La fioritura imprevista. di briareos1982 (/viewuser.php?uid=74666)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Terribile esplosione. ***
Capitolo 2: *** Confusione, ansia. ***
Capitolo 3: *** Il mondo fuori di noi. ***
Capitolo 4: *** La fioritura ***
Capitolo 1 *** Terribile esplosione. ***
I passi si rincorrevano,uno dietro l'altro, i piedi ballavano ansiosi
dentro alle scarpe da ginnastica mentre portavano la ragazza verso
casa.Per la strada non vedeva nulla,nè le auto,nè
i lampioni,i marciapiedi o i gli altri pedoni,lei volava su tutto,
saltando come un cerbiatto verso la propria cameretta.
Per poco non travolse la portinaia,e non rallentò neppure
quando vide che l'ascensore era occupato,lei prese e si fece cinque
piani di scale,a due a due fino a quando si trovò faccia a
faccia con casa sua. Afferrò le chiavi, ma le mani gli
tremavano, rideva come da sola come una matta.
Cercò di calmarsi,e infilò la chiave giusta nella
serratura,e fu dentro.
In casa come al solito non c'era nessuno, le stanze erano vuote e
silenziose, ma lei non vedeva nulla,gettò lo zaino su una
sedia e corse in bagno. Lo specchio gli rimandava una ragazza
sconvolta,accaldata,con i capelli tutti arruffati,e gli occhiali che
gli cadevano sulla bocca.
Era miope,per cui per prima cosa si aggiustò quelli,poi vide
che erano sporchi e li lavò diligentemente, in modo che non
avessero aloni.
E si guardò ancora una volta.
Gli occhi...dietro le lenti i suoi occhi erano come non l'aveva mai
visti,erano grandi e lucidi e brillavano in modo stranissimo.
E con gli occhi rideva la pelle bianca della faccia, il naso appuntito
le labbra rosa e il mento spigoloso. E più su rideva con le
sopracciglia bionde,e la fronte spaziosa;tutto il suo
riflesso continuava a brillare d'una luce nuova seguendo i capelli
lisci che si chiudevano in una coda sulla nuca.
Non smetteva di sorridere,i muscoli del suo volto erano impazziti per
conto proprio e si davano alla pazza gioia, la ragazza si
toccò le guance meravigliandosi di poter emettere
un'espressione così nuova,così indipendente.
chiuse gli occhi,e inspirò lentamente,poi
rilasciò l'aria dai suoi polmoni; dentro fuori,dentro fuori,
e nel sospiro del suo corpo parlò al cuore.
- Daì. Daì.Rallenta.Rallenta.Te lo
ordino.Rallenta.Bravo,così...rallenta...calmati... -
Federica si diresse in cucina e si prese dal frigo un cartoncino di
succo di pera, staccò la cannuccia e la gettò nel
cestino. Poi bucò il tondino argenteno con l'unghia e
succhiò direttamente da lì,stringendo la
scatolina mano a mano che il liquido finiva. Lei lo beveva
così,perdeva meno tempo e poi gli dava un casino fastidio
quel suono che faceva la cannuccia quando tirava l'aria,per lei era
come se fossero unghie su una lavagna.Poi si buttò nel suo
letto e chiuse gli occhi, i compiti li avrebbe fatti dopo . Dentro di
sè riviveva quel momento, a scuola...e così
partì, nella sua testa priva di confini ogni cosa poteva
essere ricostruita all'infinito,e rivissuta secondo dopo secondo con il
tatto, i colori i profumi...le emozioni...
Partì dal principio,così che fosse tutto ancora
più emozionante. Da quanto tempo conosceva Valentina?
Più o meno da un secolo,da tanto di quel tempo che lei
appariva in ogni istante del suo passato; all'asilo, quando giocavano
con le Barbie,impalcando allucinati storie con Ken che combattevano a
suon di missili contro i Puffi e il Big Jim, poi alle elementari,quando
studiavano la prime lettere dell'alfabeto. Si ricordò che
scoprirono Il Piccolo Principe assieme,pagina dopo pagina, e ad ogni
frase sembrava di sentirselo sempre vicino che leggeva lì
con loro. Poi le medie, scegliendo insieme i vestiti, i primi
catastrofici abbozzi con il trucco, il rossetto esagerato, il fard, il
gel...poi i primi ragazzi ,completamente rincoglioniti dai videogiochi
e loro che aspettavano il ragazzone bastardo che viveva appeso nei
poster delle loro camere. I pianti che facevano insieme, le litigate
furiose e poi gli abbracci commossi che si davano dopo dieci
minuti...avevano vissuto insieme, giorno dopo giorno.
Entrambe le famiglie si divisero, spezzate da i rispettivi divorzi,e
loro si fecero ancora più vicine, mentre intorno a loro
scorreva il fiume patetico dei tribunali,delle denunce e degli accordi.
I padri presero la loro strada,e loro rimasero con le madri,che
dovettero pensare a loro stesse e alle loro figlie.
E così le case si svuotarono,il lavoro non cedeva neppure un
briciolo di tempo per stare insieme,e le due ragazze si avvicinarono
ancora di più, a trovare qualcosa di sincero,di puro che non
si sgretolasse con una firma.
E poi le superiori...lei era terrorizzata, Valentina era più
risoluta e sicura di sè, affrontarono la scuola insieme,
nella stessa classe,nello stesso indirizzo di ragioneria. Si trovarono
piuttosto bene,anche se non legarono con nessuno come fra di loro.
Uscivano, avevano le loro prime storie ma nessuna era veramente
importante,era più una corsa al punteggio,certe cose
andavano fatte "perchè sì", per non
emarginarsi per vivere,ma il mondo ruotava intorno a loro due senza
intaccarle troppo.E loro non intaccavano troppo il mondo.
Poi qualcosa cambiò ,come se ci fosse sempre stato.
..Sempre...
Come un seme che attende nel calore della terra,attende che passi
l'inverno e che venga la primavera e poi teneramente mette su piccole
radici, minuscoli filamenti ciechi a riempirsi di vita...e piano piano
il seme si apre,cambia colore e germoglia e fra l'erba monotona e verde
appare senza che nessuno se ne accorga un fiore, una piccola margherita
gialla e bianca. Incredibile, sembra che ci sia sempre stata, eppure
eppure solo ieri non c'era...ma sapevi che la terra stava cullando
qualcosa di bello.
Di potente.
Se ne accorse quando era troppo tardi per
controllarlo,iniziò ad esserne cosciente quando qualcosa d'
indipendente iniziò a muovere l'umore delle sue giornate
senza un'apparante motivo. Valentina non veniva a scuola per un motivo
o per un'altro,e quella diveniva una giornata nuovolosa e triste se non
per i messaggi sul cellulare che scambiava sotto il banco. E all'uscita
la prima cosa che faceva era andare da lei,ovunque fosse...altrimenti
gli scappava da piangere.
C'era qualcosa di sproporzionato nel suo comportamento, ogni cosa che
riguardava Valentina era qualcosa di straordinario,quasi come...come
qualcosa di letale,se si specchiva troppo a lungo nei suoi occhi
sentiva il suo seme dentro di lei che premeva contro il petto e che
voleva farsi strada dentro di lei.Voleva essere libero.
Valentina non si accorgeva di nulla, almeno così sembrava.
Tutto era continuato così,confuso e...sconosciuto.
Poi qualche ora fa il mondo era esploso.
Federica rideva nel letto,e si premeva le mani sulla faccia,come a
nascondersi da sè stessa.Il suo viso era rigato da un fiume
di lacrime che flueva calmo a getto continuo, come se ci fosse una
sorgente magica dietro i suoi occhi. Le lacrime rendevano la cosa
ancora più strana,ma volle tornare a quel momento.
Era l'ultim'ora della mattina, gli ultimi minuti di scuola in quelle
rare occasioni quando l'insegnate regala gli ultimi minuti agli
studenti, chiudendo la faccia in qualche libro o in qualche pensiero.
Federica e Valentina si erano dileguate con la scusa d'andare in bagno,
e li rimasero a chiaccherare,aspettando il suono della campanella.
Incredibilmente erano sole, e l'argomento verteva sulla musica. Una
però era completamente assente e parlava in modo
meccanico;Federica non osava avvicinarsi troppo,era troppo coinvolta e
a stento tratteneva quel seme che protestava rabbioso dentro il suo
petto, ancora mai nominato,mai,neppure per un momento, ma il suo corpo
era un tempesta di contraddizioni,con i muscoli che si lamentavano per
l'ordine dell'immobilità. Era un richiamo necessario, le sue
braccia,le sue dita, la sua faccia, le sue gambe tutto quanto
racchiudeva la sua anima spasimava d'avvicinare quella creatura che
stava lì davanti a lei,e che conosceva così bene.
Non era qualcosa come gravità, non era desiderio, era
semplice necessità come quando dopo un tuffo si cerca di
risalire. O meglio ancora era come la vertigine,quando guardi
giù da una grande altezza e qualcosa di spinge a oltepassare
la soglia.
Ma era tutto così sbagliato,così
capovolto,non...non era "normale",se solo Valentina fosse stata un
uomo,allora il mondo sarebbe stato più giusto, ma a questo
mondo tutto è fatto alla cazzo di cane e t'intrappola in
queste situazioni. Ti sbatte in faccia dei muri,e pretende che tu li
abbatta.
Ma non tutti possono sfondare i mattoni a mani nude,anzi...è
molto più facile tornare indietro,aprire altre porte,anche
se per tutta la vita ti chiederai cosa ci fosse aldilà di
quella barriera.
Federica costrinse il proprio corpo a girarsi, dando le spalle al suo
muro, doveva scappare,scappare,uscire da quella situazione. A occhi
chiusi,mentre tratteneva i singhiozzi vedeva una linea bianca e dritta
come un meridiano che camminava avvicinandosi ad un'incrocio...era la
consapevolezza della sua vita che in quel momento si stava formando.
Tanto più si avvicinava alla porta e fuggiva via, tanto
più il suo percorso evitava migliaia di nodi che portavano a
meravigliose ragnatele di possibilità. Quando la sua mano fu
sulla maniglia la sua linea era sola,correva nuda e sola in uno spazio
vuoto e freddo.Non sarebbe mai tornata indietro,sentiva il seme dentro
di lei che veniva corroso da un veleno tiepido e necessario.
- Fede che hai..? -
- ...niente,non ti preoccupare ora mi passa...-
- Perchè piangi ? -
- Non ho nulla, ho solo un gran mal di testa... -
- Dai,non fare la stupida! Cos'hai, dimmelo che mi preoccupo! -
Ora lei era così vicina...le aveva messo le mani sulle
spalle,per tranquillizzarla, aiutarla come dovrebbe fare ogni
amica...ma il seme dentro di lei non c'era già
più. Non si torna indietro quando distruggi qualcosa di te
stesso, ora dalla cenere iniziavano ad alzarsi delle edere grige e
dure...e già mostravano dei grossi spini.Federica diede uno
strattone per liberarsi, irritata; non la voleva più
intorno,non la sopportava più la sua presenza.L'avrebbe
presa per i capelli e riempita di sberle,iniziava quasi ad odiarla.
Provò ancora a liberarsi ma quelle mani non la mollavano
anzi sembrava che la stringessero con più forza.
Si girò d'improvviso, con l'intenzione di mollarle uno
schiaffo,ma Valentina l'aveva colpita con un bacio.
Il suo corpo s'irrigidì,poi dopo qualche attimo i muscoli si
rilassarono...e dalle piccole radici che stavano sepolte nel veleno si
ridestò il seme,che semplicemente esplose. Si contrasse per
un'attimo,soffermadosi su quelle labbra gentili e tenere,che
accarezzavano la sua bocca con dolcezza e poi fu ovunque, espandendosi
all'aria aperta dentro e fuori di lei, avvolgendo la scuola in alberi
fioriti,con i rami che inghiottivano le nuvole,e salivano su su,fino
alla luna d'argento e oro, e l'abbracciavano teneramente, come facevano
loro due, con le loro braccia che afferravano le stelle e il corpo che
ancora non bastava più e affiorava sotto la pelle un corpo
nuovo, qualcosa di eterno e fulgido, e tutto questo amore scuoteva le
sue ossa e il suo cuore come se non potessero sostenerne il peso.
L'eternità durò qualche secondo, poi lontanissima
si udì il suono della campanella. Si staccarono e rimasero
in silenzio, ascoltando le proprie anime cantare. Valentina la
superò e corse via, e Federica aspettò che
venisse il grosso della fiumana di studenti che scappavano via
dall'edificio per inserirsi e nascondere meglio le lacrime.
continua...presto |
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Capitolo 2 *** Confusione, ansia. ***
Ora era tornata al presente.Federica guardò il cellulare,
era a corto di batterie. Si gettò sul
trasformatore,cercandolo ovunque, poi dopo aver rivoltato la camera lo
trovò in un cassetto e lo agganciò ad una presa.
Nel caos si sedette per terra, accampandosi davanti al cellulare in
ricarica e venerandolo come un dio pagano. Continuava a battergli forte
il cuore,di fatto non era uscita dal mondo rivoltato da
quell'esplosione, tutto era così nuovo e fulgido da far male
agli occhi.
E ora?
E ora?
Doveva chiamarla, dovevano chiarirsi. Ma chiarire cosa? Cos'era
succeso? Federica si sorprese a scoprire che nel mondo non tutto ha un
nome. ci sono sensazioni che rimangono segrete,alla portata solo di
coloro che non hanno il tempo di additare le cose.Sentimenti senza nome
senza identificazione...oppure no? No, un nome ce l'ha eccome,si chiama
"amore"...Amore?!
- OCCAZZO MA SONO LESBICA ?! -
Si chiuse subito la bocca con la mano, istintivamente,preoccupata che
nessuno l'avesse sentita.Il pensiero la sconvolgeva, era una lesbica?
lo era davvero? Ma a lei non piacevano le altre ragazze,a lei piaceva
solo Valentina e già questo era assurdo. Ma
perchè era assurdo? Perchè la cosa non aveva
senso ecco perchè.Federica un ragazzo ce l'aveva avuto,poi
si erano lasciati per noia, ma...che fosse questa la ragione? No, le
altre ragazze non la attiravano.I ragazzi gli piacevano? Gli erano mai
piaciuti? Si avvicinò al cassetto e tirò fuori
una rivista piena di lustrini,e rimirò un paginone doppio di
Scamarcio a torso nudo. Era bello, sensuale ma forse ora come ora
l'esperienza che aveva avuto carbonizzava di netto qualsiasi confronto.
Non aveva senso chiederselo ora. Fece un'altra prova e prese un
catalogo di intimo. Le modelle vestite di piccole mutandine bianche non
gli dicevano niente, e i seni delle tipe gli facevano solo rabbia visto
che lei era piuttosto piatta. Cercò di prendere la cosa sul
serio e si sforzò d'immaginarsi di fare l'amore con loro. La
fantasia non le era d'aiuto, non le veniva in mente nulla.Come facevano
l'amore le lesbiche? Forse accarezzandosi, o strofinandosi tra
loro...cercò d'immaginarsi nuda a letto con una di quelle,
ma la sua mente gli rimandava l'immagine di lei avvinghiata senza
motivo ad una donna nuda.Cioè,due donne nude su un letto e
niente più. La sua mente cercò di dare il meglio
di sè proponendogli un tappeto di petali di rosa e bagni nel
latte,ma vedeva tutto come fosse in una specie di centro estetico.
Ci avrebbe pensato dopo...poi gli venne un'ultima idea. E se avesse
provato a immaginarsi Valentina? Chiuse gli occhi e cercò
d'immaginarsela seminuda,ma ormai il suo cervello aveva preso a stampo
i corpi abbronzati di quelle modelle e sembrava solo un manichino con
la testa della sua amata. Riaprì gli occhi,iniziò
a pensare che forse aveva qualche disturbo grave. Richiuse gli occhi e
cercò di diluire i suoi pensieri nei ricordi. lentamente
affiorarono ricordi concreti di quando dormivano insieme, e si
ricordò Valentina nel suo pigiamone rosa, vestito per la
quale Federica l'aveva ferocemente presa in giro. Azzardò la
fantasia,e si vide mentre la spogliava teneramente,ma anche questo non
gli dava nessun effetto.
Forse non era proprio lesbica. E allora? Cos'era quel battito feroce
che la scombussolava, quel dolore pungente della sua assenza,cos'era?
Affondò la mente nel ricordo di quel bacio così
intenso. Com'era stato? Valentina la baciava....la baciava facendo
scivolare le sue labbra sulle sue,accarezzandole dolcemente, le sue
mani scivolavano in punta di dita sul suo seno e si scambiarono un
contatto, con il velluto pulsante delle loro lingue. Poi Valentina era
scesa,affondando nel suo collo,continuando a riempirla di baci e
sospiri e le sue mani navigavano sul suo corpo accarezzandola e
sorreggendola nello stesso modo, a consolarla, a guarirla, ad amarla
....Federica se ne tirò fuori a malincuore, ne aveva
distintamente sentito il calore sulla pelle, ed era
stato...coinvolgente.La ricostruzione aveva aggiunto particolari che
non erano proprio accaduti Era imbarazzatissima, non sapeva
assolutamente cosa pensare.Forse non c'era niente da dire,o da
pensare.era solo qualcosa di bello da vivere e non se lo sarebbe
lasciato sfuggire tra le dita solo perchè quello che provava
non aveva un'etichetta.
Ora doveva chiamarla,doveva almeno sentirla.
Chissà come stava.
Il telefono era lì davanti a lei,pronto all'uso.Cosa avrebbe
detto? Pronto come stai? Oppure "è stato bello" ? "Ti amo?"
Proprio questa no.Oppure sì?
No meglio di no era troppo diretto. E poi cavolo, ma si poteva davvero
dire una cosa così ? Alla propria migliore amica? E se poi
lei non volesse più vederla? Se non volesse mai mai
più sentirla? Che avrebbe fatto? Una serenata sotto casa,un
bel mazzo di fiori alla porta? Come facevano gli uomini a conquistare
le donne? Una poesia? Un film al cinema? Forse sì,qualcosa
di romantico,ma prima una bella cena a lume di candela,con tanto di
gamberoni all'aceto e vino bianco a fiumi, o meglio,qualcosa di
rosato,sì tutto rosato e poi avrebbe prenotato il locale
tutto per loro,con un bravo cameriere in giacca bianca che le coccolava
versando il vino e sorridendo a quella coppietta. E poi sì
sì,violini,un violinista che suonasse qualcosa di francese
tipo...la "vie en rose". Ma un uomo che la canta stonerebbe . E allora?
Sì,bellissimo,sarebbe stata lei a cantargliela immersa in
mazzi di petali rossi...
- Fede, calmati,calmati. Stai ammattendo di brutto .Ti rendi conto che
stai cercando di pensare come un uomo? -
Ea la sua stessa voce che la chiamava. Rabbrividiva di disgusto a
vedersi come un uomo,era qualcosa che gli faceva venire la pelle d'oca.
Lei non era un uomo,Valentina non era un uomo, e fra loro due non si
poteva pensare una relazione allo stesso modo in cui funzionano le
coppie "normali".Poi perchè normali? questo vuol dire che
lei era "anormale".Era sbagliata.No ! Sì! Qualcosa NON era
come DOVEVA essere,eppure tutto era come AVREBBE DOVUTO SEMPRE
ESSERE...iniziava ad annodarsi su sè stessa come una matassa
di fili annodati,tanto più cercava di districarsi
tantò più ci si perdeva nel mezzo.Il telefono
squillò prendendola di sorpresa.non aveva la suoneria,aveva
i trilli,e al quarto di solito la gente staccava.
Un trillo . Era Valentina, Valentina la chiamava che glidiceva
cheglipoteva dire? "Come stai cometisenti tiamoatiamo io.ti.amo "
Secondo trillo. Rispondi a quel cazzo di telefono! Ci pensi
poi a che digli,prima rispondigli,rispondigli,non lasciarla da sola!
NON POSSO! NON SO CHE DIRE!
Terzo trillo NON PENSARE AGISCI! Se adesso non gli sei vicino
penserà che si vergogna di te! Oddio no,mi manca mi manca mi
manca Vale io ti amo tiamo tiamo ti amo
Quarto trillo.- PRONTO VALE TI AMO! -
La cornetta all'altro capo era muta. Valentina non rispondeva.
Perchè non rispondeva? Perchè?
Fu lei alloa ad aprirsi.
- Valentina senti io non..non o cosa dirti,ero qui che mi spaccavo la
testa e pensavo a me e a te...è da tanto che io....non
respiro più quando non sei accanto a me io non so se
è giusto,non so se è sbagliato,non me ne importa
un tubo, ma ho bisogno di te,ho bisogno di baciarti ancora di
stringerti,di..amarti ti prego ti prego rispondimi...-
- Fede,sono la mamma. Era solo per ricordarti di prendere il pane,che
oggi non riesco a passare dal panificio...e...niente.Tutto qui. ciao.-
E chiuse .Sul display del suo cellulare, accanto al numero c'era
scritto"mamma",ma lei non l'aveva neppure guardato.Che incubo orrendo.
La sua mente ancora non riusciva ad accettare una cosa simile, gli
sembrava di sentire i suoi neuroni che puzzavano di gomma
bruciata,nell'intento di dimenticare quello che era appena successo.
non era pronta,non ci aveva nemmeno pensato a dirlo alla madre.
Entrambi di famiglia cattolica, entrambi credenti praticanti, a quella
povera donna che era sua madre gli si doveva essere spezzato il cuore.
In questo periodo poi, con la chiesa che era tornata a darsi
all'inquisizione morale...gli girava la testa e aveva la nausea.
Avrebbe voluto diventare un formichina piccola piccola,talmente da
poter vivere in groppa ad un'altra formica.Il telefono
squillò ancora. Chi era adesso? Rispose al primo trillo,
ormai quasi anestetizzata dalla botta di vergogna che aveva preso. Non
osava spingersi oltre a immaginarsi le conseguenze.
- Pronto...? -
- Pronto sono...Vale...-
- Vale,stavo per..chiamarti ?-
- Mi volevi chiamare ?-
- Sì... -
- Bè ti ho chiamato prima io...-
- Io avrei tante cose da dirti...ma...-
- ...cosa volevi dirmi ?-
- ...io...-
- Tu cosa? Forza dimmelo ! -
Valentina stava ridendo all'altro capo del telefono,la stava
punzecchiando,e anche Federica tornava a sciogliersi un pò.
- Vale ma sei stata tu a chiamarmi,parla prima tu,no? -
- Sì', ma tu volevi chiamarmi prima di me! Allora parla tu
per prima! -
- Che vuol dire?! Sei stata tu a chiamare! Se mi volevi chiamare allora
di cosa volevi parlare? -
- Io non ho detto proprio nulla di nulla,ho solo chiamato! sei stata TU
a dirmi che volevi parlarmi di tante cose ! che volevi dirmi ? -
- Vale io volevo...dirti se anche tu...-
Ora il tono era serio.
- Se anche io cosa?...Federica, guarda che tocca a te fare il prossimo
passo,non è che devo fare tutto io ! Non è mica
facile! -
- Volevo chiderti se anche tu non hai capito un tubo nei compiti di
matematica !-
Si misero a ridere
- Sei una stronzarella! Guarda,anch'io non ho capito un tubo nei
compiti di mate, anzi,io la statistica non so nemmeno che cavolo sia! -
- Vale, io sto messa peggio di te! -
- Ma che brava! E allora che si fa?! -
- Secondo me siamo troppo sceme per questa materia! -
- E lo so! -
Risero insieme per un buon quarto d'ora.
- Vale...ti andrebbe di venire a studiare statistica a casa mia? -
- Se finalmente ti decidi ad aprirmi la porta...-
- MA SEI GIA' QUA FUORI !? -
Federica buttò il cellulare sul letto e si lanciò
alla porta, ma poi tornò subito indietro, allo specchio del
bagno. i capelli i capelli,stavano male così chiusi,si
sciolse la coda e si aggiustò i ciuffetti. Più
avanti,più indietro? schifo di doppie punte, e le mani le
mani e le labbra. come stanno come stanno?
- Fede io sto a fare la muffa qua fuori! -
Aprì la porta e Valentina gli saltò addosso
strigendola a sè come se non la vedesse da anni.Si
stringevano,si abbracciavano e si baciavano, parlavano un codice
segreto che parlava di amore senza mai pronunciarlo, e non smettevano
di cercarsi,nonostante fossero lì una di fronte all'altra.
ancora si aggiungevano piante e fiori nei loro mondi invisibili e
personali.Federica era persa in un vortice tutto suo, quando riuscirono
a calmarsi si sedettero nel divano e cercarono di parlare.
- Vale...ma allora noi siamo lesbiche? -
- MA CHE TI VIENE IN MENTE ?! -
- Bè,ma ci sono gli uomini che vanno con le donne...e le
donne che vanno con gli uomini...no?-
- Sì,le basi le conosco,Federica...-
- E gli uomini che vanno con gli uomini si chiamano omosessuli,no?-
- Ok. e le donne donne che vanno con altre donne si chiamano lesbiche,
secondo te? -
- perchè te le hai sentite chiamare in qualche altro
modo,sapientona? -
- Federica ragiona...ma noi due ci siamo mai messe con altre donne? -
- ...No.o almeno,io no... -
- Neppure io -
- E allora? -
- E allora Fede,io so solo una cosa.Io ti amo. Ma questo non fa di me
una lesbica.-
- Anch' io ti amo,ma quello che dici è una contraddizione! -
- No, non lo è! Cerca di seguirmi:l'individuo esula dalla
classificazione,dalla semplificazione. Ognuno di noi NON rappresenta la
specie umana,ma solo sè stesso! Pensa ai termini stupidi
come i "neri" i "bianchi" i "gialli"... se non entri in una
categoria,se senti qualcosa altri non sentono....o VICEVERSA,se quello
che per gli altri è importante per te non lo è
diventi aumaticamente un'estranea.E perciò sei in
errore,anche se non hai fatto nulla di male...
- ...abbi pietà Valentina,ma non sei stata molto chiara... -
- allora te lo dico in parole povere:tu esisti,sai quel che provi,ma il
fatto che nessun altro senta quello che senti tu fa sì che
tu inizi a dubitare dei tuoi stessi sensi.
- Ora è molto peggio di prima... -
- Volevo dire che anche i propri pensieri e sentimenti rischiano di
venire schiacciati da noi stessi. Ad esempio,se ti dico che il cielo
è color zucca,tu che mi rispondi ?-
- ti rispondo:"che cavolo di colore è il color zucca"...?-
- Ora,ipotizzando che tu sia un pochino più sveglia....-
- MA VALE,QUANDO MAI HAI SENTITO "COLOR ZUCCA"? -
- ....ed abbia capito che il color zucca è una specie di
arancio molto chiaro....lasciamo perdere,facciamo conto che ti dicessi
che il cielo è verde,tu che faresti?-
- Ti direi di no,che il cielo è blu -
- Vedi? non ti è passato neppure per la testa d' andare a
controllare se fosse effettivamente verde. Nel medesimo istante in cui
nasce il dubbio,lo ammazzi,perchè non è
contemplato nella realtà comunemente accettata. E
così,se tu vedessi il cielo verde,ma tutti dicono che
è blu,tempo qualche anno e arriveresti anche tu a vederlo
come blu,per semplice spinta di aggregazione.-
- Ma il cielo è blu...e una donna che ama un'altra donna
sono lesbiche,questo non ha molte interpretazioni...-
- ASCOLTAMI! IO NON AMO "UN'ALTRA DONNA" IO AMO FEDERICA ! Cerca di
capire che nel gioco dei raggruppamenti tu sei PRIMA Federica e POI sei
anche una donna. Ora ci siamo? Ora capisci perchè io non
sono una lesbica? -
- ...inizio a seguirti..bè è...corretto.Il
discorso torna! -
- MA QUANTO SARAI DURA! A MARTELLATE BISOGNA FICCARTELA IN TESTA LE
COSE...-
Si strinsero l'una all'altra intrecciando le loro mani, e si
coccolarono ancora un pò, l'una immersa nell'altra. Stando
vicine,così appoggiate una sulla spalla dell'altra ad
ascoltare i ritmi dei loro curi che battevano all'unisono. Intanto
fuori la luce scivolava lieve,scandendo le ore del pomeriggio,smussano
le ombre e i colori della sera. Avevano finito per addormentarsi
insieme, e fu Federica svegliarsi per prima.
. Valeeeee...Valeeeee -
- MMmgr...-
- Valeeee....Valeeentiii...naaa...
- Fede non rompere..stiamo così bene..-
- valentinaaaa...vedo..la..gente...mortaaaahhh -
- E sì allora salutamela...che ore sono? -
- e' tardi e noi non abbiamo fatto un tubo. -
- come no? abbiamo fatto matematica! -
Federica arrossì.
- Daì non fare la stupida tra poco torna la mì
mamma e devo almeno rassettare un pò in giro -
- Ti dò una mano .Tu pensa alla casa mentre io faccio i
compiti -
- Per tutti e due? -
- Sì,ma non è gratis... -
- che vuoi dire? -
- ...non ti preoccupare... -
Federica lasciò correre,ora nel suo cervello si levava
l'ansia di come affrontare la madre. Che le avrebbe detto? Avrebbe
fatto finta di niente ? Provare a coprire tutto dicendo che era uno
scherzo? Non ,non avrebbe mai funzionato. Mentre lavava i piatti e
rimetteva meccanicamente in tono qua e là la casa continuava
a macinare i pensieri, uno dopo l'altro.Poi condivise il suo problema
con la sua compagna,in fondo Valentina era più intelligente
di lei. Magari era anche un pò spocchiosetta...ma almeno non
si infangava su tutto .
- Vale...tu quando hai intenzione di dirglielo? -
- Dire cosa? -
- Quando hai intenzione di dire alla tua mamma che sei lesbica? -
Gli volò addosso un quaderno pieno d'appunti.
- AHIO! VALE MA SEI SCEMA!? -
- Fede, Io ti già ho detto CHE NON sono lesbica. -
- ...allora, quando dirrai a tua madre che ti "piace una donna"? -
- Non glielo dico! -
- Come? E perchè? -
- Perchè sono fatti miei! Io mica gli chiedo con chi va a
letto! -
- Ma comunque lo verrà a sapere! -
- E che cazzo cambierà? Vorrà impedirmi
di frequenterti? Non credo... -
- Secondo te la mia come reagirà ?! -
- Farà finta di niente... -
- E se così non fosse? E se la prendesse male? -
- Non ti può mica fucilare... -
- Sì ma che potrebbe fare...? -
- E calmati Fede,se t'incasina tanto che lei lo sappia basta non
diglielo! -
- ...Già.. -
Era proprio questo il problema.Federica pensò da una frase
che comprendesse tutte le opzioni, e alla fine optò per
"mamma, ma che dici,era solo una parte tatrale,stiamo studiando Romeo e
Giulietta,e gli insegnanti vogliono che proviamo tra di noi. Deve
essere un modo che hanno inventato per aumentare i rapporti sociali in
classe,sai,siamo tutti un pò freddini". Sì,questo
poteva funzionare,era perfetto.Era geniale.Però nonostante
avesse la risposta pronta gli si strinse il cuore di paura quando
sentì sua madre che saliva le scale.Voleva che quel momento
tardasse ancora un pò,magari per inventarsi qualcosa,ma
invece la porta si aprì in fretta,e prima del corpo furono
gli occhi ad entrare in casa.
La signora Lucia puntava seria il suo sguardo su tutta l'entrata,da cui
si vedeva sia la cucina che la sala,e sembrava che si preoccupasse di
scorgere qualcosa che non voleva vedere. Ma non c'era nulla di strano
in casa,o meglio ,c'era eccome.Vide la figlia,che veniva incontro verso
di lei rossa come un peperone che cercava di nascondere gli occhi sotto
un ciuffo di capelli.
E in sala c'era Valentina che sorrideva con un sorriso troppo ampio. E
dunque non ebbe più dubbi. E poi c'era il divano sfatto, che
gli fece emettere uno sbuffo di sconfitta,era stanca; nel suo ufficio
faceva la segretaria,la contabile e il "servizio informaclienti" Aveva
la testa piena piena di frustrazioni e di gente stronza e rompipalle.
La risposta allucinata che la figlia gli aveva dato al telefono
arrivava come una doccia d'acqua fredda. Il primo pensiero era stato:
Dove ho sbagliato?
Ma Federica non lo avrebbe mai saputo.Non si dicono certe cose,mai mai
mai, altrimenti come genitore non vali niente.Ora però era
stanca. Ora sua figlia era lì, ma non aveva la forza mentale
di affrontare il discorso.Valentina si preparava ad andarsene.
- Ciao Lucì,io vado, casa la mì mamma ormai
dovrebbe essere a casa. Fede, ci si vede a scuola! -
Federica gli fece segno che l'avrebbe chiamata,ma sua madre
gelò la situazione.
- ...Valentina,non stare attaccata al telefono,che oggi io e mia figlia
abbiamo da parlare.-
- Signora le è successo qualcosa? -
- No, è una cosa di famiglia,non ti preocupare. Salutami
Chiara,mi raccomando! Dille che in settimana ci prendiamo un
caffè insieme. -
Valentina rivolse uno sguardo interrogativo alla ragazza e poi
sparì dietro la porta. Ed ora Federica era sola,senza sapere
che dire o fare,dove nascondersi. Sua madre entrava nella propria
camera,e mollava i vestiti da lavoro,come era suo solito fare, lei ne
approfittò per iniziare a preparare cena. Era un modo per
tenere le distanze,lei non avrebbe affrontato l'argomento, magari si
poteva rimandare la discussione. Ma invece dopo poco sua madre era
lì, accanto a lei. la posa era di quelle che facevano
iniziare un discorso con un " Fedina,come stai?".Lucia chiamava la sua
figlia così.Fedina
e invece iniziò con,
- Fedina ti sei dimenticata di comprare il pane..-
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Capitolo 3 *** Il mondo fuori di noi. ***
- Fedina ti sei dimenticata di comprare il pane..-
- HA!, e' vero! -
- Forse avevi altro per la testa... -
Ne seguì un silenzio di piombo;poi la signora Lucia parti
all'attacco:
- ...come stai? -
- Io sto bene mà, perchè me lo chiedi? -
- Così per chiedere...una madre non può
domandare come sta la figlia? -
- Sì mamma,io sto bene:non mi drogo,non fumo e non sono
incinta. -
- E spero anche che tu non ti prostituisca e che non ti mangi i
bambini! -
- No,però spaccio coca alle elementari...che c'è
mamma? Sembri strana .-
- No è che oggi ho chiamato il tuo cellulare ma ho sbagliato
numero,e...vedi, il tipo che ha risposto stava facendo una sviolinata
alla sua ragazza,sembrava disperato...-
- Mamma,non hai sbagliato nulla,sono io che ho risposto! -
- Ha...e...allora? -
- E allora cosa? -
- Fedina che pensi di Valentina? -
- ..e' la mia migliore amica.-
- Niente più? -
- Ma NOOOOOOO...cioè tu pensi che io mi sia...-
- Bè il dubbio può venire...tanto per chiedere,
al telefono mi sembravi molto presa! -
- Maddai mamma,ma secondo te...ma che schifo,ma come fai a pensarle
certe cose?
- Dopo quello che ho sentito qualche pensierino m'è venuto! -
- MA FIGURATI! Vedi...a scuola stiamo facendo una specie di "percorso
di socializzazione", come facessimo una recita, e a noi è
toccata la parte di Romeo e Giulietta visto che in classe mia ci sono
più femmine che maschi...-
- Davvero? Allora scusami! E chi fa la parte del Conte Valentino ? -
- ...quel personaggio l'abbiamo saltato...tanto la storia va avanti
anche senza! -
- Ma come!? e allora come fate lo scontro su i tetti? per chi combatte
Giulietta se il Conte non sfida a duello Romeo?! -
Il punto era che Federica "Romeo e giulietta",oltre a non averlo mai
letto,lo confondeva con l'Otello, con Il Tempo Delle Mele e addirittura
con il Titanic,e perciò non poteva fare altro che andare
pietosamente per fantasia.Sua madre stava cercando di smontarla un
pò per farla parlare.
- Ho,ma che rompipalle sei!? Stà recita a me mi avevano dato
solo una parte! -
- Quella in cui Romeo confessava il suo amore al cellulare? -
- MAMMA L'ACQUA BOLLE CHE PASTA METTO!? -
- Prendi gli spaghetti. Aspetta,il sugo lo faccio io. che vorresti per
secondo? -
- Qualcosa di leggero,magari un'insalata...-
- Allora finisci quella che è in busta -
- Ma fa schifo! la busta è tutta sudata! -
- te l'avevo detto di non comprare la verdura in busta che si sciupa
tutta! Ora te la finisci! -
- Ma sembra di masticare un pezzo di cartone bagnato! -
- Fedina non puoi buttarla,è più di
metà! -
- e vabbè...però te mi aiuti a finirla!
bleah...sembrano alghe. -
- Comunque stà roba è fesca,è solo
moscia.Con un pò d'aceto è ottima ! -
- Sì,se l'aceto te lo bevi! -
- Fedina,da quanto tempo ti piacciono le ragazze? -
- MAMMA! -
- Eddai,leviamoci stò dente. Da quando sei innamorata di
Valentina? -
Federica abbassò la testa,si sentiva troppo nuda davanti a
sua madre,questo era uno dei segreti che avrebbe dovuto durare a lungo.
E invece s'era sputtanata qualche ora dopo che aveva baciato la ragazza
che amava.Tanto valeva proseguire,in modo che non si toccasse
più l'argomento.
- Non so da quanto..mi sono innamorata di lei.Non lo so,è
accaduto tutto oggi,senza volerlo,come se non avessi potuto fare altro.
-
- E Valentina? Lei ti ama? -
- Sì...è stata lei a...-
- Lascia perdere i dettagli...è la TUA vita
intima.solo,magari,non mi sporcate il divano,che mi ci devo sedere
anche io...-
- Sporcare con cosa? -
- ...A bè..niente...fai conto che non ho detto nulla -
- ...Mamma...tutto bene? -
- Sì,va tutto bene. Sei molto innamorata ?-
- Sì,mi sembra di volare! e'indescrivibile,mi sento come se
non avessi mai vissuto veramente .-
La signora Lucia dette un sorriso triste,guardando la figlia.Le sue
parole sembravano soffocare un singhiozzo.
- ...Allora sono felice per te. -
- Non è vero.Dimmi che hai,qualsiasi cosa. -
- Fedina,non ho niente..solo che...ho sempre sognato dei nipotini.Ho
sempre sognato il tuo matrimonio...Tutto qui.-
Federica rimase ferita da quelle parole,ma non sapeva che aggiungere.
si sentiva in colpa,si sentiva malata,di un male che aveva deluso
un'altra persona. Sua madre era una donna che aveva coltivato le
visioni del suo futuro,come fanno tutti.Ma quest'imprevisto non
c'era.Non che sua figlia preferisse un'altra ragazza.Che sua figlia
venisse da un'altro mondo,dove la gente si innamora dello stesso sesso.
Cenarono senza più cadere nell'argomento,poi come di
conseuto,ognuna si chiuse nella propria camera.
Sul letto il cellulare diceva che aveva alcuni messaggi,Valentina
chiedeva cos'era successo.Ma ora Federica non aveva voglia di
parlarne,così gli mandò la buonanotte; il suo
cuore mandò al cervello la sensibiltà
giusta per poter congedare alla sua amata una giornata che non avrebbe
mai dimenticato.
E sullo sterile schermo,scrisse:
"Dormi Valentina.Che quando i tuoi occhi cadranno nel
buio,allora sentirai la mia mano nella tua,perchè anche nei
sogni ti cercherò,fino a trovarti,per non lasciarti mai
sola"
La rima era stentata,però era carina.Era sincera.
Aspettò la risposta,che venne dopo quasi mezz'ora di attesa
spasmodica.Valentina gli aveva scritto:
" Io ti amo. io ti Amo io ti Amo. Ti amo tre volte,e ogni volta che ti
amo di amo dieci volte di più"
Che cavolo voleva dire un'enigma simile?Però era
bellissimo,Federica spese le sue ultime lacrime del giorno nella
commozzione,in una giornata in cui i suoi occhi erano stati travolti da
sentimenti che non potevano essere visti.E così si
addormentò nel letto,felice e serena come non lo era mai
stata.
Federica spense la sveglia prima che suonasse, si era svegliata prima
del tempo,e corse in bagno a lavarsi.Non vedeva l'ora d'arrivare a
scuola,salutò la madre e si fiondò alla
fermata del tram.Il giorno prima s'era fatta quasi cinque chilometri di
corse a piedi,dall' emozione del suo primo vero bacio,ma quella mattina
non gli andava di fare la centometrista.L'autobus era affollatissimo
come sempre, gente che piantava i gomiti nelle costole di chi aveva
accanto,e Federica era stretta come una sardina; le strade in pieno
traffico mattutino facevano sì che il mezzo facesse una
media di dieci chilometri all'ora,arrancato tra fermate e macchine in
tripla sosta vietata.Comunque l'odissea venne a termine,e
scaricò la ragazza vicino alla scuola.Fuori c'era gente che
chiaccherava,fumava,litigava,le macchine dei professori che entravano
nei parcheggi, un paio di spacciatori d'erba che cercavano di fare la
quota mensile...ma Valentina non c' era.Perchè non era
venuta? Che era successo? Era quasi estate il cielo era limpido,ma agli
occhi di Federica tutto si stava facendo grigio;prese il suo cellulare
e compose il numero,ma non dava risposta.Anzi era peggio, la voce
meccanica gli comunicava che non c'era modo di raggiungerla. E adesso?
Entrò a scuola immersa nella sua nube di preoccupazioni,
invisibile agli altri come tutti i giorni. La prima ora sfilava
lentissima, mentre la professoressa correggeva i compiti di
statistica,e cercava di far credere che la statistica era la
rappresentazione matematica della vita.Era una stronzata
immensa,Federica dall'ultimo banco ascoltava disgustata quei deliri
saccenti ed esaltati.La statistica era vita? Quando mai lo era stata?
Fra tutte le brache della scienza era quella più necessaria
all'appiattimento delle persone,era come un righello che pretendeva di
mettere tutto su uno stesso piano,un pensiero inumano che pretendeva di
convertire la gente in numeri secondo calcoli e schemi.Quanto amore
c'è, se immaginiamo un essere umano come un diagramma a
torta? Quanto di odio,quanto di rabbia,quanto di tristezza? In che
percentuale si può morire amando? E che margine d'errore ha
un rapporto di coppia? In base a cosa?
Federica non voleva più ascoltare quello scempio, mise la
modalità radio al cellulare e ascoltò un
pò di frequenza a caso.
Poi in classe entrò Valentina, e la ragazza in fondo alla
classe per poco non rovesciò il banco, alzandosi.
-Vale ! -
- ...Buongiorno a tutti..Ciao professoressa...posso entrare? -
- Vai entra, tanto ormai c'è il cambio dell'ora.Ce l'hai la
giustificazione? -
- emm..no..? -
- Vabbè non fa niente...hei ma che hai fatto alla faccia? -
Valentina aveva un grosso livido viola sul lato destro della faccia,
che sembrava quello di un pugno. Anche l'occhio era gonfio e
arrossato.Federica sentì dentro di sè un gemito
d'orrore. Quale figlio di puttana l'aveva aggredita?
- VALE MA CHE CAZZO TI E' SUCCESSO? -
- Ciao Fede...non mi ha picchiato nessuno,stamattina mezza
rincoglionita ho battuto una botta tremenda contro la porta chiusa. -
Federica sentiva che qualcosa non era andato per il verso giusto,aveva
lo stomaco che gli faceva male,era terrorizzata.All'ora di ricreazione
la prese per un braccio e cercò di parlargli.
- Vale...allora? Che ti è scuccesso?-
- Fede io ti amo. Io ti amo tantissimo, più di quanto possa
sopportare...-
Valentina si strinse a lei,muovendosi ad incontare le sue labbra,ma
Federica si ritirò.
- Vale...non..non qui.Aspettiamo un pò...-
- Aspettare cosa? Ti vergogni? T'imbarazzo perchè voglio
baciarti? -
- No è che non ,lo voglio fare a scuola,davanti a tutti -
- Non vuoi che si sappia che ci amiamo? -
- Mi mette a disagio. -
- Fede sei una stupida. A tutta questa gente non frega un cazzo se
moriamo o viviamo,domani potremmo essere morte ammazzate e non
verrebbero al nostro funerale...e te ti preoccupa di quello che possano
pensare?! -
- SI' mi mette a disagio! -
- D'accordo,allora ti darò del tempo. Ma non te ne
darò tanto,ricordatelo. Fai le tue scelte, decidi tu cosa
è più importante nella tua vita. -
- Vale..grazie. Che ti è successo alla faccia? -
- Fregatene,non è niente -
- E' un niente che fa male! -
- Non è grave come pensi. Davvero.-
Valentina sè nè andò via,e per il
resto della giornata non parlarono più.Non rispondeva
neppure ai messaggini che gli passava da sotto il banco.
Arrivò l'ora di uscita,e le due ragazze si
riavvicinarono.Appena varcato il cancello d'entrata Valentita gli fu
addosso con un balzo felino, tutta sorridente.
- E ORA SIAMO FUORI DALLA SCUOLA! -
- Vale no,non in giro,mi vergogno! -
- Che palla sei! Ricordati che hai un debito con me! -
- E ci penserò su! Che fai,vieni a casa mia? -
- Sicuro...anzi, non ho pensato ad altro! -
Presero il tram,affollatissimo,e si dovettero dividere negli spazi
rimasti,una all'entrata e una all'uscita,nell'intercapedine della
porta. Soffrirono per tutto il viaggio,poi finalmente scesero. Si
tennero per mano fino a casa di Federica,ma non affrontarono il
discorso di quel livido; appena la porta dell'appartamento si chiuse
alle loro spalle, Valentina trascinò la ragazza in cucina e
la mise spalle al muro,bloccandogli ogni fuga. La guardò
negli occhi e poi la fece sentire il proprio peso su il suo corpo, seno
contro seno,a sentirne il calore. Afferrò delicatalemete il
mento della sua compagna e si dissetò sulle sue labbra, a
lungo,finchè non dovette riprendere fiato.
- Oddio...Vale.. aspetta ,io -
Federica non potè finire la frase che ancora era stata
travolta dalla sua compagna,che invadeva ogni suo pensiero,ogni sua
reazione con un solo semplice bacio. Stava con gli occhi chiusi, come
una barca presa tra le rapide,e sentì che Valentina si era
distaccata un pò. Ma subito dopo una mano le
afferrò il seno, sopra i vestiti, spezzandosgli il respiro.
Era una sensazione quasi dolorosa,elettrica,ma portava a strade che non
era pronta a seguire. Si erano dichiarate da un solo giorno!
Perchè Valentina aveva così fretta di fare tutto
e subito?
- Vale fermati..basta...ti prego... -
- ...non ti piace..?-
- non lo so. Non ci capisco nulla,dammi tempo per favore! -
Valentina sbuffò e la lasciò libera, senza
staccarle mai neppure per un'attimo i gli occhi di dosso.
- Fede,sei proprio una bambina. Ma di cosa hai paura? -
- Non lo so! -
- Dimmelo! dimmelo ora! -
- ...ho paura che non mi piaccia,ho paura di scoprire che...non mi
piace così. -
- Che scema che sei. Non è una cosa che puoi
"decidere",ma...ok,facciamo le cose con calma... -
passarono così il pomeriggio
insieme,studiando,ridendo,sfiorando teneramente le mani, scambiandosi
baci, smangiucchiando qualcosa per il pranzo, ascoltando la
musica...tutto quello che avevano sempre fatto,ma era mille volte
più bello.Poi Federica volle una risposta per quel livido.
- allora Vale,che ti è successo? -
- ...ho litigato con mia madre. -
- Perchè...? -
- ...Bè ho tirato una rispostaccia di merda, solo che questo
non è un bel periodo,non entrano molti soldi in casa,mia
madre deve arrangiarsi con lavori del cazzo e...gli è
scappato di mano. -
- Avete problemi di soldi? -
- e chi non è ha in questo periodo? aveva un contratto a
progetto,non gli pagavano nemmeno le spese di malattia, ed ora fra
sette giorni la cacciano a calci in culo. -
- Mi dispiace... -
- Già...stò mondo è proprio una merda.
Povera donna, deve sentirsi di merda. Gli è dispiaciuto
tantissimo che gli sia scappato quel pugno,avrà fatto
più male a lei che a me -
- Senti,magari mia mdre può prestargli qualcosa,
è da tanto che si conoscono. -
- no,non è il caso...magari il problema è
un'altro. -
- cioè? -
- credo proprio che dovrò abbandonare la scuola. Devo
contribuire alle spese della casa,perchè altrimenti ci
sfrattano. -
Le due ragazze si abbracciarono strette,come due scogli in mezzo al
mare. Il loro amore era l'unica cosa che davvero contava qualcosa
nell'universo sbagliato e pieno di trappole che le circondavano.E
così stettero insieme,finchè non fu ora per
Valentina di rincasare. La signora Lucia arrivò poco
dopo,stanca e sfinita come al solito, ma aveva già
metabolizzato la nuova situazione di sua figlia. Era una donna
fatalista e sapeva coglirere il vero valore delle cose; che sua figlia
si fosse innamorata così fortemente,in maniera
così granitica era solo una benedizione,visto che spesso le
persone sole venivano divorate dalla cattiveria del mondo. E invece
Federica era a prova di bomba,qualunque cosa fosse successa,lei aveva
Valentina, e questo era tutto quello di cui aveva bisogno. Se poi si
fossero lasciate sarebbero comunque rimaste amiche. In qualsiasi modo
la si vedesse era un'esperienza positiva, per quanto riguarda la sua
formazione cattolica,la signora Lucia divideva fede e
religione,sopratutto fede e Vaticano.I messaggi d'amore donati da
quell'uomo crocifisso in nome del perdono non rieccheggiavano mai nei
saloni delle Chiese,ma più spesso tuonava nel cuore delle
persone. E c'erano peccati minori e peccati maggiori..e quando l'amore
fosse stato un peccato,bè questo era il più
ridicolo dei peccati,pesanti come le bugie di un bambino.
Magari pera delusa per i suoi sogni di famiglia,ma dopotutto...lei
aveva divorziato.Forse anche sua figlia non desiderava un padre
accanto? Ognuno si teneva le proprie amarezze come piccoli gioielli di
carbone,brutti e sporchi ma necessari a capire la vita.
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Capitolo 4 *** La fioritura ***
Così trascorsero alcuni giorni,Valentina e Federica vivevano
insieme minuto per minuto,vittime di un sentimento ormai antico e che
difficilmente si mostra più in quest'epoca. Era "l'amore che
strappa i capelli" quello per cui si può effettivamente
morire,che spinge una persona ad attraversare il mondo a
piedi,a scatenare guerre o sfidare imperi,uno solo contro l'imperatore.
Valentina rispettava i tempi della sua amata,e tesseva con pazienza il
desiderio di averla tutta per sè, e non solo a tempi
predefiniti, ma sempre,ovunque,liberi di essere senza colpe. Federica
da parte sua era sempre piena di dubbi che poi non si manifestavano,si
riempiva la testa di domande che non avevano bisogno di risposta,e
prima di sentirle certe cose,voleva immaginarle. Perchè
voleva essere preparata,pronta a dire la cosa giusta, di fare la cosa
giusta,senza improvvisare.Ma poco a poco incominciò a
comprendere che la vita è pura
improvvisazione,attimo dopo attimo. E così,per la
città teneva per mano la sua amata, senza ancora
però osare baciarsi in pubblico. Le cose cambiarono un
giorno che tornarono a casa insieme. Le due ragazze erano appiccicate
insieme, incastrate nel bus,come al solito affollato con una
densità di mezzo milione di persone per metro quadro, roba
che se c'era un incidente i paramedici trovavano le persone annodate
come reti da pesca.
Federica si aggrappava con entrambe le mani nei pochi centimetri liberi
degli appigli attaccati al tetto, e stava così
impettita,come stesse per volarsene via, mentre cercava d' occupare
meno spazio possibile.Valentina si teneva ad un corrimano che spariva
dietro la schiena della sua ragazza, e con un'altra si reggeva anche
lei al soffitto. Era così vicina che le venne spontaneo
stringerla a sè ma non c'era neppure spazio per far scorre
il braccio,così le mise una mano sulla schiena.
Federica scattò come una molla,e la guardò con
occhi inquisitori. Valentina sorrise,pensando di farle il
solletico,così intromise il suo braccio sotto la maglietta e
iniziò a far ballare le sue dita sulla base della
schiena,come fossero un ragnetto dispettoso. Federica era arrossita e
continuava a fissarla. E tratteneva il respiro, con gli occhi che
minacciavano vendetta.
Valentina allora finalmente capì che NON le stava facendo il
solletico. Aveva trovato un punto debole nel corpo della sua ragazza, e
ci si mise d'impegno.La mano iniziò a fare ricami sulla
pelle, giri su giri, piroettando malvagia ogniqualvolta sentiva un
muscolo distendersi,o un nervo che mandava una nota elettrica. Federica
si sentiva in trappola,mentre quell'assassina continuava a torturarla;
nella pelle ipersensibile della zona ogni traccia che lasciavano quelle
dita languide era una scarica elettrica su per la spina dorsale, che
salivano fino alla nuca dove s'infrangevano, e ricadevano in scintille
verso il basso, sparando altre scariche in altri punti sensibili...i
quali si frammentavano e si moltiplicavano a loro volta. Si sentiva in
corto circuito,e tanto più cercava di controllarsi tanto
più una scarica cercava di strappargli un gemito dalle
labbra. Non poteva fare altro che aspettare che quel maledetto bus
arrivasse a destinazione,ma in realtà voleva veramente che
finisse? La scariche continuavano a ripetersi,inesauste,e
così il suo corpo si ribellò e staccò
le braccia dai sostegni,avvolgendo Valentina con tutto quello che
aveva.
Valentina si divertì a stuzzicare la pelle della ragazza,ma
non si rendeva perfettamente conto di quello che stava facendo,per cui
quando sentì la sua Federica che gli saltava addosso ebbe
paura. Mai avrebbe detto che sarebbe successa una cosa simile,ma quel
corpo che la stringeva e che gli afferrava il viso era comandato da
qualcosa che non aveva mai conosciuto.Perchè non aveva mai
pensato che quella ragazzina ingenua fosse più passionale di
lei,era certa che i ruoli erano stati stabiliti sin dal primo bacio.
- Valentina, tira fuori la lingua. -
Era sbigottita.
- Fede calmati ! .
- Valentina,se ora tu non tiri fuori quella lingua,ti giuro che me la
piglio con le mani ! -
E prima che finisse la frase aveva proprio infilato le dita dentro la
sua bocca e tirato fuori quello che c'era dentro,per poi...mangiarselo.
l'avidità con cui la stava baciando aveva più
cose in comune con il cannibalismo che con la passione. Nel bus
affollato una cinquantina di persone poterono godersi uno spettacolino
pornosoft a gratis,e si levò un coro di proteste
indignato,di insulti,di borsette che si coprivano il viso,di smorfie,di
sguardi indiscreti,di risolini divertiti,di imprecazioni e addirittura
qualcuno che si avvelenava d'invidia. Il potere che un solo bacio
spettacolare può provocare in uno spazio chiuso è
dirompente.E' quasi un'atto vandalico.
Le due si staccarono solo quando arrivarono a destinazione,mentre dal
bus si trascinava la manifestazione allo sdegno.Valentina barcollava
ubriaca d'amore, ancora incredula.
Lei,che era convinta di essere una delle persone più
navigate del pianeta.
Federica scappava via,voleva sprofondare,lì e subito,in quel
marcipiede,diventare nebbia e scomparire,perchè aveva fatto
una cosa terribe.Era stata oscena in pubblico,dove praticamente tutti
conoscevano sia lei che sua madre. Avrebbe cambiato
città,nome e nazione,si sarebbe trasferita in Alaska con i
pinguini,anzi,avrebbe creato uno stato tutto
suo,impronunciabile,così che nesuno potesse mai
più trovarla nemmeno con i satelliti.
Valentina aveva preso la specializzazione in stronzaggine, aveva la
patente europea di figlia di puttana,ecco che che era.Tutta colpa
sua,ecco cos'era,se avesse cacciato le mani in tasca invece che
toccarla in quel modo non sarebbe successo nulla.E ora come avrebbe
vissuto?come lo avrebbe spiegato?
- Vale,vai affanculo,non ti voglio più vedere per un mese! -
- Ma come? Proprio ora che ti sei sfogata! -
- Vaffanculo,io in questo cazzo di quartiere ci devo vivere, devo
mantenere un certo rispetto.Io NON sono come te,lo vuoi capire questo? -
- Senti...nemmeno io immaginavo che avresti reagito in quel modo.
Scusa. -
- Sai io che me faccio delle tue scuse? -
- Eddai...-
Valentina la prese per mano, cercando di farsi scusare. La ragazza gli
regalò un sorriso,si era già buttata tutto dietro
le spalle. Qualcosa era cambiato,da quel momento in poi non ebbe
più paura di baciarsi in pubblico;ora che aveva mostrato il
peggio di sè tutto andava in secondo piano. Non aveva
più paura di mostrarsi per quel che era, anche se le voci su
i loro volavano di casa in casa come piccioni,distribuendo a macchia
d'olio voci e storie,amplificate,ingigantite. A scuola più
d'una professoressa cercò di parlare con loro, cercando di
farle da psicologhe,attenggiandosi da amiche,quando per anni non
avevano fatto altro che mostrare disinteresse. Valentina e Federica
iniziavano ad essere un problema, baciandosi esplicitamente in classe,a
ricreazione, per strada....
Anche il loro semplice tenersi per mano faceva rumoreggiare la
gente,sembravano tutti stranamente colpiti da quella fluorescenza di
vita,era qualcosa di radioattivo,che illuminava altri,e più
il colore era vivido tanto più marcava le distanze. Alla
fine non erano stati gli altri a emarginarle,erano state loro che in
due avevano creato una piccola isola tutta per loro.
La signora Lucia rispondeva garbatamente a tutte le persone che
incontrava,affrontava gli sguardi pietosi della gente a testa alta,come
aveva sempre fatto. C'erano degli emeriti sconosciuti che la trovavano
per strada e gli consigliavano di far curare sua figlia, di portarla in
un centro specialistico,ma lei non si scomponeva,ed educatamente
sottolineava il fatto che sua figlia non soffriva di nessun male,al
contrario era sana,in forma e felice.Molto di più di quanto
la gente possa sperare.La madre di Valentina,dal canto suo,nemmeno
aveva il tempo di seguire cosa si potesse dire su di lei e sua
figlia,aveva problemi critici e che se non risolti l'avrebbero presa
per il collo e strangolata.
Poi venne un Sabato.La signora Lucia aveva degli impegni fuori
regione,e decise che avrebbe dormito fuori, lasciando alla figlia solo
un'avvertimento.
- Fedina,non ti azzardardare a usare camera mia! voglio vedere tutto
come l'ho lasciato,intesi? divano compreso! -
La figlia non capì bene,ma gli disse che non c'erano
problemi.E si salutarono.
Valentina e Federica passarono tutto il sabato in giro,per musei,un
paio di mercatini di cianfrusaglie e in librerie,ma rincasarono
presto.Per cena presero una pizza che divisero in due, una bottiglia di
vino bianco dolce, e guardarono per l'ennesima volta "The Nigthmare
Before Chrismas", cantando estasiate tutte le canzoni a memoria.
entrambe adoravano quel film.
Poi fu silenzio.
Solido,intorno a loro.A televisore spento il buio era una massa liquida
che le circondava, in attesa che qualcosa accadesse.
Entrambe sentivano che il mondo era diventato di
cristallo,fragilissimo...e le parole erano troppo pesanti per poterle
usare.
E il silenzio intorno a loro le isolava dal mondo, lo dissolveva.
Nel dissolversi tutto era divenuto sospeso,e i loro sogni volarono
sulle cose fino a riempire la casa.
Valentina si alzò per prima ,senza fare rumore,e la prese
per mano.
Federica la seguì su un percorso che già
conosceva.
Ogni passo era lento e calmo,quasi fosse una danza. Lievemente i piedi
la portarono in camera sua, dove Valentina smise di guidarla.
Poi chiuse la porta alle spalle.
L'ultima luce si ranicchiò fino a scomparire, e da allora
gli occhi le furono inutili.
Perciò li chiuse e distese il suo corpo verso l'esterno, la
pelle che percepiva il calmo navigare dell'aria della stanza.
Sentiva i passi di Valentina che si spostavano, ancora leggeri, il suo
respiro regolare che gli sussurrava parole.
- Amore...stai tremando. Lascia che io ti scaldi. -
Federica rispose al sussurro,come il volo d'una piuma che si dissolveva
nella stanza.
- Il tuo calore...mi riscalderà anche nella neve? -
- Scioglierò il bianco ghiaccio...affinchè nutra
le tue radici -
- E quando le foglie moriranno...tu sarai lì a colorare gli
alberi spogli? -
- Io non mancherò di scaldarti mai...neppure quando il sole
sarà una pietra nera e fredda nel cosmo -
- Ed io ad ogni stagione io fiorirò per te... -
Si sentì trasformata mentre il suo corpo perdeva la pelle
inutile dei vestiti, che si arrendevano senza lottare e caddero come
foglie autunnali. Poi le sue mani scivolarono su altri terreni,passando
come nuvole bianche sopra i bottoni,sciogliendo i legami che davano
solo aride distese di sabbia...E sotto strati di deserto sentiva
palpitare le colline e pianure rigogliose,e poi vallate e montagne che
cantavano all'aria delle sue dita. Erano due lune gemelle,che
orbitavano uno intorno a all'altra come sei si guardassero ad uno
specchio. E cadevano lentamente verso il letto accanto a loro,dove si
distesero e si cercarono ancora.Valentina navigò la sua mano
come fosse persa, seguendo ogni linea,ogni curva che incontrava. Scese
al delta di una foresta, e la caverna che vi trovò si
aprì delicamente al suo passare,lasciando che entrasse.Fuori
la fulgida terra si ricopriva di fiori che cantavano sospirando, e le
sue labbra si posero sulle colline, cullando dolcemente i frutti che
sbocciavano alle sue carezze. Con le stagioni venne l'estate, e sui
fiori nacquero gocce di brina,che scivolavano al movimento di un vento
invisibile. Poi altri baci,e altri passaggi, insieme verso la fioritura.
Poi un piccolo terremoto che fece cambiare il moto due
pianeti, Valentina sentì Federica che orbitava su di lei,e
poi si posava leggera sul suo corpo, e i monti e le montagne si
spostarono,insieme,capovolte. E poi calore, intenso su di lei, mentre
sentiva le labbra che si adagiavano prima all'entrata, poi
più in profondità , e la sua mente si disperse
come nebbia. Nella nebbia s'immerse,anche lei, a dissetarsi alla sua
fonte, in un movimento continuo che vedevano scontrarsi i suoni,e poi
rincorrersi in echi che facevano fremere entrambi i corpi.
Poi fu fioritura.
Insieme, inevitabile devastante, dall'interno dei loro cuori a
straripare come un torrente,tracimando gli argini,in convulsioni vitali
in tempeste elettriche in sconvolgimenti fino agli estremi confini
della loro pelle.
Per poi distendersi,esauste,l'una accanto all'altra, incredule fino al
sonno.
E non ci fu vento al mondo che separò quello che la
primavera aveva unito.
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