I piccoli di casa Cullen

di Ely_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


CAPITOLO  1 : Alice
La scienza fa miracoli.
Dieci anni fa, non avrei mai pensato che
una cosa del genere fosse possibile.
Eppure adesso lo sto tenendo tra le mie braccia.                          
Un piccolo esserino: morbido, con i capelli
neri spettinati, la pelle chiarissima.
Il bambino più bello del mondo.
Mio figlio.
Dormiva beatamente, lo guardavo e mi ritrovavo
di fronte Jasper. Era identico e preciso a lui.
Da me sembrava avesse ripreso solo il colore
dei capelli. Per non parlare del carattere:
era sempre pacato e tranquillo, non faceva
mai chiasso, se lo vedevi sembrava un angioletto.
Ma non lo era: se qualcuno gli stava antipatico
in primo luogo faceva l' indifferente, ma se
questo qualcuno continuava, lui diventava
peggio di lucifero.
La mia unica consolazione è che si lascia
vestire come dico.
Mentre gli accarezzo i capelli morbidi, vedo
Renesmee avvicinarsi : è una bambina
deliziosa con lunghi capelli ramati, che
le ricadono morbidi sulla                                        schiena e con occhi color del cioccolato al latte.
“ Zia Alice, Shion non viene a giocare con noi ? “
la sua voce sembra lamentarsi
“ Adesso dorme. Magari quando si sveglia “
lei annuì e corse fuori in giardino.
Renesmee ha 6 anni, è la seconda ad essere
nata in famiglia.
I primi ad avere figli erano stati Carlisle
ed Esme, poi Edward e Bella ed infine, nello
stesso anno io, Jasper, Rose ed Emmett.
Esme aveva dato alla luce un bellissimo bambino
di nome Alexander, con i capelli biondissimi e
gli occhi marroni ed era una peste non stava
mai fermo, ma se gli si faceva un discorso,
diventava il degno figlio di Carlisle.
Rose invece aveva partorito una bambina con
i capelli biondi  e gli occhi azzurri.
Caroline,il carattere era di Emmett, se si
metteva insieme ad Alex era impossibile che
non combinassero qualche disastro.
Dal giardino irruppero Alex e Nessi, seguiti da
Caroline.
Decisamente quei tre insieme erano proprio
un bel disastro.
Con uno scatto Shion drizzò la schiena
stropicciandosi gli occhi.
“ Hei ! Bell' addormentato “ guardai la sveglia 20.30
“ non hai fame? “ lui scosse la testa.
Stavo per alzarmi quando avvertì un tonfo
dal piano di sopra, seguito da un pianto.
Rose schizzò su per le scale “ Scendete
immediatamente giù “ l' urlo di mia sorella
mi penetrò nelle orecchie.
Vidi Alex e Nessie scendere e recarsi
in giardino, mentre Rose prese in braccio
Caroline che ancora aveva i lacrimoni che
gli scendevano dagli occhi.
“ Si è fatta male ? “ le chiesi mentre
mi avvicinavo     
“ NO “ le baciò le mani e mi rivolse
uno sguardo “ tu si che non hai problemi
di questo tipo “ le feci una linguaccia e
insieme ci dirigemmo in giardino.
“ Non mi interessa, lei è più piccola
“ Bella stava sgridando Nessie.
Ma anche Alex ne stava prendendo di rimproveri
“ Quante volte ti ho detto di non giocare in casa “
continuò Esme “ poteva farsi male sul serio “
“ Esme è tardi, noi torniamo a casa “ le dissi
“ A domani allora “si avvicinò e diede un bacio
sulla fronte di Shion “ buona notte “
Io e Jasper incominciammo a correre e in meno
di 20 secondi eravamo arrivati.
Una volta entrati, porsi Shion a mio marito
“ Portalo a letto, io devo farmi la doccia “
Dopo la doccia, presi l' accappatoio e me
lo infilai.
Quando entrai nella stanza, trovai Jasper
e Shion sul letto,  stavano facendo un pazle.
Lui adorava questi giochi, ma a essere
sincera vedere un bambino di 5 anni fare
un pazle di 2000 pezzi mi lasciava un po' dubbiosa.
Mi misi una camicia da notte e mi sedetti
dietro Shion “ Tesoro non hai sonno ?”
lui si bloccò con il pezzo ancora in mano
“ Non mi va di andarci “ si lamentò.
Jasper trattenne una risata. “ Devi andarci
“e lo presi tra le braccia “ E non sarai solo,
c' è anche Caroline con te.  
Vedrai che ti divertirai “ non sembrava convinto,
la vedevo dura.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


2 : (parte 1) Alice

La macchina procedeva tranquilamente. Avevamo preso la mercedes, non potevamo mica presentarci con la porsche, avremo catturato maggir attenzione.
Alla guida c'era Jazz, mentre io ero seduta al posto del passegero con Shion, Il quale era assorto nel guardare fuori. Da quella mattina non aveva aperto bocca, era silenzioso più del solito, non guardava ne me ne suo padre, sapevo che era scocciato per la situazione ma ignorare i suoi genitori non mi sembrava un comportamento adeguato. Mentre lo vestivo, quella mattina, fissava il vuoto ma conoscendolo sapevo che stava riflettendo su qualcosa, il suo vestiario era semplice ma anche elegante un jeans con la camicia nera ( , da così rimettere in risalto la sua carnaggione chiara e aveva indosso delle convers. Stavo per aprire bocca quando Jazz allungò la mano e sfiorò il collo di nostro figlio.

-Mi vuoi spiegare perchè sei così arrabbiato ?- era arrabbiato non capivo. Scocciato era un sentimento che avrei capito anche essere nervosi o annoiati, ma arrabbiato, era troppo. Shion non si girò, continuava a guardere di fuori. Orgoglioso  pensai, propio come suo padre. La scuola elementare incominciava a vedersi: dopo le scalinate c'era l'entrata che si distribuiva in tre grandi porte ad arco, le pareti erano celesti, dopo il primo blocco era disposta la scuola alta 3 piani dove si trovavano le aule. Davanti la scalinata c'era l'enorme cortile dove si trovavano già alcune famiglie. Quelli del primo anno dovevano recarsi all'inizio della seconda ora di scuola così che non ci fosse troppa confusione. Quando Jazz parcheggiò la macchina scesi e mi avviai alla jepp di Emmett che teneva in braccio Caroline, la quale non stava più nella palle. Appena ci vide si sporse verso di noi. 
-Ziaaaaa !-
-Ciao tesoro-
le sorrisi, era bellissima indossava una camicetta rossa con le ballerine abbinate e una gonna jeans. I morbidi boccoli d'orati le ricadevano sulla schiena, gli angeli di botticelli sarebbero stati insignificanti di fronte alla bellezza dei nostri figli, con i loro sorrisi che riuscivano a farti sciogliere il cuore. La gente stava aumentando, si sentivano gli schiamazzi e le risate degli altri bambini che giocavano a rincorrersi. Parlammo finchè non suonò la campanella e dalle scale scese un uomo basso con i capelli calvi e gli occhiali a mezzaluna. Portava un foglio in mano.
-Allora signori- aveva cominciato -leggerò la classe e i nomi dei bambini che ve ne faranno parte, dopo di che potrete accompagnare i vostri figli in aula- prese a leggere la lunga lista di nomi finchè non arrivò alla classe che ci interessava, naturalmente noi sapevamo già tutto, quando avanzammo gli sguardi dei presenti si posarono tutti su di noi e ovviamente partirono i pettegolezzi -guarda la ragazza con i capelli neri, secondo te è rimasta in cinta da giovane.........ma sono parenti?.........oddio ma quei bambini sono bellissimi, come i genitori dopotutto...............- il brusio continuava incessantemente, come se noi non li sentissimo, arrivati all'aula posai per terra Shion -Mi raccomando fai il bravo- e gli diedi un bacio in testa, mi alzai così che lo potesse salutare anche Jasper. Vicino a noi Rosalie stava riempendo di baci Caroline ed Emmett che le raccomandava di non correre troppo forte e di riferirgli subito se qualche maschio le dava fastidio, tipico di mio fratello, ma infondo anche Edward raccomandava le stesse cose a Nessie. Salutammo le maestre e poi uscimmo nel cortile, in quell'istante però sentì il mio istinto di ritornare di sopra e di riprendermi mio figlio. No non ci dovevo pensare. Jazz mi strinse più forte la mano -Tranquilla amore, vedrai che starà bene e poi c'è Caroline con lui- aveva ragione è solo che mentre lo salutavo mi aveva fissato con i suoi grandi occhi grigi, mi aveva intenerito -e poi ora hai più tempo la mattina da passare per negozi !- aveva ragione mio marito sarebbe stato benissimo a scuola.

POV SHION 

Non potevo crederci, avevano veramente avuto il coraggio di lasciarmi quì da solo. Avevo tentato di tutto, dal broncio fino a fare gli occhi dolci ma niente !
Dentro l'aula c'erano bambini che piangevano, urlavano e litigavano. Era l'inferno altro che scuola. Mi guardavo intorno senza saper che fare, la maestra mi si avvicina e si abbassa fino alla mia altezza, era una donna con lunghi capelli castani chiari e con gli occhi marroni-verdi, portava pantaloni neri e una maglia blu e avrà avuto più o meno 30 anni. La maestra sempre guardandomi con espressione sorpresa mi dice con voce lenta -Allora voi dovete essere Caroline Cullen e Shion Hale giusto ? Sono convinta che vi troverete benissimo quì. Entrate così possiamo iniziare a fare un bel disegno insieme, magari possiamo leggerere delle fiabe oppure giocare con le lettere dell'alfabeto ?- O. MIO. DIO. Ma era scema oppure ce la metteva tutta per sembralo. Primo "un bel disegno insieme" se lo fa da sola; secondo le fiabe non sono il genere che mi interessa; terzo ci giocasse lei con le lettere dell'alfabeto io so sia leggere che scrivere. Naturalmente non le dissi niente del genere mamma mi avrebbe sgozzato.
-Vorrebbe farmi il piacere di dirmi come si chiama signorina ?- rimase spiazzata, incredula, che cosa avevo detto di sbagliato, il mio tono era gentile ed educato. Certo che era strana.
-Però..........che bel.......linguaggio che usi !- Aia ecco perchè, dovevo rimediare all'istante. Ma che dire. Fu Caroline a parlare -Scusi posso fare un disegno ?- la maestra scosse un pò la testa e sorrise di nuovo -Certo piccolina, entriamo forza così ci presentiamo con gli altri- incredibile il suo tono da smielato fino all'esasperazione adesso era più formale e adulto, però impara in fretta la ragazza. Appena entrata la maestra si mise dietro la cattedra e ci indicò i posti a sedere. 
-Allora bambini io sono la maestra Nicoletta, ho 32 anni e vengo dall'italia un paese molto lontano da quì. Adesso chiederò ad ognuno di voi di presentarsi. Allora incominciamo da te
Le presentazioni dell'intera classe durarono quasi per 2 ora per il fatto che parecchi dei bambini non sapevano che dire e si impacciavano. Dopo di queste formalità Nicoletta ci diede dei fogli con una scatola di pennarelli, in un banco entravano 4 bambini, in tutto ce n'erano 6. Ventidue mocciosi chiusi la dentro, io e mia cugina non avremmo causato alcun problema. Di fronte a noi c'era un bambino di nome Joshua, aveva la pelle scura e i capelli neri lisci, portava gli occhiali e non alzava mai lo sguardo, chissa forse era timido. L'altro compagno era una bambina con i capelli biondi mossi che le arrivavano alle spalle e si chiamava Juno. Neanche lei parlava, aveva solo detto una parola in croce con mia cugina. Meglio così. Tirai dallo zaino una matita e comincia a ridisegnare l'aula, era rilassante ma c'era troppo chiasso, e poinon era quello che veramente volevo disegnare. 
-Caroline, ti prego fammi vedere solo un attimo- lei si girò e quasi sussurrando mi disse -Lo sai che non puoi, zio te l'ha detto di non usare il tuo potere a scuola- era dispiaciuta ma papà non mi aveva precisato che con lei non lo potevo usare -Mi ha proibito di usarlo con i bambini no con te- le bastò questo, mi porse la mano sotto il banco, le piaceva troppo quello che sapevo fare a volte ci mettavamo tutti e 4 in una stanza e passavamo da un posto all'altro. Le presi la mano e subito ci ritrovammo nella foresta delle amazzoni, quando Caroline insieme a zio Emmett e zia Rosalie, erano stati in vacanza la scorsa estate. La foresta era immensa, metteva quasi paura, trovai quel che cercavo. Ci ritrovammo di nuovo nell'aula, Joshua e Juno non si erano accorti di niente e a quanto pare nemmeno Nicoletta. Guardai l'orologio 11.15, ancora 3 ore e saremmo usciti.

Allora questo cap. è uscito alle 22 di sera per questo metto una seconda parte. Scusate per il ritardo ma sapete : SCUOLA  Il potere di Shion se non lo avete capito lo scoprirete in seguito ma non lo confondete con il potere di Aro dei volturi (è simile ma non uguale) spero vi sia piaciuto. Un'altra cosa che per me è importante: ho voluto mettere la mia maestra di mate delle elementari, non perchè le altre non siano state stupende, ma perchè lei ora è un angelo volato in cielo all'età d 45 anni mi ha cresciuto e volevo sentirla più vicina a me mettendola nella storia. Un bacio a tutti coloro che mi seguono e Ale se leggi sappi che sei e sarei sempre la mia AMICONA

KISS  BY  MARTA

   

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


2 : (parte 2) Jasper

Eravamo nel parcheggio della scuola elementare, ero appoggiato all'auto e tra le braccia c'era quel mostriciattolo di mia moglie che non vedeva l'ora di sapere come aveva passato la giornata Shion. Tra la folla si distinguevano le diverse emozioni da quelli annoiati a quelli felici. Ogni tanto qualcuno si girava verso di noi, non mi dava fastidio a meno che lo sguardo non si trasformasse da semplice curiosità a qualcosa che andava oltre il mio autocontrollo. Non vedevo l'ora che Shion arrivasse così da poter andare tra la quiete dell'enorme casa Cullen, per quanto possa essere tranquilla con quattro bambini mezzi-vampiri, due dei quali potevano contare per dieci e gli altri due con poteri. Per l'ignara cittadina la nostra famiglia era:

Carlisle Cullen sposato con Esme Bright, genitori di Alexander C.

Emmett Cullen sposato con Rosalie Hale, genitori di Caroline C.

Edward Cullen sposato con Isabella Brandon, genitori di Renesmee C.

Jasper Hale sposato con Alice Brandon, genitori di Shion H.

Una famiglia che si trasferiva da una città senza lasciar traccia, insieme, unita. Le persone non erano mai arrivate a scoprire la verità anche perché non facevamo molta vita sociale, certo i bambini andavano a scuola ma anche loro capivano la complicazione di avere un'amicizia che finiva nel giro di pochi anni e così in segreto si erano ripromessi di non stringere vere e proprie amicizie. Noi lo avevamo scoperto da dei pensieri che era riuscito a sentire Ed, ma non siamo mai intervenuti e li abbiamo lasciati fare.

Finalmente il portone si era aperto ed una folla di ragazzini dai cinque agli undici anni (le elementari in America durano sei anni), si sbrigava ad uscire da quella che vedeva come una prigione.

Dopo tre minuti Shion ci raggiunse, aveva l'aria imbronciata. Alice come al solito non si fece scoraggiare dal malumore di suo figlio, lo prese in braccio e gli posò un dolce bacio sulla guancia.

-Ti sei divertito oggi amore?-, povera Alice ancora non demordeva al fatto che Shion era chiuso.

-Allora non mi dici niente?-, piagnucolò Alice. Shion poggiò la testa sulla sua spalla, -Hei, che è successo tesoro?-, Alice cominciava a preoccuparsi, e anche io. Cercai di capire qualcosa dai suoi sentimenti e quel che trovai non mi piacque per niente. Shion era triste, ma no il genere di tristezza di un bambino che non vuole andare a scuola, era quasi ferito.

-Andiamo Shion, che diamine è successo?-, niente. Shion nascose la testa nell'incavo del collo della madre e strinse più forte la presa sul suo collo.

-Andiamo a casa amore-, presi il braccio di mia moglie e la portai alla macchina. Per tutto il viaggio nessuno fiatò. Ogni tanto la mano di Alice si muoveva piano sulla sua schiena. Era seriamente preoccupata. Arrivati a casa nostra, scendemmo e portammo Shion in camera da letto. Alice si sedette sul letto e lo mise sulle sue ginocchia. Io mi inginocchia di fronte a loro.

-Hai litigato con qualcuno?-, chiesi, per tutta risposta lui mosse la testa, -E perché?-, continuai.

-Perché sono degli stupidi ragazzini senza cervello-, le sue parole erano dure.

-Che è successo?-, chiese poi Alice, che non smetteva di consolarlo, accarezzandogli il viso.

-Hanno detto che la mamma è troppo giovane e che quindi io sono uno sbaglio-. A quelle parole io ed Alice sussultammo. Per quanto potesse sembrare intelligente, Shion era pur sempre un bambino di cinque anni. E' proprio vero che i bambini possono ferire più degli adulti.

Shion alzò la testa verso la madre, -Mamma io sono un tuo sbaglio?-, chiese innocentemente.

-Ma che cavolo dici? TU non sei uno sbaglio chiaro! E non pensarlo mai-, Alice era fuori di se, -sei tutto ciò che io e tuo padre abbiamo sempre desiderato-. Quanto erano vere le sue parole. Dal momento che si era scoperto che le vampire potevano avere un figlio, Alice aveva fatto una miriade di ricerche, per scoprire i rischi e le difficoltà. Ogni cosa cercata minuziosamente, solo per tenere un figlio tra le braccia e cullarlo, come sia giusto per una donna.

-La mamma ha ragione, non dovevi neanche pensarlo-, gli accarezzai la guancia, - e se qualcuno lo insinua di nuovo tu vai dalla maestra, poi ci penserà lei-. Era l'unico modo per evitare una zuffa. Non credo che sarebbe stato salutare per l'altro bambino ritrovarsi nella lista nera di Shion.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Buonasera a tuttiiiiiiiiiiii.

Si lo so che sono tremendamente in ritardo, così piccolo avviso per il futuro: scriverò solo in momenti di ispirazione, così da non pubblicare cose stupide. Quindi non state ad aspettarmi troppo va bene. Ringrazio tutti quelli che mi hanno messo nelle preferite e seguite, (non pensavo che sarebbe piaciuta) ora bando alle ciance, vi ho scritto un bel pezzo che sarebbero 2 capitoli in uno per farmi perdonare.

Recensiti in tanti.

By Marta



3: Alice


Osservavo Jazz accarezzargli il viso. Mamma io sono un tuo sbaglio ?.

Uno sbaglio.

Mio figlio uno sbaglio.

Se avessi trovato quel ragazzino, gli avrei fatto passare gli incubi a lui e allo sbaglio.

Ma che cavolo, guarda te se mi faccio rovinare la giornata così. Se non ci fossi io, questi due starebbero zitti e a crogiolarsi nei propri pensieri.

-Forza andiamo-, mi alzai posando mio figlio a terra, -allora muovetevi!-.


In meno di due minuti ci trovammo nel salone di casa Cullen, dove Caroline e Alexander erano intenti a fare una costruzione con dei rettangoli di legno. Quando mi avvicinai per vedere cosa stessero facendo Caroline si alzò e cercò di coprire la costruzione con il corpo.

-No zia non puoi vederlo ancora-, la bambina cercò di spingermi via con le manine.

-Ma nemmeno una sbirciatina?-, chiesi con voce triste. Di solito funzionava con Caroline.

-No, questa volta la vedrai con tutti gli altri-, e mi spinse ancora più forte verso la cucina, -, forza muoviti che pesi!-.

Cosa ? Peso ?

Adesso glielo faccio vedere io.

Con molta lentezza cascai sulle mani di Caroline che cercava di sorreggermi.

-Ah la forza di gravità mi schiaccia !-, dissi con voce teatrale.

-NO NON E' VERO !-, urlò Caroline.

-O si che è vero mi è successo anche ieri !-, e mi appoggiai ancora di più sulle sue mani, certo se fosse stata una bambina normale sarebbe già cascata, ma i nostri piccoli diavoli possedevano una forza molto notevole.

-PAPA' DILLE QUALCOSA !-, dalla cucina spuntò Emmett con un enorme sorriso. Prima che potesse anche solo fare quello che stava pensando lo minacciai.

-Emmett ti avverto, se solo osi, ti dirò tutte le partite della stagione in diretta, ogni azione, ogni fallo. E lo sai che faccio sul serio !-, il mio caro fratellone rimase immobile e facendo quello che non sa nulla rispose, -Oh mia cara sorellina che cosa stai cercando di dirmi ? Mi reputi così poco maturo ?-.

-Risponditi da solo-, mi girai verso mio marito che era rimasto vicino la porta d'ingresso e si stava godendo la scena con Shion. Sulla faccia di mio figlio era sparita quella fine maschera di tristezza. E questo mi fece sentire più sollevata.

-Ecco il mio nipote preferito-, Emmett, con il suo fare da buffone di corte, si era preso da subito la simpatia di tutti i bambini. Ma la cosa che mi sorprese era che con lui, il mio tranquillissimo e pacato bambino, potesse diventare un vero terremoto.

-Hei pensavo di essere io !-, Alexander si alzò di scatto sentendo le parole dello zio. Come avevo detto tutti i bambini adoravano “l'orso”.

Queste scenette erano quello che preferivo, dopo lo shopping naturalmente. Vedere i bambini, che per delle sciocchezze, (ma a loro avviso “cose di estrema importanza”), arrabbiarsi era qualcosa di esilarante.

-Tranquillo Alex sono sicura che anche tu sia il suo preferito. E sono altrettanto sicura che il vostro caro zietto vi porterà a giocare di fuori-.

Con questo si evitavano litigi e, soprattutto, troppi bambini in casa.

Infatti erano molti gli oggetti che lì dentro urlavano “fragile, a partire da vasi ed oggetti.


Pov Jazz


La frase di Alice era perfetta per far uscire i bambini da casa. In questo momento ci trovavamo nel campo che di solito usavamo per le partite di baseball.

Emmett stava lottando, in maniera molto moderata, con loro. Era uno spettacolo osservarli, Alexander con la sua aria tranquilla cercava uno spiraglio nella difesa perfetta dello zio, mentre Shion con la sua disinvoltura cercava il momento adatto. Ma la cosa più spettacolare era vederli cooperare. Sin dalla prima lotta avevano capito istintivamente che l'unione era l'arma più forte, era una cosa che gli veniva spontanea, senza che nessuno glielo insegnasse.

Ma erano pur sempre dei bambini e a loro non importava molto vincere, tanto riuscire almeno a buttare giù l'avversario e a divertirsi. In questo istante avvertivo l'impazienza di Alex. Osservai Shion, lo sguardo fisso sull'avversario, la sua espressione attenta e calcolatrice, poco a che vedere con un bambino di cinque anni.

All'improvviso Alex si scaraventò a tutta velocità verso Emmett.

-Schiocco, per un attacco frontale ti ci vorranno almeno altri cento anni-, ma il bambino a pochi metri dallo zio deviò a destra, -Cosa ?-, mormorò Emmett.

Alex si avvicinò ancor di più, Emmett si preparò a parare il colpo, ma qualcosa di inaspettato colpì anche me. Shion colpì le gambe dello zio con una scivolata un po' troppo forte per i miei gusti.

Sicuramente a casa Alice avrebbe scoperto i lividi e indovinate a chi avrebbe dato la colpa?

Alex a quel punto, puntò i piedi sul petto di Emmett che cadde a terra portandoselo appresso.

-Abbiamo vinto ! Abbiamo vinto !-, Shion e Alex urlavano in coro e rinfacciavano la sconfitta allo zio.

Mi avvicinai a loro.

-Pronti per il pranzo ?-. Appena finita la frase i bambini sfrecciarono nella foresta con me ed Emmett al seguito. Li seguivamo con lo sguardo, pronti ad intervenire nel caso ce ne fosse bisogno. Ma credo che ancora non avessero voglia di mangiare. Saltarono su un ramo a dieci metri di altezza e cominciarono ad acchiapparsi saltando qua e la, le loro risate mi rimbombarono nelle orecchie, tanti piccoli campanelli che formavano un'armonia perfetta.

-Hei non vi rimarranno più forze per cacciare-, li avvertì.

-Lo dici tu !-, sentì gridare in coro.

-Lasciali fare. In casa non possono svagarsi-, ecco Emmett con il suo permissivismo, ma sapevo che voleva unirsi a loro, le sue emozioni erano fin troppo chiare. Risi ed Emmett si giustificò -Andiamo, non dirmi che tu non ne hai la voglia ?-

-Hai assolutamente ragione ! Facciamo a chi li acchiappa per primo ?-

-Dai il via !-.

Ma prima che potessimo soltanto muoverci, avvertimmo una caduta.

Se avessi avuto un cuore di sicuro mi si sarebbe fermato, erano forti ma erano anche ad una decina di metri da terra. Corremmo il più veloce possibile, e in meno di dieci secondi giungemmo da loro.

Per primo vidi Alex in piedi sano e salvo, un sospiro di sollievo mi uscì dal petto, ma la verità mi invase la mente. Se Alex non era caduto ?

Trovai Shion a terra che si teneva stretto la gamba destra, (la stessa con cui aveva colpito poco prima le gambe di Emm), stringeva la mascella segno che non volesse far uscire il minimo lamento.

Mi inginocchia vicino a lui, tratteneva a stento le lacrime.

Cercai di levargli le mani che circondavano la gamba, come a proteggerla, ma Shion le strinse ancor di più.

-Dai fammi dare un'occhiata !-, ma Shion non mollava la presa, -Prometto che non mi arrabbio-, all'inizio esitò ma poi levò le mani. Con estrema delicatezza sollevai il pantalone, da metà gamba a fin sotto il ginocchio si era formato una chiazza tra il viola e il blu.

Ecco, ora sono morto !

Feci per posargli la mano sopra, in modo tale che il freddo agisse come il ghiaccio, affinché la gamba non gli si gonfiasse. Ma appena recai una leggera pressione.

-NO FERMATI, MI FAI MALE !-, urlò Shion, e le lacrime che stava trattenendo uscirono copiose dai suoi occhi.

Oddio e se se l'era rotta ?

Subito il panico mi invase. Shion non aveva mai urlato per il dolore, perché non si era mai fatto male sul serio. Lo presi in braccio e subito saettai verso casa. Prima cosa da fare era portarlo da Carlisle, secondo avrei affrontato mia moglie.

Cosa che a mio parere sarebbe avvenuta molto presto.

Alice era sulla porta di casa con uno sguardo che passava dall'arrabbiato all'incazzato vero e proprio.

Alle sue spalle spuntò Carlisle, sicuramente sapevano già tutto. Stavo per consegnare Shion a lui ed affrontare lei, ma mio figlio volle salvarmi dalla furia di sua madre e non staccò le braccia dal mio collo.

-Shion-, mormorò dolcemente Carlisle, -non vuoi venire un attimo con me ?-, sinceramente sperai che rifiutasse l'idea.

-No-, la sua voce rotta dal pianto riportò la mia preoccupazione a galla. Mi scambiai un occhiata con mio padre che mi fece segno di entrare.

-Andiamo nel mio studio-, salimmo le scale e stranamente notai che Alice non veniva con noi, bensì Edward.

-E' leggermente arrabbiata-, come se io non lo sapessi, -adesso sta pensando che se entra con te in una stanza, probabilmente ti staccherebbe la testa a morsi-.

Preferì rimandare il round a sta sera.


Carlisle stava esaminando la gamba con estrema cura, aveva più volte provato a toccare qualche punto, ma appena tastata una parte Shion cominciava a muoversi per il dolore. Io cercavo di tenerlo più stretto possibile, gli sussurravo parole per tranquillizzarlo, gli afferravo le mani se se le portava sulla gamba ed usai il mio potere, ma tutto era inutile più di un tocco non si riusciva ad andare avanti.

-Shion, adesso papà esce un attimo con me, va bene ?-, chiese Carlisle.

Acconsentito alla richiesta passai Shion a Edward, ed uscì con Carlisle.

-E' rotta ?-

-Non te lo posso dire con certezza, certo non è una botta leggera. Devo visitarlo ma deve stare fermo-. Si fermo, ma se non riusciva nemmeno a toccarlo. Carlisle sicuramente vide la mia preoccupazione. -Lo so che è difficile ma ti devo chiedere ora di tenerlo forte, cercherò di somministrargli della morfina così da poter agire senza che lui senta troppo male-, non credevo proprio che fosse una buona idea. Ma dopotutto era lui il medico.

Rientrammo e subito Edward me lo passò, mentre loro preparavano il tutto io mi sedetti, gli sbottonai la camicia e posizionai la testa di Shion sulla mia spalla.

Edward si avvicinò e mettendosi alle mie spalle, prese le mani di mio figlio, mentre io lo tenevo stretto a me, tenendogli testa e busto.

Aveva capito tutto. Shion cominciò ad agitarsi, ma la nostra stretta glielo impedì.

-Tranquillo amore-, gli sussurravo all'orecchio ed usai il mio potere. Quando lago trapassò la pelle sulla sua spalla, le sue braccia si tesero e mi strinsero ancor di più.

L'effetto della morfina si verificò dopo pochi minuti e così riuscimmo finalmente a visitarlo per bene.

La conclusione era una media frattura della tibia, quindi non ci fu bisogno di nessun ingessatura.

Ormai Shion era tranquillamente addormentato e così lo portai nella vecchia stanza mia e di Alice. Alice, ora dovevo affrontare lei.

Depositai con cura mio figlio sotto le coperte e dopo averlo guardato per un po' scesi giù in salotto. Mentre scendevo le scale, mi preparai psicologicamente alla sfuriata di mia moglie, “oh andiamo non può essere tanto arrabbiata ?”, beata la mia coscienza che ci credeva, “non si è rotto niente, che vuoi che sia?”, varcai la porta incrociando i suoi occhi: GUERRA TOTALE.


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


efpipiccolidicasacullen

Eccomi di nuovo. Nonostante la scuola sia finita, e ringraziamo tutti i santi in cielo ed in terra, mi sono beccata l'influenza. E certo durante la scuola neanche un filo di febbre, in vacanza me la prendo!

Sto revisionando alcune nuove storie che vorrei inserire, ma preferisco gestire le due che ho pubblicato e finirle se il signore mi da una mano. Bando alle ciance vi lascio questo nuovo capitolo. Recensite in tanti.

Marta

Capitolo

pov Jasper

Ero fottuto, letteralmente fottuto. Alice se ne stava in piedi, in mezzo al salone,fissandomi.

La sua rabbia si percepiva nell'aria, come

una concentrazione di energia racchiusa in una stanza troppo piccola per contenerla.

In quel momento pensai ad una giustifica:

"Dai amore succede che i bambini giocando si facciano male".

Ma prima che riuscissi a pronunciarla.

-Non parlare-, sibilò, -non osare pronunciare alcun suono-.

Alice ora teneva gli occhi chiusi, rigida come una roccia. Volevo calmarla usando il mio potere, ma sinceramente non mi azzardai a farlo, meglio non farla incazzare più di quanto è già.



pov Shion



Quando mi svegliai, mi ritrovai nel letto dei miei genitori nella casa dei nonni. Troppe volte mi ero rifugiato in questa stanza durante le giornate

trascorse in questa casa. Mentre ricordavo cosa mi era successo prima di arrivare qui, sentii i

miei genitori litigare al piano di sotto.

-Te lo avevo affidato, e tu me lo riporti con una frattura a casa!-,

mamma per quanto cercasse di tenere la voce bassa e moderata

non ci riusciva.

Rabbrividii sentendola. Mamma era sempre allegra, non si arrabbiava mai.

Certo non contando il giorno in qui mi ritrovò nascosto con Alex nella cabina armadio, i nostri vestiti erano completamente sporchi di fango e di conseguenza avevamo imbrattato un po.

Ecco quel giorno pensai che mi avrebbe ucciso volentieri con le sue mani.

-Non ci provare Jasper, capito!-, mamma adesso aveva alzato il tono della voce. Ricordavo la caduta ed il dolore, ecco perché litigavano, per me.



Mi alzai soffocando un gemito, scostai le coperte e ritrovai la gamba destra fasciata.

Era stretta ma quel tanto da permettere al sangue di passare senza problemi.

Posai un dito sotto al ginocchio e per poco non urlai.

Cavolo quanto faceva male!

Sentivo quel dolore pulsare sempre più prepotente, così mi concentraisu cosa succedeva di sotto.

Pessima idea.

-Se ti avvicini ti stacco la testa a morsi, mi hai capito!-, è bellissimo quando tua madre minaccia tuo padre di morte, non trovate?

Mamma non scherzava, avvertii dei passi ed in contemporanea un ringhio. Ma che diavolo voleva fare papà, farmi diventare orfano da parte sua?

-Alice, calmati non ti pare di stare esagerando?-, zio Emmett? In risposta mamma fece un altro ringhio.

-Tu zitto-, gli sussurrò zia Rose.

Poggiai la gamba sinistra a terra e poi, molto delicatamente, quella destra. Se mamma mi vedeva sicuramente avrebbe smesso di prendersela con papà. Dopotutto era stata colpa mia, avevo visto che quel ramo non era il massimo della sicurezza ma sorvolai la

mia coscienza e ci saltai sopra.


Chi è causa del suo mal pianga se stesso, no?

Mi alzai in piedi, stringendo i pugni, non c'eravamo proprio. Non riuscivo a stare in piedi, figurati scendere le scale.

La porta in quel momento si aprii, rivelando la figura di zio Ed. Si avvicinò a me e prendendomi delicatamente mi ripose di nuovo sul letto.
Uffa avevo fatto una fatica per mettermi in piedi. Vedendo la mia faccia imbronciata, mi sorrise accarezzandomi la testa.

Credeva veramente che mi facessi convincere come Renesmee, illuso.

-Stai buono qui allora, non credo sia il caso di scendere di sotto in questo momento-.



-E' troppo sperare che arrivi ai sei anni?-.

Mamma stava diventando isterica, il che era sempre un cattivo segno.



-Voglio andare giù-, zio mi guardò, -da solo-, precisai.

-E come vorresti fare se non riesci neanche a stare in piedi?-.

Odiavo quando si intrometteva nella mia testa, sembrava farlo apposta.

-Devo ammettere che con voi è stato parecchio utile-.

Spiritoso.

Riprovai a scendere, ma a quanto pare zio non era dello stesso avviso, con una mossa mi ritrovai disteso, SOTTO LE COPERTE !

Ma come ci era riuscito?

-E' tutto inutile tu da qui non ti muovi-.

-Che c'è ti hanno nominato mio tutore?-.

Zio alzò il sopracciglio.

Sentii dei passi svelti su per le scale, le sfuriata di mamma al piano di sotto era cessata, ma questo perchè stava salendo.

La porta si aprii rivelando la figura di mia madre, il suo viso serio subito

si aprii in uno dolce. Si avvicinò e sedendosi sul letto mi passò una mano sui capelli.

-Ti fa male tesoro?-, la sua voce limpida nascondeva la preoccupazione.

In risposta scossi la testa. Non volevo farla preoccupare troppo, ma soprattutto non volevo che si arrabbiasse ancor di più con papà.

Zio soffocò una risata.

In quel momento lo odiai.

-Vi lascio soli-, ecco era meglio.

Mamma rimase in silenzio, mi accarezzava piano la testa, sentivo i suoi occhi puntati su di me.

-Sei ancora arrabbiata?-.

-Un po-. Non la guardai in faccia, sapendo di

essere io il colpevole, -Non con te-.

-Lo sarai per tanto?-. Mamma rise.

-L'ho già perdonato-.




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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


Ebbene si sono ancora viva!!

E visto che siete stati veramente pazienti con me, vi porto una bella sorpresa a fine foglio.

Un bacio a tutti

Marta


PS. amicona se sabato sei libera vengo da te per le 4. Ciao XD







CAPITOLO IV


POV ALICE


Erano passati nove giorni. Shion si era quasi ripreso dall'incidente, ed io avevo perdonato ufficialmente Jasper ieri sera.

Nonostante l'idea di farlo sentire ancora uno schifo mi allettasse, mio figlio aveva messo su un'aria perennemente imbronciata sul mio comportamento verso suo padre. E poi, non potevo punirmi anche io, avevo terminato le idee per tenermi occupata la notte.

Adesso mi ritrovavo stesa sul letto, le braccia di Jasper mi stringevano la vita, il suo respiro mi solleticava il collo, e le sue mani scendevano pericolosamente verso il basso.

-La vuoi piantare?-, gli domandai una volta scansate le sue mani, -Ti ricordo che sono le sette del mattino-.

-E con questo?-.

Mi girai dall'altra parte.

-Shion. Scuola. Ti dice niente?-.

-Per un giorno può saltarla- disse stringendomi ancora di più.

Sapevo cosa stava facendo, e lo odiavo profondamente quando usava il suo potere in quel modo.

Si fermò nell'istante in cui avvertii uno spostamento di coperte.

-Si è svegliato-, mormorò.

Mi alzai e mi vestii in fretta, poi andai nella stanza di Shion, il quale ancora sdraiato, si era messo a pancia in sotto, infastidito dalla luce.

-Sveglia amore mio-, urlai.

Lui si rannicchiò ancora di più tra le coperte.

-Non farmelo fare Shion-.

-Vattene-, mormorò mettendo la testa sotto il cuscino.

Andai a prendere i lembi della coperta e poi li tirai via di botto. Lo so che ero una cosa che lo infastidiva, ma era anche l'unica cosa per farlo alzare il più velocemente possibile.

-Mamma-, si lamentò.

-Ti avevo avvertito-.


POV JAZZ


-Papà fai qualcosa-, la voce di Shion mi arrivò forte e chiara. Povero piccolo, essere svegliati da Alice, non era proprio la miglior cosa. Andai in camera sua e lo presi per portarlo giù. Aveva sonno, si strinse a me e chiuse gli occhi. Ma non poteva dormire, sua madre mi avrebbe ammazzato.

-Svegliati amore-, mormorai.

-Non mi va-.

In cucina gli preparai la colazione, tenendolo da un lato.

Latte, cereali, cucchiaio. C'era tutto.

Mi misi seduto e finalmente alzò il viso.

-Buon appetito-. Shion guardò per un attimo la tavola, indeciso.

-Io... non ho fame-. E ci risiamo.

Ogni tanto tendeva a fare i capricci quando si trattava di mangiare. Alice si sedette sulle scale, le sue emozioni erano chiarissime. Era divertita.

-Non puoi digiunare-. Feci possesso di tutta la mia pazienza, sapendo quanto testardo era mio figlio.

-Se mi avessi fatto andare ieri con zio non dovrei mangiare queste schifezze-.

Aveva ragione, ma non potevo farlo andare a caccia dopo quello che era successo.

Alice era stata chiarissima al riguardo e Carlisle le aveva dato manforte, dicendo che la gamba doveva ancora guarire del tutto.

-Shion, quante volte ti ho detto di non chiamare il cibo “schifezza”?-.

-Ma lo è-, protesto lui.

-Non mi importa. Pensa a chi non ce l'ha-. Questa storia del chi-non-ce-l'ha, l'avevo imparata da Esme quando Alex faceva i capricci. Ma Shion non si arrendeva tanto felicemente.

-E con questo?-, ribatté, -Anche se mangio quelli muoiono comunque di fame-.

Alice nascose la testa tra le braccia, ridendo.

Se le cose stavano così, avevo IO il modo per risolverle.

-Perfetto-, decisi. Alice alzò il capo contenta della mia scelta.

-Visto che non vuoi mangiare non mangerai. Nessuno ti obbliga-.

Shion guardava me e poi la madre. Sapeva che Alice non l'avrebbe fatto rimanere a digiuno.

-Ma sia chiaro. Quando tua madre andrà per uno dei suoi acquisti io non resterò con te a casa-.

-Andrò da nonna-, rispose.

-No. Tu andrai con tua madre-.

Shion mi guardò serio.

-Questo si chiama ricatto-.

Esattamente.

-Chiamalo come vuoi-. Shion posò lo sguardo sulla tazza.

-Ti do tre secondi per decidere. Uno-.

-E va bene!-. Prese in mano il cucchiaio ed incominciò a mangiare. Io sorrisi tutto soddisfatto. Alice invece scoccò la lingua e mormorò un “maschi, non capiscono niente della bellezza di un centro commerciale”.


POV SHION


-Ti veniamo a riprendere dopo. Fai il bravo-.

Mamma mi faceva sempre queste raccomandazioni quando mi lasciava a scuola.

Manco se dovessi uccidere qualcuno!

La scuola era noiosa come sempre. Non volevo sprecare il mio tempo la dentro. Volevo stare a casa o nel bosco con Alex o papà. Ed invece ero bloccato ad un banco, annoiandomi a morte e sentendo le frasi stupide e senza senso di quei mocciosi.

Papà mi scostò alcune ciocche da davanti agli occhi.

-Non fare così-.

-Mi annoio. Non ci voglio stare qui-.

Mamma guardò da sotto papà.

-Cerca di fare amicizia-, mi suggerì.

Io scossi la testa. Non avevo niente in comune con loro. Erano rumorosi, si mettevano tutto in bocca e non facevano altro che lamentarsi o piangere.

-Sono piccoli amore, non lo fanno apposta- mi disse papà.

-Non mi interessa. È come se un liceale tornasse all'asilo. È senza senso-.

Mamma mi prese per le braccia facendomi avvicinare a lei.

-Facciamo in questo modo: tu ora vai dentro, e oggi pomeriggio puoi giocare di fuori con Alex-.

Ci pensai su. Infondo non era male come compromesso.

Papà si abbassò e mi diede un bacio sulla testa. Poi lui e mamma andarono via.

Controvoglia entrai in classe trovando i mocciosi sparsi per tutta l'aula. Andai vicino a Caroline che disegnava vicino ad un'altra bambina.

-Guarda Shion, casa di nonno e nonna-. Il disegno era semplice, dopotutto non poteva fare uno dei suoi capolavori, la casa era vista da davanti, aveva le finestre e le piante che la circondavano, c'era tutto.

-Dici che va bene?-.

Lo presi in mano.

-Si, ma non è bello-.

Caroline si imbronciò.

-Si che è bello, vedrai la maestra sarà contenta. Tu quale hai fatto?-.

-Perchè avrei dovuto fare un disegno?-.

-Per oggi dovevamo portare un disegno, non lo sapevi?-.

O cavolo!

Presi un foglio bianco e con una matita presa dall'astuccio di Caroline disegnai....bloccai la mano. Non avevo in mente niente.

-Puoi disegnare il bosco?-.

Si avrei potuto farlo. Ma lo dovevo fare male ed io non ero capace a sbagliare un disegno. Non sapevo neanche come era fatto un disegno di un bambino umano.

-Shion, Caroline mi mancano i vostri disegni- la maestra era una nuova, una supplente, stava seduta alla cattedra accerchiata dagli altri bambini.

-Fai in fretta-, sussurrò mia cugina prima di andare a consegnare il suo lavoro.

Scarabocchiando feci un albero. Il risultato non era un totale schifo. Lo consegnai. Ma la mia tranquillità vacillò quando l'insegnante mi chiese: -L'hai fatto tu Shion?-.

E secondo te chi cavolo lo aveva fatto?

-Si-.

La supplente esitò.

-Guarda che se dici bugie Babbo Natale non ti porta nessun regalo?-.

Molti bambini risero.

Compresa quella stupida della supplente. Preferivo l'altra maestra.

-Primo: non sto dicendo una bugia. Secondo: grande come sei credi ancora a Babbo Natale?-.

Questa volta fui io a sorridere. Ben le sta!

La supplente mandò tutti a posto iniziando a scrivere le lettere sulla lavagna, ma ogni tanto mi lanciava un'occhiata che credeva che io non vedessi. Quando la campanella suonò tutti i bambini si precipitarono in cortile per la ricreazione. Io e Caroline raggiungemmo Alex e Renesmee che giocavano con una palla.

Alex prese la palla con la mano e me la passò. Continuammo a giocare, ma un tiro troppo forte di Renesmee mandò la palla nel giardino.

Corsi a prenderla ma prima che la raggiungessi un bambino gli diede un calcio mandandola più lontano.

Alzai lo sguardo: era Colin McCorner. Era un compagno di classe di Alex, visto una volta soltanto, ma impossibile da dimenticare. Soprattutto da quando Alex, tranquillamente sdraiato sul tappeto a fare i compiti con tutti presenti si era lasciato sfuggire il soprannome che gli avevano affibbiato a scuola : -Chi Colin McCorner? L'idiota?-.

Ecco, in quel momento la faccia di Esme era impagabile. Mentre zio Ed, papà, mamma e le zie avevano un espressione stupita, lo zio Emmett si era completamente piegato in due sul divano.

Ed ora l'idiota era di fronte a me con quel sorrisetto strafottente.

-È lui Mack?-. Un bambino più piccolo si avvicinò, compiaciuto. La rabbia mi salii al petto riconoscendolo immediatamente.

Ad un cenno del bambino, il più grande continuò.

-Avevi ragione fratellino?-.

Ora si spiega, l'idiozia doveva essere un tratto di famiglia pensai.

-Allora sei tu lo Sbaglio!-.

Quella singola parola detta ad alta voce fece girare molti bambini verso di noi.

L'Idiota si avvicinò strafottente, non capendo la stupidaggine che commetteva nel farlo.

-Che c'è non parli? Forse è muto?-. E si mise a ridere, tirando a ruota gli altri.

-Smettila Colin-, Alexander si mise vicino a me.

-Perchè Cullen?-.

La doveva finire.

-Tuo cugino è così stupido da non rispondere?-.

Non un altra parola.

-Ma deve esserlo, se viene da una stupida come sua madre-.

Quelle parole non erano in aria nemmeno da un secondo.

Gli afferrai il polso e usai tutti i ricordi negativi che avevo. Quelli così terribili che un singolo bambino non poteva nemmeno immaginare.

Nel giro di cinque secondi Colin McCorner era piegato in ginocchio e urlava.

Alex tirò via la mia mano, spingendomi lontano da lì e guardando spaventato le maestre accorrere.

Io osservavo Colin tenersi la testa tra le mani.

-Che cosa succede qui?-. Uno degli insegnanti si avvicinò a Colin prendendogli le braccia e cercare di scuoterlo dallo stato di shock in cui era. Alex cercò di dare una spiegazione, ma alla fine non disse niente, quando si girò verso di me ero già sparito.


Ero seduto nei bagni con la porta chiusa, avevo già dato un calcio al muro rischiando di farlo andare in pezzi, stringendo per la rabbia le mani sentendo l'odore del sangue che usciva leggermente dai palmi.

Non doveva finire così!

Se solo si fosse stato zitto!

Qualcuno entrò nel bagno. Non volevo incontrare il suo sguardo, non volevo incontrare la delusione nei suoi occhi, sapevo di aver compromesso la sicurezza della famiglia, ma non ci avevo potuto fare niente.

Mi presi le ginocchia e me le strinsi nascondendo la testa.

La porta del bagno si aprii.

Non voglio vederti!

Non così!

Sentii una mano accarezzarmi la testa.

Non volevo!

-Lo so-, mormorò papà prendendomi in braccio.

-Ma adesso devi venire di la-.

No!

-Non ti lascerò li da solo tranquillo-.

Mi strinsi mettendogli le braccia al petto.


Avrei voluto non capire nulla di quello che dicevano, avrei voluto fare finta di avere veramente sei anni.

Ma non potevo.

Non ero così.

-Che cosa è successo Shion?-. Un uomo mi ripeteva quella domanda, cercando di dare una spiegazione plausibile al comportamento di Colin.

Io non sapevo che rispondere. Per la prima volta non avevo la minima idea di cosa dire.

Alla fine mormorai un “Non lo so”, sperando che questo bastasse all'uomo.

Ma non gli bastava, glielo leggevo negli occhi.

I miei genitori erano in piedi dietro di me.

Sapevo di averli delusi.

-Perchè Colin ha urlato?-.

-NON LO SO-, urlai.

Questa volta l'uomo si spaventò.

Sentii una mano sulla mia spalla ed insieme, una leggera aura di serenità che mi avvolgeva.

Non potevo dirgli la verità.

O non mi avrebbe creduto oppure mi avrebbe dato per pazzo.

Era stato un incidente, solamente uno stupido incidente.

 disegno Shion 


HO FINALMENTE TROVATO LE FOTO GIUSTE PER I BIMBI




SHION

ALEXANDER



RENESMEE

QUELLA IN MEZZO E' CAROLINE


spero vi piacciono


Marta




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