alle proprie spalle. Uscì dal bancone e si nascose nell’armadio. Dalle scale scese un mago con i capelli grigi e gli occhiali, un po’ grassoccio. Harry si chiese quanto a lungo sarebbe rimasto lì dentro, quando all’improvviso il campanello del negozio suonò ed entrarono le ultime due persone che Harry avrebbe voluto incontrare: Draco Malfoy e quello che poteva essere senz’ombra di dubbio…la versione maschile di Lady Gaga
«Signori Malfoy!» esclamò viscido e servizievole il mago dietro al bancone. «Come posso aiutarvi?»
«Ah, Sinister!» disse Lady, voglio dire Mister Gaga. «Oggi non sono qui per comprare, ma vendere»
«V-vendere?» il sorriso si spense sul volto di Sinister. «M-ma certo! E, di preciso, cosa aveva intenzione di vendere, signor Malfoy
Harry non capì perché Sinister si ostinava a chiamarlo Malfoy quando era evidente che era Mister Gaga

Harry, posso darti un consiglio?
HARRY: Certo
Non pensare. Non fa per te

A un certo punto Draco interruppe la contrattazione: «Papà, mi compri quella?» e indicò la mano raggrinzita. Sinister si illuminò:
«Ah, la Mano Bastardadentro! Se ci metti una candela fa luce, ma solo a chi la porta! E’ l’ideale per ladri e scassinatori!»
«Sta forse insinuando che mio figlio è un ladro?» chiese Mister Gaga minaccioso. Sinister abbassò la testa e disse umilmente: «No, no, certo che no»
«Male, perché lo è» ribattè Mister Gaga. Draco lo guardò offeso. «Certo, è un ladruncolo da quattro soldi, e anche un po’ coglione, ma sempre un ladro rimane. D’accordo, la compro» aggiunse riferendosi alla Mano Bastardadentro. Mister Gaga invece intercettò lo sguardo di Draco e lo guardò come per dire: “Assecondiamolo, così non rompe le palle e si compra la nostra roba”. Sinister prese i soldi, poi Mister Gaga riprese: «Allora, ora vogliamo tornare al nostro affare?»
Tornarono a contrattare e Draco fece un giro per gli scaffali. Si soffermò davanti alla collana di opali, che, Harry lesse solo in quel momento: era letale per chi la toccava. A quel punto Draco notò l’armadio dov’era nascosto Harry. Si avvicinò per esaminarlo, quando lo chiamò il padre: «Draco, andiamo!»
Draco parve deluso, ma seguì il padre, che scaricò senza troppi complimenti la Mano Bastardadentro addosso al figlio e aveva un’espressione soddisfatta. Sinister, invece, continuava a sorridere come un cretino. Ma, appena Draco e Mister Gaga non furono più in vista, assunse un’espressione dura e prese a recitare una sfilza di parolacce. Sparì nel retrobottega e Harry rimase nascosto nell’armadio come un cretino. Poi si ricordò che doveva trovare i Weasley, così uscì. Ma quella che gli si presentò, non era affatto Minkia’n Alley. Era persino più brutta, con un sacco di negozi dedicati alle Arti Oscure. C’erano pochi maghi, di cui uno, all’imboccatura di un vicolo, col volto in ombra, due che bloccavano l’ingresso dell’altra parte del vicolo e una strega, con un vassoio di unghie che sembravano umane, che non la smetteva di fissare Harry. Questi fece per ignorarla, ma l’ansia gli fece dimenticare che poteva usare il microchip per fuggire a gambe levate, cosa che chiunque sano di mente avrebbe fatto. Si avviò così verso il vicolo dove c’era l’uomo col volto in ombra. Era a pochi massi da lui quando parlò:
«Io la stavo aspettando, signor Anderson». Si avvicinò e Harry scorse il volto: era l’agente Smith di Matrix. Harry indietreggiò. Andò a urtare contro la strega, che si voltò e lo guardò con aria maliziosa.
«Ti sei perso, mio caro?» chiese.
«No» rispose Harry, tremante.
«Vieni con noi» continuò la strega. Tutti i maghi della strada, che si erano INSPIEGABILMENTE moltiplicati,  si avvicinarono e circondarono Harry. «Ti aiuteremo a ritrovare la strada di casa»
«No, grazie» balbettò Harry, «preferisco trovarmela da solo»
«Signor Anderson!» esclamò Smith, avvicinatosi. «Bentornato! Abbiamo sentito la sua mancanza. Le piace quello che ho preparato?».
«Ehm, a dir la verità no» rispose Harry.
«Oh bene allora» riprese Smith. «Io voglio esattamente quello che vuole lei. Voglio tutto quanto»
«Ma non voglio niente!»
«Male, signor Anderson» disse Smith. «Sono deluso, molto. Questo è l’odore della sua morte». I maghi si avvicinarono a Harry. Sembravano zombie. Harry balbettò qualche inutile ‘no…no…’ quando all’improvviso una voce li fece voltare tutti.
«Lasciatelo stare, luridi esseri!». Tutti si voltarono. Davanti al vicolo c’era un uomo, con i capelli biondo-castani e ondulati, con i piedi nudi e alto quanto Harry.
«Voi non lo toccherete mai più» continuò Sam Gamgee.
«Male, signor Anderson» fece Smith. «Sono deluso, molto. E per colpa sua sono scollegato, sono cambiato, un uomo nuovo. E inoltre, questo è l’odore della sua morte» (si noti la fantasia di frasi)
«Anche se devo morire, combatterò fino alla fine!» ruggì Sam.
1 Minuto Dopo…
Sam si accasciò a terra, morto e sanguinante. Harry si sentì invadere dal terrore. La sua ultima speranza(e che speranza!) era ora stesa a terra in un mare di sangue. Iniziò a tremare, quando all’improvviso una voce burbera lo chiamò.
«HARRY! Che cosa ci fai qui?». L’enorme sagoma si avvicinò e Harry lo riconobbe: Hagrid. Un moto di sollievo si diffuse in Harry. La strega, tuttavia, si avvicinò a Hagrid. «Ti sei perso, mio caro?». Ma Hagrid la agguantò, saltò in alto e la scaraventò a terra con violenza. La strega non si rialzò.
«Ma Hagrid…» fece Harry, «non hai un po’ esagerato?»
«Ah, la pensi così?» domandò Hagrid. Si voltò per andarsene quando fu interrotto da Smith. «Signor Anderson, bentornato! Abbiamo sentito la sua mancanza. Le piace quello che ho preparato?».
«Boh…cioè…veramente…no perché…» balbettò Hagrid.
«Signor Anderson, le farò un’offerta che non potrà rifiutare» proseguì Smith, in tutt’altro tono. «Si unisca al lato oscuro della forza, le farà guadagnare il doppio di quello che guadagna a Hogwarts, anche se lei non serve a un emerito cazzo. E in più le regaleremo il decoder che trasmette 24 ore su 24 i calendari di Max»
Hagrid era molto tentato, e stava per rispondere di si quando un moscerino si posò sul ginocchio.
«NO!» tuonò. Afferrò un mattone e lo scagliò su Smith, a cui si spaccarono tutti i denti in mille pezzi. Poi Hagrid prese a calci tutti i presenti e trascinò Harry in salvo.
«Harry, non voglio che ti vedano qui a Doctor Allen, non mi va» disse Hagrid, «penserebbero che combini qualcosa di losco»
«Ma noooooo» rispose Harry, nascondendo in fretta il suo mitra, bazooka(credo si scriva così), fucile a pompa(e non specifichiamo) ecc. ecc.(poi spiegatemi dove li ha nascosti) «Che cosa te lo fa pensare?». Solo ora però Harry si accorse della rivista che sbucava dalla tasca di Hagrid. Si notava soltanto una donna a gambe aperte, di cui si intravvedeva, però, solo una gamba e mezzo torace. «E tu che ci facevi qui?»
«Io…bè…io…noi…tu…egli…voi…essi…costui…» balbettò Hagrid.
«Bravo, hai detto tutti i pronomi personali!» esclamò Harry. «Io non ci ero mai riusci…ommioddio, ne ho detto uno! SI!!! NE HO DETTO UNO!!! YA-HOOOOO!!!! TISCAAAALIIIIIIII!!!! TELE DUEEEEEE!!!!». Harry esclamò come un pazzo. Hagrid non sapeva che fare, così rimediò solo una figura di merda. Quando Harry smise, si avviarono di nuovo verso quella che era Minkia’n Alley. Era fu felice persino di riconoscere, nella lontana estremità, il campo di guerra che la precedeva.
Poco dopo incontrarono i Weasley, che quando videro Harry gli saltarono addosso e lo abbracciarono, e lo baciarono, e lo spogliarono, e lo…non entriamo nei particolari. Harry si rialzò, salutò Hagrid e e vide il mago che stava distribuendo i libri. Era alto, con un ciuffo di capelli biondi, una giacca azzurra, un sorriso smagliante e una beata faccia da povero demente. Gilderoy Allock(Allock in tutti i sensi). La signora Weasley si avvicinò per prendere i libri. Harry e Ron fecero per andarsene, quando una voce li chiamò: «Harry! Amico di Harry con i capelli rossi!». I due si voltarono. Davanti a loro c’era Hermione Granger, la loro migliore amica. Ron, come al solito, aprì la bocca con aria sognante e iniziò a sbavare. «Io mi chiamo Ron…» sbavò.
«Ma guarda che lo so che ti chiami Ralph, non c’è bisogno che me lo dici» disse Hermione. I tre si avviarono così verso l’uscita, ma nell’atrio si bloccarono. Davanti a loro c’era un ragazzo alto quanto Harry, con la sua stessa espressione da ebete, il volto biancastro e con lisci capelli biondi. Draco Malfoy.
«E così pure qua devi venirmi a rompere, eh, Potter?» fece a Harry con la sua solita voce strascicata e beffarda.
«Levati dal cazzo» rispose Harry. «Lascialo stare, lurido essere!» intervenne una voce alle loro spalle. Si voltarono e trovarono Ginny.
Strano, pensavo fosse resuscitato Sam Gamgee, pensò Harry.
Harry, ti ho già detto di non pensare, che ti fa male
«Ah, ma guarda un po’» continuò Draco.
«Chi è questa? La tua piccola e calda CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSUREDHarry stava per rispondere quando un uomo li raggiunse.
«Via via Draco, più garbato» disse questi. «Non si dice ‘la tua piccola e calda puCENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED CENSURED’, si dice ‘la tua piccola CENSURED CENSURED»DUE ORE DOPO«CENSURED CENSURED’, hai capito?»
«Mister Gaga!» esclamò come un cretino Harry.
L’uomo lo fissò. Scorse la cicatrice di Harry e ghignò. In quel momento furono raggiunti dal resto dei Weasley
«Ragazzi» cominciò il signor Weasley, non accortosi di nulla. «Perché non andiamo fuori? Quell’imbecille di Allock mi ha decisamente stufato»
«Benebenebene, Weasley senior!» ghignò ancora di più Mister Gaga.
«Lucius» lo salutò gelido il signor Weasley.
«Che ‘Lucius’, signor Weasley!» intervenne Harry. «Quest’uomo è la versione maschile di Lady Gaga
«Signor Potter» fece Mister Gaga. «Io sono Lucius Igino Cazzo Gigi Alessio Proietti Asdrubale Anacleide James Norrington Malfoy. Ma tutti mi chiamano Lucius»(chissà perché). Lucius prese dal calderone di Ginny il libro, sghignazzò vedendo che era di 764985130245 mano, e lo rimise nel calderone. Poi tornò a rivolgersi al signor Weasley. «Insomma, Arthur, tutte quelle ispezioni, mi auguro che le paghino gli straordinari. A che serve lavorare come un demente tutto il tempo se poi non la pagano nemmeno? Guardi me, io non faccio un cazzo dalla mattina alla sera eppure sono un riccone!»
Fu la goccia che fece traboccare il vaso. Il signor Weasley si scagliò su Lucius, urlando: «Mortal Combat!!!» e entrambi eseguirono complicate mosse di wrestling che Harry non si sarebbe mai aspettato di vedere dal signor Weasley e da Mister Gaga(checché ne dicessero gli altri, continuava a considerarlo un cantante molto fescion e molto houze). Lo scontro imperversava, quando furono separati da Hagrid: «Ehi, la sapete l’ultima? Un tizio entra in un bar e dice: “vorrei un caffè veloce!” e il barista: “E’ già in macchina!” AHAHAHAHAHAHAHAH»
Lucius si liberò da Hagrid e guardando il signor Weasley in un modo che sperava solo di poterlo uccidere. La signora Weasley non fece altro che tartassare le palle al signor Weasley con frasi del tipo ‘ma bravo’ ‘un comportamento vergognoso’ e ‘bell’esempio da dare ai tuoi figli’, al che il signor Weasley sbottò:
«E mo m’hai rotto il cazzo, moglie bella! E basta co sti discorsi! E bell’esempio, e bell’esempio, m’hai fatto du palle!» (Citaz. by Christian De Sica in Natale in crociera)
La signora Weasley ammutolì. Per un po’ mantennero un silenzio carico di rabbia, ma poi, quando arrivarono al Paiolo Magico e presero da bere assieme ai Granger il buonumore tornò e tutti dimenticarono i dissapori della giornata. Si separarono dai Granger e stavolta Harry si fece spiegare per bene come funzionasse la Polvere Volante. Finalmente capì, ma i Weasley avevano sperato che dicesse qualcos’altro invece del solito: «Cheffigaaaaaaaaaaaaaata

Ok ragazzi, ecco qui il nuovo capitolo! Al contrario di Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve, stavolta spreco solo un capitolo per Minkia’n Alley, anche perché l’ho scritto tutto stamattina. Ma ora è il momento di rispondere alle recensioni:

Dark Dancer: Ti ringrazio, sono contento che il chap ti sia piaciuto, e spero che ti piaccia anche questo. Fidel Castro mi è venuto in mente ricordando che quel giochetto me l’hanno fatto anche a me(e vi assicuro che non è bello)
Veronica Potter Malandrina
: Anche per te diecimila(mille era troppo scontato) grazie, il bello è che spesso le idee mi vengono così sul momento. Ma il segreto, per scrivere fan fic demenziali, è di abbassare di molto il proprio Quoziente Intellettivo. La stessa cosa vale quando si guardano le cose dal punto di (Windows) Vista di Harry
Clara111294
: Lieto che ti sia piaciuto, ed è ovvio che Ron, che è il mio personaggio preferito, si sia reso conto che Harry era più imbecille dell’anno prima. Vi invito, per altro, a leggerla la fic precedente: Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve.

 Ok allora, qui finisce un nuovo capitolo. Ricordatevi di recensire se vi è piaciuto, noi ci vediamo Lunedì per il prossimo: !

 

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Capitolo 4
*** Rocchio Rozaroz ***


«Un altro capitolo inizia» esordì Silente dinanzi all’immensa platea di EFP. «E, come al solito, a tutti coloro che leggeranno questa fan fiction, auguro solo “buona lettura”. Tuttavia,» si schiarì la voce, «desidero fare un annuncio. Il signor Gazza mi ha chiesto di dirvi, per…»
«Non mi metta in mezzo!» sibilò Gazza.
«Stupefactum!» fece Silente. «mi ha chiesto di dirvi, dicevo, per quella che mi riferisce essere la 4697887520312565esima volta, che le magie nei corridoi sono vietate, no aspettate, non c’entra un cazzo, ah sì, che l’artefice di questa fan fic, ossia DrHouse93, è una persona sfigata che vive a Roma…»
KRAK-HOOM
In quel preciso momento, un fulmine centrò in pieno Silente, che proseguì: «Come non detto, è un ottima persona, per niente sfigata, simpatica, e pure bella. Ma soprattutto è MASCHIO. Mi ha fatto fare questa breve introduzione perché, mi dice, ben due volte è stato scambiato per una donna nelle recensioni delle sue fan fiction»
Non che avessi nulla contro le donne, ma vorrei vedere voi se vi cambiassero sesso ;) (NB: Per chi non l’avesse ancora capito, le scritte in grassetto sono frasi dirette dell’autore, cioè me)
«E se vi state chiedendo il perché di questa buffonata» concluse Silente. «Posso solo dirvi che è il frutto della mente contorta di DrHouse93»
KRAK-HOOM
Bene, e dopo questa breve introduzione, che è sì comica ma vera, la DrHouse93 Production è “orgogliosa” di presentarvi:

Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 4: Rocchio Rozaroz -

Gli ultimi giorni alla Tana passarono più in fretta di quanto Harry pensasse. Non vedeva l’ora di tornare a Hogwarts, ma alla Tana se l’era spassata alla grande. L’ultimo giorno di vacanze fecero talmente gli sbruffoni che il giorno dopo si alzarono tutti alle dieci e mezza. E il treno partiva mezz’ora dopo. Si sarebbero recati alla stazione di King’s Cross, a Londra, con la loro Ford Anglia Volante. Nessuno riuscì a spiegare come fossero tutti pronti in un quarto d’ora, ma la cosa compromise sette gnomi, due gatti, quattro galline e una vecchietta di passaggio, che quel giorno mangiarono nella mensa di Dio…voglio dire Chuck Norris(scusa, Chuck). Ma erano stati troppo ottimisti. Si erano appena messi in moto quando Fred disse di aver dimenticato i suoi Fuochi d’artificio del dott. Filibastard. Ma con un efficace Incantesimo di Appello subito quelli li raggiunsero. Poco dopo, George annunciò di aver dimenticato il suo manico di scopa. Stesso procedimento per Fred. Harry si fece un bernoccolo grande quanto un melone quando il signor Weasley frenò di botto a un urlo di Ginny. La ragazzina aveva dimenticato il suo diario e farfugliò qualcos’altro che finiva per ‘bratore’. Dopo un po’ Harry, come al suo solito molto stupido, disse di aver dimenticato il suo orsacchiotto

 

 

Harry non ricordava di aver mai ricevuto tante parolacce e bestemmie in vita sua, nemmeno dai Coattley. Ormai era decisamente tardi. Erano le undici meno undici(HARRY: Chebbeeeeeeeeeeello EHEHEHEHEH) e ormai erano tutti nervosi e preoccupati. Il signor Weasley guardò l’orologio, poi sua moglie.
«Molly, mia cara…»
«No, Arthur»
«Ma…»
«Ho detto di no»
«Ma faremo tardi…»
«Nain
«E se…»
«Oh, d’accordo!»
«Davvero?»
«No!»
«Stupefactum! E non rompere, una volta tanto!»
La signora Weasley si accasciò Stupefatta al sedile, e il signor Weasley sterzò bruscamente fuoristrada, che, secondo la legge di Murphy, era ovviamente tutta intasata, premette un pulsante e la Ford Anglia, e loro insieme, divennero invisibili. Poi si sollevarono in aria, tra gli ignari Babbei…voglio dire, Babbani. Arrivarono in men che non si dica, ma comunque tardi: le undici meno cinque. Entrarono di corsa nella stazione, incuranti dei Babbani che gli venivano incontro, e di qualcuno che cadde sui binari spinto brutalmente dai Weasley o da Harry(che lo faceva apposta invece)proprio mentre passava il treno. Arrivarono alla barriera che separava il binario nove e tre quarti a tempo di record: undici meno tre. Questa era la parte più difficile. Avevano già attirato troppo l’attenzione spingendo sui binari i Babbani, e attraversare un muro per poi sparire nel nulla avrebbe attirato l’attenzione sicuramente più di Harry(non perché è famoso, ma perché è stupido). Infatti la cosa richiese altri due minuti buoni. Quando infatti rimasero solo Harry e Ron, mancavano pochi secondi alle undici. Ron guardò prima l’orologio, sussultò, diede una gomitata a Harry che si scaccolava e lanciava le FASCIA PROTETTA palline di muco essiccato FINE FASCIA PROTETTA ai passanti e insieme si lanciarono con i rispettivi carrelli verso la barriera del binario nove e tre quarti. Troppo tardi
«Dong!» suonò l’orologio. Erano le undici
«D’oh!» sbottò Ron.
«Eh?» fece Harry. «Ciuppa!» aggiunse poi. (no comment)
CRASH!
Harry ruzzolò a terra, insieme a Ron, si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di soprassalto. C’erano tutti i Babbani che li fissavano e ridevano, parecchi ragazzi facevano dei video con il telefono, sghignazzando: «A sti due li metto su Youtube…» e anche una telecamera professionale, di una trasmissione sconosciuta: La gente stupida.
Si rialzarono, ammaccati, e sorrisero come ebeti a tutta la platea, che però dopo un po’ si disperse. Quando se ne furono andati, guardarono l’orologio: erano le undici e un quarto. Ormai avevano perso il treno. Harry scoppiò a piangere, poi tra le lacrime disse: «Ho un’idea! P-prendiamo la macchina…e voliamo fino a Hogwarts»
«Ma che cazzo dici» sbottò Ron. «Rischieremmo di farci espellere o peggio, di ammazzarci» Riflettè. «Sai che possiamo fare?»
«C-cosa
«Prendiamo la macchina e voliamo fino a Hogwarts»
«Geniale!» si illuminò Harry. «Ma perché non è venuta in mente a me quest’idea?»
«Sarai ancora scosso dallo schianto» sogghignò Ron. Presero la loro roba, la caricarono nel bagagliaio della Ford Anglia Volante, Ron si mise alla guida(«Non vorrai mica guidare tu?» fece Ron a Harry)e poco dopo partirono. Volavano da un po’, quando Harry osservò: «Ehm, Ron, ora che ci penso i Babbani non sono abituati a vedere macchine che volano»(però, la prima osservazione intelligente)
«Dici?» chiese conferma Ron.
«Sissì» confermò Harry. «Metti il Turbo Invisibile»

***

«Oh, bona st’erba!» disse un tizio al suo amico
«Perché?» chiese quello con voce da pirla.
«Me sto ammaginà le macchine volanti!»
«C’hai raggio! Egguarda, stanseguì pure quel treno immaginario!»
«No, quello è vero!»
«Ma che davero? AHAHAHAHAH»
«AHAHAHAHAHAH»
TWOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT SPLICH SPLOCH SPLACH

***

Volavano tra le vaste praterie, seguendo il Nespresso di Hogwarts, che si snodava sotto di loro come un enorme serpente scarlatto. Si stavano abbuffando di caramelle come si abbuffano dei dispersi del deserto, e si raccontavano cazzate a tutto spiano, e così parte del viaggio passò rapida. Ben presto però si annoiarono. D’un tratto, Ron s’illuminò.
«Ah, Harry! Lo sai che a Hogwarts c’è un ragazzo romano?»
«Ah sì?» fece Harry. «Chi è?»
«Si chiama Gregorio Casa» rispose Ron.
«Parla bene l’Inglese?» domandò Harry.
«Che ti frega! Tanto DrHouse93 ci fa parlare in Italiano, quindi» disse Ron. «Comunque, l’ho conosciuto l’anno scorso mentre ero in infermeria. Mi ha insegnato il gioco del “Ntaregge!”. Vuoi provarlo?»
«In che consiste?» chiese Harry.
«Allora, a turno ci lanciamo una serie di sfide» spiegò Ron, «usando la parola ‘ntaregge’, che in romano sta per “N = Non T = Ti AREGGE = Regge” e vuol dire “Non hai il coraggio”. L’altro, quello che ha ricevuto la sfida, è obbligato a eseguire la sfida altrimenti paga la penitenza»
«E quale sarebbe?» ghignò Harry. Era sicuro di avere già la vittoria in tasca. Ron aprì il cruscotto, prese una foto e la mostrò a Harry: la McStrudel nuda!
«AAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH» urlò Harry, coprendosi gli occhi convulsamente. Ron la mise sul parabrezza, rivolta verso l’esterno.
«Ricorda però» proseguì Ron, ignorando i sette piccioni che in quel momento caddero, chiaramente morti, al suolo, «che la sfida non è valida se non ci metti il ‘ntaregge’. Capito?»
«Sissì» rispose Harry.
«Ok, comincio io perché sono il più intelligente» disse Ron. «Ntaregge a metterti le dita nel naso!»
Harry eseguì, anche perché aveva un certo prurito. Ron scoppiò a ridere: quello era solo un modo per vedere quanto Harry fosse coglione.
«Ok, tocca a me» ribattè Harry. «Apri il finestrino…» fu interrotto dal boato di un aereo che precipitava. «Apri il finestrino, dicevo, e affacciati urlando: ‘BellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!». Harry si coprì gli occhi perché Ron gli aveva mostrato di nuovo la foto della McStrudel.
«Non hai detto ‘ntaregge’, sfida non valida» osservò Ron.
«Sì, ma non avevi detto che si pagava la penitenza!» urlò Harry.
«Infatti» sghignazzò Ron. «Non si paga la penitenza»
Continuarono per un po’, poi fecero una pausa per abbassarsi sotto le nuvole e controllare il Nespresso di Hogwarts. Era sparito. Ron si tuffò in picchiata, fermandosi a pochi metri dai binari.
«Ma che fine ha fatto?» osservò Ron, perplesso. Harry si illuminò.
«Oh, Ron, ntaregge a volare pochi centimetri sopra i binari!»
«Harry, non è il momento, no ok ok, lo faccio» aggiunse poi quando Harry fece per prendere la foto. Scese di quei pochi metri e rimase ad appena cinque centimetri dai binari.
«Soddisfatto?» chiese Ron. «O rimborsato?» (ok, questa potevo risparmiarmela)
Harry rise. (Ignota la causa di questo gesto). Ron, invece, si allarmò: aveva sentito un rumore familiare. Non riuscì a decifrarlo però, tra le risate idiote di Harry. Quando fu abbastanza vicino, comprese troppo tardi di cosa si trattasse: il Nespresso di Hogwarts viaggiava verso di loro a tutta velocità. Harry smise di ridere e se ne accorse quando Ron aveva cominciato ad urlare già da un pezzo: «Harry, li mortacci tua e di questi giochetti di *****
Sterzò bruscamente, e poco ci mancò che non andassero a cozzare contro i pilastri in pietra del ponte che stavano attraversando. Quando ripresero quota, Ron fece per disarcionare Harry, e quasi ci riuscì: lo sportello si aprì e Harry ruzzolò fuori dalla macchina. Attivò il microchip giusto in tempo: si aggrappò al volo alla maniglia dello sportello. Disattivò il microchip quel tanto che bastava per gridare: «Ron, aiutami!» e sentirsi rispondere: «Col cazzo! Per poco non ci sfracellavamo per colpa tua!» prima che il panico lo riagguantò e gli attivò automaticamente il microchip. Se ne servì per fare leva sul braccio e salire pesantemente in macchina e provocandosi un bernoccolo. Ron rimise la macchina in linea retta e richiuse lo sportello. Rimasero per un po’ ad ansimare, mentre il Nespresso di Hogwarts sfrecciava pochi metri sotto di loro.
«Facciamo un’altra partita a “Ntaregge”?»
«Fottiti»

Dopo il malaugurato incidente, tuttavia, il viaggio procedette abbastanza monotono. Finalmente, dopo quella che parve un’eternità, e forse lo era, giunsero in vista di Hogwarts. Proprio in quel momento, il motore diede un sonoro brontolio(certo, i motori delle macchine brontolano sempre). Harry e Ron si guardarono preoccupati.
«Forse è solo stanco» tentò di spiegare Ron. «Non hai mai volato così a lungo»
Ma il motore non smise di fare rumore, anzi, mano a mano che si avvicinavano al castello aumentò sempre di più.
«Ehm…sei sicuro di aver controllato la benzina prima di partire?» chiese Harry.
«Perché, dovevo?» domandò in risposta Ron. A quel punto il motore si spense del tutto, e l’orrore soffocò le bestemmie e le parolacce rivolte a Ron. La macchina iniziò a precipitare, ormai fuori controllo. Ron estrasse la bacchetta e iniziò a picchiettarla sul cruscotto urlando: «Ferma! Ferma! Ferma, esimia testa di cazzo! Ferma!»
Ma la macchina continuava a precipitare. Harry sterzò bruscamente e Ron, che stava ancora picchiettando il cruscotto con la bacchetta, diede una violenta capocciata al tettuccio.
«CAZZO FAI?» urlò.
«Scherzetto!» rise Harry. Allora fu il turno di Ron di sterzare bruscamente.
«AHIA!» esclamò Harry. «Che fai, ti vendichi?»
«Imbecille, se non sterzavo finivamo dritti addosso alla Sala Grande!»
«AHIA! E ora perché hai sterzato di nuovo?»
«Perché non c’è due senza tre»
«Ma vaff…
CRASH
Non si accorsero che erano finiti dritti nel bel mezzo dei rami di un grosso albero. Però, se non altro, la loro discesa si era interrotta senza danni gravi. Stavano entrambi riprendendo fiato, quando Ron esalò: «La mia bacchetta! Tutta colpa tua!»
Harry osservò la bacchetta: era completamente spezzata, e la punta oscillava inerte unita al resto da solo poche schegge. Consapevole del danno che aveva combinato, umilmente disse: «Ma chi se ne frega? Per poco morivamo!»
Ma in quel momento la macchina sussultò, coprendo il chiaro ‘vaffanculo’ di Ron. La macchina era stata colpita.
«Che è stato?» gridò Ron, terrorizzato.(certo che tra lui e Harry, non so chi è più cacasotto)
In quel preciso momento l’albero sul quale erano finiti menò un possente fendente contro il tettuccio della macchina, che si abbassò di parecchio. L’albero li stava attaccando. Continuava a picchiarli, a menare destri e ganci, finchè il motore della macchina non si riaccese all’improvviso.
Ron, sbattendosene altamente di Harry che tra le lacrime urlava: “Voglio la mamma!”, ingranò la retromarcia e caddero al suolo. Sgommò giusto in tempo per schivare l’albero, che aveva fatto una specie di body slam e si era gettato su di loro. Quando furono a distanza di sicurezza, la macchina aprì le portiere e li sbalzò fuori, assieme ai loro bagagli. Poi, divenuta completamente indipendente, si mise in moto e si tuffò nella Foresta Proibita.

Lasciarono i bagagli nella Sala d’Ingresso, e aprirono appena i portoni della Sala Grande per studiare un modo per entrare senza farsi vedere. Harry guardò Silente. Il Preside stava facendo una stupida gara con Hagrid a chi finiva di mangiare per primo, ed era uno spettacolo osceno. Anche Ron probabilmente stava guardando il tavolo degli insegnanti, perché disse: «Aspetta un momento. Dov’è Piton
Harry scorse gli occhi fino al posto di Piton, che era insolitamente vuoto. «Forse è malato»
«Forse se n’è andato!» esclamò Ron speranzoso. «O si è licenziato!»
«Forse sta giocando con i Bionicle nel suo ufficio!»
«Forse si è dato alla prostituzione!»
«O forse» intervenne una voce gelida alle loro spalle. Si girarono di scatto, e si ritrovarono di fronte a Piton. «si sta chiedendo come avete fatto a scoprire che gioco con i Bionicle, e che mi prostituisco d’estate…doh…e si sta chiedendo perché siete arrivati in ritardo. Mi sembra di avervi visto arrivare con una macchina volante»
«Non può dimostrarlo!» ribattè Ron, spavaldo.
«Ma è vero!» intervenne Harry. Piton ghignò.
«Eh, ma allora sei proprio scemo!» sbottò Ron, rivolto a Harry.
«Seguitemi» ordinò Piton. I due ragazzi non si sognarono nemmeno di disobbedire. Seguirono Piton nei sotterranei, nel suo ufficio. Quando chiuse la porta, Harry e Ron ebbero la sensazione di trovarsi in trappola. Piton prese un giornale e lo mostrò loro. Ron lesse il titolo e fece una faccia che esprimeva chiaramente un esplicito ‘D’oh!’
Harry, invece, era ancora concentrato a osservare l’immagine che si muoveva, ritenendola una simpatica vignetta animata.
«Questa mattina» esordì Piton. «Un aereo Babbano è precipitato. Uno dei piloti è tuttavia sopravvissuto, ed ha raccontato, alle autorità Babbane, che il pilota primario sia svenuto dopo aver visto una foto di Minerva McStrudel completamente nuda»
«E allora?» chiese Ron, cercando di suonare indifferente.
«Siete stati visti!» urlò Piton, trionfante, con l’aria di chi raggiunge alla conclusione inconfutabile.
«Può dimostrarlo?» ribattè Ron.
«Ma certo, stupido ragazzo» rispose Piton, suadente. «Pare che il pilota abbia confermato, il che gli ha procurato due mesi di manicomio, che la foto si trovava esposta sul parabrezza di una Ford Anglia Volante. Non era quella che guidavate voi?»
«Sicuro!» intervenne Harry.
«Harry, ma tu non stavi studiando la vignetta?» sbottò Ron, irritato
«Non mi interessava più»
«Avete un’idea» proseguì Piton, prima che Ron mettesse le mani addosso a Harry, «della gravità delle vostre azioni? Avete rischiato di violare lo Statuto di Segretezza, e di rivelare il nostro mondo. Senza contare dei danni fatti a Rocchio Rozaroz…»
«Chi?» domandò Harry.
«Rocchio Rozarozripetè Piton. «La rara specie di Platano Picchiatore sul quale siete precipitati, così chiamato da Silente un giorno che aveva bevuto troppa Burrobirra e si era sentito la canzone ‘Gargaroz’ del gruppo Babbano italiano “Elio e le Storie Tese” e aveva visto il trailer di un film di un certo Maccio Capatonda. Ma non è questo il punto. Avete già provocato abbastanza danni tra oggi e lo scorso anno. Non ho altra scelta che espell…»
«Non così in fretta, demone!» lo interruppe una voce possente alle sue spalle. Tutti si voltarono, e videro che davanti alla porta si stagliava, con espressione feroce, Silente. Dietro di lui, con una faccia esasperata, la McStrudel.
«Demone?» chiese Piton.
«TU! NON PUOI! PASSARE!» tuonò Silente, facendo partire un lampo dalla bacchetta che volò per tutta la scuola e uccise Neville(olè, si ricomincia!)
«Ha finito?» domandò Piton, anche lui esasperato.
«Sì, tutto apposto» rispose Silente con noncuranza. Poi assunse una faccia seria. «Siete pregati di spiegare perché l’avete fatto» disse a Harry e Ron.
I due cominciarono a raccontare. Quando ebbero finito, Silente disse: «Minerva, la cosa ricade nelle tue mani»
«Andiamo a prendere i bagagli allora» commentò Ron, cupo.
«Cazzen stai dicenden?» domandò la McStrudel, come sempre gentile e affabile.
«Chi? Io? E chi ha detto niente?» rispose Ron, che aveva capito al volo che non sarebbero stati espulsi, e difatti Piton divenne nero.
«Non verreten espulsen» continuò la McStrudel. «Ma entramben riceverete castighen. Et stanotten, ien scriveren at vostren famiglien»
Ron gemette, ma Harry sogghignò: Tanto ai Coattley non glie ne frega un cazzo di me.
«Harry» intervenne Silente. «Ci terrei a precisare che c’è ancora qualcuno a cui importa di te. E che non sarà affatto contento della tua bravata» Harry lo guardò interrogativo. «Ma ora devo chiederti…c’è qualcosa che desideri dirmi?»
«No, perché?»
«Boh, così»

Ok ragazzi/e, finisce qui un nuovo capitolo! Come avrete notato, ci sono molti riferimenti alla scorsa fan fic Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve, che vi invito a leggere. Ma ora è il momento di rispondere alle recensioni, che sono liete di vedere che sono cinque! Bene, ma un po’ di più non mi dispiacerebbero!

cubo5: No, non puoi copiarmi il «Cheffigaaaaaaaaaaaaata!», è mio, mio di diritto, e non ti concedo di usarlo!

Vi abbiamo presentato la versione spaccamaroni di Harry Potter. Ehilà, grazie per la recensioni, e ricorda: meglio tardi che mai! Mi spiace che tu sia stata malata, spero che ti sia ripresa, e il problema è che spesso non pubblico perché i capitoli non sono completi. Ma cercherò al più presto di risolvere, tu continua a seguirmi!
angy_hihihi
: No tranquilla, non ti voglio morta, voglio solo che le mie fan fic vi piacciano ;) Tengo a precisare che l’introduzione non era rivolta solo a te, in quanto non sei l’unica che mi ha cambiato sesso, ma spero comunque che il messaggio sia stato capito dai più. Figurati, come già detto l’importante è recensire!
(P.S. Non è Harry che fa schioppare la testa allo gnomo, sono Fred e George che lo fanno saltare in aria con un fucile a pompa. Non ricopriamo troppo di attenzione Harry, potrebbe non reggere alla prospettiva)
Veronica Potter Malandrina
: Oh, felice che ti sia piaciuto, Harry è il solito demente, e sai che quasi quasi non è male l’idea di fargli leggere i fumetti delle Winx?(scusa la brevità, ma non sapevo che altro risponderti xD)
dirkfelpy89
: Non ti preoccupare, l’importante è che tu l’abbia letta, ti sia piaciuta e abbia recensito. Sono contento di risentirti, e mi spiace di aver mollato i Mitici 8, di cui tu sembravi l’unico interessato, ma avevo finito le idee e comunque non era molto allettante la prospettiva di proseguire visto lo scarso entusiasmo.
Dark Dancer: Sissì che esiste. Cioè, almeno esisteva quando facevo la seconda media(circa quattro anni fa), visto che ne sono stato una vittima. Ora non so se esista ancora, ma tanto di giochetti stupidi al quale cascano i cretini e Harry(che poi è la stessa cosa) ce ne sono a migliaia

Bene, qui noi ci salutiamo. Ma non perdetevi il prossimo fantafico capitolo: Gilderoy Allocco…ehm Allock!

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Capitolo 5
*** Gilderoy Allocco...ehm Allock ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 5: Gilderoy Allocco…ehm, Allock -

La mattina dopo si presentò come le altre. Harry e Ron non avevano fatto altro che sorridere come imbecilli ai complimenti dei compagni, e se ne fregavano completamente delle occhiatacce di Hermione, che nonostante ciò era strana. Era rimasta sempre studiosa e disciplinata, ma sembrava avere un non so che di trasgressivo, a un livello quasi impercettibile. Harry, da idiota qual’era, non l’aveva notato, ma Ron, che aveva una cotta segreta per Hermione(ma no? Non l’avrei mai detto) apprezzava questa nuova seppur lieve trasgressività di Hermione, cosa che gli richiedeva più tempo per riprendersi dal solito sbavamento e rincoglionimento che subiva quando la vedeva, e che gli causava un movimento involontario in mezzo alle gambe. I tre ragazzi si avviarono così verso la Sala Grande, Hermione sempre rigida. Entrarono e si misero a fare colazione, ma furono poco dopo interrotti da un fruscio e uno svolazzo: la posta mattutina. Harry non si aspettava lettere, dato che nessuno se la cagava, e infatti non rimase deluso, ma sussultò quando si ricevette un pieno schizzo di – eheh – succo di zucca – perché, che pensavate? – in piena faccia. Si mise a cercarne la causa, e la trovò quando Ron gemette: «Oh, cazzo!»
«Non preoccuparti, Ron» disse Hermione. «E’ ancora vivo»
«Un piccione radioattivo!» esclamò Harry nel pieno della sua scemenza
«Ma chi se ne frega di Errol!» sbottò Ron. «Sono preoccupato per quella!» e indicò una busta rossa che Harry non aveva notato.
«Be’? Cos’ha che non va?» chiese
«E’ una OHCAZZettera» esalò Ron con un filo di voce
«E’ meglio se la apri, Ron» intervenne Neville.
«Cos’è una OHCAZZettera
«Una volta ne ho ignorata una di mia nonna» proseguì Neville. «E’ stato orribile»
Ron fece per aprirla, ma Harry lo bloccò: «No, fermo! Potrebbe essere pericoloso!»
«Perché, ti intendi di OHCAZZettere?» domandò Ron, scettico.
«No, però…»
«Aprila, Ron» insistette Neville prima di soffocarsi con i Barbie Cheerios(la versione per checche dei Cheerios)
«No, non lo fare!» ribadì Harry.
«Harry, non mi rompere il…» Troppo tardi. La busta esplose letteralmente, facendo rovesciare Harry e facendolo cadere dalla tavola. Quando si rialzò, sentì la voce della signora Weasley, cento volte più potente, urlare a pieni polmoni e riempire la sala, ma non ne trovava l’origine(pensa un po’)
«RONALD WEASLEY» stava tuonando. «MAAAAAAAAAAAAAAAALEDETTO! COME HAI OSATO?»
Alchè Ron, abbandonando ogni contegno, scoppiò in lacrime: «Ommadreeeeee! PERDONO!»
«PERDONO UN CAZZO» rispose la signora Weasley. «SONO ASSOLUTAMENTE DISGUSTATA! ORA TUO PADRE VERRA’ SOTTO POSTO A UN’INCHIESTA, ED E’ TUTTA COLPA TUA E DI QUEL DEMENTE DI HARRY»
«E io che c’entro?» protestò Harry, ma si ricevette un bel cazzotto in piena faccia.
«DI’ PURE ADDIO…» esordì la signora Weasley.
«NOOOOOOOOOOOO, NON LO DIRE!»
«SI’, DI’ PURE ADDIO ALLE FOTO PORNO DI HERMIONE!»
«NOOOOOOOOOOOOOO» gridò Ron, ignorando la faccia scandalizzata di Hermione. «LE FOTO PORNO DI HERMIONE, NOOOOOOOOOOO»
«VADI VIA, DEGENERATION! VADI VIA!»
Ron scoppiò a piangere, e la OHCAZZettera si strappò in mille pezzi. Tutti fissavano allibiti la scena: Ron che piangeva sommessamente, Harry che si grattava con espressione alquanto stupida, e Hermione che ancora si chiedeva come avesse fatto Ron ad impossessarsi delle foto porno che si era fatta quest’estate.
Lasciarono la Sala Grande tra gli sguardi di tutti e Hermione, che sembrava sul punto di scoppiare, chiese a Harry: «Harry, come ha fatto Ron a impossessarsi delle…ehm…mie foto porno?»

***

«Sei sicuro?»
«Sicurissima. Hermione me le ha mandate qualche giorno fa per chiedermi se erano abbastanza provocanti»
«E non s’insospettirà quando non glie le ridarai?»
«Ne ho fatto una copia. Queste sono le copie. Lei ha le originali»
«E perché volevi tenertele?»
«Per prenderne spunto…fatti i cazzi tuoi» aggiunse poi, e si allontanò.
«Ehi, Ron» si avvicinò Harry. «Che hai da gongolare?»
«Guarda qui» si vantò Ron, mostrandogli delle foto alquanto provocanti di Hermione. «Però non dirglielo, ok?»
«Sei in una botte di ferro» gli assicurò Harry.

***

«Oh, gliele ha vendute un tizio con voce da femmina quest’estate» rispose Harry.
Hermione rimase meditabonda per tutto il tragitto fino alle serre di Erbologia. Quando arrivarono, videro che la professoressa Fanta non era ancora arrivata. Attesero pochi minuti, ed ecco che la videro arrivare dal castello. Ma con lei c’era un’altra figura: alta, con un ciuffo di capelli biondi, occhi azzurri e un abito altrettanto azzurro, che sorrideva radioso.
«Salve a tutti!» li salutò Allock. «Ho appena finito di mostrare alla professoressa Fanta come medicare correttamente un Trapano…no, com’è che si chiamava? Ah, sì, Platano Picchiatore! Scusate, ho fatto un piccolo errore, un lapis lingua, come si dice» sorrise.
«Lapsus linguae» lo corresse Hermione, senza riuscire a trattenersi. Allock strabuzzò gli occhi in cerca di chi aveva parlato. Poi sorrise di nuovo e riprese: «Ma non voglio che pensiate che sono più bravo di lei in Erbologia, capito?» La professoressa Fanta sbuffò. «Anche se probabilmente è vero» aggiunse poi Allock in un bisbiglio ben udibile.
«Serra Numero Tre, ragazzi!» annunciò la Fanta. Si apprestarono ad entrare, quando Allock disse: «Professoressa Fanta, le dispiace se le rubo Harry un secondo?»
La Fanta avrebbe fatto i salti di gioia, se poteva
HERMIONE: Se avesse potuto
Come ti pare
I salti di gioia, dicevo, ma si limitò ad annuire e ad entrare a sua volta nella serra.
«Harry!» esordì Allock muovendo la testa e sorridendo con tutti e trentadue denti.
«Harry, Harry, Harry!»
«Gilderoy, Gilderoy, Gilderoy» rispose Harry, pensando che fosse un gioco.
Allock sorrise ancora di più
«Era di questo che volevo parlarti. Non puoi sempre correggermi per tentare di apparire intelligente. So che dev’essere difficile essere idioti(HARRY: Senti chi parla), ma è molto sleale correggere qualcuno, come hai fatto prima, per apparire intelligente. Non fare quella faccia, sai a che mi riferisco. Quando ho detto ‘lapis lingua’, qualcuno mi ha corretto, e ho visto una ragazza che ti indicava. Ma non importa» sorrise. «Per questa volta farò finta di niente. Volevo parlarti solo di questo»
«Meno male! Pensavo che volesse rimproverarmi sulla macchina volante!» sospirò Harry.
«Ah già, anche» rammentò Allock. «Vedi, non puoi far volare le automobili solo per farti notare. So che vuoi seguire l’esempio del grande sottoscritto, ma ti devi calmare. Arriverà il tuo momento, ma non è adesso. Ora devo andare, ci sono un sacco di ragazze che vogliono una mia foto autografata»
Se ne andò, lasciando Harry da solo imbambolato, chiedendosi se stesse scherzando o se fosse solamente gemellato con se stesso. Poi entrò nella Serra e la Fanta cominciò la lezione:
«Bene, oggi rinvaseremo le mandragole. Allora, chi sa dirmi le proprietà della mandragola?»
La mano di Hermione scattò in aria
«La mandragola è un efficace ricostituente» rispose Hermione. «Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantesimo»
«Ottimo. Dieci punti per Grifondoro» disse la Fanta. «Come ha detto la signorina Granger, le mandragole vengono usate per la maggior parte degli antidoti, ma sono anche molto pericolose. Chi sa dirmi il perché?»
La mano di Hermione volò di nuovo in aria, ma cozzò violentemente contro il naso di Harry, che cadde per terra.
«Il pianto della mandragola è fatale per chiunque lo ascolti» sentì dire Hermione.
«Giusto. Altri dieci punti. Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani. Il loro pianto non vi ucciderà, però potrebbe mettervi fuori combattimento per parecchie ore. Ecco perché dovrete indossare questi paraorecchi» e ne indicò alcuni su un tavolo dietro di lei. Disse loro di mettere i paraorecchi, e mostrò loro come procedere con le mandragole: si avvicinò alla piantina, afferrò il ciuffo di foglie e tirò. Ne comparve un neonato, terribilmente brutto e coperto di terriccio, che urlava a pieni polmoni, anche se loro non lo sentivano. Solo Neville riportò danni. Quando la Fanta lo rimise in un vaso e fece cenno di togliere i paraorecchi, annunciò: «Ecco come si fa. Quattro per ogni vaschetta. Lì ci sono i vasi, e lì il concime»
Mentre si misero al lavoro, a Harry, Ron e Hermione si unì un ragazzo del Tassorosso
«Justin Finch-Fleciecce» si presentò. Harry rise: «Che nome di merda!»
«Bello il tuo» ribattè Justin. «Insomma, Arrigo Potterini…è un nome un po’ da sfigato, no?» si girò verso Ron e Hermione
«Tu sei Hermione Granger, naturalmente, sempre brava in tutto»
Hermione gli lanciò uno sguardo languido, che però nessuno notò e si affrettò a mascherare dietro a un sorriso alla Allock.
«E tu sei Ron Weasley» proseguì Justin. «Il migliore amico di Harry»
«Proprio così» annuì Ron contento
«La macchina non era tua?» domandò Justin. Ron s’incupì e prese a mormorare a denti stretti contro Justin.
«Io non sarei dovuto venire qui» raccontò Justin. «Mia madre non voleva…sapete, fa il dottore…ma da quando le ho fatto leggere i libri di Allock ha cambiato idea. E’ un genio, quel tipo, vero? E’ terribilmente coraggioso» e si lanciò in sperticate lodi di Allock, che solo Hermione alimentava.
Dopodichè non ebbero molte altre occasioni per parlare: le mandragole li tennero occupati tutto il tempo. Quando suonò la campanella fu quasi un sollievo: i Grifondoro tornarono nella Sala Comune per darsi una veloce lavata per poi dirigersi alla lezione di Trasfigurazione. Quello che gli veniva chiesto di fare oggi era una cosa davvero semplice, una cosuccia come: trasformare uno scarafaggio in una locomotiva. Harry tentò e tentò più volte, ma a fine lezione c’era solo una locomotiva nel cortile: quella di Hermione: che però stranamente durante la lezione era rimasta pensierosa, quasi ansiosa. Eppure l’incantesimo non le aveva dato problemi come a Ron, la quale bacchetta, aggiustata alla meglio con la Colla Muciaccia, aveva fatto esplodere il suo scarafaggio, la lavagna, una tetta della McStrudel(esistono ancora), che venne portata d’urgenza in infermeria, e Neville in un colpo solo. Quando uscirono dalla classe Ron era di pessimo umore, e la sua bacchetta sibilava e emanava scintille verdi.
«Che abbiamo adesso?» chiese Harry a Hermione, per cercare di distrarre Ron dalla sua bacchetta. Ma Hermione non rispose, e rimase sovrappensiero.
«Hermione
«Cosa? Che c’è? Stupefactum!» strillò puntando la bacchetta su Harry, che si accasciò. I due se ne andarono lasciandolo lì e annunciando che altrimenti avrebbero fatto ritardo alla lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Quando si riprese, si ritrovò davanti un ragazzo mingherlino, dai capelli color topo. Ancora rincoglionito, ma non per lo Stupefacente, lo fissò interrogativo. Il ragazzino sussultò e disse:
«T-tutto bene, Harry? Io sono Colin Canon»
Continuò a fissarlo, come se avesse appena incontrato uno che non reggesse al confronto con Johnny Depp. «Posso…posso scattarti una foto?» chiese poi timidamente.
«Una foto?» ripetè Harry senza capire.
«Sì, così posso mostrare di averti incontrato» rispose entusiasta Colin. «E poi un mio amico mi ha detto che se la svilupperò nella pozione giusta la foto si muoverà! Dopo me la firmi, eh?»
«Firmi?» ripetè una voce strascicata alle loro spalle. Draco si stava avvicinando. «Foto autografate? Distruibisci foto autografate, Potter?»
«No, macchè» tentò di dire Harry, ma fu coperto dallo squittio eccitato di Colin: «Perché, l’ha fatto altre volte?»
Draco sghignazzò, poi gridò: «Venite qui, gente, c’è Potter che distribuisce foto firmate!»
«Ma vaff…!» sbottò Harry.
«Che succede qui?» intervenne un’altra voce. «Chi è che sta distribuendo foto firmate?» Vide Colin con la macchina fotografica, e Harry, e capì al volo. Gli si affiancò e sorrise: «Avanti, signor Canon, una foto a tutti e due, e poi te la firmeremo entrambi»
Draco continuava a ridere. Allock lo notò e disse: «Signorino Malfoy, tu perché ti trovavi nei corridoi?»
«Avevo sentito dire che c’erano due idioti nel corridoio, e volevo vedere se era vero» rispose Draco ghignando.
«Due idioti? Mi domando chi sia il primo» fece Harry.
«E io il secondo» convenne Allock. «Ma non essere timido, è chiaro che volevi farti una foto con il tuo amico Harry. Avanti, su vieni!» Draco assunse una faccia terrorizzata, e Allock lo prese per una spalla e lo affiancò a Harry.
«Avanti, tutti e due, sorridete!»
Clic
«Dai, fatene una abbracciati!»
Clic
«Un’altra!»
«Ma non se ne parla pro…»
Clic
«Già che ci siete fatene una mentre vi date un bace…»
«Stupefactum!» gridarono i due ragazzi all’unisono.
«Grazie» disse Draco
«Figurati» fece Harry.

Ma non passò tanto prima che arrivasse il secondo giorno di lezione con Allock. Harry si sedette all’ultimo banco, barricandosi con i libri per non farsi vedere
«Spera che Canon non incontri Ginny, altrimenti mettono su un ‘Fan Club di Harry Potter’» stava sghignazzando Ron.
«Eh?» fece Harry, distratto.
«Ciuppa»
Ma l’arrivo di Allock risparmiò a Harry la fatica di mandarlo a fanculo.
«Lasciate che vi presenti il vostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure» annunciò. «Io» Sorrise. Molte ragazze, Hermione compresa, gli sorrisero di rimando. I ragazzi si guardarono annoiati e alcuni fecero finta di vomitare, altri vomitarono sul serio e Neville morì inspiegabilmente.
«Gilderoy Allock» proseguì, indovina, Allock. «Ordine di Merlino, Terza Classe. Membro Onorario per la Difesa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del Sorriso più Affascinate indetto dal Settimanale delle Streghe…ma ora basta, non mi sono certo liberato dei miei nemici con un sorriso!»

UHUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU
HARRY: Accidenti, non pensavo ci fosse qualcuno che facesse battute peggiori delle mie
RON: Già
HERMIONE:
ALLOCK:
RON: Ehi, ti ricordi quella volta che…
Si ok, potremmo continuare con la fan fiction?
HARRY: Sì, scusa
KRAK-HOOM
HARRY: E adesso che c’è?
Niente, ma è da tanto che non ti buttavo addosso un fulmine

Per prima cosa Allock gli fece fare uno stupidissimo, persino per Harry, test, con domande del tipo:

Come si chiama Gilderoy Allock?
Di che colore era il bianco cavallo di Napoleallock?
Quante volte al giorno si scaccola Gilderoy Allock

Poi passarono a quella che nessuno, comunque, sano di mente avrebbe definito “lezione”. Allock portò una gabbia e disse: «Ora, un avvertimento. E’ mio compito armarvi contro le più orrende creature note alla stirpe magica. Sappiate solo che non vi accadrà nulla finchè ci sarò io»
Posò una mano sul panno che la ricopriva, e la gabbia prese a muoversi e a emanare deboli suoni.
«Devo chiedervi di non urlare» continuò. «Potrebbe aizzarli!» e urlando sull’ultima parola levò il panno.
Seamus Finnigan scoppiò a ridere, lanciando i pugni all’aria e colpendo Neville così possentemente che morì. Allock lo guardò interrogativo.
«Si può sapere cosa trovi di così divertente, in dei Mini Orsi-Coattoni, signor Finnigan?» chiese. Harry notò solo adesso che quelli continuavano a ripetere, con voce stridula: «IHIHIHIHIHIH»
«Be’, ecco» rispose Seamus, ridendo. «Non sembrano molto…pericolosi»
«Ah no?» fece Allock. E senza preavviso aprì la gabbia. Fu un panda-monio, scusate ho appena visto Kung Fu Panda, volevo dire pandemonio: i Mini Orsi-Coattoni schizzavano da tutte le parti. Alcuni studenti si erano tuffati al suolo. Harry era stato colpito in piena faccia da due di loro. Altri due sollevarono il cadavere di Neville e lo agganciarono al lampadario.
«Insomma, radunateli, in fondo sono solo Mini Orsi-Coattoni!» gridava Allock. Brandì la bacchetta e iniziò a recitare: «Ponte Ponente Ponte Pi, Tappe TapPerugia…»
«Per piacere, fatemi scendere!» esclamò Neville, rinato in quel momento.
«Ponte Ponente Ponte Pi, Tappe TapPerì!» concluse Allock. Non accadde assolutamente nulla. Uno dei Mini Orsi-Coattoni strappò la bacchetta dalle mani di Allock e la buttò di sotto. Allock strabuzzò gli occhi e rimase a combattere per un po’ contro i Mini Orsi-Coattoni, che tentavano di rubarsi i suoi quadri. Poi, quando suonò la campanella, il lampadario crollò insieme a Neville che morì, e i Mini Orsi-Coattoni affondarono una nave e deragliarono un treno, annunciò a Harry, Ron e Hermione: «Bene, affido a voi tre il compito di risistemare tutto» fece per scappare, poi si voltò e aggiunse: «E se arriva un vecchio che vi dirà: “Fuggite, sciocchi!”, ignoratelo» Dopodichè se la diede a gambe, seguito a ruota da un deluso Gandalf.
«Ma roba da matti!» urlò Ron, facendosi scudo con Harry, che si ritrovò tempestato dai Mini Orsi-Coattoni
«Ahi!» gridò. «Che facciamo?» Si liberò da Ron e iniziò ad agitare i pugni in aria, come se servisse a qualcosa.
«Ehm…e se mettessimo in atto il consiglio di Gandalf?» propose Hermione
«Buona idea»
E così fuggirono a gambe levate

 

 

 

 

 

 

«Ragazzi, dove siete finiti?» chiese Harry, rannicchiato sotto a un banco.

Ok ragazzi/e, finisce qui un nuovo capitolo! Sono contento di aver trovato ben cinque recensioni allo scorso capitolo, e spero che questo vi piaccia altrettanto. Ed ora ecco le risposte alle recensioni:

dirkfelpy89: Oh, stavolta sei stato il primo. Be’, non so che dire, apprezzo molto il fatto che continui a seguirmi, e spero che sarà così anche per le prossime fan fiction.
angy_hihihi
: Ma va là, figurati, non verrò mica a trovarti sotto casa tua con un lanciafiamme solo per questo. No, nonononono. Io sono più un tipo da mitra. No vabbè dai, ripeto che non fa niente, e che non c’è bisogno di sotterrarsi.
angy_hihihi
: Allora, non so perché hai lasciato due recensioni diverse, ma sinceramente a me sta benissimo, anche perché così sale il numero. E dato che hai lasciato due recensioni, rispondo in due risposte. Non ti preoccupare per la punizione, è tipico dei genitori regalare punizioni, cerca solo di recensire(senza farti mettere nei guai, è chiaro) se ci riesci. Se ti interessa, il mio secondo nome è Re Cazzaro, e posso fornirti un’ampia gamma di scuse e/o bugie. Per esempio potresti dirgli che ogni lunedì devi fare una cosa al pc per la scuola. Insomma, libera la creatività. E se non ci riesci, ti farò un’offerta che non potrai rifiutare
cubo5
: Ohilà, ed eccoci qui, puntuali sempre con il Botta e Risposta. Devo dire che le tue recensioni sono particolari, perché m’inserisci spezzoni del chap, ma sono contento, e sì, sono contento anche di averti rallegrato la giornata. Silente resta sempre uguale, e Piton gioca con i Bionicle dalla matura età di 24 anni.
Dark Dancer
: «Ciao, sono Harry. Sono riuscito a intrufolarmi nel pc di DrHouse93, approfittando del fatto che è in bagno. Volevo dirti che non è molto carino quello che dici di me ogni volta…»
«Ma è vero»
«Ron, fottiti. Il fatto è che tu sei cattiva con me…» perché «oh no, è lui» ti svegli alle tre – SOCK – per guardare quei film – SBAM – un pop porno – SDENG – porno. Ok, scusa, il perché di questa buffonata era che non sapevo in che modo risponderti senza sembrare banale. Se vuoi continuare a essere cattiva con Harry fai pure, anche se non credo sia perché ti svegli alle tre per guardare quei film un pop porno…ok basta

Bene, e qui finisce un altro capitolo. Vorrei invitarvi a prestare particolare attenzione agli atteggiamenti di Hermione, d’ora in avanti. Ma qui noi ci salutiamo, e ci vediamo Lunedì prossimo per il successivo capitolo: Mezzosangue e Mezzo scemo!
Bella regà!

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Capitolo 6
*** Mezzosangue e mezzo scemo ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 6: Mezzosangue e mezzo scemo -

Quella notte Harry non dormì bene. I Mini-Orsi Coattoni, aiutati da Pix, avevano devastato la scuola, provocato la morte di Neville, l’annegamento inspiegabile di Gazza nella Sala Grande e la furia di Piton perché avevano perso due dei suoi Bionicle. Ma la mattina fu ancora peggio. Harry dormiva beatamente quando fu svegliato da un docile urlo:
«BELLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA»
Harry si svegliò di soprassalto(ohilà, che notizia) e, come era solito visto i suoi riflessi sviluppati, dato che rischiava la vita un giorno sì e l’altro pure, afferrò la bacchetta e la puntò a casaccio urlando: «Stupefactum
Lo Stupefacente colpì la stufetta vicino all’armadio, che prese fuoco, cadde addosso a Neville, che però sopravvisse per poi morire carbonizzato nel letto.

Harry si svegliò di soprassalto. Aveva fatto un sogno assurdo: lui che si svegliava di soprassalto, lanciava uno Stupefacente che colpiva la stufetta che incendiava l’armadio che cadeva addosso a Neville, che sopravviveva per poi morire carbonizzato nel letto. Ma soprattutto, qualcuno che gli urlava a squarciagola nell’orecchio:
«BELLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA»
Il sogno era, tuttavia, talmente vivido che sentiva ancora un rimbombante ‘AAAAAAAAAA’ nella testa. Si girò e vedi Oliver Bastone, il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, che urlava a squarciagola, anche se non emetteva alcun suono, ed era di un misterioso colore blu.
«Ciao Bastone» lo salutò Harry, non capendo come mai continuasse a sentire ‘AAAAAAAAA’ e Bastone lo ignorasse, continuando a urlare silenziosamente. Allora riprovò più volte, alzando mano a mano la voce, finchè Bastone non si girò e INSPIEGABILMENTE finì di sentire quel rimbombante ‘AAAAAAAAAAA’.

Per chi non avesse capito cos’è successo, proviamo a cambiare punto di vista

«BELLAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA»
??? si svegliò di soprassalto. Si girò verso la fonte dell’urlo, che era il letto di Harry, e lo vide scagliare uno Stupefacente a caso, mentre Bastone urlava a pieni polmoni. Vide Harry rimettersi a dormire per poi svegliarsi di soprassalto esattamente due secondi dopo. Bastone continuava a urlargli nell’orecchio, mentre Harry si guardava intorno spaesato. Notò Bastone solo dopo un po’, ma non capendo che stava urlando nel suo orecchio, lo salutò a bassa voce, e Bastone, non potendolo chiaramente sentire, continuò a gridare. Quello che successe dopo non lo seppe, perché prese MISTERIOSAMENTE fuoco e morì.

***

«Ciao Harry» rispose Bastone, senza fiato. «Prendi la divisa e raggiungici al campo di Quidditch. Allenamento!»
«Ma Oliver» gracchiò Harry, guardando fuori la finestra. «E’ appena l’alba»
«Lo so» gongolò Bastone. «Fa parte del nostro nuovo programma di allenamento. Forza, ti aspetto al campo. E attento ai resti di Neville»
Harry, incurante delle occhiatacce assassine dei suoi compagni, prese la divisa, lasciò un bigliettino per avvisare inutilmente Ron, e si avviò fuori dal dormitorio.

***

Hermione sussultò e spalancò gli occhi. Sentì un frastuono fuori dalla porta del dormitorio, e pensò che fosse entrato qualcuno. Ma poi si rese conto che era solo qualche imbecille che aveva sbattuto la porta del dormitorio maschile e ruzzolato giù per le scale. Fece dei respiri per calmarsi. Aveva davvero avuto il terrore che la scoprissero.
«Hermione
La ragazza si girò di scatto: era Ginny. «Tutto bene?» le chiese
«Sì, tranquilla»
«Che stavi facendo?»
«Niente, perché?»
«Sei tutta sudata»
«Oh, ehm, ho un po’ di caldo»
«Ma se siamo a Settembre!»
«Lo so, è che il frastuono alla porta mi ha spaventata»
Rimase in silenzio per un po’. Cercò di non farsi scoprire da Ginny mentre di nascosto…
«Hermione
«S-sì
«Ma quello non è…»
«Stupefactum

***

Harry si rialzò dolorante. Era inciampato, anche se non capiva su cosa. Sentì un movimento alle proprie spalle. Si girò e vide Colin sulle scale, che sorrideva estasiato
«D’oh!» si lasciò sfuggire Harry.
«Tutto bene, Harry?» domandò Colin. «Ti ho sentito ruzzolare per le scale. Dove vai?»
«Ehm…vado a farmi i cazzi miei» rispose stupidamente Harry, sperando tuttavia che Colin lo lasciasse in pace.
«Ohhhhh, che bello. Posso venire anch’io?»
«Veramente sto andando al provino di danza di Allock»
«Ohhhhh, che bello. Posso venire anch’io?»
«Ma…veramente sto andando all’allenamento di Quidditch»
«Ohhhhh, che bello. Posso venire anch’io?»
«Oh, e che palle! T’accolli!» sbottò Harry. (Dal romano: T’accolli = Ti appiccichi, sei appiccicoso)
Colin esitò
«Ohhhhh, che bello. Posso venire anch’io?»
Harry lo lasciò perdere e fece per andarsene, ma Colin lo seguì per tutto il tragitto. Non ci fu verso di liberarsi di lui, e alla fine Harry si arrese e gli spiegò le regole del Quidditch.
«E cosa cambia dal Calcio Rotante? Ed è vero che tu sei proprio bravo?»
«Il Calcio Rotante è una variante del Quidditch. E’ praticato solo nelle partite, perché altrimenti negli allenamenti ci si metterebbe fuori combattimento dopo poco. Lo scopo è quello di buttare giù i giocatori con un Calcio Rotante»
«E chi non lo sa fare?»
«Si arrangia»
«Ed è vero che l’ha inventato Chuck Norris
Ma a quel punto una luce squarciò le nubi e il Supremo scese dalle nubi e calciorotò Colin, perché NESSUNO pronuncia il nome di Chuck Norris invano
POW
Ahio, scusi Supremo

Harry ne approfittò e se la diede a gambe. Quando arrivò negli spogliatoi, sembrava l’unico, insieme a Bastone, veramente sveglio. Il sermone durò ore, e quando uscirono erano già le dieci. Ron e Hermione gli vennero incontro.
«Non avete ancora finito?» domandò Ron.
«Non abbiamo ancora cominciato» rispose Harry, guardando con invidia la colazione che i due si erano portati dietro. Si voltò per salire sulla scopa e raggiungere i compagni, e gli sembrò che Hermione volesse dirgli qualcosa, ma rimase zitta. L’allenamento procedette monotono, finchè Bastone, non si sa per quale ragione, annunciò: «Ragazzi, sono fiero di voi. Continuate così e non avremo neanche bisogno dell’Anatema Anti-Foto che ho buttato sulle tribune questa mattina. E sono contento di vedere che ha funzionato» aggiunse poi ammiccando al corpo inerte di Colin.
«Non penso serva» commentò George.
«E perché? Così i Sempreverde non potranno spiarci» rispose Bastone.
«I Sempreverde non hanno bisogno di spie» ribattè George.
«E perché?»
«Non è cieco l’occhio del cieco, ma è cieco colui che non vuol vedere…»
«Eh?»
«Ciuppa»
Bastone fece per mandarlo a fanculo, quando notò, con la coda dell’occhio, delle divise verdi in fondo al campo. Si girò per guardare meglio, e li vide: la squadra dei Sempreverde
«Non ci posso credere!» sbottò, e scese in picchiata, seguito a ruota dal resto della squadra.
«Marcus!» gridò. «Il campo l’ho prenotato io!»
«Calma, Bastoncino» rispose Flitt. «C’è spazio per tutti e due»
Flitt Marcus, parente lontano di Marcus Flitt, era un ragazzo robusto, come il resto della squadra, ed era il capitano dei Sempreverde.
«Me ne sbatto le CENSURED(ma che volgavità!
«E poi io ho un permesso speciale» ghignò Flitt. Tirò fuori un foglietto e lesse: «‘Il sottoscritto, il professor S. Piton, autorizza la squadra dei Sempreverde ad usare il campo di Quidditch per allenare il loro nuovo Cercatore e nella speranza che diventino abbastanza bravi da ritrovare i suoi Bionicle scomparsi’»
«Avete un nuovo cercatore?» chiese Bastone preoccupato, aspettandosi la solita montagna. Scoppiò a ridere quando comparve un ragazzo mingherlino, con lisci capelli biondi, un’espressione da ribebete (ribelle + ebete) e un sorriso beffardo che vacillò quando Bastone si mise a ridere.
«M-Malfoy…» singultò(ma che verbo è?) Fred, piegato in due dalle risate. Draco ora era decisamente irritato.
«Ehm, io non riderei se fossi in voi» tentò Flitt, tentando a sua volta di trattenere le risate, anche se, essendo stupido, non ne capiva il motivo. «Guardate il generoso dono di suo padre»
E alla luce del sole sfoderarono, come sette lucenti spade, sette lucenti manici di scopa. I Grifondoro ammutolirono di botto, ma Harry, mi domando il perché, non capì il motivo.
«Che succede?» domandò Ron, raggiunti i Grifondoro insieme a Hermione. «Perché non giocate? E lui che ci fa qui?»
«Io» si vantò Draco. «Sono il nuovo Cercatore della squadra dei Sempreverde, Weasley. E guarda che scope»
«Quelle sono le nuove Nimbus ScorraDuemila Uno!» le invidiò Ron.
«Belle, vero?» sogghignò Draco. «Ce le ha regalate mio padre»
«Per lo meno, nessuno dei Grifondoro si è comprato l’ammissione in squadra» intervenne Hermione. «Loro sono stati scelti per il loro talento»
L’aria soddisfatta di Draco vacillò. «Ma zitta tu, che sei solo una troietta!» buttò lì.
Ma è chiaro che Draco non ottenne la reazione che sperava, nemmeno da parte di Hermione, che si limitò ad arrossire. Solo Harry fece per saltargli addosso.
«Ehm…volevo dire…sporca Mezzosangue!» aggiunse. Harry smise di lottare per saltargli addosso e assunse un’espressione molto stupida, unendosi a Tiger e Goyle che in quel momento si scaccolavano. Ma il resto della squadra insorse. Flitt si parò davanti a Draco per evitare che Fred e George lo pestassero selvaggiamente(quanto adoro questo aggettivo), Alicia Spinnet strillò: «Ma come ti permetti!» e Ron sbottò: «Questa la paghi, Malfoy! Mangia Gigacciole
Ma qualcosa andò storto. Ci fu un lampo di luce verde, che però zampillò dalla parte sbagliata della bacchetta made in China di Ron, e lo colpì allo stomaco, facendolo cadere. Harry e Hermione si gettarono su di lui e Hermione gemette preoccupata: «Ron, tutto ok? Avanti, dì qualcosa!»
Ma per tutta risposta Ron ruttò possentemente e vomitò una lumaca molto grossa.
«Ehm, credo che sia meglio se lo portiamo da Hagrid» disse Harry, lottando con una persistente FASCIA PROTETTA pallina di muco essiccato FINE FASCIA PROTETTA.
«Ohhhhhh, che bello!» intervenne una voce eccitata alle loro spalle, scattando foto a raffica. «Posso provarci anch’io?»
«Colin, levati dal cazzo!» sbottò Harry.
«Ma io mi chiamo Oliver!» protestò Bastone
«D’oh!»
E senza degnare più di uno sguardo gli altri, filarono da Hagrid.

Quando arrivarono, si nascosero e Harry a stento trattenne le risate mentre osservava Allock col tutù, nella capanna di Hagrid. Hermione sembrava combattuta tra il divertito, l’ammirazione e la trasgressività. E Ron, be’, Ron continuava a vomitare lumache. Quando Allock se ne andò, i tre entrarono, e Hagrid si mise a preparare, come al solito, un tè.
«Hagrid, che ci faceva Allock qui?» domandò Harry.
«Boh» rispose Hagrid, come al solito nel pieno della sua cultura. «Voleva insegnarmi qualche passo di danza, tipo…ma raccontatemi un po’» accennò a Ron, «chi ha cercato di incantare?»
«Malfoy» rispose Harry. «Ha chiamato Hermione troietta…»
Hagrid non disse nulla, ma si limitò a scoccare un’occhiata a Hermione, che arrossì di nuovo, mentre Harry era inferocito come un moscerino «…e poi l’ha chiamata Mezzosangue, ma sarà una cretinata tipica di Malfo…»
«Che cosa?» tuonò Hagrid. «L’ha chiamata Mezzosangue? Ma davvero?»
«Sì, mi ha davvero chiamata “Mezzosangue”» rispose Hermione
«E perché ti ha chiamata “Mezzosangue”?» domandò Hagrid
«Perché, cos’è una Mezzosangue?» chiese Harry
«Non sai cos’è una Mezzosangue?»
«No, non so cos’è una Mezzosangue»
«Be’, vedi una Mezzosangue è…zitto Thor, dicevo? Ah sì, una Mezzosangue…»
«La fate finita di ripeterlo?» sbottò Hermione, con gli occhi pieni di lacrime.
«Mezzosangue» ribadì Harry con un sorriso idiota, prima di beccarsi un bell’anatema in piena faccia
«Be’, le cose stanno così» esordì Hagrid quando Harry si rialzò massaggiandosi la guancia grossa come un cocomero. «Ci sono alcune famiglie di maghi, come Malfoy & Co., che sono convinti di essere i migliori in tutto perché sono quello che la gente chiama ‘Purosangue’. Sono solo le solite discriminazioni»
«Meno male che ci sono i Mezzosangue, così a noi imbecilli ci lasciano perdere per un po’» pensò Harry.
«Harry, è una cosa spregevole da dire!» ruggì Hagrid, mentre Hermione lo guardava torvo.
«Cos…d’oh!» fece Harry, non essendosi accorto di averlo detto ad alta voce
«E’ solo un mucchio si fesserie. Sangue misto. E’ come dire sangue sporco. Ma tanto oggigiorno i maghi si fossero tutti estinti se non avranno sposato dei Babbani. E poi,» aggiunse, sorridendo a Hermione, «non hanno ancora inventato un incantesimo che ‘sta streghetta non sa fare» Hermione sorrise, e gli lanciò uno sguardo che Harry non riuscì a decifrare.
«Che schifo» disse Ron quando riemerse.

Salutarono Hagrid poco dopo, ma arrivati nella Sala d’Ingresso, furono raggiunti dalla McStrudel.
«Potter! Weaslen! Finalmenten!» li chiamò. «Pene, oggi scontereten vostren punizionen»
«Che cosa dovremo fare, professoressa?» chiese Ron, ruttandogli in faccia senza il minimo ritegno.
«Tu, Weaslen» rispose la McStrudel ripulendosi dalla bava. «Visten che non timostren alcun rispecten per igienen, tu dofere puliren coppen in Salen Trofeen insiemen at signor Cazzen»
Ron gemette, e, dopo aver sparato un altro potente rutto, se ne andò.
«Mentre tu, Potter, dofere aiutaren proffessor Allokken at risponteren at suen ammiratoren»
Harry gemette, e, dopo aver TENTATO di fare un potente rutto, ma facendo solo una figura di merda, se ne andò.
La sera arrivò con incredibile velocità. Quando Harry andò nell’ufficio di Allock e aprì la porta, quello lo accolse con il solito: «Harry, Harry, Harry»
«Gilderoy, Gilderoy, Gilderoy» rispose Harry.
«E va bene, ora basta!» sbottò Allock, abbandonando il suo sorriso. «Io ti sfido!»
Scegli il tuo destino
ALLOCK: Harry, Harry, Harry
Affronta il tuo nemico
HARRY: Gilderoy, Gilderoy, Gilderoy
Mortal Kombat!
ALLOCK: E se ti dicessi Tinky-Winky?
HARRY: Facile. Dixie
ALLOCK: Lala
HARRY: Po
ALLOCK: Chi è il nemico dei Puffi?
HARRY: Gargamella. E chi è l’allenatore di Pikachu?
ALLOCK: Facile, Ash Ketchum, dalla città di Pallet. E se ti dicessi Grande…?
HARRY: …Fratello?
Mortal Kombat!
Harry Potter perde. La risposta giusta era Grande Puffo. Gilderoy Allock vince questa sfida di “Mortal Kombat: Stupid Edition”!

Harry si sedette, rassegnato e sconfitto, e si mise, di malavoglia, a copiare le buste sugli indirizzi, facendo caso solo a volte di sporadiche frasi come: «La fama è un’amica volubile, caro Harry. Non dimenticarlo mai»
Il tempo sembrò non passare mai, poi, a un certo punto, udì una voce glaciale, fredda come la morte, strisciante come un serpente: «Vieni…vieni da me…ti squarterò…ti ucciderò…sangue…sento odore di sangue…san…oh cazzo la cascata!» poi più nulla. Harry sobbalzò e disse: «Cosa?»
«Lo so, non andrà in onda la prossima serie dei Digimon» ripetè Allock, che evidentemente finora stava parlando da solo.
«No, mi riferivo a quella voce!» disse Harry. «Non l’ha sentita?»
«Voce? Quale voce?» sorrise. «Ah, ma certo, d’accordo. L’hai vinta tu la sfida di “Mortal Kombat: Stupid Edition”. Ora vai, ma ricorda che per un'altra sfida sei sempre il benvenuto»
Harry uscì, cercando di prestare attenzione alla voce, nel caso la risentisse, ma non vide dove stava mettendo i piedi, così ruzzolò giù per le scale, fece cadere di sotto Neville e atterrò sopra a Ron, che saliva furibondo dall’ufficio di Gazza.
Si raccontarono entrambi le proprie punizioni, poi Harry concluse: «E a fine punizione ho sentito una voce da far ghiacciare le vene, che Allock non ha sentito»
«Per caso era una voce che faceva tipo così: ‘Vieni…vieni da me…ti squarterò…ti ucciderò…sangue…sento odore di sangue…san…oh cazzo la cascata!’?»
«Sì» confermò Harry.
«No, mi dispiace, non l’ho sentita»

Ok ragazzi/e ecco qui il nuovo capitolo! Mi scuso per il ritardo di una settimana, ma come avevo già accennato nell’avviso che ora è stato rimpiazzato da questo fantastico chap ho avuto un problema con Word. Ma ora, è il momento di rispondere alle recensioni!

cubo5: Bella !(se sei maschio) Bella piskè!(se sei femmina). Ma figurati se mi dispiace che inserisci pezzi del chap, ne sono contento, era solo che volevo capirne di più su quel tuo gesto. E poi siamo DUE malati, perché anch’io sono un fanatico del copia incolla. Quanto ai ceveali Bavbie Cheevios se vuoi puoi dive che l’hai inventata tu quella battuta, pev me non impovta. Ed eccoti accontentata con una bella sfida tra Harry e Allock, vinta da Allock ma a prova che è LEGGERMENTE più stupido di Harry.
dirkfelpy89
: Weilà. In effetti hai ragione, è una dura sfida tra Allock e Harry, e quella di questo chap avrei voluto che durasse di più. Ma mi ero un po’ stufato, e quindi l’ho accorciata. Vedrò poi di riservarvi una sorpresa a fine fic. Grazie mille come al solito per i complimenti, e continua a seguirmi!
angy_hihihi
: Parlando di punizioni, mi sa che domani ci finirò anch’io, perché dovrebbe riportarci i compiti di matematica, e non sono sicuro siano andati benissimo. Per altro la tua situazione familiare ricorda tanto la mia: mio padre non c’è quasi mai e mia madre è fortunata a saperlo accendere un computer, perciò direi che siamo a posto! Ti ringrazio per le lodi, e spero che il tuo pc non abbia lo stesso problema del mio vecchio: una cosuccia da niente come 99 virus(e non sto scherzando)
Dark Dancer
: «Il fatto è che io sono un ragazzo molto sensibile…i miei amici mi trattano male…ce l’hanno tutti con me…» Harry, ma la vuoi smettere di fare l’Emo, che nemmeno ti viene bene, e ti levi dalle palle? Ok, basta con queste buffonate, alle lunghe scocciano xD. Grazie perché continui a seguirmi, e spero che continuerai a seguirmi

Bene, ora vorrei fare un annuncio: dato che domani la prof di Mate dovrebbe riportarci i compiti, e non sono sicuro sia andato benissimo, potrei non farmi vivo per i prossimi secoli. Dubito di riuscire a pubblicare altri capitoli, ma nel caso l’appuntamento è sempre Lunedì, perciò non perdetevi: La festa degli Emo scomparsi!
Mortal Kombat!

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Capitolo 7
*** La festa degli Emo scomparsi ***


Fred Weasley ghignò e fece un cenno al fratello George, che per la prima volta in vita sua sembrava titubante.
«Si può sapere cos’hai?» gli chiese Fred, a metà tra lo scocciato e l’esasperato.
«Non lo so» rispose George. «Ho un senso d’inquietudine, come se oggi qualcosa dovesse andare storto»
«Sarà che è venerdì 17?» lo derise Fred. «Da quando sei superstizioso?»
«Ma chi se ne strafrega che è il 17» sbottò George. «E’ solo che…boh. E se Gazza ci scopre?»
«Facile» sogghignò Fred. «Incolpiamo Harry»
George si illuminò. «Hai ragione»

Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 7: La festa degli Emo scomparsi -

Harry si svegliò di soprassalto.
Potter Fesso!
HARRY: E che c’entra?
Niente, ma me la sto sentendo ora, e lo volevo inserire

Halloween si avvicinava, e l’atmosfera nel castello era febbrile, e non perché faceva venire la febbre. Hagrid aveva mostrato al solito trio, nonostante gli avessero detto che non glie ne fregava più di un branco di ippopotami asmatici, le sue zucche OGM, venute così grosse tramite un concime che si basava su tre elementi: cacca(l’essenziale), viagra(essenziale anche quello) e materiale radioattivo(il che spiegava perché emanavano quel lieve color verde fluorescente). Le rotture di palle di Draco proseguivano, le morti di Neville idem, e Allock era sempre più stupido, tanto che a volte pure Harry(e il che è strano) si chiedeva dove l’avessero pescato uno così(sarà la volta buona che diventa intelligente?).
Un giorno, mentre di era di ritorno dall’ufficio di Allock per l’ennesima sconfitta a “Mortal Kombat: Stupid Edition”(ecco, me pareva strano), svoltò l’angolo e si ritrovò faccia a faccia con Nick-Quasi-Senza-Testa, il quale era visibilmente incazzato come un moscerino con un’ala spezzata.
«Ciao, Nick» lo salutò Harry.
«Salve, Harry» rispose Nick.
«Qualcosa non va?» domandò Harry
«Nooooooooo, che cosa te lo fa notare?»
«Ah, allora apposto, ci vediamo»
«Fermo, demente! Si che qualcosa non va!» tentò di aggrappare per una spalla Harry, ma essendo un fantasma dovette ritentare più volte prima di rendersene conto. Alla fine risolse tutto nel più classico dei modi: con una mega bestemmia. Harry si voltò.
«Mi hai chiamato?»
«No» rispose Nick. «Io ho detto solo “porco BESTEMMIED”»
«Embè?» fece Harry. «Io non sono Dio?»

[…]

«Dicevamo?» proseguì Nick, terminato l’accesso di risate. «Ah sì» si rabbuiò. «Secondo te non mi si potrebbe considerare ormai idoneo a far parte della Caccia dei Senzatesta dato che sono stato colpito al collo millemila volte da un’ascia non affilata a dovere?»
«Eh, no» rispose Harry, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa con aria saccente. «La testa dev’essere staccata del tutto»

[…]

Harry si appoggiò alla parete a riprendere fiato, sicuro di aver seminato Nick, che finora l’aveva inseguito con un’armatura. Fece per incamminarsi quando una voce sgarbata riverberò per il corridoio e fece sobbalzare Harry: «Ah, ecco, l’infido, falso mago!»
Harry si vide venire incontro Gazza, domandandosi cosa ACCIDERBOLINA volesse.
«Potter! E’ ssssstato lui, vero tesssoro? Nel nostro ufficio, Potter! Ssssubito
«Perché?»
«Quessssta mattina abbiamo trovato il nostro ufficio completamente sssssporco del concime OGM di Hagrid» sbraitò Gazza. «Sssssappiamo che sssssei ssssstato tu! Malvagio, infido, falso!»
«Cosa? Ma non è vero!»
«Non ti crediamo! Non ci crediamo, vero, tesssssoro? Oh, no che non ci crediamo! Hai lassssciato questo biglietto!»
Harry prese il biglietto e lo osservò: conteneva un suo disegnino, fatto la sera prima, di lui che si scaccolava. Non sapeva come fosse finito nell’ufficio di Gazza, ma prima che potesse fare o dire qualcosa questi lo agguantò per la collottola e se lo trascinò dietro, frignando come un demente: «Il mio tesssssoro…con un occhio in più…la mia gioia…povero, povero Argusssss…»

Quando arrivarono nell’ufficio di Gazza, infatti, videro che era tutto sporco di sterco(EHEHEHEHEH) color verde fluorescente. Mrs Purr aveva un occhio un più sulla fronte, e tutti e tre gli occhi erano puntati su Harry, che sostenne lo sguardo in aria di sfida, ma che cedette poco dopo piangendo come un pirla.
Gazza lo scaraventò sulla sedia di fronte alla sua scrivania, si sedette a sua volta, estrasse un modulo e cominciò a scrivere: «Nome…Harry Potter, Reato…Ha ssssporcato il nosssstro ufficio di cacca OGM, facendo sssspuntare un occhio in più al mio tessssoro, Condanna propossssta…» Fissò Harry con aria malvagia, meditabondo. Poi si illuminò e fece per scrivere, ma a un tratto si udì quello che era l’inequivocabile urlo di un Nazgul.
«Sssspettri! Sssspettri con le ali!» piagnucolò Gazza. «Dobbiamo fuggire, loro ci uccideranno, ci uccideranno!» e scoppiò in un piagnisteo infantile scappando via, seguito a ruota da Mrs Purr. Harry, che era troppo stupido per approfittare della situazione, ci mise un po’ a capire che doveva darsela a gambe, e finalmente lo fece dopo solo tre ore e mezza. Passeggiando in corridoio, rincontrò Nick-Quasi-Senza-Testa. Essendosi dimenticato del diverbio di prima, rimase sorpreso quando Nick si scagliò su di lui, trapassandolo da parte a parte, provocando l’ilarità di Harry e, naturalmente, una mega bestemmia.
«Comunque, Harry, volevo chiederti un favore» esordì Nick.
«Dimmi pure» disse Harry
«Vedi, quest’anno ricorre la mia Festa degli Emo Scomparsi»
«E che roba è?»
«Oh, il nome è piuttosto moderno, ma sono chiamati così i fantasmi che puntualmente, ogni cento anni, festeggiano la propria morte, si deprimono, si tagliano le vene, non ci riescono, si deprimono ancora di più e vengono colpiti da un attacco di diarrea fulminante»
«Vabbè, e quindi?» lo esortò Harry.
«Quest’anno è il mio cinquecentesimo mortiversario…»
«Ha ha!» fece Harry, e Nick gli scoccò un’occhiata assassina.
«…e sarei tanto grato se tu e i tuoi amici veniste alla mia Festa degli Emo Scomparsi»
«Cosa?» sbottò Harry. «Ma manco per le balle!»
«Oh, andiamo, mi sembra il minimo che tu possa fare dopo che ho provocato quell’urlo» lo punzecchiò Nick.
«Tu hai provocato l’urlo che ha fatto scappare Gazza?» ripetè Harry, incredulo
«Ehm…sì!» si vantò Nick, incerto, ma Harry naturalmente non se ne accorse. «E poi ci saranno tante caramelle!»
«Sìììì, caramelle!» urlò di gioia Harry. «D’accordo, allora verremo» e se ne andò. Nick rimase un po’ a guardarlo, prima di fare spallucce e borbottare: «Che idiota»

«MA SEI COMPLETAMENTE SCEMO?» urlò Ron quando Harry comunicò loro la notizia. Molte teste si voltarono, alcune risero, ma Ron scagliò loro uno Stupefacente e si trattenne dall’aggredire selvaggiamente Harry.
«Era il minimo che potessi fare!» si giustificò Harry. «Nick mi aveva salvato da Gazza, stava per mettermi una punizione perché diceva che gli avevo imbrattato di cacca OGM il suo ufficio!»
Fred e George scoppiarono a ridere(mi domando il perché). Harry invece, sapendo che doveva trattarsi di una cosa ben ridicola, si mise a ridere anche lui(eccerto, perché lui è intelligente)
«E come ti avrebbe salvato, sentiamo?» sbuffò Ron.
«Ha provocato lui quell’urlo, quello del Nazgul» rispose Harry.
«Ah, certo, almeno su questo è vero» disse Ron. «Ma in realtà l’urlo l’ho fatto io quando ha suggerito a quei due imbecilli» accennò a Fred e George, che si rotolavano dalle risate, «di farmi un giochetto tipo Fidel Castro!»
«Fidel chi?» chiese Harry.
«CASTRO!!!» ne approfittò Ron, dandogli una botta possente sulle palle. Harry si accasciò, lacrimando, imprecando e, guarda un po’,  bestemmiando, e sbraitò: «Ron, ma vaffanculo
«Secondo me dev’essere affascinante» intervenne Hermione, che fino a quel momento era stata zitta. «Voglio dire, a voi due più di ogni altro dovrebbe interessare, è il luogo migliore dove infrangere le regole»
A Ron parve strano che fosse proprio lei a ricordarglielo. A Harry non parve proprio niente perché era ancora occupato a bestemmiare
«Si vabbè, ma è una festa piena di fantasmi che si deprimono perché non sono riusciti a tagliarsi le vene e per la diarrea fulminante!» ricominciò Ron.
«E non c’è neanche un vivo?» domandò Hermione, sia scettica che incredula
«No!»
«Be’, in quel caso…» riflettè, «…Harry, sei proprio un pirla!»

I giorni passarono, e arrivò finalmente la notte di Halloween. Harry non rimpianse per niente la festa della scuola, perché anche se lì c’erano le più squisite prelibatezze(siccome la cucina inglese è conosciuta proprio per questo)Nick gli aveva promesso le caramelle. A Ron era passata la rabbia, ma continua a scoccare occhiate torve a Harry. Hermione invece, come accadeva spesso quel periodo, era sovrappensiero e pareva assente. Quando arrivarono, Nick-Quasi-Senza-Testa li accolse: «Ah, eccovi qui!»
«Le mie caramelle?» chiese subito Harry.
«Cioè, ti ha convinto così?» fece Ron, incapace di accettarlo.
«Le caramelle stanno sul tavolo da buffet» disse Nick, indicando un tavolo in fondo alla sala. «Divertitevi»
Ma c’era ben poco da divertirsi. La musica era bella come mille gessetti che stridono su una lavagna. Il cibo era marcito, e anche Harry alla fine accettò che Nick l’avesse preso per il culo quando un attacco di diarrea fulminante gli fece rendere conto che anche le caramelle erano andate a male. Harry si chiese che senso avesse mangiare del cibo andato a male, non pensando che in fantasmi comunque non potevano mangiare. Dopo un po’, Ron si mise a giocare a “Ntaregge” con Pix, ritirandosi dopo poco perché Pix gli proponeva sfide del tipo: infilati un dito nel…cervello(perché che pensavate?), cammina sul soffitto, fatti una sega davanti a tutti, dai un cazzotto a Silente, e la più terribile: tromba con la McStrudel. Quando Ron tornò, di umore sempre più pessimo, Hermione disse: «Oh no, c’è anche Mirtilla Malcontenta. Speriamo che non venga qui»
Ron si illuminò. «Sì, così possiamo prenderla per culo! Ehi, Mirtilla
Si avvicinò a loro il fantasma di una ragazzina, che sembrava la vero Emo di tutta la scuola. Aveva numerosi tagli sui bracci, degli occhiali che solo un demente come Harry poteva portare, dei capelli che avrebbero tratto in inganno chiunque, ma quello che la identificava come la più depressa era il muso lungo che aveva. Ron si divertì a diffamarla, scoprendo troppo tardi quant’era suscettibile e vendicativa, dato che gli versò una ciotola di cacca OGM(oh no, anche qui!). A quel punto Ron sbottò: «Basta, non ce la faccio più. Andiamocene»
Harry e Hermione assentirono, e se la squagliarono senza che nessuno li notasse. Non fu difficile, perché tutti li trattavano come se fossero una delle tante mosche che, in sincronia con i gessetti sulla lavagna, ronzavano intorno al cibo.

Svoltarono in un corridoio, e Ron disse: «Se ci sbrighiamo possiamo ancora…»
TUMP! SPLAT!
Ron e Hermione si voltarono, e videro Harry per terra, disteso su una pozza d’acqua
«Harry?» fece Hermione.
«Che stai facendo?» domandò Ron. Harry si rialzò: «Sono inciampato, ma che è?»
Si voltò a guardare quando Hermione sussultò e esclamò: «Oh cazzo!»
Harry ridacchiò: «Hermione, non è mica la prima volta che succede…»
«Ma chi se ne frega del cadavere di Neville!» strillò Hermione, nel panico. «Guarda là»
Harry e Ron seguirono il suo dito e rimasero paralizzati anche loro. Sul muro c’era scritto, con quello che Harry scambiò per ketchup:

La Camera del Biscione Secchione è stata riaperta
Nemici dell’Erede, ora sono cazzi vostri

Ma la cosa più scioccante era ciò che era appeso a testa in giù su una lanterna lì vicino.
«Che cos’è?» domandò Hermione, indicandolo. Harry la riconobbe per il terzo occhio sulla fronte.
«E’ un gatto radioattivo» rispose
«No, è Mrs Purr» lo rimbeccò Ron. Si agitò. «Non mi piace. Andiamo via»
«Aspetta, non vuoi divertirti con Mrs Purr per tutto quello che ci ha fatto?» suggerì Harry.
«Hai ragione!» ghignò Ron.
«No, dai, andiamocene, è meglio!» tentò di dissuaderli Hermione, ma furono tutti e tre interrotti da un frastuono: la festa era finita e la Sala Grande si stava svuotando.
«Cazzo» fece Ron.
«Cazzocazzocazzo» ripetè Hermione, stavolta nel panico, cosa che stupidamente divertì Harry. In breve gli studenti si riversarono nel loro corridoio, e dapprima non capirono cosa fosse successo ma poi alcuni fissarono la scritta sul muro, altri Mrs Purr, inequivocabile col suo terzo occhio, altri ancora Harry, Ron e Hermione, ma nessuno Neville.
«‘Nemici dell’Erede, ora sono cazzi vostri’» lesse Draco ad alta voce. «Evvai!» e improvvisò un balletto insieme a Tiger e Goyle, che ridevano come se Nick-Quasi-Senza-Testa avesse anche a loro promesso delle caramelle avariate.
«Loro ci uccideranno, ci uccideranno!» si sentì piagnucolare all’improvviso. «Ma che ssssuccede qui, eh tessssoro
Evidentemente Gazza, che da quel giorno dell’urlo continuava a girovagare piagnucolando, si era accorto che qualcosa non andava. Si fece spazio tra la calca, fino ad arrivare allo spazio tra il Dinamico Trio e gli studenti. Gazza si ricordò allora della punizione quasi affibbiata a Harry e fece:
«Potter! Che cossssa combini?»
Poi lo sguardo gli cadde sulla scritta sul muro e, inevitabilmente, su Mrs Purr. A quel punto sbarrò gli occhi.
«Il mio…tessssoro…»
Il suo sguardo si posò di nuovo su Harry, che notò con allarme che era diventato di una strana e malvagia luce verde
«L’altra volta l’hai scampata, vero tessssoro? Non questa volta, non QUESTA VOLTA!» e si avventò su di lui.

Eeeeeeeeeeeee, rieccomi qua! Sì, lo so, è passato un’eternità dall’ultima volta che ho postato, ma ricordate il compito di matematica che doveva riconsegnarci le prof? Bene, ho preso 4 meno! Quindi potete immaginarvi la reazione dei miei. Ma bando alle ciance, ora sono tornato, ed è il momento di rispondere alle recensioni:

dirkfelpy89: Ohilà, mi dispiace di non essermi più fatto vivo, ma i votacci non perdonano. E i genitori nemmeno. Spero che tu voglia perdonarmi leggendo questo chap, nel quale potrete notare che ci sono un po’ più di parolacce, ma è solo perché rispecchio la natura di un qualunque dodicenne a scuola!
Dark Dancer: Guarda che per far ridere bisogna solo saper sfruttare la situazione, e anche avere una certa dote di ironia e sarcasmo. Per alcuni basta anche essere imbecilli, ma non è il mio caso. O almeno, così mi dicono
angy_hihihi: Eh, si sa, i genitori sono, il più delle volte, ostili ai figli. Ma sono contento che tu sia riuscita a non farti sgamare e sia riuscita a pubblicare una recensione. Stavolta però sono io a scusarmi per il ritardo, e come disse il sommo Jean Claude: «Ommadreeeeeee, PERDONO!»
Veronica Potter Malandrina: Ma figurati per il ritardo, quanto all’insulto, mi sembra più una frase da Draco, per Harry è troppo intelligente un insulto simile. Il pianto più risata poi è una caratteristica comune tra i malati mentali(te lo dico per ESPERIENZA). Per altro, è vero, Harry ha preso un bel 10 una volta. 10 meno 30
cubo5: Be’ allora ti accontento subito con un “Bella piske!”. No, troppo truzzo, meglio il mio classico “ehilà!”. Mi fa piacere che il chap ti sia piaciuto, e un giorno di questi ti sfiderò, perché io detengo il record a “Mortal Kombat: Stupid Edition”. Alla prossima!

Bene, qui finisce un nuovo capitolo. Spero che non vogliate mettermi in un tritarifiuti perché l’ho pubblicato dopo millemila anni e peraltro è anche corto, ma in quel caso spero che vogliate leggere il prossimo capitolo: Inside the legend! A Lunedì!

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Capitolo 8
*** Inside the legend ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 8: Inside the legend -

Harry si sentì mozzare il fiato, anche se non capì il perché(sarà che Gazza lo sta strozzando?). Sentiva delle voci indistinte attorno a sé, e vedeva tutto sfocato. Il panico salì a mille, e così l’adrenalina, attivando a sua volta il microchip. Harry sferrò un cazzotto all’addome di Gazza, che lo mollò all’istante. Non era particolarmente potente, ma poiché il microchip lo faceva muovere alla velocità di un proiettile faceva male comunque. Non appena Gazza lo mollò, Harry lo tempestò di pugni, facendolo barcollare e infine crollare a terra svenuto. Quando Harry saltò in aria per terminarlo, fu colpito in pieno dallo Stupefacente di Silente, giunto sul posto.

Quando si riprese, si trovava insieme a Ron, Hermione, un frignante Gazza, un ghignante Piton, un’orripilante McStrudel, nell’ufficio di un demente Allock. Silente era chino su Mrs Purr, poggiata sulla scrivania di Allock, che continuava a blaterare: «Dev’essere stata la Maledizione Fuffolosa - e chi la conosce? -  a ucciderla. Oppure l’Anatema Jigglypuff. Non escluderei anche l’Incantesimo Cleffa. E’ un peccato che non fossi presente…»
Gazza continuava con il suo piagnisteo insopportabile: «Il mio tessssoro…il mio tessssoro è morto…loro ci uccideranno, ci uccideranno! Cossssa accadrà al povero, povero Argussss? Oh, tessssoro!!!»
Harry continuava a guardarsi intorno con aria da ritardato cronico, tentando di decifrare il volto di Piton, che aveva l’espressione più strana che avesse visto: era come se si stesse sforzando di non ridere. Hermione, come al solito, era meditabonda, e sembrava combattuta con sé stessa, e Ron, be’, Ron si faceva i cazzi suoi.

Dopo quelli che parvero millenni, Silente annunciò: «Bene, ci sono buone notizie»
L’attenzione nello studio si fece palpabile. Silente si schiarì la voce e, ignorando Allock che ripeteva: «Se sapessi preparare la pozione Grande Puffo, forse forse…» emesse la sentenza: «Bene, dopo attente osservazioni, studi, magie e botte di culo, posso affermare con certezza una cosa»
Fece una pausa in attesa del silenzio
«…o forse l’Incanto Gargamella…»
«Vabbè, lui non fa testo…comunque, sono assolutamente sicuro che Mrs Purr sia un gatto di sesso femminile»
«E quindi?» lo incalzò Gazza
«E quindi cosa?»
«Cossssa è ssssuccesssso al mio tessssoro
«E che ne so. Ti sembro un medico?»
«Ma qualcuno ha uccisssso il mio tessssoro!» si lagnò Gazza. «Qui ci vuole una bella punizione! Una bella punizione, sissì! Lo ssssappiamo chi è sssstato! Argus, Argus! È sssstato Potter! Dovremmo torcergli quel ssssudicio piccolo collo! Argus! Argus! ARGUS!»
Silente lo stese con un bel cazzotto, prima di rivolgersi ai suoi colleghi per dire: «Qualcuno ha qualche idea?»
«Io» si fece avanti baldanzoso Allock. «Come dicevo prima, si tratta sicuramente della Maledizione Caramelldansen. Se…»
Prima che Silente mollasse un cazzotto anche a lui, Piton intervenne: «Preside, mi permette una parola?»
Harry deglutì: qualunque cosa volesse dire Piton, non sarebbe stata buona.
«Intanto è evidente che la gatta non è morta. E’ stata pietrificata» esordì Piton
«Proprio quello che pensa…
SOCK
THUMP
«Dicevi?» lo esortò Silente, massaggiandosi la mano destra
«Dunque, la gatta è stata pietrificata. Ed è anche vero che Potter Fesso afferma di essere innocente, tuttavia» e il suo ghigno si allargò ancora di più, «le circostanze sono sospette. Perché voi tre non eravate alla festa di Halloween. Potreste, cosa molto improbabile, solamente esservi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma tutto ciò è sospetto»
Harry si fece prendere dal panico, ma per fortuna intervennero in suo aiuto Ron e Hermione, che raccontarono loro della Festa degli Emo scomparsi.
«…andavamo nella Sala Grande quando abbiamo trovato Mrs Purr»
«Ah si?» sogghignò Piton. «E come mai siete passati dal corridoio del secondo piano? A quanto mi risulta, la Festa degli Emo scomparsi si tiene nei sotterranei, e la Sala Grande sta al pian terreno»
«Ehm…»
A quel punto Harry attivò il microchip, e schizzò a ultravelocità(OMMIODDIO) verso la porta(ah, mbè). Fece per buttarla giù, ma quella non demordeva. Piton sfoderò la bacchetta, ma per Harry fu facile schivare i suoi colpi, grazie al microchip, ma poi Silente riuscì ad afferrarlo, muovendosi quasi alla sua velocità, lo brandì saldamente e gli fece una spezza collo.
Uhm, no, mi sa che questa alternativa non va bene, pensò Harry.

«Ehm…»
A quel punto Harry attivò il microchip, sfoderò la bacchetta e stese tutti, inclusi Ron e Hermione, tranne Silente, che schivò i suoi colpi alla sua stessa velocità
MORTAL KOMBAT
Harry digrignò i denti, si concentrò e fece per colpire Silente
MORTAL KO…
SPACK
Silente sferrò una possente ginocchiata sulla colonna vertebrale di Harry, spezzandola di netto
Eh no, non va bene neanche questa

«Sto aspettando, Potter»
«Perché voleva andare a sfidare il professor Allock a “Mortal Kombat: Stupid Edition”» lo salvò Hermione. Ma poi gli sorse un dubbio
Come fa a sapere che vado da Allock a giocare a “Mortal Kombat: Stupid Edition”?
«E perché non glielo fa dire a lui?» chiese Piton sospettoso, rivolto a Hermione
«Perché, gli avreste creduto?»
Piton fece per rispondere, ma poi si fermò, limitandosi a borbottare: «Fanculo. Colpo basso»
«Innocente fino a prova contraria» sentenziò a quel punto Silente, che fino ad allora era rimasto a guardare con espressione da cerebroleso.

***

Per molti giorni non si parlò che dell’attentato di Mrs Purr. Gazza non esitava a saltare addosso agli studenti, nel TENTATIVO VANO E INUTILE di pestarli, ma otteneva solo più botte di quante ne riusciva a dare.
Ginny sembrava sconvolta dall’aggressione di Mrs Purr. A detta di Ron, amava molto i gatti.
«Ma dai, su, non preoccuparti» la rassicurò Harry. «In fondo, tu Mrs Purr non l’hai neanche conosciuta. Fidati, senza di lei stiamo tutti meglio»
Ron lo guardò con espressione sbigottita, come per dire “Deficiente, che cazzo dici? Così è peggio!” Inutile dire che Harry non colse quest’espressione.
«Comunque, di solito queste cose a Hogwarts non succedono» proseguì Harry. «Vedrai che butteranno fuori quell’idiota prima che riesca a vantarsi di averla fatta franca. Spero solo che riesca a pietrificare Gazza prima»
Ginny sbiancò, e Ron lanciò un’occhiataccia a Harry. Si affrettò a cambiare discorso: «A proposito, dov’è Hermione
«Boh» rispose sapientemente Harry. Da un po’ di giorni infatti Hermione spariva misteriosamente, per poi tornare poco dopo, con un’espressione indecifrabile in volto.
«Potremmo pedinarla» suggerì Harry. Ron rise
«Ma se non sei capace a pedinare neanche un paralitico!»
«Non è vero» si difese Harry. «Ho il mio Mantello dell’Invisibilità. Anzi, sai che c’è? Ora lo vado a prendere e vado a vedere cosa combina Hermione»
Ron alzò gli occhi al cielo, esasperato.
Harry scese dopo un po’ col Mantello, infilandoselo sulle scale. Gli parve di sentire qualcuno che lo salutava, ma lo ignorò. Perlustrò il castello per le successive due ore, ma di Hermione non c’era traccia. Alla fine tornò esausto nella Sala Comune, dove trovò Ron e Hermione ad aspettarlo. Harry guardò stupito Hermione, e gli domandò: «Ma, come hai fatto a tornare qui senza che ti vedessi?»
«Veramente sto qui da due ore» rispose Hermione. «Ti ho anche salutato, ma non hai risposto»
Mentre sul volto di Harry si dipingeva una tipica espressiona da ‘D’oh!’, Ron sghignazzò: «Te l’avevo detto che non eri capace»

Il mattino dopo li attendeva una lezione di Trasfigurazione. La bacchetta di Ron continuava a dare problemi, e difatti fece esplodere in un colpo solo la testa di Goyle, il quale però non morì perché è vuota, e il coglione sinistro di Neville, che potete immaginare che fine fece.
«Pene» esordì come al solito la McStrudel. «Oggi ien spiekaren voi kome trasformaren animalen en calicen t’aqquen» si schiarì la voce, picchiettò tre volte sul corvo davanti a lei e poi disse: «Feraverto
Il corvo si tramutò all’istante in un bel bicchiere d’acqua.
«Pene, oren provatecen tutten»
Harry provò e riprovò più volte, ma senza successo, e ogni volta il suo corvo continuava a fargli: «Cra cra!», che voleva dire chiaramente: «Ha ha!»
Anche Ron provò e riprovò più volte, solo che il suo corvo non emise alcun suono, perché esplose anche lui. A un tratto, Harry alzò la mano. La cosa sconcertò tutti, ma non come la domanda che fece a un’incredula McStrudel: «Professoressa, ma non abbiamo saltato un importante capitolo?»
«Uhm…qualen
«Ma come…quello sulle cose zozze!»
«No, Harry, queste cose non ci sono nel mondo magico» lo precedette Hermione. «Se tu ti senti solo accarezzati Merdige»(tratto da willwoosh: “A Hogwarts non si puffa”)
«Ma, com’è possibile?» insistette Harry.
«Potter, non romperen cazzen» sbottò finemente la McStrudel. «Se signorina Kranger ha detten che non esistenen, sta zitten, perkè lei uniken ke afere letten Storien ti Hogwarts». Si girò verso Hermione, che aveva alzato la mano, e ascoltò la domanda di Hermione: «Professoressa, volevo chiederle…se può parlarci della Camera del Biscione Secchione»
La McStrudel sospirò.
«Pene» iniziò, come al solito così. «Tutten voi saperen che Hogwarz esseren staten fontaten da maghen et streghen plus famosen tel tempen: Kodrik Krifondoren, Toska Tassorossen, Priscillen Corvoneren, et Salazar Serpeverten»
«Loro li conoscevano gli incantesimi zozzi?» Inutile dire che nessuno se lo cagò di pezza
«Professoressa» intervenne Dean Thomas. «Ma se il mago si chiamava Serpeverde, perché la sua casa è quella di Se
mpreverde?»
«Boh» rispose la McStrudel. «Comunquen, per un perioten ti pacen, tutten visseren felicen et contenten. Ma, topo un poken, rapporten tra Serpeverten et Krifondoren cominciaren at inkrinarent. Infatten, Serpeverten voleven esseren più selettiven su stutenten ta ammetteren Hoggwarz. Eren convinten che solamenten i cosiddetten Purosanguen dovesseren impararen magien. Così, tra Serpverten et Krifondoren scoppiaren graven litiggien, et Serpeverten lasciaren Hoggwarz. Oren, leggenden narrent ke Serpeverten costruireren cameren nascosten che solen Ereten poteven apriren, scatenandonen orrorent in essen contenuten»
«Che intende per orrori?» domandò Ron, la voce leggermente terrorizzata.
«Si narren che Cameren essere tanen di Piscionen istruiten ta Serpeverten per essere Secchionen. Solen Ereten saperen comantaren Piscionen»

Quando la lezione finì, tutti non facevano che ripetere la leggenda appena sentita dalla McStrudel.
«Pensate che sia vero?» chiese Harry
«Be’, non so, ci sono delle parti che combaciano» rispose Hermione. «Ma se la Camera è veramente stata riaperta, vuol dire che l’Erede si è fatto avanti. La domanda è: chi è?»
«Be’, vediamo, chi pensa che i Nati Babbani siano delle emerite teste di cazzo?»
«Io» rispose stupidamente Harry. Gli altri due lo ignorarono
«Ti riferisci a Malfoy?» chiese Hermione sia scettica che divertita
«E chi sennò?» ribattè Ron. «Ricordi che l’ultima volta ti ha chiamata Mezzosangue? Certo, Mezzosangue non è il termine corretto, perché Mezzosangue…»
«Sì, la pianti?» sbottò Hermione
«Mezzosangue» fece Harry con una faccia inebetita
SOCK AHIA
«Dicevamo?» disse Ron.
«Ehm…» Hermione si massaggiò il pugno destro. «Ah sì, Malfoy. Be’, chi ci dice che sia proprio lui? Voglio dire, se fosse lui l’avrebbe fatto l’anno scorso»
«E’ vero» convenne Ron. «Ma se ci fai caso lo sai che non fa che vantarsi che nella sua famiglia sono stati tutti Sempreverde. Potrebbe discendere da Serpeverde in persona. Forse se ne sta vantando proprio in questo momento nella Sala Comune! Se solo potessimo sentirlo…»
«Be’, un modo ci sarebbe» intervenne Harry. «Possiamo travestirci da Tiger e Goyle e spacciarci per loro due!»
«Harry, tu hai già il naso rotto e grondante di sangue. Non vorrai mica aggiungerci anche un occhio nero?» lo minacciò Ron.
«No aspettate!» si bloccò Hermione. «Harry ha ragione!»
KRAK-HOOM

EEEEEEEE salve a tutti, ed eccoci alla fine di un nuovo capitolo! Spero che abbiate capito la leggenda della Camera, in caso contrario pubblicherò un extra con la traduzione McStrudelese-Italiano. Ma ora andiamo a rispondere alle recensioni:

cubo5: In effetti sono contento di vedere una recensione, ero convinto che dopo millemila giorni non ne avrei vista manco più una, ma sono lieto di aver trovato il contrario. Io ho risolto con matematica, mi devi spiegare perché hai un americano a casa, in compenso. Quanto a Mirtilla, lei è stata la prima Emo del mondo. Infatti “Mirtilla”, in aramaico antico, si dice asdEkjnhMlkjgggO, che è poi stato erroneamente tradotto in elfico come Esh Makh numbazOr, ed è stato scritto per la prima volta al computer da un Nerd, però il computer non leggeva i caratteri elfici e stampò a video: E???M?????!!!--_O?. Poiché poi il Nerd riuscì a leggere solo quelle lettere, da lì nacque il nome Emo. Semplice, no?
dirkfelpy89: Ti ringrazio, e comunico a tutti che Gazza è così in seguito a un grave trauma cerebrale, del quale forse un giorno vi parlerò, quanto alla festa degli Emo, a essere sincero, mi è bastato scopiazzare un po’ dal libro e ho risolto xD
Veronica Potter Malandrina: Mi congratulo con la tua risposta, molto simile all’ultimo saggio di Gandhi che ho letto xD. Sto scherzando, naturalmente, e sono contento che tu abbia recensito. Mi devi spiegare come hai fatto a recensire se arrivata al messaggio sul mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmuro(non fare caso alle mille “m”, ultimamente la tastiera sta impazzendo)sei morta, e scometto che la risposta azzeccata era: Nome e Cognome!
Dark Dancer: Nah, figurati, per Matematica ho risolto sbarazzandomi della prof. xD. Ma mi fa piacere che tu abbia recensito, e che il chap ti sia piaciuto

Bene, finite le recensioni un grazie particolare a tutti, che mi avete fatto arrivare alle 30 recensioni! Evviva! Ma noi qui ci lasciamo, corrompete più gente possibile a recensire POSITIVAMENTE la fic, e ci vediamo Lunedì per il prossimo capitolo: Il Bolide Rompi*****one!

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Capitolo 9
*** Il Bolide Rompi*****one ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 9: Il Bolide Rompi*****one -

Erano in biblioteca. Come al solito, secondo Hermione, dato che ormai da un po’ di giorni si recava lì. Ma stavolta era per altri motivi. Erano riusciti a ottenere un permesso dei professori per accedere al Reparto Proibito, e ora Madama Pinsir lo stava analizzando in controluce come se volesse verificare l’autenticità del permesso firmato da Gilderoy Allock. Nonostante Harry e Ron l’avessero subissata di domande, si era rifiutata di dire loro come aveva ottenuto il permesso. In realtà non c’era una motivazione particolare del perché non dovesse dirglielo, ma era ancora incapace di farlo. Forse perché era la loro migliore amica? E come avrebbero preso la notizia, se l’avessero saputa?
Be’, riflettè, se non altro Harry non la prenderebbe tanto a male
Ma era una ben magra consolazione, considerato che Harry non l’avrebbe presa a male solo perché non l’avrebbe capita affatto. Non subito, almeno.
«Mi sembra apposto» sentenziò Madama Pinsir. «Potete passare»
Hermione tirò un sospiro di sollievo. Ci mancava solo che dopo tutta la fatica fatta per ottenere il permesso, Madama Pinsir glielo avesse rifiutato. Si avviò nel Reparto Proibito, con Harry e Ron che la seguivano, e prese un volume dal titolo “De potentissimis et difficilissimis potionibus”.
Si recarono alla sua scrivania preferita, lo aprì e cominciò a cercare la voce che cercava. Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che per una volta Harry avesse avuto ragione. Vide pozioni delle più orribili, tra cui una che faceva crescere alcune paia di braccia dalla faccia (ohhhhhh, ffarrima! EHEHEHEHEHEHEH). Altre, invece, avevano ben altri effetti, e Hermione se le segnò mentalmente. Finalmente, trovò la pagina che cercava:
«Eccola qui»
Harry e Ron si avvicinarono, e ascoltarono Hermione che lesse: «‘La Pozione Polisucco è in grado di trasformare istantaneamente e per una durata di un’ora chiunque in un'altra persona scelta anticipatamente. La trasformazione è completa e non solo visiva, ma anche fonica: la Pozione, infatti, è in grado di trasformare la voce di chi la beve nella voce della persona prescelta. Per prepararla sono necessari dell’Erba Fondente, delle sanguisughe…’, dio, è la pozione più complicata che abbia mai visto!» continuò a leggere per un po’, poi concluse: «‘…e per ultimo, da aggiungere come ultimo ingrediente, liquido seminale della vittima’»
«No, scusa, non ho capito bene» intervenne Ron, la voce schifata.
«Invece hai capito benissimo» lo rimbeccò Hermione, che non sembrava tanto sconvolta dagli ingredienti, quanto dall’infinità di regole che avrebbero dovuto prevedibilmente infrangere.
«Cioè,» esordì Ron, «se io la bevo divento, per esempio, Tiger?»
Hermione annuì.
«Ma affinchè la Pozione funzioni devo inserire lo…sperma…della mia vittima, cioè Tiger?»
Hermione annuì di nuovo.
«Ma che schifo!» sbottò Ron, facendo voltare molte teste verso di lui. «Scordatelo, non lo farò mai!»
«Ron, quello sarà solo l’ultimo ingrediente» spiegò spazientita Hermione. «E la Pozione farà già schifo di per sé che non te ne accorgerai nemmeno»
«Ma chi se ne frega! Tu lo faresti?»
Hermione aprì bocca, la richiuse subito dopo e rimase zitta. Era un netto colpo basso e Ron, soddisfatto, interpretò il suo silenzio come un no.
«Ron, è l’unica possibilità che abbiamo» intervenne Harry a sorpresa
«Harry, come al solito tu hai un tempismo del cazzo!» sbraitò Ron.
«Ma Ron» tentò di farlo ragionare Harry, che evidentemente non aveva capito la vera natura della faccenda. «Dobbiamo sapere la verità. Pensa a tutti i Nati Babbani che moriranno se non parleremo a Malfoy
«Ma chi se ne strafrega dei Nati Babbani!» urlò in risposta Ron, molto garbato, guadagnandosi le occhiatacce di molti presenti.
«E a me non pensi?» ribattè Hermione, a metà tra le lacrime e la rabbia. «Io sono una di loro, e se Malfoy è veramente l’Erede di Serpeverde, sarò la sua prossima vittima!»
«Non c’è un altro modo?» domandò Ron, disperato.
«Sì, un modo ci sarebbe» intervenne Madama Pinsir alle sue spalle, facendolo sobbalzare. «Potrei sbattervi fuori! FUORI!»
Ron e Hermione fuggirono usando Harry come scudo, che si subì tutto il bombardamento di libri di Madama Pinsir.

Alla fine prevalse l’idea di Hermione. La parte più difficile era procurarsi gli ingredienti, che, fatta eccezione per lo sperma e alcuni altri ingredienti, si trovavano solo in un posto, il più temuto al mondo: l’ufficio di Piton. Affinchè riuscissero a rubarli, Hermione architettò un astuto piano: Harry doveva distrarre Piton con la sua cretinaggine (vedi che qualche volta torna utile?), Ron nel frattempo doveva gettare un petardo dei Favolosi Fuochi Tarocchi del Dottor Filibastard in uno qualsiasi dei calderoni e, dopo il prevedibile panico e scompiglio, Hermione avrebbe spiccato una corsa all’ufficio di Piton, che fortunatamente era lì vicino, a rubare gli ingredienti.

Il diversivo ebbe inizio una mattina. Piton aveva appena finito di insultare pesantemente Harry, per via della sua Pozione Ingrossante che, a suo dire, sembrava una ‘schifosa brodaglia fucsia’. Harry si alzò e iniziò a seguire Piton, il quale dopo un po’, irritato, si girò e disse: «Potter Fesso, se non vuoi beccarti subito una T, una punizione e un anatema, ti conviene trovare un pretesto valido per spiegare perché mi stavi seguendo»
«Sì, io…» Harry si guardò intorno in cerca di qualche aiuto, mentre l’attenzione della classe era puntata su di lui. «Volevo informarla che Neville è morto di nuovo» indicò Neville, con la faccia sprofondata nel calderone che evidentemente l’aveva ucciso.
«Potter» fece Piton con aria minacciosa. Si interruppe.
«Potter Fesso» si corresse ghignando. «Evidentemente non ti è chiaro il significato di ‘trovare un pretesto valido per spiegare perché mi stavi seguendo’. Non preoccuparti, adesso te lo spiego con calma, e dopo mi risponderai»
Ron agì in quel momento. Accese il petardo, e lo lanciò nel calderone di Goyle.
«Allora, “trovare” significa…»
BOOM
Il calderone di Goyle esplose, schizzando tutti di Pozione Ingrossante. Ron, con la coda dell’occhio, vide Hermione sgattaiolare fuori dalla classe. Poi si girò a guardare la situazione in classe e scoppiò a ridere: Draco aveva una testa grossa quanto la ciccia di Goyle, il quale a sua volta faceva a gara per mantenere la pancia superiore per dimensione alle mani. Tiger stava crescendo con due dentoni spropositati, che gli conferivano un’aria più intelligente del solito e Harry, per la prima volta nella sua vita, aveva qualcosa che i maschi avrebbero invidiato.
«SILENZIO! SILENZIO!» urlò Piton, tentando di ristabilire l’ordine. «TUTTI QUELLI COLPITI DALLA POZIONE INGROSSANTE VENGANO QUI PER FARSI SGONFIARE POTTER FESSO SEI IN PUNIZIONE» aggiunse poi le ultime cinque parole dritte filate alla frase principale, come se la colpa fosse di Harry. Ron si rotolava dalle risate, e non si accorse che nel frattempo Hermione era tornata.

Dopo il fatidico furto e la punizione di Harry, che prevedeva il lavaggio delle unghie dei piedi della McStrudel (non sia mai che Piton si lavi!), che gli costò ben sette conati di vomito, i tre si apprestarono a trovare un luogo per preparare la Pozione Polisucco indisturbati. Ancora una volta, miracolosamente, l’idea venne a Harry:
«Ehi, che ne dite del bagno dove è avvenuto l’aggressione a Mrs Purr
«Ma sei scemo?» lo rimbeccò Ron. «E’ il primo posto dove andrebbero a guardare!»
Hermione parve titubante, ma poi accettò: «No, non è vero. Il luogo del misfatto è sempre quello dove non nessuno sano di mente si aspetterebbe che accadrebbe di nuovo qualcosa»
«E come spieghi che Gazza sta quasi sempre appostato là?» domandò Ron sarcastico
«Perché, Gazza ti sembra sano di mente?»

Ma ben presto qualcosa fece loro dimenticare la Pozione Polisucco e i continui lamenti di Mirtilla Malcontenta, che dimorava in quel bagno: l’imminente partita di Calcio Rotante. L’eccitazione, come al solito pre-partita, salì alle stelle, aumentò il numero di studenti colti in flagrante a fare zozzate a pari passo con le morti assurde di Neville. Siccome era la partita di apertura, Grifondoro contro Sempreverde, come al solito i componenti delle squadre avversarie erano vittime dei più assurdi incantesimi: Harry si ritrovò con un grosso corno che gli spuntava dall’alluce sinistro, mentre Bastone, come era successo a Ron l’anno prima, fu vittima dell’incantesimo Bloccatus in Recinto Taurorum, che lasciava la vittima in uno status che faceva presupporre fosse rimasta bloccata a novanta in un recinto di tori da monta (lascio immaginare a voi l’esito). Quando finalmente arrivò la partita, Harry si svegliò di buonora, come al solito: era sicuro che il suo microchip, quello piantatogli l’anno scorso da Dr. House, che gli permetteva di far muovere ogni cosa al rallentatore, mentre in realtà era lui che si muoveva alla velocità di un proiettile, lo avrebbe protetto da ogni tipo di infortunio, salvo forse una caduta libera. Ma per quello non doveva preoccuparsi, c’era Silente apposta. Si alzò dal letto, si inforcò gli occhiali, mollò una scoreggia che svegliò i suoi compagni e asfissiò mortalmente Neville, si grattò la fessura delle chiappe e anche le palle (non si sa mai)  , si vestì e si recò al Campo da Quidditch. Quando sopraggiunse, scoprì di essere in ritardo come al solito. Bastone fece l’aspettato discorsetto pre-partita, che non degnò l’attenzione di nessuno, men che mai di Harry che si scaccolava con aria felice, dopodiché uscirono nel campo. Quel giorno i Grifondoro avrebbero provato le nuove Nimbus ScorraDuemila Uno dei Sempreverde. Madama BadaBUM! Arrivò sul campo provocando la solita esplosione casuale, questa volta della testa di Neville, e poco dopo fischiò l’inizio della partita. In breve la superiorità tecnica delle Nimbus ScorraDuemila Uno si dimostrò nettamente migliore: in breve tempo il risultato volgeva al peggio: GRIFONDORO 30 – 60 SEMPREVERDE.
«Ragazzi, lo sapete che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE» gridò all’improvviso Lee Jordan dal megafono?
GRIFONDORO 30 – 70 SEMPREVERDE
Harry zigzagava qua e là per il campo tentando di individuare il Boccino. Vide un Bolide arrivargli incontro e, con tutta la tranquillità di questo mondo, attivò il microchip e lo schivò. Non appena il Bolide fu passato, Harry disattivò il microchip e continuò a cercare il Boccino. All’improvviso, sentì un profondo contraccolpo all’estremità della scopa. Si girò per vedere un Bolide, forse quello di prima, che aveva mancato la sua testa solo perché Harry si era spostato un po’ (e che culo!). Attivando il microchip, schivò un giocatore di Sempreverde che provò a buttarlo giù con un Calcio Rotante, e vide che il Bolide che era destinato a lui colpì in pieno il giocatore di Sempreverde, disarcionandolo. Harry non fece in tempo a pensare che il Bolide ce l’avesse con lui, che quello gli si avventò contro. Harry lo schivò più e più volte, ma quello ormai sembrava essersi affezionato a lui. Harry allora decise di fare un rapido giro del campo per sbarazzarsene, ma il Bolide lo inseguì ad ogni costo. Harry si fermò un secondo per riprendere fiato, e vide Draco che ghignando diceva: «Sto ridendo come un coglione!». Tuttavia, non si era accorto del Boccino d’Oro che gli fluttuava vicino al suo orecchio sinistro, e Harry si lanciò per prenderlo. Draco pensò che volesse fargli un Calcio Rotante, e si preparò ad attenderlo. Ma quando vide che Harry puntò dritto, lo inseguì, incurante del Bolide che, durante l’inseguimento, travolse Colin Canon che era sceso sul campo per scattare foto come al solito. Draco stava per prendere il Boccino quando il Bolide, ricomparso improvvisamente davanti a loro, lo costrinse a deviare strada. Il suo manico di scopa si impigliò bruscamente a terra, facendo schizzare Draco in avanti in un effetto molto a catapulta. Harry si girò per deriderlo, ma si era dimenticato del suo braccio destro teso in avanti, e del Bolide che gli stava inesorabilmente finendo addosso
WHAM
Il Bolide colpì Harry al braccio, spezzandoglielo di netto. Il dolore provocò una richiesta di adrenalina che il microchip soddisfò egregiamente (ma senti come parlo bene). Harry diede un’ultima esortata alla scopa e con il braccio restante, afferrò il Boccino. Disattivò il microchip, ma perse l’equilibrio e ruzzolò giù dalla scopa per parecchi metri. Si guardò il Boccino nella mano sinistra e sorrise: «Abbiamo vinto. Che cu…»
WHAM
In quel preciso momento, il Bolide lo centrò in piena testa, facendolo svenire

Harry si svegliò di soprassalto (mi mancava un inizio così). Vide sopra di lui un po’ di gente, e Allock che si apprestava a medicargli il braccio. Nel delirio dello svenimento, disse una cosa ancora più scema di quanto potesse mai dire: «No, voglio mamma!»
«Oh, poverino» lo compatì Allock. «Non sa quello che dice (una cosa giusta una volta tanto
Brandì la bacchetta magica e ordinò con voce imperiosa: «Brachium, te rumpe
Harry udì una strana sensazione, come se il braccio gli fosse diventato di gomma. Trovò conferma ai suoi sospetti con un’occhiata, i suoni schifati dei suoi amici, e un imbecille Allock che, seppur sorridente, disse: «Ahhhh…sì, be’, a volte può succedere. Ma la cosa buona è che almeno le ossa non sono più rotte, no?»
Harry svenne di nuovo

Harry si svegliò di soprassalto. Era notte fonda, e si trovava in infermeria. Ma era stato qualcos’altro a svegliarlo. Una voce, la stessa voce glaciale che aveva sentito la prima volta uscendo dall’ufficio di Allock e che aveva ignorato il giorno dell’attentato a Mrs Purr:
Sangue…sento odore di sangue…vieni…vieni da me…ti ucciderò…ti squarterò…no, un’altra volta la cascata no, ahhhhhhhhhh…
«Salve!»
«Ahhhh, tacci tua!»
Harry abbassò lo sguardo per ritrovarsi faccia a faccia con Bobby. «Bobby!» lo salutò. «Che cosa ci fai qui?»
«Bobby aveva saputo che Harry Potter è d’animo coraggioso» disse Bobby. «Ma Harry Potter avrebbe dovuto ascoltare Bobby quando gli ha detto di tornare a casa. Bobby sperava che Harry Potter tornasse casa quando ha perso il treno»
«Come fai a sapere che ho perso il treno?» domandò Harry. Riflettè. «Un momento…tu ci hai bloccato l’entrata!»
Bobby annuì con aria triste. La mente di Harry, come sempre e solo quand’era solo, lavorava spedita.
«Hai rischiato di farci espulgere! (vabbè, mo non possiamo pure pretendere che parli bene. Un passo alla volta
«Bobby è addoloratissimo, signore. Ma sperava che così Harry Potter tornasse a casa» sospirò l’elfo. «Invece Bobby ha saputo che Harry Potter era tornato a Hogwarts. Allora Bobby non ha avuto altra scelta che stregare il Bolide, sperando che Harry Potter tornasse a casa almeno questa volta?»
«Sì, e come? Morto?» chiese Harry, sarcastico.
«No, mai! Mai morto. Ferito gravemente sì, ma mai, mai morto» esalò Bobby. «Perché Bobby non può permettere che Harry Potter rischi la vita ora che la storia…sta per ripetersi…»
«Per ripetersi?» ripetè Harry, sbalordito. «Allora è già successo!»
«D’oh!» fece Bobby. «Bobby, non doveva dirlo!»
Fece per autopunirsi, ma Harry lo afferrò per la collottola e lo minacciò: «Bobby, o mi dici che sta succedendo o sono cazzi tuoi!»
In quel preciso momento si udì un rumore fuori la porta dell’infermeria
«Mi liberi, Harry Potter» sibilò Bobby. «E Bobby le racconterà tutto. Fino ad allora…» schioccò le dita e, con un sonoro Crack, Harry si ritrovò a stringere il vuoto. Si tuffò sul letto proprio mentre la porta dell’infermeria si aprì, e udì le parole di Madama Chipster, la loro infermiera: «Cos’è successo, Minerva?»
«C’è staten altren aggressionen» rispose la McStrudel
«Chi è stato?»
«Cazzen saperen, sennò noi afere già sbattuten fuoren»
«Credete che sia riuscito a scattare una foto al suo aggressore?». Si sentì trafficare con un aggeggio, dopodichè si diffuse nell’aria la puzza di pellicola bruciata.
«Kosa esseren staten, Silenten
«Credo di saperlo» rispose Silente.
«Cosa?» lo incalzò Madama Chipster.
«Sono assolutamente sicuro che questo ragazzo sia Colin Canon»
«Et kosa gli esseren successen
«Ah, non lo so»

Olè, ecco qui che finisce un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto, e tengo a precisare che l’ho pubblicato dopo due settimane sia perché è stata una settimana impegnativa, sia per protesta in quanto la settimana scorsa avevo ricevuto solo una recensione

«Ah, Madama Chipster» disse Silente andandosene. «Ripulisci Harry dalla fuliggine e dagli un paio di vestiti puliti. Non deve avergli fatto bene quel fulmine che l’ha centrato in pieno appena ho detto il nome della vittima»

Appunto, ma ora basta con le ciance, perché è il momento di rispondere alle recensioni:

dirkfelpy89: Sai che hanno dedicato una canzone, sia a Gazza, che alla McStrudel? Fa così: “Come te…non c’è nessuuuuuuuuunoooo!” In seguito il cantante, un certo Marco Carta, è stato linciato dalla folla inferocita come un moscerino, e di lui non si è più sentito parlare. Inoltre ti ringrazio perché ogni Lunedì arrivi puntualmente a recensire le mie supercalifraginistichespiralidose fan fiction
angy_hihihi: Oh bene, sono contento di esserti mancato con la mia scemenza presa in prestito da un Cretino DOC (Harry), e figurati per gli scorsi capitoli. Cioè, a dir la verità un po’ mi importa delle recensioni, ma mica vi obbligo a lasciarle. Quanto alle varie situazioni in cui Harry vorrebbe cavarsela, mi sono ispirato un po’ ai film mentali di J.D. di Scrubs (non so se hai presente), invece le analisi tarocche di Silente continuano anche in questo chap, che spero ti sia piaciuto, e che ho gentilmente preso in prestito da Nonno Simpson ne “I Simpson – il Film”
Dark Dancer: Grazie per la solita recensione, che si è fatta un po’ attendere ma alla fine è arrivata. La prof non è più un fastidio, e per non stupirsi più della stupidità di Harry potete usare il vecchio metodo tibetano che io uso spesso, il “Tiapat ed Syechid”, che in Italiano vuol dire: “Sorridi e Annuisci”. Vedrai come Harry, e eventuali altri cretini, si sentiranno più felici e ti faranno più ridere se usi questo metodo. Testato scientificamente anche dal Mago Forrest.
Veronica Potter Malandrina: Scommetto che era la data! Ma cambiando discorso, io più che rincitrullito, che è offensivo, per Harry userei la parola cerebroleso, che sa già di più scientifico ed è inoltre più divertente se osservi Harry che si scervella per trovarne un significato e si scaccola con aria felice non riuscendo, prevedibilmente, a trovarlo.

Bene, ora vi lascio perché devo prendere scopa e paletta e ripulire le ceneri fumanti di Harry, che sarà come nuovo (purtroppo) nel prossimo capitolo: Il Club dei Mortal Kombattenti! A Lunedì quindi, e che la vostra spada resti affilata! (Tanto per non copiare da Paolini)

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Capitolo 10
*** Il Club dei Mortal Kombattenti ***


Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 10: Il Club dei Mortal Kombattenti

Il giorno dopo Harry guardò istintivamente verso il letto di Colin, che era stato escluso alla vista da delle lunghe tende, tossicchiando per la fuliggine che Madama Chipster si era altamente sbattuta di pulire. Il suo colpo di tosse la attirò, e subito prese a controllargli il braccio. Le ossa erano ricresciute tutte senza problemi, ma Harry si sentiva il braccio ancora rigido.
«Bene allora» sentenziò Madama Chipster. «Finisci la colazione e poi puoi andartene. E mi raccomando: non usare il braccio destro»
Harry obbedì, anche se non ne capì il motivo (ohilà, che notizia), visto che il braccio gli era guarito del tutto. Quando finì, si vestì, sempre usando solo il braccio sinistro, e si recò da Madama Chipster per avvisarlo che usciva (non che le importasse), poi le chiese: «Ma perché ho dovuto usare solo il braccio sinistro, se il destro mi era già guarito?»
«Volevo vedere come ti impiccavi usando solo il braccio sinistro» sghignazzò Madama Chipster, congedandolo con un segno della mano. Harry si recò quindi verso la Sala Comune di Grifondoro, in cerca di Ron e Hermione. Quando arrivò, tuttavia, non li trovò. C’era solo qualche studente e Ginny Weasley che scribacchiava su un diario. Harry le si avvicinò, ma poi a metà strada gli venne in mente una “genialata”. Si avvicinò di soppiatto, affiancò la sua bocca all’orecchio di lei, e urlò con quanto fiato aveva in corpo: «POUM!»
Ginny sobbalzò e lanciò un anatema che andò a colpire Neville, il quale cadde pesantemente contro il vetro e finendo di sotto. Ginny fissò torva Harry che si rotolava dalle risate, finchè questi non si accorse del suo sguardo.
«Non ti preoccupare per Neville» la rassicurò Harry, fraintendendo (ma di parecchio) il suo sguardo. «Tra poco rinascerà. Comunque, hai visto Ron e Hermione
Ginny non rispose. Si limitò a scuotere la testa, diventando più rossa dei capelli.
«Vabbè, li andrò a cercare da qualche parte» disse Harry. Poi sorrise curioso: «Che fai?»
Ginny arrossì ancora di più, tentando di nascondere il diario, ma Harry glielo strappò di mano e fissò avido le pagine: ma, con sua sorpresa, erano vuote. Eppure poteva giurare che fino a pochi secondi prima Ginny ci stava scrivendo sopra.
«Ma è vuoto!» osservò sapientemente Harry.
«Ma te fai i cazzi tua?» sbottò Ginny, ormai rosso-fragolone, riprendendo a sua volta il diario e scappando nel dormitorio delle ragazze. Harry rimase un po’ perplesso, poi si decise ad andare a cercare Ron e Hermione. Riflettè su cosa potessero stare facendo, ma non venendogli in mente niente, perlustrò tutta la scuola, fatto che gli buttò tre ore, e alla fine si ritirò nella Sala Comune, dove fu sorpreso di trovarli lì.
«Ma dov’eravate tutto il giorno?» domandò loro
«Stavamo preparando la Pozione Polisucco» bisbigliò Hermione, anticipando Ron, che rimase deluso con la bocca aperta. «Nel bagno di Mirtilla Malcontenta»
«D’oh!» fece Harry. Quello era l’unico posto dove non aveva guardato, perché sapeva che era il primo posto dove chiunque sarebbe andato a guardare in cerca di malefatte (pensa un po’ che intelligenza avanzata!)
«Avete saputo di Colin?» chiese Harry.
«Sì» rispose di nuovo Hermione, zittendo Ron. «Ho sentito la McStrudel che lo diceva a Vitious stamattina. Poverino»
«Sì, certo» commentò Harry, non del tutto convinto. «Poverino». Trattenne un ghigno. «Come procede la Pozione?»
«Bene» rispose Hermione. «Siamo arrivati a metà della preparazione. Ricordati che dobbiamo chiedere a Malfoy come ha fatto a stregare il bolide»
«Ah, non è stato lui»
Harry non avrebbe voluto dirglielo, vista la sua NOTEVOLE SIMPATIA per Draco, ma gli uscì a forza. Così gli raccontò di Bobby e della voce.
«Quindi è stato Bobby a stregare il Bolide?» domandò Hermione.
«Sì, per salvarmi la vita, dice lui» rispose sarcastico Harry. «Che ne pensate invece della voce?»
«Be’, secondo me…»
«AHOO, E MO M’HAI ROTTO ER CAZZO, FIGLIA BELLA!» sbottò Ron. «E FAMME RISPONDE PURE A ME! E RISPONDE LEI, E RISPONDE LEI, M’HAI FATTO DU PALLE!»
Harry e Hermione lo fissarono a lungo, poi tornarono a ignorarlo e a parlare per cazzi loro, cosa che fece guadagnare loro due bei Stupefacenti.

La mattina dopo i Grifondoro trovarono un bel annuncio in bacheca
«Hanno fondato il Club dei Mortal Kombattenti!» esclamò un ragazzino.
RAGAZZINO: Ma ce sarai ragazzino!
KRAK-HOOM
«Il che?» domandò Harry, che ovviamente non aveva capito.
«Il Club dei Mortal Kombattenti» scandì Ron, come se stesse parlando, cosa effettivamente vera, con un ritardato mentalmente cerebroleso. «Praticamente, sarà una lezione per addestrarci a combattere a duello. Visti i tempi che corrono, sarà meglio andare»
Si girò per avere conferma da Hermione, che, sebbene fosse pensosa – come al solito – annuì. Poi però notò l’espressione assente di Harry.
«Harry?»
Harry non rispose a lungo. Quando lo fece, disse lentamente: «Non mi è chiaro…»
«Ci insegnano a combattere a duello» sbuffò Ron, impaziente. «Che c’è da capire?»
Si recarono così verso la Sala Grande per la colazione.
«Hermione
«Sì?»
«Tu hai capito?»

***

Quella sera ci sarebbe stata il primo incontro del Club dei Mortal Kombattenti. Gli studenti erano tutti nell’aula di Difesa contro le Arti Oscure che aspettavano l’insegnante.
«Chissà chi sarà?» domandò Hermione eccitata (ehm, ehm…). «Forse Vitious, ho sentito dire che era un ottimo duellante quand’era giovane»
«Sì, e io sono Brago Braghi» commentò Ron sarcastico.
«Oh, io sono Harry Potter!» si presentò Harry. «Piacere, signor Brago Braghi»
Ma l’arrivo dell’insegnante salvò Harry dall’essere massacrato di botte.
«Avvicinatevi! Avvicinatevi! Mi vedete tutti? Mi sentite tutti?»
C’era un solo insegnante che poteva cominciare una lezione così, e vorrei poter dire che Harry e Ron furono attraversati dallo stesso pensiero, solo che uno pensò: Oh no, lui no, l’altro pensò: EHEHEHEHEHEHEH (lascio indovinare a voi chi è)
«Bene!» proseguì Allock. «Il professor Silente mi ha dato il permesso di fondare questo piccolo Club dei Mortal Kombattenti, nel caso abbiate bisogno di difendervi, come ho dovuto fare io innumerevoli volte. Per ulteriori informazioni, chiamare il numero verde sul retro della copertina di Stupidamente Io, e se chiamate dalle 22 alle 2 vi risponderà la nostra personale segretaria sexy che vi fornirà consigli su come rimorchiare inventati dal sottoscritto ste…»
«Expelliarmus!» gridò qualcuno all’improvviso. L’incantesimo colpì in pieno petto Allock, che recitava a memoria quella che pareva essere una pubblicità, lo scaraventò all’indietro e gli fece volare via di mano la bacchetta.
«Ah, professor Piton, eccola qui» sorrise Allock, benché Piton gli avesse palesemente fatto il c**o. «Ha sportivamente accettato di collaborare in questa lezione. Sì, in effetti direi che è stato molto utile mostrare ai ragazzi l’Incantesimo di Disarmo, anche se avrei potuto bloccarlo a occhi chiusi con le mani legate dietro la schiena, ho preferito che i ragazzi vedessero per imparare. Ma non temete» si rivolse agli studenti, «avrete ancora il vostro insegnante di Pozioni integro quando avrò finito»
«Ma professore» intervenne Ron. «Non pensa che le sue possibilità di vittoria siano completamente nulle?»
«Stai tranquillo, signor Weasley» rispose Allock. «Il professor Piton sa il fatto suo»
«Ma io non parlavo del professor Piton» ribattè Ron, ma Allock non lo sentì. Si misero entrambi in guardia.
«Bacchette in posizione!» esclamò Allock. Entrambi si portarono la bacchetta davanti alla faccia, a mo’ di saluto, e la riabbassarono.
«Ora ci si inchina e si fanno due passi indietro» continuò Allock.
«Bene, al mio tre guardate cosa resterà del professor Piton» sogghignò Allock. «Senza offesa, professor Piton»
Piton ghignò. Allock interpretò male: «Oh bene, vedo che accetta la sfida sportivamente. Ottimo, questo è lo spirito migliore per affrontare la disfatta. E uno, due…TRE
Allock eseguì una complicata manovra, formulando un incantesimo in una lingua sconosciuta. Il ghigno di Piton si fece più largo. Harry sospettò…

Se, no, aspettate, Harry…sospetta? Ok, proviamo a cambiare

Ron sospettò che Piton avesse indugiato apposta per dimostrare l’incapacità di Allock, perché reagì dopo poco
SBUF!
EXPELLIARMUS!

[Lascio immaginare a voi l’esito]

«Bene, ora occorrono due volontari» propose Allock, tutto ingessato (mi domando il perché). «Potter? Weasley? Volete venire voi?»
Harry sussultò nel sentirsi messo in mezzo, dato che era beatamente assente alla lezione, ma quando Ron fece per muoversi Piton intervenne: «La bacchetta di Weasley potrebbe far scoppiare la testa – non dico cervello – di Potter Fesso anche con un blando Incantesimo di LibraCertosa. Spediremmo quel che resta di Potter Fesso – non che mi dispiaccia – a casa dei suoi zii in un sacchetto per i vermi»
Ron rimase fermo dov’era, anche lui rosso-fragolone.
«Potrei proporre qualcuno dei miei?» suggerì Piton. «Malfoy, per esempio?»
Draco si arrampicò sul palco. Harry, ancora in preda al panico perché non aveva capito cosa fare, guardava disperato Ron e Hermione, i quali però erano ancora incazzato e pensierosa.
«Paura, eh?» sghignazzò Draco dal palco.
«Giammai!» gridò Harry, salendo a sua volta sul palco.
«Bravo Harry» lo incoraggiò Allock. «Mai tirarsi indietro. Ti do una dritta, fai esattamente quello che ho fatto io prima»
Il bello è che Harry non avrebbe potuto farlo neanche se avesse voluto, dato che stava pensando a come disegnare correttamente Grande Puffo. Così si limitò a copiare quello che faceva Draco, domandandosi perché si stesse prendendo a schiaffi da solo. Ma siccome doveva essere la procedura, Harry fece altrettanto.
Si accorse solo dopo un po’ – un bel po’, in effetti – che lui continuava a prendersi a schiaffi da solo mentre i Sempreverde si sganasciavano dalle risate. Perfino Piton si tratteneva a stento dalle risate, il che è strano, visto che affiancato a Terminator si faticherebbe a riconoscere il cyborg. Ma tornando a Harry e Draco, i due si misero in guardia e Allock ordinò: «Al mio tre lanciate un incantesimo per Disarmare l’avversario. Solo per Disarmarlo! Non vogliamo feriti qui!»
Senti chi parla, fece appena in tempo a pensare Harry (per una volta intelligentemente) quando Draco attaccò con un Incatesimo di Ostacolo: «Impedimenta
Harry fu colpito in pieno e scaraventato all’indietro. Si rialzò, ma l’Incantesimo di Ostacolo gli impediva di muoversi, così puntò la bacchetta su un troppo presto ridente Draco e urlò: «Rictusempra
Dapprima sembrò che l’incantesimo non avesse effetto, visto che non era la prima volta che Draco rideva da solo per parecchi minuti buoni. Ma quando, dopo un ora, ancora non la smetteva, fu subito chiaro che era stato stregato. Siccome mezza classe, Allock compreso, si era addormentati, intervenne Piton: «Finite Incantatem
Draco smise di ridere, borbottò: «Peccato, ci stavo prendendo gusto», poi tornò all’attacco strillando: «Serpensortia
La bacchetta di Draco esplose, catapultando fuori una vipera.
«Non muoverti, Potter Fesso» intervenne Piton. «Ci penso io a mandarla via»
«Mi consenta, professor Piton» prese in mano la situazione Allock. A un certo punto partì una musica (questa musica: http://www.youtube.com/watch?v=lHBUcnIW_Oc) e cominciò a cantare e a ballare:
«Vi undrar r ni redo att vara med
Armarna upp nu ska ni f se
Kom igen
Vem som helst kan vara med

S rr p era ftter
Oa-a-a
Och vicka era hfter
O-la-la-la
Gr som vi
Till denna melodi
»


La classe lo guardò ammutolita ed esterrefatta (per immaginarvi bene la scena vi consiglio di cliccare il link della canzone e immaginarvi Allock nel video). Persino il serpente si era fermato a guardarlo a occhi spalancati. Diverse maledizioni volarono in direzione di Allock, che però era immune ad ogni cosa. Così, decisero di TENTARE di ignorarlo. Infatti, il serpente si volse verso Justin Finch-Flecieccie e cominciò a sibilargli contro. Harry avanzò di qualche passo e ordinò al serpente:
«
Dansa med oss
Klappa era hnder
Gr som vi gr
Ta ngra steg t vnster
Lyssna och lr
Missa inte chansen
Nu r vi hr med
Caramelldansen
»
Allock, vuoi levarti dai coglioni?
Dicevo, ordinò al serpente: «Assah hisiet!» (eheh, pensavate che lo scrivessi in italiano, eh?). Il serpente si afflosciò (brutta parola) di colpo, mentre Justin Finch-Flecieccie, ripresosi dallo shock, urlò contro Harry: «Ma che cazzo fai? Te meno, te sfonno, t’ammazzo!» e detto questo se ne andò piangendo. Harry rimase perplesso. Si voltò verso Piton, che lo guardava con la sua solita faccia morta, poi puntò la bacchetta contro il serpente e borbottò: «Vipera Evanesco»
Il serpente sparì, ma la classe era immersa nel più totale silenzio. A parte Allock che continuava a ballare e cantare. Tutti fissavano Harry, che era convinto di essere diventato un – coff coff – top model e prese a lanciare sorrisi alla Allock, finchè Ron e Hermione, per la salvezza dei loro compagni, non ebbero il buonsenso di trascinarlo via.
Arrivati in corridoio, però, Harry si aspettò che dicessero qualcosa, ma ciò non accadde. Il tempo passò, e Ron e Hermione continuava a fissarlo come due deficienti.

Ragazzi, non dovreste dire: “Harry, sei un Rettilofono! Perché non ce l’hai detto?” (Ricordate cos’è successo in HP 1?)
RON: Ah, era questa la fic dove dovevamo dirlo?
No guarda, è il Mai Nato la fic dove dovete dirlo
HERMIONE: Ma è impossibile. Nel Mai Nato Harry non è Mai Nato, quindi non possiamo dire una cosa a qualcuno che non c’è…è scritto su Storia di Hogwarts!
Hermione, te lo dico perché a te ci tengo: fottiti
HARRY: Cosa sarei io?
A parte scemo? Spiegateglielo voi

«Un Rettilofono» scandì Ron, parlando più lentamente di una lumaca moribonda. «Sai parlare con i serpenti»
Dopo le consuete due ore che servirono a Harry per capire, rispose: «Ah, quello! Be’ che c’è di strano? Se non avessi detto al serpente di sgozzare Justin…»
«Ah, allora è questo che gli hai detto!» disse Ron.
«Mi hai sentito! Gli ho detto “Sgozzalo”, come hai fatto a non capire?»
«Grazie al cazzo, hai parlato nella lingua dei serpenti!»
«Ma non la conosco nemmeno! Come faccio a parlare una lingua che non conosco?»
«Harry, sono tante le cose che non conosci» intervenne Hermione. «Ma questa è una delle più gravi. Salazar Serpeverde era famoso perché parlava con i serpenti. Ora tutti penseranno che sei il suo erede!»
Harry ammutolì. Intanto i tre si incamminarono verso la Sala Comune di Grifondoro.
«Ma secondo te ha capito?» chiese Ron a Hermione
«No» rispose lei.

Il giorno dopo, la notizia che Harry Potter fosse un coglio…voglio dire Rettilofono si sparse per tutta la scuola. Tutti continuavano a fissare di sottecchi Harry, che evidentemente non aveva capito che tutte quelle attenzioni verso di lui non erano niente di buono. Alla fine, su pesante insistenza di Hermione, Harry si decise ad andare a chiedere scusa a Justin.
«Ancora?» sbottò Harry esasperato, dopo la millemillesima volta che lei l’ebbe ripetuto. «Ma che senso ha che vado a chiedere scusa? Tanto non mi ha capito nessuno!» (Hai capito com’è bravo a girare la frittata?)
«Ma metti che Justin è un Rettilofono anche lui?» insistè Hermione. «Dammi retta, vattene a fancu…voglio dire, vai a chiedere scusa, mettici qualche oretta buona, e se ci riesci portati pure Ron!»
Harry infatti notò solo ora che Ron era sparito. Si guardò intorno, ma alla fine, per non stregare – correzione – TENTARE di stregare Hermione, si incamminò. Come al solito setacciò tutto il castello, ma non lo trovò da nessuna parte. All’improvviso, la udì di nuovo:
Sangue…sento odore di sangue…vieni…vieni da me…passa al Lato Oscuro della Forza…compra uno dei nuovi decoder Sky…guarda questo fantastico coltello Miracle Blade…tutto questo da me…ma solo se vieni…
Harry si fermò di botto. Era una pubblicità? O qualcosa di molto più sinistro e spettrale?
Decise di seguire la voce, giungendo alla conclusione che era palesemente una pubblicità. Svoltò un angolo, e si paralizzò al suolo. Fluttuante per aria, in una grottesca posizione, c’era la cosa più bizzarra che avesse mai visto: Nick-Quasi-Senza-Testa, color grigio fumo, con una faccia da cretino, che girava in tondo. Sembrava morto
Chissà come è morto, pensò Harry, non rendendosi conto che i fantasmi non possono morire. Spostò lo sguardo per terra, e vide con orrore tre figure: Justin Finch-Fleciecce, Neville Paciock e Gargamella, tutti e tre con un’espressione sconvolta sul volto. Harry si gettò ai piedi di Gargamella e urlò tutto il suo dolore (ma che animo nobile). Il suo pianto richiamò una voce, quella che era meno opportuna: «Chi è che piange, eh? Chi è, tesssoro? Argussss gode nel ssssentire qualcuno che ssssi disssspera. Chi è?»
Harry sarebbe dovuto scappare a gambe levate, ma era paralizzato dalla morte di Gargamella.
«POTTER!» ululò Gazza, giulivo. «Colto sul fffatto, tessssoro! Quessssta volta ti facciamo buttare ffffuori

 

 

 

 

 

 

 

 

ALLOCK: Mi sono perso qualcosa?
KRAK-HOOM

Ok ragazzi, ecco finalmente il nuovo capitolo. Lo so che l’ultima pubblicazione risale a millemila giorni fa, ma la scuola è un po’ stronzetta sto periodo, e tra una cosa e l’altra non ho proprio avuto tempo di scrivere il chap. Ma ora sono tornato, perciò non mi spedite contro un Orso Coattone, e in cambio risponderò alle vostre recensioni:

Dark Dancer: Tu sì che sei stata veloce, io invece sono stato scooooooooooooooooooooonsideratamente lento. Mi fa piacere sapere che usi una delle mie tattiche preferite (Sorridi e Annuisci) quanto alla mia carriera ho già in mente qualcosa: creare uno zombie, regalare un tutù ad Allock e fabbricare un cervello a Harry. Lo so, sono un po’ ambizioso (avrei detto scemo)
angy_hihihi: La McStrudel ti saluta e ti promette un paio di mutandine autografate (ti consiglio di incenerirle appena arrivano e di buttarle nella più vicina discarica ad alto contenuto radioattivo). Per fare Piton contro Harry non è difficile: basta prendere qualche insulto non diretto, sarcasmo, assenza di emozioni, Potter Fesso, e il gioco è fatto. Ma resta sempre il fatto che Harry è Plurilaureato un Stupidologia e Scemenza Applicata. Ma, tengo a precisare che, per una ignota legge fisica, il cervello di Harry funziona QUASI come una persona normale SOLO se è da solo.
Veronica Potter Malandrina: Quella su Gazza è stata un colpo di genio, quanto alla Pozione, siete voi che pensate sempre male. Io ho detto liquido seminale: potrebbe essere anche sudore, non per forza sperma.
Nota per il Dinamico Trio: pensando sempre male anche loro, mi sembrava piuttosto evidente che andassero a parare lì.

Good, now ends a new chap. Traduco: buono, adesso finisce un nuovo capitolo (non si sa mai chi legge u.u). Alzi la mano chi sapeva che Allock è un coglione. Alzi la mano chi sapeva che il colpevole era Harry. Alzi la mano chi sa che Harry è un maggiordomo (perché se il colpevole è sempre il maggiordomo, ma è anche Harry, per la proprietà transitiva Harry è un maggiordomo). Ok, scusate la battutaccia, ma c’ho troppa matematica in testa (che per altro è una delle materie dove vado peggio). Ad ogni modo, ci sentiamo Lunedì per il prossimo capitolo: La Pozione Polisucchio…voglio dire, Polisucco! E Sabato non perdete l’appuntamento con il secondo capitolo del Mai Nato!

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