Next to you di agatha (/viewuser.php?uid=9800)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8° ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9° ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10° ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11° ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1° ***
Next
to you
“Ho già
preso accordi e la direzione ha accettato la mia
proposta”
“Non
lo so Maddie…”
“Ti
prego! Sarà solo per qualche settimana e poi l’hai detto anche tu che ti farebbe
comodo qualche soldo in più”
Con un
sospiro Samantha prese un straccio umido e cominciò a passarlo sul ripiano
lucido del bancone del bar. Si domandò, per l’ennesima volta, come aveva potuto
accettare quel patto: Madleine, la sua migliore amica, era stata ricoverata per
un’operazione ai legamenti della spalla e, per non perdere il posto di lavoro,
aveva suggerito che venisse sostituita da lei. Così, dopo una serie di suppliche
e occhioni spalancati, si era ritrovata ad accettare quell’assurda proposta.
L’intervento chirurgico si era rivelato più impegnativo del previsto e questa
era la seconda settimana che lei trascorreva preparando cappuccini e tè,
accompagnati da un dolce, ma falso, sorriso di cortesia.
Per
fortuna l’ora di punta della colazione era ormai passata e non le restava che
pulire e mettere tutto in ordine. Aveva appena finito di formulare quel
pensiero, e si stava già crogiolando all’idea di un po’ di riposo, quando Ryan,
l’altro addetto al bar, si avvicinò a lei. Era da qualche giorno che faceva di
tutto per starle sempre addosso, in un modo che non le piaceva proprio ma non
avendo fatto nessun gesto esplicito non poteva accusarlo di nulla.
“Sei
molto carina stamattina”
“Mmhh…
grazie”
Cercò
di allontanarsi da lui, con la scusa di finire di pulire.
“Che
ne dici se, quando abbiamo finito, ci sediamo insieme e… – il suono del telefono
interno lo interruppe – accidenti!”
Con
uno sbuffò si allontanò da Sam che, mentalmente, ringraziò chiunque avesse
chiamato bloccandolo.
“Va
bene. Arrivano subito” lo sentì rispondere.
Svelta
lei cercò di spostarsi, in modo da non rimanere bloccata tra Ryan e la fine del
bancone.
“Hanno
ordinato due caffè, stanza 512” le comunicò.
Felice
di avere una scusa per allontanarsi, colse la palla al balzo e subito cominciò a
preparare quanto richiesto.
“Li
porto io non preoccuparti”
Appoggiò
rapidamente su un vassoio l’occorrente e, appena il caffè fumante riempì le due
tazzine, sparì nell’ascensore.
Sola
nell’abitacolo, fissò il proprio viso nello specchio. La luce implacabile del
neon le rimandò un’immagine che non le piacque: i capelli tirati indietro in una
severa coda di cavallo e la divisa dell’albergo la facevano apparire così…
ordinaria. Proprio lei che amava i colori e la confusione. Le porte
dell’ascensore si aprirono e si avviò verso la camera 512.
Per
fortuna tutto questo era solo una soluzione temporanea, non era il lavoro della
sua vita e avrebbe fatto meglio a concentrarsi sui soldi che avrebbe guadagnato
e non sul colore dell’abito che le facevano indossare. Rimuginando ancora su
queste cose, girò l’angolo del corridoio e non si accorse che un ragazzo stava
camminando verso di lei.
In un
attimo si scontrarono e le tazzine che Samantha teneva fra le mani finirono,
rovinosamente, contro la camicia bianca dello sconosciuto.
“Ehi”
disse lui prima di urlare quando il caffè bollente arrivò a contatto con la sua
pelle.
“Oh
cielo!”
Lasciati
da parte tutti i suoi pensieri, lei rimase a fissare quelle macchie bizzarre
maledicendosi per la sua stupidità e non sapendo che fare.
“La
prego di scusarmi, non so come sia successo”
Lo
sconosciuto aveva afferrato la camicia scostandola dal corpo e cominciando a
muoverla modo da farsi aria.
“E’
stato un incidente non si preoccupi” cercò di
rassicurarla.
La
voce di quel ragazzo la colpì in quanto profonda e particolare. Non avrebbe
saputo spiegare esattamente perché ma le provocò un brivido di piacere. Si trovò
a fissare due splendidi occhi verdi, incorniciati da una cascata di riccioli
castani.
Gli
sorrise, grata che non si fosse arrabbiato e ne approfittò per osservarlo
meglio. Le sembrava un volto conosciuto ma, così sul momento, non riusciva a
ricordare chi potesse essere. Forse si erano già incontrati in albergo. Senza
dubbio era qualcuno di molto, molto carino. Ma poi lui sorrise e Sam fu
costretta a rettificare quanto aveva appena pensato: era qualcuno di molto,
molto affascinante e dolce.
“Posso
fare qualcosa per rimediare…”
Il
ragazzo scosse la testa in segno negativo.
“Non è
niente davvero”
Annuendo
lei si chinò a raccogliere quanto era caduto e, con un’ultima occhiata al suo
misterioso ragazzo, si voltò per andarsene.
Kevin
rimase ad osservarla fino a quando non scomparve dentro l’ascensore. Aveva
trattenuto a stento una parolaccia perché quel caffè era davvero ustionante e
sentiva la pelle pizzicare in quel punto. Tuttavia era un altro il pensiero che
stava occupando la sua mente: era un evento raro che una ragazza, più o meno
della sua età, non lo riconoscesse cominciando ad emettere degli strani urli e
aggrappandosi a lui. Non era così ipocrita da non ammettere che gli faceva
piacere la notorietà, però era una bella sensazione quella di essere considerato
un semplice ragazzo e non solo “uno dei Jonas Brothers”.
Con
un’alzata di spalle liquidò quelle riflessioni e abbassò lo sguardo sulla sua
camicia. Non trattenne una smorfia di disappunto: purtroppo era rovinata e
avrebbe dovuto tornare in camera a cambiarsi. Ripercorse il corridoio e incrociò
suo fratello Joe che stava uscendo dalla stanza accanto alla
sua.
“Pronto
per registrare l’interv… - sgranò gli occhi adocchiando le macchie di caffè –
hai intenzione di lanciare un nuovo look?” lo prese in giro poco
dopo.
“Che
fratello spiritoso. Ho avuto un piccolo incidente”
“Vuoi
che chieda a mamma di farti mandare uno dei vecchi bavaglini di
Frankie?”
Come
risposta ebbe solo il rumore della porta sbattuta da suo fratello, ma anziché
offendersi quel comportamento lo divertì ancora di più.
*
Non ci
volle molto perchè Samantha si dimenticasse di quell’incidente. Ritornò a
lavorare e la sua mente fu occupata nel cercare modi per tenere Ryan a distanza.
Non aveva mai fatto nulla per incoraggiarlo, eppure ogni occasione era buona per
starle accanto o sfiorarla. Purtroppo era costretta a non reagire per non creare
problemi a Maddie. Per questo, quando arrivò il momento della sua pausa, si
fiondò letteralmente fuori dall’albergo, felice di essere finalmente libera.
Alzò la testa verso il cielo azzurro e respirò contenta prima di incamminarsi
verso un bar per mangiare un panino e, strada facendo, si fermò ad un’edicola
per comprare qualcosa da leggere.
Vista
la giornata abbastanza calda si incamminò verso il parco per sedersi su una
panchina. Dopo aver dato un morso al panino, si appoggiò la rivista sulle gambe
cominciando a sfogliarla. C’era un articolo dedicato all’uscita del sesto film
di Harry Potter, un’intervista ai protagonisti di Lost e un servizio dedicato al
film della Disney, Camp Rock. Si mise a leggere con vago interesse quest’ultimo.
Il martellante tam tam pubblicitario cominciato mesi prima l’aveva convinta a
guardarlo, più che altro per la curiosità di vedere le coreografie. Il film si
era rivelato piacevole e si era ritrovata, nei giorni successivi, a canticchiare
persino alcuni brani.
Oltre
alla trama, l’articolo si dilungava sul grande successo che aveva portato al
gruppo dei Jonas Brothers.
“Jonas
Brothers” ripetè ad alta voce agguantando la sua bottiglietta d’acqua, bevendo
un sorso.
Osservò
le foto dei tre fratelli.
Sulla
prima pagina campeggiava Joe, il protagonista del film nonché frontman del
gruppo, che ammiccava all’obiettivo della macchina e l’immagine la fece
sorridere: doveva essere un simpatica canaglia. Passò alla successiva. Nick, il
piccolo del gruppo, quello più dotato artisticamente e con un’espressione da
cucciolo che le faceva venire voglia di abbracciarlo. Voltò di nuovo la pagina e
si trovò davanti la foto del maggiore tra i Jonas: Kevin, il maestro degli
assoli alla chitarra, anche lui un ragazzo carino e, indubbiamente, molto
somigliante agli altri due. Stava quasi per passare oltre, quando corrugò la
fronte e fissò più attentamente la fotografia davanti ai suoi occhi.
In un
attimo la sua mente collegò quell’immagine con l’incidente di quella mattina e
le due si incastrarono, combaciando, come pezzi di un puzzle.
Kevin
Jonas.
Si era
scontrata con Kevin Jonas.
Peggio,
aveva versato del caffè addosso a Kevin Jonas.
Rischiò
di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo e tossì più volte prima di stare
bene. Prese in mano il giornale avvicinandolo ai suoi occhi. Lei se lo ricordava
com’era apparso nel film della Disney, con i capelli lisci, per questo non
l’aveva riconosciuto subito. Squadrò per bene quei riccioli ribelli,
quell’espressione adorabile e quel sorriso capace di stregare chiunque. Per
quanto bella, quella posa non gli rendeva del tutto giustizia, dal vivo era
molto meglio.
Eppure
lei si augurò, dopo la figuraccia fatta, di non incontrarlo mai più.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2° ***
Non
potrei essere più soddisfatta, ben 6 recensioni grazie!!!
Lo
so che la ff è all’inizio e dovete prendere confidenza con i personaggi e la
storia ma non ve ne pentirete promesso.
Beautiful_disaster:
tu ormai sei la madrina di questa storia e quindi tengo molto al tuo parere. E’
inevitabile che ti si allunghi il naso ma ne vale la pena no? La collaborazione
continuerà sicuramente sennò poi come faccio a scrivere se non ascolti i miei
sproloqui? Grazie per il tuo sostegno *wub*
BuonaNotteLuna:
grazie dei complimenti. Ti assicuro che la vicenda diventerà coinvolgente e
anche abbastanza ingarbugliata. Sono contenta che Sam ti sia simpatica, ha i suoi
difetti ma fondamentalmente è buona.
jollina
la verde:
Sam poverina non era una grande fan dei Jonas, o meglio non sapeva molto su di
loro, ma fortunatamente avrà modo di rimediare beata lei.
Tempe:
Kevin è il solito gentiluomo che si distingue in queste occasioni, Joe invece
non ne perde una per fare battute e divertirsi come hai visto. Vedremo se
riuscirò a farti apprezzare un po’ di più Sam man mano che andremo avanti. Ho un
debole per gli incontri classici, quelli che sogni e che non capitano mai
purtroppo…
Minako:
Anche a me piace il diminutivo Sam ed è uno dei motivi per cui ho scelto
Samantha come nome. Kevin è sempre gentile e il tuo consiglio è stato perfetto
per migliorare la scena, d’altronde quando c’è di mezzo Kev non è facile
mantenere la concentrazione xD Danger è Danger e non perde occasione per
dimostrarlo. Mi dirai cosa ne pensi del nuovo incontro
Sam/Kev.
Potterina
Weasley:
meglio tardi che mai giusto! Mi fa piacere che già Sam ti piaccia e per quanto
riguarda la curiosità, fidati, te ne verrà molta fra qualche capitolo
xD
Ringrazio
chi mi ha messo nei preferiti (me onorata) in rigoroso ordine alfabetico:
ffdipendente, jollina la verde e
Tempe.
*****
Dopo aver
finito il suo panino, Samantha si era incamminata verso l’ospedale per andare a
trovare Maddie. Purtroppo non era stata una visita lunga dato che un’infermiera
si era accorta di lei e l’aveva praticamente cacciata dato che non era orario di
visite, meritandosi il soprannome di Führer per il modo di fare molto
militaresco. Uscendo dall’edificio Sam si domandò perché non avesse fatto cenno
all’amica di quanto successo al mattino. Senza ombra di dubbio Maddie avrebbe
cominciato ad urlare e saltellare, rischiando di far saltare i punti di sutura
dell’operazione.
Ma
questo non era il motivo principale.
In
realtà, finché quell’incidente rimaneva segreto, poteva quasi illudersi che non
fosse mai successo, che non avesse fatto una figuraccia così patetica di fronte
ad un ragazzo famoso e abituato certamente a ragazze affascinanti e non
impacciate come lei. Controllò l’ora e notò che era più tardi di quanto
pensasse. Doveva affrettarsi se non voleva arrivare in ritardo in palestra e,
per questo, allungò il passo cercando di scacciare dalla mente l’immagine e il
sorriso del Jonas incontrato prima.
Ignaro
di quanto stava accadendo dall’altra parte della città, Kevin era seduto in uno
studio radiofonico, di fianco a Nick, e tutti e tre stavano rispondendo alle
domande del conduttore e alle mail arrivate dalle loro fans. Si sentiva più a
suo agio qui che in televisione, dove ogni movimento o espressione potevano
essere osservati e magari interpretati in modo sbagliato. Al contrario, Joe
sembrava sempre essere tranquillo in qualsiasi situazione e in ogni luogo. Era
una qualità che aveva sempre ammirato nel fratello. Aveva la giusta dose di
ironia e sicurezza che gli permettevano di scherzare, improvvisare e conquistare
ogni persona di sesso femminile da zero a novant’anni. Mentre lo osservava, lui
finì di rispondere con una battuta che fece ridere tutti e poi il conduttore li
invitò ad improvvisare qualcosa dal vivo.
I suoi
occhi si illuminarono contenti. Questo era il momento che preferiva, quando
teneva fra le mani la sua amata chitarra e accarezzava le corde tese, mentre le
note si fondevano creando una musica vibrante e coinvolgente. Anche Nick si era
unito a lui suonando, mentre Joe, con la sua voce, seduceva chiunque li stesse
ascoltando.
Quando
la canzone terminò i tre fratelli si scambiarono un’occhiata veloce, che ad un
estraneo non avrebbe detto niente, ma per loro significava farsi i complimenti
ed essere soddisfatti di quanto avevano fatto. La loro sintonia naturale era la
marcia in più che li contraddistingueva.
Quando
il conduttore fece il suo nome, Kevin si riscosse da quelle riflessioni e
ascoltò la domanda che gli veniva posta.
*
Mentre
Samantha rientrava in albergo, per il secondo turno, non poteva sapere che i
Jonas Brothers erano già tornati nelle loro stanze e si stavano riposando. La
lezione in palestra era stata abbastanza dura e lei si sentiva stanca.
Purtroppo, dato che le disgrazie non vengono mai da sole, trovò Ryan ad
aspettarla. Stava in piedi, proprio all’inizio del bancone, occupando quasi
tutto lo spazio. Era chiaro che lei, per passare, non poteva evitare che i loro
corpi si sfiorassero.
Stava
già meditando come pestargli un piede per puro caso quando la sorte le sorrise.
Christine, una delle impiegate alla reception, chiese se era possibile avere dei
caffè per lei e le altre due ragazze con cui divideva il lavoro. Samantha non si
lasciò sfuggire l’occasione e disse a Ryan di prepararli mentre lei si sarebbe
occupata di portarli di là. Con una smorfia il “polipo” fu costretto a spostarsi
per caricare la macchina del caffè.
Felice
di quel colpo di fortuna, si allontanò velocemente per raggiungere le ragazze
alla reception. Stava camminando speditamente con il vassoio tra le mani quando
inciampò, con il tacco della scarpa, in uno dei tappeti che arredavano
l’ingresso. D’improvviso si trovò sbilanciata in avanti, senza nessuna
possibilità di aggrapparsi a qualcosa per evitare di cadere. Purtroppo, o per
fortuna, qualcuno stava camminando nella direzione opposta alla sua e non poté
evitare l’impatto. Il contenuto del vassoio cadde a terra ma lei riuscì ad
appoggiarsi a quella persona, evitando di aggravare la sua situazione.
Sono
stata fortunata.
Riuscì
a pensare nei due secondi successivi.
Ma
quando, poco dopo, rialzò lo sguardo per scusarsi e ringraziare il suo
salvatore, cambiò idea.
Sono
stata molto, molto sfortunata.
Si
ritrovò a ripetere mentalmente.
Con
tutte le persone presenti in quell’albergo si era scontrata proprio con lo
stesso ragazzo di quella mattina, con Kevin dato che ormai era riuscita a dargli
un nome e, disgrazia ancora più grande, gli aveva di nuovo versato addosso del
caffè.
Poteva
esistere un incubo peggiore?
“Ma
cosa… - cominciò a dire lui, tenendola per le braccia e aiutandola a rimettersi
in piedi. Poi, quando rialzò la testa, la riconobbe all’istante e sbarrò gli
occhi – ancora tu?”
Al
maggiore dei Jonas si dipinse un’espressione di stupore sul viso, non credeva a
quanto stava vedendo. Poteva accettare che in un albergo pieno di persone
capitasse di scontrarsi per sbaglio con qualcuno, ma che in un hotel così grande
quella ragazza fosse caduta di nuovo addosso a lui sfidava qualsiasi legge delle
probabilità.
I casi
erano due: o quella rossa odiava i Jonas Brothers anche se non aveva dato segno
di averlo riconosciuto, oppure aveva preso in antipatia il suo modo di vestire.
Intanto
Samantha, ignara di tutte quelle riflessioni, aveva fatto un passo indietro
allontanandosi da lui. Il suo più grande desiderio in quel momento fu che si
aprisse una voragine per scomparire dalla faccia della terra ma, ovviamente,
pestando un piede per terra si rese conto che il terreno era molto solido e
quindi, come al solito, doveva arrangiarsi da sola.
“Mi
dispiace. Mi dispiace davvero tanto. Mi…. dispiace” si scusò contrita non
riuscendo a dire altro che quelle due parole, mentre si chinava ad afferrare
velocemente il vassoio e le tazzine cadute a terra. Una terribile sensazione di
deja-vù l’assalì prima di fare dietrofront e scappare
vigliaccamente.
Rimasto
solo Kevin controllò i danni ai suoi vestiti. Per fortuna era stato preso solo
di striscio e quindi si era risparmiato una seconda ustione, ma non poteva
rimanere conciato così. Ancora incredulo per quanto successo, non gli rimase che
ritornare di nuovo verso la sua camera per cambiarsi i vestiti. Naturalmente
sarebbe stato chiedere troppo riuscire a non incontrare nessuno durante il
tragitto: neanche a farlo apposta incrociò sia Nick che Joe, proprio quando si
aprirono le porte dell’ascensore per farlo uscire. Roteò gli occhi verso l’alto
prima ancora di sentire suo fratello scoppiare a ridere, mentre il più piccolo
del gruppo guardò alternativamente gli altri due, non capendo cosa stava
succedendo.
“Kevin,
che ti è successo?” domandò innocentemente.
“Un
piccolo incidente” rispose per la seconda volta in quella giornata, facendosi
largo tra i due senza smettere di camminare.
Alle
sue spalle sentì Nick parlare di nuovo.
“Cosa
vuol dire un nuovo
look?”
Mentre
si richiudeva la porta alle spalle, udì Joe che riprendeva a ridere ancora più
forte.
Solo
nella sua camera, il maggiore dei Jonas si appoggiò al battente con la schiena.
Quella
giornata stava peggiorando ogni minuto che passava e si trovò a desiderare, con
tutte le sue forze, che finisse il prima possibile. Fece scattare le serrature
della sua valigia e frugò tra i vestiti accuratamente ripiegati. Afferrò una
camicia colorata ma si bloccò quasi subito. Quel giorno gli avevano portato
proprio male e non era il caso di sfidare una terza volta la sorte. Optò per un
maglioncino leggero e lo indossò controllando, nello specchio, che andasse bene.
Poi si
soffermò a guardare la sua immagine riflessa.
Era
facile leggere, nei suoi occhi, quell’espressione triste che l’aveva assalito da
quando avevano registrato l’intervista per quella radio privata qualche ora
prima. Era stupido continuare a pensarci e, soprattutto, non voleva che i suoi
fratelli notassero il suo stato d’animo, perché non avrebbero esitato a
tempestarlo di domande per sapere cos’aveva e lui, in quel momento, non se la
sentiva proprio di farne parola con nessuno. Scuotendo la testa fece uno sforzo
e si stampò in viso un’espressione sorridente prima di uscire e
raggiungerli.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3° ***
Finalmente
riesco a postare il nuovo capitolo. Questa settimana sono andata un po’ a
rilento con la scrittura perché messenger è una droga troppo forte, soprattutto
quando ti ritrovi a parlare con due persone matte come me, ma che lovvo ormai
tantissimo.
Numero
2:
non avevo pensato alla Bailey però è vero, ci sta abbastanza come personaggio xD
Ryan non è il massimo della simpatia ma non si abbatte certo per i rifiuti di
Sam, è uno di quelli che se non possono avere una ragazza si buttano subito su
un'altra senza tanti problemi. Anch’io credo che i Jonas abbiano qualcosa in più
rispetto ad altre band proprio per il loro essere fratelli. Sam solitamente non
è impedita, anzi, è proprio capitata una giornata storta, come a Kevin. Joe è
Joe e quasi non credeva ai suoi occhi quando ha potuto prenderlo di nuovo in
giro xD
Numero
1:
Kevin sembra essere il soggetto preferito di Sam, ma forse non è perché odia i
suoi vestiti, forse solo perché lo vorrebbe con meno roba addosso *fa uno
sguardo malizioso ma subito torna seria e fa gli occhi dolci alla numero 1 con
espressione innocente* Ranger non perde occasione per divertirsi e Nick ammmore
mio che si preoccupa per il fratello. La famosa domanda si scoprirà più avanti
non posso dire nulla *sorride malvagiamente felice di essere per una volta in
quel ruolo*
Carly4e:
una nuova lettrice *me felice* Grazie per i complimenti, spero che continuerai a
recensire e che ti piaccia.
Jollina
la verde:
Direi che il destino (ovvero me) sicuramente ci ha messo lo zampino come hai
detto tu. Kevin finirà per essere contento di essersi sporcato i vestiti. Quella
domanda innocente l’ha proprio buttato già poverino. Ho adorato quella scena
alla radio perché me li immagino proprio così.
Beautiful_disaster/socia:
Per la scena alla radio ti rimando sopra, hai notato il particolare su Kevin, io
lo immagino così, un pochino più timido e quindi più a suo agio in radio che in
tv. Sulla domanda non posso anticipare niente anche se ormai è questione di ore
perché tu lo scopra xD Anche a me piace piazzarci sempre qualcosa di ironico
come faccio sempre anche nella vita di tutti i giorni.
Potterina
Weasley:
non eri assolutamente in ritardo e mi fa piacere che tu ci tenga a commentare,
grazie! Non ti sei persa nulla, a Kevin è stata fatta una domanda che lo ha
demoralizzato (ovviamente non si sa per ora quale sia stata).
I
preferiti sono saliti a 7, non l’avrei mai immaginato, grazie davvero!!! (in
ordine alfabetico):
beautiful_disaster,
ffdipendente,
jollina la verde, kji, Potterina Weasley, Pretty_Odd e
Tempe
Finalmente
quella lunga giornata sembrava finalmente volgere al termine. Controllando
l’orologio Sam si lasciò sfuggire un sorriso perché il suo turno era finito.
Sospirando di sollievo si slacciò il grembiule bordeaux che faceva parte della
divisa e prese la tazza gialla che aveva preparato poco prima.
Dato
che Maddie, con cui divideva l’appartamento, era in ospedale non era mai ansiosa
di rientrare subito in una casa vuota. Per questo aveva adottato l’abitudine di
sgusciare su all’ultimo piano, al Roof Garden dell’albergo e bersi una tisana
bollente rimirando la notte punteggiata dalle luci dei palazzi. Essendo ormai
autunno il servizio all’aperto era stato sospeso e nessun cliente si avventurava
fuori.
Quando
uscì un soffio di vento le accarezzò il viso e lei fu felice di avere tra le
mani la tazza bollente, che le trasmetteva un piacevole calore. Aveva fatto solo
qualche passo quando, in mezzo ai rumori conosciuti della città, avvertì un
suono strano, sarebbe stato meglio dire una melodia. La scoperta che c’era
qualcun altro lì le strappò una smorfia di disappunto. Era stata una giornata
terribile ed era molto stanca. L’unica cosa che desiderava era sedersi nel suo
angolino preferito, sorseggiare un po’ di tisana e poi andarsene a casa. Sarebbe
stato facile muoversi in punta di piedi e non farsi
notare.
Ma non
aveva fatto i conti con la sua curiosità.
Aveva
riconosciuto, nel suono misterioso, gli accordi di una chitarra e per questo
corrugò la fronte sempre più sorpresa.
“Chi
diavolo può aver voglia di venire quassù a quest’ora per
suonare?”
Cercando
di non fare rumore si avvicinò fino a trovarsi di fronte ad un ragazzo seduto,
in penombra. Il suo viso era rivolto in basso, verso lo strumento che teneva fra
le mani, e non l’aveva ancora notata. Quando si accorse della presenza di
qualcun altro accanto a lui puntò lo sguardo contro di lei e i loro occhi si
incrociarono riconoscendosi all’istante.
Quando
uscì un soffio di vento le accarezzò il viso e lei fu felice di avere tra le
mani la tazza bollente, che le trasmetteva un piacevole calore. Aveva fatto solo
qualche passo quando, in mezzo ai rumori conosciuti della città, avvertì un
suono strano, sarebbe stato meglio dire una melodia. La scoperta che c’era
qualcun altro lì le strappò una smorfia di disappunto. Era stata una giornata
terribile ed era molto stanca. L’unica cosa che desiderava era sedersi nel suo
angolino preferito, sorseggiare un po’ di tisana e poi andarsene a casa. Sarebbe
stato facile muoversi in punta di piedi e non farsi
notare.
Ma non
aveva fatto i conti con la sua curiosità.
Aveva
riconosciuto, nel suono misterioso, gli accordi di una chitarra e per questo
corrugò la fronte sempre più sorpresa.
“Chi
diavolo può aver voglia di venire quassù a quest’ora per
suonare?”
Cercando
di non fare rumore, si avvicinò finché non riconobbe la figura di un ragazzo
seduto, in penombra. Il suo viso era rivolto in basso, verso lo strumento che
teneva fra le mani, e non l’aveva ancora notata. Probabilmente si accorse di
essere osservato perché, in un attimo, puntò lo sguardo contro di lei e i loro
occhi si incrociarono riconoscendosi all’istante.
“Tu?”
esclamò lei sorpresa.
“Potrei
dire la stessa cosa”
Kevin
la fissò per qualche secondo prima di abbassare gli occhi sulle mani di lei e
rimanendo a guardare la tazza gialla che teneva davanti a
sé.
“Sei
venuta qui per buttarmi addosso qualcos’altro?” le domandò in tono sospettoso,
facendo un movimento all’indietro, come se volesse
ritrarsi.
Sam
scoppiò a ridere di fronte a quella scena e decise di stare al gioco. Alzò il
mug stendendo il braccio.
“Ma
certo. E’ tutta la sera che ti cerco solo per versarti di nuovo del caffè. Sai
se non raggiungo la mia quota giornaliera non mi danno il
bonus”
Kevin,
con espressione seria, scosse la testa.
“Niente
da fare. O rischio di non avere più vestiti da mettere domani” le
rispose.
Soffocando
un gemito lei si sentì subito in colpa e puntò lo sguardo verso terra
imbarazzata, evitando di rispondere.
“Guarda
che stavo scherzando. Non è successo niente di grave…”
“Samantha”
lo aiutò.
“Samantha”
concluse la frase annuendo.
Rassicurata
lei finì per sedersi accanto a lui, sorseggiando la sua tisana. Per qualche
minuto nessuno dei due disse nulla, ascoltando il suono della chitarra di Kevin.
Poi si decise a parlare.
“Come
mai sei qui?”
Lui si
aspettava e temeva quella domanda.
“Potrei
chiederti la stessa cosa” le rispose cercando di evitare di dover
rispondere.
Sam
riconobbe quel trucchetto di sviare l’attenzione da sé.
“Io ti
ho fatto la domanda per prima… ma non sei obbligato a rispondere – concluse con
un’alzata di spalle – anch’io mi rifugio qui sopra per restare tranquilla a
pensare o semplicemente a non fare niente”
Lui
smise di suonare fissando un punto indefinito, dritto davanti a
sé.
“Avevo
bisogno di un po’ d’aria, di un momento di pausa da tutto” ammise
sinceramente.
“Immagino
che la vita di una rockstar non sia tutta rose e fiori e voi siete piuttosto
richiesti in questo periodo” concluse soffiando sulla
tazza.
“Sai
chi sono allora?”
Lei
annuì.
“Paul
Kevin Jonas II – recitò in tono solenne ricordando l’articolo letto sul giornale
a mezzogiorno – ma non sapevo chi eri quando ci siamo scontrati questa mattina”
si affrettò a precisare.
“Questo
mi consola, vuol dire che solitamente lanci caffè solo agli
sconosciuti?”
Samantha
non potè trattenere un sorriso. Kevin aveva sempre la battuta pronta e si stava
rivelando un ragazzo molto simpatico.
“E’
colpa tua se non ho capito subito che sei uno dei Jonas. Vi ho visto nel film di
Camp Rock e lì hai i capelli lisci!” lo accusò, come se si sentisse in
colpa.
Lui
sollevò le sopracciglia sorpreso da quella dichiarazione, ma divertito dato che
non si faceva scoraggiare dai suoi attacchi verbali.
“Mi
piace ogni tanto cambiare look e quel taglio si adattava bene al personaggio un
po’ tonto che ho interpretato”
Con la
scusa di bere un sorso di tisana lei lo fissò sopra il bordo della tazza. Si
rendeva conto di quanto fosse bello in quel momento, con la luce della luna e
dei lampioncini che creavano un gioco di ombre su di lui?
Chi
mai lo avrebbe definito tonto anche solo per finzione?
Carino.
Affascinante.
Bello.
Sexy.
Questi
erano gli aggettivi che si adattavano a lui, ma non sarebbe mai stata disposta
ad ammetterlo.
“Ti
preferisco così, con i riccioli, sei molto più vero”
Quel
complimento così diretto lasciò Kevin spiazzato. Nonostante la sua parrucchiera
si divertisse a cambiare il suo stile ogni volta anche lui la pensava nello
stesso modo. Se ci fosse stato Joe al suo posto avrebbe ringraziato sfoderando
un sorriso da playboy, lui invece imbarazzato reagiva buttandola sul
ridere.
“Se
prometto di rimanere così non te la prenderai più con me e i miei
vestiti?”
Sentendosi
punzecchiata Samantha gli fece una smorfia arricciando il
naso.
“E io
che stavo quasi per pensare che fossi una persona simpatica
Jonas”
“Ma io
sono adorabile, me lo dice sempre la mia mamma” scherzò usando lo stesso tono
del personaggio di Camp Rock.
Risero
insieme finché Kevin non ricominciò a suonare la chitarra e lei rimase in
silenzio ad ascoltarlo. Per un attimo chiuse anche gli occhi e quel momento le
sembrò perfetto. Pensò che sarebbe stato bello restare lì per sempre, senza
nessun problema, nessuna preoccupazione.
Anche
se non poteva saperlo, lui stava provando gli stessi sentimenti. Quella
malinconia che l’aveva assalito dall’intervista in radio sembrava ormai molto
lontana, come se non avesse importanza.
“Devo
andare, si sta facendo tardi”
Nel
sentire quelle parole si riscosse rendendosi conto di non sapere nemmeno per
quanto tempo fossero rimasti lì. Vide Samantha alzarsi e la imitò, tenendo ben
stretta la sua chitarra.
“Hai
la macchina qui?” le domandò.
Lei
scosse la testa.
“No,
uso un mezzo molto più affidabile – indicò con l’indice i suoi piedi – le mie
gambe mi portano ovunque voglia e senza spendere niente”
Kevin
la fissò con una smorfia di incredulità mentre si avvicinavano all’atrio per
prendere l’ascensore.
“Starai
scherzando”
“Perché?”
Lui
alzò un braccio indicando il cielo intorno a loro.
“E’
buio, non c’è in giro nessuno e tu sei solo…” si bloccò fulminato
dall’espressione bellicosa di lei.
“Solo
cosa?” lo sfidò.
Il
maggiore dei Jonas non si fece intimorire e continuò, fissandola negli occhi, il
suo discorso.
“Una
ragazza. E prima che tu cominci a dirmi che c’è la parità dei sessi e sai badare
a te stessa ti dico un’altra cosa: mia madre mi ha insegnato che non è prudente
aggirarsi da soli a tarda ora, maschi o femmine è indifferente e se dovesse
succederti qualcosa non potrei perdonarmelo”
“Se
non ci fossimo incontrati non l’avresti nemmeno saputo”
commentò.
Kevin
si avvicinò a lei, costringendola ad indietreggiare finché non sentì il muro
solido contro la sua schiena e capì di essere in trappola.
“Ma
non è andata così. Faccio chiamare un taxi” continuò appoggiando un braccio
contro la parete e puntando la chitarra dall’altro lato, in modo che non potesse
fuggire.
Samantha
arricciò le labbra per la piega che aveva preso quella strana serata. Odiava chi
le imponeva di fare qualcosa contro il suo volere. Ormai era da qualche anno che
aveva lasciato la casa dei suoi genitori imparando ad arrangiarsi e a
preoccuparsi della sua vita. Non aveva avuto bisogno di una balia appena
arrivata nella Grande Mela e, per quanto carino e famoso, non sarebbe stato
questo Jonas a decidere per lei.
“Non
ho bisogno del tuo aiuto”
“E’
solo un taxi”
Scosse
la testa in segno negativo. Purtroppo Kevin l’aveva imprigionata e sembrava
abbastanza agguerrito quanto lei. Anche di più probabilmente, perché intuì che
un attacco diretto non avrebbe portato a nulla. Era famoso nella sua famiglia
per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi con qualsiasi tattica. Per questo si
avvicinò un po’, addolcendo il tono di voce.
“Insisto.
Ti prego”
Questo
Sam non l’aveva previsto. Era abituata a fronteggiare ragazzi arroganti, a
rispondere agli attacchi schietti, ma a questo no. Come poteva arrabbiarsi se
lui la trattava così gentilmente? Un piccolo brivido le attraversò la nuca e la
gola diventò secca anche se aveva bevuto una tazza intera di tisana. Divenne più
difficile articolare una risposta.
“No.
Io non…”
Notando
il suo imbarazzo lui capì di aver trovato il suo punto debole e non esitò a
continuare. “Mi devi un favore dopo tutto quello che è successo oggi
no?”
“Non
ti arrendi mai?”
Kevin
alzò lo sguardo fingendo di riflettere.
“Fammi
pensare… Mhhh no, finché non ottengo quello che voglio” concluse
sorridendo.
Quello
fu il vero colpo di grazia e a Sam non rimase che
capitolare.
“Va
bene, accetto. Ma solo perché mi sento in debito per le camicie che ti ho
rovinato”
Soddisfatto
la liberò e le tenne aperta la porta per farla passare.
“Da
questa parte, prego”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4° ***
Nuovo
capitolo, decisamente Jonas centric. Sicuramente, dopo aver letto, mi sarò
attirata le ire di tante persone lo so già xD (capirete leggendo il problema di
Nick). Abbiate pazienza lei comparirà poco e spero continuerete lo stesso a
leggere.
Vi
ringrazio tantissimo per i vostri commenti che mi fanno tanto piacere e aiutano
non poco a continuare a scrivere.
Potterina
Weasley: Sam e Kevin si sono trovati subito in sintonia in effetti. Niente baci,
perché è scattata una simpatia ma niente di più. Se lei non l’avesse apprezzato
al chiaro di luna sarebbe stata completamente cieca xD ma da qui a baciarlo… non
è ancora il momento giusto.
DangerGirl:
eh sì, siamo proprio in sintonia visto? La terrazza ha un fascino unico, come se
fosse un piccolo mondo a parte. Kevin è adorabile ed è abbastanza furbo da usare
quel suo sguardo da cucciolo per ottenere quello che vuole (una dote che hanno
tutti e tre i fratelli senza dubbio).
MissK2:
finalmente un incontro senza che Kevin debba cambiarsi i vestiti xD Sì, Danger
non è l’unico in famiglia bravo a giocare con le parole e scherzare, Kevin
mantiene alto il nome dei Jonas. Sam non poteva non apprezzare la sua compagnia
e non ha potuto fare altro che capitolare di fronte a come ha sfruttato il suo
fascino (e chi avrebbe resistito? xD)
Jollina
la verde: la terrazza è un luogo molto romantico e lo trovo perfetto per uno
come Kevin non credi? Un bacio sarebbe stato troppo azzardato, in fin dei conti
si conoscono da troppo poco tempo, anche se si nota un certo
feeling.
Beautiful_disaster:
come sempre hai colto gli aspetti di Kevin che ho cercato di descrivere, il suo
isolarsi e il suo modo di reagire. Samantha è forte e orgogliosa ed è abituata a
fare di testa sua senza subire le decisioni di altri. Diciamo che ha ereditato
da me la mania delle tisane ma, soprattutto, dell’isolarsi ogni tanto dal mondo.
Il tuo consiglio è stato prezioso per sistemare la famosa scena dell’ascensore
lo sai.
I
preferiti sono saliti a 8 ed è un altro bellissimo traguardo, grazie quindi a:
beautiful_disaster, ffdipendente, INFINITY, jollina la
verde, kji, Potterina Weasley, Pretty_Odd e Tempe
Ancora
assonnato Nick si alzò dal letto e, dopo essersi preparato, appoggiò sul ripiano
di marmo del lavabo la macchinetta per la glicemia. Sbuffando, con la testa
inclinata da un lato non ancora del tutto sveglio, svolse meccanicamente tutta
la preparazione, fino al momento di bucarsi il dito. A quel punto si sentì
completamente lucido. Purtroppo i suoi risvegli, a causa del diabete, erano
sempre bruschi. Certe mattine affrontava quel compito con noncuranza, nello
stesso modo in cui gli altri si lavavano i denti ma in certi giorni, come quello
invece, gli pesava terribilmente.
Con
un’espressione impassibile in volto lesse il risultato sulla macchinetta e
regolò la penna per l’insulina. Si fece l’iniezione in modo rapido, con
movimenti sicuri dovuti alle troppe volte in cui aveva svolto quell’azione. Dopo
pochi minuti aveva già terminato tutto e rimesso via i suoi strumenti salvavita.
Perché
a me?
Si era
già posto questa domanda infinite volte, senza trovare mai una risposta. C’erano
giorni in cui accettava la sua malattia, rassicurandosi con il fatto che era
comunque una persona molto fortunata, con una famiglia che gli voleva bene e una
carriera in ascesa nel campo della musica. Tutte cose che la maggior parte dei
ragazzi della sua età poteva solo sognare, senza mai riuscire a realizzarle. Poi
c’erano i momenti peggiori, in cui veniva assalito dalle paure e dai dubbi e si
ritrovava solo, senza nessuno che potesse capire fino in fondo cosa stava
provando. Evitava, per quanto poteva, di parlare del suo disagio perché non
voleva che gli altri lo compatissero, odiava leggere negli occhi di chi stava
davanti a lui l’imbarazzo, non sapendo come rispondergli. Ma ogni tanto aveva
bisogno di esternare quanto stava provando, per sfogarsi.
Soltanto
ad una persona era riuscito a confidare le sue debolezze.
Automaticamente
il suo sguardo si puntò sull’i-phone appoggiato sul comodino di fianco al letto.
Lo prese in mano e, come si aspettava, nessuna bustina indicava l’arrivo di un
nuovo messaggio.
Niente
da fare.
Non
aveva chiamato né si era fatta sentire in alcun modo.
Con
gesti rapidi richiamò uno degli ultimi numeri fatti e rimase lì, con il pollice
sospeso sopra il tasto, senza avere il coraggio di schiacciarlo. Non era stata
colpa sua se avevano litigato, puntualizzò a sé stesso. Lui si era solo permesso
di farle notare alcune cose, senza avere l’intenzione di farla arrabbiare anche
se alla fine il risultato era stato quello. Ormai non si sentivano da tre giorni
e, dato che lui era partito subito dopo, non c’era stata la possibilità di
chiarirsi.
L’aveva
accusato di non fidarsi.
Quel
pensiero lo irritò e, d’impulso, lanciò il cellulare sul letto. Non era colpa
sua e non era giusto che fosse lui a fare il primo passo.
L’unico
modo per non impazzire era andare da suo fratello, solo stare in sua compagnia
aveva un effetto calmante. Per questo uscì deciso dalla sua stanza e bussò alla
porta di fianco. Non passò neanche un minuto e si trovò davanti Kevin, a torso
nudo e con indosso solo un paio di jeans.
“Nick,
che ci fai già qui?”
Per
tutta risposta il minore dei Jonas camminò fino al letto e si lasciò cadere a
peso morto sul materasso, seppellendo la faccia tra le coperte, poi si voltò per
respirare e finalmente gli rispose.
“La
vita è troppo complicata. Voglio le istruzioni” si lamentò soffiando via un
ricciolo che gli stava solleticando il naso.
Suo
fratello, che era rimasto ad osservarlo, spinse la porta per farla chiudere e
gli rispose mentre tornava in bagno.
“Tutto
qui? Cosa aspettavi a dirmelo? Nella mia valigia, sotto le magliette, ne ho
proprio una copia stampata a colori, dagli un’occhiata” lo prese in
giro.
In
risposta ebbe solo un lungo mugugno.
Kevin,
dal bagno, scosse la testa. Non era la prima volta che Nick, quando aveva un
problema veniva a cercarlo, purtroppo si limitava solo a quello, la parte
difficile era riuscire a tirargli fuori di bocca le parole. Dopo essersi vestito
si lasciò cadere sul letto accanto al fratello, che non si era mosso, e si tirò
su, appoggiandosi sui gomiti e lo guardò.
“Cosa
c’è che non va?”
“Niente.
Sono solo un po’ stanco” rispose con una smorfia poco
convinta.
Kevin
lo guardò, inarcando le sopracciglia, per niente convinto da quel patetico
tentativo.
“Ti
prego, non sono mica Joe a cui puoi darla a bere in questo modo - scherzò
strappando un sorriso al fratello – allora?”
Il
piccolo Jonas appoggiò la fronte al materasso per non essere costretto ad
incrociare il suo sguardo.
“Selena”
fu l’unica parola che uscì dalla sua bocca.
Il
fratello maggiore non fece in tempo a rispondere che la porta della camera, che
non si era chiusa dopo la sua spinta, si aprì di nuovo lasciando entrare proprio
Joe.
“Ecco
dove siete finiti tutti quanti! Stavo quasi pensando che vi avessero rapito gli
alieni. A quel punto sarei rimasto solo io a tenere alto il nome del gruppo,
diventando solista e unico idolo di tutte le ragazze. Ah, ma questo lo sono
già!”
Orgoglioso
di questa sua battuta d’entrata, prese la rincorsa buttandosi anche lui sul
materasso, lasciando Nick in mezzo. Scostandosi i capelli dagli occhi, sfoderò
uno dei suoi migliori sorrisi guardando entrambi.
“C’è
un consiglio di famiglia e io non ne sapevo niente?”
La
storia del “consiglio di famiglia” risaliva al periodo della nascita di
Nicholas.
Ovviamente,
i primi mesi la loro madre passava quasi tutto il tempo accudendo il neonato.
Questo aveva permesso a Kevin e Joe di approfondire ancora di più il loro
legame. Essendo vicini di età, non c’era gioco o gara che non facessero insieme.
Spesso, quando c’era un temporale o volevano combinare qualche marachella, si
nascondevano sotto le coperte di uno dei loro letti e rimanevano lì a
confabulare per ore. Con il passare degli anni Nick, non appena imparato a
camminare, aveva cominciato a seguire i suoi fratelli per non rimanere escluso.
Kevin e Joe all’inizio lo prendevano in giro, affermando che era troppo piccolo
e non poteva stare con loro anche se non l’avevano mai mandato via. All’ultimo
arrivato in casa Jonas piaceva stare in mezzo ai fratelli perché gli
trasmettevano un senso di sicurezza e protezione. Ai suoi occhi erano i grandi,
gli idoli da imitare e i punti a cui fare riferimento.
Con il
passare del tempo la pensava ancora allo stesso modo.
Era
stato il padre, trovandoli così una sera, a battezzare quei momenti il
“consiglio di famiglia” e da allora li avevano sempre chiamati
così.
“Il
nostro piccolo Nick ha problemi di cuore” spiegò Kevin, scompigliando i riccioli
del fratello, prendendolo in giro.
Joe
non si lasciò sfuggire quell’occasione.
“Ah
l’amore… Sei proprio fortunato, il Dottor Joe Stranamore ha la cura giusta per te” affermò con
una ridicola voce in falsetto.
Poi si
mise in ginocchio, afferrando con un braccio il minore dei Jonas mentre, con
l’altra mano, cominciò a fargli il solletico, aiutato anche da Kevin. Ben presto
quel gioco divenne una lotta e le risate riempirono la stanza.
Il
primo ad alzare bandiera bianca fu Kevin. Si lasciò rotolare giù dal materasso
sedendosi per terra per recuperare il fiato. Quando si alzò il suo letto non era
un bello spettacolo: le lenzuola erano tutte stropicciate e disfatte.
“Se
avete finito di distruggermi la camera potremmo andare a fare
colazione”
Divincolandosi
dal fratello, anche Nick si alzò in piedi cercando di mettere a posto la camicia
ormai sbottonata.
“E’
tutta colpa di Joe – commentò giustificandosi – come
sempre”
“Chi,
io?” domandò quest’ultimo con un’espressione ingenua dipinta sul volto.
Il
fratello minore scosse la testa rassegnato, senza degnarlo di una risposta.
Stava per voltarsi e raggiungere la porta quando venne afferrato per la manica
della camicia. Si girò di nuovo verso il letto. Joe lo fissò negli occhi prima
di parlare.
“Andrà
tutto a posto vedrai. Non devi preoccuparti. – affermò in tono serio prima di
alzarsi e passare un braccio intorno alle sue spalle in modo protettivo – E
adesso andiamo ad abbuffarci! Non vorrai che passi il tempo limite per
l’insulina”
Quelle
parole così sincere furono un colpo al cuore per Nick. Suo fratello era, per la
maggior parte del tempo, un buffone che non prendeva mai niente sul serio e su
cui si poteva fare poco affidamento; ma capace di spiazzare chiunque senza
preavviso, con poche frasi cariche d’affetto.
Come
adesso.
Aveva
cercato di farlo ridere e distrarlo ma, alla fine, si era preoccupato di
rincuorarlo e dimostrava di essere sempre attento, in modo che rispettasse i
tempi giusti quando faceva l’insulina. D’altronde sapeva bene che Joe preferiva
mascherare questa sua sensibilità e a lui andava bene così. Mosse un braccio
mettendolo intorno alla schiena del fratello, per fargli capire che apprezzava
il suo aiuto.
Poco
dopo i due raggiunsero Kevin barcollando come fossero ubriachi e ridendo di
gusto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5° ***
Sto postando con un ritardo mostruoso e mi dispiace di
avervi fatto aspettare ma è stata una settimana frenetica e non facevo in tempo
a guardare l’orologio che era già tardissimo.
Ringraziamenti
al volo:
Miss K2: Nick è ammmore e sono
contenta che tu lo stia rivalutando (sempre moderatamente xD) Sono contenta che
la descrizione di Kevin abbia avuto l’effetto desiderato *sbava moderatamente
prima di scappare per lo sguardo pericoloso della n. 1* Una cosa che mi ha
sempre colpito dei Jonas è il loro rapporto fraterno e ci tengo a sottolinearlo.
Ti ringrazio per lo sforzo di leggere nonostante ci sia “lei” *lovva per
questo*
Potterina
Weasley:
Mi farei adottare volentieri anch’io. Adoro quel pezzo sul consiglio di famiglia
e può darsi che decida di fare una mini shottina in proposito.
Jollina
la verde:
Sono contenta che ti siano piaciute le caratterizzazioni dei tre fratelli. Nick,
essendo il più piccolo, ha sviluppato un grande affetto per i fratelli maggiori
fin da piccolo e, dolcissimo com’è, non poteva che essere ricambiato da loro.
Non potrei proprio scrivere di Miley, sono contenta che tu sia
d’accordo.
Danger
girl:
Sarà anche un commento essenziale ma l’ho apprezzato tantissimo (e sai che
abbiamo opinioni diverse xD) Comincia a piacerti Sam? Evviva!!! Come ho già
detto, ci tengo a sottolineare il rapporto stretto che c’è tra i fratelli, che
sanno di poter contare l’uno sull’altro. E’ impossibile non adorare Kevin, però
capisco ti capisco perché dopo aver letto “Brothers” ho sviluppato un
attaccamento particolare al tuo Joe (anche qui ripeto che è tutto fatto
moderatamente xD)
La
socia: Mi manchi anche tu e le nostre chiacchierate! Non ti
preoccupare, come ti ho già ripetuto su msn è giusto che ti dedichi a quel
progetto, tanto sai dove trovarmi. Niente minestrone, il commento andava
benissimo e ho capito tutto tranquilla. Come ho già detto, ogni fratello si
comporta diversamente ma ognuno c’è sempre quando l’altro ha bisogno e la trovo
una cosa dolcissima. (p.s.: devo anch'io commentarti, abbi pazienza ma lo farò
con un bel papiro).
Dato
che è via in montagna e leggerà solo fra una settimana, dedico il capitolo alla
n. 1 *wub*
*******************
Il
Roof Garden era deserto.
Questo
continuava a ripetersi Samantha mentre guardava il display dell’ascensore che
indicava i piani. Era diventata una sua abitudine rifugiarsi là sopra da quando
aveva iniziato a sostituire Maddie e le piaceva proprio perché poteva stare
sola. Quindi non riusciva a capire perché si sentisse così ansiosa di
controllare se aveva ragione.
Non
c’entrava niente l’incontro con Kevin Jonas
precisò nella sua mente mentre la cabina si arrestava e lei usciva sul terrazzo.
Rimase
per un momento ferma immobile, in ascolto, ma questa volta nessuna melodia
giunse alle sue orecchie.
Lo
sapeva che lui non ci sarebbe stato.
Era
giusto che fosse così, non aveva bisogno di vederlo per forza. In fin dei conti
non si erano dati nessun appuntamento né aveva mostrato di trovarla simpatica.
Erano due sconosciuti che si erano trovati per caso in uno stesso luogo e lui si
era dimostrato gentile ed educato preoccupandosi che non tornasse a casa da
sola.
Niente
di più.
Ma
allora perché era lì, seduta con due tazze di tisana bollente, sentendosi una
stupida illusa?
Finito
di cenare Joe si era rinchiuso subito in camera sua. Aveva affermato di avere un
piccolo problema di stomaco che necessitava di una rapida corsa in bagno. Quella
scusa era stata perfetta, perché nessuno aveva trovato strano che si
allontanasse subito e indagasse sui motivi.
Sorridendo,
soddisfatto della sua furbizia, si sedette sul letto aspettando che il portatile
si avviasse. Era tutto il giorno che non vedeva l’ora di sentirla e aveva
controllato più volte l’orologio fremendo perché il tempo non passava abbastanza
veloce. Finalmente la vide in linea.
Sono qui, solo
nella mia stanza, chissà se qualcuno vuole farmi
compagnia…
Oh
povero, piccolo Mister Jonas
Sei in
ritardo!
Non
è vero! Sono sempre puntuale IO.
Esattamente di
un minuto e venti secondi
Sei
pazzo!
E tu in
ritardo…
Come
va a New York?
Bene, passiamo
le giornate in giro per la promozione dell’album.
Beati
voi. Non vedo l’ora che si cominci la promozione del nostro. Sai quanto mi piace
viaggiare e vedere paesi diversi…
Sarà un
successo ne sono sicuro
Grazie.
Non vedo l’ora di vederti, mi manchi… mi mancano persino le tue
buffonate
E’ il fascino
Jonas. Mancano solo pochi giorni ormai. Ho già programmato una fuga romantica
dove nessuno ci potrà trovare
Davvero?
Mi puoi dare qualche indizio?
Stava
per rispondere quando qualcuno battè due colpi alla porta della sua camera.
Bussano, vado a
vedere chi è e me ne sbarazzo subito
Si
alzò a piedi nudi e fece scattare la serratura. Nick, con le mani in tasca,
senza dire niente entrò nella stanza guardandosi intorno.
“Sai
dov’è Kevin?”
Joe
fece segno di no con la testa.
“Non
era con te?”
Il
fratello si strinse nelle spalle facendo capire che ne sapeva quanto
lui.
“Dopo
la tua uscita di classe abbiamo
finito di mangiare e ci siamo divisi tornando alle camere e non lo trovo
più”
“Non è
qui”
“Questo
lo vedo – rispose Nick con una smorfia – cosa stai
scrivendo?”
Nel
sentire quelle parole il cantante dei Jonas si fiondò sul letto, abbassando lo
schermo del portatile.
“Niente,
perché?”
Il
fratello minore si sedette accanto a lui.
“Di
solito non accendi mai il computer, dici che ti annoia”
“Volevo
fare una partita a flipper” inventò, sperando che se la bevesse senza fare
ulteriori domande.
Inclinando
la testa Nick sbuffò e guardò l’orologio al suo polso.
“Posso
restare con te, non mi va di stare solo”
“Mmh…
ma certo – Joe cercò di pensare in fretta ad un diversivo – ci vediamo un film?
Accendi la televisione intanto che spengo questo aggeggio”
Dopo
averlo distratto in questo modo, alzò leggermente lo schermo in modo da poter
digitare delle parole.
Nick è qui,
torno appena possibile
Ok.
Bacio.
Sorrise
nel leggere la sua risposta: semplice ma dritta al punto. Non gli rimaneva che
augurarsi che suo fratello si addormentasse durante il film, così da lasciargli
campo libero.
In
quello stesso momento Samantha stava fissando il cielo, pensando che forse era
stato meglio non incontrarlo. La sua vita era perfetta così, senza bisogno di
nessuna complicazione.
“E’
libero questo posto?”
Quando
sentì la sua voce, fece quasi un salto per lo spavento.
“Kevin?”
Lui
sorrise, divertito dalla sua espressione stupita.
“Sì,
non vedo nessun altro qui con quel nome”
“Scusa,
è solo che non ti ho sentito arrivare”
Non
poteva certo dirgli che si era appena augurata di non vederlo più. Decisamente
in quel periodo non era molto fortunata nell’esprimere i desideri, o quantomeno
tutti quelli collegati a quel Jonas in particolare. Senza aggiungere niente lo
guardò sedersi accanto a lei, appoggiando per terra la sua inseparabile
chitarra.
“Non
te l’avevo detto che in una vita precedente ero un gatto? Uno splendido
esemplare silenzioso e grigio della Malesia”
“Quelle
sono le tigri!”
“Sei
sicura?”
“Io
veramente… Ma come siamo finiti a parlare di animali?”
Kevin
alzò la mano sinistra e si toccò il pollice con l’indice
destro.
“Dunque,
per prima cosa…” cominciò prima che Sam lo afferrasse per
interromperlo.
“No,
per favore!”
Scossa
dal quel contatto ritrasse in fretta il braccio e cercò di cambiare
argomento.
Tutti
i pensieri di poco prima su come sarebbe stato meglio non rivederlo più
svanirono all’istante.
“Ti ho
portato un regalo” dichiarò.
“Davvero?
Dimmi che è quella nuova chitarra che ho visto la settimana scorsa” scherzò lui
con occhi imploranti.
Sam
guardò platealmente di fianco a lei, fingendo di
controllare.
“Mmhh…
no. E’ una semplice ma buona e, soprattutto, caldissima
tisana”
“Da
tirarmi addosso?”
Quella
battuta la fece scoppiare a ridere, indubbiamente stare in compagnia di Kevin
era un vero divertimento. Prese il bicchiere e glielo passò. Lo osservò togliere
il coperchio e berne un sorso, non si accorse di aver quasi trattenuto il
respiro.
“Ottima
– le sorrise – e calda avevi ragione”
Per
qualche secondo rimase inebetita, il suo sorriso aveva la capacità di annullare
ogni suo pensiero e lasciarla muta. Per non farsi notare, seguì il suo esempio
mettendosi a bere. Il liquido scese giù per la gola una sensazione di calore si
diffuse per tutto il suo corpo.
Il
caldo non è dovuto alla tisana le
suggerì una vocina nella mente.
Per
fortuna Kevin le fece una domanda distogliendola da quelle riflessioni
pericolose.
“Come
posso ricambiare il favore?”
Sam
scosse la testa.
“Non
ce n’è bisogno”
“Insisto
e sai che ottengo sempre quello che voglio” la minacciò
bonariamente.
Lei
rise, consapevole che aveva detto la verità, la sera prima aveva avuto un
assaggio della sua forza di volontà e persuasione.
“Un’idea
ce l’avrei”
“Niente
di illegale spero”
Non
ebbe dubbi questa volta. Indicò con l’indice la chitarra appoggiata a terra.
“Una
canzone. Vorrei che mi suonassi qualcosa"
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6° ***
Settimana pessima e
quindi risposte al volo perché sennò non riuscirei a postare nemmeno stasera.
Poi parto per l’Austria e quindi ciao… Grazie mille a tutte per i complimenti,
grazie grazie grazie!
Danger girl: Sam ha
poche idee ma ben confuse come hai potuto vedere xD Joe… rimarrà un mistero per
un bel po’ e qui non posso dire assolutamente niente *si cuce la bocca*
Potterina
Weasley: come ho già detto
prima, il quesito “chi è la ragazza di Joe?” andrà avanti per un po’ ma ci
saranno degli indizi per capire chi è xD
Jollina la
verde: Ed ecco svelata
la canzone di Kevin, attenta perché anche lì non è tutto come sembra. Chi lo sa
Joe che combina? E perché tiene tutto nascosto? Sono curiosa di sapere le tue
ipotesi man mano che si andrà avanti.
EllieGoodman: Una nuova
lettrice! Un enorme grazie per i tuoi complimenti, spero continuerai a seguire
la fic!
Miss
K2: un mega commento
wow! Il fascino di Kevin sembra aver fatto effetto vero? (tu ne sai qualcosa
giusto?). Vedrò di addolcirti la pillola in modo che tu non abbia traumi, o
almeno ci proverò xD Nicky che non vuole stare da solo e preferisce rifugiarsi
dal suo fratellone è ammore come sempre.
La
socia: anche se non hai
commentato qui mi hai dato la tua opinione via mail prima che iniziassi a
postare, quindi attendo i tuoi commenti quando tornerai “in pista” su efp.
-------------------------
“Una canzone?” domandò Kevin e poi
annuì, contento di quella richiesta. Ad un’altra persona sarebbe parso scontato
ma a lui piaceva davvero quando gli chiedevano di suonare, la musica era parte
della sua anima ed essere apprezzato come musicista lo rendeva estremamente
orgoglioso. Prese la sua amata chitarra, appoggiandosela in grembo ed accarezzò
le corde suonando qualche accordo prima di appoggiare il palmo della mano per
fermare il suono.
“Cosa desidera miss Samantha?”
Questa volta toccò a lei sorridere
contenta. Si era innamorata di quella canzone fin dalla prima volta che l’aveva
sentita, era speciale e avere la possibilità di ascoltarla dal vivo dalle mani e
dalla voce di un Jonas era un’occasione irripetibile. Che lei non intendeva
farsi sfuggire.
“Gotta find you” disse in un
soffio.
Per un attimo il viso di Kevin si
adombrò, come se fosse contrariato dalla sua richiesta. Ma durò solo un istante
e subito dopo ritornò il solito ragazzo gioviale. Lei però se ne accorse lo
stesso e temette si fosse offeso, per questo si sentì in dovere di
giustificarsi.
“Scusa. Non è una canzone delle
vostre lo so. E’ che… è semplicemente stupenda, sia il testo che la musica…
l’adoro” confessò sinceramente.
Sbattendo gli occhi, lui si rese
conto di cosa significavano quelle parole: non sapeva che erano anche autori di
tutte le canzoni cantate da loro.
“Non è un problema – la rassicurò
decidendo d’impulso di non chiarire l’equivoco – forse la preferiresti fatta da
mio fratello però”
“Assolutamente no. Io la voglio
interpretata da Paul Kevin Jonas II e da nessun altro” dichiarò a metà tra il
divertito e il serio, fissandolo però dritto negli occhi, convinta di quello che
aveva appena detto.
Lui vi lesse la sincerità delle
sue parole. Di solito tutte le ragazze impazzivano per quella canzone,
immaginando il volto di Joe e la sua espressione mentre la cantava guardando
Demi Lovato. Era normale quella reazione viste le scene del film, se ne rendeva
conto, ma non poteva evitare di provare fastidio nell’essere confuso con suo
fratello.
Soprattutto su quella canzone in
particolare.
Ma questa volta era
diverso.
Fu il tono della sua voce a
convincerlo, insieme ai suoi stupendi occhi verdi che brillavano illuminati dai
lampioncini del Roof Garden.
Rassicurato da tutto ciò, sistemò
meglio la chitarra e fece qualche respiro profondo prima di cominciare.
Conosceva a memoria quegli accordi e il testo di quella canzone meglio di
chiunque altro.
Everytime
I think I'm closer to the heart
Of what
it means to know just who I am
I think
I've finally found a better place to start
But no
one ever seems to understand
I need to
try to get to where you are
Could it
be, your not that far
Sam sapeva che sarebbe stato
bello, ma niente l’aveva preparata alla magia di quel momento. Lo ascoltò
sentendosi sempre più rapita da quei suoni, dalla sua voce, meno profonda di Joe
ma altrettanto calda e passionale. Chiuse gli occhi quando cominciò la seconda
strofa, la sua preferita.
You're
the remedy I'm searching hard to find
To fix
the puzzle that I see inside
Painting
all my dreams the color of your smile
When I
find you I'll be alright
I need to
try to get to where you are
Could it
be, your not that far
Riaprì gli occhi, ma non osò
muovere neanche un muscolo per paura di spezzare l’atmosfera magica che si era
creata. Non fu difficile perché lo sguardo di Kevin si era fissato nel suo,
proprio come nel film, e lei si sentì rapita rimanendo imbambolata.
You're
the voice I hear inside my head, the reason that I'm
singing
I need to
find you
I gotta
find you
You're
the missing piece I need, the song inside of me
I need to
find you
I gotta
find you
I gotta
find you
Rimase in silenzio finché anche
l’ultima nota non si spense nel silenzio della notte.
“Io… non so che dire – si portò
una mano sul cuore respirando profondamente - è stato splendido ascoltarti. Te
l’avranno già ripetuto un miliardo di volte ma sei bravissimo a suonare e,
oltretutto, hai davvero una bella voce”
Lui fece scorrere il plettro
accarezzando le corde prima di rispondere, come se fosse imbarazzato davanti a
tutti quei complimenti.
“Grazie. La chitarra è sempre
stata la mia passione. Ho cominciato a suonarla da piccolo e non l’ho mai
tradita. Nick dice che sono esagerato e dovrei provare anche qualche altro
strumento, come ha fatto lui, ma a me non interessa. Io voglio concentrarmi solo
su quella”
Lei annui.
“Capisco. L’importante è che tu
faccia quello che ti senti”
“La stessa cosa che ha detto anche
mio padre” confermò con un sorriso.
Finirono di bere la tisana.
Samantha aveva ancora nella mente la canzone di poco prima e la voce di Kevin
che le risuonava nelle orecchie. Peccato non aver potuto registrare quei momenti
e le sensazioni che aveva provato. Ma probabilmente avrebbe portato quel ricordo
nel cuore.
“Mi togli una
curiosità?”
Il ragazzo mise di nuovo a terra
la chitarra e puntando un gomito sul ginocchio si voltò verso di lei, con il
mento tenuto sollevato dalla mano.
“Dimmi”
“Perché non canti mai niente da
solista?”
“E’ Joe il frontman del gruppo”
rispose automaticamente.
Sam cominciò a
gesticolare.
“E allora? Capisco che sia lui a
tenere la scena sul palco, però potresti benissimo interpretarne qualcuna.
Faresti strage di cuori” concluse ammiccando.
Kevin scosse la testa
negativamente.
“Non fa per me. Non mi piace stare
al centro dell’attenzione”
“Detto da uno che fa parte di una
band che sta scalando le classifiche di tutto il mondo è un po’ strano, non
credi?” commentò lei ironicamente, sollevando le sopracciglia per dare maggior
enfasi alle sue parole.
“Lo so che può sembrare assurdo.
Essere uno dei Jonas Brothers è fantastico e c’è una grande intesa con i miei
fratelli. Mi piace stare sul palco, suonare e interagire con i fans e non potrei
chiedere di più dalla vita ma preferisco fare da spalla. Non è facile da
spiegare…”
Inaspettatamente Samantha non gli
fece altre domande.
“Credo di aver capito cosa intendi
dire. Avresti troppa responsabilità”
“Qualcosa del genere
sì”
Samantha stese le gambe davanti a
sé e le strofinò con le mani per scaldarle.
“A volte è lo stesso anche per
me”
“Hai paura che facendo carriera si
accorgerebbero dei caffè che versi ai clienti? – alzò una mano in segno di resa
– scusa pessima battuta”
“Me lo merito dopo i pasticci che
ti ho causato. In realtà questo non è il mio lavoro. La mia coinquilina è in
ospedale e mi ha convinto a sostituirla in modo che non assumessero nessuna che
le facesse le scarpe”
Fu il turno del chitarrista dei
Jonas di essere stupito.
“Adesso sono curioso, cosa fai
nella vita? Lasciami indovinare. Non sarai mica una cantante?” le chiese con una
finta espressione preoccupata.
Lei si coprì il volto con una mano
facendo una smorfia.
“Assolutamente no! Sono stonata
come una campana”
“Potresti essere una strega visto
il tuo nome” provò a scherzare.
“Non succede niente se muovo il
naso, quindi la risposta è no” replicò stando al gioco.
Fingendo di essersi scervellato
Kevin fece un sospiro drammatico.
“Mi arrendo”
Sam si alzò in piedi eseguendo
prima una piroetta precisa e poi un inchino. “Sono una coreografa. O meglio lo
diventerò – tornò sedersi accanto al ragazzo - per adesso lavoro in una scuola
come insegnante di danza alle bambine dai 6 ai 10 anni, per quattro giorni alla
settimana nel pomeriggio”
Kevin rimase a fissarla, non
accorgendosi di avere dipinta in volto un’espressione stupita che non sfuggì
alla ragazza.
“Ti ho scioccato?” gli domandò
preoccupata.
Lui scosse la testa prima di
rispondere.
“No, è che… – si bloccò incerto
prima di continuare – visti i nostri primi incontri non mi sei sembrata una
ragazza molto… equilibrata” concluse prendendola in
giro.
Lasciandosi sfuggire un sospiro,
Sam spostò i capelli sulla spalla sinistra con una
smorfia.
“In effetti non hai tutti i torti
ma ti assicuro che sono una brava ballerina e potrei eseguire un’intera
coreografia sulla punta dei piedi senza mai sbagliare – affermò in tono convinto
– prima di incontrarti non ho mai avuto problemi di questo genere. Come ti
dicevo anch’io preferisco non stare in prima linea ma lavorare dietro le quinte.
Ecco perché il mio sogno è fare la coreografa. Un giorno dirigerò uno spettacolo
teatrale o un musical chi lo sa”
“Ne sono sicuro” rispose gentile
Kevin.
Lei ritornò a sedersi vicino a
lui, guardandosi le scarpe.
“Io un po’ meno a dire la verità.
Ho paura di non riuscire a realizzare il mio sogno e di ritrovarmi con un pugno
di mosche” ammise rialzando il capo e fissando il cielo buio sopra le loro
teste.
Anche lui fece la stessa cosa
prima di risponderle.
“Non sai quante volte ho avuto
anch’io lo stesso terrore. Avevamo pubblicato il primo disco ma non aveva avuto
molto successo e noi non sapevamo cosa fare. Pensavo che tutto sarebbe finito
prima ancora di cominciare ed ero arrabbiato perché sapevo che se ci avessero
dato una possibilità concreta non avremmo fallito”
“Per fortuna qualcuno ha creduto
in voi”
Kevin si girò a
guardarla.
“Già. Ti confesso che ci sono
giorni in cui mi domando se non sia tutto un sogno e ho paura di svegliarmi nel
mio letto e scoprire che non è vero niente”
Chi invece era nel proprio letto,
ben sveglio, era Joe. Sbirciava ogni tanto, con la coda dell’occhio, il fratello
sperando che si addormentasse.
“La smetti di fissarmi?” sbottò ad
un certo punto Nick.
“Ma se sto seguendo il film!” si
giustificò lui.
“Tu hai qualcosa in mente. Non è
che c’entra anche Kevin?”
Joe alzò le braccia cercando di
assumere un’espressione innocente.
“Chi? Il nostro fratello perduto
per cui dovremo mettere dei manifesti con scritto
“Wanted”?”
Sospirando il piccolo Jonas si
riappoggiò ai cuscini, consapevole che quando Joe si comportava così era inutile
sprecare le parole. Si concentrò sul film e, quando apparve la parola “fine”,
sbadigliò alzandosi.
“Vado a
dormire”
Sbadigliando platealmente anche
Joe disse la stessa cosa. Ma appena il fratello lo lasciò solo, recuperò subito
il portatile che non aveva mai spento.
Sono tutto
tuo.
Dovette aspettare quasi mezz’ora
prima di avere una risposta. D’altronde sapeva che lei era impegnata ed era per
quel motivo che erano ricorsi al computer anziché al
telefono.
Ignaro di avere un fratello che
stava chiacchierando sul tetto e un altro che chattava nella sua stanza, Nick
rientrò nella propria camera e si sentì solo. Resistendo alla tentazione, cercò
di tenersi occupato in tutti i modi possibili. Lavò i denti, preparò i vestiti
da indossare al mattino, rilesse il programma del giorno dopo senza capire cosa
c’era scritto finché non gli rimase più niente che lo tenesse impegnato. Si
buttò sul letto con in mano l’i-phone, rigirandolo tra le dita.
Non doveva chiamarla né farsi
sentire.
Era lei a dover fare il primo
passo.
Alla fine, perdendo la sua
battaglia interiore, digitò un’unica parola: buonanotte.
Poi lo inviò e spense il telefono.
Non voleva sapere se lei gli avrebbe risposto oppure no, ma scrivere quel
messaggio riuscì finalmente a farlo sentire meglio. A quel punto spense la luce
per mettersi a dormire.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7° ***
Mi
perdonate se non commento? E’ tardissimo e se non posto oggi ho paura di
rimandare ancora…
Quindi
un grazie enorme per aver commentato e letto, vi
adoro!!!
************
I
grandi magazzini non erano molto affollati all’ora di pranzo. Samantha ne aveva
approfittato per fare un giro e comprarsi qualcosa di carino dato che, con la
fine del mese, era stata pagata. Storse il naso di fronte ai grandi cartelli che
annunciavano gli arrivi autunnali, tutti indumenti scuri o neri. Lei invece
amava i colori, soprattutto nella stagione invernale: vestirsi sgargiante era un
modo per scacciare il grigiore delle brutte giornate, anche se i suoi capelli
rossi la limitavano.
Dopo
aver girato per un po’ riuscì a trovare alcuni capi abbastanza carini. Mentre
raggiungeva i camerini di prova ripensò a quanto era cambiata la sua vita
ultimamente: erano passate solo due settimane da quando aveva conosciuto Kevin
ma sembrava fosse trascorso più tempo. Si era rivelato una persona deliziosa, un
buon amico. I Jonas Brothers avevano in programma di rimanere un mese intero a
New York per promuovere il nuovo album e dovevano tenere una serie di concerti,
più varie interviste alla radio e speciali per la televisione.
Quasi
tutte le sere, quando lui era libero, si erano incontrati al Roof Garden per
parlare e bere una tazza di tisana. Era diventata ormai una piacevole abitudine
e poteva affermare che era nata una vera amicizia fra di loro.
Però
aver realizzato tutto ciò la spaventava.
Più
cercava di mantenere le distanze, di trattarlo con gentilezza ma senza
approfondire il loro rapporto, più si ritrovava a desiderare la sua presenza. Si
era illusa di poter gestire tutto ma la situazione le era poi sfuggita di mano.
Lo aveva capito quando Kevin le aveva rivelato un suo importante
segreto.
Quella
sera si era accorta che era di umore strano, come se fosse depresso. Per un po’
infatti erano rimasti entrambi in silenzio, mentre lui accarezzava le corde
della chitarra producendo una melodia che sembrava quasi una ninna nanna. Aveva
chiuso gli occhi lasciandosi cullare da quel suono, da quelle note magiche. Ogni
volta non mancava mai di stupirsi di come riuscisse ad emozionarla in quel modo
e solo con qualche nota improvvisata sul momento. Kevin aveva indubbiamente la
musica nel sangue e un talento naturale per combinare insieme sette semplici
note trasformandole in qualcosa di unico.
Aveva
atteso in silenzio, sperando che fosse lui a fare il primo passo ma così non era
stato, per cui si era decisa a parlare. In fin dei conti, se lui avesse voluto
stare solo, non si sarebbe presentato al loro
appuntamento.
“Mi
dispiace” esordì.
Quelle
parole attirarono l’attenzione di Kevin, che smise di suonare girandosi a
guardarla.
“Perché?”
“Sei
triste”
Lui
appoggiò gli avambracci sul bordo della chitarra, abbassando il viso verso
terra. Per un momento aveva pensato di negare tutto ma qualcosa dentro di sé si
era ribellato. Come se fosse stanco di nascondere quello che provava
davvero.
“E’
così evidente?” rispose stancamente.
“Sì”
Sospirò
scuotendo il capo.
“Scusa,
non sono molto di compagnia” si giustificò.
“E’
successo qualcosa oggi?”
“No, è
stato tutto normale”
Sam
non poteva saperlo ma Kevin, in quel momento, si sentiva molto simile a Nick che
non riusciva mai ad esternare quello che lo faceva star male. Per quanto avesse
criticato più volte il fratello per quel comportamento un po’ immaturo, non
poteva fare a meno di imitarlo. Era davvero difficile esprimere a parole il suo
malessere, come se parlarne lo rendesse più vero e più doloroso. Ma non aveva
fatto i conti con la tenacia della rossa al suo
fianco.
“Se mi
dici chi ti ha fatto arrabbiare muovo il naso e lo trasformo in un rospo” provò
a sdrammatizzare.
Aveva
intuito il disagio di Kevin e non voleva forzarlo a confidarsi con lei,
desiderava solo cancellare la tristezza che velava i suoi splendidi occhi.
Inaspettatamente
il suo commento funzionò, perché lui prima la fissò con una faccia stupefatta e
poi scoppiò a ridere malgrado tutto. Senza saperlo Samantha aveva adottato la
stessa tattica che usava lui con il fratello.
“Ok,
terrò buona la tua offerta” le rispose in tono altrettanto scherzoso prima di
tornare serio. Rimase zitto per quasi un minuto prima di
continuare.
“Siamo
stati ospiti in una radio di recente” esordì ad un certo
punto.
“Ti
hanno messo in imbarazzo?”
Lui
scosse la testa, cercando le parole giuste.
“Il
cronista mi ha domandato chi è la persona più vicina a me, alla quale confido
tutto – fece una pausa prima di continuare – di getto ho risposto i miei
fratelli. Solo loro quelli con cui condivido la maggior parte della mia
vita”
“E’ la
verità” concordò cautamente Sam, non riuscendo a capire quale fosse il
problema.
Kevin
invece fece una smorfia.
“Non è
vero. O meglio, Joe e Nick saranno sempre presenti nella mia vita ma quella
domanda mi ha fatto capire una cosa importante: non ho qualcuno accanto a me”
disse con voce amara, che sottolineava come quell’argomento fosse spinoso,
perché certi pensieri se espressi ad alta voce fanno più male, come se il fatto
di dirli a qualcuno li rendesse più veri.
Samantha,
che lo aveva capito, gli posò una mano sul braccio per
rassicurarlo.
“Non
sei obbligato a parlarne se non ti va”
Lui
piegò il gomito e appoggiò la mano coprendo quella di lei stringendola
leggermente.
“Finora
tenermelo dentro non è servito a migliorare le cose, sono giorni che ci rimugino
sopra” si alzò in piedi, raggiungendo la balaustra che delimitava l’attico e poi
si voltò a guardarla, mettendo le mani in tasca e appoggiandosi con la schiena.
Vederlo
così, come se fosse un pulcino bagnato, le fece venire voglia di correre ad
abbracciarlo e rassicurarlo, dicendogli che tutto andava bene, che lei avrebbe
fatto tutto quello che poteva perché tornasse a sorridere. Ma sapeva bene di non
avere nessun diritto di farlo. Rimase in silenzio, aspettando che
continuasse.
“Il
cronista intendeva una ragazza ovviamente, non un parente e mi sono reso conto
in quel momento, mentre riflettevo sulla domanda, che manca qualcosa nella mia
vita. Lo so che posso sembrare un ragazzino viziato a dire così. Suono in un
gruppo famoso, vendiamo milioni di dischi e siamo ricercati, non dovrei chiedere
niente di più dalla vita. Invece vorrei davvero trovare una persona con cui
condividere gioie e dolori, con cui poter parlare liberamente ed essere me
stesso”
Samantha
si alzò in piedi, avvicinandosi a lui e imitandolo, appoggiandosi alla
ringhiera.
Per un
po’ rimasero in silenzio. Samantha stava pensando alle parole giuste da dire,
per fargli capire che era solo questione di tempo, un ragazzo come lui così
dolce e profondo non era destinato a restare solo nella vita.
“Capisco
che tu sia rimasto male dopo quella domanda ma devi guardare tutto da un’altra
prospettiva. Forse non era il momento giusto prima, dovevi concentrarti sulla
musica, sulla nascita del vostro gruppo”
Lui la
guardò voltando il capo verso di lei.
“Tu
dici?”
“Sì.
Pensaci. Sei stato sempre in viaggio, tra concerti, interviste e tutto il resto
quanto tempo avresti potuto dedicare ad una storia? Troppo poco. Rischiavi di
non avere un momento libero per cercare di non deludere
nessuno”
Kevin
rimase a bocca aperta di fronte a quelle parole. Non ci aveva mai pensato ma Sam
aveva pienamente ragione. Cercava sempre di essere presente per tutti, di fare
quanto ci si aspettava da lui senza dubbio. Avrebbe finito per stare male e
sentirsi frustrato.
Chi
l’avrebbe mai detto che una ragazza conosciuta per caso lo avrebbe capito meglio
di chiunque altro?
Stava
per replicare quando lei continuò il suo discorso.
“Mi
ricordi la canzone”
“Quale?”
“Gotta
find you. Scusa
– disse stringendosi nelle spalle, quasi timorosa che lui si arrabbiasse - lo so
che sono un po’ fissata, però calza a pennello non
credi?”
Kevin
scosse la testa più volte lasciandola interdetta. Non l’aveva mai detto a
nessuno al di fuori della famiglia eppure Samantha sembrava aver capito lo
spirito di quella canzone. Non era facile esprimere quello che sentiva dentro e
sapeva di non poterlo fare con i suoi fratelli o i suoi genitori. Per questo si
ritrovò a parlare senza quasi rendersene conto.
“L’’ho
scritta io” confessò di getto.
“Cosa?”
“Hai
capito bene. L’ho scritta interamente io, dal testo alla musica. Ma non volevo
pubblicarla, doveva essere una cosa mia. Non ho fatto i conti con Joe però. Una
sera sono andato in bagno perché avevo scordato l’orologio e l’ho sentito
canticchiare il ritornello. C’è mancato poco che non lo tirassi fuori dalla
doccia. Dopo mi ha spiegato di aver trovato i miei appunti mentre cercava le
cuffiette dell’i-pod, dato che le sue si erano rotte. Visto che nel suo
vocabolario la parola “privacy” non esiste ha pensato bene di leggerla e gli è
piaciuta”.
Sam
spalancò gli occhi.
“Non
mi stupisce”
Kevin
alzò una mano per bloccare il suo entusiasmo.
“Se si
fosse limitato a quello non me la sarei presa. Se si fosse limitato a farla
vedere a Nick non me la sarei presa. Ma no, lui ha dovuto esagerare e l’ha
proposta ai produttori di Camp Rock senza dirmelo”
Prima
di continuare sospirò, voltandosi per osservare l’orizzonte, appoggiando gli
avambracci alla balaustra e intrecciando le dita. Poi ricominciò a
parlare.
“Ne
sono stati così entusiasti da volerla a tutti i costi. Alla fine ho dovuto
accettare, tutto per colpa di quel farabutto di Joe”
concluse.
Non
sapeva quale reazione avrebbe suscitato la sua confessione e girò il capo verso
di lei, un po’ timoroso e un po’ curioso.
Lei
era semplicemente rimasta a bocca aperta, ma se prima a Kevin era successo solo
in modo figurato, lei si ritrovò letteralmente con le labbra spalancate e gli
occhi sgranati.
“Ti ho
scioccata?” la prese in giro con l’accenno di un sorriso davanti a
quell’espressione.
“L’hai
scritta tu – fu l’unica cosa che riuscì a rispondere Sam, quasi in trance – la
mia canzone… l’hai scritta tu”
Il
maggiore dei Jonas annuì mentre la depressione di poco prima lasciava il posto
ad un senso di tenerezza.
“E’
quello che ho detto”
A quel
punto lei si spostò mettendosi proprio davanti a lui e piantandogli un dito in
pieno petto.
“Sei
un ragazzo pieno di sorprese Paul Kevin Jonas e la ragazza che avrà la fortuna
di conoscere come sei realmente non potrà non amarti per tutta la vita – lo
fissò intensamente negli occhi, ricambiata da lui - è solo questione di tempo
vedrai” gli promise.
Quelle
parole sincere e dette con tono sicuro gli scaldarono il cuore come mai avrebbe
creduto. Non riusciva a spiegarselo ma le credeva. Con una mano le afferrò il
dito portandoselo alle bocca per un piccolo bacio.
“Grazie”
sussurrò con le labbra contro il suo polpastrello.
Sam
gli sorrise dolcemente, contenta di averlo potuto aiutare, anche se quel
contatto la spaventò. Per questo si divincolò da lui, voltandogli le spalle.
“Bah,
scrivere una canzone simile e nasconderlo al mondo intero… solo tu potevi fare
una cosa del genere” commentò per sdrammatizzare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8° ***
Domani
nevicherà rosso dato che finalmente posto. Mi spiace di avervi fatto aspettare
così tanto.
Jollina
la verde:
Eh sì, il colpo di scena era quello, l’ha scritta Kevin. Deduco che ti sia
piaciuta questa cosa, sono contenta. Resisti a questa cosa, ci saranno altre
sorpresine vedrai e ci tengo a leggere il tuo parere!
EllieGoodman:
Grazie di esserti ricordata di commentare. Sì, Kevin è proprio dolce e visto il
testo di Gotta find you, penso ci stia a pennello. L’intervista in radio è stata
una mazzata, perché l’ha portato a riflettere su cosa manca nella sua vita e
realizzarlo non è stato piacevole, povero cucciolo.
Potterina
Weasley:
il pezzo in cui lui le bacia il dito piace un sacco anche a me. Kevin è
naturalmente dolce, anche se a volte non si rende conto dell’effetto dei suoi
gesti. Le sorprese non sono finite vedrai! Grazie per i tuoi commenti sempre
entusiastici che mi fanno continuare a scrivere.
1:
hai colto un sacco di particolari, come il fatto che si capiscano senza bisogno
di tante parole, o il riferimento a “Vita da strega” da cui è stato preso il
nome di lei. Il bacio al dito è dolcissimo e proprio da lui. (Sam annuisce
ricordandosi che Kev ce l’ha solo in prestito). Kevin ha sempre avuto il
supporto della sua famiglia e lo aiutato molto, anche a diventare quello che è
adesso. Samantha invece è molto indipendente al contrario di lui.
2:
sapevo che non saresti stata d’accordo con i vestiti colorati xD Hai capito il
rapporto che lega Kev e Sam. Si trovano a loro agio a parlare ed è per questo
che lui ha deciso di confidarsi. Come dicevo alla 1, Sam è molto indipendente e
quindi è restia a lasciarsi andare troppo con Kevin, per questo a volte si
ritrae per paura. Sono contenta di vedere che Sam comincia a starti più
simpatica, spero di riuscire nell’intento di fartela piacere sempre di più.
L’istinto di tirare tazze di caffè ce l’ha sempre, anche se sarà verso un altro
Jonas… Il riferimento a Joe sotto la doccia era una chicchina per te lo sai? xD
Vi
lascio alla lettura, c’è qualche indizio sulla misteriosa ragazza di Joe, anche
se è ancora troppo poco per capire. Vedremo se li saprete cogliere.
Buona
lettura!
*********************
I suoi
ricordi vennero interrotti da un rumore. Sentì entrare qualcuno nel camerino di
fianco al suo. Le giunse all’orecchio la risata di una ragazza giovane.
“Se ci
vedono…”
“A
quest’ora non c’è in giro nessuno dai, non preoccuparti” la rassicurò una voce
maschile
“Sì,
ma…”
Le
proteste di lei vennero zittite improvvisamente e Sam non fece fatica a capire
che si stavano baciando. Provò ad attendere, sperando che se ne andassero.
Invece li sentì parlare di nuovo.
“Cos’è
che hai in mano?” chiese la ragazza.
“E’
per te. Non si entra in un camerino senza avere qualcosa da provare” scherzò il
suo compagno.
“E’
orribile quella maglietta! E’ di un verde acido praticamente
fluorescente”
“Che
c’è di male? E’ originale, ti starebbe bene”
“Ti
prego. Avrai tante qualità ma in fatto di moda sei
terribile”
“Che
cosa?” ribattè lui, in tono sbalordito.
“Ti
devo ricordare quei jeans giallo fluo che indossavi sul set? Ero tentata di
mettermi gli occhiali da sole per non rimanere abbagliata”
“La
tua è solo invidia. Ci vuole un po’ di follia per rendere la vita più
divertente”
“Senza
dubbio tu ne hai portata tanta nella mia vita”
“Ti
dispiace?” mormorò in tono più basso il ragazzo.
“Assolutamente
no” confessò lei dolcemente.
Samantha
aveva sperato che i due se ne andassero ma, a quanto pareva, erano ben decisi a
sfruttare l’intimità del camerino. Anche se aveva sorriso di fronte alla
dolcezza di quelle parole romantiche, si sentiva molto imbarazzata aveva cercato
di rivestirsi il più silenziosamente possibile per poi allontanarsi senza farsi
scoprire. L’operazione “non far rumore” però richiese più tempo di quanto
pensasse e prima che lei riuscisse ad abbassarsi per rimettere le scarpe, sentì
di nuovo i suoi vicini. A quanto pareva la coppietta si era decisa a trovare un
luogo più adatto per le loro effusioni.
“Forza,
siamo solo a metà del giro che ti avevo promesso” affermò la voce
maschile.
“Non
ti sembra che abbiamo rischiato abbastanza? Ho fame, non ti dimenticare dove
dobbiamo essere fra qualche ora” replicò seria la ragazza.
“Me lo
ricordo, per quello dobbiamo sbrigarci”
“Com’è
che finisco sempre per dirti di sì?” rispose lei,
sbuffando.
“Perché
non sai resistere al mio fascino” la rimbeccò lui con tono
malizioso.
Sentendoli
allontanarsi, Sam non riuscì a resistere. Dopo quanto ascoltato era curiosa di
dare un volto alla misteriosa coppia, dando loro almeno un’occhiata. Scostò la
tendina quanto bastava e notò, tra i vestiti appesi, una ragazza non molto alta
con dei lunghi capelli scuri e lisci. Accanto a lei, un ragazzo le teneva un
braccio intorno alla vita.
Tutto
accadde in una manciata di secondi.
Lui si
voltò e incrociò il suo sguardo.
Fu un
attimo e lei si rifugiò di scatto all’interno del camerino, sperando di essere
stata abbastanza rapida da non farsi vedere. Attese ma non ci fu più nessun
rumore, segno che era rimasta sola. Con la schiena appoggiata alla parete
scivolò piano fino a sedersi sullo sgabello con espressione sbalordita.
Aveva
riconosciuto quel ragazzo.
Impossibile
non notare la particolare pettinatura che era un suo “marchio di fabbrica”:
quello di Joe Jonas, il fratello di Kevin.
Perplessa,
rimise al suo posto i vestiti provati, limitandosi ad acquistare una sciarpa e
un paio di guanti candidamente bianchi. Immersa nelle sue riflessioni su quanto
appena successo, quasi non si accorse della commessa che le comunicava l’importo
che doveva pagare.
“Mi
scusi, non l’avevo sentita”
Estrasse
le banconote dal portafoglio e aspettò il resto ansiosa di andarsene via. Quando
fu per strada rabbrividì per una gelida folata di vento. Alzò gli occhi al
cielo: la tinta plumbea sopra la sua testa non prometteva niente di buono. Si
avvolse la sciarpa intorno al collo, sospirando per il tepore che la riparava
dal freddo. Una veloce occhiata all’orologio le disse che aveva tempo per una
breve visita all’ospedale da Maddie. Accelerò il passo per raggiungere la
fermata più vicina e, quando vide l’autobus in lontananza, cominciò a correre.
Con uno scatto, riuscì a raggiungerlo in tempo e a salire prima che si
chiudessero le porte.
Giunta
in ospedale prese l’ascensore e schiacciò il quarto piano, quello di chirurgia.
Uscì in modo circospetto, per paura di incontrare l’infermeria della volta
precedente, che l’aveva apostrofata duramente per essersi introdotta in ospedale
al di fuori dell’orario di visita dei parenti. Ostentando indifferenza guardò
prima a destra e poi a sinistra per controllare la situazione. Il corridoio
sembrava libero e lei ne approfittò immediatamente per raggiungere la stanza
della sua migliore amica, che stava sdraiata nel letto a leggere un
libro.
“Psst”
“Sam!”
“Sei
sola?”
Maddie
annuì vigorosamente e battè una mano sul suo materasso.
“Vieni
pure, l’infermiera è passata mezz’ora fa a fare il giro di controllo, sei al
sicuro”
Dopo
averla abbracciata Sam le chiese come stava e cose le aveva detto il medico.
“Questa
mattina mi hanno fatto un’altra radiografia e sembra che l’operazione sia andata
perfettamente – sollevò il braccio sinistro con una smorfia scocciata – non vedo
l’ora di togliere questo maledetto tutore. E’ orribile averlo immobilizzato e la
cosa peggiore è quando mi viene il prurito. Devo concentrarmi intensamente su
qualcos’altro”
Samantha
rise.
“Fammi
indovinare: Matthew McConaughey?”
Maddie
roteò gli occhi con espressione adorante sollevando, con la mano libera, il
libro che stava leggendo.
“La
sua interpretazione di Dirk Pitt doveva ricevere l’oscar. Tutte le volte che
ripenso a quel film non capisco più niente”
“A chi
lo dici. Ho perso il conto di quante volte ho guardato Sahara”
concordò.
Dopo
aver sistemato le lenzuola e appoggiato il libro di Cussler sul piccolo comodino
di fianco al letto, dedicò la sua attenzione alla sua
visitatrice.
“Allora
cosa mi racconti?”
Lei
fece per aprire la bocca ma l’amica l’anticipò ricominciando a
parlare.
“Non
mi dire come al solito niente, te lo
leggo negli occhi che c’è qualcosa di strano in ballo. Potrai ingannare chi
vuoi, ma non chi vive insieme a te e ha imparato a
conoscerti”
“Cosa
intendi dire?”
“Non
te ne sei mai accorta ma hai il vizio di non guardarmi negli occhi quando mi
stai nascondendo qualcosa”
“E tu
sei sempre stata un’impicciona” le rispose con una linguaccia prima di
sospirare.
Era
venuta qui proprio per confidarsi con la sua amica, per mettere un po’ di ordine
ai mille pensieri che le vorticavano in testa ma adesso che era qui tutto
sembrava più difficile.
“Se ti
dico una cosa mi prometti di non urlare e non agitarti?”
Maddie
alzò due dita, assumendo un’espressione fintamente seria.
“Certamente.
Parola di lupetto”
“Ho
conosciuto Kevin Jonas” disse di getto.
Passarono
pochi secondi, il tempo necessario perché la ragazza capisse il senso di quanto
appena sentito.
“Che
cosa???” urlò a squarciagola.
Sbarrando
gli occhi Samantha cercò di calmarla.
“Sshh,
sei impazzita a gridare così?”
“Sento
dei passi, ti conviene nasconderti”
Velocemente
scese dal letto, accucciandosi di fianco, nascosta dalle coperte e ascoltò
l’infermiera che era accorsa per sapere se tutto andava bene. Madleine riuscì a
liquidarla con una scusa e, dopo aver rimediato un’occhiataccia, furono
nuovamente sole.
“Via
libera?”
“Se
non torni subito a spiegarmi tutto giuro che ti faccio ricoverare
qui”
Obbedendo
a quell’ordine, Samantha si sedette di nuovo accanto a lei e le raccontò come
aveva conosciuto Kevin e come fossero diventati amici dopo i loro incontri al
Roof Garden. Non rivelò il suo segreto riguardo la canzone di Camp Rock né le
confidenze che gli aveva fatto dopo l’intervista alla radio. Si era fidato di
lei ed era giusto che non tradisse quella fiducia.
Maddie
intanto, con aria sognante, aveva cominciato a parlare.
“Non
ci posso credere. Ho lavorato per più di sette mesi in quel posto e la cosa più
emozionante che mi è successa è stato vedere di sfuggita Kevin Costner,
mezzo secondo e non uno di più. Tu invece… Non è giusto” concluse incrociando le
braccia, fingendosi arrabbiata.
“Non è
stata una cosa programmata lo sai”
“Cosa
intendi fare ora?”
Ecco
la fatidica domanda, che anche lei si era posta già un migliaio di volte.
“Niente”
Maddie
la fissò.
“Non
lo so”
Ancora
sguardo fisso.
“Cosa
vuoi che ti risponda?” concluse stancamente Samantha.
L’amica
scosse la testa e agitò verso di lei l’indice del braccio sano.
“Non
parliamo di uno qualunque cara mia. Kevin! Santo cielo, sei diventata amica di
Kevin Jonas. Hai presente? Occhi verdi, fisico da urlo e mani orgasmiche… e tu
mi rispondi che non sai cosa fare?”
Si
lasciò ricadere sui cuscini in modo melodrammatico.
“Ma
perché sono confinata in un ospedale?”
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9° ***
Sappiate che se oggi è piovuto, nevicato o ha tirato vento
è colpa mia perché finalmente ho sistemato il capitolo e riesco a postare xD
Angolino
di risposta:
Potterina
Weasley:
perdono, ti ho fatto aspettare un sacco. Sapevo che avrebbe fatto colpo la
faccenda delle “mani orgasmiche” e sono felice che ti sia piaciuta. D’altronde
viste le magie che fa con la chitarra… *sguardo malizioso* Maddie non ha peli
sulla lingua in effetti, sono contenta che ti stia simpatica, sappi che avrà
anche lei il suo spazio. Niente Camilla, questo te lo posso dire. Anche perché
nello scorso capitolo la “lei” in questione ha accennato al fatto che era sul
set di Camp Rock quindi la Camilla è tranquillamente esclusa.
Miss
K2:
in effetti questi a questi poveri Jonas stiamo facendo sperimentare qualsiasi
luogo in casa e fuori xD Tralasciando gli oggetti più disparati che vengono
utilizzati *lancia sorrisetto alquanto malizioso* anche se qui Joe si è limitato
come hai detto tu. Sarei curiosa di sapere quali sono i tuoi sospetti ma
immagino che ormai tu abbia già cambiato idea visto il discorso di prima su msn
xD I pantaloni giallo fluo ormai sono priceless. Chissà se hai ragione e quello
scambio fuggevole avrà ripercussioni? Sapevo che avresti mooolto apprezzato la
faccenda delle mani orgasmiche *lancia sguardo alle mani di Kevin e poi scappa
per non farsi picchiare dalla 1*
Jollina
la verde:
Maddie è schietta e credo che le piacerebbe fare l’attrice comica xD Meno male
che c’è lei che fa un po’ da “grillo parlante” a Sam. Adesso mi odierai perché
la “lei” di Joe rimarrà un mistero ancora per un po’ di capitoli. Ormai c’ho
preso gusto a lasciare vari indizi qua e là e incastrare quello che
succede. Mi leggerai lo stesso? Prometto di comprarti delle pastiglie per il mal
di fegato xD E poi puoi sempre cercare di indovinare (a proposito, posso sapere
com’è nato il tuo nick? Come mai proprio “verde”?)
Danger Girl: Scusata. Dato che anch’io ho i miei “tempi tecnici” prima
di commentare, sarebbe da ridere se me la prendessi con te *lovva la 2* Spiega,
spiega al tuo Danger che certi colori non sono ammessi per nessun mortale,
nemmeno se si chiama Joe Jonas. Mi spiace che non ti piacciano lei e Joe come
coppia, spero di riuscire a farteli rivalutare pian piano. Maddie ha quasi
sempre ragione, anzi quando non ha torto ha sempre ragione, come le piace
ripetere xD Ci sarà spazio per conoscerla un po’ meglio, d’altronde se lo merita
visto che, come hai detto tu, ha permesso a Sam e Kevin di incontrarsi.
Ringrazio anche chi legge e chi mi ha messo nei
preferiti!
****************************
Nick
controllò per la terza volta, in pochi minuti, il quadrante del suo orologio e
battè il piede a terra.
“Sono
già le 14.10 e Joe ancora non si vede. Si può sapere dov’è
finito?”
Kevin
alzò le mani in segno di difesa di fronte alla sfuriata del
fratello.
“Non
so cosa dirti, se non che lui e Big Rob sono usciti questa mattina e
nient’altro. Non hanno avvisato per cui staranno arrivando, vedrai che tra poco
piomberanno qui” cercò inutilmente di rassicurarlo, stemperando l’atmosfera
pesante.
“Lo
spero per lui, non mi va di fare tardi alla registrazione” sbottò il primo,
trattenendo a stento uno sbuffo scocciato.
Il
maggiore dei Jonas si alzò dalla sedia e camminò fino a raggiungere la finestra
e guardare fuori. Il traffico lungo le strade era abbastanza intenso e si augurò
che non intralciasse l’arrivo di suo fratello. Nick odiava fare tardi, come lui
del resto, però oggi gli sembrava particolarmente agitato, come se fosse sui
carboni ardenti. Aveva cercato di chiacchierare un po’ all’inizio, ma si era
accorto che le risposte a monosillabi che riceveva dimostravano che la sua mente
era altrove. Alla fine aveva preferito lasciarlo tranquillo, tanto era solo
questione di tempo e sarebbe stato lui a confidarsi quando se lo sarebbe
sentito.
Era
ancora perso in quelle riflessioni, quando la porta si aprì e un trafelato Joe
entrò nel salottino.
“Sono
arrivato!” urlò come se avesse appena vinto una gara di corsa.
Nel
vederlo, Nick si alzò in piedi di scatto.
“Finalmente
– si infilò la giacca che aveva appoggiato sullo schienale della sedia – forza
andiamo”
Joe si
spostò verso la porta del bagno, muovendosi lateralmente come un granchio, come
se quei gesti lo facessero passare inosservato.
“Mi
serve solo un secondo – si affrettò ad aprire la porta mentre il fratello minore
lo stava fulminando con gli occhi – un secondino veloce”
“Giuro,
se non esce nel giro di un minuto non avrà più niente sulla testa da doversi
piastrare!”
Per
fortuna il fratello fu abbastanza veloce e, in poco tempo, si trovarono seduti
in una comoda macchina che li portò agli studi dove si sarebbe registrato uno
speciale su Camp Rock. Il successo del film era andato ben oltre le aspettative
della Disney e anche delle loro. Ovviamente ne erano stati felicissimi, sia
perché era stato l’esordio nel mondo della recitazione, sia perché questi
speciali erano comunque un’occasione per rivedere gli altri attori con cui
avevano legato durante i mesi di registrazione.
Alla
reception vennero loro consegnati i pass e poi un assistente li accompagnò
direttamente nello studio dove si sarebbe tenuta l’intervista. Quando entrarono
notarono che ormai erano già arrivati gli altri. Demi Lovato fu la prima ad
accorgersene e corse verso di loro con il suo luminoso sorriso sulle labbra.
Abbracciò prima Kevin e poi Nick, infine scambiò con Joe una lunga occhiata
intensa prima di salutare anche lui nello stesso modo.
Poco
dopo anche gli altri attori protagonisti li raggiunsero per salutarli e
scherzare proprio come era accaduto durante le riprese. Stavano chiacchierando
allegramente quando qualcuno disse a Demi che voleva assolutamente il suo cd con
tanto di dedica e autografo.
“Certo
che sì – rispose la diretta interessata prima di continuare – ma c’è qualcun
altro che ha tutto il diritto di firmarlo” buttò lì
sibillinamente.
“Chi
sarebbe?” chiese Kevin curioso.
Fu
Joe, accanto a lui, che rispose quasi senza rendersene
conto.
“Amy
ha cantato alcune canzoni dell’album”
Quell’affermazione
suscitò la sorpresa di tutti i presenti, dato che nessuno ne era al corrente e
tutti gli sguardi si puntarono su di lei. La ragazza annuì, portandosi una
ciocca dei lunghi capelli lisci dietro l’orecchio, prima di essere subissata di
domande. Amy era stata una delle ultime a partecipare ai provini per il nuovo
film della Disney. Ormai quasi tutti i ruoli erano stati assegnati ma il regista
era rimasto incantato dalla sua voce e aveva deciso di scritturarla lo stesso.
Adesso che il film era stato un successo, avrebbe avuto maggior spazio nel
seguito. Era una ragazza dolce ma terribilmente ostinata e Demi l’aveva imparato
bene durante la realizzazione del cd. Ci teneva che tutto fosse perfetto nei
minimi dettagli, anche a costo di ripetere per tutta la giornata la stessa
canzone. La sua arma segreta erano due grandi occhi grigi da bambola, che
riuscivano a convincere il suo interlocutore.
“Demi
mi aveva proposto di duettare in una sola canzone, invece poi ci siamo trovate
così bene da farne altre insieme”
Sorridendo
contenta, la protagonista di Camp Rock si avvicinò a lei, posandole un braccio
intorno alle spalle.
Ha
dato sicuramente un tocco in più a tutto l’album e l’annuncio della sua
partecipazione ci porterà un po’ di pubblicità in più” concluse
Demi.
Dopo
aver fatto i complimenti ad entrambe, Kevin tornò a guardare il fratello e
abbassò il tono di voce per non farsi sentire dagli altri.
“Come
facevi tu a sapere che aveva cantato alcune canzoni?”
Joe
scosse la testa, indugiando prima di rispondere.
“Non
me lo ricordo… Me l’avrà detto Demi, che importanza ha? – fece un cenno in
direzione di una ragazza – ehi Allyson, ti ricordi ancora quel siparietto che
facevamo insieme?”
Con
quella scusa si allontanò dal fratello, che notò lo sguardo di Amy seguire suo
fratello minore con una strana espressione.
Era il
momento che Nick stava aspettando con ansia. Si avvicinò a Demi, approfittando
del fatto che l’attenzione era concentrata su Joe che stava facendo
un’imitazione abbracciando Allyson, e riuscì a prenderla a braccetto,
allontanandosi poi dal gruppo festante per raggiungere un angolo appartato.
Praticamente da quando si era svegliato quella mattina che non vedeva l’ora di
parlare con Demi. Era la migliore amica di Selena e, dopo tutto quello che era
successo, era l’unica a cui poteva chiedere notizie.
“Sono
contento di rivederti. Come stai?” esordì cercando di non apparire
ansioso.
Lei
gli appoggiò una mano sul braccio, sospirando.
“Bene.
Non vedo l’ora che esca il cd anche se l’idea mi
terrorizza”
“Posso
immaginarlo. E’ stato così anche per noi ma tu non ti devi preoccupare, le
canzoni sono ottime e sei brava, sarà un successo. Ti fidi di me no?” la
rincuorò.
“Ma
certo!”
A quel
punto il sorriso di Nick si spense, lasciando il posto ad un’espressione
malinconica. “Immagino che tu sappia già tutto” affermò senza più indugiare, toccando
l’argomento che più gli stava a cuore.
La
vide annuire assumendo la sua stessa espressione.
“Selena
mi ha raccontato cos’è successo”
“Ti ha
detto…”
“Posso
darti un consiglio? E’ meglio se per un po’ non vi
parlate”
Sbatté
gli occhi credendo di aver capito male.
“Come?”
Demi
annuì, facendogli capire che non si era sbagliata nel dargli quel consiglio. Si
prese qualche secondo per un lungo sospiro prima di spiegarsi. Non era un
discorso facile e nemmeno lo era trovare le parole giuste.
“Lo so
che non è quello che ti aspettavi. Ma forse non ti rendi conto della pressione a
cui è stata sottoposta da quando si è scoperta la vostra
storia”
Spaesato,
lui non potè fare altro che corrugare la fronte.
“Non
capisco, che cosa intendi dire?”
Demi
si concesse un piccolo sorriso di fronte al suo comportamento, solo lui poteva
dimostrarsi così ingenuo.
“Tu
sei Nick Jonas, un bravo ragazzo, molto bello e amatissimo dal pubblico. Le fans
ti adorano alla follia qualunque cosa tu faccia. Ma non è lo stesso per chi ti
sta accanto. Da quando si è saputo che tu e Selena state insieme, lei è stata
presa di mira. Sia i giornalisti che il pubblico la tengono d’occhio e aspettano
solo un suo passo falso o una parola sbagliata per darle contro. Senza contare
le sostenitrici di Miley, che la odiano perché secondo loro tu sei stato
plagiato”
“Ma
non è vero!” dichiarò con veemenza.
Non
era la prima volta che sentiva un pettegolezzo simile. La sua storia con Miley
era finita per motivi completamente diversi. Si erano accorti di non essere
fatti l’uno per l’altra e lui aveva provato in tutti i modi a tenere vivo quel
rapporto ma alla fine si era arreso. C’era stata tanta sofferenza e i problemi
si erano aggiunti, avvelenando anche la loro amicizia. Per quel motivo aveva
preferito troncare definitivamente, perché entrambi si stavano distruggendo a
vicenda. Ma naturalmente la stampa non sapeva o aveva preferito ignorare i pochi
particolari che erano trapelati, puntando su Miley che era diventata una star e
lo aveva lasciato oppure su di lui che l’aveva mollata di punto in bianco per
mettersi con Selena, spezzandole il cuore senza pietà.
“Lo so
benissimo – lo rassicurò Demi – ti sto dicendo tutto questo per farti capire in
che situazione si trova”
Con un
sospiro di rassegnazione, Nick chinò il capo.
“Io
non avevo idea…”
“Lo
immaginavo. Quindi, se oltre a tutta questa pressione, aggiungi i tuoi dubbi sul
rapporto che ha con David... In questo periodo sei impegnato con il tour e gli
unici amici veri che ha sono pochi, tra cui gli attori che lavorano con
lei”
Sbuffando
stancamente, lui si passò un mano tra i riccioli. Il discorso di Demi l’aveva
colto di sorpresa perché non si era aspettato niente di simile. Si era
concentrato solo su se stesso, senza pensare a come poteva essere per lei vivere
sotto i riflettori in quel momento.
“Sono
stato un idiota insomma”
Lei
gli accarezzò un braccio, cercando di consolarlo. Nick era un ragazzo dolcissimo
ed era evidente quanto ci fosse rimasto male ma il suo intento era stato quello
di fargli capire solamente come stavano le cose.
“Un
idiota innamorato però” gli ricordò.
“Devo
chiamarla” dichiarò lui, risoluto.
Demi
si spostò di fronte a lui, guardandolo negli occhi.
“Meglio
di no. Selena non è certo uno zuccherino – scherzò per alleggerire l’atmosfera –
ed è ancora un po’ arrabbiata. Finireste per peggiorare tutto parlando adesso.
Lasciala tranquilla e vedrai che capirà perché le hai detto quelle
parole”
Con un
altro sospiro, la guardò con espressione da cucciolo
indifeso.
“Tu
dici?”
“Ne
sono certa”
In
quel momento la voce dell’assistente regista si fece sentire, interrompendo il
loro discorso.
“Ragazzi
si va in onda, tutti seduti sul palco per favore”
*
“Cominciano
a circolare delle voci su un seguito di Camp Rock, potete darci qualche
informazione in più?”
Fu
Kevin a rispondere.
“Camp
Rock 2 si farà. Quasi subito dopo la messa in onda, la Disney è stata tempestata
di lettere e mail che domandavano un altro film e così, in poco tempo, è stata
preparata la nuova sceneggiatura, di cui siamo tutti
felici”
“Possiamo
avere qualche anticipazione?” chiese il conduttore, ammiccando in direzione di
Joe, il quale rise.
“Stiamo
lavorando alle nuove canzoni da inserire nel film e sono tutte molto buone”
dichiarò, suscitando l’ilarità dei suoi compagni per come aveva sviato la
domanda.
“Non
ne dubito, ma il nostro pubblico vorrebbe sapere qualcosa di più su Shane e
Mitchie. Lo sguardo finale lascia ben sperare e i fans reclamano a gran voce un
bacio tra i loro beniamini”
Joe
fece un’espressione sorpresa e poi sfoderò un’espressione
maliziosa.
“Davvero?
Spero proprio che ce ne sia più di uno nel prossimo film, con tante prove
magari” scherzò facendo l’occhiolino a Demi, che rise divertita mentre gli altri
urlarono degli incoraggiamenti.
Ci
furono altre domande, alternate da filmati e dietro le quinte relative al film
andato in onda seguito dai commenti dei protagonisti. Roshon si esibì in un
assolo di hip hop, accompagnato dal battito di mani dei suoi compagni e alla
fine il conduttore fece i complimenti a tutti.
“Il
tempo a nostra disposizione è quasi scaduto, ma ho ancora un ultima domanda
prima di salutarvi. La storia di Shane e Mitchie ha fatto battere i cuori di
tutte le ragazze che hanno visto il film – si rivolse ai due protagonisti –
avete reso in modo molto convincente l’amore che nasce fra loro due. Forse in
modo troppo convincente. Non è che vi siete immedesimati e avete scoperto che
anche Joe Jonas e Demi Lovato si erano innamorati?”
Il
cantante dei Jonas sfoggiò uno dei suoi sorrisi seducenti e prese la mano della
sua partner.
“Chi
non si innamorerebbe di lei?”
Con
uno sguardo ammiccante verso la telecamera, il conduttore continuò le
domande.
“Cosa
cosa?”
Lui
continuò a parlare.
“Demi
è una ragazza fantastica. Ho imparato a conoscerla ed è proprio come l’avete
vista sullo schermo E’ solare, allegra e bellissima. Per non parlare della sua
voce, come il canto di una sirena”
Nick
lanciò uno sguardo confuso a Kevin, che mosse impercettibilmente le spalle
comunicando che non ne sapeva niente. Non capiva questo strano atteggiamento
tenuto da Joe, a suo fratello piaceva scherzare ma stavolta stava esagerando.
Sembrava quasi che volesse insinuare che ci fosse qualcosa di più tra lui e
Demi.
“Non
sono parole un po’ tropo amichevoli per una semplice collega di lavoro?” insinuò
il conduttore.
Lui si
strinse nelle spalle sempre con il sorriso sulle labbra, assumendo un’aria
innocente.
“Ho
solo detto la verità”
Il
tempo a disposizione era terminato e vennero annunciati i loro nomi per salutare
il pubblico a casa. Sforzandosi di avere un’espressione allegra, Kevin alzò una
mano quando fu il suo turno e poi fissò il fratello.
Che
diavolo stava combinando Joe?
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10° ***
Stavolta posto in un tempo relativamente breve, beh breve
per i miei standard è ovvio xD
Anyway,
passo subito ai ringraziamenti perché poi volo a mangiare e stasera non so a che
ora torno.
Jollina la verde: non è Camilla, su questo ti rassicuro e
ti giuro solennemente che non è lei xD Joe è abbastanza pasticcione quindi si
capirà più avanti perché si è comportato così, non posso svelarti niente, tutto
a suo tempo. Kevin era un po’ spaesato perché tutto quel flirtare di Joe gli è
sembrato esagerato e non ne capisce il motivo. Nick poverino dovrà soffrire
ancora ma non si darà per vinto vedrai. Cercherò di postare in modo regolare,
anche se fra un po’ ci si metteranno di mezzo le vacanze… Ti ringrazio
tantissimo per i tuoi commenti sempre presenti! Un bacio. Grazie per avermi
illuminato sul famoso “verde”.
Miss
K2: Joe che si muove a granchio è una delle mie scene preferite di quel capitolo
xD Mi è piaciuto scrivere di un Nick diverso dal solito, nervoso, contrariato e
che si sente in torto, d’altronde la vita non è tutta rose e fiori e lui se l’è
un po’ meritato. Ma tutto arriverà a suo tempo. Impossibile capire cosa passa
per la testa di Joe, tu hai le tue teorie e vedremo strada facendo se sono
giuste. Sam come vedi è tornata e spera che tu non la picchierai visti i
pensieri sul tuo Mr xD
Danger
girl: Mi fa piacere che ti sia piaciuta Amy, ha il suo bel caratterino e darà
del filo da torcere a “qualcuno”… E’ vero, Nick qui si è comportato da fratello
minore e sono contenta di avergli dato questa veste un po’ diversa dal solito.
Joe ha creato casini come al solito, parla a sproposito e flirta in televisione,
ha un suo piano ovviamente (sconclusionato su questo non c’è dubbio) e vedremo
se servirà a qualcosa oppure no. Grazie per la parte sui personaggi famosi e la
stampa, ci ho lavorato un bel po’ su quel pezzo.
Due
piccoli avvisi:
- Amy, descritta nel
precedente capitolo, è un personaggio totalmente di mia
invenzione
-
se volete leggere qualcosa di bello, dolce e piccante allo stesso tempo, non
potete perdervi la shot della bravissima Minako: protagonisti Coco e Michael (un
personaggio nuovo, creato dalla mente di Ice_bubble) che non potranno non
piacervi ve l’assicuro! Il titolo è “Ti Scatterò Una
Foto”
-
idem, vi consiglio anche una shot dell’altra bravissima cognata, Temperance,
altrettanto intrigante e ironica: protagonisti l’ormai famosissimo Christian di
Bro e lo stesso Michael di cui sopra. A costo di ripetermi, vi piaceranno ve
l’assicuro! Il titolo è “Photomodel”
Buona
lettura.
Mentre
tornava a casa, Samantha non poteva fare a meno di pensare a quella domanda:
“Cosa
intendi fare ora?”
Magari
avesse saputo cosa rispondere. Per Madleine era facile affermare che si sarebbe
buttata addosso a Kevin, provandoci. Già, la sua amica lo conosceva solo tramite
le foto stampate sui giornali e gli articoli che uscivano sulle riviste. Anche
lei, un sacco di volte, si era ritrovata a fantasticare su un attore o un
cantante, immaginando tutto quello che avrebbe detto o fatto se si fosse trovata
di fronte a lui.
Ma qui
la situazione era diversa.
Aveva
parlato con Kevin, aveva visto al di là del suo bel viso e del sorriso che
mostrava al pubblico e non voleva fare niente per rovinare quel delicato
rapporto che era nato fra loro. Anzi, non avrebbe mai fatto nulla che lo potesse
incrinare. Probabilmente era normale che si sentisse attratta da lui, chiunque
di sesso femminile dotata di occhi e orecchie non avrebbe resistito. Ma era
tutto qui, non c’era altro.
Nient’altro.
Continuò
ad annuire, soddisfatta della conclusione dei suoi ragionamenti e della
decisione presa, mentre armeggiava con le chiavi per aprire la porta. Appoggiò
la giacca e la sciarpa nuova su una sedia e sbuffando si lasciò cadere sul
divano di lato, sprofondando il viso nel cuscino di fianco a
lei.
Poi
c’era anche la storia del fratello.
Joe
Jonas.
Quell’inaspettato
“incontro” le aveva lasciato uno strano senso di colpa, come se lo avesse
spiato. Ragionamento totalmente assurdo: i grandi magazzini erano un posto
pubblico e lei si trovava lì da più tempo rispetto a loro e il suo unico errore
era stato quello di aver scelto il camerino accanto al loro. Purtroppo non
riusciva a dimenticare gli occhi che l’avevano trafitta in quei pochi secondi in
cui si erano guardati.
Accidenti
a lui e a quando aveva deciso di fare un po’ di shopping!
Si
domandò chi fosse la ragazza misteriosa. Dopo aver conosciuto Kevin era stato
normale comprare delle riviste che parlavano di loro per avere qualche
informazione in più. Da nessuna parte si accennava ad una qualche relazione dei
fratelli più grandi che fosse qualcosa di più serio dei soliti
pettegolezzi.
Considerando
che fino a qualche mese prima nemmeno sapeva chi fossero i Jonas Brothers,
adesso stavano affollando e incasinando un po’ troppo la sua vita, concluse
ironicamente. Doveva correre ai ripari e toglierseli dalla mente, se non voleva
impazzire. Tastando con la mano trovò, lì sotto, il telecomando e accese il
televisore. Si sollevò, con il viso arrossato e cominciò a fare zapping fra i
canali, per distrarsi. Ad un tratto la sua attenzione venne catturata proprio da
quegli occhi verdi a cui non voleva più pensare.
Kevin.
Con
tutti i pensieri che le stavano vorticando in testa si era dimenticata dello
speciale su Camp Rock. Gliel’aveva anticipato che dovevano partecipare a quella
trasmissione. Si tolse le scarpe, ignorando il suo proposito di qualche minuto
prima pensare ad altro, per raggomitolarsi sul divano e ascoltare quanto stavano
dicendo.
Rise
per le battute dei protagonisti e i filmati rubati al backstage poi, d’un
tratto, qualcosa attirò la sua attenzione e la colpì come un fulmine.
Demi
Lovato aveva dei lunghi capelli castani lisci e Joe la stava trattando in un
modo troppo confidenziale, almeno secondo lei. Socchiuse gli occhi cercando di
tornare a quella mattina nei grandi magazzini, alla ragazza che aveva visto.
Purtroppo non era riuscita a memorizzare qualche particolare perché tutto si era
svolto troppo velocemente. Eppure più ci pensava e più si stava convincendo che
era Demi Lovato la misteriosa accompagnatrice di Joe.
Tutto
quadrava.
Si
erano incontrati esattamente quando lei era arrivata per partecipare alla
trasmissione e si nascondevano per tenere segreta la loro relazione.
Effettivamente avrebbe scatenato un bel putiferio se fosse uscita allo scoperto
quella storia. Grazie al cielo era riuscita a rientrare nel camerino appena in
tempo. Anche se essere a conoscenza di quel segreto la metteva un po’ a disagio.
Chissà se Kevin ne sapeva qualcosa? A giudicare da come osservava il
comportamento del fratello mentre flirtava spudoratamente, davanti alle
telecamere, con Demi sembrava di no.
Non
era il caso di stupirsi per quanto aveva scoperto. Era normale che dei ragazzi
famosi e ricchi come i Jonas si trovassero delle compagne al loro livello.
Ragazze belle, altrettanto famose e piene di qualità.
Non
come lei.
Si
odiò per aver pensato quell’ultima frase. Era solo un’amica per Kevin e quindi
non c’era motivo perché paragonasse se stessa ad un’ipotetica fidanzata. Come
non c’era motivo per provare dei piccoli brividi sulla nuca, che si irradiavano
per tutta la spina dorsale immaginandosi in quel ruolo. Prontamente scosse la
testa per scacciare quella strana sensazione che non doveva esistere. Lui era
una famosa rockstar e presto se ne sarebbe andato via, dimenticandosi di quella
strana ragazza che gli aveva versato addosso ben due caffè e gli aveva fatto
compagnia in alcune sere noiose. Sarebbe stata solo un simpatico aneddoto da
raccontare a qualche serata di gala, sorseggiando un bicchiere di champagne, per
farsi quattro risate in compagnia.
Doveva
tenere sempre bene a mente questa cosa.
Si
alzò dal divano con un verso ad alta voce di stizza.
Possibile
che dovesse sempre rimuginare su tutto milioni di volte? Era un suo vizio
pensare e ripensare sempre alla stessa cosa come un discorso rotto. Odiava poi
quando finiva per commiserarsi e il discorso di poco prima ne era un chiaro
esempio. Kevin l’aveva trattata con il massimo rispetto e non era giusto aver
pensato che la liquidasse considerandola solo un diversivo.
Melissa.
Decisamente
aveva bisogno di una dose doppia o tripla. Poco importava se era solo metà
pomeriggio e fra poco doveva correre in palestra per la sua lezione. Era
essenziale svuotare la mente da ogni pensiero e siccome era contraria alle
droghe le restavano solo le sue amate tisane. Tra allenamenti e coreografie non
avrebbe avuto il tempo di addormentarsi, il saggio di fine trimestre si
avvicinava e c’era ancora tanto lavoro da fare.
Le
bambine, in questi ultimi giorni, le erano sembrate stanche e demotivate,
proprio quando sarebbe stato prezioso un atteggiamento positivo.
“Ahi!”
Distrattamente
aveva afferrato la tazza bollente dal microonde, dopo averla scaldata un po’
troppo. Mise in infusione due bustine di melissa e, mentre preparava il borsone
della palestra, un’idea si formò nella sua mente.
Ad
essere sincera era un po’ folle e forse azzardata, ma quando mai le sarebbe
ricapitata un’occasione simile? Già si immaginava la sorpresa. Se giocava bene
quella carta poteva riuscire a farle contente ed ottenere quell’entusiasmo che
avrebbe fatto la differenza al saggio.
“Accidenti
com’è tardi!”
Afferrò
al volo la tazza e bevve velocemente il liquido, scottandosi anche la lingua ma
senza quasi farci caso. Piano piano quell’idea stava prendendo forma nella sua
mente e la stava convincendo che valeva la pena provarci.
Quella
sera, quando fossero stati soli al Roof Garden, gliel’avrebbe chiesto e non
avrebbe accettato un no come risposta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 11° ***
Davvero questa volta ho
superato tutti i limiti di "postaggio". Spero che ci sia ancora
qualcuna che ha voglia di leggere e seguire questa long. La cosa certa
è che non rimarrà incompleta, non è da
me postare senza portare a termine. Cercherò però
di finirla possibilmente entro il 2010 xD
Ringrazio le anime pie che
hanno commentato l'ultima volta:
Zia Tempy:
chissà se avrai azzeccato con quelle riflessioni? Ma,
soprattutto, chissà se un giorno tornerai per leggere il
continuo? Io spero proprio di sì.
Zia Minako: La
famosa granita al limone xD e invece adesso fa freddo, il prossimo
sarà un cappuccino caldo xD Sam in effetti si è
fatta tante di quelle complicazioni mentali che un po' ha ricordato
Coco, chissà che non abbiano qualche parente in comune alla
lontana... D'altronde come si fa a non farsi problemi se hai a che fare
con i Jonas? La lei di Joe è ancora segreta ma piano piano si
svelano altri indizi, sono sicura che saprai ricomporre il puzzle
*annuisce convinta*
Ok, posto sennò
tiriamo tardi... e come sempre Hope
you'll like it!
Tanto Ryan era una
persona odiosa e piena di sé, tanto aveva un fratello minore
simpatico ed educato. Josh aveva un carattere completamente diverso:
era il classico ragazzo della porta accanto, con i capelli chiari, gli
occhi grigi e un sorriso rassicurante. Entrambi lavoravano in albergo,
ma quest’ultimo si occupava del ricevimento clienti alla
reception. Quando aveva scoperto la loro parentela Samantha era rimasta
molto stupita e aveva fatto fatica a crederci.
Quel giorno entrambi
avevano cominciato il turno alle 6,30 e verso metà mattina
lui passò a trovarla. Non c’era nessuno nella zona
bar e l’orario di colazione era ormai passato, per cui Josh
si sedette su uno degli alti sgabelli e si fece preparare un
caffè.
“E’
stata una mattinata davvero piena, senza contare una coppia che si
è lamentata per la vista dalla camera e ha voluto
assolutamente essere spostata da un’altra parte”
“Cosa
c’era che non andava bene?”
“Adesso ti
faccio ridere – dichiarò prima di avvicinarsi a
lei con fare cospiratorio e abbassando il tono di voce – la
camera era rivolta verso ovest”
“Terribile”
dichiarò drammaticamente, assecondando il tono di Josh.
Le fece
l’occhiolino e bevve un sorso di caffè.
“Mi sono
sorbito per dieci minuti la moglie di quel tizio che mi ha spiegato
l’importanza di avere le finestre rivolte ad est, per
catturare i primi raggi di sole che infondono energia positiva per
stimolare un qualche cosa che c’è nella testa e
nel cuore”
“Davvero
interessante, quasi quasi prendo appunti – scherzò
prendendo in mano una penna - e poi che cos’hai
fatto?”
“Le ho
espresso tutta la mia solidarietà e le ho trovato una camera
che andasse bene – sospirò - in più ho
giurato di cambiare appartamento e, nell’attesa, devo
assolutamente spostare il letto in modo da avere i piedi perpendicolari
alla porta”
“Non oso
domandarti per quale motivo lo devi fare”
Sghignazzando Josh
finì di bere il suo caffè e le lanciò
un’occhiata maliziosa.
“Meglio”
“Ho sentito
che anche Demi Lovato alloggia in questo albergo”
esordì Sam cambiando discorso.
“Sì,
mi sono occupato io di tutti i particolari”
Incuriosita, dopo
tutte le riflessioni fatte durante lo speciale di Camp Rock, gli fece
qualche domanda.
“Com’è?”
“Non saprei,
non ho avuto la fortuna di conoscerla. In compenso posso dirti che la
sua assistente, Julia, è una persona deliziosa e molto
spiritosa”
Appoggiò un
gomito al bancone e piegò il palmo per sostenere il mento
mentre ascoltava Josh.
“Davvero?”
Lui sorrise annuendo.
“Ci eravamo
già sentiti per telefono quando mi ha spiegato quali erano
le richieste della Lovato, poche ad essere sinceri, e quando ci siamo
visti dal vivo è stata molto gentile. Inoltre è
anche una ragazza carina”
“Me la
immagino. Alta, slanciata, boccoli biondi e nasino
all’insù” replicò Samantha
con una smorfia.
Facendo no con il
capo, l’amico le puntò l’indice contro
ammonendola.
“Hai
sbagliato completamente. E’ una ragazza normalissima, capelli
lisci scuri e grandi occhi azzurri. Non è esattamente la
classica bellezza che ti fa girare la testa, però ha
qualcosa di particolare nello sguardo”
“Ti ha
proprio colpito”
“Esagerata.
E’ una persona simpatica tutto qui”
Josh rimase per un
momento in silenzio, rigirandosi la tazzina tra le mani.
“Mi
chiedevo… Hai notizie di Madleine?” chiese mentre
le sue guance si tingevano leggermente di rosso.
“Sono stata
a trovarla proprio ieri. Sembra che l’operazione sia andata
bene dopo le ultime radiografie a distanza di qualche giorno. Dovrebbe
essere dimessa per la fine della settimana e andrà a stare
dai suoi per un po’” lo informò mentre
ritirava il piattino e la tazzina ormai vuota.
“I suoi dove
abitano?”
“Fuori NY, a
Bridgeport*”
“Oh! Questo
vuol dire che non la vedremo più finché non
sarà guarita”
“Purtroppo
sì – confermò lei un po’
triste – l’appartamento senza di lei mi sembra
così vuoto. Sarà dura abituarmi a non averla
intorno. Perché non vai a trovarla?”
“Io?”
Non le era sfuggito
che, dopo la sua domanda, il rossore si era esteso fino alle orecchie.
“Certo. Le
farebbe molto piacere, si annoia a passare tutto il giorno immobile in
ospedale e con i tuoi racconti la terresti di buonumore”
“Tu dici?
Magari non vuole…”
Lei afferrò
uno strofinaccio e lo colpì ad una spalla.
“Non dire
stupidaggini. Anzi, ti ordino di andare a trovarla. Si avvicina il
saggio e non so quanto tempo libero mi rimarrà, almeno non
mi sentirò in colpa” concluse inclinando il capo e
guardandolo con espressione speranzosa.
Lui si alzò
per tornare alla reception e sfoderò il suo famoso sorriso,
che affascinava e ammansiva anche i clienti più riottosi.
“Se la metti
così, non posso dirti di no” concluse in tono
galante.
Un vero principe azzurro, senza
dubbio pensò Sam manipolato da un’abile
strega come me però.
*
Il tempo in albergo
trascorse abbastanza velocemente. Con divertimento servì una
famiglia olandese che cercava, in ogni modo, di parlare americano
spiegandole da dove venivano e cos’avevano visitato durante
la mattina. All’inizio era rimasta imbarazzata dato che le
loro frasi non avevano minimamente senso. Poi, pian piano, riuscirono a
capirsi e se ne andarono tutti molto orgogliosi di aver affrontato e
superato quella prova.
Stava mettendo in
ordine i bicchieri e le posate nella lavastoviglie quando il suono di
un passo che si avvicinava la informò di un nuovo
visitatore.
“Buongiorno”
esordì Kevin con la sua solita voce allegra.
“Ciao!”
“Hai fatto
lezione di olandese ho sentito” affermò sedendosi
su uno degli sgabelli.
“Tu come fai
a conoscerlo?”
Sfoggiò il
suo sorriso seducente prima di rispondere.
“Ci sono
certi aggettivi che conosco in almeno dieci lingue ormai, grazie alle
fans”
“Non ne
dubito – commentò sorridendo prima di tornare
seria – non hai nient’altro da dirmi?”
“Che
è una bella giornata?” scherzò lui.
Sam si
appoggiò le mani sui fianchi.
“Che sei
molto carina?” continuò prendendola in giro e
ricevendo in risposta un’occhiataccia assassina.
“Mi stai
tenendo apposta sulle spine?”
Kevin
scoppiò a ridere divertito da tutta quella situazione.
“Ovvio!”
Come aveva
già fatto prima con Josh, colpì la sua spalla con
uno strofinaccio.
“Perfido”
“Ahia! Lo
sai che le mie fans potrebbero linciarti per avermi colpito?”
la prese in giro continuando a scherzare.
Ma Sam aveva
un’ultima carta da giocare e, sorridendo malignamente, prese
in mano la brocca del caffè all’americana, ancora
mezzo pieno.
“Per
scusarmi posso offrirti uno dei miei caffè
speciali?”
Fingendo
un’espressione spaventata, Kevin alzò le braccia
dichiarandosi sconfitto.
“No, grazie,
ci tengo a questa maglietta – le rispose vendicandosi, prima
di continuare - ho avuto il via libera dato che non abbiamo impegni nel
pomeriggio. L’importante è che torniamo entro le
18.00”
Nel sentire quelle
parola lei saltellò dalla gioia, aveva sperato che la sua
idea andasse in porto. Scivolò fuori dalla zona del bancone
e si mise davanti a lui.
“E’
una bellissima notizia, non avresti potuto farmi più
felice”
“Scommettiamo
che ci riesco?” ammiccò con fare misterioso
girando lo sgabello per mettersi davanti a lei.
“Cos’hai
combinato Paul Kevin Jonas?”
“Mi piace
quando pronunci il mio nome per intero sai?”
“Tu invece
mi spaventi ed è per quello che lo uso”
Sfoggiò un
altro dei suoi famosi sorrisi.
“Ho convinto
anche Joe e Nick a venire con noi”
Ridendo lo
abbracciò istintivamente, appoggiando il capo contro la sua
spalla.
“E’
stupendo. Io… - si accorse di essere ancora appoggiata
contro di lui – scusa mi sono lasciata trasportare”
Kevin le
spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio,
indugiando con le dita contro la sua guancia.
“Ho vinto la
scommessa allora”
Imbarazzata da quel
contatto, riuscì a mormorare solo una parola per paura di
avere la voce tremante.
“Già”
Chi
l’avrebbe detto che la sua idea si sarebbe conclusa con un
abbraccio?
*si
ringrazia la signorina Minako per aver trovato la cittadina di
Bridgeport dopo aver consultato il suo mitico atlante xD
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=318426
|