Unfaithful (/viewuser.php?uid=54880) Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** L'incontro *** Capitolo 3: *** Proteggi Kagome! *** Capitolo 4: *** Non so il perché, ma rimarrò con te... *** Capitolo 5: *** Il primo amore non si scorda mai, ma la vita va avanti. *** Capitolo 6: *** Desiderio e amore (prima parte) *** Capitolo 7: *** Desiderio e amore (seconda parte) *** Capitolo 8: *** Desiderio e amore (terza parte) *** Capitolo 9: *** Gioco di sguardi: dialoghi invisibili. *** Capitolo 10: *** Tensione *** Capitolo 11: *** Delusioni e rimorsi *** Capitolo 12: *** Gli amanti delle notti senza luna (prima parte) *** Capitolo 13: *** Gli amanti delle notti senza luna ( seconda parte) *** Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
|
Capitolo 7
*** Desiderio e amore (seconda parte) ***
Kagome si diresse nella stanza con la testa confusa. Cosa aveva fatto? Lei era accidenti. Doveva darsi una regolata: come aveva potuto lasciarsi…baciare da lui?! Non avrebbe mai dovuto farlo, però “Quel bacio… mi… è piaciuto.” E si toccò le labbra ancora umide e arrossate, che in seguito andò a leccare, C’era ancora il suo sapore. Un sapore dolce e amaro. Che rimane e non si dimentica. Delizioso. Sospirò immaginandosi quelle labbra carnose e ruvide premere contro le sue divorandole con bramosia facendola affogare in un fiume in piena di passione. Si sdraiò sul futone abbassò le palpebre. Era solo pomeriggio, ma tutte quelle emozioni l’avevano stancata un po’ ed un pochino di riposo non le avrebbe fatto male. Intanto una ragazza si avviava a cavallo di un demone a due teste che lei chiamava affettuosamente “A-hun”, un dono dell’uomo che amava, quel demone che con un solo sguardo aveva conquistato una danzatrice, colei che con un movimento incantava gli uomini facendoli vivere nella consapevolezza che non l’avrebbero mai potuta avere, perché lei vendeva la sua arte e non il suo corpo! Lei era conosciuta solamente come danzatrice e la sua vita privata rimaneva un intrigante mistero agli occhi di colui che assisteva alla danza di una piccola Dea da dei profondi occhi castani. “Sesshomaru…” Era quello il nome di quell’uomo che l’aveva letteralmente conquistata, lo stesso che aveva una cognata che, a quanto diceva il suo specchio magico, avrebbe fatto innamorare di sé il fratello minore. Doveva cercare di arrivare prima che tra i due nascesse qualche cosa di serio, altrimenti… Inu Yasha le accarezzò la schiena nuda. Le baciò il collo. Iniziò a penetrarla. Lei gemette. Spinse più forte. Urlarono insieme raggiungendo insieme l’apice e… Kagome si alzò con la fronte imperlata di sudore. Ma si può sapere cosa diavolo si metteva a sognare? Diamine! Da quando aveva messo piede in quella casa la sua vita era cambiata radicalmente: Si è sposata con uno che tutto può essere tranne che marito, ha fatto amicizia con la cugina del consorte, una sterminatrice di demoni, un monaco depravato che è diventato medico ufficiale del castello (come hanno potuto scegliere lui non lo so nemmeno io che sono l’autrice nda), in quanto il padre non è più nelle condizioni di farlo, di un piccolo e dolce cucciolo di volpe e soprattutto con lui! Lo stesso che diventava protagonista dei suoi desideri più nascosti,era Inu Yasha l’artefice di tutto! Ormai era la quinta volta che tentava di addormentarsi, ma ogni qual volta lo faceva quel mezzo demone invadeva tutti i suoi sogni, anche i più nascosti, facendole scoprire nuove emozioni. Un mondo di cui lei ignorava l’esistenza. Un mondo dove non c’era il tempo necessario pensare, anzi la ragione non esisteva, v’era solo l’istinto primordiale con il quale guidare quel gioco tanto pericoloso, ma che procurava così tanto piacere. A Kagome nonostante tutto il solo pensiero la spaventava: Inu Yasha aveva ragione a dire che lui era pericoloso per lei, loro avrebbero anche potuto farlo, ma restava sempre il problema principale: Naraku! Un brivido le percosse la schiena. Sentiva che le si stava formando un groppo in gola, lo stesso che sarebbe dovuto venire mentre si lasciava sedurre da quel ragazzo per il quale sembrava provare qual cosa, ma cosa? Desiderio? No. Desiderio carnale non è presente nel vocabolario di una miko ed inoltre lei temeva desiderarlo perché avrebbe portato quella passione reciproca verso il tradimento che significava morte! Allora era Amore? “Amore?” E la ragazza si accasciò a terra portando le mani alla testa che iniziò a scuotere energicamente, come a convincere se stessa che quell’ipotesi era assurda? Perché innamorarsi di lui? No, non poteva amarlo. Non lui, che riuscì ad ammaliare la sorella. Non lui che avrebbe dovuto aiutarlo ad andare avanti. Non lui che…che…le faceva battere il cuore! Lo amava! Non c’erano dubbi: lei amava lui, che l’aveva aiutata a superare il trauma psicologico che Naraku le aveva procurato, lui che era diventato suo amico ed ora è nel suo cuore, anzi è il suo cuore. Come è strano l’amore. Conosci una persona da appena un mese e questa diventa la tua ossessione. Poi conoscere per modo di dire: di lui non sapeva niente! Perché Inu Yasha Taisho era un mistero, lo stesso che avrebbe voluto risolvere, ma… era troppo pericoloso! -Sorella,
perché te ne vai? E’ pericoloso!-
-Oh Kagome, spero che un giorno tu diventi abbastanza intraprendente.- -Ma che dici?- -Kagome, ascoltami: nella vita ci sono momenti in cui bisogna rischiare per raggiungere la felicità. Quando lo capirai significa che diventerai una donna.- -Ma sorella, io… se non la trovassi la felicità?- -La troverai, ma essa si nasconde in persone impensabili! Tu farai certamente fatica a trovarla a causa della tua continua paura per il mondo, ma se non cambierai rischierai di perdere qualche cosa d’importante nella tua vita senza nemmeno aver avuto la possibilità di sperimentarla! Anche se può sembrare pericoloso se hai la possibilità di dare una svolta alla tua vita, lascia perdere le inibizioni, quelle sono per i deboli! Tu insegui il tuo sogno, per quanto ti possa sembrare lontano! Fai frutto di queste parole perché potrebbero essere le ultime che ti dirò!- -Kikyou grazie, ne farò frutto.- Certo! Sua sorella aveva ragione! Doveva buttarsi nella mischia ed inseguire quel bel sogno. “Inu Yasha…” Kagome corse nel corridoio, scivolando più volte o urtando tutte le persone che facevano da ostacolo alla sua folle corsa. “L’aura d’ Inu Yasha è da quella parte.” E si diresse verso una specie di boschetto che il padre d’Inu Yasha fece costruire per quest’ultimo. Il ragazzo si trovava su un ramo di una grande quercia con l’aria meditabonda. -Inu Yasha, senti io…- -Ti avevo detto di starmi lontano per un po’ mi pare.- sbottò lui scontroso -Tu avevi detto almeno per un’ora ed il tempo è passato!- -Sì, ma ho bisogno di più tempo Kagome, non ti accorgi del problema che abbiamo.- -Qui l’unico ad avere problemi sei tu!- -No. Io sono l’unico che ragiona: hai pensato se Naraku ci scoprisse che guaio sarebbe?- -Se hai paura di una relazione non puoi definirti adulto.- Kagome aveva una strana luce negli occhi, era determinata. Sapeva che ciò che diceva e non si pentiva minimamente per ciò che stava facendo, nemmeno quando abbracciò Inu Yasha ed iniziò a strusciarsi inesperta su di lui che sussultò. -Tu chi sei.- Disse Kagura trovatasi davanti una ragazza in groppa ad un cavallo. -Io sono la donna di Sesshomaru. Il mio nome è…- Inu Yasha e Kagome si diressero nella stanza del primo. Lui si chiuse la porta alle spalle e poi iniziò a baciare lei con foga, incatenandola in un abbraccio inespugnabile. -Cerco Inu Yasha, il fratello di Sesshomaru. E’ qui vero?- Disse la ragazza che stringeva lo specchio. -C’è, ma non l’ho più visto da quando abbiamo pranzato.-Rispose Kagura -Io invece sì.- Disse Miroku che aveva ascoltato la conversazione. -E dove?- -In giardino, era abbracciato a Kagome. Ma tu guarda quel furbacchione!- Disse il monaco con fare da pervertito. -Cosa?! Erano abbracciati?!- -Sì, perché?- -Sta già accadendo!- Disse lei ignorandolo -Kagome…- - Cosa c’è?- Disse lei ansimando. Si stavano baciando da minuti ormai ed il fiato mancava. -Senti io…- Tum tum
-Continua.-Tum tum
-Cos’è questa sensazione.- Disse ad un tratto Kagura Tum tum
-E’
l’aura d’Inu Yasha. E’ aumentata.-Tum tum
Il sangue del mezzo demone iniziò a scorrere più velocemente e la sua aura stava aumentando. -Che ti succede?- Tum tum
Kagome
percepiva un cambiamento in lui e non era positivo.-Lo specchio sta tremando:- Disse la danzatrice indicando l’oggetto tondo e dorato dalla superficie trasparente e... liquida. -vuole che andiamo da loro.- Tum tum
-Kagome va via!- -Che ti sta succedendo?- La miko era spaventata: gli occhi dell’hanyou erano diventati rossi ed al centro c’ era solo uno spicchio del colore del ghiaccio mentre i canini e gli artigli si stavano allungando. Tum tum
-Presto, andiamo!- Ordino la fanciulla che iniziò a correre verso l’ aura demoniaca seguita da Miroku e Kagura. Tum tum
L’hanyou spinse Kagome contro il muro. -Ma cosa ti succede.- Inu Yasha non rispondeva più alle sue azioni e stava per attaccare la sacerdotessa con i suoi artigli affilatissimi. Era posseduto da qualche cosa o qualcuno. TUM!
Degli occhi neri vacui osservavano la scena. -Non bisogna tradire Kagome!- Disse una voce femminile cinica. -Inu Yasha… NOOOO!- -FERMATI DEMONE!- Urlò qualcuno mentre la porta si spalancava. Una luce accecante colpì il mezzo demone che cadde a terra ritornando al suo aspetto originario. -Ma tu chi sei?- Chiese Kagome all’individuo davanti a sé una volta che la luce scomparve. -Il mio nome è Rin.- Sono tornata e chiedo scusa per il ritardone , ma questa settimana ero piena d'impegni! Questo capitolo rispetto al precedente è più dinamico, ma di poca importanza, se non per il fatto che appare Rin, il mitico personaggio misterioso (brava mikamey che hai azzeccato XD)! Allora questo capitolo è dedicato principalmente a sarettina_chan e roro che mi hanno aiutata a migliorare il cap precedente e ribadisco, avete una gran pazienza con me. Ma come sempre ringrazio, oltre a loro due: -kirarachan -reby_w -mikamey E ringrazio tutti coloro che hanno messo la fic tra i preferiti! Tsao&Kiss a tutti, al prossimo capitolo! |
Capitolo 8
*** Desiderio e amore (terza parte) ***
Degli occhi neri e vacui osservavano la scena. -Non bisogna tradire Kagome!- Disse una voce femminile cinica. *** -Inu Yasha… NOOOO!- -FERMATI DEMONE!- Urlò qualcuno mentre la porta si spalancava. Una luce accecante colpì il mezzo demone che cadde a terra ritornando al suo aspetto originario. -Ma tu chi sei?- Chiese Kagome all’individuo davanti a sé una volta che la luce scomparve. -Il mio nome è Rin.- Gli occhi di Kagome si spalancarono al sentire quel nome. Lei era quella Rin? “Ma cosa vado a pensare ora non è il momento giusto per certe sciocchezze.” Penso lei mentre le sue iridi scure si posarono sul corpo di Inu Yasha, ancora svenuto. Vedendolo in un attimo si precipitò da quest’ultimo nel vano tentativo di destarlo da quel sonno che sembrava essere eterno se non fosse per il fatto che, seppur con fatica, il suo petto s’alzava e s’abbassava. “Respira…è vivo.” Gli altri erano ancora frastornati dagli eventi e si accorsero solo allora che l’amico mezzo demone fosse svenuto e anche Kagura, come la sacerdotessa, si precipitò dal cugino ancora incosciente per farlo riprendere. Miroku si avvicinò alle due, ma si limitò ad osservare la scena così come Rin e come lei si accorse di una cosa, forse per il fatto che era sempre stato dotato di un certo sesto senso e un buon spirito di osservazione sugli eventi o forse solamente perché la sua mente era parecchio perversa, ma… ”Cosa ci facevano Inu Yasha e Kagome nella stanza di lui? E da soli per giunta?” In verità Rin a differenza del bonzo la risposta la conosceva, o, per meglio, dire credeva di conoscerla, ma preferì non proferir parola al riguardo: era una cosa che doveva parlare in privato con quella miko il cui nome era Kagome, a quanto aveva capito. -Si riprenderà non preoccupatevi, ha solo bisogno di riposo. Ciò che non avrà se continuate a strattonarlo in quella maniera…- Disse Rin alludendo al fatto che le due ragazze non facevano altro che scuotere l’hanyou a destra e a manca ripetendo, per non dire urlando, il suo nome. Per fortuna dopo quell’appunto lo lasciarono stare e venne fatto coricare sul suo futon, con la speranza, che, presto o tardi, si sarebbe svegliato. *** I ragazzi si andarono a sedere in un angolo della stanza dove v’era un tavolino. Lì parlarono di ciò che li lasciò perplessi (e a quanto ho visto anche i lettori, in particolare una XD nda): Inu Yasha si era trasformato, ma perché? -Bene, credo che tu Rin abbia qualche cosa da dirci al riguardo, insomma tu dovresti sapere perché Inu Yasha si stava trasformando.- Iniziò Miroku. -Beh, sì più o meno…cioè…può darsi…insomma…emh… No.- Concluse infine lei tra l’imbarazzo e l’agitazione. -Hai detto di chiamarti Rin giusto?- Chiese Kagome. -Sì.- -E tu sei un essere umano giusto?- -Beh, non credo che ci siano dubbi al riguardo.- -Allora perché viaggi con uno specchio demoniaco? Non puoi negarlo: anche se per un breve istante ho sentito che quella luce che hai diretto su Inu Yasha emanava un’ aura demoniaca.- -Emh, sì è vero, ma…- Disse Rin senza però finire la frase. -Ora che ci penso ne avevo sentito parlare.- Disse Kagura. -Di cosa?- -Di uno specchio purificatore.- -Uno specchio purificatore?- Chiese Miroku -Esattamente. Nel castello avevamo uno specchio magico in grado di prevedere il futuro, placare gli animi e leggere il pensiero, veniva chiamato Aje*. Prima che il signor Taisho, il padre d’Inu Yasha, Sesshomaru e Naraku, morisse affidò quell’oggetto al figlio di mezzo, Sesshomaru, ma alla morte di mio zio (ricordo che Kagura è la cugina dei bei fratellini nda) pare che lui se ne sia sbarazzato dandolo in dono a qualcuno.- Ed il suo sguardo cadde, allusivo, sulla minuta figura di Rin, che era un po’ imbarazzata per l’ovvia verità che quell’occhiata nascondeva. -Immagino che l’abbia dato a te.- Disse Miroku molto poco serio. Rin annuì imbarazzata. -Hai capito quel vecchio volpone di Sessho-chan. Fa i doni alla fidanzatina e a noi no dic… Ahi!- Il monaco iniziò a sghignazzare quando un qual cosa di duro urtò violentemente contro la sua testa, stordendolo un po’. Era Sango che con un colpo dell’ hiraikotsu aveva fatto tacere il bonzo il quale si massaggiava la testa dolorante. Era stata chiamata da Kagome tramite una servitrice del castello. -Scusate il ritardo. Allora, cosa è successo di così iportante?- -Inu Yasha si è trasformato.- Disse Kagura mentre fissava Kagome. -Oh, no.- Mormorò una Sango allarmata. -Sì. Kagome tu al momento della trasformazione eri con lui, cosa è successo realmente?- Kagome spalanco gli occhi, ma la sua espressione tornò quella di sempre e rispose un “non lo so” con una gran disinvoltura.- Sono certa che c’era qual cosa che controllava la sua mente o che comunque lo ha posseduto scaturendo così la trasformazione.- -Confermo.- disse ad un tratto Rin – Il mio specchio percepiva una presenza negativa qui intorno.- -Ma cosa può mai essere? Io e Kirara abbiamo fatto un giro di perlustrazione poco prima di essere avvertita di ciò e non abbiamo né visto né sentito niente.- Disse Sango. -C’è comunque da ricordare che stiamo in tempo di guerra: se questo fatto è stato causato da alcuni nostri nemici?- Chiese Kagura. -Probabilmente è così. Aspetteremo che Inu Yasha si svegli e chiederemo lui ulteriori informazioni.- Concluse Miroku lasciando cadere il discorso –Ma tanto per curiosità: Divina Kagome, cosa facevate in camera del nostro Inu-chan in sua compagnia? E da soli per giunta?!- Kagome arrossì vistosamente ma solo per un secondo perché già Rin ribbattè a quella domanda “privata”. -Beh, i brutti sogni.- -I brutti sogni?!- Esclamarono in coro i presenti eccetto Kagome. -Sì, lo specchio mi aveva mostrato un’immagine di Kagome tormentata dagli incubi…e l’antagonista era Naraku- a quel nome tutti ebbero un sussulto. -Io ed Inu Yasha ci siamo affezionati a vicenda come due fratelli- Continuò Kagome capendo che in qualche modo la ragazza la stava salvando con una menzogna e mentire era la sua specialità – quindi alcune cose le racconto solo a lui perché, in un certo senso, è l’unico che mi possa capire e questi incubi sono quelle cose che gli racconto. Oggi mi sentivo un po’ stanca e così mi sono andata a riposare un po’, però…- Kagome sospirò interrompendosi un attimo, come se dovesse dire qualche cosa di difficile per rendere più credibile la scena.-Mi sono svegliata e avevo bisogno di sfogarmi e…- Iniziò a farsi venire le lacrime. (Che attrice! nda)- Sono andata con lui in camera sua per parlarne, ero frustrata e terrorizzata, e gli raccontai tutto, ma poi…- -Capisco.- Disse Miroku un po’ deluso. Rin fece un sorrisino sghembo verso Kagome che, notandolo con la coda dell’occhio, ricambio con una smorfia soddisfatta nascosta da la mano destra che copriva la bocca poiché tossiva. Tutto ciò non sfuggì agli occhi demoniaci di Kagura, che ricordandosi delle straordinarie doti di Kagome come attrice osò chiederle:- Scusa Kagome, ma esattamente di cosa parla questo sogno?- Kagome spiazzata da quella domanda fece l’unica cosa che le venne in mente: si coprì parzialmente il viso ed iniziò a piangere, con tanto di forti singhiozzi e lacrime copiose. Kagura sospirò intuendo che quello non era il momento giusto per parlarne: la ragazza era troppo scossa. -Fa niente. Senti Rin, ma tra te e Sesshomaru esattamente cosa è successo?- Rin arrossì violentemente, posò una mano sulla guancia e sospirando il nome del suo amore. Ok, era chiaro che lì nessuno, apparte Kagura era mentalmente stabile da poter affrontare un discorso concreto: Kagome piangeva ancora, Sango tentava di calmarla mentre picchiava Miroku che non faceva altro che dar voce ai propri pensieri, tutt’altro che casti, sul rapporto tra la danzatrice e il demone cane dagli occhi di ghiaccio e Rin… ormai non c’era più. ……….. Erano passate tre ore ed Inu Yasha non si era ancora ripreso. Kagome era preoccupata. Chi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere ad Inu Yasha? Dei nemici? “Possibile”. Non era una possibilità da scartare, anzi, detta così sembrava la più ovvia tra le tutte ipotesi. Nella sua mente un’idea si fece strada velocissima come una saetta: e se fosse opera di Naraku? Se lui in un certo senso li stesse spiando e avesse scoperto qual cosa? “Probabile”. A quel pensiero Kagome sussultò. Quel probabile… Anche se non era una cosa certa, ma una probabilità serviva già a metterla in allerta, a farle capire che forse era stata troppo avventata, troppo frettolosa. Il terrore di un tempo tornò a farsi strada nel suo cuore, anzi, era raddoppiato: oltre a la sua vita, a rischio c’era anche l’esistenza di Inu Yasha! Si sedette in un angolino di quella stanza vicino al mezzo demone ed iniziò a fissarlo intensamente. Aveva deciso che sarebbe rimasta,per quella notte vicino, a lui, voleva stargli accanto. -Come sta?- Chiese Rin entrando nella stanza. -Non si è ancora svegliato e la sua fronta è un po’ calda.- Rispose una Kagome preoccupatissima. -Si sveglierà, non temere.- -Lo spero.- Tra le due cadde il silenzio. Kagome si torturava le dita mentre Rin osservava il corpo del ragazzo ancora incosciente. Entrambe sapevano che dovevano parlare di una cosa importante, ma non sapevano come iniziare. Dopo altri minuti di mutismo Rin parlò. Doveva metterla in guardia…. -Senti Kagome, tu sai che prima con Miroku io ho dovuto mentire.- -Sì e te ne ringrazio. Immagino che ciò te lo abbia detto lo specchio, vero?- -Esatto. Sono venuta qui per metterti in guardia: devi stare attenta con lui, so di non essere nessuno per dirti ciò, ma rischi tantissimo! Lui potrebbe anche morire insieme a te, lo sai?!- Kagome sussultò. Come aveva potuto non pensarlo prima, ma ormai aveva deciso che ne avrebbe parlato con Inu Yasha, era una questione importantissima! -Lo so e appena si sveglia gli parlerò di ciò oppure, nel caso non dovessi riuscirci, gli farò credere che fosse stato un sogno.- -Ma quello che è successo tra te e lui nel bosco? Scarta la seconda possibilità e digli la verità!- -Ti sembra facile?! E’ la prima volta che mi trovo di fronte a… a…- -All’amore?!- A quelle parole da quei diamanti scuri scesero delle stille di cristallo che attraversavano copiose il viso d’avorio della miko. -Sì, io lo amo! E non so cosa fare! Vorrei stare con lui, ma c’è quella dannata regola che m’impedisce di andare avanti perché potrei mettere a rischio entrambi, tuttavia ho provato ad immaginare la mia vita senza di lui, senza questo sentimento per lui, e… Non so, non riesco a fare a meno del mio affetto per lui! Per quanto pazzo possa sembrare tutto questo, io sento di poter essere felice accanto a lui!- -Kagome, so che ciò è molto doloroso, ma dovete separarvi per il bene d’entrambi.- -Non c’è bisogno che tu intervenga!- Disse una voce maschile. Inu Yasha si era svegliato. In verità lo era già da parecchio, da quando Rin era entrata, ed aveva ascoltato tutta la conversazione. Si mise seduto sul futon e si voltò per osservare le due. -Inu Yasha! Stai Bene?- Chiese Kagome avvicinandosi a lui. -Sì.- e disse poi rivolgendosi all’altra: -Tu, Trin o come ti chiami,- -Rin- lo corresse lei -Bene. Rin, non ti devi preoccupare per me e lei. Io la saprò proteggere. Non c’è nulla da preoccuparsi.- -Sì invece.- Ad un tratto Kagome mentre si asciugava le lacrime. -Ti ricordi, prima? Tu ti sei trasformato.- Lui abbassò lo sguardo e le orecchie sussurrando:- Scusami. Spero di non averti fatto del male.- -No, per fortuna,no. Rin mi ha salvata.- Quelle parole fecero male all’hanyou: lei era stata salvata da lui? Lui era pericoloso per lei? -Comunque- Riprese Kagome risvegliando Inu Yasha- Stavamo pensando che probabilmente fosse stato qualcuno a possederti a… distanza,- Fece una pausa per guardare in faccia il ragazzo che con lo sguardo la invitava a continuare- all’inizio pensavamo fosse un nemico, uno Yoro, ma io… poco fa ho realizzato l’idea che potesse essere Naraku a…- -Secondo te lui lo sa?!- La interruppe lui. La sacerdotessa annuì. -Inu Yasha, da una parte mi fa male, ma se da parte tua ho un po’ di aiuto, forse potremmo lasciar perdere questa cavolata e tornare amici come prima.- Nemmeno lei era sicura di ciò che diceva, ma era la cosa giusta cercar di mettere a freno le cose, no? -Amici?! Tsk! Ma non eri tu ad opporti alle proposte di Rin, sul fatto che io e te…- -Non mi stavo opponendo, io volevo solo sfogarmi, volevo farle capire che io sapevo che stare con te fosse pericoloso e che separarmi da te fosse l’idea migliore, ma che allo stesso tempo quell’idea mi faceva soffrire!- Kagome era in preda ad una crisi di nervi. Dopo essersi “accanita” contro il ragazzo si inginocchio e pianse tutte le sue lacrime. Per sfogarsi non riusciva a fare altro. Rin se ne andò via: aveva capito che era meglio che i due stessero da soli. -Senti Kagome, so che è difficile tutto ciò. Cosa credi? Anch’io ho paura, anzi, terrore. Non voglio perderti, ma non voglio mettere a rischio la tua vita! Io e te siamo fatti per stare insieme, tu sei nata per incontrarmi ed io per incontrare te. Sarebbe stupido non assecondare questo desiderio.- Sussurrò lui all’orecchio della ragazza con la sua voce roca e sensuale. Kagome aveva i brividi. Era chiaro che le capacità seduttive di lui erano eccellenti ed era chiaro che non sarebbe mai riuscita a resistergli, chi non si sarebbe concessa ad Inu Yasha in fondo? Nessuna. Quell’uomo avrebbe potuto avere qualunque donna ai propri piedi. Intanto l’interessato aveva iniziato a mordicchiarle il lobo dell’orecchio mentre sussurrava un “non puoi resitermi” molto provocante. Aveva paura. Cosa avrebbe fatto ora? Lui la provocava e lei? Beh, era certa che dei suoi sentimenti, lo amava, ma lui? Il suo era solamente desiderio carnale? Ovvio. Una volta avuto ciò che voleva da lei l’avrebbe abbandonata, facendola soffrire. No, lui non era così. Era diverso, era speciale, era Inu Yasha e quella testa calda non l’avrebbe fatta soffrire. Ma dovevano stare attenti: da qualche parte, forse, qualcuno li spiava. Sapeva tutto di loro. Valeva davvero la pena correre quel rischio? Sì. Era il rischio che qualunque donna infedele avrebbe corso. Si sarebbero nascosti da occhi indiscreti, soprattutto quelli di Miroku e Rin. Avrebbero protetto quel segreto ad ogni costo. Lei l’amava, lui la desiderava. Era strano, ma andava bene così. La baciò con passione e trasporto mentre le accarezzava la schiena. Kagome emise un gemito soffocato dalle labbra possessive di lui. “Quella notte dormimmo insieme. Eravamo felici e soddisfatti. Ci andava bene così perché al cuore non si comanda,sia in amore che in desiderio. Siamo abbracciati come quella notte e come quella notte provo le stesse emozioni."” Allora, allora, allora. Per cominciar mi scuso per il ritardo! E’ imperdonabile lo so. Molti emo che erano riusciti a trovare un modo di soffrire senza tagliarsi le vene ma solo leggendo la mia fic ne sono rimasti delusi, ma cercate di capire ero senza ispirazione e non sapevo che scrivere. Per fortuna che il mio amicuzzo Andrea Luca Antonini mi ha dato l’ispirazione per questo il capitolo( se volete ammazzare qualcuno perché ho aggiornato ammazzate lui, tanto abbiamo preparato già tutto per il funerale. XD) che è dedicato a lui. Oltre a lui però il cap. è anche per la mia piccola Sonohrina che prima di questo mi ha ispirato tutti i capitoli. Spero che vi sia piaciuto e (questo è rivolto a te A.L.A) non prendermi per il c**o a scuola, so di non essere brava come fandom e di essere fissata con sto Anime/manga e per questo ti rompo un po’. -.- Ma sopportami un pochino. Come fai sempre. Va bene? ^.^ (altrimenti pensa alle tue orecchie =.=) XDDD Va beh, chiusa questa parentesi passiamo ai ringraziamenti: Sonohrina: Calmati! Inu Yasha sta bene, non è mica morto! Non agitarti! Mi spiace di non averti fatto lo spoiler sulla trasformazione e di averti fatta soffrire un pochino, ma mettila così, sei l’unica che può capire quest’anticipo: fra qualche capitolo, anche il prossimo dipende, apparirà tuo fratello Valerio! Comunque ti ringrazio tanto per il complimento! T. V. T.B.! ^^ Ma dimmi com’è questo capitoletto, ti piace? Spero di sì! Mi raccomando commenta!!! Tsao&Kiss! Roro: T.T immagino già quale scena non ti sia piaciuta molto (il finale scommetto), ma pazienza, farò di meglio la prossima volta. Ma per il particolare della trasformazione, beh il motivo vero e proprio lo svelerò tra qualche capitolo, forse. Ti ringrazio molto per i consigli che mi dai e scusa se ti “costringo” a commentare, ma il tuo parere m’importa tantissimo! ^.^ (ma anche tu, paziente, mi sopporti ù.ù) E questo capitolo ti piace? Spero di sì. Non so se mi è venuto proprio bene, ma ho cercato di descrivere quanto basta, dove ritenevo opportuno, e mandare avanti la narrazione. Ma so già che ho fatto schifo. ç .ç Comunque spero che continuerai a leggere ‘sto orrore qui. XD Tsao&Kiss Mikamey: E’ già, a Rin ho voluto riservare una entrata in scena particolare. XD Ma comunque mi fa un gran piacere che ti sia piaciuto il capitoletto, sebbene non era niente di che. T.T ! Per la trasformazione un po’ della risposta c’è qui e l’altra… tra qualche capitolo, credo, mentre per gli altri… beh loro ancora non sanno niente e Rin… la farò stare zitta. ù.ù Spero tanto che continuerai a seguirmi! Tsao&Kiss Kirarachan: Vale, tu mi lusinghi troppo!!! Non dovresti farmi tutti ‘sti complimenti, potrei montarmi la testa e poi un “bravissima” non me lo merito. Sei troppo gentile! XD Mi fa un piacere immenso che il capitolo ti sia piaciuto e che ti abbia tenuta incollata allo schermo, e questa cosa mi spaventa un po’! E sono altrettanto contenta che le scene che si susseguono alla fine ti siano piaciute! Danke di cuore! Continuerai a seguirmi? Spero di sì. A presto! Tsao&Kiss. Sarettina_chan: Mi spiace per quel pezzettino (me si da le botte in testa), ma proprio non riuscivo a non metterlo. XD Ma mi impegnerò di più con i prossimi capitoli. Promesso! ù.ù Ti ringrazio inoltre per i consigli che mi dai! Sei un vero angelo Mati! *.* Spero che questo capitolo sia meglio del precedente, ma ne dubito fortemente, e che ti piaccia. ^^ Mi raccomando continuami a seguire! Tsao&Kiss! Isy_264: Una nuova commentatrice che bello! Sono contenta che la storia ti piaccia! ^^ Non ti preoccupare se non puoi commentare sempre, mi basta che leggi e apprezzi quello che scrivo.^^ Spero di non averti delusa con questo capitolo, anche se è inevitabile -.-. Continuerai a leggere vero? Tsao&Kiss P.S. commenta appena puoi! XD Kagome19: Altra new entry tra i commentatori (me contenta) mi fa un gran piacere che la storia sia di tuo gradimento! (me salta ti gioia) E questo capitolo com’è?! Spero che me lo farai sapere commentando Tsao&Kiss! Naturalmente ringrazio anche chi legge soltanto e chi ha messo la fic tra i preferiti. ^^ Ma ora il quesito: *Perché lo specchio si chiama così? (Bea non ti sforzare per pensarci perché tu non lo puoi sapere ) Se riuscite ad indovinarlo vincerete un bel premio: la soddisfazione di aver trovato la soluzione XD. Ed ora chiudo, vado a nanna e vi saluto! Tsao&Kiss! |
Capitolo 9
*** Gioco di sguardi: dialoghi invisibili. ***
“Gli occhi, dicono, sono lo specchio dell’anima. Ti ricordi quando ci dilettavamo in quei giochetti pericolosi dove intrecciavamo i nostri sguardi? Io vi leggevo pura passione e nonostante ora ne paghiamo le conseguenze, non posso non perdermi nei tuoi occhi color del sole! Caldi…passionali!” Kagome si era appena svegliata. Aveva dormito d’incanto. Era ancora tra le braccia di un Inu Yasha ancora dormiente e lo osservò : i capelli scompigliati su tutto il futon, il viso disteso in un’espressione di pura serenità, il respiro regolare, le orecchie che si muovevano ad ogni espirazione ed inspirazione… In tutta la sua tenerezza il ragazzo, inconsciamente, l’aveva ipnotizzata facendola rimanere a bocca aperta, tuttavia quell’espressione imbambolata che aveva assunto era abbastanza imbarazzante e farsi sorprendere così non era certamente una delle cose più liete… -Chiudi la bocca che ti entrano le mosche!- Esclamò l’ hanyou. -O Kami!- “Che vergogna!” Pensò lei rossa in viso. -Non c’è nulla di cui vergognarsi! Non a tutti capita di svegliarsi insieme ad un fusto come me!- Disse lui strafottente. -La modestia non è proprio una delle tue qualità, vero?- -No, ma la perspicacia immagino che sia la tua di qualità, vero?- Lei sorrise. -Come ti senti rispetto a ieri?- -Bene e tu? Ieri sera sembravi scossa e…- - Inu, non pensavo che tu ti preoccupassi per me.- -Come mi hai chiamato?- - Inu. Non è un bel soprannome?- -Lasciamo perdere, ma dimmi: come stai realmente?- Kagome non rispose subito. Dentro di lei sentiva chiaramente qualcosa, molto probabilmente amore, ma allo stesso tempo sapeva che per lui non era lo stesso: tutto quel casino che avevano combinato è nato subito dopo che lei ha confessato a lui di essere la sorella minore di Kikyou, la donna che amava. Lui ha chiaramente detto che aveva notato una certa somiglianza e dopo che lei gli aveva promesso di aiutarlo a superare la sua morte (di Kikyou intendo nda) e lui in seguito le da un bacio sulla guancia per poi fissarla, probabilmente per constatare la somiglianza tra le due, e poi… -Sto bene.- Sussurrò lei. Inuyasha le sfiorò la mano con i polpastrelli delle dita per poi risalire dal braccio alla spalla e per finire sfiorò il collo dove subito dopo vi posò la lingua. Disegnò scie infuocate con le labbra ed in seguito anche con le lingua per poi lasciare un vistoso succhiotto sulla spalla, che aveva scoperto durante la sua dolce tortura, mentre i gemiti di apprezzamento da parte di Kagome facevano da sottofondo. “Che bravo seduttore!” pensò lei mentre ricopriva la spalla e lui iniziava a baciarla sulle labbra. Improvvisamente il ragazzo si staccò dalla Miko un po’ bruscamente poiché aveva sentito un leggero rumore. Dei passi. Qualcuno si avvicinava. Era una donna. Dopo un po’ la porta si aprì mostrando una Sango preoccupatissima. Rin evidentemente si era scordata di dire che Inu Yasha si era svegliato. La sterminatrice corse ad abbracciare il mezzo-demone che sussultò. -Kami santissimi! Ci hai fatto prendere uno spavento terribile, ma si può sapere che ti è successo? Come stai ora? Miroku, Inu Yasha si è svegliato!- Ed in un attimo il monaco si precipitò nella stanza. -Inu Yasha, stai bene? Che ti è successo? Ti rendi conto dello spavento che ci hai fatto prendere?!- I due continuavano a parlare velocemente ed insieme di conseguenza il povero hanyou non sapeva quello che loro dicevano. Non li capiva. -Emh, scusate? Credo che lui non possa rispondere a nessuna delle vostre domande se voi parlate insieme e velocemente…-Intervenne Kagome prima che il cervello del ragazzo interrogato andasse in pappa nel tentativo di comprendere almeno una parola da parte dei due nuovi arrivati. -Scusa.- Dissero i due all’unisono. -Ma dimmi Inu, come stai?- Disse Sango. -Benissimo.- -E ci puoi spiegare il motivo della tua trasformazione?- Chiese Miroku. Silenzio. Spiegare il motivo della sua trasformazione? Sì. Certo che avrebbe potuto farlo, ma non a lui e nemmeno a Sango. Cosa doveva fare? Mentire? Non era nel suo stile. Dire la verità? Troppo pericoloso. Poteva anche provare a fidarsi di loro due: li conosceva da tanto tempo! Ma rimaneva sempre quella fanciulla dell’altra sera. “Rin…” Lei sapeva tutto grazie a quel dannato specchio! “…Aje…” Quel dannatissimo specchio che il padre aveva affidato a Sesshomaru e che quest’ultimo aveva dato a quella ragazza… Prevedere il futuro… Controllare le emozioni… Leggere il pensiero… Come avrebbe mai potuto mentire fin tanto che quell’ oggetto fosse nei paraggi? Rin avrebbe potuto comunque smascherare ogni menzogna che avrebbe detto, inoltre sembrava non essere d’accordo con il suo rapporto. Li avrebbe ostacolati? -Immagino che tu non sappia che ti è successo.- Disse Miroku ridestandolo dai suoi pensieri. -Credo di essere stato posseduto, ma non so da cosa…- Sussurrò l’altro. Ad essere sinceri era vero che pensava di essere stato posseduto e che non sapeva da cosa, ma aveva un’ipotesi… Scosse leggermente il capo al pensiero. -Quindi non sai chi possa essere a possederti…- Disse Rin. -Buon giorno Rin. Quando sei arrivata?- -Due minuti fa.- Inu Yasha ebbe la pelle d’oca… ed ora? Bel pasticcio! -Sentite, non assillate il ragazzo: sarà certamente confuso per quello che gli è successo. Aspettiamo un po’ e poi vediamo se gli viene in mente qualcosa.- L’hanyou strabuzzò impercettibilmente gli occhi. Bene! Era dalla sua parte! -Sì hai ragione è meglio aspettare. Ora che ne direste di fare colazione?- -Buona idea Kagome!- Disse il monaco. Così andarono a fare colazione. *** Le settimane passavano e Rin si trovava sempre meglio in quel castello. Erano tutti simpatici e amichevoli. Aveva fatto subito amicizia con Sango e Kagome ed era proprio con quest’ultima che condivideva un grande quanto scomodo segreto: la relazione con Inu Yasha. Non erano arrivati ancora al culmine, ma si vedeva che erano legati da un forte affetto. Durante ogni pranzo, ad esempio, loro si scambiavano sguardi intensi… Kagome lo guardava con amore… Nei suoi occhi si leggevano tante cosa, ma tra queste risaltavano di più amore ingenuo ma al contempo consapevole che non potrà essere completo. Kagome infatti aveva sempre questa sensazione che tra lei e lui mancasse qual cosa ed Inu Yasha stesso aveva capito che lei avvertiva questa sensazione. Un giorno lui iniziò a fissarla, ma in modo diverso dalle altre volte… e solo lei ne avrebbe potuto dedurre il significato… Abbassò lo sguardo Confusione. Inu Yasha era semplicemente confuso. Cosa stava succedendo? Perché Kagome non gli parlava? Doveva sapere. E da lei ancora uno sguardo, ma più timido. Cosa voleva dirgli? Lui ricambiò con un’ occhiata interrogativa. Poi fu la volta di lei che lo guardò malinconica. “Quindi deve essere qual cosa di negativo. Kagome, cos’ hai?” Inu Yasha indicò con gli occhi il giardino che si trovava al di là della finestra. La sacerdotessa si voltò per poi tornare al suo posto e fissare la tazza da the che aveva di fronte. Ormai erano rimasti con loro solo Rin e Miroku per finire di pranzare. -Kagome, non bevi il the? – -Er… Ah sì giusto. Sì lo bevo Rin.- -Siete molto strana, sapete?- Disse Miroku squadrandola. -Tu credi?- -Sì. Non sei d’accordo con me Inu?- -Non chiamarmi “Inu” e comunque non credo siano affari miei se lei sta male o meno o se è strana, in fondo è una donna ed è normale che si senta strana in… beh… in certi periodi…- Inu Yasha era in imbarazzo per quello che aveva detto: un pervertito come Miroku non poteva che aver capito il doppio senso che quella frase avrebbe potuto avere! -Oh, hai ragione. Hihi!- Infatti. Kagome guardò per un attimo l’ hanyou. Cercava le sue iridi. Se volevano avere una relazione era meglio parlare subito di quel problema, se mai ne avrebbe avuto il coraggio. Finalmente il nocciola incontrò l’ambra in un intenso rassicurante abbraccio. Ora Kagome si sentiva più sicura. Sì, gli avrebbe parlato… *** -Non così in fretta piccola sacerdotessa infedele.- Disse una strana ragazzina vestita di nero osservando quella scena con i suoi occhi scuri e vacui. *** Kagome camminava lentamente verso l’albero più alto di quel giardino. Inu Yasha era lì. -Ciao .- -Si può sapere cosa ti succede? E’ un segreto di stato o pensi che lo possa sapere pure io?- -Inu Yasha vedi in verità, ecco io volevo sapere… beh…- -Ma la vuoi finire di balbettare? Vai al punto! – -Tu mi ami?- Kagome lo aveva detto tutto d’un fiato. Si sentiva avvampare per l’imbarazzo. L’aveva chiesto per davvero? Anche lui era rimasto di stucco per quella domanda, ma si riprese quasi subito. -Non fare domande del genere.- L’abbracciò. Kagome era frastornata. Si riprese solo quando sentì la lingua di lui insinuarsi prepotentemente nella sua bocca. Rispose al bacio con altrettanta passione. Sentiva le mani di lui accarezzarle i fianchi per poi risalire fino al seno. Gemette. Lei intanto gli accarezzava i capelli color della grande e lucente sfera notturna con le sue dita sottili. Non lo aveva mai notato, ma i capelli di Inu Yasha le scivolavano dalle dita come se stesse cercando di afferrare ogni singola goccia della pioggia. *** -E così non hai imparato la lezione? Ragazzina birbante, non si tradisce il proprio marito!- La ragazzina vestita di nero guardò nel suo specchio scuro i due innamorati che si scambiavano dolci quanto passionali effusioni per poi recitare una strana formula. *** -Ah!- Improvvisamente Kagome urlò di dolore! Aveva la mano all’altezza del petto che stringeva il kimono con forza mentre si accasciava a terra in preda ad un forte dolore. -Kagome che hai?- -Inu… Yasha… sto… male…- E svenne. Il mattino successivo Kagome si svegliò nella sua stanza con un forte mal di testa e si guardò intorno. Vide la figura illuminata dall’alba del suo hanyou… -Buon giorno.- -‘Giorno anche a te. Cosa mi…- -Sei svenuta.- -Ah, capisco…- -Credo sia colpa della stessa persona che mi ha posseduto!- -Davvero?- -Sì.- Calò il silenzio. -Per quanto riguarda gli altri ho detto loro che ti ho vista venuta a terra e che ti ho portata in camera.- -Ti ringrazio.- Kagome sorrise e lui ricambiò. Naturalmente come era successo con Inu Yasha quando gli altri inquilini hanno saputo che Kagome si era ripresa le hanno fatto il terzo grado per sapere come stava. Verso l’ora di cena altri sguardi infuocati si aggiravano nella sala da pranzo… Ma stavolta c’era più passione, ma anche preoccupazione perché quella persona aveva agito di nuovo ed ora erano sicuri, era Naraku. Kagome inseguendo quel pensiero non avrebbe certamente avuto tempo per pensare che Inu Yasha non aveva detto che l’amava, ma ciò non significava che non se ne era accorta! Sai ora capisco tutto, quegli eventi erano solo un avvertimento, un modo per evitare che noi facessimo quell’errore, ma noi uomini siamo troppo incoscienti per ascoltare la ragione… Noi ,vittime delle nostre passioni ci raccontavamo le nostre debolezze in quei dialoghi invisibili agli altri, ma al con tempo in bella mostra a qualcuno… Ok, so perfettamente che questo ritardo è stato inconcepibile, ma mi sono successe moltissime cose delle quali i ¾ abbastanza spiacevoli e ciò a contribuito, insieme al lavoro sfaticato della mia musa Beatrice (eh eh quanti di voi possono avere la fortuna di lavorare con la musa di Dante), del compare birbante e Laura (puta caso era anche la musa di Petrarca ) .Un'ultima cosa che ci terrei a dire, per certi tratti mi serviva per forza fare una sottospecie di scena a scatti per il capitolo e non c'è stato modo di evitarlo, però rispetto all'altra volta ho descritto la parte più "esplicita" invece di fare solo dialoghi mentre l'altra volevo che rimanesse sempre con un velo di mistero... Va bene così? Va beh passiamo ai ringraziamenti… Grazie per aver commentato a: Kagome19: spero che questo capitoletto sia stato soddiisvacente ^^ Kirarachan: Eh già, ma chi non si concederebbe ad Inu? Hihi! Comunque rilassati Naraku farà solo… beh per te che sai già parte del probabile-finale fare un altro spoiler forse è troppo. Altrimenti cercami da qualche parte! Sonohrina: Ti sei divertita questo pomeriggio? Se non era per te, Laura ed Andrea che oggi era veramente unfathiful non avrei finito ai il capitolo! Arigatou! Sarettina_chan: Mati! Ti ringrazio molto per i consigli che mi dai, peccato che in questo lungo lasso di tempo non ci siamo sentite (I miss you!!!) Che dici, com’è il capitolo? Grazie per seguirmi sempre! Un grazie anche a chi a messo la storia tra le preferite e a chi mi ha messa come autrice preferita in particolar modo indelible: Arigatou di cuore, non avrei creduto che mi avresti messa tra i preferiti, acnhe perché mi ricordo che un giorno ho fatto unc ommento piuttosto acido nei tui confronti e ti chiedo nuovamente scusa!! Un grazie anche chi legge soltanto ed ora non mi resta che salutarvi con la mia frase preferita che finalmente torno a pronunciare insieme alla sua nuova compagna… Tsao&Kiss / Tsayonara&Kiss |
Capitolo 10
*** Tensione ***
Tensione
“Tensione,
tagliabile con un coltello, essa riempiva tutto, lo spazio, il tempo,
le nostre menti. Ora finirà tutto, lentamente…
Però Inu Yasha, questi ultimi istanti viviamoli col
sorriso!”Un bacio. Due. Tre… Era un bel po’ che stavano su quel ramo a baciarsi, accarezzarsi, toccarsi. Ormai erano passate settimane da quando Kagome s’era sentita male ed il loro legame era diventato sempre più forte, forse per il timore che qualcuno potesse spezzarlo per sempre… Oltre ciò Kagome era ancora turbata dal pensiero che in verità quel ragazzo non l’amasse. Per lui poteva essere solo un bel gioco da ragazzini, in fondo era ancora un bambino! O almeno lo era psicologicamente rispetto a lei. In fondo che gusto c’era a rubare l’ultimo pesce dal piatto di Shippo? Cosa ci trovava di divertente nell’arrivare primo a tavola o finire per primo il proprio pasto? Nonostante ciò non poteva non pensare che questo suo lato da eterno bambino le facesse tenerezza e non poteva non pensare a come questo ragazzino si trasformasse in un istante nel diavolo tentatore…Sì, diavolo, perché non c’era nulla di casto nei suoi abbracci, nelle sue carezze, nei suoi baci... Si staccarono nuovamente per guardarsi negli occhi, ma lui distolse subito lo sguardo rivolgendolo verso l’orizzonte, verso il sole che, lentamente, lasciava posto alla luna. -E’ tardi, ci staranno cercando.- Disse lui dopo pochi secondi di silenzio. La ragazza annuì a malincuore: quelli erano gli unici momenti della giornata in cui era veramente felice. ****** La sera, prima di andare a dormire, Kagome iniziò a pensare alla sua relazione così segreta, così nascosta e, soprattutto, così pericolosa! Lei, donna sposata, aveva una relazione con il proprio cognato! Tutto ciò era tremendamente assurdo! Non capiva come fosse arrivata a tal punto! Si guardò leggermente attorno circospetta. Spiata. Si sentiva spiata da qualcuno che non li voleva insieme e ciò rendeva tutto più pericoloso per lei ed il gioco più eccitante per lui. Un gioco? Era questo che significava il suo amore nei suoi confronti? Flashback -Ho paura.- -Di cosa?- -Di tutto! C’è qualcuno che ci vuole morti per quello che stiamo facendo!- -Andiamo, dove è finita la sacerdotessa forte ed avvenente come Kikyou?- -Ma io…- -Mettila così: ora il gioco è più eccitante, non è vero?- -Ma cosa dici?- -Tsk, siete proprio diverse!- La guardò e dopo una risatina divertita s’impossessò delle sue labbra. Fine Flasback Scosse leggermente la testa ed iniziò a fissare il vuoto. Dopo qualche attimo di annebbiamento si alzò e si diresse verso un bosco poco più in là del palazzo. Riuscì ad eludere le guardie con estrema facilità e si rese conto di quanto la difesa fosse inefficiente, ma d’altronde la famiglia padrona di quelle terre era abbastanza forte da potersi difendere con le proprie forze, evidentemente quelli erano demoni che per non soccombere sotto il dominio dei Taisho nel vano tentativo di proteggere le proprie terre, hanno deciso di allearsi al potenziale nemico. Arrivata al boschetto continuò ad avanzare, fino a trovare un piccolo ruscello. Tolse i sandali ed immerse i piedi nell’acqua. Come le sarebbe piaciuto farvi un bagno! Era una grande tentazione, ma l’arrivo improvviso d’Inu Yasha la fece desistere da quel desiderio. -E’ un po’ tardi per passeggiare non credi?- Pronunciò la frase con quella sua voce roca, sensuale, profonda, magnifica! Si voltò verso di lui e lo guardò negli occhi. Il riflesso della luna donava a quelle iridi dorate una luce particolarmente attraente. Il vento soffiò muovendo i capelli di lui. Quest’ultimo si avvicinò lento, troppo. Passavano i secondi, che per lei sembravano secoli, millenni e finalmente le fu accanto. La mano di lui si posò sulla guancia della Miko. Cercò di azzerare la distanza tra loro con un bacio quando quest’ultima si staccò bruscamente girandosi verso il corso d’acqua. -Cosa vedi?- Disse la sacerdotessa indicando la sua immagine riflessa. -Io e te, ma perché hai fatto una domanda del genere?- -Cosa intendi per “ te”? Intendi Kagome?... – -Ma cosa…?- La interruppe lui. -…O intendi Kikyou? – Quella domanda spiazzò l’hanyou. In quel momento si ricordò dei momenti in cui Kagome era triste, assente. Sbarrò gli occhi. Dunque era quello il suo tormento. Sospirò. -Kagome, ma si può sapere a cosa…- -Perché non rispondi?- La sua voce tremava, era insicura, sul punto di piangere. -Tu e Kikyo siete due persone diverse!- -Davvero?! Cosa ti fa pensare che io ti creda?! Io per te sono solo un ripiego; questa storia è solo un gioco!- Aveva le lacrime agli occhi, ma non voleva piangere. -Cosa diavolo ti passa per la testa? Un gioco?! So di essere un po’ stupido ed infantile, ma dopo aver perso Kikyo…- -Kikyo, Kikyo, Kikyo… Quando lo capirai che ormai ci sono io? Non sono lei, fattene una ragione.- -Lo so che ho te. Tra l’altro quella era solo una battuta per sciogliere un po’ la tensione venutasi a creare.- -Sciocchezze!- -Tu credi?- Le sfiorò leggermente le labbra con le sue. -Ti stai solo divertendo.- -Se l’amore è un divertimento allora…- Quel bacio in un attimo s’intensifico maggiormente diventando più passionale. La lingua di lui accarezzò vogliosa il palato di lei, le accarezzò i capelli e subito dopo si staccò diversamente dalle altre volte in cui rimanevano minuti infiniti a scambiarsi passionali effusioni. La lasciò ed in seguito posò i suoi occhi ambrati su quella scia liquida trasparente, che rifletteva la luce lunare creando degli splendidi giochi di luce. Dopo un leggero attimo di smarrimento, anche Kagome osservò rapita il corso d’acqua. Si sedette sul prato ed immerse nuovamente i piedi nel ruscello. Inu Yasha fece lo stesso. La ragazza poggiò il capo sulla spalla di lui e quest’ultimo le cinse le spalle. Rimasero in quella posizione per molto tempo, senza dire niente, ascoltando solamente il suono della leggera brezza che muoveva le foglie degli alberi e lo sciabordio delle acque che scorrevano verso un fiume più grande, per poi confluire nell’oceano. Inu Yasha sorrise. -La natura è così perfetta da intimidirmi.- -Cosa?- -Osserva: ogni cosa di essa non ha difetti e se per caso dovesse essercene uno solo, anche se piccolo, creerebbe un grande squilibrio. Qual cosa di catastrofico e terribile, così tanto che nemmeno noi potremmo immaginarlo. Io spesso mi sento quel difetto, quella piccola macchia d’inchiostro che rovina un disegno stupendo.- -Perché pensi questo?- Kagome non capiva, perché di punto in bianco si era messo a fare certi discorsi? -Guardami, guardaci: non posso affezionarmi a qualcuno senza che essa rischia la vita o che finisca per odiarmi, non riesco a mantenere stabile la mia vita, non riesco ad amare te senza farti del male.- -Ma che dici? Non è affatto come credi tu. Ogni essere vivente ha avuto dal cielo il grande dono di amare ed ognuno lo fa a modo suo. C’è chi è estremamente dolce e c’è chi, per contro, è molto passionale, come te.- Sorrise leggermente. -Tsk! In ogni caso ho notato che non ci son più stati incidenti tra noi mentre siamo soli.- -Già e se in principio mi sentivo sollevata per ciò, ora non è più lo stesso.- Il mezzo demone sospirò. L’acqua fredda sembrava essere diventata la lava che colava a valle dalla bocca di un vulcano mentre la leggera brezza si era trasformata in un vento forte quanto soffocante. La piega che quella conversazione aveva preso li aveva messi in agitazione. -Cosa può significare per te?- -Non saprei che dire, Kagome. Forse lo specchio di Rin potrebbe dir noi qualcosa.- Il ragazzo tornò ad osservare l’ignoto con aria meditabonda. Era preoccupato per quella ragazza: con lei ha avuto un’amicizia che è diventata amore troppo presto. Rincorrendo quel pensiero con la mente, per la prima volta la sua mente accarezzò l’idea di lasciar perdere e tornare ad ignorarla, ma ne sarebbe stato veramente capace? Sarebbe riuscito a sopportare i suoi sguardi tristi e malinconici? Certo che no. Scosse la testa. E sbuffò. Kagome, dal canto suo, continuava ad osservarlo perfettamente conscia di ciò che pensava, di ciò che lo turbava. Come per consolarlo gli accarezzò le orecchie con i polpastrelli delle dita e queste si mossero a quel flebile e piacevole contatto. Egli poggiò il capo sulle gambe di lei, chiuse gli occhi e sospirò nuovamente per liberarsi da tutti quei pensieri che gli attanagliavano maligni la mente. -Inu Yasha?- -Mh?- -Mi prometti che qualsiasi cosa succeda rimarremo sempre insieme.- -Sì.- Disse lui senza esitare: ormai erano dentro, i ripensamenti non avevano senso! Kagome l’osservo sorridendo: a volte lei aveva paura che non ce l’avrebbero fatta, ma i suoi sentimenti erano abbastanza forti da rincuorarla ed incoraggiarla. Sorrise. Ella poggiò la mano sul suo capo accarezzandogli il capo e soffermandosi nuovamente sulle piccole e morbide sporgenze bianche che reagirono ancora una volta a quel contatto. Vedendole nella sua mente fece capolino una reminiscenza: il loro primo incontro. Che nostalgia! Ma come poteva una mal sopportazione diventare presto un amore del genere? “Amore? Ma certo, ora capisco di aver sbagliato: lui in verità mi ama!” Quel pensiero le scatenò una leggera risatina. -Mi è dato sapere il motivo della vostra risata venerabile sacerdotessa?- Disse lui prendendola in giro. -Nulla d’importante.- -Sarà…- Passarono altri minuti popolati esclusivamente da silenzi, che dicevano più di qualche bacio, che rassicuravano più di qualsiasi abbraccio, fin quando la brezza portò un odore molto particolare… -Ma tu guarda chi c’è qui…- Inu Yasha e Kagome si girarono di scattò ed il primo ringhiò subito contro la sagoma scura e slanciata nascosta dalla vegetazione e dal buio, creato da una nuvola che cela la luce lunare… “In quel momento ogni dubbio ed ogni paura in un solo attimo si sono fatti strada nei nostri cuori. In quell’istante ho avuto paura di perderti…” How is he? Chi è secondo voi il personaggio misterioso? (scoprirlo questa volta è facile XDDD) Perché lo specchio di Rin si chiama “AJE”? (domanda alla quale nessuno ha ancora risposto ù.ù) E soprattutto come vi è sembrato questo capitolo schifoso? Accettabile? (Fa schifo!!!! ndGino&Steffy super depressi!) Mah, giudicate voi! In ogni caso chiedo scusa per il ritardo e per il fatto che non ringrazio tutti i commentatori per bene, comunque mi fa piacere che a: Sonohrina, Inukag4ever, BlackRose91 e Sarettina_chan e kirarachan, che nonostante non hanno commentato , il capitolo scorso sia piaciuto! Ora devo salutarvi! Tsao&Kiss a tutti! ^^ |
Capitolo 11
*** Delusioni e rimorsi ***
Delusioni e rimorsi Paralizzata. Ecco com’era: semplicemente paralizzata. L’uomo aveva un tono freddo, impenetrabile e lo sguardo di ghiaccio. Doveva essere arrabbiato, irritato dalla situazione e dal comportamento assai discutibile del fratello. Loro
erano lì soli. Erano
lì troppo
vicini. Kagome fece per dire qualcosa, ma Inu Yasha la precedette. -Aspetta prima di dire qualunque cosa.- -Aspettare cosa?! Ho visto te, appoggiato sulle sue gambe e tanto basta.- Sudava freddo. -Non stavamo facendo nulla di male. Noi eravamo qui perché. - -Risparmia le tue scuse! Nono voglio sentirti proferire verbo!- Aveva paura, anzi, puro terrore. -Non è come pensi!- -Sì che lo è InuYasha! Non insultare la mia intelligenza!- Seguì il silenzio. Kagome si riparò dietro Inu Yasha terrorizzata: il cuore le batteva forte, il respiro era spezzato. -Voi due avete una relazione, non è così?- Nessuna risposta. -Tsk! Sei proprio un idiota Inu Yasha. Tu, donna, torna al palazzo.- -Lei non centra nulla, è colpa mia!- -TACI!- -Sesshoumaru, ti prego, ascoltami:- il suo tono era quasi una supplica – non farle del male, se proprio devi punire qualcuno, punisci me.- Il volto perfetto ed austero del demone si contrasse in una smorfia di disgusto verso i due facendo impallidire la ragazza, che per tutto il tempo non proferì verbo. Portò la destra al petto, per cercare di calmare l’organo che vi risiede, iniziò a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua, mentre il volto, sempre più pallido, s’imperlava di gocce di sudore. Sesshoumaru rivolse lo sguardo verso la giovane miko, diventata l’incarnazione dell’ansia e terrore, e provò una sorta di pietà verso quella creatura così delicata e fragile, come un loto* ricoperto di gocce di rugiada. -E’ chiaro che bisogna parlarne di questo fatto increscioso, per ora passo, ma sappiate che non finisce qui.- Ed il demone li lasciò con un ultimo enunciato: -Tornate al palazzo e coricatevi, domani mattina, riparleremo.- E se ne andò lasciando i due giovani turbati. Inu Yasha si voltò verso la ragazza che stava con gli occhi spalancati verso il vuoto. -Kagome…- Un sussurro lontano proveniente da una foce roca, bassa, maschile. La conosceva, ma le sembrava così lontana, nemmeno vera. -Kagome… io…- Porto le sue mani verso il suo viso, in modo che i loro sguardi s’incatenassero. Lei, come svegliata da un torpore, dal canto suo si perse negli occhi color miele e subito dopo, le lacrime strariparono da quelle pozze color corteccia. -Kagome, perdonami, perdonami per tutto.- Pianse, si disperò. “Quella notte, la
ricordo come se fosse ieri: io, tra le tue braccia, nella mia stanza.
Sebbene
tu mi consolassi, il mio cuore era distrutto e quella la ricordo come
la notte
delle lacrime… Che fosse solo il prologo di una storia
destinata a finire in
tragedia?” La mattina seguente i tre si riunirono nella stanza di Sesshoumaru, per discutere della situazione. Oltre a loro c’erano anche Rin, Sango e Miroku, che, avendo vissuto per un periodo abbastanza lungo da doversi accorgere della relazione clandestina, che i due giovani avevano. Tuttavia, con sommo errore del demone, Sango e Miroku non sapevano nulla, mentre Rin, che aveva stretto amicizia con Kagome, li aveva sempre coperti. -Ordunque, cosa avete intenzione di fare? Continuare a fingere anche quando Naraku sarà qui?- Per la prima volta, fu Kagome, che dopo una notte di sfoghi in lacrime, riuscì ad avere controllo di sé. -Quando si tradisce, non credo che sia la ragione a controllare le azioni. Questa relazione, non è affar vostro e seppur stiamo errando, lasciateci crogiolare nel peccato anche perché non siete voi che dovrete punirci, ma saranno i Kami, che non lasceranno mai impunita un’azione del genere, sebbene ancora non si sia arrivati ad un approccio fisico profondo…- -I Kami agiranno tramite un mortale e prima che delle orecchie indiscrete vengano a sapere di ciò devo agire. Non posso permettere che mio fratello abbia una relazione adultera con la cognata.- Ultime parole dette con estrema durezza. Nessuno avrebbe potuto ribattere, nessuno avrebbe osato ribattere. In seguito alla frase, che concludeva quella riunione, Kagome uscì dalla stanza e si chiuse nella sua camera, dove v’era rimasta per tutto il tempo Kagura, che non aveva voluto presenziare all’incontro. -Come stai?- Kagome chiuse la porta scorrevole dietro di sé e si appoggiò al muro lasciandosi, poi, cadere al suolo sulle ginocchia. Sospirò. -Allora?- -Non vuole che io ed Inu Yasha ci frequentiamo.- -Sarebbe il minimo… Io mi chiedo perché tu non me l’abbia detto. Non ti fidi di me? Temevi che facessi la spia?- -Io…- Kagome non riuscì a continuare, si limitò ad un sussurrato “scusa, non era mia intenzione offenderti” e calò nuovamente il silenzio. -Che farai ora?- -Lascerò che il destino decida per noi…- *** Inu Yasha e Sesshoumaru rimasero soli. Orsù, dì cosa vuoi fare…- Inu Yasha attese la risposta del fratellastro, che invece beveva con tutta calma il suo the verde. Un sorso, due sorsi… Che fretta c’era? Il demone continuò a bere con la calma che solo il Buddha avrebbe potuto eguagliare. -Allora?!- L’altro, per tutta risposta continuò imperterrito a gustarsi la sua bevanda. Inu Yasha stava perdendo letteralmente la pazienza, che mai ne aveva posseduta abbastanza da sopportare momenti come quelli. -Insomma, vuoi dirmi come intendi ostacolarci?- L’hanyou usò quel suo tono strafottente ed arrogante che lo caratterizzava. Un ultimo sorso. Gli artigli del mezzo demone tamburellavano incessanti sul tavolo, lasciando dei solchi sul legno. -Qui a palazzo, ci sono tre residenze: la prima, la più grande, è la parte principale, dove noi viviamo; la seconda è un tempio, costruito appositamente per tua madre, umana, e che erediterà Kagome giacché sacerdotessa; la terza, la più lontana, è una casetta vicino al bosco, molto accogliente e perfetta per una vita in solitudine…- Il mezzo demone spalancò gli occhi incredulo… possibile che volesse… *** Rin, Sango e Miroku, si trovavano nella sala da pranzo a discutere di ciò. Rin raccontò loro tutta la storia: quello che aveva visto nello specchio, il perché delle trasformazioni, quegli sguardi, quei silenzi… I due erano increduli, come mai non si erano mai accorti di nulla? Eppure avevano sospettato, ma perché non hanno continuato ad indagare? Si sentivano ingannati dai loro stessi amici: cinque mesi passati insieme non avevano detto nulla, non si erano mai confidati.Ma la delusione più grande arrivava da Inu Yasha: si conoscevano da due anni, possibile che nemmeno lui si fidasse di loro? Va bene per Miroku che era un chiacchierone e su segreti piccanti come questi, non riusciva a far tacere la sua immaginazione che tal volta si manifestava con pensieri a voce alta, ma Sango era la discrezione in persona: non c’era segreto che lei avesse mai rivelato senza il permesso di chi glielo ha confessato, non c’è confidenza che lei avesse divulgato con somma vergogna di chi si era sfogato. Sotto questo punto di vista, lei era anche meglio di Kagura, la quale diceva ogni pettegolezzo, seppur solo quello innocente, non curandosi dei soggetti che potrebbero comunque provare imbarazzo. Rin invece si sentiva in colpa con Sesshoumaru: ancora non si erano parlati da quando lui aveva scoperto che lei era l’unica che sapeva, ma che non aveva impedito sebbene avesse avvertito i due del pericolo che correvano, del fatto che prima o poi qualcuno li avrebbe scoperti. Ed ora poteva solo sperare di essere perdonata dal suo amato per non aver fermato la relazione. Le dita le tremavano leggermente al pensiero di quel suo sguardo freddo rivolto verso di lei. Sospirò. Se quell’uomo si arrabbiava, sapeva essere pericoloso, terrificante, ma, a differenza del fratello maggiore, aveva il dono di provare pietà e puniva senza che si provasse dolore fisico oltre a quello psicologico. Era duro, severo, ma aveva cuore, per quanto restio. -Ed ora, cosa pensate che farà Sesshoumaru?- La voce di Miroku era spenta, preoccupata, delusa. -Non farà del male a Kagome, né ad Inu Yasha.- La voce di Rin era la fotocopia di quella di Miroku, sebbene non ci fosse la delusione. -Lo spero.- Disse Sango. "E'
stupido tutto ciò, tutti erano delusi da noi che avevamo per
la prima volta i
rimorsi di coscienza e, forse, è per questo che siamo sereni,
invece che
pentiti."
Kagura rimase per tutto il tempo a fissare l’amica che rimirava il panorama dinanzi a lei. Sembrava aspettare qualcosa, o meglio, sembrava aspettare qualcosa che non sarebbe dovuto arrivare… o qualcuno… Certo, Naraku sarebbe tornato tra due settimane o più e come avrebbe reagito se Sesshoumaru… No, non voleva pensarci, non voleva immaginare. Kagome si volto verso l’uscio sentendo il rumore di passi, troppo pesanti per essere di una donna. La porta si aprì mostrando un Inu Yasha ansante. -Che è successo?- S’informò subito Kagome, non capendo il motivo dello stato d’animo di lui. -Kagome… io… devo dirti addio.- “Addio. Cinque lettere che in un solo attimo possono distruggere tutti i sogni che hai coltivato, seppur irrealizzabili. Speri, immagini, ti avvicini, ma una folata di vento ti allontana dalla meta e ritorni al do, ma le note sono sette e con impegno, una volta terminata la scala, puoi scrivere una dolce ed allegra sonata d’amore o un requiem di morte…” Finalmente rieccomi qui con un nuovo capitolo! Sono sicurissima, che oramai per colpa dei miei ritardi assurdi, sono in pochi a seguirmi XDXD Però, sono contenta che quei pochi hanno anche commentato XD Ultimamente ho avuto un periodo difficile dove non credevo più in ciò che scrivevo ed anche la carellata di flash che postavo si è fermata XD Tutto ciò va unita alla mancanza d'ispirazione e dalla poca voglia di scrivere (causa il caldo), ma se ho aggiornato lo devo ad una sola ed unica persona: Federico. Lui ovviamente non sa che mi ha salvata da un punto morto e non sa nemmeno che da quella sua frase è uscito tutto il capitolo, ma voglio comunque dedicarglielo. Ovviamente, il capitolo va anche alla mia adoratissima Weisse Katze (aka Sonohrina) Che oltre che betarmi, mi ha tenuto su di morale durante tutto questo mio periodo di sconforto (non riuscirei a vivere senza di lei) e lo dedico anche a Kikka, che non ha letto la storia, apparte qualche capitolo XD, ma per il semplice fatto che di tutte le persone che ho avuto modo di conoscere al BL lei è quella con cui ho legato di più e che ha ascoltato i miei vari sfoghi (lo so, è coraggiosa a sopportarmi, ma non è la sola XD) e oramai ho un'altra sorella maggiore (beh... ci sono anche le mie sensei XDXDXD) *stupr* Voglio inoltre dire che voglio cercare di aggiornare in fretta il prossimo capitolo poiché questo non mi piace un granché *ritarda e non soddisfa ç.ç ndGino* *lavori anche tu -.- ndme* ed a proposito di questo capitolo voglio dire una cosa: come sicuramente avrete notato, la struttura è leggermente cambiata infatti non c'è la frase di apertura da parte di Kagome che invece interviene due volte durante la storia perché è come se fosse che la storia che sto raccontando viene commentata da Kag che vi da anche qualche spoiler su come dovrebbe finire la storia XD. E' rimasta la frase di chiusura invece che... non so, non mi convince nemmeno quella XD . Nel caso questo cambiamento vi abbia disturbato la lettura segnalatelo e la smetterò, invece se non mi date l' ok non aggiorno -.- *fa la bimba * Ed ora passo ai ringraziamenti : arowen47: Addirittura spettacolare? MA ti ringrazio, sono molto lusingata XD Spero che tu possa trovare questo capitolo degno dell'aggettivo che hai usato XDXD PazzaXinu: Mati-san *venera* Come al solito ti ringrazio, non ho parole ** Beh, se sono migliorata ciò mi rallegra ( ed ammetto di aver trovato qualche cambiamento, ma non ho mai capito se positivo o negativo XD *me tarda* ) Sonohrina: AmmoraH MIAAAAAAAAAA! La mia amatissima geniA. Allora, io qui ufficialmente ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me in tutto questo tempo che sono stata giù (tu sai perché, ma non dirlo nel commento -.-) e per avermi aiutata a betare. E così anche tu affermi che il mio modo di scrivere sia cambiato? XD Sono sicura che Andrea e Majlinda centrino qualcosa perché loro mi hanno aiutata in ciò (il primo in particolare per "ghigni" ghghgh) E questo capitolo? Hai letto quello pieno zeppo di errori, ma questo è ricorretto. Com'è? YuikoChan: Rukaaaaaaa!!! *stupr* La fic ti è piaciuta? Ne sono felice, più di quanto tu possa immaginare. Questo com'è invece? Bellatrix_Indomita: allur, non ce l'ho fatta ad aggiornare presto purtroppo, ma ci proverò con tutte le forze col prossimo capitolo. Ciò nonostante mi fa piacere che questa fic ti sia mancata *commoss* e spero che questo cpiatolo non ti abbia delusa.
Naturalmente ringrazio le anime pie che hanno letto e ringrazio anche: 2 - aquizziana [Contatta] 3 - arowen47 [Contatta] 4 - CuddleAddict [Contatta] 5 - excel sana [Contatta] 6 - Fantasy_Mary88 [Contatta] 7 - fmi89 [Contatta] 8 - hina [Contatta] 9 - Hope35 [Contatta] 10 - ka chan [Contatta] 11 - kaggy95 [Contatta] 12 - Kory [Contatta] 13 - laretta [Contatta] 14 - LoLa_164 [Contatta] 15 - marychan89 [Contatta] 16 - mewkaggy [Contatta] 17 - mikamey [Contatta] 18 - nanakoGS [Contatta] 19 - Nancy95 [Contatta] 20 - Nayma85 [Contatta] 21 - nefertade [Contatta] 22 - Riza28 [Contatta] 23 - roby85_chan [Contatta] 24 - sarettina_chan [Contatta] 25 - sassybaby [Contatta] 26 - sonny [Contatta] 27 - sunsunset [Contatta] 28 - zac [Contatta] che
l'hanno tenuta tra le preferite
ed
anche:
2 - pillina28 [Contatta] 3 - Vale_Tvb [Contatta] che
l'hanno essa tra le seguite.
Ora non mi resta che salutarvi tutti e ringraziare tutti quelli che hanno letto e commentato le mie flash e ne approfitto per spammarmi un pochino XD: ho postato qualche tempo fa il continuo di "Smile" , "Perfect" e se è piaciuta la flash, vorrei sapere se anche la shot che è nata da essa piaccia così da poter prendere in considerazione di farci nascere una piccola long -fic XDXD. Ed ora filascio sul serio, con l'avviso che cercherò di aggiornare il quanto più in fretta posso, poiché non voglio deludervi, ma sappiate che se ritardo è perché sto psicologicamente male (non che io sia una persona mentalmente stabile XD) o non ho ispirazione XD *non cercare scusanti ndGino* *Non infierire stupido neurone è.é ndme* *Guarda che se non era per me, col cavolo che avresti aggiornato ndGino* * Ed Ico-kun dove lo metti? ndme* *Tsk!ndGino* Tsao&Kiss cari
|
Capitolo 12
*** Gli amanti delle notti senza luna (prima parte) ***
Gli
amanti delle notti senza luna (prima parte)
-Addio? Come sarebbe a dire? Che significa?- Kagome scosse la testa e si tappò le orecchie: non voleva crederci, non doveva. -Ti prego, perdonami! Non voglio lasciarti, veramente, ma- abbassò il tono della voce – per ora è la cosa migliore.- -Inuyasha… non…- Non riuscì a concludere la frase che le sue labbra furono coperte da quelle del mezzo demone, che se ne impossessò con ardore assaporando un’ultima volta quella bocca, che non avrebbe più potuto avere. Kagura non li guardò, anzi se ne andò capendo perfettamente che quello era il loro momento, comprendendo che da quel giorno in poi i due non si sarebbero più visti e sapeva perfettamente che Kagome avrebbe sofferto. Doveva starle accanto e lo avrebbe fatto: mai abbandonare un’amica… Un giorno senza il suo sorriso, un giorno senza vita. Due giorni senza il suo sguardo, due giorni senza provocanti dialoghi invisibili. Tre giorni senza le sue labbra, tre giorni senza quei sensuali giochi che facevamo. Ed il tempo scorreva, lento ed i dì aumentavano insieme all’angoscia. Soffrivo, piangevo, mi disperavo… Ed i giorni diventarono sette ed io non avevo più nulla. Sesshoumaru avanzava soddisfatto per i corridoi, diretto verso la sua stanza. Sul suo volto v’era dipinto un ghigno trionfante: era riuscito a far tacere gli istinti del fratello emarginandolo ed aveva spinto la cognata sulla retta via. Sì, si sentiva proprio apposto con la coscienza. Aprì la porta della sua stanza e vi vide Rin, che osservava fuori dalla finestra. Attese che la ragazza dicesse qualcosa, che spiegasse la sua presenza, ma lei non osò interrompere il silenzio. Fece finta di nulla e si coricò sul suo futon: voleva riposarsi. Rin si voltò di scatto e lo fulminò con lo sguardo. -Come hai potuto? Sai che in questo ci sono due persone che soffrono? Possibile che tu non abbia cuore? Forse una punizione fisica sarebbe stata meno dolorosa…-. Aveva parlato, come immaginava. Si avvicinò a lei e carezzò le labbra con le proprie per poi staccarsi lasciando la ragazza interdetta. Ed ancora silenzio, rotto solo da respiri e da una frase: -E’ per il bene loro che ho agito in questa maniera: vuoi forse che i due vengano giustiziati per tal colpa?- La ningen tacque: aveva ragione in parte, eppure… -Non sono d’accordo.- Sesshoumaru le slacciò l’obi, facendo scivolare il kimono rosa lungo quel corpo dalle forme ancora un po’ acerbe- non era certo molto ben dotata-, sebbene avesse raggiunto la maggiore età. -Non importa. - Sbilanciò i loro pesi facendo ritrovare i loro corpi adagiati sul futon. Posò le proprie labbra su quelle di lei, a forma di cuore, e se ne appropriò con veemenza, vezzeggiando la sua lingua con la propria e saggiando la dolce sapidità della bocca della sua donna. ***
Kagome continuava a guardare al di fuori della finestra, sperando di poter scorgere l’abitazione dove in quel momento il suo diletto risiedeva. Sospirò afflitta mentre il suo cuore si struggeva per qualcuno troppo lontano da lei. Kagura era rimasta lì, tutti i giorni, per confortarla, per parlarle, fino a quando, non capì che lei aveva bisogno di una cosa che non poteva avere. Voleva una reazione da parte dell’amica che non faceva altro che affliggersi in silenzio. Una leggera brezza portò un po’ di fresco calmando per un momento il forte calore tipico dell’estate. La chioma corvina ondeggiò lentamente nell’aeree inebriando l’atmosfera di quel suo profumo di ciliegio in fiore, così gentile, dolce e puro, misto allo struggente odore delle lacrime. -Kagome, per quanto ancora vuoi chiuderti in te stessa?- Sapeva che non avrebbe avuto una risposta, le parlò lo stesso: per farle intendere che non l’avrebbe lasciata così. -No.- Flebile, forse irreale: aveva parlato, dopo giorni di mutismo era riuscita a dire una parola. -Non mi sono chiusa in me stessa: ha forse senso chiudere con il lucchetto una porta quando al di là di essa non v’è più nulla? V’è forse un motivo che dovrebbe spingermi a parlare quando non ho parole da proferire? Il mio cuore è troppo distrutto e finché non verrà riparato questi saranno gli ultimi fonemi che sentirete udire dalla mia voce.-. Kagura annuì rassegnata e si avvicinò alla ragazza e l’abbracciò: doveva starle accanto. Quando per amore c’è un cuore a star male, ce ne sarà sempre un altro che si angoscia per lo stesso motivo e che in segreto continua a bramare il primo sognando un nuovo incontro con esso. Posò le iridi dorate verso l’orizzonte, che man mano si faceva sempre più livido ascoltando le parole della cugina. Portò una mano al petto dolorante e sospirò nuovamente al pensiero che anche Kagome stava patendo dolorosi momenti. Se prima si sentiva uno straccio a causa della lontananza da quella donna, in quel momento stava peggio. Non pensava che ne sarebbe stato così preso, mai gli era passato quel pensiero per la mente: non riusciva più a concepire l’idea di innamorarsi seriamente dopo la scomparsa di Kikyo cinque anni or sono. Possibile che il suo cuore fosse nuovamente in grado di provare quel sentimento tanto potente da sovrastare i suoi desideri lascivi verso quella giovane? -Inu Yasha, potrei chiedere a Rin di portare Sesshoumaru via insieme a Sango e Miroku che se ne sono andati a cena in un tempio qui vicino per una sottospecie di riunione. Certe tribù Yoro stanno dando ancora filo da torcere,gli umani da soli non riescono ed i due ningen sono andati a vedere se possono aiutare giacché come combattenti non sono male. Quelle terre sono della vostra famiglia e Sesshoumaru dovrebbe difenderle…- Aveva capito, aveva inteso cosa avrebbe fatto. Ghignò e senti un po’ di sollievo: l’avrebbe rivista quella notte stessa… ***
Rin si voltò verso l’uomo steso vicino a lei, nudo, un leggero rossore coprì le gote della giovane donna che pensò immediatamente al fatto che dopo tanto tempo lei ed il suo uomo si erano nuovamente amati. Sorrise pensando a quel corpo così virile che la sovrastava e la possedeva con ardore ed aggressività. Sesshoumaru si voltò verso di lei incontrando i suoi occhi, sognanti, ed osservando le sue guance rosse e la sua bocca semi-aperta. Volse nuovamente la sua attenzione al soffitto e decise di interrompere quel silenzio: -Fra poco devo uscire.- -Per andare dove Sesshoumaru-sama?- -In un tempio poco distante da qui, vi sarà una cena per discutere sui problemi che alcune tribù Yoro stanno causando a dei villaggi del nostro territorio. Sicuramente quei demoni di basso rango non sono forti come quelli che abbiamo incontrato noi, ma sarà il caso di controllare comunque.- -Capisco… Posso venire anch’io?- Il suo volto s’accese. -Durerà tutta la notte, sei sicura di poter resistere?- Lei annuì contenta e si mise a sedere come il demone sorridendogli contenta. -Mh…- ***
Kagura osservò Rin stupita aiutandola ad indossare uno Yukata dai colori vivaci. I capelli, da sempre ribelli, erano stati spazzolati con cura per poi essere lasciati sciolti, ricoprendo l’intera schiena della ragazza. -E’ incredibile come la fortuna possa essere dalla nostra parte certe volte.- -Hai ragione e poi staremo fuori tutta la notte, quindi Inu Yasha può stare con lei tutto il tempo che vuole.- -Sono felice per loro, ma allo stesso tempo preoccupata…- -E perché, non vuoi che si vedano?- -Mi preoccupa cosa possano fare loro due…- -Ah, sono affari loro.- - I loro affari sono pericolosi: pensa se venissero scoperti.- -Andiamo, non fare l’uccello del malaugurio, vedrai che staranno attenti.- -Mio cugino non ha buonsenso e tra poco…- -Mhmh, anche questo è vero… Non ci resta solo che pregare i Kami sperando che non riservino brutte sorprese.- Kagura finì di allacciare l’obi e lasciò Rin per dirigersi da Kagome e portarle la cena. -Ah, Rin?- disse poco prima di varcare la soglia- So che è futile, ma mi raccomando, non dire niente a nessuno…- -Sì, non preoccuparti.- E la Yasha se ne andò andando a ritirare dalla servitù un vassoio per portarlo dalla miko, che era, ovviamente, nella sua stanza. Entrò e ciò che vide le procurò un piccolo sorriso. Il respiro regolare, l’espressione serena dipinta sul volto che presentava ancora i segni delle lacrime versate nuovamente, le palpebre chiuse, il capo poggiato al muro, le braccia che stringevano il grembo ed i capelli che volteggiavano mossi dalla leggera brezza di quella sera senza luna. Di lì a poco, sarebbe arrivato colui che avrebbe riunito correttamente i frammenti di quel cuore che ha dovuto patire angosce terribili, che solo una donna che si è separata dal proprio amore avrebbe potuto capire. Prese una coperta, la pose sulla figura dormiente, appoggiò la cena dinanzi a lei e se ne andò: quella stanza sarebbe diventata troppo piena e lei non voleva sentirsi indesiderata. ***
Continuò ad avanzare avvistando il grande palazzo dove ella viveva. Correva veloce, per quanto il suo corpo umano glielo permettesse. Intravide la finestra aperta della sua stanza e l’alberò lì vicino. Il cuore batteva forte ed il sangue correva sempre più veloce man mano che s’avvicinava ed accelerò il passo nuovamente con un unico pensiero: Kagome. ***
La Sacerdotessa si svegliò di soprassalto al suono di un tonfo sordo:qualcuno si stava arrampicando sull’albero e probabilmente aveva intenzione di entrare nella sua finestra. Era un ladro? Che rubasse pure, tanto per lui significava andare incontro alla morte. Oppure era un assassino? Se voleva ucciderla, non avrebbe avuto nulla in contrario. Portò lo sguardo assente verso il vassoio pieno di vivande per lei, rimanendo ad ascoltare attenta quei rumori – un gran baccano- che quel tale stava provocando. La mano dell’intruso si posò sulla soglia della finestra ed in seguito anche l’altra, che spinsero sulla loro base d’appoggio – stava entrando- accompagnate da un verso di sforzo –altro fracasso. Alzò lo sguardo in attesa di vedere il volto di quel qualcuno che voleva introdursi nella sua camera con intenzioni tutt’altro che buone. L’individuo con un lavoro di muscoli riuscì finalmente ad introdursi e cadde sui tatami con un tonfo sordo senza dar modo alla donna di vedere il suo volto. Quanto era rumoroso! Il ragazzo- dal fisico che aveva non poteva certamente essere una donna- si alzò in piedi e si voltò verso la donna che assottigliava le palpebre tentando di distinguere la figura nel buio. Ma riuscì solo a coglierne la sua sagoma. Cercò da qualche parte una candela ma trovò solo le pietre per accenderla. Tastò ovunque, fino ad incontrare le mani di lui che reggevano un qualcosa. Toccò l’oggetto e lo riconobbe come quello che cercava. Sfregò le pietre tra loro attendendo che si accendesse la fiamma. Una scintilla e tutto accadde in un attimo: le labbra –ruvide e carnose- premevano contro quelle di lei che spaventata e sorpresa da quel modo famigliare lo spinse via, la stanza s’illuminò di quella luce ambrata che le permise di perdersi nuovamente in quegli occhi così profondi, che, per quella notte, invece del colore della fiamma illuminante, avevano i toni scuri di quella luna invisibile… La luna si nasconde, per non far
scoprire gli amanti che per una sola notte potranno consumare la loro
passione per troppo tempo celata al mondo ed tu ed io ne sappiamo
qualcosa, vero Inu Yasha?
Finitooooooooooooooo! *saltella felice* Allora, lo so, ci ho messo un po', ma siccome in questi giorni non mi sento molto bene, mi viene la nausea a vedere la pagina bianca di world (non sto scherzando!!!) ed ho fatto una fatica immane a scrivere, inoltre devo anche fare i compiti quindi immagino che voi capiate XD ed inoltre colgo l'occasione per annunciare che il prossimo capitolo arriverà lentamente e non è solo per questi motivi, ma anche il fatto che insomma *arrossisce* il suo contenuto XDXD che credo che voi abbiate capito. Bene ora passo a ringraziare i commentatori, scusandomi di non potervi ringraziare per bene: Bellatrix_Indomita: grazie per il tuo appoggio, ecco a te il capitolo ^.^ arowen47: grazie per il bravissima e mi spiace che questo capitolo non sia arrivato proprio in fretta cpome speravi, anche se almeno è arrivato prima rispetto a quello di prima XD Spero di non averti delusa. Sonohrina: Non ti dico niente, tu me lo hai betato e quindi l'hai letto in anteprima, quindi ti manca solo giudicare XD Come sempre ti rigrazio dei complimenti (Grande Steffy ?) E spero che questo capitolo sia stato piacente XD Saluto anche chi ha messo la storia tra i preferiti e chi tra le seguite ringraziandovi tutti di cuore! A prestoooooooooo! *Gino saluta i suoi fan(?)* |
Capitolo 13
*** Gli amanti delle notti senza luna ( seconda parte) ***
Gli amanti delle
notti senza luna (seconda parte)
Sfiorò
con i polpastrelli delle dita il labbro superiore di lui, ancora umido
per il precedente bacio. Si avvicinò cauta e lo morse
maliziosa per poi lasciarsi sfuggire una lieve risatina.
-Buona sera.- Arrossì nel sentire la sua voce bassa, roca, sensuale. -Uhm.- Solo uno stupidissimo mormorio. Sorrise. -Mi sei mancato.- Un sospiro ed un sorriso. -Anche tu.- Un sorriso ed un abbraccio. Una lieve brezza fece traballare la piccola fiamma della candela portando con se anche una lieve frescura. Un brivido colse il corpo di Kagome coperto da un leggero yukata bianco e non più da quella coperta che l’aveva protetta dalla frescura serale. Il mezzo-demone la strinse a sé chiudendo in seguito gli occhi nel tentativo di bearsi del contatto di quel corpo. Accarezzò la schiena di lei con delicatezza senza pari, un vero contrasto con la goffaggine che manifestò poco tempo prima per entrare in quella stanza. -E’ veramente strano, è passata una settimana e mi sembrano anni… Forse secoli.- Lo prese per mano e la portò al petto, al cuore. -Sono stata male, mi doleva il cuore. Sebbene ci fosse stato il sole io continuavo a vedere il cielo grigio. Nonostante la calura estiva, io sentivo freddo. Mi mancava la luce dei tuoi occhi ed il calore dei tuoi baci.- Distolse lo sguardo imbarazzato, con le gote tinte di porpora e le labbra dischiuse per farvi uscire un sospiro. Lui portò la manca verso il viso di lei. Ne sfiorò i lineamenti con lo sguardo rivolto verso quelle labbra leggermente carnose e rosse; la sua bocca dischiusa sembrava lo chiamasse con un canto suadente. -Non dire più nulla… ora sono qui con te.- Silenzio. Nessun suono s’espandeva nell’aria se non quei cuori che battevano incessanti. Ed il fruscio di due stoffe che si sfregavano l’una contro l’altra, un lieve “Ti amo” sospirato da voce femminile. -Non te ne andrai?- -Rimango tutta la notte.- -Grazie…- Inu Yasha la strinse al petto e lei poté sentire l’odore maschile che tanto le era mancato: un forte olezzo virile che la faceva sentire al sicuro e che aveva sognato in quei giorni di solitudine per cercare quel conforto che la realtà le aveva negato. Alzò il volto incontrando quello sguardo livido che la ipnotizzò all’istante. Si sporse sempre più verso quel viso così perfetto da mozzare il fiato fino a chiudere le distanze con le labbra saggiando, avida lei e lussurioso lui, il sapore dell’altro. La lingua che carezzava audace la bocca di lei mentre la mano passava dalla spalla al seno per spostarsi sotto il braccio e fermarsi a metà schiena; un brivido percosse il corpo della giovane con la potenza di un terremoto. Eccitata. L’unica parola che poteva descrivere a pieno il suo stato d’animo e non tanto nel senso banale e scontato dell’aggettivo, ma eccitata come viva, emozionata giacché conscia di star per provare qualcosa di nuovo. Il ragazzo si posò poi sul collo baciandolo e leccandolo; le rosate labbra dell’altra si schiusero per farvi uscire un lieve sospiro di piacere ed in seguito s’incresparono come per sorridere compiaciuta e strafottente, come per prendersi beffa di chi li voleva separare. Si staccarono ed Inu Yasha la squadrò da capo a piedi per poi dipingersi la copia del sorriso che precedentemente colorava il volto dell’altra. -Sei tremendo!- -Se fossi un bravo ragazzo sarebbe tutto così noioso, no?- Una leggera risatina nervosa ed imbarazzata in reazione a quella voce sensuale. -Senza questo ragazzo così cattivo - la voce ancora più bassa - riusciresti a vivere?- -Non saprei…- -Bugiarda.- S’impadronì nuovamente delle sue labbra. -Tu invece?- -Secondo te perché sono qui?- Ed ancora un bacio, tuttavia più lungo e meno violento; sentivano il tempo fermarsi, i rumori cessare del tutto e la luce spegnersi a causa di una piccola folata di vento. E ci fu il delicato tonfo creato dallo scontro di due corpi ed il futon, mentre un sospiro si levava in aria che si faceva improvvisamente rovente. -Stanotte…- Lieve sussurro, potente quanto un grido, fuoriuscito dalle labbra di Inu Yasha che Kagome riuscì ad udire perfettamente. Le dita, che per quella notte non possedevano alcun artiglio capace di ferire, si fecero strada nella folta e morbida chioma corvina. La mano di lui spostò il colletto dello yukata scoprendo il seno che venne accarezzato, baciato, leccato; il piacere che ne scaturì fece reagire la ragazza con gemiti e sospiri. Le mani fini di Kagome accarezzarono la stoffa pesante della veste rossa di lui mentre tentava di privarlo dell’Hitoe e del Kosode per poi avere la visuale libera del suo petto con la pelle olivastra ed i muscoli ben formati. Carezzò il petto con l’indice sinistro mentre l’altra mano era poggiata sulla spalla di lui, il quale spostò l’altro colletto scoprendo inevitabilmente l’altro seno. Rimirò il corpo perfetto della sua donna . Sorrise a quel pensiero: “SUA”. Che ironia della sorte… la cosa che più voleva se solo osava toccarla sarebbe morto ed in quell’esatto momento, era quasi sua. Chi se lo sarebbe aspettato? Lui e sua cognata. Quella notte. Soli… era da pazzi, ma lui era folle, poiché da quando la conobbe il suo destino fu segnato, da quando la vide piangere in quel giardino perse lentamente il raziocino. Chiuse gli occhi e si chinò verso lei baciandola, mentre le mani slacciarono il nodo dell’obi liberando definitivamente quel corpo da qualunque veste. Scese con la lingua dal seno fino al ventre con flemma, per poi soffermarsi lì… in quel luogo ancora puro e mai violato, in quel luogo che rivelava il candore della ragazza. Vi scese con la lingua con quella cautela e delicatezza che si usa con le cose preziose e rare… Ed arrivò lì venendo investito in pieno da quella fragranza puramente femminile, ancora pura, senza traccia di altri odori. Vi penetrò in principio con la lingua saggiando il sapore di quel nettare prezioso fuoriuscente dalla femminilità di lei. Ed un gemito di piacere emanò lei, eccitata fino all’inverosimile. Una sensazione che mai aveva provato che si gustò a pieno chiudendo gli occhi. Nel buio riusciva a percepire i battiti del cuore di entrambi, che galoppavano assieme, gli ansimi di lui mentre saliva con la lingua dal basso ventre al collo per poi tornare alle sue labbra. Avvertì la stoffa degli hakama di lui scivolare dalle gambe e sentì ancora più chiaramente il membro eccitato di lui premere contro la sua intimità. Le si spezzò il respiro al sentore di quell’intimo contatto, forse casuale mentre l’altro continuava a baciarle dolcemente le labbra. Un bacio a fior di labbra e si staccò, portando le labbra all’orecchio sinistro… -Ti voglio, ora, perché tu sei mia e non permetterò mai che altri uomini possano saggiare per primi il frutto più saporito che un albero potesse mai regalare, non sarà Naraku ad avere l’onore di odorare il profumo della prima primola fiorita in primavera.- Non era un sussurro malizioso, ma dolce. Un sorriso si dipinse sul volto di lei, e l’oscurità ,che si creò abbassando le palpebre, divenne improvvisamente abbagliante. Una lacrima scese in reazione a quell’acuto dolore proveniente dal basso ventre; un suono strozzato fuoriuscì dalla bocca di lei e tutto si fermò… Attesero entrambi che a fitta le passasse ed incominciò a spingere, cauto. Ed iniziò il lento cammino per l’estasi… …Quel cammino tanto agognato…tanto immaginato eppure diverso da come se lo si aspetta. Sorella… tu mi dissi che quando arriverà quel momento per me, avrei sentito quella completezza che solo il mio lui avrebbe potuto farmi provare…Avevi ragione. Quella notte sentii il dolore dell’addio alla mia verginità, l’estasi del primo rapporto e la completezza dell’unione col mio amante… La riunione andava avanti da ore oramai ed ancora non si giunse ad un accordo. Rin soppresse uno sbadiglio, cercando disperatamente di tenere le palpebre alzate, ed ascoltò in silenzio i discorsi degli altri. -Non si può andare avanti così! Quei dannati Yoro stanno distruggendo i nostri villaggi e le nostre case. Ovunque vanno seminano distruzione!- -Uomini, dovete ,mantenere la calma.- Disse il bonzo ad un capo villaggio- Non è necessario utilizzare un grande esercito per distruggerli, sono solamente dei pesci piccoli. Bastano anche qualche sterminatore esperto di demoni del lignaggio di Sango… -Sì, basterà semplicemente avvertire mio padre che manderà qualcuno di loro. Però prima bisogna sapere cosa ne pensa Sesshoumaru-sama.- Il demone stava semplicemente sorseggiando con calma la sua tazza di the con gli occhi puntati addosso. Osservò la finestra dinanzi lui contemplando il cielo oscuro, macchiato esclusivamente dalle stelle e non dalla luna. Rimirò le fronde degli alberi muoversi a causa del vento provocando il frusciare delle foglie. Un sorriso gli si dipinse in volto: non servivano né sterminatori né eserciti, avrebbe mandato Inu Yasha; sarebbe stato lontano da Kagome ed usando la sua Tessaiga sarebbe perfettamente riuscito a sbarazzarsi da solo di quegli insulsi demoni di basso rango. Sì, aveva tutto sotto controllo. Si girò verso gli altri umani in attesa della sua opinione. -Inu Yasha farà solo.- Poteva sembrar crudele far combattere il proprio fratello contro un’orda di demoni che seppur di basso rango erano comunque forti, ma tenerlo lontano da Kagome era essenziale in quanto non mancava molto al ritorno di Naraku. Inoltre poteva essere una specie di punizione per aver sedotto la sua cognata… Annuì mentalmente, come per convincersi ch’era quella la soluzione giusta. Rin osservò Sesshoumaru, deducendo immediatamente il suo pensiero. Abbassò il capo malinconica pensando a quei poveri ragazzi destinati a separarsi nuovamente… Come può essere così vile il fato? *** Dormiva. Sdraiata prona con la mano poggiata sul suo petto ed i capelli corvini che coprivano la gota con un velo oscuro. Sorrise vedendola così dolce e fragile. Le spostò la ciocca che copriva la guancia, sistemandola dietro l’orecchio in modo da poterla vedere meglio: il volto leggermente umido per il sudore, il respiro regolare, le labbra increspate in un sorriso. Era bellissima. Era sua e di nessun altro. Le diede un bacio sulla guancia. Il sorriso si accentuò di più. -Dormi?- Un mugolio. -O sei in dormiveglia?- Un altro mugolio. Si lasciò sfuggire una lieve risatina e riprese a guardarla, mentre si rabbrividiva non’appena il vento le carezzò la cute. Si alzò per chiudere la finestra, sempre con gli occhi puntati su di lei, e si sdraiò nuovamente accanto a lei. Non riusciva a distogliere la sguardo da quella ragazza che gli aveva donato tutta se stessa per una notte, che gli aveva detto ti amo… Sospirò pensando che lei gli aveva chiesto se la amava e lui… Si voltò verso la finestra abbassando lo sguardo. Si alzò ed indossò velocemente hakama e kosode ed aprì la finestra notando immediatamente il cielo schiarirsi all’orizzonte. Sospirò e si voltò verso la fanciulla ancora dormiente. Un lieve sussurro si espanse nell’aria. -Anch’io ti amo…- E saltò dalla finestra al ramo dell’albero lì vicino, mentre la sua folta chioma si faceva argentata e gli occhi diventavano ambrati. Un
gran segreto si nascondeva dietro quella semplice notte di novilunio ed
io stessa ho mantenuto segreto il fatto che io ero sveglia. Sai Inu
Yasha? Avrei voluto urlare dalla gioia quando il mio orecchio a captato
quella frase uscita dalle tue labbra, ma mi trattenni e tenei
quell’ilarità improvvisa dentro il mio cuore per
tenere tutto segreto. La luna si era nascosta in modo da
lasciare oscura la nostra passione di quella notte ed il vento aveva
sibilato ed ululato per coprire i nostri gemiti. Eppure siamo qui, con
il respiro mozzato per colpa di quella notte…
Ebbene eccomi qui, in gran ritardo. Ho avuto tantissimi problemi, che mi hanno impedito di proseguire e per questo mi 'spiace tantissimo (le mie scuse le voglio rivolgere in particolar modod a Bea e MaTii che chiedevano più volte del capitolo). Ringrazio in anticipo l'aima pia che deciderà di commentare questo capitolo, non solo arrivato in ritardo, ma anche piuttosto... insomma non mi convince ed in un certo senso sembra rasentare la volgarità... Poi non so, è una mia impressione poi ditemi voi. Ora vi saluto, grazie ancora a tutti... Kisu -Kisu Steffy-chan. <3 |