Nerd

di H u m a n o i d
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1


New York: la grande mela.
Città confusionaria; i cui abitanti, trascorrono il loro tempo tra il traffico caotico, una corsa frenetica per non perdere la metropolitana, e party esclusivi, con V.I.P. sempre presenti.
Per alcuni, era l'Inferno in terra; per altri, era il Paradiso. E poi, c'erano delle persone che la pensavano in entrambi modi; e una di queste era Alessia.
Per una come lei il liceo ara l'Inferno. Appassionata di fumetti, Star Wars, Star Treck videogiochi, e di musica. Inutile dire, che era reclutata da tutti, o quasi, una sfigata cronica.
Gli amici che aveva erano pochi, ma almeno, erano fedeli. A casa, era peggio che a scuola. La madre, le ripeteva in continuazione di essere troppo maschiaccio, di vestirsi in modo più femminile, di uscire il sabato sera, invece di rimanere a casa con i suoi amici.
“Perché indossi sempre questi abiti orrendi? Perché ti trucchi sempre così scura? Perché non ti metti mai un po' di ombretto chiaro? E poi, le scarpe! I capelli con queste meches bianche orribiliii!!”
Era sempre la stessa storia; mai una volta, che la lasciasse uscire di casa senza rimproverarla, o facendo finta di non averla vista.
“Perchè non esci mai? Sempre con quegli sfigati dei tuoi amici! Ma mettiti una mini gonna e vai in discoteca!”
Alessia si meravigliava sempre quando sentiva la madre parlare in quel modo. Alcuni genitori, avrebbero, dato non si sa cosa, per avere una figlia come quella: voti alti a scuola, niente ragazzi portati clandestinamente in camera sua, mai un'uscita di nascosto... Perché la madre, non riusciva a capire, che sua figlia, odiava, quello stile di vita, e soprattutto le persone che lo adottavano. Odiava, l'ipocrisia, che c'era tra le sue compagne di classe; tutte amore di qui, cara di la; e poi, si ritrovavano a parlare male di chiunque, anche di quella, che chiamavano la loro migliore amica. Suo fratello, era il tipico ragazzo, appartenente a quella parte di mondo, da lei tanto odiata.
Il fratello gemello, ragazzo popolarissimo; nonché capitano della squadra di football della scuola, organizzava in continuazione feste a casa loro, con quella che lui e i suoi amici energumeni, osavano chiamare musica, rovinando così tutta la magia, che si celava dietro quello splendido nome.
“Ahaha, che sfigati che siete!!” Urlava in giro per i corridoi della scuola, con a seguito tutti i trogloditi della squadra di football, con ragazze pon pon, attaccate al... ok, lasciamo perdere, rischierei di diventare volgare. Passava davanti alla sorella, e poi, prendeva uno dei suoi amici a caso, e lo rinchiudeva nell'armadietto; la maggior parte delle volte, era Josh a fare la brutta fine; essendo il più gracilino del gruppo
Quando però la scuola finiva, o Alessia, usciva di casa, i suoi occhi, vedevano il mondo, sotto una luce diversa. Poteva essere se stessa, senza che nessuno la giudicasse e la prendesse in giro ingiustamente. Fumetterie, negozi di musica ad ogni angolo, scuole di canto, piano, chitarra; parchi in cui praticare skateboarding. Cosa poteva volere di più dalla vita?

La scuola, per fortuna, era finita. Tre mesi di totale libertà, prima di tornare alla solita routine.

Alle undici passate, Alessia si alzò mugolando dal letto. Si diresse in cucina, dove trovò il fratello, intento a fare colazione con una tazza di cereali, che in poco tempo divorò, con i suoi modi da cavernicolo.
Alessia prese la sua tazza, e si mise a mangiare sulla sua poltrona, di fronte alla grande vetrata, che circondava tutta sala dell'enorme loft.
Lei e la sua famiglia abitavano in un palazzo di proprietà del padre; grandissimo uomo d'affari, raramente a casa.
Dato che il palazzo apparteneva a loro, non avevano fatto complimenti,e si erano stabiliti nel loft all'ultimo piano. Da lassù si poteva vedere New York in tutto il suo splendore. Di giorno, non era un grande spettacolo, ma di notte, toglieva letteralmente il fiato. Le luci della città, i fari delle auto... tutto appariva così bello, così calmo; specialmente dopo la mezzanotte. Anche se si scorgeva ancora qualche taxi e qualche limousine per la strada; la città sembrava come assopita.
Quella vista, le conciliava il pensiero. La faceva riflettere ogni volta. Fissava un punto indefinito oltre la vetrata e si perdeva nei suoi pensieri. Quella mattina, però i suoi pensieri furono interrotti dall'assillante fratello, che le picchiettava la spalla freneticamente.
“Hai rotto il cazzo! Se non ti caco manco di striscio, vuol dire che non ho voglia di parlarti!!” Sbraitò innervosita Alessia.
“Oh, cazzo, calmati! Stasera, faccio una festa, quindi smonta gli strumenti di la!”
“Si quando ne ho voglia! Non rompere la minchia, che mi sono svegliata adesso!” Il fratello si dileguò nella sua camera.
Come previsto, il ragazzo, si era subito approfittato dell'assenza dei genitori, volati per due settimane a Parigi in vacanza.
La ragazza sbuffò sonoramente. Odiava il fratello, quando pretendeva di comandare solo perchè era l'uomo, o meglio, il cavernicolo.
Trattene le parole a fatica: quante ne avrebbe volute dire.
Si alzò scocciata dalla poltrona, e andò in camera sua. Sapeva già che avrebbe dovuto spostare gli strumenti dalla sala prove da sola, dato che i suoi amici erano tutti in vacanza; e di chiedere una mano al fratello, proprio non se ne parlava.
Si chiuse in camera sua, battendo la porta e si sommerse di nuovo nelle coperte.
“Aleee!! Ha chiamato papà! Ha detto che al piano di sotto ci sono degli inquilini nuovi, e due hanno la nostra età e che dobbiamo andarli a salutare!!” Il fratello batteva incessantemente il grosso pugno sulla porta di legno scuro.
“Fanculo! Ci vai te!”
“Va bene! Tanto poi papà si incazza con te!”
“Ma fai poco il lecca culo, che a te te ne frega meno che a me!"
Sbraitò per l'ennesima volta la ragazza buttando un cuscino contro la porta. Era impossibile in quella casa trovare un attimo di pace. Anche quando i genitori non erano presenti, la casa era un' inferno.
Dopo una buona ora che si rigirava nel letto, decise di farsi una doccia e di vestirsi.
Uscì dalla camera,e sentì la televisione accesa, il fratello, non era ancora andato a trovare gli inquilini al piano di sotto evidentemente. Gli annunciò che stava andando a farsi una doccia, che durò per una lunga mezz'ora.
Il pranzo tra i due fratelli, si svolse nel più assoluto silenzio. Anche se erano gemelli, tra loro, c'era un rapporto molto distaccato, forse anche troppo, per due fratelli.
Le uniche parole che uscirono dalle loro bocche furono “Puoi passarmi il sale?” oppure “Mi passeresti l'acqua?”
Ognuno sparecchiò le proprie stoviglie, e le misero nella lavastoviglie.
“Senti, io vado a salutare i nuovi inquilini, invito anche loro alla festa... va bene?”
“Sai a me che me ne frega...”
Il fratello uscì scocciato dall'appartamento; lasciando Alessia sola.
Sospirò rumorosamente ancora una volta,e decise di andare a togliere gli strumenti dalla sala prove.
Per prima cosa, doveva staccare i fili degli amplificatori. Immancabilmente inciampò, rischiando quasi di rompersi una gamba.
“Merda!” Urlò, massaggiandosi il polpaccio, per poi tornare in piedi. Era veramente goffa.
Si mise una mano dietro la testa, non sapendo da dove cominciare: di solito era Brad quello che si occupava dei cavi. Se si parlava di suonare e cantare, per lei non c'erano problemi, ma quando si trattava di attaccare gli strumenti, tutto quello che sapeva fare era attaccare la chitarra all'amplificatore.
Si mise le mani tra i capelli arruffati, e si mise a sedere per terra, cercando di capire qualcosa in quel groviglio infernale di fili.
“Uff.. accidenti a Brad e a quando è andato in vacanzaaa!!”
La musica l'aiutava sempre a concentrarsi, così andò in camera sua, e inserì l'ultimo cd dei Linkin Park.
“Ora si che prima no!” Alzò il volume al massimo, in modo da sentire la musica dalla stanza degli strumenti.
Si stropicciò per bene gli occhi, e facendo attenzione a non rompere niente, cominciò a staccare i fili.
“Give me reeaaaaason! To prove my wrong, across this memory clean!!” Intonava alla perfezione le note della canzone New Divide; quando la porta di aprì e non sentì solo la voce del fratello, ma anche quella di altri due.
“Evvai, saranno i suoi amici cretinoidi!” Pensò sconsolata Alessia, fermando il suo canto, e cercando di fare finta di niente.
“Alessia! Abbassa sto schifo di musica!”
“Ma abbassala te coglione! Io c'ho da fare!” Rispose di tutto tono lei, indignata, per aver osato dire che i suoi amati Linkin Park erano uno schifo di musica.
Il fratello, corse nella camera della ragazza, e spense definitivamente lo stereo.
“Almeno presentati!” Urlò scontroso il ragazzo, dai pettorali mastodontici.
Alessia buttò quei pochi cavi che era riuscita a districare a terra, e andò in salotto.
“A chi mi devo presentareee??” Alessia, arrossì di colpo, dopo quella figuraccia. Due ragazzi, tra l'altro, piuttosto discreti, sedevano sul divano del suo appartamento, e la fissavano con gli occhi sgranati, forse un po' sbalorditi dal suo comportamento indisponente; o forse... da tutto! Dai tatuaggi e il percing al sopracciglio e sulla lingua, alla maglietta di Star Wars, dai pantaloni neri a quadri, agli anfibi.
“Aaah!” si lasciò scappare Alessia
“Voi dovete essere i nuovi inquilini del piano di sotto!!”
“Si siamo noi!” Disse ridendo un ragazzo dai vestiti extra large e delle treccine nere, come quelle che usano i rapper. La pelle abbastanza scura, e un sorriso da togliere il fiato. I lienamenti del suo viso erano dolci, e ricordavano vagamente quelli di un bambino.
Un altro ragazzo sedeva acanto a lui. Aveva una cresta sparata in aria; e dei lineamenti più duri del ragazzo seduto di fianco a lui, messi in evidenza con il trucco pensante. La pelle più chiara dell'altro; ma un sorriso altrettanto bello.
“Piacere io sono Alessia!” Si presentò timidamente la ragazza, facendo segno di saluto con la mano.
“Tom!” Rispose il ragazzo dallo stile strettamente hip-hop
“Bill!” Annunciò ridendo l'altro.
Alessia, notò piacevolmente meravigliata, che Bill portava i suoi stessi anfibi. Dopo pochi secondi, le balzò in testa una domanda. Che ci faceva uno come Bill, con uno come suo fratello? Ok, uno come Tom, era del tutto normale che frequentasse quel tipo di persone... Ma, Bill, a dirla tutta, non ci rientrava niente!
“Hai finito di togliere la roba?” Chiese duro Brett ,il fratello di Alessia,
“No, brutto scassa cazzo! C'è un casino di là manco all'inferno! E poi come cazzo li porto gli amplificatori giù nel magazzino se sono da sola??”
“Non è colpa mia se i tuoi amici sfigati non ci sono! Non rompere il cazzo!"
“Ma non rompere te! Gli strumenti te li lascio di là! E se non ti va bene ti attacchi al cazzo o li sposti da solo! E vaffanculo!”
Bill e Tom, ridevano divertiti sotto i baffi, mentre assistevano a quella scena.
Incavolata come poche volte la ragazza si chiuse a chiave nella sua camera e accese di nuovo lo stereo a tutto volume.
Era ufficiale: odiava suo fratello. Con il suo atteggiamento da superiore, come se fosse chi sa chi. Ma chi si credeva di essere? Per lei gli strumenti rimanevano dove erano. Tanto se li spaccavano, ci pensava quel riccone di suo padre a ricomprarli.
La batteria, non aveva molto valore: avevano comprato quella che costava meno, facendo una colletta, lei e tutti gli altri componenti del gruppo; perchè ci voleva troppo tempo a portarla da casa di Daniel a lì e a montarla tutte le volte. La chitarra, era la sua, ma non era quella che le piaceva di più; quelle meglio le teneva in camera, al sicuro; disposte in fila, ognuna sul proprio cavalletto. Il basso, Jeremy lo portava ogni volta a casa sua, e lo stesso faceva Alex con la sua chitarra.
Alessia prese al sua pallina da tennis e cominciò a farla scontrare con contro il muro, per poi farla tornare nelle sue mani,proprio come faceva il dottor House nei suoi momenti di crisi.
Dopo un po', smise di tirare la pallina contro il muro, perché l'I-phone accanto al suo letto aveva cominciato a suonare. Spense lo stereo, e svogliatamente rispose.
“Oh...”
“Hei Ale! Sono Joe!”
Joe, era un ventenne, proprietario di un negozio di fumetti non lontano da casa d'Alessia. Ci andava spesso con i suoi amici, e proprio li, aveva conosciuto altri ragazzi, con i suoi stessi interessi.
“Bha,,ciao!Che si dice?”
“Stasera ci si ritrova un po' tutti qua in fumetteria, ti va di venire?”
“Certo! Almeno mi levo dal truzzame di casa mia! Stasera mio fratello da una delle sue solite feste..”
“Ah,capito! Allora ti ho chiamato proprio nel momento giusto!”
“Siii! Sei il mio salvatore!”
“Eeeh, modestamente! Oh, porta anche la chitarra, così fai il sottofondo sonoro!”
“Vai, a che ora?”
“Passo da te alleee... sette e mezza va bene?"
“Perfetto! Allora a dopo!”
“Ciao, peace and love!”
Menomale, che esisteva Joe. Alessia tirò un sospiro di sollievo, e si buttò supina sul letto.
Dai, almeno sarebbe stata fuori di casa, e non avrebbe dovuto sopportare tutto il baccano proveniente dalle altre stanze della casa.
Josh bussò per la milionesima volta alla porta.
“Che vuoi?”
“Abbiamo portato giù in magazzino tutto...”
Alessia aprì la porta indispettita. Ah, si, quando non c'era lei a sgobbare, faceva tutto da solo?
“Vedi, che se le cose le vuoi fare le fai, senza che tu debba rompere la minchia a me!”
“E ci credo, che l'ho levata al roba, te ti comporti da super star!”
“Io eh?”
Il fratello sbuffò sonoramente, si era già stufato di litigare con la sorella, era da quella mattia, che non facevano altro che mandarsi accidenti e urlarsi contro.
La ragazza, stava per chiudere di nuovo la porta, quando si fermò, per avvertire il fratello, che quella sera, non sarebbe rimasta a casa.
Brett, fece spallucce, in fondo non gliene importava niente, se la sorella, quella sera, sare
bbe uscita.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Waa che bello due commenti!! *si agita come un'esaltata e batte le manine*. Scusatemi, mi emoziono con poco xD

NICEGIRL: Mi fa paicere che ti incuriosisca la mia ff !! Spero che continui a leggerla ^^. Appena postato, leggo anche qualcosa di tuo ^^

Devil96: Martina giusto? Scusa non sono molto brava con i nomi xD. Wow! Ci ritroviamo!!  Sicuramente passo anche da te a leggere qualcosina ^^ (sul sito dei th ho postato il quinto capitolo se interessa ^^)

Se vi va di contattarmi, trovate il mio indirizzo di MSN nel mio profilo ^^ 
Un bacione a entrambe Alessia <3

Capitolo 2

Il campanello suonò, facendo balzare Alessia in piedi. Finlamente, Joe era arrivato. Corse ad aprire la porta, contenta di andarsene da casa sua, che già, cominciava a riempirsi di persone.
“Joe!! Vieni, prendo la chitarra e arrivo!”
Il ragazzo, attraversò la soglia del appartamento. Tutto era addobbato a festa. Una pacchianissima palla da discoteca scendeva dal soffitto, e un'assordante musica penetrava nelle orecchie, spaccando quasi i timpani.
Alessia prese la chitarra acustica dal suo piedistallo, e chiuse a chiave la porta di camera sua, per essere sicura che nessuno entrasse; l'ultima volta, aveva trovato due ragazzi, intenti a fare l'amore sul suo letto: potete immaginarvi la sua reazione.
Tornò dal ragazzo, che intanto, guardava scandalizzato ogni persona che gli passava vicino.
Alessia lo vide e scoppiò a ridere.
“Ahaha! Ti capisco! Andiamo va, prima che ti svieni!!”
Intanto Bill e Tom ,passarono di fianco ai due.
“Vai via?” Chiese Bill.
“Si, non resisterei qua dentro più di due minuti!! Va bè, Ciao!”
“Ciao!” Salutarono Tom e Bill in coro, facendo cenno di saluto con la mano.
Alessia si chiuse la porta alle spalle; lasciando un po' sbigottiti i due ragazzi.
“Bha... strana la ragazza..” Commentò Tom, alzando un sopracciglio. Bill rimase a fissare la porta. Sarà anche stata strana, però, gli era sembrata dal primo momento, come dire...diversa.
Non era apparsa ai suoi occhi, come tutte le ragazze in quel momento nell'appartamento, cioè vuote, finte...
Lei no, era sembrata spontanea, senza peli sulla lingua: vera.
“Chi erano quei due che hai salutato?” Chiese incuriosito Joe, dando una gomitata ad Alessia, che subito arrossì violentemente.
“Nessuno.” Rispose secca. “Sono i nuovi inquilini del piano di sotto... Delle assolute teste di cazzo, se sono andati alla festa di mio fratello...”
Sbuffò innervosita incrociando le braccia al petto, e guardando il ragazzo di fianco a lei, che non era del tutto convinto di quello che la ragazza, aveva appena affermato.
“e non guardarmi con quella faccia a sgorbio!” Mugolò Alessia, mentre Joe, rideva divertito, vedendola ragazzina arrossire.
Lei gli lanciò un'occhiata di ghiaccio. Odiava apparire la ragazzina stupida di turno, essendo, spesso e volentieri, la più piccola. Anche il quel caso era così: lei 17 anni; Joe, 20.
Uscirono dall'ascensore. Davanti all'entrata del palazzo, era parcheggiata la vecchia auto malridotta di Joe. Ogni volta, diventava sempre più brutta: quando partiva un po' vernice, quando un cerchione delle ruote, e quando uno specchietto.
Joe, si rattristava sempre a vedere la sua povera auto ridotta in quelle condizioni, ma del resto, vedere fumetti, non rendeva bene.
Alessia guardò la cima dell'altro palazzo, da dove proveniva un flebile frastuono,e si intravedevano delle luci psichedeliche. Scosse la testa, pensando in che condizioni sarebbe stato l'appartamento.
Si sedette sul sedile del passeggero, che sprofondò, anche se il suo peso, non era poi molto elevato.
Dopo cinque minuti arrivarono davanti alla fumetteria. Gli altri ragazzi, non erano ancora arrivati, ma di sicuro, sarebbero stati li tra poco.
“Ma che fai? Tieni aperto tutta la notte, e metti il cartello di chiusura?”
“Tengo aperto, nel caso passasse qualcuno!”
Joe aprì la porta a vetro del locale, e accese la luce. I neon illuminarono immediatamente il grande monolocale.
“Che tristezza che fa sto posto vuoto...” Disse con una strana smorfia sul volto il ventenne.
“Dai su! Che tra poco arrivano gli altri cretini!”
Gli altri cretini, ai quali si riferiva Alessia, erano come Joe, ventenni. Gli unici ragazzi della sua età, con cui andava d'accordo, erano Daniel, Brad e Josh, ma dato che loro erano in vacanza, si doveva accontentare.
Alessia si mise a sedere su uno sgabello dietro il bancone, mentre Joe, metteva in ordine la cassa, in attesa dell'arrivo degli altri ragazzi.

-Intanto alla festa-

Bill si sentiva un pesce fuor d'acqua. Tutta quella gente, di cui non conosceva il nome. Tutta quella gente che lo guardava male. Era tutto così nuovo, e allo stesso tempo, così uguale.
In Germania, si facevano le feste tra compagni di scuola, ovvio; ma non erano esagerate come quelle. nonostante il numero di persone, fosse ben maggiore, tra quelle, non c'era persona che non lo guardasse male; nessuna persona, che provasse ad avvicinarsi a lui.
“Cazzo, non ho mica la lebbra!” Pensò innervosito Bill. Possibile, che tra quelle persone, nessuno, avesse avuto voglia di parlare con lui, senza il secondo scopo di prenderlo in giro? Era come un dejà-vue. Sempre la stessa storia, la stessa, noiosa, snervante e triste storia.
Il fratello gemello, non aveva mai avuto problemi a integrarsi tra la gente, forse, perché si confondeva tra la massa. Bill, era totalmente diverso: introverso, timido, impacciato... si riconosceva anche tra centinaia di persone; aveva la sua personalità, e non ci avrebbe mai rinunciato, solo per far parte di un gruppo.
Il fratello si atteggiava già da “capo branco” proprio come faceva in Germania;e la cosa dava davvero sui nervi a Bill: lo odiava quando faceva in quel modo!
Se ne stava seduto, con il suo drink i mano, del quale, non aveva bevuto più di un insignificante sorso.
Si alzò scocciato dal divano, diede una pacca al fratello e uscì velocemente dall'appartamento; non sarebbe rimasti li dentro un attimo di più. Passò per il suo appartamento; prese l'i-pod, e uscì dal grande palazzo, in cerca di un po' di pace.
Uscì in strada. Il marciapiede era illuminato da alti lampioni, alcuni emanavano una luce più fioca di altri. Alcune macchine passavano veloci, non curanti del limite di velocità.
Tutto era così triste. Aveva sperato, che arrivando in America, avrebbe trovato, non moltissimi amici, ma almeno un paio, che non lo prendessero in giro, ma amici veri.
Dopo quell'ora scarsa che aveva trascorso alla festa, però, ogni sua speranza era sfumata.

-In fumetteria-
Alessia sedeva sul bancone, con accanto Joe. I ragazzi, avevano portato con se, tre casse di birra, ma una, era già finita, e la ragazza, era arrivata a quota due. Teneva in braccio la chitarra acustica, e sotto richiesta dei ragazzi, suonava qualche brano, ovviamente, mentre loro cantavano, o meglio stonavano.
Ridevano, scherzavano, si prendevano in giro: erano felici. Quella felicità, raramente era provata da Alessia.
“Oh, però Ale! È ora che ti sblocchi un po'! Cioè, hai 17 anni!” Sbraitò Joe, vedendo comparire un'aria minacciosa sul volto della ragazza.
“Dai, io ho un'idea! Facciamo un'orgia!!!” Urlò ancora più forte Ed, saltando addosso ad Alessia, che si dimenava tra le sua braccia ridendo. Si, era decisamente, già ubriaco.
Alla fine, Alessia pestò il piede all'amico, facendolo urlare e facendo ridere tutti i presenti. Odiava, quando le persone facevano quei discorsi infantili. Avrebbe fatto sesso, quando se la sarebbe sentita, e soprattutto, con la persona giusta; che però tardava ad arrivare. Tutte le volte, che qualcuno trattava con lei di quell'argomento, si irrigidiva, e, si sentiva tremendamente in imbarazzo. Forse, perché era l'unica ancora vergine.
Joe, continuava a stuzzicarla, ma lei, cercava di trattenersi e di non rispondere alle sue provocazioni.
La porta del negozietto si aprì, lasciando tutti si stucco: non entrava va nessuno di giorno, perché qualcuno avrebbe dovuto entrare di sera?
Alessia rimase un po' sconcertata vedendo la persona, che, con fare timido e impacciato varcò la soglia.
“Ciao Bill!”



Note finali: Abituatevi ai capitoli che finiscono a cavolo, perchè io lui adoro xD
Adesso ho finito davvero!!! Ciau ciau =)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3

Waaaa!! Che bello quante lettrici *----------------* Cominciamo subito con i ringraziamenti!!!

NIECEGIRL: Che bello! Mi fa paicere che ti piaccia la mia ff ^^. Avevo detto che avrei letto qualcosa di tuo, e giurò che lo farò, però ho visto ceh le tue ff sono un po' avanti con i capitoli ^^ ieri sera ho letto un capitolo di "La fine o forse no". é davverop caarina!! Ora cerco di mettermi in pari ^^. Prima o poi vedrai anche un mio commento XD
Ice_Angel: *--------* Nuova lettrice!! Benvenuta nel club di chi legge le mie schifezze!!! Mi rende molto conntenta che la legga pure te!!! Ma... ho dato una sbirciata nelle tue ff, e una mi pareva di averla già sentita nominare!! Ma te per caso sei Ice Angel, quella che posta  "La migliore amica di mio faratello" sul Die Besten Der Welt?? Spero di non aver fatto confusione con quelcun altra XD Magari dimmi se è così o no, sennò io mi gaso perchè conosco un casino di gente su efp XD P.S : grazie di avermi detto che scirvo benissimo *--------*

layla the punkprincess: Ehi ciao!!! Che emozionee! Ancora una nuova lettriceee!! Continua a seguirimi caraH!!!
Devil96: Va bè, mi dispiace che non ti vada più msn ç_ç. Comunque, su il sito dei th, ho lasciato un commento nella mia ff! Se ti va vai a leggerlo,, anzi, mi farebbe comodo XD Perchè ho fatto un discorso un po' confusionario, e se devo rifarlo pure qua ci impazzisco XD. Come credo avrai visto, sono andata a leggere una delle tue ff ^^ Veramente carina! Continua presto!
Piera: Ciauuuuu!!!!! Che bello, fleggi un amia ff *_____________*. GRazie mille del commentooo!! *arrossisce tutta*. Ma "un mondo insieme a te" non la continui? ç______________ç *si strappa i capelli*; cioè, mi hai lasciata li, a metà ç_ç. Comunque, ovvio ceh leggo la nuova ff!!!! Un kissoneeeeeeee <3
Grazie mille ragazze per aver letto e commentato questo la mia ff^^
Un bacione a tutte!!

Capitolo 3
Si, quella visita era stata del tutto inaspettata. Pure Bill, era rimasto sorpreso, nel vedere Alessia.
Sorrise in modo impacciato, e ricambiò il saluto. Tutti i presenti guardarono un po' straniti Alessia, che subito presentò il ragazzo ai suoi amici.
“Piacere!!” Disse Bill, felice di fare la loro conoscenza. Aveva dei modi, gentili, e allo stesso tempo, insicuri, che lo facevano sembrare indifeso.
“Come mai qua?” Chiese incuriosita Alessia, spezzando il silenzio, che si era creato tra i due.
“Ehm...come dire... a casa tua, c'era leggermente troppo casino!” Sorrise nuovamente Bill, mettendosi una mano dietro la testa.
“A chi lo dici!” Sospirò Alessia.
Tutti, cominciarono a fare conversazione, e conobbero meglio Bill. Era tedesco, Tom, era suo gemello, anche se difficile a credersi...
La serata passava tranquillamente, tra una risate e un'altra, anche se Alessia, alzava un po' troppo il gomito.
“Ale, se continui così, cadi in terra!” Le ripeteva Joe, ma ovviamente la ragazza, non gli dette ascolto.
Ormai, la ragazza, era ubriaca, e nemmeno poco. Diceva cose senza senso, e rideva, in continuazione. Camminava in qua e là per il negozio, reggendosi a malapena in piedi. Le girava la testa, e capiva a malapena ciò che le veniva detto.
“Ale..meglio se ti porto a casa!” Disse Joe. Si erano pure fatte le due. Tutti si salutarono, e uscirono dalla fumetteria.
“Hey Bill! Tanto abiti nello stesso palazzo di Alessia, ti accompagno io!!” Si offrì gentilmente il ragazzo, tanto, non gli comportava niente portare pure Bill.
Il moro accettò volentieri e si sedette sul sedile del passeggero. Alessia si era sdraiata di dietro, e continuava a blaterare qualcosa. Bill, rideva divertito, insieme a Joe.
Dopo poco tempo, furono arrivati. Alessia era seduta per terra accanto alla porta dell'appartamento, e Bill cercava le chiavi nella sua borsa.
“Trovatee!!” Esultò il ragazzo aprendo la porta.
C'erano ancora moltissime persone, molte delle quali, erano ubriache. Ballavano tutti uno spora all'altro, e urlavano, cercando di sovrastare la musica, con le loro parole, anche se la cosa, era praticamente impossibile.
Alessia, si fece trascinare fino davanti alla sua camera. Premette sulla maniglia.
“Cazzo...” Bisbigliò cadendo quasi, in terra dal sonno.
“Che c'è?” Chiese preoccupato Bill.
“Ho chiuso a chiave...”
Infilò la mano nella tasca posteriore degli aderenti pantaloni, e finalmente aprì la porta.
Si trascinò fino al letto, sopra il quale si buttò a peso morto. Bill e Joe, si erano avvicinati al letto sghignazzando.
La ragazza mugolò e aprì le braccia, cercando di prendere il suo pupazzo di Dart Fener.. Purtroppo prese male la mira, e per sbaglio, prese il collo di Bill. Il ragazzo spalancò gli occhi, un po' impaurito, e Joe, si buttò sul letto ridendo.
Alessia, era già, però, nel mondo dei sogni, e strinse ancora più forte Bill, facendolo cadere sul letto.
“Invece di ridere, potresti darmi una mano??” Chiese il povere ragazzo, dopo essere arrossito violentemente.
Joe, liberò il moro dalla morsa di Alessia, e entrambi, uscirono silenziosamente dalla camera.

Alessia, aprì gli occhi lentamente. Non riusciva a ricordare bene cosa fosse successo la sera prima. Le faceva malissimo la testa, e oltretutto, le veniva da vomitare. Notò di avere ancora indosso i vestiti della sera precedente, e allora realizzò di aver bevuto un tantino di troppo. Mugolò, dopo che la luce proveniente dalla finestra, si scontrò contro i suoi occhi, facendola girare dalla parte opposta.
Si addormentò dopo pochi minuti, ma successivamente, fu costretta ad alzarsi causa, improvviso attacco di vomito. Corse in bagno, quasi inciampando nella moquette.
Si toccò la fronte, e finito, il disgustoso rigurgito, uscì a velocità estremamente lenta dal bagno.
Per il corridoio, c'era una confusione disumana: bicchieri per terra, coriandoli, stelle filanti, pezzi di pizza, e schifezze di ogni genere. Le veniva voglio di vomitare nuovamente. Il fratello, uscì dalla cucina, dandole il buongiorno. Alessia lo fulminò con lo sguardo: e quello lui lo chiamava buongiorno? Per lui, era un buongiorno, svegliarsi con la testa che ti gira, e al casa più sporca di un porcile? Evidentemente, si trovava a suo agio in quell'ambiente.
“Senti, qui metto a posto io, ma te devi andare a fare la spesa...” Borbottò Brett.
Le toccò accettare, se non voleva morire di fame.
“Mmm.. che ora sono?”
“Le... quattro e mezza....”
Alessia sgranò gli occhi, perplessa.
Scosse il capo e poi, decise di darsi una pulita, prima di uscire di casa.
La doccia durò più del previsto e uscì che erano quasi le sei. Chiuse la porta dietro di se uscendo dall'appartamento, e poco dopo, si trovò per terra.
“Ahhhiiiiiiiii!!” Esclamò.
“Oddio scusa! Non volevoo!!” Esclamò, una voce a lei familiare. Alzò lo sguardo, e si trovò davanti a Bill.
“Bha! Ciao!” Esclamò imbarazzata la ragazza, dopo la figuraccia appena fatta.
“Ciao!Smaltita la sbornia?” Domandò Bill, ridacchiando un po'.
Alessia, arrossì tantissimo, dopo che si fu ricordata della figuraccia pazzesca della sera prima. Per una volta, che un ragazzo, carino e simpatico, capitava dalle sue parti, e tra l'atro, non era nemmeno un cafone troglodita, doveva per forza fare una delle sue solite figure di merda?
Si coprì il viso con le mani, e poi sorrise terribilmente imbarazzata.
“Scusa, non volevo scambiarti per un pupazzo!!” Disse, ridendo come una cretina, e arrossendo ancora di più, sempre che fosse possibile.
Bill rise di gusto, vedendo i modi impacciati della ragazza, che forse, in quel momento lo erano molto di più dei suoi.
Scusa, non volevo scambiarti per un pupazzo? Ok, questa me la potevo benissimo risparmiare!! Ma non avevo nient'altro da dire??

Note finali: Scusate la brevità di quetso capitolo, ma lo ho scritto in un momento di poca ispiraazione ç__ç
Ciau a tutte e commentate ^______________^


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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Salve a tutteeee!!! Scusate lse ieri non ho postato, ma oggi avevo un compito di algebra, e dovevo prepararmi ^^

Parto subito con i ringraziamenti!!
Piera: nooo! ma io adoravo quella storia!!! T_____________T, che donna cattiva che sei, però grazie all'infinito per il commentoooo *--------------------------------*. Mi fai arrossire coshì **. Certo che mi ci abituo xD, anche se mi monterò un pelino la testa xD. Grazie mille, sei davvero troppo buona *---* 
P.S. Sto leggendo piano piano pure al tua ff ^^. Sono arrivata al capitolo 5! quando ho visto che hai postato fino al dodicesimo, mi è preso male xD mi metterò in pari però! Prometto!!!!
NICEGIRL: Ora  non mi preoccupo più, perchè ho letto U_U. Eh, scusa, una promessa, è una promessa ^_^ Mi fa davvero piacere che ti piaccia sempre di più la mia storia!!
lyla the punkprincess: BHè, in effeti XD però dai, era un po' stupida come cosa XD Grazie mille di ave commentato anche questo capitolo ^^ continua a seguirmi!!!
Ice_Angel: allora avevo ragione xD. Sisi, ci sono pure io sul db, sono (non fare caso al nome, è stato un attimo di pazzia dopo aver letto "Il diavolo veste prada").grazie *----*- Andrà a finire che con tutti questi complimenti, diventerò un pallone gonfiato xD.
Devil96: sperto che tu abbia capito quello che ho scritto xD. Se non è così, dici pure xD

Grazie tantissimo a tutte!!! Mi rende felicissima, il fatto di avere tutte quetse lettrici *----*!!
Un bacione a tutte!!!! Continuate a seguirmi!!! Vi voglio un casino di beneee!!

Capitolo 4
Oddio, perchè era così impacciata? Non lo era mai stata, o almeno, non a quei livelli. Alla fine, riuscì ad andare, salutandolo velocemente, e infilandosi di corsa nell'ascensore.
Sospirò rumorosamente e si toccò le guance: brucavano.
Dai Ale!Inspira, espira... Inspira espira...
Aspetta!!!

Alla ragazza sorse un dubbio.
Che cazzo ci faecva davanti il MIO appartamento, se abita al piano di sotto. Di certo non se ne voleva andare sul tetto, dato che abito all'ultimo piano!
Lasciò andare un gridolino emozionato, e poi si auto punì tirandosi un schiaffo: quei comportamenti da bambina cretina, non erano i suoi. Il ragazzo, non poteva averla fatta impazzire in quel modo, dopo, solo una volta che si erano visti.
Ale torna in te!!
Uscì di corsa dal palazzo, e prendendo la macchina, che le toccava dividere con il fratello, si diresse al supermarket.
Non riusciva a toglierselo dalla testa. Pensava solo a lui.
Lasciò andare un altro girdolino: questa volta di rabbia però, e suonò il clacson. Di colpo mezza New York, si era voltata verso di lei, insultandola. Avrebbe voluto sotterrarsi.
Finalmente riuscì ad arrivare al supermarket e a fare la spesa... Arrivò davanti all'appartamento, con mille buste tra le mani e la posta in bocca. Posò tutto a terra, e cercò la chiavi nella borsa.
“Merda!!” Si lasciò sfuggire. Aveva dimenticato le chiavi; così si attaccò con un dito al campanello, finché il fratello non le aprì.
“OOOOH!! Hai finito???”
“NO!!” Alessia si attaccò nuovamente al campanello, dopo un po' però si stancò ed prendendo soltanto qualche busta, entrò in casa. Rimase sorpresa per l'ennesima volta. Era incredibile quante sorprese potevano accadere nell'arco di soltanto due giorni.
“Ciao!” Salutò con la mano Tom ridendo, mentre rimaneva seduto sul divano. Lo stesso fece Bill.
“C-Ciao!!” Riuscì alla fine a dire Alessia, arrossendo di nuovo.
E che cazzo! Ma che si sono trasferiti qui invece che al piano di sotto???
Brett arrivò alle spalle della sorella, facendola trasalire, e facendosi mandare al diavolo. Bill e Tom risero divertiti.
“Datti una calmata!” Urlò il fratello innervosito “stasera Tom e Bill restano a cena...”
“Va bene...” Rispose non curante Alessia.
“Quando è pronto chiamami!” Detto questo, poggiò le buste della spesa a terra e si rinchiuse in camera sua, dato, che non poteva sedersi sulla sua poltrona, e guardare la città dall'alto del suo appartamento.
Sbattè la porta violentemente e accese lo stereo. Era inserito ancora il cd dei Linkin Park, ma decise di cambiarlo, mettendo quello dei Metallica. Aprì la finestra, e appoggiò i gomiti sul piccolo cornicione. Era cominciato da poco il tramonto, e le sfumature del cielo andavano dall'azzurro chiaro all'arancio acceso. Era sempre uno spettacolo guardare il tramonto, che traspariva tra i palazzi. Aveva un effetto calmante sulla ragazza. Sospirò, mentre dallo stereo, provenivano el note di “The Day Never Comes”. Chiuse gli occhi per qualche secondo, quasi addormentandosi; forse era l'unica in grado di addormentarsi ascoltando i Metallica.
Si spostò dalla finestra, e si sdraiò sul letto con la pancia rivolta verso il soffitto. Distogliendo il suo sguardo dal tramonto, le era già montato il nervoso. Sapeva che il fratello, aveva invitato Tom e Bill a cena, solo perchè loro padre, glielo aveva imposto;e questo, era la conferma, di quanto fosse falso quel ragazzo. Sbuffò nervosa: non aveva alcuna voglia di cenare con quei due, per fare l'ennesima figuraccia con Bill. Decise così, che avrebbe passato la serata da sola, a Central Park, come faceva spesso, per sfuggire al caos di casa sua.
Si alzò velocemente, prese una felpa, i-phone, i-pod, e portafoglio e uscì, senza dare alcuna spiegazione.
“Torni per cena??” Chiese scontroso Brett, prima che Alessia uscisse di casa, ma lei non rispose. Questo equivaleva a un no.
“Ma...fa sempre così??” Chiese Tom, incuriosito dal comportamento di Alessia.
“Spesso...” Sbuffò Brett.
Grazie all'efficiente ascensore, in pochi minuti Alessia, fu fuori dal palazzo. Si sentì incredibilmente meglio appena fu uscita. Central Park non era lontano; peccato però, che non fosse visibile dal suo appartamento: in tal caso, la vista sarebbe stata ancora più piacevole. Accese l'I-pod e si mise le cuffie in modo da coprire il fastidioso rumore del traffico. Dopo venti minuti, fu in Central Park; prima di entrare nel grande parco, si fermò da Star Bucks, per prendere un caffè, da sorseggiare mentre camminava.
Il parco, era praticamente vuoto; ogni tanto passava qualche coppietta di innamorati, che camminavano mano nella mano. Cosa, che ogni volta, faceva rigirare lo stomaco ad Alessia: odiava le manifestazioni pubbliche di amore.
Ok, siete felici! Perché dovete far stare di merda chi non lo è??
Quando le passavano di fianco, abbassava tristemente la testa, per non incontrare i loro sguardi, sicuramente leggermente disorientati, nel vedere una ragazzina girare da sola.
Sbuffava in continuazione, scocciata da quella situazione. Era una cosa che succedeva spesso, praticamente sempre, dato che la maggior parte delle sue “scampagnate” le faceva esclusivamente in solitario. Cosa poteva farci, se preferiva stare da sola la maggior parte delle volte?
La notte, ormai era calata, e aveva avvolto tutta la città. I lampioni dentro il parco si areano accesi, e alcuni, riflettevano la propria luce in piccoli specchi d'acqua; dando un tocco magico a quel luogo incredibilmente calmo. Forse, era l'unico ad esserlo in tutta New York.
Ogni volta, che la ragazza andava in Central Park, scopriva un posto diverso; ormai da tempo, però, lo aveva girato tutto, da cima a fondo. Aveva fatto dei luoghi più nascosti il suo nascondiglio, e dei posti più belli, piccoli spazi dove pensare.
Ora, quello, di cui aveva assolutamente bisogno, però, non era né nascondersi, né pensare... non sapeva nemmeno lei di cosa avesse bisogno. Decise di andare, in uno dei posti, in cui andava raramente; forse, perché lo trovava decisamente demoralizzante, trovarsi da sola in un posto come quello. Arrivò. Era tutto come sempre. Il laghetto, incredibilmente, era sovrastata da un ponte li legno. Tutto era circondato da qualche albero. Alessia non aveva mai capito che tipo di alberi fossero: non aveva il cosiddetto pollice verde. Erano belli però. A dire al verità, tutto in quel posto, era estremamente.
Si alzò un leggero ventarello, che sollevo delicatamente i capelli della ragazza. Tremò leggermente, e per riscaldarsi un po' bevette un sorso del suo caffè, ancora all'inizio.
Si mise a sedere sulla ringhiera del ponte, rivolgendo la sguardo al laghetto sotto di lei.
Manca solo la musica sa suicidio e poi posso benissimo buttarmi...
Sospirò e bevette un altro po' della bevanda che teneva tra le mani.

Bello schifo si...davvero bello schifo!”
Si sentiva estremamente patetica. Come minimo, in ogni angolo della città, più dell'80% dei ragazzi della sua età, si stava divertendo, con gli amici, o con il rispettivo partner. Lei invece no. Se ne stava da sola, fuori, avvolta nel silenzio più totale, ad ascoltare la musica.
Si, se la guardavamo sotto quell'aspetto, era veramente una sfigata. Si tolse le cuffie, per essere rinchiusa del tutto in quella bolla trasparente che al circondava, e che impediva ad ogni suono di disturbare il suo pensiero.
Pensò a lui. Sarebbe stato davvero bello, se tutto ad un tratto, le fosse apparso alle spalle. Scosse il capo arrossendo, dopo che si rese conto che il suo pensiero, era sciocco oltre ogni limite. Quelle cose succedevano solo nei film, e oltretutto, in quelle più brutti e banali, che andavano a finire sempre nello stesso modo e cioè: “E tutti vissero felici e contenti” ; proprio come nelle fiabe. Peccato che quella fosse al vita reale e non una favola, dove lei era una principessa, il cui destino era quello di trovare il suo principe. Era davvero un enorme peccato.
Sospirò un po' delusa, accasciandosi tutta.
-A Casa-

Grazie della cena!” Salutarono gentilmente i gemelli, uscendo dall'appartamento.
Di niente! Ciao!” Salutò a sua volta Brett, chiudendo successivamente la porta.
Tom sbuffò sonoramente: non gli andava molto a genio il ragazzo, e anche per Bill, era la stessa cosa.

Wow...ehm, senti Tom, vado a fare un giro... dici a mamma che tornò tra un po'...”
Mmm... ok! Ma... dov'è che vai?”
Bho! Vado a fare una passeggiata, così per distrarmi un po'!”
Bill prese l'ascensore salutando il fratello. Tom, si immaginava cosa volesse fare, ma, non disse nulla; per non farlo irritare. Già quel pomeriggio era andato a cercare Alessia. Sperava tanto che ci fosse anche lei a cena, lo vedeva dal modo in cui si comportava, e dal suo sguardo felice, che apparse sul suo volto, quando la ragazza, entrò nel salotto.
Sorrise al gemello, e si voltò, per scendere le scale, e arrivare poco dopo nell'appartamento.


P.S: e pure questo capitolo finisce a cavolooooooooooooo xD


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Ragazze eccomi qua con il quinto capitolo!!!!

Piera:*O* Amore grazie *---*. Non sai quanto mi rende felice il fatto che ti piaccia così tanto la mia ficcy *OO*
Buahah xD Hai la doppia personalità xD. Nooo!! Non smettere di fare l'imbecile coem dici te!! Mi fai troppo ridere xD. Certo ceh continuo U_U ma che scherzi? Con lettrici come voi, come potrei non continuare??
Ice_Angel: Grazie tesorooo *-----*-  Tra tutte, diete delle tìlettrici fantastiche, lasciatevelo dire U_U. Bhp, a chiunque sta sulle palel Brett credo, pure a me, che gli ho dato la vita xD. Contiuna a seguirni!
Devil96: Me lo aspettavo xD comunque, la cosa più importante l'hai capita!! Non ti preoccupare, domani postoil sesto capitolo U_U
NICEGIRL: waa *------------------* Grazieee!! Pure io adoro il silenzio, anche se non è nei boschi o nei parti però xD Continua  a seguirmi pure tu!!

Ragazze, grazie mille| Siete fantastiche, non sò cosa altro dirvi!! Mi avete migliorato la giornata con i vostri commenti. Dopo aver passato tutto il giorno a letto tra febbre e tosse, mi ci voleva proprio!!!
Spero che continuiate a seguirmi tutte!! Un bacione!! Vi voglio un casino di bene <3

Capitolo 5

Bill scese in strada. Non sapeva proprio dove potesse essersi cacciata la ragazza; e non conosceva così bene New York, da potersene andare in giro di notte, per giunta da solo. L'unico posto, che si ricordava perfettamente come raggiungerlo, era la fumetteria, nella quale aveva trascorso la precedente serata.
Voltò a destra, e cominciò a camminare a passo piuttosto svelto. Sperava di trovarla là. Era sempre più vicino al negozio, e il suo passo aumentava man mano, fino a diventare quasi una corsa. Quando però fu a destinazione, rimase deluso. Sulla porta stava un cartello di medie dimensioni con su scritto “CHIUSO” a caratteri cubitali. Abbassò lo sguardo un po' deluso. E ora? Dove le trovava?
Sbuffò e prese a calci una lattina vuota lì vicino. Riprese al sua camminata, non voleva tornare a casa: quindi decise di girovagare così, senza una meta precisa. Prima o poi, sarebbe arrivato da qualche parte.
Come poteva impazzire così per trovarla? Da quanto la conosceva? Un giorno neanche. E poi, conoscere, era un parola enormemente esagerata in quella esitazione. Non si può dire di conoscere una persona, solo dopo averci passato insieme solo qualche ora. Come minimo, per la ragazza, quelle ora, non erano state altro che ore normatissime, banali... Questo, Bill però non lo sapeva.
Sapeva solamente una cosa: sentiva di sapere ogni cosa di lei, come se la conoscesse da una vita. Come se... se avesse sognato una ragazza così per tutta la vita. Come se nei suoi sogni, gli avesse fatto visita, e gli avesse detto tutto di lei.
Senti le sue guance diventare improvvisamente rosse. Sembrava un ragazzino alle prese con il primo amore. Sapeva benissimo, che era una cosa tremendamente sciocca, pensare a quella ragazza in continuazione, e andarla a cercare, sperando si passare una serata con lei. Non poteva farci niente però.
Non si accorse neanche di quanto aveva camminato, e arrivò davanti a Central Park. Rimase sorpreso. Aveva sempre voluto andare in quel luogo, che lo aveva sempre affascinato, ma era riuscito sempre e solo a vederlo in qualche film.
Perché non approfittarne?
Pensò il ragazzo, dimenticandosi per un solo secondo, e non uno di più di Alessia.

-Al laghetto-
Si era fatta quasi la mezzanotte. Alessia sbuffò impercettibilmente.
Potrei anche andarmene...tanto...
Guardò un'ultima l'acqua, rimanendo a fissare più del solito, il riflesso del lampione in essa.
“Hey...” Una voce calda e dolce, provenne dalle sue spalle. Nonostante il tono pacato di essa, la ragazza, sobbalzò impaurita e urlando addirittura, facendo scoppiare a ridere il ragazzo dietro di lei.
Si voltò, e quando lo vide, contorcersi dalle risate, rimase incantata dalla sua bellezza. Si riprese pochi istanti dopo, e la sua grinta, non tardò ad arrivare.
“Ma sei scemo???” Squillò scendendo dalla ringhiera del ponte, e avvicinandosi a Bill.
Rideva ancora, e quasi gli scendevano le lacrime.
“Ahahah! Dovevi vedere che faccia avevi!”
Ok, sarò stato pure bello, ma poteva anche smetterla di ridere. Alessia mise il broncio, e si voltò dalla parte opposta, innervosita dal fatto di aver fatto l'ennesima figura di merda, e dalla risata del moro.
“Ahah...ok, ok, la smetto...” Bill smise finalmente di ridere, e si scusò con la ragazza per averla spaventata in quel modo, cosa, che ovviamente, non era sua intenzione.
“Scusa una sega! Manca poco e finivo nell'acqua!”
Bill contenne a forza le risate: era davvero buffa; con la fronte aggrottata, e il labbro rivolto da una parte.
“E daii! Scusa!!” Sghignazzò il ragazzo, facendosi alla fine, perdonare.
Un silenzio imbarazzante scese tra i due; entrambi, non sapeva cosa dire.
Forse ho fatto male a cercarla... Pensò Bill, abbassando lo sguardo, e arrossendo notevolmente. Alessia rise alla vista del ragazzo imbarazzato, e decise di rompere il ghiaccio, anche perché, prima o poi, avrebbero dovuto dirsi qualcosa.
“Come mai qua?”
Bill alzò lo sguardo dalle sue scarpe ad Alessia, e rispose quasi balbettando.
“Bhè...avevamo finito di cenare con tuo fratello, e siccome non avevo sonno sono venuto a fare una passeggiata... te che facevi qui da sola?”
“Niente...” Sussurrò con filo di voce la ragazza “Pensavo...”
“A cosa? Sempre se posso saperlo...” Domandò timidamente Bill, facendosi piccolo piccolo, e facendo arrossire Alessia.
E ora che cazzo gli rispondo?? Oddio...
“A niente di importante...” Mentì lei, appoggiandosi al ponte, e fissando di nuovo l'acqua.
“Ah... non me lo vuoi dire...” Sorrise Bill, avvicinandosi a lei.
“Anche...”
Bill guardò sorridendo ancora di più Alessia, che lo fissava ridacchiando.
“Ti va di fare un giro?” Propose Bill, colorando per l'ennesima volte le sue povere guance, che erano arrossite già un'infinità di volte.
Alessia lo guardò diventando bianchissima. Era immobilizzata, non si aspettava che gli chiedesse una cosa del genere: l'aveva presa del tutto alla sprovvista.
“S-si!” Riuscì a balbettare alla fine, voltandosi inseme a Bill, e cominciando a camminare per l'enorme parco.
Chiacchieravano tranquillamente del più e del meno; poi Bill, prese di nuovo alla sprovvista la ragazza. Ormai il suo caffè era finito, e aveva già buttato il recipiente inun cestino, quindi non pteva far finta di scottarsi la lingua, con la bevanda, facendo subito parlare lui.
“Raccontami qualcosa di te...”
“di me?” Lo guardò spaesata Alessia.
“Si!”
Alessia abbassò lo sguardo e infilò le mani nelle tasche della felpa.
“Bhè... non è che ci sia da dire molto... ho un fratello rompipalle, un padre assente che parla poco, e quando lo fa, non mi dice mai qualcosa di piacevole, una madre troppo presente che parla davvero troppo, e anche lei mai per dirmi qualcosa di buono. Ho pochi amici ma almeno con loro sto bene, vado al liceo e non vedo l'ora che finisca per andarmene all'Università, dove spero di trovare persone mature... Ora sta a te”
Bill, fece esattamente quello che aveva fatto in precedenza Alessia, e cominciò a parlare.
“Allora... In Germania la mai vita era uno schifo, e anche qui, non credo che sarà molto diverso. Mi evitavano tutti, e quei pochi che stavano con me, la maggior parte, lo faceva perché mio fratello era il più popolare della scuola... Mio fratello, è uno scassa cazzo inaudito, però, quando siamo soli io e lui, è la persona più comprensiva che ci possa essere, e gli voglio un bene dell'anima! Mia madre, è anche troppo appiccicosa, però è una madre... e il mio patrigno, è abbastanza decente, ma potrebbe essere meglio.”
Certo, che tra tutti e due, passavano proprio una bella vita.
“wow, senza offesa, ma credevo che fossi l'unica al mondo ad avere una vita così di merda!” Ridacchiò Alessia, subito seguita da Bill.
“Interessi?” Domandò curiosissimo il ragazzo, sempre più interessato a conoscere Alessia. La ragazza, arrossì, non voleva assillarlo con le sue infinite sciocchezze e cazzate varie, e quindi cercò di sintetizzare molto.
“Mi piace leggere, suono il piano,la chitarra e canto! Fine.” Bill la guardò un po' confuso, come, aveva già detto tutto? Per evitare che le fossero poste altre domande, chiese a Bill, al stessa cosa che lui le aveva chiesto.
“Scrivo canzoni e canto...Fine!” Sorrise timidamente, e alzò lo sguardo, in cerca della luna. La trovò. Era sopra di loro, e spiava tra i palazzi, ogni loro piccola mossa; ogni movimento più insignificante.
Alessia, non ricordava di aver camminato mai così piano. Non voleva che quella serata finisse così, da un momento a quell'altro, con un semplice ciao, magari, detto di sfuggita. Trovarono una panchina, e si misero a sedere.
La situazione era piuttosto imbarazzante, anzi molto imbarazzante. La timidezza di entrambi, impediva loro di spiccicare parola.
Si voltarono l'uno verso l'altra nello stesso momento, e cominciarono a parlare insieme.
“Scusa! Parla te! No, te!” Scoppiarono in una fragorosa risata, arrossendo. Erano, così ingenui e timidi.
Alla fine si misero d'accordo, e parlò per primo Bill.
“B-Bella serata no?” Balbettò imbarazzato. Era perfetto, nella sua insicurezza. Ogni suo gesto, era così dolce, e qualche volta goffo; sicuramente a causa dell'imbarazzo.
“S-si...davvero bella!” Ricambiò Alessia il sorriso che le era stato rivolto dal ragazzo.
Tutto di un tratto, si trovarono fissarsi negli occhi. Rimanevano immobili, a guardarsi silenziosamente. Gli occhi di lui: castani, dolci, ma allo stesso tempo furbi. Profondi, capaci di far trasparire ogni emozione che il ragazzo provava.
Gli occhi di lei: azzurri, chiarissimi. Di ghiaccio. Facevano venire i brividi soltanto guardandoli.
Si avvicinarono sempre di più, senza accorgersene il loro visi si fecero più vicini, sempre di più...
I loro cuori battevano a mille, erano come impazziti. Chi li avrebbe più fermati ora? Le loro guance erano a fuoco, e le loro labbra, desiderose di un contatto.
Si stavano quasi per toccare, stavano per trovare un contatto.

Note finali.: Zan-zan!!! E adesso cosa succederà?? Se volete saperlo, leggete il prossimo capitolo che posterò domani xD


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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Grazie mille ragazze per aver commentato!!!

NICEGIRL: Eh GIulia, lo so...sono una donna cattiva e con la mente malata xD. ORa dò fine alla tua attesa! Ecco il nuvo capitolo!!!!
Ice_Angel: Cerco he vi lascio così U_U Lo faccio dall'inizio, perchè semettere proprio ora xD.PRego, cara, mi  fa davvero piacere seguire la tua ff!! Mi fa troppo piacere che ti piace!!! *-------*
Piera:Pieruzza bella! La pirma a lasciarmi un commento!!! *---*. Buahahah xD non te la riprendere con Cristo, riprenditela con me!!! P.S: Dopo questo capitolo, mi sa ceh mi uccidi direttamente, altro ceh bestemmaire xD
Grazie mille ragazze *----*. Siete fantastiche!!!!
Credo che mi vorrete uccidere dopo questo capitolo xD- Va bè, non vi anticipo nulla ^^
Un bacione!! Via voglio un casino di bene, Alessia ^^

Capitolo 6
Si sfiorarono con le labbra. Bill avvicinò una mano al viso di Alessia, come per essere sicuro, che non scappasse proprio in quel momento.
Driiiiiiiiiiiiiiiiiin!
Entrambi i ragazzi aprirono gli occhi praticamente chiusi. Il suono assordante proveniva dalla tasca di Alessia. Il meraviglioso silenzio che li aveva accolti nelle sue dolci braccia, interruppe l'abbraccio, a causa di un maledettissimo cellulare.
Alessia, si sentì terribilmente in imbarazzo, e chiunque fosse a chiamarla, avrebbe fatto presto una brutta fine.
Rossa come mai in quella sera, abbasso il capo mortificata, e si affrettò a vedere, chi fosse stata a distruggere quel momento così perfetto.
Josh! Io lo uccido!!
Innervosita, prese il telefono, e rispose con un filo di voce.
“Oh...”
“Ale!! Scusa l' ora, ma sai colpa del fuso orario dall'America all'Italia!” La voce di Josh squillava allegra come a suo solito; e questo fece saltare ancora di più i nervi ad Alessia.
“sisi...Che c'è?”
“Niente, ti volevo dire che domani torno!”
Era davvero insopportabile quando faceva in quel modo. L'aveva tartassata di messaggi, l'aveva chiamata più volte, era davvero necessario che la contattasse per l'ultima volta? Soprattutto, doveva chiamarla per forza in quel momento? Dieci minuti più tardi no?
Pirla, lo so che domani torni...”
Va bè, ma era per ricordartelo!!”
Si, va bè... mi dovevi dire solo questo?”
Si!”
Ok...allora cerca di non chiamarmi fino a che non sei arrivato all'aeroporto, se ci riesci, ovvio...”
Cercherò di farcela... va bè, notte!”
Notte!”
Alessia riattaccò innervosita più che mai. Era ovvio che Josh avesse un debole per lei, le lo aveva pure detto. Però, quel che è troppo è troppo! Avevano chiarito più volte; ma a quanto pareva, Josh, non era per niente disposto a lasciar stare Alessia.
Bill la guardava. La ragazza non sapeva decifrare il suo sguardo. Cosa stava pensando? Che al telefono fosse il suo ragazzo? Per caso, l'aveva scambiata per una delle tante ragazze, che approfittano dell'assenza del fidanzato,per rimpiazzare la sua presenza?

N-Non è come credi...” Bisbigliò Alessia, guardandosi i piedi e torturandosi le mani. Era pronta ad un'altra figuraccia.
Bill sorrise, togliendole il fiato, e lasciandola per qualche momento ipnotizzata.

Perché, cos'è che credo?” Si, era decisamente imbarazzata. Per l'ennesima volta non sapeva cosa rispondere. Decise di fare l'indifferente, e di raggirare con un trucchetto alquanto stupido Bill.
Bhò! Avevi una faccia...” Abbandonò contro voglia il suo sguardo, e guardò di lato, in un punto non preciso.
Ahahahaha....” Bill rise sonoramente. Era stato buffissimo il modo in cui aveva nascosto il suo viso ormai rosso all'inverosimile.
La ragazza si alzò dalla panchina. Per quel giorno, aveva superato il suo limite massimo di brutte figure.

Ehm..I-Io vado. Notte!” Salutò con un cenno della mano, e voltò le spalle alla panchina. Conle mani in tasca si diresse nuovamente verso il ponte, decisa a tornare a casa.
Bill si alzò di scatto dalla panchina, e le corse dietro.
Hey! Hey! Fermati, non sono uno a cui piace correre!!” Urlò con il fiatone, nonostante avesse percorso solo pochi metri.
Lei si voltò, e alzando un sopracciglio, assistette alla patetica corsa di Bill; che più che una corsa, sembrava una scena di un film comico.
Sghignazzò sotto i baffi. Era decisamente esilarante.
Il moro le si fermò davanti con il fiatone, e dopo aver ripreso fiato, finalmente parlò.

Ti sei offesa? C-Cioè, ho fatto qualcosa di male? Se è così non volevo! Scusa davvero!! Non intendevo farti arrabbiare! Scusa!!”
Era dolcissimo. Avete presente i bambini piccoli, che chiedono scusa hai genitori, quasi implorandoli “Dai mammina ti prego! Non buttarmi via l'orsacchiotto Teddy!! Non lo faccio più!!”, e giurano anche? Uguale. La ragazza rise, contagiando pure Bill, che si era reso conto di essere stato leggermente ridicolo.

Ti va se ti accompagno? Cioè, ovvio che ti accompagno, visto che abitiamo nello stesso palazzo...”
Si diede una pacca sulla fronte arrossendo, e poi si incamminò insieme alla ragazza.
Sembrava di essere in uno di quei film sdolcinati a più non posso. Quelli che Alessia tanto odiava, ma che in quel momento, le apparivano i film più belli di tutti.
Come storia, poteva benissimo essere appartenuta ad un film. Due ragazzi che non si erano mai visti, abitano nello stesso palazzo, e dopo un giorno nemmeno che si conoscono, si ritrovano a passeggiare al chiaro di luna in Central Park. A pensarci bene, era anche piuttosto banale come storia. Un po' patetica, a dirla tutta. Ma in quel momento, la ragazza non poteva sentirsi più felice. Per una volta poteva anche mettere da parte lo scetticismo, e rilassarsi un po'. Non era detto, che a quella sera, ne sarebbero seguite altre. Non era obbligatorio. Assolutamente no.
Mezz'ora dopo, erano dentro l'ascensore del loro palazzo. Stavano discutendo a che piano andare prima.

No, ma scusa, il tuo è prima del mio, andiamo al tuo!”
No, perché, come si dice, prima le signore...”
Sese...dai non fare lo scemo!”
Io sono scemo! Forza, non si discute, vai prima te!!”
La battaglia, fu vinta da Bill, che rideva compiaciuto della sua vittoria. Arrivarono. Ad Alessia tremavano impercettibilmente le mani; però, tremavano ugualmente. Cercava di non mostrarsi per niente agitata, anche se era una cosa praticamente impossibile

Grazie...della bella serata! Mi sono divertita!” Disse con voce flebile la ragazza roteando gli occhi, per evitare di incontrare lo sguardo di Bill.
Pure io!” Le sorrise, per l'ennesima volta Bill. Questa volta, Alessia, non potette non guardarlo. Si, lo so di averlo già detto un milione di volte. Ma, toglieva letteralmente il fiato. Non esisteva altro modo per descrivere la sua bellezza. Con quel sorriso innocente, e gli occhi vispi e incantatori. Con i suoi gesti impacciati, e buffi. Era le perfezione fatta persona. Si dice sempre che la perfezione non esiste; e anche Alessia, lo dice sempre. Quella sera, però dovette ricredersi. Bill, era la perfezione.
N-Notte!”
N-Notte!” Si guardarono, entrambi imbarazzati. Un bacio ci sarebbe stato più che bene in quel momento; era il perfetto finale per quel film.
Bill le si avvicinò. Non sapeva nemmeno lui cosa stesse facendo, forse, il fratello lo aveva contagiato. Alessia, si sentì svenire. Era agitata. Eppure, era solo un bacio. Un insignificante bacio.
In realtà, era più di quello; solo, che lei ancora non lo sapeva.
Si voltò di scatto, e aprì la porta dell'appartamento.

Notte Bill!!” Chiuse la porta, quasi sbattendogliela in faccia, e lasciandolo di sasso.
Non ebbe nemmeno il tempo di ricambiare il saluto.
Notte! Ci rivediamo domani? Ci vedremmo di nuovo prima o poi?
Pensò sospirando il moro, voltandosi.
Complimenti Bill, hai trovato una più timida di te...
Mille domande assaltarono al sua mente. Perché non lo aveva baciato? Al primo tentativo sembrava che anche lei avrebbe voluto baciarlo. Forse, si era improvvisamente accorta, che lui non faceva per lei; che non voleva avere niente a che fare con lui...
Tristemente, entrò nel suo appartamento, e si accasciò sul letto.
Alessia stava ancora a fissare la porta. Cosa diamine aveva fatto? Aveva appena negato un bacio, al ragazzo, più bello che avesse mai visto, chiudendogli la porta in faccia. Era un cretina.
Brava fava!
Sbuffò, solo come lei sapeva fare, e si diresse in camera sua, non capendo il perché del suo comportamento, non solo di quello che aveva tenuto pochi minuti prima, ma anche di quello tenuto per tutta la sera. Non era da lei comportarsi così con un ragazzo; anche se il ragazzo che si trovava davanti era molto carino. Per lei era normalissimo relazionarsi con esseri umani del sesso opposto. Nel caso di quella sera però tutto si era complicato: balbettava, faceva figuraccia su figuracce e arrossiva ad ogni qual volta che il ragazzo le rivolgeva particolari attenzioni.
Forse mi sono...innamorata?
Un brivido la percorse per tutta la schiena. Le pareva così strana la parola “amore”. Che cos'era l'amore? Non lo aveva mai saputo. Non credeva nell'amore. Per lei era soltanto uno degli innumerevoli modi, che qualcuno aveva escogitato per far soffrire le persone. Ditemi una, una sola persona che non abbia sofferto per amore. E non ditemi, che voi, siete felicemente accompagnati dalla persona che amate, e che, non avete sofferto nemmeno un minimo, per averla. Non ci crederei.
Alessia, aveva sempre ritenuto, che l'amore, non era importante per la sopravvivenza dell'uomo. Era solo una stupidaggine detta dagli scrittori di romanzi rosa, per vendere di più i loro libri.. L'amore, non era indispensabile nella vita. L'amore, non esisteva. Era soltanto un concetto elaborato da menti malate, desiderose di colmare il vuoto che sentivano dentro. Quel vuoto, che finalmente veniva colmato, dopo anni di disperazione, dalla persona amata. Tutte stronzate per Alessia. Non c'era alcuno vuoto dentro lei. Stava benissimo. Non aveva bisogno di una persona al suo fianco, per sentirsi bene, le bastava sé stessa. Almeno, questo, era quello che aveva sempre creduto. Quello di cui era convinta, ormai da un po' di tempo. E allora, perché se ne stava a fissare il soffitto, pensando a lui?
Mi sto facendo trasportare troppo da questa cosa. La vita non è come quella dei film o dei romanzi. Se quella raccontata in essi, fosse la vera vita, non ci sarebbe bisogno di raccontarla in un libro, perché tutti, saprebbero già com'è. Non può avermi fatto combinare in una sola serata. Questa non sono io. Io non sono mai stata così. Io non sarò mai così. Io non ho mai creduto nell'amore, e mai ci crederò.

Note finali: *si nasconde sotto il piumone edl suo lettuccio caldo, sicura che al Piera la ucciderà presto*
Piera, ho davveropaura della tua reazione!! Ti prego non uccidermi!!!


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Lo sapevo che vi arrabbiavate ç__ç

Piera: *Scappa per tutta la camera cercando di sfuggire all'ira funesta della Piera*
Sta calma!!! Cominci a farmi paura O_O. S etutte le volte, fai queste scenate non porto più U_U... (ovviamente scherzo, seenò altro che ammazzzarmi xD). Non provare a minacciarmi con Gerog è_é!!! xD Ma pure io ti voglio bene caraaaaaaa!!!
Lion of darkness: Waaaaa!!!! Nuova lettrice *-----*Benvenuta!!!! Chiamami Alessia, humanoid, mi sa di strano ^^ Spero che continui a seguirmi!!!!
NICEGIRL: Si sono bellini *-* Certo che posto presto U_U nonposso mica lasciarvi conil fiato sospeso ancora xD
Ice_Angel:Nono, non ti preoccupare xD sono abituata anchea roba peggio!!!
Devil96: Buahaha xD Io sono BASTARDISSIMA!!!! Pure io ti adoro!!! Kiss <3
layla the punkprincess: Ma scusa, dove sarebbe il bello della storia, se nnc i fosse la  fava di turno, che non si accorge di amare una persona? xD

Capitolo 7
La sera precedente, Alessia si era addormentata a fatica, tra un pensiero e l'altro. Quella mattina, avrebbe tanto voluto dormire, ma qualcosa, o meglio, qualcuno, glielo impedì.

Ale!! Ale!!” Su fratello la stava scuotendo da capo a piedi, nel tentativo di farle aprire gli occhi. In un primo momento, Alessia, si finse morta, poi, però smise, vedendo che il fratello, stava davvero credendo che lo fosse.
Ma che vuoi di prima mattinata?” Sbraitò, seppellendosi tra le coperte.
Dirti, che sto per partire!”
Da due anni, era di consuetudine per Brett, mentre i suoi genitori erano in viaggio in Francia, prendere un aereo con i suoi amici, diretto per Ibiza, e tornarsene pochi giorni prima dei genitori; giusto il tempo di mettere a posto le valige. Quei pochi giorni di assenza totale da parte della famiglia, per la ragazza, era il momento più bello delle vacanze. Casa libera per una settimana; ciò poteva significare solo una cosa per lei: assoluto riposo. Niente feste, niente prediche da parte della madre. Il Paradiso in Terra.

"Mmm. Ciao! Buon viaggio... Divertiti!”
Brett salutò, e in pochi minuti, fu fuori dal palazzo.
In casa, il silenzio aveva preso il comando. Non si sentiva alcuno rumore fastidioso. Solo il respiro regolare di Alessia, ancora distesa sul letto. Ormai sapeva, che addormentarsi, sarebbe stata un' impresa, così si alzò dal letto, e con calma, si diresse a fare colazione davanti alla sua finestra.
Era un po' di giorni che non si sedeva nel suo posticino preferito. Le mancava, in un certo senso.
Sorrise, vedendo la splendida vista, e desiderò per qualche secondo, di rimanere immobilizzata in quella posizione, in quel preciso luogo.
Pensò a lungo, e il suo pensiero fu interrotto dal suono del cellulare, Erano le undici e mezza: probabilmente era Josh, che annunciava il suo ritorno dall'Italia.
L'ipotesi di Alessia, non tardò ad avere la sua conferma.

Ciao!”
Ciao Ale!”
Sei arrivato?”
Sisi!! Ora disfaccio le valige e poi vengo a salutarti!!”
Josh, non importa...”
Si che importa! Ora arrivo! Ciao!!”
Josh, riattaccò il cellulare in faccia all'amica, lasciandola a bocca aperta, mentre pronunciava un sussurrato “a dopo”.
Alessia buttò il cellulare sulla poltrona, e decise di andare a vestirsi, prima che il ragazzo arrivasse,e la portasse di forza, come a suo solito da qualche parte. Passò davanti la “sala prove”, e vedendola del tutto vuota, si ricordò, che gli strumenti, si trovavano ancora nel magazzino del palazzo. Josh, non sarebbe potuto capitare in un momento più adatto.
Si vestì velocemente, e poco dopo, l'amico fu lì. Era un bel ragazzo, non c'è che dire. Capelli castano chiaro, occhi neri, alto e magro. Non era però niente, in confronto a Bill.
Già, Bill. Alessia si bloccò un momento a pensare a lui. Chissà se lo avrebbe rivisto quel giorno.

Aleee...ci seii?? Non mi hai detto che dobbiamo portare su gli strumenti?” Squillò Josh, facendo sobbalzare Alessia.
Eh? Ah!! sisi! Giusto giusto! Andiamo va...”
Prese le chiavi e uscirono. Non sapeva se sarebbero riusciti a portare dentro l'ascensore tutta quella roba; tanto valeva provarci almeno!
L'amplificatore era più pesante del previsto, e per portarlo dentro l'ascensore, dovettero spingerlo in due. Stesso procedimento per la batteria.
Tra risate, prese in giro e battute, riuscirono a portare tutto davanti l'appartamento.

Ahahah! Dai! La smetti di fare lo scemo, e mi dai una mano?”
Certo che no! Ahahahah!!”
Si divertivano sempre tantissimo insieme, del resto erano migliori amici. Stavano ancora fuori dalla porta, quando il cellulare di Josh suonò. Era sua madre. Era ora di pranzo, e lui doveva tornarsene a casa,

Vieni da me??”
No grazie! Resto qua, e dopo pranzo ho lezione di piano!”
Capito! Allora ci si sente!! Ciao!!”
Entrò rapidamente nell'ascensore, lasciando Alessia da sola.

Ormai le porte dell'ascensore si erano già chiuse, quando Alessia si rese conto, che Josh l'aveva lasciata da sola, proprio mentre dovevano finire di portare tutta la roba nell'appartamento.
Incrociò indignata le braccia al petto. E adesso come faceva?
Guardò l'enorme amplificatore accanto a lei, sperando che all'improvviso, gli spuntassero le gambe, e entrasse da solo in casa. Sbuffò e tirò un calcio all'enorme oggetto accanto a lei, facendosi anche abbastanza male.
Entrò in casa, lasciando ogni cosa fuori. Dopo pranzo, forse, avrebbe provato a portarlo dentro.


“Bill! Tom! A tavola!” Chiamò i Simone i suoi figli, che subito accorsero in sala da pranzo. Avrebbero rinunciato a qualsiasi cosa tranne che alla musica e al cibo preparato dalla loro madre.
Si sedettero a tavola davanti alla madre e al patrigno.
“Allora? Come vi trovate per ora a New York?” Chiese entusiasta Gordon.
I gemelli si scambiarono un'occhiata, e risposero nello stesso modo.
“Bene!”
Bill sorrise, e si assentò con la mante per qualche minuto, fino a quando il fratello non lo riportò alla realtà.
“Bill tesoro! Ti senti bene??” Intervenne subito la madre, preoccupata, che il figlio non si sentisse bene.
Gli si scaraventò addosso, tastandogli la fronte, per sentire se fosse caldo, o avesse qualcos'altro.
“Mamma...mamma! Sto bene...” Sospirò il ragazzo, spostando al mano della madre dalla sua faccia.
“Però sei un po' bianchino...”
“Mamma...sono sempre bianco io!!! Mica sono giamaicano....”
“Mamma...dai Bill ha ragione!” Si intromise Tom, che come sempre, si era posto dalla parte del fratello.
La donna, alla fine si convinse che il figlio non aveva niente, e lasciò che il pranzo proseguisse in completa tranquillità come sempre.
Finito di pranzare, i fratelli si diressero nella camera di Tom, per parlare un po', come facevano sempre. Si volevano un gran bene quei due. Magari in pubblico non lo davano a vedere, ma dopotutto erano gemelli; l'uno la metà dell'altro.
Si misero a sedere. Era strano starsene in quella camera così grande. Erano sempre stati abituati alla loro cameretta, quella che condividevano; piccola ma accogliente. I poster attaccati alle pareti, uno sopra l'altro, quelli di Nena, sopra quelli Samy Deluxe, e viceversa.
Adesso invece tutti i poster erano disposti con estremo ordine, non si sovrapponevano. A entrambi mancava la loro vecchia cameretta, tutti i ricordi vissuti li dentro. I litigi per chi doveva passarci la notte...e con chi.
Il trasferimento era stato piuttosto duro, per entrambi. Tom, ormai si era creato una reputazione, era conosciuto da tutti, non gli andava giù di dover lasciare al sua amata cittadina della Germania, della quale, si sentiva il re indiscusso. Per Bill, la cosa era completamente diversa, non gli andava di essere considerato una perfetta nullità anche dalla parte opposta del mondo, a questo punto, preferiva rimanere l'unico emarginato sociale del suo paesino.
“Allora fratellino? Ieri sera??” Domandò Tom, curioso di sapere cosa avesse combinato il fratello la sera prima. Incrociò le braccia, in attesa della risposta del fratello, che tardava ad arrivare.
“Guarda...sono tuo fratello gemello. So perfettamente che ieri sera sei andato a cercare Alessia. So che sei un eterno romanticone...” Sospirò con tono da saccente Tom, fissando il fratello, che se ne rimaneva ancora in silenzio.
“C-Che ti devo dire???” Squillò gesticolando freneticamente con le mani.
“L'hai trovata?”
“...Si.” Sorrise dolcemente Bill.
“E...”
“E... e cosa Tom?? Possibile che non pensi ad altro?”
“Ma che hai capito!! E...lei che ha detto? Dove l'hai trovata? Bill racconta cazzo! Ancora non ti leggo nella mente!!”

Bill sbuffò. Non aveva intenzione di apparire come un completo idiota davanti a suo fratello, anche se non sarebbe stata la prima volta.
“L'ho trovata in Centrl Park...e niente. Era sorpresa di vedermi... abbiamo parlato tutta la sera....”
Tom guardava il fratello. Sperava che non avesse fatto la figura dell'imbranato pure quella volta, ma quando gli raccontò dei due baci mancati, non potette che scuotere il capo in segno di disapprovazione.
“Bill, Bill, Bill! Quando le è suonato il cellulare, dovevi dirle di non rispondere...e quando stava tornando in casa la fermavi!!”
“Oooh, scusi grande maestro se ero parecchio imbarazzato e se non sono un coglione come lei! Ma che le dovevo dire?? Ti prego non rispondere perché voglio pomiciare con te?? Andiamo Tomi!” Sbraitò Bill rosso più che mai, e buttandosi a pancia all'ingiù accanto al fratello.
Eccoci che ricomincia....uffi fratellino, quando imparerai?
Bill se ne stava con le testa sotto il cuscino, senza ascoltare nemmeno la più piccola parola che il fratello stava dicendo. Tom, vedendo che non lo stava ascoltando, gli tolse il cuscino da sopra la testa, e ricominciò il discorso dall'inizio.
“Allora Bill! Ma sei un uomo o una checca? Non ti ha baciato? Embè? Poteva essere più imbarazzata di te! Non serve a un cazzo piangersi addosso, lo sai!”
Il fratello si voltò verso di Tom, con gli occhi ridotti ad una fessura.
“é impossibile che fosse più imbarazzata di me!”
Si comportava come un bambino piccolo, peggio del solito. Tom si chiese di nuovo, quando avrebbe imparato a cavarsela da solo.
“E che ti devo dire? Avrà avuto le sue cose! Comunque sia...” Tom si schiarì la voce, come usava fare sempre quando dava lezioni di vita a suo fratello “Te dopo vai da lei, e le chiedi di uscire! Ssh! Zitto non dire nulla, non respirare nemmeno! Fai così punto e basta!”
Bill non ebbe tempo di replicare che Tom lo sbatté fuori dalla camera, imponendogli di andarsi a preparare. Il moro rimase davanti la porta con la bocca aperta, e quando l'oggetto di legno sbatté, riuscì a dire soltanto:
Con che cazzo di coraggio mi presento da lei??”

Note finali: Allora!! Per la felicità di Alexa, per un po' bratt di leva dalle palle  xD
E per sapere cosa succederà leggete anche il prossimo capitolo!!!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Ciao a tutte ragazze!! Scusate il ritardo nel postare il capitolo... era già pronto, ma sono stata poco presente in questi giorni, e non ho avuto il tempo di postare. Il capitolo nono, non sò quando sarà pronto, perchè sono un po' indiettro, e ho da studaire un po'.... Cercherò di fare di tutto per postere il prima possibile!!
Premetto che questo capitolo, è veramente corto, perchè, serva un po' da stacco, per far capire cosa succederà nel prossimo capitolo, perchè se univo tutto, secondo me, veniva troppa roba xD
Va bè, bando alle ciance!! Eccomi con i ringraziamenti ^_^
Piera: Alleluiaaa! Che fine avevi fatto? çç.. Buahaha xD sono perfida!! Dovrai aspettare ancora un po', e non provarti a modificare i miei capitoli perchè ti uccido U_U
NICEGIRL: Davvero ti paice così tanto al mia FF?? Oddio grazie!!!! Mi fai davevro felicissima *-----* Anche al tua è motlo bella!! Ma...quando al continui? çç
Ice_Angel:  *saltella insieme a lei* Tom ha sempre ragione U_U. Grazie mille ^^
Devil96:Ma...ma davvero?? Cioè, mi ci hai fatto rimanere di cacca >.< Ho tirato fuori il lato peggiore di lei xD Buahah xD ti ho fatto addirittura buttare il succo del naso XD. Ho poteri, che neanche immaginavo di avere!!!
Danke a tutte belle gioiee!!! xD (scusate, è la mia nonnina care che mi fa quest'effetto xD)

Capitolo 8
Alessia uscì sulla soglia di casa, per vedere gli strumenti avevano traslocato, ma purtroppo, erano ancora li. Fece una faccia schifata, e poi decise che doveva darsi una mossa; avrebbe avuto lezioni di piano tra un'ora e mezza, e di certo, non poteva mancare.
Intanto porto dentro la roba più leggera...
Prese due chitarre, una per mano, e le portò dentro, adagiandole sul divano. Lo stesso fece con il basso, e con tutti i fili.
Tornò fuori a fissare le enormi casse. Cominciò a pensare ad un modo per portarle dentro, ma l'unica soluzione che le venne in mente era quella di spingerlo. Guardò le sue esili braccia, non era del tutto sicura di riuscirci.
Ci provò, ma riuscì a spostare l'amplificatore, di dieci miseri centimetri. Si accasciò a terra, con la schiena contro di esso, in attesa di riprendere forze.
-Al piano di sotto-
“Fratellino, sei pronto?” Domandò Tom, tutto entusiasta, bussando alla porta della camera di Bill. Quest'ultimo, non sapeva proprio perché il fratello gioisse in quel modo. Forse, si divertiva a vederlo fare figuracce su figuracce.
Bill uscì, a passo lentissimo, ma non uscì nemmeno dall'appartamento, che si bloccò, diventando un pezzo di marmo. Invitare le ragazze, lo aveva sempre messo in agitazione. Non gli sembrava una cosa semplice e naturale, come invece succedeva per il fratello. Era una cosa complicata: ci voleva tempo, servivano le parole giuste... non gli piaceva l'idea di dire “Esci con me stasera?”. Gli sembrava...brutto. Dopotutto, se inviti ad uscire una persona, è perché ti piace; non perchè non sai cosa fare. Almeno per Bill, era così.
“No, io non ci vado...” Si voltò verso il fratello, che lo guardava, deciso. Doveva andarci, volente o non volente.
“Bill!” Tuonò Tom, facendo trasalire il fratello. Alzò un braccio indicando la porta.
“Te..vieni con me vero??” Lo supplicò Bill, mettendo le mani in segno di preghiera.
“Certo che..No!!! Ora muoviti!!” Tom si avvicinò al gemello, e lo sbattè praticamente fuori di casa, come aveva fatto poco prima.
Ancora una volta, Bill rimase a bocca aperta, impossibilitato di replicare l'ordine del gemello.
Si voltò lentamente, e si avviò su per le scale. Anche una vecchietta zoppa sarebbe stata più veloce di lui.
Saliva due scalini, poi si fermava, tornava indietro, li risaliva... Era nel panico totale.
Alla fine si fece forza, non poteva comportarsi da bambino piccolo a sedici anni, anzi, quasi diciassette!
Oh! Bill dai! Devi chiederle di uscire, mica di sposarti! Al massimo ti dice di no...
Adesso si, che aveva paura di chiederglielo. Ci pensò ancora altri dieci minuti abbondanti, e alla fine, si decise a salire quei pochi scalini, che lo dividevano da lei.
Arrivò sul pianerottolo di casa sua, e la trovò intenta a guardare il grosso amplificatore. Non si era ancora accorta di lui, o almeno, questo, fu quello che sembrò a Bill, dato che non distolse lo sguardo dall'oggetto davanti lei.
Tirò un bel respiro e la salutò.
“Ciao Ale!”
La ragazza si girò di scatto e lo vide. Perfetto, semplicemente magnifico. Non si aspettava di rivederlo, dopo i due baci negati della sera prima, non credeva che sarebbe tornato a cercarla.
“Ciao Bill!” Ricambiò il saluto, facendo un ceno con la mano.
Il ragazzo le si avvicinò.
“Allora? Che fai di bello?”
Alessia alzò acidamente un sopracciglio.
“Sposto sto coso che se avesse le gambe, sarebbe tutto più facile!!”
Bill rise, era stata buffa. Le chiese dove fosse suo fratello, e quando lei rispose che era una settimana ad Ibiza, tirò un sospiro di sollievo: non gli andava di passare un'altra serata a cena con lui.
“Ti capisco...sta sulle palle pure a me...” Sospirò Alessia scuotendo il capo.
“M-Ma non ho detto nulla! Come face...”
“Il tuo sospiro diceva tutto!” Ridacchio Alessia, facendo arrossire Bill.
Rimasero qualche secondo in silenzio, l'uno guardando dalla parte opposta dell'altra.
“Ehm...vuoi una mano?” Domandò Bill, pur sapendo che il suo aiuto sarebbe stato praticamente inutile, date le sue bracia esili, e l'assoluta mancanza di addominali sulla sua pancia.
“Eh? Si grazie...”
Si posizionarono entrambi dalla stessa parte dell'amplificatore, e cominciarono a esercitare pressione contro di esso. In due, era decisamente meglio, anche se entrambi, non erano campioni di wrestling. In poco tempo, l'amplificatore fu al suo posto.
“Bhè grazie! Da sola, sarei ancora fuori dalla porta!”
“Mi ha fatto piacere aiutarti!” Ripose il ragazzo, sorridendo, mostrando così, quel suo sorrido, perfetto.
Alessia controllò l'ora. Cavolo! Doveva andare. Non le andava però, di salutare Bill. Si era accorta, che guardarlo, era una cosa magnifica, anche se non ci parlava. Ammirarlo in ogni piccolo dettaglio, dai capelli alle scarpe. Avrebbe potuto fissarlo per ore.
No, lei non poteva pensare in quel modo a Bill. Se lo era proibito da sola. Non provava niente per lui, e non avrebbe mai dovuto provare niente.
“Ehm...io ora devo andare a lezione di piano...” Sussurrò Alessia, sperando che Bill non se la prendesse.
“Ah..va bene! Allora...ciao!”
Bill si voltò e fece per uscire, quando Alessia lo fermò.
“Se ti va di aspettarmi, ti accompagno giù....” Disse arrossendo tutto all'improvviso.
Bil sorrise felice, e accettò subito la proprosta.
Doveva ancora chiederle se le andava di uscire con lui. Quando avrebbe potuto farlo? Come?
Alessia arrivò, con in mano degli spartiti, e la borsa a tracolla.
“Andiamo?”
“Sisi!”
Uscirono, e Alessia chiuse l'appartamento.
Scesero davanti l'appartamento di Bill. Ormai si erano salutati, e Alessia stava per entrare in ascensore. Bill ancora non le aveva chiesto se le andava di uscire quella sera.
Si torturava le mani, agitato, preoccupato di non ricevere al risposta che avrebbe desiderato.
Eddai Bill! Per Tom è la cosa più facile del mondo, e te ti agiti come una bimbaminchia? Dai!!
“Ale! Posso chiederti una cosa?”
Alessia si voltò di scatto, un po' sorpresa; come sempre del resto, quando Bill le rivolgeva la parola.
“Certo!”
“ehm...T-Ti va di uscire stasera??” Balbettò, aggrovigliandosi insieme le dita e guardandosi i piedi.
No Ale. Te non ci esci con Bill. Ale, devi dirgli di no! È semplice da dire!!!!!
“Volentieri!!!”
Ale, cosa cazzo gli hai detto??


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


capitolo 9

Ragazzeee!! Eccomi!! Scusatemi per il ritardo, ma ieri avevo finito di scrivere il nono capitolo, ma non ho postato perchè avevo da studiare scienze *manda a quel paese la professoressa*. Posto ora, anche perchè domani non starò molto al computer, e perchè tra un'oretta esco... E sopratutto perchè la Piera mi ha minacciato xD
Partiamo con i ringraziamentii ^-^

Ice_Angel:Tranquilla, non ti preoccuapre, come vedi , pure io sono in ritardo xD Si, Tom, è il guru della saggezza in questa storia xD. 
Piera: Ma povera xD Perchè le vuoi così male? E poverina... Comunque, no, non sarebbe bello per niente modificarmi i capitoli è_____é
layla the punkprincess: eeeh, per vedere come finisce, devi aspetatre xD (si, sono una persona che la tira sempre per le lunghe U__U) 
Lion of darkness: *chiede se le versa un po' di chapagne xD* Alla fine ce l'ha fatta quel cagasotto U_U  Tranquilla, non me la sono presa se non hai recensito! ^______^ Un bacione-one ^^
Devil96: ihihih xD non sei l'unica perversa *guarda la Piera con aria di rimprovero* Mi dispiace se non ho postato presto ç_ç però alla fine ce l'ho fatta! tvb
NICEGIRL: Benissimo grazie!! Te tutto bene?? Eh già, sono davvero timidi xD Eh, ma ora, gli faccio dare uan smossa, perchè stanno diventando pallosi U_U. Nuoo ç_ç ma perchè tutte abbandonate le ff? ç_ç *me triste*. Va bè, appena posso, leggo, perchè, sono davvero a corto di tempo ultimamente T_T tvb!!
M_Lucry_J: *O* Una nuoav lettriceee!!! *la abbraccia fino a stritolarla* Che bello ** Scusa, sono un po' a corto di tempo, appena posso, passo a dare un'occhiatina alle tue FF! ^__^
Ragazze, grazie tantissimo per i commenti!! Mi fate sempre più felice, e adesso, che si è aggiunta ancora un'altra lettrice, sono davvero al settimo cielo; nessuna delle mie storie, aveva mai riscosso tutto questo successo. Anche se altre storie, hanno molte più commenti, non mi importa, per me, sette, sono davvero tanti!! Siete mitiche ragazze!! Un abcione a tutte, e continuate a seguirmi <3
Kuss Alessia
Capitolo 9
Erano passate alcune ore dall'invito di Bill, ma nonostante questo, Alessia non riusciva a capire, perché avesse accettato. Era stata distratta per tutta la lezione, e si era anche presa un urlo dal suo maestro.
Arrivata a casa, le cose non migliorarono. Si mise sotto la doccia, e ci rimase per un'ora e passa, a pensare. Pensare... non faceva altro che pensare. Forse era quello il sui problema? Pensava troppo?
In quel momento, le sembrava l'unica risposta plausibile.
Uscì dalla doccia e guardò l'ora: era in ritardo, come al solito. Fece una corsa per vestirsi, e per truccarsi in un modo decente, prima dell'arrivo di Bill. E ora, se ne stava seduta sulla sua amata poltrona, le mani sudate, il cuore che batteva, come se volesse uscire da quel corpo.
Era notevolmente in agitazione, ma... che diamine! Era solo un ragazzo, un essere umano come lei: aveva due occhi, due mani, due gambe, due braccia, una testa, due orecchie, i capelli. Non aveva niente di speciale; non aveva super poteri o qualsiasi altra cosa, che potesse renderlo diverso da lei.
Suonò il campanello, e appena lo sentì, Alessia schizzò in piedi, e cercando di non farsi vedere agitata, aprì la porta.
Era davanti a lei, troppo bello, per essere vero.
“Ciao!” Salutò lui.
Alessia riuscì a salutarlo, un po' alla meglio, e balbettando il meno possibile.
“Allora...dove andiamo?” Domandò la ragazza, curiosa, doveva ammetterlo, di sapere dove sarebbero andati.
“Bhè... a dire la verità, non saprei, non conosco bene la città...” Confessò con rammarico Bill “Te, avresti delle idee?” Continuò, arrossendo. Non era partito bene...
“Certo! Dai andiamo...” Rispose gentilmente Alessia. Come poteva essere sgarbata, o non accettare di portarlo da qualche parte, dopo l'espressione imbarazzata, e allo stresso tempo triste, che le aveva rivolto?
Entrarono in ascensore, e subito, un muro di silenzio di intromise tra di loro. Si guardavano di sfuggita, all'insaputa dell'altro, almeno, fino a quando i loro sguardi, non si incontravano, e timidi, andavano dritti a fissare gli anfibi che entrambi avevano.
Quei due minuti e poco più in ascensore, sembrarono i più lunghi di tutta la loro vita. Sembravano non terminare più.
Finalmente le porte dell'ascensore si aprirono e uscirono fuori dal palazzo.
“Preferisci...pizza o cinema??”
Bill pensò un attimo, per poi dire sicuro, che avrebbe preferito un film; così, si incamminarono entrambi verso il cinema, che a quanto aveva detto Alessia, non era molto lontano.
“Allora come è andata la lezione di piano?”
“Bene dai! Mi sono presa un urlo dal maestro, ma per il resto tutto bene!”
“Ah, e perché?”
“Perché non stavo attenta!”Ridacchiò mettendosi una mano dietro al testa come faceva sempre.
Risero e scherzarono per tutta la durata del tragitto. Era divertente parlare con Bill, se non pensava, ovvio. Se diceva tutto tranquillamente senza pensarci troppo, era molto divertente. Adesso ne era sicura, il suo unico pensiero, era quello di pensare troppo nei momenti meno opportuni. In un momento del genere, non importava pensare, l'importante, era essere sé stessi, il resto sarebbe venuto da solo.
Arrivarono davanti il cinema, e subito, ebbero un dibattito sul film da vedere.
“Io voglio vedere San Valentino di Sangue!!” Disse sorridendo Alessia. Gli horror le piacevano parecchio, soprattutto perché erano i film più stupidi in assoluto.
“No daiii...io ho paura....” Ammise Bill, nascondendosi il viso tra le mani.
Alessia alzò un sopracciglio meravigliata, e lasciò perdere, un po' a malincuore, l'idea dell'horror.
“Mmm...vediamo...che ne dici di...”
“Di, di di....” Bill continuava così da quasi cinque minuti, e anche se era davvero molto buffo, cominciava a dare sui nervi. Guardò Alessia in segno di aiuto; questa, anche se inizialmente, sembrava aver rinunciato all'idea dell'horror, ripropose la sua richiesta.
“Daiii! Ti pregooo!!” Insistette, aggiungendo pure la faccia da cucciolo. A questo punto, Bill, non riuscì a dirle di no, e accettò, anche se sapeva, che quella sera, non avrebbe chiuso occhio dalla paura.
“ E dai, va bene! Ma proprio perchè sei te!! Sappi però che mi avrai sulla coscienza, e se non riesco a dormire, poi ti vengo a svegliare nel cuore della notte!!” Disse ridendo, mentre Alesisa prendeva i biglietti.
“Sese...ma chi te lo dice che ti apro? Potrei anche lasciarti fuori a morie di paura...” Disse con un filo di voce la ragazze, in modo da mettere paura a Bill.
Bill cominciò a tremare impercettibilmente, e si fermò davanti l'entrata della sala; riuscì ad entrare solo perché Alessia lo tirò per un braccio. Alla fine riuscirono ad entrare; ovviamente dopo essersi muniti di pop-corn, coca-cola,e schifezze varie. Non avrebbe avuto senzo andare al cinema se non ci fossero state tutte quelle cose.
La sala era praticamente vuota, e questo, contribuì ad aumentare il solito, fastidioso, imbarazzo che entrambi provavano. Si sedettero proprio al centro della sala.
“Ho pauraaaa...” Mugolò Bill, proprio come un bambino, mettendosi addirittura le bracica incrociate sul petto.
“Ahahah” Rise Alessia “Dai, stai calmo! Guarda che è solo un film!” Cercò di rassicurarlo, inutilmente però, perchè Bill continuava a ribadire di odiare i film horror, e che aveva una fifa tremenda.
Tutto di un tratto, le luci si spensero, e il ragazzo sobbalzò sulla sua poltrona, per finire poi con il nascondersi sotto il giacchetto di pelle per l'imbarazzo.
Il film, era cominciato da dieci minuti, ma nonostante ciò, le mani dei ragazzi si erano incontrate innumerevoli volte, facendoli voltare di scatto, con un arrossamento del viso, immediato. Fortuna, che il buio, impediva a tutti e due, di vedere il nuovo colorito dell'altro.
Alessia, rise più volte: un po' per colpa del film, che era veramente ridicolo; ma soprattutto per Bill, che ogni volta che succedeva qualcosa emetteva un piccolo gridolino di paura. Era un fifone con la “f” maiuscola; ma allo stesso, tenero come nessuno, e simpaticissimo.
“Ma che ridi? Io muoio di paura, e te ridi?? Ma brava brava brava!!”
“E dai!! Guarda che non rido perchè hai paura, ma perchè fai ridere!! Sei troppo scemo!!”
Stavano urlando in mezzo al cinema.
“Sono scemo? Ah si eh??” Sghignazzò Bill, guardando il recipiente dei pop-corn tra di loro.
Le poche persone presenti nella sala si stavano arrabbiando e non poco.
“B-Bill... no dai! Che vuoi fare?” Cominciò a dire ridendo Alessia. Si immaginava cosa voelsse fare, ma non credeva ne avesse il coraggio.
Bill prese qualche pop-corn e cominciò a tirarlo ad Alessia, che non tardò a ricombinare il fuoco.
In poco tempo so trovarono a gironzolare per la sala tirandosi pop-corn, con i pochi spettatori, che urlavano loro di andare via.
Erano come tornati piccoli, si rincorrevano, ridevano... e soprattutto, non pensavano a niente.
Erano ancora intenti a rincorrersi, quando un omone vestito di nero, fece irruzione nella sala.
“Allora? Ragazzini!! Vi voglio fuori da questo cinema all'istante!!”
I ragazzi si immobilizzarono, presi alla sprovvista dall'addetto alla sicurezza.
Abbassarono lo sguardo sui loro anfibi, e ridendo sotto i baffi uscirono dal cinema. Appena fuori, scoppiarono in una risata, così forte, da farli piangere.
“Contento, ora non te la fai più sotto!!”
“Molto!”
Dopo svariati minuti a prendersi in giro, come dei cretini, perchè effettivamente, era questo quello che sembravano, riuscirono a calmarsi.
Bill sbuffò leggermente mettendosi le mani in tasca.
“E ora? Che facciamo?”
Il suo tono era decisamente più rilassato rispetto a nemmeno un'ora di prima. Poco a poco, stavano facendo conoscenza, e prendendo confidenza. Era bello poter parlare senza balbettare ad ogni parola, e arrossendo quasi per niente.
“Bho! Che ti andrebbe di fare?”
“Un giretto?”
“Aggiudicato!”
Voltarono a destra, e cominciarono a camminare, parlando.
Parlavano, parlavano... di tutto, senza problemi. Come se si conoscessero da una vita; come vecchi amici. Alessia non pensava a nulla, nulla che non fosse lui. Era li, di fianco a lei, sorridente. Perchè sorrideva? Bhè, in fondo, non era molto importante, anche lei sorrideva, e forse più di lui.
Era al settimo cielo, e non ne sapeva nemmeno il motivo, o meglio, non voleva arrendersi all'idea, che fosse Bill a farla sentire così felice. Si, era felice, era uscita con lui, e non pensava più di tanto, ma non voleva arrendersi all'idea, che lui,Bill Kaulitz, praticamente un perfetto sconosciuto, fosse la causa della sua strana felicità. Non voleva arrendersi, e arrendersi all'evidenza. Era sempre stata una testa dura, e, non era mai disposta ad ammettere i suoi errori.
Camminavano, da chissà quanto tempo, e non si erano nemmeno resi conto che erano arrivati di nuovo a Central Park. Avevano preso tutte le vie secondarie, e per puro caso, si erano trovati accanto a Star Bucks, proprio davanti all'entrata del parco.
I guardarono, e si misero a ridere, non sapendo nemmeno loro il perchè. Chissà, forse quel parco, sarebbe stata la meta di ogni loro incontro.
“Entriamo?”
Domandò Bill sempre sorridendo.
“Ma siii dai!”
“Se permette...”
Bill si accostò ad Alessia, e la prese a braccetto. La ragazza arrossì violentemente, ma non cercò di liberarsi da quel contatto, che si poteva addirittura definire piacevole, anche se non era come un abbraccio o...come un bacio.


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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Ragazze, finalmente eccomi a postare!!! Non è colpa mia, se ultimamente sono sempre così in ritardo, tutta colpa dei professori del cazzo che nonostante sia solo in terza media, mi riempiono di compiti e interrogazioni!!! *alza cartello con scritto "prof al rogo!!"*
I Ringraziamenti, che  non possono MAI mancare!! <3
NICEGIRL:  grazie mille!!! Eh, siamo proprio bellini xD adesso lo saremo ancor adi più!! *si tappa la bocca perchè ha detto troppo*
layla the punkprincess: eh, la scena del cinema, mi è venuta fuori la notte mentre dormivo, perchè me la sono sognata xD. E Bill, mi paice troppo farlo fifone!! Grazie mille del commento ^^
Lion of dakness: *cerca di raccogliere lion xD* Vedo che a tutte è piaciuta la scena del cinema *---*  Waa! Grazie mille!!
Piera: Certo che ti lascio sempre così U_U adoro vederti soffrire!! E poi, dopo che non hai fatto nascere i porcospini, mi hai deluso cara xD.  Volevo un porcospino U_U *si inpunta sulla faccendo del porcospino fino a fare arrabbiare la Piera*
No scusa xD Ancora non si sono baciati e pensi già a fare l'amore? O__O brutta porcospina eccitata xD
Ragazze grazie milleee!!! *----* Vi voglio un casotto di bene <333
Ora ecco il decimo capitolo, che anceh se  è molto breve, credo vi piacerà ^^
Kissoni  Alessia!
Capitolo 10

Gironzolavano per Central Park a braccetto, come una coppia di vecchi coniugi. Per una volta nella sua vita, Alessia, non si sentì tremendamente sola, mentre passava di fianco alle poche coppie, che come lei se ne stavano a zonzo per il grande parco. Si sentiva stranamente bene, bene come poche volte nella sua vita. Una di quelle poche volte, fu quando suo fratello si ruppe un braccio, e non potette giocare a football per due mesi. Un'altra, fu quando le dissero che era stata ammessa ai corsi avanzati a scuola, e che avrebbe dovuto lasciare la sua classe.
No, a pensarci bene, in quel momento, lì con Bill, stava meglio rispetto a quelle volte. Sembrerà assurdo a dirsi, ma era così. La felicità che provava in quel momento, era una felicità totalmente diversa. Una felicità, non provata poche volte, proprio mai provata. Una felicità strana; non c'era altro modo con cui definirla. Una felicità, che la faceva agitare. Forse, però il motivo di tanta agitazione, non era la felicità, bensì quel ragazzo che le stava di fianco, e che le cingeva delicatamente il braccio sorridendo, facendola così sentire, non la ragazza impacciata di sempre, ma un'altra persona.
Bill la guardava mentre sorrideva, perfetta. Sentiva il suo dolce profumo, mischiato a quello del caffè che entrambi tenevano nella mano libera, arrivargli al naso, e facendolo impazzire. Era un profumo afrodisiaco, dava alla testa, peggio di una droga. Avrebbe voluto assaporare quel profumo ancora più da vicino, attraverso le sue labbra; ma aveva già fallito la sera prima, e non voleva rischiare di fare la medesima fine.
Alessia si era accorta che Bill la stava fissando, e arrossì tutto di un colpo, continuando però a parlare.
“Allora, fammi capire...te, saresti uno di quei geni, che frequentano i corsi avanzati, con la matematica, l'algebra, la geometria, chimica allo stato puro??”
“Si perché?” Domandò un po' allibita Alessia. Cosa c'era? Per caso gli dava noia che non fosse una rincoglionita come le altre?
“No così...cioè, a vederti non sembri proprio quel tipo di ragazza...” Bill aveva detto, l'unica cosa che non avrebbe mai dovuto dire. Alessia odiava quando veniva giudicata soltanto dalle prime impressioni. La ragazza sbuffò sonoramente, forse, si era sbagliata sul conto di Bill.
“Mi credevi una stupida in pratica!” Stacco il braccio da quello di Bill, e innervosita, bevve il caffè che teneva in mano; preso prima di entrare al parco.
“Dai te la sei presa? Nel senso..a vederti, tutta vestita così, la matita, i capelli...insomma tutto l'insieme...ingannano un po'!”
Adesso si che era arrabbiata. Ecco l'ennesimo stupido che si fermava alle apparenze. Era decisamente furiosa. Credeva che almeno lui, non avrebbe tratto subito le conclusioni, come la maggior parte dei ragazzi con i quali aveva provato ad uscire. Si era sbagliata... pazienza. Era troppo bello per essere vero.Si voltò senza dire niente al ragazzo che la guardava con rammarico: si era accorto che la ragazza ci era rimasta male; anche se non si aspettava che reagisse in quel modo.
“Alessia... ti sei incazzata?”
La ragazza non rispose, era seriamente intenzionata a proseguire per la sua strada.
Bill la seguì a passo veloce, quasi correndo, per fermarla, trattenendola delicatamente per un braccio.
“Guarda...M-Mi dispiace...non credevo te la saresti presa... mi dispiace davvero. Non volevo dire quello che ho detto; o almeno non in quel modo... Scusa....” Parlava con un tono di voce pacato, e velato di tristezza. Ci era rimasto davvero male. Aveva paura di aver rovinato quella serata, che stava proseguendo nel migliore dei modi.
Alessia lo guardò negli occhi sentendosi un po' in colpa. Aveva esagerato. Incontrò i suoi occhi, e si perse, nel suo sguardo, come se fosse stata catapultata in un labirinto.
“S-scusami te... è che...No niente...lascia perdere...”
“No, dai! Dici.... ti ascolto volentieri...” Ancora una volta, Bill espose un suo sorriso da togliere il fiato. Un sorriso sincero, tenero; al quale la ragazza, non potette resistere.
Bill le cinse di nuovo il braccio con il suo, e insieme tornarono a camminare nella direzione iniziale.
“No, dai...è, è una cretinata...”
“Mi piacciono le cretinate!”
Come si poteva resistere ad un ragazzo così?
“Facendo un breve riassunto...tutte le persone, mi giudicano sempre dall'aspetto esteriore, mi etichettano come quella sbagliata, quella che ama stare da sola... e tutto questo perchè si fermano all'apparenza. E...credevo lo avessi fatto pure te...”
Alessia abbassò lo sguardo. No, decisamente, non voleva incontrare lo sguardo di Bill, che magari si fingeva dispiaciuto, ma in realtà, rideva dentro, e lo divertiva vedere la ragazza in quello stato.
Ma si sbagliò per l'ennesima volta. Le mise due dita sotto il mento, facendole così alzare lo sguardo, e ovviamente, facendola arrossire violentemente tutto di un colpo.
“Ehi...guarda che non è una cretinata. È una cosa seria.” La voce di Bill, era la voce più rassicurante, che le orecchie di Alessia, avessero avuto il piacere di ascoltare.
“Sò cosa si prova...te lo dico per esperienza... e, fidati, non lo farei mai, e poi mai. E sai cosa ti dico?” Sorrise per l'ennesima volta, rassicurandola ancora di più, rispetto a quanto aveva già fatto la sua voce.
“Se si fermano all'apparenza, non sanno cosa si perdono. Io che ti conosco da due giorni nemmeno, penso già a te come la persona più bella del mondo... e non solo per quanto riguarda l'aspetto...”
Alessia sentì il cuore fermarsi in mezzo al petto. Le mancava l'aria...le parole. Si, le parole che l'avrebbero dovuta aiutare a descrivere, tutte le emozioni che provava in quel momento, e che la stavano facendo diventare matta. Ma non esistevano abbastanza aggettivi, ne era certa; almeno di una cosa.
Bill sentì un brivido scorrergli per tutta la schiena. Probabilmente, erano stati gli occhi della ragazza a fargli provare quella strana sensazione. Si, era strana, perché non aveva freddo; e di solito, i brividi, da che mondo e mondo, vengono a causa del freddo. Lui, invece, provava tutto, tranne che freddo. Era agitato, quasi tremava. Non sapeva cosa fare. Non capiva cosa gli fosse preso. Perché tutto di un tratto tutta quella confidenza? Tutto quell'interessamento a farla sentire a suo agio. Tutta quella sicurezza, da dove era sbucata?
La fissava negli occhi incantato da quel colore così chiaro, mai visto prima.
Stava tremando veramente. Un flebile tremito lo percorreva da capo o piedi, facendogli perdere la concezione del tempo.
Alessia se ne rimaneva ancora muta, con il cervello incapace di elaborare qualsiasi pensiero.
Bacialo cretina!!
La sua azione, fu preceduta da lui, che forse, le aveva letto nel pensiero; o più semplicemente, aveva come lei, una voglia matta di assaporare le sue labbra.Si avvicinò a lei, e posò con delicatezza le sue labbra su quelle della ragazza, assumendo un leggero rossore sulle guance.
Penetrò con la lingua nel palato di lei, dopo che gli vi fu permesso l'accesso.
Alessia sentiva il profumo di Bill così intensamente, come se fosse il suo. Aveva un profumo afrodisiaco, che faceva perdere i sensi. Non era quell'odore schifoso di acqua di colonia che tutti i ragazzi si ostinavano a mettere, per sembrare più belli o chi sa cosa; era un profumo, dolce, delicato, piacevole. Distese le sue braccia, fino a farle arrivare dietro il collo del ragazzo. Lui avvicinò lentamente le sue braccia ai fianchi di Alessia, e la avvicinò a se, facendola aderire al suo corpo. Fecero staccare le loro labbra, a causa della mancanza di ossigeno, e si fissarono nuovamente negli occhi.

Note fianli: E finalmente, ce l'abbiamo fatta!!! Si sono baciati!!
Ora ragazze, vi dico solo una cosa e poi vi lascio ^^
Non fate come la Piera, che pensa ceh in quattro e quattr'otto gli faccia fare l'amroe xD Considerate, che per farli baciare ci sono voluti dieci capitolo xD

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Belle donne, dopo una settimana precisa, eccomi  xD
Mi scuso tantissimo per l'attesa, ch esò anche io, essere stata un po' esagerata. Prima postavo ogni giorno, e ora uan volta a settimana. In gran parte, è colpa della scuola. Mi disiace tantissimo,. ma non posso rimanere indietro.  Scrivo il più possibile ogni giorno, ma a volte, dopo tutto il giorno  che sono stat a studaire, proprio non ho la forza di accendere il pc e scrivere. Spero che a causa di questo ritardo, non abbi aperso delle lettrici. Ci tengo davvero molto a voi, e spero che siate arrabbiate in qualche modo. Mi scuso tantissimo
XxxX Ice Angel XxxX: Grazie mille per il commento ^^ . NOn ho capitolo a cosa era riferito l'ok, ma il primo l'ho capito xD. Scusa la mia ingoraza e grazie ancora ^^
Ice Angel: TRanquilla Alexa, non proccuparti!! Grazie mille di aver recensito ^^
Piera: Lo rileggi addirittura xD Si sono tanto bellini *--* Ma te, sei fissata con fare l'amore  nei parchi? O___O Porcospina è___è  Nooo poveraccia!! Non la fare morireeeee ç____________ç Sei cattiva U_U

NICEGIRL: Ora no dai xD venti capitoli no xD Forse quindici xD. GRazie milel el commento cara!! MI fa troppissimo piacere che ti paiccia ancora la mia ff!!!!
Devil96: ahaha xD allora non sono l'unica ceh adotta la velocità da bradipo xD
layla the punkprincess: Si, è un amore bill *---* mi dispiace, come avrai capito, dovrai aspettare un po' per qualcosa di più  .-.
Grazie mille ragazze dei commenti ^^. Spero che leggiate anche questo capitolo, e che sia di vostro gradimento!! Il dodicesimo è in fase di costruzione xD. Spero di finirlo presto!!!
Un bacione a tutte e grazie!!!
Capitolo 11
Era un quarto d'ora abbondante, che i due ragazzi, si trovavano davanti l'appartamento di Alessia. Avevano fatto tutto il tragitto per tornare a casa, tenendosi per mano:che cosa assurda. Erano due sconosciuti, due perfetti estranei. Eppure, non sembrava così. Quando si parlavano, era esattamente il contrario; e questa, era una cosa ancora più assurda.Adesso Alessia, appoggiata con la schiena alla porta di casa, si lasciava trasportare dalla dolcezza dei baci che il moro le regalava. Altra cosa assurda. Come era successo? Non era da lei, fare tutto ciò che aveva fatto quella sera. Non era da lei farsi baciare così facilmente, senza replicare. Non era da lei confidare le cose a un perfetto estraneo; a malapena lo faceva con Josh, perché, con Bill invece, appariva come la cosa più normale del mondo?

Si staccarono, e si guardarono in silenzio. Avevano metabolizzato ogni singolo lineamento dell'altro:gli zigomi, il naso, gli occhi...le labbra.
Bill, era dannatamente bello; il suo viso sembrava scolpito.
Alessia agli occhi di Bill, appariva come la ragazza più bella del mondo, con la sua pelle candida, perfettamente in contrasto con le labbra rosse.
Il ragazzo sorrise.
“Perchè sorridi?”
“Perchè sono felice...” Rispose Bill, con un tono di voce, che fece sembrare la sua risposta quella più logica di tutte; e forse lo era.
Baciò Alessia a fior di labbra, facendola rabbrividire da capo a piedi.
“Te...sei felice?”
Che domanda stupida. Come faceva a non essere felice in una situazione del genere, così assurdamente bella.
Un altro bacio, poi un altro e un altro ancora. Erano bastati pochi istanti di contatto, per rendere Alessia dipendente da quelle labbra.
Ultimo bacio, poi la buonanotte.
Bill si avviò verso le scale, e mentre Alessia stava aprendo la porta, si ricordò di una cosa. Così tornò indietro.
“Ehm...ora che ci penso...non ho ancora il tuo numero...”

Bill rientrò in casa, e subito, corse nella camera del fratello, non curante del fatto che forse stava dormendo.
Entrò, e lo trovò sommerso nel caos della sua camera, con le coperte che toccavano terra, e una gamba scoperta, anche essa, che arrivava a toccare la moquette grigia.
Non gli passò neanche per l'anticamera del cervello, che Tom si sarebbe arrabbiato se l'avrebbe svegliato all'una e mezza di notte.
Accese la luce, e come previsto, Tom si svegliò di colpo.
“Porco Giuda Bill!!” Sbraitò irritato il gemello.
“Cazzo urli? Poi mamma viene a rompere!!” Lo zittì Bill sussurrando, cercando di fargli capire che non aveva voglia di subirsi le lamentele della madre.
Tom mugolò qualcosa che somigliava ad una bestemmia, e si sommerse di nuovo nella massa informe delle sue coperte. Si coprì la testa con il cuscino e fece finta di russare, sperando che il gemello lo lasciasse libero di dormire. Bill, però, era abituato ai suoi trucchi, e non si lasciò ingannare.
“Tommyyy! Stasera è andato tutto benissimo!!” Esordì Bill, sedendosi in fretta e furia sul letto accanto al fratello.
Il gemello, sembrò uscire improvvisamente da suo coma apparente, e alzò la testa strabuzzando gli occhi. Aveva sentito bene? Il suo fratellino, non si stava lamentando per l'ennesima ragazza vuota, finta; come tutte le altre, senza niente di speciale. Per qualche istante Tom, pensò che fosse un miracolo, poi però si ricordò di essere ateo; e di conseguenza, sostituì la parola miracolo con la parola sogno.
Si alzò con l'aiuto della braccia, e si sedette accostando la schiena allo stipite del letto, e adagiandosi nella stessa posizione del fratello.
Lo guardò, e con tono ovvio gli disse.
“Allora? Che fai, prima mi vieni a svegliare e poi te ne stai lì con quella faccia da sogliola?”
Bill sorrise ancora di più di quello che già non stesse facendo. Adorava quando il fratello lo stava ad ascoltare.
Cominciò a raccontare. Tom lo guardava, e ascoltava ogni singola parola che usciva dalle sue labbra. Sembrava felice; era felice.
Parlava velocemente senza prendere fiato, e muovendo freneticamente le mani a destra e sinistra; come se tutto quel gesticolare lo aiutasse a non aggrovigliarsi la lingua mentre parlava. Balbettava delle volte; e tutto, per colpa di quella ragazzina, che ormai lo aveva fatto impazzire.

Alessia, era da poco entrata nella sua camera. Prima di riuscire a muoversi, era rimasta qualche minuto appoggiata con la schiena contro la porta, seduta a terra. Non capiva più niente. Era tutto così strano, nuovo addirittura.
Gettò il vestiti a terra, e si infilò una vecchia t-shirt degli AC/DC che usava per dormire, e dei pantaloni a quadri parecchio larghi, e infine si buttò supina sul letto.
Aveva una confusione incredibile nella testa, pensieri che si mischiavano ad altri; frasi completamente senza senso.
Ed eccoci, di nuovo. Come al solito, non potette fare a meno di pensare, e, pensieri, che l'unica cosa che facevano era farla stare in ansia, le sommersero al testa.
E se Bill non l'avesse più cercata, non avesse risposto alle sue eventuali chiamate? Se per lui fosse stata una cosa così, senza significato. Magari, aveva l'abitudine di sedurre le ragazze, e poi metterle da parte, per trovarne sempre di più carine.
Solo il pensiero di essere stata presa in giro per l'ennesima volta, le fece saltare i nervi, e diventare gli occhi lucidi.
Cosa? Occhi lucidi? Si stava per mettere a piangere??
Ale! Ma ci sei con la testa? Te che piangi? Per un ragazzo poi??
Credette di avere la febbre, ma si rese conto che la sua teoria era del tutto assurda, e quindi lasciò stare e si rigirò per l'ennesima volta nel letto. Ok, doveva calmarsi. Non le importava come, ma avrebbe dovuto farlo. Però diamine, quel pensiero le frullava ancora in testa, e la faceva impazzire sempre di più. Non capiva perché, tutto d'un tratto, le fosse venuto in mente quello stupido pensiero. Si, perché alla fin era stupido, e ad Alessia, ci volle molto per capirlo, perché traviata dai suoi pensieri privi di ogni minimo di logica.
Sbuffò sonoramente, e si sedette sul letto stropicciandosi la faccia energeticamente.
No, dai, non potrebbe farlo ,mai....
Pensò a tutto quello che Bill le aveva detto quella sera, i baci, gli sguardi, i sorrisi.
Erano troppo belli, perchè fossero falsi. Quello sguardo dolce, reso ineguagliabile da quei suoi occhi sinceri. Quei suoi occhi, che stregavano, rapivano. I baci, all'inizio così timidi e impacciati, poi sempre più lunghi e pieni di sentimento. I suoi gesti, impacciati, che lo rendevano troppo carino.
No. Non poteva averla usata. Non era minimamente possibile; e finalmente lo aveva capito. Finalmente si, perchè era più di un'ora che si logorava l'anima.
Riuscì a calmarsi, alle due e mezza passate, ma ci era riuscita. Tirò un sospiro di sollievo, e si lasciò andare all'indietro sul letto. Era calma, e le bastò poco per addormentarsi, con un sorriso stampato sulla faccia. Le era bastato poco per convincersi che i suoi pensieri erano del tutto stupidi, però, quando cominciava a pensare, era un problema. Anzi, era il suo unico problema; perché pensava troppo, e finiva con l'agitarsi. L'unica cosa che le impediva di pensare, era stare con Bill. Durante tutta la sera, non pensò a niente, se non a godersi ogni singolo gesto del bel moro.
Doveva controllare i suoi pensieri. Doveva controllare il modo di pensare soprattutto, doveva smetterla di pensare male di tutto e di tutti, Doveva smetterla di credere che ogni persona su questo mondo vivesse per rovinarle la vita. Difficile però, smettere di fare una cosa, che fai da quando sei nata...
Dormì tutta la notte a diritto, senza problemi o interruzioni. Quando si svegliò era mezzogiorno e poco più. Dieci ora di sonno potevano bastare, e quindi decise di alzarsi.
Fece mente locale, e in quel momento, non le venne in mente nessun impegno presente in tutto l'arco della giornata. Con Josh di nuovo in città però, non era mai detta l'ultima. Poteva benissimo piombarle a casa senza preavviso, come di sua abitudine.
Alessia si diresse in bagno strusciando i piedi a terra. Si lavò la faccia con l'acqua fredda, e poi andò in cucina. Non aveva per niente fame, nonostante fosse praticamente l'ora di pranzo.
In attesa che il suo stomaco reclamasse del cibo, decise di vestirsi e di suonare un po' il piano, dato che il giorno dopo avrebbe avuto lezione.
Si sedette sullo sgabello davanti al pianoforte, e cercò gli spartiti per il brano che voleva suonare. Quando si sedeva davanti la tastiera, tutto in quell'appartamento, diventava stranamente bello e tranquillo. La luce entrava dalle resistenti lastre di vetro che costituivano la maggior parte delle mura, e arrivava a toccare ogni oggetto con i suoi raggi. Alessia scelse il brano da suonare, si preparò, e cominciò a far scorrere le dita sui tasti bianchi. Li sfiorava delicatamente, come per paura di rovinarli. Si lasciava trasportare dalla melodia, e tutto attorno a lei spariva. C'erano solo lei, e la musica. Basta. Nient'altro.
Finito il brano, ne eseguì un altro, e poi un altro, e una decina ancora. Aveva perso la concezione del tempo, e non si era nemmeno resa conto, che il suo stomaco brontolava.
Si alzò e di decise alla fine, di mangiare qualcosa. Non appena stava per ingoiare il primo boccone del suo pasto, il telefono di casa squillò.
E ti pareva?
Alessia ridusse i suoi occhi a delle fessure, e controvoglia, si diresse a rispondere al cordless.
“Pronto?”
La voce squillante di Josh le perforò un timpano.
“Ale!! Ma che fine avevi fatto?? Ti ho chiamato al cellulare ma non rispondevi!!”
“Eh, si scusa...dovevo aver messo il silenzioso...” Spalancò gli occhi. Aveva messo il silenzioso. E se Bill l'aveva cercata? Parlando sempre con Josh, fece una corsa fino in camera sua. Rufolò nella borsa, fino a trovare ciò che stava cercando. Guardò lo schermo del telefono; preoccupata dopo aver letto la scritta “4 chiamate perse”, controllò a chi appartenessero. Josh, Josh, Josh... e Josh. Non l'aveva cercata. Sospirò. Era sollevata da una parte, ma dispiaciuta dall'altra. Ok, non l'aveva cercata, e per fortuna, lei aveva il silenzioso, così non lo aveva potuto far rimanere male. Quella che però c'era rimasta male, era lei. D'altro canto, se l'avesse cercata, avrebbe voluto significare che al voleva vedere.
“Ale, ma che hai??”
“Io? Nulla! Te piuttosto? Che dicevi??”
“Ah, si giusto! Allora, oggi tornano gli altri...ci vediamo tutti da Joe?”
“S-Si va bene...”
“Perfetto! Allora passo io alle quattro da te!! Ciao!”
“Ciao.”
Una giornata che sarebbe potuta trascorrere all'insegna del completo far niente, si era trasformata in una giornata, passata con un perfetto rompiscatole che, come sempre, si era invitato da solo, decidendo lui l'ora. E Alessia non aveva saputo dire di no: tipico.
Era il suo migliore amico, cosa doveva dirgli? Senti ciccio oggi voglio stare per conto mio perchè devo pensare ha un ragazzo? Perfettamente fuori luogo.
Le quattro, arrivarono, e Josh, puntuale come un orologio svizzero, suonò il campanello.
Alessia, che era di nuovo seduta al pianoforte a suonare, interruppe la melodia, e si alzò per andare ad aprire.
“Ciao vieni!”
Josh si accomodò sul divano, aspettando che Alessia prendesse al borsa.
La ragazza diede un ultimo sguardo al cellulare. Niente. Porca vacca. Fissò senza espressione lo schermo per qualche secondo, fino a quando Josh non la riportò alla realtà.
“Andiamo?”
“Sisi...”


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