I'd Love To Hate You

di Gondolin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Asciugarti le lacrime con la neve ***
Capitolo 2: *** Got no friends, got no lover ***
Capitolo 3: *** Forever trusting who we are ***
Capitolo 4: *** This is where they're living, same as they will die ***
Capitolo 5: *** For all those born beneath an angry star ***



Capitolo 1
*** Asciugarti le lacrime con la neve ***


I'd Love To Hate You
Fandom:
La promessa dell'assassino
Rating: PG
Personaggi: Nikolai Luzhin/Kirill
Disclaimer: Niente di quanto descritto mi appartiene, non ci guadagno niente e anzi ne perdo in sanità mentale.
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Capitolo
Conteggio parole: 330
Canzone: Vodka - Korpiklaani [testo] [musica]

Asciugarti le lacrime con la neve

Kirill aveva sempre avuto paura, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Nemmeno quando, bambino, si ritrovava a piangere a letto, solo, in una stanza troppo grande e troppo buia, in una terra troppo straniera dalla lingua troppo difficile, nemmeno allora aveva mai cercato conforto, per il pudore che gli serrava le labbra e gli faceva mordere il cuscino pur di non essere udito. Piangere era una debolezza. La paura era una debolezza. Kirill avrebbe voluto liberarsene, ma non sapeva come.
Finché un giorno non trovò per caso le chiavi della cantina del ristorante, luogo che gli era sempre stato precluso. Come ogni ragazzino che si rispetti, per prima cosa era corso alla conquista di quel regno proibito, la testa già piena di ribellione e adolescenza, il cuore ancora ricolmo di favole di principi e portali incantati.
Laggiù aveva incontrato, tra le mille casse, una che conteneva bottiglie trasparenti. Sulle prime gli erano sembrate addirittura vuote, ma poi, sollevandone una, si era accorto del loro contenuto puro e cristallino; gli erano sembrate piene di ghiaccio disciolto, prezioso, come quello della sua Russia. Gli ricordò gli inverni gravidi di neve bianchissima. Lì in America non nevicava quasi mai, e quando lo faceva pochi tristi fiocchi andavano a formare fanghiglia ai bordi delle strade.
Kirill aprì la bottiglia quasi per gioco, e si saziò del ghiaccio disciolto fino a sentirsi male.
E lo rifece ancora, e ancora, finché non poté più farne a meno, fino a desiderare di svanirci dentro, in quella tempesta di neve.

Vodka, wipes away your tears,
Vodka, removes your fears!
Anni dopo scoprì qualcosa, o meglio qualcuno, in grado di scaldarlo e asciugargli le lacrime persino meglio dell'inverno in bottiglia.
Forse allora era già troppo tardi, ma certo le mani tatuate di Nikolai avevano un ghiaccio tutto loro, bollente e calmissimo contro il quale la tempesta che era diventato Kirill amava infrangersi, per poi cercare in ogni modo di strappargli uno dei suoi rarissimi sorrisi, preziosi come aurore boreali.
And you will feel awesome!

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Capitolo 2
*** Got no friends, got no lover ***


Titolo: (I'd Love To Hate You) Got no friends, got no lover 
Pairing: Nikolai Luzhin/Kirill
Soundtrack: Placebo – For What It's Worth [testo] [musica]
Conteggio parole: 247
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31 dicembre 1999, ore 20:30


I fuochi d'artificio illuminavano a sprazzi il cielo e Kirill era già ubriaco. La festa di fine millennio si prospettava meravigliosa.
The end of the century
I said my goodbyes

-Bisogna dare un degno addio al vecchio anno!- esclamò, capitombolando addosso a Nikolai. Questi lo prese per le spalle, tentando inutilmente di rimetterlo in piedi, e ritrovandoselo invece incollato alle labbra.
-Non qui, idiota!- esclamò esasperato -Potrebbero vederci!-
Le sue proteste però furono meno veementi del solito, stroncate da quel modo che aveva Kirill di arrivargli addosso a sorpresa, senza dargli il tempo di sfoderare la sua maschera imperturbabile.
-Da, da, papà non sarebbe contento.- ridacchiò questi, rilassandosi addosso a lui.
Broke up the family

Nikolai cercò di non pensare a ciò che sarebbe successo se il signor Semyon li avesse visti in quel momento. Dire che non sarebbe stato contento era un eufemismo di proporzioni macroscopiche.
Come on lay with me
‘Cause I’m on fire

-Vieni a letto.- biascicò Kirill. Mai una volta che avesse avuto il coraggio di chiederglielo da sobrio.
Nikolai gli rivolse un lungo sguardo.
I tear the sun in three
To light up your eyes

Alle volte Kirill avrebbe voluto vederci un briciolo di luce, in quegli occhi, ma era come se vi si fosse insediato un inverno perenne che lui non aveva il potere di cacciare. Il senso di impotenza che provava di fronte a Nikolai era l'esatto opposto del senso di potere assoluto che gli dava la sua posizione.

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Capitolo 3
*** Forever trusting who we are ***


Titolo: (I'd Love To Hate You) Forever trusting who we are
Fandom: La promessa dell'assassino
Riassunto: Missing moment ambientato dopo che il signor Semyon decide di dare una promozione a Nikolai.
Rating: rosso
Personaggi: Nikolai/Kirill
Canzone: Nothing else matters - Metallica [testo] [musica]
Genere: Romantico, Introspettivo
Avvertimenti: explicit slash
Disclaimer: Niente di quanto descritto mi appartiene, non ci guadagno niente e anzi ne perdo in sanità mentale.
Conteggio parole: 629 (OO)
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Note: Pensate, era dal p0rnfest scorso che non mettevo mano a questa raccolta. E' che dovevo sistemare questa parte, scritta col prompt: La promessa dell'assassino, Nikolai Luzhin/Kirill, una bottiglia preziosa

 

 

So close, no matter how far 
Couldn't be much more from the heart

Suo padre l'aveva mandato in cantina a prendere una cassa di vino. L'aveva cioè mandato via per parlare a quattr'occhi con Nikolai. E questo aveva fatto infuriare Kirill. Ma a suo padre non poteva opporsi, e così aveva disceso le scale della cantina come un condannato avrebbe salito quelle del patibolo.

Quando Nikolai lo raggiunse, Kirill era già ubriaco. Ovviamente. Nessuno gli aveva insegnato un altro modo per sfogare la rabbia: un vero Vor v Zakone avrebbe saputo restare sempre impassibile.
La voce di Nikolai lo raggiunse come attraverso una nebbia infinita, ma le parole ebbero comunque l'effetto di coltelli. -Tuo padre mi ha offerto una promozione.-
Kirill inghiottì le lacrime insieme ad una sorsata generosa dalla bottiglia che teneva in mano. Aveva dimenticato persino che genere di vino fosse (eppure era stato pregiato, era arrivato da lontano), e non ne sentiva più il sapore. Ma non aveva dimenticato come mentire: dopo tutto non aveva fatto altro nella sua vita. Aveva saputo sin dall'inizio di quella promozione, disse, anzi, era stato proprio lui a sostenerla. Intanto stringeva i denti per la paura di essere superato da quell'estraneo nella stima di suo padre. Non si rendeva conto -non voleva rendersi conto- di essere già guardato come un fallimento.
Nikolai naturalmente non gli credette per un solo istante, ma lo accolse nel suo abbraccio forte e rassicurante. Lo strinse, e poi, fronte contro fronte, respirò la sua rabbia.

Forever trusting who we are
and nothing else matters

Kirill gli si gettò contro con furia. Voleva picchiare quell'odore buono di deodorante e tabacco, voleva strappargli di dosso l'espressione forse indifferente e forse addirittura di pietà.
Non lo baciò: lo morse. Lanciò lontano la bottiglia, lasciando che il rumore dei cocci infranti gli riempisse le orecchie, e spinse Nikolai contro uno dei pilastri della cantina. Affondò i denti nel suo collo, strappandogli quanto di più simile ad un gemito ne avesse mai ottenuto. Si fermò a scrutarlo curioso negli occhi, e Nikolai ne approfittò per invertire le loro posizioni, e farlo girare, faccia al muro.
Kirill non protestò. La guancia schiacciata contro il cemento freddo, si rigirò la lingua fra le labbra cercando di distinguere il sapore di Nikolai da quello del vino.
Ma poi il suo mondo prese a girare vorticosamente su se stesso, e non era per l'ubriacatura: i pantaloni calati appena fino alle caviglie, in fretta per non farsi scoprire, Nikolai gli concesse una scopata di quelle che era raro strappargli, frettolosa, piena di desiderio e, chissà, di rimpianti, o di rimorsi che Kirill non poteva conoscere.

Trust I seek and I find in you
Never opened myself this way

E il sesso caldo di Nikolai dentro di sé gli faceva dimenticare ogni rancore ed ogni paura, e dimenticati quelli, era facile scivolare di nuovo in quella pozza di affetto morboso e preteso amore, e tornare ad aggrapparsi all'unica persona al mondo di cui si fidasse davvero. Stolto.

Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
and nothing else matters

Sentiva le mani di Nikolai afferrargli i fianchi con tanta forza da lasciargli, forse, dei lividi. Che importava? Nessuno li avrebbe visti e lui invece avrebbe potuto accarezzarli, provocandosi un dolore leggero, guardandoli come un pegno lasciatogli dall'altro o come un souvenir di quel breve istante di piacere cieco.
Sentiva le mani di Nikolai, e l'urgenza dei suoi movimenti, il suo respiro accelerato accanto, tanto da lasciargli forse credere che gli importasse davvero qualcosa, e non sapeva più nemmeno lui se credersi un illuso o sperare di aver visto più lontano degli altri.

Never cared for what they do
never cared for what they know
but I know

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Capitolo 4
*** This is where they're living, same as they will die ***


A Lady Aika, che si aspettava un aggiornamento... ed eccotene uno doppio! <3

E scusate per l'html, che mi si è immotivatamente rivoltato contro.

Titolo: (I'd Love To Hate You) This is where they're living
(il titolo di questa song fic e della successiva appartengono allo stesso verso di Human Zoo, dei Gotthard. Sono consecutivi, come le fic)
Fandom: La promessa dell'assassino
Rating: Arancione
Personaggi: Nikolai Luzhin/Kirill
Canzone: Gotthard - Human Zoo [testo] [musica]
Genere: Romantico, Introspettivo
Avvertimenti: Slash
Disclaimer: Niente di quanto descritto mi appartiene, non ci guadagno niente e anzi ne perdo in sanità mentale.
Conteggio parole: 328 (OO)
Link alla tabella: I'd Love To Hate You (Set Bemolle) @ settenote [progresso: 4/10]
Prompt MDF @ it100: Scrivere una drabble su un film che abbia su EFP meno di 10 fic - Cavalieri dell'Ordine Consacrato della Ficcyna Splendente
(Ahahahah, meno di dieci? Gente, questo fandom ne ha tre. TRE. E la mia è una delle tre, nonché l'
unica con questo pairing. Applause, please
.)


-Guarda!- esclamò Kirill con un largo gesto delle braccia, come di un sovrano che mostri il proprio regno -Questo è il serraglio di mio padre.- allungò una pacca sul sedere ad una delle ragazze che vagavano per la stanza, ubriache o strafatte. Ma -Tutte pulite- ci tenne a sottolineare.

Look at them wasting away
Walking around like they're hypnotized


Nikolai, al solito, annuiva in silenzio.
-Che c'è, non ti piacciono? Su, sceglitene una!- lo invitò, sempre con gesti esagerati da sultano, prima di sederglisi in grembo.

Look at them all on the inside


-Non ora.- rispose Nikolai, affondando di nuovo lo sguardo nel bicchiere e pensando che avere il respiro di Kirill sul collo ed il suo peso su una coscia non lo aiutavano certo a farsi venir voglia di con una di loro. Non “Ti sono infinitamente grato, ma preferirei rimandare ad un'altra volta”. Solo Nikolai Luzhin si permetteva di parlarle così al figlio del capo.
A Kirill, è vero, piaceva quella sua indole fiera, così diversa da quella degli altri sottoposti striscianti, ma d'altra parte non essere ubbidito lo mandava giù di testa.
-Ti ho detto: sceglietene una.- insistette, alzandosi -Avanti! Se devi lavorare con me devi dimostrarmi di non essere un frocio.-
Un sopracciglio di Nikolai scattò in alto, ma per lo meno evitò di commentare. Se Kirill era così ubriaco da non riconoscere se stesso negli occhi chiarissimi di Nikolai fissi su di lui, tanto peggio.

Look, no bars on the cage
This is where they're living
Same as where they'll die


Nikolai fece cenno di seguirlo alla ragazza bionda che si era appena accasciata sul bracciolo della poltrona accanto a lui. Lei ubbidì, senza nemmeno vederlo. Lui la buttò sul letto, senza nemmeno sentirla. Se con Kirill poteva essere frettoloso, freddo, violento o semplicemente distratto, se poteva mentirgli spudoratamente sul perché era lì con lui in primo luogo... era pur sempre una persona quello che vedeva, che scopava, che abbracciava. Lei no.



Titolo: (I'd Love To Hate You) Same as where they'll die
Rating: Rossso
Canzone: Rose - Anna Tsuchiya [testo] [musica]
Avvertimenti: Slash, Lime het (più o meno)
Conteggio parole: 349 (OO)
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Prompt MDF @ [info]it100: "Nessuno si è mai sentito felice nel presente, a meno che non fosse ubriaco." Schopenhauer - Cianfrusaglie Scapigliate Visionarie dell'Oracolo di Excel


Oh baby, help me from frozen pain
with your smile, your eyes


Gli slap slap ritmici di carne contro carne suonavano vuoti, volgari. Non c'era niente di umano in quello che stavano facendo, e l'unica cosa che distingueva la ragazza da una bambola era il calore che Nikolai sentiva sotto le mani, nella carne morbida e pastosa delle natiche e dei fianchi che aveva afferrato.
Kirill lo guardò fottere da dietro quella poveretta, come se questo costituisse una prova. E provava invece tutto il contrario, ché i loro sguardi non si lasciarono un momento e poco ci mancò che Nikolai non lo chiamasse per nome mentre la penetrava. Ma non era da lui fare certi sciocchi errori.

Nobody can save me


Non era mai stato tanto vicino alle lacrime, in tanti anni. Per quella ragazza, lo sguardo spento che per fortuna in quel momento non vedeva. Ma anche per se stesso. Per il mondo in cui si era immerso, di cui faceva parte, come tutti gli altri, ormai. L'odio, represso, sotterrato, ibernato, perché pericoloso come tutti i sentimenti potenti, si riaffacciò sull'orlo dei suoi pensieri coscienti.
Kirill se ne andò barcollando verso le camere private, e Nikolai non lo seguì subito. Prima lasciò qualche soldo e qualche parola al corpo sfatto che l'aveva appena accolto.

I need your love. I'm broken rose


-Come farei senza di te?- mormorò Kirill, prima di sporgersi oltre la sponda del letto per vomitare. Nikolai gli resse la fronte, cercando di convincersi che la sua sorte non lo riguardasse minimamente. Ancora qualche tempo e sarebbe sparito dalla sua vita, liberandosi finalmente del ruolo di infiltrato e riuscendo magari anche a spedire lo stesso Kirill a marcire in prigione come meritava. Era stato testimone di molti dei suoi misfatti, eppure non riusciva a detestarlo. “Odia il peccato, non il peccatore”, era scritto nella Bibbia. Non che Nikolai fosse mai stato religioso -aveva visto troppa merda per credere nel regno dei cieli- ma gli parve una frase particolarmente azzeccata.
Mentre lui rifletteva, l'altro era si era già addormentato.
-Per quel che vale, Kirill, ti voglio bene.- sussurrò.

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Capitolo 5
*** For all those born beneath an angry star ***


Titolo: (I'd Love To Hate You) I stumble for the light of day
Fandom: La promessa dell'assassino
Riassunto: Ambientato prima dei fatti narrati nel film. Un lavoretto da fare fuori città, e qualche imprevisto
Canzone: Silence of the darkness - Kamelot 3:43 [musica] [testo]
Avvertimenti: pre-slash
Disclaimer: Niente di quanto descritto mi appartiene, non ci guadagno niente e anzi ne perdo in sanità mentale.
Conteggio parole: 343
Link alla tabella: I'd Love To Hate You (Set Bemolle) @ settenote [progresso: 6/10]
Prompt: “Yet they are only at home together when contemplating flight; they are both waiting for the wind to blow that will take them to a miraculous elsewhere, a happy land, far, far away, the land of delighted ease and pleasure.” (Angela Carter, “Black Venus”) - Cavalieri dell'Ordine Consacrato della Ficcyna Splendente


 

I don't dare to take it slowly
'Cause time may pass me by

 
Kirill aveva strappato di mano il volante a Nikolai appena fuori città, e l'alba li aveva raggiunti sulla statale deserta. Quando la velocità era tale che il paesaggio ai lati si mutava in una macchia sfocata, quando le gomme quasi non toccavano l'asfalto e l'abitacolo era come sospeso in una di quelle palle in cui, a capovolgerle, scende la neve, allora le mani di Kirill smettevano di tremare intorno al volante anche se quella mattina non aveva bevuto nemmeno una goccia.
Avevano del lavoro da fare, e stavolta Kirill non voleva deludere le aspettative. Stavolta no.

Will you take me away?

-Che bolide, eh?- commentò, dando qualche colpetto affettuoso al cruscotto -Da bambino sognavo di diventare pilota in Formula uno, sai, ma anche così non è male.- rise, di ottimo umore -E tu?
-Sognavo di andarmene.-
Non parlava mai di sé, Nikolai. In effetti, non parlava e basta per la maggior parte del tempo. Kirill avrebbe voluto odiarlo, come avrebbe voluto odiare suo padre. L'odio l'avrebbe reso libero. Invece quel coglione gli piaceva. Anzi, peggio, lo ammirava. E lo capiva. Anche lui, in fondo, non aveva mai sognato altro che di scappare.


Reckless like the stormy ocean
I could cover them with hate


Desiderò chiudere gli occhi e riaprirli altrove. Lo fece, ma quando guardò di nuovo c'era la stessa fottutissima strada, solo con una curva di fronte. Sterzò bruscamente, e la macchina si sollevò letteralmente da terra, poi girò su se stessa. Proprio come una di quelle palle con la neve.
Kirill rise.
Nikolai pensò che se fossero sopravvissuti l'avrebbe ammazzato con le sue stesse mani.
Che morte idiota, questo lo pensarono entrambi. Nikolai però non avrebbe sopportato di tirare le cuoia prima di aver compiuto la propria missione. A Kirill invece non importava un accidente: anzi, scoprì che di qualcosa dopo tutto non aveva paura.

In the silence of the darkness

I can't pretend I'm wide awake

Afraid I could go under

In the silence of the darkness

I can't pretend I'm wide awake
Afraid I could go under

 




Titolo: (I'd Love To Hate You) For all those born beneath an angry star
Fandom: La promessa dell'assassino
Riassunto: Ambientato prima dei fatti narrati del film (e background di Nikolai inventato di sana pianta)
Canzone: Fragile - Sting 3:54 [musica] [testo]
Avvertimenti: pre-slash
Disclaimer: Niente di quanto descritto mi appartiene, non ci guadagno niente e anzi ne perdo in sanità mentale.
Conteggio parole: 353
Link alla tabella: I'd Love To Hate You (Set Bemolle) @ settenote [progresso: 7/10]
Prompt: “Heal what has been hurt / change the fate’s design/ save what has been lost/ bring back what was mine” (Rapunzel) - I Sei Samurai (e un Gabbiano Ninja)


Aveva male dappertutto. Probabilmente le aveva di nuovo prese da suo padre. Il fatto che non ricordasse cos'avesse combinato per meritarne tante non significava poi molto.
La luce però era sbagliata, troppo forte e bianca, come se l'avessero lasciato fuori nella neve, e invece era caldo, e il letto era morbido.
Il velo dei ricordi si strappò improvviso e gli ultimi trent'anni di vita gli rifluirono dolorosamente in testa. Suo padre era morto anni fa, e lui aveva rischiato di raggiungerlo per colpa di quell'emerito deficiente di... Kirill era ancora tutto intero, vero? Doveva esserlo, o il signor Semyon l'avrebbe come minimo fatto spellare vivo.


If blood will flow when flesh and steel are one
Drying in the colour of the evening sun


Strizzò gli occhi, accorgendosi che tutta la faccia gli doleva spropositatamente.
-Non cercare di muoverti. Il medico ha detto...-
Nikolai allungò un braccio verso la chiazza scura che andava delineandosi fra le luci bianche d'ospedale e lo afferrò per il bavero. -Dovrei ammazzarti, Kirill.-
-Non ti converrebbe.- rise questi.
-Stai bene?-
-Da. Tu invece hai dormito due giorni.-
-Merda!- esclamò, lasciandolo andare.


Tomorrow's rain will wash the stains away


-Non ti preoccupare per il lavoro. Tutto sistemato.- lo rassicurò con un gesto.
Fu allora che Nikolai notò il dito steccato e la fasciatura sul polso dell'altro. -E quelli? Avevi detto che...-
-Papa non è stato contento di sapere che guidavo io.- vedendo lo sguardo stupito di Nikolai, aggiunse: -Non avrai creduto che avrei incolpato te? Non sono uno sporco bugiardo, io!-


For all those born beneath an angry star
Lest we forget how fragile we are


-Non l'ho mai pensato.- mentì Nikolai, e si sentì uno sporco bugiardo.
Cercò lo sguardo di Kirill, che però gli sfuggì. Non capiva perché l'avesse difeso. Non era questione di dire la verità, quella era sempre stata secondaria. Era stato il fatto di accettare su di sé le conseguenze delle proprie azioni. Era strano, Kirill. A volte Nikolai pensava che gli sarebbe piaciuto averlo incontrato in una situazione diversa.

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