Scusa se ti chiamo amore...

di Sognatrice85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tormento ***
Capitolo 2: *** Non me lo so spiegare... ***
Capitolo 3: *** Caccia ***
Capitolo 4: *** Salutandoti affogo... ***
Capitolo 5: *** Un passo indietro ***
Capitolo 6: *** Morire ***
Capitolo 7: *** Addio ***
Capitolo 8: *** Viaggio tra i ricordi ***
Capitolo 9: *** Benvenuti all'Alaska Southeast ***
Capitolo 10: *** Delle vecchie conoscenze ***
Capitolo 11: *** Non ho più te ***
Capitolo 12: *** Che ne sarà di me? ***
Capitolo 13: *** Scusami ***
Capitolo 14: *** A casa Cullen ***
Capitolo 15: *** L'ennesima bugia ***
Capitolo 16: *** Alla Push ***



Capitolo 1
*** Tormento ***


Tormento...

“Ciao che coincidenza
tu in questa stanza a casa di amici
cosa mi dici... vabbè
va meglio pure a me
può darsi non sia stato uno sbaglio
aver dato un taglio con te
e non vederci più non sentirci più
e adesso guarda tu
mentre ridiamo insieme…”

 

Sei seduta lì su quel divano e chiacchieri felice con le tue amiche…ti guardo e resto incredulo…quanto è tempo è passato? Anni…mi sento sempre basito di fronte a te e alla tua bellezza…alla fine trascinato dalla mia voglia di vederti sono tornato…mi sono intrufolato a questa festa…ho letto nella mente di tutti pur di capire dove trovarti e dopo giorni di ascolto, ho scoperto che saresti venuta qui…
Mi guardi, sobbalzi incredula…sento salire il cuore in gola…se lo avessi…leggo tutto il tuo dolore…poi chiudi gli occhi, respiri e sorridi…mi avvicino…cavolo, non riesco a fermare le mie gambe…veloce, troppo veloce, giungo da te, ti sorrido…mi sorridi…ed io mi sento travolto di nuovo, come quel giorno a biologia, dall’amore eterno che provo per te…

 

“Scusa se ti chiamo amore
sei la sola parte di me che non so dimenticare
scusami se ho commesso io l'errore
di amare te molto più di me…”

 Sono tornato…sono tornato per te…si…perché TI AMO…e scusami se ho commesso l’errore di amarti molto più di quanto ami me…scusami se sono stato egoista…scusami se non ho mantenuto la promessa “Come se non fossi mai esistito…”…e invece esisto…esisti e questo mi ha dato la forza di andare avanti…ti vedo seduta accanto a me…non so cosa dirti…mi guardo…mi guardi
Stringi il bicchiere che hai tra le mani…quando d’improvviso il conto alla rovescia termina e tutti gridano “Auguri buon anno!!!”…io e te siamo ancora fermi su quel divano, immobili assistiamo a quella scena…quando incredulo, vedo te che prendi il tuo bicchiere e lo porgi a me…mi avvicino col mio…”Cin…cin…auguri…” sorridiamo…per errore, forse, mi sfiori la mano e rabbrividisco al contatto con la tua pelle così calda…così umana…mi mancava…

 

“…Hey mi sei mancata
dai non sei cambiata
verso da bere nel tuo bicchiere cin cin
è tutto come un film
non mi aspettavo proprio stasera
questa atmosfera con te
che non vedevo più e non sentivo più
da quanto tempo tu
non tieni le mie mani…”

I brividi percorrono anche te…sobbalzi…sobbalzo…e cavolo se non è elettricità quella che ho sentito, cos’è?!? Mi sembra che tutto sia rimasto come allora…mi ami ancora? Vorrei chiedertelo…mi ami come io amo te…così prepotentemente e follemente?!? Mi hai dimenticato? No…io no…e ti amo…ti amo, cavolo!!!

                                                                                 

“…Scusa se ti chiamo amore
sei la sola parte di me che non so dimenticare
scusami se ho commesso io l'errore
di amare te...
come non si può più fare
come in una favola che ora non so più inventare
ma sento che sto facendo gia l'errore
di amare te molto più di me…”

 Ma cosa sto facendo? Mi risveglio dal mio torpore e mi trovo così vicino a te da sentire il tuo respiro affannato…ero andato via per salvarti la vita, ma il mio egoismo mi ha fatto ritornare qui…da te…ho paura…per la prima volta in vita mia, sto provando paura, paura di quello che provo, paura di ferirti, paura…di perderti

“…Se potessi andare indietro forse non vivrei questo momento...
spavento... e scusa se ti chiamo ancora amore
ma è più forte di me…”

 I miei istinti non rispondono al volere della mia testa…è più forte di me, devo rimanere qui…perché questo è il mio posto…accanto a te…mia Bella…per l’eternità…Ti Amo…Ti Amo…Ti Amo…vorrei sussurrartelo…sono così vicino alle tue labbra, tu tremi…non tremare amore, sono qui, non andrò via, sono tornato per restare e per farti mia per sempre…Ti Amo…Ti Voglio…Tu sei mia e lo sei sempre stata…e so che è uguale per te…non potrebbe essere diverso, altrimenti non saresti tutta rossa in viso e il tuo cuore, il tuo splendido cuore, non batterebbe così all’impazzata…come mi è mancato tutto questo…come ho potuto essere così sciocco da credere di farcela senza di te? Come ho potuto farti soffrire?

“…Scusami se
non mi posso perdonare di amare te
come non si puo più fare
come in una favola che avrei voglia di inventare
ma sento che sto facendo gia l'errore
di amare te molto più di me
molto di più di me... ancora te molto più di me…”

Ormai è tardi per tornare indietro…le nostre labbra si sono ritrovate e non hanno intenzione di staccarsi…le nostre mani si sono incrociate e i nostri corpi si sono incontrati nel più tenero degli abbracci…non posso fare a meno di amare te, molto più di me…ancora molto più di me…per l’eternità…
Tremendamente orribile illudersi…dannato dalla mia condizione, non potevo dormire, ma non so come, avevo chiuso gli occhi e sognato…sognato lei…ancora…eravamo di nuovo insieme…ma quando ho riaperto gli occhi, l’unica cosa che ho visto è stata mia sorella Alice che mi guardava sconvolta…

“Edward, Edward!” diceva scuotendomi “Stai bene?” “Oddio non mi risponde…” “Alice, sto bene, che vuoi ancora?” ero sempre scorbutico, ma era più forte di me, non riuscivo ad essere sincero coi miei familiari, non volevo farli soffrire. Alice mi guardò intristita “Ero solo preoccupata” “Lo so Alice, ma sto bene. Ho solo chiuso per un attimo gli occhi” “Si e sorridevi…era da tanto che non rivedevo quel sorriso sghembo e rilassato sul tuo volto” sobbalzai “Vorrei che ritornassi a sorridere…se solo ti decidessi a ritornare sui tuoi passi, forse…” “No!” dissi interrompendo i suoi pensieri “Ma Ed…” “No, ho detto. Sei sorda per caso?” “Sei proprio un testone, Ed! Spero vivamente che tu quando cambierai idea, non sarà troppo tardi” disse alzandosi e sbattendo la porta “Io non cambierò mai idea! Non le renderò mai più la vita un inferno. Lei non merita questo, cavolo!” e ripensai nuovamente a lei…a Bella…la ragazza imbranata e attira guai, venuta a Forks cambiando per sempre la mia vita…
Mi alzai di scatto, avevo bisogno di correre, così scesi giù di corsa e misi in moto la mia Volvo e schizzai a tutta velocità sull’asfalto. Corsi a lungo, ma non servì a calmarmi, quella visione di noi due che ci baciavamo aveva turbato la mia giornata e i miei pensieri non potevano fare a meno di rimandarla in “onda” continuamente nel mio cervello: quella scarica elettrica, quell’adrenalina, quella sensazione di battito e di pulsazione del cuore nel mio petto “morto” erano cose che non potevo dimenticare. Mi fermai di botto, feci retro front e tornai a casa “Figliolo sei tornato” “Ero così preoccupata!” povera Esme, la stavo facendo stare tanto male “Esme sono qui, stai tranquilla. Non scapperò di nuovo” “Lo so, Edward” “Vorrei tanto che tu parlassi un po’ con me, vorrei aiutarti” “Nessuno può aiutarmi” la guardai dritto negli occhi, se avesse potuto, avrebbe pianto “Edward, io non posso vederti così. Non puoi torturarti per sempre. Non voglio dirtelo, so che ti urta, ma sono tua madre e ho il diritto di dirti ciò che penso: forse hai sbagliato, forse non avresti dovuto lasciarla…voi eravate fatti per stare insieme!” non ebbi il coraggio di rispondere, abbassai gli occhi e mi incamminai verso le scale della nostra nuova casa in Alaska. Mi fermai a metà delle scalinate, sentivo lo  sguardo di Esme pesare come un macigno su di me, mi voltai e le sorrisi “Ho fatto la cosa giusta. Ora lei è al sicuro e vivrà la vita felice che merita” detto ciò in un lampo, quasi stessi scappando dalle mie parole e dai pensieri di Esme, fui in camera mia. Mi sedetti sul divano e mi strinsi la testa tra le mani talmente forte, da volermela staccare pur di smettere di pensare.

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Capitolo 2
*** Non me lo so spiegare... ***


Non me lo so spiegare...

Salve a tutti,
wow sono contenta che qualcuno abbia letto la mia storia, lo so che non è bellissima come le altre, ma ci sto mettendo il cuore! Grazie a chi ha solo letto, a chi ha aggiunto la ff tra i preferiti e tra le storie seguite.

Uchiha chan: grazie di cuore per aver recensito. Io amo questa canzone e più l’ascoltavo e più mi ricordava Edward e Bella e da lì è nata la storia…

 

Daydre4mer: sei anche qui e non sai quanto ne sono felice!!! Edward è molto, ma molto testardo…lo sai, no?

 

Giulls: ma tu non sai che gioia leggere la tua recensione!!! Sono felice che tu apprezzi ciò che scrivo, per me è importante quello che pensi e lo sai…grazie!!!

 
E ora vi lascio all’altro capitolo. Ascoltate questa canzone: http://www.youtube.com/watch?v=lIZo65qUNTU .

Ps: lo so che la parola mani calde non è azzeccata, ma per il resto va bene…

Bella

“Un po’ mi manca l’aria che tirava
O semplicemente la tua bianca schiena…nananana
E quell’orologio non girava,
stava fermo sempre da mattina a sera,
come me lui ti fissava.
Io non piango mai per te,
non farò niente di simile...nononono
Si, lo ammetto, un po’ ti penso,
ma mi scanso, non mi tocchi più…”

 
Sono seduta su questa roccia immersa nel verde scintillante di questa radura…la nostra radura…oggi stranamente c’è il sole…in un baleno la mia testa ripercorre a ritroso la mia vita e ritorna a quel giorno...un sabato di qualche anno fa…dovevamo andare a Seattle, ma tu mi proponesti di venire qui, io ero curiosa di scoprire il motivo che ti impediva di esporti al sole…ricordi? Ero eccitata e allo stesso tempo impaurita…
Con te il tempo non passava mai…proprio qui, per la prima volta ci siamo detti che ci amavamo…lentamente ci sfioravamo, la pelle al contatto vibrava, eravamo destinati a vivere qualcosa di magico….chiudo gli occhi e mi sembra di vederti davanti a me, sorridente come quel giorno…innamorato come all’ora…ma ora BASTA…scuoto la testa e caccio via i pensieri…i ricordi…TE…no…io non piangerò più per te…a volte ti penso…ma…niente di più…non significhi niente per me…non più…



”Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non me lo so spiegare
Io non me lo so spiegare”

 

Ma è tutto inutile…posso mentire con le parole, posso costringere tutti a credere il contrario di ciò che sento e penso, ma non riuscirò mai a convincere il mio cuore e la mia testa a cancellare il tuo ricordo…no, non farò come hai fatto tu, non calpesterò i miei sentimenti, non trasformerò i miei ricordi in un colino, io NON TI DIMENTICHERO’!!!

Come hai potuto farmi questo? Mi hai ingannata…io credevo davvero che mi amassi…
no…io non ho immaginato tutto, io sentivo e sento che il nostro era amore puro, vero, incontenibile…com’è potuto finire tutto così? Non me lo so spiegare…io


”La notte fonda e la luna piena
Ci offrivano da dono solo l’atmosfera
Ma l’amavo e l’amo ancora
Ogni dettaglio è aria che mi manca
E se sto così...sarà la primavera..
Ma non regge più la scusa...”

 

E vogliamo parlare di tutte le notti che hai passato con me, nella mia stanza? L’emozione di trovarti accanto ad ogni mio risveglio, è qualcosa che non so spiegare, ancora oggi mi provoca brividi incredibili che ripercuotono tutto il mio corpo rimettendo in moto il mio cuore…un cuore muto da quando mi hai lasciata sola in quella foresta, in quel maledetto giorno…
La mia mente ripercorre ogni singolo dettaglio che riguarda i nostri giorni insieme: il tuo sorriso sghembo, la tua eccessiva prudenza e preoccupazione quando secondo te ci eravamo spinti oltre, mettendo in pericolo la mia vita, la tua assoluta e totale perfezione, l’odio che provavi per te stesso...dicevi che eri un mostro…ma ai miei occhi eri l’angelo più perfetto…inutile fingere, Edward…sento rimbombare il tuo nome nella mia testa e in questa radura vuota senza di te…io TI AMAVO e TI AMO ANCORA



”Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare..
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?”

Edward…Edward…sussurro il tuo nome tra le lacrime…mi manchi…Dio quanto mi manchi! Cado per terra sfinita…non ce la faccio più…Jake dice che devo farmi forza, che devo smetterla di amarti, di pensarti e che secondo lui, ci sono altri ragazzi pronti a farmi felice…ma io non voglio nessun altro, se non sei tu…tu sei l’unico che può rendermi felice sul serio…perché? Perché sei la parte che mi completa…io e te siamo un tutt’uno e niente, neanche il tempo, cambierà mai le cose…
Edward, il nostro amore non può essere finito, dovessi impiegarci tutti gli anni che mi restano da vivere, ma io ti ritroverò e ti amerò ancora…dimmi dove sei, mandami un segnale…io sono qui, nella nostra radura, ti aspetto…ti aspetterò per sempre…

“Quanto tempo sono rimasta qui? È quasi buio, Charlie sarà preoccupato, meglio tornare indietro” lanciai un ultimo sguardo alla nostra radura e feci una corsa fino al Pick up, misi in moto e con la velocità consentita dal mio mezzo di trasporto tornai a casa…quella casa troppo piena di ricordi, a volte pensavo che Charlie facesse bene ad avere paura che scappassi, forse quella sarebbe stata la giusta soluzione e invece, testarda sono voluta rimanere a Forks, in questa minuscola cittadina, dove tutto, ogni suo piccolo angolo mi ricorda Edward, il vampiro per cui avevo perso la testa, infischiandomene dei pericoli che correvo…ero la sua qualità preferita di eroina…ma la vera droga era lui…non potevo muovere un passo se non lo avevo accanto, pendevo dalle sue labbra…forse troppo, ma mi abbagliava…avrei fatto di tutto per farlo rimanere e mi pento per non aver insistito o gridato abbastanza quando mi ha detto che non mi voleva più…ho acconsentito a farlo andare via, senza muovere un dito…che idiota! E ora cosa mi resta? Niente…mi sento tanto vuota, non sono sola, in questo periodo mio padre e soprattutto Jake mi sono stati vicini…mi sono legata tantissimo a Jacob, ma non nel modo che lui desidera…so che lui mi ama, ma io…non me la sento di lasciarmi andare, so che non sarebbe lo stesso, so che non gli darei tutta me stessa…quella parte è solo di Edward, di nessun altro…
Entrai in casa e trovai mio padre steso sul divano a vedere una partita di baseball “Ehi papà, sono a casa” “Bells finalmente! Che fine hai fatto, mi sono preoccupato” come immaginavo “Niente papà, ho fatto un giro con l’auto, mi sono intrattenuta a parlare con alcune amiche e non ho notato l’ora. Ti va di cenare?” “Oh si, ho una fame” se non ci fossi stata io, mio padre sarebbe andato alla deriva.
Dopo aver lavato i piatti, salii in camera, augurando la buonanotte a mio padre…ora arrivava la parte più difficile della giornata: la notte…entrai velocemente in stanza, presi il pigiama e corsi in bagno a farmi una doccia, evitando di soffermarmi troppo in stanza…cercai di fare tutto il più lentamente possibile, in modo da ritardare l’entrata in quella camera. Quando giungeva il momento, restavo sempre qualche minuto impalata davanti alla porta, facendo mille prove di respirazione, cercando di trovare dentro la forza per farmi coraggio per poi immergermi di corsa in essa e lanciarmi sul letto, coprendomi a più non posso con le lenzuola…meno vedevo quel posto e meno angoscia provavo…ma ogni volta si ripeteva la stessa storia: aprivo gli occhi, mi guardavo intorno e rivedevo lui seduto sulla sedia che mi sorrideva felice…la finestra non era mai stata toccata da quando se n’era andato, in cuor mio la speranza di vederlo entrare ancora da lì non era mai morta…ma il tormento non era finito: mi basta chiudere gli occhi e cominciavo a sentire la sua voce sussurrarmi la ninna nanna che aveva scritto per me. “Come se non fossi mai esistito”  non era così, lui era andato via fisicamente, ma la sua presenza aleggiava ancora a Forks e dentro di me e mai se ne sarebbe andata, ormai la mia vita era inesorabilmente legata a lui per sempre, qualsiasi cosa sarebbe accaduta…qualsiasi

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Capitolo 3
*** Caccia ***


Caccia

Buongiorno a tutti!
È sempre bellissimo vedere che c’è qualcuno che mi apprezza, so di non essere il top, ma mi piace scrivere, anche se su Edward e Bella ho mille difficoltà…la sento una responsabilità troppo grande, ma devo pur mettermi in gioco ogni tanto…

Uchiha_chan: si, è triste e sarà così la mia fan fiction, infondo quando c’è una rottura, la tristezza è inevitabile. Forse ho resto questa storia troppo malinconica, ma rimedierò…è tutto in costruzione…grazie per aver recensito…

 

Cullenboy: grazie mille per il complimento! Anche io adoro le storie basate sulle canzoni, io scrivo in base ad esse e alle emozioni che mi suscitano. È tutto più facilmente percepibile…o almeno credo…

 

Giulls: tu sei troppo buona!!! Non sono così brava, ci sei tu, ad esempio, che sei bravissima, ma potrei citare mille altre persone (tipo dod, fair ecc, ecc)…sai come la penso! Non so ancora se torneranno insieme , Giù, la storia è ancora in costruzione…Ti ringrazio…è bello sapere che mi segui anche qui…Tvb…

 

Daydre4mer: una sola parola friend: Grazie!!! Tvb

Vi lascio al capitolo…alla prossima settimana…^^

Ps: i dialoghi relativi ai ricordi di Edward sono della Meyer, ciò che ho modificato sono i suoi pensieri e le sue osservazioni, tra una battuta ed un’altra…mi sembrava giusto, lasciare le stesse frasi di Bella ed Edward…

Edward

Mi ero ripromesso che non ci avrei più pensato, quanto avrei voluto essere umano, sarebbe stato tutto maledettamente più semplice!
Stanno venendo a trovarci, speriamo solo che Edward sia dell’umore giusto” i pensieri di Carlisle invasero la mia testa…chi stava arrivando? Scesi in salotto e vidi tutta la mia famiglia in attesa “Edward tranquillo…il clan di Denali ci sta venendo a far visita, infondo stiamo nel loro territorio” “Carlisle puoi anche parlare ad alta voce, non c’è problema” annuì. Qualche secondo dopo ecco tutta il clan sulla porta di casa nostra, leggevo la gioia nei loro occhi, ma per cosa? No, non ero affatto predisposto a quest’incontro, i pensieri di Tanya poi mi davano sui nervi “Oh Edward! Quanto ho desiderato rivederti! Sei sempre affascinante, ma com’è possibile che mi fai quest’effetto?” Jasper cercò di tranquillizzarmi col suo potere, ma non ci riuscì…ero teso come una corda di violino. “Buonasera ragazze” si rivolse con la sua solita gentilezza Carlisle alle tre sorelle: Irina, Katia e Tanya “Buonasera Carlisle, è per noi una gioia immensa rivedervi” rispose Katia.
Io rimasi sulle scale, nel mio angolino senza degnare di uno sguardo nessuno “Edward!” gridò mia madre col pensiero “E’ da maleducati, forza vieni qua” contro voglia mi mossi e mi accomodai sul divano accanto alla mia famiglia “Oh Edward che piacere rivederti, come stai?” Katia mi rivolse la parola, la guardai male, ma cercai di essere il più educato possibile “Bene” fu la mia unica risposta. Katia capì che qualcosa non andava e schiarendosi la voce cominciò a parlare con Carlisle “Allora come mai avete deciso di trasferirvi qui?” “Ci sono stati degli inconvenienti a Forks e dopo aver girovagato un po’, abbiamo deciso che era meglio trasferirci in un luogo che conoscevamo bene e dove sicuramente saremmo stati accolti con piacere” “Inconveniente?” chiese curiosa Irina “Si…” Carlisle mi guardò come a chiedermi il permesso, io abbassai lo sguardo “Edward si era…innamorato di un’umana, hanno avuto una relazione, ma il giorno del suo compleanno accidentalmente lei si è tagliata con la carta e ha scatenato gli istinti di Jasper” sentirlo raccontare mi fece rivivere quel momento, ma perché i ricordi nella mia testa dovevano essere così vivi e veri? Perché non potevo cancellarli??? Scossi la testa, mi alzai e me ne andai, odiavo ascoltare i loro pensieri “Povero figliolo” “Edward non ti riconosco più” , ma tra tutti quello più triste fu il pensiero di Jasper “Edward mi dispiace” mi fermai, mi voltai, lo guardai “Non importa…” mi girai e ricominciai a camminare “Ormai non importa più…”.
Dalla mia stanza continuavo a sentire i loro discorsi, ma non mi interessavano tutti questi convenevoli, la più odiosa era Tanya, non appena aveva saputo di Bella i suoi pensieri si erano fatti rabbiosi, per poi tranquillizzarsi quando aveva capito che ora era tutto finito. Possibile che ancora non aveva capito che lei per me non era niente, se non una conoscente, un’amica…non avrei mai più amato…se non Bella…ed ecco di nuovo che sbattevo la testa là, mi ero imposto di non pensarci, ma come si faceva? Per la prima volta in cento anni mi ero sentito vivo, avevo trovato un senso alla mia eternità. Ma ora basta, avevo bisogno di cacciare…avevo bisogno di una distrazione, scesi di corsa le scale “Dove vai Edward?” oh Esme “Vado a caccia” “Vengo con te” disse Emmett, senza voltarmi proseguii, Emmett mi seguì.
“Cosa sei venuto a fare, hai cacciato ieri, hai ancora sete?” “No, sono venuto per farti compagnia” “Non ne ho bisogno” “Ne sei davvero convinto?” “Sono grande abbastanza per cavarmela da solo. Non scappo se è questo che temete. Sono dannato a vivere per l’eternità e a portarmi dentro un peso che è più grande di me, ma che è stato provocato dalla mia poca mancanza di intuito e quindi lo sopporterò. È la mia punizione per essere stato tanto egoista da aver amato per la prima volta!” “Fratellino fattelo dire, tu sei folle!”lo guardai torvo “Si, sei folle! Sai quante donne ci sono, guarda Tanya ad esempio, non ha occhi che per te” ringhiai “Ma lasciati andare” mi diede una pacca sulla spalla, mi voltai di scatto “Mai! Io non la amo e non provo per lei neanche un minimo di attrazione” Emmett scosse la testa “Meglio se cacciamo” inspirai forte e i miei sensi si accesero invasi dal profumo inebriante di un puma a poca distanza da me. Mi mossi velocemente, mi acquattai su un albero e lo seguii con lo sguardo, in men che non si dica gli fui addosso, mi diede una zampata, caddi, ma mi rialzai velocemente e mi lancia di nuovo su di lui che mi guardava guardingo…mi avvicinai talmente veloce che gli bloccai le zampe superiori e lo morsi attirato dall’odore del suo sangue.
Osservavo la sua carcassa ferma dinanzi a me, mi ero saziato, ma c’era qualcosa di più forte della sete che non riuscivo a placare…: il dolore per la perdita di un amore.
Fu un attimo e mi ritrovai nella mensa della scuola di Forks e vidi quel tavolo, dove eravamo seduti io e Bella…<<”Parliamo d’altro” disse “Di cosa vuoi parlare?” si guardò attorno attentamente come se volesse controllare che nessuno ci ascoltasse, cosa voleva domandarmi? La mia curiosità venne soddisfatta “Perché sei andato a Goat Rocks, lo scorso fine settimana, a caccia? Charlie dice che ci sono gli orsi, non è un gran posto per fare trekking” la fissai come per farle capire che la risposta l’aveva intuita da sola “Orsi?” domandò ansiosa, io le sorrisi beffardo, avrebbe capito finalmente che ero pericoloso? “Beh, non è la stagione degli orsi” aggiunse corrugando la fronte “Le leggi sulla caccia regolano solo quella con le armi, se vuoi controlla pure” rimase a bocca aperta, mentre io la studiavo divertito, analizzando ogni angolo del suo viso per imprimerlo nella mia testa “Orsi?” ripetè incredula “Emmett va matto per il grizzley”  non si scompose “Mmm” disse addentando un pezzo di pizza, masticando pensierosa e bevve la sua Coca “Allora” disse guardandomi “il tuo preferito, qual è?” non mi aspettavo questa domanda e le risposi brusco “Il puma” “”Ah” rispose in modo neutrale e disinteressato “Ovviamente dobbiamo stare attenti all’impatto ambientale e cacciare con un certo giudizio. Di solito ci concentriamo sulle aree sovrappopolate di predatori, a qualunque distanza si trovino. Da queste parti c’ abbondanza di alci e cervi, e tanto basta, ma dov’ è il divertimento?” mi ascoltava attenta “Eh già, dove?” disse mordendo un altro pezzo di pizza, le sorrisi “A Emmett piace andare a caccia di orsi all’inizio della primavera: appena usciti dal letargo sono più irritabili” sorrisi ripensando a Emmett “Non c’è niente di più divertente di un grizzly irritato, in effetti” non riuscii a non ridere mentre scuotevo il capo, pensando a come facesse a restare così calma e a non scappare via da me “Per favore, dimmi quel che pensi veramente” “Sto cercando di immaginare…ma non ci riesco. Come fare a cacciare gli orsi senza armi?” “Beh qualche arma l’abbiamo” le sorrisi mostrandole i denti appuntiti, sperando in una reazione, ma niente rimase calma “Non il genere di strumenti che i legislatori prendono in considerazione quando stendono i regolamenti di caccia. Se hai visto un documentario su come attaccano gli orsi, dovresti essere in grado di visualizzare Emmett” sbirciò verso il tavolo dove sedevano i miei fratelli e rabbrividì, una reazione normale finalmente, io risi e mi guardò nervosa “Anche tu somigli a un orso?” chiese a voce bassa “Più a un leone, così dicono” le risposi piano “Forse i nostri gusti rispecchiano il modo in cui cacciamo” cercò di sorridere “Forse” ripetè “Avrò mai il permesso di assistere?” “Assolutamente no!” ringhiai e ci ritraemmo entrambi “Troppo spaventoso per me?” chiese con calma apparente “Se fosse questo ti porterei con me stanotte” dissi digrignando “Quel che ti serve è una salutare dose di paura. Non vedo cosa potrebbe darti più beneficio” “Ma allora perché?” domandò incuriosita , la guardai torvo per qualche minuto “Più tardi” risposi innervosito “Siamo in ritardo”  si guardò attorno facendo caso che la mensa era ormai quasi deserta, probabilmente anche lei aveva dimenticato il resto del mondo. Tempo e spazio quando eravamo insieme non esistevano “D’accordo, più tardi” disse facendomi capire che non aveva intenzione di dimenticare >>
“Edward, Edward!” mi voltai, vidi Emmett sconvolto “Ma che cavolo hai?” che avevo?!? “Sei rimasto lì per minimo mezz’ora, ti chiamo ma non mi ascolti!” rivolsi di nuovo la mia attenzione a quel puma morto…la mia mente aveva vagato tra i ricordi, al giorno in cui parlai con Bella della caccia e dei miei gusti come stessimo discutendo normalmente di preferenze culinarie. Cavolo, ancora lei…sempre e solo lei, neanche più la caccia mi aiutava…ero dannato per l’eternità, in tutti i sensi!
Emmett era ancora fermo vicino a me, in attesa di una risposta “Niente, niente. Andiamo” “Dove?” “A casa!” “Di già, ma non hai più sete?” “No” “Fratellino, te lo ripeto: sei folle!” e cominciai a correre nella foresta, più forte che potessi, sperando che il vento potesse rinfrescarmi il cervello e liberarlo da quel groviglio di pensieri che bloccavano la mia mente…”Non devi pensare a lei…non devi pensare a lei” continuavo a ripetermi…ci sarei riuscito?

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Capitolo 4
*** Salutandoti affogo... ***


Salutandoti affogo...

Salve a tutti,
come va? Come procedono le vacanze? Spero meglio delle mie…odio il caldo, l’afa e l’estate…uff…
Dai non mi perdo in chiacchiere, ok? Passo ai ringraziamenti…ovviamente son diretti anche a chi solo letto, a chi ha inserito la fan fiction tra le preferite e a chi tra le storie seguite. Grazie di cuore…

Confusina_94: oh ma grazie!!! Che bello leggere le tue parole, spero di non deluderti con questo nuovo capitolo…baci…

Giulls: lo so è tutto molto triste e continuerà ad esserlo per molto…infondo un addio è sempre doloroso e in questo caso, stanno male tutti e due, perché un allontanamento forzato…Edward è un testardo, preferisce ferire se stesso, ma non capisce che così danneggia anche Bella? Bah… 

Vi lascio al capitolo, se potete ascoltate questa canzone quando richiesto dal testo http://www.youtube.com/watch?v=rJ6C5qOzZhE

 

Ps: ribadisco che i dialoghi relativi ai ricordi di Bella sono della Meyer, ciò che ho modificato sono i suoi pensieri e le sue osservazioni, tra una battuta ed un’altra…mi sembrava giusto, lasciare le stesse frasi di Bella ed Edward…

Bella
Le giornate passavano monotone, ormai la mia vita era scandita dall’andare a scuola, tornare a casa, uscire per andare a La Push da Jake, solo stando lì potevo fuggire dai ricordi. Mi divertivo ad aiutare Jake con i pezzi delle auto o moto, passeggiavamo sulla spiaggia, chiacchieravamo, senza mai toccare l’argomento “Vampiri”.
Le cose strane e inumane però erano destinate a rimanere nella mia vita, infatti dopo qualche mese di frequentazione alla Push, scoprii che Jacob e il suo gruppo di amici (Sam, Embry e Quil) erano dei licantropi…ero meravigliata, ma non sconvolta…infondo ero stata fidanzata con un vampiro e non potevo certo scandalizzarmi per dei lupi.
Le leggende che Jake mi aveva raccontato l’anno prima erano vere e a quanto pare i principali nemici dei licantropi erano i vampiri…eh già, proprio loro, ma ora non c’erano pericoli: i Cullen erano andati via…per sempre…
Se avessi potuto sarei corsa a cercarlo, avevo diritto a delle spiegazioni, non poteva cavarsela così…e come sempre quando pensavo a lui, la mia mente ritornava a ritroso a quegli attimi fuggevoli e profondi trascorsi col mio vampiro…

<< In quella radura illuminata dal sole, Edward era sconvolgente, non riuscivo ad abituarmici, lo guardai per tutto il tempo…era bellissimo, ancora più di quanto lo fosse in una giornata di pioggia…la sua pelle emanava una luce scintillante, il suo biancore metteva in risalto i muscoli del suo petto e delle sue braccia, così accoglienti e pericolose…i suoi occhi d’oro colato mi fissavano con curiosità, il non potermi leggere nella mente, lo metteva a disagio “Non ti faccio paura?” chiese “Non più del solito” in realtà non mi faceva affatto paura, avrei voluto toccarlo, stringerlo a me e baciarlo…molto, molto più del lecito…ai miei pensieri seguirono i fatti: mi feci più vicina e con la punta delle dita seguii il profilo del suo avambraccio, mi tremava la mano dall’emozione “Ti dà fastidio?” chiuse gli occhi “No…non hai idea di come mi senta” quanto avrei voluto fargli sapere come mi sentivo io…con la mano seguii il profilo dei muscoli del braccio, mentre con l’altra mano cercavo la sua, lui intuì la mia mossa e mi offrì il palmo della sua mano con un movimento fulmineo che mi spaventò “Scusa” mormorò “E’ troppo facile essere me stesso, assieme a te”, sollevai la sua mano per osservarla meglio alla luce del sole “Dimmi cosa pensi”, incrociai il suo sguardo, sciogliendomi alla luce di quegli occhi puntati su di me “Mi sembra ancora così strano, non riuscire a capirlo” “Noi comuni mortali ci sentiamo sempre così, sai?” dissi ironica “Che vita dura. Non hai risposto” “Mi chiedevo cosa stessi pensando tu…” esitai “E?” “E desideravo poter credere che tu fossi vero. E mi auguravo di non avere paura” “Non voglio che tu abbia paura” no, Edward non quella paura…”Beh, non è esattamente quella la paura che intendevo, malgrado sia un aspetto da non trascurare” si sedette con un movimento impercettibile e avvicinò rapidamente il suo volto al mio, sorprendendomi “E allora, di cosa hai paura?” disse serio…come facevo a spiegarglielo? Attratta dal suo inebriante profumo, mi avvicinai per annusarlo, ma lui sparì lasciandomi interdetta e dispiaciuta. Lo vidi ai bordi del prato, sotto un abete che mi guardava “Mi…dispiace…Edward…” restai immobile con lo sguardo perso nel vuoto “Dammi solo un momento” e dopo dieci secondi fu da me, fermandosi a qualche metro e sorridendomi “Mi dispiace tanto. Capiresti cosa intendo se ti dicessi che la carne è debole?” annuii “Sono il miglior predatore del mondo, no? Tutto di me, ti attrae: la voce, il viso, persino l’odore. Come se ce ne fosse bisogno!” con un movimento fulmineo percorse la radura, per fermarsi poi sotto lo stesso albero di prima “Come se tu potessi fuggire” rise. Afferrò un ramo, sradicò l’albero, lo lanciò a folle velocità e questi si frantumò contro un altro albero. Guardai quella scena, con gli occhi sbarrati…dopo poco fu di nuovo di fronte a me “Come se potessi combattere ad armi pari” mi stava dimostrando la sua pericolosità, era in attesa di una mia reazione, ma io non mi mossi, bloccata per la sorpresa, la paura e la folle attrazione che provavo verso di lui “Non avere paura. Prometto…giuro che non ti farò del male” sembrava convincersene “Non avere paura” ribattè e avvicinò di nuovo il suo viso al mio “Per favore, perdonami. Sono capace di controllarmi. Mi hai preso in contropiede. Ma adesso sarò impeccabile” mi sorrise, aspettando la mia risposta “Sul serio, oggi non ho così tanta sete” mi fece l’occhiolino “Stai bene?” disse offrendomi la sua mano bianca e fredda, la osservai, poi mi diressi ai suoi occhi e ancora una volta ne rimasi incantata, esprimevano dolcezza, tenerezza…amavo quello sguardo e presa da quel sentimento così forte che ormai provavo per lui, ripresi a seguire i contorni della sua mano, ci sorridemmo e mi sentii illuminata dalla sue labbra così carnose e rosse “Cosa stavamo dicendo, prima che mi comportassi in maniera così sgarbata?” “Sinceramente non ricordo” sorrise “Credo che stessimo parlando di ciò che ti mette paura, a parte le ragioni più ovvie” “Ah, si” “Allora” domandò curioso, io continuavo a muovere le mie dita sulla sua mano, non riuscendo a parlare “Com’è facile vanificare i miei sforzi” sospirò, lo guardai negli occhi e mi resi conto che per noi era tutto nuovo…anche lui, come me, provava sensazioni mai sentite, sperimentate e ne era attratto e allo stesso tempo spaventato…ciò mi spinse a parlare “Avevo paura perché….per, ecco, ovvi motivi, non posso stare con te. Ma d’altro canto vorrei stare con te molto, molto più del lecito” non riuscivo a guardarlo “Si. Non c’è dubbio, è una paura legittima, voler stare con me. È tutto fuorché una scelta vantaggiosa” non aveva capito niente, lo guardai torva “Avrei dovuto lasciarti perdere tempo fa” sospirò “Dovrei lasciarti, adesso. Ma non so se ci riuscirei” “Non voglio che tu mi lasci” mi lasciai sfuggire queste parole…io lo volevo con me, per me…sempre…”Il che è precisamente la migliore ragione per andarmene. Ma non preoccuparti, sono una creatura essenzialmente egoista. Desidero troppo la tua compagnia per comportarmi come dovrei” “Ne sono lieta” “Non esserlo!” mi ammonì ritraendo la mano, ma perché faceva così? “Non è solo la tua compagnia che amo! Non dimenticarlo mai. Non dimenticare mai che sono più pericoloso per te che per chiunque altro!” fu silenzio…
“Non credo di aver capito cosa intendi, specialmente l’ultima frase” mi fissò “Come faccio a spiegartelo senza metterti di nuovo paura…vediamo…” mi porse nuovamente la sua mano, io la strinsi forte alla mia e lui le contemplò “E’ straordinariamente piacevole il calore” poi un attimo dopo, riordinò le idee “Hai presente i gusti delle persone? Ad alcune piace il gelato al cioccolato, ad altre la fragola?” annuii ”Scusa l’analogia con il cibo, non trovo una metafora migliore. Vedi, ogni persona ha un suo odore, un’essenza particolare. Se chiudessi un alcolizzato in una stanza piena di lattine di birra sgasata, le berrebbe senza badarci. Se invece fosse un alcolista pentito, se decidesse di non berle, potrebbe riuscirci facilmente. Ora, se poniamo nella stanza un solo bicchiere di liquore invecchiato cento anni, il cognac migliore, il più raro di tutti, che diffonde ovunque il suo profumo…come credi che si comporterebbe il nostro alcolizzato?” ci fissammo in silenzio…aspettava che lo rispondessi? “Forse non è la metafora migliore. Forse rifiutare il cognac sarebbe facile. Forse dovrei trasformare il nostro alcolista in un eroinomane” “Cioè, vorresti dirmi che sono la tua qualità preferita di eroina?” sorrise “Ecco, tu sei esattamente la mia qualità preferita di eroina”
(…)mi chiedevo perché resistesse, per cosa? Per me? Cosa lo portava ad andare contro la sua natura, cosa gli impediva di uccidermi? “Perché?” glielo chiesi…ma temevo la sua risposta “Isabella” al mio nome intero sobbalzai e con la sua mano giocò con i miei capelli “Bella, arriverei ad odiare me stesso, se dovessi farti del male. Non hai idea di che tormento sia stato” abbassò gli occhi “il pensiero di te immobile, bianca, fredda…di non vederti più avvampare di rossore, di non poter più cogliere la scintilla nel tuo sguardo quando capisci che ti sto prendendo in giro…non sarei in grado di sopportarlo” alzò lo sguardo e mi fissò “Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante di tutta la mia vita” lo faceva per me? Lui mi…AMAVA? Aspettava una risposta, ancora una volta non riuscii a guardarlo negli occhi…avrebbe letto in essi tutto l’amore che provavo per lui…cavolo che imbarazzo “Sai già cosa provo, ovviamente…sono qui, il che, in due parole, significa che preferire morire, piuttosto che rinunciare a te…” (…) “Così, il leone si innamorò dell’agnello…” ero eccitata “Che agnello stupido” sospirai “Che leone pazzo e masochista” ero innamorata…lui era innamorato…ci amavamo…il vampiro amava la sua vittima…>>

“Bella? Bella?” mi risvegliai dal torpore dei miei pensieri “Che succede? Perché piangi?” stavo piangendo? Mi sfiorai gli occhi e una leggera e fredda acquiccia aveva riempito i miei occhi, guardai Jake sconvolta “Non dirmi che stavi ancora pensando a quel succhiasangue?” quasi ringhiò “Jake calmati! Io…io…” e ricominciai a frignare, Jacob si alzò di scatto e con rabbia “Basta Bella, io non posso continuare a vederti così, lo capisci che non serve a niente? Edward non c’è più, è andato via, TI HA LASCIATA!!!” quelle parole come le lame di una spada, mi trafissero il cuore e lacerarono la mia anima…la cruda realtà mi aveva invaso come un fiume in piena e quella malinconica tristezza divenne sempre più acuta, il dolore si fece più forte e non riuscivo a sopportarlo…sentivo il cuore spezzarsi, il fracasso dei suoi pezzi in frantumi rimbombava nel mio torace, togliendomi il fiato…mi sentii venire meno e in un attimo fu buio…

“Contemplare un addio
Non basterà
Il bisogno di un viaggio
è paura e coraggio
E sto qui
Ancora io ci penso a te … sì!
Non dimenticherò
da ora in poi
i paesaggi del mondo
e le fotografie insieme a te
ma ora salutandoti …affogo…”

 

Ben presto quel buoi si riempì di voci…ma tra tutte una in particolare si distingueva dalle altre: una voce calda, vellutata, morbida, tenera…Edward…il suo nome mi diede i brividi…angelo mio, non lasciarmi, non andare via di nuovo, sei tornato…per restare?

“Guarda da lontano quelle luci un' altra volta e dopo
Stringimi e poi stringimi e non sarà mai più
E domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…”

 
Non riuscivo a parlare, mi sentivo soffocare, una sensazione di bagnato e di freddo mi invase, il mio corpo pesante stava trascinando con sé la mia mente che sempre più velocemente si stava spegnendo…stavo morendo e non riuscivo a fare nulla per fermarmi…desideravo morire? Solo allora mi resi conto che lo avevo sempre voluto, dall’esatto momento in cui Edward mi aveva abbandonata…la mia vita non aveva senso senza di lui, non lo avrebbe mai avuto, perché io avevo senso solo se lui era con me, eravamo la metà della mela, combaciavamo perfettamente…

 

“Perdo il tuo sguardo
Cerco il ricordo
Lo fermo, mi sveglio
Ti guardo e sto meglio
E sei qui!
Ma ora salutandoti …affogo…

Guarda da lontano quelle luci un' altra volta e dopo
Stringimi e poi stringimi e non sarà mai più
E domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…”

 

“Edward ovunque tu sia, spero che il mio pensiero ti arrivi, vorrei che potessi leggere nella mia testa, così da capire che Ti amo, Ti ho sempre amato e non smetterò mai di farlo, anche dall’aldilà…ti porterò sempre con me…
Scusami se sono una debole e fragile umana…ero creta nelle tue mani, avresti potuto fare quello che volevi, mi sarei adattata a tutto…anche ad esser un vampiro se questo avesse significato STARE CON TE…addio Edward…addio…”
e il buio fu totale…

“E quando non verrà mattina
resterò accanto a te
E quando il buio si avvicina
Se succede pensa a me
E mi ritrovo a non capire
Mentre il giorno muore
Ed ogni notte era amore
Ed ogni giorno era un errore … un errore … ohohoho no
Salutandoti …affogo…

Stringi le mie mani come per l'ultima volta
E dopo guardami negli occhi come fosse un anno fa
Ma domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…

Guarda da lontano quelle luci un' altra volta e dopo
Stringimi e poi stringimi e non sarà mai più
E domani so che sarò troppo solo
Ma dillo adesso cosa pensi
Salutandoti …affogo…”

 

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Capitolo 5
*** Un passo indietro ***


Un passo indietro

Eccomi qui, buongiorno e buon weekend a tutti…sembra che l’estate voglia volare velocemente quest’anno…con mia somma gioia visto che non è la mia stagione preferita!
Spero che da voi non faccia così caldo come da me, io sto uscendo scema, non ce la faccio più…
Volevo fare un enorme ringraziamento a chi ha commentato, a chi ha solo letto, a chi ha messo la storia tra i preferiti o tra le seguite. Grazie di cuore!!!

 

Confusina_94: sono davvero contenta che la musica e il capitolo ti siano piaciuti…mi sento soddisfatta…meno male…grazie mille per aver recensito…

Vi lascio al capitolo dal punto di vista di Edward, anche questa volta ci sarà la musica a fare da sottofondo alla lettura: http://www.youtube.com/watch?v=dn2V9CKiSMw questo è il link…buona lettura e buon ascolto…

Edward

“Un passo indietro ed io già so
di avere torto e non ho più le parole
che muovano il sole
Un passo avanti e il cielo è blue
e tutto il resto non pesa più
come queste tue parole che si muovono sole”

Ero in macchina, non so come mia sorella Alice mi aveva convinto ad accompagnarla a fare shopping…la sua solita fissa…canticchiava felice, io invece, avevo lo sguardo fisso sulla strada, ma la mia testa era da tutt’altra parte, come sempre ultimamente, non riuscivo a fare a meno di pensarci. Continuavo a dirmi che avevo fatto la scelta giusta, invano provavo ad autoconvincermi…ma l’aria attorno a me era ancora intrisa del suo profumo, il suo volto appariva spesso, troppo spesso, davanti ai miei occhi…

“Come sempre sei nell'aria sei
tu aria vuoi e mi uccidi
Come sempre sei nell'aria sei
tu aria dai e mi uccidi
Tu come aria in vena sei”

Ma ormai avevo deciso e non sarei tornato sui miei passi…no, non era orgoglio, ma giudizio: dovevo starle lontano, solo in questo modo le avrei permesso di essere quello che il destino aveva deciso per lei: un umana…
I miei pensieri furono bruscamente stoppati da Alice che interruppe il suo canto, urlò di dolore, io mi fermai di botto “Alice che succe…” non riuscii a finire la frase che le immagini della sua visione invasero le mie membra, annullando ogni mio movimento…”Bella…amore mio…” riuscii solo a sussurrare…


”Un passo indietro ed ora tu, tu non ridi più
e tra le mani aria stringi
e non trovi le parole
e ci riprovi ancora a muovermi il sole
Ancora un passo un altro ancora”

I muscoli mi si irrigidirono, gli occhi mi si spalancarono e un urlo straziante uscì dalla mia bocca “Bellaaaaaaaaaaa nooooooooooooooooooooooooooooooooo!”.
Rividi più volte dinanzi agli occhi il volto della mia fragile umana che piangente si lasciava andare sul fondo dell’oceano…non reagiva…perchè non reagiva? Amore nuota, nuota ti prego…vivi…fallo per me…VIVIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!
L’immagine successiva fu la più difficile da digerire…Bella…la mia Bella…distesa sulla sabbia, priva di vita…bianca e fredda…il cuore non le batteva più, il suo sangue, musica per le mie narici, non scorreva più nelle sue vene…non l’avrei vista più avvampare di rossore, non mi sarei gongolato per il battito del suo cuore scatenato anche solo dalla mia presenza, non potevo più preoccuparmi per la sua anima…aveva il volto segnato dal dolore…ma un’espressione serena, come se avesse ritrovato la pace…possibile che desiderasse morire???
Poi non so come, ma udii i suoi pensieri per la prima volta, anche se ero lontano chilometri e chilometri, come se per quell’attimo avesse sintonizzato il suo cervello sulla linea FM…ma non fui lieto di sentirli…“Edward ovunque tu sia, spero che il mio pensiero ti arrivi, vorrei che potessi leggere nella mia testa, così da capire che Ti amo, Ti ho sempre amato e non smetterò mai di farlo, anche dall’aldilà…ti porterò sempre con me…Scusami se sono una debole e fragile umana…ero creta nelle tue mani, avresti potuto fare quello che volevi, mi sarei adattata a tutto…anche ad esser un vampiro se questo avesse significato STARE CON TE…addio Edward…addio…”
Il mio cuore “morto” si frantumò…lasciandomi impietrito…

“Un passo avanti ed ora io, io non parlo più
e tra le mani, mani stringo
a che servon le parole
amore dai, dai, dai muovimi il sole”

Non potevo crederci: si stava lasciando morire, perché l’avevo lasciata? Davvero credeva che non l’amassi più? Sciocca, sciocca, sciocca…
Ma come avevo potuto essere così egoista…eppure col mio gesto, volevo salvarla…volevo che vivesse la vita che le spettava e non un’ esistenza fatta di costanti fughe dai pericoli a cui io stesso, che tanto l’amavo, la sottoponevo…le avevo chiesto di stare attenta…perché mi stava facendo questo…Bella…non mi lasciare

“Perchè sei nell'aria sei
tu che aria vuoi
ma che aria dai se poi mi uccidi

Tu che aria sei
ma che aria vuoi
tu che aria dai se poi mi uccidi
tu come aria in vena sei”


Rimisi in moto e mi fiondai verso l’autostrada…come avevo potuto lasciarla sola? Non doveva accadere, dovevo impedirlo, l’amavo troppo…più di quanto fosse lecito per la mia natura di mostro…mi odiavo e in quel momento provavo ancora più ribrezzo per me…ero un essere orribile, l’unica donna che io abbia mai amato, stava pensando di abbandonarmi per sempre e questo solo per colpa mia…dovevo correre da lei…non mi importava più della promessa che le avevo fatto…ero destinato ad essere il suo salvatore e il suo peggior pericolo…ma ero anche destinato ad amarla…per l’eternità

“Un passo indietro ed io
Un passo avanti e tu
Un passo avanti e noi, noi, noi”

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Capitolo 6
*** Morire ***


Morire

Salve amici di efp,
buon sabato e buon weekend a tutti! Oggi è già 1 Agosto, il tempo sta davvero volando e presto questo caldo afoso, lascerà spazio al venticello di settembre…
Sono contenta che ci sia qualcuno che mi legga, mi sento soddisfatta! Grazie!

Confusina_94: grazie per il commento e per i complimenti! Mi fa davvero molto piacere che tu stia continuando a seguirmi. Grazie di cuore! Spero che anche questo piccolo capitolo, possa essere di tuo gradimento.

Sea89: leggere la tua recensione è stata una gioia infinita, tu non ne hai idea! Sono onorata che tu sia qui a leggermi! Ma li merito tutti i complimenti che mi hai fatto? Sei troppo buona con me! E per la canzone non preoccuparti! Non può piacere a tutti…grazie tesoro…ti adoro e ti voglio bene, non lo dimenticare…

Giulls: la mia vacanziera eheh. Ti stai divertendo in Sicilia, eh? Immagino di si…rilassati anche per me, mi raccomando! mi spiace che ti ho fatto venire il magone, Giù…ma la storia lo richiede, so di averla impostata in modo molto, anzi troppo triste, ma quando l’ho iniziata a scrivere ero parecchio giù. Un bacio. Tvb

 

E ora vi lascio al mini capitolo, anche qui una canzone http://www.youtube.com/watch?v=ka5Zbb-Oc5o

Bella

“Ansiosamente guardo, in ogni direzione cerco
e intanto soffro come un cane perché ormai..
ho perso la mia strada, non ricordo i miei obiettivi
e poi ripudio tutto ciò che è uguale a me..
“non devi disperare” è ciò che dicono i dottori
“un giorno qualche cosa cambierà vedrai”..
ma per ora mi dimeno, vivo come un clandestino
e prendo a pugni pure il mio migliore amico..
e poi silenzi..”

Mi sentivo leggera, come non mai…la testa e le sue mille paranoie non mi pesavano più…ero finalmente libera…libera di sentirmi e di essere come volevo…niente più lacrime, niente più dolore…solo IO

”chissà se un giorno mi aprirò e parlerò di me
dei miei insensati sentimenti
e poi, e poi..
Arrivi tu sulla mia scia, per farmi credere alle favole
Sei tutto, sei il senso e l’idea
Sei l’aria da respirare”

“Bellaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa nooooooooooooooooooooooo!!! Vivi, fallo per me vivi!!!” no…non è possibile, anche qui giunge la tua voce…perché, perché mi perseguiti? Va via, va via ti prego…maledettissima voce angelica e soave…lasciami stare, lasciami andare…voglio completare questo processo che mi renderà cenere…infondo io sono già  morta in quella radura, un anno fa…

”Smetto d’essere chi ero, mi trasformo in ciò che sono
per un attimo ritrovo la stabilità..
ma poi torno a naufragare
assaporo il mio dolore
conto fino a dieci e sono a testa in giù..
non controllo i movimenti
sento freddo, stringo i denti
non esiste terapia per i miei sintomi..
raccogliendo i miei sospiri, le mie esili radici
fingo di non esser mai atterrato qui..”

Edward…amore mio…basta…mi hai lasciato e ora cosa vuoi? Cosa pretendi? Sto morendo senza di te e vorrei che almeno questi miei ultimi istanti possano vedere come protagonista solo me stessa…vorrei non essere mai venuta a Forks, vorrei non averti mai incontrato…vorrei non averti amato…desideravo stare con te, più di quanto dovessi…ma non l’hai capito…mi hai usata, ingannata, ferita…Voglio solo diventare un’altra me…nient’altro…lasciami almeno questo…

“e poi momenti..
che durano un’eternità
ma a volte attimi, come la neve sotto il sole..
e poi, e poi..
Arrivi tu sulla mia scia, per farmi credere alle favole
Sei tutto, sei il senso e l’idea
Sei l’aria da respirare
Arrivi tu…”

Niente…non posso farci niente…di fronte al potere dell’amore, il volere di un semplice e umile essere umano, non può fare molto…il mio cuore e la mia anima ti apparterranno per l’eternità…ed ecco che ti rivedo, sento le tue mani fredde che avvolgono il mio corpo…un’ultima volta…


”Smetto d’essere chi ero, mi trasformo in ciò che sono.”

Perdonami…io non sono più Isabella Swan…ma solo polvere e cenerevuoto e silenzio…Ti…Amo…

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Capitolo 7
*** Addio ***


Addio

Salve cari amici di Efp,

vi chiederete come mai posto oggi? Beh nel pomeriggio parto, vado da una mia amica a Bergamo e quindi nei prossimi giorni non ci sarò.

Comincio con l’augurarvi buone vacanze e divertitevi ^^. Io farò lo stesso, ne ho necessariamente bisogno. Scusatemi se questa volta non vi ringrazio uno per uno, ma ho tremila cosa ancora da sistemare, uff! Grazie a chi ha letto...per me significa tantissimo!!!

Bacio a tutti…

Ps: quando richiesto, ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?v=LmL3I-t4o08

Edward

Correvo come un pazzo, non potevo permettermi di ritardare ancora, né io né Alice sapevamo se quello che lei aveva visto si era già avverato. Dopo minuti di silenzio, la mia sorellina aprì bocca “Edward...” la guardai, era confusa “Cosa le dirai?” “Non lo so…” “Non spezzarle di nuovo il cuore…io le voglio bene…” mi ferì “Sai benissimo che l’ho fatto per il suo bene…” “L’unica cosa che so è che state soffrendo entrambi…la soluzione c’è, sei tu che non la vuoi accettare” ringhiai “No, Alice e non voglio tornare più su questo discorso”.
Ormai eravamo nelle vicinanze di Forks, presto l’avrei rivista…”Dove l’hai vista cadere?” “La Push” disse con un filo di voce, mi immobilizzai…cosa ci faceva Bella in quel posto? Io non sarei mai potuto andarci…maledettissimo patto, maledettissimi lupi!
Giunti a Forks, lessi nella mente di tutti i nostri conoscenti per scorgere qualsiasi informazione che potesse essermi utile…eravamo davanti casa sua, rivederla fu un duro colpo…guardai la sua finestra e fui assalito dai sensi di colpa…”Povera la mia bambina…non doveva succederle questo” sobbalzai…i pensieri di Charlie mi invasero…rimasi in trance…”Edward che succede?” “Alice…è già successo!” si portò le mani alla bocca per soffocare un urlo, rimisi in moto e mi diressi verso l’ospedale, dovevo vederla…ma all’entrata mi bloccai: sulla barella c’era la mia Bella e a fianco a lei, Jacob…un lupo…la rabbia mi pervase...Alice mi trattenne per un braccio, facendo segno di no con la testa. Ci arrampicammo sugli alberi che davano sulla finestra della stanza di Bella...sembrava dormisse...”Bella, ma perchè, perchè l'hai fatto? Scusami non dovevo dirti quelle cose, ma devi ritornare a vivere, con o senza di lui...” Jacob le prese la mano, si poggiò su di essa e continuò a piangere...ora ne avevo la certezza, le si era lanciata per colpa mia...dentro di me il cuore muto si spezzò di nuovo, procurandomi un dolore immenso...
Dopo qualche ora, sentii il cuore di Bella battere più forte “Edward, Edward...” amore sono qui...riaprì gli occhi e si trovo Jacob davanti “J-Jake” “Bella, oddio, Bella” e l'abbracciò “Che è successo?” chiese confusa “Non ricordi” aggrottò la fronte e sembrò perdersi nei ricordi, d'improvviso spalancò gli occhi “Non sono morta?” “No...” s'intristì...ma davvero voleva morire? “Perchè quella faccia...sei ancora qui, non sei contenta?” “Jake...io...io...” alzò la testa e fissò il lupo negli occhi “Volevo morire” disse decisa come non l'avevo mai sentita...il lupo sobbalzò “Ma che cavolo dici? Tu devi vivere, non pensi a tutti quelli che ti vogliono bene? Cosa ne sarebbe di noi se tu te ne andassi?” Bella riabbassò lo sguardo “Guardami!” disse alzandole la testa con le dita della mano “Bella...io...vorrei farti felice...” lei strabuzzò gli occhi ed io ringhiai piano per non farmi sentire, Alice continuava a trattenermi per il braccio “Jake...sai già che...” “No non dirlo...dammi una possibilità, ti prego. Io posso darti una vita normale, ti aiuterò a dimenticare...a loro non interessa di te, altrimenti sarebbero qui, non credi?” lei sembrò sobbalzare “Si...ma...come posso dimenticare se in un anno non ci sono riuscita?” “Bella ma ci hai mai provato veramente?” lo guardò ad occhi spalancati...piano cominciò a piangere “No...mai...” “Appunto...” le prese la mano “Io ti amo sul serio” disse serio e si avvicinò al suo volto, il suo battito accelerò “Jake aspetta” lui si fermò “Ora no...non sono pronta...ma ti prometto che...mi impegnerò a dimenticare...hai ragione tu...a lui non importa più nulla di me, Alice avrà sicuramente avuto la visione di me che cadevo dalla scogliera, ma...lui non è...venuto” le lacrime aumentarono...ma perchè non riuscivo a muovermi? Bella, amore, sono qui, non mi vedi...poi un pensiero si insinuò nella mia testa: ora avevo la possibilità di lasciarle vivere una vita normale...o quasi..Jacob era comunque un essere soprannaturale, ma...non rappresentava un pericolo...forse...mai quanto me...mi alzai e iniziai a scendere dall'albero “Edward dove vai?” “A casa” “Come a casa?” ringhiai “Hai capito bene!” “Ma...” “Alice possibile che non capisci? Ora lei potrà essere felice e dimenticare tutta questa brutta storia” “La vuoi lasciare a Jacob?” “Si...non vedi che vita l'ho costretta? Ha tentato di uccidersi!”. Giungemmo all'auto, quando una puzza allucinante invase i sensi miei e di mia sorella, ci voltammo e trovammo Jacob ad un passo da noi “Vi ho visti...avete ascoltato tutta la conversazione che ho avuto con Bella” non era una domanda “Lasciatela stare!” “Non ho intenzione di mettermi in mezzo, siamo tornati per vedere come stava...a differenza di ciò che dici, io l'amo...” “Un succhiasangue che ama, ma va...” ringhiai “Si e allora? In ogni caso, te la lascio...tu puoi prenderti cura di lei, meglio di quanto potessi fare io” “Bene, vedo che hai capito. Io la renderò felice, si innamorerà di me!” gridò...sentii la rabbia montarmi dentro e un senso di dispiacere nell'immaginare la mia Bella con Jacob...mi sarei tormentato in eterno, ma almeno l'avrei saputa felice...annuii alle parole di Jacob e andai via, salito in auto, mi voltai nuovamente verso il lupo “Ovviamente tu non ci hai visto!” “Ovviamente” quasi ululò

 

“Guardo cosa c’è in tv tanto ormai non m’addormento più
Sono quasi le sei ecco l’ora che non passa mai
Una
riga sul moleskine “senza macchine cos’è un drive-in”?
Vendo il vuoto su eBay non c’è un clacson che strilli “Che fai”
Sono ancora le sei”

 

E di nuovo stavo scappando dai miei sentimenti...rivederla aveva provocato un turbinio di emozioni diverse...bellissime...aveva risvegliato me stesso...ma io, come sempre, avevo rimandato il disco indietro...cancellando quello che avevo vissuto...
Sarei tornato a casa e avrei vissuto la mia inutile eternità, probabilmente avrei passato le mie giornate a suonare il pianoforte, a leggere o a vedere la tv, pur di non pensarci...ma non l'avrei pensata più...


“Sabbia dentro di me non scende giù non graffia più
Non c’è un perché Il tempo non c’è
Mi sento un re preso in scacco da sé
Se muovi tu la clessidra va giù”

 

Non dovevo essere egoista...dovevo lasciarla andare...lei doveva vivere la sua esistenza nella maniera più normale possibile...dovevo essere per lei come morto...come doveva essere se la natura fosse stata normale...ma ero un vampiro e in me di normale, non c'era niente...


“Fumo dai tombini alle sei fari luci buio, nebbia e guardrail
Sono ostaggio di lei questa strada non finirà mai
Io cammino in mezzo a voi che marciate sopra ai fatti miei
Un olimpo di dei che non han creato mai
Niente che fosse fatto per me”

Al suo risveglio aveva pronunciato il mio nome...che piacevole sensazione...l'ho sentita mia, ancora per un attimo...l'ultimo...


“Sabbia dentro di me non scende giù non graffia più
Non c’è un perché Il tempo non c’è
Mi sento un re preso in scacco da sé se muovi tu
La clessidra va giù”

 

Dannazione!!! Non mi è neanche permesso piangere...odio i miei lamenti silenziosi, vorrei esplodere in un pianto liberatorio, vorrei gridare, senza dover risvegliare i miei istinti animali...vorrei essere ciò che potrebbe rendere felice l'unica persona che io abbia mai amato...


“Dorme la città forse domani si risveglierà
Lei come me senza un perché
Non c’è verità non c’è una sola possibilità
Che tu sia qui O io lì
Quello che mi piace è spegnere la luce sentir la tua voce anche se è silenzio
Non scende giù non graffia più
Non c’è un perché Il tempo non c’è
Mi sento un re preso in scacco da sé
Se muovi tu la clessidra va giù
Se muovi tu la clessidra va giù”

 

Addio amore mio adorato...ti lascio il mio cuore morto...fanne ciò che vuoi...senza di te, ormai nulla ha senso...sei stata la stella che ha brillato nella mia oscura mezzanotte...ora è tutto nuovamente buio...ma dentro di me, il tuo ricordo resterà l'unico barlume di luce che rischiarerà sempre la mia inutile eternità...


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Capitolo 8
*** Viaggio tra i ricordi ***


Viaggio tra i ricordi

Salve a tutti,
sono tornata e vi posto subito il capitolo successivo.
Grazia a chi ha letto…bacio…

Ps: ovviamente vi lascio il link della canzone che accompagnerò questo pezzo http://www.youtube.com/watch?v=OvKXYT_lBWc. Come sempre ribadisco che nei ricordi legati a Twilight, i dialoghi sono della Meyer, io ho modificato i commento tra l'uno e l'altro...

Bella

Ero distesa in un letto di ospedale per l'ennesima volta...guardavo fuori dalla finestra e ripensavo alla promessa fatta a Jake...riuscirò davvero a dimenticare Edward? Riuscirò a lasciarmi andare di nuovo? Amerò ancora? Jake? Scossi la testa incerta...perchè non sei qui? Perchè non sei venuto da me...mentre morivo, ho sentito la tua presenza...ma evidentemente mi sbagliavo, era solo il riflesso della mia illusione di volerti accanto e di crederti ancora innamorato di me...
”Bella?” “Jake...” sospirai “Non ti senti bene?” “No...è tutto ok...pensavo...” abbassai lo sguardo, nascondendo le ennesime lacrime “Bella...io so che per te è difficile...ti sarò sempre vicino, prenditi il tempo che ti serve...” “Grazie...proprio di questo volevo parlarti” lo guardai fisso negli occhi “Dimmi” mi accarezzò la mano e la strinse “Io ho bisogno di una giornata per ripercorrere dei posti...” “Ti porto volentieri...” “No!” ritrassi la mano “Devo farlo da sola” “Ma...” “No Jake, niente ma...è una cosa che riguarda solo me, nessun altro. Dopo di questo, mi aiuterai a scegliere il college a cui fare domanda?” sorrisi, sorrise anche lui “Ok, ma stai attenta”.
Dopo una settimana trascorsa in ospedale, finalmente mi dimisero, dovetti ovviamente, sorbirmi anche la ramanzina di Charlie e dovetti inventare una scusa per uscire, con la complicità di Jake “Bells, sta attenta. Esci solo perchè so che sei con Jacob, non mi perdonerei se ti succedesse ancora qualcosa!” “Papà devi stare tranquillo, fidati di me.” “Eh Bells, non è che non mi fidi di te...è che...tu sei un attira disgrazie” sospirò, mentre io sobbalzai a quelle parole...me lo diceva sempre anche lui...
Indossai la maglietta blu che tanto piaceva ad Edward e attesi l’arrivo di Jake…prendemmo il pick-up “Bella sei sicura di voler fare tutto da sola?” “Ancora insisti? Ti ripeto che riguarda me e poi ho bisogno di restare sola, non mi va di avere spettatori” “Sono solo preoccupato” abbassò gli occhi “Lo so e ti ringrazio...ma andrà tutto bene”. Ci fermammo il più lontano possibile da casa mia e feci scendere Jacob “A più tardi” e partii più veloce che potessi verso la mia prima tappa: la radura...

 

“Ti ricorderò in ogni gesto più imperfetto
Ogni sogno perso e ritrovato in un cassetto
In quelle giornate che passavano in un' ora
E la tenerezza i tuoi capelli e le lenzuola
E no, non piangere che non sopporto le tue lacrime
Non ci riuscirò mai
Perché
se sei felice
Ogni sorriso è oro
E nella lontananza perdonandoti ti imploro
E parlerà di te
È solo che…”

 

Per la millesima volta mi ritrovai in quel posto, nascosto al mondo, in cerca di te...questo mio voler ripercorrere a ritroso il passato, non era altro che una scusa per provare un'ultima volta a cercare un segnale della tua presenza...
Mi distesi sul prato e mi voltai di lato, sperando che ti materializzassi accanto a me...ma...niente...”Che agnello stupido...” dissi tra me e me...un agnello abbandonato dalla sua preda che, per paura o per amore, lo ha salvato...ma...ha lasciato il vuoto attorno a sé...Edward...io sono vuota senza di te...
Mi alzai di botto...mi ero addormentata...era passata un'ora...più lentamente che potessi ritornai al pick-up, sempre con la speranza nel cuore che tu mi fermassi...accesi e guidai fino alla successiva tappa: casa Cullen...

 

“Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
E questo fa paura
Tanta paura
Paura di star bene
Di scegliere e sbagliare
Ma ciò che mi fa stare bene sei tu amore”

 

Arrivai davanti quella grande casa dopo qualche minuto di viaggio...rivederla fu strano...scatenò in me un miscuglio di sensazioni: sentii il cuore che battere furioso, effetto che mi procuravi sempre tu con la tua sola presenza, il tuo solo sguardo mi accendeva...Edward...aprii lentamente la portiera e mi diressi verso la porta...mi affacciai da quell'enorme vetrata ed era tutto buio...non avevate lasciato niente...provai ad aprire la porta e fui subito assalita da un profumo delizioso...chiusi gli occhi per godermi a pieno quel momento...quella casa era intrisa di quel profumo...riaprii gli occhi e mi diressi verso il pianoforte...mi soffermai su quei tasti, restando colpita per quanto fossero lucidi, come se qualcuno li avesse puliti da poco...poi un flash mi bloccò le dita ”Questa l'hai ispirata tu...”...la mia ninna nanna...inavvertitamente sorrisi e le lacrime mi lacerarono il viso, cadendo rapidamente su quei tasti, suonando una melodia silenziosa...
Di scatto mi alzai, corsi in camera tua, dovevi essere per forza lì, il tuo profumo era sempre più intenso, vivo come se fossi stato lì da poco...spalancai la porta, furiosa assalita dalla mancanza di te e ciò che trovai mi spaventò...: il vuoto...
Mi lasciai andare per terra, immersa nelle mie lacrime...”Perchè non sei qui? Vuoi davvero lasciare che mi innamori di un altro? Vuoi che ti dimentichi? EDWARDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD!!!” gridai fino a sentirmi  male...il cuore pulsava, il sangue fluiva troppo velocemente, mi mancava il fiato...sentivo gli occhi roteare per tutta la stanza incessantemente…restai ferma così...distesa su quel pavimento freddo...come lo eri tu...
In quel frangente, mi sentii a casa mia...era tutto così...spento...rifletteva perfettamente il mio stato d'animo...si: io ero spenta...

 

“Ho collezionato esperienze da giganti
Ho collezionato figuracce e figuranti
Ho passato tanti anni in una gabbia d' oro
Si forse bellissimo, ma sempre in gabbia ero
ora dipenderò sempre dalla tua allegria
Che dipenderà sempre solo dalla mia
Che parlerà di te
E parlerà di te
È solo che…”

 

Ero di nuovo sul mio pick-up, prossima tappa: Port Angeles...mi fermai dinanzi al ristornate, chiusi, ancora una volta,  gli occhi e mi lasciai andare ai ricordi <<“Penso che dovresti mangiare qualcosa...” “Sinceramente non ho fame” “Fammi questo piacere” disse con voce autoritaria...>> entrai nel ristorante, ormai era ora di pranzo, chiesi lo stesso tavolo che prendemmo quella volta, fortunatamente era libero “E' sola signorina?” per un attimo tentennai, avrei voluto dire che aspettavo una persona…mi guardai attorno spaesata e terrorizzata “Si...sono...sola...” dissi abbassando lo sguardo, sconfortata dalla verità pronunciata.
Ordinai lo stesso piatto: ravioli ai funghi e una coca...e di nuovo i ricordi mi assalirono..<<”Quel blu dona molto alla tua carnagione” arrossii, abbassando lo sguardo(...) “Vicino a te mi sento così sicura” confessai senza rendermene conto, rapita com'ero dalle suoi iridi color miele, tu aggrottasti la fronte “E' più complicato di quanto avessi immaginato” (…) “Come facevi a sapere che ero a Port Angeles?” mi guardò, incerto se parlare o no “Di me ti puoi fidare, già lo sai” sussurrai (…) “Ti ho seguita fino a Port Angeles. Non ho mai tentato di salvare la vita a una singola persona prima d'ora, ed è un'impresa molto più fastidiosa di quanto credessi. Ma probabilmente dipende anche da te. Le persone normali riescono a tornare a casa ogni sera senza scatenare tante catastrofi” lo fissai incredula “Hai mai pensato che forse la mia ora doveva suonare già la prima volta, con l'incidente del furgoncino, e che tu hai di fatto interferito con il destino?” “Quella non era la prima volta” disse, tenendo gli occhi bassi “La tua ora è suonata quanto ti ho conosciuta” tremai “Ti ricordi?” “Si” finsi calma “Eppure, eccoti seduta qui” disse incredulo “Si, sono seduta qui...grazie a te. Perchè in qualche modo sapevi dove trovarmi oggi?” chiuse le labbra, con sguardo pensieroso mi fissò…(…) “E’ più difficile di come dovrebbe essere…non perdere le tue tracce. Di solito sono in grado do individuare le persone con molta facilità, mi basta sentire la loro menta una volta sola” mi guardò timoroso, io ero completamente bloccata, poi d’un tratto ripresi a mangiare “Tenevo d’occhio Jessica distrattamente, come ti ho detto, solo tu riesco a metterti nei guai a Port Angeles, e all’inizio non mi sono accorto che avevi proseguito da sola. Poi, quando ho capito che non eri più con lei, sono venuto a cercarti nella libreria che ho visto nei suoi pensieri. Ho intuito che non c’eri entrata, che ti eri diretta a sud…e sapevo che prima o poi avresti dovuto tornare indietro. Perciò ti stavo aspettando, cercandoti qui e là tra i pensieri dei passanti, nel caso che qualcuno ti avesse incrociata. Non c’era motivo di preoccuparmi…ma sentivo una strana ansia…a quel punto ho iniziato a girare in tondo, restando in ascolto. Fortunatamente il sole stava tramontando, così avrei potuto scendere dall’auto e seguirti a piedi. E poi…” si fermò, digrignando i denti furioso “Poi cosa?” chiesi curiosa “Ho sentito cosa stavano pensando” ringhiò “Ho visto il tuo volto nei loro pensieri. È stato molto…difficile, tu non puoi immaginare quanto, limitarmi a portare via te e risparmiare loro…la vita” (…) restai in silenzio, impietrita di fronte a quel racconto inverosimile, lui nascondeva il viso con la mano, poi mi fissò “Sei pronta per tornare a casa?” “Sono pronta per andare via di qui” esclamai con precisione, sperando capisse che volevo stare ancora con lui”>>
Ero fuori il ristorante…neanche questa volta eri venuto…prossima tappa: Casa Swan…

 

“Che quando non ritorni ed è già tardi e fuori è buio
Non c'è una soluzione questa casa sa di te
E ascolterò i tuoi passi e ad ogni passo starò meglio
E ad ogni sguardo esterno perdo l'interesse
e tanto ti amo
che per quegli occhi dolci posso solo stare male
e quelle labbra prenderle e poi baciarle al sole
perché so quanto fa male la mancanza di un sorriso
quando allontanandoci sparisce dal tuo viso
e fa paura
tanta paura
paura di star bene
di scegliere e sbagliare “

 

Mi arrestai di fronte la porta di casa mia…altri ricordi assalirono le mie membra stanche e tormentate…<<”Posso entrare?” mi domandò “Ti andrebbe?” “Si, se non è un problema” (…) camminò al mio fianco silenziosamente, d’improvviso allungò il passo e si trovò per primo dinanzi la porta di casa e l’aprì, lasciandomi di stucco “Era aperta?” “No, ho preso la chiave da sotto lo zerbino” entrai, accesi a luce ed ero sconvolta per quanto successo, come faceva a sapere della chiave? Lo guardai stupita “Ero curioso…di te” rispose, dandomi l’impressione di avermi letto nella mente “Mi hai spiata?” ne ero lusingata, anche se sapevo che non dovevo “Cos’altro c’è da fare di notte?” lasciai passare, entrai in cucina e mi scaldai le lasagna, poi ripresi l’argomento “Quante volte?” “Come?” “Quante volte sei venuto qui?” “Vengo a trovarti quasi tutte le notti” mi voltai di scatto stupita “Perché?” “Sei interessante quando dormi. Parli nel sonno” “No!” oddio ancora quel vizio, arrossi, sarei voluta sprofondare per la vergogna “Sei tanto arrabbiata con me?” “Dipende!” “Da…” “Da quel che hai sentito!” urlai, si materializzò al mio fianco e teneramente mi prese le mani “Non esserne sconvolta! Ti manca tua madre, sei preoccupata per lei. E il rumore della pioggia ti innervosisce. All’inizio parlavi molto di casa tua, ora lo fai più raramente. Una volta hai detto <>” rise “E che altro?” domandai stizzita “Hai pronunciato il mio nome” ecco lo sapevo, ho fatto la figura della stupida adolescente innamorata “Tante volte?” sospirai “Quante sarebbero precisamente <>?” “Oh no!” abbassai la testa, lui mi strinse a sé “Non prendertela con te stessa. Se fossi capace di sognare, sognerei te e non me ne vergogno” mi sussurrò dolcemente ad un orecchio>>
Orami ero in casa “Bells?” “Si papà, sono io” si avvicinò per tastare con mano che fossi intera “Che c’è? Ora non ti fidi neanche più di Jacob?” colpito e affondato “No, no” “Sto bene. Vado in stanza” lo salutai e salii le scale, trascinando pesantemente i piedi a terra…l’ultimo momento stava per giungere…il viaggio nel passato stava per terminare…ero pronta per il resconto?
Entrai in camera, accesi la luce e mi poggiai alla porta, fissando davanti a me ciò che c’era: il letto, la sedia, la scrivania e la finestra…leggermente aperta…come allora…<<”Edward” lo chiamai piano, mentre ero affacciata alla finestra, mi sentivo una stupida “Si?” sobbalzai per lo spavento e quando mi voltai, lo trovai sdraiato sul mio letto, con un gran sorriso sulle labbra, mi sentii venire meno e caddi in ginocchio sul pavimento. “Scusa” “Dammi solo un minuto per rimettere in moto il cuore” si avvicinò piano e mi sollevò, poggiandomi sul letto accanto a lui “Vieni a sederti qui. Come va il cuore?” “Dimmelo tu. Di sicuro lo senti meglio di me” rise, facendo tremare tutto il letto. Restammo qualche minuto in silenzio “Posso essere umana per qualche minuto?” “Senz’altro” “Resta lì” “Sissignora” e divenne una statua (…) quando rientrai in stanza, lui era ancora lì…bellissimo come sempre, il cuore ricominciò a battere, mi vide “Carina” mi accigliai “No, sul serio, stai bene” “Grazie” mi sedetti nuovamente al suo fianco “A che pro tutta questa preparazione e il resto?” “Charlie ha il sospetto che me ne possa sgattaiolare via di nascosto” “Ah…e perché?” come se non riuscisse a leggerlo nella sua mente “A quanto pare, sono un po’ troppo su di giri” mi guardò “Ti trovo accaldata, in effetti” avvicinò il suo volto al mio e mi sfiorò la guancia “Mmm…” “Mi sembra che ora starmi vicino sia…molto più facile, per te” “Ti sembra?” mormorò sfiorandomi la pelle del collo con la punta del naso…rabbrividii…”Molto, molto più facile” “Perciò mi chiedevo…” “Si?” “Secondo te, qual è il motivo?” rise “La ragione domina sugli istinti” mi allontanai di scatto, lui rimase di sasso, incrociammo i nostri sguardi impauriti “Ho fatto qualcosa di male?” “No, al contrario. Mi stai facendo impazzire” meditò qualche istante “Davvero?” s’illuminò “Ti aspetti che parta l’applauso?” rise ancora “E’ solo che sono rimasto positivamente sorpreso. Nell’ultimo centinaio di anni non ho mai immaginato che potesse succedermi qualcosa del genere. Non credevo che avrei desiderato stare con qualcuno…che non fosse come fratello o sorella. E poi, scoprire che malgrado sia totalmente nuovo per me, sono bravo…a stare con te…” (…) “Adesso, però, sono curioso io. Hai mai…” e lasciò il discorso in sospeso “Certo che no. Te l’ho già detto, nessuno mi ha mai fatto sentire così, nemmeno lontanamente” arrossi, ma dove mi erano uscite quelle parole? (…) “I tuoi istinti umani…beh, mi trovi minimamente attraente anche un quel senso?” ero imbarazzatissima, lui rise e mi arruffò i capelli “Non sarò un essere umano, ma un uomo si”>>
Ero dinanzi alla finestra, l’aprii…e guardai fisso dinanzi a me…aspettai cinque minuti, ma niente…”Edward…io sono qui, vieni a prendermi e portami via con te, ti scongiuro…Edward…!!!”…niente…aveva ragione Jake: lui non mi amava…mi lasciai andare alle ultime lacrime, strusciandomi sulla parete…

 

”ma ciò che mi fa stare bene ora sei tu amore
e fuori è buio
ma ci sei tu amore
e fuori è buio”

 


Di scatto chiusi la finestra, sigillandola per bene…cercai di asciugarmi le lacrime, ma non servì a molto, esse continuavano imperterrite a graffiarmi il volto…erano incandescenti, cariche di dolore, rabbia, rancore, stanchezza…si, ero stanca di sentirmi priva di senso…volevo riscuotermi dal mio torpore, ma avevo bisogno di lui e lui non era con me…
Mi inginocchiai sul pavimento, poggiando il mio viso triste sulle gambe e attorcigliandomi con le braccia…rimasi in quella posizione per tutto il pomeriggio, fino a quando non fui certa di essere pronta a smettere di piangere…
Piano mi alzai, aiutandomi con la mano…percorsi la stanza giungendo davanti allo specchio, mi guardai: avevo i capelli arruffati, gli occhi gonfi e arrossati, la bocca piegata verso il basso, il viso più pallido del solito…mi strofinai gli occhi con le maniche della maglia e inspirai…: ero pronta…mi voltai ancora una volta verso la finestra, trattenni un gemito di dolore che si insinuò nel petto, deglutii e pronunciai le parole che mai avrei pensato che sarebbero uscite dalle mie labbra…“Edward Musen Cullen…”  la voce mi tremava, chiusi gli occhi nuovamente, rimandando indietro le lacrime “è finita!!!” giunsi alla porta, con la mano feci leva sulla maniglia, l’aprii leggermente “Addio…”  senza voltarmi “per sempre…” e mi chiusi alle spalle un passato ancora troppo presente…era giunto il conto…salato…l’avevo pagato col dolore…ora era il tempo di protrassi verso il futuro…un futuro che non avrebbe più visto un vampiro al mio fianco…non esisteva più un “Edward e Bella”, ma un “Bella e il suo nuovo destino”…a cui più convinta che mai, stavo andando incontro…

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Capitolo 9
*** Benvenuti all'Alaska Southeast ***


Benvenuti all'Alaska Southeast

Buongiorno a tutti,
buon sabato e buon fine settimana…che mi dite? L’estate sta volgendo al termine, immagino che molti di voi siano tristi, vero?
Vi posto un nuovo capitolo. Spero sia di vostro gradimento. Baci

Confusina_94: ti ringrazio per la recensione. Spero che anche questo capitolo possa piacerti, fammi sapere. Bacio.

Per il pezzo dal punto di vista di Edward, vi lascio questo link http://www.youtube.com/watch?v=QScpLH-TUQA, se potete ascoltate la canzone.

Il giorno seguente, mi svegliai stranamente leggera, come se avessi un peso in meno sullo stomaco. Come promesso, telefonai a Jake “Pronto?” “Ehilà Bella, mi stavo preoccupando. Beh ieri…com’è…andata?” sospirai al ricordo di tutta la sofferenza provata “E’ andata…ma ora non pensiamoci più. Ti va se vengo da te e mi aiuti con le domande per il college?” “Non vedo l’ora! Vieni subito” “Il tempo di sistemarmi e vengo. A tra poco”. Corsi di sotto, feci colazione, mi preparai e lasciai un biglietto a Charlie

“Papà, sono da Jacob, mi aiuta a compilare le domande per il collage. Stai tranquillo, torno presto.”

Mi precipitai al pick-up, uscita fuori fui invasa da un calore improvviso, alzai la testa al cielo e notai, con mio stupore, che il solito cielo grigio che regnava su Forks, aveva lasciato spazio ad una splendida giornata di sole. Sorrisi…sembrava quasi che la pioggia dei giorni passati, fosse passata insieme con la mia decisione…che fosse un incitamento ad andare avanti? Senza darmi risposta, salii sul mio mezzo e raggiunsi La Push.
“Bella io non ne capisco di college, ma facendo delle ricerche su internet ho scoperto che i migliori sono quelli di Darthmouth, Harvard, Syracuse, Alaska Southeast…” “Stop, stop…forse l’unica che posso permettermi è l’Università dell’Alaska!” “Ma non devi porti limiti” “Jake…lo sai, non voglio chiedere soldi!” “Io sono sicuro che i tuoi genitori ti aiuteranno volentieri e poi scusa fai domanda, poi in base alle risposte che riceverai deciderai” così facendo, compilai tutte le domande, felice di trovare incoraggiamento da parte di chi mi voleva davvero bene.

Qualche settimana dopo

Una mattina ero tranquillamente in bagno a fare la lavatrice, come tutti i venerdì, quando sentii bussare alla porta…scesi di corsa le scale, mettendo più volte in pericolo il mio precario equilibrio, giunta alla porta la spalancai, senza chiedere chi fosse “Signorina, ho questa lettera per lei” “Ah grazie”. Quando fui da sola in cucina, mi sedetti e fissai la busta per qualche minuto, indecisa se aprire o no…in nero su quell’enorme busta, aleggiava un nome che mi mise l’ansia: Università dell’Alaska. Era di sicuro una risposta negativa, del tipo “Spiacente Signorina Swan, non rientra nei requisiti richiesti per accedere a questo college…”, mal che andava avrei fatto qualche altra domanda. Basta incertezze! Aprii velocemente la busta, chiusi gli occhi e quando fui certa di avere la lettera tra le mani, li spalancai…lessi tutto di getto e quando le mie iridi giunsero alla parte interessata, spalancai la bocca, restando impietrita…

”Gentilissima Signorina Swan,
siamo lieti di comunicarLe che la sua domanda è stata accettata.
La aspettiamo il 30 settembre del corrente anno, per augurarLe un buon inizio anno.
Cordiali saluti

La Direzione Universitaria

Ero stata accettata! Balzai dalla sedia e iniziai a saltellare per tutta la cucina, poi corsi al telefono e chiamai Jake “Non ci crederai!” “Che è successo? Ti hanno presa in qualche college?” sbarrai gli occhi “Ma tu sei sicuro di non saper leggere nella mente?” mi pentii subito di quello che avevo detto, ma Jake sembrò non accorgersi del mio paragone e rise “Ti ho sorpresa, vero? Bella, Bella, io ho doti nascoste che ancora devi scoprire” “Bene, non vedo l’ora di sapere di queste tue doti” risi anche io “Dai non perdiamo tempo, dimmi tutto!” “Mi è arrivata una lettera dall’Alaska” “E?” “E…mi hanno presa!!!” “Non avevo dubbi! Brava, sono davvero contento per te! L’hai detto a Charlie?” “No, non è ancora rientrato” “Sarà orgoglioso di te…come lo sono io…” arrosii, Jake era sempre troppo esplicito “Che ne dici di festeggiare stasera?” “Ma si, perché no” “Vieni da me, faremo un falò in spiaggia, ci divertiamo!” “Certo, allora a stasera”. La mia nuova vita sembrava aver preso la piega giusta…

Edward
 

“Non guarderò
mai più negli occhi
la mia gelosia
e tornerà
l'indifferenza
a farmi compagnia
Fai spazio, fai spazio, fai spazio
più che puoi
più che se ne può fare
Ognuno ha il diritto di dire
ognuno quello di non ascoltare.”

Eravamo in macchina io, Alice e Jasper e ci dirigevamo a tutta corsa verso l’ennesimo college. Stavamo per ricominciare una nuova vita, ancora una volta
Come sempre, il mio pensiero volò a Forks…da lei…e non potevo fare a meno di chiedermi quale fosse stata la sua scelta…e se davvero era felice ora…

“Sono passati dei mesi
e l'esperienza non provoca cambi
che ad avvicinarci nel tempo
ormai sono i danni,
non sono più gli anni
la vita che passa e va via
vivendola meglio
mi vendicherò
scusa se non ti accompagno
ma ognuno prende la strada che può”

In quei mesi erano accadute moltissime cose…io avevo continuato a vivere nell’ombra della mia solitudine, chiuso nella mia stanza in muto dolore, mentre attorno il mondo continuava a girare, incurante di ciò che mi stava succedendo…per un periodo di tempo, Tanya e le sue sorelle erano state ospiti fisse della mia casa, la giovane vampira aveva provato più volte a sedurmi, senza ottenere che scarsi risultati. Che potevo farci se non mi sentivo attratta da donne simili a me? Non riescivo a lottare contro i miei sentimenti…l’amavo più della mia stessa eternità

“Che anno era quando il temporale
non voleva farci uscire più
che giorno era, quale calendario,
se ci provo non me lo ricordo
e conto i giorni al contrario
e come sempre la stessa innocenza
mi sorprendo sempre quando
troverò ogni parvenza
di tracce tue e del tuo nome
anche se vivo ormai senza
fotografate da Dio in persona
fotografie della tua assenza.
Fotografie”

E ora mi ritrovavo qui, in questo nuovo college...era fine settembre…ormai la calda e afosa estate stava lasciando spazio ai primi sprazzi autunnali…le giornate cominciavano ad ingrigirsi, le foglie lentamente si staccavano dai rami degli alberi per lasciarsi cadere e morire, dopo aver permesso a quegli stessi alberi, di proliferare fiori e frutti bellissimi…le osservavo e sempre più mi sentivo come loro…morto


“Mentre in molti
si avvicinano a te
senza riuscirci mai
non riesco a dare forma ad un destino
che si avvicini a noi
ed ho così perso coraggio
che è facile cadere in uno sbaglio
e cerco tra tutta la gente
almeno un tuo dettaglio
ho in testa recrudescenze
della tua ultima carezza
e aspetto stordito con un sorriso
mi dia la mia salvezza.”

La mia fastidiosa sorellina Alice, era  accanto a me e canticchiava felice…la sua mente era pervasa di canzoni allegre…aveva insistito fino alla nausea per frequentare quest’università, piuttosto che la prestigiosa Dartmouth…ma non ne capivo ancora il motivo…l’unica risposta che si era degnata di darmi era stata “E’ uno dei college che mi incuriosisce di più, poi è uno dei pochi in cui non siamo stati. Ho voglia di vedere posti nuovi, sai quanto sono curiosa, io…”


“Che anno era quando il temporale
non voleva farci uscire più
che giorno era, quale calendario,
se ci provo non me lo ricordo
e conto i giorni al contrario
e come sempre la stessa innocenza
mi sorprendo sempre quando
troverò ogni parvenza
di tracce tue e del tuo nome
anche se vivo ormai senza
fotografate da Dio in persona
fotografie della tua assenza.”

Eravamo arrivati, ormai ero nel parcheggio…posteggiai la mia volvo grigio metallizzata…osservavo la facciata dell’università e non la trovavo poi così invitante…era banale…ma d’altronde, ultimamente tutto per me era scontato, stupido…l’acidità era diventata un tutt’uno col mio essere vampiresco…Bella si era portata via, la parte migliore di me…se mai ne avessi avuta una…a detta di Esme, con lei io ero migliore di quanto volessi credere…quanto mi mancava, saremmo dovuti essere insieme in quel posto…la volevo con me…ma la mia dannazione, mi aveva privato anche dell’unico piacere che avessi mai incontrato…
Poi d’improvviso dal finestrino giunse un profumo delizioso, invitante…lentamente iniziai ad inspirare…quando d’un tratto mi bloccai…i miei sensi improvvisamente si smossero, mettendomi in all’erta…cosa stava succedendo?

“Cosa ci sia dietro ad un segreto
cosa davanti lo vedo
e il viso triste sopra ogni dubbio
non lo nascondo
e se lo faccio
sbaglio.
Io sbaglio.”

Scattai all’in piedi seguito a ruota dai miei fratelli…Alice continuava a canticchiare, sembrava volermi impedire di leggerle la mente…Jasper invece imprecava…cosa sanno?
Mi voltai con gli occhi chiusi, seguendo silenzioso quell’odore così familiare…no, non poteva essere…lei non era lì…doveva essere qualcuno che aveva un aroma simile…ma che dicevo? Solo lei sapeva provocare in me una simile reazione…aprii gli occhi e la vedi…una visione…richiusi gli occhi più lentamente di quanto avessi bisogno…ma quando ridiedi loro luce, la situazione non era cambiata…lei era lì e sorrideva ai suoi nuovi conoscenti…se inizialmente ero stato lieto di vederla lì, egoista com’ero, avevo poi capito che questo non sarebbe dovuto accadere…dovevamo stare lontani, io ero pericoloso per lei…sentii Alice ridacchiare…le volsi un ringhio e lei sorridendomi pensò ”Fratellino benvenuto all’Alaska Southeast”…

“Solo fotografie della tua assenza”

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Capitolo 10
*** Delle vecchie conoscenze ***


Delle vecchie conoscenze

Buongiorno a tutti,
ed eccoci di nuovo qui a postare.
Un ringraziamento speciale va a Shinalia che mi ha commentato tutti i capitoli!!! Grazie, sono davvero felice che ti piaccia questa storia. Devo ancora ultimarla, attualmente sono un pò bloccata, spero di risolvere la questione subito dopo gli esami.

 

Shinalia: Alice è un genio del male eheh, le pensa tutte lei, sa benissimo quanto quei due si amino, ma soprattutto conosce Edward e sa che, se non fa qualcosa lei, lui non agirà mai!

 

Confusina_94: si, frequentano lo stesso college. Mi fa piacere che l’idea ti piaccia, spero che anche il seguito possa risultarti altrettanto piacevole…

 

Miky_cullen93: grazie vivamente per i complimenti!!! Che bello ricevere consensi! Mi fate davvero sentire bene…beh non posso anticiparti nulla, ma ne vedrai delle belle…

 

Vorrei poi ringraziare coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti:

1 - AliceCullen4ever  [Contatta]

2 - annatfl [Contatta]

3 - cherry08 [Contatta]

4 - Confusina_94 [Contatta]

5 - daydre4mer [Contatta]

6 - eleele [Contatta]

7 - Giulls [Contatta]

8 - Shinalia [Contatta]

9 - suxpicci_89 [Contatta]

10 - zlatyna [Contatta]

 

E coloro che l’hanno, invece, messa tra i seguiti:

1 - daydre4mer  [Contatta]

2 - ecate86 [Contatta]

3 - ISA1983 [Contatta]

4 - MaryAc_Cullen [Contatta]

5 - Miky_cullen93 [Contatta]

6 - serinetta [Contatta]

 

Ora vi lascio al capitolo e come sempre, vi lascio il link della canzone inserita in esso: http://www.youtube.com/watch?v=vqckL5mM9s8

Bella

“Accidenti, ho fatto tardi stamane”…mi alzai come una furia dal letto e corsi in bagno per prepararmi. Fortunatamente la mia coinquilina era già uscita…eh si, avevo preso casa qui in Alaska per poter meglio seguire i corsi. Forks già mi mancava…e con essa tutti i miei cari, ma ci sarei tornata presto…
Mi precipitai in cucina, afferrai una fetta di pan carrè e scappai via “Non posso fare tardi il primo giorno di lezione” sbuffai irritata. Giunta al parcheggio del college, iniziai a guardarmi attorno, ma che stavo cercando? Cercai di fuggire da quel pensiero e scesi dalla macchina, dirigendomi verso l’ingresso. Era pieno di ragazzi qui, almeno nessuno mi avrebbe notata e questa cosa mi consolava…pioveva, faceva freddo, ma come avevo potuto scegliere un posto del genere? Io odiavo il freddo e la pioggia. Sospirai.
Mentre aspettavo di entrare, si avvicinarono a me due ragazze, una alta bionda, occhi azzurro cielo, aveva l’aria della saputella, mentre l’altra era minuta, castana, occhi verdi, e giocherellava con le mani, doveva essere timida almeno quanto me “Ciao” mi disse la ragazza bionda, porgendomi la mano “Mi chiamo Moira e lei è Kristen, siamo entrambe di New York, abbiamo frequentato la stessa scuola” “Piacere di conoscervi. Io mi chiamo Isabella, Bella solo basta, e vengo da Forks” “Ah si la piccola Forks, ci sono stata una volta col mio primo ragazzo…ancora non ho capito perché mi portò lì” sorrisi, mi stava raccontando i fatti suoi, ma a me cosa importava? “Che corsi frequenterai?” “Non ho ancora deciso” in realtà non sapevo cosa fare, non capivo se la scelta di frequentare il college fosse stata giusta, ero troppo timida e imbranata per poter sperare di fare in carriera da qualche parte…la verità è che fino a qualche tempo addietro avevo programmato la mia vita in virtù di quella di Edward, mi ero già vista una vampira, figlia adottiva di Charlisle e Esme, del resto non me n’ero importata, il mio futuro corrispondeva a “stare insieme a lui”…ma mi ero sbagliata ed ora mi ritrovavo nella situazione di dover riprogrammare tutto. Jacob mi era stato molto vicino e mi aveva spinta a scegliere il college “Troverai la tua strada, non ti preoccupare…qualunque sia la tua scelta io ti sarò vicino”, per fortuna c’era lui…
Scossi la testa per svuotarla di tutti quei pesanti pensieri e mi rivolsi alle mie due nuove conoscenze, avevo promesso che mi sarei impegnata ad aprirmi un po’ di più e a godermi la vita; allora sorridendo dissi loro “E voi che corsi avete scelto?” Moira sembrò illuminarsi a questa domanda “Mi dicono tutti che ho talento nello scrivere, quindi ho scelto tutti corsi di letteratura, mi piacerebbe diventare giornalista” sorrise soddisfatta, io mi sentii una nullità, rivolsi poi gli occhi a Kristen che sembrava come me, a disagio di fronte alla sicurezza e alla spavalderia della sua amica, allora cercai di coinvolgerla nel discorso “ E tu?” mi guardò basita, quasi non si aspettasse che qualcuno la notasse “Io…io…ho scelto come Moira letteratura…mi piace molto scrivere delle storie” “Una scrittrice!” dissi sorridendole, lei rossa annuì.
D’un tratto sentii una frenata brusca e delle porte che sbatterono, ma non mi voltai, continuai a guardare dinanzi a me, presto saremmo dovuti entrare nelle aule e il mio solo pensiero era dirigermi in segreteria e scegliere le materie da seguire.
Mi girai verso Moira e Kristen, ma avevano lo sguardo pietrificato, incantato e guardavano dietro di loro “Ehi ragazze che succede?”, entrambe ritornarono a me con gli occhi, ma erano ancora visibilmente sconvolte “Oh Bella, sapessi che schianto di ragazzi che sono arrivati! Oddio devo stare calma, io sono fidanzata e non posso permettermi di guardare altri maschi…” si fermò, ma dopo due secondi si voltò nuovamente per guardare infondo alla fila “Ah ma come si fa a resistere ad una  bellezza così devastante e inumana…sembrano usciti da un quadro..” quelle parole fecero scattare in me qualcosa, un deja-vù…


 “Sai che c'è?
Ci sei te
Da un po' in qua
No non capisco ora te lo confesso
E' assurdo sai?
Ti cerco mentre
duemila "te"
mi girano intorno mi parlano e io
Non li sento
O forse sono sordo
Li guardo
E forse non li vedo
Sarei fortunato ad averti qui
Ma non posso piangerti
all'infinito
Morire qui per te”

 

 

Fu un attimo, mi voltai e tra la folla, lo vidi…vidi i suoi capelli rossicci, il suo viso pallido e perfetto, le occhiaie che delineavano una linea sottile e profonda sotto due perle color miele dorato, una bocca rossa e invitante…”Edward!” esclamai a bassa voce…i miei occhi cominciarono a pungere e le mie parole avevano attirato l’attenzione di Moira che incuriosita mi guardò “Li conosci?” mi voltai verso di lei “No, no. Mi è sembrato di scorgere in uno di loro la somiglianza con una mia vecchia conoscenza, ma mi sbagliavo” “Ah bene, perché se li conoscevi era tuo dovere e obbligo presentarmeli” oh si certo come no…incrociai ancora una volta i miei occhi ai suoi…



“Il confine tra i miei sentimenti è così sottile
che non riesco più a ragionare
E non capisco se
Ti odio o sono innamorato di te
Il confine tra i miei sentimenti è così sottile
che tu riesci ad uscire e a entrare
E non capisco se
Ti odio o sono innamorato di te”

 

Cosa mi spingeva a sentire dentro di me tutte quelle sensazioni? Come potevo sentirmi ancora attratta da te che non curante te n’eri andato spezzando il mio cuore…tu che ti eri divertito ad illudermi, giocando con i miei sentimenti…no, io dovevo disprezzarti, odiarti per come mi avevi ridotta…non potevo permettere ai miei occhi di perdersi nei tuoi, così gli lanciai un’ultima fugace occhiata e mi voltai, dando le spalle alla mai maledettissima ossessione…

“Io lo so
come sei
Mi fai male
prima ferisci e scappi
poi torni di nuovo
Tu forse ti diverti
io invece poco
Ma in fondo a te ci credo
E se riuscissi a trattare me
come poi tratti l'idea di me
Io voglio rispetto
E' un mio diritto”

 

Perché cavolo aveva scelto questo college? Perché tra i mille della zona, proprio questo? Con tutti i soldi che aveva suo padre avrebbe potuto frequentare uno dei migliori college del paese…possibile che Alice non avesse visto che sarei venuta qui? Forse anche a lei non importava niente di me…ma certo: anche lei aveva giocato, fingendosi mia amica…ma cosa potevo aspettarmi da dei vampiri?
Ma ora basta! Mesi fa avevo provato a cercarlo nei nostri luoghi, sperando che tornasse, ma così non era stato e da allora mi ero ripromessa che lo avrei dimenticato…non avrei permesso che la loro presenza lì cambiasse le cose…sarà come se non fosse mai esistito…

“Il confine tra i miei sentimenti è così sottile
che non riesco più a ragionare
E non capisco se
Ti odio o sono innamorato di te
Il confine tra i miei sentimenti è così sottile
che tu riesci ad uscire e a entrare
E non capisco se
Ti odio o sono innamorato di te

Fare e disfare
E' il tuo mestiere
Ed io che osservo senza reagire
Prima...rapito, legato e torturato
Poi...fuggito, confuso tu mi hai illuso

Il confine tra i miei sentimenti è così sottile
che non riesco più a ragionare
E non capisco se
Ti odio o sono innamorato di te
Il confine tra i miei sentimenti è così sottile
che tu riesci ad uscire e a entrare
E non capisco se
Ti odio o sono innamorato di te”

Improvvisamente le porte si aprirono e una fila incontabile di persone si fiondarono dentro, mi feci coraggio e corsi come tutti gli altri, lontano da quell’ingresso e da quei vampiri…lontano dai miei sentimenti

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Capitolo 11
*** Non ho più te ***


Non ho più te

Salve a tutti,
eccoci di nuovo qui. Pronte per un nuovo capitolo? Vi avverto, anche questo è triste, lo so sono una palla, ma mi sentivo così quando ho scritto questi capitoli. È stato atroce, credetemi…

 

Confusina_94: beh Bella è confusa per colpa dell’atteggiamento di Edward. Ora che aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle, lui riappare magicamente e la manda in fibrillazione…cosa deciderà la nostra cara Bella?

 

Shinalia: Alice non sa neanche dove stia di casa la discrezione eheh, fa tutto d’istinto senza pensare alle conseguenza, ma non lo fa con cattiveria, anzi prova a rendere felici le persone a cui tiene…

 

Vi lascio al capitolo, anche qui una canzone: http://www.youtube.com/watch?v=l6IvY4EuqZE

Edward

Ci mettemmo in fila come tutti gli esseri umani per non dare nell’occhio; innervosito per lo scherzetto di Alice, giocavo col lembo della mia giacca blu, sentivo gli sguardi altrui su di noi, la nostra perfezione e bellezza non poteva che destare scalpore, indipendentemente dal sesso. I loro pensieri mi infastidivano. D’un tratto sentii sussurrare il mio nome, i miei sensi affini non potevano essersi sbagliati, melodia per le mie orecchie…alzai gli occhi e incrociai i suoi: un brivido mi percorse tutto il corpo e mi irrigidii. La sua espressione mostrò inizialmente tristezza, dolore per poi lasciare spazio alla rabbia più cieca; sussultai quando il suo sguardo mi fulminò: quanto l’avevo fatta soffrire?

 

“Non ho più te
e quel che c'è
è un niente
che mi pervade..”

Aveva tutte le ragioni per odiarmi e poi ora c’era Jake, quel cane…ringhiai a quel pensiero, attirando le occhiate dei miei fratelli “Calmati Edward! Siamo tra gli umani, controlla gli istinti!”  pensò Jasper, sospirai frustrato e mi misi in ascolto dei discorsi di Bella “Li conosci?” mormorò la ragazza bionda, accanto a lei “No, no. Mi è sembrato di scorgere in uno di loro la somiglianza con una mia vecchia conoscenza, ma mi sbagliavo” la sua freddezza mi ferì, se avessi potuto, sarei sbiancato ulteriormente, se avessi avuto ancora un cuore, si sarebbe frantumato. Se…

 

“Non ho più te
di fronte a me
c'è una strada
da riasfaltare

E solitudini...
viaggiano,si scontrano nel mio cervello”

 

 

Mi persi nei miei pensieri, ma quando incrociammo di nuovo i nostri sguardi fui nuovamente attraversato da una scossa: dolore, piacere, amore…io non l’avrei mai scordata, come avrei potuto? Lei era la mia vita, ma non potevo starle accanto…la fissavo serio, non dovevo far trapelare nulla, ma quando lei si voltò e sgattaiolò dentro, mi sentii mancare, io non potevo fare a meno di lei, mi basta avere i suoi occhi puntati addosso per sentirmi tremendamente eccitato.
Scossi la testa e seguendo la fila, anche noi entrammo nel grande edificio. Prima ora di lezione: biologia…scherzo del destino, era la stessa materia che seguivamo insieme a Forks…ma era passato…sorrisi amaramente ai miei ricordi e mi accomodai al primo banco.

 

“Non ho più te
e quel che c'è
è un uomo
da riabilitare... E sono spento
e muoio dentro
se solo avessi
una briciola di te
per quel che mangio
per quel che voglio
mi sazieresti con un pò di te”

D’improvviso i pensieri di mia sorella mi colpirono “Bella ed io frequentiamo gli stessi corsi” e vidi l’immagine di Bella accomodarsi impacciata in aula e bloccarsi improvvisamente dinanzi ad Alice che le sorrideva contenta. La fermò per un braccio e la fece accomodare accanto e lei, Bella sembrava contraria, ma quando Alice la pregò, lei sembrò arrendersi. Tremai pensando a quello che avrebbe potuto dirle, improvvisamente l’immagine scomparve e la mente di Alice si riempì di canzoncine allegre. Roteai gli occhi verso il soffitto e sbuffai irritato per l’atteggiamento strafottente e poco attento di mia sorella. Possibile che non capisse che così la mettevamo nuovamente in pericolo ed io non volevo, accidenti!!!
Annegato nei miei pensieri, non mi resi conto che avevo cominciato a tremare…mi guardai ansimando le mani, poteva la sua assenza, farmi sentire così perso?
Chiusi gli occhi frustrato e mi ricordai degli sguardi innamorati che Bella mi volgeva ogni volta che i nostri occhi si incrociavano…adoravo quando il suo viso si imporporava e il suo cuore accelerava i suoi battiti per me…solo per me…lei era mia, lei mi amava…ed io l’avevo delusa…perché?
Sentivo dentro di me prepotentemente, crescere la voglia di riaverla…

 

“Non chiedo altro
non chiedo tanto
solo una briciola di te
Non ho più te
di fronte a me
c'è una nebbia
da diradare
Non ho più te
e quel che c'è
è una vita
da reinventare
E malinconici...
quei pensieri di ieri
che non vanno via”

 

L’aria era intrisa del suo delicato e dolce profumo, possibile che la sentissi dappertutto, come se non fossi mai andato via, come se lei fosse costantemente dentro di me…”Lei è in di te”, riaprii gli occhi e scontrai il mio sguardo con quello di Jasper che mi fissava teneramente “Tu la ami, è normale che ti senta così…e se continui per questa strada, ti distruggerai, pensaci fratello!” i suoi pensieri mi colpirono, abbassai la testa impaurito, le sue parole erano verità taglienti, facevano male, sentivo di poter soffocare sotto il peso di ciò che provavo per lei; era talmente profondo che avrei potuto morire…avrei fatto tutto per lei…
Socchiusi le labbra e sospirai frustrato, mi alzai lento più di quanto mi fosse necessario e a capo chino, uscii fuori dall’aula con mio fratello.


“Non ho più te
cosa non c'è
il centro su cui gravitare”

 

Sussultai quando la vidi fuori la porta della sua aula, sorridere ad Alice, che la stava comprendo di parole. Sentivo la sua risata immergesi nelle mie membra, entrarmi dentro come un pugno nello stomaco e stordirmi i sensi, fino a farmi perdere coscienza con la realtà…
Quando poi si girò a guardarmi, fu anche peggio: la sentii trattenere il fiato, strinse le mani a pugno e si voltò veloce, lasciandomi impietrito…quanto mi odiava? Il cuore morto, mi si spezzò nuovamente nel petto…
“Alice io vado a mensa, ci vediamo al prossimo corso” , avvertii i suoi passi veloci, mi passò dinanzi come un fulmine, ma potrei giurare che quando fu davanti a me, avesse rallentato, per fissarmi di traverso…forse mi sbagliavo, ma il suo cuore aveva accelerato la sua corsa…


“E sono spento
e muoio dentro
se solo avessi
una briciola di te
per quel che mangio
per quel che voglio
mi sazieresti con un pò di te

Non chiedo altro
non chiedo tanto
solo una briciola di te
eeee... di te di te
E sono spento
e muoio dentro
se solo avessi
una briciola di te
per quel che mangio
per quel che voglio
mi sazieresti con un pò di te
Non chiedo altro
non chiedo tanto
solo una briciola di te..di te..di te”

 

Il vento le mosse i capelli, portando alle mie narici il suo odore…odore di donna…la mia donna…ringhiai…alzai di scatto la testa e mi accorsi di essere rimasto solo nel corridoio. Mi girai ed entrai nel bagno, aprii di getto la fontana e mi bagnai più volte il viso…non mi era mai successo prima, di sentire l’esigenza di spegnere il fuoco dentro di me…mi osservai allo specchio: occhiaie più profonde del solito, il volto era ritratto, scuro, triste…potevo continuare così? L’eternità era troppo lunga ed io non avevo un obiettivo, senza di lei ero una nullità…
Mi accorsi di singhiozzare…mi accasciai piano lungo il muro, accovacciandomi sul pavimento in cerca del mio equilibrio, stesi una gamba e l’altra la lasciai piegata, poggiai su di essa il mio gomito e mi torturai le meningi con la mano. Il suo volto continuava ad apparirmi…era diventata un’ossessione…la mia dannazione, la mia droga…reclinai il mio capo di lato, volgendo i miei occhi fuori dalla finestra e ricordai le parole di quel cane rognoso “Guardami!” disse alzandole la testa con le dita della mano “Bella...io...vorrei farti felice...” lei strabuzzò gli occhi ed io ringhiai piano per non farmi sentire, Alice continuava a trattenermi per il braccio “Jake...sai già che...” “No non dirlo...dammi una possibilità, ti prego. Io posso darti una vita normale, ti aiuterò a dimenticare...a loro non interessa di te, altrimenti sarebbero qui, non credi?” lei sembrò sobbalzare “Si...ma...come posso dimenticare se in un anno non ci sono riuscita?” “Bella ma ci hai mai provato veramente?” lo guardò ad occhi spalancati...piano cominciò a piangere “No...mai...” “Appunto...” le prese la mano “Io ti amo sul serio” disse serio e si avvicinò al suo volto, il suo battito accelerò “Jake aspetta” lui si fermò “Ora no...non sono pronta...ma ti prometto che...mi impegnerò a dimenticare...hai ragione tu...a lui non importa più nulla di me, Alice avrà sicuramente avuto la visione di me che cadevo dalla scogliera, ma...lui non è...venuto”.
Bella gli aveva detto che ci avrebbe provato e probabilmente era riuscita a dimenticarmi, ad odiarmi, infondo l’avevo spinta io in quella situazione, cosa pretendevo? Magari ora era felice ed io dovevo esserne contento…ma il mio egoismo me lo impediva…sferrai un pugno nel muro, distruggendo le mattonelle…
La consapevolezza di averla persa, si fece spazio dentro di me e mi distrusse…un dolore lancinante mi lacerò il petto e mi accasciai completamente a terra ansimando…io l’amavo…l’amavo e ora non potevo fare più nulla…


“Non ho più te...”

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Capitolo 12
*** Che ne sarà di me? ***


Che ne sarà di me?

Salve a tutti,
buon fine settimana carissime lettrici…che mi raccontate di bello?
Io ho avuto problemi di connessione e devo ancora leggere tutti gli aggiornamenti u.u, che stress…non mi trovo proprio quando non ho internet, ormai sono dipendente da esso uff…
Che bello ricevere le vostre recensioni, mi fate davvero felicissima…

 

Miky_Cullen93: mi spiace farti piangere, però se mi dici così è sentore che le emozioni di ciò che scrivo, ti arrivano e ciò mi soddisfa…beh speriamo che le cose cambino presto, voglio anche vedervi sorridere…

 

Shinalia: si, è triste. Pensa a me quando l’ho scritto, è stato atroce, mamma mia…

Mi sa che sto diventando depressa u.u

 

Luisina: tesoro! Ma grazie per aver letto tutto e recensito ogni singolo capitolo, mi credi se ti dico che è stata una gioia leggere le tue parole? Mi hai fatto piangere…ero troppo felice che proprio tu avessi letto!!! Questa fic non ha niente a che vedere con le tue…è così semplice e banale…grazie di cuore…davvero…

 

Confusina_94: tristissimo, già, già…sono un caso disperato, scusa ^^. Mi impegno a migliorare le cose, che dici ci riesco?

 

Vi lascio al capitolo e anche oggi una canzone farà da sottofondo: http://www.youtube.com/watch?v=fIuJfDHdcGQ

Bella

 

Potevo sentirmi sempre così spossata in sua presenza? Alice mi aveva raccontato dei mesi trascorsi a Denali, senza mai fare cenno al motivo per cui erano andati via. Mi aveva chiesto scusa, dicendomi che non mi aveva dimenticata, che mi considerava ancora come una sorella e che sperava di recuperare il nostro rapporto. Io, di mio, avevo provato un senso di felicità e di tristezza: ero felice di averla ritrovata, la ritenevo una grande amica, ma allo stesso tempo starle così vicina mi faceva star male, perché in ogni suo gesto rivedevo suo fratello e i ricordi tornavano a tormentarmi.
Mi ero promessa che non mi sarei più fatta del male, che avrei provato a dimenticarmi di tutto, concentrandomi su me e Jake. Sospirai…
Sarei dovuta andare a mensa, ma non avevo fame, il mio stomaco si era chiuso in una morsa rigida e non accennava a lasciarmi in pace…sbuffai, mentre mi accomodavo sul prato che circondava l’edificio scolastico…
Giocherellai un po’ con l’erba, perdendomi nei miei pensieri, avvertii il battito cardiaco accelerare pericolosamente, quando mi resi conto che io e Edward eravamo nello stesso posto…assurdo che nonostante tutto, io mi sentissi ancora così legata a lui…
L’avrei ignorato, non potevo permettermi altre debolezze, ma proprio mentre pensavo questo, una mano fredda si poggio sulla mia spalla. Mi irrigidii, il suo profumo era delizioso, ma non pari a quello di Edward e non mi sembrava neanche quello di Alice; mi voltai piano e mi trovai dinanzi a due occhi dorati incastonati in un viso segnato da mille battaglie “Jasper” pronunciai piano, lui annuì e si sedette accanto a me, leggermente distante. Ci fissammo a lungo…ricordavo esattamente l’ultima volta che l’avevo visto: i miei 18 anni ed era affamato del mio sangue. Avrei dovuto avere paura, ma non ce l’avevo “Scusami” disse tutto d’un fiato, interrompendo i miei pensieri. Sobbalzai impercettibilmente, ma Jasper se ne accorse “E’ colpa mia…” abbassò la testa, stringendo le mani a pugno, io senza pensarci poggiai la mia mano sulla sua e la strinsi, lui si voltò di scatto stranito per quel mio gesto. Gli sorrisi “Non è colpa tua, Jasper”, mi mossi ritraendo la mano, piegai le gambe e poggiai la testa su di esse, fissando i miei occhi nel vuoto “Lui mi ha lasciata, perché non mi amava. Quello che è successo è stato solo un pretesto per fare ciò che da tempo desiderava fare” bisbigliai, sapendo di essere udibile alle orecchie di un vampiro. Jasper si mosse, si avvicinò “Bella…” si fermò, lo guardai, sapevo che stavo per piangere “Non è come credi” si alzò scuotendo la testa e se ne andò, lasciandomi imbambolata.
I miei occhi si annebbiarono e le lacrime si fecero strade velocemente sulla mia pelle…perché faceva ancora così male? Il loro essere lì aveva riaperto la mia ferita, mi sentivo come se stessi soffocando, mi mancava l’aria…strinsi le mani al petto e inspirai nervosamente, annaspando. Mi alzai a fatica e mi diressi nell’aula dove si sarebbe tenuta la prossima lezione, preparandomi psicologicamente ad affrontare Alice. Ma quando fui in aula, un senso di nausea s’impossessò del mio corpo, mi bloccai sulla porta, Alice mi fissò preoccupata e mimò con le labbra “Torna a casa”, annuii a fatica, probabilmente aveva già previsto tutto…feci retro front e corsi verso l’uscita.

 

“Certe sere lo sai
a casa non tornerei
una preghiera non c'è per non sentire il vuoto in me
ci si arrampica ai sogni, ma si cade giù
e con i lividi addosso poi non si vola più”

Mi incamminai con il pick up per la scorciatoia che portava verso l’appartamento, faticavo a restare lucida, mi sentivo tremendamente oppressa da quella sensazione di benessere che provavo quando lui mi era accanto. Rivederlo non mi aveva fatto assolutamente bene, maledii il giorno in cui avevo deciso di fare domanda a quel college. Anzi in realtà maledii lui e il momento in cui mi aveva lasciata sola, se solo avesse provato un minimo di ciò che sentivo per lui, ora staremmo insieme e tutto sarebbe stato più facile. E invece no…se n’era andato via…

“E poi mi dicono ancora
non eri quella per me
ma che ne sanno di noi di come vivo senza te
il tuo profumo sul letto non vuole andare via
e certe sere ho paura di che sarà di me”

 

“Bella, tu non potevi stare con lui! Ti rendi conto dei pericoli che hai corso? Ha fatto bene a lasciarti…”…sentivo chiaramente il rimprovero di Jake ronzarmi in testa, ma cosa ne poteva sapere lui di quello che provavo? Io ero innamorata di lui, per la prima volta in vita mia mi sentivo completa, amata, avrei fatto tutto pur di stare con lui…

 

“Chi mi darà la sua mano a chi darò la mia mano
io non so più se una risposta c'è
se nascerà ancora il mondo se salirò dal mio fondo
io te lo giuro sai ho paura
di che sarà di me “


“Non è come credi”  improvvisamente la frase di Jasper si stagliò nel mio cervello…ma non capivo cosa avesse voluto dire…Oddio mi mancava l’aria, dovetti fermarmi e scendere dall’auto. Mi accovacciai ai piedi di un albero secolare e inspirai quanta più aria possibile nei polmoni. Passai una mano sulla fronte sudata e me la massaggiai, in cerca di sollievo, non riuscendoci.
Ripensai a quella mattina: il suo sguardo era di ghiaccio, non trapelava la benché minima emozione, come se il rivedermi non gli avesse fatto alcun effetto. Anche io ero stata molto distaccata, ma il mio corpo tradiva la mia rigida maschera e lui lo sapeva…lui poteva percepire tutto questo…e la cosa mi irritò. Non volevo apparire debole dinanzi a lui, non doveva capire che…cosa?
Che lo amavo ancora? Accidentaccio a me…
Per un attimo, chiusi gli occhi e rividi le sue iridi dorate “Edward…” bisbigliai roca, mentre una fitta mi pressò sul cuore, facendomi quasi svenire…mi aggrappai alla radice dell’albero, stringendola debolmente, sentii la vista divenire sempre più labile, tutto intorno a me girava…

“E un altra notte e già qui
sulla mia cena a metà
sulle parole che tu avrai scordato ovunque sei
e questo freddo che ho dentro è già una malattia
in questo mondo sbagliato tu non sei più mia”

 

Mi ero indebolita, non riuscivo più a muovermi, mi sembrava di essere tornata indietro nel tempo a quando quel giorno, nella foresta lui mi aveva lasciato “Bella, non voglio che tu venga con me” “Tu…non…mi vuoi?” “No”.
Mi stavo facendo del male e lo sapevo…



“Chi mi darà la sua mano a chi darò la mia mano
io non so più se una risposta c'è
se nascerà ancora il mondo se salirò dal mio fondo
io te lo giuro sai ho paura
di che sarà di me”

 

D’un tratto, però, il dolore cessò…piano cominciai a muovere le gambe, poggiandomi sulla mano, mi alzai in piedi, ma un giramento di testa mi costrinse a mantenermi alla corteccia dell’albero. Inspirai ancora e mentre la pioggia batteva violenta sul terriccio, proseguii il mio viaggio verso casa.


“Non potrò scordarti mai mentre il mondo scorda me
ora che tu non ci sei
dimmi che sarà di me
... rinascerà ancora il mondo, risalirò dal mio fondo
ma te lo giuro sai, ho paura di che sarà di me”

 

Aprii la porta dell’appartamento e mi fiondai in camera sul letto…fuori la pioggia cadeva insistente “E’ il tempo ideale per i vampiri” pensai sbuffando.
Di scatto scesi dal letto e spalancai la finestra…sapevo che quello che stavo facendo era sbagliato, ma il mio cuore non mi dava altra scelta. Non sapevo esattamente cosa aspettarmi, non conoscevo il mio destino, ma i miei sentimenti avevano deciso per me e quella notte avrei dormito con la finestra aperta…ancora una volta, aspettando lui…


“Io te lo giuro”

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Capitolo 13
*** Scusami ***


Scusami

Ciao a tutti,
come si va? Beh io di mio posso dire che essendo sabato, sono felice ^^, anche se si avvicina la data dell’esame e lo stress aumenta…
Bene, passando alla storia, mi auguro che non mi trucidiate per questo capitolo. Vi adoro, lo sapete? *Marghe non fare la ruffiana u.u* ok, ok la smetto.

Shinalia: grazie per le tue bellissime parole *__*, sono commossa e felice che continui a seguirmi…

Luisina: ogni volta che vedo il tuo nome, sobbalzo incredula e mi chiedo come puoi tu seguire me. Tu sei così brava!!! Questo mi onora, sappilo!!! Io bravissima? Ma sei sicura??? Grazie mille…

 

Confusina_94: non preoccuparti, immagino quanto sia dura con la scuola seguire le ff, quindi recenisci quando vuoi e puoi…io qua sto ^^

Prima di lasciarvi al capitolo, mi faccio un po’ di pubblicità , spero si possa fare: ho scritto una one shot su Edward e Bella (“L’inevitabilità del destino”), se vi va leggetela e fatemi sapere se vi piace. Mi sono cimentata in questa cosa nuova e considerato che ho davvero tanti problemi a scrivere di loro due…ç_ç
Ed eccovi il capitolo e il link della canzone: http://www.youtube.com/watch?v=lMQPgMndmYA

Edward

Cos’è l’amore?

Donarsi a qualcuno incondizionatamente, senza pensare alle conseguenze, sentirsi vivo per un semplicissimo sorriso, annaspare in cerca d’aria quando lei non c’è, volerla costantemente e egoisticamente al proprio fianco e vederla sempre felice…sacrificarsi, se necessario…zittirsi in certi momenti…abbracciarla, cullarla, accarezzarla, farla sentire al sicuro tra le tue braccia…amarla totalmente, senza limiti…semplicemente amore…nient’altro…

“Edward” osservai truce mia sorella “Che c’è?” ce l’avevo con lei, sia perché aveva avvicinato Bella, sia perché ero maledettamente geloso che lei potesse farlo ed io no “Non guardarmi così! È colpa tua, sei tu che hai deciso di starle lontano! Io faccio quello che mi pare!” mi riprese Alice, sbuffai, sapevo che aveva ragione “Comunque” riprese avanzando verso di me “non è questo che volevo dirti” si fece seria e non mi piacque “Cosa le è suc…” mi interruppi, osservando nella sua testa, la scena di Bella che si sentiva male nella foresta “Quando?” ringhiai “Prima mentre tornava a casa!” “Hai visto cosa abbiamo combinato??? Sta male Alice ed è colpa mia. Non dovevamo venire qua, non dovevamo!!! Sei un’irresponsabile!!!” le dissi prendendola per le spalle e scuotendola. Jasper intervenne, spostandomi bruscamente le mani “Edward calmati!” cercò d’intervenire col suo potere, ma fu inutile. In un attimo fui in auto e schizzai dentro la foresta, alla ricerca di lei, intravidi la scia lasciata dalle ruote del pick up e il suo odore m’investì in pieno volto, facendomi girare la testa. Privo di coscienza, raggiunsi il suo appartamento e notando una finestra aperta, non potei non sorridere.
Mi arrampicai, controllando con cura che non ci fosse nessun’altro in casa, quando giunsi alla finestra, il suo profumo arrivò alle mie narici come un pugno nello stomaco. Il veleno si accumulò rapido nella mia bocca, ma lo ricacciai indietro, disgustato da me stesso, ma quando la vidi, il mio cuore morto sussultò, il sangue sembrava quasi aver ripreso a scorrere e la mia voglia di lei divenne, nuovamente insopportabile.
Quant’era bella? Dormiva a pancia in giù, le mani sotto il cuscino, le gambe ad angolo retto e il respiro regolare. Restai lì ad osservarla e mi meravigliai di quanto ancora mi sentissi legato a lei…
Quanto poteva essere beffardo il destino…mi aveva mandato lei, ma non potevo averla, le avrei continuato a fare del male, costrigendola a vivere in un mondo che non era il suo. Sospirai, quando il cellulare non cominciò a suonare furioso, lei sobbalzò, precipitandosi alla scrivania, io mi nascosi, restando in ascolto della sua melodiosa voce “Pronto” ansimava per la corsa “Jake!” sussultai, aggrottando la fronte e stringendo le mani a pugno, ancora quel cane pulcioso. “Si, sto bene” si accomodò sul letto, sentivo che il suo cuore batteva forte, merito del licantropo? L’invidia m’ irrigidì. “Cosa?” gridò “Un-un-un vampiro a Forks” spalancai gli occhi “Laurent è morto, l’avete ucciso, giusto?” i licantropi avevano affrontato qualcuno della mia razza? Forse per difendere Bella…se così fosse stato, ero lieto che avessero agito per il suo bene. “Una donna? Sei sicuro, Jake?” le tremava la voce, avrei voluto stringerla a me. Poi un dubbio mi riportò alla realtà. Una vampira donna. Con la mente tornai indietro nel tempo…Victoria! Mi smossi. L’avevo inseguita nel Sud America nei mesi scorsi, ma mi era sfuggita. Accidenti. Ora era a Forks, la stava cercando e non ci avrebbe messo molto a trovarla. Dovevo proteggerla…ringhiai sottovoce…“Jake, Jake calmati ti prego. Non mi succederà nulla. Nel fine settimana sarò da te.” Sarebbe tornata da lui? Un moto di rabbia mi intimò di andarmene, ma restai per poter capire bene cosa stesse accadendo tra di loro “Ho una cosa da dirti” proruppe lei d’improvviso. Il battito cardiaco accelerò maggiormente, e percepii il suo tremolio, mi affacciai un po’, in modo che non mi vedesse. Era ancora seduta sul letto e si era rannicchiata nelle sue stesse gambe, il labbro inferiore le tremava “E-e-e-“ si fermò, chiudendo con forza gli occhi e stringendo le lenzuola “I Cullen sono qui!” riaprì immediatamente gli occhi, mostrandomi un oceano di lacrime che le inondarono il viso in un batter d’occhio. Piangeva a causa mia! Una morsa mi strinse il petto e mi nascosi di nuovo, stringendomi la testa tra le mani. “No!!!” gridò alzandosi all’in piedi “No, non ti permetto di dire o fare qualcosa, capito? Sto bene, non mi ha sfiorato. Anzi ci siamo ignorati” potei notare in quest’ultima parola, una nota di tristezza, ma non ne fui certo “Ho parlato solo con Alice e Jasper si è avvicinato per scusarsi. Jake, io voglio bene ad Alice. Ha fatto parte della mia vita…Ti giuro che sto bene! Dai per favore, presto tornerò a casa e ne parleremo” cominciò a girare in tondo nella stanza, sbuffando numerose volte “Jake basta! Non tollero che lo chiami in quel modo! Mi ha fatto soffrire, ma rimarrà sempre nel mio cuore e lo sai. Ma sai cosa ti dico? Va al diavolo!” e attaccò. Parlava di me? Ero io ad esserle rimasto nel cuore? Mi affacciai di nuovo, aveva gettato il telefono sul letto e stava piangendo “Perché, perché?” continuava a ripetere. Non potevo sopportare di vederla così. Camminando, camminando, giunse dinanzi allo specchio, si guardò, passandosi una mano sulla fronte, sotto le occhiaie ben evidenti e sulle labbra. Rabbrividii di piacere, avrei voluto stringerla…mi esposi troppo, tanto che d’un tratto lei sussultò e quando focalizzai l’accaduto, scoprii che mi aveva visto riflesso nello specchio. Si voltò incredula “Sei…sei…tu?” disse balbettando. Sorrise tra le lacrime. Non risposi. Restai impietrito. Si avvicinò alla finestra titubante, tremando mi posò una mano sul volto “Sei tu” disse ancora piangendo. Il mio corpo gemette al suo tocco e gli occhi mi si chiusero. Avrei voluto che quel momento non finisse mai. Ma non potevo andare oltre. Spalancai gli occhi e lei sobbalzò “E’ stato un errore” dissi, digrignando i denti e correndo via. La lasciai lì, affacciata alla finestra, con la mano che accarezzava l’aria…un errore…

“Scusami
Se quella sera sono stato troppo fragile
E non ho avuto proprio forza per resistere
Per fregarmene

Scusami
Ma la voglia di sentirti era incontrollabile
Dirti tutto in quel momento era impossibile
Era inutile

Scusami,
Se ho preferito scriverlo,
che dirtelo,
ma non è facile dirti che
sei diventata il senso
di ogni mio giorno,
momento, perché...
perché sei fragile

Scusami
Se io non sto facendo altro che confonderti
Ma vorrei far di tutto per non perderti
Voglio viverti

Parlami
Ma ti prego di qualcosa oppure stringimi
Ho paura del silenzio e dei tuoi brividi
E dei miei limiti

Scusami,
Se ho preferito scriverlo,
che dirtelo,
ma non è facile dirti che
sei diventata il senso
di ogni mio giorno,
momento, perché...
perché sei fragile
e come me sai piangere

Scusami,
Se ho preferito scriverlo,
che dirtelo,
ma non è facile dirti che
sei diventata il senso
di ogni mio giorno,
momento, perché...
perché sei fragile
e come me sai piangere”

Corsi come un pazzo verso casa, sentendo ancora sul viso, il calore della sua mano e questo mi eccitava da morire. “Scusami Bella, scusami. Sono proprio un’idiota!”

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Capitolo 14
*** A casa Cullen ***


A casa Cullen

Salve a tutti,
mi anticipo con la pubblicazione perché domani non ci sarò, sarò fuori per un matrimonio…uff che noia >.<, non ho proprio voglia. Ultimamente mi sento parecchio spossata…
Ringrazio vivamente chi mi legge o chi mi commenta, sono sempre felicissima di leggere le vostre recensioni, grazie di cuore…
Scusate se non mi soffermo a ringraziarvi una per una, ma oggi proprio non mi riesce di essere lucida…perdonatemi. Spero mi leggiate e mi commentiate…
Bacio a tutti e buona lettura.

Ps: vi lascio il link della canzone http://www.youtube.com/watch?v=ngAT4KFYy5E

Bella

Ferma, immobile come una statua ero rimasta allibita da quella scena…le mie mani abbracciavano l’aria…perché quello era stato: una visione fatta d’aria…o forse no…
Eppure ero certa di aver accarezzato un volto marmoreo, freddo e l’adrenalina che mi aveva provocato, mi aveva fatto girare la testa. No, era lui…era Edward…e se ne stava fuori la mia finestra, ancora una volta. Chiusi gli occhi, continuando a piangere, mi poggiai con le mani al davanzale e gridai “Edwarddddddddddddddddddddd!!!!!!!!!” mi chinai su me stessa “Ti prego ritorna…ritorna da me” e la ferita si riaprì pulsando maledettamente contro il mio petto…

 

“Passerotto non andare via
nei tuoi occhi il sole muore giù
scusa se la colpa è un poco mia
se non so tenerti ancora qua.”

 

Infondo l’avevo sempre saputo, non potevo fare a meno di lui, era una droga per me e lui lo sapeva…ma perché era tornato così nella mia vita? Voleva sparire e che sparisse allora! Io non potevo più farmi così male…gettai per l’aria i cd riposti con cura sulla scrivania e mi fiondai sul letto a piangere…
Come avrei fatto a vederlo tutti i giorni al college? Come potevo resistere all’impulso di corrergli incontro e stringerlo tra le mie braccia talmente forte, da fargli capire che lo amavo e che non volevo dividerlo con nessuno…

 

“ma cosa è stato di un amore
che asciugava il mare
che voleva vivere
volare
che toglieva il fiato
ed è ferito ormai
non andar via
ti prego”

 

Cosa era stato del tempo trascorso insieme? Dei nostri sentimenti bisbigliati in silenzio tra un bacio e l’altro, nello spazio immenso della nostra radura? Avevo promesso, ci avevo provato, ma ogni tentativo era stato vano, come potevo credere di farcela a cancellare il primo e l’unico grande amore della mia vita? Edward era la mia ragione di vita…

 

“passerotto non andare via
senza i tuoi capricci che farò
ogni cosa basta che sia tua
con il cuore a pezzi cercherò
ma cosa S stato di quel tempo
che sfidava il vento
che faceva fremere
gridare
contro il cielo
non lasciarmi solo no...
non andar via
non andar via”

 

Ma dentro sapevo perfettamente che nulla sarebbe tornato come prima e che ora dovevo concentrarmi sul mio futuro. Dovevo darmi una possibilità, cogliendo al volo l’occasione di ritrovarmi accanto una persona che mi amava sul serio: Jake.
Ripensai a lui, mentre mi dondolavo accucciata sul letto…io gli volevo un gran bene, sarebbe diventato amore se non ci fosse stato un sentimento più forte a bloccarmi.
Lentamente ripresi possesso delle mie facoltà e mi alzai dal letto, mi accostai nuovamente alla finestra e ricacciai subito indietro le lacrime…

 

“senza te
morirei
senza te
scoppierei
senza te
brucerei
tutti i sogni miei
solo senza di te
che farei
senza te
senza te
senza te”

 

Sbuffai esausta…aveva ripreso a piovere, il tutto si omologava perfettamente al mio stato d’animo e odiavo ciò. Forse una giornata di sole mi avrebbe aiutata…
Ma non mi persi d’animo, io volevo affrontare Edward, ormai avevo deciso; doveva darmi spiegazioni, ne avevo il sacrosanto diritto. Ero stanca di giocare.
Afferrai l’impermeabile e corsi fuori…mi guardai intorno impaurita…da che parte dovevo andare?
Lo squillare del cellulare mi ridestò, sperai con tutto il cuore che non fosse Jake, ma quando vidi il nome sobbalzai “A-A-Alice” dissi tremando “Bella!” trillò con voce cristallina “Noi viviamo ad un’ora dal tuo appartamento. Prendi il pick up, percorri la prima strada a destra, va sempre dritto, non puoi sbagliarti. La nostra casa è infondo al bosco” “Gra-grazie, ma…” “Niente ma. Sono felice che tu abbia finalmente deciso a fare il primo passo. Fa presto! Sto cercando di non far capire ad Edward che ho visto te venire qua!” attaccò, lasciandomi imbambolata. Alice come sempre aveva visto tutto. Sorrisi e scossi la testa, montai sul pick up e facendo leva su tutto il coraggio in corpo, l’accessi e mi diressi verso casa sua…
La pioggia cadeva fitta, il bosco diveniva sempre più buio ed io faticavo a farmi spazio tra il selciato bagnato, quando ormai credevo di aver sbagliato strada, intravidi tra gli alberi una casa enorme. Il cuore mi balzò in gola e le mani cominciarono a tremare…tutti i discorsi che avevo pensato di fargli, scomparvero all’istante. Tutte le parole che conoscevo erano andate a farsi benedire. Cosa gli avrei detto?
Scesi dall’auto e mi incamminai verso la piccola rampa di scale che portava alla porta d’ingresso. Mi fermai ad osservare la struttura: imponente e bellissima come quella di Forks, sicuramente era stata Esme a progettarla. Sorrisi al ricordo di quella donna che mi aveva accolto in casa sua come una figlia. Quando riabbassai lo sguardo verso la porta, notai una figura poggiata allo stipite: aveva le braccia conserte, le gambe divaricate e leggermente incrociate, la testa bassa. Lo vidi sobbalzare, alzò gli occhi e incrociò i miei…spalancai le palpebre: Edward era lì, tutto bagnato e sembrava aspettasse qualcuno…
Ferma lo fissai, tolsi il cappuccio e lasciai che la pioggia mi inumidisse…non facemmo che guardarci…ed io sperai che tutto quello potesse presagire qualcosa di positivo. Il cuore batteva troppo forte, temevo potesse esplodermi nel petto da un momento all’altro…mossi i primi passi e uno alla volta salii gli scalini che mi portavano da lui…
Ora gli ero davanti, potevo sentire il suo respiro freddo su di me, non aveva modificato la sua postura, ma i suoi occhi erano immersi completamente nei miei, con un gesto velocissimo, ci ritrovammo abbracciati, non sapevo come, né perché, ma fu la cosa più naturale del mondo…e così ci ritrovammo fusi, come oro colato, in un solo corpo…rapida in me, si fece spazio la sensazione che il tempo non fosse, in realtà, mai trascorso…

 

“sabato pian piano se ne va
passerotto ma che senso ha
non ti ricordi
migravamo come due gabbiani
ci amavamo
e le tue mani
da tenere, da scaldare
passerotto no
non andar via
non andar via”

 

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Capitolo 15
*** L'ennesima bugia ***


L'ennesima bugia

Salve a tutti,
oggi son proprio debilitata, tosse e raffreddore, che belle cose u.u

Che bello le vostre recensioni, son sempre felicissima di riceverne, soprattutto perché non credo che la mia storia valga così tanto…grazie di cuore a tutti coloro che leggono, davvero!!!

Shinalia: Manu le follie non sono finite, purtroppo. Sono sadica, lo so…ma abbiate pietà di me u.u

Confusina_94: beh ora leggerai quel che si diranno e…beh non ti anticipo nulla…:D 

Luisina: autrice io? Oddio Luisina non dirmi queste cose!!! Arrossisco…non credo di essere brava, no per niente. Vorrei fare di più, di meglio…ma questo è il mio limite. Non importa, tanto non sarò mai una scrittrice, per quello ci sei tu :D

Ora vi lascio al capitolo…anche qui una canzone, da ascoltare verso la fine, dopo le parole di Edward. http://www.youtube.com/watch?v=9ivJgi3TRpM

Bacio a tutti…

Edward

Ero rientrato da poco a casa, sentivo Alice tradurre in greco l’inno Americano, qualcosa non andava e non potevo sbagliarmi. Ringhiai quando passai dinanzi alla sua stanza. Jazz non c’era, eravamo soli in casa. Aprii violentemente la porta della mia stanza e gettai per l’aria la mia giacca. Mi sedetti al bordo del letto e mi strinsi la testa tra le mani, chiudendo per un attimo gli occhi e ritrovandomi a pensare nuovamente a Bella, al suo volto sconvolto e felice di rivedermi, la sua mano calda sulla mia guancia marmorea ed eterea. Il mio corpo si smosse, il solo pensare al suo tocco mi eccitava…ma era normale: io ero un vampiro cacciatore e lei la mia fragile e piccola preda. Mi gettai sul letto di schiena, facendo sobbalzare i cuscini per il mio violento gesto. Mi coprii gli occhi con la mano, quanto desideravo dormire, almeno per qualche tempo avrei spento il cervello e non avrei pensato.
Ero stato un imprudente, lo sapevo benissimo, ma avevo ignorato le conseguenze, proprio com’era successo a Forks l’anno prima; la mia attrazione per lei era più forte di qualsiasi razionale pensiero, il mio sciocco egoismo voleva saziarsi di lei, del suo dolce profumo, della sua pelle morbida e calda, vogliosa di me…stupido di un vampiro. Semplicemente avrei voluto essere umano, a quel punto non avrei avuto alcun tipo di impedimento ad amare Bella e a lasciarmi amare, ma indietro non si poteva tornare. Ero un vampiro e tale sarei stato per l’eternità, era questo il mio destino. Ma a cosa serve l’eternità se non posso godermela?
Sbuffai alzandomi di scatto all’in piedi, sentivo una presenza fuori la porta di camera mia…”Alice” dissi furioso, il piccolo folletto entrò saltellando in stanza, sorridendomi. Come faceva ad essere sempre così felice? Ma la risposta era a portata di tutti: l’amore per Jazz, aveva trovato in lui il suo completamento. “Edward” si accomodò accanto a me “Non pentirti di quello che hai fatto. Hai seguito il tuo cuore” e mi sfiorò il petto, abbassai la testa, fissando la sua mano “No, sorellina. Commetto un errore dopo l’altro con Bella e non so come rimediare. Io l’amo…l’amo da impazzire” risposi frustrato, massaggiandomi le tempie “Lo so…e lei ama te” sobbalzai a quelle parole e fissai mia sorella con gli occhi fuori dalle orbite. “Non guardarmi così, lei non ti ha mai dimenticato, altrimenti non starebbe così male nel vederti. E poi i suoi occhi sono come due limpidi specchi d’acqua…basta fare attenzione, Edward e vedrai che vi leggerai tutto l’amore che prova per te. È più profondo di quello che pensi. E voi due siete destinati, che tu voglia o meno, prima o poi ritornerete insieme” si alzò, premette sulla maniglia della porta “Non si può lottare contro il destino, fratellino” e scomparve, lasciandomi di sasso “Destino?” perché a quelle parole il mio cuore aveva ricominciato a battere? Il mio ego si era beato di quella folle previsione, molto più di quanto la mia testa mi dettava di fare…

“E’ qui” il pensiero di Alice giunse come un fulmine a ciel sereno, sbarrai gli occhi e corsi per le scale, spalancai la porta d’ingresso e mi misi in ascolto dei rumori del bosco. Ma nulla. Che stupido, dovevo aver capito tutt’altro, il mio amore per quella umana, stava indebolendo i miei poteri extra, feci per rientrare, quando udii quattro ruote sfrecciare sul terriccio e spezzare i rametti degli arbusti. Mi voltai di scatto e il profumo di Bella mi lacerò l’anima, mettendo in allarme i miei sensi di vampiro.
Lei era davvero venuta da me, ma come sapeva…un momento…Alice…ringhiai sommessamente “Non arrabbiarti. È destino, fratellino, ricordalo” ringhiai nuovamente. La vidi scendere dal pick up e avvicinarsi alla casa, si guardava attorno meravigliata e spaventata. Faceva bene ad avere paura, io ero un pericolo per lei. Avrei voluto che lo capisse. Poi portò il suo sguardo sulla porta, socchiudendo leggermente gli occhi quando notò una figura farsi spazio nell’ombra. Sobbalzò quando mi riconobbe e nell’istante in cui i nostri occhi si incrociarono, smisi di respirare, non che ne avessi bisogno, ma il suo volto, i suoi occhi così profondi e meravigliosi, mi lasciavano sempre basito. Era di una bellezza sconcertante e non se ne rendeva conto.
Si tolse il cappuccio, continuando a fissarmi estasiata, lenta cominciò a salire i gradini e quando mi fu dinanzi, non potei fare a meno di ansimare. Avevo la tremarella, lo stomaco si contorceva in movimenti sconclusionati e i miei occhi la guardavano assatanati, la mia bocca era desiderosa di assaggiare la sua. In preda agli istinti, mi ritrovai abbracciato a lei, entrambi avvolti e sconvolto da quel legame così forte che provava a resistere alle intemperie del tempo.
Restammo così per qualche minuto, chiusi gli occhi inspirando tra i suoi capelli, volevo che ogni odore, movimento e sensazione restasse impresso nella mia mente per l’eternità. “Sei un mostro” sobbalzai. La mia razionalità era nuovamente tornata a galla per redimermi. L’allontanai da me, facendola tremare. Lessi nei suoi occhi smarrimento, sgomento, dolore e mi si strinse il cuore. Provai a guardarla freddamente, ma non s’intimorì. “Edward” sussurrò fioca, sfiorandomi con le dita la mia guancia, girai di lato il viso, spiazzandola “Cosa sei venuta a fare qui?” le chiesi rigido “Sono venuta per parlare con te” rispose seria e decisa. Non l’avevo mai sentita così. La squadrai: era cresciuta la mia Bella ed io non le ero stato accanto. C’era il cane con lei. Ringhiai piano. “Ora che sei qui dimmi cosa vuoi e poi va via. Non dovevi venire.” “Ah si? E tu potevi venire a spiarmi, vero? Sono stanca di sentirmi dire quello che devo e non devo fare. <> però tutti voi non umani potete rischiare. Per una volta vorrei essere io padrona della mia vita” sbraitò sottolineando la parola “mia”. Sussultai e sgranai gli occhi vedendola tanto decisa. Non risposi. Cosa potevo dirle? Sospirò, mordendosi un labbro e guardando per terra. Sorrisi leggermente per la sua espressione imbarazzata. Era cresciuta si, ma restava pur sempre la mia adorata fragile umana. “Non mi fai entrare?” chiese continuando a guardarsi le scarpe, mi scostai e aprii la porta per farla accomodare. Mi passò dinanzi e l’odore di fragola della sua pelle mi penetrò nelle narici. Inspirai avidamente e poi la seguii in salotto.
Scrutò l’ambiente attorno a sé “Sei solo?” tremò a quella costatazione “Da qualche parte dovrebbe esserci Alice” le risposi facendole cenno di accomodarsi sul divano. Mi squadrò, poi si accomodò, ruotando i suoi occhi verso il pianoforte a coda. Per un attimo vidi le sue iridi luccicare, probabilmente stava ripercorrendo nella sua mente quel giorno in cui le feci ascoltare la sua ninna nanna. Tremò di nuovo…i miei stessi ricordi, le mie stesse emozioni. Eravamo ancora sulla stessa linea d’onda…mi giovai di questa costatazione, ma non mi ci fossilizzai sopra. Non dovevo cedere.
“Allora cosa dovevi dirmi” si girò verso la mia direzione e chiuse impercettibilmente gli occhi “Perché sei qui?” inarcai un sopracciglio e risi “Per studiare” “Si, ma perché proprio qui!” “Alice è voluta venire qui” risposi sincero “Ah” sospirò “Capisco”. Un silenzio assordante calò tra noi. Mi mossi su me stesso nervosamente, mentre lei si torturava il labbro inferiore.
“Come stai?” le chiesi in preda ad una crisi di isterismo. Sobbalzò, incredula quanto me, per quella domanda “Sono stata meglio” allacciò il suo sguardo al mio “Mi sei mancato” bisbigliò, restando incatenata al mio sguardo. Deglutii e m’irrigidii “Io non ti ho mai dimenticato, Edward” arrossì all’istante, chinando il capo in avanti e coprendosi il volto coi capelli. Lei non mi aveva dimenticato, mi amava ancora. “E cosa mi dici di Black?” ma il mio cervello era forse impazzito? Bella sussultò, rialzando gli occhi “Tu come…come” “Bella, ti sei dimenticata che sono un vampiro?” sbarrò le sue iridi “Tra me e Jake non c’è nulla” affermò, porgendosi in avanti verso di me “Lui ti ama” risposi disturbato da quella mia stessa affermazione “Si, ma io non amo lui”. Questa volta fui io a rimanere sorpreso e piacevolmente turbato. Non riuscivo più a smettere di fissarla. La mia droga. Bella. La mia Bella. “E invece dovresti amarlo” s’immobilizzò e subito i suoi occhi cominciarono a lacrimare “Al cuore non si comanda, Edward. Te l’hanno mai detto? Io amo te” strinsi il bracciolo della poltrona e trattenni a stento il mio desiderio di correre a baciarla. Chiusi gli occhi. “Non devi farlo. Io non amo te” mi si spezzò il cuore e avvertii il battito di quello di Bella, decelerare d’improvviso. Sgranai gli occhi e la fissai preoccupato. Era sbiancata e si stava lasciando andare lì sul divano. Corsi da lei e la sorressi. Avrei voluto tenerla così tra le mie braccia per sempre. “Bella, Bella stai bene?” sorrise “Ora che sei vicino a me, si…” mi cinse le mani al collo “Edward” “Bella” la cullai. “E’ pericoloso.” Si scostò per guardarmi “Vicino a lui sarai al sicuro” sobbalzò. Nel suo sguardo dolore e rabbia si fusero “Sei uno sciocco. Uno stupido, stupidissimo sciocco!” si alzò allontanandosi da me. Il non averla più così vicina, fece male. “Dicevi di amarmi. Dicevi che l’avresti fatto per l’eternità, ma evidentemente io non sono troppo per te” con queste parole, aprì la porta e andò via. Io restai impietrito sul divano e quando udii il pick up partire, le mie labbra si mossero “Ti amo Bella…” e due piccole braccia mi cinsero. Fissai Alice e singhiozzai, come un bambino, tra le sue braccia…

“Vai con lui
perche' io non so
darti altro che guai
e una casa ed un lavoro
non ce l'ho.
Vestiti e vai con lui
fai contenti i tuoi
non pensarci e vai
tanto io riesco a darti
solo guai.
Lo conosco bene,
so chi e'
dolcissimo carattere,
non come me
e tu lo so
felice lo farai
tu sai quello che vuoi
tu ne hai diritto sai
e allora che fai
vestiti e vai con lui
te lo chiedo io
prendi il cuore e vai
e magari un giorno
mi ringrazierai.
Ma cosa cerchi,
cosa vuoi da me
rivestiti,
sei libera
sarebbe inutile
stare un altra notte
dentro te
devo strapparmi sai
un po' di anima
vestiti, vestiti
vestiti e vai con lui
anche se ti vorrei dire
stai con me
vai con lui
cosa importa se
io muoio senza te.
Cosa importa
se non voglio
cosa importa
se non vuoi
vestiti e vai
con lui
vai con lui.
Cosa importa
se ti voglio ancora
e ancora
tu mi vuoi
vestiti e vai con lui
vai con lui.
vai con lui.”

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Capitolo 16
*** Alla Push ***


Ritorno alla Push

Buongiorno a tutti,
buon sabato e buon fine settimana!
Come si va? La scuola o il lavoro come procedono? Io non mi lamento, il tempo sta correndo troppo velocemente e tra qualche settimana dovrò affrontare un grande cambiamento…non so se sono pronta, ma ci provo.
Ovviamente non vi frega di questo, ma di leggere, che scema. Beh questo è l’ultima cosa che sono riuscita a scrivere di questa song fiction, prima di avere il blocco, spero di metter giù qualcosa questa settimana, altrimenti non so come fare a postare sabato. Voi mi aspetterete, vero? Avete qualche suggerimento da darmi? Sono davvero indecisa, non so che fare….uff

Shinalia: si, Manu, Edward è un gran cretino. Questa sua folle voglia di salvare Bella da sé stesso, lo porterà a distruggersi. Vediamo un po’ ora che succede, ritorna il nostro Jacob…

Antonya: quando ho letto il tuo nome, mi son strofinata gli occhi più volte e mi son detta:”Ma è davvero lei? Sta commentando la mia storia? Oddio!”. Che gioia leggerti sai? Non mi aspetto mai che qualcuno legga le stupidate che scrivo. Grazie davvero per aver impiegato il tuo tempo con me, ne sono felice. Scusami se ti ho fatta soffrire, ma questa song esprime un malessere interiore che ho avuto, che ho e che spesso si ricollega a quanto io sono stata male durante la lettura di New Moon. Spero continuerai a seguirmi…

Confusina_94: mi sa che vi sto facendo piangere troppo, è ora di dare una svolta a questa storia u.u. grazie per esserci sempre…

Luisina: ecco il tuo seguito, probabilmente non è come lo volevi, ma bisogna capire Bella. Poverina è parecchio confusa e frustrata…

Come mio solito, vi lascio il link della canzone che mi ha accompagna nella stesura del Pov di Jacob: http://www.youtube.com/watch?v=vTABeWp5PB8

 

Bella

Corsi fuori furiosa, saltai sul pick up e guidai come una forsennata verso casa. Ma come poteva trattarmi in quel modo, io che lo amavo più di me stessa? Era solo un gran bastardo!!! Mi aveva sempre presa in giro ed io come una sciocca, ci ero cascata, ma ero giunto il momento di cambiare sul serio le carte in tavola.
Più decisa che mai, entrai in camera, sbattendo la borsa per aria, presi la valigia da sotto il letto e la poggiai su di esso. Con movimenti veloci, ci misi dentro tutto quello che serviva.
Afferrai il cellulare e chiamai Jake “Torno a casa, ho bisogno di un po’ di tempo. Non voglio che papà lo sappia, quindi posso stare da te?” “E lo chiedi anche? Ti aspetto!” “Solo una cosa: non farmi domande!” e attaccai. Perché il cuore mi faceva male? Cosa voleva dirmi? Forse stavo commettendo un grosso sbaglio, ma ero stufa di sentirmi una non morta, pur essendo viva…dovevo necessariamente stare lontana da lui e la mia medicina era Jacob.

 

Jacob

Ero in ansia: sapere che quel succhiasangue generava in lei ancora quella reazione mi faceva sentire tremendamente geloso. L’aveva distrutta, Bella non era più in sé e ora che stavamo provando a farcela insieme, ecco che di nuovo lui che ritornava a destabilizzare il suo già precario equilibrio.
Io, non per presunzione, sapevo di poter essere un bene per lei, l’amavo sul serio; sapevo di lottare contro il suo fantasma, potevo risultare superficiale, ma avevo inteso quanto fossero profondi i sentimenti che Bella provava nei suoi confronti. Ma volevo che credesse in noi, almeno la metà di quanto ci credevo io.
Avevo ricevuto da qualche ora la sua telefonata: aveva deciso di tornare a casa ed io contento, stavo preparando la sua stanza, cercando di renderla accogliente, non volevo che sentisse la mancanza di nulla. Mi aveva chiesto di non chiederle niente, ma nel profondo di me, sapevo quale era il vero motivo che la portava da me: scappava dai Cullen, da lui…
Sbuffai spazientito, riponendo sul letto un comodo cuscino, quando d’improvviso mio padre irruppe nella stanza, facendomi spaventare “Jake!” sibilò, mi voltai di scatto “Papà, che succede?” “Bella è qui” il suo sguardo furente mi fece tremare “Non una parola con Charlie” dissi deciso “Ma è mio amico e non posso nascondergli una cosa del genere, cosa penserà quando lo scoprirà?” “Non accadrà, fidati di me! Bella ha bisogno di starsene un po’ in pace” dissi passandogli avanti e andando incontro alla mia adorata amica. Se ne stava ferma sulla porta, con le valigia tra le mani e imbarazzata si guardava attorno, sorrisi nel costatare che infondo, era pur sempre la stessa, nonostante tutto. Quando mi vide su per le scale, sbarrò gli occhi, scosse la testa e poi mi regalò un sorriso delizioso; le corsi subito incontro felice di riaverla con me, giunto dinanzi a lei, le presi le mani e le strinsi, il calore del mio corpo subito l’avvolse, chiuse gli occhi sorridendo beatamente “La tua temperatura aumenta sempre di più e poi…” si fermò per guardarmi. Mi scrutò dall’alto verso il basso “Cresci sempre di più…stai diventando un uomo. Sei davvero bello, Jake” sussurrò arrossendo. Vibrai alle sue parole e l’afferrai per la vita spingendola contro il mio corpo “Mi sei mancata” inspirai tra i suoi capelli “Anche tu”. Mi staccai per guardarla “Dai portiamo la valigia in camera!” e mi salii le scale, trascinando il bagaglio di Bella.
Una volta giunti a destinazione, la feci accomodare “Tu dormirai qui. Ho cercato di rendere il posto il più confortevole possibile, ma se manca qualcosa basta che parli, provvederò ad accontentarti”, Bella mi scrutò attenta e poi sorrise “E’ perfetto così, grazie”. Si sedette sul letto, incrociando le gambe, imbarazzato la fissai, il silenzio che ci aveva avvolto non aiutava, dentro fremevo all’idea di sapere tutto, ma dovevo rispettare la sua decisione. Mentre cercavo di convincermi, sentii Bella singhiozzare, spalancai gli occhi stupito e incrociando i suoi rossi di pianto, maledii mentalmente colui che la faceva stare così. Mi sedetti al suo fianco, lei poggiò la testa sulla mia spalla “Scusami, Jake. Sono inopportuna, ora mi passa, o-o-ok?” balbettò provando a convincere se stessa “Sfogati quanto vuoi, io sono qui”, si gettò sul mio petto ed io l’avvolsi spasmodicamente con le braccia.

“Cucciolo dimmi cos'hai
perché se piangi sto peggio di te
e i tuoi problemi la sai sono i miei
perché se piangi vuol dire che forse non piangi per me
Cucciolo appoggiati qui
sulla mia spalla che tanto lo so
soffri il solletico e solo così
potrò vederti sorridere un po'
Forse è la luna che è in te
e che più donna ogni mese ti fa
forse è l'attesa di quel che non c'è
la prima amara sorpresa dei cuccioli della tua età
Fuori c'è un vento di treni e di gente
che sfiora i tuoi seni con l'indifferente volgarità
che la vita ha
e tu che avresti bisogno di sogni e di latte
di lampade accese di giorno e di notte rimani qui
perché fuori sai è così...è così
Cucciolo resta con me
sarò il tuo amante e la giovane zia
che quando chiedi il perché dei perché
ti saprà dare in risposta un pezzetto di vita la mia
...
Sarò il tuo amante e la giovane zia
che in bicicletta ti porta nei sogni che scappano
via verso un mare salato di pesci e di conchiglie
un mare guarito dal sole che qui non c'è
ma che è in me e in te
perché tu avresti bisogno di correre il mondo
dolcissimo cucciolo senza il guinzaglio della realtà
ti darò la mia fantasia e il mio braccio dov'è
e il tuo cuscino e il tuo seno è il mio
addormentata fai parte di me
e allora guardo il soffitto
e mi sento un po' cucciolo anch'io”

 

Vederla il quello stato, fece crescere la mia rabbia e il mio desiderio di vendetta, quell’essere insulso doveva pagarla con la vita, giurai a me stesso che non gli avrei più permesso di avvicinarsi a lei. Ma perché doveva essere così difficile? Bella non poteva semplicemente amare me? La coccolai a lungo, fin quando si calmò, alzò la testa e mi fissò “Grazie…”, le accarezzai una gota e asciugai le sue lacrime, avvolgendo il suo volto tra le mie mani “Ti aiuterò a stare meglio, è una promessa la mia. Con me non piangerai mai” “Oh Jake, io…” “Shh non dire niente” le tappai la bocca con un dito “Ora pensa a riposare, il viaggio è stato lungo. Dopo parliamo un po’ se ti va” annuì e poco dopo lasciai la sua stanza per dirigermi dal branco…dovevo parlare con Edward, ma prima di farlo avevo necessariamente il bisogno di parlarne con Sam, con o senza il suo consenso, io sarei partito. Questa volta avrei messo le cose in chiaro per sempre…

 

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