Sotto il nostro albero di ciliegio

di sweetkonan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Inizio ***
Capitolo 3: *** A Kyoto ***
Capitolo 4: *** Senza u. ***
Capitolo 5: *** La sua luna. ***
Capitolo 6: *** Rimani con me. ***
Capitolo 7: *** La lettera ... ***



Capitolo 1
*** prologo ***


il nostro albero di ciliegio01 -XI secolo.Fine del periodo Heian.-


Sotto il nostro albero di ciliegio-

Prologo 





Erano passati tanti anni da quando Nico Robin se n'era andata.
Quegli anni per Furanky erano passati lentamente per le continue rivolte civili che si avevano nel paese contro la decadente famiglia sovrana dei Fujiwara.
Per lui era ancora più difficile la vita perchè il suo piccolo negozio di ferramenta era continuamente soggetto a furti e rapine in quanto seppur in periferia ,si trovava nei pressi di Kyoto,la capitale di quei frangenti.
E così ogni mattina che Furanky entrava nella bottega e trovava tutto in sobbuglio non poteva che non ricordarsi la sua maledetta caparvietà di voler aprire proprio in quel luogo, così vicino alla città che si era portata via lei.Nico Robin.
E ogni volta non poteva che non pensare a lei.E le dava sempre la colpa di tutto.Ogni cosa andasse storta nella vita di Furanky era solo ed unicamente colpa sua.
Per l'uomo era più semplice buttarla lì. Far ricadere ogni fardello su l'unica cosa che gli rimaneva della donna ,il suo ricordo, che andava a logolarsi per il troppo tempo passato senza che potesse essere rinfrescato.
Furanky ,se vogliamo metterla così, era rimasto solo da quasi cinque anni.
Era dell'idea che l'amore e l'affetto valessero più di qualsiasi moneta, ma iniziò a vederla in quest'ottica appunto quando finalmente tre anni fa riuscì ad aprire bottega coi risparmi conservati per vivere una vita con lei,iniziando così ad incassare quanto mai aveva avuto prima l'onore.
E così anche la bottega seppur non fosse stata depredata, entrare dentro a Furanky gli ricordava Robin: i sacrifici che aveva fatto per conquistarla, per dimostrarle il suo amore e per risparmiare quella somma per poterla sposare e comprare casa insieme, invece utilizzati per aprire quel maledetto negozio.
Furanky (che da questo momento in poi chiameremo Franky in quanto nella lingua parlata la "u" può essere omessa) come da rituale dunque si accingeva ogni mattina a svegliarsi presto, a fare la solita colazione e ad avviarsi per quel sentiero polveroso che in un kilometro e mezzo lo avrebbe portato a lavoro.
Le prime volte che si era ritrovato d'innanzi al negozio svuotato si era impaurito, e aveva fatto di tutto perchè non accadesse più anche avvertendo chi di dovere ma le risposte erano sempre le stesse. -Sono queste guerre maledette. Bisogna essere pazienti che tutto avrà termine.-
E a queste risposte Franky ricordava la pazienza di cui era dotato, di quanta ne aveva avuta in passato ,per lei, solo per lei, quando magari era in vena di gaudio e gli tirava qualche infelice scherzo, lui gliela faceva passare sempre buona, perchè ,almeno lui credeva al tempo così, l'amore c'era.
E la sera allora si ritirava nella sua mezza dimora che avrebbe dovuto sostituire cinque anni fa con una più confortevole per lui e per dei figli che non aveva avuto, e come al solito si preparava per la giornata successiva.
Franky viveva nel ricordo.
Doloroso e maledetto che ricorreva nella mente dal primo giorno in cui incontrò lei:Nico Robin.
Probabilmente la fanciulla più bella e ambita del loro villaggio, che lui era riuscito ad avere.
Una ed una volta soltanto, sotto quell'albero di ciliegio che era collocato verso il lato sud-est delle campagne.Se si continuava a scendere si poteva ammirare il mare e per raggiungere quell'albero bisognava per forza inoltrarsi nelle erbe fitte, poco calpestate in quanto laceravano le vesti.
E quel giorno il suo kimono si era stappato sotto.
Ma a Robin non importava e a Franky ancora meno, perchè poteva ammirarle meglio le gambe.
Quel pomeriggio segnato dal tramonto e dalle loro grida di piacere aveva segnato come un pegno nella vita dei due.Come se dopo quel pomeriggio passato a fare l'amore Robin avesse detto silenziosamente a Franky:-Sono stata tua e lo sarò per sempre.-
E così Franky aveva preso le sue responsabilità e per non lasciarla non illibata in un mondo in cui la sua verginità sarebbe servita, decise di sposarla.
In realtà il motivo non era questo, ma era che Franky aveva veramente voluto sposarla, perchè l'amava, e lo avrebbe fatto anche se lei non si fosse concessa quel pomeriggio, anche se lei si fosse concessa a qualcun'altro.
Perchè Franky l'amava e credeva che anche la ragazza lo ricambiasse.



Ma Nico Robin se ne andò.
Si avviò via di giorno, nello stesso in cui le donne le stavano cucendo il vestito matrimoniale.
Passò davanti casa di Franky, ma non si scomodò nemmeno per entrare e dirgli addio.
Oltrepassò tutto il villaggio e tutti la videro, ma nessuno la fermò.
-Credevo stesse passeggiando.- -Andando a fare compere.-
Nessuno però sapeva che Nico Robin se ne stava andando.
Uscì andando a nord, camminando per quella strada che Franky fa ogni giorno per andare a lavoro, e si avviò verso una nuova vita che lei tanto aveva desiderato a tal punto da rinnegare quella passata, dove lei era amata e dove le si prospettava un felice futuro da maritata che presto sarebbe potuto esser stato rallegrato dall'avvento di figli.
Dunque continuò a camminare per quella strada e chissà cosa stesse pensando nel frattempo.
Nessuno la vide in realtà prendere la strada per Kyoto, ma Franky sapeva che era andata lì.
Perchè ciò che per molti anni aveva cercato di far dimenticare a Nico Robin erano le sue maniere, i suoi comportamenti e atteggiamenti da geisha che era stata costretta ad imparare da quando aveva sette anni.
Ma Robin non li odiò mai come li odiava Franky ,perchè lei sarebbe stata presto sposata e non avrebbe dovuto comportarsi da intrattenitrice con suo marito.
Nico Robin non li aveva mai dimenticati.
E Nico Robin non aveva mai dimenticato la sua passione per il bugaku.


Molti a quei tempi credevano che le danzatrici del bugaku fossero minimamente paragonabili a normali prostitute, che danzavano per i ricchi e non si facevano scrupoli a farlo anche senza vestiti.
Forse anche Franky lo aveva creduto, ma dovette smentirsi quando si rese conto di essersi preso la verginità di Nico Robin quel pomeriggio.
Non l'aveva mai vista danzare il bugaku.Non glielo aveva mai chiesto perchè per lui questo faceva parte della vita passata della ragazza, prima che venisse a vivere là, e che quindi andava dimenticato o almeno non riportato a galla.
Le motivazioni che avevano spinto Robin a scappare da Kyoto ,a Franky non gli furono mai chiare.
Questo rientrava sempre in quel pezzo di vita della donna che a lui non era dato sapere perchè era stesso lui a non volerlo sapere.
Eppure qualsiasi motivazioni fossero non furono mai così forti da allontanarla per sempre da lì.
Perchè infatti quel giorno, sotto gli occhi di tutti, mentre le donne le preparavano il vestito e Franky decideva quale casa le sarebbe piaciuta viverci, lei scappò via. Ritornò da dove era venuta. A Kyoto.
La città che si era presa la donna che lui amava.
Franky non si prese mai la briga di andarla a cercare perchè in cuor suo, in fondo, lo sapeva.










































___________________________________
Fine prologo.



 

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Capitolo 2
*** Inizio ***


sotto il nostro albero di ciliegio02


Sotto il nostro albero di ciliegio -


Capitolo 1 (prima parte)






-Toc toc...Si può?-
Dalla porta aperta del ferramenta si affacciò la testa di Rufy.
-Franky ci sei?-
-Sono qui...-
Rufy fece per andare dietro al bancone e trovare l'amico seduto a terra intento a fare qualcosa.
-Che fai?-
-Niente...sto aggiustando questo aggeggio che...ecco.Il cassetto non si apriva.-
Franky si alzò da terra.
-Come mai qui?-
-Bé ti chiedo il solito per la casa.-
-Mh...ma ora non ho tutti materiali pronti.-
-Li vengo a prendere domani.-
-Va bene.-
Anche Rufy lo notava che negli ultimi cinque anni Franky sembrava essersi fatto più freddo.
Prima aveva con tutto sé stesso cercato di fare in modo che l'amico non mutasse atteggiamento, ma oramai ci era abituato.
Eppure Rufy ogni volta si sentiva in colpa, perchè era stato lui a consigliare a Nico Robin di trasferirsi in quel paese.Era stato lui a favorire il fidanzamento fra Robin e Franky credendo che così la ragazza non avrebbe avuto più problemi da Kyoto.
In realtà Rufy era un mezzo samurai:mezzo perchè era consono che quellli del suo mestiere affidassero la loro arte combattiva per una casata in particolare, ma il giovane aveva sempre cercato di proteggere i poveri e coloro al quale non era data alcuna protezione.
Per questo conobbe Robin, la quale chiese il suo aiuto e lui non poté certo negarglielo.
Quale fosse il problema che affliggeva la ragazza Rufy lo rimase occultato per volontà di molti e cercò il più possibile di seppellirlo.
E così ogni volta che si ritrovava ad andare da Franky per chiedergli materiale per le armi per la casa samurai a cui apparteneva, si sentiva sempre e costantemente oppresso da un qualcosa che gli cingeva lo stomaco non appena era costretto ad osservare gli atteggiamenti distaccati dell'amico.
Ma nonostante tutto era sempre capace di tirare un sorriso a Franky.
-Nami ha detto che non mi fa entrare più a casa.-
-E perchè?-
-Dice che quando torno tardi non glielo dico e questo sarebbe anche giustificato se portassi a casa più soldi.-
-Hahah!-
Ogni volta che Rufy metteva in mezzo la grande "passione" che sua moglie nutriva per i soldi non faceva che far ridere Franky.
Lo faceva per puro egoismo,perchè quando l'amico rideva lui si sentiva meno in colpa.
-Mh...allora ripassi domani?-
-Certo.-
E così sgattaiolava fuori.
E Franky rimaneva di nuovo solo.
Fortuna voleva che appunto le case della vicina Kyoto facevano spesso riferimento a lui per i cosidetti rifornimeti di materiali, per cui poteva dire di non aver più gli stessi problemi economici di più di cinque anni fa.
L'uomo dalla chioma blu conosceva Rufy da molti anni oramai, quando,si poteva dire, lui era giovane e il samurai quasi un marmocchio nello sviluppo.
Franky aveva avuto un passato altalenante e infatti non era originario di Yase, il piccolo paese nei pressi del monte Hiei dove ora abitava.
E siccome anche lui aveva dietro un passato da cancellare, per questo non chiese mai nulla di quello di Robin.
Di solito il resto della giornata lo passava lì ad aspettare clienti che normalmente si facevano attendere oppure signore che chiedevano aiuto nella riparazione di qualcosa di domestico.
Dunque ogni volta che metteva piede in una casa non poteva che non sentire voci di donne e ragazze che dicevano:-Ma quello non è il tipo che doveva sposarsi la geisha?- -So che lo ha lasciato qualche giorno prima delle nozze.- -Quelle donnaccie di Kyoto sono tutte una rovina!-
Come mai Franky non aveva deciso di trasferirsi, andarsene via da lì?
Il fatto era che Yase era casa sua oramai.Sarebbe stato il ricordo di Robin a doversene andare, non lui.
Ma era solo una scusa, perchè senza l'immagine impressa della fanciulla che tanto aveva amato ,lui non avrebbe avuto più ragione di vita.
Ma qualcosa nella sua giornata cambiò quando d'improvviso nella sua bottega mise piede una figura.
-Mi scusi...io...-
Franky appena la vide si distolse dai suoi pensieri riccorrenti sulla stessa cosa.
Era vestita da maschio, indossava un capello di paglia che le copriva il volto ma nonostante questo si notava fosse una donna.
Dopo un pò fece per alzare il viso lasciando la possibilità a Franky d'intravedere uno sguardo nero pece e risoluto accostato da una ciocca di cappelli non trattenuta nel cappello di evidente colore azzurro.
-Ho bisogno del suo aiuto....ecco...-
Franky quasi in una corsa uscì da dietro il bancone per accostarsi a quella esile figura.
-Mi dica.-
-Vede io non sono di qui.Il mio cavallo sta male...credo sia morto...-
Credo sia morto? Quella ragazza era davvero strana e Franky avrebbe voluto squadrarla, ma poiché era chiaro che era una fanciulla di un certo rango si contenne.
-Io devo arrivare a Kyoto in serata.E' importante....-
-Io che posso fare?-
-Non può aiutare il mio cavallo?-
-Ma se ha detto che è morto!-
-Non ne sono sicura...ecco.-
Era certo.Il cavallo era morto.Stramazzato sul sentiero asfaltato proprio davanti al negozio di Franky.
-Questo farà scappare i clienti.-
-La prego...mi aiuti!-
-Ma cerchi di capire...io non so proprio che fare per lei.-
-Non può prestarmi qualche animale?Devo giungere a Kyoto prima che sia domani!-
-Putroppo io non dispongo di animali...E poi non mi sentirei sicuro di mandarla a Kyoto.Sa con i tempi che corrono....queste strade non sono sicure.Sopratutto per una donna...-
-Anche se sono una donna mi so proteggere da sola!!!!Chiaro!?!-
Franky si fece piccolo piccolo di fronte alla reazione della ragazza.
-Sì!Mi scusi...-
-Oh no!Mi scusi lei...non volevo essere scortese.Ma è urgente...devo giungere alla corte...-
-Come? Alla corte?Allora deve essere davvero importante.Non so.Magari le sto facendo perdere tempo.-
-Grazie allora.Ci arriverò a piedi.Magari se faccio una corsa....-
-Bé mi sa che così Kyoto se la può sognare.-
-Ma allora?Come farò?-
-Forse...le posso rimediare un'altro cavallo.-


Tanto Franky era sicuro che Rufy si sarebbe fermato al paesino di certo aspettando di comprare il pane dalla vecchia Noya.Il pane che sua moglie Nami adorava.
Infatti il suo cavallo era proprio fuori dalla panetteria.
Franky entrò nel negozio seguito dalla fanciulla e trovarono il samurai dei poveri seduto a mangiar molliche.
-Rufy io mi prendo il tuo cavallo.Dormi a casa mia se ce n'è bisogno.-
E detto questo i due uscirono in un lampo.
Rufy nemmeno se ne accorse impegnato com'era nel mangiare.
Oramai Franky aveva in mano le redini del cavallo.
-Grazie signor...-
-Furanky.-
-Signor Furanky.Le sono grata.Verso l'indomani le assicuro che starò già sulla strada del ritorno e il suo amico riavrà il cavallo.-
-Spero che non morirà come il suo predeccessore!-
-Ma no!! Me ne prenderò cura.-
E detto questo la giovane fece per salire a galoppo.
-Un momento!- la bloccò Franky -Non so il suo nome...-
-Oh!Che maleducata...è vero.Mi chiamo Bibi.A presto signor Furanky.-
-No!Aspetti...-
-Che c'è?-
-Vede... non metto in dubbio la sua incolumità...ma vorrei accompagnarla sino a Kyoto.-
-Come?Le ho già detto che mi so difendere da sola.-
-Lo so lo so, ma mi senitirei afflitto nel mandarla da sola per queste strade pericolose, anche se sa provvedere a sé stessa.-
-Capisco....lei è davvero gentile.-
-Bé allora, l'accompagno?-
-Sì.-


































































_____________
Fine capitolo 1 (prima parte).
Grazie a tutti.
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Capitolo 3
*** A Kyoto ***


sotto il nostro albero ci ciliegio


Sotto il nostro albero di ciliegio - 

Capitolo 1 (seconda parte)









Il tempo di chiuder bottega e Franky già si ritrovava a cavallo scortando con sé quella fanciulla.
L'uomo non lo aveva fatto per cercare un approccio con la ragazza, ma perchè realmente avrebbe avuto di ché temere per lei.
Il fatto che la giovane sapesse difendersi lo aveva capito, ma i briganti di quelle vie non si sarebbero fatti nessuno scrupolo e se l'avessero assalita in molti sarebbe potuto accadere il peggio.
La strada da sud- ovest per Kyoto non era più sicura da un pò. La città era in continua lotta per quale famiglia dovesse soverchiare la precedente e così era tutto uno sguaniare di spade e accasciamenti di corpi. E mentre le famiglie capo della città erano occupate i contadini e il resto della popolazione molto meno agiata erano rimasti a sé stessi.
Forse di quel passo sarebbero arrivati in notte inoltrata, ma oramai sembrava che la fanciulla non andasse più di fretta.
Ella era attaccata alla schiena di Franky cingedogli le braccia intorno alla vita mentre le sue gambe erano entrambe disposte sul lato sinistro.
Bibi poteva affondare il volto nel vestito dell'uomo ,e per un momento quasi lo fece. La sua schiena era così massiccia, e lei quasi nascosta lì dietro aveva un incredibile senso di protezione. "Fortunata la sua donna" pensò.
Era da diverso tempo che Bibi faceva da corriere fra i diversi castelli del Giappone. Spesse volte i documenti da lei trasportati erano di massima importanza per il paese ed era per questo che si era abituata a difendersi da sola.Non avrebbe avuto problemi ad iniziare una lotta e proprio per tale motivo andava in giro con abiti maschili, privandosi ogni tanto della sua femminilità.
Il fatto che una donna a quei tempi potesse avere un ruolo così importante come il suo era tutt'altro che consono, e questo la rendeva ancora più fiera del suo impiego.
Ma ora sentì che tutto il suo mondo andava crollando, mondo che le riservava buone maniere con chi si prestava gentile ma che era subito pronto a modificarsi se veniva minacciata o semplicemente offesa.
Bibi si era sempre sentita forte, una donna che avrebbe potuto rifiutare l'aiuto di un uomo, eppure quel giorno non lo fece perchè quel Furanky si era prestato con tanta disponibilità.
E ora si sentiva cedere.Stare lì dietro, appoggiando la testa sulla sua schiena e sentendo l'odore di lui, la fece sentire così debole e allo stesso tempo protetta.In quel momento si sentì un pò donna.
Ma i suoi pensieri vennero interrotti d'improvviso.
-Siamo arrivati signorina Bibi.-
Kyoto.
Franky osservò il paesaggio inscurito dalla notte.
La città che si era portata via la donna che amava.





Capitolo 2




Eppure in quel momento non ci pensò.
Fosse stata un'altra circonstanza, Franky non si sarebbe mai avvicinato a Kyoto, eppure quel giorno si sentì di cedere per una volta, decidendo di accompagnare quella fanciulla proprio lì.
Avrebbe detto di no a qualsiasi altra persona che gli avrebbe posto di andare là, ma lui aveva deciso di recarvisi solo per aiutare quella giovane che sembrava tanto in difficoltà.
E in quel momento all'orizzonte si prestava l'immagine di quella città da lui tanto odiata, eppure in quel momento decise che non ci avrebbe pensato.
Non lo sapeva, ma da quel momento in poi aveva deciso di non vivere più nel ricordo.
E così fece avviare il cavallo verso Kyoto.
Ogni passo che segnava la diminuzione della vicinanza, Franky si sentiva man mano sempre più libero, come una ruota cigolante che ad un certo punto smette di girare a fatica.
Bibi aveva la sensazione che a quell'uomo stesse succedendo qualcosa dentro, solo che non osò parlare per non intromettersi in cose che non la riguardavano.
Comunque la ragazza pensava che era arrivata prima dell'alba ,per cui la sua consegna non prevedeva altri problemi.
Oramai erano giunti al'inizio della città.Franky scese da cavallo.
-Sarà meglio organizzarsi.-
-Che intende?-
-Bé per la sera.-
-Io mi avvierò al castello.Probabilmente mi ospiteranno lì per la notte.-
-Ah...Allora credo che le nostre strade si separino qui.-
-Lo penso anch'io...-
Anche Bibi scese da cavallo lasciando le redini dell'animale in mano all'uomo.
I due rimasero l'uno davanti all'altra per un pò di tempo.
-Grazie infinite signor Furanky.Le sarò riconoscente per sempre...-
-Ma si figuri signorina Bibi.Era il minimo.-
Guardato da una certa ottica il momento sembrava imbarazzante.
-E mi chiami Franky.-



CuttyFlamm Furanky Hyoozan sulla carta. In firma anche, in quanto l'uomo in età giovanile aveva avuto la possibilità di capire come si scrivesse il suo nome.
La prima volta che una persona lo chiamò Franky lasciando il "CuttyFlamm" e la "u" fu molto tempo fa.
Da quel momento in poi Furanky andava in giro per il paese urlando a scuarciagola che le "u" dell'alfabeto erano inutili.Che esistevano solo per bellezza ma che erano state inventate anche per quelle persone che andavano di fretta e non avevano tempo per pronunciarle.
Aveva sette anni e si ricordava benissimo le sberle che si era preso dopo perchè "simili sciocchezze non si dicono!".
E da quel momento in poi solo quella persona lo chiamava così.
E lui che all'epoca era piccolo e tanto ingenuo prese il nome di quella persona e lo fece diventare il suo cognome.Per ricordarnese quando se ne sarebbe andato.
E ora che si ritrovava con quel cognome, stava male, perchè cercava in tutti i modi di dimenticarsene.
Così andò a finire che solo i suoi compagni di fiducia, solo a loro dava la possibilità di chiamarlo Franky senza la "u".Che andassero di fretta o no.
Adesso anche quella ragazza che man mano scompariva all'orizzonte sapeva di aver conosciuto una persona che aveva e non aveva la "u".
Il perchè gliel'avesse detto, Franky non lo sapeva. E solo che durante tutto quel tragitto si era sentito così strano, come quando ad un cane legato viene tolto d'improvviso il collare senza che si accorga nemmeno che non ce l'ha più.
La verità e che Franky un'idea se l'era fatta, ma se lo negava.
Perchè non poteva più vivere nel ricordo.











































































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A questo punto posso dire che la storia è iniziata.
Mi fa piacere rendere la vostra lettura piacevole e per quanto riguarda gli errori di punteggiatura un pò è perchè comunque i personaggi non si conoscono e dunque si crea un certo momento di imbarazzo, ma in fondo ho esagerato un pò.
Non so se l'ho mai detto ma sono molto abituata a scrivere Rubber piuttosto che Rufy, ma tanto che differenza fa?
Grazie sostenitori, e ditemi tutto ciò che pensate.

Quando uno butta il sangue.
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Capitolo 4
*** Senza u. ***


sotto il nostro albero di ciliegio04


Sotto il nostro albero di ciliegio -
 
Capitolo 2 (seconda parte)









Franky dunque decise che comunque era troppo tardi per ritornare a casa avendo lui stesso un certo timore per la sua incolumità.
Per cui per non incontrare probabili briganti sulla strada del ritorno prese la decisione di fermarsi a Kyoto per la notte.
Le genti passeggiavano ancora per le strade illuminate da quelle lanterne che segnavano le vie più frequentate.
Con se non aveva molti soldi.Ma decise comunque di prendersi un momento di rilassamento, girovagando un pò per le zone.
Kyoto era tutto un'ammucchiarsi di grandi case e dei loro alberi i quali rami finivano sulle strade e le quali foglie segnavano il cammino dei più.
Ma Kyoto era anche un brulichio di vicoli scuri, di persone pronte a rivoltare la città ,e anche di case malfamate.
Franky d'improvviso si fermò davanti ad una di queste.
Non aveva tanti soldi, ma avrebbe potuto permettersi una notte.
La casa che si prestava davanti a lui era ben illuminata, e da dentro venivano grandi risate e note di shamisen mal accordati.
Ma ad un certo punto si vide ridicolo, per il solo pensiero che aveva fatto di entrare.Dunque si avviò dritto per la sua strada e appena poté girò l'angolo.
Franky si sentì ridicolo davanti a quella casa perchè in quel momento aveva troppi pochi soldi.

L'uomo oramai dalla sua camera aveva la vista sulla strada poco prima attraversata e lì aveva la possibilità di osservare le ronde si samurai che iniziavano a quelle ore.
Si incontravano, a volte si salutavano mentre altri iniziavano dispute che senza timore sarebbero finite nel sangue.
Franky solo una volta aveva visto un uomo morire.
Così decise di volgere lo sguardo altrove e di chiudere la finestra.
La camera era piccola.
Lui non aveva fame.
Si sentiva stanco ma non troppo per coricarsi.
Si sdaiò sulle coperte stese poco prima.
Iniziò ad avere quella sensazione di benessere che gli mancava da tanti anni.
Quella fanciulla incontrata nello stesso giorno e che si sarebbe potuto dire aveva dato lui molti grattacapi era riuscita a far scuotere qualcosa nella monotona vita a cui Franky probabilmente sarebbe stato soggetto fino alla fine.
La signorina Bibi le piaceva.
Se l'avesse incontrata di nuovo avrebbe cercato di....
Ma cosa doveva fare?
Franky era un ferramenta in un paesino visitato esclusivamente da briganti che non si facevano scrupolo d'imporre violenza mentre lei era....
L'uomo non aveva nemmeno capito cos'era. Faceva da corriere fra i vari castelli e basta.
Certo la fanciulla non aveva avuto obblighi per conversare con lui di questi argomenti che erano discorsi non certo riservati ad individui conosciuti lo stesso giorno.
In più di certo la leggiadrezza misteriosa della ragazza che aveva intrigato Franky aveva fatto lo stesso con altri uomini con i quali il ferramenta paragone non poteva osare.
Addirittura poteva essere fidanzata o magari sposata.
All'improvviso gli vennero in mente le parole di Rufy: "Se la vita non ti fa incontrare qualche novità ogni dieci minuti, che vita è?"
Finalmente il momento delle novità per Franky era arrivato.
Anche se n'era solo una,  lui avrebbe scommesso che sarebbe valsa per cento.


Il primo giorno in cui Franky aveva avuto la possibilità di posare lo sguardo e dare parola a Nico Robin, lui non lo sapeva.
Ma da quel momento in poi Nico Robin sapeva che lo avrebbe potuto chiamare Franky.
Senza la "u".


L'indomani Franky aveva ritrovato il cavallo legato ad un'inferriata nel giardino della locanda dove lo aveva lasciato il giorno prima.
Prese le redini ed uscì dal vicoletto.
Iniziò ad inspirare profondamente.
Sentiva l'aria pervadergli i grandi polmoni.
Si era sempre chiesto cosa avesse Kyoto. Nonostante tutto si era sempre domandato cosa avesse mai potuto avere una città che sarebbe stato in grado di annullare tutto quello che aveva invece lui.
Ma in quel momento, respinandone l'aria, aveva minimamente capito che in fondo neanche con Kyoto poteva competere.
Si guardava intorno e si ritrovava ad ogni sguardo sempre più affascinato da quelle visioni.Quella città era enorme, grande e maestosa e lo era ancora di più da quella collina intrisica di verde dalla quale Franky sovrastava ogni cosa.
Com'era piccolo davanti a quell'orizzonte.Ci si poteva mai sentire più liberi di così?
Erano sensazioni che Franky si era negato per tanti anni e ora per lui era quasi sconosciute.
E quella brezza che gli colpiva la faccia ad ogni soffio gli portava via il rimorso e il dolore di tutti questi anni a piccoli pezzi.
E stava fermo lì.Per quasi mezzora la dove il sole non faceva che farsi più caldo e il vento meno insistente.
L'uomo guardava Kyoto ma i suoi occhi erano rivolti nel vuoto.Poi sul castello che sovrastava meglio di lui la città.
Franky si era innamorato di nuovo.
E' ora dopo cinque anni stava vivendo.
Perchè per cinque anni era morto.






































































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Perdonatemi.

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Capitolo 5
*** La sua luna. ***


sotto il nostro albero di ciliegio 5


Sotto il nostro albero di ciliegio -

Capitolo 3









Oramai poteva guardare in lontananza il suo negozio.E anche la figura di Rufy che con braccia conserte sembrava aspettarlo.
Più si avvicinava e più Franky sorrideva.
-Lo sai Nami mi ucciderà?Come credi che potrò continuare a vivere?-
-Mi sono innamorato.-
-Mi ucciderà!E cosa le dirò?perchè mi hai fregato il....Cosa?-
I due erano faccia a faccia.
A ogni parola il volto di Franky si illuminava parallelamente all'argamento del suo sorriso.
Rufy si sentì schiacciato da quella felicità proveniente proprio da l'ultima persona al mondo dalla quale se lo aspettava.
-Mi sono innamorato.-
L'uomo dai capelli azzurri se lo sentiva.Qualcosa gli stava bruciando dentro.O stava illuminando?
-Cosa?-
Rufy poteva mai credere a tutto ciò?Certo, se fosse stato vero, nulla avrebbe potuto dispiacergli.
Ma come non credere a quell'uomo che per tanto tempo sembrava non provare più sensazioni positive?
Il samurai brulicava dentro.Quel senso di oppressione che aveva ogni volta nei pressi del ferramenta si era sciolto.Allora anche lui n'era certo.
-Sembra strano?Sono strano?Che c'è di strano?Eh?-
-Calmati Franky!Com'è successo? Chi è questa persona?!-
La spensieratezza di Rufy ricominciò a prendere il sovrevvento.
Il samurai era sempre stato un ragazzo allegro e gioviale.Sembrava non prendere sul serio mai nulla che richiedeva grave attenzione ma nonostante tutto era un uomo di certi valori.Sembrava quasi che per lui l'amicizia venisse prima della famiglia, probabilmente perchè per lui gli amici erano come familiari.
Purtoppo questa valorosità consisteva spesso nel suo più debole dei punti.
All'improvviso davanti a quegli occhi pieni di speranza e allo stesso tempo di curiosità repressa,Franky scoppiò in una rumorosa risata.
Rideva e ancor di più solo a guardare in volto l'amico.Per nulla perplesso l'altro che tirava sospiri di sollievo ad ogni risa.
E man mano che il ferramenta si rendeva conto che era da tanto, ma proprio tanto, che non rideva in quella maniera accresceva il fiato in gola per emmettere un rumore più alto.
Sembrava stesse ridendo anche per tutti gli anni arretrati.
Ma poi smise.
Si rese conto che era stato proprio sciocco a non rendersi conto di tutto questo.
Aveva aspettato che qualcosa nella sua vita combiasse o magari no, ma comunque si sentiva braccato da una vita che gli aveva voltato le spalle.Ed in realtà non si era reso conto che era stato lui a voltare le spalle e che ora finalmente aveva deciso di rigirarsi.
-Sono innamorato, Rufy.E sai cosa?Non ci posso per nulla credere.-
-Io più di te.-



Ed oramai Rufy era giunto sulla soglia di casa.Se avesse allungato la strada di una decina di minuti sarebbe arrivato a Kyoto.
Aprì piano la porta.
Era ora di cena ed era affamato.Ma siccome sapeva che sarebbe andata a finire male per lui, si era già ristorato in precedenza.
A quel lieve suono del legno che veniva spinto di lato, come un felino sull'oggetto di interesse così Nami si ritrovò all'ingresso.
Le braccia conserte non erano presenti sul suo petto in quanto la donna non era soggetta a dar a vedere che era stata in pensiero.
Per ella le braccia conserte significavano questo:un perfetto miscuglio fra preoccupazione e irritazione.
Il volto per nulla espressivo del marito inoltre la faceva accigliare di più.
Quasi come se per lui non fosse successo nulla.
Era solo mancato per una notte senza che la donna sapesse nulla.
-Ciao.-
-Ciao.-
Il samurai sembrava intento a togliersi i sandali.
-Come mai qui?-
-Credo sia casa mia.Forse ho sbagliato.-
Sarebbe mai arrivato il giorno nel quale Rufy avrebbe capito di non comportarsi in tale modo con la moglie?
-Mi sa che hai sbagliato dimora.Considerato che tu credi di aver sposato una donna che ti sta sempre dietro e che acconsente a ogni cosa esegui.Qui non c'è affatto donna simile.-
Rufy fece per avvicinarsi alla donna con metodo molto lusinghevole.
-Ma io so che tu non sei così.Se no perchè ti avrei sposato?-
-Me lo chiedo anch'io.-
-Ma perchè sei arrabbiata?-
-Ma fai sul serio?Perchè poi pongo sempre questa domanda?Come se risposta pare sia diversa.-
-Lo ametto ....sono stato via di casa, ma non per volontà mia!-
-Già.. già.-
-E se sapessi cosa è accaduto non credo saresti così imbronciata.-
-Non sono imbronciata!! Non solo sei macato di casa e non ne sapevo nulla!Avresti pure una buona MOTIVAZIONE per ciò?!?-
-Certo.-
A volte Nami avrebbe col cuore voluto uccidere il marito.Oppure sé stessa per aver fatto quell'errore di sposarlo.
-Devo imparare a mettermi il cuore in pace.Con te è tutto fiato sprecato.-
-Allora inizio con il racconto.Mi senti?-
Nami stava per andare nell'altra stanza.
-Uff.Hai già mangiato?-
Quell'invito per nulla gentile a prendere piede in cucina significava che per Nami non esisteva più nessuna motivazione per essere arrabbiata col consorte.
Lui aveva già mangiato, ma era risaputo che il suo stomaco era la cosa più difficile da saziare.
-No.-
Nami si voltò verso lui.-Non ti credo.-
Il giovane iniziò a prendere un'espressione furbesca dando la prova della veridicità di ciò che aveva detto la donna.
I due comunque si spostarono in cucina ed una volta servito, Rufy iniziò la sua narrazione.
Ad ogni parola la donna rimaneva più incredula, ad ogni frase Nami diventava sempre più crucciata.



Probabilmente l'unica vera persona alla quale tutta questa storia sembrava impossibile era lui.
Il ferramenta aveva perso una giornata di lavoro.Ma era l'ultima cosa a cui avrebbe potuto dare importanza.
Tutto era tornato normale e la sua serata aveva preso il ritmo e l'atmosfera delle precedenti, ma non lo stesso colore.
Franky si ritrovava disteso nel suo letto pensando a cose nuove.
Aveva già sperimentato l'amore.Sapeva quanto faceva soffrire e quanto dolore gli aveva dato.Eppure non ne aveva timore.Ne andava anzi fiero.
Si ricordava,in momenti come quelli che gli avrebbero occupato sostanzialmente le giornate seguenti, che quando era piccolo qualcuno gli lesse un libro.Un libro che raccontava di amore e di tante altre sensazioni affini nell'utilizzo di paroloni difficili da comprendere.Si trattavano di poesie e anche se ne capì poco, quei significati gli rimasero impressi tant'è che dopo 32 anni se ne ricordava ancora i concetti.
Che l'amore era un sentimento nobile.Non tutti avevano il diritto di provarlo,ma che elevava l'anima, la rendeva superiore.
E si ricordava che in quel libro le donne amate erano sembre belle, descritte al pari della luminosità del sole e del fascino della luna.
Così ora si era spostato , e dalla finestra del corridoio poteva guardare quella luna che ora gli si prestava nella sua immensa pienezza.
In quella giornata Franky era stato in grado di fare quel paragone, per rendersi conto se quel sentimento era veramente amore, e osservando la luna ne aveva la certezza.
Perchè Bibi aveva la luminosità del sole e il fascino della luna.







Finalmente lei passò.Come le aveva quasi promesso il giorno prima, lei era sulla strada del ritorno.
Il mezzogiorno sarebbe stato presto calato, ma i nitriti del suo cavallo concessoglielo dalla corte non permettevano a nessuno nei dintorni il lusso di assopirsi in un tiepido pomeriggio che sarebbe ben venuto.
Franky seppur aveva chiuso la bottega per quelle ore così poco abitate ,si ritrovava comunque lì.
E lei passò.
Scese da cavallo con la stessa dote con la quale si era sfilata il cappello la prima volta che l'uomo l'aveva vista.
Si avvicinò con quel sorriso al quale Furanky aveva pensato tutta la notte.Aveva i capelli completamente sciolti, con il loro colore dell'acqua pura che fluttuavano nell'aria.Il venticello mattutino, quello del mezzogiorno che non dava fastidio, incorniciava meglio quella lieve figura nello sguardo e nelle memorie di tutti i presenti al passaggio.
L'uomo, che poteva averla davanti a sé, rimaneva immobile al movimento della fanciulla.
Ninfa dei suoi occhi, così l'aveva chiamata per tutta la notte.
Nessuna parola.
Forse sarebbero servite, ma come poteva parlarle lui, rivolgerle discorso ora che tutto il suo mondo che era iniziato a rinascere da ieri stava di già cedendo?
Come avrebbe potuto Franky invitare Bibi a rimanere lì, a conversare mentre non avrebbe fatto altro che ammirarla e sognarla?
Come avrebbe potuto confermare a sé stesso di amarla, ora che Robin era tornata?
























































































_____________________________________

Capitolo intero.Robin è tornata.
Grazie grazie grazie.

Perchè chiamare Franky senza la u?In giapponese solitamente non si nomina la u, ma siccome si scrive in "sillabe" il nome del nostro carpentiere è scritto "Furanky". Il fatto di togliere la "u" o meno è una mia interpretazione della situazione, dove sarebbe corretto pronunciarla, ma l'uomo permette solo a chi lui desidera di non farlo.

Grazie grazie grazie.
Hello hello hello.
>_O (occhiolino) BLINK!! -sweetkonan-

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Capitolo 6
*** Rimani con me. ***


sotto il nostro albero di ciliegio05

Sotto il nostro albero di ciliegio -


Capitolo 4










-Ma come credi fare?Insomma...ma non hai un pò di ritegno!-
Ad ogni parola che pronunciava, Nami si alterava sempre di più.
-Vorresti infilarti dentro la sua vita dopo tutto questo tempo?Dopo che te ne sei andata così!?-
-Lo so...-
-Tu non lo sai quanto ha sofferto!-
-Proprio per questo....Credo mi odi e io...-
-Ti vuoi pulire la coscienza?!Insomma hai sentito quello che ha detto Rufy.E' felice ora.-
-Lo so...e uscire così dopo tanti anni...-
-Visto.Un pò di coscienza ti è rimasta.Franky ha cercato di rifarsi una vita.Per lui è stato un durissimo colpo la tua partenza.Ti ha amata tantissimo.-
-Anch'io Nami.E sono ritornata perchè lo amo ancora.-





-Signor Franky!-Bibi scese da cavallo.Iniziò ad avanzare innanzi a sé con una bisaccia fra le mani rivolta all'uomo.
Si fermò a pochi passi da lui.Non sapeva cosa dire.
Bibi si era trovata poche volte in tali situazioni.Era solita concludere con gli uomini a botte oppure era di rado che si fermasse a parlare con qualcuno.Il suo lavoro glielo impediva per cui l'imbarazzo era un sentimento quasi novizio in lei.Eppure era solita non tirarsi mai indietro perciò avrebbe trovato le parole.
Ma sarebbero mai state le giuste?Ma d'altronde perchè si faceva tutti questi problemi?
Ora si trovava d'innanzi all'uomo, mentre il venticello arruffava i suoi capelli non sistemati.Forse era questo il perchè.
Franky l'aveva davanti.L'aveva sognata tutta la notte e finalmente quella fanciulla dalla limpida acqua si trovava con lui.
Aveva gli occhi fissi in quelli di lei e senza alcun ritegno sembrava osservarla con un certo...interesse?
Bibi subito abbassò la vista.Sentì un'improvviso accaldamento.
Franky nel guardarla notò che aveva i capelli sciolti e che stranamente sembrava più bella di sempre.
Il sole rendeva la sua pelle più luminosa.Franky non resistette.
All'improvviso la sua mano si alzò verso il volto di lei.Le sue dita si posarono sulle guance della fanciulla sino ad accarezzarle le labbra quasi lievemente.
Bibi si pietrificò.
Franky continuava quasi senza accorgersene.
Erano morbide e sottili con un chiarore rosa che Franky desiderò tanto tastare.
L'uomo volava con lo sguardo dalle labbra della giovane ai suoi capelli che iniziavano a posarsi sulle spalle.
Iniziava a rendersi conto che poteva anche fare finta di niente.
Che nonostante tutto lui l'amava.E che nonostante tutto lei era lì.
Il sole preannunciava un pomeriggio lungo e perfetto e sembrava che la fretta non esistesse più fra loro due.
Che importanza aveva il resto?
Franky aveva sperato questo momento per tutta la giornata precedente.
-Signor Franky...io...forse dovrei andare..?-
-Forse....può rimanere...?Signorina Bibi, può rimanere per me?-
Franky prese la mano di lei e d'impeto se la pose sul cuore.
-Rimani con me.-






Quel giorno Furanky come tutte le mattine si avviò verso la stradicciola che portava a nord.Erano circa le sei e dieci deciso ad aprir bottega prima in cerca di recuparare la giornata di ieri, persa non in malo modo.
Il tempo di sistemar tutto nella ferramenta e all'improvviso l'uomo sentì qualcuno cadere sulla strada.
Pensando fosse la ninfa dei suoi occhi, Franky corse nel soccorso ma si ritrovò il nominato samurai dei poveri.
-Acc!Sono scivolato mentre scendevo da cavallo....che male!!-
-Tutto bene?-
-Più o meno.-
Il giovine fece per alzarsi premendosi sempre dietro la testa dolorante per il colpo subito e con l'altra mano a prendere le redini della bestia dietro di lui la quale lo aveva fatto cadere sembrava apposta.
Il tempo di legarla e di alzare lo sguardo sul compagno che si creò sul suo volto una certa espressione.
-Entriamo...forse è meglio.-
-Rufy se sei qui per i materiali per la casa io ieri non ho aperto, non ce li ho ancora.-
-No...non è per quello...-
-Ma che c'è?Ti fa ancora male?-
-No no.Piuttosto...-
-Allora che mi devi dire?-
-Eh...e come te lo dico...-
-Non lo so.Comunque direi che ho da fare.Mi pare di averti detto che sono impegnato.Oggi dovrebbe passare LEI.-
-Mh...-
Nel frattempo Franky sembrava riprendere tutte le attività lasciate in sospeso secondi prima.
-Credo sia meglio buttarla lì.-
-Come?-
-Robin è tornata.-
-...-
-Si trova a casa mia.-
-...-
-Bè questa è per te.-
E porgendogli una lettera che Franky non riuscì nemmeno a prendere Rufy poté notare la reazione.
La morsa era tornata.Anche il suo egoismo.


-Cosa?-
La voce era flebile, leggera e incredibilmente muta rispetto alla solita.
Rufy posò il foglio sul banco.Sperava non sarebbe stato costretto a farlo.
Neanche per lui le cose sembravano semplici da ieri che appena giunto a casa si ritrovò Robin lì.Ovviamente non aveva potuto rifiutarle alloggio e non aveva neppure ritenuto sconsiderato il comportamento della donna a differenza della moglie.Poi prepararsi per partire fino a Yase il giorno dopo e sopratutto questo.Parlare a Franky.
Rufy non avrebbe mai negato aiuto a nessuno, sopratutto a quella donna per la quale aveva dato tanto affetto e seppur ad un certo punto dei precedenti anni della sua assenza aveva creduto non fosse stato ricambiato, lui rimaneva sempre il solito ingenuo.Il samurai non le avrebbe mai negato il suo aiuto ma non negava nemmeno la complicatezza della sua operazione.
Un altro ostacolo sarebbe stato dire a Robin che Franky era innamorato di un'altra.
Non lo fece perchè poteva essere ingenuo quanto voleva ma Rufy capì che Robin lo amava ancora.
-Cosa...hai detto?-
Perchè alle volte il mondo era così infame?
I pensieri dell'uomo dalla chioma azzurra andarono subito a ciò, nonostante un atterrante caos alla quale erano soggetti.
-Bé...-
Era anche vero che Rufy aveva coraggio da vendere.Sarebbe servito?
D'altra parte qualcuno avrebbe potuto dire che non erano problemi del samurai.Ma non era vero.
Rufy soffriva per ogni cosa facesse soffrire chi voleva bene.
Ma cosa poteva fare se voleva bene anche a lei?
-Robin è tornata, Franky.-
Raro il tono calmo e serio nella voce di lui suscitò una sensazione calda nel ferramenta.
-Si trova a casa mia.Io...lo so che non è forse la cosa giusta....-
-....-
-Ma cos'è la cosa giusta?-
-No,Rufy.-
La voce iniziava a tornargli. Che significava?
Aveva desiderato per anni seppur negandoselo questo momento.
Significava che lo desiderava ancora?
Forse era ingiusto domandarselo.
-Credo sia la cosa giusta.-













































































_________________________
Forse alcune cose sono un pò confusionarie, come per esempio il tempo del racconto, mi scuso se è difficoltoso capirlo, errore mio.
Insomma spiegherò un pò le cose: Franky il giorno prima è andato a Kyoto con Bibi per poi ritornare la mattina seguente al suo villaggio. Passa ancora un altro giorno e aspetta che Bibi passi di lì, ma prima che accada Rufy va a trovarlo portandogli la notizia di Robin. Poi arriva Bibi sempre nello stesso giorno.

-sweetkonan-

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Capitolo 7
*** La lettera ... ***


sotto il nostro albero di ciliegio07
Sotto il nostro albero di ciliegio -








I clienti mancarono quella mattina. Era segno che stava per iniziare un movimento non indifferente, che stranamente le acque si erano fermate e considerate le situazioni attuali nella capitale questo si poteva spiegare solo se in realtà si stava preparando qualcosa di ancora più grave da compiere.
Ma Franky non ci fece caso.
Non indugiò che appena andatosene giustamente Rufy a prendersi il meritato riposo negatogli il giorno passato e ritrovandosi le carte fra le mani non poté non leggerne il contenuto.


"Caro Franky,
sono avvenute davvero tante fioriture.
E quante parole avrei voluto scriverti in questa lettera.
Ma per vari motivi non mi sembrava giusto.
Il nostro albero di ciliegio è fiorito in questi anni?
Ho tante cose da dirti
anche se probabilmente il tuo desiderio di ascoltarle non sarà molto.
Ma credo sia giusto nei confronti di tutti.
L'albero di ciliegio c'è ancora?
Almeno se n'è esiste solo il fusto morto
vorrei incontrarti lì.
Il giorno terzo della settimana che verrà mi troverò la sotto.
Per dirti tutto
quello che vorrai coerentemente sapere da me.
Robin"







-Signor Franky... io... forse dovrei andare..?-
-Forse....può rimanere...?Signorina Bibi, può rimanere per me ?-
Franky prese la mano di lei e d'impeto se la pose sul cuore.
-Rimani con me .-


 




Capitolo 5





Oramai Franky si era incamminato per quelle terre ancora piene della solita erba alta.
Insetti che si poggiavano sul suo kimono rimanevano per approfittarne del passaggio sul quel poco di tessuto dove avevano avuto la possibilità di salire.
Franky indossava il migliore dei suoi abiti: quest'ultimo era rivoltato sui fianchi per far in modo che le erbacce non lo rovinassero come in realtà stava accadendo alle gambe dell'uomo.
Era il tramonto che col suo rossiccio invadeva dappertutto.
Poteva infine vederlo. Un albero del tutto spoglio nonostante la stagione favorevole gli si poneva in lontananza.
Immane nelsuo portamento possente era impossibile non voltare lo sguardo verso di esso, ma stranamente il ferramenta ci era riuscito, per quasi cinque anni.
Di fianco al ciliegio era poggiata una sottile figura che alla vista dell'uomo si scostò dall'arbusto.
Così ritta in piedi sembrava ancora più magra di quello che lui si ricordava.
Per un momento si fermò.
Rimase in mezzo all'erba invasa di arancio per secondi e secondi.
La guardò sotto quei rami spogli invasi di un dolore che avevano avuto l'onore di osservare.
Lo avrebbero fatto sino alla fine.
Franky riprese il passo.


Robin poteva vederlo da lontano. Sapeva che lui a quella distanza non poteva fare altrettanto. Ora entrava nelle erbe che avevano lacerato così tante volte il suo vestito.
Ad un certo punto osservò la figura rallentare.
A quel moto rallentato la donna si sentì accaldare. Si poggiò all'albero temendo uno svenimento.
Lui stava venendo da lei. L'uomo che aveva invaso i suoi sogni per anni senza incessante riposo.
Per non avere un mancamento decise di voltare lo sguardo altrove, sperando la favorisse.
Lo pose su quell'albero alla quale era poggiata. Raso e privo di quei petali rosa che tanto aveva amato dopo che erano finiti sul volto del suo fidanzato, quando si distendevano a prendere lì il sole e il fresco insieme.
Era morto.
A Robin scese una lacrima .Ogni cosa che l'aveva rallegrata in un passato florido era morto,o stava morendo.
Si voltò di nuovo ritornando col tramonto alle spalle.
Era fermo anche lui.
Ora poteva guardarlo.
Era rimasto bello come se lo ricordava, col suo sguardo impenetrabilmente sensibile.
Tolse la schiena prima poggiata al fusto del ciliegio.
Le mani iniziarono a sudare.
Poggiò quella destra all'albero.
Poi lui riprese il passo e mentre si avvicinava lei ebbe la sensazione che anche lui finalmente riusciva a guardarla in volto.
Si sentì cedere appena si rese conto che l'uomo lo fece.
E risalendo la collinetta Robin poteva osservarlo in tutta la sua imponenza.
Non se lo ricordava così possente.
Non se lo ricordava così bello.
E poi ecco.
Era lì.



-....Robin ..-
-F...Franky ...-
-...-
-I... io....-
-Bé.... Ciao. Robin.-



































































__________________________________________
Era da una vita che non pubblicavo un nuovo capitolo di questa storia.
Spero vada tutto bene e che continui a piacere a coloro cui piaceva prima. Magari anche a qualcuno di nuovo.
Ho modificato Rubber in Rufy come molti prediligono.
Questa storia segna il mio passaggio ad un qualcosa di più maturo e spero venga recepito così:
come una storia d'amore che entra in conflitto con i tempi, la ragione e il buon senso.
Un pò per distaccarsi dal resto.
Grazie.
-sweetkonan-

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