Aganai: The Other Side

di Garrick
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** DROP 1: Prima azione, eh novellino? ***
Capitolo 2: *** Drop 02: No, non è una brusca virata! ***
Capitolo 3: *** Drop 03: POW ***
Capitolo 4: *** DROP 04: Black Society ***



Capitolo 1
*** DROP 1: Prima azione, eh novellino? ***


Redenzione: The Other Side

Bene Bene ragazzi, ci incontriamo di nuovo, questo è un progetto di cui ho avuto l’illuminazione una settimana fa, circa, ed è settato nell’universo di Redenzione, ma gli eventi sono seguiti dall’altra parte, ragazzi, benvenuti nel PCSA.

Ah un’altra cosa, l’originale Redenzione in certi versi era decisamente malfatta ed in alcuni casetti sporadici infantile, ho intenzione di riprenderla in mano in contemporanea con questo e con Kimi Ga Ita Monogatari, sarà chiama Aganai: The Perfect Ediction (nuovo nome. È semplicemente Redenzione in Giapponese)

Beh, credo di avervi annoiato fin troppo, Iniziamo!

 

Per eventuali chiarimenti su cosa è un VBU, PCSA, ESRF, vedere la guida agli armamenti presentata in “Redenzione”

 

AGANAI: The Other Side

 

 

DROP 01: “Prima azione, eh novellino?”

 

Rumore, rumore intenso di motori . I computer mostrano sui loro schermi gli ultimi aggiornamenti, il sergente ordina, mentre la corvetta d’assalto Raptor finisce la sequenza di avvicinamento.

“Odin in posizione sferica, prepararsi al lancio”                                                                                                                                      

“Gesto compiuto mille volte durante l’addestramento,ma eseguito con terrore adesso, visto che è la mia prima missione….”.

 

Akira Vanada, 20 anni, diplomato col massimo dei voti all’accademia militare di Proxima Primis.

Assegnato alle forze d’incursione speciali del PCSA, dopo un duro addestramento.

I Tubi di lancio si aprono, i sensori visivi degli Odin iniziano a mostrare la nuvolaglia sottostante.

“Qui controllo aereo,  conto alla rovescia per il lancio”.

 

“10”….”I battiti del mio cuore iniziano ad andare all’impazzata”….”9”…..”Tento di radunare i miei pensieri”….”8” “Li focalizzo si chi voglio proteggere”.....”7” “Mio fratello, i mie genitori, Alexandra”.......”6”.......”5”......”Sono entrato all’accademia alle prime avvisaglie del conflitto.... non volevo che la guerra li raggiungesse”......“4”......”3”.....”2”....”1”..........................”LANCIO!”.

“Il mio VBU inizia a cadere in come una palla, quindi si apre ed assume la sua forma umanoide ad un mio comando, che eseguo come una macchina”

“l’Obbiettivo è un incrociatore pesante di classe risolute che stà transitando nell’atmosfera, dovete raggiungerlo e distruggerlo disabilitandone i motori controgravitazionali, dovete distruggerli proprio nell’orario stabilito, in questo modo l’incrociatore precipiterà su una importante installazione di produzione armamenti ESRF, il collasso del reattore plasma farà saltare in aria qualsiasi cosa che non sarà schiacciata dalla nave stessa.

“Ricevuto”Annuirono i piloti dello squadrone d’incursione, e posti i loro VBU in modalità di volo ad alte velocità, si diressero verso la nave in transito.

 

“CapoCobra a Cobra 4, Vanada mantieni la formazione, chi cavolo ti ha dato i risultati più alti nell’addestramento, hai corrotto gli istruttori?” Sbraitò il capoformazione.

“Sono nervoso, Signore” Rispose sudando Akira.

“Fattelo passare, la guerra non è per pappemolli” Tuonò “R-ricevuto, Signore”. La sagoma della nave iniziava a stagliarsi all’orizzonte, totalmente ignara dell’attacco.

“A tutte le unità sincronizzate i vostri orologi, la nave deve esplodere fra cinque minuti esatti, recepito?” I piloti risposero affermativamente

“Devi solo premere il grilletto, devi solo premere il grilletto” Si ripeteva Akira mentre i numeri sulll’indicatore di distanza sull’HUD* dell’Odin diminuivano a velocità spaventose.

“Manovra d’abbordaggio!” Ordinò il comandante

 

“Signore, nove oggetti in avvicinamento rapido” comunicò un ufficiale radarista al comandante della Risolute

“Cosa sono? Torpedoni?” “Non so signore, non riusciamo ad identificarli con precisione” “Dannazione, quest’area doveva essere libera da nemici, prepararsi all’impatto, cannoni di sbarramento fiancata di babordo, aprire il fuoco, muoversi!” Tuonò il comandante di vascello

 

Akira, in un bagno di sudore ed adrenalina, riuscì ad eseguire la manovra  in tempo per evitare di schiantarsi contro la fiancata della Risolute

La manovra sulla carta e nell’addestramento era piuttosto semplice: ti ritagliavi un buco per entrare con il fucile a particelle accelerate ed entravi.

Farlo sotto il fuoco di sbarramento era cosa diversa, tentando di schivare il fuoco di sbarramento di almeno tre torrette munite di cannoni ad altissimi cadenza di tiro

Ma alla fine ce la fece, e riuscì ad entrare, con gli occhi sbarrati, Akira si fece largo usando i cannoni ad impulsi montati nel torso, uccidendo chi era troppo sfortunato da restare nella sua linea di tiro

“EHI! Qui Cobra 7, Novellino, calmati!, CALMATI!”  Akira smise di sparare, ansimando e spostò il suo sguardo sulla finestra di comunicazione appena apertasi sul suo HUD. “La prima missione è dura per tutti, soprattutto per gli incursori, ma c’è un trucco, non farti prendere dal panico, ok, novellino?”

“Ok, grazie….” ”Le presentazioni a dopo, ora facciamo saltare quest’affare, piazza la carica, innescala fra 7 secondi e quindi leva il culo”

Akira eseguì, e subito dopo tutto lo squadrone si stava allontanando.

 

La parte inferiore della nave venne scossa da diverse esplosioni, quindi cadde come una roccia verso il basso

“Ottimo lavoro squadrone, quei bastardi non sapranno neanche cosa gli avrà colpiti, rientrate”

 

Molti lavoratori della fabbrica sottostante la battaglia erano ignari di cosa stava succedendo là sopra, furono esterrefatti quando videro che una risolute stava precipitando verso di loro a velocità spaventose.

La nave schiaccio diversi contrafforti e capannoni corazzati nella sua caduta, quindi il reattore plasma andò in sovraccarico, e tutto fu avvolto in un bagliore accecante di luce bianca.

Dopo, un grande cratere era l’unica cosa che rimaneva di quell’edificio.

 

Lo Squadrone rientrò nell’Hangar, Akira finalmente potè uscire, l’unica cosa che voleva era una bella doccia e quindi una dormita fino all’indomani, era sfinito.

Akira si tolse l’elmetto rivelando i suoi capelli innaturalmente color cremisi e gli occhi blu, una strana combinazione senz’altro.

“Prima azione, eh novellino?” …”Si” “Beh è finita ora, vieni a farti un goccio, offro io “ah, grazie, ma prima come ti chiami? Non ti ho mai visto se non al briefing pre-missione” “mi hanno appena traferito, mi chiamo Edmund Jones, piacere di conoscerti……” “Akira.… Akira Vanada”

“bene, ora andiamo a farci quel goccetto ehehe!”

 

La prima battaglia fu traumatica per Akira, ma moltre altre, ben peggiori lo attendevano

 

Bene Ragazzi eccoci alla fine e come al solito, il vocabolarietto!

 

HUD: Head Up Display, è posizionato sulloo schermo e sovrappone allo schermo visivo dati quali munizioni rimanenti, distanza del bersaglio ecc.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Drop 02: No, non è una brusca virata! ***


Redenzione: The Other Side

 

 

DROP 02: “NO! Non è una brusca virata!”

 

Edmund era abbastanza magro, senza troppe prese, i tratti una strana mescolanza di ispanico ed orientale.

I Capelli erano, a differenza di Akira, normalmente castani, idem per gli occhi

La tuta da pilota di VBU li donava in maniera veramente innaturale. Sembrava destinato a pilotarne uno

“Allora, racconta, come mai ti sei arruolato e perché proprio gli incursori”. “Volevo tentare di tenere lontano la guerra da Proxima Primus, dalla mia famiglia e da Alexandra”. Rispose Akira, mentre si avvicinavano al bancone del bar della sezione ricreativa della nave. “Due Birre fresche!”. Ordinò Edmund, ed assieme ad Akira si appropinquò al tavolo.

“Alexandra? È La tua ragazza?” Chiese Edmund “Esatto, ci conosciamo dai tempi del liceo” Disse Akira tracannando un lungo sorso dal bicchiere. “Ahahah sembri il protagonista di uno Shojo Manga, ahahaha!”. “Eh?”. “Non sai cosa è uno Shojo Manga?”. “Si, ma diciamo che il paragone mi ha un po’ spiazzato”. “Ah, già mi ero scordato che sono un Otaku, eheh”

“Non sembri affatto un fanatico di Anime e Manga dall’aspetto, vedo qualche anime ogni tanto, ma Otaku non sono, non ho voglia di rimetterci in relazioni sociali”. Detto questo Akira tracannò un lungo sorso, finendo il bicchiere.

“Beh, è solo che la accoppiata di due persone che si conoscono dai tempi del liceo è un cliché classico degli Shojo, anche se certe volte ne esce qualcuno che è Shojo solo nell’apparenza ed è molto interessante, spesso sono anche destinati ad un pubblico maturo….” Concluse la frase con un’altra risatina “……..Pervertito”. “Non sei il primo a dirmelo e francamente, me ne frego”

 

Al’improvviso la nave venne scossa violentemente e i due cadderò sul pavimento, Edmund fece una doccia con la birra rimasta del suo bicchiere.

“È solo una virata brusca, no?”. Chiese Akira. Gli allarmi iniziarono ad ululare. “No, non è una brusca virata!”

I due si misero subito in corsa verso gli hangar, gli allarmi significavano attacco nemico, e richiamo in azione di tutti i piloti.

La cosa peggiore, era che non erano passati neanche quaranta minuti dal loro ritorno.

 

L’hangar era nel pieno delle operazioni di lancio, con le gru che tenevano i caccia Valkyrie in costante movimento per portarli sulle catapulte, i tecnici in continue corse e gli adetti al rullaggio che davano i segnali per il decollo. Dall’esterno venivano in continuazione suoni di colpi sparati, laser e missili

Akira ed Edmund si avviarono ai loro VBU.

“Cazzo ma è possibile che siamo richiamati a neanche quaranta minuti  dal rientro?” Imprecò Akira. “Facci l’abitudine, per chi è al fronte è questa roba è all’ordine del giorno”.

“Cobra 4 e Cobra 7, catapulta 12, fase di rullaggio” Annunciò il controllore del traffico aereo. “Roger” rispose Akira

Fuori la battaglia infuriava, diversi Hunter ed Hunter Kai assediavano le corvetta, tentando di sopprimere le torrette CIWS* mentre l’altra nave, un’altra Risolute si stava portando in posizione per sparare con i cannoni principali, se lo avesse fatto, la corvetta sarebbe stata spacciata.

Di contro, la corvetta manovrava in continuazione per rimanere in una posizione più sicura, gli squadroni di VBU duellavano ed i caccia tentavano di attaccare gli obbiettivi principali dei vascelli

 

“Si balla qui!” esclamò Edmund appena lui ed Akira vennero sparati nel campo di battaglia dalle catapulte “Cavolo, una Resolute, dobbiamo farla a pezzi o perderemo la nostra nave madre!” “Ricevuto” Replicò Edmund. “Sotto chi siamo in questo casino?” “Sotto il capitano della nave, non ci sono ne squadre ne niente in queste situazioni, novellino”

Edmund si lanciò all’attacco, disintegrando diversi VBU con il fucile particellare, mostrando l’esperienza accumulata in mesi di continue battaglie

“Mantieni la calma, mantieni la calma!” di urlò a se stesso Akira, mentre si gettava anche lui nella mischia. Premette il grilletto ed uccise di nuovo, era un soldato, ma provò di nuovo disgusto.

Il raggio di particelle oltrepassò la corazza del nemico, vide la faccia del nemico inorridire di paura mentre veniva incenerita dal fascio di molecole accelerate

La manovrabilità degli Odin era indiscussa, ma il loro armamento lasciava molto a desiderare a causa della esorbitante richiesta d’energia del sistema d’arma principale e del sistema di propulsione

Questo poteva dare grossi problemi in caso di accerchiamento.

 

Akira era nel bel mezzo di questo problema.

Era stato circondato da una cinquina di VBU nemici che a malapena riusciva a contrastare. “Sono nella merda, chiedo supporto!” Urlo alla radio. “Qui Ocelot 4, arrivo a darti una mano!” Uno Smasher arrivò sparando con il suo cannone IEM, facendo precipitare alcuni nemici mandati in tilt dall’impulso elettromagnetico. Akira non rimase con le mani in mano, evadendo dall’accerchiamento distruggendo un VBU nel processo.

 

I VBU nemici a quel punto si rimisero in formazione, Akira ne fu stupito. “che cavolo succede?”. Pensò Akira “Feccia, fatevi da parte, quello è mio” Tuonò quello che poteva essere il capo della formazione nemica. Solo allora Akira iniziò a notare lo strano schema di colore nemico: Nero cenere come colore principale e fiamme dipinte sulle spalle.

Il Capo, che pilotava un Hunter Kai avanzò davanti ad Akira “sei bravo per abbattuto ben tre dei miei ragazzi, ora te la vedrai con me, questo è un duello, nessuno ci disturberà”. Akira deglutì e si preparò alla battaglia portando il suo VBU in posizione.

 

Iniziò la danza della morte, mentre Akira combatteva per la sopravvivenza. Colpo di plasma, missile, granata IEM, tutto sembrava muoversi come in un sogno, la battaglia in corso intorno a loro non li toccava. “Sembravi qualcosa di promettente, ma sei patetico come ogni bastardo del PCSA!”. “C’è altro oltre a combattere, tu combatti per sadico piacere, i combatti per chi voglio proteggere!” Urlò Akira pieno di rabbia e paura. “Belle parole, ma non ti aiuteranno a vincere!” “Lo vederemo, bastardo!” Akira lanciò il suo Odin contro l’Hunter Kai del nemico, speronandolo, quindi, entrambi i fucili si trovarono puntati alla testa dell’avversario, che nel VBU ospita tutti i sistemi di controllo delle funzioni, oltre che alla telecamera. Entrambi i contendenti sudavano pesantemente. Quindi tutti e due fecero fuoco

 

Dall’esplosione entrambi precipitarono a vite verso il terreno

 

“Dannazione! Tutto è andato, i retrorazzi non funzionano!” Ulrò Akira mentre l’Odin precipitava, ed il controllo aerero attraverso la radio di emergenza lo esortava a tentare di fare un atterraggio d’emergenza. “Non funziona niente! Comando, Qui Cobra 4, mi lancio!”

Il sistema d’espulsione era tutto meccanico in previsione di una eventuale incapacità dei sistemi computerizzati e questo aveva salvato molte vite. La capsula contenente cockpit*, un retrorazzo d’emergenza e paracadute si staccò dal VBU in caduta come una farfalla si libera dalla crisalide, ed iniziò la sua discesa verso terra.

Nonostante paracadute e retrorazzo la capsula fece un grosso buco nel terreno quando impattò sulla superficie.

Akira aprì il portellone, e vide che anche il suo avversario era precipitato, il relitto era a circa 20 metri dalla sua capsula. “Ti sta bene, pazzo omicida!” Vide però che anche il portellone del relitto si stava aprendo, il che li fece subito rimangiare le sue parole, istintivamente, porto la mano alla pistola da 14mm d’ordinanza.

 

 

Glossario
CIWS: Close In Weapon System : Sistema d’arma ravvicinato, viene dal gergo delle armi navali, sta ad indicare quelle armi che vengono usate per contrastare l’aviazione nemica e per intercettare i missili diretti contro la nave, come le mitragliatrici ad alta cadenza di fuoco o i missili antimissile

Cockpit: la cabina di pilotaggio con tutti i sistemi connessi

 

Note dell’autore

Bene sembra che le cose si stiano già scaldando, e siamo solo all’episodio 2! Ehehehe chissà chi è il pilota di quell’Hunter Kai?

 

Nel prossimo episodio di Aganai: The Other Side, “POW”

Recensitori (e dagli, su cosa ha la mia fic da attirare così poca gente?)

Trevor: si, è un pò come Gundam 0080: War in the Pocket che ti racconta la storia dall'altra parte, quella del principato di Zeon

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Capitolo 3
*** Drop 03: POW ***


Redenzione: The Other Side

 

 

DROP 03: POW (Prisoner Of War)

 

“Esci lentamente, tenendo le mani bene in vista!”. Intimò Akira tenendo la pistola puntata nella direzione del Relitto del VBU nemico. Dal relitto emerse un ragazzo, con le mani sulla nuca, dagli occhi vitrei ed i capelli d’ossidiana, non aveva più di diciotto anni dall’aspetto, il suo viso era squarciato da una cicatrice che li prendeva un occhio, chiuso ermeticamente, qualsiasi cosa lo avesse preso in quel punto, doveva essere estremamente tagliente.

“Fresco d’accademia eh?” Disse il ragazzo appena uscito con strafottenza. “L’ESRF si abbassa a reclutare dai riformatori a quanto vedo” Ribatte Akira tenendo la pistola puntata

“Non sembri in grado di uccidere un uomo quando ti è davanti, sparare ad un VBU è una cosa, uccidere un che ti sta davanti è un'altra faccenda, lo si vede da qua, la mano con la pistola ti balla” Disse il ragazzo. Akira rabbrividì, il ragazzo lo aveva messo a nudo, quasi lo avesse letto nel pensiero. Akira si avvicinò, doveva tenerlo meglio sotto tiro.

Un Quetzal in fiamme ruppe il duello mentale dei due, andandosi a schiantare poco lontano con una forte esplosione. Il ragazzo approfittò di quel momento per attaccare Akira, in pochi secondi gli fu addosso, sferrandogli un calcio rotante, Akira non riuscì a comprendere cosa succedeva, l’unica cosa che sapeva e che qualcosa con la forza di un Tir lo aveva colpito alla faccia, riuscì a rimettere a fuoco circa trenta secondi dopo e vide il ragazzo tenerlo sotto tiro con la sua pistola “Notevole, veramente notevole, tu non sei umano” Pensò a stento.

“Le parti si sono ribaltate, novellino fresco d’accademia” Disse il ragazzo. “Guarda su, la battaglia è persa, la tua nave si sta consegnando, ha appena lanciato i segnali luminosi di resa”

Nella battaglia spesso tentare di negoziare era impossibile, quando un comandante lo riteneva necessario, lanciava dei razzi fumogeni che spargevano scie bianche, indicava che la nave si arrendeva, e la corvetta di Akira stava facendo quello.

Un altro rombo risuonò nell’aria, stavolta era una nave da sbarco Kodiak, che atterrò a pochi metri dai due, appena la rampa si aprì due Hunter uscirono, tenendo subito sotto tiro il povero Akira, che non aveva modo di muoversi “Il Pilota nemico è in evidente stato di stordimento, portate qui una barella” Disse il pilota di uno degli Hunter con la voce distorta dal microfono “Comandante, ci è andato giù duro con il ragazzo, sembra morto” Disse l’altro pilota al ragazzo che stava salendo sulla Kodiak “Ordinaria amministrazione, non si tratta con il nemico” “……..Ricevuto” Rispose il pilota con tono sconsolato

 

L’ultima cosa che Akira vide furono due infermieri che lo caricavano su una barella mobile, quindi la sua vista piombò nel buio. L’ultima cosa che sentì fu la rampa della Kodiak che si chiudeva.

 

“Lo ha ridotto ad uno straccio!” Disse una voce che Akira sentì a malapena dopo una eternità. “Se regge la prima settimana prima di essere trasferito in una struttura di detenzione questo ragazzo non avrà più niente da temere, neanche se lo mandano alla famigerata Alcatraz-2”Disse un’altra. Akira tentò di aprire gli occhi, vide molto sfocato, ma riuscì a distinguere il lettino ospedaliero dove giaceva.

“Ti sei svegliato, niente paura, quello che ti sto per dare è solo un antidolorifico, sei ridotto ad un colabrodo, il demone ti ha spezzato il lato sinistro della mascella, tre costole e ti ha procurato grossi danni al plesso solare”Disse uno dei due uomini presenti, che ora era possibile identificare come un infermiere “C-c-c-osa?” Rispose a stento Akira “Sei stato catturato dal più pazzo e maniaco pilota di VBU dell’intera ESRF, noto con una dozzina di nomi dentro e fuori da essa: Caronte*, per via della sua unità canaglia chiamata i Dannati, il Demone, il Macellaio di Urvastan, il Martello di Proxima e molti altri, Kiro Zanshi* Ashimoto, il ragazzo dai tratti giapponesi erede di Tsutomou Miyazaki, dopo centotrentanove anni arriva qualcuno che lo eguaglia in fatto di follia omicida, l’unica cosa che manca è che sia un fanatico di fumetti e cartoni animati giapponesi e sarebbe veramente lui reincarnato”

Akira riuscì a riacquistare le facoltà motorie inibite dal dolore dopo l’iniezione dell’antidolorifico. Akira notò la sala in cui era stato portato, poiché era un prigioniero di guerra c’erano guardie sulla porta, “Superflue” pensò, dove cavolo poteva andare ridotto così?, sarebbe probabilmente dipeso dagli antidolorifici per un buon paio di settimane, quindi sarebbe stato trasferito ad una struttura di detenzione e sarebbe stato liberato a guerra finita, nessuno lo avrebbe salvato, visto che la sua nave era su quel pianeta per una missione strategica dietro le linee nemiche.

La porta si aprì, Akira si aspettava la solita infermiera o il dottore che veniva a controllare le sue condizioni per aumentare o diminuire il quantitativo di medicine. Stavolta invece era qualcun altro, un soldato, doveva avere venticinque anni, capelli biondi, occhi marroni, tratti razziali bianchi. Il soldato si avvicinò ad Akira. “Sei tu Akira Vanada?”Domandò “S-si!” rispose Akira “Io sono il sottotenente Scott Hrold secondo in comando dell’unità Dannati, vorrei chiederti scusa a nome dell’unità per i metodi diciamo “bruschi” del mio ufficiale in comando, che purtroppo inizia a dare segni ci cedimento psicologico”.

“Favoloso, veramente, ora questo mi ha risollevato il morale, grazie” Rispose ironicamente Akira. “Spero che non ti spediscano a qualche struttura di detenzione famigerata, ma in ogni caso la guerra è in procinto di finire, sia sulla terra che a Proxima ci sono molti politici che vogliono la pace. Mengeni non ha più il controllo di alcune frange dell’esercito che stanno stabilendo canali per l’armistizio, questo è quello che dicono i mass media.” “Ho avuto un culo gigantesco a venire abilitato al combattimento a questo punto della guerra allora” “Esatto, ah che non ti venga in mente di fare come quella donna, Anayashi, che per evitare di essere detenuta ha disertato e si è unita ai Dannati, e da allora Caronte la sottopone ad ogni genere di angherie” “Capisco”. Detto questo Scott lasciò Akira solo nella stanza dell’ospedale della nave.

 

Passarono diversi giorni, Akira era sempre sotto medicine, la guarigione era lunga e difficile, Akira pensava che più stava lì, meno tempo avrebbe trascorso in un campo prigionieri, e la radio della nave continuava a dare notizie di vittorie ESRF, la guerra stava finendo,Proxima sarebbe stata riannessa alla terra e Mengeni giustiziato, i dazi economici sarebbero ripresi, come lo sfruttamento delle materie prime, nessuno era nel giusto in quella guerra, Proxima combatteva per l’indipendenza, ma nel processo aveva ucciso milioni di innocenti, la Terra combatteva quella dittatura ma anche per riprendersi le risorse,  ma al tavolo delle trattative tutto poteva cambiare.

Otto giorni dopo Akira era completamente guarito e venne scortato per essere trasportato ad un campo di prigionia. Nel Kodiak assieme a lui trovò inaspettamente Edmund, alcuni suoi compagni di squadrone ed il capitano della corvetta, il Tenente di Vascello Renè Lepren, un uomo dai tratti europei, dagli occhi marroni abbinati a capelli e pizzetto biondi, i capelli erano raccolti in un non convenzionale codino, proibito dal regolamento interno del PCSA, di cui se ne fregava apertamente. “Oddio, come ci siete finiti qui?” domandò Akira.  “La colpa è mia” disse Renè “Ho consegnato la nave al nemico per evitare un massacro, a condizione che mandassero tutto l’equipaggio nella stessa struttura di detenzione, ho lavorato a lungo perché l’equipaggio forgiasse un legame di cameratismo, e non voglio che esso sia sgretolato” Continuò. “Per curiosità, come ti hanno catturato?” Chiese Edmund, seduto su una delle panche interne del vano di trasporto mentre il portellone posteriore si chiudeva in modo ermetico, non c’era bisogno di guardie, l’accesso alla zona del pilota era sigillata e gli interruttori d’apertura d’emergenza dovevano essere attivati dal pilota. “Caronte” Disse Akira “Cosa? Sei sopravvissuto ad un incontro ravvicinato con il Demone? Ragazzo, sei al pari di un eroe!”

“Quanti anni ha e soprattutto che aspetto ha?” Chiese Edmund “Non l’ho mai visto ma dalla voce deve essere un trentacinquenne psicopatico” “Ha diciannove anni…. Ed è un mostro” Rispose Akira. Tutti i prigionieri strabuzzarono gli occhi. “È  più giovane di te?” “Esatto e combatte come una bestia, ho ancora le bende.” “Diamine, al mondo esistono persone simili? Deve avere contratto una sete di sangue entrando troppo giovane nella ESRF”

“No ragazzi, la verità è un‘altra, viene da Sirio,  una nostra Task Force attaccò il sistema distruggendo la sua città natale,che nascondeva una installazione missilistica ESRF. Lui è l’unico superstite, Mengeni guidò personalmente l’assalto, ogni nostro uomo che ammazza è un passo verso Mengeni.” Raccontò Il Tenente di Vascello “Oddio” “quelle che vi ho detto sono informazioni riservate, ragazzi” Aggiunse Renè. Gli Altri risero, che potevano fare, meglio ridere che piangere quando sai che verrai rinchiuso in cella e nessuno ti potrà salvare?.

La nave scivolava silenziosa nello spazio, sotto scorta di tre Hunter, verso la nave prigione

 

 

 

*Caronte: decisamente meglio del vecchio carceriere non trovate?

*Zanshi: significa morte violenta, è molto appropriato come secondo nome no?

 

Che ne dite del restyling di Kiro? Beh se devo paragonarlo a due personaggi di Escaflowne, diciamo che ora assomiglia più a Dylandu che a Van ehehe

 

Nel prossimo Episodio di Aganai di Other Side

 

“Che cosa? Un duello?!”

“No non con lui!”

“Siamo finiti nel peggior posto della galassia”

 

“Black Society”

Trevor: lo hai azzeccato in pieno sai?

Dama Gilraen: ho corretto, grazie per il controllo, sono io che scrivo un po’ troppo veloce e certe volte mi mangio le parole ^_^

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** DROP 04: Black Society ***


DROP 04: Black Society

DROP 04: Black Society

 

Il Kodiak si stava avvicinando alla nave prigione, una Retributor spogliata dei cannoni principali, dentro i prigionieri stavano chiacchierando del più del meno, per ingannare il tempo.

La nave entrò senza problemi nell’hangar, guidata, come in ogni atterraggio non in combattimento, da diversi ufficiali di appontaggio. L’Hangar aveva un non so che di tetro, nonostante fosse tutto perfettamente funzionante.

“Fuori” Intimarono le guardie non’appena il portellone corazzato posteriore si era aperto. Akira si guardò meglio in torno, l’Hangar era spoglio, senza gli stendardi degli Squadroni che si usavano mettere sia nel PCSA che nella ESRF per indicare quali squadroni erano “di casa”dentro di essi. Solo alcuni VBU di classe Hunter erano dentro l’hangar. Vi erano però una grande quantità di esoscheletri da rivolta, probabilmente per reprimere eventuali rivolte dei prigionieri. L’Esoscheletro era una sorta di armatura alta due metri, equipaggiata con una vasta gamma di armi antiuomo, dai cannoni gattling ai lanciafiamme, spaventosamente efficaci negli angusti corridoi delle navi. Il gruppo venne condotto in un ascensore in fondo all’hangar.

“Dove siamo destinati?” Chiese Renè “All’Inferno, francesino, siete nel peggior blocco della nave, il meglio che vi meritate voi bastardi di Proxima” Rispose la guardia senza voltarsi.

“Fantastico” disse sarcasticamente uno dei prigionieri.

Le porte blindate dell’ascensore si aprirono, rivelando lo scompartimento di detenzione, che portava il numero 665, giusto un piano prima dell’inferno, anche se, ironicamente, l’inferno sarebbe potuto essere un paradiso a confronto.

Il gruppo fu buttato brutalmente nelle celle a colpi di calcio di fucile. “eccoci qui, finalmente” disse Renè rialzandosi. La sua cella non era esattamente in buono stato, anche per una prigione: il sistema di illuminazione era tutto guasto tranne una flebile lucina, la branda era un semplice materasso impolverato sul pavimento, mentre il cesso funzionava a malapena. Il resto delle celle non era in condizioni migliori. Dall’altro lato del corridoio gli altri “ospiti” guardavano con occhi pieni di cattiveria il gruppo proveniente dal PCSA.

Akira, dopo aver tolto un po’ di polvere dalla sua branda, si sistemo per dormire.”Fantastico, allora le voci che circolavano  erano vere…” Pensò prima di addormentarsi.

Le voci erano sulle carceri dell’ESRF, dove accadevano abusi molto pesanti sui prigionieri. Akira si addormentò con una scossa di paura.

“Sveglia, idiota di Proxima, è mattina! Ed è tempo che tu impari come vanno le cose qui” Akira venne svegliato da una voce rozza che sicuramente non era ne il suo comandante ne Edmund ne una Guardia. ”Devi essere iniziato alle regole della prigione”  “Deve essere l’ora d’aria” pensò Akira. Ora d’aria era un eufemismo su una nave spaziale, significava solo una passeggiatina fuori dalla cella per effettuare piccole operazioni di igiene personale o quant’altro, garantite ai prigionieri di guerra dal trattato di Giove del 2056. Le guardie, stranamente, non erano presenti. Il ragazzo delle forze armate di Proxima Centauri venne condotto in una stanza dall’aspetto malandato, molto impolverata e con diverse bruciature sui muri.

Akira venne fatto “accomodare” al centro della stanza. “Qui vigono delle regole ben precise” Disse un uomo nascosto nella penombra, il suo volto era impossibile da vedere interamente.”cioè che qui comando io, e che devo dare a tutti i nuovi arrivati una dimostrazione della mia forza!” Detto questo si fece avanti scrocchiando le nocche, mostrando tutta la sua stazza e la grossa cicatrice ad “X” che gli divideva il viso. Da un angolo della stanza sopragiunse una voce dall’accento francese famigliare “Akira, ricorda il tuo addestramento da Incursore!” Era Renè, che venne subito dopo preso a calci, che gli fecero sputare sangue.”L’incoraggiamento è finito”Urlò il colosso lanciatosi alla carica contro Akira. Akira riuscì a ricordarsi l’addestramento per il corpo a corpo che faceva parte del suo addestramento come Incursore del PCSA, con fatica usò una mossa da difesa che prevedeva che l’avversario fosse in corsa, una versione evoluta dello sgambetto che usava braccia e mani per aiutare l’avversario a cadere. L’istinto di sopravvivenza fece dare ad Akira una raffica di calci in faccia all’avversario. Il sangue iniziò ad uscire, ma Akira sentì un atroce dolore improvviso alla schiena: uno degli scagnozzi del colosso lo aveva colpito con un tubo di metallo contundente staccato dalla parete, e presto gli altri scagnozzi si unirono al massacro. Il sangue di Akira si mescolò a quello del nemico, e velocemente perse conoscenza. Renè ed Edmund, fatto arrivare poco dopo Akira, non vennero risparmiati e presto tutti e tre erano a terra feriti, con molte macchie di sangue sul pavimento. Reneè fu il primo a riprendersi dallo stordimento, e riuscì a barcollare abbastanza da farsi notare da una telecamera di sicurezza: meglio l’Infermeria del blocco di detenzione che la cella!

“Si sta svegliando” “cazzo se è malconcio!” “La bestia ha fatto di nuovo danni a quanto pare” “È pure fortunato! L’ultima volta abbiamo dovuto portare all’obitorio il poveraccio che ha affrontato quel criminale” Akira riuscì a rimettere a fuoco l’immagine, accorgendosi di essere nell’infermeria del blocco di detenzione.

All’improvviso si sentirono le porte dell’ascensore che si aprivano. Da esse uscirono due guardie armate con un prigioniero che del soldato o del criminale aveva poco o niente: basso, con gli occhiali ed un pizzetto marrone. Occhi e capelli castani, lineamenti europei. Uno degli infermieri disse alla guardia “ Oggi la bestia non è in vena, dagli un colpetto in modo che possiamo tenerlo qua, non abbiamo vogliamo morti” “Cavolo, questa è una di quelle giornate no?” Rispose stupita la guardia “Esatto” “Mi dispiace ragazzo, nulla di personale“ Sussurrò il soldato al prigioniero prima di stordirlo con il calcio del fucile.

 

Akira vide il nuovo prigioniero risvegliarsi sul lettino davanti al suo,  i dottori avevano deciso di tenerlo lì per un paio di giorni usando una prognosi inventata in modo da lasciare che la rabbia del gran capo del blocco 665 passasse. Ad Akira gli avevano dato cinque giorni di prognosi, aveva faccia e schiena distrutti. “Merda” imprecò.

Nel Blocco 665 la vita andava in funzione del volere del più pericoloso detenuto mai esistito nell’intero settore: Allen Scharnei. Aveva causato un sacco di incidenti, l’unico modo per evitare che evadesse era fare intervenire almeno tre soldati in esoscheletri da rivolta, armati con lanciafiamme.

 

Akira riuscì a rimettersi in piedi, e si avvicinò zoppicando ad Edmund, in condizioni molto più gravi delle sue “Edmund?” Chiese Akira “Oh, Akira, a quanto pare siamo ancora entrambi sullo stesso piano d’esistenza e nessuno dei due è nell’aldilà” “Già” rispose Akira “Ma per quanto saremo ancora vivi?” Chiese “Dipende se riusciamo a tornare alle nostre linee e potrebbe essere possibile” Squillò il nuovo arrivato, con un timbro di voce estremamente acuto “Sei qui o sei ancora all’altro mondo per il colpo che ti hanno dato? Non c’è la faremo mai!” Il nuovo arrivato si alzò, e si avvicinò ai due e quindi, sussurrando disse “Non se qui c’è un membro della quinta divisione guerriglia informatica distaccata presso la ormai distrutta nona flotta. Eh-eh, datemi un computer e vi guido questa nave verso le nostre linee e li faccio pure lanciare i segnali di resa..eh-eh” “ e logicamente ci fanno usare i computer a noi prigionieri del blocco 665” Replicò Akira scettico “Un modo c’è, ed ora te lo spiego, l’unica cosa che devi fare è spararmi tre-quattro colpi nel petto….” “Eh?” “….possibilmente ad un polmone, qui non sono attrezzati per quel genere di operazioni, quindi, mi porteranno nel blocco medico principale, lì un computer collegato in rete con la nave c’è di sicuro….”

“È così disperato che vale la pena tentare, ma non abbiamo una pistola qui…” Obiettò Akira “Oh, non c’è problema… basta che tu stendi la guardia e spari tre quattro colpi con il suo fucile d’assalto, ah non mi sono ancora presentato, io sono Francesco Breighnar” Concluse il membro della divisone guerriglia informatica.”Fare alla vecchia maniera non sarebbe meglio? Intendo stordire la guardia e poi tu ti infiltri…”Chiese Akira “Hai dimenticato gli scanner retinici*?” “Ah, già…ok, facciamo come dici tu allora” Rispose Akira sconsolato.”Bene allora mimeremo una rissa, quando la guardia verrà a dividerci tu lo stendi e mi spari due tre colpi, al braccio sinistro, mi raccomando, ho bisogno di quello destro per lavorare, ma assicurati che sia abbastanza grave da farmi spedire su, perciò mira bene!” Il folle piano si mise in atto. I due mimarono una rissa con un paio di pugni e calci, ed urla molto forti.

“Ma che diavolo?!SICUREZZA!!” Urlò il medico venuto a controllare. Una squadra di soldati armati di fucile si avvicinò ai due combattenti con l’intento di stordirli a colpi di calcio di fucile, quindi Akira vide il momento propizio e stese la squadra che si era raggruppata vicino a loro, con un calcio rotante.

Akira prese il fucile, quindi lo puntò al medico invece che a Francesco “cambio di programma, dottore, c’è di certo un computer in questo blocco che è collegato in rete con il resto della nave, perciò mostraci dove sta ed inoltre ora sei nostro ostaggio. Francesco, cambio di programma. Lega quei soldatini da strapazzo con qualcosa, io fortifico la zona, quindit u userai il computer della zona per dirottare la nave.” Akira notò che il blocco medico era collegato con una stanza blindata che dava sul corridoio delle celle, accanto all’uscita dell’ascensore. Dentro questa stanza vi erano i comandi delle porte delle celle ed il centro di monitoraggio in cui vi erano tutti gli schermi delle telecamere. Akira chiuse la porta blindata della stanza sperando per il meglio. Francesco aveva appena finito di legare i soldati storditi alle brande usate per i prigionieri più “turbolenti” estremamente simili alle brande usate per i condannati a morte per iniezione letale.”Che diavolo è successo?” Edmund si era appena ripreso. “Ci stiamo fabbricando una via di fuga” Disse Francesco al Computer mentre iniziava le operazioni di Hacking “O la và o la spacca gente” Disse allegramente.

 

Scanner Retinici: sono quegli scanner che ti analizzano la retina, in pratica una versione migliorata dello scanner ad impronte digitali solo che usa la retina.

 

Note dell’Autore: TADAIMA! Sono tornato ragazzi, ci è voluto un po’ di tempo ma dovrei essere tornato in carreggiata, yahoo!

Nel prossimo episodio di Aganai: The Other Side

“Datemi ancora cinque minuti”

“Fra cinque minuti saremo già morti!”

INIZIALIZZAZIONE CATAPULTA FTL, INSERIRE PASSWORD

“Ma quella è la…”

DROP 05: Into the Whirlwind

 

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