Don't die before i do

di leschatnoir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** antefatto ***
Capitolo 2: *** ricominciare a vivere ***
Capitolo 3: *** ...mi fa visita ogni notte... ***
Capitolo 4: *** ...nei tuoi occhi... ***
Capitolo 5: *** Non morire prima di me ***
Capitolo 6: *** buchi neri e rivelazioni ***
Capitolo 7: *** balla coi lupi ***
Capitolo 8: *** luna degli spiriti ***



Capitolo 1
*** antefatto ***


Don’t die before i do

 

“non so come ti chiami,

Ma so che tu esisti

e so che prima o poi

qualcuno mi amerà.

io aspetto qui

Non morire prima di me”

 

Antefatto

Fuoco, spari, urla, morte.

Rumore di corse disperate e grida strazianti.

“Cosa avevamo fatto, spiriti, per meritarci tutto questo?”

L’anziano sciamano, dalla pelle scura come la Terra guardava impietrito l’orrore sfilare sotto i suoi occhi. Gli uomini pallidi, vestiti di blu spronavano i cavalli e sparavano lingue di fuoco dai loro bastoni tuonanti, incendiando con torce le capanne e la paglia dei giacigli.

Vedeva le donne della tribù prese per i capelli e strattonate sotto gli zoccoli dei cavalli, sentiva i pianti dei bambini senza più famiglia. se solo gli spiriti fossero giunti in loro aiuto.

il capo dei visi pallidi lo raggiunse. Il cavallo impennò e il cavaliere squadrò lo sciamano con austerità, un sorriso bieco distorceva il viso di una bellezza mai vista.

“allora, vecchio, sei pronto a morire?” disse sprezzante.

“perché ci fate questo, stranieri? Siamo forse noi venuti a disturbarvi e a uccidere la vostra gente?”

Il viso pallido rise.

“stolto vecchio. Io non sono qui per la stupida guerra degli umani. Lascio a voi le diatribe e le liti inutili. Io sono il corvo che viene a reclamare le carcasse, io sono il predatore che cerca il sangue. Poco mi importa del motivo per cui combatto. L’importante è il risultato. E oggi ho raggiunto un grande risultato. Grazie alle vostre misere esistenze io e il mio clan ci sazieremo a lungo.”

Si voltò indietro, come per essere sicuro che nessuno lo notasse e in un lampo fu

A terra, la mano artigliata nei capelli del vecchio a tirare indietro la testa, per mostrare il collo pulsante di paura.

“ha un gusto così sopraffino il sangue di un santo” sussurrò il cacciatore sorridente.

“spiriti! Sei un freddo” esalò lo sciamano

“addio, vecchio”.

L’uomo sentì i denti del vampiro affondare nella sua carne. Aprì la bocca con sgomento, ma nessun suono ne uscì.

Con l’ultimo barlume di coscienza che gli rimase, gli parve di vedere il cielo rischiarare sul suo viso morente. E il calore farsi largo nel suo petto.

Il predatore lasciò il vecchio cadere a terra e si erse a guardarlo. Lo sciamano, ormai esangue parlò per l’ultima volta al suo predatore, lo sguardo perso nel nulla come se vedesse qualcosa oltre la coltre di polvere della battaglia, oltre le nuvole del cielo.

“questo massacro non rimarrà impunito. Verrà un umano, benedetto dagli spiriti, in grado di governare le forme e gli elementi. Egli verrà con il lupo e spazzerà via i tuoi sovrani e la tua stirpe sanguinaria. “

Un barlume rosso sfavillò negli occhi del vampiro. Con un moto di rabbia il freddo staccò la testa allo sciamano con la spada e rimontò sul cavallo.

Ma nulla poteva cancellare l’orrendo monito del vecchio dalla sua mente.

 

*poco tempo dopo, in Italia*


-e così… siamo stati…maledetti?-

disse il vampiro togliendo le mani dal viso del messaggero, inginocchiato davanti a lui. Visto da estranei, quel gesto sarebbe parso come una carezza, ma i presenti sapevano che il contatto era essenziale per Aro, per leggere la mente dell’altro.

-mio signore- balbettò il messaggero –quel vecchio ha davvero turbato il mio animo con le sue parole. Se ciò fosse vero? Dovremmo prendere provvedimenti?-

-decidiamo noi se prendere o meno provvedimenti, servo- disse Aro sorridendo.

-c’è ben poco da preoccuparsi in merito ai deliri di un vecchio morente-

-tuttavia…- proferì Marcus seduto sul suo scranno color porpora –sappiamo che spesso in punto di morte gli umani possono essere profetici.-

-io dico di tenere gli occhi aperti, Aro.- aggiunse Caius con la sua voce carezzevole.

-Concordo, fratelli. Terremo gli occhi aperti. Se questo “eletto” si presenterà un giorno, sarà morto ancora prima di rendersene conto- Sentenziò Aro.

-Ci sei stato di grande aiuto, Jackson.- disse Aro rivolto al messaggero. –anche se, sono rammaricato nel constatare che tu hai tanto stupidamente morso un umano davanti a suoi simili. E questo, sai bene, è contro la legge…-

Gli occhi del messaggero si spalancarono dal terrore: -mio signore! Io sono stato accorto! Non mi ha visto nessuno, lo giuro!-

-stupido servo.- sorrise Aro –come puoi essere sicuro che nessuno ti abbia visto? Sarebbe un vero peccato che un simile evento si ripetesse di nuovo. Non possiamo davvero lasciarti andare, dico bene?-

Mentre Aro parlava, due guardie si erano poste ai lati del messaggero e con un gesto fulmineo l’immobilizzarono.

Aro prese nuovamente tra le mani il viso del servo, che balbettava fiocamente pietà. Gli sorrise un’ultima volta prima di spiccargli la testa dal corpo.

-addio, Jackson- disse poi, guardando i suoi fratelli –Questi nuovi Americani. Davvero impulsivi, a volte.-

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve a tutti! Spero che questo antefatto vi sia piaciuto, sto scrivendo la storia man mano, quindi portate pazienza se non sarò proprio assidua negli aggiornamenti (cercherò di postare una volta ogni 3 giorni, massimo una volta alla settimana).

Ho ritenuto opportuno scrivere questo antefatto fittizio per questioni di trama (che poi capirete) chiedo scusa a chi si aspettava di trovarsi “in medias res”, aspettate il prossimo capitolo !

I commenti sono graditissimi, ovviamente, sono una spinta in più per continuare la storia!

 

Grazie in anticipo!

LesChatNoir =^_^= (miao!)

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Capitolo 2
*** ricominciare a vivere ***




Note dell’autrice 1:

Ci tengo, giacchè  mi accingo a cominciare questa storia sul serio, a precisare alcuni concetti riguardo al titolo e alla trama in generale.

Il titolo “don’t die before i do”, che significa “non morire prima di me” è la traduzione in inglese di una canzone dei Rammstein “stirb nicht vor mir” (ascoltatela vi godrete di più la fic!) . Ascoltando questa canzone ho pensato a Jacob e ho fatto sue le parole “non so come ti chiami, ma so che tu esisti. E so che prima o poi qualcuno mi amerà”. la speranza di Jacob di avere l’imprinting per poter finalmente essere felice.

Ma non essendo assolutamente d’accordo con la scelta della Meyer di far avere a jake l’imprinting con la figlia di Bella (cioè, ne vogliamo parlare? Di colpo lui si innamora della figlia della ragazza che ha amato di più nella sua vita e lei, che era stata tanto indecisa di punto in bianco accetta la situazione e tornano amiconi? Ci mancava che Edward fosse comparso con tarallucci e vino in mano…per favore) ho deciso di cancellare quell’increscioso episodio.

La storia quindi parte da qui. Bella ed Edward sono sposati, lei ha avuto Renesmee ed è stata tramutata in vampira. Jacob è riuscito a convincere Sam che i Cullen lo avevano fatto per lei e il patto è rimasto integro. C’è stato lo scontro coi volturi esattamente come narrato nel libro e alla fine tutto pare risolto. La mia storia inizia qualche mese dopo la fine di Breaking Dawn: i Cullen (insieme ovviamente a Bella) se ne sono andati da Forks per non destare sospetti sulla crescita lampo di Renesmee e Bella è uscita dolorosamente dalla vita di Jacob. Lui sa di amarla ancora, o per lo meno ama il ricordo di ciò che lei era. E crede che non potrà mai amare nessun’altra in quel modo. L’unica speranza è l’imprinting, ma dopo tutto quel tempo gli sembra una speranza molto remota.

Beh ecco tutto, ritenevo necessario questo preambolo prima di cominciare col primo capitolo vero e proprio. Tenetevi forte, spero vi piacerà.

 

 

Le Chat Noir =^_^= (miao!)

 

Capitolo primo

Ricominciare a vivere

Le zampe pestavano velocemente il sottobosco, in una corsa sfrenata.

il rumore attutito della corsa echeggiava tutt’intorno, assieme al respiro ritmico ed accelerato, che creava piccole volute di vapore alla bocca irta di denti della fiera.

Jacob correva, ed era l’unico modo per non pensare al dolore pulsante che provava all’altezza del petto.

Una volta era stata Bella a soffrire per amore e lui l’aveva consolata, protetta, accudita.

Chi avrebbe accudito lui? Chi avrebbe rischiarato le sue nubi?

Basta jake, sei monotono! Gli riecheggiò nella testa la voce di Leah

Pensavo che tu più di tutti mi avresti capito, Leah. Pensò lui sprezzante

Io non sto qui a piangermi addosso tutto il giorno, se non l’hai notato. E se proprio vuoi mortificarti, almeno fallo quando non sono obbligata a sentirti.

Jacob emise un ringhio rabbioso e con un balzo tornò in forma umana.

Restò lì, nudo e tremante, il braccio muscoloso appoggiato ad un tronco d’albero. Gli occhi gli pizzicavano terribilmente, segno che le lacrime premevano per uscire.

Non avrebbe pianto. Non più. Che cosa insensata piangere.

Ripensò a tutto quello che era accaduto negli ultimi tempi. Era andato contro Sam, contro il suo branco, per salvare Bella e i suoi odiosi Cullen. Alla fine si era rivelata la scelta giusta. E Sam si era riconciliato con lui.

Qualcosa però era cambiato tra loro. Ora non c’era più solo un branco. Ora erano due branchi e lui era diventato un alfa. E non sarebbe più potuto tornare indietro da quello stato.

Tuttavia le cose erano migliorate, i due branchi si coordinavano bene insieme. Per il bene della riserva.

Il suo ruolo di Alfa l’aveva aiutato a pensare meno alla sua condizione, ma non poteva scappare sempre dalla verità. Non era più lo stesso Jacob Black.

E chiunque lo avesse visto in forma umana lo avrebbe notato.

Si passò una mano ancora tremante tra i capelli neri. Erano cresciuti di nuovo e gli scendevano lisci sulle spalle. Gli occhi scuri erano due abissi senza fondo, circondati da un’accenno di occhiaie violacee, segno che non chiudeva occhio da molte notti.

Come poteva dormire, se ogni volta che chiudeva gli occhi, vedeva LEI?

Riprese a correre, con rabbia, sempre più veloce, finchè con un salto non tornò ad assumere le sembianze di un lupo rossiccio. E corse ancora, per non pensare più.

 

*

Il furgoncino rombava rumorosamente mentre percorreva la strada che attraversava dritta i boschi nei pressi di Forks.

Seduta sul sedile posteriore, una ragazza di circa diciassette anni dai ricci capelli rossi teneva la fronte poggiata contro il finestrino e osservava le goccioline di pioggia rincorrersi veloci sul vetro.

Il padre, alla guida, diede un’occhiata al riflesso della ragazza sullo specchietto retrovisore.

-Luna tesoro? Cos’è quell’aria assorta?- chiese alla figlia.

La ragazza sollevò la testa, per guardare il padre –nulla, papà stavo solo pensando- rispose.

Il padre sorrise teneramente guardando il volto della figlia, soffermandosi sul particolare che adorava di più di tutti: lo sguardo. Sua figlia per uno strano scherzo della genetica era nata con gli occhi di due colori diversi. Il destro era marrone come quelli del padre, il sinistro azzurro come gli occhi di sua madre.

Si soffermò a pensare che quell’occhio era la sola cosa che sua figlia aveva ereditato da lui.

Tutto il resto…i capelli rossi e mossi, il viso ovale, il fisico asciutto ma armonioso, l’aveva preso da Claire.

Luna osservò di sbieco il padre che la guardava con occhi lucidi.

-smettila di pensare alla mamma, papà. Non ti fa bene.-

Alla ragazza era bastato uno sguardo per comprendere i pensieri del genitore. Troppe volte era successo che guardandola lui vedesse in lei la sua sposa, morta da tempo.

Dal canto suo, Luna, a malapena ricordava sua madre. Aveva solo due anni quando morì.

-non è colpa mia se le assomigli così tanto- rispose il padre sorridendo.

-di sicuro non ho preso da te, papà.- lo prese in giro lei.

Il padre fece una smorfia alla figlia dal sedile del guidatore. Era vero, di certo Luna non aveva preso da lui. A volte la gente faticava a credere che ci potesse essere un qualsiasi tipo di parentela tra loro. Lui aveva i tratti della sua tribù, i Quilleute:  spessi capelli neri, lisci come seta e la pelle scura.

Di Luna mai si sarebbe indovinata l’ origine Pellerossa.

-però hai preso da me il carattere, ed è già qualcosa, no?- aggiunse il padre.

Era vero. Stessa impulsività, stessa solarità. La stessa luce viva negli occhi, la voglia di avventura.

Era stata la voglia di avventura del padre a portarlo a lasciare la riserva. Lui, discendente di una delle famiglie più antiche della tribù, Gli Ateara, aveva lasciato tutto per girare l’America. Aveva conosciuto Claire, inglese e sua futura sposa e non era più tornato. Fino a quel momento. Il richiamo alle radici è forte per i Quilleute, prima o poi tutti ritornano. E questa volta, l’ormai adulto Lucas Ateara si era portato appresso la figlia. Era giunto il momento che anche lei conoscesse le sue origini.

-quanto manca a La Push, papà?- gli chiese la ragazza.

-tra poco dovremmo essere arrivati- le rispose il padre.

-non vedo l’ora- disse lei, assorta.

Quanto aveva sognato quel giorno? Ricordava bene i racconti che suo padre le narrava prima di addormentarsi. Racconti sul suo popolo ricordi di favole che si ascoltavano intorno al fuoco.

Aveva chiesto mille volte al padre di portarla a La Push, ma lui aveva sempre rifiutato.

“quando sarà il momento” diceva sempre “ci andremo insieme”.

E alla fine il momento era giunto.

-sei nervoso?- chiese Luna

-un po’. Chissà se mi riconosceranno-

-andrà tutto bene, papà.-

Questo erano Luna e suo padre. Complici, amici, alleati. Si sostenevano l’un l’altro. Sempre. Era così da quando Claire era morta. E sarebbe stato così per sempre.

Il furgoncino svoltò sferragliando ed entrarono nella riserva.

*

-ancora non ci credo. È rimasto tutto come una volta!- esclamò il padre scendendo dal furgone.

La casa di quando era ragazzo era ancora lì ad aspettarlo. Proprio come gli aveva assicurato suo zio quando era partito. Lucas aveva quasi le lacrime agli occhi dalla commozione. La figlia saltò giù dal sedile e raggiunse il padre abbracciandolo con un braccio.

-è bellissima. Un po’ rustica però. E bisognerà potare gli alberi…e mettere a posto qualche asse…e ridipingere… e riparare il tetto…-

-ehiehiehi! Non rovinare l’atmosfera! Su, mettiamoci subito al lavoro!-

Stavano lì da dieci minuti, osservando stanza per stanza, tentando di fare una stima dei danni e delle riparazioni da fare. Tutto sommato la casa non era messa male. Era ancora ammobiliata e dal tetto non filtrava acqua, segno che aveva retto bene per tutti quegli anni.

Gas e acqua non erano stati ancora riallacciati, ci avrebbe pensato Lucas quella mattina ad andare a Forks per chiedere che venissero rimessi in funzione, ma tutto sommato potevano tranquillamente cominciare a sistemarsi. Era fine agosto, di certo non avrebbero patito freddo.

Lucas uscì sulla veranda e fu allora che notò un furgone parcheggiato appena dietro al suo.

Con un rumoroso sferragliare vide un uomo prendere e posare a terra una sedia a rotelle e calarsi dall’abitacolo con semplicità, atterrandoci sopra.

L’uomo in sedia a rotelle si avvicinò lentamente guardandolo con attenzione negli occhi.

-i capelli corti non ti donano affatto, Luc- lo apostrofò.

-Billy?- disse Lucas sconcertato. Guardò in faccia l’uomo sulla carrozzina. Si doveva per forza essere lui. Billy Black, il suo migliore amico di sempre.

Billy sorrise mostrando una fila di denti bianchi. Si spinse la sedia a rotelle più vicino alla veranda.

-devi riparare questo vialetto, Luc, noi “disabili” facciamo fatica a circolare, sai?-

Lucas era sconvolto.

-che ti è successo Billy?- disse addolorato.

Billy sorrise malinconico.

-una storia lunga e triste. Te la racconterò in un momento migliore. Ora fatti abbracciare amico.-

Luc corse incontro a Billy e lo abbracciò con impeto.

-mi sei mancato, fratello- disse Billy.

Lucas non rispose, perché sapeva che se lo avesse fatto non sarebbe riuscito a trattenere la commozione.

In quell’istante Luna apparve sulla veranda e osservò curiosa suo padre e lo straniero.

Billy scorse la nuova arrivata da sopra la spalla dell’amico.

-tu devi essere Luna? Di sicuro assomigli a tua madre.- disse sorridente.

Luna si avvicinò lentamente, sempre guardando il padre con aria interrogativa.

Lucas si sciolse dall’abbraccio e disse, sorridendo alla figlia: -Luna questo è Billy Black-

-quel Billy Black?- rispose lei stupita. Il padre le aveva raccontato storie pazzesche delle loro imprese giovanili.

-scommetto che mi immaginavi più alto-

Luna rise. Gli piaceva quel Billy Black.

-felice di conoscerti Billy- gli rispose.

-verrai a scuola nella riserva? Conoscerai i nostri ragazzi allora!- continuò lui.

-Giusto, Billy, tuo figlio ha l’età di Luna vero?- commentò Lucas.

-si, certo. Al momento sta attraversando un periodo un po’ turbolento. Sai, l’adolescenza.- disse l’uomo con fare allusivo.

-sono quasi certo di ricordarmi come eravamo noi due da adolescenti - rise Lucas.

Billy rimase per un po’ di tempo in veranda a parlare con Lucas e Luna. Giunto l’imbrunire Lucas costrinse l’amico a rimanere a cena, ordinò delle pizze da portare direttamente a casa, siccome non avevano ancora un forno funzionante.

Mangiarono e Luna ascoltò volentieri numerosi racconti sulle imprese passate dei due uomini.

Quando fu ormai notte, Billy tornò al furgone e salutò l’amico per l’ultima volta.

-spero di vedervi presto entrambi dalle mie parti. Immagino ti ricordi ancora dove si trova la casa dei Black, vero Luc?-

-certamente Billy. Il tempo di rimettere in sesto questa baracca e non ti libererai più di me.-

-me lo auguro! Buonanotte Luna!- e ciò detto, accese il motore e si allontanò.

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE

Mea culpa! Ho scritto un papiro! Preparatevi a dei capitoli lunghi, sono una grafomane!

Beh, dunque, spero vi sia piaciuto questo primo capitolo, come avete visto ho presentato la nuova protagonista, Luna. Spero vi piaccia.

Ah e non venite a dirmi che è inverosimile che una persona abbia gli occhi di due colori diversi, perché ho un’amica che li ha esattamente come li ho descritti! Quindi, zitti! ^_^

Ad ogni modo ogni cosa verrà spiegata, non metto nulla a caso, io! Quindi attendete il seguito.

Mi ero detta: posto questo capitolo domani, non voglio scrivere tutto  subito, però dopo mezz’ora che avevo postato l’antefatto, già avevate cominciato a commentare e i commenti sono così belli che non ho potuto non premiarvi tutti! *_*

 

Sono contenta che vi sia piaciuto l’antefatto, anche se molti hanno sofferto per la morte del vecchio sciamano (eh lo so, ma pensate a quanti poveri indiani sono morti REALMENTE in quel modo…ok, magari non azzannati da un vampiro…XD)

e sono felice di sapere che in tanti odiano come me l’escamotage dell’imprinting di jacob con renesmee. Mamma mia. Avrei scagliato il pc fuori dalla finestra quando ho letto questa cosa! (si perché ho letto tutto in ebook, in treno, mentre andavo all’università)

 

comunque:

Grazie grazie grazie!

Passo a rispondere ad ognuno di voi:

Caty_mony: anche io sto seguendo la tua storia! Mi fa piacere che ti piaccia come scrivo!

Vannagio/jackie95: si la scena di Aro l’ho presa dal film. Mi sembra scontato dire che non solo adoro quel personaggio, ma adoro come lo rende l’attore (vi siete accorte che è lo stesso che interpreta Lucien in Underworld? Se non lo avete visto…GUARDATELO! Interpreta un licantropo lì, ironia della sorte!) per me la sua interpretazione è la più bella in assoluto del film (seguita da quella di Jake).

Mihachan: graaaaasssssieee! Mi fa piacere avere qualcuno che condivide i miei pensieri! E anche a me piacciono moltissimo i volturi. Ti anticipo che ci saranno eccome in questa storia…basta solo aspettare (a dire il vero non ho ancora la più pallida idea di come continuare! O.O spero mi verrà un’illuminazione…ho il dubbio però che sarà una storia luuuuuuuunga!)

Xxsakura94xx: mi fa piacere che ti piaccia come scrivo. Non sono una niubba di questo sito, scrivevo fics su harry potter alle superiori…quindi diciamo che sono un po’ navigata…^_^ spero che ti piaccia il mio Jacob. Sto cercando di renderlo il più simile possibile a quello della meyer, perché andava già BENISSIMO così com’era, senza bisogno di metterci del mio! E spero ti piacerà anche Luna.

 

…bene direi che ho risposto a tutto! Mi raccomando continuate a seguire e lasciate commenti, altrimenti penserò che non vi piace come scrivo e mi passerà la voglia ^_^

Baci!

 

Les Chat Noir =^_^= (miao!)

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Capitolo 3
*** ...mi fa visita ogni notte... ***


Capitolo secondo

…mi fa visita ogni notte…

la notte era chiara e stellata.

La luna illuminava di una pallida luce la radura del bosco.

La ragazza dai capelli rossi camminava lentamente nel buio ascoltando il rumore della natura.

Era notte, era buio. E lei era sola, nel bosco.

Cosa ci faceva là? E soprattutto, perché non aveva il minimo timore?

Camminava perplessa illuminata dalla luna. Sapeva di essere lì per una ragione. Solo, non sapeva ancora quale fosse.

Poi tutt’ad un tratto, ogni rumore si spense. Il vento smise di soffiare, le foglie di agitarsi sui rami, la civetta smise di gridare.

Guardò dritto davanti a lei. E fu allora che lo vide.

Un grande lupo, delle dimensioni di un orso, più che di un cane, la osservava da lontano.

Il lupo cominciò ad avvicinarsi. Lei rimase immobile, ma affatto impaurita. Perché non scappava?

“scappa” si diceva “è un lupo, è un animale feroce. Devi andartene”.

Ma lei restava. E il grande animale si avvicinava.

Giunse ad un passo da lei. Si fermò e attese, guardandola diritto negli occhi.

Allora Luna mosse il braccio destro, lentamente, lo diresse verso il lupo.

L’animale con un rapido movimento del capo si portò vicino alla mano di lei e si fece accarezzare.

Luna sorrise. Il lupo aveva un pelo bellissimo, morbido, marrone rossastro.

“sei bellissimo” disse.

Il lupo la guardò, si scostò dalle carezze e portò il muso in alto in direzione della luna.

E dalla sua gola si sprigionò un lungo, profondo ululato.

 

-DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII….click-

Con un colpo secco della mano Luna spense la sveglia sul comodino. Subito si tirò su a sedere in un groviglio di capelli rossi.

Si grattò la testa, pigramente, e scese dal letto inforcando le pantofole.

Appena aprì la porta della sua stanza le venne incontro un odore delizioso di brioches appena sfornate.

“quel nuovo forno funziona a meraviglia” pensò entusiasta.

Si diresse verso il bagno, si spazzolò i capelli come potè e li raccolse in una treccia disordinata sulla nuca. Si lavò il viso e andò in cucina, vestita solo di un’ampia t-shirt rossa dei “Kansas City Chiefs”.

-buon giorno Luna!- la accolse Lucas quando lei apparve sulla soglia.

- ‘giorno papà- rispose lei sedendosi, o per meglio dire, sbattendosi sulla prima sedia che trovò a tiro.

-beh? È questo il tuo entusiasmo da primo giorno di scuola?- disse il padre porgendole una tazza , già colma di latte caldo.

-sono entusiasta come una diciassettenne al suo primo giorno in una scuola sconosciuta- rispose lei amaramente.

-ah è così? Ma non sarà del tutto sconosciuta, dopotutto tuo cugino sarà in classe con te!- rispose Luc.

-ah, già…ho un cugino ora!- confermò Luna. Quil Ateara. Cugino di secondo grado. Nipote dello zio di Lucas. L’aveva visto per la prima volta soltanto qualche giorno prima. Sembrava simpatico. Sulle prime aveva stentato a credere si trattasse di un suo coetaneo. Alto almeno un metro e ottanta, aveva la stazza di un giocatore di football. Era stato molto cordiale e amichevole con lei, le aveva fatto una bella impressione. Si augurò che anche gli altri suoi compagni di classe fossero gentili come Quil.

Finì la colazione in fretta, addentando a grandi morsi una bioches calda, poi corse in camera a rivestirsi.

Scese qualche minuto dopo, indossando una t-shirt slavata nera e un paio di shorts di jeans. Ai piedi un paio di stivali da motociclista dall’aria decisamente vissuta.

-ehi, piccola, non andare ancora, ho un regalo per te- Lucas la fermò sulla porta d’ingresso.

-ah si? Cosa?- chiese Luna curiosa.

Il padre frugò nelle tasche della camicia di flanella e ne estrasse un ciondolo di legno intagliato. Pareva piuttosto datato.

Era fatto da palline di legno una volta dai colori sgargianti, ora quasi del tutto sbiadite. Al centro, pendevano  3 figure: un sole, un lupo e una falce di luna.

-beeeeello! Grazie Papà , dove l’hai preso?-

-lo conservavo per il mio ritorno a La Push. Lo aveva fatto mio zio per me, quando ero un ragazzino. È un porta fortuna.-

-grazie papà- Luna stampò un sonoro bacio sulla guancia del padre e raccolto lo zaino uscì di volata dalla porta.

-prendo il furgoneeeeee….- urlò dal giardino. Il padre dalla cucina rise.

*

Il furgoncino anni ’60 della Wolksvagen, color verde “vogliadivernice” si fermò nel parcheggio sterrato davanti alla scuola. Decisamente la scuola superiore di La Push non era esattamente come una normale scuola di città.

Era immersa nel verde, costruita interamente in legno. Tutto intorno profumava di pino e sottobosco, era qualcosa di mai visto prima.

Luna varcò il cancello intimidita e si diresse verso l’androne principale.

Appena mise piede sulla soglia ebbe la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua.

Luna con i suoi capelli ramati, le efelidi sul naso e la pelle bianca come il latte poteva essere benissimo definita un “viso pallido”. Al suo confronto, i giovani Quilleute sembravano color della terra bruciata. Il suo candore cozzava con la seta nera dei loro capelli e con i loro occhi scuri.

Si ritrovò stupidamente a pensare che forse quell’estate avrebbe fatto meglio a prendere un po’ più di sole, invece di starsene in casa a leggere.

Passò un secondo? Forse addirittura meno, e tutti gli occhi dei giovani Quilleute si posarono sulla nuova arrivata.

Gli stranieri erano rari a La Push e ancor prima che lei comparisse a scuola, già tutti parlavano del “Ateara “ e di “sua figlia mezzosangue” con estrema curiosità e interesse.

Luna si guardò attorno nervosa. Odiava essere al centro dell’attenzione e in quel momento sentiva distintamente il sangue arrivarle alle gote per la vergogna.

Stava lì, impietrita sull’ingresso, quando finalmente una voce familiare la salvò dal suo terrore.

-Luna! Eccoti qui! Cosa fai lì impalata? Andiamo in classe!- Quil con il suo metro e ottanta e i muscoli evidenti sotto la t-shirt la prese praticamente di peso e la trascinò verso una classe ancora semivuota. Scoccò uno sguardo ai presenti che sembrava dire “fatevi gli affari vostri” e ciò fu esattamente l’effetto sortito. Pian piano i ragazzi si dispersero nelle proprie classi e tutto tornò alla normalità.

-su, vai a sederti là, vicino a Jacob c’è un posto vuoto- Disse Quil alla cugina una volta entrati in classe.

-chi è Jacob?- chiese lei guardandosi intorno.

Quil le indicò il banco accanto alla finestra. –Jacob Black, il figlio di Billy.-

Jacob stava seduto sulla sedia, le gambe lunghe che spuntavano da sotto il banco. Con una mano giocava con una matita distrattamente  e con l’altra si torturava una ciocca di capelli neri e lucidi. Luna parve leggermente intimidita da quella figura così imponente per essere un diciassettenne.

-ma qui a La Push siete tutti così alti?- chiese a Quil sconcertata.

-ahah. No non tutti, solo i migliori della specie- rispose il cugino ridendo.

Luna si avvicinò lentamente al banco di Jacob e prese posto.

-spero non ti dispiaccia se mi siedo- gli chiese.

Jacob Black sembrò emergere dagli anfratti dei suoi pensieri e si voltò verso la sua interlocutrice. Luna vide i suoi occhi neri, profondi come abissi, guardarla di rimando.

Rimase stupita dal notare quanta tristezza si celava in quello sguardo.

-no, tranquilla, fai pure- rispose il ragazzo con una voce calda e leggermente roca. Sorrise mostrando una fila di denti bianchi e perfetti, un sorriso che non raggiunse gli occhi, ancora velati da un alone di tristezza.

-benvenuta a La Push. Sei la figlia di Luc, vero? Billy mi ha parlato di voi-

-si, esatto, mi chiamo Luna-

-bel nome. Insolito. Io sono Jacob-

Le porse la mano, e lei la strinse. Che calore emanava quel contatto. Ne rimase turbata.

Lui si voltò nuovamente a guardare fuori dalla finestra. Luna sospirò. Cosa era mai potuto accadere a quel ragazzo, per renderlo così infelice. Prese nota mentalmente di chiedere a suo cugino qualche informazione in più su di  lui.

Le lezioni si susseguirono in tranquillità, Luna teneva un occhio puntato su Jacob e uno sulla lavagna, dove i professori scrivevano schemi della lezione. Stranamente non riusciva a togliere gli occhi di dosso al giovane figlio di Billy.

Perché era così triste? Chi l’aveva reso così? Cosa gli era successo? Tutte domande senza risposta che stuzzicavano anche troppo la sua curiosità.

Alla terza ora di elucubrazioni, decise che era giunto il momento di pensare ad altro, che tormentarsi non avrebbe portato una risposta.

Quindi si mise a trafficare con le matite colorate, su un foglio strappato dal quaderno.

Disegnava assorta, nemmeno sapeva perché, ma l’aiutava a svuotare la mente.

Ad un tratto, però, ebbe la sensazione che due occhi neri di fianco a lei la stessero osservando.

-bel disegno. È un lupo, vero?- disse Jacob alla mia sinistra.

Luna guardò il ragazzo e poi posò nuovamente gli occhi sul disegno, vedendolo davvero per la prima volta.

Cosa le era saltato in testa? Nemmeno si era accorta di stare disegnando il lupo del suo sogno.

Accanto a lei una fila di pastelli dai colori caldi del marrone e del rosso stavano sparpagliati in attesa di essere riutilizzati.

Il suo lupo la osservava dal foglio di carta, il suo folto pelo tinto di mille sfumature.

-è un po’ grosso come lupo, però. Sembra più un orso, a dire il vero- rise Jacob, continuando a guardare il foglio di carta.

-ehi, che vuoi? Io l’ho sognato così stanotte!- rispose Luna imbronciandosi.

Sapeva di disegnare bene e odiava le critiche.

-ehi scusa!- esclamò Jake sorridendo divertito. –certo che sei permalosa!-

Luna lo guardò. Sembrava che quell’episodio avesse dato un po’ di calore ai suoi occhi tristi. Se ne rallegrò molto, conscia che era per merito suo che un po’ di tristezza era svanita, anche se solo momentaneamente. Si promise di continuare a lottare per cacciare via tutto quel dolore da quello sguardo così bello. Vederlo sorridere davvero, ne valeva la pena.

*

 

Finite le lezioni i ragazzi si apprestarono ad uscire lentamente. Quil si affiancò subito a Jacob, dandogli una sonora pacca sulla spalla.

-ehi fratello, si va alla spiaggia oggi pomeriggio? Ho voglia di fare qualche tuffo-

-ma non fa un po’ troppo freddo per fare il bagno?- chiese Luna stupita,al fianco del cugino.

-ehi, ma noi siamo uomini veri, Luna, che ti credi?- scherzò Quil ridendo.

-se andate alla spiaggia posso venire?- chiese la ragazza.

-ma certo!- rispose Quil.

-ma non ci andremo alla spiaggia, Quil.- ribattè Jacob serio.

-ah no?- disse Qui deluso.

-no. Abbiamo altro da fare, ricordi?-

-ma…- cominciò il ragazzo, supplichevole. ma si fermò all’istante, notando lo sguardo di Jacob.

-oh, d’accordo. Prima il dovere!- disse ridendo. Luna lo osservò a lungo.

Stava simulando.

Luna non conosceva Quil da molto tempo…solo  un paio di giorni, in effetti, però si accorgeva subito quando una persona fingeva indifferenza. E lui stava decisamente simulando.

-beh, ragazzi, io vado.- concluse lei, velocemente, una volta raggiunto il cortile della scuola.

-ah, Luna!- la fermò Jacob, chiamandola. –stasera siete da Billy a cena, ricordalo a tuo padre-

-tu non ci sarai?- domandò lei.

-forse arriverò un po’ più tardi- rispose lui sorridendole gentile. Ancora  il suo sorriso si fermò prima di raggiungere gli occhi neri.

-va bene. Riferirò.- concluse Luna. E si issò dentro il furgone.

 

 

Note dell’autrice:

eeeeh lo so che vi sto tenendo sulle spine! Vorreste subito vedere i due fare scintille, eh? E INVECE NO! Sono sadica e quindi vi lascio un po’ a “cuocere”.

Ve l’ho detto, non sono dotata del dono della sintesi, e quindi se ho in mente una storia mi piace riempirla di particolari. Questo capitolo (e forse il prossimo) saranno capitoli di transizione, ma credo siano essenziali per capire la storia.

Oggi avete letto un po’ di più del carattere di Luna, avete notato, immagino, che non è affatto un tipetto remissivo come Bella. È riflessiva quanto basta, ma anche sognatrice, solare e…beh sembra ovvio che cominci già ad avere un accenno di attrazione per il nostro lupacchiotto Jake! *_*

Comunque tutto questo è soltanto l’inizio…ancora molte cose devono accadere.

E saranno tutte spettacolari. Come vi ho anticipato, voglio che la compagna di Jacob sia speciale quanto e forse più di lui…perciò aspettatevi sorprese!

Ma basta! Altrimenti va a finire che vi racconto anche il finale! XD

Passiamo ai ringraziamenti:

 

ely87: grazie cara! Mi fa piacere che la storia ti stia piacendo, spero continuerai a seguirla! Come vedi, per ora aggiorno davvero spesso, finchè le idee durano, ne approfitto! Questo capitolo l’ho scritto in treno mentre tornavo dall’università, un po’ ieri sera prima di dormire e un po’ stamattina, per concludere! Pronta a premiare voi lettori che siete così gentili da commentare!

 

Kithiara: non sei la prima che mi fa i complimenti per il modo di scrivere e davvero non sai quanto mi faccia piacere ogni volta! Purtroppo tra le mie tante (tante???) doti (doti???)  non c’è l’autostima e quindi tendo un po’ troppo a svalutarmi! Meno male che ci siete voi a pompare il mio ego! Grazieeee!

 

Caty _mony:  sei la lettrice più scoppiettante che io abbia mai avuto! Grazie per i tuoi complimenti! Li apprezzo moltissimo!e mi fa ancora più piacere sapere che alla fine non siamo così in pochi a pensarla così. Basta Bella x Edward! Ormai fan cagliare il latte quei due! Mi viene un attacco di glicemia soltanto a leggerne i nomi! O.O

 

Miha chan: come vedi i tuoi desideri sono stati esauditi (mi chiedevi se l’avrei postato il giorno dopo…ebbene si! XD) mi fa piacere ti stia appassionando alla storia, e si, di Luna si sa ancora poco, ma è giusto andare per gradi. Già in questo capitolo avete avuto qualche info in più! Grazie ancora, continua a commentare!

 

Xxsakura94xx: beh, per rispondere alla tua domanda…ho calcolato circa 6-7 mesi dal finale di Breaking Dawn…giusto il tempo di far crescere Renesmee a tal punto da portare i Cullen a lasciare Forks. I cullen sono partiti da circa un mesetto e quindi Jake è ancora disperato per la partenza di Bella, ovviamente.

Come hai potuto notare, Jake e Luna si sono incontrati. Non a casa di Billy, ma a scuola. Spero ti sia piaciuto l’incontro, e non aspettatevi un imprinting così presto, sarebbe tutto troppo troppo facile…ma vedrete, vedrete! ^_^

 

Vannagio: mi fa molto piacere che tu continui a seguire la mia storia, i tuo commenti sono davvero belli da leggere! Sinceramente non mi importa di quale oscuro motivo abbia portato la meyer a inventarsi lo stratagemma assurdo di nessie (e non mi soffermo sul fatto che un corpo MORTO sia totalmente incapace di produrre l’ “ingrediente necessario” per mettere incinta una donna…ma vabbè) per me è stata davvero una caduta di stile. Ma ormai è acqua passata e se ciò mi ha portato a scrivere questa storia, allora qualcosa di buono spero ne verrà fuori! Mi raccomando continua a seguire! Mi fai molto piacere!

 

Ecco, siete davvero in tanti ad avere commentato, spero che il prossimo capitolo sarete di più! Commentate e io sarò ancora più propensa ad aggiornare in fretta (al contrario di quella fannullona di xxsakura94xx che non posta dal 22/11…grrr…io sto aspettando di vedere come prosegue la storia!!!!!

Baci a tutti, godetevi questo capitolo e COMMENTATE!

Si, dico a voi, misteriosi lettori, lasciate la vostra scia, non fate i furbi!

 

MIAO!

Les Chat Noir =^_^=

 

Ps. Dimenticavo di dirvi! Ma vi rendete conto che mi faccio condizionare dal mio stesso racconto? Stamattina mentre dormivo beatamente ho sognato un lupo che ululava. Poi mi son svegliata e…effettivamente il rottweiler del mio vicino stava ululando! Che ridere, per un’attimo, nel sonno mi sono sentita come Luna! Peccato che non ci sia stato nessun Jake al mio risveglio. Sigh! XD

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Capitolo 4
*** ...nei tuoi occhi... ***


 

 

capitolo terzo

…Nei tuoi occhi…


-Luna, possibile che ti ci voglia tanto?- il rimprovero di Luc si fece udire dal piano di sotto.

“arrivo, arrivo” pensò freneticamente Luna ribaltando gli scatoloni uno ad uno e spostando vestiti alla rinfusa.

Se ne stava lì, in biancheria intima a spostare vestiti, cercando qualcosa che le andasse a genio.

“ma perché sono così nervosa? Cosa accidenti mi prende?” pensò tra se, saggiando un vestito senza maniche blu che le arrivava poco più sopra il ginocchio.

Lo appoggiò sul suo corpo seminudo e si voltò a guardarsi allo specchio. Il suo riflesso mostrò una smorfia di disgusto. Anche il vestito blu andò a finire tra la pila degli scartati.

“non mi era mai venuto difficile decidere cosa mettermi!” pensò nervosamente, rovistando tra vestiti e scatoloni.

-Luna! Ancora dieci secondi ed esco senza di te!- la voce di suo padre di sotto si faceva severa. Meglio muoversi, e in fretta.

Prese con stizza un paio di jeans a zampa, dall’aria molto vissuta, e indossò una t-shirt grigia e una felpa nera con cappuccio. Tirò su la zip, si aggiustò i capelli e, inforcati i soliti stivali si precipitò giù dalle scale.

Il padre l’aspettava sulla soglia  a braccia conserte, i grandi occhi neri stretti in un cipiglio inquisitorio:

-tutto questo tempo per vestirti così?- disse, trattenendo a stento una smorfia divertita.

-lasciamo perdere. Sono ore che cerco qualcosa di decente da mettermi, senza risultato-

-e perché tutto quest’interesse ad apparire al meglio? Vuoi far colpo su Billy? Guarda che è troppo grande per te- ridacchiò il padre, rinunciando alla pretesa severità.

-ma no! È che non volevo farti sfigurare!- disse Luna, arrossendo visibilmente.

“il fatto che forse potrei incontrare Jacob non c’entra assolutamente” si ostinò a pensare.

-sei bellissima, come sempre, bambina!- le rispose il padre, arruffandole i ricci ramati.

-su andiamo- .

*

Jacob non era a cena. Luna se lo aspettava, ma rimase ugualmente un po’ delusa.

Ciononostante, rimase molto volentieri a chiacchierare con Billy e suo padre e ascoltò avida le storie della loro tribù. Billy era un narratore eccezionale.

Erano quasi le dieci quando Billy interruppe la narrazione dell’ultima storia a metà, fermandosi ad ascoltare i rumori in giardino.

-ah.- disse, quando un tonfo annunciò l’apertura del garage. –dev’essere tornato Jake-

Luna scattò in piedi all’istante, incurante dello sguardo perplesso del padre e si avviò velocemente verso il garage.

-no, aspetta Luna!- cercò di gridarle dietro Billy, ma lei sembrava aver preso la rincorsa e fu sulla soglia in un’attimo.

Ciò che vide la spiazzò leggermente.

Jacob Black a torso nudo, seduto su un gradino del garage, con indosso solo un paio di jeans tagliati all’altezza del ginocchio. Il volto era nascosto dalle grandi mani scure e il petto gli si alzava e abbassava velocemente, come dopo una lunga corsa. Dalla bocca usciva una leggera condensa che si espandeva in volute di vapore.

“ecco e ora che gli dico?” si domandò Luna, realizzando solo in quel momento che si trovava sola sulla soglia del garage, impalata come uno stoccafisso. Fortunatamente per lei, fu Jacob a rendersi conto della sua presenza e a rompere il ghiaccio.

-Ciao. Sei ancora qui? Piaciuta la cena?- le chiese guardandola.

Di nuovo quello sguardo triste e indecifrabile. Luna ebbe una fitta al cuore.

-si è stata una bella serata. Peccato tu non ci fossi-

“che sto facendo? Lo sto accusando? Ma sono una completa idiota!” si trovò a pensare subito dopo aver pronunciato quella frase.

-hai ragione, scusa se sono mancato. In questo periodo non sono di grande compagnia-

Rispose lui alzandosi. Luna ebbe uno scatto di sorpresa. Era davvero alto.

-ehm. No, cioè, non ti devi scusare. E comunque, come mai dici così? Cosa ti è successo?-

Lo sguardo di Jacob sembrò rabbuiarsi ancora di più, nonostante il giovane stesse ancora sorridendo.

“ma perché parlo?” si chiese rabbiosa Luna.

-è una storia lunga e triste, assolutamente inadatta alle circostanze. Ti annoierebbe-

Questa risposta le ricordò quando Billy aveva eluso le domande di Luc riguardo alla carrozzina. Doveva essere un gene dei Black a predisporli alla riservatezza. O alle brutte storie.

-fa niente, scusa se te l’ho chiesto- tagliò corto lei.

-no, scusa tu, davvero. Non voglio essere scortese, solo…non so se mi va di parlarne-

Le si era avvicinato così silenziosamente che Luna, tenendo gli occhi bassi, non l’aveva visto arrivare. Lui le pose una mano sulla spalla, con tenerezza e lei ebbe un sussulto dalle parti dello stomaco. Ed era decisamente sicura non si trattasse di fame.

“perché mi comporto così? Cosa mi succede?” si chiese tra sé. Ma non poteva fare a meno di immergere lo sguardo negli abissi oscuri degli occhi di Jake.

-ehi, ma…hai gli occhi di colore diverso!- esclamò lui all’improvviso. –stamattina non l’avevo notato…-

Luna arrossì al sorriso divertito di Jacob.

“ti prego non smettere di sorridere”

-ehm…per quanto sia divertente la nostra conversazione, suggerirei di entrare in casa…- disse Jacob ridacchiando al silenzio di Luna.

-oddio! Certo! A proposito, ma tu non hai freddo così a torso nudo?- esclamò lei, arrossendo leggermente.

-naah, sono un duro, io!- disse lui, ironico. Un po’ di tristezza parve svanire nel suo sguardo. La prese per mano e Luna ebbe un tuffo al cuore al contatto con quella mano calda e accogliente.

-andiamo- disse lui e la condusse di nuovo in casa.

-Ah, eccoti qui, Jake.- disse Billy.  -avevo mandato Luna a vedere se eri tornato-

“sia benedetto Billy e il suo savoir-faire” pensò Luna, grata.

-perché non fai vedere alla nostra ospite la tua stanza e le fai un po’ di compagnia, mentre noi vecchi ci perdiamo nei ricordi del passato?-

-va bene, Billy- acconsentì Jacob.  E condusse Luna per un corridoio, attraverso una porta.

La stanza di Jacob Black era alquanto disordinata, ma niente di nuovo per una stanza di un ragazzo adolescente. Le mensole erano piene di manufatti in legno intagliato di svariate forme e dimensioni. Sulla spalliera del letto pendeva un acchiappasogni dall’aria datata, ma estremamente ben fatto.

-wow, che belle statuine, le hai fatte tu?- chiese Luna osservando da vicino un’aquila intagliata delle dimensioni di un palmo.

-non tutte, la maggior parte le ha fatte Billy quand’ero piccolo. Io ho cominciato da poco. È una passione di famiglia. e a quanto pare- disse Jacob prendendo delicatamente un’estremità del ciondolo che Luna portava al collo –non soltanto della mia famiglia. bel ciondolo, l’ha fatto tuo padre?-

-no, in effetti.- disse lei. –credo l’abbia fatto il vecchio Quil Ateara per mio padre quando era ragazzino-

-ah. Faccio ancora fatica a credere che tu sia mezza Quilleute-

-perché? Non sono abbastanza brillante e simpatica?- chiese Luna risentita

-eh? Scusa la prima cosa che ti viene in mente è che tu possa non essere all’altezza caratterialmente? Io parlavo di questo!- e sollevò una ciocca di capelli rosso rame della ragazza, ridendo.

-ah, già. Beh, mi dispiace di non essere scura e misteriosa come voi pellerossa- disse la ragazza, ancora un po’ imbronciata.

-ti svelerò un segreto. Non mi sono mai piaciute le ragazze Quilleute. A me piace la bellezza esotica-

Luna arrossì violentemente. Jacob rise di gusto.

-ahahah. Stavo scherzando, dai! E comunque, le ragazze Quilleute non arrossiscono nemmeno lontanamente bene quanto voi visi pallidi-

Luna assestò un cazzotto al braccio destro del ragazzo. –ahi!- esclamò lei quando il suo piccolo e fragile pugno cozzò contro i grossi muscoli del giovane Black.

-ehi attenta! Sono una roccia io, sai?- le disse Jacob pescando una t-shirt dal groviglio di coperte e indossandola. Luna brontolò agitando la mano per far passare il dolore.

-c’è niente che puoi farti male, Jacob Black? Una mazza da baseball, magari?-

Jacob sorrise, ma con meno spensieratezza.

-ci sono molte cose che possono farmi male.- poi però parve riprendersi e sfoggiò l’ennesimo sorriso smagliante. –ma non i tentati pestaggi di una ragazzina!-

-ragazzina?- esclamò Luna spintonandolo. –ti ricordo, che nonostante la tua altezza smisurata e il tuo fisico da Macho, abbiamo la stessa età!-

-sai? A volte tendo a dimenticare di essere ancora un diciassettenne- rise Jacob.

Stettero in quella stanza a parlare a lungo, per quasi due ore. Jacob sembrava rilassato in presenza di Luna e lei gradiva molto la compagnia del giovane Quilleute.

Arrivò poi il momento di tornare a casa, e dopo diversi lunghi sbadigli Luna si decise a dar retta ai richiami di suo padre e lo seguì oltre la porta.

-ci vediamo a scuola, compagna di banco- disse Jacob sorridendo.

-d’accordo maciste- rispose lei con un cenno della mano.

Billy chiuse la porta d’ingresso e spinse la sedia a rotelle verso il figlio.

-allora? Mi sembrava di sentire che vi stavate divertendo voi due. Luna è a posto, vero?-

-davvero. Non ridevo così di gusto da ormai troppo tempo-

-beh è un buon inizio. Forse lei è la persona giusta per rischiarare le tue nubi-

-non riuscirò mai a dimenticarla, papà, lo sai-

-non ho detto questo- disse Billy.

-e non potrò amare nessun’altra- aggiunse Jacob.

-non ti ho chiesto di farlo. Al momento, comunque non hai bisogno di un amore. Ma di amicizia. E poi…diamo tempo al tempo, non si sa mai. – disse Billy facendo l’occhiolino al figlio.

-seee papà. Buonanotte-

-buonanotte, figliolo-

 

 

Note dell’autrice:

 

eccomi di nuovo qui!

Stavolta ho lasciato passare il weekend, mi dispiace, ma ero davvero troppo presa dagli impegni! Spero non vi siate annoiati aspettando la mia storia XD

Comunque non me ne sono stata con le mani in mano. Venerdì ho avuto il primo accenno di blocco dello scrittore, sono stata mezz’ora ferma sulla pagina bianca, guardando la scritta “capitolo terzo”, aspettando che le idee smettessero di vorticare alla rinfusa e prendessero finalmente un senso.

Poi mi sono detta: “perché rischiare di perdere l’ispirazione? buttiamo giù una sintesi di quello che voglio scrivere”

E così ho scritto una sorta di “cronologia per punti” degli avvenimenti che voglio inserire nella storia.

Così quando mi ritroverò nuovamente ad osservare la pagina bianca, mi basterà solamente aprire il file e guardare a che punto ero rimasta.

Questo capitolo avrei voluto farlo più lungo, ma ho pensato fosse il caso di non strafare.

Spero vi sia piaciuto, in ogni caso. Come avete potuto notare a Luna piace Jake anche se non è ancora riuscita ad ammetterlo a se stessa. Ho goduto molto scrivere il personaggio di Billy in questo capitolo. Il fatto che abbia fatto credere al figlio che fosse stato lui a mandare Luna a cercarlo per evitarle l’imbarazzo è molto da Billy secondo me. Spero siate d’accordo.

Mi rammarico solo di star dando poco peso al personaggio del padre di Luna.

Ma quando ho pensato la storia lui era solo un contorno e solo ora penso che sarebbe bene dargli un po’ più di spessore. Insomma, è sempre il padre della mia co-protagonista!

 

Ora è giunto il momento di rispondere ai miei commentatori, che in realtà dovrei definire commentatrici, siccome sono tutte ragazze:

 

xxsakura94xx: eh l’imprinting…che cosa oscena, concordo con te! Però ho pensato che in questo caso non è da escludere, ma se accadrà sarà moooolto tardi. E comunque sono del parere, come te, che le cose siano più belle se vissute pian piano. Troppo comodo guardare una persona ed innamorarsene all’improvviso!

Spero di averti accontentato, come vedi, in questo capitolo Luna e Jake hanno passato ore felici nella stanza di lui. XD

 

MihaChan: troppo sbrigativo l’incontro? Come potevo farlo più lungo? XD comunque se vedi è stato un’incontro per modo di dire, non è che avessero avuto molto da dirsi…qui invece hanno cominciato a conoscersi un po’ meglio.

 

Rachel cullen: grazie sono contenta che ti piaccia! Eh non siamo le sole, mi sa, a desiderare un Jake al nostro risveglio! Ma di Jake ce n’è uno solo e in questo caso se lo cuccherà tutto la mia Luna…ah che fortunella!

 

Caty_Mony: no! Pietà! Non farmi mettere al rogo! Posterò presto lo giuro! XD

A parte questo, mi fanno sempre molto piacere i tuoi commenti, sei una persona molto solare e mi dai l’impressione di “vivere” i miei capitoli, cosa che mi gratifica tantissimo.

Jake soffre, è vero, ma è normale. Il suo amore per Bella era fortissimo, avrebbe lottato fino alla fine per lei, ma lei ha sempre scelto l’altro (grrr, idiota!). voglio dare giusto peso al suo dolore, se lo merita (non nel senso che si merita di star male, ma che mi sembrerebbe un’insulto al personaggio fargli passare in fretta la sbandata per Bella dopo tutto quello che ha fatto per conquistarla!) e poi vedrai, a questo proposito ho in mente delle svolte che non ti aspetteresti mai *risata satanica* ah! Adoro essere il narratore onnisciente!

 

Vannagio: se di Caty_mony apprezzo la “spontaneità” nel commentare, di te apprezzo la cura e le idee. E sono orgogliosa di sapere che le mie descrizioni ti suscitino “immagini”, è proprio quello che dovrebbe fare un bravo scrittore, quindi mi fa davvero piacere saperlo! ^_^

 

Fanny: grazie! Ora che le nostre storie si stanno sviluppando, noto che non sono poi così uguali e sono sollevata. Ma continuerò a leggerti con piacere!

 

Grazie a tutte! Al prossimo capitolo e mi raccomando commentate in tanti!!! !!!

 

MIAO!

Les Chat Noir =^_^=


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Capitolo 5
*** Non morire prima di me ***


Capitolo Quarto

Non morire prima di me

 


La foresta nel territorio dei Quilleute era stata per anni un luogo misterioso e inquietante, per Jacob Black.

Da quando era venuto a conoscenza della sua natura di Lupo, invece, era quanto di più familiare e accogliente conoscesse.

Correre macinando chilometri tra arbusti e conifere lo aiutava a pensare, a scacciare la rabbia e la disperazione che in quel periodo gli attanagliavano il cuore.

Jacob Black correva nel sottobosco umido, con passo leggero nonostante il suo peso.

Cercava per quanto possibile di non pensare, ma non riusciva a scacciare l’inquietudine dalla mente.

Pensava a Bella. Dove fosse, cosa stesse facendo. Se stava bene. Se era felice.

Si ricordò quando per un attimo era stata sua.

“vuoi baciarmi, Jacob?” gli aveva chiesto.

Il loro primo, vero, bacio.

“ma non è servito a nulla” pensò con rabbia. “ha comunque scelto lui”.

Edward Cullen, ciò di quanto più diverso ci fosse da lui.

Se Jacob era il fuoco inestinguibile, Cullen era il ghiacciaio perenne.

Freddo e magnifico. Sfavillante alla luce del sole.

E Bella aveva preferito la notte al suo sole personale.

Si fermò di scatto e un profondo ululato di dolore spezzò il silenzio della radura.

Era solo, nella sua testa, aveva preteso che nessuno si trasformasse mentre lui era fuori.

Doveva sfogarsi. Doveva essere libero di pensare senza che nessuno ascoltasse.

Lo avevano accontentato.

Si trasformò con un balzo e si accasciò al suolo ansimante. Lacrime roventi scendevano sulle guance del giovane licantropo, mentre con le mani artigliava la terra del sottobosco.

Perché non poteva essere libero? Perché era condannato a soffrire per Lei?

Ormai quasi tutto il vecchio branco aveva avuto l’imprinting. Sam, Quil, Embry, perfino Jared e Paul. Solo lui e Leah rimanevano immuni.

Leah sembrava conviverci tranquillamente, come diavolo faceva?

Lui aveva un disperato bisogno di quell’imprinting. Se era vero che bastava uno sguardo per cancellare tutto l’amore e tutto il dolore che provava in quel momento.

-dove sei? Devi esistere.- singhiozzava Jacob Black, l’uomo lupo, l’alfa, figlio di un anziano della tribù dei Quilleute.

Il licantropo, l’alfa, il Quilleute piangeva come uno sciocco ragazzino.

I pensieri si affollavano nella mente, vorticando.

Era troppo per tenere tutto dentro.

Lanciò un grido con tutto il fiato che aveva nei polmoni. Il corpo cominciò a tremare violentemente.

Poi un rumore di rami spezzati.

-Jacob…-

Jacob Black si voltò. Dietro di lui Sam Uley era apparso dal fitto del bosco.

Jake si asciugò le lacrime con il dorso della mano e disse con rancore:

-avevo espressamente chiesto di rimanere solo-

-le tue urla si sentivano fino alla riserva-

-non mi interessa. Vattene-

-Jake…- Sam gli andò incontro e si sedette vicino a lui.

-Jake arriverà anche per te. Sono certo che arriverà. E anche se non arrivasse mai…queste cose fanno male, all’inizio. Poi migliora. Te lo assicuro. Guarda Leah-

-sei l’ultima persona che dovrebbe prendere in ballo Leah, Sam-

-lo so- disse semplicemente lui.

-scusa- aggiunse Jacob –sono uno stronzo. Non dovevo dire queste cose.-

-no, sei solo molto triste. Ma poi migliora, davvero. E comunque, rimani un alfa coi fiocchi. Gli altri ragazzi ti adorano-

-magra consolazione-

-dovrebbe bastarti-

-Sam, io devo crederci- disse Jacob, gli occhi lucidi dallo sconforto.

-deve esistere-

-la troverai, fratello- lo rincuorò Sam. -e comunque. Hai tutto il tempo per trovarla. Noi non invecchiamo-

-spero solo che non muoia prima di me-

Sam non riuscì a trattenere uno sbuffo di risata al commento dell’amico.

-speriamo di no. Ma non accadrà, Jake. Ora, andiamo, dai. Corriamo insieme-

 

Jacob Black si alzò. Guardò negli occhi il suo fratello licantropo, l’altro alfa, l’altro capobranco. Gli era grato per il suo intervento. Sorrise debolmente e gli si affiancò.

-sono pronto. Andiamo, fratello- disse.

E con un balzo entrambi si trasformarono.

Il lupo nero e il lupo rosso. Insieme, correndo nella foresta silenziosa.

 

*

Era passato qualche mese dal suo arrivo alla riserva e Luna non era più quell’attrazione tanto speciale dei primi tempi. E lei ne era decisamente contenta.

Da quella sera a cena da Billy lei e Jacob avevano trovato l’uno nell’altra un compagno niente male per le chiacchiere quotidiane. Jacob era più sereno, o così sembrava a Luna, che era sempre più orgogliosa del suo operato.

Ma c’era qualcosa ora, oltre alla tristezza costante dell’amico, che non riusciva a spiegarsi.

Come se lui e alcuni altri ragazzi, tra cui suo cugino Quil, serbassero nel cuore un segreto che non potevano assolutamente condividere con altri.

Cos’era che facevano tutti i pomeriggi, fino a sera tarda? Perché ovunque andassero andavano sempre insieme? Perché gli altri Quilleute li guardavano con ammirazione? Perché perfino gli anziani tenevano in considerazione la loro parola?

E soprattutto, cosa più evidente di tutte, perché solo quel gruppo era composto da ragazzi che rasentavano i due metri e muscolosi come atleti professionisti?

 

Erano forse una sorta di guerrieri ancestrali?

Luna rise di quel pensiero, quando per un momento nella sua mente apparve l’immagine di Quil e Jacob versione antichi guerrieri indiani, con le pitture facciali e i copricapi di penne.

-cosa c’è da ridere, ora?- le domandò il suo compagno di banco.

-nulla- continuò Luna –ho solo pensato a come stareste bene tu e Quil con il copricapo di penne indiano-

-sono abbastanza sicuro di star meglio con jeans e maglietta, sai?- rise lui di rimando.

Tra loro calò il silenzio. Luna cercava di trovare il coraggio per parlare di nuovo.

 

-allora…- cominciò. –che si fa oggi pomeriggio?-

-ah- rispose Jacob facendosi scuro in volto –beh, in realtà…io, Quil e gli altri abbiamo un impegno. Mi dispiace-

-ma si può sapere dov’è che andate, sempre?-

-non è nulla di particolare. Davvero. Niente che valga la pena raccontare-

-Jake sono stanca di questi segreti, cosa mi nascondete? Cos’è che tutti sanno o  sospettano tranne me?-

-Luna. Davvero. È una sciocchezza.-

-se è una sciocchezza perché non me ne parli!-

Jacob si alzò all’improvviso senza rispondere alla domanda. Infilò la porta dell’aula e se ne andò.

Quil scoccò un’occhiata a Luna dal banco in fondo all’aula, uno sguardo che sembrava dire “vedi cosa succede a non farsi gli affari propri?” e seguì l’amico fuori dall’aula.

L’insegnante di storia americana continuò col suo discorso, come se nulla fosse successo.

Per tutto il pomeriggio, Jacob non si fece vedere. Luna si era aspettata di trovarselo fuori dalla porta di casa, pronto a chiederle scusa per il suo comportamento orribile, ma lui non venne.

Era ormai il tramonto quando lei, presa dalla rabbia, decise di correre a casa di Billy per vedere se Jacob era lì.

Trovò Jacob e Quil in garage, vestiti soltanto con un paio di pantaloncini al ginocchio, che ridevano come matti.

Quando si accorsero della presenza di Luna, lei li guardò con rabbia negli occhi.

-vi state divertendo? Ma che carini!- esclamò stizzita.

-Luna…- cominciò Quil debolmente.

-lascia perdere, fratello, ci penso io- disse Jacob posando una manona sulla spalla muscolosa del ragazzo. Quil annuì. Jake si diresse vicino a Luna e le fece cenno di uscire in giardino.

 

-allora, che ci fai qui?- chiese Jacob, freddamente, una volta fuori.

A Luna si gelò il sangue nelle vene.

Tutto si era aspettata da Jacob Black meno che freddezza. Insomma, dopotutto, erano amici!

-che ci faccio qui? Scusa ma hai battuto la testa? Ti sei accorto del modo in cui mi hai trattata oggi a scuola?-

-hei, non ti ho mai detto bugie, mi pare. Se non vuoi sentirti trattare male, non chiedere di cose che non ti riguardano-

-se permetti, mi riguarda invece! Sono stanca di essere trattata come la straniera di turno, quella che non può essere messa a parte dei segreti della tribù. Ho sangue Quilleute come ognuno di voi maledetti pellerossa! E anche se questo non bastasse…credevo fossimo amici Jacob Black!-

-beh, magari hai pensato male- rispose glaciale lui.

Luna rimase pietrificata. Come se qualcosa si fosse irrimediabilmente incrinato dentro di lei.

“cazzo. L’ennesima parola di troppo” pensò Jacob guardando negli occhi bicolore la ragazza.

Luna sbattè più volte le palpebre, tentando di ricacciare le lacrime indietro, inutilmente. Una goccia trasparente scese lungo la sua guancia candida come la neve.

 

-d’accordo. Hai ragione, come darti torto? Non ti disturberò più-

Voltò le spalle al licantropo e prese a correre in direzione della foresta. Correva davvero veloce. In pochi istantì sparì nel buio degli alberi.

-mi sa che hai esagerato , amico.- disse Quil, apparendo dietro di lui.

-decisamente. Non volevo ferirla. Ma non potevo nemmeno raccontarle tutto! Insomma, è anche per la sua sicurezza-

-non dico che hai sbagliato, fratello. È solo che…l’hai ferita, ecco-

-lo so. Devo avere una specie di talento naturale-

-dovresti andare a vedere come se la cava. Tra poco farà buio, Jake, il bosco è pericoloso di notte-

Jacob si voltò a guardare il bosco. Ormai il cielo stava diventando scuro. Come si sarebbe trovata Luna là dentro? Avrebbe trovato la strada per tornare a casa?

-hai ragione Quil. Tu resta qui. Se ho problemi vienimi incontro.-

Detto questo corse verso il bosco e si trasformò con un salto.

 

*

 

“accidenti, e ora dove cavolo sono?”

Luna aveva corso a lungo alla cieca, piangendo, maledicendo il giorno in cui aveva pensato di diventare amica di Jacob Black. Era talmente presa a correre, che si rese conto troppo tardi che intorno si era fatto buio e che non aveva assolutamente idea di dove si trovasse.

“ok, niente panico. Cellulare?” tirò fuori dalla tasca il telefono cellulare.

Ovvio. Niente campo.

“forza forza forza…cerchiamo una radura e vediamo di orientarci con le stelle. Se mai mi ricordassi come si fa…”

Riprese a camminare lentamente. La foresta di notte era inquietante, con tutti i suoi rumori strani.

Il cuore le batteva all’impazzata, aveva il respiro pesante della corsa ed era decisamente nervosa.

Continuava a camminare, inquieta, guardandosi intorno, finchè non si fermò, colpita da una strana sensazione.

I rumori. Dov’erano finiti?

Le fronde degli alberi, il vento, gli animali del bosco. Perché tutto taceva?

Continuava a guardarsi intorno, quando scorse una figura a una decina di metri da lei.

Strinse gli occhi per vedere meglio nella penombra. Un’uomo! Era salva!

 

-ehilà! Salve!- disse lei andando incontro alla figura misteriosa.

-saprebbe indicarmi la strada per la riserva?-

L’uomo che le era davanti…non era decisamente un uomo. Sembrava più un ragazzo, sui vent’anni o poco più. Un ragazzo giovane e bellissimo, per quanto riusciva a vedere nell’oscurità della foresta.

-ti sei persa, ragazzina?- chiese lui con voce vellutata.

“ragazzina?”

Luna si sorprese di come era stata definita da un giovane che più o meno doveva essere suo coetaneo. Sembrava davvero così giovane?

-ehm…si insomma, diciamo di si-

C’era qualcosa che la inquietava nell’aspetto di quel giovane. Era troppo calmo, troppo bello…sembrava irreale.

-se vuoi posso accompagnarti io- di nuovo quella voce vellutata. Le fece paura, questa volta. Come se qualcosa dentro la sua testa le dicesse che era sbagliato, pericoloso.

-ehm…no, beh, non preoccuparti…basta che mi indichi la direzione, posso andarci da sola…-

Il ragazzo cominciò ad avanzare lentamente.

-da sola? Ma la foresta è un luogo pericoloso. Non si può mai sapere chi potresti incontrare…non vorrai mica incappare in situazioni pericolose, vero?-

Ora le era ad un passo. Vide il suo viso pallido brillare alla luce della luna. E due occhi rossi come il sangue guardarla con avidità.

-i…tuoi occhi!- esclamò Luna, il cuore che le batteva all’impazzata. Ecco. Ora aveva davvero paura.

-si di solito non sono così…soltanto quando sono affamato. E ora ho tanta fame. Ma non per molto, vero?-

Il bel giovane alzò un braccio sorridendo famelico. Luna chiuse gli occhi per il terrore aspettando di morire. Non avrebbe più rivisto suo padre. Non avrebbe più chiesto scusa a Jacob.

Ad un tratto un ringhio cupo e minaccioso eccheggiò nella radura.

-ma cosa diavolo?!?- esclamò il giovane ma si paralizzò alla vista di un enorme ombra scura dietro agli alberi.

Luna aprì gli occhi giusto in tempo per vedere un’enorme lupo rosso avventarsi ringhiando contro il giovane assassino.

Fu una lotta velocissima. Luna a malapena riusciva a distinguere il groviglio di corpi tentare di ferirsi e mordersi. Quel giovane aveva qualcosa di sovrannaturale. Si muoveva troppo veloce. Luna lo vedeva soltanto a scatti, mai in movimento.

Prima era a destra e poi a sinistra, in alto e a terra. I ringhi e i guaiti si sovrapponevano incalzanti.

Luna pregava che il lupo avesse la meglio. Ma quel giovane era davvero forte.

Poi accadde. Il lupo fece un passo falso e in un lampo la giovane creatura gli fu alle spalle. Artigliò la fiera con entrambe le mani e affondò i denti nel collo del Lupo, che guaì di dolore.

Poi lo sollevò, sollevò un lupo di più di una tonnellata e lo scagliò contro una sequoia.

Il lupo stramazzò al suolo, privo di sensi.

-e ora…torniamo a noi, ragazzina- disse, sputando il sangue del lupo a terra e asciugandosi la bocca col dorso della mano.

-mio dio…cosa sei?- mormorò Luna terrorizzata.

-cosa sono? Bella domanda- disse il giovane con voce carezzevole, mentre le si avvicinava.

-ci credi ai Vampiri, ragazzina?-

Di nuovo uno scatto, le fu alle spalle. Delicatamente, ma con fermezza le prese la testa fra le mani e la inclinò per mostrare l’esile collo bianco.

Luna serrò gli occhi. “non voglio morire” pensò.

Di colpo il vampirò si staccò da lei urlando di dolore.

Luna si voltò aprendo gli occhi per lo sgomento. Era già la seconda volta che scampava alla morte. Chi era venuto in suo aiuto, questa volta?

Non vide nessuno intorno a lei. Il vampiro la guardava terrorizzato, le mani aperte e una smorfia di dolore sul viso.

Luna guardò le mani dell’assassino. Erano lucide e emettevano odore di bruciato.

Erano ustioni. Ustioni gravissime. Come era potuto succedere?

Il vampiro guardava le proprie mani sconvolto e dolorante. Lanciò un ultimo sguardo alla ragazza, per poi sparire nel nulla.

Luna impiegò qualche secondo a capire che era viva e che l’essere se n’era andato.

Un guaito di dolore la fece tornare alla realtà.

-il lupo!-  esclamò preoccupata. Corse verso la sequoia dove giaceva ferito il lupo rossiccio e gli si chinò sopra.

Poi accadde qualcosa che la fece sobbalzare dallo stupore. In una frazione di secondo, dove prima si trovava un lupo dolorante al suo posto trovò Jacob Black riverso a pancia in giù, completamente nudo e con parte del collo squarciato e sanguinante.

-ommioddio! Jake!- gridò Luna sconvolta.

-chiama…Quil..- gemette Jacob prima di perdere nuovamente i sensi.

Luna si alzò di scatto e in preda all’isteria si mise a urlare con quanto fiato aveva in gola.

-Quiiiil! QUIIIIIL! AIUTO!-

Come risposta al suo grido, ecco spuntare Quil dal bosco poco più avanti, a torso nudo e con  un paio di pantaloncini tagliati al ginocchio.

Ansimando si fece vicino a Jacob ed esaminò la sua ferita.

-accidenti. Dannati succhiasangue- esclamò con rabbia.

Prese di peso Jacob tra le braccia e si alzò in piedi.

-andiamo, Luna, di corsa. Dobbiamo portarlo da Billy-

-ma…io non capisco…- disse lei balbettando.

-allora? MUOVITI!- disse Quil nervoso e prese a correre in direzione della riserva.

Luna gli corse dietro, la testa affollata da mille pensieri.

NOTE DELL'AUTRICE:

cavoletti! avevo talmente tanta voglia di pubblicare che dimenticavo i ringraziamenti!!! O.O

allora, avete visto qui la litigata di Luna e Jacob...e Luna è stata attaccata da un vampiro! chi sarà? perchè era lì? lo scoprirete alla prossima puntata *_*

e ora che Luna sa tutto? che succederà?

e come ha fatto il vampiro ad ustionarsi toccando Luna? anche questo nella prossima puntata!

mi scuso con chi sperava che la scoperta del branco avvenisse dopo etc...ma con tutta la roba che ho in mente di scrivere se non velocizzo un po' va a finire che non finisco più!

spero comunque che nessuno ci sia rimasto male per la "fretta". dopotutto nella storia erano già passati un paio di mesi!

 

piccolo appunto: per chi mi chiede se Jake avrà o no l'imprinting...la realtà è che NON NE SONO ANCORA CERTA.

certo è che se ci sarà sarà molto tardi. XD non di certo adesso.

 

poi poi poi...passiamo ai ringraziamenti, allora!

 

Rachel_cullen: ti ho già risposto qui in alto riguardo all'imprinting XD continua a seguire e a commentare, mi raccomando!

 

CatY_mony: ehehehe...mi fa piacere tu ti sia divertita a leggere il terzo capitolo...ma smetti di leggere i promessi sposi! è più bella la mia storia, altro che balle! XD

 

MihaChan: ho capito cosa intendevi, tranquilla. è che avevo paura che risultasse noiosa la storia se tenuta troppo lunga...spero tu non sia rimasta delusa XD continua a commentare, mi fa piacere sentire il tuo parere!

 

Fanny6: grazie mille! anche io ti seguo volentieri!

 

 

grazie anche a tutti quelli che hanno inserito nelle seguite la mia storia e anche a que cento e passa cattivoni che nonostante leggano la mia storia non la commentano...grrr...fannulloni! XD

 

=^_^= MIAO!


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Capitolo 6
*** buchi neri e rivelazioni ***


Capitolo Quinto

Buchi neri e rivelazioni

 

 

 

Tutto avvenne come a rallentatore.

Quil che calciava la porta aprendola rumorosamente, lo sguardo di Billy che agghiacciato guardava il figlio esangue tra le braccia dell’amico.

-portalo dentro, svelto- gracchiò con voce roca dal terrore.

Quil andò verso la camera di Jacob e lo depose delicatamente sul letto.

Jacob gemette lievemente, contraendo le sopracciglia in una smorfia di dolore.

-tranquillo, Jake, adesso ci pensa tuo padre- disse Billy accarezzando amorevolmente i capelli del figlio.

-…dobbiamo chiamare un’ambulanza…- disse debolmente Luna, che osservava atterrita la scena.

-no!- esclamò Billy. –fidati, Luna, so quello che faccio. I medici non potrebbero far nulla. Quil esci con Luna e chiudete la porta-

Luna sentì la mano calda del cugino posarsi delicatamente, ma con fermezza sulla sua spalla.

“non morire” pensò lei, mentre Quil la trascinava fuori dalla stanza.

Stavano seduti ormai da diversi minuti, attorno al tavolo in legno della cucina. Luna sentiva la voce sommessa di Billy provenire dalla stanza di Jacob. Intonava una sorta di nenia Quilleute dalle parole incomprensibili, ma che infondeva una calma infinita.

-Allora…sono pronto. Chiedimi quello che vuoi- esordì Quil.

Luna alzò la testa sconcertata a guardare il cugino. Vedere Jacob ferito a terra aveva completamente cancellato la sua voglia di sapere. Ora l’unico pensiero che vorticava nella sua mente era “salvati”.

-…non so cosa chiederti Quil…è tutto così strano…- balbettò infine la ragazza.

-allora direi di cominciare dall’inizio, giusto?- proseguì Quil.

-non sono bravo a raccontare le storie, in questo è più ferrato Billy. Quindi cercherò di essere sintetico e di dire la cruda verità, senza abbellimenti leggendari. Noi siamo licantropi, Luna. O almeno, una specie di licantropi. Gli anziani dicono che proveniamo dagli “spiriti guerrieri”. Ossia i nostri antenati avevano sviluppato il potere di incarnare il proprio spirito in un animale. Col tempo il gene si è sviluppato e ci siamo trovati a vivere questa doppia natura. Uomini e lupi. –

-perché? Insomma…perché succede tutto questo?- domandò Luna.

-e che cos’era quella cosa che mi ha aggredito nel bosco?-

Quil sorrise debolmente. –vedi? Hai fatto il collegamento da sola. Quello era un vampiro, Luna. Un vampiro vero. E noi siamo così perché siamo destinati a combattere e uccidere i vampiri. Noi siamo una delle poche cose in grado di fermarli-

-vampiri? Licantropi? Ma in che razza di incubo sono finita?!- eslcamò Luna, pallida in volto.

-in quello peggiore, cugina. E ora ti stupisci che non ti volessimo dire niente? Molti dei Quilleute hanno sentito le leggende dei licantropi e dei “freddi” fin da quando erano bambini. E molti di loro vedendoci cambiare hanno sospettato. Gli anziani lo sanno, e sono lieti di vedere che c’è ancora qualcuno a difesa della riserva. Come se avessimo avuto scelta.- Quil sbuffò. –non è una cosa che possiamo evitare. Siamo così, è nel nostro sangue il gene del licantropo. Ma non pensare a cose tipo “ci trasformiamo con la luna piena”, perché non è così. Possiamo decidere quando trasformarci, e non perdiamo consapevolezza di chi abbiamo intorno, per fortuna.-

-quindi quel coso che mi ha attaccata era…un vampiro?- ripetè agghiacciata Luna.

-ehi! Io ti sto dicendo che sei vicina ad un branco di licantropi e tu pensi ad un vampiro che abbiamo fatto scappare?-

“che ho fatto scappare” pensò Luna. Ma la cosa la faceva così rabbrividire che non  ne parlò con Quil.

-comunque, si, era un vampiro- concluse il licantropo.

-e cosa sarebbe successo se non se ne fosse andato? Insomma, se mi avesse morsa?-

-beh, come minimo ti avrebbe dissanguata e ora non saresti qui a porre domande stupide- sorrise gentile Quil.

-alla peggio ti avrebbe soltanto morso, e allora lì sarebbero iniziati i problemi-

-cosa intendi dire?-

-beh, saresti diventata una di loro. Un vampiro. Il morso del vampiro è velenoso, contamina il sangue, porta alla morte e alla rinascita come non morto-

Luna scattò in piedi terrorizzata : -ma allora! Jacob è stato morso! Cosa possiamo fare?-

-calma calma calma!- disse Quil ridacchiando. –Jake è uno tosto, e comunque noi licantropi non reagiamo esattamente come gli umani al morso del vampiro. Non rischiamo di essere contaminati. Però diciamo che se normalmente le nostre ferite guariscono in fretta…i morsi del vampiro sono difficili da rimarginare. Ma qui entra in scena Billy…-

Come in risposta alla chiamata, Billy uscì dalla porta, asciugandosi le mani intrise di sangue con uno straccio pulito. Sorrise gentile allo sguardo pietrificato di Luna.

-se la caverà. Per fortuna c’eri tu ad occuparti di lui-

-è stato ferito per colpa mia. Se non fossi scappata…- gli occhi di Luna si riempirono di lacrime.

-ssshhhh! Va tutto bene. Non è successo niente di grave. Domani sarà già in piedi. Vieni qui- Billy allungò le braccia sorridendo e Luna gli corse incontro, piangendo.

-sei la figlia di Luc,  è un po’ come se fossi anche figlia mia. Non essere triste, tutto si sistemerà presto.-

-ehm…io vado, capo- disse Quil, timidamente.

-vai pure, immagino che Luna abbia ancora molte domande alle quali io risponderò sicuramente meglio di te.-

Quil sorrise a Luna e a Billy e fece per uscire.

-ah. Riferisci a Sam dell’accaduto. Deve sapere che c’è un vampiro nella riserva-

-con tutta probabilità lo sa già, comunque glielo dirò-

E uscì chiudendo la porta.

-allora? Va meglio?- chiese Billy gentilmente.

Luna lo guardò e attraverso quegli occhi neri lesse tanta comprensione. A lui poteva dire tutto.

-c’è una cosa…che non ho ancora detto a nessuno…una cosa che è successa prima, col…vampiro- sputò a fatica quell’ultima parola, ancora incredula per l’accaduto.

-dimmi tutto- la confortò Billy.

-ecco…il vampiro aveva atterrato Jake…e…poi si è avvicinato per mordermi…solo che…non ce l’ha fatta. Si insomma…mi ha stretta tra le braccia e si è come…ustionato.-

Billy la guardava silenzioso, una ruga nacque all’incontro delle sue sopracciglia nere, segno che stava pensando intensamente.

-cosa significa secondo te?- chiese lei perplessa.

-non lo so ancora. Descrivimi meglio tutta la scena. Cosa hai pensato, cosa hai sentito dentro di te, prima dell’accaduto.-

Luna chiuse gli occhi e tentò di tornare indietro a quel momento.

-ho pensato…che non volevo morire. Poi ho sentito come se tutto il mio corpo andasse a fuoco. Pensavo fosse per la paura, ma ora…non ne sono tanto sicura. Dovevi vedere le sue mani, Billy. Delle ustioni così…erano davvero gravi-

-ci sono molte poche cose in grado di ferire un vampiro. Il fuoco spesso non fa loro un graffio. Per provocar loro un ustione dovresti esser fatta di lava allo stato puro. Non riesco a spiegarmelo. Ne parlerò con gli altri anziani-

-grazie Billy- disse rincuorata Luna.

-di nulla. Dopo tutto…è grazie a te che mio figlio è vivo-

*

Il vampiro stava in ginocchio sul mosaico antico del forte di Volterra, gli occhi bassi, le mani ancora fasciate da ampi bendaggi.

I tre volturi stavano seduti sul loro trono di velluto, guardando il messo con curiosità.

-allora? I Cullen sono davvero partiti?-

-si miei signori- rispose il messo. –sono dalle parti dell’Alaska-

-hai avuto qualche inconveniente, durante la tua ricerca, vero?- chiese Caius con disprzzo, guardando le mani del messaggero.

-mio signore…io, non so spiegarmelo, mio signore.-

-non ci sarà bisogno di spiegazioni. Lasciami dare un’occhiata.- disse Aro.

Il vampiro si alzò dal suo scranno di velluto e avanzò velocemente verso il messaggero.

Posò le mani, quasi carezzando, sulle guance del messaggero e chiuse gli occhi.

Subito le immagini dell’accaduto si aprirono davanti ai suoi occhi.

Vide il licantropo lottare con il vampiro e rimanere a terra ferito. Vide il vampiro scagliarsi sulla ragazza, vide la ragazza chiudere gli occhi per il terrore…e poi…

-ah!- esclamò Aro togliendo le mani dal messaggero, come se si fosse ustionato egli stesso.

-che prodigio è mai questo?- sibilò con terrore.

-cosa hai visto, Aro?- chiese Marcus con fare inquisitorio.

Aro si ricompose e si volse verso i suoi fratelli.

-qualcosa su cui dovremo indagare attentamente. E con cautela- concluse.

 

*

 

 

Note dell’autrice:

 

eccoci finalmente!!! Avete visto che la storia si sta sviluppando? Dovrete aspettare ancora un po’ prima di sapere esattamente quali sono le doti di Luna, adoooro tenervi sulle spine! Certo è che la sua particolare attitudine ha incuriosito i Volturi e state certi che indagheranno a fondo sulla cosa…

Luna ora sa tutto dei Licantropi…come cambierà il suo rapporto con Jacob?

Vedrete vedrete…J

Ora passiamo ai ringraziamenti:

non sono mica contenta! Dove sono finiti tutti i miei assidui commentatori? Vi siete già stancati di commentare? T.T

comunque un grazie a chi commenta sempre, in particolare a:

 

caty_mony: non ho ancora spiegato perché ustiona, vabbè resterai sulle spine ancora un po’! buona lettura dei promessi sposi! J

 

vannagio: ho letto il commento dopo che avevo appena postato il capitolo successivo, spero non ti dispiaccia se non ti ho ringraziato, ma lo faccio qui J

hai visto che la storia del morso si è risolta bene, Jake è un duro! Riguardo alla tua teoria..non ti anticipo niente, vedrai tra qualche capitolo (forse addirittura il prossimo, vedremo) si lo so che sono sadica, che ci vuoi fare? Mi dovete prendere come sono! XD

 

blinkina: new entry! Grazie mi fa molto piacere che tu stia seguendo la mia storia…dovresti essere da esempio a quella quindicina di persone che mettono la storia tra le seguite e non commentano maiiii!! Grrr!!! XD

 

rachel_cullen: hai visto come sono esplicativa? Spero ti piaccia anche questo capitolo!

 

Ringrazio anche tutti quelli che leggono e non commentano, quelli che hanno messo la mia storia tra le preferite e quelli che la stanno seguendo.

Un grazie particolare va a xxsakura94xx che finalmente si è decisa a postare il capitolo successivo della sua storia…stavo per fare terrorismo psicologico e giurare che non avrei più postato se non postava prima lei…e comunque sono ancora in tempo, se ritardi il prossimo capitolo, CAPITO???

 

MIAO! =^_^=

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Capitolo 7
*** balla coi lupi ***


Capitolo Quinto

Balla coi Lupi

 


“luna…è sola, senza difese…devo alzarmi”

Il lupo rossiccio pensava freneticamente di agire, ma il suo corpo non rispondeva ai suoi comandi. Aveva la vista annebbiata, tuttavia vide chiaramente il vampiro avventarsi contro la ragazzina dai capelli rossi, il volto cadaverico dell’assassino puntato verso il giovane collo di lei.

“è finita. La ucciderà. E poi toccherà a me”.

Poi udì il grido del vampiro e vide le ustioni sulle sue mani. “com’è possibile?” pensò shoccato. Vide il vampiro andarsene e con un ultimo sforzo disse alla ragazza di chiamare Quil.

“come diavolo ha fatto Luna a mandar via quel succhiasangue? Come ha fatto a fargli quelle ustioni?”

Jacob nel torpore pensava e ripensava a quello che era accaduto soltanto poche ore prima e non riusciva a spiegarselo. Non aveva mai visto niente del genere.

Un umana respingere un vampiro, ustionandolo.

E tutto, senza rendersene conto.

Jacob rimase a lungo privo di sensi, il morso infertogli dal suo nemico naturale era stato difficile da rimarginare. Aveva perso molto sangue e con esso quasi tutte le forze.

Riprese coscienza che albeggiava e la prima cosa che notò fu una chioma riccia sul lato esterno del letto.

Luna dormiva accovacciata sul pavimento, le braccia conserte a sorreggere il capo sul materasso. Doveva essere rimasta a vegliare tutta la notte.

Jacob non potè reprimere un sorriso amorevole, verso quel fagotto di riccioli rossi che respirava pesantemente nel sonno.

Cercò di muoversi lentamente, per scivolare via dal materasso, ma al primo movimento il collo gli doleva terribilmente. Non riuscì a trattenere un gemito di dolore e Luna si svegliò all’istante.

-Jake! Sei sveglio! Oh, Jake!- esclamò Luna, sgranando i grandi occhi bicolore e gli saltò letteralmente al collo, abbracciandolo.

Altra fitta di dolore lancinante.

-AHIA AHIA AHIA! Sta’attenta, sono ancora indolenzito!- gridò Jacob stringendo gli occhi in un’espressione di dolore.

-scusascusascusascusa!!!- esclamò Luna preoccupata, staccandosi subito dall’amico.

-fa niente, davvero, non ti preoccupare- mugugnò Jacob, massaggiandosi il collo, dove qualche ora prima era presente una grossa ferita sanguinante.

-è impressionante come tu guarisca in fretta- esclamò Luna osservando il collo dell’amico. L’unico segno dell’aggressione era una lieve cicatrice bianca, che pareva vecchia di anni.

-a proposito…hai visto tutto, immagino.- disse Jacob guardandola serio.

-si.-

-non è facile avere dei segreti con te- ridacchiò lui.

-faresti meglio a non nascondermi più nulla, finisce che ti fai male sul serio- scherzò lei.

-oh! Ecco i due dormiglioni!- esclamò Billy entrando nella stanza con dei Muffin caldi in una teglia. –Luna non ha voluto lasciare la stanza, è stata sveglia quasi tutta la notte…sai, Jake?-

Luna arrossì violentemente –è…che mi sentivo in colpa-

Jacob sorrise e scopigliò i capelli rossi della ragazza con una mano.

-sciocca. Non ti sentire in colpa per quello che è successo. Dopotutto è stata colpa mia. Non intendevo dirti quelle cose, era per non metterti nei guai-

Billy posò il vassoio di muffin ai piedi del letto e con un ultimo sosrriso e un “occhiolino” ai due ragazzi lasciò la stanza.

Tra i due calò il silenzio. Jacob non sapeva se chiedere a Luna spiegazioni riguardo al vampiro, Luna bramava di sapere di più sulla faccenda dei licantropi. Nel loro sguardo una serie di domande non pronunciate traspariva evidente.

I loro pensieri vennero interrotti da un profondo ululato. Jacob si alzò dal letto e vide dalla finestra Sam aspettarlo al margine della foresta.

-credo vogliano che andiamo a casa di Emily- disse Jacob.

-chi è Emily?- domandò Luna.

-la ragazza di Sam…un’altra lunga storia, che ti racconterò durante il viaggio-

Fece un cenno a Sam, che sparì di nuovo nella foresta. Poi si alzò dal letto, vestito solo con un paio di pantaloncini di jeans, e si infilò una maglietta nera, di qualche taglia più piccola. I muscoli del licantropo premevano contro la stoffa della t-shirt.

-ma una maglietta della tua taglia non ce l’hai?- domandò Luna.

-fino a qualche mese fa ero la metà di come sono adesso!- esclamò Jake.

-non ci penso nemmeno a rifarmi il guardaroba, soprattutto quando c’è l’eventualità che si laceri in mille pezzettini alla prima trasformazione-

-ah…è vero. Dev’essere un bel dispendio di denario, in vestiti!- esclamò Luna.

-fortuna che non siamo dei poveracci. Comunque, ora sai perché giro spesso a torso nudo. Se proprio devo strappare vestiti..che siano il minor numero possibile!- rispose lui.

-ora andiamo da Sam ed Emily- concluse.

Luna seguì Jacob fuori dalla stanza. Lui prima di uscire si ricordò del vassoio di muffin e ne prese diversi, tenendoli nelle grandi mani. Luna ne afferrò uno e lo addentò famelica. Era dal mattino del giorno prima che non mangiava e si accorse solo in quel momento di quanta fame aveva.

Salutarono Billy e presero posto nella vecchia Golf di Jacob.

-allora, raccontami di questa Emily…hai detto che era una storia lunga- iniziò Luna.

-vero. E devo fare delle premesse prima, perché tu capisca-

-ti ascolto-

-Sam prima di mettersi con Emily aveva un’altra ragazza. Leah Clearwater. Stavano bene insieme, erano una bella coppia. Ma vedi, tra le tante stranezze dei licantropi c’è il fatto che a volte non scegliamo volontariamente di chi ci innamoriamo. Può accadere che un licantropo sia vittima di un fenomeno chiamato “imprinting”, ossia che venga attratto improvvisamente e inevitabilmente da un’altra persona. Di colpo tutto l’amore e l’affetto che hai provato nei confronti di altre sparisce. Esiste solo lei. Il soggetto del tuo imprinting. Non si può evitare, se succede succede. E può succedere con chiunque, in qualunque momento. Può accadere con qualcuno che non avevi mai visto, o con una persona che conosci da anni. Di colpo…puff! Lei diventa il centro del tuo universo, la tua forza di gravità. È a lei che tenderai sempre e che vorrai proteggere con tutto te stesso.-

-fooorte…un colpo di fulmine, quindi?- chiese Luna curiosa

-direi più che altro, la tua anima gemella. Colei che più di ogni altra è adatta a stare con te-

-sembra molto romantico- aggiunse lei.

-già. E così dicevo…Sam stava con Leah e stavano bene, davvero. Poi però un giorno a casa di Leah venne sua cugina, Emily, appunto. E accadde.-

-Sam ha avuto l’imprinting con Emily?-

-esatto-

-cavoli!- esclamò Luna –dev’essere stato un brutto colpo per Leah-

-non parlarmene. Anche lei è un licantropo e per mesi abbiamo dovuto sentire nella nostra testa il suo disappunto. Ogni giorno-

-eh? In che senso? Cos’è questa storia delle “menti”?-

-ah. Non lo sai? Altra stranezza dei licantropi: quando siamo trasformati sentiamo i nostri pensieri. È per questo che Quil era nei paraggi quando hai urlato nel bosco. Sapeva che ero venuto a cercarti e si è trasformato per sicurezza. E per fortuna!-

-Tornando a Emily, comunque- continuò il ragazzo. –Sam ed Emily si misero insieme. Ed era tutto perfetto all’inizio. Poi però successe una disgrazia. Vedrai, quando arriveremo. Si insomma…noi licantropi dobbiamo stare attenti a non arrabbiarci quando siamo vicini a coloro a cui teniamo…se ci arrabbiamo rischiamo di trasformarci e di perdere il controllo. Sam, quando ancora era inesperto…si è arrabbiato. Ed era troppo vicino ad Emily-

-oddio…- disse Luna.

L’auto si fermò vicino ad una casetta graziosa in legno.

-ma vedrai tu stessa. Solo, non fissarla troppo intensamente- concluse Jacob.

Entrarono nella casa e la prima cosa che colpì Luna fu l’aria di famigliarità che si respirava lì dentro.

C’erano quattro o cinque ragazzoni alti e grossi seduti attorno ad un tavolo che battevano le posate incitando la cuoca che era di spalle ad armeggiare sui fornelli.

-forza emily! Dobbiamo nutrici, dobbiamo crescere sani e forti!- esclamò Quil ridendo.

-arrivo, arrivo…dannati lupi famelici!- rispose emily. E si voltò con in mano una pentola piena di quello che sembrava minestrone di legumi, dal profumo squisito

E Luna capì cosa intendesse Jacob. Un lato del viso di Emily raffigurava una graziosa giovane donna dagli occhi profondi e dal bel sorriso gentile. L’altra parte…era come se il pittore che avesse dipinto il quadro lo avesse lasciato a metà. Una profonda cicatrice sfigurava il bel volto della ragazza. Tuttavia l’animo di Emily sembrava cancellare quell’orrore e di lei non rimaneva che l’unica splendida metà.

-ciao, tu devi essere Luna, la nuova recluta del nostro branco- sorrise emily.

-ah faccio finalmente parte del branco, adesso?- domandò Luna.

-se ti farà piacere si. Niente più segreti ora- esclamò Quil, alzandosi e abbracciando la cugina.

Gli altri lupi alzarono il bicchiere in segno di intesa.

-dov’è Sam?- chiese Jacob ad Emily, una volta che lui e Luna ebbero preso posto.

-sta arrivando. È andato a prendere Leah- disse lei.

Luna guardò stupita Emily e pensò “ma come fa a rimanere così impassibile? Nemmeno una punta di gelosia?” ma poi comprese. “imprinting. Non deve temere che Sam la lasci, lui ha scelto lei per la vita. Che fortuna”.

Le venne improvvisamente da guardare Jacob. E lui? Aveva avuto l’imprinting? Si chiese.

“No, sicuramente no”. Si rispose. “Altrimenti non lascerebbe la sua metà da sola per correre a salvare una spostata come me”.

Sorrise dentro di se a quel pensiero. Era sollevata nel comprendere che quello che Jacob le aveva detto il giorno prima non corrispondeva alla verità. E che il suo silenzio era dato solo dalla voglia di proteggerla.

Mangiarono chiacchierando, tranquillamente, quando pochi minuti più tardi giunse Sam accompagnato da una ragazza bruna e molto carina, che prese posto alla tavola salutando con un cenno del capo i presenti.

Si fermò a guardare Luna intensamente, senza proferire parola.

-Questa è Luna, Leah.- disse Jacob.

-piacere. Spero non sia l’ennesima “ragazza vampiro”- disse acida, guardando Jacob.

“stronza” pensò lui. “l’ha fatto apposta.”

-scusa, ma non ci tengo affatto a farmi azzannare!- rispose Luna ridendo nervosa. Quella ragazza non le aveva dato una buona impressione. Aveva un’ostilità strana nei confronti degli estranei. Sembrava non fosse contenta che qualcuno fosse venuto a turbare la quiete del branco. Tuttavia decise di ignorare la sua freddezza, mostrandosi gentile per tutto il tempo e anche Leah parve rabbonirsi.

La giornata passò lenta e piacevole e ne seguirono molte simili.

Luna cominciò a conoscere meglio il branco, strinse una profonda amicizia con tutti loro.

Per il branco, di rimando, era considerata come una di famiglia e prendeva parte a quasi tutte le loro attività…eccezion fatta, ovviamente, per le ronde sotto forma di lupi.

Passarono le settimane e senza più segreti sembrava che l’amicizia tra Jake e Luna si consolidasse sempre di più. Jacob appariva più sereno, meno cupo del solito, ma aveva sempre un alone di tristezza nello sguardo che traspariva spesso.

Luna decise, un giorno, di chiedere spiegazione a Quil.

-è una brutta storia, ci credo che Jake non ne voglia parlare-

-però io ho bisogno di saperla, Quil.- implorò Luna.

-c’entra una ragazza. E quello che ha detto Leah al vostro primo incontro-

-la battuta sulla “ragazza-vampiro”?-

-esatto-

-spiegati- concluse Luna.

-si chiamava Bella Swan. Era la figlia dello sceriffo di Forks, un amico di Billy. L’avrai visto ogni tanto qui alla riserva-

-credo si chiami Charlie, giusto?-

-esatto. Beh, erano amici d’infanzia e quando lei si trasferì da suo padre, ormai due anni fa…insomma Jake aveva una cotta per lei. Una cotta bella grossa- aggiunse Quil, abbozzando un sorriso triste.

-a quel tempo a Forks risiedeva una famiglia di vampiri, i Cullen…non fare quella faccia!- esclamò Quil ridendo alla vista degli occhi sgranati di Luna. –non erano vampiri cattivi…diciamo che erano una sorta di “vegetariani”, cioè si cibavano solo di sangue animale…non aggredivano gli umani. Beh alcuni dei Cullen sembrano adolescenti e quindi frequentavano il liceo di Forks…è così che Bella li ha conosciuti…e, beh…si è innamorata di uno di loro.-

-wow…vampiri, licantropi…mi sembra un racconto dell’orrore- disse Luna ancora sconvolta.

-beh, dicevo…Bella si è innamorata di questo vampiro e ciò ha creato non pochi problemi a Jacob. C’è stato un periodo in cui i due si erano lasciati, o meglio, lui l’aveva abbandonata…si è scoperto dopo che era stato solo per proteggerla…ma insomma…Bella stava uno straccio e Jake l’ha consolata…l’ha guarita. Lei sapeva che Jake era innamorato di lei, ma comunque quando il vampiro si ripresentò non fece fatica a scegliere. E gli voltò le spalle. Jake aveva una vera e propria ossessione per lei. Ha tentato di tutto per far si che scegliesse lui al posto del succhiasangue. Puoi immaginarti lo sconforto quando non solo non l’ha voluto, ma addirittura si è sposata con il suo vampiro e ci ha fatto una figlia insieme.-

-eh? Una figlia? Cioè, ma…insomma…si può? Intendo…è possibile?- balbettò  Luna, sempre più perplessa.

-non chiedermi come funzionino i succhiasangue a me interessa solo quanto basta per farli fuori- tagliò corto Quil.

-Jake ci è rimasto davvero male.- continuò. - Per mesi è stato in uno stato terribile. Però devo dire che tu lo aiuti molto.- aggiunse. – è da quando ti conosce che sta emergendo dal suo umore nero…e non è male, davvero!- Quil diede alla ragazza una sonora pacca sulla spalla che la fece quasi cadere a terra.

-quindi è per questo che è così triste, a volte?- chiese lei, massaggiandosi la spalla.

-proprio per questo.-

-e lei…cioè…Bella era il suo imprinting?- chiese Luna timidamente.

Quil si mise a ridere. –certo che no! Quando un licantropo ha un imprinting, generalmente il soggetto dell’imprinting non può fare a meno di stare con lui! No, il suo imprinting è ancora la fuori…- disse con aria di lungimiranza –e tutti ci auguriamo che lo trovi presto, così smetterà di scocciarci-

-e chi è il tuo imprinting Quil?- chiese Luna sghignazzando.

- la nipote di Emily, Claire- Rispose lui, senza un velo di imbarazzo.

-la nipote di Emily…claire…oddio.- esclamò lei sconvolta.

-ci sei arrivata eh?- rise Quil, indifferente.

-ma…Claire…ha tre anni!- balbettò Luna.

-si, è vero. Ok, non pensare che l’imprinting sia subito una cosa tipo “colpo di fulmine, amore a prima vista”…è piuttosto, almeno nel mio caso, un senso di protezione e affetto incondizionato. –

-ma io non capisco…- continuò Luna ancora sconvolta –ma lei ha comunque tre anni! Quando arriverà nell’età per innamorarsi, tu sarai vecchio!-

-ah, già, c’è anche questa cosa…noi non invecchiamo, sai? Finchè continueremo a trasformarci resteremo sempre dei baldi giovanotti- disse Quil ridendo.

-è una delle cose positive dell’essere licantropi-

-cioè..non invecchiate? Siete immortali?- esclamò Luna. –ma non è giusto!!!- concluse imbronciata.

-ahahaha, mi dispiace Luna, ma è così- rise il cugino.

*

Ora che Luna era in tutto e per tutto parte del branco, Jacob non aveva più segreti per lei.

Il loro rapporto era progredito in un’amicizia profonda e sincera. Passavano molto tempo insieme a parlare del più e del  meno.

Luna era di famiglia anche a casa di Billy black. Ormai passava più tempo con Jacob che con qualunque altra persona nella riserva.

Non aveva socializzato con nessun altro che non fosse il branco. Dopotutto, che senso aveva perdere tempo con le persone normali, quando si poteva avere amici così speciali?

Sembrava la mascotte dei lupi. Lei mingherlina e con l’aria da ragazzina, loro alti e forti e dalla pelle scura.

Più il tempo passava, più lei diveniva consapevole del significato di far parte di una Tribù. Aveva rispetto per gli anziani della riserva, ascoltava la sera le storie degli antichi guerrieri della tribù e le leggende sugli esseri fantastici che popolavano questo mondo millenni prima dell’uomo. Imparava ad amare la natura e ogni forma di vita che l’abitava, passava molto del suo tempo nel bosco con il branco e giù alla spiaggia di La Push.

A La Push venivano anche molti ragazzi di Forks per fare surf. Luna rideva quando vedeva gli sguardi terrorizzati che i ragazzini di città lanciavano ai Quilleute. Sembrava  che provassero reverenza e timore nei loro confronti. E non immaginavano quanto fosse adatto quel sentimento.

La vita procedeva tranquilla, Luna ormai aveva dimenticato l’episodio del vampiro e soprattutto la faccenda curiosa delle sue ustioni, quando un fatto la fece ripiombare nuovamente nell’inquietudine e nel dubbio.

Era in giro con Jacob per l’ennesima passeggiata attorno ai confini della riserva. Giunsero sopra una scogliera che cadeva a strapiombo sul mare e si misero a guardare il panorama. Soffiava un forte vento che minacciava tempesta e le onde si infrangevano così forte sulla roccia che anche da metri e metri d’altezza potevano sentire gli schizzi d’acqua salata sulle guance.

-fa paura il mare oggi- disse Luna con enfasi.

-di che ti preoccupi? Siamo al sicuro quassù.- le rispose Jacob.

-si però è una vista inquietante. Quanto saremo in alto? Dieci? Venti metri?- soppesò lei avanzando verso il ciglio della rupe.

-secondo me anche trenta…ehi, però, sta’attenta e non sporgerti troppo-

-tranquillo, ho un buon equilibrio- disse lei divertita avanzando ancora di qualche passo.

Era quasi giunta sul bordo dello strapiombo e osservava in basso il mare scuro come un abisso. D’un tratto il cuore le piombò in basso e la vista le si annebbiò. Non era paura, non riusciva a spiegarselo…era come avere un mancamento, ma senza sentirsi debole. Come se il suo cervello mandasse impulsi che il suo corpo non riusciva ad eseguire.

Poi accadde. Le gambe le cedettero e cadde in avanti.

Sentì chiaro l’urlo di Jacob e lo vide sporgersi immediatamente dalla scogliera, nel vano tentativo di trattenerla. Poi la caduta.

Sentiva il vento fischiarle nelle orecchie, sebbene vedesse tutto a rallentatore. La caduta pareva non finire mai.

Mentre cadeva non provava nessuna emozione, paura, terrore…totale indifferenza.

L’unica cosa che provò fu curiosità. Quando l’occhio le si posò sulla figura di un aquila che volava in circolo poco lontano, all’orizzonte.

Poi tutto cambiò. Di colpo si sentì diversa, leggera. Aerodinamica.

Aprì le braccia e si sentì sollevare verso l’alto, come se stesse planando. Si girò su se stessa, vide il mare farsi sempre più lontano. Il vento la sosteneva e la librava in alto. Si guardò intorno ed ebbe un sussulto.

Le braccia non erano braccia. Erano ali. Ali piumate color marrone. Ali grandi, cariche di vento. Sterzò e volò verso la scogliera.

Vide lo sguardo di Jacob su di lei, sconvolto e atterrito. Perché faceva quella faccia? Cos’era successo di così straordinario?

Era un aquila, e allora? Lui era un lupo.

Atterrò con grazia sulla scogliera, di fianco al suo amico. Poi di nuovo quella vertigine. E tutto divenne nero.

*

 

Note dell’autrice:

 

AHAHAHAHAHAHAH!! Sorpresa sorpresina!!! Avete visto cosa combina la mia mente malata? Luna è diventata un’aquila! Come è possibile? Lo saprete nel prossimo capitolo, promesso! Tutto diventerà più chiaro.

Fossi in voi mi andrei a rileggere l’antefatto, vi chiarirebbe molto le idee…giusto così, per essere sicuri…XD

Comunque non preoccupatevi se la cosa all’inizio sembra un po’ inverosimile…in realtà è abbastanza verosimile, tenendo conto delle cose che si è inventata la meyer per scrivere la saga di Twilight…come vi dicevo, non potevo mica fare innamorare Jacob di un’umana qualsiasi!! Doveva essere speciale!

Comunque, spero vi abbia shoccato a sufficienza questo capitolo!

Passiamo ai ringraziamenti!

Caty_mony: grazie per le tue assidue recensioni, le apprezzo moltissimo! Ti prometto che nel prossimo capitolo svelerò tutto! Porta ancora un pochinino di pazienza e sarai premiata!

 

Vannagio: una certezza! Ecco cosa sei per me! Mi raccomando continua a commentare, mi fa sempre piacere! Anche tu scoprirai se avevi ragione o meno su Luna nel prossimo capitolO! Intanto, riguardati l’antefatto, per sicurezza. Si accettano ipotesi, senza problemi ^_^

 

Rachel_Cullen: eh cara, devi portar pazienza, ma ti prometto che presto svelerò tutto.

No i volturi non vogliono annientare i licantropi, come ho scritto, il vampiro era lì per controllare che i Cullen avessero lasciato Forks. E non aveva saputo resistere al profumo di una giovane umana impaurita, sperduta tutta sola nel bosco…eh cavoli suoi! Se l’è cercata!

 

Xxsakura94xx:  grazie sakura per il tuo commento! E ti perdono per la tua incostanza, ma solo perché la scuola è importante e viene prima di tutto (maestrina mode: ON) quindi aspetterò paziente. Si ne vedremo delle belle con Luna e ho pensato cose speciali per lei. Poi, ve l’ho detto, ci saranno un po’ tutti i vecchi personaggi, basta dare tempo al tempo e vedrete tutto…e fra poco ci sarà anche ciò che tutte aspettavate…la storia d’amore tra Luna e Jake…e vedrete che non sarà monotona, tutt’altro! Avete già visto che peperino è Luna…XD

Blinkina: GRAZIE!  Mi fa piacere che apprezzi. Continua a recensire e raccontami cosa ti piace e cosa miglioreresti, mi aiuta tantissimo!

 

Fanny6: gli zombie??? CHE IDEA MI HAI DATO! Ecco cosa mancava alla mia storia XD scheeerzo, niente zombie ma ci saranno sviluppi interessanti comunque!

 

Ringrazio inoltre le 19  persone che mi hanno messo tra le seguite:

1 - aliena [Contatta]
2 - blinkina [Contatta]
3 - Caty_Mony [Contatta]
4 - celestegirl [Contatta]
5 - ddebt [Contatta]
6 - Desyree92 [Contatta]
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E quelli che mi hanno inserito nelle preferite!

 

1 - catrinam [Contatta]
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11 - xxsakura94xx [Contatta]

 

GRAZIE!

=^_^= (MIAO!)

      ..............faccio una piccola postilla...ho scasinato con polyvore.com e ho tirato fuori degli outfit per Luna, ditemi se vi piacciono...!

così avete un'idea di come si veste quella scavezzacollo...XD

 

qui sotto il look di quando è andata da Jake per la prima volta!

http://h.imagehost.org/download/0574/ScreenHunter_019

 

qui invece vediamo altri due suoi look..estivi da giorno! XD

 

http://a.imagehost.org/download/0648/ScreenHunter_020

 

questo...perchè l'inverno di La Push è freddino se non hai la pelliccia da lupacchiotto...! XD

 

http://a.imagehost.org/download/0841/ScreenHunter_021

 

 

...l'ultima è...per un ipotetico viaggio in moto con jake! *_*

 

ditemi se vi piacciono!

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Capitolo 8
*** luna degli spiriti ***


Capitolo sesto

Luna Degli Spiriti

Jacob ancora non riusciva a capacitarsi di ciò che aveva appena visto.

Aveva visto Luna cadere dalla scogliera e prima di raggiungere le onde, trasformarsi in una grande aquila.

Un’aquila? Com’era possibile?

Ma ora la vedeva, lì davanti a lui, nuovamente umana, svenuta a terra, senza nemmeno un vestito addosso.

Era incosciente al suolo, in posizione fetale, rannicchiata su se stessa, i morbidi ricci rossi sparsi sul terreno ad incorniciarle il volto addormentato.

Jacob si riprese da quella visione e pensò che dopotutto non era il caso starsene lì a guardare una ragazza completamente nuda, così.

Si levò la maglietta e gliela pose addosso, come una coperta. Poi tentò con piccoli scossoni, di svegliarla.

-Luna…luna, svegliati…ti prego dì qualcosa- si accorse di essere davvero spaventato.

E se qualcosa fosse andato storto? E se non si fosse più svegliata?

-andiamo, Luna, Apri gli occhi!- implorava lui accarezzandole i ricci.

Un movimento del capo, le palpebre sbatterono qualche volta. Luna emise un debole gemito e guardò l’amico.

-Jake…cosa è successo?- chiese. –stavo…volando.-

Jacob sospirò sollevato. Aiutò Luna a mettersi a sedere e lei si accorse per la prima volta di essere nuda. Si coprì come meglio poteva con la maglietta del ragazzo ed egli si voltò, rosso in volto, per darle tempo di infilarsela per bene.

Quando lei parlò, lui le dava ancora le spalle.

-Jake, portami a casa, non mi sento molto bene- disse con voce flebile.

Jacob si voltò e vide Luna ancora accucciata per terra, con in dosso la sua maglietta, che le arrivava alle ginocchia, come se fosse stato un vestito.

Lui si chinò e la raccolse da terra, tra le braccia. Le gli si aggrappò al collo e posò la testa sull’arco della sua spalla.

Jacob chiuse gli occhi a quel contatto, stordito. Perché il cuore gli pulsava così forte, ora?

Stupore, di sicuro, per tutto quello che aveva appena vissuto.

E preoccupazione per le condizioni della sua amica.

Cominciò a correre, tenendo Luna tra le braccia.

Il movimento della corsa cullava Luna come se fosse in barca. Fece molta fatica a non addormentarsi, sentiva le poche forze rimaste abbandonarla definitivamente.

Le parve un’eternità, ma alla fine Jacob si fermò.

Lei non capiva ancora dove si trovasse, pensava di essere a casa, nell’aria vi era un odore famigliare..

-dov’è Luc?- domandò lei, quasi mormorando.

Jacob non rispose,ma aprì la porta d’ingresso con un calcio.

-Jake, che succede?-

Era la voce di Billy.

-Billy, Luna ha…non so come spiegartelo…forse è meglio se le dai un’occhiata.-

-cosa è successo, Jacob?-

Luna sentiva i due parlottare velocemente, ma faticava a capire il senso delle loro frasi.

Jacob diceva di averla vista trasformarsi in un aquila. In un guizzo di lucidità lei ricordò di essersi guardata le braccia, notando che erano ali. Ricordò il vento tra le piume e la sensazione di volare…in alto, sempre più in alto.

Billy rispondeva cauto alle domande di Jacob. Diceva che non sapeva spiegarselo e che doveva parlarne con gli anziani. Che non aveva mai sentito una cosa simile prima di quel momento.

 

-ho caldo…- si lamentò Luna, in stato di semi incoscienza.

Jacob adagiò Luna sul suo letto e Billy poggiò una mano sulla fronte della ragazza.

-è bollente. Deve avere una temperatura davvero alta- concluse.

-papà, dici che si sta trasformando?- sussurrò Jacob.

-è possibile. Ma in cosa e perché ancora non so spiegarlo.-

-che facciamo ora?-

Billy lanciò un’occhiata profonda a Luna, che giaceva nel letto del figlio, lamentandosi di tanto in tanto.

-non lo so. Ma non possiamo portarla da Luc in queste condizioni. Devo radunare gli anziani, subito. Devono vederla al più presto.-

-che cos’ho che non va?- domandò Luna in un filo di voce.

-ehi, non hai niente che non va, capito? Starai benissimo!- esclamò Jacob precipitandosi verso di lei e afferrandole una mano, in gesto di conforto.

-sistemeremo tutto, vedrai- le sussurrò

-se ci sei tu, non ho paura- gli rispose lei, sorridendo debolmente.

Jacob si sentì avvampare.

*

Luc cominciava ad essere in pensiero. Era già sera e quei due ragazzi non erano ancora tornati. Che fine avevano fatto Jacob e Luna.

Stava per prendere il furgone e andare da Billy, quando proprio il pick up del suo amico arrivò rombando nel vialetto.

Lucas si precipitò in giardino e aiutò Billy a scendere dal furgone.

-dov’è Luna!? È quasi notte! Che fine hanno fatto quei due?- esclamò indispettito.

-Calma Luc, Luna è a casa mia con Jacob. Devi venire anche tu, temo-

-è successo qualcosa?- domandò Luc spaventato.

-non lo so ancora di preciso. Sto radunando gli anziani della tribù, dobbiamo parlarti e subito-

-ma Luna sta bene?- chiese lui implorante.

Billy lanciò un’occhiata all’amico, indeciso. –non sta molto bene. Ma se è come credo, si rimetterà presto. Ora, se vuoi sapere qualcosa di più preciso, devi seguirmi-

-bene, guido io.- disse Luc e si pose alla guida del furgone di Billy.

Arrivarono nel giro di pochi minuti e già davanti a casa Black c’erano tre persone.

Gli anziani della tribù, tra loro il Vecchio Ateara, il nonno di Quil.

Quando Luc arrivò fu come se una sferzata d’aria gelida fosse spirata tra la piccola comitiva.

Ateara guardava il nipote con severità, senza parlare.

-buonasera, zio- cominciò Lucas, serio.

-Buonasera, nipote- rispose lui.

-bene, direi che è ora di entrare…e che vediate coi vostri occhi- disse Billy, per rompere il silenzio che si era creato dopo quel saluto.

Ateara non aveva mai perdonato a Lucas di aver lasciato la tribù. Quando il padre di Quil era morto, il vecchio si aspettava che Lucas gli avrebbe dato una mano ad amministrare la famiglia. non fu così. Lucas si innamorò di una straniera, di un inglese e se ne andò lontano, con lei. Da allora i due non si erano più parlati, fino a quel momento.

Gli anziani entrarono, preceduti da Billy e da Lucas. Dentro casa c’era Jacob che stava in piedi nervoso, attendendo il loro arrivo.

-allora dov’è?- chiese Lucas. –Dov’è mia figlia?-

Jacob puntò il dito ad indicare la propria stanza, senza parlare. Gli occhi del giovane erano puntati sul vecchio Ateara, imploranti.

-ti prego, dimmi che sai che cos’ha- lo supplicò piano.

-ora vedremo- rispose il vecchio, avanzando verso la stanza.

Quando Lucas arrivò nella camera, vide Luna sdraiata sul letto, madida di sudore.

Le si avvicinò e percepì il calore del suo corpo anche da qualche centimetro di distanza.

-ma…ha la febbre! Dobbiamo raffreddarla!- esclamò guardando verso Billy.

-non credo sia febbre, Lucas- sentenziò il vecchio Ateara.

-credo sia qualcosa che non si può curare-

Lucas guardò lo zio, stupito. Il vecchio si fece largo tra le persone ed entrò nella stanza. Si sedette di fianco a Luna e mormorò qualcosa, piano, in lingua Quilleute.

Il respiro di Luna era affannato, il battito accelerato. Il vecchio Ateara passò una mano rugosa a pochi centimetri dal volto della ragazza e intonò una nenia incomprensibile a molti, che proveniva da tempi remoti.

Il respiro di Luna si calmò e così anche il suo cuore. La ragazza aprì gli occhi, debolmente, e guardò il vecchio di fianco a lei.

Il vecchio Ateara le sorrise gentilmente e le chiese : -va meglio?-

-si- rispose lei. –come ha fatto?-

-magia Quilleute, bambina mia…ti ci dovrai abituare- rispose lui, strizzando l’occhio.

*

-Allora, si può sapere cos’ha mia figlia?- sbottò Lucas stizzito.

-sssht. La ragazza sta dormendo- lo rimproverò Billy a bassa voce.

Lucas e gli anziani stavano seduti al tavolo della sala da pranzo di Billy, parlando a bassa voce di quello che avevano appena visto.

Nessuno sapeva con esattezza cosa avesse la giovane Luna  e stavano vagliando le varie ipotesi da diversi minuti.

Ateara era rimasto zitto, gli occhi bassi, il viso contratto in un’espressione di assorta concentrazione.

Quando parlò lo fece con estrema cautela.

-conosco una leggenda…una leggenda di centinaia d’anni fa…narra della venuta di un prescelto, che avrebbe racchiuso in se la forza degli spiriti. Egli avrebbe aiutato la tribù ad eliminare una volta per tutte il dominio dei Freddi sul mondo. Avrebbe riportato la pace. La leggenda narra che questo prescelto sia dotato di enormi poteri e tra  questi quello di mutare forma a suo piacimento e di controllare gli spiriti degli elementi.-

-santo cielo…il fuoco!- esclamò Billy.

-come, scusa?- domandò Lucas.

-Quando Luna è stata aggredita dal succhiasangue…lo ha ustionato gravemente, toccandolo…all’inizio non me l’ero spiegato…ma ora, tutto torna-

 

Lucas non credeva alle sue orecchie.

-succhiasangue…freddi…spiriti?? Di che accidenti state parlando? Non siamo in un racconto per bambini!-

-vorrei che fosse così, nipote. Ma ti dissi fin da bambino che le nostre leggende corrispondevano alla verità-

-sono solo leggende per spaventare i bambini!- gridò Lucas, in preda all’isteria.

-credevo di averne avuto abbastanza di tutto questo, quand’ero un ragazzino!-

-la storia dei lupi, degli spiriti guerrieri, Lucas…non è fantasia…esistono davvero-

Disse Billy, trattenendo per un braccio l’amico.

-voi vaneggiate! Tutti quanti! Ora vado a prendere Luna e la porto in ospedale-

-no, papà…hanno ragione. È tutto vero-

La voce di Luna arrivò flebile alle orecchie degli astanti. Lucas si voltò e la vide in piedi, aggrappata al braccio di Jacob, ancora vestita solo della sua grossa maglietta.

-Luna, cosa ci fai alzata? Non dovresti stare qui-

-vi ho sentiti parlare. Ho capito quello che dice il vecchio Quil. Papà, io ci credo. Io so cosa mi è successo. Ero un aquila papà. Non era un sogno. E lui…- disse indicando Jacob con la testa. -…lui è un lupo. È uno spirito guerriero.-

-avete condizionato anche lei con le vostre stupide leggende?- ringhiò Lucas, guardando gli anziani. –avevo fatto bene ad andarmene, anni fa…-

-no, non è vero.- gli rispose Ateara. –non hai fatto bene ad andartene. Ci servivi più che mai. E ora ci serve tua figlia. Ha sangue Quilleute nelle vene, è la prescelta dalla leggenda. Non puoi più scappare, Ora, gli spiriti ti volevano qui con noi, Lucas Ateara.-

-SMETTETELA!- gridò Lucas. Corse verso Luna e l’afferrò per un braccio, togliendola dalla stretta di Jacob. –adesso ce ne andiamo, non ci vedrete più-

-NO!- esclamò Jacob, cominciando a tremare violentemente.

-Jacob…calmati- lo ammonì Billy.

-papà, se non ci crede…dovrò farglielo vedere io stesso!- ringhiò Jacob tra i sussulti e con una giravolta si trasformò nel grosso lupo rossiccio.

Lucas fece un balzo indietro, ponendosi da scudo per Luna.

-papà, non ti farà niente. Non ci farà niente. È solo Jacob- mormorò lei, togliendosi dalla presa del padre ed avvicinandosi al grosso lupo. Jacob guaì e posò la testa contro il fianco di Luna e lei prese ad accarezzargli il folto pelo rosso.

-vedi? Non è una leggenda. E Luna è parte di questo mistero, Lucas. Non si può più tornare indietro-

Lucas era attonito.

-…la mia bambina…voi non potete…non potete mandarla incontro al pericolo…- balbettò.

-lei sarà più forte di tutti noi messi insieme, una volta che avrà imparato a controllare le sue enormi capacità. Non le accadrà nulla di male, ci sarà il branco a proteggerla-

Lo rassicurò Billy.

Lucas capitolò.

-allora è tutto vero.- concluse. –mi dovrò adeguare-

Il vecchio Ateara gli andò in contro e posò un braccio intorno alla spalla del nipote.

-avresti dovuto farlo anni fa. Ma non è troppo tardi per rimediare- rispose.

 

 

Note dell’autrice:

Eccomi qui! Con elegante ritardo, ma ce l’ho fatta!

Chiedo scusa a tutti i miei lettori/lettrici, ma ho avuto una serie di esami da preparare e sono stata costretta ad estraniarmi dal resto del mondo!

Spero che non vi siate annoiati troppo! J

Adesso, come vedete, è tutto svelato, alcuni ci erano già arrivati (ovvio vi ho suggerito tutto io :P).

Spero che vi stia piacendo, presto anche le cose tra Jake e Luna evolveranno…se avrete la voglia di leggere oltre.

Prometto che ora continuerò a postare con più velocità, è stato solo un episodio solitario questo…non si ripeteranno altri ritardi! XD

 

Come sempre, commentate!

 

Colgo l’occasione per promuovere una mia nuova storia…

Sono sicura che vi piacerà, anche perché onestamente non è proprio farina del mio sacco…ora passo a spiegare:

nei momenti di pausa tra ore di studio incessanti ho scoperto un film tv in 2 episodi prodotto in Inghilterra e Canada, che prende spunto dalla storia di Alice in Wonderland, rivisitandola in chiave moderna.

È un film davvero carino ed interessante, vi consiglio di guardarlo (posterò il link solo e soltanto dopo aver concluso la fan fiction…perché sono sadica!).

Ho deciso di scrivere una fan fiction su Alice (questo è il titolo della miniserie) dove racconto passo passo tutta la storia del film (dialoghi compresi).

È il racconto veritiero del film ed è per questo che vi chiedo di leggerlo prima (o durante) la visione del film, così potete gustarvelo al meglio ^_^…ma poi fate come volete.

Ho deciso di scriverlo perché avevo in mente una fan fiction che continuasse la storia da dove si era interrotta, ma come facevo a scriverla se nessuno sapeva cos’era successo prima??? E così ecco qui.

Posterò i capitoli in parallelo a questa storia e prego i miei lettori di leggere e commentare anche la nuova fic, per amore del mio ego da scrittrice ^_^

Fatemi sapere se vi piace!

 

Passiamo ai ringraziamenti veloce veloce!!!

 

Molls: una nuova lettrice! Grazie sono contenta che ti piaccia! Scusa il ritardo, continua a seguire!!!

Sakura94: spero ti sia piaciuto questo capitolo! Io mi sono divertita un sacco a scriverlo! Complimenti per il continuo della tua fic, mi sta piacendo un sacco!!! *_*

Caty_mony: sempre scoppiettante! Grazie grazie, spero commenterai anche questo capitolo, anche se in ritardassimo rispetto al previsto!!! T.T

Fanny: ti ho risposto con questo capitolo, spero ti sia piaciuto! Fammi sapere!

Vannagio:continua pure con le girandole mentali non si sa mai che tu mi dia nuovi spunti! Come vedi , ci avevi preso! Spero tu seguirai il resto! Ci saranno ulteriori sorprese!!!

Rachel Cullen: eeeh cosa ti combino, vero?? Sono una mente malatissima! Continua a seguire e vedrai che casino ti metto su!!!

 

GRAZIE ANCORA  A TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO E MI RACCOMANDO, COMMENTATE!!!

 

Miao! =^_^=

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