Am I to gather that...?

di Fed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fuga ***
Capitolo 2: *** Eimì ***
Capitolo 3: *** Eva Distratta ***
Capitolo 4: *** Supersum ***
Capitolo 5: *** Void ***
Capitolo 6: *** Cadenze silenziose ***
Capitolo 7: *** Ritratto ***
Capitolo 8: *** Appesantire le Corolle ***
Capitolo 9: *** Maschere ***
Capitolo 10: *** Quarantena ***
Capitolo 11: *** Mancanze ***
Capitolo 12: *** Roma ***
Capitolo 13: *** Onde ***
Capitolo 14: *** Tratti ***
Capitolo 15: *** SResidui ***
Capitolo 16: *** Scendere ***
Capitolo 17: *** Intervallo ***
Capitolo 18: *** Graffi di Phantasos ***
Capitolo 19: *** Essenze ***
Capitolo 20: *** Mon miroir ***
Capitolo 21: *** mi Lacera la Mente ***
Capitolo 22: *** ChiediDiMe ***
Capitolo 23: *** Crac Crac (sospiro) ***
Capitolo 24: *** L'angolo del Prisma ***
Capitolo 25: *** Il Matto ***



Capitolo 1
*** Fuga ***


Nuova pagina 1

 

 

 

Qui tutto è una guerra:

ti cascano gli occhi per terra.

 

Se provi ad urlare

la gola ti voglion tagliare.

 

Ti sanguina il cuore,

si stancan le vene,

sui fianchi un dolore.

 

Le orecchie mi tappino

in questo anfratto del male!

 

Le streghe, sul rogo,

da sole si fanno bruciare.

 

 

 

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Capitolo 2
*** Eimì ***


Nuova pagina 1

 

 

 

 

 

Sono

 

un distico elegiaco

posato a metà

tra un latinismo,

una smorfia

ed il tuo stesso cinismo.

 

Odoro di vita,

mi spingo

tra traballanti attimi

d’eternità

interrotta.

 

Io vivo

per l’essenza che mi sfiora,

di notte,

 

ogni ora.

 

Sono

una cannibale

della tua carne

da assassino innocente.

 

Vorrei avere

la tua

Mente.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Eva Distratta ***


Nuova pagina 1

 

 

 

Sono libera d’amare l’alba scarlatta

e la sua lenta disfatta.

 

Ed il cielo che cade a secchiate

e le fiabe rubate.

 

 

Sono libera di stare

qui sotto il sole

a pregare

un Dio che non vuole

 

né me, né l’amore che bramo,

né te, né il mio gusto: insano.

 

Sono un’Eva distratta:

mi specchio nel lago

e vedo il riflesso di un’altra.

 

 

E a Dio vorrei solo

domandare ristoro

e che mi risponda

sulla storia del Pomo:

 

Se sono Eva

Le certezze Sue mino:

chissà se soli al mondo

avrei preferito,

ad Adamo, Caino.

 

 

 

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Capitolo 4
*** Supersum ***


Nuova pagina 1

 

 

 

Direzionamento Stroboscopico della

Mia Fantasia Inerme:

 

morii a vent’anni

di fatica e sorrisi

falsi.

 

[Se piansi

Fu per gli occhi stanchi.]

 

 

 

 

Volli sentire il mondo

E sentii Me:

caddi in basso, rovinai

nel suolo senza fondo.

 

 

Nelle ferite

C’ho messo un vento

Che non passa mai.

 

 

 

 

VULNERIBUS!?

 

 

< I miei gusti non li sai? >

 

 

 

 

 

 

Direzionamento Automatico

Del Sintetismo Meccanico:

 

mi fermo a pensare.

 

 

 

 

 

P

E

N

S

O

 

x2

 

 

 

P

E

N

S

O

 

T

R

A

S

V

E

R

S

A

L

M

E

N

T

E

 

 

CONTINUO

 

A

 

P

E

N

S

A

R

E

 

 

 

 

 

Destinami all’Inferno!

Detraimi!

 

 

Mi perdo nel fumo.

(disperdimi!)

Io muoio.

 

 

Eppure…

(Oppure epurami!)

 

Eppure

SUPERSUM!

 

 

 

 

 

Boccheggio latinismi

fonicamente scorretti.

Guardo

Il mio dolore

E vedo prismi.

 

 

 

Direzionamento Fantasma

Dell’Età che avanza:

 

da ‘in fondo al mare’

urlo vendetta e smetto

di sperare.

 

 

 

 

 

Mi si cerchi in mezzo

Alle mie bare.

 

 

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Capitolo 5
*** Void ***


Nuova pagina 1

 

 

 

 

La mia insensatezza è macabra.

 

È come il sangue che cola via da una ferita

Ed una garza rossa e ciondolante

 

E di sottofondo

Il pezzo andante

Di un pianoforte e due flauti

Stonati.

 

 

Troneggia sulla mia vita

La sedicente morte

Che vinceva gli avi

E gli schiavi vuoti.

 

 

Chi è il destino del popolo?

Chi è il popolo del nulla?

 

 

La mia insensatezza è macabra.

 

 

Mi ritrovo a pensare

D’esser sola

E dopo a stare male

Perché non è vero, ancora.

 

Si è soli solo con la Morte:

e viene il vuoto

e della sorte

non t’interessa più che d’un grande melograno.

 

Oh, quanto è strano

Star qui a pensare al profano

musicale

di questo strale remoto!

 

 

La mia insensatezza è macabra quanto il Vuoto.

 

 

Io abito nella voce di me stessa che si spinge fino a dove

 

non

c’è

più

nulla.

 

 

Dì almeno una parola

Alla mia Culla.

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Cadenze silenziose ***


Nuova pagina 2

 

 

Il Mondo di una volta decadeva;

(ora cade.)

Se tu giuravi morte lui rideva.

(ora tace.)

 

Sentenzio anch’io un idillio fugace

(mi piace.)

In questo antico covo del perdono

(sagace!):

 

Io credo che l’Amore dia ristoro,

(lo amo!)

Finché non ti ritorna indietro vuoto.

(l’amavo.)

 

Ed ora a questo Mondo grido a guerra!

(sto male.)

Ma lui mi lascia andare sotto terra…

(non vale!)

 

 

 

 

< Il vento non mi vuole più parlare! >

 

 

 

 

Il Mondo di una volta decadeva,

(ora cade.)

Se tu finivi in basso lui spingeva.

(ora tace.)

 

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Capitolo 7
*** Ritratto ***


Nuova pagina 1

Ritratto

la mia essenza,

la decenza

di esser stata in un mondo

che non mi voleva.

 

“Mi andava!”,

dissi guaendo disperata

sulla tua anima ingrata.

 

Ritratto

il mio esser donna,

la mia gogna,

il mio tormento

nel cercare un diversivo

al brutto tempo.

 

E quando mi sentivo in fermento

per una parola sfuggita.

 

Ritratto

la mia vita,

la partita

che ho giocato con

la morte

(tirando calci di punta

sul mio cuore e sulla sorte

 

che mi ha ritrattato così tante volte

da rendermi

incoerente,

questa notte).

 

E non mi vergogno per

tutte le botte

che ho preso sul petto,

semmai me ne pento.

 

Ritratto ciò che ho detto

e ciò che ho fatto,

ma ciò che ho scritto me lo tengo

per dispetto.

 

Riappendo le mie asce

al muro.

E tutto è tutto!

Chi tra noi è il Matto?

 

Riprendo col tempo

il mio bistrattato

andamento

 

distratto.

 

 

 

Solo con due parole assonanti

so farmi un ritratto.

 

 

 

 

 

 

[Al prossimo capitolo ringrazierò per bene chi ha recensito, purtroppo ora sono un po’ di corsa. Sappiate comunque che mi avete resa estremamente felice e vi sono grata per i commenti lasciati, sebbene le mie 'poesie' non meritino tanta benevolenza. Spero comunque che questo pezzo non vi deluda.]

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Capitolo 8
*** Appesantire le Corolle ***


Nuova pagina 1

 

 

La pioggia cade a tratti sugli ulivi

e sui bastioni del vecchio castello,

sorride ai signorotti fuggitivi

ed a me, che apro l’ombrello

 

e mi sporgo a guardare, incapace,

il cielo che di acqua si riempie,

allegoria della vita fugace

sobria delle sue realtà più empie.

 

 

Noi siamo come pioggia che dal cielo

Si tuffa giù, con ripido mistero,

giunge a terra, s’aggrappa a un fiore,

 

ligia di dovere e di stupore,

che come un peso netto senza tara

s’appende, ormai perduta, alla sua bara.

 

 

 

 

°__°

Non so neanche perché l’ho pubblicata…

°__°

 

[corre a nascondersi]

 

 

(Eowyn, cara! *O*! Sono felice che la scorsa… ‘cosa’ ti sia piaciuta! Le rime ad un certo punto le ho del tutto perse di vista, seh XD! Senza contare che in realtà volevo giocare sulle assonanze più che sul senso, ma poi la ‘trama’ mi ha preso troppo e mi sono un po’ persa… XD!!Il libro di storiaaaa! Sì, pensavo troppo al nostro amato Sirlo-Pirl… coff coff… quando l’ho scritta XD! Sei troppo buona e gentile, comunque, non merito i tuoi complimenti. Un mega bacione-one-one, quella sclerata di Fed).

 

 

[ricompare]

 

Grazie infinitamente a chi legge, un grazie triplo con salto mortale [!] a chi ha anche il coraggio di recensire queste nefandezze e a chi le ha aggiunte nei preferiti. Vi voglio bene (sniff ç_ç).

 

Baci

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Capitolo 9
*** Maschere ***


Nuova pagina 1

Ho indossato una maschera,

perdutamente rapita

dall’impressione di non dover

dimostrare più d’essere

la fragile me stessa

di sempre.

 

L’ho indossata perché mi riempisse

d’orgoglio

veder le persone voltate a guardare

me che passavo,

chi restava a chiacchierare

con me, a curiosare,

chi girava i tacchi

infastidito,

per andare altrove.

 

Ho indossato una maschera

e tinto gli artigli di nero,

spostato le sveglie in modo

da ritardare sempre un quarto d’ora,

accorciato i capelli

alla moda.

 

Ho indossato una felpa scura,

camminato lungo

sentieri ripidi, vie strette e nere,

parlato di morte senza orrore,

riso di stupore per ogni celere

stronzata

che mi veniva raccontata.

 

Ho indossato una maschera

che mi facesse dire cose stupide,

che trasformasse

le mie subdole paure

in sbadigli e non in lacrime.

Ho convertito la mia stanchezza

d’esser viva

in sonno, ho dormito

intere giornate.

 

Mi sono dedicata a piccole

sciocchezze

e non appena acquistavano

importanza

le ho mollate.

 

 

 

 

 

 

Ho indossato una maschera

e, stasera,

non mi ricordo più com’era

il mio vero volto.

 

Se c’era.

 

 

 

 

 

Decisamente diversa dal solito…

Ehm…

Peggio del solito, se possibile.

 

Spero non mi tiriate le sedie addosso, oggi sono troppo stanca per correre così tanto… coff.

 

In ogni caso, mi ha sfogata scriverla.

[perché non l’ho tenuta per me, dite? …ehm… ^^’]

 

 

*fugge*

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Capitolo 10
*** Quarantena ***


Nuova pagina 1

Sono sola.

Sola! Sola!

 

Immensamente persa nell’oblio

immerso nel più oscuro

anfratto angustamente greve

del mio cuore!

 

 

Tu! Tu! Tu!

Tu l’imbonitore

che fino al di sotto

dell’Inferno

mi ha guidata!

Ora sono dannata,

stizzita, provata!

 

 

 

Una bestia in gabbia

senza il ritegno delle catene!

Sento che mi scottano le vene dalla rabbia

e le mie pene

sono tante che, credo,

arriveranno ad ammazzarmi sul serio.

Lo spero! Lo spero!

 

 

 

Sono sola.

Sola! Sola!

 

Immersa nel limbo dell’assurdo,

mi consola quasi sapere

di esser morta forse, ora.

 

Ma sono sola, sola, sola!

 

 

E sei stato tu! Tu! Tu!

Con la tua anima grondante di

baci

mi hai sedotta ed ora…

 

Ora taci!

Taci, taci!

 

 

 

 

Immensamente negata dalla luce

impressa nei tuoi occhi grigio

asfalto e terribilmente vivi

nel mio cuore.

 

 

Negligente sfruttatore

del mio ignobile ego:

mi hai rubato la testa.

 

Ed io mi sfogo, mi sfogo!

 

 

 

Tu! Tu! Tu!

Sei stato tu. Qui mi hai portata,

all’Inferno!

Ed ora cosa hai?

Un’anima dannata!

 

Dannata! Dannata!

 

 

Reminescenza opaca:

mi convalido da sola nel mio limbo

di ricordi,

per me non c’è nessuno sconto di pena.

 

 

 

 

 

 

Ho ucciso il mio rimorso:

la galera! La galera! La galera!

 

 

 

 

 

 

 

Sto impazzendo XD!

Improvvisamente mi è venuta in mente una nuova versione di questa poesia. Tanto per rompere le scatole, la posto qui sotto XDDDD

 

 

 

“Sono sola.

Sola! Sola!

 

Immensamente persa nell’oblio

immerso nel più oscuro

anfratto angustamente greve

del mio cuore!

 

 

Tu! Tu! Tu!

Ecco, hai pure

il telefono occupato,

Traditore!”

 

 

XDDDDDDDDDDDD

 

Ehm… non sto bene, sì.

Scusate! XD

 

Grazie a chi legge (_ _) (se c'è qualcuno che lo fa XD)

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Capitolo 11
*** Mancanze ***


Caducità dell’essere disastrato,

 

 

Caducità dell’essere disastrato,

mi ride addosso.

 

Pianto vellutato, mi spingo fino

al limite più nero;

ed è già morto!

 

Ah! Di quanto torto

mi son privata!

In primavera gli angeli

pascolarono

con il mio apporto morale,

senza che io sapessi di essere

nel limbo.

 

Melodia fugace, mi pare

che sia meglio essere

Altrove.

 

Sparire.

 

Vuoto, inconsistente.

Ideogramma dell’apice

raggiunto dal sincretismo dell’attimo

che ti ingloba.

 

Lui apre la bocca.

Ahm.

Il vuoto ti mangia le braccia.

 

 

Sei una sposa vestita di rosso,

acerrimo compare,

privo d’ozio e (pieno d’inganno)

pronto a barare.

 

Caducità permane,

nell’essere addormentato

e mi muore addosso.

 

 

Il vuoto ti mangia.

Ahm.

Non hai più neanche un osso.

 

 

Accartocciarsi di mele

del peccato.

Chi salva il mondo reo

dal reato

(che non ha mai commesso)?

 

Bocca piena di sangue,

votata all’amarezza

gli carezzai i capelli.

 

 

Il vuoto poi mangiò anche quelli.

 

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Capitolo 12
*** Roma ***


Quanto pesa

 

Quanto pesa

camminare a testa bassa,

piena di tristezza, lungo le strade trafficate!

 

Roma si rompe e tace,

ti aspetta,

è lì sul marciapiede che molesta

l’ultima linea di formiche,

le sue buche,

un gatto randagio che vorrebbe solo

qualcosa da mangiare.

 

E tu non la vedi per quanto pare

sola e abbandonata come tutti,

non la vedi perché ti assomiglia tanto

che cominci a pensare che degli specchi

riflettano il tuo viso mentre procedi.

 

Ma Roma è sempre in piedi

quando arriva un amico da lontano

e tu, non più solo, mano nella mano,

lo porti al foro di Cesare.

 

“Cos’è quello?”

“Oh, misere vestali, in quel tempio

dovevan far la guardia al loro fuoco,

che mai ci fu presagio più empio

per Roma di quando esso diventò più fioco!”

 

E ti riscopri, attonito,

smorzato dal tuo gioco;

rinasci in mezzo a nulla e

ti si sente respirare.

 

Se prendi un amico per mano,

Roma ti pare più grande,

più bella. La tua stessa presenza

diviene in un istante

quella esatta, e ridi come se

non lo avessi fatto mai.

 

Immobile nel traffico

ti ricordai,

Roma, mia dolce compagna rumorosa.

Fai parte del mio bagaglio di segreti;

sei rossa come il sangue che mi uccide

ma un sole giallo e candido ti arride.

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Onde ***


Onde

 

Tutto il mondo è qui per noi.

 

Non ti amo (ancora)

eppure

ogni tua parola

mi rode l’anima.

Tu stendila.

 

 

Eppure il tuo nome

che tanto uccido

prende colore

 

se lo vedo

anche solo scritto;

io rimango a guardarlo

stupefatta,

me ne resto

distratta

con le mani in mano.

 

Tutto il mondo è qui per noi

(ma noi non lo sappiamo).

 

 

Non ti amo (per ora).

Ciò che mi deprime

e che mi svuota

è il non sentirti.

 

Mi basta un alito di vento

per capirti.

 

E tu non vedi

quanto io sorrida

e arretri,

nel vederti.

 

 

Tutto il mondo scompare

se mi guardi.

 

Non ti amo, ancora

(forse è già troppo tardi).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho scritto questa poesia verso dicembre. Poi è andata come è andata.

 

Volevo cogliere l’occasione per ringraziare di cuore RaRa 93 (ti sono davvero grata per le tue parole, ammetto di adorare il momento in cui mi metto davanti ad un foglio e scrivo, ma, d’altra parte, una volta concluso il lavoro non sono mai soddisfatta. Ricevere una recensione come la tua mi rende davvero immensamente felice. Grazie, grazie davvero, anche se non merito tutti i complimenti che mi hai fatto ^^), la cara Eowyn (Le tue recensioni sono sempre adorabili, suvvia XD! Mi fa sempre piacere risentirti, anche se in questo modo un po’ blando della risposta alle recensioni. Spero davvero di rivederci presto, e ancor di più che tu ti decida a postare qualcosa – dopo marzo, dopo marzo, lo so XD – perché sai quanto adoro ciò che scrivi. Ti adoro, un bacio al gatto) e la strabiliante Mezzo_e_Mezzo (non ho parole: l’ho dovuta assimilare, la tua recensione. Per ora, solo grazie. Sappi che ti romperò via mail per ringraziarti come si deve, quindi cerca di premunirti di pazienza con le cose che scrivo. Grazie di nuovo, immensamente).

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Capitolo 14
*** Tratti ***


Scotto

 

 

Scotto.

Butto giù

un distratto senso del

rispetto (e

me ne vanto!),

 

ma per farlo quanto pianto

ho accumulato!

 

Ormai ho distrutto

il mio stesso

disgusto, disastrato

con garbo il mio

animo stretto,

con gran riserbo

ho guardato

a non fare rumore.

Poi il silenzio l’ho rotto.

 

E tanto, tanto ho perso,

a guardarti dormire per ore!

 

 

Scotto.

Da sotto la pelle

ogni torbido fiotto

di dolce stupore

tentenna, ma ormai sentirlo

è solo un colore in più

per la mia penna.

 

 

Oh, che blasfemo sogno fu quello

che mi condusse qui!

Nel più nero rimorso

dirotto il mio singhiozzo

in un disastro di Ti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie, grazie e ancora grazie a chi legge e soprattutto a chi commenta, ogni vostra parola mi riempie il cuore.

Rara93: sono immensamente felice che anche l’ultima poesia ti sia piaciuta! Trasmettere emozioni è proprio lo scopo che a mio avviso la poesia dovrebbe prefiggersi. Sai, i tuoi commenti mi sono immensamente di aiuto – anche se come ti ho già detto non li merito – in quanto era un periodo un po’ no con le poesie ed i tuoi commenti mi hanno tirata su; ti ringrazio davvero tantissimo. Un grande bacio.

child_of_best: Ciao! Ti ringrazio, in effetti ‘Quarantena è una delle poesie che ho scritto che mi piacciono di più, anche se solo a tratti. Grazie ancora, un bacio.

puciu: se parto con il ‘waaaaa’ di circostanza vale? XD Scherzi a parte, il tuo commento mi ha commossa, agitata, rallegrata e… Ok, tirando le somme ti devo almeno una trentina di grazie, che non riuscirò ad inserire tutti, mi sa, comunque ricorda che te li devo ;). Allora, per quanto riguarda “Ardesia” devo ammettere che l’ho scritta molto di getto, così come “Eva distratta”, anche se poi almeno questa l’ho rivista un pochino. Mi rallegra che ti piaccia “Eva” in quanto sì, mi ci sono persa parecchio. “Maschere”… beh, è inutile dire che l’ho scritta cercando di essere il più sincera possibile con me stessa (è venuta come è venuta, ma sono felice che ti piaccia l’ultima frase XD – tranquilla per il nick XDD, anzi, mi fai felicissima, anche se non so quanto possa piacere XD). “Onde” è un discorso strano, perché avevo intenzione di stare attenta alle sonorità e al colore (l’hai notato, l’hai notato, grazie! Awww!), poi però ne è uscita una sorta di previsione… vabeh XD. Comunque, spero che questa poesia non ti deluda, grazie, ancora grazie mille volte per il tuo bellissimo commento e scusa se la mia risposta è così inconcludente, ma sono in fase di esami e mi basta pochissimo per vaneggiare XD. Una bacio enorme.

 

 

 

Un bacio, un abbraccio ed una lacrima – perché, poi, vallo a capire.

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Capitolo 15
*** SResidui ***


Vivo il groviglio delle macerie

Vivo il groviglio delle macerie

rimaste

al mondo che piange,

 

la bolla di desiderio che tange

le guance candide

dell’atteggiamento da

coiffeur

che ti distingue.

Il mio stomaco langue.

 

Dolce follia

mi prese una notte

e mi portò via.

(Sangue.)

Dicesti: “Sei mia”.

 

 

 

E a me non restò che

guardar le cadenze

che mi lanciarono le tue

stanche rimanenze.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eh, sì.

Dopo la sessione d’esami torno a scassar le… ehm.

Era tanto che non pubblicavo, ho un sacco di roba da ricontrollare e postare, tanto per annoiarvi più del solito.

 

Grazie a chi legge, ancora di più a chi commenta.

 

In particolare, Rara: torno a dirti che i tuoi commenti mi fanno davvero piacere ed un grazie con le lacrime agli occhi non basta per dimostrartelo, comunque lo dico lo stesso… Grazie T_T. Dopo il momento di sclero (ops XD) non mi rimane che inchinarmi davanti a te: nelle poesie che provo a scrivere vorrei far emergere il più possibile le emozioni che provo attraverso le parole, le assonanze o le allitterazioni ed i colori. In effetti, non credo di riuscirci mai granché, però scrivere mi piace e ricevere dei complimenti belli come i tuoi… beh, è un tuffo al cuore ^^. Ho letto qualche poesia della Dickinson e l’ho apprezzata parecchio (fino ad un paio di anni fa neanche sapevo che ne avesse scritte, pensa un po’ (mi sento ignorante XD). Comunque colgo al volo il tuo consiglio e mi ripropongo di approfondire le sue poesie al più presto; grazie del consiglio e ancor più grazie per la splendida recensione. Spero questa poesia non ti abbia delusa!

 

 

Un gran bacio, Fed.

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Capitolo 16
*** Scendere ***


 

 

 

 

 

 

Su

una

casa

bianca

pioveva

fuliggine

d’Oltremanica.

 

 

Io,

Sistematicamente Sdraiata,

osservavo il

cielo

pieno

di

stelle.

 

 

 

Per seguire una

Collina Opaca

persi

la

mia

Presenza.

 

 

Mi ritrovai vuota

e presi

a gridare:

 

 

 

“Su

una

casa

viola

pioveva

un’essenza

d’Oltreoceano”

 

 

 

 

 

 

 

Grazie a chi ha ancora il coraggio – o la sfortuna – di leggere ciò che scrivo.

 

 

Un particolare ringraziamento a chi ha recensito la mia ultima non-sense, Teatrino, ovvero MySubversiveLove e Poet. A quest’ultima grazie due volte, perché i suoi commenti – che non merito affatto ma nei quali mi crogiolo più che felicemente –  mi hanno dato una carica incredibile.

 

Un bacio,

Fed

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Capitolo 17
*** Intervallo ***


Intervallo – plin plon –

 

 

Intervallo – plin plon

Si accende la voce

acuta

della solita ragazza

minuta,

da reclame.

 

 

Intervallo – plin plon

mi prendo un attimo

per respirare,

il sonno e la sua compare

mi cedono il passo.

 

 

Intervallo – plin plon

la morte richiede attenzione:

c’è chi prega,

ma la tenzone con la vita

si dibatte in altro modo.

 

Mi inchiodo alla sedia

e guardo lo schermo.

la gente che passa mi dice

“hai il cuore di legno”.

 

 

Poi, frump.

Esci dal coma.

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo so che è strana.

Per me – come sempre XD – un senso ce l’ha, ma ovviamente rileggendola mi rendo conto che non viene granché fuori. Vabeh.

 

Grazie a puciu, che ha recensito l’ultima poesia (o meglio quella prima xD): per SResidui sono felicissima – anche se come al solito torno a dirti che esageri e sei troppo buona nei miei confronti – e mi fa piacere sapere che ti piace la gradazione di colori che uso (ci rifletto parecchio, sono del tutto suonata). Scendere è effettivamente più ermetica, era uno scritto di tipo diverso inizialmente, poi ho lavorato un po’ sullo stile ed è venuta fuori così xD. Grazie dell’appoggio, davvero. Come ti ho già detto i tuoi commenti mi hanno resa felicissima, soprattutto perché sei davvero brava.

 

 

Un bacione a chi legge.

Fed

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Capitolo 18
*** Graffi di Phantasos ***


Nuova pagina 1

“Trite hôpital tout rempli de murmures”

C. Baudelaire, Les Phares

 

 

 

 

 

 

(mi

                                 si

           chiudono

                                            gli

occhi)

 

 

 

 

Sento solo una linea di pensiero che mi

                                                                        attraversa

                                                                      il

                                                   cervello

                                     e

scompare.

 

 

 

(mi

                                 si

           chiudono

                                            gli

occhi)

 

Un ricordo verticale a strapiombo mi soffoca, rigido e compatto come una nube tossica,

spalanco gli occhi e sono già senza (…)

                                                                

                                                                       Spalanco gli occhi e sono una lenza

 

 

 

 

 

    e con un

 

                           amo

                                   predo un pesce

 

(in un colpo l’ammazzo)

 

 

 

                                                                                            poi ad occhi chiusi sghi

                                                                                                                gnaz

             zo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Un grazie non basta, ma lo scrivo lo stesso.

Grazie a chi ha commentato, per la pazienza, la voglia, le parole troppo belle; grazie a chi mi ha sopportato e a chi non mi sopporta, a chi legge di tanto in tanto qualcosa di mio e a chi dà un’occhiata alle mie poesie senza cogliervi nulla.

Per me è tutto molto importante.

 

 

* La mancanza di segni di interpunzione e l’uso delle maiuscole sono voluti.

 

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Capitolo 19
*** Essenze ***


Nuova pagina 1

 

 

Io se fossi

un fringuello berrei cielo

e poi ascolterei

coi miei occhi acquerello

ogni pruno, ogni melo,

ogni tasso, ogni pino,

ogni pioppo e acquitrino

 

E se fossi

un becchino dormirei di giorno,

mangerei finestre

e per contorno sul manto silvestre

sposerei un cipresso,

seguirei il riflesso

delle anime sulle lapidi

con i miei acquerellabili occhi rapidi

 

Ma sono

una donna in un baratro

di incubi instabili

e il mio feretro

è colmo di germi insanabili,

il mio cuore di demoni abili

ad uccidermi a tutte le ore.

E so che se fossi un’altra

io non saprei nulla oltre me stessa,

sarei la principessa

di una favola mai nata,

sarei triste come lo sono già stata.

 

Perché io sono fatta per pensare troppo,

per cedere al declino.

Se tu mi chiedi il cielo io m’intoppo

e piango acquerello azzurrino.

 

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Capitolo 20
*** Mon miroir ***


Nuova pagina 1

 

 

Ho le unghie graffiate d’inchiostro

e di sangue

e le dita spezzate (da mostro) che fanno

tlac

tlac

sulle guance.

Ho un cuore azzurrino

avvolto in un liccio

che si stringe

aguzzino!

ad ogni capriccio.

Ho i capelli di legna e di fieno

e le labbra

Oh! Miei sogni!

Ahi! Mio Amore! –

bruciate

 (e votate al veleno).

Ho il fetore

della carne morta sui fianchi;

sui miei stenti d’arsenico nero

distinguo, coi miei occhi stanchi,

un rossissimo velo.

 

 

 

 

 

 

 

 

A Mezzo_E_Mezzo.

Ti sembrerà una ruffianeria

invece è un metodo (affatto bastante, direi quasi inutile) per esprimerti tutta la mia gratitudine.

 

 

 

Colgo l’occasione per ringraziare vivamente LordRandal: ho apprezzato molto la recensione. Speravo davvero che a qualcuno – che il qualcuno in particolare sia tu mi fa immensamente più piacere – potesse risultare gradevole ‘Graffi di Phantasos’, nonostante io mi ci sia persa dentro mentre la scrivevo. Forse proprio per questo.

 

Grazie a chi legge, grazie a chi dà un’occhiata.

 

 

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Capitolo 21
*** mi Lacera la Mente ***


Nuova pagina 1

 

 

 

Lacera

ta

mente mi

affaccio.

Mento alla mia mente

lacerata,

spro

fon

dando.

 

Me ne sto

accovacciata,

pallida a fissare

un        – oh laceri,

laceri angeli! –

mondo stracciato,

mentre mi disperdo

in melodie più lievi

del mio stesso Peccato.

 

Fuggo,

di tanto in tanto,

all’impazzata.

Risalgo correnti d’aria,

profumi, a volte tanfo,

desolata.

 

 A quando la mia resa?

 

E una voce mi dice spesso

“lacera Ti!”

ed io rispondo sempre

“Sì”

 

[Attesa]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grazie, come sempre, a chi legge ed a chi è così gentile da fermarsi a commentare.

Vi sono infinitamente grata.

 

 

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Capitolo 22
*** ChiediDiMe ***


 

Chiedimi.

Sono giusto lì,

avvinghiata;

 

col tempo qualche unghia nella

pelle stinta

della tua poltrona carminio

l’ho lasciata.

 

Chiedi me. Non

farmi aspettare.

Fammi sentire

le tue labbra sulle

punte dei capelli,

 

regalami denti

di plastica bianchissima

e straziami con

quelli.

 

Ché il mio sangue

è avariato

l’hai detto tu –

ma è un peccato

non berlo da un

flûte.

 

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Capitolo 23
*** Crac Crac (sospiro) ***


Ostracizzati da me,

pensierodilui.

 

 

Oggi ho trasformato la perfezione

in banale bellezza.

Perdonami,

Bianca Rosa,

 

ho raccolto il peccato

spazzolandomi i denti.

 

Crac.

Crac.

(sospiro)

 

 

Ho scritto il mio futuro

ed ho sbagliato il

Titolo,

ma la colpa è degli occhiali

degli occhiali! –

con le lenti graffiate

proprio al centro:

 

vedo mondi caleidoscopici

e segmentazioni di attimi

che mi sussurrano

 

crac

e crac.

(sospiro)

 

Sull’iride una ciglia rosso

sangue mi ricorda

l’odore laccato dello smalto nero.

Si inseguono le parole sulla mia schiena

come giocando a rincorrersi.

 

 

 

 

Vorrei qua-qualcun…

lcuno… che rincor…

corress… e anch-che m…

 

 

 

 

Ma tu ostracizzati da me

 (pensierodilui).

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Capitolo 24
*** L'angolo del Prisma ***


Mangerei i tuoi occhi.
Sono qui che aspetto,
siediti con me;
fuori sta finendo il mondo,
 
ma tu hai dei bellissimi occhi.
Sembra abbiano divorato
mille cieli e ancora mille
sogni infranti.
Vivo di noia
già da un po’ –
è la mia mania.
Mi sento una folle tra i tanti,
ma solo quando penso
(fuori finisce il mondo –
lo senti?
e al pensare non pensa più nessuno).
 
Sulle tue ciglia nere nere
da regina triste attraverserei
mille venti ed ancora mille
tra le intemperie che conosco.
Siediti tu al mio posto,
vado via.
 
 
 
Un matto vive di fantasia,
lasciatemi stare,
non ho bisogno di questo rumore,
non ho bisogno di questo crollare.
 
 
 
Occhi.
Le mie labbra
non vi diranno mai.

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Capitolo 25
*** Il Matto ***


 

 

 

Fu un anno di nulla.

 

Abbacinandosi appena alla svolta,

la folla lievemente volse il capo

ed io con quella.

 

Come se fosse possibile perdere il cielo,

possibile vivere al metro.

 

Non ho più pezze per tapparmi i buchi,

a breve non più astuti neologismi:

l’abbandono riempie la mia stanza

come odore di legna trita.

 

Carpita via dall’essenza, io sarò lì

a combattermi.

Comunque finisca, la sola violenza

mi ucciderà.

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa è l’ultima poesia di questa banale e poco pretenziosa raccolta.

Colgo l’occasione per ringraziare dal profondo del cuore le persone che hanno recensito e letto. Questo sito è un rifugio nel quale mi crogiolo nei momenti di panico e leggere i vostri commenti è – lo ammetto – fin troppo esaltante, nonostante non meriti affatto i vostri apprezzamenti per queste quattro righe tirate via a forza di computer, penna e sputo.

 

Grazie, davvero.

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