Divine Essence

di dark_dreamer90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Le luci dei riflettori del palco situato al centro di Time Square erano talmente potenti da rischiarare lo studio buio da dove Cassandra spiava la vita frenetica e affascinante all'esterno della sua casa.

Lo sguardo della ragazza era spento, cupo, forse perchè per lei il giorno che stava per terminare le ricordava un importante avvenimento del suo passato, un evento che le aveva completamente cambiato la vita.

La sua attenzione era stata richiamata dal suono del basso che dava l'attacco al nuovo pezzo che il gruppo sul palco, i Soul's Archetype, stavano per interpretare. La batteria si era aggiunta in modo da creare il ritmo della canzone e successivamente anche gli altri strumenti erano subentrati.

Improvvisamente la porta della stanza si era spalancata sonoramente per fare spazio a Zara che, allegra e felice, era entrata saltellando con una trombetta in bocca e una in mano che voleva dare a Cassandra per coinvolgerla nei festeggiamenti del nuovo anno che stava per iniziare.

Cassandra era sovrappensiero e un po' malinconica poichè in quel momento le erano tornati in mente i suoi genitori, probabilmente perchè un secolo fa li aveva dovuti abbandonare senza dare loro spiegazioni, anche perchè..... cosa c'era da spiegare alla fine? Non era di certo colpa sua se la sera del trentuno dicembre 1908 si era imbattuta in un vampiro che l'aveva trasformata!

Zara si era accorta dell'umore dell'amica, aveva tentennato un po' per capire se sarebbe riuscita a tirarla su di morale o se sarebbe stato tutto fiato sprecato. Lei sapeva benissimo quando era o meno il momento giusto; vedendo però Cassandra che cercava lentamente di partecipare ai festeggiamenti l'aveva esortata a continuare coinvolgendola nella folle danza.

Le due avevano iniziato a vorticare spensierate finchè non si erano ritrovate vicino alla porta d'ingresso che dava sul pianerottolo del secondo piano.

Improvvisamente si erano fermate e con un solo sguardo si erano capite immediatamente; Zara, forse, era riuscita a catturare i pensieri dell'amica anche grazie ai suoi poteri da sensitiva che entravano in azione appena toccava direttamente qualcuno.

Cassandra era schizzata giù dalle scale per andare a recuperare i cappotti attaccati all'appendiabiti vicino all'entrata. Zara invece era andata a recuperare le borsette che potevano ricondursi facilmente alle rispettive proprietarie; quella di  Cassandra aveva uno stile sobrio, classico; mentre quella dell'amica era costata sicuramente molto ed era particolareggiata nei minimi dettagli, vi erano attaccati molti pendagli e chincaglierie, a differenza dell'altra che ne era priva.

Anche se abbastanza diverse le due vampire avevano un legame speciale ed erano sempre in armonia.

Le due si erano conosciute un anno dopo la trasformazione di Cassandra.

Zara era una sensitiva inglese che si era stufata dello stile di vita europeo e aveva deciso di attraversare l'Atlantico in cerca di fortuna, anche se a un vampiro la fortuna non serve. La notte dell'imbarco le due si erano incontrate poichè Cassandra, dopo aver vissuto duramente per un anno nella campagna irlandese, voleva andare nel Nuovo Continente per vivere un'eternità tranquilla.

La trasformazione l'aveva scioccata, la sera del 31 dicembre 1908 stava tornando a casa dalla farmacia dei suoi genitori, e mentre percorreva la strada di ritorno a piedi, un'ombra era apparsa da dietro un albero che delimitava la strada.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La ragazza era spaventata e non aveva idea di cosa fare dato che era tardi e tutti erano già nelle loro case con i parenti.

L'ombra si era avvicinata e la paura continuava ad aumentare......incerta sul da farsi, Cassandra, aveva emesso un suono sordo, incomprensibile.

La sagoma che prima era sfuocata era diventata nitida, l'uomo era alto, magro e aveva uno sguardo languido ma non minaccioso.

Cassandra avrebbe voluto muoversi, ma non ci riusciva, era pietrificata dalla paura.

Ormai i due erano vicinissimi tanto che cassandra riusciva a sentire il profumo che emanava l'uomo.

Con un gesto rapido e silenzioso il vampiro aveva scostato i capelli dal collo di Cassandra e dopo un lungo sguardo reciproco il vampiro aveva affondato i canini accuminati nel collo della ragazza.

Cassandra non riusciva ad opporre resistenza al vampiro per la tanta paura.

Quando finalmente la ragazza era riuscita a ritornare in se il vampiro la sorreggeva, la guardava intensamente, in un modo strano, che tutt'oggi ricordava ancora.

Ad un certo punto un suono aveva pervaso la città di Dublino.

Gli occhi verdi del vampiro erano diventati neri come la pece ed il suo sguardo era preoccupato e spaventato, aveva iniziato a guardarsi intorno per controllare chissà quale cosa, poi si era concentrato un'ultima volta sulla splendida ragazza che teneva tra le braccia.

Cassandra aveva perso conoscienza nuovamente, la trasformazione si stava per compiere.....

L'ultimo suono che la ragazza aveva sentito era stato un tonfo e poi nient'altro.........

Quando si era risvegliata aveva visto che si trovava in un luogo all'ombra.

Era stata comodamente sdraiata su un letto di paglia in un fienile. La luce era poca e filtrava da qualche buco nel muro e anche dal soffitto.

Cassandra aveva allungato il braccio verso il pavimento per tirarsi su quando aveva percepito un bruciore al gomito sinistro; si era scostata di scatto e aveva notato una piccola vescica che si stava formando nell'esatto punto dove aveva sentito il dolore, aveva cercato di capire spiegazioni che le avevano procurato la dolorosa lesione quando poi, aveva compreso che la fonte del bruciore era appunto il sole che, con i suoi raggi aveva aggredito la candida pelle d'avorio.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ma ritorniamo alle due amiche oggi......

Una delle due aveva aperto la porta di casa e si stava dirigendo fuori trascinando l'altra in una gioiosa corsa.

Cassandra rideva e pensava che forse sarebbe stato meglio chiamare Damien per assicurarsi di avere abbastanza sangue.

Cassandra aveva estratto il cellulare dalla borsa, aveva composto il numero di cellulare di Damien ed infine aveva appoggiato il piccolo telefono all'orecchio in attesa di risposta.

Dopo qualche squillo:

<< Pronto? >> aveva risposto Damien.

<< Ciao sono Io! ti volevo chiedere se stasera verso le tre hai da fare >> chiedeva Cassandra un po' titubante.

<< Assolutamente tesoro! per te sai che ci sono sempre! >> aveva detto tranquillo Damien.

<< Ok ! Perfetto! alle tre a casa tua! >>

<< Ok a dopo >>

La conversazione telefonica era terminata e Zara aveva preso con la forza Cassandra per portarla in mezzo alla folla di gente.

Controllare la sete era ancora difficile, sia per Cassandra, sia per Zara.

Entrambe avevano dei donatori. Ad esempio Damien era uno dei principali donatori di sangue di Cassandra. I due si erano conosciuti per caso in un bar qualche anno prima e dato che il ragazzo sembrava molto interessato allo stile di vita di Cassandra, decise di diventare il suo donatore in cambio di qualche soddisfazione sotto le lenzuola..... il loro era quindi un rapporto di convenienza bello e buono ma nessuno dei due osava lamentarsi, dopotutto come potevano lamentarsi?! tutti e due avevano ciò che volevano e desideravano di più al mondo!

Zara invece aveva una ragazza che aveva scoperto il suo segreto e quindi si era offerta gentilmente di non farla morire di sete.

Stare in mezzo alla gente era difficile, entrambe cercavano di pensare ad altro mentre passeggiavano lungo le grandi avenues di New York, ma non sempre era facile, di certo adesso erano un po' più tranquille rispetto all'inizio quando erano neonate. Fortunatamente Zara essendo più "vecchia" se così si può dire aveva aiutato Cassandra nel periodo successivo o quasi successivo alla trasformazione, perciò l'amica aveva potuto contare su un appoggio in più, mentre l'altra aveva dovuto combattere da sola contro la sete di sangue.

Inizialmente Cassandra non si sapeva controllare.

Durante i suoi primi periodi da Neonata, quando ancora non conosceva Zara, le era capitato di vagare per le città in piena notte e di vedere bambini affacciati alle finestre in attesa del ritorno dei loro padri.

Una volta era accaduto che si fosse avventata contro una bambina che attendeva il padre alla finestra; Cassandra era per strada, appena l'aveva vista si era fiondata contro la finestra, aveva rotto il vetro ed aveva afferrato la bambina con tutta la sua forza fino a sentire le piccola ossa della poverina iniziare a lacerarsi.

Per qualche momento le due si erano guardate negli occhi, Cassandra non dava segno di mollare la presa, poi quando lo sguardo della giovane vampira aveva incontrato i bellissimi capelli rossi e ricci della bambina la sete non prevaleva più sulla voglia di lasciare stare la bambina.... dopo qualche secondo Cassandra era corsa fuori e dopo essersi nascosta in mezzo agli alberi aveva ripensato ai capelli della bambina che erano tanto simili ai suoi... dopo poco i muscoli del corpo, che prima erano tutti in tensione, si erano rilassati, il fiato si calmava istante dopo istante e i canini erano tornati di una lunghezza normale.

La lontananza dalla sua famiglia l'aveva fermata nel momento più difficile, forse c'era ancora qualche speranza di sopportare l'odore del sangue!

Anche oggi a distanza di un secolo l'unica cosa che riusciva leggermente a frenare il suo istinto era il ricordo della sua famiglia e il fatto che se qualcuno avesse fatto del male a loro, lei non se lo sarebbe mai scordato, della serie cio che non vuoi sia fatto a te non devi farlo nei confronti degli altri.

Adesso la ragazza era si può dire contenta o quasi del fatto che stava iniziando a frenare un po' i suoi istinti.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La folla era pronta a festeggiare assieme al gruppo sul palco l'inizio del nuovo anno: tutti erano equipaggiati con trombette e cappellini,anche le due vampire erano pronte.

La piazza che, in un primo momento era rischiarata dai riflettori e dai neon delle insegne, si era rabbuiata e l'unica fonte di luce erano i led rossi degli amplificatori sul palco.

Dopo qualche secondo di buio il gruppo sul palco aveva comnciato a suonare una delle canzoni preferite di Cassandra "My Last Serenade". Durante l'intro il cantante era salito sul palco; la sua corporatura era magra e smilza, aveva i capelli neri come la pece, una barba incolta e anche se distante Cassandra riusciva a vedere il suo piercing sul sopracciglio sinistro.

I vestiti del giovane erano per la maggior parte neri e la sua figura era completata da un paio di anfibi vecchi e logori e da uno spolverino di pelle nera. Dopo qualche istante di attesa il cantante aveva detto: << Questa canzone la dedico a Cassandra che è lì da qualche parte in mezzo al pubblico! >> e aveva iniziato a scrutare la folla per trovare il suo sguardo, lo sguardo che aveva bramato per tanto tempo ma, che per colpa della sua natura, non aveva mai potuto avere.

Quando gli occhi di entrambi si erano incontrati Cassandra si sentiva un nodo alla gola.

La batteria aveva iniziato a suonare per dare l'attacco alla prima strofa; per quasi tutta la canzone i due avevano continuato a guardarsi mentre Zara guardava compiaciuta la scena cercando di toccare il braccio di Cassandra per mettere in funzione i suoi poteri di sensitiva senza però, riuscire a trovare le risposte che cercava.

Dieci.... Nove.... Otto... Sette.... Sei... Cinque.... Quattro.... Tre.... Due .... Uno... BUON ANNO!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Mentre l'enorme massa di gente aveva iniziato a saltare e a suonare la trombetta e i fischietti, da dietro al palco erano stati sparati fuochi d'artificio che schizzavano verso l'oscuro cielo e si rincorrevano sprigionando spruzzi dorati, blu, rossi e verdi per poi riscendere verso il basso sottoforma di lapilli.

Mentre avveniva tutto ciò Cassandra e il cantante sul palco continuavano a fissarsi intensamente noncuranti delle persone intorno a loro che stavano festeggiando il nuovo anno.

Improvvisamente il bassista del gruppo aveva scrollato violentemente l'headliner della band che aveva distolto lo sguardo dalla giovane vampira.

Nella testa di Cassandra c'erano molti pensieri e molte domande alle quali non sapeva darsi risposta: chi era quel tipo? cosa voleva? perchè la conosceva?

Dopo la fine del concerto molta gente se n'era andata e Cassandra aveva deciso di parlare con il cantante per chiedere spiegazioni ulteriori; insieme a Zara si era diretta nel backstage dove un'orda di ragazzine in preda a uno scombussolamento ormonale avevano iniziato ad urlare << Morpheus eccomi! Io sono Cassandra! >>. La giovane vampira non faceva assolutamente caso a ciò che quelle ragazzine dicevano anche perchè erano sotto lo shock da ormone impazzito.

Dopo qualche istante Jake, il bassista del gruppo era uscito dalla porta del backstage e, sovrastato dagli urli, aveva esclamato << calma, calma, ragazze! ce n'è per tutte! >>, Morpheus che era al suo seguito con gli altri componenti, gli aveva serbato uno sguardo di rassegnazione e disapprovazione. Cassandra aveva cercato di attirare l'attenzione di Morpheus che però si era diretto verso le fan per firmare autografi. Quasi quando era arrivato alla vettura che doveva spostare i Soul's Archetype, l'headliner aveva fatto un cenno alla vampira come per farle capire di salire sul van. Dopo vari momenti di incertezza, Cassandra aveva preso a braccetto Zara ed era salita sul van bianco dai vetri oscurati parcheggiato a poca distanza dalle fan.

Dopo svariati minuti di attesa tutti i componenti del gruppo erano comodamente seduti nei confortevolissimi sedili del furgoncino e attendevano di partire, mentre all'esterno le fan svitate continuavano a battere le mani contro i finestrini provocando non poco fastidio e accendendo in Cassandra il desiderio di scendere e fare uno spuntino notturno.

Il van era finalmente partito con destinazione sconosciuta.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Il van era grande e dotato di molti comfort; i vetri oscurati permettevano di vedere le mani dei fan che avevano iniziato a battere le mani contro i vetri; il suono infastidiva parecchio, tanto che Cassandra sarebbe scesa volentieri dal van per fare uno spuntino notturno. Intorno a lei, Zara era terrorizzata, mentre i componenti della band, essendo abituati al frastuono, erano tranquilli.

<< Parti Willy >> aveva detto Jake all'autista al di là del vetro che li separava dal guidatore; il van era partito lasciandosi indietro la massa di fan che continuavano ad urlare imperterrite.

<< Le fan >> stava dicendo Morpheus << che delizione ragazze! forse un po' troppo maniacali, ma sempre delle brave ragazze! >>

Cassandra aveva mostrato un sorriso un po' impaurito e finto che aveva smorzato tutto l'entusiasmo dell'headliner.

Zara aveva cominciato a osservare nei minimi dettagli il furgone; le due vampire erano un po' in imbarazzo e Cassandra aveva così deciso di rompere il ghiaccio << e... così... >>

<< eh......si! >> aveva risposto Morpheus. I due avevano iniziato a ridere, poi il ragazzo si era rabbuiato e le aveva chiesto << Ti è piaciuta la canzone? >>

<< Si, molto >> aveva risposto lei un po' stupita della domanda << Ti volevo chiedere una cosa, anzi diverse cose! >>

<< Non adesso! >>

<< Scusa ma dove stiamo andando? >> aveva chiesto un po' preoccupata Zara

<< A casa vostra, ovviamente ! >> aveva risposto Jake sbigottito.

<< Perchè altrimenti le fan ci avrebbero seguiti! >> aveva terminato Cassandra che aveva avuto successivamente la conferma dal cenno del capo di Morpheus.

Durante il viaggio il silenzio era calato inesorabile e tutti tranne Jake cercavano di parlare introducendo interessanti argomenti, ma il dialogo si smorzava dopo poco; quando finalmente avevano rivisto il palazzo dove abitavano, le due ragazze si erano un po' rincuorate e avevano tirato un "sospiro di sollievo" se così si può dire.

Appena entrati in casa Jake, Morpheus e gli altri si erano accomodati nel divano, mentre le due vampire erano in cucina a prendere qualcosa da offrire ai loro ospiti.

<< E adesso? Cosa facciamo? >> chiedeva Zara quasi sull'orlo della disperazione.

<< Chiediamo spiegazioni, no? Scusa ma secondo te cosa sono? >> aveva risposto Cassandra che per qualche secondo non aveva pensato al fatto che erano quasi le tre di notte e che di lì a poco avrebbe dovuto incontrare Damien, il suo donatore; inoltre sapeva che se Damien non l'avesse vista arrivare sarebbe sicuramente venuto a cercarla a casa.

<< Oh per una volta potresti anche non pensare al divertimento! >> l'aveva imbeccata Zara

<< Ma noooo! E' solo che è da cique giorni che non mi nutro ! >>

<< Vabbè dai! li tengo impegnati io!  Comunque non ne ho idea! Di certo non sono umani; il loro cuore non batte certo, ma emanano uno strano calore. Vabbè dopo chiederemo! Tu intanto vai a prepararti per Damien>> aveva detto Zara

<< OK! Vado! >>

Grazie a LadyLight per i suoi consigli! ho apportato le modifiche dovute al capitolo 5 secondo le tue direttive! spero che si riesca a leggere meglio! grazie mille ci vediamo domani in facoltà!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Zara era tornata in salotto portando qualche birra per gli altri, mentre Cassandra aveva sfilato il cellulare dalla tasca del suo giubotto attaccato all'ingresso ed era entrata in camera sua al piano di sopra.

Dopo aver composto il numero di Damien aveva premuto sul tasto con la cornetta verde chiudendo successivamente la porta alle sue spalle; dopo qualche squillo, il ragazzo aveva risposto:

<< Pronto! >>

<< Hey! Dove sei? >>

<< Sono a casa che ti sto aspettando >> aveva detto lui  << Cos'è successo? Come mai sei in ritardo? >>

<< No è che appunto ti volevo dire che non posso venire perchè ho gente a casa! >>

<< Fico! cos'è una festa sado o cosa?! >>

<< Non fare il demente! Sono persone che abbiamo incontrato e che sanno probabilmente qualcosa su di me del quale non sono a conoscenza! >>

<< Ah ok! comunque se hai bisogno non ti fare scrupoli! se vuoi faccio un salto lì da te così almeno ti nutri! è da cinque giorni che non tocchi cibo! >> aveva detto lui preoccupato per la salute della vampira

<< Ma no figurati! >> al massimo c'è Julien che stasera è libera o anche Mark >>

<< Ah ok ! se sei sicura va bene! >> aveva risposto rassegnato Damien che aveva voglia di vederla << Dai ti lascio andare a sbrigare le tue faccende! ci sentiamo ciao! >>

<< Ciao Damien ! Grazie! >>

Dopo aver chiuso la comunicazione Cassandra si era lasciata cadere sul letto e aveva chiuso gli occhi per qualche secondo pensando a cosa volesse quel ragazzo che assieme ai suoi amici si era accomodato nel salotto; come mai sapeva il suo nome?

L'unica cosa di cui era certa era che non lo temeva e tantomeno temeva quello che le avrebbe potuto dire.

Dopo qualche momento di smarrimento e qualche sguardo buttato qua e la nella stanza aveva richiuso gli occhi per rilassarsi ancora qualche istante prima di affrontare Morpheus.

La luce dei lampioni che filtrava dalla finestra socchiusa della camera permetteva di non avere bisogno di alcun tipo di illuminazione poichè lasciava intravedere le sagome di tutto il mobilio; la stanza di Cassandra non era la tipica camera di una ragazza della sua età e i particolari non erano molto curati. Fra tutti gli oggetti che caratterizzavano la camera quello che spiccava di più era un'enorme bacheca vicino alla scrivania  nella quale erano stati appesi schizzi e disegni di un qualcuno che probabilmente era entrato in contatto con Cassandra. Il viso dell'uomo raffigurato aveva lineamenti delicati e poco marcati, i capelli erano neri come la pece, e gli occhi verde smeraldo. La sua espressione era triste e pensierosa. La quantità di schizzi era sapventosa tanto che la vampira sembrava quasi perseguitata dal volto di questo personaggio.

Cassandra era caduta in un sonno profondo; da qualche tempo le capitava, ma non perchè fosse stanca, questo fatto era inspiegabile, anche a Zara che aveva provato con i suoi poteri da sensitiva a capire se stesse accadendo qualcosa all'amica senza ottenere però risultati di alcun tipo.

Cassandra stava sognando; sognava l'Iralnda, il suo paese... Dublino... le strade che l'avevano vista bambina... adolescente......la vampira stava camminando dirigendosi verso casa; era sera e nessuno era per strada, dopo qualche istante aveva visto un'ombra avvicinarsi a lei e le si era piazzato davanti quest'uomo alto moro con gli occhi smeraldo; l'aveva immobilizzata e guardata per diversi istanti poi aveva affondato i suoi denti sul collo della Cassandra ancora umana che aveva un espressione di dolore in viso.

<< Cassandra svegliati! >> aveva iniziato ad urlare Zara che cercava di svegliarla scuotendola.

Il corpo della vampira era in tensione, perfino i muscoli facciali erano completamente tesi; dopo qualche istante di agonia aveva aperto gli occhi di botto cercando di guardarsi intorno per capire dove fosse.

Lo sguardo era andato a cercare la bacheca con i disegni che aveva fissato per qualche istante; Zara aveva percepito ciò che era successo grazie ai suoi poteri e stava cercando di rassicurarla.

<< Zara per favore, prendi quella fiala che si trova sopra la scrivania ! >> chiedeva la vampira quasi con tono supplichevole e ansimando.

<< Certo ! Tieni! >>

Quando Zara gliel'aveva porta, Cassandra aveva studiato per qualche istante il suo contenuto bluastro e, facendosi forza aveva bevuto il liquido; la pozione appena ingurgitata era un'invenzione della vampira che, data la sua esperienza come farmacista, aveva sperimentato un intruglio per far si che questi incubi potessero terminare; purtroppo l'effetto durava per qualche giorno e niente più.

Morpheus che si trovava sulla porta guardava Cassandra con aria preoccupata e cercava di non darlo a vedere; doveva riuscire a parlarle per far si che si potesse salvare.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Mancavano poche ore al sorgere del sole sui cieli di New York e Cassandra stava ancora riposando, Zara si trovava assieme a lei; era rimasta lì per tutto il tempo, nel caso in cui avesse avuto bisogno di qualcosa. Era triste per il malessere dell'amica, le visioni erano cominciate un paio di mesi prima e il soggetto non cambiava mai: la notte della trasformazione in vampira e gli ultimi e pochissimi momenti da umana, infine il viso di questo interessante uomo che Cassandra aveva cercato di ritrarre con innumerevoli schizzi e bozze che erano affissi nella bacheca della sua stanza.

Zara, preoccupata per l'amica, si era messa in contatto con alcuni spiriti e aveva inoltre provato a predirle il futuro senza, però, ottenere risultati soddisfacenti.

L'ansia continuava a crescere e diventava difficile per entrambe controllare la paura, avevano così deciso di premunirsi cercando di non rimanere mai o quasi mai separate l'una dall'altra, Cassandra aveva preparato una grande scorta delle più svariate pozioni e Zara non andava mai in giro senza indossare il suo fedele ciondolo che individuava presenze sovrannaturali.

La situazione non poteva andare avanti così, doveva per forza cambiare qualcosa.

Durante la mattina, Morpheus era rimasto in salotto ad arrovellarsi il cervello riguardo al discorso che avrebbe dovuto fare a Cassandra; la voglia di salvarla era nata un secolo prima quando, la sera della sua trasformazione in vampira, l'aveva trovata priva di sensi e con un segno sul collo che testimoniava, appunto, il fatto appena accaduto. La presenza di Morpheus a Dublino si doveva ricondurre ad un'importante missione che doveva portare a termine.

Jake, l'amico dell'headliner, se ne stava in terrazza con gli altri a chiacchierare del più e del meno; erano tranquilli perchè sapevano che la patata bollente sarebbe toccata a Morpheus.

La situazione era rimasta tale fino al tardo pomeriggio quando, sotto l'ordine di Zara, erano state chiuse tutte le persiane per impedire ai raggi del sole di entrare nell'abitazione. Quando le due vampire erano scese in salotto avevano trovato già i Soul's Archetype al completo che le attendevano. L'imbarazzo era ovviamente piombato nella stanza e Zara aveva cercato di rompere il ghiaccio offrendosi di andare a preparare un tè, dato che da buona inglese non aveva perso le sue abitudini.

Morpheus e Cassandra non avevano smesso di guardarsi per tutto il tempo: entrambi però non riuscivano a non provare imbarazzo; se la vampira avesse potuto arrossire avrebbe assunto il colore di un peperone rosso, e se il cuore del ragazzo avesse potuto palpitare avrebbe suonato come una grancassa.

Morpheus, conoscendola da un secolo a questa parte, la amava, invece da parte di Cassandra c'era per adesso solo curiosità e un po' di vergogna perchè mai nessuno l'aveva guardata come la guardava lui e il disagio che provava era mescolato allo stupore riguardo al fatto che forse potesse piacere a qualcuno. Damien era un discorso diverso poichè tra loro c'era una sorta d'affetto, ma lui era prima di tutto il suo donatore e in secondo luogo poteva considerarlo come una sorta di amico.

Zara era tornata nella stanza e l'atmosfera era migliorata leggermente; facendosi forza, Morpheus aveva deciso di parlare. Dopo essersi schiarito con la voce aveva detto: << Bene! Adesso spero di riuscire a parlare e a spiegarvi il motivo della nostra presenza qua oggi. Anzitutto mi presento; io sono Morpheus, un cacciatore di vampiri e.... questi >> aveva aggiunto Morpheus indicando il gruppo << sono i miei attendenti >>.

Dopo questa affermazione le due vampire avevano assunto uno sguardo di terrore pensando che fossero iunti fin lì per ucciderli; Morpheus, intuendo il sentimento di paura e angoscia delle due aveva ripreso il discorso per chiarire loro le idee; << Tranquille! Non siamo qua per uccidervi; anzi siamo qua perchè siamo venuti a salvarti! >> aveva concluso il cacciatore rivolgendosi a Cassandra.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L'espressione di Cassandra era pensierosa e agitata: il motivo che aveva spinto Morpheus e i suoi attendenti ovviamente le era sconosciuto; lo stesso discorso valeva per Zara, inoltre quest'ultima era sorpresa del fatto che i suoi poteri da sensitiva non l'avessero avvertita, era inspiegabile per lei. Questo l'aveva portata a decidere di documentarsi in seguito.

Morpheus era preoccupato della reazione che avrebbe potuto avere la sua amata vampira. La meta che si era prefissato di raggiungere sarebbe andata contro ogni regola alla base dell'educazione di un cacciatore di vampiri. L'amore per Cassandra era nato la sera della sua trasformazione in vampira quando l'aveva trovata svenuta e, contro il volere dei suoi compagni, l'aveva soccorsa; era rimasto incantato dalla bellezza della giovane fanciulla; i lunghi riccioli rossi le incorniciavano il viso che, a poco a poco, stava perdendo il suo colorito roseo per lasciare spazio all'avorio. I suoi lineamenti apparivano scandalosamente perfetti; solo un piccolo difetto aveva disgustato il cacciatore, due canini bianchi e lucenti spuntavano dal labbro superiore e ciò l'aveva fatto rinsavire e pensare che dopotutto si trovava di fronte a un nemico. Morpheus, da una parte era rimasto travolto e affascinato dalla bellezza della vampira, ma dall'altra sapeva benissimo chi era e ciò gli provocava un conflitto interiore di non piccole dimensioni.

Inoltre ciò che lo aveva colpito maggiormente era l'espressione del suo viso che trasmetteva vulnerabilità; questo era il fattore che non gli permetteva di ucciderla: ciò aveva portato a non poco attrito con i suoi compagni di viaggio che inizialmente avevano deciso di fare il lavoro al posto dell'amico, senza  però riuscire a portarlo a termine. 

Per tutta la sua esistenza Cassandra era stata continuamente controllata da Morpheus che, nelle situazioni più pericolose e difficili cercava di aiutarla indirettamente, senza dare troppo nell'occhio; dato che se lo avessero scoperto i cacciatori più anziani, avrebbero preso importanti provvedimenti disciplinari.

Sebbene ciò comportasse dei rischi, il giovane cacciatore lo faceva con amore e, anche se lei non sapeva della sua esistenza poco importava. Per lui la cosa importante era vederla felice e in un luogo sicuro o quasi. Morpheus aveva vegliato su di lei anche durante il periodo subito successivo alla sua trasformazione, quando era scappata lontano dagli umani rifugiandosi tra le colline irlandesi; solo lui conosceva il dolore e lo sforzo che la giovane aveva dovuto sopportare: la sete di sangue che non si placava mai - tanto che per qualche mese Cassandra aveva fatto strage nei piccoli paeselli - l'espressione degli occhi della vampira trasmetteva i suoi pensieri, le sue paure e soprattutto la sua irrefrenabile sete. I suo occhi diventavano di una tonalità di rosso abbastanza accesa tanto da poterli vedere anche al buio e il suo viso si contraeva tanto da farla sembrare un essere quasi riluttante. Ma nonostante ciò Morpheus le era rimasto sempre accanto.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


La notte era ormai calata da qualche ora e Vincent attendeva l’uomo che gli avrebbe finalmente permesso di compiere la sua vendetta; una vendetta che pregustava da tanto, troppo tempo.

Londra era invasa dalla nebbia che la faceva apparire spettrale e lugubre; l’insegna al neon del pub Winchester produceva stupendi giochi di luce con le piccole particelle di umidità.

La piccola stradina dove era ubicato il locale si trovava in uno dei più piccoli quartieri della città, e, appoggiato ad un muro c’era Vincent; il ragazzo era magro e alto, il tempo sembrava non passare più e le persone da dentro il pub stavano per uscire dato che la serata stava per giungere al termine. Le prime a uscire dalla porta del pub erano due ragazze alticce che  stavano a malapena in piedi; urlando e ridendo cercavano di trascinarsi verso il taxi più vicino per poter tornare a casa; Vincent era quasi tentato di adescare le due per divertirsi un po’, poi la sua attenzione era stata attirata dal lontano rumore di passi trascinati che esprimevano stanchezza e dolore.

La porta del pub si era nuovamente aperta e aveva lasciato spazio a una giovane ragazza accompagnata da un uomo che probabilmente l’aveva fatta ubriacare per potersi approfittare di lei, ma improvvisamente lui si era beccato uno schiaffo in piena faccia forse per qualcosa di strano che le aveva detto, inizialmente l’uomo aveva alzato il braccio come se fosse pronto per ricambiare il gesto, poi aveva notato Vincent che lo stava fissando e si era fermato.

Dopo qualche istante nel quale i due si erano fissati negli occhi, l’uomo si era dato alla fuga, lasciando la povera donna sola e ubriaca all’entrata del pub.

Vincent le si era avvicinato per chiederle se aveva bisogno, ma lei in malo modo lo aveva cacciato via e si era incamminata verso un taxi poco distante.

Il silenzio era tornato, come di consueto a fare compagnia a Vincent, il quale era ormai spazientito dal ritardo della persona che doveva incontrare.

Ad un tratto, da una strada laterale era apparso un uomo.

I due avevano cominciato a squadrarsi per riconoscersi, poi su entrambi i volti era comparso un ghigno.

L’uomo appena arrivato aveva cominciato ad avvicinarsi a Vincent, il quale aveva abbandonato il muro dove era appoggiato e attendeva di ascoltare le informazioni che gli sarebbero state comunicate a breve.

<< Sei in ritardo Arthur! >> aveva detto il non morto.

<< Ho impiegato più tempo del previsto perché sono stato pedinato. >>

<< Ah! Il mio adorato fratellino! Sempre sotto le luci della ribalta! >> in tono orgoglioso << dov’è stato il suo ultimo concerto? >>

<< Nella Grande Mela, New York. >> dopo qualche secondo Arthur era tornato a parlare << Lei non è ancora stata messa al corrente dei fatti, ma tra poco lo sarà. >>

Vincent sorrideva compiaciuto << Cara, piccola mia creatura, il tuo tempo è ormai scaduto, adesso vedremo chi tra me e mio fratello riuscirà a spuntarla.

Una risata malefica era uscita dalle sanguigne labbra del vampiro, raggelando Arthur.

<< Coraggio, andiamo Arthur, prima che il cielo si sfoghi sulla terra. >>

I due camminavano fianco a fianco mentre si allontanavano imboccando una piccola strettoia e i primi lampi illuminavano la cupa notte londinese.

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