Il tempo è un cerchio - il destino circolare di Chibiusa

di Marge
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Act. 1 ***
Capitolo 2: *** Act. 2 ***
Capitolo 3: *** Act. 3 ***
Capitolo 4: *** Act. 4 ***
Capitolo 5: *** Act. 5 ***



Capitolo 1
*** Act. 1 ***


Act. 1

Nonostante mia madre sia sempre stata ben fornita, il mio seno è sempre rimasto minuto, come quando avevo dodici anni. Mi osservo, sdraiata a pancia in su, nel pallido bagliore lunare che proviene dalla finestra aperta: il seno, minuscolo promontorio allargato dal suo stesso peso, la linea dello sterno fino all’ombelico, le mie anche prominenti, in quel bianco totale che è la mia pelle, quasi più della Luna in cielo. C’è di buono, però, che ormai sono quasi più alta di mia madre e ho capelli più folti e mossi, che mi incorniciano l’esile figura da stambecco goffo e piatto.
Poco prima, ansimante su di me, lui ha amato ogni centimetro del mio corpo, senza risparmiarsi nulla; ha preteso di conoscere questo mio corpo come io lo conosco da quasi vent’anni, e quando pensavo che sarebbe, finalmente, entrato in me, mi ha invece baciata a lungo guardandomi negli occhi, poi si è addormentato al mio fianco, lasciandomi stupita, a chiedermi ancora una volta perché tutto deve essere così diverso, per me.
Ora, decido, sono io a voler conoscere il suo corpo, bene come il mio, e mi giro su un fianco: dorme ancora, lo bacio e si sveglia ma continua a tenere gli occhi chiusi mentre procedo ad esplorare ogni centimetro della sua pelle.

Helios è comparso all’improvviso, stagliato nel riquadro di notte incorniciato dalla mia finestre. Come sempre, mi stavo cambiando per la notte, e mi ha sorpresa in canottiera e mutande. Di scatto, ho afferrato la mia spilla, sul comodino, in cui è contenuto il mio frammento di Chibi Moon Compact. Ma al delicato suono della sua voce che mi chiamava per nome, i miei muscoli si sono rilasciati.
Non lo vedevo da quasi dieci anni. Era un momento così a lungo sognato, bramato, immaginato nelle sue varie forme, che sono rimasta immobile, incantata.
Helios ha attraversato la stanza, al buio perché quando c’è molta luce lunare non amo accendere lampadine, ed inciampando in una sedia mi ha raggiunta ed abbracciata.
“Chibiusa, Chibiusa-chan…” ha continuato a ripetermi, mente le sue mani affondavano nei miei capelli, ed il mio viso sempre più nella sua spalla.
Ricordo che la prima cosa che ho coscienziosamente pensato, è stata: “È alto come me…non è cambiato…”
E poi: “È qui, è tornato, è lui…”
Sentendo la mia rigidità tra le sue braccia, e che comunque non avevo ricambiato l’abbraccio con lo stesso slancio, mi ha scostato chiedendomi: “Che succede, Chibiusa? Forse non dovevo…”
“Amore mio! Amore mio!” avrei voluto gridare. Invece, mi sono sciolta in pianto.

Mi ha chiesto tutto, su cos’è successo, e sul perché questo mondo in cui mi ha trovata, è così diverso da quello che aveva abitato, come Pegasus, quando avevo dieci anni. Spiegare non è stato facile, soprattutto perché io, a quell’età, non ero nel mio spazio-tempo di nascita. La Usagi del passato non è mia madre, e quel tempo è un passato rispetto alla mia vita attuale; da qualche parte, dietro una remota porta spazio-temporale, c’è ancora una piccola Chibiusa che parla con il suo Crystal Carillon nella notte.
Questo mio momento reale, invece, è il futuro: i poteri e l’amore di SailorMoon, Tuxedo Kamen e delle altre Senshi è riuscito, per un lungo periodo, a trasformare questo mondo in un’oasi di pace ed equilibrio: Crystal Tokyo.
“Ma, circa un anno fa, strani episodi hanno cominciato ad apparire. Episodi di violenza e distruzione…”
“Non capisco…chi è che opera questi attacchi?”
“È quello che non riusciamo a capire neanche noi. E prima che riuscissimo ad intervenire, alcune persone…questa volta non siamo riusciti a salvarle tutte. Il problema è che, prima d’ora, tutti gli attacchi si erano concentrati qui, a Tokyo, perché è una città catalizzante di magia, soprattutto a causa della presenza del Cristallo d’Argento. Ma in realtà, nel mondo esistono altrettanti luoghi magici, ed è lì che per primi, si sono verificati questi episodi: potente energia oscura e devastatrice.”
“E sono morte delle persone?”
Ho faticato a rispondere a questa domanda.
“Sì, prima che potessimo rendercene conto, ed intervenire. Poi…Haruka e Michiru sono morte, in Africa” la voce era piatta, ma sicura, mentre facevo il mio resoconto. Questa notizia, ormai, non mi dispera più: l’ho riferita io, a tutte, perché sono stata la prima ad esserne informata, da mia madre; le parole per me non sono più necessariamente accompagnate dal loro significato, per il gran numero di volte in cui le ho ripetute, come fossero rovinate dall’uso. “Ami e Rei sono in Europa, Minako e Makoto in Nord America, ma abbiamo perso loro notizie da due giorni. Hotaru e Setsuna sono in Artico, mentre mio padre e mia madre in Sud America. Il problema è esteso, ma a tutt’ora non sappiamo la sua origine – non sappiamo neanche se gli episodi sono riconducibili ad un unico nemico.”
Helios taceva, ascoltando il mio asettico racconto.
“Come mai tu sei a Tokyo?” ha chiesto, infine.
Anche questo, non è stato facile da spiegare.
“Tutt’intorno a Cristal Tokyo c’è ora uno scudo, una sorta di cupola che la protegge. Infatti, qui la vita continua più o meno normale, le scuole sono ancora aperte e le persone vanno a lavoro ogni mattina; nel resto del mondo, invece, c’è distruzione, povertà, la gente è sfollata e le condizioni sono pessime.”
Dopo un momento di silenzio, ho aggiunto: “Sono io, che mantengo la cupola. È il mio cristallo. Finché sarà pieno di luce, potrò contrastare ogni giorno le energie oscure. Princess Moon mi ha ordinato di non muovermi mai, qualunque cosa accada, da Crystal Tokyo.”
Helios mi ha guardata, a lungo. Nel silenzio, mi ha stretta forte la mano. Allora gli ho sorriso: “Ti ringrazio moltissimo” ho detto “sei sempre il mio amico…il mio confidente notturno…”
Non mi aspettavo che mi avrebbe baciato. Nella mia mente, negli anni, avevo sempre immaginato che non sarebbe più stato come un tempo, per quanto lo desiderassi con tutte le mie forze. Ero una bambina, e lui uno spirito buono e millenario. Ma il suo corpo, vero e tangibile, ora era lì, e ci siamo sdraiati sul letto, ed ha cominciato ad esplorarmi.

Poco dopo la mia decisione di scoprirlo, siamo entrambi impegnati nella lotta dell’amore, accaldati e con il cuore veloce; siamo nudi ed appiccicati, però, nonostante cerchi di invitarlo in tutti i modi, Helios non vuole fare l’amore con me. Mi bacia e mi accarezza, mi stringe e poi caracolla, come distrutto, al mio fianco. Quando capisco questo, quasi mi offendo e mi giro dandogli le spalle. Ma cosa vuole da me? Si presenta dopo dieci anni, in piena guerra, per giocare a questo estenuante tira e molla…mi viene quasi da piangere. D’un tratto una mano mi cala sul viso, mi tasta le guance, poi accarezza gli occhi umidi.
“Non piangere, Chibiusa. Sono qui, accorso da te, perché stavo troppo male. Il tuo dolore è arrivato fino a me e mi ha quasi ucciso. Non andrò via.”
Le sue parole mi commuovono quasi di più, perché mi ricordano cose che avevo accantonato per un momento, la guerra in atto, i miei doveri di Senshi, l’amore vero e puro che guida sempre ogni nostra azione e ci ha reso, finora, forti. Io sono qui, a preoccuparmi solo della mia perpetua verginità.
“Sono stata con dei ragazzi” dico. Quel periodo, i miei spensierati anni del liceo, mi sembrano lontanissimi, separati da un anno in cui tutto è cambiato.
“Tutte le mie amiche avevano un ragazzo, mentre io ero sempre un po’ sola, sempre in un angolo a fantasticare. Così, ho provato. Ho voluto sempre molto bene, a quei ragazzi. Ma le mie storie sono sempre finite, perché hanno detto che io non li avevo colpiti: più o meno, sempre così. Credo che cercassi sempre, io stessa, di non colpire troppo, per giungere intatta al giorno in cui ti avrei rivisto, Helios. E ora tu…”
Non riesco a pronunciare parole che rimbombano nella mia mente: tu non vuoi fare l’amore con me!
Mi abbraccia alle spalle, posando un orecchio sulla mia nuca. “Ho fatto l’amore con te, ogni notte di questi dieci anni” dice.
Arrossisco trasalendo: lui è il Custode dei Sogni, forse alcune mie fantasie notturne sono state realtà…
Ci sdraiamo nuovamente, mi stringo forte al suo torace. “Non andrò via, questa volta, Chibiusa. Non preoccuparti…abbiamo tanto tempo…”
Sorrido, e mi addormento, stretta a lui, ancora innocente e vergine, con i miei quasi venti anni appesi ad un filo sottile.


***

Il primo capitolo che scrivo dopo tantissimo tempo. Spero che vi sia piaciuto! Adoro questi due personaggi e da tempo immagino un possibile futuro per loro. La storia è già tutta nella mia testa, giungerà a termine credo in 5-6 capitoli come questo. Fatemi sapere cosa ne pensate, sia della trama (anche se per ora non è chiarissima), sia del mio stile, per me è importante :)
Avrete intuito che non sarà una fanfic allegra, credo, ma vi anticipo fin da ora che il finale non sarà allegro per niente, ma quantomeno...non sarà una disperazione generalizzata. Sarà un finale serio, triste ma speranzoso. Ed ora non svelo più nulla :) Il nuovo capitolo sarà pubblicato prima di Ferragosto. See you soon!

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Capitolo 2
*** Act. 2 ***


Act. 2

Non è neanche l’alba quando mi sveglio di soprassalto, e so subito cosa fare: in un solo momento, pronuncio la mia frase di trasformazione, cristallo alla mano, e nelle vesti di SailorChibiMoon mi precipito lì dove sento che il nemico sta nuovamente attaccando.
Sento sempre un grande senso di impotenza, quando gli attacchi riguardano Cristal Tokyo; Neo Queen Serenity ha molta fiducia in me, crede che il mio potere, sottile emanazione del suo, possa difendere questa città che è la capitale ed il fulcro magico del nostro regno, ma io non ne sono affatto convinta. Salto di tetto in tetto lasciandomi trasportare dall’istinto, che mi dice dove la cupola sta subendo un attacco, e nel frattempo invio mentalmente un messaggio a tutti gli abitanti della città, pregando loro di rintanarsi, di stare al sicuro. “Vi prego, dovete, più di ogni altra cosa, sopravvivere. Pensate all’Amore, che tutto può. Pensate alla Pace, che è indiscutibile scopo di questa battaglia. Attaccatevi alla vostra vita e di coloro che amate, stringetela più forte che potete, non lasciatela mai.”
Un rumore particolare alle mie spalle mi fa interrompere la corsa; mi volto di scatto, pronta a combattere, pur chiedendomi come qualche nemico abbia potuto attraversare la mia cupola. È solo Helios. “Cosa fai qui?”
“Non puoi andare da sola.”
“Lo faccio sempre” ribatto con un sorriso amaro. “Sono io che difendo questa città, e ho molti anni in più di mia madre, quando ha salvato te e me, in quel passato. Non devi preoccuparti.”
“Non m’importa. Non posso restare ad aspettarti. Posso esserti d’aiuto. Entrerò nei sogni delle persone, li aiuterò a non avere paura. Ma voglio stare nei tuoi paraggi.”
Effettivamente è una buona idea. “Sbrighiamoci, allora.” Non sono molto sicura di volerlo avere intorno, perché spesso questi attacchi consumano tutta la mia energia, e non credo sia un bello spettacolo; ho paura che faccia qualcosa d’avventato, al vedermi distrutta.
Mi fermo e mi giro a parlargli: “Rimani qui. La cupola è poco distante; non c’è bisogno che tu venga troppo vicino, non è sicuro. Pensa alle altre persone.” Annuisce, e mentre mi volto per andarmene, mi afferra un braccio; prima che possa capire costa sta facendo mi abbraccia e mi bacia. Io rimango rigida e balzo all’indietro, mentre lui mi guarda sorpreso. “Non è il momento” spiego, secca, ma non vuole sentire ragioni e mi attira di nuovo a sé. “Stai attenta” mormora mentre mi stringe, in un orecchio. Sento qualcosa che sta per sciogliersi, dentro di me…lo ricaccio subito in fondo, sprango quella porta. E tutto ciò si traduce in un mio irrigidimento. Sento che sospira: “Sei così diversa dalla Piccola Lady che ho conosciuto…”
“Mi dispiace” ribatto, forse ancora più rigida, sebbene non vorrei, “ho un anno di guerra alle spalle. E tanti morti. E tanta energia impiegata.” Mi lascia andare e mentre vado via non mi volto a guardarlo, sentendo un groppo in gola. Non piangevo da tanti mesi, ed ora che è tornato, sembra che dentro di me si sia riaperto qualcosa.
Ma ho paura. La mia fragilità è fonte di paura. Perché loro sembrano invincibili. Cosa scalfirà mai questo potere oscuro?

Devo essere forte, devo essere forte, devo essere forte. Non devo avere paura. La paura di perdere le persone care rende deboli. La paura di soffrire rende deboli. La paura di morire rende deboli, di lasciare questo mondo così bello, questa vita che è piena di felicità, mia madre e mio padre, le mie amiche, la scuola, il sole la mattina che entra dalle persiane e mi illumina il cuscino, i sapori e gli odori e…la pelle di qualcun altro sulla tua, le sue labbra ovunque. Le sue labbra catalizzatrici di piacere così come il Cristallo lo è del Potere Lunare.
Devo aumentare il potere. È un testa a testa fra me e quel qualcosa d’oscuro che sembra stia tentando di invadere questa città, ultima roccaforte inviolata del nostro regno. Chissà dove sono ora le altre, chissà se stanno morendo. Non devo pensarci, non devo aver paura.
Concentro tutto il mio potere; il Cristallo brilla, le mie vesti scompaiono, sono quasi trasfigurata, ma non basta, l’oscuro potere sta per avere la meglio su di me. Socchiudo gli occhi, sto quasi per lasciarmi andare.
All’improvviso mi torna in mente una scena di…anni e anni fa. La prima volta che Helios è apparso a me nella sua forma umana.
“Io sono Helios, custode del Cristallo d’Oro su Illusion, e Guardiano dei Sogni.”
Ricordo quella notte. La notte in cui sono cresciuta. Ora mi sembra di essere tutt’altra persona.
Comincio ad urlare. Nella mia mente scorrono veloci le immagini di quel volo, di quel primo bacio…mi afferro a quella lontana felicità, gridando, piangendo. Il potere si moltiplica tra le mie mani, ed infine lo convoglio, tutto insieme, verso quel punto malvagio che cerca di penetrare la mia cupola. Ed all’improvviso so di avercela fatta, ma la fatica è tanta che mi lascio andare. Non mi importa più di nulla. Scorgo appena, prima di chiudere gli occhi, due ali bianche sfrecciare accanto a me. “Pegasus…”



***

Ringrazio innanzitutto le quattro persone che hanno recensito la mia fanfic :) Come avete notato, questa storia è abbastanza diversa, almeno credo, da quelle che girano. Ho voluto rappresentare il futuro come se, fino ad un certo punto, Chibiusa avesse potuto vivere una vita normale, andando a scuola e vivendo come un'adolescente qualsiasi, nonostante il suo ruolo di principessina; la guerra ovviamente ha stravolto tutto questo e richiamato le guerriere ai loro doveri. Come ha sottolineato Ellephedre, effettivamente non ho ancora spiegato pienamente perchè Helios è tornato, anche se come dice lui stesso, ha "sentito" il dolore della fanciulla; e anche se può sembrare strano che subito il rapporto fra i due diventi intimo, credo che situazioni critiche come la guerra amplifichino i sentimenti (buoni e negativi) e rendano alcune decisioni più facili; la paura (di cui si parlerà molto in questa fanfic) di perdere la vita (propria e dei propri cari) fa saltare qualche passo; io almeno credo sia così.
Grazie mille quindi per le recensioni, i miei capitoli sono brevi ma credo densi di momenti; il prossimo arriverà fra una settimana/dieci giorni; qualsiasi nuovo commento sarà graditissimo! See you soon!

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Capitolo 3
*** Act. 3 ***


Act. 3

Helios si è occupato di me come se fossi una bambina piccola. Mi ha preparato il bagno ed è rimasto lì, a strofinarmi la schiena, ad insaponarmi i capelli. Mi ha risciacquata, avvolta in un asciugamano bianco e soffice, e mi ha adagiata sul letto. È tanto tempo che qualcuno non si prende cura di me in questo modo, e, di sfuggita, tra il sonno e la debolezza, penso che non devo abituarmici troppo.
“Come ti senti?”
“Stanca…”
“Vuoi dormire?”
Non so cosa voglio. Non mi sento in vena di prendere decisioni. Non ho voglia di pensare a nulla. D’istinto, senza pensarci, mi tiro su in ginocchio sul letto e mi aggrappo a lui, baciandolo con forza. L’asciugamano è scivolato via, e premo il mio corpo ossuto sul suo; Helios reagisce prima con sorpresa, poi si lascia andare, mi abbraccia. Gli sfilo a forza i vestiti, non si lascia pregare, comincia nuovamente a baciarmi dappertutto. Riempi con il tuo amore questo mio vuoto.

Non sento più nulla. Lo dico; mi sembra quasi, ormai, che non vi sia più filtro a quello che mi passa per la mente, non ho più la forza di pensare alle conseguenze o alle implicazioni di ciò che penso. “Non sento nulla.” Helios si ferma. La scena mi disgusta quasi: lui fra le mie gambe, la nostra pelle, così chiara per entrambi, così vicina. Ed io sono come morta.
Sospiro, voltando la testa sul cuscino. Helios si porta di fronte a me, mi guarda. Il suo sguardo, così limpido, così quasi ingenuo, mi è quasi insopportabile. “Insomma, levati!” urlo quasi, scostandolo con un braccio e andando a sedermi sul bordo del letto.
“Cosa…”
“Va tutto così male!” esplodo. “Fa tutto così schifo! Sono stanca, stanca di combattere, di preoccuparmi, di non vedere mai la fine, stanca di stare da sola.”
“Ora non sei sola, Chibiusa-chan, ora io…”
“Sta zitto!” lo interrompo. “Fino a due giorni fa, non era così. Ero più tranquilla. Credevo sarei stata felice di rivederti, ti ho sognato tante notti, ed ora, invece, mi sento peggio di prima.”
Ero sicura che mi avrebbe abbracciata. Forse ha capito che reagirei male; non so cosa, questa notte, mi rende insopportabile la sua vicinanza. Non mi tocca.
“Non so cosa tu abbia, Chibiusa. Non so in cosa io possa aver sbagliato, anche non volendo, perché tutto sia peggiorato così. Ma se ti fa stare male, io me ne vado. Non sono venuto per farti star male. Credevo di poter essere d’aiuto, di poterti sostenere.”
Si alza ed io sospiro. Di sollievo?
Si ricomincia a vestire. Le sue tuniche bianche, dai ricami dorati ed azzurri, si sistemano lentamente ad avvolgere quel corpo sottile. Ad un tratto sento che vorrei farlo io, che se scomparisse nuovamente, non avrei più nulla.
“Ho paura…” soffoco in un singhiozzo. In un attimo è ai miei piedi, ed io non riesco più a fermarmi. “Ho paura, ho paura, moriremo, non ce la faremo, tu morirai, se moriranno anche mamma e papà…non voglio rimanere da sola! Non ce la faccio più…”
Lo vedo sorridere piano. “È per questo che sei diventa così…chiusa. Tu non piangi mai. Tu hai chiuso dentro di te quelle emozioni così vere che un tempo mi avevano fatto scegliere il tuo mondo dei sogni, per abitare. Tu stai morendo dentro.”
Alle sue parole comincio a singhiozzare più forte. “Non devo piangere” biascico, “è peggio se piango, poi arriva il dolore…”
“E perché mai non dovresti sentire dolore?”
Il mio pianto è sempre più forte, sono scossa dai singhiozzi. “Abbracciami…” mormoro. Lo fa istantaneamente, senza lasciarmi tempo neanche di finire la parola. Lo stringo forte anche io, mi lascio andare, finalmente, piango.
“Le lacrime rendono deboli” cerco di spiegare tra un singulto e l’altro. “Il dolore rende debole…ci sconfiggeranno tutti se non sarò forte…”
Mi culla finché non esaurisco il pianto. Poi sussurra: “Non è così. Il dolore va scontato. E non rende deboli. È la paura che rende deboli, non il dolore. Quello va vissuto, tutto, fino in fondo.”
“Ma non riuscirò a sopportarlo ancora…”
“Ce la farai…non puoi fare altrimenti. È la differenza che c’è tra noi e loro. Noi siamo uomini, abbiamo sentimenti. Sentiamo il dolore. Questo deve renderti forte. Questa differenza fondamentale. Devi sentire tutto il tuo dolore, fino in fondo. Non chiuderlo dentro.”
Continuo a piangere sommessamente, per un po’. Helios mi coccola, mi culla. Io sto malissimo, ripenso alle persone che non ce l’hanno fatta, a coloro che hanno perso i propri cari, a Michiru e Haruka che non ci sono più, al dolore immenso che mi provoca la sola idea che i miei genitori possano non farcela. Ma è un dolore che, in qualche modo, mi fa bene. Lo esploro tutto fino in fondo, ma non per consumarlo, non per svuotarlo di significato: al contrario, questo dolore sarà la mia forza inattesa.
Helios mi fa sdraiare, si lascia andare accanto a me. Ci addormentiamo così.

***

Questo capitolo è, forse, molto crudo. Nel web ci sono vari punti di vista su come vadano descritte certe scene (mi riferisco a quelle erotiche), ed io sono sempre stata dalla parte del crudo realismo. Il concetto del dolore che non va evitato ma vissuto fino in fondo è qualcosa sulla quale sto riflettendo da parecchio; in parte risale a Ungaretti (la morte si sconta vivendo), anche se la differenza principale tra me e lui (ovviamente per quanto riguarda questa idea, tra me e lui ci sono abissi di differenze –purtroppo-), è che il suo scopo finale, almeno in quella poesia, è terminare il dolore con la morte; mentre per me, alla fine c’è sempre la vita (vedrete, arriverà). Ringrazio tutti per le recensioni; un vostro commento (positivo o negativo che sia) è sempre molto costruttivo! Ora passo alle risposte singole:
Nicoranus83 grazie mille per la tua recensione, è stata la prima, come per l’altro capitolo. Anche per te un messaggio d’amore lunare! E’ una bellissima espressione di pace.
fasana grazie. L’originalità è uno dei miei pallini fissi. La parte in cui Chibiusa dice che la Usagi del passato (quella dell’anime, per intenderci) non è sua madre, è da spiegarsi facendo riferimento alla teoria degli universi paralleli (che mi affascina molto, ne ho già parlato nella mia fanfic “Ritorno”, verso la fine). In pratica, secondo questa teoria non esistono passato e futuro, ma universi paralleli; Chibiusa non è tornata nel passato di sua madre (perché quello è già passato ed è immutabile), ma in un universo parallelo con una Usagi 14enne. Non è facile da capire; a me come teoria piace molto; la prima volta l’ho trovata nel romanzo “Assurdo Universo” di Fredric Brown, che vi consiglio di leggere se vi ho incuriosito.
Ellephedre grazie per il tuo commento molto incisivo! Ho trovato e corretto alcuni errori di battitura…se ce ne sono altri, prova magari a segnalarmeli per email, io non li trovo :) Hai colto in pieno la mia Chibiusa.
Shalya io invece adoro la Chibiusa dell’anime! L’ho sempre trovata un interessante miscuglio di infantilità e coraggio (del resto, ancora molto bambina affronta un viaggio nel passato pur di salvare la madre). Usagi e Mamoru compariranno senz’altro.
Kalie grazie per la recensione cara! L’evoluzione della storia sarà molto particolare, vedrai!
Grazie anche a tutti coloro che leggono pur non commentando. A presto!

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Capitolo 4
*** Act. 4 ***


Act. 4

La luce della prima alba entra dalla grande finestra rimasta aperta, cangiando la mia camera in un mondo bianco ed inconsistente. Socchiudo gli occhi non ancora sveglia, li richiudo come se la luce potesse ferirmi. Lui è sdraiato accanto a me, dorme. Appoggiato sul fianco, le mani chiuse a pugno davanti al viso, sembra quasi un bambino, un bambino con i capelli così bianchi da sembrare fatti di luce stessa. Immobile, solo un leggero fremito delle ciocche davanti al viso rivela il suo sottile respiro. Rimango a guardarlo a lungo, la mente vuota da qualsiasi pensiero, stanca, tranquilla.

D’un tratto sospira più forte, ed allungando un braccio per voltarsi mi colpisce in pieno viso. “Ehi!” esclamo, sobbalzando per il colpo. “Mi hai preso sul naso!”
Helios si sveglia, sorride mentre mi guarda: “Come sei bella con questa luce…”
Mi tuffo fra le sue braccia, mi bacia. Una sua mano scende ad accarezzarmi la coscia, sale sulla pancia, sul seno; mi stringo forte a lui, appoggio la mia fronte alla sua e lo fisso.
“Vuoi…vuoi fare l’amore con me?” chiedo, con voce che improvvisamente è diventata roca; sento di star arrossendo fino alla punta dei capelli.
Helios annuisce.

Il tempo è come una collana: nell’insieme è bella ed elegante, o magari terribile, ma è comunque fatta di tante piccole perle di istanti, ed ognuno è diverso dall’altro. L’amore fra Helios e me è una danza, in cui ogni gesto si lega all’altro in armonia, ma esiste anche come unico elemento, unico bacio che gli appoggio sulla spalla, unica carezza che mi fa voltare, bacio che sento depositarsi fra le scapole. Come in una spirale, ci voltiamo l’uno sull’altro mille volte, con la smania di non staccare mai le nostre pelli, non interrompere questo contatto. Il mio respiro è affannato come se stessi correndo a perdifiato, e la sensazione è la stessa: io, la luce del sole, l’aria nei polmoni, il cuore che galoppa ed il calore del corpo di Helios congiunto al mio.

Ma ancora non è entrato dentro di me, quando all’improvviso si sente un terribile tuono, uno squarcio nero nel cielo color panna, e senza accorgermene urlo mentre una sensazione di incendio divampa nel mio petto, come se mi stessero marcando a fuoco.
“Chibiusa!”
“Helios, presto!” ansimo, cercando di reprimere il dolore al cuore, “stanno attaccando nuovamente! La cupola, devono aver trovato il modo di infrangerla!”
Mentre Helios è chino su di me, che mi stringo una mano spasmodicamente al petto, dove brucia, un nuovo tuono squarcia l’aria, il palazzo trema ed un lampo distrugge il mio balcone. “Chibiusa, presto, trasformati!” urla Helios.

Mamoru osserva la sua compagna; la sua bellezza candida, la limpidezza non hanno abbandonato i suoi occhi neanche in questi momenti così tragici. Il Cristallo fra le mani, Usagi tenta di arginare l’avanzata nemica, che ha polverizzato la cupola eretta da Chibiusa, e procede inesorabile, sollevando in un turbinio di potere oscuro tutto ciò che trova sulla sua strada, senza risparmiare vite umane. Usagi sente dentro di sé le vite delle sue compagne affievolirsi man mano, prosciugarsi nell’ultimo estremo tentativo di salvare il pianeta. Mamoru non può far altro che unire il suo potere a quello immenso di lei, starle accanto, come sempre.
“Non ce la faremo” mormora Usagi. “Non questa volta.”
Mamoru dentro di sé lo sa già, ma sente il panico sopraggiungere dopo quelle parole.
“Tu hai sempre salvato questo pianeta!” prova a ribattere, la disperazione nella voce.
“Non stavolta”.
Usagi si volta ed il suo viso è tristissimo, mentre mormora: “Amore mio…”

***

SAKURA grazie per la tua recensione, una nuova lettrice <3 sei la prima che trova appropriata questa mia versione di Chibiusa e mi fa molto piacere. Una bambina che anche molto piccola sa provare un forte amore, come quello che Chibiusa ha per Helios nella quarta serie, secondo me diventa inevitabilmente molto appassionata da adulta.
Ellephedre effettivamente il mio intento è quello di scrivere su Chibiusa, e basta, non credo che approfondirò ulteriormente il personaggio di Helios. Ed in effetti manca solo un capitolo (sono cinque in tutto), quindi non ce n'è neanche tempo. Grazie per la recensione :)
Nicoranus83 sei sempre il primo a recensire, grazie!

A presto con l'ultimo capitolo! Nel frattempo sto scrivendo un'altra fanfic, su Rei Hino, per un contest; sarà una one-shot incentrata su un vecchio amore di Rei; spero che vorrete leggere anche questa! See ya!

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Capitolo 5
*** Act. 5 ***


Act. 5

“Chibimoon Eternal, Make Up!”
Un nuovo lampo coglie la mia trasformazione al suo compimento, e neanche un secondo dopo mi trovo a volteggiare nell’aria, mentre un terribile uragano si porta via tutto. Riesco a malapena a scorgere Helios, anche lui rapito dal vento forte, che turbina davanti a me. “Helios, Helios!” urlo a squarciagola, tendendo le mani per afferrarlo. Lui mi scorge, e con gli occhi semichiusi per l’aria forte cerchiamo di venirci incontro, di unirci. Le nostre dita sono quasi vicine, ma un ulteriore colpo fa tremare tutto e ci allontana nuovamente. “Chibiusa!” lo sento gridare.
Il vento cessa d’improvviso, così come è arrivato, e roviniamo a terra, fra le macerie. Quella che era la mia camera, ora non esiste più. A malapena riesco ad alzarmi, dolorante per il colpo, e con frenesia cerco Helios intorno a me.
“Sono qui! Chibiusa!” Il suo corpo è intrappolato sotto le rovine, è livido come me ed ansima.
“Helios! Dio mio, stai bene?”
“Io sì, le mie gambe un po’ meno.”
“Ora ti tiro fuori!” comincio a rovistare tentando di rimuovere i massi, ma sono troppo pesanti perfino per me, trasformata in Senshi. Un nuovo colpo fortissimo fa tremare l’aria e nuove macerie crollano attorno a noi, mentre cado in ginocchio accanto a lui; sento subito il bruciore sulla pelle delle ferite. “Chibiusa, non ti preoccupare per me, corri a fare qualcosa! Lasciami qui!” lo sento esclamare.
“Ma Helios, come faccio…”
“Guarda…”
Mi indica il cielo, scuro, solcato da lampi rossastri, dove mille uragani si rincorrono l’un l’altro trasportando piccole figure colorate…aguzzo gli occhi e riconosco con orrore i corpi degli abitanti di Crystal Tokyo. D’un tratto anche questa parte di mondo è stata invasa, la mia cupola non ha retto, e sento con terrore che la fine è vicina.
La paura ed il dolore sono la mia nuova forza. Mi alzo in piedi sicura, con il mio potere riesco a sollevare le macerie che ricoprono Helios, ed in un lampo di luce compaiono per lui delle vesti. “Andiamo, presto!” mi incita. “Il Cristallo d’Oro è con me…posso utilizzarlo per aiutarti!” Ci dirigiamo velocemente verso il centro della battaglia.

La mia cupola è stata completamente infranta, ed ora tutta Crystal Tokyo è in balia degli attacchi nemici. Tutto quello che posso fare è trovare una zona meno distrutta, formare sopra di me una barriera e tentare di ingrandirla sempre di più, comprendendo all’interno di essa quante più persone possibili; il nemico è invisibile, e non so dove poter colpire; i colpi arrivano da tutti i lati, e le macerie sollevate colpiscono i nostri corpi, mentre cerchiamo di estendere il più possibile la mia nuova cupola rosata, consumandoci senza remore. Helios è accanto a me, ed utilizza il suo potere più profondo per aiutarmi.

La battaglia infuria su tutta la Terra. Usagi sente, d’un tratto, con chiarezza inequivocabile, che le sue amiche, le sue sorelle, non ce l’hanno fatta; come uno strappo lacerante in mezzo al petto, avverte le loro auree indebolirsi sempre di più.
Cade Sailor Mercury, paladina dell’Acqua e della Conoscenza, un tempo timida ragazza, studiosa modello e medico encomiabile.
Cade Sailor Mars, paladina della Passione e del Fuoco, indomabile come il suo elemento, sensuale, sacerdotessa dalle doti divine.
Cade Sailor Jupiter, la forte e la solitaria, paladina del Fulmine e del Coraggio, dal cuore caldo come i suoi dolci.
Cade Sailor Venus, la bella, paladina dell’Amore e della Bellezza, con i suoi biondi boccoli impolverati per sempre dalla Terra in distruzione. In un altro continente, una ragazza dal grande potere distruttivo sempre utilizzato per scopi pacifici, e la Custode del Tempo, che credeva di essere al di fuori delle questioni terrene, cadono l’una sull’altra, esauriscono la loro energia nell’ultimo disperato tentativo.
I respiri delle Sailor Senshi si odono appena, ma non c’è più forza in quei corpi per rialzarsi e combattere ancora.
Usagi ora sa cosa fare.

“Il tempo è come un gomitolo di lana, eternamente arrotolato su se stesso” spiega, “non c’è altro da fare che compiere per Chibiusa nuovamente il destino. Il mio potere non sarà in grado di sconfiggere il nemico, ed insieme donare nuovamente la vita a tutti coloro che ingiustamente l’hanno persa, o la perderanno fra poco se non facciamo qualcosa. E non voglio salvare un mondo privo di persone, privo di vita.”
Mamoru la guarda intensamente; Usagi gli restituisce lo sguardo, fiera, sicura. Lui ha fiducia totale nei suoi poteri, eppure non può evitare di ribattere: “Non potrai salvare tutti. Non ce la farai…”
“No” conviene lei, tranquilla ma grave. Gli occhi però le si riempiono di lacrime, mentre aggiunge a fior di labbra: “Abbiamo vissuto una vita lunga e felice, un lunghissimo regno di pace…ed anche se siamo potenti, i longevi regnanti di questo pianeta, sapevamo da sempre che non saremmo vissuti per sempre. Il mio potere sarà in grado di salvare lo spirito di Chibiusa e di coloro che saranno le sue guardiane, in futuro.”
“Ma non c’è altro modo…!” esclama Mamoru disperato.
Usagi scuote la testa. Vorrebbe vedere un’ultima volta sua figlia, egoisticamente, ma il suo Amore è più grande, e sa che per salvarla deve agire subito. Il Cristallo si illumina fra le sue mani, che pone tese davanti a sé, e Mamoru gliele circonda con le proprie.
“Grazie, Mamo-chan, grazie di tutto” mormora fra le lacrime. Sente il calore del suo respiro sulla propria guancia. Si concentra, convoglia tutta l’energia che le è rimasta in un unico, grande atto. “Chibiusa…”

La luce purissima del Cristallo d’Argento sorge come un’alba sul teatro di guerra, nascondendo con la sua forza la visione dei corpi caduti, delle città in rovina, delle meraviglie naturali distrutte per sempre. Chibiusa la sente arrivare alle proprie spalle, sa che la aiuterà. È il potere fortissimo di Eternal Sailor Moon, Neo Queen Serenity, sua madre, che giunge a salvare nuovamente questo mondo.
Ascolta la sua voce: “Chibiusa…”
Quando la luce la invade, d’improvviso sente la mentre sgombra. Capisce d’un tratto, non sa come, il piano di Usagi. Comprende in un istante il suo destino, circolare, che ricalcherà quello della madre anni or sono; quel potere sarà in grado di bloccare l’avanzata nemica, per sempre, e donare a tutti loro nuova vita, vita libera dal vincolo di combattere, fino a quando non sarà nuovamente necessario. Non è una sconfitta, e Chibiusa lo sa bene: vivranno tutti nuovamente. E lei, Chibiusa, ragazzina pura piena di disperazione, nascerà nuovamente, e vivrà ciò che la guerra le ha tolto in questa vita.
Ma non può impedire ad una lacrima di scendere, silenziosa, fino a posarsi sul corpo adagiato in terra di Helios. Una lacrima per ciò che stanno perdendo, nonostante sarà loro dato, in altra forma, in un altro mondo.
Poi, la sua mente si libera, ed il suo spirito prende il volo, in attesa di una nuova vita, un nuovo corpo in cui posarsi.

Usagi sente di aver terminato il suo compito. Le energie la abbandonano lentamente, mentre cade, avvolta dal corpo di Mamoru, in terra.
Il suo odore, il fruscio dei capelli, un piccolo tonfo in terra.
Poi, più nulla.



***


28 Ottobre 2009 Terminata. Come anticipato, non è una storia allegra, ma l’ending non è neanche troppo triste, dal momento che comunque, per Chibiusa ed Helios ci sarà una nuova occasione; così non sarà per Usagi e Mamoru. Forse un giorno avrò l’ispirazione per scrivere una nuova serie, con la piccola Chibiusa come protagonista, magari quattordicenne, che un giorno qualsiasi della sua vita da liceale incappa in una gattina con una luna sulla fronte e scopre una vita passata da principessa…chissà!
Intanto, spero che vi sia piaciuta; vi ricordo che ogni commento per me è molto molto importante, soprattutto ora che la storia è terminata; invito quindi soprattutto tutti coloro che finora non hanno recensito nulla, a lasciarmi qualche riga su come sembra la fanfic tutta insieme. Grazie! Marge

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