I Wish You Were Here

di Evie08
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Melrose ***
Capitolo 3: *** Il Campeggio ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


I Wish You Were Here



Prologo


Era tutto finito.
Incredibile.
Non poteva essere vero.
Il buio aveva preso il sopravvento e le lacrime
offuscavano quell’immagine
di morte che avevo davanti gli occhi.

Un urlo squarciò l’aria.
Il mio.
Persino la mia voce mi sembrava surreale.
La banda sfumò l’inno del vincitore, un brusio animava la folla.
Leggevo l’orrore sui volti delle persone che avevo accanto.
No, no, non poteva essere vero!
Iniziai a correre per raggiungerlo,
mentre tutto attorno a me sembrava muoversi a rallentatore,
come in un film di cattivo gusto.

E’ uno scherzo… non può essere successo davvero.
Con uno slancio mi feci spazio tra la folla che attorniava i due campioni.
Il suo corpo esanime era sdraiato ai miei piedi.
Il volto pallido, gli occhi vitrei.
Ero paralizzata.
Le ginocchia mi cedettero facendomi cadere per terra.
Le mie lacrime bagnarono il suolo.
Non ci potevo credere.
Era davvero tutto finito?





Note dell'autrice!

Salve gente! Eccomi qui con una nuovissima fiction! Tranquilli non ho intenzione di abbandonare il mio "masterpiece" The Voice Of Heart!
Questa è la prima volta che mi cimento seriamente su una ff su Harry Potter e spero che il mio impegno sia ripagato e apprezzato in qualche modo!
La storia sarà incentrata sul bellissimo Cedric Diggory e una ragazza un pò misteriosa...
Non fatevi intimorire dal prologo un pò catastrofico, la storia è a lieto fine!
Spero mi seguirete in tanti!
Aspettanto il primo capitolo...vi mando un sacco di baci!

Yours

Evie08

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Capitolo 2
*** Melrose ***


Melrose

Poco distante da Hogwarts…

“Sei tornata. Finalmente.”
“Scusa il ritardo. Ecco, questo dovrebbe bastarti per un po’” disse la giovane donna poggiando i sacchetti di carta sul fondo ruvido della grotta.
In quel posto si respirava un’ aria malsana, umidiccia.
L’uomo si avventò avido sul cibo contenuto in una delle buste, lo sguardo famelico su un volto molto bello ma invecchiato da una vita particolarmente difficile e dolorosa.
“Vuoi?” chiese lui porgendo un pezzo di focaccia al pomodoro alla ragazza.
Lei scosse la testa e si sedette per terra con lui.
“Che intenzioni hai adesso? Perché ti ostini a vivere allo stato brado?”
“Se avessi vissuto un briciolo della vita che ho vissuto io, questo ti sembrerebbe il posto più comodo e bello del mondo”.
“Il fatto è che adesso è tutto finito. Puoi venire a vivere con me…”
“E metterti in pericolo? Non se ne parla neanche.”
L’uomo aveva mutato il suo sguardo.
Ora era colmo di gratitudine.
La gratitudine che nutriva per quella persona che, nonostante tutto quel tempo, non lo aveva dimenticato.
“Non voglio perderti di nuovo..” singhiozzò all’improvviso lei.
“Tesoro..vieni qui” l’uomo si avvicinò alla ragazza stringendola sul suo petto.
“Neanche io voglio perderti. Non succederà mai più.
Te lo prometto.”


Qualche giorno dopo…

Erano le 6.30 del mattino.
Doveva sbrigarsi altrimenti avrebbe fatto troppo tardi.
Melrose percorreva la strada che portava al Col dell’ Ermellino, oltre la cittadina di Ottery St. Catchpole.
Il Ministero della Magia l’aveva mandata lì.
Doveva fungere da guida per i maghi di quella zona diretti alla Coppa del Mondo di Quidditch. Doveva far in modo che loro non perdessero la Passaporta posizionata sul colle.
“Se non mi sbrigo sarò io a perdere la passaporta!” sussurrò tra sé mentre ormai correva.
Arrivò sulla cima.
A quell’ora l’aria era fredda, troppo per i suoi gusti.
Le stelle erano ancora ben visibili in cielo. Che orario assurdo.
Tirò dalla tasca della giacca a vento viola un pezzo di pergamena: “la passaporta si attiverà alle sette meno cinque minuti e… ed è uno stivale?” Melrose si guardò intorno alla ricerca dell’oggetto.
“Stai cercando questo?” una voce alle sue spalle attirò la sua attenzione.
La ragazza si voltò, la treccia poggiata su una spalla.
Il volto arrossato di Amos Diggory le sorrideva mostrandole lo stivale-passaporta.
“Oh signor Diggory, salve! Non mi aspettavo di trovare qualcuno qui…a quest’ora poi”
“Ced ed io siamo partiti alle due per arrivare qui in tempo” disse orgoglioso poggiando la mano libera sulla spalla di…come lo aveva chiamato? Ced?
Melrose incrociò lo sguardo del ragazzo.
“Ah, che sbadato! Lui è mio figlio, Cedric.”
Cedric era un ragazzo molto bello, sui diciassette anni circa, e con gli occhi di un azzurro-verde davvero magnetici.
“Ciao. Io sono Melrose”
“Piacere di conoscerti” disse lui stringendole la mano gelida. “Che mani fredde…”
“Si è normale per circa la metà dell’anno…” la ragazza ritirò la mano nascondendola nella tasca della giacca a vento.
Passarono diversi minuti prima che uno dei tre proferisse parola.
Minuti di puro imbarazzo.
“E quindi..è stato il Ministero a mandarti qui?” chiese Amos a Melrose.
“Esatto. Il Ministro vuole evitare che qualcuno possa non trovare la Passaporta e così perdere la Coppa del Mondo. E così ci siamo noi…” rispose lei giocherellando con la punta della treccia castano chiaro.
“Noi?” domandò Cedric guardando prima la ragazza, poi il padre.
“Questo è il brutto di essere nuovi nell’ambiente… Praticamente Caramel ha incaricato le nuove leve del Ministero della Magia di fare da Guide ai maghi diretti alla coppa del mondo. Siete uno per Passaporta, vero?”
“Si. Saremo un centinaio credo.”
“Vedo qualcuno in lontananza..magari sono dei nostri! Vado a vedere” Amos si allontanò lasciando soli i due giovani.
“E così tu sei nel Ministero… di cosa ti occupi?” chiese Cedric stringendosi nella giacca.
“Studio per diventare Auror e nel frattempo faccio il praticantato al Ministero.”
“Sembri giovane…”
“Lo sono. Ho..” la conversazione fu bruscamente interrotta da un vociare confuso e frastornante.
Un folto gruppetto di persone si avvicinava a loro guidato da Amos, sempre più sorridente.
“Questo devono essere i Weasley.” Melrose controllò la lista.
I Lovegood erano già partiti e i Fawcett non avevano trovato i biglietti. Quindi della circoscrizione mancavano solo i Weasley più due.
La ragazza volse gli occhi cerulei alla folla.
“Salve Arthur. Giusto in tempo per partire” fu il suo saluto.
“Melrose! Che sorpresa! Credevo non ci fosse nessuna guida al Col dell’Ermellino…”
“Il Ministero ha cambiato idea all’ultimo momento… questi sono i tuoi figli vero?”
“Si, i rossi: Fred, George, Ron e Ginny. Mentre loro due sono Hermione Granger e Harry Potter.”
Harry Potter?
Il figlio di James?
Wow che somiglianza straordinaria.
Melrose ricordava una vecchia foto incorniciata nel soggiorno di casa sua: l’Ordine della Fenice.
I suoi ne facevano parte e sua madre le aveva sempre raccontato le loro avventure.
Molti di loro erano morti come suo padre e i Potter, un notte durante un attacco.
Era incredibile per lei avere davanti  il figlio di James e Lily.
“Ciao ragazzi.”
I gemelli si fecero spazio nella “folla” per raggiungere Melrose.
“Il piacere è tutto nostro” dissero in coro baciando le mani della ragazza.
“Grazie ragazzi. Conoscete Cedric?” deviò il discorso.
Odiava essere al centro dell’attenzione.
Lei aveva da sempre vissuto una vita nell’ombra e tutte quelle attenzioni improvvise la mettevano in imbarazzo.
“Si” risposero i gemelli con tono seccato.
Cedric salutò tutti con un cenno della mano.
Arthur guardò l’orologio: “Manca un minuto”.
Melrose controllò il suo e prese lo stivale infangato dalle mani di Amos, portandosi al centro del gruppo.
“Bene, al mio tre tutti, e ripeto tutti, dovrete toccare lo stivale. Anche se solo con un dito ma tenete il contatto. Uno…”
Tutti i maghi si raggrupparono attorno allo stivale.
“…due”
Era difficile farsi spazio tra tutti quegli zaini voluminosi e la tensione saliva ogni secondo di più per coloro che non avevano mai viaggiato con una Passaporta.
“…tre!”
Successe tutto in un attimo.
Un vortice li avvolse come una morbida coperta. Una forza irresistibile li catapultò dall’altra parte.
Successe tutto in un attimo.
Lo stivale cadde a terra in un tonfo;  Melrose era in piedi anche se un senso di nausea le attanagliava lo stomaco.
Stringeva qualcosa nella mano destra, ma non capiva cosa e forse neanche le importava.
Solo lei, Arthur Weasley e Amos Diggory atterrarono in piedi.
Tutti gli altri erano coricati doloranti per terra.
E Cedric? Che fine aveva fatto?
La cosa che teneva nella mano destra si strinse di più attorno alla sua.
“Tutto bene? Ti vedo un po’ frastornata..” Cedric era alla sua destra, la sua mano in quella di Melrose.



L'angolo dell'autrice:

Salve a tutti!
Ecco il primo capitolo di questa favolosa storia!
Spero vi piaccia!

Thanks to:

Bex Vampire: grazie grazie grazie per le tue parole! Mi sono state di impulso a continuare subito questa storia! Spero continuerai a seguirmi!

Sabry_Cullen: tesoroooooooooooooooooooo! Hai visto cosa ho combinato??? ahahahahah!!!!!!! Cmq hai ragione: vivi e lascia vivere! TVB!

Grazie a tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra i preferiti!

Alla prossima!
Kizzkizz

Evie

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Capitolo 3
*** Il Campeggio ***


Il Campeggio

Melrose fissò gli occhi in quelli di Cedric.
Arrossendo sfilò la mano dalla sua mentre Barty Crouch sibilava il suo nome.
Il gruppetto si rimise in sesto e si fermò ad osservare i due maghi dall’aria scontrosa  davanti a loro: uno di loro reggeva in mano un grosso orologio d’oro; l'altro un grosso
rotolo di pergamena e una penna d'aquila.
Entrambi erano camuffati maldestramente da babbani, e per questo Melrose dovette sopprimere un risolino in gola.
Il signor Weasley salutò consegnando lo stivale all’uomo con il taccuino in mano che lo ripose con le altre passaporte arrivate in precedenza.
“Buongiorno a tutti!” disse l’uomo con il taccuino in mano.
“Salve signor Bagman. Signor Crouch. Migliorato l’umore?” chiese Melrose ironicamente beccandosi un’occhiataccia dall’uomo con il completo in tweed e la calosce.
“Invece di scherzare perché non cerca di fare il suo lavoro in maniera decente?”
“Certo signor Crouch. E’ quello che sto facendo. Non vede?” disse lei indicando il gruppetto alle sue spalle.
“Quindi saprai anche dove sono alloggiati i campeggi dei Weasley e dei Diggory vero?” il signor Crouch era sempre molto velenoso con lei.
E Melrose sapeva il perché.
Il signor Bagman stava già cercando sul suo taccuino quando la ragazza rispose:
“I Weasley sono al campeggio di Roberts, a circa cinquecento metri da qui;  mentre i Diggory sono dal signor Payne, al secondo campeggio.” rispose meccanicamente Melrose con un ghigno di soddisfazione sul volto.
Il signor Crouch la guardò stupefatto e deluso dal non poterla deridere in pubblico.
“Bene. Allora Melrose accompagna tu il tuo gruppo e poi raggiungi Bryna al quinto campeggio. E’ appena arrivato un gruppo molto grosso e pochi minuti fa ha chiesto di te.”
Melrose annuì e precedette il gruppetto ammutolito nella brughiera nebbiosa.
Dopo circa venti minuti iniziarono ad intravedere un qualcosa nella nebbia: una piccola casetta in pietra vicino ad un cancello, al di là del quale si vedevano le sagome di tante tende erette sul fianco della montagna.
“Qui potete trovare il signor Roberts” disse Melrose indicando la casetta in pietra ai Weasley, “Ci vediamo più tardi!”.
La ragazza salutò con un cenno della mano mentre riprese a camminare seguita da Cedric e suo padre.
“Non hai molto feeling con Barty ho notato..” disse Amos avvicinandosi alla ragazza.
“In effetti… il signor Crouch è la persona più sgradevole che abbia mai incontrato in tutta la mia vita! Persino i professori della Torre Nera sono più piacevoli”.
Al sentire nominare la Torre Nera, Amos Diggory si irrigidì rallentando il passo.
Suo figlio aveva osservato quella strana scena, ma non riusciva a dargli un perché.
Melrose restò impassibile; nominare la Torre Nera aveva lo stesso effetto di quando quei pochi coraggiosi pronunciavano il nome di Voldemort.
Incuteva timore non perché fosse riconducibile al mago oscuro, ma perché era un posto diverso da tutti gli altri.
E per questo non piaceva.
Come non piacevano le persone che frequentavano quella scuola. Come lei.
Ecco perché Barty Crouch la odiava.
“Eccoci. Siamo arrivati.”, disse Melrose indicando l’ingresso al secondo campeggio, “chiedete del signor Payne. Buon proseguimento!” li salutò proseguendo per la stradina immersa nella nebbia.
Cedric fece per fermarla, ma la ragazza fu più veloce e sparì nella coltre di nebbia.

Dieci minuti dopo, Melrose raggiunse il quinto campeggio.
Una testa rossa spiccava tra la gente che spingeva e imprecava a destra e a manca.
Bryna White era una ragazza poco più che ventenne, di bell’aspetto e dai lunghi capelli rosso fuoco.
Melrose le si avvicinò posando una mano sulla sua spalla. Bryna si voltò evidentemente in preda al panico, gli occhi color ghiaccio sorrisero nel vedere l’amica.
“Hai bisogno di aiuto?” chiese ironicamente all’Auror suo tutore.
“Evidentemente… Tieni! Porta questi a al campeggio numero quattro e poi torna da Bagman con questa lista e poi torna qui.”, Bryna le diede una cartelletta rossa, “Grazie mille! Mi hai salvata!” la ringraziò tornando al suo gruppo di tedeschi assonnati e imbufaliti per la lentezza della burocrazia inglese dicevano loro.
Melrose eseguì gli ordini di Bryna, felice di poterla aiutare.
E per un attimo soltanto credette di aver dimenticato il magnetismo di quegli occhi che oscillavano pericolosamente tra il ceruleo e il verde intenso, sognando il momento in cui si sarebbe persa nell’immensità di quello sguardo.








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