Times like these di purpleblow (/viewuser.php?uid=63151)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01. Il brivido del rischio [MattMello] ***
Capitolo 2: *** Wedding time... WHAT?! [MattMello, MelloNear] ***
Capitolo 3: *** 03. Sbagliare [MattMello] ***
Capitolo 4: *** 04. I'll be yours [LMisa] ***
Capitolo 5: *** 05. Tregua [Matt, Mello, Near] ***
Capitolo 6: *** 06. Last breathe [MattMello] ***
Capitolo 7: *** 07. Falling and feeling [MattMello] ***
Capitolo 1 *** 01. Il brivido del rischio [MattMello] ***
Il brivido del rischio
Mesi. Questa storia andava avanti da mesi ormai, tutto filava liscio e
nessuno si era mai accorto di niente.
Certo è difficile nascondere la verità quando si
deve fingere in un posto come la scuola, essendo un luogo pieno di
pettegole... e perché no, anche pettegoli.
A loro non importava però, perché il rischio di
essere scoperti rendeva le cose più divertenti.
Al momento nessuno si era mai domandato per quale motivo ogni volta che
Matt -alias Mail Jeevas- spariva dall'aula, due secondi più
tardi Mello -alias Mihael Keehl- lo raggiungeva.
Oppure, per quale motivo nessuno dei due andava mai al bagno da solo:
succedeva spesso di vederli entrare insieme.
Eppure chiunque, se solo avesse osservato con un minimo di attenzione
la situazione si sarebbe reso conto che tra quei due c'era qualcosa di
più che una semplice amicizia.
Basti abbassare lo sguardo durante le lezioni e scorgere le loro mani
intrecciate, possibile che tutti fossero così ciechi? O
stupidi?
Altrimenti si notava dagli sguardi maliziosi che si lanciavano in
continuazione, non era molto difficile.
Anche per quel giorno, l'ora della pausa pranzo era arrivata e gli
studenti avevano abbandonato l'aula per raggiungere la mensa scolastica.
Matt se ne stava immobile sulla porta, ad aspettare che il compagno
prendesse le sue cose. Doveva ammettere che alle volte quel ragazzo era
davvero lento.
"Insomma Mel, ti vuoi muovere?" disse, forse per ricordargli che era
ancora lì ad attenderlo e che ben presto si sarebbe stancato.
Tutto ciò che provenne dalla bocca di Mello fu un mugugnio
infastidito, che stava a significare di non rompere le scatole.
Il rosso sbuffò sonoramente, notando che l'altro era ancora
accovacciato per terra, nell'intento di recuperare i libri presenti
sotto al banco.
"Matt, se ti scoccia tanto aspettarmi puoi anche andartene e
raggiungere gli altri." esclamò il biondo dopo aver visto lo
sguardo annoiato del compagno, che avendo udito quelle parole gli venne
un'idea.
Lentamente raggiunse il ragazzo e si abbassò sulle ginocchia
per arrivare alla sua altezza, posando poi le labbra sul suo collo.
Dopo tutto, chi se ne frega di saltare il pranzo con un'occasione
simile? Questo era ciò che pensava il rosso, una volta
appurato che tutti
erano in mensa e che nell'edificio erano presenti solo loro due.
Non voleva certo lasciarsi sfuggire l'opportunità di
starsene un po' da solo con Mello, visto che durante le ore scolastiche
era raro che accadesse.
Il biondo lo lasciò fare, mentre riponeva le ultime cose
nella tracolla, quando improvvisamente Matt gli infilò le
mani sotto alla maglietta.
"Avanti piantala se non vuoi che ci scoprano sul serio." disse,
alzandosi in piedi, interrompendo quel contatto.
Ma il ragazzo non lo ascoltò e per tutta risposta, alzandosi
anch'egli, fece appoggiare Mello contro al banco, impossessandosi delle
sue labbra.
Stavolta Keehl non protestò e assecondò l'altro
attirandolo ancor più verso di sè, facendo
aderire i loro corpi.
Il bacio venne interrotto e Mail portò la bocca sul collo
del compagno, di nuovo.
"Lo sai vero che in questo modo siamo a rischio?" fece notare Mihael,
tenendo gli occhi puntati sulla porta spalancata dell'aula.
A dirla tutta non gli interessava poi molto, l'unica cosa per cui non
voleva essere scoperto era per le chiacchiere che avrebbero scaturito
gli studenti della scuola.
Detestava quando la gente non si faceva gli affari propri, soprattutto
quando si trattava di qualcosa che riguardava lui.
"Ma rischiare è così... eccitante." rispose Mail,
sussurrando quelle parole sensualmente contro la morbida pelle di
Mello, che rabbrividì per un istante. Successivamente,
facendo leva sulle braccia si sedette sul banco, trovando una posizione
più comoda.
"Al diavolo la gente!" esclamò poi il biondo, cominciando a
sbottonare la camicia di Matt, che lo aiutò nel compito,
buttandola poi per terra.
Mihael iniziò così ad occuparsi del corpo del
ragazzo, baciando ogni centimetro di pelle, mentre con le mani gli
accarezzava la schiena.
Entrambi sapevano perfettamente di quanto fossero indispensabili per
loro quei gesti, che stavano a dimostrare un profondo attaccamento alla
figura dell'altro.
Oltre al piacere carnale c'era ben altro ed era qualcosa di troppo
importante e immenso da poterlo spiegare a parole. E anche se ci fosse
stato un modo per farlo, non sarebbe stato comunque sufficiente.
Nessuno avrebbe capito quanto fosse potente il loro legame, solo loro
lo sapevano. Anche la parola amore era troppo scontata per descrivere
la loro essenza, perché era qualcosa che andava al di
là di tutto.
Matt, afferrò il mento dell'altro, costringendolo a
interrompere ciò che stava facendo e lo baciò
nuovamente, desideroso di poter assaporare ancora una volta quelle
labbra che bramava in ogni istante della sua vita.
Molte volte si era domandato com'era stare senza di lui, prima di
conoscerlo, ma non trovava mai risposta perché non lo
ricordava. Era come se avesse cominciato a vivere quando lo aveva
incontrato.
Si rese conto che lui senza Mello non era niente.
Guidato da quei pensieri, intensificò il bacio che diveniva
sempre più carico di passione da parte di entrambi. Se non
si fossero fermati in quell'istante, non avrebbero più
potuto farlo.
Fu una fortuna che la campana di fine pausa pranzo suonasse proprio in
quel momento.
Si staccarono per riprendere fiato un attimo, per poi ricomporsi,
altrimenti sarebbe stato troppo evidente ciò che c'era fra
loro e i loro stupidi compagni lo avrebbero scoperto.
Dopo essersi sistemati, si sedettero ai loro banchi, nell'attesa che
gli altri arrivassero e che la lezione cominciasse.
"Stasera voglio continuare ciò che abbiamo interrotto."
disse Mello con malizia in direzione del compagno.
"Ne dubitavi? Mi sembra logico." rispose Matt strizzandogli l'occhio
per poi dargli un veloce bacio sulle labbra, prima che i compagni
entrassero in classe.
C'era un altro motivo per cui nascondevano la loro relazione: volevano
che fosse una cosa solo loro; se fosse diventata di dominio pubblico
non sarebbe più stato così.
Note
dell'autrice:
Avevo
da un po' deciso di scrivere una raccolta ispirata a delle Fan Art, per
cui oggi ho cominciato.
Ammetto che ci
saranno molte MattMello, non posso farci nulla, mi viene naturale
scrivere di loro, sono la mia fonte di ispirazione! <3
Comunque no,
non ci saranno solo loro, potrebbero esserci altri pairing, dipende
dalla Fan Art e da quanta ispirazione mi da. Alcune immagini le ho
già scelte, ma chissà... se qualcuno ha una
particolare Fan Art da mostrarmi, sarò ben lieta di scrivere
su di essa.
Insomma, so
che mi divertirò molto con questo metodo, già per
questa prima Fan Fiction me la sono spassata! XD
Ebbene, non ho
altro da aggiungere.
Un grazie a
chi leggerà, commenterà, criticherà o
che altro! ^^
Cami
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Capitolo 2 *** Wedding time... WHAT?! [MattMello, MelloNear] ***
Genere: Comico, Introspettivo
Rating: Giallo
Avvertimenti: AU, Shonen Ai
Dediata a _BellaBlack_,
per ricambiare la dedica alla sua splendida, nonchè geniale
et divertente fanfic "When
in Ficcyland...".
Wedding time... WHAT?!
È tutto pronto: il cortile è gremito di gente. Si
possono scorgere L, Light Yagami e la squadra investigativa, Watari,
Roger, Linda, Misa Amane e un sacco di altre persone.
L'atmosfera è intrisa di serenità, mista ad
allegria. C'è aria di festeggiamenti, lo si può
notare dalle espressioni allegre dei presenti.
Sì, bene. Ma
cos'hanno poi da festeggiare?
Chi aveva appena espresso quel pensiero era stato Mihael Keehl,
altresì detto Mello -lo pseudonimo con cui era conosciuto da
tutti- che se ne stava in piedi all'entrata del giardino ed era vestito
di tutto punto.
Un bel completo bianco composto da giacca e pantaloni, il tutto
allegato da un inusuale papillon dello stesso colore degli abiti.
Un momento! Io...
vestito di bianco? Ma cosa sto facendo?
Era così stranamente diverso dal solito quel giorno, non
riusciva proprio a ricordare cosa stesse accadendo.
Passi per la festa in corso, poteva essere qualche avvenimento poco
importante che aveva rimosso dalla mente ma... che ci faceva lui
vestito di bianco?
Eresia. Quel colore gli dava alla testa solo a guardarlo, mai e poi mai
avrebbe indossato qualcosa di quell'insulso color Near. Peccato che
l'aveva fatto.
Dovevo essere
completamente sbronzo ieri sera, è sicuramente
così.
Incrociò le braccia al petto, infastidito dalla piega che
stava prendendo quell'assurda giornata e non si accorse di Misa Amane
che gli stava andando incontro come una furia.
Eccola lì, la famosa idol con la faccia mezza imbronciata e
mezza eccitata si era posizionata di fronte a lui con le mani sui
fianchi.
"Mello! Si può sapere cosa stai facendo? Near sta aspettando
te per cominciare, avanti!" esclamò prendendolo per un
braccio e trascinandoselo dietro.
Cosa può
volere quel nano malefico da me? Mi sta aspettando
per fare cosa?
Proprio il ragazzo non capiva... cosa si era messa in testa quella
sciocca biondina?
Guardando davanti a sé, notò che tutti i presenti
erano seduti comodamente su delle sedie, che sembravano essere disposte
in quell'ordine per uno scopo preciso.
C'erano quattro file da una parte e quattro dall'altra, messe in tal
modo per creare una specie di passaggio al centro, proprio dove Misa e
Mello stavano camminando sotto lo sguardo commosso di tutti.
Ma che sta succeden...?
E fu in quell'istante che Mello vide la cosa che lo inorridì
più di tutte: Near. Ma non tanto perché era lui
-ormai era abituato a vedere la sua brutta faccia- ma quanto per come
era vestito.
Il giovane indossava un completo nero e stampato sul suo volto c'era un
ghigno -cosa tra l'altro mai vista- che era indirizzato al biondo.
Siamo arrivati alla
frutta.
Commentò mentalmente il giovane Mihael Keehl, ancora
sconvolto da ciò che aveva visto. Non poteva -o non voleva?-
crederci.
Troppo impegnato a squadrare male il rivale, non si accorse subito dei
gridolini eccitati che provenivano da Amane, ma quando se ne rese era
troppo tardi.
Si voltò seguendo lo sguardo divertito di Near, -che solo in
quel momento, Mello notò che fosse vestito come un prete- e
per poco non soffocò per lo shock.
Di fronte a lui, col sorriso più luminoso che avesse mai
visto, c'era Matt. Ma non il solito nerd da strapazzo che accompagnava
le sue giornate, oh no.
Era raggiante, infilato in un orrendo quanto imbarazzante vestito
bianco tutto trine e pizzi. Le sue braccia fasciate da un paio di
guanti che gli arrivavano sopra al gomito, al collo portava un'orribile
collana di perle e la sua testa era coronata da un rivoltante velo da
sposa.
Infine, tra le mani teneva un mazzo di rose bianche, che a quel punto
Mello immaginò fosse un bouquet.
Ma cosa diavolo ci faceva Matt conciato a quella maniera? Cosa cavolo
stava succedendo? A momenti sarebbe impazzito, se lo sentiva.
"Ma come Mello? È questo il modo di accogliere la tua
sposa?" gridò Misa in preda alla rabbia.
La mia... sposa? LA MIA
SPOSA?!
Sul volto di Mello comparve un'espressione sconvolta: era sbiancato e i
suoi occhi si erano spalancati all'inverosimile.
Fu in quel momento che per la prima volta Mail aprì bocca,
esibendo un tono infastidito.
"C'è qualcosa che non va?" in fondo, una sposa accolta
così male aveva il diritto di arrabbiarsi no? Stava per
coronare il suo sogno e il suo futuro marito pareva non essere dello
stesso avviso.
"Eh? N-No..." la risposta che giunse era del tutto priva di sicurezza,
detta meccanicamente e anche in quell'occasione Misa Amane non
riuscì a star zitta.
"Mihael Keehl, insensibile che non sei altro! Così gli
spezzi il cuore! Voglio vederti convinto, forza!" esclamò
piena di rabbia, mentre raggiungeva una delle sedie a grandi falcate.
Ma che diavolo vuole questa?
"Insomma, vogliamo cominciare?" disse Near con il suo solito tono
impassibile.
Almeno qualcosa
è tornato normale...
Pensò, in preda alla disperazione, affermando ancora una
volta di aver bevuto troppo la sera precedente.
Non era possibile che stesse succedendo una cosa del genere. Lui...
sposare Matt? Certo, era il suo amante ma... quando mai avevano deciso
di sposarsi? E soprattutto, com'era possibile che quella gente lo
avesse saputo? Nessuno sapeva di loro.
Decisamente, niente era mai andato così storto in tutta la
sua vita. Tutto ciò che gli restava da fare era rassegnarsi
e assecondare quella pagliacciata.
Insomma, ormai c'era dentro no? E in fondo era innamorato di Matt,
tanto valeva portare a termine quel matrimonio e andarsene finalmente a
casa e perché no, consumare la prima (?) notte di matrimonio.
Forse non era così male... la situazione poteva volgersi a
suo vantaggio.
Prese per mano Matt, senza nascondere un sorrisetto malizioso e lo
portò all'altare, di fronte a Near che cominciò a
recitare la solita solfa.
Non gli andava di ascoltarlo, tutto ciò che voleva era farla
finita e scoparsi Matt, il che avrebbe potuto farlo anche senza un
matrimonio in fin dei conti, ma le cose gli si erano presentate
così e non poteva farci nulla.
"Vuoi tu Mihael Keehl prendere come tuo legittimo sposo Mail Jeevas e
amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?" suonava
strana quella frase, ma Mello decise di passarci sopra.
"Sì."
Basta che arriviamo a
stasera.
"E vuoi tu Mail Jeevas prendere come tuo legittimo sposo Mihael Keehl e
amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?"
"Sì!" disse entusiasta Matt, era la cosa che più
desiderava in assoluto.
Ci fu un momento di ilarità generale, sovrastato dalle
esclamazioni di Misa, forse la più eccitata di tutti.
"Potete baciarvi." e Mello non se lo fece ripetere due volte,
alzò il velo che copriva il volto dell'altro e lo bacio,
facendolo stendere sulla panca su cui erano seduti.
Altro che bacio casto in stile chiesa!
Quando si staccò dalle sue labbra, lo guardò
maliziosamente, cercando di comunicargli mentalmente i suoi programmi
per la serata.
"Bene, abbiamo fatto, adesso possiamo andare?" disse Mello in preda
alla voglia di prendere Matt e lanciarlo su un maledettissimo letto.
"Non possiamo Mel, dobbiamo restare qui al rinfresco."
asserì il rosso con aria seria.
"Chi se ne frega del rinfresco!" rispose irritato, come poteva
quell'idiota pensare ad un dannatissimo rinfresco in quel momento?
"Non se ne parla." e detto questo Mail si allontanò,
lasciando il povero Mihael a bocca aperta.
Ok, credo che
resterò presto vedovo.
Pensò, cercando di trattenersi dall'uccidere il suo compagno
che lo stava facendo aspettare troppo per i suoi gusti.
"Che c'è Mello? Non vai dalla tua sposina?" disse una voce
alle sue spalle, ben conosciuta per altro anche se quel tono sarcastico
non gli si s'addiceva affatto.
"Che vuoi maledetto nano bianco?" non era il caso che proprio Near gli
si avvicinasse in quel momento, per di più sfottendolo.
Il ragazzo lo guardava tra il divertito e l'interessato e
cominciò ad avvicinarsi al biondo.
"Te Mello." gli sussurrò sulle labbra, prima di baciarlo
cogliendolo alla sprovvista.
La situazione stava diventando ancor più assurda, quel che
è peggio è che a Mello non stava dando fastidio,
anzi gli piaceva.
Cosa sto facendo?
Perché non riesco a respingerlo?
E oltretutto, stava tradendo Matt il giorno stesso in cui lo aveva
sposato e lui era pure nei dintorni.
Povero, povero Mail!
Ma in quel momento sembrava non importargli poi molto, anzi, sembrava
completamente preso dal bacio passionale che si stava scambiando col
suo rivale.
La voglia accumulata poco prima, la stava sfogando con Near e
sinceramente gli sembrava più appagante.
Forse Matt non gli piaceva poi molto? Non riusciva a spiegarsi
quell'incognita.
Pazienza, ci penserò più tardi.
Mentre donava tutto se stesso al piccolo albino, si sentì
strattonare da dietro. Non aveva bisogno di voltarsi per capire chi
fosse.
La sua vita era finita, lo sapeva perfettamente ed era pronto a
prendere ciò che si meritava.
"Mello!"
Lentamente aprì gli occhi, trovandosi di fronte il volto
sorridente di Matt che lo stava gentilmente strattonando, forse nel
tentativo di svegliarlo.
"Nh?" dunque era tutto un sogno? Un orribile sogno oltre tutto.
"Ho visto che ti agitavi nel sonno. Brutto sogno?" chiese il rosso
preoccupato, mentre si accendeva una sigaretta.
"Altroché. Non lo immagini neanche." sussurrò
prendendosi la testa fra le mani.
Come cavolo aveva potuto sognare di... baciare Near?
Che schifo. CHE SCHIFO!
Non che in sogno lo avesse poi così schifato a
dirla tutta, infatti quel pensiero era solo un modo per cercare di
convinversi del fatto che Near lo schifava su tutti i fronti.
E poi, come aveva potuto quello stronzo di Matt in sogno,
rifiutare le
sue richieste? A parte che solitamente era lui a iniziare, ma questo
non aveva importanza.
"Adesso prova a rifiutare e ti ammazzo sul serio, mogliettina dei miei
stivali!" esclamò afferrando le spalle del ragazzo che
osservava Mihael a bocca aperta.
"Cosa-?" Mail pensò che il compagno avesse qualche problema
mentale. Rifiutare? MOGLIETTINA?
"Zitto e baciami. ORA!" richiesta semplice, come rifiutarla?
A Matt piaceva quella situazione, anche se si appuntò di
fargli qualche domanda più tardi.
Sì, assolutamente. Voleva delle spiegazioni.
[Fine.]
Note
dell'autrice:
Questa fanfiction è stata partorita in un
momento di pura follia! E non avete idea di quanto io mi sia divertita
a scriverla XD
Quella fan art è sublime ed io... ho dovuto assolutamente
ispirarmi ad essa! XD
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Capitolo 3 *** 03. Sbagliare [MattMello] ***
Genere: Romantico,
Introspettivo
Rating:
Giallo
Avvertimenti:
OOC, Shonen Ai
Sbagliare
Ogni notte Mail Jeevas restava sveglio ad aspettare che il suo compagno
di stanza: Mello, si addormentasse.
Attendeva che prendesse sonno, semplicemente perchè gli
piace stare ad osservarlo, senza la paura che lui gli domandasse
cos'avesse da fissarlo insistentemente.
Non era la prima volta che glielo chiedeva, a volte capitava che il
rosso si perdesse nei suoi pensieri, imbambolandosi sulla figura
dell'amico, che puntualmente quando se ne accorgeva gli chiedeva con
poco garbo cosa volesse.
Perciò per evitare che accadesse questo, aveva deciso di
farlo quando lui non poteva accorgersene e il momento migliore era
quando dormiva.
Sì, Mello gli piaceva: aveva un bellissimo volto angelico,
rilassato e dolce, quando si riposava. Un peccato non poter vedere i
suoi occhi di ghiaccio, ma doveva accontentarsi.
Il piccolo Matt, come tutte le volte, si alzava dal suo letto e in
punta di piedi raggiungeva il giaciglio dell'altro, sporgendosi verso
di lui per vederlo meglio.
Era una fortuna che la luce della luna illuminasse il suo volto,
altrimenti non avrebbe potuto vederlo.
In cuor suo il bambino, se pur contento di potersi concedere quella
visione, non stava bene. Desiderava dire al suo amico che cosa provava
per lui, perchè si era reso conto che con l'avanzare del
tempo tenersi tutto dentro lo spossava.
Sentiva dentro al cuore una certa pesantezza, come se avesse un macigno
che glielo schiacciava. Non poteva andare avanti così,
rischiando che Mello si accorgesse da solo che c'era qualcosa che non
andava nel suo compagno di stanza.
Se proprio doveva rivelarsi il segreto, voleva essere lui stesso a
farlo, parlandone con tranquillità.
Dopotutto, non c'era niente di male ad innamorarsi. O no?
Certo, sapeva che tra due maschi era una cosa diversa, aveva sentito
dire da molti che non era una cosa del tutto normale, ma lui non ci
credeva.
Pensava che l'amore andasse al di là di sciocchezze come il
sesso, l'età, il colore della pelle e quant'altro, infatti
quando sentiva certe assurdità si tappava le orecchie.
Anche perchè lo facevano sentire diverso e non era per
niente bello. Anche se lui sapeva di essere perfettamente normale,
provava una sensazione terribile, come se non potesse essere accettato
per ciò che era.
Ma Mello? Lui lo avrebbe capito o anche lui dava seguiva le idee di
tutte quelle stupide persone? Era anche questo che lo frenava,
perchè altrimenti non avrebbe avuto alcun problema a
parlargliene; aveva solo paura di essere respinto e disprezzato proprio
da colui che amava.
Se fosse accaduta una cosa simile, sarebbe stato male per sempre:
detestato dal proprio migliore amico.
Scosse leggermente la testa, cercando di convincersi che Mello non era
quel tipo di persona e che aveva la mentalità aperta a
qualsiasi tipo di cosa. Desiderava che fosse così.
Se sedette sulla sponda del letto, continuando ad ammirare il volto
dell'amico che però aveva qualcosa di diverso da prima,
adesso teneva gli occhi aperti.
Si era svegliato, dannazione! E Matt per la sorpresa scattò
in piedi, non sapendo che cosa dire in preda all'imbarazzo.
Come avrebbe potuto trovare una scusa, agitato com'era? Non aveva la
mente abbastanza lucida per pensare a come tirarsi fuori da quella
situazione.
Dunque era giunto il momento di parlare? No. Era troppo, troppo presto.
Non era pronto.
"Matt? Cosa stai facendo qui?" bella domanda, ma come trovare
un'altrettanto bella risposta?
Il bambino chiamato in causa, cominciò a torturarsi le mani,
tenendo lo sguardo basso per paura di vedere rabbia negli occhi
dell'altro.
Mello però non gradiva quel silenzio, per cui si
tirò a sedere e portò la faccia davanti a quella
dell'amico, cercando di scorgere i suoi occhi, tentando di capire
qualcosa dalla sua espressione.
Il piccolo Matt alzò il viso e si trovò il volto
dell'altro a pochi centimetri di distanza e accidenti, era troppo
vicino per poter resistere.
Fu un attimo: d'impulso il rossino posò le mani sulle guance
dell'amico e lo baciò. Un bacio breve, ma lungo abbastanza
da permettere a Matt di constatare quanto fosse morbida la sua bocca e
a Mello di reagire, voltandosi dall'altra parte portandosi una mano a
coprire la parte del suo corpo "violata".
Il biondo si sentiva accaldato e il suo volto si era tinto
irrimediabilmente di rosso, per fortuna era buio e nessuno avrebbe
potuto accorgersene.
Ci fu un lungo instante di silenzio, in cui Matt non sapeva cosa fare o
cosa dire, sentendosi in colpa, ma soprattutto incredibilmente triste.
In quel momento provava un enorme vuoto dentro di sè,
avrebbe voluto sprofondare nel nulla, scomparire per sempre dalla vista
di Mello, ma purtroppo per lui questo non era possibile.
Come avrebbe potuto giustificarsi? Aveva peggiorato la situazione,
adesso era dieci volte più agitato di prima e non sapeva
proprio come comportarsi.
E poi, il silenzio dell'altro lo stava uccidendo. Voleva che reagisse,
sentirlo parlare o anche colpirlo se proprio lo desiderava; sempre
meglio che il nulla.
Dato che la situazione non accennava a migliorare, Matt decise di fare
la prima mossa e si aggrappò alle spalle dell'altro, mentre
piccole lacrime cominciavano a formarsi al lati dei suoi occhi.
La presa era salda, come se non volesse farlo andar via, non voleva
essere abbandonato e aveva il terrore che quello accadesse.
Avrebbe lottato con tutto se stesse pur di tenerlo con sè,
non gli sarebbe importato più dell'amore, avrebbe sopportato
in silenzio purchè Mello non lo disprezzasse.
"M-Mello... perdonami io..." e la paura gli spezzava la voce,
rendendola un disperato lamento sull'orlo del pianto.
Ci furono altri minuti di silenzio, fino a che il biondo non si
voltò verso l'amico, ancora sconvolto.
Rimase a fissarlo, notando l'espressione contrita del bambino e non
potè far altro che provare un'immensa tenerezza nei suoi
confronti.
"Perchè Matt?" si dette dello stupido per quella domanda
idiota, ma non era riuscito a fare di meglio. Era la prima cosa che gli
era passata per la testa e l'aveva lasciata uscire.
In fondo però, una spiegazione la voleva, nonostante fosse
palese il significato di quel gesto, ma voleva sentirselo dire. Voleva
averne la conferma.
"Io... volevo provare." disse Matt semplicemente, incapace di
proseguire oltre a causa del groppo che gli si era formato in gola.
Però per Mello non era sufficiente, così lo
incoraggiò, tentando di non mettergli pressione. Gli prese
le mani fra le sue, inducendolo a dargli una risposta esauriente.
"Ho sbagliato Mello... sto sbagliando tutto..." prese un lungo respiro
cercando di farsi coraggio e proseguì "ma non posso farne a
meno, non posso cambiarlo.".
"Cos'è che stai sbagliando? Dimmelo..." adesso Mello stava
cominciando a preoccuparsi. Matt non era mai stato così
negativo, nemmeno quando gli si trovava in difficoltà ed era
per quel motivo che non poteva fare a meno di preoccuparsi.
"Matt?" un sussurro soltanto.
"Non vorrei ma... tu mi piaci ed io non posso farci niente. Questo
è sbagliato..." disse infine il bambino, sotto lo sguardo
serio dell'altro.
Lo sapeva da tempo, però voleva che fosse lui a dirglielo.
Non pensava però che per lui fosse così
difficile, non credeva fosse un peso per lui.
"Perchè non me l'hai detto prima?" ed ecco la seconda
domanda idiota.
"Perchè avevo paura... di perderti." tutt'ora ne aveva, ma
Mello a quell'affermazione provò rabbia.
"Stupido. Sei uno stupido. Ma chi te l'ha detto questo?"
gridò picchiando un pugno sul materasso "Questo è
impossibile." concluse, facendo tornare un minimo di sicurezza
all'amico.
La situazione si stava a poco a poco calmando, dunque tutti quei
pensieri erano infondati. In effetti, come aveva potuto dubitare del
suo più caro amico?
"Scusami." e finalmente sul suo volto ricomparve un sorriso, che
rallegrò il biondino.
"Non potrei mai abbandonarti." gli assicurò Mello,
stringendolo a sè e si rese conto che forse il gesto
dell'altro gli aveva dato un input per capire cosa davvero significa
Matt per lui.
Non gli importava però, questo lo avrebbe confermato in
seguito. Per il momento l'importante era che il piccolo Mail si fosse
tranquillizzato, ma soprattutto si fosse svuotato da quell'enorme peso
che si portava dietro.
Mello si sentiva un po' in colpa per non essersi accorto prima del suo
stato d'animo, avrebbe dovuto notare che le cose non andavano bene.
"Perdonami per non essermi reso conto che stavi male." e fu una
sorpresa per il piccolo Matt, perchè l'altro ragazzino non
chiedeva mai scusa.
Era orgoglioso e anche se dentro di sè voleva farlo, non
riusciva mai a scusarsi con nessuno. Con lui lo aveva fatto
però e questo lo rendeva felice.
Non gli importava se Mello non lo avrebbe mai amato, ciò che
contava era che non si allontanasse.
"Non importa, anzi, ti ringrazio." disse abbracciandolo più
forte.
Decise però di non perdere la speranza di essere ricambiato,
perchè chissà, forse non era detta l'ultima
parola.
In fondo Mello non gli aveva detto niente in proposito.
Il biondo, interrompendo quel contatto si rinfilò poco dopo
sotto le coperte, poi alzò il lenzuolo.
"Che fai, non vieni?" domandò a Mail, che non aspettandoselo
restò a fissarlo incredulo per un istante.
Poi, si riprese e si sistemò sul materasso, stringendosi
contro al corpo di Mello.
Quella era stata la serata più assurda che avesse mai
vissuto. Finalmente si era liberato di tutto quanto ed era stato meno
doloroso del previsto.
Non avrebbe mai smesso di ringraziare Mello per averlo accettato per
come era, per aver accettato i suoi sentimenti.
Così facendo, lo aveva reso più vivo che mai.
[Fine.]
Note
dell'autrice:
Devo
ammettere che questa fanfiction non mi piace granchè...
troppo melensa per i miei gusti! Ma l'ho scritta di getto, in un
momento un po' poco felice.
Non mi piace
anche perchè, nonostante siano bambini, i caratteri di Matt
e Mello sono troppo poco i loro. Matt è lagnoso, Mello
troppo dolce e gentile... io detesto l'OOC e purtroppo sono
così.
Vabè,
la prossima cercherò di farmela uscire decente, ve lo (e me
lo) prometto!
Comunque, prometto che la prossima non sarà MattMello...
anche se devo dire che di fan art ne ho soprattutto su di loro XD
Adesso
passo ai ringraziamenti, che l'altra volta me ne sono dimenticata:
ginnyx: Siamo in due ad
adorare MattMello... e forse anche un sacco di più! XD
Misa4ever: Ti ringrazio
infinitamente cara! ^^
_BellaBlack_: I tuoi complimenti mi
lusingano e non poco! *O* Ti ringrazio moltissimo Bella, davvero!
Sono contenta
che la fic che ti ho dedicato ti sia piaciuta, era quel che speravo!
<3 E... forse hai ragione, ci stava che L saltasse fuori dalla
torta! XD
Comunque, per
lo scambio di colori, mi ci sono proprio divertita, appena ho visto la
fan art mi sono detta che era assurdo vederli così... fa uno
strano effetto! XD
Grazie mille
anche per il commento all'altra a tema scolastico! Io adoro quel tipo
di fan fiction, mi diverto ad immaginare i vari personaggi in un luogo
come la scuola! ^^
E poi
ovviamente, i ringraziamenti vanno anche alla recensione su "Runaway" e
per quanto riguarda la minaccia\consiglio, ti dirò che
accetto -con o senza pistola puntata alla tempia XD- devo solo
rimboccarmi le maniche e tirar fuori qualche idea assurda per farli
incontrare! ^^
Grazie ancora,
alla prossima <3
|
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Capitolo 4 *** 04. I'll be yours [LMisa] ***
Genere:
Introspettivo, romantico
Rating: Arancione
Avvertimenti: What If?
I'll be yours
Come mai L Lawliet per la prima volta nella sua vita si sentiva
così attaccato a qualcuno? Lui che, da sempre non aveva mai
sentito il bisogno vero e proprio di provare qualcosa nei confronti di
una persona, di avere un contatto fisico, di amare.
Sì, il più grande detective mai conosciuto aveva
imparato a conoscere quel sentimento tanto complesso quanto potente e
ci era riuscito solo grazie a lei.
Non sapeva dire come e quando aveva cominciato a provare interesse nei
suoi confronti, l'unica cosa di cui era consapevole, era il fatto che
era attratto dalla sua personalità, dalla sua
ingenuità e dalla sua allegria come una calamita.
L'aveva già notata in foto e in tv prima di conoscerla di
persona; in effetti, chi non conosceva la giovane Misa Amane?
Aveva sempre pensato che fisicamente fosse carina e avesse un sorriso
splendido e ogni volta, si diceva che non poteva soffermarsi su
particolari così superficiali, lui che delle apparenze non
se ne curava per niente; ma non riusciva a non dare un giudizio
estetico a quella ragazza. Era più forte di lui.
Poi, l'aveva conosciuta e guarda caso aveva cominciato a far parte
della sua quotidianità: Misa era sospettata secondo Kira e a
dirla tutta, questo fatto lo incuriosiva e allo stesso tempo lo
impensieriva.
Proprio lei doveva essere complice di quell'essere abominevole che
giustiziava le persone credendosi un dio?
Lei, che con l'aspetto di un angelo e le sue mani di fata uccideva a
sangue freddo chiunque si mettesse sulla strada di Kira e quindi anche
sulla sua.
In ogni caso, perché nonostante questi pensieri sulla sua
persona, L riusciva anche a far finta di niente? Non era da lui.
Come poteva azzerare la mente a quel modo, trovandosi in sua compagnia?
Forse perché in quegli ultimi giorni pareva che Misa non
fosse più in possesso della sua vecchia identità?
L'aveva tenuta rinchiusa per giorni -allo stesso tempo anche Light
Yagami era isolato e tenuto sotto sorveglianza- in una stanza e aveva
appurato che le morti continuavano ad avvenire, quindi ella poteva
essere considerata innocente.
Era a quel punto che il detective aveva ipotizzato che il potere di
Kira, fosse stato passato ad altri, dato che prima di isolare i due
sospettati tutte le prove che aveva portavano a loro.
O meglio, su Light non aveva prove materiali, ma su Amane
sì, quindi era chiaro che lei fosse il secondo Kira.
Ma aveva dovuto liberarla, accertatosi che il problema non riguardava
più lei in quel momento.
Dal momento in cui l'aveva fatta uscire dalla stanza, aveva deciso di
tenerla comunque sotto sorveglianza, facendola vivere al quartier
generale e munendola di un appartamento al suo interno.
E l'aveva fatto per due motivi, anche se il secondo di questi andava
contro i suoi principi e non c'entrava niente col suo lavoro: voleva
averla accanto. E questo, dannazione non era proprio da lui! Lo sapeva
perfettamente.
Era in quel periodo di convivenza che aveva imparato a conoscerla e,
l'ammirazione che provava nei suoi confronti prima di quel momento,
accrebbe in maniera smisurata arrivando a trasformarsi in qualcosa di
più.
Ogni volta che la vedeva, o che ci parlava sentiva crescere dentro di
lui il desiderio di toccarla, di abbracciarla, di respirarla...
trovando strano tutto ciò, essendo la prima volta che gli
succedeva.
Avrebbe voluto evitare, ma come poteva? Si era reso conto che quelle
sensazioni nuove, non si potevano controllare, dunque dovette farci
l'abitudine seppur contro la sua volontà.
Non gli piaceva quella situazione, perché lui era sempre
stato padrone di se stesso e sentirsi sottomesso a causa di un
sentimento lo faceva sentire debole.
Secondo L, le cose non potevano andar peggio, ma purtroppo si sa che
non è mai così semplice. La situazione
andò a complicarsi ulteriormente quando, una sera era
rimasto solo con Amane; al quartier generale non c'era nessuno dato che
ognuno dei membri della squadra anti-Kira aveva dovuto allontanarsi
dalla base per svolgere i propri compiti.
Mentre L lavorava al computer, bevendo ogni tanto qualche sorso di
caffè iperzuccherato, Misa se ne stava seduta accanto a lui,
osservandolo mentre svolgeva i suoi compiti.
Gli aveva chiesto se poteva rimanere con lui, dato che non aveva voglia
di restare da sola nel suo appartamento e il detective aveva
acconsentito.
L'aria si era fatta pesante: Ryuzaki, prima d'allora non si era mai
ritrovato completamente solo con lei e non aveva mai preso in
considerazione che potesse accadere.
Si sentiva soffocare, dentro di sé lottava per reprimere il
desiderio di accarezzare la sua pelle, ma non era cosa tanto facile.
Forse la bramava così tanto perché prima di
allora non aveva mai avuto rapporti con una donna e l'istinto si stava
facendo sentire? Non seppe rispondere a quell'interrogativo, troppo
impegnato a frenare l'impulso di voltarsi e avvicinarsi ulteriormente a
lei.
"Ryuzaki-kun? Posso farti una domanda?" per fortuna fu lei a spezzare
la tensione che si era creata, almeno a quel modo il detective avrebbe
avuto un motivo per distrarre la mente.
"Dimmi pure." non avrebbe mai pensato che quella domanda sarebbe stata
l'inizio di tutto.
"Sai, me lo chiedo da tanto. Ma tu hai mai avuto una ragazza?" si era
completamente dimenticato di quanto fosse curiosa quella ragazza e
accidenti, non poteva fargli un'altra domanda?
"Uhm, no. Perché me lo chiedi?" rispose impassibile come
sempre, questo però alle apparenze, perché
all'interno della sua testa si stava scatenando una tempesta.
"COSA?! Vorresti forse dirmi che tu... insomma... non hai mai baciato
nessuno?" la situazione stava peggiorando a vista d'occhio e, in quel
momento il carattere della ragazza che tanto aveva elogiato, lo stava
rovinando.
"No Misa. Queste cose non mi sono mai interessate." dopotutto, mentire
gli riusciva sempre bene. Ma davvero era riuscito ad ingannarla?
"Non ti credo! Non ti credo!" cantilenò, alzandosi dalla
sedia e cominciando a saltellare, girando intorno al ragazzo, che la
guardava tra il divertito e il perplesso.
Nonostante avesse gli occhi puntati su di lei, non fu capace di
prevedere le sue mosse, trovandosi improvvisamente le labbra della
ragazza incollate alle sue.
Fu un bacio veloce, ma ormai il danno era fatto e nonostante la
brevità del gesto era troppo tardi per impedire il peggio.
"Adesso non venire a dirmi che non ti è piaciuto e che
MisaMisa: la ragazza più carina che abbia mai camminato su
questa terra, ti è indifferente!" esclamò con le
mani sui fianchi e l'espressione ilare.
Non riuscì neppure a risponderle, semplicemente
l'afferrò per un braccio e l'attirò a
sé, ricongiungendosi alla sua bocca, che aveva scoperto
morbida e dannatamente appetitosa -molto più delle torte che
Watari gli preparava.
Stavolta il bacio durò a lungo, scatenando in Ryuzaki mille
sensazioni diverse, che pian piano lo portavano a desiderarla sempre di
più.
La fece adagiare sulle sue ginocchia, mentre al contempo faceva
scorrere le dita sulla sua pelle liscissima, desiderio che aveva avuto
da sempre.
Improvvisamente gli giunse un pensiero: Misa era la fidanzata di Light
e questo non era giusto nei confronti di entrambi, ma lo
cancellò dalla mente, pensando che in quel momento niente
gli importava e cavolo, per una volta voleva sentirsi egoista.
Quando gli sarebbe ricapitata l'occasione che aspettava da tempo? E
poi, le emozioni che in quel momento provava, avrebbero sovrastato
qualunque cosa.
Quindi, per una volta nella sua vita avrebbe pensato solo ed
esclusivamente a se stesso. E poi, il suo istinto -che mai aveva
sbagliato sino ad allora- gli diceva che Misa sarebbe stata contraria
ad interrompere quella situazione.
Lentamente, senza staccarsi dalla bocca di lei, portò una
mano al cravattino posto sulla camicia della divisa scolastica che
portava quel giorno e lo sciolse, cominciando poi a sbottonare la
canotta, che ben presto liberò i seni di lei.
Misa gemette quando le fredde mani del detective si posarono sul suo
petto; dentro di lei, il desiderio di approfondire il contatto
diventava sempre maggiore.
Non avrebbe mai voluto tradire Light, ma quel che sentiva per L era
qualcosa di maggiore, accompagnato da una sorta di curiosità
nei suoi confronti.
Il mistero che avvolgeva Ryuzaki l'aveva sempre attratta e, anche se
aveva preferito nasconderlo perfino a se stessa, il desiderio di avere
un contatto fisico con lui ce l'aveva da sempre.
Neppure con Light Yagami si era sentita così trasportata
dalla passione, che L aveva risvegliato in lei.
Istintivamente gli afferrò con delicatezza la testa,
accarezzandogli al contempo i capelli e guidandolo lentamente ai suoi
seni, desiderosa di sentire la sua bocca su di lei.
Ogni istante che passava, la poltrona che accoglieva i loro corpi stava
cominciando a diventare troppo stretta per loro, così si
spostarono sul pavimento, foderato dalla moquette.
I gemiti riempirono il silenzio che si era creato attorno a loro; un
luogo che in quel momento apparteneva solo a Misa e Ryuzaki, simbolo di
gesti significativi, carichi di passione e sentimento.
Ogni minuto che passava, entrambi desideravano di più e
presto arrivarono fino in fondo, giungendo all'apice del piacere.
Rimasero poi a lungo sdraiati sulla moquette, lasciandosi trasportare
dalle sensazione che li avvolgevano.
Ryuzaki teneva la testa appoggiata sul petto di Misa, che dolcemente
gli accarezzava i capelli, che aveva scoperto fossero morbidi, al
contrario delle apparenze.
Nessuno dei due aveva ancora proferito parola; neppure nel momento in
cui decisero di rivestirsi -preoccupati dal fatto che qualcuno avrebbe
potuto fare il suo ingresso nella stanza- non si dissero niente.
Ritornarono nelle stesse posizioni in cui erano un'ora prima, seduti
l'uno di fianco all'altra davanti al computer e finalmente qualcuno di
decise a spezzare il silenzio.
"Sai MisaMisa, credo tu avessi ragione." e per la prima volta sorrise.
La ragazza non lo aveva mai visto con quell'espressione sul volto:
privo di sarcasmo, privo di ironia; non era come i sorrisi che
rivolgeva a Light di solito e si sentì speciale in quel
momento.
Era come se L le avesse fatto un regalo, donandole qualcosa di prezioso
e raro, qualcosa che lei avrebbe tenuto stretto per sempre.
"Sai Ryuzaki, MisaMisa ha sempre ragione." gli disse con malizia,
avvicinandosi al suo volto e impossessandosi nuovamente delle sue
labbra.
Quello fu l'inizio di tutto; avrebbe avuto fine poco tempo dopo,
concludendosi con la morte del detective, momento in cui Misa avrebbe
perso una parte di se stessa. Per sempre.
[Fine.]
Note
dell'autrice:
Ehh... infine l'ho fatto. Una LMisa, perchè sì,
quei due mi ispirano in una maniera impressionante.
Dovevo scriverla e, dopo aver trovato la fan art adatta mi sono decisa.
Un grazie va a Misa_4ever,
che spero apprezzi questa piccola oneshot, con protagonista la sua
Misa! ^^
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Capitolo 5 *** 05. Tregua [Matt, Mello, Near] ***
Genere: Comico
Rating: Verde
Avvertimenti:
Oneshot
Personaggi:
Matt, Near, Roger, Mello
Pairing: No
pairing
Tregua
Quella mattina alla Wammy's House era una giornata insolita e
stranamente silenziosa. Nell'edificio si poteva udire il
chiacchiericcio di alcuni bambini, i passi lenti di altri che si
dirigevano nella varie stanze, ma niente di eccessivamente esagerato.
Era strano a dirsi, ma quel giorno c'era troppo silenzio e questo fece
allarmare Roger, che per la prima volta non aveva dovuto uscire dal suo
ufficio per far tornare i bambini all'ordine.
Gli pareva piuttosto strano non sentire la vocetta stridula di Mello
che gridava da ogni dove; nessuna litigata con Near per ricordargli chi
era il numero uno, nessun grido contro le cuoche della mensa per
richiedere il suo cioccolato, nessun insulto a Matt che non lo
considerava perché stava giocando con il suo Game Boy.
Piuttosto strano, visto che da quando quel bambino era entrato
nell'orfanotrofio non c'era mai stato un attimo di pace. Insolito che
nessuno fosse venuto a lamentarsi.
Decise di uscire dall'ufficio per andare in cerca di qualche insegnante
che gli desse qualche spiegazione e che tutto fosse al suo posto.
Si fermò a metà corridoio, dove una delle custodi
stava pulendo il pavimento, per domandarle se sapeva qualcosa.
"Buongiorno Jane, hai visto Mello questa mattina?" chiese, arrivando
dritto al punto.
"Mi spiace signore, ma non l'ho visto." rispose assumendo un'aria
pensierosa. Ci aveva fatto caso solo in quel momento e le parve strano
non essere stata ancora chiamata per rimettere a posto qualche guaio
che il ragazzino aveva combinato.
"Uhm, d'accordo. Vedrò di trovarlo, non vorrei che stesse
architettando qualcosa." concluse Roger salutando la donna e
dirigendosi chissà dove.
Non sapeva minimamente da che parte iniziare a cercarlo, dato che
solitamente a causa del suo fare rumoroso si sapeva sempre dove fosse.
Improvvisamente in lontananza notò qualcosa di sospetto che
lo allarmò oltre ogni dire: Near e Matt stavano correndo da
qualche parte, insieme.
Quei due non erano mai andati d'accordo in quattro anni che convivevano
nello stesso edificio, com'era possibile che stessero facendo qualcosa
-qualsiasi cosa- insieme?
I due bambini erano entrati nella mensa, così Roger li
raggiunse aumentando il passo. Restò sulla porta,
osservandoli attentamente e cercando di capire cosa diamine stessero
combinando.
Chiaramente stavano litigando e Matt aveva cominciato a spintonare il
bimbo, che però non si faceva mettere i piedi in testa
facilmente.
"Spostati Near, è già tanto che ho accettato di
averti fra i piedi!" gridò il rossino mentre stringeva tra
le dita la stoffa del pigiama dell'altro.
"Smettila di strillare e non perdere tempo." esclamò Nate
infastidito, assumendo il suo solito tono impassibile.
"E va bene, ma tu stai lì e non intralciarmi."
ordinò il più grande, non ammettendo repliche.
Si avvicinò alla cucina e ne uscì pochissimo dopo
con un piatto di riso fra le mani, sicuramente preso di nascosto.
Roger ci stava capendo sempre meno, ma ben presto avrebbe avuto le sue
risposte, intenzionato ad indagare fino in fondo e chiedendo
direttamente ai bambini che avrebbe atteso fuori dalla porta.
Non tardarono ad uscire, ma l'uomo li bloccò mettendosi
davanti all'uscio.
"Si può sapere che state combinando voi due?" disse con aria
austera, fissandoli sospettoso.
Matt cercò di nascondere il cibo dietro la schiena, ma
purtroppo il direttore aveva già visto tutto, quindi era del
tutto inutile.
"Matt? So cosa stai nascondendo. Avanti, esigo una spiegazione." non
avendo una scusa pronta, tutto ciò che fece fu restare in
silenzio, maledicendo Near.
Stava cercando di convincersi che la colpa fosse del più
piccolo: doveva pur dare la colpa a qualcuno!
"Near... da te non me l'aspettavo. Ti sei fatto trascinare da questo
delinquente, di' la verità." ovviamente Roger non credeva
che il primo nella graduatoria si fosse unito di sua spontanea
volontà con l'altro.
Che Matt combinasse guai non era una novità, ma Near? Per
quale assurdo motivo si era fatto trascinare?
Soprattutto gli parve strano che Mello non fosse con loro, ma forse era
semplicemente per la presenza di Nate, non c'erano dubbi.
"Non mi faccio trascinare da un cretino." rispose atono, guadagnandosi
una gomitata da Matt che non aveva gradito affatto l'insulto.
"Tieni le mani a posto Matt! E ora... vorreste darmi una spiegazione?"
chiese per l'ultima volta Roger ad un passo dall'esasperazione.
Ci fu un attimo di silenzio e infine Near prese la parola.
"Noi stavamo portando del riso a Mello." anche quella volta Mail non
riuscì a resistere e mollò un calcio al piccolo,
che non fece una piega.
"Sei un deficiente Near. Vuoi stare zitto una buona volta?"
gridò allora il rossino in preda alla rabbia "Lo sapevo che
non dovevo portarti con me!".
Mello si era raccomandato di non farne parola con nessuno e quel
moccioso stava spiattellando tutto a Roger.
"Cosa ti ho appena detto Matt?!" esclamò il direttore
abbassandosi all'altezza del bambino per fissarlo negli occhi con
un'espressione di rimprovero "E comunque, perché dovreste
portare del riso a Mello? Tra poco è ora di pranzo e
può venire lui stesso a prenderselo.".
Decisamente quella mattina era più che insolita e ben presto
l'uomo sarebbe arrivato ad avere una crisi: mettersi a tu per tu con
dei bambini era davvero faticoso ed esasperante.
"Forse perché non può? Certo che non sei proprio
adatto a dirigere questo orfanotrofio se non usi un minimo di logica.
Mah..." Roger pensò che a quel bambino frequentare Mello
facesse davvero male. Quando era arrivato alla Wammy's House non era
così impertinente.
"Vuoi una punizione Matt? Ci sei vicino, è bene che tu lo
sappia. Non ci si rivolge così agli adulti, soprattutto se
si tratta di me che sono il direttore! Ingrato che non sei altro." ma
al piccolo non fece alcun effetto la ramanzina, anzi, per nulla
intimorito riprese la parola.
"Senti Roger, non ho tempo da perdere. Questo riso diventerà
immangiabile. Quindi posso andare? Se vuoi tieniti pure Near, che io
non lo voglio fra i piedi." fece per andarsene ma Roger lo
afferrò per un braccio.
"Non finché non mi dici che sta succedendo e... ti sei
guadagnato una punizione." un ghigno divertito increspò le
labbra dell'uomo, che si godette lo sguardo allarmato dell'altro.
Ogni tanto un po' di disciplina andava messa in atto e a quel ragazzino
serviva proprio.
"Ma avevi detto... AVEVI DETTO CHE C'ERO VICINO! CHE HO FATTO ADESSO?"
Mail non poteva pensarci, tanto lo sapeva come andava a finire.
Se la punizione era come quella precedente non avrebbe più
potuto giocare col suo Game Boy per un po' e la cosa lo metteva
già in agitazione.
Non avrebbe resistito senza i suoi giochi, sarebbe impazzito e quel
vecchio invece che comprendere le sue esigenze, si divertiva.
"Su Matt, parla!" il bambino a quel punto non poté far altro
che arrendersi e confessare, anche se Mello se la sarebbe presa con lui.
"E va bene! Mello non sta bene: ha la febbre! Ok?" spiegò
mettendo infine il broncio.
Non capiva per quale motivo Roger non l'avesse chiesto a Near e
soprattutto perché a lui non era toccata nessuna punizione.
E poi oltre a quella si sarebbe beccato anche i rimproveri di Mello;
peggio di così non poteva andare.
"Potevi dirlo prima, no? Ti saresti evitato la punizione." Mail
guardò il vecchio con aria stralunata, avrebbe voluto
ucciderlo.
"Posso andare adesso?" supplicò infine.
"Prima però spiegami perché non volevi dirmelo."
quel bambino era proprio strano, che c'era di male a dire che Mello non
stava bene? A volte i ragazzini erano degli enigmi.
"Perché Mello non voleva." fu Near a rispondere, stanco
delle lagne di Matt. A quel punto il direttore capì: Mihael
non voleva farsi vedere debole, ecco tutto.
E soprattutto, finalmente aveva scoperto il motivo di tutto quel
silenzio all'orfanotrofio.
Aveva dovuto subire le pene dell'inferno ma ce l'aveva fatta.
"D'accordo, potete andare adesso. E... Matt? Ti aspetto alle cinque di
questo pomeriggio per decidere della tua punizione." detto questo i
bambini corsero via e Roger udì un'imprecazione da parte di
Matt, ma fece finta di niente. Sospirò e fece marcia
indietro, diretto verso il suo ufficio.
Intanto i due bambini erano arrivati da Mello, che era sdraiato nel
letto sotto due piumoni pesanti.
Il suo volto era accaldato e aveva gli occhi lucidi, segno che la
febbre era ancora alta. Nonostante il suo stato però, la
forza di lamentarsi ce l'aveva.
"Si può sapere perché ci avete messo tanto?"
domandò con un rantolo, tenendosi la testa con una mano per
il dolore.
"Dillo al mostriciattolo, è colpa sua!" spiegò
allora Matt in preda alla rabbia e con una gran voglia di sopprimere il
più piccolo.
"A me risulta che sia stato tu a tirarla per le lunghe con Roger. Ti
sta bene che ti abbia messo in punizione." replicò Near
apatico.
A Mello stava scoppiando la testa, non ce la faceva più a
sentirli litigare. L'unico momento di pace che aveva avuto era stato
quando loro non c'erano; la tortura era ricominciata.
"Sentite... non vi sopporto. Mi esplode la testa ok? Quindi finitela e
fatemi mangiare." disse in poco più che un sussurro.
A quelle parole i due si guardarono in cagnesco per qualche istante e
infine, Near porse la mano al rossino che lo guardò
perplesso, convinto che avesse in mente qualcosa.
"Tregua?" domandò Nate, dando una spiegazione di quel gesto.
"E va bene, tregua!" acconsentì Matt, stringendo la mano
all'altro.
Avrebbero dovuto convivere fino a quando Mello non si sarebbe ripreso,
perciò era inutile continuare a becchettarsi.
La soluzione migliore era sopportarsi e far finta di nulla; mascherare
l'intolleranza con dei sorrisi e lasciare che il biondino si
riprendesse in tutta calma.
Near non pensava che Matt avrebbe rispettato il patto, anche
perché sapeva quanto lui non lo sopportasse, quindi credeva
che gli fosse difficile.
Invece -al contrario di quanto aveva supposto il piccolo Nate- Mail
aveva rispettato la tregua senza nessuna difficoltà.
Insieme avevano aiutato Mello a mangiare: uno teneva il piattino,
mentre l'altro lo imboccava. Se il biondino avesse avuto le forse per
protestare lo avrebbe fatto, si sentiva in imbarazzo.
Non gli piaceva sentirsi così, non riusciva neppure a
mangiare da solo e questo lo infastidiva; non poteva far altro che
starsene zitto e assecondare quei due che, stranamente riuscivano a
collaborare.
Sia Matt che Near, si resero conto che in fondo non era così
male sopportarsi l'un l'altro e che l'antipatia reciproca era nata
solamente da una possessività nei confronti di Mello. Non
avevano mai provato prima di quel momento a fare un piccolo sforzo per
accettarsi a vicenda.
Era più semplice di quel che credevano, era divertente stare
tutti e tre insieme, anche se prima di ammetterlo sarebbe passato un
sacco tempo.
Per il momento però, andava bene così.
[Fine.]
Note
dell'autrice:
Bentornati miei cari lettori! Che ne dite di questa oneshot?
Mi sono dilungata molto sull'incontro tra Roger, Near e Matt
perchè mi stavo divertendo come una pazza a scriverlo! A
momenti ridevo da sola.
Ho descritto un Matt un po' diverso da come lo si vede di solito. Nel
senso che spesso viene descritto un bimbo timido ed anche io questo
carattere gliel'ho attribuito spesso ma... mi sono detta:
chissà com'era Matt da bambino?
Voglio dire, noi lo abbiamo visto solo adulto e per quel poco che lo
vediamo [Sigh...] parrebbe un tipo un po' spaccone, ironico [si prende
gioco di una decina di uomini in punto di morte, insomma!].
Mi sono immaginata quindi, che da piccino doveva essere più
o meno così e poi, mi sono stancata di descriverlo
così calmo... e poi, stando con Mello potrebbe aver preso il
peggio da lui! XD
No vabè, magari l'ho reso eccessivamente aggressivo? Forse.
Però si trattava comunque di Mello malaticcio in fondo e
Roger gli stava facendo perdere del tempo!
È un vero peccato non avere più informazioni al
suo riguardo comunque, altrimenti avrei potuto attenermi ad una
traccia, ma purtroppo è così... menomale che
c'è la fantasia per questo! XD
Beh, mi sono dilungata anche troppo, per cui passo a rispondere alle
recensioni, ringraziando infine come al solito tutti quelli che hanno
letto, recensito ecc.!
Puce16: Ma
salve! Certo che mi ricordo di te. :D
Uhm, non era proprio una MattMello questa, ma spero ti sia piaciuta
ugualmente. Ho voluto appositamente fare una raccolta non solo MxM,
dato che volevo cimentarmi anche in altri pairing. Come vedi
però, al momento le MxM sono in discreta maggioranza e altre
fan art che ho scelto li riguardano.
Quindi stai sicura che ne leggerai presto altre! XD
Misa_4ever:
Oh, che gioia sentirtelo dire! <3 Anche io preferisco LMisa
rispetto a LightMisa, anche perchè non c'è questa
coppia purtoppo, visto che è Misa quella innamorata di Light
e lui la usa soltanto.
Beh, che dire, sono davvero felice che ti sia piaciuta e se
può interessarti ho in cantiere altre oneshot con questo
pairing. Ho trovato delle fan art niente male! XD
_BellaBlack_:
Carissima, è un piacere sapere che ti piaccia il pairing!
*O* A me, personalmente mi ha sempre attratta XD la scena del bacio
sulla guancia non la dimenticherò mai. *-*
Per l'altra, sapevo di essere andata OOC, ma non mi sarei mai sognata
di rendere Matt o Mello delle checche isteriche stile Sacchan e
Nacchan. Tremo al solo pensiero XD
E sì, hai proprio ragione: a volte un po' di sano fluff ci
vuole! <3
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Capitolo 6 *** 06. Last breathe [MattMello] ***
Genere: Nonsense,
introspettivo
Rating: Verde
Avvertimenti:
Oneshot
Personaggi:
Matt, Mello [Mello centric]
Pairing:
MattMello accennato
Last breathe
Un ultima volta. Una soltanto. Non ci sarà più
nient'altro dopo ed è questo ciò che terrorizza
Mello: il nulla.
Non ci aveva mai pensato così tanto; non come in quel
momento almeno...
Mihael Kheel, è un tipo impulsivo e non riflette a fondo
sulle cose, non pensa alle conseguenze. È il risultato che
conta no? E non quello che viene dopo.
Da sempre la pensa a questo modo, ma forse stavolta è
diverso e la posta in gioco è troppo alta: che vinca o che
perda, sa che resterà in ogni caso un fottutissimo perdente.
E si rende conto di non essere poi così diverso da Kira, che
entrambi hanno qualcosa che li accomuna: il fatto di utilizzare
qualunque mezzo pur di giungere al fine.
Ma in questa somiglianza c'è comunque una piccola, grande
differenza: forse al pluriomicida temuto ed amato da molti, non importa
delle sue pedine e probabilmente ci gode pure a sfruttarle, Mello no.
No, al contrario si sente maledettamente colpevole nel farlo,
perchè l'unica persona che gli abbia mai dato un briciolo di
fiducia è tra una delle sue pedine.
Una scacchiera: lui è la regina e l'altro... è un
fottutissimo qualunque altro pezzo da sacrificare, non importa quale,
il suo compito è quello di proteggere Mello ad ogni costo,
neanche fosse il re! Ed è questo il punto: per Mattm lui il
re lo era, lo è sempre stato.
È disposto a tutto pur di aiutarlo, non ha mai rifiutato una
sua richiesta e Mihael è sempre stato così
egoista da andare avanti senza soffermarsi sul perchè quel
ragazzo, lo abbia sempre fatto e continui a farlo, senza mai
abbandonare il sorriso, senza chinare la testa o mostrare le sue vere
emozioni.
In verità Mello lo sa bene il motivo e sa anche quale sia il
suo vero stato d'animo: Matt ha paura, chiunque ne avrebbe, ma
nonostante questo non si tira indietro -non l'ha mai fatto,
perchè dovrebbe farlo adesso?
E sa anche che dietro a quei sorrisi si nasconde una fottuta paura e
che, al di là di quelle spesse lenti che gli coprono
perennemente lo sguardo, esso è colmo di emozioni negative.
Ecco perchè lo preferisce quando porta gli occhiali: senza
di essi, si denuderebbe. Senza quella maschera renderebbe Mello
vulnerabile, perchè gli
occhi sono lo specchio dell'anima e lui lo sa. Anche Mail
lo sa.
Mihael ha paura di ciò che potrebbe leggere in quelle
profonde iridi verdi e di scoprire finalmente chi sia il vero Matt.
Perchè dannazione, nonostante tutti gli anni che hanno
passato insieme, non sa ancora chi sia veramente. Non si è
mai interessato a volerlo conoscere, perchè fino a quel
momento gli era andato bene così e probabilmente anche a
Matt, altrimenti non gli sarebbe restato vicino così a
lungo, o perlomeno non sarebbe rimasto in silenzio.
E Mello era incredulo: possibile che se ne rendesse conto solo ora? Ma
in fondo, è una caratteristica dell'essere umano scoprire
quale sia il valore di qualcosa solo dopo averla persa, o nel suo caso
poco prima che questo avvenisse.
Ma non c'è niente che possa fare per evitarlo...
Beh, non è del tutto vero in relatà, ci sono
tante cose che potrebbe fare... peccato che il suo stupido orgoglio non
glielo permetta.
Perchè Mello vuole attuare il suo piano, stanare Kira e
superare Near. Punto.
E in tutto questo Matt dov'è? Non c'è. Non
rientra nei suoi scopi, è solamente un mezzo per raggiungere
l'obiettivo.
Che razza di egoista, non ha nemmeno l'umiltà di mettere
quel ragazzo avanti a tutte queste cose, nonostante in ordine di
importanza venga per primo.
E allora perchè non riesce a rinunciare al resto per lui?
Perchè non riesce a mettere da parte l'orgoglio e ascoltare
per una volta la voce del suo cuore?
Sì, anche Mello ne possiede uno, ma è sepolto da
qualche parte: sovrastato da troppe cose per poterlo prendere in
considerazione.
Ed è questo che gli fotte il cervello, insieme a tutti i
pensieri che lentamente lo stanno uccidendo.
In quel momento vorrebbe liberare la mente e concetrarsi sul corpo
caldo di Matt, stringerlo a sè e convincersi che lui sia
l'unica cosa di cui ha davvero bisogno per stare bene.
Detesta pensare che per colpa sua tutto quello non ci sarebbe stato
più. Avrebbe voluto non rinunciare al suo calore, all'odore
di nicotina presente nell'aria, o al fastidioso suono dei tasti che
premono sulla consolle.
Gli sarebbe mancato tutto quanto di lui e ciò gli faceva un
male tremendo.
Ma c'era una cosa che più di tutte lo distruggeva:
anzichè pensarlo soltanto, rischiando di impazzire, avrebbe
potuto dirgli ogni cosa e donare a Matt un pezzetto di sè.
Poteva anche dimostrargli una volta tanto il valore che aveva e che
senza di lui non sarebbe stato lo stesso.
Probabilmente Mail ne sarebbe stato felice, o almeno così
credeva Mello. Ma era comunque inutile pensarci, tanto si sarebbe
tenuto tutto dentro.
"Grazie orgoglio per
aver reso la mia vita uno schifo.
Vaffanculo orgoglio per
aver reso la vita di Matt uno schifo."
Mello stava letteramente impazzendo, se ne rendeva
conto... come anche si rendeva conto di meritarlo.
Continuava a stringere a sè il corpo di Matt, cercando di
scacciare quei maledetti pensieri e si chiedeva anche come facesse quel
ragazzo a dormire così tranquillamente... eppure l'indomani
era così vicino.
Matt sarebbe morto, il suo destino era già segnato e questo
pareva non toccarlo minimamente.
Però forse Mello aveva compreso perchè non gli
pesasse così tanto: non gli importava di quel che sarebbe
accaduto, perchè la sua priorità era aiutare
Mihael.
Fare qualcosa, qualsiasi cosa per lui lo rassicurava e lo faceva
sentire bene con se stesso.
E Kheel lo invidiava, avrebbe voluto essere al suo posto...
però per riuscirci avrebbe dovuto cominciare a pensare agli
altri.
"Dev'essere confortevole
fare qualcosa per qualcuno che non sia io. Beh, peccato... non penso
che proverò mai una sensazione simile dato che sono un
maledetto egoista."
Improvissamente gli venne da sorridere. Pensandoci, si
accorse che in mezzo a tutto quello schifo c'era almeno una cosa che lo
facesse star bene: Matt.
Se aveva resistito fino a quel giorno lo doveva solamente a lui: la sua
presenza era tutto per Mello.
Matt è la sua forza e se il giorno dopo avrebbe attuato quel
dannato piano, l'avrebbe fatto solamente perchè Mail sarebbe
stato con lui.
E quindi, invece che tormentarsi, avrebbe dovuto godersi quegli ultimi
istanti... con lui. Per quanto male facesse, doveva riuscirci.
Bastava concentrarsi un po', no?
Certo.
E ci stava riuscendo; la sua mente si stava svuotando di tutto,
lasciando spazio alla serenità e come al solito era merito
di Matt.
Pensandoci bene, era la prima volta che gli dedicava così
tanto tempo, nonostante lo facesse indirettamente.
E quello schifosissimo odore di nicotina che sentiva nell'aria, non gli
era mai parso così piacevole come in quel momento.
"Dovresti ritenerti
fortunato Matt.
O forse, dovrei essero
io a farlo?"
Questo non aveva alcuna importanza comunque. Ormai era
tardi per pensare a cosa era giusto e cosa sbagliato.
E che importa chi sia il fortunato? Che importa cosa accadrà
domani?
"Voglio solo pensare a
questo momento come se fosse l'eternità.
Voglio solo sentire il
tuo corpo contro al mio.
Voglio solo sentire il
il tuo profumo.
Voglio... voglio troppe
cose."
Non voleva più pensare a quanto sarebbe stato
semplice ottenerle... ma soltanto immaginare di averle già.
Sì, perchè in quel modo avrebbe avuto la
consapevolezza di desiderare l'impossibile e questo lo avrebbe portato
a riempire di nuovo la mente.
Tutto sarebbe ricominciato da capo.
E Mello non voleva pensare a niente.
"Lasciatemi in pace.
Dopotutto domani,
sarà anche il mio utlimo giorno, no?"
Lo aveva capito: la sua vita sarebbe terminata con quella
di Matt.
Dunque, poteva permettersi di comportarsi egoisticamente un'ultima
volta, no?
[Fine.]
Note
di Cami:
È abbastanza terribile XD
Questa cosa che è uscita fuori è senza dubbio una
nonsense. Tremila cose messe in modo indefinito, però giuro
che un significato ce l'hanno.
Non mi piace granchè... forse per niente a dire il vero.
Però, stavo pensando per una volta a concetrarmi su come si
senta Mello il famoso "giorno prima". So che è usato e
riusato questo tema ma... siccome io non lo avevo ancora utilizzato dal
punto di vista di Mello, beh, ho voluto farlo.
Poi che sia uscita fuori questa schifezza è un altro
discorso.
Beh, non ho molto da dire in realtà.
So solo che, ormai quel che è venuto è questo e
così lo lascio.
Dopotutto, anche se non è il massimo, è comunque
un qualcosa che racconta qualcosa, esprimendo determinate cose.
Linciatemi pure se volte, vi do il permesso!
_BellaBlack_:
Sì esatto, tu sei la prima che deve linciarmi! Peggio di
così non potevo farla uscire questa storia insulsa XD
Perdonami, sicuramente non ti aspettavi... questo.
Passando alla precedente fan fiction, sono contenta che tu abbia
apprezzato e che quel Matt sulla delinquenza andante ti abbia
soddisfatto e divertita come ho fatto io nel descriverlo. Soprattutto
per quanto riguarda la piccola lite con Roger.
E... Near IC?! *O* Quel nanetto bianco è la mia disgrazia!
Ho sempre paura di sgarrare con lui, ma se mi dici così mi
rendi una donna felice.
Baci e alla prossima e... ti prego picchiami! <3
Misa_4ever:
Grazie per i dolcissimi complimenti che mi scrivi sempre. Sono davvero
felice che tu apprezzi ogni mia storia! *O*
Puce16: Beh,
aspettavi una futura MattMello, questa più o meno lo
è... ma sono sicura di non aver soddisfatto le tue
aspettative.
Ne sono consapevole, questa storia fa pena come già ho detto
svariate volte.
Grazie per i complimenti e sì, la fn art è una
meraviglia! Sono felice di averla scovata: una preziosa immagine per la
mia collezione, menomale che esistono in fan artist (si dice vero? XD)!
*O*
Bene, ora posso dileguarmi alla velocità della luce!
Vi prometto che la prossima shot sarà degna di essere
chiamata tale.
Bye!
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Capitolo 7 *** 07. Falling and feeling [MattMello] ***
Falling and feeling
Camminava a passo svelto Mello, nel tentativo di raggiungere i compagni
di orfanotrofio che stavano iniziando l'abituale partita di calcio
pomeridiana. Quel giorno era in ritardo, era quasi convinto che non
avrebbe fatto in tempo ma questo non aveva importanza, per lui c'era
sempre posto in squadra.
"Insomma Matt, ti muovi o no?" gridò il biondino irritato,
che nel voltarsi aveva notato quanto fosse distante il suo amico; alle
volte era proprio una lumaca!
"Sei tu che cammini veloce. Non scappa nessuno!" imprecò
Matt, che si era fermato un instante a riprendere fiato.
"Guarda che ti lascio qui!" insistette Mihael, troppo concentrato
sull'imminente partita per accorgersi della spossatezza dell'altro.
Quando si trattava di dimostrare la sua bravura, quel ragazzino non
guardava in faccia nessuno; anche perché al momento il
calcio era l'unica cosa in cui poteva definirsi il numero uno.
Ah, se solo Near avesse giocato di tanto in tanto... invece se ne stava
sempre chiuso in orfanotrofio a comporre stupidi puzzle. A detta di
Mello, aveva solo paura di sfidarlo e perdere clamorosamente, anche se
non era propriamente così: al piccolo Nate non interessava
mettersi in mostra, tanto più che era una grande perdita di
tempo e di energie.
Matt si era appoggiato contro al tronco di un albero e visto che non
accennava a muoversi, Mello si incamminò lasciandoselo alle
spalle piuttosto indispettito.
"Io vado eh!" esclamò senza voltarsi e continuando per la
sua strada.
Il bambino, udendo quelle parole alzò la testa di scatto e
notando che l'altro era già lontano decise di raggiungerlo a
corsa. Non guardava dove andava, tutto ciò che vedeva era la
sua meta: Mello.
Il biondino aveva udito lo scalpiccio delle scarpe dell'amico che
strusciavano contro l'erba fresca, così decise di rallentare
un po' l'andatura.
"Finalmente ti sei dec-" le ultime lettere furono coperte da un tonfo,
seguito da un lieve gemito di dolore.
Mihael si voltò di scatto, trovandosi davanti agli occhi la
figura del piccolo Matt spalmato per terra. Gli venne spontaneo
sbattersi una mano sulla fronte prima di avvicinarsi a lui per aiutarlo.
Era del tutto incredibile come Matt riuscisse ogni volta a farsi male;
che fosse giocando a calcio, arrampicandosi su un albero o
semplicemente camminando, ci riusciva.
Quel ragazzino aveva la sorprendente capacità di cadere
anche quando questo era improbabile.
E Mello ogni volta che lo vedeva rovinare a terra clamorosamente non
poteva far altro che scuotere la testa incredulo, chiedendosi quale
fosse il numero di sbucciature presenti sulle sue ginocchia.
Era pur vero che era una priorità dei bambini quella di
farsi male, dato che per loro era impossibile starsene fermi in un
angolo -escludendo Near ovviamente- evitando così di
procurarsi nuove ferite. Ma Matt aveva raggiunto un livello esagerato.
Che avesse l'equilibrio precario non era una novità, ma
almeno uno sforzo nel tentativo di riprendersi poteva anche farlo, o
perlomeno tendere le mani in avanti per evitare di colpire il suolo con
la faccia.
"Sei sempre il solito..." disse il biondino afferrando l'altro per
aiutarlo a mettersi seduto. Il volto di Matt era contratto dal dolore e
Mello abbassò lo sguardo per vedere cosa si era fatto quella
volta: notando lo strappo sul lato sinistro dei pantaloni, dedusse che
lì doveva trovarsi la ferita, così gli
arrotolò i pantaloni fino alla coscia cercando di non
sfregare la stoffa contro la sbucciatura: il ginocchio era gonfio e
sporco di terra, stava sanguinando. Probabilmente Mail era caduto
sull'unico e insignificante sasso presente a distanza di metri.
"Un giorno dovrai spiegarmi come fai eh! Non è possibile..."
da quando Mello lo conosceva, quella scena era piuttosto ricorrente, ma
ancora non si spiegava come facesse a farsi male ogni volta.
"Sono inciampato, non c'è niente da spiegare." disse Matt
stizzito. Dopotutto mica lo faceva apposta, mica era masochista a quel
punto.
Tentò di alzarsi, ma facendo leva sulla gamba ferita, questa
cedette e cadde nuovamente a sedere.
"Dai, ti aiuto io..." Mello gli prese le mani e lo tirò
verso di sé "Ce la fai a camminare?" gli chiese subito dopo,
ma il rossino scosse la testa in segno di diniego.
"Mi fa male!" sbottò in seguito all'occhiata che gli aveva
lanciato l'amico, per fargli capire che non aveva gradito.
"E va bene, vorrà dire che mi toccherà
accompagnarti in infermeria..." disse a Matt, accucciandosi per farlo
salire sulla sua schiena. Il piccolo tolse la PSP dalla tasca dei
pantaloni e si appoggiò al corpo di Mello che lo
afferrò da sotto le ginocchia per reggerlo e, trovato
l'equilibrio si alzò in piedi, pronto a dirigersi verso
l'edificio.
"Grazie Mel." disse Matt, appoggiando la testa contro la spalla
dell'altro e accendendo la consolle proprio davanti ai suoi occhi.
"Vuoi togliere quel coso?! Non ci vedo un accidente!" gridò
improvvisamente Mello, imprecando contro la stupidità del
suo amico, che non sembrava averlo ascoltato.
Era d'accordo col fatto che ognuno avesse le sue passioni e sapeva
quanto Mail fosse ossessionato da quegli stupidi videogames, ma poteva
almeno per una volta evitare?
"Ok, te la tolgo da davanti." il rossino rideva divertito, alle volte
Mello era davvero suscettibile, nonostante quella volta non avesse
tutti i torti, ma non poteva farci niente.
Gli piaceva quando si arrabbiava e ogni tanto si divertiva ad
escogitare qualcosa per irritarlo.
Mihael si trattenne dal lasciare la presa, anche se a dire il vero non
gli sarebbe dispiaciuto abbandonarlo lì, facendogli battere
una discreta botta per terra. Ma non lo fece, non era così
cattivo e poi, non avrebbe mai avuto il coraggio di fare del male a
Matt.
"Ti fa ancora male?" chiese poi, cercando di nascondere la
preoccupazione. In fin dei conti, per quanto fosse un graffietto quello
che aveva sul ginocchio, quando si trattava di lui non poteva non
preoccuparsi: gli era affezionato incredibilmente.
"Un po', ma niente di serio." rispose, spegnendo poi la consolle, dato
che in quelle condizioni era difficile concentrarsi e poi, gli facevano
male le braccia poiché le aveva tenute tese in avanti a
lungo.
Abbracciò il biondino per tenersi più saldo e non
cadere, provocando un certo rossore sulle guance di Mello che non se
l'aspettava. Sapeva che non c'era niente di strano visto che lo faceva
solo per sorreggersi a lui ma, sentiva quella stretta leggermente
diversa dal normale: percepiva uno strano calore che si stava
propagando in tutto il corpo.
Cercando di non soffermarsi su questi pensieri, continuò a
camminare spedito, entrando poi nell'edificio dato che era giunto a
destinazione. Ancora qualche metro e avrebbe potuto rilassare la
schiena che cominciava a risentirne per via del peso dell'amico.
Nonostante Matt non fosse affatto pesante, reggerne il corpo per un
centinaio di metri o più, era comunque faticoso.
Arrivati in infermeria, posò il ragazzo sul lettino e attese
che l'infermiera facesse il suo lavoro; la donna non appena aveva visto
entrare i due bambini aveva sospirato rassegnata: quella scena l'aveva
vista un centinaio di volte.
Come Mello, anche lei si chiedeva come fosse possibile che quel bambino
finisse sempre per farsi del male e le cose erano due: o qualcuno da
lassù ce l'aveva con lui, o semplicemente era troppo sbadato.
"Ah Matt... cosa devo fare con te?" disse la signorina Belle
Winston mentre prendeva il disinfettante e il cotone dal mobiletto
accanto al letto.
Il rossino fece spallucce e accese nuovamente la PSP, ignorando del
tutto le parole della donna; dopotutto, che colpa ne aveva lui? Non
l'aveva certamente fatto di proposito.
"Ma basta con quell'affare! Sei incorreggibile..." sbuffò
Mello, sedendosi successivamente sulla sedia adiacente al lettino e
osservando la consolle, domandandosi che cosa ci trovasse l'amico in
quel coso.
Che soddisfazioni poteva dare premere un paio di pulsanti? Meglio una
dolcissima barretta di cioccolato piuttosto!
L'infermiera, dopo aver preso l'occorrente si inginocchiò di
fronte al bambino: quella volta la ferita si era rivelata
più profonda del solito, anche se non era comunque grave.
Imbevette il cotone di acqua ossigenata e si preparò a
ripulire il sangue dal ginocchio di Matt, ma questo con uno scatto si
allontanò dal letto per niente disposto a farsi ungere da
quella roba.
"No, non se ne parla! Io non lo voglio quel coso." gridò il
piccolo al limite del terrore. Ogni volta che si faceva male, si
ritrovava a soffrire doppiamente per colpa del disinfettante.
"Avanti Matt, non fare il bambino e siediti. Dobbiamo disinfettare
quella ferita!" disse Bella cercando di mantenere la calma. Tutte le
volte era la solita storia e le toccava rincorrerlo prima di riuscire a
medicarlo.
"Io sono
un bambino." rispose piccato, allontanandosi dalla portata della donna
e facendo per uscire dalla stanza, ma Mello -che fino a quel momento
era stato fermo ad osservare la scena pietosa- lo afferrò
per un braccio e lo costrinse a sedersi nuovamente.
Di certo Mail non aveva la forza necessaria per scappare, avrebbe
dovuto sforzare la gamba e gli faceva male, per cui era stato
abbastanza semplice trascinarlo.
"Devo per caso ricordarti che per colpa tua non sono fuori a giocare?"
sbottò il biondino, infastidito dall'infantilismo
dell'amico, che lo guardava tra l'infastidito e il deluso. Solitamente
Mello stava dalla sua parte, ma non quella volta.
"Io non ti ho chiesto niente." replicò indispettito,
regalando un'occhiataccia piena d'astio al ragazzino che ricambiava lo
sguardo.
"Vorrà dire che la prossima volta ti lascio lì."
e detto questo si risedette sulla sedia, borbottando poi qualcosa di
incomprensibile. Era mai possibile che Matt fosse tanto stupido?
"Avanti smettetela tutti e due." intervenne la donna, placando la
tensione che si stava sviluppando. Cominciò poi il suo
lavoro, passando delicatamente il cotone imbevuto d'acqua ossigenata
sulla ferita, causando fastidio al bambino che gemette per il dolore.
Quel liquido frizzava incredibilmente, per quel motivo non aveva voluto
sottoporsi a quel trattamento. Avrebbe tanto voluto vedere Mello al suo
posto, visto che lo criticava tanto.
Improvvisamente sentì qualcosa stringergli la mano e
abbassando lo sguardo notò la mano di Mihael che stringeva
la sua. Restò esterrefatto da quel gesto e un lieve rossore
cominciò a colorargli le guance per l'imbarazzo.
Gli venne spontaneo domandarsi per quale motivo lo facesse, in fondo
aveva dimostrato di considerarlo uno stupido per l'eccessiva reazione
di poco prima.
Rimase però in silenzio, stupendosi anche del fatto che non
sentiva più il dolore provocato dal disinfettante, l'unica
cosa che provava era una sensazione di piacevole calore.
Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi glaciali
dell'amico, ringraziandolo mentalmente per quel semplice gesto che per
lui aveva un grandissimo significato.
Finita la medicazione e dopo aver posto una fasciatura sopra la ferita,
la donna si alzò e con la coda dell'occhio notò
la mano di Mello sottrarsi immediatamente da quella di Matt e le venne
da sorridere.
"Bene, abbiamo finito. Anche se immagino che ci rivedremo presto, vero
Matt?" sogghignò Bella, sapendo benissimo che dopo due
giorni al massimo quel bambino si sarebbe ritrovato nuovamente in
infermeria con una nuova ferita da medicare.
Lui sbuffò sonoramente, borbottando qualcosa come "Vorrei
vedere te al mio posto." e si era alzato barcollante, constatando che
ancora non riusciva a camminare.
Mello gli fece capire con un'occhiata che lo avrebbe aiutato
nuovamente, così Mail si arrampicò sulla sua
schiena per la seconda volta in quella giornata e scomparvero al di
là della porta sotto lo sguardo divertito di Bella.
I due bambini non parlarono durante il tragitto che separava
l'infermeria dalla loro stanza condivisa, probabilmente
perché non sapevano che cosa dire. L'unica cosa certa era
che Matt stava ripensando alla mano di Mello stretta alla sua e senza
rendersene conto distese le labbra in un sorriso.
Giunti a destinazione il biondino abbandonò l'altro sul
letto, lasciando la presa all'improvviso e si voltò a
guardare l'altro che lo stava fulminando con lo sguardo.
"Potevi anche avvertire." sbottò irritato. Non che si era
fatto male, ma almeno posarlo un po' più delicatamente
sarebbe stato gradito.
"Non sei un peso piuma, non ce la facevo più." rispose Mello
atono, sedendosi poi sul letto, accanto all'amico, che istintivamente
appoggiò la testa sulla spalla dell'altro che
spalancò gli occhi, irrigidendosi per la sorpresa.
Non disse niente e si rilassò immediatamente, constatando
che i capelli di Matt contro la sua pelle gli davano una sensazione
piacevole, di sollievo. Improvvisamente sentì il bisogno di
stringere nuovamente la mano del rossino: aveva capito che quel
contatto era indispensabile per lui e a quanto pare, anche per l'altro
visto che sul suo volto era presente un sorriso.
"Grazie Mel." disse a un tratto Mail, spostandosi per un instante dalla
spalla del biondino e dandogli un veloce bacio sulla guancia.
Inizialmente Mello rimase di stucco e la prima cosa che gli venne in
mente di fare era spingere l'amico giù dal letto, ma poi
ripensandoci si rese conto che gli era piaciuto.
E in fondo, se tutte le volte doveva ringraziarlo così beh,
sperava si facesse male un po' più spesso.
[Fine.]
Note
di Cami:
Ebbene, pubblichiamo questa oneshot prima che mi diriga a vedere la
partita Inter-Fiorentina [Forza violaaaa!!!!] e soprattutto prima di
andare a Bologna al concerto dei Placebo
<3
Era da un po' di giorni che era in lavorazione e ora l'ho conclusa.
Sono abbastanza soddisfatta -titolo a parte eh!
Piccola nota: il nome della cara infermiera è preso
spudoratamente dal nick di _BellaBlack_,
un modo carino per dedicarle questa storia e per ringraziarla (spero tu
abbia apprezzato!) per tutte le emozioni che mi fa provare con le sue
fanfiction che vi consiglio caldamente! <3 LEGGETELE ORDUNQUE!!
Adesso mi dileguo che devo prepararmi per partire, a presto!
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