Una promessa di salf (/viewuser.php?uid=64889)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap1 ***
Capitolo 2: *** cap2 ***
Capitolo 3: *** cap3 ***
Capitolo 4: *** cap 4 ***
Capitolo 5: *** cap 5 ***
Capitolo 6: *** cap 6 ***
Capitolo 7: *** cap 7 ***
Capitolo 8: *** cap8 ***
Capitolo 9: *** cap 9 ***
Capitolo 1 *** Cap1 ***
cap1
Era tornato.
Anche questa estate e sperava di vederla.
Si ricordava ancora la promessa che gli aveva fatto: “ Amore,
ti prometto che
tornerò la
prossima estate e staremo insieme, ogni estate, ogni anno per
sempre”. I suoi
occhi gli avevano sorriso e gli aveva
risposto: “ Amore, ti prometto che
tornerò, e
staremo insieme”.
Ma non era
stato così, lui era
tornato tutti gli anni, ma lei no. Non era tornata, mai più.
Lui però era
ancora fiducioso. E’ vero aveva solo 17 anni allora, ma era
certo che era lei
la Donna della sua vita; ancora adesso ne era convinto.
Quella notte
avevano fatto all’amore per la prima
volta dopo tre mesi di carezze e di baci, era stato il momento
più bello della
sua vita. Aveva avuto altre donne ma nessuna come lei.
Quest’
anno si era laureato e avrebbe lavorato lì, il vecchio
dottor Wilson era in pensione e
avevano bisogno di sostituito e quando Wilson ha chiesto a lui non ci
ha
pensato due volte e aveva accettato. New Heaven era stato il suo sogno,
da
quell’estate e non vedeva l’ora di tornarci.
Ora niente lo
poteva allontanare da New Heaven:
avrebbe aspettato il suo ritorno.
“Amore
ti prometto che tornerò, e staremo
insieme.”
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Capitolo 2 *** cap2 ***
“Dottor Sthen mi potrebbe guardare questi esami sono della
Signora Frank “, disse Jen entrando nello studio “
è fuori e se non guarda questi esami resterà qui
tutto il giorno, non che quella pettegola non meriti di aspettare in
eterno ma….”.
“Dammeli Jen, gli do un’occhiata tanto è
sana come un pesce. Falla entrare, prepara gia un flacone di vitamina C
perché tanto è quello che gli
prescriverò”
Jen uscì dalla stanza sorridendo e dopo qualche istante
aprì la porta alla signora Frank, una donna di
mezz’età sola che si riteneva ancora piacente, ma
soprattutto era alla ricerca di qualche giovanotto. Fin da ragazzo Sam
aveva sempre pensato che la signorina Frank fosse una specie di
Vampira, andava sempre in giro con uomini che potevano essere i suoi
figli, allora era veramente una bella donna. Ora sul suo viso si
vedevano i segni del tempo, le rughe, anche se contrastate da un trucco
pesante non erano assenti; anche il suo corpo era invecchiato: era
rimasto solo il riflesso della donna di qualche anno fa.
“Sam, dimmi la verità gli esami indicano qualcosa
di grave vero?”
“Signora Frank….”
“Chiamami Vera tesoro. Ci conosciamo da tanti anni per giunta
siamo anche vicini di casa” rispose facendo occhiolino.
“ Vera i suoi esami sono perfetti. Posso dire con assoluta
certezza che lei è la paziente più sana di tutta
la città”
Con la faccia delusa guardava il medico “ Ah! Sana!”
Sam pensò che avrebbe preferito avere qualcosa per poter
aver la scusa di tornare “ L’unica cosa che le
posso prescrivere è un po’ di vitamina C, sa per
evitare raffreddori. Jen le preparerà un flacone con delle
pastiglie per circa un mese poi può prenderle da Jack. Per
il resto ci vediamo il prossimo anno per i controlli di
routine”; sapeva che tra qualche settimana sarebbe tornata,
ma almeno avrebbe avuto un po’ di pace per un pò
di tempo.
La signora Frank si alzò un po’ indispettita
“ Grazie Dottore, arrivederci” e uscì
dallo studio sbattendo la porta.
Jen dopo qualche istante entrò avvisando che era
l’ultima per quel giorno che poteva tornare a casa.
Un’altra giornata era finita e di lei ancora nessuna notizia,
ma l’estate era appena iniziata e lui non perdeva la
speranza.
“Sam è pronta la cena” la voce di Alice
era sempre la stessa. La nonna aveva deciso di passare
l’estate con lui per due motivi: primo perché la
casa al mare era sua, secondo perchè adorava quel nipote; lo
sapeva innamorato di Julie da troppi anni, e invidiava la fiducia che
lui aveva nel suo ritorno.
L’amore eterno. Lei l’aveva trovato in Thomas, per
più di trent’ anni avevano vissuto insieme,
dividendo gioie e dolori, soprattutto quando la mamma di Sam era morta.
La malattia aveva portato via il loro fiore, ma almeno gli aveva
lasciato Sam, il piccolo aveva solo sei anni e si è
dimostrato molto forte, non aveva versato una lacrima. Per fortuna
è stato lui ad essere la roccia per la famiglia soprattutto
per il padre.
Erano tutti pronti alla fine dopo l‘ultimo attacco della
malattia, ma in fin dei conti nessuno loro aveva ammesso di voler
smettere di lottare per la sua vita. Phill per anni aveva rimpianto la
facilità con cui si era arreso alla volontà di
Iris di non lottare piu; la donna era convinta che la malattia era
stata fin troppo buona con lei , gli aveva lasciato il tempo di mettere
al mondo il suo Sam per poi riprendere il suo corso e portarla via.
Ora a distanza di anni sapeva che Phill la piangeva ancora nonostante
il secondo matrimonio; Sam gli ricordava troppo il viso di Iris, aveva
i suoi occhi scuri e i capelli neri come la notte e aveva purtroppo il
suo stesso sorriso. Alice ogni volta che lo vedeva sorridere sentiva
sempre quella fitta al cuore: il dolore del ricordo del sorriso della
sua unica e amatissima figlia e la felicità per aver almeno
lui che la ricordava ogni giorno; quel sorriso era da alcuni anni raro
ma sempre troppo bello. Quando gli aveva comunicato che dopo la
Laurea voleva stabilirsi a New Heaven aveva deciso
di traslocare con lui, anche se non gli aveva ancora detto che non
sarebbe tornata in città, sapeva che avrebbero litigato ma
lui non poteva negarle il diritto di stare lì: Iris aveva
chiesto di essere sepolta nel locale cimitero, Thomas aveva voluto
essere sepolto vicino alla figlia e lei adesso non sapeva dove andare
ora che l‘unica ragione che la legava a New York era qui.
“Vieni giù” ripeté
“ ti devo venire a prendere monello, come quando eri bambino
e non volevi cenare?”
“Arrivo Nonna, mi stavo solo vestendo”
“ Sai che ti ho visto molte volte nudo?” disse
sorridendo al nipote, ed era vero si era sempre presa cura di lui anche
quando tornava dalle feste dell’università
talmente ubriaco da doverlo svestire per metterlo a letto e tenergli la
testa mentre vomitava la mattina dopo.
“Lo so, ma credo di aver raggiunto
un’età in cui mi posso permettere di vestirmi da
solo, ti voglio bene ma ora mi vergogno di farti vedere il mio corpo
statuario” Entrambi si misero a ridere.”. a
proposito del mio fascino la tua cara amica Vera si è di
nuovo presentata in studio, l’ho dovuta mettere
alla porta con una scatola di vitamina c. Sta diventato
pesante, ti rendi conto che ha messo il vestito a fiori
trasparente?”
“Il vestito da conquista, sta giocando pesante.”.
disse facendo l’occhiolino al nipote “Ho provato a
dirle di lasciarti stare ma non c’è verso, lo sai
che i bei ragazzi sono la sua ossessione. Ha sempre avuto il terrore di
invecchiare, anche se il tempo che passa è sempre stato
più forte della sua volontà di restare uguale.
Per lei è sempre stato difficile accettare che nessuno
l’avesse mai voluto sposarla anche se l’ abbiamo
sempre considerata bellissima ” mentre gli serviva la cena a
tavola disse come se non volesse dare peso alla cosa che stava per dire
“Oggi ho visto Marta al supermercato” e poi lo
guardò. Per un instante smise di mangiare ma non
alzò gli occhi.
“ Mi ha detto che Julie sta bene, si è sposata e
ora insegna letteratura” ecco l’aveva detto ora
aspettava la crisi anche se mancava la ciliegina sulla torta.
Sembrava che Sam avesse assorbito bene il colpo, per lei era doloroso
dargli quelle notizie ma era l’unico modo di farlo tornare a
vivere. “ E’ incinta e ha deciso di venire qualche
settimana, prima che non abbia più la
possibilità di muoversi ”.
Chissà dove aveva lasciato la bottiglia di whiskey,
l’ultima l’aveva presa la scorsa estate e forse era
ancora nel ripostiglio, questa sera l’avrebbe lasciata sul
tavolo. Sam aveva sempre sperato che lei potesse tornare da lui, ora la
sua speranza era finita.
L’amore eterno che eterno non lo era piu.
“ Sono contento per lei” lo disse con una voce
triste la voce di chi aveva perso un’altra volta la sua
donna.”. L’arrosto è
fantastico”; Alice sapeva che in realtà lui non
sapeva nemmeno che sapore avesse.
“ Sam mi dispiace”
“ Tranquilla, doveva succedere prima o poi”.
Dopo cena disse che avrebbe portato il vecchio Tim a spasso e usci.
Alice lavò i piatti e prima di andare a letto mise la
bottiglia con un bicchiere sul tavolo, forse finalmente le avrebbe
detto addio.
Ecco a voi il secondo capitolo. Aspetto sempre le vostre recensioni.
Ringrazio tutti quelli che hanno letto il primo capitolo.
Stefy
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Capitolo 3 *** cap3 ***
Sposata. Incinta. Felice. Erano le tre parole che continuavano a
ronzare nella sua testa e poi il suo viso, Julie.
“Perché? Perché ti ho lasciato andare?
Perché?” continuava a ripetersi.
Il fatto che fosse incinta era bello ma che non fosse suo figlio era
terribile, era la cosa peggiore. Questa cosa lo distruggeva, forse la
nonna aveva ragione doveva dire addio a questo amore impossibile. Ormai
lei non era più sua e non lo sarebbe mai stata.Mai
più. Era un dolore fisico come quando sua madre era morta.
“Tim dove vai? Torna qui!” il vecchio pastore stava
correndo incontro a qualcuno che camminava sulla spiaggia, doveva
fermarlo prima che combinasse qualche danno. Il vecchio Tim ogni tanto
dava di matto e si stava preparando una scusa.
“Tim? Vecchio pazzo sei tu!” quella voce. Non era
possibile, quella voce. Era lei. I pensieri di Sam iniziarono a correre
e senza accorgersene correva anche lui. Come un tempo.
“Julie?”
La donna alzò il viso e smise di accarezzare il cane per
guardarlo “ Sam? Sei tu?”. Non riuscì a
dire una parola ma disse di sì con la testa e lei lo
abbracciò. Lui non sapeva cosa fare: abbracciarla era
l’unica cosa che ebbe la forza di fare.
“Ehi fai piano non mi soffocare!”
“Scusami Julie” disse lui guardandola intensamente.
“Stai bene, mia madre mi ha detto che sei il nuovo medico del
paese. Pensavo di venirti a trovare allo studio al più tardi
dopodomani. Volevo vederti al tavolo del vecchio dottor Wilson. Sono
contenta, hai realizzato il tuo sogno. Sai mia madre ha trovato tua
nonna al supermercato stamattina che ovviamente ha spifferato tutto a
mia madre sul fatto che ora il Medico sei tu! Raccontami: dove la
signora Sthen?” si guardò intorno cercando
un’altra persona.
“ Non sono sposato e non ho nessuna storia. No, non sono gay
se la tua seconda domanda è questa” disse ridendo
sapendo che avrebbe fatto la domanda in questione visto che la
conosceva talmente bene da sapere esattamente cosa avrebbe detto.
“Non ho ancora trovato nessuna che mi abbia
coinvolto” come hai fatto tu ma le ultime parole le disse tra
sé per non spaventarla, temeva che sparisse come si era
materializzata. “Tu invece? mia nonna mi ha detto che sei
incinta.”. Avrebbe voluto allungare la mano sulla sua pancia
per sentire l’essere che cresceva in lei. In quel momento
l’invidia e la gelosia per l’uomo che le stava
accanto erano al culmine.
Sorrise “ Si, io e Junior siamo felicissimi, era il nostro
sogno. Infatti volevo passare da te proprio per questo, ti va di dare
un ‘occhiata alla mia cartella. Secondo la mia ginecologa va
tutto bene ma se lo dici tu sento più tranquilla. Non mi hai
mai detto una bugia.”
“Certo se vuoi possiamo anche fare una ecografia cosi posso
dire di aver avuto un paziente che non si lamenta e che non prova a
sedurmi ” risero insieme, come un tempo.
“ Allora a domani vado perché ho troppo sonno la
gravidanza mi stanca.”. lo abbracciò di nuovo e se
ne andò. Era un apparizione, un sogno. Eppure era lei. Il
suo profumo e il suo sorriso erano gli stessi. Come un tempo.
Domani l’avrebbe rivista e chissà se avrebbe avuto
il coraggio di parlarle, di dirle che l’amava ancora che ci
sarebbe sempre stato per lei. Come un tempo.
“Buongiorno! Gia sveglio?”
“Non sono andato a dormire.”
“Perché?”
“Ho trovato Julie sulla spiaggia ieri notte e quando sono
tornato a casa mi sono messo a guardare delle vecchie foto, e solo ora
che sei scesa mi sono accorto che è gia giorno. Devo andare
a prepararmi altrimenti faccio tardi e ho un sacco di appuntamenti.
Oggi pomeriggio mi vedo con Liam, mi fa vedere la casa vicino al faro,
quindi non aspettarmi per pranzo.”.
“Come stai?” Alice vide il viso tirato del nipote,
l’incontro l’aveva distrutto e guardare le vecchie
foto non lo aveva aiutato. Cosa avrebbe potuto fare? “
perché non rimani a casa cosi dormi un po tanto Jen
è capace a mandare avanti lo studio per un giorno, se ci
saranno delle emergenze ti chiamerà. Per la casa non ti devi
preoccupare non devi andare via. Non avere fretta.”
“Nonna, quando mi avresti detto di non voler tornare a New
York? Ho capito che tu hai deciso di restare ed è per questo
che devo cercare qualcosa altrimenti tutti penseranno che sono un uomo
viziato e nessuna donna mi vorrà mai. Nonna ti voglio bene
ma devo andare”
“Quando dovrebbe passare?” lo guardò
dritto negli occhi sapeva che quel senso del dovere aveva una
ragione.
“In giornata anche se non sono sicuro. Mi ha chiesto di dare
un occhiata a degli esami. Ha detto che si fida del mio
parere.”restò in silenzio qualche instante
“ è ancora bellissima, la pancia si vede appena.
Ci credi che ha riconosciuto il vecchio Tim, eppure era un
po’ più grande di un cucciolo, la cosa incredibile
e che lui l’abbia riconosciuta!” Alice era triste,
lui forse covava ancora delle speranze.
“E’ sposata e incinta. Perché non metti
una pietra sopra e non ci pensi piu.” Doveva convincerlo a
lasciar perdere, Marta gli aveva detto che il bambino era arrivato dopo
tanti tentativi e aveva fatto capire che Sam doveva stare lontano da
lei. Alice aveva provato a spiegare che non era semplice, in tutti
questi anni si erano sentite spesso e aveva sempre sorvolato sul fatto
che lui non l’aveva dimenticata anche se era sottointeso che
lui la pensava ancora.
“Non posso, non ci riesco. Lo so, hai ragione dovrei farlo ma
ieri lei era sola. Comunque stai tranquilla non ho intenzione di
sedurre una donna sposata e incinta. Non sono un cattivo ragazzo.
Voglio solo fare il bravo medico e dare un consiglio spassionato. Sono
o non sono un bravo ragazzo?” restò in silenzio
per qualche instante guardando il viso perplesso della nonna
“ Stai tranquilla non farò nulla di cui mi
potrò pentire. Ti ho mai deluso?”
“No, non l’hai mai fatto ma… Sam
è Julie non ti voglio depresso come quando siamo tornati qui
quell’estate. Non potrei sopportare di vederti soffrire, di
nuovo. Ho sempre sperato che tu trovassi qualcuno che ti potessi farla
dimenticare. C’è stato un momento un cui ero
convita che Darla era la persona giusta per te. Perché non
la chiami? Potrebbe venire questo weekend… che ne
pensi?”
Sam salì le scale
“Pensa Sam tu e Darla alla casa vicino al faro. Sarebbe
bello. Pensa Sam.” Sapeva che non l’avrebbe fatto
ma doveva provarci.
Era preoccupata, da qualche giorno non sentiva più il
bambino muoversi come prima. Era tornata a New Heaven per Sam. Si
fidava di lui come medico e come amico, le avrebbe detto la
verità, l’aveva sempre fatto. Ieri sera
era sicura di trovarlo sulla spiaggia, era il loro appuntamento: tutte
le sere dopo cena portavano i cani a spasso e così loro
due stavano insieme: l‘ultimo bacio prima delle
lunghe ore della notte lontani l‘una dall‘altro.
Quei ricordi erano dolci e semplici. Il telefono accanto al letto
squillò interrompendo fluire dei ricordi.
“Pronto?”
“Ciao Amore, sono io. Come stai?”
“Ciao Junior. Sto bene. Quando arrivi? Ieri ho trovato Sam e
gli ho chiesto di dare un’occhiata ai miei esami e oggi vado
da lui, mi ha promesso un ecografia. Dice di voler dire di aver un
paziente sano e giovane!” rise mentre lo diceva pensando a
come Sam ieri la guardava. Per un instante pensò che negli
occhi di Sam aveva letto la gelosia verso Junior. Sam era ancora un
libro aperto per lei nonostante gli anni.
“Sono qui sotto pigrona. Scendi che andiamo a fare colazione
e poi andiamo insieme da Sam.”
Lei avrebbe voluto correre ma camminò piano non voleva
rischiare. Inoltre alla fine delle scale lo avrebbe trovato. Il suo
porto sicuro. La scorsa primavera era convinta di averlo perso, in quel
periodo non riusciva a restare incinta e si rifiutavano di fare esami
per accertare di chi era la colpa e nessuno dei due voleva andare
incontro a delle responsabilità; si erano allontanati a tal
punto che lei aveva capito che si vedeva con una donna, un
amante. Ormai la separazione era inevitabile quando lei
scoprì di essere incinta. Nel giro di poche settimane erano
di nuovo innamorati, nuovamente persi l’uno
dell’altra. Come quando si erano conosciuti all’
università, e lui studiava legge e lei letteratura.
“Andiamo alla tavola calda o vuoi mangiare qualcosa qui e poi
andare da Sam.”
“Mangiamo qualcosa qui non ho voglia di andare alla tavola
calda. E poi da Sam.”
“Devo essere geloso?”
“Di chi?”
“Di Sam. Non era un tuo spasimante.”
“ Devi stare tranquillo Junior, Julie non vede Sam da piu di
dieci anni pensa che non è nemmeno venuto al vostro
matrimonio anche se era stato invitato.” Julie
guardò la madre per un instante non sapeva che Sam fosse
stato invitato, pensava che avessero invitato solo Alice. “
Dovete solo pensare alla piccola creatura che cresce nella pancia della
mia bambina” rispose Marta preparando la colazione a Julie
“Tranquillo Junior. Era uno spasimante ora è solo
un amico fidato.”
“ Più che un amico lo definirei un conoscente o un
vecchio amico ma nulla di più.” Aggiunse Marta
rassicurando il genero come se fosse necessario.Sorrise a entrambi
mentre Julie usciva dalla porta con il piatto in mano e Junior
rispondeva al telefono.
Julie mangiò sul portico guardando il mare,
l’odore della salsedine era buono e pieno di ricordi. Sam era
uno di questi. Si preparò e mano nella mano con Junior
uscì. Felice di essere nel posto più bello in
assoluto con l’uomo più bello in assoluto nel
momento più bello in assoluto della sua vita. Si sentiva la
persona più fortunata in assoluto.
“Jen oggi dovrebbe passare una signora di nome Julie Carter,
quando arriva falla entrare subito senza farla aspettare.”
“Ok Doc”
“Grazie Jen”
Ora doveva solo aspettare. La cosa peggiore, eppure aveva aspettato 13
anni per rivederla qualche ora dovevano essere poche in confronto, ma
il profumo, il suo profumo era troppo buono e creava dipendenza.
Sorrideva mentre ricordava l’unica volta che aveva dormito
nella sua cameretta nel suo piccolissimo letto insieme con lei stretti
in un abbraccio, e Jen entrò proprio in quel momento a
disturbarlo per annunciare un paziente. Lo guardò per un
instante preoccupata non lo vedeva così entusiasta da quando
lo conosceva e lavorava nello studio medico di quella città
dimenticata dal mondo.
“E’ il vecchio Jimmy, si lamenta del suo
reumatismo. Lo faccio entrare? Ha chiamato Rose: il piccolo Phillip ha
la febbre e ha chiesto se puoi passare oggi pomeriggio?”
“Chiamala e dille che a pranzo passerò a dare
un’occhiata alla peste, chiama Liam e digli che
farò da solo e di lasciare le chiavi nel portico. Lui
capirà.”.
“Ok Doc”
“ Prepara la stanza per le ecografie“.
“Ok doc” Jen iniziò a pensare che Sam
oggi fosse proprio strano, ma non si preoccupò, il vecchio
Wilson era ancora più strano. D’altronde come
poteva un medico cosi giovane e bravo voler esercitare in quel
maledetto posto. Sorrise e fece entrare il vecchio Jimmy.
Grazie a chi a letto fino ad ora. Un grazie in particolare a DolceMony
che ha recensito.
Stefy
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Capitolo 4 *** cap 4 ***
“ Doc
è arrivata la signora Carter, la faccio entrare?”
Sam sentì un brivido, si era deciso a dirle tutto mentre le
faceva l’ecografia, non le avrebbe nascosto i sentimenti che
aveva coltivato in tutti questi anni: era felice di vederla,
l’unico suo timore era quello di spaventarla raccontandole
tutto; tuttavia sapeva che era una donna forte e si sarebbe ripresa.
Soprattutto avrebbe capito e tutto sarebbe tornato come prima, almeno
lo sperava, anche se per lui il prima era prima del marito.
L‘idea che tutto potesse tornare alla normalità lo
rendeva felice e sereno.
“ Falla entrare Jen”.
Julie entrò nella stanza portando il suo profumo, la sua
presenza nella stanza era come il sole dopo un lungo inverno: caldo e
luminoso. Sam sorrideva come ebete a quella visione miracolosa
“Ciao Sam, ti presento mio marito Lionel Malloy
Junior” il sorriso sul viso di Sam rimase congelato, il
marito, giusto, si era dimenticato di quel particolare, il suo piano
era andato in frantumi. Niente confessioni. Almeno non oggi, voleva
piangere.
“ Piacere Samuel Sthen ma mi puoi chiamare Sam”
rispose stringendo la mano all’uomo che lui riteneva il
più fortunato della Terra.
Si sedettero e Julie gli allungò una cartellina con gli
esami che aveva fatto, Sam li guardò attentamente“
Non mi sembra che ci siano grossi problemi, sei anemica ma è
una cosa abbastanza normale nella tua situazione” vedere
quelle immagini del bambino che cresceva in lei gli facevano molto
male. “ quindi dimmi subito cosa ti preoccupa”
mettendo la cartellina sul tavolo e guardandola negli occhi.
“ Mi conosci troppo bene” gli sorrise
“ Dice che da qualche giorno non sente piu il bambino
muoversi come prima, ho provato a dirgli che magari non si rende conto
dei movimenti, ma è convinta che ci sia qualcosa di
sbagliato. Pensa, ha voluto venire qui da te a tutti i costi. Crede che
siamo tutti pronti a nasconderle chissà quale
verità scomoda” disse Junior accarezzandole i
cappelli come si fa a una bambina per rassicurala. Si,
quell’uomo era fortunato. Ma lei era tornata per lui, certo
la ragione non era quella nella quale lui sperava ma vuol dire che
l’aveva pensato in questi anni.
“ Allora togliamoci il dubbio, andiamo di la a vedere la
peste.” disse indicando la stanza accanto allo studio,
“ Ecco mettiti nel lettino e cosi proviamo a vedere questo
monello. Sapete gia se è una maschietto? O una
femminuccia?”
“Non ancora, ma tu riesci a vedere?” gli occhi di
junior si erano illuminati a quella possibilità,
Sam guardò per un attimo Julie, lei sapeva cosa stava
aspettando quindi c’erano due
possibilità: o non le interessava o aveva mentito a Junior.
“ La nostra dottoressa è un po’ strana
ed è contraria a molti esami e così facciamo
giusto le ecografie necessarie e dall’ultima non si vedeva un
granché” disse Junior con un tono poco soddisfatto
“ forse dipendeva dall’apparecchiatura. Ma tu
conosci Julie, si è convinta che quella è
brava” Quindi aveva detto una bugia a Junior,
l’idea gli piaceva più del lecito. La
guardò di nuovo e i suoi occhi non le chiedevano di mentire.
“ Posso provarci se volete”, la guardò
di nuovo anche questa volta silenzio quindi si decise a dire quello che
vedeva. “Nonostante siamo in un paesino sperduto le nostre
apparecchiature sono ultramoderne, i miei pazienti spesso non possono
andare lontano per fare degli accertamenti. Vediamo un
po’…. sta bene” anche se il cuoricino
non era fortissimo anzi era un po’ debole “ il
cuore è un po’ debole, ma per me non è
niente di grave. State tranquilli il signorino sta benone. Magari
è un piccolo soffio ma non credo sia pericoloso”
“Il signorino? È un maschio?”.
“Ebbene si Lionel”.
“Chiamami pure Junior. Hai sentito amore un maschietto, come
volevamo. E’ fantastico. Devo chiamare subito mia
mamma” diede un bacio sulle labbra a Julie e uscì
già con il cellulare in mano.
“Per il cuore?” la sua voce era inquieta
“Una mia ex compagna di università
è la figlia del Dottor Francis, è un cardiologo
specializzato in neonatologia. La chiamo oggi pomeriggio e prenoto una
visita per dopodomani. Il loro centro è a qualche ora da qua
se volete vi posso accompagnare.”
“Grazie Sam sapevo che mi avresti aiutato. La dottoressa Ian
a Boston non dava importanza al fatto che il cuore è un
po’ debole ma io ho paura. Se perdo lui”, lo disse
appoggiando la mano sul ventre, “perderò anche
Junior. E non posso perdere entrambi”.
“Stai tranquilla Tricky”, il nomignolo è
uscito spontaneamente, “non succederà nulla di
grave“.
Lei sorrise. “Nessuno mi chiama più Tricky,
nemmeno mia mamma.”
“Ti chiamo entro stasera per dirti
dell’appuntamento con il dottor Francis”. Si
alzò dal lettino e prima di rivestirsi lo
abbracciò.
Grazie Sam.
Dopo essersi rivestita disse ciao e uscì dalla stanza mentre
Sam era pietrificato.
La nausea lo stava devastando: la gelosia lo stava mangiando da dentro
e il dolore causato dalla consapevolezza dell’amore che lei
provava per lui era troppo forte per poterla contrastare. Si
abbandonò sulla poltrona mentre Jen entrava: “Rose
ha chiamato di nuovo a quanto pare anche Pheobe ha la febbre. Quindi
sarà meglio passare al più presto
perché quella donna sta uscendo fuori di melone.”
“Jen devo fare una telefonata e poi vado da Rose, ci sono
molti pazienti il sala d’attesa?”
“Solo Jack dell’emporio, vorrebbe sapere se ci sono
delle cose nuove da ordinare, se vuoi me la vedo io con lui?”
“Grazie.”
“Prego.”
“Buongiorno Studio medico Francis e Francis come posso
aiutarla?”
“Buongiorno sono il dottor Sthen vorrei parlare con la
dottoressa Francis”.
“Un attimo”.
La musica di sottofondo inziò a irritarlo.
“Pronto?”
“Darla? Sono io Sam Sthen”
“Sam sono contenta di sentirti, come stai? Da quanto
tempo”
“Bene tu?”
“Bene anche se lavoro come una pazza, e il tuo studio di
campagna?”
Sam e Darla avevano avuto una storia durata quasi un anno, tra molti
bassi e pochi alti.
“Non sto in campagna ma al mare.Ti chiamo perché
devo chiederti un favore”
“Certo spara”.
“Ho una paziente che ha bisogno che tuo padre gli dia
un’occhiata, è incinta è il cuore del
bambino mi sembra abbia qualche problemino e volevo un
consulto”.
“Certo. Quando può venire?”
“Dopodomani?”
“Perfetto farò in modo che mio padre gli dia
un’occhiata. Se possibile dille di venire al mattino prima
che arrivino le pazienti nel pomeriggio. Come si chiama?”
“Carter, Julie Carter. Poi volevo chiederti
un’altra cosa”.
“Dimmi Sam, e per favore non dirmi che il figlio è
tuo e dobbiamo tenere il segreto altrimenti il marito ti uccide.Sapevo
che in paesino come quello avresti combinato qualche danno”.
Fece la sua solita risata argentina
“No, no per carità. Volevo chiederti se volevi
venire il prossimo weekend qui,a New Heaven. Mia nonna mi ha chiesto di
te e ho sentito un po’ di nostalgia dei bei tempi”
“Non so….”
“Se hai altri impegni non mi offendo”.
“No, non è quello, anch’io ho voglia di
vederti, anzi avevo intenzione di chiamarti ma devo andare ad un
convegno e non posso mancare, facciamo il prossimo, ok? Mi
manchi.” Le ultime parole erano state dette con amore come se
non si fossero mai lasciati, come se non fossero passati mesi dalla
loro ultima conversazione
“Ok Darla. Ti mando un abbraccio”.
“E io ti mando un bacio”.
“Mamma è un maschio”
“Sei contenta Julie?”
“Si” ma come dirle che questo lo sapeva gia troppi
segreti doveva tenere per sé, per fortuna Sam aveva capito
tutto e non l‘aveva smacherata, “ anche Sam
è preoccupato per il cuore del bambino cosi mi vuole mandare
da uno specialista. Dovrebbe chiamarmi più tardi per dirmi
quando devo andare.”
“Non potrò accompagnarti cara ho un appuntamento
di lavoro a Boston e parto stasera”
“Stai tranquillo Junior, mi accompagni tu mamma?
“No, non posso stasera parto e vado anch’io a
Boston devo risolvere delle questioni importanti. Dovrai restare sola
per qualche giorno. Mi dispiace, se solo avessi saputo avrei annullato
una serie di appuntamenti”
“Chiederò a Sam di accompagnarmi tanto si gia
offerto.”
“Julie credo che non sia una buona idea,” disse
Marta “anzi sono convinta che devi stargli lontana il
più possibile. Non credo che ti abbia
dimenticato.” L’ultima parte la disse a bassa voce
per non farsi sentire da Junior.
Julie sorrise “Meglio cosi sarà disposto a tutto
per proteggermi e riportami a casa viva. E poi perché non
sfruttare questa sua debolezza a mio vantaggio.”
l’idea le era venuta qualche settimana fa leggendo una
vecchia lettera di Sam, ovviamente era meglio non dire a sua madre del
perché voleva approfittare dell’amore che lui
provava per lei. Era chiaro che lui l’amava ancora e dopo
oggi pomeriggio questo l‘era molto chiaro.
“In poche parole lo stai usando.”
“Si, mamma lo sto usando” rispose sorridendo
“ma mi perdonerà quando capirà che lo
sto facendo a fin di bene. Il bambino è molto più
importante di qualunque altra cosa anche dei sentimenti di
Sam.”
“In questo caso fai come ti pare ma ricordati che chi gioca
con il fuoco rimane bruciato.”
“Si mamma.”
Andò in camera aveva bisogno di un bagno:
l’incontro con Sam l’aveva sorpresa, non credeva di
provare ancora qualcosa per il suo amore giovanile e aveva bisogno di
un po’ di solitudine. Doveva pensare a come risolvere
quest’impasse: aveva deciso che sarebbe stato lui aiutarla a
risolvere il problema che aveva il bambino, non voleva nessun altro se
non lui. Adesso doveva solo convincerlo: ma dopo la visita di oggi
aveva capito che avrebbe potuto fargli fare tutto ciò che
voleva quindi il problema era risolto. I suoi occhi erano ancora pieni
di amore . Chissà se aveva comprato la casa vicino al faro;
si ricordò che mentre prendevano fiato tra un bacio e
l’altro nei loro incontri serali alla spiaggia lui le parlava
dei suoi sogni: lui e lei , la casa e i bambini. Una vita semplice e
dolce. Non aveva mai avuto il coraggio di dirgli che lei voleva ben
altro che vivere a New Heaven sfornando marmocchi. Era stato anche
questo il motivo per il quale non aveva mai risposto ad una sua lettera
e aveva deciso di non tornare mai più per le vacanze estive.
Adesso invece quel futuro che lui voleva per loro era talmente bello,
ma al suo posto lei vedeva Junior e non Sam. E il piccolo essere nella
sua pancia era la prova che i suoi desideri si stavano avverando.
Si accarezzò il ventre e di mise nella vasca piena di acqua
e bolle.
“Amore ha chiamato Sam l’appuntamento è
per dopodomani mattina. Ho chiesto anche di accompagnarti come amico e
lui ha accettato, passerà alle nove a prenderti. Lo sai che
ogni giorno che passa sei piu bella?”
“Certo. Perché non vieni dentro anche tu? Mia
madre sta uscendo a fare la spesa e possiamo stare un po soli che ne
dici?” Disse con un sorriso malizioso.
“E perché no” rispose Junior mentre si
spogliava.
Ecco un altro capitolo: ho gia finito di scrivere tutta la storia
quindi credo di postarla una volta alla settimana a meno che non ci
siano imprevvisti.
Un grazie speciale e Piccola Stella Senza Cielo e Dolce Mony per aver
commentato il capitolo precedente e spero che vi piaccia anche questo.
Stefy
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Capitolo 5 *** cap 5 ***
La
casa vicino al faro era messa male. Il piano terra era da rifare quasi
completamente e il secondo piano era da rifare e basta, ma i soldi non
erano un problema. Doveva costruire un garage e una rimessa per le
barche. Prese il telefono e lasciò un messaggio in
segreteria:
“Liam sono
io. Prendo la casa vicino al faro. Chiama Peter e chiedigli di fare un
progetto per ristrutturare il piano terra e rifare il secondo piano.
Deve prevedere anche un garage e una rimessa. Per il contratto
d’acquisto passo domani mattina nel tuo ufficio prepara le
carte. Ciao”
Era fatta. Lei era
tornata e la casa era sua. Certo le cose non erano come le avrebbe
volute lui. Lei era incinta ma non era suo il figlio ed era sposata
felicemente con un altro uomo. Ma lei era tornata a New Heaven per lui.
Questo lo rendeva felice.Molto felice. Dopodomani avrebbe passato
l’intera giornata con lei, e una volta soli e avrebbe sondato
se era effettivamente felice. Se avesse capito che lei aveva anche solo
qualche dubbio avrebbe aspettato se invece era veramente innamorata si
sarebbe arreso e avrebbe ripreso la storia con Darla.
Darla.
Forse non era la donna
della sua vita ma avrebbe apprezzato vivere in questa casa e
chissà magari avrebbero avuto anche un paio di bambini.
Darla non era Julie ma
poteva aiutarlo a dimenticare Julie.
Il telefono
squillò nella sua tasca; guardò il display e vide
il numero di Liam.
“Dimmi
amico”
“Il
contratto è pronto e il progetto anche. Peter
l’aveva gia preparato qualche mese fa quando sei tornato.
Passa in ufficio adesso cosi mi dici perché oggi e non ieri.
Soprattutto dimmi come è stato rivedere Julie”.
“Mi conosci
bene vero?” Risero entrambi a
quell’ovvietà. “Come fai a sapere che
l’ho rivista?”
“Certo
amico, le voci corrono. Il paese è piccolo e mi hanno
riferito che lei oggi è passata in studio con il
marito”
“Devo prima
passare da tua moglie: i gemelli hanno la febbre e lei ha tartassato
Jen tutta la mattina”
“Lo so,
Philipp e Phoebe hanno qualche linea di febbre e lei va in paranoia: mi
chiedo cosa sarà di loro quando cresceranno e inizieranno ad
andare a scuola”, rise mentre immaginava la scena.
“Hai ragione
ma è una mamma alle prime armi e la devi capire.”
“La capisco,
credimi la capisco. Ma preferisco lavorare quando è
paranoica.”
“Perché
non passi a pranzo a casa tua. Io porto il pranzo così Rose
non mi fulmina e mentre mangiamo ti racconto tutto e visito i
gemelli.”
“Ok hai
vinto tu. Italiano, grazie”
“Come se a
New Heaven ci fosse molta scelta: ti tocca la cucina di Cindy e se oggi
è di buon umore ha preparato il polpettone.”
“Allora
speriamo nel polpettone”
“A
dopo”
“Ciao”
Era pronto ora doveva
solo andarla a prendere. Avrebbero fatto due ore di macchina soli e
avrebbero potuto parlare, questa volta non c’era il rischio
di trovarsi Junior nei dintorni e avrebbe potuto dirle tutto
ciò che si era tenuto dentro in tutti questi anni.
“Ciao
Julie”, disse uscendo dalla macchina davanti alla casa, lei
era seduta in veranda con la cartellina dell’altro giorno in
mano. Indossava un vestito a fiori rosa e i cappelli erano sciolti e
gli arrivavano sulla schiena, era un sogno. Il sogno piu bello che
potesse fare
“Ciao Sam,
sono pronta. Andiamo devo solo chiudere la porta. Fatto.”
Saliti in macchina
scese il silenzio. Sam voleva parlare ma era troppo preso dal suo
profumo dolce e sensuale, in alcuni momenti gli ricordava quello di sua
mamma, nessuna donna tra quelle che aveva conosciuto avevano quel
profumo. Aveva anche cercato in delle profumerie l’essenza
che sua madre usava e alcune volte l’aveva regalato alla
fidanzata di turno nella speranza che gli facesse lo stesso effetto, ma
non era mai la stessa cosa.
“A cosa
pensi Sam”
“Perché
me lo chiedi?”
“Ti conosco
e so che quando guardi cosi la strada è perché
stai pensando a qualcosa.”
“A noi
“
“Ah”
“Volevo dire
che pensavo a quelle estati passate insieme e mi chiedo
perché non hai risposto alle mie lettere.”
“Quali
lettere?”. Come poteva mentire a Sam, ma doveva non voleva
farlo soffrire ma non poteva dire che per lei lui era solo un amore
estivo e nient’altro. “Non ho mai ricevuto lettere
da parte tua, almeno non il secondo anno.”
“Ah, eppure
non hai cambiato indirizzo, oppure si”
“No, infatti
avevo pensato che avevi cambiato idea su di noi e che avevi
un’altra ragazza.”
Sam diede un pugno sul
volante. “Mai”
“Mai
cosa?” disse Julie un po spaventata.
“Non avrei
mai potuto liquidarti così, prima di uscire con
un’altra ragazza ho aspettato un anno intero, è
stato dopo l’estate quando tu non sei tornata la prima volta.
Ti ho sempre amato in modo disperato.”
Nel frattempo aveva
fermato la macchina e la stava guardando.
“Sam io non
credo che tu debba continuare perché non voglio sentire
quello che mi devi dire.”
“E se io
volessi continuare e dirti quello che ho passato in questi anni. Anni
di attese e speranze.”
“Non voglio
sapere. Sam sono sposata e innamorata di mio marito.”
“Che
però non ha trovato un po di tempo per accompagnarti a una
visita che per te è importante. Io non ti avrei lasciato
sola”
“Junior
è molto premuroso ma il suo lavoro lo impegna molto, non
poteva liberarsi.”
“Certo certo
il lavoro è più importante della salute del
proprio foglio.Ho capito”
“Sam mi
dispiace ma devi andare avanti. Io l’ho fatto non
è stato semplice ma bisogna andare avanti.”
“Ho
capito.”
La macchina riprese la
sua corsa. Il resto del viaggio lo passarono in silenzio, Julie qualche
volta mormorava un mi dispiace Sam ma lui non sentiva. Le sue ultime
parole rimbombavano nella sua testa: andare avanti. Ma come poteva
pensare alla sua vita senza di lei? Non poteva ma lei glielo stava
chiedendo quindi ci avrebbe provato.
“Siamo
arrivati. Vuoi che ti aspetti fuori?”
“Mi farebbe
piacere averti accanto”, sorrise “sei un amico di
cui mi posso fidare. Mi chiedo però se te la
senti?”
“Ti ho fatto
una domanda vuoi che entri o che ti aspetti?”
“Voglio che
tu venga con me.” in quel momento Julie aveva bisogno di lui
e dell’amore che lui provava ancora per lei e il viaggio in
macchina e la discussione avuta prima erano le prove.
“Bene.
Andiamo”
Sam e Julie entrarono
nello studio di Darla e aspettarono qualche minuto.
“Buongiorno
Signora Carter…. Sam sei venuto anche tu? Non ci credo, che
bella sorpresa.”
“Julie ti
presento Darla, Darla questa è Julie.”
Julie
osservò come Darla guardava Sam, i suoi occhi avevano fame
di lui e per un istante avrebbe voluto che lui fosse rimasto in
macchina, non gli piaceva quello sguardo. Forse tra loro
c’era stato qualcosa eppure in macchina lui non aveva parlato
di grandi amori, anzi tutto il contrario.
“Piacere”
disse Julie alzandosi dalla sedia
Darla
l’abbracciò: “allora sei tu
Julie”, ancora una volta lo sguardo di Darla non gli fece
piacere, dunque sapeva della loro storia ma si chiedeva quanto sapeva,
di certo a Darla non faceva piacere vederla lì con lui.
“Andiamo di
la c’è mio padre che ti aspetta. Tu aspettami qui
Sam così prendiamo un caffè insieme mentre mio
padre la visita.”
“No, voglio
che Sam sia presente alla visita.”
Un perché
è comparso sul viso di Darla
“Gli ho
fatto una promessa, ha paura di quello che Bob potrebbe dirle e visto
che Junior non c’è si fida di me.”
“Certo il
cavaliere delle cause perse quando smetterai di salvare le
donzelle.” Disse darla ridendo
“Dunque
signora Carter ora quello che le dirò non è
piacevole anzi mi chiedo perché la sua ginecologa non abbia
subito proposto l’aborto terapeutico”, il medico si
girò verso Sam mentre diceva quelle parole”
, il cuore del suo bambino ha un grave malformazione,
sinceramente non so se può essere operabile e comunque se
volessimo operare, e ripeto se, dovremmo attendere alla nascita. Non le
nascondo che il tempo che dovrà intercorrere tra il suo
parto e l’intervento è molto breve e non so se il
bambino vivrebbe abbastanza per poterlo operare.”
“Sei certo
Bob”
“Si Sam,
purtroppo si, l’ecografia ha sciolto tutti i miei
dubbi”
“Sam
è svenuta aiutami a rialzarla” disse Darla con
Julie tra le braccia
“Vuoi
chiamare Junior?”
In macchina lei non
parlava non diceva una parola
“L’ho
gia chiamato.”
“Quando
verrà”
“Non lo so
ho parlato con la segretaria non era in ufficio”
“Hai provato
sul cellulare”
“È
spento”
“Tu sapevi
gia della malformazione, vero?”
“Sì.”
“Vuoi
parlare”
“No
“Vuoi che ti
porti a casa?”
“No”
“Va bene ti
porto da mia nonna almeno non sarai sola.”
Dopo che ebbero
parlato con Bob e lei si riavuta dallo svenimento non aveva parlato
tanto anzi si era sorpreso a sapere che lei aveva fatto delle
telefonate.
“Hai
chiamato anche tua madre”
“Spento”
“Nonna sono
io Sam, puoi venire giù”
Arrivo disse scendendo
le scale quando la vide in cucina voleva gridare di andare via di
lasciarlo stare di non farlo soffrire. “Julie cosa ci fai
qua”, la domanda era più per la Sam che per la
donna.
“Nonna non
farle domande la giornata è gia stata abbastanza difficile
senza che ti ci metta anche tu.”
“Se non mi
vuole qua posso andare a casa”, disse julie i suoi occhi
erano rossi e stava per piangere . “Ho solo bisogno del
bagno. È sempre al solito posto” chiese Sam le
fece segno di sì e si diresse verso la porta sotto la scala.
“Si vai
pure”
“Cosa
è successo Sam mi hai detto che non avresti fatto nulla di
avventato.”
“Bob non gli
ha dato buone notizie: Marta e Junior sono fuori città e non
la posso lasciare sola. Queste sono pastiglie di calmanti che lei
può prendere prova a vedere se mangia qualcosa e falle
prendere queste.”
“Ma
è incinta non le farà male” disse la
nonna guardando le pastiglie erano le stesse che prendeva Iris
nell’ ultimo periodo. Sapeva che erano dei calmanti molto
forti
“La
situazione non può certo peggiorare se prende le pastiglie.
Comunque è stato Bob a prescriverle. Hai il numero di Marta?
Se si chiamala ogni cinque minuti fino a quando non ti risponde e falla
venire qua con urgenza e dille di trovare Junior devono prendere una
decisione insieme. Se non lo troviamo mi toccherà andare a
Boston a cercarlo.”
“Oh ma
è cosi grave?”
“Si”
,e lui non poteva prenderla in braccio e cullarla e dirle che sarebbe
andato tutto bene che lui avrebbe fatto di tutto per salvare il suo
bambino
“Tu puoi
fare qualcosa per aiutarla?”
“Proverò
a chiamare Finley forse lui potrebbe….ma non sono
certo.”
“Mi
dispiace”
“Non
lasciarla sola neanche un minuto. Ti prego nonna ti prego.”
“Tranquillo
non la lascierò sola. Tu dove vai?”
“Nello
studio devo trovare il numero di Finley e voglio rivedere gli esami di
Julie.
Ci vediamo dopo
chiamami per qualunque cosa.”
Ecco
a voi un altro capitolo, spero che stavolta il sito accetti
l’html. Grazie a tutti quelli che hanno letto lo scorso
capitolo.
Stefy
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