Divine Essence di dark_dreamer90 (/viewuser.php?uid=55602)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Le
luci dei riflettori del palco situato al centro di Time Square erano
talmente potenti da rischiarare lo studio buio da dove Cassandra spiava
la vita frenetica e affascinante all'esterno della sua casa.
Lo
sguardo della ragazza era spento, cupo, forse perchè per lei
il giorno che stava per terminare le ricordava un importante
avvenimento del suo passato, un evento che le aveva completamente
cambiato la vita.
La
sua attenzione era stata richiamata dal suono del basso che dava
l'attacco al nuovo pezzo che il gruppo sul palco, i Soul's Archetype,
stavano per interpretare. La batteria si era aggiunta in modo da creare
il ritmo della canzone e successivamente anche gli altri strumenti
erano subentrati.
Improvvisamente
la porta della stanza si era spalancata sonoramente per fare spazio a
Zara che, allegra e felice, era entrata saltellando con una trombetta
in bocca e una in mano che voleva dare a Cassandra per coinvolgerla nei
festeggiamenti del nuovo anno che stava per iniziare.
Cassandra
era sovrappensiero e un po' malinconica poichè in quel
momento le erano tornati in mente i suoi genitori, probabilmente
perchè un secolo fa li aveva dovuti abbandonare senza dare
loro spiegazioni, anche perchè..... cosa c'era da spiegare
alla fine? Non era di certo colpa sua se la sera del trentuno dicembre
1908 si era imbattuta in un vampiro che l'aveva trasformata!
Zara
si era accorta dell'umore dell'amica, aveva tentennato un po' per
capire se sarebbe riuscita a tirarla su di morale o se sarebbe stato
tutto fiato sprecato. Lei sapeva benissimo quando era o meno il momento
giusto; vedendo però Cassandra che cercava lentamente di
partecipare ai festeggiamenti l'aveva esortata a continuare
coinvolgendola nella folle danza.
Le
due avevano iniziato a vorticare spensierate finchè non si
erano ritrovate vicino alla porta d'ingresso che dava sul pianerottolo
del secondo piano.
Improvvisamente
si erano fermate e con un solo sguardo si erano capite immediatamente;
Zara, forse, era riuscita a catturare i pensieri dell'amica anche
grazie ai suoi poteri da sensitiva che entravano in azione appena
toccava direttamente qualcuno.
Cassandra
era schizzata giù dalle scale per andare a recuperare i
cappotti attaccati all'appendiabiti vicino all'entrata. Zara invece era
andata a recuperare le borsette che potevano ricondursi facilmente alle
rispettive proprietarie; quella di Cassandra aveva uno stile
sobrio, classico; mentre quella dell'amica era costata sicuramente
molto ed era particolareggiata nei minimi dettagli, vi erano attaccati
molti pendagli e chincaglierie, a differenza dell'altra che ne era
priva.
Anche
se abbastanza diverse le due vampire avevano un legame speciale ed
erano sempre in armonia.
Le
due si erano conosciute un anno dopo la trasformazione di Cassandra.
Zara
era una sensitiva inglese che si era stufata dello stile di vita
europeo e aveva deciso di attraversare l'Atlantico in cerca di fortuna,
anche se a un vampiro la fortuna non serve. La notte
dell'imbarco le due si erano incontrate poichè Cassandra,
dopo aver vissuto duramente per un anno nella campagna irlandese,
voleva andare nel Nuovo Continente per vivere un'eternità
tranquilla.
La
trasformazione l'aveva scioccata, la sera del 31 dicembre 1908 stava
tornando a casa dalla farmacia dei suoi genitori, e mentre percorreva
la strada di ritorno a piedi, un'ombra era apparsa da dietro un albero che
delimitava la strada.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
La
ragazza era spaventata e non aveva idea di cosa fare dato che era tardi
e tutti erano già nelle loro case con i parenti.
L'ombra
si era avvicinata e la paura continuava ad aumentare......incerta sul
da farsi, Cassandra, aveva emesso un suono sordo, incomprensibile.
La
sagoma che prima era sfuocata era diventata nitida, l'uomo era alto,
magro e aveva uno sguardo languido ma non minaccioso.
Cassandra
avrebbe voluto muoversi, ma non ci riusciva, era pietrificata dalla
paura.
Ormai
i due erano vicinissimi tanto che cassandra riusciva a sentire il
profumo che emanava l'uomo.
Con
un gesto rapido e silenzioso il vampiro aveva scostato i capelli dal
collo di Cassandra e dopo un lungo sguardo reciproco il vampiro aveva
affondato i canini accuminati nel collo della ragazza.
Cassandra
non riusciva ad opporre resistenza al vampiro per la tanta paura.
Quando
finalmente la ragazza era riuscita a ritornare in se il vampiro la
sorreggeva, la guardava intensamente, in un modo strano, che tutt'oggi
ricordava ancora.
Ad
un certo punto un suono aveva pervaso la città di Dublino.
Gli
occhi verdi del vampiro erano diventati neri come la pece ed il suo
sguardo era preoccupato e spaventato, aveva iniziato a guardarsi
intorno per controllare chissà quale cosa, poi si era
concentrato
un'ultima volta sulla splendida ragazza che teneva tra le braccia.
Cassandra
aveva perso conoscienza nuovamente, la trasformazione si stava per
compiere.....
L'ultimo
suono che la ragazza aveva sentito era stato un tonfo e poi
nient'altro.........
Quando
si era risvegliata aveva visto che si trovava in un luogo all'ombra.
Era
stata comodamente sdraiata su un letto di paglia in un fienile. La luce
era poca e filtrava da qualche buco nel muro e anche dal soffitto.
Cassandra
aveva allungato il braccio verso il pavimento per tirarsi su quando
aveva percepito un bruciore al gomito sinistro; si era scostata di
scatto e aveva notato una piccola vescica che si stava formando
nell'esatto punto dove aveva sentito il dolore, aveva cercato di capire
spiegazioni che le avevano procurato la dolorosa lesione quando poi,
aveva compreso che la fonte del bruciore era appunto il sole che, con i
suoi raggi aveva aggredito la candida pelle d'avorio.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
Ma ritorniamo alle due amiche
oggi......
Una delle due aveva aperto la
porta di casa e si stava dirigendo fuori trascinando l'altra in una
gioiosa corsa.
Cassandra rideva e pensava che
forse sarebbe stato meglio chiamare Damien per assicurarsi di avere
abbastanza sangue.
Cassandra aveva estratto il
cellulare dalla borsa, aveva composto il numero di cellulare di Damien
ed infine aveva appoggiato il piccolo telefono all'orecchio in attesa
di risposta.
Dopo qualche squillo:
<< Pronto?
>> aveva risposto Damien.
<< Ciao sono Io! ti
volevo chiedere se stasera verso le tre hai da fare >>
chiedeva Cassandra un po' titubante.
<< Assolutamente
tesoro! per te sai che ci sono sempre! >> aveva detto
tranquillo Damien.
<< Ok ! Perfetto!
alle tre a casa tua! >>
<< Ok a dopo
>>
La conversazione telefonica era
terminata e Zara aveva preso con la forza Cassandra per portarla in
mezzo alla folla di gente.
Controllare la sete era
ancora difficile, sia per Cassandra, sia
per Zara.
Entrambe avevano dei donatori. Ad
esempio Damien
era uno dei principali donatori di sangue di Cassandra. I due si erano
conosciuti per caso in un bar qualche anno prima e dato che il ragazzo
sembrava molto interessato allo stile di vita di Cassandra, decise di
diventare il suo donatore in cambio di qualche soddisfazione sotto le
lenzuola..... il loro era quindi un rapporto di convenienza bello e
buono ma nessuno dei due osava lamentarsi, dopotutto come potevano
lamentarsi?! tutti e due avevano ciò che volevano e
desideravano di più
al mondo!
Zara invece aveva una ragazza che
aveva scoperto il suo segreto e quindi si era offerta gentilmente di
non farla morire di sete.
Stare in mezzo
alla gente era difficile, entrambe cercavano di pensare ad altro mentre
passeggiavano lungo le grandi avenues di New York, ma non sempre era
facile, di certo adesso erano un po' più tranquille rispetto
all'inizio quando erano neonate. Fortunatamente Zara essendo
più "vecchia" se così si può dire
aveva aiutato Cassandra nel periodo successivo o quasi successivo alla
trasformazione, perciò l'amica aveva potuto contare su un
appoggio in più, mentre l'altra aveva dovuto combattere da
sola contro la sete di sangue.
Inizialmente Cassandra non si
sapeva controllare.
Durante i suoi primi periodi da
Neonata, quando ancora non conosceva Zara, le era capitato di vagare
per le città in piena
notte e di vedere bambini affacciati alle finestre in attesa del
ritorno dei loro padri.
Una volta era accaduto che si
fosse avventata contro una bambina che attendeva il padre alla
finestra; Cassandra era per strada, appena l'aveva vista si era
fiondata contro la finestra, aveva rotto il vetro ed aveva afferrato la
bambina con tutta la sua forza fino a sentire le piccola ossa della
poverina iniziare a lacerarsi.
Per qualche momento le due si
erano guardate negli occhi, Cassandra non dava segno di mollare la
presa, poi quando lo sguardo della giovane vampira aveva incontrato i
bellissimi capelli rossi e ricci della bambina la sete non prevaleva
più sulla voglia di lasciare stare la bambina.... dopo
qualche secondo Cassandra era corsa fuori e dopo essersi nascosta in
mezzo agli alberi aveva ripensato ai capelli della bambina che erano
tanto simili ai suoi... dopo poco i muscoli del corpo, che prima erano
tutti in tensione, si erano rilassati, il fiato si calmava istante dopo
istante e i canini erano tornati di una lunghezza normale.
La lontananza dalla sua famiglia
l'aveva fermata nel momento più difficile, forse c'era
ancora qualche speranza di sopportare l'odore del sangue!
Anche
oggi a distanza di un secolo l'unica cosa che riusciva leggermente a
frenare il suo istinto era il ricordo della sua famiglia e il fatto che
se qualcuno avesse fatto del male a loro, lei non se lo sarebbe mai
scordato, della serie cio che non vuoi sia fatto a te non devi farlo
nei confronti degli altri.
Adesso la ragazza era si
può dire contenta o quasi del fatto che stava iniziando a
frenare un po' i suoi istinti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
La
folla era pronta a festeggiare assieme al gruppo sul palco l'inizio del
nuovo anno: tutti erano equipaggiati con trombette e cappellini,anche
le due vampire erano pronte.
La
piazza che, in un primo momento era rischiarata dai riflettori e dai
neon delle insegne, si era rabbuiata e l'unica fonte di luce erano i
led rossi degli amplificatori sul palco.
Dopo
qualche secondo di buio il gruppo sul palco aveva comnciato a suonare
una delle canzoni preferite di Cassandra "My Last Serenade". Durante
l'intro il cantante era salito sul palco; la sua corporatura era magra
e smilza, aveva i capelli neri come la pece, una barba incolta e anche
se distante Cassandra riusciva a vedere il suo piercing sul
sopracciglio sinistro.
I
vestiti del giovane erano per la maggior parte neri e la sua figura era
completata da un paio di anfibi vecchi e logori e da uno spolverino di
pelle nera. Dopo qualche istante di attesa il cantante aveva detto:
<< Questa canzone la dedico a Cassandra che è
lì da qualche parte in mezzo al pubblico! >> e
aveva iniziato a scrutare la folla per trovare il suo sguardo, lo
sguardo che aveva bramato per tanto tempo ma, che per colpa della sua
natura, non aveva mai potuto avere.
Quando
gli occhi di entrambi si erano incontrati Cassandra si sentiva un nodo
alla gola.
La
batteria aveva iniziato a suonare per dare l'attacco alla prima strofa;
per quasi tutta la canzone i due avevano continuato a guardarsi mentre
Zara guardava compiaciuta la scena cercando di toccare il braccio di
Cassandra per mettere in funzione i suoi poteri di sensitiva senza
però, riuscire a trovare le risposte che cercava.
Dieci....
Nove.... Otto... Sette.... Sei... Cinque.... Quattro.... Tre.... Due
.... Uno... BUON ANNO!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Mentre
l'enorme massa di gente aveva iniziato a saltare e a suonare la
trombetta e i fischietti, da dietro al palco erano stati sparati fuochi
d'artificio che schizzavano verso l'oscuro cielo e si rincorrevano
sprigionando spruzzi dorati, blu, rossi e verdi per poi riscendere
verso il basso sottoforma di lapilli.
Mentre
avveniva tutto ciò Cassandra e il cantante sul palco
continuavano a fissarsi intensamente noncuranti delle persone intorno a
loro che stavano festeggiando il nuovo anno.
Improvvisamente
il bassista del gruppo aveva scrollato violentemente l'headliner della
band che aveva distolto lo sguardo dalla giovane vampira.
Nella
testa di Cassandra c'erano molti pensieri e molte domande alle quali
non sapeva darsi risposta: chi era quel tipo? cosa voleva?
perchè la conosceva?
Dopo
la fine del concerto molta gente se n'era andata e Cassandra aveva
deciso di parlare con il cantante per chiedere spiegazioni ulteriori;
insieme a Zara si era diretta nel backstage dove un'orda di ragazzine
in preda a uno scombussolamento ormonale avevano iniziato ad urlare
<< Morpheus eccomi! Io sono Cassandra! >>.
La giovane vampira non faceva assolutamente caso a ciò che
quelle ragazzine dicevano anche perchè erano sotto lo shock
da ormone impazzito.
Dopo
qualche istante Jake, il bassista del gruppo era uscito dalla porta del
backstage e, sovrastato dagli urli, aveva esclamato <<
calma, calma, ragazze! ce n'è per tutte! >>,
Morpheus che era al suo seguito con gli altri componenti, gli aveva
serbato uno sguardo di rassegnazione e disapprovazione. Cassandra aveva
cercato di attirare l'attenzione di Morpheus che però si era
diretto verso le fan per firmare autografi. Quasi quando era arrivato
alla vettura che doveva spostare i Soul's Archetype, l'headliner aveva
fatto un cenno alla vampira come per farle capire di salire sul van.
Dopo vari momenti di incertezza, Cassandra aveva preso a braccetto Zara
ed era salita sul van bianco dai vetri oscurati parcheggiato a
poca distanza dalle fan.
Dopo
svariati minuti di attesa tutti i componenti del gruppo erano
comodamente seduti nei confortevolissimi sedili del furgoncino e
attendevano di partire, mentre all'esterno le fan svitate continuavano
a battere le mani contro i finestrini provocando non poco
fastidio e accendendo in Cassandra il desiderio di scendere e fare uno
spuntino notturno.
Il
van era finalmente partito con destinazione sconosciuta.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Il
van era grande e dotato di molti comfort; i vetri oscurati
permettevano di vedere le mani dei fan che avevano iniziato a battere
le mani contro i vetri; il suono infastidiva parecchio, tanto che
Cassandra sarebbe scesa volentieri dal van per fare uno spuntino
notturno. Intorno a lei, Zara era terrorizzata, mentre i componenti
della band, essendo abituati al frastuono, erano tranquilli.
<<
Parti Willy >> aveva detto Jake all'autista al di
là del vetro che li separava dal guidatore; il van era
partito
lasciandosi indietro la massa di fan che continuavano ad urlare
imperterrite.
<<
Le fan >> stava dicendo Morpheus << che
delizione
ragazze! forse un po' troppo maniacali, ma sempre delle brave ragazze!
>>
Cassandra
aveva mostrato un sorriso un po' impaurito e finto che aveva smorzato
tutto l'entusiasmo dell'headliner.
Zara
aveva cominciato a osservare nei minimi dettagli il furgone; le
due vampire erano un po' in imbarazzo e Cassandra aveva così
deciso di rompere il ghiaccio << e... così...
>>
<<
eh......si! >> aveva risposto Morpheus. I due avevano
iniziato a ridere, poi il ragazzo si era rabbuiato e le aveva chiesto
<< Ti è piaciuta la canzone? >>
<<
Si, molto >> aveva risposto lei un po' stupita della
domanda << Ti volevo chiedere una cosa, anzi diverse
cose!
>>
<<
Non adesso! >>
<<
Scusa ma dove stiamo andando? >> aveva chiesto un po'
preoccupata Zara
<<
A casa vostra, ovviamente ! >> aveva risposto Jake
sbigottito.
<<
Perchè altrimenti le fan ci avrebbero seguiti!
>>
aveva terminato Cassandra che aveva avuto successivamente la conferma
dal cenno del capo di Morpheus.
Durante
il viaggio il silenzio era calato inesorabile e tutti tranne Jake
cercavano di parlare introducendo interessanti argomenti, ma il dialogo
si smorzava dopo poco; quando finalmente avevano rivisto il palazzo
dove abitavano, le due ragazze si erano un po' rincuorate e avevano
tirato un "sospiro di sollievo" se così si può
dire.
Appena
entrati in casa Jake, Morpheus e gli altri si erano accomodati nel
divano, mentre le due vampire erano in cucina a prendere qualcosa da
offrire ai loro ospiti.
<<
E adesso? Cosa facciamo? >> chiedeva Zara quasi sull'orlo
della disperazione.
<<
Chiediamo spiegazioni, no? Scusa ma secondo te cosa
sono? >> aveva risposto Cassandra che per
qualche secondo non aveva pensato al fatto che erano quasi le tre di
notte e che di lì a poco avrebbe dovuto incontrare Damien,
il suo donatore; inoltre sapeva che se Damien non l'avesse vista
arrivare sarebbe sicuramente venuto a cercarla a casa.
<<
Oh per una volta potresti anche non pensare al divertimento!
>> l'aveva imbeccata Zara
<<
Ma noooo! E' solo che è da cique giorni che non mi nutro !
>>
<<
Vabbè dai! li tengo impegnati io! Comunque non ne
ho idea! Di certo non sono umani; il loro cuore non batte certo, ma
emanano uno strano calore. Vabbè dopo chiederemo! Tu intanto
vai a prepararti per Damien>> aveva detto Zara
<<
OK! Vado! >>
Grazie a LadyLight per i suoi consigli! ho apportato le modifiche dovute al capitolo 5 secondo le tue direttive! spero che si riesca a leggere meglio! grazie mille ci vediamo domani in facoltà! |
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Zara
era tornata in salotto portando qualche birra per gli altri,
mentre Cassandra aveva sfilato il cellulare dalla tasca del suo
giubotto attaccato all'ingresso ed era entrata in camera sua al piano
di
sopra.
Dopo
aver composto il numero di Damien aveva premuto sul tasto con la
cornetta verde chiudendo successivamente la porta alle sue spalle; dopo
qualche squillo, il ragazzo aveva risposto:
<<
Pronto! >>
<<
Hey! Dove sei? >>
<<
Sono a casa che ti sto aspettando >> aveva detto
lui << Cos'è successo? Come mai sei
in ritardo? >>
<<
No è che appunto ti volevo dire che non posso venire
perchè ho gente a casa! >>
<<
Fico! cos'è una festa sado o cosa?! >>
<<
Non fare il demente! Sono persone che abbiamo incontrato e che
sanno probabilmente qualcosa su di me del quale non sono a conoscenza!
>>
<<
Ah ok! comunque se hai bisogno non ti fare scrupoli! se vuoi
faccio un salto lì da te così almeno ti nutri!
è
da cinque giorni che non tocchi cibo! >> aveva detto lui
preoccupato per la salute della vampira
<<
Ma no figurati! >> al massimo c'è Julien che
stasera è libera o anche Mark >>
<<
Ah ok ! se sei sicura va bene! >> aveva risposto
rassegnato Damien che aveva voglia di vederla << Dai ti
lascio
andare a sbrigare le tue faccende! ci sentiamo ciao! >>
<<
Ciao Damien ! Grazie! >>
Dopo
aver chiuso la comunicazione Cassandra si era lasciata cadere sul
letto e aveva chiuso gli occhi per qualche secondo pensando a cosa
volesse quel ragazzo che assieme ai suoi amici si era accomodato nel
salotto; come mai sapeva il suo nome?
L'unica cosa di cui
era certa era
che non lo temeva e tantomeno temeva quello che le avrebbe
potuto dire.
Dopo
qualche momento di smarrimento e qualche sguardo buttato qua e la
nella stanza aveva richiuso gli occhi per rilassarsi ancora qualche
istante prima di affrontare Morpheus.
La
luce dei lampioni che
filtrava dalla finestra socchiusa della camera permetteva di non avere
bisogno di alcun tipo di illuminazione poichè
lasciava
intravedere le
sagome di tutto il mobilio; la stanza di Cassandra non era la tipica
camera di una ragazza della sua età e i particolari non
erano
molto
curati. Fra tutti gli oggetti che caratterizzavano la camera quello che
spiccava di più era un'enorme bacheca vicino alla
scrivania nella
quale erano stati appesi schizzi e disegni di un qualcuno che
probabilmente era entrato in contatto con Cassandra. Il viso dell'uomo
raffigurato aveva lineamenti delicati e poco marcati, i capelli erano
neri come la pece, e gli occhi verde smeraldo. La sua
espressione
era triste e pensierosa. La quantità di schizzi era
sapventosa tanto che la vampira sembrava quasi
perseguitata dal volto di questo personaggio.
Cassandra
era caduta in un sonno profondo; da qualche tempo le capitava, ma non
perchè fosse stanca, questo fatto era inspiegabile, anche a
Zara che aveva provato con i suoi poteri da sensitiva a capire se
stesse accadendo qualcosa all'amica senza ottenere però
risultati di alcun tipo.
Cassandra
stava sognando; sognava l'Iralnda, il suo paese... Dublino... le strade
che l'avevano vista bambina... adolescente......la vampira stava
camminando dirigendosi verso casa; era sera e nessuno era per strada,
dopo qualche istante aveva visto un'ombra avvicinarsi a lei e le si era
piazzato davanti quest'uomo alto moro con gli occhi smeraldo; l'aveva
immobilizzata e guardata per diversi istanti poi aveva affondato i suoi
denti sul collo della Cassandra ancora umana che aveva un espressione
di dolore in viso.
<<
Cassandra svegliati! >> aveva iniziato ad urlare Zara che
cercava di svegliarla scuotendola.
Il
corpo della vampira era in tensione, perfino i muscoli facciali erano
completamente tesi; dopo qualche istante di agonia aveva aperto gli
occhi di botto cercando di guardarsi intorno per capire dove fosse.
Lo
sguardo era andato a cercare la bacheca con i disegni che aveva fissato
per qualche istante; Zara aveva percepito ciò che era
successo grazie ai suoi poteri e stava cercando di rassicurarla.
<<
Zara per favore, prendi quella fiala che si trova sopra la scrivania !
>> chiedeva la vampira quasi con tono supplichevole e
ansimando.
<<
Certo ! Tieni! >>
Quando
Zara gliel'aveva porta, Cassandra aveva studiato per qualche
istante il suo contenuto bluastro e, facendosi forza aveva bevuto il
liquido; la pozione appena ingurgitata era un'invenzione della vampira
che, data la sua esperienza come farmacista, aveva sperimentato un
intruglio per far si che questi incubi potessero terminare; purtroppo
l'effetto durava per qualche giorno e niente più.
Morpheus
che si trovava sulla porta guardava Cassandra con aria preoccupata e
cercava di non darlo a vedere; doveva riuscire a parlarle per far si
che si potesse salvare.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Mancavano
poche ore al sorgere del sole sui cieli di New York e Cassandra stava
ancora riposando, Zara si trovava assieme a lei; era rimasta
lì per tutto il tempo, nel caso in cui avesse avuto bisogno
di qualcosa. Era triste per il malessere dell'amica, le visioni erano
cominciate un paio di mesi prima e il soggetto non cambiava mai: la
notte della trasformazione in vampira e gli ultimi e pochissimi momenti
da umana, infine il viso di questo interessante uomo che Cassandra
aveva cercato di ritrarre con innumerevoli schizzi e bozze che erano
affissi nella bacheca della sua stanza.
Zara,
preoccupata per l'amica, si era messa in contatto con alcuni spiriti e
aveva inoltre provato a predirle il futuro senza, però,
ottenere risultati soddisfacenti.
L'ansia
continuava a crescere e diventava difficile per entrambe controllare la
paura, avevano così deciso di premunirsi cercando di non
rimanere mai o quasi mai separate l'una dall'altra, Cassandra aveva
preparato una grande scorta delle più svariate pozioni e
Zara non andava mai in giro senza indossare il suo fedele ciondolo che
individuava presenze sovrannaturali.
La
situazione non poteva andare avanti così, doveva per forza
cambiare qualcosa.
Durante
la mattina, Morpheus era rimasto in salotto ad arrovellarsi il cervello
riguardo al discorso che avrebbe dovuto fare a Cassandra; la voglia di
salvarla era nata un secolo prima quando, la sera della sua
trasformazione in vampira, l'aveva trovata priva di sensi e
con un segno sul collo che testimoniava, appunto, il fatto appena
accaduto. La presenza di Morpheus a Dublino si doveva ricondurre ad
un'importante missione che doveva portare a termine.
Jake,
l'amico dell'headliner, se ne stava in terrazza con gli altri a
chiacchierare del più e del meno; erano tranquilli
perchè sapevano che la patata bollente sarebbe toccata a
Morpheus.
La
situazione era rimasta tale fino al tardo pomeriggio quando, sotto
l'ordine di Zara, erano state chiuse tutte le persiane per impedire ai
raggi del sole di entrare nell'abitazione. Quando le due vampire erano
scese in salotto avevano trovato già i Soul's Archetype al
completo che le attendevano. L'imbarazzo era ovviamente piombato nella
stanza e Zara aveva cercato di rompere il ghiaccio offrendosi di andare
a preparare un tè, dato che da buona inglese non aveva perso
le sue abitudini.
Morpheus
e Cassandra non avevano smesso di guardarsi per tutto il tempo:
entrambi però non riuscivano a non provare imbarazzo; se la
vampira avesse potuto arrossire avrebbe assunto il colore di un
peperone rosso, e se il cuore del ragazzo avesse potuto palpitare
avrebbe suonato come una grancassa.
Morpheus,
conoscendola da un secolo a questa parte, la amava, invece da parte di
Cassandra c'era per adesso solo curiosità e un po' di
vergogna perchè mai nessuno l'aveva guardata come la
guardava lui e il disagio che provava era mescolato allo stupore
riguardo al fatto che forse potesse piacere a qualcuno. Damien era un
discorso diverso poichè tra loro c'era una sorta d'affetto,
ma lui era prima di tutto il suo donatore e in secondo luogo poteva
considerarlo come una sorta di amico.
Zara
era tornata nella stanza e l'atmosfera era migliorata leggermente;
facendosi forza, Morpheus aveva deciso di parlare. Dopo essersi
schiarito con la voce aveva detto: << Bene! Adesso spero
di riuscire a parlare e a spiegarvi il motivo della nostra presenza qua
oggi. Anzitutto mi presento; io sono Morpheus, un cacciatore di vampiri
e.... questi >> aveva aggiunto Morpheus indicando il
gruppo << sono i miei attendenti >>.
Dopo
questa affermazione le due vampire avevano assunto uno sguardo di
terrore pensando che fossero iunti fin lì per ucciderli;
Morpheus, intuendo il sentimento di paura e angoscia delle due aveva
ripreso il discorso per chiarire loro le idee; <<
Tranquille! Non siamo qua per uccidervi; anzi siamo qua
perchè siamo venuti a salvarti! >> aveva
concluso il cacciatore rivolgendosi a Cassandra.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
L'espressione
di
Cassandra era pensierosa e agitata: il motivo che aveva spinto Morpheus
e i suoi attendenti ovviamente le era sconosciuto; lo stesso discorso
valeva per Zara, inoltre quest'ultima era sorpresa del fatto che i suoi
poteri da sensitiva non l'avessero avvertita, era inspiegabile per lei.
Questo l'aveva portata a decidere di documentarsi in seguito.
Morpheus
era
preoccupato della reazione che avrebbe potuto avere la sua amata
vampira. La meta che si era prefissato di raggiungere sarebbe andata
contro ogni regola alla base dell'educazione di un cacciatore di
vampiri. L'amore per Cassandra era nato la sera della sua
trasformazione in vampira quando l'aveva trovata svenuta e, contro il
volere dei suoi compagni, l'aveva soccorsa; era rimasto incantato
dalla bellezza della giovane fanciulla; i lunghi riccioli rossi le
incorniciavano il viso che, a poco a poco, stava perdendo il suo
colorito roseo per lasciare spazio all'avorio. I suoi lineamenti
apparivano scandalosamente perfetti; solo un piccolo difetto aveva
disgustato il cacciatore, due canini bianchi e lucenti spuntavano dal
labbro superiore e ciò l'aveva fatto rinsavire e pensare che
dopotutto si trovava di fronte a un nemico. Morpheus, da una parte era
rimasto travolto e affascinato dalla bellezza della vampira, ma
dall'altra sapeva benissimo chi era e ciò gli provocava un
conflitto interiore di non piccole dimensioni.
Inoltre
ciò che lo aveva colpito maggiormente era l'espressione del
suo
viso che trasmetteva vulnerabilità; questo era il fattore
che
non gli permetteva di ucciderla: ciò aveva portato a non
poco
attrito con i suoi compagni di viaggio che inizialmente avevano deciso
di fare il lavoro al posto dell'amico, senza però
riuscire
a portarlo a termine.
Per
tutta la sua
esistenza Cassandra era stata continuamente controllata da Morpheus
che, nelle situazioni più pericolose e difficili cercava di
aiutarla indirettamente, senza dare troppo nell'occhio; dato che se lo
avessero scoperto i cacciatori più anziani, avrebbero preso
importanti provvedimenti disciplinari.
Sebbene
ciò comportasse dei rischi, il giovane cacciatore lo faceva
con
amore e, anche se lei non sapeva della sua esistenza poco importava.
Per lui la cosa importante era vederla felice e in un luogo sicuro o
quasi. Morpheus aveva vegliato su di lei anche durante il periodo
subito successivo alla sua trasformazione, quando era scappata lontano
dagli umani rifugiandosi tra le colline irlandesi; solo lui conosceva
il dolore e lo sforzo che la giovane aveva dovuto sopportare: la sete
di sangue che non si placava mai - tanto che per qualche mese Cassandra
aveva fatto strage nei piccoli paeselli - l'espressione degli occhi
della vampira trasmetteva i suoi pensieri, le sue paure e soprattutto
la sua irrefrenabile sete. I suo occhi diventavano di una
tonalità di rosso abbastanza accesa tanto da poterli vedere
anche al buio e il suo viso si contraeva tanto da farla sembrare un
essere quasi riluttante. Ma nonostante ciò Morpheus le era
rimasto sempre accanto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
La
notte era ormai calata da qualche ora e Vincent attendeva
l’uomo che gli
avrebbe finalmente permesso di compiere la sua vendetta; una vendetta
che
pregustava da tanto, troppo tempo.
Londra
era invasa dalla nebbia che la faceva apparire spettrale e lugubre;
l’insegna
al neon del pub Winchester produceva stupendi giochi di luce con le
piccole
particelle di umidità.
La
piccola stradina dove era ubicato il locale si trovava in uno dei
più piccoli
quartieri della città, e, appoggiato ad un muro
c’era Vincent; il ragazzo era
magro e alto, il tempo sembrava non passare più e le persone
da dentro il pub
stavano per uscire dato che la serata stava per giungere al termine. Le
prime a
uscire dalla porta del pub erano due ragazze alticce che stavano a malapena in
piedi; urlando e
ridendo cercavano di trascinarsi verso il taxi più vicino
per poter tornare a
casa; Vincent era quasi tentato di adescare le due per divertirsi un
po’, poi
la sua attenzione era stata attirata dal lontano rumore di passi
trascinati che
esprimevano stanchezza e dolore.
La
porta del pub si era nuovamente aperta e aveva lasciato spazio a una
giovane
ragazza accompagnata da un uomo che probabilmente l’aveva
fatta ubriacare per
potersi approfittare di lei, ma improvvisamente lui si era beccato uno
schiaffo
in piena faccia forse per qualcosa di strano che le aveva detto,
inizialmente
l’uomo aveva alzato il braccio come se fosse pronto per
ricambiare il gesto,
poi aveva notato Vincent che lo stava fissando e si era fermato.
Dopo
qualche istante nel quale i due si erano fissati negli occhi,
l’uomo si era
dato alla fuga, lasciando la povera donna sola e ubriaca
all’entrata del pub.
Vincent
le si era avvicinato per chiederle se aveva bisogno, ma lei in malo
modo lo
aveva cacciato via e si era incamminata verso un taxi poco distante.
Il
silenzio era tornato, come di consueto a fare compagnia a Vincent, il
quale era
ormai spazientito dal ritardo della persona che doveva incontrare.
Ad
un tratto, da una strada laterale era apparso un uomo.
I
due avevano cominciato a squadrarsi per riconoscersi, poi su entrambi i
volti
era comparso un ghigno.
L’uomo
appena arrivato aveva cominciato ad avvicinarsi a Vincent, il quale
aveva
abbandonato il muro dove era appoggiato e attendeva di ascoltare le
informazioni che gli sarebbero state comunicate a breve.
<<
Sei in ritardo Arthur! >> aveva detto il non morto.
<<
Ho impiegato più tempo del previsto perché sono
stato pedinato. >>
<<
Ah! Il mio adorato fratellino! Sempre sotto le luci della ribalta!
>> in
tono orgoglioso << dov’è stato il
suo ultimo concerto? >>
<<
Nella Grande Mela, New York. >> dopo qualche secondo
Arthur era tornato a
parlare << Lei non è ancora stata messa al
corrente dei fatti, ma tra
poco lo sarà. >>
Vincent
sorrideva compiaciuto << Cara, piccola mia creatura, il
tuo tempo è ormai
scaduto, adesso vedremo chi tra me e mio fratello riuscirà a
spuntarla.
Una
risata malefica era uscita dalle sanguigne labbra del vampiro,
raggelando
Arthur.
<<
Coraggio, andiamo Arthur, prima che il cielo si sfoghi sulla terra.
>>
I
due camminavano fianco a fianco mentre si allontanavano imboccando una
piccola
strettoia e i primi lampi illuminavano la cupa notte londinese.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=422480
|