Next to you

di agatha
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5° ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6° ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7° ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8° ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9° ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10° ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11° ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1° ***


Next to you

 

“Ho già preso accordi e la direzione ha accettato la mia proposta”

“Non lo so Maddie…”

“Ti prego! Sarà solo per qualche settimana e poi l’hai detto anche tu che ti farebbe comodo qualche soldo in più”

 

Con un sospiro Samantha prese un straccio umido e cominciò a passarlo sul ripiano lucido del bancone del bar. Si domandò, per l’ennesima volta, come aveva potuto accettare quel patto: Madleine, la sua migliore amica, era stata ricoverata per un’operazione ai legamenti della spalla e, per non perdere il posto di lavoro, aveva suggerito che venisse sostituita da lei. Così, dopo una serie di suppliche e occhioni spalancati, si era ritrovata ad accettare quell’assurda proposta. L’intervento chirurgico si era rivelato più impegnativo del previsto e questa era la seconda settimana che lei trascorreva preparando cappuccini e tè, accompagnati da un dolce, ma falso, sorriso di cortesia.

Per fortuna l’ora di punta della colazione era ormai passata e non le restava che pulire e mettere tutto in ordine. Aveva appena finito di formulare quel pensiero, e si stava già crogiolando all’idea di un po’ di riposo, quando Ryan, l’altro addetto al bar, si avvicinò a lei. Era da qualche giorno che faceva di tutto per starle sempre addosso, in un modo che non le piaceva proprio ma non avendo fatto nessun gesto esplicito non poteva accusarlo di nulla.

“Sei molto carina stamattina”

“Mmhh… grazie”

Cercò di allontanarsi da lui, con la scusa di finire di pulire.

“Che ne dici se, quando abbiamo finito, ci sediamo insieme e… – il suono del telefono interno lo interruppe – accidenti!”

Con uno sbuffò si allontanò da Sam che, mentalmente, ringraziò chiunque avesse chiamato bloccandolo.

“Va bene. Arrivano subito” lo sentì rispondere.

Svelta lei cercò di spostarsi, in modo da non rimanere bloccata tra Ryan e la fine del bancone.

“Hanno ordinato due caffè, stanza 512” le comunicò.

Felice di avere una scusa per allontanarsi, colse la palla al balzo e subito cominciò a preparare quanto richiesto.

“Li porto io non preoccuparti”

Appoggiò rapidamente su un vassoio l’occorrente e, appena il caffè fumante riempì le due tazzine, sparì nell’ascensore.

 

Sola nell’abitacolo, fissò il proprio viso nello specchio. La luce implacabile del neon le rimandò un’immagine che non le piacque: i capelli tirati indietro in una severa coda di cavallo e la divisa dell’albergo la facevano apparire così… ordinaria. Proprio lei che amava i colori e la confusione. Le porte dell’ascensore si aprirono e si avviò verso la camera 512.

Per fortuna tutto questo era solo una soluzione temporanea, non era il lavoro della sua vita e avrebbe fatto meglio a concentrarsi sui soldi che avrebbe guadagnato e non sul colore dell’abito che le facevano indossare. Rimuginando ancora su queste cose, girò l’angolo del corridoio e non si accorse che un ragazzo stava camminando verso di lei.

In un attimo si scontrarono e le tazzine che Samantha teneva fra le mani finirono, rovinosamente, contro la camicia bianca dello sconosciuto.

“Ehi” disse lui prima di urlare quando il caffè bollente arrivò a contatto con la sua pelle.

“Oh cielo!”

Lasciati da parte tutti i suoi pensieri, lei rimase a fissare quelle macchie bizzarre maledicendosi per la sua stupidità e non sapendo che fare.

“La prego di scusarmi, non so come sia successo”

Lo sconosciuto aveva afferrato la camicia scostandola dal corpo e cominciando a muoverla modo da farsi aria.

“E’ stato un incidente non si preoccupi” cercò di rassicurarla.

La voce di quel ragazzo la colpì in quanto profonda e particolare. Non avrebbe saputo spiegare esattamente perché ma le provocò un brivido di piacere. Si trovò a fissare due splendidi occhi verdi, incorniciati da una cascata di riccioli castani.

Gli sorrise, grata che non si fosse arrabbiato e ne approfittò per osservarlo meglio. Le sembrava un volto conosciuto ma, così sul momento, non riusciva a ricordare chi potesse essere. Forse si erano già incontrati in albergo. Senza dubbio era qualcuno di molto, molto carino. Ma poi lui sorrise e Sam fu costretta a rettificare quanto aveva appena pensato: era qualcuno di molto, molto affascinante e dolce.

“Posso fare qualcosa per rimediare…”

Il ragazzo scosse la testa in segno negativo.

“Non è niente davvero”

Annuendo lei si chinò a raccogliere quanto era caduto e, con un’ultima occhiata al suo misterioso ragazzo, si voltò per andarsene.

 

Kevin rimase ad osservarla fino a quando non scomparve dentro l’ascensore. Aveva trattenuto a stento una parolaccia perché quel caffè era davvero ustionante e sentiva la pelle pizzicare in quel punto. Tuttavia era un altro il pensiero che stava occupando la sua mente: era un evento raro che una ragazza, più o meno della sua età, non lo riconoscesse cominciando ad emettere degli strani urli e aggrappandosi a lui. Non era così ipocrita da non ammettere che gli faceva piacere la notorietà, però era una bella sensazione quella di essere considerato un semplice ragazzo e non solo “uno dei Jonas Brothers”.

Con un’alzata di spalle liquidò quelle riflessioni e abbassò lo sguardo sulla sua camicia. Non trattenne una smorfia di disappunto: purtroppo era rovinata e avrebbe dovuto tornare in camera a cambiarsi. Ripercorse il corridoio e incrociò suo fratello Joe che stava uscendo dalla stanza accanto alla sua.

“Pronto per registrare l’interv… - sgranò gli occhi adocchiando le macchie di caffè – hai intenzione di lanciare un nuovo look?” lo prese in giro poco dopo.

“Che fratello spiritoso. Ho avuto un piccolo incidente”

“Vuoi che chieda a mamma di farti mandare uno dei vecchi bavaglini di Frankie?”

Come risposta ebbe solo il rumore della porta sbattuta da suo fratello, ma anziché offendersi quel comportamento lo divertì ancora di più.

 

*

 

Non ci volle molto perchè Samantha si dimenticasse di quell’incidente. Ritornò a lavorare e la sua mente fu occupata nel cercare modi per tenere Ryan a distanza. Non aveva mai fatto nulla per incoraggiarlo, eppure ogni occasione era buona per starle accanto o sfiorarla. Purtroppo era costretta a non reagire per non creare problemi a Maddie. Per questo, quando arrivò il momento della sua pausa, si fiondò letteralmente fuori dall’albergo, felice di essere finalmente libera. Alzò la testa verso il cielo azzurro e respirò contenta prima di incamminarsi verso un bar per mangiare un panino e, strada facendo, si fermò ad un’edicola per comprare qualcosa da leggere.

Vista la giornata abbastanza calda si incamminò verso il parco per sedersi su una panchina. Dopo aver dato un morso al panino, si appoggiò la rivista sulle gambe cominciando a sfogliarla. C’era un articolo dedicato all’uscita del sesto film di Harry Potter, un’intervista ai protagonisti di Lost e un servizio dedicato al film della Disney, Camp Rock. Si mise a leggere con vago interesse quest’ultimo. Il martellante tam tam pubblicitario cominciato mesi prima l’aveva convinta a guardarlo, più che altro per la curiosità di vedere le coreografie. Il film si era rivelato piacevole e si era ritrovata, nei giorni successivi, a canticchiare persino alcuni brani.

Oltre alla trama, l’articolo si dilungava sul grande successo che aveva portato al gruppo dei Jonas Brothers.

“Jonas Brothers” ripetè ad alta voce agguantando la sua bottiglietta d’acqua, bevendo un sorso.

 

Osservò le foto dei tre fratelli.

Sulla prima pagina campeggiava Joe, il protagonista del film nonché frontman del gruppo, che ammiccava all’obiettivo della macchina e l’immagine la fece sorridere: doveva essere un simpatica canaglia. Passò alla successiva. Nick, il piccolo del gruppo, quello più dotato artisticamente e con un’espressione da cucciolo che le faceva venire voglia di abbracciarlo. Voltò di nuovo la pagina e si trovò davanti la foto del maggiore tra i Jonas: Kevin, il maestro degli assoli alla chitarra, anche lui un ragazzo carino e, indubbiamente, molto somigliante agli altri due. Stava quasi per passare oltre, quando corrugò la fronte e fissò più attentamente la fotografia davanti ai suoi occhi.

In un attimo la sua mente collegò quell’immagine con l’incidente di quella mattina e le due si incastrarono, combaciando, come pezzi di un puzzle.

Kevin Jonas.

Si era scontrata con Kevin Jonas.

Peggio, aveva versato del caffè addosso a Kevin Jonas.

 

Rischiò di strozzarsi con l’acqua che stava bevendo e tossì più volte prima di stare bene. Prese in mano il giornale avvicinandolo ai suoi occhi. Lei se lo ricordava com’era apparso nel film della Disney, con i capelli lisci, per questo non l’aveva riconosciuto subito. Squadrò per bene quei riccioli ribelli, quell’espressione adorabile e quel sorriso capace di stregare chiunque. Per quanto bella, quella posa non gli rendeva del tutto giustizia, dal vivo era molto meglio.

Eppure lei si augurò, dopo la figuraccia fatta, di non incontrarlo mai più.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2° ***


Non potrei essere più soddisfatta, ben 6 recensioni grazie!!!

Lo so che la ff è all’inizio e dovete prendere confidenza con i personaggi e la storia ma non ve ne pentirete promesso.

 

 

Beautiful_disaster: tu ormai sei la madrina di questa storia e quindi tengo molto al tuo parere. E’ inevitabile che ti si allunghi il naso ma ne vale la pena no? La collaborazione continuerà sicuramente sennò poi come faccio a scrivere se non ascolti i miei sproloqui? Grazie per il tuo sostegno *wub*

 

BuonaNotteLuna: grazie dei complimenti. Ti assicuro che la vicenda diventerà coinvolgente e anche abbastanza ingarbugliata. Sono contenta  che Sam ti sia simpatica, ha i suoi difetti ma fondamentalmente è buona.

 

jollina la verde: Sam poverina non era una grande fan dei Jonas, o meglio non sapeva molto su di loro, ma fortunatamente avrà modo di rimediare beata lei.

 

Tempe: Kevin è il solito gentiluomo che si distingue in queste occasioni, Joe invece non ne perde una per fare battute e divertirsi come hai visto. Vedremo se riuscirò a farti apprezzare un po’ di più Sam man mano che andremo avanti. Ho un debole per gli incontri classici, quelli che sogni e che non capitano mai purtroppo…

 

Minako: Anche a me piace il diminutivo Sam ed è uno dei motivi per cui ho scelto Samantha come nome. Kevin è sempre gentile e il tuo consiglio è stato perfetto per migliorare la scena, d’altronde quando c’è di mezzo Kev non è facile mantenere la concentrazione xD Danger è Danger e non perde occasione per dimostrarlo. Mi dirai cosa ne pensi del nuovo incontro Sam/Kev.

 

Potterina Weasley: meglio tardi che mai giusto! Mi fa piacere che già Sam ti piaccia e per quanto riguarda la curiosità, fidati, te ne verrà molta fra qualche capitolo xD

 

 

Ringrazio chi mi ha messo nei preferiti (me onorata) in rigoroso ordine alfabetico: ffdipendente, jollina la verde e Tempe.

 

*****

 

Dopo aver finito il suo panino, Samantha si era incamminata verso l’ospedale per andare a trovare Maddie. Purtroppo non era stata una visita lunga dato che un’infermiera si era accorta di lei e l’aveva praticamente cacciata dato che non era orario di visite, meritandosi il soprannome di Führer per il modo di fare molto militaresco. Uscendo dall’edificio Sam si domandò perché non avesse fatto cenno all’amica di quanto successo al mattino. Senza ombra di dubbio Maddie avrebbe cominciato ad urlare e saltellare, rischiando di far saltare i punti di sutura dell’operazione.

Ma questo non era il motivo principale.

In realtà, finché quell’incidente rimaneva segreto, poteva quasi illudersi che non fosse mai successo, che non avesse fatto una figuraccia così patetica di fronte ad un ragazzo famoso e abituato certamente a ragazze affascinanti e non impacciate come lei. Controllò l’ora e notò che era più tardi di quanto pensasse. Doveva affrettarsi se non voleva arrivare in ritardo in palestra e, per questo, allungò il passo cercando di scacciare dalla mente l’immagine e il sorriso del Jonas incontrato prima.

 

Ignaro di quanto stava accadendo dall’altra parte della città, Kevin era seduto in uno studio radiofonico, di fianco a Nick, e tutti e tre stavano rispondendo alle domande del conduttore e alle mail arrivate dalle loro fans. Si sentiva più a suo agio qui che in televisione, dove ogni movimento o espressione potevano essere osservati e magari interpretati in modo sbagliato. Al contrario, Joe sembrava sempre essere tranquillo in qualsiasi situazione e in ogni luogo. Era una qualità che aveva sempre ammirato nel fratello. Aveva la giusta dose di ironia e sicurezza che gli permettevano di scherzare, improvvisare e conquistare ogni persona di sesso femminile da zero a novant’anni. Mentre lo osservava, lui finì di rispondere con una battuta che fece ridere tutti e poi il conduttore li invitò ad improvvisare qualcosa dal vivo.

I suoi occhi si illuminarono contenti. Questo era il momento che preferiva, quando teneva fra le mani la sua amata chitarra e accarezzava le corde tese, mentre le note si fondevano creando una musica vibrante e coinvolgente. Anche Nick si era unito a lui suonando, mentre Joe, con la sua voce, seduceva chiunque li stesse ascoltando.

Quando la canzone terminò i tre fratelli si scambiarono un’occhiata veloce, che ad un estraneo non avrebbe detto niente, ma per loro significava farsi i complimenti ed essere soddisfatti di quanto avevano fatto. La loro sintonia naturale era la marcia in più che li contraddistingueva.

Quando il conduttore fece il suo nome, Kevin si riscosse da quelle riflessioni e ascoltò la domanda che gli veniva posta.

 

*

 

Mentre Samantha rientrava in albergo, per il secondo turno, non poteva sapere che i Jonas Brothers erano già tornati nelle loro stanze e si stavano riposando. La lezione in palestra era stata abbastanza dura e lei si sentiva stanca. Purtroppo, dato che le disgrazie non vengono mai da sole, trovò Ryan ad aspettarla. Stava in piedi, proprio all’inizio del bancone, occupando quasi tutto lo spazio. Era chiaro che lei, per passare, non poteva evitare che i loro corpi si sfiorassero.

Stava già meditando come pestargli un piede per puro caso quando la sorte le sorrise. Christine, una delle impiegate alla reception, chiese se era possibile avere dei caffè per lei e le altre due ragazze con cui divideva il lavoro. Samantha non si lasciò sfuggire l’occasione e disse a Ryan di prepararli mentre lei si sarebbe occupata di portarli di là. Con una smorfia il “polipo” fu costretto a spostarsi per caricare la macchina del caffè.

 

Felice di quel colpo di fortuna, si allontanò velocemente per raggiungere le ragazze alla reception. Stava camminando speditamente con il vassoio tra le mani quando inciampò, con il tacco della scarpa, in uno dei tappeti che arredavano l’ingresso. D’improvviso si trovò sbilanciata in avanti, senza nessuna possibilità di aggrapparsi a qualcosa per evitare di cadere. Purtroppo, o per fortuna, qualcuno stava camminando nella direzione opposta alla sua e non poté evitare l’impatto. Il contenuto del vassoio cadde a terra ma lei riuscì ad appoggiarsi a quella persona, evitando di aggravare la sua situazione.

Sono stata fortunata.

Riuscì a pensare nei due secondi successivi.

Ma quando, poco dopo, rialzò lo sguardo per scusarsi e ringraziare il suo salvatore, cambiò idea.

Sono stata molto, molto sfortunata.

Si ritrovò a ripetere mentalmente.

Con tutte le persone presenti in quell’albergo si era scontrata proprio con lo stesso ragazzo di quella mattina, con Kevin dato che ormai era riuscita a dargli un nome e, disgrazia ancora più grande, gli aveva di nuovo versato addosso del caffè.

Poteva esistere un incubo peggiore?

“Ma cosa… - cominciò a dire lui, tenendola per le braccia e aiutandola a rimettersi in piedi. Poi, quando rialzò la testa, la riconobbe all’istante e sbarrò gli occhi – ancora tu?”

Al maggiore dei Jonas si dipinse un’espressione di stupore sul viso, non credeva a quanto stava vedendo. Poteva accettare che in un albergo pieno di persone capitasse di scontrarsi per sbaglio con qualcuno, ma che in un hotel così grande quella ragazza fosse caduta di nuovo addosso a lui sfidava qualsiasi legge delle probabilità.

I casi erano due: o quella rossa odiava i Jonas Brothers anche se non aveva dato segno di averlo riconosciuto, oppure aveva preso in antipatia il suo modo di vestire.

 

Intanto Samantha, ignara di tutte quelle riflessioni, aveva fatto un passo indietro allontanandosi da lui. Il suo più grande desiderio in quel momento fu che si aprisse una voragine per scomparire dalla faccia della terra ma, ovviamente, pestando un piede per terra si rese conto che il terreno era molto solido e quindi, come al solito, doveva arrangiarsi da sola.

“Mi dispiace. Mi dispiace davvero tanto. Mi…. dispiace” si scusò contrita non riuscendo a dire altro che quelle due parole, mentre si chinava ad afferrare velocemente il vassoio e le tazzine cadute a terra. Una terribile sensazione di deja-vù l’assalì prima di fare dietrofront e scappare vigliaccamente.

 

Rimasto solo Kevin controllò i danni ai suoi vestiti. Per fortuna era stato preso solo di striscio e quindi si era risparmiato una seconda ustione, ma non poteva rimanere conciato così. Ancora incredulo per quanto successo, non gli rimase che ritornare di nuovo verso la sua camera per cambiarsi i vestiti. Naturalmente sarebbe stato chiedere troppo riuscire a non incontrare nessuno durante il tragitto: neanche a farlo apposta incrociò sia Nick che Joe, proprio quando si aprirono le porte dell’ascensore per farlo uscire. Roteò gli occhi verso l’alto prima ancora di sentire suo fratello scoppiare a ridere, mentre il più piccolo del gruppo guardò alternativamente gli altri due, non capendo cosa stava succedendo.

“Kevin, che ti è successo?” domandò innocentemente.

“Un piccolo incidente” rispose per la seconda volta in quella giornata, facendosi largo tra i due senza smettere di camminare.

Alle sue spalle sentì Nick parlare di nuovo.

“Cosa vuol dire un nuovo look?”

Mentre si richiudeva la porta alle spalle, udì Joe che riprendeva a ridere ancora più forte.

 

Solo nella sua camera, il maggiore dei Jonas si appoggiò al battente con la schiena.

Quella giornata stava peggiorando ogni minuto che passava e si trovò a desiderare, con tutte le sue forze, che finisse il prima possibile. Fece scattare le serrature della sua valigia e frugò tra i vestiti accuratamente ripiegati. Afferrò una camicia colorata ma si bloccò quasi subito. Quel giorno gli avevano portato proprio male e non era il caso di sfidare una terza volta la sorte. Optò per un maglioncino leggero e lo indossò controllando, nello specchio, che andasse bene.

Poi si soffermò a guardare la sua immagine riflessa.

Era facile leggere, nei suoi occhi, quell’espressione triste che l’aveva assalito da quando avevano registrato l’intervista per quella radio privata qualche ora prima. Era stupido continuare a pensarci e, soprattutto, non voleva che i suoi fratelli notassero il suo stato d’animo, perché non avrebbero esitato a tempestarlo di domande per sapere cos’aveva e lui, in quel momento, non se la sentiva proprio di farne parola con nessuno. Scuotendo la testa fece uno sforzo e si stampò in viso un’espressione sorridente prima di uscire e raggiungerli.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3° ***


Finalmente riesco a postare il nuovo capitolo. Questa settimana sono andata un po’ a rilento con la scrittura perché messenger è una droga troppo forte, soprattutto quando ti ritrovi a parlare con due persone matte come me, ma che lovvo ormai tantissimo.

 

Numero 2: non avevo pensato alla Bailey però è vero, ci sta abbastanza come personaggio xD Ryan non è il massimo della simpatia ma non si abbatte certo per i rifiuti di Sam, è uno di quelli che se non possono avere una ragazza si buttano subito su un'altra senza tanti problemi. Anch’io credo che i Jonas abbiano qualcosa in più rispetto ad altre band proprio per il loro essere fratelli. Sam solitamente non è impedita, anzi, è proprio capitata una giornata storta, come a Kevin. Joe è Joe e quasi non credeva ai suoi occhi quando ha potuto prenderlo di nuovo in giro xD

 

Numero 1: Kevin sembra essere il soggetto preferito di Sam, ma forse non è perché odia i suoi vestiti, forse solo perché lo vorrebbe con meno roba addosso *fa uno sguardo malizioso ma subito torna seria e fa gli occhi dolci alla numero 1 con espressione innocente* Ranger non perde occasione per divertirsi e Nick ammmore mio che si preoccupa per il fratello. La famosa domanda si scoprirà più avanti non posso dire nulla *sorride malvagiamente felice di essere per una volta in quel ruolo*

 

Carly4e: una nuova lettrice *me felice* Grazie per i complimenti, spero che continuerai a recensire e che ti piaccia.

 

Jollina la verde: Direi che il destino (ovvero me) sicuramente ci ha messo lo zampino come hai detto tu. Kevin finirà per essere contento di essersi sporcato i vestiti. Quella domanda innocente l’ha proprio buttato già poverino. Ho adorato quella scena alla radio perché me li immagino proprio così.

 

Beautiful_disaster/socia: Per la scena alla radio ti rimando sopra, hai notato il particolare su Kevin, io lo immagino così, un pochino più timido e quindi più a suo agio in radio che in tv. Sulla domanda non posso anticipare niente anche se ormai è questione di ore perché tu lo scopra xD Anche a me piace piazzarci sempre qualcosa di ironico come faccio sempre anche nella vita di tutti i giorni.

 

Potterina Weasley: non eri assolutamente in ritardo e mi fa piacere che tu ci tenga a commentare, grazie! Non ti sei persa nulla, a Kevin è stata fatta una domanda che lo ha demoralizzato (ovviamente non si sa per ora quale sia stata).

 

 

I preferiti sono saliti a 7, non l’avrei mai immaginato, grazie davvero!!! (in ordine alfabetico):

beautiful_disaster, ffdipendente, jollina la verde, kji, Potterina Weasley, Pretty_Odd e Tempe

 

 

 

Finalmente quella lunga giornata sembrava finalmente volgere al termine. Controllando l’orologio Sam si lasciò sfuggire un sorriso perché il suo turno era finito. Sospirando di sollievo si slacciò il grembiule bordeaux che faceva parte della divisa e prese la tazza gialla che aveva preparato poco prima.

Dato che Maddie, con cui divideva l’appartamento, era in ospedale non era mai ansiosa di rientrare subito in una casa vuota. Per questo aveva adottato l’abitudine di sgusciare su all’ultimo piano, al Roof Garden dell’albergo e bersi una tisana bollente rimirando la notte punteggiata dalle luci dei palazzi. Essendo ormai autunno il servizio all’aperto era stato sospeso e nessun cliente si avventurava fuori.

 

Quando uscì un soffio di vento le accarezzò il viso e lei fu felice di avere tra le mani la tazza bollente, che le trasmetteva un piacevole calore. Aveva fatto solo qualche passo quando, in mezzo ai rumori conosciuti della città, avvertì un suono strano, sarebbe stato meglio dire una melodia. La scoperta che c’era qualcun altro lì le strappò una smorfia di disappunto. Era stata una giornata terribile ed era molto stanca. L’unica cosa che desiderava era sedersi nel suo angolino preferito, sorseggiare un po’ di tisana e poi andarsene a casa. Sarebbe stato facile muoversi in punta di piedi e non farsi notare.

Ma non aveva fatto i conti con la sua curiosità.

Aveva riconosciuto, nel suono misterioso, gli accordi di una chitarra e per questo corrugò la fronte sempre più sorpresa.

“Chi diavolo può aver voglia di venire quassù a quest’ora per suonare?”

Cercando di non fare rumore si avvicinò fino a trovarsi di fronte ad un ragazzo seduto, in penombra. Il suo viso era rivolto in basso, verso lo strumento che teneva fra le mani, e non l’aveva ancora notata. Quando si accorse della presenza di qualcun altro accanto a lui puntò lo sguardo contro di lei e i loro occhi si incrociarono riconoscendosi all’istante.

Quando uscì un soffio di vento le accarezzò il viso e lei fu felice di avere tra le mani la tazza bollente, che le trasmetteva un piacevole calore. Aveva fatto solo qualche passo quando, in mezzo ai rumori conosciuti della città, avvertì un suono strano, sarebbe stato meglio dire una melodia. La scoperta che c’era qualcun altro lì le strappò una smorfia di disappunto. Era stata una giornata terribile ed era molto stanca. L’unica cosa che desiderava era sedersi nel suo angolino preferito, sorseggiare un po’ di tisana e poi andarsene a casa. Sarebbe stato facile muoversi in punta di piedi e non farsi notare.

Ma non aveva fatto i conti con la sua curiosità.

Aveva riconosciuto, nel suono misterioso, gli accordi di una chitarra e per questo corrugò la fronte sempre più sorpresa.

“Chi diavolo può aver voglia di venire quassù a quest’ora per suonare?”

Cercando di non fare rumore, si avvicinò finché non riconobbe la figura di un ragazzo seduto, in penombra. Il suo viso era rivolto in basso, verso lo strumento che teneva fra le mani, e non l’aveva ancora notata. Probabilmente si accorse di essere osservato perché, in un attimo, puntò lo sguardo contro di lei e i loro occhi si incrociarono riconoscendosi all’istante.

 

“Tu?” esclamò lei sorpresa.

“Potrei dire la stessa cosa”

Kevin la fissò per qualche secondo prima di abbassare gli occhi sulle mani di lei e rimanendo a guardare la tazza gialla che teneva davanti a sé.

“Sei venuta qui per buttarmi addosso qualcos’altro?” le domandò in tono sospettoso, facendo un movimento all’indietro, come se volesse ritrarsi.

Sam scoppiò a ridere di fronte a quella scena e decise di stare al gioco. Alzò il mug stendendo il braccio.

“Ma certo. E’ tutta la sera che ti cerco solo per versarti di nuovo del caffè. Sai se non raggiungo la mia quota giornaliera non mi danno il bonus”

Kevin, con espressione seria, scosse la testa.

“Niente da fare. O rischio di non avere più vestiti da mettere domani” le rispose.

Soffocando un gemito lei si sentì subito in colpa e puntò lo sguardo verso terra imbarazzata, evitando di rispondere.

“Guarda che stavo scherzando. Non è successo niente di grave…”

“Samantha” lo aiutò.

“Samantha” concluse la frase annuendo.

 

Rassicurata lei finì per sedersi accanto a lui, sorseggiando la sua tisana. Per qualche minuto nessuno dei due disse nulla, ascoltando il suono della chitarra di Kevin. Poi si decise a parlare.

“Come mai sei qui?”

Lui si aspettava e temeva quella domanda.

“Potrei chiederti la stessa cosa” le rispose cercando di evitare di dover rispondere.

Sam riconobbe quel trucchetto di sviare l’attenzione da sé.

“Io ti ho fatto la domanda per prima… ma non sei obbligato a rispondere – concluse con un’alzata di spalle – anch’io mi rifugio qui sopra per restare tranquilla a pensare o semplicemente a non fare niente”

Lui smise di suonare fissando un punto indefinito, dritto davanti a sé.

“Avevo bisogno di un po’ d’aria, di un momento di pausa da tutto” ammise sinceramente.

“Immagino che la vita di una rockstar non sia tutta rose e fiori e voi siete piuttosto richiesti in questo periodo” concluse soffiando sulla tazza.

“Sai chi sono allora?”

Lei annuì.

“Paul Kevin Jonas II – recitò in tono solenne ricordando l’articolo letto sul giornale a mezzogiorno – ma non sapevo chi eri quando ci siamo scontrati questa mattina” si affrettò a precisare.

“Questo mi consola, vuol dire che solitamente lanci caffè solo agli sconosciuti?”

Samantha non potè trattenere un sorriso. Kevin aveva sempre la battuta pronta e si stava rivelando un ragazzo molto simpatico.

“E’ colpa tua se non ho capito subito che sei uno dei Jonas. Vi ho visto nel film di Camp Rock e lì hai i capelli lisci!” lo accusò, come se si sentisse in colpa.

Lui sollevò le sopracciglia sorpreso da quella dichiarazione, ma divertito dato che non si faceva scoraggiare dai suoi attacchi verbali.

“Mi piace ogni tanto cambiare look e quel taglio si adattava bene al personaggio un po’ tonto che ho interpretato”

 

Con la scusa di bere un sorso di tisana lei lo fissò sopra il bordo della tazza. Si rendeva conto di quanto fosse bello in quel momento, con la luce della luna e dei lampioncini che creavano un gioco di ombre su di lui?

Chi mai lo avrebbe definito tonto anche solo per finzione?

Carino.

Affascinante.

Bello.

Sexy.

Questi erano gli aggettivi che si adattavano a lui, ma non sarebbe mai stata disposta ad ammetterlo.

“Ti preferisco così, con i riccioli, sei molto più vero

Quel complimento così diretto lasciò Kevin spiazzato. Nonostante la sua parrucchiera si divertisse a cambiare il suo stile ogni volta anche lui la pensava nello stesso modo. Se ci fosse stato Joe al suo posto avrebbe ringraziato sfoderando un sorriso da playboy, lui invece imbarazzato reagiva buttandola sul ridere.

“Se prometto di rimanere così non te la prenderai più con me e i miei vestiti?”

Sentendosi punzecchiata Samantha gli fece una smorfia arricciando il naso.

“E io che stavo quasi per pensare che fossi una persona simpatica Jonas”

“Ma io sono adorabile, me lo dice sempre la mia mamma” scherzò usando lo stesso tono del personaggio di Camp Rock.

 

Risero insieme finché Kevin non ricominciò a suonare la chitarra e lei rimase in silenzio ad ascoltarlo. Per un attimo chiuse anche gli occhi e quel momento le sembrò perfetto. Pensò che sarebbe stato bello restare lì per sempre, senza nessun problema, nessuna preoccupazione.

Anche se non poteva saperlo, lui stava provando gli stessi sentimenti. Quella malinconia che l’aveva assalito dall’intervista in radio sembrava ormai molto lontana, come se non avesse importanza.

“Devo andare, si sta facendo tardi”

Nel sentire quelle parole si riscosse rendendosi conto di non sapere nemmeno per quanto tempo fossero rimasti lì. Vide Samantha alzarsi e la imitò, tenendo ben stretta la sua chitarra.

“Hai la macchina qui?” le domandò.

Lei scosse la testa.

“No, uso un mezzo molto più affidabile – indicò con l’indice i suoi piedi – le mie gambe mi portano ovunque voglia e senza spendere niente”

Kevin la fissò con una smorfia di incredulità mentre si avvicinavano all’atrio per prendere l’ascensore.

“Starai scherzando”

“Perché?”

Lui alzò un braccio indicando il cielo intorno a loro.

“E’ buio, non c’è in giro nessuno e tu sei solo…” si bloccò fulminato dall’espressione bellicosa di lei.

“Solo cosa?” lo sfidò.

Il maggiore dei Jonas non si fece intimorire e continuò, fissandola negli occhi, il suo discorso.

“Una ragazza. E prima che tu cominci a dirmi che c’è la parità dei sessi e sai badare a te stessa ti dico un’altra cosa: mia madre mi ha insegnato che non è prudente aggirarsi da soli a tarda ora, maschi o femmine è indifferente e se dovesse succederti qualcosa non potrei perdonarmelo”

“Se non ci fossimo incontrati non l’avresti nemmeno saputo” commentò.

Kevin si avvicinò a lei, costringendola ad indietreggiare finché non sentì il muro solido contro la sua schiena e capì di essere in trappola.

“Ma non è andata così. Faccio chiamare un taxi” continuò appoggiando un braccio contro la parete e puntando la chitarra dall’altro lato, in modo che non potesse fuggire.

 

Samantha arricciò le labbra per la piega che aveva preso quella strana serata. Odiava chi le imponeva di fare qualcosa contro il suo volere. Ormai era da qualche anno che aveva lasciato la casa dei suoi genitori imparando ad arrangiarsi e a preoccuparsi della sua vita. Non aveva avuto bisogno di una balia appena arrivata nella Grande Mela e, per quanto carino e famoso, non sarebbe stato questo Jonas a decidere per lei.

“Non ho bisogno del tuo aiuto”

“E’ solo un taxi”

Scosse la testa in segno negativo. Purtroppo Kevin l’aveva imprigionata e sembrava abbastanza agguerrito quanto lei. Anche di più probabilmente, perché intuì che un attacco diretto non avrebbe portato a nulla. Era famoso nella sua famiglia per riuscire a raggiungere i suoi obiettivi con qualsiasi tattica. Per questo si avvicinò un po’, addolcendo il tono di voce.

“Insisto. Ti prego”

Questo Sam non l’aveva previsto. Era abituata a fronteggiare ragazzi arroganti, a rispondere agli attacchi schietti, ma a questo no. Come poteva arrabbiarsi se lui la trattava così gentilmente? Un piccolo brivido le attraversò la nuca e la gola diventò secca anche se aveva bevuto una tazza intera di tisana. Divenne più difficile articolare una risposta.

“No. Io non…”

Notando il suo imbarazzo lui capì di aver trovato il suo punto debole e non esitò a continuare. “Mi devi un favore dopo tutto quello che è successo oggi no?”

“Non ti arrendi mai?”

Kevin alzò lo sguardo fingendo di riflettere.

“Fammi pensare… Mhhh no, finché non ottengo quello che voglio” concluse sorridendo.

Quello fu il vero colpo di grazia e a Sam non rimase che capitolare.

“Va bene, accetto. Ma solo perché mi sento in debito per le camicie che ti ho rovinato”

Soddisfatto la liberò e le tenne aperta la porta per farla passare.

“Da questa parte, prego”

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Capitolo 4
*** Capitolo 4° ***


Nuovo capitolo, decisamente Jonas centric. Sicuramente, dopo aver letto, mi sarò attirata le ire di tante persone lo so già xD (capirete leggendo il problema di Nick). Abbiate pazienza lei comparirà poco e spero continuerete lo stesso a leggere.

 

Vi ringrazio tantissimo per i vostri commenti che mi fanno tanto piacere e aiutano non poco a continuare a scrivere.

 

Potterina Weasley: Sam e Kevin si sono trovati subito in sintonia in effetti. Niente baci, perché è scattata una simpatia ma niente di più. Se lei non l’avesse apprezzato al chiaro di luna sarebbe stata completamente cieca xD ma da qui a baciarlo… non è ancora il momento giusto.

 

DangerGirl: eh sì, siamo proprio in sintonia visto? La terrazza ha un fascino unico, come se fosse un piccolo mondo a parte. Kevin è adorabile ed è abbastanza furbo da usare quel suo sguardo da cucciolo per ottenere quello che vuole (una dote che hanno tutti e tre i fratelli senza dubbio).

 

MissK2: finalmente un incontro senza che Kevin debba cambiarsi i vestiti xD Sì, Danger non è l’unico in famiglia bravo a giocare con le parole e scherzare, Kevin mantiene alto il nome dei Jonas. Sam non poteva non apprezzare la sua compagnia e non ha potuto fare altro che capitolare di fronte a come ha sfruttato il suo fascino (e chi avrebbe resistito? xD)

 

Jollina la verde: la terrazza è un luogo molto romantico e lo trovo perfetto per uno come Kevin non credi? Un bacio sarebbe stato troppo azzardato, in fin dei conti si conoscono da troppo poco tempo, anche se si nota un certo feeling.

 

Beautiful_disaster: come sempre hai colto gli aspetti di Kevin che ho cercato di descrivere, il suo isolarsi e il suo modo di reagire. Samantha è forte e orgogliosa ed è abituata a fare di testa sua senza subire le decisioni di altri. Diciamo che ha ereditato da me la mania delle tisane ma, soprattutto, dell’isolarsi ogni tanto dal mondo. Il tuo consiglio è stato prezioso per sistemare la famosa scena dell’ascensore lo sai.

 

I preferiti sono saliti a 8 ed è un altro bellissimo traguardo, grazie quindi a:

beautiful_disaster, ffdipendente, INFINITY, jollina la verde, kji, Potterina Weasley, Pretty_Odd e Tempe

 

 

Ancora assonnato Nick si alzò dal letto e, dopo essersi preparato, appoggiò sul ripiano di marmo del lavabo la macchinetta per la glicemia. Sbuffando, con la testa inclinata da un lato non ancora del tutto sveglio, svolse meccanicamente tutta la preparazione, fino al momento di bucarsi il dito. A quel punto si sentì completamente lucido. Purtroppo i suoi risvegli, a causa del diabete, erano sempre bruschi. Certe mattine affrontava quel compito con noncuranza, nello stesso modo in cui gli altri si lavavano i denti ma in certi giorni, come quello invece, gli pesava terribilmente.

Con un’espressione impassibile in volto lesse il risultato sulla macchinetta e regolò la penna per l’insulina. Si fece l’iniezione in modo rapido, con movimenti sicuri dovuti alle troppe volte in cui aveva svolto quell’azione. Dopo pochi minuti aveva già terminato tutto e rimesso via i suoi strumenti salvavita.

Perché a me?

Si era già posto questa domanda infinite volte, senza trovare mai una risposta. C’erano giorni in cui accettava la sua malattia, rassicurandosi con il fatto che era comunque una persona molto fortunata, con una famiglia che gli voleva bene e una carriera in ascesa nel campo della musica. Tutte cose che la maggior parte dei ragazzi della sua età poteva solo sognare, senza mai riuscire a realizzarle. Poi c’erano i momenti peggiori, in cui veniva assalito dalle paure e dai dubbi e si ritrovava solo, senza nessuno che potesse capire fino in fondo cosa stava provando. Evitava, per quanto poteva, di parlare del suo disagio perché non voleva che gli altri lo compatissero, odiava leggere negli occhi di chi stava davanti a lui l’imbarazzo, non sapendo come rispondergli. Ma ogni tanto aveva bisogno di esternare quanto stava provando, per sfogarsi.

Soltanto ad una persona era riuscito a confidare le sue debolezze.

 

Automaticamente il suo sguardo si puntò sull’i-phone appoggiato sul comodino di fianco al letto. Lo prese in mano e, come si aspettava, nessuna bustina indicava l’arrivo di un nuovo messaggio.

Niente da fare.

Non aveva chiamato né si era fatta sentire in alcun modo.

Con gesti rapidi richiamò uno degli ultimi numeri fatti e rimase lì, con il pollice sospeso sopra il tasto, senza avere il coraggio di schiacciarlo. Non era stata colpa sua se avevano litigato, puntualizzò a sé stesso. Lui si era solo permesso di farle notare alcune cose, senza avere l’intenzione di farla arrabbiare anche se alla fine il risultato era stato quello. Ormai non si sentivano da tre giorni e, dato che lui era partito subito dopo, non c’era stata la possibilità di chiarirsi.

L’aveva accusato di non fidarsi.

Quel pensiero lo irritò e, d’impulso, lanciò il cellulare sul letto. Non era colpa sua e non era giusto che fosse lui a fare il primo passo.

 

L’unico modo per non impazzire era andare da suo fratello, solo stare in sua compagnia aveva un effetto calmante. Per questo uscì deciso dalla sua stanza e bussò alla porta di fianco. Non passò neanche un minuto e si trovò davanti Kevin, a torso nudo e con indosso solo un paio di jeans.

“Nick, che ci fai già qui?”

Per tutta risposta il minore dei Jonas camminò fino al letto e si lasciò cadere a peso morto sul materasso, seppellendo la faccia tra le coperte, poi si voltò per respirare e finalmente gli rispose.

“La vita è troppo complicata. Voglio le istruzioni” si lamentò soffiando via un ricciolo che gli stava solleticando il naso.

Suo fratello, che era rimasto ad osservarlo, spinse la porta per farla chiudere e gli rispose mentre tornava in bagno.

“Tutto qui? Cosa aspettavi a dirmelo? Nella mia valigia, sotto le magliette, ne ho proprio una copia stampata a colori, dagli un’occhiata” lo prese in giro.

In risposta ebbe solo un lungo mugugno.

 

Kevin, dal bagno, scosse la testa. Non era la prima volta che Nick, quando aveva un problema veniva a cercarlo, purtroppo si limitava solo a quello, la parte difficile era riuscire a tirargli fuori di bocca le parole. Dopo essersi vestito si lasciò cadere sul letto accanto al fratello, che non si era mosso, e si tirò su, appoggiandosi sui gomiti e lo guardò.

“Cosa c’è che non va?”

“Niente. Sono solo un po’ stanco” rispose con una smorfia poco convinta.

Kevin lo guardò, inarcando le sopracciglia, per niente convinto da quel patetico tentativo.

“Ti prego, non sono mica Joe a cui puoi darla a bere in questo modo - scherzò strappando un sorriso al fratello – allora?”

Il piccolo Jonas appoggiò la fronte al materasso per non essere costretto ad incrociare il suo sguardo.

“Selena” fu l’unica parola che uscì dalla sua bocca.

 

Il fratello maggiore non fece in tempo a rispondere che la porta della camera, che non si era chiusa dopo la sua spinta, si aprì di nuovo lasciando entrare proprio Joe.

“Ecco dove siete finiti tutti quanti! Stavo quasi pensando che vi avessero rapito gli alieni. A quel punto sarei rimasto solo io a tenere alto il nome del gruppo, diventando solista e unico idolo di tutte le ragazze. Ah, ma questo lo sono già!”

Orgoglioso di questa sua battuta d’entrata, prese la rincorsa buttandosi anche lui sul materasso, lasciando Nick in mezzo. Scostandosi i capelli dagli occhi, sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi guardando entrambi.

“C’è un consiglio di famiglia e io non ne sapevo niente?”

 

La storia del “consiglio di famiglia” risaliva al periodo della nascita di Nicholas.

Ovviamente, i primi mesi la loro madre passava quasi tutto il tempo accudendo il neonato. Questo aveva permesso a Kevin e Joe di approfondire ancora di più il loro legame. Essendo vicini di età, non c’era gioco o gara che non facessero insieme. Spesso, quando c’era un temporale o volevano combinare qualche marachella, si nascondevano sotto le coperte di uno dei loro letti e rimanevano lì a confabulare per ore. Con il passare degli anni Nick, non appena imparato a camminare, aveva cominciato a seguire i suoi fratelli per non rimanere escluso. Kevin e Joe all’inizio lo prendevano in giro, affermando che era troppo piccolo e non poteva stare con loro anche se non l’avevano mai mandato via. All’ultimo arrivato in casa Jonas piaceva stare in mezzo ai fratelli perché gli trasmettevano un senso di sicurezza e protezione. Ai suoi occhi erano i grandi, gli idoli da imitare e i punti a cui fare riferimento.

Con il passare del tempo la pensava ancora allo stesso modo.

Era stato il padre, trovandoli così una sera, a battezzare quei momenti il “consiglio di famiglia” e da allora li avevano sempre chiamati così.

 

“Il nostro piccolo Nick ha problemi di cuore” spiegò Kevin, scompigliando i riccioli del fratello, prendendolo in giro.

Joe non si lasciò sfuggire quell’occasione.

“Ah l’amore… Sei proprio fortunato, il Dottor Joe Stranamore  ha la cura giusta per te” affermò con una ridicola voce in falsetto.

Poi si mise in ginocchio, afferrando con un braccio il minore dei Jonas mentre, con l’altra mano, cominciò a fargli il solletico, aiutato anche da Kevin. Ben presto quel gioco divenne una lotta e le risate riempirono la stanza.

Il primo ad alzare bandiera bianca fu Kevin. Si lasciò rotolare giù dal materasso sedendosi per terra per recuperare il fiato. Quando si alzò il suo letto non era un bello spettacolo: le lenzuola erano tutte stropicciate e disfatte.

“Se avete finito di distruggermi la camera potremmo andare a fare colazione”

Divincolandosi dal fratello, anche Nick si alzò in piedi cercando di mettere a posto la camicia ormai sbottonata.

“E’ tutta colpa di Joe – commentò giustificandosi – come sempre”

“Chi, io?” domandò quest’ultimo con un’espressione ingenua dipinta sul volto.

 

Il fratello minore scosse la testa rassegnato, senza degnarlo di una risposta. Stava per voltarsi e raggiungere la porta quando venne afferrato per la manica della camicia. Si girò di nuovo verso il letto. Joe lo fissò negli occhi prima di parlare.

“Andrà tutto a posto vedrai. Non devi preoccuparti. – affermò in tono serio prima di alzarsi e passare un braccio intorno alle sue spalle in modo protettivo – E adesso andiamo ad abbuffarci! Non vorrai che passi il tempo limite per l’insulina”

Quelle parole così sincere furono un colpo al cuore per Nick. Suo fratello era, per la maggior parte del tempo, un buffone che non prendeva mai niente sul serio e su cui si poteva fare poco affidamento; ma capace di spiazzare chiunque senza preavviso, con poche frasi cariche d’affetto.

Come adesso.

Aveva cercato di farlo ridere e distrarlo ma, alla fine, si era preoccupato di rincuorarlo e dimostrava di essere sempre attento, in modo che rispettasse i tempi giusti quando faceva l’insulina. D’altronde sapeva bene che Joe preferiva mascherare questa sua sensibilità e a lui andava bene così. Mosse un braccio mettendolo intorno alla schiena del fratello, per fargli capire che apprezzava il suo aiuto.

Poco dopo i due raggiunsero Kevin barcollando come fossero ubriachi e ridendo di gusto.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5° ***


Sto postando con un ritardo mostruoso e mi dispiace di avervi fatto aspettare ma è stata una settimana frenetica e non facevo in tempo a guardare l’orologio che era già tardissimo.

 

Ringraziamenti al volo:

 

Miss K2: Nick è ammmore e sono contenta che tu lo stia rivalutando (sempre moderatamente xD) Sono contenta che la descrizione di Kevin abbia avuto l’effetto desiderato *sbava moderatamente prima di scappare per lo sguardo pericoloso della n. 1* Una cosa che mi ha sempre colpito dei Jonas è il loro rapporto fraterno e ci tengo a sottolinearlo. Ti ringrazio per lo sforzo di leggere nonostante ci sia “lei” *lovva per questo*

 

Potterina Weasley: Mi farei adottare volentieri anch’io. Adoro quel pezzo sul consiglio di famiglia e può darsi che decida di fare una mini shottina in proposito.

 

Jollina la verde: Sono contenta che ti siano piaciute le caratterizzazioni dei tre fratelli. Nick, essendo il più piccolo, ha sviluppato un grande affetto per i fratelli maggiori fin da piccolo e, dolcissimo com’è, non poteva che essere ricambiato da loro. Non potrei proprio scrivere di Miley, sono contenta che tu sia d’accordo.

 

Danger girl: Sarà anche un commento essenziale ma l’ho apprezzato tantissimo (e sai che abbiamo opinioni diverse xD) Comincia a piacerti Sam? Evviva!!! Come ho già detto, ci tengo a sottolineare il rapporto stretto che c’è tra i fratelli, che sanno di poter contare l’uno sull’altro. E’ impossibile non adorare Kevin, però capisco ti capisco perché dopo aver letto “Brothers” ho sviluppato un attaccamento particolare al tuo Joe (anche qui ripeto che è tutto fatto moderatamente xD)

 

La socia: Mi manchi anche tu e le nostre chiacchierate! Non ti preoccupare, come ti ho già ripetuto su msn è giusto che ti dedichi a quel progetto, tanto sai dove trovarmi. Niente minestrone, il commento andava benissimo e ho capito tutto tranquilla. Come ho già detto, ogni fratello si comporta diversamente ma ognuno c’è sempre quando l’altro ha bisogno e la trovo una cosa dolcissima. (p.s.: devo anch'io commentarti, abbi pazienza ma lo farò con un bel papiro).

 

Dato che è via in montagna e leggerà solo fra una settimana, dedico il capitolo alla n. 1 *wub*

 

*******************

 

Il Roof Garden era deserto.

Questo continuava a ripetersi Samantha mentre guardava il display dell’ascensore che indicava i piani. Era diventata una sua abitudine rifugiarsi là sopra da quando aveva iniziato a sostituire Maddie e le piaceva proprio perché poteva stare sola. Quindi non riusciva a capire perché si sentisse così ansiosa di controllare se aveva ragione.

Non c’entrava niente l’incontro con Kevin Jonas precisò nella sua mente mentre la cabina si arrestava e lei usciva sul terrazzo.

Rimase per un momento ferma immobile, in ascolto, ma questa volta nessuna melodia giunse alle sue orecchie.

Lo sapeva che lui non ci sarebbe stato.

Era giusto che fosse così, non aveva bisogno di vederlo per forza. In fin dei conti non si erano dati nessun appuntamento né aveva mostrato di trovarla simpatica. Erano due sconosciuti che si erano trovati per caso in uno stesso luogo e lui si era dimostrato gentile ed educato preoccupandosi che non tornasse a casa da sola.

Niente di più.

Ma allora perché era lì, seduta con due tazze di tisana bollente, sentendosi una stupida illusa?

 

Finito di cenare Joe si era rinchiuso subito in camera sua. Aveva affermato di avere un piccolo problema di stomaco che necessitava di una rapida corsa in bagno. Quella scusa era stata perfetta, perché nessuno aveva trovato strano che si allontanasse subito e indagasse sui motivi.

Sorridendo, soddisfatto della sua furbizia, si sedette sul letto aspettando che il portatile si avviasse. Era tutto il giorno che non vedeva l’ora di sentirla e aveva controllato più volte l’orologio fremendo perché il tempo non passava abbastanza veloce. Finalmente la vide in linea.

 

Sono qui, solo nella mia stanza, chissà se qualcuno vuole farmi compagnia…

Oh povero, piccolo Mister Jonas

Sei in ritardo!

Non è vero! Sono sempre puntuale IO.

Esattamente di un minuto e venti secondi

Sei pazzo!

E tu in ritardo…

Come va a New York?

Bene, passiamo le giornate in giro per la promozione dell’album.

Beati voi. Non vedo l’ora che si cominci la promozione del nostro. Sai quanto mi piace viaggiare e vedere paesi diversi…

Sarà un successo ne sono sicuro

Grazie. Non vedo l’ora di vederti, mi manchi… mi mancano persino le tue buffonate

E’ il fascino Jonas. Mancano solo pochi giorni ormai. Ho già programmato una fuga romantica dove nessuno ci potrà trovare

Davvero? Mi puoi dare qualche indizio?

 

Stava per rispondere quando qualcuno battè due colpi alla porta della sua camera.

 

Bussano, vado a vedere chi è e me ne sbarazzo subito

 

Si alzò a piedi nudi e fece scattare la serratura. Nick, con le mani in tasca, senza dire niente entrò nella stanza guardandosi intorno.

“Sai dov’è Kevin?”

Joe fece segno di no con la testa.

“Non era con te?”

Il fratello si strinse nelle spalle facendo capire che ne sapeva quanto lui.

“Dopo la tua uscita di classe abbiamo finito di mangiare e ci siamo divisi tornando alle camere e non lo trovo più”

“Non è qui”

“Questo lo vedo – rispose Nick con una smorfia – cosa stai scrivendo?”

Nel sentire quelle parole il cantante dei Jonas si fiondò sul letto, abbassando lo schermo del portatile.

“Niente, perché?”

Il fratello minore si sedette accanto a lui.

“Di solito non accendi mai il computer, dici che ti annoia”

“Volevo fare una partita a flipper” inventò, sperando che se la bevesse senza fare ulteriori domande.

Inclinando la testa Nick sbuffò e guardò l’orologio al suo polso.

“Posso restare con te, non mi va di stare solo”

“Mmh… ma certo – Joe cercò di pensare in fretta ad un diversivo – ci vediamo un film? Accendi la televisione intanto che spengo questo aggeggio”

Dopo averlo distratto in questo modo, alzò leggermente lo schermo in modo da poter digitare delle parole.

 

Nick è qui, torno appena possibile

Ok. Bacio.

 

Sorrise nel leggere la sua risposta: semplice ma dritta al punto. Non gli rimaneva che augurarsi che suo fratello si addormentasse durante il film, così da lasciargli campo libero.

 

 

In quello stesso momento Samantha stava fissando il cielo, pensando che forse era stato meglio non incontrarlo. La sua vita era perfetta così, senza bisogno di nessuna complicazione.

“E’ libero questo posto?”

Quando sentì la sua voce, fece quasi un salto per lo spavento. 

“Kevin?”

Lui sorrise, divertito dalla sua espressione stupita.

“Sì, non vedo nessun altro qui con quel nome”

“Scusa, è solo che non ti ho sentito arrivare”

Non poteva certo dirgli che si era appena augurata di non vederlo più. Decisamente in quel periodo non era molto fortunata nell’esprimere i desideri, o quantomeno tutti quelli collegati a quel Jonas in particolare. Senza aggiungere niente lo guardò sedersi accanto a lei, appoggiando per terra la sua inseparabile chitarra.

“Non te l’avevo detto che in una vita precedente ero un gatto? Uno splendido esemplare silenzioso e grigio della Malesia”

“Quelle sono le tigri!”

“Sei sicura?”

“Io veramente… Ma come siamo finiti a parlare di animali?”

Kevin alzò la mano sinistra e si toccò il pollice con l’indice destro.

“Dunque, per prima cosa…” cominciò prima che Sam lo afferrasse per interromperlo.

“No, per favore!”

Scossa dal quel contatto ritrasse in fretta il braccio e cercò di cambiare argomento.

 

Tutti i pensieri di poco prima su come sarebbe stato meglio non rivederlo più svanirono all’istante.

“Ti ho portato un regalo” dichiarò.

“Davvero? Dimmi che è quella nuova chitarra che ho visto la settimana scorsa” scherzò lui con occhi imploranti.

Sam guardò platealmente di fianco a lei, fingendo di controllare.

“Mmhh… no. E’ una semplice ma buona e, soprattutto, caldissima tisana”

“Da tirarmi addosso?”

Quella battuta la fece scoppiare a ridere, indubbiamente stare in compagnia di Kevin era un vero divertimento. Prese il bicchiere e glielo passò. Lo osservò togliere il coperchio e berne un sorso, non si accorse di aver quasi trattenuto il respiro.

“Ottima – le sorrise – e calda avevi ragione”

Per qualche secondo rimase inebetita, il suo sorriso aveva la capacità di annullare ogni suo pensiero e lasciarla muta. Per non farsi notare, seguì il suo esempio mettendosi a bere. Il liquido scese giù per la gola una sensazione di calore si diffuse per tutto il suo corpo.

Il caldo non è dovuto alla tisana le suggerì una vocina nella mente.

Per fortuna Kevin le fece una domanda distogliendola da quelle riflessioni pericolose.

“Come posso ricambiare il favore?”

Sam scosse la testa.

“Non ce n’è bisogno”

“Insisto e sai che ottengo sempre quello che voglio” la minacciò bonariamente.

Lei rise, consapevole che aveva detto la verità, la sera prima aveva avuto un assaggio della sua forza di volontà e persuasione.

“Un’idea ce l’avrei”

“Niente di illegale spero”

Non ebbe dubbi questa volta. Indicò con l’indice la chitarra appoggiata a terra.

“Una canzone. Vorrei che mi suonassi qualcosa"

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Capitolo 6
*** Capitolo 6° ***


Settimana pessima e quindi risposte al volo perché sennò non riuscirei a postare nemmeno stasera. Poi parto per l’Austria e quindi ciao… Grazie mille a tutte per i complimenti, grazie grazie grazie!

 

Danger girl: Sam ha poche idee ma ben confuse come hai potuto vedere xD Joe… rimarrà un mistero per un bel po’ e qui non posso dire assolutamente niente *si cuce la bocca*

 

Potterina Weasley: come ho già detto prima, il quesito “chi è la ragazza di Joe?” andrà avanti per un po’ ma ci saranno degli indizi per capire chi è xD

 

Jollina la verde: Ed ecco svelata la canzone di Kevin, attenta perché anche lì non è tutto come sembra. Chi lo sa Joe che combina? E perché tiene tutto nascosto? Sono curiosa di sapere le tue ipotesi man mano che si andrà avanti.

 

EllieGoodman: Una nuova lettrice! Un enorme grazie per i tuoi complimenti, spero continuerai a seguire la fic!

 

Miss K2: un mega commento wow! Il fascino di Kevin sembra aver fatto effetto vero? (tu ne sai qualcosa giusto?). Vedrò di addolcirti la pillola in modo che tu non abbia traumi, o almeno ci proverò xD Nicky che non vuole stare da solo e preferisce rifugiarsi dal suo fratellone è ammore come sempre.

 

La socia: anche se non hai commentato qui mi hai dato la tua opinione via mail prima che iniziassi a postare, quindi attendo i tuoi commenti quando tornerai “in pista” su efp.

 

-------------------------

 

 

“Una canzone?” domandò Kevin e poi annuì, contento di quella richiesta. Ad un’altra persona sarebbe parso scontato ma a lui piaceva davvero quando gli chiedevano di suonare, la musica era parte della sua anima ed essere apprezzato come musicista lo rendeva estremamente orgoglioso. Prese la sua amata chitarra, appoggiandosela in grembo ed accarezzò le corde suonando qualche accordo prima di appoggiare il palmo della mano per fermare il suono.

“Cosa desidera miss Samantha?”

Questa volta toccò a lei sorridere contenta. Si era innamorata di quella canzone fin dalla prima volta che l’aveva sentita, era speciale e avere la possibilità di ascoltarla dal vivo dalle mani e dalla voce di un Jonas era un’occasione irripetibile. Che lei non intendeva farsi sfuggire.

“Gotta find you” disse in un soffio.

Per un attimo il viso di Kevin si adombrò, come se fosse contrariato dalla sua richiesta. Ma durò solo un istante e subito dopo ritornò il solito ragazzo gioviale. Lei però se ne accorse lo stesso e temette si fosse offeso, per questo si sentì in dovere di giustificarsi.

“Scusa. Non è una canzone delle vostre lo so. E’ che… è semplicemente stupenda, sia il testo che la musica… l’adoro” confessò sinceramente.

Sbattendo gli occhi, lui si rese conto di cosa significavano quelle parole: non sapeva che erano anche autori di tutte le canzoni cantate da loro.

“Non è un problema – la rassicurò decidendo d’impulso di non chiarire l’equivoco – forse la preferiresti fatta da mio fratello però”

“Assolutamente no. Io la voglio interpretata da Paul Kevin Jonas II e da nessun altro” dichiarò a metà tra il divertito e il serio, fissandolo però dritto negli occhi, convinta di quello che aveva appena detto.

Lui vi lesse la sincerità delle sue parole. Di solito tutte le ragazze impazzivano per quella canzone, immaginando il volto di Joe e la sua espressione mentre la cantava guardando Demi Lovato. Era normale quella reazione viste le scene del film, se ne rendeva conto, ma non poteva evitare di provare fastidio nell’essere confuso con suo fratello.

Soprattutto su quella canzone in particolare.

Ma questa volta era diverso.

Fu il tono della sua voce a convincerlo, insieme ai suoi stupendi occhi verdi che brillavano illuminati dai lampioncini del Roof Garden.

 

Rassicurato da tutto ciò, sistemò meglio la chitarra e fece qualche respiro profondo prima di cominciare. Conosceva a memoria quegli accordi e il testo di quella canzone meglio di chiunque altro.

 

 

Everytime I think I'm closer to the heart

Of what it means to know just who I am

I think I've finally found a better place to start

But no one ever seems to understand

 

I need to try to get to where you are

Could it be, your not that far

 

 

Sam sapeva che sarebbe stato bello, ma niente l’aveva preparata alla magia di quel momento. Lo ascoltò sentendosi sempre più rapita da quei suoni, dalla sua voce, meno profonda di Joe ma altrettanto calda e passionale. Chiuse gli occhi quando cominciò la seconda strofa, la sua preferita.

 

 

You're the remedy I'm searching hard to find

To fix the puzzle that I see inside

Painting all my dreams the color of your smile

When I find you I'll be alright

 

I need to try to get to where you are

Could it be, your not that far

 

 

Riaprì gli occhi, ma non osò muovere neanche un muscolo per paura di spezzare l’atmosfera magica che si era creata. Non fu difficile perché lo sguardo di Kevin si era fissato nel suo, proprio come nel film, e lei si sentì rapita rimanendo imbambolata.

 

 

You're the voice I hear inside my head, the reason that I'm singing

I need to find you

I gotta find you

You're the missing piece I need, the song inside of me

I need to find you

I gotta find you

 

I gotta find you

 

 

Rimase in silenzio finché anche l’ultima nota non si spense nel silenzio della notte.

“Io… non so che dire – si portò una mano sul cuore respirando profondamente - è stato splendido ascoltarti. Te l’avranno già ripetuto un miliardo di volte ma sei bravissimo a suonare e, oltretutto, hai davvero una bella voce”

Lui fece scorrere il plettro accarezzando le corde prima di rispondere, come se fosse imbarazzato davanti a tutti quei complimenti.

“Grazie. La chitarra è sempre stata la mia passione. Ho cominciato a suonarla da piccolo e non l’ho mai tradita. Nick dice che sono esagerato e dovrei provare anche qualche altro strumento, come ha fatto lui, ma a me non interessa. Io voglio concentrarmi solo su quella”

Lei annui.

“Capisco. L’importante è che tu faccia quello che ti senti”

“La stessa cosa che ha detto anche mio padre” confermò con un sorriso.

 

Finirono di bere la tisana. Samantha aveva ancora nella mente la canzone di poco prima e la voce di Kevin che le risuonava nelle orecchie. Peccato non aver potuto registrare quei momenti e le sensazioni che aveva provato. Ma probabilmente avrebbe portato quel ricordo nel cuore.

“Mi togli una curiosità?”

Il ragazzo mise di nuovo a terra la chitarra e puntando un gomito sul ginocchio si voltò verso di lei, con il mento tenuto sollevato dalla mano.

“Dimmi”

“Perché non canti mai niente da solista?”

“E’ Joe il frontman del gruppo” rispose automaticamente.

Sam cominciò a gesticolare.

“E allora? Capisco che sia lui a tenere la scena sul palco, però potresti benissimo interpretarne qualcuna. Faresti strage di cuori” concluse ammiccando.

Kevin scosse la testa negativamente.

“Non fa per me. Non mi piace stare al centro dell’attenzione”

“Detto da uno che fa parte di una band che sta scalando le classifiche di tutto il mondo è un po’ strano, non credi?” commentò lei ironicamente, sollevando le sopracciglia per dare maggior enfasi alle sue parole.

“Lo so che può sembrare assurdo. Essere uno dei Jonas Brothers è fantastico e c’è una grande intesa con i miei fratelli. Mi piace stare sul palco, suonare e interagire con i fans e non potrei chiedere di più dalla vita ma preferisco fare da spalla. Non è facile da spiegare…”

Inaspettatamente Samantha non gli fece altre domande.

“Credo di aver capito cosa intendi dire. Avresti troppa responsabilità”

“Qualcosa del genere sì”

 

Samantha stese le gambe davanti a sé e le strofinò con le mani per scaldarle.

“A volte è lo stesso anche per me”

“Hai paura che facendo carriera si accorgerebbero dei caffè che versi ai clienti? – alzò una mano in segno di resa – scusa pessima battuta”

“Me lo merito dopo i pasticci che ti ho causato. In realtà questo non è il mio lavoro. La mia coinquilina è in ospedale e mi ha convinto a sostituirla in modo che non assumessero nessuna che le facesse le scarpe”

Fu il turno del chitarrista dei Jonas di essere stupito.

“Adesso sono curioso, cosa fai nella vita? Lasciami indovinare. Non sarai mica una cantante?” le chiese con una finta espressione preoccupata.

Lei si coprì il volto con una mano facendo una smorfia.

“Assolutamente no! Sono stonata come una campana”

“Potresti essere una strega visto il tuo nome” provò a scherzare.

“Non succede niente se muovo il naso, quindi la risposta è no” replicò stando al gioco.

Fingendo di essersi scervellato Kevin fece un sospiro drammatico.

“Mi arrendo”

Sam si alzò in piedi eseguendo prima una piroetta precisa e poi un inchino. “Sono una coreografa. O meglio lo diventerò – tornò sedersi accanto al ragazzo - per adesso lavoro in una scuola come insegnante di danza alle bambine dai 6 ai 10 anni, per quattro giorni alla settimana nel pomeriggio”

 

Kevin rimase a fissarla, non accorgendosi di avere dipinta in volto un’espressione stupita che non sfuggì alla ragazza.

“Ti ho scioccato?” gli domandò preoccupata.

Lui scosse la testa prima di rispondere.

“No, è che… – si bloccò incerto prima di continuare – visti i nostri primi incontri non mi sei sembrata una ragazza molto… equilibrata” concluse prendendola in giro.

Lasciandosi sfuggire un sospiro, Sam spostò i capelli sulla spalla sinistra con una smorfia.

“In effetti non hai tutti i torti ma ti assicuro che sono una brava ballerina e potrei eseguire un’intera coreografia sulla punta dei piedi senza mai sbagliare – affermò in tono convinto – prima di incontrarti non ho mai avuto problemi di questo genere. Come ti dicevo anch’io preferisco non stare in prima linea ma lavorare dietro le quinte. Ecco perché il mio sogno è fare la coreografa. Un giorno dirigerò uno spettacolo teatrale o un musical chi lo sa”

“Ne sono sicuro” rispose gentile Kevin.

Lei ritornò a sedersi vicino a lui, guardandosi le scarpe.

“Io un po’ meno a dire la verità. Ho paura di non riuscire a realizzare il mio sogno e di ritrovarmi con un pugno di mosche” ammise rialzando il capo e fissando il cielo buio sopra le loro teste.

Anche lui fece la stessa cosa prima di risponderle.

“Non sai quante volte ho avuto anch’io lo stesso terrore. Avevamo pubblicato il primo disco ma non aveva avuto molto successo e noi non sapevamo cosa fare. Pensavo che tutto sarebbe finito prima ancora di cominciare ed ero arrabbiato perché sapevo che se ci avessero dato una possibilità concreta non avremmo fallito”

“Per fortuna qualcuno ha creduto in voi”

Kevin si girò a guardarla.

“Già. Ti confesso che ci sono giorni in cui mi domando se non sia tutto un sogno e ho paura di svegliarmi nel mio letto e scoprire che non è vero niente”

 

 

Chi invece era nel proprio letto, ben sveglio, era Joe. Sbirciava ogni tanto, con la coda dell’occhio, il fratello sperando che si addormentasse.

“La smetti di fissarmi?” sbottò ad un certo punto Nick.

“Ma se sto seguendo il film!” si giustificò lui.

“Tu hai qualcosa in mente. Non è che c’entra anche Kevin?”

Joe alzò le braccia cercando di assumere un’espressione innocente.

“Chi? Il nostro fratello perduto per cui dovremo mettere dei manifesti con scritto “Wanted”?”

Sospirando il piccolo Jonas si riappoggiò ai cuscini, consapevole che quando Joe si comportava così era inutile sprecare le parole. Si concentrò sul film e, quando apparve la parola “fine”, sbadigliò alzandosi.

“Vado a dormire”

Sbadigliando platealmente anche Joe disse la stessa cosa. Ma appena il fratello lo lasciò solo, recuperò subito il portatile che non aveva mai spento.

 

Sono tutto tuo.

 

Dovette aspettare quasi mezz’ora prima di avere una risposta. D’altronde sapeva che lei era impegnata ed era per quel motivo che erano ricorsi al computer anziché al telefono.

 

 

Ignaro di avere un fratello che stava chiacchierando sul tetto e un altro che chattava nella sua stanza, Nick rientrò nella propria camera e si sentì solo. Resistendo alla tentazione, cercò di tenersi occupato in tutti i modi possibili. Lavò i denti, preparò i vestiti da indossare al mattino, rilesse il programma del giorno dopo senza capire cosa c’era scritto finché non gli rimase più niente che lo tenesse impegnato. Si buttò sul letto con in mano l’i-phone, rigirandolo tra le dita.

Non doveva chiamarla né farsi sentire.

Era lei a dover fare il primo passo.

Alla fine, perdendo la sua battaglia interiore, digitò un’unica parola: buonanotte.

Poi lo inviò e spense il telefono. Non voleva sapere se lei gli avrebbe risposto oppure no, ma scrivere quel messaggio riuscì finalmente a farlo sentire meglio. A quel punto spense la luce per mettersi a dormire.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7° ***


Mi perdonate se non commento? E’ tardissimo e se non posto oggi ho paura di rimandare ancora…

 

Quindi un grazie enorme per aver commentato e letto, vi adoro!!!

 

************

 

I grandi magazzini non erano molto affollati all’ora di pranzo. Samantha ne aveva approfittato per fare un giro e comprarsi qualcosa di carino dato che, con la fine del mese, era stata pagata. Storse il naso di fronte ai grandi cartelli che annunciavano gli arrivi autunnali, tutti indumenti scuri o neri. Lei invece amava i colori, soprattutto nella stagione invernale: vestirsi sgargiante era un modo per scacciare il grigiore delle brutte giornate, anche se i suoi capelli rossi la limitavano.

Dopo aver girato per un po’ riuscì a trovare alcuni capi abbastanza carini. Mentre raggiungeva i camerini di prova ripensò a quanto era cambiata la sua vita ultimamente: erano passate solo due settimane da quando aveva conosciuto Kevin ma sembrava fosse trascorso più tempo. Si era rivelato una persona deliziosa, un buon amico. I Jonas Brothers avevano in programma di rimanere un mese intero a New York per promuovere il nuovo album e dovevano tenere una serie di concerti, più varie interviste alla radio e speciali per la televisione.

Quasi tutte le sere, quando lui era libero, si erano incontrati al Roof Garden per parlare e bere una tazza di tisana. Era diventata ormai una piacevole abitudine e poteva affermare che era nata una vera amicizia fra di loro.

Però aver realizzato tutto ciò la spaventava.

Più cercava di mantenere le distanze, di trattarlo con gentilezza ma senza approfondire il loro rapporto, più si ritrovava a desiderare la sua presenza. Si era illusa di poter gestire tutto ma la situazione le era poi sfuggita di mano. Lo aveva capito quando Kevin le aveva rivelato un suo importante segreto.

 

Quella sera si era accorta che era di umore strano, come se fosse depresso. Per un po’ infatti erano rimasti entrambi in silenzio, mentre lui accarezzava le corde della chitarra producendo una melodia che sembrava quasi una ninna nanna. Aveva chiuso gli occhi lasciandosi cullare da quel suono, da quelle note magiche. Ogni volta non mancava mai di stupirsi di come riuscisse ad emozionarla in quel modo e solo con qualche nota improvvisata sul momento. Kevin aveva indubbiamente la musica nel sangue e un talento naturale per combinare insieme sette semplici note trasformandole in qualcosa di unico.

Aveva atteso in silenzio, sperando che fosse lui a fare il primo passo ma così non era stato, per cui si era decisa a parlare. In fin dei conti, se lui avesse voluto stare solo, non si sarebbe presentato al loro appuntamento.

“Mi dispiace” esordì.

Quelle parole attirarono l’attenzione di Kevin, che smise di suonare girandosi a guardarla.

“Perché?”

“Sei triste”

Lui appoggiò gli avambracci sul bordo della chitarra, abbassando il viso verso terra. Per un momento aveva pensato di negare tutto ma qualcosa dentro di sé si era ribellato. Come se fosse stanco di nascondere quello che provava davvero.

“E’ così evidente?” rispose stancamente.

“Sì”

Sospirò scuotendo il capo.

“Scusa, non sono molto di compagnia” si giustificò.

“E’ successo qualcosa oggi?”

“No, è stato tutto normale”

Sam non poteva saperlo ma Kevin, in quel momento, si sentiva molto simile a Nick che non riusciva mai ad esternare quello che lo faceva star male. Per quanto avesse criticato più volte il fratello per quel comportamento un po’ immaturo, non poteva fare a meno di imitarlo. Era davvero difficile esprimere a parole il suo malessere, come se parlarne lo rendesse più vero e più doloroso. Ma non aveva fatto i conti con la tenacia della rossa al suo fianco.

“Se mi dici chi ti ha fatto arrabbiare muovo il naso e lo trasformo in un rospo” provò a sdrammatizzare.

Aveva intuito il disagio di Kevin e non voleva forzarlo a confidarsi con lei, desiderava solo cancellare la tristezza che velava i suoi splendidi occhi.

 

 

Inaspettatamente il suo commento funzionò, perché lui prima la fissò con una faccia stupefatta e poi scoppiò a ridere malgrado tutto. Senza saperlo Samantha aveva adottato la stessa tattica che usava lui con il fratello.

“Ok, terrò buona la tua offerta” le rispose in tono altrettanto scherzoso prima di tornare serio. Rimase zitto per quasi un minuto prima di continuare.

“Siamo stati ospiti in una radio di recente” esordì ad un certo punto.

“Ti hanno messo in imbarazzo?”

Lui scosse la testa, cercando le parole giuste.

“Il cronista mi ha domandato chi è la persona più vicina a me, alla quale confido tutto – fece una pausa prima di continuare – di getto ho risposto i miei fratelli. Solo loro quelli con cui condivido la maggior parte della mia vita”

“E’ la verità” concordò cautamente Sam, non riuscendo a capire quale fosse il problema.

Kevin invece fece una smorfia.

“Non è vero. O meglio, Joe e Nick saranno sempre presenti nella mia vita ma quella domanda mi ha fatto capire una cosa importante: non ho qualcuno accanto a me” disse con voce amara, che sottolineava come quell’argomento fosse spinoso, perché certi pensieri se espressi ad alta voce fanno più male, come se il fatto di dirli a qualcuno li rendesse più veri.

Samantha, che lo aveva capito, gli posò una mano sul braccio per rassicurarlo.

“Non sei obbligato a parlarne se non ti va”

Lui piegò il gomito e appoggiò la mano coprendo quella di lei stringendola leggermente.

“Finora tenermelo dentro non è servito a migliorare le cose, sono giorni che ci rimugino sopra” si alzò in piedi, raggiungendo la balaustra che delimitava l’attico e poi si voltò a guardarla, mettendo le mani in tasca e appoggiandosi con la schiena.

 

Vederlo così, come se fosse un pulcino bagnato, le fece venire voglia di correre ad abbracciarlo e rassicurarlo, dicendogli che tutto andava bene, che lei avrebbe fatto tutto quello che poteva perché tornasse a sorridere. Ma sapeva bene di non avere nessun diritto di farlo. Rimase in silenzio, aspettando che continuasse.

“Il cronista intendeva una ragazza ovviamente, non un parente e mi sono reso conto in quel momento, mentre riflettevo sulla domanda, che manca qualcosa nella mia vita. Lo so che posso sembrare un ragazzino viziato a dire così. Suono in un gruppo famoso, vendiamo milioni di dischi e siamo ricercati, non dovrei chiedere niente di più dalla vita. Invece vorrei davvero trovare una persona con cui condividere gioie e dolori, con cui poter parlare liberamente ed essere me stesso”

Samantha si alzò in piedi, avvicinandosi a lui e imitandolo, appoggiandosi alla ringhiera.

 

Per un po’ rimasero in silenzio. Samantha stava pensando alle parole giuste da dire, per fargli capire che era solo questione di tempo, un ragazzo come lui così dolce e profondo non era destinato a restare solo nella vita.

“Capisco che tu sia rimasto male dopo quella domanda ma devi guardare tutto da un’altra prospettiva. Forse non era il momento giusto prima, dovevi concentrarti sulla musica, sulla nascita del vostro gruppo”

Lui la guardò voltando il capo verso di lei.

“Tu dici?”

“Sì. Pensaci. Sei stato sempre in viaggio, tra concerti, interviste e tutto il resto quanto tempo avresti potuto dedicare ad una storia? Troppo poco. Rischiavi di non avere un momento libero per cercare di non deludere nessuno”

Kevin rimase a bocca aperta di fronte a quelle parole. Non ci aveva mai pensato ma Sam aveva pienamente ragione. Cercava sempre di essere presente per tutti, di fare quanto ci si aspettava da lui senza dubbio. Avrebbe finito per stare male e sentirsi frustrato.

Chi l’avrebbe mai detto che una ragazza conosciuta per caso lo avrebbe capito meglio di chiunque altro?

Stava per replicare quando lei continuò il suo discorso.

 

“Mi ricordi la canzone”

“Quale?”

“Gotta find you. Scusa – disse stringendosi nelle spalle, quasi timorosa che lui si arrabbiasse - lo so che sono un po’ fissata, però calza a pennello non credi?”

Kevin scosse la testa più volte lasciandola interdetta. Non l’aveva mai detto a nessuno al di fuori della famiglia eppure Samantha sembrava aver capito lo spirito di quella canzone. Non era facile esprimere quello che sentiva dentro e sapeva di non poterlo fare con i suoi fratelli o i suoi genitori. Per questo si ritrovò a parlare senza quasi rendersene conto.

“L’’ho scritta io” confessò di getto.

“Cosa?”

“Hai capito bene. L’ho scritta interamente io, dal testo alla musica. Ma non volevo pubblicarla, doveva essere una cosa mia. Non ho fatto i conti con Joe però. Una sera sono andato in bagno perché avevo scordato l’orologio e l’ho sentito canticchiare il ritornello. C’è mancato poco che non lo tirassi fuori dalla doccia. Dopo mi ha spiegato di aver trovato i miei appunti mentre cercava le cuffiette dell’i-pod, dato che le sue si erano rotte. Visto che nel suo vocabolario la parola “privacy” non esiste ha pensato bene di leggerla e gli è piaciuta”.

Sam spalancò gli occhi.

“Non mi stupisce”

Kevin alzò una mano per bloccare il suo entusiasmo.

“Se si fosse limitato a quello non me la sarei presa. Se si fosse limitato a farla vedere a Nick non me la sarei presa. Ma no, lui ha dovuto esagerare e l’ha proposta ai produttori di Camp Rock senza dirmelo”

Prima di continuare sospirò, voltandosi per osservare l’orizzonte, appoggiando gli avambracci alla balaustra e intrecciando le dita. Poi ricominciò a parlare.

“Ne sono stati così entusiasti da volerla a tutti i costi. Alla fine ho dovuto accettare, tutto per colpa di quel farabutto di Joe” concluse.

Non sapeva quale reazione avrebbe suscitato la sua confessione e girò il capo verso di lei, un po’ timoroso e un po’ curioso.

 

Lei era semplicemente rimasta a bocca aperta, ma se prima a Kevin era successo solo in modo figurato, lei si ritrovò letteralmente con le labbra spalancate e gli occhi sgranati.

“Ti ho scioccata?” la prese in giro con l’accenno di un sorriso davanti a quell’espressione.

“L’hai scritta tu – fu l’unica cosa che riuscì a rispondere Sam, quasi in trance – la mia canzone… l’hai scritta tu”

Il maggiore dei Jonas annuì mentre la depressione di poco prima lasciava il posto ad un senso di tenerezza.

“E’ quello che ho detto”

A quel punto lei si spostò mettendosi proprio davanti a lui e piantandogli un dito in pieno petto.

“Sei un ragazzo pieno di sorprese Paul Kevin Jonas e la ragazza che avrà la fortuna di conoscere come sei realmente non potrà non amarti per tutta la vita – lo fissò intensamente negli occhi, ricambiata da lui - è solo questione di tempo vedrai” gli promise.

Quelle parole sincere e dette con tono sicuro gli scaldarono il cuore come mai avrebbe creduto. Non riusciva a spiegarselo ma le credeva. Con una mano le afferrò il dito portandoselo alle bocca per un piccolo bacio.

“Grazie” sussurrò con le labbra contro il suo polpastrello.

Sam gli sorrise dolcemente, contenta di averlo potuto aiutare, anche se quel contatto la spaventò. Per questo si divincolò da lui, voltandogli le spalle.

“Bah, scrivere una canzone simile e nasconderlo al mondo intero… solo tu potevi fare una cosa del genere” commentò per sdrammatizzare.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8° ***


Domani nevicherà rosso dato che finalmente posto. Mi spiace di avervi fatto aspettare così tanto.

 

Jollina la verde: Eh sì, il colpo di scena era quello, l’ha scritta Kevin. Deduco che ti sia piaciuta questa cosa, sono contenta. Resisti a questa cosa, ci saranno altre sorpresine vedrai e ci tengo a leggere il tuo parere!

 

EllieGoodman: Grazie di esserti ricordata di commentare. Sì, Kevin è proprio dolce e visto il testo di Gotta find you, penso ci stia a pennello. L’intervista in radio è stata una mazzata, perché l’ha portato a riflettere su cosa manca nella sua vita e realizzarlo non è stato piacevole, povero cucciolo.

 

Potterina Weasley: il pezzo in cui lui le bacia il dito piace un sacco anche a me. Kevin è naturalmente dolce, anche se a volte non si rende conto dell’effetto dei suoi gesti. Le sorprese non sono finite vedrai! Grazie per i tuoi commenti sempre entusiastici che mi fanno continuare a scrivere.

 

1: hai colto un sacco di particolari, come il fatto che si capiscano senza bisogno di tante parole, o il riferimento a “Vita da strega” da cui è stato preso il nome di lei. Il bacio al dito è dolcissimo e proprio da lui. (Sam annuisce ricordandosi che Kev ce l’ha solo in prestito). Kevin ha sempre avuto il supporto della sua famiglia e lo aiutato molto, anche a diventare quello che è adesso. Samantha invece è molto indipendente al contrario di lui.

 

2: sapevo che non saresti stata d’accordo con i vestiti colorati xD Hai capito il rapporto che lega Kev e Sam. Si trovano a loro agio a parlare ed è per questo che lui ha deciso di confidarsi. Come dicevo alla 1, Sam è molto indipendente e quindi è restia a lasciarsi andare troppo con Kevin, per questo a volte si ritrae per paura. Sono contenta di vedere che Sam comincia a starti più simpatica, spero di riuscire nell’intento di fartela piacere sempre di più. L’istinto di tirare tazze di caffè ce l’ha sempre, anche se sarà verso un altro Jonas… Il riferimento a Joe sotto la doccia era una chicchina per te lo sai? xD

 

Vi lascio alla lettura, c’è qualche indizio sulla misteriosa ragazza di Joe, anche se è ancora troppo poco per capire. Vedremo se li saprete cogliere.

 

Buona lettura!

 

*********************

 

 

I suoi ricordi vennero interrotti da un rumore. Sentì entrare qualcuno nel camerino di fianco al suo. Le giunse all’orecchio la risata di una ragazza giovane.

“Se ci vedono…”

“A quest’ora non c’è in giro nessuno dai, non preoccuparti” la rassicurò una voce maschile

“Sì, ma…”

Le proteste di lei vennero zittite improvvisamente e Sam non fece fatica a capire che si stavano baciando. Provò ad attendere, sperando che se ne andassero. Invece li sentì parlare di nuovo.

“Cos’è che hai in mano?” chiese la ragazza.

“E’ per te. Non si entra in un camerino senza avere qualcosa da provare” scherzò il suo compagno.

“E’ orribile quella maglietta! E’ di un verde acido praticamente fluorescente”

“Che c’è di male? E’ originale, ti starebbe bene”

“Ti prego. Avrai tante qualità ma in fatto di moda sei terribile”

“Che cosa?” ribattè lui, in tono sbalordito.

“Ti devo ricordare quei jeans giallo fluo che indossavi sul set? Ero tentata di mettermi gli occhiali da sole per non rimanere abbagliata”

“La tua è solo invidia. Ci vuole un po’ di follia per rendere la vita più divertente”

“Senza dubbio tu ne hai portata tanta nella mia vita”

“Ti dispiace?” mormorò in tono più basso il ragazzo.

“Assolutamente no” confessò lei dolcemente.

 

Samantha aveva sperato che i due se ne andassero ma, a quanto pareva, erano ben decisi a sfruttare l’intimità del camerino. Anche se aveva sorriso di fronte alla dolcezza di quelle parole romantiche, si sentiva molto imbarazzata aveva cercato di rivestirsi il più silenziosamente possibile per poi allontanarsi senza farsi scoprire. L’operazione “non far rumore” però richiese più tempo di quanto pensasse e prima che lei riuscisse ad abbassarsi per rimettere le scarpe, sentì di nuovo i suoi vicini. A quanto pareva la coppietta si era decisa a trovare un luogo più adatto per le loro effusioni.

“Forza, siamo solo a metà del giro che ti avevo promesso” affermò la voce maschile.

“Non ti sembra che abbiamo rischiato abbastanza? Ho fame, non ti dimenticare dove dobbiamo essere fra qualche ora” replicò seria la ragazza.

“Me lo ricordo, per quello dobbiamo sbrigarci”

“Com’è che finisco sempre per dirti di sì?” rispose lei, sbuffando.

“Perché non sai resistere al mio fascino” la rimbeccò lui con tono malizioso.

 

Sentendoli allontanarsi, Sam non riuscì a resistere. Dopo quanto ascoltato era curiosa di dare un volto alla misteriosa coppia, dando loro almeno un’occhiata. Scostò la tendina quanto bastava e notò, tra i vestiti appesi, una ragazza non molto alta con dei lunghi capelli scuri e lisci. Accanto a lei, un ragazzo le teneva un braccio intorno alla vita.

Tutto accadde in una manciata di secondi.

Lui si voltò e incrociò il suo sguardo.

Fu un attimo e lei si rifugiò di scatto all’interno del camerino, sperando di essere stata abbastanza rapida da non farsi vedere. Attese ma non ci fu più nessun rumore, segno che era rimasta sola. Con la schiena appoggiata alla parete scivolò piano fino a sedersi sullo sgabello con espressione sbalordita.

Aveva riconosciuto quel ragazzo.

Impossibile non notare la particolare pettinatura che era un suo “marchio di fabbrica”: quello di Joe Jonas, il fratello di Kevin.

 

Perplessa, rimise al suo posto i vestiti provati, limitandosi ad acquistare una sciarpa e un paio di guanti candidamente bianchi. Immersa nelle sue riflessioni su quanto appena successo, quasi non si accorse della commessa che le comunicava l’importo che doveva pagare.

“Mi scusi, non l’avevo sentita”

Estrasse le banconote dal portafoglio e aspettò il resto ansiosa di andarsene via. Quando fu per strada rabbrividì per una gelida folata di vento. Alzò gli occhi al cielo: la tinta plumbea sopra la sua testa non prometteva niente di buono. Si avvolse la sciarpa intorno al collo, sospirando per il tepore che la riparava dal freddo. Una veloce occhiata all’orologio le disse che aveva tempo per una breve visita all’ospedale da Maddie. Accelerò il passo per raggiungere la fermata più vicina e, quando vide l’autobus in lontananza, cominciò a correre. Con uno scatto, riuscì a raggiungerlo in tempo e a salire prima che si chiudessero le porte.

Giunta in ospedale prese l’ascensore e schiacciò il quarto piano, quello di chirurgia. Uscì in modo circospetto, per paura di incontrare l’infermeria della volta precedente, che l’aveva apostrofata duramente per essersi introdotta in ospedale al di fuori dell’orario di visita dei parenti. Ostentando indifferenza guardò prima a destra e poi a sinistra per controllare la situazione. Il corridoio sembrava libero e lei ne approfittò immediatamente per raggiungere la stanza della sua migliore amica, che stava sdraiata nel letto a leggere un libro.

“Psst”

“Sam!”

“Sei sola?”

Maddie annuì vigorosamente e battè una mano sul suo materasso.

“Vieni pure, l’infermiera è passata mezz’ora fa a fare il giro di controllo, sei al sicuro”

 

Dopo averla abbracciata Sam le chiese come stava e cose le aveva detto il medico.

“Questa mattina mi hanno fatto un’altra radiografia e sembra che l’operazione sia andata perfettamente – sollevò il braccio sinistro con una smorfia scocciata – non vedo l’ora di togliere questo maledetto tutore. E’ orribile averlo immobilizzato e la cosa peggiore è quando mi viene il prurito. Devo concentrarmi intensamente su qualcos’altro”

Samantha rise.

“Fammi indovinare: Matthew McConaughey?”

Maddie roteò gli occhi con espressione adorante sollevando, con la mano libera, il libro che stava leggendo.

“La sua interpretazione di Dirk Pitt doveva ricevere l’oscar. Tutte le volte che ripenso a quel film non capisco più niente”

“A chi lo dici. Ho perso il conto di quante volte ho guardato Sahara” concordò.

 

Dopo aver sistemato le lenzuola e appoggiato il libro di Cussler sul piccolo comodino di fianco al letto, dedicò la sua attenzione alla sua visitatrice.

“Allora cosa mi racconti?”

Lei fece per aprire la bocca ma l’amica l’anticipò ricominciando a parlare.

“Non mi dire come al solito niente, te lo leggo negli occhi che c’è qualcosa di strano in ballo. Potrai ingannare chi vuoi, ma non chi vive insieme a te e ha imparato a conoscerti”

“Cosa intendi dire?”

“Non te ne sei mai accorta ma hai il vizio di non guardarmi negli occhi quando mi stai nascondendo qualcosa”

“E tu sei sempre stata un’impicciona” le rispose con una linguaccia prima di sospirare.

 

Era venuta qui proprio per confidarsi con la sua amica, per mettere un po’ di ordine ai mille pensieri che le vorticavano in testa ma adesso che era qui tutto sembrava più difficile.

“Se ti dico una cosa mi prometti di non urlare e non agitarti?”

Maddie alzò due dita, assumendo un’espressione fintamente seria.

“Certamente. Parola di lupetto”

“Ho conosciuto Kevin Jonas” disse di getto.

Passarono pochi secondi, il tempo necessario perché la ragazza capisse il senso di quanto appena sentito.

“Che cosa???” urlò a squarciagola.

Sbarrando gli occhi Samantha cercò di calmarla.

“Sshh, sei impazzita a gridare così?”

“Sento dei passi, ti conviene nasconderti”

Velocemente scese dal letto, accucciandosi di fianco, nascosta dalle coperte e ascoltò l’infermiera che era accorsa per sapere se tutto andava bene. Madleine riuscì a liquidarla con una scusa e, dopo aver rimediato un’occhiataccia, furono nuovamente sole.

“Via libera?”

“Se non torni subito a spiegarmi tutto giuro che ti faccio ricoverare qui”

 

Obbedendo a quell’ordine, Samantha si sedette di nuovo accanto a lei e le raccontò come aveva conosciuto Kevin e come fossero diventati amici dopo i loro incontri al Roof Garden. Non rivelò il suo segreto riguardo la canzone di Camp Rock né le confidenze che gli aveva fatto dopo l’intervista alla radio. Si era fidato di lei ed era giusto che non tradisse quella fiducia.

Maddie intanto, con aria sognante, aveva cominciato a parlare.

“Non ci posso credere. Ho lavorato per più di sette mesi in quel posto e la cosa più emozionante che mi è successa è stato vedere di sfuggita Kevin
Costner, mezzo secondo e non uno di più. Tu invece… Non è giusto” concluse incrociando le braccia, fingendosi arrabbiata.

“Non è stata una cosa programmata lo sai”

“Cosa intendi fare ora?”

Ecco la fatidica domanda, che anche lei si era posta già un migliaio di volte.

“Niente”

Maddie la fissò.

“Non lo so”

Ancora sguardo fisso.

“Cosa vuoi che ti risponda?” concluse stancamente Samantha.

L’amica scosse la testa e agitò verso di lei l’indice del braccio sano.

“Non parliamo di uno qualunque cara mia. Kevin! Santo cielo, sei diventata amica di Kevin Jonas. Hai presente? Occhi verdi, fisico da urlo e mani orgasmiche… e tu mi rispondi che non sai cosa fare?”

Si lasciò ricadere sui cuscini in modo melodrammatico.

“Ma perché sono confinata in un ospedale?”

 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9° ***


Sappiate che se oggi è piovuto, nevicato o ha tirato vento è colpa mia perché finalmente ho sistemato il capitolo e riesco a postare xD

 

Angolino di risposta:

 

Potterina Weasley: perdono, ti ho fatto aspettare un sacco. Sapevo che avrebbe fatto colpo la faccenda delle “mani orgasmiche” e sono felice che ti sia piaciuta. D’altronde viste le magie che fa con la chitarra… *sguardo malizioso* Maddie non ha peli sulla lingua in effetti, sono contenta che ti stia simpatica, sappi che avrà anche lei il suo spazio. Niente Camilla, questo te lo posso dire. Anche perché nello scorso capitolo la “lei” in questione ha accennato al fatto che era sul set di Camp Rock quindi la Camilla è tranquillamente esclusa.  

 

Miss K2: in effetti questi a questi poveri Jonas stiamo facendo sperimentare qualsiasi luogo in casa e fuori xD Tralasciando gli oggetti più disparati che vengono utilizzati *lancia sorrisetto alquanto malizioso* anche se qui Joe si è limitato come hai detto tu. Sarei curiosa di sapere quali sono i tuoi sospetti ma immagino che ormai tu abbia già cambiato idea visto il discorso di prima su msn xD I pantaloni giallo fluo ormai sono priceless. Chissà se hai ragione e quello scambio fuggevole avrà ripercussioni? Sapevo che avresti mooolto apprezzato la faccenda delle mani orgasmiche *lancia sguardo alle mani di Kevin e poi scappa per non farsi picchiare dalla 1*

 

Jollina la verde: Maddie è schietta e credo che le piacerebbe fare l’attrice comica xD Meno male che c’è lei che fa un po’ da “grillo parlante” a Sam. Adesso mi odierai perché la “lei” di Joe rimarrà un mistero ancora per un po’ di capitoli. Ormai c’ho preso gusto a lasciare vari indizi qua e là e incastrare quello che succede. Mi leggerai lo stesso? Prometto di comprarti delle pastiglie per il mal di fegato xD E poi puoi sempre cercare di indovinare (a proposito, posso sapere com’è nato il tuo nick? Come mai proprio “verde”?)

 

Danger Girl: Scusata. Dato che anch’io ho i miei “tempi tecnici” prima di commentare, sarebbe da ridere se me la prendessi con te *lovva la 2* Spiega, spiega al tuo Danger che certi colori non sono ammessi per nessun mortale, nemmeno se si chiama Joe Jonas. Mi spiace che non ti piacciano lei e Joe come coppia, spero di riuscire a farteli rivalutare pian piano. Maddie ha quasi sempre ragione, anzi quando non ha torto ha sempre ragione, come le piace ripetere xD Ci sarà spazio per conoscerla un po’ meglio, d’altronde se lo merita visto che, come hai detto tu, ha permesso a Sam e Kevin di incontrarsi.

 

Ringrazio anche chi legge e chi mi ha messo nei preferiti!

 

 

****************************

 

Nick controllò per la terza volta, in pochi minuti, il quadrante del suo orologio e battè il piede a terra.

“Sono già le 14.10 e Joe ancora non si vede. Si può sapere dov’è finito?”

Kevin alzò le mani in segno di difesa di fronte alla sfuriata del fratello.

“Non so cosa dirti, se non che lui e Big Rob sono usciti questa mattina e nient’altro. Non hanno avvisato per cui staranno arrivando, vedrai che tra poco piomberanno qui” cercò inutilmente di rassicurarlo, stemperando l’atmosfera pesante.

“Lo spero per lui, non mi va di fare tardi alla registrazione” sbottò il primo, trattenendo a stento uno sbuffo scocciato.

Il maggiore dei Jonas si alzò dalla sedia e camminò fino a raggiungere la finestra e guardare fuori. Il traffico lungo le strade era abbastanza intenso e si augurò che non intralciasse l’arrivo di suo fratello. Nick odiava fare tardi, come lui del resto, però oggi gli sembrava particolarmente agitato, come se fosse sui carboni ardenti. Aveva cercato di chiacchierare un po’ all’inizio, ma si era accorto che le risposte a monosillabi che riceveva dimostravano che la sua mente era altrove. Alla fine aveva preferito lasciarlo tranquillo, tanto era solo questione di tempo e sarebbe stato lui a confidarsi quando se lo sarebbe sentito.

 

Era ancora perso in quelle riflessioni, quando la porta si aprì e un trafelato Joe entrò nel salottino.

“Sono arrivato!” urlò come se avesse appena vinto una gara di corsa.

Nel vederlo, Nick si alzò in piedi di scatto.

“Finalmente – si infilò la giacca che aveva appoggiato sullo schienale della sedia – forza andiamo”

Joe si spostò verso la porta del bagno, muovendosi lateralmente come un granchio, come se quei gesti lo facessero passare inosservato.

“Mi serve solo un secondo – si affrettò ad aprire la porta mentre il fratello minore lo stava fulminando con gli occhi – un secondino veloce”

“Giuro, se non esce nel giro di un minuto non avrà più niente sulla testa da doversi piastrare!”

 

Per fortuna il fratello fu abbastanza veloce e, in poco tempo, si trovarono seduti in una comoda macchina che li portò agli studi dove si sarebbe registrato uno speciale su Camp Rock. Il successo del film era andato ben oltre le aspettative della Disney e anche delle loro. Ovviamente ne erano stati felicissimi, sia perché era stato l’esordio nel mondo della recitazione, sia perché questi speciali erano comunque un’occasione per rivedere gli altri attori con cui avevano legato durante i mesi di registrazione.

Alla reception vennero loro consegnati i pass e poi un assistente li accompagnò direttamente nello studio dove si sarebbe tenuta l’intervista. Quando entrarono notarono che ormai erano già arrivati gli altri. Demi Lovato fu la prima ad accorgersene e corse verso di loro con il suo luminoso sorriso sulle labbra. Abbracciò prima Kevin e poi Nick, infine scambiò con Joe una lunga occhiata intensa prima di salutare anche lui nello stesso modo.

 

Poco dopo anche gli altri attori protagonisti li raggiunsero per salutarli e scherzare proprio come era accaduto durante le riprese. Stavano chiacchierando allegramente quando qualcuno disse a Demi che voleva assolutamente il suo cd con tanto di dedica e autografo.

“Certo che sì – rispose la diretta interessata prima di continuare – ma c’è qualcun altro che ha tutto il diritto di firmarlo” buttò lì sibillinamente.

“Chi sarebbe?” chiese Kevin curioso.

Fu Joe, accanto a lui, che rispose quasi senza rendersene conto.

“Amy ha cantato alcune canzoni dell’album”

Quell’affermazione suscitò la sorpresa di tutti i presenti, dato che nessuno ne era al corrente e tutti gli sguardi si puntarono su di lei. La ragazza annuì, portandosi una ciocca dei lunghi capelli lisci dietro l’orecchio, prima di essere subissata di domande. Amy era stata una delle ultime a partecipare ai provini per il nuovo film della Disney. Ormai quasi tutti i ruoli erano stati assegnati ma il regista era rimasto incantato dalla sua voce e aveva deciso di scritturarla lo stesso. Adesso che il film era stato un successo, avrebbe avuto maggior spazio nel seguito. Era una ragazza dolce ma terribilmente ostinata e Demi l’aveva imparato bene durante la realizzazione del cd. Ci teneva che tutto fosse perfetto nei minimi dettagli, anche a costo di ripetere per tutta la giornata la stessa canzone. La sua arma segreta erano due grandi occhi grigi da bambola, che riuscivano a convincere il suo interlocutore.

 

“Demi mi aveva proposto di duettare in una sola canzone, invece poi ci siamo trovate così bene da farne altre insieme”

Sorridendo contenta, la protagonista di Camp Rock si avvicinò a lei, posandole un braccio intorno alle spalle.

Ha dato sicuramente un tocco in più a tutto l’album e l’annuncio della sua partecipazione ci porterà un po’ di pubblicità in più” concluse Demi.

Dopo aver fatto i complimenti ad entrambe, Kevin tornò a guardare il fratello e abbassò il tono di voce per non farsi sentire dagli altri.

“Come facevi tu a sapere che aveva cantato alcune canzoni?”

Joe scosse la testa, indugiando prima di rispondere.

“Non me lo ricordo… Me l’avrà detto Demi, che importanza ha? – fece un cenno in direzione di una ragazza – ehi Allyson, ti ricordi ancora quel siparietto che facevamo insieme?”

Con quella scusa si allontanò dal fratello, che notò lo sguardo di Amy seguire suo fratello minore con una strana espressione.

 

Era il momento che Nick stava aspettando con ansia. Si avvicinò a Demi, approfittando del fatto che l’attenzione era concentrata su Joe che stava facendo un’imitazione abbracciando Allyson, e riuscì a prenderla a braccetto, allontanandosi poi dal gruppo festante per raggiungere un angolo appartato. Praticamente da quando si era svegliato quella mattina che non vedeva l’ora di parlare con Demi. Era la migliore amica di Selena e, dopo tutto quello che era successo, era l’unica a cui poteva chiedere notizie.

“Sono contento di rivederti. Come stai?” esordì cercando di non apparire ansioso.

Lei gli appoggiò una mano sul braccio, sospirando.

“Bene. Non vedo l’ora che esca il cd anche se l’idea mi terrorizza”

“Posso immaginarlo. E’ stato così anche per noi ma tu non ti devi preoccupare, le canzoni sono ottime e sei brava, sarà un successo. Ti fidi di me no?” la rincuorò.

“Ma certo!”

 

A quel punto il sorriso di Nick si spense, lasciando il posto ad un’espressione malinconica. “Immagino che tu sappia già tutto”  affermò senza più indugiare, toccando l’argomento che più gli stava a cuore.

La vide annuire assumendo la sua stessa espressione.

“Selena mi ha raccontato cos’è successo”

“Ti ha detto…”

“Posso darti un consiglio? E’ meglio se per un po’ non vi parlate”

Sbatté gli occhi credendo di aver capito male.

“Come?”

Demi annuì, facendogli capire che non si era sbagliata nel dargli quel consiglio. Si prese qualche secondo per un lungo sospiro prima di spiegarsi. Non era un discorso facile e nemmeno lo era trovare le parole giuste.

“Lo so che non è quello che ti aspettavi. Ma forse non ti rendi conto della pressione a cui è stata sottoposta da quando si è scoperta la vostra storia”

Spaesato, lui non potè fare altro che corrugare la fronte.

“Non capisco, che cosa intendi dire?”

Demi si concesse un piccolo sorriso di fronte al suo comportamento, solo lui poteva dimostrarsi così ingenuo.

“Tu sei Nick Jonas, un bravo ragazzo, molto bello e amatissimo dal pubblico. Le fans ti adorano alla follia qualunque cosa tu faccia. Ma non è lo stesso per chi ti sta accanto. Da quando si è saputo che tu e Selena state insieme, lei è stata presa di mira. Sia i giornalisti che il pubblico la tengono d’occhio e aspettano solo un suo passo falso o una parola sbagliata per darle contro. Senza contare le sostenitrici di Miley, che la odiano perché secondo loro tu sei stato plagiato”

“Ma non è vero!” dichiarò con veemenza.

 

Non era la prima volta che sentiva un pettegolezzo simile. La sua storia con Miley era finita per motivi completamente diversi. Si erano accorti di non essere fatti l’uno per l’altra e lui aveva provato in tutti i modi a tenere vivo quel rapporto ma alla fine si era arreso. C’era stata tanta sofferenza e i problemi si erano aggiunti, avvelenando anche la loro amicizia. Per quel motivo aveva preferito troncare definitivamente, perché entrambi si stavano distruggendo a vicenda. Ma naturalmente la stampa non sapeva o aveva preferito ignorare i pochi particolari che erano trapelati, puntando su Miley che era diventata una star e lo aveva lasciato oppure su di lui che l’aveva mollata di punto in bianco per mettersi con Selena, spezzandole il cuore senza pietà.

“Lo so benissimo – lo rassicurò Demi – ti sto dicendo tutto questo per farti capire in che situazione si trova”

Con un sospiro di rassegnazione, Nick chinò il capo.

“Io non avevo idea…”

“Lo immaginavo. Quindi, se oltre a tutta questa pressione, aggiungi i tuoi dubbi sul rapporto che ha con David... In questo periodo sei impegnato con il tour e gli unici amici veri che ha sono pochi, tra cui gli attori che lavorano con lei”

Sbuffando stancamente, lui si passò un mano tra i riccioli. Il discorso di Demi l’aveva colto di sorpresa perché non si era aspettato niente di simile. Si era concentrato solo su se stesso, senza pensare a come poteva essere per lei vivere sotto i riflettori in quel momento.

“Sono stato un idiota insomma”

Lei gli accarezzò un braccio, cercando di consolarlo. Nick era un ragazzo dolcissimo ed era evidente quanto ci fosse rimasto male ma il suo intento era stato quello di fargli capire solamente come stavano le cose.

“Un idiota innamorato però” gli ricordò.

“Devo chiamarla” dichiarò lui, risoluto.

Demi si spostò di fronte a lui, guardandolo negli occhi.

“Meglio di no. Selena non è certo uno zuccherino – scherzò per alleggerire l’atmosfera – ed è ancora un po’ arrabbiata. Finireste per peggiorare tutto parlando adesso. Lasciala tranquilla e vedrai che capirà perché le hai detto quelle parole”

Con un altro sospiro, la guardò con espressione da cucciolo indifeso.

“Tu dici?”

“Ne sono certa”

In quel momento la voce dell’assistente regista si fece sentire, interrompendo il loro discorso.

“Ragazzi si va in onda, tutti seduti sul palco per favore”

 

*

 

“Cominciano a circolare delle voci su un seguito di Camp Rock, potete darci qualche informazione in più?”

Fu Kevin a rispondere.

“Camp Rock 2 si farà. Quasi subito dopo la messa in onda, la Disney è stata tempestata di lettere e mail che domandavano un altro film e così, in poco tempo, è stata preparata la nuova sceneggiatura, di cui siamo tutti felici”

“Possiamo avere qualche anticipazione?” chiese il conduttore, ammiccando in direzione di Joe, il quale rise.

“Stiamo lavorando alle nuove canzoni da inserire nel film e sono tutte molto buone” dichiarò, suscitando l’ilarità dei suoi compagni per come aveva sviato la domanda.

“Non ne dubito, ma il nostro pubblico vorrebbe sapere qualcosa di più su Shane e Mitchie. Lo sguardo finale lascia ben sperare e i fans reclamano a gran voce un bacio tra i loro beniamini”

Joe fece un’espressione sorpresa e poi sfoderò un’espressione maliziosa.

“Davvero? Spero proprio che ce ne sia più di uno nel prossimo film, con tante prove magari” scherzò facendo l’occhiolino a Demi, che rise divertita mentre gli altri urlarono degli incoraggiamenti.

 

Ci furono altre domande, alternate da filmati e dietro le quinte relative al film andato in onda seguito dai commenti dei protagonisti. Roshon si esibì in un assolo di hip hop, accompagnato dal battito di mani dei suoi compagni e alla fine il conduttore fece i complimenti a tutti. 

“Il tempo a nostra disposizione è quasi scaduto, ma ho ancora un ultima domanda prima di salutarvi. La storia di Shane e Mitchie ha fatto battere i cuori di tutte le ragazze che hanno visto il film – si rivolse ai due protagonisti – avete reso in modo molto convincente l’amore che nasce fra loro due. Forse in modo troppo convincente. Non è che vi siete immedesimati e avete scoperto che anche Joe Jonas e Demi Lovato si erano innamorati?”

Il cantante dei Jonas sfoggiò uno dei suoi sorrisi seducenti e prese la mano della sua partner.

“Chi non si innamorerebbe di lei?”

 

Con uno sguardo ammiccante verso la telecamera, il conduttore continuò le domande.

“Cosa cosa?”

Lui continuò a parlare.

“Demi è una ragazza fantastica. Ho imparato a conoscerla ed è proprio come l’avete vista sullo schermo E’ solare, allegra e bellissima. Per non parlare della sua voce, come il canto di una sirena”

Nick lanciò uno sguardo confuso a Kevin, che mosse impercettibilmente le spalle comunicando che non ne sapeva niente. Non capiva questo strano atteggiamento tenuto da Joe, a suo fratello piaceva scherzare ma stavolta stava esagerando. Sembrava quasi che volesse insinuare che ci fosse qualcosa di più tra lui e Demi.

“Non sono parole un po’ tropo amichevoli per una semplice collega di lavoro?” insinuò il conduttore.

Lui si strinse nelle spalle sempre con il sorriso sulle labbra, assumendo un’aria innocente.

“Ho solo detto la verità”

Il tempo a disposizione era terminato e vennero annunciati i loro nomi per salutare il pubblico a casa. Sforzandosi di avere un’espressione allegra, Kevin alzò una mano quando fu il suo turno e poi fissò il fratello.

Che diavolo stava combinando Joe?

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Capitolo 10
*** Capitolo 10° ***


Stavolta posto in un tempo relativamente breve, beh breve per i miei standard è ovvio xD

 

Anyway, passo subito ai ringraziamenti perché poi volo a mangiare e stasera non so a che ora torno.

 

Jollina la verde: non è Camilla, su questo ti rassicuro e ti giuro solennemente che non è lei xD Joe è abbastanza pasticcione quindi si capirà più avanti perché si è comportato così, non posso svelarti niente, tutto a suo tempo. Kevin era un po’ spaesato perché tutto quel flirtare di Joe gli è sembrato esagerato e non ne capisce il motivo. Nick poverino dovrà soffrire ancora ma non si darà per vinto vedrai. Cercherò di postare in modo regolare, anche se fra un po’ ci si metteranno di mezzo le vacanze… Ti ringrazio tantissimo per i tuoi commenti sempre presenti! Un bacio. Grazie per avermi illuminato sul famoso “verde”.

 

Miss K2: Joe che si muove a granchio è una delle mie scene preferite di quel capitolo xD Mi è piaciuto scrivere di un Nick diverso dal solito, nervoso, contrariato e che si sente in torto, d’altronde la vita non è tutta rose e fiori e lui se l’è un po’ meritato. Ma tutto arriverà a suo tempo. Impossibile capire cosa passa per la testa di Joe, tu hai le tue teorie e vedremo strada facendo se sono giuste. Sam come vedi è tornata e spera che tu non la picchierai visti i pensieri sul tuo Mr xD

 

Danger girl: Mi fa piacere che ti sia piaciuta Amy, ha il suo bel caratterino e darà del filo da torcere a “qualcuno”… E’ vero, Nick qui si è comportato da fratello minore e sono contenta di avergli dato questa veste un po’ diversa dal solito. Joe ha creato casini come al solito, parla a sproposito e flirta in televisione, ha un suo piano ovviamente (sconclusionato su questo non c’è dubbio) e vedremo se servirà a qualcosa oppure no. Grazie per la parte sui personaggi famosi e la stampa, ci ho lavorato un bel po’ su quel pezzo.

 

Due piccoli avvisi:

 

- Amy, descritta nel precedente capitolo, è un personaggio totalmente di mia invenzione

 

- se volete leggere qualcosa di bello, dolce e piccante allo stesso tempo, non potete perdervi la shot della bravissima Minako: protagonisti Coco e Michael (un personaggio nuovo, creato dalla mente di Ice_bubble) che non potranno non piacervi ve l’assicuro! Il titolo è “Ti Scatterò Una Foto”

 

- idem, vi consiglio anche una shot dell’altra bravissima cognata, Temperance, altrettanto intrigante e ironica: protagonisti l’ormai famosissimo Christian di Bro e lo stesso Michael di cui sopra. A costo di ripetermi, vi piaceranno ve l’assicuro! Il titolo è “Photomodel”

 

Buona lettura.

 

 

 

 

Mentre tornava a casa, Samantha non poteva fare a meno di pensare a quella domanda:

“Cosa intendi fare ora?”

Magari avesse saputo cosa rispondere. Per Madleine era facile affermare che si sarebbe buttata addosso a Kevin, provandoci. Già, la sua amica lo conosceva solo tramite le foto stampate sui giornali e gli articoli che uscivano sulle riviste. Anche lei, un sacco di volte, si era ritrovata a fantasticare su un attore o un cantante, immaginando tutto quello che avrebbe detto o fatto se si fosse trovata di fronte a lui.

Ma qui la situazione era diversa.

Aveva parlato con Kevin, aveva visto al di là del suo bel viso e del sorriso che mostrava al pubblico e non voleva fare niente per rovinare quel delicato rapporto che era nato fra loro. Anzi, non avrebbe mai fatto nulla che lo potesse incrinare. Probabilmente era normale che si sentisse attratta da lui, chiunque di sesso femminile dotata di occhi e orecchie non avrebbe resistito. Ma era tutto qui, non c’era altro.

Nient’altro.

Continuò ad annuire, soddisfatta della conclusione dei suoi ragionamenti e della decisione presa, mentre armeggiava con le chiavi per aprire la porta. Appoggiò la giacca e la sciarpa nuova su una sedia e sbuffando si lasciò cadere sul divano di lato, sprofondando il viso nel cuscino di fianco a lei.

 

Poi c’era anche la storia del fratello.

Joe Jonas.

Quell’inaspettato “incontro” le aveva lasciato uno strano senso di colpa, come se lo avesse spiato. Ragionamento totalmente assurdo: i grandi magazzini erano un posto pubblico e lei si trovava lì da più tempo rispetto a loro e il suo unico errore era stato quello di aver scelto il camerino accanto al loro. Purtroppo non riusciva a dimenticare gli occhi che l’avevano trafitta in quei pochi secondi in cui si erano guardati.

Accidenti a lui e a quando aveva deciso di fare un po’ di shopping!

Si domandò chi fosse la ragazza misteriosa. Dopo aver conosciuto Kevin era stato normale comprare delle riviste che parlavano di loro per avere qualche informazione in più. Da nessuna parte si accennava ad una qualche relazione dei fratelli più grandi che fosse qualcosa di più serio dei soliti pettegolezzi.

 

Considerando che fino a qualche mese prima nemmeno sapeva chi fossero i Jonas Brothers, adesso stavano affollando e incasinando un po’ troppo la sua vita, concluse ironicamente. Doveva correre ai ripari e toglierseli dalla mente, se non voleva impazzire. Tastando con la mano trovò, lì sotto, il telecomando e accese il televisore. Si sollevò, con il viso arrossato e cominciò a fare zapping fra i canali, per distrarsi. Ad un tratto la sua attenzione venne catturata proprio da quegli occhi verdi a cui non voleva più pensare.

Kevin.

Con tutti i pensieri che le stavano vorticando in testa si era dimenticata dello speciale su Camp Rock. Gliel’aveva anticipato che dovevano partecipare a quella trasmissione. Si tolse le scarpe, ignorando il suo proposito di qualche minuto prima pensare ad altro, per raggomitolarsi sul divano e ascoltare quanto stavano dicendo.

 

Rise per le battute dei protagonisti e i filmati rubati al backstage poi, d’un tratto, qualcosa attirò la sua attenzione e la colpì come un fulmine.

Demi Lovato aveva dei lunghi capelli castani lisci e Joe la stava trattando in un modo troppo confidenziale, almeno secondo lei. Socchiuse gli occhi cercando di tornare a quella mattina nei grandi magazzini, alla ragazza che aveva visto. Purtroppo non era riuscita a memorizzare qualche particolare perché tutto si era svolto troppo velocemente. Eppure più ci pensava e più si stava convincendo che era Demi Lovato la misteriosa accompagnatrice di Joe.

Tutto quadrava.

Si erano incontrati esattamente quando lei era arrivata per partecipare alla trasmissione e si nascondevano per tenere segreta la loro relazione. Effettivamente avrebbe scatenato un bel putiferio se fosse uscita allo scoperto quella storia. Grazie al cielo era riuscita a rientrare nel camerino appena in tempo. Anche se essere a conoscenza di quel segreto la metteva un po’ a disagio. Chissà se Kevin ne sapeva qualcosa? A giudicare da come osservava il comportamento del fratello mentre flirtava spudoratamente, davanti alle telecamere, con Demi sembrava di no.

 

Non era il caso di stupirsi per quanto aveva scoperto. Era normale che dei ragazzi famosi e ricchi come i Jonas si trovassero delle compagne al loro livello. Ragazze belle, altrettanto famose e piene di qualità.

Non come lei.

Si odiò per aver pensato quell’ultima frase. Era solo un’amica per Kevin e quindi non c’era motivo perché paragonasse se stessa ad un’ipotetica fidanzata. Come non c’era motivo per provare dei piccoli brividi sulla nuca, che si irradiavano per tutta la spina dorsale immaginandosi in quel ruolo. Prontamente scosse la testa per scacciare quella strana sensazione che non doveva esistere. Lui era una famosa rockstar e presto se ne sarebbe andato via, dimenticandosi di quella strana ragazza che gli aveva versato addosso ben due caffè e gli aveva fatto compagnia in alcune sere noiose. Sarebbe stata solo un simpatico aneddoto da raccontare a qualche serata di gala, sorseggiando un bicchiere di champagne, per farsi quattro risate in compagnia.

Doveva tenere sempre bene a mente questa cosa.

 

Si alzò dal divano con un verso ad alta voce di stizza.

Possibile che dovesse sempre rimuginare su tutto milioni di volte? Era un suo vizio pensare e ripensare sempre alla stessa cosa come un discorso rotto. Odiava poi quando finiva per commiserarsi e il discorso di poco prima ne era un chiaro esempio. Kevin l’aveva trattata con il massimo rispetto e non era giusto aver pensato che la liquidasse considerandola solo un diversivo.

Melissa.

Decisamente aveva bisogno di una dose doppia o tripla. Poco importava se era solo metà pomeriggio e fra poco doveva correre in palestra per la sua lezione. Era essenziale svuotare la mente da ogni pensiero e siccome era contraria alle droghe le restavano solo le sue amate tisane. Tra allenamenti e coreografie non avrebbe avuto il tempo di addormentarsi, il saggio di fine trimestre si avvicinava e c’era ancora tanto lavoro da fare.

Le bambine, in questi ultimi giorni, le erano sembrate stanche e demotivate, proprio quando sarebbe stato prezioso un atteggiamento positivo.

“Ahi!”

Distrattamente aveva afferrato la tazza bollente dal microonde, dopo averla scaldata un po’ troppo. Mise in infusione due bustine di melissa e, mentre preparava il borsone della palestra, un’idea si formò nella sua mente.

 

Ad essere sincera era un po’ folle e forse azzardata, ma quando mai le sarebbe ricapitata un’occasione simile? Già si immaginava la sorpresa. Se giocava bene quella carta poteva riuscire a farle contente ed ottenere quell’entusiasmo che avrebbe fatto la differenza al saggio.

“Accidenti com’è tardi!”

Afferrò al volo la tazza e bevve velocemente il liquido, scottandosi anche la lingua ma senza quasi farci caso. Piano piano quell’idea stava prendendo forma nella sua mente e la stava convincendo che valeva la pena provarci.

Quella sera, quando fossero stati soli al Roof Garden, gliel’avrebbe chiesto e non avrebbe accettato un no come risposta.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11° ***


Davvero questa volta ho superato tutti i limiti di "postaggio". Spero che ci sia ancora qualcuna che ha voglia di leggere e seguire questa long. La cosa certa è che non rimarrà incompleta, non è da me postare senza portare a termine. Cercherò però di finirla possibilmente entro il 2010 xD

Ringrazio le anime pie che hanno commentato l'ultima volta:

Zia Tempy: chissà se avrai azzeccato con quelle riflessioni? Ma, soprattutto, chissà se un giorno tornerai per leggere il continuo? Io spero proprio di sì.

Zia Minako: La famosa granita al limone xD e invece adesso fa freddo, il prossimo sarà un cappuccino caldo xD Sam in effetti si è fatta tante di quelle complicazioni mentali che un po' ha ricordato Coco, chissà che non abbiano qualche parente in comune alla lontana... D'altronde come si fa a non farsi problemi se hai a che fare con i Jonas? La lei di Joe è ancora segreta ma piano piano si svelano altri indizi, sono sicura che saprai ricomporre il puzzle *annuisce convinta*

Ok, posto sennò tiriamo tardi... e come sempre Hope you'll like it!



Tanto Ryan era una persona odiosa e piena di sé, tanto aveva un fratello minore simpatico ed educato. Josh aveva un carattere completamente diverso: era il classico ragazzo della porta accanto, con i capelli chiari, gli occhi grigi e un sorriso rassicurante. Entrambi lavoravano in albergo, ma quest’ultimo si occupava del ricevimento clienti alla reception. Quando aveva scoperto la loro parentela Samantha era rimasta molto stupita e aveva fatto fatica a crederci.

Quel giorno entrambi avevano cominciato il turno alle 6,30 e verso metà mattina lui passò a trovarla. Non c’era nessuno nella zona bar e l’orario di colazione era ormai passato, per cui Josh si sedette su uno degli alti sgabelli e si fece preparare un caffè.
“E’ stata una mattinata davvero piena, senza contare una coppia che si è lamentata per la vista dalla camera e ha voluto assolutamente essere spostata da un’altra parte”
“Cosa c’era che non andava bene?”
“Adesso ti faccio ridere – dichiarò prima di avvicinarsi a lei con fare cospiratorio e abbassando il tono di voce – la camera era rivolta verso ovest”
“Terribile” dichiarò drammaticamente, assecondando il tono di Josh.
Le fece l’occhiolino e bevve un sorso di caffè.
“Mi sono sorbito per dieci minuti la moglie di quel tizio che mi ha spiegato l’importanza di avere le finestre rivolte ad est, per catturare i primi raggi di sole che infondono energia positiva per stimolare un qualche cosa che c’è nella testa e nel cuore”
“Davvero interessante, quasi quasi prendo appunti – scherzò prendendo in mano una penna - e poi che cos’hai fatto?”
“Le ho espresso tutta la mia solidarietà e le ho trovato una camera che andasse bene – sospirò - in più ho giurato di cambiare appartamento e, nell’attesa, devo assolutamente spostare il letto in modo da avere i piedi perpendicolari alla porta”
“Non oso domandarti per quale motivo lo devi fare”
Sghignazzando Josh finì di bere il suo caffè e le lanciò un’occhiata maliziosa.
“Meglio”

“Ho sentito che anche Demi Lovato alloggia in questo albergo” esordì Sam cambiando discorso.
“Sì, mi sono occupato io di tutti i particolari”
Incuriosita, dopo tutte le riflessioni fatte durante lo speciale di Camp Rock, gli fece qualche domanda.
“Com’è?”
“Non saprei, non ho avuto la fortuna di conoscerla. In compenso posso dirti che la sua assistente, Julia, è una persona deliziosa e molto spiritosa”
Appoggiò un gomito al bancone e piegò il palmo per sostenere il mento mentre ascoltava Josh.
“Davvero?”
Lui sorrise annuendo.
“Ci eravamo già sentiti per telefono quando mi ha spiegato quali erano le richieste della Lovato, poche ad essere sinceri, e quando ci siamo visti dal vivo è stata molto gentile. Inoltre è anche una ragazza carina”
“Me la immagino. Alta, slanciata, boccoli biondi e nasino all’insù” replicò Samantha con una smorfia.
Facendo no con il capo, l’amico le puntò l’indice contro ammonendola.
“Hai sbagliato completamente. E’ una ragazza normalissima, capelli lisci scuri e grandi occhi azzurri. Non è esattamente la classica bellezza che ti fa girare la testa, però ha qualcosa di particolare nello sguardo”
“Ti ha proprio colpito”
“Esagerata. E’ una persona simpatica tutto qui”

Josh rimase per un momento in silenzio, rigirandosi la tazzina tra le mani.
“Mi chiedevo… Hai notizie di Madleine?” chiese mentre le sue guance si tingevano leggermente di rosso.
“Sono stata a trovarla proprio ieri. Sembra che l’operazione sia andata bene dopo le ultime radiografie a distanza di qualche giorno. Dovrebbe essere dimessa per la fine della settimana e andrà a stare dai suoi per un po’” lo informò mentre ritirava il piattino e la tazzina ormai vuota.
“I suoi dove abitano?”
“Fuori NY, a Bridgeport*”
“Oh! Questo vuol dire che non la vedremo più finché non sarà guarita”
“Purtroppo sì – confermò lei un po’ triste – l’appartamento senza di lei mi sembra così vuoto. Sarà dura abituarmi a non averla intorno. Perché non vai a trovarla?”
“Io?”
Non le era sfuggito che, dopo la sua domanda, il rossore si era esteso fino alle orecchie.
“Certo. Le farebbe molto piacere, si annoia a passare tutto il giorno immobile in ospedale e con i tuoi racconti la terresti di buonumore”
“Tu dici? Magari non vuole…”
Lei afferrò uno strofinaccio e lo colpì ad una spalla.
“Non dire stupidaggini. Anzi, ti ordino di andare a trovarla. Si avvicina il saggio e non so quanto tempo libero mi rimarrà, almeno non mi sentirò in colpa” concluse inclinando il capo e guardandolo con espressione speranzosa.
Lui si alzò per tornare alla reception e sfoderò il suo famoso sorriso, che affascinava e ammansiva anche i clienti più riottosi.
“Se la metti così, non posso dirti di no” concluse in tono galante.
Un vero principe azzurro, senza dubbio pensò Sam manipolato da un’abile strega come me però.

*

Il tempo in albergo trascorse abbastanza velocemente. Con divertimento servì una famiglia olandese che cercava, in ogni modo, di parlare americano spiegandole da dove venivano e cos’avevano visitato durante la mattina. All’inizio era rimasta imbarazzata dato che le loro frasi non avevano minimamente senso. Poi, pian piano, riuscirono a capirsi e se ne andarono tutti molto orgogliosi di aver affrontato e superato quella prova.
Stava mettendo in ordine i bicchieri e le posate nella lavastoviglie quando il suono di un passo che si avvicinava la informò di un nuovo visitatore.
“Buongiorno” esordì Kevin con la sua solita voce allegra.
“Ciao!”
“Hai fatto lezione di olandese ho sentito” affermò sedendosi su uno degli sgabelli.
“Tu come fai a conoscerlo?”
Sfoggiò il suo sorriso seducente prima di rispondere.
“Ci sono certi aggettivi che conosco in almeno dieci lingue ormai, grazie alle fans”
“Non ne dubito – commentò sorridendo prima di tornare seria – non hai nient’altro da dirmi?”
“Che è una bella giornata?” scherzò lui.
Sam si appoggiò le mani sui fianchi.
“Che sei molto carina?” continuò prendendola in giro e ricevendo in risposta un’occhiataccia assassina.
“Mi stai tenendo apposta sulle spine?”
Kevin scoppiò a ridere divertito da tutta quella situazione.
“Ovvio!”
Come aveva già fatto prima con Josh, colpì la sua spalla con uno strofinaccio.
“Perfido”
“Ahia! Lo sai che le mie fans potrebbero linciarti per avermi colpito?” la prese in giro continuando a scherzare.
Ma Sam aveva un’ultima carta da giocare e, sorridendo malignamente, prese in mano la brocca del caffè all’americana, ancora mezzo pieno.
“Per scusarmi posso offrirti uno dei miei caffè speciali?”
Fingendo un’espressione spaventata, Kevin alzò le braccia dichiarandosi sconfitto.
“No, grazie, ci tengo a questa maglietta – le rispose vendicandosi, prima di continuare - ho avuto il via libera dato che non abbiamo impegni nel pomeriggio. L’importante è che torniamo entro le 18.00”
Nel sentire quelle parola lei saltellò dalla gioia, aveva sperato che la sua idea andasse in porto. Scivolò fuori dalla zona del bancone e si mise davanti a lui.
“E’ una bellissima notizia, non avresti potuto farmi più felice”
“Scommettiamo che ci riesco?” ammiccò con fare misterioso girando lo sgabello per mettersi davanti a lei.
“Cos’hai combinato Paul Kevin Jonas?”
“Mi piace quando pronunci il mio nome per intero sai?”
“Tu invece mi spaventi ed è per quello che lo uso”
Sfoggiò un altro dei suoi famosi sorrisi.
“Ho convinto anche Joe e Nick a venire con noi”
Ridendo lo abbracciò istintivamente, appoggiando il capo contro la sua spalla.
“E’ stupendo. Io… - si accorse di essere ancora appoggiata contro di lui – scusa mi sono lasciata trasportare”
Kevin le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, indugiando con le dita contro la sua guancia.
“Ho vinto la scommessa allora”
Imbarazzata da quel contatto, riuscì a mormorare solo una parola per paura di avere la voce tremante.
“Già”
Chi l’avrebbe detto che la sua idea si sarebbe conclusa con un abbraccio?


*si ringrazia la signorina Minako per aver trovato la cittadina di Bridgeport dopo aver consultato il suo mitico atlante xD

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