I Wish You Were Here di Evie08 (/viewuser.php?uid=52958)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Melrose ***
Capitolo 3: *** Il Campeggio ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
I Wish You Were Here
Prologo
Era tutto finito.
Incredibile.
Non poteva
essere vero.
Il buio aveva
preso il sopravvento e le lacrime
offuscavano quell’immagine
di morte che avevo davanti gli occhi.
Un urlo
squarciò l’aria.
Il mio.
Persino la mia
voce mi sembrava surreale.
La banda
sfumò l’inno del vincitore, un brusio animava la
folla.
Leggevo
l’orrore sui volti delle persone che avevo accanto.
No, no, non
poteva essere vero!
Iniziai a
correre per raggiungerlo,
mentre tutto attorno a me sembrava muoversi a rallentatore,
come in un film di cattivo gusto.
E’
uno scherzo… non può essere successo davvero.
Con uno
slancio mi feci spazio tra la folla che attorniava i due campioni.
Il suo corpo
esanime era sdraiato ai miei piedi.
Il volto
pallido, gli occhi vitrei.
Ero
paralizzata.
Le ginocchia
mi cedettero facendomi cadere per terra.
Le mie lacrime
bagnarono il suolo.
Non ci potevo
credere.
Era davvero
tutto finito?
Note
dell'autrice!
Salve gente! Eccomi
qui con una nuovissima fiction! Tranquilli non ho intenzione di
abbandonare il mio "masterpiece" The Voice Of Heart!
Questa è
la prima volta che mi cimento seriamente su una ff su Harry Potter e
spero che il mio impegno sia ripagato e apprezzato in qualche modo!
La storia
sarà incentrata sul bellissimo Cedric Diggory
e una ragazza un pò misteriosa...
Non fatevi
intimorire dal prologo un pò catastrofico, la storia
è a lieto
fine!
Spero mi seguirete
in tanti!
Aspettanto il primo
capitolo...vi mando un sacco di baci!
Yours
Evie08
|
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Capitolo 2 *** Melrose ***
Melrose
Poco
distante da Hogwarts…
“Sei
tornata. Finalmente.”
“Scusa
il ritardo. Ecco, questo dovrebbe bastarti per un
po’” disse la giovane donna poggiando i sacchetti
di carta sul fondo ruvido della grotta.
In
quel posto si respirava un’ aria malsana, umidiccia.
L’uomo
si avventò avido sul cibo contenuto in una delle buste, lo
sguardo famelico su un volto molto bello ma invecchiato da una vita
particolarmente difficile e dolorosa.
“Vuoi?”
chiese lui porgendo un pezzo di focaccia al pomodoro alla ragazza.
Lei
scosse la testa e si sedette per terra con lui.
“Che
intenzioni hai adesso? Perché ti ostini a vivere allo stato
brado?”
“Se
avessi vissuto un briciolo della vita che ho vissuto io, questo ti
sembrerebbe il posto più comodo e bello del mondo”.
“Il
fatto è che adesso è tutto finito. Puoi venire a
vivere con me…”
“E
metterti in pericolo? Non se ne parla neanche.”
L’uomo
aveva mutato il suo sguardo.
Ora
era colmo di gratitudine.
La
gratitudine che nutriva per quella persona che, nonostante tutto quel
tempo, non lo aveva dimenticato.
“Non
voglio perderti di nuovo..” singhiozzò
all’improvviso lei.
“Tesoro..vieni
qui” l’uomo si avvicinò alla ragazza
stringendola sul suo petto.
“Neanche
io voglio perderti. Non succederà mai più.
Te lo
prometto.”
Qualche
giorno dopo…
Erano
le 6.30 del mattino.
Doveva
sbrigarsi altrimenti avrebbe fatto troppo tardi.
Melrose
percorreva la strada che portava al Col dell’ Ermellino,
oltre la cittadina di Ottery St. Catchpole.
Il
Ministero della Magia l’aveva mandata lì.
Doveva
fungere da guida per i maghi di quella zona diretti alla Coppa del
Mondo di Quidditch. Doveva far in modo che loro non perdessero la
Passaporta posizionata sul colle.
“Se
non mi sbrigo sarò io a perdere la passaporta!”
sussurrò tra sé mentre ormai correva.
Arrivò
sulla cima.
A
quell’ora l’aria era fredda, troppo per i suoi
gusti.
Le
stelle erano ancora ben visibili in cielo. Che orario assurdo.
Tirò
dalla tasca della giacca a vento viola un pezzo di pergamena:
“la passaporta si attiverà alle sette meno cinque
minuti e… ed è uno stivale?” Melrose si
guardò intorno alla ricerca dell’oggetto.
“Stai
cercando questo?” una voce alle sue spalle attirò
la sua attenzione.
La
ragazza si voltò, la treccia poggiata su una spalla.
Il
volto arrossato di Amos Diggory le sorrideva mostrandole lo
stivale-passaporta.
“Oh
signor Diggory, salve! Non mi aspettavo di trovare qualcuno
qui…a quest’ora poi”
“Ced
ed io siamo partiti alle due per arrivare qui in tempo” disse
orgoglioso poggiando la mano libera sulla spalla di…come lo
aveva chiamato? Ced?
Melrose
incrociò lo sguardo del ragazzo.
“Ah,
che sbadato! Lui è mio figlio, Cedric.”
Cedric
era un ragazzo molto bello, sui diciassette anni circa, e con gli occhi
di un azzurro-verde davvero magnetici.
“Ciao.
Io sono Melrose”
“Piacere
di conoscerti” disse lui stringendole la mano gelida.
“Che mani fredde…”
“Si
è normale per circa la metà
dell’anno…” la ragazza ritirò
la mano nascondendola nella tasca della giacca a vento.
Passarono
diversi minuti prima che uno dei tre proferisse parola.
Minuti
di puro imbarazzo.
“E
quindi..è stato il Ministero a mandarti qui?”
chiese Amos a Melrose.
“Esatto.
Il Ministro vuole evitare che qualcuno possa non trovare la Passaporta
e così perdere la Coppa del Mondo. E così ci
siamo noi…” rispose lei giocherellando con la
punta della treccia castano chiaro.
“Noi?”
domandò Cedric guardando prima la ragazza, poi il padre.
“Questo
è il brutto di essere nuovi
nell’ambiente… Praticamente Caramel ha incaricato
le nuove leve del Ministero della Magia di fare da Guide ai maghi
diretti alla coppa del mondo. Siete uno per Passaporta, vero?”
“Si.
Saremo un centinaio credo.”
“Vedo
qualcuno in lontananza..magari sono dei nostri! Vado a
vedere” Amos si allontanò lasciando soli i due
giovani.
“E
così tu sei nel Ministero… di cosa ti
occupi?” chiese Cedric stringendosi nella giacca.
“Studio
per diventare Auror e nel frattempo faccio il praticantato al
Ministero.”
“Sembri
giovane…”
“Lo
sono. Ho..” la conversazione fu bruscamente interrotta da un
vociare confuso e frastornante.
Un
folto gruppetto di persone si avvicinava a loro guidato da Amos, sempre
più sorridente.
“Questo
devono essere i Weasley.” Melrose controllò la
lista.
I
Lovegood erano già partiti e i Fawcett non avevano trovato i
biglietti. Quindi della circoscrizione mancavano solo i Weasley
più due.
La
ragazza volse gli occhi cerulei alla folla.
“Salve
Arthur. Giusto in tempo per partire” fu il suo saluto.
“Melrose!
Che sorpresa! Credevo non ci fosse nessuna guida al Col
dell’Ermellino…”
“Il
Ministero ha cambiato idea all’ultimo momento…
questi sono i tuoi figli vero?”
“Si,
i rossi: Fred, George, Ron e Ginny. Mentre loro due sono Hermione
Granger e Harry Potter.”
Harry
Potter?
Il
figlio di James?
Wow
che somiglianza straordinaria.
Melrose
ricordava una vecchia foto incorniciata nel soggiorno di casa sua:
l’Ordine della Fenice.
I
suoi ne facevano parte e sua madre le aveva sempre raccontato le loro
avventure.
Molti
di loro erano morti come suo padre e i Potter, un notte durante un
attacco.
Era
incredibile per lei avere davanti il figlio di James e Lily.
“Ciao
ragazzi.”
I
gemelli si fecero spazio nella “folla” per
raggiungere Melrose.
“Il
piacere è tutto nostro” dissero in coro baciando
le mani della ragazza.
“Grazie
ragazzi. Conoscete Cedric?” deviò il discorso.
Odiava
essere al centro dell’attenzione.
Lei
aveva da sempre vissuto una vita nell’ombra e tutte quelle
attenzioni improvvise la mettevano in imbarazzo.
“Si”
risposero i gemelli con tono seccato.
Cedric
salutò tutti con un cenno della mano.
Arthur
guardò l’orologio: “Manca un
minuto”.
Melrose
controllò il suo e prese lo stivale infangato dalle mani di
Amos, portandosi al centro del gruppo.
“Bene,
al mio tre tutti, e ripeto tutti, dovrete toccare lo stivale. Anche se
solo con un dito ma tenete il contatto. Uno…”
Tutti
i maghi si raggrupparono attorno allo stivale.
“…due”
Era
difficile farsi spazio tra tutti quegli zaini voluminosi e la tensione
saliva ogni secondo di più per coloro che non avevano mai
viaggiato con una Passaporta.
“…tre!”
Successe
tutto in un attimo.
Un
vortice li avvolse come una morbida coperta. Una forza irresistibile li
catapultò dall’altra parte.
Successe
tutto in un attimo.
Lo
stivale cadde a terra in un tonfo; Melrose era in piedi anche
se un senso di nausea le attanagliava lo stomaco.
Stringeva
qualcosa nella mano destra, ma non capiva cosa e forse neanche le
importava.
Solo
lei, Arthur Weasley e Amos Diggory atterrarono in piedi.
Tutti
gli altri erano coricati doloranti per terra.
E
Cedric? Che fine aveva fatto?
La
cosa che teneva nella mano destra si strinse di più attorno
alla sua.
“Tutto
bene? Ti vedo un po’ frastornata..” Cedric era alla
sua destra, la sua mano in quella di Melrose.
L'angolo
dell'autrice:
Salve
a tutti!
Ecco
il primo capitolo di questa favolosa storia!
Spero
vi piaccia!
Thanks
to:
Bex
Vampire: grazie grazie grazie per le tue parole! Mi sono state di
impulso a continuare subito questa storia! Spero continuerai a seguirmi!
Sabry_Cullen:
tesoroooooooooooooooooooo! Hai visto cosa ho combinato???
ahahahahah!!!!!!! Cmq hai ragione: vivi e lascia vivere! TVB!
Grazie
a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti!
Alla
prossima!
Kizzkizz
Evie
|
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Capitolo 3 *** Il Campeggio ***
Il Campeggio
Melrose
fissò gli occhi in quelli di Cedric.
Arrossendo
sfilò la mano dalla sua mentre Barty Crouch sibilava il suo
nome.
Il
gruppetto si rimise in sesto e si fermò ad osservare i due
maghi dall’aria scontrosa davanti a loro: uno di
loro reggeva in mano un grosso orologio d’oro; l'altro un
grosso
rotolo
di pergamena e una penna d'aquila.
Entrambi
erano camuffati maldestramente da babbani, e per questo Melrose dovette
sopprimere un risolino in gola.
Il
signor Weasley salutò consegnando lo stivale
all’uomo con il taccuino in mano che lo ripose con le altre
passaporte arrivate in precedenza.
“Buongiorno
a tutti!” disse l’uomo con il taccuino in mano.
“Salve
signor Bagman. Signor Crouch. Migliorato l’umore?”
chiese Melrose ironicamente beccandosi un’occhiataccia
dall’uomo con il completo in tweed e la calosce.
“Invece
di scherzare perché non cerca di fare il suo lavoro in
maniera decente?”
“Certo
signor Crouch. E’ quello che sto facendo. Non
vede?” disse lei indicando il gruppetto alle sue spalle.
“Quindi
saprai anche dove sono alloggiati i campeggi dei Weasley e dei Diggory
vero?” il signor Crouch era sempre molto velenoso con lei.
E
Melrose sapeva il perché.
Il
signor Bagman stava già cercando sul suo taccuino quando la
ragazza rispose:
“I
Weasley sono al campeggio di Roberts, a circa cinquecento metri da
qui; mentre i Diggory sono dal signor Payne, al secondo
campeggio.” rispose meccanicamente Melrose con un ghigno di
soddisfazione sul volto.
Il
signor Crouch la guardò stupefatto e deluso dal non poterla
deridere in pubblico.
“Bene.
Allora Melrose accompagna tu il tuo gruppo e poi raggiungi Bryna al
quinto campeggio. E’ appena arrivato un gruppo molto grosso e
pochi minuti fa ha chiesto di te.”
Melrose
annuì e precedette il gruppetto ammutolito nella brughiera
nebbiosa.
Dopo
circa venti minuti iniziarono ad intravedere un qualcosa nella nebbia:
una piccola casetta in pietra vicino ad un cancello, al di
là del quale si vedevano le sagome di tante tende erette sul
fianco della montagna.
“Qui
potete trovare il signor Roberts” disse Melrose indicando la
casetta in pietra ai Weasley, “Ci vediamo più
tardi!”.
La
ragazza salutò con un cenno della mano mentre riprese a
camminare seguita da Cedric e suo padre.
“Non
hai molto feeling con Barty ho notato..” disse Amos
avvicinandosi alla ragazza.
“In
effetti… il signor Crouch è la persona
più sgradevole che abbia mai incontrato in tutta la mia
vita! Persino i professori della Torre Nera sono più
piacevoli”.
Al
sentire nominare la Torre Nera, Amos Diggory si irrigidì
rallentando il passo.
Suo
figlio aveva osservato quella strana scena, ma non riusciva a dargli un
perché.
Melrose
restò impassibile; nominare la Torre Nera aveva lo stesso
effetto di quando quei pochi coraggiosi pronunciavano il nome di
Voldemort.
Incuteva
timore non perché fosse riconducibile al mago oscuro, ma
perché era un posto diverso da tutti gli altri.
E
per questo non piaceva.
Come
non piacevano le persone che frequentavano quella scuola. Come lei.
Ecco
perché Barty Crouch la odiava.
“Eccoci.
Siamo arrivati.”, disse Melrose indicando
l’ingresso al secondo campeggio, “chiedete del
signor Payne. Buon proseguimento!” li salutò
proseguendo per la stradina immersa nella nebbia.
Cedric
fece per fermarla, ma la ragazza fu più veloce e
sparì nella coltre di nebbia.
Dieci
minuti dopo, Melrose raggiunse il quinto campeggio.
Una
testa rossa spiccava tra la gente che spingeva e imprecava a destra e a
manca.
Bryna
White era una ragazza poco più che ventenne, di
bell’aspetto e dai lunghi capelli rosso fuoco.
Melrose
le si avvicinò posando una mano sulla sua spalla. Bryna si
voltò evidentemente in preda al panico, gli occhi color
ghiaccio sorrisero nel vedere l’amica.
“Hai
bisogno di aiuto?” chiese ironicamente all’Auror
suo tutore.
“Evidentemente…
Tieni! Porta questi a al campeggio numero quattro e poi torna da Bagman
con questa lista e poi torna qui.”, Bryna le diede una
cartelletta rossa, “Grazie mille! Mi hai salvata!”
la ringraziò tornando al suo gruppo di tedeschi assonnati e
imbufaliti per la lentezza della burocrazia inglese dicevano loro.
Melrose
eseguì gli ordini di Bryna, felice di poterla aiutare.
E
per un attimo soltanto credette di aver dimenticato il magnetismo di
quegli occhi che oscillavano pericolosamente tra il ceruleo e il verde
intenso, sognando il momento in cui si sarebbe persa
nell’immensità di quello sguardo.
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