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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Cap. 1: Incontri Inaspettati *** Capitolo 2: *** Cap. 2: Ognuno si diverte come vuole *** Capitolo 3: *** Cap. 3: Il viaggio comincia *** Capitolo 4: *** Cap. 4: Che razza di nemici sono questi? *** Capitolo 5: *** Cap. 5: Anche gli Dei portano le pantofole *** Capitolo 6: *** Cap. 6: la trappola scatta a metà *** Capitolo 7: *** Cap. 7: Amicizia *** Capitolo 8: *** Cap. 8: Scelte *** Capitolo 9: *** Cap. 9: Di nuovo insieme *** Capitolo 10: *** Cap. 10: Epilogo - Ritorno ad Ovest ***
Era un sereno pomeriggio di
inizio autunno sulla strada verso il villaggio di Ogiliath; il sole era ancora
alto nel cielo limpido e la campagna era immersa in un’atmosfera pacifica e
perfettamente calma, almeno fino a che…
PALLA DI FUOCO!!!
Un’esplosione distrusse il
silenzio e buona parte di un bosco, dal quale uscirono poco dopo una ragazza
dai capelli rossi e i suoi tre compagni: uno spadaccino biondo, una ragazzina
più bassa dai capelli neri e un giovane il cui mantello non nascondeva del
tutto la pelle di pietra.
“Uffa!” sbuffò la vulcanica maga
“che spreco di tempo! Quei banditi non avevano neanche un tesoro degno di
questo nome!!!”
“Suvvia, Rina” la consolò il
ragazzo più alto “almeno la gente del villaggio ora potrà viaggiare tranquilla,
no?”
“Gourry ha ragione, Rina”
concordò la moretta “e poi quale ricompensa migliore di aver fatto trionfare la
Giustizia ancora una volta? Grazie a noi queste lande hanno riacquistato tutta
la loro tranquillità e la loro pace…”
Ma l’ispirato discorso di Amelia
venne interrotto da un urlo di panico seguito immediatamente da secche
detonazioni; “Spari?” pensò stupito Zelgadiss, conscio di quanto fossero rare
le armi da fuoco. Il gruppo si voltò verso il bosco da cui proveniva quel
trambusto; Rina, sperando di poterci ricavare qualcosa, decise di restare ad
assistere allo spettacolo.
Pochi istanti dopo le mandibole
di tutti e quattro toccarono il suolo, quando dalle fronde emerse uno
scarmigliato Xelloss che, in levitazione, cercava di sfuggire a quattro tizi
che lo inseguivano a bordo di una Jeep lanciata a tutta velocità, mentre il
biondo seduto accanto al guidatore lo tempestava con un caricatore dopo l’altro
di proiettili, costringendo il demone a uno slalom acrobatico, col sottofondo
delle allegre incitazioni dei due sul sedile posteriore.
Con un ultimo scatto disperato,
il subordinato di Zelas Metallium si rifugiò dietro la schiena di un’allibita
Rina; il fuoristrada inchiodò davanti a lei e quello che pareva proprio il capo
del gruppo si alzò puntandole contro la pistola.
“Consegnaci quel demone.” La sua
voce era gelida e impersonale, ma carica di una tale minacciosa autorità che
chiunque non avrebbe potuto fare altro che obbedire.
La stessa maga rossa provò
l’istinto di fare ciò che ordinava, pur di levarsi di dosso lo sguardo di
quegli implacabili occhi d’ametista. Ma ricordò di essere Rina Inverse, terrore
dei banditi, così non si lasciò intimidire e chiese con strafottenza: “E perché
dovrei?”
“Io sono Genjo Sanzo.” Dichiarò
laconico, come se questo bastasse a spiegare tutto.
“Embé?”
I tre compagni dell’impassibile
giovane sembrarono molto stupiti dalla reazione (o dalla sua assoluta mancanza)
del gruppo che si trovavano di fronte. Uno di essi, dai lunghi capelli rossi,
scoppiò a ridere: “Accidenti, dobbiamo essere davvero finiti in un altro mondo
se questi non sanno neppure chi sei!”
Alle parole dell’amico il giovane
moro alla guida della vettura si guardò intorno con cortese curiosità e
commentò pacatamente: “Per essere un altro mondo è davvero molto simile al
nostro.”
Il terzo, all’apparenza il più
giovane del gruppo, sembrò riflettere intensamente per svariati secondi, poi
decretò: “Sanzo… io ho faaaaaameeeeeee…”
GOCCIOLONE di tutti i presenti.
Il biondo assestò un colpo in
testa al compagno con un harisen (ventaglio di carta) comparso dal nulla, sotto
lo sguardo sogghignante del giovane con cui divideva il sedile posteriore:
“Stupida scimmia, possibile che
tu non pensi che con lo stomaco?”
Due colpi della Smith&Wesson di
Sanzo sfiorarono le orecchie dei suoi compagni, che si ricomposero all’istante.
“Andiamo, non è il caso di
comportarsi così; non è carino dare una cattiva impressione a chi si è appena
conosciuto!” il sorriso conciliante del guidatore dai gentili occhi verdi cercò
di smorzare la tensione.
Durante lo svolgimento di questa
scena, il gruppo di Rina era rimasto allibito; sulle loro facce si leggeva a
chiare lettere la domanda: “Ma chi sono questi pazzi? Vengono davvero da un
altro mondo? E che sono venuti a fare qua?” L’unico che potesse rispondere a
qualcuno di questi enigmi era Xelloss (seee, contaci!)…
“XELLOSS!” urlò Rina, accortasi
che il demone, quatto quatto, aveva approfittato della ‘distrazione’ dei suoi
inseguitori per darsela a gambe, stranamente a piedi.
Richiamati dal grido di Rina, gli
stranieri si accorsero della tentata defezione:
“Goku!” ordinò Sanzo.
Il più giovane sorrise e tra le
sue mani si materializzò un bastone rosso dalle estremità dorate: “Nyoi Bou,
allungati!” e l’asta si proiettò fino a raggiungere il demone, assestandogli un
colpo che lo stese a terra come una sogliola.
Davanti alle facce sempre più
stupefatte dei presenti, il ragazzo alla guida sfoderò il suo sorriso più
disarmante: “Credo che forse vi dobbiamo delle spiegazioni.”
“E così siete giunti nel nostro
mondo seguendo Xelloss.” Puntualizzò Rina. “Perché?”
“Quando quel ladro ha cercato di
rubare il mio Sutra del Cielo Demoniaco si è lasciato sfuggire che lo trovava
identico all’altro… ovvero il Sutra del Cielo Divino… che intendo
recuperare ad ogni costo.” Dichiarò Sanzo, seccato di dover dare spiegazioni a
chicchessia.
“Per quale motivo?”
Il bonzo le lanciò un’occhiata
omicida: “Ca**i miei.”
(“Ehi, ragazzi, evitiamo il turpiloquio!!! Questa è una
fic perbene!!!” NdA armata di harisen)
“Ti dai anche al furto adesso! Mi
vergogno profondamente per te, Xelloss!” esclamò Amelia in modo melodrammatico.
“Già; potevi almeno evitare di
farti beccare come un idiota!” commentò Zelgadiss “Si può sapere perché
t’interessa tanto quel coso, da farti andare a cercarlo su un altro mondo?”
Xelloss si esibì nel suo
sorrisetto più ebete: “Sore wa himitsu desu…” ma si ritrovò la pistola di Sanzo
puntata tra le sopracciglia.
“La risposta interessa anche a
me, quindi ti conviene parlare, a meno che tu non voglia ritrovarti un buco di
aerazione in fronte!”
Il tono e lo sguardo del biondo
monaco davano chiaramente ad intendere che NON stava scherzando; e Xelloss
sapeva che i proiettili della Shoureiju (pistola che esorcizza i demoni) erano
letali: durante la fuga aveva dovuto usare tutta la sua energia per creare una
barriera che lo proteggesse… se solo quel bonzo maledetto non avesse apposto un
sigillo mistico che gli impediva di teletrasportarsi… decise di tergiversare:
“Mi spiace, ma io eseguo solo gli ordini!”
L’espressione di Sanzo s’incupì
ulteriormente; di certo avrebbe sparato a quell’inutile demone se Gourry non
fosse intervenuto, grattandosi il capo con aria ingenua: “Scusate ma… cosa sono
questi Sutra? A che servono?”
Il bonzo lo squadrò con i suoi
freddi occhi d’ametista, ma il gentile Hakkai, il giovane dagli occhi verdi,
gli chiese con lo sguardo il permesso di continuare le spiegazioni. Sanzo
annuì, lasciando la parola al più diplomatico compagno:
“I Sutra sono rotoli di pergamena
che riportano scritti di enorme potere sacro; solo i monaci di più alto grado,
come Sanzo, possono utilizzarne le formule. Ma anni fa il Sutra del Cielo
Divino fu rubato dai demoni che volevano usarlo per risvegliare il Gran Demone
Gyuma-oh; il nostro compito è impedire che ciò avvenga, proteggendo il secondo
Sutra, e recuperare quello perduto.”
Nell’udire tali parole, Rina
percepì un brivido lungo la schiena: risvegliare un Dio-demone… non era forse
ciò che i demoni del loro mondo cercavano di fare da quando Shabranigdu era
stato sigillato? Il suo sguardo incandescente si posò su Xelloss, che ricorse
alla sua più falsa espressione d’innocenza.
Portandosi una mano alla tempia,
sbottò: “A quanto pare i nostri mondi sono davvero più simili di quanto
pensassi…” e insieme ai compagni raccontò agli stranieri quanto sapevano sulle
aspirazioni dei Dark Lord. “…in conclusione, credo che i Signori dei Demoni, o
almeno una di essi, voglia questi Sutra per risvegliare il loro Gran
Demone… ed abbia ordinato a una certa nostra conoscenza di portarglieli. Dico
bene, Xelloss?”
Il demone rise forzatamente con
una mano dietro la nuca: “Eh, già! Peccato che, quando cercai di prendere il
secondo, non sapevo chi lo custodisse…” …questi quattro cacciatori di demoni
sono più pericolosi di un battaglione di draghi… pensò, ma si guardò bene
dall’esprimerlo ad alta voce.
“Non avresti potuto batterci in ogni caso” rise il rosso,
Gojyo “Non basta un solo demone, per quanto forte” e lanciò un’occhiata obliqua
e divertita all’abbacchiato Xelloss “per sconfiggerci!”
“Proprio così” concordò Goku, che
per tutto il tempo non aveva fatto che scambiarsi dispetti con il giovane dai
capelli porpora, a bassa voce per non incorrere entrambi nella vendetta
dell’irritabile Sanzo (e del suo ventaglio) “Però combatteremo ancora, vero? È
stato divertente!” concluse entusiasta.
Un enorme gocciolone comparve
sulla testa di Xelloss.
Gojyo non resistette alla
tentazione di provocare come al solito il compagno: “Stupida scimmia! Possibile
che tu pensi solo a combattere e a mangiare?”
“Sempre meglio di quello a cui
pensi tu, Kappa maniaco!”
“Come osi?!?”
E immancabilmente l’harisen si
abbatté sulle teste dei due.
Ristabilito l’ordine, Rina chiese
al capo del gruppo di avventurieri:
“Ora cosa pensate di fare?”
“Troveremo il Sutra e ce lo
riprenderemo.” Rispose Sanzo senza battere ciglio.
“Potrebbe rivelarsi più difficile
di quel che pensate.” Insinuò Xelloss.
“Per quanto mi disgusti dirlo, ha
ragione. Vi ritroverete contro un esercito di demoni.” Confermò tetro
Zelgadiss.
“Non sarà la prima volta.” Sorrise
scanzonato Gojyo.
“Ci basterà uccidere chiunque si
metta sulla nostra strada.” Dichiarò seccamente Sanzo.
“Forse potrebbe servirvi una
mano.”
Sorprendentemente era stato
ancora Zelgadiss a parlare, lasciando stupefatti i propri compagni. E ciò che
seguì li sorprese ancora di più:
“Vi offro i miei servigi come
guida in questo mondo che non conoscete, tutte le informazioni di cui dispongo
sui demoni nonché il mio aiuto in combattimento.”
“E cosa chiedi in cambio?” volle
sapere Sanzo.
“Il permesso di dare un’occhiata
a quei Sutra. A quanto ho capito sono simili alla nostra Claire Bible; forse in
essi riuscirò a trovare una formula che possa spezzare la maledizione che mi ha
reso una Chimera.”
“Io verrò con te, Zelgadiss!
Voglio aiutarti!” si offrì subito Amelia.
“Andremo tutti!” decretò Rina.
“Se i demoni vogliono risvegliare Shabranigdu, di certo mia sorella mi
coinvolgerà in qualche modo… tanto vale batterla sul tempo!” scrollò le spalle
rassegnata.
Sanzo rifletté corrucciato sulla
proposta; già diceva di non sopportare il dover andare in giro con quei tre che
gli erano stati assegnati (anche se in realtà doveva ammettere che non era poi
tanto male…), la prospettiva di trascinarsi dietro anche quei ragazzini
sconosciuti non gli arrideva affatto…
Spostò lo sguardo sul resto della
sua squadra: Goku pareva entusiasta della nuova compagnia, Gojyo studiava le
curve delle due ragazze con malcelato disappunto per la loro troppo giovane età
e Hakkai esibiva la sua solita espressione dal sorriso gentile e disponibile…
probabilmente l’idea di dover fare da baby-sitter ad altri mocciosi (oltre
Gojyo e Goku, che nonostante l’età di 22 e 18 anni a volte si comportavano come
lattanti) gli piaceva.
Celò un sospiro d’esasperazione:
il ragazzo dalla pelle di pietra aveva ragione, necessitavano di una guida in
quel mondo sconosciuto; decise di dar loro una possibilità: se si fossero
dimostrati utili, allora se li sarebbero portati dietro per un po’.
Capitolo 2 *** Cap. 2: Ognuno si diverte come vuole ***
Cross-over Slayers & Saiyuki:
Cross-over
Slayers & Saiyuki:
“I Predatori del Sutra perduto”
Scritta da Eternal Fantasy
Cap. 2: Ognuno si diverte come vuole
Le compagnie unite decisero di
trascorrere la notte al villaggio vicino, anche perché gli stomaci di Rina e
Gourry avevano intonato un simpatico coretto insieme a
quello proverbialmente mai sazio di Goku. Al momento d’incamminarsi, il
fuoristrada dei quattro stranieri emise un pigolio e si trasformò in una
piccola creatura bianca che volò tra le braccia di Hakkai avviticchiandosi al
ragazzo, il quale presentò il quinto elemento del loro gruppo: Hakuryu, un
esile draghetto tutto ali, coda e collo che pareva nutrire una vera adorazione
per il suo affettuoso padrone.
Giunti alla locanda Amelia si
offrì di pagare la cena, dato che i loro ‘ospiti’ non
avevano moneta locale. Notò che Hakkai sembrava un po’ in imbarazzo ad
accettare, mentre Gojyo si lasciò sfuggire una
risatina; capì il perché quando arrivarono le ordinazioni: lo snello Goku
ingurgitava quantità di cibo pari solo a quelle divorate da Rina e Gourry e
alla stessa velocità supersonica!!!
Si consolò un poco vedendo i volti neanche tanto celatamente esterrefatti degli altri
tre, rivolti verso la coppia; Gojyo non nascose la sua costernazione: “Non
riesco a credere che esistano esseri umani in grado di mangiare in questa
maniera!”
“Beh, mi pare che anche il vostro
amico sia una buona forchetta!” sdrammatizzò la principessa.
“L’appetito di Goku è dovuto al fatto che rimase rinchiuso in una caverna per
500 anni senza potersi nutrire” spiegò cortesemente il giovane dagli occhi di
smeraldo sorseggiando una tazza di the.
“Cinquecento anni???”
La tavola cadde nel silenzio,
turbato solo dall’incessante lavoro di mascelle del ragazzo col diadema dorato
in fronte; persino Rina e Gourry avevano interrotto la
loro opera di devastazione culinaria.
Interrompendo la staticità
dell’atmosfera con uno sbuffo d’insofferenza, Sanzo sbottò:
“Goku e Hakkai sono demoni, e
Gojyo lo è per metà. Tranquilli, hanno i dispositivi di controllo.”
I ragazzi non fecero una piega
nell’apprendere la vera natura dei loro nuovi compagni di viaggio, ma Zelgadiss
fu incuriosito dall’ultima precisazione: “Dispositivi di controllo?”
Toccò nuovamente ad Hakkai spiegare: “Quando i seguaci di Gyuma-oh decisero
di ridestarlo, scatenarono una potentissima ondata di energia malvagia che fece
impazzire tutti i demoni, che prima di allora vivevano pacificamente insieme
agli esseri umani. I dispositivi di controllo, come il diadema di Goku e i miei
orecchini – indicò le tre graffette di metallo
agganciate al padiglione auricolare sinistro – limitano l’energia demoniaca
impedendo che si scateni in modo incontrollato; i demoni che non li portano
sono ridotti a belve assassine prive di raziocinio, e finché la situazione non
sarà risolta, noi combattiamo contro di loro.”
Rina e Gourry avevano ripreso a
mangiare (leggi: ingozzarsi) prima ancora che la pacata
spiegazione di Hakkai fosse terminata, affrettandosi a recuperare il terreno
perduto nei confronti di Goku, il quale non aveva alzato il naso dal piatto;
invece Zelgadiss rimase concentrato a riflettere su tutte le nuove informazioni
raccolte quel giorno.
Amelia chiese il conto al
cameriere con aria alquanto sconsolata, ma Gojyo le strizzò un occhio in un
modo languido che fece arrossire la principessa: “Non temere, domani pagheremo
noi la locanda e la colazione!”
“Ma… il denaro… come farete a
procurarvelo…” balbettò Amelia sotto l’intrigante sguardo color rubino del Kappa.
Il rosso le rispose con un
sorriso misterioso e affascinante che fece diventare ancor più scarlatta la fanciulla: “Lascia fare a me.” Lanciò uno sguardo complice ad Hakkai: “Sei anche tu della partita?”
Il demone gentile sospirò
divertito: “Solo perché ci servono soldi.”
“Mettiamoci al lavoro, allora!” e
i due si diressero verso un tavolo dove un nutrito gruppo di viaggiatori era
intento a giocare a carte.
Più tardi Rina
e Gourry andarono ad avvertire i due nuovi amici che il resto del gruppo si
recava nelle camere per dormire; giunsero in tempo per incrociare gli ultimi,
sconsolati avventori che abbandonavano il tavolo da gioco, dominio
incontrastato dei due stranieri. La coppia rimase a dir poco sbalordita nel
vedere il mucchio di monete che faceva bella mostra di
sé davanti a Gojyo, e quello ancor più consistente davanti ad Hakkai.
Rina aprì la bocca per
commentare, ma una ben nota voce le mozzò la parola:
“Qualcuno stasera è stato baciato
dalla fortuna, hohohohoho!”
Si avvicinò una donna bruna molto
alta, molto prosperosa e molto… poco vestita, che provocò la caduta libera
della mascella di Gojyo sul tavolo, mentre i suoi occhi si allargavano come
uova fritte. Il mezzodemone pensò che doveva
assolutamente farsi presentare quella tipa da Rina, che sembrava conoscerla
bene dato che non appena si erano viste avevano cominciato a strepitare l’una
contro l’altra. La situazione degenerò quando Naga emise nuovamente la sua
agghiacciante risata facendo rimbalzare il proprio notevolissimo… ehm… “air bag
anteriore”, che provocò un’emorragia nasale al ‘povero’
Gojyo e la fuga di un terrorizzato Hakuryu che si rannicchiò in grembo a un perplesso
e alquanto assordato Hakkai.
“Stasera non ho voglia di
litigare con te, Inverse” dichiarò la maga del Serpente Bianco “Intendo sfidare questi due tuoi amici… con tutti i soldi che
hanno, sarà un piacere spennarli!”
“Se questa è la vostra intenzione
non abbiamo nulla in contrario, signorina. Ma dovrete dimostrare di meritare la
vittoria.” Commentò cortese Hakkai cominciando a
distribuire le carte.
Gojyo prese le sue, ma il suo
sguardo era così ipnotizzato dal davanzale di Naga che le sollevò… alla rovescia,
mostrando a tutti il punteggio che aveva in mano
(^_^;;;;). Nonostante la ‘distrazione’ del rosso, in
breve Hakkai stravinse la partita e quelle successive, lasciando al verde la
presuntuosa maga. Ma Gojyo intervenne
cavallerescamente:
“Andiamo, Hakkai, non si può
privare del denaro una così bella donna!” e accompagnò l’adulazione con una
generosa sbirciata alle sue curve.
L’amico gli fece pacatamente
notare che era stata la maga a sfidarli, ma non insistette e restituì il denaro
perso a una Naga gongolante che ricominciò a litigare
con Rina mentre i tre uomini lasciavano la sala; Gourry decise di attendere
Rina e augurò la buonanotte, ricambiato da Hakkai che trascinò un ancora
sbavante Gojyo nella camera loro assegnata.
(Nota dell’autrice: chiedo umilmente scusa a Gojyo – gli
voglio bene, in fondo - per aver esagerato un po’… lo so che il Kappa non è
COSI’ hentai… ma di Naga ce n’è una sola! ^_^)
Il giorno dopo i nostri baldi
eroi cominciarono la loro avventura per salvare il mondo; almeno questa era l’idea, perché la prima voce che si levò quel
mattino fu…
“Saaaanzoooo, ho faaaaameeeee…”
…seguita dal suono di un colpo di
harisen sulla testa del demone-scimmia.
Così, dopo che una pantagruelica
colazione ebbe saziato (almeno per il momento) gli stomaci di tre nostre
conoscenze, si misero in strada.
Rina si pose alla testa del
gruppo ed esclamò: “Ci siamo tutti? Allora si parte! Andiamo!”
“Dove?” chiese Gourry grattandosi
il ciuffo biondo.
Come al solito
Rina lo afferrò per il collo con una vena pulsante sulla testa, ma
Zelgadiss le fece notare che in effetti l’ingenua domanda dello spadaccino
aveva centrato il problema: non sapevano dove dirigersi. Il loro obiettivo era
recuperare il Sutra, ma dove poteva essere? Qual’era
la loro destinazione?
Rina rifletté per qualche
istante; guardò di sottecchi Xelloss, costretto a seguirli; ci pensò su ancora
qualche istante; infine, si avvicinò al demone con aria da “dolce fanciulla indifesa” e cinguettò: “Xel-chan…”
“Si, Rina?” chiese questi con un
tremito al sopracciglio, cercando di tenersi alla larga dall’imprevedibile
maga… che giunta abbastanza vicino lo afferrò per il
collo e cominciò a scuoterlo come una maracas:
“Dove hai portato quel maledetto
rotolo di carta igienica scarabocchiataaaaaaa!?!”
GOCCIOLONE enorme di tutti.
“M…mi dis…pia…ce ma…è…” rantolò
il demone cianotico, ma prima che potesse articolare la conclusione del suo
detestabile ritornello Sanzo intervenne:
“L’avrà consegnato al suo capo; i
demoni subordinati non hanno abbastanza cervello per
fare altro.
(Mi scuso con la categoria dei demoni subordinati; questa
è l’opinione di Sanzo, non mia, e lui, per motivi personali, odia i demoni!
NdA)
Ammazziamo quell’inutile piattola
e andiamo direttamente dal mandante.”
Zelgadiss scosse il capo,
pensieroso: “Non siamo in condizione di poter raggiungere la base della Great
Beastmaster; però forse c’è un altro modo di ottenere il nostro scopo.” Ottenuta l’attenzione di tutti la Chimera
espose la propria strategia:
“I Dark Lord vogliono usare i
Sutra per ridestare Shabranigdu, quindi propongo di recarci nel luogo dove è
probabile che decidano di cominciare: i monti Kataart, dov’è sigillato Lei
Magnus, l’uomo che custodisce all’interno di sé un settimo dell’essenza del
Gran Demone.” Spiegò a beneficio degli stranieri.
Gli altri concordarono con il
piano dello sciamano: almeno era un punto di partenza.
Tuttavia la Chimera, dopo aver lanciato
un’occhiata sospettosa a Xelloss, aggiunse: “Di certo dovremo aspettarci di venire attaccati: i demoni hanno bisogno di entrambi i Sutra
per portare a termine il loro progetto, e solo perché uno di loro ha fallito
non significa che rinunceranno all’idea.”
“Hai due volte ragione,
Zelgadiss.” Sospirò tristemente Hakkai, il suo perenne sorriso oscurato da
un’ombra di preoccupazione: “Anche noi abbiamo nemici che intendono
impadronirsi dei Sutra: potremmo quindi trovarci di fronte a cacciatori
provenienti da entrambi i mondi.”
“Meglio, no? Doppio
divertimento!” esclamò Goku, che non capiva dove fosse il problema;
naturalmente questo portò a un altro battibecco con
Gojyo e alle inevitabili sventagliate di Sanzo.
Intanto Hakkai e Zelgadiss erano
chini sulla mappa della Chimera:
“Siamo fortunati, i Kataart non
sono lontani: solo pochi giorni di viaggio.”
“Allora sarà meglio metterci in
cammino.” Concluse il gentile demone.
Questo scambio di battute attirò
l’attenzione di Sanzo: “Come sarebbe? Non vorrete dire che dovremo farcela a piedi?”
esordì in tono inquisitorio, posando uno sguardo
perforante sul compagno.
Hakkai confermò, imbarazzato:
“Beh, si. Hakuryu non può portarci tutti…”
“Suvvia, bonzo buono
a nulla, per una volta non ti farà male muovere i tuoi sacri piedi!”
sogghignò il rosso mezzodemone.
“Chiudi il becco, Gojyo, o ti
obbligo a portarmi sulle spalle fino alle montagne!”
Così, tra battibecchi e risate,
l’eterogeneo gruppo di avventurieri cominciò il suo
viaggio.
Capitolo 4 *** Cap. 4: Che razza di nemici sono questi? ***
Cross-over Slayers & Saiyuki:
Cross-over
Slayers & Saiyuki:
“I
Predatori del Sutra perduto”
Scritta da Eternal Fantasy
Cap. 4: che razza di nemici sono questi?
Il gruppo di viaggiatori sembrava aver raggiunto una certa
routine (col tempo ci si abitua anche alla follia) nel viaggio che li portava
sempre più a Nord.
(“Finalmente si cambia, una
volta tanto! Ovest, ovest… cominciavo a stufarmi di andare sempre nella stessa
direzione!” NdGoku
“Beh, il vostro è IL Viaggio
Verso Ovest, non è che avete molta scelta… Però stavolta vi faccio andare verso
un altro punto cardinale, contento?” NdA)
Tuttavia, come previsto da
Hakkai, non sarebbe stato un percorso privo di incontri.
Infatti, mentre i nostri stavano attraversando una serie di colline cosparse di
rocce una palla di fuoco esplose proprio di fronte a
loro, accecandoli per svariati secondi con una nube di polvere da cui provenne
una voce colma di sfida:
“Vi abbiamo ritrovati,
finalmente! Consegnateci il Sutra!”
Il polverone si diradò e i nostri
poterono vedere chiaramente le quattro figure che sbarravano loro la strada,
due uomini e due ragazze. Erano chiaramente demoni; quello davanti era di certo
il capo: aveva l’aspetto di un ragazzo dalla pelle abbronzata e i capelli rosso
scuro che scendevano lunghi dietro la schiena.
“Ehilà Kougaiji! Anche voi da queste parti?” chiese allegramente Goku.
“Uffa, ci mancava solo il
piromane!” sbuffò Gojyo.
“A chi piromane? Ripetilo e ti do
fuoco!” scattò il nuovo arrivato.
Ignorando simili amenità, Rina si
avvicinò ad Hakkai: “Chi diavolo è il tipo?”
Il sorriso del demone sembrava
quello di chi presenta dei vecchi amici, così la maga
rimase piuttosto spiazzata dalla risposta che seguì: “Rina, ti presento
Kougaiji, figlio di Gyuma-oh e Principe dei Demoni.”
“Cosa?
Mi stai dicendo che quello sarebbe un Dark Lord del vostro mondo?”
“Si, esatto.” ^_^
Rina tornò a seguire lo scambio
di battute con quel bel ragazzo comparso all’improvviso. (D’accordo, secondo
me Rina sta bene con Gourry, ma è anche innegabile che Kou sia effettivamente
un gran bel figliolo! ^_^ NdA)
“Non vi cederemo
mai il Sutra del Cielo Demoniaco senza combattere, dovresti saperlo. E
dato che sarete comunque sconfitti, potevate restare
sul nostro mondo.” Constatò flemmatico Sanzo.
Il Principe non
parve prendere bene la provocazione, ma neanche male come Rina s’aspettava,
dato che si limitò a sbuffare: “Non è stata un’idea mia: a me non importa
niente dei Sutra, né della resurrezione del Gran Demone; ma finché quella
vecchiaccia (Gyokumen Koshu …non me lo ricordo mai… non chiedetemi di
scriverlo ancora, per favore! NdA) terrà in ostaggio mia
madre dovrò assecondare i suoi ordini. Da quando le hanno rubato il Sutra del Cielo Divino è diventata isterica e vuole che ne recuperi
almeno uno a tutti i costi…”
All’improvviso s’interruppe: i suoi occhi azzurro-violetti saettarono verso il resto del
gruppo e l’oltrepassarono per focalizzarsi su un ‘certo’ demone che tentava per
la seconda volta una circospetta fuga… che non ebbe miglior risultato della
precedente, dato che Kougaiji si teletrasportò all’istante
davanti a lui: lo afferrò per il bavero e lo sollevò venti centimetri da terra,
trafiggendolo con uno sguardo fiammeggiante.
“Tu sei il bastardo che ha rubato
il Sutra dal laboratorio della vecchia! È a causa tua se ci ha affibbiato
questa rottura di scatole di missione!”
“N… non è colpa mia… ghhh… io
eseguo solo… gli ordini…” balbettò Xelloss, che leggeva negli occhi di Kougaiji
un fuoco tale al cui confronto le fiamme dell’inferno
sembravano un barbecue “C…chiedo venia…”
“Perdonate l’intromissione, Altezza…”
intervenne una ragazza del suo seguito, dai capelli viola raccolti in strani
codini, attendendo il permesso di proseguire.
“Non essere così formale, Yaone,
ti ho detto mille volte che puoi darmi del tu; cosa c’è?”
“Credo che giustiziare questo
subordinato non modificherebbe la nostra situazione; ora che sappiamo che il
Sutra rubato è in questo mondo, forse sarebbe meglio cercarlo.”
Il Principe annuì, ma non per
questo il suo sguardo divenne più mite: “Sia pure; ma non lascerò che questo
miserabile la passi liscia!” rifletté e ad un tratto sul suo volto comparve
un’espressione molto poco rassicurante: “Sarò clemente
e non ti ucciderò… per ora. Ma in cambio…” le sue labbra si tesero in un
sorrisetto decisamente sadico: “Ehi, Lirin! Questo
tizio ha detto che giocherà con te!”
“Yuppiii! Dici davvero,
fratellone!?!”
La ragazzina dai capelli color carota si fiondò a
raggiungere il fratello e per prima cosa saltò a
cavalluccio sulle spalle di Xelloss: “Evviva! Hei, senti, coso, ce l’hai qualcosa da mangiare?”
Soddisfatto di aver sistemato per
un po’ la sorellina rompiscatole (“E perennemente affamata… Lirin è praticamente il corrispettivo femminile di Goku!” -_-;
NdKou) Kougaiji si rivolse a Goku:
“Beh, già che siamo qui… in
guardia, Son Goku! COMBATTIAMO!” (Tanto per cambiare… NdA)
“Io ci sto, Kougaiji!” rispose
entusiasta l’interpellato. (E quando mai… NdGojyo)
“Non abbiamo tempo da perdere!”
decretò inflessibile Sanzo, deludendo i due avversari.
“Ma
Saaaanzooooo…” piagnucolò Goku con lacrimosi occhioni da cucciolo.
Il bonzo sospirò esasperato: “E
va bene; ma solo CINQUE MINUTI!”
Rina e compagni non avevano mai
assistito a un duello così singolare; non tanto per
via dei combattenti, che cominciarono a scambiarsele di santa ragione, ma del
pubblico: Sanzo si sedette su una roccia, tirò fuori un giornale apparentemente
dal nulla e si mise a leggerlo, totalmente indifferente a ciò che lo
circondava; Hakkai prese la teiera e insieme a Yaone improvvisò un the
campestre; Gojyo si avvicinò all’imponente demone con una grande spada dietro
la schiena e gli propose allegramente: “Una partita a carte, Doku?”
“Vedrai che stavolta ti
straccerò, fratellino!” ricambiò il sorriso Dokugakuji (Più che un nome
sembra uno scioglilingua… non poteva continuare a farsi chiamare Jien e basta?
NdA).
Mentre i
rispettivi compagni di squadra si facevano spensierati i fatti loro, Kougaiji e
Goku combattevano senza esclusione di colpi: il demone scimmia sfruttava la sua
incredibile forza brandendo con maestria il proprio bastone, il principe
controbatteva con potentissimi incantesimi di fuoco. Nel vederlo
lanciare una Fireball particolarmente devastante, Gourry commentò:
“Quel tipo un po’ ti somiglia,
Rina; anche lui sembra avere la mania di sparare fuoco e fiamme dappertutto!”
La maga, con una venuzza pulsante
sulla tempia, caricò una Palla di Fuoco che avrebbe confermato l’osservazione
dello spadaccino sulla sua pelle, se non fosse stato per il successivo
intervento di Lirin, ancora intenta a tormentare il ‘povero’
Xelloss:
“Sarà, ma il mio fratellone è sicuramente moooooolto più bravo di lei!”
Rina cambiò immediatamente
bersaglio e Lirin, agile come un gatto (in effetti ha
un aspetto un po’ felino!) si riparò dietro Xelloss, che non potendo ancora
teletrasportarsi finì abbrustolito come una bruschetta.
Lirin (in vena di suicidio,
evidentemente) fece una pernacchia alla maga e ridacchiò: “Non mi hai preso!
Sei scarsa e anche piatta!”
A quelle parole un’impressionante
aura nera si addensò attorno alla maga, che non ci vide più dalla rabbia e si
gettò contro l’impertinente piccola demone. Amelia
tentò invano di fermarla, ma venne bruscamente spinta
a terra da una Rina fuori di sé.
La scena attirò l’attenzione dei
due fratelli intenti al gioco:
“Ehi, non puoi minacciare la
sorella di Kou!” Doku giunse a sfoderare la spada interponendosi davanti alla
maga priva di controllo, ma la sua lama incrociò quella di Gourry e le due
guardie del corpo cominciarono a duellare a loro volta.
Gojyo, da parte sua, cercò di
aiutareAmelia ad alzarsi (Ehi, giù le mani da lì! #O_O# NdAmelia),
ma il suo piano venne vanificato dall’improvvisa
collisione con Lirin, in fuga da una spaventosa Rina-furens.
Tutto questo movimento urtò il
lieve equilibrio (psichico) di Sanzo che, disturbato nel sacro momento dedicato
alla lettura del giornale, cominciò a sparare all’impazzata contro qualunque
cosa gli capitasse sott’occhio, in questo caso il Kappa che, tra una
contorsione e l’altra per schivare le pallottole, urlò: “Calmati maledetto
bonzo psicopatico!”
“Certo che mi calmo, il
nervosismo peggiora la mira, infatti non ti ho ancora
beccato!” replicò l’altro.
“Kouuuuuuu!” ululò Lirin mentre
l’inferocita Rina le tirava i capelli.
Al richiamo della sorellina il
Principe dei Demoni interruppe il combattimento con Goku e si gettò nella
mischia, seguito a ruota dal suo avversario che non voleva restare escluso dal
divertimento. A quel punto si scatenò un’apocalisse tutti-contro-tutti…
o quasi.
Zelgadiss
spostò lo sguardo dalla rissa generale posandolo sulle uniche due persone che
parevano ignorare completamente il caos esploso alle loro spalle: Hakkai
sorseggiò la sua tazza di the e commentò serafico, osservando il panorama: “Che
pace!”
Da parte sua Yaone riempì una
terza tazza e la porse alla Chimera: “Gradite una tazza di the, signore?”
Era ormai il tramonto quando i
due gruppi si separarono: prima di andarsene Kougaiji dichiarò che lui e i suoi
compagni avrebbero cercato il Sutra trafugato per conto loro; i nostri si
diressero invece al villaggio più vicino, stanchi per
l’intensa giornata e consapevoli che avrebbero incontrato ancora quegli strani
‘nemici’ prima che l’avventura fosse terminata.
Capitolo 5 *** Cap. 5: Anche gli Dei portano le pantofole ***
Cross-over Slayers & Saiyuki:
Cross-over
Slayers & Saiyuki:
“I
Predatori del Sutra perduto”
Scritta da Eternal Fantasy
Cap. 5: Anche gli Dei indossano le pantofole
Durante il terzo giorno di
viaggio Amelia decise di dedicarsi a un’impresa degna
di una paladina della giustizia quale lei era, per il bene dell’umanità… o
almeno dei polmoni della compagnia: infatti, facendo
ricorso ai suoi discorsi più ispirati, declamando in toni quasi lirici le virtù
della buona salute, cercò di convincere Sanzo e Gojyo… a smettere di fumare.
(“Mission Impossible!! Vai Ame, Tom Cruise non è nessuno in confronto a te! Scherzi
a parte, fumare fa male sul serio, quindi non imitate quelle due ciminiere
vaganti!” NdA in vena di pubblicità progresso)
Ovviamente il bonzo le prestava
meno attenzione che a una zanzara fastidiosa (“Perché
se no l’avrei schiacciata!” NdSanzo) mentre Gojyo fingeva spudoratamente di
ascoltarla, sebbene la sua attenzione fosse concentrata soprattutto all’altezza
del petto della ragazza. Quando la principessa concluse
la sua filippica (più per mancanza di fiato che altro) il monaco decise di
esprimere il suo interesse accendendosi l’ennesima sigaretta, ma il suo
accendino a quanto pare decise proprio in quel momento di entrare in sciopero
per protestare contro l’eccessivo sfruttamento, contrario a ogni diritto
sindacale (forse istigato dal discorso di Amelia?); a mali estremi,
l’intollerante biondo sbottò rivolto al Kappa:
“Ehi, Anna dai capelli rossi,
dammi il tuo accendino.”
“Scordatelo bonzo corrotto, poi
te lo incameri com’è successo l’altra volta!”
“Guarda che non era una richiesta, ma un ordine!”
Rina, esasperata dalle avvisaglie
di un’ennesima rissa, con un sogghigno sulle labbra decise di “dare una mano”…
a modo suo, naturalmente!
“A qualcuno serve del fuoco?” e
castò una Fireball che ridusse le sigarette dei due a cilindretti di cenere che
franarono miserevolmente a terra.
“AAAARGHHH!!!!!!!!
Porc$%&£$%#§ Era l’ultima! E adesso come faccio???”
T_____T strepitò Gojyo disperato.
Sanzo doveva essere nella
medesima situazione, poiché una vena cominciò a pulsare frenetica sulla sua
tempia e la mano destra corse per istinto alla pistola. Per evitare la strage,
Hakkai intervenne col suo irresistibile sorriso: “Non è così tragico,
oltre quella collina c’è un villaggio dove potrete comprarne altre…”
A quelle parole un lampo
attraversò gli occhi di Sanzo, che affrettò il passo quanto più possibile senza
mettersi a correre (non si confà al suo rango!); Gojyo smise immediatamente di
piagnucolare e lo seguì di corsa sbraitando:
“Non fregartele tutte, monaco dei
miei stivali, o te la vedrai con me!”
Zelgadiss li guardò scomparire
dietro la collina e commentò sarcastico: “Nicotinomani all’ultimo stadio di
dipendenza, vero?”
Hakkai si limitò a sorridere
(come al solito), mentre Gourry e Goku chiesero
contemporaneamente:
“Nicotinomani???”
“E’ qualcosa che si mangia???”
Raggiunsero i due compagni al
villaggio (“Seguendo i segnali di fumo!!!” ^_^
NdGourry) e decisero di fermarsi, dato che gli stomaci di Rina, Gourry e
Goku segnalavano l’avvicinarsi dell’ora di cena.
(“Tzè! Se badassimo allo stomaco della stupida scimmia sarebbe costantemente mezzogiorno!” NdGojyo
“Chi hai chiamato stupida
scimmia, scarafaggio rosso?” NdGoku
“Piantatela di litigare! Guardate che se m’incavolo
sono peggio di Sanzo e Rina messi insieme!” NdA mooolto nervosa
“Scusa, scusa!” O_______O
NdGojyo&Goku)
Durante il pasto Hakkai si trovò
a riflettere su un particolare molto insolito: “Siamo in viaggio da tre giorni,
eppure a parte l’incontro con Kougaiji e il suo gruppo non siamo
stati attaccati neanche una volta.”
“Beh, tanto meglio, no?” Amelia
scrollò le spalle; le sembrava più strano il fatto che l’espressione
serena del bel giovane dagli occhi verdi fosse turbata da un dettaglio così
irrilevante.
Zelgadiss invece gli scoccò
un’occhiata pensierosa: “Temi che l’assenza di agguati
preluda a una trappola peggiore?”
“Hai indovinato.” Confermò il demone gentile “Spero di sbagliarmi; forse questa
sensazione di disagio dipende dal fatto che nel nostro mondo siamo abituati ad
attacchi frequenti!” aggiunse, recuperando il suo caldo sorriso.
“Vero; di solito ci tocca
combattere contro bande di demoni almeno tre o quattro volte al
giorno!” ridacchiò Gojyo.
“Mpf… da quel che ne so…” mugolò
Rina, ingoiando intero l’involtino che aveva appena strappato a Gourry dopo un
serrato duello di forchette “Zelas Metallium aspetterà il rapporto del suo
galoppino preferito prima di muoversi ulteriormente… Gnam…” s’interruppe per
inghiottire una polpetta “… e finché lui è bloccato qui con noi, questo non può
succedere… hehehehe!!” rise prima di staccare in un solo morso metà di un
cosciotto, godendosi l’espressione stizzita di Xelloss.
La cena si avviava al termine
quando il padrone della locanda annunciò: “Stasera il locale organizza una gara
di bevute a squadre! Il gruppo che vincerà, otterrà consumazioni gratis per una
settimana!”
“CIBO GRATIS! Gourry, DEVI partecipare!” si entusiasmò Rina.
“Perché
io?” replicò lo spadaccino perplesso.
“Perché per una fragile fanciulla come me non è consono bere come uno scaricatore di
porto! Tu invece sei un uomo!”
“E questo basta a giustificare il fatto che deve rovinarsi il fegato per te?”
chiese sarcastico Zelgadiss.
“Che
‘dovete’, semmai! Non vorrai lasciare solo un amico nel momento del bisogno,
vero Zel? Quindi tu lo aiuterai!”
La Chimera sbuffò, Gojyo invece sembrò
apprezzare l’idea della maga: “Perché no? È una gara a
squadre, più siamo più possibilità abbiamo di vincere! Che ne dici, Hakkai?”
Il demone, neanche a dirlo,
sorrise: “Almeno così risolveremo il problema del vitto di Goku! Per me va
bene.”
“Partecipo anch’io!” esclamò il
demone dagli occhi dorati, già con l’acquolina alla bocca alla prospettiva di
una mangiata con i fiocchi.
“Scordatelo, stupida scimmia!
Niente alcool ai mocciosi!” ribatté il rosso.
“Io non sono un moccioso, Kappa
pervertito!”
“Piantala,
scimmia! Se ti ubriachi chissà che guai potresti
combinare!” decretò Sanzo.
Il mezzodemone fissò uno sguardo
sardonico sul biondo: “E tu, bonzo corrotto? Hai intenzione di partecipare, o
sei troppo timorato di Buddha per indulgere in simili bassezze?”
Prima che Gojyo potesse terminare
la frase si ritrovò la pistola di Sanzo puntata in
fronte.
“Porta qui i boccali, invece di
parlare solo per dare aria alla lingua.”
La sfida cominciò e dopo numerose
pinte di birra rimasero in gioco solo i nostri avventurieri e il gruppo dei
campioni locali, tutti oltremodo alticci, tranne…
Rina e Amelia quasi non credevano ai loro occhi: sebbene avesse bevuto tanto quanto
gli altri, Hakkai non dava segno di ubriachezza; anche Zelgadiss si difendeva
piuttosto bene, il suo fisico di Chimera gli permetteva di reggere l’alcool
meglio dei suoi compagni umani.
Infine anche gli ultimi
ardimentosi non ressero il ritmo degli stranieri, e crollarono sotto il tavolo;
però neppure i vincitori, a parte il demone dagli occhi verdi, erano in
condizioni eccellenti: Gourry ciondolava sull’orlo del coma etilico, Sanzo
pareva in trance mistica, Gojyo ridacchiava come un
cretino e Zelgadiss avvertiva le prime avvisaglie di un’incipiente emicrania.
Il mal di testa della Chimera fu
peggiorato dalla caduta di un vassoio di boccali vuoti, sfuggito di mano a una cameriera quando tre individui letteralmente si
materializzarono davanti a lei.
“Homura!” ringhiò Goku correndo a
porsi tra i nuovi arrivati e il gruppo di amici al
momento incapaci di difendersi.
Le due maghe, allarmate della terribile
smorfia di rabbia comparsa sul volto del solare ragazzo, si affrettarono ad
affiancarsi a lui; l’espressione di tranquilla superiorità sulla faccia
dell’individuo fronteggiato dal demone scimmia non piaceva neanche un po’ a
Rina.
“E
adesso chi è questo tizio con le catene ai polsi?” borbottò la maga rossa. “Un
altro Dark Lord?”
“Oh, no, molto peggio.” Rispose
la voce serafica di Hakkai, forse non così sobrio come sembrava “Lui è Homura,
Principe Dio della Guerra, e gli altri sono Shien e Zenon, divinità al suo
seguito.”
“Dei? Ma
allora non dovrebbero essere buoni?” piagnucolò Amelia, confusa.
“Dipende dai punti di vista.”
Esordì Homura tenendo lo sguardo fisso su Goku “Noi ci siamo ribellati al regno
celeste perché riteniamo che il nostro mondo sia
corrotto, retto da leggi ingiuste e falsi pregiudizi; ma per cambiare
definitivamente le cose ho bisogno dei Sutra del cielo Divino e Demoniaco:
unendoli distruggerò il vecchio mondo e ne creerò uno nuovo, dove esista
veramente la libertà!”
(“Mi sa che questo qui è la loro versione di Valgarv…” -______-;;;;;;;;NdRina)
“Non è certo questa la soluzione!
Il vostro modo di agire va contro la
Giustizia!” nonostante il frenetici cenni
di Rina, Amelia non si trattenne dal cominciare l’ennesima requisitoria sulla
Giustizia, ma si rese conto che nessuno l’ascoltava: Homura cercava di
convincere Goku a passare dalla sua parte, il demone scimmia avrebbe voluto
combattere ma era frenato dal pensiero di lasciare Sanzo e gli amici senza
protezione.
Seguendo lo sguardo dorato del
demone, il dio constatò le condizioni dei giovani
seduti al tavolo dietro le due ragazze e un sorrisetto di divertita compassione
si dipinse sulle sue labbra:
“Genjo Sanzo e compagnia,
ubriachi fradici… che spettacolo indecoroso!”
Le parole ironiche sembrarono
distogliere il bonzo da una profonda contemplazione; rialzò gli occhi e con
voce un po’ impastata ma chiara, replicò: “Ma allora… anche gli Dei portano le
pantofole…”
Homura rimase folgorato: il suo
sguardo si abbassò come al rallentatore, pregando che quelle cose pelose
non fossero realmente ai suoi piedi…
E invece
sì: gli sguardi sbigottiti dei presenti si posarono su due adorabili
pantofoline a forma di conigliettorosa.
“AAAARGHHHHH!!!
Ho dimenticato di mettermi le scarpeeeeee!!!” con un urlo isterico il Principe
Dio della Guerra si precipitò fuori dal locale sclerando per l’imbarazzo; Zenon
e Shien seguirono il loro capo cercando di nascondere gli enormi goccioloni che
avevano dietro la testa.
(“Autrice, ma perché
toccaa me la figura di m****???” NdHomura
“Scusa, ma tu sei sempre così serio… ho voluto
alleggerire un po’ l’atmosfera!!!” NdA
“Non è che mi odi?” NdHomura
“Al contrario, sei uno dei miei preferiti! Ma sai com’è,
esigenze di copione…” NdA
“…” -_-;;;;;; NdHomura)
Evitato in questo modo alquanto
poco ortodosso un combattimento che poteva rivelarsi disastroso, le due maghe
decisero di dormirci sopra; Goku si caricò in spalla Sanzo e le seguì, dopo
essersi messo d’accordo col proprietario perché portasse nelle camere gli altri
compagni ormai partiti per il mondo dei sogni… tranne Hakkai, che sbalordì
tutti i presenti chiedendo con un sorriso tranquillo il bicchiere della staffa
e salendo le scale con le proprie gambe, cullando Hakuryu addormentato tra le
sue braccia.
Lasciando Xelloss incustodito.
Il subordinato di Zelas Metallium
si assicurò di aver lasciato una discreta distanza tra sé e la locanda; quando,
tre giorni prima, aveva tentato di mettersi in contatto telepatico con la sua
padrona, si era ritrovato una pistola puntata tra gli occhi e il dito indice
del bonzo psicopatico che accarezzava il grilletto e sembrava dicesse “dammi
solo un pretesto”. Da allora non aveva più osato neppure provarci. Ora contava
sul fatto che gli stranieri fossero troppo intontiti dall’alcool, ma tenersi
prudentemente alla larga da quella manica di pazzoidi con cui era costretto a
viaggiare non era una cattiva idea.
Quanto avrebbe voluto
approfittare della situazione e vendicarsi di quei maledetti… ma aveva già sperimentato la loro forza e non era il caso di
rischiare azioni suicide; inoltre Rina era sobria e avrebbe avuto di che ridire
in proposito. Decise di soprassedere, almeno per il momento: innanzitutto il
suo primo dovere era fare rapporto ed eseguire gli ordini della
sua Master; poi avrebbe chiesto il suo consenso per ordire un piano al
fine di sbarazzarsi dei quattro piantagrane.
Si concentrò e percepì
chiaramente i vincoli del sigillo mistico impostogli dal monaco: il
teletrasporto restava fuori dalla sua portata, ma
sforzandosi al massimo riuscì a emettere un non meglio distinto segnale mentale
che raggiunse la sua padrona… la quale comparve all’istante davanti a lui.
Xelloss non poté gioirne, dato chela
Beastmaster emanava un’aura pericolosamente infuriata; e
quando un Demone Superiore è in tale stato d’animo, una parola sbagliata può
significare la fine.
“Esigo una spiegazione!” ringhiò
Zelas, con l’ira che la rendeva incapace di esprimersi in modo più eloquente (per
fortuna, se no chi li sente quelli della censura? NdA).
Il sottoposto si prostrò a terra
e le aprì completamente la propria mente, così da poterla rendere partecipe
della situazione e delle informazioni ottenute meglio di quanto avrebbe potuto
fare una lunga spiegazione. L’espressione della Dark Lady divenne più
controllata, ma non meno adirata. Xelloss ritenne opportuno non disturbare la
sua riflessione e rimase zitto inginocchiato a terra; la sua padrona odiava
essere interrotta quando pianificava l’eliminazione di un nemico. Ma quando
sulle labbra sensuali della demone comparve un sorriso
crudele, osò chiedere:
“Master, posso occuparmi io di
loro? L’affronto che mi hanno arrecato…”
Lo interruppe: “Riparerai alla
tua pietosa figuraccia in altro modo, Xel-chan. Ho progetti più interessanti
per quei quattro stranieri.” Gli gettò un amuleto
“Questo ti permetterà di teletrasportarti sui Kataart… DOPO aver fatto ciò che
ti dirò.”
Capitolo 6 *** Cap. 6: la trappola scatta a metà ***
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Predatori del Sutra perduto”
Scritta da Eternal Fantasy
Cap. 6: la trappola scatta a metà
Ventiquattro ore dopo, Xelloss entrò in azione. A parole,
il piano era molto semplice; ma il demone aveva scoperto, con dolorosa
esperienza personale, che avendo a che fare con certi individui la situazione
poteva ribaltarsi in un attimo, e ritorcersi senza preavviso contro di lui. Per
questo motivo procedette lungo il corridoio usando tutta la propria abilità per
mescolarsi alle ombre della notte e al silenzio interrotto solamente da un
ritmico russare proveniente da alcune delle camere.
Era una fortuna che quella
locanda avesse a disposizione stanze singole per
ognuno dei membri della compagnia; una fortuna insperata soprattutto per lui,
dato lo scopo della sua missione. Senza dare nell’occhio
aveva scrupolosamente memorizzato la distribuzione operata da Rina poche ore
prima: dietro le porte del lato sinistro dormivano, nell’ordine, Zelgadiss,
Rina, Amelia e Goku; sul lato destro, invece, Hakkai, Gourry, Sanzo e Gojyo.
Un sogghigno ferino brillò nelle
tenebre, e il demone aprì l’ultima porta a sinistra senza produrre il minimo
scricchiolio.
Un fioco raggio di luce lunare si
posò sul corpo del ragazzo dagli occhi dorati, che dormiva saporitamente (e
scompostamente) di traverso nel letto, con le membra spalancate a quattro di
bastoni; sognava, e un filino di saliva unito a un
inconscio masticare rendeva scontato l’oggetto delle sue fantasie oniriche:
“Mmhhh… arrosto… ciambelle… crostata!”
Xelloss si avvicinò con un
gocciolone sulla testa, ma lo fece sparire subito: aveva un compito da
svolgere! Lentamente, fatalmente, la mano guantata si posò
sul diadema dorato di Goku…
“Che diavolo
credi di fare?”
La voce di Sanzo precedette di
una frazione di secondo il proiettile della sua
pistola, che si conficcò nella parete dov’era prima la testa di Xelloss. Il
demone capì di essere con le spalle al muro, e tra un istante il secondo colpo
l’avrebbe preso in pieno; l’unica via di fuga era
preclusa dal bonzo, e lo sparo aveva svegliato l’intera locanda, compreso Goku:
“Sanzo?” chiamò, distraendo il monaco.
Xelloss ricacciò il panico e capì
che aveva una sola possibilità. Si lanciò contro il biondo a demoniaca
velocità, pregando che tale mossa lo prendesse in contropiede quanto bastava,
chinandosi per offrire un bersaglio minore al colpo successivo. LoN gliela
mandò buona, e prima che l’umano potesse spararne un altro lo spintonò contro lo stipite e si scaraventò nel corridoio,
sparendo tra le ombre all’estremità opposta proprio mentre le altre porte si
spalancavano.
“Che diavolo combini, bonzo
psicopatico!?!” esordì gentilmente Gojyo entrando per
primo nella stanza di Goku, seguito da tutti gli altri.
“Ti pare il caso di mettersi a
sparare all’impazzata in piena notte? Qui c’è gente che gradirebbe dormire!”
rincarò Rina furiosa, con in sottofondo un sonoro
sbadiglio di Gourry. Ma la gelida risposta di Sanzo,
rinforzata dal suo sguardo furibondo, provocò ai presenti un brivido che ebbe
il potere di svegliarli completamente:
“Quel maledetto §£$%&$#§$£$%&$%£&%
voleva togliere a Goku il dispositivo di controllo del potere demoniaco!”
Gojyo impallidì e gli altri
ammutolirono; e in quel silenzio tutti poterono udire chiaramente…
“KYUUUU!!!!!”
“Hakuryu!” Goku riconobbe il
grido di dolore del draghetto.
“HAKKAI!!!”
urlò Gojyo, lanciandosi fuori dalla stanza verso la camera dell’amico.
Spalancò la porta quasi
scardinandola: Hakuryu, sanguinante ai piedi della parete contro cui era stato gettato con violenza, gemeva disperato.
Hakkai era scomparso.
“OK, ricominciamo dall’inizio.”
Rina prese in mano la situazione
col consueto piglio deciso. Era l’unica in grado di farlo, in quel momento:
Amelia si occupava di Hakuryu, Gourry e Goku non avevano ancora ben chiara la
situazione, Zelgadiss sembrava gareggiare con Sanzo per l’espressione più cupa
e inca**ata e Gojyo, dopo un primo momento di rabbia incontrollata, era
sprofondato in un angosciato nervosismo e si fumava una sigaretta dopo l’altra
cercando di nascondere così il tremito alle mani.
La maga rossa fissò la sua
attenzione su Sanzo: “Allora? Come hai scoperto Xelloss nella camera di Goku?”
Il bonzo sbuffò scocciato, ma per
risolvere la situazione aveva bisogno di quei ragazzini, quindi decise di
sciogliere la lingua: “Ero andato dalla scimmia per fare scambio di stanza; non
riuscivo a chiudere occhio tra due che russano come tromboni” dichiarò
guardando bieco Gourry e Gojyo, uno troppo ingenuo e l’altro troppo depresso
per prendersela a male “Quando sono entrato ho visto quel miserabile infingardo
(“Cosa? Io non parlo così! >.<”
NdSanzo “Ho dovuto fare una ‘piccola’ revisione
lessicale… il tuo linguaggio non è molto consono a un sant’uomo, sai? =___=”
NdA) che allungava le mani…”
“Non lo facevo così maniaco…” rifletté
Rina squadrando il biondo.
“…sul diadema! Cosa credi, che mi preoccupi per la stupida scimmia?” si difese
brusco Sanzo.Rina notò che il ragazzo
dai capelli castani rimase molto male a quelle parole, ma tornò a seguire il
discorso del monaco:
“Ho sparato per impedire che
glielo levasse: se quel bastardo fosse riuscito nel suo intento, sarebbe stata
la fine per tutti.” Se c’era un’emozione nella voce,
era la contrarietà per non essere riuscito a uccidere
Xelloss. Rifletté tra sé: “La trappola è scattata solo a metà. Ci è andata bene.”
“Ci è
andata bene?” ripeté Gojyo in un tono strozzato che rendeva quasi
irriconoscibile la sua voce “Bene? Quell’innominabile rifiuto
£%§$#%&$&£§#$&$%$$% ha rapito Hakkai!!! E
tu dici che…” la rabbia gli mozzò il fiato, costringendolo a tossire “Non te ne
frega proprio niente di lui, vero?” ringhiò infine, gli occhi di rubino
incandescenti che sfidavano il gelo delle ametiste del bonzo.
“Datti una calmata.” Replicò
impassibile l’altro “Se usi il cervello capirai che il loro scopo non è ucciderlo.”
Zelgadiss lentamente annuì: “Ha
ragione. L’obiettivo dei Metallium è il Sutra; quindi perché attaccare Goku e
Hakkai? Non dimentichiamo che Xelloss era con noi quando ci avete parlato dei
dispositivi di controllo che portano; io credo che con l’agguato di stanotte
volessero raggiungere due scopi: primo, togliere alleati a noi e tentare di
portarli dalla loro parte; secondo, avere degli ostaggi da usare se dovessimo
diventare ‘fastidiosi’, ed eventualmente scambiarli con il Sutra.”
Gli altri dovettero riconoscere
che l’analisi della Chimera non faceva una grinza; Gourry, cercando di
afferrare più chiaramente la situazione, tentò:
“E questo vuol dire che… ci è andata bene?”
“A me non sembra proprio.” Sbottò
Rina.
“Già; ti spiace
essere un po’ più chiaro?” rincarò Amelia; anche a lei non era piaciuta
l’uscita del monaco.
Sanzo fissò su di loro uno
sguardo duro come il diamante: “Forse vi è sfuggito un
particolare: i demoni privi di dispositivo di controllo non sono che folli
bestie assetate di sangue, guidate solo dall’istinto e da una distorta
intelligenza animale che impone loro di uccidere e distruggere tutto ciò che li
circonda. Se a Goku venisse tolto il diadema che
sigilla i suoi poteri, si trasformerebbe in una creatura completamente diversa
da ciò che è ora.”
“Non sarei più io.” La voce
fievole e triste che si udì non sembrava davvero quella gioiosa e vitale del
ragazzo dagli occhi dorati. “Io non ricordo nulla di quel che faccio quando mi
trasformo; è come se fossi qualcun altro, qualcuno che non ha niente in comune
con me, né ricordi né sentimenti. E io non posso
controllarlo in alcun modo, neppure quando… vuole fare del male ai miei amici…”
la voce del piccolo demone si spezzò.
Gourry gli posò una mano sulla
spalla, e sembrò che il gesto fraterno dello spadaccino rincuorasse un poco la
scimmietta.
“E questa sarebbe una buona
notizia???” sclerò Rina, i canini che sembravano zanne
pronte a mordere il bonzo. “Ciò che ha detto Goku vale anche per Hakkai, vero?”
Sanzo rimase imperturbabile: “Si.
Probabilmente.”
“Probabilmente?”
“Nessuno di noi ha mai visto Hakkai nella sua forma
demoniaca.
(Dì pure nessuno in generale… chiunque abbia avuto
quest’onore, poi è morto! ^^;;;; NdA)
Tuttavia, a
differenza di Goku, Hakkai un tempo era umano: divenne un demone in seguito
alla maledizione che colpisce chiunque uccida mille demoni e si bagni del loro
sangue. Qui però siamo in un altro mondo, lontani dall’influsso malefico
di Gyuma-oh; c’è forse una remota possibilità che riesca a mantenere in
parte la memoria. Questo sarebbe un vantaggio per noi se dovremo
combattere contro di lui.”
“Combatteresti contro un tuo compagno?” chiese incredulo
Gourry.
“Certo. E
lo ucciderei, se necessario. Loro lo sanno benissimo.” Detto questo Sanzo
lasciò la stanza, piombata in un silenzio teso.
Rina si voltò verso i compagni
del bonzo, ma viste le loro espressioni decise di cambiare la domanda che aveva
sulle labbra: “Una possibilità… quanto remota?”
Lo sguardo che le rivolse Gojyo
conteneva la conoscenza di una lunga storia, una storia di lacrime e sangue e ferite mai rimarginate:
“Se il suo cuore di uomo vincerà il dolore del demone…”
Il gruppo che intraprese la scalata dei
Kataart era ben diverso da quello giunto alle pendici delle montagne. Un
silenzio di piombo soffocava col suo abbraccio cupo ogni tentativo di dialogo o
risata, che nei giorni precedenti erano una costante che rallegrava il viaggio.
Zelgadiss si trovò, sorprendendo
se stesso, a rimpiangere persino le continue zuffe; esse erano una specie di
valvola di sfogo per quegli strani compagni, ma capì che in quel momento sarebbero potute degenerare in modo catastrofico… ed Hakkai
non era lì a sedarle col suo sorriso. Perciò il clima di estrema
tensione si faceva sempre più palpabile e contagiava tutti i membri della
compagnia.
Lo sguardo della Chimera si posò
su Sanzo: il bonzo era impenetrabile come al solito,
ma teso come una corda di violino; il suo temperamento saturnino pareva una
bomba in attesa di esplodere. L’allegria spensierata era scomparsa dal volto di
Goku; se glielo avessero raccontato non ci avrebbe creduto, ma da quando
avevano lasciato la locanda il demone scimmia non si era ancora lamentato per
la fame.
Quello che lo preoccupava
maggiormente però era Gojyo: non aveva più pronunciato una parola dopo gli
avvenimenti della notte passata, e l’espressione del suo volto faceva quasi
paura: una maschera di emozioni represse tra cui
emergevano soprattutto rabbia ed angoscia.
Anche
Amelia si era resa conto dello stato in cui versava il Kappa; gli si avvicinò
cercando di comunicargli un po’ del proprio ottimismo, ma agli occhi del rosso
il suo sorriso non aveva lo stesso potere di quelli del demone gentile:
“Non abbatterti! Vedrai che
salveremo Hakkai, perché noi combattiamo dalla parte della Giustizia, e chi
lotta per la Giustiziaè invincibile!”
Il mezzodemone non si voltò
nemmeno a guardarla: “La giustizia non m’interessa; Hakkai è il mio migliore
amico e io me lo riprenderò, ad ogni costo: non permetterò a nessuno di
portarmelo via… non di nuovo.”
“Di nuovo?” chiese perplessa la
moretta.
Gojyo forse la sentì, forse no;
pareva rivolgere più a se stesso che a lei il proprio mormorio umido di lacrime
non versate: “Già una volta ho creduto di averlo perso per sempre… quando mi
dissero che era morto… lo conoscevo da pochi giorni, eppure mi sembrò che mi
avessero strappato un pezzo del cuore dal petto. Lui è come me… l’unico che senta davvero vicino, l’unico che possa capirmi davvero. Il
dolore ci ha unito, eppure insieme riuscivamo a vedere
oltre… a capire che potevamo rendere la vita degna di essere nuovamente
vissuta… certi del sostegno l’uno dell’altro.” Risollevò lo sguardo, gli occhi
di rubino non più abissi cupi di dolore ma colmi di
una luce determinata che li faceva sembrare tizzoni ardenti pronti ad appiccare
un incendio che sarebbe giunto fino al cielo: “Combatterò per riaverlo al mio
fianco… e chiunque si metterà in mezzo la pagherà molto cara!”
Rina udì le parole del rosso e
nel suo intimo più profondo sentì di condividerle: il suo sguardo si posò
d’istinto su Gourry; il solo pensiero di non avere più l’amico con sé la fece
star male e, non per la prima volta, si chiese cosa realmente la legasse allo
spadaccino biondo. Come sempre faceva in quei casi, tentò di scacciare quel
pensiero, rimproverandosi mentalmente di perdere tempo con domande oziose prive
di senso; eppure una parte di lei sapeva che la
risposta a quelle domande era tutt’altro che insignificante. Ma
proprio perché rispondersi avrebbe cambiato le cose, lei evitava di farlo.
Cambiato cosa? Chiedeva
con insistenza una vocina in fondo alla sua coscienza. Temi che renderti
conto di ciò che veramente provi per lui t’indebolisca, forse? Non pensi che
invece possa renderti più forte? Che possa dare un
senso più profondo alla vita che trascorrete insieme? Proprio come…
Rina scrollò il capo, agitando la
sua rossa chioma per scacciare quei pensieri come si fa
con un insetto fastidioso; questo gesto attirò l’attenzione di Gourry: lo
spadaccino la fissò e le rivolse un sorriso incoraggiante che ebbe il potere di
portare un raggio di sole nell’animo della maga. E in
quel momento lei capì, con inconfutabile chiarezza, che proprio come Gojyo per
Hakkai anche lei non avrebbe potuto fare a meno di Gourry.
Zelgadiss, in testa al gruppo,
osservò la mappa e segnalò di fermarsi.
“Ci siamo; la zona è questa. La
posizione esatta della tomba di ghiaccio di Lei Magnus
è sconosciuta, ma dovrebbe essere situata da queste parti. Quando l’avremo
trovata, avremo trovato anche i Metallium.”
“Se non saranno loro a trovare
prima noi.” Sbottò Rina.
Come a darle ragione, la voce
strafottente di Xelloss risuonò nella valle: “Guarda chi si rivede! Il mondo è
davvero piccolo!”
Gojyo alzò lo sguardo fino alla
roccia su cui era comparso il demone e tra le sue mani comparve la sua
Shakujou, arma simile ad un’alabarda con una lama a mezzaluna:
“Piccolo e fin troppo affollato!
Ma a questo si può porre rimedio, cominciando da te!” e con un fulmineo scatto
del braccio scagliò contro di lui la lama a mezzaluna legata a
una catena, che distrusse l’intero sperone roccioso; la catena si ritirò
riportando l’arma alla normalità, ma tra la polvere sollevata dall’impatto non
c’era traccia del demone.
Xelloss ricomparve su un balcone
di roccia, ma invece di ricominciare con le sue irritanti prese in giro
s’inchinò alla demone comparsa al suo fianco: la Great Beastmaster in
persona.
Ella
sorrise ammaliatrice, posando il suo azzurro sguardo ferino sul gruppo che
restava in guardia svariati metri sotto di lei: “Siete stati gentili a fare
tutta questa strada per portarci il secondo Sutra. Forse potrei trovare un modo
per ricompensarvi adeguatamente…”
“Taglia corto,
bionda! Questa storia mi ha stufato!” esplose
Gojyo.
Sanzo la fissò dritta negli occhi
senza la minima emozione: “Siamo venuti a riprenderci ciò che tu hai
indebitamente sottratto. Rendicelo e forse risparmieremo la tua miserabile
vita.”
“Ben detto, bonzo corrotto! Lascia libero Hakkai!” rincarò il rosso.
(“Veramente io mi riferivo al
Sutra del Cielo Divino…” NdSanzo
“Almeno per una volta potresti
fingere di non essere un gran bastardo?” è__é NdA
“No.” NdSanzo)
Negli occhi di Zelas brillò una
luce di perfido divertimento e con un sinistro sorriso sulle labbra propose in
tono mellifluo: “Perché non facciamo decidere a lui?” e con un cenno della mano
che fece tintinnare i numerosi braccialetti chiese
alla figura rimasta occultata nelle ombre di venire alla luce.
Era Hakkai… e non lo era.
La sua pelle chiara, lasciata
scoperta dalle maniche strappate alla casacca, aveva assunto un candore lunare,
ricamata da un sottile tatuaggio di colore scuro che la decorava come un tralcio di foglie rampicanti, cingendo quella perfezione
eburnea fino alle belle mani dalle dita delicate… che ora terminavano in lunghi
e affilati artigli perlacei. I capelli corvini erano cresciuti folti e ribelli
fino alla vita, ma quei fili di seta non celavano le orecchie appuntite, prive
di dispositivo di controllo. Il bianco luminoso della carne e il nero notturno
della chioma facevano risaltare gli occhi verdi, che splendevano come smeraldi
rifulgenti di luce propria, graffiati dalla nera pupilla felina che squarciava
quegli specchi enigmatici di una natura oltre la comprensione umana.
(Nota dell’autrice: non sono sicura di come sia veramente
Hakkai in forma demoniaca; per la descrizione mi sono basata su un’immagine del
manga e sulle trasformazioni di Goku. Il resto è frutto della mia vena poetica…
e della mia passione per il bel demone dagli occhi verdi!!!
^_^)
A quella vista il gruppo di avventurieri sprofondò nella costernazione; erano
consapevoli della possibilità di dover combattere contro una persona che
consideravano un amico e compagno, ma posti di fronte all’inevitabile in un
primo momento non riuscirono a capacitarsene.
Fu Gourry a recuperare per primo
il dominio di sé: fissò il volto privo d’espressione del demone, senza segno di
sorriso; quel viso di porcellana che non rivelava alcuna emozione,
quegli occhi vuoti e luminosi della gelida calma di chi sa uccidere ed è
indifferente a farlo.
“Quello non è Hakkai!” gridò,
sfoderando la spada.
L’azione decisa dello spadaccino
scosse dal torpore anche gli altri che lo seguirono nella sua carica contro i
demoni arroccati sulle rocce.
Xelloss ebbe un moto di
nervosismo, ma Zelas gli rivolse un cenno, sorridendo tranquilla; poi sirivolse al proprio nuovo alleato: “Uccidili.”
Hakkai la degnò appena di uno
sguardo, con la stessa indifferenza che si riserva a chi dice
un’ovvietà del tutto scontata. Era in piedi immobile accanto ai Metallium;
l’istante dopo balenò lungo il pendio a una velocità
inafferrabile ad occhi umani e s’aprì la strada tra quelli che erano stati suoi
compagni.
Prima che
potessero anche solo rendersi conto di cosa li aveva colpiti, Gourry, Zelgadiss
e Goku furono scaraventati contro le rocce e solo il fulmineo intervento degli
incantesimi curativi delle due maghe salvò loro la vita. Sanzo e Gojyo
riuscirono a schivare il primo assalto rotolando ai due lati; attaccarono a
loro volta, ma l’avversario evitò con spaventosa facilità il proiettile e la
mezzaluna, contrattaccando immediatamente: un dardo di energia,
poco più di uno schiocco di dita, fece esplodere il terreno sotto i piedi del
bonzo mentre Hakkai si lanciava contro il Kappa.
Gojyo riuscì ad afferrarlo per i
polsi cadendo a terra, ma la forza del demone in quella forma era qualcosa di inaudito; nonostante facesse resistenza con ogni muscolo
del suo corpo, vedeva quelle dita dagli artigli affilati come stiletti
avvicinarsi sempre di più al suo volto… quelle dita gentili e delicate, che
tante volte avevano medicato le sue ferite… Quegli occhi quieti, che dietro il
sorriso celavano abissi di dolore mai dimenticato… ora quegli occhi lo
guardavano come specchi, che riflettevano il mondo per chiuderlo fuori dalla
sua anima tormentata, per non dover soffrire ancora…
“Hakkai! Torna in te! Non mi
riconosci?”
Il grido (preghiera?) di Gojyo
fece esitare (risvegliare?) il demone dagli occhi verdi. Gli artigli adunchi si
rilassarono, la tensione delle braccia cessò. Lo
sguardo di smeraldo divenne più morbido riflesso dal rubino e l’ombra di un
ricordo scivolò sul bellissimo viso. Le dita sfiorarono il volto del rosso in
una carezza delicata, come un cieco che cerchi di
riconoscere attraverso il tatto dei lineamenti familiari. Dopo secondi lunghi
come un’eternità, le labbra di Hakkai ritrovarono il sorriso: “Gojyo.”
Zelas, attenta a
ogni più piccola mossa di quel nuovo alleato di cui essa stessa non comprendeva
la natura, ebbe un violento moto di stizza a questo inatteso sviluppo della
situazione. Obbedendo al tacito ordine della sua padrona, Xelloss puntò il suo
bastone contro il mezzodemone dai capelli rossi e ne fece scaturire una saetta
d’energia oscura. Ma prima che il letale incantesimo potesse raggiungere il
bersaglio, Hakkai s’interpose tra esso e l’amico. Il
colpo omicida s’infranse sulla superficie leggiadra di due ali di farfalla.
Eteree membrane screziate di
tutte le sfumature del verde dell’estate, orlate d’argento ai bordi,
apparentemente tanto fragili da non poter resistere a
una folata di vento… eppure rifulgenti d’energia che scorreva come una
ragnatela dorata nelle venature impalpabili che partivano dalla schiena di
Hakkai.
Il demone dagli occhi verdi
ripiegò elegantemente le ampie ali che avevano protetto il suo migliore amico;
sul suo volto i presenti poterono vedere per la prima volta una rabbia gelida
quanto spaventosa:
“Non vi permetto di fargli del
male. A nessuno di loro.”
Irritato da quella
esplicita presa di posizione, Xelloss decise di insegnare personalmente
al nuovo arrivato a stare al proprio posto: con un malefico sogghigno sul
volto, scese ai piedi dello sperone roccioso e si pose davanti ad Hakkai,
pronto al combattimento… ma senza conoscere la vera forza dell’avversario che
si trovava di fronte.
(“Chissà perché ho un
bruttissimo presentimento…” NdXel
Autrice – ignorandolo,
continua a scrivere - : “…e Hakkai ridusse Xelloss a
carne trita…”
Xel: O____O “Ma allora dillo
che mi odi!!!”
A: “Certo! Insomma, un duello
tra il mio personaggio preferito di Saiyuki e il più detestato di Slayers! Come
vuoi che vada a finire, scusa?”
Xel: “……… Non voglio morire!!!” Y____________Y
A: “E va bene… soprassediamo sulla scena del duello… ma
lo faccio solo per le tue fan, non certo per te!”)
“Non fare idiozie, Xelloss.”
Ordinò Zelas, raggiungendo il trickest priest. Intuiva che, chiunque fosse lo
straniero, in quel momento era di gran lunga più forte
del proprio subordinato; e non poteva giocarselo in modo così stupido. Cercò di
celare la rabbia; la situazione poteva essere nuovamente rivoltata a suo
vantaggio, ma doveva mantenere il controllo di sé per gestirla al meglio. Il
suo sguardo fiero sostenne quello inflessibile di Hakkai:
“Cosa significa
questo tuo atteggiamento? Vuoi forse rompere il nostro accordo?”
“Quando abbiamo
concordato le clausole del patto ne avevo tralasciata una: i miei
compagni non si toccano. Ora me ne sono ricordato.”
Zelas sorrise tra sé: non aveva
detto di aver cambiato idea; che avesse recuperato la memoria o meno, in quel
momento Hakkai restava pur sempre un demone. Esibì il proprio sorriso più
seducente: “Allora, se si tratta solo di questo, stiliamola adesso: tu ci
aiuterai come stabilito e ai tuoi amici non verrà
torto un capello; resteranno nostri graditi ‘ospiti’ alla Wolf Pack Island per
qualche giorno, così da non interferire nei nostri piani, dopodiché potrai
liberarli o farne ciò che vorrai. Soddisfatto?”
Hakkai vagliò in silenzio
l’offerta sotto gli sguardi tesi del gruppo di avventurieri,
che sembravano trattenere il fiato in attesa della sua risposta. Infine
decretò:
“Che siano curati e trattati col
massimo rispetto.”
I Metallium sorrisero, celando
allo stesso tempo soddisfazione e sollievo: Hakkai aveva accettato.
La massiccia porta venne scossa
dall’ennesima spallata, ma respinse nuovamente l’aggressore: Gojyo cadde seduto
in mezzo alla stanza elegante in cui era stato confinato. Con un’imprecazione
si affacciò alla finestra aperta in modo seducente sulla notte calda e
illuminata da una luna troppo grande per sembrare
vera; ancora una volta sondò la resistenza della barriera d’energia: essa
permetteva l’accesso alla profumata brezza marina, eppure frustrava in modo
quasi beffardo ogni suo tentativo d’evasione. Fino a quel
momento tutti i suoi sforzi non avevano dato alcun esito: pareva
impossibile uscire da quella prigione dorata, perfettamente adeguata al resto
dello sfarzoso maniero che dominava l’isola tropicale in cui erano stati
teletrasportati direttamente dai gelidi monti Kataart.
Il rosso mezzodemone si lasciò sfuggire un
gesto di rabbia impotente; non riusciva a rassegnarsi, non poteva accettare
l’accaduto, ma nello stesso tempo non disponeva di alcun mezzo per modificare
la propria situazione e quella dei compagni. Come prima cosa al gruppo di avventurieri erano state confiscate le armi: la sua
Shakujou, le spade di Gourry e Zelgadiss, il bastone di Goku, la pistola di
Sanzo e, ovviamente, il Sutra del Cielo Demoniaco; in seguito erano stati smistati
e rinchiusi in diverse zone sparpagliate nel castello.
Con un gemito si lasciò cadere disteso sul grande letto a baldacchino. Non era soltanto l’idea dello
scacco subito che lo tormentava.
Hakkai.
Il pensiero dell’amico e del suo cambiamento era come una
ferita aperta e bruciante nel petto di Gojyo, in cui egli rigirava morbosamente
la lama del ricordo: rivide davanti a sé la figura che conosceva così bene, la
sua espressione gentile, i suoi occhi di smeraldo, il suo sorriso sempre
presente quando posava lo sguardo su di lui… Ma a quell’immagine si sovrappose
quella del demone assassino che aveva cercato di uccidere tutti loro, con quei
gelidi specchi verdi privi d’emozioni, quelle labbra… su cui per un attimo aveva intravisto di nuovo quel sorriso… infinitamente dolce
e triste…
Soffocò un singhiozzo contro la
seta del cuscino e alla sua mente risuonarono le parole che aveva pronunciato
quella stessa mattina: “…Hakkai è il mio migliore amico e io me lo
riprenderò, ad ogni costo: non permetterò a nessuno di portarmelo via… non di
nuovo.”Era come se fossero trascorsi secoli… o
forse solo pochi istanti… eppure ora quella frase sembrava grondare
disperazione.
I pensieri del Kappa vennero interrotti da un discreto bussare alla porta; un
tetro sorriso tirò le labbra del rosso: tanta cortesia nei confronti di un
prigioniero risultava davvero ironica.
Raccolse tutto il proprio
sarcasmo nel pronunciare l’invito: “Avanti.”
Il suo sogghigno si sciolse però
come neve al sole non appena riconobbe l’alta e snella figura che varcò la
porta con movenze feline, quasi una materializzazione
dei suoi pensieri:
“Hakkai…”
Rina s’aggirava come una belva in
gabbia nella stanza che divideva con Amelia; alla fine la principessa era
riuscita a convincerla che l’unico risultato prodotto dal suo continuo lanciare
fireball era la distruzione della tappezzeria, ma neanche l’evidenza era
riuscita a calmare i nervi ipertesi della maga, che sembrava in procinto di
scagliare un Dragon Slave contro quella porta,
colpevole ai suoi occhi di aver assunto un atteggiamento irriverente nei
confronti della geniale e potentissima Rina Inverse.
Amelia non sapeva più cosa dire
all’amica per scongiurare la catastrofe. Quando…
“Se il tuo sguardo non ha ancora incenerito quella porta, dubito che i tuoi
incantesimi possano avere un effetto maggiore!”
Due paia d’occhi femminili si
posarono increduli sulla figura del ragazzo seduto sul davanzale della
finestra, la schiena appoggiata al muro, una gamba ripiegata al petto e l’altra
che poggiava indolente sul pavimento della stanza.
Dopo un primo
momento d’incredulità Rina recuperò la sua grinta e le redini della situazione:
“Dovevo immaginarlo: solo un Dark Lord può rompere i sigilli magici posti da un
altro Dark Lord; a cosa dobbiamo l’onore di questa visita, Principe?”
Kougaiji si lasciò sfuggire un lieve sorriso ammirato nel vedere con quale sicurezza
quella piccola umana lo affrontava; ma i suoi occhi azzurro-violetti tornarono
rapidamente seri: “Io e i miei compagni abbiamo assistito al combattimento
avvenuto tra le montagne; l’accaduto ha destato la mia preoccupazione, per cui
abbiamo deciso di proporvi un’alleanza temporanea.”
“Quali sarebbero le condizioni?”
“Vi faremo uscire da queste
stanze e combatteremo insieme se ci troveremo a fronteggiare la Dark Lady e i suoi alleati, finché
non avremo recuperato i Sutra.”
Rina stirò le labbra in un
sorrisetto sarcastico: “Ne hai già parlato con Sanzo? Non credo che lui sarà
molto propenso a lasciarvi i suoi preziosi ammassi di geroglifici!”
Il demone dai
capelli rossi sorrise apertamente divertito: “Per questo sono venuto da voi,
prima; non nutro gran simpatia per quel bonzo guastafeste: preferirei vederlo
morto che mio alleato, e la cosa è reciproca. Tuttavia ora possiamo
esserci utili a vicenda: se accettate la mia proposta, insieme riusciremo a far ragionare anche il biondo nevrotico.
D’altronde, a voi i Sutra interessano relativamente: per cui
prima li recuperiamo, poi noi e il gruppo del monaco ci batteremo per decidere
chi dovrà tenerseli. Cosa ne pensate?”
Rina rifletté rapidamente:
l’offerta era onesta, migliore di quanto potesse aspettarsi da un demone;
questo Dark Lord aveva un modo di fare decisamente
aperto e schietto… in un certo senso gli ricordava Garv Dragon Chaos. Però c’era ancora un dettaglio che lei riteneva di
fondamentale importanza:
“A noi cosa ne viene in tasca?”
“Cosa?”
chiese Kougaiji preso in contropiede.
“Insomma, cosa ci guadagniamo,
concretamente?” chiarificò la maga rossa.
“Beh… le vostre vite, la libertà,
la salvezza del vostro mondo… non vi sembra sufficiente?”
La ragazza fece una faccia poco
convinta: “Ho capito, anche stavolta ci tocca lavorare gratis… pazienza, ormai
siamo in ballo e balliamo… accettiamo la tua proposta, Kougaiji!” e tese la
mano al demone per siglare l’accordo.
Il Principe la strinse con una
gocciolina sulla tempia.
Seduti sul letto, Gojyo e Hakkai
restavano immobili uno di fronte all’altro, fissandosi senza trovare le parole
per esprimere i loro pensieri.
Il Kappa non riusciva a
distogliere lo sguardo dagli occhi del demone, tanto simile eppure tanto
diverso dall’amico che conosceva, mentre cercava le parole con cui esternare le
mille domande che assediavano la sua mente ma che svanivano come pallide ombre
sotto la luce di quelle iridi di smeraldo. Per la prima volta la sua lingua
tanto sciolta restava muta, legata dai suoi stessi desideri che non riusciva a esprimere. Ma il
caleidoscopio di pensieri fu spazzato via come foglie dal vento da tre semplici
parole fuoriuscite dalle labbra di Hakkai:
“Resta con me.”
Gojyo aprì e richiuse la bocca
senza emettere suono, troppo stupito da quella richiesta e dalle sue
implicazioni: restare… con lui? Stava cercando di spingerlo ad allearsi a sua volta con i demoni? O forse c’erano ragioni più
profonde dietro quella richiesta? Quale volontà si
nascondeva dietro le parole, quella di Hakkai o quella della Beastmaster?
Distolse lo sguardo e i lunghi capelli rossi scesero come una cortina a celare
l’espressione del suo volto: “Come ha fatto a convincerti a passare dalla sua
parte?”
“Zelas Metallium mi ha tolto i
dispositivi di controllo; ma diversamente da quanto mi aspettassi non sono
impazzito. No, qui no. Lei mi ha spiegato che non ho motivo di temere o
reprimere la mia natura demoniaca; ormai essa è una parte di me, anche se non
la sola, cosa che gli altri demoni non comprendono. Sai, Gojyo… io uso il
potere del demone come un muro tra me e la sofferenza che continuo a provare,
per annegare nel sangue delle mie vittime il dolore che porto nel mio cuore
ancora troppo umano: non pensare, non piangere più
nell’anima lacrime lavate via dalla pioggia, nascoste dietro la maschera di un
sorriso. Qui, tra questa gente, posso rivelare la parte più oscura del mio
essere in piena libertà.”
“Sei convinto di ciò che dici?
Non è forse anche questa una maschera? Un altro tentativo di nascondere il vero
te stesso? Dietro una spietatezza ancor più falsa dei
sorrisi?”
“Per questo motivo voglio che tu
resti insieme a me. Tu sei l’unico che mi abbia dimostrato
di saper vedere oltre le mie maschere, che conosca le cicatrici che porto nel
cuore… perché ne hai anche tu. Tu sei come me: anche tu lotti contro un passato
che ti tormenta e che non potrai mai dimenticare. Eppure insieme so che riusciremmo a superare il dolore che ci portiamo
dentro: qui potremmo rifarci entrambi una nuova vita… trovare uno scopo alle
nostre esistenze. E tu sei l’unico con cui possa e
voglia dividere questo desiderio.”
Sulle labbra del mezzodemone si
dipinse un amaro sorriso: “L’offerta è davvero allettante… ora capisco come
sono riusciti a piegarti al loro gioco.”
“Piegarmi?” ripeté Hakkai con
tono freddo.
“Si. Ti hanno fatto credere di
poterti dare ciò che hai sempre desiderato: la pace con te stesso. Ma non la
otterrai vendendoti all’oscurità della tua anima, arrendendoti a una sola parte di ciò che sei. Mi manchi, tantissimo, e
anch’io non desidero altro che stare con te. Ma il
vero Hakkai non è così debole da accettare un simile compromesso!”
Gli occhi di rubino colmi di
fuoco e tristezza affrontarono con sfida quegli
specchi di smeraldo cercando di capire cosa nascondevano dietro il loro
enigmatico splendore. Ma non da loro giunse la risposta, bensì dalle belle mani
che presero delicatamente quella di Gojyo e la cinsero
dolcemente con le dita sottili, attente a non ferire la pelle dell’amico con le
unghie eburnee. Il rosso sentì che qualcosa gli veniva
posto nel palmo; quando riuscì ad abbassare lo sguardo vide che ora nel suo
pugno stringeva tre familiari graffette di metallo.
“I… i tuoi dispositivi di
controllo…”
Cosa
significava quel gesto? Confuso, rialzò gli occhi e li sgranò per la sorpresa
vedendogli sulle labbra un sorriso, infinitamente dolce e triste, il vero
sorriso di Hakkai.
“Resta con me… o riportami da te.
Ma non lasciarmi solo.”
Rina, Amelia e Kougaiji si ritrovarono nel corridoio
immerso nella penombra.
“Dobbiamo liberare anche gli
altri. Sai dove si trovano?” chiese Amelia.
“I miei compagni li stanno già
cercando. Andiamo da quella parte, percepisco l’aura di mia sorella.” Rispose il Principe.
Le due ragazze seguirono il
demone dai capelli color rubino per un intrico di corridoi che avrebbero fatto
perdere l’orientamento a una bussola, ma
improvvisamente Rina si fermò:
“Sento dei rumori!”
La maga aveva già sulle labbra la
formula del Dragon Slave quando dalle ombre giunse una voce che per poco non le
fece lanciare l’incantesimo:
“Ehiii, fratelloneee! Ho trovato
il biondo-tonto e il ragazzo di pietra!”
“Signorina Lirin, per favore
abbassi la voce o ci scopriranno!”
Un istante dopo la pimpante
ragazzina dai capelli color carota saltellò davanti a loro, seguita da una
preoccupata Yaone e da Gourry e Zelgadiss, che sorrisero sollevati nel vedere
le due amiche in libertà.
“Eccoli qui, sani e salvi! Ho
fatto proprio come mi hai detto tu! Visto come sono stata brava?” si vantò
Lirin facendo una giravolta su se stessa e una smorfietta allegra rivolta al
fratello, che le sorrise di rimando: “Ottimo lavoro, sorellina! Non era un
sigillo facile da sciogliere!”
A quelle parole Rina borbottò tra
sé: “Non riesco a credere che quella mocciosetta sia riuscita
dove i miei incantesimi hanno fallito!”
Amelia riuscì a decifrare i
mugugni dell’amica e la consolò: “Suvvia, Rina, tieni
presente che in fondo anche quella ragazza è una Dark Lady (anche se a vederla
proprio non si direbbe… °__°;;): è la sorella di Kougaiji, dopotutto.”
La maga rossa sbuffò e si rivolse
ai due spadaccini (“Senza spade… sigh!” T_T NdGourry): “Vi hanno
spiegato la situazione?”
La Chimera annuì: “La proposta di
allearci è buona. Però bisognerà vedere se anche Sanzo la penserà così.”
“Già; a proposito, dove sono gli
altri?”
Yaone rispose alla domanda della
maga con l’abituale cortesia: “Dokugakuji si è incaricato di rintracciare le
stanze dove vengono trattenuti il venerabile Sanzo e i
suoi compagni. Sarà di ritorno da un momento all’altro.”
Rina inarcò un sopracciglio: “A
parte il fatto che non riesco proprio ad accostare l’aggettivo ‘venerabile’ a un tipo come il bonzo corrotto… credo che quello che sta
arrivando sia proprio il vostro amico.”
Neanche il tempo di dirlo che il
gruppo venne raggiunto da Doku: “Ho trovato la stanza
del monaco e di Son Goku, Kou. Non si direbbe, ma questo posto è un vero labirinto!”
“Bene, andiamo.”
Doku esitò: “Veramente vorrei
andare a cercare Gojyo; non è con loro e non sono riuscito a rintracciarlo…”
“Preoccupato per tuo fratello?”
chiese comprensivo Kougaiji posando una mano sulla spalla di Lirin; al cenno di assenso dell’amico però il principe consigliò: “Meglio
restare uniti, ora; liberiamo il bonzo e la scimmia e poi lo cercheremo
insieme.”
Il demone più alto acconsentì e
fece strada al resto del gruppo. Gourry, incuriosito, gli si affiancò: “Davvero
tu e Gojyo siete fratelli?”
“Certo. Beh, almeno da parte di
padre; ma siamo cresciuti insieme, e siamo legati come e più di tutti i
fratelli.” Una nota malinconica risuonò per un attimo
nelle sue parole, ma Gourry non poteva comprenderne il motivo…
“Eppure
combattete per due parti diverse…”
“…e ci
affrontiamo in battaglia senza esclusione di colpi, perché siamo fedeli ai
nostri compagni e alla causa che condividiamo. Ma questo non influisce sui
sentimenti che proviamo l’uno per l’altro, anzi,
l’affetto fraterno è arricchito dalla stima e il rispetto che si nutre per un
avversario valoroso.”
Gourry comprese alla perfezione
ciò che Doku intendeva esprimere
(“Strano! Siamo sicuri che
parliamo di Gourry?” NdRina
“Ehi! Gourry non è stupido come crede certa gente! Solo che a volte ci mette un po’ a capire le cose…” NdA
“Sarà…”
-_-;; NdRina)
e sorrise
per dimostrare la propria approvazione.
“Saaanzooo, io ho faaaameeee…”
Una vena cominciò a pulsare
pericolosamente sulla tempia del bonzo; purtroppo anche l’harisen gli era stato
sequestrato (“Un giorno lo farò a pezzi quel maledetto ventaglio!” NdGoku&Gojyo)
quindi dovette trattenere l’impulso di scaraventare qualcos’altro in testa al
demone dagli occhi dorati che, seduto a gambe incrociate sul tappeto, accarezzava Hakuryu cercando di consolarlo come meglio
poteva.
Il draghetto restava rannicchiato
in un modo che esprimeva tutto il suo sconforto e la sua solitudine, emettendo
ogni tanto dei pigolii strazianti nella loro tristezza, come se tentasse di
chiamare Hakkai con la sola forza della sua nostalgia.
“Chiudi il becco stupida scimmia,
sto cercando di pensare!” sbottò il biondo, accendendosi l’ennesima sigaretta. Nonostante la sua acida dichiarazione era ben consapevole di non
avere i mezzi per farli uscire dalla loro prigione: un sigillo demoniaco di
quella potenza poteva essere infranto solo dalle formule del Sutra o dai
proiettili della sua pistola, e al momento non disponeva né dell’uno né
dell’altra. Forse bastava aspettare l’occasione giusta… Ma cosa credeva?, si rimproverò mentalmente, che tutto ad un tratto la
barriera si sarebbe dissolta da sé?
Eppure,
si rese conto con estrema sorpresa, era proprio ciò che stava accadendo; e fu
ancor più sorpreso quando un istante dopo la porta si aprì e una figuretta fece
irruzione nella stanza gridando:
“Pelato Saaanzooo… non è che hai qualcosa da mangiare?”
Il bonzo si staccò di dosso Lirin
e si rivolse a Kougaiji, celando il proprio sbigottimento dietro la sua usuale
espressione inflessibile: “Che diavolo ci fate voi qui?”
Prima che il Principe potesse rispondere, Rina s’intromise con decisione per sopprimere
sul nascere qualunque inutile litigio:
“Da ora siamo alleati, chiaro?
Quindi cerchiamo di collaborare amichevolmente: evitate qualunque diverbio fino
a che non saremo usciti da qui con i Sutra,
possibilmente senza fare spiacevoli incontri; e se qualcuno ha obiezioni in
proposito, subirà la punizione più orribile che possa immaginare… ovvero sarà
costretto ad ascoltare l’intero repertorio di canzoni sulla pace, la giustizia
e l’amore di Amelia! Sono stata chiara?”
Tutti i presenti annuirono,
rabbrividendo per l’orribile minaccia (“Caspita! Quando vuole essere cattiva
questa ragazza è peggio della vecchia strega!” NdKou;
“Già; neppure io riesco ad arrivare a tali vertici di sadismo.” -_-;; NdSanzo) e, dopo che Sanzo e
Kougaiji ebbero sancito la tacita tregua scambiandosi occhiatacce al vetriolo,
uscirono nuovamente nel corridoio.
“Ora da che parte andiamo?”
“Per prima cosa dobbiamo
recuperare i Sutra e le nostre armi.” Decretò il
monaco.
“E Gojyo?” chiesero a una voce Goku, Gourry e Doku.
Sanzo replicò spietato: “La
precedenza va alle cose importanti.”
“Kyuuuuu!!!”
Hakuryu alzò il musetto come ad
annusare l’aria e improvvisamente si liberò dalla presa del demone scimmia
volando via nell’oscurità del corridoio.
Sorpresi dal comportamento del
piccolo drago, d’istinto gli altri cominciarono a correre nella sua scia,
cercando di non perderlo nel dedalo dei corridoi; però all’improvviso Goku, in
testa al gruppo, inchiodò provocando un tamponamento a catena.
“Stupida scimmia, perché diavolo
ti sei bloccato di colpo?” ruggì Sanzo contro la schiena di Kougaiji cercando
l’harisen.
“Accidenti Goku, ti ha colpito un
incantesimo paralizzante?” gemette Amelia spiaccicata tra Gourry e Yaone.
Anche gli altri espressero la
loro contrarietà con lamenti e mugugni, ma il ragazzo con gli occhi d’oro non
reagì in alcun modo, intento a fissare con espressione incredula la scena che
aveva di fronte… e quando anche gli altri se ne accorsero,
lo imitarono.
Hakuryu pigolava
felicissimo accoccolato tra le braccia di Hakkai, quasi facendo le fusa mentre
il demone dagli occhi verdi lo accarezzava con affetto, la testolina che si
strusciava contro il suo collo, sotto l’orecchio sinistro… al quale
scintillavano nuovamente i dispositivi di controllo, che avevano reso al
ragazzo l’aspetto umano.
“Beh, quelle facce? Sembra che
abbiate visto un fantasma!” esclamò Gojyo con un
esultante ghigno da pazzo dipinto sulle labbra.
“Gojyo? Hakkai? Che ci fate qui?”
chiese allibito Doku.
“Questo dovremmo chiederlo noi,
fratello! Ma se state insieme al bonzo psicopatico e alla
maga nevrotica, e nonostante questo siete ancora in vita, vuol dire che avete
un accordo. E posso immaginare a quale scopo.
Andiamo?”
“Dove?” chiese Gourry, più
confuso che mai, eppure davvero contento di rivedere i
due amici sani e salvi.
Hakkai intervenne, con voce dolce
che esprimeva chiaramente un tono di scusa: “So dove i Metallium hanno riposto
i Sutra e le vostre armi. Stavamo venendo a cercarvi per andare insieme a
recuperarli. Ma prima…” s’inchinò profondamente “…vi
prego di accettare le mie più sentite ed umili richieste di perdono per il
comportamento che ho tenuto nei vostri confronti; la mia unica scusante è che
in quel momento non ero completamente in me…”
Sanzo lo interruppe con un gesto
impaziente: “Lascia perdere, lo sappiamo. Muoviamoci piuttosto, abbiamo perso
fin troppo tempo.”
Hakkai sorrise lievemente: se
aveva ben decifrato il linguaggio in codice parlato dal bonzo, con quelle
parole accettava le sue scuse e gli concedeva un’altra possibilità. “Da questa
parte.”
Capitolo 10 *** Cap. 10: Epilogo - Ritorno ad Ovest ***
Cross-over Slayers & Saiyuki:
Cross-over
Slayers & Saiyuki:
“I
Predatori del Sutra perduto”
Scritta da Eternal Fantasy
Cap. 10: Epilogo: Ritorno ad Ovest
I nostri attraversarono il
castello della Beastmaster senza difficoltà, poiché, come spiegò Hakkai, i
Metallium si trovavano sui Kataart per sovrintendere agli ultimi preparativi
per la rinascita di Shabranigdu.
“Allora quando torneranno li
aspetta una bella delusione!” commentò Rina con un perfido sorrisetto
vendicativo, pregustando già lo scorno di Zelas e sperando che la collera della
Dark Lady trovasse un violento sfogo sul suo detestabile subordinato.
Dopo che il demone gentile ebbe
sciolto i sigilli magici che chiudevano un massiccio portone, li condusse in
una sala scavata nella viva roccia. Gourry e Goku lo sorpassarono correndo
verso uno dei tavoli, dove giacevano la
Spada di Luce e il bastone Nyoi Bou. Recuperate le armi, lo
sguardo di Sanzo corse a una teca nascosta in un vano
in ombra della parete: all’interno di essa recuperò il Sutra del Cielo
Demoniaco, che s’affrettò a drappeggiarsi sulle spalle.
A quella vista Kougaiji, per non
restare in svantaggio, si voltò verso l’alcova gemella; ma prima che potesse
avvicinarvisi, si trovò la strada sbarrata da Zenon e Shien, rispettivamente
col mitra spianato e le fruste pronte all’uso.
Mentre il gruppo di avventurieri restava immobilizzato dalla minaccia
esplicita delle due divinità, Homura prelevò dalla teca il Sutra del Cielo
Divino: “Questo spetta a me; non abbiatene a male, è il primo passo che porterà
alla creazione di un mondo nuovo, libero da corruzione e ipocrisia!” un
bagliore soddisfatto attraversò i suoi occhi, uno azzurro e l’altro dorato
“Sanzo! Sappi che alla prossima occasione mi prenderò anche il Sutra che tu
custodisci!”
“Devi solo provarci.” Replicò il
biondo con sfida.
“Contaci. E
non mi limiterò a quello.” Il Dio della guerra sorrise rivolto a Goku e
scomparve, seguito dai due seguaci.
(“Uffa! Però potevi farci dire
almeno una battuta!” NdZenon
“A dire il vero Shien non
parla quasi mai… mentre tu chiacchieri per due! Quindi ho preferito evitare
disuguaglianze!” NdA
“…” NdShien)
“Accidenti! Ci mancava
solo che quegli imbucati dell’ultimo minuto s’involassero il secondo Sutra! E
adesso che si fa?” esplose Rina.
Kougaiji, reprimendo la
rabbia, ordinò ai propri compagni: “Torniamo nel nostro mondo! Al diavolo gli
ordini della vecchiaccia, ormai è diventata una questione di principio!
Ritroveremo quegli impiccioni e regoleremo i conti! Non solo recupereremo il
Sutra che ci spetta, ma farò loro rimpiangere amaramente quest’affronto!”
Mentre ancora parlava gli altri tre demoni salutarono il resto del gruppo e
seguirono il furente Principe fuori dalla sala.
Rina fissò il proprio
sguardo inquisitorio su Sanzo, che in tutta calma si accese una sigaretta,
ignorandola finché la maga rossa, spazientita, chiese:
“E
voi che avete intenzione di fare?”
“Ovvio. Riprendere il
nostro viaggio.”
“E
Homura? Verrà a cercarvi, non mi sembra uno che cambia idea molto facilmente.”
“Allora lo affronteremo.”
“E
ritieni che avrete qualche possibilità contro tre Dei della guerra?”
Sanzo, Gojyo e Hakkai non
risposero, ma Goku esclamò con il suo solito entusiasmo: “Comunque
vada, noi combatteremo con tutte le nostre forze, vero?”
Il sorriso a trentadue
denti del ragazzo contagiò anche il Kappa e il demone gentile:
“E
c’è bisogno di chiederlo, stupida scimmia?”
“Hai ragione, Goku. Se
diamo il massimo, nessuno ci batterà.” ^_^
Il biondo monaco non
replicò, ma cominciò a recitare una formula che aprì un passaggio luminoso;
attraversatolo, gli avventurieri si ritrovarono sulla collina teatro del loro
primo incontro.
“Come farete a tornare
nel vostro mondo?” chiese Zelgadiss.
La Chimera intuiva che era giunto il momento degli addii; ovviamente
non l’avrebbe mai ammesso, ma senza quello strano quartetto di pazzi viaggiare
non sarebbe più stata la stessa cosa… sarebbe stato quasi noioso non sedare
litigi ogni cinque minuti rischiando la vita… Ma dato che
non riusciva a esprimere le sue emozioni come Amelia, che si scioglieva in
lacrime nei saluti cercando di evitare l’abbraccio tentacolare del Kappa,
ricorse alla sua curiosità riguardo ogni tipo di magia in cui s’imbattesse.
Sanzo sbuffò: “Aprirò un
varco come quello che ci ha ricondotti qui; poi ci
penserà Kanzeon Bosatsu a riportarci indietro… Non vorrà certo privarsi del suo
intrattenimento preferito!”
“Kanzeon… chi?”
“La divinità suprema del
nostro universo; la sua attività preferita è assistere alle
peripezie degli abitanti del Togenkyo, la terra… e a quanto pare noi
siamo tra quelli che la divertono di più.” Borbottò irritato con una vena
pulsante sulla tempia.
“Allora LoN non è
l’unica, a quanto pare…” commentò Rina con un
gocciolone sulla testa.
Così i due gruppi si
separarono; e mentre Rina, Gourry, Amelia e Zelgadiss ancora li salutavano
attraverso il portale tra i due mondi, Sanzo, Goku, Gojyo e Hakkai ripartivano
su Hakuryu verso il sole che calava all’orizzonte… e l’ultima cosa che
sentirono provenire dai loro compagni di quell’avventura prima che svanissero verso Ovest fu… lo sparo della pistola del bonzo!