Nerd di H u m a n o i d (/viewuser.php?uid=80355)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Capitolo
1
New
York: la grande mela.
Città confusionaria; i cui
abitanti, trascorrono il loro tempo tra il traffico caotico, una
corsa frenetica per non perdere la metropolitana, e party esclusivi,
con V.I.P. sempre presenti.
Per alcuni, era l'Inferno in terra; per
altri, era il Paradiso. E poi, c'erano delle persone che la pensavano
in entrambi modi; e una di queste era Alessia.
Per una come lei il liceo ara
l'Inferno. Appassionata di fumetti, Star Wars, Star Treck
videogiochi, e di musica. Inutile dire, che era reclutata da tutti, o
quasi, una sfigata cronica.
Gli amici che aveva erano pochi, ma
almeno, erano fedeli. A casa, era peggio che a scuola. La madre, le
ripeteva in continuazione di essere troppo maschiaccio, di vestirsi
in modo più femminile, di uscire il sabato sera, invece di
rimanere a casa con i suoi amici.
“Perché indossi sempre questi
abiti orrendi? Perché ti trucchi sempre così
scura?
Perché non ti metti mai un po' di ombretto chiaro? E poi, le
scarpe! I capelli con queste meches bianche orribiliii!!”
Era sempre la stessa storia; mai una
volta, che la lasciasse uscire di casa senza rimproverarla, o facendo
finta di non averla vista.
“Perchè non esci mai? Sempre
con quegli sfigati dei tuoi amici! Ma mettiti una mini gonna e vai in
discoteca!”
Alessia si meravigliava sempre quando
sentiva la madre parlare in quel modo. Alcuni genitori, avrebbero,
dato non si sa cosa, per avere una figlia come quella: voti alti a
scuola, niente ragazzi portati clandestinamente in camera sua, mai
un'uscita di nascosto... Perché la madre, non riusciva a
capire, che sua figlia, odiava, quello stile di vita, e soprattutto
le persone che lo adottavano. Odiava, l'ipocrisia, che c'era tra le
sue compagne di classe; tutte amore di qui, cara di la; e poi, si
ritrovavano a parlare male di chiunque, anche di quella, che
chiamavano la loro migliore amica. Suo fratello, era il tipico
ragazzo, appartenente a quella parte di mondo, da lei tanto odiata.
Il fratello gemello, ragazzo
popolarissimo; nonché capitano della squadra di football
della
scuola, organizzava in continuazione feste a casa loro, con quella
che lui e i suoi amici energumeni, osavano chiamare musica, rovinando
così tutta la magia, che si celava dietro quello splendido
nome.
“Ahaha, che sfigati che siete!!”
Urlava in giro per i corridoi della scuola, con a seguito tutti i
trogloditi della squadra di football, con ragazze pon pon, attaccate
al... ok, lasciamo perdere, rischierei di diventare volgare. Passava
davanti alla sorella, e poi, prendeva uno dei suoi amici a caso, e lo
rinchiudeva nell'armadietto; la maggior parte delle volte, era Josh a
fare la brutta fine; essendo il più gracilino del gruppo
Quando però la scuola finiva, o
Alessia, usciva di casa, i suoi occhi, vedevano il mondo, sotto una
luce diversa. Poteva essere se stessa, senza che nessuno la
giudicasse e la prendesse in giro ingiustamente. Fumetterie, negozi
di musica ad ogni angolo, scuole di canto, piano, chitarra; parchi in
cui praticare skateboarding. Cosa poteva volere di più dalla
vita?
La
scuola, per fortuna, era finita. Tre
mesi di totale libertà, prima di tornare alla solita routine.
Alle
undici passate, Alessia si alzò
mugolando dal letto. Si diresse in cucina, dove trovò il
fratello, intento a fare colazione con una tazza di cereali, che in
poco tempo divorò, con i suoi modi da cavernicolo.
Alessia prese la sua tazza, e si mise a
mangiare sulla sua poltrona, di fronte alla grande vetrata, che
circondava tutta sala dell'enorme loft.
Lei e la sua famiglia abitavano in un
palazzo di proprietà del padre; grandissimo uomo d'affari,
raramente a casa.
Dato che il palazzo apparteneva a loro,
non avevano fatto complimenti,e si erano stabiliti nel loft
all'ultimo piano. Da lassù si poteva vedere New York in
tutto
il suo splendore. Di giorno, non era un grande spettacolo, ma di
notte, toglieva letteralmente il fiato. Le luci della città,
i
fari delle auto... tutto appariva così bello,
così
calmo; specialmente dopo la mezzanotte. Anche se si scorgeva ancora
qualche taxi e qualche limousine per la strada; la città
sembrava come assopita.
Quella vista, le conciliava il
pensiero. La faceva riflettere ogni volta. Fissava un punto
indefinito oltre la vetrata e si perdeva nei suoi pensieri. Quella
mattina, però i suoi pensieri furono interrotti
dall'assillante fratello, che le picchiettava la spalla
freneticamente.
“Hai rotto il cazzo! Se non ti caco
manco di striscio, vuol dire che non ho voglia di parlarti!!”
Sbraitò innervosita Alessia.
“Oh, cazzo, calmati! Stasera, faccio
una festa, quindi smonta gli strumenti di la!”
“Si quando ne ho voglia! Non rompere
la minchia, che mi sono svegliata adesso!” Il fratello si
dileguò
nella sua camera.
Come previsto, il ragazzo, si era
subito approfittato dell'assenza dei genitori, volati per due
settimane a Parigi in vacanza.
La ragazza sbuffò sonoramente.
Odiava il fratello, quando pretendeva di comandare solo
perchè
era l'uomo, o meglio, il cavernicolo.
Trattene le parole a fatica: quante ne
avrebbe volute dire.
Si alzò scocciata dalla
poltrona, e andò in camera sua. Sapeva già che
avrebbe
dovuto spostare gli strumenti dalla sala prove da sola, dato che i
suoi amici erano tutti in vacanza; e di chiedere una mano al
fratello, proprio non se ne parlava.
Si chiuse in camera sua, battendo la
porta e si sommerse di nuovo nelle coperte.
“Aleee!! Ha chiamato papà! Ha
detto che al piano di sotto ci sono degli inquilini nuovi, e due
hanno la nostra età e che dobbiamo andarli a
salutare!!” Il
fratello batteva incessantemente il grosso pugno sulla porta di legno
scuro.
“Fanculo! Ci vai te!”
“Va bene! Tanto poi papà si
incazza con te!”
“Ma fai poco il lecca culo, che a te
te ne frega meno che a me!"
Sbraitò per l'ennesima volta la
ragazza buttando un cuscino contro la porta. Era impossibile in
quella casa trovare un attimo di pace. Anche quando i genitori non
erano presenti, la casa era un' inferno.
Dopo una buona ora che si rigirava nel
letto, decise di farsi una doccia e di vestirsi.
Uscì dalla camera,e sentì
la televisione accesa, il fratello, non era ancora andato a trovare
gli inquilini al piano di sotto evidentemente. Gli annunciò
che stava andando a farsi una doccia, che durò per una lunga
mezz'ora.
Il pranzo tra i due fratelli, si svolse
nel più assoluto silenzio. Anche se erano gemelli, tra loro,
c'era un rapporto molto distaccato, forse anche troppo, per due
fratelli.
Le uniche parole che uscirono dalle
loro bocche furono “Puoi passarmi il sale?” oppure
“Mi
passeresti l'acqua?”
Ognuno sparecchiò le proprie
stoviglie, e le misero nella lavastoviglie.
“Senti, io vado a salutare i nuovi
inquilini, invito anche loro alla festa... va bene?”
“Sai a me che me ne frega...”
Il fratello uscì scocciato
dall'appartamento; lasciando Alessia sola.
Sospirò rumorosamente ancora una
volta,e decise di andare a togliere gli strumenti dalla sala prove.
Per prima cosa, doveva staccare i fili
degli amplificatori. Immancabilmente inciampò, rischiando
quasi di rompersi una gamba.
“Merda!” Urlò,
massaggiandosi il polpaccio, per poi tornare in piedi. Era veramente
goffa.
Si mise una mano dietro la testa, non
sapendo da dove cominciare: di solito era Brad quello che si occupava
dei cavi. Se si parlava di suonare e cantare, per lei non c'erano
problemi, ma quando si trattava di attaccare gli strumenti, tutto
quello che sapeva fare era attaccare la chitarra all'amplificatore.
Si mise le mani tra i capelli
arruffati, e si mise a sedere per terra, cercando di capire qualcosa
in quel groviglio infernale di fili.
“Uff.. accidenti a Brad e a quando è
andato in vacanzaaa!!”
La musica l'aiutava sempre a
concentrarsi, così andò in camera sua, e
inserì
l'ultimo cd dei Linkin Park.
“Ora si che prima no!” Alzò
il volume al massimo, in modo da sentire la musica dalla stanza degli
strumenti.
Si stropicciò per bene gli
occhi, e facendo attenzione a non rompere niente, cominciò a
staccare i fili.
“Give me reeaaaaason! To prove my
wrong, across this memory clean!!” Intonava alla perfezione
le note
della canzone New Divide; quando la porta di aprì e non
sentì
solo la voce del fratello, ma anche quella di altri due.
“Evvai, saranno i suoi amici
cretinoidi!” Pensò sconsolata Alessia, fermando il
suo
canto, e cercando di fare finta di niente.
“Alessia! Abbassa sto schifo di
musica!”
“Ma abbassala te coglione! Io c'ho da
fare!” Rispose di tutto tono lei, indignata, per aver osato
dire
che i suoi amati Linkin Park erano uno schifo di musica.
Il fratello, corse nella camera della
ragazza, e spense definitivamente lo stereo.
“Almeno presentati!” Urlò
scontroso il ragazzo, dai pettorali mastodontici.
Alessia buttò quei pochi cavi
che era riuscita a districare a terra, e andò in salotto.
“A chi mi devo presentareee??” Alessia,
arrossì di colpo, dopo quella figuraccia. Due
ragazzi, tra l'altro, piuttosto discreti, sedevano sul divano del suo
appartamento, e la fissavano con gli occhi sgranati, forse un po'
sbalorditi dal suo comportamento indisponente; o forse... da tutto!
Dai tatuaggi e il percing al sopracciglio e sulla lingua, alla
maglietta di Star Wars, dai pantaloni neri a quadri, agli anfibi.
“Aaah!” si lasciò scappare
Alessia
“Voi dovete essere i nuovi inquilini
del piano di sotto!!”
“Si siamo noi!” Disse ridendo un
ragazzo dai vestiti extra large e delle treccine nere, come quelle
che usano i rapper. La pelle abbastanza scura, e un sorriso da
togliere il fiato. I lienamenti del suo viso erano dolci, e
ricordavano vagamente quelli di un bambino.
Un altro ragazzo sedeva acanto a lui.
Aveva una cresta sparata in aria; e dei lineamenti più duri
del ragazzo seduto di fianco a lui, messi in evidenza con il trucco
pensante. La pelle più chiara dell'altro; ma un sorriso
altrettanto bello.
“Piacere io sono Alessia!” Si
presentò timidamente la ragazza, facendo segno di saluto con
la mano.
“Tom!” Rispose il ragazzo dallo
stile strettamente hip-hop
“Bill!” Annunciò ridendo
l'altro.
Alessia, notò piacevolmente
meravigliata, che Bill portava i suoi stessi anfibi. Dopo pochi
secondi, le balzò in testa una domanda. Che ci faceva uno
come
Bill, con uno come suo fratello? Ok, uno come Tom, era del tutto
normale che frequentasse quel tipo di persone... Ma, Bill, a dirla
tutta, non ci rientrava niente!
“Hai finito di togliere la roba?”
Chiese duro Brett ,il fratello di Alessia,
“No, brutto scassa cazzo! C'è
un casino di là manco all'inferno! E poi come cazzo li porto
gli amplificatori giù nel magazzino se sono da
sola??”
“Non è colpa mia se i tuoi
amici sfigati non ci sono! Non rompere il cazzo!"
“Ma non rompere te! Gli strumenti te
li lascio di là! E se non ti va bene ti attacchi al cazzo o
li
sposti da solo! E vaffanculo!”
Bill e Tom, ridevano divertiti sotto i
baffi, mentre assistevano a quella scena.
Incavolata come poche volte la ragazza
si chiuse a chiave nella sua camera e accese di nuovo lo stereo a
tutto volume.
Era ufficiale: odiava suo fratello. Con
il suo atteggiamento da superiore, come se fosse chi sa chi. Ma chi
si credeva di essere? Per lei gli strumenti rimanevano dove erano.
Tanto se li spaccavano, ci pensava quel riccone di suo padre a
ricomprarli.
La batteria, non aveva molto valore:
avevano comprato quella che costava meno, facendo una colletta, lei e
tutti gli altri componenti del gruppo; perchè ci voleva
troppo
tempo a portarla da casa di Daniel a lì e a montarla tutte
le
volte. La chitarra, era la sua, ma non era quella che le piaceva di
più; quelle meglio le teneva in camera, al sicuro; disposte
in
fila, ognuna sul proprio cavalletto. Il basso, Jeremy lo portava ogni
volta a casa sua, e lo stesso faceva Alex con la sua chitarra.
Alessia prese al sua pallina da tennis
e cominciò a farla scontrare con contro il muro, per poi
farla
tornare nelle sue mani,proprio come faceva il dottor House nei suoi
momenti di crisi.
Dopo un po', smise di tirare la pallina
contro il muro, perché l'I-phone accanto al suo letto aveva
cominciato a suonare. Spense lo stereo, e svogliatamente rispose.
“Oh...”
“Hei Ale! Sono Joe!”
Joe, era un ventenne, proprietario di
un negozio di fumetti non lontano da casa d'Alessia. Ci andava spesso
con i suoi amici, e proprio li, aveva conosciuto altri ragazzi, con i
suoi stessi interessi.
“Bha,,ciao!Che si dice?”
“Stasera ci si ritrova un po' tutti
qua in fumetteria, ti va di venire?”
“Certo! Almeno mi levo dal truzzame
di casa mia! Stasera mio fratello da una delle sue solite
feste..”
“Ah,capito! Allora ti ho chiamato
proprio nel momento giusto!”
“Siii! Sei il mio salvatore!”
“Eeeh, modestamente! Oh, porta anche
la chitarra, così fai il sottofondo sonoro!”
“Vai, a che ora?”
“Passo da te alleee... sette e mezza
va bene?"
“Perfetto! Allora a dopo!”
“Ciao, peace and love!”
Menomale, che esisteva Joe. Alessia
tirò un sospiro di sollievo, e si buttò supina
sul
letto.
Dai, almeno sarebbe stata fuori di
casa, e non avrebbe dovuto sopportare tutto il baccano proveniente
dalle altre stanze della casa.
Josh bussò per la milionesima
volta alla porta.
“Che vuoi?”
“Abbiamo portato giù in
magazzino tutto...”
Alessia aprì la porta
indispettita. Ah, si, quando non c'era lei a sgobbare, faceva tutto
da solo?
“Vedi, che se le cose le vuoi fare le
fai, senza che tu debba rompere la minchia a me!”
“E ci credo, che l'ho levata al roba,
te ti comporti da super star!”
“Io eh?”
Il fratello sbuffò sonoramente,
si era già stufato di litigare con la sorella, era da quella
mattia, che non facevano altro che mandarsi accidenti e urlarsi
contro.
La ragazza, stava per chiudere di nuovo
la porta, quando si fermò, per avvertire il fratello, che
quella sera, non sarebbe rimasta a casa.
Brett, fece spallucce, in fondo non
gliene importava niente, se la sorella, quella sera, sarebbe
uscita.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Waa che bello due
commenti!! *si agita come un'esaltata e
batte le manine*. Scusatemi, mi emoziono con poco xD
NICEGIRL:
Mi fa paicere che ti incuriosisca la mia ff !! Spero che continui a
leggerla ^^. Appena postato, leggo anche qualcosa di tuo ^^
Devil96: Martina
giusto? Scusa non sono molto brava con i nomi xD. Wow! Ci ritroviamo!!
Sicuramente passo anche da te a leggere qualcosina ^^ (sul
sito dei th ho postato il quinto capitolo se interessa ^^)
Se vi va di contattarmi,
trovate il mio indirizzo di MSN nel mio profilo ^^
Un bacione a entrambe Alessia <3
Capitolo 2
Il campanello
suonò, facendo
balzare Alessia in piedi. Finlamente, Joe era arrivato. Corse ad
aprire la porta, contenta di andarsene da casa sua, che già,
cominciava a riempirsi di persone.
“Joe!! Vieni, prendo la chitarra e
arrivo!”
Il ragazzo, attraversò la soglia
del appartamento. Tutto era addobbato a festa. Una pacchianissima
palla da discoteca scendeva dal soffitto, e un'assordante musica
penetrava nelle orecchie, spaccando quasi i timpani.
Alessia prese la chitarra acustica dal
suo piedistallo, e chiuse a chiave la porta di camera sua, per essere
sicura che nessuno entrasse; l'ultima volta, aveva trovato due
ragazzi, intenti a fare l'amore sul suo letto: potete immaginarvi la
sua reazione.
Tornò dal ragazzo, che intanto,
guardava scandalizzato ogni persona che gli passava vicino.
Alessia lo vide e scoppiò a
ridere.
“Ahaha! Ti capisco! Andiamo va, prima
che ti svieni!!”
Intanto Bill e Tom ,passarono di fianco
ai due.
“Vai via?” Chiese Bill.
“Si, non resisterei qua dentro più
di due minuti!! Va bè, Ciao!”
“Ciao!” Salutarono Tom e Bill in
coro, facendo cenno di saluto con la mano.
Alessia si chiuse la porta alle spalle;
lasciando un po' sbigottiti i due ragazzi.
“Bha... strana la ragazza..”
Commentò Tom, alzando un sopracciglio. Bill rimase a fissare
la porta. Sarà anche stata strana, però, gli era
sembrata dal primo momento, come dire...diversa.
Non era apparsa ai suoi occhi, come
tutte le ragazze in quel momento nell'appartamento, cioè
vuote, finte...
Lei no, era sembrata spontanea, senza
peli sulla lingua: vera.
“Chi erano quei due che hai
salutato?” Chiese incuriosito Joe, dando una gomitata ad
Alessia,
che subito arrossì violentemente.
“Nessuno.” Rispose secca. “Sono i
nuovi inquilini del piano di sotto... Delle assolute teste di cazzo,
se sono andati alla festa di mio fratello...”
Sbuffò innervosita incrociando
le braccia al petto, e guardando il ragazzo di fianco a lei, che non
era del tutto convinto di quello che la ragazza, aveva appena
affermato.
“e non guardarmi con quella faccia a
sgorbio!” Mugolò Alessia, mentre Joe, rideva
divertito,
vedendola ragazzina arrossire.
Lei gli lanciò un'occhiata di
ghiaccio. Odiava apparire la ragazzina stupida di turno, essendo,
spesso e volentieri, la più piccola. Anche il quel caso era
così: lei 17 anni; Joe, 20.
Uscirono dall'ascensore. Davanti
all'entrata del palazzo, era parcheggiata la vecchia auto malridotta
di Joe. Ogni volta, diventava sempre più brutta: quando
partiva un po' vernice, quando un cerchione delle ruote, e quando uno
specchietto.
Joe, si rattristava sempre a vedere la
sua povera auto ridotta in quelle condizioni, ma del resto, vedere
fumetti, non rendeva bene.
Alessia guardò la cima
dell'altro palazzo, da dove proveniva un flebile frastuono,e si
intravedevano delle luci psichedeliche. Scosse la testa, pensando in
che condizioni sarebbe stato l'appartamento.
Si sedette sul sedile del passeggero,
che sprofondò, anche se il suo peso, non era poi molto
elevato.
Dopo cinque minuti arrivarono davanti
alla fumetteria. Gli altri ragazzi, non erano ancora arrivati, ma di
sicuro, sarebbero stati li tra poco.
“Ma che fai? Tieni aperto tutta la
notte, e metti il cartello di chiusura?”
“Tengo aperto, nel caso passasse
qualcuno!”
Joe aprì la porta a vetro del
locale, e accese la luce. I neon illuminarono immediatamente il
grande monolocale.
“Che tristezza che fa sto posto
vuoto...” Disse con una strana smorfia sul volto il ventenne.
“Dai su! Che tra poco arrivano gli
altri cretini!”
Gli altri cretini, ai quali si riferiva
Alessia, erano come Joe, ventenni. Gli unici ragazzi della sua
età,
con cui andava d'accordo, erano Daniel, Brad e Josh, ma dato che loro
erano in vacanza, si doveva accontentare.
Alessia si mise a sedere su uno
sgabello dietro il bancone, mentre Joe, metteva in ordine la cassa,
in attesa dell'arrivo degli altri ragazzi.
-Intanto
alla festa-
Bill si sentiva un pesce
fuor d'acqua.
Tutta quella gente, di cui non conosceva il nome. Tutta quella gente
che lo guardava male. Era tutto così nuovo, e allo stesso
tempo, così uguale.
In Germania, si facevano le feste tra
compagni di scuola, ovvio; ma non erano esagerate come quelle.
nonostante il numero di persone, fosse ben maggiore, tra quelle, non
c'era persona che non lo guardasse male; nessuna persona, che
provasse ad avvicinarsi a lui.
“Cazzo, non ho mica la lebbra!”
Pensò innervosito Bill. Possibile, che tra quelle persone,
nessuno, avesse avuto voglia di parlare con lui, senza il secondo
scopo di prenderlo in giro? Era come un dejà-vue. Sempre la
stessa storia, la stessa, noiosa, snervante e triste storia.
Il fratello gemello, non aveva mai
avuto problemi a integrarsi tra la gente, forse, perché si
confondeva tra la massa. Bill, era totalmente diverso: introverso,
timido, impacciato... si riconosceva anche tra centinaia di persone;
aveva la sua personalità, e non ci avrebbe mai rinunciato,
solo per far parte di un gruppo.
Il fratello si atteggiava già da
“capo branco” proprio come faceva in Germania;e la
cosa dava
davvero sui nervi a Bill: lo odiava quando faceva in quel modo!
Se ne stava seduto, con il suo drink i
mano, del quale, non aveva bevuto più di un insignificante
sorso.
Si alzò scocciato dal divano,
diede una pacca al fratello e uscì velocemente
dall'appartamento; non sarebbe rimasti li dentro un attimo di
più.
Passò per il suo appartamento; prese l'i-pod, e
uscì
dal grande palazzo, in cerca di un po' di pace.
Uscì in strada. Il marciapiede
era illuminato da alti lampioni, alcuni emanavano una luce
più
fioca di altri. Alcune macchine passavano veloci, non curanti del
limite di velocità.
Tutto era così triste. Aveva
sperato, che arrivando in America, avrebbe trovato, non moltissimi
amici, ma almeno un paio, che non lo prendessero in giro, ma amici
veri.
Dopo quell'ora scarsa che aveva
trascorso alla festa, però, ogni sua speranza era sfumata.
-In fumetteria-
Alessia sedeva sul bancone, con accanto
Joe. I ragazzi, avevano portato con se, tre casse di birra, ma una,
era già finita, e la ragazza, era arrivata a quota due.
Teneva
in braccio la chitarra acustica, e sotto richiesta dei ragazzi,
suonava qualche brano, ovviamente, mentre loro cantavano, o meglio
stonavano.
Ridevano, scherzavano, si prendevano in
giro: erano felici. Quella felicità, raramente era provata
da
Alessia.
“Oh, però Ale! È ora
che ti sblocchi un po'! Cioè, hai 17 anni!”
Sbraitò
Joe, vedendo comparire un'aria minacciosa sul volto della ragazza.
“Dai, io ho un'idea! Facciamo
un'orgia!!!” Urlò ancora più forte Ed,
saltando
addosso ad Alessia, che si dimenava tra le sua braccia ridendo. Si,
era decisamente, già ubriaco.
Alla fine, Alessia pestò il
piede all'amico, facendolo urlare e facendo ridere tutti i presenti.
Odiava, quando le persone facevano quei discorsi infantili. Avrebbe
fatto sesso, quando se la sarebbe sentita, e soprattutto, con la
persona giusta; che però tardava ad arrivare. Tutte le
volte,
che qualcuno trattava con lei di quell'argomento, si irrigidiva, e,
si sentiva tremendamente in imbarazzo. Forse, perché era
l'unica ancora vergine.
Joe, continuava a stuzzicarla, ma lei,
cercava di trattenersi e di non rispondere alle sue provocazioni.
La porta del negozietto si aprì,
lasciando tutti si stucco: non entrava va nessuno di giorno,
perché
qualcuno avrebbe dovuto entrare di sera?
Alessia rimase un po' sconcertata
vedendo la persona, che, con fare timido e impacciato varcò
la
soglia.
“Ciao Bill!”
Note finali: Abituatevi ai capitoli che finiscono a cavolo,
perchè io lui adoro xD
Adesso ho finito davvero!!! Ciau ciau =)
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Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
capitolo 3
Waaaa!! Che
bello quante lettrici *----------------* Cominciamo subito
con i ringraziamenti!!!
NIECEGIRL: Che
bello! Mi fa paicere che ti piaccia la mia ff ^^. Avevo detto che avrei
letto qualcosa di tuo, e giurò che lo farò,
però ho visto ceh le tue ff sono un po' avanti con i
capitoli ^^ ieri sera ho letto un capitolo di "La fine o forse no".
é davverop caarina!! Ora cerco di mettermi in pari ^^. Prima
o poi vedrai anche un mio commento XD
Ice_Angel:
*--------* Nuova lettrice!! Benvenuta nel club di chi legge le mie
schifezze!!! Mi rende molto conntenta che la legga pure te!!! Ma... ho
dato una sbirciata nelle tue ff, e una mi pareva di averla
già sentita nominare!! Ma te per caso sei Ice Angel, quella
che posta "La migliore amica di mio faratello" sul Die Besten
Der Welt?? Spero di non aver fatto confusione con quelcun altra XD
Magari dimmi se è così o no, sennò io
mi gaso perchè conosco un casino di gente su efp XD P.S :
grazie di avermi detto che scirvo benissimo *--------*
layla the
punkprincess: Ehi ciao!!! Che emozionee! Ancora una nuova
lettriceee!! Continua a seguirimi caraH!!!
Devil96: Va
bè, mi dispiace che non ti vada più msn
ç_ç. Comunque, su il sito dei th, ho lasciato un
commento nella mia ff! Se ti va vai a leggerlo,, anzi, mi farebbe
comodo XD Perchè ho fatto un discorso un po' confusionario,
e se devo rifarlo pure qua ci impazzisco XD. Come credo avrai visto,
sono andata a leggere una delle tue ff ^^ Veramente carina! Continua
presto!
Piera: Ciauuuuu!!!!!
Che bello, fleggi un amia ff *_____________*. GRazie mille del
commentooo!! *arrossisce tutta*. Ma "un mondo insieme a te" non la
continui? ç______________ç *si strappa i
capelli*; cioè, mi hai lasciata li, a metà
ç_ç. Comunque, ovvio ceh leggo la nuova ff!!!! Un
kissoneeeeeeee <3
Grazie mille ragazze per aver letto e commentato questo la mia ff^^
Un bacione a tutte!!
Capitolo
3
Si, quella visita
era stata del tutto inaspettata. Pure Bill, era rimasto sorpreso, nel
vedere Alessia.
Sorrise in modo
impacciato, e ricambiò il saluto. Tutti i presenti
guardarono
un po' straniti Alessia, che subito presentò il ragazzo ai
suoi amici.
“Piacere!!”
Disse Bill, felice di fare la loro conoscenza. Aveva dei modi,
gentili, e allo stesso tempo, insicuri, che lo facevano sembrare
indifeso.
“Come mai qua?”
Chiese incuriosita Alessia, spezzando il silenzio, che si era creato
tra i due.
“Ehm...come
dire... a casa tua, c'era leggermente troppo casino!” Sorrise
nuovamente Bill, mettendosi una mano dietro la testa.
“A chi lo dici!”
Sospirò Alessia.
Tutti, cominciarono
a fare conversazione, e conobbero meglio Bill. Era tedesco, Tom, era
suo gemello, anche se difficile a credersi...
La serata passava
tranquillamente, tra una risate e un'altra, anche se Alessia, alzava
un po' troppo il gomito.
“Ale, se continui
così, cadi in terra!” Le ripeteva Joe, ma
ovviamente la
ragazza, non gli dette ascolto.
Ormai, la ragazza,
era ubriaca, e nemmeno poco. Diceva cose senza senso, e rideva, in
continuazione. Camminava in qua e là per il negozio,
reggendosi a malapena in piedi. Le girava la testa, e capiva a
malapena ciò che le veniva detto.
“Ale..meglio se
ti porto a casa!” Disse Joe. Si erano pure fatte le due.
Tutti si
salutarono, e uscirono dalla fumetteria.
“Hey Bill! Tanto
abiti nello stesso palazzo di Alessia, ti accompagno io!!” Si
offrì
gentilmente il ragazzo, tanto, non gli comportava niente portare pure
Bill.
Il moro accettò
volentieri e si sedette sul sedile del passeggero. Alessia si era
sdraiata di dietro, e continuava a blaterare qualcosa. Bill, rideva
divertito, insieme a Joe.
Dopo poco tempo,
furono arrivati. Alessia era seduta per terra accanto alla porta
dell'appartamento, e Bill cercava le chiavi nella sua borsa.
“Trovatee!!”
Esultò il ragazzo aprendo la porta.
C'erano ancora
moltissime persone, molte delle quali, erano ubriache. Ballavano
tutti uno spora all'altro, e urlavano, cercando di sovrastare la
musica, con le loro parole, anche se la cosa, era praticamente
impossibile.
Alessia, si fece
trascinare fino davanti alla sua camera. Premette sulla maniglia.
“Cazzo...”
Bisbigliò cadendo quasi, in terra dal sonno.
“Che c'è?”
Chiese preoccupato Bill.
“Ho chiuso a
chiave...”
Infilò la
mano nella tasca posteriore degli aderenti pantaloni, e finalmente
aprì la porta.
Si trascinò
fino al letto, sopra il quale si buttò a peso morto. Bill e
Joe, si erano avvicinati al letto sghignazzando.
La ragazza mugolò
e aprì le braccia, cercando di prendere il suo pupazzo di
Dart
Fener.. Purtroppo prese male la mira, e per sbaglio, prese il collo
di Bill. Il ragazzo spalancò gli occhi, un po' impaurito, e
Joe, si buttò sul letto ridendo.
Alessia, era già,
però, nel mondo dei sogni, e strinse ancora più
forte
Bill, facendolo cadere sul letto.
“Invece di
ridere, potresti darmi una mano??” Chiese il povere ragazzo,
dopo
essere arrossito violentemente.
Joe, liberò
il moro dalla morsa di Alessia, e entrambi, uscirono silenziosamente
dalla camera.
Alessia,
aprì
gli occhi lentamente. Non riusciva a ricordare bene cosa fosse
successo la sera prima. Le faceva malissimo la testa, e oltretutto,
le veniva da vomitare. Notò di avere ancora indosso i
vestiti
della sera precedente, e allora realizzò di aver bevuto un
tantino di troppo. Mugolò, dopo che la luce proveniente
dalla
finestra, si scontrò contro i suoi occhi, facendola girare
dalla parte opposta.
Si addormentò
dopo pochi minuti, ma successivamente, fu costretta ad alzarsi causa,
improvviso attacco di vomito. Corse in bagno, quasi inciampando nella
moquette.
Si toccò la
fronte, e finito, il disgustoso rigurgito, uscì a
velocità
estremamente lenta dal bagno.
Per il corridoio,
c'era una confusione disumana: bicchieri per terra, coriandoli,
stelle filanti, pezzi di pizza, e schifezze di ogni genere. Le veniva
voglio di vomitare nuovamente. Il fratello, uscì dalla
cucina,
dandole il buongiorno. Alessia lo fulminò con lo sguardo: e
quello lui lo chiamava buongiorno? Per lui, era un buongiorno,
svegliarsi con la testa che ti gira, e al casa più sporca di
un porcile? Evidentemente, si trovava a suo agio in quell'ambiente.
“Senti, qui metto
a posto io, ma te devi andare a fare la spesa...”
Borbottò
Brett.
Le toccò
accettare, se non voleva morire di fame.
“Mmm.. che ora
sono?”
“Le... quattro e
mezza....”
Alessia sgranò
gli occhi, perplessa.
Scosse il capo e
poi, decise di darsi una pulita, prima di uscire di casa.
La doccia durò
più del previsto e uscì che erano quasi le sei.
Chiuse
la porta dietro di se uscendo dall'appartamento, e poco dopo, si
trovò per terra.
“Ahhhiiiiiiiii!!”
Esclamò.
“Oddio scusa! Non
volevoo!!” Esclamò, una voce a lei familiare.
Alzò lo
sguardo, e si trovò davanti a Bill.
“Bha! Ciao!”
Esclamò imbarazzata la ragazza, dopo la figuraccia appena
fatta.
“Ciao!Smaltita la
sbornia?” Domandò Bill, ridacchiando un po'.
Alessia, arrossì
tantissimo, dopo che si fu ricordata della figuraccia pazzesca della
sera prima. Per una volta, che un ragazzo, carino e simpatico,
capitava dalle sue parti, e tra l'atro, non era nemmeno un cafone
troglodita, doveva per forza fare una delle sue solite figure di
merda?
Si coprì il
viso con le mani, e poi sorrise terribilmente imbarazzata.
“Scusa, non
volevo scambiarti per un pupazzo!!” Disse, ridendo come una
cretina, e arrossendo ancora di più, sempre che fosse
possibile.
Bill rise di gusto,
vedendo i modi impacciati della ragazza, che forse, in quel momento
lo erano molto di più dei suoi.
Scusa, non volevo scambiarti per un
pupazzo? Ok, questa me la potevo benissimo risparmiare!! Ma non avevo
nient'altro da dire??
Note finali:
Scusate la brevità di quetso capitolo, ma lo ho scritto in
un momento di poca ispiraazione ç__ç
Ciau a tutte e commentate ^______________^
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Salve a tutteeee!!! Scusate
lse ieri non ho postato, ma oggi avevo un compito di algebra, e dovevo
prepararmi ^^
Parto subito con i
ringraziamenti!!
Piera: nooo! ma io
adoravo quella storia!!! T_____________T, che donna cattiva che sei,
però grazie all'infinito per il commentoooo
*--------------------------------*. Mi fai arrossire coshì
**. Certo che mi ci abituo xD, anche se mi monterò un pelino
la testa xD. Grazie mille, sei davvero troppo buona *---*
P.S. Sto leggendo piano piano pure al tua ff ^^. Sono arrivata al
capitolo 5! quando ho visto che hai postato fino al dodicesimo, mi
è preso male xD mi metterò in pari
però! Prometto!!!!
NICEGIRL: Ora
non mi preoccupo più, perchè ho letto
U_U. Eh, scusa, una promessa, è una promessa ^_^ Mi fa
davvero piacere che ti piaccia sempre di più la mia storia!!
lyla the punkprincess:
BHè, in effeti XD però dai, era un po' stupida
come cosa XD Grazie mille di ave commentato anche questo capitolo ^^
continua a seguirmi!!!
Ice_Angel:
allora avevo ragione xD. Sisi, ci sono pure io sul db, sono
(non fare caso al nome, è
stato un attimo di pazzia dopo aver letto "Il diavolo veste
prada").grazie *----*- Andrà a finire che con tutti questi
complimenti, diventerò un pallone gonfiato xD.
Devil96:
sperto che tu abbia capito quello che ho scritto xD. Se non
è così, dici pure xD
Grazie
tantissimo a tutte!!! Mi rende felicissima, il fatto di avere tutte
quetse lettrici *----*!!
Un bacione a tutte!!!! Continuate a seguirmi!!! Vi voglio un casino di
beneee!!
Capitolo
4
Oddio, perchè
era così impacciata? Non lo era mai stata, o almeno, non a
quei livelli. Alla fine, riuscì ad andare, salutandolo
velocemente, e infilandosi di corsa nell'ascensore.
Sospirò
rumorosamente e si toccò le guance: brucavano.
Dai Ale!Inspira, espira... Inspira
espira...
Aspetta!!!
Alla ragazza sorse
un dubbio.
Che cazzo ci faecva davanti il MIO
appartamento, se abita al piano di sotto. Di certo non se ne voleva
andare sul tetto, dato che abito all'ultimo piano!
Lasciò
andare un gridolino emozionato, e poi si auto punì tirandosi
un schiaffo: quei comportamenti da bambina cretina, non erano i suoi.
Il ragazzo, non poteva averla fatta impazzire in quel modo, dopo,
solo una volta che si erano visti.
Ale torna in te!!
Uscì di
corsa dal palazzo, e prendendo la macchina, che le toccava dividere
con il fratello, si diresse al supermarket.
Non riusciva a
toglierselo dalla testa. Pensava solo a lui.
Lasciò
andare un altro girdolino: questa volta di rabbia però, e
suonò il clacson. Di colpo mezza New York, si era voltata
verso di lei, insultandola. Avrebbe voluto sotterrarsi.
Finalmente riuscì
ad arrivare al supermarket e a fare la spesa... Arrivò
davanti
all'appartamento, con mille buste tra le mani e la posta in bocca.
Posò tutto a terra, e cercò la chiavi nella borsa.
“Merda!!” Si
lasciò sfuggire. Aveva dimenticato le chiavi;
così si
attaccò con un dito al campanello, finché il
fratello
non le aprì.
“OOOOH!! Hai
finito???”
“NO!!” Alessia
si attaccò nuovamente al campanello, dopo un po'
però
si stancò ed prendendo soltanto qualche busta,
entrò in
casa. Rimase sorpresa per l'ennesima volta. Era incredibile quante
sorprese potevano accadere nell'arco di soltanto due giorni.
“Ciao!” Salutò
con la mano Tom ridendo, mentre rimaneva seduto sul divano. Lo stesso
fece Bill.
“C-Ciao!!”
Riuscì alla fine a dire Alessia, arrossendo di nuovo.
E che cazzo! Ma che si sono
trasferiti qui invece che al piano di sotto???
Brett arrivò
alle spalle della sorella, facendola trasalire, e facendosi mandare
al diavolo. Bill e Tom risero divertiti.
“Datti una
calmata!” Urlò il fratello innervosito
“stasera Tom e Bill
restano a cena...”
“Va bene...”
Rispose non curante Alessia.
“Quando è
pronto chiamami!” Detto questo, poggiò le buste
della spesa
a terra e si rinchiuse in camera sua, dato, che non poteva sedersi
sulla sua poltrona, e guardare la città dall'alto del suo
appartamento.
Sbattè la
porta violentemente e accese lo stereo. Era inserito ancora il cd dei
Linkin Park, ma decise di cambiarlo, mettendo quello dei Metallica.
Aprì la finestra, e appoggiò i gomiti sul piccolo
cornicione. Era cominciato da poco il tramonto, e le sfumature del
cielo andavano dall'azzurro chiaro all'arancio acceso. Era sempre uno
spettacolo guardare il tramonto, che traspariva tra i palazzi. Aveva
un effetto calmante sulla ragazza. Sospirò, mentre dallo
stereo, provenivano el note di “The Day Never
Comes”. Chiuse gli
occhi per qualche secondo, quasi addormentandosi; forse era l'unica
in grado di addormentarsi ascoltando i Metallica.
Si spostò
dalla finestra, e si sdraiò sul letto con la pancia rivolta
verso il soffitto. Distogliendo il suo sguardo dal tramonto, le era
già montato il nervoso. Sapeva che il fratello, aveva
invitato
Tom e Bill a cena, solo perchè loro padre, glielo aveva
imposto;e questo, era la conferma, di quanto fosse falso quel
ragazzo. Sbuffò nervosa: non aveva alcuna voglia di cenare
con
quei due, per fare l'ennesima figuraccia con Bill. Decise
così,
che avrebbe passato la serata da sola, a Central Park, come faceva
spesso, per sfuggire al caos di casa sua.
Si alzò
velocemente, prese una felpa, i-phone, i-pod, e portafoglio e
uscì,
senza dare alcuna spiegazione.
“Torni per
cena??” Chiese scontroso Brett, prima che Alessia uscisse di
casa,
ma lei non rispose. Questo equivaleva a un no.
“Ma...fa sempre
così??” Chiese Tom, incuriosito dal comportamento
di
Alessia.
“Spesso...”
Sbuffò Brett.
Grazie
all'efficiente ascensore, in pochi minuti Alessia, fu fuori dal
palazzo. Si sentì incredibilmente meglio appena fu uscita.
Central Park non era lontano; peccato però, che non fosse
visibile dal suo appartamento: in tal caso, la vista sarebbe stata
ancora più piacevole. Accese l'I-pod e si mise le cuffie in
modo da coprire il fastidioso rumore del traffico. Dopo venti minuti,
fu in Central Park; prima di entrare nel grande parco, si
fermò
da Star Bucks, per prendere un caffè, da sorseggiare mentre
camminava.
Il parco, era
praticamente vuoto; ogni tanto passava qualche coppietta di
innamorati, che camminavano mano nella mano. Cosa, che ogni volta,
faceva rigirare lo stomaco ad Alessia: odiava le manifestazioni
pubbliche di amore.
Ok, siete felici! Perché
dovete far stare di merda chi non lo è??
Quando le passavano
di fianco, abbassava tristemente la testa, per non incontrare i loro
sguardi, sicuramente leggermente disorientati, nel vedere una
ragazzina girare da sola.
Sbuffava in
continuazione, scocciata da quella situazione. Era una cosa che
succedeva spesso, praticamente sempre, dato che la maggior parte
delle sue “scampagnate” le faceva esclusivamente in
solitario.
Cosa poteva farci, se preferiva stare da sola la maggior parte delle
volte?
La notte, ormai era
calata, e aveva avvolto tutta la città. I lampioni dentro il
parco si areano accesi, e alcuni, riflettevano la propria luce in
piccoli specchi d'acqua; dando un tocco magico a quel luogo
incredibilmente calmo. Forse, era l'unico ad esserlo in tutta New
York.
Ogni volta, che la
ragazza andava in Central Park, scopriva un posto diverso; ormai da
tempo, però, lo aveva girato tutto, da cima a fondo. Aveva
fatto dei luoghi più nascosti il suo nascondiglio, e dei
posti
più belli, piccoli spazi dove pensare.
Ora, quello, di cui
aveva assolutamente bisogno, però, non era né
nascondersi, né pensare... non sapeva nemmeno lei di cosa
avesse bisogno. Decise di andare, in uno dei posti, in cui andava
raramente; forse, perché lo trovava decisamente
demoralizzante, trovarsi da sola in un posto come quello.
Arrivò. Era tutto come sempre. Il laghetto, incredibilmente,
era sovrastata da un ponte li legno. Tutto era circondato da qualche
albero. Alessia non aveva mai capito che tipo di alberi fossero: non
aveva il cosiddetto pollice verde. Erano belli però. A dire
al
verità, tutto in quel posto, era estremamente.
Si
alzò un leggero ventarello, che sollevo delicatamente i
capelli della ragazza. Tremò leggermente, e per riscaldarsi
un
po' bevette un sorso del suo caffè, ancora all'inizio.
Si
mise a sedere sulla ringhiera del ponte, rivolgendo la sguardo al
laghetto sotto di lei.
Manca
solo la musica sa suicidio e poi posso benissimo buttarmi...
Sospirò
e bevette un altro po' della bevanda che teneva tra le mani.
“Bello
schifo si...davvero bello schifo!”
Si
sentiva estremamente patetica. Come minimo, in ogni angolo della
città, più dell'80% dei ragazzi della sua
età,
si stava divertendo, con gli amici, o con il rispettivo partner. Lei
invece no. Se ne stava da sola, fuori, avvolta nel silenzio
più
totale, ad ascoltare la musica.
Si,
se la guardavamo sotto quell'aspetto, era veramente una sfigata. Si
tolse le cuffie, per essere rinchiusa del tutto in quella bolla
trasparente che al circondava, e che impediva ad ogni suono di
disturbare il suo pensiero.
Pensò
a lui. Sarebbe stato davvero bello, se tutto ad un tratto, le fosse
apparso alle spalle. Scosse il capo arrossendo, dopo che si rese
conto che il suo pensiero, era sciocco oltre ogni limite. Quelle cose
succedevano solo nei film, e oltretutto, in quelle più
brutti
e banali, che andavano a finire sempre nello stesso modo e
cioè:
“E tutti vissero felici e contenti” ; proprio come
nelle fiabe.
Peccato che quella fosse al vita reale e non una favola, dove lei era
una principessa, il cui destino era quello di trovare il suo
principe. Era davvero un enorme peccato.
Sospirò
un po' delusa, accasciandosi tutta.
-A
Casa-
“Grazie
della cena!” Salutarono gentilmente i gemelli, uscendo
dall'appartamento.
“Di
niente! Ciao!” Salutò a sua volta Brett, chiudendo
successivamente la porta.
Tom
sbuffò sonoramente: non gli andava molto a genio il ragazzo,
e
anche per Bill, era la stessa cosa.
“Wow...ehm,
senti Tom, vado a fare un giro... dici a mamma che tornò tra
un po'...”
“Mmm...
ok! Ma... dov'è che vai?”
“Bho!
Vado a fare una passeggiata, così per distrarmi un
po'!”
Bill
prese l'ascensore salutando il fratello. Tom, si immaginava cosa
volesse fare, ma, non disse nulla; per non farlo irritare.
Già
quel pomeriggio era andato a cercare Alessia. Sperava tanto che ci
fosse anche lei a cena, lo vedeva dal modo in cui si comportava, e
dal suo sguardo felice, che apparse sul suo volto, quando la ragazza,
entrò nel salotto.
Sorrise
al gemello, e si voltò, per scendere le scale, e arrivare
poco
dopo nell'appartamento.
P.S:
e pure questo capitolo finisce a cavolooooooooooooo xD
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Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Ragazze eccomi qua con il quinto capitolo!!!!
Piera:*O*
Amore grazie *---*. Non sai quanto mi rende felice il fatto che ti
piaccia così tanto la mia ficcy *OO*
Buahah xD Hai la doppia personalità xD. Nooo!! Non smettere
di fare l'imbecile coem dici te!! Mi fai troppo ridere xD. Certo ceh
continuo U_U ma che scherzi? Con lettrici come voi, come potrei non
continuare??
Ice_Angel:
Grazie tesorooo *-----*- Tra tutte, diete delle
tìlettrici fantastiche, lasciatevelo dire U_U. Bhp, a
chiunque sta sulle palel Brett credo, pure a me, che gli ho dato la
vita xD. Contiuna a seguirni!
Devil96: Me
lo aspettavo xD comunque, la cosa più importante l'hai
capita!! Non ti preoccupare, domani postoil sesto capitolo U_U
NICEGIRL: waa
*------------------* Grazieee!! Pure io adoro il silenzio, anche se non
è nei boschi o nei parti però xD Continua
a seguirmi pure tu!!
Ragazze, grazie mille|
Siete fantastiche, non sò cosa altro dirvi!! Mi avete
migliorato la giornata con i vostri commenti. Dopo aver passato tutto
il giorno a letto tra febbre e tosse, mi ci voleva proprio!!!
Spero che continuiate a seguirmi tutte!! Un bacione!! Vi voglio un
casino di bene <3
Capitolo
5
Bill
scese in strada. Non sapeva proprio dove potesse essersi cacciata la
ragazza; e non conosceva così bene New York, da potersene
andare in giro di notte, per giunta da solo. L'unico posto, che si
ricordava perfettamente come raggiungerlo, era la fumetteria, nella
quale aveva trascorso la precedente serata.
Voltò
a destra, e cominciò a camminare a passo piuttosto svelto.
Sperava di trovarla là. Era sempre più vicino al
negozio, e il suo passo aumentava man mano, fino a diventare quasi
una corsa. Quando però fu a destinazione, rimase deluso.
Sulla
porta stava un cartello di medie dimensioni con su scritto
“CHIUSO”
a caratteri cubitali. Abbassò lo sguardo un po' deluso. E
ora?
Dove le trovava?
Sbuffò
e prese a calci una lattina vuota lì vicino. Riprese al sua
camminata, non voleva tornare a casa: quindi decise di girovagare
così, senza una meta precisa. Prima o poi, sarebbe arrivato
da
qualche parte.
Come
poteva impazzire così per trovarla? Da quanto la conosceva?
Un
giorno neanche. E poi, conoscere, era un parola enormemente esagerata
in quella esitazione. Non si può dire di conoscere una
persona, solo dopo averci passato insieme solo qualche ora. Come
minimo, per la ragazza, quelle ora, non erano state altro che ore
normatissime, banali... Questo, Bill però non lo sapeva.
Sapeva
solamente una cosa: sentiva di sapere ogni cosa di lei, come se la
conoscesse da una vita. Come se... se avesse sognato una ragazza
così
per tutta la vita. Come se nei suoi sogni, gli avesse fatto visita, e
gli avesse detto tutto di lei.
Senti
le sue guance diventare improvvisamente rosse. Sembrava un ragazzino
alle prese con il primo amore. Sapeva benissimo, che era una cosa
tremendamente sciocca, pensare a quella ragazza in continuazione, e
andarla a cercare, sperando si passare una serata con lei. Non poteva
farci niente però.
Non
si accorse neanche di quanto aveva camminato, e arrivò
davanti
a Central Park. Rimase sorpreso. Aveva sempre voluto andare in quel
luogo, che lo aveva sempre affascinato, ma era riuscito sempre e solo
a vederlo in qualche film.
Perché
non approfittarne?
Pensò
il ragazzo, dimenticandosi per un solo secondo, e non uno di
più
di Alessia.
-Al
laghetto-
Si era fatta quasi
la mezzanotte. Alessia sbuffò impercettibilmente.
Potrei anche andarmene...tanto...
Guardò
un'ultima l'acqua, rimanendo a fissare più del solito, il
riflesso del lampione in essa.
“Hey...” Una
voce calda e dolce, provenne dalle sue spalle. Nonostante il tono
pacato di essa, la ragazza, sobbalzò impaurita e urlando
addirittura, facendo scoppiare a ridere il ragazzo dietro di lei.
Si voltò, e
quando lo vide, contorcersi dalle risate, rimase incantata dalla sua
bellezza. Si riprese pochi istanti dopo, e la sua grinta, non
tardò
ad arrivare.
“Ma sei scemo???”
Squillò scendendo dalla ringhiera del ponte, e avvicinandosi
a
Bill.
Rideva ancora, e
quasi gli scendevano le lacrime.
“Ahahah! Dovevi
vedere che faccia avevi!”
Ok, sarò
stato pure bello, ma poteva anche smetterla di ridere. Alessia mise
il broncio, e si voltò dalla parte opposta, innervosita dal
fatto di aver fatto l'ennesima figura di merda, e dalla risata del
moro.
“Ahah...ok, ok,
la smetto...” Bill smise finalmente di ridere, e si
scusò
con la ragazza per averla spaventata in quel modo, cosa, che
ovviamente, non era sua intenzione.
“Scusa una sega!
Manca poco e finivo nell'acqua!”
Bill contenne a
forza le risate: era davvero buffa; con la fronte aggrottata, e il
labbro rivolto da una parte.
“E daii! Scusa!!”
Sghignazzò il ragazzo, facendosi alla fine, perdonare.
Un silenzio
imbarazzante scese tra i due; entrambi, non sapeva cosa dire.
Forse ho fatto male a cercarla...
Pensò Bill, abbassando lo sguardo, e arrossendo
notevolmente.
Alessia rise alla vista del ragazzo imbarazzato, e decise di rompere
il ghiaccio, anche perché, prima o poi, avrebbero dovuto
dirsi
qualcosa.
“Come mai qua?”
Bill alzò lo
sguardo dalle sue scarpe ad Alessia, e rispose quasi balbettando.
“Bhè...avevamo
finito di cenare con tuo fratello, e siccome non avevo sonno sono
venuto a fare una passeggiata... te che facevi qui da sola?”
“Niente...”
Sussurrò con filo di voce la ragazza
“Pensavo...”
“A cosa? Sempre
se posso saperlo...” Domandò timidamente Bill,
facendosi
piccolo piccolo, e facendo arrossire Alessia.
E ora che cazzo gli rispondo??
Oddio...
“A niente di
importante...” Mentì lei, appoggiandosi al ponte,
e fissando
di nuovo l'acqua.
“Ah... non me lo
vuoi dire...” Sorrise Bill, avvicinandosi a lei.
“Anche...”
Bill guardò
sorridendo ancora di più Alessia, che lo fissava
ridacchiando.
“Ti va di fare un
giro?” Propose Bill, colorando per l'ennesima volte le sue
povere
guance, che erano arrossite già un'infinità di
volte.
Alessia lo guardò
diventando bianchissima. Era immobilizzata, non si aspettava che gli
chiedesse una cosa del genere: l'aveva presa del tutto alla
sprovvista.
“S-si!” Riuscì
a balbettare alla fine, voltandosi inseme a Bill, e cominciando a
camminare per l'enorme parco.
Chiacchieravano
tranquillamente del più e del meno; poi Bill, prese di nuovo
alla sprovvista la ragazza. Ormai il suo caffè era finito, e
aveva già buttato il recipiente inun cestino, quindi non
pteva
far finta di scottarsi la lingua, con la bevanda, facendo subito
parlare lui.
“Raccontami
qualcosa di te...”
“di me?” Lo
guardò spaesata Alessia.
“Si!”
Alessia abbassò
lo sguardo e infilò le mani nelle tasche della felpa.
“Bhè...
non è che ci sia da dire molto... ho un fratello rompipalle,
un padre assente che parla poco, e quando lo fa, non mi dice mai
qualcosa di piacevole, una madre troppo presente che parla davvero
troppo, e anche lei mai per dirmi qualcosa di buono. Ho pochi amici
ma almeno con loro sto bene, vado al liceo e non vedo l'ora che
finisca per andarmene all'Università, dove spero di trovare
persone mature... Ora sta a te”
Bill, fece
esattamente quello che aveva fatto in precedenza Alessia, e
cominciò
a parlare.
“Allora... In
Germania la mai vita era uno schifo, e anche qui, non credo che
sarà
molto diverso. Mi evitavano tutti, e quei pochi che stavano con me,
la maggior parte, lo faceva perché mio fratello era il
più
popolare della scuola... Mio fratello, è uno scassa cazzo
inaudito, però, quando siamo soli io e lui, è la
persona più comprensiva che ci possa essere, e gli voglio un
bene dell'anima! Mia madre, è anche troppo appiccicosa,
però
è una madre... e il mio patrigno, è abbastanza
decente,
ma potrebbe essere meglio.”
Certo, che tra
tutti e due, passavano proprio una bella vita.
“wow, senza
offesa, ma credevo che fossi l'unica al mondo ad avere una vita
così
di merda!” Ridacchiò Alessia, subito seguita da
Bill.
“Interessi?”
Domandò curiosissimo il ragazzo, sempre più
interessato
a conoscere Alessia. La ragazza, arrossì, non voleva
assillarlo con le sue infinite sciocchezze e cazzate varie, e quindi
cercò di sintetizzare molto.
“Mi piace
leggere, suono il piano,la chitarra e canto! Fine.” Bill la
guardò
un po' confuso, come, aveva già detto tutto? Per evitare che
le fossero poste altre domande, chiese a Bill, al stessa cosa che lui
le aveva chiesto.
“Scrivo canzoni e
canto...Fine!” Sorrise timidamente, e alzò lo
sguardo, in
cerca della luna. La trovò. Era sopra di loro, e spiava tra
i
palazzi, ogni loro piccola mossa; ogni movimento più
insignificante.
Alessia, non
ricordava di aver camminato mai così piano. Non voleva che
quella serata finisse così, da un momento a quell'altro, con
un semplice ciao, magari, detto di sfuggita. Trovarono una panchina,
e si misero a sedere.
La situazione era
piuttosto imbarazzante, anzi molto imbarazzante. La timidezza di
entrambi, impediva loro di spiccicare parola.
Si voltarono l'uno
verso l'altra nello stesso momento, e cominciarono a parlare
insieme.
“Scusa! Parla te!
No, te!” Scoppiarono in una fragorosa risata, arrossendo.
Erano,
così ingenui e timidi.
Alla fine si misero
d'accordo, e parlò per primo Bill.
“B-Bella serata
no?” Balbettò imbarazzato. Era perfetto, nella sua
insicurezza. Ogni suo gesto, era così dolce, e qualche volta
goffo; sicuramente a causa dell'imbarazzo.
“S-si...davvero
bella!” Ricambiò Alessia il sorriso che le era
stato rivolto
dal ragazzo.
Tutto di un tratto,
si trovarono fissarsi negli occhi. Rimanevano immobili, a guardarsi
silenziosamente. Gli occhi di lui: castani, dolci, ma allo stesso
tempo furbi. Profondi, capaci di far trasparire ogni emozione che il
ragazzo provava.
Gli occhi di lei:
azzurri, chiarissimi. Di ghiaccio. Facevano venire i brividi soltanto
guardandoli.
Si avvicinarono
sempre di più, senza accorgersene il loro visi si fecero
più
vicini, sempre di più...
I loro cuori
battevano a mille, erano come impazziti. Chi li avrebbe più
fermati ora? Le loro guance erano a fuoco, e le loro labbra,
desiderose di un contatto.
Si stavano quasi
per toccare, stavano per trovare un contatto.
Note finali.: Zan-zan!!! E adesso cosa succederà?? Se volete
saperlo, leggete il prossimo capitolo che posterò domani xD
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Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Grazie mille ragazze per
aver commentato!!!
NICEGIRL: Eh GIulia,
lo so...sono una donna cattiva e con la mente malata xD. ORa
dò fine alla tua attesa! Ecco il nuvo capitolo!!!!
Ice_Angel:
Cerco he vi lascio così U_U Lo faccio dall'inizio,
perchè semettere proprio ora xD.PRego, cara, mi fa
davvero piacere seguire la tua ff!! Mi fa troppo piacere che ti
piace!!! *-------*
Piera:Pieruzza
bella! La pirma a lasciarmi un commento!!! *---*. Buahahah xD non te la
riprendere con Cristo, riprenditela con me!!! P.S: Dopo questo
capitolo, mi sa ceh mi uccidi direttamente, altro ceh bestemmaire xD
Grazie mille ragazze
*----*. Siete fantastiche!!!!
Credo che mi vorrete uccidere dopo questo capitolo xD- Va
bè, non vi anticipo nulla ^^
Un bacione!! Via voglio un casino di bene, Alessia ^^
Capitolo 6
Si sfiorarono con
le labbra. Bill avvicinò una mano al viso di Alessia, come
per
essere sicuro, che non scappasse proprio in quel momento.
Driiiiiiiiiiiiiiiiiin!
Entrambi i ragazzi
aprirono gli occhi praticamente chiusi. Il suono assordante proveniva
dalla tasca di Alessia. Il meraviglioso silenzio che li aveva accolti
nelle sue dolci braccia, interruppe l'abbraccio, a causa di un
maledettissimo cellulare.
Alessia, si sentì
terribilmente in imbarazzo, e chiunque fosse a chiamarla, avrebbe
fatto presto una brutta fine.
Rossa come mai in
quella sera, abbasso il capo mortificata, e si affrettò a
vedere, chi fosse stata a distruggere quel momento così
perfetto.
Josh! Io lo uccido!!
Innervosita, prese
il telefono, e rispose con un filo di voce.
“Oh...”
“Ale!! Scusa l'
ora, ma sai colpa del fuso orario dall'America all'Italia!”
La voce
di Josh squillava allegra come a suo solito; e questo fece saltare
ancora di più i nervi ad Alessia.
“sisi...Che c'è?”
“Niente, ti
volevo dire che domani torno!”
Era
davvero insopportabile quando faceva in quel modo. L'aveva tartassata
di messaggi, l'aveva chiamata più volte, era davvero
necessario che la contattasse per l'ultima volta? Soprattutto, doveva
chiamarla per forza in quel momento? Dieci minuti più tardi
no?
“Pirla,
lo so che domani torni...”
“Va
bè, ma era per ricordartelo!!”
“Si,
va bè... mi dovevi dire solo questo?”
“Si!”
“Ok...allora
cerca di non chiamarmi fino a che non sei arrivato all'aeroporto, se
ci riesci, ovvio...”
“Cercherò
di farcela... va bè, notte!”
“Notte!”
Alessia
riattaccò innervosita più che mai. Era ovvio che
Josh
avesse un debole per lei, le lo aveva pure detto. Però, quel
che è troppo è troppo! Avevano chiarito
più
volte; ma a quanto pareva, Josh, non era per niente disposto a
lasciar stare Alessia.
Bill
la guardava. La ragazza non sapeva decifrare il suo sguardo. Cosa
stava pensando? Che al telefono fosse il suo ragazzo? Per caso,
l'aveva scambiata per una delle tante ragazze, che approfittano
dell'assenza del fidanzato,per rimpiazzare la sua presenza?
“N-Non
è come credi...” Bisbigliò Alessia,
guardandosi i
piedi e torturandosi le mani. Era pronta ad un'altra figuraccia.
Bill
sorrise, togliendole il fiato, e lasciandola per qualche momento
ipnotizzata.
“Perché,
cos'è che credo?” Si, era decisamente imbarazzata.
Per
l'ennesima volta non sapeva cosa rispondere. Decise di fare
l'indifferente, e di raggirare con un trucchetto alquanto stupido
Bill.
“Bhò!
Avevi una faccia...” Abbandonò contro voglia il
suo sguardo,
e guardò di lato, in un punto non preciso.
“Ahahahaha....”
Bill rise sonoramente. Era stato buffissimo il modo in cui aveva
nascosto il suo viso ormai rosso all'inverosimile.
La
ragazza si alzò dalla panchina. Per quel giorno, aveva
superato il suo limite massimo di brutte figure.
“Ehm..I-Io
vado. Notte!” Salutò con un cenno della mano, e
voltò
le spalle alla panchina. Conle mani in tasca si diresse nuovamente
verso il ponte, decisa a tornare a casa.
Bill
si alzò di scatto dalla panchina, e le corse dietro.“Hey!
Hey! Fermati, non sono uno a cui piace correre!!”
Urlò con
il fiatone, nonostante avesse percorso solo pochi metri.
Lei
si voltò, e alzando un sopracciglio, assistette alla
patetica
corsa di Bill; che più che una corsa, sembrava una scena di
un
film comico.
Sghignazzò
sotto i baffi. Era decisamente esilarante.
Il
moro le si fermò davanti con il fiatone, e dopo aver ripreso
fiato, finalmente parlò.
“Ti
sei offesa? C-Cioè, ho fatto qualcosa di male? Se
è
così non volevo! Scusa davvero!! Non intendevo farti
arrabbiare! Scusa!!”
Era
dolcissimo. Avete presente i bambini piccoli, che chiedono scusa hai
genitori, quasi implorandoli “Dai mammina ti prego! Non
buttarmi
via l'orsacchiotto Teddy!! Non lo faccio più!!”, e
giurano
anche? Uguale. La ragazza rise, contagiando pure Bill, che si era
reso conto di essere stato leggermente ridicolo.
“Ti
va se ti accompagno? Cioè, ovvio che ti accompagno, visto
che
abitiamo nello stesso palazzo...”
Si
diede una pacca sulla fronte arrossendo, e poi si incamminò
insieme alla ragazza.
Sembrava
di essere in uno di quei film sdolcinati a più non posso.
Quelli che Alessia tanto odiava, ma che in quel momento, le
apparivano i film più belli di tutti.
Come
storia, poteva benissimo essere appartenuta ad un film. Due ragazzi
che non si erano mai visti, abitano nello stesso palazzo, e dopo un
giorno nemmeno che si conoscono, si ritrovano a passeggiare al chiaro
di luna in Central Park. A pensarci bene, era anche piuttosto banale
come storia. Un po' patetica, a dirla tutta. Ma in quel momento, la
ragazza non poteva sentirsi più felice. Per una volta poteva
anche mettere da parte lo scetticismo, e rilassarsi un po'. Non era
detto, che a quella sera, ne sarebbero seguite altre. Non era
obbligatorio. Assolutamente no.
Mezz'ora
dopo, erano dentro l'ascensore del loro palazzo. Stavano discutendo a
che piano andare prima.
“No,
ma scusa, il tuo è prima del mio, andiamo al tuo!”
“No,
perché, come si dice, prima le signore...”
“Sese...dai
non fare lo scemo!”
“Io
sono scemo! Forza, non si discute, vai prima te!!”
La
battaglia, fu vinta da Bill, che rideva compiaciuto della sua
vittoria. Arrivarono. Ad Alessia tremavano impercettibilmente le
mani; però, tremavano ugualmente. Cercava di non mostrarsi
per
niente agitata, anche se era una cosa praticamente impossibile
“Grazie...della
bella serata! Mi sono divertita!” Disse con voce flebile la
ragazza
roteando gli occhi, per evitare di incontrare lo sguardo di Bill.
“Pure
io!” Le sorrise, per l'ennesima volta Bill. Questa volta,
Alessia,
non potette non guardarlo. Si, lo so di averlo già detto un
milione di volte. Ma, toglieva letteralmente il fiato. Non esisteva
altro modo per descrivere la sua bellezza. Con quel sorriso
innocente, e gli occhi vispi e incantatori. Con i suoi gesti
impacciati, e buffi. Era le perfezione fatta persona. Si dice sempre
che la perfezione non esiste; e anche Alessia, lo dice sempre. Quella
sera, però dovette ricredersi. Bill, era la perfezione.
“N-Notte!”
“N-Notte!”
Si guardarono, entrambi imbarazzati. Un bacio ci sarebbe stato
più
che bene in quel momento; era il perfetto finale per quel film.
Bill
le si avvicinò. Non sapeva nemmeno lui cosa stesse facendo,
forse, il fratello lo aveva contagiato. Alessia, si sentì
svenire. Era agitata. Eppure, era solo un bacio. Un insignificante
bacio.
In
realtà, era più di quello; solo, che lei ancora
non lo
sapeva.
Si
voltò di scatto, e aprì la porta
dell'appartamento.
“Notte
Bill!!” Chiuse la porta, quasi sbattendogliela in faccia, e
lasciandolo di sasso.
Non
ebbe nemmeno il tempo di ricambiare il saluto.
Notte!
Ci rivediamo domani? Ci vedremmo di nuovo prima o poi?
Pensò
sospirando il moro, voltandosi.
Complimenti
Bill, hai trovato una più timida di te...
Mille
domande assaltarono al sua mente. Perché non lo aveva
baciato?
Al primo tentativo sembrava che anche lei avrebbe voluto baciarlo.
Forse, si era improvvisamente accorta, che lui non faceva per lei;
che non voleva avere niente a che fare con lui...
Tristemente,
entrò nel suo appartamento, e si accasciò sul
letto.
Alessia
stava ancora a fissare la porta. Cosa diamine aveva fatto? Aveva
appena negato un bacio, al ragazzo, più bello che avesse mai
visto, chiudendogli la porta in faccia. Era un cretina.
Brava
fava!
Sbuffò,
solo come lei sapeva fare, e si diresse in camera sua, non capendo il
perché del suo comportamento, non solo di quello che aveva
tenuto pochi minuti prima, ma anche di quello tenuto per tutta la
sera. Non era da lei comportarsi così con un ragazzo; anche
se
il ragazzo che si trovava davanti era molto carino. Per lei era
normalissimo relazionarsi con esseri umani del sesso opposto. Nel
caso di quella sera però tutto si era complicato:
balbettava,
faceva figuraccia su figuracce e arrossiva ad ogni qual volta che il
ragazzo le rivolgeva particolari attenzioni.
Forse
mi sono...innamorata?
Un
brivido la percorse per tutta la schiena. Le pareva così
strana la parola “amore”. Che cos'era l'amore?
Non lo
aveva mai saputo. Non credeva nell'amore. Per lei era soltanto uno
degli innumerevoli modi, che qualcuno aveva escogitato per far
soffrire le persone. Ditemi una, una sola persona che non abbia
sofferto per amore. E non ditemi, che voi, siete felicemente
accompagnati dalla persona che amate, e che, non avete sofferto
nemmeno un minimo, per averla. Non ci crederei.
Alessia,
aveva sempre ritenuto, che l'amore, non era importante per la
sopravvivenza dell'uomo. Era solo una stupidaggine detta dagli
scrittori di romanzi rosa, per vendere di più i loro libri..
L'amore, non era indispensabile nella vita. L'amore, non esisteva.
Era soltanto un concetto elaborato da menti malate, desiderose di
colmare il vuoto che sentivano dentro. Quel vuoto, che finalmente
veniva colmato, dopo anni di disperazione, dalla persona amata. Tutte
stronzate per Alessia. Non c'era alcuno vuoto dentro lei. Stava
benissimo. Non aveva bisogno di una persona al suo fianco, per
sentirsi bene, le bastava sé stessa. Almeno, questo, era
quello che aveva sempre creduto. Quello di cui era convinta, ormai da
un po' di tempo. E allora, perché se ne stava a fissare il
soffitto, pensando a lui?
Mi
sto facendo trasportare troppo da questa cosa. La vita non è
come quella dei film o dei romanzi. Se quella raccontata in essi,
fosse la vera vita, non ci sarebbe bisogno di raccontarla in un
libro, perché tutti, saprebbero già
com'è. Non
può avermi fatto combinare in una sola serata. Questa non
sono
io. Io non sono mai stata così. Io non sarò mai
così.
Io non ho mai creduto nell'amore, e mai ci crederò.
Note finali: *si nasconde
sotto il piumone edl suo lettuccio caldo, sicura che al Piera la
ucciderà presto*
Piera, ho davveropaura della tua reazione!! Ti prego non uccidermi!!!
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Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Lo
sapevo che vi arrabbiavate ç__ç
Piera: *Scappa per
tutta la camera cercando di sfuggire all'ira funesta della Piera*
Sta calma!!! Cominci a farmi paura O_O. S etutte le volte, fai queste
scenate non porto più U_U... (ovviamente scherzo,
seenò altro che ammazzzarmi xD). Non provare a minacciarmi
con Gerog è_é!!! xD Ma pure io ti voglio bene
caraaaaaaa!!!
Lion of darkness:
Waaaaa!!!! Nuova lettrice *-----*Benvenuta!!!! Chiamami Alessia,
humanoid, mi sa di strano ^^ Spero che continui a seguirmi!!!!
NICEGIRL: Si
sono bellini *-* Certo che posto presto U_U nonposso mica lasciarvi
conil fiato sospeso ancora xD
Ice_Angel:Nono,
non ti preoccupare xD sono abituata anchea roba peggio!!!
Devil96:
Buahaha xD Io sono BASTARDISSIMA!!!! Pure io ti adoro!!! Kiss <3
layla the punkprincess:
Ma scusa, dove sarebbe il bello della storia, se nnc i fosse la
fava di turno, che non si accorge di amare una persona? xD
Capitolo
7
La
sera precedente, Alessia si era addormentata a fatica, tra un
pensiero e l'altro. Quella mattina, avrebbe tanto voluto dormire, ma
qualcosa, o meglio, qualcuno, glielo impedì.
“Ale!!
Ale!!” Su fratello la stava scuotendo da capo a piedi, nel
tentativo di farle aprire gli occhi. In un primo momento, Alessia, si
finse morta, poi, però smise, vedendo che il fratello, stava
davvero credendo che lo fosse.
“Ma
che vuoi di prima mattinata?” Sbraitò,
seppellendosi tra le
coperte.
“Dirti,
che sto per partire!”
Da
due anni, era di consuetudine per Brett, mentre i suoi genitori erano
in viaggio in Francia, prendere un aereo con i suoi amici, diretto
per Ibiza, e tornarsene pochi giorni prima dei genitori; giusto il
tempo di mettere a posto le valige. Quei pochi giorni di assenza
totale da parte della famiglia, per la ragazza, era il momento
più
bello delle vacanze. Casa libera per una settimana; ciò
poteva
significare solo una cosa per lei: assoluto riposo. Niente feste,
niente prediche da parte della madre. Il Paradiso in Terra.
"Mmm.
Ciao! Buon viaggio... Divertiti!”
Brett
salutò, e in pochi minuti, fu fuori dal palazzo.
In casa,
il silenzio aveva preso il comando. Non si sentiva alcuno rumore
fastidioso. Solo il respiro regolare di Alessia, ancora distesa sul
letto. Ormai sapeva, che addormentarsi, sarebbe stata un' impresa,
così si alzò dal letto, e con calma, si diresse a
fare
colazione davanti alla sua finestra.
Era
un po' di giorni che non si sedeva nel suo posticino preferito. Le
mancava, in un certo senso.
Sorrise,
vedendo la splendida vista, e desiderò per qualche secondo,
di
rimanere immobilizzata in quella posizione, in quel preciso luogo.
Pensò
a lungo, e il suo pensiero fu interrotto dal suono del cellulare,
Erano le undici e mezza: probabilmente era Josh, che annunciava il
suo ritorno dall'Italia.
L'ipotesi
di Alessia, non tardò ad avere la sua conferma.
“Ciao!”
“Ciao
Ale!”
“Sei
arrivato?”
“Sisi!!
Ora disfaccio le valige e poi vengo a salutarti!!”
“Josh,
non importa...”
“Si
che importa! Ora arrivo! Ciao!!”
Josh,
riattaccò il cellulare in faccia all'amica, lasciandola a
bocca aperta, mentre pronunciava un sussurrato “a
dopo”.
Alessia
buttò il cellulare sulla poltrona, e decise di andare a
vestirsi, prima che il ragazzo arrivasse,e la portasse di forza, come
a suo solito da qualche parte. Passò davanti la
“sala
prove”, e vedendola del tutto vuota, si ricordò,
che gli
strumenti, si trovavano ancora nel magazzino del palazzo. Josh, non
sarebbe potuto capitare in un momento più adatto.
Si
vestì velocemente, e poco dopo, l'amico fu lì.
Era un
bel ragazzo, non c'è che dire. Capelli castano chiaro, occhi
neri, alto e magro. Non era però niente, in confronto a Bill.
Già,
Bill. Alessia si bloccò un momento a pensare a lui.
Chissà
se lo avrebbe rivisto quel giorno.
“Aleee...ci
seii?? Non mi hai detto che dobbiamo portare su gli
strumenti?”
Squillò Josh, facendo sobbalzare Alessia.
“Eh?
Ah!! sisi! Giusto giusto! Andiamo va...”
Prese
le chiavi e uscirono. Non sapeva se sarebbero riusciti a portare
dentro l'ascensore tutta quella roba; tanto valeva provarci almeno!
L'amplificatore
era più pesante del previsto, e per portarlo dentro
l'ascensore, dovettero spingerlo in due. Stesso procedimento per la
batteria.
Tra
risate, prese in giro e battute, riuscirono a portare tutto davanti
l'appartamento.
“Ahahah!
Dai! La smetti di fare lo scemo, e mi dai una mano?”
“Certo
che no! Ahahahah!!”
Si
divertivano sempre tantissimo insieme, del resto erano migliori
amici. Stavano ancora fuori dalla porta, quando il cellulare di Josh
suonò. Era sua madre. Era ora di pranzo, e lui doveva
tornarsene a casa,
“Vieni
da me??”
“No
grazie! Resto qua, e dopo pranzo ho lezione di piano!”
“Capito!
Allora ci si sente!! Ciao!!”
Entrò
rapidamente nell'ascensore, lasciando Alessia da sola.
Ormai le porte
dell'ascensore si erano già chiuse, quando Alessia si rese
conto, che Josh l'aveva lasciata da sola, proprio mentre dovevano
finire di portare tutta la roba nell'appartamento.
Incrociò
indignata le braccia al petto. E adesso come faceva?
Guardò
l'enorme amplificatore accanto a lei, sperando che all'improvviso,
gli spuntassero le gambe, e entrasse da solo in casa. Sbuffò
e
tirò un calcio all'enorme oggetto accanto a lei, facendosi
anche abbastanza male.
Entrò in
casa, lasciando ogni cosa fuori. Dopo pranzo, forse, avrebbe provato
a portarlo dentro.
“Bill! Tom! A
tavola!” Chiamò i Simone i suoi figli, che subito
accorsero
in sala da pranzo. Avrebbero rinunciato a qualsiasi cosa tranne che
alla musica e al cibo preparato dalla loro madre.
Si sedettero a
tavola davanti alla madre e al patrigno.
“Allora? Come vi
trovate per ora a New York?” Chiese entusiasta Gordon.
I gemelli si
scambiarono un'occhiata, e risposero nello stesso modo.
“Bene!”
Bill sorrise, e si
assentò con la mante per qualche minuto, fino a quando il
fratello non lo riportò alla realtà.
“Bill tesoro! Ti
senti bene??” Intervenne subito la madre, preoccupata, che il
figlio non si sentisse bene.
Gli si scaraventò
addosso, tastandogli la fronte, per sentire se fosse caldo, o avesse
qualcos'altro.
“Mamma...mamma!
Sto bene...” Sospirò il ragazzo, spostando al mano
della
madre dalla sua faccia.
“Però sei
un po' bianchino...”
“Mamma...sono
sempre bianco io!!! Mica sono giamaicano....”
“Mamma...dai Bill
ha ragione!” Si intromise Tom, che come sempre, si era posto
dalla
parte del fratello.
La donna, alla fine
si convinse che il figlio non aveva niente, e lasciò che il
pranzo proseguisse in completa tranquillità come sempre.
Finito di pranzare,
i fratelli si diressero nella camera di Tom, per parlare un po', come
facevano sempre. Si volevano un gran bene quei due. Magari in
pubblico non lo davano a vedere, ma dopotutto erano gemelli; l'uno la
metà dell'altro.
Si misero a sedere.
Era strano starsene in quella camera così grande. Erano
sempre
stati abituati alla loro cameretta, quella che condividevano; piccola
ma accogliente. I poster attaccati alle pareti, uno sopra l'altro,
quelli di Nena, sopra quelli Samy Deluxe, e viceversa.
Adesso invece tutti
i poster erano disposti con estremo ordine, non si sovrapponevano. A
entrambi mancava la loro vecchia cameretta, tutti i ricordi vissuti
li dentro. I litigi per chi doveva passarci la notte...e con chi.
Il trasferimento
era stato piuttosto duro, per entrambi. Tom, ormai si era creato una
reputazione, era conosciuto da tutti, non gli andava giù di
dover lasciare al sua amata cittadina della Germania, della quale, si
sentiva il re indiscusso. Per Bill, la cosa era completamente
diversa, non gli andava di essere considerato una perfetta
nullità
anche dalla parte opposta del mondo, a questo punto, preferiva
rimanere l'unico emarginato sociale del suo paesino.
“Allora
fratellino? Ieri sera??” Domandò Tom, curioso di
sapere cosa
avesse combinato il fratello la sera prima. Incrociò le
braccia, in attesa della risposta del fratello, che tardava ad
arrivare.
“Guarda...sono
tuo fratello gemello. So perfettamente che ieri sera sei andato a
cercare Alessia. So che sei un eterno romanticone...”
Sospirò
con tono da saccente Tom, fissando il fratello, che se ne rimaneva
ancora in silenzio.
“C-Che ti devo
dire???” Squillò gesticolando freneticamente con
le mani.
“L'hai trovata?”
“...Si.”
Sorrise dolcemente Bill.
“E...”
“E... e cosa
Tom?? Possibile che non pensi ad altro?”
“Ma che hai
capito!! E...lei che ha detto? Dove l'hai trovata? Bill racconta
cazzo! Ancora non ti leggo nella mente!!”
Bill
sbuffò.
Non aveva intenzione di apparire come un completo idiota davanti a
suo fratello, anche se non sarebbe stata la prima volta.
“L'ho trovata in
Centrl Park...e niente. Era sorpresa di vedermi... abbiamo parlato
tutta la sera....”
Tom guardava il
fratello. Sperava che non avesse fatto la figura dell'imbranato pure
quella volta, ma quando gli raccontò dei due baci mancati,
non
potette che scuotere il capo in segno di disapprovazione.
“Bill, Bill,
Bill! Quando le è suonato il cellulare, dovevi dirle di non
rispondere...e quando stava tornando in casa la fermavi!!”
“Oooh, scusi
grande maestro se ero parecchio imbarazzato e se non sono un coglione
come lei! Ma che le dovevo dire?? Ti prego non rispondere
perché
voglio pomiciare con te?? Andiamo Tomi!” Sbraitò
Bill rosso
più che mai, e buttandosi a pancia all'ingiù
accanto al
fratello.
Eccoci che ricomincia....uffi
fratellino, quando imparerai?
Bill se ne stava
con le testa sotto il cuscino, senza ascoltare nemmeno la
più
piccola parola che il fratello stava dicendo. Tom, vedendo che non lo
stava ascoltando, gli tolse il cuscino da sopra la testa, e
ricominciò il discorso dall'inizio.
“Allora Bill! Ma
sei un uomo o una checca? Non ti ha baciato? Embè? Poteva
essere più imbarazzata di te! Non serve a un cazzo piangersi
addosso, lo sai!”
Il fratello si
voltò verso di Tom, con gli occhi ridotti ad una fessura.
“é
impossibile che fosse più imbarazzata di me!”
Si comportava come
un bambino piccolo, peggio del solito. Tom si chiese di nuovo, quando
avrebbe imparato a cavarsela da solo.
“E che ti devo
dire? Avrà avuto le sue cose! Comunque sia...” Tom
si
schiarì la voce, come usava fare sempre quando dava lezioni
di
vita a suo fratello “Te dopo vai da lei, e le chiedi di
uscire!
Ssh! Zitto non dire nulla, non respirare nemmeno! Fai così
punto e basta!”
Bill non ebbe tempo
di replicare che Tom lo sbatté fuori dalla camera,
imponendogli di andarsi a preparare. Il moro rimase davanti la porta
con la bocca aperta, e quando l'oggetto di legno sbatté,
riuscì a dire soltanto:
“Con
che cazzo di coraggio mi presento da lei??”
Note finali: Allora!! Per la felicità di
Alexa, per un po' bratt di leva dalle palle xD
E per sapere cosa succederà leggete anche il prossimo
capitolo!!!
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Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Ciao a tutte ragazze!! Scusate
il ritardo nel postare il capitolo... era già pronto, ma
sono stata poco presente in questi giorni, e non ho avuto il tempo di
postare. Il capitolo nono, non sò quando sarà
pronto, perchè sono un po' indiettro, e ho da studaire un
po'.... Cercherò di fare di tutto per postere il prima
possibile!!
Premetto che questo
capitolo, è veramente corto, perchè, serva un po'
da stacco, per far capire cosa succederà nel prossimo
capitolo, perchè se univo tutto, secondo me, veniva troppa
roba xD
Va bè, bando
alle ciance!! Eccomi con i ringraziamenti ^_^
Piera: Alleluiaaa! Che
fine avevi fatto? çç.. Buahaha xD sono perfida!!
Dovrai aspettare ancora un po', e non provarti a modificare i miei
capitoli perchè ti uccido U_U
NICEGIRL: Davvero ti
paice così tanto al mia FF?? Oddio grazie!!!! Mi fai davevro
felicissima *-----* Anche al tua è motlo bella!! Ma...quando
al continui? çç
Ice_Angel: *saltella
insieme a lei* Tom ha sempre ragione U_U. Grazie mille ^^
Devil96:Ma...ma
davvero?? Cioè, mi ci hai fatto rimanere di cacca
>.< Ho tirato fuori il lato peggiore di lei xD Buahah xD
ti ho fatto addirittura buttare il succo del naso XD. Ho poteri, che
neanche immaginavo di avere!!!
Danke a tutte belle
gioiee!!! xD (scusate, è la mia nonnina care che mi fa
quest'effetto xD)
Capitolo 8
Alessia uscì
sulla soglia di casa, per vedere gli strumenti avevano traslocato, ma
purtroppo, erano ancora li. Fece una faccia schifata, e poi decise
che doveva darsi una mossa; avrebbe avuto lezioni di piano tra un'ora
e mezza, e di certo, non poteva mancare.
Intanto porto dentro la roba più
leggera...
Prese due chitarre,
una per mano, e le portò dentro, adagiandole sul divano. Lo
stesso fece con il basso, e con tutti i fili.
Tornò fuori
a fissare le enormi casse. Cominciò a pensare ad un modo per
portarle dentro, ma l'unica soluzione che le venne in mente era
quella di spingerlo. Guardò le sue esili braccia, non era
del
tutto sicura di riuscirci.
Ci provò, ma
riuscì a spostare l'amplificatore, di dieci miseri
centimetri.
Si accasciò a terra, con la schiena contro di esso, in
attesa
di riprendere forze.
-Al piano di sotto-
“Fratellino, sei
pronto?” Domandò Tom, tutto entusiasta, bussando
alla porta
della camera di Bill. Quest'ultimo, non sapeva proprio
perché
il fratello gioisse in quel modo. Forse, si divertiva a vederlo fare
figuracce su figuracce.
Bill uscì, a
passo lentissimo, ma non uscì nemmeno dall'appartamento, che
si bloccò, diventando un pezzo di marmo. Invitare le
ragazze,
lo aveva sempre messo in agitazione. Non gli sembrava una cosa
semplice e naturale, come invece succedeva per il fratello. Era una
cosa complicata: ci voleva tempo, servivano le parole giuste... non
gli piaceva l'idea di dire “Esci con me stasera?”.
Gli
sembrava...brutto. Dopotutto, se inviti ad uscire una persona,
è
perché ti piace; non perchè non sai cosa fare.
Almeno
per Bill, era così.
“No, io non ci
vado...” Si voltò verso il fratello, che lo
guardava,
deciso. Doveva andarci, volente o non volente.
“Bill!” Tuonò
Tom, facendo trasalire il fratello. Alzò un braccio
indicando
la porta.
“Te..vieni con me vero??” Lo supplicò
Bill,
mettendo le mani in segno di preghiera.
“Certo che..No!!!
Ora muoviti!!” Tom si avvicinò al gemello, e lo
sbattè
praticamente fuori di casa, come aveva fatto poco prima.
Ancora una volta,
Bill rimase a bocca aperta, impossibilitato di replicare l'ordine del
gemello.
Si voltò
lentamente, e si avviò su per le scale. Anche una vecchietta
zoppa sarebbe stata più veloce di lui.
Saliva due scalini,
poi si fermava, tornava indietro, li risaliva... Era nel panico
totale.
Alla fine si fece
forza, non poteva comportarsi da bambino piccolo a sedici anni, anzi,
quasi diciassette!
Oh! Bill dai! Devi chiederle di
uscire, mica di sposarti! Al massimo ti dice di no...
Adesso si, che
aveva paura di chiederglielo. Ci pensò ancora altri dieci
minuti abbondanti, e alla fine, si decise a salire quei pochi
scalini, che lo dividevano da lei.
Arrivò sul
pianerottolo di casa sua, e la trovò intenta a guardare il
grosso amplificatore. Non si era ancora accorta di lui, o almeno,
questo, fu quello che sembrò a Bill, dato che non distolse
lo
sguardo dall'oggetto davanti lei.
Tirò un bel
respiro e la salutò.
“Ciao Ale!”
La ragazza si girò
di scatto e lo vide. Perfetto, semplicemente magnifico. Non si
aspettava di rivederlo, dopo i due baci negati della sera prima, non
credeva che sarebbe tornato a cercarla.
“Ciao Bill!” Ricambiò il saluto, facendo
un ceno con la mano.
Il ragazzo le si
avvicinò.
“Allora? Che fai
di bello?”
Alessia alzò
acidamente un sopracciglio.
“Sposto sto coso
che se avesse le gambe, sarebbe tutto più facile!!”
Bill rise, era
stata buffa. Le chiese dove fosse suo fratello, e quando lei rispose
che era una settimana ad Ibiza, tirò un sospiro di sollievo:
non gli andava di passare un'altra serata a cena con lui.
“Ti capisco...sta
sulle palle pure a me...” Sospirò Alessia
scuotendo il capo.
“M-Ma non ho
detto nulla! Come face...”
“Il tuo sospiro
diceva tutto!” Ridacchio Alessia, facendo arrossire Bill.
Rimasero qualche
secondo in silenzio, l'uno guardando dalla parte opposta dell'altra.
“Ehm...vuoi una
mano?” Domandò Bill, pur sapendo che il suo aiuto
sarebbe
stato praticamente inutile, date le sue bracia esili, e l'assoluta
mancanza di addominali sulla sua pancia.
“Eh? Si
grazie...”
Si posizionarono
entrambi dalla stessa parte dell'amplificatore, e cominciarono a
esercitare pressione contro di esso. In due, era decisamente meglio,
anche se entrambi, non erano campioni di wrestling. In poco tempo,
l'amplificatore fu al suo posto.
“Bhè
grazie! Da sola, sarei ancora fuori dalla porta!”
“Mi ha fatto
piacere aiutarti!” Ripose il ragazzo, sorridendo, mostrando
così,
quel suo sorrido, perfetto.
Alessia controllò
l'ora. Cavolo! Doveva andare. Non le andava però, di
salutare
Bill. Si era accorta, che guardarlo, era una cosa magnifica, anche se
non ci parlava. Ammirarlo in ogni piccolo dettaglio, dai capelli alle
scarpe. Avrebbe potuto fissarlo per ore.
No, lei non poteva
pensare in quel modo a Bill. Se lo era proibito da sola. Non provava
niente per lui, e non avrebbe mai dovuto provare niente.
“Ehm...io ora
devo andare a lezione di piano...” Sussurrò
Alessia,
sperando che Bill non se la prendesse.
“Ah..va bene!
Allora...ciao!”
Bill si voltò
e fece per uscire, quando Alessia lo fermò.
“Se ti va di
aspettarmi, ti accompagno giù....” Disse
arrossendo tutto
all'improvviso.
Bil sorrise felice,
e accettò subito la proprosta.
Doveva ancora
chiederle se le andava di uscire con lui. Quando avrebbe potuto
farlo? Come?
Alessia arrivò,
con in mano degli spartiti, e la borsa a tracolla.
“Andiamo?”
“Sisi!”
Uscirono, e Alessia
chiuse l'appartamento.
Scesero davanti
l'appartamento di Bill. Ormai si erano salutati, e Alessia stava per
entrare in ascensore. Bill ancora non le aveva chiesto se le andava
di uscire quella sera.
Si torturava le
mani, agitato, preoccupato di non ricevere al risposta che avrebbe
desiderato.
Eddai Bill! Per Tom è la cosa
più facile del mondo, e te ti agiti come una bimbaminchia?
Dai!!
“Ale! Posso
chiederti una cosa?”
Alessia si voltò
di scatto, un po' sorpresa; come sempre del resto, quando Bill le
rivolgeva la parola.
“Certo!”
“ehm...T-Ti va di
uscire stasera??” Balbettò, aggrovigliandosi
insieme le dita
e guardandosi i piedi.
No Ale. Te non ci esci con Bill.
Ale, devi dirgli di no! È semplice da dire!!!!!
“Volentieri!!!”
Ale, cosa cazzo gli hai detto??
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Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
capitolo 9
Ragazzeee!! Eccomi!!
Scusatemi per il
ritardo, ma ieri avevo finito di scrivere il nono capitolo, ma non ho
postato perchè avevo da studiare scienze *manda a quel paese
la
professoressa*. Posto ora, anche perchè domani non
starò
molto al computer, e perchè tra un'oretta esco... E
sopratutto
perchè la Piera mi ha minacciato xD
Partiamo con i ringraziamentii ^-^
Ice_Angel:Tranquilla,
non ti preoccuapre, come vedi , pure io sono in ritardo xD Si, Tom,
è il guru della saggezza in questa storia xD.
Piera: Ma
povera xD
Perchè le vuoi così male? E poverina... Comunque,
no, non
sarebbe bello per niente modificarmi i capitoli
è_____é
layla the punkprincess:
eeeh, per vedere come finisce, devi aspetatre xD (si, sono una persona
che la tira sempre per le lunghe U__U)
Lion of darkness:
*chiede se le
versa un po' di chapagne xD* Alla fine ce l'ha fatta quel cagasotto U_U
Tranquilla, non me la sono presa se non hai
recensito!
^______^ Un bacione-one ^^
Devil96:
ihihih xD non sei
l'unica perversa *guarda la Piera con aria di rimprovero* Mi dispiace
se non ho postato presto ç_ç però alla
fine ce
l'ho fatta! tvb
NICEGIRL:
Benissimo grazie!! Te tutto bene?? Eh già, sono davvero
timidi xD Eh, ma ora, gli faccio dare uan smossa, perchè
stanno diventando pallosi U_U. Nuoo ç_ç ma
perchè tutte abbandonate le ff? ç_ç
*me triste*. Va bè, appena posso, leggo, perchè,
sono davvero a corto di tempo ultimamente T_T tvb!!
M_Lucry_J:
*O* Una nuoav
lettriceee!!! *la abbraccia fino a stritolarla* Che bello ** Scusa,
sono un po' a corto di tempo, appena posso, passo a dare un'occhiatina
alle tue FF! ^__^
Ragazze, grazie
tantissimo per
i commenti!! Mi fate sempre più felice, e adesso, che si
è aggiunta ancora un'altra lettrice, sono davvero al settimo
cielo; nessuna delle mie storie, aveva mai riscosso tutto questo
successo. Anche se altre storie, hanno molte più commenti,
non
mi importa, per me, sette, sono davvero tanti!! Siete mitiche ragazze!!
Un abcione a tutte, e continuate a seguirmi <3
Kuss Alessia
Capitolo 9
Erano passate
alcune ore dall'invito di Bill, ma nonostante questo, Alessia non
riusciva a capire, perché avesse accettato. Era stata
distratta per tutta la lezione, e si era anche presa un urlo dal suo
maestro.
Arrivata a casa, le
cose non migliorarono. Si mise sotto la doccia, e ci rimase per
un'ora e passa, a pensare. Pensare... non faceva altro che pensare.
Forse era quello il sui problema? Pensava troppo?
In quel momento, le
sembrava l'unica risposta plausibile.
Uscì dalla
doccia e guardò l'ora: era in ritardo, come al solito. Fece
una corsa per vestirsi, e per truccarsi in un modo decente, prima
dell'arrivo di Bill. E ora, se ne stava seduta sulla sua amata
poltrona, le mani sudate, il cuore che batteva, come se volesse
uscire da quel corpo.
Era notevolmente in agitazione, ma...
che diamine! Era solo un ragazzo, un essere umano come lei: aveva due
occhi, due mani, due gambe, due braccia, una testa, due orecchie, i
capelli. Non aveva niente di speciale; non aveva super poteri o
qualsiasi altra cosa, che potesse renderlo diverso da lei.
Suonò il campanello, e appena lo
sentì, Alessia schizzò in piedi, e cercando di
non
farsi vedere agitata, aprì la porta.
Era davanti a lei, troppo bello, per
essere vero.
“Ciao!” Salutò lui.
Alessia riuscì a salutarlo, un
po' alla meglio, e balbettando il meno possibile.
“Allora...dove andiamo?” Domandò
la ragazza, curiosa, doveva ammetterlo, di sapere dove sarebbero
andati.
“Bhè... a dire la verità,
non saprei, non conosco bene la città...”
Confessò
con rammarico Bill “Te, avresti delle idee?”
Continuò,
arrossendo. Non era partito bene...
“Certo! Dai andiamo...” Rispose
gentilmente Alessia. Come poteva essere sgarbata, o non accettare di
portarlo da qualche parte, dopo l'espressione imbarazzata, e allo
stresso tempo triste, che le aveva rivolto?
Entrarono in ascensore, e subito, un
muro di silenzio di intromise tra di loro. Si guardavano di sfuggita,
all'insaputa dell'altro, almeno, fino a quando i loro sguardi, non si
incontravano, e timidi, andavano dritti a fissare gli anfibi che
entrambi avevano.
Quei due minuti e poco più in
ascensore, sembrarono i più lunghi di tutta la loro vita.
Sembravano non terminare più.
Finalmente le porte dell'ascensore si
aprirono e uscirono fuori dal palazzo.
“Preferisci...pizza o cinema??”
Bill pensò un attimo, per poi
dire sicuro, che avrebbe preferito un film; così, si
incamminarono entrambi verso il cinema, che a quanto aveva detto
Alessia, non era molto lontano.
“Allora come è andata la
lezione di piano?”
“Bene dai! Mi sono presa un urlo dal
maestro, ma per il resto tutto bene!”
“Ah, e perché?”
“Perché non stavo
attenta!”Ridacchiò mettendosi una mano dietro al
testa come
faceva sempre.
Risero e scherzarono per tutta la
durata del tragitto. Era divertente parlare con Bill, se non pensava,
ovvio. Se diceva tutto tranquillamente senza pensarci troppo, era
molto divertente. Adesso ne era sicura, il suo unico pensiero, era
quello di pensare troppo nei momenti meno opportuni. In un momento
del genere, non importava pensare, l'importante, era essere
sé
stessi, il resto sarebbe venuto da solo.
Arrivarono davanti il cinema, e subito,
ebbero un dibattito sul film da vedere.
“Io voglio vedere San Valentino di
Sangue!!” Disse sorridendo Alessia. Gli horror le piacevano
parecchio, soprattutto perché erano i film più
stupidi
in assoluto.
“No daiii...io ho paura....” Ammise
Bill, nascondendosi il viso tra le mani.
Alessia alzò un sopracciglio
meravigliata, e lasciò perdere, un po' a malincuore, l'idea
dell'horror.
“Mmm...vediamo...che ne dici di...”
“Di, di di....” Bill continuava
così da quasi cinque minuti, e anche se era davvero molto
buffo, cominciava a dare sui nervi. Guardò Alessia in segno
di
aiuto; questa, anche se inizialmente, sembrava aver rinunciato
all'idea dell'horror, ripropose la sua richiesta.
“Daiii! Ti pregooo!!” Insistette,
aggiungendo pure la faccia da cucciolo. A questo punto, Bill, non
riuscì a dirle di no, e accettò, anche se sapeva,
che
quella sera, non avrebbe chiuso occhio dalla paura.
“ E dai, va bene! Ma proprio perchè
sei te!! Sappi però che mi avrai sulla coscienza, e se non
riesco a dormire, poi ti vengo a svegliare nel cuore della
notte!!”
Disse ridendo, mentre Alesisa prendeva i biglietti.
“Sese...ma chi te lo dice che ti
apro? Potrei anche lasciarti fuori a morie di paura...” Disse
con
un filo di voce la ragazze, in modo da mettere paura a Bill.
Bill cominciò a tremare
impercettibilmente, e si fermò davanti l'entrata della sala;
riuscì ad entrare solo perché Alessia lo
tirò
per un braccio. Alla fine riuscirono ad entrare; ovviamente dopo
essersi muniti di pop-corn, coca-cola,e schifezze varie. Non avrebbe
avuto senzo andare al cinema se non ci fossero state tutte quelle
cose.
La sala era praticamente vuota, e
questo, contribuì ad aumentare il solito, fastidioso,
imbarazzo che entrambi provavano. Si sedettero proprio al centro
della sala.
“Ho pauraaaa...” Mugolò
Bill, proprio come un bambino, mettendosi addirittura le bracica
incrociate sul petto.
“Ahahah” Rise Alessia “Dai, stai
calmo! Guarda che è solo un film!”
Cercò di
rassicurarlo, inutilmente però, perchè Bill
continuava
a ribadire di odiare i film horror, e che aveva una fifa tremenda.
Tutto di un tratto, le luci si
spensero, e il ragazzo sobbalzò sulla sua poltrona, per
finire
poi con il nascondersi sotto il giacchetto di pelle per l'imbarazzo.
Il film, era cominciato da dieci
minuti, ma nonostante ciò, le mani dei ragazzi si erano
incontrate innumerevoli volte, facendoli voltare di scatto, con un
arrossamento del viso, immediato. Fortuna, che il buio, impediva a
tutti e due, di vedere il nuovo colorito dell'altro.
Alessia, rise più volte: un po'
per colpa del film, che era veramente ridicolo; ma soprattutto per
Bill, che ogni volta che succedeva qualcosa emetteva un piccolo
gridolino di paura. Era un fifone con la “f”
maiuscola; ma allo
stesso, tenero come nessuno, e simpaticissimo.
“Ma che ridi? Io muoio di paura, e te
ridi?? Ma brava brava brava!!”
“E dai!! Guarda che non rido perchè
hai paura, ma perchè fai ridere!! Sei troppo
scemo!!”
Stavano urlando in mezzo al cinema.
“Sono scemo? Ah si eh??” Sghignazzò
Bill, guardando il recipiente dei pop-corn tra di loro.
Le poche persone presenti nella sala si
stavano arrabbiando e non poco.
“B-Bill... no dai! Che vuoi fare?”
Cominciò a dire ridendo Alessia. Si immaginava cosa voelsse
fare, ma non credeva ne avesse il coraggio.
Bill prese qualche pop-corn e cominciò
a tirarlo ad Alessia, che non tardò a ricombinare il fuoco.
In poco tempo so trovarono a
gironzolare per la sala tirandosi pop-corn, con i pochi spettatori,
che urlavano loro di andare via.
Erano come tornati piccoli, si
rincorrevano, ridevano... e soprattutto, non pensavano a niente.
Erano ancora intenti a rincorrersi,
quando un omone vestito di nero, fece irruzione nella sala.
“Allora? Ragazzini!! Vi voglio fuori
da questo cinema all'istante!!”
I ragazzi si immobilizzarono, presi
alla sprovvista dall'addetto alla sicurezza.
Abbassarono lo sguardo sui loro anfibi,
e ridendo sotto i baffi uscirono dal cinema. Appena fuori,
scoppiarono in una risata, così forte, da farli piangere.
“Contento, ora non te la fai più
sotto!!”
“Molto!”
Dopo svariati minuti a prendersi in
giro, come dei cretini, perchè effettivamente, era questo
quello che sembravano, riuscirono a calmarsi.
Bill sbuffò leggermente
mettendosi le mani in tasca.
“E ora? Che facciamo?”
Il suo tono era decisamente più
rilassato rispetto a nemmeno un'ora di prima. Poco a poco, stavano
facendo conoscenza, e prendendo confidenza. Era bello poter parlare
senza balbettare ad ogni parola, e arrossendo quasi per niente.
“Bho! Che ti andrebbe di fare?”
“Un giretto?”
“Aggiudicato!”
Voltarono a destra, e cominciarono a
camminare, parlando.
Parlavano, parlavano... di tutto, senza
problemi. Come se si conoscessero da una vita; come vecchi amici.
Alessia non pensava a nulla, nulla che non fosse lui. Era li, di
fianco a lei, sorridente. Perchè sorrideva? Bhè,
in
fondo, non era molto importante, anche lei sorrideva, e forse
più
di lui.
Era al settimo cielo, e non ne sapeva
nemmeno il motivo, o meglio, non voleva arrendersi all'idea, che
fosse Bill a farla sentire così felice. Si, era felice, era
uscita con lui, e non pensava più di tanto, ma non voleva
arrendersi all'idea, che lui,Bill Kaulitz, praticamente un perfetto
sconosciuto, fosse la causa della sua strana felicità. Non
voleva arrendersi, e arrendersi all'evidenza. Era sempre stata una
testa dura, e, non era mai disposta ad ammettere i suoi errori.
Camminavano, da chissà quanto
tempo, e non si erano nemmeno resi conto che erano arrivati di nuovo
a Central Park. Avevano preso tutte le vie secondarie, e per puro
caso, si erano trovati accanto a Star Bucks, proprio davanti
all'entrata del parco.
I guardarono, e si misero a ridere, non
sapendo nemmeno loro il perchè. Chissà, forse
quel
parco, sarebbe stata la meta di ogni loro incontro.
“Entriamo?”
Domandò Bill sempre sorridendo.
“Ma siii dai!”
“Se permette...”
Bill si accostò ad Alessia, e la
prese a braccetto. La ragazza arrossì violentemente, ma non
cercò di liberarsi da quel contatto, che si poteva
addirittura
definire piacevole, anche se non era come un abbraccio o...come un
bacio.
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Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Ragazze, finalmente eccomi a postare!!! Non è colpa mia, se
ultimamente sono sempre così in ritardo, tutta colpa dei
professori del cazzo che nonostante sia solo in terza media, mi
riempiono di compiti e interrogazioni!!! *alza cartello con scritto
"prof al rogo!!"*
I Ringraziamenti, che non possono MAI mancare!! <3
NICEGIRL:
grazie mille!!! Eh, siamo proprio bellini xD adesso lo saremo
ancor adi più!! *si tappa la bocca perchè ha
detto troppo*
layla the punkprincess:
eh, la scena del cinema, mi è venuta fuori la notte mentre
dormivo, perchè me la sono sognata xD. E Bill, mi paice
troppo farlo fifone!! Grazie mille del commento ^^
Lion of dakness:
*cerca di raccogliere lion xD* Vedo che a tutte è piaciuta
la scena del cinema *---* Waa! Grazie mille!!
Piera: Certo
che ti lascio sempre così U_U adoro vederti soffrire!! E
poi, dopo che non hai fatto nascere i porcospini, mi hai deluso cara
xD. Volevo un porcospino U_U *si inpunta sulla faccendo del
porcospino fino a fare arrabbiare la Piera*
No scusa xD Ancora non si sono baciati e pensi già a fare
l'amore? O__O brutta porcospina eccitata xD
Ragazze
grazie milleee!!! *----* Vi voglio un casotto di bene <333
Ora
ecco il decimo capitolo, che anceh se è molto
breve, credo vi piacerà ^^
Kissoni
Alessia!
Capitolo 10
Gironzolavano per
Central Park a braccetto, come una coppia di vecchi coniugi. Per una
volta nella sua vita, Alessia, non si sentì tremendamente
sola, mentre passava di fianco alle poche coppie, che come lei se ne
stavano a zonzo per il grande parco. Si sentiva stranamente bene,
bene come poche volte nella sua vita. Una di quelle poche volte, fu
quando suo fratello si ruppe un braccio, e non potette giocare a
football per due mesi. Un'altra, fu quando le dissero che era stata
ammessa ai corsi avanzati a scuola, e che avrebbe dovuto lasciare la
sua classe.
No, a pensarci
bene, in quel momento, lì con Bill, stava meglio rispetto a
quelle volte. Sembrerà assurdo a dirsi, ma era
così. La
felicità che provava in quel momento, era una
felicità
totalmente diversa. Una felicità, non provata poche volte,
proprio mai provata. Una felicità strana; non c'era altro
modo
con cui definirla. Una felicità, che la faceva agitare.
Forse,
però il motivo di tanta agitazione, non era la
felicità,
bensì quel ragazzo che le stava di fianco, e che le cingeva
delicatamente il braccio sorridendo, facendola così sentire,
non la ragazza impacciata di sempre, ma un'altra persona.
Bill la guardava
mentre sorrideva, perfetta. Sentiva il suo dolce profumo, mischiato a
quello del caffè che entrambi tenevano nella mano libera,
arrivargli al naso, e facendolo impazzire. Era un profumo
afrodisiaco, dava alla testa, peggio di una droga. Avrebbe voluto
assaporare quel profumo ancora più da vicino, attraverso le
sue labbra; ma aveva già fallito la sera prima, e non voleva
rischiare di fare la medesima fine.
Alessia si era
accorta che Bill la stava fissando, e arrossì tutto di un
colpo, continuando però a parlare.
“Allora, fammi
capire...te, saresti uno di quei geni, che frequentano i corsi
avanzati, con la matematica, l'algebra, la geometria, chimica allo
stato puro??”
“Si perché?” Domandò
un po' allibita Alessia. Cosa c'era? Per caso gli dava noia che non
fosse una rincoglionita come le altre?
“No così...cioè, a
vederti non sembri proprio quel tipo di ragazza...” Bill
aveva
detto, l'unica cosa che non avrebbe mai dovuto dire. Alessia odiava
quando veniva giudicata soltanto dalle prime impressioni. La ragazza
sbuffò sonoramente, forse, si era sbagliata sul conto di
Bill.
“Mi credevi una stupida in pratica!”
Stacco il braccio da quello di Bill, e innervosita, bevve il
caffè
che teneva in mano; preso prima di entrare al parco.
“Dai te la sei presa? Nel senso..a
vederti, tutta vestita così, la matita, i capelli...insomma
tutto l'insieme...ingannano un po'!”
Adesso si che era arrabbiata. Ecco
l'ennesimo stupido che si fermava alle apparenze. Era decisamente
furiosa. Credeva che almeno lui, non avrebbe tratto subito le
conclusioni, come la maggior parte dei ragazzi con i quali aveva
provato ad uscire. Si era sbagliata... pazienza. Era troppo bello per
essere vero.Si voltò senza dire niente al
ragazzo che la guardava con rammarico: si era accorto che la ragazza
ci era rimasta male; anche se non si aspettava che reagisse in quel
modo.
“Alessia... ti sei incazzata?”
La ragazza non rispose, era seriamente
intenzionata a proseguire per la sua strada.
Bill la seguì a passo veloce,
quasi correndo, per fermarla, trattenendola delicatamente per un
braccio.
“Guarda...M-Mi dispiace...non credevo
te la saresti presa... mi dispiace davvero. Non volevo dire quello
che ho detto; o almeno non in quel modo... Scusa....” Parlava
con
un tono di voce pacato, e velato di tristezza. Ci era rimasto davvero
male. Aveva paura di aver rovinato quella serata, che stava
proseguendo nel migliore dei modi.
Alessia lo guardò negli occhi
sentendosi un po' in colpa. Aveva esagerato. Incontrò i suoi
occhi, e si perse, nel suo sguardo, come se fosse stata catapultata
in un labirinto.
“S-scusami te... è che...No
niente...lascia perdere...”
“No, dai! Dici.... ti ascolto
volentieri...” Ancora una volta, Bill espose un suo sorriso
da
togliere il fiato. Un sorriso sincero, tenero; al quale la ragazza,
non potette resistere.
Bill le cinse di nuovo il braccio con
il suo, e insieme tornarono a camminare nella direzione iniziale.
“No, dai...è, è una
cretinata...”
“Mi piacciono le cretinate!”
Come si poteva resistere ad un ragazzo
così?
“Facendo un breve riassunto...tutte
le persone, mi giudicano sempre dall'aspetto esteriore, mi
etichettano come quella sbagliata, quella che ama stare da sola... e
tutto questo perchè si fermano all'apparenza. E...credevo lo
avessi fatto pure te...”
Alessia abbassò lo sguardo. No,
decisamente, non voleva incontrare lo sguardo di Bill, che magari si
fingeva dispiaciuto, ma in realtà, rideva dentro, e lo
divertiva vedere la ragazza in quello stato.
Ma si sbagliò per l'ennesima
volta. Le mise due dita sotto il mento, facendole così
alzare
lo sguardo, e ovviamente, facendola arrossire violentemente tutto di
un colpo.
“Ehi...guarda che non è una
cretinata. È una cosa seria.” La voce di Bill, era
la voce
più rassicurante, che le orecchie di Alessia, avessero avuto
il piacere di ascoltare.
“Sò cosa si prova...te lo dico
per esperienza... e, fidati, non lo farei mai, e poi mai. E sai cosa
ti dico?” Sorrise per l'ennesima volta, rassicurandola ancora
di
più, rispetto a quanto aveva già fatto la sua
voce.
“Se si fermano all'apparenza, non
sanno cosa si perdono. Io che ti conosco da due giorni nemmeno, penso
già a te come la persona più bella del mondo... e
non
solo per quanto riguarda l'aspetto...”
Alessia sentì il cuore fermarsi
in mezzo al petto. Le mancava l'aria...le parole. Si, le parole che
l'avrebbero dovuta aiutare a descrivere, tutte le emozioni che
provava in quel momento, e che la stavano facendo diventare matta. Ma
non esistevano abbastanza aggettivi, ne era certa; almeno di una
cosa.
Bill sentì un brivido scorrergli
per tutta la schiena. Probabilmente, erano stati gli occhi della
ragazza a fargli provare quella strana sensazione. Si, era strana,
perché non aveva freddo; e di solito, i brividi, da che
mondo
e mondo, vengono a causa del freddo. Lui, invece, provava tutto,
tranne che freddo. Era agitato, quasi tremava. Non sapeva cosa fare.
Non capiva cosa gli fosse preso. Perché tutto di un tratto
tutta quella confidenza? Tutto quell'interessamento a farla sentire a
suo agio. Tutta quella sicurezza, da dove era sbucata?
La fissava negli occhi incantato da
quel colore così chiaro, mai visto prima.
Stava tremando veramente. Un flebile
tremito lo percorreva da capo o piedi, facendogli perdere la
concezione del tempo.
Alessia se ne rimaneva ancora muta, con
il cervello incapace di elaborare qualsiasi pensiero.
Bacialo cretina!!
La sua azione, fu
preceduta da lui, che forse, le aveva letto nel pensiero; o
più
semplicemente, aveva come lei, una voglia matta di assaporare le sue
labbra.Si avvicinò
a lei, e posò con delicatezza le sue labbra su quelle della
ragazza, assumendo un leggero rossore sulle guance.
Penetrò con
la lingua nel palato di lei, dopo che gli vi fu permesso l'accesso.
Alessia sentiva il
profumo di Bill così intensamente, come se fosse il suo.
Aveva
un profumo afrodisiaco, che faceva perdere i sensi. Non era
quell'odore schifoso di acqua di colonia che tutti i ragazzi si
ostinavano a mettere, per sembrare più belli o chi sa cosa;
era un profumo, dolce, delicato, piacevole. Distese le sue braccia,
fino a farle arrivare dietro il collo del ragazzo. Lui
avvicinò
lentamente le sue braccia ai fianchi di Alessia, e la
avvicinò
a se, facendola aderire al suo corpo. Fecero staccare le loro labbra,
a causa della mancanza di ossigeno, e si fissarono nuovamente negli
occhi.
Note fianli:
E finalmente, ce l'abbiamo fatta!!! Si sono baciati!!
Ora ragazze, vi dico solo una cosa e poi vi lascio ^^
Non fate come la Piera, che pensa ceh in quattro e quattr'otto gli
faccia fare l'amroe xD Considerate, che per farli baciare ci sono
voluti dieci capitolo xD
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Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Belle
donne, dopo una settimana precisa, eccomi xD
Mi
scuso tantissimo per l'attesa, ch esò anche io, essere stata
un po' esagerata. Prima postavo ogni giorno, e ora uan volta a
settimana. In gran parte, è colpa della scuola. Mi disiace
tantissimo,. ma non posso rimanere indietro. Scrivo il
più possibile ogni giorno, ma a volte, dopo tutto il giorno
che sono stat a studaire, proprio non ho la forza di
accendere il pc e scrivere. Spero che a causa di questo ritardo, non
abbi aperso delle lettrici. Ci tengo davvero molto a voi, e spero che
siate arrabbiate in qualche modo. Mi scuso tantissimo
XxxX Ice Angel XxxX:
Grazie mille per il commento ^^ . NOn ho capitolo a cosa era riferito
l'ok, ma il primo l'ho capito xD. Scusa la mia ingoraza e grazie ancora
^^
Ice Angel:
TRanquilla Alexa, non proccuparti!! Grazie mille di aver recensito ^^
Piera: Lo
rileggi addirittura xD Si sono tanto bellini *--* Ma te, sei fissata
con fare l'amore nei parchi? O___O Porcospina
è___è Nooo poveraccia!! Non la fare
morireeeee ç____________ç Sei cattiva U_U
NICEGIRL:
Ora no dai xD venti capitoli no xD Forse quindici xD. GRazie milel el
commento cara!! MI fa troppissimo piacere che ti paiccia ancora la mia
ff!!!!
Devil96:
ahaha xD allora non sono l'unica ceh adotta la velocità da
bradipo xD
layla the punkprincess:
Si, è un amore bill *---* mi dispiace, come avrai capito,
dovrai aspettare un po' per qualcosa di più .-.
Grazie
mille ragazze dei commenti ^^. Spero che leggiate anche questo
capitolo, e che sia di vostro gradimento!! Il dodicesimo è
in fase di costruzione xD. Spero di finirlo presto!!!
Un
bacione a tutte e grazie!!!
Capitolo 11
Era un quarto d'ora abbondante, che i
due ragazzi, si trovavano davanti l'appartamento di Alessia. Avevano
fatto tutto il tragitto per tornare a casa, tenendosi per mano:che
cosa assurda. Erano due sconosciuti, due perfetti estranei. Eppure,
non sembrava così. Quando si parlavano, era esattamente il
contrario; e questa, era una cosa ancora più assurda.Adesso
Alessia, appoggiata con la
schiena alla porta di casa, si lasciava trasportare dalla dolcezza
dei baci che il moro le regalava. Altra cosa assurda. Come era
successo? Non era da lei, fare tutto ciò che aveva fatto
quella sera. Non era da lei farsi baciare così facilmente,
senza replicare. Non era da lei confidare le cose a un perfetto
estraneo; a malapena lo faceva con Josh, perché, con Bill
invece, appariva come la cosa più normale del mondo?
Si staccarono, e si
guardarono in
silenzio. Avevano metabolizzato ogni singolo lineamento
dell'altro:gli zigomi, il naso, gli occhi...le labbra.
Bill, era dannatamente bello; il suo
viso sembrava scolpito.
Alessia agli occhi di Bill, appariva
come la ragazza più bella del mondo, con la sua pelle
candida,
perfettamente in contrasto con le labbra rosse.
Il ragazzo sorrise.
“Perchè sorridi?”
“Perchè sono felice...”
Rispose Bill, con un tono di voce, che fece sembrare la sua risposta
quella più logica di tutte; e forse lo era.
Baciò Alessia a fior di labbra,
facendola rabbrividire da capo a piedi.
“Te...sei felice?”
Che domanda stupida. Come faceva a non
essere felice in una situazione del genere, così
assurdamente
bella.
Un altro bacio, poi un altro e un altro
ancora. Erano bastati pochi istanti di contatto, per rendere Alessia
dipendente da quelle labbra.
Ultimo bacio, poi la buonanotte.
Bill si avviò verso le scale, e
mentre Alessia stava aprendo la porta, si ricordò di una
cosa.
Così tornò indietro.
“Ehm...ora che ci penso...non ho
ancora il tuo numero...”
♥
Bill rientrò in
casa, e subito,
corse nella camera del fratello, non curante del fatto che forse
stava dormendo.
Entrò, e lo trovò
sommerso nel caos della sua camera, con le coperte che toccavano
terra, e una gamba scoperta, anche essa, che arrivava a toccare la
moquette grigia.
Non gli passò neanche per
l'anticamera del cervello, che Tom si sarebbe arrabbiato se l'avrebbe
svegliato all'una e mezza di notte.
Accese la luce, e come previsto, Tom si
svegliò di colpo.
“Porco Giuda Bill!!” Sbraitò
irritato il gemello.
“Cazzo urli? Poi mamma viene a
rompere!!” Lo zittì Bill sussurrando, cercando di
fargli
capire che non aveva voglia di subirsi le lamentele della madre.
Tom mugolò qualcosa che
somigliava ad una bestemmia, e si sommerse di nuovo nella massa
informe delle sue coperte. Si coprì la testa con il cuscino
e
fece finta di russare, sperando che il gemello lo lasciasse libero di
dormire. Bill, però, era abituato ai suoi trucchi, e non si
lasciò ingannare.
“Tommyyy! Stasera è andato
tutto benissimo!!” Esordì Bill, sedendosi in
fretta e furia
sul letto accanto al fratello.
Il gemello, sembrò uscire
improvvisamente da suo coma apparente, e alzò la testa
strabuzzando gli occhi. Aveva sentito bene? Il suo fratellino, non si
stava lamentando per l'ennesima ragazza vuota, finta; come tutte le
altre, senza niente di speciale. Per qualche istante Tom,
pensò
che fosse un miracolo, poi però si ricordò di
essere
ateo; e di conseguenza, sostituì la parola miracolo con la
parola sogno.
Si alzò con l'aiuto della
braccia, e si sedette accostando la schiena allo stipite del letto, e
adagiandosi nella stessa posizione del fratello.
Lo guardò, e con tono ovvio gli
disse.
“Allora? Che fai, prima mi vieni a
svegliare e poi te ne stai lì con quella faccia da
sogliola?”
Bill sorrise ancora di più di
quello che già non stesse facendo. Adorava quando il
fratello
lo stava ad ascoltare.
Cominciò a raccontare. Tom lo
guardava, e ascoltava ogni singola parola che usciva dalle sue
labbra. Sembrava felice; era felice.
Parlava velocemente senza prendere
fiato, e muovendo freneticamente le mani a destra e sinistra; come se
tutto quel gesticolare lo aiutasse a non aggrovigliarsi la lingua
mentre parlava. Balbettava delle volte; e tutto, per colpa di quella
ragazzina, che ormai lo aveva fatto impazzire.
♥
Alessia, era da poco
entrata nella sua
camera. Prima di riuscire a muoversi, era rimasta qualche minuto
appoggiata con la schiena contro la porta, seduta a terra. Non capiva
più niente. Era tutto così strano, nuovo
addirittura.
Gettò il vestiti a terra, e si
infilò una vecchia t-shirt degli AC/DC che usava per
dormire,
e dei pantaloni a quadri parecchio larghi, e infine si buttò
supina sul letto.
Aveva una confusione incredibile nella
testa, pensieri che si mischiavano ad altri; frasi completamente
senza senso.
Ed eccoci, di nuovo. Come al solito,
non potette fare a meno di pensare, e, pensieri, che l'unica cosa che
facevano era farla stare in ansia, le sommersero al testa.
E se Bill non l'avesse più
cercata, non avesse risposto alle sue eventuali chiamate? Se per lui
fosse stata una cosa così, senza significato. Magari, aveva
l'abitudine di sedurre le ragazze, e poi metterle da parte, per
trovarne sempre di più carine.
Solo il pensiero di essere stata presa
in giro per l'ennesima volta, le fece saltare i nervi, e diventare
gli occhi lucidi.
Cosa? Occhi lucidi? Si stava per
mettere a piangere??
Ale! Ma ci sei con la
testa? Te che
piangi? Per un ragazzo poi??
Credette di avere la febbre, ma si rese
conto che la sua teoria era del tutto assurda, e quindi
lasciò
stare e si rigirò per l'ennesima volta nel letto. Ok, doveva
calmarsi. Non le importava come, ma avrebbe dovuto farlo.
Però
diamine, quel pensiero le frullava ancora in testa, e la faceva
impazzire sempre di più. Non capiva perché, tutto
d'un
tratto, le fosse venuto in mente quello stupido pensiero. Si,
perché
alla fin era stupido, e ad Alessia, ci volle molto per capirlo,
perché traviata dai suoi pensieri privi di ogni minimo di
logica.
Sbuffò sonoramente, e si sedette
sul letto stropicciandosi la faccia energeticamente.
No, dai, non potrebbe
farlo ,mai....
Pensò a tutto quello che Bill le
aveva detto quella sera, i baci, gli sguardi, i sorrisi.
Erano troppo belli, perchè
fossero falsi. Quello sguardo dolce, reso ineguagliabile da quei suoi
occhi sinceri. Quei suoi occhi, che stregavano, rapivano. I baci,
all'inizio così timidi e impacciati, poi sempre
più
lunghi e pieni di sentimento. I suoi gesti, impacciati, che lo
rendevano troppo carino.
No. Non poteva averla usata. Non era
minimamente possibile; e finalmente lo aveva capito. Finalmente si,
perchè era più di un'ora che si logorava l'anima.
Riuscì a calmarsi, alle due e
mezza passate, ma ci era riuscita. Tirò un sospiro di
sollievo, e si lasciò andare all'indietro sul letto. Era
calma, e le bastò poco per addormentarsi, con un sorriso
stampato sulla faccia. Le era bastato poco per convincersi che i suoi
pensieri erano del tutto stupidi, però, quando cominciava a
pensare, era un problema. Anzi, era il suo unico problema;
perché
pensava troppo, e finiva con l'agitarsi. L'unica cosa che le impediva
di pensare, era stare con Bill. Durante tutta la sera, non
pensò
a niente, se non a godersi ogni singolo gesto del bel moro.
Doveva controllare i suoi pensieri.
Doveva controllare il modo di pensare soprattutto, doveva smetterla
di pensare male di tutto e di tutti, Doveva smetterla di credere che
ogni persona su questo mondo vivesse per rovinarle la vita. Difficile
però, smettere di fare una cosa, che fai da quando sei
nata...
Dormì tutta la notte a diritto,
senza problemi o interruzioni. Quando si svegliò era
mezzogiorno e poco più. Dieci ora di sonno potevano bastare,
e
quindi decise di alzarsi.
Fece mente locale, e in quel momento,
non le venne in mente nessun impegno presente in tutto l'arco della
giornata. Con Josh di nuovo in città però, non
era mai
detta l'ultima. Poteva benissimo piombarle a casa senza preavviso,
come di sua abitudine.
Alessia si diresse in bagno strusciando
i piedi a terra. Si lavò la faccia con l'acqua fredda, e poi
andò in cucina. Non aveva per niente fame, nonostante fosse
praticamente l'ora di pranzo.
In attesa che il suo stomaco reclamasse
del cibo, decise di vestirsi e di suonare un po' il piano, dato che
il giorno dopo avrebbe avuto lezione.
Si sedette sullo sgabello davanti al
pianoforte, e cercò gli spartiti per il brano che voleva
suonare. Quando si sedeva davanti la tastiera, tutto in
quell'appartamento, diventava stranamente bello e tranquillo. La luce
entrava dalle resistenti lastre di vetro che costituivano la maggior
parte delle mura, e arrivava a toccare ogni oggetto con i suoi raggi.
Alessia scelse il brano da suonare, si preparò, e
cominciò
a far scorrere le dita sui tasti bianchi. Li sfiorava delicatamente,
come per paura di rovinarli. Si lasciava trasportare dalla melodia, e
tutto attorno a lei spariva. C'erano solo lei, e la musica. Basta.
Nient'altro.
Finito il brano, ne eseguì un
altro, e poi un altro, e una decina ancora. Aveva perso la concezione
del tempo, e non si era nemmeno resa conto, che il suo stomaco
brontolava.
Si alzò e di decise alla fine,
di mangiare qualcosa. Non appena stava per ingoiare il primo boccone
del suo pasto, il telefono di casa squillò.
E ti pareva?
Alessia ridusse i suoi occhi a delle
fessure, e controvoglia, si diresse a rispondere al cordless.
“Pronto?”
La voce squillante di Josh le perforò
un timpano.
“Ale!! Ma che fine avevi fatto?? Ti
ho chiamato al cellulare ma non rispondevi!!”
“Eh, si scusa...dovevo aver messo il
silenzioso...” Spalancò gli occhi. Aveva messo il
silenzioso. E se Bill l'aveva cercata? Parlando sempre con Josh, fece
una corsa fino in camera sua. Rufolò nella borsa, fino a
trovare ciò che stava cercando. Guardò lo schermo
del
telefono; preoccupata dopo aver letto la scritta “4 chiamate
perse”, controllò a chi appartenessero. Josh,
Josh, Josh...
e Josh. Non l'aveva cercata. Sospirò. Era sollevata da una
parte, ma dispiaciuta dall'altra. Ok, non l'aveva cercata, e per
fortuna, lei aveva il silenzioso, così non lo aveva potuto
far
rimanere male. Quella che però c'era rimasta male, era lei.
D'altro canto, se l'avesse cercata, avrebbe voluto significare che al
voleva vedere.
“Ale, ma che hai??”
“Io? Nulla! Te piuttosto? Che
dicevi??”
“Ah, si giusto! Allora, oggi tornano
gli altri...ci vediamo tutti da Joe?”
“S-Si va bene...”
“Perfetto! Allora passo io alle
quattro da te!! Ciao!”
“Ciao.”
Una giornata che sarebbe potuta
trascorrere all'insegna del completo far niente, si era trasformata
in una giornata, passata con un perfetto rompiscatole che, come
sempre, si era invitato da solo, decidendo lui l'ora. E Alessia non
aveva saputo dire di no: tipico.
Era il suo migliore amico, cosa doveva
dirgli? Senti ciccio oggi voglio stare per conto mio perchè
devo pensare ha un ragazzo? Perfettamente fuori luogo.
Le quattro, arrivarono, e Josh,
puntuale come un orologio svizzero, suonò il campanello.
Alessia, che era di nuovo seduta al
pianoforte a suonare, interruppe la melodia, e si alzò per
andare ad aprire.
“Ciao vieni!”
Josh si accomodò sul divano,
aspettando che Alessia prendesse al borsa.
La ragazza diede un ultimo sguardo al
cellulare. Niente. Porca vacca. Fissò senza espressione lo
schermo per qualche secondo, fino a quando Josh non la
riportò
alla realtà.
“Andiamo?”
“Sisi...”
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